Sei sulla pagina 1di 364

DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIu' CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

YOL. LXXIX.

IN VENEZIA
nALLA. TIPOGRAFIA EMILIANA
MbCCCLVI.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
TAutore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
DIZIONARIO
DI EHUDIZIONE

ST OR I CO -ECCLESI ASTICA

TOS T OS
1
OSCO o DA CASTELLO Guido, che l'obbligò a solennemente rinuniiare
Cardinale. Nato di oscuro lignaggio, o il- il proprio cognome, e ad assumere quello

lustre cotue voglionoNovaes e altri, e della de'Capoleoni, e corse in proverbio: Ma


famiglia Castelli dì s. Fisla o Felicita, luo- domus Guclfutioriun causa vi-
ledicta
go sponde del Tevere, nella diocesi
sulle rum maloruni. A tal famiglia apparten-
di Civita Castellana o di Città di Ca- nero Capoleone Guelfucci, autore celebre
stello (P'), denominalo sempre Maestro poema del Rosario. Il De-
dell'applaudito
Guido da Castello, sebbene comunemen- gli Effetti nelle Memorie del Soratte e
tedicesiGuido de Castelli oCastellis: iocpii luoghi co/wicini^ osserva a p. 62 e 82, che
lo riporlo colla deuoinina/Joue di Tosco, Civita Castellana era prima chiamata Ca-
perchè seguo principalmente Cardella. La struniFelicitatiSfCome attesta Cencio Ca-
causa insorta sulla di lui patria non fu co- merario, parlando del censo che pagava
inè vogliono alcuni colla città di Terni, ma quella città alla chiesa romana, e tra'iuo-
colla Huniglia Castelli di Terni. Non man- ghi di sua diocesi nomina Viilerano e il

cano lapidi antiche, le quali giustincaiio, castello di s. Stefano d'Azorio : prese tal

in (jualche modo, che appartenesseall'an- nome da s. Felicissima che fu martirizzata


licapolenlissima famiglia Guelfucci lifer- con s. Graciliano nel luogo detto col no-
nate ossìa diCittà diCaslello,famiglia fazio- me loro tra Falleri e Civita Castellana,
naria molto più antica de'Fucci, e che do- col trasferimento delle reliquie nella sua
minò IJorgo s. Sepolcro per qualche tem- chiesa la città venerandola come patro-
po. In ><eguilo fu umiliutu dalla nuova fu- na prese il nome di Castrum FelicittUis^
mii^lia Vitelli, che da oscuri principii s'in- come si legge nella donazione di Lodovico
nalzò rapidamente all'apice della gloria. 1 il Pio. Il Camerario ben distinse Città
1 Gneifmxi erano diparte guelfa e signo- di Castel lo, con Castrum Felici tatis, co-
ri di vuri castelli nel territorio TifernHle. me da alcuni si chiama, per Civita Castel-

Tanto polo cuuli'o di essa l'odio de' Vitelli, lana, il che uolui pure u Sutri ; laonde
4 TOS TOS
Degli Effelli dice che a questa si deve as- ch'era in Francia, ma non presso il legnlo,
segnai e il vescovo intervetiiito al concilio incontanente partì per Germania. Morto
d'Eugenio I I,e da Ughelli attribuito a Cit- Innocenzo II neh i43, il cardinale (Inifa
là di Castello, così Celestino II. L'origi- la sua legazione,intervenne all'elezione del
ne per cui tanti scrittori fecero questo Pa- successore e fu egli stesso scelto col nome
pa di Città di Castello, dichiara derivato di Celestino II (F.).
dalla sorella monaca che ivi dimorava, e TOSCO o TOSCHI o TUSCODome-
dal possedervi de'beni, mentre era oriun- Nico, Cardinale. Nato in Caslellanaro o
do da Civita Castellana, e s. Pista è più Castel Arano, luogo presso P\eggio diMode-
remolo da s. Felicita, che Felicita da Fe- na, da poveri genitori, fu dal padre man-
licissima. La sua arme composta di 3 gi- dalo a Pioma sotto la cura e direzione del-
gli, che si vede in Città di Castello, e i doni lo zio, celebre per dottrina e professore di
fatti a quella chiesa, poterono procedere matematica. Applicatosi quindi con esso
dall'affetto che le portò, come rileva Ciat- allo studio della geometria, per sua disgra-
ti Memorie di Perugia^ o per la so-
nelle zia la morte gli rapì il parente e precet-
rellache vi assunse Tabito religioso, di- tore. Pertanto si trovò costretto per vive-
cendo che Fisla è nome abbreviato di Fe- re a prestare in Pioma l'opera sua a qua-
licissima. Sia comunque,Guido fu disce- lunque condizione di persone, in che mo-
polo del famoso Ahailardot sotto di cui strò costante rettitudine e fedeltà. La ne-
fece gran progressi nelle lettere, perciò cessità dell'indispensabile sostentamento
chiamato da Ottone di Frisinga, uomo di lo costrinse a ripalriare, ma trovò per
somma religione e pari scienza, per cui non maggior infortunio morti il padre e il fia-
meno che per le rare sue virtù, Calisto II tellOjSicchè divenuto bersaglio dell'avver-
10 fece suddiacono e scrittore pontificio, sa fortuna, si pose al s ervigio di Sigismon-
ed Onorio II nelle tempora di dicembre do marchese d'Este signore di sua patria,
1 127 lo creò cardinale diacono di s. Ma- il quale destinato da Carlo V, di cui era

ria in Via Lata, donde Innocenzo II lo tra- capitano, al governo di Pavia, pose Do-
sferì all'ordine de'preli col titolo di s. Mar- menico Ira'soldati della guarnigione del-
co. Questo Papa si prevalse di lui utilmen- la fortezza, e dove pel suo valore fu avan-

te nel I iSy, inviandolo col cardinal Gi- zato a sergente. Dimorando in Pavia, a
j-ardo e con Aimericocancelliereepoi car- casosi pose a leggerete Istituzioni dìGiu-
dinale, a trattare coH'imperatore Lotario stinianOi e ne prese tale diletto, che risol-
11 di gravissimi affari pel monastero di vette d'applicarsi alla giurisprudenza, al
Monte Cassino; e poi lo spedì in Sicilia per cui studio l'animò il marchese ch'erasi av-
allontanare Piaggerò I dal partito degli veduto del suo raro talento. Datosi quin-
scismatici seguaci dell'antipapa Anacleto di con assidua e ostinata applicazione allo
11. Compite queste legazioni, neli iSg fu studio delle leggi in quell'università e ot-
destinalo rettore di Benevento, carica che tenuta la laurea, in breve pervenne ad es-
lodevolmente sostenne sino al 1 140, nel sere eccellente giurisperito; laonde il mar-

quale anno Innocenzo li lo mandò legato chese lo dichiarò uditore generale delle
in Francia. Corse allora voce, che famo- il sue cause, e governatore di s. Martino.
so eresiarca Arnaldo da Brescia, condan- Dopo varie vicende restituitosi in Roma,
nato nel concilio Lateranense II, si fosse ri- trovò ricetto presso 1' avvocalo Antonio
fugiato in quel regno presso il cardinale; Capondio o Capordio, e dopo poco tem-
per cui subitosi allarmò lo zelo di s. Ber- po, per lucrare, s^impiegò a sollecitare le

nardo, e scrisse al cardinale la lettera r


96 cause d'un rinomato curiale, ed appresa
piena di giusti risentimenti. Non fu essa sen- con questo mezzo la pralica del foro e della
za frullo, poiché saputosi ciò da Arnaldo curia, inlerameute si die alla difesa e pa-
TOS TOS 5
Irocinio (Ielle cause,clietratteclii lai a buon no non successe in Pioma alcun omicidio.
fine, presto i^li acquistarono nii prodigioso Non pertanto, essendosi Domenico eleva-
numero di clietili. Fra questi vi fu l'udi- lo col suo solo merito, che all' invidia e
tore dclcai-diiial PierdonatoCesi, il quale gelosia è colpajHon andò immune da cen-
gii commise alcune cause assai intricale sure e calunnie degli emuli, che gli reca-
e diniciii del suo signore, che ridotte da rono non lievi molestie, dalle quali usci
lui dopo lungo studio e laboriosa appli- per l'incontaminata sua innocenza.
illeso

cazione, non senza rischio della sanità^ a Anzi queste stesse dicerie ingiuste deter-
felice esilo, gli meritarono che l'uditore minarono Clemente Vili ad accelerare la
io Tacesse prociualore del cardinale. Mor- sua esaltazione, eda' 3 marzo 1098 lo

to frattanto l'uditore, il cardinal Cesi che creò cardinale (ma credo che lo pubbli-
avea sperimentato l'abilità di Domenico, casse al ritorno da Ferrara) prete di s. Pie-
lo surrogò al defunto, nel qual carico a- tro Montorio, e lo ascrisse a tutte le con-
veiidolo servilo con piena soddisfazione, gregazioni di Roma. Intervennea'concla-
tiopo avergli ottenuto un canonicato in vi di Leone XI e Paolo V,ed in quest'ul-
Reggio, lo dichiarò uditore generale di sua timo, come notai nel voi. LI,p. i33, sa-
lega/ione d» Ijologna, in cui lai fama s'ac- rebbe stalo certamente eletto Papa, se al-
quistò d' integrità, dottrina e prudenza, cune troppo libere e popolari maniere di
che il cardinal Anlonmaria Salviati suc- parlare, che gli erano famigliari, non gli a-
cessore del Cesi nella legazione, doman- vessero fatto insorgere de' validi contrad-
dò e ottenne da Sisto V che lo dichiarasse dittori, e soprattutti il cardinal Baronie,

vicelegalo. \n assenza del cardinale il Pa- che colla sua autorità frastornò l'elezio-
pa Io noininò governatore della città, a CUI ne in cui concorreva numeroso stuolo di
presiedè con intera sua soddisfazione. Tor- cardinali, esclamando: Non essere dicevo-
nato a Roma con bella reputazione, si gua- le cosa, collocare sulla cattedra di s. Pie-
dagnò la grazia de'principi e de'grandi, tro uno dalla cui bocca uscivano [parole
e tra gli altri di Ferdinando I granduca meu'oneslee indegne della pontificia gra-
di Toscana, che da cardinale avea conce- vità. Usato egli era d'accogliere con pia-
//ito gran concetto del suo merito, onde cere e affabilità le persone di bassa con-
lo fece consigliere di slato e uditore per- dizione, ma di perspicace ingegno, chea
petuo de'suoi dominii. Però accortosi Do- lui ricorrevano, ed esortandole allo stu-
menico non esser gradilo alla corte, ov- dio, proponeva loro il proprio esempio che
vero che il clima di Firenze gli riuscisse da sì umili principii era asceso tanto in al-
nocivo, con prelesto di mutare aria, si re- to. Nel i6o6 col beneplacito di Paolo V
stituì a Roma, dove Clemente Vili l'am- rassegnò il suo vescovato a Giambattista

mise tra' prelati di cotisulta, e neh 595 Tosco vescovo di Narni suo nipote. Giun-
gli conferì il vescovato di Tivoli , chiesa to all'età d'86 anni non compiti, altri scri-

in cui istituì 3 nuove dignità, cioè di ar- vendo 90, fu costretto nel 620 ad abban-
1

ciprete, decano e prepostOjOllre le preben- donar il mondo e passare all'altra vita in


de di teologo e penitenziere, assegnando Roma, ed ebbe sepoltura nel coro di della
loro perdute frutti d'alcuni benedzi sem-
i sua litolare, col solo nome inciso sulla tom-
plici e curati da lui soppressi. Nello slesso ba. ScrisseB grandi volumi di Conclusio-
anno il Papa lo fece governatore di Ro- ni comuni, ne'quali con ordine alfabetico
ma, importante e gelosa carica in cui fe- l'accolse con gran fatica le questioni tutta

ce spiccare la sua previdenza, giustizia e che appartengono al di ri Ito ci vile ecanoni-


leltitudine, massime nell'assenza del Pa- t;o, formando (piasi un'enciclopedia legale,

pa (|uaiulo si recò a prender possesso dì che in (|ue'lejnpi acquistò gran nome e fa-

Ferrara, laonde ucl tempo del suo jjover- ma. Verso la lìue de'suoi giorni, delenui-
6 TO S TOS
nò di fabbricarsi una casa in Roma presso li dalla matrigna Ino incolpati di ripro-
Monte Cilorio, dove comprale varie casi- vevole amore Frisso ed Elle, figli di A-
poleedemoIitele,ordinò l'erezione dell'a- lamante re di Tebe, il quale prestando
bitazione, la quale prima che giungesse fede all'accusa decise farli morire, con im-
alia sommità egli cessò di vivere. Fu que- molare agli Dei il figlio e la figlia per se-
sto cardinale di carattere ingenuo e sin- guire l'oracolo consultato. Informali Fris-
cerojdi cuore magnanimo e in trepido, che so ed Elle della paterna determinazione,
non si lasciò abbattere dall'avversità, ne fuggirono sopra un ariete dal vello d'oro,
invanire dalle prosperità, di molte lette- dono di Mercurio odi Marte, e che a vea la
re;, che acquistò piti coll'indefessa appli- proprietà di volare per l'aria, dall'Euro-
cazione, che con acume d'intelletto, pa in Asia, e cadendo Elle nel mare si pre-
TOSON D'ORO. Ordine militare ed tende che prese il nome di Ellesponto, fa-
equestre, nobilissimo e celebre dell'impe- moso canale o stretto che separa le due
ro d'Austria e della monarchia di Spagna, parti del mondo. Frissoavendo felicemen-
Augusliis Vcllcris AurciOrdo^AusLrìa- te continuato il suo cammino, approdò fi-
VHS etH.ìspaniciis-. Ne fu istitutore in Br(»- nalmente nell'isola di Colchitle, paese che
ges a' IO gennaio 1429 ovvero i43o,
nel oggi porla il nome di Mingrelia (A^.) e

Filippo il Buono duca di Borgognaj con- Imerezia parte della Giorgia (f-^.). Ivi sa-

te di Fiandra, marchese dels. Impero ec, grifìcò l'ariete agli Dei e appese la sua spo-
in occasione del suo 3.° matrimonio con glia nel tempio di xMercurioodi Marte, [)0-
Isabella o Elisabetta infinta di Portogal- nendola sotto la custodia d' un drago, il
lo e figlia del re Giovanni I. Quel prin- quale divorava tutti coloro che tentavano
cipe ebbe nell'istituirlo,comesi legge ne- rapirla; giacche altri pretendono che al-
gli statuti dell'ordine, il precipuo santo e lora il vello fosse da Mercurio converti-
pio scopo di onorare ed esaltare la Chie- lo in oro, Anzi altra favola dice quesl'a-
sa, e dilatare la fede cattolica, per la cu-t l'iele parlante, e figlio di Nettuno e di
stodia e difesa della pubblica tranrjuilli. Teofane convertita in agnella. Tulli mi- i

tà e prosperità, per la maggior gloria e lo- tologi convengono nel dire, che dopo il

de dell'onnipotente nostro Creatore e lie- hagrifizio l'animale fu trasportalo incielo,

dentoie, e sotto il patrocino della sua ss. ove forma la costellazione dell' Ariete, uno
Madre Maria e dell' apostolo Protocleto de' 12 segni del zodiaco. Mercurio o Mar-
s. Andrea, e finalmente per eccitare alla te fu tanto contento di qcìesto sugrifizio,
virtù e buoni costumi i cavalieri di que- che promise favorire lutti quelli che di<^

Quan-
st'ordine e fraternità di cavalleria. venissero possessori del vello d'oro,col far-
to al nome che il duca gl'impose di To- li vivere nell'abbondanza. Intanto Eete re
son d'oro o Vello o Montone d'oro, Fel- della Colclndediè in isposa a Frisso la sua
lus Aureum^novx sono d'accordo gii scrit- figlia Calciope, e poi per impadronirsi del
tori nell'assegnare il vero motivo. Credor vello d'oro e de'tesori portati seco dal ge-
DO alcuni che il duca volle esprimere col nero, lo fece assassinare, Calciope fuggi in
nome e colle insegne il vello d'oro, di cui Grecia per salvare i figli da sinnle eccidio,
parlasi nella Mitologia e. uììWc Metamor- ed i greci per vendicare Frisso con istre-

fosi d'Ovidio, e l'impresa famosa e favo- pitosa spedizione, molti principi si uniro-
losa degli Argonauti, per la conquista del- no a Giasone e presero il nome di Aigo-
la pelle d'oro d'un ariete o muntone. La nauli dal nome della nave sulla qu^de
favola varia sull'origine di esso e di sua s'imbarcarono. Dopo un lungo ed eroica
prodigiosa spoglia, sorgente di tante av- viaggio pervenuti nella Colchide, con l'a-
Tcnlure celebri ne' tempi eroici. Convie- iuto delle arti di Medea sorella di Calcio-

ne sapere che fiaseio i poeti essere sta- pe, Giasone ucciso il dragone s'impadrom
TO S TOS 7
cogli argonfluli del vello d'oro, e punito Crtdere della rugiada sopra una pelle ch'e-
il biirbaro Eele, riportarono in Europa il gli distenderebbe sulla terra, restando a-
vello d' oro. Troppe sono le varianti di sciutta tutta la terra all'intorno, come av-
cpiesto racconto mitologico e astronomi- venne. Domandò in seguito che succedes-
co, troppe le spiegazioni clie si danno al se il contrario, che restasse secca cioè la
figuralo e al siujbolico, anclie considera- pelle, e fosse umida la terra all'intorno:
ta l'impresa come viaggio commerciale, ed il Signore esaudì anche questa secon-
perchè in breve e senza bisogno io possa da domanda di Gedeone. Indi egli de'suoi
accennarle. Vi potranno supplire: A. Da- 32>ooo nomini ne scelse 3oo, e con essi
ni e r, Histoire des Argonaiitcs, on dis- vinse completamente Madianiti, e gover- i

sertatìon sur la conqucte de la Toison nò poi Israele. Finalmente altri sono di


d'or: presso le Mém. de VAcad, des Li' • parere che il duca avesse per iscopo il vel-
scriptions.G. Rinaldo CavW, Della spe- lo d'oro o tosone di Giacobbe, vale a di-

dizione degli Argonauti in Coleo y in cui re quelle pecore macchiate di diversi co-
vari punti dilucidano intorno alla na-
si lori, che a questo patriarca toccarono per
sfigazionCy alla cronologia e alla gco' sua parte, giusta l'accordo fatto col suo
grafia degli antichi, Venezia 174^' Gr. Labano. Di qtjesto sentimento fu
siiocei'o

Gaspare Rirchmajeri, Dissert. de Argo- Guglielmo Filattre vescovo di Tournay,


nautorum eapedifione. An Europam o- cancelliere dell'ordine, nella sua opera in-
ninemcircuni na^'igaverint? Witlember- titolata il Fello di Giasone^ o La Toi-
gaer685. Il p. Bonanni che nel Catalogo son d^or, nella quale parla della virtù, ma-
degli ordini equestri i\ p. i ao, riporta la gnanimità e grandezza d'animo, di cui
{ìguradel cavaliere delTosoiieoVello d'o- deve fare professione un cavaliere; e sotto
ro, dice che siccome Giasone elesse gli ar- il simbolo del tosone di Giacobbe, par-
gonauti per ricuperare il vello d'oro, co- la della virtù della giustizia, di cuideve
si il duca Filippo designava di spedire un' andare adorno Io spirilo d'un cavaliere.
armata in Siria per ricuperare da* mao- Questa opera dal prelato s'intitolòa Carlo
mettani i luoghi sanli; e siccouìe ne avea il Temerario figlio dello stesso duca di
fatto volo, ne impiotò poi la dispensa da Boigogna fondatore dell'oidine, per giu-
Pio II, come
v\e\\i\ Gallia Christia-
\g'^^q stificare e spiegare come sotto la divisa
na. Altri poi vogliono che il duca di Bor* del Toson d' oro avea istituito l'ordine.
gogna con dare al suo ordine il nome di Filippo il Buono nel i ."capitolo dell'ordi •

Tosone d'oro, volle rammentare il vello ne tenuto in Lilla nel giorno di s. Andrea,
da Dio mostrato a Gedeone, per assicu- creò i primi 24 cavalieri , ed in essa nel
rarlo che Io stabiliva giudiced'lsraele.Ge- 143 I stabib gli statuti dell'ordine in 66
deone della tribìi di Manasse, che dimo- articoli, i quali da'suoi successori furono
rava ad Ephra, fu scelto da Dio per libe- molte volte variati. Il suo figlio Carlo il

rare gl'israeliti dalla tirannia de' Madia- Temerario, nel capitolo da lui convoca-
niti, alla quale erano soggiaciuti dopo la to nel 1473 inValenciennes, ordinò che i
morte di Barac e di Deborn. Gli appar- mantelli e i cappucci de'cavalieri fossero
ve uu angelo mentre slava battendo il suo in avvenire di velluto cremisino foderali
grano sotto una querelategli disse ch'e- di raso bianco, e non come prima lo erano
gli libererebbe Israele da'dominatori Ma- di panno, e che sotto i mantelli portassero
«lianiti. si accamparono
Questi intanto vesti pure di velluto cremisi. Volle ptue
ntdla valle di Jezrael, e Gedeone ripieno » he gli ulììziali dell'ordine, che sono il can-
dello spirito del Signore suonò la trom- celliere, il tesoriere, il notaro,e il re d'ar-
ba, riunì gl'israeliti, e domandò a Diodi mi, portassero vesti, mantelli e cappucci
fargli conoscere che lo avea scelto, col far suniliy cioè con (]uesta diifereuza che i ca-
8 TOS TOS
validi portassero il mantello con un bor- un filo d'oro o da un nastro di seta un To-
do disseminato di doppi fucili, di pietre sone d'oro. Allorché Carlo V cede suoi i

focaie scintillanti di fiamme, di croci di stati della corona di Spagna, di Borgo-

s. Andrea, e di tosoni fatti in ricamo d'o- gna e di Fiandra al figlio Filippo II, lo
ro, comesi prescriveva dagli statuti, e che creò gran maestro dell'ordine, ed anco
i mantelli degli uHìziali fossero tutti uni- questo re rinnovò alcune cose negli sta-
ti. Gli obbligò ancora a portare nel 2.° tuti nel capitolo di Gand del iSSg. Le
giorno dell'assemblea l'abito di drappo principali furono, che i mantelli e cappuc-
nero col cappuccio della stessa uìaniera, ci di panno nero si facessero di velluto, e
e nel 3.° giorno della solennità del capi- fossero dati a'cavalieri e agli uftlziali dal
tolo, in tempo che assistevano all'uffizio sovrano; e che il collare si portasse da'pri-
dellaMadouna,una veste didamascobian* mi vesperi di tutte le feste, nelle quali i

co con cappuccio di velluto cremisi. Nel cavalieridoveano portarlo alla messa so-
1477 Carlo il Temerario alla bat*
wt^ciso lenne, non meno che a' secondi vesperi,
taglia di Nancy, lasciò erede de' vasti suoi tutte le volte che uscirebbero dalle loro
slati l'unica figlia Maria, la quale sposata case per recarsi a'divini uffizi, o che com-
poi a Massimiliano arciduca d'Austria, in- parirebbero in pubblico per loro propri
di imperatore Massimiliano I, da essi nac- atfari. E siccome l'ordine fu istituito per
que Filippo Bello arciduca d'Austria,
il la propagazione della fede, ordinò Filip-
il quale essendosi congiunto in matrimo- po II che in esso non si ricevesse alcuno
nio con Giovanna figlia ed erede de'pos- sospetto d'eresia, obbligando i cavalieri a
senti Ferdinando V monarchi
e Isabella 1 premettere nell'elezione de' nuovi cava-
di Spagna, uni gli stati di Borgogna e di lieri il giuramento di non eleggere alcu-

X^iandra alla vasta monarchia spagnuola, na persona infetta o sospetta d'eresia.L'or-


e da quel tempo re di Spagna conferiro-
i dine del Toson d'oro, approvato da Eu-
no sempre l'ordine del Toson d'oro. Fi- genio IV nel 1433, vivente il suo fonda-
lippo prima di divenire re di Spagna, co- tore, venne confermato nel 5 6 da Leo- 1 1

me duca di Borgogna e conte di Fiandra, neX, il qualeconcessea'eavalieri molti pri-


ossia sovrano de'Paesi Bassi, nel 5oo ten- 1 vilegi ed esenzioni, che si ponno leggere
ne un capitolo dell'ordine in B russe lles, nel p. Helyot, e fra gli altri die il cancellie-
in cui sgravò i cavalieri da alcuni pesi, co- re essendo sempre un ecclesiastico costi-
me pagare ^o scudi nella loro accet-
di tuito in dignità, avesse la Cacollà d'assol-
tazione.Usuo figlio Carlo re di Spagna, I vere i cavalieri e gli ulìlziali da tulli i casi
e poi imperatore Carlo V, fece ancor lui riservati, di commutare i loro voti, e di ac-
molle mutazioni agli statuti nel capitolo cordar ad essi ogni a nno,e punto di mor-
in

tenuto a Gand nel 5 1 6, ove fra le altre


1 te, l'indulgenza plenaria. E
qui aggiun-
cose aumentò il numero de'cavalieri a 5i, gerò, che Pio VII col breve Per magni
compresovi esso gran maestro e sovrano referre^i\ti'j'd»o^iQiBoiyBidl.Rom.co/Lt,
del niedesimo^eperchèerano tenuti a por- 1. 1 I, p. i83: Instanterege Catholico Ca-
tare di continuo il gran collare dell'ordi- roliis IV eonceditiir Caacellario ardi-
ne,non senza incomodo, ordinò che lo por- nis Velleris Aurei^ejasq uè successoribus
tassero pubblicamentesoltanto nelle feste imlultumahsendi. Anticamente cavalie- i

di Natale, Pasqua, Pentecoste, e di s. An- ri erano eletti ne' capitoli a pluralità di

dreu protettore dell'ordine; non che nel- voti, ed il numero era come dissi di oi,
l'esequie de'cavalieri, ed in tutte le assem- secondo il determinato da Carlo V; ma
blee ordinarie e straordinarie, oltre in al- Filippo II volendo che la creazione dei
tre funzionile che negli altri giorni i ca- cavalieri dipendesse totalmente da lui e
Velieri portassero solameole p^adeote da da'sovraui dell'ordine suoi successori, uel
TOS TOS 9
1572 ottenne da Gregorio XIII il ponti- no ricevè tanto da Filippo V, che da Car-
ficio iniluko ili conferire l' ordine a suo lo VI r ordine del Toson d'oro. La regi-

piacere senza farne consapevoli i cavalie- na M." Teresa figlia unica ed erede di Car-
ri; ed il situile concesse al di lui figlio Fi- lo VI, neh 742 nominò il consorte Fran-

lippo III 1096 Papa Clemente Vili,


nel cesco, poi imperatore Francesco I, alla di-

talché il numero de'cavalieri divenneilli- gnità di gran maestro dell'ordine, per cui
milalo. Da prima si tenevano i capitoli Filippo V rinnovò le sue proteste. La gran
dell'ordine ogni anno, quindi si celebra- collana dell' ordine si compone di doppi
rono ogni 3 anni, e (inalmenle lurono la- fucili connessi in forma di B, con pietre
sciati alla disposizione e arbitrio de' re focaie frappostevi scintillanti di raggi e di
di Spagna, i quali mandarono a molli so- fiamme, nel cui mezzo pende un Monto-
prani il collare dell'ordine. Ne furono in- ne o Toson d' oro, ossia la pelle di esso,
signiti e si recarono ad onore di appar- colle zampe e la testa, come viene espres-
tenere a questo cospicuo ordine, i re di so dal p. Bonanni. Prima non era permes-
Francia Francesco I, Francesco li e Car- so al collare di aggiungervi cosa alcuna,
lo IX;ire d'Inghilterra Edoardo IV, En- ma poi furono arricchiti talvolta di pre-
rico VII ed Enrico Vili; i re di Boemia e ziose gioie e di pietre di gran valore. Si
d'Ungheria, di Portogallo, di Polonia, di legge ncW AlmanachdeGotlia pour Vari'
Danimarca, un gran nu-
di Scozia e altri; néex^'ò'j'. Ordrcs de Clievalerie. La de-
mero di sovrani di Germania e d'Italia. coration est surmonlée d' une pierre ea
Essendo morto nel 70oCarlo II d'Austria [ email bleu oii on litles mots: Pretium

redi Spagna, ed avendo chiamato alla suc- laboram non vile. Les bords du manteau
cessione della monarchia Fdippo V Bor- del'ordresont brode» en or, et sur l'exlrè-
bone di Francia, questi decorò dell'ordi- me lisière on
mots souvent répetés:
lit ces
ne del Toson d'oro fratelli Luigi duca i Je V ay emprìs. Secondo gli statuti del-
di Borgogna e Carlo duca di Berry. Per l'ordine cavalieri devono essere cattolici,
i

la guerra di successione, l'arciduca d'Au- e quando si fregiano di questa illustre in-


stria Carlo, poi imperatore Carlo VI, non segna non ponno in pari tempo portare
potè ottenere la Spagna, e solo gli resta- altre decorazioni, eccettuali i principi re-
rono i Paesi Bassi, e perciò siccome il fon- gnanti, tranne quelle dell'impero austria-
datore dell'ordine del Toson d'oro era sta- co e della monarchia spagnuola. Si può
to sovrano di quegli slati e suo antenato, vedere il vescovo Sarnelli , Lett. eccL t.

