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DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIu' CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
YOL. LXXIX.
IN VENEZIA
nALLA. TIPOGRAFIA EMILIANA
MbCCCLVI.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
TAutore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI EHUDIZIONE
ST OR I CO -ECCLESI ASTICA
TOS T OS
1
OSCO o DA CASTELLO Guido, che l'obbligò a solennemente rinuniiare
Cardinale. Nato di oscuro lignaggio, o il- il proprio cognome, e ad assumere quello
cano lapidi antiche, le quali giustincaiio, castello di s. Stefano d'Azorio : prese tal
Tanto polo cuuli'o di essa l'odio de' Vitelli, lana, il che uolui pure u Sutri ; laonde
4 TOS TOS
Degli Effelli dice che a questa si deve as- ch'era in Francia, ma non presso il legnlo,
segnai e il vescovo intervetiiito al concilio incontanente partì per Germania. Morto
d'Eugenio I I,e da Ughelli attribuito a Cit- Innocenzo II neh i43, il cardinale (Inifa
là di Castello, così Celestino II. L'origi- la sua legazione,intervenne all'elezione del
ne per cui tanti scrittori fecero questo Pa- successore e fu egli stesso scelto col nome
pa di Città di Castello, dichiara derivato di Celestino II (F.).
dalla sorella monaca che ivi dimorava, e TOSCO o TOSCHI o TUSCODome-
dal possedervi de'beni, mentre era oriun- Nico, Cardinale. Nato in Caslellanaro o
do da Civita Castellana, e s. Pista è più Castel Arano, luogo presso P\eggio diMode-
remolo da s. Felicita, che Felicita da Fe- na, da poveri genitori, fu dal padre man-
licissima. La sua arme composta di 3 gi- dalo a Pioma sotto la cura e direzione del-
gli, che si vede in Città di Castello, e i doni lo zio, celebre per dottrina e professore di
fatti a quella chiesa, poterono procedere matematica. Applicatosi quindi con esso
dall'affetto che le portò, come rileva Ciat- allo studio della geometria, per sua disgra-
ti Memorie di Perugia^ o per la so-
nelle zia la morte gli rapì il parente e precet-
rellache vi assunse Tabito religioso, di- tore. Pertanto si trovò costretto per vive-
cendo che Fisla è nome abbreviato di Fe- re a prestare in Pioma l'opera sua a qua-
licissima. Sia comunque,Guido fu disce- lunque condizione di persone, in che mo-
polo del famoso Ahailardot sotto di cui strò costante rettitudine e fedeltà. La ne-
fece gran progressi nelle lettere, perciò cessità dell'indispensabile sostentamento
chiamato da Ottone di Frisinga, uomo di lo costrinse a ripalriare, ma trovò per
somma religione e pari scienza, per cui non maggior infortunio morti il padre e il fia-
meno che per le rare sue virtù, Calisto II tellOjSicchè divenuto bersaglio dell'avver-
10 fece suddiacono e scrittore pontificio, sa fortuna, si pose al s ervigio di Sigismon-
ed Onorio II nelle tempora di dicembre do marchese d'Este signore di sua patria,
1 127 lo creò cardinale diacono di s. Ma- il quale destinato da Carlo V, di cui era
ria in Via Lata, donde Innocenzo II lo tra- capitano, al governo di Pavia, pose Do-
sferì all'ordine de'preli col titolo di s. Mar- menico Ira'soldati della guarnigione del-
co. Questo Papa si prevalse di lui utilmen- la fortezza, e dove pel suo valore fu avan-
te nel I iSy, inviandolo col cardinal Gi- zato a sergente. Dimorando in Pavia, a
j-ardo e con Aimericocancelliereepoi car- casosi pose a leggerete Istituzioni dìGiu-
dinale, a trattare coH'imperatore Lotario stinianOi e ne prese tale diletto, che risol-
11 di gravissimi affari pel monastero di vette d'applicarsi alla giurisprudenza, al
Monte Cassino; e poi lo spedì in Sicilia per cui studio l'animò il marchese ch'erasi av-
allontanare Piaggerò I dal partito degli veduto del suo raro talento. Datosi quin-
scismatici seguaci dell'antipapa Anacleto di con assidua e ostinata applicazione allo
11. Compite queste legazioni, neli iSg fu studio delle leggi in quell'università e ot-
destinalo rettore di Benevento, carica che tenuta la laurea, in breve pervenne ad es-
lodevolmente sostenne sino al 1 140, nel sere eccellente giurisperito; laonde il mar-
quale anno Innocenzo li lo mandò legato chese lo dichiarò uditore generale delle
in Francia. Corse allora voce, che famo- il sue cause, e governatore di s. Martino.
so eresiarca Arnaldo da Brescia, condan- Dopo varie vicende restituitosi in Roma,
nato nel concilio Lateranense II, si fosse ri- trovò ricetto presso 1' avvocalo Antonio
fugiato in quel regno presso il cardinale; Capondio o Capordio, e dopo poco tem-
per cui subitosi allarmò lo zelo di s. Ber- po, per lucrare, s^impiegò a sollecitare le
cazione, non senza rischio della sanità^ a Anzi queste stesse dicerie ingiuste deter-
felice esilo, gli meritarono che l'uditore minarono Clemente Vili ad accelerare la
io Tacesse prociualore del cardinale. Mor- sua esaltazione, eda' 3 marzo 1098 lo
to frattanto l'uditore, il cardinal Cesi che creò cardinale (ma credo che lo pubbli-
avea sperimentato l'abilità di Domenico, casse al ritorno da Ferrara) prete di s. Pie-
lo surrogò al defunto, nel qual carico a- tro Montorio, e lo ascrisse a tutte le con-
veiidolo servilo con piena soddisfazione, gregazioni di Roma. Intervennea'concla-
tiopo avergli ottenuto un canonicato in vi di Leone XI e Paolo V,ed in quest'ul-
Reggio, lo dichiarò uditore generale di sua timo, come notai nel voi. LI,p. i33, sa-
lega/ione d» Ijologna, in cui lai fama s'ac- rebbe stalo certamente eletto Papa, se al-
quistò d' integrità, dottrina e prudenza, cune troppo libere e popolari maniere di
che il cardinal Anlonmaria Salviati suc- parlare, che gli erano famigliari, non gli a-
cessore del Cesi nella legazione, doman- vessero fatto insorgere de' validi contrad-
dò e ottenne da Sisto V che lo dichiarasse dittori, e soprattutti il cardinal Baronie,
vicelegalo. \n assenza del cardinale il Pa- che colla sua autorità frastornò l'elezio-
pa Io noininò governatore della città, a CUI ne in cui concorreva numeroso stuolo di
presiedè con intera sua soddisfazione. Tor- cardinali, esclamando: Non essere dicevo-
nato a Roma con bella reputazione, si gua- le cosa, collocare sulla cattedra di s. Pie-
dagnò la grazia de'principi e de'grandi, tro uno dalla cui bocca uscivano [parole
e tra gli altri di Ferdinando I granduca meu'oneslee indegne della pontificia gra-
di Toscana, che da cardinale avea conce- vità. Usato egli era d'accogliere con pia-
//ito gran concetto del suo merito, onde cere e affabilità le persone di bassa con-
lo fece consigliere di slato e uditore per- dizione, ma di perspicace ingegno, chea
petuo de'suoi dominii. Però accortosi Do- lui ricorrevano, ed esortandole allo stu-
menico non esser gradilo alla corte, ov- dio, proponeva loro il proprio esempio che
vero che il clima di Firenze gli riuscisse da sì umili principii era asceso tanto in al-
nocivo, con prelesto di mutare aria, si re- to. Nel i6o6 col beneplacito di Paolo V
stituì a Roma, dove Clemente Vili l'am- rassegnò il suo vescovato a Giambattista
mise tra' prelati di cotisulta, e neh 595 Tosco vescovo di Narni suo nipote. Giun-
gli conferì il vescovato di Tivoli , chiesa to all'età d'86 anni non compiti, altri scri-
in cui istituì 3 nuove dignità, cioè di ar- vendo 90, fu costretto nel 620 ad abban-
1
pa (|uaiulo si recò a prender possesso dì che in (|ue'lejnpi acquistò gran nome e fa-
Ferrara, laonde ucl tempo del suo jjover- ma. Verso la lìue de'suoi giorni, delenui-
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nò di fabbricarsi una casa in Roma presso li dalla matrigna Ino incolpati di ripro-
Monte Cilorio, dove comprale varie casi- vevole amore Frisso ed Elle, figli di A-
poleedemoIitele,ordinò l'erezione dell'a- lamante re di Tebe, il quale prestando
bitazione, la quale prima che giungesse fede all'accusa decise farli morire, con im-
alia sommità egli cessò di vivere. Fu que- molare agli Dei il figlio e la figlia per se-
sto cardinale di carattere ingenuo e sin- guire l'oracolo consultato. Informali Fris-
cerojdi cuore magnanimo e in trepido, che so ed Elle della paterna determinazione,
non si lasciò abbattere dall'avversità, ne fuggirono sopra un ariete dal vello d'oro,
invanire dalle prosperità, di molte lette- dono di Mercurio odi Marte, e che a vea la
re;, che acquistò piti coll'indefessa appli- proprietà di volare per l'aria, dall'Euro-
cazione, che con acume d'intelletto, pa in Asia, e cadendo Elle nel mare si pre-
TOSON D'ORO. Ordine militare ed tende che prese il nome di Ellesponto, fa-
equestre, nobilissimo e celebre dell'impe- moso canale o stretto che separa le due
ro d'Austria e della monarchia di Spagna, parti del mondo. Frissoavendo felicemen-
Augusliis Vcllcris AurciOrdo^AusLrìa- te continuato il suo cammino, approdò fi-
VHS etH.ìspaniciis-. Ne fu istitutore in Br(»- nalmente nell'isola di Colchitle, paese che
ges a' IO gennaio 1429 ovvero i43o,
nel oggi porla il nome di Mingrelia (A^.) e
Filippo il Buono duca di Borgognaj con- Imerezia parte della Giorgia (f-^.). Ivi sa-
te di Fiandra, marchese dels. Impero ec, grifìcò l'ariete agli Dei e appese la sua spo-
in occasione del suo 3.° matrimonio con glia nel tempio di xMercurioodi Marte, [)0-
Isabella o Elisabetta infinta di Portogal- nendola sotto la custodia d' un drago, il
lo e figlia del re Giovanni I. Quel prin- quale divorava tutti coloro che tentavano
cipe ebbe nell'istituirlo,comesi legge ne- rapirla; giacche altri pretendono che al-
gli statuti dell'ordine, il precipuo santo e lora il vello fosse da Mercurio converti-
pio scopo di onorare ed esaltare la Chie- lo in oro, Anzi altra favola dice quesl'a-
sa, e dilatare la fede cattolica, per la cu-t l'iele parlante, e figlio di Nettuno e di
stodia e difesa della pubblica tranrjuilli. Teofane convertita in agnella. Tulli mi- i
tà e prosperità, per la maggior gloria e lo- tologi convengono nel dire, che dopo il
dentoie, e sotto il patrocino della sua ss. ove forma la costellazione dell' Ariete, uno
Madre Maria e dell' apostolo Protocleto de' 12 segni del zodiaco. Mercurio o Mar-
s. Andrea, e finalmente per eccitare alla te fu tanto contento di qcìesto sugrifizio,
virtù e buoni costumi i cavalieri di que- che promise favorire lutti quelli che di<^
Quan-
st'ordine e fraternità di cavalleria. venissero possessori del vello d'oro,col far-
to al nome che il duca gl'impose di To- li vivere nell'abbondanza. Intanto Eete re
son d'oro o Vello o Montone d'oro, Fel- della Colclndediè in isposa a Frisso la sua
lus Aureum^novx sono d'accordo gii scrit- figlia Calciope, e poi per impadronirsi del
tori nell'assegnare il vero motivo. Credor vello d'oro e de'tesori portati seco dal ge-
DO alcuni che il duca volle esprimere col nero, lo fece assassinare, Calciope fuggi in
nome e colle insegne il vello d'oro, di cui Grecia per salvare i figli da sinnle eccidio,
parlasi nella Mitologia e. uììWc Metamor- ed i greci per vendicare Frisso con istre-
fosi d'Ovidio, e l'impresa famosa e favo- pitosa spedizione, molti principi si uniro-
losa degli Argonauti, per la conquista del- no a Giasone e presero il nome di Aigo-
la pelle d'oro d'un ariete o muntone. La nauli dal nome della nave sulla qu^de
favola varia sull'origine di esso e di sua s'imbarcarono. Dopo un lungo ed eroica
prodigiosa spoglia, sorgente di tante av- viaggio pervenuti nella Colchide, con l'a-
Tcnlure celebri ne' tempi eroici. Convie- iuto delle arti di Medea sorella di Calcio-
ne sapere che fiaseio i poeti essere sta- pe, Giasone ucciso il dragone s'impadrom
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cogli argonfluli del vello d'oro, e punito Crtdere della rugiada sopra una pelle ch'e-
il biirbaro Eele, riportarono in Europa il gli distenderebbe sulla terra, restando a-
vello d' oro. Troppe sono le varianti di sciutta tutta la terra all'intorno, come av-
cpiesto racconto mitologico e astronomi- venne. Domandò in seguito che succedes-
co, troppe le spiegazioni clie si danno al se il contrario, che restasse secca cioè la
figuralo e al siujbolico, anclie considera- pelle, e fosse umida la terra all'intorno:
ta l'impresa come viaggio commerciale, ed il Signore esaudì anche questa secon-
perchè in breve e senza bisogno io possa da domanda di Gedeone. Indi egli de'suoi
accennarle. Vi potranno supplire: A. Da- 32>ooo nomini ne scelse 3oo, e con essi
ni e r, Histoire des Argonaiitcs, on dis- vinse completamente Madianiti, e gover- i
dizione degli Argonauti in Coleo y in cui re quelle pecore macchiate di diversi co-
vari punti dilucidano intorno alla na-
si lori, che a questo patriarca toccarono per
sfigazionCy alla cronologia e alla gco' sua parte, giusta l'accordo fatto col suo
grafia degli antichi, Venezia 174^' Gr. Labano. Di qtjesto sentimento fu
siiocei'o
Tosone d'oro, volle rammentare il vello ne tenuto in Lilla nel giorno di s. Andrea,
da Dio mostrato a Gedeone, per assicu- creò i primi 24 cavalieri , ed in essa nel
rarlo che Io stabiliva giudiced'lsraele.Ge- 143 I stabib gli statuti dell'ordine in 66
deone della tribìi di Manasse, che dimo- articoli, i quali da'suoi successori furono
rava ad Ephra, fu scelto da Dio per libe- molte volte variati. Il suo figlio Carlo il
rare gl'israeliti dalla tirannia de' Madia- Temerario, nel capitolo da lui convoca-
niti, alla quale erano soggiaciuti dopo la to nel 1473 inValenciennes, ordinò che i
morte di Barac e di Deborn. Gli appar- mantelli e i cappucci de'cavalieri fossero
ve uu angelo mentre slava battendo il suo in avvenire di velluto cremisino foderali
grano sotto una querelategli disse ch'e- di raso bianco, e non come prima lo erano
gli libererebbe Israele da'dominatori Ma- di panno, e che sotto i mantelli portassero
«lianiti. si accamparono
Questi intanto vesti pure di velluto cremisi. Volle ptue
ntdla valle di Jezrael, e Gedeone ripieno » he gli ulììziali dell'ordine, che sono il can-
dello spirito del Signore suonò la trom- celliere, il tesoriere, il notaro,e il re d'ar-
ba, riunì gl'israeliti, e domandò a Diodi mi, portassero vesti, mantelli e cappucci
fargli conoscere che lo avea scelto, col far suniliy cioè con (]uesta diifereuza che i ca-
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validi portassero il mantello con un bor- un filo d'oro o da un nastro di seta un To-
do disseminato di doppi fucili, di pietre sone d'oro. Allorché Carlo V cede suoi i
s. Andrea, e di tosoni fatti in ricamo d'o- gna e di Fiandra al figlio Filippo II, lo
ro, comesi prescriveva dagli statuti, e che creò gran maestro dell'ordine, ed anco
i mantelli degli uHìziali fossero tutti uni- questo re rinnovò alcune cose negli sta-
ti. Gli obbligò ancora a portare nel 2.° tuti nel capitolo di Gand del iSSg. Le
giorno dell'assemblea l'abito di drappo principali furono, che i mantelli e cappuc-
nero col cappuccio della stessa uìaniera, ci di panno nero si facessero di velluto, e
e nel 3.° giorno della solennità del capi- fossero dati a'cavalieri e agli uftlziali dal
tolo, in tempo che assistevano all'uffizio sovrano; e che il collare si portasse da'pri-
dellaMadouna,una veste didamascobian* mi vesperi di tutte le feste, nelle quali i
co con cappuccio di velluto cremisi. Nel cavalieridoveano portarlo alla messa so-
1477 Carlo il Temerario alla bat*
wt^ciso lenne, non meno che a' secondi vesperi,
taglia di Nancy, lasciò erede de' vasti suoi tutte le volte che uscirebbero dalle loro
slati l'unica figlia Maria, la quale sposata case per recarsi a'divini uffizi, o che com-
poi a Massimiliano arciduca d'Austria, in- parirebbero in pubblico per loro propri
di imperatore Massimiliano I, da essi nac- atfari. E siccome l'ordine fu istituito per
que Filippo Bello arciduca d'Austria,
il la propagazione della fede, ordinò Filip-
il quale essendosi congiunto in matrimo- po II che in esso non si ricevesse alcuno
nio con Giovanna figlia ed erede de'pos- sospetto d'eresia, obbligando i cavalieri a
senti Ferdinando V monarchi
e Isabella 1 premettere nell'elezione de' nuovi cava-
di Spagna, uni gli stati di Borgogna e di lieri il giuramento di non eleggere alcu-
dreu protettore dell'ordine; non che nel- voti, ed il numero era come dissi di oi,
l'esequie de'cavalieri, ed in tutte le assem- secondo il determinato da Carlo V; ma
blee ordinarie e straordinarie, oltre in al- Filippo II volendo che la creazione dei
tre funzionile che negli altri giorni i ca- cavalieri dipendesse totalmente da lui e
Velieri portassero solameole p^adeote da da'sovraui dell'ordine suoi successori, uel
TOS TOS 9
1572 ottenne da Gregorio XIII il ponti- no ricevè tanto da Filippo V, che da Car-
ficio iniluko ili conferire l' ordine a suo lo VI r ordine del Toson d'oro. La regi-
piacere senza farne consapevoli i cavalie- na M." Teresa figlia unica ed erede di Car-
ri; ed il situile concesse al di lui figlio Fi- lo VI, neh 742 nominò il consorte Fran-
talché il numero de'cavalieri divenneilli- gnità di gran maestro dell'ordine, per cui
milalo. Da prima si tenevano i capitoli Filippo V rinnovò le sue proteste. La gran
dell'ordine ogni anno, quindi si celebra- collana dell' ordine si compone di doppi
rono ogni 3 anni, e (inalmenle lurono la- fucili connessi in forma di B, con pietre
sciati alla disposizione e arbitrio de' re focaie frappostevi scintillanti di raggi e di
di Spagna, i quali mandarono a molli so- fiamme, nel cui mezzo pende un Monto-
prani il collare dell'ordine. Ne furono in- ne o Toson d' oro, ossia la pelle di esso,
signiti e si recarono ad onore di appar- colle zampe e la testa, come viene espres-
tenere a questo cospicuo ordine, i re di so dal p. Bonanni. Prima non era permes-
Francia Francesco I, Francesco li e Car- so al collare di aggiungervi cosa alcuna,
lo IX;ire d'Inghilterra Edoardo IV, En- ma poi furono arricchiti talvolta di pre-
rico VII ed Enrico Vili; i re di Boemia e ziose gioie e di pietre di gran valore. Si
d'Ungheria, di Portogallo, di Polonia, di legge ncW AlmanachdeGotlia pour Vari'
Danimarca, un gran nu-
di Scozia e altri; néex^'ò'j'. Ordrcs de Clievalerie. La de-
mero di sovrani di Germania e d'Italia. coration est surmonlée d' une pierre ea
Essendo morto nel 70oCarlo II d'Austria [ email bleu oii on litles mots: Pretium
redi Spagna, ed avendo chiamato alla suc- laboram non vile. Les bords du manteau
cessione della monarchia Fdippo V Bor- del'ordresont brode» en or, et sur l'exlrè-
bone di Francia, questi decorò dell'ordi- me lisière on
mots souvent répetés:
lit ces
ne del Toson d'oro fratelli Luigi duca i Je V ay emprìs. Secondo gli statuti del-
di Borgogna e Carlo duca di Berry. Per l'ordine cavalieri devono essere cattolici,
i
cosi dichia rossi solo capo legiuirao del- IO, lett. 2: Della Croce dis. Andrea a-
l' ordine, portò seco tutti gli archivi del postoloy nella quale dichiara ch'egli pen-
medesimo quando dovè lasciare la Spa- dette come Cristo dalla croce semplice,
gna, e ritornato a Vienna nel lyiS ne e non dalla decussata espressa in forma di
celebrò il ristabilimento con grandissima X; e che la figura B della collana è l' i-
dell'imperatore Carlo VI, ma silfatta que- Ante ferì t quani fiamma micat. Di S.An-
stione non venne mai decisa, per cui i so- drea vi sono altri ordini equestri , e tra
vrani di casa d'Austria, ed i re diSpagna quelli di Russia è il i
."
Di sue reliquie e
tuttora nominano i cavalieri del Toson croce riparlai nelvoi. LXXIII, p. i38 e
d'oro, con decorazione quasi simile.^on- Qid credo opportuno per memoria,
i4(l.
linuando l'ordine a godere eminente con- di fare menzione dell'oriline de'cavalieri
siderazione e lustru. An/.i notai nel voi. tXt Tre Tosoni^ cUe vuoisi quasi istituito
dopo aver disfatto il generale Hiller. Tro- secolare dell'ordine, dopo 4oo anni dalla
vandosi egli in Vienna e abitando nel pa- sua istituzione, nella quale occasione l'im-
lazzo imperiale di Schonbrunn , concepì peratore Francesco I aumentò l'ordine di
pidezza nelle sue milizie con tale onorifi- lo ricamato, mentre prima coprivasi il ca-
ca insegna equestre. Ma pe' successivi di- po col cappuccio. Fra' molti scrittori di
sastri c(n Soggiacque, il suo progetto non cpiesto eccelso ordine, ricorderò i seguen-
ebbeelìello. Altri invece narrano, che per ti.Il Blasone delle armi de'cavalieri del
aver il fratello di Napoleone 1, Giuseppe, Toson d'oro, di Gio. Battista Maurizio
da lui fatto re di Spagna, ivi al)olilo l'or- re d'armi di Spagna, Aja ^^j. Sai omo- i
dine del Toson d' oro, ed egli aveie de- neSparungell,/?^yrf^e.9 Felleris Aiirei,hn-
bellato l'Austria che pure lo coideriva, teinbergae 1601, Jo. Jac. Chillleaio, In-
istituì con lettere patenti de' i5 agosto sigaia gcntilitia eqidtum ord. P^elleris
1809 l'ordine de'T're Tosoni d'oro, de- Aurei, Antuerpiae 632, Agostino Eralh, 1
stinandolo a ricouìpensa de'servigi tanto Augustus Velleris Aurei orda prò em-
civili, quanto uìilitari. Aggiungono, che lo hlemata, edite se s poli ticas, et historiani
couipose di 100 grandi ulliziali, 4oo cotn- demonstratus, Ratisbonae 1697, G. Sa-
mendafori e 1000 cavalieri; ma che non muele Schulrtzfeiscb, Stricturae ad Or»
vi ebbe altra notnina Fatta in quell'ordi- dines equestres, sigillatim ad Burgun*
ne, senonchè quella del grande cancellie- dicum, qui Felleris Aurei appellatut,
re e del grande tesoriere. La festa dell'or- Wittembergae 1 699.GÌ0. Gaspare dePre-
dine del Toson d'oro si celebra a Vien- grell, Vindiciae Austriacae per Aurei
na nel giorno di s. Andrea, o nella do- f^elleris Ordine, Halaei724. Giovanni
iDenica seguente; nel giorno poi delia ss. Weisijts, De origine Ordìnis Aurei Fel-
Trinità, i cavalieri assistono alle funzioni leris, Wittembergae l'jZo. Constitutio-
dell'ordine nella sala de'cavalieri nel pa- nes ^urei' Velleris, in Mcmhranis Va-
lazzo imperiale e nella chiesa parrocchia- lentini Weigel, Aurem Vellus. Historia
le di corte all'uiìizio del Toson d'oro e al- de l'Ordcn del Tuson, traducida por
la distribuzione dell'insegne dell'ordine, Juan Bravo, Toledo 546. Alvar Gomez, 1
TOS TO U II
desimo. Altri il Cancellieri a p. 92 delle Kuin, e col prete Colomano, e furono tut-
Dissert, epistolari bibliogra fiche. Egli ti e tre incaricali dal Papa di predicare
sino, oltre il titolo, fu decorato del cava- cardojche fu vescovo di VVurtzbourg nel
lierato dell'ordine, ma noi crede Aposto- secolo susseguente, fece trasportare le lo-
convento di Spaso- U mori uje, celebre pel si entra pe' sobborghi di s. Evre e di s,
corpo di S.Teodosio diTotJna, che- vi chia- Munsuy o Mansueto, nomi che presero
ma un gran numero di pellegrini per im- da due abbazie di benedettini. Le stra-
[ìlorarne l' intercessione. La città è assai de sono in generale assai larghe, bene in-
popolosa, e il distretto possiede due sali- siniciate, pulitissime e guarnite di caso
iiti e uu mulino a sega che suuuuinislra assai beuo fabbricate^ lu piazze pubbliche
il TOU TO U
sono vnghee ornaledi fonlanejln più bel- l'imperatore Valentiniano I.^^ella 2." me-
la per la grandezza e pegli ediflzi che la tà del secolo VI Chilpeiico I redi Sois-
circondano, è inghiaiata e piantata d'ai- sons la tolse a' romani, e poscia Teode-
beri, foimando uno de'due passeggi della berto II re d'Austrasia e Tierrico II re
città. Vi si ammirano l'antica cattedra- di Borgogna nel 6 2 se la contrastaro- 1
ebrei, bagni pubblici, due carceri, un fi- che promulgavano i' evangelo in queste
latoio e fabbriche di cotone,di cappelli, di Costante
parti, e protetti dall'imperatore
berrettami, concie di pelli, fabbrica di ma- I che risiedeva a Treveri.U Chenu nella
ioliche rinomata, due fonderie di cam- sua Historia, Series episcoporum Tal-
pane, una di caratleii per la stampa, ed Icnsis Ecclesiae, dice s. Mansueto disce-
altre fabbriche e manifatture. Vi si fa an- polo di s. Pietro e socio di s. Clemente ve-
cora gran commercio di vini e acquavite, scovo di Metz, e cosi di molto anticipa an-
e vi si tengono 4 annue fiere. Toul è pa- cora il tempo in cui vissero successori. i
de'LeA-ici, e dei paese chiamato Toulois; Dopo la morte di s. Mansueto, il suo cor-
conquistata da'romani,fu circondata di po fu deposto nella chiesa omonima del
ituua nutluncatedasS torri uel Sy^dal- sobboi'go che pure ne porta nome, e
il
TO U T O U 1
lo sua festa si celubia a*3 sellembre. Gli intervenne Arnolfo vescovo di Toul il ,
successe s. Amon o Aminone, indi s. Al quale si trovò nelI'SGQ in Metz alla co-
fila o Aitila, Celcino e s. Anspicioo Au- ronazione di Carlo 1 il Calvo re di Fran-
spicio, eli cui parla Sitlonio Apollinare nel- cia.Diveuulo vescovo s. Gauslino, nel
le sue Lcticri\ e visse ne' lempi di Va- monastero fondalo da s. Apro introdus-
Jenliniano lleTeotlosio 1 neUleclinaiclel se la regola di s. Benedetto, che vuoisi
IV secolo: il corpo di s. Anspicio e quello sino allora sconosciuta nella Lorena, ed
«li s. Amon furono collocali nella chiesa alcuni opinano che prima vi si osservasse
di s. Rlansuelo. Quindi fu vescovo Orso, la regola d'Agaune, o piuttosto quella di
ricordata abbazia e l'esislenle sobborgo apostolo del paese; protesse i dotti e gli
lo rilieue, mentre ne edificò ilnionasle- studi, che tosto fiorirono con successo nel-
10, e della chiesa egli slesso ne cominciò la Lorena. Dopo la morie del vescovo s.
ì fondamenti, e poi vi fu dtposlo il suo Gauslino, nel 963 venne eletto a succes-
corpoj mentre altri pretendono che fosse sore da Brunone arcivescovo di Colonia,
riunito a quello de' predecessori nella duca diLorena e ."minislro dell'impera-
I
chiesa di s. Mansueto. Nientemeno che il tore Ottone 1 suo fratello, il canonico re-
Chenu lo dice morto nel i4o, e registra golare s. Gerardo, di santa vita nella ;
il successore al 2/^5. Con più di ragione il cui biografia conButler celebrai la san-
Boiler vuole s. Apro fiorilo nel V secolo, tità di sua vita, la carità col popolo che
epoca che tuttavia rilarda il Muratori. assiduamente istruiva con zelanti eccle-
Nel 626 s. Salaberga gli fece edificare siastici, e mosliò sempt e sommo zelo per
una chiesa nel suo monastero di Laon; la decenza del culto. Fece riedificare la
le la sede vacò 3oo anni, al dire di Chenu. i quali assai influirono ne'coslumi e nella
Hi. "vescovo dopo tale lacuna ès. Ecula- pietà. Egli non istimava la scienza se non
110, indi Teofrido del 63 Bodo o Bo-
1 , s. era accon)pagnata dall'umiltà e dalle al-
done, chiamato pure s. Landino oLen- tre virtù. A tale elletlo procurava che i
noneil dolio Uerloldo. Mollo questi, il po- so 11, il clero e popolo romano, nella pe-
j)o!o e il irlei o elesseio vescovo Bruiione, nuria d* uondni che unissero la pruden-
e fu consnginto dairtuci vescovo di Tre- za allo zelo, buoni esempi alla fermez-
i
veri a'9 sellembrei 026, siccome insigne za contro il vizio, la cognizione de'canoni
pei" pielùjzelojpiudenzaed erudizione. La al desiderio di farli eseguire , inviarono
Gallia Christiana jà\\e\%dimeì\\e da Cile- legali a Enrico III perchè volesse designa-
no, fa Biunone successore di Ermanno, re un lai soggetto pel pontificalo. L'im-
e di cui era stalo predecessore Beiloido. peratore convocali nella dieta di Worms
La scella diBrnnone corrispose pienamen- in assemblea vescovi e grandi dell'im-
i i
te alla riputazione cli'eiasi procacciala col pero, ed esprimendo loro il desiderio dei
suo fervore, austerità e penitenza. Quan- romani, tutti con voto unanime dichiara-
do il suo metropolitano di Treveri volle rono esser Brunone vescovo di Toul il più
da Brunone il giuramento d* osservare atto a sostenere in quegl' infelici tempi
una disposizione per cui i suffraganei e- l'incarico sublime di presiedere alla Chie-
rano obbligali a nulla inlraprendti e sen- sa di Dio. Brunone adopei ò tutti i mezzi
za il suo consenso, Brunone si ricusò, co- possibili per sottrarsi all'eminente digni-
me contraria alla libertà delTepiscopalo» tà, ma vedendo vani riuscire i suoi sfor/i
Indi subilo occupò alla riforma del suo
si domandò 3 giorni per deliberare; i quali
clero e de' monaci di sua diocesi. Per le passò nella preghiera, nelle lagrime e in
sue cure fu restaurata la disciplina e la un digiuno sì rigoroso che in tutto que-
j)ielà nell'abbazie di 5cnoues, di s. Dio- stotempo non prese cibo alcuno. Spira-
dalo, d'Estivai, di Bon-Moutier, di Mo- to il termine, tornò nell'adunanza, ove fe-
yen-Moutier, e di s. Mansueto. Riformò ce una pubblica confessione di tutta la sua
anche il Diodo di celebrare i'ultizio divi- \ila, con tanta copia di lagrime, che ne
no, e rese più maestosa la musica delle trasse dagli occhi di tutti quelli che ?i e-
chiese, come quello ch'era assai esperto rano presenti. Non essendogli neppure
nella musica in generale, e ne sapeva sì riuscito questo mezzo, per indurli a rivo-
pei fellamente la composizione, che supe- car la loro elezione, gli fu forza piegarsi^
rava in questo punto molti degli aulichi.E- ma colla condizione, che se non avesse il
ra instancabile allorché si trattava di pro- sudiagio di tulio il clero e il popolo di Ro-
curare la salute delle anime, e di far fio- ma, non potrebbesi costringerlo a rimaner
rire la pietà. Sempre piccolo a'suoi occhi, Papa. Questa condizione riportata dal Bu-
non si levava in superbia per le magna- tler, si deve piuttosto insinuata dal gran-
nime azioni ch'egli faceva; ne per essere de Ildebrando, poi s. Gregorio f^IT[l^.)i
cugino dell'imperatore Corrado II, e pa- come col suo storico Voigt tornerò qui ad
rente del successore Enrico Ili, colqua- accennare. Brunone fece ritorno a Toul,
le godeva sì alta auloi ila che nella corte dichiarò di ritenerne il vescovato, desti*
nulla si decideva di rilevantesenza il suo nando bensì per futuro successore Odo-
consiglio. Era usato di lavare ogni mat- ne de'piincipi di Svevia. Su questo dice
tina i piedi a molli poveri e di servirli. La la Gallia Christiana^ con Ciacconioe Ba*
sua pazienza e dolcezza erano inalterabi- roniot Bruno Papa creatwn^ non reli-
li, e furono le due virù colle quali trionfò quisse titulum priorem Tullensetli dwn
della malignila di coloro che vollero met- vijoit. Quanto a Odone, io loda per le
terlo in discordia coli' imperatore e con sue virtù, dottrina e santilàdi vita. Quin-
altre potenti persone.A vea finalmente una di partito alla volta di Cluny, vi giunse
tenera divozione a'ss. Pietro e Paolo, di iu ubilo da Papa il giorno di Natale, iu-
TO U TOU i5
colili nto con ogni onore claU'jibbate, edal rato e deposto in nobile urna, il che ven-
priore ch'era il celelne lldebiando da lui ne eseguito a'3o ottobre, cosi fece la tra-
assai slimato. Avea questi , come narrai slazione di sue reliquie; quindi concesse
nella biografia e ne'relativi articoli, con- grandi prixiiegi all'abbazia di s. Mansue-
cepito colla vasta sua mente il gran pro- to. A Odone tli Svevia successe nel 07 1
getto di sottrarre la Chiesa dallo Stalo, il nella sede di Toul il sassone Pibo cancel-
potere spirituale dal temporale, far quel- liere dell'imperatore Enrico IV. Tra'suc-
lo maggiore di questo, e come prima ren- cessori più degni di menzione, ricorderò
dere il Papa del lutto indipendente/ dal- Matteo de'duchi di Lorena deli igGcir*
l'iuiperatore, collocare anzi ili. "più su- ca;Reginaldo di Senlisdel 2 i 5;Oddone 1
blime dell'altro; e vi riuscì meravigliosa- Colonna poi Papa Martino /^(di cui ri-
mente, con quella salutare riforma, che parlai nel voi. LXX V, p. 227); Giovan-
donò alla Chiesa vera e reale unità, per ni di Neuchàlel o IVovocastro, che il cu-
meglio promuovere l'elerna salutedi tut- gino antipapa Clemente VII fece maestro
ti gli uomini. Il primo passo gigantesco del s. palazzo, vescovo di Toul e anticar-
d'Ildebrando fu quello di persuadere Bru- dinale,e ne trattai ne' voi. 1 1, p. 2 4>XLIj 1 1
si pensassea ta! nome. Subito il Papa pro- nni vescovo di Toul, perchè senza licen-
mosse Ildebrando alla dignità cardinali- za della s. Sede, avea unito al seminario
zie, il quale per buona ventura, d' allo- la mensa capitolare della collegiata di s.
s. Leone IX celebrò in Roma circa 29il corso al metropolitano che avea dichia*
aprile io5o, secondo Galletti, o nel mag- rata nulla l'unione. Gli rimiiroverò d'es-
gio al riferire di Novaes, colla bolla Fir- sersi da tal sentenza apj>ellalo al magi-
tus divinae opeiatiom's, presso il UulL strato secolare , e 1' esortò seriamente a
Rom. 1. 1, p.i3i, canonizzò il predeces- reintegrare la collegiata nel primiero sta-
sore nel vescovato di Toul s.Gerardo, il to e d'iiuiennizzarla de' donni recatile.
che rilevai ancor.» nel voi. VII, p. 283. Nel Pcgli altri vescovi di Toul si può videie
seguente anno s. Leone IX, per amore al laGa/Iia Christiana, nelle t.\i\tì edi/.ioni.
suo aulico gregge si recò in Toul, ordinò Ne furono ultinti vescovi, Claudio Dro*
che il corpo di s. Gerardo fosse disoUer- vasdc Roussey d'Aulun, preconizzalo da
i6 TOU TO U
Berieclelto XIV nel
7 54; e Stefano Fran- i lessio Basilio Menjaud di Chusclan dio-
cesco SaverioDes Michels de Gamporein cesi diNimes, giada lungo tempo vicario
diDigne,nel 774 da Clemente XI V tra-
i generale di Nancy e di Toul, con quel-
slatoda Senez. Imperocché Pio VII pel l'elogio che si legge nella proposizione
concordato nel 80 i fatto colla reptìbbli-
1 concistoriale.Per morte del vescovo Car-
ca francese, soppresse il vescovato dlToid, lo, mg.' Alessio gli successe a' 12 luglio
sato 772 parrocchie, e 236 chiese sussi- verente affetto del suo clero e de'suoi dio-
diarie. Conteneva altresì 33 3o abbazie, cesani. Prudente e circospetto nelle gravi e
città o borghi, I 100 due ducati,
villaggi, varie vicende politiche da cui fu sconvolta
due principati, un marchesato sovrano, la Francia nel suo tempo,con saggio accor-
due contee dell'impero e altre signorie. gimento seppe ognora godere la stima de*
11 Papa Leone XII in considerazione del differenti governi di sua memorabile epo-
nuovo vescovo di Nancy, che dovea pro- ca. Fu chiamato dall' imperatore Napo-
mulgare, col hvQs Q Inter illustria Cliri- leone I ne'campi di Boulogne, per pren-
stianorniiij de' 20 febbraio 1824? Bull. der parte alla nota cereraonia che ivi eb-
Rom. cont. t.i6, p. 24^ Conservatio ti- be luogo, nel qual tempo ricevè pur egli
tilli Ecclesiae Tullensis concessi Episco- le insegne equestri della legione d'onore;
po Nancejensi prò tempore exis tenti. di cui e assai più tardi, e di venuto già car-
Piinnovato così il titolo vescovile di Toul, dinale, fu fallo gran croce da Luigi Filip-
nelconcistorpde'3 maggio preconizzò ve- po I re de'francesi. Questo monarca il vo-
scovo di Nancy e Toul rng.*^ Carlo Giu- leva ad ogni costo arcivescovo di Parigi
seppe M.^ Augusto Forbin Janson di Pa- dopo la morte di mg.' Quelen; egli però
rigi; indi Gregorio XVI nel 1839 dichia- non volle abbandonare neppur questa vol-
rò suo coadiutore con futura successione ta la sua amata chiesa d'Arras. Dipoi il re
e vcicovo di Joppe inpartibus, mg.' A- fece premure a Papa Gregorio XVI pei'
TO U TOU 17
la sua e<allazione, il quale conoscitore de* pose il dubbio alla congregazione de'riti
melili del prelato, e della sua coslaulee sull'uso de'sagri paramenti tessuti con ve-
cdilicaule alFezioue alla sua i . uùslica spo- lro,chefurono vietati. Nelvol.XLlV,p.284
sa, con soddisraziouedel suo animo, e con ricordai la magnifica edizione del Caiioii
ispiendido elogio, nel concisloro de'2 3 di- Missae falla eseguire da Gregorio XVI,
nel 1 853 dal regnante Pio IX fu delegato rente memoria. Ilestituitosi l'amplissima
a recare a Parigi le corone d'oro ornale cardinale alla sua diletta sede,entusiaslato
di gemme preziose, ed a coronare con esse del Papa e di Roma, tosto restò compi eso
in nome del suo capitolo e del Pontefice da profondo dolore in udire l'inaspettata
l'immagine della B. Vergine delle Villo- morte di Gregorio XVI, egli fece cele-
rie e il suo divin Figlio, con quella pom- brare solenni funerali. La sua grave età
pa ecclesiastica cbe descrive il Giornale non gli permise di recarsi per l'elezione
di Roma a p. 646, con altre notizie re- del successore Pio IX al conclave. Rica-
lative), trattato con distinzioni e dimostra- vo dal n.° 68 del Giornale di Roma del
1
rioni riconoscenti. Bramoso ilcardinale di i85o, che ilcardinale, non pago d'ave-
venerare di persona la tomba de' Principi re ne'precedenli anni arricchita la chiesa
degli Apostoli e di ossequiare Gregorio del suo titolo s. Agnese fuori delle mura
XVI, si recò in Pioma nel 1846, edal Pa- di nobilissimi doni, salvali per grande
pa benignamente e con singolare estima- veiìlura dalle demagogiche rapine dui
zione fu ricevuto. Nel concistoro pubbli- 1849? volle con un novello allo di mu-
co gl'impose il cappello cardinalizio, e in nificenza verso la sua chiesa festeggiare
altro segreto gli conferì per titolo la chie- il fausto ritorno a Roma sua sede del Pa-
sa di s. Agostino fuori le n)ura di Roma; pa Pio IX (P".), e de'religiosi sensi del-
indi lo annoverò alle congregazioni car- l'animo suo, nel lietissimo avvenimento,
dmalÌ7Ìe della concistoriale, de'riti,e del- lasciar durevole njemoria con altro pre-
l'mdulgenzees. reliquie.Nel vol.LV,p.4o zioso dono. Desso fu una magnifica pis-
notai, come il Papa gli permise nel gio- side d'argento, di assai grandiose propor-
vedì santo di assistere al pranzo degli A- zioni, splendidamente dorata, di forme
postoli,dal medesimo imbandito e servito. gotiche nel disegno, e tutta adorna di sa-
Nel voi. LI, p. 62 61 61 narrai come Gre- gri simboli e istorie evangeliche a basso*
gorio XVI, per dargli una parlicolarissi rilievi, e di figurine del Salvatore e de*
ina distinzione, gli conferì il pallio colle due Principi degli Apostoli, pregevole la
proprie sue mani, in benemerenza di sue voro dell'orificeria francese. E perchè du-
«iugoiari virili; e com^ il cai'dioale pio- ri pereuut: la mcaioriu della cugiuue, che
IC&i>wvcmit «attedi
^ ICDSemon/b. Hi»
i8 TOU TOU
mosse ranimo del donatore alla nobile sto e magnificenza, e terminati neh 833
ofTerta, fece il cardinale incidere sotto al i lavori ne fece la solenne consagrazione.
pie della pisside Tiscrizione che riporta il Da quel tempo in poi non lasciò mai di
Giornale citato, colla data de'i?. aprile beneficarla, e nel punto in cui era assa-
i85o. Il prodigio ottenuto dal Papa nel- lito dalla morte, faceva collocare nel cen-
r anniversario di tal giorno nel i855, tro della chiesa un veramente magnifico
presso tale chiesa, a intercessione dell'I m- baldacchino. La folla fu sempre grandis-
trovandosi assai bene, si proponeva udir processiona Unente si recò per due giorni
la messa in cappella nel dì seguente; uia a fare le solenni assoluzioni, e rientralo
verso un'ora dopo la mezza notte ebbe u- nel 2.° in cattedrale, dopo il canto del Fc'
na leggiera crisi, che medici giudicaro-
i ni Creator Spiri tus, nominò vicari ca- i
no non allarmante. Alle ore 4 e mezza pitolari e gli altri ufliziali per la sede va-
volle alzarsi e porsi su d' una sedia, ma cante. Tulle le parrocchie della città re-
poi con pena rientrò nel letto. Tuttavia caronsi io processione all' episcopio, per
sentendosi quindi meglio volle rialzarsi e suffragare ben ansato pastore; ed con-
il i
vestirsi a far qualche passo, quando a un ladini pure con divoti [)ellegrinaggi vi si
tratto cadde al suolo, non avendo avuto portarono in grande numero da'villaggi
forza il cameriere a sorreggerlo. La cadu- e dalle canìpague. Si protrasse il trasferi-
senza potersi riportare a letto. Il cardi- sportata solennemente la salma del car-
nale spirò alle ore 1 o circa del 20, d'anni dinale nella cattedrale , tutta la guarni-
84, e perciò il più vecchio d'età Ira'car- gione e la guardia nazionale fu scilo le
dinali. Sparsasi la notizia di sua morte armije fu salutato il suo ingresso da 60 col-
in un momento ovunque produsse ama- pi de'cannoni posti nel giardino di Saint-
rezza e dolore. Non lasciò fortune, e tutto Vaast. A'29 fu celebrato con pompa il fu-
il frullo de' suoi risparmi, consistente in nerale, presieduto dal cardinal Gousset
2000 franchi, legò a'poveri, imperocché arcivescovo di Reims, ed assistito da've-
tutte le sue rendite avea a loro vantaggio scovi d'Amiens, di Soissons, di Tournay,
e della cattedrale costantemente impie- d'Orleans, oltre l'arcivescovo di Rouen.
gate. La cattedrale gli fu sempre a cuore, Mg/Regnier arcivescovo di Caujbray non
e ne fu benemerentissimo. In fatti per le solo si associò a rendere quesl' ultimo e
sue cure nel i 8 o l'avea reslilnila
1 al culto pietoso ufilzio al pio cardinale, ma volle
cattolico^e successivamente l'ornò con gu- pontificare la messa di requiem. Tutte le
TOU TOU 19
nntorilà civili, mililari, giudiziarie e nm- giù (V.) , capoluogo di circondario e di
ministrative si trovarono presenti all' e- due cantoni, a 5 leghe da Lilla, pivi di
9
sequie. La società filarmonica vi eseguì da Mons, e quasi 6 da Brusselles capita-
1
ingranile orchestra e con numeroso stuo- le del regno; in riva alla Schelda, che la
lo di coristi la musica della messa: più di divide in due parti ineguali, congiunte
200 artisti e amatori della musica riu- per mezzo di ponti, e la più considerabi-
nironsi a della società, perchè la lugubre li delle quali occupa la sponda sinistra,
funzione riuscisse colla maggior pompa. le quali parti diconsi città vecchia e cit-
Queste pubbliche dimostrazioni sono un tà nuova; nella i." vi sono 7 parrocchie,
solenne ed eloqtienle elogio dell'illustre e 3 nella '2.''
Ha tribunali di 1.^ istanza e
trapassalo. Il suo corpo vestito da cardi- di commercio, ed è residenza d' un co-
nale, senza la cappa (a Funerale ripor- mandante di piazza (li 2.^ classe. Circon-
tai come si celebrano le pompe funebri data da una cinta bastionata e difesa da
de' cardinali , e vado particolnreggiando parecchie altre opere di fortificazione, le
talvolta le usate fuori di Roma, per notar- vie ne sono dritte e nette, e le case bene
ne le varianti), colla croce pettorale el'a fabbricate; belle riviere, in parte pianta-
nello in dito, oltre le divise cavalleresche, te d'alberi, sieguono le sponde del fiume,
fu sepolto nella cattedrale in apposito mo- e formano un assai grande spazio como-
numento da lui fattosi erigere vivente, dissimo per lo sbarco e il carico delle
sotto l'altare della B. Vergine e su due mercanzie. Visi notano diversi decorosi
branche di ferro, alla presenza del car- edifìzi. La cattedrale, situala nella città
dinal Gousset, del capitolo e clero, delle vecchia, è grande e magnifica, bel mo-
autorità pubbliche, di due individui del- ntuuenlo di stile gotico, che sormontano
la nobilissima famiglia de la Tour d'Au- Scampanili terminanti a guglia. E' sot-
vergne, e del nolaro, che rogato il proces- to l'in vocazione della B. Vergine Assunta,
so verbale e fattolo sottoscrivere in 3 co- con batlisterio, e cura d'anime esercitata
pie dagli astanti, una ne pose nella cassa dal decano; tra le reliquie insigni sono a
mortuaria, l'altra nell'archivio del capi- nominarsi, quella della ss. Croce, ed il cor-
tolo, la S.* in quello del municipio. A p. po di s. Eleuterio vescovo patrono della
74^ del Giornale di Roma si legge la ciltà;i due cimiteri esistono nel suburbio.
semplice epigrafe, scritta di mano del car- Il capitolo si compone di 5 dignità, la
di naie e per ^colpirsi sulla cassa di piom- maggiore delle quali è l'arciprete, di 7 ca-
bo, con l'onorevole aggiunta che vi fu fat- nonici onorari, e di altri preti e chierici
ta dopo la pianta sua morte, rimarcan- addetti al servizio divino. Anticamente il
dosi il da lui operato, e che governo capitolo era costituito dal decano, da 8
49
anni la diocesi. JNell'islesso Giornale di diguitàe da 32 canonici. Il palazzo vesco-
Roma si dice che il governo francese de- vile è decoroso e aderente alla cattedra-
cretò il dono alla città d'Arras d'una sta- le. Tra le altre chiese rimarcabile è quel-
tua in marmo in piedi del cardinale de la di s. Martino. Le altre nominale chie-
la Tour ,
per collocarsi nella cattedrale, se parrocchiali sono tutte munite del s.
lon e di Massillon; e di fallo vi fu portata. ni, nel 2." 35o giovanetti; il monte di pie-
TOmi'S ^Y(Tornacen).C\i\lK con re- tà. Rinomate erano le abbazie de'bene-
sidenza vescovile dell* Hainnut ,
già dei dellini di s. Martino, e di s. Nicola a'Pra-
Paesi Bassi (F.)gqv[ì(\{A regno del Bel- ti de'canonici regolari di s. Agostino, es-
20 TOU TOU
senclo in quella della Madonna de'Prali da varie torri che vi si vedcano. I vandali
monache dello slesso ordine. Belli sono il la rovinarono nel principio del V secolo, e
palazzo municipale, la gran guardia, la caduta nel 438 in potere de'franchi, Clo-
Ione comunale, l'orologio pubblico con dione loro re la donò nel 44^ al suo suc-
soave concerto musicale pari ad un orga- cessore Meroveo capo della i." razza dei
no, l'ospedale degli anlicbi Preti, e 4 "mu- Merovingi, il quale nel 44^ '" ®*^'^ ^^^'
lini da farina costruiti da Vauban. Que- bill la sede del suo regno. Anche i suoi
sta città, nella quale entrasi per 7 porte, successori vi risiederono, e Childerico I,
possiede parecchi sobborghi, una camera di cui si scuopri il sepolcro presso la Schel-
dicommercio, la borsa, l'ateneo, l'acca- da nel 1^53, vi mori nel 481 circa. Ser-
demia di disegno, scultura e architettu* vì Tournay d'asilo nel 575 a Chilperico
ra, nella quale si fanno corsi di disegno ] re di Soissons, inseguito da Sigeberto I
lineare, come pure scuole di mutuo in- led'Austrasia che ve lo assediò. Neir88o
segnamento. Il vecchio e vasto teatro^ nel i normanni la posero a fuoco e a sangue,
dicembre! 852 predadi rapido e spa-
fu trascinando in ischiavitù gli abitanti. Car-
"ventevole incendio, che minacciò d'inve- lo l il Calvo riunì alla contea di Fian-
stire le fcdjbriche della piazza del Vesco- dra questa città, che dopo essere stala la
\ato e delle piazze vicine, e principalmen- capitale della Francia, cessò allora anche
te l'adiacente chiesa di s. Quintino, che di far parte di tal regno. Ebbe poi mol-
si salvò a stento per le precauzioni prese, to a solfrire dalle diverse guerre che so-
dopo avere il vicario generale trasporta- pravvennero tra'fìamnùnghi, gl'inglesi e
lo nell'episcopio la pisside colla ss. Euca- i francesi. Nei 1 192 si pose sotto la prote-
ristia. Tournay ebbe un collegio irlande- zione di Filippo Augusto; nel 2 1 3 se li 1
li soggi ogo neh 58 1. Luigi XIV nel 1667 rio circa al 298, dopo aver convertito a
se ne rese padrone e l'incorporò alla Fian- Gesù Cristo più di 3o,ooo persone. Nel-
ciajallatiualeconfermonneil possedimen- la Gallia Christiana è registralo s. Pia-
to la paced'Aquisgraua nel 1668, e ne fe- tone peri, vescovo di Tournay. Anche
ce la capitale del Touriiais o Tuinese ,
Commanville dice che questa sede vesco-
chedipendeva dal governo della Fiandra- vile originò nel secolo III, indi diventie
Francese, stabilendovi la sede del suo par- sulfragauea di Reims. U 2.° vescovo fu Su-
lamento. IMa nella guerra di successione perior,che nel 346 intervenne al 1 ."con-
contro l'Austria, fu presa dal principe Eu- Colonia; Teodorico o Teodoro fio-
cilio di
genio e dal duca di Marlborough, e 4 «'^n- rì 480; dopo sede vacante trovasi nel
nel
ni dopo fu ceduta all'Austria per la pa- 486 s. Elcutcrìo [f^.) di Tournay, pre-
ce d'Utrecht, e pe'trattati di Rastadl e di lato zelantissimo, tolse un gran numero
Kade. Per quello delle Barriere nel 170 di franchi alle superstizioni del pagane-
l'Olanda l'ebbe in custodia, fìucbè Luigi simo, in cui erano ricaduti pel commer-
XV la riprese 3*19 giugno
174^5 e la f*i' cio cogl' idolatri, onde dicesi che ne con-
ce smantellare non meno della cittadella vertì piùd' I 1 ,000, combattendo gli ere-
fatta dall'avo suo costruire nel 1670. 11 tici a voce e in iscritto, onde gli si attri-
trattato d'A juisgrana nel 1748 la resti- buiscono molti sermoni, anzi per tale mo-
luì all'Austria, quindi nuovamente fran- i ti vo si vuole che riunisse un sinodo nel
cesi vi rientrarono 1*8 novembre 792, poi 1 427,6 difese il mistero dell'Incarnazio-
espulsi dagli austriaci a'20 aprile 1793. ne oltraggialo: insidiato perciò dagli ere-
Nel 1
794 1' 1
, 1 2 e 3 1 maggio i generali tici, venne sorpreso e battuto crudelmen-
de'primi Soubam e Daendels sconfissero te, laonde poche settimane dopo morì il
gli austriaci dinanzi a questa città, di cui I ."luglio 532, altri dicendo a'20 febbraio
famoso per la decisiva vittoria riportata chiesero a pastore, in ciò secondati dal re
da'francesi sugli austriaci a' 7 novembre Clotario I, domanda che lodò s. R.emigio
1
792, per cui dierono il suo nome al di- metropolitano di Beims. Questi conside-
partimento, corrispondente all'Uannonia rando che ne risulterebbe gran bene per
ossia all'flainaut. Dalia Francia venne au* la propagazione del vangelo, e che il Pa-
Cora una volta separata nel i8i4> e nel pa dava la sua approvazione, costrinse s.
i83i fu compresa nel nuovo regno del Medardo a governare oltre la diocesi di
anno si scuopriro*
Belgio. Nel precedente Noyoìi (y.)i quella pure di Tournay, le
no molte tombe romane che sembrano del quali d allora in poi rimasero sempre con-
IV secolo. giunte, ed ebbero utio stesso vescovo pei*
La fede cristiana pel i
.°
vi fu annun* lo spazio di 4oo ovvero 5oo anni. Eravi
ziata da s. Pialo/ic (F.) di Benevento, il una parte della diocesi di Tournay anco-
quale entrato nella Gallia Belgica converti ra avvolta nelle tenebre ilei paganesimo;
al cristianesiuìo il territorio di Tournay, s. Medardo visitò tutti i luoghi dove tro-
n' è venerato apostolo o protettore del vavansi idolatri, per toglierli dalla super-
paese, e ricevè la palma del ntartirio ver- stizione e dalle sregolatezze. Gli ostacoli
so il 286; in (|ue!»lu come nelle fatiche e- ch'egli incontrò, e i pericoli più volte in-
vai»geliche ebbe a comp<igno s. Euberlo corsi di perdere la vita, non fecero che
o Eugenio. Altri lilarduuu il suo muili< ialiauiiuai'u il suo zelo, Le sue fatiche in-
22 TOU TOU
defesse, ed i suoi portentosi miracoli pro- la Madonna de'Prali, lodato per le sue
dussero felici conseguenze, in modo che virtù. Nominerò tra gli altri vescovi, Gio-
lo splendoredelie verità evangeliche dis- vanni de Buchel già decano della catte-
siparono le nubi dell'errore in tutta l'e- drale, morto nel 1266; Michele de Va-
stensione delle due sue diocesi, e negli an- renghen nel 283, già scolastico di Tour-
1
tichi abitatori della Fiandra, i quali sor- nay ; Guglielmo de Ventadour dopo il
passavano in ferocia e barbarie tulle le 1 324; uel 334 Andrea Gìiii[T'^.) fioren-
I
nazioni de'galli ed franchi. Dopo i tali con- tino,poi cardinale;a cui successse nel 1 342
versioni s. Medardo tornò a Noyon, ove Giovanni de Pres; neli35i vi fu trasfe-
caduto maialo, si recò a visitarlo Clota- rito da Noyon Filippo d'Arbois, che fab-
lio I, per ricevere la sua benedizione, e bricò Tournay,
la chiesa de'certosini di
riposò nel Signore verso il 545, univer- e congiunse in matrimonio Filippo V Au-
salmenlecompiantoda tutti i franchi, che dace duca di Borgogna con Maria con-
loveneravano come un padre e protetlo- tessa di Fiandra; neh 379 Pietro d'Auxi
le.Non mancano scrittori cui ripugna che canonico della cattedrale, contro il quale
s. Medardo fosse coulemporaneo di s. E- nello scisma dell'antipapa Clemente VII
ne ritardano la morie, ed al-
leuterio, e s'intruse Giovanni Van West, al quale
fanno fiorire più tardi dicendolo
tri lo , l'antipapa die in successore Lodovico de
vescovo verso il 623, e sarà forse erro- la Tremolile pel favore del detto duca
,
quale anno dice che s. Medardo unì il ve- nefico colla sua chiesa e morì nel 1 460;
scovato di Tournay alla sede di Noyon. Guglielmo Fiilatre borgognone Iraslalo
Dopo la iiìorte di s. Medardo, i di lui suc- da Toul nel 1461 per cura di Filippo il
cessori continuarono a governare le due Buono duca di Borgogna, dopo aver in-
sedi sino a Simone de'conti del Yerman- lei pellaio il re di Francia sotto al cui do-
dese, ultimo vescovo delle due diocesi; o minio era Tournay, poi cancelliere del-
secondo altri ad Anselmo monaco di Sois- l'ordine del To^o/zfZ'oro, e legato del du-
sons del monastero di s. Medardo e ab- ca a Papa Pio II per esser dispensato dal
bate di s. Vincenzo di Laon, il quale ne! voto di fare una spedizione militare con-
1 j45 o nel 1 146 fu coosagrato vesco- tro i turchi. Ferrico di Cluny canonico
vo di Tournay in Roma nella dome- di Tournay e cancelliere di detto cospi-
nica LaeUiì e, &i3k Papa Eugenio III, che cuo ordine neh 47 4» battezzò in s. Gu-
ad istanza di s. Bernardo abbate di Chia- duladi BrussellesMargherita figlia diMa
lavalle, separònuovamente le due ^edi riadiBorgognaedi Massimiliano I d'Au-
di Tournay e di Noyon. Gli successero, stria; nel 1484 il cardinal A ntoniottoPizZ-
nel 149 Geraldo 2.'' abbale di Villars^
j lavicino (V.) genovese, che governò pe'
sotto del quale Papa Adriano IV nel suoi vicari; Pietro Quicque che nel 1 5oQ
1 56 confermò la separazione de' due
1 battezzò in Gaud alla presenza di Filip-
vescovati. Guallero già decano della cat- po 1, il figlio poi celebre imperatore Car--
tedrale, governava nel 1166; cui nel lo V. Nel i5o6 Carlo d' Haulbois fon-
1 172 ebbi; a successore Everardo de'si- dò la messa mattutina e celebrò il sino-
gnori d'Avesnes e di Leuse di Tournay, do diocesano ; Carlo de Croy designato
e costruì un monastero nel territorio di neli5i7 di anni 17, e in Ro- consagrato
Bruges; nel 1 191 Stefano di Liger con- ma nel 1 539 : Papa Paolo
a suo tempo il
tro la sua espellazione; nel i2o4 fi^» con- IV, ad istanza di Filippo II le di Spagna
sagralo Goscelino già arcidiacono della e sovrano de'Paesi Bassi, colla bolla Su-
cattedrale; neli'2i9 Guallero de Marvis per Viih'cisay de' 12 maggio 559, a'4 1
del governatore di Tournay, vigilantissi- sto di Salm di Vienna d'Austria, indi nel
mo e generoso pastore; neìiS'jS Pietro 1770 ia sede vacò. Nel 1776 Guglielmo
Pintaflourgià decano della cattedrale; in Fiorentino de Salm-Salm di Anhold dio-
questa fu consagrato dall'arcivescovo di cesi di Liegi, quindi nel 1793 restò va-
Canibray il successore Massimiliano Mo- cante la sede. Nel 1802 Francesco Giu-
rilion, morto neh 586; gli fu sostituito seppe Hirn di Argentina, restando per sua
Giovanni de Vendeville virtuoso e zelan- morte vacante la sede nel 18 19. In que-
te vescovo, restauratore della disciplina sto tempo Leone Xil a mezzo del suo ple-
cccle5iastica,e introduttore de'cappuccini nipotenziario il cardinal Cappellari, poi
in Tournay. Nel 1598 fu fatto animini- Gregorio XVi,concluse nel 1827 un con-
stratore Lodovico de Bariaymonl arcive- cordato col re Aq^ Paesi Bassi^ nel quale
scovo di Cambray. Nel 596 1 fu eletto ve- fu stabilita una nuova circoscrizione di
scovo Michele d'Esne, consagrato da Ot- diocesi, e Tournay fu dichiarata sufFra-
tavio vescovo diTricarico e nunzio aposto- ganea del metropolitano di Malines, e lo
licoxonvocò il sinodo nel 6oo,e poselai.*
1 è tuttora. La diocesi di Tournay si for-
pietra nella chiesa de*gesuiti diTournay a' mò dell'Hainaut. A questo paese die no-
2 aprile 1 60 1
, i quali poi vi ebbero il novi- me ilfiume Hain, che ne percorre gran
ziato e il seminario; inoltre introdusse ia parte, nome che si suole convertire anche
Tournay i carmelitani. Nel 16 16 Massi- in Haniioìiia, Paiinoaia e Picardia in-
miliano de Gand dello Villain, già cano- feriore. Anche la Schelda, la Sambra e
nico della cattedrale; nel i644 §^* suc- la Dendra ne rendono coll'irrigazione fe-
cesse il Gand de
nipote Francesco de race il suolo, che tutto si distende in pia-
Villain. Papa Clemente IX concesse a
Il nura, e produce ogni sorta di cereali e pa-
Luigi XIV lafticoltàdi nominare le chie- Vi si trovano miniere dì
scoli ubertosi.
introdotti in essa, non solo per la prepo- dustria.Non vi mancano tuttavia fabbri-
tenza colla quale la podestà secolare si u- che di panni, mussoline, tele, merletti,
surpava la collazione delle prebende, ma vetro e chincaglierie. Dal secolo V que-
anche pegli errori che vi aveano dissemi- sta provincia era governala da conti par-
nato i confinanti ereticicalvinÌ8li;accorse ticolari, e la linea di quelli eredilarii co-
subito a porvi riparo con breve scritto al minciò neir86o da Reignier detto Lun-
vescovo di Tournay , ordinandogli che go Collo. Un'erede di questa contea la
senza indugio ritornasse alla sua chiesa, portò in matrimonio a Baldovino Vi con-
mentre dall'assenza sua nascevano si gra- te di Fiandra. Nel i436 passò indomi-
vi sconcerti, inoltre esorlò fortemente il nio di Fdippo il Buono duca di Borgo-
capìtolo e i vicari generali che governa- nn, per cessione fattane da Giacomina di
vano la diocesi, mediante altro breve a- lìaviera contessa d* liannonia, Olanda ,
poslolico, allineile con zelo si opponessc- Zelanda e dama di Frisia, per redimere
24 TOU TOU
il pioprlo marilo dalla prigionia. Quin- 1 829 ne dichiarò vescovo mg.T»io. Giu-
neli8r4 divenne provincia de'Paesi Bas 6 aprile 1835 fece l'attuale vescovo mg.
si e finalmente del regno del Belgio, a ven- Gaspare Giuseppe Labis di Warloing dio-
ie ]\Jons per capoluogo, di cui vado a ri- Tournay, già con plauso per 2 an-
cesi di 1
ferireun cenno per isdebitarmi del pro- ni professore di filosofìa e teologia nel se-
messo a Paesi Bassi. Mons, Mons JÌan- minario, ed ornato di quelle doti dal Pa-
nonìae, forte e considerevole città, trovasi pa celebrale nella proposizione concisto-
nel declivio d' una collina e si distende riale. Ogni vescovo è tassato ne'libi della i
dru. Si attribuisce l'originedella città alla il sinodo, è si crede che nell'anno slesso
fortezza di Mons Castrilìcìus^ che Albe- venisse eletto abbate generale del proprio
rone Clodione cominciò a fab-
figlio di ordine. Francesco I re di Francia, pel con-
bricare nel 44^) ^ dove si ritirò la detta io che faceva <li sua probità , saviezza e
santa, che vi fece erigere una coppella e prudenza, già l'avea annoverato tra'suoi
un oratorio, per cui Mons ottenne molti primari consiglteri,nella quale rappresen-
privilegi da Carlo Magno, e prese col tem- tanza si guadagnò tal fama di giustizia e
po la forma di città, la quale nel i i 2 fu i di valore,che nella prigionia di quel re,
quasi ridotta in cenere. Baldovino VII succeduta nella famosa battaglia di I*avia,
conte diFiandra la restauròe cinse di mu- fu destinato ambasciatore in Ispagna al-
ra.Guglielmo principe d'Orange la pre^
I l'imperatore Carlo V per trattare la sua
se nehSya, e per la Spagna fu ripresa libeiazione. Il prelatoimpiegò nell'amba-
poco dopo da Federico di Toledo figlio sceria un anno intero, finche si concluse
del duca d'Alba, quindi seguì le vicende estabib la sospirala liberazione del re, do-
dell'Hainaut e di Tournay. Riunita nel po la quale Francesco ritiratosi in An- I
I 793 alla Francia, divenne il capoluogo gouléme, ivi seriamente si occupò di ri-
del dipartimento di Jemmappes, e dopo munerare quelli eh* eransi segnalati nel
ilr8i4 della provincia. Essendo ancora memorato combattimento , e quelli che
vacante la sede vescovile di Tournay, Pa- impiegarono l'opera loro pel suo sprigio-
pa Pio Vili nel concistoro de' 8 maggio 1 namento, Pertanto domandò a grandi ,
TO U TOU i>
Uffinr.ff n Clejncnlc VII in porpora pel vo delle Gnllie, discepolo di s. Policarpo
Tom non, etl il Papa lo conlenlò, crean- e allievo di uomini apostolici, il quale tra
tlolo in Bologna a'if) mni/oi ')3o,corili- gli altri ammaestramenti insegnava che
njile prete assente, e dipoi eb!)e per tito- a' cattolici non conveniva commercio o
lo hi chiesa de'ss. Morcellinoe Pietro. Nel- colloquio di sorte alcuna cogli eretici, e so-
lo slesso annodi nuovo il re lo mandò nel- pra di tal punto ragionò il cardinale con
la Spagna, per negoziare il riinscio de'snoi tal gravità ed eloquenza, che distolse il re
figli trattenuti in ostaggio dalla corte di da quel pernicioso consiglio, e fece tra gli
Madrid , che dal cardinale dopo lunghe altri esiliare dalla Francia il fanatico ere-
trattative furono ricondotti in Francia, in- tico Filippo Melantone, ch'eravisì condot-
sieme con Eleonora sorella di Carlo V de- to per disputare co' teologi di Sorbona.
stinata sposa a Francesco I, al cui matri- Avendo Paolo III conferito al cardinale
monio assistè. In ricompensa di sue fati- il governo della chiesa d'Auch nella Gua-
che, fu provveduto da! re dell'abbazia di scogna, al suo tempo e per suo mezzo quei
s. Germano di Parigi, e in appresso d'al- canonici che conducevano vita regolare,
tre io delle più ricche di Francia. Dopo coll'interposizione d'Enrico li neh 548
due anni si recò in Roma, per combinare furono ritlollialla condizione di canoni-
un eiììcace rimedio ali'irifèlice regno d'In- ci secolari. Essendo stato incaricato del mi-
f;hil che pe strani capricci d'Enrico
terra, nistero della corona di Francia presso la
Vili minacciava la prossima apostasia s. Sede,f(i nel 1 55 1 trasferito da Giulio ili
dalla chiesa romana, come pure per fis- all'arcivescovato di Lione, e insieme collo
sare il colloquio da tenersi in Marsiglia tra spirituale, ottenne il governo temporale di
il re Francesco I e Clemente VII. Furono quella provincia, che attesa la vicinanza
allora inoltre statuite dal cardinale le noz- con l'ereticaGinevra, tutta richiamò la sua
ze di Caterina de Medici nipote del Pa- pastorale sollecitudine e vigilanza. Colà
pa con Enrico secondogenito del re. In oc- portatosi da Pioma terso il i 553, fece se-
casionedella nuova guerra insorta traCar- verissimo pro(:esso contro gli eretici, che
lo V e Francesco I, essendosi il Papa Pao- già erano detenuti nelle pubbliche carce-
lo III neli538 recato in Nizza per paci- ri, e quelli che furono trovali ne'loro er-
ficarli, il cardinale dopo lunghe conferen- rori fermi e ostinati, vennero per suo or-
ze coll'impeiatore e con Paolo III, finaU dine consegnati alle fiamme, e con tal e-
mente ottenne la tregua di io anni. Do- stremoe rigoroso rimedio rimasero dissi-
in Inghilterra per richiamare al seno del- nanze de'novatori, che prima della sua ve-
la Chiesa il furioso Enrico Vili, che giù nuta si tenevano impunemente in Lione,
ad essa erasi empiamente ribellato. Nemi- con pregiudizio gravissimo, non mcnodeU
co implacabile degli eretici, avendo pre- la cattolica fede, che ilella pubblica quie-
sentito che Francesco I, principe letterato te e felicità del regno. Mentre tutto in-
e curioso, veniva esortato ad ascoltar gli tento si stava alla salute del proprio greg-
eretici in pubblica disputa dalia sorella ge, dovette di bel nuovo restituirsi in Ro-
Margherita regina diNh vana, la quale per ma col cardinal Guisa-Lorena, dove non
ostentazione d'ingegno più che donnesco lasciò d'assistere co' suoi consigli i Papi.
avea preso a favorire le novità delle dan- Nelle deplorabili discorilie insoi te Iru'Co-
nate dottrine degli eretici luterani, calvi- lonna e i Caraffa nipoti di Paolo IV, per
nisti e ugonotti; comparve il cardinale in- cui l'esercito degli spaglinoli colla mici-
nanzi al re con un libro tra le mani, e ri- diale guerra della Campagna iomoiia(chtì
chiesto da lui chi ne fosse l'autore, rispo- descrissi nel voi. LX V, p. :i3/f),si accostò
se ch'era s. Ireneo supieuliò^iiuo veacu- alla trepidante Roma, il curdiutik nuu
26 TOU TOU
tralasciò cVeccifare con calde letlere e col o come altri vogliono in Parigi, ossislllo
mezzo di sollecite ambasciale il suo so- da Lauj-eo poi cardinale, di 7 3 anni, coi
vrano alleato del Papa a voler recare , gloriosi titoli di lume delle Gallie e mar-
pronto soccorso alla minacciata città di tello degli eretici. Eu a 4 conclavi , e si
Roma, ed ottenuto l'intento se ne pai ti e trovò assente a quello di Paolo IV. Tra-
si^traltenne circa i5 mesi nell'Umbria e sportato a Tournon, fu sepolto nella chie-
Gin Venezia. Quindi per consiglio de'me- sa de'gesuiti da lui splendidamente arric-
dici si condusse a'bagni di Lucca. Dovet- chita e con prolisso epitaffio. Ne scrissero
te però ripigliare di nuovo il viaggio di la vita, in latino il ricordato cardinal Lau-
Francia, per assisterea'gravissimi bisogni reo, in francese il p. Carlo Fleury gesuit<i
di quel regno, assai sconvolto per lamor- con questo titolo: Ilistoire dU Cardinal
te d'Enrico 11,3 cui successe il figlio Fran- de Tournon, ministre de France soiis
cesco Il quasi fanciullo, tanto pitiche la quatre roìs^ Paris 1728. Tutti gli scritto-
peste delle nuove eresie già era penetrata ri contemporanei encomiarono distinti i
nella corte di Parigi. Nel i 56o per l'im- meriti di questo amplissimo porporato, e
matura morte del re, il fratello Carlo IX specialmente Panvinio, Sadolelo, Riba-
occupò il trono, e il cardinale ne divenne deneira, Tuano e Mureto celebrando
, i
consigliere, ed aUora fu die con inesplica- rilevanti servigi resi allo stalo, alle scien-
bile dolore dei suo cuore, cominciarono ze e alla Chiesa.
gli eretici a trionfare nella Francia. Suc- TOURNON MAILLARDCarloTom-
cessivamente diventò vescovo suburbica- MASo, Cardinale. Nato a' 2 dicembre i
decano del sagro collegio. Fondò un col- sferitosi in Roma fu dal cardinal Cenci suo
legio in Auch, un altro in Parigi deno- anuco intrinseco ammesso nella propria
minato col suo cognome Tournoo, ed un corte per uditore e aiutante di studio, in-
S.'' in Tournon sua patria, dove chiamò di Clemente XI lo fece suo cameriere se-
da ogni parte nomini dotti ed eruditi per greto d' onore, e prefetto della dottrina
insegnarvi le scienze, quantunque in se- cristiana. L'integrità, la pietà e lo zelo da
guito avesse il dispiaceie di trovare alcU' lui mostrato in quelT incarico, le molte
ni di essi infetti della luteiana eresia, per dissertazioni recitale sopra i sagri riti, i
lo che si determinò affidare quel collegio concilii e altri articoli d'ecclesiastica eru-
a'gesuiti, costanti propugnacoli delle ve- dizione nell'accademia del collegio Urba-
rità cattoliche. IN'el colloquio di Poissy, in no di propaga nday?c^e, con faconde e pro-
cui trovarono presenti 6 cardinali e cir-
si fonde disquisizioni, determinarono il Pa-
ca 4o vescovi, abbattè l'audacia di Teo- pa,cheavea concepito di lui slima singola-
doro Beza caporione dell'eresia, che au- re, a destinarlo alla Cina (J^,) e altri regni
dacemente inveiva control'adorabile mi- dell'Indie orientali con facoltà di legato a
siero della ss. Eucaristia, e adoperossi con latere, e commissario visitatore generale
tutto zelo per estinguere l'eresia dalla apostolico, ad oggetto di promuovere in
Francia, la quale ad onta de'suoi glorio- quelle lontane e vaste regioni la fede cat-
si sforzi, facendo sempre nuovi progressi, tolica, e fissare i riti Malabari (F.) e ci-
aci.resciuli e fomentali dalle civili discor- nesi, da tenersi e osservarsi da que'no vel-
die del regno, furono cagione che il car* li cristiani, ene {)arlai in tanti luoghi, co-
dinaie sorpieso da profonda malinconia, me nel voi. XLVj 244j ^^1 il Novaes
p.
gravemente infermatosi, ujorisse nel 562 i ne tratta nella Storia di Clemente XI, t.
pi essi» a! tempio di s. Germano io Laya, j 2, p. 33 e seg. A tale elfello ClemcnteXI
TO U TO U 27
a'5(Iicenibiei70i,con allocuzione che si e ministrando benché infermiccio e cagio-
legge uel Bull. Pont, de propaganda fi- nevole ss. Sagramenli. Alla fine dopo
i
de,ì. 2,p. 1 4) lo preconizzò patriurca tl'An- nna navigazione di due e più anni appro-
liochia in partibus, e nello slesso giorno dò nella Cina nel 1705, e dopo essersi
col breve Onerosa pasloralis^ Bull, ci* dovuto trattenere in Canton, riprese il
tato, Appentlix, 1. 1 , p. 356, gli conferì e- viaggio e a dirittura si recò a Pekino (F.)
ilesi poteri, indi lo consngrò in s. l^ietro capitale di quel vasto impero, dove nel
a*2i di detto mese, festa di s. Tommaso 1706 fu graziosamente accollo dall'im-
i.^'predicatore evangelico nell'lndiclnol- peratore, e offerti i pontificii donativi, iài
tre lo dichiaiò assistente al. soglio ponti- contraccambio fu onoralo de' suoi doni,
iicio, e consultore del s. ofììziu, quindi lo con ampia facoltà di predicare il vangelo,
raccomandò co'brevi Etsi Uhentì, e Cuni sulla falsa persuasione che avea quel mo-
fwnio, degli 8 gennaio e 20 giugno 1702, narca , che dovesse conservarsi insieme
al re di Porlogullo ed a'prelali di quel- colla fede di Cristo Tantica superstizione,
le regioni, che si leggono nel t.i dell'Ap- e mantenersi illesi i profani e dannali ri-
regali, da offrirsi in suo nome al sovrano rario novatore, impostore e reo di lesa
e a'primari ministri del sedicente celeste maestà. Cacciato quindi in esilio, fu poi
impero. Partito appena di Genova, fu più carcerato in Macao (/^ .), avendo prima
\olle sul punto di naufragare. Approdato pubblicati i decreti apostolici contro i ri-
cile non si fosse ristabilito in salute, non ia forme alle istruzioni e ordini a lui dati, ai
mai possibile che volesse indursi a farlo. 4 gennaio! 707 col breve Cina nos^ t\\i-
Sbarcato sulle spiaggie del Pondicliery e pendix, 367, dichiarò nullo l'editto del-
p.
delCoromandel nell'Indie orientali, a'6 l'arcivescovo di Goa fr. Agostino dell' An-
novembre i>7o3 fu accolto tra gli applau- nunzìazione, emanalo contro la giuris-
si del popolo, condotto con»e in trionfo al- dizione, autorità e dignità del ()alriarca
la casa de'gesuiti, cb'eranostati i maestri Tournon, commissario e visitatore apo-
e gl'inslilulori di sua gioventù. Dovè fer- stolico generale, con amplissime facoltà di
marsi 9 mesi in Pondichery e intanto , legato a latere. Indi a premiare degna-
prese perfetta cognizione de'rili malaba- mente l'illustre e benemerito patriarca, il
liei, reputati da alcuni missionari mera- Papa con magnifiche lodi il .%gosto 707 1 i
mente civili, e da altri idolatiicì. Inoltre lo creò cardinale prete e legalo a laterCy
con ardente zelo[)iedicò il vangeloa (piel- confermandogli la qualifica di visitatore
]e barbare niizioni, annunziando loro Cri- n|)oslolico, le cui facoltàanche di provve-
&I0 crucefìsso pei l'clcruu dulute di tulli, dere le sedi vucuuli si leggono pure nel
2B TOU TO U
breve Frafernifatts, de' ^ mnrzo 1711, i grato animo e di elogi per quanto faceva
Appendix, p. 4oO; C'^' quale il Papa np- pel cardinale solferente. Inoltre ilPapa a'2
provò l'elezione che il pali iarca avea fat- marzo 7 ogco'brevi Aceeptis e Queniad-
1
ta Hcl gesuita p. Claudio Visdilou in ve- moduni, loc. cit. p. 38o e 882, confortò
scovo di Claudinpoli e vicario apostolico il cardinale ne'suoi patimenti, e ringraziò
di Qui'i Chfu. Il beneltino cardinalizio l'imperatore della Cina perla benevolen-
glielo fece avere per Tommaso Endaya za che in principio gli avea dimostrata, ed
governatore generalcdell'isole Filippine, insieme si dolse per averla cambiata in
henemeiilo delie missioni e de'missionari, ira, onde con fervore l'invitò a liberarlo
comesi apprende dal breve Ciwi adNos, dal carcere, e di permettere l'esaurimen-
]oc. cit. p. 4 3; mentre dal breve Non si'
J todi sua legazione apostolica. Contempo-
ne ingenti, p. 4 1 4> elevasi che glielo avea raneamente co'brevi Ex his, e Seriptis,
recalo Michele de Elorriaga prefetto ge- loc. cit. p. 386 e 388, Clemente XI eccitò
tasi dal prelato la notizia di sua promozio- e Cofifidimus de* 12 luglio, quando già
ne, scrisse umilissime lettere di ringrazia- era morto il cardinale, ringraziando il re
mento al Papa, protestandosi chese la nuo- per aver fatto ne'suoi dominii eseguire i
va dignità avesse dovuto richiamarlodal- decreti del legato. Ignorando ancora Cle-
ìa missione della Cina, intendeva fin d'ab menteXI il decesso del cardinale,nel 7 i 1 i
loradi farne spontanea rinunzia, eche mo- emanò molli brevi,tutti riportali nell'Ap-
riva di buon grado nell'bidie orientali ri- pendixcit. ap.4o3,4o8 eseg. A*I4^nar-
vestito della porpora cardinalizia, perchè zo la lettera monitoriale Non sine, con-
giudicava che tale dignità dovesse recare tro i magistrati di Pondichery, per l'ope-
non mediocre vantaggio all'apostolico mi- rato contro r autorità del legato e della
nistero.Quantunque però sublimalo ad s. Sede: a'i4 col breve Si cognita, com-
»«ngrado tanto splendido edeminente,ciò mendò il cardinale di quanto avea opera-
non pertanto veniva guardalo da un pie- to contro i riti cinesi. Nello stesso giorno
ehclto di soldati, gente barbara, fiera e al re di Portogallo scrisse il breve Ex hi-
inuuìana, e abbandonato da tutti i suoi, nis, dichiarando la sua indegnazione per
tranne soli 5 de' suoi compagni, seguaci le atroci ingiurie faticai cardinale e a'mis-
(li sua pura dottrina ed imitatori costan- sionari apostolici, e tutti raccomandò al-
ti di sua apostolica fermezza, fu costret- la sua possente protezione. A' i5 marzo
to nutrirsi di cibi grossolani e nocivi al- 1711 col breve Cwn^ con decreto confer-
la sua salute, ed a cavarsi sovente la se- mò Clemente XI l'editto del cardinale sul»
te con l'acqua marina. Avrebbe potuto le missioni cinesi, di quelle de'regui del-
colla fuga sottrarsi da tanti mali, som- l'Indie orientali e isole adiacenti, d'ogni
niinislrandogli un modo facile il conte di specie regolari e secolari. Nello stesso gior-
Lizarraga governatore delleFilippine, ma no col breve Ad Apostolatus^ espose la
non glielo j)ermise il virtuoso suo zelo che persecuzione ostinata che soffriva il car-
rendevalo superiore a' più duri e aspri dinale, e le gravi ingiurie fatte e lui e al-
trai tamenti, e facevagli con in vitta pazien- laSede apostolica dal suddetto arcivesco-
za tollerare l'ingiurie più atroci, anziché vo di Goa, e dal vescovo di Macao fr. Gio-
dare eroici esempi di pazienza e di crislia- cardinale inRoma, fu sepolto nel collegio
Ita rassegnazione, lino al punto estremo Urbano di propaganda, da lui lasciala e-
di sua morte, die preziosa al cospetto del rede di tutti i suoi beni, e con maginfìoo
Signore, avvenne nel carcere, dopo aver elogio. Il Crescimbeni ne scrisse la l^iUi^
con esemplare divozione ricevuto sagra- i die fu pubblicala in Roma nel 1751. Vi
meni» della chiesa, agli 8 giugno 1710, di sono pure le Bleinorie storiche della le'
4^ anni non compiti, fra le braccia del gazione del cardinal C. T. Maillard di
can. Angelila promotore della visita apo- Tournon e della sua morte Venezia ,
stolica. Lasciò a'poveri le sue vesti, ere- I 726, pubblicale per opera del cardinal
delia Cina, a'suoi ()arenti la croce pastu- oltre: Relazione della preziosa morte del
rale, che tuttora con venerazione conser- cardinal C. Tommaso di Tournon^ Ro-
vano. Pervenuto finalmente a Uonia il ma 8 1 1 p. Gio, 13atlisla Semeria nel-
1 1 . 1 ,
per distinzione, con fare egli le assoluzio- parenti al carilinale a suo onore in To-
ni, dopo la recita dell'elogio funebre, e- nno, che ancora sì legge nella chiesa di
gualmenle per singolare onore, e nel quale s. Agostino.
si qualifìcò dal prelato oralore, lanujuaiii TOUUIN US, Trenorchianum.C\{\:^A di
jidei calholuac. athlvlau vipropugna- Francia, dipartimento della Sauna e Lol-
toli. Dappoiché soltanto anluamenle si la, circondario e 6 leghe distatile i\ià ^h\-
colevano celebrare i iuncruli u'caidiuuli coQ e 5 du Chaiuiis buliu Suouu, nella llor-
3o TO U TOU
gogna e diocesi di Cliàlons, cnpoluogo di ra, tra la sponda sinistra della Loirn, che
cantone. E' posta in amena situazione a vi si varca sopra un bellissimo ponte di
pie d'un poggio sulla sponda destro della pietra, composto di 1 5 archi, aventi cia-
Saona, che vi si varca sopra un bel ponte scuno 75 piedi d'apertura, perfettamente
di legno. Mediocremente fabbricata, ha livellato, lungo 222 tese e largo 17 pie-
tribunale di commercio, e due bei pas- di ; e tra la sponda destra del Cher sul
seggi. Ha diverse fabbriche e trafììchi, co- quale sono due ponti, uno 17 archi e di
me di belle pietre da fabbricare. La sua l'altro di 8, facendo un bel canale lungo
rinomanza 1' acquistò per V abbazia di 2482 metri, con una stazione per le bar-
Tournus di benedettini, ch'ebbe origine cheall'ested un bracciodelCher all'ovest,
dalla tomba di s. Valeriano, ove nel 77 i comunicare questo fiume colla Loira. Ha
fu martirizzato, e ivi si eresse la chiesa, tribunali di .''istanza e di commercio,con
i •
chierici del coro. Il capìtolo il Papa Tas- vico e del museo al sud; alla quale piazza
sog eellò al vescovo di Chàlons. ma l'ab mettono capo due terrazzi piantati d'al-
baie restò immediatamente soggetto al- beri e la via Reale diritta, larga, fian-
la santa Sede, con uso del pastorale, mi- cheggiata da marciapiedi e giiernita di ca-
tra e altriornamenti pontificali, nell'ab- se fabbricale sopra disegno quasi unifor-
bazia e nella citlà. Di piìj l'abbate era si- me e d'ottimo gusto; via che percorre la
gnore d'alta giurisdizione di Tournus e pitta in tutta la sua lunghezza e termina
di molli villaggi; fra le sue molte signo- col bel vialediGrammont,iu capoalqua •
rili prerogative, gli abbati f.icevano bat- je è il ponte minore sul Cher. Le altre vie
tere moneta nella torre d'Echelles, per- diTourssonOjCon poche eccezioni,alquan-
ciò detta la Torre della zecca. Tournus to anguste e ingenerale mediocremente
fu eziandio conosciuta pe'seguenti conci fabbricate. Possiede la città 5 sobborghi,
lii in essa celebrali. Hi." nel 944 '" favo- ma non ha ripari che dalla parte delCher,
re dell'abbazia.11 2.°nel94B o 949- H 3.° dove più adesso non formano se non che
nel i5 rejalivamente ad alcune dilìe-
1 1 un superbo passeggio chiamato il Maglio.
renze insorte tra le chiese di s. Giovanni Bellissima è la riviera della Loira, spa-
e di s. Stefano di Besancon. Di questi con- ziosissima e piantala d'alberi. Vi sono 6
ciliieloroattine trattano Reg. t.sojLab- fontane che traggono l'acqua dalle col-
bé t.9 e I o; Arduino t. 6 e 7; Gallia Chri- line di s. Avertin, e che contribuiscono
stiana t.
4, p. 374. a mantenervi la pulizia; notandosi quella
TOUIIS (Taroìien). Città grande e Gran-Mercato, adorna di
della piazza del
bella con residenza arcivescovile di
Fran- marmi preziosi. Hi.** edifizio degno d'es-
cia, Bietagna minore, capoluogo
nella sere rimarcato è la cattedrale, una delle
del dipartimento d' Indro e Loira nella più amiche di Francia, e distinta col ti-
Turenna, di circondario e di 3 cantoni, tolo di santa, già sotto l'invocazione di
a 24 leghe da Poiliers e da Orleans e , s. Maurizio, bel monumento di mista
53 da Parigi. Giace in deliziosa pianu- struttura di gusto gotico, ampia e mae-
TOU TOU 3i
slo^a. Incominciala neh 187, fn termi- tifico il privilegio dato da Crolberlo ve-
tìiììn soltanto nel secolo XVII. Altri vo- scovo di Tours al monastero di Mar-
s.
gliuno che l'antica cattedrale fondata dal lino, pel quale i suoi successori non a-
vescovos. Martino, fu incendiala nel 5 1 i, vessero su di esso altro diritto che di or-
indi ristabilita dal vescovo s. Gregorio; dinare monaci cogli ordini sagri,edidar
i
bruciata nuovamente verso la fine del se- loro il crisma da essi consagrato. Inoltre
colo XII, fu poi interamente ricostruita in Tours pi ima della secolarizzazione,
i55o. Visi distingue la tomba in mar-
nel fatta altempo di Carlo Magno od 796,
mo de' figli di Carlo Vili, morti in te- era un celebre monastero, di cui il fami-
nera età j notal)ili sono le belle vetria- gerato Alenino fu uno degli abbati. Que-
te dipinte che la decorano, e la facciata sta chiesa esente dalla giurisdizionede' ve-
la tjuale olire un rosone o occhio di bue scovi di Tours,ebbe pel corso di più di
lavorato delicatissimamente , ed è sor- 3oo anni un vescovo proprio. Il Papa Ur-
montata da due torri alte 80 metri e 32 bano li sopprimendo quella dignità quasi
centimetri e terminanti in cupola. Vi fu vescovile nel 1096, mantenne il capitolo
già una biblioteca ricca di mss. Questa nell'imnTediata dipendenza della s. Sede.
tnetropolitana è sotto l'invocazione di s. Indi l'arcivescovo di Tours d'ilairvault
Gaziano, suo 1." vescovo, ha il batlisle- nel 170C) ottenne un decreto dal parla-
rio e la cura d'anime che si amnsinìstra mento, che quel capitolo dipendesse irn-
dal parroco coadiuvalo da 4 vicari. Ilca- niedialarnerite dalla sua giurisdizione.
pitolo si compone di 12 canonici, senza Questa venerabile chiesa venne di;>trut-
alcuna dignità, di altri canonici onorari ta negli ultimi anni del passalo secolo in
e Óg' piicri (le choro, ciui dwìnìs f<niiu- tempo della rivoluzione: si vedono però
lantur ofjìciis. Il suo clero fu istituilodal ancora due torri, chiaoiata l'una la lorre
vescovo Bandi no o Bauledo, e antica men- dell'orologio, e l'altra lorre di Carlo Ma-
te il capitolo si coni poneva di 8 dignità, gno; una piazza e alcuni moderni edifìzi
cioè di decano, arcidiacono maggiore, te- occupano il restante del luogo del suo va-
soriere, cantore, cancelliere, di due altri sto recinto, come il bazar Turonio, spe-
arcidiaconi, dell'arciprete e di 4^ cano- cie di fiera perpetua, e la via di s. Mar-
nici. Nelle principali feste i primi porta- lino fiancheggiata tla marciapiedi. Da'due
vano la sottana rossa, e gli altri la sol- illustri capitoli di s. Gaziano e di s. Mar-
tana paonazza. 11 palazzo arcivescovile, tino sortirono il Papa Martino IV, cioè
prossimo alla metropolitana, è principal- del 2.", molti cardinali, arcivescovi e ve-
mente notabile per l' ingresso e pel ter- scovi. Eranvi allres'i in Tours due altri
Vi sono altre 5 chiese parrocchiali,
razzo. capitoli, un'abbazia di l)enedeltini 16 ,
di essa e come capi, da Cgo Capoto del 987 di Marmoutìer, fondala da s. Martino,
in poi. Il suo clero formavasi di circa 4oo la quale dopo essere stata occiq^ala per
beneficiali , e<l i principali erano un de- qualche secolo da canonici, abbracciò la
cano e 8 altri dignitari,! T |)r«'posti e 4^ regola di s. Benedetto e la riforma di s.
canonici. Papa Adeodato II del (i^a ra- Mauro, e la nienti ubba/iaie i\{ unita al-
32 TOU TOU
r arci vescovato di Tom s. Io tale ricca ab* fabbricati sono bellissimi, la scuola gra-
hnzia si conservava con venerazione la s. tuita di disegno, la società di agricoltu-
Ampolla con olio benedelto usata da s. ra, di scienze, arti e belle lettere, corso di
IVlfUlino, e adoperala nella coronazione geometria pratica Qp[)licata alle arti, so-
d'Enrico 1 V. II biografo del santo, il suo cietà medicale, società di carità materna
oniico e celebre Sulpizio Severo, racconta e corsi pubblici di ostetricia, il giardino
clic Martino guariva spesse volte le ma*
s. botanico, scuola d'equitazione con bellis-
bit liecoll'olioda se benedetto, e che que- sima cavallerizza. L'importanza diTours,
st'olio più. d'una volta si trovò inoltipli* come città manifallrioe, risale a Luigi XI,
culo per njiracolo. Vedovasi ancora pres- che vi chiamò d'Italia artefici di seta, e
so (|uesta città l'abbazia reale di Deuu- tale ramo d'industria in essa fiorì assai
Uiont, dell'ordì ne di s. Benedeito; il ino- lungo tenjpo prima che le altre città del-
naslero de' minimi del Plessis era capo la Francia non si mettessero con essa in
delTordine e lai." casa dell'istiluto di s. concorrenza ; oggidì tale industria vi è
Francesco di Paola, che quivi morì a'2 nien florida che in talune sue rivali, non-
aprile iSoy. Ora in Tours non vi sono dimeno ini portantissimi ancora sono i suoi
j)iìi conventi di religiosi, bensì diverse co- filatoi e le fabbriche di seta; producen-
munità donne, alcune con-
religiose di do soprattutto stoffe rinomatesolto il no«
Iraternite, 3 ospedali, uno de'quali o o« me di gros di Tours o saia di grossa gra-
spizio generale trovasi nel suburbio, e due na, molte fitluccie, [ìassamani e berrette
strtuinari maggiore e minore. Vanno pu- di seta e flugello; vi si attende pure alla
re particolarmente rammentali il palaz- fabbiicazioiie de'panni minori, di tappeti
zo della prefettura dove trovasi la bi- , da maio-
terra, di berrette di cotone, di
blioteca di piti di 3o,ooo volumi; l'edi- liche fine e comuni, di stoviglie abbron-
li/io della borsa ; il palazzo municipale e zile e altre, di minio e piombo da caccia,
il palazzo del museo, fabbricati sul me- di corde d'islrumenli rinomate quanto
desimo disegno; la saia per gli spettacoli, quelle di Napoli; e vi si trovano fabbri-
il palazzo della ragione, la caserma della che d'amido riputale, concie di pelli di
guardia dipartimentale, le carceri, l'an- corami, buone tintorie, ec. E' questa città
tica casa de' gesuiti, dove stabiliti sono il deposilo centrale diluitala canapa del
l'amministrazionee il mantenimento del- dipartimento; il suo commercio alimen-
le vettovaglie e foraggi della truppa , e tando i prodotti delle sue manifatture,
l'antico governo, oggidì casa d' arresto. uniti a'vini, a' fruiti secchi o confettali,
Sulla riviera dell'est sono le vestigia del- alla cera, alla seta grezza e ad altre pro-
l'antico castello, nel sito del quale costrui- duzioni del pingue suo territorio; laonde
te si sono belle caserme, e di cui più non tiene fiere importanti di 1 o giorni per cia-
rimangono che alcuni ruderi di muraglia scuna, ogni anno a' io maggio e a' 10 ago-
al nord e all'ovest, 3 torri mezzo rovi- sto. Gl'inglesi e altri stranieri amano mol-
natee una 4-* ancora intera, quella di Gui- to il soggiorno salubre di Tours, la dolcez-
&a, in cui Carlo di Lorena duca di Guisa, za del clima e la variala bellezza de'Iuoghi
liglio d'Enrico dello Baia/rè o io Sfre- circostanti; e perciò anche anticamente
giato, fu chiuso per 3 anni e da cui fug- lo fu di diversi reali di Francia. Vi mori-
gì nel 1
59 1 . Altri monumenti curiosi so- rono la regina di essa s. Clotilde nel 545»,
no le tori dell'orologio e di Carlo Ma-
i Luitgarda 4."^ tnoglie di Carlo Magno nel-
gno icordale, soli avanzi dell'antica e ce-
i r 800, Carlomanno re di Francia uel-
lebre abbazia di s.Marlino.Dividesi Tours r885 circa. Piaceva molto la città al re
in 5 sezioni o quartieri, ed ha pure un Luigi XI, che fece ne'diiitorni edificare
grazioso Icalro, d collegio comunale, i cui il castello del Plessis, dove morì a'29 a-
TO U TOU 33
gostoi4B3. Gli stali generali quivi si so* mò regno di Francia, il pia hello do»
il
no talvolta adunati, come nel i4^">3,i4Gj ])o il regno del cielo. Nel 1 853 la società
e i4(3B, e secondo allri anco nel i470j archeologica di Turenna fece un'impor-
1484 e i5o6. parlamento di Parigi
Il tantissima scoperta in Tours, cioè leA-
tenne le sue sedute in Tours in diversi rene dell'antico anfiteatro di essa, situate
tempi, come fece Enrico III, che nel 589 i neirinternodellacittàdallapartedelpor'
vi trasferì pure le altre corti superiori. lo d'Orleans: si vuole che tale anfitea-
Vi si è battuta moneta, ma essendo le li- tro sia stato un poco più grande di quelli
re d'un quinto più deboli di quelle di Pa- di Saintes e diNimes; ne rende ragione
rigi, »)e presero nome distintivo di lire
il il Giornale di Roma a p. 83o. Nell'a-
tor/ie.sij dal nome della città. Il lornese gosto i85i ebbe luogo la solenne cere-
era contornato da gigi', e vi erano lire monia d'inaugurazione del troncodi stra-
lornesi,soldi lornesi, piccoli tornesi doppi, da ferrata da Tours a Nantes ; la quale
lornesi che venivano distinti in tornesi ferrovia collocò la Bretagna a poche ore
bianchi d'argento, in tornesi neri o bi- da Parigi,econtribuìa far prosperare non
Avanti l'introduzione del nuovo
glioni. poco gl'interessi commerciali e civili di
sistema di mojietem Francia, i tornesi tanta parte della Francia. Tours, Taro-
non erano da lungo tempo che una som- nesj Turonum, Caesaromagus^Caesaro-
ma di conto, ch'era opposta a quella che duniiniy non si può precisare il ternpo di
nominavasi parisis^ e cheavea più d'un sua fondazione, e pare stata capoluogo
quarto di valore di quella che nomina- del paese òeTuroiieSy popolo della Gal-
vasi tornese: 80 franchi valevano 91 li- che G. Cesare soggiogò l'an-
lia Celtica,
gnità ecclesiastiche vi fiorirono abbati, ve- 44G l'assediarono invano; ma nel ^j'j
scovi, arcivescovi, e cardinali fra'quaii i venne la città ceduta a'primi,che la con-
cardinali d'//mZ;o/.9^,Guglielmo2?/7.9,voAi- servarono sino al 507. In questo la prese
net^ e per ultimo il cardinal Paolo Te- Clotloveo I re de' franchi, e pare che vi
resa David d'Astros arcivescovo di 2^o- facesse soggiorno, poiché come notai, vi
losa(ì^.). Tours annovera quasi 3o,ooo morì la moglie Clotilde. Ribellatosi piìi
abitanti. I suoi dintorni sono bellissimi e volte al re d suo figlio Cragno, vedendo
uberlosissiQìi, e giustificano alla città e questi di non potere scampare il suo ri-
VOL. LXXIX. 3
34 TOU TO C
le figlie in Biclngna, pi esso Conobio con- francese, mentre il figlio Enrico II abolì
te dc'breloni; e \'ilicario suo suocero ri- il titolo di durato. Tours fuonorata dclU
fugiossi nella basilica di s. Mnrlino,ln qua- presenza d'alcuni Papi. Urbano 11 nel no-
Je fu allora bruciala, così ricbicdendo i vembre 095 celebrò un concilio a Limo-
1
peccali dal popolo commessivi, come si ges, indi passò a Toui s; vi tornò nel 096 r
esprime l'annalista Rinaldi, da Vilicario e ivi donò al signore della medesima, Fui-
e sua moglie, essendo arsa nel preceden cone conte d'Angiò e Angers, la Rosa
te annoTours,e rimanendo disertale tut- cVoro {V.) da lui benedetta, e si vuole il
te le cinese. Però Clodoveo 1 subilo li- più antico donativo di essa, tranne quello
sterò come prima la basilica di s. Mar- che i Papi facevano ^prefetti di Roma.
tino, e la fece coprire di stagno. Altri di-^ Venerò la tomba di s. Martino, e nel suo
cono, che Tours pressoché tutta incene- caslello dello allora Marliropoli prima
rita per la guerra civile, Clolaiio I co'siioi che fosse incorporalo nella città, a'i4
grandemente alla sua rie-
tesori conlribuì marzo confermò i privilegi della chiesa
dificazione dopo il 556; e che il vescovo di Tours, ed a'21 celebrò la messa sul-
s. Eufionio provvide alla sussistenza de' l'altare di s. IMartino. IndidaTours tor-
poveri, e procurò soccorsi agli altri a- nòaSaintese si recò a Tolosa. Il suo suc-
Eternamenle famosa
bitantì della città. cessore Pasquale II recnlosi in Francia
sarà Tours per la compiuta vittoria che nel J 1 06, celebrò Ia4. ''domenica di quare-
nel 782 vi riportò Carlo Martello sopra sima in Tours nella chiesa di s. Martino,
i saraceni. La Bretagna francese dal 383 indi si poi lo a s. Dionisio. Nel rifugiarsi in
governala da' suoi re particolarij fu sog- Francia Papa Alessandro IH, nel maggio
giogala da Carlo Magno in uno a Touis, I 16201 i63 passò a Tours nel gioiiio del-
e per gli abbellimenti che vi fece, la cit- la festa dell'Apparizione di s. Michele ar-
tà fu appellata Carlodumunj della Bre- cangelo, vi celebrò o in li mò,ad esempio del
tagna il suo figlio Lodovico I il Pio ne predecessore UrbanoIl,unconcilio,di cui
creò i.^duca Nomeno nell' 824; egual- parleiò, e vi fece una promozione di car-
mente infeudò la Turenna od un signo- dinali cioè Witlelespach, Manfiedo, Ugo
re particolare. Dopo varie vicende, pas- Ricasoli, Oderisio de' conti di Marsi, ed
sata Tours in potere de' conti di Blois, Antonio. Ma Cardella dice che tal pro-
da uno di questi fu ceduta al conte d'An- mozione reffetluò in Sens. Il Papa vi ce-
giò, e da questi passò a' IMantageneti, lebrò le feste del s. Natale, e poi si recò a
che allora regnavano in Inghilterra. Nel Sens, ^econdo Novaes. In vccennrra Fer-
1 199 Filippo II Augusto redi Francia lone, Dc'viaggi de' Pontefiei, che A Ics-
la tolse al re Giovanni Senza Terra^ e sandrolll passò a Coucy sulla Loira, ove
e nel 1202 la riunì alla monarchia fran- Luigi VII re di Francia, ed Enrico II
e dipoi Francesco I l'incorporò al reame ili ."otlubrem Sens, dove il Cardella vuo-
T O D TOU 35
le die »l)l)ia fritto due promozioni ili car- scrizione di diocesi fatta poi dallo slesso
dinali, h 1." neh iG3 e la 2.' neli i6\ o Papa stabilì i seguenti vescovati per suf-
nel I I Gii. fraganei, e lo sono tuttora. Le Mans, An-
Tours celebre nella storia ecclesiasti- gers, Nantes, Vannes, s. Brieux, Quim-
ca pel gran numero de*concilii ivi tennli per, Rennes. A questi ora aggiunse il re-
e pe'santi e grandi personaggi ohe ne oc- gnante Pio IX, Lavai (^F'.j,dicui in fine
cuparono la sede, lo fu ancora nella sto- darò un relativo cenno, per essere da di-
chiamala ociilis Rcgis
ria civile, perciò versi anni stampalo tale articolo e prima
Franciai\ da Stefano di Tournay, nohì- che fosse elevata al grado di sede episco-
lì's et mngnd^ da Pietro il Venerabile ab- pale. Tours ricevè il ben»fico lume del-
bate di Cltmy, metropoli insigne e tut- la fede cristiana verso il 1^0 da s. Ga-
tora fiorente. De'suoi primi vescovi scris- ziano (ì^.) o Graziano, spedito da Roma
s. Gregorio vescovo di Tours, da'Sam
se •
dal l*apa s. Fabiano nelle Gallie con s.
mariani chiamato primo Francorurn Jiì- Dionisio I ."vescovo diParigi. FuTours per
storiogrnjìho. Abbiamo pure di Giovan- s. Gaziano il campo principale di sue fa-
ni Maan, Metropolitana Ecclesia TiivO' tiche apostoliche, e vi piantò la sede ve-
nensisy Auguslae Tyronum 1667. Com- scovile e ne fu il 1 ."vescovo e il r ."aposto-
manville, Histoire de tous les Archevc' lo. Riposò nel Signore dopo essersi affa-
schcz et Eveschez^ chiama Tours mefro- ticato per 5o anni con zelo mirabile e in-
polilana della S/Lirtnese nell'esarcato de' defesso, per guadagnare proseliti a Gesù
Gaidiji cui prelati ftironoobbligali di ri- Cristo,dopo 37 anni di episcopato, secon-
conoscere la primazia di Lione dopo il do Sammartani, o 29 al dire di Buller:
i
IDI 2. Come provincia ecclesiastica dei- la sua morte pare avvenuta ne'primi an-
n cui si uni /w.9/c«xf/^.j. Con qualche dif- tempo portò il suo nome, ed è ora una
ferenza registra la Gallia chrisliann i ve- coppella della metropolitana, ove piìi tar-
scovati sulfraganei di Tours. Nel concor- di da una basilica suburbana, forse la no-
dato del 1801 Pio VII duninuì i suflfra- minata, fiu'ono trasportate lesue relicjuie.
ganci e li restrinse a'seguenti vescovi. Le Nel 375 circa gli successe il celebralissi-
Mans, Angers, Rennes, Nantes, Quiniper, nio 3fartino (/'.Jdì S<i/>aria, già riuo-
s.
Vaiuies, e s. Brieux. Nella nuova circo- mnlo perla predicazione evangelica, per
36 TOU TO U
le sue virili e sanlilà di vita, e pe'mira- altri suo zìo e suo fratello, ambedue con-
coli operali nelle Gallie, anzi Iciiuto pel ti, e il prefetto del pretorio. Martino fu
1." fondatore d'un monastero delle me- posto a fianco dell'imperatore, e il prete
desime, oltre quanto accennai più sopra. che accompagnava in mezzo a'due con-
lo
Le sue gloriose gesta le celebrai in mol- ti. A mezzo il pranzo uti uflìziale presen-
li articoli, alcuni de' quali ricordai nella tò, secondo l'uso, la coppa all'imperato-
biografia, inclusivamente e come altrove re, il quale ordinò di presentarla a Mar-
alla tanto diramata e nota ricreazione che lino, dalla mano del quale egli bramava
si fa r 1 1 novembre giorno di sua festa, riceverla; ma il santo vescovo dopo aver
e volgarmente detta di s. Martino. Non- bevuto, la diede al suo prete, siccome al-
dimeno mai si parlerebbeabbastanza d'uà la persona più degna di quanti erano in
s. Martino di Tours, se non ne fossi im- quella brigata: alla quale azione applau-
pedito da'limili impostimi; solo dirò, ch'e- dì grandemente V imperatore e tutta la
ra riservato a s. Martinodistruggere inte- corte". Tornato s. Martino a Tours vi fu
ramente l'idolatria nella diocesi di Tours, ricevuto come un angelo tutelare; benché
e nelle altre contrade delle Gallie; egli assai avanti negli anni, non iscemò pun-
fabbricò delle chiese, oltre la cattedrale to le sue austerità, né l'apostoliche fatiche.
di Tours in onore
Maurizio, e dei
di s. Sentetjdosi avvicinare il suo fine, si cori-
monasteri ne' luoghi de'templi che avea cò sopra un cilicio coperto di cenere , e
distrutto; fu un taumaturgo per la gran ivi spirò tranquillamente verso il 4oo ai
copia de'prodigi che operò vivente [)er vir- 6 oaglii I novembre. Non si può abba-
tù divina, ed ebbe il dono della profezia. stanza esprimere sino a qual punto sia sta-
ribili scosse, le legioni romane proclama- 13rizio gliavea innalzata nella basilica da
rono Massimo iiiiperatorenellaGran-Bre« questi edificata e dedicata a S.Stefano. Nel
tagna, il quale passò nelle Gallie, si fece 4oo gli fu surrogato il turonese s. Brìzio
riconoscere dall'armata e pose il suo seg- (V.) già suo discepolo, e governò sino al
gio a Treveri, dopo aver sbaragliato l'im- 444 o P'^ tardi con gran santità di vita.
peratore Graziano presso Parigi. Costret- Gli successe s. Eustochio (V.) d'illustre
considerandolo illegittimo. Massimo pro- quie de'ss. Gervasio e Protasi o, che s. Mar-
testò di non avere accettato l'impero, se tino avea portato dall'I talia. Morì nel 4^ '
non perchè eravi stalo forzato dall'arma- e fu deposto nella chiesa fabbricala da s.
ta, eche le sue fortunale imprese sem- Brizio. Venne elevato alla cattedra di
brava manifestassero la volontà di Dio. Tours s. Perpetuo (f^-), generoso e zelan-
11 santo alfine
si arrese, e Massimo ne fu te pastore, convocò molti sinodi, ne'quali
sì lieto, che riguardò questo giorno come stabilì lodevoli regole per celebrare le vi-
di festa. « Egli fece invitare le persone gilie delle feste solenni nelle diverse chie-
più ragguardevoli della sua corte, tra gli se della ciltà, e sottoscrisse ili. ''concilio
TO U TOU 37
provinciale celebrato a Tours. Gran vene- stabilì la mensa de'canonici. Gontario ab-
ratore tle'saiiti e delle loro reliquie, sein- bate di s. Venanzio governò quasi 3 me-
hramlogli angusta la chiesa ilelta pure di si. Il re Clotario I voleva sostituirgli Ca-
s. Martino ed eretta da s. Brizio, pel nu- tone prete d'Alvergna, il quale ricusò pei'
meroso concorso de'fedeli che vi si reca- mire ambiziose; ma non avendo potuto
vano da ogni paVle, ne edillcò altra as- riuscire ne'suoi disegni, si mostrò dispo-
sai più ampia e sontuosa, ne fece la so- sto ad accettare. Però il re nel 556 no-
lenne dedicazione e vi celebrò la traslazio' minò s. Eufronio (/^.), ehe per la sua vir-
ne del corpo di s. Martino a'4 luglio 473. tù e capacità glia veano vivamentedomau'
Imitatore delle virtù di tal santo, morì dato i turonesi. Si oppose con successo a
nel 490 o 49 ' ) istituendo suoi eredi i po- Leuguzio di Bordeaux,metropolitano del-
veri. Gli successe s. Volusiano di stirpe la 1.^ Aquitania, per aver deposto Eme-
senatoria, di santa vita, nia per sospetto di riovescovodiSaintes, per essere slato con-
aderenza a Clodoveo I, i goti che occu- sagrato senza sua saputa. Chiaro pei* mi-
pavano Tours e diverse città della regio- racoli, dopo a ver veduto fabbricar la chie-
ne, lo esiliarono a Tolosa o in altro luogo, sa di s. Vincenzo, morì a'4 agosto 073, e
ove morì dopo di più di 7 anni di vesco* fu sepolto nella basilica di s. Martino. Il
tino. Indi furono vescovi Teodoro, e poi drale fondata da s. Martino e molte al-
Proculo, atnbedne tumulali in detta chie- tre chiese; sostenne le franchigie di quel-
sa; così lo fu Diniflo borgognone, che go- la di s. Martino, ricusando di dare in ma-
vernò o mesi. Per volere del re Clodomi-
I no a Chi Iperico I re di Soissons il duca
rogli fu sostituitoOmmaziosenatored'Al- Gontrano, che s'era rifugiato in quest'a-
vergila, che incominciò a fabbricare la su- silo allora riguardato inviolabile. Cinipe-
burbana Maria, e governò
basilica di s. rico l crasi insignorito di Tours, dopo l'as-
natoria di Poitiers, governò 3o mesi. In- glio dell'ucciso, sul di lui trono nel 575;
giurioso cittadino di Tours nel 533 sotlo- quindi il duca temendo lo sdegno di Chil-
scrisseilconcilio d'Orleans, e perlui Cam- perico I, s'era chiuso nella chiesa di s. Mar-
pano prete in quello del 54 1- Continuò tino. Nel concilio di Parigi del 577 dife-
la fabbrica della basilica diMaria, e co- s. vescovo di Roueu, e Frede-
se Pretestalo
raggiosamente negò a re dotarlo 1 nel- gonda moglie di Cliilperico I per vendi-
l'aSNcmblea di Soissons di convenire al , carsi gli suscitò contro Leodasto conte di
decreto ingiurioso che tutte le chiese del Tours; le costui accuse dal concilio di
regno dovessero la 3.' parte delle rendi' Brciiìics (f^.) furono riconosciute calun-
teal fìsco. Gli successe Haudino famiglia- nie, e perì poi miseramente. Indis. Gre-
re del re, che erogò in fi vere de'poveri gorio ebbe viva contesa con Felice vesco-
20,000 soldi lasciali dui predecessore, e vo di INuiitcs, por uuu terra dulia chiesa di
38 TO U TO U
Tours die Felice preleiideva sua. Tulli concilio di Paiigi. Ursmaro dell' 844 '^
i diocesani erano l'oggello delle pastorali trovo pel «."nominato arci vescov(jdiTours
sue sollecitudini, essendo inoltre padre e in un diploma a favore della chiesa di s.
difensore degrinielici. Avendo i latlri sac- Martino, e in una sua sottoscrizione in cui
eheggialo la chiesa di s. Martino, il ve- si(ì\ce,i/i(lignus Turoiticac matris Ec-
scovo donnandòe ottenne dal re Cinipe- clcsiaeJrc/uepiscopusXimìóvautìoU ehe
lieo I grazia per essi. Egli nelle importan- iiell'847 fu al concilio di Parigi, si dice
ti commissioni di cui fu incjiricalo, ebbe Bei gratin Turoiierisis EcclesiacJrciiie-
sempre in oaira il bene dello stato e la glo- jìiscopus. Eraldo dell'BSS inteiveune a
ria della religione. Nel 58q ollenne la con- molli concini, e in un di[)loma che pare
servazione de'privilegi di sua chiesa che di Papa Sergio 1 li, riportalo da'Sammar-
voleansi ledere, e ne mantenne anche l'e- tani, èchiamalo Erardum sanctac mc-
senzioni col suo zelo e fermezza. Nel 594 tropolis Turonicae Episcopus. Già No-
fece un viaggio di divozione a Róma, ac- 4neno duca di Bretagna essendosi fulto
onorevolmente da l'apa S.Gregorio I,
colto proclamare re, de' 4 vescovati di Breta-
che legalo una catena d'oro. 11 Papa
gli gna ne fece 7, aumentandoli con 3 nuovi
ammirando il complesso di sue rare vir- in pregiudizio di Tours, per averli sot-
tù, si mostrò sorpreso in \ederlo piccolo toposti a Dol, la quale fu elevala in sede
della persona. Rispose il vescovo : « Noi arcivescovile (nonostante la lettera de*[)a-
siamo quali Dio ci ha fatto; egli è lo stes- dri del concilio di Toul o di Savonnieres,
so e nelle grandi e nelle piccole cose". Ma cheammonirono i vescovi di Bretagna di-
di questo viaggio non avendone egli fal- visi per scisma dal metropolitano, esor-
lo menzione nelle sue opere, sel)bene lo tandoli all'unione e all'ubbidienza), il cui
attesti il suo biografo s. Odone di Clutìy, vescovo Jumaelenel 777 ebbe il pallio da
sembra dubbioso all'altro suo storico Le- Adriano 1, così Festiuiano da s. Nicolò I,
cilio diReims nel 63o. Crolberto con- ce eseguire la generale disciplina della
cesse quelle immunità ed esenzioni alla Chiesa, che dopo il metropolitano debbo-
chiesa di s. Martino ricordate superior- no precedere i vescovi secondo l'epoca di
mente, e confermate da Papa Adeodato loro ordinazione. Ad Erardo successe nel-
li con diploma presso i Sam marta ni, nel- l'arci vescovato Actardo, neir87 1 traslato
la Gallia Christiana. Gavieno interven- da Nantes, il quale ricevè il pallio da Pa-
ne al concilio di Lalerano nel 769 sotto pa Adriano II e fu da lui costituito suo
Stefano ili. Landranfio fu delegato nella legalo al concilio di Douzi, chiamandolo
provincia Turonese di Lodovico 1 il Pio^ Cardinalcm metropoli taman^ e.tarcìùc-
co\ conte Pvolberlo, e iieir8:ì8 assiale al piscopum Turofiicae Ecclesiae, Adalar»
TO U TO U 39
do ebbe confermati nell' 878 i privilegi le dalla s. Sede fu riconosciuta godere i
(itili cliiesa diToursda Papa Giovanni privilegi e esenzione dal vescovo come
1'
nel passaggio delle jVlpi, cioè da' sai'ace- Papa Urbano Iljanch'egliebbedissidii col
ni corsari numerosi ch'eransi stabiliti in monastero di s. Martino. Per sua morte
Fiassinetto, e barbaramente ingombra- neli I
19 parte del clero elesse arcivesco-
vano le strade delle Alpi, per cui greci i vo il di lui nipote Gisleberto, l'altra parte
davano loro la caccia. Gli succese nel 983 scelse Gualter io arcidiacono e tesoriere di
Telolo o Teotolo canonico decano di s. s. Martino, nobile e virtuoso; prevalse il
MarlinOjChe concesse un privilegioall'ab- 1." che morì nel i iid. Gli successe il b.
santità. Arduino nel 970 si recò ad Li' singoiar erudizione e innocenza, acclama-
mina Apostolorum, ed a suo favore scris- to dal clero e dal popolo: essendosi da ve-
se Papa Giovanni XIII a'vescovi di Bre- scovo di Le Mans recato in Uoma,nel ri-
tagna, perchè a lui professassero la dehi* torno alla sua arcidiocesi avendo di pas-
ta riverenza sotto pena di scouìunica. Nel saggio approdato all'isola di Lerins, po-
1004 Ugo de'visconti de Cliasteaudun si co vi mancò non perdesse la vita ola li-
ricusò di consagrare l'abbazia della ss. bertà, per crudeltà de'corsaritnori, che
la
Trinità fondata in una sua parrocchia a dall'isole Baleari infestando con legni ar-
Belmonte da Fulcone conte d'Angers, e mali le spiaggie della Catalogna e Proven-
il Papa Giovanni XIX la prese sotto la za, nel giorno di Pentecoste sbarcali nel-
protezione della s. SQ\\ei e Sergio IV suo l'isola la manomisero col ferro e col sac-
successore terminò la controversia me- cheggio. Il b. Ildeberto morì santamente
diante solenne diploma, con autorizzare neh i36, lasciando di se celebre memo-
r arcivescovo a farne la consagrazione. ria per le sue virtù, ingegno, eloquenza
Chenu, Ilist. Archicpisc, GalLiae^ dice e opere. Joscio o Joscino deli i5j accol-
che Ugo per infermità abdicò e fu rice- se Papa Alessandro III in Tours, ed a suo
vuto nel monastero di Cluny. Nel 102 tempo si fece in Tours la collazione del-
gli successe il nipote Arnolfo, che Chenu le olìerte per la crociata di Gerusalemme,
anticipa alo 8 e lochiama santo. A Bar-
1 1 ed insorse grave discordia fra're d'Inglul-
tolomeo del o52 successe Rodolfo dello
I terra e di Francia, con grave pregiudizio
il \ enerabile nel 1074, al quale scrisse di- della città e di sue chiese. Nel i 175 gli
verse lettere s. Gregorio VII, dichiaran- successe il nipote del predecessore Fngel-
dogli che.il pallio concesso al vescovo di baldo, il faconilo e saggio Bartolomeo de
Dui ossia all'arci vescovo cardinal Giovan- Vendosme legalo della s. Sede nelle par-
ni, non pregiudicasse a'dirilti della chic* ti d'Aquitaoia, nominato in vari diplomi
sa di Tours, il che fu pure definito tra de're d'Inghilterra conti d'Angers, che nel
l'arcivescovo di Tours e quello di Dol nel 1 ijG celebrò il sinodo di Rennes per lu
sinodo del 079; egli ebbe gravissima ver-
1 dill'erenze col prelato di Dol. A suo tem-
tenza con l'abbazia di Martino^ la qua* ij. po e ncli 199 huioceuxu 111 decise Hiial*
4o TOC TO U
melile con sentenza cìefiniliva le questio- sta restrizione deirautorith del loro me-
ni tra gli arcivescovi di Touis e di Dol, tropolitano vedevano un'usurpazione dei
ripugnando queslo d' essere soggetto a propri diritti. Fervidissimi furono i cor-
quello, counenietropoli delIaDietagna mi- rispondenti negoziati nel pontificalo di
nore, mentre da s. Martino in poi e fin- Lucio III, e fu allora che Stefano abbate
che la loro sede non si sottrasse dalla di- di s. Genoveffa scrisse al Papa in nome
pendenza di Tours, n'era stata suffraga- del redi Francia Filippo li Augusto.»» La
nea, pe* motivi già narrati e meglio di- chiesa di Tours ha di continuo esercita-
scussi da'Sammartani, non volendo per- to diritti di metropolitana sopra la Bre-
i
ro vescovi fossero soggetti a Tours: per- sente offuscarlo splendore della corona,
tanto il Papa decretò e definì, che il ve- poiché questa controversia non è causa
scovo di Dol e gli altri della Bretagna mi- solo dell'arcivescovo, ma si del re stesso,
nore fossero sulFraganei di Tours in per- e mette a repentaglio la pace. I baroni del
petuo, e che si quietassero le analoghe di- regno la sentono in queslo insieme col
spute; Tours ne fu lieta, Dol afflitta. Il eh. re, e seavessea versar sangue tra'francesi
lì urter nella Storia cV Innocenzo III^^Z' e bretoni sarebbe colpa del Papa". L'ab-
co come racconta la lunga vertenza ter- bate si dolse quindi col cardinal Ottaviano
minata dal suo Papa, narrata pure dal Conti, che Roma slesse contro il re, cosa
AJartene in 77;c.?.,edal Tomassino, Ve- ch'egli non si sarebbe mai aspettata; che
tasetuova disdpUmi. Una questione in- gli ecclesiastici di Dol volevano intaccare,
sorta fra Tarcivescovo di Tours e quello scemare, smembrare il reame. Era quel-
di Dol pe'dirilti metropolitani, avea ac- la forse la gratitudine per tanta divozio-
quistalo una tal quale celebrila a cagio- ne fino allora dimostrata? Ne sarebbe ve-
ne della sua lunga durala. Fino da'secoli nuta una dissensione di cui era difficile
lemoti essi possedevano tali dirilli sopra prevedere la fine e rancori che cova-
, i
tutta la Gallia (cioè di quella parte in di- vano sarebbero all'ultimo scoppiali. Pre-
scorso), dal qualespìrituale vincolo ne ve- gò in fine l'abbate il cardinale, d'inter-
niva che i baroni della Bretagna non era- porre l'autorità sua aflincliè l'arcivesco-
no se non più strettamente legali all'al- vo eletto di Dol, non voglia distaccare dal
ta signoria della Francia. Quando poi il regno le provincie occidentali. Il resi dol-
reggimento feudale vetine sotto i Carlo- se avanti un'assemblea di vescovi, che si
vingi perfe/.ionandosi, e i baroni si elesse- volesse rapirgli una parte del regno dei
ro un re particolare, ei vollero essere se- suoi maggiori dicendo che il Papa era
,
]()arali dalla B'rancia, anche rispetto al- un ingrato; e la cosa restò in pendenza fino
l'ecclesiastico come al politico, e il re lo- a Papa Celestino III, a cui l'abbate Ste-
ro fondò in Bretagna la sede arcivesco- fano contentossi di domandare, a nome
vile di Dol, affine di non essere più per della regina , che nulla fosse deciso fino
ì* avvenire sottoposta a quella di Tours. al ritorno del figlio suo da Palestina. Ce-
Papa s. Nicolò I vi convenne, sotto la ri- lestino HI citò dipoi dinanzi a se le par-
serva che fosse senza contraddizione de- ti, che già parecchie volte eransi presen-
gli arcivescovi di Tours; ma correva or- tate a Roma; ma l'arcivescovo di Tours
Uìttiun secolo e mezzo, da Papa Nicolò II nècouìparve in persona, ne mandò alcun
in poi, che questi ultimi andavano rao- procuratore, per cui la lite rimase un'al-
-vendo doglianze presso la santa Sede per tra voi la sospesa. Innocenzo HI eletto nel
la resliizione di loro podestà spirituale. I 198, pochi mesi dopo chiamò di nuovo
La questione fu spesso aggiustata e sem- i due vescovi nel giorno di s. Michele del
pre rinnovala, ed i re di Francia ia que- 1 Kjr) e pose alfine Icnulue alla queslio-
T OU TOU 41
ne. Le due pnrtl come furono piti volle R eìms.Glì seguendo conFran-
arci vescovi
udite tanto alla presenza del Papa in per- cia gli antipapi Clemente VII e Benedet-
Gaufrido de Lude, il quale ad onta della zie biografiche nel voi. IV, p. 164. Per
santità di sua vita, per iniquo consiglio sua rinunzia, nel i44^ gli successe Gio-
fu attossicalo;onde nel 207 gli fu sosti- i vanni Bernard professore di legge, arci-
tuito Giovanni de Faye nipote di Bar- , diacono e decano d'Angers; intervenne al
tolomeo già decano di Tours, che eletto congresso di Mantova adunato da Pio li,
in competenza di Roberto di Vitry, In- quale oratore regio, e mori neh 4^6. E-
nocenzo IH confermò la nomina di Gio- lia de Bordellio y fatto arcivescovo nel
vanni, il quale ricevè poi il pallio dal car- 1468, fu poi creato cardinale, morto san-
dinal legalo di Francia, e mori nel 122 tamente con miracoli. Il successore Ro-
circa. Gli successe Francesco Cassando berto de Lenoncourt, abbate di s. Remigio
Cassarci^ da Gregorio IX creato poi car- di Reims, nel 1489 stabilii minimi nel ca-
dinale, e di lui e degli altri arcivescovi e- stello di Plessis, e fu Iraslalo a Reims; in-
levali a tale dignità parlo alle biografie. vece da questa chiesa passò a Tours il car-
L'arcivescovo Pietro de LambaI del 1 25o dinal Carlo Domenico del Carretto, ì!ie[
rinunziò alle regalie di sua chiesa, a favo- i547 il cardinal Giorgio à' Armagnacy
re di Bianca regina di Francia. Nel 1270 poi trasferito a Tolosa. Il successore Ste-
Giovanni de Monsoreau o Monlerau già fano Poncher de'signori d'Esclimont, già
decano della cattedrale, che nel 1278 pre- vescovo di Bayeux, fondò il monastero dei
siedè il sinodo di Rennes. Reginaldo de celestini d'Esclimont, ove fu sepolto nel
IMontbason nel 1 3o4 ottenne dal re Filip- i552, lasciando il suo cuore alla catte-
po IV il Bello 1* immunità pel clero di drale di Parigi. Gli fu sostituito il celebre
sua diocesi, pe'sussidii dell'esercito. Ste- cardinal Alessandro Farnese nipote di
fano de Bouigueil neh 333 fondò nell'ac- Paolo I li. Nel 554 Simone de Maillc Ira-
1
Ja regina Maria de Medici; ma venendo sua morte, Gregorio XVI nel concistoio
Inicidalo il Concini, divenuto marescial- de' 27 gennaio 1843 preconizzò l'attuale
lo di Francia, nell'istesso anno l'arcive- arcivescovo cardinal Francesco Nicola
scovo abdicò e ritornò in Toscana, Nel Maddalena Morlol di Langres. Già vica-
1 6 8 da Dayeux vi fu traslocato Bertran-
I rio della cattedrale e parrocchiale di s. Be-
do d'Eschaux, sotto del (\\\&\e'patres ora- nigno di Dijon, poi vicariogeneraledidue
toriì Jcsa Turo/USfandnnturj encomia- vescovi di tal diocesi, e mentre lo eradi
to per virtù e dottrina. Da Boulogne nel mg."^ B.ivet, Io stesso Papa nel concisto-
1641 successe per coadiutoria Vittore ro deirS luglio iSSg l'avea proclamato
Bontliillier, prudente e zelante, restaurò vescovo d'Orleans, couquest'elogio: qitae
e abbellì l'arci-episcopio, introdusse le re- omnia ninnerà suninia cwn laude com^
ligiose dell'Annunziata, e altre nell'arci* plevit^ vìr denique gravis,prudenSjdo'
amministrò il sacerdozio al
diocesi: egli ctusj multa rerum experìentia praedi-
nipote Armando di Bancé, die aspirava lus, et in ecclesiasticis fanctionibus ap-
alla sua coadiutoria, poi mirabile istitu- prime versatus^dignus^propterea censC"
tore dell'austerissima e virtuosa congre- tur qui ad supradietam Ecclesianipro-
gazione della Trappa{^V.). Clemente XI moveatur. Altro elogio di diligente, di ze-
fece arci vescovoEnricoOsvaldodella Tor- lante, di caritatevole pastore, Gregorio
re o Tour d'Alvergna, nel i 72 trasferi-
i XVI lo replicò nel tiasferirlo all'illustre
to a Vienna, e poi cardinale. Le Nolìzie sede che paternamente governa. Nel 1
849
di Fwma riportano i seguenti arcivesco- fu celebrato il concilio di lìennes (f^.)
vi. NeliySi Enrico M,** Bernardino de provinciale, presieduto dall'arcivescovo
Ceilbes de Bosset de Fleury, di Perignan di Tours, intervenendovi vescovi di Le i
sta ; Esposizione de principii del elero concilio mantenne la pia sentenza del-
sulla Costituzione eivile. Il i.° febbraio l'I m macola toConcepimeulodiMaria Ver-
1 8o5 gli successeLodovico Mattia de Bar- gine, e la dichiarò comune si a'padri con-
rai, della diocesi di Grenoble, traslaloda gregati, sì al clero e popolo della provin-
Mcaux;rinunziò l'arci vescovato nel 1 8 1 5. cia, (|ualificandula coufuraie alle s, Scrii-
TO U TOC 43
Iure, olla tradizione, al culto ecclesiasti- sommo suo magistero. Sorge il genufles-
co, airorclinata ragione, e tale por ultimo sorio, di forma quadra, sopra due ampi
tlie nulla sembrava ormai mancare se gradini. Coperto di velluto rosso è lo sga-
non il giudicato della s. vSede, perchè pro- bello in cui posa le ginocchia chi ora, e
gredendo olire il cerchio dell' evidenza tra vaghissimi ricami d'oro vi è operato
teologica divenisse materia e capo di fe- di trapunto il nome di Pio IX. Segue il
de divina. Indi nei I 852 Tarcivescovo coi dossale, ove in mezzo ad un'elegante cor-
7 vescovi suoi suflraganei (l'S.' venendo nice, cui ricinge un ramo di quercia, ve-
dichiaralo tale dipoi), per testimoniare il desi intaglialo lo slemma del Papa. A'ia*
loro profcjndo ossequio con pubblico se- ti di esso e dell'altre parti del dossale, si
gno ul sommo Pontefice Pio IX, aperta elevano 12 pilastri con in mezzo sorretti
una sottoscrizione nelle loro 8 diocesi, la da colonnelle e sormontati da baldacchi-
provincia ecclesiastica di Tours col rica- no tulli messi "enliltnente a rabeschi e
,
TKilcdi Roma di dello anno (anche la Ci- pur d'avorio, scrittovi sopra un articolo
viltà cattolica ne fi ce cenno nella 2,^ se del Credo. Alle 3 grandi facce però che
rie, t.i,p. 12 i),e lo fece umiliare al l^apa sono a destra, a sinistra e dietro del dos-
in significazione speciale ili farsi tutta vi- sale, ha l'artefice intagliato di mezzo ton-
vamente raccomandata olle sue orazioni. do, e nel legno slesso, l'immagini delie 3
11 religioso dono fu presentato al santo Virtù teologali posanlesi sopra un suolo
Padre da una deputMzione di cui era ca- graziosamente smaltalo d'erbe e di fiori
|)0 degnissimo mg.' Gio. Battista Bouvier ed intoinialo di be' fregi e di foglie. In-
vescovo di Le Mans ('he venuto nuova- di è il nobile appoggiatoio, il cui cuscino,
mente in Roma nel i853 per assistere pur di velluto rosso, reca in cifra tra fre-
alia dogmatica definizione dell'I mmaco- gi d'oro il nome ss. di Gesù: ed a'Iati gli
la laConcezione,ptonunziata solennemen- aggiungono bellezza e finimento due lar-
te dal Papa Pio IX, vi lasciò piamente ghe fronde con foglie così vere e spicca-
la vita, il che celebrai nel voi. LXXIII, te e condotte con tanta squisitezza di di-
p. 69, nel ragionare di quanto precedet- ligenza, che superano qualunrpie lode. A-
te, accom[»agnò e seguì il glorioso avve- presi dinanzi un'edicola d'assai vago sti-
nimento), con parole di fede e di rispet- le, in cui fra coloime, che tirate di pro-
to, venendo accolta l'oirerla con benigni- spettiva ed esili (come richiede la manie-
tà ed elivisione d'animo. Il geiiii/lcs.wrio ra ogivale) si girano in archi acuti, sor-
è di quercia di Russia, e ritrae di quella gono sopra eleganti stipiti ed altri ornati
maniera d'architettura, che fu in uso in 6 Angelelti d'avorio, ciascuno de'quali la
n)()he parli d'Kuropa prima che rifioris- diverse altitudini e pieni d'ima grazia di
se la ragione dello stile greco e romano; Paradiso recasi in mano una striscia, ove
archilellura del medio evo, la quale chia • si leggono scritte (ripartite in tutte e (i le
masi ogivale, ed oggi da taluni inlende- strisele medesime) queste parole dell'au-
si restaurare come reputata più conve- lico storico francese Joinville: Quils^e»
niente a' mistici edilìzi della religione e Icvoit cu s* ahnissant ainii, E a gran
al Tempio (f^.). Il valente Bloltièi e con proposilo: poiché l'uomo venerabile che
un lavoro di ben 8 anni condusse l'ope- ivi osservasi genullesso sopra un inginoc-
ra in discorso, aiutalo da'suoi nipoti, e vi chiatoio, e regalmente vestilo, è s. A«/gi
mostrò sia nell'invenzione e nella dispo- IX re di Francia. Quanta dignità e san-
sizione,sia nella risoluta pratica, sia in ììne tità d'aspetto! Quanta umile divozione
traila, è rappresentalo d'avorio in fondo Morlot, nel concistoro de'7 marzo i853
nll'edicola fra ricclii ornali e come circon -
lo creò carduiale dell'ordine de' preti, e
dalo a gran riverenza da quel coro d'An- gl'invio a Tours la notizia di sua promo-
geli. Fiancheggiano l'edicola le solile ter- zione col zucchetto rosso, per la sua guar»
rene lemiinanli in guglie con capricci di dia nobile cav. RanierodeCinque,couie si
fiori e di foglie: torrette che sono 2 nel- badai Giornale di Roma^con quanto al-
la parte anleriore, 4 "'^'^^' posteriore, là tro vado a dire. Giunta in Tours la guar-
dove mezzo una ben adorna e
postasi in dia nobile, in sua compagnia il carduiale
spaziosa finestra, sembrano colle loro ci- partì per Parigi a* 23, onde ricevervi la
lue lanciarsi negli spazi del cielo. Egregie berretta cardinalizia dalle mani dell'im-
poi di lavoro e di senlimenlo sono quel- peratore de'francesi Napoleone 111 dopo
suoi antecessori, Pio lX>cui Dio confidò norare e vantaggiare la vera religione".
il governo della sua Chiesa, dopo avere Sua Maestà rispose.'^ J^^onsignore. E" sem-
già scelto tra' vescovi francesi alcuni pre- pre per me un avvenimento solenne la
lati illustri per più titoli ed annoverali nel imposizione della berretta cardinalizia a
glorioso senato della Chiesa romana, vol- un prelato distinto, e l'essere così l'inter-
le innalzareancoi a a questa dignilà un al- nìeJiario delle grazie del Santo Padre. Mi
tro prelato, l'arcivescovo di Tours, che ri- congratulo con voi perchè Sua Santità vi
splende tanto pel suo zelo a vantaggio del- ha scelto per questa onorevole missione.
la religione, perla sollecitudine, per la fe- Vi ringrazio del modo con cui apprezza-
de, per la costanza nell'adempimento del te i miei sentimenti per la religione cat-
suo uffizio pastoraléjSicchè voi l'avete giu- tolica e i miei sforzi per istabilire dovun-
dicatodegno della vostra raccomandazio- que la pace e la concordia. Vi prego, quan-
ne imperiale, ed è tale realmente da me- do sarete ritornato a Roma, d'essere pres-
ritare di essere decorato della porpora ro- so il Santo Padre l'interprete de'mieisen-
mana. L'onore, che il nostro sommo Pon- iimenli di venerazione e di rispetto". Do-
tefice ha fatto a'raeriti del prelato, è una po l'udienza l'imperatore col suo corteg-
nuova prova della sua paterna benevolen- gios' avviò alia cappella. L'imperatrice
za pel clero di Francia e per la nazione Eugenia, accompagnata dalle dame del-
francese, che si gloria soprattutto del no- la sua casa, avea già preso posto nella tii-
bile titolo di figlia primogenita della fe- buna Le LL. MM. assisteltei o ad una
alla.
d'essere eletto per portare le insegne sa* il principe Napoleoneela principessa Ma-
gre, che in questa ceremonia. Augusto Im- tilde; le LL. AA. il principe Luciano Bo-
peratore, imporretecolle vostre mani, se- naparte, e il principe Murai; madama la
condo l'antica consuetudine, sul capo del principessa Maria duchessa d'Hamilton;
nuovo Cardinale: e non dubito punto,che madama la principessa Murai; madama
quest'onore insigne, cui Dio volle eleva- la marchesa Darlholini;i ministri; pre- i
to r illustre prelato, non sia un soggetto sidenti e membri deH'uifizio del senato e
di gioia a tutta la nazione francese, che del corpo legislativo; il presidente, il vi-
siete chiamalo a governare. Fin dal prin- ce-presidente del consiglio di stato e i pre-
cipio del vostro impero avete dichiara- sidenti delle sezioni; il nunzio del Papa
to, illustre Principe, che non penserete e mg.' Garibaldi arcivescovo di Mira; il car-
non intraprenderete nulla, che non fos- dinal Donnei arcivescovo di Bordeaux;
se onorevole,giusto e vantaggioso alla fe- mg."^ Sibour arcivescovo di Parigi; i ma-
de cattolica, per difender la quale questa rescialli di Francia e gli au)miragli; il go*
grande nazione fin dai primi tenq)i si è vernatore degl'Invalidi, il gran cancellie-
resa illustre, come ralteslanoi monumen- re della legione d'onore, il generale co-
ti del suo coraggio e della sua gloria con- mandante in capo della guardia naziona*
sagrali ncllu inemuiia clerua della publc* le, il prcfctlu della Seuua , il prtilcltu di
46 TO U TO U
polizia, diversi senatori, i deputali, consi- tulio all'adempimento de* suoi adorabili
glieli di stalo e altre persone invitate. Al- disegni, e che conosce, che se ini^ anni
messa il cardinal iMorlot, non
la fine della d'e[)iscopalo il mio cuore concepì deside-
essendo ancora vestilo de'snoial)i li di por- rii,non furono ispirali d d pensiero d'una
pora, fu introdotto nella cappella dal gran nuova dignità. E' altresì nella conoscen-
cerenioniere, e si collocò a sinistra pres- za del mio amore per la Chiesa, e del mio
so il gennflessorio d(;irirnperalore. A.lcu« più figliale risptelto al suo Capo, che cre-
ni istanli dopo, mg/ ablegato venne pu- do poter rassicurarmi contraendo verso
re introdotto nella cappella e prese posto la Chiesa e la s. Sede obbligazioni delle
nel Ino'go ov'era la berretta sopra un vas- quali comprendo tutta la estensione. Sia-
soio d'oro, per piesenlarla all'imperato- mi finalmente permesso dirlo, senza vo-
re. A Mora il cardinal Morlot s'inginocchiò, ler lodare qui ciò che ciascuno vi ammi-
e Napoleone 111 prendendo la berretta la ra; gli obblighi d'un vescovo, la missione
pose in capo al cardinale^, che in appres- d'un membro del sagro Collegio, associa-
so si ritirò. L'imperatore si recò quindi, to più slrellamenle a tutte le sollecitudi-
col suo corteii^io e gl'invitati , nella sala ni del Pontefice supremo, non divengo-
di Luigi XIV. Il cardinale si vestì i suoi no forse più dolci e più f jcili, lorchè Co-
abili di porpora, e venne condotto insie- lui che tiene nelle sue mani le sorli del-
sentimento di ciò che devo a Voi e al Suc- casa feci parola nel voi. LXVin,p.