cosi dichia rossi solo capo legiuirao del- IO, lett. 2: Della Croce dis. Andrea a-
l' ordine, portò seco tutti gli archivi del postoloy nella quale dichiara ch'egli pen-
medesimo quando dovè lasciare la Spa- dette come Cristo dalla croce semplice,
gna, e ritornato a Vienna nel lyiS ne e non dalla decussata espressa in forma di
celebrò il ristabilimento con grandissima X; e che la figura B della collana è l' i-

pompa. Filippo V re di Spagna dichiaros- niziale della parola Borgogna , e che le


si egli pure gran maestro dell' ordine, e fiamme scintillanti dalle pietre ricorda-
nel 1721 protestò contro la dichiarazione no o motto di Filippo il Buono:
la divisa

dell'imperatore Carlo VI, ma silfatta que- Ante ferì t quani fiamma micat. Di S.An-
stione non venne mai decisa, per cui i so- drea vi sono altri ordini equestri , e tra
vrani di casa d'Austria, ed i re diSpagna quelli di Russia è il i
."
Di sue reliquie e
tuttora nominano i cavalieri del Toson croce riparlai nelvoi. LXXIII, p. i38 e

d'oro, con decorazione quasi simile.^on- Qid credo opportuno per memoria,
i4(l.
linuando l'ordine a godere eminente con- di fare menzione dell'oriline de'cavalieri
siderazione e lustru. An/.i notai nel voi. tXt Tre Tosoni^ cUe vuoisi quasi istituito

XI V, p. 29 j, che Fabrizio Colontiu roma- da Napoleone (p«anlun»pic non fu posto


I ,
ro TOS TOS
in esecuzione,secondo alcuni. Quell'im- nella quale lia luogo una solenne proces-
peratore nel 1809, reduce dalla Spagnn, sione. Il ricevimento de'membri nell'or-
avendo mosso nuovamente la guerra al- dine si fa con molta solennità in un capi*
l'Austria, dopoché gli austriaci a vea no oc- lolo straordinario presieduto dall' impe-
cupato la Baviera, cpiesta liberò dalle lo- ratore nella detta ampia e nobilissima sa-
ro armi, e proseguendo la prospera fortu- la, previa la lettura de'suoi statuti, onde
na ad as>islerlo nelle battaglie, assalita Ra- da ambo i lati sono erette delle tribune
tisbona se ne rese padrone. Ritiratisi gli coperte di velluto rosso , e nel mezzo uo
austriaci inBoemia e alla destra sponda baldacchino riccamente ornato per l'im-
deU'Inn, Napoleone I portò il teatro del- peratore; im[)erocchè l'ordine è ili." e il

la guerra sulle terre dell'imperatored'Au- piò cospicuo dell'augusta casa d'Austria.


sliia, la cui capitale invase a' 12 maggio, Neli83o fu celebrata in Vienna la festa

dopo aver disfatto il generale Hiller. Tro- secolare dell'ordine, dopo 4oo anni dalla
vandosi egli in Vienna e abitando nel pa- sua istituzione, nella quale occasione l'im-
lazzo imperiale di Schonbrunn , concepì peratore Francesco I aumentò l'ordine di

l'idea di fondare un nuovo ordine caval- 12 cavalieri. Questi di Austria ricevono


leresco , a cui pensava imporre il nome dall'imperatore l'insegna equestre che
de'Z're Tosoni, forse per mostrare la su- portano con un nastro rosso da cui pen-
periorità che avrebbe voluto acquistasse de il Toson d'oro tra una molla circonda-
sull'anticoe celebratissimodel TosoncVo- ta da 6 l'aggi. Il vestito dell' ordine ora
rOj che conferiva la Spagna da lui debel- consiste d'un sull'abito simile ad uno ta-
lata e l'Austria che avea vinta, per quin- lare, e d'un sopr'abito simile ad un man»

di protìuiovere vieppiù il valore e l'intre- tello di velluto cremisino, e d'un berret-»

pidezza nelle sue milizie con tale onorifi- lo ricamato, mentre prima coprivasi il ca-

ca insegna equestre. Ma pe' successivi di- po col cappuccio. Fra' molti scrittori di
sastri c(n Soggiacque, il suo progetto non cpiesto eccelso ordine, ricorderò i seguen-
ebbeelìello. Altri invece narrano, che per ti.Il Blasone delle armi de'cavalieri del
aver il fratello di Napoleone 1, Giuseppe, Toson d'oro, di Gio. Battista Maurizio
da lui fatto re di Spagna, ivi al)olilo l'or- re d'armi di Spagna, Aja ^^j. Sai omo- i

dine del Toson d' oro, ed egli aveie de- neSparungell,/?^yrf^e.9 Felleris Aiirei,hn-

bellato l'Austria che pure lo coideriva, teinbergae 1601, Jo. Jac. Chillleaio, In-
istituì con lettere patenti de' i5 agosto sigaia gcntilitia eqidtum ord. P^elleris

1809 l'ordine de'T're Tosoni d'oro, de- Aurei, Antuerpiae 632, Agostino Eralh, 1

stinandolo a ricouìpensa de'servigi tanto Augustus Velleris Aurei orda prò em-
civili, quanto uìilitari. Aggiungono, che lo hlemata, edite se s poli ticas, et historiani
couipose di 100 grandi ulliziali, 4oo cotn- demonstratus, Ratisbonae 1697, G. Sa-
mendafori e 1000 cavalieri; ma che non muele Schulrtzfeiscb, Stricturae ad Or»
vi ebbe altra notnina Fatta in quell'ordi- dines equestres, sigillatim ad Burgun*
ne, senonchè quella del grande cancellie- dicum, qui Felleris Aurei appellatut,
re e del grande tesoriere. La festa dell'or- Wittembergae 1 699.GÌ0. Gaspare dePre-
dine del Toson d'oro si celebra a Vien- grell, Vindiciae Austriacae per Aurei
na nel giorno di s. Andrea, o nella do- f^elleris Ordine, Halaei724. Giovanni
iDenica seguente; nel giorno poi delia ss. Weisijts, De origine Ordìnis Aurei Fel-
Trinità, i cavalieri assistono alle funzioni leris, Wittembergae l'jZo. Constitutio-

dell'ordine nella sala de'cavalieri nel pa- nes ^urei' Velleris, in Mcmhranis Va-
lazzo imperiale e nella chiesa parrocchia- lentini Weigel, Aurem Vellus. Historia

le di corte all'uiìizio del Toson d'oro e al- de l'Ordcn del Tuson, traducida por
la distribuzione dell'insegne dell'ordine, Juan Bravo, Toledo 546. Alvar Gomez, 1
TOS TO U II

El P'cllocìno Domilo, y la Ffistoria de cpianlilàenorme di tavole al commercio


la Orxicndel Tunon^tr aducidapor Juan d'Arcangelo. La chiesa vescovile di Totma
Bravo, con el sumario de los Reyes Ca- è unita a quella di Oustiong-Veliki(V.)^
lo licos d. Fernando, y d. Isabella, To- governate ambedue da un medesimo ve-
ledo 546, 1 Il p. Helyol, Storia degli or- scovo.
di/ti militari, t. 8, cap. 54: De\'avalicri TOTNANO (s.), diacono. Si recò a
dell'ordine del Toson d'oro in Ispagna, Roma nel 686 insieme col monaco irlan-
riporta altri autori che scrissero sul me- dese s. Chiliano (/^.),altrimenti detto s,

desimo. Altri il Cancellieri a p. 92 delle Kuin, e col prete Colomano, e furono tut-
Dissert, epistolari bibliogra fiche. Egli ti e tre incaricali dal Papa di predicare

inoltre narra, che Massimiliano I conferì il vangelo ai germani in Franconia, ve-


l'ordine a Gio. Giorgio Trissino, che in- nendo Chiliano consagrato vescovo. Es-
viò anjbasciatore a Leone X, conceden- siconvertirono gran numero d'infedeli
dogli di spiegare nel suo stemma gentili- aWurtzbourg, ove pure il ducaGosber-
zio l'insegna del Vello d' oro col motto ; to ricevette il battesimo ; ma restarono
Chi cerca, trova j e di prenderne anche il vittime della vendetta di Geilana moglie
soprannome: privilegio poi confermato da del duca, poiché essendo questa cognata
Carlo V,onde idi lui discendenti si deno- dello stesso duca, s. Chiliano lo ammonì
minarono Trissini del f elio d'oro, per
i che matrimonio era contrario alla
tale
distinguersi con tal predicato da altri rami legge di Dio, e perciò l'iniqua donna fece
dcllafuniglia.il Man ni conviene cheTriS' assassinare tre missionori nel 688. Bur-
i

sino, oltre il titolo, fu decorato del cava- cardojche fu vescovo di VVurtzbourg nel
lierato dell'ordine, ma noi crede Aposto- secolo susseguente, fece trasportare le lo-

lo Zeno nella Galleria di 3Iif(.erva e nel- ro reliquie nella cattedrale, e il martiro-


le Note al Fontani/li, logio romano fa memoria di essi il gioi>
TOSTAR o TOSTER. Sede vescovile no 8 di luglio,
della provincia di Gondisapour nella dio- TOUL ( Tullen). Città vescovile di
cesi de'caldei, situata nel Kurdistan enei Francia nella Lorena, dipartimento della
paese di Ahvpaz , sul iuime che porta il Meurthe, capoluogo di circondario e di
suo nome. Oggi chiamasi dagl' indigetji due cantoin, a 5 leghe da Nancy e a 12
Susler e da'siriaci Susaslra. iVe furono ve- da Metz. Sorge c|uesta città foite in una
scovi Phuses che sedeva a tempo di Ze- piccola pianura fertile, a pie delle coste
none imperatore del 474? ^'^''^'^ol, Gior- s, iMichel e tli Barine,che sono altissime
gio del 655, Abramo II, Gregorio delyyo, eco[)ertedi sponda sinistra del-
viti, sulla
Àbramo MI deir852,Ananjesus deli i i r, la Mosella, che forma una grande i-
vi

Oriens dir. t. 2, p. ig3. i sola e si varca sopra un ponte di pietra


TOTMA. Cina vescovile di Russia in di 7 archi, e sulla strada da Parigi a Stra-
Moscovia a 3o leghe da Vologda sulla , sburgo, Ha il tribunale di i,' istanza, la
sponda.sinislra della Sidihona,e capoluo- conservazione ileiripoteche,la società d'a-
go di distretto. Possiede «6 chiese, di cui gricoltura, il collegio comunale, ec. Piaz-
3 nel sobborgo tliZelen;iia-Siobo(la,o Sob- za di guerra di 4- classe, ha una cìnta
borgo Verde, al di là del ([uuie trovasi il bastionata preceduta da una fossa, e vi

convento di Spaso- U mori uje, celebre pel si entra pe' sobborghi di s. Evre e di s,

corpo di S.Teodosio diTotJna, che- vi chia- Munsuy o Mansueto, nomi che presero
ma un gran numero di pellegrini per im- da due abbazie di benedettini. Le stra-
[ìlorarne l' intercessione. La città è assai de sono in generale assai larghe, bene in-
popolosa, e il distretto possiede due sali- siniciate, pulitissime e guarnite di caso
iiti e uu mulino a sega che suuuuinislra assai beuo fabbricate^ lu piazze pubbliche
il TOU TO U
sono vnghee ornaledi fonlanejln più bel- l'imperatore Valentiniano I.^^ella 2." me-
la per la grandezza e pegli ediflzi che la tà del secolo VI Chilpeiico I redi Sois-
circondano, è inghiaiata e piantata d'ai- sons la tolse a' romani, e poscia Teode-
beri, foimando uno de'due passeggi della berto II re d'Austrasia e Tierrico II re
città. Vi si ammirano l'antica cattedra- di Borgogna nel 6 2 se la contrastaro- 1

le dedicata a s. Stefano, bel monumento no in una battaglia sanguinosa combat-


di gusto gotico del secolo X, rimarcabile tuta sottole sue mura. Carlo il Grosso 1 1

principalmente perla facciata; è sormon- la superò d'assalto verso r886; e pochi


tato da due torri terminate in cupole qua- anni dopo Carlo III il Semplice ne fece
drangolari ed alte yS metri; altri però la cessione all'imperatore Enrico 1 V Uccel-
dicono rifabbricata nel i447' '' P'^'^^zo latore^ che le concesse i privilegi di città
vescovile magnifico, il quartiere di caval- imperiale godè sino al i552,
, de' quali
leria, l'arsenale e altri edifizi. Viene que- tempo Enrico II re di Francia se
in cui
sta città traversata dall'I ngressin, ruscel- ne rese padrone. Nel 1700 Luigi XI V la
lo che vi fa girare diversi mulini e serve fece fortificare sotto la direzione di Vau-
pure a'concialori di pelli, macellai e al- ban. I prussiani a'3 giugno[8i5, pel ri-
tri, priuìa di andarsi a congiungere colla torno in Francia di Napoleone I, la po-
Mosella. Fra le altre chiese merita men- sero in istalo d'assedio. La fede cristia-
zione quella di Gangulfo o Gengolto.
s. na vi fu piedicata ne' primi secoli della
\ i sono due ospedali, uno de'quali pe'tro- Chiesa, e vi contribuì a dilattarla lo scoz-
vatelli, diverse caserme, la sinagoga degli zese Mansueto [F.) con altri missionari
s.

ebrei, bagni pubblici, due carceri, un fi- che promulgavano i' evangelo in queste
latoio e fabbriche di cotone,di cappelli, di Costante
parti, e protetti dall'imperatore
berrettami, concie di pelli, fabbrica di ma- I che risiedeva a Treveri.U Chenu nella
ioliche rinomata, due fonderie di cam- sua Historia, Series episcoporum Tal-
pane, una di caratleii per la stampa, ed Icnsis Ecclesiae, dice s. Mansueto disce-
altre fabbriche e manifatture. Vi si fa an- polo di s. Pietro e socio di s. Clemente ve-

cora gran commercio di vini e acquavite, scovo di Metz, e cosi di molto anticipa an-
e vi si tengono 4 annue fiere. Toul è pa- cora il tempo in cui vissero successori. i

tria di parecchi dlnslri, come di s. Lupo II santo fiorì dopo, ed èchiamatoda'fran-


vescovodi Troyes, di s. Tedasto vescovo cesi s. Mansu o Mansuy: è noto che i pri-
d' Arras, del «naresciallo Gouvion Saint- mi vescovi si dissero discepoli di s, Pie-
Cyr, di Carez inventore della stereoti- tro per la vocazione, non perchè avesse-
pia, cioè de'caratteri insieme rassodati, e ro vissuto con lui. In fatti s. Mansueto,
di altri personaggi. In uno de'due memo- al tempo di detto
dire di Buller, fiorì a
rati sobborghi sono acque minerali fer- imperatore, che regnò dal 337 al 35o,
ruginose, e ne'd in torni cavedi pietra cal- dentro il quale periodo fu istituita la se-

carea, e terra buona a fabbricare maio- de vescovile di Toul, che Commanville


liche fine. Il vino che vi si raccoglie è di vorrebbe rilardare, e poi divenne suffra-
ottima qualità. E' Toul, Tallanio Tul- ganea dell'arcivescovo di Treveri, nella
lum LcLicorum (per questa denominazio- provincia della r.^* Belgica. Quando Metz
ne latina alcuni confusero Toul con Tul- pretendeva il grado metropolitico, esige-
le o Tulles di Guascogna, altro vesco- va che il vescovo di Toul fosse a lui suf-
vato, Tutela o Tutella\ città antichissi- fraganeo. Altri vogliono ches. Mansueto
ma: a'iempi di G. Cesare era la capitale prendesse possesso di questa sede nel 36 i

de'LeA-ici, e dei paese chiamato Toulois; Dopo la morte di s. Mansueto, il suo cor-
conquistata da'romani,fu circondata di po fu deposto nella chiesa omonima del
ituua nutluncatedasS torri uel Sy^dal- sobboi'go che pure ne porta nome, e
il
TO U T O U 1

lo sua festa si celubia a*3 sellembre. Gli intervenne Arnolfo vescovo di Toul il ,

successe s. Amon o Aminone, indi s. Al quale si trovò nelI'SGQ in Metz alla co-
fila o Aitila, Celcino e s. Anspicioo Au- ronazione di Carlo 1 il Calvo re di Fran-
spicio, eli cui parla Sitlonio Apollinare nel- cia.Diveuulo vescovo s. Gauslino, nel
le sue Lcticri\ e visse ne' lempi di Va- monastero fondalo da s. Apro introdus-
Jenliniano lleTeotlosio 1 neUleclinaiclel se la regola di s. Benedetto, che vuoisi
IV secolo: il corpo di s. Anspicio e quello sino allora sconosciuta nella Lorena, ed
«li s. Amon furono collocali nella chiesa alcuni opinano che prima vi si osservasse
di s. Rlansuelo. Quindi fu vescovo Orso, la regola d'Agaune, o piuttosto quella di

J)0Ì s. y/pj'o[J .) o A per, o Epuius e da' s. Colombano. Inoltre fondò il monaste-


francesi delloEvie, nome che porlo la ro e abbazia dis. Mansueto, venerato i.'

ricordata abbazia e l'esislenle sobborgo apostolo del paese; protesse i dotti e gli
lo rilieue, mentre ne edificò ilnionasle- studi, che tosto fiorirono con successo nel-
10, e della chiesa egli slesso ne cominciò la Lorena. Dopo la morie del vescovo s.
ì fondamenti, e poi vi fu dtposlo il suo Gauslino, nel 963 venne eletto a succes-
corpoj mentre altri pretendono che fosse sore da Brunone arcivescovo di Colonia,
riunito a quello de' predecessori nella duca diLorena e ."minislro dell'impera-
I

chiesa di s. Mansueto. Nientemeno che il tore Ottone 1 suo fratello, il canonico re-
Chenu lo dice morto nel i4o, e registra golare s. Gerardo, di santa vita nella ;

il successore al 2/^5. Con più di ragione il cui biografia conButler celebrai la san-
Boiler vuole s. Apro fiorilo nel V secolo, tità di sua vita, la carità col popolo che
epoca che tuttavia rilarda il Muratori. assiduamente istruiva con zelanti eccle-
Nel 626 s. Salaberga gli fece edificare siastici, e mosliò sempt e sommo zelo per

una chiesa nel suo monastero di Laon; la decenza del culto. Fece riedificare la

la festa si celebra a' 1 5 settembre. 11 vesco- cattedrale e grandemente l'arricchì; do-


\o Alodio intervenne nel 549 **' concilio nò molli beni al monastero di s. Apro,
d'Orleans, secondo i Sauìmarlani, G^rZ/z^ e fu benefico con quelli di s. Mansueto,
clirisliaiia in Tullcnses Episcopi et Co- e di s. Martino sulla Mosa. Di più eresse
iiìites: il Chenu lo chiama Albino. Quin- in Toul un ospedale, e la chiesa di s. Gan-
di furono vescovi Trifurico,Dolcizio, Pie* golfo. Come il predecessore continuò la
UJon,es. Anlimondo martire, dopo qua- il protezione sugli sludi religiosi e morali,

le la sede vacò 3oo anni, al dire di Chenu. i quali assai influirono ne'coslumi e nella
Hi. "vescovo dopo tale lacuna ès. Ecula- pietà. Egli non istimava la scienza se non
110, indi Teofrido del 63 Bodo o Bo-
1 , s. era accon)pagnata dall'umiltà e dalle al-
done, chiamato pure s. Landino oLen- tre virtù. A tale elletlo procurava che i

dino, e sepolto nella chiesa di s. Mansueto. destinati al chiericato fossero principal-


Si successero altri vescovi che illustraro- mente esercitati in tutte le pratiche delia
no colla loro pietà e zelo questa sede, E- \ita interiore, e l'esperienza gli avea in-
borno, Ermete, Magoldo, Dodo, Gribual- segnato quanto riuscisse eflicace l'operare
do o Garibaldò che edificò e dotò il mo- in tal guisa. Nel pontificato di Benedetto
nastero di s. Michele. Dopo Godo occu- VII si portò in Boma a venerare il se-
pò la sede Giacomo, il quale si ritirò poi polcro de'ss. Pietro e Paolo, e la catte-
Del monastero di s.Benignodi Dijon eivi dra apostolica nel98i.Neireserciziodel-
mori dopo ySo, succedendolo Berno.
il le più edificanti, virtù, mori a* aa o aS
Intanto presso Toul si tennero due con- aprile del 994> dopo 3 anni i di esempla-
cilii, il I .°nell'859 a Sai'omiicres ( / .), e re vescovato. Il vescovo Ermanno ftcecu-
fu impoi tante; il 2." nell'^Go in 2\)ilsì nonico della caltediale Bnnione conte di
(/'.j, numeroso di vescovi, lu ambedue Dupsburgo de' duchi d' Alsuaio, e figlio
i4 TOU TOU
clelc()nlecì'EngeneliciraoEgeslieìm;quin- cui Andava ogni anno a visitare le tom-
di tljbe a successore l'educa loie di Bru- be a Roma. Morto nel 048 Papa Dama- 1

noneil dolio Uerloldo. Mollo questi, il po- so 11, il clero e popolo romano, nella pe-
j)o!o e il irlei o elesseio vescovo Bruiione, nuria d* uondni che unissero la pruden-
e fu consnginto dairtuci vescovo di Tre- za allo zelo, buoni esempi alla fermez-
i

veri a'9 sellembrei 026, siccome insigne za contro il vizio, la cognizione de'canoni
pei" pielùjzelojpiudenzaed erudizione. La al desiderio di farli eseguire , inviarono
Gallia Christiana jà\\e\%dimeì\\e da Cile- legali a Enrico III perchè volesse designa-
no, fa Biunone successore di Ermanno, re un lai soggetto pel pontificalo. L'im-
e di cui era stalo predecessore Beiloido. peratore convocali nella dieta di Worms
La scella diBrnnone corrispose pienamen- in assemblea vescovi e grandi dell'im-
i i

te alla riputazione cli'eiasi procacciala col pero, ed esprimendo loro il desiderio dei
suo fervore, austerità e penitenza. Quan- romani, tutti con voto unanime dichiara-
do il suo metropolitano di Treveri volle rono esser Brunone vescovo di Toul il più
da Brunone il giuramento d* osservare atto a sostenere in quegl' infelici tempi
una disposizione per cui i suffraganei e- l'incarico sublime di presiedere alla Chie-
rano obbligali a nulla inlraprendti e sen- sa di Dio. Brunone adopei ò tutti i mezzi
za il suo consenso, Brunone si ricusò, co- possibili per sottrarsi all'eminente digni-
me contraria alla libertà delTepiscopalo» tà, ma vedendo vani riuscire i suoi sfor/i
Indi subilo occupò alla riforma del suo
si domandò 3 giorni per deliberare; i quali
clero e de' monaci di sua diocesi. Per le passò nella preghiera, nelle lagrime e in
sue cure fu restaurata la disciplina e la un digiuno sì rigoroso che in tutto que-
j)ielà nell'abbazie di 5cnoues, di s. Dio- stotempo non prese cibo alcuno. Spira-
dalo, d'Estivai, di Bon-Moutier, di Mo- to il termine, tornò nell'adunanza, ove fe-
yen-Moutier, e di s. Mansueto. Riformò ce una pubblica confessione di tutta la sua
anche il Diodo di celebrare i'ultizio divi- \ila, con tanta copia di lagrime, che ne
no, e rese più maestosa la musica delle trasse dagli occhi di tutti quelli che ?i e-
chiese, come quello ch'era assai esperto rano presenti. Non essendogli neppure
nella musica in generale, e ne sapeva sì riuscito questo mezzo, per indurli a rivo-
pei fellamente la composizione, che supe- car la loro elezione, gli fu forza piegarsi^
rava in questo punto molti degli aulichi.E- ma colla condizione, che se non avesse il
ra instancabile allorché si trattava di pro- sudiagio di tulio il clero e il popolo di Ro-
curare la salute delle anime, e di far fio- ma, non potrebbesi costringerlo a rimaner
rire la pietà. Sempre piccolo a'suoi occhi, Papa. Questa condizione riportata dal Bu-
non si levava in superbia per le magna- tler, si deve piuttosto insinuata dal gran-
nime azioni ch'egli faceva; ne per essere de Ildebrando, poi s. Gregorio f^IT[l^.)i
cugino dell'imperatore Corrado II, e pa- come col suo storico Voigt tornerò qui ad
rente del successore Enrico Ili, colqua- accennare. Brunone fece ritorno a Toul,
le godeva sì alta auloi ila che nella corte dichiarò di ritenerne il vescovato, desti*
nulla si decideva di rilevantesenza il suo nando bensì per futuro successore Odo-
consiglio. Era usato di lavare ogni mat- ne de'piincipi di Svevia. Su questo dice
tina i piedi a molli poveri e di servirli. La la Gallia Christiana^ con Ciacconioe Ba*

sua pazienza e dolcezza erano inalterabi- roniot Bruno Papa creatwn^ non reli-
li, e furono le due virù colle quali trionfò quisse titulum priorem Tullensetli dwn
della malignila di coloro che vollero met- vijoit. Quanto a Odone, io loda per le

terlo in discordia coli' imperatore e con sue virtù, dottrina e santilàdi vita. Quin-
altre potenti persone.A vea finalmente una di partito alla volta di Cluny, vi giunse
tenera divozione a'ss. Pietro e Paolo, di iu ubilo da Papa il giorno di Natale, iu-
TO U TOU i5
colili nto con ogni onore claU'jibbate, edal rato e deposto in nobile urna, il che ven-
priore ch'era il celelne lldebiando da lui ne eseguito a'3o ottobre, cosi fece la tra-
assai slimato. Avea questi , come narrai slazione di sue reliquie; quindi concesse
nella biografia e ne'relativi articoli, con- grandi prixiiegi all'abbazia di s. Mansue-
cepito colla vasta sua mente il gran pro- to. A Odone tli Svevia successe nel 07 1

getto di sottrarre la Chiesa dallo Stalo, il nella sede di Toul il sassone Pibo cancel-
potere spirituale dal temporale, far quel- liere dell'imperatore Enrico IV. Tra'suc-
lo maggiore di questo, e come prima ren- cessori più degni di menzione, ricorderò
dere il Papa del lutto indipendente/ dal- Matteo de'duchi di Lorena deli igGcir*
l'iuiperatore, collocare anzi ili. "più su- ca;Reginaldo di Senlisdel 2 i 5;Oddone 1

blime dell'altro; e vi riuscì meravigliosa- Colonna poi Papa Martino /^(di cui ri-
mente, con quella salutare riforma, che parlai nel voi. LXX V, p. 227); Giovan-
donò alla Chiesa vera e reale unità, per ni di Neuchàlel o IVovocastro, che il cu-
meglio promuovere l'elerna salutedi tut- gino antipapa Clemente VII fece maestro
ti gli uomini. Il primo passo gigantesco del s. palazzo, vescovo di Toul e anticar-
d'Ildebrando fu quello di persuadere Bru- dinale,e ne trattai ne' voi. 1 1, p. 2 4>XLIj 1 1

iione a deporre tosto le insegne pontifi- p. 2 1 o; Carlo di Lorena o Guisa (f^.),

cie, ed a recarsi a Roma


da pel- in abito cognato di Enrico III redi Francia, e nel
legrino, per significare pubblicamente che 1 578 crealo cardinale da Gregorio XIII;

lasemplice elezione dell'imperatore e die- Giovanni Porcelet, che Introdusse inToul


ta non gli dava alcun diritto alla Sede a- le monache della Visitazione, i carmelita-
postolica^ii\)lln\\\.eiìt\\àoa\\ovaV Elezione ni e i gesuiti; gli successe nel 1 625 il car-
del Papa (A'.) al clero e popolo romano. dinal Nicola Francesco di Lorena(V.)f
Ildebrando accompagnò Di unone a Ro- il quale non avendo ricevuto alcun ordi-
ma, che vi entrò a piedi scalzi, ed ivi per ne sagro, rinunziò le dignità e prese mo-
suo consiglio Rrunone co* riti antichi fu glie; il dotto e celebre Andrea de Saus-
eletto sommo Pontefice con generale con- say nominalo nel 648, autore del Mar- 1

senso di tutti, benedello e poi introniz- ijrologii Gallicani, e della Panopliae


iato a* I 2 febbraio! 049 col nome di Leo- Episcopalis^ et Clericalis.li Papa Cle-

ne IX (f^.j, per scegliersi s. Leone I il mente IXconcesseaLuigiXIVrediFran-


Grande a modello. Osserva Voigljquan- cia la nomina del vescovo e de* benefi-
to all'imposizione del nome, avere galli i zi ecclesiastici della diocesi di Toul. Nel
gridato: Leo Papa, Leo Papa, prima che 171 ClenienteXI con suo breve am me-
I

si pensassea ta! nome. Subito il Papa pro- nni vescovo di Toul, perchè senza licen-
mosse Ildebrando alla dignità cardinali- za della s. Sede, avea unito al seminario
zie, il quale per buona ventura, d' allo- la mensa capitolare della collegiata di s.

ra in poi divenne perno della s. Sede,


il Eucherio di Liverdun, con manifesta re-
da lui tanto glorificata. Nel concilio che sistenza di que'canonici, i quali avcano ri-

s. Leone IX celebrò in Roma circa 29il corso al metropolitano che avea dichia*
aprile io5o, secondo Galletti, o nel mag- rata nulla l'unione. Gli rimiiroverò d'es-
gio al riferire di Novaes, colla bolla Fir- sersi da tal sentenza apj>ellalo al magi-
tus divinae opeiatiom's, presso il UulL strato secolare , e 1' esortò seriamente a
Rom. 1. 1, p.i3i, canonizzò il predeces- reintegrare la collegiata nel primiero sta-
sore nel vescovato di Toul s.Gerardo, il to e d'iiuiennizzarla de' donni recatile.
che rilevai ancor.» nel voi. VII, p. 283. Nel Pcgli altri vescovi di Toul si può videie
seguente anno s. Leone IX, per amore al laGa/Iia Christiana, nelle t.\i\tì edi/.ioni.
suo aulico gregge si recò in Toul, ordinò Ne furono ultinti vescovi, Claudio Dro*
che il corpo di s. Gerardo fosse disoUer- vasdc Roussey d'Aulun, preconizzalo da
i6 TOU TO U
Berieclelto XIV nel
7 54; e Stefano Fran- i lessio Basilio Menjaud di Chusclan dio-
cesco SaverioDes Michels de Gamporein cesi diNimes, giada lungo tempo vicario
diDigne,nel 774 da Clemente XI V tra-
i generale di Nancy e di Toul, con quel-
slatoda Senez. Imperocché Pio VII pel l'elogio che si legge nella proposizione
concordato nel 80 i fatto colla reptìbbli-
1 concistoriale.Per morte del vescovo Car-
ca francese, soppresse il vescovato dlToid, lo, mg.' Alessio gli successe a' 12 luglio

e rrun a quello di Nancy: il vescovo Ste- 1 844> ed è l'attuale vescovo di Nancy e

fano si ritirò dalla sua diocesi e morì nel Toul.