93, la
cessoredi non può essere sorpas-
s. I^ietro quale a' 16 marzo 856, domenica delle
1
sato da nessun altro, non potrei neppu- Palme, die alla luce il principe imperiale
re dissimulare la profonda commozione, Napoleone Eugenio, a cui fece da padri-
che provo alla visla di questa dignità, di no il Papa Pio IX, a mezzo del cardinal
questi onorij che,nella Chiesa specialmen Patrizi Firario di Roma, perciò fciHo
te, sono carichi reali ed onerosi, im poli- legato a degna di dividere il suo
latere),
gono a lutti una responsabilità terribile e trono e il suo cuore, accoppiando all'ele-
ancor più spaventevole a colui, che deve vazione e alla forza d'animo, la più te-
applicare a se stesso io tutta verità quel nera sensibilità, rivaleggiando con lui nel-
che la pili profonda uuiiltà faceva dire a lo zelo, ne'buoni esempi, ne' benefizi per
s. Paolo: Io sono V ultimo de mìeifratelli sanar le piaghe, che affliggono l'umanilà,
nell apostolato; io non sono ne anche de- per estirpare i disordini da cui sono af-
gno d'essere chiamato apostolo.Oo non- flitti i popoli, per asciugare le lagrime deb
dimeno v'ha una certa cosa, che rialza il Tinfurtunio, per ristabilirei pubblici co-
mio coraggio e rianima la uìia fiducia; è slumi, senza i quali le uiiglioii leggi ind-
il sentimcnlu della mia debolezza; perchè ia possono, j)er consolidare la religione,
è nota a Dio Onnipotente che fa servir eterno fondamento d'ogni buona polili-
TO U T O U 47
rn. Con tali auspici! e afTulato nlla cìivi- cidiocesi di Tours si estende nel diparti-
11(1 assistenzii, accetterò con minore spa- mento d'indie e Loiia. Ogni nuovo ar-
vento le funzioni di cui so che un giorno civescovo è tassalo ne'libri delia camera
dovi ò rendere conto. Foi lunato, se a for- apostolica iu fiorini 55o. Anlicamenle
za tli sagrifizi j^iungerò a non esser trop- i* arciiliocesi conteneva 3oo parrocchie
po al disotto dell'augusta benevolenza di circa, divise in 3 arcidiaconali, 4 arcipre-
cui sono l'oggello, e deirespellazione del lure e 23 decanali. Eranvi di piìiiy ab-
Pontefice il più venerato e il più degno i)azie, 3 commende di Malia, e i chiese
d'esserlo.** L'imperatore rispose : » Una collegiate, fra le quali distinguevasi quel-
delle più nobili obbligazioni di chi ha il la di Candes, piccola città al confluente
potere è di ricercare il merito; l'una del- della Loiraedella Vienna, dove s. Mar-
le più dolci sue prerogalive è d'onoiar- tino mori in mezzo ad un clero da lui me-
lo.Provo soprallullo questo sentimento desimo probabilmentestabililo. VenneÌQ
quando nìi lice indicare al Santo Padre seguito eretta in collegio di canonici, e co-
qtie'prelati sui quali desidero specialmen- nosciuta sotto il nome di s. Maurizio. Più
te invocare la sua preferenza. E' unospet- tardi prese il titolo di chiesa reale e col-
lacolo consolante il vedere l'accordo che legiata di s. Martino di Candes, ed i re
regna, dopo il concordiito, tra il potere di Francia sempre la protessero. Luigi XI
temporale e lo spirituale nel consagrare e Carlo IX l'esentarono d'ogni imposizio"
la scella degli uomini più degni nel cle- ne. Luigi XiV fece rialzare uno de'pilo-
ro. Vostra Eminenza, così conosciuta pel- ni delia chiesa, e Luigi XV prese provve-
le virtù cristiane e per lo spirito di con- dimenti pel ristabilimento della maggior
ciliazioneche la distinse finora, continue- parte del tempio, che minacciava di ca-
rà, ne sono persuaso, a uianleiiere nella dere nel 1 723. il capitolo di questa colie-
Chiesa quell'unità eh' è la sua maggior giala,non compreso il basso coro, era com-
forza, e ad accrescere, col suo esen)pioj posto del preposto edir2 canonici, fra i
l'influenza d'una religione che non vuo- quali auclie l'arci vescovo di Tours. incon-
le altre armi fuori della pei suasione, e che segueiiza d'una fondazione immemorabi-
per ispirilo di carità ollVe sempre lumi a le, i benedettini dell'abbazia di Ijourgueil
chi erra, rifugio a chi si pente", li car- erano obbligati di matulare 4 «eligiosi a
dinale indicò all'impeiatore i personaggi Candes ne'giorni i i novembre e 4 '"o''^*j
del suo seguilo, e Napoleone 111 [jreseulò ne'quali cadevano le due feste di s. M;u-
all'imperatrice mg.' ablcgalo apostolico tino, per assisterei canonici nel celebrar-
e la guardia nohilediSua Santità. Poscia vi l'ulìlzio con uuiggior solennità. l*rima
ie LL. MM. si ritiiarono ne' propri ap- la rendila dell'arcivescovo di Tonisela
partamenti, il cardinal Morlot colle per- di 4o,ooolire, eletasse per le bollec) )00
sone del suo seguilo fu ricondotto alla fiorini. Prima di parlare de' concilii di
sua abitazione colle medesime carrozzedi Tours, riporterò il promesso cennodiZrt-
corte. La sera il cardinale pranzò con l'im- val, nuovo vescovato sulfraganeo.
peratore e l'imperalrice, insieme al nua- Lavai o Lavai Guyon, rnìlis Guido'
zio pontifìcio, all'ablegalo e alla guardia ìiis^ LavallìurUy città con resideuza ve-
nol)ile,il ministro degli affari esteri equel- scovile di Fiancia, nelU ijielagna mino-
lo dell'islruzioiie pubblica e de'culli. Di- re, capoluogo del (hparlimenlo di Ma-
poi recatosi in Roma il cardinale ricevè yenne, nella provincia diMaine corrispon-
dal Papa \v fillre insegne cardinalizie del dente al Cacìioinaiieii.sis Jgcr delia xi
cappello e dell'anello, e per titolo la chie- romana provincia delle Gallie, divida in
sa dc'ss. Nereo ed Achilleo, annoveran- alla o suj)eilore o meridionale, e in bassa
dolo a Sconci eguz,ioni cuidinalizie. L'ur- o infciiore o sellenlrionale, e compreu-
48 TO U TO U
de 1' altro diparlimento del Sarthe. La e cotone ad uso di Madras, flanelle, mtis-
provincia di Maine dopo aver lungri nien- soline, stamigne, ec.Vi sono inoltre molti
te appartenuto agl'inglesi, fu confiscata conciatoi, edue segatoi pel marmo. Con-
al re Giovanni Senza Terra da Filippo siderabile è il suo commercio, non solo
II, e riunita alla francese monarchia da de'prodotti di sue fabbriche, che si espor-
Luigi XI. La città di Zrt2i><2/, già contea tano in paesi stranieri, ma altresì in lana,
e baronia, che descrissi al suo articolo, ferro, legname per la marina, grani di tri-
uelle proporzioni come luogo in cui nel foglio, refe, marmo, ec. Ogni sabato si fa
1243 fu tenuto un concilio da Gaufrido un rinomato e mercato nella pro-
ricco
o Giuvelio perla conservazione della di- pria piazza, oltre 5 annue fiere, essendo
sciplina ecclesiastica, ora merita che vi molto importante quella de'9 settembre
aggiunga alcun'altra nozione. E situata per bestiame, grani, filo e derrate d'ogni
nel fondo d'una vallata a 1 5 leghe da Ren- specie. Lavai è patria di Guglielmo Bigot,
nes, 16 da Le Mans, e 56 da Parigi; sede d'Ambrogio Pare chirurgo, di David Pii-
di tribunali dir/ istanza e di commercio, vault precettore di Luigi XIII, di Danie-
della conservazione dell'ipoteche, di dire- le Taury letterato, di Giovanni la Frère
flzi e le vecchie mura. L'antica e alta tor- miscuglio bizzarro di moderno e di go-
re, dimora de' duchi di Lavai e poi de' tico. Vi sono ne'suburbi fabbriche di sto-
del Campo di fiera e quello di Hardy, due semper^ de'3o giugno «855, eresse que-
ospedali, un collegio comunale, la biblio- sto vescovato, dismembrando il diparli-
teca pubblica. Essenzialmente manifat- mento di Mayenne, provinciae Medaa-
turiera, è particolarmente Lavai rÌJ»o- nae, dalla diocesi di Le Blans, la cui se-
mata per le sue tele che chiamansi eoa deera allora vacante, e formandovi quel-
nomi diversi. Essa è debitrice a Guido di la di Lavai, che dichiarò suffraganea del
Lavai, uno de'suoi antichi signori, delle metropolitano di Tours. Quindi nel con-
numerose fabbriche di tal genere e della cistoro de'28 settembre preGonizzò(prov-
riputazione di cui godono. Al momento vedendo pure del 'pastore Le Mans, con
del suomatrimonio con Beatrice di Fian- dichiarare l'odierno vescovo mg."^ Gian
dra nel secolo Xlll, egli chiamò presso Giacomo Nanquette dell' arcidiocesi di
.°
di se molli artefici fiamminghi, che inse- Reims, parroco arci prete di Sedan) in 1
gnarono agli abitanti l'arte di tessere le vescovo l'attuale mg." Alessio Casimiro
tele, trovando essi poscia il segreto d'im- Giuseppe Wicart, di Meteren arcidiocesi
biancarle. Vi si fabbrica anche biancheria di Cambray, già vescovo di Frejus e di
da tavola damascata, gran quantità di fi- Tolone (K), con quella proposizione con-
lo di lÌDO, calicot, basini, fazzolclli iu filo cistoriale da cui ricavo quanto vado a ri-
TO U TOU 49
ferire. La cillà conlieue vigiliti circiter ve di artiglieria, volle recarsi alla chiesa
ìitcolarum niillia. Lo parrocchiale chie- a piedi, preceduto dalla croce, che fu al-
sa tifila ss. Trinità, ampia e decorosa, di zala a lui appena entrato nella stazione,
gnslo gotico e romano, venne elevala a e dal clero. Due ali di fanteria accompa-
caltedrale. Ha il ballisteriOjelacuraiJ'a- gnavano il corteggio, e tenevano addietro
nime è affidala al parroco arciprete coa- la folla del popolo, che si prostravaal pas-
diuvato da 5 vicari. Fra le relicjuie si ve- saggio del degno rappresentante della s.
nera l'intero corpo di s. Ifyomedìs mar- Sede. Le truppe della guarnigione, schie-
tyris. il capitolo, come le altre cattedrali rate sulla piazza della prefettura, gli re-
dell'impero diFrancia,si compone di 3 di- sero gli onori militari: tutte lecampane
gnità, d» 8 canonici seiicapilularcs^ ciun della città suonavano a festa. Dopo di es-
theologo et poenitentiario^e LÌiiiUvì preti sere stato il nunzio aposlolico in chiesa,
vo, dispose la bolla apostolica. Nella cillà rie amministrazioni della cillà. Nel d\ se-
vi sono due altre chiese parrocchiali mu- guente, dopo la messa, visitò diversi luo-
nite del due conventi di religiosi,
s. forile, ghi pii. Nelle ore ponieridiane ebbe luo-
4 monasteri di monache,uno de'quali os- go la ceremonia del possesso. Dopo che
serva le regole della Troppa, diversi so- il nuovo mg." vescovo fu complimentalo
dalizi, et semina riunì dioeccsamim prò dal podestà di Lavai, entrò processioual-
quamprimuni erigen-
elericis et pueris mente nella cattedrale, e là mg/ nunzio
dum erit,juxtapraedispositaiìi memo- die l'abbraccio al suo collega nell'episco-
ratis apostolicis literis. Ogni nuovo ve- pato, e poscia fece leggere la bolla, che
scovo venne lassato ne'libri della camera innalza Lavai a sede episcopale: finita la
apostolica in fiorini 870. Dioecexeos am- lettura, fu cantalo il Te Deum. Inoltre
hitus ad totani Meduanam provinciani i giornali francesi descrivono con molle
sesc cxtendit,etplura coniplectitur cen- particolarità gli apparecchi falli a Lavai
tena incolaruni millia. Il n.° 289 dei per degnamente accogliere ili." vescovo
Giornale di Roma del 855 riporta un r che veniva dato alla cillà. A spese del mu-
sunto delle minute descrizioni de'giornali nicipio era slato eretto un arco trionfale
di Francia delle feste falle a Lavai pel so- all'ingresso della via Napoleone, sul qua -
lenne possesso che della nuova sede prese le leggevasi: Primo Pontifici Lava llcn-
il vescovo mg." Wicart a'28 novembre, siy e le date della bolla e del decreto che
datogli dal nunzio di Parigi mg."^ Sacconi hanno eretto Lavai a sede vescovile. Al-
arcivescovo di Nicea. Quest'ultimo pre- tri archi furono innalzati da'cittadini, e
lato, mediante un vagone d'onore pre- su quello che indicava l'ingresso alla par-
paralo a Parigi sulla domanda del mu- rocchia della cattedrale era slato scritto:
nicipio di Lavaljgiunse nella città il gior- JVos populus ejus, et ovcs pascuae ej'us.
no precedente col suo uditore, e secondo Quattro obelischi erano sormontati da-
le disposizioni date dal governo, vi fu ri- gli slemmi di Pio IX, di Napoleone UI,
cevuto con tutti gli onori civili e militari del vescovo e di Lavai: ogni classe di per-
dovuti a un maresciallo di Francia nel- sone contribuì a quella grande festa. La
l'esercizio di sue funzioni. Un numeroso città era ovunque ornata, e la sera ric-
distaccamento di genilarmeria a cavallo camente illuminata. Il palazzo municipa-
era destinato a servirgli di scorta, 3 car- le faceva L^'illarea mezzo variati lumi gli
rozze erano stale condotte alla stazione slemn)i ponlilìcio e imperiale; e la popo-
perchè fossero a sua disposizione. Ma mg.' lazione acclama va piena di esultanza i no-
uuuzio, il cui arrivo fu anuuuciato da sal- mi di Pio iX e di Napoleone lU. AU'iu-
VUi. LXXIX. 4
So TOU TOU
(]omani il nunzio fece di buon'ora rilor^ 17 novembre del S^^ ^67, per ordi-
DO a Parigi. ne del re Cariberlo I, composto di 9 ve-
Concila di Tours. scovi, fra'quali era vi s. Germano
di Pa-
1 8 novembre 46 1 da
.*'
Il I fu tenuto a* rigi, Mappinio di Reiras, Eufronio di s.
rici che avranno qualche familiarità colle devono esservi donne dietro al vescovo,
donne straniere, vale a dire con quelle chenonemaritato.il prete, il diacono, ov-
colle quali gli antichi canoni non permet- vero il suddiacono che sarà trovato colla
tono loro di coabitare. Il 4-° riduce all'ul- moglie, sarà interdetto per un anno. Le
timo grado chierici, a'quali è pei messo
i donne non entreranno nel monastero de-
il matrimonio^ se sposano una vedova. Il gli uomini. I montici non usciranno, e se
5." scomunica i chierici che abbandone- alcuno si marita saia scomunicato. I ma-
ranno il loro ministero per vivere da lai- trimoni delle religiose sono anch'essi proi •
ci. Il 6.° scomunica quelli che abbando- bili. 11 corpo di Nostro Signore sopra Tal-
neranno la professione ieligiosa,o spose- tare, non dev'essere posto tra le im fun-
ranno delle vergini consagi ale. 11 7.° proi- gini, ma sotto la croce; il che prova, che
bisce qualunque comunicazione cogli o- vi erano già delle croci e dell'immagini
micidi, finche abbiano fatto penitenza. sugli altari, e che l'Eucaristia era custo-
L' 8.° proibisce di mangiare con quelli dita in disparte. E'proibiloa'laici di star-
cheavendo abbracciala la penitenza, l'ab- sene presso raltare,ma la parte della chie-
bandonarono poi per far ritorno a'pia- sa ch'è separata dalle balaustrate sino al-
ceri del secolo. Il 9.° separa dalla comu- l'altare non sarà aperta, se non a'cori de*
nione de'Ioro confratelli i vescovi, che fa- chierici checantano.il santuario.sarà sem-
ranno propri popoli e gli ecclesiastici
i pre aperto agli uomini e alle donne per
d'un altro vescovo. L' i.** separa dalla i pregare e comunicarsi, il che deve inten-
comunione gli ecclesiastici, che lascieran- dersi delle preghiere private fuori del
no il loro vescovo per darsi ad un altro. tempo dell'uffizio. Il 3.° concilio fu cele-
lli2.°non vuole che gli ecclesiastici vadi- brato nel 570. 114° neir8oo,ove l'im-
no a viaggiare in nessuna parte, senza a- peratore Carlo Magno divise suoi stati i
dazione del loro vescovo. Il 3. "permette 1 dine di Carlo Magno per ristabilire la di-
na rustica, ovvero in lingua tedesca, af- decreti del concilio di Clennont, massi-
finchè ognuno le possa intendere. Era- me per la i ." Crociata di Sìria per libe-
no queste le due lingue, che aveano corso rare da'saraceni Gerusalemme e gli altri
in Francia. La .' era quella degli antichi
i luoghi consagrati dalla presenza del Re-
galli romani, cioè il latino, ma corroltis- dentore, per cui nuovamente fu procla-
inOjdalla quale finalmente venne il fran- mata la guerra crociala. Il Pnpa ricusò
cese, secondo alcuni. L'altra era la lin- d'assolvere TadulteroFilippoI rediFran-
gua de' franchi e degli altri popoli ger- cia,come chiedevano vescovi, da lui sco- i
manici. 116.° concilio neir849 contro No- municato per aver ripudiato Berta sua
meno duca di Bretagna e nemico della moglie legittima, e sposato Bertrada di
Chiesa. Il y.^concilio nell'SSS, in cui l'ar- Monfort moglie del vivente Fulcone con-
civescovo di Tours Erardo vi promulgò te d'Angers; grave censura che in Frari'
molti canoni. L'8.° concilio nel 912, sulla eia fu rigorosamente osservata.il i4.'*con-
9.° 65
festa di s. Martino. 11 concilionel925 cilio a' 1
9 maggio i 1 nell'S." di Pente-
sulle decime. Il io.° concilio nelio55, te- coste, che altri anticipano ali i63, pre~
nuto dal legalo apostolico il celebrecar- sieduto da Papa Alessandro III e tenuto
dinal Ildebrando, poi s. Gregorio VII , nella chiesa metropolitana, coll'interven-
e dal cardinal Gerardo, contro gli errori to di I
7 cardinali,! 24 vescovi e fra'qua-
di Berengario arcidiacono d'Arles emae- li uiolti arcivescovi compreso loscio di
tro di scuola di Tours, eresiarca capo de' Tours,edi,s. Tommaso arci vescovo diCan-
Bcrcngarlaiiio S(igranienlari(F.), già torbery,non che di 4^4 ^t»^''»^')^'^''^""^
condannati da' Papi s. Leone IX e Vit- quantità d'altri ecclesiastici: i collettori
tore li, essendo a rei vescovo di Tours Bar- de'concilii non sono d'accordo sul nume-
tolomeo. A Berengario fu data libertà di ro de'cardinali e vescovi che si trovaro-
difendere la sua erroneYi opinione, dispu- no presenti a questo concilio. Essi appar-
tando con Lanfranco, ma non avendo co- tenevano, come gli abbati e gli altri, alle
Soscrissedi propria mano l'abiura, e i le- riferiscono, che il concilio scomunicò l'an
gati credendo quel versipelle convertito tipapa Vittore V, ed i suoi fautori sci-
lo amniisero alla comunione. L' i.° con- i smalici, mentre neh 65 1 egli era morta
1060, celebralo il .° marzo dal
cilio nel 1 e sosteneva il lagrimevole scisma l'anti-
dotto cardinal Stefano legalo di Papa Ni papa Pasquale III. Aggiungono, che A-
colò 11, e da io vescovi Ira'quali Barto- lessandro III dopo il concilio elesse per
lomeo arcivescovo di Tours. Il cardinale suo soggiorno Sens, e dimorò dal ."ot-
vi i
fulminò colla sentenza d' anatema Gof tobre I 1 63 fino alla Pasqua del 1 65,cioè 1
fredo il Barbato conte d'Angiò. Vi si fe- per 18 mesi circa, dandovi spedizione agli
cero io ovvero 19 canoni sui benefìzi e al- affari di tutta la Chiesa come fosse stalo
tre materie ecclesiastiche. Il 12.° di epo- in Roma. E' indubilaloche nelconciliosi
ca contrastala, nel quale ftuono confer- fecero 10 canoni, la maggior parte ripe-
mali i h'gali pii falli da Gervaso vescovo tuli ne' cuncilii precedenti, sopra varie
diLe Mans, e venne scouìunicato chiun- materie di giurisdizione e di disciplina CG-
que tentasse di opporsi all'esecuzione del clesiasticu.Si dichiararono nulle le ordina*
52 T O U TOU
zioni dei psendo Villoie V, e degli aliti propria autorità, altrimenti là sentenza',
scisrualìci suoi seguaci. Furono condan- Le scomuniche saranno ful-
sarà nulla.
nali nuovamente i Manichei^ nominati minate maturamente, e dopo le monizio-
poi Jlhìgesì, che desolarono le parti di ni e gl'intervalli convenevoli. Proibizio-
Tolosa {F.), co'quali rigorosamente fu ne a'chierici e a'monaci d'aver delle ser-
proibito di aver nessun commercio sotto ve nelle loro case e ne' loro priorati; e
pena di scomunica. II i5.° concilio nel a' benefiziati o chierici, impegnati negli
1236 a' 10 giugno, presieduto da Juhelloo ordini, di non lasciar nulla per testamento
Ivello deMatefelon arcivescovo di Tours: a' loro bastardi o alle loro concubine." Il
ebrei, di spogliarli de' loro averi e di far l'arcivescovo di Tours Giovanni di Mon-
loro altri torti, poiché la Chiesa li soffre: soreau, co'suoi suffraganei. Oltre la rin-
non volendo la morte del peccatore, ma novazione de'ca noni de'suoi predecessori,
la sua conversione." JXegli altri è dello. vi condannò molti abusi, che fan crede-
9» Che i vescovi avran cura della sussi- re che legnasse allora nella provincia lo
slenza de' nuovi convertiti, affinchè non spirito di litigio. I suoi 1 3 canoni princi-
tornino a'ioro errori sotto pretesto di po- palmente riguardano processi comincia- i
giurisdizione, tra io giorni dopo la morte le chiese, gli usurai, la giurisdizione ec-
del testatore; ed avrà cura, che sieno fe- clesiastica. 11 18.** concilio fu tenuto nel
delmente eseguiti. Quelli che hanno due 1 448 *" Tours o in Angers, sopra i costu-
mogli nel tempo stesso, saranno pubbli- mi; meglio ne parlai in quell'articolo, e
camente denunziati infami, e messi sulla fu presieduto dall'arcivescovo Giovanni
scala pubblica, poscia frustali, se non si Bernard. Il 19." concilio ebbe luogo nel
redimono con un' ammenda." Altri ca- 1467. Nel i5io durando le deplorabili
noni riguardano gli avvocali ecclesiastici, diflerenze insorte IraLuigiX II re di Fran-
i commissari delegali della s. Stàe^ i giu- cia e Papa Giulio II, nel settembre fu te-
dizi de' vescovi, gli scomunicati, ec. Hi 6.° nuta inTours un'assemblea, per occasione
concilio neh 289, presieduto dal nomi- della scomunica e interdetto fulminati da
nato arcivescovo di Tours, coH'intervento quel Papa contro il re e il regno. Luigi
de' suoi suffragane!. Yi si pubblicarono XII volle far esaminare in essa da'piìi doli-
j 3 canoni ovvero articoli di riforma, con li uomini del reame, se gli fosse lecito ia
approvazione del s. concilio; il che mo- coscienza di far valere il suo buon diritto^
stra che questa formola non era partico- di vendicar la fede de'tratlali (il Pcipa co-
lare del Papa e de' suoi legati. Questo me padre comune, non volendo opprime-
concilio comanda » In ogni parrocchia
: re i veneziani, erasi ritirato dalla lega di
•visaranno 3 uomini, chierici o laici, de- Coìnhray^ onde i francesi gli fecero guer-
putati per render conto al vescovo o al- ra), violata da Giulio II,efìnoa qual se-
l'arcidiacono, quando saranno informali gno ei dovesse rispettare le armi spirituali
degli scandali contro la fede e buoni co- i della Chiesa, tra le mani del suo aggres-
stumi. Li sagramenti saranno anjmini- sore, che non se ne serviva, al dire del re,
strati gratis^ ma senza pregiudizio delle che per sostenere l'ingiustizia, e in affari
pie costumanze; i curati o rettori non i- puramente temporali (da queste imputa-
scotuunicherauuo i loro panocchiani di zìodì diversi imparziali scrittori difesero il
TOU TO U 53
Pflpa, etl io propugnai l'opernloda /?/« sliche, intorno a quelle cose per le quali
Ho 11^ iie^i articoli relativi alla fanesta v'era costume di ricorrere alla s. Sede?
guerra, e al conciliabolo che il re contro Si rispose, diesi dovea osservare il diritto
eli lui fece adunare in Pìsa^ Milano e Lio- antico (formato dal più forte) e la Pram-
ne , facendogli ribellare alcuni cardinali matica sanzione [1-^.) del regno presa da'
•francesi e spagnuoli). Si ridusse nell'as- decreti del santo (scismatico e concilia-
semblea 8 ardite propo- bolo) concilio di Basilea (l^.). ^ Se
la <]uestione a 4 il
sizioni jìer arte del re, con un apparente Papa senza badare alle regole della giu-
teojperaniento, che fliceva credere nelle stizia, e alla formalità del gius, nou im-
più minute espressioni il rispetto di quel piega che le sue armi e le vie di fatto, pub-
prìncipe per la s. Seàe. che combatteva blica delle censure contro questo princi-
vivamente nel suo ben degno capo. Ecco pe, e contro quelli che lo proteggono e lo
le più essenziali. vSi domandava ini.°luo- difendono (il feudatario ribelle al suo si-
go, s'era permesso a un principe, il quale gnore temporale il Papa), è egli necessario
difende la sua persona e i suoi slati, non deferirvi? L'assemblea decise, che siffatte
solamente di respingere l'ingiustizia (la censure sarebbero nulle, e che secondo il
storia non dichiarò aggressore Giulio li, gius non legherebbero in nessun modo,
bensì Luigi XII) colla forza dell'armi, ma cioè secondo il loro modo di vedere che
di occupare eziandio (come le occupò) le portava allo scisma e di erigersi a giudici
terre della Chiesa possedute dal Papa, suo delsommoPontefice,al quale solo Dio die
dichiarato nemico (pe' gravi motivi qui ilpotere di sciogliere e legare. Queste ol-
appena accennati), non con intenzione di traggiose proposizioni e perniciose rispo-
rilenerle, ma a solo oggetto che il Papsj qualificarono da taluni scrittori, mi-
ste, si
Tion diventi più potente col mezzo di quel- sureda prendersi per ledi tferense insorte,
le terre. Fu risposto da'consiglieri ligi al onde farle terminare di comun accor-
re, e pieni di gallicanismo , che questo do. Meglio altri imparziali scrittori ri-
è permesso a un principe con certe con- conobbero nell'assemblea di Tours, non
dizioni. 2.° S'egli è permesso a un prin- mai un concilio, piuttosto un conciliabolo.
cipe in grazia di quest' odio dichiarato K vero die nell'assemblea fu stabilito di
(così volle qualificarsi la difesa: la puni- mandare alcuni oratori al Papa, i quali
zione di Giulio II), di sottrarsi all'ubbi- trattassero con essolui della pace, ma eb-
dienza del PaprT(imitando l'antenate d'in- bero pure che in caso che
le istruzioni,
lio II. Il 20.° concilio lo presiedè Simo- la del Papa s. Pio V control simoniaci e i
caristia, del sagrifizio della messa, del ma- tera sinodale, nella quale vi si riconob-
trimonio, dell' ordine, della celebrazio- be la predestinazione degli eletti alla glo-
ne delle feste, del cullo delle reliepiie. 3.^ ria eterna; l'esistenza del libero arbitrio
Della riforma e della disciplina ecclesia- nell'uomo dopo il peccato d'Adamo, ed
stica, de'doveri de'vescovi, de' canonici, il bisogno che ha d' essere sanato dalla
de'curali ec. Ss ordinò a'monaci di por- grazia di fare il bene; la volontà di Dio
tare lujugrnn corona e di radersi la bar- per la salute di tulli gli uomini; e la mor-
ba , e fu proibito a tulli senz'eccezione ie di Gesù Cristo per lutti quelli che sodo
TO V *TOV 55
soffomessi alla legge di morire. Tale fu haleola, tovagliuolo o tovagliuolino, ed
il (ine delle dispule, ch'erano insorte nel- anche salvietta, quel piccolo pannolino
la chiesa di Francia sopra la predestina- che si tiene dinanzi a mensa per nettarsi
zione. Condì, t.8, p. 702; Mabillon, A- le mani e la bocca; ed ancora il mantile
nalcct, l.i, p. 58; Siiniond, Concilìor. o \*ascìag!ilo\o,nlanutergium,sudariam^
Galline t. 3. Si fli menzione d'uD- altro più lungo che largo, per uso d'asciugarsi
concilio Tussiacense celebrato neir866, le mani e simili; e il fazzoletto, manualis,
coprire la mensa dell'altare. 11 Chimen- vanda delle mani, sia per la Lavanda
telli, nell'erudita sua opera, Marmor Pi- de* piedi (F.) Tuttociò premesso, io qui
saniim, de honore BisseUii (in cui rac- intendo parlare della Tovaglia delV Al-
colse le notizie sulla sedia con due brac- ^^r<?,copei tura e ornamento di sua Men'
cia ch'era presso i romani contrassegno sa, nonché copertura della Pietra sagra,
di dignità, non meno che di tutte le seg- sotto la quale è il sepolcrino colle ss. Re-
giole degli antichi), deriva l'etimologia liquie, però debbo notare che al contatto
della voce Tovaglia da Torà li, ch'erano della mensa è propriamente la sotto-tova-
coltri tappeti sovrapposti a'letti,o guar- glia d' incerata, il Zaccaria, Ononiasti-
nizioni del giro del Letto, di color bian- curn Rituale , riporta i diversi vocaboli
co, ornali di ricami in oro o di arabeschi, co* quali fu denominata, cioè: Toalca,
fatti coll'ago o col pennello, in vari pezzi Toalia, Tohalea, Tobalia. Quindi la de-
o segmenti di roba, cucili sopra que'pan- finisce: Mantile, nohis tovaglia lintea^
tal nome fosse in uso presso gli antichi Lambertini.poi Benedetto XIV, nel Trai*
germanici cel fanno intendere le Glosse tato della s. 3Iessa, secondo la Rubri'
delle tovaglie sopra gli altari, ondeOltato alla parola Substratorium, dice non do-
Milevitano (fiorilo nel 370) lasciò scritto: versi leggere Substorium, ma bensì Sub-
nihilque super eo ponatur, nisi Capsae Linteamina, sive, uti hodie loquuntur,
cuni Sanctorum Reliquiis, et quatuor tres Tobaleae quae prius per benedi' ,
Evangelia, Queste tovaglie debbono es- ctionem, de qua mox infra, consecra-
sere tre, come si deduce dall'antico cano' taefuerint, requirunt, aut saltem duae,
ne, Si per negligenliam de consecrat. quaruni una simplex sii, altera vero sic
disi. 4, ove s'impone una grave pena a chi complicata ut duarum locum teneat). ,
versa il Sangue di Cristo, ch'è nel calice, E nel vocabolo Manutergiuni io spiega
e si prescrive ciò che deve farsi, se arri- asciugamano: Ubi cuni ventum fuerit,
va alla 4/ tovaglia, valutandosi peri. "to- et Episcopus sedem petierit antecedant
vaglia il Corporale, sotto cui sono le al- duo acolyti cum Manutergio, et genu-
tre 3 tovaglie dell'altare. Sindoni (F.) so- Jlexi ante eum totum illi sinum eodem
no chiamate queste tovaglie negli atti del- cooperiant, ne lavans manus aqua ca-
JaChiesa di Milano; e Substratorium vien sulam aspergat, come si legge nell'Or-
detta la tovaglia dell'altare, sopra cui si dine Romano, ivi ragionandosi dell'or-
stende il coi porale. Stefano vescovo Edu- dinuzione de'suddiaconi si dice: Hi igitur
nese, />« Sacramento Altari, ai cap, 5, cum ordiiiaritur sicut saccrdotes, et levi^
T O V TOV 57
taf mfttiìis impositionem non suscipìui^^ tovaglie cominciò nel secolo IX, riferen-
st(l patt'iiain tantum y et de cab'ceni de done l'origine alla decretale Si per ne-
Episcopi ^el ahArchidincono schy'
ni (UHI gligcntiani, non tenuta per vera da'criti-
phuni aniiae cum atpnmanili, et Mann- ci,e attribuita a s. Pio I deh 58. Crede
tergium accipiunt. Di clie traila ancora altresì che coloro i quali considerarono
Isid., De Eccl. ofjìc. Ilb. 2, ca(3. io. Inol- quel decreto come emanato dal ricorda-
tre Magri al vocabolo Ma/malis, lo spie- lo Papa, cominciarono pe'primi a mette-
ga fazzuielto, e che si legge nel martirio re 3 tovaglie di tela sull'altare, conforme-
tli Montano: Et (pio praecis suae fi-
s. mente a quel canone, e che quest'uso ven-
iJenifaceret^ Manudlcm,(pio oculosfue- ne [)oscia prescritto ne'concilii,ne'messa-
rat ligatus.in partcs diias discidio. Par- li,ne'libri ceremoniali, soprattutto dopo il
lando (Iella [Mappa o tovaglia dell'aliare, secolo XV; di maniera che può'dirsi qua-
elice che dev'essere di lino conforme il de- si universale in oggi nelle chiese d' occi-
creto di Papa s. Clemente del f)3 e di I dente. Prima del secolo IX mette vansi in-
gra all'arlicolo M'.?.y<3. «Per celebrare la sei Italici, xìéVAppendix all' Ord. Rom,
uiessa abbisognano, regolarmente parlan- XI, De consuetudinibus Confessionis h,
do, Ire tovaglie bianche di lino, odi ca- Petri, per la messa che vi cantava il Pa-
nape fino, o di cotone ne'paesi ne' quali pa: tob alias frisatas et opertas,quae to-
manca che tali tovaglie sie-
la tela di lino; tantum
tani altare colligant sine frisio,
ro berjcdettedal vescovoo da un altro ap- frisatas, non parvas vel magnas. Ora le
provalo a lai e^'ello (Rdbr. par. i, lil. 20, tovaglie sono di lino di varia specie, e la
cap. 3o e 4o De consecr, disi, i
). Due Io- prima è ornata nella parte anteriore e
Taglie bastano però ne'paesi in cui l'uso nelle laterali di merletti diversi, talvolta
ha prevalso come in Ispagna, almeno ai nobilissimi, tale altra con fodera sotto per-
tempi di Suarez, e si può anche limitarsi a chè meglio figurino i trasparenti, che so-
una sola in caso di necessità, qual sareb- gliono essere di seta o altra stoffa rossa,
be se si dovesse perciò privare un amma- turchina o di altri colori. Non mancano
Jato del s. Viatico, ovvero una comimilà tovaglie con merletti d'oro più o meno
di una messa tli precello. S\ può ne'me- ricchi, e ne ho vedute di lauta magnifi-
desimi casi di necessità servirsi di tova- cenza, il cui allo ornato invece di mer-
glie non benedette, ma non mai di tova- letto erano piccoli drappelloni a spicchi
glie imbrattate, lacere, o indecenti in qual- ricamati superbamente in oro. L'ai). Di-
siasi maniera". Vogliono alcuni, che pri- clich nel Dizionario sacro-liturgicOyCol-
ma del secolo 111 si coprisse ordinariamen- la Rubrica del Messale dichiara : Che
te l'altare con una sola tovaglia, e soltan- fallare copre con 3 tovaglie monde
si
to quando doveasi celebrare la messa, co- (senza cornice all'intorno, ma con una fa-
meosservavasi in molti monasteri di Chi- scia in seta, od in oro lavorata, colla qua-
ny, e poi si levava del tutto (il Magri nel le inghirlandala la ficcia delTallare, ap-
Jlierolexicon asserisce, che altrettanto parisce più adorno), benedette dal vesco-
pt'aticavasi nella chiesa di s. Giovanni di vo o da altro avenle la ficollà (perchè il
Lione, e in molli monasteri della città di vescovo può delegare in ciò che non è d'or-
Corruuna nella Spagna). Il Hoccpullot nel- dine vescovile, tua di sua giurisdizione sol-
la Liturgia sagra, dice che l'uso dello 3 lunlu, e purché non esiga l' uiuione del
58 TO V TO V
sagro crisma); la superiore sia lunga, che lino), ed il Manipolo (V.) che originò dai
giunga fino a terra, più corte poi le al- tovaglioli o fazzoletti di lino che i chierici
tre tltie, oppure una duplicata. Meglio e si legavano al braccio sinistro per netta-
con piì^i erudizione critica ne ragiona al- re il naso e la fronte; ed il Galletti nel Pri-
l'articolo Tovaglie e loro benedizione, la mìcero a p. 3o, li chiamò strumenti ne-
quale dice necessariaaltrimenti non si , cessari alla mondizia del corpo, tanto con-
andrebbe immune da colpa scientemente veniente alle sagre funzioni; egli erudita-
celebrandovi, fuori del caso di necessità, mente con altri disse la mappula essere
come \uole Gavanto, il quale dice che le anche veste ecv\e^\^?>{\cdi.\Mappulari(V.)
tovaglie devono essere tre in honorem ss» nella Lavanda de piedi à^X Papa, avea-
Trinitatis. Siccome alcuniopinarono po- no cura d'asciugarli con tovagliolo, quan-
tere essere anche di bombace, pure si de- do si riposava nel Letto de^ paramenti
ve tenere allriraenti, giusta il decreto ge- (/^.). Tra le ceremonie della consagrazio-
nerale della s. congregazione de'riti. in una ne della Chiesa (F^.) e de'nuovi Altari,
visita pastorale di Venezia fu ordinato ,
vi è la benedizione delle tovaglie, come
che oltre le Stovaglie, ve ne fosse un'altra pur fece Gregorio XVI nel consagrare la
di tela cerata; ciòper altrove è di puro nave traversa della patriarcale basilica di
consiglio. Questa ultinia sotto-tovaglia o s. Paolo, e l'altare pontificio, il che rile-
copertura della mensa, si pone immedia- vai nel voi. XI, p. 25 ; nel consagrare l'al-
1
tamente sulla nuda mensa dell'altarestes* tra parte del medesimo Tempio e l'alta-
so. Vi è pure la copertura di tutte le to- re della Conversione di s. Paolo, il Papa
vaglie, principalmente perconservare più Pio IX non benedi le tovaglie per essere
netta la tovaglia superiore, e si suole fa- già stale benedette, come rimarcai descri-
re di pelle corame verde, rossa o di al- vendo quella funzione nel voi. LXXIII,
tro colore, ed anche di tela grossa di co* p. 373. Nella Cappella pontificia (F.)
lori diversi. Nella chiesa greca la7oi'^g'//Vz quando il Papa celebra il vespero ordi-
detta Antimensa è una specie di tovaglia nario o pontificale, al canto del Magnifi-
consagrata, di cui si fa uso in certe occa- cat, prima che si rechi a incensar l'alta-
sioni, ne'luoghi dove non si trova altare re, un chierico leva dalla mensa la testie-
conveniente. Osserva il p. Goar, che ri- ra colla mitra papale, e due Uditori di
guardo alle poche chiese consagrate che Rotaj assistiti da un maestro di ceremo-
aveano i greci, ed alla difficoltà del tra- nie, vanno a distendere nella detta men-
sporto degli altari consagrati, la chiesa gre- sa la sopra-tovaglia(che mg.MeLigne dot-
ca per secoli interi fece uso di certe stof- to prefetto de* iMaestri delle ceremonie
fe consagrate o pannilini chiamati Antì- pontificie, mi diceva da' liturgici antichi
mensia per supplire a queste mancanze. chiamarsi Strogolo, vocabolo di cui non
Le tovaglie dell'altare sono Pannilini sa- mi riuscì trovare l'etimologia in Du Gan-
gri (V.), e weW Istruzioni delle suppel- ge, Mabillon, Macri , Gatlico, Catalani,
lettili ecclesiastiche di s. Carlo Borro- Cancellieri, e neppure nell'opera de Se-
meo, nel cap. De Mappis, Tohaleisve Al- cretariis, Borgia, Moretti, Garampi ed
taris, si legge: Mappae ipsae, quae Ve- altri), la quale trovano ripiegata verso il
aut Sindones alias di-
la^ l^elamina'.' e ^ gradino de'candellieri; indi si trattengo-
cebantur,supernamAltaris partem con- no lateralmente all'altare per nuovamen-
tengentes^ e lino, aut uhi lini copia, non te alzare e ripiegare la sopra-tovaglia sul-
est, e cannahi sint. La tovaglia dell'alta- la mensa stessa, dopo che il Papa ne ha
re si disse ^wzhQ Mappa[y.)^e talvolta \.tvm'\x\9,ioV Tncensazioìie. Il Cancellieri
Mappula {y.)ì come mappula si disse il nella Descrizione delle cappelle ponti-
Baldacchino (di cui riparlai a Ombrel- fide, non descrive affatto tale distesa del-
TO V TOV 59
la sopra-tovaglia e sua successlta ripiega- posto). Quindi il Papaseguitoda'cardìna-
tura, dicendo lìoltanlp dell' incensazione li assistenti, dall'uditore di rota custode
dell'aitare eseguila dal Pupa ne* vesperi della mitra, in mezzo a due camerieri se-
ordinari e in quello pontificale. Quanto greti , ed alzando le fimbrie della falda
ho narralo si eseguisce di fallo in tulli i due uditori di rota, ascende i gradini del-
vesperi inluonati dal Papa, lauto ordina- l'altare. Si auteniduo tantum auditores
ri che ponlificali. Nondimeno, secondo le intcressent, elevata tohalea altaris (e in-
prescrizioni rituali,dovrebbe fare tut-
si vece la distendono) veniunt ad Pontifi-
to al contrario, come vado a riferire. E cem, et ci funhrias eleva nt. Dopo l'incen-
siccome ninno seppe renderiiìi ragione di sazione, ritornalo il Papa dairaltare,e^ re-
questa contraddizione, cos'i mi sarà leci- vcrtitur ad solium duohus auditorihus
to di azzardar poi il mio particolare opi- fimhriasy ut prius, tenentihus : alii duo
namenlo.Nelle Brevi indicazioni per ice- auditores tobaleam altaris, ut prius e-
rcmonieri pontificii in tutte le Cappelle rat^explicant [e invece la ripiegano): t'c/
Papaliy ec, compilate da mg/ Dini sot- si tantum duo sint auditores, explicent
to Pio VI, e compendiate nel ponlificalo tobaleam, antcquani fimhrias Pontijì'
di Pio VII da mg/' Fornici e da mg/ de cis teneant. Questo Ccrcmonialc T^div\i\w^
Ligne, leggo. Che l'ufììzio d'alzare (in fat- do degli altri vesperi ordinari nulla dice
to invece si distende) la so[)ra tovaglia per sullo scoprimento e ricoprimento della
Tincensazione dell'altare che fa il Papa, mensa per l'incensazione (e secondo quan-
e quello di distenderla (invece si ripiega) to si pratica ricoprimento e scoprimento),
sulla mensa dopo l'incensazione, spetta a ma vi supplisce parlando De officio de
due uditori di rota quando il Papa nella Auditorihus,'m cui è dello. Quando Pon~
mattina seguente pontifica, cioè ne' vespe- tifex est incensaturus altare, duo ex cis
ri ponlificali ; ma quando tion pontifica, praeveniunt ad altare, et hinc inde ele-
ossia ne' vesperi ordinari, l'azione appar- vant mappam primani, quac est super
tiene a due Chierici di Camera. Su que- aliare (e ora invece si distende), uscpte
sl' ultimo particolare ancora sta però in ad medium etponunt super a-
altaris,
fallo, chegli uditori di rota soltanto esem- liam mediani. Deinde expcctant ad par-
pre esercitano il riferito ultìzio, tanto nei tem genuflcxi quoad Papa incensaverit
vesperi pontificali, che ne'vesperi ordina- altare, et mox surgentes resti tuunt map-
ri. Anche anticamente ciò eseguivano, e pam, ut prius erat (cioè al presente ripie-
prima ancora che A lessandroVll nel 655 1 gandola). Quod si duo
non adsunt alii
li dichiarasse Suddiaconi apostolici {^V
.)^
duo
auditores, ut fimhrias elevent iidem
dopo aver soppresso l'anteriore collegio. elevent prius mappam, etdcinde vadunt
Imperocché trovo nel SacraruniCcrinio- ad finii rias Papae (dunque nemmeno
ìiiaruni s. Ronianae Ecclesiae , opera pel poco numero degli uditori non veni-
compilata da mg." Patrizi Piccolomini e vanosuppliti da altri ^vt\\\i\), et similiter
terminata nel 1498 (e non da njg."^ Mar- post incensalionem reponant mappam,
cello come notai nel voi. XXXIX, p. 55 et pnstea attolla ni fimhrias. Parlando
e altrove), a p. 71: De Vesperis P^igi' poi DeofTicio de Clericis Canierac, nul-
liae JVativitatisCJiristi, Ponti/ice in era- la dice dell'azione di distendere e rialza-
stimmi celchraturo Cominciato il can-
... re la sopra-tovaglia, o superioris tohalea
to del Magnificat..,.Interim duo nudi- o mappam, pì\aì(ì e dopo della pcmlificia
tores rotae accedunt ad altare, et hinc incensazione. A nche nel Cerenioidale Kpi-
inde elevantanterioreinpartem superio- scoporum: De ì^esperis solcmnihas KpU
ris tohalcac altaris,ct plicant usque ad scopo in crastinum celchraturo, si dice.
medium velcirca{i'\^t{Of invecesi Iti Top- Comincialo il canto del Magnificai.,, fu'
6o TO V TO V
ierìm duo acolythì pracecdiint ad alta- cioè il Grembiale per la lavanda delle ma-
re eleva ntes hine inde anteriorcni par- ni. Concludo il mio dire, che essendo \n\
tem siiperioris Tohaleae, seu Veli super rito particolare delPapa,iirar distendere
altare positi, illa mq uè conduplicant us- una particolare tovaglia nella celebrazio-
ane ad medium. Incensatosi dal vesco- ne della messa pontificale, sebbene il Sa'
"vo l'aliare e ritornato alia sua cattedra, crarumCerimoniarum del Patrizi non ne
tt duo acolythi supradicti Veluni, seu faccia menzione,forse il rito per analogia e
Tohaleam paulo ante plicatam redu- uniformila fu eslesoa'vesperi pontificali e
cunt, pront erat super altari. Dicono i ordinari; cjò me lo fa congetturare dal
liturgici-.L'altare è precisamente per iló'tìt- vedereadoperala la Tovaglia delCIncar-
i^riyizio, e perciò viene coperto dalla so- nalus anche ne' suddetti vesperi sì pon-
])ra-lovaglia(o4S7rog^o/o,come lo chiama- tificali che ordinari. Menlreassente il Pa-
fjcialura del vespero. Siccome poi ne've- un cardinale, l'azione di distendere e poi
speri devesi incensare l'alta re, questo es- rialzare la sopra-tovaglia non ha luogo.
sendo ornato delle tre tovaglie come pre- Nel giovedì della Settimana santa, fiiù-
scrive la rubrica, prima di essere incen- ta la messa, e tolta la ss. Eucaristia e ri-
sato si scuopre ritirando indietro la so- posta in altra cappella nel s. Sepolcro,
pra-tovaglia,delta anche Velume Toha- per cui si lascia aperta la porticella del
leam nel memora to6Vremo7zm/^.Nel voi. Tabernacoloy in coro si dicono i vesperi
IX, p. 22, d'accordo col Cancellieri, de- senza canto. 1 sacerdote celebrante co'mi
1
•
scrivendo il Pontificale che celebra il Pa- nistri, compili i vesperi, vestito di stola
pa, narrai un rito particolare delPapa, non paonazza sopra il camice, adattata In mez-
trovandolo nel Ceremoniale Episcopo* zo al petto in modo di croce, e di un'al-
rumj cioè che cantandosi dal covo^Etin- tra pure paonazza vestilo il diacono,si por-
carnatus est, il cardinal diacono mini- tano a spogliare e denudare gli altari con
slrantedal lato del vangelo e il suddiaco- quest'ordine. Prima precedono due ac-
no latino uditore di rota da quello del- coliti colle mani giunte, poi il suddiacono
l'epistola, spiegano insieme la sopra-tova- e il diacono, seguili dal celebrante, pari-
glia sulla mensa dell'altare, la quale trova- menti colle mani giunte e tulli col capo
si piegata versoi candellieri. Essa è di tela coperto. Arrivali all'infimo gradino del-
lina e forse un tempo damascata, orlala di l'altare maggiore tulli genuflettono con
merletti d'oro, da cui ancora èframezza- un solo ginocchio, eccettuato il celebran-
ta,ed è volgarmente detta Tovaglia del- te, il quale s'inchina profondamente alla
l' /ncarnatus,]poìc\ìò sì spiega dopo il can- Croce soltanto, e tosto comincia sommes-
to del medesimo. 11 p. Gallico, Acta Cae- samente co'sagri ministri l'antifona: Divi-
remonialia: Missa Papa lis orcio, dice a serunt sibi vestimenta mea, proseguita
p. 09: Et duni cantato Credo, vel qffer.
1 dal coro in piedi e con tutto il salmo Deus
torium, dehetdiaconus Evangelii ahlue- Deus meus, respice in me, con pausa fin-
re sibi manus, et lotis manihus immedia- che lo spoglio di tutti gli altari sia com-
te accedens ad altare extendat l^oba- pilo, ripetendosi indi l'antifona. Frattan-
leam^ sacrifidi super Altare, et Corpo- to il celebrante in mezzo de' sagri mini-
rale ponat super pallani. Suhdiaconus stri ascende l'altare, e insieme con essi le-
so il numero degli altari, nel tempo in cui j, cap.79. Nello stesso giovedì santo ha
si fa lo spoglio del maggiore, si può fare pur luogo in alcune chiese, come de'do-
allrellanlo da'sacerdoli vestili di colla e menicani, la Lavanda dell' Altare (/ .),
stolapaonazza, e recitando il dello salmo riferendo Magri, che si eseguisce con l'er-
eseguiscono lo spoglio degli altari mino- ba issopo (della quale riparlai nel voi.
ri. Ciò fallosi, il celebrante co'sagri mini- LXIX, p.i2i), per significare l'unzione
stri ritorna all'altare maggiore, e dafb se- della Maddelena falla due giorni prium
gno coll'islromento di legno, di cui tor- della morte di Cristo (quanto al tentpo
nai a ragionare nel voi. LXIV, p. 3 i 2, non ci aderisco); ed aggiunge che altri sti-
lutti genuflellono,e poisorgonodopo bre- mano migliòre rito quello della chiese in
ve orazione, e adorala con un solo ginoc- cui laceremonia si fa il venerdì santo, nel
chio la Croce, ritornano con portnmenlo qual giorno ancora la chiesa Ambiogia-
divoto in sagrestia. Compiuta la denuda- na spoglia gli altari dopo letta nel Passio
zione degli altari,si suol levare da'vasi e la morte del Salvatore, e usando mini- i
P/7/della chiesa anche V Acqua hcncdet- stri paramenti rossi; e che la medesima ce-
ta, della quale riparlai nel citato voi.a remonia si fa in Costantinopoli dal pa-
p. 3 16, rilevando la questione se si deve triarca e metropolitani greci, lavando gli
lasciare o togliere. UDiclich lodato chia- altari prima con acqua benedetta e poi
ma l'uso di levarla, abuso da distrugger- con acqua rosa, com'è prescritto dal lo-
si alFatto, come vogliono vari liturgici, so- ro Eucologio. Nella mattina del venerdì
stenendo non mai doversi fare mancare santO; finita l'ora di nona, il sacerdote e
nella chiesa. Si legga però il da me accen- i sagri ministri vestiti de*paramenti neri,
nato in dello luogo. 11 Magri al vocabo- senza lumi e senza incenso, si portano al-
lo Altare^ dice con Alenino, De Divi/i. l'altare, e mentre innanzi ad esso prega-
Qff/c.j che si spogliano gli altari nel gio- no alquanto, gli accoliti genuflettendo di
vedì santo, per denotare la nudità di Cri- nuovo alla Croce, che in quel giorno la
sto nella Passione, e quanto dissi a Cap- Chiesa venera in modo speciale, distendo-
pelle PONTIFICIE e Settimana santa, nel no sopra la mensa una tovaglia, in mo-
descrivere queste funzioni e le altre che do che poco o nulla penda lateralmente,
accennerò, mentre delle vesti del Reden- per la njessa de Presantifica fij e termi-
tore riparlai a Tonaca. Che lìeWOrdine nata la funzione, si torna a deiuidare l'al-
ne Sdhhati, riportando tutte le significa- bito dal ^."^ decreto della congregazione
che già pra-
zioni fatte da'lilurgici, rito emanalo sotto Ur-
della visita apostolica,
licavasi a'tempi di s. Isidoro arcivescovo bano Vili. domenicale sebbene fu un
11
di Siviglia del 600 circa; ed a p. 188 e tovagliuolo col quale le donne riceveano
194 discorre del rito antico della lavan- la comunione, altri dicono che fu pur co-
273 ragiona della denudazione degli al- ss. Eucaristia. Non deb-
l'attodi ricevere la
tari,^tvV Interdetto o Seomiiniea (F.), bo lacere il can. 58 del concilio in Trul-
e ne riporta diversi esempi; tempo di a- lo del 680." Il comunicante non riceve-
m a rezza e di lutto per la grave pena in- rà l'Eucaristia in vase d'oro, o di qualsi-
flitta, nel quale la Croce, le sagre Imma- voglia altra ntateria, ma nelle sue mani
gini e le ss. Relicpiie si circondavano di incrociale l'una sull'altra, perchè non vi
spine, coprendosi l'altare di cilicio in se- è materia tanto preziosa, quanto il cor-
gno di dolore e di lutto, sctspendendosi po dell'uomo, che è tempio di Gesù Cri-
la celehrazione de* divini uffizi e le preci sto".Si vuole cheilF^7io;2ef/^^.j,ora orna-
nel portare i defunti alla sepoltura. Nei mento proprio del solo Papa, abbia avuto
tempi eziandio di qualuncjue tribolazio- origine dall'orale, specie di tovagliolo col
ne, estinti lumi, si denudavano gli alta-
i quale il Papa s'involgeva il collo acciò il
ri,aut cilicio, luguhrive, quo ohvolveha' sudore del capo non insucidasse la pia-
tur tegumento, sacrarum Reliquiarum^ neta (nel n.°576 del Diario di Roma
dut sanctarum Imagiiium in terra de- 172 I, dicendosi delle vesti pontificali col-
positione super spina ^ officio et canta y le quali si veste il cadavere del Papa, di-
suhmissOy a liisve Imjusmodi tris titiae ar- chiarasi essere \\ fanone segno della chie-
gunientis palam facìehat. Tutto erudi- sa greca). Che i tovaglioli anticamente si
dinato alle donne di non ricevere la ss. pure in significato di tovaglia dell'altare.
Eucaristia colle mani nude, ma coperte Indi narra la ceremonia colla qualesi con-
con un \i'.\OyC[ì\nnMììo Dofnenicale [/ .)j sagravano al servizio di vino fanciulli, che
i
da ciò ebbero principio le tovaglie di co- da'loro genitori erano involti nella tova-
munione pe'due sessi, e poi le tovaglie che glia dell'altare, e cosi restavano dedicati
si mettono sopra le balaustre, le quali deb- alla chiesa. Con tal funzione però non re-
bono essere monile. ìNon devesi però mai slava astretto il figlio a conformarsi con
presentare a'fedeli che stanno per comu- il voto del padre, ma pervenuto all'età
nicarsi, invece della tovaglia di coiaunio- perfetta era in sua libertà 1' abbracciare
TR A T RA 63
Tislitulo monastico. Fuiulmente col me* continente di Tracia, avea preso il nome
desialo alto si oirrivano alla chiesa ì beni diGhersoneso di Tracia, li continente di
stabilì , come si legge nella cloiiiizione di Tracia era diviso in 6 parti, cioè: i." La
Tertullo a favore dei monastero di Mon* parte che ha per confine a settentrione il
le Cassino. Atqut' per Pallam allaris s. Mela, piccolo fiume che metteva foce in
Jo.Biiptìstat'^ eidcmqiie Patri ohtiili, etc. fondo del golfo MeJanico: avea a mezzo-
Nell'archivio di Viterbo il Magri lesse un dì il Ghersoneso e la Proponlide; all'o-
documento, conie alcuni divoti con met- riente il Bosforo di Tracia e il l^nlo Eu-
tersi la tovaglia dell'aliare sul capo in pre- sino. Le principali città di questa parte e-
senza dell'arciprete si costituivano obla- rano sidle sponde della Propontide, Ga-
lijOderendo anche i loro beni a s. Loren- nos, Bisanthe, chiamata anche Redeslo;
zo titolare della cattedrale. 11 p. Bonan- Perinto, detta pure Eraclea; Selimbria,
ni, La Gcrarchiaecclesiastica^ cap. 67: Bisanzio oraCo&tantinopoli.Sul PontoEu-
Del Sitccìntorio (f^.) ornamento sagro , sino,Dercon, Salmidesso. Era partendo
del Papa, ricorda quell'orale mentovato dall'oriente di Perinto, che fortnandouna
poc'anzi. Siint necessaria prò persona curva verso settentrione, il Macrontichus
Pontificis pccten, et Pohalca circttmpo- ossia la lunga muraglia eslendevasi fino
nenda collo ejus, quando pectinafur.pel- alia città di Dercon; ma quest'opera era
vis, et tohalea adabstergendaui maniis. d'un tempo non molto aulico. 2.° La se-
Da s. Girolamo il succintorio fu chian)a- conda parte della Tracia stendevasi dal
to Zt/zr/i7r/«;;/, dicendo signiljcarsi rascia- Melaall'Ebro: era questa stretta, e le stie
gatoio, con cui Ponzio Pilato governato- più considerabili erano situate sulla
città
re dellaGiudea si asciugò le mani, quan- sponda dell'Ebro. Questo fiume comin-
do dopo aver altamente e pubblicamen- ciando a settentrione, al monte Emo, ba-
te dichiarato l'innocenza di Gesù Cristo, gnava molte città: le principali erano Fi-
e falto«og»ii sforzo per liberarlo da' suoi lippopoli, Adrianopoli, chiamata prima
nemici, non volle condannare il Reden- Orestide, e Traianopoli; quindi scorreva
tore, ed acconsentii però per vii timore e fino all'ingresso del golfo Melanico, pres-
debolezza, che si eseguisse l'ingiusta sen- so la città di Enos. 3.'' La terza parte era
tenza de'sacerdoti, scribi e anziani degli tra l'Ebro e il lago Bistouide a settentrio-
ebrei. ne. Alcuni autori hanno divisa in due que-
TRABIZA oTRAPOBlZlA, Trahy- sta parte, l'una dall'Ebro al Lisso; e l'al-
zia. Sede vescovile della provincia d'E- tra dal Lisso al lago Bistonide. Sulle ri-
roinmnte, nell'esarcato di Tracia, sotto la ve del mare trova vasi Maronea, e in mez-
metropoli di Adrianopoli, eretta nel IX zo alla terra Scaptahila , città ricca per
secolo. 11 suo vescovo Costantino assistè le sue miniere. 4«" 'P'Q '1 l'^go Bistonide
al concilio diFozio nell'Byg. Orienschr. ed il Nesto all'occidente, questa parte era
t. I, p. 1189. slretlissiraa. La sorgente del Nesto era tra
TRACIA, [T/i/'^c/Vr.Antico vasto paese settentrione e ponente nel monte Rodo-
dell'Europa, situalo al sud est tra mezzo- pe, ch'era meno al setlenliione del mon-
dì e oriente. I suoi confini e limiti naturali te Emo. Trovansi liujgo il Nesto le città
co dal fjUM)e Mela. E la penisola di Ro- gnore degli animi,per cui Pomponio Mela
mania, che un muro la divideva dal con- ne fece una descrizione svantaggiosa. Pe-
tinente, cioè adire quella parte orienta- rò secondo Erodoto i traci erano la mag-
le, poiché r occidentale corrisponde alla gior nazione della terra dopo gl'ionii, e
Macedonia. La Romania o Romelia ora se fosse slata sotto la dominazione d' un
forma una parte della Turchia einopea, sol principe, ben unita e ben d'accordo,
le sue citfJi principali sono Co.s tantinopo- sarebbe stata invincibile e più forte di tut-
li, Adjiaìiopoli, e Tessalonica detta pu- te le altre. Ma
che traci si
era diflicile i
re Salooichi. Si disse Romania come pae- accordassero insieme, e anzi tornava lo-
se de' Romani , vale a dire lutti i posse- ro come impossibile, per cui trovandosi
diojenti degl'imperatori greci successori deboli erano facilmente vinti. Ogni po-
degl'imperatori romani, ed avendo i tur- polo di lai nazione, portando nomi diversi
chi designato il paese col nome di Rum- secondo i paesi che abitavano, tutti peiò
iU., si disse ancora Romelia. Alcuni au- aveano le stesse leggi egli usi medesimi,
tori fanno discendere i traci da Tiras, uno tranne i Geli, i Trausi e quelli che abi-
de'primi discendenti di Japhet , figlio di tavano al di sopra de'Crestonii. Ma trau- i
Pfoè; traci furono pure in Asia, e si vuo- siseguivano in tutto le istituzioni de'traci,
le dal Buonarroti che da'traci derivasse- se non sia nelle ceremonie delle nascite
ro i frigi e che questi fossero loro coloni, e delle morti. Allorché nasceva loro un
e perciò da' traci appresero i misteri di figlio, lutti i parenti gli si adunavano in-
Bacco, che Nonno nelle Dionisiache, do- torno e piangevano, presentendo i mali
ve raccolse sotto un sol filo di favola le che avrebbe a sopportare nel corso della
varie erudizioni, memorie e feste di Bac- vita! Ma quando uno moriva, lo seppel-
co sparse per vari e diversi paesi, dice es- livano ridendo e giubilando, bene con-
sere stalo il nume nutrito nella Frigia. E' vinti che fosse liberato dalle pene di que-
indubitato che i non
traci di tutti gli dei sto mondo! iXon aveano idee troppo chia-
adoravano, almeno principalmente, che re di ciò che avesse a patire nell'altro;
Marte, Bacco e Diana; ma ire veneravano che per lo contrario credevano, così in ge-
particolarmente Mercurio, giuravano per nerale, che di là godesse d'una felicitàcui
Ini e si dicevano suoi discendenti, 1 tra- niente potesse più interrompere. I fune-
ci furono anticamente guerrieri e feroci, rali si celebravano con sagrifizi, gemiti e
e viveano quasi come nomadi. Erano di- banchetti, e bruciali i cadaveri li pone-
T R A TRA 65
vano soUo un lu-
terra, alzandovi sopra prie a regolare e addolcire i costumi, fu
imilo^ e tacendovi intorno ad onore del Z<imolsi discendente di Pitagora. Si con-
defunto combattimenti e particolarmen- sidera come tempo di barbarie quello in
te d'uomo contro uomo. Quanto a quelli cui regnò Terreo consorte di Filomela,
clie abitavano superiormente a' Cresto- di cui la favola trasmise mi-
o suppose i
uii, ciascuno avea più mogli e (|uando , sfatti. Ebbe due figli, Sparado-
Sitalia e
uno moriva sorgeva tra le vedove un con- co , ed i discendenti loro regnarono nei
trasto per decidere qual fosse stata più disordine e nella confusione. La serie de*
teneramente amata dal marito. Decisa re di Tracia si riporta come segue: trovasi
la lite, quella che l* avea vinta sulle ri- nel 43 I Tire o Terreo, nel 4*28 Sitalce,
vali, dopo ricevuto mille felicitazioni da nel I, nel 4oo Seute II, nel
4^4 Seule
tutti gli amici e [)arenti, veniva accoppa- 390 Medoco o Amadoco, nel 38o Tere,
ta dal più prossimo congiunto sulla Se- nel 38o Cotide I, nel 356 Kersoblepto,
poltura del consorte, deponendosene poi nel 345 Seute III. In seguito la Tracia
il corpo presso a quello di lui. Le altre essendo soggiaciuta a varie vicissitudini,
mogli, tutte vergognose d'essere state giu- la repubblica di Atene, dopo le vittorie
l'Attica, celebre contrada della Grecia^ farne, e Cavaro o Clico del 2 9, sotto di 1
che oggidì forma un cantoiìe della Tur- cui traci sterminarono galli e nel 200
i i
chia europea, nella Livadia, la quale an- rimisero sul trono Seute IV, uno de'di-
ticamente fu chiamata Grecia propria , scendenti de'loro antichi re, i cui discen-
Acaia e Eliade, contrada che occupa la denti regnarono fino all'imperatore Ve-
parte settentrionale della Grecia. Atene, spasiano: essi sono,Cotide II del 171, Die-
Livadia, Lepanto, Larissa e Tricala ne guli deli5o,Zibelmio,Sotimodel93,Sa-
sono le città principali. Verso il 280, e- i dolamoo Sadale I del 57, Cotide III, Sa-
gualmente avanti l'era corrente, Polti- dalelldel 48, Sadale III del 43, indi Co-
de regnava in Tracia, e pare che poscia il tide IV; Remetalce salì sul tronoiGanni
paese fosse diviso fra molti re tributari a* avanti la nascita di Gesti Cristo ocra cor-
persi. Hi .° re che die a' traci It-gj^i pro- reule, Cotide V e Rcàcuporide regnaro*
vola. LXXIX.
GG TRA 1 R A
no 7 anni innanzi tlelln modesimn. Re- dellaTracia [ivopiin, Filippnpoli per me-
mefalce divenuto re nell'anno 19 di
II tropoli ed esarca di Tracia, con 1 5 vesco-
nostra era, fu vinto nel 4? ^^ Vespasia- vati sulfraganei; nella provincia d'E/nì-
no poi impera loie, e così la Tracia fu ri- monte, Àdrianopoli per metropoli ed e-
dotta in provincia romana. Quindi Co- sarca di Einimonte, con 5 vescovati suf- i
Provincie : cioè la provincia d' Europa, potere de' turchi, cioè neli36o Mourad
che secondo la Notizia di Jerocle, con- o Amurat I prese Adrianopoli a'greci,e
teneva 53 città ; di Rodope con 7 città ;
divenne la sede del suo impero nel 366, 1
della Tracia propria incute detta con 5 e continuò ad essere la sede de'sultani si-
città; di jE>72z/;zo/zfc con5ciltà;della /I/e- no alla presa di Costantinopoli fatta da
sia inferiore con 7 città; e la proviti
2.", Maometto II nel i453 , il quale di Co-
eia di Scizia con i5 città. Queste Pro- stantinopoli fece la sua sede e dichiarò I."
Perinto e col titolo di esarca. 11 vescovo cap. i5 Epist. ad Roman. j ovvero dal-
d'Eraclea estendeva la sua autorità su tut- l'apostolo s. Andrea, secondo il commen-
te le diocesi di Tracia , nella stessa ma- tario greco sugli atti di quell' apostolo ,
niera che il vescovo di Cesarea estende- composto dal p. Cond)efis, e citalo dal p.
va la sua sulle diocesi del Ponto ed, il Le Quien, Oriens christianus 1. 1, p. 98.
vescovo ò' Efeso su quelle dell' Asia. Il Canone ov'wìwào di Tracia, fu eletto Pa-
concilio generale di Nicea nel SiS formò pa nel 686.
l'esarcato di Tracia, e quello di Calcedo- TRADITORE, Traditor. Nome che
nia del 4^1 , soggettò tutte queste dio- si applicò ne' primi secoli della Chiesa a
cesi, in un colle |)rovincie cosi dette Bar- que' cristiani , che in teaipo delle Pe/-
bare, al patriarca di Costantinopoli^ e gli >?c<:7/z7*o/i/ per evitarci tormenti e la morte
accoidò il diritto di ordinare tutti i me- consegnavano a'pagani persecutori i hbri
tropolitani, il quale non riconobbero Pa- i della s. Scrittura e altre scriltuiee Li-
pi fino a Innocenzo 111. Quanto alla Tra- bri (V.) sagri, pr.oscritti dall'imperatore
cia^ provincia particolare della diocesi di Diocleziano con empio editto. I cristiani
Tracia, la 3.^ in serie all'epoca della di- dunque spaventali per l'atrocità delle pe-
visione fatta da Costantino 1 di tutta la ne del Martirio, davano a'perseculori i
Tracia, chiamasi in oggi Romelia. Avea che aveano,e perciò chia ma vansi tra-
libri
tous les Archeveschez et Evescliez de ta che consegnare i libri. Questi sono ce-
VuniverSy dice comprendere la Piomelia, lebrali e onorali dalla Chiesa a'2 gennaio
oltre Costantinopoli patriarcato , nella ingrandissimo numero, sotto il noujede*
lno\\nc\a lV Europa, Eraclea per metro- ss.Martiri de' libri santi {^F.). kuc\\ii r»el-
poli ed esarcato di tutta la Tracia, con 27 r Africa perciò molti patirono glorioso
vescovati sufFraganei; nella provincia di martirio nel 3o3 , ma non pochi ubbi-
Rodope, Traianopoli per metropoli, con dirono al riprovevole edillo imperiale ,
narvi un vescovo in luogo del deiu«ilo,tial- Suppellettili della hiesa. Tanto essi chei
taiono anche la causa de'vescovi, i qiiali i snmmento vali furono eziandio detliL^5-
aveano dato a* persecutori della Chiesa i si (F^.J o caduti.
libri per bruciarsi, secondo 1' ordine di TRADIZIONE, Traditio. Dicesi ge-
Diocleziano. Furono
Secondo di ciò ila neralmente e un senso esteso
in della dot-
convinti vescovi Donato Masculitano,
i trina emanata e comunicata a viva voce
Marino Tibililano, Donalo Calauien-ie, di età in età senza i! soccorso della s. Scrit-
Vittore Russicadense, e INupurio Lima- tura {f .). Se si considera la tradizione
li use, il quale confessò anche d'aver mor- per rapporto alla materia, se uè può di-
ti nel carcere i figli di sua sorella, dicen- stinguere di Ire sorta nella legge nuova:
do : Io uccisi e uccido chi mi è contra- cioè, la lrac>izione della fede ,
quella dei
rio; ed accusò il primate Secondo d'a- costumi, e quella de'riti. La tradizione del-
ver similmente dato le ss. Scritture. Allora la ^Gi\e è la dottrina che ci [a trasmessa
Secondo, consiglialo dal nipote che por a viva voce sopra qualche articolo di fe-
lava il suo nome, e da due altri, che ivi de; come per esempio che la s. Scrittura
erano oltre nominali, prese il partilo di
i contiene la parola di Dio, e che la Chiesa
rimettere la loro causa al giudizio divino, ne conosce il vero senso. La tradizione dei
per non dar luogo a uno scisma, e così tut- costumi è la dottrina che ci fu trasmessa
ti fece sedere nel sinodo. In seguito Secon- a viva voce intorno a certe pialiche sa-
do scrisse a Mensurio ve?covo di Carta- lutari e proprie al regolamento de'costu-
gine, dicendo in propria scusa, ch'egli ri- n)i, couie sono le osservanze delle feste,
chiesto da'magislrati pagani di dover da- de'digiuni,delleastinenze,ec. La tradizio-
re i Sono cristia-
sagri hbri, rispose loro: ne de'riti è la dottrina tras(nessa a viva
no e vescovo, non traditore. Non lascia- voce intorno a certe ceremonie, quali so-
rono i mentovali vescovi traditori , che no quelle della messa e de'sagramenli. Se
nel concilio aveano confessato il fallo, di si considera la tradizione dal latode'suoi
lecaread elFello quello per cui erano ilia autori, ve ne sono pure di 3 sorla nella
Cirta, ordinandovi vescovo Cirtense Pao- legge nuova , cioè la tradizione divina,
lo, il quale nello stesso anno die i libri e l'apostolica e Tecclesiaslica. La tradizione
i Fasi sagri o suppellettili della chiesa, divina è la parola di Dio non iscritta, ma
couje pur fece Silvano suo suddiacono e emanata dalla bocca slessa di Gesìi Cri-
poi successore nel vescovato. Que^la fu sto, o rivelala agli apostoli ddllo Spirilu
lai. "origine dell'infausta sella óe Dona- santo, e coniunicata dagli apostoli stessi
tisti (/^ .), e delle irreparabili rovine del- a'primi fedeli che l'hanno trasmessa a'Io-
la chiesa africana lacerala dal loro fune- ro successori, da'quali noi l'abbiamo rice-
sto sci'sma. Radunatisi i malvagi e scisma- vuta succcitsivamenle e come di mano in
tici vescovi in Cartagine, per calunnie con- mano. Quando si dice che la tradizione è
dannarono Cccdiano e crearono in falso la parola di Dio non iscritta, ciò sigiiincu
vescovo Maiorino. Nel concilio d'Àrlesdel prcciaamcJite eh' essa non fu scritta da
3i4 lu stabilito, che tutti coloro i quali principio dagli scrittori sagri, come i libri
si trovassero rei d'aver consegnato a'per- canonici de' due Testamenti (Uuioctunì
seculori qualche libro o vaso sagro, fos- HI chiamò padri de'ilue Testamenti f^Uì-
sero dcposli e degradali du'Ioio oidiui e sc e l'ielro, e con essi simboleggiò l'uni-
68 TRA TRA
là fia il Sacerdozio e V Impero), benché re anello che ho anche insegnato a voi'
essa lo sia stala inseguito sia ne'concilii, Qui r Apostolo parlava dell'istituzione
sia nelle opere de'ss. Padri edi alti-i sciit- deirEucaristia,della quale istituzione nel-
tori ecclesiastici, sia ne'decreti de'sommi le altre sue lettere non trovasi scritta una
Pontefici, ec.La tradizione apostolica con- parola: dunque allora ne avea parlato a
siste in certe pratiche stabilite dagli apo- voce. I ss. Padri sono d'accordo sulla ne-
stoli, quali sono la triplice immersione nel cessità della tradizione; a riportarne al-
battesimo, l'osservanza della domenica cune testimonianze, si legge De Eeeles,
invece del sabato, quella del digiuno del- Hierar. cap. i di s. Dionisio Areopagita; /
la quaresima, ec. La tradizione ecclesia- primi maestri del nostro sacer dotai mi-
stica consiste in cerle pie costumanze in- nistero cihanno tramandati i loro gran-
trodotte in principio da' popoli e da'pa* di e soprasostanziali insegnamenti, par-
slori, e poscia approvale o espressamente te scritti, parte non iscritti. ^q\X Apolo-
o tacitamente dalla Chiesa che diede ad getico di s. Giustino martire deli. "seco-
esse la forza di legge. Tale si è l'osservan- lo, dopo aver narrale varie cose relative
za de'digiuni, delle quattro lem pora,queb alla celebrazione de' ss. Misteri, le quali
•la di molte feste, ec. La tradizione divina non si trovano nelle ss. Scrilture, passa a
è assolutamente necessaria e lo fu sem- dire: Il giorno dopo ch'era festa ^essen'
pre: i.°per distinguerei libri canonici da- do Gesti Cristo apparso agli apostoli, in-
gli apocrifi; 2." per determinare il vero segno loro queste cose, che a voipure noi
senso della isctitltHa; 3.° per persuaderci presentiamo a considerare. Tertulliano
della verità di molli dogmi della fede che parlando nel lib. De Coron. Milit.óì cer-
non sono espressi ne'libri santi; come per ti riti del battesimo, del sagrifizio anniver-
esempio che vi sono 7 sagramenli; che si sario pe'defunlie di altri punti di religio-
devono battezzare i fanciulli; che non bi- ne, che fin d'allora si praticavano, sog-
sogna battezzare di nuovo gli eretici qua- i giunse: Se tu cerchi la legge di queste e
li ricevettero il battesimo secondo la for- simili discipline, non ne troverai alcu'
ma legittima. La necessità e l'autorità del- na. La
tradizione ne è V autrice, la con-
la tradizione sono fondale sulla s. Scrittu- suetudine la confermatrice, la fede la
ra e sui ss. Padri. Dall'apostolo s. Paolo^ osservatrice. Nel sermone 2 De Jejun,
nelle sue Epistole in termini precisi ab- Pentecost,, Papa s. Leone 1 il Grande di-
li, come a Timoteo, di tramandare a'fe- tore s. Girolamo Molte cose che
scrisse:
deli gliammaestramenti ricevuti a voce, si osservano nella Chiesa per tradizio»
siapprende da queste parole: Le cose che ne ritengono in se stesse V autorità del-
hai udite da me alla presenza di molti la legge scritta. Di s. Ignazio d' Antio-
testimoni^ conjidale a uomini fedeli, i chia e discepolo degli apostoli, dice Eu-
(juali saranno idonei ad insegnarle ^5/2- sebio, i//V^. lib. 3jC. 3o,che nel suo viag-
c/ie</gZ/V//f/f.L'assicu razione d'avere l'A- gio per l'Asia, lullochè custodito in mez-
postolo appreso da Dio ciò che avea a vi- zo a'soldali, raccomandava a'fedeli delle
va voceiusegnalOjSi ricava dall'a ver scrit- città onde passava, le apostoliche tradizio-
to a'Corinlii: Io Ilo appreso dal SignO' ni, e uè rugiouusoveule nelle t>ueepisto-
TRA. TRA 69
ìe. Ed altrellanto di s. PoIlcaipo,paninea- na per distinguerla dalle tradizioni Apo^
ti discepolo degli aposloli,scrisses. Ireneo, stolicheei\ Ecelesiastiehe: le prime del-
stdla verità delie loro tradizioni e di quan- le quali sono griusegnamenti tramanda-
to a veaiio dello: Ilic dociiit scmper quac ti dagli Apostoli ^ non come uomini da
ab Àpostolìs didìverat, quac. et Eccle» Dio ispirati, ma come principi e prefetti
sìaetradidit^et sola swit i'f^r^.D'Egisip- della Chiesa: le seconde sono i sentimen*
po racconta Eusebio n^WHist. ecclcs. I. ti de'ss. Padri, Aq Pontefici deConcdii^ ^
lociò che leggesi nelle divine Scritture è tradizioni divine noi intendiamo gli am-
rivelato da Dio, ma non tulle le verità ri- maestramenti intorno alla fede e alla mo-
vela le daDio sono con tenute nelle ss.Scrit- rale, che gli apostoli o dalla bocca di Ge-
ture; viè un altro fonte di verità rivela- sù Cristo hanno inlesi, o per l'ispirazione
ta, la qtialein null'altro differisce da quel- dello Spirito santo hantio predicali, ella-
la registrata ne'santi libri, se non in que- smessi a voce a'ioro discepoli e successo-
sto, che lìoii fu lasciata scritta da coloro, ri. Devcsi poi specialmenleavverlire, con
a'quali iddio degnò di rivelarla, e que-
«i mg.' Uronzuoli, che de' pochissimi libri
sta è la Tradizione divina. Si dice divi' degli apostoli, quasi per Io spazio di lui-
70 TRA TR A
lo il [."secolo, la massima parJede*ci istìa- me videro e udirono fare e dire a Cristo
ni non lia potuto farne alcun uso. Dice nell'ultima cena. Sì aggiunga in secondo
s. Ireneo, che anco a suo tempo vi eia« luogo la somma dillicoltà che allora a-
no molti cristiani che ottimamente vivea- veasi di moltiplicare la scrilttua per l'i-
no colle sol« tradizioni, privi affatto di gnoranza della stampa, e si rifletta anco-
scritture. Primieramente non fu al certo ra che, siccome la traduzione de'lihri san-
la prima cura degli apostoli quella di scri- ti non cominciò che aUjuanto tempo do-
vere. Incaricati dal divino Maestro solo di po gli apostoli, la maggioi- parte de'novel-
predicare, con lo zelo più ardente esegui- li cristiani essendo illetterati, non erano
rono questa missione, e non iscrissero se capaci d'intender l'itliomu in cui origi-
non quando vi si trovarono impegnati da nariamente furono sciitti. Non è inoltre
qualche causa particolare. Infatti s. Mat- da preterirsi il riflesso che le tradizioni
teo scrisse il suo Evangelo allorché tra- principalmente appartenenti in materia
sferendosi presso i gentili, pensò di lascia- di religione e dette Riti (V.jf non furono
re agli ebrei, da'quali si allontanava col messe in iscritto, perchè non tutto può
corpo, ilcompendiodi quella dottrina che scriversi sul principio, couie disse Tertid-
avea loro predicata. Fu forzato s. Marco liano, De Anima cap, 5. Ma eziandio più
a scrivere dalle preghiere de' romani; s. cosci ss. Apostoli non vollero dare in iscrit-
Luca dal che altri potesse narra-
riflesso to per non esporle così scritte a'genli li, i
l'eresie degli £'/770«/^/(/.) allora nascen- ditori(V.) que'cristiani che per vile timo-
ti, che rigettavano Canonici.Tev-i libri re loro le consegnarono, f^er cautela al-
minò S.Giovanni il suoE vangelo con que- Iresì fu imposta la disciplina deli'y^rr/z-
ste espressioni: Sono fjwlte altre cosefat- ;?o, di cui riparlai nel voi. LXIV, p. ^Sr.
te da Gesù Cristo, le anali se si scrives- Da tuttociò pertanto manifestamente si
sero a una. a una, credo che nemmeno deduce, che per molti anni la Chiesa non
tuttala terra capir potrebbero i libri che ha avuto altra regola di fede, in quanto
sarebbero da scriverne. Cosi una circo- alle verità rivelate da Gesù Cristo, fuori
stanza speciale occasionò V Epistole àe^W «Iella tradizione divina, e che nell'ordine
altri apostoli, nellequali quasi solo perin- (Iella provvidenza questa tradizione tiene
cidenza trattarono di ciò che al dogma ili. "luogo, rapporto al modo di comuni-
appartiene. Anzi i medesimi evangelisti si care la divina Rivelazioìte (F.), mentre
supplirono tra loro, raccontando l'uno ciò Gesù Cristo che tanto raccomandò agli a-
che l'altro o gli altri aveano tralasciato postoli di predicare, non fece loio alcun
diriferire. Così 3 evangelisti registrando precetto di scrivere. La sola tradizione
quelle parole; Hoc est Corpus meum ; regolò il popolo di Dio nelle cose divine,
s.Luca aggiunge; Quod prò vobi strade- e fedele e incorrotta si trasmise da' padri
tur j e dicendo s. Matteo e s. Marco: Pro ne'figli, da'figli ne'nipoli. Gli ebrei visse-
multis; s. Luca dice : Pro vobis. Onde ro non solo colle leggi date da Dio, ma
non è meraviglia se nella forma eziandio colle tradizioni; onde le pie e sante tra-
della consagrazione del Sangue, gli apo- dizioni non solo furono lodate da Dio, ma
stoli aggiimsero ciò che gli evangelisti non proposte per esempio, come si vede nei
jiosero; né ciò aggiunsero di [)ropria isti- Recabiti, Hierem. 35. Né sono riprova-
tuzione, ma di tradizione divina, cioè co- te da Dio, se non quelle tradizioni che ri-
T R ;V TRA 7»
pjiqii.ino olla sua legge. Senza le tradizio- la Chiesa, che validamente da-
le difese
ni ili ville, neppure la s. Scrittura puòfor- gl'impugnatori. Termina replicando con
n>ar<? sicura regola di fede; ed è celebre il s. Gio. Grisostomo. Est Traditio ? Nil
Dio, sia essa scritta o non iscritta ne'san- cioè a dire con leggi e tradizioni^ il che
li libri. Adoriamo con tutto il sentimen- fu sempre comune ad ogni ben ordinata
to del cuore questa figlia primogenita del- repubblica. Quanto alla romana, disse
l'elerna sapienzasappiam grado assais-
, Ulpiano: Jus nostrum constai aut ex
simo a quell'immensa bontà, che si de- scripto aut sine scripto : e quello che non
gnò nel tempo opportuno di rivelarcela, è scritto, in materia di religione, si chia-
e mentre forma la doppia regola infalli- mava da'romani mos, onde nacque la lo-
bile di nostra fede, sia ancora la certa nor- cuzione molto usata dagli antichi scrit-
ma de'nostri costumi". Il Derni no neWffi- tori: Agialiquid more majorum; ovve-
storia- di tutte V eresie, tratta nel t. i : ro: Esse in morihus. Così parimenti de-
Delle tradizioni apostoliche, di cui è cu- gli ebrei è certo, aifermandolo anche Ri-
stode la Chiesa romana, loro origine, an- naldi, che vissero non solo colle leggi da-
tichità, autorità, esistenza e distinziotìi, te da Dio, ma con tradizioni. Osserva poi,
loro forza e autorità presso i cattolici; dei non esservi chi dubiti, che le leggi non
Canoni nu-
(P^.) detti degli apostoli, loro iscritte non sieno per antichità più degne
mero, antichità e valore, ripetendo
con delle scritte; il che manifestamente può
Terlulliano,£>(' Praescrìpt.: Ecclesia ah vedere chiunque ridurrà tutte le leggi al
Apostoliff^, Apostoli a Christo, Christus principio loro. Non sono però tutte d'u-
a Deo suscepit. Il vescovo Sarnelli, Lett. na specie le tradizioni e consuetudini, an-
ecclesiastiche, t. 2, lett. ^o: Delle ec- zisonodifferentissi(ne,secondochèda dif-
clesiastiche tradizioni, ne dichiara i pre- ferenti principii derivarono. In prima,
gi e di quanta forza elle sono, altre di leg- tradizioni riprovate da Dio sono quelle
ge divina, altre apostoliche, altre vesco- che ripugnano alla sua legge, delle quali
vili, le quali ulti me essere quelle cose che disse Cristo: Quare vo^ trasgrediniini
furono istituite peri vescovi nelle loro dio- mamlatuni Dei propter traditionenive-
cesi o Provincie; ne'quali luoghi solamen- stram. Parlano delle medesime s. Pietro
te hanno vigore ed obbligano, cap. Sicut e s. Paolo nelle loro lettere. Sono riprese
sancta, cap. Illud, e. ridiculus^cap. Il- da Cristo e dagli apostoli le tradizioni de*
la, cap. Novit, cap. Omnia dist. ii. Di- vecchi, non perchè derivassero dagli uo-
ce che delle tradizioni trattano ancora, il mini, ma perchè erano Superstiziose (K.)
sinodo i.° di Co>tantinopoli azione io."; il e contrarie alla divina legge, alla quale
sir»odo j° aziojJK i
."; il concilio di Trento i perversi le anteponevano, come nel ^/V?/-
nella sess.4.'\ nella sess. a?..* cap.?,, e nel- mud(l .). Airinconlro le pie e sante tra-
la sess. 24." cap.i. Conclude chedalle di- dizioni furono lodate da Dio. Dice pure
vine tradizioni la Chiesa non può dispen- il Rinaldi, che intorno alle tradizioni o«
sare,da ([nelle apostoliche può dispensa- postoliche, n)olte cose lasciarono gli a-
re somino Pontefice. Inoltre osserva,
il postoli, che non furono scritte, e conser-
che non solo colle ss. Scriltuie, ma col- vate si sono. Anzi la cristiana religione
le tiadizioni apostoliche si fondò e dilatò fu prima istituita con tradizioni. Pcrtan-
72 T R A T U A
topaz/amcnle e grnvemenle erra cl)i ne- donatisti. Didimo scienziato di grande in-
ga doversi nella Chiesa ricevere cosa al- gegno, facendo più conto d'Origene che
cuna, che non sia stala testimoniata con delle tradizioni ecclesiastiche, fece nau-
secondo que-
iscriltura apostolica; poiché fragio e cadde nell'errore, e fu condanna-
sto non si potrebbe ricevere ne anche il lo nel V sinodo con Origene ed Evagrio,
Simbolo degli Apostoli(V.). Fu questo e nuovamente nel concilio di Laterano
errore degli Ariani. Anzi non si darebbe tenuto da s. Martino I. Le cose che si or-
fede a quel che scrissero gli apostoli stes- dinarono ne Sinodi, quali cominciaro- i
do sotto nome loro molti Evangeli^ E- intervenuti ricevute da' maggiori senza
pistole, Atti ed Apocalissi. E per la sur- scrittura, vollero che scritte fossero, ac-
ricordata sentenza di s. Agostino, appare ciocché più accuratamente si custodisse-
di quanta importanza sia la santa Tra' ro, come ben osserva s. Vincenzo di La-
dizione, fondamento delle ss. Scritture ri ns, De Haeres, e. 32, che morì nella
(ambedue gran fondamenti della Dottri- metà del V secolo. Sempre furono elììca-
na cattolica), il quale rimosso, è necessa- cissime le tradizioni a convincere gli ere-
rio che ogni cosa vada per terra. Non so- tici,anche nel secolo XVI, gli Anabatti-
lo adunque colle ss. Scritture, iw^ coWq sti, Luterani (V.) ed altri. A rintuzza-
i
ss. Z/^/^y/Z^zo/^/ apostoliche si fondò e di- re novatori impugnalori delle ss. Tra-
i
lalò la Chiesa, replico con Rinaldi. Que- dizioni, fia'molti si ponno principalmen-
sti indi riporta le giù narrale testimonian- te vedere le opere (Ji Guglielmo Linda-
ze de'Padjì sulle tradizioni apostoliche, no vescovo di Ruremonda, per erudizio-
e di altri ancora in buon numero; e che ne e bontà di vita insigne, e il ven. car-
Tertulliano parla di esse in più luoghi, dinalOellarminOjil quale pubblicò le con-
dichiarando: Che ninno senza, le tradi- troversie contro gli Eretici e Protestan-
zioni puh essere cristiano. Papa s. Ste- ti (V.), opera nobilissima a guisa della
fano 1 deX^i^fj fu tenace e forte nel con- torre di David, cuni propugnaculis: ex
servaree difendere le medesime tradizio- qua mille pendent clypei,etomnis ar-
ni, e per non alterarle sostenne quella sul matura forti uni. Nella benemerita e de-
battesimo, contro la controversia per rei- gna (\W\.r)m^ Accademia di Religione cat-
terarlo agli eretici, eccitatasi nell'Africa e tolica (^.), alla quale mi glorio appar-
seguita pure dagli orientali: colla memo- tenere con singolare compiacenza religio-
rabile sentenza, iYzVi// innovandum; Nisi sa, il eh. R.mop.d. Carlo Vercellone pro-
quocl traditimi est, cioè agatiir o serve- curatore generale de'barnabiti, a'5 luglio
tur, disfece tulle le macchine contrarie, l855 una sua dotta dissertazio-
vi lesse
delle antiche tradizioni. La Chiesa fondata gellando l'autorità della Tradizione, so-
da Cristo sopra soda pietra in tanto ter- no nell'impossibilità di mantenere il va-
remoto si mantenne immobile; ed allora lore divino della Bibbia, h^ Civiltà cat-
rilucette splendidamente la grandezza tolica, la quale per corrispondenza e co-
dell'autorità del Successore di s. Pietro, munanza di otticno e benefico scopo, suol
poiché arninto quasi colla sola Iradizio- dar contezza delle gravi e dotte disserta-
jie de' maggiori sostenne tutto 1' impeto zioni che si recitano nel l'encomiata accade-
de' vescovi orientali e occidentali, checon- mia, di questa nella2. "serie, t.i i,p.577,ne
Iro s. Stefano I erano insorti con moltis- pubblicò l'interessante cenno, chequi ri-
simi argomenti; e fu meritamente cele- produco.» Dopo aver toccato del nesso che
bralo da' Ialini e da'greci, e persino dai vi ha tra la dottrina de'protestanti e quel-
TR A TRA 73
Inde'sensisli.ccleìla tendenza cli'nmenclue dersi quello dell' Itnmacolato Concepi-
al Pan teismo ed ai Razio/mlisino, V ora- mento di Maria Vergine, il Papa Pio IX
tore entra in argomento, aiTeiMnanJo che l'B dicembre 854 *^on solennemente de-
1
Tispirazione della Bibbiaè unod'i que'f'at- cretare e definire domma di fede il gran-
tiche noi conosciamo solo pei* la Rwela- de mistero dell'Immacolato Concepimen-
zìone: quindi si fa a provare che raentie to di Maria Vergine, che osai celebrare
tatta la fede del domma rilevato, il Pro- zionò e dichiarò il senso legittimo e le ve-
testante al contrario rifiutando quell'au- rità contenutevi.Esse erano comprese nel-
torità nulla può avere di certo intorno a le sante pagine delle Scritture diviue, e che
ciò che proviene dalla rivelazione, e per- tante e sì chiare teslimonianze della tra-
ciò in ninna guisa può mantenere il va- dizione cattolica dimostrano apertamen-
loredivinodellaj5/Z'^/<7. Laqualedisgiun- te contenute nella parola rivelata, ed e-
ta dalla Tradizione ne [)uò darci il Ca- splicitamente credute finoda'primi seco-
none de'libri ispirali, né farci conoscere il li della Chiesa. Tra le dottrine tradiziona-
senso genuino delle dottrine rivelate eoa li da noverarsi la massima cattoli-
è pure
quella sicurissima certezza che si convie- ca che fuori della Chiesa cattolica non
ne al domma. E ciò dimostrasi ad evi- vi e salute yòie\\diC\wQ\e riparlai descriven-
denza e da molte ragioni intrinseche,edal do il recente concilio di Thurles ^ e più.
fatto delle continue ed infinite variazio- di proposito già ne avea ragionato sino
ni dottiinali de'protestanti. Questo vero dal i853 nell'articolo Setta, ove tentai
poi l'egiegio oratore ampiamente lo con- possibilmente di chiarire la formidabile
ferma e lo illustra esponeudo in qual n»o- sentenza, secondo le mie deboli forze. Ora
do Gesù Cristo abbia istituito la sua Chie- mi gode l'animo di potere aggiungere su
sa e di quai prerogative l'abbia dovuta ar- questo grave argomento che lo slesso ,
na penetrati. Ma {ler nostro oflizio apo- la religione, cui a detrimento delle anime
stolico vogliamo eccitare la vostra solleci- vediamo dilatarsi e crescere", indi il Pon-
tudine e vigilanza episcopale, onde quan- tefice parlando del decretato dogma, sog-
to più potete sgombriate la mente degli giunge. « Egli è sommo privilegio , che
uomini da quella em[)ia e funesta opinio- grandemente conveniva Madre diDio,
alla
ne, che cioè in ogni religione si puh Iro- l'essere andata salva ed incolumea mezzo
vare la via, che conduca ali* eterna sa- la comune sciagura del genere umano: e
lute. Onde col vostro ingegno e la vostra la grandezza di tale privilegio gioverà mol-
dottrina dimostrale a' popoli alla vostra tissimo a confutare coloro, che negano la
cura adìdati, che donimi della fede non
i natura degli uomini non aver peggiora-
si oppongono alla misericordia ed alla giu- to per la prima col[)a, ed esaltano la po^
stizia di Dio. Conciossiachè si deve tene- tenza della ragione per negare o diminui-
re, essere di fede che nessuno può andar re il beneficio della religione rivelala. La
salvo fuori della Cliiesa cattolica j che B. Veigine, che abbattè e distrusse tulle
questa è la sola arca di salute, nella qua- 1' eresie, faccia finalmente, che sia dalle
le chi non sarà entrato, pei irà come nel radici strappato e distrutto anche questo
diluvio: però si deve teiiere egualmente perniciosissimo errore del razionalismo,
certo, che coloro i quali vivono in un'/- il quale in questi miserandi tempi non so-
gnoranza. invincibile della vera religione lo grandemente affligge e molesta la so-
non si rendono di. ciò colpevoli agli occhi ma anche la Chiesa".
cietà civile,
del Signore, Ora poi chi si arrogherà tan- TRADIZIONE, Traditio. Consegna.
loda determinare i limiti di tale ignoran- Si chiamano con questo nome le tradi-
za secondo l'uidole e la varietà de'popoli, zioni oconsegne delle Chiese cattoliche
delle regioni, delle menti e di tante altre ad Eretici e Scismatici perchè vi cele-
cose? In vero quando sciolti da'Iegami di brino il servizio divino, secondo la loro
questo corpo vedremo Iddio qual è, com- erronea credenza e il loro rito. Questa im-
prenderemo certo quanto siano insieme portante questione viene dalla BihliotC'
congiunte da stretto e bel vincolo la mi- ca sagra eruditamente discussa, provan-
sei icordia e la giustizia divina; ma fino a do dapprima l'incompatibilità di due cul-
che din)oi iamo sulla terra coperti di quel- ti in una chiesa stessa, e rispondendo alle
no coll'esercizio del loro falso cullo : ad se alla loro pietà il designare altri luo-
Efeso, a Roma, ad Alessandria, a Mila- ghi in cai i cattolici possano esercitare il
no, ad Antiochia, a Spira specialmente loro culto in tutta la sua piuezza? Ad on-
ed in molti altri luoghi i più grandi ve- ta del riferito, ad onta della discussione
scovi vi si sono opposti, e principalmente contenuta in 4 ragioni con altrettante ri-
»ia contro gli eretici Arìaiiiy^Mx contro gli sposte, in più articoli deplorai la condi-
eretici Proleslaiid. Queste asseudjlee ete- zione infelice di que'cattolioi,che per ne-
rodosse col [)rofanarle v'interdicono l'e- cessità si doverono contentare di ollicia-
sercizio del cattolico culto. 1 cattolici non le nella stessa chiesa, ove prima o dopo
devono parimenti celebrare il Servizio facevano altrettanto gli scismatici o gli e-
divino nelle chiese degli eretici. Gli eu- retici; come pure coni[)iansi que'caltolici,
slaziani non vollero comunicare cogli al- che dalla prepotenza de'scismatici o de-
tri cattolici d'Antiochia, [)erché questi te- gli eretici, questi di forza vollero eserci-
nevano le loro assemblee in una chiesa tare il cullo nelle loro chiese; altre volle
degli ariani, es. Atanasio autorizzò la lo- gli scismastici o gli eretici esigettero da'
ro separazione, recandosi alle loro assem- cattolici una contribuzione per la pro-
blee in case purliculari e non u quelle de* miscuità de'culli ue'Ioro templi. Voglia
76 TR A T K A
KIdio diedi sì lagrimevoli esempi non più da Gaeta leghe 3 e mez«
distretto, distante
esisti no, ma teinochealcunononne mari- za, eda Napoli 4, capoluogo di cantone,
1
clii, e liillora esiste nello stesso santua- sopra una collina, presso ia sponda de-
rio del s. Sepolcro (/^.). Tali funesti e- stra dell'Ausente, altridicono in prossi-
sempi si anche nelle
estesero cattedrali, mità della foce del Garigliano. Possiede
invase dagli eretici o scismatici, dividen- la chiesa collegiata e 4 altre chiese par-
dosi co'caltolici certe ore del giorno per rocchiali, ed un convento di religiosi. Seb-
praticarvi l'ufficiatura. I Papi e i vesco- bene in area di versa,ebbe questa città l'o-
vi gemerono e anche protestarono, e tal- rigine dall' antica Minturno fK) , città
irolta furono costretti a tollerarlo per im- sannitica, le cui paludi rese celebri il sog*
pedire un male maggiore. Il vocabolo giorno frittovi dal famoso console roma-
tradizione, per consegna, si usa ancora no Caio Mario, e che copriva ambe le ri-
per altre cose, come la tradizione della ve del fìume, al quale per un tempo die-
Berretta cardinalizia (V.)'f\n\xo\'\ car- de il proprio nome, e ch'era pure attra-
dinali, che viene eseguita dagli Allega- versata dalla famosa via Appia. Mintur-
ti apostolicij e pe'sagri e nobili pontifì- no è la patria del poeta Lucilio. Eretta
cii donativi ì\q\\(x Rosa d'oro benedetta Minturno in sede vescovile sufiViiganea
(y.) e dello Stocco e Berrettone ducale della metropoli di Capua, al finire del se-
benedetti, che si eseguisce da'nunzi apo- colo VI era già vuota d'abitatori. Sussi-
stolici o altri delegati alla consegna loro. stono ancora i suoi ruderi, e specialmen-
TRADONE o TRON (s.), prete. Di tegli avanzi dell'anfiteatro e d'un acque-
Hasl)ein nel Brabante, ragguardevole per dotto. Traetto èva Patrimonio della cliie-
nascita e ricchezze, dopo aver perduto i sa romana (J^.). quando nell'SSa Papa
propri genitori si ritirò a Metz, e si pose Giovanni Vili donò tutto quel ragguar-
S(jlto la iliscipliiia di Cleodulfo vescovo di devole patrimonio aDocibileducadi Gae-
tpiella cillà.Egli passava il suotetDpo tra ta e a Giovanni suo figlio, non che a'Io-
lo studio, le opere di carità e gli eser- ro successori in perpetuo, acciocché guer-
cizi di pietà; e dopo essere stato ordina- reggiassero contro Saraceni^ co«ne poi
i
nemente con feste l'avventurosa defini- ratore Valente: suoi successori furono Sin-
zione del dogma suU'Iinmacoialo Conce- cielo, Pietro, Rasilio, Flacciano, Abbon-
pimento delia B. Vergine, eruditamente danzio, ec. Secondo il p. Le Quien nel
descrilledalch. Michele De Mallhias nel- secolo XVI Gabriele fu ili.° metropoli-
la sua Dissertazione 'm[\io\a[a: Gare del- tano di Traianopoli e di Maionea, e sot-
le città e luoghi dell' arcidiocesi di Gae- toscrisse là deposizione del patriarca Joa-
ta nella metà del secolo XIX, inserita saph nel 1564. Traianopoli ebbe ancora
nel n.° 9 deW* Araldo di Lìicca^ de' 28 isuoi vescovi latini,e se ne conoscono due:
febbraio 1 855. Ladislao,e il successoreBenedello diZege-
TRAIAINOPOLl, Trajanopolis. Se- dino francescano, nominalo neh 493 da
de arci vescovile di Tracia nell'esarcato o- Alessandro VI. Oriens dir. 1. 1, p. 193, i
dope, eretta nel IV secolo in sede vesco- tan , è altresì un titolo arcivescovile in
vile, indi arcivescovile, ch'ebbe per suf- partibiis^ehe conferisce il Papa, a cui so-
fragane i vescovati di Maronea, che la nosottoposli simili i titoli vescovilid\Per'
successe nella dignità del secolo IX e nel gamo, Eno, Maronea, come leggo ne're-
XV ad essa si unì, E/iOjDidimotiche,c\\e gislri concistoriali,non e\\e Ahdera eMas-
nel secolo IX divenne arcivescovato ono- sìmianopoli. Per ultimo furono decorati
rario, Peritcorioy Cipsella^ che ìu delio del titolo arcivescovile di Traianopoli, da
secolo ricevè anch'essa il titolo arcivesco- Pio VII Giacinto Lodovico de Quelen,
vile, come le due seguenti, Massimiano- poi trasferito alla sede diP<:/r/g^7VGregorio
poli e Rusioy Ahdera, Xanthia, Macra^ XVI nel concistoro de'20 gennaio 1 845,
Anastasiopoli, Misi/io o Misinopoli , e sciogliendo dal vincolo della chiesa di
Teodorio. La città anticamente fu chia- Lucca fr. Gio. Domenico Stefanelli do-
mala anche Zernis ^ distante 25 miglia menicano, gli conferì questo titolo. Resta-
daCipsella,45d'Adrianopolie4odalnia- to vacante per sua morte, il Papa Pio IX
leEgeo. Quantunque porli il noa^ediTra- con breve de'4 giugno 853 l'attribuì a 1
ianopoli, si dubita che debba l'oiigiiie a mg.*^ Benedetto Planchet gesuita, attuale
Traiano, ma probabilmente l'ingrandì e delegato apostolico diMesopolamia,Rur-
abbellì, e Giustiniano I ne fece rifabbri- dia ed Armenia minore, delegazione a-
car le mura di cui si vedono gli avanzi in- postolica delle missioni d'Asia.
sieme a quelli della città. L'odierna chia- TRAIANOPOLI, Trajanopolis seu
.'
masi pure Or/A7iOi'<2, città della Turchia Tranopolis. Sede vescovile della i Fri-
europea in Romelia, sangiacalo di Gal- gia Pacaziana, nell'esarcato d'Asia, sotto
lipoli ei8 miglia lungi, sulla sponda de- la metropoli di Laodicea, creila nel V se-
stra della Marizza , a pie del Desposto- colo. Ebbe a vescovi, Giovanni I che sot-
Dagh o ]^Qdo^e'./lm>iumIIehrum^\o chia- toscrisse al decreto sinodale di Gennadio
ma una proposizione concistoriale. E'al- patriarca di Costantinopoli, Giovanni I[
quanto considerabile, ma poco visilala,es- fu al concilio di Costantinopoli sultoMen-
sendo a qualche distanza dalle strade fre- na, Asignio intervenne al V concilio ge-
quentate; [)erò assai attivo n'è il commer- nerale, Tiberio sottoscrisse il canone in
cio ne' [)rodotli di sue manifutture e del Trullo^ Fdippo fu presente al VII con-
suo territorio, con circa 16,000 abitanti. cilio generale, Eustrasio assistè al conci-
Pare che tuttora vi risieda l'arcivescovo lio di Fozio, ed N. a quello di Costanti-
greco, che un tempo era stalo trasferito nopoli che approvò gli errori de'l'ahiini-
a Maronea. 111." vescovo greco di Traia- i'i. Oriens rlir. l.i,p. 8o4- Traiano|)oli,
uopoli fu Tcodulo, perseguitalo d<i|^li a- Trajanopoliuin^ii uru uu titolo vcscuvilc
78 TR A TRA
in pnrtìhusy solloposlo all'eguale titolo ro nel 1 088 ricevè Papa Urbano li con o-
arcivescovile di Laodicea, clie conferisce gni onore,celebrandola messa nella catte-
il Papa. drale, indi Io stesso Papa nel 1 090 trasferì
TRAINA oTROINA,rm)//i/7, Troy- la sede vescovile di Traina a Messina, col
napolim. Città vescovile di Sicilia nella suo vescovo RobertOjdid i*apa dichiaralo
valle di Demona, provincia di Catania, legafwn S. IL E. in Sicilia; e poi secondo
da cui e distante i 2 leghe e 4 da Nicosia, ilPirro, con diploma che riporta, Urba-
capoluogo di cantone, giace sopra una no II fece legalo apostolico di Sicilia Rug-
montagna, da cui scende il fiume del suo gero ed i suoi succesiori, donde al dire
nome. Vanta questa città il più. antico d'alcuni ebbe origine la famosa Monar-
monastero della Sicilia dell'ordine basi- cìiia di Sicilia, che descrissi e deplo-
iiano, ed è adorna di molli belli edilìzi e rai a Sicilia, esaminando se vero o sup-
di pubblici stabilimenti, ma tuttavia of- posto il pontificio diploma. "^eW Istoria
fre poco interesse e viene di rado visita- della pretesa Monarchia di Sicilia, in
ta da'viaggiatori. Conta quasi 8000 abi- cui si mostra V origine e V insussistenza
tanti, ed ha pingue territorio e buoni pa- di detta Monarchia^ con hollcy diplomi
scoli, esportandosene anche giano, legna- e altre autentiche scritture, cap. 4-Qua il-
me, vii)o,sela,cacioeghiaiide. [\occo Pir- io sia in verisimile, che supposto diplo-
il
ro nella Sicilia sacra^ t.i, p. 44o> ^^' ma si fosse potuto domandare dal conle
clcsiae Troiucnsis postsaracenos, chia- Ruggero ad Urbano 11, e che questo l'a-
ma Traina o Troina, vetustissima Sici- vesse potuto e dovuto concedere, si dice.
gli autori che ne parla-
liae urhs^e riporta Prima di tutto non sa capirsi su qual fon-
rono. Ruggero normanno conte e poi du- damento gl'istorici siciliani possano mai
ca di Sicilia, pare che l'abbia tolta a' sa- appoggiare la Legazione Apostolica nel-
raceni, indi nel dicembre 1061 vi fu ri- l'isola di Sicilia, stabilita da Urbano II
levata sua posizione, bellezza e altri pre- fatta da'principinormanni, vi fosse desi-
gi, che ottenne nel 1081 da s. Gregorio gnata la cattedra vescovile, e se ella ben-
VII che vi fosse ristabilita ovvero stabi- ché città anlicamenle fregiata col titolo
lita la sede vescovile, facendovi designa- di vescovato l'abbia riacquistata dopo la
na, quando era'no scorsi 7 anni dacché e- poslolico il conte Ruggero. Sollialla la
retta a Roberto vescovo di Traina, ne al- primum recepta est, Pontificis legatum,
cun iiidÌ2Ìo apparisce dell'asserita lega- ut colligi aperte potest ex iisy cpiae nar-
zione concedutagli nell'isola di Sicilia, per ro twn in Messanensi, timi in Traynensi
cui prelendesi olTeso molto liuggero e a Notitia. Per strinxit enini Grcgorius
segno poi di essersi prorotto in lamenti VII, Roger inni, quod Traynenseni An-
con Urbano II. « Di tal sognata legazio- tistitem institiieret ahsque Sedis aposto-
ne niun istorico ecclesiastico toltone il , licae^ejusque legati, tane VF.faddia-
divolgato Gaufredo, e poi il Fazello, il te. Nella Notizia poi della chiesa di Mes-
Maurolico, lo Scorna e il Cirino, ed altri sina il Pirro Gregorio
cita la lettera di s.
di simil fiìtta, mai non ha parlato: e pa- V 1 1, dalla (juale tieducesi aperlamenle l'e-
je strano, che sia ella stata conceduta, e sistenza in que'lempi nella Sicilia del le-
poi tosto perdutosene il diploma, talché galo apostolico,menlie ivi s. Gregorio VI [
per uscirne d'impaccio sia d'uopo ricor- così scrive al conte Ruggero, (^aia Tray-
rere all'invenzioni, simili a cjuelle fred- ncnseni electum a nohis consecrari po-
dissime delibai bt^io circa all'altro di Ur- stulasi licet electioni hoc defuerit^quod
bano Papa sulla Monarchia di Sicilia. Bi- legatus Sedis apostolicae, et consensus
sogna dunque confessa re,che siccome que- noster non adfuitj tamen mo acute s uè.
sta è una favola, tessuta dagl'islorici si- de futuro idjiat^tuae dilectioni, ipsius-
ciliani per dare la prima base al preteso que personae laudabili testimonio ad
loro tribunale in quel regno; così la sup- praesens annuimus, ut veniens, Deo fa-
posta legazione in persona di Roberto ve* cente, consecretur. Elezione che non eb-
scovo di Traina^ che si vuol conceduta da beeffetto, perchè Pioberlo non fu mai con-
Urbano Pa})a, sia una ciarla messa fuori sagrato vescovo di Traina, e solamente
per dar motivo e colore all'altro asserito nel 090 quando fu eretta nuovamente
1
fjfuae in suo Irium circiter milliarum ani- ra che vi si tiene a*i4 ottobre , chiama
hitu 8200 domus, et i/^^ooo pene conti- molto concorso. Caldissimo è quivi il cli-
tinetcives^ó'ìce l'ultima proposizione con- ma per 8 mesi dell'anno, e l'acqua di sor-
cistoriale. Seiìe d'una delle4g«"andi corti gente rarissima; certe cisterne poste nelle
civili del regno, d'una gran corte crimi- cantine delle case, tetti delle quali han-
i
nale e d'un tribunale civile per la pro- no canali che vi mettono capo, ricevono
vincia; è piazza forte di 4- classe, che pe- le acque piovane, di cui si fa uso nell'e-
lò non ha che una mura bastionata, con state. Gli oli veti del territorio sono sì spes-
3 portele preceduta da un fosso, più non si e di tanto bella appaiiscenza, che for-
esistendo la sua antica cittadella,'già edi- mano il giaditissimo spettacolo come di
ficata altempo di.Federico 11 imperatore. amena selva, la quale si estende per tutto
L'interno è mediocremente fabbricato, e il resto della provincia e fino a Taranto,
la maggior parie delle vie stretle e tortuo- venendo framezzata dalle piantagioni di
se. Vi sono peròde'palazzienon poche ca- cedri e di raelaranci/frequenli anch'esse
se particolari assai belle,una piazza gran* e prosperose. Coltivasi ne'dinlorni il co-
TRA TRA 8i
tone, col quale funiio tele comuni. Alla e d' Aragona si disputavano il' trono di
hellez.za del sito in cui giace la città, si Napoli. Divenne l' emporio della Puglia
aggiunga che dalla parte terrestre non Peucezia, quando veneziani l'ebbero iui
vede monti, tranne il monte Gargano dal mano a titolo di pegno, essendovisi sta-
marittimo lato, innalzato dalla natura biliti a torme i negozianti ebrei e mori di-
quasi per riparo de'freddi solili degli a- scacciati dalla Spagna e dediti ad attivo
quiloni. Essendo Trani di (igura ovata, si e lucroso traffico. Ma dopo la sconfitta
specchia nelle trasparenti acque del por- patita nel i Sog da' veneti a Chiara d'Ad-
to. Trani vanta Qiolti uomini illustri per da, gli aragonesi ricuperarono Trani, e
santità di vita, militari imprese e fregia- discacciata quella non cristiana popola-
ti di dignità ecclesiastiche, non meno che zione, divenne la città scarsa d'abitatori
letterati. Contava loo famiglie nobili, ed andòsensibilmente declinando, in prò
divise in4 seggi come Napoli. Da chi porzione della sua precedente floridezza,
Trani, Tramim, anticamente fosse edi- tuttavia essendo una delle principali città
ficala, il dimostra e l'iscrizione posta so- del regno. Del resto Trani seguì le vicen-
pra la porta di essa, che così dice: Tra- de del regno delle due Sicilie. Usuo ti-
II nel principio del secolo XI. Verso il Nicola Pellegrino,di Leucioe di s. Gio. s.
1009 Meles dtica di Bari fece sollevare Evangelista, qidbus totius dioecens ca-
la Puglia e la Calabria contro greci. i rati et ahhates eo ex velcri confluitati
Al tempo della conquista de' normanni, stilato^ come scrive l'Ughelli ntW Italia
fu data in appannaggio a Pielro,uno de' 2 i sacra^ Metropolis Tranensis et Salpc/i-
capitani di quella nazione conquistatori sLs t.
7, p. 886. Aggiunge il suo annota-
del regno, con titolo di contea, e cosi ri- tore Coleti. Author niiiii.s jejuae de sU'
mase finche non venne stabilita da R.ug- cris Trani thesauris, cuni in cadcni et-
gero I l'unità della monarchia. Al quale vitate,prae ter corpara ss. Felicis Fon*
re avendo gli abitanti mancato di fedeltà, tif.etmartyr. Fortuna ti inarifr,fHila
, •
caro, verusqiie sanguis, qui in terram Domini 254 '^ suo corpo occultamente
usque dejluxit. Imago ejusdem Christi seppellito in Fondi, dopo diverse vicen-
Salvatoris^quaemarinas undas hajulas de fu trasportato prima in Veroli, poi nel-
suas illuminaveraty altera etiam imago la basilica d'Anagni: il suo capo si vene-
Sahatoris, sed cruci affixi, a qua tur- ra nella basilica Yaticana,e nella sua chie-
cicis petita telis vivus cruor effluxerat. sa filiale de' ss. Michele e Magno le sue
Imago lapide ah.Mariae Firginis^quae, Ye\\c[\x\e.hhh\aimo,Acta Passionis ^atque
ut illa sui ss. Fila, de qua hic etiam meri' Traslalionum s. Magni episcopi Tra-
tio paulo ante habitafuit, non imposita nensis etmart. illustrat,k.ti\\ 1 7 34.Euti-
navi^nonfluctuansysed velutper pelagus zio o EutichioTranensis episcopus'inlev-
ob ambulans Tranum appulit, et nunc venne alla consagrazione della chiesa di s.
K'enerationem cxigit inaedepp. carme- Andrea diBarletta nel493,ed a'concilii ce-
litarum. Fornix ad huc videtur, qui di' lebrati in Roma da Papa s. Simmaco nel
vinae minis ter nemesis sua sponte dehi- 5oi, 5o2, 5o3 e 5o4. Sutinio fu al sino-
scensmilitem ludcntem aleis, ipsiqueiu' do di s. Paolo I del 76 r, Leone si trovò
ferno horrorem blaspJiemiis injicientem al concilio generale di Nicea II ne! 787.
perdidit. Per plura saecula corpus s, Qui trovasi altra lunga lacuna di vesco-
Stephani I Papae etiam civi tate serva- vi, sino a Giovanni Tranensis Archie^
tum fuit, et perpetuo prodigio ad ejus piscopus che fiorì dopo il 1000, e al cui
umani recurrentc ejus die festiva 2 au- tempo si fece la traslazione del corpo di
gusti sine semine odori quam maxime s.Leucio patriarca d'Alessandria e con-
Jlores nascebantury quod piissima regia fessore da Brindisi in Trani, cui alti pub- i
celsitudo Cosmi III magni Hetruriae blicò Ughelli. Nell'ultima lacuna de' ve-
ducis cum Fortunati immutavit,
ilio d. scovi trovo però nel Rodotà, DelVorigi-
et in ecclesia equitum s. Religionis mi- ne del rito greco in Italia , che la sua
litaris sub auspicìis ejusdem s. Stepha- cattedrale fu proveduta di vescovi Ialini
ni Pisis inpraenobili urna perhonorifi- sotto il governo de'greci. Riferisce nel t.
ce recondidit. Questa traslazione avven- I, p. 367, che fia'vescovi della Puglia ,
Posa sindaco generale della citlì«,eVincen- vescovo di Trani; il quale non ostante l'e-
zo Posa che eruditamente scrisse e stam- ditto emanato nel 968 dall' imperatore
pò in Trani la relazione di questa trasla- IViceforo Foca e dal patriarca di Costan-
zione. Successore del vescovo Redento fu tinopoli Polyeuclo persecutori sfacciati
,
s. Magno, celebre per la sua pietà e per de'Ialini, col quale ordinarono che do-
i suoi miracoli. I suoi atti li riporta TU- vesse nella Puglia e nella Calabria pre-
ghellijove ìe^^e.Ordinatus episcopus,
si valere ne'sagri misteri l'uso del fermen-
exemplo, ac praedicatione plitres ad tato, continuò a ricevere dal Papa l'im-
Christi Jidem perduxit. Ejusfamae in- posizione delle mani e a celebrare «egli
videns diabolus in eum suscitavit Se- azzimi i divini misteri. 11 fondamento di
verinum proconsulem Jpuliae severis- ciò credere lo somministra il diploma di
simum, qui cum Magnum suo tribunali Calocyri catapanod'Italia,dulqualesi rac-
sisti jussissct, vel morte multandum^ vel coglie che nel 983, in cui egli soggettò ai
TUA TR A 83
greco impero la cillà di Trani, presiede- zione della basilica memorata di Monte
va alla vescovile sua sede Rodostamo, non Cassino neh 071, alla quale si sottoscris-
conosciuto da Uglielli, ordinato da Papa se.Hicmeruitsanctumviruni Nicolauni
Benedetto Vii , né fu mai indi limosità Peregrinorum in Tranensi civilate su-
da'greci. Avendo questo prelato nel tem- scipere^quem etiani defunctum an. 098 1
s. Angelo in Vultu falla dal Papa. Di Bi- Amanzio era vescovo di Bisceglia. San-
sanzio seniore di chiara slirpe,perito nelle maro Tranensis Archiepiscopus an.
letteie^si liova meazione nella cunsagra- 1 94 cuni Archiepiscopo Salernitano,
84 'i" l\ A TRA
et Ostunensi episcop. aliisque regni Si- napoletano,che re Roberto neh 335 inviò
cilia e siivimis viris una cwn lillclmo a Benedetto XII in Avignone aml)ascia-
puero regcabllcnrico VIimp. cnplus in tore d'ubbidienza, indi vice-cancelliere
Girmania. caiccrihus est mancipatus, del regno. Benedetto XII neh 342 eles-
e quihiis solulus a?ino\ 187 suhscripius se Andrea cittadino e canonico di Vero-
rcperitur in quihusdani concessionibus li, morto nel medesimo anno in Avigno-
cjusdem Ilcnrici VI, Nel 1202 il capi- nejonde Clemente VI nel 343 gli surro- 1
sino perchè n'era abbate il cardinal Rof- Brindisi, per cui neh 344
liasfeiì da La-
fredo dell'Isola o Lisola), per esaminare la vello aTrani Filippo. Neh 348 da Mas-
quale elezione Papa Innocenzo 111 scrisse sa Lubrense passò a questa sede fr. Ma-
alvescovo di Bilonto ed a Marziano sud- gnesio domenicano , lodato pastore. Nel
diacono, an confirmatus in ea dignitate i352 fr. Giacomo Tura Scottini dome-
fiterit me latet. Bartolomeo Innocentii nicano sauese di santa vita e letterato in-
III familiaris^ eo mandante, Tranen- signe,zelante dell'apostolico ministero. Nel
sisEcclesiae Archiepiscopus consecra' gran scisma d'occidente l'antipapa Cle-
tur circa annum Domini 206. Indi nel n^enle VII nel 1 379 lo trasferì a Luni; in-
12570 meglio nel 1 264 fi". Giacomo do- di intruse nella sede di Trani nello stes-
menicano insigne lettore di teologia nel so anno Matteo e poi Gio. Battista aquila-
convento d'Orvieto. Nel 1268 Clemente no. Ma il Papa Urbano VI dopo fr.Giaco-
IV consagrò in successore Nicola cappel- Dio nominò arcivescovo Antonio de Lam-
lano apostolico e canonico di Reims, in- berti napoletano, insigne dottore in gius
viato nel 1 27 1 dal re Cario I in Unghe- civile, e morto neh 383 gli die in succes-
ria per combinare il matrimonio del suo sore Enrico prima del 390. In questo a*
i
figlio Carlo II con Maria figlia di quel re. 24 dicembre Bonifacio IX elesse Riccardo
Nicolò IH nel 1280 fece amministratore di de Silvestri tranese, cappellano apostolico
Trani, Oltobono patriarca d'Antiochia, del predecessore e uditore delle cause del
dopo aver abrogato l'elezione viziosa di s. Palazzo. Neh 393 Giacomo, indi Cu-
Tommaso de Fossa preposto di s. Anto- bello morto neh 4 18, onde Martino V vi
nio dell'Aquila. Nel 1288 Nicolò IV no- trasferì da Melfi Francesco Carosio nobile
minò arcivescovo Filippo abbate secola- capuano d'esimia pietà e di altre egregie
re di s. Girolamo di Veroli, indi consi- virtù ornato. Avverte l'Ughelli: Auctaest
gliere di Carlo 11 e nel 1295 commenda- ex mina Salpensis civitatesj in Ulani C'
tore della chiesa di s. Nicola di Troia del- tenim adversaefortunae malis,cwn cae-
l'ordine di Calatrava. Nel 1297 da Zara teris ornamentisi ac opìlus episcopalem
vi fu iraslalo fr. Giovanni francescano da dignitatem Salpensem perpetua unione
Bonifacio Vili. Per sua rinunzia lo stesso Martinus V
Pont, intulit. Nel fare l'u-
Papa nel 1 298 gli sostituì Oddo o Oddone nione di Salpe (F.) a Trani, dispose il Pa-
Arcioni nobile romano, giureconsulto il- pa che quale de'due pastori fosse soprav-
lustre, chiaro pure per iutegrilà.Nel 3 1
1
vissuto, sarebbe arcivescovo delle due se-
gli successe Bartolomeo, che trasferito nel di :mortoli vescovo di Salpe, Francesco
1 328 a 8iponlo,fucon)mendataTraniad restò arcivescovo di Trani e Salpe. Morto
O . . . patriarca d'Antiochia. Nel riporta- a'27 aprile 1427, Martino V gli sostituì
re la serie di questi a Siria, registrai Ge- a' 1 6 giugno Giacomo deBanchi napoleta-
raldo Odone o Ottone, e amministratore no. Cessò di vivere nel 1
438 e nello sles-
di Catania. Ma nello stessoi328 fu fatto so vi fu traslato da Conza il celebre Lati-
arcivescovo Bui loiomeg Braucacci nobile no Orsini {F,) romaoo poicaidiuaie. Nel
TRA TR A 85
1 4 J9 pnssato a Url)irìo, successe nei 1 4^o trasferito a Girgenli nel 57 t Da Catan- 1 .
Giovanni Orsi ni abbate di Farfo, die do- zaro neri572 vi passò fr. Angelo Orabo-
nò alla basilica Vaiicann, pnllium, et più- ni d' A versa francescano, morto nel 575. 1
terano V. Quindi il celebre cardinale Gio. 1 7 agosto fu arcivescovo fr. Giovanni Pia-
to a Piacenza neh 559. Neh 56()Gio. Bai completare le sagre suppellettili elargito
lista de Uoj^eda de Herrcia spagnuolo, dal predecessore, ed incominciò a edifica-
86 TRA TR A
re il palozzo arcivescovile con eleganza e civescovo risiedeva in Barletta (F.) dio-
decoro, indi Iraslato a Cassano. Nel 1677 cesi di Trani, fin da quando NazareVb di
Paolo Ximenez ab Alessandro nobile spa- Siria fu occupata da' saraceni: per tale
gnnoìoj professore diSa]amanca,elo(]uen- riunione in quest'articolo mi proposi di
te predicatore, già vicario generale di To- dire de' vescovi di Canne, con alcune altre
Jedo, legato di Carlo II al Papaj difese e- nozioni, il che eseguirò poi, e il simile fa-
nergicamente l'immunità ecclesiastica, e rò con Bisceglia. Poiché questa sede ve-
fn padre de'bisoguosi. Nel 69 5 Pietro dei 1 scovile, da Pio VII colla stessa bolla fu
marchesi Torres nobile spagnuolo, già ve- data in perpetua amministrazione all'ar-
scovo d'Epidauro e poi di Potenza, pasto- civescovo di Trani, e lo è tuttora , della
re zelante, visitò I' arcidiocesi, celebrò il quale metropolitana il Papa, in delta nuo-
sinodo, ornò di pitture la caltedrale,econ« va circoscrizione di diocesi, dichiarò suf-
sagrò la chiesa de'gesuili in Barletta. Nel fraganee quelle della slessa Bisceglia e
1717 Giuseppe Antonio Davanzali (nato di Andria (alla quale avendo unita la se-
in Dari, dicono \e Notizie di Roma), no- de di Minervino^ in quest'articolo parlai
bile fiorentino, canonico tesoriere di 8. Ni- de'Vescovi delle diocesi), come loe-
due
coladi Bari, ambasciatore dell'iraperalo- rano precedentemente. Ora debbo rifor-
re Carlo VI a Papa Clemente XI. Prese mare l'articolo Carina (non si deve con-
solenne possesso con pompa, rimosse gli fondere con Carinola unita a Sessa^ per
abusi insorti nella sede vacante, procurò cui ne riparlai a tale articolo), e nuova-
l'istruzione cristiana efficace e frequente mente correggere un abbaglio. Dissi a Ca-
al popolo, difese le ragioni di sua chiesa, rina o Carini (seguendo un geografo, che
e in lutto fu zelante pastore. Restaurò e avendo erralo nella topografia, mi emen-
abbellì la cattedrale, riedificò e ingrandì dai nel voi. LI, p. 1 8), che con detta bol-
l'episcopio, aggiungendovi due giardini; la Pio VII l'unì a Trani: ciò non esiste
rifabbricò più ampio il seminario, e cosi afìfattOjpoichègià Carina era unita a Reg-
fece all'ospedale nel 1720. Riparò mo- i gio. Carina Carini fu sede vescovile dei
nasteri di Trani e dell'arcidiocesi, ed uno Bruzi (vocabolo che die forse motivo alci-
nuovo ne edificò in Coralo in tutto fu , tato e corretto errore) nella Magna Gre*
magnifico e benefico, virtuoso e pio (me- eia, oggi Calabria Ulteriore prima, di cui
ritò nel 1746 che Benedetto XIV lo fa- è melropoli Reggio, nel regno delle due
cesse patriarca d'Alessandria colla riten- Sicilie, secondo Ughelli, Commanville e
zione di sua sede). Con questi V Italia sa- altri geografi sagri. Dice il ° nell* Italia
1
gorio Ifactam^sed proprìos iterum Ca- Puglia, a 2 leghe e mezzo da Barletta (col-
rinenseni Ecclesiani Imbuisse Pastores, le cui rovine fu edificata), della quale non
quos tandem eversa omnino civitate pe- meno al suo articolo, che in altri parlai
nitus amisit. Sembra dunque che Carina per la memoranda disfatta patita da'ro-
quelle di Carini di Sicilia. Come poi fui ca nel 496 dopo essere intervenuto alla
indotto nell'inconcepibile errore di dire dedicazione del tempio di s. Michele Ar-
Carini unita a Trani, Uomo e nulla, non cangelo in Monte Gargano. L'annotato-
so renderne ragione(forse dall'aver scrit- re deirUghelli dubita di questo vescovo,
to nelle mie memorie, Nazareth e Canne e sospetta che sia piuttosto stato del ve-
unite a Trani, e due erronei puntini po-
i scovato Caunenus nella Licia. La chiesa
sti con distrazione sopra Canne^ mi fece- di Canne da 8. Gregorio I fu commenda-
ro leggere Carinif&enza fermarmici nelle ta a Felice vescovo di Siponto. Poi trova-
poche parole che scrissi in tale articolo, si Pietro Cannensis Episcopi dell* 867,
perchè stabilii in questo ragionarne, e in- che 1' annotatore reputa probabilmente
vece ho dovuto pure farlo per rettifica zio- di Gabio, Gabienses. Lucido Episcopus
nejneìiMare lìlagnum ó'i lanìe slu(}'ìOse,\!ì' Cannensis dd 968; Giovanni fu nel 1 07 i
vi t cum Tranensi, hac lanieri conditio- rimodernala da chi era poco pratico del-
nCy ut decedente, Cannensi episcopo veL ^ la venerabile antichità, dice il Sarnelli) é
archiepiscopo Tranensiy qui superest es- sotto l'invocazione degli apostoli ss. Pie-
set utriusque Ecclesiac Praesul rnane- tro e Paolo, ha il fonte battesimale, e la
ret^ non hahuit tanicn effectwn unio ista. cura d'animeaffidata all'arcipiete 2.» di-
Il vescovo Nicola ricevè da Giovanna II gnità. Tra le ss. Reliquie sono in peculia-
il diploma, pubblicato da Ughelli, con- re venerazione i corpi di s. Mauro mar^
^
fermalorio di quello del conte Golfredo. linei. "vescovo di Bisceglia, e de'ss. Pan-
Riccardo morì nel i439, e gli successe taleone e Sergio martiri patroni della cit-
Gioacchino traslato da .Soana, che poi pas- tà. Il capitolo è composto di 6 dignità, es-
sò a Cassano. Nel i44^ commendataiio sendo lai." l'arcidiacono, di 20 canonici
di Canne Marino Orsini protonolario a- inclusivamente alle prebende teologale e
postolico; nel i447 l'ebbe in commenda penitenziaria, di io mansionari o cappel-
Astorgioy/g^/?t7w/f'/^.),cheollenne da Al- lani , e di altri preti e chierici addetti al
fonso I la deciaia sul sale , il cui docu- servizio di vino.L'episcopio di gotica strut-
mento si può vedere in Ughelli, e crealo tura è aderente alla cattedrale. Tra le al-
cardinale neh 44^ si dimise. Neh 449 f'- tre chiese 3 sono parrocchiali col s. fon-
Giacon^oAui'illa nobile napoletano fran^- te, compresa la collegiata; vi sono un con-
cescano; fatto arcivescovo di Nazareth vento di religiosi ed un monastero di ,
da Calisto 111, questo Papa unì in perpe- monache, un conservatorio, diverse con-
tuo il vescovato di Canne alla chiesa di fraternite, l'ospedale, il monte di pietà, ed
Nazareth. In Barletta vi è quella colonia il seminario. Il suo degnissimo e celebre
greca, di cui feci cenno nel voi. XXXll, vescovo Pompeo Sarnelli[P'.), oltreché
p. .5,. pubblicò le Memorie della città e de' ve-
Bif-ceglia oBise^lia, Vi^iliae. Le ru scovi di Bisceglia, nelle sue Lettere ce-
pi del mare aprono un piccolo seno, en- clesiastìclie, emporio di sagra erudizio-»
tro ij quale sorge questa cillà di mura e uè, nel t. 3, p. 77, ci die la leti. 3i : ^e s,
TUA TRA 89
Pietro xia stato in Pu^liat e tlcprìnci' s. Margherita della città, con documen-
pii (Itila .V. chiesa (li Discolia. Afferma to presso Ughelli. iVicola fiorì nel 1229,
che s. Pietro fu nella Puglia Peucezia, e Berto nel 287, Leone nel 292 e consa-
i 1
die vi gellò le fondamenta della s. fede, grò la cattedrale ili. "maggio 1295. Fr.
colla predicazione evangelica; solo è que- Matteo vivea nel 1298, Leone di Gaeta
44 «educe
stione intorno all'anno, se nel nel 1 3o3,Giovanni nel 3 4, Giacomo nel1 1
da Gerusalemme per a Roma, onde an- 1 3 7,Nicola nel 32o, fr. Bartolomeo do-
1 1
che confutare Simon Mago, ovvero nel menicano vicentino nel 1827, già consi-
5i quando Claudio cacciò da Roma gli gliere e cappellano di Callo li; Martino
ebrei e con essi i cristiani convertiti. Crede morì nel 348. Gli successe Simone de Ra-
1
inoltre, che s. Pietro concedesse al gover- yano capuano canonico, e nel 1367 con-
no della chiesa Biseglieses. Mauro oriun- sagrò la chiesa di s. Adveno, assistito da
do di Betllemme, il quale nel 7 co'suoi i i 6 altri vescovi. Nicola l'intruse l'antipa-
compagni ss. Pantaieone e Sergio, so-
i pa Clemente VII nel 1 387. Domenico l'e-
stennero glorioso martirio sotto il pro- lesse il Papa Urbano VI. Giovanni del
console della Puglia e Tioìpero di Tra- 1890, fr. Giacomo F'ederici carmelitano
iano : s. Mauro Panta-
fu decapitato, s. pure del 1890, Francesco Falconi nobile
ieone crocefisso, s. Sergio lacerato da un- bisegliese, Nicola morì nel 144^, cui suc-
cini di ferro, ed ambedue da empia spa- cesse Giacomo Pietro de Gravina canto-
da trafitti, tutti perirono a'27 luglio. Fa re di Reggio, al cui tempo e pel suo zelo
poi delle osservazioni critiche per concor- nel 1 475 si ritrovarono i corpi de'ss. Mau-
dare il riferito dal Baronio. Il Coleti di- ro, Pantaieone e Sergio, e si collocarono
chiara, Italia sacra, l.
7, p. 937, ^ igi- in luogo più decente: il docuinenlo lo ri-
licnses Episcopi, di avere colle Memorie produsse Ughelli. Nel 1476 Bernardino
del Sarnelli, compita ed emendata la se- Barbiano pubblicò l'indulgenza di Sisto
rie d' Ughelli. Incomincia con riportare IV per onorare i lodati ss. Martiri, e nel
gliatti del I. "vescovo s. Mauro e suoi com- 1487 fu tiaslato a Bisaccia: siccome ven-
pagni; dopo il quale non vi è notizia d'al- dicò la pnrte de' proventi che gli spetta-
tri vescovi fino al 787, in cui Sergio £"- vano nella fiera pe'medesimi santi, la me-
piscopo /^/g77/e/i6^^z.y fu al concilio II dij\i- moria si trova in Ughelli. Allora Bisceglia
cea, dove si trattò del mantenimento del era contea della famiglia Baucio, piinci-
cullo delle Immagini. Mercurio del
ss. pe d'Altamura, duca d'Andiia e Venosa,
loSg è rigettato dal Sarnelli; Giovanni signore d'altri luoghi e contestabile del
nel 1071 intervenne alla consagrazione regno. Nello stesso 1487 da Bisaccia (pii
insigni miracoli per onorare i suoi servi: i5i9 Bernardino Spalluccia nobile bise-
riighelli ne riporta l'istoria. Allroo il me- glie.se fondò e dotò il monastero di s. Lo-
iiaccorsi; nel 1576 fr. Gio. Battista Soria- tonio Ricci romano minore osservante,
no napoletano e carmelitano, fece la visi- letterato cospicuo: celebrò il sinodo nel
ta della diocesi, e sotto di lui nel i 58 1 fu e- 1 667 nella detta chiesa de'cappucci ni,che
dificato il monastero di s. Croce delle cap« a'14 ottobre solennemente consagrò. Per
puccine. Lite nata circa praecedentiam l'assenza dell'arcivescovoda Trani, a*i5
magistratorumnundiiiarum,ohLÌnuìt,ut luglio 1682 intervenne all' estrazione e
ah Episcopo constitatus^ etiamsi lai-
ille donazione del corpo di s. Stefano 1 Papa
ciis foret, semper illuni civis praecede- a Cosimo III. Neh 685 Giuseppe C rispi-
ret.Gregorio XIII neh 583 nominò Ni- ni aquinate, pieno d'integrità, dottrina e
cola Secadenari bolognese ma mori in , prudenza, ebbe una vertenza col governa-
patria prima di recarsi a Bisceglia; onde tore, che negandogli il titolo ài Illustris-
subito il Papa gli sostituì 1' altro concit- simo^ protestò che non l'avrebbe neppur
tadino Alessandro Cos[)i degnissimo di egli dato a lui; ma l'orgoglioso spagnuo-
lode, che intervenne al sinodo provinciale lo viceré di Napoli sostenne l'indegna
di Trani, visitò più volte la diocesi, con- pretensione del superbo e irriverente ma-
sagrò r altare maggiore della cattedrale gistrato secolare! Onde neh 690 Alessan-
in onore di Dio e di s. Caterina, e solen- dro Vili lo trasferì ad ^/7zeZ/<2, e lo lodai
nemente vi ripose i corpi de' ss. Mauro, anco riparlando di questa sede nel voi.
Pantuleone e Sergio, e concesse a'cappuc- LXIX, p. 47-IonocenzoXII a' i 7 febbraio
cini nel1606 la chiesa suburbana di s. 1692 dichiarò vescovo di Bisceglia il dot-
Michele. NeliGog Antonio Albergati no- tissimo ed eruditissimo Pompeo Sarnelli
bile bolognese, e dal parenleGregorio X V" patrizio di Benevento e di Poi ignano, ab-
fu mandato nunzio a Colonia, poi a Li- bate mitrato dell'insigne collegiata di s.
sbona e collettore degli spogli, indi suf- Spirito di Benevento, uditore generale
fraganeo del di lui nipote nella comune dell'arcivescovo cardinal Orsini, poi Be-
patriaBologna per lui furono eretti il
: nedetto XIII, esaminatore sinodale e visi-
Bernardino Scala di Cagli neh 687, pro- tó<^ecwzVo. Nell'istesso anno celebrò il si-
bo ed ernditOjtrasIato a Monte Feltre.Nel nodo diocesano, e continuò a farlo ne'suc-
1642 Guglielmo Goddi nobile forlivese, cessivi. Consagrò solennemente la chiesa
pretore di Rimiui, lodato per mirabile vi- di s. Matteo. Subito apri la visita gene-
gilanza e probità. Nel i652 d'Aleria vi rale, e die le regole al monte di pietà, ai
fu IrasferitoGiuseppeLomellini napoleta- sodalizi del Corpo di Cristo e de'ss. Marti-
no oriundo genovese, già abbate cassine- ri tutelari, e alla congregazione de' casi
se, dotto e pio. Neh 658 Cesare Cancel- morali, istituendo ne'sagri riti, in cui era
lolti nobile di s. Severino, arcidiacono di peritissimo, il suo clero. Consagrò le chie-
sua patria, Iraslato a Montalto, dopoa- se di Croce delle cappuccine, di s. Lui-
s.
ver celebralo nel 1659 un sapientissimo gi delle monache di s. Chiara, della ss.
sinodo per la custodia della disciplina ec- Annunziata de' conventuali, di s. Maria di
TR A TUA 91
Muro de' domenicani , la coUegiala di 8. pressionis sedis Episcopalis Nazarenac
Adveno che pure restaurò, e l'altare della in regno Neapolitano. Vacatele sedi pel
confessione de'ss. Marlin tutelari, abbel- decesso di mg.' Franci, il Papa Pio IX
lendo con oinamenti lacattedrale.Costan- nel concistoro tenuto in Gaeta a' 22 di-
temenle procurò il bene di sua diocesi, mo- cembre 848, preconizzò l'attuale arci ve-
1
store Y Italia sacra giunge colla serie dei rendite della mensa napo-
a circa ducali
vescovi e la completerò colle Notizie di letani 2200. Tranensis dioecesis ambitus
/?o/7z^. Benedetto XIII l'i i settembre gli mediocris est et nonnulla sub se continet
sostituì fr. Antonio Pacicco minore osser- oppidaj Figiliensis vero ad civitateni
vante di Frosolone diocesi di Tri vento, cui ejusque territorium tantum extenditur.
successero: nel 1789 e traslato da Trevi- TRANSILVANIA o WEISSEM-
co , Francesco Antonio de Leonardis di BURG ( Transylvanien). Vescovato e
Castel deFalchi diocesi di Capua;nel i 762 gran principatodell'impero d'Austria nel-
Donato Antonio Giannelli di Cajazzo; e la parte orientale, il cui vescovo risiede in
nel 1792 Salvatore Palica monaco cele- Alba Gm//«(/^.)oKarlsburg o Alba Ca-
stino di Barletta nell'arcidiocesi di Trani. rolina, per cui prima darò un cenno dell'o-
Vacata per sua morte la sede, colla nar- dierna capi taleClausenburgoClaudiopoii,
rata disposizione Pio VII l'allìdò in per- dell'antica capitale Hermatmstadt,^ delle
petua amministrazione all'arcivescovo di principali città di Transilvania,quindi del
Trani, ed il i.°amministralore fu il sud- gran principato, poi del vescovato, indi del-
detto arcivescovo Pirelli, che nel 18 18 vi- la nuova provincia ecclesiaslica diFogaras
de inoltre notabilmente ampliata l'arci- co* vescovati di Lugos e Armenopoli di ri-
diocesi , eziandio colla ricordata unione to greco-cattolico.LaTransilvania, Tran-
delle diocesi di Nazareth e Canne, ma l'ar- sylvania , è una vasta e ricca provincia
civescovo pro-tempore soltanto prende i limitata al nord àaW^ Polonia (A'!),ali'o-
titoli di arcivescovo di Trani e di Naza- rienle dalla Moldavia e Valacchia (f^^.),
reth, e d'amministratore di Bisceglia.Per al mezzodì dalla P^alacc/iia, e aW'occxdeiì-
sua morte Pio VII a' 19 aprile 1822 gli te dall'alta e bassa Ungheria (f^^.). La ca-
die a successore Gaetano de Frauci dei tena de'Carpazi corre verso il limite orien-
chierici regolariminori napoletano. Nel tale e sul confine meridionale, coprendo
suo arcivescovato, Leone XII emanò la quasi tutto il paese colle sue ramificazio-
22 settembre
Lolla, Miillis quidciìif de' ni e presentando parecchie alle vette. Il
1828, Bull. Rom. cont. l. 17, p. 394*. passaggio a traverso le montagne dalla
Ecintegratio tituli suppressae Ecclesiac parte della Moldavia e della Valacchia
Nazarenac civilatis Baridcnsis regni non è praticabile che per alcune gole an-
Neapolitani.D'ì più coll'altra bolla di det- gustissime. Le parti montagnose più e-
to giorno, Inter multa onera, presso il levate sono di base granitica, le altre cal-
cil. Bull. p. 395, Leone XII Composi- : caree. Gli aspetti più pittoreschi incoii-
tio litum suhoi'taiiun in se<juclani sup- transi nelle muutaguc di Transilvanici, go-
9^ TR 4 TRA
seralmente mollo dirupale e dove offron •
mavano il territorio situato all'est della
si curiosità numerose ne'3 regni della na- The'ìss^SilagY ^ S'ylvania, e natura Imen
tma. Appartiene questo paese al bacino te denominarono il paese posto all'est di
del Danubio e all'Arcipelago Illirico og- qtie'boschi, Transyhanìa,Cìoè di là del-
£^i Dalmalico: suoi primari fiumi sono il le scdvc, o paese al di là delle foreste. An-
Maros, lo Szamos, l'Aiuta. Vi sono alcu- ticamente n'era quasi tutta fa superficie
ni lagbi nella parte centrale, più conside- ingombrala. Ad onta che lascure e il fuo-
rabili essendo cpielli di Hodos, Annen e co diradò molto i boschi, la coltura di es-
l'iritsch. In ragione della superficie mon- si occupa la So." parte di tutta la super-
tuosa della contrada, il clima cassai rigi- ficie e 2 quinti del terreno produttivo :
do. Havvi nella parte occidentale soprat- essi per lo più si compongono di faggi e
tutto del bosco in abbondanza, che con- pioppi. Sommamente ricco il regno mi-
tribuisce a rendere la temperatura più nerale, racchiude nel suo seno i più ric-
fredda che alla prima non parrebbe ch'es- chi metalli, massime nella Transilvania
. ser dovesse a tale latitudine. L' aria ge- occidentale. Si scava specialmente foro
neralmente è sanissima. Quantunque l'a- a Szekerembe, Zaiathna, Verospatak,Na-
gricoltura sia quivi ancora imperfetta, rac- gyag, Kapnik-Banya, e sono lavacri d'o-
colgono grano reputalo tra'migliori d'Eu- ro importantissimi vìqW kvax\yoi,o fiume
ropa, non solo bastante al consumo del Escavasi pure dell'argento, rame,
c?ortì5fó.
castagne, ciliege,prugne che servono prin- fiume Maros, essi contengono milioni di
cipalmente per distillarne le acquavite. quintali. Alcune volte se ne vedono ap-
1 prodotti essenziali agricoli sono il sor- parire alla superficie, come nella vicinan-
golurco che viene coltivato in ispeciall- za di Maros- Vasarhely. Cosi il governo,
tà da'rumeni, i quali ne preparano loro i per proteggere i diritti regi stabiliti su
cibi nazionali; il frumento coltivato per questa sostanza, è stalo obbligato di sta-
la maggior parte da'tedeschi, segala, ave- bilire posti militari per sorvegliare que-
na, e l'orzo adoperalo per fare la birra. sti blocchi ed impedire che gli abitanti
Sorgoturco e frumento sono dunque i ne prendano più che la quantità fissata
frulli principali della Transilvania. I be- per gli usi domestici. Oltracciò le saline
stiami sono inoltre una delle grandi ric- di Pihorda forniscono annualmente una
chezze del paese: i bovi transilvani riesco- grande quantità di sale ordinario, Se que-
no molto grossi esomrainislrano una car- sti ammassi di sale, che si ponno dire te-
ne eccellente; cavalli di taglia mezzana,
i sori, fossero scavali convenevolmente, la
sono forti e attivi. Le pecore non danno Transilvania potrebbe bastare a tutte le
lana bella. Allevano molti porci e api. La domande d'Europa. Le sorgenti minera-
Transilvania possiede pure de' buffali, e li più notabili sono quelle di I3orsek,Hom-
le sue selve alimentano orsi, lupi e cin- rod, Szaldosch, Aropatak e Rodna. Non
ghiali. La ricchezza de'boschi diede alla vi hanno manifatture stabilite in glande,
Transilvania il nome. Gli unglieresichia» i sassoni essendo quasi isoli che si dedichi^
TRA TRA 93
no all'iiitlustria. Fabbricano tele, sopral- sano d'inviolabilmente osservare e man-
tiilto a Cronstadt, a Schasburg, eil a Ua- tenere la data fede al principe, per la di-
romszek; si fanno cappelli fini ad Her- quale con animo generoso espon-
fesa del
niannsladl ed a Rlauseouburg, corame, gono propria vita e versano il loro san-
la
gabili; poche strade maestre vi sono; tut- uniti, più numerosi; vengono poi
sono i
tavia facile èia comunicazione tra la|capi' i protestanti della confessione auguslana.
tale della Transilvania e quella dell'Un- Ultimamente si contavano 9 ginnasi cat-
gheria Buda. La popolazione che nel 786 1 tolici , un ginnasio greco non unito, un
I Szekleri da altri sono delti Siculi, per menti di fanteria, di due di cavalleria e
cui la regione viene chiamata anco Sicu- d' un reggimento d' usseri szekleri. Di-
lìa. Questi credono reliquie di
siculi si ce l'avv. Castellano, che ultimamenle le
quelli che vi condusse Aitila re degli Un- rendite pubbliche del gran principato di
ni quando invase la Pannonia, cioè de- Transilvania sommavano a circa due mi-
rivati dagli unni stessi. Lo Spontoni rife- lioni e mezzo di scudi. Neh 856 la depu-
risce che siculi come gli ungheri ripeto-
i tazione di Transilvania oltennedall'ospo-
no la loro origine dalia Scizia^ i cui popo- darò di Valacchia hi concessione di co-
liindomiti, bramosi di più felice soggior- struireuna strada ferrata da Cronsladt
no, scesero a popolare gran tratto di que- od Ibraila; che partendo dal confine di
sta contrada ; ed occupando una special Cronstadt passerà lo stretto di Ruzen e
parte della Transilvania per loro fu chia- si estenderà nella valle fino alla ciltà di
mala Scilitlia e i loro discendenti Sci- Ruzen, da dove sarà condotta ad Ibrai-
tuli, che poi con corrotti nomi tali vo- la. Da Ruckaresl sarà tracciato un tron-
ni, e secondo altri da'tedeschi sotto Bela spizio degli orfani, e il monastero de'rao-
111 re d'Ungheria deh 173. Papa Grego- naci cattolici. Sonovi 3 chiese cattoliche, 4
rio XllI per promuovere la religione cat- luterane, una riformata, l'ospedale mili-
tolica nella Transilvania, fondò in Clau- tare, la gran caserma di correzione, e il
senburgo sua capitale un collegio per Ve- teatro. I luterani hanno un ginnasio o uni-
ducazione e istruzione scientifica ed eccle- versi là, i cattolici e i valacchi alcuni sta-
siastica de' sagri ministri. Fu invano as- bilimenti d'istruzione. Al museo naziona-
sediala nel 1601 da Stefano Datori, ma le vi è una galleria di quadri. Possiede
venne presa neh 6o3 dall'intruso nuovo fabbriche diverse, conciatoi, cartiera, ma-
principe che i turchi volevano dare alla gli pel rame, e fàbbrica di polvere da can-
Transilvania, al quale fu tolta nell'anno none. Il commercio vi è molto considera-
sles«o da Basta generale dell'imperatore bile. Questa città prese il nome di Her-
Rodolfo II. Neh 639 nelle sue vicinanze mann, capo de' sassoni, che conquistò la
segui una decisiva battaglia fra'turchi e Transilvania e fondò la città, ì sassoni so-
il principe Rakolzi , nella quale fu egli no il maggior numero de'suoi abitatori:
mortalmente ferito. Abaifi I sostenuto dai era assai piti florida quando era capitale
turchi investì questa città neh 662, e la di tutta la Transilvania. Anticamente le
prese nel 1
664 profittando della ribellio- principali città della Transilvania erano
ne della guarnigione. Prima fu capitale CibiniooHermannstadt;BrassoviaoCroa-
della Transilvania Hermannstadt, Cibi' stadt, l'antica Zarmi Zegetusa, la quale
niuniy Hermanopolis^ nel paese de'sasso- dopo la volontaria morte di Decebalo re
ni, capoluogo del comitato del suo nome di Dacia,sichiaraòVulpiaTraiana Augu-
o Szeben, situata in bella e fertile pianu- sta, e divenne la più celebre della Tran-
ra, attraversata dal Zibin che si divide in silvania; Bistriccia o Bistritz, famosa per
due rami e va a riunirsi aM' Hartbach. le miniere d'oro; Segesuar posta in emi-
E' sede d'un vescovo greco non unito, e nente colle; Colosuar o Clausenburg o
s. Stefano I re d' Ungheria quando uni Claudiopoli; Megies centro del paese,me-
questa provincia alla sua corona, vi fece morabile per la decapitazione del veneto
istituire un vescovo cattolico suff'raganeo Luigi Gritti; Zebeso o Saszebeso; ed Al-
di Colocza, il quale poi fu soppresso. E ba Giulia già residenza del principe di
inoltre residenza del governatore civile e Transilvania.situata nel declivio d'un col-
militare della Transilvania, dell'imperiai le signoreggiante spaziosa pianura. La
comandogenerale militare, d'un commis- zecca de* principi di Transilvania era in
sario reale superiore dell'università na- Nacgbania.La p ri nei pale fortezza del prin-
tionale de'sassoni, d'un unizio di finanze cipato anticamente si reputava Varadino.
TRA TR A 95
Questo gran pilncipalo si divide in comi- Dacia vetus Trajani ultra
rico divulsa:
tali, sedi e distretti così riparlili. Il Pae- Danuhium: noK^a Aureliano citraDanu»
se degli Ungheri, the contiene i comitali hiumy et haec duplex. Introdotta nella
di HunyadjZarandjKraszna,Szolnok me- Dacia la religione cristiana, si fornjòl'e-
dio, Szolnok interno, Dobuka^ RIausem- sarcaloecclesiastico di Dacia da 6 provin-
Lurg, Thoremburg, Kockelburg, Weis- cieecclesiastiche,una delle quali fola Z>tì5-
seroburg inferiore, Wisseraburg superio- eia Mediterranea, con Sardica (V.) per
re, ed distretti di Fogaras e di Kòvar.
i metropoli o Sofia, ha Transilvania di-
Il Paese degli Sztkleri, che comprende venne in seguilo successivamente posses-
le sedi di Aranyos, Neumark, Udvarhe- sione de*goti, degli unniche Attila vi con-
ly, Csik edHaromszek. Il Paese de Sas- dusse, degli alani, degli slavi, degli avari,,
soni j che contiene le sedi di Reps, Scljas- e finalmente degli ungheri; e tutti alla lo-
burg,ScI)enk,Medwiscli,Leschkirch,Her» ro volta se ne disputarono il dominio.Que*
tnannsladt, Keissmarkt, Miìblenbach sta nobile contrada per la naturale for-
Szas7.varos,ed i eCron-
distretti dlBiszlrilz comechè circonda-
tezza di sua posizione,
stadl. Altri geografi con diversi luoghi no- ta da monti altissimi inaccessibili e da ,
minati formano un altro 4-" grande di- campagne vaste ed immense, insuperabile
stretto, detto Distretto de'heni camera- quasi si renderebbe all'invasioni d'armi
lio Fiskalgider, perchè formato da varie straniere, se si volesse energicamente di-
cillà e luoghi situati eniro distretti degli i fendere. Ne' tempi antichi tale difesa fu
ungheresi e de'szekieri. Pare che nel i 853 trascurata per la divisione e discordia che
il regnante imperatore Francesco Giusep- regnò tra' suoi popoli, e fu cagione di
pe abbia data una nuova organizzazione sue deplorabili rovine. Divisa la regione
politica a questo gran principato, dividen- in comitati e con leggi particolari di li-
dolo imo circoli, co'cnpoluoghi di Her- bero reggimento, ciascuno era doQìinato
mannstadt, Cronsladl,Udva^heIy,Maros- da'giudici e conti che spesso tra loro guer-
Vasarhely, Ijislrilz,Dees,Szilagy,Somlyo, reggiarono , con grave danno del paese.
Clausenburg e Broos. E che in ogni cir- Nel oo4j se ne impadronì
I s. Stefano I re
colo vi sarebbe un nfììzio circolare, con d'Ungheria, e fu quindi governata da'vai-
un capo di circolo. Fu questa contrada vodi o principi n)andali in Transilvania
conosciuta da'romani sotto il nome di/><2- da'red'Ungheria.Papa Nicolò V nel 447 1
que dcscriptio: Dacia antiqua ah Illy- corseil vaivoda Giovanni, cheasaislilo dui
96 TRA TRA
pontificio legato cardinal CarvajaI, e da Giorgio, questo finciullo fu riconosci «ito
s. Giovanni da Capislruno, costi inse i tur- al SUOI." ingresso nella vita per principe
clii a precipitosa fuga a*6 agosto, giorno di Transilvania, la quale in tal modo riac-
della Trasfigurazione di Gesù Cristo quistò la sua indipendenza. Pochi giorni
(/^.), onde il Papa ne fece più celebre la dopo in Herman ustadt morì suo padre, e
festa per raemoria , ricolmando di lode io lasciò sotto la tutela della madre e la
l'io vitto vai veda diXransil Vania. Neh 5 14 reggenza di Martinusio (/"'.) vescovo di
erasi 1' Ungheria da poco liberata dalla Varadino. L'Unglieria secondo il conve-
guerra mossavi dagli uomini rusticani a' nuto dovendosi restituire a Ferdinando
nobili, e massimamente di Tranr:ilvania, 1, Elisabetta era disposta a farlo, quan-
per cui Papa Leone X pregò Sigismondo I do Martinusio vi si oppose a nome del
le di Polonia, che pacificatosi col duca di giovine principe e implorò la protezione
Moscovia,soccorresse l'Ungheria^a tale ef diSolimano il. Questi conquistò l'Unghe-
fetlo avendo mandato il suo nunzio Pi- ria e intimò alia regina di ritirarsi inTran-
sone per mettere in concordia 1 dueprin- silvania col figlio sino alla sua maggiori-
cipi. Intanto isediosi furono vinti da Gio- tà, confermando a'Martinusio la reggen-
vanni vaivodadiTransilvauia, per laqual za del solo regno. Neh 55i la regina ve-
cosa l'Ungheria potè poi resistere all'im- dendosi in procinto di soccombere con-
pelo de'turchi. Dopoché nel 15*20 i Lu- tro l'Austria, si determinòdi cedere a Fer-
terani (I .) disseminarono i loro perni- dinando I la Transilvania a nome del fi-
ciosi errori in Polonia, tosto peneirarono glio, mediante compensi, mentre Marti-
inUngheriae in Transil Vania, onde il pro- nusio ottenne il titolo di vaivoda con l'as-
VOL. LXXIX. 7
98 TRA T R A
dagli sin»! di Transilvnnia per loro prin- stante precedente convegno, l'ingresso
il
cipe, ne fl'ce governatore il ciigino cardi- segu'i solenne a'25 giugno,perchècosì vigi-
nalBafthori.Nel i ^C)i appena cletlo il Pa- le Sigismondo II per mo^tiare la sua gran
pa Clemente Vili, per conciliare princi- i riverenza e divozione verso la s. Sede ed a
piBallhori nelle discordie insorte tra loro Papa Clemente Vili. Fu incontrato fuo-
da 8 mesi, e per confermare i transilva- ridella città 3 miglia dal Gìosica accom-
ni nella religione cattolica, pel servizio di pagnato da molti gentiluomini a caval-
Dio e per amore verso Sigismondo IT, pie- e giunto presso la porta tutti smonta-
lo,
no di zelo inviò per nunzio in Transil Va- rono da cavallo e il prelato dalla carroz-
nia il friulano mg/ Attilio Amalleo5dol- za, il quale dopo complimenti montò nel-
to ed eloquente, già segretario della ci- la carrozza del principe. Nella città olire
fra sotto Gregorio Xill. Giunto nel mo- il popolo accorso trovò 5oo fuiti della
nastero già de'gesuili, presso Claudiopo- guardia di sua Altezza schierati, e così fu
li,allora una delle 7 città di Transilvania, accompagnato nelle stanze deslinalegli
e preso alloggio in esso nella metà di mag- nella casa de'gesuili. Ne! giorno dell'udien-
gio, partecipò il suo arrivo a Stefano Gio- za pubblica, Stefano Ballhori qua! princi-
sica,alloramaestro di camera del principe pale personaggio della corte,accompagna-
e già stato ambasciatore in Roma. Que- lo da cavalieri a cavallo, si recò colla car-
sti fece le scuse di sua Altezza il principe rozza del principe a prendere il nunzio,
Sigismondo 11, perchè il pontifìcio invia- ilquale fu incontrato da Sigismondo If
lo dovea trattenersi in delto lììogo, non quasi al capo delle scale ed accolto con
conveniente alla dignità della s. Sede, e grande umanità, e gli oi\n la mano drit-
ciò finche fossero partiti dalla sua residen- ta che il prelato ricusò. Indi passali nel-
za d*Alba Giulia due cbiaussi mandati la gran sala d'udienra, sederono il princi-
dal gran sultano per alcune differenze di pe e ilnunzio col capo coperto, testando
confini, i quali erano ciicondalida'domi- in piedi senatori ed
i molti signori, ed i
nii ottomani. Intanto il principe lo fece il prelato pronunziò quel discorso lati-
incontrare e visitare da due suoi inviati, no che riporta il Parisi, Istruzioni per
co'quali si convenne che il nunzio avreb- la segreteria, nel t. 2, a p. 1
9 1 e seguen-
be fatto privatamente l'entrata in Alba ti; poiché a modo d'esempio e di saggio
Giulia.IIcardinalBatlhorieil fratello Ste- riportò il carteggio fra il nunzio e il Pa-
fano a' parlari del nunzio si mostrarono pa, nel cui nome rispondea il suo nipote
prontissimi di promuoveree aiutare il ne- cardinal Aldohrandini; riporta ancora la
gozio della religione cattolica, mostrando risposta che nell'ultima udienza gli diede
la slessa pietà e virtù l'altro fratello Bal- il cancelliere pel principe. Queste nozio-
dassare (meglio ziodel principe e padre di ni riescono più interessanti, se si consi-
Stefano e del cardinale), in adoperarsi per dera che l'Amalteo era il i ."ministro apo-
cosa sì santa, e non meno di contribuire stolico inviato dalla s. Sede al principe di
ancb'egli ad una sincera e piena riconci- Transilvania, per cui il prelato tutto mi-
liazione loro col principe nipote e cugino, nutamente descrisse nelle sue lettere per
dalla quale dipendeva il buon esito degli regola agli altri che potessero mandarsi
«(lari religiosi.Tali parenti di Sigismondo per nunzi nel principato; e per la stessa
Amos nel cap. 8, dove parla della fame e zione de* turchi e preso contro di essi le
tenze co'parenli, sdegnati per essersi col- denaro e la decorazione del Toson il'oro
legato coll'imiieratore, al quale poi inviò da Filippo II re di Spagna; nel 1596 ac-
il Dipoi l'Amalteo fu insignito
religioso. compagnò Massimiliano arciduca d'Au-
del titolo d'arcivescovo d'Atene, edebbe stria nella campagna d'Ungheria, ed eb-
la nunziatura di Francia nel congresso di be la maggior parte delle sue spedizioni.
Vervins. Nelif)f)5 Sigismondo li stretto Ma l'anno dopo il timore di cader nelle
con nuova lega coll'imperatore Rodolfo li mani de'tmchi gli fece adottare il par-
contro i turchi, mercè un trattato conclu- tito di porre Ira essi e lui un inciampo che
so a*4 marzo, sconfisse il visir Sinau da- non fosse loro fucile superare. Recatosi
vanti il castello di s. Giorgio nella Schin- a Praga trattòcoirinìperaloredelloscam-
s'ouìn^ prese la piazza d'assalto, espugnò bio de'suoi stali co'sumtnentovali prin-
alcune cittàjC nel novembre successivo tor- cipali d'()[)pelen e Ratibor nella Slesia.
nò ne'suoi stati coperto di gloria e ricco Taleabdicazione vennecelebralada mol-
di bf)ttino. Sigismondo II coll'unirsi a Ro- ti come un atto d'eroismo, mentre la mag-
dolfo II non avea però dimenticato pro- i gior parte la riguardò qual elfetto del ca-
pri interessi. Se sino allora vi fosse sialo priccio edi luuistrunu pusillanimità. L'c-
loo TBA TRA
sito giuslifìcò quest'ultima opinione. Nt^l dall'imperatore per luogo del suo riliio.
I 5c)'o Sigismondo li in esecuzione di quel Poscia avendo tentalo di nuovamente
trattato si recò in Islesia nel giugno, ma sommoversi , fu arrestato e spedito pri-
tosto disgustatone ne pai ti per tornare in gioniero a Praga, ove morì nel 161 3 sen-
Transilvania, e per un nuovo tratto di z'aver avuto figli dalla sua sposa Cristi-
sua leggerezza nel iSggin vestì dellaXran- na d'Austria. Neli6o2 dunque, divenuto
silvania, col consenso degli stali adunati r imperatore Rodolfo II padrone della
in marzo, suocugino cardinal i?tìf/tort ve- Transilvania, per la delta cessione, istituì
scovo di Varroia. Questi fu taccialo di una specie di triumvirato per governare
ambizione di dominio, tuttavolla i tran* lostalo. Nel 1 6o3 i Iransilvani malconten»
silvani mostrarono contentissimi d'a-
si ti del suo governo si diedero a Mosè oMoi-
verlo per principe; e siccome pareva che ses principe de'siculi oszekleri. Questi en«
fosse seguito divorzio fra Sigismondo e trò a'9 giugno dell'anno stesso io Veis-
M." Cristina d'Austria, il cardinal ch'era semburgo, ossia Alba Giulia, che gli avea
semplicemente dell'ordine de'diaconi, in- volontariamente aperte le porte; ma nel
viò al Papa il suo segretario Tomasi per settembre susseguente fu sconfìtto da-
ottenere dispensa di sposare l'arciduches- gl'imperiali e ucciso nel combattimeulo.
sa, la quale in vece si recò a Gratz e ve* In detto anno la Transilvania fu afELìtta
stì l'abito religioso. 11 cardinale,per quan- gravemente dalla pestilenza. Nel 1 6o4Mo-
to narrai nella biografìa e per sospetto sé s' impadronì di Claudiopoli, e il ma-
d'inclinare a'turchi, non godè lungamen* gistrato per opera de'sociniani e calvini-
te del principato, 1' anno stesso
essendo distrusse da'fondamenli
sti il collegio de*
a'28 settembre stato sconfitto presso Her- gesuiti, per l'opera mirabile de'quali e-
mannstadl da Giorgio Basta generale del- rasi colla dottrina loro e zelo in Transil-
l' imperatore e da Michele vaivoda di vania accresciuta la cattolica fede. L'em-
"Valacchia, e 3 giorni dopo sorpreso dal pio Mosè fece imprigionarci gesuiti, e bar-
nemico valacconellasua fuga, mentre ri- baramente molti ne uccise, tutti oltras»-
fugiato in una spelonca recitava Icore ca- giò. Nello slesso anno la Transilvania si
noniche a lume di luna, gli fu troncata ribellò di bel nuovo e con essa una pnrle
Ja lesta da 5 va lacchi; il suo corpo fu tra- dell'Ungheria sotto la condotta di Stefa-
sportato in Alba Giulia, e poi sepolto in no Botskai nobile ungherese. A'5 dicem-
Claudiopoli in magnifico monumento. bre Stefano die battaglia al conte di Bei-
Presso il cardinale trova vasi nunzio apo- gioioso generale degl'imperiali e lo scon-
Clemente Vili, mg."^ Germano
stolico di fìsse compiutamente. Il generale imperia-
de'marchesi Malaspina vescovo di s. Se- le Basta portatosi in Claudiopoli o Clau-
vero, inviato pure in Polonia, il quale a- senburg, dal preposto de' gesuiti fece ri-
vea tentato più volte passando da un cam- benedire il duomo che iniquamente ave-
po all'altro, di pacificare guerreggianti,i no occupato gli eretici sociniani e calvi-
onde vietare 1' ulteriore spargimento di nisti,dedicandolo alla B. Vergine e a s.
sangue cristiano, senza successo per le op- Giorgio, e le loro imnìagini pose nell'al-
poste pretensioni de' contendenti. Sigi- tare maggiore. Consegnò la chiesa a'
smondo II voleva ripigliarsi di nuovo il gesuiti, e perchè vi potessero erigere un
governo della Transilvania, ma battuto collegio die loro le migliori case ch'erano
più volte e specialmente a*2 agosto 60 1 rimpetto al Fu tanto lo zelo che
tempio.
a Moitin, la rinunziò un'altra volta nel i impiegarono nella vigna del Si-
gesuiti
1602 , e si ritirò nel castello di Lobko- gnore, che dall'ottobre al Natale conver-
vitz (culla de'principidi tal nomede'du- tirono più di 4000 alla cattolica religio-
chi di Sagan) nella Ijoemia, assegnatagli ue. Per aver poi il Basta liberato Strigo-
T R A TRA IDI
lìia, Clenienle Vili gli scrisse un onore- gione alemanna nelle città del suo domi-
volissimo breve, ringraziandolo paterna- nio. Istruita la Porta 'ottomana di que-
nuMjle. Quindi Stefano Dotskai di religio- sto trattatoda Betletn o Bettleeni Ga-
De protestante nell'aprile 6o5 si fece ri-i bor che aspirava al suo posto, inviò con-
conoscere dagli slati del paese per prin- tro di lui due corpi di truppe comandati
cipe di Transilvania, e nel segnente no- l'uno da Sandar pascià, l'altro da Ogli.
Tembre fu dal sultano Acaiet I, sotto la Inseguito Batthori di piazza in piazza, e
cni protezione erasi posto, confermato in vedendosi senza espedienti, si fece dar la
quel principato, non die in quelli di Mol- morte a Vallenese da uno de'suoi soldati
davia e di Valaccbia, de'quali erasi del a'27 ottobrei6i3. Osserva il Gontin nel
pari impadronito aggiungendosi il titolo Dizionario dell' eresie^ che in Transil-
tli re. Nel 1606 col trattato concluso a* vania la religione cattolica fu quasi abo-
23 giugno tra la corte di Vienna eia Por- lita sotto Gabriele Batthori, né incomin-
la, n()t>kai si fece riconoscere dall'impe- ciò a ristabilirsi se non dopo che l'impe-
ratore per principe di Transilvania, conte ratore Leopoldo l ne acquistò il dominio.
de'Slctdi e palatino d'Ungheria; dignità Bellem-Gabor o Gabriele Betleem, nobi-
elle si perpetuerebbero nella discenden' le ungherese e calvinista, persecutore del
za maschile sino alla sua estinzione, e do- predecessore che lo avea ricolmato di be-
po di essa la Transil vania ritornerebbeal- neficenze, fu dichiarato principe di Tran-
I i«nperatore, o piuttosto alla casa d'Au- silvania a'3o ottobre da Sandar pascià,
stria. Morì Stefano a Cassovia, dicesi av- titolo che venne confermato dagli stati
gli
grado in età avanzata principe di Trao- ti due cavalieri che univano le loro mani
silvania dagli stati convocati a Clauseu- e nel basso leggevasi questa divisa Con- :
successo fu un trattato col quale egli ve- go a' IO maggio i()2 r, e mise poi l'asse-
niva riconosciuto per vaivoda di Tran* dio a Neuhausel, ove rimase ucciso a' io
iilvauia,a condizione di ricevere guarni> luglio. Nel 1624 1*8 maggio Bcllem con-
I02 T R A TRA
eluse a Vienna co'siioi deputati un tiat* battere, se veniva eletto,i cosacchi co'qua-
lalo di pace con Ferdinando li, mercè il li i polacchi erano in guerra, o con cnsi u-
quale fu riconosciuto principe di Tran- nirsi se rigettalo. Questa alternativa pro-
siIvania,rinunciaiidoal litolodire d'Un- posta con indecenza lo fece esci udere.IVIori
gheria, ed ottenne i ducali d'Oppeleu e nello stesso anno a'24 ottobre, dopo es-
di Ratibor nella Slesia. Nel i
629 senten- sere stato ammogliato due volte, la ."con i
do che Gustavo II Adolfo re di Svezia si Sofia figlia di Stefano Betleem, da cui eb-
apparecchiava a penetrare in Germania, be Giorgio li Pvacoczi che gli succese; la
egli fece preparativi per entrare in Un- 2..^ Susanna Lorentza che gli
volta con
gheria. Ma un'idropisia sopravvenutagli die Sigismondo poi duca di Monlegatz.
ftce svanire il progetto, e ne morì nel no- Questo principe morendolasciò suoi sla- i
vembre dell'anno stesso. Nel testamento ti accresciuti dalle due Valacchie da lui
radino Stefano Betleem prossimo parente sue armate con quelle degli svedesi. Scon-
del defunto, indi neli63i ne rivocarono fitto nel luglio da'polacchi e dagl'impe-
acclamarono Giorgio Racoczi
l'elezione e riali, dovè tornare ne'suoi stali con 3o do-
l volgarmente detloRagotzi, figlio del sud- niestici, infelice avanzo di iS o 3o,ooo
detto Sigismondo. Determinato di farsi uoiriini, dopo aver subito la legge da'vin-
indipendente, egli non corteggiò né l'im- citori.ll sultano Maometto IV, sdegnalo
peratore né il sultano, e si collegò cogli di tale invasione, ordinò a'transilvani di
svedesijCo'quali saccheggiò la Polonia; ed daigli un successore. Giorgio 11 finse di
i protestanti d'Ungheria trovarono in lui dinietlersi dal principato a' 12 ottobre
un ardente difensore. Nel 636 attaccato 1 i658, per evitare una deposizione for-
da'turchi protettori della casa di Betleem male. Gli stali a lui sostituirono il conte
cui egli maltrattava, R.acoczi tenne lor Redei, ma Giorgio 11 poco dopo locac-
fronte e vigorosamente li respinse. Nel elo. Indi entrò in negoziazioni per porre
1644 f^*'® ""^ diversione alle forze la Transilvania sotto la protezione del-
P^'*
di casa d'Austria impiegate in Germania l' imperatore Leopoldo 1, ed essendovi
contro gli svedesi, piombò suH'aha Un- riuscito, gl'imperiali egli ungheresi in fol-
gheria, devastò molte borgate o villaggi, la si scliierarono sotto i suoi vessilli, fi-
prese d'assalto Cassovia nel maizo e pa- gli n)arciòcon essi contro il pascià di Ba-
recchie altre piazze, fitìchè nel 164^8! pa- da ch'erasi posto in campagna con nuiìie-
cificò coir imperatore Ferdinando 111 a roso esercito, e lo sbaragliò presso A rad.
coudizioni assai vantaggiose. Nel 1 64^ a- Intanto il granvisir avanzava^! con altra
spirò alla corona di l'olonja, e si presentò armata di 100,000 uou^iiu. Gli stali di
nel regno gou 3o,ooo uomini per coui* Trausilvauia speduongli una deputazio-
TRA TR A io3
ne per disapprovar la coiulolla del loro suo principato, ma acconsenti an-
stilulil
principe, lìgli giunse sui luoghi, depose cora che gli succedesse suo figlio, e accor-
Giorgio n e nominò a sua vece Acasio dò a' transilvani alcune condizioni che
Ijarczai. Giorgio 11 rientrò inXransilvania lusingavano il loro orgoglio T 8 mag-
dopo parlilo il visir e fece nuovi lenlalivi gio. Da
quest'epoca Abafli I visse tran-
per riacquistare i suoi siali, morendo a quillamente sino alla sua morte accaduta
Varadino a'iG giugno 1660 dalle ferite nell'aprile 1690, e gli successe nel maggio
riportate nella battaglia condjatlula tra il figlio Michele Abaffi li, nato dalla mo-
(iuile e Coloswar contro i turchi : altri glie Anna Bomemiern, sotto tutori da-
Indicono ucciso avanti Clausenburg. Eb- tigli dall'imperatore a motivo di sua mi-
be da Sofia Ballhori sua sposa Francesco norennità. 1 turchi dal loro canto nomi-
che entrò a parte delle turbolenze d'Un- narono a quel principato il conte Eme-
gheria,il quale ebbe da Elena sua moglie rico Tekeli già ricordato, che vi si recò
Francesco-Leopoldo e Giulia Elena si : olla testa di 24,000 uomini. Dopo aver
rimaritò con Emerico Tekeli capo de' conquistato parecchie piazze fu obbligato
malcontenti d'Ungeria. Nel 1660 gli suc- di restituirle l'anno stesso, e di sgombra-
cesseli suo generale KemeniJanoso Gio- re dal paese; allora egli si ritirò a Costan-
vanni Kemin, eletto dagli stali convocati tinopoli, morendo Nicomedia
poi presso
a Bistricz, in cui Acasio Barczai gli ce- nella religione cattolica. Nel i694Abafll li
de i suoi diritti al principato mediante S[)e(lilo alla corte di Vienna fu coslrello
pensione, ma poco dopo liemeui lo fece di cedere isuoi stali all'imperatore Leo-
morire per sospetti che volesse tradirlo. poldo I, mediante una pensione di 1 2,000
Postosi Remeni sotto la protezione im- fiorini e il titolo di principe dell'impero:
periale, i turchi lo deposero neh 661, e la pace di Carlowilz, de'2 5 gennaio 1 699,
nominarono in sua vece nel 166*2 Michele^ fra l'Austria e la Turchia, consolidò tale
A balli I, che preso in guerra da' tartari transazione; e l'imperatore Carlo VI nel
era stalo loro schiavo. Remeni morì il 1 1713 riunì la Transilvauia all'Ungheria.
febbraio nella battaglia contro il couìpe- Da qiiest* epoca la Transilvauia rimase
lilore,chedivenne pacifico possessore del- definitivamente sotto la potenza di casa
la Transilvauia. Nel 1 664 <^"P^
^^^^' s^'" d'Austria a malgrado degli sforzi flittida*
vi lo sino allora i turchi in Ungheria, si malcontenti posteriormenle per liberar-
fece comprendere nella tregua di 20 an- sene. Abaill il morì a Vienna neh 718,
ni conclusa a Temeswar tra l'imperato- ed pure cessò di vivere la sua sposa
ivi
stei nato per la pei dita de'suoi slati, si gel iiienlre suo figlio fu tradotto in Praga e
lo a'piedi deiriuiperalorc e gli riuscì pie- dato in educazione u* gesuiti. Nel i()<)3
garlo nel [nomellergli di servirlo ledei Francesco Leopoldo Uucoczi lasciò i suoi
utente e di troncare ogni intelligenza col precettori, viaggiò in Italia e nel 1694
turco. L'impeiatorcnouboldmcnlc gli rc- ^[^osò a Colonia la principessa Callotta
io4 TRA TK A
Amalia figlia di Carlo landgravio d'As- slellodi Trenskin. Papa Clemente XI ter-
«ia-Piliinfeid. La corte di Vienna non vi- minò rovinare Racoczi nel 1709, col
di
silvani, onde fu arrestalo nel 1701 nel lasciò bruscanjente il suo esercito a'afeb*
suocastellodi Saaros d'ordine di Leopol- braio 7 1 i o,passòinPolonia,indi inRussia.
do I e condotto a Neusladl; ma venen- Durante la sua assenza Karoli generale
dogli fatto di evadere, fuggi in Polonia, de'confederali e alcuni de' loro deputati
ove si unì col conte Beresini coH'inteu- segnarono a Rarol un trattalo di pace
dimento di redimer se slessi e lorocom- i conforme a'desiderii di casa d'Austria. Ra-
patriolti dal dominio austriaco.Frattanto coczi giunse in Francia oeli7i2 e vi fa
Ja dieta d'agostoi yoS, tenutasi a Weis- accolto con amore da Luigi XIV, nella
semburgoo Alba Giulia, elesse llacoczi a cui coite lo resero accetto le sue nobili
principe sovranodi Transilvania.Ed egli maniere. Ma mentre ricercava l'amicizia
nel seg.uente settembre ne convocò altra, de'grandi, pensava con piìidi lode di ren-
in cui perla 2." volta fu acclanjalo prin- dersi accetto a Dio colle frequenti sue vi-
cipe di Transilvania, duca e capo di tutta site pressoi camaldolesi di Grosboisa 4 le-
l'Ungheria e padre della patria. Per so- ghe da Parigi. Finalaiente ivi fissò la sua
«tener questi titoli, egli non ebbe in prin- dimora nel 1710 do[)0 la morte di Luigi
cipio che 5oo fanti e 5o cavalieri. Ma to- XIV. Nel 17 17 perisperanze fattegli con-
sto in 3 anni gli riuscì di formare un e- cepire dalla Porta, contro il parere dello
sercilo di 75,000 combullenti, e co' ra- czar e del reggente di Francia, si recò in
pidi successi ottenuti, portò il terrore si- Adrianopoli. Al suo giungere in Turchia
no alle porte di Vienna. Petrattali con- non erano piùgl'islessi gl'interessi del sul-
clusi con Giorgio 1 liacoczi la Francia
,
tano; la Porta non vide più in lui che avea
avea garantiloil manteuimenlodi sua ca- chiamalo che un amico di poco momento
sa nel principato dì Trausilvania nel ca- e un ospite a proprio carico. Per cui e-
so di elezione.Francesco a vendo ricordalo gli sollecitò il permesso di tornare in Fran-
dagli stati d'Onod. iXel l'ottobre, essendo ro compose le sue Memorie stampate nel
stato balzato dal trono Augusto II re di 1 7 39, in mezzo alle rivoluzioni d'Unghe-
Polo»)ia, polacchi ad istigazione di Pie-
i ria. Il suo testamento politico e morale,
tro I il Grande czar di Russia, voleva- stampato
altro flutto di sua solitudine, fu
no collocarvi il principe di Trausilvania, poi nel I 731. Inoltre medi- scrisse diverse
Ma R.acoczi ricusò tale onore incompa- tazioni e soliloqui, un commentario sul
tibile cogl'impegni da lui presi colla pa- Pentateuco, e le sue confessioni sul mo-
tria. Tra'suoi primari uiìiziali egli avea dello di quelle di s. Agostino. Morì nel
de'traditorijde'quali il piii pericoloso era 1735 in Rodoslo nella Piomania, dicesi
Ladislao Oclai, che fu causa della totale con edificazione, ed il suo cuore fu tra-
àcoufiUa riportala nel 1708 presso ilca» sferito presso i camaldolesi di Grosbois, i
T R A TRA 105
suol figli Giuseppe, Giorgio e Carlotta Il vescovato di Transilvania prende
non ehijero prole. Nel 1763 rimperalri* dal gran principato il suo nome. Dicesi
ceM.' Teresa regina ti' t/^//g"/tenV7, eresse pure di J^Vcissemhurgo dalla diocesi nel
la Transiivauia in gran principato indi- quale si estende. Due sono comitati di i
la 2.* costituita nel territorio civile go- nedek, Csombord, Nagy-Enyed, Maros-
verno suddiviso ne'suddescritli grandi di- Ujvar, Strasburgo. Gli abitanti sono cir-
slrellio paesi. Perciò, più che prima la ca 90,000, ed il capoluogo è Carlsburg.
Trausilvania segui le vicende politiche 11 IKeissenihurg superiore o Alba su-
dell' UngIicr{a(P".). N e m e m o ra b
1 i 1 e 1848 periore^ comi tato dellaTransd va uia, pae-
rÌD)peralore d'Austria Ferdinando I ap- se degli ungheri, è osservabile pel modo
provò la fusione della Trausilvania con ond'è appczzato, componendosi di gran
l'Ungheria. Nell'ultima deplorabile rivo- numero di ritagli di terreno separati gli
lozione, la Transilvania pianse 4834 vit- uni dagli altri, e di pezzi incastrati ne'pae-
time, non compresi i caduti sul campo di si de'sassoni e degli szekieri; è il risulta-
battaglia ; cioè, secondo la nazionalità, mento delle guerre ch'ebbero traesse per
442 ^rumeni, 65 magiari, 232 sassoni
1 e lungo tempo le nazioni sassone e unghe-
72 di varie altre nazioni; secondo la pro- rese. Vi si trova il borgo Fiirslenburg e
fessione religiosa, 20o5 greci non uniti, 65 villaggi ripartiti in 5 marche, Bolya,
236 1 greci uniti, 3o altri cattolici,! 6 «se- Biirkòs, Palos, Peselnek e Reten. Gli a-
dicenti riformati, 287 evangelici. Per sen- bitantisommano a quasi 4o, eoo. La resi-
tenza dell'autorità rivoluzionarie e de* denza del vescovo è'mKarlsbnrgoCarls-
giudizi slataiii furono giustiziati 743 in- bourg o Alba Giulia, o Alba Caroli-
dividui; negli atlacchi ostili fitti contro ìia, Alba Juliay città reale, capoluogo del
singoli luoghi per parie degl* insorgenti comitato di Weissemburg inferiore e del-
magiari verniero impiccati 28 individui, la marca del suo nome, distante più di
modi 2879 tianiiilvaui. Ecco in parte il Clausenburg, posta su d' una euìinenza
risultato delle rivoluzioni. A'pochi cenni in ameno e gradevole prospetto, sulla ri-
riportati sulla Transilvania ponno sup- va destra del Maros, che vi riceve l'Om-
plm-",Ciìnloi\o^Co/ii/ìicntarii della guer- poly. L'ultima proposizione concistoriale
ra (li Traiisihaiiiay Venezia pel Giolito la dice edificata salubri potitur coelo,
1566. Ciro Spontoni, Ilistoria della 1800 eontinet doniosy atipie 5,6oo coni-
TraiisiL'unia ^ Venezia i638. Benco , pleetilur incolas , ipiorwn media pars
Transilvania^ sive niagnus Transilva- tantum catholicani religioneniproflten*
niae principaliiSf Vind()bonaei778. iSe- tur; onmes vero serenìssimo Austria Ini'
stini, Viaggio seienli/ico anlìquario per peratorisj qua Magno Transilvaniae
la Valneelddy Transilvania ec, Firen- Principi in temporalihusoìitemperaut, Si
ze i8i5. divide in ducpurli|lu città propiiauiuuie
io6 TRA TR A
delta, eia fortezza situata sopra una col- ritarda la soppressione al secolo XVI e mi
lina. Tra* principali eciifiz,i è l'antica cat- pare più probabile. Dappoiché dissi nella
tedrale, di elegante gotica struttura, de- biografìa del cardinal Gabriele Rango-
dicata a s. ]VIicli(de Arcangelo, ristaurala ni,che Mattia re d'Ungheria lo nominò
a'noslri giorni. Vi è il batlisterio e la cu- vescovo d'Alba nella Transilvania, tra-
ra d'anime, atrnninistrata dal canonico sferendolo poi ad Agria.'ed a sua istanza
parroco, qui et pociiittritiario inuncre Sisto IV nel 1477 lo creò cardinale; ed
J'uugitur, Il capitolo si compone di 4<^li- a Trau parlo dell'illustre traurino Gio-
gnità, la 1/ delle quali è il preposto mag- vanni vSlalileo che funse diverse legazioni
giore, di 6 canonici comprese le preben- anche a Paolo III, e fu vescovo di Tran-
de del teologo e del penitenziere, di al- silvania. Ptistabilito da Papa Innocenzo
tri 6 preti e chierici addetti al servizio XII per le istanze dell'imperatore Leo-
divino. Contiene la cattedrale i sepolcri poldo I, benemerito della religione catto-
della famiglia degli Hunyadi o Unnia- licain Transilvania, ne fu probabilmente
di. Non oìolfo distante da essa è l'episco- suor." vescovo Giorgio Martonsi, poiché
pio, palazzo an)pio e comodo, che rovi- lo trovo nominato nella bolla del 1721
nato per le vicende politiche, fu notabil- per Fogaras, Episcopi latini Transyl-
mente restaurato. Non vi sonoallre chiese vanensisj bensì le Notizie di Roma re-
parrocchiali, e nella chiesa de'Battori vi gistrano seguenti vescovi. Neh
i 742 Fran-
è un superbo mausoleo innalzato dal re cesco Klobusiezki di Agria, traslato dal
di (pieslonome in onore di suo fratello. titolo iti partibus di Nemesi. Nel 749 Si- i
sinagoghe pegli ebiei, uno stabilimento lai, indi cardinale. Neh 76 [Giuseppe An-
per la prepar;izione del uiercurio, una ni- tonio Bastay delle scuole pie di Minz tlio-
triera, ed una fabbrica di polvere dacan- cesi diNitria. Neh 778 d. Pio Manzad(H*
none. II commercio non è del tutto inat- barnabita di Vienna, traslato da Segna,
tivo, e novera circa i3,ooo abitanti. Già Neh 775 Ladislao de conti Rollonitz di
colonia romana Apuleiisis^ ereditò il suo Vienna. Neh 781 Ignazio de Batthyan di
nome di Alba Julia, da Giulia Augusta Reinethujvar diocesi di Già varino. Que-
madre dell'mìperaloreMarc'Aurelio, che sto dolio prelato è autore di varie ope-
ne posele fondamenta, e quello di Alba re, comedelle Lcges EcclesiasticacHiuf
por imi Chanadieiisiiim. Opera et studio armeni scismalici non vi erano che 5oo
lionata comitis de BattUyan Episcopi famiglie armene; altre città in cui sono
Transili'aiiiae,k\ho Carolina i 7C)4- ^^^ più numerosi è Elisabeltopoli, ed Arrae-
i8oo Giuseppe Mai lorollì di Tiansilva- nierstadt città libera e reale quasi inte-
iiia stessa. Nel 8 i6 Alessandro Rudnay
i ramente abitata da' medesimi. Circa il
(E,^ di s. Croce diocesi di Strigonia^ca- 171 3 gli armeni della Transilvania per
lìonico di quella metropolitana e poi ar- opera del vescovo latino furono riuniti
civescovo di essa e cardinale. Nel 1820 I- alla chiesa romana,insiemea o sacerdoti. i
gnazioile'liberi baroni Szepesy deNegyes Neh 741 fecero istanza alla s. Sede per
di Agiia, indi trnslalo a Cinque Chiese. avere un vescovo di loro rito, ma non fu-
Nel 1828 Nicola Rovalz de Csil-Tusnad rono esauditi, temendosi di aprire la stra-
della diocesi di Transilvania, già parro- da con tal concessione di ritornare allo
co lodato e canonico di Varadino pruden- scisma. 11 parroco di Elisabeltopoli nel
te e dotto; mon a' 5 ottobre 1802 in se-
1 1707 ebbe la facoltà di confessare i la-
guito di luarajJnio senile d'84 anni, uìu- lini e di assolverli colla forinola latina.
nilo di lutti i confolli della religione. Non Gli armeni di Elisabeltopoli celebrava-
vacò la Papa Pio IX nel
sede, poicliè il no già secondo l'uso Ialino 3 messe nel
concistoro de' 5 del precedente marzo a-
1 Natale del Signore servendosi del messa-
vea dichiarato mg. Lodovico Haynald di "^
Volle il Papa Clemente XI li nel
le latino,
gran piincipalo ereditario dell* augusta della provincia pagasse annualmente scu-
casa d'Austria, la religione cattolica è la di 432 per mantenere 3 alunni in Ro-
dominante, e gli scismatici e gli eretici ma nel Collegio Urbano di propagati^
vi sono tollerati: da una slafistiea potei da fidi .,
ciò che confermò il Papa. III.**
1ilcvarc che la maggior parie degli .d»i- alunno fu Aaron poi vescovo Eogaras. (.li
lanti (h Transilvania sono Jiallolici. Tra' A (piesto vescovo poi dall.i congregazio-
lallolici vi sono pure degli iuujcnijc lutti ne di propaganda furono assegnali dei
io8 TRA TRA
fondi educare 20 giovani in provin-
pei- silvania, ossia greci-uniti, era Fogaras ,
ci:i, e pagare la tassa slabilila pe'3 aliui- ora elevato ad arcivescovato, risiedendo
i)idi propaganda. Innanzi di parlare delia il vescovo greco cattolico nella città o-
Duova provincia ecclesiastica di rito gre- monima ed estendendosi la sua giurisdi-
co cattolico di lecente istituita in Tran- zione a tutta la provincia ossia a! prin-
silvania, conviene che io dica come Iro- cipato di Trausilvania. Il vescovato fu e-
vavasi la religione riguardo a*greci, e ag- retto per le istanze dell'imperatore Carlo
giunga qualci»e altra notizia su Fogaras VI dal Papa Clemente XI, ma per la sua
(/.).della quale riparlai a Grecia, come- morte ne pubblicò la disposizione il suc-
greco unito alla s. Sede, e da
cliè di rito cessore Innocen^oXIlI colla bolla Ratio-
ultimo eretta in metropolitana. Fogaras ni congruità de' 17 giugno 1721, Bull.
è capoluogo altresì del ilistretto del suo Pont, de Prop.fide, Appendixt. 2, p. 3,
nome, contiene più di 26,000 abitanti, graeci-ritus ,\iQ s^VQcÀ, ruteni, valacchi,ra-
principalmente valacchi, ungheresi esas- sciani e altri che seguitavano questo rito
soiii, gieci della Trausilvania altri so-
I e dimoratiti nella Trausilvania, iqualifu-
no catlolici, altri scismatici. Sotto l'im- rono perciò separati e sottratti dalla giu-
pero di M." Teresa abbracciarono l'unio- risdizione ecclesiastica di altri ordinari,
ne latina diretti da un tal Teofilo loro ve- e sottomessi quindi a quella del vescovo
scovo. Si conservaronocattolici anche sot- del loro rito di Fogaras; dichiarandosi
to Atanasio successore di Teofìlo. Ma cattedrale la chiesa in tal città dedicata
poi da'sassoni luterani introdotto un mo- a Dio e sotto l'invocazione di s. Wicola,
iwico ruteno, diesi spacciava per profeta, con capitolo, assegnandosi per mensa al
ritornarono alio scisma, e da quel tem- vescovo 38o4fiorini, corrispondenti a cir-
po (ino al 1829 non si trattò più di unio- ca i5oo scudi romani; dotazione che as-
ne. Fu allora riordinata alquanto la cosa segnata dal mentovato imperatore, a lui
dal p. Ciocchino Pedrelli passionista,ma e successori fu dalla s. Sede conferito il
non si conosce la (ine. Le loro parrocchie privilegio della nomina de' vescovi. Però
erano circa 1000, il vescovo scismatico ri- fu stabilito che nella vacanza della sede
siede in Ilernjannstadt, e dipende dal si- di Fogaras, si adunasse il clero e scegliesse
mile metropolita di Carlovvitz città della i soggetti degni pel vescovato per voti,
Schìavonìa, Come in Carlowitz si usa la e quindi li raccomandasse all'imperatore
lingua slava o illirica, ed i rituali stam- secondo meriti deVnedesimi,
i il quale uno
pati in Pietroburgo, e perciò quelli sci- ne presentasse al Papa per la canonica i-
smatici sono di rito ruteno, così anche slituzione;e perii penultimo vescovo 2 12
questi di Trausilvania seguono il mede- furono gli elettori ecclesiastici. 11 vesco-
simo rito. [ preti scismatici di Transilr vo e la sede furono dichiarati suiTraga-
Vania erano persuasi, che difendevano nei di Strigonia. Ecco il novero de'suoi
una pessima causa; bramavano la con- vescovi che ricavo dalle Notìzie di Ro-
versione del vescovo, anche per fine se- ma. Nel 173© d. Gio.InnocenzoKlajaba-
condario, per ottenere cioè la protezio- siliano,nato in Transilvania. Nel 1753 d.
ne della .cattolica casa regnante. Presso Pietro Paolo Aaron basiliano, nato in Di-
questi scismatici è comune la simonia e stra diocesi di Fogaras^già alunno di pro-
le tasse esorbitanti. Il sapere alquanto pagandaj^Jj. Nel 1 765 d. Atanasio Red-
leggere basta tra loro per ascendere al nik di Szigert.Nel 1773 d. Gregorio Ma-
sacerdozio. Chi desidera qualche tintura jor basiliano di Szauka diocesi di Trau-
di scienza frequenta le scuole cattoliche, silvania. Nel 1783 Giovanni Baab d'Or-
al che non oppone l'ordinario scisma-
si manes diocesi di Fogaras. Dopo lunghis-
lieo. 11 vescovato de'grcci cattolici inTran- simo vescovato e per sua morte, Grego-
TR \ TUA 109
rio XVI nel concisloro cìe'K^opriIer833 non ci è ora bisogno di spiegnrvelo lun-
preconizzò vescovo di Fogaras, di rito gamente, venerabili fratelli, siccome cosa
gieco-unilo nella Transilvaiiia, nig.'Gio- che è a voi ben nota e provala dalla sto-
vanni Letneny di Deziner diocesi di Fo- ria con innumerabili documenti. Or vo-
garas, parroco per molti anni, e canoni- lendo noi emulare que'celebri esempi di
co della cattedrale, già vicario capitola- paterna sollecitudine, già fin dall'anno 2.°
re della medesima. Per sua libera rinun- del nostro pontificalo scrivemmo a lutti
zia fatta nelle mani del Papa Pio IX, que- gli orientali lettere apostoliche, colle qua-
sti nel concistoro de' 1 7 febbraio 1 85 1 di- li caldamente ed amorosamente gli esor-
chiarò vescovo di Fogaras mg/ Alessan- tavamo a voler ritornare alla comunione
dro Sleika Snlutz di Rerpenyes di A- , di questa s. Seóe, e restarle fermamente
brudbanya diocesi di Fogaras, già alun- La necessità della quale riunione noi
uniti.
no di quel seminario, cappellano e arci- dimostrammo con gravissimi argomen-
diacono o assessore del concistoro di Fo- ti splendidi della luce della verità, chec-
garas, e poi vicario foraneo dìSylvaniae, che abbiano osato allegar contro parec-
parroco di Szilagy-Samlyo; lodandolo chi vescovi scismatici in un certo loro
per dottrina, morale, prudenza e perizia scritto, nel quale versarono quel loro vec-
delle cose ecclesiastiche. chio ed astioso veleno contro la Sede a-
Nuo\'a arcidiocesi e provìncia ecclesìa' postolica. 11 quale scritto, per convin-
stira di Fogaras di rito greco-catto- cere d'errore la scismatica pertinacia, noi
licope' valacchi della Transilvania, faremo che sia confutato; ed intanto non
Il regnante Pontefice Pio IX nel con- mancheremo di pregare e di scongiurare
cistoro de'ig dicembre i853, innanzi al per la salute di lutti loro il Padre celeste
sagro collegiode'cardinali, pronunziò l'al- de'lumi; nulla rimettendo della carità cri-
locuzione £11 Apostolicae Sedis fastigio, sliana ch'è paziente e benigna. Dal quale
che pubblicò in latino e io italiano il n.° girilo di carità mossi, siccome noi, i nostri
296 del Giornale di lìoma^ e riprodus- predecessori, giudicarono che q«e' sagri
sero in Ialino gli Annali delle scienze re- riti, che fossero in uso nella chiesa orien-
ligiosCy 2/ serie, 1. 1 i, p. 4^4> '" italiano tale e non si opponessero alla fede orto-
la Civiltà cattolica^ 2." serie, l. 5, p. 98. dossa,non solo non si avessero a riprovare,
In italiano riporterò il brano spettante al- ma dovessero anzi osservarsi econservar-
l'argomento in discorso.»' Collocali in sul- sijsiccome quelli che erano raccomandali
l'altezza delia Sede apostolica,quasi nella dalla slessa antichità della loro origine, ed
rocc^ e sul propugnacolo della fede cat- in non piccola parte derivali da'ss. Padri:
tolica, i Romani Pontefici nostri predeces- che anzi con savissime costituzioni decre-
sori secondo la podestà loro conceduta
, tarono che a niuno fosse lecilo dipartir-
da Dio di governare la Chiesa universale, si da'riti orientali senza averne prima im-
volsero ancora le paterne loro sollecitudi- petrala dal sommo Pontefice la licenza.
mai che da loro si potesse nulla desidera- sa di Cristo si abbella di una culai me-
re di quanto potesse o difenderla o giovar- ravigliosa varietà che non nuoce all'uni-
la. Quanta industria, e cura o fatica essi tà, che la Chiesa non terminata da con-
venissero adoprando perchè quelli tra'po- fine alcuno di paesi abbraccia tulli i po-
poli d'Oriente, che sono per funesto sci- poli e le nazioni e le g<'Mti riunito nell'u-
sma separali dalla Chiesa romana, a lei di nità e consenso della fede, benché diver-
buon grado facessero ritorno , e come se di coslumi, di lingua e di riti, up[)ro-
membra col capo si riunissero col supre- vali però dalla Chiesa romana di tutti ma-
mo Pastore in terra il Pontefice romano^ dre e uiueslru. li che ben sapendo il no-
no TRA TRA
Siro predecessore Gregorio XVT cìl glo- rdl'onore ed all'aulorilà di sede metropo-
riosfi inemorij», stendendo la pastornl vi- lif;uia. E le aggiungeuuno per suIlVaga-
gilanza e sollecitudine a' popoli valacchi nee, oltre alle (\n^ sedi episcopali poca fi
(li rito greco callolico stanziati nella Tran- erette, anche la chiesa di Gran-Varadino
silvania, volle per confortarli e consolar- di rito greco sottratta dalia giurisdizione
li e confernuirli nella cattolica lecle, isti- dell'arcivescovo di Strigonia.Essendoora
tuire [)or loro una peculiaie gerarchia stabilita questanuova provincia ecclesia-
ecclesiastica di rito gi-eco: ma quello che stica diFogaras e d'Alba Giulia non du-
il nostro predecessore per la diflicoltà dei bitiamo, venerabili fratelli, chela nazio-
tempi edallre malagevoli ci costanze non i ne valacca sparsa per la Transilvania e
potè condurre al termine desiderato, ciò devota alla fede cattolica, lieneficala ora
medesimo fu dato a noi di coiopire con novellamente dalla Sede apostolica, non
grande soddisfazione dell'aniino nostro. sia per riunirsele con vincolo ancor più
ìuWn prima noi rendiamo, siccome è giu- stretto: e qttella parte del giegge del vSi-
sto, le grazie al Padre delle misericordie, gnore, accresciuto il numero de' pastori,
col cui celeste aiuto ci venne compiuta e vegliando questi secondo il loro dove-
un'opera che speriamo dover tornare ad re,ed aggiuntevi ancora le nostre sollecitu-
incremento della religione cattolica, e ad dini, non sia per essere molto più sicura
ulililà spirituale, e questa grandissima, di e difesa dall'insidie e dalle frodi degli sci-
quella nazione. Poi Iributiauio le debite smatici, i quali non lasciano veruna occa-
lodi al carissimo figliuol nostro in Cristo sione di strappare ifedeli dalla comunio-
Francesco Giuseppe imperatore d'Au- ne di quest'apostolica Sede, e profondar-
stria e re apostolico d'Ungheria e Boe- li nel baratro dell'eterna mina. Faccia
mia, il quale non solo ci presentò, per ciò Dio, ricco sempre in uiisericordia, che co-
inqjelrare, le sue preghiere, ma vi por- loro , i quali sono implicati negli errori
tò ancora lo zelo, la sollecitudine, l'ope- degli scismatici, illuminati dalla grazia ce-
ra, e tutto quello iniìne che da un reli- leste si ricoverino nel seno e neirabbrac-
giosissimo principe e zelantissimo promo- cio della chiesa caltolica,anìnchè tulli ac-
tore della fede potè vasi aspettare. E qui corrino nell'unità della fede, e tulli siamo
è da lodare il ven. nostro fratello (il car- u\\ solo corpo in Cristo serbanti l'unità
dinalGiovanni Scilowski) primate (d'Un- nel vincolo della pace. Ciò noi caldamen-
gheria e aicivescovo) di Strìgonìa, il qua- te desideriamo per quell'ardenlissimo a-
le pose ogni suo impegno nel promuove- more che nutriamo per la salute delle a-
re un'opera s'i salutare e si acconcia a ras- niine, e preghiamo il Signore, che solo fa
sodare la cattolica unità. Per la qual co- le cose mirabili, a volere compiere colla
sa dopo avuto il parere di alcuni venera- sua virtù l'opera cominciala". Ora a se-
h\\\ nostri fratelli dell'ordine vostro, ai conda del decretato dal Papa Pio IX, va-
quali commettemmo l'esame accurato di do a U\v cenno della metropoli di Foga-
negozio s'i rilevante, secondo il loro a v vi- ras^ e delle chiese vescovili a lei suflra-
so, ergemmoduesedi vescovili di ritogre- ganee Lugos, Armeuopoli, e Gran Va-
di
co cattolico, cioè quella diLugosch(01ah lacUiiOy o VaradìnOy del quale però me-
Logos) nel Banalo di Temesch, e quella glio trovo conveniente riparjarne a tale
diArn)enopoli (Armenierstadl ossia Sza- 1° articolo, tutte egualmente di rito gre-
mos Vjvar) nella Transilvania, e volem- co cattolico.
mo chefosscro suffraganee della chiesa di Fogaras. 11 Papa Pio IX colla bolla
J'ogaras, la (piale già innalzata a sede ve- Ecclcsiam Cliristi ex omni li/igtia, dei
scovile, e ultinunnen te ancora decorala da 9.6 novembre 853, eresse la sede vesco-
1
noi del titolo di Alba Giulia, esultammo vile di Fogaras, di cui già parlai di so-
T II A TUA I I f
ras o Alba Giulia il medesimo mg/ A- le censure, ovvero dava licenza a'sacer-
lessandro Slerka SulutzdeKerpenyesgiù doti d'assolvere da' casi riservati, poiché
vescovo di Fogaras, attribuendogli i no- essendo diacono non poteva certamente
mi nati suiTraganei di Gran Varadino, Lu- assolvere sagramenlalniente. Inoltre esa-
gos e Armenopoli. Uiieverò dall' analoga minava gli ordinandi, e amnielleva i sa-
j)roposÌ7.ione concistoriale, letta dal Piipa cerdoti alla confessione; insomma era il
in concistoro, lo stalo della chiesa di Fo- Vicario del patriarca, a cui serviva d'ar-
garas elevata al grado melropolitico.il pa- cidiacono nella messa, invitando alla co-
store di Fogaras da 100 an»)i risiede nel- munione i fedeli. Sebbene diacono, ^lei
che avea la custodia delle scritture, come Krassova, marca di Lugosch, in Unghe-
un Archivista e la cura del sigillo pa-
, ria, a più di 12 leghe da Temeswar, sul-
triarcale che pollava attaccato al collo. la riva destra del Temesch, che lo divide
Emanava le sentenze e giudicava le con- da Deutsch-Lugosch, mentre Lugoscli di
troversie ecclesiastiche, nuissime matri- cui parlo geografi lo chiauìano pure Lu'
i
moniali, onde senza sua licenza i sacerdo- gosch- Il alla-Chiseh, ed ènbitalada te-
ti non potevano benediie gli Sposalizi. deschi, valacchi eruscii, cssentlovi neibn-
Difendeva le cause del clero, e perciò era tulio anche serviani. Il Papa Pio IX col-
chiamalo bocca e mano destra del patriar- la bolla Àpostolicum Dlinìsterimn^ dei
ca. Portava in dito ronello d'oro, e luce- 2G noveD)brei853, ci esse il vescovato di
112 TRA TRA
Liigos o Liigosch tli greco rito caltolico, mos- f^j'uar (Armenopolitnn, seu Sza^
suffrago neo del melropolitanodi Fogaras; mas U/f^arien). CdlA con residenza vesco-
quindi nel concistoro de* i6 nove«nbre vile libera e reale della Transilvnnia, co-
1854 nedichiarò ."vescovo l'atliiale mg/
i mitato di Szolnok-Inleriore,sul Szamos,
Alessandro Dobra di Seplerarcidiocesi di a 8 leghe da Clausenburg e 24da Rarls-
•Fogaras, già appartenente al clero di Va- burg. Essa è bene edificata, difesa da uà
radino, dottore in s. teologia e predicato- forte castello, e popolata quasi nteramen • i
re, segretario del vescovato, notaro e pro- te da'greci, e dagli armeni che vi fabbri-
tocollista concistoriale, difensore de'ma- cano stoffe e commerciano in bestiame.
(rimonì e delle professioni religiose, par- Vi sonone'suoi contorni delle sorgenti sal-
roco e vice-arcidiacono per piìi anni, ca- se e delle miniere di s;de. Il Papa Pio IX
nonico della cattedrale di Varadino, esa- colla bolla Ad Apostolicain Sedeniy dei
minatore pro-sinodale, dotto, prudente e 26 novembre i853, eresse il vescovato
virtuoso. Dalla proposizione concistoria- d'Armenopoli o Szamos Vjvar di greco
le si dice, la città di Logos
Danaio dl nel rito cattolico, sulfraganeo del metropoli-
Ternescli, è edificata in piano, ed in fe- tano di Fogaras; dipoi nel concistoro dei
condo e aoìeno luogo, con piìi di 2000 16 novembre 8 54 promulgò peri.°suo
r
case e 12.000 abitanti. Nella piazza prin- vescovo l'odierno mg."^ Giovanni Alexi di
cipale sorge la solida e magnifica chiesa Maladia arcidiocesi di Fogaras, già ap-
cattedrale , decorata di splendida torre partenente al clero di Varadino, parroco
campanaria, edifizio che cominciato dal- per molli anni, archivista, attuario e no-
l'imperatore Ferdinando compì il suc- I, taro concistoriale, segretario del vescova-
cessore Francesco Giuseppe I.E' dedica- to, canonico scolastico di quella cattedra-
ta allo Spirito santo, ed ha la cura d'a- le, dotto, prudente, ed ornato di altre e-
nime, che si esercitava temporaneamen- gregie qualità. Leggo nella proposizione
te e finche fosse consagrata la chiesa, nel- concistoriale, essere Armenopoli edifica-
la preesistente cappella munita di balti- ta in piano e ameno luogo, tra il Szamos
slerio, ed ove si celebrava il culto divino. e il Tibisco, contenendo 1 5oo case, eoa
Il capitolo venne compostodell'arciprete, 5ooo greci cattolici. La chiesa parrocchia-
deirarcidiacono,deirecclesiarca,dellosco- le della B. Vergine Maria fu elevata a
ìas{ìcOyde\cavloCi\ace,acdeniqiieexprae- cattedrale, ed ha il s. fonte colla cura d'a-
bendato. Aedespro Episcopi hahitatio- nime. Si formò il capitolo dell'arciprete,
ne nonduni iìipromptu suntj inlcrea ta- dell* arcidiacono, dell' ecclesiarca , dello
jnen utì poterit domo Ecclesiae proxi- scolastico , del cartofilace , ac deniqiie
ma, quae prò officio coniitatensi inser- praebendato, Novae pariter a funda-
viebat, Praelerea altera habetur LugO' mentis erunt erigendae prope cathedra»
siensi in urbe paroecialis ecclesia cani leni aedes pfo Antistitis habitatione, e-
adnexo minoritaruni monasterio, gyni' jusque presbyterio. Nella città vi è un'al-
nasiiim^ ac duo hospitalìa; seminariwn tra chiesa, il convento de'francescani, l'o-
erit constiluendum, et mons pietatis pa- spedale, seminarium erit constìtuenduni,
riter desidcratur. Ogni nuovo vescovo fu et mons pietatis pariter desidcratur. O-
tassato ne'libri della camera apostolica in gni nuovo vescovo fu tassato ne'libri del-
fiorini 548, e la mensa venne costituita la camera apostolica in fiorini 548, e la
di 10,000 fiorini d'argento viennesi, pari mensa si stabib con 0,000 fiorini d'ar- [
a scudi romani 5ooo. Alquanto ampia è gento viennesi, equivalenti a romani scu-
la diocesi e comprende diversi luoghi e
, di 5ooo. La diocesi è piuttosto vasta, e
parrocciiie. contiene 58o parrocchie.
Arnienopoli o Armienerstadto Sza- Per la sistemazione della provincia ec-
T R A TRA ii3
clesiaslica di Foga ras, è benemerito il Car- la benedizione, mentre altre schiere di
dinal Michele Viale Prelà arcivescovo di fanciulle vestite di bianco spargevano di
lioloi^na e pro-nunzio apostolico di p^ieii- fiori il cammino. E il cardinale, con quel-
Ticij ed inoltre fu egli che di oiììziofece il le nobili e gentili maniere colle quali pure
consueto processo a* pastori delle nuove si distingue, sceso di carrozza accoglieva
chiese, e ricevè nelle sue mani la loro prò* graziosamente gli oratori che a nome del
fessionedi fede. Nel suo zelo decorosamen- clero e del popolo si facevano ad arrin-
te sul finire dell'ottobre i855 intraprese garlo, rispondeva loro benignamente, e
il viaggio da Vienna in Transilvania per quindi recavasi fra gli evviva ripetuti del-
compiervi, d'ordine del Papa Pio IX, l'e- l'esultanti turbe alla chiesa parrocchiale,
rezione delia medesima nuova provincia dove orato alquanto compartiva al popo-
di rito greco cattolico, con quelle parti- lo la benedizione. Quindi proseguiva il
colarità e coujplesso di liete circostanze, suo viaggio, onoralo sempre da un cor-
che descrissero il Giornale di Roma , e teggio di 20, 3o e più uomini a cavallo
poi Ja Civiltà cattolica nella 3/'* serie, t. vestiti a festa, che per omaggio spontaneo
I, p. I IO. Il viaggio del cardinale fu ve- gli fecero scorta, e di comune in comu-
ramente come un trionfo continuo della ne si andavano succedendo. Che se tanto
chiesa romana, e tutte quelle popolazio- gareggiavano nell'onorario le povere ter-
ni cattoliche, sia di rito latino sia di gre- re, le nobili città preparavangli accoglien-
co, con edificante entusiasmo, feceroa ga- ze degne e proporzionate alla loro rino-
ra nel colmarlo d'onore e nell* attestare manza. Le numerose deputazioni del cle-
co'loro pubblici ossequi al degno rappre- ro e de*raunicipii, che accorrevano ad in-
sentante pontificio la loro profonda divo- contrarlo riverenti, qe rendevano più so-
zione alla Sede romana e la loro gra-
s. lenne e dignitoso l'ingresso, intanto che
titudine verso il Padre universale di tut- festeggiavanlo il giulivo suono delle cam-
ti i fedeli. Riuscì poi singolare e aììrabile^ pane, lo sparo d'innumerabili mortaretti^
che gli stessi scismatici ed eretici calvi- le luminane e precipuamente il numero-
nisti o unilarii,per le cui terre il cardina- sissimo popolo affollanlesi per vedere l'in-
le dovette passare , lo accolsero con so- viato e il rappresentante del sommo Pon-
lenni dimostrazioni di giubilo e di osser- tefice e un cardinale della s. Chiesa roma-
vanza, dando segno talora di non essere naj la cui fama. dell'eminenti doti di cui
lontani dal voler entrare nel grembo del- è fregiato dappertutto lo precedeva, e per
la vera Chiesa, fuori della quale non vi è riceverne la benedizione apostolica. Re-
l'eterna salute. Il cardinale Viale-Prelà candosi egli alla chiesa principale della
partito da Vienna n'21 ottobre, gitmse ai città, era ivi ricevuto alla porta solenne-
27 a Biase ndorfo Calasfalta, residenza mente dal clero, dal capitolo e dal vesco-
dell'arcivescovo di Fogaras, meta del suo vo in paramenti sagrij poi introdotto in
viaggio, passando per Seghedino, Teme- chiesa, ivi ascoltava i discorsi indirizzati-
sw.n Lugos, Karansebes, Ilatzeg e Carls-
, gli dalvescovo o da qualche membro del
burg. In tutti minori villaggi che at-
i clero, che salutando il suo arrivo entra-
traversava uscivano le popolazioni in fol- vano nelle più calde significazioni di ri-
la ad accoglierlo, siccome messaggcr che verenza e divozione verso la Sede aposto-
porta olivo, con bandiere e con rami di lica e il supremo Gerarca di cui egli era
verdura in mano,suonando a festa le cam- il rappresentante lodato. A'quali parlari
pane di tutte le chiese tanto cattoliche il cardinal Viale-Prelà rispondeva accon-
quanto scismatiche! 1 fanciulli delle scuo- ciamente, attestando l'amore paterno e la
le schierati in due file lungo la via gcnu- pastorale sollecitudine che il Romjmo
Iktlevano al suo passaggio per riceverne Pontefice avea per l'illustre loro nazione,
VOL. LXXIX. 8
ii4 TRA TRA
tli cui novella prova era appunto la sua cardinal Viale-Prelà a'27 a Blasendorf,
venula in mezzo di loro. Quindi nella re- accoltovi colle più distinte dimostrazioni
sidenza preparatagli, con belle maniere d'onorificenze e di festeggiamenti da tulli
ricevea gli omaggi e le visite del clero Iali- gli ordini di quella città; e il 28 fu celebra-
no o greco-unito, e talvolta anche di quel- ta nella cattedralegran solennità, ch'e-
la
lo scismatico, dell'aulorilà civili e milita ra lo scopo della sua missione. Alle 8 ore
rijde'magistrali e d'altri illustri personag- del mattino il numerosissimo clero raccol-
che in o-
gi locali; assisteva a'banclielli tosi da varie parli dell'arcidiocesi di Foga-
nor suo eransi preparali, e ch'erano spes- ras, e il vescovo di Varadino in abiti pon-
so rallegrali di concerti musicali; ed ai tificali, co'd uè vescovi di Lugos e di Arine-
brindisi fervorosi che vi si facevano al san- nopoli.portaronsi alla residenza delcardi-
to Padre, rispondeva il cardinale con al- nale.Quesli vestilo di cappa si recò alla cat-
tri brindisi alieltuosie di encomio alTIm- tedrale preceduto da quella processione e
peralore. Giunto il cardinale a Rarense- da'3 dignitari del capitolo di Carlshurg o
bes, dove risiedono rMutorità de'così del- Alba Giulia, assistilo da' due vescovi di
ti Confini Militari, licenziò il vescovo di Trausilvania e di Nicopoli, e seguito dal
Csanad o Temeswar mg/ A lessandro Csa- principedi Schwartzenberg, ch'eravisi
jaghy,cheavealoaccornpagnato daTerne- recato da Hermannsladt, in abito di gala
swar sua sede e la cui diocesi qui termi- con moltissimi oflìziali dell'impero e altri
nava, ed entralo nella Trausilvania pro- personaggi e popolo. Giunto il cardina-
seguii il suo viaggio insieme co'3 vescovi le in chiesa, dopo breve orazione, recos-
greco-uniti di Varadino mg/ Basilio Er- si al suo trono, dove vestì sagri paramen- i
Dobra e Alexi summenlovali,clie daTe- in luogo eminente in mezzo alla chiesa, de-
roeswar lo accompagnarono per la mag- stinalo secondo il rito orientale al vesco-
gior parte del suo viaggio. Un arco di ver- vo celebrante. Laceremonia cominciò col
dura era stalo innalzalo in sulT ingresso canto di qualche inno; quindi il cardina-
appunto della frontiera Iransil vana, don- le pronunziò un eloquente discorso lati-
di onori e si fece al suo arrivo una bel- via (f.) a nome delle chiese di Russia
lissima illuminazione per tutta la città. Co (T'^.)y come suo metropolitano, interven-
Si ad Oelest, comune quasi lutto scisma- ne al concilio di Firenze per la riunione
tico , dove cattolici hanno appena una
i della chiesa greca colla latina, e ne sot-
piccola e misera chiesa. Così a Meza-thur, toscrisse il decreto insieme col non meno
cillà popolosa e in grandissima parte cal- celebre cardinale greco Bessarione (F.)
vinista, ricevuto co'soliti onori e arringa di Trehisonda avc\\t%Q,o^oò\ Nicea. Per
to dal clero cattolico alla porta della chic avere ambedue avuto principalissima
sa, gli si fece innanzi il principale mini- parte nel concilio e nell'unione, nel me*
stro de'calvinisti, e pronunziò anch'egli un desimo 14^9 Papa Eugenio IV li creò
discorso Ialino in lode del cardinale, nel cardinali. Di più fece Isidoro suo legato
quale toccando della chiesa cattolica To a la fere di Lii'onia, Lituania e Russia
norò del titolo di Chiesa Madre. La qua! per confermare la seguita unione de'gre-
frase die bellissima occasione al cardina- ci co'Iatini. Si recò quindi a iMosca, la
le diparlarne nella sua risposta, mostran cui sede era allora unita a quella di Kìo
do com'ella fosse veramente madre, e co- via, preceduto dalla Croce latina e da 3
me tale amasse anch'essi e per essi pre- pastorali d'argento. Indi Nicolò V l'inviò
gasse conlinuamenle Dio a illuminarli e suo legato a laferea Costantinopoliy^
condurli alla verità; e le sue parole furo- guahnenle per confermar l'unione delle
no accollo con venerazione. Da Pest fece chiese latina e greca, e trovossi all'espu-
una breve scorsa n Waiten e aColocza per gnatione e furiosissimo eccidio che della
consolare di sua presenza que'popoli bra- città ne fecero i Turcìii^ restandovi uc-
mosissimi di vederlo e di festeggiarlo, e fi- ciso rullimoimperatore greco Costanti-
nalmente ritornò a Vienna, dove giunse no XII Paleologo, che il cardinale uvea
ii6 TRA TRA
comunicalo in s. Sofia. Pio II lo nominò de favorire la propria industria. Nell'epo-
patriarca diCostanlinopolijequantlccon ca di sua prosperità, penetrando s'inter'
isplendida Processione (P\) porlo la le- nava a guisa d' im vasto canale sino ad
stadi S.Andrea apostolo nella basilica Va- un miglio circa più addentro dell'altuale
ticana, il cardinale sebbene apoplelico suo silo. Quest'arena, che racchiudeva i
volle seguirla e nel tempio la baciò, ter- suoi confini, fu il teatro degli spettacoli, ove
minandosi la funzione con nobile facon- Enea onorandola memoria del padre, che
dia dal cardinal Bessarione. 11 cardinal divinizzò, vi fece celebrare da'suoi troia-
Isidoro, detto Ruteno^ morì in Roma
il ni, frigi ed epiroti, i giuochi, le corse, le
e fu sepolto nella nominata basilica, col- lotte e le naumachie fino all'isoletta sto-
la gloria d'essere chiamato Apostolo de Questa ora si chiama Co-
rica di Peliade.
Greci de Ruteni.
e lombara, ed è situata sulla foce del porto.
TRAPANI (Drepanen). Città con re- Prese tal nome dal nidificare le coloQ)be
sidenza vescovile di Sicilia, capoluogo del- selvatiche negli avanzi di sue fabbriche
la provincia del suo nome, di distretto e delia più remota antichità. Fu unita al
di cantone, a più di 1 7 leghe da Palermo, continente di Trapani nella i. ^guerra pu-
la Sicilia, è ricca d'un territorio non me- lare. Ivi egli ebbe avviso essergli nato in
no dilettevole per la vista che per ogni ge- Africa quel famoso Annibale, poi tanto fa-
nere di feracità.E' sede delle primarie au- tale a Roma. I continui depositi d'arena
torità della provincia, d'una gran corte e di pietra del torrente Xilta ingombra-
criminale, e d'un tribunale civile. E' bel- rono e fecero disparire quell'antichissimo
lamente fabbricata sopra una lingua di porto; la parte che ne fu rispettata ha
terra che sporge nel Mediterraneo, e con bisogno de'nettamenti, e barche si puòle
altra lingua di terra bassissima, situala al dire che vengono impedite ad inollrarvisi
sud, forma il porto: tranne la parte che più avanti. Pare che que'discarichi abbia-
riguarda l'oriente, viene bagnata in ogni no formato dentro il suosenoleisoletledi
dove dal mare. Coli' ingrandirsi la città s. Margherita, la Bassa e la Calcara, oltre
per la s. Loren-
fabbrica del quartiere di l'isola Savorra. L'entrata del porto é una
zo, venne a ricevere con solide costruzio- delle più amene, circondato dalle più se-
ni un novello gusto architettonico. Piaz- ducenti bellezze; rapido n'è il movimen-
za forte di 1." classe, cinta di mura, ba- to dellebarche pescareccie e de' navigli:
stionata e difesa da varie altre opereester- può ricevere vascelli da guerra, e le navi
ne. Divenuta la città punto di difesa e la di 3oo tonnellate ponno arrivare sino al-
sola che guardasse la parte occidentale la spiaggia. All'ingresso è un isolotto sul
dell'isola, ricevette da Carlo V in poi un quale fu eretto il faro. 11 nordest dà ter-
ragionato genere di militare fortificazio- mine alla pianura, che viene coronala dal
ne. La sicurezza del porto, inaccessibile monte e dalla città dell'Erice, famosi per
alle leu)pesle, invita le industri nazioni al laloro antichilà,e ne parlai a Sicilia, pel
più florido commercio. La sollecitudine tempio di Venere, per le opere fèUtevi da
degli antichi lo faceva ritrovare
mai sem- Dedalo, e per le sue feste Anagogie. Que-
pre nello stato di sua ollimilà, tenen- sto spazio che si frappone dalle radici del
dolo aperto a tutti popoli stranieri, on-
i monte sino a Trapani, ove si scorge il ri-
TRA TI\A 117
nomato santuario della B. Vergine, «ie- pio, decoroso ed elegante. Il suo peristi-
ne al presente occupato in varie parli da lio,
4 gran piloni di pietra,
sostenuto da
Ciijic, da ortaggi e da un pubblico lungo è coronato da una balaustrata. Le sue 3
ac(|iiedotto archeggiato. La sua scena co- porte ben ornate corrispondono alle 3 na-
sìgioconda va finalmente a perdersi nel vi interne formate da 1
4 gi'osse colonne
nuire Tirreno. 11 seno di questo mare for- della siciliana pietra della pidocchiosa,
nisce a dovizia d'ogni specie di pesci, di con basi e capitelli dorici di diaspro sici-
frulli marii»i e di crostacei. Vi si genera liano. Nel centro della croce latina, sopra
auctie il corallo verso l'isola del Maret- 4 piloni girano altrettanti archi, che so-
limo, e pescano pure varie conchi-
vi si stengono la nobile cupola fiancheggiala
glie e delle conche madriperle. Le strade da 4 cupoletle. Nel presbiterio mirabile
della cillà sono regolari, selciate di gran- è il coro tutto di noce, con intagli finis-
in generale guarnite d'assai belle case, gli cappelle 4 sono più ragguardevoli pe'di-
edilìzi pubblici essendo d' un bellissimo pinti e per un Cristo morto di pietra co-
stile architettonico. 11 palazzo della citlù lor di carne. Il capitolo si compone del-
è a 3 ordini marmorei di maestosa archi- la i. "dignità del cantore e dellaa. "dignità
tettura, e corona esso la più ragguarde- del decanOjdi 1 8 canonici,compresele pre-
vole strada di Trapani : quivi fa il senato bende del teologo e del penitenziere, di 4
le sue adunanze, e quivi i rappresentan- beneficiati e di altri preti e chierici addetti
ti del popolo vengono a discutere i pub- divino.PioVlI col breve Quatf
al servizio
blici aiìari. Lo decorò il benemerito con- tum dìgiiitatis, de'aSgiugoo 802, Bull. 1
cittadino fr. Giacomo Cavarretta bali di Rom. cont. 1. 1, p. 349, quando ancora
1
8. Stefano, e nel piospetto collocò le sta- la chiesa era collegiata, concesse al capi-
tue della B. Vergine, di s. Gio. Battista tolo l'insegne corali della cappa magna e
e di s. Alberto. iNel principio del secolo della mozzetla paonazza sul rocchetto al-
XV fu innalzata l'adiacente torre a for- ternativamente, alle dette due dignità, ed
ma di campanile, ov'è l'orologio pubbli- a'suoiig canonici. L'episcopio è alquan-
co del comune. A comodo della città ivi to distante dalla cattedrale, sullìcienlee-
fu collocato come sito centrale di essa. Al- difizio. Vi sono molte altre chiese, fra le
tra torre di gusto gotico sorge nella con- quali due parrocchiali col s. fonte , cioè
trada Giudeca, antico soggiorno degli e- l'arcipretale e insigne collegiata di s. Pie-
brei, i quali vennero in Trapani sino dai tro apostolo, e la chiesa di s. Nicolò di Ba-
primi tempi della loro emigrazione dalla ri. La chiesa di s. Pietro è la più vasta di
l'alestiua. Frale ^7 comunità giudaiche Trapani, rifabbricata da' fondamenti ai
della Sicilia, una delle piìi distinte fa sem- giorni nostri: 1 4 colonne marmoree d'or-
pre questii di Trapani, e vi fondarono una dine dorico dividono la gran nave di mez-
vasta sinagoga. In tempo de' saraceni le zo; pilastri di quelle laterali sostengono
i
sinagoghe di Sicilia furono promiscua- co'loro archi un passaggio pel dinanzi tle-
mente chiamate moschee e sinagoghe, e 3 delle quali han-
gli altari delle cappelle,
rio e la cura d' anime ammimstrata dal 3 >o gli permutò la mo/.zeltu paonazza
,
capitolo, ed esercitata dal canonico deca- sul rocchetto} nella mozzetla nera, come
uocoadiuvatudu alcuni preti; edilizio um- le altre chiese collegiale di Sicilia, coH'ul-
1)8 TRA T 1\ A
ternalliva d' kisare la cappa magna. La dosi i trapanesi nell'arti del disegno, fece-
chiesa di s. Nicolò di Bari in origine fu di ro di venire la loro patria la sede delle piìi
rito greco, fabbricata dal celebre Belisa- gaiee piccole sculture. V'impiegarono es-
daTunisi, portò da essa un bellissimo fon - per anelli per bottoni , per monili, ec.
,
te di marmo, che si crede già servilo pei Giunsero trapanesi ad accumulare più
i
le per essere d'un solo pezzo di marmo ta guisa siben distinguere per la
fecero
bianchiccio africano, e diafano dapper- propria maniera. Quindi sono rinomate
tutto, ed è impiegalo per uso di baltisle- le manifatture di Trapani di corallo rosso
rio. In questa chiesa nel maggio 1620, alla e nero di tutta perfezione, i superbi carnei
madrice, s'istituì la divozione delle qua- e le incisioni in pietra dura, che disputa-
rant'ore circolare, per breve di Paolo V. no il pregio a'più celebrali dell'antichi-
Vi sono alcune sculture e pitture di qual- tà, come altresì lepregievoli opere in con-
che merito. Esistono 4 conventi di reli- 1
chiglia, agata e alabastro, ed i lavori di
giosi,cioè de*carmelitaui,domenicani, con- creta. Trapani che avea fatto fiorire nella
ventuali , agostiniani eremitani, minori scultura gl'ingegni più felici, non fu punto
osservanti del lerz' ordine, cappuccini, sterile de'cultori della pittura. Molti so-
paololti, gesuiti, filippini, agostiniani scal- no gli uomini illustri cui si pregia Tra-
zi, minori riformati , mercedari scalzi, e pani d'aver dato la culla, per santità di
crociferi. Cinque sono i monasteri delle vita, dignità ecclesiastiche, nelle arti, nel-
lancaslriana per le fanciulle, una scuola suoi pascoli sono eccellenti. Nelle sue cam-
di glittica. Vi fiorirono le belle arti, per pagne si producono perfino le più rare er-
cui vi sono collezioni di oggetti delle me- be medicinali. Questi terreni disposti fa-
desime e dipinti ne'vari palazzi de'parli- vorevolmente dalla natura alla vegeta-
colari, non che biblioteche; ed avauzan- zione, sviluppano da se slessi le piante lo
TU A TRA 119
pili ricercale e le più salutari. Tutti i suoi e non manca di pubbliche fonti aliuieu-
vini sono squisiti; le vili di queste contra- tate dall'acquedotto che accoglie le acque
de portano l'uva mi u«ia più compiuta dalle radici del monte di s. Giuliano o E-
niatiu'azioiie di quelle delle parti eminen- essendo decorata dalla
rice, la principale
ci eccellenti, bytirri, olii, ec. Copiose al- le nìedaglie proprie di Trapani che coniò
tresì sono le sue produzioni commercia- nella sua floridezza e coll'epigrafe Dre-
li, colle quali la natura volle arricchirla. pano II.
Il suoi.'^lesoro è marino d'eccellen-
il sai Trapani occupa il silo dell'antica Drc-
te condizione che lo fa ricercarecome qua- panitmy la cui posizione importante, tan-
si il migliore d'Europa, ed alcuni lo rico- to per conto commerciale come pel ri-
noscono superiore e preferibile a quello guardo militare, f<i cagione di diversi san-
di Francia.Vaste sono le saline, già fa- guinosi combattimenti. Il falcato suo lido,
mose, dovecon singoiar industria ricava- le diede l'etimologico nome dìDrcpaiionj
siil sale dall' acqua del mare. A questa quindi disse Pomponio, Drepaiiuni signi-
lucrosa industria succede la pesca del co- ficai falcem j dici uni est Drepanurn a
rallo e la fina perizia in lavorarlo, bian- curvo sita instar falcis. Altri però, fra i
co, carneo, vermiglio e oscuro. E' una glo- quali Bouchart, volendo spiegarne la sua
ria per la sagacità trapanese il venirle nomenclatura come un nome fenicio, fe-
universalmente attribuita l'invenzionedi cero nascere la voce Drepanum dal ^w-
cavarlo dal mare, e quella altresì di far- n\co Darba/iycUe vale aculeus, os^ìa esse
ne de'lavori a bulino: molti scrittori rico- aciitum. Ebbe ella forse da prima uu no-
noscono che questo popolo ingegnoso, co- me orientale, corrispondente ay^/ce,e che
me rilrovatore è
il , il fabbro di questa indi per una greca vanità venne cambia-
gemma secondaria. Le tonnare formano to in quello di Drepanon. Sebbene per
il sostegno di molte famiglie, e sono una tanti accidenti si cambiarono nomi ve- i
sorgente di dovizia pe'loro proprietari e tusti a tante città dell'isola, Trapani pe-
per que'che vi lavorano. La Sicilia ripe- rò conservò mai sempre quello che espri-
teda Trapani l'origine e l'invenzione de- me la falce la cui forma ha il suo lido. [
gli strunienti,non che l'uso di questa im- fenicii conosciuti nella s. Scrittura col no-
portante pescagione. La soda è simile a me di cananei, abitavano una contrada
quella di Spagna, e se ne fa delle grandi e della Palestina che la sinuosità dtì'suoi ma-
frequenti iudjarcazioni. Nella nautica sem- ri avea formato i porti i più comodi e i
pre si distinsero i trapanesi, sin da quan- più sicuri, ed avea fornito doviziosamen-
do i fenicii resero il suo porto una gran te il Monte Libano d'ogni qualunque le-
piazza di trallioo. Una miniera d'argen- gno di costruzione. Questo [)opolo saga-
to arricchisce la contrada, mare«»ta sepol- ce, che possedeva l'arte diiUoile di con-
ta per la mancanza dell' operazioni me- sultar la nuttu'a, si vide da lei consiglialo
rapidi progressi. Questo popolo si vuole sicani e i sicoli, di cui pqrla Diodoro. La
il 1 ."cliefece servire la navigazione al coin* Sicilia ripartita in quell'epoca in tanti pie •
mercio, che necomprese i vantaggi, l'am- coli differenti e indipendenti governi, ge-
pliò per tutto il Mediterraneo, anzi por- losi della maggioranza del vicino, divisi
tò le sue merci dalle rive dell'aurora si- per percostumi eper inclinazio-
interessi,
no fiirisole dell'occaso. Le conquiste fat- ni, stavano in una guerra continua, non
da Giosuè, condolliero degl' israeliti
te ,
meno cogli stranieri che cogli slessi indi-
sulla Cananea, e che si estesero vicino a geni. La nascente città diTrapani,sebbene
Sidone,tolseroa'féniciiquelh» gran quan- occupata nel commercio e nell'agricoltu-
tità di terreni che furono assegnati alla ra, non poteva tuttavia disprezzare quelle
tribù d'Aser. Lacapitale col suo piccolo cautele che la difendessero da ogni insul-
territorio, rimasta di ricovero a que'lug- to straniero, l suoi primi fondatori, emu-
gilivi, non era più bastevole ad alimenta- li delle scoperte egiziane, e che seppero
re tanta inoltitudine. Fu quindi di mestie- anche render migliori, portarono in que-
ri che si facessero uscire quel gran nume- ste contrade de'lumi che parvero allora
rodi colonie, che cercando un asilo si dif- un prodigio di sapere. Vennero essi inol-
fusero in Ci[)ro, Rodi, Grecia, Sicilia, A- trea propagare in quest'isola la conoscen-
frica, Sardegna, nelle Gallie e nelle coste za de'caratteri alfabetici; e dalle loro let-
meridionali Spagna. L'esito fortunato
di tere, che aveano una rassomiglianza col-
di queste emigrazioni coronò la loro au- le samaritane, ne ricavarono greci le lo- i
dacia e incoraggi a intraprendere de'gran* ro, che indi trasmisero a'iatini. In som-
di viaggi sopra incogniti mari. Visitaro- ma i fenicii colla loro industria grande
no tutte le nazioni sconosciute per recar- nelle vaiie inanifalture, colle loro cogni-
vi i generi di loro industria, e per unire zioni nautiche, squarciarono quel foscQ
i popoli anche più lontani col mezzo del velo d'ignoranza che adombrava bar- i
])iù terribile degli elementi. S'ignora, se bari abitatori delh Sicilia. Portarono in
queste colonie originarie della Siria, fon- questa eziandio i fenicii i loro numi, i lo-
datrici di Trapani e di altre città, occu- ro riti, co -ministri del culto per dirigere
pando le coste occidentali e meridionali leceremoniede'sagrifizi. Il principale og-
di Sicilia, vi trovassero in queste contra- getto del culto era Saturno ossia il Tem-
de i sicani e altri popoli indigeni. Alcuni po, ch'ebbe in Trapani tempio e simula-
ritengono, che i fenicii trovarono questi cro, il quale poi fu convertito nella chie-
luoghi quasi aifatto disabitati. Non mai sa di s. Bartolomeo: gli olfrivano vittime
perchè comodità del porto, l'amenità
la umane, e Gelone nel pacificarsi co'trapa-
dell'aere, la feracità del suolo non vi a- nesi, volle peri. ''condizione abolito si bar-
vesserò invitato degli altri ad occuparli; baro uso. Prestarono ancora culto ad Isi-
n)a perchè il poco numero de'sicani e dei de o Cerere, a Venere Bd^lide e ad altre
sicoli estender non si poteva in tutte le deità.Trapani qual città marittima e com-
contrade ed in ogni punto della Sicilia. merciante, ricorse pure alla protezione di
1 fenicii raccolti quivi in società, divenne Nettunodiodell'oqde, egli eresse un tem-
per essi il suolo come loio patria adot- pio ove ora esiste la chiesa di s. Nicolò,
tiva, anciie per la sicurezza del porto e la immolandogli i pescatori il tormo. In tut-
sua eccellenza pel trallico. Eredi delle arti ti gli antichi marmi di Trapani vi fu scol-
d'Egitto, coltivarono il bello^il njagnifico pito un delfino, simbolo d'un popolo na-
e lornato; e si premunirono p^r la via di vigatore, ed i fenicii portarono seco loro,
T U A TRA ìli
un gran numero ili leggi per la naviga- mi eh 'eransi ritirati nel porlo di Trapani.
zione, le quali di poco clilleiiscono ilalle Crescendo gigantescamente la potenza
fumose leggi marillime di Rodi. Nel seco- conquistatrice di Roma, questa cominciò
lo XII dopo il diluvio vinta e incendiata a formare de'disegni contro Cartagine, la
Troia, Enea unode'principi debellali, er- cui possanza e impero del mare gli for-
rando fuggitivo col padre Anchise e il fi- mavano inquietudine; perciò costruì legni
glio Ascanio, co'frigi e gli epiroti, arrivò e fece un grandioso apparato di guerra,
nel porlo di Trapani. Quivi morì Anelli- per abbatterne ad ogni costo la sua glo-
se, e il pio figlio con giuochi funebri ne ria. Quindi le città confederate, o dell'i-
onorò la memoria, e Virgilio cogl'immor- stessii origine di Cartagine, com'era Tra-
tali suoi versi consagrò questi luoghi nei pani, si fortifica ronoe aprironoi loro porti
fasti della celebrità. Intanto i greci inca- alle flotte dell'Africa, i territorii alle loro
paci di contenere nell'isole del mar Egeo aro)ate,e vi unirono le loro forze. A comin-
l'esorbitante numero de'snoi abitanti, li ciare i romani le loro aggressioni, ordina-
fecero trasmigrare in colonie, che venne- rono al console Appio Claudio di far slog-
ro a fissarsi nelle coste orientali della Si- giare da Messina i cartaginesi, che l'aveano
cilia, edierono principio a qnelleciltà che occJipata, come difensori di essa; poichò
si resero famose. Trapani però non cad- Rotna avea formato i suoi disegni snll'iso-
de in mano di questi stranieri, e si man- la di Sicilia, tanto comoda ad assicurarle
tenne seu)pre nella propria indipenden- l'impero del mare, e per deprimere la sua
za: proseguì in mezzo alle sue arti paci- odiosa rivale. Assalita la Sicilia, Trapani
fiche ad arricchirsi col commercio e a tra- chedovea figurare cotanto in quella guer-
sportare altrove il suo superfluo, ed i pia- re punica,come la più esposta alle violenze
cevoli prodotti di sue industriose fatiche. nemiche per la sua vicinanza colla Libia,
Le colonie greche di Sicilia non duraro- oppose all'armate romane delle barrie-
no a lungo in pace, e presero le armi con- re tali, chele fecero rimanere sorprese
cipelago, per divertire ogni soccorso che taggi; non tardò quindi a mandargli cm
avessero potuto ricevere da que'di Sicilia, armamento marittimo e terrestre, con A-
fece abbracciare a'cartaginesi il progetto milcare capitano di sperimentato valore.
di muover guerra a' greci di quest'isola. Quel sagace generale costruì il castello,
Le armate cartaginesi vi si prepararono che sta al nord-est della piazza, fece dello
in Africa, mentre greci sicilioti, uniti a
i nuove ampliazioni all'antiche fortezze, e
Gelone di Siracusa, levavano eserciti for- sottopose il lutto alle regole d'una tatti-»
ti e numerosi. Si passò ben presto al l'o- ca ben ragionata. Presidiò l'isolelta Pe-
stilità, e si accese fra le due nazioni la guer- liade, munì ogni punto di difesa, e pre-
ra la più atroce. Trapani che traeva un parò quelle 4 lorri quadrate che signo-
origine cotnune cort Cartagine, temeva di reggiarono •" appresso in ogni angola
venir inviluppata in que'sanguinosi con- della città,di unita al castello.Per politica
flitti, e perciò nell'anno 4^0 avanti la no- distrusse la città d'Erice, rispellando so-
stra era edificò sull' isolelta Peliade una lo il tempio di Venere, e traslerì in Tra-
ben forte torre, e vi pose uu Itune per ad- pani i suoi abitanti. La guerra la più vi-
gitesi, questi iec^i'O bvuciaie i suoi inve- ^ccò co\ maggior iulecesse al ^>arlito «.U
i?2 TRA TRA
Cartagine, persuasa ohe l'amicizia Je'io- nel 243 di della era, il console Gneo Lti-
mani [)nilecip;isse di servitù. L' assedio lazio Calalo con nuova flotta assediò Tra-
dei vicino Lilibeo eccitò nelT armala di pani, ordinò l'occupazione del porlo, ri-
Trapitni de'giusli timori di sorpresa; non guardando come insulto alla formidabile
lasciando però i cartaginesi d'adoperarsi potenza romana pertinacia diTrapani;
la
sempre più per la difesa di Trapani e del ad onta della più disperala resistenza de'
suo porlo tanto acconcio pe'Ioro interessi. trapanesi e di loro destrezza, in breve fu
Quindi Annibale nell'anno 6.° di que- i aperta la breccia e peli.** vi salì il valo-
sta guerra, eludendo la vigilanza roma- roso console avido di gloria, quando una
ua, imbarcò nel Lilibeo la cavalleria car- nuvola di freccia lo preci pilo gravemente
taginesee la condusse in Trapani, ove al- ferito in una coscia, onde fece sospende-
lora comandava il suo amico Aderbale. re il combattimento. Intanto inviò le sue
Facendo questi scorrerie [>er tutte le vi- squadre nelle spiaggie della Libia e della
cine campagne, impedì l*accesso de' vi- Numidia, onde sconfiggere le cartaginesi.
veri al campo romano, a cui la mancan* Non ancora guarito, seppe che Cartagi-
za di cibi sani portò al sepolcro 10,000 ne avea messe alla vela tulle le sue forze
coniballenti; ciò avrebbe obbligato i ro- colla numerosa flotta comandala da An-
n)ani a ritirarsi, se Gerone re di Siracusa none; ralFronlònell'isoleEgadi e ne trion-
e loro alleato con una spedizione di fru- fò pienamente; onde il console entrò nel
menti non gli avesse incoraggili nell'im- porlo di Lilibeo e indi si trasferì a Tra-
de e notabile città dell'isola, fu presa da* Roma l'amore del piacere e della galan-
romani, che la trattarono con rigore per teria. Trapani intanto, tuttoché sottopo-
ispa ventare le altre ci Uà siciliane. Indi tut- sta a'romani, non iscemò punto del suo
cadde in potere de' romani,
ta la Sicilia genio di aderenza verso cartaginesi, e nel-
i
tranne Trapani pel valore de'suoi cittadi- la 2."guerra punica, mossa 22 anni do-
ni e de'carlaginesi,9'quali restò fedele seb- po lai.", quando Marcello assediò Sira-
bene prevedeva che dovessero piouib u* cusa, Trapani inviò a'siciliani assaliti ar-
fcuprà di lei tulle le forze romane. In filli mi e soccorsi, unendoli a quelli de* carta •
T RA TRA 123
ginesi. Le dilapidazioni commesse nella didissima dell'evangelo. Arrivato s. Pao-
Sicilia da diversi mngislrati romani, fe- lo in Sicilia, non mancò di predicarlo, e
cero iusorgere nel 1 4^ prima di nostra era la vicinanza con Roma, ove i principi de-
la sommossa degli schiavi, e 28 anni do- ^li Apostoli gittaronoi fondamenti di no-
po si suscitò la 2.' guerra servile. Questi stra ss. Religione, fece spedire i loro di-
funesti esempi animarono Atenione con- scepoli nell'isola per farvi conoscere Gesù
ladino trapanese, a cominciar la 3." guer- Cristo. Attestano gravi scrittori, che ne*
ra servile, dalla condizione del suo capo secoli della Chiesa nascente,tra
le 22 sedi
le balze della Cilicia, infettarono lutto il Leone V IsauricOy prima della metà
ili
e per essere più commerciante che agri- di Sicilia di già esistenti e sufFraganee del
cola, presentò un miserabileaspelto: isuoi metropolitano, di Siracusa, coll'aulorità
abitanti doveano sempre tenersi in armi del Papa, e poi imperiosamente avulsae
per restringere i feroci ladroni, che (inab a Romano Ponùfice^et factae sub Con-
mente romani distrussero sotto il coman-
i stantinopolitano^ vi nomina Ira esse Dre-
do di Pompeo, con 25 flottiglie di 5oo paniy Tfìidaru, Tosae sca Alesae eie.
vascelli, montale da 120,000 guerrieri. Commanville,Hz.y^. de tous les Eveschez,
JVeir anno Sg avanti la nascila di Gesù riferisce che Drcpanum o Trapani ebbe
Cristo, espugnata da Pompeo Gerusalem- il suo vescovo suflraganeo di Siracusa in
me, avvetnie il ."tragitto di colonie ebree
i tempode'grecijVersoI'VlII secolo. Il Ro-
in vSicilia, che depositarie de'divini ora- dotà, DclV orìgine del greco in Ita-
rito
coli recarono l'idea deli." Essere e di sua lìa^ attribuisce all'imperatore Leone VI
unità. Trapani di epoca in epoca ne ac- ilFilosofo (altri osservano ciò essere a-
colse un gran numero, e si accrebbero a nacronismo, perchè tutta la Sicilia era al-
dismisura nel 78 di nostra era, quando lora occupatada'saraceni, e gl'imperatori
Tito distrusse Gerusalemme; nell'occu- greci non vi conservavano più autorità)
prtzione poi della Sicilia fatta da'sarace- e ail'887 la sottrazione al Papa di tante
sare e Pompeo, sotto gì' imperatori di- quali Drepatn y Ty ridar ii ^ Alesae seti
quasi negletta. Augusto le accordò de' ed Alesa altrimenti della Calunia, non è
proconsoli in vece de' pretori. L'origine nllronde nolo che sieno stale ci Uà vesco-
del cristianesimo nella regione risale a* che per questa disposizione di Leo-
vili,
tenq)i apostolici, ne^|unli moltissimi sici- ne Vi. Refert Alherttcs Piccolus (Dtì (Mi-
liani abbracciarono la benefica luce splen- tiquojure Eccl. Sic.)$criveil Pirro (nella
124 TRI TRA
Sicilia sacra, i\cì nitri confutalo), in Bi- sellenlrlonali, tjsciti dalle foreste di Sve-
hliothcca nioiiasteriis. SaWatoris^ quod zia e di Germania, profittando
delie con-
Messa nae est, haherimss. disposi tionein tinue dissensioni deirimpero,invasero l'I-
Mctropoleon^eatnque Androiiico litri- talia e si rovesciarono sulla Sicilia. Gen-
hai [quaìnquani vercor^ ne illac error serico re de'vandali, verso la metà del V
in fmperii nomine pcrrcptaverit).Ei ve- secolo, dopo lunga occupò il
resistenza,
ro Libello assutani laciniani memorai, Lilibeo, Trapani e tutta la Val di Mazza-
ubi Siracusano subjacere dicuntiir In- ra, che poi cede all'erulo Odoacre, il qua-
ter caeteros Anlistites, Drepanensis et le estinse l'impero romano d'occidente ,
soli Valerio, Quinziano e Tertullo. Que- lermo, esegui quella di tutta l'isola.Nel
ste sanguinose persecuzioni contro i cri- suo soggiorno in Trapani fondò 3 chiese
stianifurono replicale sotto Treboniano di rito greco, cioè l'Ascensione, ora s. Ni •
Gallo, Volosiano, Diocleziano e Massi- colòjS. Sofla.che fa parte della chiesa del-
miano. Le città njariltime ne risentiro- la Badia Nuova, e s. Caterina all' Arena
no di più, come rpielle che contenevano non più esistente. I saraceni popoli del-
maggior numero di cristiani. Finche Co- l'Arabia Felice, che avean fatto di tem-
Ktantino I non die pace alla Chiesa, i di- po in tempo incursioni in Sicilia, verso
vini misteri si celebrarono in luoghi se- r844 vi tornarono numerosissimi dall'A-
greti e tenebrosi, nelle catacombe. S'igno- frica,e sbarcali nelle parti occidentali, por»
ra ove si raccolsero primitivi cristiani tra*
i larono ad ogni resistenza la desolazione
j)anesi : l'esservi stalo il suo vescovo, ma e la morte. Ahsed-Ben-Forat disegnava
(jual si conveniva alla semplicità de^tem- d'assalire Trapani, ma per esser ben for-
pi, render dovea quell'adunanze più he- tificala, non azzardò l'impresa e si avviò
t|uenti, e si congettura che i primi sagri- verso Sciacca [9 leghe distante. Ma Adel-
fìzi si offrirono in un piccolo luogo ov'è camo alla testa di 20,000 uomini ne de-
oggi la collegiata di s. Pietro, dedicato cise l'occupazione: Trapani si difese co-
allora a qualche mistero del Redentore. raggiosamente, uccise 627 nemici, indi
Col trasporto che fece Costantino I della soggiac(pie al giogo maomettano. Questi
sede dell'impero da iloma a Costantino- mori, sebbene non conoscessero altro che
poli, la Sicilia divenne ancor più negletta l'Alcorano, tuttavolta non disturbarono
e ne ricevè funesto pregiudizio. Assediato alcuno in materia di reliiiioue, esercitau-
nel 407 l'imperatore Arcadio in Tessa- do la lolleranza de'culti, ed insieme esclu-
lonica, e Metrodoro sebbene regnasse O- dendo da ogni amministrazione cristia- i
norio sulla Sicilia, inviò de'messi in tutte ni e gli ebrei, per avvilire la loro creden-
le città dell' isola, esortandole a soccor- za. Perciò il cattolicismo sotto de' sara-
rere il fratello del loro sovrano. I messi- ceni non si estinse, ma s'illanguidì gran-
nesi spedirono subilo molti vascelli, i si- demente. Si crede ila alcuni scrittori che ,
racusani 3 scalee, et Drepanitanivero na- gemendo allora la Chiesa per tale domi*
vini frumenlQ omistam^ Alcuni popoli nazione, maiicarouu molle cattedrali ia
TRA •
TRA ii5
Sicilia, compresa quella tli Trapani. lii- fisse i mori e i trapanesi accorsi in gran
taiilo gli emiri die comandavano nell'i- numero a difenderli, con notabili ucci-
sola, iiifaslidili della soggezione di dover sioni. Bramosi trapanesi di sottomettersi
i
esser elelli da're d'Africa o da'califU d'E- ad un principe crisliano, e mori scon- i
gli stessi normanni della slessa Puglia e che si ammira e si vitupera per lestie im-
Calabria, ed anco della Sicilia (f'\), al- morali e funeste conseguenze. Pretlicala
tro dominio temporale della chiesa ro- lai.'' crociala, per liberare dagl'infedeli
mana, con giuramento di fedeltà e annuo i luoghi di Siria santificali dal Bedento-
censo di vassalli e feudatari della mede- re, perqueirentusiasraoreligiosochesuc-
sima. Nel 1076 era Trapani sotto al go- cessivamentefeceprender la crocea quasi
vernodi Abd-A Ilah-Iìen-Menkut. Il conte sei milioni d'europei e che canibiò no-
Ruggero per chiudere ogni adito a'mori tabilmente lo spirilo delle nazioni, fu per
dell'Afiica di posseder Trapani, l'attaccò Trapani il segnale del suo innalzamento
per terra e [)er mare. Nel m.-iggiosi av- e della sua dovizia. Molti de'suoi cittadini
vicinò con poderosa flotta navale, e fece si fecerocrocesignaliesi portarono a com-
marciar le truppe di fanti e dì cavalli sotto battere da prodi in Siria. 1 re norman-
gli ordini di suo figlio Giordano onde ni per accreditare i loro porli stabilirono
stringerla d'assedio. Durante questo, in in Trapani degli alloggi, per farvi acco-
cui gli abitanti (iecero la piìi valida resi- gliere i j)ellegrini e i crocesignali che dal-
stenza. Giordano piombò addosso a'con- l'occidente s' indirizzavano pel più spe-
dulloride'besliumiedegliarmentijC'scon- dito cumminodui mezzogiorno in Siria,
i?.ri TRA •
T R A
o!)(le visitare o togliere dalle mani tle- nlssimi si pugnò fiera battaglia navale fra
gl'iufcdeli i luoghi santi, onde i (empia i genovesi e i veneziani, i quali ultimi re-
li vi eressero un ospizio, ov'è al presente entrarono colla preda nel
stali vincitori,
li. Sotto i re normanni Trapani prospe- glia di s. Luigi IX, e tanti altri principi
rò in seno della felicità e dell'abbondan- e illustri personaggi, quali furono sepol-
i
za, e le guerre ch'essi intrapresero con- ti nella chiesa di Maria la Nuova, oggi
s.
tro gli africani, furono pel suo porlo nuo- s. Domenico, ove se ne legge la memoria
va sorgente di Iraflìco e di lavori: i legni sepolcrale. Cailo 1 aspirando alla signo-
che vi si costruirono e gli apparecchi che ria d'Italia,cominciò dal tentare l'occu-
vi si fecero per la spedizione contro di Tu- pazione di Genova, la cui repubblica li-
nisi,ne accrebbero l'importanza. II reRug- cenziali con moderazione di lui sudditi, i
^evo 1, grato pe'servigi de'trapanesi, ac- inviò 22 galee contro le flotte spedile dal
cordò loro segnalali privilegi. A'normanni rea danneggiare le sue riviere, e nel 1
274
successero i principi di Svevia, e l'impe- entrati i genovesi nel porto di Trapani ne
ratore Enrico VI e Costanza sua moglie distrussero la marina, bruciando con tutti
confermarono a Trapani tutte le grazie i loro legni anche que'degli stranieri che vi
avute dalla precedente dinastia: il loro fi- si trovavano ancorati. Angariando i pre-
glio imperatore Federico 11, a premiare potenti ministri francesi di Carlo I i sici-
il valore de'trapanesi mostrato nelle bat- liani, Giovanni di Procida d'accordo col
taglie , ne accrebbe i privilegi. Trapani re d'Aragona ordì la famosa congiura per
però ricusò d' ubbidire al suo naturale distruggere nell'isola gli odiali domina-
Ma>)fredi, sapendo che vivea Corradino tori. Perciò in Trapani combinòcon Pai-
nipotedeirimperalore.Ma tali principi es- merio abbate, signore di Carini e della Fa-
sendo deposti e scomunicati da'Papi, Cle- vignana, uno de'principaliepiù doviziosi
mente IV nel 1265 itivestì delle due Si- della città, l'efrettuazione della meditala
cilie Carlo I d'Angiò, con feudo annuale vendetta, siccome influentissimo. Sebbe-
e giuramento di (edeltà; ed il principe si ne la crudele trama con ardore fu abbrac-
valse del porto per diligere le sue arma- ciala da tutta la nazione, è ancora sor-
te contro Tunisi. 1X^1269 ne'mari vici- prendente il riflettere come resl^ impe-
Tn A TRA 127
nefrobile il segreto a'fia noesi, e che prestò le guerre ostinate tra're di Sicilia e di Na-
In mano al Iragico e lìieinoinndo suo ter- poli i consoli stranieri ne partirono, e le
mine, efl'eltuatosi a'3o mnrzoi 282 colla fazioni civili de'guelfi e ghibellini fecero
strage di tolti i fiancesi esistenti nell'iso- rimaner desolala l' industria. Le guerre
la, partecipandovi la mano delle stesse si- tra're Angioni di Napoli e que'Aragonesi
ciliane, rese feroci dagli oltraggi ricevuti. di Sicilia essendosi riaccese con violenza
Tali furono grinfausli e deplorabili Ve- maggiore, il fratello di Carlo II re di Na-
speri Siciliani. Trapani imitò questa e- poli, che portava il titolo di principe di
pideniica barbarie, con uccidere il gene- Taranto, nel dicembre 299 sbarcò la sua i
detta atroce che avea giuralo Carlo I, par- conquislodi Sicilia, per salvare la Valdi
lirolarmenle irritalo contro Trapani per Mazzara Federico II fece che alcuni tra-
aver alzato contro di lui lo stendardo del panesi gli offrissero la resa della patria.
pretendente e poi decapitato Corradi no. Roberto ne restò ingannato e si avnnzò
IntantoPietroIlI red'Aragona,comen)a- pti" penetrarvi, quando s'accorse che Tra-
rito di Costanza Manfredi, cogli
figlia di pani gli oppose vigorosa resistenza, onde
aiuti pecuniari avuti da Papa Nicolò III per risentimento devastò le sue campa-
e dall'imperatore d'oriente, navigò colla gne e le tonnare. Sotto regno di Pie-
il
flotta di 5o galee e altri legni per Sicilia tro II germogliarono in Trapani le famo-
onde impadronirsene, e combattere gli se fazioni de'Venlimiglia, de' Palici, dei
sforzi di Carlo I per ricuperarla; entrò nel Chiaramonti e de'Catalani, che precipita-
porto Trapani a'i o agosto e fu all)er-
di rono la patria nella desolazione, aumen-
galoda Palmerio abbate che creò suo ca- tala dalle scomuniche fulminate da'Papi
merlengo, e che il regno avea eletto per contro la Sicilia. Però inutilmente tentò
uno de'4 supremi governanti. L'arrivo di d'impadronirsene Federico Chiaramon-
Pietro III rallegiòTrapani e il regno tut- te, sotto il debole governo di Federico III,
ciò per sempre dall'isola l'orgoglioso Car- to di Trapani. Inoltre Guido nel
tutta
lo Lindi Pietro III cohoò Trapani di pri- i36o impedì alla regina Costanza sua
vilegi, e nel 1283 giunsero nel suo porto moglie l'entrata nel porto. Nel 392 la re- i
zioni. (Tli successe neh 285 il figlio Gia- legi.Nel i4' >-Tra pani, fedele a'suoi sovra-
como II <rAragona,che piedilesse Trapa- ni, maneggiò una confederazione con moh
ni più del padre , e per 1' accrescimento te città, per difendere la regina IjJaiiCii
del popolo dilatò la città e ne estese i con- dalle prepotenze del conte ili Modica gran
fini, labbeMì con edilizi e costruì varie for- giustÌ7Ìere del regno. Di venula la Sicilia
tificazioni; di più accordò a'trapanesi di provincia del regno d* Aragona , risentì
tenere, come messinesi, un console «Tu-
i tulli danni <!' una corte lontana, e net
i
nisi. Dopo tale[)oca Trapani vide depres- 1432 Trapani venne as«ialita da Lodovi-
soil suo commercio, pei citè i saracèni lor- co III d' Angiò pretendente alla corona
narono a impadronirsi della Palesliiict; per di Sicilia, (Quindi cadde lu suo potere. Lu
128 TRA- TRA
sua morte avvenuta nel 1 434 resliluiTra- de, indicibili le dimostrazioni festive. Ol-
pani ad Alfonso I , che sotto il suo scet- tre il narrato dono, altro nefecealla par-
tro avea riunito quello di Napoli, Que- rocchia di s. l^ietro d' uno stendardo di
sti dimorò ben 3 mesi, e
nella cillà per broccato e di oro, e al convento dell'Ati-
vi cliiamòi tribunali supremi di giustizia, nunziata die due porte di legno coperte
e decorò Trapani co'saggi suoi provvedi- di ferro, che pure avea recato da Tuni-
menti. Trupani che sino al re Giacomo II si. Giurò indi nella chiesa di s. Agostino^
d'Aingona era slata l'emporio del Irafii- duomo della città, l'osservanza de' suoi
co. ne avea poi risentito le funeste con- privilegi. Perciò sotto al favore di questa
seguenze per le perdite che suoi sovra- i grazia, si pose intorno al sigillo delle ar-
ni aveano fatto nell'Africa; altre lacune mi Drepanum Ci-
della città l'epigrafe:
gli produssero poi la scoperta dell'Ame- vitas itmctissinia in qua Caesar prìmwn
rica, che introdusse altre direzioni al com- jaravi k\en(\o già fortificato questa piaz-
ti
rimento, sostenne colla sua industria i col- per renderla munilissima. Nel i643 il re
pi dell'avversa fortuna, e si aprì un nuo- Filippo III concesse a'giurati il titolo di
vo sentiero alla sua mercatura. Sotto Al- senato, confermalo dal figlio e successo-
fonso I si con)inciòa pescare il corallo nei re Carlo III, sotto il cui regno per la quie-
mari Trapani} tale scoperta, simile a
di te della citlà fu eretto un forte sugli sco-
scossa elettrica, raddoppiò l'attività dei gli occidentali della slessa. Per sua mor-
j)opolo, ad animare la sua energia ed a te. Trapani e la Sicilia successivamente
somministrargli una nuova sorgente di passò sotto i dominii di Filippo V re di
ricchezze. Nel 14^9 •! ^'^ Ferdinando II Spagiia,di Vittorio Amedeo II di Savoia,
ordinò lo sfratto di lutti gli ebrei dalla Si- a cui fu eretta una statua nell'ospedale
cilia, la quale si videprivata di 100,000 a- grande,deirimperatoreCarlo VI,e dell'in-
bitanli.Trapani oltre alle sue passate dis- fante Carlo di Borbone , la cui dinastia
grazie patì ulteriore minorazione del suo tuttora felicemente regna, il quale effet-
commercio, per la perdila d'un significan- tuò nel 1736 il volere de' trapanesi, con
te numero d'israeliti. Afililta col resto di innalzare una statua al suo padre Filippo
Sicilia da'corsari maomettani d'Africa, V, ed esiste nel passeggio della Marina;
respirò per la strepitosa vittoria riporta- indi nel 1700 eresse la città al medesimo
la dall'ammiraglio Luigi de Pvequesens, re Carlo quella statua che trovasi rimpet-
contro il corsaro Solimano che uccise. Nel to al piccolo molo, costruito per comodo
i5i6 dagli Aragonesi, Trapani e la Sici- dellebarchelte.il re delle dueSicilie Fran-
lia passò nel dominio di casa d'Austria, cesco I conferì al suo figlio il principe
menile per l'odio contro il viceré Mon- Francesco di Paola il titolo di conte di
cada insorse Trapani, e poco dopo sog- Trapani che porta, ed è sposo dell'arci-
giacque ad altri disastri per le dissensio- duchessaM.'Isabella diToscana. Ad istan-
ni delle primarie famiglie^de' Fardella e za delregnanleFerdinandoU, il Papa Gre-
Sanclemente. Carlo V imperatore e re gorio XVI colla bolla Ut animar um pa-
delle due Sicilie, vittorioso per le conqui- Stores^ de'3i maggioi844> nuovamente
ste fatte sul regno di Tunisi^ dopo aver eresse la sede vescovile di Trapani, sot-
fiaccato l'ollracotanza barbaresca, venne traendola dal vescovo di Mazzara) nella
per la i .'volta nell'isola nel 1 535, e giun- cui diocesi era compresa, e dichiarando-
se in Trapani a'scagosto^alloggiandonel la suffraganea della metropolitana di Pa-
tassato ne'libri della camera apostolica in Rotroldo II conte di Perche e dalla sua
fiorini 2 53, ascendendo le rendite della moglie Tolenda,inSoligny borgo di Fran-
mensa a ducati 3ooo napoletani. La dio- cia nellaNormaudia, presso la città di Mor-
cesi si estende in più miglia, et sepieni tagne capitale del Perche, dipartimento
oppida complectitur. deirOrne, mezzo a'boschi, in una val-
in
TRAPEZOPOLI, Trapezopolis. Se- le ritagliata da 9 slagni considerabilij io-
de vescovile della Frigia Pacaziana, nel- di per la rivoluzione di Francia soppres-
V esarcato d' Asia, sotto la metropoli di sa nel J 790,6 venduti in seguito i fabbri-
Laodicea, eretta nel V secolo. Ne furono cati, nella più parte furono distrutti. Di-
vescovi Jerofilo trasferito alla sede di Pio* poi venne ristabilita, e si chiama la gran
tinopoli , Asclepiade che nel 4^1 sotto- Trappa. Ili ."abbate del monastero della
scrisse il concilio d'Efeso, Giovanni nel Trappa fu il ven. Adamo, insigne perope-
45 1 assistè a quello di Galcedonia, Euge- re di santa vita, la di cui memoria è nel
lìio sottoscrisse i canoni in Trullo, Zac- lib. 3 di Segnino nel compendio e meno-
l'io XVI a'2 Qttobrei845 lo conferì al- gliuolanza di Chiaravalle. La chiesa ven-
l'attuale coadiutore del vicario apostoli- ne consagrata nel 12 i4 da Roberto arci-
co di Xansi, come si legge ntWt Notizie vescovo di Rouen , da Radolfo vescovo
di Roma. d'Evreux, e da Silvestro vescovo di Seez,
TRAPPISTIoTRAPPENSI. Monaci ad istanza di Guglieluio5.*' abbate del mo-
Solitari iì^Wvk congregazione della Trap- nastero. L'abbazia della Trappa, riferisce
pa. Il celebralissiino e beueaierilo oidi- il p. IIelyol,per lungo tratto di tempo fi*
VOL. LXXIX.