1807. Ecco in breve lo stato della dio- TOULON. F. Tolone.
cesi alla sua soppressione. Il vescovo qua- TOULOUSE. F. Tolosa.
lificavasi conte di Toul, e principe del s. TOUR. F. Torre.
impero romano: godeva di rendite
17,000 TOUR. D' AUVERGNE LAURA-
Iire,o secondo altri 20,000 franchi, e pa- GUAIS Ugone Roberto Giovanni Carlo,
gava per le sue bolle d'istituzione alla ca- Cardinale. Nacque da antica e nobilissi-
mera apostolica la tassa di 2^00 flori- ma prosapia, nel castello di Auzeville, ar-
ni. La città conteneva 6000 abitanti (ora cidiocesi di Tolosa, a' 1
4 agosto 1768. E-
ne novera più di 9000), ed era divisa in ducato accuratamente alla buona morale
6 parrocchie, di cui due ne'sobborghi. II eallescienze,secondolasua elevata condi-
capitolo era composto di 4 dignità e di zione, presto dichiarò la sua vocazione ec-
36 canonici. Era vi unacollegiata,condue clesiastica, ed abbracciatone lo stato fece
abbazie di benedettini della congreguzio- i corrispondenti studi, e per la sua vir-
ne dis. Vandolfo. I canonici regolari del- tuosa condotta meritò che Pio VII lo pre-
la congregazione di Lorena possedevano conizzasse vescovo d'Arras nel concistoro
l'abbazia di s. Leone. Fiorivano due con- de'6 maggio 1802. La sua vita fu sempre
venti di domenicani e di francescani, con operosa, e zelante del gregge alle sue pa-
4 monasteri di religiose, una commenda storali e aifettuose cure affidato. Amò te-
gerosolimitana, e il seminario diretto dai neramente la sua chiesa e giammai accettò
lazzaristi. La diocesi di Toul era estesis- d'essere traslatato in altre più illustri odi
sima, e conteneva ne'primi del secolo pas- mer»sa più pingue, onde si guadagnò il ri-

sato 772 parrocchie, e 236 chiese sussi- verente affetto del suo clero e de'suoi dio-
diarie. Conteneva altresì 33 3o abbazie, cesani. Prudente e circospetto nelle gravi e
città o borghi, I 100 due ducati,
villaggi, varie vicende politiche da cui fu sconvolta
due principati, un marchesato sovrano, la Francia nel suo tempo,con saggio accor-
due contee dell'impero e altre signorie. gimento seppe ognora godere la stima de*
11 Papa Leone XII in considerazione del differenti governi di sua memorabile epo-
nuovo vescovo di Nancy, che dovea pro- ca. Fu chiamato dall' imperatore Napo-
mulgare, col hvQs Q Inter illustria Cliri- leone I ne'campi di Boulogne, per pren-
stianorniiij de' 20 febbraio 1824? Bull. der parte alla nota cereraonia che ivi eb-
Rom. cont. t.i6, p. 24^ Conservatio ti- be luogo, nel qual tempo ricevè pur egli
tilli Ecclesiae Tullensis concessi Episco- le insegne equestri della legione d'onore;
po Nancejensi prò tempore exis tenti. di cui e assai più tardi, e di venuto già car-
Piinnovato così il titolo vescovile di Toul, dinale, fu fallo gran croce da Luigi Filip-
nelconcistorpde'3 maggio preconizzò ve- po I re de'francesi. Questo monarca il vo-
scovo di Nancy e Toul rng.*^ Carlo Giu- leva ad ogni costo arcivescovo di Parigi
seppe M.^ Augusto Forbin Janson di Pa- dopo la morte di mg.' Quelen; egli però
rigi; indi Gregorio XVI nel 1839 dichia- non volle abbandonare neppur questa vol-
rò suo coadiutore con futura successione ta la sua amata chiesa d'Arras. Dipoi il re
e vcicovo di Joppe inpartibus, mg.' A- fece premure a Papa Gregorio XVI pei'
TO U TOU 17
la sua e<allazione, il quale conoscitore de* pose il dubbio alla congregazione de'riti
melili del prelato, e della sua coslaulee sull'uso de'sagri paramenti tessuti con ve-
cdilicaule alFezioue alla sua i . uùslica spo- lro,chefurono vietati. Nelvol.XLlV,p.284
sa, con soddisraziouedel suo animo, e con ricordai la magnifica edizione del Caiioii
ispiendido elogio, nel concisloro de'2 3 di- Missae falla eseguire da Gregorio XVI,

ceuìbre 83() 1 lo creò e pubblicò cardinale il quale avendone donato al cardinale uu


dell'ordiue de'pieli. A recargli la notizia esemplare nobilmente legalo, il porporato
di sua esallazioue e l'insegna del berret- m'interessò perchè vi apponesse di vene-
tino cardinalizio, nominò la sua guardia rato suo pugno il pontificio nome, per la
nobile pontificia, cooiniendatore geroso- gran divozione che per lui nutriva. Egli
limitano fr. Filippo Filippi, il qtiale ben sin da prelato avea onorata d'associazio-
accollo e regalato dal cardinale, fu dal re ne questa mia opera , e nella sua venuta
fatto ullìziale della legione d'onore (e poi si degnò in pubblico dichiararmene con
per un tempo tlivenne cavallerizzo mag- lusinghieri modi la sua particolare sod-
giore del Papa Pio IX). Per ablegalo a- disfazione. Essendo egli il decano non sola
postolico a recargli l'altra insegna della de' vescovi di Francia, ma di tutta la cri-
berretta cardinalizia, Gregorio XVI de- stianità,da questa per me onorevole dimo-
putò uig/lJartolomeo Pacca canonico Va- strazione restai non poco soavemente con-
ticano e protonolario apostolico (il quale fortato, e qui per grato animo ne fo rive-

nel 1 853 dal regnante Pio IX fu delegato rente memoria. Ilestituitosi l'amplissima
a recare a Parigi le corone d'oro ornale cardinale alla sua diletta sede,entusiaslato
di gemme preziose, ed a coronare con esse del Papa e di Roma, tosto restò compi eso
in nome del suo capitolo e del Pontefice da profondo dolore in udire l'inaspettata
l'immagine della B. Vergine delle Villo- morte di Gregorio XVI, egli fece cele-
rie e il suo divin Figlio, con quella pom- brare solenni funerali. La sua grave età
pa ecclesiastica cbe descrive il Giornale non gli permise di recarsi per l'elezione
di Roma a p. 646, con altre notizie re- del successore Pio IX al conclave. Rica-
lative), trattato con distinzioni e dimostra- vo dal n.° 68 del Giornale di Roma del
1

rioni riconoscenti. Bramoso ilcardinale di i85o, che ilcardinale, non pago d'ave-
venerare di persona la tomba de' Principi re ne'precedenli anni arricchita la chiesa
degli Apostoli e di ossequiare Gregorio del suo titolo s. Agnese fuori delle mura
XVI, si recò in Pioma nel 1846, edal Pa- di nobilissimi doni, salvali per grande
pa benignamente e con singolare estima- veiìlura dalle demagogiche rapine dui
zione fu ricevuto. Nel concistoro pubbli- 1849? volle con un novello allo di mu-
co gl'impose il cappello cardinalizio, e in nificenza verso la sua chiesa festeggiare
altro segreto gli conferì per titolo la chie- il fausto ritorno a Roma sua sede del Pa-
sa di s. Agostino fuori le n)ura di Roma; pa Pio IX (P".), e de'religiosi sensi del-
indi lo annoverò alle congregazioni car- l'animo suo, nel lietissimo avvenimento,
dmalÌ7Ìe della concistoriale, de'riti,e del- lasciar durevole njemoria con altro pre-
l'mdulgenzees. reliquie.Nel vol.LV,p.4o zioso dono. Desso fu una magnifica pis-

notai, come il Papa gli permise nel gio- side d'argento, di assai grandiose propor-
vedì santo di assistere al pranzo degli A- zioni, splendidamente dorata, di forme
postoli,dal medesimo imbandito e servito. gotiche nel disegno, e tutta adorna di sa-
Nel voi. LI, p. 62 61 61 narrai come Gre- gri simboli e istorie evangeliche a basso*
gorio XVI, per dargli una parlicolarissi rilievi, e di figurine del Salvatore e de*
ina distinzione, gli conferì il pallio colle due Principi degli Apostoli, pregevole la
proprie sue mani, in benemerenza di sue voro dell'orificeria francese. E perchè du-
«iugoiari virili; e com^ il cai'dioale pio- ri pereuut: la mcaioriu della cugiuue, che

IC&i>wvcmit «attedi
^ ICDSemon/b. Hi»
i8 TOU TOU
mosse ranimo del donatore alla nobile sto e magnificenza, e terminati neh 833
ofTerta, fece il cardinale incidere sotto al i lavori ne fece la solenne consagrazione.
pie della pisside Tiscrizione che riporta il Da quel tempo in poi non lasciò mai di
Giornale citato, colla data de'i?. aprile beneficarla, e nel punto in cui era assa-
i85o. Il prodigio ottenuto dal Papa nel- lito dalla morte, faceva collocare nel cen-
r anniversario di tal giorno nel i855, tro della chiesa un veramente magnifico
presso tale chiesa, a intercessione dell'I m- baldacchino. La folla fu sempre grandis-

macolata Concezione e di s. Agnese, lo sima all'episcopio, poiché la moltitudine


celebrai nel voi. LXXlll,p. loi e seg., de' fedeli accorsa a venerarne le mortali
mentre a p. i o3 e 343 accennai grandiosi i spoglie, ascese a circa 8000 per giorno e
restauri e magnifici abbellimenti che poi in tutti quasi 25^,000, con pena tenuta in
vi fece il Papa pergralitudine.Continuan- ordine da 32 soldati. Il suo cadavere ve-
do il cardinale a governare con pastorale stito in cappa magna e colle insegne car-
sollecitudine la sua chiesa, leggo nelG/or- dinalizie, in mezzo alle torcie fu esposto
nale di Roma dei iS5 1 a p. 698 (le altre nella cappella addobbata elegantemente.
notiziecheriporleiòlericavo dalle p.68g, Sopra il calafjico si leggeva questa sem-
71 r, 717, 726, ySo, 742, 8o6)j che es- plice e notabile iscrizione: Folle morire
sendo indisposto, pure nel sabato 1 9 luglio in mezzo a noi. Il capitolo dopo vesperi i

trovandosi assai bene, si proponeva udir processiona Unente si recò per due giorni
la messa in cappella nel dì seguente; uia a fare le solenni assoluzioni, e rientralo
verso un'ora dopo la mezza notte ebbe u- nel 2.° in cattedrale, dopo il canto del Fc'
na leggiera crisi, che medici giudicaro-
i ni Creator Spiri tus, nominò vicari ca- i

no non allarmante. Alle ore 4 e mezza pitolari e gli altri ufliziali per la sede va-
volle alzarsi e porsi su d' una sedia, ma cante. Tulle le parrocchie della città re-
poi con pena rientrò nel letto. Tuttavia caronsi io processione all' episcopio, per

sentendosi quindi meglio volle rialzarsi e suffragare ben ansato pastore; ed con-
il i

vestirsi a far qualche passo, quando a un ladini pure con divoti [)ellegrinaggi vi si
tratto cadde al suolo, non avendo avuto portarono in grande numero da'villaggi
forza il cameriere a sorreggerlo. La cadu- e dalle canìpague. Si protrasse il trasferi-

ta fu fatale, ma non diminuì la presenza mento nella caltedrale,per attendere l'au-


del suo energico spirito,che conservò sino torizzazionedel governo (!) per ivi loinu-
all'ultimo istante. Arrivò in fretta il deca- larlo, secondo la disposizione del defunto,
no del capitolo, e l'ab. de la Tour suo ni- la quale fu accordala, come trovo neil'O.?-
pote gli amministrò l'estrema unzione, servatore Romano del 1 85 1 a p. 7 7 .Tra- 1

senza potersi riportare a letto. Il cardi- sportata solennemente la salma del car-
nale spirò alle ore 1 o circa del 20, d'anni dinale nella cattedrale , tutta la guarni-
84, e perciò il più vecchio d'età Ira'car- gione e la guardia nazionale fu scilo le

dinali. Sparsasi la notizia di sua morte armije fu salutato il suo ingresso da 60 col-
in un momento ovunque produsse ama- pi de'cannoni posti nel giardino di Saint-
rezza e dolore. Non lasciò fortune, e tutto Vaast. A'29 fu celebrato con pompa il fu-
il frullo de' suoi risparmi, consistente in nerale, presieduto dal cardinal Gousset
2000 franchi, legò a'poveri, imperocché arcivescovo di Reims, ed assistito da've-
tutte le sue rendite avea a loro vantaggio scovi d'Amiens, di Soissons, di Tournay,
e della cattedrale costantemente impie- d'Orleans, oltre l'arcivescovo di Rouen.
gate. La cattedrale gli fu sempre a cuore, Mg/Regnier arcivescovo di Caujbray non
e ne fu benemerentissimo. In fatti per le solo si associò a rendere quesl' ultimo e
sue cure nel i 8 o l'avea reslilnila
1 al culto pietoso ufilzio al pio cardinale, ma volle
cattolico^e successivamente l'ornò con gu- pontificare la messa di requiem. Tutte le
TOU TOU 19
nntorilà civili, mililari, giudiziarie e nm- giù (V.) , capoluogo di circondario e di
ministrative si trovarono presenti all' e- due cantoni, a 5 leghe da Lilla, pivi di
9
sequie. La società filarmonica vi eseguì da Mons, e quasi 6 da Brusselles capita-
1

ingranile orchestra e con numeroso stuo- le del regno; in riva alla Schelda, che la
lo di coristi la musica della messa: più di divide in due parti ineguali, congiunte
200 artisti e amatori della musica riu- per mezzo di ponti, e la più considerabi-
nironsi a della società, perchè la lugubre li delle quali occupa la sponda sinistra,
funzione riuscisse colla maggior pompa. le quali parti diconsi città vecchia e cit-
Queste pubbliche dimostrazioni sono un tà nuova; nella i." vi sono 7 parrocchie,
solenne ed eloqtienle elogio dell'illustre e 3 nella '2.''
Ha tribunali di 1.^ istanza e
trapassalo. Il suo corpo vestito da cardi- di commercio, ed è residenza d' un co-
nale, senza la cappa (a Funerale ripor- mandante di piazza (li 2.^ classe. Circon-
tai come si celebrano le pompe funebri data da una cinta bastionata e difesa da
de' cardinali , e vado particolnreggiando parecchie altre opere di fortificazione, le
talvolta le usate fuori di Roma, per notar- vie ne sono dritte e nette, e le case bene
ne le varianti), colla croce pettorale el'a fabbricate; belle riviere, in parte pianta-
nello in dito, oltre le divise cavalleresche, te d'alberi, sieguono le sponde del fiume,

fu sepolto nella cattedrale in apposito mo- e formano un assai grande spazio como-
numento da lui fattosi erigere vivente, dissimo per lo sbarco e il carico delle
sotto l'altare della B. Vergine e su due mercanzie. Visi notano diversi decorosi
branche di ferro, alla presenza del car- edifìzi. La cattedrale, situala nella città
dinal Gousset, del capitolo e clero, delle vecchia, è grande e magnifica, bel mo-
autorità pubbliche, di due individui del- ntuuenlo di stile gotico, che sormontano
la nobilissima famiglia de la Tour d'Au- Scampanili terminanti a guglia. E' sot-
vergne, e del nolaro, che rogato il proces- to l'in vocazione della B. Vergine Assunta,
so verbale e fattolo sottoscrivere in 3 co- con batlisterio, e cura d'anime esercitata
pie dagli astanti, una ne pose nella cassa dal decano; tra le reliquie insigni sono a
mortuaria, l'altra nell'archivio del capi- nominarsi, quella della ss. Croce, ed il cor-
tolo, la S.* in quello del municipio. A p. po di s. Eleuterio vescovo patrono della
74^ del Giornale di Roma si legge la ciltà;i due cimiteri esistono nel suburbio.
semplice epigrafe, scritta di mano del car- Il capitolo si compone di 5 dignità, la
di naie e per ^colpirsi sulla cassa di piom- maggiore delle quali è l'arciprete, di 7 ca-
bo, con l'onorevole aggiunta che vi fu fat- nonici onorari, e di altri preti e chierici
ta dopo la pianta sua morte, rimarcan- addetti al servizio divino. Anticamente il

dosi il da lui operato, e che governo capitolo era costituito dal decano, da 8
49
anni la diocesi. JNell'islesso Giornale di diguitàe da 32 canonici. Il palazzo vesco-
Roma si dice che il governo francese de- vile è decoroso e aderente alla cattedra-
cretò il dono alla città d'Arras d'una sta- le. Tra le altre chiese rimarcabile è quel-
tua in marmo in piedi del cardinale de la di s. Martino. Le altre nominale chie-
la Tour ,
per collocarsi nella cattedrale, se parrocchiali sono tutte munite del s.

in omaggio e giusto tributo al merito e fonte. Vi sono 4 monasteri di religiose,


alle virtù del rispettabile pastore. E che diversi sodalizi, 4 ospedali, oltre l'orfano-
lina copia resterà nel museo di Versail- trofio; due seminari, maggiore e minore,
les, a lato di quelle di Bossuet, di Fene- neli.^de'quali nel 835 eranvii 2 alun-
1 i

lon e di Massillon; e di fallo vi fu portata. ni, nel 2." 35o giovanetti; il monte di pie-
TOmi'S ^Y(Tornacen).C\i\lK con re- tà. Rinomate erano le abbazie de'bene-
sidenza vescovile dell* Hainnut ,
già dei dellini di s. Martino, e di s. Nicola a'Pra-
Paesi Bassi (F.)gqv[ì(\{A regno del Bel- ti de'canonici regolari di s. Agostino, es-
20 TOU TOU
senclo in quella della Madonna de'Prali da varie torri che vi si vedcano. I vandali
monache dello slesso ordine. Belli sono il la rovinarono nel principio del V secolo, e

palazzo municipale, la gran guardia, la caduta nel 438 in potere de'franchi, Clo-
Ione comunale, l'orologio pubblico con dione loro re la donò nel 44^ al suo suc-
soave concerto musicale pari ad un orga- cessore Meroveo capo della i." razza dei
no, l'ospedale degli anlicbi Preti, e 4 "mu- Merovingi, il quale nel 44^ '" ®*^'^ ^^^'
lini da farina costruiti da Vauban. Que- bill la sede del suo regno. Anche i suoi
sta città, nella quale entrasi per 7 porte, successori vi risiederono, e Childerico I,

possiede parecchi sobborghi, una camera di cui si scuopri il sepolcro presso la Schel-
dicommercio, la borsa, l'ateneo, l'acca- da nel 1^53, vi mori nel 481 circa. Ser-
demia di disegno, scultura e architettu* vì Tournay d'asilo nel 575 a Chilperico
ra, nella quale si fanno corsi di disegno ] re di Soissons, inseguito da Sigeberto I
lineare, come pure scuole di mutuo in- led'Austrasia che ve lo assediò. Neir88o
segnamento. Il vecchio e vasto teatro^ nel i normanni la posero a fuoco e a sangue,
dicembre! 852 predadi rapido e spa-
fu trascinando in ischiavitù gli abitanti. Car-
"ventevole incendio, che minacciò d'inve- lo l il Calvo riunì alla contea di Fian-
stire le fcdjbriche della piazza del Vesco- dra questa città, che dopo essere stala la
\ato e delle piazze vicine, e principalmen- capitale della Francia, cessò allora anche
te l'adiacente chiesa di s. Quintino, che di far parte di tal regno. Ebbe poi mol-
si salvò a stento per le precauzioni prese, to a solfrire dalle diverse guerre che so-
dopo avere il vicario generale trasporta- pravvennero tra'fìamnùnghi, gl'inglesi e

lo nell'episcopio la pisside colla ss. Euca- i francesi. Nei 1 192 si pose sotto la prote-
ristia. Tournay ebbe un collegio irlande- zione di Filippo Augusto; nel 2 1 3 se li 1

se fondato da un vescovo della medesima, ne impadronì Fernando diPortogallo con-


composto di circa 7 alunni senza obbligo tro i francesi, i quali presto la ripigliaro-

di rendersi ecclesiastici; il rettore e un no e conservarono per lungo tempo. Fi-


provveditore aonninistravano le poche lippo IV il /?e//o la fece circondare di mu-
rendite del collegio stesso. Non manca d'a - ra e fosse nel 1295: Carlo VII la riunì al-
meni passeggi, di fabbriche di cappelli, la corona di Francia con lettere patenti
maiolica e porcellane,indiane,berretlarne, nel 1 4^ 2, e la confermò con altre del 4^6 1

tele, bronzo dorato, li-


stoffe di cotone, e 1 436. Adolfo d'Egemont duca di Ghel-
quori, soprattutto di curacao rinomato; dria, l'assediò indarno nel 1477; "la od
una superba manifattura di tappeti da i5i3 Enrico Vili re d'Inghilterra se ne
terra, fornaci da calce, tintorie, concie di insignorì, e vi fece murare un castello, in-
pelli, cartiere, filatoi di cotone, quivi fio- di la restituì alla Francia nel i5i7. Ma
riscono e alimentano un commercio as- nel 1 52 1 il conte di Nassau, generale del-
sai importante. Espatria degli
storici Cio- Tesercilo di Carlo V, prese Tournay, che
seffo di La Giovanni Cousin, dei
liarre e dopo una 2." riunione alla madre patria
giureconsulloVendelin e di altri uomini il- che avea durato 329 anni, ne fu nuova-
Justri.EleggeSdeputati agli stati della pro- mente staccala nel 1 52 5 mediante il trat-
vincia, e novera più di 26,000 abitanti. talo di Madrid, e dall'imperatore fu da-
IVe'dinlorni sono cave di calce e gres. Que- ta asuo figlio Filippo principe di Spagna;
sta città di Fiandra, una tra le più anti- cessione confermala pe' trattati di Caoi-
che e importanti della Gailia Belgica, era bray nel 1529, di Crespy neli544> ^ *^i
all'epoca della conquista di Giulio Cesa- Chateau-Cambresis nel 1559. Gravi di-
re, capitale de' Nervii e portava il nome sordini vi commisero gli eretici udìS^Q^
di Civitas Nen'ìprnm , che in appresso ed essendosi poi gli abitanti ribellati con-
lasciò per prendere quello di Tornaciwi, tro la Spagna, il duca di Parma Farnese
TO U X O U 2 e

li soggi ogo neh 58 1. Luigi XIV nel 1667 rio circa al 298, dopo aver convertito a
se ne rese padrone e l'incorporò alla Fian- Gesù Cristo più di 3o,ooo persone. Nel-
ciajallatiualeconfermonneil possedimen- la Gallia Christiana è registralo s. Pia-
to la paced'Aquisgraua nel 1668, e ne fe- tone peri, vescovo di Tournay. Anche
ce la capitale del Touriiais o Tuinese ,
Commanville dice che questa sede vesco-
chedipendeva dal governo della Fiandra- vile originò nel secolo III, indi diventie