1 3o TRA T R A
celebre per l'eminenli virtù de'suoi reli- mal cosliune radicò sì profondamente in
giosi, e più famosa la resero i miracoli del quest'abbazia, che i suoi religiosi diven-
l'abbate Adamo mentovalo, e per 200 an nero lo scandalo del paese. La rovina dei
ni dopo la sua fondazione era essa in tan- beni temporali trasse seco quella ancora
ta stima presso principi e Papi, che si
i i dello spirituale, l luoghi regolari furono
trovano circa ^ bolle pontificie dirette ai
i aboliti, e le fabbriche guaste e malcou-
religiosi della Trappa, per confermare e cie appena albergar potevano 607 mo-
approvare i diritti e privilegi ad essi con- naci, quali le aveano ancora lasciate oc-
i
ta nella stessasventura di altre che vide- si radunavano che per andare a caccia o
ro! loro monaci degeneraredalle virtù dei divertirsi. In questo stalo lagrimevole di
loro padri, con abbandonare lospirito che cose, nel i 662 Dio suscitò d. ArmandoGio-
gl'infòrmava-Leguerre ealtre vicende po- vanni le Bouthillier signore di Rancé o
litiche furono la fatale sorgente onde in R.ansé, barone di Véiet, figlio di Dionisio
alcuni monasteri di Francia derivò il ri- Scgielario de'comandi di IMaria de Medi-
lassamento, e che la maggior parte de're- ciregina di Francia e consigliere di stato
ligiosi per evitare il furore militare lasciò ordinario abbate commendatario della
,
abbazia, gli aveano ridotti in deplorabile monastica nella sua perfezione risplende-
miseria, ad un lodevolissimo partito si ap- va, e fu autore di questa viiluosa congre-
pigliarono. Non piacqueloro abbandona- gazione, che tuttora fiorisce continuando
re la solitudine, per cercare a'Ioro mali a edificar la Chiesa e il mondo nelT eser-
alleviamento opporlunojmaco'lorodigiu- cizio di sue mirabili austerità. Nacque e-
ni, e co! travaglio continuo procurarono gli da famiglia antichissima in Parigi ai
di procacciarsi lo scarso e necessario loro 9 gennaio 1626, e suo padre lo destinò al-
sostentamento. In questa forma per qual- la milizia edi farlo cavaliere di Malta. Vo-
che temposi mantennero, ma ritornando lendolo erudire nelle scienze gli assegnò
gl'inglesi a rapir loro sovente quel poco 3 precettori perchè lo amniaeslrassero
che aveano radunato, furono finalmente nelle lingue Ialina e greca, enei buon co-
costretti a partirsi dall'abbazia, ove non slume, ordinando loro di vegliare sopra i
em il cardinale. Da quel tempo in poi il breve e di poco più di io anni era dive-
T R .V TRA i3f
nulo A.\naiu](» cnnonico ilella Madonna la quale suole la gioventù troppo incau-
o Nosliii Signora di Parigi e di Totirs, ab- tamente inabissarsi; ma viveacontalescia-
hale della Trnppa deirordine di Cìstel- lacquamenlo e fasto, che insensibiknente
lo^ della Madonna della Valle dell' or- eslinsero in lui lo spiiito sacerdotale. Re-
dine di s. Agoslino, e di s. Sinforiano di gnala la delicatezza nella sua mensa, spi-
Beau vmìs dell'ordine di s. Benedetto, prio- ravano lusso e magnificenza i suoi mobi-
re di Bonlogne presso Cliambord, pari- li, gli etpjipaggi e gli abiti ; e siccome il
Clemente nel Poitou j dimodoché senza caccia, più che allrovesoggiornava volon-
over prestalo alcun servigio alla chiesa e lieri nella sua casa di Véret nella Turre-
incapace per la sua età a renderlene, già na, che avea ereditato dal padre. Un te-
stalo un giorno. In età di 2 anni die al- i li cavalieri erranti, finche non venisse me-
le slampe una nuova edizione delle poe- no il denaro; ma il disegno in sul punto
sie d' Anacreonle, da lui accompagnate d'effettuarsi andò a vuoto. Non avrebbe
con un commentario greco, che fu animi certamente mancato l'ab. Rancé di per
rato da'tiolli, e quindi tradusse in fran- der se stesso, se Dio che guardavalo con
cese quel poeta. Compiuto il corso di fi- occhio di misericordia , e deslinavalo a
losofia nel collegio d'Harcour, si dedicò grandi cose, non l'illuminava, con acci-
allo studio della teologia. Sostenne egli le denti impensali. III. "fu lo morte di Leo-
sue conclusioni in età di 2 1 anni, e quin- ne le Boulhillier de Sciavigni suo cugino,
di fu con felice successo laureato dalla nel quale avea riposto tutte le speranze
Sorbona del grado di Hcenzialo; nel 1 65 di sua fortuna, onde il vederselo rapire sì
ricevè il sacerdozio dall' arcivescovo di improvvisamente lo trafisse amaramen-
Tours suo zio, cui sperava d'essergli eoa te. 11 2° fu, che divertendosi sopra d'un
diulore, ma non volle accettare il vesco- piano dietro la chiesa della Madonna di
vato di Laon. Le sue doti naturali gua gli Parigi, ov'era andato col suo fucile a ti-
dagnarono la stima e l'amicizia di lutti; rare a qualche uccello, le persone che sla-
divenne coadiutore ali.° limosiniere del vano lungo la riva del fiume, scaricaro-
duca Gastone d'Orleans fratello del re, e no contro di lui un archibugio; le palle
fece pomposa mostra di se nell'assemblea colpirono nell'acciaio che guarniva la sua
del clero deli65') in qualità di deputa- sacca da munizione, il quale arrestò il
lo del 2° ordine. Nujno possedeva meglio colpo e gli salvò la vita, altrimenti resta-
di lui ([nelle prerogative che ci rendono va morto. Troppo visibile fu la divina pro-
amabili al monilo, e che ci tanno brilla- tezione, onde ne restò commosso, e rin-
renella società; ma sventuratamente amò venuto dallo sbalordimento esclamò. Ahi!
e con eguale affetto fu corrisposto, oblian- che sarebbe di me avvenuto, se Dio non
do ciò che l'augusto carattere del sacer- si muoveva a pietà di me. Questa savia
dozio esigeva da lui. Di lui andavano in riflessione però non lo scosse abbastanza:
cerca i piaceri, ed ei non abhorriva il lo» la gloria e 1' ambizione che lo tenevano
ro commercio. Non per questo s'abban- Il nacemenle attaccato mondo, alfogi-
al
donò a quella vita rea e liceuziosa, nel rono in lui i primi movimenti della già-
i32 TRA TRA
zia. Le iodi che riscosse nella ricordata as* trimoniali di Véret, tranne dufe case di
seiriblea di Francia, la stima ch'essa nio- Parigi che donò all'ospedale di quella cit-
sliò fare del suo sa p,ere, quando lo pregò tà. Tulli i beni da lui venduti ascesero al-
ad assistere ad un'edizione più corretta la somma di 3oo,ooo lire, e con questa,
d'Eusebio e di alcuni padri greci, non die dato quanto spettava al fratello e alla so-
la deferenza per lui del duca d'Orleans, rella, soddisfatto i debiti paterni, ricom-
riaccesero in lui il desiderio di rendersi ce- pensata la fedeltà de' suoi domestici, de*
lebre, e tutte le sue cure rivolse per appa- quali se ne ritenne due e uno lo seguì nel-
garlo. Iddio però che sa confondere i pen* la vocazione e riuscì fervente religioso ;
sieri degli uomini, e che talvolta si serve tutto il restante del denaro die aìi' HO'
delle nienoraecose per operar grandi me- tei Dieu e allo spedale generale di Pari-
raviglie, seppe ben presto tutte queste gi, a riserva d'una mediocre somma per
grandi idee di mondana ambizione disor- restaurare l'abbazia della Trappa, le cui
dinare, con far sì che un semplice sospet- fabbriche minacciavano rovina, e si con-
to prendesse nel suo cuore possesso; que- tentò di sole 3ooo lire circa di rendila,
sto fu che temè riuscisse disaggradevole ch'era tutta l'entrata di quell'abbazia; a
alla corte il suo modo di procedere nel- questa poi die la sua biblioteca. Sistema-
l'assemblea. Altro nonperabbat-
vi volle ti tutti i suoi affari, si ritirò nella Trap-
tere la sua vanagloria, e non potendo so- pa. 1 suoi primi pensieri furono di farvi
stenere l'impressione ricevuta dal gra- osservare la regola di s. Benedetto nella
ie riflesso, si ritirò a Véret in Lorena. In sua purità primitiva, e di togliere i disor-
questo ritiro a cui Dioavea fissalo il mo- dini che vi regnavano; ma vedendo che
mento di sua conversione, gli sommini- invano esortava i religiosi a cambiar vi-
stròcampo bastevole onde riflettere da ta, perchè risoluti di vivere nel liberlinag-
senno sull'incostanza della fortuna, equal gio,dichiaròloro d'essere risoluto di chia-
fidanza debba in lei riporre. A questo
si marvi i monaci cistcrciensi della stretta
si la morte del duca d'Orleans,
aggiunse osservanza, acciò in loro luogo occupas-
succeduta nel 1660, dopo averlo assistito sero il monastero. Allora si sollevarono
all'estremo passaggio all'eternità, la qua- contro di lui i religiosi, e lo minacciarono
le finalmente lo fece risolvere a cambiar d'ucciderlo o col pugnale, o col veleno, o
\ita. Per determinarsi a quale stato si do- affogandolo ne'loro stagni. L' ab. Rancé
vesse appigliare, avendo conosciuto che non ne restò punto intimorito, e con fer»
un cristiano, e con più forte ragione un mezza introdusse nell'abbazia cistcrcien- i
prete, non poteva salvarsi menando una si della stretta osservanza, e gli anteriori
\ita delicata e che V uso ch'egli faceva
, cistcrciensi furono obbligati a convenire
delle rendite ecclesiastiche era contrario ad un concordato, da loro sottoscritto ai
alla loro destinazione, sì propose di tro- 1 7 agosto 1662, poi approvato dal parla-
vare il modo per tranquillare la sua co- mento di Parigi. Questi antichi religiosi
scienza e di mettersi nella via della salute. erano 7, compreso un converso, ciascu-
A tale effetto consultò i vescovi diParaiers, no de'quali per la convenzione ebbe 100
d' Aleth, di Chàlons e di Comminges, i lire di pensione. L'ab. di Rancé per met-
quali lo consigliarono a darvi principio tere monaci riformati in grado di pote-
i
te di Dellesme, di Ponlhieu e d'Alencon. ch'egli stesso avea eletto come religioso di-
Cominciò ivi il suo noviziato a' 1 3 giugno voto e austero, invece di mantenere la re-
i663, in età di circa 38 anni, indi a' 26 golare osservanza, non pensò che ad alte-
giugno 1664 fece la sua professione alla rarla, e ad introdurre il rilassamenlo;ai*-
presenza di d. Michele Guitton commis- rivò. persino a dispensar del pesce in re-
sario dell'abbazia cisterciense riformata fettorio, animando i religiosi col suo esem-
di Prieres, nella Bretagna diocesi di Vau- pio a mangiarne, ed a violare l'astineiiza
nes, con due altri novizi, uno de'quali il che si erano prescritta, con aver promes-
rammentato suo domestico. La benedi- so all'abbate d'osservarla inviolabilmen-
zione abbaziale, da lui poco dopo ricevu- te. Il sotto-priore, uomo fornito di zelo e
ta, l'investi d'un assoluto potere per l'e- costanza, vi si oppose, e gli altri religiosi
secuzione di quanto avea meditato. La ri- si unirono con lui e si mantennero osser-
forma cisterciense della stietla osservan- vanti contro le biasimevoli intenzioni del
la al p. ab. Rancé non sembrava bastan- priore nella pratica di tutte le austerità,
temente austera; riconosceva che le pra- abbracciate a persuasione del loro abba-
tiche dalla riforma inlrodolte erano lo- te. Da ciòderivòqualchedivisione nel mo-
devolissime, e santa la vita menata dai nastero; r abbate di Prieres fu costretto
monaci, ma ben vedea che la regola di s. a portarvisi in persona, per ristabilirvi la
BenedettOjda loro professa ta,esigeva qual- pace e la tranquillità, e si credè obbliga-
che cosa di più. L'esempio de'priini re- to a meglio riuscirvi di rilegare il prioro
bgiosi di Cistello era altamente nella di
sì in altro monastero sino al ritorno dell'ab.
lui mente impresso, che solfriva in osser- baie, che seguì nel maggio 1666. La loo-
vare molte di quelle consuetudini restale tananza del priore produsse ottimo suc-
neglelte. Prese pertanto la risoluzione di cesso, e l'abbate della Trappa ebbe al suo
lidurre i suoi monaci ad una migliore ritorno la consolazione di veder fiorire la
perfezione , e maggiore di quella che la stessa regolare osservanza, da lui nel mo-
stretta osservanza erasi prefìssa per termi- nastero stabilita; per cui e godendo una
ne, facendo rivivere lo spirilo primitivo pace inalterabile, il p. Rancé non pensò
dell' ordine. Adunque a poco a poco ri- che a perfezionare la sua riforma agli ul-
tlabil'i nella sua abbazia della Trappa le timi estremi dell'austerità. Pertanto egli
pratiche più austere. Cominciò ad assue- fece rivivere tutti gli antichi usi di Cistel-
fare i suoi religiosi all'astinenza dai vino lo; ma come in quelle antiche pratichs
e dal pesce, ed a cibarsi ben di rado eoa molte non si ctinfuuttvanoa'tiìiiipi oorrau-
i34 TRA TR A
ti, evedette di doversi restringere alla po- i confini della moderazione, la fuuia del-f
terla e alla semplicità già stabilita, a'di- l'abbate fa in istrana guisa lacerata. Al-
giuni, alle vigilie, alle orazioni, a'ietli du- cuni prelati gli scrissero acciò mitigasse la
ri, al lavoro iDanuale, al silenzio, alla nu- penitenza e l'altre atrsterità del suo n»o-
dità de'piedi nel mercoledì delle Ceneii e nnstero; ma il p. Rancò ben lontano dal
nel venerdì santo, airasliiienza de' 6 ve- far caso di tutte queste querele, s'applicò
nerdì di quaresima, ne*primi Sde'quali fu anzi con altrettanto ardore a mantenerle,
stabilito dare una sola porzione, e negli essendo cessate le malattie da questo te-
altri il digiuno in pane e acqua, olire altre nore di vita per avventura cagionale. A^
edificanti e rigide pratiche. L'abbate del- vendo egli liacquistato l'anlico vigore, eh--
la Trappa non si contentava di menare la be agio bastante non solo per fu- osserva-
stessa vita de' suoi religiosi, ei ne faceva re le pratiche cheavea introdotte, ma di
una assai più penitente. I suoi digiuni e- comporre ancora molle opere in loro di-
rano così continui e austeri, che sembra- fesa, che malgrado la sua ripugnanza fu
va impossibile come potesse vivere con per così dire forzato dì dare al pubblico,
alimento sì parco. Si addossava sempre tra le quali quella else fece maggior stre-
le fatiche più vili e penose, tornando tal- pito fu il suo Trattato citila santità e
volta dal lavoro della terra talmente af- de dovevi dello stato monastico, (\\e pro-
faticato, che non poteva reggersi in pie \ò i rigori della più severa censura. Fu
di. Era egli sempre il [."all'uffizio, all'o- egli personalmente assalito, furono giu-
razione, e a tutti gli esercizi regolari, uè dicati perversi i motivi del suo ritiro, fu
cos«i alcuna prescrivea agli altri ch'ei non trattato da ambizioso ed ipocrita, e lace-
fosse il I ."a eseguirla, anzi senipre esegui- rato con pungenlissime satire. 11 p. Ma-
va cose maggiori di quelle che agli alhi Ijillon prese contro di lui la difesa degli
ordinasse. 11 decietodel consiglio di sla- Studi monastici^Q.ox\ molta moderazione,
to emanato nel1675, che concedeva al- dimostrando essi non nuocere alla vita
l'abbate di Cislello un'assoluta autorità monastica e non rovinarne l'osservanza,
sopra i monaci cisterciensi della stretta come quasi pretendeva il p. Rancé. L'ab-
osservanza, facendo temere al p. abb;ile bate della Trappa gli rispose; ed il p. Ma-
della Trappa, che potesse recar nocumen- billon replicò con alcune riflessioni, che
to alla disciplina del suo monastero, pi o- avvaloravano quanto avea in favore del-
pose a'propri che rinnovassero
religiosi i lo studio asserito, le quali riuscirono al-
loro voti, come fecero a'26 giugno dello trettanto più forti e convincenti, in quanto
stesso anno, e promiiero di osservare fìtio che sosleuutedalla vita esemplare di qua*
alTultimo respiro di loro vita tutte le pra- sto dotto scrittore. Frattanto il zelo del p.
tiche già introdotte nel loro monastero, abbate della Trappa non si restringeva
protestandosi tutti di adoperarci mezzi le- entro recinti del suo monastero, si este-
i
gittimi per resistere a chiunque volesse hc ancora sopra quello delle Chiarelle, ab-
sotto qualsivoglia pretesto introdurre nel- bazia di monache cisterciensi fondata nel
la benché njenomo rilassa-
loro abbazia il I 2 I 3, di cui Guglielmo 5.° abbate della
mento. Avendogli la morte rapiti in po- Trappa fu il 1 ."padre e superiore imme-
chi anni più di 3o religiosi de'piii fervo- dialo. Tale abbazia restò sempre sogget-
rosi, ed essendo ei pure nello stesso tem- ta algoverno degli abbati della Trappa,
pooppresso da pericolosa infermità, se ne finché furono regolari, e fu solamente di
sparsero le notizie, le quali dierono occn- bel nuovo aggregata alla figliuolanza di
, sione a molte dicerie. Ciò fu attribuito al- Chiaravalle,a cui naturalmente apparte-
l'aspro governo, che di loro stessi religio i ueva,in mancanza degli abbati dellaTrap-
&i fncevauo,ed in questi discorsi passando pa, quando quest'abbazia diveuae com-
TR A TRA 35
niendii. Ma il. Ariìiondo Rancò , clie da religioso, ma esso nìorì prima di ricevere
abbate comiiiendatario era iliveiìolo ab* le bolle pontificie d'istituzione. Laonde fu
biite rogulare, riprese sopra l'aljbazia del- nominato in suo luogo d. Francesco Ar-
le Chiarelle l'aulica anloiilà, la quale non n»ando , col consenso del re, e ricevute
gli fu da alcuno conlraslala; anzi il capi- eh' fbbe le venne benedellx) nel
bolle ,
tolo generale di Cisl elio del 1686 lo rimi- 1696. Non andò guari, che il p. Rancé si
se nel suo diritlo, e l'obbligò a prendere pentì di tale elezione, pei che il nuovo ab-
la dire/ione di (jueslo njonastero, e gli ab- bate tenendo una condolta tutta all' op-
bati di Cbiai a valle e di Cislello lo costrin- posto della sua, cagionò grave divisione
sero a prendersi tale incarico; nienlr'e- ne'monaci trappisti, e si formarono due
gli, o perchè poco si curasse di questa di- parliti: yno sosteneva il p. Rancé, l'altro
rezione, o perchè portasse rispetto all'ab- il nuovo abbate, il quale recandosi asciii-
bate di Chiaravalle, che n* era da gran polo quella divisione, di cui era egli l'o-
tima Diano a quanto avea nelle due pri- Regolamenti della Trappa. Abbiamo del
me cominciato. Finalmente le sue peni- can. Giacomo Marsollier, Fila di d. y/r-
tenze e austerità a tal misero stato lo ri- mando Giovanni leBoiUliillicrde Ran-
dussero, che fu costretto a mitigare al- ci abbate regolare e riformatore del
quanto il loro rigore. Più non assisteva monastero della Trappa Vavìs 1703, ,
del Biionsolnzzo, Roma 1727. INel l.i.° luogo declinato per la novella
£;razia. Il
si legge la vita dei p. ai), de Rancé, e so- fondazione fu Valsanla, luogo così det-
no ripoliate le cosliluzioiii delia Trappa. to da un'antica colonia di certosini fon-
Nel I 782 fu soppressa la Trappa di Biion- data neli2c)5, che aveala poi abbando-
solazzo in Toscana, nelle tristi vicende nata neli78o, ed il numero di 24 l'eìi-
contro le case religiose; poscia i trappisti giosi fu quello che per allora con decre-
di Soia furono riuniti a cpielli di Veroli,ia to ne fu fissalo. Giunto il momento della
cui abbazia di Casamari fiorisce tuttora, loro partenza, alcune vecchie carrette a
innalllata dal fecondo sangue de'suoi reli- due rote con alcune panche ed una gros-
giosi martiri, come dirò al citato articolo, sa tela 5
per sottrarli alla pubblica curio-
comechè in origine fondata da 4sacerdoli sità, piucchè agli esterni incomodi del
\erolani pe'benedettini neri,da'quali pas- viaggio, fu la loro vettura, avendo per
sò a' cistcrciensi bianclii di Chiara va He e tutto equipaggio un sacco con alcuni abi-
da questi a'trappensi. Prima dell'introdu- ti da regolari e vari slrumenli di peni-
zione di questi erasi publ)licato nel i
707 tenza. Arrivati i 24 trappisti in Fribur-
in Ronui: Monasterii s. Mariae et ss, go, presenlaronsi al vescovo di Losanna
Johanniset Pauli de Casaemario hrevis per ricevere ia benedizione, indi volaro-
historia, studio et opera Philippi Ron- no al loro nido di Valsanla. Avvicinatisi
dinini faven tini digesta et illustrata. Il alla montagna, dislribuironsi in ordine
Rercastei nella Storia del cristianesimo di processione, e salendovi fecero echeg-
t. 3G, n° 60 tratta : Delle cinque Trappe giare quella solitudine d'inni, di cantici
fondate in mezzo alla rivoluzione fran- e di salmi. Entrati in chiesa, dato per sem-
cese. Riferisce pertanto, che nel tempo pre un addio al mondo, ripigliarono su-
in cui con una insultante compiacenza di- bito il loro tenore di vita, quello cioè del-
slruggevasi in Francia tutte le case reli- la solitudine, del silenzio e dell'esercizio
giose, nel len)po in cui più di 20,000 ec- d' ogni virili. Per quanto procurarono
clesiastici andavano a cercare un asilo que' felici solitari di occultarsi agli occhi
nelle variecontrade d'Europa, Iddio sem- del mondo, non fu però possibile che re-
pre ammirabile ne'suoi profondi consi- stasse occulto lo s[)lentlore delie loro vir-
gli, che sa trarre la luce dalle tenebre, si tù. La fuma de'nuovi elvetici trappisti si
valse de'decreti delia slessa assemblea di sparse per tutto rapidamente. Oltre un
Francia per portare le piò strette osser- numero considerabile di personeche cor-
vanze dei suoevangelo in 5 tii (Ferenti pae- sero ad arruolarsi sotto Io stendardo del-
si. Alla condizione di tulle le altre comu- la croce e della penitenza, si domanda-
nità religiose dovette pur soggiacere la rono dalle Fiandre e Spagna alcune co-
Trappa diJNormandiadel p.Rancé. Quan- Ionie di que'soiitari.Contemporaneameu-
do giunse colà l'infausto annunzio delift le si progettò di mandarne una in Pie-
sua sop()ressione, il maestro de'novizi ne monte, ed anche un'altra nel Canada. Co-
fu più degli altri costernato. Sospirando sicché dopo la rivoluzione francese 5 fu-
altamente sul destino di quelle tenere rono le trap[>e nate dalla distruzione di
piante alla sua cura adidale, pensò di fon- quella della Normandia e dalla fondazio-
dare una Irappa uclla Svizzera. Trovò la ne di t|uclladi Friburgo, il Rci'cualci pai-
i38 TRA TRA
8a quindi a parlare nel seguente modo, nuove troppe ne discorre neh' opusco.
se
ilei rigore di vita di questi nuovi trappi- lo intitolalo; Notìzia compendio sa de'
sti.'* Per quanto austere fossero le trop- monasteri della Trappa fondati dopo
pe cheprecedeltero quest'ultima, non po- la rivoluzione di Francia, Torino 794. 1
tevano però eguagliarla nel rigore e nel- Se ne dà contezza nel n.° 33 del Gior-
l'austerità. 11 fervore per la solitudine, nale ecclesiastico di Roma del 1 795. A I
•
per l'allontana mento dal mondo mostra- tre analoghe e posteriori notizie sulle
to e praticato dall'abbate di Rancé, pa- trappe medesime si leggono ne'n.» 21 e
rca che fosse quasi un tepore per i nuo- 22 dello stesso Giornale del 1797. Ri-
vi cenobiti. Diamone una breve idea. Pa- tornata la pace in Europa, non solamen-
tire gran freddo nell'inverno, poiché an- te si riaprirono diverse dell'antiche trap-
che nel clima pjù asjTi'o, e nel forte della pe, ma fondarono delle nuove, del-
se ne
stagione piti rigida si sta in chiesa a ca- le quali darò alcuni generici cenni. L'ab.
po scoperto, anche di mezza notte, ne al- HjeWoiYìo, Continuazione della storia del
cuno può mai scaldarsi, se non per bre- cristianesimo t. 2, p. i65, dice che nel
vi momenti, stando in piedi. Patire gran 181 Sconistuporesi rivide nel suolo fran-
caldo nelTestate, usando trappisti di non i cese nuovamente allignare monaci del- i
giorno per8 mesi continui. Nutrirsi de'ci- parola, sì del la celebre abbazia cistercien-
hi più grossolani e talvolta disgustosi, ri- se, che della ripristinala Trappa), e rin-
nunziando per sempre all'uso del vino, novando tulli i rigori della regola loro
delle carni, de'pesci, delle uova, del bu- austenssima in quell'asilo posto fra irte
no molle ore, e fare bene spesso de' la- do cibo, il grossolano vestilo, il faticoso
tare in chiesa, e sahneggiare in una ma- silenzio, la scavata fossa sempre aperta
niera flìlicosa assai, per lo spazio di quasi dinanzi agli occhi, saranno ognora il ter-
8 ore ogni giorno, più dii i nelle dome- rore d' un secolo dato a leziosa voluttà
niche e nelle feste ordinarie, e più di 12 ed a turbolenta ambizione." Pio VII col
nelle solennità grandi. Praticare abitual- hvtveLihentissimequideniyde i o dicem-
mente un gran numero di penitenze ben bre 8 6, jSì///, Rom, cont, t. i4>p' "^^^^'i
1 1
comodo egualmente d'estate che d'inver- lutis dioecesis Cenonianensis prò fra-
no. Non coricarsi che su dure tavole, con trio US ordinis s. Bencdicti prioris ob-
lervonr.a prescrllla (ial suo ilhislre l'ifor- IX.ll Papa Gregorio XVI, ad esempio dei
iiiatoit'; dipoi e eli leceiile la parrocchia suoi predecessori, soleva distribuire a di*
tliSolignysirecò in essa processionalineu- verse chiese di Roma, massime regolari,
lea ricevere dal p.abbate le reliquie diNo» le CamlelecXìQ^W venivano offerte in del"
\!e Martiri, di cui gli nlluali religiosi fau- la festa della Purificazione , delle quali
no in terra rivivere le virtù. »» Fu impo- oblazioni riparlai nel voi. Vili, p, 268,
nente spettacolo quel solitario luogo, da donandomi bcnigMamentc lotte quelle
ogni parte coperto di popolo; canti di alle- che avan/avano di.po tale ordinaria di-
grezza e di trionfo echeggiarono fervoro- spensa. Però volle di[ioi fare un'eccezio-
>amente in ogni luogo, ove regna abitual- ne e riserva de* grandiosi e giganteschi ce-
mente il silenzio. Le campane suonava- rei del p. Geramb, orduiandomi di collo-
no, e si avanzava il corteggio degl' illu- carli nella sua cappella privata. Quindi nel
stri penitenti, i quali con abili corali, con suo testamento olografo e notissimo or-
accesi ceri, e tutti soiniglievoli alla cele» dinò che mi si dassero tulli i cerei del p,
sliale milizia, precedevano le gloriose re- Geraudj. Forse il nobilissimo e generoso
liquie. La pia coorte dopo aver lascialo suo animo feoe lale disposizione, perchè
il monastero entrò in uno spazioso viale restasse in tutta la sua integrità l'ampia
circondato da ahi ed antichi cipressi, nel donazione fattami sino dai .''giorno del 1
c»«i line vedovasi una maestosa croce. A. suo pontificato, dopo aver fallo godere ai
j>iè dello stendardo de'Martiri religiosi i trappisti si speciale e aifeltuosa distinzio-
tliedero Tulli mo bacio alle sante reliquie, ne, e qui lo dichiaro a monumento impe-
dalla folla onorate e venerale. " Queste rituro d'eterna gratitudine a Gregorio
sagre reliquie che si veneravano nella XVI, facendo rilevare la delicatezza dei
chiesa della Trappa, sono di ss. Rlarliri suoi sentimenti. Attualmente è procurato-
non però trappisti, e Tabbale cede beni- re generale in Ronia della congregazione
guauiente poi'zione di tali sagri tesori alla della Trappa, il p. ab. d. FiancescoRegis,
pietà de' parrocchiani diSoligny e diocesa- che risiede nel convento de'domenicani di
ni diSeez,i quali solennemente ne celebra- s. Maria sopra Minerva, trappisti furono l
rono la traslazione nella propria chiesa. inlrodolli in Algeri dopo la conquista che
jNVI pontificato di GregorioX VI si stabili ne fecero francesi, per secondare vo-
i i
scrizioni corrispondenti. Il n. h^(\q\ Dia- retli Francia Luigi Filippo, colla regina
rio ih Roma del 184? •'l^orla l'iscruio- consorte e la reale sorella, si recarono a
ne poktu &ul cereo presenluloul Papa l'tu Mortugneper visitare la gran Trappa del
i4o TRA TRA
p. IXancé. L'abbate ricevelte gli augusti la sete dell'oro e la passione de' comodi
personagij;! alla testa della famiglia religio- della vita, rendonsi poco suscettibili di
sa, e pronunziò un analogo discorso, a cui comprendere un tal disprezzo de' godi-
con allro rispose benignamente il e,ricor- i menti materiali, non poterono ricusare la
daudo d'aver visitato il monastero col suo loro ammirazione e le loro simpatica que-
avo e la sorella nel 1 788, promettendo la sti uomini lutti celesti. Alcuni illumina-
sua prolezione e benevolenza alla casa reli- li e commossi alla vista di tante virtù, do-
giosa. Nello stesso 1847 ' trappisti dell'ab- mandarono non solo di convertirsi al cat-
bazia di Gard, diocesi d'Amiens, essendo tolicismo, ma ancora di abbracciare la re-
sul luogo disegualo per costruirvi la stra- gola e la vita de'trappisti. Già neli852 i
da ferrala, furono costretti di lasciarla, ed trappisti di Getsemani eran giunti al nu-
invece si allogarono nella celebre e sum- mero d'82, de'quali 20 da coro. In vista
rnenlovala abbazia delle Sette Fonti nel- di questi felici risultati, molti vescovi de-
za pratica ch'essi perfettamente posseg- lozione. Tolse pe' suoi religiosi tuttociò
gono. La loro presenza produsse una fe- che la regola de'trappisti ha di più seve-
lice impressione negli stessi protestanti. Il ro. L'astinenza e il digiuno vi sono perpe-
sorprendente spettacolo fino allora per es- tui: gli alimenti magri conditi col solo sa-
si incognito di una vita continua di silen- le, perchè sin l'olio vi è proibito. Nel mo-
zio, di preghiere e di fatica, parla ades- nastero il silenzio non può essere rotto
si più etoquentemeule della divinità del che con licenza del supcriore: il letto dei
caltolicismo, e produce tali meraviglie religiosi non è che una stuoia; non mai
più che tutte le discussioni e i libri di bevono vino. I lavori delle missioni non
controversia. 1 protestanti d' ogni parte li dispensano manco dall' osservanza di
i.
accorsero a contemplare questi silenzio- queste regole. Nel "agosto1 85 1 nel mo-
si. Conlate poveri i vestiti e nutriti,! ma- Bouthillier de Raiicé, ne tratta ancora il
lati e gì' infermi soccorsi, gli orfani rac- p. Helyot usila Storia degli ordini mo^
colli. Si potrebbe adunque chiamare i ìiastici, l. 6,cap, r . Avendo proceduto con
trappisti i beoefattori dell* umanità, la lui nelle notizie dell'istituzione della gran
provvidenza di tutti quelli che stanno Trappa di Perche a Mortagne, mi rima^
intorno a loro. Una colonia di trappi- ne a riferire le principali osservanze dei
sti è un intero villaggio, ove trovansi i trappisti, olire il già narrato. Secondo
diversi generi di mestieri. Al fianco del dunque il p. Helyot, contemporaneo del
trappista coltivatore sta il mugnaio , il la riforma della Trappa, sono le seguen-
fabbro, il falegname, il meccanico, e tut- ti,ed in processo di tempo avranno su-
ti questi uounai lavorano dallo spuntar bito delle variazioni, che sono andato di-
del sole fino al tramonto. Vorrei che il cendo. Poiché iu alcune trappe, per te cir-
tempo mi permettesse di dirvi ciò ch'essi costanze de'lempi, i Papi rallentarono al-
hanno fallo alla Meilleraye, a Mortagne, quanto l'austerità della vita e modifica-
al PortodelSalut,a Valsainte, ad Aigue- rono la qualità del nutrimento, come in
belle, a Briquebec, a Font-Combaut, a quella di Casamari, nello stalo pontificio,
Sette Fonti, a Slaoueli, ed udireste quai ferme però restando la sostanza dell'os-
prodigi opera la fede, l'amor di Dio, ed servanze religiose,secondo l'istituzione del
il desiderio d'essere u\\\e a'suoi sitnili. lo riformatore p. ab. de Rancé. I trappisti
3o anni fa uno de'luoghi,che
visitai circa nell'estate vanno a riposare 8 ore dopo
poco tempo dopo scelse per sua residen- mezzodì, e nell'inverno 7 ore 1/2. S'alza-
za una colonia di questi religiosi. Il terre- no 2 ore dopo la mezzanotte per andare
no non era ricoperto che di rocce, di bo- a recitare mattutino, qonsuruaudovi due
scose e fangose pahidi, né si osava tra- ore e mezza, imperocché al grande uffizio
versarlo a cavallo a motivo delle frane che aggiungono quello della Madonna, e tra
vi si rinvenivano ad ogni passo. In oggi l'uno e l'altro uftizio fanno una mezz'ora
i campi di un'ammirabile fecondità rim- di meditazione. INe'giorni in cui si dice l'uf-
piazzano le paludi e le felciaie; gli scogli fìzio della feria, recitano ancora l'uffizio
o rocce sono iu gran parte scomparsi sot- de* morti. Dopo mattutino , nell' estale,
to il terreno vegetabile, e la falce vi miete ponno andare a riposarsi nelle loro celle
hbeiaoìente i ricchi prati, creazione del fino all'ora dii.^, ma nell'inverno si riti-
pio cenobita. De' canali ingegnosamente rano tutti in una camera comune, vicina
distribuiti rendono freschi que' verdeg- al luogodestinato per iscaldarsi,nella qua-
gianti boschetti; altri canali sotterranei, le ciascuno da se applica alla lezione di
le pietre, applicandosi ciascuno al lavoro loro pane è molto nero e umido (si ten-
assegnatogli, mentre non dipende dal lo- ga presente che parlo col p. Helyot edi
ro arbitrio l'eleggere quel lavoro, che più suoi tempi), mentre non stacciano la fa-
si confà alla loro inclinazione. L'abbate rina , facendola soltanto passare per un
^tesso si applica al lavoro, e sovente si oc- crivello,donde ne deriva che in essa resta
cupa ne'[)iù vili ministeri; e gli uni e gli la maggior parie della semola. E' data ai
fliiri si eccitano colla forza dell'esempio. trappisti una minestra talvolta d'erba, o
Quando il tempo non permette d'uscire di piselli o lenticchie,ed altri legumi,giam-
nll'aperto, ripuliscono la chiesa, scopano mai condita con burro o olio. Ad essa ag-
i chiostri, nettano il vasellame, fanno il giungono due scarse porzioni ne'giorni di
bucato, mondano i legumi, e alle volte sie- digiuno, cioè un piattellodi lenticchie e un
dono in terra gli uni presso gli altri ra- altro di spinaci e di fave,© di polenta si
schiando delle radici, senza giammai pro- di farina che di lritello,o di carote e altre
ferire parola. Vi sono nelle trappede'luo- radici secondo le stagioni. Le loro ordi-
ghi destinali per lavorare al coperto, nei narie salse sono di acqua e sale, talvol-
quali molti religiosi stanno occupati gli ta mescolate con tritello o latte. Dopo il
uni ascrivere de'libri di chiesa, altri nel pasto si dà a* religiosi due pomi o pera
legarli, altri in fare da legnaiolo, altri in colte o crude. Finito ilpranzo comincia-
non es-
tornire, ed altri in diversi lavori, no a rendere grazie a Dio in refelloiio e
sendovi cosa necessaria pel monastero e le vanno a terminare in chiesa, poi si ri-
a' loro usi che da loro medesimi non la tirano nelle loro celle, ove ponno appli-
fiìbbrichino. Quando hanno travagliato carsi alla lezione e alla contemplazione.
un'ora e mezza vanno a recitare Torà di Passala circa un'ora ritornano al lavoro,
3.", indi assistono alla messa e dopo di- ripigliando quello lasciato la mattina o co-
cono l'ora di 6,", poi si ritirano nelle loro minciandone altro. Questo lavoro dura
celle, ove si applicano alla lezione. Ciò fat- un'ora e mezza circa. Dato il segno pel riti-
to si portano a cantare l'ora di g.', se pe- ro, ciascuno lascia i zoccoli, riprende la
ro non è giorno di digiuno, nel quale l'tif sua cocolla e si ritira nella propria cella,
fìzio si pospone, ne si dice l'ora di 9." che ove legge e medita fino ad ora di vespe-
poco avanti mezzodì. Dopo g." vanno al ro, quale recitano 4 o>'e dopo mezzodì,
il
refettorio, il quale è mollo ampio, con un e passata un'ora si recano nel refettorio,
lungo ordine di tavole d'ambe le parli. in cui ciascun religioso trova per refezio-
Quella dell'abbate è nel mezzo e dirim- ne 4 oncie di pane, del sidro, e due pei a
petto alle altre, a cui vi è silo capace per omele, e alcune noci ne'digiuni prescrit-
f) ovvero
7 persone. L'abbate si mette in ti .Qw.«. Ne'digiuni
dalla redola. imandati
..- v.igumi poi COI
capo di essa, tenendo a sinistra il priore, dalla Chiesa, danno due oncie di pane
si
a cena del sidro, una porzione di radiche, eia che reggono due cerei. I forastieri no-
ilpane e qualche mela o pera; nel qual no albergati nelle trappe con molta cari-
tempo a pranzo non hanno che una por- tà, e alcune tavolette appese alle mura
zione di legumi e la minestra. Per tale delle loro camere, gl'informano della ma-
cena o colazione impiega no un quarto niera per diportarsi in tali santi luoghi.
d'ora, restando loro mezz'ora per pas- L'ordinarie pietanze che loro si presenta-
sarla in solitudine, scorsa la quale si por- no, consistono nella minestra, in due o tre
tano nel capitolo, ove si legge qualche li- piatti di legumi, in un piatto di uova, ma
bro spirituale, finche passale 6 ore dopo giammai quantunque gli stagni ne
pesce
mezzodìjSi dice compieta e poi si ora men- abbondino. Le bevande sono il sidro e
talmente mezz'ora. Prima d'uscire dalla l'acqua, il pane è quello de'trappisti. Ta-
chiesa e rientrare nel dormitorio, sono i li erano le costumanze vigorose diqueUi
gramenli,e rimane sulla cenere finché «lon lunghe prostrazioni. Colgono tutte le oc-
ha reso l'anima a Dio, circondato da'cor- casioni per praticare la pazienza e l'umil-
religiosi prostrali e recitandole preci per tà. Il superiore per esercitarli in queste
gli agonizzanti. Dipoi il defunto viene se- virtù, li tratta talvolta con molta severità,
polto in quella medesima fossa di già sca- eziandio nelle malattie. Sonovi de'trap-
vata colle sue stesse mani. Nelle chiese dei pisti di sì smisurato fervore , e si santa-
trappisti non vi sono uè candellieri d'ar- mente desiderosi di patimenti, che aggi un-
gento, né ricchi ornamenti, ogni cosa spi- gono altresì delle mortificazioni volonta-
rando semplicità e povertà: le pianete e rie a quelle che sono dalla regola ingiun-
)paramenti degli altari sono di saia. Tut- te. Ubbidiscono non solo a'superiori, ma
to i' ornauìento dell'altare consiste nel altresì all'infimo della comunità, tostochè
Crocefisso d'ebano, e in due platliglie di egli fa alcun segno. Allorché un trappista
legno fìtte nelle due parti estreme dell'al- è per far professione, scrive alla sua fit-
iare, dalle quali spuntano fuori due brac miglia per rinunziare a tutti i suoi b«ai»
TRA TRA 145
Falla Ih professione rompe ogni commer* venuta quella felicità che invano altrove
ciò co'suoi parenti e amici; e se ricortla- cercarono. L'abito de'trappisli è tutto di
si ancora del mondo, ciò non è che a fine lana, e situile a quello de'cisterciensi del-
di pregare per Ini. Non ricevesi cosa al- la stretta osservanza. Perciò consiste in
cuna nelle troppe, le qnali benché pove- una cocolla bianca, legata con una cintu-
re, pnre trovano il modo di fare abbon- ra di pelle nera, con maniche larghe, ed
danti limosìne.Qiiando l'abbate sa la mor- un cappuccio simile a quello de'foglian-
te d'alcun parente di qualche religioso, il ti o bernardoni; i conversi l'hanno di co-
raccomanda comunità, ma
alle preci della lor tanè, ed i novizi invece di essa porta-
senza specificarlo, e dicendo in genere che no una cappa senza maniche. Il p. Bonan-
il padre, la madre o altro congiunto d'u- ni nelCatalogo degli ordì ni religiosi, de-
no de'monaci è morto. Essi tengono tul- dicato aClemente Xl, nel 1. 1 p. 35 e 36, ,
i i
li gli occhi bassi, e non guardano mai gli riporta le monaco cisterciense
figure del
stranieri.solo passando innanzi ad essi fan- del monastero della Trappa in cocolla e
no un profondo inchino. Osservano tra lo- coperto di cappuccio, e del medesimo spo-
ro un silenzio continuo, e non si comu- glialo della cocolla, in atto di vangare la
nicano che per segni loro pensieri: non i teira. Egli dice, che si depone la cocolla
parlano che a'superiori, e non ponno in- da'monaci trappisti, ogni qual volta de-
lertenersi cogli stranieri che alla loro pre- vono impiegarsi in occupazioni servili e
senza. Quegli che apre loro la porla, pro- faticose; poiché lutti sono obbligati ogni
strasi dinanzi ad essi, e poscia li conduce giorno, eccettuate a lavorare per
le feste,
in una cappella vicina alla chiesa, affinchè alcune ore assegnate, o nella coltura del-
rifacciano la loro preghiera. Dipoi li con- l'orto o ne' ministeri vili della cucina, o
duce al parlatorio, ove dopo avere loro nel lavare le vesti, o in qualunque altra
fatto una breve lettura di pietà, racco- occupazione necessaria al mantenimento
manda il silenzio e li prega d'avvertire loro. Mentre sono occupali in esse, por-
che non dicano o facciano cosa che pos- tano sopra la camicia di lana un'altra to-
sa disturbare la comunità. Gli ospitalie- naca bianca, sopra cui è uno scapolare ne-
ri non parlano che quando la necessità ro poco più lungo de'fianchi, cinto attor-
Io esige. Siccome l'umiltà è una di quel- no a'medesimi; a questo è unito un pic-
le virtù che più si ammirano ne'trappisti colo cappuccio alquanto aguzzo, con cui
dagli stranieri, all'udire di quelli che han- coprono il capo, e quandocolti vano la ter-
no il permesso di parlare, altro non sono ra, invece di scarpe adoprano certe pia-
che peccatoi i, e nulla dicono mai che tor- nelle, che francesi chiamano snbot. Men-
i
nar possa a gloria della loro casa. La vi- tre si trattengono in queste opere servili e
ta de'trappistinon èche un continuo me- laboriose, se odono il suono della campa-
ditare, un lavorare, un pregare, un tace- na, lutti si prostrano inginocchioni, e reci-
re. Entrali nelle trappe, tutte le relazio- tanoalcune preci assegniate dal superiore.
ni, lutti i legami si spezzano; tutte le lu- A 'nostri giorni ilCapparoni nella lìaccol-
singhe, tutte le illusioni svaniscono. Non tadegli ordini religiosi, v\\)voi\iisse la fi-
y'ì è che un solo pensiero, la morte! un gura del trappista in cocolla, con quanto
desiderio solo, iddio! Quanti che sembra- dell'origine de'trappisli e costumanze di
vano posti sulla terra solo per essere se- essi avea scritto il p. lìonanni. Nel t. 20, n.'
gno all'invidia dell'universale, abbando- 27 i\e\Wdlhnni di Honia si vede l'imuia-
nali gli agi,i fasti, le grandezze,sonosi rin- gine d'un trappista in cocolla e colla te-
chiusi fra «pielle mura, e vestita la ruvi- sta tutta tosata, in allodi meditare, aven-
da lana della bianca cocolla, cinta a'fian- te in mano e a'iali gli attrezzi rurali, con
chi la stringa d'un nero cuoio, hormo rin- articolo di Luigi Curion, celebrante qua
VOL. LXXIX. IO
i46 TRA TRA
sii religiosi e i lóro cenobi. Non mancaro- sta che si celebra a'6 agosto, istituita per
no fa Isi filosofi, che biasiuìa rono le austeri •
celebrare la memoria del giorno in cui
là praticale da questi piisolitariÌ5UOu che GcsÌL Cristo apparve in uno stato glorio-
quelle praticate dagli antichi romiti. Ma so conMosè edElia profeta sopra un mon-
\e ausìev'dìì òeWa peni te fiza sono una con- te, dove egli avea condotto gli apostoli s.
di Montano, prima che Apollonio, il qua- tre tende, una per Mosè ed
una per voi,
le scriveva nel air, confutasse lo stesso una per Elia. Egli parlava ancora, quan-
eresiarca. S. Trasea diede
per Ge- la vita do una radiante nube li ricoperse, e tutto
sù Cristo, secondo Apollonio, e credesi ad un trailo una voce dalla nuvola disse:
che abbia sofferto il martirio a Smirne Questi e il mio prediletto Figlio, in cui
verso il 177. Fu seppellito vicino a quel- riposi tutte le mie compiacenze j ascoi'
la città, ed è nouìinato il giorno 5 di ot- tatelo. E discepoli udendo quelle parole
i
tobre nel martirologio romano ed in altri. caddero col viso contro terra in un gran--
TRASFlGURAZlOiNEDI NOSTRO de spavento. E Gesù avvicinossi, li toccò
SIGNORE GESÙ' CRISTO, Domini e disse loro: Alzatevi, e non temete di nul-
Nostri Jesu in Thahore ascendenti. Fé* la. Allora alzando gli occhi non videro
TRA TRA i47
piò che Gesù solo. E
mentre discende- te,essendo suo costume di cercare qualche
vano dalla moiitngnn, Gesù loro disse:non hjogo solingo per fare orazione; e s. Cirillo
direle nd alcuno questa visione fino a che di Gerusalemme, s. Giovanni Damasce-
il FislitJolo dell' Uomo sia risuscitato da no, e più altri Padri antichi, affermano
morte." La storia della Trasfigurazione che secondo la tradizione de'crisliani di
di Gesù Cristo leggesi pure negli Evan- Palestina, questo mo!ite fu il Tabor, as-
geli di Marco e di s. Luca. La diffe-
s. sai elevato e anticamente coperto d'al-
renza di 6 a 8 giorni che trovasi fra la beii e fertilissimo, che s'innalza a modo
narrazione di s. Matteo e s. Marco con di piramide in una vasta pianura in mez-
quelladis. Luca, può naturalissimamente zo della Galilea. La Trasfigurazione del-
derivare dall' avere quest' ultimo inco- l' UomoDio accadde essendo lui in orazio-
minciato a conlare dal giorno della pro- ne ; e mentre orava, lasciò apparire w\\
messa che nvea fatto il Salvatore di ma- raggio della gloria dovuta alla sua santa
nifestare la sua gloria ad alcuno de'suoi uraanità,edi cui erasi spogliato per amor
discepoli, no al giorno della sua esecuzio-
fi di noi. Con questa gloriosa Trasfigura-
ne inclusivamente; mentre invece gli al- zione ci ha dato una prova di quella ch'e-
tri due hanno distinto soli 6 giorni che
i gli destina a'noslri corpi, una vera idea
passarono tra l'una e l'altra. Quanto alle della vita avvenire, allorquando riuniti al-
meraviglie che fanno alcuni sull'avere le anime nostre, ne partiranno la felicità
que'3 discepoli potuto conoscere Mosè ed nel regno de' cieli, colla contemplazione
Elia, vogliono alcuni che Gesù Cristo gli beatifica della stessa divinità. Osserva in-
avrà fatti loro conoscere o chiamandoli oltre il Butler, che durante la Trasfigu-
per nome od in qualche altro modo ta- razione, i 3 Apostoli videro Mosè ed E-'
ciuto dalla s. Manduit nella
Scrittura.il p. lia, i quali parlavano col Salvatore della
Dissertazione sulla Trasfigurazione , morte che dovea soffrire a Gerusalemme.
rispotide a tutte le dilìicoltà fatte std luo- Mosè rappresentava gli antichi Patriar-
go , sul giorno, e sulle circostanze della chi, ed i primi santi vissuti sotto la leg-
Trasfigurazione del Signore^ celebra che nella carne risuscitata, per quanto n'è
il mese Óà agosto nel quale avvenne, di- capace, ricca di quelle 4 doti, di cui qui si
chiarando che s. Matteo scrisse che fu di dice : Resplenduit facies Solj ejiis sicitt
sabato, e s. Luca di domenica ,^per di- perchè il sole è chiaro in sostanza, im-
notare che le anime avranno la beatitu- passibile nella natura, agile nel moto, sot-
dine nel sabato dell'eterno riposo, i cor- tile nel raggio. L'annalista Baronio pro-
pi nella domenica, ch'è l'S."" della Risur- va colle testimonianze antichissime de'
rezione: però s. Matteo mette solo gior- i greci e de'Iatini, che la festa della Tra-
ni di mezzo. Riflette quindi, che Cristo sfigurazione è antichissima, e nelle note
avea 33 anni quando accadde nel prin- alMartirologio romano a'Q agosto^ cita
cipio di primavera la sua gloriosa Tra- pure il Martirologio di Vandelberto, il
sfigurazione, per cui quest'Evangelo si quale vi vea verso l'anno bJSo. In quest'ul-
legge 3 volte l'anno: il sabato ch'é T i i." timo si legge : Idibits octa\n morte pas-
giorno di quaresima, numero di trasgres- suray crucemque-Christi Santa caro,
sione come dicono Padri, lo legge pe*i aetìierani dedit antejlguram. Del me-
peccatori; la domenica ch'èili2.",nume- desimo sentimento sono l'annalista Spon-
niero soprabbondante,perchè le sue parti dano all'anno i456,n.°4j Tomassino, De
aliquot 1 a 3, 4, 3>, 6, giungono al 2 i, dierumFestor. celehralìone lib. 2, cap.
lo legge pe'penitenti, per gli profiscendi; 1
9, § 4; e Lambertini,De jPei'f/^ Clirisii,
I
la terra. Elia venne dal paradiso terre- che si celebrasse con più solennità e rese
stre, Mosè ascese dall' infèrno, cioè dal universale, per l'avvenimento che anco
limbo de' ss. Padri. In Mosè si figurò la qui vado a ricordare. Mentre era cardi-
legge, in Elia tutto l'ordine de' Profeti nale, avea Calisto III, con mirabile stu-
rende testinionianza, presenti e futuri, pore di tutti, fatto preciso voto, che quan-
Per dimostrare,
della divinità di Cristo. do sarebbe divenutoPapa/arebbe guerra
che la legge ed Profeti conducono a
i nella maniera che mci^lio potesse a'tur-
Cristo, ed in Cristo hanno compimen- chi, onde procurare di toglier loro Co-
to. Gesù fu il primo de' trasfigurati. La stantinopoli. Elevato al pontificato nel
gloria di Mosè non era trasfigurazione, 1455, in adempimento della promessa,
perchè veniva di fuori. Gesù si trasfigu- subito sollecitò i principi cristiani a pren-
rò, perchè dalla faccia di dentro ricevè dere le armi, fece pubbliche preghiere e
tanto splendore quella di fuori. Al cui processioni per invocare il divino aiuto,
cospetto né il carro di fuoco, insegna ed allestì un'armata navale, meglio or-
perpetua del grande Elia,. né quelle cor- ganizzando la marina militare pontifìcia,
na di Mosè, non avea no luogo in tanta e colla quale fece delle conquiste sugli ot-
gloria. Così dall'anima umana, quando tomani. Più gloriosa riuscì al Papa l'mi-
TR A TRA 149
presa ili Belgrntlo (tli cui riparlai a Sb- mando composto da fr. Ja-
di Calisto III
mendria), fbite/.za anleinurale del cristia- copo Gii domenicano e maestro del s. pa-
nesimo in Ungheria. Trova vasi questa as- lazzo. iXelTanno seguente il Papa mori
sediata dal sultano Maometto li alla te* a'6 agosto, festa della Trasfigurazione, da
5o,ooolurcln. Contro di essi mar-
sta dii lui resa piùsòlenne. Anche l'annalista Ri-
ciarono il valoroso c.ìpilanoGiovanniUn- naldi dichiara che Calisto III non istituì
barde, nonché costrinse Maometto II a sta della Trasfigurazione del Signore, an-
precipitosa fuga a Costantinopoli, e ri- tichissima solennità della chiesa greca, fu
dotto a tale condizione, che se i pifincipi da'Ialini elevata a maggior venerazione
cristiani, lasciali gli odii e le guerre inte- per la conseguita villoria sui lurchi,con-
stine, avessero secondato le sante inten- cedendo Calisto III, che ne ordinò l'uf-
zioni del fervoroso Pontefice, con perse- fìzio proprio, a'fedeli che intervengono ai
guitare il comune nemico per mare e per divini uffizi, la medesima indulgenza che
terra, come egli vivamente gli esortava, acquistano quelli che intervengono alla
quel famoso conquislatore avrebbe per- funzione del Corpus Domini. Racconta
duto r impero di Costantinopoli, e non poi, con Durando, che in questa festa del-
ne di questa splendida vittoria, ottenuta sendovene si spremeva nel vino del calice
nel gioino della Trasfigurazione del Si- qualchepocodi mostodelle nuove uve.La
gnore, Calisto III nel 14^7 f<^^"<^ piiìi celebre qual ceremonia denotava il regno glorio-
e n)aggioi mente solenne la sua festa, con so di Cristo, rap[)resentato nella Trasfi-
ordinarne la celebiazione generale nella gurazione,e figuralo nel vino nuovo, a se*
Chiesa, e colla concessione ancora delle conda del dichiaralo dallo stesso Cristo:
slesse indulgenze, colle q\iali si celebra Amodo non bibani de lice ^einniinc vi-
la festa del Corpus Domini. Il corrispon- tis, donec hibani illud novurn in regno
dente diploma, Inter di^'inac dispensa' Patris mei. Altrettanto si legge nel Ma-
tiouls arcana^ de'6 agosto, si legge nel gri al vocabolo Trans/iguratioy ove af-
Platina, Le l ite. de' Ponte/lei, in (piella ferma che in questo giorno anticamente
di Calisto III. Inoltre il Papa compose l'uf- si benediva l'uva nuova, ^'ella chiesa gre-
fjzio della Trasfigurazione, secondo Pla- ca si soleimizzava questo giorno dello del-
tina; ovvero al dire di Novaes, colla te- la sanla Metamorfosi seti Trasforniatio-
stimonianza tlel p. Quelli', Seripior. ord. /if'jCol digiuno della vigilia chiamato Pro-
Pracdic. 1.
1 , p. i) 3 1
, fu piuttosto per co» fcòtum, olliechc ricorre iltempo del di-
i5o TRA TRA
giuno dell'Assunta. Nel giorno poi della ludi quadro dal cardinale de Medici fu
il
festa per allegrezza mangiavano il pesce. posto nella Chiesa di s. Pietro Alonto-
Al Monte Libano^diceil Magri di aver ve- rzo, donde francesi lo portarono in Pa-
i
maroniti con molta allegrezza, poiché il l' ammirazione universale nella galleria
patriarca ascende con lutto il clero la ci- Vaticana adiacente al Museo Praticano
ma del Monte Libano, ove sono rimaste delPalazzo apostolico Vaticano (F.).
alcune poche piante de'tanto famosi e lo- Però quanto prima il meravigUoso dipin-
dati cedri, ed ivi celebra la messa pon- to, insieme a tutta la pinacoteca, va a ri-
tificalmente sopra un altare di pietra allo portarsi nelle stanze delle terze loggie',ove
scoperto, finita la quale i ricchi soleva- stava prima, per la miglior luce; dopo
no banchettare lautamente il popolo ac- essere slati rimossi gì' inconvenienti, pe*
corso. Aggiunge il Piazza, dicendo delie quali la galleria fu trasferita ove tro-
chiese ove in Roma se ne celebra parti- vasi , nonché migliorata la località. Di
coiaroìente la festa,che in quella di s. Ste- quesla meravigliosa composizione , che
fano del Cacco vi sono due pietre vene- sempre più palesa la profonda sapienza
rabili, che dicesi esser l'una dove posò i e filosofia artistica del sommo dipintore,
piedi il Signore trasfigurandosi, l'altra do- ove tutto é sovrannaturale e divino, ne
ve sudò sangue nell'oi to degli olivi. Leg- riparlai nel voi. XLVIF, p.io4, rilevan-
go nell' Onomasticoìi Rituale del Zac- do trovarsi nella Trasfigurazione piena-
caria : ìmmo et qfflcium ipse co
mpositi tj
mente osservato il fondamentale precetto
cioè Calisto IH, ex quo postea Pius V dell'unità, nelle due scene rappresentate
vcteres hymnos, et secundi nocturni le- nel sublime quadro, cioè il gruppo bellis-
ctiones expunsit^novasq uc suhstituit. Lo simo espresso sul Tabor,c l'episodio del-
stupendo miracolo della Trasfigurazio- l' indemoniato alle falde di esso, che la
ne porse degno subbietto all' immortale censura rimarcò mancare d'unità. Giù-
Rallaele pel suo grandioso e tanto cele- lioRomano forse lo compi in alcuna figu-
brato dipinto a olio in tavola, commes- ra di minor conto. Ne furono fatte mol-
sogli dal cardinal de Medici, poi Clemente rame, pri-
le copie, e infinite incisioni in
"VII, e riuscì il più nobile trofeo e capo meggiando quelledi Nicola Dorigny, Raf-
lavoro dell'eccellente suo pennello, ili." faele Moiglien,Pietrol3ettelini che pel suo
quadro del mondo. Il cardinale designa- lavoro si servì del cartone originale del-
va di collocarlo nella cattedrale del suo l'Urbinate, per cui vedonsi alquante con-
arcivescovato di Narhona^ dirimpetto al- siderevoli variazioni, e per ultimo l'incise
l'altro magnifico dipinto allogalo da lui Ignazio Pavon, olire altri.
a frate Sebastiano del Piombo veneto ,
TRASILLA (s.), vergine. Zia dal Iato
rappresentante la risurrezione di Lazza- paterno del Papa s.Gregorio 1 IVIagno.Ri-
ro operata dal Sai valore, invenzione e di- nunziò al mondo, ed insieme con sua so-
segno del gran Michelangelo (nel 1828 rella s. Emiliana si consagrò alla vita spi-
egreginmenle inciso dal veneto Giovanni rituale,e(l avanzossi sempre più nelle vie
Vendramiiii), forse in concorrenza col suo della perfezione. La sua assiduità all'ora-
emulo Pvaff.iele. Ma morto questi, il qua- zione le avea incallito la pelle dei ginoc-
dro della Trasfigurazione per tutto elo- chi.Sappiamo da s. Gregorio, ch'ella
gio fu portalo a capo del suo feretro nella ebbe una visione, in cui apparsole il san-
Chiesa di s. Maria ad Martyres, ove si to Papa Felice suo zio, le fece vedere il
celebrò il solenne funerale e fu sepolto, alla posto che le era apparecchiato in cie-
presenza di tutti i virtuosi di Roma chea- lo. Essa cadde malata il giorno vegnen-
veano accompagnalo la pompa funebre. te, e passò alla beata eternità il 24 di-
TUA TUA I '? I
ceml'ie, nel qiial gioiiio è iiomiuata nel cacciare, il maggior bene del benefizio, e
ntat lirologio romano. finalmente la comune utilitàdellaChiesa;
TRASLAZIONE DE' BENEFIZI E intorno alle quali cose do vrassi però sten-
DE'BENEFIZIATI ECCLESIASTICI. dere il processo verbale. De coinniodo et
Traslazione dicesi per rapporto a'benefi- incommodo. Le traslazioni de' vescovi e
ziatied a' religiosi quando passano da degli altri grandi benefizi ecclesiastici non
nn benefìzio o da un ordine ad un altro. si fanno senza Tautorilàdel Papa; quelle
Ne'primi secoli delia Chiesa non si cono- de'piccoli benefizi ponno esser falle da-
scevano le traslazioni degli ecclesiastici gli medesime formalilà pra-
ordinari colie
benefiziati, perchè nell'ordinarli veniva- ticale per le creazioni, sul fondamento del-
/o ("/^.j. Si distinguono due sorte di trasla- de rcgular. jur. in sexto. Non si può
zioni di Benefizi ecclesiastici (V.), le per- mettere in un decreto di traslazione che
petue e quelle temporanee. Le traslazioni la chiesa abbandonala diventi luogo se-
del benefizio, che del benefìzio slesso, co- nel 325 decretò. « Non passi un vescovo
me se una chiesa parrocchiale fosse, o per- da una Diocesi (/ .) all'allra, o ingeren-
chè minaccia di cader redifizio,o per mi- dovisi volontariamente, o cedendo alla
seria degli abitanti, trasferita in una chie- violenza del popolo, oalla necessità impo-
sa vicina, ouna sussidiaria della stessa
in sta da'vescovi;ma resti nella cliiesa,ch'egli
parrocchia. Questa traslazione che si fa ha ricevuta da Dio per sua porzione. Proi-
coU'autoritk del vescovo non erigerebbe bizione a'sacerdoli e a'diaconi di passare,
la chiesa vicina o la succursale in parroc- controia regola, da una chiesa all'allra."
chia, quindi non cambierebbe nulla al ti- Allrettantonel 34 1 fu prescriltonel conci-
tolo della parrocchia che sarebbe abban- lio d'Antiochia, vietandosi le traslazioni
donata. Lecause perle traslazioni Ae* Ve- da un vescovato a un altro, senza neces-
scovati (J .) sono l'angustia del luogo,
: sità e solo per utilità dello Chiesa. Nel con-
il suo stalo rovinato, il piccolo numero cilio di Sardicadel 347 ^" statuito. « O-
del clero secolare e regolare,ede*suoi abi- sio vescovo di Cordova disse: Bisogna sra-
tanti, la perversità degli abitanli medesi- dicare nssolulanienle il pernicioso costu-
mi co'quali il vescovo e il suo clero non pò- me, e proibire ad ogni vescovo il far pas-
tessero convivere. Per le traslazioni del- saggio dalla sua a un'altra città : non se
l'abbazie e «Icgli altri benefizi, la vicinan- ne trova mai nessimo, che sia passato *\i\
za degli eretici i quali injpediss( ro il ser- una grande ad una piccola; dal cheèuìa*
vizio divino, la cattiva aiia del luogo, la nifesto, che non ci sono spinti che dall'a-
didicollà delle atrnde per giungervi, i la- varizia o dall'ambizione. Se voi liitti lo
dri sparsi qua e là che non si [)otcSbci'0 approvale, questo abuso sarà punito più
i52 TRA TRA
fieveratnenle, in guisa che quegli che lo a- servalo particolarmente in Francia verso
vrà commesso non abbia nemmeno In co- il secolo X, nel qual tempo ie traslazio-
munione laica anche in punto di morie. ni de* vescovati furono messe nel rango
Tulli ri,sposero,noi l'approviamo". Dall'e- delle cause maggiori riservale alla s. Se-
|)ist. I Sgeli S.Basilio si ricava.» Una trasla- de. Cos'i queste traslazioni non si ponno
zione quantunque contraria per se slessa fare in tutta la chiesa se non con l'auto-
o'canoni, può essere autorizzala, qualora rità del Papa. Nella sess. 3g del concilio
sia realmente vantaggiosa alla Chiesa. 11 di Costanza del Il\.i'j, fu dehnito. » Sic-
che risulta dalla condotta di s. Basilio, il come le traslazioni portano de'gravi dan-
quale approvò in questi termini la Irasla- ni alle chiese, tanto per lo spirituale, che
rioned'Eufronio vescovo di Colonia a Ni- per il temporale; che i prelati non sosten-
copoli. Quando i santi, dice egli, operano gono col necessario vigore i diritti delle
senza aver dinanzi agli occhi nessun mo- loro chiese, per timore di essere trasfe-
tivo umano, né proporsi nessun privato riti, afhnchè il sommo Pontefice non sia
interesse, ma solauienle il beneplacito di accusalo di favorire coloro, che cercan-
Dio, egli è manifesto, cheDio è quegliche do piuttosto i loro interessi, che quelli di
dirigeil lorocuore.Equandodegli uomini Gesù Cristo, potessero sedurlo, e Irar pro-
spirituali dicono parere, e che il popolo fe- fitto dall'ignoranza, in cui fosse egli del
dele lo segue di comuu consenso; chi può fitto, noi stabiliamo e ordiniarao,cheq(je-
dubitare ch'egli non venga da Nostro Si- sle traslazioninon saranno ammesse, se
gnore?" Riporta l'annalista Rinaldi, che non per cautele importanti e ragionevoli,
Papa s. Gregorio 1 del Sgo, nella lettera a che sieno slate conosciute e decise dal con-
Benigno arcivescovo, tratta della trasla- siglio de'cardinali, e dal loro consenso o
zione de' vescovi, dimostrando, che sic- dalla maggior parte di essi". Vi sono due
come quando vi é giusta causa,
è lecita sorte di traslazioni de' religiosi. Le une
cosi è biasimevole quando un vescovo sono ad effectiim beneficuj le altre sono
spontaneamente o per ambizione passa da semplici de ordine ad ordineni. Quan-
una chiesa all'altra, al qual proposilo e- do trattasi della traslazione d'un religioso
gli dice queste parole." Allracosa è il tra- da nn ordine in un altro, ad effetto di ren-
passare di proprio movimento, e altra co- derlo capace di possedere un benefìcio di-
sa è il venire sforzalamente o per neces- penden te dall'ordine in cui viene trasfe-
sità, nel non muta-
qual caso questi tali rito, il portando
rescritto di traslazione,
no le città, ma sono mutati. " Il Papa semplicemente dispensa di passare da un
Giovanni IX nel concilio celebrato in Ro- ordine ad un altro, non è suflicienle se
ma neirSgSproiblche nessun vescovo po- non avvi una dispensa speciale e parti-
tesse passare dalla sua chiesa alla sede ro- colare di traslazione, all'elfetto di posse-
mana; ed altrettanto decretò nel sinodo dere un benefìzio, e le provvisioni sono
di Ravenna, per l'avvenuto a Papa For- nulle. L'avarizia egli altri effetti monda-
moso [V.)^ ih. "vescovo di chiesa deter- ni insegnarono anche a molli d' impe-
minata, che fosse elevato al pontificato. trare e ricevere benefìzi, non con animo
Ma tale legge tosto venne annullata, quan- di perseverare in quelli, ma con pensiero
do nel 914 Giovanni X dalla sede di Ka- di goderli finché qualche fanciullo per-
vemia passò a quella di s. Pietro. Anti- venisse all'età, al quale potessero poi fa-
camente era il concilio provinciale quello re laRinunzia (V.); cosa che dagli uo-
che deleru)inava le traslazioni , ricono- mini pii non fu mai scusata, e si tiene
sciuta 1' utilità o la necessità delle me- per comune opinione, che chiunque ri-
desime. Secondo il Tomassino,Z^f' vet. et ceve un benefizio con disegno di rinun-
nov. Ecclcs. discipL, venne quest'uso os- ziarlo, non possa con buona coscienza ri-
TRA. TRA i53
cevere i che ulcuiii non voglio*
fiiilll: il il ricevere e l'ammettere le rinunzie con
no (lire COSI generalmente di tutti, ma di queste condizioni, e con esse dare il ti-
(jiielii suli che lo finno con disegno di ab- toloni rassegnalario,oonèstato permesso
bandonare l'ordine clericale. A' vescovi mai dal Papa ad altri, ma lo ha riservato
fu proibito di ricevere le rinimzie ad fa- solamente a se stesso. Tra'cardinali di s.
voìcffì, ritenuto giustamente che il solo Chiesa vi è \' Oziane (P^.), colla quale dal
Papa lo potesse fa re. E perchè molti bene- Papa sono trasferiti da un yescoK>ato
ne del 2." luogo non poteva aver effetto, il del Palazzo apostolico Vaticano tra- ^
benefiziato ritornasse senza altro al i."; e sporto che si fd di notte in nobile Letti-
questo si chiamava Regresso (f^.)- A si- ga (V.) aperta da ogni parte, se cessò di
militudine di ciò fu introdotto di concede- vivere neXPalazzo apostolico Quirinale,
re al rassegnante la facoltà, che qua km- con quel ceremonialeche riportai ne'vol.
que volta il rassegnatario, e con propria Vin,p.i86eseg.,XXVlII,p.4i, avendo-
autorità prende di nuovo il Possesso (V.) ne riparlato in tutti gli analoghi articoli,
del benefizio per farlo suo, come se mai in tutti quelli di coloro che fanno parte del-
l'avesse rinunziato : e quando anche ne la pompa funebre, e perfino dicendo degli
avesse ricevuto il possesso prima della ri- abiti usuali pontificii di mozze ttayCo'c\ua\i
nunzia, nel qual caso il regresso non può viene vestito il cadavere. Avvertii poi nel
aver luogo, potesse per accesso ed ingres- vol.LXX,p.76,che non gli si pone ìaStola
so prendere il possesso similmente di pro- in tale trasporto, e ne addussi gli esempi;
pria aulorità,senza altro ministero di giu- notando ancora, che non viene preceduto
dice ; e ciò pure si chianjò regresso. Però dulia Croce pontificia^ perchè Iole Ira-
VOL, LXXIX. II
i54 TRA TRA
sporto chiamasi privalo, e percliè morto no pure nel Rocchetto (V.). Intervengono
i] Papa cessa la sua giurisdizione dino-
ancora in questa funzione, oltre i maestri
Croce (per la
tala dalla slessa ragione al- delle ceremoniein mantellone, co'consue-
cuni pretendono, che i pontifìcii Stemmi li loro abiti paonazzi di mantelletta e di
de'funerali, quelli della cassa mortuaria, mantellone, il maggiordomo, il maestro
Valicano, forse derivò pure per elimina- vere dalle pontificie stanze alla cappella
re le pretensioni del parroco de'ss. Vin- Sislina,comechè trasporlo privatissimo, e
cenzo e Anastasio a Trevi, quando il pa- perciò questo si fece nel seguente modo.
lazzo Quirinale era nella sua parrocchia). Precedeva la guardia svizzera, 1 pala- 1
In questo trasporlo non vi hanno luogo freniericon lorcie avanti e dietro al ca-
i Blaestri ostiari virga ruhea ( V.), cu- davere portalo da due sediari, circondan-
stodi della Croce pontificia,! quali viven- do il medesimo i penitenzieri con lorcie
te il Papa recandosi in alcuna chiesa pre- e le guardie nobili. Seguiva il maggior-
ceduto dalla Croce, in essa soltanto si tro- domo e maestro di camera con tutta l'an-
il
vano esercitando il loro incarico ove si e- tica mera, e porzione di delti palafrenie-
seguisce la funzione. Al passaggio della ri. Negli ultimi 3 giorni deTunerali no-
pompa funehre suonano le campane del- vendiali, la Croce pontificia da' maestri
le chiese situale sulle strade per cui pro- ostiari si porta nella cappella del coro del-
cede. Inoltre nel ricordato articolo accen- la basilica per servire alle solenni asso-
nai luoghi dove tenni proposilo della
i luzioni di delti soli giorni, e perciò vi as-
traslazione del pontificio cadavere,già ve- sistono i maestri ostiari. Qui dirò. La Cro-
stilo degli abili pontificali con mitra di ce nelle messe de'defunli occorre per l'as-
lama d' argento (e non di tela d'oro co- soluzione al tumulo. Siccome ne' primi
me descrissero diversi, fra'quali il nJ' S'j^ 6 giorni de' novendiali l' assoluzione si
del Diario di Roma del 1721, dicen- fu dall'altare col metodo stabilito nel ce-
do come fu vestilo il cadavere di Cle- remoniale de'vescovi lib. 2,cap. 36, così
mente XI), posto sopra una bara porta- non servendo in quell'assoluzione la Cro-
tile in forma di letto funebre, da delta ce processionale, perchè non parte il ce-
cappella Sistina alla basilica Vaticana ,
lebrante dall'altare, perciò non si pone
chiesa esponente e tumulante, che essen- laCroce papale presso la credenza. Alcuni
do solenne e regolare si fa processionai- avvertono che impropriamente può chia-
mente dal capitolo Vaticano colla pro- marsi Croce pontifìcia perchè essendo j
pria Croce astata, come di rubrica , se- morto Papa, non si potrebbe piii in-
il
guilo dal sagro collegio in cappe paonaz- nalzare quella Croce se non avanti il nuo-
ze, cioè i cardinali creati dal defunto di vo Papa; e che si adopera perchè nella
saiella, gli altri di sela,niuno di essi por- sagrestia della cappella pontifìcia non ve
tando la Mantelletta (F.) in Sede va- n'èalcuu'allra. Di più nel sunimenlova-
cante (V.)f e gli uni e gli altri differisco* lo articolo discorsi della tumulazione del
TRA TRA 15";
cadavpie tiol Papa nella basHic.i Vatica- genio con patena dorala, e nel calice con
na , e clic se lìevesi trasportare in altra epigrafe fu incisa la memoria di questa
chiesa, la traslazione non può segnile che traslazione), Paolo V , e Innocenzo X
nn anno dopo. Notai pure le traslazioni Pamphilj\ nel quale articolo ne riparlai,
di diversi Papi, e di tulle ne parlai nelle oltre a Sepolcro, come di altri Papi , e
loro biografie, come altresì di quelle Ira- degli ^tessiqui nominati; perla quale tra-
slazioni segnile dal luogo ove uìorì il Pa* slazione d'Innocenzo X, concesse l'auto-
pa in Roma, come per ultimo avvenne rizzazione consiietiiInnocenzoX con bre- I
goni neir Appcndix della Cìironologìa pale fino a piazza di Venezia, dove voltò
Romanoruiii Pontijicum , in qua diffi- a sinistra (per Paolo V la pompa voltò a
cullalesy quae occurrunty ex Transla- destra, e giunta alla chiesa di Maria di
s.
alla basilica di s. Pietro un calice d' ar- dano, da'canonici Vaticani; da detto luo-
i56 TRA TRA
{50 a s. Mai'cello, da'caoonic» della besì- per la sua beatificazione e canonizzazio-
Jico Lalerauense; da s. Marcello a s. Ma- ne, ne parlai in tanfi luoghi e nel voi.
ria Maggiore, da'canonici di questa. Quin- LXX, p. 80, ed il Chiapponi negli Ada
di cavalcavano il maggiordomo, vescovi i Canoniz. p. \ o. Della recente traslazio-
assistenti al soglio co'cappelli e mantel- ne delle ossa di Martino V, o almeno
Ioni pontificali, gli altri prelati in man- credute di esso, ne trattai ne'vol. LXI V,
telletta e rocchetto, la famiglia del Papa p. io5, LXXV, p. 47 e 228. Nel libro.
in vesti rosse, vale a dire que'cubìculari Conclavi de" Pontefici Romani^ stam-
che solevano intervenire a simili Cavai' pato nel 1668, oltre allre edizioni, di
catCf cioè cappellani comuni sinecapu- cui si crede autore il maestro delle ce-
proietti di s. Spirito, a spese del cardinal miterò a riportare il praticato con Ales-
Piusticuccijed allre 5o sostenute óapueri sandro VI e Pio III, onde rimarcare la
catecumeni e neofiti, a spese del cardinal differenza dalle ceremonie presenti. Scri-
Sanlorio. Arrivato il feretro nella basi- ve il Burchardo, secondo il suo asserto,
lica Liberiana, un canonico di essa fece cose da lui stesso operate o vedute. »• Mor-
Tassoluzione in piviale nero, tra l'altare to Alessandro VI
18 agosto i5o 3 (nel
a*
della Madonna e quello delle ss. Reliquie, palazzo Vaticano), la notte seguente me
il quale poi a due ore di notte benedl il ne tornai a Roma, accompagnato da 8
sepolcro secondo il prescritto dal rituale guardiani di palazzo, havendo lasciato il
romano, e quindi vi fu sepolto il b. cor- Papa senza ninna guardia , comandai a
po di s. Pio V alla presenza del com-
, Carlo cursore per parte del vice-cancel-
missario pontifìcio Sangaletti. Tre giorni liere , che sotto pena della perdita degli
dopo si celebrò il funerale,cantando messa offici dovesse co'com|»»gni intimare tutto
sull'altare delleReliquie il cardinal Cara- il clero della città, religiosi e secolari, che
fa,cum unica oratione tantum propria il giorno seguente alle bore 12 si trovas-
prò Papa /«or^z^o. V'intervenne Sisto V, sero in palazzo per accompagnare il cor-
con 44 cardinali in vesti paonazze e cap- po del Papa dalla cappella maggiore alla
pe di tal colore di cammellotto (pel fu- chiesa di s. Pietro, per il che furono ap-
nere simile per la traslazione del corpo parecchiate 3 00 torcie di cera bianca. 11
lelle gliele allaccai sul petto. Portato poi quale è tutto uno con V. S. lllustriss.,nè
nella camera del Papagallo, e posto so- forse da Lei si distingue in altro, se non
pra la mensa d'essa penitentieria, gli dis- ch'Egli ha regnato, ed Ella merita di re-
sero sopra l'uflicio de'morti, perciò cheli gnare. " Il libro collo stemma del car-
nostri cantori di cappella non lo volsero dinale sul frontespìzio porta per titolo :
dire, e gli altri religiosi vennero tardi, e Breve racconto della traspo rtatione del
mentre si passava per detta camera si di- corpo di Papa Paolo V
dalla basilica
cevail Pater noster, con V^i^e Maria, di s. Pietro a quella dis. Maria Mag-
con la sua orazione, Deus qui inter A- giore, con Vorationc recitata nelle sue
postolicos Sacerdoles, eie, e gli baciava- esequie, et alcuni versi posti nell*appa-
no i piedi, e finalmente portato da'cano- r«^o,Romai62 3. Vi sono bei rami espri-
nici e beneficiali in s. Pietro ,
gli fu da Olenti le statue della Verità, dellaSapien-
quelli dello l'ofllcio de'morti, fu posto il za, della Magnanimità, della Magnificen-
cadavere nella cappella di Sisto iV,con za, Clemenza ,
della Misericordia, della
i piedi fuori del cancello, acciò il popolo dell'Elemosina, della Mansuetudine, del-
potesse andare a baciarli, nel (piale luogo la Pace, dell'Annona o Abbondanza, del-
stette sino ad ora di terza, e poi fu por- la Trancpiillità, della Provvidenza, della
talo da'palafrenieri precedendo il clero, Giustizia, della Religione, della Maestà,
con le torcie accese, nella cappella di s. della Purità, virlh tulle allusive a quelle
Gregorio, nel qual luogo, dopo cantala che ornavano il Pontefice. Tali ligure «le-
la messa de' morti, fu sepolto in una Se- curavano gl'intercolunni del cati«fd(X»
polturaila sua Sanlità,mcntrc era in vila, che in forma di nobile tempio sovrastato
, 58 TRA TRA
da cupola con molla Inoilnarlo , egual- di 8. Fu trovato il corpo coperto
Pietro.
mente trovasi inciso nel libio, e insieiTìe d'una gomma bianca, forse cagionata dab
a! disegno com'erano ornali con drappi rumitìità (Iella fresca muraglia del tempo-
a bnnio i capitelli delle colonne. Di tale raneo deposito, conservato però con inte-
racconto vado a darne un sunto. Decorso grità,ele giunture snoclate,siccome appar-
un anno dalla morte di Paolo V, cele- ve nell'alzargli un braccio per far dall'ore-
brato nella cappella ponlificia del Vali- fice riconoscere l'anello ov'era legato un
cano dal successore Gregorio XV il con- balascio di molto prezzo. Rogatosi l'istru-
sueto i.*' fu nera le anni versariojpor. tifica ni- mento della ricognizione, fu ricoperta la
do la messa il cardinal Boighese qual 1/ cassa e ristagnata di nuovo piombo, e fa-
creatura del defunto zio, e perciò poten- sciala per traverso d'altre armature, con
dosi effettuare la traslazione del pontifì^- vari ornali earmijC con 4 iscrizioni diverse
cio cadavere nella meravigliosa cappella in grandi leltere,fattevi porre dal cardinal
gentilizia eretta da Paolo V nella basili- Borghese.La cassa fu elevata sul suo letto o
ca Liberiana, nella quale avendo riposte palco portatile di molta grandezza, e qui-
vivendo le sue delizie e la più cara parlo vi coperta d'una gran coltre di broccato
de'suoi pensieri, così dispose di collocarvi d'oro, comesi usa alla pontificia; indi cou
ciò che in terra restava di se medesimo, molli lumi si trasferì verso il principio del-
fu eseguita domenica a'3o gennaio. 11 per- la nave della basilica , da Paolo V resa
chè la notte del sabato precedente fu nella più vasta e più magnifica, accompagnato
chiesa di s. Pietro demolito il deposito ove <la'suddetti personaggi, e ivi lasciala con
giaceva il pontificio corpo, dalla parte op- 24 torcie che su gran candellieri in giro
posta al simulacro di bronzo dei Princi- ovale la circondavano, Intanto d'ordine
pe degli Apostoli, a cuidivolamente si ba- di Gregorio XV era stalo comandato agli
cia il piede (dunque o il suo cadavere fu ordini monastici e mendicanti, alle con-
posto temporaneamente in detto sito, ov- fraternite e altre corporazioni de'Iuoghi
vero non erasi ancora stabilito di collo- pii, didoversi trovare a ore 18 in s. Pie-
care il cadavere del Papa defunto nella tro edar principio alla processione, con-
nicchia esistente sopra la porta d'una del- tribuendovi il tempo con cielo sereno e
le due cantorie del coro , e insieme ar- luminoso, sebbene molto freddo dove-
chivio e vestiario de'cantori della cappel- rono patire per 7 ore. Gl'intervenuti fu-
la Giulia, laterale all'ingresso della cap- rono in grandissimo numero, contandosi
pella del coro, al modo descritto nel voi, de'soli cappuccini 6q coppie: tale fu il con-
LXIV, g5, dalla quale si rimuove o
p. corso del popolo, che spesso gli conten-
se viene Iraslato in qualche monumento deva il cammino, e fu rimarcalo, che ad
che gli si erige nella stessa basilica, o se onta del vento di tramontana , il lungo
si trasporta in altra chiesa previa licen- ordine di torchi di cera bianca, restaro-
za del Papa che regna; che se ciò non ha no sempre accesi. Cominciòla processio-
luogo, alla morte del successore si trasfe- ne dopo mezzodì, ritardo avvenuto per-
risce nelle Grotte Vaticane, sempre pre- chè la moltitudine impediva di ordinarla,
cedendo la traslazione la ricognizione del e per le insorte questioni di precedenza
corpo), e venne portata la cassa in cui era tra' sodalizi, per dissensioni mai decise; e
chiuso, nel mezzo del tempio, più sopra molli per evitar la confusione si rimase-
all'altare degli Apostoli. Nella uiattina ro dall'andare; sebbene la processione fu
seguente all' alba fu aperta la cassa alla tanto copiosa , che le corporazioni reli-
«ver ottenuto la «nessa e lo studio; i ben- prelati; icappellahi, camerieri extra niw
fi nielli, per la grazia della messa; il se- ros, egli scudieri del Papa Gregorio XV,
minario romano, grato per la ricevuta co- in vesti rosse senza cappucci), de'famiglia-
nìoda e onorevole abitazione; il collegio ri del palazzo apostolico, e degli altri uf-
germanico, di cui era protettore il car- fiziali solennemente vestiti. Incedendo il
ternaliva. 11 cataletto riuscì così pesante, nalzare il catafalco netta chiesa di s. Ma-
che dividendosi portatori i in 3 mute,nppc- ria degli Angeli, la congregazione de'riti
ud supplivano col bulloporsiuiGpcr volta. li persuase a non iurlo, perche ue'uoveu*
i6o TRA TR A
diali Vaticani si erigeva ad ogni Pnpn dal -
Profer lumen^ e dell'allra Iter paraSJe^
copio, ed altri sugli ovati fìnti marmo- tini composti da alcuni valenti e amore-
rei di bassorilievo ornavano i frotjte- magnanime
voli lellerali e celebranti le
spizi delle 4 entrate dei catafalco, apri- gesta del gran Paolo V, cioè 24 odi con
vano e stendevano le cascate assai gran- altrettanti epigrammi, olire altri 26 epi-
di di tela d'oro e nera, in cui si legge- grammi, alcuni de'quali in lode eziandio
vano 4 iscrizioni, riportale dal racconto della cappella Borghesiana, della trasla-
insieme alle altre falle per questo fune- zione del corpo in essa di Paolo V, del
re, ed a quelle epigrafi per ogni statua : funerale e di sua efìlgie nel sepolcro ; com-
sopra l'ovato conlenente Timmagine del ponimenti tulli pubblicati dal racconto.
Papa, diceva l'iscrizione: Pendo F Pon- Giovanni Francesco Cecconi nel Diario
tifici ter Maximo. Dentro ai
Optimo ter accaduto di me-
istorico di tuttociò che e
concavo del catafalco, fra le 4 poi le in mor abile in Roma dalla clausura delle
mezzo alle sue pilastrate, furono finte 4 porte sante del ij 00 sotto il pontificato
gran nicchie,ove di chiaro oscuro, in alto di Clemente Xly fino all'apertura delle
di raccomandare a Dio l'anima del de- medesime nel 'jif^sottoBenedettoXIIFy
l
funto Pontefice, erano dipinti la B. Ver- parlò pure delle seguenti traslazioni de'
gine, e scritto sotto di lei, Slime prece s_} corpi de' Papi Innocenzo XI, Alessandro
s. Pietro, e sotto esso, Solve vinclaj s. Vili e Clemente XI. Morto nel 1689 il
da lui cauouiaatij col molto deli' uno nel Valicano^ indi a'26 luglio 1701 segui
TR A. TRA i6r
il lrn«;porlo tlel suo corpo nel magnifico ilsolenne trasporlo del cadavere del già
sepolcro eretto nella slessa Chiesa di s. loro corre llgioso Benedetto XIII Orsini,
Pietro j coir assistenza di più cardinali, morto a'2 I febbraio 1730 e collocato nel
deH'nmbasciatore imperiale, sen/a Taper- suddetto consueto luogo adiacente al co-
liira (Iella CH'isa. Morto nel 1691 Alessau- ro Vaticano, alla loro basilica di s. Ma-
d«o Vili Oìloboui e tuinnialo nella ba- ria sopra Minerva (de'cui ultimi grandio-
silica Vaticana, poi nel 2. ''giorno di (piare- si restauri e al)l)ellimenli riparlai nel voi.
sima 706 si fece il trasporto del suo cor-
I
LXXV, 2 16), e dovendosi perciò fare
p.
medesima Chiesa di s. Pietro dalla ma- vere, sabato sera 2 febbraio 733 (e non I I
gnificenza del cardinale nipote, e la cere- 1738 come per fallo è dello nel voi.
monia fu eseguita coli' intervento del sa- LXI V, p. I i3), alla presenza di io car-
gro collegio, e con una processione ac- dinali, e di mg."^ Colonna maggiordomo,
compagnata dal coro de' musici. Morto di molla prelatura, e di moltissimo po-
Clemente XI Albani nel 72 ,fu esposto 1
i polo e nobiltà, coli* inlerveulo dèi capi-
nelle stanze del Quirinale (cioè in quella tolo e clero Valicano, col cardinal arci-
del concistoro dalla parte della sala oscu- prete, furono prese le tre cassegià disfab-
ra, vestilo con sottana, mozzetta e ca- bricate dal luogo ov' erano situate sulla
mauro, come rileva il n.° ^76 del Diano porta che conduce al coro de'musici del
di Roma òdi 172 i,che descrive il traspor- detto capitolo, e trasportale processional-
to del ponti (jcio cadavere) e nella sei a se- mente, precedentlo la croce, cantandosi le
guente verso 3 ore di notte fu in lettiga consuete preci, in mezzo alla cappella del
portato nella Chiesa di s. Pietro, ove po- coro, ivi colle solite formalità vennero a-
scia venne posto nel iS'f'^o/cro in mezzo al- perle; indi riconosciuto autenticamente
la cappella del coro sotterra con iscrizione il pontifìcio cadavere, cantatosi da'mu-
ordinata modestamente da lui. Il Cecconi sici della basilica il Libera me, Domine,
riporla la relazione dettagliata del tras- da mg.' Tasca arcivescovo di Gerapoli e
porlo dal Quirinale alla Sistina del Vati- canonico della stessa basilica, parato pon-
cano, avendo il cadavere il cappello in tificalmente, si fece l'assoluzione. Dopo
capo, senza slola e senza croce, entro let- di che dal cardinal arciprete e dal suo ca-
tiga di velluto guarnita di trine e fran* pitolo venne il corpo di Benedetto XMI
gie d'oro, seguitadallacarrozza del mag- consegnalo al [). Ziiannelli domenicano
giordomo Del Giudice e da 7 cannoni co' maestro del s. palazzo, che lo ricevè a no-
bondiardieri col miccio acceso sull' asta. me del p. geneiale dell'ordine ede'reli-
jNel giorno precedente il cardinale Pao- giosi e convento di s. Maria sopra Miner-
lucci vicario di Roma pubblicò l'ordine, va, eziandio alla presenza di gran nume-
che in tulle le cbiese della città a orei 5 ro di domenicani consegna ne
, e di tal
rinaie al Vaticano si dovessero similmente tra le due casse di legno e quella di piom-
suo Marcie campane a iDorto,e specialmen- bo, furono trasportale, accompagnandole
te di quelle chiese per dove dovea passa- processionalmente i domenicani, e alcuni
re la pompa funebre; e finalmente che le canonici e beneficiati della basilica, tutti
chiese di Roma a loro comodo celebras- con torcie accese in mano, in mezzo al
se! ol'esecpjie a Clemente XI. Si legi^e nel tempio ov'era preparato nobihìiente un
n.° 7430 del Diario di Roma del 733, 1 gran letto funebre, coperto di damasco
che volendo l'ui'diue de'picdiculuri fare paonazzo Irinalu con più o(d>ui di gal-
i62 TRA T R A
Ioni d'oro, non che di ricchissima coltre ni vescovo di Marciana, unitamente con
di broccato d'oro, con sopra il triregno l'arcivescovo celebrante, tulli parati pon-
posalo su due cuscini di -velluto nero, ed tificalmente, a farvi le 5 assoluzioni 3fa~
un ben inteso baldacchino che calava dal- joris Potentìaey seconiìo il prescritto dal
la sommità del gran volto di s. Pietro, Pontificale romano, Domenica giorno de-
con ogni buon gusto lavorato, e in detto stinato pel solenne trasporto del corpo di
letto collocate le casse furono per tutta la Benedetto Xlll, radunati secondo l'inti-
notte custodite da'domenicani, che ivi fe- mazione falla da' cursori per schedida ,
cero le consuete vigilie, come similmente stampata d'ordine del cardinal Vicario,
iecero il giorno fino all'ora del trasporto. alla basilica tulli quelli che doveano in-
Isella delta ricognizione del cadavere di tervenire alla processione, alle ore 2i ì]i
Benedetto Xlll, per l'opinion*^ che si a- si die principio alla medesima. Precede-
veva del buon oiloie di santità in cui e- va un grati lanternone in mezzo a due
ra morto, il cardinal Finy si prese il velo mandatari colle lorosolile mazze, seguiva-
che gli copriva il volto, il cardinal Otto- no successivamente, palafrenieri di molti i
Loni gli tolse l'anello, l'uno e l'altro so- carilinali con torcie accese, un religioso
esso strappò una croce, altri gli tagliaro- desima croce solamente indi venivano ,
nel piano della gran navalaavanli lacou- ciensi riformati, i cistcrciensi, i vallom-
fessione de'ss. Apostoli, a 4 cori di scelta brosani, i camaldolesi, i cassinesi, i ca-
musica composta dal celebre Ottavio Pi- nonici regolari Lateranensi; venendo di-
vanti tutti con colle, etl altro grnn nume- luoghi con buon ordine alcune profu-
ro di religiosi domenicani con colte e tor- miere e arme dei defunto Pontefice, con
cie , avanti , intorno e dopo il letto fu- maestoso baldacchino che calava sul let-
nebre ov'erano collocate le casse col ca- to funebre collocalo immediatameiilo
,
davere di Benedetto XIII, sostenuto esso sin da quando la sera antecedente venne
leltodalla basiiicaVaticana sino alla cliie- portato da s, Pietro il cadavere, sopra ma-
wde'ss. Celso e Giuliano, pe'cordoni d'o- gnifico catafalco elevato da 5 gradini, e
ro da 6 canonici Vali-
co'fiocclii simili, circondalo da quantità di ceri ardenti in
cani; dalla chiesa da'ss, Celso e Giuliano grandi e sontuosi candelabri posali ne'
4
sino a quella di s. Pantaleo, da 6 cano- 4 angoli del catafalco slesso,'come altri
nici Liberiani; dalla chiesa di s. Pantaleo loo ceri ardevano su lorcieri disposti di
a quella di s. Maria sopra Rlinerva, da 6 qua e di là in tulla la navata maggiore
canonici Latcr.inensi; tutti in colla e roc- della chiesa, olire le candele ardenti su-
chetto. 11 letto funebre era circondato dal- gli altari di tutte le cappelle, vi si porta-
la guardia svizzera pontifìcia colla solila rono 26 cardinali cappe paonazze a te-
in
armatura di ferro, e dopo incedeva a ca-? nervi cappella solenne, nella quale cantò
vallo il loro capitano co'suoi svizzeri. Illu- la messa il cardinal Altieri del titolo di
niinali da 6o torcie mandate dal palazzo s. Matteo e i.
'creatura del defunto, col-
apostolico,cavalcavanodue n)azzieri pon* l'intervenlo di tutti gli ordini della pre-
liflcii colle lorocasacchcjgiacco di maglia latura, de'capi delle religioni e d'ogni al-
e mazze d'argento; due maestri delle ce- tro che ha luogo nelle cappelle papali, e
remonie pontifìcie; mg." maggiordomo; co'cappellani cantori della capi)ella pon-
tulli gli ordini della prelatura, e la ca- tificia. In (ine della messa vi recilòcou lut-
mera segreta del Papa Clemente Xll: to spirito una dotta orazione latina mg.'
tulli i nominali co* loro abiti come so- Venanzio Filippo IMersanti benelìcialo
gliono portare nelle solenni Ctìvdlcate Valicano, maestro delle cercmonie pon-
pontificie. Arrivato il letto lugubre ver- tificie e cappellano segreto di Clemente
so le ore 2 di notte avanti la chiesa di s, XII. Dopo portatisi all'altare i cardinali
]Maria sopra Minerva, fuori della porla Petra, Lercari, Finy e Caralia, altre più
fu aspersojSccondoroi dine del rituale ro- antiche creature del ilclunlo, deposte le
umuo,dal parroco di s. Piclio, indi veu* cappe e presi i parauìeuli w^g» i, trusferiliai
i64 TRA TRA
insieme al celebrante sopra al catafalco, e 1 due angeli in alto che reggono l'arme
\ì fecero le 5 assoluzioni dette Majorìs del Papa, la cui statua scolpì Pietro Brac-
Polentine. In lulto il giorno che restò e- ci e quella della Virlù a dritta, mentre
spostoil pontificio cadavere nel detto let- condusse l'altra della Virtù a sinistra Bar-
to e catafalco, sempre colla descritta il- lolomeo Pincellùtli, Terminato il monu-
luminazione, indicibile fu il popolo d'o- mento i religiosi stabilirono di eseguirvi
gni età e d'ogni sesso e condizione che con- la traslazione del corpo di Benedetto XIII
corse a porgere suffragi, non essendo sta- a'23 febbraio 789 (perciò col qui narra-
1
tutta la chiesa, ed intorno al catafalco in voi. XII, p. 143), come dissi nella biogra-
doppia fila a repnmerlo;il medesimo con- fìa (ma ivipure lai. 'traslazione è ripor-
corso era avvenuto per la lunga strada, tata nel 1738, mentre è la discorsa fjtta
guarnita dalla soldatesca, che da s. Pie- nel I 733). Riferisce pertanto il n.** 3365
tro conduce Minerva, la sera prece-
alla del Diario di Roma, del 7 89 (il nu»ne- 1
dente per vedere la grandiosa pompa fu- ro del Diario 7983 che riportai nel voi.
nebre, accompagnata ancora nel transito LXlV,p. I i3,col.i.^ appartiene alla tra-
che fece avanti Castel s. Angelo, dallo spa- slazione di Benedetto XIV, come poi di-
ro della moschetteria,e dal suono lugu- rò), che la 2.' traslazione del corpo di Be-
bre delle campane di tutte le chiese per nedetto Xlll dalla cappella di s. Maria
do il loro rilo, il p. maestro del sagro pa- ce precedente invito, pure v' intervenne
lazzo vestilo de'paramenli sagri fece l'as- un gran numero di persone, e vi assiste-
tulli gli altari della chiesa, gli eressero un gnizione delle casse. Quando poi queste
nobile e imponente deposilo marmoreo, furono estralte dall'antico deposito, fu a-
nedetta, e dopo averla incensata, cantò la Jgnese in piazza Navona, della quale ri-
consueta orazione Pro defunclo sitmmo parlai nel voi. LXXV, p. 218). Le casse
Ponlifìcey e susseguentemente fu porta- nveauo l'accompagnamento di 24 sacer-
ta la cassa nel luogo destinalo dentro il doti, ciocia Vaticani ei 1 Lateranensi,
deposito di marmo,edin tal forma fu com- con cotte e torcie di cera, oltre di altre 6
pita la pia funzione di questa nuova tra- a vento portaleda'palafrenieridicasaCor-
slazione. Clemente XI Corsini a'6 feb- 1 sini vestili a lutto per questa lugubi e fun-
braio 1740 finì di vivere nel palazzo Qui- zione. Intorno incedevanoi 2 svizzeri con
rinale, indi in una di quelle stanze fu e- colletti di pelle e armati di fucile, coman-
*posto vestito di soltana, mozzetta e ca- dati da òviG ufllziali della loio guardia.
mauro di lana, poscia a due ore di not- Seguivano i\y\G carrozze di della casa,
te in una lelliga fu trasportato il corpo, con dentro al primo luogo d. Giovanni
col cappello in capo, senza stola e senza Miichna marra segretario d'ambasciata
croce, nella Sistina del Vaticano, dove fu del nipote dei defunto il cardinal Corsini,
\eslilo cogli abili pontificali di color ros- il quale a lui avea consegnato il cadavere
so, e con mitra di tela d'oro, secondo la dello zio, facendo anche le veci del curato
descrizione che di queste pompe funebri di s. Pietro. Alla porta della basilica La-
pubblicò il n.° 35 1 5 del Dittrìo di Roma teranense fu ricevuto il convoglio funebre
del 1740. Trasportato il cadavere nel- dall' arciprete cardinal Corsini, che do-
l'adiacente basilica di s. Pietro, fu poi se- po la ricognizione <lel corpo eravisi recato
l»oUu lidia solila nicchia sulla poi tu che dalla basilica Vaticana, e da tulio ilca-
i66 TRA. TRA
pilolo con torcie accese, ed ivi processio- del Pontefice.il monumento si scoprii poi
nalmente colla croce capitolare furono le nel I
769 nella sede vacante per morie del
casse inlrodoUe in chiesa e collocale nel- 8U0 successore Clemente XI 11 la trasla- :
la naverìi mezzo sopra un tumulo circon- zione del corpo di questo Papa, nel mo-
dalo da 8 torcie. Cantatosi da'musici del- numento erettogli in detta basilica, la de-
la basilica il Subi'e/u'te^eóa rag/ Iliccar- scrisse il t)° 1806 del Diario di Roma
di vicario della basilica e parato in pivia- del 792. Delle altre traslazioni de'cada-
I
le nero, il Non intres^ indi da'cantori il veri de' Papi parlai nelle loro biografie.
Libera me^ Domine, il prelato asperse e Di quelle de' cadaveri de' Sovrani (T.)
incensò il corpo e disse l'orazione fune- morti in Roma, all'articolo Funerale e
bre prescritta pel defunto Papa. Il lutto altri, ed in quesl'ultitno di quelle de'car-
terminato, furono tiasportale le casse nel- dinali, prelati, ec. I cadaveri non si pos-
la cappella Corsini, ove ardevano all'al- sono trasferire da un sepolcro in un al-
tare i consueti lumi, e da essa immediata- tro, senza licenza del vescovo; e per leg-
mente all'altra cappella sotterranea, do- ge antica i romani gentili non potevano
\e da'cappellani Corsiniani furono reite- trasportare i cadaveri dal luogo ov'era-
rate le preci e l'assoluzione, facendone la no tumulati in altri, senza l'espressa li-
funzione il loro decano, alla presenza del cenza del collegio de'loro Pontefici.
cardinale Corsini e di diversi nobili, ve- TRASLAZIONE DELLE FESTE,
nendo poi le casse situate nel sito desti- Tranalatio Festorum. Se qualche Festa
nalo e precisamente sotto il sontuoso de- (V.) di rito doppio occorra nelle dome-
posilo del Papa, Se ne legge la descrizio- niche dell'avvento edellasettuagesiuia si-
ne anche nel n." 3qo3 del Diario di Ro' no alla domenica in Albis inclusi vamen-
ma del i
74^. Cenetletto XIV morto nel le, nella vigilia del ss. Natale, nel giorno
I ^58 fu sepolto in Vaticano nel consue- delia Circoncisione, in lolla 1*8.' dell'E-
to luogo temporaneo. Essendosi nel i 768 pifania, nella feria iv delle Ceneri, e fra
terminato il magnifico deposito, costrui- rS.'^di Pasqua, nell'Ascensione del Signo-
to nelk» stessa basilica da'carduiali da lui re, ne'giorni della vigilia della Penteco-
crea t i , n a rra i 1 n .° 7 9 8 5 d el Diario di Ro •
ste fino alla festa della ss. Trinità inchi-
ma, che fallasi la ricognizione del cada- esi ve, nel giorno del Corpus Domini, e nel
vere la sera del 28 agosto, fu portalo in- suo giorno 8.^, nelle feste dell'Assunzione
nanzi l'aliare di s. Petronilla, coperte le della B. Vergine e d'Ognissanti, si trasfe-
casse di nobile coltre, custodite per tutta rirà al I ."giorno non impedito; eccettuate
la notte, e poi circondate nel funerale da però le feste di s. Gio. Battista e della com*
buon numejo di torcie accese. Ivi nella memorazionede'ss. Apostoli Pietro e Pao-
mattina seguente gli furono celebrate lo, che occorrendo nel detto giorno 8." del
chi preparati, ed assisterono al colloca- s. Gio. Battista verrà nel giorno del Cor-
mento delle casse dentro l'urna marmo- pus Domini, si trasferirà nel giorno ap-
rea, sopra la quale poi si pose la statua piesso colla commemorazione dell'S.', e
T II A TRA 1G7
nei secomli vespeiiilei Corpus Domìni '^\ o più feste di 9 lezioni occorrano in uno
farà commenìoiazione di s. Giovnnni: nei stesso giorno, si fcuà l'uffizio della mf«2;[^io.
giorni poi die seguono si fiirà l'nfTizio di re, cioè del doppio, e i semidoppi si tra-
8.^ colla commemorazione di dello sanlo. sferiranno. IMa se tutti saranno doppi o
Allora venendo ilgioino8,"conqLU'llo del semidoppi, si farà de dì^niorì, os>iia del
Corpus Domìni non si trasferirà; ma in più solenne, e si trasferiranno quelli che
qjieli'anno si farà commemorazione di s. sono di minore soleimilà. Se piìi feste >i
quell'annosi celebrerà senza 8.^purchè il propri giorni. La festa semplice non mai
tilolaredella chiesa nonabbia un qualche si trasferisce; ma se non si possa farne
particolare privilegio, e perciò non si deb- l'uffìzio, si farà commemorazione. Se poi
ba fine altrimenti. Se nel giornoS. "di qual- verrà in que'giorni ne'quali del detto sem-
che festa occorre un doppio de'm.tggìori plice non si può fare alcuna commemo-
sopraccennati nella rubrica delle comme- razione, di esso nulla si farà in quell'an-
morazioni, si farà del detlo doppio colla no. Se qualche festa di 9 lezioni , nella
commemorazione del giorno 8.", eccetto quale vi è eziandio la commemorazione
quello dei ss. Natale e dell'Epifania, nei da farsi di qualche santo, si debba tra-
quali giorni non si fa di alcuna festa, ma sferire a motivo della domenica che cor-
si trasferisce nel i.
"giorno non impedito. re, o di qualche altra festa maggiore, non
Se poi tal doppio non sarà de'maggiori, si trasferirà assieme colla commemora-
si farà l'ufìizio dell'8.'\ e si trasferirà la zione di quel santo in essa festa assegna-
festa come sopra. Se qualche festa di ri- lo, ma di esso si farà commemorazione,
Io doppio che occorre fra un'8.^ venga im- se sia possibile, nel suo giorno naturale
pedita da un'altra festa di doppio mag- colla 9.^ lezione se vi sia propria. Ciò si
giore, si trasferirà nel primo giorno pu- osserverà eziandio nelle commemorazio-
re non impedito, e in esso si farà cojume- ni che occorrono nelle vigilie, quando si
niorazione deir8.'' Se nell'altre domeni- facciano nel sabato antecedente venendo
che fra l'anno fuori delle sopraddette oc- la vigilia in domenica, perché in allora la
corra unafesladi rito doppio, non si tra- commemoraziQue del sanlo semplice non
sferirà. Cna festa di rito semidoppio clie si farà nell'uffìzio della vigilia, ma in quel-
occorra ne'sopraddetti giorni,© fra 1*8." domenica. Tanto prescrive il BrC'
lo della
del Corpus Domi/ti, o nelle altre dome- viarioromano^ tit.io: De Trnnslatione
niche fra l'anno, si trasferirà nel r. "gior- Fcstorum, riprodotto dall'ab. D!didi,nel
no da simile nflizio non impedito. Occor- Dizionario sacro-liturgico^ oltre diversi
rendo poi nelle don)eniche fra quelle ot- s. congregazione de'riti; e la
decreti della
tave, nelle quali si fa delle feste correo tabella generale della traslazione delle fe-
li, si trasferirà nel giorno die segue, colla ste comuni ossia descritte nel calendario,
commemorazione dell'8.* Che se questo che occorrono nelle domeniche e feste fra
fosse impedito da un altro doppio e semi- l'anno, tanto mobili, quanto immobili.
doppio, si trasferirà il 8emidoppio( venen- Vedasi Guvanlo con l'addizioni del ite-
il
do in domenica) dopo r8.'\ cosicché una rali: Compendio disile cercmonic ecch-
festa semidoppia fra 1*8. non si Irasfiiri-' siaslichc, par. I, lit. 6: Della traslazio-
là, se non che ad giorno oppresso. Se iìue ne delle Feste,
i68 TRA TR A
TRASLAZIONE DELLE RELF- roda'popoli guerre accanite. \ prote.ftan"
QUIE DE'SANTI, Tvamlalio Sacra- //ostinati erroneamente a sostenere, che
rnm Reliquìarum. L'uso di trasportare il culto delle reliquie de'sanli è una Su-
da UD luogo ad un altro le reliquie d'un perstizione (V.) imitata da'pagaiii, pre-
Martire (F.), di cui si venerava la me- lesero imitare i barl)ari col profanarle e
moria, derivò da un sentimento natura- biuciarle. 1 loro scrittori si sforzarono di
lissimo e religiosissimo. Quando un san- giustificare tali eccessi, o per gettare il ri-
to vescovo avea sofferta la morte per Ge- dicolo s»i tutte le pratiche de'catlolici su
sù Cristo, in un luogo lontano dalia sua questo riguardo. Il culto delle ss. Pveliquie
sede, non deve fare meraviglia che suoi i è antico come il cristianesimo, e fino dal
diocesani, desiderando di possedere le sue suo nascere fu ima specie di professione
reliquie, abbiano chiesto che dal luogo di fede della resurrezione futura. Se nei
del suo martirio fossero quelle traspor- secoli d'igiioi-anza s' introdussero alcuni
tate nella sua chiesa. Così nell'anno 107 abusi, non furono questi ne sì grandi, ne
i resti delle ossa di s. Ignazio vescovo sì frequenti, come calunniosamente esa-
d' j^ntiochia, (ne riparlai a Siria, ripor- gerarono protestanti, e ne derivò sem-
i
tando la serie de' vescovi e patria rchi)mar- pre da un simile culto un grandissimo be-
iirizzatoa Roma, vennero trasportate co- ne. Moltissimi peccatori furono penetra-
me in trionfò in Antiochia (poi riporta- ti di compunzione visitando il Sepolcro
le in Roma) e ricevute da'fedeli, che pei de'santi, e Dio spesse volle ricompensò coi
primi si nominarono c^^.9im/^/, come un miracoli la fede de'catlolici, i quali ivi ri-
tesoro inestimabile ,
giusta l'espressione ceverono il sollievo de'Ioro mali: il faro-
degli atti del suo martirio. Quando un I e stesso de'barbari rispettò più d'una vol-
laico avea ricevuto la slessa coiona del ta que'santuari della pietà. Dice il Ber-
martirio, il rispetto e l'amore ispiravano gier, nel Dizionario della teologia: Qua-
lo stesso desiderio ne'suoi concittadini, per hnjque cosa se ne dica, è cosa giovevole,
efletto naturale della venerazione che ispi- che figliuoli dellaChiesa conservino que-
i
ne de'fedeli per le ss. Reli(juieja cui eres- sa deità e il suo tempio. Parlai altresì del-
sero altari e templi; e come la Chiesa in le traslazioni violente de'corpi santi o sa-
ogni epoca ne zelò il loro onore e culto, gre reliquie rubate per fervorosa divozio-
e ne permise la Commemorazione (F.) ne, e trasportate altrove, appunto perchè
con Festa (J.) di j-ito e col premio del- le ss. Reliquie negli antichi secoli dilìicil-
non fossero falsi fica le, e provvedendo sag- farne reintegrare il luogo involato, co-
giamente acciò ne venisse garantita riileu- me del corpo di s. Giovanni della Croce
ticilà; e perchè impose nomi a' corpi dei carmelitano scalzo, morto nel convento
Martiri anonimi. Parlai ancora delle lo- d'Ubeda nel 1391. Avendo Anna de Pen-
ro invenzioni nelle Calacofnbe, Cimiteri nalosa levato segreta mente dal sepolcro in
e altri Sepoleri (F.), e della loro trasla- cui giaceva in Ubeda il santo corpo, e tra-
zione con solenni 7^/-oc-e.9.v/o/z/( /"".), che re- sportato di notte alla città di Segovia, Cle-
gola il Rituale lìomanum (De Processio- mente Vili con breve diretto al vescovo
ne in translalione sacrnruin Reliifina- di Jaen (presso il La m berli n i, Z>(? CanO'
rum insig/aaìi), %oiio Baldaecìiino (/^.), niz. ssAìb./\.y par. 2.'',cap. 26, n.°23), or-
solo per le reliquie usato in tali circostan- dinòseveramente che fosse restituito a det-
non potendosi adoperarenep-
ze,neirallre to convento. Il vescovo Sarnelli, Lett.ec-
pure r Ombrellino (f^.). Vedasi Eveil- e Ics. t. Come s' intenda essere
3, lett. 8:
lon, De processionilnis ecelesiaslicis^i^a- il corpo d'un santo in pia luoghi, e si-
risiis G4
I Qui\v{\, De f)rocessiofiìbus ec-
1 • milmente delle loro ss. Reliipàe. MoU
cles., (le Litaniis Sanctorum, et de^'cne- te traslazioni miracolose, cioè che il cor-
(lielìonibus, Colouiaei672. Capecelatro, po e le reliquie d'un santo prodigiosamen-
Delle feste de' cristiani, Roma \'J'J'2.. te furono portate in luogo diverso dal
Quauto antiche le Traslazioja' delle re- destinalo, le registrai in diversi articoli.
Tupiie àa' Santi, chiamate pure Klevatio- Il trovarsi in più luoghi le reliquie d'un
fossero stati sopra ad esse e chiavi che , gnò a'sagri pastori, che ciò alloivi talvol-
avessero toccato il corpo di s. Pietro oche ta avveniva non senza detrimento della
delle catene di lui. Perciò s. Gregorio 1 gorio I già desistilo dall'introdotto costu-
si ricusò di esaudire Costanza Augusta, me, sebbene poi si iip»endesse con mag-
che gli aveva domandato il capo di s. Pao- giore frequenza gran dopo la morte di sì
tìo 1 di più narrò a Costanza Augusta al- tutto, ma dichiarai la grave avvertenza:
cuni prodigi avvenuti in Rema, contro Che costume dc'Papi, nel concedere
fu i
chi avea tentalo di cavar la terra ples- coipi de' santi, di non farne restare priva
so a Sepolcri lìes?,. Pi(}tro e Paolo (del- olfatto la chiesa dalla quale gli eslraevano,
le loro tiaslazioni ragionai alle biogia- riservandolene qualche buona parie, ciò
fìe di essi) e di s. Loie»)zo, come riporta che serve a conciliai'e le diverse con ti*o-
il Borgia nelle Memorie di Benevento, t. versie sui diversi possessori. Ritornando
I, p.128; anzi egli osserva, che già erasi al Sarnelli, egli dichiai'a :Ma dacché fran- i
Casimiroll redi Polonia chiedendo al Pa- pi santi, il medesimo ponno in terra, che
pa reliquie d'alcun santo per la chiesa di le anime beate in cielo; talché il santo in
Cracovia, Lucio III entralo nel sagrario, qualunque piccola polvere del suo mar-
ove stavano i corpi di molti martiri, do- tirizzalo corpo persevera intero, quan-
mandò loro chi voleva andare in Polonia; tunque latrino diavoli e bestemmino
i
alla quale interrogazione, soggiunge il ve- gli eretici. Così nelle preci che la Chiesa
scovo Sarnelli, dicesi che Floriano stese ha prescritto per la benedizione de' vasi
una mano al Papa, in segno di volervi an- da conservar le reliquie de'santi si legge:
dare; pel qual miracolo, commosso Lucio Quatcnus flde.les tiii inagnitudine^ sis'e
HI, mandò al re il corpo del santo, per universi tate heneficiorum tuoriim , in
Egidio vescovo di Modena; e da Casimi- morta modica reliquìarum integra San-
ro li, dal vescovo e popolo di Cracovia fu ctorum Corpora se percepisse gratulen-
accollo con grandissima divozione come tur. In quanto poi ad essere più teste, più
in trionfo, e poi gli fu fobbricato un bel- mani e più braccia dello stesso santo,deve-
lissimo tempio. Dopo le traslazioni, mol- si intendere non del capo,raano o braccio
te città e luoghi elessero a principale lo- intero, ma di parte di quello. Imperocché
ro Protettore [V.) il santo del di cui sa- avendo dimostrato l'esperienza essere la
gro corpo erano divenuti possessori, e ne stessa virtù in una piccola parte di qual-
sperimentarono il possente patrocinio. O- che reliquia del martire, che in tutta la
ra facendosi queste traslazioni, da prin- medesima reliquia, questa si soleva divi-
cipio non erano di corpi interi, ma d'u- dere alle volte in più parti, e porre in di-
na parte di essi, perchè que'che prima li versi altari, li quali sono sepolcri de'mar-
possedevano non volevano restarne a (Fat- liri; e quindi è avvenuto, parte della re-
to privi, massime se santi erano litolari i liquia del capo, della mano, del braccio,
delle chiese. In proposito il Sarnelli addu- dirsi capo, mano e braccio. Tollerabile
ce la testimonianza di Baronio, il quale errore, dice il cardinale Barooio, nell'an-
narra che neir827GregorioIV trasportò no 55,u.''i5, al quale non ha posto cagio-
da'ciraileri nell'oratorio di s. Gregorio 1 i ne l'inganno umano,ma la liberalità gran-
corpi de'ss. Sebastiano e Tiburzio, e col- de di Dio". Quindi il Sarnelli parla del-
locò ciascuno di essi in separati altari. In- la virtù de* veli o brandoi, che operarono
di avverte, quanto al corpo di s. Sebastia- prodigi, come i corpi de'santi che aveanu
no, che in Francia e nel monastero di s. toccalo; che le vesti degl'infermi e de'mor-
Medardoj non vi fu portata che una par- ti poste sugli altari ov'eraiio le reliquie dei
te. wSovente nelle invenzioni, elevazioni e martiri, riceverono virtù da Dio por sa-
traslazioni eseguile in Roma, non si tro- nar gl'infermi e restituire la vita/a'mor-
varono interi i corpi de'santi, anzi in al- li, come racconta s. Agostino, De Civit.
cuni neppure la metà, la parte mancan- IJeif lib. 2, e. 23; il quale dottore a con-
172 TRA T R A
vincere l'empielà e miscredenza de'gen- avvicinatosi al corpo del santo, ne palpò
tili, fece una raccolta <li più miracoli, av- i membri persapei e quale di essi il mar-
venuti a sno tempo nell'Afiica, e con mol- tire degnava donare alla regina. Dopo
si
ti esen)pi dimostra clic veniva ad essere aver tastato le dita, appena toccò legger-
comunicala la stessa virtù a'fiorì, che toc- mente il mignolo della mano destra, da
cavano sepolcri dei santi. La stessa vir-
i essa si allontanò. Il patriarca lo mandò
tù avea la polvere che si formava su di alla regina , e nella traslazione della re-
essi o altra cosa simile, e lo attesta s. Gre- liquia, da Gerusalemme a Poiliers, si re-
gorio Nisseno,Z>z^/og-.lil). 3^c. 1 7,ove nar- citarono sempre da'portatori le divine lo-
ra che con essa fu risuscitato on morto. di in onore di s. Marnante. La regina s.
La medesima forza avea l'olio delle laro- Radegonda ricevè la reliquia con grandis-
pade,che ardevano intorno a'sepolcri dei sima festa e allegrezza, e insieme con non
martiri,e s. Agostino lib. 22,c. 88, raccon- minore divozione, digiunando colle reli-
ta del figlio d'Ireneo risuscitato da mor- giose di sua congregazione, e facendo vi-
te, con ungersi con tale olio. Il Sarnelli gilie mia settimana intiera. Tutto questo
dice più altre cose sulla potenza meravi- lo apprendo da Piinaldijil Duller non di-
gliosa delle reliquie e de'corpi de'ss. Mar- ce altro di s. Mamante, che nel priuci[)io
tiri, quindi ^scrive Re-
la lettera 9: Se le del secolo XIII, il suo capo da Costanti-
lìquie de'santi sieno di sostanza nella nopoli fu trasportalo a Langres, e gli at-
consagrazìone delV altare. Leggo nel- ti di questa traslazione sono riferiti dal
l'annalista Rinaldi, che le traslazioni del- breviario di quella chiesa, essendo la cat-
le reliquie non facevansi senza salmeggia- tedrale sotto la sua invocazione. Inoltre
re, e precedute da digiuni, cantandosi a s. Radegonda ardendo del desiderio di
vicenda salmi, litanie e inni;e di frequente possedere una porzione della vera Croce,
iiell'estrarre i sagri corpi da'lorosepolcri, per unirla al gran numero di reliquie di
da questi uscì meravigliosa soavità di odo- cui avea arricchita la sua chiesa, a mez-
ri, diversi all'atto da quelli dalla natura zo di alcuni deputali supplicò a consolar-
prodotti. Si osservòjchedopo la traslazione la l'iujperatore Giustino II e fu esaudita.
del corpo di Vito martire dalla Fran-
s. L' arcivescovo di Tours fece la traslazio-
cia nella Sassonia, questa fiorì io meglio, ne nel modo il più solenne di queste di-
e quella soggiacque a rivolture, guerre e verse reliquie ; Venanzio Fortunato in
altre calamità. In Francia grande fu il questa occasione compose l'inno Vexilla
fervore di procacciarsi corpi santi, e quan- regis prodeunt, e la regina intitolò alla
do s. Germano vescovo di Parigi si recò ss. Cro<!e il suo monastero. Di moltissime
in Gerusalemme, la pia regina s. Rade- traslazioni de'Corpi santi e delle ss. Reli-
gonda vedova di Clotario J, che col suo quie parlai a' loro luoghi, descrivendone
consenso aveva fondato un monastero a eziandio le pompe religiose colle quali fu-
Poiliers e vi avea preso il velo religioso, rono celebrate. Ora passerò a ragionare
ed avendo inteso che vi riposava il corpo di alcune delle posteriori e delle recenti
di s, Mammete o Mamante martire di traslazioni solenni de'Corpi o delle Reli-
Cappadocia, inviò un suo fido al patriar- qjiie dei santi.
ca per ottenerne le reliquie. Il prelato on- Il Zaccaria, Dissertaz. di storia eccle-
de conoscere la volontà di Dio , ordinò siastica, dissert.io : Del martìrio e del
pubLlicheOrazionial popolo,enel 3.°gioi'- culto de'ss. Solutore, Avventore e Otta-
no celebrata la messa, s'indirizzò con lut- vio martiri Tebei,ne\ cap. 7 ragiona delle
to il popolo fedele al sepolcro del mar- Traslaziojn de' ss. Corpi e loro calto,\yvo-
tire, e poiché ebbe recitata un'orazione, tellori di Torino, perciò ne parlai in que-
tulli risposero, Amen, Allora il patriarca sl'articolo. 11 Papa Clemente XI celebrò
TUA TRA 173
nella bcisilica Vatìcniia la traslazione ilei dro ben ideato e colorito molto ragione-
corpo tli s. Leone 1 il 67v///J<', dalle GVot- volmente; grandi quadri già degli altari
i
tefici, parlai di esse e di quelle de'Papi rò sepolto nella mia sepoltura; adiacen-
santi. Si legge nel n."345i6 del Diario di te a tale mia cappella e ultimo altare di
Roma del 1789, che avendo il cardinale s. Giuliano, essendo il s. fonte ove fu nel
JN'eri Maria Corsini, nipote di Clemente 1 547 battezzato il celebre Alessandro Far-
XII e diacotio ilell'insigne chiesa collegia- nese duca di Panna e Piacenza ^ e va-
ta e parrocchiale di s. Eustachio (quasi loroso capitano nelle guerre di Fiandra ;
slauro, fatto colla direzione e disegni del appena divenuto Papa Innocenzo XflI
cav. Filippo Marlinucci ai:cbitelto, feci volle visitare la chiesa, in occasione che
parola nel voi. LXXV,
p. 219, e venne vi si celebrava a'25 maggio la festa trasla-
i pilastri invece di colorirsi a finte pie- sta de' ss. Eustachio e compagni marti-
tre, furono fatti con iscanalature a chia- ri) che sotto all' antico e rovinoso alta-
ro-scuro e sempre intento
listelli d'oro), re giacevano incogniti, ora terminato il
col suo religiosissimo zelo ad opere di di- nuovo e vulendo il cardinale riporveli,
vozione e pietà, e specialmente a ciò che ed esporli al pubblico culto, ne destinò
appartiene al decoro del culto divino ne' la solenne elevazione, nel giorno di sa-
sagri tejnpli,avendo colla spesa di 25,ooo bato 19 settembre precedente la festa di
scudi fatto erigere con nuova e più au- s.Eustachio, da farsi con pubblica e de-
gusta forma, a proprie spese, l'altare mag- corosa processione. L'urna de'sagri cor-
giore di detta sua antichissima e celebre pi de' ss. Eustachio e compagai marti-
diaconia, co(ne in oggi si vede, composto ri ritrovata sotto l'antico altare, tutta al
di finiepreziosi marmi,oltrerurnadi por- di fuori custodita e foderata dipiombo,
fido rosso, con nobile architettura, abbel- venne collocata sópra un tavolino co-
lito con vaghissimi rapporti di metallo perto di damasco e tovagliuolo bianco,
dorato, e di altro ben inteso ornamento, dirimpetto ad una cappella annessa alla
secondo la generosa idea e gusto del cardi- sagrestia della chiesa, unitamente colla
nale; convenne finché si costruiva tale al- nuova bella urna di porlìdoornatadi me«
tare isolato, trasportare in privalo e ap- tiilli dorali nobilmente lavorati, in cui nel-
partato luogo decente della stessa chiesa, la parte esteriore erano espressi a carat-
cioè nella cappella del coro d'inverno di s. teri dorati i nomi del Santo e compagni,
Michele, i gloriosi corpi ile'ss. iùistachio e cioè coH'iscrizioae: Corponi Sanctoruut
compagiM martiri (il cui martirio espresse Martyruin Kus tacilii ^ Theopistac c/us
a fresco sulle pareti dell'apside o tribuna uxoriSf ac Tiwopisto^ et Agiipiti corani
Fraucescu Feruaudi dello iajpcnuli,quu* JiL iVutcrò che sotto Tulluru uiaggìurc in
174 TRA TRA
questa circoslonia fn trovalo quel bellis- ra di legno foderala di drappo cremisi, e
simo sarcofago intirnioreo, che si ammiru nel comparire alla vista ì ss. Corpi, si de-
nella sala dei Fauno del Mas to Capito- pose la mitra da mg.' Vicegerenle, ed in-
lino, ove fu trasportalo, e descritto dal tonossi V'\i\\\o Sane Lo rum meritis,\:\\e prò*
Wibhy, Roma nel i 838, par. ^/modeina, seguendolo unitamente cappellani, il pre- i
tori dì tutta l'azione, benedì l'urna secon- coperchio di non minor vaghezza dell'ur-
do il rito prescritto nel Pontificale roma- na, fu finalmenlefermato dagli artisti con
no. Successivamente all'ora intin»ala, es 4 custodie d' ottone poste laleralmenle
«ehdo giunto con treno di carrozze, ve- sull'urna, nelle quali ripiene di slagno li-
stito di mezzetta e mantello rosso, il car- quefatto vi furono ioìpresse le armi del
dinale Corsini, il medesimo prelato, para cardinalCorsiui diacono delia chiesa, e del
to come sopra, portossi nella della cop- cardinale Guadagni vicario dì Roma, al-
peilettanobilmente ornala di damaschi e la presenza del detto cardinale diacono,di
arazzi, restando da diversi triangoli or- mg.' Vicegerenle, di altri prelati, del ca-
nateearricchiledi lumi le sagre urne, con pitolo della collegiata, e del can. Doldet-
altri 6 grossi ceri che ardevano sull'alta- li custode delle sagre reliquie, avendo il
re, avanlì di cui erano collocale le casse nolaro sleso per pubblico e autentico do-
co'sagri Corpi. Indi, previa licenza del car- cumento l'analogo islrumento. Nel detto
dinale, si die principio dallo stagnaro al- sabato a ore 22 si die principio alla proces-
l'apertupa della «."cassa di piombo, rico- sione. L'aprivano tamburi e Irombelle
i
nosciuti già dal nolaro del capitolo i si- dell'inclito pòpolo romano, quindi suc-
gilli,che con islrumento rogato dal me- cedevano, la bandiera dello slesso popo-
desimo pella seguila ricognizione in tem- lo, in mezzo a'suoi alabardieri; indi due
po del cardinalOrigo (morto neh 737) già lanlernoni in asta; la bandiera del ss. Sa-
diacono della chiesa(e che sebbene passalo gramenlo;i palafrenieri del cardinale Cor-
nell'ordine de'preli, per alfelto verso la sini; un concerto di piiferì delle milizie
chiesa la ritenne, onde il Papa la dichia- pontificie; li 1 4 contestabili e capolori del
rò titolo cardinalizio finché il poiporato popolo, e il loro capitano con lorcie; la
ne fosse titolare, dovendo quindi tornare compagnia eretta sotto l'invocazione del
diaconia cardinalizia), essi riconfronla va- ss. Sagramenlo in s. Eustachio, in abito
no, si proseguì od aprire la 2," cassa ch'c* proprio,con suo Crocefis30,ed in fine rag/
T R A TRA 175
Origo primicerio. Il capitolo ili s. Eiisla- diacono della chiesa da cui usciva la fun-
cliio con torcie, soUo la sua croce, con
, zione e in giorno privilegiatissimo in cui
conceiio di musici, ed in line mg/ Fresco- ricorrevano i primi vesperi dell'anniver-
baldi vicario dello sù^s>.o capitolo; indi sariamemoria del suo santo titolare, do-
mg/ S[)ada Vicegeiente paralo di [ìivia- vea come per decreto della s. congrega-
le, in mezzo diacono e suddiacono pa-
al zione de* riti prescrivesi, non ostante la
rali. l*oi veniva sopra ben ornato talamo, giornata del digiuno, astenersi dalPusar
portato da 4 levili, la sagra urna con den- l'abito e cappa paonazza, ed invece assu*
tro i ss. Corpi, sotto d'un (isso nobilissi- mere il colore rosso per festeggiare l'an-
mo baldaccliino, sostenendo a'Iali 4 c'^''- niversaria solennilh della sua sposa. Fi-
doni d'oro i njg.*^ Albini arcivescovo tl'A- nalmente veniva la prelatura in numero
lene,de Uossi arcivescovodi Tarso, Simo- 100 prelati, tutti con torcie fatte
di quasi
ne vescovo di Marciana, e Cremona- Val- distribuire dal cardinale Corsini a tutti
dina ve>covo il' Hermopoli, restando si- gì' intervenuti alla processione, oltre un
tuati ne'lali del sagro talamo, con torcie numerosissimo popolo, che con esempla-
accese in mano, 'l senatore di Roma, ed re divozione seguì la processione per ac-
i conservatori e priore del popolo roma- quistar l'indulgenza plenaria concessa dal
no (vantando Roma s. Eustachio nobi- Papa per questa solenne traslazione; co-
lissimo cavaliere romano tra 'suoi protet- aie di popolo erano piene anche le strade
tori, il magistrato romano in Cau)pido- ove fece suo giro, ornate in tale occasio-
il
glio ne venera la sua eflìgie dipinta dal ne di ricche e vaghe tappezzerie, e custo-
Romanelli, nella propria cappella: delle dite dalle compagnie de'soldati pontificii
allinenze die ha d senato romano colla per impedire che non vi fossero carroz-
chiesa di Eu>tachio, e delle annue o-
s. ze; avendo goduto la magnifica funzione
bluzioni che gli olFre parlai in più luo- dalle finestre e balconi quasi tutta la no-
ghi, come ne' voi. LI, p. i3i, LIX, p. biltà romana. In tal guisa la processione
3o), oltre 12 sacerdoti con torcie, e sì gli co'ss. Corpi , essendo pervenuta, con re-
uni che gli altri venivano racchiusi dal- plicate salve di mortaretti, alla chiesa di s.
le bandiere de' i4 l'ioni di Roma, e da' Eustachio da dove era partita, dopo le so-
fedeli del popolo romano, che in atto di lite orazioni e ceremonie, vennero colloca-
parata imbrandivano le solite aste. Se- ti i ss. Corpi sotto il nuovo altare mag-
guivano immediatamente in ordine di giore, ove riposano alla pubblica venera-
processione, dopo il sagro talamo, vestiti zione, nella descritta nobilissima urna di
di abito di cappa paonazza, prescrivendo porfido, la cui struttura e maestoso alta-
un tale colore la giornata penitenziale pel re sono memorie imperiture della divo-
digiuno delle quattro tempora, i cardina- zione verso i ss. Corpi del cardinale Cor-
li invitati dal cardinale Corsini (dell'abi- sini, zelantissimo del culto divino e del
to da usarsi da'cardinali nella traslazio- decoro de'sagri templi. Per l'invenzione
ne de'corpi santi, feci cenno nel voi. lX,p. del corpo dis. Francesco d'Asisi, di cui v\>-
Iti 3), serviti da doppia guardia degli sviz- parlai a Stimmate, Pio VII fece coniare
zeri pontifìcii con due uHìziali, de' quali una medaglia nel 1821 col suo ritratto,
cardinali pe'primi incedevano i cardinali e nel rovescio fece esprimere religiosi i
Porsia e Caralfa, succedendo i cardinali conventuali che assistono co' vescovi de-
Bichi,Firrao, Gentili, Guadagni, Acqua- stinati dall^apa al riconoscimento del cor-
viva, Passeri, Spinelli, Passionci, deTrn- po di Francesco nella sua basilica in A-
s.
cin. Marini, Albani, Ruspoli, Uezzonico sisi, essendo scritto nella cassa Seraf. Nel-
(poiClemente XI 11), Corio, e Corsini in l'esergo si legge: S. Franciscuni Sepul-
ultimo luogo in ubilo intero rosso, come chritm Gloriomm MDCCCxriii.M 838 1
\rjCy TRA TRA
segni in Roma la solenne Irnslazione del- della chiesa, e v'introdusse il cullo de'ss.
le sogie spoglie dell' illustre nobilissima Crispino, e Crispiniano loro protettori. Si
vergine e martire Bonosa sua eroica s. pretese che in questa chiesa vi fosse stalo
concitladina lomani (in da' secoli
, che i sepolto famoso tribuno e senatore Co-
il
più remoti onorarono e l'invocarono pto- la di Piienzo, il che ripetei nel voi. X II f,
lettrice in alcuni mali. Questa santa nel p. 3o, e forse altrove, tratto in errore dal-
Ili secolo, sotto il superstizioso impera- l'asserto del Gabrini, nell' Osservazioni
tore Aureliano, si mostrò intrepida soste- sulla Vita di Cola diRienzo, e del march.
nitrice della fede di Cristo. Confuse ella Melchiorri nella Guida di Roma. S\ fon-
con risposte,che lo Spirito santo non man- dava l'asserzione dal Gabrini, citando l'A-»
ca di suggerire a'suoi scivi, lo slesso im- midenio, che un tempo vi si vedea in una
peratore persecutore; stancò colla sua co- lapide l'elligie del tribuno e senatore Rien-
stanza ne' vari spietati tormenti soiFerti gli zi in abito senatorio, accompagnai;» dai
slessi carnefici , confortata sempre nelle suo n-ome in cifra gotica. L' Aujidenio
sue pene e ne'suoi dolori da un angelo del scrisse dell'esistenza del ritratto, non però
Signore; trasse coli'esorlazione e cogli e- del nome, come lo riscontrò nel ms. del-
sempi dalle tenebre dell'errore ben 5o l'Amidenio il dotto Nibby, e lo dichiarò
soldati,chefuronoat)cìi'essi martiri glorio- wGWtiRonia nell'anno i 838; e siccouie più
sissimi; e final mente col germano Eutro- non esiste, è dubbiosissitno se realmente
pio e colla sorella Zosima, presso il Por- fosse l'immagine di Puienzi, come una po-
loRotnano ne riportò il più glorioso trion- polare tradizione affermava. Ciò sarebbe
fo, ottenendo la doppia palma del mar- in aperta contraddizione al narrato dallo
tirio e della sua intemerata verginità, nel storicodel Rienzi, il quale lungi dall'asse-
iij^ dice il Piazza ncW Emerologìo di gnareil luogodella sua sepoltura, raccon-
Ho/un, iì'i 5 luglio, giorno in cui se ne ce- ta che il corpo suo fu arso nel Sepolcro a
lebra la ft'stiì. Si ba da pia tradizione, che Mausoleo d'Augusto, e ridotto in cenere
fu s. Dunosa trasportata in llotna e se- non ne rimase una bricciola, il che ripe-
polta nella casa ove nacque nel rione di tei a'suoi luoghi. Aggiimge Nibby, opina-
Trastevere, nella via che poi prese il suq re che il monumento piuttostoche appar-
nome dall'anlicbissima chieda che vi si e- tenere al tribuno senatore, spettasse ad un
resse sopra, precisamente fra la via della individuo della famiglia Irastiberina dei
Lungaretta e il Tevere. Questa chiesa di Renzi, che die nome ad una delle pi azze e
s. Bonosa già esisteva nel secalo XII, poi- vie di Trastevere, non lungi da quella dis.
ché è ricordata fra le chiese alle quali si Ma ria, forse perchè vi avea le sue abitazio-
distribuiva \\ presbiteriOjnGW Orcio Ror ni, famiglia che non ebbe alcuna relazione
manus di Cencio Camerario, e fu parroc- con quella del tribuno, e pare che vidimo-
chia fino a Clemente Vili, il quale l'uni l'asse per lungo lenì pò. Perciò riflelte be-
a quella della vicina Chiesa di Salva-
s. ne il eh. Pudlui, nel Dizionario etinwlo-.
tore della Corte o s. Maria della Luce giro delle strade e piazze di Ronia^ che
Minimi o Paolotti(V.)j\\
(/^.)de'religiosi Cola di Rienzo fu del rione Regola, ed eb-
che peròsaràavvenulo pocodopo il 600, 1 be l'abitazione incontro la chiesa di s. Ma-
poiché Panciroli che in tale anno pubbli-
il ria Egiziaca, già tempio pagano, che io
cò / Tesori nascosti di Romciy dice che descrissi nel voi, LXXllI, p. 3o3. Per le
le due chiese ciascuna era parrocchia se- vicende politiche de'primi anni del secolo
parata. La chiesa fu concessa ^\V Univer- corrente, il sagro corpo di s. Donosa fu tol-
sità artistica, de calzolai (P^.), il cui sq* to dalla chiesa, tenjendoseue la profana-
dalizioneli 70T la restauro e ne pose me zione, e riposto in luogo particolare, on-
gloria qpn lapide sulla porta niaggipre de il di lei cullo era andato u popò a poca
TRA TRA 177
quasi in cìimenlicanza, quando Dìo dispo- fieno il culto, che il popolo romano pre-
st; (li ravvivarlo a onore e piolìllo spiri- sterà a s. Bonosa vergine e martire. Il car-
tuale tli Roma. Giacendo dunque il cor- dinale nel suo fervore disse nel sagro in-
podi s. Bonosa da vari anni quasi dimen- vito." Noi bramosi di gloriHcare il Signo-
ticalo ed occulto, richiamò la pietà d'illu- re ne'suoi Santi, e nella premura che le
ne rinnovarono
stri e pii benelì«tlori,clie sagre spoglie là riposino ov'ebbero cuna,
il sontuoso ornato. Aveiìdo il cardinale come la pia tradizione ne insegna, e ri-
Odescalclii vicario di Roma dato la sua cevan perciò particolare cullo in mezzo a
chiesa alla recente confraternita fondata quel popolo, che a ragione può dirla stia,
da'ininori conventuali, sotto l'invocazio- ne faremo seguire il di voto e solenne Ira-
ne dell'Immacolata Concezione, e de'ss. sporto. Rimarrà il sagro Corpo dalla mat-
Francesco d' Asisi e Antonio di Padova, tina de'19 esposto Apollmare, nel-
in s.
giacché il sodalizio de'calzolai era passa* la quale chiesa il ponlilìcio seminario ro-
to nella chiesa di s. Salvatore a PoiiicRot' mano presterà un servizio solenne nella
lo; i superiori della confraternita, nuo- messa. Nelle ore pomeridiane poi si riu-
vi proprietari della chiesa, fecero istanza nirà in della chiesa nominala confra- la
che nelle ore pomeridiane della domeni- marrà solennemente esposto per 3 gior-
ca 1 1) dello stesso mese ne sarebbe fatta la ni consecutivi, onde dare il divolo cara*
traslazione solenne dalla chiesa di s. Apol- pò alla pietà de'fedeli di rendergli omag-
linare del seminario «ornano, a quella de- gio e venerazione". Così prediS[)osto il lut-
dicala a s. Bonosa in Trastevere; pubbli- to, nella mattina indicala si Uovo esposto
cando ancora che il Papa si era degnato il sagro Corpo in s. Apollinare, maestosa-
di accordare l'indulgenza plenaria, a chi mente collocato su quell'ara maggiore,
confessato e comunicato l'avesse visitata cui facevano ornato e la copia de' lumi
o in s. Apollinare, o ne'3 giorni consecu- e la preziosità degli addobbi. All'ora op-
tivi al trasporto, o avesse acccnnpagnato portuna dal seminario romano fu canta-
O seguito la processione pregando ili vola- ta la messa solenne, cui prestò assislenza
tnente pe'bisogni spirituali elctnporali di il cardinal Odescalchi: alte ore u 1 poi fu
S. Chiesa; concessione accordala da Gie- intuonalo il vespero, cui intervennero an-
gorio XVI, come zelante dell'onore che che gli altri cardinali romani, e (pielli a-
Vendesi all'Altissimo in cpielto che si pre- scrini alla confi alernila, nonché la roma-
Ha acauli, e a rendete sempi<; più più- na puliiluiu uppusilumcule iuvilulu; v)
178 TRA TRA
assisferono ancora dall'altro Iato del coro nivano tutta la processione.Giunla la s.ur-
iconservatori del popolo romano col prio- n\ sulla piazza delia chiesa della Santa,fa
re de'caporioni. Terminalo il vespero, si salutata da alcime batterie, e quindi en-
die principio al di volo e maestoso traspor- trata nella medesima e collocata sul suo
to. Precedeva la processione un picchetto altare venne inluonata da' cantori l'ari-
di dragoni, seguito da un plotone di gra- ti fona: Feni Sponsa Chris ti, ec. Dopo di
natieri pontilicii, quindi le tronibedel po- che, incensate le sagre spoglie, si die ter-
polo romano, ed i servitori de' cardinali mine per quel giorno alla divola e solen-
addetti alla confraternita con torcieacce- ne funzione. Le Iroaibe del senato e due
se; procedeva poi la confraternita colle sue bandeframmischiate nella processioneaU
insegne e bandiere. La seguivano, prece- ternavano co'loro musicati concerti i sa-
duti dal loro stendardo, i religiosi france- gri cantici e gl'inni festosi, il popolo ro-
scani conventuali , come quelli da cui il mano penetralo da questa divota pompa,
sodalizio conosce la sua fondazione. Si ve- che potè dirsi tutta sua, contribuì dal suo
deva poscia la croce del clero, precedu- canto a decorarla e abbellirla, poiché per
ta dalla bandiera del popolo romano, ap- lutto il lungo stradale che percor^se, si vi-
presso il pontificio seminario romano, e de un continuo ornato di arazzi e di drap-
molti ecclesiastici tratti dalla loro divozio- pi a'balconi e alle logge, e per ogni dove
ne, tutti con face accesa in mano: chiu- si trovò affollata la popolazione in un mo-
devailcleroin abiti ponlifìoali mg/ Piat- do il più straordinario.Quello che poi com-
ti vicegerenle di Roma
e patriarca d'An- pì la comune esultanza e formò la gene-
da ministri due par-
liochia,a cui fjcevano rale edificazione si fu, che tutta questa
rocbi. Ecco in seguito il maestoso con- calca di popolo concorsavi, unì alla pie-
voglio, che formava veramente il trionfo tosa curiosità il più religioso contegno, e
dell'illustre verginee martire, cui piacque niente accadde che potesse nella minima
al Signore di glorificare con nuovo ono- parte turbare il buon ordine e la pub-
re dopo 5 secoli, da che per la fe-
olirei blica quiete. iVe'3 giorni consecutivi al tra-
de riportato aveva la più luminosa vit- sporto, si celebrò nella chiesi di s. Bono-
toria sotto l'impero d'Aureliano. Vedo- sa,vagamente ad iobb ita, un solenne tri-
vasi sopra vaga e maestosa macchina col- duo, e concorsero a decorarne la pompa
locata l'urna, che racchiudeva le lumino- non solo un continuo alfollamento di fe-
se sue spoglie; era questa sorretta e por- deli, che vi si portarono a visitarla, ma
tala da 8 de'divoti da 4 dia-
confi-atelli e l'uitervento bcm anco di molti ragguar-
coni in dalm ilica: 4 vescovi in abiti pon- devoli ecclesiastici che vi si recarono ad
tificali tenevano le fimbrie del sagro am- offrirvi il divin sagrifizio. Il ihì qui nar-
manto, ed i conservatori del popolo ro- rato, con «naggior dettaglio lo trattano i
tanto distinsero questa umile verginella di 9 antimeridiane colla messa dello Spirito
Gesù Cristo. Wello stesso tempo il vesco- synlo Ietta nella chiesa di s. Maria pres-
vo invitò in Asisi (di cui riparlai a Pa- so l'episcopio dall'arcivescovo di Spoleto;
lazzo APOSTOLICO D* Asisi e altrove) mg/ dopo la quale tutte le persone che dovea-
Girolamo d'Andrea arcivescovo di Meli- no prendere parte alla funzione, s'incam-
tene e commissario pontificio straordina- minarono processiona Imente sotto laCro-
rio dell'Ombria e Sabina, ora cardinale, ce verso la chiesa di s.Chiara,cantat)do il
ed i vescovi più vicini ad assistere alia so V^eni Creator Spiritus^ i cui versetti era-
lenneceremonia, principalmente l'arcive- noalternati dal suono della banda musica-
scovo di Spoleto eil vescovo di Perugia. le. Appena la processione giunse nel sagro
11 eh. oratore d. Domenico
Zanelli (che tempio, i vescovi per una scala fatta in-
poi pubblicò Relazione stori-
la qìuòaìq. nanzi all'altare maggiore, nel luogo ove
ca^ che ricordai a Porziuncol a, insieme si praticò lo scavo, discesero nel cunico-
all'eloquente e dotta y^//ocMZ70«e pronun- lo, e alla presenza del cancelliere, di due
ziata dall'ottimo vescovod'Asisi)oe'giorui notari e di vari testimoni, riconosciuta la
i5, i6e 17 settembre celebrò le gesta del- cassa, ordinarono che fossero segate le
la serafica eroina, con facondia e lodi pa- grosse fasce di ferro che la cingevano alle
ri al profitto spirituale del popolo accor- dueestremità.II che fatto sollecitamente sì
so in gran folla a udire i suoi ragionamen- passò al taglio delle 8 grossissime grappe,
ti. Compito il triduo , fu dato piincipio che tenevano vincolalo il coperchio. Così
allo scavo, sapendosi per le antiche cro- sciolti tutti i legami, gli artisti s'accinse-
mise che scendessero a visitare la tomba no estremo del mondo le avesse scosse il
della loro fondatrice anche le monache, suono dell'angeliche trombe. Ma lo zelo
alle quali appartiene la chiesa, e che tri- e la pietà esemplare del vescovo d' Asi-
pudiarono di santa gioia «Ila vista di sì si, non che la cooperazione d'altre rispet-
prezioso deposito. La santa fu trovala col tabili persone le tolsero da quel sotterra-
capo leggermente inchinato, volto verso neo, e le restituirouoalla luce del sole, ed
i'altare, con la sinistra posata sul petto, agli omaggi de'concilladini e del mondo
e la destra distesa. Una corona d'alloro, cattolico ; e siccome Asisi fece gran lesta
le cui foglie erano intatte e odorose, ed per l'invenzione del corpo del patriarca
aveano il naturale colore e la flessibilità s. Francesco, così meritamente esultò per
della foglia di recente disseccata, cinge- lo scoprimento del corpo di s. Chiara; giac-
va il virginale suo capo, e nella destra si ché ambedue rendono illustre quella cit-
vedevano gli steli iW/iorì cUe le furono tà del Subasio. Compiute le ceremonie
posti in niano, quasi a simboleggiare la che ebbe«o luogo dopo il fortunato ritro-
virtù di che in vita fu adorna. Nessun tu- vamento del corpo di s. Chiara, i prela-
bo con entro pergamena si trovò, nessu- ti lasciarono tulli Asisi. Quindi il vesco-
na medaglia, che indichi l'epoca, nessuna vo diocesano rng.' Landi-Villori, con bre-
cifra ed eudjlema: nondiuieno è cosa cer- ve notificazione annunciò a'suoi fedeli sì
tissima esser quello il corpo di s. Chiara, fausto avvenimento, e la solenne proces-
perchè si hanno documenti storici con- sione che avrebbe avuto luogo domenica
leujporaneied autentici, che fanno cono- 28 settembre, onde portare in trionfo per
scere essere stala quivi collocata per di- la città le sagre spoglie della vergine se-
sposizione di Papa Alessandro IV, il qua- rafica.E nello stesso tempo ordinava che
le ne affidava l' incarico con lettera del un triduo solenne fosse futlo in rendimen-
1*260 a' vescovi d' Asisi, di Spoleto e di to di grazie a Dio, nella slessa chiesa di
l'erugia, e la tradizione costante ritene- s. Chiara 26, 27 e 28 settembre.