Francese, stabilendovi la sede del suo par- sulfragauea di Reims. U 2.° vescovo fu Su-
lamento. IMa nella guerra di successione perior,che nel 346 intervenne al 1 ."con-
contro l'Austria, fu presa dal principe Eu- Colonia; Teodorico o Teodoro fio-
cilio di

genio e dal duca di Marlborough, e 4 «'^n- rì 480; dopo sede vacante trovasi nel
nel
ni dopo fu ceduta all'Austria per la pa- 486 s. Elcutcrìo [f^.) di Tournay, pre-
ce d'Utrecht, e pe'trattati di Rastadl e di lato zelantissimo, tolse un gran numero
Kade. Per quello delle Barriere nel 170 di franchi alle superstizioni del pagane-
l'Olanda l'ebbe in custodia, fìucbè Luigi simo, in cui erano ricaduti pel commer-
XV la riprese 3*19 giugno
174^5 e la f*i' cio cogl' idolatri, onde dicesi che ne con-
ce smantellare non meno della cittadella vertì piùd' I 1 ,000, combattendo gli ere-
fatta dall'avo suo costruire nel 1670. 11 tici a voce e in iscritto, onde gli si attri-
trattato d'A juisgrana nel 1748 la resti- buiscono molti sermoni, anzi per tale mo-
luì all'Austria, quindi nuovamente fran- i ti vo si vuole che riunisse un sinodo nel

cesi vi rientrarono 1*8 novembre 792, poi 1 427,6 difese il mistero dell'Incarnazio-
espulsi dagli austriaci a'20 aprile 1793. ne oltraggialo: insidiato perciò dagli ere-
Nel 1
794 1' 1
, 1 2 e 3 1 maggio i generali tici, venne sorpreso e battuto crudelmen-

de'primi Soubam e Daendels sconfissero te, laonde poche settimane dopo morì il

gli austriaci dinanzi a questa città, di cui I ."luglio 532, altri dicendo a'20 febbraio

il 3o giugno seguente il general Piche- in cui se ne celebra la festa. Il clero e il


greu s'insignorì, e rientrando allora sotto popolo di Tournay,ammii'aQdo il sapere
il dominio della Francia divenne capo- e le grandi virtù di s. Medardo (P^.) ve-
luogo d'un circondario del dipartimento scovo di Noyon,già amico di s. Eleule-
di Jemmapes, luogo dell* Hainaut reso rio ed a cuiavea reso gli estremi ufiizi, lo

famoso per la decisiva vittoria riportata chiesero a pastore, in ciò secondati dal re
da'francesi sugli austriaci a' 7 novembre Clotario I, domanda che lodò s. R.emigio
1
792, per cui dierono il suo nome al di- metropolitano di Beims. Questi conside-
partimento, corrispondente all'Uannonia rando che ne risulterebbe gran bene per
ossia all'flainaut. Dalia Francia venne au* la propagazione del vangelo, e che il Pa-
Cora una volta separata nel i8i4> e nel pa dava la sua approvazione, costrinse s.
i83i fu compresa nel nuovo regno del Medardo a governare oltre la diocesi di
anno si scuopriro*
Belgio. Nel precedente Noyoìi (y.)i quella pure di Tournay, le
no molte tombe romane che sembrano del quali d allora in poi rimasero sempre con-
IV secolo. giunte, ed ebbero utio stesso vescovo pei*
La fede cristiana pel i

vi fu annun* lo spazio di 4oo ovvero 5oo anni. Eravi
ziata da s. Pialo/ic (F.) di Benevento, il una parte della diocesi di Tournay anco-
quale entrato nella Gallia Belgica converti ra avvolta nelle tenebre ilei paganesimo;
al cristianesiuìo il territorio di Tournay, s. Medardo visitò tutti i luoghi dove tro-
n' è venerato apostolo o protettore del vavansi idolatri, per toglierli dalla super-
paese, e ricevè la palma del ntartirio ver- stizione e dalle sregolatezze. Gli ostacoli
so il 286; in (|ue!»lu come nelle fatiche e- ch'egli incontrò, e i pericoli più volte in-
vai»geliche ebbe a comp<igno s. Euberlo corsi di perdere la vita, non fecero che
o Eugenio. Altri lilarduuu il suo muili< ialiauiiuai'u il suo zelo, Le sue fatiche in-
22 TOU TOU
defesse, ed i suoi portentosi miracoli pro- la Madonna de'Prali, lodato per le sue
dussero felici conseguenze, in modo che virtù. Nominerò tra gli altri vescovi, Gio-
lo splendoredelie verità evangeliche dis- vanni de Buchel già decano della catte-
siparono le nubi dell'errore in tutta l'e- drale, morto nel 1266; Michele de Va-
stensione delle due sue diocesi, e negli an- renghen nel 283, già scolastico di Tour-
1

tichi abitatori della Fiandra, i quali sor- nay ; Guglielmo de Ventadour dopo il
passavano in ferocia e barbarie tulle le 1 324; uel 334 Andrea Gìiii[T'^.) fioren-
I

nazioni de'galli ed franchi. Dopo i tali con- tino,poi cardinale;a cui successse nel 1 342
versioni s. Medardo tornò a Noyon, ove Giovanni de Pres; neli35i vi fu trasfe-
caduto maialo, si recò a visitarlo Clota- rito da Noyon Filippo d'Arbois, che fab-
lio I, per ricevere la sua benedizione, e bricò Tournay,
la chiesa de'certosini di

riposò nel Signore verso il 545, univer- e congiunse in matrimonio Filippo V Au-
salmenlecompiantoda tutti i franchi, che dace duca di Borgogna con Maria con-
loveneravano come un padre e protetlo- tessa di Fiandra; neh 379 Pietro d'Auxi
le.Non mancano scrittori cui ripugna che canonico della cattedrale, contro il quale
s. Medardo fosse coulemporaneo di s. E- nello scisma dell'antipapa Clemente VII
ne ritardano la morie, ed al-
leuterio, e s'intruse Giovanni Van West, al quale
fanno fiorire più tardi dicendolo
tri lo , l'antipapa die in successore Lodovico de
vescovo verso il 623, e sarà forse erro- la Tremolile pel favore del detto duca
,

re numerico 1*832 di Commanville, nel di Borgogna Giovanni Cheurot fu be-


;

quale anno dice che s. Medardo unì il ve- nefico colla sua chiesa e morì nel 1 460;
scovato di Tournay alla sede di Noyon. Guglielmo Fiilatre borgognone Iraslalo
Dopo la iiìorte di s. Medardo, i di lui suc- da Toul nel 1461 per cura di Filippo il
cessori continuarono a governare le due Buono duca di Borgogna, dopo aver in-
sedi sino a Simone de'conti del Yerman- lei pellaio il re di Francia sotto al cui do-

dese, ultimo vescovo delle due diocesi; o minio era Tournay, poi cancelliere del-
secondo altri ad Anselmo monaco di Sois- l'ordine del To^o/zfZ'oro, e legato del du-
sons del monastero di s. Medardo e ab- ca a Papa Pio II per esser dispensato dal
bate di s. Vincenzo di Laon, il quale ne! voto di fare una spedizione militare con-
1 j45 o nel 1 146 fu coosagrato vesco- tro i turchi. Ferrico di Cluny canonico
vo di Tournay in Roma nella dome- di Tournay e cancelliere di detto cospi-
nica LaeUiì e, &i3k Papa Eugenio III, che cuo ordine neh 47 4» battezzò in s. Gu-
ad istanza di s. Bernardo abbate di Chia- duladi BrussellesMargherita figlia diMa
lavalle, separònuovamente le due ^edi riadiBorgognaedi Massimiliano I d'Au-
di Tournay e di Noyon. Gli successero, stria; nel 1484 il cardinal A ntoniottoPizZ-
nel 149 Geraldo 2.'' abbale di Villars^
j lavicino (V.) genovese, che governò pe'
sotto del quale Papa Adriano IV nel suoi vicari; Pietro Quicque che nel 1 5oQ
1 56 confermò la separazione de' due
1 battezzò in Gaud alla presenza di Filip-
vescovati. Guallero già decano della cat- po 1, il figlio poi celebre imperatore Car--

tedrale, governava nel 1166; cui nel lo V. Nel i5o6 Carlo d' Haulbois fon-
1 172 ebbi; a successore Everardo de'si- dò la messa mattutina e celebrò il sino-
gnori d'Avesnes e di Leuse di Tournay, do diocesano ; Carlo de Croy designato
e costruì un monastero nel territorio di neli5i7 di anni 17, e in Ro- consagrato
Bruges; nel 1 191 Stefano di Liger con- ma nel 1 539 : Papa Paolo
a suo tempo il

tro la sua espellazione; nel i2o4 fi^» con- IV, ad istanza di Filippo II le di Spagna
sagralo Goscelino già arcidiacono della e sovrano de'Paesi Bassi, colla bolla Su-
cattedrale; neli'2i9 Guallero de Marvis per Viih'cisay de' 12 maggio 559, a'4 1

fonilalore deli'al.'bazia delle monache dcl- antichi vescovati delleFiandre ne aggiun*


TOU TOU 33
se 1 4,SOcleni!o allora quello cìi Totirnay roa tanti mali, e vi facessero agirei dotti
3 0,000 lire tli rendila; ed avendo eretto e pii missionari, i quali potessero toglie-
tjuello di Cambray in arcivescovato, fra' re dalla mente de'traviali ia caligine te-
su (Fraga nei vi comprese il vescovo di nebrosa della sella calvinista. Per gli ai-
Tournay che sottrasse dalla dipendenza tri vescovi si può vedere la Gallici chri-
di Reiras. Neil 565 a Carlo successe il vi- stianaj colle Notìzie, di Roma registre-
cario generale Giliberto d'Ognies figlio rò gli yS i Francesco Erne-
ultimi. Nel i

del governatore di Tournay, vigilantissi- sto di Salm di Vienna d'Austria, indi nel
mo e generoso pastore; neìiS'jS Pietro 1770 ia sede vacò. Nel 1776 Guglielmo
Pintaflourgià decano della cattedrale; in Fiorentino de Salm-Salm di Anhold dio-
questa fu consagrato dall'arcivescovo di cesi di Liegi, quindi nel 1793 restò va-
Canibray il successore Massimiliano Mo- cante la sede. Nel 1802 Francesco Giu-
rilion, morto neh 586; gli fu sostituito seppe Hirn di Argentina, restando per sua
Giovanni de Vendeville virtuoso e zelan- morte vacante la sede nel 18 19. In que-
te vescovo, restauratore della disciplina sto tempo Leone Xil a mezzo del suo ple-
cccle5iastica,e introduttore de'cappuccini nipotenziario il cardinal Cappellari, poi
in Tournay. Nel 1598 fu fatto animini- Gregorio XVi,concluse nel 1827 un con-
stratore Lodovico de Bariaymonl arcive- cordato col re Aq^ Paesi Bassi^ nel quale
scovo di Cambray. Nel 596 1 fu eletto ve- fu stabilita una nuova circoscrizione di
scovo Michele d'Esne, consagrato da Ot- diocesi, e Tournay fu dichiarata sufFra-
tavio vescovo diTricarico e nunzio aposto- ganea del metropolitano di Malines, e lo
licoxonvocò il sinodo nel 6oo,e poselai.*
1 è tuttora. La diocesi di Tournay si for-
pietra nella chiesa de*gesuiti diTournay a' mò dell'Hainaut. A questo paese die no-
2 aprile 1 60 1
, i quali poi vi ebbero il novi- me ilfiume Hain, che ne percorre gran
ziato e il seminario; inoltre introdusse ia parte, nome che si suole convertire anche
Tournay i carmelitani. Nel 16 16 Massi- in Haniioìiia, Paiinoaia e Picardia in-
miliano de Gand dello Villain, già cano- feriore. Anche la Schelda, la Sambra e
nico della cattedrale; nel i644 §^* suc- la Dendra ne rendono coll'irrigazione fe-
cesse il Gand de
nipote Francesco de race il suolo, che tutto si distende in pia-
Villain. Papa Clemente IX concesse a
Il nura, e produce ogni sorta di cereali e pa-
Luigi XIV lafticoltàdi nominare le chie- Vi si trovano miniere dì
scoli ubertosi.

se, i monasteri e Fiandra i benefizi nella piombo, carbon fossile, e cave di


ferro,
da lui unita a Francia, compresa la dio- marmo. Le guerre, di che per più secoli
cesi di Tournay. Nel 171 1 il Papa Cle- è stata sovente teatro, come andai dicen-
mente Xl,avendo sapulo molti scandali i do, rilardarono i progressi della sua iii-

introdotti in essa, non solo per la prepo- dustria.Non vi mancano tuttavia fabbri-
tenza colla quale la podestà secolare si u- che di panni, mussoline, tele, merletti,
surpava la collazione delle prebende, ma vetro e chincaglierie. Dal secolo V que-
anche pegli errori che vi aveano dissemi- sta provincia era governala da conti par-
nato i confinanti ereticicalvinÌ8li;accorse ticolari, e la linea di quelli eredilarii co-
subito a porvi riparo con breve scritto al minciò neir86o da Reignier detto Lun-
vescovo di Tournay , ordinandogli che go Collo. Un'erede di questa contea la
senza indugio ritornasse alla sua chiesa, portò in matrimonio a Baldovino Vi con-
mentre dall'assenza sua nascevano si gra- te di Fiandra. Nel i436 passò indomi-
vi sconcerti, inoltre esorlò fortemente il nio di Fdippo il Buono duca di Borgo-
capìtolo e i vicari generali che governa- nn, per cessione fattane da Giacomina di
vano la diocesi, mediante altro breve a- lìaviera contessa d* liannonia, Olanda ,

poslolico, allineile con zelo si opponessc- Zelanda e dama di Frisia, per redimere
24 TOU TOU
il pioprlo marilo dalla prigionia. Quin- 1 829 ne dichiarò vescovo mg.T»io. Giu-

di In parie meridionale venne posseduta seppe de Plancqdi Thien diocesi di Toui-


da Francia e il rimanente da Austria col nay,per quelle egregie qualità riferite nel-

nomed'Hainaul Anstriaro. Riunito lutto la proposizione concistoriale. Morto nel


nel lygSperdirillo di conquista «Francia, 1834, Gregorio XVI nel concistoro de'
"^

neli8r4 divenne provincia de'Paesi Bas 6 aprile 1835 fece l'attuale vescovo mg.
si e finalmente del regno del Belgio, a ven- Gaspare Giuseppe Labis di Warloing dio-
ie ]\Jons per capoluogo, di cui vado a ri- Tournay, già con plauso per 2 an-
cesi di 1

ferireun cenno per isdebitarmi del pro- ni professore di filosofìa e teologia nel se-

messo a Paesi Bassi. Mons, Mons JÌan- minario, ed ornato di quelle doti dal Pa-
nonìae, forte e considerevole città, trovasi pa celebrale nella proposizione concisto-
nel declivio d' una collina e si distende riale. Ogni vescovo è tassato ne'libi della i

nella soggetta pianura. fiume Troville


Il camera apostolica in fiorini SyOjla men-
l'attraversa, e mediante un canale comu- sa consistendo in 20,000 franchi circa,
nica con Lilla, e giunge ad Ostenda. I pa- annuatim a gubernio solvenda. Peram-
lazzi del governo, dell'assemblea provin- pla est dioecesis constans Hannoniae
ciale, e della comune, sono gli edifizi mi- provìncia, in eaquc 4oo et ultraparoe-
gliori; fra le chiese quella di s. Elisabetla ciae,pluraque locale toppida continetur,
ha una bella torre, ed occupa il sito d'un TOURJN'ON Francesco, Cardinale.
castello demolilo neli6i8, che la tradi- Nobile francese de'con ti diRossiglione,na-
zione dice costruito da G. Cesare. Diversi to a Tournon, affine del re di Francia, di
spedali sono altresì di bella costruzione, 12 anm professò tra'canonici regolari di
ed in genere tutta la città è regolarmente s. Antonio di Vienna, nel cui ordine ben

fabbricala, ed ha il tribunale di commer- presto, già maturo per senno e morigera


cio pel suo traffico e manifatture in tes- lezza di costumi, ottenne le primarie di'
suti di varie specie, merletti e stoviglie. gnità. Clemente VII neh 525 Io promos-
Era celebre in questa città l'abbazia delle se all'arcivescovato d'Ambrun,eneli526
nobili canonichesse di s.Waltrude oWau- a quello di Bourges,dove nel 527 celebrò i

dru. Si attribuisce l'originedella città alla il sinodo, è si crede che nell'anno slesso
fortezza di Mons Castrilìcìus^ che Albe- venisse eletto abbate generale del proprio
rone Clodione cominciò a fab-
figlio di ordine. Francesco I re di Francia, pel con-
bricare nel 44^) ^ dove si ritirò la detta io che faceva <li sua probità , saviezza e
santa, che vi fece erigere una coppella e prudenza, già l'avea annoverato tra'suoi
un oratorio, per cui Mons ottenne molti primari consiglteri,nella quale rappresen-
privilegi da Carlo Magno, e prese col tem- tanza si guadagnò tal fama di giustizia e
po la forma di città, la quale nel i i 2 fu i di valore,che nella prigionia di quel re,
quasi ridotta in cenere. Baldovino VII succeduta nella famosa battaglia di I*avia,
conte diFiandra la restauròe cinse di mu- fu destinato ambasciatore in Ispagna al-
ra.Guglielmo principe d'Orange la pre^
I l'imperatore Carlo V per trattare la sua
se nehSya, e per la Spagna fu ripresa libeiazione. Il prelatoimpiegò nell'amba-
poco dopo da Federico di Toledo figlio sceria un anno intero, finche si concluse
del duca d'Alba, quindi seguì le vicende estabib la sospirala liberazione del re, do-
dell'Hainaut e di Tournay. Riunita nel po la quale Francesco ritiratosi in An- I

I 793 alla Francia, divenne il capoluogo gouléme, ivi seriamente si occupò di ri-
del dipartimento di Jemmappes, e dopo munerare quelli eh* eransi segnalati nel
ilr8i4 della provincia. Essendo ancora memorato combattimento , e quelli che
vacante la sede vescovile di Tournay, Pa- impiegarono l'opera loro pel suo sprigio-
pa Pio Vili nel concistoro de' 8 maggio 1 namento, Pertanto domandò a grandi ,
TO U TOU i>
Uffinr.ff n Clejncnlc VII in porpora pel vo delle Gnllie, discepolo di s. Policarpo
Tom non, etl il Papa lo conlenlò, crean- e allievo di uomini apostolici, il quale tra
tlolo in Bologna a'if) mni/oi ')3o,corili- gli altri ammaestramenti insegnava che
njile prete assente, e dipoi eb!)e per tito- a' cattolici non conveniva commercio o

lo hi chiesa de'ss. Morcellinoe Pietro. Nel- colloquio di sorte alcuna cogli eretici, e so-
lo slesso annodi nuovo il re lo mandò nel- pra di tal punto ragionò il cardinale con
la Spagna, per negoziare il riinscio de'snoi tal gravità ed eloquenza, che distolse il re
figli trattenuti in ostaggio dalla corte di da quel pernicioso consiglio, e fece tra gli
Madrid , che dal cardinale dopo lunghe altri esiliare dalla Francia il fanatico ere-

trattative furono ricondotti in Francia, in- tico Filippo Melantone, ch'eravisì condot-
sieme con Eleonora sorella di Carlo V de- to per disputare co' teologi di Sorbona.
stinata sposa a Francesco I, al cui matri- Avendo Paolo III conferito al cardinale
monio assistè. In ricompensa di sue fati- il governo della chiesa d'Auch nella Gua-

che, fu provveduto da! re dell'abbazia di scogna, al suo tempo e per suo mezzo quei
s. Germano di Parigi, e in appresso d'al- canonici che conducevano vita regolare,
tre io delle più ricche di Francia. Dopo coll'interposizione d'Enrico li neh 548
due anni si recò in Roma, per combinare furono ritlollialla condizione di canoni-
un eiììcace rimedio ali'irifèlice regno d'In- ci secolari. Essendo stato incaricato del mi-
f;hil che pe strani capricci d'Enrico
terra, nistero della corona di Francia presso la
Vili minacciava la prossima apostasia s. Sede,f(i nel 1 55 1 trasferito da Giulio ili

dalla chiesa romana, come pure per fis- all'arcivescovato di Lione, e insieme collo
sare il colloquio da tenersi in Marsiglia tra spirituale, ottenne il governo temporale di
il re Francesco I e Clemente VII. Furono quella provincia, che attesa la vicinanza
allora inoltre statuite dal cardinale le noz- con l'ereticaGinevra, tutta richiamò la sua
ze di Caterina de Medici nipote del Pa- pastorale sollecitudine e vigilanza. Colà
pa con Enrico secondogenito del re. In oc- portatosi da Pioma terso il i 553, fece se-
casionedella nuova guerra insorta traCar- verissimo pro(:esso contro gli eretici, che
lo V e Francesco I, essendosi il Papa Pao- già erano detenuti nelle pubbliche carce-
lo III neli538 recato in Nizza per paci- ri, e quelli che furono trovali ne'loro er-
ficarli, il cardinale dopo lunghe conferen- rori fermi e ostinati, vennero per suo or-
ze coll'impeiatore e con Paolo III, finaU dine consegnati alle fiamme, e con tal e-

mente ottenne la tregua di io anni. Do- stremoe rigoroso rimedio rimasero dissi-

po di che non ebbe dilFicoltà di condursi pate le adu-


pestifere conventicole e le

in Inghilterra per richiamare al seno del- nanze de'novatori, che prima della sua ve-
la Chiesa il furioso Enrico Vili, che giù nuta si tenevano impunemente in Lione,
ad essa erasi empiamente ribellato. Nemi- con pregiudizio gravissimo, non mcnodeU
co implacabile degli eretici, avendo pre- la cattolica fede, che ilella pubblica quie-
sentito che Francesco I, principe letterato te e felicità del regno. Mentre tutto in-
e curioso, veniva esortato ad ascoltar gli tento si stava alla salute del proprio greg-
eretici in pubblica disputa dalia sorella ge, dovette di bel nuovo restituirsi in Ro-
Margherita regina diNh vana, la quale per ma col cardinal Guisa-Lorena, dove non
ostentazione d'ingegno più che donnesco lasciò d'assistere co' suoi consigli i Papi.
avea preso a favorire le novità delle dan- Nelle deplorabili discorilie insoi te Iru'Co-
nate dottrine degli eretici luterani, calvi- lonna e i Caraffa nipoti di Paolo IV, per
nisti e ugonotti; comparve il cardinale in- cui l'esercito degli spaglinoli colla mici-
nanzi al re con un libro tra le mani, e ri- diale guerra della Campagna iomoiia(chtì
chiesto da lui chi ne fosse l'autore, rispo- descrissi nel voi. LX V, p. :i3/f),si accostò
se ch'era s. Ireneo supieuliò^iiuo veacu- alla trepidante Roma, il curdiutik nuu
26 TOU TOU
tralasciò cVeccifare con calde letlere e col o come altri vogliono in Parigi, ossislllo
mezzo di sollecite ambasciale il suo so- da Lauj-eo poi cardinale, di 7 3 anni, coi
vrano alleato del Papa a voler recare , gloriosi titoli di lume delle Gallie e mar-
pronto soccorso alla minacciata città di tello degli eretici. Eu a 4 conclavi , e si

Roma, ed ottenuto l'intento se ne pai ti e trovò assente a quello di Paolo IV. Tra-
si^traltenne circa i5 mesi nell'Umbria e sportato a Tournon, fu sepolto nella chie-
Gin Venezia. Quindi per consiglio de'me- sa de'gesuiti da lui splendidamente arric-
dici si condusse a'bagni di Lucca. Dovet- chita e con prolisso epitaffio. Ne scrissero
te però ripigliare di nuovo il viaggio di la vita, in latino il ricordato cardinal Lau-
Francia, per assisterea'gravissimi bisogni reo, in francese il p. Carlo Fleury gesuit<i
di quel regno, assai sconvolto per lamor- con questo titolo: Ilistoire dU Cardinal
te d'Enrico 11,3 cui successe il figlio Fran- de Tournon, ministre de France soiis
cesco Il quasi fanciullo, tanto pitiche la quatre roìs^ Paris 1728. Tutti gli scritto-
peste delle nuove eresie già era penetrata ri contemporanei encomiarono distinti i

nella corte di Parigi. Nel i 56o per l'im- meriti di questo amplissimo porporato, e
matura morte del re, il fratello Carlo IX specialmente Panvinio, Sadolelo, Riba-
occupò il trono, e il cardinale ne divenne deneira, Tuano e Mureto celebrando
, i

consigliere, ed aUora fu die con inesplica- rilevanti servigi resi allo stalo, alle scien-
bile dolore dei suo cuore, cominciarono ze e alla Chiesa.
gli eretici a trionfare nella Francia. Suc- TOURNON MAILLARDCarloTom-
cessivamente diventò vescovo suburbica- MASo, Cardinale. Nato a' 2 dicembre i

rio neIi55o Sabina, oliò a quello di


di 1668 da rispettabile famiglia in Torino,
Portoes.Piuffina.aia non pare che io con- de'nobilissimi conti del suo nome oriun-
seguisse, e nel i 56o d'Ostia e Velletri e di da antichissima stirpe di Savoia, tra-

decano del sagro collegio. Fondò un col- sferitosi in Roma fu dal cardinal Cenci suo

legio in Auch, un altro in Parigi deno- anuco intrinseco ammesso nella propria
minato col suo cognome Tournoo, ed un corte per uditore e aiutante di studio, in-
S.'' in Tournon sua patria, dove chiamò di Clemente XI lo fece suo cameriere se-
da ogni parte nomini dotti ed eruditi per greto d' onore, e prefetto della dottrina
insegnarvi le scienze, quantunque in se- cristiana. L'integrità, la pietà e lo zelo da
guito avesse il dispiaceie di trovare alcU' lui mostrato in quelT incarico, le molte
ni di essi infetti della luteiana eresia, per dissertazioni recitale sopra i sagri riti, i

lo che si determinò affidare quel collegio concilii e altri articoli d'ecclesiastica eru-
a'gesuiti, costanti propugnacoli delle ve- dizione nell'accademia del collegio Urba-
rità cattoliche. IN'el colloquio di Poissy, in no di propaga nday?c^e, con faconde e pro-
cui trovarono presenti 6 cardinali e cir-
si fonde disquisizioni, determinarono il Pa-
ca 4o vescovi, abbattè l'audacia di Teo- pa,cheavea concepito di lui slima singola-
doro Beza caporione dell'eresia, che au- re, a destinarlo alla Cina (J^,) e altri regni
dacemente inveiva control'adorabile mi- dell'Indie orientali con facoltà di legato a
siero della ss. Eucaristia, e adoperossi con latere, e commissario visitatore generale
tutto zelo per estinguere l'eresia dalla apostolico, ad oggetto di promuovere in
Francia, la quale ad onta de'suoi glorio- quelle lontane e vaste regioni la fede cat-
si sforzi, facendo sempre nuovi progressi, tolica, e fissare i riti Malabari (F.) e ci-

aci.resciuli e fomentali dalle civili discor- nesi, da tenersi e osservarsi da que'no vel-
die del regno, furono cagione che il car* li cristiani, ene {)arlai in tanti luoghi, co-
dinaie sorpieso da profonda malinconia, me nel voi. XLVj 244j ^^1 il Novaes
p.
gravemente infermatosi, ujorisse nel 562 i ne tratta nella Storia di Clemente XI, t.
pi essi» a! tempio di s. Germano io Laya, j 2, p. 33 e seg. A tale elfello ClemcnteXI
TO U TO U 27
a'5(Iicenibiei70i,con allocuzione che si e ministrando benché infermiccio e cagio-
legge uel Bull. Pont, de propaganda fi- nevole ss. Sagramenli. Alla fine dopo
i

de,ì. 2,p. 1 4) lo preconizzò patriurca tl'An- nna navigazione di due e più anni appro-
liochia in partibus, e nello slesso giorno dò nella Cina nel 1705, e dopo essersi
col breve Onerosa pasloralis^ Bull, ci* dovuto trattenere in Canton, riprese il
tato, Appentlix, 1. 1 , p. 356, gli conferì e- viaggio e a dirittura si recò a Pekino (F.)
ilesi poteri, indi lo consngrò in s. l^ietro capitale di quel vasto impero, dove nel
a*2i di detto mese, festa di s. Tommaso 1706 fu graziosamente accollo dall'im-
i.^'predicatore evangelico nell'lndiclnol- peratore, e offerti i pontificii donativi, iài

tre lo dichiaiò assistente al. soglio ponti- contraccambio fu onoralo de' suoi doni,
iicio, e consultore del s. ofììziu, quindi lo con ampia facoltà di predicare il vangelo,
raccomandò co'brevi Etsi Uhentì, e Cuni sulla falsa persuasione che avea quel mo-
fwnio, degli 8 gennaio e 20 giugno 1702, narca , che dovesse conservarsi insieme
al re di Porlogullo ed a'prelali di quel- colla fede di Cristo Tantica superstizione,
le regioni, che si leggono nel t.i dell'Ap- e mantenersi illesi i profani e dannali ri-

pendix al uno agli altri


ricordato />«//., in li della Cina. Ma sapulo poi, che il prela-
di cui falò menzione. FinalmenleClemen- to senza umani rispetti intrepidamente
teXl a'4 luglio 702 lo spedì nella Cina
I condannava e detestava Tana e riprova-
e Indie orientali^ in compagnia di altri va gli altri, non avendo difficoltà d' in-
sacerdoti e missionari, con private islru- veire contro i mandarini o governatori,
zioni sopra le discordie de'missionari al- ed i falsi saceriloli dei cinesi, come pure
la Cina e contro i riti e ceremonie usate di riprendere i ministri imperiali, fu pre-
da'cinesi, sospetti d'idolatria e di super- so in sinistro non meno dall'imperatore,
stizione; non che con molti preziosissimi che dal popolo e accusalo come teme- ,

regali, da offrirsi in suo nome al sovrano rario novatore, impostore e reo di lesa
e a'primari ministri del sedicente celeste maestà. Cacciato quindi in esilio, fu poi
impero. Partito appena di Genova, fu più carcerato in Macao (/^ .), avendo prima
\olle sul punto di naufragare. Approdato pubblicati i decreti apostolici contro i ri-

all'isole Canarie, siccome era dt delicata ti superstiziosi malabari e cinesi. Informa-


complessione, fu sorpreso da grave malat- to Clemente XI del mirabile zelo e della
tia cagionata da'patili disastri e incomodi costanza invincibile con cui il prelato a-
del lungo e penoso viaggio, e quantunque vea difesi e mautenuli i diritti della reli-
fosse da'suoi pregalo a prender terra, (in- gione, e pubblicati pontificii decreti, con-
i

cile non si fosse ristabilito in salute, non ia forme alle istruzioni e ordini a lui dati, ai
mai possibile che volesse indursi a farlo. 4 gennaio! 707 col breve Cina nos^ t\\i-