ne'gioriii
va che in quello stesso luogo in cui Ritro- L'encomialo Domenico Zanelli fu nuo-
d.
vato fosse stato ab antico seppellito il ca- vamente dal vescovo pregalo a sermona-
davere della santa. Compiuto il legale ri- re in que'giorni, e condiscendendo al gen-
conoscioiento, fu dall'arcivescovodi Spo- tile invilo. Io fece con quella valentia e
leto inluonalo il Te Deum in rendimen- con quella stessa ammirazione e fruito
to di grazie all'Altissimo, per essersi tolto ricavalo nel .''triduo. Intanto
i la grata no-
dall' oscurità della tomba il corpo di Lei, tizia dello scoprimento del corpo di s.
che vivente aveva già illustralo il mon- Chiara si era sparsa nelle vicine città e
do collo splendore della sanlilà sua. Ap- borgate; e l'arcivescovo di Spoleto, e i ve-
pena cessò la calca degli accorrenti fede- scovi di Cagli e Pergola, e di Foligno ri-
li, colla assistenza de' medici, chirurghi, tornarono in Asisi, per assistere alla so-
chimici ed archeologi , alla presenza di lenne processione. Questi pielali, unita-
molli leslimonifu tolto il corpo della san- mente al vescovo diocesano, alla commis-
ta dalla cassa di travertino, la cui mole sione municipale e a lutti i deputati, che
rendeva difficile il trasporlo, e collocalo assisteronoalloscoprimenlo del corpo del-
in un'urna a cristalli, che dipoi chiusa e la santa, la sera del giorno 28 recaronsi
sigillala da'y vescovi, fu posta sull'altare al tenipio^ e volta l'tnna dall'altare mag-
maggiore alla venerazione de'fedeli che in giore, ruppero i sigilli e l'aprirono, onde
folla accorsero qi venerare le reliquie della pomposamente vestire la serallca vergi-
vergine eroiuciireliquie che per quasi 6 se- ne. Col concorso d'alcune distinte dame
TRA TRA 181
della città fu vestita secondo il costume le confraternite laiche, che in Asisi sono
delle monnclic, di cui essa fu lu istitutri- molte. Venivano poscia gli ordini religio-
ce, colla sola dilferenza che la tonaca si si, cioè i cappuccini, i conventuali, i mi-
volle di seta, anziché di grossa lana. Il nori osservanti e riformati, quelli del ter-
capo, ^iìi coperto dal velo monacale, fu zo ordine, lutti nati dal gran s. France-
cinto da una ghirlanda di fiori artefatti, sco d'Asisi, e quindi tulli veneratori pro-
e fiori vagamente lavorati dalle monache fondi di s. Chiara. Ad e<;si tenevano die-
de'diversi chiostri d'Asisi furono disposti tro il seminario, i parrochi urbani e il ca-
qua e ìli entro l'urna. Solo furono lascia- pitolo in pianeta*; indi un vago drappel-
ti scoperti i piedi, le mani e In faccia, af- lo di fanciulli vestiti da angeli, e spargen-
finchè ogni curioso osservatore potesse ti per via fiori e erbe odorose. Erano que-
conoscere lo stato vero in che fu trovato sti seguiti dalla sagra urna portata sulle
quel prezioso corpo, e fu estratta una del- braccia da 4 sacerdoti in tonicella. Due
le costole, onde presentarla al sommoPon* grossi fiocchi pendevanodalla medesima,
lefice Pio IX, a cui recò somma conso- sorretti alla destra dal vescovo di Foli-
lazione il felice ritrovamento di questo gno, e alla sinistra dal vescovo di Cagli
sagro tesoro. Quando l'urna fu bene ac- e Pergola. Dietro l'urna sormontata da
comodata, nuovamente si chiuse e sug- bella corona e da ben disposte ghirlan-
gellossi; rag/ d'Andrea, non cherog."^ Pec- de, e da tutti lati fatta con cristalli, di
i
stevole de' sacri bronzi della torre di s. L'urna quasi circondata da' 3 prelati in
Chiara, a cui fecero eco tutte le campane abiti pontificali, presentava un gruppo
della città. Al tocco delle 10 l'arcivesco- maestoso; e l'incedere divoto de'sodalizi,
vo di Spoleto, accompagnalo dalla com- de' religiosi e del <jlero secolare, oltre il
missione municipale, e da alcuni canoni- corteggio delle fanciulle tutte velate, for-
ci, recossi vestito di rocclu:tlo e mantel- mò uno degli spettacoli più commoven- 1
letla alla chiesa di s.Chiara per pontifi- Un drappello di soldati austriaci chiu-
ti.
carvila messa, alla quale assistettero, cia- deva l'imponente convoglio,e servì a fre-
scuno in posto distinto, alla destra del tro- nar la folla, che minacciava od ogni mo-
no i vescovi d'Asisi, di Cagli e Pergola, e mento d'irrompere per la sua moltitudi-
di Foligno, con piviale e mitra, i cano- ne. D'ogni parte era accorso il popolo; le
nici ilella cattedrale, in pianeta, tutto il vicine ville e borgate erano rimaste qua-
seminario,le autorità governative e co- si disabitate, perchè tulli erano ili in A-
munali, occupando un postoconveniente. sisi,eitlà che forse non vide niai lantoiui-
Il teuq)io era stipalo di popolo, così che menso popolo. Fu bello e comujovenle
tanta moltitudine non vi iii veduta mai. la sua pietàedivozione,recitando piamen-
L'afilucnza del popolo fu grande perchè te il rosario, che veniva intuonalo in mez-
da tutte le parti accorse genie per vede- zo albi Iljlla da'parrochi delle campagne.
re la processione. Questa ebbe comincia Uello e commovente altresì (u il vedere,
mento alle 3 pomeridiane, e fu aperlu dal- i cittadini tur piovere dalle finestre e dal-
i82 TRA T a A
le logge, la più parte ornale a festa con sarà per loro una cara memoria per tutta
damaschi e altri drappi, fiori e gliirlan- la vita. Con una illuminazione generale,
de suH'urna della santa vergine. La pio- come nella sera antecedente,terminòquel
cessione uscita dalla porta laterale di s. giorno, die gli asisani ricorderanno con
Chiara entrò nella calledrale dis-Rufllno, somma compiacenza, e lo faranno cono-
perchè in essa la serafica donna avea ri- scere a'più tardi nipoti. Con queste paro-
cevute l'acque battesimali; indi mano ma- le termina la relazione di questa solenne
no sofFei mossi dinanzi a tutti monasteri, i traslazione riportata ne'n.' 23o e 24 idei
ove fu introdotta la sagra urna, arfiiichè Giornale di Roma deh 8 5o. Nel ponti-
le religiose potessero baciarla, e veder le ficalo di Gregorio XVI a*20 aprile i844i
reliquie di colei, che colia loro vita pura fu trovato nel CimitenotW s. Ciriaca, pres-
e ritirata piendeano a sanlaujente imi- so il campo Varano e la pa-
e cimiterio
tare. Le pie monache con un' eleganza triarcale basilica di s. Lorenzo (de'quali
singolare aveano ornato il limitare della luoghi riparlai nel voi. LKXV, p. 2 14 e
loro clausiu'a, il luogo in cui per al(|uaj»- 22 5), il corpo
Viviana «narlire, con
di s.
ti minuti dovea arrestarsi la sagra spoglia, l'aaìpolla del sangue e l'iscrizione: Bibia-
la quale fu portata anche nella basilica di na. Q. vix. ann. xxii. Forse la santa ri-
s. Francesco. Durante la processione le cevè il martirio durante la persecuzione
campane di tutte le torri suonavano a fe- di Valeriano e Gallieno del 260. Il be-
sta, e il fragor de'mortari annunziava ai neficiato della patriarcale basilica Libe-
lontani il trionfo che porgevano gli asi- riana d.Ariodanle Ciccolini di Ilotella (la
sani alle reli(|uie della santa loro concit- qual famiglia vanta diversi illustri e co-
cipale, e del cancelliere che ne fece l'alto, r ottenne per la sua patria dal cardinal
consegnata alle monache,chein ginocchio Patrizi vicario di Roma, ed a proprie
rallendevano sul limitare della clausura, spese lo fece nobihnente vestire e col-
e fu collocata dinanzi all' immagine del locare in elegante urna; quindi lo donò
Crocefisso dipinto sulle tavole, e che la pia alla chiesa di s. Maria delta dell'Icone a
tradizione vuole parlasse a s. Francesco pie del Monte di Rotella, già dalla pietà
ancor giovane. Essa può essere comoda- del sacerdote arricchita d'altre 1780 re-
mente veduta da chiunque, mediante liquie, e di molte indulgenze ottenute dal
l'ampia ferriata, che giace dietro l'aliare Papa Pio IX, e per lui aggregata alla sua
che dal Crocefisso prende nome. Final- basilica Liberiana ( della quale essendo
mente riuscì tenero oltremodo il vedere, sagrestano, con sacerdotale coraggio pre-
cessata !a calca, le flinciulle che aveano servò dall' insaziabile ingordigia de'rivol-
accompagnato ilconvo^glio, prostrarsi sul losi repubblicani dell 849, »nolti e preziosi
limitare della clausura,e consegnare a due sagri arredi della medesima, especialmen-
a due alla badessa del chiostro la cande- te las. Culla di Gesù Cristo, ch'egli nasco-
lanon mai accesa e il giglio che portava- se; ciò che accennai nel voi. LXXV, p.
no insieme ad altri fiori, perchè fosse de- 63, mentre nel vol.LXXlV,p. 28, riparlai
posto sull'urna di s. Chiara. Era quello di sì insigne reliquia).! corpo di s. Vi viana
1
ilsimbulo della purità: era un dono che in Rotella fu ricevuto nel i85i con indi-
pudiche fluiciulle facevano al modello cibile giubilo religioso dal popolo rotei
delle vergini, a s.Chiara; e forse quel dono lese, e il suo ingresso venne eseguito con
TR A T R A 83
islraortlinnria pooìpa. Dopo la traslazio- guardevole terra, sorge alle falde del mon-
ne per la i .*volla fu decorosamente espo- te dell'Ascensione ossia di Polesso. Dicesi
sto a'28 settembre alla pubblica venera- fondata da Rolilio cittadino romano do-
zione, nell'insigne colle«;inla Maria tli s. po le guerre civili Ira Cesare e Pompeo,
e s. Lorenzo (con capitelo. composto del- che le die il proprio nome, che poi de-
la dignità del priore e di 9 canonici, uno generò nell'attuale. E' tradizione che s.
ile' quali teologo, ed i primi 5 con cura Emilio i." vescovo d'Ascoli vi predicasse
«l'anime; lutti godendo l'uso, secondo le r evangelo. Vi si stabilirono monaci di i
stagioni, dell'insegne corali della fascia ne- s.Antonio nel monastero di s. Lorenzo,
ra, di colta e roci hello, di mozzella di se« che neirVIll secolo fu ceduto all'abba-
la paonazza, e dell'almuzia), chiesa ma- zia di Farfi , e ad essi appartenne il ca-
gni(jcau)enle addobbata : si celebrò mes- stello, con esercitarvi giurisdizione (|uasi
sa solenne cantata in musica, m///w* Mar- vescovile, e perciò considerata terra nul-
tyriSy non Firginis, per quella circo- lius dioecesis , non che la giurisdizione
stanza e per V anniversario della trasla- civile e criminale; per cui i rotellesi non
zione in perpetuo concessa dalla s. con- furono di frequente esposti alle guerre ci-
gregazione de' riti. Dopo il vespero fu il vili, né involti nelle ribellioni alla s. Sq-
sagro corpo collocato su carro trionfide, de come lauti altri vicini paesi; però non
adornato de'4 seguenti distici in lode di mancaronoavvenimcntie falli d'armi che
s. Viviana, e dichiaranti quel tanto che la danneggiarono. La loro fedelià fa en-
si poteva sapere di lei: °Ex cryptis pro- i coniiata da iNicolò IV che ad essi concesse
die ns Urbis Viviana relietis - Ex Patro- privilegi e l'elezione del podestà ed olìlcia-
na tihi^plaude^ Rotella venit. 1.^ Bis Vi- li, confermati da altri Papi e da Sisto V.
viana deceni atque diios j'ani duxerat Nel territorio esistendo la rocca di Rove-
annos-Dum ChrisliMartyr pnlehra tro- tino, sene impadronirono i Varani, la le-
phaea tidit. 3.° Quis vitani tihi adeniit sero inespugnabile, e quindi vessati da es-
trux P'iviana tyrannus? - Nos latet; in- si i rotellesi, questi avendo ricorso al se-
fensus sed fidei ipsefuit. 4." Prodi tur ex nato ascolano, furono difesi anco colla co-
informi calce et nonien etaelas-Mar- slruzione del cassero in Rotella. La roc-
tyrii ex phiala darà q uè signa patent. ca passò poi in potere di Gualtieri d'A«
Così fra la divota e tripudianle popola- scoli, ed Eugenio IV la concesse a' ro-
sario in perpetuo, per concessione del Pa- mento ha un considerevole monte fru-
pa Pio IX. D'allora in poi i rotellesi giu- mentario. Ora lermineiògli esempi del-
stamente hanno riguardato s. Viviana Re-
le tdli«ne solenni traslazioni delle ss.
qual nuova comproteltiice, e ne esperi liquie, Teudosia
con narrare quella ili s.
vanzi di qualche invitto eroe della fede, li, e rese grazie al cardinale per aver ot-
come dono prezioso a quelle coni ratle,lut- tenuto nel recarsi a Roma un tanto teso-
tochè sieno stati accolli con segni di gioia ro; ed il cardinale espresse a tutta l'as-
e di venerazione, forse mai non si vide semblea il conlento di trovarsi alla gran
COSI sontuosa magnificenza, onde pero^ni L'urna nella quale posavano le re-
festa.
pai te andò distinta la traslazione delle re- liquie della santa, essendo stata collocata
liquie dell' inclita eroina Teudosia. Nel sopra un tavolato dinanzi al vescovo, ven-
quale avvenimento ancora, appare una ne aperta, col taglio del cordone di seta
ulteriore e specialissima disposizione di rossa che la chiudeva con molti sigilli; e
provvidenza cui sia piaciuto che laFran- le sagre spoglie furono presentale alPa vi-
cia alto dichiarasse a se slessa e al mondo, sta de'ciltadmi avidi di contemplarle , e
da quanto forte sentimento religioso ella fu fatta baciar l'ampolla della martire, tin-
è avvivata, come celebrai in più luoghi, ta di sangue, come altri oggetti di divozio-
e per ultimo a Tolosa e TouRS. Questa ne. Fu esposto alla pubblica vista il niar-
pompa divota ha l'impronto d'una sto- mo su cui è scritto il non>e della santa e
rica importanza. Imperocché lutti ammi- la patria, Nata Amhiana ossia in Amie«is.
rarono con edificazione, conunossa l'inte- Dopo circa un'ora occupata a contempla-
ra celebre e illustre città d* Amiens, co- re le venerande reliquie, fu chiuda nuo-
meehè divotamenle esultante. Amiens vamente l'urna, e partili i prelati, fu espo-
tutta intera in tale giorno fu trasformata sta alla pubblica venerazione nella chie-
in un tempio per lo zelo de'divoti suoi fi- sa di s. Achoul, sulla tomba di s. Firmi-
gli. In lei convejme un popolo immen- no. Nella sera una deputazione del cle-
so dulie più rimote contrade della Fran- ro di tutta la diocesi si presentò all'epi-
cia stessa, del Belgio e dall'I uiiihilterra, fra scopio per offrirea rag.'deSalinis un pasto-
cui 27 vescovi oltre il diocesuiìo, e fra di rale d'iugento: essa fu ricevuta alla pre-
essi 3 caldi nali arcivescovi ed altri 6 arci- senza de'cardinali, degli arcivescovi e ve-
vescovi accompagnarono nella processio- scovi, e di moltissimi invitati, sacerdoti e
ne l'urna della santa. In Amiens l'i i ot- laici che ingombravano le sale del vesco-
tobre 853 in una delle sale della casa di
1 vato. In tale occasione il parroco decano
s. Achoul ebbe luo"0 il solenne ricono-
o di s. Remigio a nome de'suoi confratelli
scirnento delle reliq^uie di s. Teudosia, alla tenne un discorso al vescovo, che tosto ri-
Salinis vescovo d'Amiens, di mg."^ Pie ve- coatliuvava nel ministero a lui affidato.
scovo di Poitiersedi molli altri prelati, Nel dì seguente tutta la città fu in festa,
del capitolo di Nostra Donna, e di un gran- un'immensa folla riboccava per le strade,
de numero di ecclesiastici. F'urono pro- ma una grande agitazione dominava gli
nunziati due discorsi, unodall'ab. Gravai animi a cagione delia continua pioggia.
tlecano di Picquigny deputato del clero, Nondimeno da tutte le parti arrivava gen-
l'allro del conte di Escolapier deputato te in Amiens, e si andava dicendo: s. Teo-
de'fèdeli percondurredaParigi adAmiens dosia farà venire il sole. E tanta fiducia
le preziose reliquie. A questi discorsi ri- non andò delusa; cessò la pioggia, e così
spose mg.' de Salinis in modo il più ono- potè stabilirsi una ben ordinata proces-
revole: dopo aver lodalo i due deputati sione. I cardinali accorsi a questa gran fé-
TRA TRA i85
sia fiii'ono Wiseman arcivescovo di West- Anna : S. Teodosia proteggeteci. Alla
iDiiisler, Gousset arcivescovo di Reims, e porta di Noyon sorgeva un arco trionfa-
Aldi lol arcivescovo di Tours; v'mterven- le a 3 aperture; e uu altro grandioso ar-
iicro ancora gli arciveSi;ovi di Dublino, co golicoiimalzavasi sulla piazzaPerigord,
di Tuaoijdi Bogola, di vSens, di Canil)ray con epigrafe allusiva alla santa. Una so-
e d» Habilonia; ed i vescovi di Le Maus, la idea richiamava quel pomposo adorna-
di Soi.ssonSjdi Beanvais, di Arras, di Poi- re della città, l'idea di rendere ouiaggio al-
lieis, d'Angouléine, di Versailles, di Bru- la martire Teodosia, alla santa d'Amiens.
ges, di Gand, di Tonriiay, di Namur, di Obelischi e altri archi vedevansi sulla via
lonpe, i vescovi vicari apostolici di Taiti trove. La cattedrale era ornata con una
e di Siam, finalmente nig.r Oiipucli già ricchezza e varietà la più grande; dovun-
vescovo d'Algeri, il vescovo Andres(oAn- que poi emblemi della santa, conside-
gers?) e quello d'Amiens, non che mg/ rata come martire. Le processioni che do-
Settimio AL" Vecchiotti incaricato inte- veano comporre il corteggio, comincia-
rino d'affari della Sede a Parigi, e ora
s. rono a riunirsi verso il seminario sul mez-
intcniuiizio apostolico all'Aia. L'impera- zodì , e circa alle due ebbe principio la
tore Napoleone III e Timperalrice Euge- processione. Un plotone di cavalleria e
nia doveano recarsi daCompiegne alla tra- un distaccamento di linea apriva il cor-
slazione delle reliquie di s. Teodosia, ma teggio; venivano poi una dopo l'altra le
a cagione d'una riunione del consiglio dei processioni delle parrocchie, formate di
ministri non poterono il giornoi2 lascia- fanciulli cogli stendardi, di ecclesiastici ed
re Parigi, che dopo il mezzodì. L'impe- altre persone. La processione del capito-
ratore non volle però lasciar passare que- lo si compose della banda municipale e
sta ci« costanza senza dar nuovo pegno di della militare, delle religiose del Sagro
stima a mg/ Salinise all'abbate Gerbert Cuor di Maria, della Speranza, dell'Im-
autore della Relazione su s. Teodosia ,
macolata Concezione, delle sorelle della
creandoli il i.°u(ficiale, il 2." cavaliere del- Provvidenza e delle figlie della Carità, ia
la legione d'onore. Amiens il 12 ottobre numero d'8o e più. La vista di queste pie
fu tutto in festa; da ogni parte arrivava religiose, tutte consagrale alla cura degli
gente e in carrozza e per la ferrovia. Le infermi o all' educazione della gioventù,
strade ove passar dovea la processione e- eccitava un divotoraccogrimento;esseera-
rano adornate con pompa fino dal 1. "mat- no seguite da'fratelli delle scuole cristia-
tino; la cappella del gran seminario pre- ne, da'sejninaristi, da'sacerdoti estradio-
sentava un imponente aspetto, e altret- cesani, da'francescani, da'preti dello Spi-
tanto la chiesa per la ricchezza e magni- rito santo, da'gesuiti e da'Iazzaristi. Indi
ficenza degli addobbi e la quantità de'ce- venivano canonici e i i vicari generali del-
ri. Pressoché in faccia alla chiesa di s. An- le diocesi straniere, e finalmente il capi-
na, la cui facciata era tutta coperta di fre- tolo della cattedrale. Giovanetti di trup-
gi e ghirlande, facevano capo due strade pa in uniforme portavano la statua di s.
destinate a ricevere le fanciulle vestite di Domizio canonico d'Amiens, seguita da
bianco, che gettavano fiori sul passaggio una bella cassa del secolo Xlll, che rac-
della processione , e alcune vestite alla chiudeva le reliquie di s. Firmino mar-
foggia d' angeli mostravano 1* epigrafi : tire, ed il marmo del sepolcro di s. Teo-
linee est qune venìt de trihulatione ma' dosia. Qui cominciava la scorta d'onore
glia- [ileo coronala palinani possidet; della processione, composta di guardia na-
e molte altre tolte dalle divine scritture, zionale e di truppa di linea. Da ultimo se-
leggendosi sulla ficciula della chiesa di s. guiva il uiaguiilco carro di voto, che poi-
VCL. LXXIX. i3
i86 TUA T R A
tova le preziose reliquie di s. Teotlosia. 1 85^3, coll'autorità del pregevole Univers
Questo cai IO presentava un zoccolo olla- riporta la descrizione della traslazione e
gono , tlove leggevasi nomi ti e' vescovi i festeggiamenti di s. Teodosia in Amiens,
d'Aniiens, e sul davanti l'epigrafe della a p. 948, 9^T», g "7, mentre a p. i o 4, ci
1
santa; al di sopra 2 statue rappresentan-i die parte de'discorsi del cardinal Wise-
ti i principali santi della diocesi, compre- man e di mg/ Pie vescovo di Poitiers.
savi Teodosia colla sua epigrafe a pie-
s. Dairepitalfio trovalo col corpo di s. Teo-
di: più in allo un edifizio di stile moresco dosia o Teudosia, nella catacombe o ci-
ro il prefello della Somme, gran numero a cui essa riuscì, con formarlo un cristiaJ*
di funzionari e di uHìciali militari in uni- no, afa» dividere la sua fede, e in tal mo-
forme. Alle 3 e un quarto la processione do pieparargli un posto presso di lei co-
giunse alle porte della cattedrale, e m)po me nel sepolcro. La santa per origine del-
un'ora vi pervenne il corpo di s. Teodo- la Gallia Belgica, peri5oo anni cittadi-
sia, che fu deposto nel santuario: dopo il na romana, d'ora innanzi è francese per
canto del TcDcuiìiyW cardinal Wiseman la tomba, cominciando una vita novella.
tenne un discorso che fu ascoltato col mag- Non dal sorprendente assieme delle feste
giore raccoglimento. Alla sera la cillà fu d'Amiens per la celebrata traslazione de-
tutta illuminata, e diede grandi provedel- livò il maggior pregio dell'augusta fun-
la fede ardente de'suoi abitanti. Sulla fac- zione ,
poiché il culto cattolico se vuole
ciala delle dame
Cuore legge- del Sagro l'eslerna manifestazione, quasi anima e
vasi circondala da mille lumi l'epìgrafe: vita richiede l'interno sentimento del cuo-
Amieiis le ha dato la cullai Roma il se- re. E questo fu il più brillante lustro di
polcro, e il Cielo il trono. Nei 2.° gior- quella festa, in cui migliaia di fervidi cre-
no del triduo altro discorso pronunziò il denti piegando il ginocchio innanzi alle
vescovo di Poitiers. Ambedue i discorsi, reliquie di s. Teodosia fecero una prote-
dotti,eloquenlissimi e pieni di sagra unzio- sta di fede, si animarono alla fiducia nel-
i)e,li pubblicarono ^WJnnali delle acieii' la protezione del cielo , e si avvivarono
ze religiose, serie 2.", t. 1 i, p. 222, nel colla santa fiamuia della carità. Amiens
descrivere la festa di s. Teudosia e io spi- in questa traslazione presentò la fisono-
rilo religioso in Francia: non riprodus- mia d'una cillà eminentemente cattoli-
sero il 3.° discorso, perchè furono pubbli- ca e religiosa, (juando sospeso ogni ne-
cati de'biaui. li Gionude di lioina del gozio, dimeuticalu ogni ullro, fu tutta iu-
TRA TRA 187
trsn n prcst.ue omaggio alla fortunata e Nella trattazione delle reliquie de'santi
rì(Miporal.i cou(.iltailina,e quasi volle ili- si deve osservare quanto dice il Lamber
chinraiedi contenere in se spii ilo bastan- lini:Carpava eoriwì, et insi^nìa eoruni
te a ritjnovare col superno aiuto le glo- rclìcjuiae non possunt Iransferri de ci-
rie per le quali s. Teoilosiala rendeva co- vitatc in civili/ tcniy nec de ecclesia ad ec-
ttilo onorata. Or quanto opportuno sia clesiam inconsulta Sede apostolica. An-
s»ato alla Francia il dare questa solenne che l'ab. Diclich, nel Dizionario sacro-
inanifesfazione del suo sentimento reli- liturgico, iWMiivIe non essere di scandalo
gioso si par chiiiro dalla necessità di can- nella chiesa cattolica, se si dica che si tro-
ctdlare la memoria de'suoi turpi Iravia- va in più chiese corpo d'un santo, poi-
il
ntenli, e vincere le influenze tuttora po- ché (juando vi è una reliquia insigne e
tentid'uno spirilo il religioso. Gillando non piccola è costume di chiamarlo cor-
un rapido sguardo sul stio passalo, vedia- po, e non una parte di esso. Indi sulle
mo da quasi un secolo come fu minac- traslazioni riporta le seguenti rubriche,
ciala nel suo seno l'esistenza della religio- e quanto si praticò in Roma l'i noven»- 1
ne cattolica, e quante armi si adoperaro- bre 1626 nelle traslazioni delle ss. reli-
no, quante servissero ad estinguere ogni quie di s. Bibiana vergine e martire, dal-
principio da cui ne derivava 1' organa- la basilica Liberiana alla sua chiesa, de-
mento vitale. L'ir>tru7Ìone fu resa paga- dicata e restaurata da Urbano Vili. Nel
na, le verità della fede lasciate in oblio, 1627 fu stampala in Roma: La vita di
l'osservanza de'precelli tenuta in conto di s. Bibiana vergine e martire romana al-
pregherà un poco; indi stando in piedi, croce e gli altri due innanzi alle reliquie.
ipiporrà de more colla benedizione l'in- Frattanto il suddiacono colla croce e ce- i
tenso nel turibolo, e slaj»do^ure in pie- roferari staranno nel mezzo, e quelli che
di le incenserà 3 vol>e, fatta già innanzi saranno destinati precederanno il baldac-
e dopo una profonda riverenza; poscia chino. Poi il celebrante inchinandosi, e
cantando inni e salmi le trasporterà al non genuflettendo, incenserà le reliquie,
luogo apparecchialo per esse, cantando come sopvà,trìplicì diictii. Intanto si can-
prima l'antifona col versetto e orazione terà in coro l'antifona conveniente, e un
conveniente. Ivi poi il clero a vicenda fa- poco prima si distribuiranno i cerei acce-
rà orazione notte e giorno, sinché con si. Poscia s' incomincierà la processione
solenne rito vengano trasferite al luogo in questo modo. Precederanno innanzi
destinato. Nel giorno seguente si canterà alla croce due mazzieri, che la dirigeran-
'
messa solenne del santo o de'santi, di cui no, vestili di veste talare, portando nel-
sono le reliquie, fra la quale immediata- le loro mani uu bastone adornato d'oro,
mente dopo l'evangelo o dopo la messa, del colore al santo conveniente. Indi ver-
se non si possa fare altrimenti, si terrà ranno suonatori,
i se vi siano, poi tutte le
panegirica lode sopra i di lui meriti, on- confraternite, secondo il loro ordine. Se-
de eccitare il popolo a venerarlo. Finita guiranno poi il turiferario, il suddiaco-
la messa, si farà la processione, purché no colla croce, ceroferari, ed il clero per*
i
per una giusta e ragionevole causa non ordine, tutti col capo scoperto, per quan-
sirimetta dopo vesperi ; compiuta la
i to sia possibile. Converrebbe che le dette
quale s'esporranno esse reliquie sopra l'al- sagre reliquie si portassero da' vescovi, se
iare ad adorarsi per tutto il giorno, e ver- vi siano, o dagli abbati parati^ o eziandio
so il tramontar del sole si chiuderanno da'cardinali: ciò che santamente leggia-
consicurechiavi;edioiòsi farà istromen- mo fatto dal cardinale s. Carlo Borromeo
lo per mezzo di pubblico notaio, e spe- nella traslazione di s. Simplicio vescovo
cialmente per mezzo del segretario del di Milano suo predecessore. Se poi non
vescovo. Innanzi i vesperi, o prima della vi siano sì portino ahneno da' sacerdoti
messa, se si faccia la processione imme- vestiti di pivialesoltobaldacchino. Se poi
diatamente dopo di essa, si apparecchie- fosse questa un'insigne reliquia rinchiu-
ranno: una croce processionale; due can- sa in un vaso soltanto, come una parti-
dellieri pe'ceroferari; due o tre turiboli; cella della ss. Croce, o il capo o il braccio,
i paramenti pel celebrante, pe'sagri mi- ovvero qualche altra parte del corpo di
nistri e altri sacerdoti, e il baldacchino, un santo, allora si dovrà portare, se sia
lutto del colore conveniente ; il vessillo possibile, dal superiore parato. Innanzi
in cui vi sìa dipinta l'immagine del santo poi alle sagre reliquie si porteranno mu- i
o de'sar)ti, de'quali sono le dette sagre re- sici, sempre vestiti di cotta, cantando le
liquie; le lorcie ed i cerei iu numero sudi- lilauie, collie sopra, e raulifoue desuala
TR A TRA 189
dal Pontifìcnle romano o cìal Breviario o quarte e seste, perchè in questi giorni era
dal UUuale. Ma fra' delti musici si por- maggiore il concorso della gente a'divini
lerannodiie turiferari, che incenseranno uflici.Che ebbe il nome di Tratto dai ver-
continuamente le sacre reliquie. Quando bo latino Trailo, perchè si prolunga la
DI. La traslazione solenne dello Stendar- Celestino I Papa del ^i3, o il successore
do de' nuovi santi canonizzati, dalla ba- s. Gelasio I del 49^« H Butler nelle Fe-
silicaVaticana alle loro chiese, la descrissi ste mobili, nel trattato delle Domeni-
colle ceremonie e processione nel ricor- che tra l'Epifania e la Quaresima, osser-
dalo articolo. va che in quest'ultima noi ci diamo allo
si recitano nella Messa dopo V Epistola^ quale ci eccita laChiesa colle sue preghie-
o si cantano dopo il Graduale da uno re e ceremonie che ispirano sentimenti di
o due cantori, a'quali non risponde il co- tristezza. Soppresso V Alleluja, in luogo
ro, nella messa de'morli e in quelle do- de'verselti coW Alleluja, che precedono
po la Scttua^esiiìia(r .), 11 Durando lib. Tevangelo alla messa, essa canta il Trat-
4, e. 2 1, seguito da Gavanlo, Bellarmi- to: preghiera cosi detta perchè è cantata
no, Ijona,Tournely, Lambertini,ed altri da'cantori soli senza Responsorio, e sen-
liturgici e teologi, spiega l'etimologia del- za interrompìmento o mutazione di tuo-
la voce Tratto^ a traliendo; perchè tra- no. Questo tratto è composto d' un cer-
(tini, et cum asperi tate voenm, et proli- to numero di versetti convenienti ad un
xitate verhorum cani tur. 11 Magri nella tempo di penitenza. Avverte poi il But-
Not. dti'ocaholi ecclesiastici, dice che ler, che in quaresima non vi è tratto pri-
Tractus viene chiamato un cerio uiesto ma dell'evaugelo, se non ne' giorni della
canto, che si dice dopo l'episiola in luo- settimana in cui il popoloavea l'usanza
go (\e\['Àllcliija, cominciando dalla set- di raunarsi e di assistere alla messa, cioè
luagesima lino a Pasqua. Sebbene non si le domeniche, i lunedì, i mercoledì e i ve-
canti quotidianamente, ma nelle sole do- nerdì. Negli nnlichi Amboni o Pulpiti,
meniche insino alla ([uaresima, nel qual in alcime chiese, si cantava am^he il gra-
tempo si dice anche nelle ferie seconde, duale, V Alleluja il tratto delle mosse.
190 TRA TRA
Nella Rubrica geneiale ilei lìlissalc Ro- e l'altro secolare; cioè cavalli per cavab
manum è presciillo ìi trailo nella messa care e bestie da soma pe'bagagli, l'allog-
con queste paiole. « Si dice in luogo del- gio e la somministrazione di molli com-
l' A lleluja dalia Seltuagesinna fino a Pa- mestibili e altrecose, contenute nella for-
squa; in alcune ferie però non si dice, ne si mola di tali 2r<2«or/e,pubblicala da Mu-
dice nelle fèrie dalla Seltuagesima sino ratori.
alla Quaresima, quando si ripete la messa TRAU o TRAGUR, Tragurium.at-
*'
della domenica. là vescovile di Dalmazia, circolo di Spa-
TRATTORIE, TRATTATORIE ,
latro, da cui è distante circa i i leghe, e
Tracloriae, Tractaton'ae.heliere eccle- 14 da Sebenico, giace in una isolelta che
Sinodiche {V.) e vescovili, colle
siastiche, occupa l'ingresso settentrionale del canale
quali il Papa ed i metropolitani invita- del suo nome, formato dal mare Adria*
vano vescovi suiFraganei ad intervenire
i Bua, colla quale comuni-
tico, tra l'isola di
a' Sinodi (V.) o Concila (P'^.)j odi par- ca per un ponte di pietra, e la terrafer-
tecipazione tra'vescovi di affari ecclesia- ma, che vi è congiunta mediante un gran
stici. Di queste Lettere ecclesiastiche ponte di legno. E' cinta di mura e ditesa
era loro somministrato il vialico,ad esem- chiesa romana, e fra le reliquiesi venera
pio di quelle che si solevano concedere da- il corpo del suo vescovo s. Giovanni Or-
gl'imperatori. Però avverte che l'epistola sini, llcapitolosi componeva di 3 dignità,
Trattoria era diversa dalla Trattatovia, rarcidiacono,rarcipreteei! primicerio, di
poiché con questa vescovi ragguagliava-
i
9 canonici comprese le prebende teologa-
no gli altri di ciò chesi fosse fatto in qual- le e penitenziale, e di altri preti e chieri-
che negozio. Le une e le altre lettere ve- i ci addetti all' ufficiatura. Vi squo altre
scovi scrivevano in candide tavolette, o chiese, e case religiose d* ambo i sessi,
Trattorie e Trattatorie,ed il loro diverso ria alquanto malsana. Non manca di buo-
uso, la fece pure il Sarnelli nelle Lettere ni edifizi,primeggiando il palazzo pre-
ecclesiastiche \.iy\eU. i.": Delle lettere pure di antica costru-
toriale; l'episcopio
ecclesiastiche. 11 Muratori, Dissertazio- zione era rimarchevole e situalo alquan-
ni sopra le antichità italiane, dissert. to lungi dalla cattedrale, la quale fu edi-
19.", dice che il vocabolo Tra e toria, pres- ficala nel principio del VI secolo da Qiii-
so i romani e nel medio evo corrispon- rini signore di Salona. Vanta Tran non
deva all' odierno patente, lettera con si- pochi illustri, fra'quali Fantino della Val-
gillo del principe, in cui fa noia la sua le uditore di rota, gravissimo e integer-
volontà. In essa era prescritto quanto do- rimo giureconsulto, benefico col collegio
veasi contribuire a'messi regi che quali dis. Girolamo degli Schiavoni di Roma,
giudici straordinari recavansi nelle cit- del quale riparlai a Schiavonia, da Pio
tà e ne'contadi per fare giustizia, e sole- Il invialo per legalo a Giorgio Podiebra •
de'più belli ornanienli patrii, autore en- digeni in islavo dissero Troghir^ e poi
comiato della storia, De regno Dalma-' fu chiamato Trau e Tì-aii. Liberando-
tiae et CVo^^/^/V/.r, e dell'importantissima si gì' Issei nel 343 avanti l'era corrente
Monumenta historìca Tragurii. Andro- dal giogo de' Dionisii, si governarono a
nico di Trau fu giusta mente chiamalo da lepubblica e fiorirono per guerrescheiiii-
l'aolo Giovio aenmlator Ciceronis. Ora prese e per la mercatura. Seguendo Trau
conta 35oo abitanti. 1 dintorni produ- i destini d' Issa o Lissa, si unì a' roma-
cono molto vino, olio e fichi; vi si trova ni nelle guerre puniche e in quelle illi-
del marmo capace di pulitura: do una ca» riche, e poi ambedue le «ole formarono
verna naturale si trae del bitume. Si dà parie dell'impero romano, onde vi fu de-
\\ nome stesso dell'isola al principale vil- dotta in ambedue una colonia roniana,coii
laggio che ciiiamasi anco Santa Croce, e tulle le prerogative di ciltiidin.inza roma-
Mc'dinlorni si fi buona caccia di pernici. na e di sociis vertigales. Dal dominio de'
Lungo il litorulc da Trau a Salona s'in- romani, Trau pasbò a <{uellu de'greci lai.
ig2 TRA TR A
peralori; ma nel secolo V alternò In sog- T062 circn, senza interruzioni e lacune»
gezione co'gteci, e co'barbari eruli e goli, riporta la serie de' vescovi il p. Farlato,
finché da qtiesl'ullimi la liberòGiuslinia- in Episcopi Tragurienses, riproducen-
no I nel VI secolo. Ne'pri mordi del IX do la vita del dotto e santo pastore Gio-
per breve tempo fu signoreggiata da'fi an- vanni Orsini, non che la storia dell' in-
chi, indi venne ricuperata dal greco impe- venzione e traslazione del sagro suo cor-
ro, e verso il fine di detto secolo per l'im- po, con eruditissime note. In essa si ce-
prese de'potenli narentatiise ne sottrasse, lebrano le sue gloriose gesta e le precla-
e ricuperata la propria libertà, si gover- re virili di cui andò adorno, per cui u-
nò colle sue leggi eco'suoi magistrali per niversale fu il compianto in morte, aven-
4o anni ; tuttavolta poi ritornando alla do Dio o[#rato molti miracoli alla sua
greca ubbidienza. Verso il
997,0 meglio tomba , e li rinnovò nell'invenzione del
nel principio del secolo XI, Trau nel do- suo corpo. Istituì il monastero di s. Ni-
gado di Pietro Orseolo 11 con altre isole cola delle benedettine, fu congiunto in
fu ricevuta in fede e clientela dalla repub- intima amicizia col metropolita Lorenzo,
blica di Venezia. Nondimeno per un tem- ed impetrò e ottenne per Trau, dal re
po dominazione veneta fu interrotta,
la d'Ungheria Colomano, benefizi, immu-
scrivendo il Farlato: Secl post aiinum fe- nità e privilegi aniplissimi. Papa Eugenio
re triceswium adiniperiunì graecuni re- IV nel 1438 colla bolla Universis Cìiri-
dierej anno autem ejusdem saeculi se- sti, concesse indulgenze nel ili della festa
ptuagesinio iterum se Fenelis tradìde- del b. Giovanni Orsini vescovo di Trau.
runt. Anno quinto saeculi duodecimi Co- Narra il Piatti, Storia de' Pontefici Ro-
lomanus rex Hungariae Tragurium ac maw\ 1.12, p. 343, che Papa benedetto
Daini atiani Venetis eripuìtjsed post ohi- Xm Orsini, volendo promuovere al ti-
tum Colomani Dalmatiam cum Tragu- tolo di santo il b. Giovanni Orsini della
ria Jeneti recuperar unt. Exinde aeque sua famiglia, vescovo di Trau nella Dal-
Tragurium ac reliquae urhes Dalma- mazia , significò al senato di Venezia il
tiae, modo Venetis^ modo Ilungaris pa- desiderio che avea di alctuie reliquie di
rnitf nisi quod Emmanuel imperator questo suo antenate, ed il senato facen*
Graecorum Hungaris ereptum, quam- do trasportare dalla chiesa di Tiau una
diu vixity insuapotestate retinuit. Tan- coscia (femore destro) del santo vescovo,
dem anno 1^10 clenientissimo Veneto- e messa questa in. un'urna di cristallo guar-
rum imperio fide stabili et constanti nita d'oro, la spedi per due illustri eccle-
Trau nel I 112 N. N. lodalo qual degno vasa l'Ungheria e la Dalmazia, il re Bela
successore, sollo«di cui i saraceni d'Afri- IV nel 1242 si rifui^iò prima in Spala-
ca o di Spagna sbarcarono ntil' isola, la tro e poi inTrau, confermando alla chiesa
nianotiiisero e riempirono di calamità. i privilegi de'suoi predecessori. Neh 256
Poco do[)o il re Stefano li tolse a' veneti fu consagralo in Roma da Alessandro IV
Trau e la ricuperò all'Ungheria, ma to- fr. Colombano francescano d'Arbe, che
sto il doge Domenico Micbieli la riprese. con facoltà d'Urbano IV trasferì nella cit-
Per le rovine e diroccamenti operali da* tà i francescani, ove introdusse pure i do-
barbari e fanatici saraceni, la sede vesco- n)enicani, e ricevè da Papa Clemente IV
vile di Trau restò vacante per 3o anni. ampio diploma in favore di sua chiesa; be-
Intanto re Dela II il Cieco, avendo ricon- nemerito pastore abdicò e si ritirò a vita
quistato la Dalmazia, il suo figlio Geysa privata. Gli successene! 1 276 Giovanni II,
11, die gli successe neh i4i, ft?ce riedi- e persua morie nel 282 il capitolo elesse
1
per altri gravi difetti sulla condizione ed tante e frequenti controversie; i france-
età del vescovo, neppure iniziato ne*sa- scani passarono nel /nonastero benedet-
gri ordini. Gaudio temerariamente disse, tino di s. Gio. Battista, e le monache di
che il suo pallio poteva supplire all'altro s. Nicola furono trasferite al monastero
vescovo. Laonde i successori d' Eugenio di s. Pietro, e Papa Giovanni XXII tutto
111 privarono ambedue del sacerdozio, approvò. Nel 1820 Lampridio Viturio
qualilicando Dessa per un intruso. In- nobile veneto e tramino, già canonico pri-
tanto seguì l'invenzione del corpo di s. micerio della cattedrale e vescovo di Le-
Giovanni , ed i veneti s' impossessarono sina o Faro, scomunicò il magistrato e il
da'suoi predecessori alla sua chiesa. Nel scovo Lotlovico Arena Scarampo Mezza-
I 362 Nicola Casotti nobile Iraurino e pri- rof<7(F.),canonico diPadova sua patria,di
micerio della cattedrale divenne pasto- vasto ingegno e valore militare, nel 1437
re di sua patria; fu acerrimo difensore traslato a Firenze, dipoi patriarca d'A-
de'suoi diritti e munifico benefattore del- quileia e celebre cardinale. 11 Papa con-
ia cattedrale e del convento de* dome- ferì neir agosto dell' istess^:) anno la se-
nicani. Gli successero, nel I 370 Valenti- de in commenda al non men celebre per
no, nel 373 Crisogono de Duminis d'Ar-
I gran genio e militari impreseGiovanni III
be e Iraslato dalla patria sede, sotto del Fitellesclii [f.) di Coinelo, patriarca
quale Tran e la Dalmazia fu agi lata dalle di Alessandria, nell'agosto 14^7 creato
guerre e da diverse dominazioni, e la cit- cardinale, per cui i traurini supplicaro-
tà anche angustiata da civili discordie; no il senato veneto a implorare il ritor-
per lui fu decretato aumento di culto a no del vescovo f Ton)masoda Eugenio .
s. Lorenzo martire ed a s, Giovanni ve- IV, il quale però lasciò al cardinale (ìir-
scovo. Della stessa famiglia de Dominis chè visse la commendata chiesa. Morto
nel 1 4o3 fu vescovo Simone, cavaliere or- infelicemente l'i aprilei44o> Eugenio
i
I* almuzia , e dopo le ferie pasquali del indi a Padova e cardinale. Neh 56 Lui- 1
1443, ritiratosi dal tesorieralo, si recò a gi Corner (V.) dolla stessa famiglia, che
Trau, accolto con ogni dimostrazione di fu al concilio (li Trento, e tornato da esso
onore e di giubilo die fu amareggiato , riformò con zelo la diocesi; creato cardi-
da un fortuito incendio che distrusse 5o nale, nel I 565 convocò nella cattedrale il
case della città nuova adiacente al subur- sinodo diocesano, ove promulgò i decreti
bio: col proprio denaro rifabbricò nobil- del concilio, e perciò fondò il seminario:
mente la sagrestia della cattedrale, emorì gli altisono riportati dal p. Farlato. Nel
iieli452. Convocatosi il nobile consiglio 1567 avendo rinunziato, fu eletto Tom-
della città, si usurpò il diritto di elegge- maso III Corbelli Sperandio Fanoj lo- di
cario generale dol defunto. Non conosciu- ventuali. Nello stesso anno Antonio Gui-
ta laicale, né da Ro-
canonica l'elezione di di Mantova dotto e integro, dovè .>o-
ma uè da Venezia , invece fu vescovo
, steneregrave contestazione colla città [>el
re difese le sue giurisdizioni dalle pretese la conferma del possesso di Rusilinia. Mor-
del comune. Questo con nuova aggres- to nel bo4,gli successe Marzio Andreuzzi
I
sione volle tentare d'introdursi neil'ele- nobile di Udine, che ripristinò minori i
zione del successore, formalmente con i- osservanti nell'isola di Rua; nel 1623 Pa-
scrutinio eleggendo Lodovico Coriolano ce Giordani di V'^icenza, letterato egre-
Cippici traurino, ma fu i<;i'ila elezione. gio e profondo erudito, autore di opere,
Perciò nel 14^4 da
Sisto IV vi trasferì zelantissimo pastore convocò più sinodi,
Arbe Leonello Clericato o Chieregato no- collocò nella cappella dis. Rocco della cat-
bile vicentino, vicario della basilica Va- ledrt?le la tibia di s. Severino martire,pre-
ticana; traslalo nel 1 4B8 a Concordia, nel sa dal ciu)iterio di Calisto in Roma, ed
1489 gli successe Francesco Marcello pa- in essa terminata la nobdissima cappella
trizio veneto, che vide Trau e circostanti i dis. Giovanni Orsini, fecevi la traslazio-
luoghi infestati da'turchi, per cui a 1 000 ne del suo corpo alla presenza di David
passi fabbricò e munì il castello di Ru- Trevisani contedi Trau e di altri patrizi.
«ilinia e Cussiglina per rifugio, prose- Dopo avere sapientemente governato ,
castello vescovile di Busilinia; morì il ve- veneto Antonio Loredano. Il vescovo mo-
scovoinVenezia neli66 1
,e con epitalTio fu rendo neh 683 volle essere sepolto innan-
sepolto nella cliiesadis. Sebastiano di sua zi il 684 Giovan-
santo predecessore. Nel 1
congregazione. Gli successe nel 1 663 Gio. ni VCupparci nobile diSpalatro e arcidia-
Paolo Garzoni veneto, religioso crocife- cono della metropolitana, dotto e orna-
ro; espose alla s. Sede lo slato di sua dio- to di virtù; rifece le mense degli altari del-
cesi, e pe'uìiracoli operati da s. Ignazio la cattedrale, e sul maggiore pose la mi-
Lojola introtlusse in Tran il suo culto e racolosa immagine del Crocefisso, e lo rie-
la festa, con solennità e l'assistenza de' ve- dificò con be'marmi, v'istituì il sodalizio
scovi d'Albe, Lesina o Faro, Cattai o e del sutlragio, e gli assegnò rendite per le
]\ona. INella cbiesa delle uìonache bene- messe. Rifabbricò il castello di Busilinia,
dettine di s. Pietro costruì un altare a e lodato per vigilanza pastorale e pruden-
quel benemerenlissiiBO fondatore della zamorì nel 694*^ ^^^ sepolto avanti s. Gio-
1
\en. società di Gesù, vi pose la sua im- vanni nel sepolcro de' vescovi. Innocenzo
magine, la dotò per la celebrazione delle XII nel 1695 gli sostituì Simone 11 Cava-
messe; e il tiaui ino canonico Domenico gnini o Cavallini canonico di sua patria
Napoli a istanza del vescovo riedificò l'ai- Spalatro, pieno di belle doti e limosiniero,
taiedi marmo e vi collocò un bel qua- rapilo da immatura morte nel 1699. Lo
dro esprimente s. Ignazio e s. Francesco stesso Papa nel medesimo anno vi tra-
Saverio, allio mirabile campione dell'in- sferì il somasco ^lefino Cupilli, celebre
signe ordine, ed assegnò rendite perpetue prelato, caro al cardinale Colloredo e ad
per la celebrazione della festa di s. Ignazio Innocenzo XII, che gii dierono onore-
con tutta magnificenza. Il vescovo celebrò voli doni, il p. Farlato riproducendone
altra più solenne traslazione del corpo del la vita scritta da Petricelli. Con orazrioui e
predecessore s. Giovanni; nel castello di penitenze pubbliche, con autorizzazione
Slalileo consasfrò e dedicò
o una cbiesa al- pontifìcia, fece di lutto per impetrare da
la beata Vergine Immacolata Concetta, Dio la cessazione della grave sterilità che
morì nel 1 675 encomiato. J3a Lesina nel pativa, perciòassol vendo tulli da qualun-
1676 vi fu traslato Giovanni IV de An- que scomunica o interdetto incorso, co-
dreiso Andronico nobile traurino, il quale noscendosi manifestamente un castigo di
rifece e ornò l'episcopio, ed a'4 maggio Dio, e procui;ò placarne lo sdegno. Ripri-
1 68 1 celebrò altra e più memorabile tra- stinò il culto del traurino b. Agostino Ca-
slazione del corpo di Giovanni Orsini s. sotto, con decreto della congregazione dei
vescovo e patrono di Trau^ nella npuova riti per tutta la diocesi, e fu dichiarato 2."
e splendida cappella di s. Girolamo; con patrono di Tran; e contribuì perchè più
gran concorso di dalmati e veneti, del- profondasi stabilisse e propagasse la divo-
l'arcivescovo di Spalatro, e de' vescovi di zione a s. Ignazio ed a s.FrancescoSaverio,
Seberiico, Veglia ed altri ,
pontificando per le relicpiie donate dal gesuita p. Lui-
l'jucivescovo di Zara. La processione fa gi Carnolio. Clemente XI avendo Iraslalo
magnifica, con tulio il clero secolare e re- a Spalatro [P\) l'eccellente pastore, con
golare ed i sodalizi, e si recò dalla catte- dolore e mestizia de'diocesani, nel 1708
drale all'isola di Bua, portando il sagro nominò successore Pietro Paolo Calo-
corpo sotto nobilissimo baldaccbino 6 ve- rio veneto somasco, dotto e rispettabile
scovi, gli arcidiaconi, gli arcipreti, ed i pri- per pietà, carità profusa co' poveri, e
inicei i di Dalmazia, indi 4 vescovi lo de- qua tenace custode della disciplina eccle-
1
pose» o nella nuova urna marmorea; e di siastica. Da Spalatro subito fece venire
tulio nella cappella in poala una lapide due gesuiti per coadiuvarlo alla celebra-
TRA TRA 197
zlone delle sagre funzioni, onde lucrare le vetta età rinunziò e si lilirò Ira'suoi re-
indulgenze concesse dalla s. Seiìc, Impie- ligiosi, lasciando di se la memoria in be-
gò qtiindi lesuecureaesliipaiegliabusi, nedizione; tuttavolta soj)ravvisse20 anni
all'istiuzione di tulli, e del clero a nor- e morì fra'cappuccini di Tiene. Nel no-
ma de'sagri canoni, al quale elfelto aprì vembre da Nona vi fu Iraslalo Girolamo
a'chierici una scuola di scienze ecclesia- Fondi di Pirano diocesi di Capo d'Istria,
sliclie nell'episcopio, die perciò ingrandì. tre volte lodato vicario generale e capi-
Propagò la divozioneas. Ignazio con tan- tolare di Pola; anche egli fu munifico col-,
to successo, che avendolo interposto per la cattedrale, solennemente la consagrò
patrono presso Dio, la sospirala fertilità non avendosene memoria che lo fosse; in-
fu ridonala alle Ieri e Iraurine. Deploralo s. Sede la relazione dello stalo del-
viò alla
da tulli, si vide nel 1 7 i 3 trasferito a Ve- la sua diocesi, riprodotta dal p. Farlalo,
glia , a cagione di salute. In pari tempo e benemerito nel 1754 morì. Nel i'/55
glisuccesse fr. Michelangelo Farolfo mi- Diego Manola nobile di Spalalro, arci-
nore osservante, predicatore apostolico e diacono di quella metropolitana e vica-
consultore de's. riti, il quale volle seco nel- rio generale, fu zelantissimo del di vin cul-
l'episcopio due famiglie francescane, per lo, consagrò la chiesa delle benedettine
aiutarlo nel zelantissimo escrciziodel suo di s. Pietro, curò l'istruzione del clero e
ministero, che gli procacciò venerazione de'diocesani, e benedetto morì nel i 766.
anche per la Dalmazia, onde pel suosa- In questo gli successe Gio. Antonio lU
pere venne da tulle parli consultalo, ^ Miocewich di Sebenico, già egregio mi-
fulminò le censure ecclesiastiche a'deten- lite canonico della caltetlrale e vicario
,
tori delle cose spettanti alla mensa epi- capitolare. Con esso il p. Farlalo termi-
scopale. Riedificò l'episcopio, aumentò le na la serie de* vescovi di Trau, che com-
ss. Reliquie della cattedrale con parte del- pirò colle Notizie di Roma, le quali l'in-
la ss. Croce, e co'corpi di s. Vittoria e de' cominciò neh 72 i.Neli787 Antonio Bel-
ss. Agricola e Vitale. Lagrimalo morì nel glava di Zara traslato da Curzola. Nel
,
lyiS, e l'arcivescovo Cupilli ne celebrò 1 790 Gio. Pietro Calzigna di Arbe. Nel
i funerali e le virtù con ornatìssima ora- 1795 il i.° giugno Pio VI fece vescovo
zione. Nel 1716 reietto di Scardona quivi Gio. Antonio Pinelli di Trau, e fu l'ul-
passò, Giovanni VI Vidovich di Sebeni- timo, morto nel i8'2o. Leone XII colla
co, ma repentina morte lo tolse da questa bolla Lociimh. Pe tri Apostoli^iW^o giu-
valle di miserie nel 1 7?. i . L'8 giugno gli gno SiSiBiill. Rom. cotit. 1. 7, p. 375,
I 1
successe Gio. Antonio 11 Kadcich di Ma- per la nuova circoscrizione delle diocesi
carska già alunno del collegio Urbano e di Dalmazia e dell'Istria, soppresse la se-
arcidiacono di Zara, ottimo pastore, che de vescovile di Trau, e l* unì parte alla
divenuto arcivescovo di Spalalro ampliò diocesi di Spalatro^ e parte a quella di
uell'arcidiocesi il cullo Giovanni Or-
tli s. Sebenico. Dice la bolla : Dioecesis Epi*
sini con festa anniversaria cheoltenne da scopalis Ecclesiae Spalatensis praeter
Clemente Xll. Questi nel 1731 gli die a paroecias ipsius civitatis Spalati e/Jor-
successore fr. Giuseppe Caccia di Vene- rnahitiir ex locis. . . . nec non ex noveni
zia minore osservante, già designalo ve- paroeciis suppressae dioecesis Tragii-
scovo di Zanle e Cefalonia e commissa- riensis niiniruni ipsius civitatis TragU"
rio di Terra iSanta, magnifico pel cidlo riif ac locoruni Sef>Jicttiy Okruf>li, Xed-
divino, onde arricchì la cattedrale di sta- nOy Castri Staphileiy Castri Noviy Ca-
tue marmoree, di ornamenti e ricche sup- stri Veterisy Castri fltturiy et Zirona
pellettili , facendo altrettanto con altre e te. Dioecesis episcopalisEcclesiaeSebe'
chiese della diocebi, e nel 1 738 per lapvo- niccnsis actualeni suamdiocccsini corn-
igB TRA T R A
ph'ctilur una nnn eie. atqiie ìtiuleeim I 7 marzo 18 r5, a cagione dello polillcihc
paroeeìifi supprcssae (lioeeesìs Trni^ii- vicende, sciogliendolo dal vincolo della
riensìsnimJrnm^ Bossjglino, Pargomety chiesa di Kònig'^giat/. Dopo di essere sta-
Zechievieza^Berstranowo, Ogsye, Zoor- to solennemente intronizzato nella me-
glieì'o, Plsoka, Liikidol, GlinhitorizzOy tropolitana d'OlmiitZjl'imperatoieFran-
Bnsthùzzn^ et Blisua. cesco I fece calde istanze a Pio VII che
TRAUTMANNSDORFWEINSBERG lo annoverasse al il Pa-
sagro collegio, e
Maria Taddeo, Cardinale. Nacque in pa l'esaudì nel concistoro de'aS settem-
Gratz nella Sliria, diocesi di Secovia, a' bre 18 16, cieandolo cardinale dell'ordi-
28 maggio 76 r, da antica e nobilissima
I ne de'preli con bellissimo elogio, invian-
fiimiglia che possiede signorie in Austria dogli la notizia col berrettino cardinalizio
e Boemia, creata sinodo! 1623 conti del- per la guardia nobile d, Emanuele de*
l'impero, nel 1715 magnati d'Ungheria, principi Ruspoli, a cui aflìdò egual inca-
e poi neli8o5 principi dello stesso im- rico pel cardinal Salni vescovo di Gmk.
pero secondo l'ordine di primogenitura. La berretta cordinalizia gliela trasmise a
Educato e istiuilo con molta cina, fece mezzo dell'ableeiJto apostolico mg.*^ Leo-
in patria i suoi studi sino alla filosofia. poldo Ruspoli fratello della guardia no-
Manifestando traspoito e vocazione allo bile, come si ha i\iì* Diari di iìorna. n.° jj
sfato clericale, passò nel collegio Germa- e 86. Ilcardiiiale zelantissimo paslore,vi-
nico Ungarico di Ticino per appiendere silopaternamente l'arcidiocesi nel 1816,
la teologia,ove nel [78^, dopo aver so- 1817 e 1818; dall'imperatore fu deco-
stenute pubbliche di-pule, fu insignito rato della grancroce dell'ordine di Leo-
della lamea dottorale. Ornalo di erudi- poldo,ecessòdi vjverea' o gennaio 1819 1
zione ecclesiastica, ascese i sag^ri ordini, e di morte prematura in Vietma, d' anni
nel dello anno ricevè in Gratz il sacer- 58 non compiti; e tra<.ferifo il cadavere
dozio, e quindi la cuia d'anime in Isle nella metropolitana d'01fnu!/,ebbe tom-
sia nella parrocchia diCarnovia.Nel i 785 ba presso i come si ha
suoi predecessori,
fu fallo decano, arciprete e parroco Ho!- dalla Series episeoporum Olomucen-
Icscoviense, e assessore del concistoro ec* sinni. Il n.^i^ del Diario di Roma òv\
tlesiaslico, ulTizi lutti che funse con lo- 1819 die l'annunzio della morte del car-
devole zelo. Indi volle istruirsi nella lin- dinale, dopo breve malattia, e si dice in
gua moiava, esi dedicò con amore pater- esso ch'era conte della cappella di Boe-
no all'assistenza dell' istituto de' poveri, mia, ed attuale imperiale e regio intimo
fondato nel uionaslero della ss. Trinità. Non essendosi mai recato in
consigliere.
Maturo nelle virtù e edificante ecclesia- Roma, non ebbe né titolo, ne cap- il il
stico, nel 1793 fu designato vescovo di }>ello cardinalizio. Fu compianto per le»
Trieste; futtavolla Pio VI nel concisto- distinte qualità di cui era fregialo.
ro del (."giugno 179'^ lo preconiz/ò ve- TRAUTSHON Giuseppe, Cardinale.
scovo di Kòuigsgratz, ricevendo l'episco- Nato dichiaro sangue in Vienna d'Au-
pale consagrazioner8 settembre. Vacata stria, si applicò agli sludi nelle università
l'illuslre sede arcivescovile d'Olmiitzper di R.oma, Lione e Parigi, dofe la con-
morte del cardinal Colloredo, l'arcidu- versazione frequente de'Ietterati, singo-
ca d'Austria Rodolfo Ranieri, poi cardi- larmente nell'ultima città, molto gli gio-
nale, che n'era il coadiutore con futura vò a fare rapidi progressi nelle scienze.
successione, a' i 5 setten»brei8i i cede i Restituitosi in patria, comechè inclinato
suoi diritti, onde a'26 novembre fu elet- rdlu pietà, abbracciò di buon grado la vi-
to Maria Taddeo, il quale fu conferma- ta ecclesiastica, e fu provveduto de*cano-
lo da Pio VII sollanlo nel concistoro de* nicali di Salisburgo, Passavia e Uratisla-
TR E T R E I (;()
via. Delle copiose reiulile che a lui pro- quadrato, rinfiancato da 4 torri, dal Ca-
venivano da tuli benefizi, si valeva o per stellano chinmata ragguardevole città
sovvenire i poveri o per risarcire le chie- con Gooo abitanli;allri dicono di meno,e
se, nìenando vita divola e lolla applica- dedicali in gran parte all'agricoltura. Nel-
ta a^ii sludi sagri, onde il cardinal Lani- la piìi parte sono turchi e greci scisma-
bergh vescovo ili Passavia, che ne avea tici. Come lontana dalla strada maestra
allo concelto, lo dichiarò suo vicario nel è poco conosciuta, onde poco se ne scris'^e
TAuslria inferiore. Nel nienUe che eser- da' geografi. Altri la chiamano Tribi-
Kollonitz, che dal Papa l'oUennea suo ancor egli dice ciie poco di Trebigne ne
coadiutore, e gli successe nel yS Pre- i i . scrissero gli stessi topografi ungarici, ed
se possesso della metropolitana con plau- ecco quanto ne riporta. Ci^ÙLas^cjuain ve-
so di tulli buoni, che presto amcnira-
i tcrcs T/ibuliuni, sive Trihiuiiain dixe-
rono in lui maschia virtù, e le sanli$si> re, mine autcni Tribignc vulgo dicimus^
me leggi colle quali restaurò la decaduta a filmo ejasdcm appellationis, a quo ri-
disciplina ecclesiastica, procurando d' i- galur^ nomenclaiurani accepit. A Ra-
slillare nel suo popolo verace e sincera gusina civilatc, cui olini ohnoxia fue-
divozione. Si mostrò benefico e generoso ratj aliquod inilliarihus italìcis ahsce-
colle persone vii luose, e non maiìcò nel dit. Cactcruni civitas adinodum tennis,
TllEBlGNE (7Vz7;«//^v/). Città vesco- diede 1' Ilistoirc de tous Ics Evcsckcz,
vile della Turchia Europea in Dalmazia notando che Trebigne era piena di tur-
e nella Bosnia (della (juale regione ripar- chi e di greci, e con •i/\. famiglie cattoliche.
lai aSiRMio),sangiacatodi Ilertzegovina, Si legge ucW Appcndix del Bull. Pont,
della quale parlerò poi (con>e promisi al de Propaganda fide, t. 2, p.i4> il bre-
Irove), come sua capitale. Questa città è ve Àposlolatus o//icinni,i\tì 17 marzo
capoluogo di giurisilizione, a 5 leghe da 1 727, diretto a Francesco Girolamo bo-
Ragusi eil a 4 da ISiksiki, sulla sponda
i na di Ragusi, vicario generale e primi-
destra della Trebignilza, presso al mare, cerio di quella chiesa, da lui eletto ve-
già sede del vescovo. E' dilcsu da un forte scovo di Trcbigue e Mutcaua, per spon-
200 TRE T RE
tanca rinunzia del vescovo Antonio Ri- zegovina, TTerlzegovinae, Cliulmia, già
ghi> intesoli parere tle'cartlinali delia con- ducalo (li s. Saba, è mi paese dell'Euro-
tro in Cattedra de'sacerdoti di Ragusi, co- lo dividono all'est dal sangiacalo di No-
me notai a Mabcana, riportando i vescovi vibazar. Tocca verso il sud-est il paese di
successorijfinchè GregorioXV I, trovando Montenegi-o (che descrissi a Scutari), e
nico Socolovich , che risiedendo in Ra- no al mare Adriatico, ove sopra un'assai
gu^i ogni anno. portavasi alla visita delle piccola estensione di coste, proietta la
due diocesi, e perciò riceveva annui scu- punta Kleck in faccia alla penisola di
di
no vacanti del pastore e dell'amministra- giacalo, dal lato della Dalmazia. Lesole
tore. Dello stalo delle due diocesi di Tre- pianure un poco considerabili sono quel-
bigne e Marcana, a quest'articolo ne fe- le diGabela, in cui si estendono le pa-
ci cenno, essendovi parrocchie con curali ludi di Utovo, e quella di Grohovo, ver-
in Marcana, che si compone di 5 isolette so le frontiere del Montenegro. La Her-
disabitale, che ha la parrocchia di Du- zegovina è inclinata al sud-ovest verso
brave; in Trebigne con 20 villaggi e 886 l'Adriatico, e quasi tulle le acque che la
cattolici, in Ranno con 19 villaggi 6x098 bagnano vanno in questo mare col mez-
Gradazcon 16 villaggi
cattolici, in e 1293 zo della Narenta; questo corso di acqua
cattolici, e inRasna con 32 villaggi e considerabile percorre il centro del paese
1437 cattolici. Le parrocchie propria- e vi riceve a destra la Dretsnilza, l' los-
mente sono in maggior numero, ma so- sinitza, che sorge dal lago Dialo, ed il
no amministrate da 5 parrochi residenti Trebisat; a sinistra il Drinovnik, il le-
ne'Iuoghi nominali, secondo le ultime no- sero, la Bouhna e la Crupa. In questa re-
tizie. gione ripiena di piccoli piani elevali chiu-
L'Herzegoviua o Erzegovina Hert- si da alle cinture di muutague, non è ra-
TRE TRE 201
ro vedere delle riviere perdersi in prò*
il sono mal conservate. Ha sulla riva la cit-
fondi abissi, per non ricomparir poscia se tadella di Castel di Mare, la miglior di-
non dopo un corso mislerioso di qualche fesa di Caslelnuovo. Sopra un' altura a
lega, ed anche per non più mostrarsi sulla circa 23o tese da Castel di Terra , evvi
superfìcie del suolo; di lai numero sono il forte detto la Fortezza SpagnuoIa,per-
laTrebiuschìIza verso il sud, e la Miliaska chèifu eretta dagli spagnuoli, allorché es-
verso il nord. Le rendile di questo sangia- sendo alleati de' veneziani, s'impadroni-
calo sono calcolale in ragione di 245, eoo rono diCaslelnuovo nel 1 538. Questo for-
aspri. Trebigne n' è d capoluogo, e Mo- te domina i dintorni e soprattutto il sob-
slar, Mostaria y Andetrium , Mande- borgo dalla parte di Ragusi.
per La città
trìum, situata verso il centro del paese, se è di poca considerazione, e poco com-
è poscia la più ragguardevole città. Mo- merciante; vi è la chiesa pe'callolici, un
star capoluogo di distretto a 7 leghe da i convento di cappuccini, ed una chiesa
Bosna-Serai, capitale della Bosnia, è cìn- greca. Il nuovo e ben costruito lazzaretto
ta di mura merlate, i cui due terzi stan* non è molto distante dalla città,i sobbor-
no sulla riva destra della Narenla, e il re- ghi sono assai popolali, eia maggior par-
stante sulla sinistra: comunica dall'una
si te di greci per credenza. Credesi fondala
alTaltra parte col mezzo di un ponte in questa città da Twartko re di Rascia, e
pietra di un solo arco, lungo 45>o pie- che fosse altresì la capitale dell'Erzego-
di, che si crede eretto da Traiano. Ha vina, perchè serv'i di residenza ad alcu-
fabbriche d'armi rinomale e fa un com- ni de'suoi principi. Uno de' suoi castelli
mercio attivissimo in bestiame, biade e fu fabbricato nel iSyS da Tuandeio re
vino. Conta più di 10,000 abitanti, de* di Bosnia. I turchi l'occuparonocon altre
quali due terzi sono torcili e il restante città, ma nel 1 538 fu presa dall'armata
greci-uniti cattolici. Alcuni geografi di- combinata di Paolo III, dell'imperatore
cono corrispondere Moslar all'antica Sa- Carlo V, e della repubblica di Venezia,
lo/ita7i£r,a\ìv\ la dicono chiamata antica- restandovi la guarnigione imperiale spa-
mente Chulmia.Chclinum e Zacliulinia. gnuola:ma nel 1 589 famoso corsaroBar-
il
/ione. La parte alla è occupala dalla cit- Or Inni cxciirrchat.Dc liacquac scrìpsit
Ituleila di Castel di Terra, che domina in- docte copioscqne Topo^raphus / funga-
lerauienle la città, e le cui lurlificazioui rie us, huic loco aUcxcre juvat. » /i«t'
voli. LXXIX.. 14
2o:ì tre TRE
Dalmaiia ìiodiendum suh Turcìco im- ptorihus adnotalum reperio BassamSi-
perio ingeniiscenfffpars non modica est nanum, nescìo qua rabit correptuni an-
Ilerzegoi'incfy alias s. Sahae Ducalus, no i5^Sy cum Herzcgovinam civitatem
qui tantae olim erat ampUtudiniSf ut occupasset, S. Sabae ibidem tumulati
non secus a Chulmensis Toparchia, in corpus publice comburi j'ussisse, ut le-
cujus locum sub postrema aetate suc- gere est apud Joannem Tomcum Mar-
cesserat, ad duodecim dieruni iter ah navitium in Vita s. Sahae, Roma e 63o 1
Oriu quidem Noi'ibuzariuin usque ur- ffpis vulgata." \\ p.Faì\a\o riparla del-
hem. principem Rasciae, ab Occasu aii- l'Herzegovina e ducalo di s. Saba, deliri
tem usque ad ZctinamJlumium porrige- provincia Chelmense, caduta sotto il do-
retur. Dictus est s. Saba Ducatus a Ra- minio de'piinci pi eretici, nel t. 4, a p. i8q.
sco ter tio genito Stephani regis Serviae, L'Herzegovina ebbe pure altre sedi ve-
quem aliiSimeonem appellantj cum e- scoxìWjCome Stefaniaco o^iìvenia o Na-
lìim assumpto Sabae titulo Monaclium rona, la cui cattedrale fu Ira.sfeiita a Mo-
induissetj tanta sanctitatis opinione vi- star; eCraina.ch'\nmi\\.i\ pure Crensem^
tam exegitj ut Servii mox a morte san- Crainensem e Chulmia, iVipoì unita al-
etani pronunciarenty et in perennem e- la sede episcopale di Dumno o Dalnii-
jus memoriam Cìiulmiam^ tunc Serviae nium. Di tali vescovali parlai ne' voi.
provincìamf quod in eadem Divus hic LXVlir, p. 7.11 e 218, LXIX, p. 195.
Monachus tumulo sit Hiatus, s. Sabae TREBISONDA RESSARlONE,C«r.
titulo continuo insignirent. Dicilur ta~ dinaie. V. Ijessarione e i tanti articoli
men vulgo Herzcgovina sive ab Uladi- che Io riguardano.
slau Stephani, quem nonnulli Herze- TREBISOJNDA (Trapezuntin). Città
gum appellant,Jilio: quod is scilicet To- con residenza vescovile della Turchia A.-
parchiam liane post parentis decessum sialica,in Armenia, capoluogo del pascia-
ohtinueritj sive probabilius a Germa- latico del suo nome, il (piale confina con
nica voce Herbog, quae Duceni sonat. fjuelli d' Crzerum e di Sivas, colla Rus-
Ut autem praecipua, prout plerisque sia e il mar Nero: grandi e rnagui fiche ne
placet, hujus Ducatus arx Neo-Ca- sono le selve, numerose le pecore e le ca-
strum una cumCataro,etRhizonio^quae pre, abbondante il miele e la cera, rino-
omnia Herzegovinensis provincia Jini- mate le ciliegie eie pere, copiosissima nel-
hus contineri ajunt^ in Venetorum po~ la sua costa la pesca. Trebisonda è la pri-
testate sitj attamen nemo injicias jerit maria piazza del suo commercio. Tra i
nuisyUtvix ab ullo geographorum ma- Erzerum. Situala sul mar Nero, è sede
xime recentiorum memorari consueve- d' un governatore o mutsellim, ed offre
rit.Nimirum infelices illaeregiones lit-
'
grato aspetto perla sua posizione sul dor-
terato viatori haud facile perviae, ad so d'una collma, e conserva ancora la fi-
haec ab incolarum feritate plurimum gura d'un trapezio. All'est e all'ovest ha
defaedatae, decora prope omnia una per difesa une burroni profondi, l'uno al-
cum nominih US amisere. ìd unum a seri- l'altro congiunti mediante un fosso taglia-
T R E T R E 2o3
lo nel vivo sasso; gli antichi ripari, che so- Persia e Costantinopoli, ecommercia pu-
no tli pietra e in generale altissimi, ma le colla Crimea, la Giorgia e la Mingre-
male mantennlijSi estendono lungo mar- i lia, non che colla Tauride. I suoi 16,000
gini tle'bnrroni, e sono bagnali da'maro- abitanti circa sono turchi, greci, armeni,
si e allaccansi alla cittadella, ch'è in par- circassi, giorgiani, tartari ed ebrei, li cli-
cìie fronteggia il mare, tulio il resto ri- ste dell'alture vicine. Questa città è an-
ducesi a grandi giardini cinti di mura. Vi tichissima: Senofonte ne parla sotto il no-
si contano i8 grandi moschee, 8 kan, 5 uìe diTrapezus^ che dare le fece la sua
bagni pubblici, o chiese greche e una cat-
I forma simile a quella d'un trapezio. Se-
tolica. Un acquedotto per mezzo d'un ar- condo gli storici greci, fu fondata da una
co cavalla la valle che la città separa dai colonia di Sinope, e indipendente rimase
sobboighi. Vi è un gran edifizio quadra- sino alla conquista che ne fecero i re di
lo, dello bezeslein, con due finestrelle ad Ponto Poleinoniaco (l^.); romani a que- i
pra un' altura, donde si gode la vista del "^ujflo dalle folle sopracciglia,si fece impe-
mare, la chiesa greca di s. Sofìa, edifica- ratore di Costantinopoli, con ispogliarue
ta di pietra in piccole proporzioni, ma col- IV il Giovine e l' insorto iVicoU
Alessio
lacupola sostenuta da 4 colonne di mar- Canabe, indi fatto strangolare il i.° l'S
mo, con l'ingresso princi[iale adorno da febbraio 204,1 i crociati che si trovavano
4 colonne corintie di marmo bianco; chie- nella città si crederono in diritto di con-
sa che si crede risalire a Giustiniano I nel quistar l'impero d' Oriente caduto in i-
da, e Teodoro l'Angelo Comneno fece al- principe deposto nel 1462 die fine all'in»-
sti, Giovanni III Paleologo, sposò Maria II fecero tutti i loro sforzi pel manteni-
Comnena figlia d'Alessio imperatore di mento dell'impero di Trebisonda. Mao-
Trebisonda. Costantino XII Paleologo vi- metto li sposò Anna, dopo averla costret-
de a'29 maggio 1453 cadere in potere di ta ad abiurare il cristianesimo. Quindi
Maometto 11 sultano de'turchi Costanti- Trebisonda segui destini e le vicende del-
i
nopoli, e terminare l'impero greco, per- la Turchia. Nel ricordato tempo fìoiì il
dendovi la vita. Gli sopravvissero i fra- dottissimo e celebre cardinal Bessarione
telliDemetriae Tommaso, che sisosleo- [V.) di Trebisonda, la quale ebbe pure
nero per qualche tempo nel Peloponne- altri illustri.
sOjfinchè nel 1 458 se ne rese padroneMao* La sede vescovile fu eretta nel IV se-
metto lì, il quale rivolse le suecure al con- colo nell'esarcato di Ponto, nell'Asia Mi-
quisto dell'impero de'greci di Trebison- nore; divenne metropoli nel secolo IX, e
da.Yi regnava Davidde Comneno, che a- nel XI 11 esarca della provincia ecclesia-
vea usurpato il trono dopo la morte di suo stica di Lazica (F.), alla quale si unì pu-
fratello Giovanni, di cui fece perire il fi- re fin dal IX secolo la metropoli di Plia*
glio. Davidde minacciato da'turchi, fece siana^ città rovinata nel VI o V'^II secolo,
alleanza con Usun-Cassan re di Persia, che trasferendovi isuoi diritti. Trebisonda eb-
gli promise soccorsi. Maometto 1 1 però in- be a sufFraganee le sedi di Petra eretta nel
timidì il monarca persiano, e fece mette- VI secolo, e le seguenti tutte fondate nel
re l'assedio a Trebisonda da Machmul, IX: Rodopoli, Ziganea, Abisena o Risa-
uno de'suoi favoriti. Davidde si prepara- na, Chorianum,Chamusuris,Chachaeura,
va ad una vigorosa resistenza, ma Mach- Paiperis,Ceramium,Lerium,Saccaba,To-
mul avendogli chiesto un abboccamento, o TokatjTochalziertzi, Tonino-
chatzilzi
gli dipinse con tanLa forza la potenza di ti, Phasiana, Tasermacum Audacta e ,
vano i suoi nemici, che l'imperatore spa- voca/ione di s. Filippo apostolo n'è l'an-
ventato accousentì di cedere i suoi stati, a tica cattedrale, li i ."vescovo greco di Tre-
TRE TRÈ aòS
bisonda fu Donno, die nel 3 2 5 inlerven* 1
4 4> Marco Viari veneto francescano nel
1
hio nel /{5 1 Fu a (juelio più- generale di Corsanego Pera generale degli agosti-
di
Calcedonia. Anlimoperma^neggidell'ini- niani nel 1437. Orimi- c/ir.l. 3, p. 1099.
peiatriceTeodora, moglie diGiusliniano I, Trebisonda, Trapezwitin, ora è un tito-
fiitras(eritoaIlasedediCoslanlinopoli,efu lo arcivescovile in par db us, senza simili
Papa s. Agapito I, liovandosi u\Costaiiti- VII nominò Antonio Luigi Piatti roma-
/?oyyo/z (/''.), senza convocare il sinodo,ma no, autorizzando ilcardmal della Soma'
per sua propria autorità lo scomunicò e glia ( /^.) vescovo d'Ostia e Velletri, a cou-
depose insieme conSevero patriarca d'An- sagrarlo a' 1 9 agosto 82
1 i nella cattedra-
liocliia e altri suoi seguaci nell'eresia; di le di Frascati; poi canonico Lateranense,
più lo spogliò eziandio dell'antico suo ve- segretario delia congregazione delle reli-
scovato di Trebisondae gTinlerdisseogni (juie e indulgenze, zelante vicegerente di
funzione sacerdotale.Teodoro fu al VI si- Roma, e da Gregorio XVI a' 2 ottobre
nodo generale. Cristoforo nel WXEpisco- 1837 traslato al patriarcato d'Antiochia
pus Phasidis sh>e Trapezuiitiorum. Co- in par tihiis, come rilevai nel voi. LXVIF,
stantì no metropolita intervenne a due si- p. 1 8, riportandone la serie. Notai ne' voi.
nodi del patriarca Alessio nel io23. Leo- LI, p. 342,6 LIII,p. 224, che il regnan-
ne si trovò presente all'infausto concilio te Pio IX a'3o apriIei85o istituì il ve-
di Michele Cerolaiio; N. fu nel 1 i 57 al si- scovato di Trebisonda di rito armeno per
nodo di Costantinopoli. Michele nel 1 166 gli armeni cattolici, dichiarandolo suffra-
prio pugno, col qualedichiarava che i gre- concesse pieno potere civile sopra gli ai*-
ci aclorano il corpo e il sangue di Gesù meni suoi diocesani. Pel suo zelo nel 18 52
Cristo nella ss. Eucaristia ; e 1' Allaccio, si rivolsero a lui 122 famiglie ar(neno-sci-
De consens.j mette quest'illustre prelato smatiche per essere istruite ue'dogmi cat-
nel numero de' vescovi greci che andaro- tolici, onde riunirsi a'ioro antichi confra-
no a Roma per unirsi di comunione col- telli , rientrando nel grembo della vera
la s. Sede. Giovanni del 1G72. Ignazio Chiesa. Altre conversioni erano seguile
1, p. 5og. Ebbe
del I 72 f. Orìens chr. 1. negli anni precedenti, ne'quali gli scisma-
altresì questa chiesa de' vescovi latini, il tici aveanoio chiese: di loro e de'catto-
i Antonio del 344i "^^ pon-
."de'quali fu 1 lieiarmeni di Trebisonda già feci cenno
tificalo di Clemente VI; Mattia del 34(>, 1 nel voi. XVllI, p. 125. latini cattolici di
1
ro, conlioii 2 capitoli o anatematismi di nulla avea deciso intorno alle opere di
s. Cirillo patriarca d'Alessandria; 3.° i li- Teodoro di Mopsuesla. Dall'altra parte
l)ri di Teodoro vescovo di Mopsiiesla: tut- anco fra i cattolici, specialmente fra gli oc-
te opere infette dell'eresia A& Ncstorìani cidentali, molti non approvavano la con-
(^^.Jy clamorosa differenza ediscordia, di
danna che Giustiniano I di sua propria
cui parlai in tanti luoghi, per le sue gra- autorità aveva fallo dei 3 capitoli, gli uni
-vi conseguenze. Teodoro di Cappadocia, perchè erano persuasi che questi scrini
arcivescovo di Cesarea, seguace degli er- fossero ortodossi, e che i nestoriani aves-
rori di Origene, scaltro e brigatore rno- gli altri perchè
sero torto a prevalersene;
Dofisila o eulicbiano, ostentando d'essere credevano che queste opere fossero stale
cattolico, ingannòrimperoloi e Giustinia- realmente approvate dal concilio di Cal-
no I,con piesentiirgli i tre capitoli, e l'in- cedonia, e che la domanda degli eutichia-
dulse a promulgare per tutta la cristia- ni fosse un'insidia inventala per iscema-
nità un imperiale edillo di proscrizione re l'autorità di quel concilio; altri (Inal-
e di condanna de'suoi autori, da lui com- menle, perchè loro sembrava non conve-
posto e intitolato Confessione di Calce- nire che si processassero i ^lefunli, e s'in-
donia. Teodoro a ciò fu mosso, anche per famasse memoria di tre vescovi morti
la
vendicarsi del legato apostolico, poi Pe- nella comunione della Chiesa, e rigellau-
lagio Ifr^.j^che avea condannato gli er- do gli errori opposti alla fede, non vole-
rori d'Origene. Tale pubblicazione il Ba- vano condannare le persone cui erano at-
ronie la dice elieltuala nel 546, ma il ^o- tribuiti, nel timore di pregiudicare il con-
ris ed Antonio Pagi sostengono confor- cilio Calcedonese. Tale era il senfimenfo
ti ragioni avvenuta nel 544* Questo de- di Papa l'igilio (f^-J. Conoscendone egli
rebbero conciliati colla Chiesa : le mire cjiiasi Aixe anni, nel 54^ adunalo io Co*
\
T UE T 11 E 207
stantinopoli{f .),i\ucUeiìt\ istanza di Giu' brazione, ritirando il Costituto dalle ma-
stiiiiiinu 1, un concilio ili 70 vescovi orieii- ni diMenna. L'intimazione del sinodo noai
comprese separatamente in
lali, (la (|tie!ili fu ricevuta bene in occidente, e pochi ve-
iscritto, di potersi condannare tre capi- i scovi si mossero onde il Papa senza di
,
toli, se/tz(f il prt'^iiidizia e salva l'auto- loro non volea decidere. Inutilmente Giu-
rità del concilio di Calcedonia, e ne spe- stiniano 1 si adopròper vincernela ritro-
dì l'analoga pubblica scrittura o decreto, sia; ma non vi fu mudo di persuaderlo. Per
nione cattolica, come narra Vittore Tun- editti non si fossero tolti. Grande perciò
lìunense, in Cliroii. t. i, p. 33o, Anticf. fu l'irritazione deirimperalore,percui Vi-
Lcction. Ilenrici Canisii. Il difensore più gilio nel 55 1 si vide costretto di ritirar-
aceriimo de' tre capitoli tra' vescovi afri- si con Dazio o Dacio arcivescovo di Mi-
cani fu Facondod'Emiiana sede della Bi- l<iiio,nel palazzo d'Ormisda presso la chie-
zaceiia, che Compose un trattato diviso in se ili s. Pietro: il santo pastore di Milano
12 libri. In breve lutto l'occidente insor- avea col cardinale Stefano (P^.) fatto fron-
se contro il Papa a disa[)provar la con- te all'imperatore, e persuasi a ritrattarsi
danna, cliiamandi lo violatore o conculca- diversi velico vi cheaveano sottoscritto l'e-
tore del concilio di Calcedonia. Per seda- ditto. Il Papa neppur qui trovò sicurez-
re lanld agitazione d'animi, Vigilio si a- za, e recatosi in chiesa, benché rifiigi<»to
doprò per convincerli, e fia gli altri scris- sotto l'altare, entrato il pretore co'solda-
se al ujeti opolita di Tomi nel Ponto, ed ti con ispadenude, pe'capelli furono pre-
a s. Aureliano vescovo d'Arles; e degravlò si i diaconi e allontanati. Il Papa ch'erasi
i cardinali Rustico e Sebastiano [f^.), coi attaccato ai pilastri dell'altare, fieramen-
loro seguaci, per avere acremente impu- te fu tirato pe'piedi,perla barba e pe'oa-
gnato la sua condainia, ma dipoi ravve* pelli, e poco mancò che rotta la colonna
datisi , furono reintegrati nella dignità. dell'altare non restasse schiacciato dalla
Con Inttociò non rimediandosi a'grandis- mensa. Allo schiamazzo accorso il popo-
simi mali derivati nella Chiesa, il Papa ri- lo religioso, l'iniquo pretore fu costretto
vocò il Costituto^ e denunziò la scomuni- ritirarsi. E verosimile che Vigilio subito
ca a' vescovi greci, che facessero alcun trat- scrivesse la sentenza di scomunioa,e la de-
tato sopra l'aliare de'tre capitoli, prima posizione di Teodoro, e che dalla sua co-
della decisione di un concilio generale. munione interdicesse Menna cogli altri ve-
Pensò aduntpje di convocarlo in Sicilia o scovi complici di tanti sacrileghi eccessi;
in Italia, sia per la libertà de' voli, sia per benchési astenne dal pubblicarla per dar
Piacque all'impe-
la facilità dell'accesso. tempo all'imperatore e a'vescovi di rav-
ratore la risoluzione, però bramò che si vedersi, e la deponesse in mano fedele per-
convocasse in Costantinopoli e Vigilio ; ché la pubblicasse se tratto a morte. As-
promulgato il concilio impose rigoroso si- sicurato poi dagli ulfuìali imperiali, con
ieuzio sulla questione siuo alla sua cele- giuramento lutto sulla veraCroce,che nou
2o8 TRE TRE
sarebbe più moleslato, tornò al palazzo lettera detestabile d'iba d'Edqssa,che pre-
tli Plfìculia. Preslo furono violali gìu- i tendevano essere stala approvata dal con-
ian»enli, gli si tesero insidie e il palazzo fu cilio di Calcedonia; il che dicevano non
cinlo eli truppe; laonde nel 552 fuggì di per difendere il concilio ma per auto-
,
notte in Calcedonia nella chiesa di s. Eu- rizzare sotto il nome di quello la loro em-
femia, e pe'niolli sofferti strappazzi am- pietà.Siccome ve ne sono ancora mollis-
malò. Non per questo cessò di reclamare simì, che tuttavia persistono a sostenere
contro le violenze dell' imperatore, ed a questi Ire empi capitoli; così noi vi ab-
Pietro suo referendario che gli avea spe- biamo chiamati a questa città, esortando-
Pupa, vinto dalla sua costanza, rivocò il immagini del principe; ch'egli è il Figlio
suo editto, e interpose legati e solennissi- adollivo al pari degli altri uomini; che il
Per questo il Papa ricusò d'assistervi, an- tizzasse Nestorio e la sua dottrina, il che
che per non esacerbar di più vescovi d'oc- i egli fece; 3.° quanto alla lettera d'Iba d'E-
cidente, prevedendo chea motivo de'po* dessa, dice che quel vescovo fa dichiara-
chissimi vescovi occidentali, i voti non sa- lo innocente e ortodosso ,
quantunque i
rebbero liberi. Intanto pubblicò un Co' padri non approvassero ciò che la sua let-
stitulo in cui protestò e proibì sotto pe- tera conteneva d' ingiurioso a s. Cirillo.
1, nel quale si dice. Che i nestoriani non sione si prima alcuni estratti dei
lessero
avendo più coraggio di parlar di Neslo- libri di s. contro Teodoro di Mop-
Cirillo,
rio, hanno introdotto: .^'Teodoro diMop-
i suesta, ed altri opuscoli , ch'erano stati
suesla suo maestro, che scrisse bestemmie composti per distruggere ciò che diceva-
ancora peggiori; 2.° gli empi scritti di Teo- si a sua difesa; a. ° si trattola questione,
tlorelo di Ciro, coulro s, Girilloje 3," la se fosse permesso condannare i naorli, q
TRE TUE 209
furono due passi dì s. Cirillo e di s.
citali gli nomina ed anatematizza gli autori del
At;ostiiio,clie provano potersi ciò fare. Si tre capitoli, ch'egli nomina espressamen-
recò in mezzo Teseoìpio d'Origene, con- te, come tutti gli altri eretici. Del resto,
dannato da Teofìlo d'Alessandria. Si esa> in occidente i latini, ignorando la lingua
minò il 2° de'tre capitoli, cioè gli estrat- greca, non rilevavano gli errori di Teodo-
ti dell'opere di Teodorelodi Ciro, i qua- ro Mopsuesteno; la distanza de'Iuoghi to-
li provavano ch'egli nvea difeso Ncstorio, glieva loro di vedere gli scandali, che i di
ed icnpngnato s. Cirillo; ma nel tempo Teodoreto produce-
lui scritti, e quelli di
slesso si nolo che Teodoreto avea anate- vano in oriente, e il vantaggio che trae-
matizzato Nestorio e la sua empia dot- vano nesturiani, massime nell'alta Siria.
i
trina nel concilio di Galcedonia. Nella 6.' Oltre di che gli occidentali temevano di
sessione si dichiarò anatema alla lettera non dare attacco agli eutichiani contro il
d'iba d'Edessa, come eretica. Nell'S." e concilio calcedonese. Attesta de Marca,in
ultima sessione si lesse la sentenza che con- Diss. de Pigila decreto prò conflrmat.
danna va i tre capitoli, del seguente teno- PSf nodi, e con esso Noris e Natale Ales-
re. « Noi riceviamo i 4 concilii di Nicea, sandro, che il concilio fu confermato an-
tendono sostenerli, coll'autorità de'padri non ebbe la stessa venerazione pel Quinto
odel concilio di Calcedonia". 1 vescovi in Sinodo, che non avea trattato che delle
numero dii65 sottoscrissero questa sen- persone,comepe'4 primi concilii generali,
tenza. Alla qualecondanna non volendo cheaveano trattato della fede: egli riceve-
consentire Vigilio, fumandato iti esilio, va questi ultimi come l'evangelo, ma non
donde nel 554 "'^" ^^ richiamato, prima dicea Io stesso del V concilio, e sì dispen-
d'avere confermato colla sua autorità la sava alle volte di parlarne. Questa diver-
medesima condanna del concilio, con let- sità di sentimenti intorno a questo couci-
tera da lui scritta al patriarca Eutichio; al- lio produsse unoscisma, che durò 100 an-
tri la chiamano Co*/z7m^o e diretto all'im- ni circa, imperocché le chiese di Francia,
peratore. Dice in essa, che non occorre a- di Spagna non vollero ricono-
e di Africa
\ere vergogna di ritrattarsi quando si sco- scerlo. Contuttociò (pieste chiese non si
pre la verità; e che avendo esaminato me- separarono mai dalla comunione culla s.
glio l'aliare de'tre capitoli, li trova con- Sede. Rigettavano solamente la deci>ionc
dannabdi. In conseguenza protesta di di- del V concilio, pretendendo che fosse op-
chiarare u tutta la chiesa cullulicajch'e» posta ul concilio di Culccdouiu;cd iu con-
9. IO TRE TR E
seguenza davano un senso callolico a tuUe palmenle gli occidentali; replica Bergler,
le proposizioni, clie sono in quegli scrini. questo procedere niente appartiene alla
Ma ailoKjuanclo in progresso di tempo, questione di diritto, con cui si cerca se gli
c|uesle dispute furono del tutto messe in scritti in se stessi meritassero censura, e
chiaro, tutte quelle chiese, tanto in oriente ritiene che la loro condatma non fu ingiu-
((Ufinloinoccideiite.riceveltcroil V conci- sta. Avverte ancora, che non devesi dare
lio Costantinopoiitiino, come Ecumenico intiera credenza a lultuciò che fu scritto
('/^ .j.Osserva il Bergier, che avendo i! con- dalle due parti, specialmente dagli afri-
cilio condannato assolutamente tre capi- i cani; essi giudicavano della condotta di
toli, e pronunziato l'anatema contro gli Papa Vigilio e del concilio V di Costan-
aulori, non è certo che Vigilio vi abbia tinopoli, secondo la prevenzione, e non
sottoscritto; molti pretendono che giam- erano molto in istato di ponderare il va-
mai l'abbia fatto, altri hanno prodotto il lore delle espressioni greche,conlenute ne'
CoiistitutunnSà lui fatto nel 554, in cui Ciipiloli. Termina con dichiarare, questo
dichiarò: Che dopo aver meglio esamina- concilio non fu generale o ecumenico, ne
to gli scritti di cui si parla, gli lia giudi- nella sua convocazione, né nella sua du-
cali degni di condanna. Questa opera si rata, né nella sua conclusione; i voti non
riferisce nelle nuove Collezioni i\\ Baio- erano liberi: vienegiudicato generale [)er
zio. Indi m"e Der^ier, che tale con l'aoceltazione universale che in progres-
danna causò lo scisma fra' vescovi occi so di tempo ne fece la Chiesa. Mentre Vi-
dentali, sempre peisuasi che tre capito- i gilio tornava in Boma, giunto in Siracu-
li fossero slati approvati dal concilio cal- sa, mori IO geimaio 555^ e l'i a[)ri-
a' i
cedonese. La divisione tra essidurò più le gli successe Pelagio Tj che l'imperato-
di un secol* } anche fìa gli orientali durò re avea costretto a sottoscrivere il sinodo
mollo tempo, alcuni de'quali erano di- V, per cui la plebe tumultuante negò ri-
chiarati pel neslorianismo, altri pegli er- conoscerlo, credendolo traditore del con-
rori d'Euliche,allri fìiiahnenteperla dot- ciliodi Galcedonia, per l<i coiulanna de'lre
trina callolica, slabilita nel concilio diCal- capitoli che prima avea difeso. Separan-
cedonia. Dunque tutta la questione si ri- dosi dalla cofìiunione di lui gli uomini re-
duce a sapere s<f i Tic 6y//;z7o Zi fossero sta- ligiosi e i nobili cittadini, né trovandosi
li approvali dal concilio calcedonese; ma un 3." vescovo in tutta Italia per consa-
to, censurò gli errori contenuti negli scrit- vi dell'Istria, della V^enezia e della Liguria,
ti, ma non condannò le persone degli au- coll'arci vescovo d'/:/<y w//e/V/, rimasero per-
tori,morti nella pace della Chiesa. Ma i tinaci difensori de'tre capitoli, come per-
padri disturbati da' clamori degli Euti- suasi di non potersi condannarli senza in-
chiani (^.), e dalla pertinacia di Giusti- giuria del concilio diGalcedonia,e perciò si
niano I , pel rigore loro nella condanna formarono lo scisma che durò piii di i oo
delle persone fu quello che ribellò princi- armi. Vedendo Pelagio I che inutilmcn-
TRE TRE 211
te avea invitato i vescovi dissltlenti aH'a- da lutti fosse ricevuto. Inoltre procurò con
nilà callolicn, giutlicò bene di Rirli raf- zelo che i pertinaci difensori de'tre capi-
tVeiiare tla Narsete duce imperiale, dimo- toli, nel sinodo condannali, desistessero
strando loro die non avrebbe perseguita- onninamente dalla loro ostinazione in so-
da Elia coni 8 vescovi a lui soggetti, que- do caltolici. Nel 63o Papa Onorio I de-
sti prelati giurarono nuovamenle,che ajai pose dalla sede patriarcale di Grado, For-
non avrebbero ammesso il V concdio di tunato eretico e traditore della repubbli-
Costantinopoli, sempre col vano pretesto ca di V^enezia, e gli sostituì Primogenio
di non pregiudicar (juello di Calcedonia.il suddiacono regionario della chiesa roma-
Papa sperando atnmolliie la loio ostina- na; indi eslinse lo scisma de' vescovi d'I-
zione, col mez.zode'suoi legali, e di sue lei- stria che ave ano preso a difendere da più
tere,pressoil Caronio all'anno 5b6,e Lab- di 70 anni i Finalmente Pa-
tre capitoli.
I)é, ConciL Ep. ad Episc. Istriae, t. 5, pa s. Sergio I 687, colla sua pruden-
del
sore s. Gregorio 1 del 5^0 scrisse la sua Il Bernino \\t\K tlistoria di tutte l'IIere-
professione di fede e l'inviò a' patriarchi sicy ne ragiona nel t. 2, riportando la no*
d'oriente, confermando i primi 4concilii tizia, la condanna e il corso della questiO'
generali, quali volle fossero tenuti in con- ne; sentimento diverso degli occidenta-
il
di teologia. Che la dottrina che volevano tre capitoli, il quale tanto gli orientali che
condannare i contrari era già stata abba- gli occidentali protestarono di rispettarlo.
stanza proscritta dal concilio d'Efeso nel Si esprimono i dubbi sulla lettera attri-
43 i,ed anche da quello di Calcedonia nel buita ad Iba d'Edessa; che i padri di Cal-
45 1; e la difficoltà che mostravano i di- cedonia non portarono alcun giudizio con-
fensori d'anatematizzare le persone, na- ciliarmente, e la persona d' Iba fa rice-
sceva più da un religioso ribrezzo di con- vuta come ortodossa. Teodoro Mopsue-
dannare que'che erano morti nel seno del- stano viene considerato come padre del
la Chiesa, e di offendere nella più piccola nestorianismo, e che non fu mai appro-
parte l'autorità del concilio calcedonese, vato a Calcedonia. Teodoreto di Ciro ac-
e dal timore d'incorrere in nuovi torbidi, cusato personalmente al concilio di Cal-
che da principii di dottrina e di fede. Que- cedonia, ed accusato dopo la morte. Che
sto affare produsse nondimeno tante per- l'autorità del Pontefice romano risplen-
secuzioni, tante turbolenze e tanti disor- dette sul fiitto de'tre capitoli, dimostran-
dini, che si può dire in qualche maniera, dolo vescovo di tutta la Chiesa, pastore
che tanti non avea mai sofferti la Chiesa universale,concuichi non comunica èfuo-
per l'eresia degli ariani e per qualunque ri della Chiesa, e d'altronde fuori delia
altra; e l'applicazione della condotta di ta- Chiesa non vi è salute (sentenza di cui ri-
le aliare ad altra questione strepitosa di parlai a Tradizione). In che consistesse-
questi secoli l'ha resodi maggior celebri- ro i Tre Capitoli, e in che senso furono
tà, per cui i'Andres trattò la questione eoa esaminati al concilio V di Costanlinopo-
erudita estensione. Quindi concluse: » E ii. Si giustifica la condotta in quel con-
sebbene in tale questione con tanti scrit- cilio di Papa s. Vigilio. Si dichiarano i
ti, con tanle lettere de* Papi, e con un fondali sospetti, ch'ebbe a principio sul-
coiiciiio generale non si sia deciso alcun le intenzioni degli orientali. Come a tut-
punto di )ì(ù}\e, si è però molto illustra- ta ragione si prima alla con-
oppose in
lo ciò che riguarda il nestorianismo, e so- danna de'tre capitoli. Che negò in prin-
nori messi in chiaro alcuni punti d'eccle- cipio che si debbano condannare le per-
siHStica disciplina, su cui prima si dubi- sone dopo la loro morte, e che in questo
tava. S'è mostrato che ancor dopo la mor- solo punto mutò poi sentimento.
ie si può dar 1'
anatema agli eretici, qua- TRE FOiNTAINE. Ahhatia ss. Fin-
lora dall' autorità delia loro dottrina sie- centiietAnastasii^alias Triunì Fontiutn
1)0 da temersi pregiudizi alla fede. S'è ad A quas Sahias. A.hhaz\a nullius dioe-
deciso, che ciò in cui sono infallibili i con- cesis de'ss. Vincenzo e Anastasio alle Ac-
cilii ecumenici, è il punto di fede, per cui que Salvie d'Italia, posta parte nellostato
sono stali convocati; e su questo non pos- pontificio e parte nel granducato diTosca-
sono i veri cattolici tentare nuove revi- uà. Di questa celebre e antica abbazia ra-
sioni;machegli altri punti eterogenei pos- gionai in diversi luoghi,come nel vol.X II f,
sono senza pericolo richiamarsi da'dotti p. 59 e seg., descrivendo le sue chiese dei
critici a nuovo esame '*. Nel supplemen- ss. Vincenzo e Anastasio ad Acfuas Sai-
to al Giornale Ecclesiastico di Roma vias, cattedrale dell'abbazia di s.Maria
1796, t. 8, p. 35 3, si legge la dotta :^yy/c- in Scala Coeli, e di s. Paolo alle Tre Fon-
gazioiie della famosa controversia dei tane, situate nel suburbio di Roma fuo«
TRE TRE 2i3
ri la Porta di s. Paolo (F.) e presso la quanto può dirsi antico il cadente spopo-
Chiesa e basilica patriarcale nella via lalo paese di Porl'Ercole, nella diocesi di
Ostiense^ del cui splendido risorto tempio Soana, altrettanto nuovo e ognor crescen-
compii la descrizione ne'vol. LXXllI, p. te diventa questo di s. Sletàno. In Tosca-
352, LXXV, p. 2i4- Ivi dichiarai per- na appartengono all'abbazia anche le
chè prese nouii che porla; che fu abba-
i isole di Monte Cristo e di Giannutri: pe-
zia de'benedellini Climiacensi e poi dei rò dopo pubblicato tale articolo, ove ne
Cistcrciensi (^/^
.j, quindi diventò com- ragionai, l'isola di Monte Cristo, come-
lìienda e lo è tuttora; che ad essa nel se- chè lontana da Orbetello, e per andar-
colo Vili o circa l'Sc^Papa s. Leone III si ora a ripopolare, col beneplacito del-
e l'imperatore Carlo Magno assegnarono la santa SgAq e il consenso dell' attuale
molte città e luoghi, anche con porti ma- cardinale abbate commendatario, osta-
rittimi,oltre altri beni,con giurisdizione e- ta ceduta al viciniore vescovo di Mas»
ziandio episcopale. Tuttora spettano prin- sa Marittima. Quanto a Orbetello, co-
cipalmente alla giurisdizione ecclesiasti- me luogo principale dell' abbazia delle
ca di questa abbazia, nello stato ponti- Tre Fontane nella Toscana, qui aggiun-
ficio, s. Oreste nel monte Soratte, Pon- gerò alcune altre nozioni. Questa picco-
zano, Monte Rosi, de' quali riparlai ne* la città cinta di mura e fortificata, fu ca-
voi. XLIX, 92, LVlll, p.
p. 17, 124, I poluogo d' un feudo imperiale, poi dei
128; nel granducato di Toscana, Oibe- reali l^residii di Toscana (^.), con col-
tello, l'isola del Giglio, Porto s. Slef.i- legiata chiesa priorale di s. Maria Assun-
uo, de'quali luoghi ragionai anclie a To- ta, ch'eia principale, riedificata nel i 3 70,
scana, non che degli altri luoghi che ap- ed eretta in collegiata nel 1 582 dal cele-
partenevano airabbazia,conìeAnsedonia bre cardinale Alessandro Farnese abba-
già città di Cosa coi suo porto, ora Porto te commendatario delle Tre Fontane: ha
Ercole,e Soana città vescovile. Orbetello, la dignità dell'aiciprele, 4 canonici coa-
Orhctelliini,Suhcosa,s\\.u'ò{i) nel lido piti diutori, ed il vicario abbaziale. L'ospeda-
australe della Maremma toscana , è nel le fu eretto verso ili5oo, e il monastero
conjpajtimenlo di Grosseto, come lo so- delle Clarisse fondato ne! 161 5: vi furono
no i due seguenti luoghi. L'isola del Gi- i minori conventuali. Dalla sua situazio-
glio, /g^///ww,èdopoquella dell'Elba (che ne, in pianura suireslremilà d'una lin-
parimente descrissi aToscANA)la più gran- gua di terra che si avanza in mezzo ad
de, pili popolata, e per natura del suolo uno stagno salso, dal quale da ogni parte,
più conforme a quella dell'Elba fi a tut- eccettuala quella di settentrione, è circon-
te le altre dell'arcipelago toscano,con chie- data, e per fianco due lunghi e angusti
sa plebana di s. Pietro apostolo esistente istuìi, si congettura prescilnome di Or-
nel superiore castello, oltre una cappella betello, cioè Orbicnm e Tellus; per da-
curata nella sottoposta borgata del por- re a conoscere che questo paese è in mez-
lo, il l^orto s. Stefano nel Monte Argen- zo alleacque quasi accerchiato dalla ter-
laro, è un castello e terra annessa sulla ra, piuttosto che crederlo l rbs l'ilelli^
riva del mare, capoluogo d'una nuova co- come lo dedusse il Lami, o immaginar-
munità cui fu dato il titolo di Monlar- lo di figura or/^/V/z/^/rc, benché la sua for-
geutaro, con cliiesa priorale di s. Stefa- ma siad'nncono troncalo. Imponenti for-
no, ed il ritiro sul Monte Argentare dei tificazioni che la dilendono dulia parledi
/*^/.Sò/o/i/.y//{/^) fondato dal b. Paolo del- terra, e la singolare sua [)osizioiie, fanno
la Croce loro istitutore, il (piale Iia poco indagai e se debba o no OrbelvUo risalire
distante il suo noviziato. Osserva il l{e- all'origine elrusca. Pelò la .^volla che se 1
pelti, nel Dizionario della Toscana^iàm ne trova meuziunt: è sulla line del secolo
1 xA TR E T H E
XI o principio del XII; altri la fanno suc- di Bertoldo Orsini. Pacificali gli Orsini
cedere a iS'w^coi'tìfo porlo diCosa, opinione colla repubblica di Siena, ebbe luogo nel
fondata sulle superstiti anticaglie, e ne' i358 una 3.* investitura rinnovata dal-
suoi dintorni furono comballule battaglie l'abbate delle Tie Fontane a favore de'fl-
da'romani.IlRepelti pare die non ammet- glide'menlovali coniugi conti Orsini, me-
ta l'anteriore anlicliilà d'Orbelello, per diante annuo canone. JNel i4oi in Piti-
quanto riporta, e che nella famosa tavola gliano fu da'monaci di s. Anastasio rin-
di rame dell'abbazia delle Tre Fontane, novata l'investitura agli Orsini e loro
jiguardante la cospicua donazione fatta discendenti anche femmine, coll'obbligo
alla sua chiesa di s. Anastasio ad Aqiias di mandare nel giorno delia festa di s. A na-
Salvias, da s. Leone HI e da Carlo Ma- stasio al suo monastero un cavallo bian-
gno, colla quale fu donala la città d'An- co o leardo bardalo, e di rinnovare il con-
sedonia, Port'Ercole e il Monte del Gi- tratto medesimo di generazione in gene-
glio, senza affatto rammentarsi Orbetel- razione mediante laudemio. Continuaro-
lo, né il suo grandioso stagno pescoso, ne no a dominare gli Orsijji in Orbelello,
quello di Bmano, ne il porto della Fe- finche non insorsero altre dispute e guer-
iiiglia, né l'isola di Giannutri,nè tante al- re tra Siena e i conti di Piligliano a ca-
tre attinenze che sono richiamatesul con- gione de'feudi che lai.^'teneva da questi
to dello stesso privilegio da molte bolle di pertinenza di s. Anastasio. Alle quali
pontifìcie posteriormente concesse a'mo- inimicizie riparò neh 452 la potente me-
naci cistcrciensi entrati verso ili i3o nel diazione di Paj)a Nicolò V, per cui fu de-
monastero di s. Anasiasìo adJquas Sal- ciso che il comune di Siena dovesse rite-
vias ossia alle Tre Fontane. Conferma- nere Orbelello cogli altri luoghi della ba-
rono le sue possessioni Papi Adriano IV, i dia delleTre Fontane, a coudizione di
Alessandro III, Lucio III, Celestino HI, pagare a'Ioro abbati l'annuo censo di 5o
Innocenzo HI e Alessandro IV, tanto l'e- fiorini d'oro e lire i5. Questo trattato ven-
sistenti nello stalo {)apale che nella To- ne ratificato nel maggio 14^9 in Siena
scana. Nel i269 d. Elia monaco cistcrcien- con bolla ili I^io II, e da lui confermala
se di s. Anastasio, come procuratore del- nel 1464 con bolla data da'bagni di Pe-
l'abbate e monaci delle Tre Fontane, in- triolo, esorlando i monaci d'aderire alla
vestì con litolodi feudoil conte lldebrau- richiesta riduzione di 5 ducati l'annuo tri-
dino il Rosso diSoana,del castello d'Or- buto, per le controversie insorle.Nel 14^4
betello e suo distretto, con facoltà di pas- cominciò il domiuio della repubblica di
sarlo ne'figli ed eredi suoi, per 1' annuo Siena sopra Orbelello e suo distretto, per
tributo di pochi fiorini d'oro. L'invesli- ragioni di guei ra e rimborsi di spese fat-
1^1 a delloslesso feudo fu rinnovata in Or- te, ed il suo neuiico Ladislao redi Na-
betello nel 1286 a favore della conlessa poli l'avea occupato aiililarmente; allre
Margherita, figlia unica del detto Ude- invasioni patì nel 1454 dal capita noGon-
brandino, ed erede della casa Aldobrau- zaga benché al servizio de' sanesi, e nel
desca diSoaua, confermatale poi da Pa- 1455 daJacopoPiccinino capitano di ven-
pa Bonifacio Vili con breve de' io mar- tura, con online segreto di Alfonso I re
zo 3o3. Mancata la contessa, il feudo di
1 di Napoli. Quindi cominciarono le accen-
Orbete'.lo co'suoi annessi fu ereditato da nale vertenze Ira gli abbati di s. Anasta-
sua figlia Anastasia, nata dal conte Gui- sio ed i sanesi, finché nel i466 si con-
do di Monlforl, la qnale portò la contea venne tra le piirli, che il comune di Sie-
di Soana e il feudo d'Orbetello nella ca- na pagherebbe a lilolo d'annuo censo al-
mantenne Orbelello scilo il dominio sa- d<i'reali Presidii, fino a c!ie questi furo-
nese ad onla d'alcune proteste degli nb- no di nuovo a viva forza riconquistati dal-
bali commendatari di s. Anastasio, e di l'armata discesa nel 1735 dalla Spagna
una moujentanea occupazione ostile nel in Italia, In quesi* ulliuja spedizione la
abbate conìmendatario delle Tre Fonta- dal I 557 al 1707, nel quale anno reali i
ne affacciava delle ragioni sopra Orbe- Presidii caddero per la maggior parte in-
lello e suo distretto. ìMa tolseio di mezzo sieme col regno di Napoli in potere de-
ogni qiieslione nel 1 554 8^' spagnuoli ve- griinperiali, da'qnali fiu'ono guardati fi-
nuti su d'una flotta in que' paraggi per no alla pace del 1786, insieme a Porto
con)battere e Ciicciarne i francesi e sane- Longone sebbene trovasi nell'isola del-
si. In fatti riuscì in 3 anni all'imperato- l'Elba. Fu allora che Orbelello col re-
re Carlo Vdi ridurre co'suoi polenti mez« stante de' reali Piesidii venne ceduto a
zi all' ubbidienza g'i abitanti di tutto il Carlo Dorbone re di Napoli e di Sicilia,
territorio della repubblica sanese, die poi al cui figlio Ferdinando IV gli orbt'tellani
rilasciò al suo liglio Fdippo il re di Spa- diPort'Ercole,Porlos.Sl{fano e Talamo-
gna;equesti nel i 557 '**^ inve!iùCosimo I ne fedelmente ubbidirono sino al 1808,
duca di Firenze, per estinguere un de- in cui francesi incorporarono al gran-
i
bito di rilevanti somme in quella guerra ducato questa porzione di Toscana, che
da Cu lo V contratto. In tale cessione pe- il trattato di Vienna del 8 i4 confermò i
cario di Roma, Gregorio XVI dichiarò domenica per la Risurrezione, per l'Av-
l'attuale abbate commendatario perpe- vento fino all'B.^ dell' Epifania, e dalla
tuo ed ordinario de' ss. Vincenzo ed A- Settuagesima fino all'S." di Pasqua. Si di-
naslasio alle Tre Fontane, cardinal Ga- ce Convenzionale la tregua che riguar-
briele Ferretti d'Ancona vescovo di Sa- da la guerra che si fa co Soldati [y,) fra'
bina e penitenziere maggiore, che tiene principi e gli stati, e le dispule fra' pri-
presso di se un vicario generale, e al- vati, che per sopirlesogliono determinar-
Iro vicario generale risiede a Orbetello. si alcuni giorni, mesi e anni, e deve man-
Tulta la diocesi abbaziale contiene più tenersi anche all'inimico. Concilium de
di 2,000 anime, cioè quasi 1 0,000 dio-
1 pace rogai, datar ergo dierum Tregua
cesani in Toscana e circa 2000 nello sta- triumj e si metteva in iscritto, ed il patto
to pontifìcio. si firmava. Nec verbo stare Joannes^Nec
TRE T ABERNE. 7^. Cisterna e Vel- scripto voluit, Nec pactas mitlere Tre'
lETBl. guas. E si firmavano col consiglio ed a-
TREGUA DI DIO o DEL SIGNO- iulo de'vescovi. Si rileva dall'accordo che
RE. La Tregua o Triegua, Inducìae, è s. Luigi IX re di Francia fece con Rai-
la convenzione Ira due parti nemiche di mondo VII conte di Tolosa: Necpacem
non offendersi reciprocamente per un cum ipso faciet, vel Treguas sineasseu'
tempo indeterminato, a differenza della su Ecclesiae et nostro. Quando antica-
sospensione d'armi, che è breve e a tem- mente si faceva la pace si dava fra'paci-
po, e dicesi pure armistizio e cessazione ficanti il bacio diP<2ce,come risulta dal-
dall'oslililà, che si fa tra gli eserciti bel- le leggiLongobardiche; e chi frangeva la
ligeranti. Per la tregua si concerta la so- pace soggiaceva all'imposizione pecunia-
spensione della controversia, e frattanto ria di 3oo soldi; qual pena dicevasi Fre-
si deviene alla concordia e alla Pace ( V.), doy cioè pena di pace violata, così nelle
La pace è il vincolo di carità di affetto, leggi Saliche, Alemanne e di Frisiajed an-
ed amicizia e concordia, ed è nel suo effet- che si chiamava tal pena Vergildo^ la cui
to il line della discord iastessa. La tregua S.'parte si dovea al fisco: dalla parola/^rc-
è quell'assicurazione, che si promette per É?o, gl'italiani fecero quella di Frode. La
tempo concertato alle persone ed alle co- tregua non è lecito romperla senza prima
se non finita per anche la discordia e con- essersene data la denuncia vari casi si :
tre lavorano o coltivano il terreno, a si- po, quando la tregua deve avere uu ter-
TRE TRE 217
mine limitato stabilito, e stabilita la pa- abbiano ad avere qualche durala. Forse
ce, o contrattata ia tregua, durante il tem- sarebbe più conveniente indicare sotto il
po o dell'una o dell'altra, i chierici, i fo- nome di semplici sospensioni d'armi ta-
restieri, gli agricoltori, non debbono dal- li convenzioni fra due capi di corpi; chia-
le loro operazioni distornarsi, ed inquie- mare armistizi propriamentedetti le con-
tarsi debbono avere sicurezza. Tanto
, e venzioni concluse per due eserciti interi
ricavo dalla lez. 34^ Della tregua e del- da'Ioro comandanti supremi; ed appellar
la pare, delie Lezioni di diritto cano- tregue quelle che, derivando direttamen-
nico del prof. Vermiglioli. Questi inoltre te da'governi, concernono ad un tempo
dichiara, che presentemente non ha più e in ogni punto tutte le forze combatten-
luogo quanto si prescrissedaldìrittocano- ti. Il diritto delle genti ha stabilito rego-
nico sulla tregua e sulla pace, e non ha le, mala fe-
a fin d'impedire, che per la
luogo sulla guerra che potesse farsi fra de d'una delle parti contraenti, l'armisti-
nazioni e sovrani, ma riguardano le con- zio non torni in detrimento dell'altra. La
tese, e le privale e domestiche guerre ed regola primaria, quella dalla quale scatu-
inimicizie, e queste vennero riprovate e riscono tutte le altre, è l'obbligo, che as-
segnatamente da'concilii generali di La- sume ciascuna parte, d'astenersi non so-
tetano Il e III, e per reprimere la bar- loda ogni atto simigliante ad un com-
barie e la violazione, eh' erano frequen- battimento ma eziandio da qualunque
,
ti neir invasione de' barbari e nei ferrei impresa militare, la quale, senza essere
secoli, ne' quali impunemente privati i una diretta aggressione, tendesse a dimi-
impugnavano le armi senza avere riguar- nuire vantaggi e le forzedel nemico, che
i
do agli amici e a*parenti,per cui erano in avrebbe ad essa potuto opporsi senza l'ar-
trionfo le inimicizie, le rapine, i saccheg- mistizio. Questo principio è posto sotto la
gi, gì' incendii, gli omicidii, che neppu- salvaguardia dell'onore militare; un ge-
re i principi ed i re aveano forza e mo- nerale, che se ne allontanasse, macchie-
di da reprimere, come ci assicura s. Pier rebbe il suo nome di slealtà. Una tale so-
Damiani e altri. Quanto all'armistizio, si perchieria è rarissima. Però siccome essa
definiscepacetemporanea.Qualunquesia è possibile, si danno ordinariamente re-
l'origine di questa parola armistizio, ella ciproche malleverie. Altra volta solevan-
desta in tutti l'idea d'una convenzione, si consegnare in deposito fortezze e piaz-
perla quale due eserciti in campagna e di ze, come pegno dell'intenzioni del nemi-
fronte impegnansi reciprocamente a ces- co, o per maggiormente vincolarlo ad a-
sare da ogni atto di ostilità. Gli armisti- dempiere le sue obbligazioni. Ma le con-
zisono generali o parziali. I primi sono venzioni di questo genere sono divenule
conclusi da due eserciti interi , in modo assai rare. Sifanno al più quando trat-
che le loro operazioni aggressive sieno so- tasi,prima della pace definitivamente, di
spese su tutti i punti ad un tratto. Questi far isgombrare un territorio da un esercito
armistizi non si concludono tra'generali intero. Altra volta eziandio prendevansi
supremi degli eserciti, ma tra gli slessi go- od esigevansi slalichi o ostaggi. Si ricorre
verni. Gli armistizi producono parziali pur oggi a questo provvedimento, quando
una sospensione d'armi fra due corpi d'e- trattasi co'sudditi del nemico, ne'paesi oc-
sercito, fra truppe isolate, ovvero fra as- cupati; ma tra'principali stati dell'Euro-
sedianti ed assediati. Essi ponno venir pa più non si esige da potenza a potenza la
conclusi da'generali e da' capi de' corpi, guarentigia degli ostaggi. O^gimai la fe-
senza la ratiiicazione de'loro governi; de- dele osservanza degli armistizi è assicu-
vono però essere approvati o ratificati dal rata sopr.ittulto dal legittimo peso dell'o-
Gomaudante supremo, almeno qualora piuiouc pubblica. La potenza che uè abu-
VUL. LXXIX.
9.1 8 T R E T n E
siì$se per ingannare un avversario trop- de'piti bei caratteri della Chiesa catloli"
po fidente perderebbe infidiibilmente la ca, provando com'ella solo sia la veia lu-
slinia eia simpatia di tulli neutrali. E i Irice della pace e la base piìi ferma degli
se questi stali neutrali si fossero da prin- stati. Delle due parti di questa bella e im-
cipio inlromessi per riuscire ad una so- portante lesi, la r. "fu dal dotto autore am-
spensione d'armi, se questa fosse stala ac- piamente dimostrata da 3 capi: i.°dallo
cettala con loro partecipazione o con lo- scopo che Dio ha prefìsso alla sola Chie-
ro iniziativa, ogni abuso, che fosse fallo, sa cattolica di tutelare la pace; 1° dalla
sarebbe da essi riguardato come un insul- forma o costituzione che Dio le ha dato
to personale; la giustizia ed il loro onore e che la rende la sola idonea a unire gl'in-
gli obbligherebbero ad unirsi alla parte telletti, i voleri e le braccia degli uomini
Jesa per vendicarla e vendicare la sagra di un solo ordine di vero, di bene e di
leggedeldirillodelle genti. I neutrali, che operazione ;
3.° dal naturale andamento
si arrestassero innanzi a questo dovere, a dell'operazione della Chiesa, il (piale in
.sospetto di connivenza. Delle tregue,degli mostrano gli elfelli. La 2." parte deduce-
armistizi, delle paci principali,parlaj negli si dalla i.^ per necessaria conseguenza, e
articoli degli stati edellecillà in cuisegui- viene inoltre confermata da una bella a-
jono; oltreché a l\liLiziA,a Marina, a Sol- nalisi, che fa per ultimo l'oratore, dell'in-
dato, e negli altri analoghi e riguardanti le segnamento politico della Chiesa posto a
guerre che descrissi. In ogni tempo Pa- i -confronto co'rovinosi sistemi de'suoi ne-
pi furono benemerentissimi della pubbli- mici. Meritò quesl' orazione la pubblica
ca pace e concordia, ed io) pongono di pie- slampa col titolo: Sulla pace^ Discorso,
gar sempre per essa, come fa la Chiesa, ec. Roma 855, I tipografia Cairo. Abbia-
j>el conseguimento dell' Indulgenze. In mo De Pace. Tregua eie,
del Guazzini,
ogni epoca i Papi furono mediatori beni- Romae 6 1Tractatus aureus de Fi'
1 o.
gni, autorevoli ed eilìcaci tra Sovrani(F.) de, Tregua-et Pace, clarissimi juriscon-
e sovrani,etra'governanli e isudditi, non sulti Nicolai Moronis^ Venetiisapud Da-
meno che Ira le intestine fazioni; ed a ta- mianum Zenarurn i474- Gr'egorii /Ma-
le effetto inviarono pacieri, Zcg-^//,iVifm- galo tii Episcopi Clusini, Consultissimi
27 (T^.) e altri, che fecero quanto narrai securitatisy ac Salvi-Conductus tracta-
o'ioro luoghi. Solo qui pure ricorderò, che tus perutilis, et quotidianus, Romae a-
il cardinal Rocea(P.) nella pace tra're di pud Anlonium Bladum 533. Conte Giu- I
Francia e Inghilterra, celebrando la mes- seppe Gatti , Ristretto della storia dei
sa in loro presenza , rivoltosi a loro col- principali trattati di pace, dalla divi-
V Ostia consagrata tra le mani, ambedue sione dell'impero di Carlo Magno, si"
giurarono sopra di essa di mantenere in- no a quello di PFestfalia, Roma 1824.
violabilmente la stabilita pace; indi rice- Il eh.. A. Co^\n,iì^\Y Effemeridi lettera-
rono i giuramenti sugli Evangeli, e il si- contezza dell'importante opera del cele-
mile fecero gli eredi della corona, unita- bre diplomaticoFederico deMartens,pub-
mente con altri principi e magnati. La Ci- l)licata in i 5 voi. a Gottinga nel 8 1 7-20, 1
viltà cattolica^ 1.^ serie, 1. 1 i ,p. SyS, ri- coi titolo: Récueil de Traités d'Allian-
porta, die a' 12 luglio 1 855 il eh. d. Giu- cCy de Paixy de Tréve de Commerce, ,
stino Sin)onelti, professore di filosofia nei de Limites, d' Echange etc. et plusieurs
romano, nell'aula mssima del-
sen»inario autres actes servant à la connaissance
romano, ragionò né\' Ac'
l'archiginnasio des rélations étrangcres des puissances
cadcmia di lu'iigione Cattolica^ di uno et états de V Europe tant dans Icur rap-
TRE TRE 219
port miilucl que dans celid envers les potevano venire ad un accomodamen-
nm'ssanccs vli-lats dans (Vautres par tìcs to. Quel barbaro costume fu introdotto
sti riportò la Storia degli antichi Trat- non erano complici delToraicida, ovvero
tati di Barbeyracii, che coajincia dai ne- che rinunziavano alla consanguineità.
goziati de'popoli della Grecia per lo sta- Carlo Magno ordinò, che il delinquente
bilinieuto del consiglio o Tribunale {F.) pagasse una u)ulla,e che parenti del de- i
degli Amfjzioni, 1496 anni avanti l'era funto non potessero rifiutare la pace, s'e-
nojstraj e termina iill'epoca di Carlo Ma- ra loro richiesta; ma niun valore s'ebbe
gno : cogli altri volumi continuò la rac- questa legge per far cessare il male.l mag-
colta dal 1731 al 1738. Diversi autori^ giorenti tanto ecclesiastici, quanto tem-
specialmente tedeschi, intrapresero la con- porali continuarono a guerreggiare fra lo-
tinuazione disi utile collezione, e fra gli ro, il che mosse i vescovi, e poscia i eoa-
altri si segnalò Wenck col Codex juris ciliia proibire sotto pene canoniche di u-
gcntiuni recentissimi, Lipsiae 1781-95, sar violenze e maneggiar l'armi in certi
nel quale raccolse i trattati dal 1735 al tempi consagrati al cullo diviuoi Da prin-
cipio si stabilì, che nessuno potesse assa
Tregua di Dio o del Signore, si disse lire il suo nemico dall'ora di 9.^* del sa-
anticamente la sospensione d'armi che a- bato, sino al lunedì all'ora di i .', affine di
vea luogo riguardo alle guerre partico- renderealla domenica ilconvenienleono
lari, per cui ne'concilii dopo il secolo X re e santificarla; che le chiese fossero ri-
ne un Canone (V.)j ordinando
fu fatto spettate, per la Xovolinmunità ecclesiasti-
sotto pena di scomunicala cessazione del- ca (f'.)j clie un monaco, un chierico, o
le oslililàin certi determinati giorni e nel- lutl'altro uomo disarmato, andando e ri-
la Festa. {y.)y massime della Domenica<, tornando dalla chiesa,o camminando con
anzi da'vesperi d' ogni mercoledì sino a donne, non fosse affrontalo, il tutto sotto
tutto il detto giorno; con rigoroso divieto, pena di scomunica. Un'altra tregua proibì
sotto gravi pene, di far guerra e molesta- laguerra privala dal mercoledì sera d'una
re i vicini} poiché siccome la Passioneà<\ settimana sinoal seguente luneilì mattina.
Redentore cominciò nel giovedì sera, ma Ltituila da'vescovi nel sec.XI nell'Aquita-
la Chiesa ne princi[>ia la commemorazio- nia,e poscia adottata dallaGermania,dalIa
ne nella Settinìaìui santa o\ vesperodel Francia,allrellanto fecero laSpagna, ria-
mercoledì, par manifesto che fu la di vola gliilterra, non senza qualche resistenza ,
notissimo che precipuamente i popoli del l'ottava dell'E[)ifuniu, dalla Set luagesinm
Settentrione vendicavano gli omicidiie le sino alla Pastpia, dall'Ascensione sino ab
ingiurie col mezzo delle armi, quando le l'ottava di Pentecoste, nelle Quattro lem
duefamigliedciroircnsorcedeirolTcsouon poro, tulli i sabati dalle 3 ore [ìriain di
220 TRE TRE
mezzanolle, sino al vegnente lunedì, la vi- talmente che nel secolo seguente orrida fu
gilia delle feste della Ij.Vergine,dis. Mi- la faccia dell'Italia per stragi, rapine,frodi
chele, di s. Gio. Battista, d'Ognissanti, ec. e lascivia, e lo stesso clero siabbandonò
Essendo dunque continuamente
i signori a varie sorte d'iniquità, e massimamen-
in guerra fra loro,questo fu il mezzo per far te alla dissolutezza della vita, per cui s.
cessare tanti disordini che strazia vano mi • P/erZ>amzVzm tanto scrisse, e ^.Gregorio
serabilaìenlegrinfelicipopoli,malmenali VII (V.) tanto operò alla correzione e
dalle loro prepotenze. In tempo della tre- santificazione delmedesimo. Nel 962 sot-
gua di Dio, fu proibito ancora di pren- to Ottone I cominciò la nazione germa-
dere per forza anche la più piccola cosa, nica a dominare e signoreggiare nell' I-
di vendicarsi d'un'ingiuria qualunque, e talia, in tempi tuttavia ricordevoli d'es-
di esigere il pegno d'una cauzione. Così sere stali sudditi de' re franchi, e si rite-
i motivi di religione produssero su que- nevano parte di que'regolati costumi che
gli animi feroci l'effetto che avrebbero do- avea introdotto Carlo Magno, anzi allora
vuto fare la ragione ed principii di giu- i laGermania abbondava di santi più che le
stizia. Quanto più i signori cercarono di altre contrade. Servila potenza di Otto-
restringere la tregua del Signore, altret- ne I, di Ottone 1 1 e di Ottone III a tenere
tanto il clero procurò di estenderla ed au- per qualche tempo in freno la disordina-
mentarla. Il gran numero de'concilìi riu- ta vita degl'italiani; ma
pare che insieme
niti per questo salutare oggetto nelle di- gì' italiani acquistassero qualche ruvidez-
verse parti d'Europajper confermare que- za, e divennero più aspri e feroci. Certa-
sta santa istituzione, dimostra a suiTicien- mente la Ducilo {V.}, già usa-
pazzia del
za la grandezza de'mali che affliggevano i to da' longobardi, maggiormente si ac-
popoli, egli ostacoli da superare a fine di creditò e dilatò in Italia, anche per esse-
una specie di polizia: queste tre-
stabilire re dediti gli alemanni singolarmente al
gue sono evidentissimo documento della vino, e le ubbriachezzesi tenevano da essi
barbarie delle fazioni, e dell' anarchia di galanterie,in che anco franchi eransi i mo-
que'secoli. Santi personaggi e pii sovrani, strati essere connazionali di essi. Nel se-
col zelo e coll'autorità favorirono sì buona colo X e nel seguente fissarono il piede
opera. Le guerre Crociate infine contri- in Italia la simonia, l'incontinenza nel cle-
buirono ancora più eflìcacemente ad e- ro, l'occupazione de'beni di chiesa, l'op-
stinguereilfuoco»delle guerre particolari, pressione de'poveri e de'pellegrini,e le ini-
lamento a' 16 maggio nel concilio d'Elna sassoni e franchi.Se uno era ucciso , se
liei Rossiglione, li Muratori i\e\\aDissert. bruciata la sua casa, se da qualche gra>
^3^^ De' costumi degV Italiani, dappoi- ve ingiuria offeso, esigeva bene il prin-
ché cadde in potere de'harbari V Italia, cipe la pena imposta a quel misfatto, che
osserva aver gl'italiani poi goduto buono per lo più era pecuniaria, ma restava al-
stato e tollerabili costumi finché duròla o a'suoi parenti il desiderio di ven-
l'offeso
schiatta diCarloMagnOjdopo il terminedel detta, ed anche il farla pareva in certa
regno longobardo nel 778 sino all'SSS. guisa permesso. Nondimeno le Faide e
Dopo quel tempo dispulandosi il regno le vendette erano vietate, se l'offese e in-
d'Italia tra Berengario duca del Friuli e giurienon poteano chiamarsi gravi. Per
Guido duca di Spoleto, si scatenarono mettere freno a queste piccole guerre, i
le guerre e si aprì la porta a tutti i vizi, priucipi oi'dinaroBO, che il reo potesse ri-
TRE T R E 221
scaltarsi dall'Ira tle'nemici con esibir loro I regna di Dio, ne' trattati De Pace pii-
denaro,e questo eia tassato, allìtichè la di- hliea, e queste tregue al i 082 e al io34- H
scordia non precipitasse in eccessi. All'in* Sismondi accenna lina tregua di Dio falla
contro se il reo ricusava di quietar la con- pubblicare dall' imperatore Corrado l[
tesa e rinia»icizia,coirotFrire il prezzo agli il Salico nelio36, alla dieta di Ronca-
L'empia consuetudine delle maledette ris- tentativi fatti per stabilire la tregua del
se e vendette con rapine, gran tempo durò Signore; questa però fu meglio e più op-
presso la nazione de'corsi, allora feroci. porluuamente consolidala con tali sino-
tro i prepolenti laici. Più che altrove in concilio di Tulujas o Tulugense nel Ros-
Francia fra'signorotti e gentiluomini era- siglione, ove fu decretato. Omni tempo
no in voga le inimicizie e guerre private. re teneatar ac omnibus christianis ab
Ma ivi ancora circa il io3 ine fu inventato occasu solis quartae ferine y idest nier-
un temperamento e sollievo, imperocché choris die, usque ad ortiun solis seciui-
is. Tregua di Dìo,
ministri istituirono la dae feriae, idest limis die. Iteni conti-
sotto pena di scomunica contro chiun- nuatim teneatur a prima die Adventus
que non l'osservasse. Aggiunge il Mura- Domini usque ad octavam Epiphaniac
tori, che varia fu in alcuni luoghi la tassa Domini quando festivitas s. Hilarii a-
de'giorni destinati a queste corte paci; di- gitur. Iteni similiter continuatini tenca-
cendo che pili concilii e Papi, come Ur- tur a die lunis^ qui antecedit caput ye-
bano li. Pasquale II, Innocenzo He al- junìi, usque ad diem lunìs qui est pri-
tri confermarono essa tregua, e con pub- nius post diem Dominicam octai^arunt
blico profitto, perchè almeno in que'gior- Penlecosteni eie. E che colui che durante
ni la matta discordia taceva potevano ,
la tregua si faceva reo d'un delitto qua-
quietamente lavorare gli artisti e conta- lunque, in duplum componat et postea
dini, e pe'viandanti e pellegrini erano si' per judiciiun aquae frigidae trevani
cure le strade. Ma in Italia, do[)o la metà Domila evendel. De* Giudizi di Dio ri-
del secolo XI, insorte le guerre tra il Sa- parlai a Purgazioni. Da 8. Edoardo III
cerdozio e riuipero, per cagione d' esse re d'Inghilterra del 1042, fu eslesa assai
peggiorarono gli altari e i costumi, e sal- durante l'Avvento, 1*8.' dell'Epifania, ec.
tò fuori la strana ubbriachezza, come la Papa s. Leone IX nel suo viaggio in Ger-
chiama il Muratori, delle fazioni Guai' mania e Francia, giunto nel suo paese di
fa e Gìtihelliiia (/^.), che orride sce- Alsazia fece radunare nelioTo signori, i
ne fecero io llaliu. Altri fauuu lisulire la e gli obbligò u ricevere e a stabilire nellii
1222 TRE TRE
provincia la 066 rin-
Iregua di Dio. Nel i una persona per un qualunque siasi ti-
novò le tregue del Signore, Raimondo Be- tolo, il tutto sotto pénadi scomunica. La
rengario conle di Barcellona. Nel secolo tregua di Dio nel i 1 5 fu proclamala nel-
t
una vertigine, ladroni per istinto, assas- gnore, Bosone arcivescovo di Torino nel
sini per necessilà : saccheggi, prede, vio- I I iS tenne un sinodo, in cui ordinò che
lenze, massacri, eccidii di fan*iglie, ester- fossero inviolabilmente osservate le leggi
minii di villaggi e di borgate. Gli uomi- della tregua di Dio, a die mercurii posi
ni pii gemevano nella traboccante ne(jiii- solis occasum iisque ad die ni lui ine, sole
zia,cbe tulli gli ordini della civile società orientej ne' quali giorni, dice il sinodo,
dissolveva, onde pensavano i prudenti a doveano cessare affalto le privale o pub-
frenarla.Enrico vescovo di Liegi nel 1071 bliche vendette, le giudiziarie citazioni a'
a questo uopo pubblicando la tregua di creditori e agli offensori. Questo decreto
Dio,siesprimesul bel principiocosì.'^Nes- sinodale riguardava particolarmente ì sa-
suno porterà armi ne'giorni stabiliti, sia cerdoti, gli amministratori delle chiese, i
che vada a casa, sia che ne venga: ladro- monaci, le sagre vergini, pellegrini che
i
non potrà purgarsi che col testimonio di Taglione o Talione, legge che prescri-
7 uomini liberi." Guglielmo I re d' In- veva una punizione eguale perfetlamente
ghilterra pubblicò la tregua di Dio nel all'offesa, cioè occhio per occhio, mano per
jo8o. Pupa Urbano II neliogS presie- mano ec. Imperocché dicono i seguenti
dè il concilio di Troia, ove si confermò versi: Qualia fecisti, patiaris ^Talia Jiis
la tregua del Signore: allretlanto si fece estj - Hinc sibi coiweiiiens Talio nomen
nel 1095 in quello diClermontalla pre-" /if^^e^. Veggasi p.Eriberlo Rosweido nel
il
^enzad'Urbano li, e fu il can. i o che con- suo libro: LexTalionis XII Tahidarum
fermando con decreto la tregua del Si- cardinali Baronio ah Isacco Casaubo-
gnore, eslese la proibizione fino alle vi- no dieta, Antuei^'iae i6i4- Tale legge
gilie ed a' giorni delle feste della B. Ver- traeva la sua origine dall'antica giurispru-
gine e degli A postoli; dichiarò di più, che denza degli ebrei; essa fu praticata anche
dal mezzodì che precede la 1.^ domenica tra'greci e adottata da*romani,ma soltan-
dell'Avvento fino all'S.* dell'Epifania, e to ne'casi in cui non polevasi pacificare gli
dalla Settuagesima fino all'indomani del- offesi o far desistere dal perseguire in giu-
ia ss. Trinità non era pernjesso assalire stizia coloro che chiedevano vendellM.