Sbarcato sulle spiaggie del Pondicliery e pendix, 367, dichiarò nullo l'editto del-
p.
delCoromandel nell'Indie orientali, a'6 l'arcivescovo di Goa fr. Agostino dell' An-
novembre i>7o3 fu accolto tra gli applau- nunzìazione, emanalo contro la giuris-
si del popolo, condotto con»e in trionfo al- dizione, autorità e dignità del ()alriarca
la casa de'gesuiti, cb'eranostati i maestri Tournon, commissario e visitatore apo-
e gl'inslilulori di sua gioventù. Dovè fer- stolico generale, con amplissime facoltà di
marsi 9 mesi in Pondichery e intanto , legato a latere. Indi a premiare degna-
prese perfetta cognizione de'rili malaba- mente l'illustre e benemerito patriarca, il
liei, reputati da alcuni missionari mera- Papa con magnifiche lodi il .%gosto 707 1 i

mente civili, e da altri idolatiicì. Inoltre lo creò cardinale prete e legalo a laterCy
con ardente zelo[)iedicò il vangeloa (piel- confermandogli la qualifica di visitatore
]e barbare niizioni, annunziando loro Cri- n|)oslolico, le cui facoltàanche di provve-
&I0 crucefìsso pei l'clcruu dulute di tulli, dere le sedi vucuuli si leggono pure nel
2B TOU TO U
breve Frafernifatts, de' ^ mnrzo 1711, i grato animo e di elogi per quanto faceva
Appendix, p. 4oO; C'^' quale il Papa np- pel cardinale solferente. Inoltre ilPapa a'2
provò l'elezione che il pali iarca avea fat- marzo 7 ogco'brevi Aceeptis e Queniad-
1

ta Hcl gesuita p. Claudio Visdilou in ve- moduni, loc. cit. p. 38o e 882, confortò
scovo di Claudinpoli e vicario apostolico il cardinale ne'suoi patimenti, e ringraziò
di Qui'i Chfu. Il beneltino cardinalizio l'imperatore della Cina perla benevolen-
glielo fece avere per Tommaso Endaya za che in principio gli avea dimostrata, ed
governatore generalcdell'isole Filippine, insieme si dolse per averla cambiata in
henemeiilo delie missioni e de'missionari, ira, onde con fervore l'invitò a liberarlo
comesi apprende dal breve Ciwi adNos, dal carcere, e di permettere l'esaurimen-
]oc. cit. p. 4 3; mentre dal breve Non si'
J todi sua legazione apostolica. Contempo-
ne ingenti, p. 4 1 4> elevasi che glielo avea raneamente co'brevi Ex his, e Seriptis,
recalo Michele de Elorriaga prefetto ge- loc. cit. p. 386 e 388, Clemente XI eccitò

nerale della navigazione in dette isole, e- il re di Portogallo a patrocinare il cardi-


gnalmente encomiato per le sue beneme- nale nella persecuzione che pativa , e di
renze colle missioni, hi esso il berrettifio ottenere il suo ritorno in Europa: questi
viene {\ua\\tìci\to : purpurewn hirretum, uffizi li replicò al re co'brevi Dudum^ e
amplissiniae cìignitatis insigne. Ricevu- Perpendentes, de' 7 e 25 gennaio 1710, i

tasi dal prelato la notizia di sua promozio- e Cofifidimus de* 12 luglio, quando già
ne, scrisse umilissime lettere di ringrazia- era morto il cardinale, ringraziando il re
mento al Papa, protestandosi chese la nuo- per aver fatto ne'suoi dominii eseguire i
va dignità avesse dovuto richiamarlodal- decreti del legato. Ignorando ancora Cle-
ìa missione della Cina, intendeva fin d'ab menteXI il decesso del cardinale,nel 7 i 1 i

loradi farne spontanea rinunzia, eche mo- emanò molli brevi,tutti riportali nell'Ap-
riva di buon grado nell'bidie orientali ri- pendixcit. ap.4o3,4o8 eseg. A*I4^nar-
vestito della porpora cardinalizia, perchè zo la lettera monitoriale Non sine, con-
giudicava che tale dignità dovesse recare tro i magistrati di Pondichery, per l'ope-
non mediocre vantaggio all'apostolico mi- rato contro r autorità del legato e della
nistero.Quantunque però sublimalo ad s. Sede: a'i4 col breve Si cognita, com-
»«ngrado tanto splendido edeminente,ciò mendò il cardinale di quanto avea opera-
non pertanto veniva guardalo da un pie- to contro i riti cinesi. Nello stesso giorno
ehclto di soldati, gente barbara, fiera e al re di Portogallo scrisse il breve Ex hi-
inuuìana, e abbandonato da tutti i suoi, nis, dichiarando la sua indegnazione per
tranne soli 5 de' suoi compagni, seguaci le atroci ingiurie faticai cardinale e a'mis-
(li sua pura dottrina ed imitatori costan- sionari apostolici, e tutti raccomandò al-
ti di sua apostolica fermezza, fu costret- la sua possente protezione. A' i5 marzo
to nutrirsi di cibi grossolani e nocivi al- 1711 col breve Cwn^ con decreto confer-
la sua salute, ed a cavarsi sovente la se- mò Clemente XI l'editto del cardinale sul»
te con l'acqua marina. Avrebbe potuto le missioni cinesi, di quelle de'regui del-
colla fuga sottrarsi da tanti mali, som- l'Indie orientali e isole adiacenti, d'ogni
niinislrandogli un modo facile il conte di specie regolari e secolari. Nello stesso gior-
Lizarraga governatore delleFilippine, ma no col breve Ad Apostolatus^ espose la
non glielo j)ermise il virtuoso suo zelo che persecuzione ostinata che soffriva il car-
rendevalo superiore a' più duri e aspri dinale, e le gravi ingiurie fatte e lui e al-

trai tamenti, e facevagli con in vitta pazien- laSede apostolica dal suddetto arcivesco-
za tollerare l'ingiurie più atroci, anziché vo di Goa, e dal vescovo di Macao fr. Gio-

mancare a'prcpri doveri. Al conte, Cle- vanni de Caral, scomunicandoli ambedue


mente X scrisse il breve Cuin abunde, dì
1 co'loro faulori. A* 8 marzo il Papa col 1
TOU TOU 29
breve Cathoìicae encomiò fr.
relìgioìiis^ nella cappella papale, non solo a'morti in
Costantino Uello Spirilo Santo agoslinia- Roma, ma ancora defunti altrove, e con o-
lio, per l'aiuto dato al cardinale, e del suo razione funebre. A lire ese(piie decorose fu-
zelo per le missioni, per le quali ancli'e- rono celebrale al pianto cardinale dalle
gli pativa assai: altre lodi nel medesimo congregazioni del s. ollizioe di propagan-
giorno dilesse col breve Ortliodoxia a IV. da, colla berretta cardinalizia sul feretro,
PielroA maral dumenicano,nltro eccellen- non avendo ricevuto l'insegna del cappel-
te missionario apostolico nella Cina e In- lo. Indisiadoperò ilFapa con tulio l'impe-
die orientali. A'22 agosto 7 simili lo-
i i 1 gno, allinchè almeno la sua spoglia morta-
di e per eguali motivi Clemente XI fece le fosse trasferita in Roma, come successe
a d.LodovicoAppiande'signori della mis- con l'aiuto di mg."^ Mezzabarba patriarca
sione e missionario apostolico nella Cina, d'Alessandria in pariihus^ die nel 1719
col breve Multoruni; non clie al vicario spedì nella Cina, dopo aver deplorala al

o jioslolicoFdibertoBlanc mediante il bre- re di Portogallo, col breve Quadsuperio-


ve L'hì primuììiy clie porla la slessa data; ribus, de'] 7 settembre, la morte del car-
e tulli relativi alla legazione del cardina- dinale, e raccomandala l'esecuzione dei
le Tournon. Contralta frattanto pericolo- suoi decreti cinesi; e dopo aver nel conci-
sa malallia, e vessato da dolori di visceri, sloro del seguente giorno esposto a'car-
forse cagionali (lacerto liquore tenuto da dinali lo stalo della religione cristiana nel-
alcuni velenoso, il cardinale non lasciò di mpero della Cina. Giunto cadavere del
l'i il

dare eroici esempi di pazienza e di crislia- cardinale inRoma, fu sepolto nel collegio
Ita rassegnazione, lino al punto estremo Urbano di propaganda, da lui lasciala e-
di sua morte, die preziosa al cospetto del rede di tutti i suoi beni, e con maginfìoo
Signore, avvenne nel carcere, dopo aver elogio. Il Crescimbeni ne scrisse la l^iUi^
con esemplare divozione ricevuto sagra- i die fu pubblicala in Roma nel 1751. Vi
meni» della chiesa, agli 8 giugno 1710, di sono pure le Bleinorie storiche della le'
4^ anni non compiti, fra le braccia del gazione del cardinal C. T. Maillard di
can. Angelila promotore della visita apo- Tournon e della sua morte Venezia ,

stolica. Lasciò a'poveri le sue vesti, ere- I 726, pubblicale per opera del cardinal

di di sue sostanze le missioni aposloliche Passionei, e riprodotte nel 77 Si ha in- 1 1 .

delia Cina, a'suoi ()arenti la croce pastu- oltre: Relazione della preziosa morte del
rale, che tuttora con venerazione conser- cardinal C. Tommaso di Tournon^ Ro-
vano. Pervenuto finalmente a Uonia il ma 8 1 1 p. Gio, 13atlisla Semeria nel-
1 1 . 1 ,

funesto annunzio di sua morte, Clemen- la Storia della ciùesa di Torino a p. ,

te XI a' 14 ottobre i 7 1 i ne die parie al 48 I


, riportò in italiano la vita del glorio-
sagio collegio in concistoro con comuio- so cardinale che in Ialino avea pubblica-
venle allocuzione, presso il Bull, de Prop. lo il Guarnacci, con l'aggiunta di poche
l. deplorando vivamente
2, p.i6, la sua parole, oltre una succinta notizia de'riti
perdita e altamente esaltandone i nieri- malabarici e cinesi, e la sua iscrizione se*
li. Indi nella cappella pontifìcia del pa- polcrale; notando, che altro elegante epi-
lazzo apostolico gli celebrò solenni esequie lalììo, scolpilo pure in marmo, eressero i

per distinzione, con fare egli le assoluzio- parenti al carilinale a suo onore in To-
ni, dopo la recita dell'elogio funebre, e- nno, che ancora sì legge nella chiesa di
gualmenle per singolare onore, e nel quale s. Agostino.
si qualifìcò dal prelato oralore, lanujuaiii TOUUIN US, Trenorchianum.C\{\:^A di
jidei calholuac. athlvlau vipropugna- Francia, dipartimento della Sauna e Lol-
toli. Dappoiché soltanto anluamenle si la, circondario e 6 leghe distatile i\ià ^h\-
colevano celebrare i iuncruli u'caidiuuli coQ e 5 du Chaiuiis buliu Suouu, nella llor-
3o TO U TOU
gogna e diocesi di Cliàlons, cnpoluogo di ra, tra la sponda sinistra della Loirn, che
cantone. E' posta in amena situazione a vi si varca sopra un bellissimo ponte di
pie d'un poggio sulla sponda destro della pietra, composto di 1 5 archi, aventi cia-
Saona, che vi si varca sopra un bel ponte scuno 75 piedi d'apertura, perfettamente
di legno. Mediocremente fabbricata, ha livellato, lungo 222 tese e largo 17 pie-
tribunale di commercio, e due bei pas- di ; e tra la sponda destra del Cher sul
seggi. Ha diverse fabbriche e trafììchi, co- quale sono due ponti, uno 17 archi e di
me di belle pietre da fabbricare. La sua l'altro di 8, facendo un bel canale lungo
rinomanza 1' acquistò per V abbazia di 2482 metri, con una stazione per le bar-
Tournus di benedettini, ch'ebbe origine cheall'ested un bracciodelCher all'ovest,
dalla tomba di s. Valeriano, ove nel 77 i comunicare questo fiume colla Loira. Ha
fu martirizzato, e ivi si eresse la chiesa, tribunali di .''istanza e di commercio,con
i •

la quale poi fu dichiarata abbazia , che servazione dell'ipoteche, direzione de'de-


nell'875 Carlo lil Calvo regalò colla cit- mani e delle contribuzioni dirette e indi-
tà a'benedeltini di s. Filiberto o di Noir- rette, camera di commercio, sotto-ispe-
moutier. I monaci la possederono sino al zione boschiva, sindacato marittimo ec.
1627 in cui Urbano Vili la secolarizzò Tours si presenta ottimamente,ringresso
e cambiò in chiesa collegiata, formando è magnifico entrando pel ponte della Loi-
il capitolo dell'abbate titolare, delle di- ra, in capo al quale distendesi la piazza
gnità del decano, del cantore e del teso- Reale, formala dalla veduta della Loira
riere, e di 9 canonici, 6 semi-canonici e 6 al nord, e da' belli edifìzi del palazzo ci-

chierici del coro. Il capìtolo il Papa Tas- vico e del museo al sud; alla quale piazza
sog eellò al vescovo di Chàlons. ma l'ab mettono capo due terrazzi piantati d'al-
baie restò immediatamente soggetto al- beri e la via Reale diritta, larga, fian-
la santa Sede, con uso del pastorale, mi- cheggiata da marciapiedi e giiernita di ca-
tra e altriornamenti pontificali, nell'ab- se fabbricale sopra disegno quasi unifor-
bazia e nella citlà. Di piìj l'abbate era si- me e d'ottimo gusto; via che percorre la
gnore d'alta giurisdizione di Tournus e pitta in tutta la sua lunghezza e termina
di molli villaggi; fra le sue molte signo- col bel vialediGrammont,iu capoalqua •

rili prerogative, gli abbati f.icevano bat- je è il ponte minore sul Cher. Le altre vie
tere moneta nella torre d'Echelles, per- diTourssonOjCon poche eccezioni,alquan-
ciò detta la Torre della zecca. Tournus to anguste e ingenerale mediocremente
fu eziandio conosciuta pe'seguenti conci fabbricate. Possiede la città 5 sobborghi,
lii in essa celebrali. Hi." nel 944 '" favo- ma non ha ripari che dalla parte delCher,
re dell'abbazia.11 2.°nel94B o 949- H 3.° dove più adesso non formano se non che
nel i5 rejalivamente ad alcune dilìe-
1 1 un superbo passeggio chiamato il Maglio.
renze insorte tra le chiese di s. Giovanni Bellissima è la riviera della Loira, spa-
e di s. Stefano di Besancon. Di questi con- ziosissima e piantala d'alberi. Vi sono 6
ciliieloroattine trattano Reg. t.sojLab- fontane che traggono l'acqua dalle col-
bé t.9 e I o; Arduino t. 6 e 7; Gallia Chri- line di s. Avertin, e che contribuiscono
stiana t.
4, p. 374. a mantenervi la pulizia; notandosi quella
TOUIIS (Taroìien). Città grande e Gran-Mercato, adorna di
della piazza del
bella con residenza arcivescovile di
Fran- marmi preziosi. Hi.** edifizio degno d'es-
cia, Bietagna minore, capoluogo
nella sere rimarcato è la cattedrale, una delle
del dipartimento d' Indro e Loira nella più amiche di Francia, e distinta col ti-
Turenna, di circondario e di 3 cantoni, tolo di santa, già sotto l'invocazione di
a 24 leghe da Poiliers e da Orleans e , s. Maurizio, bel monumento di mista
53 da Parigi. Giace in deliziosa pianu- struttura di gusto gotico, ampia e mae-
TOU TOU 3i
slo^a. Incominciala neh 187, fn termi- tifico il privilegio dato da Crolberlo ve-
tìiììn soltanto nel secolo XVII. Altri vo- scovo di Tours al monastero di Mar-
s.

gliuno che l'antica cattedrale fondata dal lino, pel quale i suoi successori non a-
vescovos. Martino, fu incendiala nel 5 1 i, vessero su di esso altro diritto che di or-
indi ristabilita dal vescovo s. Gregorio; dinare monaci cogli ordini sagri,edidar
i

bruciata nuovamente verso la fine del se- loro il crisma da essi consagrato. Inoltre
colo XII, fu poi interamente ricostruita in Tours pi ima della secolarizzazione,
i55o. Visi distingue la tomba in mar-
nel fatta altempo di Carlo Magno od 796,
mo de' figli di Carlo Vili, morti in te- era un celebre monastero, di cui il fami-
nera età j notal)ili sono le belle vetria- gerato Alenino fu uno degli abbati. Que-
te dipinte che la decorano, e la facciata sta chiesa esente dalla giurisdizionede' ve-
la tjuale olire un rosone o occhio di bue scovi di Tours,ebbe pel corso di più di
lavorato delicatissimamente , ed è sor- 3oo anni un vescovo proprio. Il Papa Ur-
montata da due torri alte 80 metri e 32 bano li sopprimendo quella dignità quasi
centimetri e terminanti in cupola. Vi fu vescovile nel 1096, mantenne il capitolo
già una biblioteca ricca di mss. Questa nell'imnTediata dipendenza della s. Sede.
tnetropolitana è sotto l'invocazione di s. Indi l'arcivescovo di Tours d'ilairvault
Gaziano, suo 1." vescovo, ha il batlisle- nel 170C) ottenne un decreto dal parla-
rio e la cura d'anime che si amnsinìstra mento, che quel capitolo dipendesse irn-
dal parroco coadiuvalo da 4 vicari. Ilca- niedialarnerite dalla sua giurisdizione.
pitolo si compone di 12 canonici, senza Questa venerabile chiesa venne di;>trut-
alcuna dignità, di altri canonici onorari ta negli ultimi anni del passalo secolo in
e Óg' piicri (le choro, ciui dwìnìs f<niiu- tempo della rivoluzione: si vedono però
lantur ofjìciis. Il suo clero fu istituilodal ancora due torri, chiaoiata l'una la lorre
vescovo Bandi no o Bauledo, e antica men- dell'orologio, e l'altra lorre di Carlo Ma-
te il capitolo si coni poneva di 8 dignità, gno; una piazza e alcuni moderni edifìzi
cioè di decano, arcidiacono maggiore, te- occupano il restante del luogo del suo va-
soriere, cantore, cancelliere, di due altri sto recinto, come il bazar Turonio, spe-
arcidiaconi, dell'arciprete e di 4^ cano- cie di fiera perpetua, e la via di s. Mar-
nici. Nelle principali feste i primi porta- lino fiancheggiata tla marciapiedi. Da'due
vano la sottana rossa, e gli altri la sol- illustri capitoli di s. Gaziano e di s. Mar-

tana paonazza. 11 palazzo arcivescovile, tino sortirono il Papa Martino IV, cioè
prossimo alla metropolitana, è principal- del 2.", molti cardinali, arcivescovi e ve-
mente notabile per l' ingresso e pel ter- scovi. Eranvi allres'i in Tours due altri
Vi sono altre 5 chiese parrocchiali,
razzo. capitoli, un'abbazia di l)enedeltini 16 ,

come pure di s. l\Iarlino,di s. Francesco di {)arrocchie, comprese quelle de'sobbor-


Paola, di s. Pietro de'Corpi, di s. Saturni- ghijio conventi e monasteri di religiosi,
no, di s.Sinforiano e di Nostra Donna del- c)monasteri di monache, un seminario
la Ricca. L'altra chiesa di s. Martino, ce- diretto de' lazzaristi, un collegio tenuto
lebre per la tomba di quel santo vescovo da'gesuili. Presso la città eravi un capi-
diTours, era una delle più antiche, delle tolo ovvero una santa Cappella reale, fon-
più vaste e delle più illustri del regno: i data tlal reLuigiXI nel suocostelIodilMes-
re di Francia si qnalifii.iironocomeal'bali sis; più suburbana e superba abbazia
la

di essa e come capi, da Cgo Capoto del 987 di Marmoutìer, fondala da s. Martino,
in poi. Il suo clero formavasi di circa 4oo la quale dopo essere stata occiq^ala per
beneficiali , e<l i principali erano un de- qualche secolo da canonici, abbracciò la
cano e 8 altri dignitari,! T |)r«'posti e 4^ regola di s. Benedetto e la riforma di s.

canonici. Papa Adeodato II del (i^a ra- Mauro, e la nienti ubba/iaie i\{ unita al-
32 TOU TOU
r arci vescovato di Tom s. Io tale ricca ab* fabbricati sono bellissimi, la scuola gra-
hnzia si conservava con venerazione la s. tuita di disegno, la società di agricoltu-
Ampolla con olio benedelto usata da s. ra, di scienze, arti e belle lettere, corso di
IVlfUlino, e adoperala nella coronazione geometria pratica Qp[)licata alle arti, so-
d'Enrico 1 V. II biografo del santo, il suo cietà medicale, società di carità materna
oniico e celebre Sulpizio Severo, racconta e corsi pubblici di ostetricia, il giardino
clic Martino guariva spesse volte le ma*
s. botanico, scuola d'equitazione con bellis-
bit liecoll'olioda se benedetto, e che que- sima cavallerizza. L'importanza diTours,
st'olio più. d'una volta si trovò inoltipli* come città manifallrioe, risale a Luigi XI,
culo per njiracolo. Vedovasi ancora pres- che vi chiamò d'Italia artefici di seta, e
so (|uesta città l'abbazia reale di Deuu- tale ramo d'industria in essa fiorì assai
Uiont, dell'ordì ne di s. Benedeito; il ino- lungo tenjpo prima che le altre città del-
naslero de' minimi del Plessis era capo la Francia non si mettessero con essa in
delTordine e lai." casa dell'istiluto di s. concorrenza ; oggidì tale industria vi è
Francesco di Paola, che quivi morì a'2 nien florida che in talune sue rivali, non-
aprile iSoy. Ora in Tours non vi sono dimeno ini portantissimi ancora sono i suoi
j)iìi conventi di religiosi, bensì diverse co- filatoi e le fabbriche di seta; producen-
munità donne, alcune con-
religiose di do soprattutto stoffe rinomatesolto il no«
Iraternite, 3 ospedali, uno de'quali o o« me di gros di Tours o saia di grossa gra-
spizio generale trovasi nel suburbio, e due na, molte fitluccie, [ìassamani e berrette
strtuinari maggiore e minore. Vanno pu- di seta e flugello; vi si attende pure alla
re particolarmente rammentali il palaz- fabbiicazioiie de'panni minori, di tappeti
zo della prefettura dove trovasi la bi- , da maio-
terra, di berrette di cotone, di
blioteca di piti di 3o,ooo volumi; l'edi- liche fine e comuni, di stoviglie abbron-
li/io della borsa ; il palazzo municipale e zile e altre, di minio e piombo da caccia,

il palazzo del museo, fabbricati sul me- di corde d'islrumenli rinomate quanto
desimo disegno; la saia per gli spettacoli, quelle di Napoli; e vi si trovano fabbri-
il palazzo della ragione, la caserma della che d'amido riputale, concie di pelli di

guardia dipartimentale, le carceri, l'an- corami, buone tintorie, ec. E' questa città
tica casa de' gesuiti, dove stabiliti sono il deposilo centrale diluitala canapa del
l'amministrazionee il mantenimento del- dipartimento; il suo commercio alimen-
le vettovaglie e foraggi della truppa , e tando i prodotti delle sue manifatture,
l'antico governo, oggidì casa d' arresto. uniti a'vini, a' fruiti secchi o confettali,
Sulla riviera dell'est sono le vestigia del- alla cera, alla seta grezza e ad altre pro-
l'antico castello, nel sito del quale costrui- duzioni del pingue suo territorio; laonde
te si sono belle caserme, e di cui più non tiene fiere importanti di 1 o giorni per cia-
rimangono che alcuni ruderi di muraglia scuna, ogni anno a' io maggio e a' 10 ago-

al nord e all'ovest, 3 torri mezzo rovi- sto. Gl'inglesi e altri stranieri amano mol-
natee una 4-* ancora intera, quella di Gui- to il soggiorno salubre di Tours, la dolcez-
&a, in cui Carlo di Lorena duca di Guisa, za del clima e la variala bellezza de'Iuoghi
liglio d'Enrico dello Baia/rè o io Sfre- circostanti; e perciò anche anticamente
giato, fu chiuso per 3 anni e da cui fug- lo fu di diversi reali di Francia. Vi mori-
gì nel 1
59 1 . Altri monumenti curiosi so- rono la regina di essa s. Clotilde nel 545»,
no le tori dell'orologio e di Carlo Ma-
i Luitgarda 4."^ tnoglie di Carlo Magno nel-
gno icordale, soli avanzi dell'antica e ce-
i r 800, Carlomanno re di Francia uel-
lebre abbazia di s.Marlino.Dividesi Tours r885 circa. Piaceva molto la città al re
in 5 sezioni o quartieri, ed ha pure un Luigi XI, che fece ne'diiitorni edificare
grazioso Icalro, d collegio comunale, i cui il castello del Plessis, dove morì a'29 a-
TO U TOU 33
gostoi4B3. Gli stali generali quivi si so* mò regno di Francia, il pia hello do»
il

no talvolta adunati, come nel i4^">3,i4Gj ])o il regno del cielo. Nel 1 853 la società
e i4(3B, e secondo allri anco nel i470j archeologica di Turenna fece un'impor-
1484 e i5o6. parlamento di Parigi
Il tantissima scoperta in Tours, cioè leA-
tenne le sue sedute in Tours in diversi rene dell'antico anfiteatro di essa, situate
tempi, come fece Enrico III, che nel 589 i neirinternodellacittàdallapartedelpor'
vi trasferì pure le altre corti superiori. lo d'Orleans: si vuole che tale anfitea-
Vi si è battuta moneta, ma essendo le li- tro sia stato un poco più grande di quelli
re d'un quinto più deboli di quelle di Pa- di Saintes e diNimes; ne rende ragione
rigi, »)e presero nome distintivo di lire
il il Giornale di Roma a p. 83o. Nell'a-

tor/ie.sij dal nome della città. Il lornese gosto i85i ebbe luogo la solenne cere-
era contornato da gigi', e vi erano lire monia d'inaugurazione del troncodi stra-
lornesi,soldi lornesi, piccoli tornesi doppi, da ferrata da Tours a Nantes ; la quale
lornesi che venivano distinti in tornesi ferrovia collocò la Bretagna a poche ore
bianchi d'argento, in tornesi neri o bi- da Parigi,econtribuìa far prosperare non
Avanti l'introduzione del nuovo
glioni. poco gl'interessi commerciali e civili di
sistema di mojietem Francia, i tornesi tanta parte della Francia. Tours, Taro-
non erano da lungo tempo che una som- nesj Turonum, Caesaromagus^Caesaro-
ma di conto, ch'era opposta a quella che duniiniy non si può precisare il ternpo di
nominavasi parisis^ e cheavea più d'un sua fondazione, e pare stata capoluogo
quarto di valore di quella che nomina- del paese òeTuroiieSy popolo della Gal-
vasi tornese: 80 franchi valevano 91 li- che G. Cesare soggiogò l'an-
lia Celtica,

re tornesi. I tornesi aveano pur corso in no 55 avanti la nostra era, ed il quale


Italia, e ne parlai in più luoghi. Si leg- l'anno seguente, in occasione della lega
ge nella Gallia Christiana: fahrica mo- da Vercingetorice formata, somministrò
nc.tacab antiquo pallet^ adeo ut nummi un contingente d'8000 uomini. Neil 19
Turonenses s. Martini nomine inserì- dell'era corrente ebbe dall'imperatore A-
pti rcperiantur a tempore Ludovici I drianoil titolo di città libera; nel 4 15> sot-
Pii. Tours fu patria di molti illustri, co- to gli stessi romani divenne il capoluogo
me del gesuita e poeta latino p. Fienaio della 3.' Lionese, proviqcia Lugdunensis
Rapin, del poeta Grecourt,deiroriuolaio tertia, Bretagna Armo-
che comprese la

Giuliano Le P>.oi, dello scultore Giovan- ricafP^.) où'ancese.Co'ii Tours fu capitale


ni Jusle, del celebre incisore Bosse, del- dellaTurenna, Touraine,iìni\ciì provin-
l'arcidiacono Beranger, di N. Destouches cia del centro della Francia, che divide-
autore drammatico, d'Aimery d'Amboi- vasi inAltaeBassa,medianteilcorsodella
se valente nautico e gran maestro dell'or- Loira, illustre regione abitala dagli an-
dine gerosolimitano, del general Meu- tichi Turoni. Al cader dell'impero d'oc-
niere di altri valorosi guerrieri. Nelle di- cidente, i visigoti nel 4^8, ed bretoni i

gnità ecclesiastiche vi fiorirono abbati, ve- 44G l'assediarono invano; ma nel ^j'j
scovi, arcivescovi, e cardinali fra'quaii i venne la città ceduta a'primi,che la con-
cardinali d'//mZ;o/.9^,Guglielmo2?/7.9,voAi- servarono sino al 507. In questo la prese
net^ e per ultimo il cardinal Paolo Te- Clotloveo I re de' franchi, e pare che vi
resa David d'Astros arcivescovo di 2^o- facesse soggiorno, poiché come notai, vi
losa(ì^.). Tours annovera quasi 3o,ooo morì la moglie Clotilde. Ribellatosi piìi
abitanti. I suoi dintorni sono bellissimi e volte al re d suo figlio Cragno, vedendo
uberlosissiQìi, e giustificano alla città e questi di non potere scampare il suo ri-

al diparlicnenlo il nome datogli di Giar- sentimento per averlo perdonalo inutil-


dino della Francia^ mentre Gì olio chiù- meute più volle, si ritirò colla moglie tì

VOL. LXXIX. 3
34 TOU TO C
le figlie in Biclngna, pi esso Conobio con- francese, mentre il figlio Enrico II abolì
te dc'breloni; e \'ilicario suo suocero ri- il titolo di durato. Tours fuonorata dclU
fugiossi nella basilica di s. Mnrlino,ln qua- presenza d'alcuni Papi. Urbano 11 nel no-
Je fu allora bruciala, così ricbicdendo i vembre 095 celebrò un concilio a Limo-
1

peccali dal popolo commessivi, come si ges, indi passò a Toui s; vi tornò nel 096 r

esprime l'annalista Rinaldi, da Vilicario e ivi donò al signore della medesima, Fui-
e sua moglie, essendo arsa nel preceden cone conte d'Angiò e Angers, la Rosa
te annoTours,e rimanendo disertale tut- cVoro {V.) da lui benedetta, e si vuole il
te le cinese. Però Clodoveo 1 subilo li- più antico donativo di essa, tranne quello
sterò come prima la basilica di s. Mar- che i Papi facevano ^prefetti di Roma.
tino, e la fece coprire di stagno. Altri di-^ Venerò la tomba di s. Martino, e nel suo
cono, che Tours pressoché tutta incene- caslello dello allora Marliropoli prima
rita per la guerra civile, Clolaiio I co'siioi che fosse incorporalo nella città, a'i4
grandemente alla sua rie-
tesori conlribuì marzo confermò i privilegi della chiesa
dificazione dopo il 556; e che il vescovo di Tours, ed a'21 celebrò la messa sul-
s. Eufionio provvide alla sussistenza de' l'altare di s. IMartino. IndidaTours tor-
poveri, e procurò soccorsi agli altri a- nòaSaintese si recò a Tolosa. Il suo suc-
Eternamenle famosa
bitantì della città. cessore Pasquale II recnlosi in Francia
sarà Tours per la compiuta vittoria che nel J 1 06, celebrò Ia4. ''domenica di quare-
nel 782 vi riportò Carlo Martello sopra sima in Tours nella chiesa di s. Martino,
i saraceni. La Bretagna francese dal 383 indi si poi lo a s. Dionisio. Nel rifugiarsi in
governala da' suoi re particolarij fu sog- Francia Papa Alessandro IH, nel maggio
giogala da Carlo Magno in uno a Touis, I 16201 i63 passò a Tours nel gioiiio del-
e per gli abbellimenti che vi fece, la cit- la festa dell'Apparizione di s. Michele ar-
tà fu appellata Carlodumunj della Bre- cangelo, vi celebrò o in li mò,ad esempio del
tagna il suo figlio Lodovico I il Pio ne predecessore UrbanoIl,unconcilio,di cui
creò i.^duca Nomeno nell' 824; egual- parleiò, e vi fece una promozione di car-
mente infeudò la Turenna od un signo- dinali cioè Witlelespach, Manfiedo, Ugo
re particolare. Dopo varie vicende, pas- Ricasoli, Oderisio de' conti di Marsi, ed
sata Tours in potere de' conti di Blois, Antonio. Ma Cardella dice che tal pro-
da uno di questi fu ceduta al conte d'An- mozione reffetluò in Sens. Il Papa vi ce-
giò, e da questi passò a' IMantageneti, lebrò le feste del s. Natale, e poi si recò a
che allora regnavano in Inghilterra. Nel Sens, ^econdo Novaes. In vccennrra Fer-
1 199 Filippo II Augusto redi Francia lone, Dc'viaggi de' Pontefiei, che A Ics-
la tolse al re Giovanni Senza Terra^ e sandrolll passò a Coucy sulla Loira, ove
e nel 1202 la riunì alla monarchia fran- Luigi VII re di Francia, ed Enrico II

cese. Indi nel 1259 più solennemente e Pluntagenelo re d'Inghilterra l'accolsero


e con trattalo Enrico 111 re d'Inghilter- con molto onore, e locondussero alla sua
ra riconobbe appartenente alla monar- tenda camminando a piedi,e facendo l'uf-
chia francese di s. Luigi IX, tanto Tours fizio di palajraniere , tenendo a destra
che la Turenna, le quali d'allora in poi e a sinistrala briglia del suo cavallo. Nella
Irovansi riunite alla corona di Franoia, domenica di seltuagesimai i63 Alessan-
ne seguirono i destini e le vicende politi- dro III si condusse a l^arigi, iticonlrato
che. Quanto alla Bretagna minore, aven- dal re e da'grandi del regno, e ivi duno-
dola ereditala Anna ultima superstite de' rò tutta la quarcsima,esolennizzala laPa-
suoi duchi, con isposare Carlo Vili re di squa tornò a Tours, vi celebrò il conci-
Francia a questa restò unita del lutto , lio nel maggio, e poi andò a soggiornare

e dipoi Francesco I l'incorporò al reame ili ."otlubrem Sens, dove il Cardella vuo-
T O D TOU 35
le die »l)l)ia fritto due promozioni ili car- scrizione di diocesi fatta poi dallo slesso
dinali, h 1." neh iG3 e la 2.' neli i6\ o Papa stabilì i seguenti vescovati per suf-
nel I I Gii. fraganei, e lo sono tuttora. Le Mans, An-
Tours celebre nella storia ecclesiasti- gers, Nantes, Vannes, s. Brieux, Quim-
ca pel gran numero de*concilii ivi tennli per, Rennes. A questi ora aggiunse il re-
e pe'santi e grandi personaggi ohe ne oc- gnante Pio IX, Lavai (^F'.j,dicui in fine
cuparono la sede, lo fu ancora nella sto- darò un relativo cenno, per essere da di-
chiamala ociilis Rcgis
ria civile, perciò versi anni stampalo tale articolo e prima
Franciai\ da Stefano di Tournay, nohì- che fosse elevata al grado di sede episco-
lì's et mngnd^ da Pietro il Venerabile ab- pale. Tours ricevè il ben»fico lume del-
bate di Cltmy, metropoli insigne e tut- la fede cristiana verso il 1^0 da s. Ga-

tora fiorente. De'suoi primi vescovi scris- ziano (ì^.) o Graziano, spedito da Roma
s. Gregorio vescovo di Tours, da'Sam
se •
dal l*apa s. Fabiano nelle Gallie con s.

mariani chiamato primo Francorurn Jiì- Dionisio I ."vescovo diParigi. FuTours per
storiogrnjìho. Abbiamo pure di Giovan- s. Gaziano il campo principale di sue fa-
ni Maan, Metropolitana Ecclesia TiivO' tiche apostoliche, e vi piantò la sede ve-
nensisy Auguslae Tyronum 1667. Com- scovile e ne fu il 1 ."vescovo e il r ."aposto-
manville, Histoire de tous les Archevc' lo. Riposò nel Signore dopo essersi affa-
schcz et Eveschez^ chiama Tours mefro- ticato per 5o anni con zelo mirabile e in-
polilana della S/Lirtnese nell'esarcato de' defesso, per guadagnare proseliti a Gesù
Gaidiji cui prelati ftironoobbligali di ri- Cristo,dopo 37 anni di episcopato, secon-
conoscere la primazia di Lione dopo il do Sammartani, o 29 al dire di Buller:
i

IDI 2. Come provincia ecclesiastica dei- la sua morte pare avvenuta ne'primi an-

la Bretagna, fu Tours stabilita metropo- ni del IV secolo. Sepolto nelcimiteriodei


li neir844) '^ che riconobbe Papa Inno- cristiani, dipoi s. Martino andò spesso a
cenzo 111, rifiutando però la qualifica di pregaie sulla sua tomba. La metropoli-
primazia prima d'essere elevata al gra-
: tana intitolata a s. Maurizio, dopo il 096 r

do metropolitico la sede vescovile dì , o secondo altri dalld metà del secolo XI V,


Tours fu sulFras[anea dell'arcivescovo di trovasi sotto l'invocazione di s. Gaziano,
Rouen, secondo Huller. Commanville ag- le cui reliquie nel 1 562 furono empia-
gi unge, che la sede non fu compresa nel mente bruciate con quelle di molti altri
1 5 nel concordato tra Leone X e Fran-
1 santi, dal crudele ftinatismo degli eretici
cesco I, ma il Papa con indulto partico- ugonotti. Nel 338 il turonese s. Udo-
lare del 5 6 concesse al re la nomina del-
I 1 rio ( ^.)j appellato anche Lictor^ fu ordi-
l' arcivescovo e regolò quella degli altri nato vescovo della propria patria,comedi
Commanville dichia-
benefizi ecclesiastici. smgolar pietà e di spirilo apostolico for-
rò suffraganee di Tours le sedi vescovili nito. Prima di lui pel culto divino iuTours
di Le Mans, Angers, Nantes^ Dol (che era stata ridotta la casa de' senatori, pel
tentò di sottrarsi dalla sua giurisdizione), buon numero die vi esisteva-
di cristiani
s. Malo^ rannes^ s. BrieuXi s. Paul de no, ma egli fu che propriamente fabbricò
Leoiiy Quimpcr o Cornovailles^ Treguier nella città la t. 'chiesa, la qual per lungo

n cui si uni /w.9/c«xf/^.j. Con qualche dif- tempo portò il suo nome, ed è ora una
ferenza registra la Gallia chrisliann i ve- coppella della metropolitana, ove piìi tar-

scovati sulfraganei di Tours. Nel concor- di da una basilica suburbana, forse la no-
dato del 1801 Pio VII duninuì i suflfra- minata, fiu'ono trasportate lesue relicjuie.
ganci e li restrinse a'seguenti vescovi. Le Nel 375 circa gli successe il celebralissi-
Mans, Angers, Rennes, Nantes, Quiniper, nio 3fartino (/'.Jdì S<i/>aria, già riuo-
s.

Vaiuies, e s. Brieux. Nella nuova circo- mnlo perla predicazione evangelica, per
36 TOU TO U
le sue virili e sanlilà di vita, e pe'mira- altri suo zìo e suo fratello, ambedue con-
coli operali nelle Gallie, anzi Iciiuto pel ti, e il prefetto del pretorio. Martino fu
1." fondatore d'un monastero delle me- posto a fianco dell'imperatore, e il prete
desime, oltre quanto accennai più sopra. che accompagnava in mezzo a'due con-
lo

Le sue gloriose gesta le celebrai in mol- ti. A mezzo il pranzo uti uflìziale presen-

li articoli, alcuni de' quali ricordai nella tò, secondo l'uso, la coppa all'imperato-
biografia, inclusivamente e come altrove re, il quale ordinò di presentarla a Mar-
alla tanto diramata e nota ricreazione che lino, dalla mano del quale egli bramava
si fa r 1 1 novembre giorno di sua festa, riceverla; ma il santo vescovo dopo aver
e volgarmente detta di s. Martino. Non- bevuto, la diede al suo prete, siccome al-
dimeno mai si parlerebbeabbastanza d'uà la persona più degna di quanti erano in
s. Martino di Tours, se non ne fossi im- quella brigata: alla quale azione applau-
pedito da'limili impostimi; solo dirò, ch'e- dì grandemente V imperatore e tutta la
ra riservato a s. Martinodistruggere inte- corte". Tornato s. Martino a Tours vi fu
ramente l'idolatria nella diocesi di Tours, ricevuto come un angelo tutelare; benché
e nelle altre contrade delle Gallie; egli assai avanti negli anni, non iscemò pun-
fabbricò delle chiese, oltre la cattedrale to le sue austerità, né l'apostoliche fatiche.
di Tours in onore
Maurizio, e dei
di s. Sentetjdosi avvicinare il suo fine, si cori-
monasteri ne' luoghi de'templi che avea cò sopra un cilicio coperto di cenere , e
distrutto; fu un taumaturgo per la gran ivi spirò tranquillamente verso il 4oo ai
copia de'prodigi che operò vivente [)er vir- 6 oaglii I novembre. Non si può abba-
tù divina, ed ebbe il dono della profezia. stanza esprimere sino a qual punto sia sta-

A ulteriormente di mostrare la subii me di- la portata la divozione per s. Martino di


gnità sacerdotale e quanto profonda ve- Tours, in Francia e in tutta l'Europa: un
nerazione merita, anche qui mi piace ri' concorso numeroso e continuo si affolla-
cordare la gran lezione dataci da s. Mar- va alla sua tomba, poi saccheggiata e bru-
tino. Agitato l'impero d'occidente da ter- ciata dagli ugonotti , che il successore s.

ribili scosse, le legioni romane proclama- 13rizio gliavea innalzata nella basilica da
rono Massimo iiiiperatorenellaGran-Bre« questi edificata e dedicata a S.Stefano. Nel
tagna, il quale passò nelle Gallie, si fece 4oo gli fu surrogato il turonese s. Brìzio
riconoscere dall'armata e pose il suo seg- (V.) già suo discepolo, e governò sino al
gio a Treveri, dopo aver sbaragliato l'im- 444 o P'^ tardi con gran santità di vita.
peratore Graziano presso Parigi. Costret- Gli successe s. Eustochio (V.) d'illustre

to s. Martino di condursi a Treveri, per famiglia senatoria dell'Alvergna, che di-


molte persone ch'erano state condannale fese nel concilio d'Angers i privilegi del-
a morte per aver tenute le parli di Gra- la chiesa pregiudicali da una legge di Va-
ziano, tuttavia mostrava ripugnanza a co- lentiniano III; aumentò il numero delle
municare con Massimo di cui era suddi- parrocchie di sua diocesi , fece edificare
to , e ricusò di assidersi alla sua mensa, una chiesa in Tours e vi collocò le reli-

considerandolo illegittimo. Massimo pro- quie de'ss. Gervasio e Protasi o, che s. Mar-
testò di non avere accettato l'impero, se tino avea portato dall'I talia. Morì nel 4^ '
non perchè eravi stalo forzato dall'arma- e fu deposto nella chiesa fabbricala da s.

ta, eche le sue fortunale imprese sem- Brizio. Venne elevato alla cattedra di
brava manifestassero la volontà di Dio. Tours s. Perpetuo (f^-), generoso e zelan-
11 santo alfine
si arrese, e Massimo ne fu te pastore, convocò molti sinodi, ne'quali
sì lieto, che riguardò questo giorno come stabilì lodevoli regole per celebrare le vi-
di festa. « Egli fece invitare le persone gilie delle feste solenni nelle diverse chie-
più ragguardevoli della sua corte, tra gli se della ciltà, e sottoscrisse ili. ''concilio
TO U TOU 37
provinciale celebrato a Tours. Gran vene- stabilì la mensa de'canonici. Gontario ab-
ratore tle'saiiti e delle loro reliquie, sein- bate di s. Venanzio governò quasi 3 me-

hramlogli angusta la chiesa ilelta pure di si. Il re Clotario I voleva sostituirgli Ca-
s. Martino ed eretta da s. Brizio, pel nu- tone prete d'Alvergna, il quale ricusò pei'
meroso concorso de'fedeli che vi si reca- mire ambiziose; ma non avendo potuto
vano da ogni paVle, ne edillcò altra as- riuscire ne'suoi disegni, si mostrò dispo-
sai più ampia e sontuosa, ne fece la so- sto ad accettare. Però il re nel 556 no-
lenne dedicazione e vi celebrò la traslazio' minò s. Eufronio (/^.), ehe per la sua vir-
ne del corpo di s. Martino a'4 luglio 473. tù e capacità glia veano vivamentedomau'
Imitatore delle virtù di tal santo, morì dato i turonesi. Si oppose con successo a
nel 490 o 49 ' ) istituendo suoi eredi i po- Leuguzio di Bordeaux,metropolitano del-
veri. Gli successe s. Volusiano di stirpe la 1.^ Aquitania, per aver deposto Eme-
senatoria, di santa vita, nia per sospetto di riovescovodiSaintes, per essere slato con-
aderenza a Clodoveo I, i goti che occu- sagrato senza sua saputa. Chiaro pei* mi-
pavano Tours e diverse città della regio- racoli, dopo a ver veduto fabbricar la chie-
ne, lo esiliarono a Tolosa o in altro luogo, sa di s. Vincenzo, morì a'4 agosto 073, e
ove morì dopo di più di 7 anni di vesco* fu sepolto nella basilica di s. Martino. Il

vaio, e fu sepolto nella chiesa di s. Naza- suo parente il celeberrimo s. Gregorio


riodi Foix. Ilsuccessore Vero egualmen- (J^.)yper volere del clero e del popolo fu
te da'sospettosi goti venne esiliato, aven- con^agralo da Egidio vescovo di Reims al
do per lui sottoscritto al sinodo di Agde 22 agosto. D'una delle più illustri e pie
nel 5o6 il diacono Leone. Il vescovo Li- fauìigiie d'Alvergna, dopo s. Martino, fa
cinio d'An£;ers si recò in Siria alla visita il lutniiìare della chiesa di Tours e della
de'sanli luoghi, e ritornò alla sede dopo slessa chiesa Gallicana, per le splendide
die Clodoveo tolse a'goli Tours: inter-
I sue virlù, profonda sapienza, esimia san-
venne nel 5 al concilio d'Orleans, e mo-
1 I tità, gloria della storia ecclesiastica e be-
rendo fu sepolto nella basilica di s. Mar- nemerito di Francia. Rifabbricò la catte-

tino. Indi furono vescovi Teodoro, e poi drale fondata da s. Martino e molte al-
Proculo, atnbedne tumulali in detta chie- tre chiese; sostenne le franchigie di quel-
sa; così lo fu Diniflo borgognone, che go- la di s. Martino, ricusando di dare in ma-
vernò o mesi. Per volere del re Clodomi-
I no a Chi Iperico I re di Soissons il duca
rogli fu sostituitoOmmaziosenatored'Al- Gontrano, che s'era rifugiato in quest'a-
vergila, che incominciò a fabbricare la su- silo allora riguardato inviolabile. Cinipe-
burbana Maria, e governò
basilica di s. rico l crasi insignorito di Tours, dopo l'as-

più di 4 anni. Leone già abbatedi s. Mar- sassinio di Sigeberto I re d'Auslrasia, e


tino visse 7 mesi. Francilio di prosapia se- Gontrano avea posto Childeberto II, fi-

natoria di Poitiers, governò 3o mesi. In- glio dell'ucciso, sul di lui trono nel 575;
giurioso cittadino di Tours nel 533 sotlo- quindi il duca temendo lo sdegno di Chil-
scrisseilconcilio d'Orleans, e perlui Cam- perico I, s'era chiuso nella chiesa di s. Mar-
pano prete in quello del 54 1- Continuò tino. Nel concilio di Parigi del 577 dife-
la fabbrica della basilica diMaria, e co- s. vescovo di Roueu, e Frede-
se Pretestalo
raggiosamente negò a re dotarlo 1 nel- gonda moglie di Cliilperico I per vendi-
l'aSNcmblea di Soissons di convenire al , carsi gli suscitò contro Leodasto conte di
decreto ingiurioso che tutte le chiese del Tours; le costui accuse dal concilio di
regno dovessero la 3.' parte delle rendi' Brciiìics (f^.) furono riconosciute calun-
teal fìsco. Gli successe Haudino famiglia- nie, e perì poi miseramente. Indis. Gre-
re del re, che erogò in fi vere de'poveri gorio ebbe viva contesa con Felice vesco-
20,000 soldi lasciali dui predecessore, e vo di INuiitcs, por uuu terra dulia chiesa di
38 TO U TO U
Tours die Felice preleiideva sua. Tulli concilio di Paiigi. Ursmaro dell' 844 '^

i diocesani erano l'oggello delle pastorali trovo pel «."nominato arci vescov(jdiTours
sue sollecitudini, essendo inoltre padre e in un diploma a favore della chiesa di s.

difensore degrinielici. Avendo i latlri sac- Martino, e in una sua sottoscrizione in cui
eheggialo la chiesa di s. Martino, il ve- si(ì\ce,i/i(lignus Turoiticac matris Ec-
scovo donnandòe ottenne dal re Cinipe- clcsiaeJrc/uepiscopusXimìóvautìoU ehe
lieo I grazia per essi. Egli nelle importan- iiell'847 fu al concilio di Parigi, si dice
ti commissioni di cui fu incjiricalo, ebbe Bei gratin Turoiierisis EcclesiacJrciiie-
sempre in oaira il bene dello stato e la glo- jìiscopus. Eraldo dell'BSS inteiveune a
ria della religione. Nel 58q ollenne la con- molli concini, e in un di[)loma che pare
servazione de'privilegi di sua chiesa che di Papa Sergio 1 li, riportalo da'Sammar-
voleansi ledere, e ne mantenne anche l'e- tani, èchiamalo Erardum sanctac mc-
senzioni col suo zelo e fermezza. Nel 594 tropolis Turonicae Episcopus. Già No-
fece un viaggio di divozione a Róma, ac- 4neno duca di Bretagna essendosi fulto
onorevolmente da l'apa S.Gregorio I,
colto proclamare re, de' 4 vescovati di Breta-
che legalo una catena d'oro. 11 Papa
gli gna ne fece 7, aumentandoli con 3 nuovi
ammirando il complesso di sue rare vir- in pregiudizio di Tours, per averli sot-

tù, si mostrò sorpreso in \ederlo piccolo toposti a Dol, la quale fu elevala in sede
della persona. Rispose il vescovo : « Noi arcivescovile (nonostante la lettera de*[)a-
siamo quali Dio ci ha fatto; egli è lo stes- dri del concilio di Toul o di Savonnieres,
so e nelle grandi e nelle piccole cose". Ma cheammonirono i vescovi di Bretagna di-
di questo viaggio non avendone egli fal- visi per scisma dal metropolitano, esor-
lo menzione nelle sue opere, sel)bene lo tandoli all'unione e all'ubbidienza), il cui
attesti il suo biografo s. Odone di Clutìy, vescovo Jumaelenel 777 ebbe il pallio da
sembra dubbioso all'altro suo storico Le- Adriano 1, così Festiuiano da s. Nicolò I,

vesque de la Ravaliere. La santità di s. continuando i successori a intitolarsi ar-


Gregorio diToursfu comprovata da molti civescovi fino a Giovanni Meschino o de
miracolioperaliin vilaedopo la sua uior- la Monche, al quale nel i 199 Papa Inno-
te, che avvenne a' 17 novembre SgS. Per- cenzo III ne tolse il grado, reintegrando
chè si perdesse di lui la memoria, ordi- la giurisdizione e i diritti del metropolita-
nò d'esser sepolto nell'ingresso della chie- no di Tours, terminando perciò la lunga
sa, acciò ne fosse calpestata la tomba; ma controversia sulla quale scrisse Stefano di
il suo clero gii eresse un monumento al- Tournay, insieme alla posteriore transa-
la sinistra di quello di s. Martino. Ora in zione fiuta Ira Giovanni arcivescovo di
breve dirò de' vescovi e arcivescovi più Tours e Rodolfo vescovo di Dol neli45i,
degni di parlicolar menzione, Pelagio a- ratiflcala da Papa Nicolò V nel 1432: re-
vendolo successo nel SqG^ad a questo Leu* stò il vescovo di Dol ili.^tra'snlfraganei,
pario di santa vita. Modegesilo fu al con- privilegio che cessò nel 161 1 quando si fe-

cilio diReims nel 63o. Crolberto con- ce eseguire la generale disciplina della
cesse quelle immunità ed esenzioni alla Chiesa, che dopo il metropolitano debbo-
chiesa di s. Martino ricordate superior- no precedere i vescovi secondo l'epoca di
mente, e confermate da Papa Adeodato loro ordinazione. Ad Erardo successe nel-
li con diploma presso i Sam marta ni, nel- l'arci vescovato Actardo, neir87 1 traslato
la Gallia Christiana. Gavieno interven- da Nantes, il quale ricevè il pallio da Pa-
ne al concilio di Lalerano nel 769 sotto pa Adriano II e fu da lui costituito suo
Stefano ili. Landranfio fu delegato nella legalo al concilio di Douzi, chiamandolo
provincia Turonese di Lodovico 1 il Pio^ Cardinalcm metropoli taman^ e.tarcìùc-
co\ conte Pvolberlo, e iieir8:ì8 assiale al piscopum Turofiicae Ecclesiae, Adalar»
TO U TO U 39
do ebbe confermati nell' 878 i privilegi le dalla s. Sede fu riconosciuta godere i

(itili cliiesa diToursda Papa Giovanni privilegi e esenzione dal vescovo come
1'

Vllljtlisnpprovnndoclie i vescovi di Bre» il monastero di s. Dionisio (f^.)) contro-


litgna si fbsseio soUratti indebitamente versia che descrive la Gallia Christiana.
dalla giurisdtzionedi Tours. Nell'SSy Ei'- Perciò deposto l'arcivescovo Rodolfo, nel
I)erno abbate maggiore di s. Marlino, e- io8r gli fu sostituito altro Rodolfo d'Or-
Itlto dal clero e dal popolo come di san- leans, in tempo del quale Fulcone conte
ta vita. Nelgiy Roberto, che nel 93 tor- d' A ngers concesse un privilegio al mo-
nando da Roma fu trucidato da'ladioni nastero dis. Mauro, e ricevè in Tours

nel passaggio delle jVlpi, cioè da' sai'ace- Papa Urbano Iljanch'egliebbedissidii col
ni corsari numerosi ch'eransi stabiliti in monastero di s. Martino. Per sua morte
Fiassinetto, e barbaramente ingombra- neli I
19 parte del clero elesse arcivesco-
vano le strade delle Alpi, per cui greci i vo il di lui nipote Gisleberto, l'altra parte
davano loro la caccia. Gli succese nel 983 scelse Gualter io arcidiacono e tesoriere di
Telolo o Teotolo canonico decano di s. s. Martino, nobile e virtuoso; prevalse il
MarlinOjChe concesse un privilegioall'ab- 1." che morì nel i iid. Gli successe il b.

bazia di s. Giuliano, Dei gratin Turo- Ildebertode Lavardin già discepolo di s.