TRE TRE 223
Quella legge fu consuleiula da'giurecou- Francia, Inghilterra, Russia, Sartlegna,
sulli corno contraria al dirillo naturale, e Austria, Prussia, e 2'«/r/t/V/Y/^.j, firman-
qtiìiidi abolita da tutti i Se
paesi inciviliti. do il tanto bramato trattalo, che pose fine
Ini volta r<i ricevuta nei:;li slati regolali con alla sanguin(jsa guerra, e che regolando
leggi moderale, non lo fu se non per mez- la questione d' oriente stabib il riposo
zo di niodifìcazioni iuìportanti, colle quali d'Europa, sopra basi solide e durevoli.
ne temperò il ligore. E siccome appunto L'atro fu sotloscrilto con una penna e-
questo avrà fatto s. Damaso I Papa del stratta appositamente da EeuilletdeCon-
367jin vece erroneamenlegli fu attribui- ches capo d'idlìcio del protocollo, da un'a-
ta l'istituzione della pena del taglione, se- la dell'aquila imperiale e vivente nel giar-
condo NovaeSjChe aggiunge: perla quale dino delle Piante di Parigi; così l'enible-
nia, come di quella occulta più vitupere- d'Europa. La penna poi fu regalata al-
vole, riparlai a Corte, a Servo, e nel voi. l'imperatrice Eugenia, secondo il deside-
XLIV, p.i8o. rio che ne avea mostrato, dopoché subito
Dalle tregue e dagli arndslizijCome dis- dopo la soscrizione fu posta sopra un fo-
si, derivandone le paci eie concordie,mi si glio bianco, e circondata dal sigillo di eia •
coiuloni se <pii dico poche parole su quel- scuna delle potenze rappresentate al con-
la che di recenle abbiamo celebrato, in gresso, e dalle soscrizioni de'plenipoten-
aggiunta a quanto dissi con pari elTusione ziari. A pie del foglio, il dello capo d'uf-
d'animo nel voi, LXKVII, p. 58, nel no- ficio vi scrisse l'analogo certificato, sid-
tare il seguito armistizio e la soscrizione r identità della penna. Il tutto fu posto
de'preliminari di pace, con liete speran- sollo una campana di vetro, e cinta d'un
ze di conclusione, nella formidabile guer- orlo dorato, per essere offerto all'impe-
ra e lolla gigantesca sulla questione d'o- ratrice, come venne eseguilo. Non è vero
riente; prodigioso benefizio che oltenem- quanto riferirono alcuni giornali, che la
modaironnipoleni.e Dio, per rellicacc in- presentazione della penna si fece dopo-
tercessione della Madre di Dio, sotto gli ché il gioielliere di corte l'ebbe arricchita
aus[)icii del decrelalo dogma dell'Imma- di preziose gemme, riducendola perciò
colato Concepimento di INIaria Vergine, monumento doppiamente gradevole del-
che quale iride di pace com[)arve in mez- l'avventuroso patto. Per segnare questo
zo alle più tetre nubi, essentlosi perciò co- i
7 plenipotenziari si servirono eziandio
mirjcialo a verilìcare la predizione por- d'un calamaio monumentale d' argento
tentosa del b.Leonardo da Porto Mau- dorato, ordinalo per questa solenne cir-
rizio, che ripoi vol.LXXIIl in fine
lai nel costanza, e costato circa i i,ooo franchi.
dc'miei Cenni storici intorno al dolina Tutto il trattato spira dignità emode-
(h'W Immacolata ec. Spero nella divina razione, senza un accento che alluda al
misericordia che il vaticinio avrà il per- trionfo riell'un» e alla disfalla dell'altra
fetto e sospiralo compimento, quale con- parte, nella guerra d'oriente durala in lut-
seguenza della seguita pacificazione d'Eu- to due anni meuf) due gioì ni. Questa pace
ro[)ain Parigi, avvenuta a'3o marzo 856 i non ebbe per conseguenza l'umiliazione
domenica in Alhis; giorno memorando della Russia, che st)hi sostenne la guerra
per delta metropoli e pe'fasli di Francia, coiilro la Turchia^ e Iccollegatc Francia,
(piale anniversario della presa di Parigi Inghilterra eSurdegno; non compromette
nel i8i/|-La pace fu ivi soltoscrilla al- la dignità, ne I' indi[)endenza d'alcuno,
tiròioi colpi di cannone a segno di leti- di successi che si coiiseguono, a stento ri-
zia, per la fausta e tanto desiderata pa- parano a'mali ch'essa produce. E da pre-
ce. Il Papa Pio IX ne fu contentissimo, ferirsi la reale prosperità dell' arti della
e nella mattina di giovedì 3 aprile fece pace, alla gloria vana delle battaglie. La
celebrare cappella papale nella Sistina del pace è il più prezioso beneficio pe'popoli,
TRE TRE 22'y
il n»e77.<» più sitino per aniviue alla pa- brata da'buoni quale avventurosa fortu-
ce.La guerra non può essere considerala na, fu però riputata disgrazia da* liber-
che come una passeggiera necessilìi, e la tini, per le loro tante prave speranze re-
pace è lo stalo vero che conviene allo svi- state deluse, in uno a'ioro sogni politici
luppo della foiva dell'umanilà. Napoleo- e democratici: gli amatori del disordine
ne ili ha pienanienle giuslificalo il suo restarono assai irritali nel vedere così pre-
procgi-amma: T Impero è la Pace. Tulla sto andate in fumo le illusioni da loro po-
Europa rende omaggio alla leale sua po- ste nella guerra d'oriente, che minaccia-
litica e personali àfoizi; si può dire, ch'e- va tutta l'Europa a divenire un vasto cam-
gli lenne in sua mano le sortì d' Euro- po di battaglia. Nella dieta della confe-
pa, e che fece servire alla pace del mon- derazione Germanica in Francfort, i rap-
do r influenza che avrebbe polulo ado- presentanti dell' Austria e della Prussia
prare nel soddisfare ad ambiziosi dise- nel sottoporre all'alta assemblea il traU
gni. 11 3o marzo i856 sarà sempre una tato di pace concluso a Parigi il 3o mar-
delle date più memorabili del memora- zo, dichiararono:» La pace universale è
bile secolo XIX; dappoiché quel giorno resa al mondo dopo che una delle com-
mise fine alle lenilenze ed agli alti, che le più
plicazioni politiche le piùdiilicili e
spingono l'umaiiilà verso il tempo in cui ha ricevuto dalla sag-
Iticonde di pericoli
il diritto non trovava la sua sanzione che gezza , dalla moderazione e disinteresse
nella forza questo giorno avrà liberato
: delle potenze uno scioglimento che sod-
la civiltà dalle preoccupazioDÌ, che para- disferà a' voti de'popoli, e fornirà alia sto-
lizzano le sue forze e comprimono le sue riaun memorabile esempio d'un magna-
risorse; questo giorno avrà ridalo al se- nimo accordo de'sovrani nella sollecitu-
colo il suo proprio carattere, e gli avrà dine consagrafa agl'interessi comuni del-
datola possibilità di compiere la sua mis- l'umanità. . . . Libera per misericordiosa
sione di pace, di progresso al bene, d'u- disposizione della provvidenza dal peso
niversale alleanza, cui l'industria, il com- della guerra, che diretlamenle o indiret-
mercio, le lettere, le scienze, le arti, il va- tamente gravava su tulla l'Europa, l'illu-
pore e la telegrafia rendono pratico, più minata attività di tutti governi si volge- i
succederanno Ijen pieslo nuovi disingan- forme secondo lo spirito del secolo e di
ni riguardando gli umani eventi colla
, secolarizzazione del suo dominio tempo-
prospelliva che si presentano alla pupilla rale, un'invettiva contro il supremo Ge-
cattolica, che li contempla guidali da di- rarca, un biasimo e una minaccia con-
"l'iiio consiglio a gloria dell'Eterno Fat- tro la severità de'legitlimi governi italia-
tore, sotto questo punto di vista ella vi- ni,per inuzzolirela demagogia pubblica-
de la nuova era di pace inaugurata a Pa- mente. Siccome tuttociò che riguarda il
rigi; e per ben comprendere cjual sia il Pontefice è totalmente connesso agli in-
"Vero principio provvidenziale della pre- teressi del caltolicismo, la Civiltà catto-
sente pacificazione d'Europa, mosse il suo l.ica,come sempre, fece savissime impor-
ragionare da qtiella filosofia di storia ch'è tanti osservazioni, egregiamente difen-
propria del caltolicismo. Quindi qualificò der.do anco con confronti storici e dime
Ja pace dì Parigi, unode'lanti episodi che governo pontificio dal-
strazioni di fa tlo,il
si vanno intrecciando nella grande epo- le accuse lanciate con contraddittorie ri-
?a. Cominciò dal narrare la lotta sostenuta lo quello riportato dall' eterodossia nel
contro il principiocatlolico.dal re di Sve- congresso di Parigi , fingendo reputarsi
zia(P\)CfiìsUi\o 1 1 Adolfo, che personificò trionfante, e non crede che il caltolicismo
il razionalismo allora Liileranoj guena abbia molto piangere de'risuilati di due
a
di 3o anni cui pose termine i famosi trat- anni di lotta e di sangue, che ponno ap-
tati di Blilnstcr e di Onasbrilch,e\'d pace pellarsi in vece, una serie di vittorie del-
di Wc.slfalia(F.); contro quali trattati i l' intelligenza e di trionfi morali per la
proteslòInnocenzoX,conie pregiudizievo- chiesa cattolica,che bellamente enumerò;
li alla religione caltolica, il che dimostra- per quella chiesa che da tanti secoli com-
rono le funeste conseguenze, sino al Con- batte e vince, e che in fii»e rimarrà padro-
cordato del 8o al congresso di l'ien-
1 I ,
na del campo, poiché sola nutrisce l'ine-
na^ alla santa Alleanza, a' Baccanali del stinguibile sagia fiamma, perchè sola pos-
j847,airAlleanza occidentale per sostene- siede concentrala nel fuoco di sua unità la
re la Turchia,\i\ quale pretese assicurare luce indifellibile della fede. Dimpstra poi,
smoìn una comunanza di civiltà. Quindi che contro l'imprudente audacia de'de-
col § 2, Vantaggi delpartitoEterodosso putati di Torino si alzò dall'un capo al-
la Civiltà cattolica, esamina i vantaggi e l'altro del mondo appena le in-
incivilito,
Je speranze de'due pai tili estremi, V Ete- vettive e le calunnie sbucarono dall'aula
rodossia, rappresentata óaW Inghilterra del congresso alla luce della pubblicità.
con l'aiuto dtiìPiemonte, e WCattolicisnio Tutte le opinioni alzarono concordi le
rappresentalo dall' Austria con 1' aiuto voci per condannarne l'ingiustizia e de-
della Francia. Essa dichiara che l'elli- riderne le speranze, a sfolgorarne le con-
mero gran trionfo del parlilo eterodosso, traddizioni. ''Questa lotta, ove sono co-
nel congresso di Parigi, è stalo quello di stretti i cattolici a mettere in mostra le
potere per danno del caltolicismo lancia^ loro ragloui;C animali gli eterodossi a cou-
T a E T 11 E 1-17
futarle, farà sì die molti di (piesti inco' TREGUIER, Treroriiim. Città ve-
inincieraiinose non altro a giubilare tlelle scovile di Francia, nella Bretagna mino-
calimiiie che corrono, molti di quelli com- re, dipartimento delle Coste del Nord, cir»
e la spirituale autorità del Pontefice." stra del Jaudye la destra del Guincly,che
I^jssato il sedicente trionfo di coloro che quivi si congiuitgono per formare il fiu-
avventano contro Roma vituperii e ten- me del suo nome, t^a un porto sicuro e
tano spogliarla delle sue tene, per ricu- comodo per navigli di 3oo in 4oo ton-
sare riforme incompossibili collo spirito maggiore ed
nellate; quelli di portata i
cattolico o coir indole propria d' un go- vascelli da guerra potendo dar fondo si-
verno ecclesiastico, Sede vedrà in O- Uis. curamente nella rada. Per mezzo delle
riente assicurati e frequentali Luoghi i maree la navigazione de'piccoli bastimen-
Santi, aperta fra' maomettani una gran ti risale il Jauily sino al piccolo porto di
porta a'raissionari, mitigale per riveren- Boche Derien. Commercia di grani, se-
za alle armi di Francia le prepotenze sci- mi, canape, cavalli di razza forte, lino, re-
smatiche, crollante per inlestina divisio- fe, burro, ostriche, ed attiva èia pesca del
ne fanatismo dtWJlcorcnio, ammirato
il merluzzo. Tiene IO annue fiere, ha scuo-
il sagrifizio eroico del sacerdozio catto- la di navigazione e buona fabbrica di car-
lico e deUe suore, intrecciate sì attive e ta. L'antica cattedrale è sotto l' invoca-
pronte comunicazioni da forniare ben zione di s. Tugdualdo vescovo e patrono
presto fra'popoli d'Europa e d'Asia una della città, ed avea un capitolo composto
sola famiglia e un solo ovile. In Occiden- delle dig«»ità del tesoriere, del cantore,
te poi i nemici del Papato avranno mani- dello sc(daslico, dell' arcidiacono, ec, di
festato più chiarauìente i loro disegni di i4 canonici, di G vicari, del maestro di
abbattere la religione minacciando il tri- musica, di 3 parrochi e di altri ecclesiii-
regno, di stritolare ogni scettro legittimo siici addetti al servigio divino, Nella cat-
abbattendola religione. Così la gran verità tedrale fra si venerano quelle
le reliquie
che da 3 secoli viene impugnata, l'auto- di I^one (f^.) nato presso Treguier; ed
s.
rità pontificia, non solo acquisterà quella inPioma vi è uqa chiesa nazionale di Fran-
forza che setnpre acquistano le verità cia sotto la sua invocazione, che \\\\ tem-
combattute ma comparirà sotto nuovi
, poebbe l'ospedale pe*bretoni,e ne ripar-
aspetti secondo vari punti in cui vienei lai nel voi. XXVI,p. 2?.g. La città fu fab-
impugnata dagli uni propugnala dagli ,
bricata verso rSoo, e fu fiorente pel suo
altri. Tali sono vantaggi chela Chiesa o
i commercio fino al iSg?., in cui fu arsu
già riportò cTpuò aspettarsi dalla bufera dagli spagnuoli che tenevano le parti del
che agita per wn momento la sua navi- duca di Mercoeur ; da quel tempo non
cella. Se a bene della Chiesa è rivolto ne- potè riacquistare la sua primiera impor-
gl' inlenli della Provvidenza lutto l'an- tanza. La sede vescovile fu eretta nel se-
damenlo del mondo, e però tutte le vi- colo V, indi venne ristabilita nell' 844
cende politiche; abbiamo da congratu- da Neonieno, per fula sidfraganea della
larci ringraziandola pe'vanlaggi ottenuti metropoli di l)ol ; ma poi fu dichiarata
dalla guerra e dalla pace, e dobbiaujo sulfraganea della melropoli diTmu's; per
pregarla perchè continui a volgere in be- un tempo le fu unito nel IX secolo il ve*
ne gli eventi politici , ed anche le stesse scovato di fÀsie.ux (y>). Il suo vescovo
procelle che tull'ora si levano e minac- avea il titolo di conte, ed era il signore
ciauo duirorizionle. tcmpovulc della città. La diocesi conte-
228 TRE TUE
neva quasi 120 pairocchie, divise in due di Bretagna, fr. Ugo 111 Sloquer teologo
arcidiaconati,edavea le abbazie di s. Cro- domenicano della diocesi di Treguier, nel
ce di Guir»gampo, e di Begardi. 11 vesco- i4o3 Bertrando du Parron poi di Nan-
vo godeva di 25, 000 liie di rendita, e pa- tes, nel 1411 fi*. Cristiano de Hauterive
gava 460 fioriniper le sue bolle. III. ''ve- teologo agostiniano, Matteo de Roedere
scovo fu s.Tiigdualdo, di cui trovasi men- di Lannion, nel 14*27 Giovanni de Bruc
zione negli storici di Bretagna, e nell'an- poi di Dol, nel i43o Pietro III l^icdru in-
tiche leggende di questa chiesa j indi si di di s. Malo, nel i434 Rodolfo II Ro-
trovano Revelino, Perbogato, Leotario, land uditore di rota, Giovanni IV de Pio-
Felice cui nell' 859 fu indirizzala, co- vec morto nel 454- In questo vi fu tras-
1
fosse a Roma il vescovo Roberto del Mon- gnaux, nel i537 Lodovico di Borbone
te. Poscia lo fu Gaufredol Loys, Stefa- (F.) poi arcivescovo di Sens e cardinale,
no, Hamo del 1248, Alano I de Lashar- nel 543 il cardinal Ippolito d'Este (F.)
1
dieu della diocesi del 1262, Alano 11 de e arcivescovo d'Auch, neh 548 Giovan-
Bruc nobile bretone del 1279, il quale ni Vili Giovenale Orsini che fu al con-
introdusse i francescani in Guingampo. cilio di Trento, Claudio Kaernavenoy e
'
Sotto Gaufredo II Tourneraine illustre per sua rinunzia nel 1572 fr. Battista le
deir Armorica, nel i3o3 a' 19 maggio Gras domenicano. Nel i593 da Corno-
morì il suddetto s. Ivo, poi canonizzato vailles vi passò Francesco de la Tour, nel
in Avignone da Clemente VI. Neli3i7 1 594 Guglielmo III de Halgoel, nel 6o4 1
venne eletto vescovo Giovanni Rigaud, I Adriano d' Amboise dotto e sepolto ia
nel 1824 Pietro de Belleisle, nel 1827 Ivo mausoleo nella cattedrale con epitaffio,
Il de Boisboissel cantore e canonico di nel 16 17 Pietro IV Cornulier benedì la
Treguier, poi traslato a Cornovailles ed chiesa de'cappuccini di Montisrelaxi. Po-
a s. Malo; neli33o Alano Ili Elori, nel scia nel 1620 Guido Champion clie mi-
I 339 Riccardo du Perrier che rifece da* gliorò convento de'doraenicani di Mon-
il
aperto, ameno e florido colle, cui sovra- raria e di poesia dal benemerito cittadi-
stano a tergo gli elevati Apennini, circa no treiese Bartolomeo Vignati vescovo
UQ miglio lungi dalla prima, in aria as- di Sinigoglla, e con onore e lode ram-
sai buona. Altri dicono col Benigni, che mentata dal MazzuccheHi,dalCrescinìbe-
Tarea dell'antica Treiaèlonlana per 976 ni, dalQuadrio. Nel secolo posteriore, se-
passi geometrici all'ovest dall'odierno a» condo l'umore dell'epoca, assunse il no-
bitato,e la contrada porta il nome di J//^* me di Accademia de' Sollevati, la quale
ra de' Saraceni , ossia verso ponente del» prese per simbolo una nuvola sollevata
l'odierna Treia. La principale via con- in alto dal sole, col motto Coelum onine
dotta orizzontalmente riesce agiata e ben c/eZ'Mw/.Tra'suoi membri vi fiorirono in-
mantenuta, né mancano di decorarla re- signi letterali, e si rese rinomata per tut-
golari edilìzi. La vaga più grande apresi ta Italia. Si hanno stampate alcune poe-
dal lato della campagna, ed offre il gra- sie di questi accademici, particolarmen-
to spettacolo dell' estesa aggiacente pia- te in una raccolta fatta da Gio. tVance-
nura. Vi domina nel mezzo sopra gran- sco Moisè intitolata : Rose d* amore, Vi-
diosa loggia una specie di tempietto so* cenza 16 15. Altre erano già state stam-
stenuto da colonne di travertino, desti- pate in Palermo nel 1 5c^5 e nel 1 602, ed
nato a decorare il busto dì bronzo, che i altre s'impressero a Macerata nel 1639.
riconoscenti cittadini innalzarono a Pio Nel declinar del secolo XVII, come altre
VI quando si costruirono per
nel 1785, ragguardevoli, venne a mancare 1* acca^
sua munificenza le due grandi case, l'u- demia, indi risorse neli776col nome di
na di correzione per rinchiudervi gli ozio- Società Georgica de* Sollevati. Variato
si e vagabondi, l'altra per soccorrere e a- lo stemma, questo si formò d'un aratro
niaiare il travaglio de'poveri, le cjuali tut- legato ad una colonna di porfido d'ordi-
tora sussistono.il eh. march. Ricci, /l/rmo- ne toscano, e sopra di essa il sole che at'
rie storiche delle arti e defili artisti del- trae le nuvole come pianeta fecondatore
la Marcad* Ancona, dice che il semi bu- della terra. Indi si progettò l'acquisto di
sto di PioVI lo modellò Tommaso Righi un campo pubblico o orto botanico per
scultore romano, e lo fuse iu bronzo Au- l'esperii'uze agrarie; si slubifi uno cassa
23o T RE TRE
comune per supplire alle spese tlell'accn- la lusinga che una piccola scintilla susci-
(lennnj e l'erezione d'una biblioleca a co- tar potesse feconda imitazione pe'progres-
modo degli studiosi. Questo stabilimen* si dell'arti e delle scienze. Ma nello stato
to si effelluò l'i i luglio 1778. 11 Colucci pontifìcio non si era iif quel tempo pre^
rese molli e ben dovuti elogi a quest'ac- palati pegli sludi econoanici, ne si avea-
cademia, e ne celebrò il mirabile incre- no delle società agrarie che idee astratte.
mento, li nome di clii die il primo ini- L'accademia dunque di Treia restò con-
j)(dso alla lodevole impresa, lo apprendo finata fra le mura del suolo natale, e fa
cl;d eli. avv. Castellano, Lo slato Fonti- l'unica in que'lempi nello stato pontifi-
Jicw, nell'articolo Treia. Fi\ questi l'ab. cio. Nondimeno gli accademici formaro-
Angelo Grimaldi, fratello di R.ojfnolo di- no un corpo di leggi, e come unica nel
poi presidente, cbe nel 775TÌcbiaman- i detto stalo fu riguardata con singoiar
do in vita l'accademia de' Sollevati;, di compiacenza da Pio VI, il quale l'appro-
cui erano stali lungamente sospesi la- i vò e lodò. La fama non lardò a dilToii-
vori, ravvivò la scintilla del sagro fuoco, dere futile proponimentOj onde il cardi-
onde alzossi splendidissima fiamma. In- nal de Bernis ministro di Francia in Ro-
ollreilCaslellano mollo encomia l'instan-' ma ne fece partecipazione al conte di
,
cabili e dotte fatiche del d.' Fortunato Vergennesi. "ministro di Luigi XV b Vol-
Benigni, censore, bibliotecario e istorio- tasi pertanto la società a istillare nell'a*
grafo della società, che al passionato a- nimo del pubblico il gusto degli studi e-
moie pegli sludi e per il luogo natale, sa- conomici, compilò e pubblicò un giornale
grificò la luce degli occhi, della quale re- d'agricoltura, arliecommercio,che dagli
stò privo nel 1816, e per isventura del amatori di siffatte discipline riscosse plau-
Piceno, di Treia e della repubblica let- so,imprimendosi in Macerata co*tipi di
teraria, non potè terminare la storia pa- Chiappini e Cortesi. Per tenersi con mag-
tria, cbe alle tante sue opere celebrate, gior comodo le regolari adunanze, l'ac-
biografiche, archeologiche e poetiche do- cademia ricevè in dono dal pubblico con-
vea apporre il suggello. Leggo nel Cenno siglio un f^ibbricato ben decente,che poi si
sulla società Georgica di Treia, Ma- denoaiinò stanze del l'accademia. Qui vi di-^
cerata 1840, del suo presidente Pacifico scutevBnsi le materie da inserirsi ne'gior-
Fortunati, indirizzato a mg.*^ Giacomo nali,a'qualifu aggiunto l'altro d'osserva-
Antonelli delegato apostolico di Macera- zioni meteorologiche che accuralamente
ta, ora cardinal segretario di slato, che facevansi da uno de'soci,raerilando gradi-
l'antica accademia di poesia detta de'^o/- ta accoglienza dal celebre Toaldo prof di
levati, fu con qualche solennità cambia- Padova e socio corrispondentej ma do-
ta in Società Georgica a'20 luglio 1778. po 22 anni mancato di vita lo scienziato,
Che fu opera questo cambiamento del- cessarono le importanti osservazioni. S'in-
l'amor patrio che ispirò alla studiosa gio- trapresero quindi corrispondenze colle rr.
venlii Ireiese il pensiero d'applicaisi al- accademie agrarie di Torino e di Napoli,
la più antica e più utile dell'arti l'agri- e con quelle de'Georgofili di Firenze, di
maggior van-
coltura, e ad altri oggetti di Padova, Vicenza, Brescia, Udine e Co-
taggio che non sono amenità poetiche^
le negliano. In qualità di soci figurarono
senza però queste del tutto om mettere più centinaia di nazionali ed esteri dotti
come ricreazione ed esercizio lodevolis- prelati e cardinali, ed i cardinali Casali,
simo, e sollievo allo spirito dall'applica- Honorati e Braschi successivamente ne
zione alle scienze. Si ebbe in mira anche assunsero la protettoria. Fra l'eletto no-
d'eccitare con tal esempio l'altre città e vero de'soci corrispondenti, a cagione d'o-
luoghi della provincia all'imilazioDe, nel- nore ricorderò Francesco Saveiio Casti-
TR E TUE 23
Pio Vili. Tante onorevoli re-
olionì, poi moso stabilimento d'Amburgo,9omig]iau-
lazionifurono jìo>re a profiUo per acqui- lissimo a questo di Treia, è posteriore di
star Unni e nozioni, e servirono a coniii- circa c) anni. Riconoscente la città al gran
niranieni^li altri come ;i La-Lande, e poi beneficio, nella pubblica piazza eresse il
a F'ilippo Ile. Intanto gli slmli agrari pro- discorso monumento di gratitudine a Pio
gredendo, molte buone pratiche s'intro- VI, inaugurandolo con 3 giorni di feste.
dussero nella provincia, ani he a più ab- Lo stabilimento tosto fiorì, sotto la di-
semi fatti venire da più parli, pr«)pagan- fabbricarono finissime tele emule delle o-
dosi la coltivazione del ricino e delle pa- landesi , e pregiatissimi pizzi o merletti
tate poco allora conosciute; promossela d'ogni qualità ad uso di Fiandra. Nelijì
riforma de' seminati, rese più estesa la 3."fista di Pentecoste solevasi radunale
coltivazione degli olivi e di altre piante le fanciulle addette al lavorio nella sala
oleose, incoraggiati ì\ìA solerte tesoriere del palazzo comunale, e premiarle con
Ruffo, ed alcuni soci nel 1782 ottenne- doli e donativi, pe'progressi delle mani-
ro da Pio VI la privativa di eslrarre o- fatture, dopo essersi fatta la pubblica e-
lio da'semi di lino e vinaccioli, costruen- sposizione de'loro differenti lavori; indi
do un molino con felice e lucroso risul- in altra sala gli accademici ne celebrava-
tato. I vini furono migliorati, la custodia no il progressivo incremento con poesie
de'gelsi accresciuta, le canape acquista- , rallegrate dalla musica. Ma l'infelice e-
rono un grande sviluppo. Meritandosi la ))Oca lepiibblicana del 799, per una tur- I
società considerazione estima dal gover- ba d'insorgenti, e quella pure del regno
no, da questo a pubblico beneficio fu in- Italico, manomise e paralizzò lutto lo sta-
8. Orso martire della legione Tebana, e Dell'antica città di Treia. Nella breve
di s. Matrona (la bolla di erezione della prefazione egli dichiara, che nella prece-
cattedra vescovile nomina pure il capo dente sua opera avea trattato dell'antica
dis. Giuliano martire). Ilcapitolo si com- città di Treia, connettendovi la storia di
ponedella dignità dell'arciprete, di i4ca« Montecchio, terra mollo rispettabile del-
nonici comprese le prebende teologale e la Marca, e che gli piaceva di trattare nuo-
penitenziale, di 6 mansionari, e di altri vamente delle di lei antichità, prese so-
preti e chierici addetti alla divina uHl- litaria mente,cioè senza estendersi alla sto-
ciatura. L'episcopio è presso la cattedra- ria di Montecchio, che destinava in altro
le, ottimo edifizio. Oltre la cattedrale vi tomo, ma sembrami che non lo effettuò.
è un'altra chiesa parrocchiale munita del Avvertì bensì, che quanto all' antichità
s. fonte, 3 conventi di religiosi, 7, mona- di Treia, avrebbe fatta qualche variante
steri di monache , alcune confraternite, dalla precedente pubblicazione. Giovan-
l'orfanotrofio, l'ospizio per gli esposti, il domi del Colucci, comincierò dalle anti-
seminariocon alunni, l'ospedale e il mon« chità di* Treia, e preferirò la 2.'' pubbli-
te di pietà, oltre diversi monti frumen- cazione supponendola rettificata. L'anti-
lari. La diocesi di Treia si estende per 4o ca esistenza nel Piceno di Treia e de'tre-
miglia di territorio, e contiene 5 oppida. iesi, TrejenseSy viene ricordata da Plinio
Il Colucci patrizio camerinese pubblicòin seniore e da Frontino, ili .''chiamandogli
Macerata nel 780: Treia antica cittàPi-
1 abitanti Triacenses, il 2." dicendo il ter-
cenaoggi 3Iontecchioillustrata, con Ap- ritorio Treensis. Nell'itinerario d'Anto-
pendice Diplomatica cronologica. Se ne nino si nomina Trea, fra Sellempeda,ora
dà contezza dalle Effemeridi letterarie s. Severino, e Osimo. Tolomeo rammen-
eli Roma del 78 1 a p. 00, notandosi che
i 1 ta una città delta r'r/^m«<7, parimenti nel
tutto questo lavoro non piacque a'mon- Piceno. Da due lapidi che riporta, sono
tecchiesi, non indicandone le ragioni: so- nominali popoli Trejenses,onA<i è indu-
i
la fuga degli umbri. Mentre se dal greco piena giurisdizione del comune. Ciò non
ripetesi l'etimologia, si avrebbe l'origi- ignoi ò Colucci, poiché disse che in circui-
ne molto più antica per opera de' siculi to un distretto aljbracciadi quasi 4» •bi-
venuti nella regione. Treia fu prima cit- glia, ma poi in altro luogo calcolò il ter-
tà libera, poi fu prefettura de' romani, ritorio a più di 3o governo po-
miglia. Il
indi dopo la metà del secolo VI di Ro- litico della colonia Treiese foruiavalasua
ma fu nìunicipioe colonia. Treia appar- repubblica come lealtre città Picene,coui»
teneva alla tribù Velina, ed in essa i suoi posta da'decurioni e dalla plebe. Ordoet
cittadini davano il pròprio sulfragio. Il Plehs Trejensis si legge in una lapide
,
suo territorio fu molto esteso, come Io è Osimana. Da altra lapide si rileva l'ordi-
l'attuale, risorta sulle rovine dell'antica, ne decuri onale, che decretò l'erezione d'u-
quantunque alquanto venne diminui- na statua a C. Cam urlo Clemente. Il suo
to, e pel territorio di Monte Milone, che principal magistrato fu il duuuìvirato, e
occupò l'antica Tieia, e per l'altro d'Ap- si raccoglie benissimo da un frammento
pignano, die pure in parte si formò col di lapide. Treia deve avere avutoanco gli
treiese.De'ilue comuni parlai nel vol.XL, altri mugislruti colonici. 1 trciesi presta-
p. 27 ,descri vendo la delegazione ù\Ma-
I
rono culto alla ninfa Idachia^come le^jge-
VOL. LXXIX. 16
9.34 TRE TRE
si in una lapide d' una ^cecilia fontana miglie e liberti treiesi: una delle fimiglie
cìeila città. Quanto alle univeisilà o col fu la Vibia, altra fu la Nevia,allrela Lu-
iegi de'lreiesi, le lapidi non parlano che crezia e la Sabina o Sa tri a, la Pouiponia,
de'cenlonari e de'fabhi i, come si legge in la Ikbia, la Stazia, l'Aufulia; de'iiberli,
quella portata nel palazzo pid»l)lico, di e- tale fu Ibero d'Augusto, il cui marmo è
logio e per la statua ei ella di pssi ad ono- nel palazzo pubblico. Indi il Colucci ri-
re di L. Nevio Frontone, forse loro patro- corda le anticaglie trovate negli scavi di
no. La lapide osimana posta a M. Oppio Treia, già rammentate, de'maruu sceltisi
Capitone appartiene a'treiesi: egli eia ca- siuii destinati ad ornare l'altare maggio-
valiere col cavallo manlenuto a pnl)bli- re della collegiata, olire i piond^i, gli ac-
che spese, ed anche giudice scelto dalla 5." quedotti, piedistalli; dell'idolctlo di
i mar-
tiecuria de' giudici, tribuno nella legione mo finissimo trovato nell'orto de'mino-
Vili d'Augusto, protettore e curatore as li osservanti, rappresentanle Bacco njae-
segnatole dall'inipeiatore Antonino, per slrcvolmente scolpito. Nel palazzo del co-
l'incarico d'aflìttare i beni del pubblico, mune vi sono pure le teste uiaimoree <U
stabilire il prezzo delle cose venali, difen- Oiove turrito, di Venere e di Mercurio,
dere le cose pubbliche dall' occupazione oltre altri pregievoli frammeiìti antichi.
de'privali, e dare a fine le opere pubbli- Treia fa città cristiana sino da'tempi a-,
curioni,e cp^elli d'Allidio ne assegnarono cristiani, il che si raccoglie dagli atti del
il sito. Dall'illustrazione del Colucci si ri- glorioso prete e uìai'tire s. Antimo, il qua-
cavano molli onorevoli uffizi esercitali
i le avendo convertito il proconsole l'inia-
da detto personaggio, forse di Auidio e no, questi tornando a Roma, si condusse
della tribù Lemonia. Nella contrada me- seco i compagni Fiorenzo, Sisin-
di lui
morata di Treia si scavò la lapide di Ma- nio diacono, e Dioclezioje perchè non po-
dìo Vibo, a lui dirizzata probabilmente teva tenerli presso di se per timore dei
o da'congiunti in memoria delle cariche gentili, li mandò in vari suoi poderi che
sostenute, ovvero che se la facesse erige- possedeva nel Piceno, e precisamente vi-
re da se medesimo, e fors'anche colla sta- cino ad Osimo dove vissero 3 anni. E',
tua. Credesi Vibio cittadino treiense, tri- mollo fondato il sentimento di chi crede
buno militare, prefetto de'fabbri e della che le possidenze di Piniano fossero do-
cavalleria, questore ediledella plebe e pre- ve ora sorge A j)pignano, anche avuto ri*
tore dell' erario, non che legato di Au- guardo alla son)iglianza del nome. Se real-
gusto e di Tiberio,e proconsole della pro- mente le possidenze di Piniano si estese-
vincia di Narbona. Si hanno lapidi di fa- ro perciò alle vicinanze di Treia , e per
TEE TEE 235
«servi vissuti 3 anni sinc molestia^ è da ra possono esser periti tutti i nomi di quel*
neilersi che nelle mede^ime vicinanze, Ira li che avran seduto nelle sedi di altrecit-
le (jtiali devesi coniprendere l'a^^ro Tie- ignoriamo ogni nionumeo-
là, delle quali
iese, già vi fosse stabilita la cristiana cre- lo. il lustro con cui si è sem-
L'antichità ed
denza. Anzi ammesso ancora che pode- i pre mantenuto il capitolo di Monlecchio
ri di Piniano non fossero in Appigliano, è un'altra prova non dispregievole del-
ma in altra pai te delle vicinanze d'Osi* l'antica sede vescovile Treiese soppressa
ino, sempre saia vero che in que'contor- colla slessa città di Treia.(Noterò che ,
ni s' era dilatato il cristianesimo per la siccome attesta lo storico della chiesa di
precedente predicazione de'santi vescovi, Camerino, Treia dopo di aver subito le
egli stessi nominati santi martiri vi avian- devastazioni de'barbari fu a quella stessa
no colla loro conversazione cooperato chiesa commessa e raccomandata. La pri-
moltissimo. Resa poi nel principio del se- mitiva esistenza della sede vescovile di
colo I V, da Costantino I la pace alla Chie- Treia, non solamente il Sarti, il Ralfaeli,
sa, e professandosi senza timore in ogni il Marini, il Compagnoni, il Zaccaria, il
la fede nelle città prossime che non aves- là , non per questo si sarà abbandonalo
sero il proprio vescovo, dopo si dierono da'sopravanzali Ireiesi il culto e '1 deco-
quasi a tutte,ecoirandar del tempo si ac- ro del santuario, ed accresciuto coli' ac-
crebbero in modo le sedi vescovili che poi crescimento della medesima terra". Fu
fu d'uopo sopprimerne molte. Per tal ra- grande e illustre al pari d'ogni altra co-
gione e per trovarsi de'vescovi di molte al- lonia o municipio romano Treia, e per le
tre città anche inferiori a Treia, o alme- umane vicende declinò a poco u poco e
no eguali, opina Colucci doversi credere venne meno. 11 ."crollo funesto l'ebbe dal
1
che anco Treia avesse la sua cattedra ve- furore di Alarico re de'goti, che nel 4^4
scovile; e se suo vescovo non fu quell'A- irritalo dalla risposta dell'imperatore O-
gnello, che credevasi dal Raffaelli, ricor- norio, di preferire la guerra al comprar
dalo nel 591 ©597, e se niuna memoria la pace a gran somme d'uro e d'argen-
di lui ci pervenne, ciò non bastare per as- to, marciò furibondo alla rovina di Ro-
serire che Treia non ebbe il suo vescovo. ma con esercito barbaro e poderosissimo.
»In vero, come sappianm noi che l'ebbe Valicalo ch'ebbe il Po presso Cremona,
Falerio, come '1 saj)pian»o di Ui bisalvia, per Bologna e Rimini entrò nel Piceno,
comedi Malelica,di Seltempeila, per non e per la via Flaminia, al diredi Paolo Dia-
iscostarci tanto da Treia V Solamente per cono, cuncta per quae jernnt igm\ fir-
qualche nanieesoscrizione di vescovo rav- roque vastantes, anche a Treia toccò ca-
visata lortuilamente in qualche concilio, der vittima del crudele furore di (piella
o in qualche lettera. Eppure la sede ve- gente. Allora fu, al dir di Procopio, che
scovile di esse città, non sarà stala ne d'un cadde ancora Urbisalvia, di cu\ praetcr
vescovo, né di pochi anni. Come son pe- ìuia ndinodam portante ctpaucas slru-
riti i nomi degli alili vescovi, così auco- cturac pavimenti rclìquias, nieule io
236 TRE TRE
piedi lasciò l'odio de' nemici. In una pa- ci avanzi dell'antica Treia, più volle sac-
rola fece man bassa sopra tulli i luoghi, cheggiata e distrutta, in ogni tempo visi-
die incollilo lungo la via Flaminia. lii- tali dagli antiquari d' ogni nazione colle
iiene Colucci, che da quesla distruzione più minute osservazioni, trovansi presso
non si possa lipeleie il risorgimento in l'odierna, e che essendo situala nel corso
Monlecchio, e nemmeno si può credere d'un ramo dell' antica via Flaminia fu ,
che disfaltaTreia restasse sepolta per mol- necessariamenle più delle altre città Pi-
tisecoli. Crede inoltre, che avesse qual- cene esposta alla ferocia degli eserrili che
che lislorazione, ma poco durevole. Po- vi transilavano. Che dalle sue viscere so-
chi secoli appresso (olire le distruzioni o- no usciti ne'passali tempi splendidissimi
perate da'longobardi), e tra il cadere del nionumenli, oltre quelli esistenti in 0<.i-
IX e il principio del X sopravvennero gli mo e Fabriano comprovanti la sua qua-
ungari, e quindi gli arabi saraceni , che lità di municipio, che in buona parte Ira-
tutto a ferro e fuoco mettendo, per ma- sportati in Roma, in Venezia e Verona,
no loro e come molte altre città d'Italia, non che in altre città del Piceno, hanno
anche Treia ricevè l'ullimo totale eccidio, arricchito i più nobili musei, e segnata-
e quanto al ferro e al fuoco de'preceden- mente la villa Albani di Roma. Molli al-
ti dislrultori era fuggilo, fu dal disuma- tri ancora, specialmente in genere di la-
no e fanatico furore di que'nuovi mostri pidi e sculture in bronzo o in marmo, pas-
barbaramente manomesso.Da'fuggili dal- sarono in potere del cardinal Passionei e
la strage, dal saccheggio e dalle rapine di accrebbero ornamento al suo palazzo di
Treia, parliti i nemici, i treiesi sul vicino Fossondjrone, oltre quelli trasportati in
monte fabbricando leloro abitazioni, die- Roma. Anche il celebre march. Maffei
rono principio a Monlecchio, ignorando- n'ebbelasua parie, e seil comune di Tre-
sene l'epoca precisa, però sembra il seco- ia non si opponeva al suo genio di con-
lo X. Ora ciedo opportuno, per non ab quista, sarebbe ora nel museo di Verona
lontanarmi dall'argomento deirantichità la discorsa bella lapide di M. Vibio. Al-
di Treia, di dare un cenno della Lette- tri se ne conservano nel palazzo munici-
ra sugli scavifatti nel circondario del- pale Treiese, e presso vari particolari cit-
l'antica Treja,del d.r Fortunato Beni- tadini. Di medaglie poi di bronzo, argen-
gni censore bibliotecario ^ ed istoriogra^ to e oro, anche di massimo modulo, di
fo della Società Georgica Trejese, so- corniole, cammei e gemme preziose sene
praintendente a' vetusti monumenti di trovò copia sì grande, che parecchi este-
detta città ec.^al celebre cav. A Unno Lui- ri poterono formarne pregievolissime se-
gi Millin presidente del gabinetto delle rie. In Treia il sacerdote Cimiui Supria-
cerata 1812. Vi sono diversi rami, cioè successorePerugini, fra le quali molle bel-
la pianta topografica dell'antica città di lissime e di gran pregio, tulle trovale tra
Treia desunta da'ruderi ancora esistenti, i ruderi treiesi: ili.*^morlo dopo la metà
che avea fatto incidere pe'suoi volumino- del secolo passalo, il 2.° ne'primi del cor-
si Annali di storia patria ,
prima degli rente. Nel declinar dello scorso secolo, a-
scavi di cui parlerò; quella della basilica nimati i comunisti da tante notabili ric-
scoperta negli scavi della medesimajil sud- chezze scopertesi in ogni tempo nel suo-
detto monumeolo eretto a Pio VI e so- lo della rovinata città, intrapresero rego-
-vrastato dal suo stemma; e molle pregie- lari scavi a pubbliche spese nel circonda-
voli sculture trovale negli slessi scavi. 11 rio della medesima, sotto la sorveglianza
dotto Ireiese dice che i ruderi e luagnifi- dello stesso Benigni, iu unione di 3 mem-
TRE TRE 237
bri (ìelln societàGeorgica e (lelPingegne- nele e altri monumenti ivi diseppelliti, e
re Nicolò F'edeli; scavi die furono sospe- in gran parte collocati nella galleria del
si nel 1791. Si trovarono riuleri d'opera palazzo municipale, in unione degli altri,
reticolata dall'epoca repubblicana di lio- che prima vi esistevano, per cui insorse-
ma anteriore al soggiogamento de' pice- ro grandi speranze e si sarebbero avve-
ni, appartenenti a fabbriche private, alle rate se si fossero continuati gli scavi , a
mura urbane, ed a grandioso edifizio de- sommo lustro di Treia e gran pascolo dei
8linatoa usodi tealrood'anfiteatro,ch'eb- letterati. 11 Benigni quindi passa dotta-
bero quasi tutte le romane colonie, ad e- mente a descrivere e illustrare le cose più
sempiodi Roma. Peròawerte il Benigni, sostanziali e interessanti rinvenute negli
che le mura reticolate di Treia non sono scavi dell'antica Treia. Per la brevità che
della remoli-^sima età de'siculi, ch'egli re- mi è imposta, appena ne darò una indi-
puta suoi fondatori, ma di un'epoca po- cazione.Cominciando dalle fabbriche pub-
steriore e opera de' piceni antichi o dei bliche, si trovò la gran cloaca attraver-
sabini loro progenitori, o almeno tali mu- sante maggior parte della città, fabbri-
la
ra non doversi reputare del recinto, ma cata alla maniera degli antichi; e con es-
spettanti piuttosto a qualche teatro o an- sa si scuopri un bel tratto della via Fla-
fiteatro, che secondo Lipsio ebbero qua- minia , che da Settempeda passando in
si tutte le romane colonie; che se furono mezzo a Treia si dirigeva verso Osimo, e
castellane, converrà ammettere che il suo siccome fu la via fatta alla foggia dell'Ap-
pomerio fosse allargato nella i
.'
o 2.' de- pia nella 2.'guerra co'cartaginesi, da'qua-
duzione colonica fatta da' romani, come li secondo alcuni appresero i romani a co-
contestano le lapidi. Quantunque l'area struire le strade, e rilevandosi che un ra-
dello scavo eseguito fu di palmi i4oo di mo di questa passava per Treia, ne segue,
lunghezza e i5o di larghezza, che le po- che fin da quell'epoca esisteva certamen-
litiche vicende impedirono proseguire, te ancor la città, che dovea servir di sta-
tuttavia fu sorprendente il vedere la di- zione militare. Lungoladetta via ne'pas-
versità e concatenazione degli ediflzi pub- sati tempi si scoprirono, e poscia si an-
blici e privati nascosti sotterra. Alcuni di darono scoprendo molti sepolcri anche
questi debbono essere stati molto magni- magnifici, talvolta con ischeletri, vasi di
fici, per ampiezza eordinearchilettonico, bronzo istoriati o di creta cotta dipinti,
per la qualità degli ornamenti espressi nel- e lapidi sepolcrali, che riporta il Benigni.
le mura, e per la varietà e preziosità dei Si rinvenne nell'area del foro e della cu-
marmi che vi si trovarono frantumati in ria il piano della basilica, che nella par-
grande abbondanza fra le macerie; oltre te interna veniva sostenuta e nobilitata
le strade, cloache grandi e piccole, acque- da 52 colonnedi mar-
bellissimi e variati
dotti, templi, basiliche, tutto esattamente mi, 26 delle quali vano in
dividevano il
delineato nella nuova pianta cominciata 3 sale navate, formando ancora un por-
dal ricordato Fedeli; che se essa venisse ticato interno da tutti 4 l^ti dell'edifi*
i
in tutta la superficie occupata dalla di- con capitelli d'ordine dorico, oltre^i fram-
strutta città, dar potrebbe la genuina idea menti di 2 iscrizioni antiche di vari lem-
I
sunte da'suoi ruderi e fondamenli, pian- Benigni, che l'atterramento della basili-
la che sarebbe unica in questo genere nel- ca fosse ordinato con zelo religioso da Co-
la repubblica antiquaria.Egualmente me- stantino 1 nel 3 3 o 32(3 transitando per
1
ravigliosa fu la quantità de' rottami d'i- Treia, che già da lungo tempo avea ab-
scrizioni, statue, metalli dorali, vasi, mo- bracciato il crislianesimo, per estinguerò
238 TRE TRE
lememorie paganesimo, del quale im»
del stero della cattedrale , trasporlatovì nel
peraloreedel suo infelice figlio Crispo in secolo XV dall'antica pieve ove era l'u-
ogni lenipo trovaionsi fra' ruderi treiesi nico fonte battesimale. Sorprendente poi
gran copia di medaglie. Nel circondario fu la quantità di medaglieconsolari e im-
della basilica si rimarcarono grandi con- periali rinvenute nello scavo, la massima
trassegni d'incendio, poiché l'ultimo ecci- parte in bronzo di tutte pirandezze, dalla
dio di Treia fu opera del fuoco, come i più remola età di Rotna fino a quella tlel
saraceni e altre feroci nazioni costumava- più basso impero sino a Foca inclusiva-
no. Si scoperse il piantalo d' un tempio mente: poche però erano ben conservate.
con sua cella e portico di 6 colonne d'or- Molte ve ne furono anche in argento, e
dine dorico, con marmorei pavimenti a parecchie in oro di Onoiio, Anastasio I e
musaico bianco e nero di diveisi elegan- Giustiniano I, comprovanti sempre più,
ti disegni: le pareti interne ed esterne e- che l'ultima rovina di Treia segui pei* o-
rano dipinte a fresco con colori vivacis- pera de'saraceni, non già de'goli, vandali
simi. De'diversi musaici antichi che ser- o longobardi come alcuni prelesero. La
vivano di pavimento alle case, già Ioavea copiosa raccolta di medaglie d'oro e d'ar-
ricordalo il p. Civalli nella Visita trien- gento, formata da Simone i^ancolli, nel
nale^ ó\c\}\ \ìBv\a] in tanti luoghi, presso secolo passato fu barbaramente squaglia-
ilColucóf Antichità Picene, 1. 15, p. 1 06; ta per dare un suono più argentino alia
ma nota il Benigni che tali pavimenti ap- nuova campana della collegiata, e gli ore-
partennero a terme pubbliche o a privati fici della città in buon numero ne acqui-
bagni. In vero al solo uso di terme e fon- stavano ogni anno pe'loro lavori da'con-
tane può riferirsi la grandissima copia ladini, uno de'quali trovò im medaglione
dell' acque condoliate dal vicino monte d'oro del peso di 4 oncie e mezza. Un buon
per mezzo de'magnifici acquedotti di pie- numero di bronzo eargento, nella più par-
tra e piombo, e molti se ne disotterrarono. te donate da d. Angelo Grimaldi erasì ,
Si può dire che in Treia scorrevano quasi adunato nel museo della società Georgi-
come in Roma fiumi di acque, che poi ri- ca, che involarono nel i
799 i suddetti in-
stagnando presso la chiesa del ss. Croce- sorgenti. Altre collezioni formarono di-
formando un piccolo lago, il silo fu
fisso, medaglia rarissima
versi particolari, e la
dello Funti dall' antico vocabolo Fons dell'ultimo imperatore romano Momillo,
i^o/z^/w/zz. Tuttora, dice il Castellano, sgor- passò in Osimo nella ricca serie de' Bel-
gano nelle vicinanze di Treia molle copio- lini. Non poche ancora furono le gemme,
se sorgenti ed antiche fonti. In Treia non corni<>le,niccoli e cau»mei,che in occasione
mancarono certamente bagni, e ne fa te- degli scavi che vado accennando, venne-
stimonianza il letterato treiese Giulio Ac- ro alla luce; e si osservò con sorpresa che
quaticci nelle sue Memorie mss. , al cui ben poche aveano ricevuto il loro finimen-
tempo furono scoperti. Negli scavi in di- to; onde si argomenta che in Treia vi fos-
scorso si rimarcò che i copiosi ornati d'in- sero più odìcine di tali incisori e gioiellie-
taglio architettonici, tanto in pietra cor- ri, e che per conseguenza fosse una città
nea e travertino, quanto in marmo fino mollo ricca e commerciante, vantaggio
e stucco, erano eseguiti colla maggior e- probabilmente derivante dalla sua felice
leganza e rilievo, e se ne vedono in varie ubicazione sulla via Flaunnia, e dall'u-
parti della ciltà e nelle case de' privali, bertà e vastità del suo agro, che in gran
che serbano colonne , capitelli e cose si- parte tuttora conserva. Delle gemme in-
mili. Uno di quesli capitelli di marmo più pregiate egualmente il Benigni
cise e
bianco,maesloso e bellissimo,d'ordine Co- ne ragiona con erudizione archeologica,
rinto, fu convertilo per conca del batti- soprattulte me^ritando d'essere ricordala
T K E T BE 239
la slnpcndissima gemina col Convilo ilu- qualche predilezione da alcun imperato-
gli Dei. Copiosa fu pure la raccolta dei re o imperatrice, e che l'avrà ornata di
pio«nbi e bronzi anche dorati trovali in ville di delizie per loro soggiorno. Termi-
tlello scavo, la maggior parte però fusi na il Benigni la sua importante Lettera,
dalla violenza del fuoco, ede'più interes- con indicare altri pezzi di scultura che si
santi il Benigni ne pubblicò i disegni. Nei conservano nella detta galleria munici-
tempi però anieriori allo scavo, si trovò pale, riproducendone disegni e quelli i ,
gran copia d'idolelli di bronzo, piombo altresì esistenti presso i privati cittadini.
e marmo di varie grandezze. Nella classe Innanzi di parlare della nuova e odierna
de'bronzi sfuggì all'altrui rapacità il bel- Treia, secondo il mio metodo, dirò prima
lissimo bronzo dorato rappresentante da di sue chiese, di sue case religiose, e de-
una parte il Giudizio di Paride e dall'ai» gli illustri treiesi , col Colucci precipua-
tra una specie di Sagriflcio, proprietà del mente.
cardinal Griu)aldi, insieme ad una colle- Dopo la devastazione de' goti , crede
zione di medaglie e di altri preziosi og- Colucci, Treia fu ristorata dal patito ec-
getti, di cui fu intelligente amatore e rac cidio, ma non colla precedente magnifi-
coglitore. Prodigiosa fu la quantilà rinve- cenza e con tutte le anteriori borgate; col-
nuta di vetri antichi e figuline bellissi;ìie, l'incursione poi de' devastatori saraceni,
il che die motivo a credere potesse esser- abbattuta la città, gli abitanti si rifugia-
vi sfata in quel sito una fabbrica di essi, lono nelle 3 prossime collinette e vi fab-
anche pe'coiitrassegni d'unafurnace. Non bricarono rozzamente le loro abitazioni,
pochi pure furono gli utielli d'oro, ma più tlando così principio a Montecchio , che
di icrro, ed alcuni muliebri smanigli, spil- cresciuto e fortificato meritò anch'esso il
vestigi d'un tempio dedicato a Bacco. In sa patria, per proprio comodo. Cresciu-
materia di statuaria si rinvennero diver- ta poi e ingrandita Montecchio, per mol-
siframmenti di statue, due delle quali mu- to tempo continuò a restare in Treia la
tilate si credono di M. Vibice di L. Ne-^ pieve, anche per usarsi ne'teojpi antichi
vio Frontone, collocate nella galleria del di aver le pievi fuori del sito murato e
municipio di Treia, di pregievole scalpel- chiuso, perchè senza impedimento e di-
lo: un leone, pure di marmo, dall'antica sturbo potessero fedeli averci un facile
i
pieve di Treia, fu trasportato nella catte- accesso. La pieve pare che fosse la chie-
drale. Il Benigni riprodusse una quanti- sa poi data a'minori osservanti riforma-
tà di lapidi rijivenule inTreia,alciuie del ti, la quale sorge nel centro dell'area del-
le quali non conosciute da Colucci, e di- l'antica città di Treia, e vuoisi che sia il
ce che cotne in altre parti del Piceno, le tempio innalzato alla B. Vergine da'pri-
campagne di Treia furono popolate sot- miti vi cristiani treiesi e denominala s. Ma-
to gl'unperatori, anche da famiglie sena- ria. Ristorata colla città per le rovine ca-
torie romane che vi pcjssederono vaste te- gionile da Alarico, in seguilo più volle
nute, deliziose possidenzee ville, efors'au- fu liinodernata. lITurchi \\Q\C(fnieriiuini
che taluno de'Cesario delle Auguste, poi- xacrum^ dice esser fama elicivi fosse l'an-
ché Treiu non fu «ma colonia ordinaria, tica cattedrale di Treia: Tcniiìluni illnd
tua delle più distinte ^ e riguardata con. ffuod hodic fratres reformali jìossident
24o TRE TRE
Trcj'enscmEcclcsìaniCathedralem Fìr- tulli gl'intendentiun prodìgio dell'arte,
ginì sacramflasse famar'.sY. Imperocché per cui viene riputato il più vetusto e in-
estinta la cattedra vescovile di Treia, des- signe santuario del Piceno; seppure non
so e Montecchio fecero parie della dioce- è ad esso anteriore il ss. Crocefisso di Si-
si di C<777?m«o,e venerarono la della chie- rolo, che si pretende trasportalo da Ba-
sa quale loro tempio principale. Ivi èia rilo in Umana. Il Benigni stava scriven-
divo! issi ma immagine del ss. Crocefisso, done le Memorie storico-critiche e ^\ pro- ,
te vicende, saccheggi e desolazioni a'qiia- essendo pure autore (\e\\* Insignita e pre-
lisoggiacque Treia. Inniimerabile è sla- gi dellaCollegiata Tre/e.se. Aggiungo col
to sen>pre il concorso de'fedeli a venera- Castellano, che a quest'antica cattedrale
re il ss. Crocefisso, ed in ogni tempo Dio di Treia, oggi della del ss. Crocefisso, per
per suo mezzo ha dispensalo grazie se- la speciale divozione che gli professano i
gro simulacro è allo nove palmi, propor- correre tumultuariamente per sottrarlo
zionalissimo in tutte le sue parli, e di e- al temuto rapimento, collocandolo nella
leganle e meravigliosa scultura. Singo- nuova cattedrale sino al cessar del peri-
lare, il suo colorilo, non
naturale e vivo è colo dacché il seminario di Camerino
,
pio, come insieme col Turchi opinò il ce- canonicus Plebis Treae de Montieulo*
lebre Zaccaria nel suo voto sulla reinte- dunque nelsecoloXI certamente inMon. 1 1
grazione di Treiaj tempio che da tempo tecchio eranvi canonici, con casa cano-
i
lacro che non sa dire se più famoso pei lo di arciprete avendovi nella canonica
,
i
TRE TRE 24r
portava in ]\ronleccliio per qualche causa teologale e penitenziale. I! vescovo di Ca-
e vi risieileva in leuìpodi visitateci il pie- merino e di Fabriano f/ .j, nell'insigne
vano n'era il suo vicario generale. Essen- collegiata di Monlecchio celebrò il sino-
do la pieve dotala di Uìolli fondi, con al- do diocesano di sue vastissime diocesi a*
tre parrocchie subordinate, si unì alla col- 2, 3 e4 S'"o"*^ * 7^^' ^""' '"lervento di
legiata e co'suoi beni si eresse (piesta per numerosissimo clero diocesano,di 8 abba-
decoro della chiesa e di Dio, ed il pievano ti mitrali, cioè 3 camaldolesi, 4silveslri-
ottenne ili.° luogo presso canonici al- i : ni e uno oli velano. A perpetua memoria
la collegiata vennero assoggettate le chic-
O DO l'arciprete e canonici in una colonna del-
se minori e le altre parrocchie dipenden- la chiesa vi fecero scolpire corrispondente
ti dalla pieve. Da una iscrizione esisten» lapide. Dice Colucci, come i canonici del-
le nella cattedrale, già collegiata, si rica* le cattedrali, anche quelli di Monlecchio,
va che in essa fu neli4o6 trasferito dal- vestono per 6 mesi di colla e rocchetto,
la pie Maria presso le rovine di Tre-
vedi s. usando negli altri il rocchetto eia moz-
ia, il elacura d'anime col pie-
ballisterio zetla paonazza. Aggiungerò che tali inse-
vano, restando un parroco minore nel- gne corali furono concesse al capitolo da
l'antica pieveche vi durò per mollo tem- Benedetto XlVj indi Pio VII nell'erezio-
po , o almeno che in detto epoca il pie- ne della collegiata in cattedrale accordò
vano Giacomo de Neri riedificò in più n>a- alla dignità e canonici la cappa magna
ca e ristorala nel 1 44^ (questa chiesa pre- sedate finalmente le controversie, i reli'
posilurale, dipoi divenula da molto tem- giosi vi tornarono nel 1673. Notò il p.
po diruta, nella sua area vi fu Ivibbrica- Civatli, che 20 o 3o passi distanti dalla
lo il teatro), e la chiesa pure tli s. Stei'i- chiesa delss. Crocefisso, si sente un eco
come rileva il Benigni e colla spesa di , ili priore. In Montecchio viveano di liroo-
39,000 scudi, fu riedificata d'un'arapiez- sine i poveri eremiti, veWgioiifrancesca'
za assai maggiore e magnifica, con chie- /zzclaren ideili di Val Cerasa dal conven-
sa SGllerranea, co'disegni del celebre ar- to che in essa fabbricò loro il comune, a-
(hilelto romano cav. Andrea Vici, da cui boliti poi da Leone X e definitivamente
Treia ripete ancora le suddescrilte gran- da Urbano Vili, e uniti a 'minori osser-
diose case di correzione e di lavoro, e il vanti. Fra'zelanti che ottennero da Cele-
bel monumento eretto nella piazza mag- stino V la separazione di alcuui france-
giore a Pio YI. La collegifita cosi diven- scani per formar la congregazione Chia-
ne bella e maestosa per esteriore forma, rella oClarena, uno fu il b. Pietro daiMon-
e per gl'interni profusi ornamenti, al di- tecchio, celebre predicatore, morto nel
re del Castellano. Però il march. Ricci i3o4 "G^ convento di Sirolo, ove il suo
osserva, che lo stile che vi tenne l'archi- cmpo è in gran venerazione. Nel voh
letto lo mostra buon seguace del Vauvi- XX. VI, p. i3o, narrai che il culto imme-
telli, e perciò i pregi e i difetti propri del morabile fu approvato da Pio VI, e qui
maestro sono patenti nel discepolo, ca- diiò che ne concesse l'uffizio e messa a lut-
ralteiisliche che non seppe smentire nep- to l'ordine francescano, ed alla città di
pure nell'arco che disegnò pel detto mo- Treia dov'era nato dalla famiglia Mar-
numento di Pio VI. Dalla lapide che vi chioni, che neh 575 si passando
estinse,
fu posla per memoria, si dice che fu re- nell'altra nobile famiglia Il No-
Grimaldi.
stituita al divin culto. Uno de'monasteri vaes nella Storia di Pio VI^ dice che il
per origine più antichi , che sia stato iu b. Pietro di Treia pacificò l'intera Mar-
Montecchio, Colucci repula quello delle ca divisa in micidiali fazioni, vi distrusse
monache cauiiildolesi di s. Romualdo e s. l'eresia degli albigesi, e con petto aposto-
Agata, giacché la tradizionelo vuole eiet- lico oppose al rilassamento della primi-
si
to dallo stesso fondatore della congrega- tiva povertà francescana; e che Pio VU
zione Romualdo, da cui ne furono isti-
s. nel 1800 innalzò al rito di doppio mag-
tuiti altri molti di monache e monaci nel- giore l'uffizio del beato perla città di Tre-
la diocesi di Camerino. La più antica me- ia, indi con altro decreto nel 1802 ampliò
chiesa, e co'suoi cementi ne fu eretta al- Francesco e convento de'suoi minori con-
Giacomo e
tra sotto l'invocazione de'ss. ventuali, e diceche della fondazione del
Romualdo, nella quale fu trasferita nel convento non trovò memorie , bensì di
i6o3 la parrocchia suburbana di s. Egi- quella della chiesa in un angolo della tri-
dio a maggior comodo de' parrocchiani, buna con l'epoca deli3oo, secondo una
essendo stata però la chiesa a spese del iscrizione che leggo in Colucci. Questa fu
TRE TRE 243
rlprodotla dal march. Ricci, e dalla qua- sena e fu penultimo tra'vicarl genera-
il
le si ha tdllo quello che riguarda la fon- li. Il march. Ricci racconta, che mona- i
convento vissero, il b. fr. Pietro da Tre- liziosa villa di Luigi Angelini , ove pure
ia o de Monficulo, il cui corpo riposa nel- già furono la chiesa e monastero di s. Sa-
la chiesa de' minori osservanti di Sirolo vino, la cui parrocchiale preposilura do-
con epiladìo, ed il p. m. Ilario Altobelli po la soppressione fu trasferita in s. Mi-
ilolto e virtuoso treiese; e che vi furono chele dentro Montecchio, insieme alla la-
celebrati niolti capitoli, come nel i44^» pide che ricordava la fondazione, ripor-
nel I
44^} 6 '^^^ ^9^ "^' '^^'o provliiciala-
' tata da lui e due mo-
ricavala da Col ucci. I
lo. 11 convento degli eremitani di s. Ago- nasteri di Maria della Pace e di s. Chia-
s.
stino, d'antichissima origine, vanta la tra- ra delle monache di Montecchio, ili. "fu
dizione che per qualche tempo vi dimo* fondato nel 5i 2 a spese del pubblico per
i
fondare nella vicina terra di Monte Mi- s. Marco col convento de'servi di Maria,
con pubblico decreto 1' elfettuarotio nel sto fu il vescovo Altieri anche beneu)eri-
l5y5, fabbricando il convento sopia un lo per aver sino dal 1 63o ordinala la fon-
collicelloiooo passidistantedalle loro mu- dazione della congrega/ione dell'oratorio
ra , in luogo aperto verso mezzodì sulla di s. Fdippo Neri, che tosto fiorì, ed as-
strada pul)blica per andar a Monte Mi Io- sunto al pontificalo la confermò con bol-
ne; ed eressero la chiesa sotto l'invocazio- la del 1 67 I : i primi ad abitare la casa fu-
ne di s. Savino vescovo e martire, in me- rono gl'illustri sacerdoti. Alfojjso Bianchi
moria d'altra chiesa dedicata al santo già monlecchiese e Flaminio Peruzzi d'Api-
de' benedettini del celebre monastero di ro, col fratello laico Francesco Ovidi di
Rambona eretto inMonte Milone, portan- Serra s. Quirico, i quali appresero le re-
do anche colle nome di s. Savino. Es-
il il gole tlell'istiluto da'tilippini di Cameri-
so avea diverse abitazioni, le quali in uno no. A comodo degli studiosi nella casa dei
alla chiesa furono devastate dalla gente filippini fu formata una biblioteca pub-
spedita da Manfredi usurpatore di Sicilia, blica, oltre quella della Società Georgi-
per vendicare Corrado d' Antiochia im- ca Treiese. Apprendo Memoria so-
dalla
prigionalo in Montecchio nel 1254- Nel pra i requisiti di Treia per V erezione
convento tra'cappuccini vi fiori il p. Re- della cattedrale \f escovi le Treiese f Ro-
naventura sacerdote monlecchiese di san- ma 8 f>, che ne' passali lem pi si contava-
1 1
le disposizioni de'Papi, e molto più per dare alcune differenze itisorte. M." Fran-
le ultime invasioni straniere dello stato cesco de Marchionibus legalo nella Sco-
pontificio, soffri Treia in questa parle,co- zia di Sisto IV e Innocenzo Vili. Barto-
me tutte le altre città, notabili cambia- lomeo Vignari scrittore apostolico, data-
menti. Al presente le case religiose di rio d'Eugenio IV e vescovo di Sinigaglia.
tissime ne conta nei suo vasto distretto : Montecchio, oggi congregazione della ca-
oltre la parrocchia della cattedrale, e l'al- rità: noterò che ilLeopardi non io conob-
tra cura formata dalle unite prepositu- be nella Scrìe.s Rectorum Anconitanae
raledis. Michele Arcangelo, e della prio- Fortunato Pellicani vescovo di
7l/<:ZA'c/i7<7e.
rale de' ss. Giacomo ed Egidio, 5 sono Sarsi na.Alessandro Androzio generale de- -
pievania del castello di s. Lorenzo; dei naba. Giovanni Pellicani prefetto dell'an-
ss. Angelo e Carlo, colle cappellanie fi- nona di lutto lo stalo ecclesiastico, gover-
liali di s. Maria e di s. Fietro; di s. Maria natore di Perugia e dell'Umbria, presi-
di Paterno, colla chiesa filiale di s. Co- dente di Romagna, riformatore delle co-
lomba; de'ss. Patrizio e Vito, colla chie- stituzioni d'Ascoli e Avignone, e senato-
sa filiale di s. Maria in Val Campana; di re di R.oma. Francesco Ciarpellone vice-
s. Ubaldo ai Passo di Treia. Di più nel legalo della Marca pel vescovo di Jesi Ve-
territorio treiese esistono altre 9 piccole nanzi, con eslese facoltà. Nicolò Duranti
chiese di proprietà privala. 11 Colucci de- prelato gratissimo a s. Pio V. Piergenti-
scrisse le notizie de'seguenlitreiesi otnou- leBoccaleone uditore della legazione dei-
te( chiesi, che in breve riporterò. Comin- la Marca. RanuccioCastellani vicarioge-
cilo da quelli di santa vita e rinomali rerale del cardinal Arrigoni arcivescovo
per bontà di spirilo. E' fama immemora- di Benevento. Carlo Pancotti uditore del-
bile che s. Sergio nacque nella villa di Val le rote di Macerata e di Genova, e vica-
Campana, e ad A venale territorio di Cin- rio generale di 4 vescovi. Giulio Castel-
goli fu eretta una chiesa a suo onore, per lani governatore di Tursi. Furono illustri
la quale nacque disputa territoriale nel nella scienza e nella dottrina: Giuliano
secolo XV tra'cingolani e montecchiesi. Brogli avvocato, al quale e all'altro giu-
Il gesuitaFulvio Androzio, autore di
p. reconsulto montecchiese Angelo Andro-
\arie opere ascetiche che meritarono la zio fu data la cura d'emendare e riforma-
stampra. Il domenicano fr. Filippo Ange- re le celebri costituzioni Egidiane. Giam-
lini, autore di alcune operette spirituali Ro-
battista Castellanicelebreawocato in
stampate, ed amico ili s. Filippo Neri. ma. Bernardiuo Bianchi seniore celebre
TRE TRE 245
poeta, le cui rime furono stampale. Ste- Teloni vescovo di Macerata e Tolenli'
fano Androzio dolio e valoroso poela.Ber- no. D. Sisto Benigni presidente generale
nardino Bianchi giunioie assai versalo dell'ordine cistcrciense. 11 [). lettore Tom-
nell'umane lettere e nella poesia, caro al- maso da Treia n/inore osservante rifor-
la corte di Ferdinando III imperatore di malo, di cui abbiamo tiel eh. conte Seve-
cui fu consigliere, governatore di più luo- rino Servanzi Collio, Notìzie da servire
ghi di Marca e Romagna. Romolo Bro- per la biografia, ec.^ Sanseverino 1846.
glio insigne matematico: di questi riferi- Il march. Ricci niollo parla del pittore
sce il marcii. Ricci, che all'essere mate- Ireiese Pasquale Ciaramponi scolare «Iel-
matico di gran vaglia, seppe ottimamen- la scuola del celebre Baltoni/il quale scar-
teaccoppiare le cognizioni deirarchitet- so di beni di fortuna per mantenersi in
tura civile, e co' suoi disegni fu creila la Roma, ricorse a'suoi protettori concitta-
eliiesa di s. Filippo di Recanali, che se si dini, onde il provvedessero d'alcun aiuto.
fosse compiuta maggior cappella ot-
nella «Non gli fu dillicile l'ottenerlo; giacché so-
lerrebhe più credito; aggiunge, che non no que'cittadini sì inclinati a giovare i lo-
può dirsi come si diportasse nel disegno ro palriotli, che pochi paesi della nostra
della chiesa di s. Filippo di Treia, poiché provincia (la Marca d'Ancona) avanzano
non è più come fu eretta. Antonio Mon- Treia in patria carità". Loda suoi ritrat- i
tevecchio pio e dotto, lodato dagli stori- ti , eseguili con morbidezza di pennelo,
ci di Ravenna ove insegnò le beile lette- correzione ne'contorni, espressione nelle
re, e autore d'opere. Ilario Allobelli n»i- teste, alteggiamenti naturali, torco spiri-
nore conventuale eccellente matematico, toso, e ben disposti panneggiamenti. A-
i
cronista dell'ordine, scrittore della crona- vendo ripalriato ricevè da'concittadini va-
ca de' conventi e di altre opere, insigne rie ordinazioni, c\ùì il marchese enume-
predicatore e teologo. Giulio Aquaticci ra, e piacquero suoi lavori in modo da
i
lelterato del secolo XVH, matematico e confermar la fama che di lui correva; ma
poeta rinomato, autore di diverse. opere la molteplicità delle commissioni gli fece
iìlosofiche, poetiche, drammatiche e let- cambiar il suo stile finito e corretto, so-
terarie, non che delle Memorie {storiche stituendo invece un dipingere di pratica
diMoìitecchio. Pirro Coluzzi celebre pro- e manierato che lo degradarono nell'opi-
fessore di medicina e di matematica. Si- nione ch'erasi meritala. MontecchioeTre-
mone Coluzzi valente medico. Indi il Co- ia vanta nobiltà generosa, e per processo
lucci riporta i nomi di 8 montecchiesi sla- formale ebbe cavalieri Gerosolimitani os-
tipodestà di Bologna, Foligno, Osimo e sia di Malta, ed altri decorali di distinti
Rocca Contrada. Aggiungerò agi' illustri ordini, non che ci Itadiniascrilti alla nobil-
Ireiesi, già encomiali di sopra, i seguenti. tà romana. In ogni tempo suoi nobili e i
.Sisto IV: fu stampato neh 5^6 in Anco- l'appellarono Tifo « i/c w/z, quasi perchè e-
na con appiovuzione del vescovo di Jesi xwuo montis incidae, vale a dire abitatori
Antonio Venanzi di Spello vicelegato del- de'montijepuò anche star bene, che que-
laMarca.ll niagistralo municipale si com- sta denominazione si dasse agli abitantt
pone del gonftilonieie e degli altri con- di questo sito, nuche a'teuipi ne'quali e-
sueti magistrati; prima a vea anche 3 prio- sisteva l'antica Treia, e si dicessero Mon-
ri. Risiede nel suo [)alazzo, uno de'miglio- ticuli, perchè
più alta parte tra le cir-
la
li della provincia, ove gode l'indulto del- costanti abitavano. Vi è anche chi cre-
la cappella privala. Veste di lubboiie e de essersi detto Monlecchio, quasi 3Ions
\ellulo e damasco, secondo ha i ten»pi, ed Trejae, ma non sea)bra a Colucci fon-
non solo l'uso del berrello con cordone e data taleopinione. Ora 6 luoghi nellosla-
fiocco d'oro, ma inoltre il privilegio d'in- to pontificio portano il nome di Monlec-
dossarci! gonfaloniere la collana, e i prio- chio, cioè gli appodiati di Baschi e di Gia-
ri, ed ora gli anziani, lo stolone d'oro, [)er no, nelle delegazioni di Perugia e Spo-
benigna concessione di Pio VII, median- leto ; le frazioni di Bertinoro, di Brisi-
te il breve Paterna nostra sollicìtudo, ghella e di Città di Castello, lai." sotto
óe 20 (ì'^oslo iSo5f Bull. Roni. cont. 1. 1 1 Fori], la 2." di R.avenna, la 3." di Peru-
ra del luogo, sia perchè alto gridandosi e blica, colTautorità ancora di procedere a
ripercuotendo la voce ne'vicini colli for- finali sentenze, sìcivilichecrimiuali. Così
masi l'eco. Egli dice che il suo primiti- anche Monlecchio soggetta all'alta signo-
vo nome fu Monticuliini, e Monteclum ria della chiesa loniana, ebbe facoltà di
corrottamente, nome Ialino che soltanto eleggersi ad arbitro chi regolasse gii af-
s\^n\^ic?iparvus mons^ ed anche montis fari pubblici, la conservasse e ne curasse
xVicw/«j laonde crede chcMontìculum siasi l'iuci-emeoto, ed a similitudine deirallrc
r R E T R E 2^7
chili tl'Ilnlia tutto il cloiulnir) a un ma- simile donazione, nel 1202 ebbero la villa
colle citlà e luoghi con vicini, e piocma- chese della Marca Anconitana contro ,
vano craccresceie giurisdizione e domi- Grimaldo e suoi nipoti, per aver invaso
nio. Si eleggevano questi dal celo de'cit- a mano armata la rocca e lutto il caste! lo
tadini, e perchè polej>se ciascuno aver la di Monte Acuto; nel quale documento si
somn)a del governo, non più d'un anno leggono nomi d'altre ville moltissiuic
i
duravano nell'udlzio. Il più aulico docu- che nel secolo XII possedevaMontecchio,
mento in cui si prova clieMontecchioera delle quali però s'ignora il titolo dell'ac-
castella del conladoTreiense rimanevano vano la loro autorità anche fuori della cit-
nell'oscurità. Oltre l'acquiNlo di s. Loren- tà,dominamlo in parecchi luoghi, quali i
zo, più lardi da altro d'Albrico e suoi ni- quantunque formassero un pubblico o co-
poti comprò la selva posta nel territorio munità separata e diversa dalla Cameri-
Montanae Montis Acuti posila incuria^ nese, nondimeno perchè soggetti al duca
et districtii Castri Moiiticiilì. I signori di o al marchese che comandava a Came-
diversi luoghi si assoggettarono al domi- rino, si dicevano posti in Comitatu Ca-
nio iliMontecchio,ond'essere difesi da qua- nterini. Ma il dominio di questi marchesi
hujque insulto.Con questo mezzo ebbero e conti era in Carnei ino cessato da 100
i consoli neli180 il castello di Val Cam- anni innanzi, e per ultimo l'ebbe la gran
]Kma,da Matteo di Nicola;nel 191 quello i contessa Matilde marchesana di Tosca-
di Monte Acuto, e altra parte del nomi- na (F.) col suo murilo fino ali i i5. Da
minalo di Val Campana, da Anselmo di questa passò nuovamente al dominio del-
Matteo nel 192 il castello di Pelino,
; 1 la s. StAa perla sua amplissima donazio-
da Gentile di Pelino e da'siu/i figli; nel ne, reintegrando (|uella che già ne avea
I 198 il castello Insulac s. Aureli dallo ^ fatto alla medesima Carlo IMagno. I ca-
alesso Genlile e da altri; fluuluienle per meriuesi riconoscendo l'ulta signoria dei-
248 TRE TRE
Ja Chiesa romana cominciarono a gover- per la loro parte pel mantenimento, for-
narsi co* propri consoli, e però non era tificazione e custodia del castello aveauo
compalihilecheMonteccIiioriel i 220 fos- contribuito qualche sonuna. Tra' molli
se soggetta a cjue'conli e marchesi che più documenti pubblicati da Colucci, vi sono
non vi erano. La riferitamar- querehì al quelli della donazione di Pelino a Mon-
chese d' Ancona, prova che Montecchio tecchio nel 1207; del sindaco di Montec-
non era numero de'luoghi soggetti a
del chio che nel i 236 die in custodia a Gia-
Camerino. Lo storico camerinese Turchi como di Pelino la torre, \\ girone e tutto
riporta la lega olfensiva e difensiva sta- il castello di Pelino, promettendo Gia-
bilita neh 198 a'4 maggio da'consoli di como di riceverlo e ritenerlo per le co-
Camerino co'consoli di Monteccliio; che il munità di Camerino, Tolentino e Mon-
dimostra la libertà e potenza di Montec- tecchio; della concordia falla tra le 3 co-
chio, che se fosseslalo dipendente da Ca- munità nel I 2444^^1 mantenimento e cu-
merino, questo non si sarebbe con lui u- stodia diPetino;el'inlimazionedalgiu(lice
nito in società e alleanza. Il Colucci at- della Marca fatta a Giacomo per le preten-
tribuisce all'imperizia del notaro, nello sioni diCamerino.Tolen tino eMontecchio
scrivere m
Cotniiatu Camerini^ parole sul castello di Pelino. Di questo Pelino o
che probabilmente usò per indicare piut- Pitìnofiva frazione della città vescovile di
tosto la giurisdizione ecclesiastica, dalla .9. Severino, ne riparlai in quell'articolo.
qualedipendeva Montecchio come facen- Il governo de'consoli nelle città italiane
te parte della diocesi del vescovo di Ca- non fu durevole, per gli abusi, tumulti
luerino.Se facilmente i montecchiesi riac- e sconcerti che insorsero nella toro ele-
quistarono il diviso contado per comprile zione, e nell'amministrazione della giu-
libere donazioni, non però ne godero- stizia e della cosa pubblica. Abolito il ma-
no pacificamente gli acquisti, ed ili.°in« gistrato de'consoli, gli fu sostituito una
.sulto a cui furono esposti, fu la ricordata signoria forastiera, eleggendosi per ogni
scoireria di masnada di Grimaldo, perla luogo un pretore dello podestà, perchè
quale riceverono danni gravissimi col fer- gladio, pileOf et sceptro ad Po testa te m
ro e il fuoco in molte ville del suo distret- judicandam ornati sunt ; e nello stato
lo,saccheggiate,distruttee rabbiosamen- pontificio fu stabilito neh 199 in un'a-
te malmenate. A questo infortunio suc- dunanza tenuta in Orvieto, che sovra-
cessero, dopo non molti anni, le liti e le stasse a'magistrati,a'citladini e al popolo,
discordie co'convicini, e le più durevoli e durava uu anno o 6 mesi, non polendo
e gravi furono col pubblico di s. Severi- condor seco la propria moglie, senza au-
no,nateefomentaleper pretensioni d'am- torizzazione del preside della provincia.
bo i luoghi sopra parecchie castella, e spe- Nellecittà libere l'elezione si faceva a plu-
cialmente su quelli di Lorenzo e di Pa-
s. ralità di voli nel consiglio generale; nelle
tino, per cui in aiuto di Montecchio nel città Picene, e perciò in Montecchio, tale
1 198 eransi dichiarati icamerinesi,i qua- elezione dovea conseguirsi per privilegio
li nel 1236 ratificarono di nuovo le fatte dalla s. Sede. S'ignora quando Montec-
promesse solennemente, e principalmen- chio cominciò ad avere il podestà, e solo
te perLorenzo. Più lunga fu la discor-
s. trovò Colucci un breve deh 290 di Ni-
dia ch'ebbe Montecchio contro s. Seve- colò IV, col quale die facoltà a'montec-
rino pel castello di Pelino, nella quale vi chiesi di eleggere il podestà ed altri uf-
slinandosi il podestà dal rettore dellaMar- quali aderenti di Filippo di Svevia, che
ca e anche lo confermava, come si ha nel morì neli2o8), il quale ribellatosi al Pa-
iSGy.TornòpoiMontecchio a riacquistare pa e occupando molte terre della Chiesa,
tale prerogativa, e in 3 concordati che sta- per acquistar le aderenze delle città e luo-
biPi in diversi anni, sempre si riservò la ghi, andava spacciando concessioni e pri-
facoltà d'eleggere il podestà e gli altri vilegi, ed a larga mano donava ciò che
uniziali,cioèneli44^ *^ol vescovo di Spo- non era suo; e quindi avvenne che Mon-
leto commissario delle milizie papali, e tecchio ancora,invecedel marchese,piut-
con Nicolò Piccinino capitano d'Alfonso losto aderì allo scomunicato imperato-
I, neli4i4 con Francesco Sforza, e nel re. Innocenzo III, mal soffrendo questo
i44^ col cardinal Scarampo legato pon* spirito di partito, conlettera de'5 mag-
lificio. Da un documento del 809, ripro- 1 gioi2 i4, comandò a* montecchiesi, che
dotto da Colucci, si ricava il modo col lasciando di aderire al maledetto Ottone
quale si eleggeva il podestà in Montec- IV ed a'suoi fautori, tornassero all'ub-
chio per 6 mesi, e la divisione del luogo bidienza della s. Sede loro madre, e ri-
in quartieri co'suoi priori. Dopo l'istitu- conoscessero per signore e marchese Al-
zione de'priori, vi fu quella de'gonfalo- dobrandino. Questi a premura del Papa
nieri, così detti dalla bandiera del popo- nell'istesso anno si recò nella Marca, la
lo che loro si consegnava. Trovasi in Mon- quale quasi tutta lo riconobbe per l'ot-
tecchio questo nobile magistrato sin dal time sue maniere; ma si dubita che mon-
i
iStìg insieme a'priori. Il Colucci comin- tecchiesi lo ubbidissero, e pare che per
cia da una ri voltura de'monlecchiesi con- molto tempo si ricusassero riconoscere
tro il marchese della provincia, in que' l'Estense suo fratello Azzo o Azzolino che
miseri tempi comuni ad altri luoghi, ad gli successe. Aldobrandino cessò di vive-
illustrare loro fasti e memorie piij sin-
i re neh 21 5, forse per opera de'malcon*
golari. Avea Montecchio il suo territorio lenti. Non essendosi montecchiesi deter-
i
giore e ad una più assoluta podestà, con- montecchiesi nel consiglio pubblico de-
tro il marchese della Marca Aldobran- cretarono che s' inviassero soldati a Fe-
dino d'Este alzò il capo, ricusando di ri- derico imperatore (già inimicatosi in-
li
verirlo per marchese legittimo, non ostan- gratamente colla s. Sede, che lo avea e*
te che da Papa Innocenzo III ne avesse levalo all'impero), e per due mesi si sti-
avuta solenne investitura. Troppo allet- pendiassero con 3oo lire; fa sospettare
tava Montecchio le false promesse del- a Colucci ch'essi persistessero a favorire
l'ingrato Ottone IV (che per la prolezio* i uemici della Chiesa. Poiché essendo ciò
VOL. LXXIX. *7
2-Hi TUE 'r II E
avvoniito quando Federico 11 faceva leve teccliio, non essendo estinto nell'animo
nel ducalo di Spoleto, molfe ci Uà gli si degli abitanti l'antico valore Ireiese.Crc-
opposero e ne avanrarono (jfterelc al Pa- de Col ucci, che Enzo essendosi guada-
pa, dondeairimperalore derivarono gra- gnato il favore de'maceiatesi, e trovan-
vi rimproveri. Forse per questi T impe- dosi vicino a Montecchio comechè lungi
ratore passò in Ravenna, e non è certo se 7 miglia da Macerata, probabilmente gli
i montecchiesi elTetluassero l'invio de' inviò oratori, affine d'ottenerne l'ubbi-
soldati e se tornassero alla divozione pon- dienza, promettendo donazioni e privi-
Mentre Federico 11 viep|)iù per-
lifìcìa. montecchiesi risposero urbana men-
legi.!
merino, Montecchioe altri, d'alleanza di- se a lui le più forti e illustri città della
fensiva ed offensiva, ad honorem Dei et provincia; onde Enzo fu costretto levare
Ecclesìae Romaiiac, et Sutnmi Ponti- l'assedio, durante il qtiale i maceratesi
Jicìs, ma in sostanza contro il detto ret- l'aveano aiutato con ausiliari, vettovaglie
tore, e siccome il capo della fazione sta- e munizioni da guerra, per cui con diplo-
ffa nel coctìune»di Ancona, ricevè dal Pa- ma riferito dal Compagnoni di novem-
pa acri rimproveri. Nel 1286 colle me- bi'e in Castris in ohsedione Monfeclae,
desime proteste segui una lega tra Mon- concesse loro segnalati privilegi. 1 montec-
tecchio, Cingoli e Camerino, per offen- chiesi soli fra tutti i popoli marchiani, co-
dere S.Severino discorde con Montecchio, me osserva il Castellano, fecero argine a'
fd Osimo in lite con Camerino, per ge- pi ogressi delle vittoriose armi imperiali,
losie di confini e usurpazioni di territorii. e ne riportarono giusti ed alti elogi dalla
Mentre Montecchio era ritornato alla di- storia.Leggo nel Compagnoni, che Gre-
Tozione della Chiesa, contro questa im- gorio IX col cardinal Giovanni Colonna,
perversando l'ederico li, nel 1 289 a mez- già rettore della Marca,e gli aiuti de'raon-
zo del suo' figlio naturale Enrico o Enzo, lecchiesi, camerinesi, recanatesi, calliesi
che avea fatto re di Sardegna, dopo aver e altri guelfi della Marca, si prevalse con-
infestato il contado di Bologua, lo spedì tro Ento luogotenente imperiale in Ita-
a occupare Marca, per cominciar nuo-
la lia. Che il i*e recatosi all'espugnazione di
vamente guerra contro Gregorio IX.
la Montecchio, terra posta nell'alto, e per
Il re giunto nella provincia, non ebbe a sito e struttura fortissima, i cui abitanti
durare fatica per guadagnarsi l'aderen- nati alla guerra, ritrassero gli ultimi prin-
za di molti luoghi, sia colle libei*alitàdi cipii dagli antichi treiensi, popoli cele-
donazioni di territori! non suoi e di con- brati tra'mediterranei piceni. Verun'al-
cessioni di privilegi, sia coli' intimorirli Ira piazza oppose più ardila a quell'ar-
si
col suo furore, per cui nell' ottobre già mi vibrate da furore
vincitrici, le quali
avea operato molte conquiste; ma que- giovanile, anco col solo strepito impau-
sta gloria non potè vantare sopra Mon- rirono le più intrepide città della proviu-
TRE T R E 25(
cin. E«;<;e»KÌo i olfore della M.irm il rnrdi- balliinenti di Osimo e di Civitanova in-
iial l^'icsthi. poi Innocenzo IV, con diplo- leraraente sconfissero i pontificii, de'qua-
ma de'7 novembre volle premiare la fe- li ne perirono più di 3ooo, secondo Com-
deltà, il valore e il palilo da'monleccliie- pagnoni, o 2000 tra morti e prigioni al
si, nel rigettare le violenze d'nn re, ono- riferire di Collenuccio: tra'prigioni essen-
o per comprila o per donazione, ricono- Per sostenere le ragioni del Papa, i mon-
scendone il lesitlimo dominio, ancorché tecchiesi f(^cero diversi pecuniari sagrifizi,
appartenessero alla s. Sede. Rilasciò loro 1248 somministrarono 5oo lire di
e nel
ogni dazio e imposta, solo per contrasse- Ravenna o d'Ancona pel mantenimento
gno di vassallaggio e sogge7Ìone che seo3- dell'armata papale ch'era ancora nella
predoveanoaverealla chiesa romana, gli ìMarca.InnocenzolV inconsiderazionedei
obbiigòa pagare annue lire 2^ di Raven- gravi danni e dispendi sostenuti da Mon-
na o Ancona. Inoltre confermò a' mon- tecchio nella guerra contro Federico U,
tecchiesi ogni giurisdizione sugli abitan- in propria difesa, e che perlui aveano pu-
ti, con facoltà di giudicare e assolvere nel- re contratto debiti, nel1252 concesse lo-
le cause civili e criminali col mero e mi- ro la dilazione d'un anno a soddisfarli ;
sto impero, che già godevano per ispe- ed acciò creditori non li molestassero,
i
ciale grazia pontifìcia^ Per queste conces-. ne die a questi e al rettore della Marca
sioni ne fu sì grato e riconoscente Mon- speciale avviso, sotto pena delle censure
tecchio,che seppe bene in più dilìicili in- ecclesiastiche. Già il Papanel 1 25o, a pre-
contri dare altre prove di fedeltà e co- miare l'invitta costanza de'monlecchiesi,
stante ubbidienza a'Papi. La persecuzio- colla quale eransi mantenuti fedeli in tem-
ne di P'ederico If, le sue prepotenze con- pi così calamitosi, a difesa di loro patria
cani G altri, essi co'tedeschi lìe'duecom- a cui era esposto il paese, Innocenzo IV
252 TRE TRE
nel 1^52 con sua lellera ordino al retlo- spellava alla s. Sede, contro questa viep-
IL' elicostringerle a ripatriare, per evitare più insolentendo. Papa Urbano IV per
Ja decadenza d'un luogo tanto affeziona- raffrenailo si propose d'investire del re-
lo alla s. Sede. Essendosi i monteccliiesi gno Carlo d'Angiò. Invece Manfredi per
ricusali all'iulimazione del rettore Gerar- vendicarsi, nel 1 268 annientò le sue for-
do, di marciare col suo esercito all'occu- ze nell' Umbria e nella Marca, nella i.'
pazione del contado di Jesi, e perciò mul- fece ritornale Princivalle d'Oria, e nella
tali di i5oo lire usuali, Innocenzo IV a 2.^ vi spedi il proprio nipote principe Cor-
cui eransi appellati rimise loro la penale rado d'Antiochia conte d'Albareale, am-
per metà, la quale fu condonata dal ret- bedue con numerosi eserciti di saraceni
tore Rollando, in considerazione de'mo! - dell'Africa. Princivalle in breve morì, ne
li servigi che aveano reso e prestavano al- fortuna migliore corse nella Marca Cor-
la s. IV nel 12 56 inviò
Sede. Alessandro rado. Questi al suo arrivo riacquistò l'a-
nellaMarca per rettore il nipote Anni- derenza delle più forti città e di moltissi-
baldo di Trasmondo, il quale giunto nel- mi luoghi, ma ne le sue minacce, ne il ter-
Ja provincia insorsero contro di lui mol- rore del suo esercito poderoso bastarono
ti luoghi e città. Perciò stimò bene di a guadagnare montecchiesi. Perciò de-
i
tempo, colla sua saggezza, prudenza e ot- zatosi Corrado per espugnar Montecchio,
time maniere. Il copioso e ricco archivio di i suoi assalti e sforzi furono valorosamen-
Montecchio conserva una lettera scritta te respinti di viva forza, finché per l'impe-
al comune da Alessandro IV, colla qua* to de'suoi gli riuscì di penetrare con gran
]e lopregò a prestargli ogni aiuto e assi- numero di soldati in Montecchio. Gli a-
slenza, nel proseguir l'impresa comincia- bitanti, senza scompigliarsi, l'alFrontaro-
la dal predecessore, contro il principe di no con tanta bravura, che nella sangui-
Taranto Manfredi naturale del defunto nosa mischia mediante imboscata nel
, ,
Federico II, che commetteva crudeli osti- fervore del combaltimenlo lo fecero pri-
lità nella Puglia. 11 Papa die al vescovo gione co' suoi più intimi. 11 Colucci nou
di Faenza l'incarico di far leva nella Mar- crede verosimile l'asserto da Camillo Li-
ca, e di recarsi a Montecchio per concer- lii neW Historia di Camerino che pre- ^
potevano ottenere corruppe- colla forza, ciò più probabili le date da me assegna-
ro le guardie, le quali nel gennaio 1264 fuga di Corrado). Ter-
te alla prigionia e
rado segretamente, dopo circa due mesi ne di Clemente IV (nell'atto riportato dti
di carcere. Montati in furia i monlecchie- Colucci esplicitamente è delta la fuga di
si pel tradimento, s' immaginarono che Corrado avvenuta sotto il predecessore
ne fosse autore il Jjagltone, e tumultua- Urbano IV, dichiarazione che conferma
riamente corsero al suo palazzo, gridan- il ila me asserto) da ogni imputazione del
do di volerlo uccidire. Riuscì al podestà Baglione, questi dopo io anni ne intentò
di sottrarsi a tempo dal loro furore, al- altro per esigere da Monlecchio l'intero
trimenti ne sarebbe slato vittima, benché un an-
salario a cui era slato destinato per
innocente. Questa fuga confermò i mon- no e 8 giorni, che monlecchiesi nega-
i
tecchiesi nel sospetto che Baglione fosse vano non avendo compito il tempo. Di
reo di tradimento. Invece egli si recòda tuttoColucci riprodusse diversi documen-
Urbano IV, che allora dimorava in Or- ti. Meritarono i monlecchiesi un singola-
\ielo (quest'asserzione del Golucci tni fe- re elogio da Clemente IV (è intrinseco
ce di sopra porre la data del 1263 alla pel suesposto che io qui ricordi, che suc-
sua podesteria, e in conseguenza la me- cesse a Urbano IV a'5 febbraio 26 ">), per 1
sa la patria per varie mosse di guerra de' mise in rivollura, laonde contro i luoghi
luoghi C(»nvicini.Neli290 sulla piazza di insorti il vicario si armo, e coU'aiulo de'
Montecchio si band) lo studio pubblico guelfi marciò per reprimerli; u^a i aion-
di Macerata. Nel 1291 montecchiesi ri- i lecchiesi non poterono marciare cou lui,
portarono dal rettore Raimondo Ponzio perchè duravano le inimicizie co'vicini, e
vescovo di Valenza, ampia assoluzione di però non potevano abbandonar la pali ia,
tulle le pene e bandi ne'qualiaveano po- Per queste ragioni, la multa incorsa di
tuto incorrere sino allora, e specialmen- 1000 marche d'aigento fu ridotta aioQ
te per le conventicole fatte cou Monte lireravetmali. Per la deplorata assenza
deirOlmo, Osimo e Monte Milone, delle de'Papi da Roma, le cose pubbliche del-
quali erano stali accusati; indi tale ret- lo slato pontificioprocedevano confusa-
tore nel 1 293 altamente li commendò per mente, e quasi ogni luogo avea il suo pre-
aver coli' usata obbedienza alla s. Sede potente tirannelto che lo signoreggiava,
&j)edilo un esercito contro Cingoli insor- ì.i'aaibizioso Visconti signore di Milano,
to contro la Chiesa. Per le fatali fazioni per spegnere affatto la parte guelfa, aspi-
Guelfi e Ghibellini (P^.), c\\Q lacera-
lìti rando poi al regno d'italiq, fece lega con
rono anche la Marca, derivarono le rot- mollicomuni della Marca, fra'quali nel
ture insorte tra Montecchio, Malelica, documento presso Compagnoni figura
Tolentino e s. Severino nel 3ooj per ri- 1 pure Montecchio. A rimediare tanti gia-
parare aMisordini che ne veni vano fu con- vÌ!.simi mali, Innocenzo VI vi spedì le-
venuto di stabilire una tregua per un an- gato il celeberrimo cardinal Egidio Al-
no, e fu conclusa tra'sindaci o giudici del- boruoz già arcivescovo di Toledo, che
le parli, colla penale a chi avesse infran- seppe egregiamente fare anche da gene-
to i palli di 1 0,000 marche d'argenlo.La rale d'armi, e riacquistò alla s. Sede gli
frequenza di que^le discordie, delle scor- usurpali dominii, avendo a capitano Ri-r
rerie e guerre,che i popoli Ira loro si fa- dolfo di Varani da Camerino; e per rior-
cevano coniscambievolilugrimevoli dan- dinare l'ordine scomposto nella provin-
ni, indusse Clemente V che avea sveu- cia, conjpilò quelle savie e rinomale leg-
lurameule fissala la residenza pontificia gi dal suo nome delle Cosùluzioni Egi-
iu Frauuia, u mandare qel i3o6 nella diane. Tra quelli co'qualiil saggio 4:ai>
TRE TRE a55
tliiiale usò clemeiizis si devono ricorda- pagnia di Nanni da Lucca in Ancona,cve*
re i luonlt'ccliiosi, che in sì deplorabili demlosi ben difesa Montecchio da' suoi
tempi di fazioni indereiulo appartili di tan- concittadini, e di riparare la rocca per la
ti ribelli, incorsero nelle pene, dalle (juali venuta della cna'^nada inglese,per fare cer-
largamente li perdonò il legalo nel i 356. ti segnali col fuoco all'arrivo della com-
Volle inoltre che nella rocca o cassero di pagnia de'mnsnadieri di s. Giorgio (si do-
Honleccliio per custodirlo non si tenes- veano accendere fuochi telegrafici sulle
sero in guardia più di 3o soldati col ca- Torri e nelle ailtire, e doveano dorare
stellano; questo cassero o castello sorge- finché il luogo convicino non avesse ac-
va non molto lungi dalla piazza, presso il ceso il suo, per avvertire da quale parte
silo ora occupalo da'iliippini, e lultora erano entrati i malviventi, onde mettere
ne resta il nome alla contrada. Avendo l'allaruìe per la contrada: i fuochi del
il cardinal Albornoz visitato Monleccliio, contado di Camerino servivano d' avvi-
r enumerò tra le città della Marca, con so a s. Sev(:rino, quelli di questo a Mon-
Osimo, Cingoli, Matelica,Toleiìtino e Ri- tecchio, e quivi perMonte Milone, ila*
palransone; ossia l'annoverò fra le città fuochi del qualeFermo accendeva propri i
Picene di 2/ classe, nelle sue celebri co- del Girone ec.),per ritirare lutto il beslia-
stituzioni Egidiaue. Dopo che la Marca me dal territorio, acciò da essa non fosse
era stala uìanomessa, saccheggiata e ti- rubato, e COSI mettesse ancora in sicuro
ranneggiata dal famoso capitano di ven- le biade , e ricevè Cicchino Van-nini di
tura fr. Morreale, non mancarono altre Mont' Olmo per capilnno e per soprin-
feroci e ladroneccie masnade d'infestarla tendere alla difesa del luogo e della roc-
e di angustiarla con prepotenze, spoglia- ca. Egli tra le altre ordinazioni fece ri-
zioni e malvagità, fra le quali la compa- storare e fortificare le mura di cinta, per
gnia o società alemanna di s. Giorgio, e cui essendosi devastate alcune case, il co-
la pestifera compagnia di masnadieri in- mune dovè risarcire danni cagionali a'
i
glesi sotto la condotta d' Aujbrogio Vi- proprietari. Da tante belle provvidenze,
«conli; per cui ad evitare le loro terribili i malvagi avventurieri, nemici di tutti ,
pena della confisca e perdita de' beni. li ama die tutte le più ampie facoltà al po-
Montecchio ricevè lutti t|uesli ordina- destà, acciò pi ocedessu con rigore per pu-
menti di previdente precauzione, e pai- nire i traditori della patria, concedendo-
hcoluiuieulcu'cbbepci' uiuudarelu cum* gli perciò la giuiiòdiziouo del mero e mi-
25G TRE TRE
sloimpero. Piesislendo al cardinal Albor- dalla sua giurisdizione e dalla sua curia
iioz Castel Duianle nel contado d'Urbi- nel giudizio delle cause; e ciò forse per
no, per espugnarlo inviò aiolti soldati, al avere anticamenlei monteccbiesi portalo
cui mantenimento fece concorrere cia- le cause loro al giudizio del giudice ge-
scun luogo perchè 1' aggravio fosse me- neraledella provincia, che per alcun tem-
no sensibile, ed a Montecchio furono im- po avea risieduto in Camerino. Olfesi i
posti 4^ ducali mensili pel dispendio di monteccbiesi dalla strana esigenza, ricor-
i4 soldati. Inoltre il vigilante cardinale sero alla curia generale della Marca, ed il
ordinò a'monlecchiesi e ad altri, che pas- vice-rettore a'5 marzo 867 i rese loro ra-
sando pe' loro territorii Galeotto Mala- gione, ordinando al giudice del presidato
lesta co'suoi soldati venturieri per anda- diCamerino, che non procedesse in conto
re verso il regno di Napoli a'danni della alcuno contro MontecchiOjSiccome esente
regina Giovanna I, non gli somministras- dalla sua giurisdizione. Nello stesso anno
sero alcuna vettovaglia, né altrOjistruzione i monteccbiesi in ubbidienza al rettore
che reitirò particolarmente aMontecchio; somministrarono 3o soldati per tenere ia
ma essendo cessati i motivi per tali di- divozione Fabriano, già dall'esercito e-
vieti, il cardinale con altra lettera li re- spugnatojeconcorseroalla fortificazione e
vocò. 1 Papi residenti in Avignone, seb- mantenimento del Girone di Fermo, ove
bene conobbero gl'infiniti mali a cui sog- allora risiedeva la curia generale, poi co-
giacque il loro dominio e l'Italia, per pre- me luogo più comodo trasferita a Mace-
ferire le rive del Rodano a quelle del Te- rata, per l'istanze de'montecchiesi e de-
i'crc, frastornati da' loro connazionali e gli altri, con atti riportali dal Compagno-
dal grannumero de'cardinali francesi che ni. Neh 368 ottenne IMontecchio, contro
crearono, fino ad Urbano V non effet- le pretensioni de' giudici della curia ge-
tuarono il da loro promesso ritorno in nerale, di continuare per privilegio la giu-
Pioma. Vi giunse il Papa a' i6 ottobre dicatura de'delilti e malefizi, colla condi-
1367, accompagnato da Ridolfo Varano, zione voluta dali'Egidiane, di pronunciar
come notai nel voi. XXI V,p. 88. Il gran il giudizio entro un mese. L'attaccamento
cardinal Albornoza'2 7 del precedente di- di Montecchio alla s. Sede consigliò i cit-
cendjre avea inlimalo a' monteccbiesi e tadini a stringere nuovamente ima lega
alle altre città e luoghi della provincia il difensiva nel 1875, con allre città e luo-
generale parlamento da tenersi in Anco- ghi fedeli aliaChiesa, e ne riportaronoalti
na a'23 gennaio, dove coloro ambascia- elogi da Gregorio XI, il quale stabilmen-
tori e deputati sarebbe rÌ!.olnto ciò che
si te nel 1877 ripristinò in Roma la papale
doveasifareintornoa'preparativi pel pas- Dominavano in quell'epoca in
residenza.
saggio d'Urbano V nella provincia, ch'e- Camerino e altrove, come in Tolentino
rasi proposto visitare 'la Santa Casa dì (^.), i Varani, che aveano occupati molti
Loreto f
onde accoglierlo colle meritate luoghi prima della venula del cardinal
onorificenze. Dipoi il cardinale accompa- Albornoz. Questi ariivalo nella provin-
gnò nel Piceno il Papa, il quale fuili.° cia , dichiarò il fermo volere di ricupe-
Ponlefice che di persona visitò il vene- rarealla Chiesa il tolto,intiman(lo le cen-
ratissimo santuario. Continuando mou- i sure ecclesiastiche e minacciando la for-
tecchiesi a governarsi con libero reggi- za dell'armi. Intimoriti i Varani, suppli-
mento, soggetti per la signoria alla s. Se- chevoli ricorsero al suo favore, iinploran-
de, che in premio di loro costante divo- do peidono dell'eccitate ribellioni. Fu u-
zione e fedeltà gliene avea concesso il pri- lile a loro questa sommissione,e neotten-
vilegio; nondimeno pretese il giudice del neroclie molti de'luoghi posseduti ingiù-
presidalo di Camerino che dipeudessero slauieute da loro fino a quel tempo gli eh-
T II E TRE 2^7
bero in vicarialo o in altra guisa, raa sem- lionee rassoiuzìone da'processi, e grazio-
pre con precaria soggezione verso la s. Se- samente rotlennero perché la loro sot-
de. Nel novero tli questi non vi era slato trazione dall'ubbidienza pontificia non e-
bastò, come nemmeno a' Varani bastaro- onori, prerogative e privilegi; rilasciò
no gli usurpamenti fatti fino all'arrivo del loro tutte le taglie, censi e imposte non
cardinale. Durò in essi la soggezione fin- pagate alla Chiesa dal giorno della ri-
ché temeronodella forza de'minislri pon- bellione fino alla metà del precedente set-
tificii. Ma riferisce Colucci, sia pure stato tembre; rimise per privilegio il giudizio
quel che si vuole , Monlecchio si die a* delle cause civili ini. ^istanza al giudice
Varani, sottraendosi dalla sovranità del di Monlecchio stesso; valido lutto quel-
Papa. Quando ciò avvenne non si cono- lo eh' erasi fallo per autorità de' Vara-
sce bensì pare che si riferisca a questa
, ni finoatjuel tempo; gli esentò dall' ob-
l'ivoltura il contenuto delle lettere pro- bligo di mantenere il deputato e il ba-
dotte da Colucci e che crede scritte pri- lio nella curia generale per riferire ma- i
ro, di SI mal operato contro Dio e con- e Innocenzo VII elicgli successe nel i4o4t
tro l'anima, rispose: » Ajolo fatto perché dissero Monlecchio vonsiu'veratc.ssci'al-
abbiano tanto a fare de'fatti loro, che i cleopulenta , et populosa.Ma dice Colucci,
nostri lascino slare." Ed in vero così sarà o fosse chefin d'ai loia Varani ottenesse-
i
stato, poiché il Paj)a Urbano V avea ben I ro dal Papa qualchedirillo sopra Monlec-
altro pel capo, e mentre passava a com- chio, ovvero che i montecchiesi di nuovo
battei e il pseudo Clemente VII, i Vara- tornassero a darsi a loro, egli é certo che
ni e altri simili polenti signori, profittan- indi in poi ebbero ([ualche dominio, co-
vi
per loro vi signoreggiassero , ma per la nel settembre, con facol lizzare il preposto
Chiesa. Per l'estinzione dello scisma cele- di s. Severino di scegliere i detti chiareni
brandosi il concilio di Costanza, ed essen- per assolvere i monlecchiesi; e per esse-
do sede vacante per la virtuosa rinunzia re slati assolti e perciò tornati in grazia
diGre<»orio XII e deposiziouedi Giovan- della s. Sede, ne riceverono gratulazioni
ni XXlll e dell'anlipapa BenedettoXIll, da Alberto degli Alberti vescovo di Ca-
il concilio con diploma dell' 8 febbraio merino loro pastore, che gli esorlò a vi-
l4i6 confermò a' Varani vicariali, go- i i ver bene. Dopo la morte del cardinale
verni e feudi che aveano, e principal-
i Buontempi, nel Sgo Bonifacio IX fece 1
mente il dominio su Camerino e suo con- marchese della Marca il proprio fratello
tado, e del governo di Montecchio e di AndreaTomacelli,e ne partecipò l'elezio-
altre terre. Dunrpie se fu loro confermalo ne anche a Montecchio con lettera in cui
il governo di Montecchio, era slato loro tomiiìeiida l'antica fedeltà verso la s. Se-
conferito anteriormente, rammentando- de, esorlandolo a mantenerla e riconosce^
si nel diploma altre grazie e concessioni re il nuovo rettore, che gli fece annun-
da' Varani per lo innanzi ottenute da'Pa- ziare per Pietro arcivescovo di Zara. Ve-
pi, con alcune leggi e palli, colle seguen- nuto il marchese nella xMaica , vi trovò
ti paiole, Qiioniamigilurpraeteriù's tem- Jioldrino da Panicale capitano dellaChie-
poribus oh fldelitatem , et studia hujus sa, che lo contrariò suscitando fazioni ar-
sub certis modis, et formis nonnullae male e turbolenze; per cui il Xomacelli
concessionesfactaefuerintperRomanos si abbandonò al riprovevole partito di
Pontijlces ìiactenus praesidentes ^ vide' farlo trucidare, e 1* effettuò in Macerata
licei cii'itatis Camerini curri comitatu et dopo averlo tenuto a mensa per cui il ,
districtu, etiiiguhernatione terrae Moti- figlio con furore ne fece aspra vendetta,
ticuli, terrae Belfortis , terrae Sarna- A questi dipoi il marcbese ordinò a'mon-
nis, terrae Amandulae, terrae Perinae tecchiesi, che gli restituissero tutto queU
s. Monlis s, Martini, ca-
Joanjiis, terrae lo che spellava a Boldrino, il quale abi^
stri Gualdi, terrae Montis Fortini in tò prima Appignano e poi in Fica no
in
provincia Marchiae À nconitanae. Mal- castello di Severino. Seguendo le par-^
s.
grado però di questa liberalità del conci- ti di Boldrino il suo umico Gentile Vara-
lio di Costanza usala co'Varani, per disto- ni, con Biordo Michelolli perugino capi,
glierli cos'i dalle usurpazioni, ed impegnar- lano della compagnia di s. Giorgio, in u-
li vieppiù a sostenere i diritti della chiesa nione ad alcune città e luoghi, agitarono
romana , come sovente aveano fatto pel colle armi la provinciaja'quuh il marche-
passato , e massime quando valoroso il se,dopo la palila prigionia, oppose alcu-
Kidolfo sostenne l'incarico onorevole di ne compagnie di masnadieri capitanate
capitano di s. Chiesa contro i ribelli del- da Galeotto Belfiore e da altri , i (piali
lulli CUP i'ussoluzioue dalle ccuburc e 5cu- pitani neh 3(j2, ed uno fu il celebre Mu^
T 11 E T Pi E 2 '^9
s{unla tle Si io la domicilio ili Foilì, uno dendosi soddisfallo, fece scorrerie e rube-
cle'risloialori iklla luililtue ilisciplinajeil riecontro morosi e montecchiesi,i qua-
i i
C|^li (u, st'coiido Coliicci, che togliendo ai lifurono perciò avvisati da» Ridolfo Vii:-
soldati Tuso di vestire di cuoio, inveulò le rani a guardare il lorobestiameealtreco-
unualure di ferro (che io credo assai piìi se; giacché i Varani nelle guerre tra Mo-
antiche), iulrodolte poi nell'Italia comU' starda e l'Orsini, restarono neutri ed e-
liemenle e così altrove. Valorosauicnte sortarono a far il simile i mon tecchiesi, 6
serv"i il Pijpa Donifljcio IX 7 anni, nc'qua- di non cedere all'islan/e dell'Orsini, che
li seppe riguadagnargli Ascoli; anzi aven- pretendeva dovere i popoli prendere le
do trovato quasi tutta la Marca adeieulo sue difese. La neutralità de'montecchie-
a' Varani e contraria al Papa, quando fu si li salvò dalle ostilità del Mostarda, che
licenzialo tulli i luoghi di essa aderivano anzi gli gli avrebbero
assicurò che i suoi
lilla Chiesa, e se alcuni di[)endevuno an- rispettati. Finalmente Mostarda pentito- il
cora da' Varani, erano quelli da loro ri- si, invocò perdono da Bonifacio IX, che
cevuti dalla s. Sede iu vicarialo o in go- non solo glielo accordò, ma lo destinò suo
verno. Bonifacio IX grato al Mostarda capitano in altri luoghi fuori della Mar?
anche per Toperolo in altre parli del Pi- ea, restando poi miseraniente ucciso dab
ceno,inRouì;igna,e ajassimenell'Uudjiia l'Orsini.
dove restituì molle città alla sua ubbir Appena il Piceno respirava quiete, nel
dignza, gli donò jl castello di l^ocozzone 1433 vi si recò il celebre conte Franccr
o Porcozzone nella diocesi di Smigaglia, SCO Sforza per guadagnarsi l'aderenza del-
con dipendpnzti alla Chiesa, e in vicaria- le cittù e luoghi, sdiacciando d'essere iur
lo perpetuo a lui e suoi discendenti Mon- vialo dal concilio di Basilea con fìnte let-
te Milone e Auìandola, Però in seguito tere; o per timore o per soverchia cre^
sconoscente con diverse pretensioni .si
e denza, cederono Ancona, IMacerata, Fer-
libello, e per 6 u»ebi fece aperta guerra ino e altre principali città, e fors* anche
al Papa nella IMarca, anche per essere fie- Montecchio; mentre avendogli resistito
ro neaiieo di Paolo OrsiiM, che gli era sla- Mont'Olmo,fu espugnalo e saccheggiato,
to sostituilo. Tanto pallai del Mostarda, Eugenio IV si vide quindi in necessità di
perchè Colucci riporta diversi documen- capitolare neli434t^ol conte, dichiaran-
ti esistenti nell'archivio di Treia,per ver? dolo vicario e marchese della Marca, la
lenze che pure ligiuudano i niontecchie- quale così divenne tutta sua signoria. Lo
si. Annoiali i marchiani e Tra quenti i mour Sforza distinse Montecchio, concedendo-
tecchiesi, dal sostenere il peso di tante ìjut lo con diploma dell'» i luglio 1437 in go-
poste e di dover manlenere a loro spese verno a suo fratello Leone; i ciltadini l'ac-
Mostarda e il suo nu mei oso esercito, nel cetlarono volonlieri, e per segno di gra-
tcuninar del suo servizio cominciarono a dimento gli spedirono ambasciatori. Leo-
ritirargli le taglie opaghe bimestrali, in ne si portò iu Montecchio, e fece dipinge-
ognuno de'quali il solo Munlccchio duvca re nella piazza e nelle pubbliche porte le
somministrargli 166 ducali, per cui Ijo- sue insegne secondo il costume; poiché
niCacio IX restrinse loro 1'
aimuo dazio che nel 1367 il vice-rettore
dissi altrove,
ilovuto alla camera a soli 5o fiorini d'o- della Marca ordinò u' uujutecchiesi e a-
ro, ad istanza dc'mtdesimi e de* Varani; gli altri popoli di fir dipingere con buu'
ciò che poi conrci mò nel 1
4^4 ^^t> diplo- ni colori sulle poi le e sulle piazze gli stelli»
ma Innocenzo VU, nel ipude anno il let- mi della s. Sede, del Papa, del suo lega-
tore Tomaccili ordu)ò a' suoi uiliziali di comune. 11 conte Sfur»
lo, de* rettori e del
lasciar godere a Montecchio i privilegi ol- za non contento del vicariato della IMar-^
tenuti dalla s. Sede. 11 Muslarda non ve- ca d'Ancona, occupò ancora alla Chics.»
26o TRE TRE
molte oltre terre non comprese nell'in- alla camera,cioè rilasciò loro annui 5o du-
•veslilura. Eugenio IV inilato, anche per cati per 4 anni, a fine di riparar le mura
non avergli licuperato Bologna, ne'primi castellane; e per avere i u)ontecchiesi a-
d'agosto I 44^ pubblicò una bolla contro \anzala altra supplica a Calisto 111, que-
nemico e ribelle; e
di lui, (ticliiarandolo sti nel 1 455 confermò la grazia, rilascian-
articoli del concordalo. Poscia Eugenio sotto la cui giurisdizione erano pure Mou-
IV con diploma de'3o dicembre con elo- tecchio e Camerino. Nel dì seguente Mon-
gio commendò la fedeltà e ubbidienza dei t'Olmo si rese, e marciato il conte su Ma-
iiJontecchiesi,e confidando in loro gli esor- cerala se ne impadronì, così di s. Seve-
tò a perseverarvi, quindi mandò loro per rino e Monlecchio. Con quest' ultimo il
si fortificò il generale supremo delie ar- gnore. Eugenio IV a'io ottobre lo rico-
male pontificia e regia Piccinino, donde nobbe marchese della Marca, tranne An-
a'iS gennaio i444 scrisse una lettera a cona, Osimo, Recanali e Fabriano. Però
lierloldo Alberti suo maresciallo nella dopo un anno, profiltando Eugenio IV
Marca (non marchese di essa , come lo delle discordie insorte tra lo Sforza e Ma- i
chiama Colucci),edal qua! luogo non ces- latesta, e della ribellione d'Ascoli ^ inviò
sava di molestare la parte della monta- le sue milizie colle regie a ricuperar la
gna. Molli danni ebbe a ricevere per tale Marca, col cardinal Scarampo legalo, al-
resistenza il pubblico montecchiese, per le quali unitisi i Malalesla, riguadagna-
cui Eugenio IV pe'molli dispendi soste- rono dominii della Chiesa, e Monlecchio
i
nuli nella guerra, con diploma de'3 apri- a'9 novembre, co'patti stipulati dal car-
le i444 confermò loro in benemerenza dinale. La sola Jesi essendo ri inasta al con-
lutti gl'indulti e privilegi che godevano, te, Nicolò V la ricuperò nel i447 collo
e gli esentò per io anni di pagar le solite sborso di 35,ooo fiorini d'oro. Neli44^
iiiiposle camerali per qualunque titolo. i monlecchiesi supplicarono il cardinalCa-
Veramente quest'esenzione non ebbe ef- Icindrini governatore della Marca, per es-
onde poi avendo monlecchiesi
fetto, i re- sere assoluti da certe pene che loro si mi-
clamato, Nicolò V con breve deli 449 §^' nacciavano dal giudice de' malefìzi per ,
lono alla Chiesn, loglieudolo a Giacomo nodi Canierino, ond'essere meglio gover-
di Gaebano. ]Veli4^8 il vicario genera- nata nellospirituule, ilcheavea pure bra-
le delvescovo di Camerino M}datesla,diè mato ne'tempi addietro. ]\eli484 Sisto
licenza al comune di Montecchio di poter IV con diploma de' 3 aprile concesse in 1
erigere una chiesa sollo il titolo della B. perpetuo al podestà ^ro tempore e al pub-
Vergine Assunta nel piano di Potenza, al- blico il mero e misto impero, edam sari'
gi e ordinamenti co' quali si regolavano; cesi, il cardinal Riario camerlengo per or-
per cui sarà meglio ritenere, che il Papa dine del Papa concesse loro alcune esen-
gli abilitòa formarsi un nuovo statuto, ac- zioni. Non erano giovale le precauzioni
ciò fosse più rispettato dalla curia gene- prese innanzi dal consiglio generale di ri-
da Paolo li. Cacciati dal Piceno tiran- i dati derubarono e spogliarono gli abitan-
ni e cessate tante guerre e rivoluzioni, non ti iniquamente. Anche Leone X compas-
Diedianle lo sborso di 55o dt>ca!i e la som- recò indi a Roma, ove coli' estremo sup-
ministrazione di diie pezze di velluto ne- plizio (ini la sua baldanza. i*er questi
.10. l^elgran licore che correva nel 5 8 i 1 trambusti agitatj» la Marca, l'avv. Pier
d'invasione turcliesca, Leone X munen- Francesco Ferri di Macerala commissa-
do le fronliere marittime, ordinò il coni- rio del vicelegato, oidinò a' montecchie-
pin)entoalla foi lifìcazione d'Ancona, me- si e ad altri luoghi d'allestire un cerio «le-
dianle lavoiatori da darsi dalla provincia te! nìinato numero di genie per espugnar
e da Montcccbio, sollo la soprinlenden- la ro(Ca di Monte Fiore occupala da A-
7.a FieIroLupi di Mon-
del couìUìissario madio, dovendo somtì»inislrare Montec-
l'Olmff.ln pai tempo il rellmedellaMar-
i cliio e Tolentino 5o fàììl\ et totideni xtra-
mente per fare lifìorire gl'incolti canipij celcgalo Antonio Venan^i di Jesi (non Pie-
<]ovendoi coloni dojio la raccolta reslilui- tro Paolo come lo chiama Leopardi: egli
le il grano o alili ccieali ricevuti. Pensa era zio d'Antonio, il quale per sua mor-
Colucci, che da tale disposizione derivò te nello stesso i 5 i 9 l'avea successo nel ve-
nella provincia l'originede'l)enefici n)on- scovato a' i3 dicembre, come ricavo da
ti frumenlarij istituiti dallecomuni, dal- Ughelli; e poi il documenlo <li Colucci è
le confraternite e altri luoghi pii,con som- in nome d* Antonio e colla data de' 9.(>
Infatti si legge nel Torchi, De Ecch'siae. eiedi e successori de'più antichi »naggiori,
Camerinensis Ponlìjicibus.fi Xysdis Ma- che a rischiodi danni influii i seppero so-
gmts huj'iis nominìs V, B. Pontifex nel stenere per la Chiesa guerre, assedii, di-
re, sicuti Tolentinum , et Severinum .9. nuovo fnetodo stabilito dalla s. Consulla,
civilatis titillo, et eathedrac Episeopa- pel buon regolamento del pubblico di
lis lionore ìllustravìt^ sic Montecchium Montecchio. Questo poi chiama, Conunu-
ornare cogitavit , et Trejenscin Eccle- ni la tis Oppi di Civitatisniinnipati Man-
siam, sicuti s.Sevej^ino Septempedanam, tich'li (e collo stesso titolo di città lo no-
Monteccliio restiluere. Patet ex actis minò il successore RenedeHoXI V in una
concilia ribus a danno i v588 die 2 nos'cm- sua bolla), il quale Oppidiini ob ejns lon-
ì>ris, quod civiinn dissidiis wansit iufe- gevani,praeclaramcpieanti(pntatem.iit-
ctitni. Inoltre leggo nelle Notizie istori- potè ab olim Civitate Trej'ae il lustri Ho-
che della villa Massimo^ già Montalto manorum origine frahentis. Riconoscen-
di Sisto V, a p.164, che questi vi lasciò do Pio VI tJittele riferite prerogative fie-
il bellissimo busto in bronzo esprimente giare Montecchio, già avendo nel 1787
la propria e/ligie, lavoralo da Sebastiano elevato Camerino ad arcivescovato, col-
Torregiani dello il Bologna, celebre fon* la bolla Enijcitni ani/ni Nostri^ del i ."lu-
ditore. Il (piale busto avendolo acquista- glio 1790, Bull. Bom.eont. t. 8, p. '24?»
to il cardinal Nicola Grimaldi, zelante la reintegrò del suo primiero cantico no-
nella ricerca delle cose belle,dopo aver- me di 7VTy<7, abolendo quello di Montec-
lo conservalo per qualche tempo presso chio in perpetuo, le restituì il suo grado
di se, e di aver permesso a mg/ Massi- di ciltà con lutti gli onori e privilegi re-
mo poi cardinale di farne cavare due co- lativi. La stampala a porle con
bolla fu
pie in gesso coioiito a bronzo, una delle questo titolo: Pius F [ Litterae Jposto-
quali fu posta nell'archivio dell'acque e licae super imniittafione denominatio-
strade istituito da Sisto V,c l'idlradovea nis Oppidi Montecclii, illiiisque restitu-
collocarsi in supplemento dell'originale, tiene in Civitnteni Trejani mmcupan-
nel quale si trova un* incredibile espi es- dam, quatenns opus sit no\'a illiits a-
et
fcionedi fisionomia, nella stessa vilhi Mas- ree f ione cuni opportunis decora tionibuSf
simo dal Papa fabbricala, il. cardinal Gri- et privilcgiis, nec non concessione inibì
maldi generosamente si privò dello sles- ì icariif P'ori Ecclesiaslici Canicrincn'
264 TRE TRE
sis q unmp lurìni is fnculta fih iis in striirù\ no, nella sua nuova qualità di vescovo di
Romae i yc)©. A memoria di quesla reinte- Treia, e s'incaricò d'un competente asse-
grazione e nuova denominazione di Tre- gno di fondi pel seminario da erigersi ia
ia, fu coniata una medaglia con l'eHigie Treia. Gli atli del consiglio vennero su-
di Pio VI in mezzetta e stola, e l'epigra- bitamenle esibiti a della s. congregazio-
fe: Pius riP. M. An. XFL Nel rovescio ne, onde offrissero sicura testimonianza >
sa, col Papa in piviale e triregno che col- mezzi occorrenti per l'adempimento del-
la sua destra presa quella della città l'al- la ricevuta grazia. La grata riconoscenza
za in piedi; intorno si legge il motto: Tre- de'treiesi gareggiò coli' esultanza, impe-
ria fu dipinto e posto nel palazzo muni- composta del can. Francesco Ansaldo Te-
cipale di Tolentino
f
ova vengo a sapere loni (anche il p. ab. d. Sisto Benigni al-
che non più esiste; poiché in odio a'via- lora procuratore generale dell'ordine ci-
cilori diMurat nel deplorabile 1849 fu slerciense), marchese Giambattista Ca-
brucialo nella pubblica piazza di Tolen- conte Alessandro Santamaria-
stellani, e
tino da un'orda di repubblicani, per cui bella (questo colto treiese divenuto poi
qui ne fo debita avvertenza), la deputa- guardia nobile pontificia, fu scelto nel
zione della città di Treia in occasione che i833 da Gregorio XVI a portare la no-
portò a pie del trono pontificio i suoi 0- tizia dell'esaltazione al cardinalato e il
maggi di fedeltà e sudditanza, umiliò pre- berrettino rosso al cardinal Monico pa-
ci al Papa acciò volesse erigere la loro
, Iriai'ca di Venezia, e poi dallo stesso Pa-
chiesa collegiata in cattedrale, ed unir- pa fu insignito del cavalierato del suo or-
la aeque principaliter a quella di s. Se- dine di s. Gregorio Magno), avendo a- I
verino, per le ragioni esposte nella istan- vuto l'onore d'essere ammessa a nuova
za. I desiderii della popolazione treiese udienza l'i i settembre dal Papa, il caa.
furono dal benigno Pio VII esauditi con Teloni gli diresse gli ossequiosissimi sen-
rescritto pontificio della s. congregazione timenti della medesima, espressi ne' se-
concistoriale del i." settembre 18 5, ele- 1 guenti termini. «Ai vostri piedi sanfissimi
vando a cattedrale la chiesa collegiata, si presenta con nuova esultanza la depu-
non però unita a s. Severino, e con dichia- tazione di Treia;esevi portò non ha gua-
rare vescovo di Treia l'arcivescovo di Ca- ri r umile tributo de* fedeli e ossequiosi
merino prò tempore. Treia giustamente sentimenti della patria, unitamente alla
ne fece festa, e la novella si sparse tosto conferma di essi umilia oggi la più divo*
per le Marche. Affine poi di prontamen- la riconoscenza. Il vostro gran cuore, o
te procedere alla verificazione degli arti- PadreBeatissirao, si è palesemente dichia-
coli nel rescritto ajccennati , adunatosi il rato a favore di questa tenue, ma affettuo-
consiglio comunale stabilì la restaurazio- sa porzione di vostri sudditi e figli, col-
ne dell'antico episcopio, fissò un aumen- r'onorarla dell'implorata cattedra vesco-
to di rendita all'arcivescovo di Cauieri- vile ; e mediante il giù emanato grazioso
TRE TRE 26i
rescritto risiete compiaciuto, che risplen- re vescovile all'arcivescovo di Camerino
dessero in singoiar maniera su di essi i prò tempore. Ma la zelante sullodata de-
primi albori del bel giorno, in cui la divi- putazione di Treia energicamente sosten-
na provvidenza vi ba resliluilo il pieno e- ne la validità del pontificio rescritto, O-
sercizio della sovrana paterna vostra do* portel Rescriptum Princìpis esse man-
minaKione. Non isdegnate intanto, Padre siirum^ in nome del capitolo, clero e cit-
Santissimo, di gettare uno sguardo sul- tà di Treia, contro la comunità e città di
l'idea del Tempio (la puova caltedralegià Camerino, e difese la lite sulla concatte-
collegiata riedificata) recentemente da noi dralità di Treia e Camerino avanti la stes-
costrutto. Che seden troie sue miu'a viep- sa congregazione concistoriale. Nuova-
s.
più c'inculcberanno d'ora innanzi i sagri mente espose virilinente tutte quante le
nostri Pastori di adorare Iddio in ispiri- ragioni che favorivano la patria idoneità,
lo e verità , noi trasmetteremo a' nostri d'essere degna della reintegrata cattedra
posteri, che il principale ornamento a que- vescovile, e provocata enumerò pure le
sto Tempio essendo stato apposto dalla tante esorbitanze da lungo tempo patite,
benefica mano di Pio VII, egli è da Lui e le gravi esigenze della curia episcopale
che tanto bene ci è derivalo. Confermi io di Camerino, le quali aveano esacerba-
noi, Padre Beatissimo, questi religiosi e animi de' treiesi. Tutto lesssi nel
lo gli
grati sensi 1* eflìcacia della vostra aposto- Summarìmn contìnens epitome clocu-
lica benedizione, la quale per noi e la pa- mentorum exhibitam ciim precibus SS.
tria nostra ferventemente imploriamo". D. N. Pio V II a deputatis Trejensihusj
Mentre treiesi tranquillamente attende-
i e nelle Riflessioni della deputazione di
vano l'estensione del decreto concistoria- Treja sul rescritto pontificio dalla me-
le, alcuni della curia camerinesecon trop- desima ottenuto sotto il dì i." settembre
po spinto ed esageralo zelo dierono ope- 1 8 1 5, per la erezione della cattedra i'e-
VCL. LXIIX. 18
266 TRE TRE
Dianesseia perpetua amminislrazionetlel- di Pirgi inpartihus (poi dal Papa regnan-
l'arcivescovo di Camerino, con l'obbligo te traslalo alia già sua chiesa d'Imola e
somministrare ad esso per ojen-
a'ireiesidi creato cardinale), surrogandogli Stani»
sa annui scudi 5oo, e coll'obbligo all'ar- slaa Tomba bolognese barnabita, già
civescovo d'intitolarsi Amministratore, vescovo di Forlì. Per sua morte, il Pa-
ìjcrpetito della chiesa vescovile dì Trcia, pa Pio IX nel concistoro de* 12 aprile
e di soggiornare alcuni mesi dell'anno in 1847, Iraslalò da Acquapendente l'o-
Treia e di tenervi uu vicario generale. Or- dierno e ottimo monsignor B^elicissimo
dinòa'treiesi di erigere il seminario, col Salvini di Nocera, arcivescovo di Came-
laconveniente dotazione pel manteni- rino e amministratore perpetuo della
mento degli alunni. Esecutore della bolla chiesa vescovile di Treia, che di recente
il Papa deputò il vescovo di Macerata e nel suo zelo pastorale ha eseguilo la la-
Pio VII emanò la bolla era vacante la se- vini zelantissimo amministratore, che in
de di Camerino dal 8 5,per morte di U\ 1 1 Roma avea assistito al grand'atlo, dispo-
Angelico Benincasa cappuccino di Sassuo- sta la cattedrale in bella forma ed eleijau-
o
lo di Reggio, fatto arcivescovo neh 796. za a'2, 3 e 4 febbraio volle in essa celebra-
Quindi li Papa a' 4 aprile 1817 fece arci-
1 re un festivo divolo triduo, pontificando
vescovo di Camerino e I. "amministratore l'illustre concittadino mg.*^ Grimaldi ve-
perpetuo della chiesa vescovile di Treia, scovo già di s. Severinoje nelle sere del tri-
KicolaMatteiBaldinidiPerg:o/tì'. Gregorio duo vagamente illumi-
tutta la città fu
XVI a'27 gennaio 1842 lo trasferì a' ve- nata, ed in tale festiva circostanza dopo
scovati di Monte Fiascone e Corneto,egli letteraria accademia tenuta sull'augusto
sostituì mg.' Gaetano Baluffi d'Ancona, mistero, furono distribuiti i premi agli a-
già vescovo di Bagnorea e inlernunzio e lunni del seminario e agli studenti de! gin-
delegalo apostolico della Nuova Granata nasio. Dopo un mese e ne'medesimi gior-
nell'America n)eridionale: avendolo pro- ni il capitolo celebrò nella cattedrale un
mosso a segreta I io de'vescovi e regolari, solenne triduo alla ss. Trinità con Te
a'21 aprile 1845 lodichiaiò ai ci vescovo Deum, coU'inlervento di tutte leconfra-
T RE TR E 2G7
temile, per ringraziamento e per prega- le sue profezìe e miracoli, onde i greci gli
re Dio a conservare e prosperare il Som- dierono il soprannome di Taumaturgo.
iMO Pontefice cheavea decretalo rtuiio- Ilsuo corpo essendo stalo molti anni do-
ne alla calleilrale di due benefìzi diocesa- po la sua morte trasferito a Corfù, fu pre-
ni concedendole un fondo camerale in
,
so a protettole di tutta T isola. Gli suc-
perpetuo endleusi. Per questi aiuti bene- cesse Eustazio, ed a questi Teopompo
fici la parrocclìia di oltre 53oo anime, che nel 38 1 intervenne al concilio ge-
maggior comodila venne divisa in altre nerale di Costantinopoli ; indi Arcadie,
due cure rurali, e la chiesa ebbe così il poi Nestore di cui è fatta menzione ne*
modo di meglio sopperire alle necessità Rlenologi greci sotto il giorno i4 feb-
del cullo. braio; Teodoro fu al 6." concilio genera-
TREIO oTRESSlO Gabrikle, Car- le, a cui si attribuiscono alcuni opusco-
dinale, r . Paniacqua. li relativi alla vita di s. Gio. Crisostomo;
TREMITO, TREMITUNTE.TER- Giorgio sottoscrisse il concilio generale di
MIDONTE o TRIMITHUGA Tremi- , Nicea li. Oriens chr. t. 2, p. 1070. Tre-
thtts seu TrimilhuSj Tremitìiopolis. Sede mito, Tremilhciiy è ora un titolo vesco*
vescovile dell'isola di Cipro, nel patriar- vile in partibus, del siuiile arcivescovato
cato d'Antiochia, già sotto la metropoli di Nicosia, che conferisce las. Sede, e Gre-
di Costanza, o Salama o Salaraina, ossia gorio XV^I a'2 marzo 1844 lo thè al ve-
Nicosia, eretta nel IV secolo. Dice il Ter- scovo coadiutore del vicario apostolicodi
ù nella Siria sacra che l' etimologia Leao-tung, già alunno del seminario del-
del suo nome deriva dalla pianta resi- le missioni straniere di Parigi, e n'è in-
nosa Terebinto, il cui legno somiglia a signito tuttora.
quello del lentisco,ed eguale liquore con- TREMOILLE Gio. Francesco, Car-
tiene il frutto, che in figura di grappo- dinale. De'visconti di Thourat, nato no-
lo ha il flore somigliante a quello dell'u- bilmente nelle Gallie, provveduto del-
livo. Il terebinto è albero comunissimo l'abbazie di s. Benedetto, di s. Flour, e
nella Giudea, come si trae dalla s. Scrit- della B. Vergine di Granataria nella dio-
tura, e di tal pianta l'agro di Tremilo o cesi di Lucon, nel 1490 Innocenzo Vili
Tremilunte possedeva foltissime selve. lo fece arcivescovo d' Auch, e nel i5o5
Stefano, seguendo poeti, deduce il no- i Giulio II lo nominò vescovo di Poiliers
me di Tremilo o Tremilunte, da un ter- con titolo d'amministratore perpetuo; in-
remoto e dalla ftivola nella quale si fin- di a'4 gennaio i5o7 Io creò cardinale pre-
ge, che dalla presenza di Venere nel luo- te de'ss. Silvestro e Martino a'Monti. Que-
go sgomentati giganti della terra, lo
, i sta dignità però scomparve in lui come
scuotessero fortemente, onde la città ne un baleno, imperocché dopo com- 7 uiesi
prese il nome. Posta in mezzo ad una gran pìrapidamente la sua carriera mortale iu
pianura, fu ciltà mediterranea lungi i6 Milano , non senza sospetto di veleno ,
miglia da Nicosia, e priora che Riccardo mentre recavasi in Roma per ringrazia-
1 re d'Inghilterra la minasse interamen» re il Papa, trovandosi nel seguito del re
te neh 190, allorquando si por lo a Ila cro- Luigi KIl, col quale avea fallo l'ingresso
ciala di Palestina, era assai grande e po- solenne in tal città. Trasportalo nel ca-
polala.Ebbe a vescovi s. SpiridionefF-) stelloToarcense nella diocesi di Poiliers,
che nel 3^5 intrepido assistè al concilio trovò perpetuo riposo nella chiesa col-
ecumenico di Nicea I, e nel 344^ quello legiata di s. Maria di Thourat, dove fu
di Sardica, padre di s. Irene vergine, a- creilo alla sua memoria un avello di mar-
Tuta prima di sua vedovanza, chiarissi- mo, fregialo di breve iscrizione.
mo per l'eccellenli doli dell' auimo, per TREMOLILE Giuscri^E Emaiìuele,
268 TRE TRE
Cardinole. De'duchi di Noirmoulier, na- strali municipali, governativi e militari.
to in Francia,olleiiule appena nella Sor- Ne'treniacconq)agnanoilPapai cardinali,
bona l'insegne di dollore, divenne vica- i prelatìji principi, gli ambasciatori, le per-
rio del vescovo di Laon, nel qual impie- sone componenti corteggi cheglicompe-
i
59 anni, e fu da tutti sinceramente com- gli analoghi articoli, come Tornei, (Mili-
pianto. Ebbe sepoltura nella chiesa na- zia, Carnevale e Spettacoli per le corse,
zionale di s. Luigi de'Francesi, dove sopra delle quali anche aTEATRo riparlando de-
la porla laterale esistente al destro lato gli anhleatri), parlai de'cavalli usali dal
vicino all'altare maggiore, vedesi suo
il Papa e dagli altri della gerarchia eccle-
busto espresso al vivo in marmo bianco siastica, prima che fossero introdotte le
e fregialo nella sua base da nobile iscri- carrozze, e anche dopo di queste nelle di-
zione. verse cavalcale, con quali vesti, addobbi e
TRENI. F. Lamentazione. accompagnamenti, avendo esercitalo l'uf-
TPiENO.Accompagnamento, seguilo, fìzio di Palafreniere al Papa mollissimi
equipaggio: così Dizionario della Un-
il So^'rani (F.)^ev venerazione. Dell'uso
gua italiana. Nel f^ocabolario italiano di cavalcare i cardinali, e in quali modi,
e latino si spiega il vocabolo Treno: trai- così de'prelali e delle distinzioni proprie
no (andatura del cavallo), traha, velies: óe Prelati (F\) di fiocchelli e de / esco-
per seguilo, equipaggio, familìay conii- W (F.) ne' loro treni, e di quelli altresì
tatus^ famulatus^ servorum grex: mar- de' Principi, Marchesi di baldacchino,
ciar, andar con gran treno, magno co- Ambasciatori di Residenza {F.J, e loro
mitatu incedere: egli ha un bel treno,y^- propri ornamenti. Feci pure menzione de*
milia illius est elegans, et lauta. Co- cavalli usati uè Funerali (P^^.J con pom-
munemente dicesi treno, massime in Ro- pa funebre, anche nella Sepoltura (/'•)•
ma, queiraccompagnamento di carrozze A Cavalcata descrissi quella del Papa
e di cavalli, del Papa, de'cardinali, de' coirimperatore e con quali magnifici se-
prelati secondo i loro gradi, de' princi- guiti e treni; quella del Papa co'cardinali,
pi, ambasciatori e altri siguoii, de'magi- prelati, Famiglia pontificia ( F.), coH'ac-
TRE TRE 269
compngniimenlo AeCa\'allcp;gicn^ Lan- nella traslazione de'cadaveri de'Papi), ed
de sjh'zzate. Corazze, e Guardie no- i Papi anche in Sedia (f^.), coloro par-
ì)i li pontifìcie (P-); quella de' cardino li ticolari treni ivi notati, le quali sedie e
neh. "loro Ingresso in Roma, nel quale lettighe tuttavia continuarono ad usare;
orticolo dopo aver detto de'trionfl degli della concessione fatta da Urbano Vili
antichi romani, ancora trattai delie pom- a'cavalli delle carrozze de'cardinali, de*
pe e de'treni usati ne'solenni ingressi nel- fiocchi e ciuffi rossi a'finimenti, ed in qua-
la medevsima de'Papi, Imperatori e altri li circostanze i cardinali facevano ferma-
sovrani, anche maomettani, i\c\\e Regine re le loro carrozze, non che dell'eccessivo
(P^.J^come di quella di Svezia (F'.).T)e\\e numero di carrozze portate ne' treni da
cavalcate colle quali i Papi si recavano ad alcuni, e di quelle troppo ricchissime.Chi
assistere alle cappelle pontifìcie, e di quel- porta seco il Papa in carrozza ne' diversi
le più solenni pel Possesso del Papa ( K) treni nobili o semipubblici, di città e detti
e per le cappelle della ss. Annunziala, di impropriamente di campagna,nel privato
s. Filippo, della Natività e di s. Carlo, con per le trottate, delle villeggiature [F.)
Cavalcate de*
diversi ceremoniali. Delle de P^iaggi[P\),usanL\o sempre {'Ombrel-
Cardinali e con qual treno, e di quello lino (F.); e secondo treni come guida i i
col quale in cavalcata si recavano a pren- cavalli il cocchiere nobile, ed a chi spelta
dere il Cappello Cardinalizio (f^')t co- aprire e chiudere Io sportello della pon-
me pure della cavalcata de'cardinali nel- tificia carrozza (di che ne feci parola in
l'ingresso di qualche sovrano in Roma, altri luoghi analoghi e nel voi. VII , p.
ed eziandio delle cavalcate funebri pe'ca- 41), con un cenno sulle carrozze palati-
daveri de'cardinali Decano, Pice-Can- ne, da poco tempo essendosi tolto il co-
celliere , Camerlengo , e Penitenziere stume di ascendere servi la tavoletta nel i
maggiore (/^.), mentre della Traslazio- davanti delle medesime, cioè ne'palalini
ne de' corpi de' sommi Pontefici, a que- frullonide'treni pontificii eanche ne'frul-
sto articolo ne descrissi il ceremoniale e loni che si adoperano fuori di tali treni.
treno. Dellecavalcate funebri pel traspor- La ragione per cui incedevano i servi in
lo e Funerali de'sovrani e sovrane mor- della tavoletta, ossia avanti e non dietro
ti in Roina,e ne riparlai negli articoli de* i frulloni palatini, era per rispetto al Pa-
loro regni. Delle Cavalcate degli Amba- pa, come si dice; come per rispetto al Pa«
sciatori presso la Sede, e de'trenì de-
s. pa, qualunque servo nell' entrare colie
gli ambasciatori nel loro formale ingresso carrozze ne'palazzi apostolici ove risiede
in Roma (a Conclave avendo descritto il il Papa, discendono dalle medesime, e in-
treno col quale vi si recano, e come ri- cedono a piedi sino al luogo dove si fer-
cevuli dalMaresciallo del Conclave)y\- mano. Delle carrozze de* cardinali e di
cordando quello dell'ambasciatore del re verse loro specie; il cardinal decano, e .
la Famiglia de" Cardinali (nel quale hanno relazione, per cui qui soloaggiun-
articolo notai pure quella de'prelati). Del geròalcune nozioni o schiarimenti sui tre-
treno e carrozza de' cardinali pel Fune- ni del Papa e sui treni de cardinali. Pri-
brellino l'usa il solo uditore generale del- colo Spada, ove ancor dissi di quello pure
la camera, come il primo tra' prelati di rinnovato iìtt' Mazzieri del Papa, avver-
fiocchetti. Ad Ombrellino tornai a rife- tenza indispensabile perchè gli uni e gli
rire diverse erudizioni sui diversi treni de' altri fanno parte del treno pel Possesso
mentovati personaggi, massime del ma- del Papa. A nche WGuardie nobili ponti-
gistrato romano. I ceremoniali, nella più fìcie, dopoché pubblicai il loro articolo, in
parie tradizionali, che riguardano V eti- parte venne variato l'uniforme loro.I Tre-
chette de'lreni delle carrozze in un mo- ni del Papasì ponno dividere in 6 specie,
do o nell'altro rimontano all' epoca che cioè pubblico, semipubblico e nobile, di
si resero comuni a'cardinah e altri. Nel- città, privato, dì villeggiatura, diviag-
l'articolo Cappelle pontificie, cardina- gio'A'x tutti questi treni sempre fanno par-
lizie e PRELATIZIE, notai in ciascuna con te le guardie nobili pontificie, i.*' Il tre-
de' conservatori di Roma componenti il reca dal Quirinale; treno che eziandio il
magistrato del Senato Romano j non che Papa usa nel suo possesso con diversi cava-
TUE TRE 271
iieri e prelati a cnvallo, se la cavalcata non mente indicai nel voi. Vllf, p. 227 e 228
è completa con treno pubblico, a\ modo edaltrove,quantoalle due carrozze e mu-
eceremoniale usalo sino e inclusive a Pio te pontificie, è tal qiiale a quello che si
VI, nel quale treno cavalcavano anche usava ad pompani nel seguito delle so-
il Papa, cardinali e molti altri che ora
i anche per profittarne ad
lenni cavalcate,
più non cavalcano, sebbene in parte ab- un eventuale bisogno d Papa, e qualche
bia luogo la cavalcata. Sino e inclusive prelato delta corte pontificia; in somma
a Leone X, il Papa, i cardinali ed altri, si usano ora due mute, come e quando
nella funzione del possesso v'incedevano tutti degl' intervenienti della famiglia
ornali de' sagri paramenti, il Papa col pontificia, oltre Papa, andavano a ca-
il
Triregno [f\)'m capo, cardinali e ve- i i vallo, e perciò trovasi il treno mancante
aveano luogo que*
scovi colle Mitre, ed almeno una m»Jta. Quindi ne consegue
di
solenni riti e festeggiamenti ricordati a r incongruenza, che il Caudatario del
Possesso del 1*apa e ne' luoghi ivi cita- Papa e gli Aiutanti di camera del Pa-
li, ed ecco perchè a sillatto nobilissimo e pa (^')i oon avendovi posto, debbono
sontuoso treno, a modo di Trionfo (T-^'), andare nella carrozza nobiledel [."de'due
fu dato il particolare titolo distintivo di cardinali che sono in carrozza col Papa,
treno pubblico e solenne. Quindi quel- ed il caudatario trovandosi perciò non
lo che con grandi modificazioni gli suc- poco distante dalla carrozza del Papa, è
cesse venne denominato tveno semipub- impedito di giungere in tempo, secondo
blico e nobile, vocabolo che si usa al- il suo uffizio, per sostenere la coda della
tresì a quel treno col quale ilPapa nelle sottana del Papa, allorché discende dalla
4 annuali cappelle che dirò, con due car- sua carrozza. E siccome anche il treno di
dinali in carrozza è preceduto dalla croce città {ovinasì di due sole mute pontificie,
portala dal crocifero a cavallo,circondato cosi con altra incongruenza gli aiutanti
t\k\' palafrenieri decano loro alla por-
Qo\ di camera del Papa devono prender luo-
tiera dritta (quando eravi il sotto-deca- o nella carrozza e muta di mg."^ Mi l'S-
no incedeva aiiinistra),edalla guardia de- giordomo (f^.), ed anche in essa, come
gli svizzeri a piedi, e dalle guardie no- nella carrozza cardinalizia, in ragione del-
bili pontificie vestite colla montura a mez- l'abito paonazzo di Jìiantello/ie, sebbene
za gala, e di gala nella funzione della co- prendono la mano al sacerdote cap-
laici,
Natività di Maria Vergine, nella Chiesa tà, siedono nelle altre carrozze frullo-
di s. Maria del Popolo j per la festa del ni palatini formanti i medesimi treni,de*
cardinal s. Carlo Borromeo, nella Chie- famigliari pontificii inferiori di grado al
sa de' ss. Ambrogio e C/7r/o. Questo tre- caudatario, ed a!^li aiutanti di camera del
00 semipubblico o nobile, che precisa- Papa, i quali appartengono alla Simiglia
272 TRE TRE
nobile ponlificia e fanno parte della Ca- ben presente la vera e savia sentenza del
irnra .sci^rcta (/ .). Chi amò sempre il gran cardinale de Luca, luminare della
decoro delia poulifìcia corte, espose le di- giurisprudenza della curia romana e dei
scorse osservazioni al ^/<7g^^'^z"or<7o/720 mg/ Tribunali di Roma, ove parlando nella
Fieschi (ora cardinale lilolaredis. Maria Relazione della RomanaCuria delio sti-
della Vittoria e gran priore in Roma del le econsueludioe, notai con esso: Che dif-
quesli ultimi va nella 2/ muta del tre- tichette della debole umanità. L'asniun-
no privato. Chiaro quindi risulta dal sin la 3. "muta fu tosto tolta, e le cose stanno
qui detto, che tienosemipubblico o no-
il come al tempo delle cavalcate e poste-
bile, nelle carrozze di muta, è inferiore riori incongruenze. Altre nozioni sul tre-
a quello di villeggiatura, non ha alcuna no semipubblico o nobile si ponno tre-;
distinzione da'due treni di città e dal pri- vare negli articoli di que'personaggi e in-
valo, meno che in quest'ultimo le mute dividui che lo compongono. Solo qui di-
si compongono di 4 invece di 6 cavalli. rò alcune notizie indispensabili all'argo-
Appen£< l'ottimo maggiordomo aumen- mento, e per averlo promesso. De'batli-
tò d' una mula il treno semipubblico o slrada che precedono tulli i treni ponti-
nobile, alcuni cortigiani ignoranti edi te- che quali commissari preposti a sor-
fìcii,
sta piccola Uìalignarono la saggia e ne- vegliare le Strade di Roma {T.\ e per-
cessaria provvidenza presa, ed alzarono ciò conoscitori di quelle in cui è impe-
voci di censure contro si ragionevole di- dito l'accesso per lavorazioni che vi sifun-
sono di pelle bianca stretti a coscia,stivali falde, con triregni ricamali a' pizzi delle
alia scudiera falli a cai/ella con isperoni medesime, il tutto in oro. Calzoni stretti
dorati. Al fianco ha il palossocon manico a coscia di panno bianco, con isti vali alla
nero guarnito (li metallo dorato. La car- scudiera falli a calzetta, speroni di me-
rozza nobilissima in cui siede ill'ontciìce tallo cisctlali e dorali. Spada con impu-
c liiata da (isupcibi e granili gu valli uio- gnatura doralUj e muuicu d'avorio biuu^
274 '^^
^E TRE
co con cordone e fiocco di granoni d'oro riferito e ragionato più sopra, mi sem-
corrispondenti alla guarnizione del cap- brano denominazioni improprie, ed
tutte
pello. Nel treno della cavalcata ricor- il suo giusto e più conveniente nome è
tlala ne! possesso del regnante Pio IX, quello di treno di città, poiché affatto è
dopo i due coniniissari battistrada, ca- diverso da' menzionati treni, e il chiamar-
valcò il maestro di stalla e intendente lo con tali vocaboli confonde gii uni co-
delle scuderie pontificie col descritto u- gli altri e forma contraddizione, e non è
niforme, seguito da i\n picchetto delle sinonimo di essi come talvolta dissero i
rio delle guardie nobili, e altro, nel!' o- confuso (piesto treno di città co'suddelli
dierno pontificato. Le guardie nobili non impropri vocaboli, ed anche con quello di
più usano i cappelli a punte; ma dalla for/na pubblica. Si legge nel Giornale di
processione del Corpus Domini del 847, 1 Roma del 854, descrivendo le visite fat-
1
no il pennacchio di penne rosse, e coda n." 49: ^'^i^'a Santità recossi informa semi-
di crino bianco. Anche le spalline delle pubblica alla chiesa del Gesù. Sta in fat-
guardie sono ora alla foggia piemontese. to che il Papa andò in detti luoghi sol-
1 capitani comandanti dello slesso cor- tanto col treno di città, il quale perquan-
po, il vessillifero di s. Chiesa, il tenente to vado dicendo, non
il privato, ne è né
delie medesime guardie nobili, usano il d\ forma semipubblica. Credo bene ciò
descritto elmo, solo sono distinti da pen- notare, perevitare equivoci e censure, nel
nacchi fjrraati da un airone. La mezza ga- descrivere silfatli treni co'propri e conve-
la delle guardie nobili consiste nel vestia- nienti loro vocaboli. Rilevai altrove, che si-
rio di S[ala, meno Tuniforme rosso. L'or- no al declinar del secolo passato,i Papi an-
dinanza delle guardie nobili veste alla fog- checol trenodicittù si portavano alle cap-
gia de'dragoni pontificii, non più incede pelle, eziandio pe'funeralide'cardinali, in
ne'treni papali sulla tavoletta di dietro del compagnia di due cardinali nella carroz-
frullone di seguito, ma procede a cavallo za, preceduti e corteggiati da molti nobi-
in tutti treni, ed in cpiello privato dopo
i li, noi» che dal cavallerizzo e dal foriere
la 2." muta. Attualmente gendarmi ei i maggiori, e da'prelati a cavallo, i quali e-
dragoni pontificii del seguito del Papa rano seguiti dal governatore di Roma e
sempre indossano la gran tenuta, ed il lo- dal crocifero colla croce pontificia, pure
ro uffiziale è preceduto dal tromba pro- a cavallo; indi appresso la pontificia car-
prio. Il 3.° treno del Papa, col quale si rozza cavalcavano i cavai leggi eri, e nella
porla per Roma alle cappelle papali e al- 2.^ carrozza incedevano il maggiordomo,
tre sagre funzioni, ed alle visite di chie- il maestro di camera , seguiti dalle co-
se, monasteri, stabilimenti e sovrani, da razze a cavallo: di più la carrozza del Pa -
alcuni viene chiamato nobile, semipub- pa era circondata dalla guardia svizzera
blico , di campagna ^ e iwìche prii^ato: \)q\ a piedi. Inoltre cavalcavano gli aiutanti
TRE TRE 175
di camera intorno alla carrozza, ed anche stabilito maestro di camera. II 4-° t^'e *
il
il principe assistente al soglio, ec. A que- no del Papa è quello privato o di trot'
sto complesso di treno pare che gli potes- tata, fuori delle porte di Roma per trot-
se in parte convenire la qualifica, m^òr- tare o passeggiare , e anche traversando
tìia scmipubblica^ essendo un simulacro la città, o per visitare qualche cardinale
e una specie delle cavalcate de'treni se- infermo, ovvero per recarsi in alcun luo-
mipubblici o nobili, ne'quali i Papi tal- go privatamente. Esso si compone del
volta invece di cavalcare, andavano nel- commissario battistrada a cavallo, segtio-
la lettiga aperta da tutti i lati, portata da no due guardie nobili, indi la carrozza
due nobili cavalli IVigioni; altra cavalcata pontificia con muta a 4cavaHi, guidati ia
semipubblica era quella colla quale il Pa- cassetta dal cocchiere nobile , al sinistro
inferiore a quella de'nobili cavalleggie- li 6.'' treno del Papa è il treno deFing-
r/, che fmono succeduti dalle guardie no-
bili. Pio Vili in questo stesso treno si fe- De* Treni de^ Cardinali e de* Treni
ce accompagnare da'diagoni e dalle guar- de' Prelatiy trattai negli articoli ricordali
die nobili, cioè, oltre il battistrada, pre- di sopra, accompagnati dal corteggio de*
cedevano due dragoni, indi due guardie Famigliari de' Cardinali e de' Prelati
nobdi, poi la i.'muta della carrozza pon- (/^.),sia per le Cappelle Pontificie, Car-
tificia seguila dal drappello delle guar- dinalizie e Prelatizie (delle quali a'Iuo-
die nobili, poscia la 2." muta col frullo- ghi loro ulteriormente ne ragionai), sia
ne, dopo il quale cavalcava il picchetto per possessi e altre funzioni e ceremonie,
de'dragoni. Altrettanto nel suo pontifica- siaancora per Fisile {F.) e con quelle
to praticò Gregorio XVI. Nel vol.I,p. 171, ^e^^z'notate ne'propri luoghi. De'diversi
col. f.*',dando qualche cenno del mio ono- treni pel nuovo Ctì5rfZm(^/e (/^^.) diffusa-
revole urticio, credo di poter essere in gra- mente ragionai a'rispetlivi articoli; non-
do di riferirlo esatto; ma essendosi cer- dimeno essendomi compiaciuto di veder
tamente sturbala la composizione della lodevolmente pubblicato colle stampe il
slampa, erroneamente apparisce, che iii seguente ceremoniale dalla s. Congrega-
questo treno privato l'aiutante di came- zione Cer emoniale, ^QV l'uniformità tan-
ra sieda nel frullone di seguito, con due to necessaria nella curia e corte romana,
camerieri segreti^ quali come dissi di i o per dir meglio nella gerarchia ecclesia-
sopra e in più luoghi incedono nella r.' stica de' principi della Chiesa, mi piace
carrozza col Papa. Qui poi dirò, che in qui appresso riportarlo per maggior u-
lutti i treni, se avviene che cada la piog- tilità e diffusione, indicando i luoghi prin-
gia, anco poca, la benignità de' Papi fa cipali ove con molteplici erudizioni ne
disfribuije paoli 3 a'seguenti, se forma- trattai; e sebbene appariranno ripetizio-
no il seguito, cioè oltre il battistrada, per ni, alcuna cosa sarà col ceremoniale ret-
ciascuno degli addetti alla scuderia pon- tificata, poiché appunto col decreto di
tificia, e del ma^^giordomo e maestro di detta s. congregazione si risolvettero di-
camera in servizio,così a'palafrenieri pon- versi punti controversi, e si stabilì un'u-
tificii; a'servi del Qiaggiordomo,del mae- niforme e invariabile osservanza. Ecco-
stro di cauìera, dell'elemosiniere, del sa- ne il titolo: Ceremoniale da tenersi da
grisla, del fbriei-e maggiore, del caval- un nuovo Cardinale nella sua promo^
lerizzo maggiore, ed a'servi de' camerieri zione al cardinalato, Roma dalla tipo-
segreti; a due inservienti o ordinanze del- grafia della rev.Camera Apostolica 856. 1
le guardie nobili e del battistrada; ed a* Nelle ore pomeridiane del giorno stesso
dragoni, tranne l'uniziale, del seguito de* in cui il personaggio è promosso alla su-
treni medesimi. Hanno pure i 3 paoli in blime dignità cardinalizia, mezz'ora pri-
lutti i treni, se piove, il decano, lo scopa- ma dell'intimo ricevuto dal maestro del le
tore segreto, il lacchino di camera, l'aiu- ceremonie, per portarsi al palazzo ap(f-
tante di credenza sebbene incedono in
, stolico per ricevere dalle mani del Papa
carrozza, ed il facchino di floreria che va la Berretta Cardinalizia (F.), dal no-
colla carrozza del sagrista e del fioriere. vello cardinale si spedisce al medesimo
Dell'elemosina che si suol fare, o dal Pa- palazzo un frullone, col caudatario in sot-
pa stesso, QàùW Elemosiniere del Papa^ tana e ferraioloue nero di seta, col cap-
ovvero da un cameriere segreto o da un pellano coir abito simile, ed uno o due
TRE TRE 277
camerieri vestili di nero, in ferraiolone «ali ,
perii sempre di lana e non mai di
eguale, i quali ultimi dentro un fazzoletto seta, tranne iudullo. Se poi è religioso
di setapaonazza guarnito di meilelto d'o- di ordine mendicante o monacale, deve
ro, portano la Mazzetta (/^.) paonazza, usare sempre l'abito di lana del colore u-
il
(^^•)i la Fascia (T .) co'fioc-
Rocchetto sato da religioso, né può n^ai indossare
clii Cappello da Cardinale (F.)
d'oro, il il rocchetto (senza maniche lo assumono
usuale rosso col fiocco d'oro, ed anche per iiell'indossareiparauìenti sagri), nè\ fioc-
precauzione il Berrettino Cardinalizio chi d'oro aWa fascia^ la quale deve esse-
(/ .), per usarlo qualora non fosse adatto re di seta del colore corrispondente al-
quello che poi presenta al cardinale il l'abito; come pure di seta saranno le mo-
BuMolante [f .) soltoguardaroba : lutti stre delle maniche o paramani, le asole
giunti al palazzo apostolico,aspellano l'ar- co'bottoni e colleorlature,le mostre.della
rivo del loro padrone nell'appartamento manielletta, e le fodere della mazzetta.
del cardinal Segretario di stato (F.). Il Quindi ilnuovo cardinale viene accom-
decano in abito nero di formalità, col fer- pagnato dal cardinal segretario di stalo
raiolone di seta nera e il cappello appun- dal Papa, nell'anticamera segreta del qua-
talo, precede il cardinal podione,e lo at- le lascia il berrettino e la berretta neri.
tende al (ine della scala di detto apparta- Il Papa gl'ioìpone sulle spalle la mazzet-
mento, per aprire lo sportello di sua car- ta paonazza ^ e sul capo la berretta rossa.
rozza. Dopo pallila la detta carrozza, il Nel partire, il cardinale prende il berret-
nuovo cardinale vestilo colle calze pao- tino rosso che gli presenta il soltoguar-
nazze, ^(Y/ryyc nere senza l'orlatura rossa, daroba, e se lo pone sul capo, e conse-
cullare paoaaiio, sottana paonazza, y}?- gnala la berretta rossa al gentiluomo, si
scìa paonazza co'fiocchi di seta, mantel- cuopre poi il capo col cappello rosso. Vi-
le tta paonazza, berrettino nero, e cap- sitato il cardinal segretario di stalo, parte
pello usuale nero, col fiocco prelatizio s'è dal palazzo e indi ascende nella sua car-
pre lato ytaonla nella propria carrozza,che rozza, le cui bandinelle sono spiegate, con-
non deve essere quella di gaia e le cui , segnando il cappello rosso al maestro di
]>andinelle rimangono spiegate, insieme camera. Questa carrozza è preceduta da
ai maestro di camera e al gentiluomo^ im servo a piedi, nientre il decano ince-
vestiti de'Ioro abiti, ed i quali siedono a al sinistro cam-
de allo sportello deslro, e
lui rimpelto, poiché il cardinale in que- mina un servo, gli altri servi proceden-
st'accesso non può ammettere alcuno a do dietro la carrozza, presso la quale se-
spalla, ossia al suo fianco. La carrozza col gue il fiullone suddetto co'nominati cau-
cardinale è preceduta da un servo in li- datario, cappellano e cameriere. Pel de-
vrea, senza VomhrellinOy ujentrealtridue scritto allo i servi e i cocchieri usano li-
servi pure a piedi la seguono, ed uno allo vree comuni, i cavalli non devono avere
sportello o portiera destra facendo le veci alcun ornamento rosso a'finimenti; e se
del decano. Giunto il cardinale al palaz- ilnuovo cardinale occupava carica o di-
zo apostolico, passa nell'appartamento del gnità, che gli dava il diritto degli orna-
cardinal segretario di stato, dopo breve menti paonazzi o verdi a' cavalli, anno-
Irattenimento col quale,in una sua came- veralo al Sagro Collegio (/ .) non fa-
ra, deposte la fascia e la mantellella, as- cendo piiìi parte della prelatura, doven-
sume la fascia co'fiocchi d'oro, il rocchetto do dimettere ogni ornamento prelali?io,
e la mantellelta cardinalizia, e colla ber- perciò in questo treno non può usare i
retta nera in mano. Qualora il cardinale fiocchi, le guide o atiro abbigliamento de'
fosse /i(7/g70.9o( A .) chierico regolare, usa detti colori. Se la tradizione della berret-
gli abiti eguali a quelli degli aiui curdi- ta lermiuasse verao mia^ il diìcuuu deve
278 TRE TRE
tener pronte 4 lanterne per accompa- ,
che decorrono tra il suo arrivo e quello
gnare il cardinale alla sua residenza. A del Concistoro pubblico (F.) il nuovo ^
MozzETTA e Berretta CARDINALIZIA par- cardinale venuto in Roma, non può uscir
lai della loro imposizione fatta da un de- di casa, e se per urgenza lo dovesse, per ri-
legato apostolico, se il novello cardinale lardarsi il dello concistoro, veste l'abito col
èini polente di recarsi a riceverle dalle ma- ferraioletto senz'alcun ornato rosso, con
ni del Papa. Indi il cardinale piosiegue collare e calze paonazze,scarpe nere senza
a ricevere (e Fisite (/''.), cominciate nella orlatura rossa, berrettino rosso e cappel-
mattina dopo la sua promulgazione. Nella lonero con fiocco rosso intarsialo d'oro.
seguente mattina il cardinale spedisce un Userà il frullone con due servi in livrea
frullone senza fiocchi o guarnizioni rosse usuale, senza ombrellino, ne alcun orna-
accavalli, con un gentiluomo e un servo, lo rosso a'finimenti dei cavalli, e le ban-
il quale si reca a ringiaziare i cardinali, dinelle saranno spiegale. Nella mattina
i principi e gli ambasciatori, che manda- del concistoro pubblico, il nuovo cardi-
rono i loro gentiluomini per congratu- nale deve trovarsi nel palazzo apostoli-
larsi di sua esaltazione^ e altrettanto se co all'ora inlimatagli dal Cursore pon-
ciò fece, al senatore di Roma. Se un car- tificio (Z^.). Vestirà l'intero abito cardi-
dinale era assente da Roma nel giorno di nalizio, cioè calze e collare rossi, sottana
sua promozione, per cui riceve ove sta il e fascia rosse o paonazze co'fiocchi d'oro,
berrettino e la berretta cardi nalìzia,^n\- rocchetto, mantelletta e mozzetla rosse o
la guardia nobile e A'òW Ablegato apo- paonazze, berrettino rosso, cappello usua-
;?fó//ro(^F.j,im ponendo la berretta il dele- le rosso col fiocco intarsialo d'oro, e se
galo del Papa, giunto che sia in Roma per a seconda de'tempi le vesti saranno rosse,
ricevere Cappello Cardinalizio ('''•),
il userà le scarpe rosse, altrimenti saranno
spedisce il suo maestro di camera, vestito nere coli' orlatura rossa. Il caudatario
come sopra, con due servi in livrea usua- indosserà per lai. 'volta l'abito che ado-
le, ed in frullone con cavalli senz'aleno pera nelle 6YZ/?yDe//e pontifìcie, cioè la sot-
bilo cardinalizio paonazzo, cioè sottana, in abito anderà allo sportello destro; gli
fascia co'fiocchi d'oro, rocchetto, manlel- altri servi anderanno appresso a delta
lelta e mezzetta, con collare e calze pao- carrozza, la quale avràle bandinelle spie-
nazze, scarpe nere senza orlatura rossa, gale. Seguiranno le altre due carrozze. I
berrettiiìo rosso e cappello usuale di tal cavalli avranno le guide e gli altri orna-
colore con fiocco d'oro,si conduce dal car- menti rossi, meno i pennacchi o ciuffi, i
dinal segretario di stato e poi dal Papa, quali insieme all'ombrellino si ripongo-
io compagnia del maestro di camera e no nella S." carrozza, per porli a' cavalli
gentiluomo co'Ioro abiti, il 2° lenendo in tempo del concistoro. Dopo questo il
nelle della carrozza spiegate. Ne' giorni avrà le bandinelle aperte, col decano allo
TRE TRE 279
sportello destro, e co'ca valli co*fiocclii e fosse disparo, l'ultimo andrà nella suo car-
cinfìì sulla lesta. Nelle ore pomeridiane rozza co'3 prelati da lui invitati. Agli spor-
di tal giorno il nuovo o i nuovi cardinali, telli di dette carrozze vi saranno i rispet-
ciascuno col treno di 3 carrozze, co'servi tivi decani. Seguirà poi la carrozza nobi-
a piedi, si adunano in qualche casa reli- le del 2.° e 4-" cardinale, nelle quali pren-
giosa, ove ricevuti i complimenti de'gen- deranno posto prelati invitati, ed un ser-
i
tiluomini mandati da'cardinali, da'prin- vo in livrea andrà alia portiera della car-
cipi e dagli ambasciatori, indi si recano rozza. Dipoi le seconde carrozze e quindi
alla visita della l)a«ilica Vaticana e poi le terze di ciascun cardinale, ed in esse
visitano il cardinale decano. Se è un car- prenderanno posto i maestri di camera, i
carrozza nobile, il vescovo si porrà alla (per impotenza del cardinal decano, vi-
sinistra del cardinale e gli altri due pie- sitano il cardinal sotto decano, ed il più
lati ne'posli di contro. Ricevute i cardi- recente esempio Io dierono a'
19 giugno
nali nuovi le congratulazioni, procedono 1 856 i cardinali Alessandro Darnabò già
alla basilica Vaticana col modo seguente, segretario e ora prefetto della congrega-
qualora essi sieno4. Precede un picchetto zione di propaganda //V/f', Gaspare Gras-
di soldati di cavalleria o dragoni, i servi sellini già conamissario pontificio straor-
de'cardinali coU'ombrellino e poi gli al- dinario per le 4 legazioni e pro-legalo di
tri servi in truppa. La carrozza nerbile del Bologna, e Francesco de Medici d' Ol-
I. "card ina le, il quale condurla seco il 2.° lajano già maggiordomo, i quali si por-
e gli cederà destra; negli altri due po-
la tarono ad ossequiare, dopo la visita del-
sti siedono due vescovi rispettivamente
i la basilica Vaticana, il cardinal Mario
invitati. Quindi la carrozza nobile del 3." Malici sotto decano del sagro collegio, co-
cardinale che avrà seco il 4-" co'vescovi me notificò n." i4o del Giornale di
il
datario vestilo del suo abito compito e ma città. 6u di che può vedersi il p. Gal-
colla Croccia^ e per le pubbliche strade lico, De Ltineribus Romanorwn Pon-
incede a cavallo, precedendo dappertut- tificiim, p. 80: De Legato Urbis Romae
to il cardinal legalo a latere, in qualun- creato in Consistorio , da Leone X nel
gia d'imperatore, di re odi altro sovra- logna con lutila la curia. Ivi poi si di-
no, ftMinandosi il caudatario crocifero col- ce dal ceremonierede Grassis, che allor-
la croce legalizia nelle anticamere di det- quando Giulio li neli5io tornò a Bolo-
te leggie. Quanto &.' Martelli, questi so- gna, avendo nominalo legato di Roma il
no due specie di martelli posti sopra al- suo cugino cardinal Leonardo Grosso del-
l'estremità di due aste, le quali si porta- la Roi'ere, vescovo d'Agen, Ipse legatus
no da due palafrenieri laleralraenfe al Jgenensis.ut mihi hodie etiam in con-
crocifero: sono una specie di Mazze d'ar- sistorio dixitj et coiifirmavity quod ipse
gento, antica insegna de'cardinali, al qua- nsus est Critce in Urbe seniper, quoties
le articolo la dissi figura e derivazione in publicum prodire t, et ibat in roccJiet-
delle insegne de' legati degli antichi ro- to ahsque manto (seu mantellelta), aiit
mani, pretori, proconsoli, consoli, ditta- cappa per Urbeni, et populo pnblice bc-
tori, de're e de'primi imperatori, le qua- nedicebat, sicut quisque legatus in vera
liconsistevano ne' fasci di verghe com- sua TjCgatìone consuevit. Altri legali so-
poste di rann di betula o d'olmo insie- no deputali ad aprire e chiudere le Por-
ine legali, iu mezzo a'quali Slava una scii- te sante j altri a fare in nome del Papa da
TRE T R E 28
P/^/r/rm/a'figU i\e Sovrani, talvolta som- di quel forte. Giunto il cardinal legato al
nntiisliando ilsolenne Bntk'sìmo^ci\iì\\\- confine del lenitorio di Civitavecchia, fu
ili presentando i pontificii donativi della compliuìentato dalla magistratura comu-
Ho fin (Coro benedetta o delle Faseìe be- nale e da'membri della camera di com-
nedette, delle quali riparlai a Spagna per mercio, e presso la porta Romana da'lri-
le ulti»ne donale. L' ultimo esempio dei bunali e da' vari magistrati della provin-
leg.ili a Intere, lodiè in quest'anno il Pa- cia. Indossatosi dal cardinale l'abito car-
pa Pio IX nel nominare con breve apo- dinalizio, col rocchetto scoperto, ed i pre-
stolico il cardinal Costantino Patrizi vi- lati assunto l'abito prelatizio di mantel-
cario di Roma, \e^^\.o a latere a Parigi letta e rocchetto, entrò il cardinale in una
presso l'imperatore de'francesi JXapoleo- carrozza di gala preceduto dal crocifero
ne III, per rappresentarlo e nel di Ini pon- vestito di collare, sottana e fascia di seta
tificio nome fare da padrino nel compi- paonazzi, e ferraiolone di seta nera, a ca-
mento ceremoniedel batte-
delle solenni vallo portando la Croce dorata pontifi-
simo del suo primogenito principe impe- cia; e scortato dalla gendarmeria e da
riale Napoleone Eugenio Luigi Giovan- quanti l'aveano inchinato, il cardinale fe-
trice Eugenia a' i6 marzo 856 il dì del- 1 sta. Venne inoltre complimentato dal co-
il Papa Pio IX, madrina la regina di Svc- tamburi de'francesi. Alla porta della cat-
zia e Norvegia Giuseppina figlia del prin- tedrale fu il cardinale accolto sotto bal-
cipe Eugenio viceré d' llalia e duca di dacchino, le cui aste erano sorrette dai
Leuchleiiberg. Il treno e la forma colla magistrati e da'inembri del tribunale. Ivi
quale il cardinal Patrizi si recò a Parigi, lo ricevè in abiti pontificali mg."^ Camil-
coinè incedette nel viaggio per la Fran- lo Bisleti vescovo di Corneto e Civitavec-
cia e in ParigijColla descrizione della pom- chia, alla testa del clero secolare e rego-
posa funzione e le splendide feste fatte pei lare, mentre cantori della cappella can-
i
nella meti opolitana al principe imperia- la benedizione col ss. Sagraraento data dal
narrarono gli ollìciali Giornali di
le, lo vescovo, il cardinale si recò all'episcopio,
Roma dal n.°i26 al n.^iSS inclusive, e ove ricevette gli omaggi dalle autorità ci-
la Civiltà cattolica nella 3.' serie, t. 3, vili e militari, e da'comandanti e officia-
p. loge 242. Dovendo limitarmi ad ac- li della corvetta vaporiera Deschayla e del
cennare quanto riguarda il treno e il trat- piroscafo Prometeo, che doveanocondur-
tamento ricevuto dal cardinal legato, mi lo in Francia. Dopo avere in esso pran-
limiterò in breve a dire. Partito il cardi* zato, co'personaggi da lui invitati, nella
naie da Roma a'4 giugno, co'prelati d'ac- sera vi fu generale illuminazione della cit-
com[)agno mg.' Pietro Giannelli uditore tà e porto, con fuochi di Bengala accesi
di Rota, nig."^ Annibale Capalti segreta- da'detti due
legni da guerra francesi. Nel-
rio della s. congregazione de'riti, e mg.*^ la mattina seguente il legato recossi al
Raffaele Monaco la Vallette , oltre vari molo, ricevuto sotto magnifico padiglio-
ecclesiastici e secolari suoi famigliari, fu ne,e montato sopra una lancia pontificia,
incontrato a Palo da mg.' Pietro Gramic* salutato dall'artiglierie de'Iegni francesi,
eia delegato apuslolico di Civitavecchia e salì sulla Deschayla, ponendo essa all'al-
dalle autorità, e salutalo dall'artiglierie bero maestro la bandiera papale, e salpò
VOL. LXXIX. '9
a8a T H E TRE
tlal porlo segnilo dal Promeloo [Gionia' cessione {Giornale n.^iSy) a prenderlo,
Ir^ n."i 1^), Appi «KÌalo al porlo di Marsi- e poi accompagnandolo alla metropolila-
glia, 7 r colpi di ca linone ne annunziò l'ar- na col canto del 2?e«<?<://rf«,9, sull'ingres-
rivo; e disceso in abito cardinalizio col so della quale fu accollo sotto baldacchi-
rocclietlo scoperto, co'lre prelati in man- no dal i.°vicario generale con opportuno
tellella e rocchetto, col resto del suo se- discorso, a cui die risposta il legalo. Dopo
guito, nel palisclielino d'onore, ov'eruno a ver esso ricevuto l'acqua benedetta e fin-
ing/Sacconi arcivescovo di Nicea e nunzio censo, entrato nel tempio e orato alquan-
apostolico di Parigi, mg.* Carlo Mazenod to, terminato il canto del Te Deuni , il
cattedrale, preceduto da drappelli di gen galo mosse alla volta di Parigi, in com-
darmi e lancieri, dalle carrozze delle au- pagnia di n)g.' nunzio e dell' imperiale
torità, da'generoli cogli slati maggiori a maestro delle ceremonie, ossequialo alla
cavallo, e dal crocifero colla Croce ponti- stazione della strada ferrata da'capi di es-
ficia montato sopra un cavallo
astata , sa e mediante convoglio speciale e con
,
bianco, guidalo da due palafrenieri. Nel- vagone riccamente addobbato giimse al-
la nobile carrozza incedeva col cardinale ia gran capitale della nobilissima e flori-
ilbarone Leuillel maestro di ceremonie da Francia. Alla stazione venne decoro-
dell'imperatore, seguendo indi altra car- saQìente ricevuto dal duca di Cambace-
rozza co'prelati, e cbiudendo il treno di res gran maestro delle ceremonie della
corteggio uno squadrone di corazzieri. corte imperiale, dal dello ministro Four-
Alla cattedrale fu ricevuto dal vescovo al- toul, dal cardinal Donnei arcivescovo di
la lesta del clero, il quale pronunziò bre- Jjordeaux, da mg.*^ Sibour arcivescovo di
ve e analogo discorso di felicitazione, cui Parigi, da mg."^ Menjaud gran limosinie-
rispose il legalo con parole di ringrazia- re summentovato col clero della cappella
mento. In chiesa il cardinale vestito col- imperiale. Resi al omag-
cardiualei primi
la cappa si assise sul trono vescovile, e fu gi, Taccompagnarono alleTuilerieSjdov'e-
cantato il 7e Deuin^ dopo il quale passò rangli slati apprestati gli appartamenli
all'episcopio, ove fu iudjandito solenne nel Padiglione Marsan , condottovi dal
banchetto. iNel dì seguente il cardinale treno di 6 carrozze di corte e scortalo da
pani per Lione, toccando prima iXimes uno squadrone di cavalleria, intanto che
e poi Avignone, Fra gli omaggi, giunse un reggimento dei volteggiatori delta
all'arciepiscopio ove fu inchinatoda tulle guardia rendevagli schierato gli onori mi-
le autorità e dal ministro dell'islruzioue litari: nella i.^'carrozza era entrato il cro-
e de'culti il senatore Fourtoul. Alle 3 po- cifero colla Croce pontificia astata. Nel vi-
meridiane tulli gli ordini del clero , re- sitar il cardinale la tomba di s. Genovef-
cando la reliquia della ss. Croce, per far- fa protettrice di Parigi, l'arcivescovo pro-
la venerare ai cardiuale,uacirouocou prò* nunziò uà bd didcorsu, e con sensi di ri-
TRE TRE a8 3
conoscenzn rispose il legato, il quale poi e vescovi francesi in numero di settantot-
couiparù r apostolica benetliz.ione, rice- to. L'affezione per l'imperatore av<-a atti-
vuta con molla divozione dal popolo ac- rato in quel giorno a Parigi oltre3oo,ooo
calcato. L'udienza solenne fu data dal- forastieri.Aile ore4 '/^ pomeridiane par-
l' iniperaloie Napoleone Ili al cardinal tirono dalle Tuileries le carrozze del treno
Patrizi legato a latore del Papa Pio IX del legato, il quale si componeva come se-
nel seguente venerdì, condottovi con tre- gue. Precedevano duesquudroni di caval-
no delle cai rozze di corte, fra le ali dei banda musicale e il colonnello
leria colla
soldati schierali : il crocifero colla Croce incapo; due carrozze a Scavalli serviva-
ponlilicia prese luogo in una di esse. A no per la corte del legato^ in una di esse
pie del gran scalone del Padiglione del- prendendo luogo il crocifero colla Croce
l'Orologio , I' attendeva il gran ceremo- papale; due baltistiada dell'imperatole
niere, il quale accompagnò il cardinale precedevano la splendida carrozza del
fino alla sala del Irono o v'era l'impera- cardinale, tirata da 8 cavalli liccamenic
tore colla graiicroce dell'ordine FìanOy fregiati di nobili fornimenti eguidati a bri-
circondato dal ministro degli altari esteri glia dagli staHleri a piedi. La carrozza prò-
conte Walewìjki, da quello de'culli, dal cedeva di passo, la folla rispettosa si scuo-
gran ciamberlano e dagli altri grandi uf- priva il capo,ed in vari luoghi da numero*
fiziali della casa imperiale. Il cardinal le- se voci gridavasi per chiedergli la benedi-
gato rassegnò all'ioìperatore il breve pon- zione [Giornalew.^ \^i qì/j^'ì.). Il cardi-
tificio con nobili parole, cui religiosamen- nale, preceduto dalla Croce legalizia, fu
te rispose l'imperatore, ed al quale il car- ricevuto Sullo baldacchino nella metro-
dinale inoltre presentò i tre prelati di sua politana dali'tircivescovo di Parigi e dal
coiìipagnia.Partitodall'udienza cogli sles- suo capitolo, mentre la musica e cantori i
si onori e treno, fu ricondotto alla sua di- eseguivano ilinoltelto: Tues Petrus.Vo-
mora [Giornale u." {l\.o). A' i4 gÌL>gi»<), co dopo, l'imperatore e l'imperatrice con
giorno della gran fdsta, questa riuscì quan- un accompagnamento e treno pressoché e-
to mai si può dire splendida e universa- gualca quello del legato giunseroalla me-
le , la metropolitana essendo tutta son- tropoli lana, ricevo ti dall'arci vescovo e dal
tuosa penuovi magnifici addobbi. In sul clero: dopo aver adorato la Croce e ri-
ci-utro della crociera erasi elevato un pia- cevuto l'acqua santa, furono condotti al
no cinto di balaustrata, e aperta soltan- genufiessorio sotto baldacchino. Indi il
to dalla parte della principale nave in f.ic- caidinal Patrizi, vestilo con im manto
eia alla porta , e sopra esso all' ingresso pontificio bianco e mitra, disceso dal suo
del santuario venr»e disposto con ordine trono e recatosi a pie delTallare, intonò:
simmetrico l'altare sollevalo di 3 gradini, f'^eni Creato]' Spiri tu.s\; dopo di che e-
con a dirin^pelto il trono per le maestà scguì il compimento della ceremonia del
imperiali, e fra tale trono e l'altare il fon- solenne battesimo del principe imperiale
te battesimale; e di fionte poi al trono e Napoleone Eugenio, nel s. fonte in cui la
all'altare sorgeva il trono del cardinal le- tradizione dice furono battezzati i figli di
galo con due gradini : i baldacchini dei 8. Luigi JX; rappresentando egli il som-
L\i\t troni erano di velluto porpora. A'Ia* mo Pontefice Pio IX padrino, e rappre-
ti del trono imperiale presero poi posto sentando la madrina Giuseppina regina
le persone della corte; a' Iati dell'altare di Svezia e Norvegia la granduchessa di
dalla parte dell'evaiigelo i selle cardinali Raden wSlefania. Poscia il legalo intonò il
francesi ; dalla parte dell' epistola il cle- Te ])euin, durante il quale l'arciveso»
ro parigino, col suo arcivescovo; dìeiro il vo di Parigi, accompagnato dal curato di
Irono del cardinal legato, gli urciveaoovi s. Geruiuuo d* Auxcrrois parroco delie
284 TRE TR E
Tiiil^ries, presenlò alla firma delle LL. Santità, Pio Papa IX ,
per aver voluto
iJVlM. Tallo del batlesimo: indi lo firma- esser il [)adrinodel figliuolo,che laProvvi-
rono i rappresenlanli dei Papa padrino e denza mi ha dato. Nel domandare que-
della regina madrina, e le persone desi- sta grazia ho voluto trarre in modo par-
quindi fece lo stesso col cardinal legato. pubbliche, il cardinale si recò a Saint-
Questi ricevè poi grande elemosiniere il Cloud affine di presentare alle LL. MM.
un divoto
col suo clero, cbe gl'indirizzo imperiali i doni loro inviati dal Pontefi-
discorso^convenientemente avendo rispo- ce; cioè la rosa d'oro benedetta per l'im-
sto il cardinale. Spettacolo più magnifi- peralrice,sporgenlesu bel vaso di tal me-
co, accompagnato da manifesti segni di tallo, con due bassirilievi esprimenti la
gioia, da molti anni non era stato mai più. Natività della ss. Vergine, eia sua presen-
veduto nella meravigliosa metropoli del* tazione al Tempio: il vaso si adagia so-
la possente Francia: giammai ceremonia pra elegante zoccolo di lapislazzuli; colle
sì augusta fu celebrata con ordine più am- armi del Papa e dell'imperatrice in mu-
mirabile e con maggior splendore. Nella saico. Un s. Gio. Battista in musaico per
sera vi fu sontuoso banchetto di 4oo in- rimperatore,copiadiquelfamosodi Gui-
me-
vitati nel palazzo di città, offertodalla do Reni, e lavorato con intendimento e
desima per segno di pubblico giubilo; ed finezza grande. Ed una reliquia del s.Pre-
ìlr.° posto d'onore, dopo 1* iaiperatore e sepio per l'imperiai fanciullo, in nobile re-
l'imperatrice, fu dato al cardinal legato liquiario d'oro fregialo di lavori di smal-
apostolico. A' 17 magnifìcentissima fu la to e di pietre preziose incise con molla
luminaria e le pubbliche allegrezze, nel perfezione (G/or/ztì^/e n.°i45). Il tempo
qual giorno il cardinale ricevè in corpo di mezzo tra'doveri della sua missione e
la visita degli 86 arcivescovi e vescovi di la partenza, fu tutto impiegato dal car-
Francia, cardinali e prelati, cioè de'pre- dinal legato a visitare molle chiese e mol-
senli in Parigi, ed in nome di tutti pro- ti istituti, e da per tutto fu accolto con
nunziò un discorso il cardinal de Bonaid onori grandi e con religiosa venerazione,
arcivescovo di Lione, a cui degnamente amando ciascuno di mostrargli a gara l'os-
rispose il legato [Giornale n.° i^Z). In sequio che in rendevano al successo-
lui
lutti questi aifettuosi ed eloquenti discor- redi s. Pietro, e implorando con fede l'a-
si, nell'accoglimento ricevuto dal caidi- postolica benedizione, massime le madri
nal legato apostolico, trionfò la divozio- nel presentargli loro figli con islancio di
i
ne grande e sincerissima del non mai ab- trasporto pio e mirabile (Giornale n.i
bastanza lodato episcopato e clero edifi- 1 47,149»'' '5>o,J 56). Sempre incedette ia
cante, e del governo francese, verso la s. abito cardinalizio col rocchetto scoperto,
Sede e Chi la occupa al presente; nonché cioè senza la mantelletta; nelle chiese as-
il rispetto dell'imperatore verso il som- sunse la cappa rossa , e ascese sui troni
mo Pontefice, dichiarato anche colle pa- vescovili; privatamente vesti la soltana,
role che riempirono di consolazione e di la fascia e il ferraiolo , tutto di rosso, e
speranze l'animo de'caltolici. Egli nella talvolta in vece della sottana rossa usò la
risposta al ricevimento del cardinal lega- zimmara nera filettata di rosso. Recatosi
to disse. " Souo iicutìoscqotissimoaSua. uuovameule il cardinal Patrizi a SauU-
TRE TRE 285
Clouil pei- prender coininlo ilnirirapera» <ìrìlta,il 4-'*quello della portiera a sinistra,
1' imperatore gli
lore e ilairiinperatiice, il ']>.° quello vicino al cocchiere che sta in
ilouò gran cordone della legione d'o-
il prospetto a chi tiene il i .°luogo,il (5.° qtiel-
nore colla croce tempestala di brillanti, lo che è a mano dritta di chi tiene il S.**
insegno del gradimento cagionatogli dal- luogo dalla banda delcocchiere.che alcu-
la persona che il Santo Padre aveagli in- ni tenevano per luoghi più degni, ma Lu-
\iato a suo rappresentante. I tre prelati nadoro dice che in Roma si tenevano pei*
riceverono ciascuno la decorazione delhi luoghi più degni quelli delle portiere, per-
legione d'onore col grado di capitani, e chè stanno vicini a' più degni e perché
sempre vestirono l'abito prelatizio nel- camminando la carrozza non vanno al-
l'accompagnare il pontifìcio cardinal le- l'indietro.Andando a spasso perR.oma più
gato. Ili.° luglio fu il giorno della par- cardinali in un cocchio e trovando un am-
tenza del cardinale, e splendido fu il tre- basciatore de'6 primi o altri personaggi,
no e raccon)pagnamei»to col quale ven- a'quali i medesimi cardinali fossero.soliti
ne menato come
alla stazione di Lione, fermarsi, in tal caso appressandosi i coc-
il viaggio di ritorno a Marsiglia, e daMar- chi, il cardinale più antico dovea ordina-
siglia per Civitavecchia a Roma, a un di re al cocchiere che si fermasse, ed anco
presso somigliante a quel lo del l'andata, da che poi partisse, non dovendosi aspetta-
me compendiato, arrivando in Roma a'5 re che lo ficesse il padrone del cocchio, al
luglio(G/or«a/en.°i53).Terminerò que- quale ciò non toccava sebbene fosse di ,
st'articolo con alcune erudizieni sull'eti- tulli il cardinale più antico, onde onora-
chette antiche ne'treni, che ricavo dalla re i Andando un cardinale per
foraslieri.
Relazione della cor Le di Roma, del cav. Roma, per qualsivoglia occasione, essen-
Lunadoro, dell'edizione del 1646. Quando do incontrato da signori titolati, amba*
un carilinalesi faceva portare insedia con sciatoria cardinali, con tutti faceva com-
corteggio, prelati che l'accon)pagnava-
i plimenti, con piedi a terra. Stando ilcar-
no doveano precederlo, e camminare ini- dinale in carrozza o lettiga, faceva com-
mediatamenle dopo gentiluomini. car- i I plimenti con prelati e gentiluomini man-
dinali non potevano andare al palazzo del dati da'cardinali, dagli ambasciatori e si-
mavano sinché erano [)assati; ed i cardi- questi entrava nella carrozza, non poten-
nali facevano fermare le loro carrozze o do il [ ."cardinale nominato lasciar la car-
cocchi incontrando gli ambasciatori, le rozza del prete per passare a quella del
ambasciatrici, i parenti del Papa, ealtii diacono. XJw cardinale non dovea lascia-
signori e signore principali; indi i cardi- re la carrozza d*all,ro cardmale, per en-
nali nel licenziarsi pe' primi partivano, trar in quella di ambasciatori o titolati.
tranne le dame alle quali cedevano la Nel montare un cardinale in carrozza in-
precedenza di dovere per le prime parti- combeva al cavallerizzo maggiore alzar-
re. Il cardinale Passeri Aldobrandini ni- gli la veste e dargli il braccio, così nel di-
pote di Clemente Vili, faceva fermarla scendere da essa. Le persone che dovea-
sua carrozza, incontrando per via perso- no andare in carrozza d'un cardinale, toc-
ne nobili o letterale. Se in una carrozza, cava al maestro di camera d'invitarle.
che allora erano grandissime, andavano TRENTO (Tridentini Cillà con re-
(ì cardinali assieme, il 1 ."luogo era (piello sidenza vescovile celebre e nobilissijuji
a dritta in poppa, \\ -2." quello a sinistra, dell' impero d' Austria, nel Titolo nieri-
il 3.° quello dello sporidio o portiera n dionulc ilaliuno, capoluogo del circolo
286 TRE TRE
del suo nome, il quale però «bbraccia so» lavorano vetri e stoviglie; e del pio luo-
200,000 individui. Giace sulla sponda si- ponte s. Lorenzo è difeso da una torre co-
nistra dell' Adige, che vi si varca sopra strutta in alto di cotto, dal celebre Fe-
un ponte di legno, e sulla destra del (iu- derico Vanga vescovo e principe, e per-
naicello Fersina, che altri chiamano tor- ciò è detta torre Vanga. Il ponte fu rifab-
rente, tributario di quello,a pièdella pen- bricato neh 835, bruciato l'antico nella
dice detta le Lasle, pendice, la quale, co- guerra del 1796. Bello e grandioso è lo
me lutle le altre che fanno a Trento d'o- spettacolo che si presenta a chi dal ponte
gni lato corona, è coperta di vili, di gelsi volge intorno gli sguardi, a godere le bel-
e di alberi da frutto, e in vari luoghi of- lissime vedute. Il principal corpo di que-
fre ampie cave di bianca e di rossa pie- sta antichissima città consiste in una hm-
tra bellissima. Questa memorabile città è ga contrada, che stendesi da porta Aqui-
«n dolcissimo cluiia,in uno a'suoi dintor- leia a porta Brescianii,ein altre 5, le quali
ni, ed è 160 melri alta sopra il livello del partendosi da quella conducono alia cat-
mare, laonde non vi sono a temersi gli tedrale; non è però gran fatto minore in
orrori dell'inverno, ma piuttosto da fug- ampiezza il rimanente, in passando da
girsi i calori dell'estate. E distante da Bol- porla s.Martinoalla Veronese. Vanno ri-
zano miglia 32, da Bressanone 54, eia marcate, la casa del conte Cloz, per la
Innsbruck capitale del Tiralo [f''.)^jf da facciala dipinta egregiamente a fresco; la
Vienna 36o, da Milano 126, e da Vene- casa Cazzulfì, per le belle dipinture ester-
zia 83. Trovasi circondata di fortificazio- ne a fresco; il palazzo marmoreo ornato
ni poco importanti, e le sue mura sono di bellissimi e rilevati medaglioni, costrui-
costruilesolidamenle, ornate di merli con to dal decano Tatarelli da Fatis con di-
feritoie e difese da torri, le quali tra lo- segno del sommo Bramante da Urbino; il
ro hanno couMUìicazione per un corridoio palazzo sontuoso de'conti Zambelli detto
interno. Si vogliono opera degli etruschi, Galasso, già edificato con bella architet-
indi rifalle (la'romani,;poi dal goto Teo- tura dal liceo tedesco Fugger onde sposa-
dorico re d'Italia, e poscia in epoche diver- re un'avvenente trentina, indi passato in
se restaurate, ed in più luoghi elevate ed proprietà a'Ga lasso ed a'conti di Thunn,
ampliate. Esse volgono intorno piti di un restaurato e abbellito in uno all'elefante
o
njiglio,ma in tempi antichi il lorocircuilo cappella dal conte Giacomo Zambelli.
era più ristretto. Sono aperte dalle porle Tulle le vie sono comodamente selciate
d'Aquileia o dell'Aquila, Veronese adia- e bene costruite per la nettezza; copiose
cente borgo di s. Croce, per cui ne por-
al sono le abitazioni e altri edilizi commen-
la il nome. Bresciana che vi si per-
ancora devoli per solidità, decenza e buon gu-
viene pel ponte s. Lorenzo, porla IN uova sto. Essendo Trento molto popolata, co-
di recente costruzione ( mentre in altri niechè novera circa 4,000 abitanti, ol- 1
tempi più altre furono murate), s. Mar- tre quasi io,5oo de' (Ùntomi, e concor-
tino detta pure porta di Germania per- rendovi assai gente per sue bisogna, in
chè n'escono que'che vogliono passare in ispecio durante i i o mesi ne'quali vi sog-
quella regione, anzi antican)ente appel- giorna la scolaresca , vi si osserva gran
lovasi dis. Martn dall'ospedale e priorato movimento in ogni parte e un continuo
omonimo, th' era fabbricalo ove ora si operare,A dire dei più notabile della ciU
TRE TRE 287
(à,veiienilo da porla Aquileia,si presenta no le proporzioni delle camere, de' log-
maestoso il palazzo eli Castello, descrillo giati e delle sale. Mirabilissimi alFirschi
con Cenni artistici, insieme a'templi di s. del Romanino, di Giulio Romano, del
Maria e della calledrale, dall' arcliitetto Brusasorci e di altri valenti si vedono qua
e valente bresciano Rodolfo Vantini.Que- e là nelle volle ed all'alto delle pareti co*
sloedilìzio torreggia sugli altri, per la gi- me pochi avauzi d'un grande naufragio,
gantesca sua mole e ()er essere collocato delle patitedevastazioni, resto d'una ma-
nel luogo pili eminente della città. F'u per gnificenza che avea pochi pari. L' archi-
longo tempo residenza de* vescovi prin- vio principesco e vescovile che quivi e-
cipi diTrento, e quindi nelle sue eleva- ra, abbondanle di preziosi mss., ora è iti
zioni esterne, come negl'interni compar- Innsbruck. Il eh. sacerdote Gioseffo fi-
linjenli, presenta saldezza di furine, gran- namoiiti da Ballo nella Naunia, chiama
diosilù di proporzioni e magnificenza di patria sventura che tanta mole, oggetti
ornamenti. Si couopone di due corpi di di storiche reminiscenze e di nazionale
fabbrica innalzati in epoche diverse.- Il decoro, siasi lasciata in abbandono, nel
più antico dicesi Castel Vecchio, negli suo importante opuscolo: Trento^ sue i'i*
Boni Consilii, e forma la parte setten- mi de' trentinii Trento 836 presso Giu-
1
trionale, difesa da una torre, opera ro- seppe Antonio Marietti, colla veduta del-
mana di robustissima struttura circolare: la piazza del duomo di Trento. Nella sot-
il popolo chiama Torre di Augusto.
la toposta pif-jzza è la regia dogana, e l'an-
Quello che sulla sommità vedesi di nuo- tica tona Verde, già detta de'Ca voli, tor-
vo è opera del 1809, fatta dagli austria- re alla quale fanno capo le mura che dal
ci per collocarvi cannoni. Il fabbricato an- castello stendonsi in giùfinoall'Adige,do•
nessovi manifesta quel modo di edifica- ve in tempo d'assedio atlignevasi l'acqua
re,che fu adoperato nel secolo XIII. La occorrente al presidio. E opinione d'al-
parie più moderna, posta a mezzodì, ap- cuni che tale torre sia più antica di quel-
partiene al secolo XVI, e fu edificata did la del castello, e che se ne debba la fon-
celebre vescovo pi incipe Dernardo cardi- dazione agli etruschi e forse a* rezi. iNel-
nal Clcsio o Clossy della valle di i\au- la contrada Tedesca, così della perchè
nia detta Val di Non. La semplicità delle conduce alla porla di (Germania, vi è la
forme e la correzione dello stile che do- cappella del S nifi agio, con bella faccia-
minano in questo edifizio, indussero ta- ta d'oi difie coriiìlio, e si vedono un cor-
luni a credere che Palladio ne fosse l'ar- so di porlici frequeulati particolarmente
chitetto, ma all'epoca del suo compimen- nella stagione estiva. La chiesa parroc-
to l'illustre vicenlinoera ancorgioviiielto; chiale di s. Pietro ha neli* interno belle
per cui si crede del veronese Sammichieli, Colonne e marmorei altari. La cappella
o della sua scuola, ovvero che i disegni di s. limonino, posta presso al presbite-
vo. Bella è la proporzione della cornice un onesto cittadino, di cui ivi conser-
che corona il palazzo, e nel cortile am- vasi il corpo. Nel 1475 si trovò in Tren-
mirasi un portico cogli alfrcschi di Gi- to il suo cada \ ere ferito e mutilato con
roluuio Komanino da Brescia, con me- crudele carnilicinu, e sospeltussi che gli
daglioni a rilievo ne'[)educci degli archi uccisori potessero essere stati ebrei, per-
e altri ornamenti convenienti. Di mollo che di queìempi erano i miseri ilal fana-
decoro &ono le porle pi iucipuli, belle so- tismo indolii a couwuellcrc òiuiili delitti.
a88 TRE TRE
Arreslnline alcuni, fuiono rinvenni! nelle in questa cillà e alla quale die tanta ri-
case loro gli slromenli adoperali a tnar- nomanza. Nelhi via Prepositura sorge la
lirizzare il fanciullo. Ma persistendo essi chiesa di s. M;uia Maggiore, the prima
a negare il barbaro e
delilto, secondo il di essererinnovata dicevasi di s. Maria
ingiusto costume invalso allora in Euro- Coronala, ufTiziata da'frntelli alemanni,
pa, furono messi alla tortura , e per tal che il volgo sincopò Fraliemani, e Fral-
mezzo avendo confessato, dannarono
si lemano appellò anche il luogo ov'essi a-
a morte. Gli altri ebrei ebbero il bando bitavano, che fu il locale ora convertilo
dalla città e territorio di Trento, né po- incaserma: dopo frati alemanni, il c(jn-
i
terono più mai rislabilirvisi. Era in qtiel vento passò a'chierici regolari teatini, in-
tempo vescovo principe Giovanni Hin- di alle monache orsoline. La chiesa di s.
arduo il discolparsi in Pioma,dovefu ac- vole monumento del secolo XVI, sia per
cusato d'ingiustizia e crudeltà. Il tormen- la venustà dello stile, sia per islorica re-
tato fanciullo fu ed è onorato quale in- niiniscenza, perchè appena compiuta tìx
nocente e martire, perchè ucciso in odio memorabile convegno alle gravi disputa-
di Gesù Cristo. Oltre questa, si eressero zioni di quegli uomini e dignitari sapien-
in memoria del fiuto e in onor suo altre tissiuji, che composero il gran concilio e-
cappelle, una in casa de'conli Borlolazzi, cuincnico, che porta il nome di Triden-
ed altra in quella de' baroni Salvadori, tino dalla cillà. La sua costruzione è do-
dove fu preso e dove fu tormentato il fan- vuta alle solerli cine del principe vesco-
ciullo trentino. Prossima alla chiesa di s. vo cardinal ClesiooCloss, il qtiale operò si
Pietro è la non inelegante cappella di s. grandi cose in onore della religione, dello
Anna. Nel contiguo fabbricato ha sede stato, delle arti, e di qualsiasi nazionale
l'uffizio della congregazione di carità, già incivilimento, da fare disperata ne' suc-
ospedale fondato per ricovero degli ale- cessori l'idea di poterlo, non che vince-
manni. Presso alla detta cappella vedesi re, forse emulare non mai. Sen)bra che
im'arca di marmo greco in bella forma il cardinale ricevesse un' interna ispira-
lavorata, con iscrizione che dice conte- zione, onde preparare all'augusto conses-
nere le reliquie d^s. Vigilio vescovo e pa- so de'padridel concilio generale un luogo
trono della ciltà. Il teatro trovasi nella via tlegnocon fabbrica sì bella esontuosa. Dal-
dei suo nome, e dicesi Sociale perchè ver- l'iscrizione: Bernardo Clcsìo Auctorc ,
rono gli artisti e il pittore Ambrosi, al- comando e i mezzi. Lo stile di questo lem •
tro pittore essendo stato Cipolla di Val- pio ricorda quell'architeltura originale e
sugana. Poche città di provincia ponno tutta italiana che apparve nel secolo XV,
vantare un teatro simile a questo. Nella ed ivi tutto acceinia a sveltezza di forme
\ia Larga è la casa del civico magistra- e seujplicilà di. ornamenti. Alcuni pila-
to, ove si conservano lapidi romane scrit' stri di maniera ionica dividono eslerna-
te, illustrate dal conte Benedetto Giova- nnente in regolari comparli la facciata, i
nelli e da
con vantaggio dell'antica
altri, fianchi ed il coro. Le finestre si presen-
storia patria, Ivi sono una s. Maria Egi- la«io arcuate, di ragionevoli proporzioni,
ziaca di buon [)ennello, e l'oi iginaletjua- e circondate da stipili senza n)odanalnre.
dro del celeberrimo s. Concilio leuulosi Le pareli sono Lulle quante incrosta le d'uà
T R E TRE 289
mnrmo rossiccio, etl i pilnslri, gli slipili e ciò non è per adescare la cin*iosità dello
e le cornici d'ogniniamera sono coslrnt- straniero, ma per rispetto alla sagra adu-
li iti marino biunco, tolli ainbeclne clnlle nanza che vi è rappresentata, degna di
CJive sohinbane, ed è bellissimo l'accor- eterna venerazione e imperitura ricono-
do cbc risulta dall'aniiunia di tali colorì. scenza di tutto il mondo cattolico. Sono
La porla tUI priiici[)ale ingresso non ap- I Hppresenlali alcuni dottori di s. Chiesa
partiene alla stessa costrM7.ione, e parcelle iu atto di far disputa tra loro, e in alto
si facesse co«ilruire in seguilo dal cardi- è Vergine col divin Bambino, at-
la 13.
nal I\Iadruz7.i,cooie rilevasi dal stio stem- teggiata con gj azia singolarissima. Si ve-
ma elicla sovrasta. Dicasi allrellanlo della de espressa ne'disputanli la concitazione
porla uiinore,cliefoiseappartenueal tem- che deriva da un aniaialo parlare, ed è
pio anteriore, e sente della maniera de' bellissimo il contrasto tra queste mortali
Lotnbardi. L'interno della cbiesa presenta perturbazioni e quella calma immortale,
una sola navata, e 3 altari per ciascun la- illeggiadrita da un celeste sorriso che ir-
Io di essa, i quali si addentrano nello sfon- radia il volto della Regina de'cieli. Da s.
dato di altrelianli archi seuiicircolari di Maria a piazza del Duomo arrivasi in po-
bella proporzione, con archivolti ed im- chi passi per quella via, su la cui sinistra
poste elegantissime. Nel presbiterio a lato è un'antica torre coll'orologio pubblico,
tiell'allar maggiore, sostenuta da glandi appartenente all'edilizio ove risiede il ci-
mensole, si sporge la tribuna o cantoria vico magistrato. Tre corsi di comodi por-
dell'organo, tutta di candido marmo hi- liei, una grande fontana, il palazzo di giu-
nense, pregevolissimo lavoro di Vincenzo stizia, la facciata settentrionale del duo-
Vicenlin, scultore italiano di bella fama. mo colla sua cupola e col cairipanile, ed
Questa tribuna è un capolavoro dell'arte, una gran torre, formano un bel cou)ples-
massime in fallo di scultura ornainentale. so. Vuoisi che la torre sia d'antichità re*
Si vedono in essa distribuiti in regolari ujotissima, ahnenoal basso,poichè la som-
comparti parecchi bassirilievi e slatuelle, mità è opera di pochi secoli. Una campa-
che ricordano il fare di Tullio Lombar- na, posta su questa torre, conserva il no-
do; ma sopialtntlo ammirasi tanta S(pii- me di Rcnga, perchè o magislralo o
il
piosissima, che ben poche opere del se- il vescovo Enrico li, suonala la campa-
colo XV ponuo per bontà di stile a que- na ad arcngani public<Jm,iu\iun) il po-
sta agguagliarci, e non è forse alcuna che polo nella chiesa di s. Vigilio, ed ivi il
la superi. Sovrastante alla tribuna era popolo che poco prioìa avea valorosamen-
quell'organo Utulo famoso per intensità te scacciato Ezzelino ila RoinanOjgiiirò in-
di suono, soavità tli voci e incanto d'ar- nanzi ad un auieoCroceOssodi riconosce-
monia , che n(4avasi come una meravi- re lui, il vescovo Enrico li, tanto nelleco-
gli. i; ma un folmine, scoppiato nel cam- se spiritualiche nelle temporali vescovo
panile nel I 8 q,scou)posee incendiò
I cos^i e signore. La fontana mollo ampia, or-
luirabilecongegud, nel (juale disastro pe- nata di gradinala, di belle e capaci con-
rirono anche alcune belle pitture del Io- che, nelle quali versano acqua delfini e
dal(j lioiiianino, ond'erauo elìigiale l'im- tritoni, e sormontata dalla statua di ÌN'el-
poste. Antonio Zurlel nel i/T V|.a proprie tuno col tridente, è opera di Jongo tren-
spese tìvea fatto eseguir l'organo e laciiu- lino, eseguita per volere dello ciUà, che
Coperto da cortinag-
loria elegantissima. se ne gloria come d' un suo bello orna-
gio serbasi un quailroche ralìlgura l'or- mento.! palazzo pretorio fu anticamente,
1
Uiuc in cui sedevano i padiidel concilio^ almeno in parte, episcopio, come si leg-
•9< T II E TRE
gè in un'iscrizione del vescovo principe e suol figli dà l'onore d'essere stalo l'ar-
.Sigismondo Alfonso di Tliunn alla fac- chitetto di ciò che di bello vedesi dentro
ciata che guarda sulla piazza. Su questa e fuori di questa fabbrica. Lo stile del-
Ju sera della festa di s. Vigilio vescovo e la parte esteriore di questa chiesa mira-
martire e protettore della diocesi, si dà bilmente si accorda co' progressi dell'ar-
spettacolo di fuochi artificiali, con gran ti rinascenti dopo il 1000, e richiama al
longobardi, essendo allora Trento resi- sono a guisa di feritoie come ne'secoli pre-
denza de'duchijSorgessequi un tempio di cedenti , ma forma e
di svelta di ragio-
notevole cospicuità per assumere nome nevole grandezza. Consonante alle delle
e decoro di chiesa cattedrale, e se ne ve- opere sorge il portico, che serve di voli-
dono alcuni avanzi d'opera longobardi- bolo a quell'ingresso ch'è volto a oriente,
ca. Udalrico li del 1022, che fu ìli.°ve- e in esso come nelle finestre del coro ap-
scovo, conte, marchese e duca di Trento, parisce queU'agginqipamenlo di 4 colon-
fondò la cripta o confessione, e mutò in nette formanti un solo sostegno, cui fusti i
meglio tutta la chiesa. Alberto o Adel si annodano con bizzarro intreccio nel lo-
prelo 1 riedificò il vetusto altare ov'era- ro mezzo; la qual pratica solo si considera
no le reliquie de'sanli; dopo corto in- e come lavoro di esecuzione didìcile, e for-
tervallo il vescovo Altemanno conchiuse s'anche come concello simbolico, che u
la riedificazione del tempio, il quale col que'giorni ancora l'architettura ecclesia-
^ di lui ministero, e con quello del vesco- stica era tutta simbolica e piena di arca-
leia Poo trentino, fu nel i 146 solenne- e rispondente alla piazza, l'edifizio pre-
n»enteconsagrato. Però gli esterni abbel- senta indizi dell' epoche diverse nelle qua-
limenti, che attraggono maggiormente i li fu data opera alla<sua costruzione, co-
comuni sguardi, apj)arlengono al secolo me il portico innanzi alla porla appar-
XIII, e ne fu architetto Adamo di Aro- tiene al secolo XV, forojatodi ruderi del-
gnocotnacino, il quale operò sotto il prin- l'antico edifizio, il campanile nella parte
cipato di Federico Vanga, che die ezian- pili eminente etamburo della cupola il
diocorapimentoal palazzo vescovile pres- essendo lavoro del secolo XVI. In fatti
so la cattedrale slessa. Nel lato esterno, queste due parti del tempio s' innalza-
dov'era l'antico cimiterio, è un'iscrizione rono sotto gli auspicii del vescovo desio;
sepolcrale deli 21 2^ che al dello Adamo la cupola tutta di murino rosso è una me-
TR E TRE 291
»avÌ£j;IÌ5i tleirarle in ogni senso. L'inler- allaD. Vergine, dipinto da un de'Palma.
lìu tempio soggiacque a quella malin-
ilc'l Altri notabili dipinti sono unaNostra Don-
tesa di voler rimodernar l'an-
tendenza na nel coro, dove se ne vedono altri di mi-
tico, invalsa ne'dtie secoli die precedero- nor pregio, ma pur meritevoli d'osserva-
ììo il nostro; perciò si vedono V antiche zione. Sull'altare a destra di chi viene per
oscureparetidiscoidafeco'moderni bian- la porta orientale, è una Madonna con
chi intonachi delle volte, resi più ingrati alcuni santi, opera di Francesco Moro-
didle manierale pitture di cui furono ri- ne. Sulla colonna dov'è lamensa deali ac-
coperti, e tutta la grave architettura del coliti, che servono al maggior altare, è
Francesco degli Alberti. ìi pur dissonan- coprono le pareli della menzionata cap-
te l'altare nìaggiore eretto nel i 744>^ so- pella, lavoro del bavarese Lott. Opera sli-
miglianza della confessione del Bernino mata éilGristoo Grocefisso di legno,che vi
ins. Pietro di Roma. iXondifueno è svelto è velato sull'altare. Molli rivolgono a Dio
e ardito, e per essere di niarmo didlcile ne loro preci innanzi ad esso con grande fi-
fu la costruzione. La forma interna della ducia, perchè al suo cospetto fiu'ono pub-
cattedrale è a croce latina, il cui brac- blicati i venerandi canoni e decreti, ossia
cio nuiggiore è ripartito in 3 navi divise le dognuitiche decisioni del glorioso con-
da colonne o grandi pilastri assai forti e cilio tenutosi in s. MavUì, et furata fuct-
di bellissima composizione, su cui si ag- runt, aggiunge l'Ughelli; rilevando il Pi-
girano archi a pieno centro, e formano namonli, che non pochi alfermano di a-
t\i\e ordini di volte, delle quali le più de- ver conosciuto persone, a favore delle
pi esse corrispondono sulle navi laterali, quali si verificò il Fides tua te s ah' ani
e la piùelevata sulla centrale. Anche l'in* fecit. Egli è in ossequio del grande e be-
terna costruzione dimostra le differenti e- nefico avveniniento , e dell' ini{)ortanle
poche in cui venne innalzalo il tempio. lunga dimora esoggiornoche i pachi del-
Tra i depositi che sono in questa catte- la Ghiesa universale, il fiore del sapere
drale in buon numero, vanno ricordati ecclesiastico, i primati della sagra gerar-
(pjellodi Pietro Andrea Mattioli, che sui chia, i rappresentanti de'somnii Ponte-
njonti del Trentino raccolse molte piante fici, fecero nell'avventurosa Trento dal
ili cui arricchì il suo celebre Trattato di- 1545 al (563, che io vado descrivendo
Botanica; queWa dì Sa use verino duce va- con alquanti particolari l' illustre cillìt,
loroso de' veneti, perito nell'Adige presso e que'templi in cui risuonarono le magi-
Galliano pugnando, e da'trentini vinci- strali e legislatrici loro voci. Nella sagre-
tori ebbe onorifici funerali e degna sei)ol- stia fra'pregevoli reli(|uiari è un'argen-
lura; il deposilo del vescovo Udalrico Ili, tea cassa, in cui sono le ossa di s. Vigilio,
sul quale è un gran quadro del 5o4, 1 di- acni è sagra la cattedrale; ed ivi per mae*
pinto in tavola, rappresentante la Grò- stria di lavoro si ammirano alcuni gran-
cidssione e ri[)ulato olliuìo; (piello sotto di arazzi istoriati. La cattedrale ha il fiat-
la cappella del ss. Sagramento del cardi- tislerio e li cura d'anime, altidata all'ar-
nale Hernardo Glesio, ilegnoili piìi atten- ciprete, e diverse relicpite vi si venerano,
zione, in cui vedesi sulla tela sovrapposta enumerale ilaU'Ughellijde'corpi di santi,
il suo i iliallo che du s. Vigilio e piesenlulo porzione della vera Groce ed una ss. Spi-
2^1 TRE TU E
na. Nella cillà vi sono allre due parroc- iTiR ne egli, ne i suoi successori poterono
chie col s. fonte, e Ira le chiese vi sono abitarvi, perchè la fabbrica fa destinala
quelle in custodia de'cappuccini ede'fran- da chi ebbe il comando ad altri usi. Il
cescani riformali. Il capitolo della catte- vescovo è perciò costretto abitare casa in
drale si compone di 3 dignità, lai." è il presa a pigione dal governo, finche que-
decano, le altieil preposto e l'arcidiaco- sto provvedere ad una stabile abitazio-
no, di 5 canonici semplici, colla sola pre- ne, cioè nella via s. Vigilio vicino al duo-
benda teologale, secondo 1' ultima pro- mo, ed ivi è anche la curia vescovile. Vi
posizione coiicisloriale deli 8 34, e di al- è inoltre Tistituto delle figlie o suore del-
tri 20 beneficiati corali, ivi pure leggen- la Carila, due confraternite, V ospedale,
dosi: Hi onines singulis diebus in Ec- l'orfanotrofio femminile e tnaschile; fon-
clesia Calhedr ali corweni re tenentiir ad datore del 2." fu un piissimo de' baroni
qfjiciiini divi II um perso hen dum ; q uih us Crosina, per cui gli allievi sono detti cro-
iiisiiper aliquiò ex seminario clerici or' sinotti, quali portano sul vestito e cor-
i
dinario adduntur : diebus aiiteni sole- rispondente al cuore, una croce in segno
innioribus, praesertini quando Kpisco- di riconoscenza verso il cristiano bene-
trentino p. Andrea Pozzi gesuita, che me- re le monache di s. Margherita delle del
ravigliosamente dipinse a fresco in tante Sobborgo, perchè un tempo questi luoghi
chiese di sua benemerita società. Quanto erano fuor delle mura, per cui ancor oggi
all' episcopio, conviene sapere, dopoché appellasi Bojgo Nuovo la parte della cit-
nel i8o3 il vescovo di .Trento cessò d'es- tà ch'è presso a porta Veronese. Da por-
sere principe regnante, il palazzo di Ca- ta Veronese o di s. Croce si trova la chie-
stello non fu pili sua residenza. L'ultimo sa della ss. Trinità, e salendo per la via
principe Lmanuele conte di Thunn, re- del medesimo nome, che a questa condu-
starnò col suo peculio la casa de'decani ce, è la casa ove si raffina il zucchero, sta-
capitolari colla mira di farne episcopio, bilimento eretto da non molti anni da
TRE TRE 293
i\nn compagnia Questa casa
di azionisti. famiglia molto famigerata di Trento, ora
della ra/ìineiia è aìemorabile, perchè eia possedute da'conli di Thunn. Lapidi ro-
abitata, al tempo del concilio tenutosi in mane scritte sono nel palazzo del civico
Trento, da' legali ponli(jcii che lo pre- magistrato, e in diversi luoghi della città
siederono, e tenevansi in quella da'padri e del suburbio, ed altre non poche si con-
le congregazioni generali che precedeva- servano nelle valli trentine, tutte illu-
no le sessioni pubbliche nel tempio di s. strate da diversi eruditi. Dal sin qui ac-
INIaria, come tlimostiò in un suo libro il cennalo, il lutto dimostra che Trento fu
trentino presidente d'appelloMazzelti, di- città italiana molto ricca, e che anco al
ligente raccoglitore di tuttociò che spet- presente si trova in istalo di floridezza.
ta all'istoria patria. Ma la notte de' i 5 di- Questo si manifesta più ancora nell'in-
cembi e 1845 scoppiò un incendio nell'e- terno de'palazzi e delle abitazioni de'no-
dificio della ra/lineria e restò divoralo bili e de'ricchi, nelle quali si trovano in-
dalle fiamme, per cui probabilmente sa- dizi antichi emoderni non solo di opu-
rà perita anche quella parte che ricorda- lenza, ma eziandio di buon gusto e col-
va una memoria così preziosa. Nell'umi- tura, ed in buon numero. Quadri assai
le fabbricato presso la chiesa della ss.Tri- pregievoli,slatue,monete,medaglie e mol-
nità, ricovero un tempo de'filippini, si ra- te altre cose preziose vi si conservano con
duna la scolaresca assai numerosa del gin- molta gelosia. Se le tele ch'essi posseg-
nasio e del liceo co' suoi professori : nel gono del Guercino, di Guido Reni, del
locale del liceo è il gabinetto fisico, rige- Perugino, del Dolce, de'Rosa, di Tiziano
nerato dal benemei ito prof. ab. Lunelli e d'altri viìlentissimi, fossero in una sala
da Civezzano, il quale con raro disinte- unite, formerebbero una ragguardevole
resse r arricchì di macchine. La piazza galleria, che sarebbe e bel decoro della
delle Erbe è cosi detta perchè vi si tiene città, e scuola alta a sviluppare il buon
quotidiano mercato d'ogni sorta di ei bag- gusto ne' giovani artisti. In fatti, noterò
gi, agrumi, frulla d'ogni qualità, butirro, principalmente, che belle pitture sono
pesce, ostriche, uccelli, pollame, selvag- presso il vescovo principesche molti af-
gina e altri commestibili. JNella via di s. freschi ornano la sala de' conti Lodron;
MariaMaddalena,nome che prese da una che antichi dipinti e moderni di Hayez,
sua chiesa, ove adunavansi i parrochi per di Canella, di Palagi, ha nelle sue came-
le sagre funzioni, la cui parrocchia fu poi re il conte Girolamo Malfatti; che i conti
unita a quella di s. Pietro, è un'abita- di Wolckt nstein, i baroni Turco, Salva-
zione de'coiiti Cousoiati, e in tutta l'isola dori,Gaudenli, signori di Lupis, Shrek,
i
formata dalle propinque case fiu'ono sco- Sardagna, Travaglia, Corradi sono pure
perte vestigia d'una fabbrica antica e so- forniti di rate e pregievoli tele; che i con-
lidissima, la quale credesi che fosse un au- ti di Thunn, il conte Giovanni di Spaur,
fiteatro. In altri luoghi ancora nel fare oltre le rarità che custodiscono ne' loro
scavi per (iundamenti nuovi cantine, si castelli della Kaunia, conservano anche
trovarono a molta profondila pietre la- qui pitlui e bellissime; che il conte Simeo-
vorale, frammenti di colonne, acquedot- ne Consolati ha una preziosa raccolta di
ti, utensili, monete e altri avanzi d'anti- quadri,d'incisioniediscullure,e Ira que-
chità mollo rimola; come nelle profon- ste alcune opere delnaune Insonibe, che
de fosse per fondamenta del nuovo pa-
le lavora in Firenze; e che il conte Bene-
lazzo del conte Leopoldo di Thunn, eret- detto Giovanelli fece con molta spesa dot-
to con disegno del lodalo Vanlini,e belle ta collezione di monete e medaglie, co-
pitture dell'altro bresciano TomuìasoCa- me quello che scrisse un erudito libro ìn-
ileUiui; couli^uo alle case de'liejleuzuui, Igruu alla Zecca lYcnUnaf quu che di
294 TRE TRE
reliquie e oltre nnlica^liespellanli in c;rnn piefà insigni, conie |)iue di benefici per
porte al Trenlino. D. Antonio de' Maz- caritatevoli e utili fondazioni. I princi-
zetti unì tla ogni parie, senza risparmio pali letterali furono Seslo Rufo scrilloie
d'industrie e di spese, quanto gli fu pos- di cose romane, che vuoisi trentino ; il
sibile di avere, ed ha nioltissinio di do- Secondo, caro ad AgiloUb re de' longo-
cumenti e di libii slao) pali e njss. risguar- bardi e alla sua sposaTeodolinda,daI quitl
danli la Quattro vescovi
patria storia. trasse Varnefrido, nolo sotto il nome di
principi di Trento e cardinali, Clesio e tre Paolo Diacono, parte dell'istorie de'lon-
IMadruzzi, favorirono di seguito in que- gobardi; il p. Martini gesuita, di cui si
sta con sovrana mnnincenza le !)elle ar- hanno relazioni sull'impero della Cinaj
ti, e segnatamente il Clesio e il i.^de'iMa- il Sardagna, che ridusse a facil metodo
drnzzi Cristoforo (il Clesio precedette il la teologia^ Bartolomeo domenicano, che
concilio e il JVladruzzi reggeva durante la fu il «."dopo gli antichi a scrivere le vile
tra le valli treuline la più Ivconda e po- dinali, n)a non ne dichiara il nome, e nel-
polosa, vanta Conci o Aconcio di Ossana le sue belle Memorie intorno lafaniio^lia
filosofi»; Antonio Quella da Quella giu- de' signori di Tono ora conti di Tliimn,
reconsidlo; Ijusetli da Rallo che poetan- che dipoi pubblicò in iMilano nel 1839,
do imilò felicemente Petrarca; Bonanni
il non tratta che del cardinal Guidobaldo.
gesuita, che altri sostengono romano, e- Scriltore di tutte le biografìe de'cardina-
rudilissimo autore di opere di vario argo- li sino a'miei giorni, non mi riusù trova-
mento; Chini anfore della migliore carta re l'altro cardinale Thunn, e benché le
corografica die si abhia della California; mie ricerche si estesero eziandio sui Ca-
Menghini da Brez autore di dissertazio- pizucchi noJ)ilissinìi baroni romani, che
ni ntediche; il can. Crislani da Rallo che al dire dell'Armanni, nella storia di essi,
per cui si crede che trentini fossero pure cardinali, Roberto ( A^.) o Gio. Roberto nel
i due celebri duchi di Trento Evino ed I
097, crealo da Urbano il, che altri vo-
Alachiso, che a'tempi de' longobardi fe- gliono da Onorio uno ne fanno due;
li e di
cero a questa provincia l'uno mollo be- Gio. Antonio Capizucchi (/ .) neh 555;
ne e l'altro assai male. Anche Agnello ve- e Raimondo Capizucchi [F.) nel 1681.
scovo che resse a que'ìerapi la chiesa, fu L'Armanni dice che cardinali Capizuc- i
l'istorie si fece pari a'Tillì e a'Walleslein; poi registra 4 cardinali Capizucchi, cioè
Antonio della Val di Non, probabilmen- Roberto, Piero, Gio. Roberto e Raimon-
te Antonio 111 di Tono, che (ucon)pa^no do, senza ilir null'altro di loro. Il Pina-
del gran Baiardo nella guerra contro i monli egregiamente descrive fasti mol- i
zia, Uf;o CaiiiUdo da Caldesio o Bianco datari de' vescovi principi di Trento, e for-
( / .), I^ernardo Clesio o Clo^s- (F.), Cri- se già prima de're d'Italia, poiché questo
stoforo Miulrucci o M(i(lruzzi (/ .), Lo- paese fu senqire provincia del regno d'I-
dovico lUudriazi (i .)f Cario Gaudenzio talia siuo UI1027, epoca in cui fu posto
296 TRE T II E
sotto dominazione de'vescovi di Tren-
I.T essa alleanza. Imperiali sono detti qne'uo-
to, e di Tono erano già in fjuel tempo
i bili ch'ebbero diplomi da (pjalche injpe-
famiglia iliuslre non meno che le più lU- ralore di Gerniania. Tutte queste specie
niose della provincia del Tieni ino. Ognu- di nobiltà portavano utili esenzitinie rea-
no sa the benefìzi laicali e feudi si da-
i i li vantaggi, segnatamente l'ultima, la qua-
mano ad uomini die si erano distinti per le abilitava alle dignità ecclesiastiche ai
servigi prestati alla patria, alla Cliiesa,ai soli nobili riservale.Gli ultimi rivolgimen-
sovrani. Per la brevità che mi è legge, non ti politici lasciarono, a chi l'avea, la no-
enumero gl'illusti i che in copia uscirono biltà, ma le tolsero, come altrove, cpjasi
dall'eccelsa stirpe de'Thunn, e l'enconjia- tutti i privilegi. Nella spedizione de'diplo-
lo biografo Pinamonti fece voli, perchè ini di nobiltà,massime imperiale, si al-
il eh. trentino Agostino Perini, che di- terarono cognomi delle famiglie, e si fe-
i
ce il primo a dettare le istorie dell' illu- cero tedeschi e lengorisi per tali, benché
stri case tirolesi e trenline,pubblicasse al- sieno d'origineilaliana.L'uisegna diTren-
tre memorie de'Thunn, dalle
sulle case to è r Aquila semplice colle ali dislese.
quali deriverebbe nuovo lustro a questa Una volta il magistrato, quando mostra-
cospicua famiglia e nuova materia per
, vasi al pubblico in corpo, sì faceva pre-
l'istoria della JNaunia e del Trentino. Nei cedere dulie aquile fuse in argento. Le let-
di coppiere o pincerna de* vescovi prin- sono le iniziali di Senatus Populus Qiie
cipi sovrani di Trento. Molti furono gli Trìdeiitimis. La gente di Trento e nelle
arcivescovi e vescovi che uscirono da'si sue vicinanze è robusta e ben fitta; dal-
gnori di Thunn, e da altre nobili fami- la sua sveltezza, brio e pronto parlare, to-
glie di Trento. Osserva il sacerdote Pi- sto si scorge che il Trentino è paese ve-
namonti, che uomini di slato e proiet- ramente italiano; italiani sono anche i
tori delle belle arti ebbe Trento ne' ve- giuochi e i divertimenti prediletti dei
scovi Egnone da Piano, Federico Vanga trentini. Una mascherata che fanno con- i
malricola tirolese, eh' è quanto dire al bi sono villici de' dintorni che pugnano
I nolo de' nobili della contea del Tirolo, prò aris etfocis, cioè che difendono la
già (juando il Trentino formava uno sta- città e le proprie iibitazioni. Il dialetlodei
lo da quella disliulo, quando striast: cou Ireuliui, per giudizio di molli, è uuo di
TUE T RE 297
quelli che più si approssimano alla nobi- dum trium digi tnrum extendunlnr. Pla-
le lingua lV Italia, sulla cpiale dissi altre cet aliis^ lioc nonien trax'isse a JVrp fu-
parole a Toscana. Amasi generalmente ni Tridente f qui Tridentinis olini idola-
ìa musica, di canto e di suono. In Tren- tria caecatisj fuerit prò tutelari Dea.
to non si vede un mendico, ed i bisogno- Quando Trento col suo ampio territorio
si sono aiutati nelle case loro, o ricove- formava parte dell'antica Rezia (Rezia si
rali nell'isliluto a ciò fondato da diversi nominoli Trentino,il paese intorno a Coi-
anni. Vi sono filande di seta, manifallu- rà e il Tirolo), di cui a Svizzera, regge-
le, fonderia di campane, fabbrica di ve- vasi come le altre reliche tribù, a forma
tri e cristalli, di carta, confetture, birra, di repubblica. Gli euganei, gli etruschi, t
fa notabile tralllco di carne porcina, di pigli uni dopo gli altri nel Trentino, vi do-
vino, lino e canape, ec. L'Adige, che di minarono forse per pochi antji , ma poi
estate comparisce piccolo fiume, nell'al- frammischiali agrindigeni antichi triden-
tre stagioni è sì ricco d'acqua, che porla tini, adottarono la maniera di goveriiodi
grandi zattere e barche. Si tengono mer- questi, e furoim liberi. romani aveano
I
che a' IO 624. agosto di seterie con ven- loro fatto di occupare o colla forza o pei'
dite considerabili. \'i6 giugno festa di s. volontaria rafforzata dedizione questo li-
Vigilio ha luogo la Cera. Fra' passeggi, bero paese. Dopo la guerra retica, postivi
arioso è quello che si estende dal conven- presidiijCon leggi romane vi dominò Au-
to de'cappuccini sino agli argini del Fer- gusto. Se non che sotto gli altri impera-
sina, dove si olirono allo sguardo bellis- tori romani, essendo Treiito divenuta co-
sime prospettive. 1 dintorni di Trento of- lonia romana, con nuovo innesto d'italo
fjono variate bellezze, vdleed ameni fab- sangue, il reggimento fu misto, cioè mo-
bricati. Molle poi sono le valli componen- narchico e popolare, eseguì i destini del
ti la provincia che si disse e dicesi il Tren- Trentino. Altri sostengono che Trento già
tino, essendo le principali T Atesina, la era colonia rou)ana,e Val di Non muni-
Valsugana, la Fieme, la Cembr;», la Sar- cipioromano fino da'tempi di Gicdio Ce-
ca, di Giudiciarie Citeriore, di Giudicia- sare. Dopo le incursioni de'barbari e de-
rie Ulteriore, la Naunia ch'è la più am- gli eruli d'Odoacre re d' Italia, che nel
pia e più popolosa dopo l'Atesina. 476e8rmse l'impero romano d'occidente^
Trento, Tridentu/n,'au['ìch\>s\uìiì città, dopo il 493 soggiacque al goto Teodorico
un tempo dipendeva e faceva parte inte- re ti' Italia, a cui si attribuiscono le sussi-
grale dell'Italia, è dicesi fondala da'tirre- slenti mura, ed agli altri re goti suoi suc-
ni o etruschi. L'Ughelli ueW Italia sacra cessori. Scacciali questi dall'Italia dai ge-
t. 5, p. 583, Triclenlini K/)ìscópi\ lachia- nerali di Giustiniano I impeiatore greco
ma prima porta occurrit e Germania d'oriente, restò la città col Trentino pei*
in ftaliam progrcssuris.E quanto al suo breve tempo soggetta a ([nell'impero. Ven-
nome: Tridcatiuii dictani volwit^ vcL a nero poscia nel jG8, con Alboino loro re,
trihus torrentihus ^ Tcrsina, Saleto, et longobardi, che eretto in tlucatoil Trenti-
Persio iquisccus illius muros trahwit lui- no, colla città logovernarono per iluchi,
das^ et propioribus monlibus scaturien- i quali aveano ampia autorità in ogni ra-
tcs: quorum tertius civitatem percurrens mo d'amministrazione e la residenza in
aliai t^ dividitene mediani, yilii ita di- Trento. Nel 773 Carlo IMagtJo redcTran-
ctainnurraiit a trihusjugis^ijuac inino- chi, viulo Desiderio re dc'longobaidi> diù
VOL. LXXIX. ao
298 TUE TRE
lerniine al loro regno, e sollenhai quo al- ma l'imperatore Federico I e poi il suo
la dominazione d'Italia e dei Ttentinoi nipote Federico U, mentre Trento ven-
re fi anelli, neirSoo Papas. Leone III rin- ne dichiarata città libera imperiale. Al-
novando in Carlo Magno l'impero d*oc- cuni conti del vicinoTirolo, futlisi avvo-
cidenle. L'inipeialoie e re d'Italia Lota- cali e prolellori della chiesa di s. Vigilio,
rio 1^ ordinò ne'suoi statuti, clie la gio- perchè venivano invesliti della conica a
ventù di Tiento e di Mantova frequen- titolo oneroso dell' avvocazia e difesa di
tassero le scuole di Verona; ii che piova della chiesa, conliariarono a' vescovi di
essere Trento in que'tenapi città del tul- Trento temporale signoria; sebbene il
la
io italiana. Aggregalo il principato Tren- conte del Tirolo non era più che un vas-
tino al nuovo impero romano, gl'impe- sallo e un suddito della curia feudale tren-
ratori franchi vi comandarono come nel tina, e sebbene i vescovi,! Papi e gl'im-
resto del regno Italico, dividendo ii po- peratori vi si opposero, tuttavia i conti
tere col clero eco'nobili, e inviandovi du- del Tirolo saìendjiaroiio nolabilineule il
quando meno, parte ancor essi al tempo- zioni. Del resto, salvi ne'conli del Tirolo
rale governo. Il vescovo Odescalco usò nel i privilegi d' avvocazia slabiliti da repli-
secolo IX de' beni di chiesa per animare cale convenzioni che si dissero Compalla-
e premiare con investiture chi li difen- te, e salvi i diritti di supremazia negl'im-
deva, non facendolo il re d' Italia, dagli peratori, i vescovi principi di Trento fu-
nngari invasori e oppressori. Il vescovo rono sovrani indipendenti, il che prova-
Manasse li fu nel secolo X marchese, ed rono coir essere nella loro città residen-
ebbe soldati cui comandava per un suo ziale e nel Trentino legislatori, e con con-
chierico. L'imperaloreOltone l, dopo che cludere Irallali di alleanza , battere mo-
nel 961 divenne re d'Italia, e i suoi suc- neta, e fare cambi di lerrilorii cogli sles-
cessori, accordarono potere e giurisdizio- si conti del Tirolo, i quali per più titoli ri-
ne al clero per opporlo a'feudatari insu- conoscevansi vassalli della chiesa di Tren-
bordinali. Quando l'imperatore Corrado to, ricevendone investiture. Conservaro-
li Salico cede e donò nel 1027 o nel
il no vescovi principi
i il sistema feudale già
J028
al vescovo Udalrico li il dominio stabilito al) antico^ e alcuni feudatari eb-
temporale sulla cilfà e su lutto il Tren- bero ne'loro distrelli l'amministrazione
tino, come faveano avuto i duchi, i con- della giustizia civile e criminale. Essi ac-
ti e i marchesi, l'imperatore per determi- cordarono o conferQìarono anche a'comu-
nare i confini, domandò il consenso e la ni, nelle loro così delle Carle di R.ego!a,
collaudazione del vescovo. Dopo quel tem- grandi privilegi che equilibravano il po-
po signoreggiarono i vescovi di Trento, tere di quelli. La città sostenne sempre
col titolo e coll'aulorilà di duchi, di con- una s{)ecie di municipale indipendenza,
ti e di marchesi, avendo più tardi assun- a n)ezzo del suo magistrato consolare. Di
to il titolo e la dignità di principi dell'im- che certa prova è ch'essa faceva da se i
pero, conici mando la loro hovranità pri- propri statuti, sottoponendoli soltanto al-
T II K TR E 299
l'approvazione de'vescovi principi. Del trentini, vi rinchiuse l' infelice Giorgio
(]ual privilegio goilendone pure i comuni Liechtenstein vescovoe principe di Tren-
tlel contado, facevano le proprie Carle di to. L'origine delle attuali Poste si deve al
Regola. II principe vescovo era elello, o Tirolo, ove nel line circa di detto secolo
dal capitolo, del quale vi dovea far j)arte le introdusse Ruggiero l conte di Turn,
un dato numero di cittadini, odal Papa, Tiixis e Valsassina. II principale e stre-
che sempre come a tutti vescovi gli con- i pitoso avvenimento del secolo XVI, nel-
feriva l'instituzione, né alcuna estera in- la storia mondiale, ebbe luogo in Tren»
fluenza vi polea por mano. Quando nel to dal 3 dicembre 545 al 1 563, colla ce»-
I 1
I 226 l'imperatore Federico II voleva sot- lebrazlone del concilio, che gloriosamen-
toporre al suo dominio la Lombardia ,
te e pienamente scoullsse l'eresia, e de-
chiamò a tale effetto da Germania il suo scriverò in fine, ed il quale tuttora rego-
figlio Enrico, il quale con aperta guerra la la disci|)lina ecclesiastica. Tra le sue
pioudjò sulle città lombarde, e mise a fuo- interruzioni vi fu quella di sua traslazio-
co e fiamma la città di Trento che gli vol- ne a Bologna nel 547, P^'* ^^ febbri per-
1
le fare resistenza, con gran pena di Papa niciose con petecchie che flagellavano
Onorio HI, che pose ogni studio e indu- Trento, per le quali si moriva, onde al-
per rivolgete le armi imperiali con-
stria cuni padri eransi dileguati e taluno senza
tro i saraceni occupatori de'Luoghi san- congedo. Girolamo Fracastoro celebre
ti. Neil 363 il vescovo Alberto pubblicò medico de' padri, insieme con Balduino
un decreto, col quale dichiarò perpetua- de'Balduini, medico domestico del cardi»
mente unito il suo principato alTirolo,iu naIDel Monte i." legato, spinse i padri a
cuiTrentoe il Trentino furono dipoi sem- partirsi da Trento sollecitamente, e sen-
pre compresi. Narra l'avvocato Castella- za aspettare alcun ordine dal Papa, per
no, Spcccliio geografico storico-politico^ la pestilenza che vi sovrastava con indi-
che l'imperatore Venceslao nel 1377 ce- zi di contagio ne' corpi e di corruzione
de la sovranità di Trento alla s. Sede, e nell'aria. Onde il Fracastoro protestò, che
che il Papa come principe trentino era essendosi egli portato in Trento a curar le
m enduro dell'impero germanico, ed avea febbri e gli altri mali ordinari, ma non I»
posto nella dieta tirolese; notizia che non pestilenza, la quale sarebbe prorotta poi
garantisco, non a Vendola letta in altri scrit- nel riscaldarsi dell'aria, si licenziava dal
tori, anzi leggo nel cardinal Pallavicino, servizio. 1 legali tuttavia in negozio cos'i
Istoria del Concilio di Trento parlan- y
grave e repentino, protestarono di non
do della pienissima sua libertà, che fu ce- voler fare ne più ne meno di quello a-
lebrato in città non soggetta al Papa, ma vesserò i padri risoluto, e di circa 58 che
all'alio dominio dell'imperatore, cioè si trovavano radunati per tale consulta,
Trento città imperiale, scelta per la sa- 4o dierono il voto per la traslazione del
gra adunanza onde allettarvi all'interven- concilio. Questa è la vera e legittima sto-
to i 1' Ughelli avea
tedeschi. E' vero che ria di tale traslazione, e non (juanto di-
scrittoche Venceslao avea donato Tren- versa mente con audacia scrissero il ripro-
to a Papa Gregorio XI, ma il suo anno- vevole Soave, l'Advocat, il Portai, il Mu-
tatore Coleri, con rantolila del Gentilol- ratori che l'attribuì a motivi segreti e sup-
ti, dichiarò favolosa tal donazione. In que- pose francamente l'ordine di Roma. Ne]
sto secolo XIV la peste intieri in Tren- principato e nel vescovato del cardinal
to e sua provincia, e la descrisse Giovan- Cristoforo Mudrucci Irenlino , e perciò
ni Parma canonico trentino. Nel princi- dello // gran cardinal di Trento^ riuscì
pio del secolo XV nella torre Vanga, Ro- ad esso nel 576 di ricupetare il tolto dai
1
la peste nel secolo XVJI,e se ne ha me- pel tenutovi ecumenico concilio; indi pro-
moria in ima tela rozzamente dipinta, ed seguì il viaggio per Roveredo onde per-
esistente nella chiesetta della ss. Annun- nottarvi, a tal uopo 1* imperatore aven-
ziata, ove sono colonne di uiarmo tren- dogli fatto preparare magnifico alloggio.
tino grandi e d'un sol pezzo. Nel 1782 il Vi giunse a ore 22 tra le pubbliche dimo-
Papa Fio FI(F.)s'ì recò a Vienna a vi- strazioni, eia sera vi fu generale illumi-
sitare l'inìperalore Giuseppe lì. IN'el suo nazione, dopo avere ricevuto al bacio del
ritorno giunse ad Innsbruck la sera dei piede il clero secolare e regolare, la no-
7 maggio, ricevuto con onorevole ospizio dame. Nel seguente sabato f
biltà e le 1
dall'arciduchessa Elisabetta sorella del- maggio Pio VI dal palazzo benedì il po-
)'imperalore,ed ivi nella cappella eretta da polo, e si recò ad assistere alla messa nel-
JV]." Tei esa, ove marito Francesco
ni ori il la s. Marco, ornata
chiesa arcipretale di
I, assistè al solenne Te Deiim. Nello se- con tutta pompa, e ricevuto alla porta con
guente mattina pervenne a Bressanone, baldacchino dal numeroso clero, la cpjale
incontralo dal vescovo e principe della porta era stata decorata di nobile pan-
città mg.* Giuseppe Spaur, già di Seco- neggiamento col po*itificio ritratto e ana-
via che per accoglierlo nel suo palazzo
, loga iscrizione, che si legge nel Diario del
erasi appositamente portato a Vienna, es- viaggio a Vienna di Pio 7 1. Partilo da
sendosi cantato il Te Deiim nella pubbli- Roveredo e dal religiosissimo Tirolo (il
ca cappella dell'episcopio: la città fece so- quale vanta 3 santuari ove sì fanno sa-
1
ta del tempio, ed ivi compartì la solenne tino. Inconseguenza della battaglia vin-
benedizione apostolica alla uiolliludine ta da' francesi sugli auilriaci, i primi
TRE TRE Sor
coranndnll dal i^eueial Massena entraro- ce neh8i4 venneTrentino ceduto al-
il
poca durala ne fn l'occupazione, stante Francesco I alla provincia tedesca del Ti-
l'avvicinarsi del general Alvin/.i, alla testa rolo, formando con «sso una sola provin-
di numeroso esercito austriaco: però dopo cia, colla distinzione di Tirolo Italiano,;
to, di cui il general Joubert s'impadronì do eziandio a portarlo vescovi, come al- i
Trentino, il Lioveretano col Tirolo, pel sideravano già da qualche tempo, che in
trattalo di Presbiirgo, venne dato a far Trento fosse con sagre e dignitose feste
parte del nuovo regno di Baviera eretto solennizzata la ricorrenza secolare dell'a-
ili. "gennaio governo bavarese a-
1806. Il primento del concilio ecumenico, onde
brogò le municipali fjrme di reggimen- con lodevolissimo intendimento ravviva-
to e le altre nazionali istituzioni relative, re nella memoria di tutto il caltolicismo
die al pari delle altre città italiane avea- quell'ultima sagrosanta riunione, come si
no sino allora conservato Trento e Ro» degnò scrivermi fin dall'agosto 84i il no- 1
veredo, ed invece sostituì un'amministra- bilissimo conte Matteo di Thunn, per ras-
zione particolare e tutta alfalto naziona- segnarlo divotamente e confidenzialmen-
le. Indi Napoleone \ nel 1810 aggregò il te all'aulorevolesanzione del sommoPon-
Trentino al regno d'Italia da lui fondato, leficeGregorio XVI. Dell'operato se ne
dicbiarando Trento capoluogo del dipar- legge la descrizione, inviata da Trento, e
timento dell' Allo Adige, così Roveredo quanto ne scrisse il Messaggere Tirolese^
capoluogo di vice-prefettura del suo cir- nel Diario di Roma dei i^/^^^WQ* w/^ 990
colo. Trento ebbe una propria reggenza I o4j e nelle Notizie del giorno di Roma
politica, un proprio tribunale d'appello, del 1846, ne'n." i e 4, da*quali ne ricave-
presso i quali, con»e presso tulle le auto- rò il più imporlante.Cenchè lardi si pren-
rità di prima istanza, la sola lingua foren- desse la definitiva risoluzione di secon-
se era l'italiana. Di più, comedipartimen- dare tal giusto desiderio, pure il mirabile
lo dell'Alto A dige,Trento ebbe egualmen- zelo con cui operò supplì alla strettez-
si
te una prefettura a parie e una ammini- za del tempo. Per primo fu eretta presso
strazione interamente italiana. In ottobre la bella chiesa di s. Maria Maggiore, in
181 3 Trento fu preso dall'armi alleate cuisi radunò il concilio, una colonna mo-
del nord, e l'imperatore d'Austria Fran- numentale con iscrizione, che perpetuas-
cesco 1 dichiarò, che contar si dovesse l'e- se la memoria e tu celebrità del conci-
poca ilei legale possesso (in dal novembre lio e di (pieste feste centenarie, con so-
susseguente. Fmulmenle col Irullalodi pa- pravi una statua, opera di valente ar lista
?02 T R E TRE
trenlino antico, rappresentante la ss. Ver- diocesi sua altezza reverendissima mg/
gine avente in braccio Gesù suo divi n fi- Bernardo GaluradTlerbolzeheiui diocesi
glio. Quest'opera, non senza meraviglia, di Strasburgo vescovo e principe di Bres-
La sera fu rutfiziatura quale nel dì an- la e potente che guidava gli avvenimen-
tecedente. Il 3. "giorno, 1 4 dicembre, con- ti e le mosse, l'idea religiosa che fu prin-
cionò fervorosamente, nella chiesa del se- cipio e fine di tanto movimento. Certo la
minario, di buon mattino, a'tedest hi ve- chiesa di Trento ha dolo in quest'impor-
nuti da quella parte settentrionale della tante occasione uno splendido esempio a
TR E T R E 3o3
tiitfoii mondo callolico; e la città hn mo- ctii i dilettanti di vari paesi, specialmen-
stralo di sentire altamente la grandezza te di Verona, e dame e damigelle tren-
dell'avvenimento che ha celebrato con tine, famoso Stabat Mater
produssero il
tanta pompa e splendore". Dopo la pro- del celebre Rossini; dedicando il prezzo
fessione di Cede, celebrò ponlificalmente d' introito alla numerosa e ben diretta
il cardinale arcivescovo. A vespero si die scuola de* giovanetti poveri della città.
compimento alle funzioni col canto d'un Cinque bande musicali delle borgate di
solenne Te Dcum, intonato dal cardinal Mori, Sacco, Borgo, e delle altre città di
metropolitano, che impartì poi dall'alta- Roveiedo e Bolzano, splendidamente ve-
re la triplice benedizione colla ss. Euca- stile, che volonterose si recarono ad unir-
cirdinale e de' vescovi, la veneranila ca- giorno e di notte con incessanti suoni il
nizie della più parte di essi, la gioia che popolo esultante. Nell'ultima sera tutta la
traspariva da'Ioro volti, la bella concor- città chiarissimamente illuminata, e prin-
dia fialerna,il disinteressato coraggio ci pahnenle tutte le chiese e tutti pubblici i
nel portarsi a Trento in istagione perico- edifìzi, attirarono gli sguardi della molti-
losa, la generosità di sua altezza reveren- tudine, il cardinale ei vescovi percorsero
dissima del vescovo principe della città, iti carrozza tutte le vie, e si mostrarono
che lietissimo fu di nsnr loro ospitale ac- assai soddisfatti del buon gusto tutto ita-
coglienza, rallegrarono e edificarono som •
liano de'lrentini. A regolare queste festi-
inamente il popolo tutto, che da parte sua vità e a tenere buon ordine, si distribui-
mostrossi penetrato da sentimenti di te- rono tra loro le parti e nobili e mercan-
nera divozione, e che itìdelebile conserve- ti e artisti; e tutti segndaronsi in fervo-
rà la memoria di queste sante feste, e la roso zeloein instancabile vigilanza;sicchè
gratitudine verso i venerandi prelati che ogntmo dovè ammirare il bell'ordine che
accorsero a celebrarle, e verso il degnis- regnò in tulio, e che non fu pur una vol-
simo vescovo Trento che ne concepiva
di ta turbato dal minimo spiacevole incon-
il pensiero, e splendido le promosse e vi veniente. In ima sala del seminario ve-
assistette giulivo; alla clii evangelica pie- scovile, i bravi alunni per compimento
tà si dovè il munifico tributo di venera- delle feste, alla presenza del cardinale, dei
zione alla gloriosa ss. Religione nostra, in 6 vescovi, degli abbati, del fiore del clero
commemorazione centenaria del gran- molte lin-
e della nobiltà, recitarono in
dioso avvenimento che tanto onora Tren- gue vive e morte varie loro composizio-
to. Alle funzioni sagre volle il saggio ma- ni in verso e in prosa, relative all'occa-
gistrato della città far succedere decoro- sione, e che per la piìj parte furono udi-
se feste e manifestazioni d'allegrezza, non te con aggradimento. Fu eziandio stam-
risparmiando ne spese,nècure.Quasi con- pata una relazione di tutto il qui breve*
tinuo sparo di mortai e cannoni, che dal- mento non che da illustre di-
descritto,
ie torri della città e da' colli vicini si ri- segnatore vennero ritratte dal vero le sce-
spondevano, incominciando dalla solenne ne più grandiose, come la processione e
entrala del cardinal metropolitano, ac- la grande serenata e qm'ndi pubblicale
,
compagnalo e festeggiato sino alla fine con litografie. Fmalmente si fece incide-
delle feste. Distribuzione di numerose co- re da valente incisore una medaglia mo-
pie d'un buon libretto istorico sul conci- rnnncntale di bronzo pel celebrato solen-
lio in discorso, scritto apposita(neiite da ne centenario, e coniala in Mdano.llcom -
ss. teolog. lic. Editio in memoriani dici deltà tradizionale, come quello che nella
XIII dee. MDCCCXLV ornatissime exara- sua capitale Innsbrtick accolse l'impera-
tójMonaslerii Guestphalorum 845. Do- 1 tore allorché fu costretto di partire da
po sì lieti giorni ne successero di tristi
, Vienna.
per l'insurrezione del i^ marzo 184B di La fede cristiana fu predicata in Tren-
lutto il Tirolo italiano, per opera de'ne- lo da s. Ermagora discepolo di s. Marco,
mici dell'ordine, clie riuscirono con falla- secondo l'Ughelli nell'anno 4o dell'era
ci promesse a far armare i pacifici mon- cristiana,il quale vi stabilì per pastore il
tanari, nella generale rivoluzione d'Ita- suo discepolo Giovino nello stesso anno.
lia. Il municipio di Trento domandò al- Ma il suo annotatore Coleti, oltre l'avver-
l'imperatore l'aggregazione della cititi e tire col Gentilolti, che s. Ermagora col
suo territorio al regno Lombardo- Vene- discepolos. Fortunato furono i primi prò-
to, comecliè la provincia è italiana; indi mulgatori dell'evangelio in Trento, alfer-
nel luglio i tirolesi italiani presentarono ma che s. Ermagora non in detto anno,
alla dieta di Francfort l'indirizzo de'due ma nel 78 convertì al cristianesimo i tri-
circoli italiani di Trento
Koveredo, per e dentini. Infatti leggo nelle Vite de'santì
essere sciolti dal politico legamecheli vin- della diocesi di T/rwfó, del sullodafo d.
cola alla confederazione germanica, do- Gioseffo Pinamonti, Trento 1887, eh' è
poclic ad essa nel 8 5 vi si associò l'im-
i 1 tradizione antichissima e autorevole del-
peralore d'Austria co'paesi ledesclii che le diocesi d' Aquileia e di Trento, che s.
gli furono assegnati dal congresso di Vien^ Ermagora discepolo di s. Marco Evange-
Ila, e nominatamente colla piovincia del lista e vescovo d'Aquileia, venne col suo
Tirolo; venne definiti vatnenle or-
il elle diacono Fortunato a predicar il vangelo
ganizsato neli8i6, eil allora quella par-r a'tridentini, ed ambedue ne convertiro-
le del cessalo regno d'Italia, che altuaU no a Cristo parecchi, e che s. Ermagora
mente abbraccia due circoli di Trento i pose in Trento per vescovo Giovino a go-
e Roveredo, venne incorporala al Tirolo vernare la nuova chiesa. De'ss. Ermago-
e con esso alla confederazione germani- ra eForlu nato marti li, quali fondatori del-
ca. Dimostrarono titolesi italiani , chei la chiesa di Trento, se ne fa quivi la festa
idue circoli si estendono dalla chiusa di a' I 2 luglio. Di un santo vescovo e di ab
Verona a quella di Salorno con una po- tri santi parlerò a suo luogo col sacerdo-
polazione di oltre 3 5, 000 anime, o si r te Pinamonti; intanto col medesimo ri-
guardi alle loro origini, a' costumi, alla corderò che si onorano e invocansi nella
^\ (Ì,t1 luogo ove furono marti rir.zali i ss. rii'ca 7.C) mesi, già parlai; si celebra la sua
iSV.v/// ///(), Martirio ed Alessandro (f.), festa la domenica 3.' dopo Pasqua. La se-
e cciliiiitiisi nella sutinnilà d'altissiaiii ru- de vescovile eretta dunque nel ."secolo,
i
a' I j Gennaio, e solennemente nel suo san- pero intervenne a'suoi comizi con voto, ed
Inai io nella Nainna. Di Maia presso Mo- ebbe soggetti nobilissimi vassalli, e al di-
rano e Tiroio fu oriundo s. Corhiniano re dell'annotatore d'Ughelli, et inter eos
(A .), ordinato vescovo ila Papa s. Gre- ipsum Àugustissinium Caesareni taiii-
gorio III e mandato suo legalo in Davie- quam TyrolisComitem,et ante liacMan-
in, divenne pastore di Frisinga: in Maia tuae Ducis, qui beneficiario jiire oppì-
t'dilìco nii tempio a «. Valentino aposto- dum Castellariiah Ecclesia recognosce-
lo della Rezia settentrionale, e presso il baiit. Dice che godeva 3o,ooo scudi di
suo corpo si fece seppellire. Qoe>to s. Va- rendite, e pagava 3ooo fiorini di tasse pei*
lentino nel secolo V era stalo invialo dal le bolle. Enumera l'antico capitolo, mo- i
cun tempo l'onorò qual suo vescovo; ma to,dell'anno yS o 78, avendo anrh'egli
allora poco profittando ili sua predicazio- predicalo la ^HKÌe di Gesù Cristo in Tren-
ne, il santo si portò ad annunziare (>ri«»lo to. Gli successero Abbondanzio, Claudio
e la lieta novella in più altri paesi di Ger- o Claudiano, Magnosio o Mngosio o Ma-
mania con utile di que'popoli. indi pas- goriano, Lambuccio o Sambuzio, Valen-
sò nella Pvezia, cioè nel Trentino, nel pae- tino, Geniale, Felice o Fedele, Valerio,
se intorno a Coirà e nel Tiroio, dove eb- Guarino o Guariano, Magronino o Ma-
be il dono di fare molte e molte conver- iorano, Teodoro, Probo, Montano. Di (pie-
sioni, per le (|uali meritò il detto titolo sti pastori, per le persecuzioni della Chie-
di Aposl(ilo. Finalmente quasi constuualo sa, rUgheili non ne riportale noti/ie,an-
dalle fatiche, si ritirò a Maia, dove nella zi avverte che non ebbero certa sede. In-
quiete si applicò idl'esercizio delle cristia- di registra Ciriaco, Aslerio, Abbomlanzio,
ne colmo di melili fiiù la sua san-
virtù, e che intervenne al concilio d'Acjuileia con-
ta vita. Quando Luitprando re de'longo- tro Palladio e Secondiano eielici ariani
bardi estese conlini del ducato di Trento
i nel 38 I. Giano Pirro Pincio, che dopo
sino al fiume Passiria, il (jualc scorre Ira Tinconiincianaentodel secolo XVI peli.**
Maia e Merano, essi trasportarono il cor- scrisse la Storia de' duchi di Trento^a in-
po di s. Valentino dalla cliiesa cbeavea- sieuìe quella di questa chiesa, Dcm'/V/.v Po /£•
gli s. Coi biniano a Trento, e po-
edificato tifìcuniTridentinorum^ dice che <le'pri-
co dopo duca di Baviera Tassilone, le-
il mii 7 vescovi di Trento, predecessori di
vatolo di Trento lo trasferì in Passavia. s. f^igilio (T\}i nessuna memoria ci resta
Di s. Valentino la diocesi trentina non fa salvo il nome.
can.GiaalbenedeltoGen•
Il
festa. In Bolzano, diocesi di Tiento, nac- tilotti,avendo osservato che in detto con-
(jue Enrico (f,), volgarmente detto di
s. ciliodi Aquileia fu presente un Abondau-
Treviso (y.) perchè in tal città si domi- zio vescovo di Trento, né polendo cre-
ciliò, e quella cillàdopo la beata sua mor- dere esser quell'Abondanzio che succes-
te lo elesse a patrono, il cui culto eslese se nel 1 ."secolo a Giovino, lo collocò (piai
Pio VII alla diocesi di Trento, che ne ce- j)redecessore di s. Vigilio nelle sue giun-
Veneliis iy4^- Égli con esalta critica e paganesimo; e poiché vescovi di quelle i
scelta erudizione dimostra, chela chiesa città non osavano uscir fuori a persua-
di Trento ebbe origine dopo la metà del derli delle verità evangeliche,!! santo non
IV secolo, che il suo [."vescovo fu Giovi- conoscendo timore, portossi intrepido co-
no o Ciriaco, il 2.° Abondanzio interve- là, e mediante l'aiuto dello Spirito santo,
sero diversi trentini a combattere le sue nerdì di maggio del 397. Accorso sul luo-
asserzioni, ritenendo la loro sede vesco- go s. Vigilio rimproverò liberamente i
,
madre sua Massenza e co'fiatelli Claudia- ri pagani, videsi eretto in tutta la vallea
noè Magoriaiio in Trento. Quivi, essen- il salutifero vessillo della croce. Piaccolti
do poco dopo morto il vescovo Asterio da s. Vigilio i corpi de*3 martiri, ne man-
(diMique esclude Abbondanzio qual suo dò parte a s. Gaudenzio di Hrescia, a s.
lelto vescovo successore. Prima sua cura ro trionfo, e parte ne depose nella chie-
fu di purgare colla predicazione delia pa- sa di Trento, ed altra collocò nella chie-
rola di Dio e colla pastorale sua vigilan- sa che costruì a Melo, luogo detto poi
za la città dagli errori ariani. Uscito poi s. Sisinnio e ora Sanzeno. il Tartarotti
nelle terre della campagna, i cui abilauti scrisse le bel lissi me. Memorie i storiche in -
•incora in gran parte sagrificavano agl'i* torno alla vita e morte de' ss. Sisinnio^
tioli, col suo zelo gli ammaestrò e indus- Mar tirio e Alessandro, martirizza ti nel-
se n domandar il battesimo. Imperocché, V Anaunia, ora. Val di JYon, diocesi di
colla divina grazia, confermava la sua pre- Trento^Vanno delVcra volgare 397, Ve-
dicazione con una vita santissima e col- rona 74^. Restava ad unirsi
i ni numero-^
TRE TRE 3o7
so gregge tìcTetleli trentini la vaile di Ren- che visitassero in Maiano la madre. Nel
dena, onde s. Vigilio vi porlo le sue apo- momento in cui fu il vescovo fratello la-
stoliche sollecitudini, ed abbattè l' idolo pidato, vennero anch'essi colf)iti da una
di Saturno di bronzo che adora vasi; in- grandme di sassi, senza patir lesione per
di montato sulla sua base con fervore co- divm prodigio; indi co'detti chieiici por-
minciò ad esortare gii abitanti a conver- tarono in Trento il corpo del martire s.
tirsi al vero Dio, ma essi infiammati d'i- Vigilio. Non si conosce la fine de'ss. Clau-
ra lo circotularono ed a furia di sassi l'uc- diano e Magoriano, ma la tradizione del-
cisero a'2G giugnoneiranno4o."^ocli sua la chiesa trentina insegna che fu confor-
età. Il sagro suo corpo fu trasportato in me alla loro vita e che morirono santa-
Trenlo, coll'accompagno della moltitudi- mente, onorandoli con uffizio di doppio
ne piangendo l'amato pastore, operando maggiore, s. Claudiano a'6 marzo e s. Ma-
Dio molti miracoli nel viaggio. Con mol- goriano a*i5. Il Pinamonti nelle discor-
to onore fu deposto nella basilica da lui se Memorie de' conti di Thimn^ quanto
edificata a'ss. Gervasio e Protasio, perciò alla loro origine romana, e se da Roma
titolari antichi della cattedrale di Tren- si recarono in Trento con s. Vigilio loro
lo, prossima cioè all'attuale duomo che congiunto, insieme co' loro schiavi come *
le successe, onde la diocesi celebra la loro potenti e onorali, non lo crede certo e pro-
festa a' ic) giugno. Il vescovo Federico po- valo. Senza negare che i signori di Tono,
se al sepolcro di s. Vigilio quell' epitaffio ed altri ancora, possono veramente esse-
in versi, che si legge nelT Italia sacra. re venuti da Roma a stabilirsi nel Tren-
Quanto alla madre s. ]VIa>senza, ed a'fra- tino, osserva che poco importa il ricono-
telli di s. Vigilio, i ss. Claudiano e Ma- scere con certezza l'origine loro, quando
goriano, la i .""dopoché il figlio assunse il è indubitato che signori di Tono visse-
i
iicarum Episcopi Fruxiiiensis apud Pi- visse sino alio5i, e non come altri pre*
soniiim colonianiBojorum adlsaciet A' tesero erroneamente sino al 1027. Per cui
thcsis conjluentes anincs occupator an. il Genlilotti non conviene sul successore
855 apud rcgeni Liidoviciun ah Annone Oteiricoo Udalrico III, che l'Ughelli di-
Episcopo Fnixinensis accusatuSy adju- ce notato in un privilegio del io3i e in
diciiun provocatus in puhlico fìojoruni altri documenti del o45 e del o46. Co-
1 i
la transazione fatta nel i i io fra questo gnore di Fornace, tra l'iibbale di s. Lo-
principee Pasquale II, presso ponte Mam- renzo e il signore di Salerno, Ira il comu-
nieo o Mammolo nella strada di Tivoli ne di Mori e quello di Nago, e tulli pa-
(J .J,
e ad altri atti uu imperiali, come in cificò e rese conlenti, come quello a cui
giudicato d'Enrico V deli 16, nel qua- 1 eragli molto a cuore il bene della chiu»a
le il vescovo è appellato Gavarchus. A* A sua gran lode, visse in per-
e dello stato.
delperto 1 o AdeI{)reto restaui» l'altare fettissima concordia col capitolo di sua
dis. Vigilio. II successore Alletnano o Al- catledrale, col clero eco'consoli della cit-
temannodeVonlidi Da viera, fondò il mo- tà di Trento; altrettanto «lon può dirsi con
nastero Subense nella diocesi di Padova quasi tulli i nobili feudalaii, giacché al-
a'canonici regolari, enei ì/^i amnenlò il i cuni di vita perduta furono suoi persecu-
numero de*canoi»ici e ne accrebbe le ren- tori, e altri dimentichi de'loro obblighi
dite; restaurò la cattedrale e la consagrò, di vassalli invece di difenderlo rimasero
riponendo in luogo più onorifico le reli- inoperosi,abbandonandolo al furore dei
quie de'ss. Sisinnio ed Alessandro, e di al- nemici suoi e della chiesa. Tra questi ul-
tri santi. Dissi di sopra, coll'aulorilà del- timi furono conti di Eppan Federico ed
i
l'ab. Pina monti, che laconsagrazione del- Enricodi Piano suoi vassalli, quali mal- i
so Bolzano, e gì' ipocriti conti di Piano dugiare, tollerando piti oltre, il male si fa-
domandarono d'esserne gli avvocali e i ceva raaggioie, rendendosi egli colpevo-
protettori, li vescovo in prova luminosa le innanzi a Dio e agli uomini; trovò che
d'averli perdonali, concesse loio la richie- altro mezzo non eravi se non di sottomel-^
sta avvocazia, contentandosi d'anunonir- tere i ribelli, onde sull'esempio d'altri
liqual superiore spirituale e signore Icnj- santi vescovi, che nel bisogno estremo im-
porale, ch'esser doveano avvocali- per di- pugnarono la spada e si sagrificarono a
fendere e non per ispogliare. Altro nenn benefizio de'popoli, prese 1'
ardimentosa
co ebbe il principato e Adelprtto,nel pre- risoluzione di ridurli al dovere e all'ub-
polenlesignorolto Gundi!)aIdo da Pergi- bidienza, o di periie Dell'adempiere gli
scandalezzava la chiesa. Era a quel tem- presso al laogo, oia città di Rovereto, da
po il popoloso comune di Pergine sogget- uno de'ribelli trafitto di lancia e ucciso.
to nello spirituale al vescovo di Feltre ,
Si dice che Adelpreto fosse arniato e pe-
liei temporale a quello di Trento. L'im- risse in un conflitto; altri ciò negano e af-
peratore Federico 1, persecutore della fermano esser u»orto a tradimento, ed è
Chiesa, non puniva l'iniquità; e le rimo- la piìi probabile opinione. Ancorché fos-
stran?e de' vescovi non erano ascoltate. se perito pugnando, egli difendeva una
Quindi s. Adelpreto si trovò nella ilura giusta causa, che principe dovea sostene-
mancare alTobbligo di prin-
alternativa di re; e morì adempiendo le obbligazioni di
cipe che dovea punire, o di far violen- sovrano amminisliatore, che deve man-
za a quello di vescovo che di cuore pa- tenere l'integrità ilello stato di sua chie-
terno si limitava all'esorlaziord, alle pre- sa, tal quale lo ricevè, per tramandarlo
ghiere, a procurar il bene della chiesa, ed illeso al successore custode, ed insieme il
erano dall'ambizione e dalla cupidigia do- venimento de'poveri. Egli die la vita pei
minati. Non contenti di posseder molti feu- suoi soggetti, pe'suoi figli in Cristo, pe'po -
quello che colla forza potevano de'beni ec- approvò il culto, e la festa sua celebrasi
clesiastici occupare. Questa era manifesta a'27 marzo. Fu accusato s. Adelpreto d'es-
ribellione e oltracotanza accompagnala ser slato aderente e fautore di Federico
da gravissime conseguenze, cui a qualun- I, quando era scismatico e scomunicato,
que costo do veasi porre fine. 11 buon Adel- perchè da esso accettò le beneficenze fat-
preto circondato da si potenti nemici, che te alla sua chiesa, e non sì dichiarò suo
\ieppiù imperversavano, non ricevendo avversario. Lo difende il Pinamonti di-
aiuto uè dairimpcralore, uè dagli avvo- cendo^ che Adelpreto si portò sempre qua!