noriini MetropolitanuSj e fece altre cose, Ugone abbate di Cluny e di Berengario
avendo Dio illustrato co* miracoli la sua di Tours, vescovo di Le Mans, uomo di

santità. Arduino nel 970 si recò ad Li' singoiar erudizione e innocenza, acclama-
mina Apostolorum, ed a suo favore scris- to dal clero e dal popolo: essendosi da ve-

se Papa Giovanni XIII a'vescovi di Bre- scovo di Le Mans recato in Uoma,nel ri-
tagna, perchè a lui professassero la dehi* torno alla sua arcidiocesi avendo di pas-
ta riverenza sotto pena di scouìunica. Nel saggio approdato all'isola di Lerins, po-
1004 Ugo de'visconti de Cliasteaudun si co vi mancò non perdesse la vita ola li-

ricusò di consagrare l'abbazia della ss. bertà, per crudeltà de'corsaritnori, che
la

Trinità fondata in una sua parrocchia a dall'isole Baleari infestando con legni ar-
Belmonte da Fulcone conte d'Angers, e mali le spiaggie della Catalogna e Proven-
il Papa Giovanni XIX la prese sotto la za, nel giorno di Pentecoste sbarcali nel-
protezione della s. SQ\\ei e Sergio IV suo l'isola la manomisero col ferro e col sac-
successore terminò la controversia me- cheggio. Il b. Ildeberto morì santamente
diante solenne diploma, con autorizzare neh i36, lasciando di se celebre memo-
r arcivescovo a farne la consagrazione. ria per le sue virtù, ingegno, eloquenza
Chenu, Ilist. Archicpisc, GalLiae^ dice e opere. Joscio o Joscino deli i5j accol-
che Ugo per infermità abdicò e fu rice- se Papa Alessandro III in Tours, ed a suo
vuto nel monastero di Cluny. Nel 102 tempo si fece in Tours la collazione del-
gli successe il nipote Arnolfo, che Chenu le olìerte per la crociata di Gerusalemme,
anticipa alo 8 e lochiama santo. A Bar-
1 1 ed insorse grave discordia fra're d'Inglul-
tolomeo del o52 successe Rodolfo dello
I terra e di Francia, con grave pregiudizio
il \ enerabile nel 1074, al quale scrisse di- della città e di sue chiese. Nel i 175 gli
verse lettere s. Gregorio VII, dichiaran- successe il nipote del predecessore Fngel-
dogli che.il pallio concesso al vescovo di baldo, il faconilo e saggio Bartolomeo de
Dui ossia all'arci vescovo cardinal Giovan- Vendosme legalo della s. Sede nelle par-
ni, non pregiudicasse a'dirilti della chic* ti d'Aquitaoia, nominato in vari diplomi
sa di Tours, il che fu pure definito tra de're d'Inghilterra conti d'Angers, che nel
l'arcivescovo di Tours e quello di Dol nel 1 ijG celebrò il sinodo di Rennes per lu
sinodo del 079; egli ebbe gravissima ver-
1 dill'erenze col prelato di Dol. A suo tem-
tenza con l'abbazia di Martino^ la qua* ij. po e ncli 199 huioceuxu 111 decise Hiial*
4o TOC TO U
melile con sentenza cìefiniliva le questio- sta restrizione deirautorith del loro me-
ni tra gli arcivescovi di Touis e di Dol, tropolitano vedevano un'usurpazione dei
ripugnando queslo d' essere soggetto a propri diritti. Fervidissimi furono i cor-
quello, counenietropoli delIaDietagna mi- rispondenti negoziati nel pontificalo di
nore, mentre da s. Martino in poi e fin- Lucio III, e fu allora che Stefano abbate
che la loro sede non si sottrasse dalla di- di s. Genoveffa scrisse al Papa in nome

pendenza di Tours, n'era stata suffraga- del redi Francia Filippo li Augusto.»» La
nea, pe* motivi già narrati e meglio di- chiesa di Tours ha di continuo esercita-
scussi da'Sammartani, non volendo per- to diritti di metropolitana sopra la Bre-
i

mettere sovrani della Bretagna die lo-


i i tagna; canonici di Dol vogliono di pre-
i

ro vescovi fossero soggetti a Tours: per- sente offuscarlo splendore della corona,
tanto il Papa decretò e definì, che il ve- poiché questa controversia non è causa
scovo di Dol e gli altri della Bretagna mi- solo dell'arcivescovo, ma si del re stesso,
nore fossero sulFraganei di Tours in per- e mette a repentaglio la pace. I baroni del
petuo, e che si quietassero le analoghe di- regno la sentono in queslo insieme col
spute; Tours ne fu lieta, Dol afflitta. Il eh. re, e seavessea versar sangue tra'francesi
lì urter nella Storia cV Innocenzo III^^Z' e bretoni sarebbe colpa del Papa". L'ab-
co come racconta la lunga vertenza ter- bate si dolse quindi col cardinal Ottaviano
minata dal suo Papa, narrata pure dal Conti, che Roma slesse contro il re, cosa
AJartene in 77;c.?.,edal Tomassino, Ve- ch'egli non si sarebbe mai aspettata; che
tasetuova disdpUmi. Una questione in- gli ecclesiastici di Dol volevano intaccare,
sorta fra Tarcivescovo di Tours e quello scemare, smembrare il reame. Era quel-

di Dol pe'dirilti metropolitani, avea ac- la forse la gratitudine per tanta divozio-
quistalo una tal quale celebrila a cagio- ne fino allora dimostrata? Ne sarebbe ve-
ne della sua lunga durala. Fino da'secoli nuta una dissensione di cui era difficile
lemoti essi possedevano tali dirilli sopra prevedere la fine e rancori che cova-
, i

tutta la Gallia (cioè di quella parte in di- vano sarebbero all'ultimo scoppiali. Pre-
scorso), dal qualespìrituale vincolo ne ve- gò in fine l'abbate il cardinale, d'inter-
niva che i baroni della Bretagna non era- porre l'autorità sua aflincliè l'arcivesco-
no se non più strettamente legali all'al- vo eletto di Dol, non voglia distaccare dal
ta signoria della Francia. Quando poi il regno le provincie occidentali. Il resi dol-
reggimento feudale vetine sotto i Carlo- se avanti un'assemblea di vescovi, che si
vingi perfe/.ionandosi, e i baroni si elesse- volesse rapirgli una parte del regno dei
ro un re particolare, ei vollero essere se- suoi maggiori dicendo che il Papa era
,

]()arali dalla B'rancia, anche rispetto al- un ingrato; e la cosa restò in pendenza fino
l'ecclesiastico come al politico, e il re lo- a Papa Celestino III, a cui l'abbate Ste-
ro fondò in Bretagna la sede arcivesco- fano contentossi di domandare, a nome
vile di Dol, affine di non essere più per della regina , che nulla fosse deciso fino
ì* avvenire sottoposta a quella di Tours. al ritorno del figlio suo da Palestina. Ce-
Papa s. Nicolò I vi convenne, sotto la ri- lestino HI citò dipoi dinanzi a se le par-
serva che fosse senza contraddizione de- ti, che già parecchie volte eransi presen-
gli arcivescovi di Tours; ma correva or- tate a Roma; ma l'arcivescovo di Tours
Uìttiun secolo e mezzo, da Papa Nicolò II nècouìparve in persona, ne mandò alcun
in poi, che questi ultimi andavano rao- procuratore, per cui la lite rimase un'al-
-vendo doglianze presso la santa Sede per tra voi la sospesa. Innocenzo HI eletto nel
la resliizione di loro podestà spirituale. I 198, pochi mesi dopo chiamò di nuovo
La questione fu spesso aggiustata e sem- i due vescovi nel giorno di s. Michele del
pre rinnovala, ed i re di Francia ia que- 1 Kjr) e pose alfine Icnulue alla queslio-
T OU TOU 41
ne. Le due pnrtl come furono piti volle R eìms.Glì seguendo conFran-
arci vescovi
udite tanto alla presenza del Papa in per- cia gli antipapi Clemente VII e Benedet-

sona, quanto innanzi a'caidinali, ed esau- to XllI residenti in Avignone, mentre lo


rite tulle leprove, non avendo canoni- i era Amelio de IMaillé, neli4o6 interven-
ci di Dol nuH'allroda addurre in giudi- ne all'assemblea adunata per sottrarre il
zio, fu deciso che la chiesa arcivescovile regno dall'ubbidienza del 2.", e nel 1409
di tal città dovesse rimaner soggetta a fu al concilio di Pisa, ove quel falso Pon-
quella di Tours e riconoscerei! capo di lei tefice fu deposto. Giacomo Gelu di Lu-
qual metropolitano; che il vescovodi Dol xemburgo da Grenoble fu traslato a
,

avesse quind'innanzi a dimettere il pal- Tours, indi nunzio al famoso concilio di


lio e a farsi consacrare dall' arcivescovo Costanza, di cui riparlai a Svizzera, per
di Tours, dimostrandogli come sulfraga- dar fine al grande scisma d'occidente, e
neo la sua sommissione; ed afline di ren- fu nel i4 7 uno degli elettori di Martino
I

dere impossibile ogni ulteriore contesta- V, che lo traslocò a Embrun. Il succes-


zione, Innocenzo HI dichiarò nulli tutti sore Filippo de Caerquis o Goelquis, già
i titoli che in avvenire si potessero sco- vescovo di s. Poi de Leon, dotto ed erudi-
prire a favore della chiesa di Dol. Questa tissimo, fu legato al conciliabolo di Basi-
sede restò soppressa nel concordalo del lea, e neh 44 l'antipapa Felice V lo creò
1801. A Bartolomeo nel 1206 successe anlicardinale, perciò ne riportai le noli-

Gaufrido de Lude, il quale ad onta della zie biografiche nel voi. IV, p. 164. Per
santità di sua vita, per iniquo consiglio sua rinunzia, nel i44^ gli successe Gio-
fu attossicalo;onde nel 207 gli fu sosti- i vanni Bernard professore di legge, arci-
tuito Giovanni de Faye nipote di Bar- , diacono e decano d'Angers; intervenne al
tolomeo già decano di Tours, che eletto congresso di Mantova adunato da Pio li,
in competenza di Roberto di Vitry, In- quale oratore regio, e mori neh 4^6. E-
nocenzo IH confermò la nomina di Gio- lia de Bordellio y fatto arcivescovo nel
vanni, il quale ricevè poi il pallio dal car- 1468, fu poi creato cardinale, morto san-
dinal legalo di Francia, e mori nel 122 tamente con miracoli. Il successore Ro-
circa. Gli successe Francesco Cassando berto de Lenoncourt, abbate di s. Remigio
Cassarci^ da Gregorio IX creato poi car- di Reims, nel 1489 stabilii minimi nel ca-
dinale, e di lui e degli altri arcivescovi e- stello di Plessis, e fu Iraslalo a Reims; in-

levali a tale dignità parlo alle biografie. vece da questa chiesa passò a Tours il car-
L'arcivescovo Pietro de LambaI del 1 25o dinal Carlo Domenico del Carretto, ì!ie[
rinunziò alle regalie di sua chiesa, a favo- i547 il cardinal Giorgio à' Armagnacy
re di Bianca regina di Francia. Nel 1270 poi trasferito a Tolosa. Il successore Ste-
Giovanni de Monsoreau o Monlerau già fano Poncher de'signori d'Esclimont, già
decano della cattedrale, che nel 1278 pre- vescovo di Bayeux, fondò il monastero dei
siedè il sinodo di Rennes. Reginaldo de celestini d'Esclimont, ove fu sepolto nel
IMontbason nel 1 3o4 ottenne dal re Filip- i552, lasciando il suo cuore alla catte-
po IV il Bello 1* immunità pel clero di drale di Parigi. Gli fu sostituito il celebre
sua diocesi, pe'sussidii dell'esercito. Ste- cardinal Alessandro Farnese nipote di
fano de Bouigueil neh 333 fondò nell'ac- Paolo I li. Nel 554 Simone de Maillc Ira-
1

endemia di i*arigi il collegio Turonese. slalo da Viviers, dotto e lodato peraltro


Dopo 1072 fu amministratore Segnino
il prerogative insignì, si recò al concilio di
d'Aulhon patriarca d'Antiochia, il cui te- Trento: nel i583 celebrò il sinodo pro-
stamento si legge nella Gallia clwislia- vinciale, cominciato in Tours e termina-
ìia. Guido de Roye nel 38(ì introdusse i i lo in Angers, coirintervento d'8 vescovi;
curmclilani iu Tours, e poi fu trasferito a con lettera uè die purtc al re Euiioo HI,
42 TOU TOU
e al Papa Gregorio XIII per l'approva- III." oltobrei8i7 gli fu surrogalo Gio.
zione. Nescrisse l'elogio Scevola Sammar- Battista de Chilleau della diocesi di Pe-
tani, ì\é[y Elo^ìoruni Gallorum doctrì' rigueux, antico vescovo di Chalons sur
na iUustrìimi. NeliSgy Francesco de la Saone. Pio V 1 1 gli die per coadiutore con
Guesle ornato di grande ermlizionee fa» futura successione, a'27 giugnoi8ai, A-
cundia, introdusse in Tours le carmelita- gosliuo Lodovico de Montblanc di Saus-
ne, i recollelli,ed i cisterciensi f()glianti. ses, vescovo elettodis. Diez e tiasla lo dal-
Gli successe nel 1617 ^ebastiano Dori o la chiesa arci vescovile di Cartagine inpar-
Galigai fiorentino, fratello di Eleonora tihus: successe alla coadiutoria per mor-
moglie Concino Concini, favoriti del-
di te ilei predecessore a' 2 i marzo 82 5. Per
1

Ja regina Maria de Medici; ma venendo sua morte, Gregorio XVI nel concistoio
Inicidalo il Concini, divenuto marescial- de' 27 gennaio 1843 preconizzò l'attuale
lo di Francia, nell'istesso anno l'arcive- arcivescovo cardinal Francesco Nicola
scovo abdicò e ritornò in Toscana, Nel Maddalena Morlol di Langres. Già vica-
1 6 8 da Dayeux vi fu traslocato Bertran-
I rio della cattedrale e parrocchiale di s. Be-
do d'Eschaux, sotto del (\\\&\e'patres ora- nigno di Dijon, poi vicariogeneraledidue
toriì Jcsa Turo/USfandnnturj encomia- vescovi di tal diocesi, e mentre lo eradi
to per virtù e dottrina. Da Boulogne nel mg."^ B.ivet, Io stesso Papa nel concisto-
1641 successe per coadiutoria Vittore ro deirS luglio iSSg l'avea proclamato
Bontliillier, prudente e zelante, restaurò vescovo d'Orleans, couquest'elogio: qitae
e abbellì l'arci-episcopio, introdusse le re- omnia ninnerà suninia cwn laude com^
ligiose dell'Annunziata, e altre nell'arci* plevit^ vìr denique gravis,prudenSjdo'
amministrò il sacerdozio al
diocesi: egli ctusj multa rerum experìentia praedi-
nipote Armando di Bancé, die aspirava lus, et in ecclesiasticis fanctionibus ap-
alla sua coadiutoria, poi mirabile istitu- prime versatus^dignus^propterea censC"
tore dell'austerissima e virtuosa congre- tur qui ad supradietam Ecclesianipro-
gazione della Trappa{^V.). Clemente XI moveatur. Altro elogio di diligente, di ze-
fece arci vescovoEnricoOsvaldodella Tor- lante, di caritatevole pastore, Gregorio
re o Tour d'Alvergna, nel i 72 trasferi-
i XVI lo replicò nel tiasferirlo all'illustre
to a Vienna, e poi cardinale. Le Nolìzie sede che paternamente governa. Nel 1
849
di Fwma riportano i seguenti arcivesco- fu celebrato il concilio di lìennes (f^.)
vi. NeliySi Enrico M,** Bernardino de provinciale, presieduto dall'arcivescovo
Ceilbes de Bosset de Fleury, di Perignan di Tours, intervenendovi vescovi di Le i

diocesi diiNarbona. Neh 77.5 Gioacchino Mans, AngerSjRennes, Nantes, Quimper,


Francesco Mamerlo de Conzié,di Pomier Vannes, s. Brieux,gli abbati di Solesmes
diocesi di Lione, già vescovo di s. Omer. di Port-du-SaIut,delaMilleraye, e mg."
Hicusò di dare la sua rinunzia all'epoca Lassaillandiere antico vescovo agli Stati-
del concordato. Pio VII nel 1802 dichia- Uniti. Fu apeilo con solennità dall'arci-
rò arcivescovo di Tours Giovanni di Dio vescovo domenica I I novembre, enei cor-
Raimondo di Cuci Boisgcliii, indi 3*27 teggio, che si rese processionalmente dal
gennaioi8o3 lo creò cardinale, morto in seminario, ove si tenne il concilio, alla cat-
Tours a'20. agosto 804. Autore d'opere,
1 tedrale onde celebrarvi l'inaugurazione,
come dissi alla biografìa, un'altra è que- si contarono più di 4oo ecclesiastici. II

sta ; Esposizione de principii del elero concilio mantenne la pia sentenza del-
sulla Costituzione eivile. Il i.° febbraio l'I m macola toConcepimeulodiMaria Ver-

1 8o5 gli successeLodovico Mattia de Bar- gine, e la dichiarò comune si a'padri con-

rai, della diocesi di Grenoble, traslaloda gregati, sì al clero e popolo della provin-
Mcaux;rinunziò l'arci vescovato nel 1 8 1 5. cia, (|ualificandula coufuraie alle s, Scrii-
TO U TOC 43
Iure, olla tradizione, al culto ecclesiasti- sommo suo magistero. Sorge il genufles-
co, airorclinata ragione, e tale por ultimo sorio, di forma quadra, sopra due ampi
tlie nulla sembrava ormai mancare se gradini. Coperto di velluto rosso è lo sga-
non il giudicato della s. vSede, perchè pro- bello in cui posa le ginocchia chi ora, e
gredendo olire il cerchio dell' evidenza tra vaghissimi ricami d'oro vi è operato

teologica divenisse materia e capo di fe- di trapunto il nome di Pio IX. Segue il
de divina. Indi nei I 852 Tarcivescovo coi dossale, ove in mezzo ad un'elegante cor-
7 vescovi suoi suflraganei (l'S.' venendo nice, cui ricinge un ramo di quercia, ve-
dichiaralo tale dipoi), per testimoniare il desi intaglialo lo slemma del Papa. A'ia*
loro profcjndo ossequio con pubblico se- ti di esso e dell'altre parti del dossale, si

gno ul sommo Pontefice Pio IX, aperta elevano 12 pilastri con in mezzo sorretti
una sottoscrizione nelle loro 8 diocesi, la da colonnelle e sormontati da baldacchi-
provincia ecclesiastica di Tours col rica- no tulli messi "enliltnente a rabeschi e
,

viito un insigne inginoc-


fece costruire trafori, le statuette d'avorio de' 12 Apo-
(7aV/ /o/o, descritto nel u.^aBQ del Gzor* stoli, avente ciascuna in mano una sii iscia

TKilcdi Roma di dello anno (anche la Ci- pur d'avorio, scrittovi sopra un articolo
viltà cattolica ne fi ce cenno nella 2,^ se del Credo. Alle 3 grandi facce però che
rie, t.i,p. 12 i),e lo fece umiliare al l^apa sono a destra, a sinistra e dietro del dos-
in significazione speciale ili farsi tutta vi- sale, ha l'artefice intagliato di mezzo ton-
vamente raccomandata olle sue orazioni. do, e nel legno slesso, l'immagini delie 3
11 religioso dono fu presentato al santo Virtù teologali posanlesi sopra un suolo
Padre da una deputMzione di cui era ca- graziosamente smaltalo d'erbe e di fiori
|)0 degnissimo mg.' Gio. Battista Bouvier ed intoinialo di be' fregi e di foglie. In-
vescovo di Le Mans ('he venuto nuova- di è il nobile appoggiatoio, il cui cuscino,
mente in Roma nel i853 per assistere pur di velluto rosso, reca in cifra tra fre-

alia dogmatica definizione dell'I mmaco- gi d'oro il nome ss. di Gesù: ed a'Iati gli
la laConcezione,ptonunziata solennemen- aggiungono bellezza e finimento due lar-
te dal Papa Pio IX, vi lasciò piamente ghe fronde con foglie così vere e spicca-
la vita, il che celebrai nel voi. LXXIII, te e condotte con tanta squisitezza di di-
p. 69, nel ragionare di quanto precedet- ligenza, che superano qualunrpie lode. A-
te, accom[»agnò e seguì il glorioso avve- presi dinanzi un'edicola d'assai vago sti-

nimento), con parole di fede e di rispet- le, in cui fra coloime, che tirate di pro-
to, venendo accolta l'oirerla con benigni- spettiva ed esili (come richiede la manie-
tà ed elivisione d'animo. Il geiiii/lcs.wrio ra ogivale) si girano in archi acuti, sor-
è di quercia di Russia, e ritrae di quella gono sopra eleganti stipiti ed altri ornati
maniera d'architettura, che fu in uso in 6 Angelelti d'avorio, ciascuno de'quali la
n)()he parli d'Kuropa prima che rifioris- diverse altitudini e pieni d'ima grazia di
se la ragione dello stile greco e romano; Paradiso recasi in mano una striscia, ove
archilellura del medio evo, la quale chia • si leggono scritte (ripartite in tutte e (i le

masi ogivale, ed oggi da taluni inlende- strisele medesime) queste parole dell'au-
si restaurare come reputata più conve- lico storico francese Joinville: Quils^e»

niente a' mistici edilìzi della religione e Icvoit cu s* ahnissant ainii, E a gran
al Tempio (f^.). Il valente Bloltièi e con proposilo: poiché l'uomo venerabile che
un lavoro di ben 8 anni condusse l'ope- ivi osservasi genullesso sopra un inginoc-
ra in discorso, aiutalo da'suoi nipoti, e vi chiatoio, e regalmente vestilo, è s. A«/gi
mostrò sia nell'invenzione e nella dispo- IX re di Francia. Quanta dignità e san-
sizione,sia nella risoluta pratica, sia in ììne tità d'aspetto! Quanta umile divozione

nella ricchezza e leggiadria degl'intagli il nel venerare che fu, sì profóndamente m-


44 '^ ^ ^ TO U
thmalo, la Corona di GesU di-
Spine di dini, di 2 metri e io centimetri. A ren-
sio, cli'egli si è posla dinanzi sopra un cu- dere poi perpetua la ricordanza del dono,
scino! lleliquia che il glorioso monarca, leggesi nella parie posteriore dell'edicola,
liei passaggio colla crociala in Paleslina, e precisamente sotto la finestra, la segueu-
ebbe l'alia venluia di ritrovare (dice l'au- Pio IX Sanimo Pontifici,
le iscrizione.

tore dell'elegante descrizione) e poi di re- Provincia Turonensis , Tiiron. Caeno-


tar seco in occidente ad accrescere i leso- vian. Jndegav. Nannet. Rhcdon. Brioc.
ri della religione. 11 sontuoso reliquiario Corisopit. Vcnet. mdccclii. 11 Papa Pio
d'onde si reputa che pur ora il re l'abbia JX a premiare aierili dell'arcivescovo
i

traila, è rappresentalo d'avorio in fondo Morlot, nel concistoro de'7 marzo i853
nll'edicola fra ricclii ornali e come circon -
lo creò carduiale dell'ordine de' preti, e
dalo a gran riverenza da quel coro d'An- gl'invio a Tours la notizia di sua promo-
geli. Fiancheggiano l'edicola le solile ter- zione col zucchetto rosso, per la sua guar»
rene lemiinanli in guglie con capricci di dia nobile cav. RanierodeCinque,couie si
fiori e di foglie: torrette che sono 2 nel- badai Giornale di Roma^con quanto al-
la parte anleriore, 4 "'^'^^' posteriore, là tro vado a dire. Giunta in Tours la guar-
dove mezzo una ben adorna e
postasi in dia nobile, in sua compagnia il carduiale
spaziosa finestra, sembrano colle loro ci- partì per Parigi a* 23, onde ricevervi la
lue lanciarsi negli spazi del cielo. Egregie berretta cardinalizia dalle mani dell'im-
poi di lavoro e di senlimenlo sono quel- peratore de'francesi Napoleone 111 dopo

le 4 statue d'avorio, 2 delle quali si scor- l'arrivo dell'ablegato apostolico, seguito


gono ivi sul dinanzi, 2 altre fra le ter- puredidl'ab.Malmoucheil i.°de'suoi gran
rene della parte di dielro. E qua ci ri- vicari generali,e dal canonico della metro-
tiagi^ono la B. Vergine col Bambino e s. politana ab. Manceau. Per ablegalo alla
Pio V, là ss. Martino e Giuliano che
i , tradizione della berretta a Parigi, il Pa-
tennero gloriosauienle le cattedre vesco- pa destinò mg."^ Francesco de', marchesi
vili di Tours e di Le Mans. Finaluienle Ricci Rondinini suo cameriere segreto so-
sopra il girare del maggior arco dell'edi- prannumerario, il quale partì da Roma
cola risalta un' erta cornice o architrave, a'29. A'6 aprile girmto in Parigi conse-
ch'è base a un gran piedistallo, su cui con gnò al cardinal Morlot il breve apostoli-
mirabile soUigliezza sono intagliate sì la coche accompagnò la berietta, la cui im-
mistica vile co'giappoli e manipolo sì il posizione eseguì l'imperatore nella cap-
di frumento. Ivi s'innalza sublime il ves- pella delle Tuilleries domenica i
7 aprile.
sillo del cristiano trionfo, d'onde ritratto Due carrozze di corte condussero a tal pa-
in avorio pende morto il Redentore, a cui lazzo imperiale il cardinal Morlot accom-
dall'uno e dall'altro lato, sopra i piedi- pagnato dal maeslro delle ceremonie del-
stalli minori, vedono astanti in pieto-
si l' imperatore, da mg.' ablegalo e dalla
sissimi atteggiamenti la Vergine Addolo- guardia nobile pontificia. Il corteggio del
rala a destra, e s. Giovanni a sinistra. Tal cardinale si componeva de'due nominati
è nelle principali parti quest' opera, no- e altri ecclesiastici. 11 corteggio discese al
tabilissima nel suo genere, e ben partita padiglione di Flora. Mentre il cardinale
e ordinata, oltreché vaga e tale che ono- s'avviava in un salotto vicino alla cappel-
ra non meno la maestria del diligentissi- la e che conteneva gii ornamenti della sua
ino e pazientissimo artefice, che le stesse nuova dignità, l'ablegato mg.' Ricci ven-
arti francesi. La sua larghezza è di centi- ne condotto all'udienza dell' imperatore
liuietri 75,rallezza fino alla sommità del- nel suo gabinetto, dov'erano riuniti! prin-
la croce, di metri 2 e 90 centimetri; la cipi della famiglia imperiale, i ministri e
lunghezza, insieme culla predella a gra- gli ulllziali di servizio. Indi mg.' ublegata
TO U TO U 4>
pronunciò in Ialino il discorso seguente. rilà. Col sommo Pontefice, che governa
^>l*oleiitissitno Imperatore. La dignilà del la Chiesa, e con voi, inclito Principe, che
cardinalatoessendo sì eminente nelIaCliie- resterete coraggiosamente fedele a così
sa, i romani Pontefici posero ogni lor cu- bei principii, l'impero francese fiorirà co-
ra per conferirla agli uomini distinti, che me pure la vostra augjisla casa; poiché
lo splendore delle loro vi^'lù renileva de- il miglior mezzo di raifermaree consoli-
gni di quest'onore. Fedele agli esempi dei dare la pubblica felicilà consiste nell'o-

suoi antecessori, Pio lX>cui Dio confidò norare e vantaggiare la vera religione".
il governo della sua Chiesa, dopo avere Sua Maestà rispose.'^ J^^onsignore. E" sem-
già scelto tra' vescovi francesi alcuni pre- pre per me un avvenimento solenne la
lati illustri per più titoli ed annoverali nel imposizione della berretta cardinalizia a
glorioso senato della Chiesa romana, vol- un prelato distinto, e l'essere così l'inter-
le innalzareancoi a a questa dignilà un al- nìeJiario delle grazie del Santo Padre. Mi
tro prelato, l'arcivescovo di Tours, che ri- congratulo con voi perchè Sua Santità vi
splende tanto pel suo zelo a vantaggio del- ha scelto per questa onorevole missione.
la religione, perla sollecitudine, per la fe- Vi ringrazio del modo con cui apprezza-
de, per la costanza nell'adempimento del te i miei sentimenti per la religione cat-
suo uffizio pastoraléjSicchè voi l'avete giu- tolica e i miei sforzi per istabilire dovun-
dicatodegno della vostra raccomandazio- que la pace e la concordia. Vi prego, quan-
ne imperiale, ed è tale realmente da me- do sarete ritornato a Roma, d'essere pres-
ritare di essere decorato della porpora ro- so il Santo Padre l'interprete de'mieisen-
mana. L'onore, che il nostro sommo Pon- iimenli di venerazione e di rispetto". Do-
tefice ha fatto a'raeriti del prelato, è una po l'udienza l'imperatore col suo corteg-
nuova prova della sua paterna benevolen- gios' avviò alia cappella. L'imperatrice

za pel clero di Francia e per la nazione Eugenia, accompagnata dalle dame del-
francese, che si gloria soprattutto del no- la sua casa, avea già preso posto nella tii-

bile titolo di figlia primogenita della fe- buna Le LL. MM. assisteltei o ad una
alla.