T II E T R E 3ii
feclele Viissallo tlel l'i
m pei ulule, seM/.a sol- ver santamente per 20 anni ammmistru-
hiu\si tlal Ci«}jo legittiiijo della Chiesa A- lo la sua chiesa, il suo corpo portato ia
Itssamlro HI; ch'egli iiiè a Cesare ciò che Trento fu sepolto nella cattedrale, ipse-
upparleiieva a Cesare, e a Dio quello ch'è (pie numero Beatorum auxit. Del p.Bo-
di Dio. AggÌLUjge:«l vescovi principi di nelli abbiamo: Disseriazione intorno al-
Tieuto erano niembu óeìVI/Jipero (J\) la santità e martirio del B. Adalpreto
Geniianico, e come tali doveano lispella- Alhreto vescovo di Trento, stampata
re e onorare V Imperatore [f .) (e qua- neh 755. Con essa il p. Bonelli per coui-
lunque Sovrano o Prìncipe)^ ancoichè njissione della cillà di Trento , dil^se la
discolo. Questa è dottrina dell'aposlolo s. santità e il martirio di s. Adelprelo, qua-
Paolo, e il nostro Adelprelo la conosce- lità che il Tarlarolti avea messo in dub-
va, e ne fu osservante". Non debbo oc- bio con altra dissertazione. Inoltre il p.
cultare, che il dotto annotatore delButler, Bonelli ci diede; I monumenti della chic'
a'2g maggio, esternò il vivo desiderio che sa di Trento: Notizie della cliiesadi Ve-
alcun dotto scrittore rischiarasse e depu- rona: Antichità Firniiane. Nello slesso
l'asse i fatti e le epoehe,speltanti alla storia 1 178 gli successe Salomone che visse 5
ecclesiastica di Trento e de'suoi vescovi, anni, e che neh 179 intervenne al conci-
e di alcuni santi di somma importanza ; lio di Lalerano Ili celebralo da Alessan-
come sarebbe Alberto o Adelpreto, ueei-
>* dro HI. Diede areligiosi crociferi la chie-
movea collearmi alla ma-
so in quella che sa dell' Ospedale di s. Croce, fondò loro
no contro quelli di Caslelbarco,neiranno ani pio monastero e lo dolo. A' maggio i»
1177; in favore della cui santità (noi la- 1 i 80 consagrò l'aulica chiesa parroccliia-
sciamo le cose come stanno) tanti si riscal- le di s. Nicola di Bolzano; e nel i i 82 au-
darono, volendolo porre sugli altari senza mentò a'consoli di Trento i privilegi lo-
nessun sicuro documento ne d'autori con- ro concessi da'suui predecessori, che Fe-
lenìporanei,nèdi solenne canonizzazione, derico I confermò con diploma presso U-
uè di certo culto inmieraorabile; non ba- glielli. Il vescovo Alberto il governò San-
dando che la ss. Religione nostra vieta a- ni, e edificò il castello di Slenico. Verso
perlamentedi venerare quelli la cui san- ih 190 gli successe Corrado li, virtuoso
tità non sia provata o con falli irrefraga- ed amanle di sua chiesa, alla quale con
bili, o almeno coll'autorilà del culto im- prudenza ricuperò molti beni eh' eranlc
Euemorabile ". Ma col Pinamonli notai, stali distratti; neli2o5 abdicò e si ritirò
che la s. Sede approvò il cullo di s. Adel- nel monastero di s. Giorgio nella valle
prelo vescovo di Trento, il che forse igno- Ocni, forse (juello fondalo dal predecesso-
rò rencomialo annolalore. L'Ugheili lo reA Itemano, ove santamente morì. Nello
chiama .?. Adclpcrtus, e cita Ada San- stesso anno gli successe , dopoché i^apa
ctoriuìi 3Jaitìi, l. 3, p. 707. Lo dice no- Innocenzo 111 ammonì il capilolodi Tren-
minato in più privilegi di l'edcrico 1, il to a procedere all'elezione denlro 8 gioì'*
quale neh 161 confermò cò'due diplomi ni. Federico della nobile e polente fumi-
che riporta, quanto Corrado li avea con- glia Vanga, che emanò provvide leggi pei
cesso alla ( hiesa di Trento, e con altro del popolo trentino, ed amministrò con mi-
1167, scd dia ni Cardac castcllwìi a- rabile integrità. Ornò 1' esterno ediHzio
djccìl cimi oiiinihus suis juvìlus ad ri' della cattedrale, cosimi il coro, restaurò
pam Bcnaci: jura sitar Ecclvsiac acer- la ca[)pella di s. Biagio , eresse la torre
rime defcìidit; e perciò volendo ricupe- Vanga, e compì I' antico episco[)io. Nel
rarle l'occupalo, marciò con un esercito 1207 gli concesse regalie Filippodi Sve-
e restò trafitto di lancia [)resso il castel- viareile'romanie pretendente contro Ol-
lo di Rovereto a'2 7 aprile 1 178, dopo a- Ione IV all'impero, il quale per h prò-
3l3 TRE TRE
lezione d'Innocenzo ìli essendo prevalso, lo per singolari virtù e d'animo forte, col
dichiarò il vescovo suo vicario imperiale quale armata mano respinse da Trento
in Italia e cancellieie. L'Uglielli riporta il detto conte, nel 1282 intervenne al si-
ima sua moneta e la di lui n^ura ornata nodo provinciale d'A(piileia, e recatosi in
col pallio.Sirecòin Palestina alla visita de' Roma ivi morì nel 1289. '" qnesto Nico-
Luoghi santi, ecolpiloda morbo in Acca- lò IV fece vescovo fr. Filippo Bonaccol-
ron o Cesarea, mori a'6 novembre 2 7 e i i ti mantovano, francescano dotto e di san-
fu sepolto nella chiesa di s. Maria dell'o- ta vita. Avendo Mainardo duca di Carin-
spizio germanico. Nel 2 9 fu eletto Adal-
1
1
tia e conte del Tirolo, ed avvocalo delle
perlo ili Uavenslainjdall'imperatoreFe- chiese di Trento e Bressanone, usurpato
derico li fatto suo vicario, ed il suo no- alcuni beni della chiesa di Trento, Nico-
me Papa Onorio
trovasi in più diplomi. lò IV e s. Celestino V scrissero due let-
III nel 1224 consagrò vescovo Gerardo tere Qjinacciose, colle censure ecc'esiasti-
di Cremona, e gli spedì un diploma ri- che, perchè Mainardo restituisse il tolto
prodotto dairUghelli;intervennea'comi- e cessasse le altre molestie, riprodotte dal-
zi provinciali convocati da Ottone duca rUghelli, insieme al diplouja dell'iuqje-
«li Merania. Il capitolo per sua morte e- ratore Adolfo del i 296,col quale concesse
lesseil pro[)rio decano Ulrico o Alderico al vescovo il privilegio delle regalie. Fi-
o Aldrigheltonobile de Campo nel 235, 1 lippo fu Sacrista (F.) del palazzo apo-
che Gregorio IX confermò. Neli25o In- stolico, e Papa Benedetto XI nel 3o3 lo 1
nocenzo IV, con diploma presso Ughelli, trasferì alia seòe di Mantova. Lo stesso
a questa sede da Bressanone vi trasferì Papa da Novara a' io gennaio 3o4 l»'a- 1
Egnone o Egnomò o Egemo conte d'Ep- slatò a Trento Bartolomeo Quirini vene-
pan, al cui tempo fece un'incursione sul ziano. Neh 3 o ad istanza dell'imperato-
I
tri feudi, col consenso de'canonici: l'atto talia. Sostenne liti col prepotente duca di
si tiova neirUghelli. Nel vescovato di E- Carintia e conte del Tirolo, il cui figlio
gnone il crudelissimo Ezzelino 111 da Ro- Enrico re di Boemia gli restituì la valle
mano invase Trento,ondeper le sue per- Flemmarum e altre possessioni tolte al-
secuzioni patite, e per l' insiu-rezioni dei la chiesa tridentina, con atto del 3 4 che 1 i
propri vassalli, dipoi il vescovo nel 261 i si legge in Ughelli. Ad onta della sua sia-
si ricoverò in Vigo, e ricevè ivi a prestan- golar prudenza, fu uno de vescovi che im-
za da Olderico ed Enrico di Visiono rag- posero sul capo di Lodovico V WBavaro,
guardevoli somme, sottoponendo egli a pretendente all'impero, la corona ferrea
guarentigia le rendite vescovili di Sporo. in Milano, ch'era per Trento entrato in
3 t\i\e signori di Visiono erano membri Italia, e siccome scomunicalo e deposto
della casa di Tono o Tbunn. Nel 27 1 1 in- da Giovaimi XXI I, alle slesse pene eccle-
trodusse in Tiento gii agostiniani dal su- siastiche soggiacquero vescovi. Morì nel i
co con comodo convento. Del vescovo En- na moravo, decano d'Olraùlz e segreta-
rico 1 1 rUghelli riporta diplomi del 1275i rio dell'imperatore Carlo IV, conferma-
edeli276tleirimperaloreRodolfod'Hab- to da Benedetto XII. 11 padre dell'impe-
sburg, di composizione e pacificazione col ratore Giovanni di Luxemburgo re di
conte di Tirolo Mainardo. Eaiico li lodu- Boemia, con diploma riportato da Ughel-
TRE TRE 3i3
li dell 3 39 concesse a Nicola e suoi suc- chi avesse osato turbarla , onde le partì
cessori, ed alla chiesa di .Trento, l'arme belligeranti doverono presentarsi a lui
di Yenceslao martire patrono del suo
s. per giurare d'adempiere i suoi ordini. Il
regno, che fece disegnare a pie del diplo* vescovo Giorgio 1 Liechtenstein di Nicols-
iiìa,cioè l'aquila colle ali dislese che fu a- burgo, barone austriaco, preposto di s.
dottata per insegna tanto dalla chiesa che Stefiìuo diVienna, fu nel 1 386 eletto dal
dalla città, promettendo anche a nome capitolo e confermato neliSgo da Boni-
de' successori protezione e difesa ,
per facio IX, il quale poi con bolla riferita
l'assunta avvocazia qual duca di Garin* da Ughelli neh 396 approvò il convenuto
tia e conte del Tirolo. Scrive TUghelli: co'canonici, mentre con diploma del 4o i 1
no Alberto III Cassilo de'conti di Cilia e Però il giusto vescovo conosciuta la cru-
Ortenburg, discussìtque Bavari tyran- deltà de'suoi ministri esattori, che avea-
nidern, Rodulpho IF Austriae duc^ opì- nò cagionato la terribile sollevazione, li
tidante. L'annotatore d'Ughelli poi dice: punì esemplarmente, ed a'nauni accor-
Pactionenij et foedus curii ducibus Au- dò privilegi. Alcuni pretendono che nel
striae Albertus^quae pactio a suc-
i/iiit 14» I fosse vescovo di Trento e cardinale
cessoribus deinde confirmata, et aucta Giorgio Rusca de Rusconi, ma non sussi-
fuit. Nel 370 Frizio e Bernardo di Tono
1 ste, poiché continuava il governo pieno
parteggiarono con parecchi nobili nau- di turbolenze di Giorgio I Liechtenstein,
ni contro altri collegati, perii quali sta- vessato da Federico duca d'Austria e con-
vano Pietro de Tono e suo figlio Simo- te del Tirolo. Celebrandosi il concilio di
ne, dando lo scandalo di portare l'armi Costanza (/^'.), per dar fine al grande sci-
gli uni contro gli altri. La guerra fu ac- sma d'occidente che divideva miseramen-
il vescovo Alberto III nella pa-
canita, e te la Chiesa, nelle sessioni 20 e 21 del
ce comandata inlimò pena di morte a 1 4
1*^} si trailo la controversia insorta tra
VOL. LXXIX. ai
3i4 T^T^E / TRE
i! vescovo e Fcdeilco d'Aiislria, il qnnle 1 che per sorella Ui zio al-
fio) polacco,
l'nven spoglifìlodcl vescovato e tìe'suoi be- l'imperatore Federico 111, al quale e al
ni. Il concilio accordò n Giorgio 1 un mo- duca d'Austria fu caro, e da'principi di
Ditorìo clic Ciiliìiinava pena di scomunica Verona e di Milano potè ottenere in fi vo-
contro coloro die ritenessero i suoi beni, re di sua chiesa la restituzione di molte
ed il presidente di quel consesso in di lui possessioni. Neh 434 intervenne al con-
nome scrisse a parecchi nol)ili e sindaci cilio di Basilea, nel qual tempo i sindaci
della Nannia, accio procurassero di pacifi- diTrento gli fecero giuramento di fedeltà,
care i due principi che guerreggiando da- la cui formola può vedersi in Ughelli. Di-
vano il guasto all'oppressa chiesa triden- venuto il concilio infelice conciliabolo, sci-
tina. Iiìdi il concilio a'20 febbraio 1^16 smaticamente elesse antipapa Felice V di
nella sessione 27, alla presenza dell'impe- Srtvoia, il qu ale nel i44o dichiarò Ales-
ratore Sigismondo , dichiarò contumace sandro falso cardinale, l'intruse nel pa»
Federico duca d'Austria per essersi im- triaicalo d' Aquileia, lasciandolo ammi-
padronito de'beni deJ vescovo di Trento, nistratore di Trento; lo fece pure legato
ed avendolo imprigionalo lo teneva in a latcre in detto patriarcato e in Germa-
carcere. Nella seguente sessione, il duca nia, non che preposto di Vienna,ove mori
alle reiterale citazioni non essendo com- nel i444^*^'^*^6 sepolto nella cattedrale,
parso, fu dichiarato ribelle, spergiuro, e con epitaflìo presso Ughelli, ed in cui si
come tale privalo d'ogni onore e dignità, dice cardinale patriarca e amministrato-
inabile a possederne nessuna, ne lui e né re. Dunque non è vero l'asserto del Ciac-
i suoi discendenti sino alla 2." generazio- conio, Fitae Pont, et Cardinalìiun, che
lìe, e dato in mano all'imperatore, anche nel l. 2, p. gSg, nel riportarne lo slem-
per aver favorito la fuga e proleggere nel- ma espresso con una porta aperta, dice
le sue signorie di Svizzera lo spergiuio che rinunziò lotte le dignità ricevute dal-
Giovanni \X111. Ma l'infelice Giorgio 1 ranlipapa,eche perciò Nicolò V nel 1
44^
peiì di veleno nelle carceri, e portalo il lo confermò nella sede di Trento, come
cadavere nella cattedrale, fu sepolto pres- dissi io pure nel seguire il dolio storico.
so il predecessore vicino all'altare di s. Questi lesse l'UghelIi, ma non l'edizione
Massenza nel 1 4 9, sepolcro che poi non
1
colle giunte di Genlilolti, che c'istruisce
fu potuto rinvenire, dice Ughelli. Ad ì- sulla vera epoca della morte d'Alessan-
slanza del duca Federico, il capitolo e- dro. Nel 1444 §'• successe il tridentino
jesse Giovanni d' Istria suo decano, ma Jjenedelto, dibassa condizione, ma di sin-
Papa Martino V lo ritenne per intruso, e golare ingegno e abbate di s. Lorenzo
per due anni fece amministratore di que- extra miiros^ Eugenio IV, con-
eìelio da
sta chiesa ErnesloAyzero vescovo dlGurk tro il che viveaje
'quale insorse l'ontipapa
ecanceliieredellostessoFederico.Tumub con questi v'intruse Teobaldo, ovvero ciò
tuando il popolo, Ernesto fu rimosso dal fece.il conciliabolo, con lurl>olenla ele-
Pa[>a, e invece nel 14^0 trasferì da Fri- zione. Laonde il governo di Benedetto
singa a Trento Ermanno: però il Colati, non fu libero, ne per tutta la diocesi, mas-
citando Genlilolti, non conviene ne sul- sime nelle parti spettanti a'veneli. Sigi-
r aniininistralore ne sulla traslazione
j smondo duca d'Austria, vedendo cheTeo-
d'Ermanno. ^e\i^2i divenne vescovo baldo gli moise lite, procurò che im 3.°
Enrico Flechel, e Martino V nel 14^4 g'' fosse loro sostituito, e così Benedetto fu
die a successore Alessandro Zanowilz de* tolto: Nicolò V nel 144? fece vescovo un
duchi di Miìssovia (e non Moscovia, co- 3.°, che fu Giorgio 11 de Hake nobilissi-
me, per seguire il Ciacconio, si legge nel- mo austriaco di Slesia, fratello del ma-
labiografia che pubbHcai nel voi. IV, p. resciallo di Sigismondo. Ottimo e lodalo
tri; TRE 3i5
j-»fi«;tnrp,niM»M i! rn«fello dì pfopngnnnoll,e plicita Interduos electos exorata; sed
clairiinperaldie rV'derico III diion di Cn- rum Uldaricus archiduris Austriae suf-
linlia e conte del Xilolo ne! r 4'>H(aimoin fnltus favore Romani profecfus esset ,
mi divenne l'apa Pio //^, già canonico di suamque eleetionem Icgitiuie factani
Trento) licovè quel grazioso diploma di Pontifici proba xset^ Balthestainus cau-
Per le
regalia, die produsse rUglielii. fa- sa cecidilj at Uldaricus ah Innocentio
zioni de'principi o feudatari fu esilialo in Vili confìrmatus^ ac consecratuSy Vi-
B«dgaria,etranquiilatnenle!5o(Fiì l'infru'- ctor Tridentian rediitì ^SSf summaque
Innio, assumendo l'amministrazione del populi gratula tionc exceptus estMeì se*
principato rarcidnca Sigismondo. Resti- guenle Federico III con diploma gli con-
tuito alla sede, mor\ d'idropisia a Malrino fermò le regalie, e morto nel 1493 fu tu-
diocesi (liRressnnone nel i 4^^^, e pf>rtatoin mulato con epitaffio nella cattedrale. Il
1 lento fu sepolto pre'sso s. M assenza con successore Udalrico W Liechtenstein ti-
lipide. Nello stesso gli successe Giofanni rolese e canonico di Trento, fu lodato pa-
Hinderbach d'Assia, canonico preposto di store. Morto nel 5o5, gli successe Gior-'
1
Trento e legalo di Federico a Papa Pao- 1 1 1 gio III Neydeckius o Neydeck nobile au-
lo li, onde fu consagrato nel 466 in Ro- i striaco per favore di Massimiliano I. In-
ma, e l'arciduca d'Austria Sigismondo gli di neli5r4 «1 celebre Bernardo Clesioo
restituì la cititi di Trento die da molti an- C/0.9.V tirolese, arcidiacono di Trento, pro-
ni occupava. Con esso e insieme al capi- tonotario apostolico e segretario di Mas-
tolo, il vescovo rinnovò la confederazio- similiano I, preside quindi di Verona e
ne, e l'imperatore con diploma divulgalo legalo a vari principi per Carlo V,allacui
da Ughelli gli concesse un privilegio, con- coronazione assistè in Bologna, ove Cle-
fermalorioalle regalie die godeva la chie- mente VII ad istanza dell'imperatore lo
sa di Trento. Fu a suo tempo die dalla creò cardinale; nella coronazione tiguiò
valle Naunia si trasferirono in Trento nel nella splendidissima cavalcata, poscia fu
vescovo Udalrico 111 deFrundesberg no- tare con Ferdinando re de'romani par- I
Bressanone. Dum autcm elee tio futura scovile; e la gran medaglia coniata ni
ronsultationis tru ti/in sus'j)cndituì\ Fe- vescovo colla sua efìigie e gli stemmi di
dericus III impera tor a Pontifìce con- Trento e il proprio gentilizio, col motto:
tra jus eligendi irnpetrarat, ut veliere- Lìutas. Morì a'xf) luglio ,')3f) in Bres- 1
ma e sepolto nella cappella gentilizia del- tani scalzi; in Caldano neh 645 fran- i
te dello zio che fu deposto in s. Onofrio tini furono estremamente lieti e poi mol-
di Roma. Nelle addizioni a\V Italia sacra to contenti della sua condotta, siccome
il Coleti descrive la biografia di Carlo e ornato di singoiar mansuetudine, mode-
suoi successori, il quale restò vivamente stia e pietà. Al suo tempo si scoprì la fon-
reca, una tazza d'acidole o un uovo. Ten* fu fatto suo coadiutore con futura suc-
lo di riaccendere in Trento raccademia cessione Francesco Felice Alberti diTren-
degli Accesi^ istituita dal cardinal Carlo lo, vescovo di Melitopoli in partibus: gli
Matlrucci. Morto in Trento nel Castro successe a' 7 settembre 1758, e dichia-
Boni Coiisìlìi^o palazzo vescovile e prin* rò suo" vicario generale Leopoldo cav. di
cipesco,a*i febbraio 1677,1! capitolo con- Thunn arciprete di Bono. Nel 1763 Cri-
cordemente a'3 aprile designò a successo- stoforo Sizzo di Trento. Avendo Bene-
re Francesco de Alberti nobile di Tren- detto XIV nel £75 1 soppresso il patriar-
to e originario di Poia, già studente nel cato d'Aquileia, istituì le sedi arcivesco-
collegio germanico di Koma, vicario ge- vili di Gorizia (^.) e d' Udine, ed a Go-
nerale del vescovo Carlo Emanuele Ma. rizia tra le chiese sutfraganee assegnò
drucci e arcidiacono della cattedrale,dot- questa di Trento; ma avendo il clero e il
zioni, e die avrebbe potuto fare un go- Pio VII concesse il privilegio di nomi-
verno migliore, se avesse avuto sempre il nare alle sedi vescovili di Trento e diBres-
coraggio di coinandare a lutti. Nello slés- sanone, all' imperatore d' Avistria prò
so giorno di sua morte, di pieno diritto tempore. Leone XII nel concistoro de'?./}
gli successe il coadiutore Emanuele Ma- maggio 1824, preconizzò vescovo diTren-
ria, in tempi difliciiissimi pel narrato su- to Francesco vSaveriode'principi Luschin
periormente. Pel Iratlalo di Luneville, della diocesi diGurck: quindi lo slessu
non polendo più reggere il principato Papa Ubi prìnium, de'7 mar-
colla bolla
teajporale, in conseguenza pure della di- zo 8-25, Bull, Hom, cont. I,i6, p. 3o4,
1
chiarazione fatta nel febbraiaj 8o3 dal- fece una nuova ordinazione dell'arcive-
limpeialore Francesco II, (l'aver occu- scovato di Salisburgo, e delle diocesi di
pato il principato di Trento, e pienamen Trento e di Bressanone; stabili i ca[)i-
le e immediatanseiile unito alla fedelis- toli eia dotazione, così quella delle men-
sima provincia del Tirolo, ebbe a soiFii- se vescovili e de' seminari, concesse pri-
re, anche qual vescovo, molle e gravi tri- vilegi, e fra' sulfraganei che assegnò a|
bolazioni e fin l'esilio, cioè per le novità inelropolitanodi Salisburgo, comprese vi
tri in flìccia a quel potente cattoliche ve- vaio di Leòpoli (donde poscia nel i836
rità,che da quello e da' suoi consiglieri Io trasferì a quello di Gorizia), nel con-
male si conoscevano, o volevansi oscura- cistoro de' I gdiceuibrei 834 dichiarò ver
le, come schiettamente riferisce il lodato scovo di Trento l'attuale mg/ Gio. Ne-?
Pinanionli. Spese molto nel migliorare pomuceno Ischiderer aGIeifheim di Bol-
e restaurare i fondi e le case del vesco- zano diocesi di Trento, già da lui fatto ve-
vato, e lasciò de'proventi ecclesiastici u- scovo d' Elenopolì in partìbus, qual suf-
sulruttuari i vescovi suoi successori, isli- fraganeo del vescovo di Bressanone e pel
Inciido suo nipote, il conte Guidobaldo, distretto del Vorarlberg vicario generale,
erede ^oltanto del proprio patrimonio. per le sue esimie qualità. Ogni nuovo ve-
iNe'funerali, beila orazione recitò il dot- scovo è tassato ne' libri della camera a^
to ed eloquente prof. Benvenuti di Tren- postolica ili 600 fiorini, ascendendo la
\ lo, per la sua morte avvenuta nel 8 8. i 1 mensa a r 5,ooo fiorini gravati di pensio-
In questo Pio Vii emanò la bolla Jsjc ini- ni. La diocesi di Trento è vasta, conile-
TRE TRE 3j9
ne più luoghi e cillà, e 14*2 parrocchie. Ilo non avrebbero fatto che consumare il
Al preseli te,tlopo che fuvvi aggregata una loro Scisma e porre l'ultimo sigillo alla
parte di quella svizzera di Coirà, cioè il loro funesta separazione. Questa idea fa-
Meranese e la Valveuosta, vaie a dire ceva grande impressione sull'animo af-
5o,oooaiHine,il numero de'fedeli asceu- flitto di Clemente TU
[1.). I principi
de a pili di 400,000. cristiani furono in tutto questo intervallo
di tempo fralorodivisida continue guer-
Concilio generale di Trento, re, oltre quelle della Turchia (V.) da cui
erano molestati, precipuamente Carlo V
L'ulliino Ira' Concilii e Sinodi (P''.) imperatore ron)ano e di Germania (P\)
generali Ecumenici ( f^ .)h c{ì\q^\o di Tren- e sovrano della possente monarchia di
to, T'ridcntinum, q^^qWaXo per la sua ce- Spagna (^.), e Francesco I ed altri re
lebrità col nome di Sdgrosanto, inipe- di Francia (f''.)y non che Enrico Vili re
rocclié non vi è concilio o sinodo alcuno d' Inghilterra (F,), il postiglione della
in cui come nel Tridentino sieno state pretesa riforma de'sedicenli Riformati e
abbracciate tante materie nel dogma, nel iVbv<7/0Av (/^.);ecolpa la loro mutua dif-
costume e nella disciplina ecclesiastica, fidenza, non poteano convenire sul luo»
uè meglio trattate die in esso; laonde può go in cui dovesse tenersi il concilio. Si
riguardarsi, e si venera, come l'immagi- avrebbe dovuto convocarlo in una cillà
{^.), princip;dmente de* Luterani (f^.J cun concilio, o lo volevano sullo condi-
e Protestanti (f.) in Gerinaiday iSVe- zioni che rovesciassero in tulio la costi-
zia, Danimarca e Norvegia (V.) ; de' tuzione della Chiesa. Essi domandavano
Zuingliani(V,) nella Sv>izzera(^F^.) e al- inoltre con alterezza che fosse tenuto in
trove; de' Calvinisti ^F.) massimamen- Germania, ove sapevano troppo bene che
te in Francia, Scozia e Paesi Bassi i vescovi delle altre nazioni non sarebbe-
(A.); e il deplorabile rilassamento della ro mai venuti. Era allora la Germania
Disciplina ecclesiastica {f^.)^ per risto un teatro di sanguinose discordie, di se-
rare la quale Dio suscitò il patriarca ile' dizioni e di omicidii, un focolare di er-
chierici regolari s. Gaetano che avea isti- rori gli ecclesiastici vi erano continua-
;
tuito i Teuti/u [f^\)y indi s. Ignazio Loio- menle esposti a mille avanie, e la loro vi-
la i Gesuiti (/^.), ec. Si credeva da pri- ta era sempre in evidente pericolo. Da
ma, e l'eresiarca Lutero lo prometteva, ciò vennero que'molli negoziati fra'prin-
che quando il Papa, vescovi e le univer-
i cipi e i luterani, che dierono tanto da fi-
kilà avessero dato il loro giudizio sulle re alle paterne cute de'rumani Ponteiici
nuove dottrine, tulio si sarebbe rime.>«>o pel trailo di -'.o anni. Clemente VII vo-
all'ordine. Ma
conobbe ben [)re!>lo, che
si leva la j)ace tia'principi cristiani,e la soni-
l'autorità non avrebbe ridotto :iul buon missione de'lulerani prima di convocare
sentiero gli sviati, accecati ilalle molle 1» il concilio; ma poi cede, riguardo a (jue-
IO passioni; che le deci»iuui d'un cuuci- sl'ullimu condizione, (|uantimquc si ri-
3^20 T II E TRE
conoscesse ed anco la nece«-
la giustizia, ro i principi protestanti, che non voleva-
silk della domanda del Papa. Tuttavolta no un concdio dove il Papa e vescovi
i
nese gli successe col Paolo III nome di tendesse a influenzare e tenere in ischia-
(/^.), e questo nuovo Papa divisò, come vitìi padri del concilio. Però trovossi
i
avea fallo essendo decano del sagro col- egli molto imbarazzato, per non avere
legio, che si dovesse procedere, senza tempo bastevole da avvertire la cristiani-
prendersi pensiero, né delle dispule de' tà di questo cambiamento, prima del ter-
principi, né de'raggii de'prolestanli, ed i mine stabilito all'apertura del concilio.
ebbe ferina speranza di venirne presto o Tenne perciò un concistoro segreto, al
lardi a capo. Ne s'ingannò; Dio avea ri- quale chiamò gli ambasciatori de' prin-
servalo a lui la gloria di convocare il gran cipi, e li pregò a dover render conio ai
concilio. Passarono nondimeno quasi io loro padroni delle condizioni senza le qua-
anni in negoziati e in convocazioni inu- li il duca di Mantova non voleva acco-
tili. Subito dopo la sua esaltazione aveti* gliere il concilio nella sua città, e delle
do ripreso l'affare del concilio, tenne so- ragioni che impedivano a lui di accettar-
pra ciò molti concistori, scrisse molli bre- le, e quindi della sua intenzione di pro-
\i, inviò molti legati e nunzi s\ a'catlolici rogarne la convocazione al (."novembre
die a'proleslanti, e nulla valse a ritrarlo susseguente. La bolla della prorogazio-
dal suo diseguo, ne viaggi da lui stesso ne fu pubblicata a'20 maggioi537. Pao-
ìnlrapresi,nè rifiuti, né cattive accoglien- lo 111 fece in appresso proporre a'prin-
ze fatte a'suoi inviali apostolici. Quindi cipi cattolici una delle città della repub-
colla bolla Ad dominicìs gregì.s cura, de* blica di Venezia, dopo averne avuto da
4 giugno 536, Bull. Ro/n. t. 4, par.i,
1 essa il consenso. Pubblicò quindi una bol-
p. «43, sottoscritta da Paolo III e da 25 la l'S ottobre dello stesso anno, colla qua-
cardinali, il Papa solennemente convocò le convocò il concilio a Vicenza [V.) pel,
le. Inoltre egli mandò legati a tutti i prin- cipi di Germania non vi conset»tirono, e
cipi cattolici e protestanti, per notificate l'apertura del concilio non potè aver luo-
loro questa convocazione: non ebbe essa go. Fu dunque il Papa costretto di so-
il suo effetto per alcune ragioni accenna- spenderla sino al giorno ch'egli indiche-
ledalloSpondano negli Aìuial. eccl. an. rebbe, e pubblicò la bolla di questa so-
1 536, u." 1 5, perchè in sostanza rispose- spensione a'25 aprile 1 538. Dopo la eoa-
T II E TRE 321
feronra avuta da Paolo HI in Nizza con nostri hujus PontìficatiiSjn*23 maggio
Carlo V e con Francesco I, trovossi an- 1 54*2, Bull. cit. p. 207, e la pubblicò a'
cora obbligato dalle loro rappresentan- 29 giugno festa de'ss. Pietro e Paolo, di
ze a indugiar rapertuia del concilio si- convocazione del concilio a Trento e di
no a l'asqiia; ma con tulli questi ritardi, sua apertura nel i. "novembre festa d'O-
nessuno Quindi il Pa-
recossi a Vicenza. gnissanli. Elesse a presiedervi cardina- i
pa, temendo con ragione che non si so- li Parisìo, Polo, e fioroni (F.) apposi*
spettasse di tener egli a bada il mondo tamente annoverato al sagro collegio, in-
con un concilio immaginario, risolse nel sieme al vescovo e signore di Trento Cri-
concistoro de'3 maggio iSSg di proro- i stoforo Madrucci, per aggiungergli au^
garlo per un tempo indeterminato, cipè torità e affezione di promuoverne l'im-
sincliè si presentasse un momento favo- presa. Al loro arrivo a Trento vi trova-
revole per celebrarlo. In questa bolla egli rono sì pochi vescovi, che non se ne fece
ricordò la premura cb' erasi dato, e gli l'apertura nel giorno indicato. Al coraio-
ostacoli che avea incontrato; promise in ciamento del seguente anno vi giunsero
pari tempo d' adVettare la convocazione in qualità d'ambasciatori dell'imperato-
del concilio per quatìto gli fosse possibi- re i due Perenot di Granvela, uno de'
le. Passò ancora dell'altro tempo in trat- quali cioè Antonio fu poi cardinale. Vo-
tative inutili; il Papa propose diverse cit- lendo Carlo V rovesciare sugli altri la
tà d'Italia e di altri stati, ma i protestan- colpa del nuovo indugio, scrisse al Papa
ti le rigettarono tutte, perchè volevano che i non potevano es-
ritardi del concilio
assolutamente il concilio Germania, co- in sere imputati a lui, poiché egli vi avea
lo Ili insisteva dal suo canto per Cam- gli rispose, che concilii si doveano te-
i
bray, città allora libera, perchè tenevasi nere con vescovi, non con ambasciatori,
in perfetta neutralità con tutte le poten- e quindi due ambasciatori ebbero ordi-
i
a fue perchè l'accettasse Francesco I, il gheria. Sul finire del i 544*'*s*^"dosi con-
quale vedea mal occhio di il concilio in clusa la pace fra Carlo V e Francesco I,
un feudo dell'Austria, ed i princi[)i lu- per la quala il Papa gli avea mandalo il
terani fecero i loro separati protesti con- cardinalMoroni,si riprese l'affare del con-
tro il divisamento di Paolo ili di voler cilio, l cardinali del Monte, Ccr\'i'/ti e Po-
presiedere il concilio personalmente. II lo (l.) furono scelti a presiedervi, i qua-
Papa non perde un istante di tempo, fe- li arrivati a Trento, non vi trovarono che
ce stendere e sollosci istsc lu bulla lii'uio il vescovo di Cava invialo dal Pupa ia
322 TRE TRE
rjiialilàflicommissai io, per farvi le piov- bedue le volle: Placet. Allora Ercole Sa»
vjgioni. Convenne acliin(|ue star ancora veroli , promotore del concilio , richiesa
aspettando, iìncUè a mano a mano giun- che di tutto si rogasse istromento, sul de-
sero alcuni vescovi e ambasciatori. La creto intorno al cominciamento del conci-
critica ciicostanza in cui si trovavano gli lio. In line si cantò il Te Deufn,e spoglia-
jalfari della religione in Germania, so- lisi tulli degli abili ponliQcali, i presiden-
s{')inse il P{»pa a dover dare ordini asso- ti tornarono alle loro abitazioni accom-
luti perchè si facesse l'apertura del con* pagnati da'padri e preceduti dalla crocej
cilioa'3n)aggio,ma quest'ordine non ven- intervenendo a questa i, "solennità, oltre
ne eseguito peicliè si riceverono nuove ilegati, il vescovo di Trento cardinal iVIa-
e ivi cantatosi il P^eni creator Spiri tus, e quelli ancora degli Angeli e di tutta la
si mossero a processione, precedendo gli Chiesa. Cosi fini la Sezione I del conci-
ordini regolari, succedendo le collegiate lio ecumenico di Treikio. La 2,.^ sessione
e il resto del clero, appresso i vescovi, e si tenne nella chiesa di s. Maria Maggio*
(inalmenle i legati seguili dagli ambascia- re, insieme alle allre, come dis-ii in prin-
tori ilei re de'romani. In([uesla forma an- cipio, lo non intendo neppure in breve
darono alla cattedrale di s. Vigilio, in cui tesserne la compendiosa storia siccome ,
celebrò solennemente il cardinal DelMon- vasto e grave argooiento che richiede vo-
tei, "legato, e poi in nome del Papa cou- lumi, e non parte d'un articolo di Dizio-
cessea lutti i presenti l'indulgenza plena- nario quasi enciclopedico; njolto meno
ria, imponendo loro che pregassero perla di riportare isuoi venerandi canoni e san-
pace e per la concordia della Chiesa. Con- tissimi decreti, In genere molto parlai di
tinuossi con un'orazione latina detta dal questo concilio a'iuoghi relativi, così ri»
so apostata e ipocrita Ir, l\iolo Sarpi ve- Romana Chiesa , ove insieme rifiutasi con
neto servita, uno de'piìi violenti neniici autorevoli testimonianze una storia fal-
ile'Papi e della curio e corte romana, co- sa divulgata nello stesso argomento sol"
nosciuto anclie sotto il nome ana^rdi»' to nome di Pietro Soave Polano, ora il-
ria nel 1619 a I^ondra con questo titolo; cumenici et gcneralis Conc, Trident, ac-^
Historia del Concilio Tridentino^ nella cesserunt notacy Romaei763, Canones
quale si scoprono tutti gli arti/icii del- et dei^retaSacrosancti Oecumenici Con»
la Corte di Roma, per impedire che ne ^ cilii Tridentini ^ sub Paulo Ilt^ Julia
la verità de* do^nii si palesasse, ne la III et Pio IF' Pontificibus Maximiscuni
riforma del Papato Chiesa si
et della Pàtruni subscriplionibus, Uomae in coU
trattasse. Di Pietro Soave Polano, Pe- legio Urbano de Propaganda /ìV/ei 83^,
lò a contrapporre A infan)e storia abbia- Canones et decreta Co nei Hi Tridentini
mo l'eccellente e preziosa Storia del Con-* exeditione romana an. 834 repeti ti ^ac- \
cilio di Trento tiel celebre gesuita poi cedunt s, Congr, Card. Conc, Trid, in-
cardinal Sforza Pallavicino (/'.), che la terpretuin declarationes ac resolulio-^
icrisse in italiano ptirissimo, due volte la nes, ex ipsoresolutionuni thesauro Bui*
limòpercbè riuscisse pulitissima nella lin-r larÌQ romano et Bened,KIV S, P, ope-»
glia usata,e fu stampata iuRoma neh 656, ribusy et Constitutiones Pontifìciae re
e fìnoa'nostri giorni fola migliore edizio-r centiores ad jus commune spectantes «
ne, tratta e composta siti docu utenti del- Bullario romano selectae assumpto so-
l'arcliivio della s, Se{\ii, dove sono tutti i ciò Federico SchulteJ, U, Dedidit -/,/^,
T'rattati e le Memorie originali di que» Richter J. U. D., Lipsiaec853, Il Sarpi,
sto concilio. Il p. Gianiballìsta Gialtini che visse da vero protestante coli* abito
gesuita di Palermo la trasportò in latino da frate, scrisse la sua falsa e riprovevo-
^ fu stan)pata in Anversa, e ristampata le storia con continue invettive, piena
con molle giunte in Augusta nel 7 55. La i d'intolleranti sarcasmi ed acrimonie, tut-
medesima diligente storia corredata di ta quanta riboccante d'iracondia, insul-
uote e di dissertazioni, e della vita del car- tante, ironica, dispettosa, All'opposto, il
zione della dottrina, non aveano autori- ìiia (del quale vocabolo anche a Sede A-
bre Jacopo Bossuet[F.) lo convinse ca- lati, non per soddisfavìi nel concilio, ma
rilalevohnente, e gli fece vedere che sba- per informarne il sommoPontefice,il qua-
gliava, di che egli riconobbe e corresse il le vi applicherebbe gli opportuni rimedi.
suo errore e lo ritrattò. In molte sessio- Nella congregazione de'5 gennaio 1 546
ni i decreti per la riforma de' costumi e si trattò della maniera di proporre le que-
per la disciplina, soprattutto del clero, stioni: si decise sull'avviso del Papt», che
\engono dietro a' capitoli e a* canoni di quelli ch'erano incaricati di procure noa
dottrina. Le congregazioni si cominciaro- avrebbero voto deliberativo in concilio.
no a tenere nell'intervallo tra la i."* ses- Si agi lo lungamente sopra il titolo, che
sione e la 2."; nella i.^congregazionede' 18 dovea darsi al concilio; imperciocché la
dicembre 1 545>,ilcardinalDel Monte pro- forinola, dalla quale doveaiio cominciar-
pose alcuni regolamenti pel buon ordine si i decreti, e che il Papa avea spedito ai
durante la tenuta del concilio, e regolò legati , cagionò molte dispute. Era ella
chesi esaminassero le materie che dovea- concepita così : // santo e sagro Concilio
no essere trattate nelle congregazioni e di Trento Ecumenico e Generale, pre-
nelle sessioni, e la maniera onde si fareb- se dentivi i legati della Sede apostolica.
be questo esame. 1 legati fecero approva- Or maggior parte de'padri del conci-
la
re da'padri,che il Papa eleggesse gli udì- lio erano d'avviso, che fosse d'uopo ag-
ziali pel concilio. Nella 2.'' congregazio- giungervi: rappresentante la Chiesa «-
ne de'19 dicembre l'arcivescovo d'Aix e niversalej a^in volevano levarci il nome
il vescovo d' Agde pregarono i legati di di presidenti, ma si ritenne la formoladel
non trattar uuUa di essenziale prima del- Papa. Fu disposto, che si stabilirebbe uua
TUE T R E 32%
congregazione per ogni materia che si sognava trattar insieme le materie della
dovea liallar nel concilio, e che si elegge- fede e quelle della riforma.' Nella 3.' si
ichbeio persone per formare decreti, in- i fece la lettura delle lettere scritte dal con-
torno a'quali ognuno direbbe il parer suo cilio a' principi. 1 vescovi del concilio si
nelle congregazioni generali. Sezione II divisero in 3 classi per radunarsi negli ap-
de'7 gennaio! 546. Vi si trovarono 3 le- partamenti de'3 legati, prima di portare
gati, il cai dinal di Trento, 4 arcivescovi, le loro deliberazioni alla congregazione
28 vescovi, 3 abbati benedettini, 4 gene- generale, aflìnchè vi fossero ricevute con
rali d'ordini e intorno a 20 teologi. Fu meno d'alterazione, e si fece la scella dei
letta una bolla, che proibiva d'ammet- padri che doveano comporre queste 3
tere al voto decisivo i procuratori degli classi; indi si decretò la pubblicazione nel-
assenti, eun decreto ch'esortava fedeli, i la pi ossima sessione del concilio di Costan-
ch'erano a Trento, a vivere nel Umore tinopoli. Sezione Illòe^ febbraio 546. i
di Dio, e pregare con assiduità, e a ben Fu letto il decreto, che esortava i padri
adempiere a'doveri di religione. Si racco- a metter nel Signore la loro fortezza e fi-
mandò a' Teseovi e i\' Monaci di menare ducia, e nella sua virtù onnipotenle;e che
una vita irreprensibile, di digiunare ogni ordinava, che il concilio cominciasse dal-
venerdì, d'aver una mensa frugale ec. 11 laProfessione di fede. Si esaminò il ca-
concilio esortò tutti quelli ch'erano ver- none de'libri della Scrittura sagra j fa
sati nelle lettere sante, di applicarsi cia- convenuto d'approvarlo: si nominarono 6
scuno con una seria attenzione all' inve- commissari, per esaminare passi, che ne i
stigazione de'mezzi, co'quali la santa in- fossero stali alterati. Si disputò lungamen-
tenzione, che si era avuta nel raunare il te sull'autorità del testo originale, e del-
concilio, potesse essere adempiuta. Si rac- le versioni e particolarmente della VoU
comandò a tutti i membri dell'assemblea, gala, e fu concluso, dietro il parere del
conforme agli statuti del concilio di Tole- francescano Andrea Yega spagnuolo, che
doy che nel tenere le loro sessioni non sì laVolgala dovea essere dichiarata auten-
lasciassero trasportare da indiscreti schia- tica, vale a direche non conteneva nien-
mazzi, né da ostinate contese; ma che o- te in contrario alla fede, né a'buoni co-
gnuno procurasse di moderare ciò che do- stumi, quantunque vi sieno alcune espres-
vea dire con termini sì affabili e onesti, sioni non del tutto conformi ni testo ori-
acciò quelli che l'udissero non ne fossero gina le, perchè ella era rispettata dallaChie-
scandalezzati. Si lenneio poi parecchie sa, e gli antichi concilii se n'erano servi-
congregazioni .Nella 1.""si rinnovò la dispu- li, come quella ch'era immune d'ogni er-
ta sopra il titolo de'decreti, volendo mol- rore, quanto alla lede e a'buoni costumi.
tiche si aggiungesse: Bappresen fante la Si lesse il Simbolo Nice no ^ e se ne fece
Chiesa universale. Fu convenuto di a- il decreto; indi s'indicò la sessione seguen-
spettare che il concilio fosse numeroso
, te. Si tennero parecchie congregazioni so-
per impiegare questo titolo olla testa dei pra la tradizione , cioè sulla dottrina di
decreti i piìi importanti, e si conveuneche Gesù Cristo e degli Apostoli, non dichia-
si aggiungerebbe alle parole diiS'<7«/oeiS'6f- rala ìie'libri Canonici^ eano'ì venula per
gro Concilio^ quelle di Ecumenico e U- successione, e che si trova nell'opere dei
nìversa le. Fm'vno proposti i 3 capi, ch'e- padri. Si esan)inòrarticolo de'sensi e del-
rano l'oggello del concilio, cioè l'estirpa- l'i nler prelazioni dellaScrillura stessa. iSV.r-
zione dell'eresie, la riforma della discipli- sionelP' dell'H aprile 546. Furono letti 1
na, e l'unione tra'piincipi cristiani. La t?,.* d uè decreti, il 1 ."sui libri della s. Scrittura,
fu sopra l'esame delle n)aterie: dopo mol- il quale contiene, che il s. concilio riceve
la bocca stessa di Gesù Cristo, ovvero del- follia di quelli che la rigettano, e in pari
lo Spirito sauto, e conservale nella Chiesa tempo per dare al dolio autoreargou»en-
cattolica per una serie non mai interrot- lo del tantoamore ch'egli porla a'sosle*
ta, e che con egual rispetto egli le abbrac- nitori delle .sagrosante verità della fede, e
cia. Poi il decreto riferisce il catalogo dei di ammirazione al medesimo per aver
Lihìi santi quale è nella Volgata, e il
tal con tanto studio e copiosa erudizione bi-
concilio pronuncia Anatema contro co- blica trattalo lodevolmente un argomen-
loro, che non gli ricevono come canoni- to gravissimo e importantissimo. Sessio-
ci. 11 2.'' decreto dichiara autenticala ver- ne /'de'17 giuguoi 545. Primieramen-
sione della Volgata, come approvata nel- te vi si lesse il decreto della fede intorno
la Chiesa da lunghi secoli; ordina ch'ella al Peccato originale, il quale contiene 5
sia impressa con tutta la diligenza possi- canoni, che sotto pena Scomunica pre- di
.bile; proibisce di valersi delle parole del- Che tiAòmoi^Uomo
scrivono di credete:
la Sci illura in usi profani; vuoleche quel- avendo trasgredito il comandamento di
liche ne ffinno deirap[)licazioni ridicole, Dio nel Paradiso terrestre, decadde dal-
ovvero se ne servono in cose di Supersti- lo slato di santità e di giustizia, nel qua-
zione siano puniti, come profanatori del- leera stabilito, ed incorse la collera di Dio,
la parola di Dio. Nella congregazione vi la Morte, e soggiacque al potere del Dc'
si trattò degli abusi intorno alle lettere di monio. Che la prevaricazione d' Adamo
Ideologia e a Predicatori j^'ì estese la pre- fu pure pregiudizievole alla sua posteri-
benda Teologale; si discusse dell'esenzio- tà, per aver introdotto il peccalo nel mon-
ne de' Regolari; sopra la Residenza dei do, avendo lutti peccato in un solo, e per-
\escovi,e se sia ella di gius divino ovve- ciò la morte passò in tulli gli uomini, i
ro ec( lesiaslico. Si esaminò il dogma , e quali furono redenti pe' meriti di Gesù
primieramente quello del peccato origina- Cristo, Salvatore e Redentore del gene-
le,che fu diviso in 5 articoli, i. "Della na- re umano, sagramento del BattesimOf
pel
tura di questo peccato; 2." della maniera, conferito secondo la forma e l' uso della
onde si trasmette ne'discendenti; 3.° dei Chiesa, senza il quale non si può entrare
mali che cagionò al genere umano; 4»" in paradiso. Poi il concilio dichiarò, che in
del suo limedio; 5.° qual sia l'efìlcacia di questo decreto non era sua intenzione di
questo rimedio; 6.° si esaminò la questio- comprendere la beata e Immacolata Ver-
ne della Concezione della ss. Vergine^ ma gine Maria Madre di Dio, e che in questa
il concilio ne parlò nella sessione seguen parte si del)bono osservare le costituzioni
te. Si può vedere : Sessio IP^ Concilii di Sisto 1 V, poiché vari furono ì pareri so-
Tridentini vindicata^seu Introductio in pra il qualificare per maggiormente pia
Scripturas Deutero-canonicas Veteris la sentenza affermativa, al modo che nar-
Testamenti in trespartes divisa j per sa- rai nel voi. LXXIII, p. 42,>>e'miei Cen-
cerdolem Aloysiiun Vincenzi sanimau- ni storici intorno al glorioso e decretato
rensem in. romano Archigymnasio Ut- dogma dal sommo Pontefice Pio IX del-
ter arum hebraicarumprofessoremy Ro- l'Immacolata Concezione di Maria Ver-
mae 1842-44 lypis s. Congregai, de Pro- gine Madre di Dio. Si esaminarono pun- i
propone, cioè che sempre più chiara ap- altre che si eseguiscono dopo la giuslifi-
TRE T R E 3 '2
7
cagione. Nulla si slahilì suH'nrlicolo del- nlentnnionlo quasi compito del gallicani-
ia Jù'sidcnza ^ìtìS divino, imperocrhr
i\'ì smo del clero fifincese , lo rilevai anche
ilPapa avea sellilo a'Iegnli, che non pei- nel voi. LXXYIl, p. 5S). Nella r .='coi.-re-
mettessero die si agitasse avanti rpiesla gnzioiie si chiamino: i."La materia della
questione, trattandosi solan»entedi rifor- giostifJca/ione, cioè il passaggio rbillo sia»
mare gli abusi, e siccome la non residen- lo del peccato a quello della grazia, o pel
za n'era uno, così bisognava pensar sola- cambiamento die avviene quando un uo-
mente alle pene , che il concilio poteva mo diventa giusto e sfaulo, di peccatore
imporre per arrestare questo abuso. Si ed empio ch'egli era; ciò che si fi per l'in-
fecero alcune alterazioni o mutamenti al fusione della grazia abituale e santifican-
decreto intorno la Fedele ti a le altre nel te. 2.° La dottrina di Lutero sopra il li-
i.Vipo, dov'era detto, per oc<*asioiie del bero arbitrio, la piedeslinfizione, il me-
hbero arbitrio, che neiruomo non era e- rito delle opere buone ec. E fu risoluto,
slinto, ma ferito; fu sostituito invece di che si f irebbero du€ decreti, 1'
uno dei
quest'ultima parola: ma diminuito di for- quali stabilirebbe la dottrina della Chie-
ze e inchinato. Nel 5." laddove è dello che sa, sotto il titolo di decreti; e l'altro con-
quantunque Dio tocclii il cuor dell'ucuìo terrebbe gli anatemi, sotto il titolo di ca-
col lume dello Spirilo santo, Tuomo non- noni. Si tornò alla materia della lìfurma,
dimeno non istà senza far nulla nell'al- e alla questione della residenza de'vesco-
to di ricevere quest'ispirazione, poiché la vi. La maggior parte de'teologi,e soprat-
può «gli rigellcire; v'era stato mes-^o in tutto domenicani, sostennero, diesi dovea
avanti: poiché non istà in poter suo di non decidere, essere la residenza di gius divi»-
riceverla. Il concilio inoltre decretò, che no; gli spagnuoli domandarono lo slesso.
nelle chiese nelle quali si trovino lettori Sessione / /de' i3 gennaio! 547- ^'i si
di sagra Teologia, godenti Prebenda ,
pubblicarono due «lecreli. III.** sopra la
Prestìiiionio o stipendio o Sportula, gli giustificazione, il quale comprende 6 ca- 1
ordinari debbono da esso sottrarre parte pi, e 33 canoni contro gli eretici. Qtiesto
de'frutli,per l'erezione d'una cattedra per decreto è pieno d'un lume mirjdiile,. uè
insegnare le ss. i9rr77///re einterpielarle, vi è cosa {)iù bella ne'concilii de'sccoli il-
qualora non sieno essi capaci di farlo. Nel- luminati, i espongono prima di
padri vi
le chiese mancanti di tal prebenda, alme> tutto, inqual maniera peccatori perven- i
no fossero istituite Scuole collo Scolasti' gano alla giustificazione. 11 concilio poi
co o maestro, per istruire i chierici e al- spiega la natura e gli elfetti della giusti-
tri poveri scolari gratuitamente. Che nei ficazione, dicendo, ch'ella non consiste già
conventi e monasteri vi sia la lezione del- solamente nella remissione de' peccati ;
la s. Scrittura. Decretò pure sui Predi- nia inoltre nella santificazione, e nel rin-
catori óeWa parola di Dio,esui Questuan- novamento interiore dell'anima. Il i.^tle-
tiV Elemosina. Nel tempo stesso arriva- crelo fu sopra la riforma: contiene 5 ca-
rono al concilio 3 ambasciatori del re
i pi, che hall per oggetto la residenza, con
di Francia, cioè Durfé, Lignieres e Pie- l'esorlayioiiea'vcscovi di vegliare sul greg-
tro Dunez. Quest'ultimo fece un lungo q ge adìdato alle loro sollecitudini, e hi rin-
dottissimo discorso, nel(junleespose,ch'e- novaziiìue contro quelli che non risiedo-
gli e suoi colleghi erano incaricati di pre-
i no, degli antichi canoni pubblicuticonlro
gar il concilio di non comportare, ci»e si di loro. Molti vescovi volevano che si de-
desse nessun attacco a'piivilegi del regno cidesse la residenza di gius divino, mail
di Francia, cche la chiesa CaUicana,i\e\- decreto passò tal quale e colla pluralità
la quale il re n'era il tutore, fosse confer- de' voti. Si trattò della lìcsitlcnza degli
mata nc'suoi diritti e immunità (deirau- altri Benefìzi ecclesiastici o lìem^lcialis
328 TRE T II E
vi si dice che gli Ordinari potranno co- della Chiesa o Tempio^ e della cura del-
stringerveli per vie di diritto, senza che le anime; c)." Del sagro o Consagrazio-
possano aver luogo privilegi, ch'esenta- i ne Aq Prelati; 10." Dell'autorità de'C^t-
no per sempre dalia residenza. Si trattò pltoli in tempo di Sede vacante^ e sul-
ancora della correzione òg^W Ecclesiasti- l'accordare le Dimissorie; i
1° Delle fa-
ci %eco\ikv\ e regolai'i.Come pure della Fi- promosso agli Ordini;
coltà per essere
sita òe Capitoli per gli ordinari; e si de- 11° Delle Dispense in tal proposito;
cise, che i vescovi non ponno far nessu- I 3° Dell' Esame de' Beneficiati ; 14.**
na funzione, pontificali e ordinazioni fuo- Della cognizione de' vescovi nelle cau-
ri della loro Diocesi ò Vescovati^ senza se civili de* loro Tribunali degli Esen-
perojissione espressa dell* ordinario del ti, chierici secolari e de' regolari dimo-
luogo. Nella congregazione si esaminaro- ranti fuori del monastero; i5.° Della
no gli articoli sopra i sagramenli: si trat- giurisdizione degli ordinari sugli Ospc
tò della loro necessità, della loro eccel- <^<2/i, e di vegliare anche sugli esenti. Nel-
lenza, della maniera colla quale produco- la congregazione si trattò del sagramen-
no la grazia , come cancellino i peccati, to dell'Eucaristia. Essendo sopraggiun-
del carattere che imprimono; della san- ta inTrento la già narrata malattia epi-
tità del ministro de'sagramenti, quali per- demica e contagiosa, iu altra congrega-
sone debbono amministrarli, della mu- zione si deliberò in quale luogo trasferir
tazione nella forma, dell'intenzione del si dovesse il concilio, e si stabilì Bologna,
ministro. Si estese un decreto portante, opponendosi l'imperatore fortemente,pei'
che i sagramenti si dovrebbero ammini- cui fece gravi minacce al cardinal Cer-
strare gratuitamente, Fu seguito il parere vini legato, che credeva esserne il prin-
del Papa, il quale decise, che bisognava cipal promotore; ma non per questo si
ommetlere capi in ordinealla spiegazio-
i rimase il concilio dal decretare la trasla-
ne della dottrina sopra sagramenti, eche i zione. iSe^^yzo/ie VIII(\e\V 1 1 marzo 547-
1
basterebbe pubblicare i canoni con ana- Vi si lesse il decreto della traslazione del
tema. Quanto alla materia della riforma, concilio a Bologna (V.), che non passò
si esaminò tra le altre questioni, se la plu- che di due terzi de' voti; gli spagnuoli e
ralità de'^e/i^'^zz,ch'esigono residenza, sia altri sudditi dell'imperatore opponendo-
proibita dalla legge divina; imperocché si a questa traslazione,cioè 1
4pielati, tran-
quelli che pensavano che la residenza fos- ne il vescovo d Fiesole, i il che eccitò gran-
se di gius divino, quindi ne concludeva- di contrasti, e 1' imperatore si querelò
no, che il Papa non potesse dispensare da che il concilio fosse trasferito. Gli spa-
questa pluralità; altri pretendevano ch'el- gnuoli ebbero ordine da lui di rimanere
la fosse proibita solamente da'canoni.»5e^- in Trento. Questa traslazione, che si fece
sione VII òqZ marzo
547» Si lessero i i senza saputa del Papa, divenne una sor-
canoni sopra i Sagramenti^ i quali sono gente di alterchi e di proleste dal canto
3o e con anatema. Il decreto della rifor- di Carlo V, il quale domandava che il
ma il quale contienei5 canoni, cioè: i." concilio fosse restituito a Trento, e si mo-
Della scelta e capacità de' Vescovi^ 2.° strava disgustato col Papa per pretende-
Proibizione d'aver più d'un Vescovato- re Parma e Piacenza. Paolo III olFrì un
3/' Della scelta di idonei Beneficiati; 4.° salvacondotto a chiunque, anche prote-
Dell' incompatibilità de' Benefizi eccle- stanti, venisse per la continuazione del
siastici; 5." diesi procederà contro quel- concilio a Bologna, l padri partirono per
liche hanno Benefizi incompatibili; 6." Bologna a' 12 marzo, ove a' (9 aprile si
Dell'unione (ìe Benefizi; 7.° De' Vicari radunarono nella sala di cui vado a par-
jìerpetui ;
8.° della Visita, del restauro lare.
TRE TUE 32c^
Sc.isionr /A'cle'?. I aprile 1
547 '" ^^' guìa'20 maggio, la 2.^ a*27.. Scs.^ioné X
iogna nella chiesa di s. Petronio, ove sa- de'a giugno 547 in Bologna. Siccome in
1
grifìcò solennemenle la messa Bastiano questa città non eranvi ancora che 6 ar-
Leccavela arcivescovo di Naxia, ed orò civescovi, 36 vescovi, un abbate, ed gè* i
dri nell'ampia sale» del palazzo alloraCaai- tanto in essa che nella precedente nulla vi
peggi, ora de'marchesi Bevilacqua-Vin- fu deciso : tutta volta non rimasero i pa-
centi, in via s. Mammolo, ove si tenne- dri inoperosij poiché prepararono e ste-
ro pure le seguenti sessioni : Tommaso sero le materie poi decise, quando il con-
Campeggi vescovo di Fellre, in difesa del- cilio fu proseguito a Trento; Enrico 11 rè
la traslocazione pubblicò una celebre apo- di Francia favorì la traslazione del con-
logia. Questo ornalissimo palazzo, la cui cilio a Bologna, perchè essa spiaceva al-
pregiatissima facciata credesi disegnodel- l'imperatore Carlo V^, del quale come Io
glio di Giovanni li Benlivoglio, nella cac- temendo uno scisma, sino a che il con-
ciata di questi II nel i5o7
Papa Giulio cilio fosse pe' rimasti in Trento diviso in
lo donò a mg.'^Giovanni Gozzadini, datà- due, si astennero dal fare alcuna defini-
che n'ebbe con-
rio e tesoriere pontificio, zione. Intanto Carlo V era fermo in vo-
ferma da Leone X. Per morte del Goz- lere il concilio ristabilito in Trento, fece
zadini, il palazzo fu restituito al Benti- nuovamente sollecitare il Papa a quest'ef-
voglio, che lo vendè al cardinal Lorenzo fetto, e vedendo inutili le sue preghiere,
Campeggi bolognese, vescovo di sua pa- emanò una protesta contro l'assemblea
tria, u tempo djel cui figlio legittimo A- di Bologna, sul fondamento che gli ale-
lessandro Canipc^gi vescovo di Bologna manni non c'interverrebbero, come città
e poi cardinale, ebbe luogo la continua- sotto il dominio pontificio. Avea Carlo V
zione de! concilio al qtiale offrì il palaz- in diversi tempi accordato regolamenti
zo. Questo per eredità pervenne a'Mal- in materia di religione, agl'irrequieti e-
vezzi e per coiìiprita a' Vincenti, di cui retici di Germania , finché si celebrasse
furono eredi iiuircbesi Bevilacqua- Vin-
i il concilio generale; indi e in tempo delle
centi. Nella detta sessione tenuta nella , vertenze e delle pretensioni imperiali su
basilica di s. Petroiiio, vi si lesse l'impor- Parma e Piacenza, Carlo V credendo di
tante decreto, che atlìne di dare a'vescovi pacificare le turbolenze religiose di Ger-
assenti tempo di portarsi a Bologna , si mania, a' 5 maggio 548 fece pubblicare
1 I
conciliOjCome subito fu eseguilo a'i 7; in- Jtiy gesuita ginevrino, Riccardo di Mans,
di a' IO novembre morì il Papa. Benché Pelargue, Caterino, echi generale glispn-
il non sia stalo mollo numeroso
concilio gnuoli, sì dii.° che di 2.° ordine, erano
sotto Paolo III, non per tanto questa con- esimi teologi. Il cardinal Del Monte ft» e
vocazione fu la più cfU-bre, e si può dii e letto Papa a'y febbraio dell'anno .santo
che oltre le materie della s. Scrittura, del i55o, e prese il nome di Giulio 111 , e
peccalo originale, del libero arbitrio, de* tosto pensò a' mezzi di restituire il pro-
sagramenli in generale, quelli del Batte- seguimento del concilio a Trento; e sic-
simo e della Confcrniazione in partico- come d'indole singolarmente fi anca, ben
lare, le definizioni della 6." sessione sulle presto si convenne nel suo disegno. La boi
materie della giustificazione sieno il ca- la Cujìi ad tollenda Religionis, de* 9,4
polavoro del concilio di Trento^ del che noven)brei 55o, Bull. cil. p. 277, per ri
e de'leologi che vi assistettero. Pochi per- pa medesimo; che inoltre dichiaiò aver
sonaggi aveva allora la Chiesa, che fosse- forza di legge canoni e capitoli già pub-
i i
denti il Pigliini divenuto arcivescovo di tera di quel principe, la tjuale fu letta nel
Siponlo, e Luigi Lippoinauo vescovo di concilio, in cui erano esposte le ragioni
A'erona, ambedue mollo periti negli af- che aveano icnpedito il re d'inviare al con-
fari del concilio; il qual partito prese il cilio alcun vescovo del suo regno. Indi
l'apa per un riguardo a! corpo episcopo le, l'Amyol fece una protesta contro il conci-
che volle onorare, mentre i protestanti si lio di Trento per parte del re suopadro-
gere un decreto, il <; lale conteneva che lari; e si elessero 9 padri de'piìi dotti per
il concilio era cominciato di nuovo, e in- estendere i decreti. Nella congregazione
dicava la seguente sessione peli. "settem- seguente si presentarono i canoni lutti
bre. Sessione A7/del ."settembre 55 r i 1 preparati per potersi esandnare e rifor-
Vi si lesse un discorso a nome de'presi- mare, se fosse uopo ; e si prepararono
dentidel concilio, nel quale erano rilevate 8 capitoli, che trattavano della piesenza
la podestà el'autorilàde'concilii generali; reale, dell'istituzione, dell'eccellenza e del
si esortarono i padri a ricorrere all'assi- cullo dell'Eucaristia; della Transustan-
stenza divina colle loro preghiere, e con ziazione; della preparazione per ricevere
una vita irreprensibile. Vi si fece un de- questo sagramento ; dell' uso tiel calice
creto col quale si dichiarava, che nella nella comunione de'Iaicì; e della comu-
prossima sessione si tratterebbe del sa- nione de' fanciulli ; del solo ministro di
gramento della ss. Eucaristia. Poscia il questo sagramento, ch'è il sacerdote le-
conte di Moulfurt uiubasciatorc dcH'im- gittimauicnlc ordiualo. Altra cougrcjja-
332 TRE TRE
zioiie fu sopra la materia della riforma. zlonedel concilio a Trento, appunto per-
Vi si Irallò della giurisdizione vescovile. chè voluta dal suo emulo Carlo V. In fi-
Vi si fece un legolamenlo suU' appella- ne della sessione fu accordato un ispecia-
zioni, e si convenne che non si appelle- le salvocondotto a' protestanti invitati a
rebbe dalle sentenze de' vescovi e dell'uf- intervenire al concilio. Nella congrega-
Czialilà, che nelle cause criminali, senza zione vi si esaminarono le materie della
tunque fosse questo 1' antico diritta de* ne, e dell'istituzione della penitenza; fi-
vescovi; perchè nessuno è portato a faci- nalmente i casi riservati. In un'altra con-
litare i giudizi contro se stesso; e che i pro- gregazione si portarono i decreti e i ca^
cessi funno molto più diflicilmente a*
si noni distesi. Quanto alla materia della ri-
ma o farne venire la commissione, di quel- roi4 capi. Sessione XIF óe25 novem-
lo che si potessero accusar sopra il luo- bre! 55 1. Si lesse il decreto intorno alla
go davanti a' giudici naturali. Si lasciò Penitenza e aW Estrema Unzione, di-
dunque al Papa il potere di giudicar per chiarandosi la dottrina della Chiesa. Vi
mezzo di commissari delegati in parti- si definì la contrizione nefcessaria alla
bus. Questa è una delle ragioni perchè Confessione j si spiegò la contrizione irji-
non si volle poi accettare il concilio in perfetla detta attrizione ; si stabiTi l' ob-
Francia. Sessione XIII óe^W i i ottobre bligo di confessare tutti i peccati mortali
i55i. Vi si lesse il decreto della dottri- dopo diligente esame, ed anco i veniali;
na della ss. Eucaristia ,soUo\e »\ìecìe del si dichiararono di somma importanza i
Pane e del /'7/zo, il quale abbraccia 8 ca- casi riservati; e la necessità alla soddisfa-
pitoli, ei I canoni con anatema. Si lesse zione delle pene imposte. Si lesse il de-
il decreto della riforma , la cui materia creto dell' estrema unzione, dichiarata
fu la giurisdizione de' vescovi, e contiene vero sagramento, e come la consumazio-
8 capitoli. Sul vigilarci vescovi pruden- ne della penitenza. Il concilio pronunziò
temente alla riforma de' costumi, e che poi i5 canoni sul sagramento della pe-
dalla loro correzione non si dia appellazio- nitenza, e 4 su qurJo dell' estrema un-
ne.DeH'appellazioni nelle cause criminali zione. 11 decreto sopra la riforma contie-
Del modo di fare la Degradazione dal per oggetto la giurisdizione del f^escoi'o,
Sacerdozio e dagli altri ordini, per gravi limitandosi la giurisdizione de'vescovi in
delitti. De'giudicati sommarli de'vescovi. partihus. Sull'ordinazione degl'idonei,
Quando si ponno citare i vescovi , cioè e si\\\^ Sospensione dall'esercizio de' ri-
solo per motivo di deposizione o priva- cevuti ordini, se malamente proinossi o
zione, mediante idonei testimoni ; e che incapaci; tutti i chierici devono essere sog-
le cause gravi de'vescovi sieno conosciute getti a'vescovi. Lo stesso decreto obbligò
dal Papa. In questa sessione non eravi al- i Chierici a portare le convenienti P esti
cun vescovo Francia, perchè Giulio
di ecclesiastiche; proibì l'unione de'benefizi
Jll era in contrasto e guerra con Enrico di diverse diocesi; che i benefizi Regola-
]i^ il quale combatteva la seguita tiasla- ri sieuo conferiti a' regolari, e che lutti
TRE TRE 333
quelli clie sono stali nominali e presen- rnno aTrenlo,fece prontamente avvertire
tali a un benelìzio si assoggettino agli e- il Papa che questa cillà non era sicura da
saini (Ifll'orclinario, e possano essere ri- un'invasione. Quindi Giulio III con ri-
gettali, se non sono trovali idonei. Si re- pugnanza sospese il concilio in una con-
"'\iìvhiVìz\one óe Conseri'atoril
strinse la o gregazione concistoriale tenuta a' 5 apri-
i
in certi confini. Glie nessuno ottenga il le, in cui fu deliberato su tale aliare. Gl'im-
diritto di padronato, se non ha fondato periali proruppero in minacce tosto che
o dotato la chiesa: le presentazioni deMìe* loro fu nota questa deliberazione; e per-
neflciali, i patroni doverle fare all'ordi- ciò i due vescovi presidenti rimasti soli,
nario. iS(',9,9?o«^ AT'de'25 gennaioiSSi. poiché il cardinal Grescenzi legato era in-
Vi si lesse un decreto il quale prescrive fermo e con pericolo, non osarono etfel-
chela decisione delle materie sopra il Sn- luare la sospensione, tanto dispiaciuta al
grifizìo della Messa e il sagramento del- Papa. Quindi vollero ch'ella fosse riso-
VOrcIine, che vi si doveano trattare,sa- luta dal concilio istesso, e perciò convo-
rehbe differita fino a' 19 marzo, in gra- carono una congregazione generale a'24
zia de'proleslanli che domandavano que- aprile, nella quale fu proposto l'alfaree
sta proroga. Essendosi invitati al conci- decretata la sospensione per due anni col-
lio i protestanti, vi si lesse inoltre un nuo- la pluralità de' voti, col consenso ezian-
vo sai vocondollo di proroga, che loro ac- dio di parte degl'imperiali e dell'amba-
cordavasi, ma non ancora ne furono con- sciatore di Ferdinando I fratello dell'im-
tenti, sebbene assai più ampio del prece- peratore. Sessione XFI de' 28 aprile
dente. Le dispute che sopravvennero poi i55i. Vi si lesse il decreto il quale so-
tra gli ambasciatori dell'imperatore e i spendeva il concilio, finche la pace e la
legati del Papa, produssero una nuova sicurezza fossero ristabilite, e fu confer-
inazione nel concilio. Frattanto vescovi i malo. Pure 1 spagnuoli 1 si opposero al de-
spagnuoli, quelli del regno di Napoli e di creto, convenendo però alla necessità di
Sicilia, pur soggetti a Carlo V, e tutti gli prorogareilconcilio.Questì per altro ope-
altri ch'erano suoi sudditi, volevano per rarono tantosto contro la loro propria pro-
sollecitazione de'suoi ministri, che si con- testa, provvedendo colla fuga alla propria
tinuasse il concilio; ma quelli ch'erano n- i salvezza. Lo stesso Carlo V uscì a preci-
tcressali colla s. Sede, temendo che gl'im- pizio da Innsbruck nel buio della notte,
periali non avessero disegno d'intavola- e subilo la cillà fu presa e saccheggiala:
re la riforma della corte romana, cerca- la maggior parte di sua corte gli tenne
vano lutti mezzi d'impedirlo, e non a-
i dietro a piedi per mancanza di cavalli ;
vrebbero avuto discaro, che qualche in- egli non si credè sicuro, che allorquan-
cidente facesse nascere un'intera sospen- do fu giuntosulle frontiere del Friuli nello
sione. In sulcominciar deli 552 scoppia- stato di Venezia. Per non cader nelle ma-
rono disegni de'proleslanli contro Carlo
i ni de'proleslanli, lo stesso legalo cardinal
V, dichiarandogli guerra la lega formata Crescenzi,che slava per mori re, si fece tra-
da Maurizio elettore di Sassonia, con pa- sportare per l'Adige a Verona, dove spirò
recchi principi e signori protestanti, uni- 3 giorni dopo,a'28 maggio,neI monastero
tamenlead Enrico 11 re Francia. La loro degli Olivetani di cui era protettore. La so-
armala diresse la marcia verso Innsbruck, spensione del concilio non ebbe ad incon-
cillà non mollo lontana da Trento, per cui trare tante dispule,quante n'erano insor-
parte de' vescovi prese la fuga. Il cardinal te perla sua traslazione a Bologna, perchè
Madrucci prevedendoclie le mire degli e* il pericolo era evidente e le proteste de-
retici potessero essere rivolle ad avere in gli oppositori venivano contraddetto dnt-
mano il Uore de'vescovi e de'tcologi ch'e- la loro fuga precipitosa. La Francia non
3:^.1 TRE TRE
el)l)e pni (e nlla dosci illa conliniiazione o tano della riforma del clero, ed era in-
liprendimt'nlo del concilio in Trento, a tervenuto al precedente concilio genera-
fjigioiie (ielle dissensioni insorte tra il Pa- le di Laterano V. Il cardinal Polo gli
pa ed Enrico II per la guerra di Parma, scrivea per intendere suo dotto e gra- il
dichiarata al re eh' erasi unito col duca ve sentimento, poiché quanto doveasi
Ottavio F'arnese, dal Papa medesimo col- concludere in Trento, si consultava an-
legato coll'imperatore. Nondimeno Giu- che in Roma, e dall' una all'altra città
lio III fece quanto potè per impegnare il passando continua corrispondenza, tut-
re a mandare i vescovi francesi a Trento, to d'accordo esaminavasi, acciocché dal
mettendo da parte ogni dispula che fosse Capo non discordassero le membra, an-
tra loro; ma Enrico 11 non ne volle sapere, zi da questo, conje conveniva, quelle fos-
e fece anzi protestare daU'Amyot, come sero regolate. Noterò bensì col gran Pal-
avea fatto protestare due volte a Roma lavicino, che il concilio di Trento non
in concistoro. La convocazione del con- fu schiavo, come calunniosamente teniò
cilio sottoGiuliolII fu men celebre di quel- di qualificarlo il Soave, ma fu il più li-
la sotto Paolo 111, non già perchè non vi bero di quanti mai eransi celebrati. L'e-
fossero vescovi e teologi di gran merito; sercizio dell' autorità del Papa fu assai
ma i punti che vi furono decidi erano di maggiore ne'piecedenti concilii, special-
già stati esaminali a Bologna colla mag- mente negli occidenlali.il Soave, non sen-
gior accuratez7a riguardavano mate-
, e za conti-addizione, pur confessò la liberta
rie così cribrate,ch'era difiìcile aggiunger- del concilio. Il^ardinal Caralfa fece parte
vi nulla di nuovo. Intanto Carlo V fu co- della congrega/ione deputata in Roma
stretto a'2 -2 agosto I 552 di convenire in sopra le cose delconcilio Tridentino, ne
Passavìa, alla Pace religiosa, così della divenne poi capo e si radunò in casa sua
per aver egli accordato a'prolestanli Te- quando Paolo 111 era infermo o occupa-
sercizio della loro pretesa religiosa rifor- to. Essendo imbarazzata la materia della
ma. Morto Giulio 111 a'aS marzo 1 555, Giustificazione che si trattò nel concilio,
a'io aprile fu eletto a successore il car- il cardinal Caraffa felicemente la diluci.
dinal Cervini, già suo collega nella lega- dò colla sua profonda dottrina , nel suo
zione del concilio, che ritenendo il nome trai tato De Justijicatione, e trovossi u-
si chiamo Marcello //.Ma dopo 11 gior- niforme alle decisioni del concilio. Circa
ni di pontificato essendo passato a miglior altri decreti del concilio, e chesentimenli
vita, a'23 maggio gli fu sostituito Paolo egli avesse, ponno leggersi nel p. Carra-
//^^,confondalorede'7fYZ^//?/,personaggio ra; sebbene comparisse troppo rigido, e
venerando e commendevole sì pel suo sa- di un 7.elo tenuto da molli per indiscreto,
pere, come per la severità de'suoi costu- per voler portare la riforma al più alto
mi e per singoiar zelo. Le turbolenze che grado. 11 cardinal Caraflà accettissimo a
sconvolsero il suo pontificato, la guerra Giulio III, contribuì colla sua applicazio-
che sostenne con Enrico li contro Filip- ne proseguimento del concilio, ed es-
al
po II, a cui il padre Carlo avea ce- V sendo in gran flivore d'Enrico II, polè gio-
duto la monarchia di Spagna. , non gli vare al Papa in varie cose. D'altronde il
permisero di |
ensare al concilio. Però il cardinale si mostrò affezionato aFrancia, e
p. Carrara nellaStoria di Paolo IF, nar- alquanto severo coll'imperatore, per aver
ra quanto da cardinal Caraffa fosse slato Carlo V veduto nascere e lascialo cresce-
zelante pel concilio, prima ancora che si re sotto i suoi occhi l'eresia de' novatori,
cominciasse e innanzi ancora ch'egli di- che fu poi costretto combattere; laddo-
venisse decano del sagro collegio; come ve in Francia tanto da Francesco I che
quello che fu fervorosissimo con s, Gae- da Enrico II crasi sempre perseguitata
TRE TRE 335
l'eresia sfessa e abhorrila. Sebbene Paolo dovi tra'due ultimi cardinali diaconi Co-
IV si pacificasse col le di Spajjiia, per al- simo I duca di Firenze. Indi fece partire
tri disturbi non potè riconvocare il con- i suoi nunzi per recare la bolla a' prmci-
cilio, non risparmiando per la riforma, pi cattolici ed eretici, nel che ebbero essi
culto divino e gloria della Chiesa, il suo a provare grandi difficoltà ed avaniedal
inarrivabile zelo. Frattanto Carlo V ri- canto d'alcuni protestanti; fu poscia scrit-
nunziò all'impero neh 558, gli successe to a'patriarclii d'oriente, di Mosco via, e
il fratello Ferdinando I, e poco dopo mo- fino a'crisliani d'Eliopia, per invitarli al
li.Anche Paolo IV scese nella tomba a* concilio. Poco dopo a' 5 dicembre morì
8 agosto 5^^, e fu innalzato nella cat-
1 I il re di Francia Francesco II e gli suc-
tedra apostolica Pio Jf^' {F.) a' 26 di- cesse il fratello Carlo l X in età di i o an-
cembre. Quindi rivolse tutta la sua at- ni, essendo già la bolla accettata dal de-
lenzionea lerminareil concilio di Trento funto. Nulla ommise per rendere l'au-
si
interrotto per le accennate guerre diGer- gusta assemblea più numerosa che fosse
mania ed anche per essersi al
e d'Italia, j)Ossibile, e ad evitare dispute di prece-
suo proseguimento obbligato in concla- denza. Pio IV emanò il breve, Sicut ea^
ve con tutti gli altri cardinali. Pertanto (fuae pacem^etconcordia/n^deZ i dicem-
riprese le analoghe trattative pel ristabi bre i56o, Bull. 61, col quale sta-
cit. p.
limento del concilio a Trento, le quali non bilì il luogo d'inceJereedi sedere nel con-
incontrarono grandi difficoltà dal lato de' cdio a'prelati, per grado e secondo l'an-
principi cattolici. L'imperatore Ferdinan- zianità di \y\oinoz'nìt\e, nulla habita ra-
do I e il re di Francia Francesco II bra- tione ad ipsoru/n dignitates prinialia-
mavano però che si dovesse in qualche lesj sive verac, sive pvaetensae illae
punto dipartirsi dalle antiche forme de' fuerint. Pio IV colla bolla Circumspe-
concilii,per ravvicinarsi alcun poco all'i- cta Romani Ponlificis^ e col moto-pro-
dee de'prolestanti, cui speravano essi per prio Cam oh celehrationcni Concini^ del
questo modo di poter guadagnare più fa- 1 ."marzo 1 56 i , Ball. cit. p. 69 e 70, con-
cilmente. Ma il religiosissimo Filippo II cesse privilegi ed esenzioni a'prelati che
re di Spagna, e molti altri principi cat- fossero intervenuti al concilio, ed a' loro
tolici erano ben lungi dal consentirvi. Da famigliari. Quindi colla bolla Reginiini,
ciò vennero le difficoltà che dierono luo- tie'io marzo, Bull. cit. p. 70, deputò al
go a molteconferenze, e finalmente cat- i concilio per [presiederlo e scelse per legali
tolici con general consenso si accordaro- alatore celebri cardinali Jacopode Puy
i
invocò ti divino aiuto con un giubileo u- applicarono intanto a tutto regolar** co-
ni versale , e si recò a piedi scalzi in so- gli (iffiziali del Papa. I cardinali 0»io e
lenne processione da s. Pieti o alla chiesa Simonetta giunsero pure poco ilopo a
di s. Maria sopra Minerva, intcrvenen- Trento, e vi trovarono gran numero di
336 TRE TRE
vescovi, che nel riprendersi la tenuta del- no. Innanzi a'Iegati si vedeva una Croce
la sessioni giunseio al nuniero di 2, ol- i i d'argento conficcata in terra, e collocata
tre molli teologi. Ma per sopravvenute in guisa, che da tutti si potesse scorgere.
circostanze l'indizione del coucilio non eb- Sovrastavano legati i in sedie di velluto
be luogo nel 1 56 1. Essendo corsa la vo- poste nel mezzo del teatro sopra un pal-
ce, in occasione di giave malattia di Pio co poco rilevato, e presso loro avea luo-
IV, che nel concilio si sarebbe eletto il go il cardinal MadrucGi vescovodi Tren-
successore in Trento, il Papa colla bolla to. Dal lato destro in seggi più bassi eraa
Pvudenlispatris^ de'22 settembre 56 1, 1 posti, quando v'intervenivano, gli orato-
Bull. cit. p. Qo, determinò che in Roma li ecclesiastici de* principi laici, e dal si-
soltanto si potesse far l'elezione del som- nistro gli oratori loro secolari. Se acca-
mo Pontefice, e questa Aq! Cardinali so- deva che vi fossero procuratori d'eccle-
lamente. Nel declinar del i53i Pio IV siastici possessori di signoria temporale,
avea scritto a'Iegati di aprire definitiva- o del clero di qualche provincia, essendo
mente il concilio nel giorno dell'Epifania tali procuratori prelati, si conformavano
del 562, tuttavolta per nuovi motivi s'm-
1 all'ordine della prelatura senza rispetto
dugiò di 2 giorni. I della rappresentazione. Fra'prelati,i qua-
Sessione XflIdG* 8 gennaio 562 in 1 1 li stavano disposti in banchi, precedevano
Trento. Nella mattina tutti si recarono i patriarchi, appresso gli arcivescovi, in-
alla chiesa di s. Pietro, comechè ricorre- di i vescovi secondo l'antichità della digni-
va la fe.>ta di sua Cattedra, e c|uivi presi tà; continuavano gli abbati mitrati, edo-
ciascuno secondo il proprio grado i suoi po questi i generali delle famiglie religio-
paramenlijCominciossi la processione ver- se, eh' erano gli ultimi fra chi teneva la
tore del concilio, i njagislrati della città in Trento l'ordine sacerdotale e l'episco-
e molli nobili. Nel duomo fu osservato pale: nelle seguenti sessioni celebrarono
l'ordine di sedere proporzionato a quello vari vescovi. Si pronunziava un sermone
della congregazione, che sul principio si latino, che ad arbitrio de' legali era im-
tenne io casa del cardinal Gonzaga i ."le- posto ad alcuno de' padri, e quel di toccò
galo, ed in appresso nel tempio di s. Ma- lì fr. Gaspare del Fosse de'minimi e ar-
lia numero de' sedili delle
Maggiore. Il civescovo di Reggio; dopo seguivano va-
congregazioui erauo 200 circa, piÙQ tne- rie pieci, iodi e quando occorreva rice^
TRE TRE 337
Teansi solennemente gli oratori cle'prìn- sopra l'unione delle Parrocchie, e delle
cipi, lulivansi le pioposle e davansi le ri- Cappellanie, sopra i^^/rror/i/ ignoran- i
spGsle,tli cereinmiie e non ili negozio. JNel- ti escandalosi. Il 7." sopra le Commende.
Ici slessa sessione, dopo il sermone, il se- L'8.** sopra i questori perla promulgazio-
gielario dal pulpito recitò la bolla di Pio ne dell' //^r////^'•e^^seo alt re gtazie spiritua-
IV convocnlrice del concilio, e quella di li della Sede, per raccogliere da'popo-
s.
deputazione de'Iegali. Nel decreto per la li l'elemosina per la fibbrica del tempio
xonlinnazionedel concilio, la cl.iusola^/o- Valicano, d'altre chiese e opere pie; dei
tulli al concilio sotto la fede pubblica. Tale parere venne fortemente appoggia-
Dipoi in una delle seguenti congregazio- lo dal pi imate di Portogallo Bartolomeo
ni si accordò di nuovo ini salvocoudolto deMartiiiarcivescovodi Braga. Dipoi Pio
a' proteslanli per l'intervento al conci- IV fece mollo per la riforma di sua cu-
lio,piu ampio del '2.°, e non solamente per ria e corte, come della Peiiitenzieria^ del-
la nazione germanica, ma estensibile an- la Dateria^ della Camera apostolica^ e
che alle altre nazioni. L'i i marzo si ten- Tribunali di Roma^ ec. Ses*
degli altri
ne una congregazione, nella quale furono sione XIX (\e\^ maggio 562. Furono 1
za, il quale die occasione a limghe dispu- do le loro istruzioni proposero pretensio-
te, e pel vigoroso discorso del vescovo di ni curiose e molte inammissibili. Il signo-
Granata, la maggior parte opinò, che la re di Pibrac nella congregazione de' 26
resider»?a de' vescovi fosse di gius divino. maggio fece a nome del re un discorso
Il 2.° articolo fu sopra i Titoli Clericali pungente, pieno di forza e di eccedenlo
di quelli che
ordinano, e fu deciso di
si franchezza, con esorlare padri a trava- i
non ordinar veruno senza titolo o di Be- gliare alla grande opera della rifórma, lu-
ìiejieio o di Patrimonio sulhcienle. Il 3.° tti fu fallo il decreto di proroga della ses-
se si dovesse pagar qualche cosa per la sione. Sessione XX de'4 gingno 1 562. Vi
collazione ilegll Ordini ^ e questo non lu si lessero le lettere credenziali degli am-
deciso che nella 20." sessione. Il 5." fu lu basciatori del re di Francia, e il promo-
diviVtoae delle Parrocchia ia luolie, il 6," tore del concilio rispose ul discorao del si-
338 TRE TRE
l^nore di Pihrnc, dicendo clie gli aiilfizi caso dovea ella essere inviolabilmente os-
di Satann, dichiarati nel suo ragionamen- seivata. Dopoché teologi dierono loro i i
to,non pievalerebbero mai contro il san- pareri sui 5 articoli si stesero 4 canoni ,
toconcilio} perchè Gesù Cristo che vi pre- intorno alla comunione sotto le due spe-
siedeva, e nel quale pachi mettevano la i cie. Nella stessa congregazione gli amba-
hM'o confideqyZf), ben saprebbe dehiderne sciatori di Francia esortarono con uno
tutti gli sforzi. Dipoi i francesi per atte- scritto i padri, alla concessione del cali-
nuare l'amarezza prodotta negli animi ce, senza pregiudizio al diritto che avea-
(le'padri, per le invettive contenute nel- no re di Francia di comunicarsi sotto fé
i
l'orazione, ne esibirono per gii atti altra due specie nella loro consagrazione a
|)ÌLi moderata, alFermando ch'era la stes- 7^ezm.5oaltrove;nè alla consuetudine che
Scij onde i padri per la pace e per mansue- aveano alcuni monasteri Cistercìensióeì
tudine, presero l'espediente, non senza regno,di comunicarsi a quel modo. Si ten-
qualche diversità di pareri, d'aver la co- nero poi molte altre congregazioni, nel-
sa per non fatta, e di render loro mite ri- le quali si esaminarono gli articoli della
r.
sposta, promettendo il possibile, salvo il riforma. Il "sopra il soverchio numero
bene della religione e della Chiesa, indi da' Sacerdoti. 2.° Sopra le Ordinazioni
fu letto un decreto per la proroga della gratuite. 3." Sopra il destino d'una parte
sessione. In tal modo, come nella sessio- de'fondi delle Chiese Cattedrali o^v evo
ne 19.", nulla fu deciso nella 20." Nella Collegiali, per esser impiegala in distri-
congregazione vi si proposero 5 articoli da bu/.ioni quotidiane. 4." Sopra l'erezione di
esTUìinarsi sul sagramento dell' Eticari- nuove Parrocchie, anche ad onta de'cu-
slia, rapporto alla comunione d'ambo le rati dell'antiche. 5.° Sopra le Cappelle ca^
sorpresa , che si volesse riparlare d' un altri benefizi di tal natura siano visitati
argomento alfatto estraneo all'attuale di •
ogni anno dall'ordinario. Perciò si fece un
sputa; che per altro egli e i suoi colleghi decreto, che questa sorta di benefizi sa-
promettevano se ne tratterebbe a suo tein • rebbero visitati ogni anno da'vescovi. Si
pò. 1 legati- aveano ricevuto ordine dal tolse l'uso e il nome di cercatori o qua*
Papa di sopire questa questione, non per- stuanti di limosiue. S'ingiunse a' vescovi
chè la santa Sede potesse riportarne di- di pubblicar l'indulgenze e grazie spiri-
scapilo, se si dichiarava la residenza di tuali, deputandosi due del capitolo a ri-
gius divino, come alcuni assicuravano; ma cevere giatuitamente le elemosine. A'i4
perchè le dispute vivis'iime, insorte nel luglio si tenne altra congregazione, nella
concilio su di questo argomento, avendo quale esaminarono 4 capitoli delia dot-
si i
dato occasione di spander la voce in tut- trina; e si mostrò a sufficienza, che pas- i
te le corti,che una simile decisione ten- si addotti a favore della comunione sot-
deva alla rovina della s. Sede apostolica to ambo le specie, non ne provavano la
e dell'autorità del Papa, non era uè one- necessilà. Sessione XXI de' 16 luglio
sta cosa , né conveniente di farne un decré- i562. Ebbe per soggetto la Comunione
to. Infatti qualche tempo prima. Pio IV sotto le due specie. Il concilio vi dichiarò,
in concistoro disse che i vescovi gli pa- chei laici, quando questi
e gli ecclesiastici,
revano ben fondati a sostenere, che la re- non consagrnno,non sono tenuti per alcnrt
sidenza fosse di gius divino, e che in ogni precetto divino di ricevere 1' Eucaristia
TU E T RE 33(j
sotto le (lue specie; ne potersi dubitare, naimcnte, che stavano per la concessione,
senza ingiuria alla feJe, che la comunio- ricordarono il consiglio di s. Paolo, che
ne sotto una sola specie non sia bastevo- si accolga chi è debole nella fede.
I pare-
le alla salute. Si lesse il decreto della ri- rifurono divisi, molti rimisero l'affare al
forma contenente 9 capitoli, secondo l'in- Papa, e altri limitarono la concessione al-
dicato nel discus'^o dalle congregazioni la sola Germania e Ungheria. Infatti Pio
precedenti. Alcuni giorni dopo qtiesta ses- IV, pressato dall'imperatore, da Alberto
sione, fu consegnata a'vescovi italiani una duca di Baviera e da Carlo arciduca d'Au-
risposta del Papa, che sulla residenza o- stria, concesse la comunione sotto le due
gnuno poteva parlarne secondo sua co- specie condizionatamente; ma poi nuig-
scienza, essendo sua volontà che il conci- danni seguendone, s. Pio V e Grego-
gioii
lio godesse pienissima libertà, ma che di- rioXIII rivocarono interamente la per-
sputassero in pace. Nel tempo stesso Pio missione. Sessione XXII t\e ij seltem-
IV scrisse a Carlo Fisconti poi cardina- brei562. Vi si pubblicò il decreto della
le, che per affari gravissimi avea spedito dottrina sopra il Sacrifizio della Mcssa^
suo nunzio a Trento, di sopire la questio- intorno le cose da osservarsi e da evitar-
ne e farla rimettere alias. Sede. IVellecon- si nella sua celebrazione Si lessero poi i
gregaziòni sopra il Sagrìjìzìo della Mc*s- canoni, che pronunziavano anatema con-
.stZy nella I.* vi si trovarono tutti i legati, tro quelli che combattono questa dottri-
gli ambasciatori dell' imperatore, del re na. Il decreto di riforma contiene i i ca-
di Francia e della repubblica di Venezia, pitoli, ne' quali si rinnovarono i canoni
I 57 prelati, intorno a 100 teologi, e qua- sopra la vita e onestà de' chierici; quali
si 200O altre persone. Tutti i teologi con- abbiansi ad ammettere alle chiese catte-
vennero, che la Messa dovea essere rico- drali; si stabilirono le norme sulle distri-
nosciuta per un sagiifizio della nuova al- buzioni quotidiane; che nelle collegiate e
leanza, nel quale Gesù Cristo è offerto sot- cattedrali non abbia voce in capitolo chi
to le specie sagramentali. In questa stessa non ha gli ordini maggiori; che le dispen-
congregazione gli ambasciatori imperiali se fuori di curia si commettano al vesco-
fecero nuove istanze perchè si accordasse vo, e che da esso si esaminino; doversi fa-
l'uso del calice, favorite d d cardinal Ma- permutedelle ultime vo-
re con cautela le
drucci e nuovamente dal vescovo di Cin- lontà; si il cap. Romana de Ap-
rinnovò
que Chiese ,
per averlo già accordato il pellationihus in Sexto; che vescovi de- i
concilio di Basilea a'l)oemi,onde fare ri- vono mandare ad esecuzione le pie dispo-
tornare gli eretici alla Chiesa e impedire sizioni di tutti, e visitino tutti i luoghi
a'cattolici di separarsi. Odio patriarca di pii;gli amministratori d'essi rendino con-
Gerusalemme opinò pel rifiuto, nel timo- to all'ordinario, quando non sia diversa-
re che si confermasse l'errore di credere mentestabilito nella fondazione; che i no-
che il Corrodi Gesù Cristo solo fosse con- tari sieno soggetti all'esame e giudi/io dei
tenuto sotto la specie del Paiu\ e il San- vescovi; e si stabilirono le pene contro gli
gue sotto quella del Fino: altri vescovi u s u r pa to r d e' Beni di Chiesa e d e' Pii IjUo -
i
appoggiarono questo parere, per altre ra- ghi. Riguardo alla ((uestione sidla Com^^-
pili fortemente parlò con-
gioni eziandio; /i/o/iP sotto le due specie,oon decretosi ri-
tro la concessione del calice Gio. Batti- misela cosa al Papa,afnnchè operi secoiido
staOsio vescovo di Rieti ^ dimostrando lasua prudenza, che fece quanto dissi. Si
pure che laChiesa non avea tratto nessun tenne una congregazione nella (piale fu-
vantaggio nell'accordarla, poiché gli ere- rono proposti gli articoli concernenti la
tici eransi resi piìi insolenti, ed il conci- jiformade'coslumi,e5>'incaricniono i teo-
lio di Coslan^d l'avca proibito. Altri ii- logi d'esaminare le materie del sagrumcu-
34o TRE TRE
lo i\e\V Ordine, e che non si ammettesse regina diFrancia,aspeltarsi vicinala mor-
alla Tonsura chi non avesse ricevuto il te del Papa vecchio (non pare, avea 63
sagra mento della Confermazione; il che anni) e mal affetto; perciò gli significas-
occupò nf)<)lte congregazioni. Io una di sejcorae e dove in questo caso pili le pia-
qncstp un buon numero di prelati doman- cesse che dovesse farsi l'elezione (1), o dai
dò, che si aggiungesse al 7." canone ris- cardinali in Pvonia o dal sinodo in Tren-
guardante l' istituzione de' Vescovi , la to; poiché accordandosi la regina col re
clausola che esprime esser ella di gius di- diSpagna, certa sarebbe la riuscita di ciò
vino. Si provò, che come il Papa è Suc- che loro fosse piti in grado. Stimar lui,
cessore di s. Pietro , cos'i i vescovi sono che per evitare ogni scissura, il miglior
successori degli altri Apostoli, che il Ve- sarebbe indugiar la creazione del nuovo
scovato è ili." de'3 ordini della Gerar- Papa alla fine del concilio, ed in esso pre-
chia ecclesiastica; che Geliti Cristo es- scrivere (!)al futuro Pontefice,
le leggi
sendo autore della gerarchia, è altresì l'au- il quale poi non avrebbe potuto non sot-
tore della giurisdizione, eh' è insepara- tomettersi alle già constituite. Goiali ri-
to modo ma strano, pi etendendo che i di- gine. Il cardinal Altemps con licenza par-
vini ulìizi in Francia si celebrassero in tì dal concilio nel declinar di gennaio
idioma francese, come nella sua chiesa di 1 563, e alcuni da lui raccomandati furo-
Pveims l'avea introdotto nell'amministra- no beneficati. Il cardinal Gonzaga, nella
zione de'sagra menti. L'ambascia toreLan- fresca età di 5^ anni, morì a' 2 marzo o
«ac, a'26 ottobre i562, avea scritto alla maggio 1 563 io Trento, avendogli soni-
TRE TRE 34r
iiìiuislralo il Vialico e l'estrema unzione zioy sui Vescovi e sugli altri ordini de»
gegno e vaste cognizioni; ed allorché vole- cipalmente: la Residenza, de' vescovi an-
va 1 ilirarsi dalla presidenza, vi si opposero corché cardinali, ed a tutti quelli che han-
lulla l'assemblea, il Papa, l'ioiperalore, i no cura d'anime, ed è raccomandata nei
principi,lacrislianilà.Cessòpuredi vivere più efilcaci modi: quantunque la residen-
inTrenlol'allro legato cardinalSeripando za non vi sia slata in termini espressa di
o 17 marzo i563, dopo avere racco-
l'H gius divino, lo spirilo della si^ra assem-
mandalo vivamente a'colleghi legali ed al blea la riguardò come tale. Si provvide
cardinal di Lorena gli allari del concilio. alla cura d'anime. Si dispose tulio quan-
11cardinal Pallavicino riferisce prima la to riguarda le sagre Ordinazioni , ed i
morte del cardiualGonzag!»,poi quella del promossi agli Or^m/ sagri, cominciando
cardinal Seripandojil quale scrisse al Papa óaWai.^ Tonsura, Si ordinò a tutti ve- i
di surrogare al defunto altro cardinal le- scovi di stabilire delle Scuole e de Semi'
galo. Mentre alcuni s'adoperavano perchè nari, per educarci giovani chierici nella
gli fossesostituiloilcardinal diLorena, Pio pielàe nella dottrina, secondo le anterio-
J Vprevenne con nominare legati il car-
li ri insinuazioni a'padri di s. Gaetano fon-
dinal Giovanni 7)/o/o/z/.già legalo del me- datore de Teatini e di s. Ignazio fonda-
desimo, e il cardinal Bernardo Wa vagi- tore de Gesuiti. A'22 settembre si tenne
rò. Poco dopo venuto al concilio il con- una congregazione generale. Tra le dispu-
ledi Luna ambasciatore di Filippo li, pre- te che si fecero nelle congregazioni, più di
precedenza sugli Ambasciatori l\\
tese la tutte esacerbò quella di diversi prelati,!
Francia Ferrier è Pibrac, in favore dei quali volevano assolutamente estendere
quali decise il Papa: il conte di Luna so- la riforma a* Sovrani. Gli ambasciatori
sletieva la possanza del suo re sovrano di di Francia vi si opposero con tulle le for-
tanti regni, e il Titolo d'onore dì Cattoli- ze, ed irritò tulli gli oratori; onde la pro-
co da cui era fregiato; francesi gli oppo- i testa fu senza effetto. L'ambasciatore Fer-
sero quello di Cristianissimo, godulo dal rier col solito suo caldo fece un discorso,
re loro, equi si questionò suU'antichilà ovvero una doglianza in termiiu vivissi-
lesse il decreto sulla vera e cattolica dot- noni con anatema sopra (juesto argouien-
trina intorno al sagrameulo deW Ordine, lo. Si lesse un decreto sopra lo slesso sa-
sto decreto. In appresso il concilio espose cardinal di Lorena, a fine di prender co-
gì' impedimenti, non solo Uà Parenti ma ^ gnizione sulla riforuìa proposta di tulli
ancora tra certe persone per cui non pon- gli ordini della repubblica cristiana. Que-
ilo contrarlo. Di più ordinò l'osservanza sta grave contesa si calmò poi col tempo,
antica de* tempi per celebrare il mèi tri mediante da prima le dilazioni, e final-
nogiuilicale dal Papa, se minori, dal con- zione à^' Santi, al cullò delle ss. Imma-
cilio provinciale; sulla visita delle chiese gini , a quello delle ss. Reliquie. Indi sì
secolari di ninna diocesi; sui piomoven- lesse il decreto di riforma generale e pre-
di alle dignità e canonicati dcllecatledru- scrizioni soprai Religiosi e'ì 3Ionastcri,e
li, e loro condotta; sulle parrocchie, sul- la Clausura delle Monache e Religiose,
l'aumento delle prebende nelle collegia- l'elezione c\e Superiori ,
Professione la
de'beiiefizi, sui vicari parrocchiali; sulla Prelati delle chiese, prescrive mensa e
maniera di trattare le cause nel foro ec- suppellettile moderala; che non ingrandi-
clesiastico, ec. Insistevano fi attanto 1 lu- scano co'beni di chiesa loro Parenti o i
terani, nel voler che il concilio si celebras- Famigliari .Qom^ i vescovi devono soste-
se in Germania, che il Papa non vi pre- nere la loro dignità colla gravità de'co-
siedesse, e che i ministri protestanti aves- stumi, e come devono portarsi co'sovra-
sero in esso il volo deci^ivo. Queste rin- ni e co'baroni. moderare la Sco-
Sopra il
;20i?;/di Fi ancia potessero far lo stesso, che tore. Su^W amministratori degli spedali e
aveano fatto i luterani in Germania , lo loro doveri. Si ordinò l'utilissima istituzio-
spinsero vieppiù a sollecitare il termine ne degli Archivi'Mx ciascuna chiesa perri-
del concilio, nel tempo che la Chiesa era porvi lescrillure pubbliche,massime nelle
in pace. Sollecitando i presidenti alla con- chiese parrocchiali per serbare la memo-
clusione, gli ammoni a trattare umana* ria degli atti di nascita, de'matrimoni e di
mente l'ambascialore Ferrier, nuu oslau- morie di lutti i cristiani. Sul diritto del
'1 R E T R E 343
Piidroììato. Sulle Decime e il tlii ilto de' se giudicherà necessario, od in qualsiio-
J-itnciitlioScpoifiuaj(>u\\a fjiiale il con- g!ia più opportuna maniera, si provveda
cilio pieseauciiealliepiuwidenze. Sopra alla necessità dille provincie per la glo-
li) protezione che i principi souo esorta- ria di Dio e per la tranquillità della Chie-
li d'nccordare agli ecclesiasliii, nelle co- sa. Del resto il concilio rimise al Papa
non volle n)ai ricevere questo decieto, (jual supremosuperiore, ne venerò la pie
perchè il concilio vuole che tutte le costi- na autorità rispettò illesi suoi diritti;
, i
tuzioni pontifìcie a favore degli ecclesia- ed il J^apa non tolse n)ai la libertà "al con-
stici sieno eseguile i il che si ritenne in cilio, come sempre a\ea praticato cog'i al-
J'rancia troppo generale, essendovi mol- lri concilii. Dopo questa lettura, si reci-
te dtcretali, che non furono inai rice- tarono di nuovo lutti i capitoli e canoni,
vute nel regno. Sopra 1'
«so riprovato formali sotto Paolo 1!!, Giulio III e Pio
de' funesti Duelli, clic proibì con pena IV, che furono nuovamente approvali dai
di scon)unica, con privazione a' aiorli padri, senza che le interruzioni del con-
dell' ecclesiastica sepoltura. Delle pene cilio ne offendessero o pregiudicassero la
contro i Chierici, che non osservanti il Ce- sua unità. Terminato il gran concilio con
libato fossero concubinari. Sopra le In- sì felice successo, i padri deL quale par-
dulgenze e le Feste. Sopra la scelta dei lando di esso sempre lo chiamano San-
cibi, e sopra i Digiiim\ ec. Sidl'esalta os- età Sjnodus, ad onta de* tanti e gravi
servanza de'canoni, e se debba dispensar- impedimenti insorti in diversi teaipi, il
si, lo si faccia validuiiiente, maturamen- segietario che avea fallo le letture, ven-
te e gratuitamente. Che in tutto resti sai* ne in mezzo alla veneranda assemblea e
tra l'autorità della s. Sede apostolica. In dimandò a'padri, se volevano che si ter-
noal Papa la revisione e riforn)a del iJ/ey* domandassero in nome loro al Pa-
legali
saleeW Breviario, e di comporre un Ca- pa Pio IV la conferma di lutti decre- i
techismo ; mentre a' vescovi aveano in- ti. Tulli lietamente risposero, che lo vo-
giunto l'erezione delle ccngregazioni del- levano, colla ^(\ìo\a piace, toltine 3 so-
la Dottrina cristiana. Per ultimo il sa- li, chedissero di non chiedere questa con-
grosonto concilio ammonì tutti i principi ferma, anzi uno solo cioè l'arcivescovo di
nel Signore, a prestare lalmenle la loro Granala, il quale rispose: ^mre che si fi-
assistenza, che non permellino che quel- nisca il concilio^ ma non chieggo la con-
le cose, le quali sono state dal iDedesin^o fermazione. Il che disse forse, stimando
decretate, vengano guastale o violate da- che il concilio fosse confermato quanto
gli eretici; n)a da questi e da tutti sieno bastava con l'autorità de' /^r'gvzYz manda-
divotamente ricevute e fedelmente osser- tivi dal Papa. L'equivoco degli .-Jtli del
vale. Cile se qualche diflìcollà nasca nel concilio, stampati in Anversa nel i564i
riceverle, ed alcune cose occorrano,le qua- che dicono aver dichiarato 3 padri noti i
h (ciò che non crede) ricerchino dichia- occorrere la conferma, derivò perchè 3
razione o definizione, oltre gli allri rime- vescovi spaglinoli dissero in opposizione
di in questo concilio istituiti, confida il dell'arcivescovo : chieggo la conferma-
«auto concilio, che il sommo Pontefice zione come necessaria
j' mentre lutti gli
procurerà cheo richiamali da quelle pro- altri aveano semplicemente risposto, ^^Ai-
vincie donde la diflicoltà sarà nata, quel- ce. Gli atti delConcilio o Sinodo lùu-
li i quali riconoscala adattati a trattare menicOy dice il dotto Zaccaria, acciò ab-
utilmente il medesimo negozio, o anche biano la sua forza nella chiesa eatlolicn,
colla relrbrazione d'un concilio generale, devono essere confa uniti dal sommo Pou*
344 TKE TRE
consenso e autori là de-
lefice, col di Cui sacerdote, ìa inviolata Madre di Dio, e
ve essere intimato, e ne riporta le prove, tutti i santi; e si dissero Anatema agli e-
dande fu l'allegrezza e la tenerezza di reliei. In ultimo i presidenti, vietato a cia-
ciascuno dell'augusta assemblea, che su- scuno sotto pena di scomunica il partirsi
però di gran lunga l'espettazione, lutti i innanzi d' aver sottoscritto o approvato
volti essendosi bagnati di lagrime, inclu- per istroraenlo pubblico l' intero tenore
sivamentea quelli die aveano mostrato del concilio; il promotore richiese tutti i
antichi concìlii, ed intonate dalla sua vo- sarelli di s. Severino vescovo di Telese e
ce alta come dalla pi ima di quel senato, da'nolari, ricevettero le suscrizioni secon-
al quale rispondeva il coro di lutti i pa- do il comandamento; e furono i nomi dei
dri. In esse fu pregalo Dio di concedere 55, cioè 4 legati cardinali
soscrittoii 2 i
felicità a Pio IV, nominatosi dallo stes- Moroni, Simonella, Na vagero, Osio; car- i
gli ambasciatori, i legali, i cardinali, i ve- ti gli oratori ecclesiastici, cioè degl'impe-
la Fede de' Padri e degli Jpostoli; que- quali convenne porre un laico collega del-
stue la Fede degli Ortodossi, Tutti pro- l'arcivescovo diPraga e oratore imperiale.
fessarono la fede, e l'osservanza de'decre- In altro fu scritta l'accettazione di Gioac-
ti tridentini. Invocarono Crislo supremo chino abbate di Vaud, come d'oratore di
TRE TUE 345
lullo il clero svizzero. Nel 3.° fu stipula- roni e Simonetta, poiché Na* i cardinali
ta l'acceltazione tìeil* aiiibascialoie por- vagero e Osio aveano fatto calde istanze
toghese e del veneziano. Nel 4-'' reijistros- per restituirai alle loro chiese, preferen-
si l'appiovamento tiell'oralore tle'canlo- dolo al rientrare nel Vaticano con assai
ui svizzeri catlolici. E tulli promisero a maggior merito e gloria degli antichi
nome de'ioro signori. Quanto a Meldiio- trionfatori nel Campidoglio. Pio IV a'3o
re Lussi ambasciatore de'7 cantoiìi cat- dicembre 563 con nuova congregazione
I
tolici, il quale poi ebbe ancora uiaiitlato concistoriale rese grazie a Dio perchè il
dal cantone di Claris misto di cattolici ed concilio di Trento già essendo somma
eretici, prevalendo in esso i primi, debbo mente celebre, avea sortito un fineemi-
notare.Che fu accolto fuori della città qua- jienlemente felice e desiderevole. Lodò
si da 60 prelati, e ricevè ospizio a spese l'imperatore e i principi per avervi con-
del Papa come si costumava dalla sua
, tribuito, altamente encomiando cardi- i
nazione Svizzera, qualora da essa parti- nali legatied padri; grandi lodi proferì
i
ìfano ministri per aifari ecclesiastici. Sic- a'cardinali Moroni e Simonetta, dichia-
ché in tutto il tempo di sua dimora in rando che nulla senza di loro si facesse
Trento ricevè mensilmente la provvisio- in quanto riguardava decreti del conci-
i
ne di 200 scudi; e parimenti secondo l'u- lio, e secondo il disposto di essi die san-
so svizzero, quantunque egli sapesse l'ita- tissime disposizioni. Quindi colla bolla
liano, parlava per interprete. Benedictus Deus^ de*26 gennaio i564,
Altro più non rimanea per porre l'ulti- Bull, Rom. t. 4, par. 2, p. 168, sottoscrit-
ma mano a questa grand'opera,che la con- to da Pio IV e da 26 cardinali presenti
feruìadelPapa.Un indicibile conforto recò in Roma, fra'quali il suo nipote s. Car*
alla convalescenza di Pio IV l'annunzio lo BorromeOfMovom e Simonetta, il Pa-
della conclusione;e non avendo ancor for- pa solennemente approvò e confermò de- i
te di tener concistoro, radunò a' 2 dicem- 1 creti del concilio ecumenico di Trento, e
bre una congregazione concistoriale, ove ne ordinò la rigorosa osservanza ed ese-
rese informato il sagro collegio del buon cuzione, vietando e annullando qualuu-
successo, e debberò che a* 1 5 se ne ren- quearbilrario commento o interpretazio-
dessero grazie a Dio, con far solenni pro- ne sopra il medesimo. Quindi il Papa fa
cessioni dalla basilica di s. Pietro fino al- sollecito a spedir la bolla a tutti i princi'
la chiesa di s. Maria sopra Minerva, ar- pi cattolici, procurandone da per tutto
ricchite d'auìpia indulgenza. In questo l'accettazione, anche a mezzo di nunzi ap-
mezzo eransi partiti di Trento i congie- positamente spedili. Dipoi colla bolla In
gati e i presidenti, i quali aveano distri- Prìncipis Apostolorum Sede^ÙQ 7 feb- 1
buiti 10,000 scudi d'oro agli uflìciali e braio 564, Bull, cit., p. 2 4, revocò qua-
1 1
VOL. LXXiX. 23
346 TRE T il E
t;o (li vegliore sull'esecuzione esalta de» tìie sapere, però avendoli celebrati a'Io-
tiecreli del concilio Tridentino e di rife- ro luoghi. Il cardinal di Lorena condusse
rire dubbi al soiunio Pontefice, il fjua-
i con se a Trento 1 4 vescovi, 3 abbati, 18
le soltanto dovea spiegarli; avendo nota- teologi, e tra' quali si noverarono Qiolti
to nel citato articolo, che il cospicuo pre- di sommo merito, come Beaucaire vesco-
lato segretario della niedesima,suole pub- vo di Metz, Eustachio di Bellay vescovo
blicare colle stampe il Thesaurus Reso- di Parigi, PietroDanes vescovo di La-
lutìonums. Congregalionis Concìlii, che vaur,Nicolò Maillard decano della facoltà
scrive in nome del Papa per autorizzazio- teologica di Parigi, Si montìVigor,Claudio
ne Gregorio XIV. Ed il suo predeces-
di d'Espence, Claudio di Saintes. Meritano
sore Sisto Vj con bolla avea conferito al- d'esseie nominati tra' vescovi spaguuoli,
la stessa congregazione Tautorilà d'inter- quasi tutti abili teologi, Cuvarruvias ve-
pretare quelle cose soltanto del concilio scovo di Città Piodrigo, Guerrero arci-
di Trento, appartenenti alla riforma dei vescovo di Granata, Ayala vescovo di Se-
costumi, non quelle riguardanti il dogma. govia, Antonio Agostino vescovo di Le-
Di pili Sisto V obbligò i vescovi e lutti rida poi arcivescovo di Tarragona: si può
gli altri ordinari, di sottoporre alla cen- dire a un dipresso la stessa cosa de' vescovi
sura della s. Sede decreti de'loro Sinodi
ì portoghesi, tra'quali valga per tutti a nuo-
provinciali e diocesani. 11 Papa inoltre, vamente ricordare l'arcivescovo di Braga
non soloapprova Sinodi óeW occidente,
i deMartirijSÌ perla sua dottrina che per le
ma anche dell'oriente e di tutte le altre sue virtù. Tra'teologi della penisola e de*
parti del mondo. Colla bolla Sicutad sa- due regni, almeno farò onorevole memo-
croruni Conciliorum^ de 1 8 luglio 1 564» ria di Francesco de Torres, Giovanni Vil-
^«//.cit. p. 178, Pio IV dichiarò che tut- letta, Pietro Solo domenicano, Gaspare
ti i decreti del Tridentino, appartenenti Cardillo, Pietro Fontidonio, Alfonso Sal-
alla riforma e al diritto positivo, aveano merone gesuita, come de Torres teologo
cominciato ad obbligare alla loro osser- del Papa, e il i. "crasi trovato alle 3 aper •
vanza fino dali.°del precedente maggio. ture del concilio ; per non dire d' altri
Per ricompensare poi que'soggetli, ch'e- rammenterò Diego Pay va^PrancescoFor-
rano stati benemeriti delIaChiesa nel con- rero, Melchiorre Cornelio. Altri vescovi
cilio di come riferisce il Novaes,
Trento, e teologi erano venuti a Trento da altri
Pio IV a' 12 marzo 565 creò cardinali: 1 regni e paesi dipendenti da'dominii spa-
Bozzuti, Colonna, Galli, Pisani, San- gnuoli, cioè dalla Sicilia, da Napoli, dalla
tacroce, Delfino, Boba, Boncompagni Sardegna e da' Paesi Bassi. Condussero
poi Gregorio XIII, Sforza, Pasqua dei a Trento dotti teologi Francesco Richar-
Negri, Visconti, Castiglioni , Ferreri, dot vescovo d'Arras, Antonio Havet ve-
Crecquyfirivelli,Coìnjnendone,Loniel- scovo di Namur e Martino Rithow ve-
lifd. Orsini, Alciatì, SirletOy Paleotti, scovo d'Ypri, fra 'quali Giovanni Hessels
Crasso. Tutti i legati del concilio di Tren- dottore, e Cornelio Gianseuio poii.** ve-
to erano stali il flore del sagro collegio,scel- scovo di Gand, di verso da Giansenio d'in-
ti tra'più celebri teologi o sommi canoni- felice fama come autore del Giansenismo
sti, abili nelle controversie, profondi nella {V.). I vescovi italiani, chiari nella teo-
conoscenza delle s. Scritture, accoppian- logia positiva e nel diritto, furono molti,
do a sodo giudizio singolare perspicacia, tra' qualiSebastiano Vanzio vescovo di
eminenti per prudenza e felice esperien- Rimini,Giambaltista Osio vescovodi Rie-
za negli affari. Troppo lungo sarei, se do- ti, Commendoue vescovo di Zante, Cam-
vessi nominare i vescovi e i teologi che peggi vescovo di Fellre. Tra gli uffiziali
lispleoderouo Del concilio per la loro vir- del Papa, Giambattista Castelli^ Scipione
T R E T R E 347
Lancello!li,ErcoIeSeveroli,UgoBoncòra- venne sì violento, che nella sua storia si
pagui, Gabriele Paleolli. I generali degli abbandonò alle satire più amare e alle ca»
ordini che aveano voce deliberativa nel lunnie più atroci. Egli vi dipinse i Papi,
concilio, erano anch'essi assai versati nella i vescovi e la Chiesa stessa sotto i colori
teologia eneldirilto positivo. Pochi vesco- più odiosi. Dalle disposizioni dell'autore
\\ ledesciii inleivennero al concilio,e mol- sideve giudicare dell'opera. Le Coura-
ti mandarono de'teologi colie loro procu- yer suo traduttore e annotatore, diced'es*
re, ed i padri tennero per buone le loro servisiadoperato colla stessa mente, che
scuse, avendo essi rappresentato, che non aveail Sarpi o Soave, e a dir il vero man-
stimavano bene d'allontanarsi dalle loro tenne assai bene la sua triste parola; anzi
diocesi a cagione delle sedizioni e tumulti aggiunse nuovi errori a quelli di fr. Paolo,
incessanti, eccitati dagli eretici, e perchè ne commentò l'opera, ne spiegò le salire
iion potevano lasciar in abbandono il loro e le calunnie, ch'erano nell'originale ma-
gregge,in una circostanza in cui tutto eraa scheratecon tutta l'arte possibile.Gli scrit-
temersi dagli audaci e ostinati nemici della tori che combatterono Le Courayer so-
Chiesa. Trovaronsi al concilio 6 vescovi no il p. Hardouin gesuita, il
tra gli altri
due diPolonia,dued'Ungheria,uno
greci, p. Le Quien donaenicano, ambedue som-
di Doemia, uno di Croazia, tre d'Irlan- mi, l'irlandese Frennel, il prete Pelletier;
da, uno d' Inghilterra e tre dell' Illiria. oltre l'editto del cardinal Noailles arci-
Questi prelati venivano riguardati da'lo- vescovo di Parigi, portante la condanna
lo colleglli assenti come rappresentanti di sue opere, ed una istruzione pastora-
di quelli che non aveano potuto assiste- le con una lettera pastorale dello stes-
re al concilio, e lutti insieme riceverono so cardinale sullo stesso oggetto. Di que-
con venerazione le decisioni dottrinali di sto sagrosanto concilio ecumenico cele-
questa augusta e veneranda assemblea. brato a nomedi tutta la cristianitàche so-
Fr. Paolo Sarpi dunque, e Pier Fran- spiravala pace della Chiesa cattolica dalhi
cese della falsa Storia del concilio dì ben benelesueparole, che dichiarò paro-
Trento, del malvagio fr. Paolo, e poi una le d'amore e di verità. « I vescovi e teo- i
Difcsaó'i quella traduzione contro legiu- logi consultori che composero il conci-
ste censure che di essa si erano fatte. Fr. lio di Trento si occuparono di due cose.
Paolo Sarpi visse a' tempi delle contro- L'(nia fu esaminare ed indi esporre chia-
versie nate tra la repubblica di Venezia ra uìcnle la dottrini» generale della cri-
e Paolo V, ed attizzò quanto potè il fuo- stiana antichità, salendo fino a'tempi a-
co della discordia. Posposto due volle da postolici, intornoa'punti che i seguaci di
CleraenleVllIa'vescovatidiMellipotamo Lutero, Cai vino, Zuinglio, mettevano ec.
tivali dalle sue intrinsichezze cogli ere- imperocché, ed aveaiw) alle mani la Scrit-
tici calvinisti , co' quali teneva in molti tura .sai^ra, le decisioni de' Coz/c/V/V ante-
punti, colmarono di veleno il suo cuore, riori, l'opere de'ss. /^fr//7, ossia Scrittori
e quuidi il suo a^lio contro lu s. 5cde di- dc'priuii secoli; nonché quelle do' Jtfo/o'
348 TRE THE
gì posteriori i più accreditali: ed esseri molte innovazioni, per le quali costumi i
fio eglino venuti ila tutte le regioni cri- del clero e del popolo si corressero e mi-
stiane non già prima infelle di eresia o gliorarono di molto.Che importa mai che
di scisma, conoscevano troppo bene qtial molli de'prelati fossero molli, avari, am-
fosse la credenza antica delle chiese par- biziosi? Eglino, col fare i decreti di rifor-
ticolari che per l'unità della fede forma- ma,che ptw dovettero dannarono se fare,
vano il gran corpo della cristiana chiesa. slessi, e la Chiesa tutta
danna ancor og-
L'altra loro cura si fu prender notizia de' gi ed essi e loro simili. Per chi ha sano
i
molli egravi disordini introdottisi nel cle- intendimento è questa prova novella che
ro e nel popolo cristiano, ed apprestar- Quegli il quale disse agli Apostoli e a'ioro
vi con saggi decreti di riforma e pronto successori: isg^o vobisciim sum usane ad
ed eflìcace riparo e riroedio. Perchè bi- coiisummationem saeeuli, obbliga, onni-
sognava venire in chiaro di molte verità, potejìle qual è, ad insegnare la verità e
e perciò movevansi o proponevansi de* a volere buon costume il corpo unito
il
dubbi, e perchè in punto di disciplina da- de' vescovi, anche quando molti di loro
gli uni volevasi una cosa e dagli altri vn amasio poco l'uno e meno l'altro." Arro-
altra, ci furono questioni e lunghi dibat- gè quanto leggo in un altro scrittore.^ Si
timenti, quali non mancarono nemme- suole obbiettare che re e molti vescovii
infìno ad oggi,dimqiie pel lungo corso di vono quanlunqtie paia che in essi sieno sta*
circa 3 secoli, essere conforme agli anti- le assai più di cpieste viste particolari, che
lichi insegnamenti degli Apostoli e de' non furono a Trento in alcuni vescovi. Del
santi e dotti loro successori, e all'univer- rimanente abl)iamo osservalo, e questo è
sal credenza de' fedeli, la dottrina dog- un fatto evidente, che il concilio di Tren*
malica e morale esposta da'Padii del lo fu un' assemblea di prelati e di teolo-
concilio Tridentino; tutta la Chiesa ac- gi celebri sì per la loro pietà come pel
cettò ed eseguì, con poche locali eccezio- loro sapere. Si suppongano pure quanto
ni suggerite dalla prudenza , salutari i si vuole delle passioni degli uomini, e che
decreti di riforma. Nel dogana e nella queste abbiano anco operato; ma nulla
raornle non si cangiò od innovò nulla , se ne potrà per questo concludere con-
perchè gli uomini non possono a quello tro i cattolici. Imperciocché in virtù del-
che Dio rivelò o aggiungere o levar sil- le promesse di Gesù Cristo, e della pro-
labo;anzi i canoni tutti, s\ in questo con- lezione speciale ch'egli accorda alla sua
cilio come negli altri , in ogni tempo si Chiesa, i pastori insegneranno setnpre la
fecero per dannare i novatori: nella di- verità di snlufe, e la vera fede durerà fer-
fcipliim sgoosi fatti ojolti cangia oienli e ma sino alla fiue de'secoli, senza che vi
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sin mestieri ricorrere assolutamente alla ficai- roi'O, questa sorle di lotte non servì
Ili villa ispirazione". Il Bercaslel, Storia che a dare alla verità tutto il suo splen-
del cristianesimo, t. 2r, n.° 2(S3, cele- dore e la sua consistenza. L'esempio da-
bianilo in un quadro l'eccellenza e l'in- to da Pio IV nell'accettare i decreti del
tlicibile utilità di questo venerabile con- concilio, e farlo promulgare per tutto lo
cilio, dice: j>Fu composto, singolariuen. StatoPontificìo^ fu seguito in molli stali e
le negli ultimi due anni, di personaggi di regni. Essi furono solennemente accettati
tulli i popoli e di tutte le nazioni, in cui peli.°dal senato della repubblica di Ve-
la velila cattolica è conosciuta, vescovi, nezia, e falli pubblicare nella messa can-
dottori, regolari e secolari, e perfino am- tata della patriarcale basilica di s. Marco,
basciatori, i più eminenti in sapienza e con ordine a tutti i pastori de' suoi do-
ili dottrina, in profondità e in sagacitàdi minii di osservarli e di farli esattamente
genio, in capacità per gli all'ari, in pro- osservare. Per questa mirabile pi^ontez-
bità, in religione, in tenera pietà e in co- za e zelo esemplare il Papa ricolmò di lo-
stumi innocenli.il capo che reggeva mem- di i veneziani con magnifica bolla, e a'
bri così degni era Pio IV, o piuttosto s. IO giugno 1 564 donò pel loro ambascia-
Carlo Borromeo (da Roma e qual Segre- tore in Roma Palazzo apostolico di il
tario di stato, e cardinale arcivescovo di s. Marco {T\), e nella sala regia di quel-
Milano),di cui fa l'elogio il solo nome,e dal lo Valicano pose una lapide in onore del-
quale ilPapa suo zio, estimatore del meri- la repubblica, per l'eroica difesa presa di
to, prendeva tanto meglio le impressioni, Alessandro JII: la repubblica noljilmen-
quanto che l'umile cardinale, dopo la ri- le corrispose alle pontificie grazie,con as-
cerca del bene, null'altro avea maggior- segnare a Venezia pel Nunzio(F^\\ mae-
mente a cuore che di fuggir la gloria, e di stoso palazzo Grilli. Tra're il i.^che ac-
farla riverberare sul capo nel cui nonie e- cettò il concilio senza alcuna limitazio-
gli agiva (sì in Roma nel presiedere i con- ne fu giovane Sebastiano re di Po/*-
il
sulti e le congregazioni, che nel carteggio ?og-rtr//o. Ricevuta ch'egli ebbe la bolla di
numero slesso de'padri, questo fu tale a rallegrò secolui della felice riuscita delle
Trento, che avuto riguardo alloslato pre- sue fatiche, promise di sostenere con tut-
sente del mondo cristiano, alla estensio- te le forze, così l'aulorilà della Sede apo-
ne delle diocesi, alla riduzione dell'anti- stolica, come la dignità del concilio, e pro-
ca moltitudine de'vescovi, e alle diflìcol- testò che nulla stavagli maggiormente a
tàche incontrano sotto governi moder- i cuore, che di farne osservare le decisioni
ni, in occasione della convocazione e del- dogmatiche e i regolamenti di discipli-
la celebrazione de'concilii, questo passe- na da tutti i suoi sudditi portoghesi, in-
rà senza contraddizione pel più numero- diani e africani, con una inviolabile fe-
so che sia stato possibile di congregare. deltà. Indi lo ricevè la dieta del regno di
Tulle le piaghe dellaChiesa vi furono sco- Polonia, per opera del celebre nunzio
perte e scandagliale, estralla con ferma Commendone, che trionfò di lutti gli q.
mano la corruzione, ed applicali i più at- stacoli, prodotti da' torbidi che agitava-
tivi rimedi, senza riguardo alle strida de- no il regno, dal debole governo di Sigi-
gl'iiifermi, a*sislemi delle scuole, a' pre- smondo li, dalla deplorabile condizione
giudizi delle nazioni, all'urto delle opi- in cui trova vasi quella chiesa per opera de'
nioni e degl'interessi, talvolta così violen- Socinìani e altri eretici, ed essendo il pri-
to, che la ricerca slessa del maggior be- inaleaicivescovodi Gnesna in corrispon-
ne cagionò e perUubazioni e scandali. Ma denza co' protestanti per sottrarsi dalU
siccoiDe il crogiuolo non può che puri- dipendenza della s. ^ede e farsi dichiu-
VOL. LXXIX. 23*
3jo T K e T II E
rare capo della chiesa di Polonia. IVI3 B^i- lerina de Medici ne impedì la pubblica-
lippo 11 dopo alcuni indugi ecavillazio- zione legale, col prelesto che vi erano con-
ni, ad onla del suo zelo religioso, forse dannale le commende, e molli altri usi
offeso perchè erasi terminato contro le dalla disciplina stabiliti nel regno. Il prin-
sue intenzioni, Io pubblico ne' suoi re- cipio delle difficoltà era la prolesta che
gni di Spagna^ de' Paesi Bassi, di ^SY- gli an)basciatori di Francia, dopo esser-
Napoli, senza alcuna restrizio-
cilia e di si ritirati malcontenti dql concilio, avea-
ne formale con certe modificazioni, poi- no fatto per ispiegare i mplivi della lorq
ché vi pose una chiu»;(ila ri*>petto ad al- condotta. Aveaiio rappresentalo lutti i de-
cuni punti di disciplina, per conservare creti di riforma falli dopo il loro ritiro,
1 suoi diritti e del suo regno, o almeno come formali espressanienle per distriig-
quelli che intendeva apparteneigli, pre- gere i regno e l'autorità del re.
diritti del
guaglianza pel trattamento colla Fran- ra mente si risentiva del genio arden te del-
cia, il ricevin»enlo de'decreti nella Spa- Tambascialoredu Ferrier, e che forse gli
gna e in Portogallo, sottomise al conci- serviva a colorire la sua inconsideratezzE^
lio i de'due mondi, par-
paesi occidentali o la sua ostinazione; ma non era njenq
te dell'^mer/cYZ, parte óeW Indie orien- sicuro che le consuetudini del regno vi si
gliarono da forsennati con declamazioni timore d'ii ritare i calvinisti ugonotti di-
e invettive, il Pgpa ottenne dall'impera- venuti numerosi, i quali lo riguardava-
tore Massimiliano II, nello stesso 1 564 nocome un manifesto di proscrizionecon-
succeduto al padre Ferdinando 1, che i non avrebbero lascia-
tro di loro, per cui
decreti del concilio di Trento vi sarebbe- to di correre all'armi, onde prevenirne
ro pubblicali': es">i do[)0 alqutH»li ritardi le conseguenze. Tale fu la risposta del re
za francese, il quale fu prima calvinista, cilio privi 1' imperatore, i re, e gli altri
poi luterano, e che persqaso che fuoi'i principi della proprietà del dominio do'
della Chiesa cattolica non trovasi l'e- luoghi, ne'quali permettessero il duello;
terna salute (della quale ma-i§ima ripar- perchè si sostiene che la podestà de'prin-
lai a Tradizione, col dichiarato dal sou)- cipi viene da Dio, e nessuno può loro to-
ino Pontefice Pio IX), ebbe la ventura né restringerla. 3. "Non si potè ap-
glierla,
il'essere convertito dal celebre Claudio di provare che il concilio definisse sopra il
Kspense,e morì tra le sue braccia neh ti66, padronato laico, fondandosi su questa
pon sentimenti perfellampnte ortodossi, supposizione, che lutti i benefizi sono li-
accorda anche nelle sue Consulte sul ri- beri, se padronato non è fondato; e so-
il
cevimento del concilio di IVentOyche non Stenevasi pel contrario, che le chiese noi^
vi fu oiai alcuna eccezione riguardo a'de- hanno beni temporali, che non venganu
preti appartenenti alla fede, alia dotlri- dalla liberalità de'secolari. 4-° Si fecero
|)a, alle costituzioni della Chiesa, ed alia pure doglianze della rimissione delle cau-
riforma de' costumi e delle persone; ma se criminali da'vescovi ql Papa, quando
del resto fu di parere che non si dovesse ì concilii provinciali e nazionali ne deb-
accettarlo, quando fu proposto al suddet- bono easer giudici. Si disse, che questo
to parlamento, perchè il concilio ordina, derogava non pur all'uso di Francia e al
riguardo algoverno interno di Francia, concordalo fallo Iru Leone X e France-
a'du'ilti delU corona, alla dignità e alla sco!, il quale uoii vuole che sudditi del i
jnaestà del re, airauturilà de'suoi edilli, re sicno obliligati di andar in purkuna a
352 TRE TR E
litij»nre a Roma; ma eziandio a' cnnnni cilio insegna; non condannino nel
ch<!
fl«'concilii,che vogltono,che le cause sieuo tempo stesso tutti "li errori, ch'ei»li
con-
giudicale sopra il luogo. Non si appro- danna, e che questo memorabile concilio
vò nemmeno, che il concilio permettesse non sia riguardato in tutto il floridissi-
«'mendicanti di posseder beni slabili. 5° mo regno, come un Concilio Generale ed
Si trovò, ch'egli avea ferita la giurisdi- Ecumenico. In molti luoghi il concilio di
zione de're e de' magistrali, e che si era Trento fu proclamato più tardi, ed in
attribuita un'autorità eh' egli non avea. molli articoli lo rilevai. Le difficoltà che
6° Che lungi, che il concilio di Trento insorsero al pubblicarsi del concilio furo-
abbia a riconoscere la superiorità de'cou- no lolle principalmente dallo zelo, dalla
eilii generali sopra ilE*apa,come con erro- prudenza, e so[)ratlulto per le orazioni di
re funestissimo che confutai in tanti luo- s. Carlo Borromeo; il quale inoltre, do-
ghi, prelesero d'insegnare il famoso Si- po avere avvertiti vescovi e principi, i i
nodo (V.) di Costanza e il conciliabolo di durante il concilio, del cattivo stalo di sa-
Basilea j pareva piuttosto ch'egli favo- lute del Papa suo zio, pose in opera così
risse l'opinione opposta, assoggettando pressanti istanze presso de'medesimi, che
nell'ulliuja sessione i suoi decreti al giù- gli riuscì a determinarli in fine ad aifret-
dizio del Papa, e dichiarando che «-/et'o- lare la conclusione del concilio. Non sì
sinodo di Costanza e come si procede; che Setìe^ si tenne in dovere di far eseguire
non potè esser legale lino alla convoca- lutti i decreti per la riforma della disci-
zione del vero e legittimo Gregorio Xll; plina. Dietro al suo consiglio il Papa e-
che prelese tumultuariamente di defini- sorlò fortemenle i vescovi a fondare de*
re la superiorità del concilio sopì a il Pa- seminari, conforme al voto del concilio;
pa, per farsi strada a deporre Giovanni e per darne egli l'esempio, fondò in Ro-
XXllI, ma crealoda un altro concilio non ma il Seminario Romano CA^.J,del qua-
convocato dal Papa, cioè a disfare l'opera le fu affidato il reggimento a'gesuiti. In-
da se fatta già a Pisa. Lo stesso concilio di eli per meslio «uarenlire
.^.5..^^. i fedeli contro i
Trento confessò: Che il sommo Pontefi- nuovi errori, Pio IV neli564 p«d3blicò
ce è il Vicario di Dio (Z-^.) sulla terra, e laformola della Professione di fede che
che ha la primazia su tulle le chiese. Del portail suo nome, e prescrivendo che do
Conciliabolo di Basilea, quel vocabolo vea essere sottoscritta da tulli quelli che
dice tutto, e il suo cattivo operalo lo ri- venivano nominati a benefizi oa dignità
provai ne'citali e altri articoli. Finalmen- Osserva il cardinal Palla-
ecclesiastiche.
te non fu ricevuto apertamente il conci- vicino nell'introduzione alla sua magni-
lio in Francia, pel punto che il concilio fica Storia^ cap. o I : Se i Papi temessero
permette al Papa di avocare a Roma le dal concilio la depressione della loro au-
cause degli ecclesiastici pendenti davanti torità, e se questa vi sia stata accresciu-
l'ordinario, e per altri molivi ancora, che ta; che la corte romana temè non rima-
ponno vedersi nel Pallavicino. Ma lutto nesse abbassata l'autorità sua dal conci-
questo non impedisce, ripeto ancora una lio, e che la vide poi quindi stabilita per
volta, che tutti i francesi cattolici non ab- modo che non fu mai tanta, uè così ben
biano ricevuta ed adollata la dottrina del radicala; se diamo fede alle maligne ca-
concilio ; che non credano essi di cuore e lunnie del Soave. Dichiaratosi dal Palla-
non confessino colla bocca tulle quante vicino in che alla corte di Roma non po-
le verilàcaUoliche,che il sagiosaulo eoa- tè piacere la coavocazioae del concilio,
TRE TRE 353
pei vocabolo riforiunzione. Qiianlo a*Pa« ogni cosa in tlubbio ed accordarsi con Lu-
pi, ;iliri iis(>etti ti resero circospelli dal tero. Il Pallavicino non negò perlnltociò
convocare il concilio, per ricordarsi del qualche sospelto di timore ne'Popi, però
inemorjibile dello di s. Gregorio IVazian- conobbe la seconda parte della falsità
reno, che non avviene mai senza qualche spacciata dalSoavCjChe la podestà ponti-
peri( olo e qualche scandalo una congre- ficia non sia stala mai tanta, ne così bene
gazione di sacertlolijperchèdove sono più radicata come per mezzo del concilio di
lesle e più cuori, ivi è sempre qualche Trento. Invece prova il Pallavicino, che
discordia di pareri e di voleri: la discor- in questo concilio non si trova pur una
dia parlorisce il contrasto, e il contrasto sillaba a vantaggio nuovo de'Papi. Nel
cos'i negli umori del corpo come dell'a- concilio di Firenze [F.) assai propinquo
nima, è origine della corruzione. Aveano s'era dehnilo il Primato (V.) sopra tutta
in mente disordini assai freschi di Ba-
i la Chiesa. Nell'ultimo di Laterano F s\
silea. Sapeano essere regola di tulli i prin- contiene la maggioranza de'medesimi so-
cipi non adunare senza necessitagli sta- pra il Concilio. In questo di Trento ne
ti generali. Vedevano che la riduzione de- tali, né altri articoli appartenenti al Papa
gli eretici era impossibile per questo mez- si leggono dichiarali. Anzi, come rilevasi
zo: e dall'altro canto in una moltitudi- A^W Istoria del concilio di Trento, mian-
ne di persone, per lo più non esperte del do si trailo di attribuire al Sommo Pon-
governo de'popoli, si potea dubitare non tejice quello che il fiorentino sinodo gli
I<^ temenza. Questo sarebbe stalo un te- gravi e sì rare, chele concessioni nelle ma-
mere che dovesse rivolgersi sossopra il go- terie dal concilio proibite non giungono
verno spirituale, e in gran parte anche il olla ventesima parte di quelle che innanzi
temporale del crisliriiiesimo; condannar- si costumavano. Lo stesso avviene delle
si tanti concilii ne'qtudi lai podestà leg- cause che ini.'' istanza si traevano alla
gevasi stabilita e coufenn ita; rifiutarsi la corte e curia romana,de'privilegi co'qua-
dottrina imiversale degli scolastici; con- li molte persone particolari si sottraeva-
fessar che la Chiesa fosse stata per tanti no dalla giiirisdi/ione de' vescovi; il che
secoli in errore; e brevemente, richiumur iiggiungevu molli immciliulisuddilia'tri*
35:4 TRÉ TRE
bunalì delPapa; e fìnalmente di lanli af- rcilmente;!! chefu in tutto più di 4o anni.
fari sopra cui è dato al vescovo dal con- Ora in tutto questo lungointcrvalio, qua'
che proceda come delegato della Se-
cilio, progressi non fece l'eresia ? qual audacia^
dia apostolica, ciò che quanto all'accre- qual insolenza non prese? ma qual fu la
scere la podestà de'vescovi riesce lo sles- reale sua sommissione dopo la sentenza
so che se procedessero senza rappresen- d'un concilio, a cui precedentctncnte des-
tanza d'altrui persona. Conclude il Pal- sa erasi appellata in termini così som-
lavicino: questo è il guadagno di potenza messi e religiosi? Da ciò può inferirsi qua-
che ha fatto la corte di Roma al conci- li sieno le mire di tutte le genti di setta
lio di Trento. Di piìi prova il Pallavici- e di partito, nelle loro appellazioni al fu-
no l'autorità del Papa, la sua preminen- turo concilio, e giudichiamo ciò che se-
za costituita da Gesù Cristo, che esercita riamente se ne può aspettare."
in tutti i concilii, sia nel governarli, sia TRFiSANO (s.), prete. Nato in Irlan-
nel confermarli qual capo dellaChiesa cat- da, lasciò la patria per recarsi a predi-
tolica e padre comune de' fedeli; la sua care il vangelo in Francia, dove fu elet-
superiorità al concilio e la sua infalli- to a parroco di Mareuil sulla Marna. Ces-
bilità nelle cose della fede, la quale si a- sò di vivere nel sesto secolo. Le sue re-
scrive anche e soltanto al concilio in vir- liquie si custodiscono con grande vene-
tù della pontificia conferma de'suoi de- razione ad Avenay nella Sciampagna, e
creti, quindi dell'obbligo che corre a tut- trova usi pure alcune di lui ossa a l^ont-
ti i cattolici di stare alle decisioni del Pa- aux-Dames nella Brie, rinchiuse in reli-
pa, che ha la piene/.za della podestà e del- quiario d'argento, la quale reliquia vi fu
la giurisdizione, eguale a quella di s. Pie- portata da Avenay. E' onorato il 7 feb-
tro nel reggimento dellaChiesa univer- braio.
sale, ed è perciò che la sua podestà non TRESENE o TREZENE. Sede ve-
si può restringere ne da'vescovi, ne da* scovile del Peloponneso, nella provincia
concilii. Dopo aver tentato colla mia po- di Eliade. Veramente vi furono due ve-
chezza di dare un simulacro del gran con- scovati di tal nome eretti nel secolo V 1 II
cilio diTt ento, finirò quest'articolo col- o IX, uno nella Messenia e chiamato an-
le parole del Bercastel."Termii»iamo con che Troezerif Tr esine, Zemenej V ahvo
li uà riflessione venerale, e feconda di con • nell'Argolide denominato pure Dama-
seguenze non men naturali che dimostra- la, ambedue sufTraganei della metropoli
tive. Il concilio di Trento dalla i.'sua a- di Corinto. Si conoscono due vescovi di
pertura nel 54^, fino alla sua conclusio-
r Tresene nell'Argolide, cioè Antonio che
ne nel 563, ha durato 18 anni, senza con-
1 Irovossi al VII concilio generale, e Joa-
ta re lo spazio compreso fra la nascita del- saphchesottoscrisse la deposizione di Joa-
l'eiesiache lo fé' congregare, e le congiun- saph patriarca diCostantinopoli neh 564-
ture in cui fu possibile di congregarlo O rie US dir, t. 2, p. 244'
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)