de cristiana onore ri-


(del qiial Titolo cV /nessa bassa con accompagna meo lodi mu-
non poteva a-
parlai in tale articolo). Io sica, alla quale pure assistevano le LL.

spirare ad un onore maggiore di quello A A. II. il principe Girolamo, co'suoi figli

d'essere eletto per portare le insegne sa* il principe Napoleoneela principessa Ma-
gre, che in questa ceremonia. Augusto Im- tilde; le LL. AA. il principe Luciano Bo-
peratore, imporretecolle vostre mani, se- naparte, e il principe Murai; madama la
condo l'antica consuetudine, sul capo del principessa Maria duchessa d'Hamilton;
nuovo Cardinale: e non dubito punto,che madama la principessa Murai; madama

quest'onore insigne, cui Dio volle eleva- la marchesa Darlholini;i ministri; pre- i

to r illustre prelato, non sia un soggetto sidenti e membri deH'uifizio del senato e
di gioia a tutta la nazione francese, che del corpo legislativo; il presidente, il vi-
siete chiamalo a governare. Fin dal prin- ce-presidente del consiglio di stato e i pre-
cipio del vostro impero avete dichiara- sidenti delle sezioni; il nunzio del Papa
to, illustre Principe, che non penserete e mg.' Garibaldi arcivescovo di Mira; il car-
non intraprenderete nulla, che non fos- dinal Donnei arcivescovo di Bordeaux;
se onorevole,giusto e vantaggioso alla fe- mg."^ Sibour arcivescovo di Parigi; i ma-
de cattolica, per difender la quale questa rescialli di Francia e gli au)miragli; il go*
grande nazione fin dai primi tenq)i si è vernatore degl'Invalidi, il gran cancellie-
resa illustre, come ralteslanoi monumen- re della legione d'onore, il generale co-
ti del suo coraggio e della sua gloria con- mandante in capo della guardia naziona*
sagrali ncllu inemuiia clerua della publc* le, il prcfctlu della Seuua , il prtilcltu di
46 TO U TO U
polizia, diversi senatori, i deputali, consi- tulio all'adempimento de* suoi adorabili
glieli di stalo e altre persone invitate. Al- disegni, e che conosce, che se ini^ anni
messa il cardinal iMorlot, non
la fine della d'e[)iscopalo il mio cuore concepì deside-
essendo ancora vestilo de'snoial)i li di por- rii,non furono ispirali d d pensiero d'una
pora, fu introdotto nella cappella dal gran nuova dignità. E' altresì nella conoscen-
cerenioniere, e si collocò a sinistra pres- za del mio amore per la Chiesa, e del mio
so il gennflessorio d(;irirnperalore. A.lcu« più figliale risptelto al suo Capo, che cre-
ni istanli dopo, mg/ ablegato venne pu- do poter rassicurarmi contraendo verso
re introdotto nella cappella e prese posto la Chiesa e la s. Sede obbligazioni delle
nel Ino'go ov'era la berretta sopra un vas- quali comprendo tutta la estensione. Sia-
soio d'oro, per piesenlarla all'imperato- mi finalmente permesso dirlo, senza vo-
re. A Mora il cardinal Morlot s'inginocchiò, ler lodare qui ciò che ciascuno vi ammi-
e Napoleone 111 prendendo la berretta la ra; gli obblighi d'un vescovo, la missione
pose in capo al cardinale^, che in appres- d'un membro del sagro Collegio, associa-
so si ritirò. L'imperatore si recò quindi, to più slrellamenle a tutte le sollecitudi-
col suo corteii^io e gl'invitati , nella sala ni del Pontefice supremo, non divengo-
di Luigi XIV. Il cardinale si vestì i suoi no forse più dolci e più f jcili, lorchè Co-
abili di porpora, e venne condotto insie- lui che tiene nelle sue mani le sorli del-

me coll'ablegato, dinanzi all'imperatore le nazioni suscita (elevalo all'impero a'2


e all'imperatrice, indi pronunziòil discor- dicembre iSSi e benemerito della pace
so seguente.*' Sire. Nel mon)enlò in Cui d' Europa, il che celebro a Tregua del
ricevo dalle mani di Vostra Maestà le in- Signore) per governare una grande na-
segne della più alta dignità ecclesiastica, zione, un Principe dolalo di tali emi-
dopo la su[)rema, non dovrei forse aprir nenti qualità da preparare un regno ve-
bocca, se non per parlate della mia rico- ramente riparatore e benefico; assicuran-
noscenza a voi, Sire, che m'avete fallo l*o- do alla patria un avvenire glorioso e pro-
nored'indicarmialCaporlellaChiesa uni- spei'o; lorchè al lato di questo monar-
versale per una tal distinzione, e al som- ca viene ad assidersi un'augusta compa-
mo Pontefice, che si degnò di accettarmi. gna (Eugenia M.' deGuzmau conlessa di
Ma se è vero che in quest'ora solenne, il Teba sposata a'29 gennaio 853, della cui i

sentimento di ciò che devo a Voi e al Suc- casa feci parola nel voi. LXVin,p.
93, la
cessoredi non può essere sorpas-
s. I^ietro quale a' 16 marzo 856, domenica delle
1

sato da nessun altro, non potrei neppu- Palme, die alla luce il principe imperiale
re dissimulare la profonda commozione, Napoleone Eugenio, a cui fece da padri-
che provo alla visla di questa dignità, di no il Papa Pio IX, a mezzo del cardinal
questi onorij che,nella Chiesa specialmen Patrizi Firario di Roma, perciò fciHo
te, sono carichi reali ed onerosi, im poli- legato a degna di dividere il suo
latere),
gono a lutti una responsabilità terribile e trono e il suo cuore, accoppiando all'ele-
ancor più spaventevole a colui, che deve vazione e alla forza d'animo, la più te-
applicare a se stesso io tutta verità quel nera sensibilità, rivaleggiando con lui nel-
che la pili profonda uuiiltà faceva dire a lo zelo, ne'buoni esempi, ne' benefizi per
s. Paolo: Io sono V ultimo de mìeifratelli sanar le piaghe, che affliggono l'umanilà,
nell apostolato; io non sono ne anche de- per estirpare i disordini da cui sono af-
gno d'essere chiamato apostolo.Oo non- flitti i popoli, per asciugare le lagrime deb
dimeno v'ha una certa cosa, che rialza il Tinfurtunio, per ristabilirei pubblici co-
mio coraggio e rianima la uìia fiducia; è slumi, senza i quali le uiiglioii leggi ind-
il sentimcnlu della mia debolezza; perchè ia possono, j)er consolidare la religione,
è nota a Dio Onnipotente che fa servir eterno fondamento d'ogni buona polili-
TO U T O U 47
rn. Con tali auspici! e afTulato nlla cìivi- cidiocesi di Tours si estende nel diparti-
11(1 assistenzii, accetterò con minore spa- mento d'indie e Loiia. Ogni nuovo ar-
vento le funzioni di cui so che un giorno civescovo è tassalo ne'libri delia camera
dovi ò rendere conto. Foi lunato, se a for- apostolica iu fiorini 55o. Anlicamenle
za tli sagrifizi j^iungerò a non esser trop- i* arciiliocesi conteneva 3oo parrocchie
po al disotto dell'augusta benevolenza di circa, divise in 3 arcidiaconali, 4 arcipre-
cui sono l'oggello, e deirespellazione del lure e 23 decanali. Eranvi di piìiiy ab-
Pontefice il più venerato e il più degno i)azie, 3 commende di Malia, e i chiese
d'esserlo.** L'imperatore rispose : » Una collegiate, fra le quali distinguevasi quel-
delle più nobili obbligazioni di chi ha il la di Candes, piccola città al confluente
potere è di ricercare il merito; l'una del- della Loiraedella Vienna, dove s. Mar-
le più dolci sue prerogalive è d'onoiar- tino mori in mezzo ad un clero da lui me-
lo.Provo soprallullo questo sentimento desimo probabilmentestabililo. VenneÌQ
quando nìi lice indicare al Santo Padre seguito eretta in collegio di canonici, e co-
qtie'prelati sui quali desidero specialmen- nosciuta sotto il nome di s. Maurizio. Più
te invocare la sua preferenza. E' unospet- tardi prese il titolo di chiesa reale e col-
lacolo consolante il vedere l'accordo che legiata di s. Martino di Candes, ed i re
regna, dopo il concordiito, tra il potere di Francia sempre la protessero. Luigi XI
temporale e lo spirituale nel consagrare e Carlo IX l'esentarono d'ogni imposizio"
la scella degli uomini più degni nel cle- ne. Luigi XiV fece rialzare uno de'pilo-
ro. Vostra Eminenza, così conosciuta pel- ni delia chiesa, e Luigi XV prese provve-
le virtù cristiane e per lo spirito di con- dimenti pel ristabilimento della maggior
ciliazioneche la distinse finora, continue- parte del tempio, che minacciava di ca-
rà, ne sono persuaso, a uianleiiere nella dere nel 1 723. il capitolo di questa colie-
Chiesa quell'unità eh' è la sua maggior giala,non compreso il basso coro, era com-
forza, e ad accrescere, col suo esen)pioj posto del preposto edir2 canonici, fra i

l'influenza d'una religione che non vuo- quali auclie l'arci vescovo di Tours. incon-
le altre armi fuori della pei suasione, e che segueiiza d'una fondazione immemorabi-
per ispirilo di carità ollVe sempre lumi a le, i benedettini dell'abbazia di Ijourgueil
chi erra, rifugio a chi si pente", li car- erano obbligati di matulare 4 «eligiosi a
dinale indicò all'impeiatore i personaggi Candes ne'giorni i i novembre e 4 '"o''^*j
del suo seguilo, e Napoleone 111 [jreseulò ne'quali cadevano le due feste di s. M;u-
all'imperatrice mg.' ablcgalo apostolico tino, per assisterei canonici nel celebrar-
e la guardia nohilediSua Santità. Poscia vi l'ulìlzio con uuiggior solennità. l*rima
ie LL. MM. si ritiiarono ne' propri ap- la rendila dell'arcivescovo di Tonisela
partamenti, il cardinal Morlot colle per- di 4o,ooolire, eletasse per le bollec) )00
sone del suo seguilo fu ricondotto alla fiorini. Prima di parlare de' concilii di
sua abitazione colle medesime carrozzedi Tours, riporterò il promesso cennodiZrt-
corte. La sera il cardinale pranzò con l'im- val, nuovo vescovato sulfraganeo.
peratore e l'imperalrice, insieme al nua- Lavai o Lavai Guyon, rnìlis Guido'
zio pontifìcio, all'ablegalo e alla guardia ìiis^ LavallìurUy città con resideuza ve-
nol)ile,il ministro degli affari esteri equel- scovile di Fiancia, nelU ijielagna mino-
lo dell'islruzioiie pubblica e de'culli. Di- re, capoluogo del (hparlimenlo di Ma-
poi recatosi in Roma il cardinale ricevè yenne, nella provincia diMaine corrispon-
dal Papa \v fillre insegne cardinalizie del dente al Cacìioinaiieii.sis Jgcr delia xi
cappello e dell'anello, e per titolo la chie- romana provincia delle Gallie, divida in
sa dc'ss. Nereo ed Achilleo, annoveran- alla o suj)eilore o meridionale, e in bassa
dolo a Sconci eguz,ioni cuidinalizie. L'ur- o infciiore o sellenlrionale, e compreu-
48 TO U TO U
de 1' altro diparlimento del Sarthe. La e cotone ad uso di Madras, flanelle, mtis-
provincia di Maine dopo aver lungri nien- soline, stamigne, ec.Vi sono inoltre molti
te appartenuto agl'inglesi, fu confiscata conciatoi, edue segatoi pel marmo. Con-
al re Giovanni Senza Terra da Filippo siderabile è il suo commercio, non solo
II, e riunita alla francese monarchia da de'prodotti di sue fabbriche, che si espor-
Luigi XI. La città di Zrt2i><2/, già contea tano in paesi stranieri, ma altresì in lana,
e baronia, che descrissi al suo articolo, ferro, legname per la marina, grani di tri-
uelle proporzioni come luogo in cui nel foglio, refe, marmo, ec. Ogni sabato si fa
1243 fu tenuto un concilio da Gaufrido un rinomato e mercato nella pro-
ricco
o Giuvelio perla conservazione della di- pria piazza, oltre 5 annue fiere, essendo
sciplina ecclesiastica, ora merita che vi molto importante quella de'9 settembre
aggiunga alcun'altra nozione. E situata per bestiame, grani, filo e derrate d'ogni
nel fondo d'una vallata a 1 5 leghe da Ren- specie. Lavai è patria di Guglielmo Bigot,
nes, 16 da Le Mans, e 56 da Parigi; sede d'Ambrogio Pare chirurgo, di David Pii-
di tribunali dir/ istanza e di commercio, vault precettore di Luigi XIII, di Danie-
della conservazione dell'ipoteche, di dire- le Taury letterato, di Giovanni la Frère

zione de' demanii, e delle contribuzioni storico, di Francesco Pyrard viaggiato-


dirette e indirette, di società d'agricoltu- Conta circa 20,000
re, e di altri illustri.
ra, di camera di commercio e d'un con- abitanti. Vi fanno capo le strade di Alen-
siglio di esperti. Eccettuata la vasta e bel- con, Tours e Le Mans. I dintorni sono
mercato per le tele, e il ponte
la piazza di fertili e ameni: in uno de'due sobborghi

nuovo, non vi si vedono che antichi edi- la chiesa di s. Veneranda ha la ficciata

flzi e le vecchie mura. L'antica e alta tor- miscuglio bizzarro di moderno e di go-
re, dimora de' duchi di Lavai e poi de' tico. Vi sono ne'suburbi fabbriche di sto-

duchi Tremouille, serve oggi di prigio- viglie e di maioliche,fornaci da calce, mol-


ne. In fìanco s'innalza un altro castello di le fucine, una cava di (narmo lavorato
costruzione più recente e più bella, ed ivi venato a più colori assai proficuo all'ar-
è il palazzo di giustizia. L'edifizio della chitettura, e un gran numero di purghe o
prefettura, il palazzo comunale, ed il tea- opifizi d'imbianchimento.!! regnante Pa-
tro nulla olirono di particolare. Bensì pos- pa Pio IX ad istanza dell'imperatore Na-
siede due ameni passeggi pubblici, quello poleone III colla bolla Proprium fiùt
,

del Campo di fiera e quello di Hardy, due semper^ de'3o giugno «855, eresse que-
ospedali, un collegio comunale, la biblio- sto vescovato, dismembrando il diparli-
teca pubblica. Essenzialmente manifat- mento di Mayenne, provinciae Medaa-
turiera, è particolarmente Lavai rÌJ»o- nae, dalla diocesi di Le Blans, la cui se-
mata per le sue tele che chiamansi eoa deera allora vacante, e formandovi quel-
nomi diversi. Essa è debitrice a Guido di la di Lavai, che dichiarò suffraganea del

Lavai, uno de'suoi antichi signori, delle metropolitano di Tours. Quindi nel con-
numerose fabbriche di tal genere e della cistoro de'28 settembre preGonizzò(prov-
riputazione di cui godono. Al momento vedendo pure del 'pastore Le Mans, con
del suomatrimonio con Beatrice di Fian- dichiarare l'odierno vescovo mg."^ Gian
dra nel secolo Xlll, egli chiamò presso Giacomo Nanquette dell' arcidiocesi di

di se molli artefici fiamminghi, che inse- Reims, parroco arci prete di Sedan) in 1

gnarono agli abitanti l'arte di tessere le vescovo l'attuale mg." Alessio Casimiro
tele, trovando essi poscia il segreto d'im- Giuseppe Wicart, di Meteren arcidiocesi
biancarle. Vi si fabbrica anche biancheria di Cambray, già vescovo di Frejus e di
da tavola damascata, gran quantità di fi- Tolone (K), con quella proposizione con-
lo di lÌDO, calicot, basini, fazzolclli iu filo cistoriale da cui ricavo quanto vado a ri-
TO U TOU 49
ferire. La cillà conlieue vigiliti circiter ve di artiglieria, volle recarsi alla chiesa
ìitcolarum niillia. Lo parrocchiale chie- a piedi, preceduto dalla croce, che fu al-
sa tifila ss. Trinità, ampia e decorosa, di zala a lui appena entrato nella stazione,
gnslo gotico e romano, venne elevala a e dal clero. Due ali di fanteria accompa-
caltedrale. Ha il ballisteriOjelacuraiJ'a- gnavano il corteggio, e tenevano addietro
nime è affidala al parroco arciprete coa- la folla del popolo, che si prostravaal pas-
diuvato da 5 vicari. Fra le relicjuie si ve- saggio del degno rappresentante della s.

nera l'intero corpo di s. Ifyomedìs mar- Sede. Le truppe della guarnigione, schie-
tyris. il capitolo, come le altre cattedrali rate sulla piazza della prefettura, gli re-

dell'impero diFrancia,si compone di 3 di- sero gli onori militari: tutte lecampane
gnità, d» 8 canonici seiicapilularcs^ ciun della città suonavano a festa. Dopo di es-
theologo et poenitentiario^e LÌiiiUvì preti sere stato il nunzio aposlolico in chiesa,

e chierici addetti al servigio divino. Fel- dove


recossi al palazzo della prefettura,
la decente e comoda abitazione del vesco- fu ossequiato da tulli membri delle va- i

vo, dispose la bolla apostolica. Nella cillà rie amministrazioni della cillà. Nel d\ se-

vi sono due altre chiese parrocchiali mu- guente, dopo la messa, visitò diversi luo-
nite del due conventi di religiosi,
s. forile, ghi pii. Nelle ore ponieridiane ebbe luo-
4 monasteri di monache,uno de'quali os- go la ceremonia del possesso. Dopo che
serva le regole della Troppa, diversi so- il nuovo mg." vescovo fu complimentalo
dalizi, et semina riunì dioeccsamim prò dal podestà di Lavai, entrò processioual-
quamprimuni erigen-
elericis et pueris mente nella cattedrale, e là mg/ nunzio
dum erit,juxtapraedispositaiìi memo- die l'abbraccio al suo collega nell'episco-
ratis apostolicis literis. Ogni nuovo ve- pato, e poscia fece leggere la bolla, che
scovo venne lassato ne'libri della camera innalza Lavai a sede episcopale: finita la
apostolica in fiorini 870. Dioecexeos am- lettura, fu cantalo il Te Deum. Inoltre
hitus ad totani Meduanam provinciani i giornali francesi descrivono con molle
sesc cxtendit,etplura coniplectitur cen- particolarità gli apparecchi falli a Lavai
tena incolaruni millia. Il n.° 289 dei per degnamente accogliere ili." vescovo
Giornale di Roma del 855 riporta un r che veniva dato alla cillà. A spese del mu-
sunto delle minute descrizioni de'giornali nicipio era slato eretto un arco trionfale
di Francia delle feste falle a Lavai pel so- all'ingresso della via Napoleone, sul qua -

lenne possesso che della nuova sede prese le leggevasi: Primo Pontifici Lava llcn-
il vescovo mg." Wicart a'28 novembre, siy e le date della bolla e del decreto che
datogli dal nunzio di Parigi mg."^ Sacconi hanno eretto Lavai a sede vescovile. Al-
arcivescovo di Nicea. Quest'ultimo pre- tri archi furono innalzati da'cittadini, e
lato, mediante un vagone d'onore pre- su quello che indicava l'ingresso alla par-
paralo a Parigi sulla domanda del mu- rocchia della cattedrale era slato scritto:
nicipio di Lavaljgiunse nella città il gior- JVos populus ejus, et ovcs pascuae ej'us.

no precedente col suo uditore, e secondo Quattro obelischi erano sormontati da-
le disposizioni date dal governo, vi fu ri- gli slemmi di Pio IX, di Napoleone UI,
cevuto con tutti gli onori civili e militari del vescovo e di Lavai: ogni classe di per-
dovuti a un maresciallo di Francia nel- sone contribuì a quella grande festa. La
l'esercizio di sue funzioni. Un numeroso città era ovunque ornata, e la sera ric-
distaccamento di genilarmeria a cavallo camente illuminata. Il palazzo municipa-
era destinato a servirgli di scorta, 3 car- le faceva L^'illarea mezzo variati lumi gli
rozze erano stale condotte alla stazione slemn)i ponlilìcio e imperiale; e la popo-
perchè fossero a sua disposizione. Ma mg.' lazione acclama va piena di esultanza i no-
uuuzio, il cui arrivo fu anuuuciato da sal- mi di Pio iX e di Napoleone lU. AU'iu-
VUi. LXXIX. 4
So TOU TOU
(]omani il nunzio fece di buon'ora rilor^ 17 novembre del S^^ ^67, per ordi-
DO a Parigi. ne del re Cariberlo I, composto di 9 ve-
Concila di Tours. scovi, fra'quali era vi s. Germano
di Pa-
1 8 novembre 46 1 da
.*'
Il I fu tenuto a* rigi, Mappinio di Reiras, Eufronio di s.

s. Perpetuo vescovo di Tours, assistito da Tours, che vi fecero 27 canoni e alcuni


f) vescovi, compresi quelli di Bourges e regolamenti intorno a'sinodi provinciali,
di Rouen. Vi fecero alcuni regolamenti all'ordinazione de'vescovi dellaBrelagna,
per ristabilirvi l'antica disciplina e il ce- il digiuno de'monaci, il celibato de'chie-
libato de'preli, egli divisero ini 3 cano- rici, il matrimonio tia prossimi parenti,
ni,ovvero 9 secondo il p. Mansi nel suo
1
l'uffizio divino e le ceieraonie della re-
Supplemento a' Coìicilii.W ."^esorta pre- 1 ì ligione. III. ° canone rinnova l'ordinanza
li e i diaconi a vivere con santità e pu- di tener concilii provinciali due volte al-
rità di corpo e di spirito, come ricercano l'anno almeno una volta,senza che alcu-
la loro dignità e le funzioni che vengo- no possa esentarsi sotto pretesto d'ordine
no loro aflìdate. 11 2.°le«)prail rigore de- regio.ll2.*'dicecheil vescovo maritato de-
gli antichi decreti, i quali privavano della v'essere sempre accompagnato da'chieri-
comunione preti e diaconi che voglio-
i i ci,anche nella sua camera, e talmente se-
no usare del matrimonio: il canone lascia parato dalla moglie, che quelle che la ser-
loro la comunione, ma gli pi iva delle fun- vono,non abbiano nessuna comunicazione
zioni. Il 3.° priva della comunione i chie- con quelli che servono chierici; ma non i

rici che avranno qualche familiarità colle devono esservi donne dietro al vescovo,
donne straniere, vale a dire con quelle chenonemaritato.il prete, il diacono, ov-
colle quali gli antichi canoni non permet- vero il suddiacono che sarà trovato colla
tono loro di coabitare. Il 4-° riduce all'ul- moglie, sarà interdetto per un anno. Le
timo grado chierici, a'quali è pei messo
i donne non entreranno nel monastero de-
il matrimonio^ se sposano una vedova. Il gli uomini. I montici non usciranno, e se
5." scomunica i chierici che abbandone- alcuno si marita saia scomunicato. I ma-
ranno il loro ministero per vivere da lai- trimoni delle religiose sono anch'essi proi •

ci. Il 6.° scomunica quelli che abbando- bili. 11 corpo di Nostro Signore sopra Tal-
neranno la professione ieligiosa,o spose- tare, non dev'essere posto tra le im fun-
ranno delle vergini consagi ale. 11 7.° proi- gini, ma sotto la croce; il che prova, che
bisce qualunque comunicazione cogli o- vi erano già delle croci e dell'immagini
micidi, finche abbiano fatto penitenza. sugli altari, e che l'Eucaristia era custo-
L' 8.° proibisce di mangiare con quelli dita in disparte. E'proibiloa'laici di star-
cheavendo abbracciala la penitenza, l'ab- sene presso raltare,ma la parte della chie-
bandonarono poi per far ritorno a'pia- sa ch'è separata dalle balaustrate sino al-
ceri del secolo. Il 9.° separa dalla comu- l'altare non sarà aperta, se non a'cori de*
nione de'Ioro confratelli i vescovi, che fa- chierici checantano.il santuario.sarà sem-
ranno propri popoli e gli ecclesiastici
i pre aperto agli uomini e alle donne per
d'un altro vescovo. L' i.** separa dalla i pregare e comunicarsi, il che deve inten-
comunione gli ecclesiastici, che lascieran- dersi delle preghiere private fuori del
no il loro vescovo per darsi ad un altro. tempo dell'uffizio. Il 3.° concilio fu cele-
lli2.°non vuole che gli ecclesiastici vadi- brato nel 570. 114° neir8oo,ove l'im-
no a viaggiare in nessuna parte, senza a- peratore Carlo Magno divise suoi stati i

ver lettere di permissione edi»iaccoman- fra'propri figli. 11 5/neir8 3 tenuto d'or-


i

dazione del loro vescovo. Il 3. "permette 1 dine di Carlo Magno per ristabilire la di-

agli ecclesiastici qualche traffico, purché sciplina ecclesiastica, essentlo vescovo di


senza usura. II 2." concilio fu riunito a* Tours Giuseppe. Vi si fecero 5i canoni,
TO U TO U 5i
fra 'quali è detto, che ogni vescovo farà testamento. Il 1
3." concilio celebrato da
delle on»elie contenenti le istruzioni ne- PapaUrbanoII nella 3.'settimana di qua-
cessarie pel suo gregge, e prenderà cura resima, essendo arcivescovo di Tours Ra-
di produrle cliiaratuentein lingua roma- dolfo d'Orleans. Vi furono confermati i

na rustica, ovvero in lingua tedesca, af- decreti del concilio di Clennont, massi-
finchè ognuno le possa intendere. Era- me per la i ." Crociata di Sìria per libe-
no queste le due lingue, che aveano corso rare da'saraceni Gerusalemme e gli altri
in Francia. La .' era quella degli antichi
i luoghi consagrati dalla presenza del Re-
galli romani, cioè il latino, ma corroltis- dentore, per cui nuovamente fu procla-
inOjdalla quale finalmente venne il fran- mata la guerra crociala. Il Pnpa ricusò
cese, secondo alcuni. L'altra era la lin- d'assolvere TadulteroFilippoI rediFran-
gua de' franchi e degli altri popoli ger- cia,come chiedevano vescovi, da lui sco- i

manici. 116.° concilio neir849 contro No- municato per aver ripudiato Berta sua
meno duca di Bretagna e nemico della moglie legittima, e sposato Bertrada di
Chiesa. Il y.^concilio nell'SSS, in cui l'ar- Monfort moglie del vivente Fulcone con-
civescovo di Tours Erardo vi promulgò te d'Angers; grave censura che in Frari'

molti canoni. L'8.° concilio nel 912, sulla eia fu rigorosamente osservata.il i4.'*con-
9.° 65
festa di s. Martino. 11 concilionel925 cilio a' 1
9 maggio i 1 nell'S." di Pente-
sulle decime. Il io.° concilio nelio55, te- coste, che altri anticipano ali i63, pre~
nuto dal legalo apostolico il celebrecar- sieduto da Papa Alessandro III e tenuto
dinal Ildebrando, poi s. Gregorio VII , nella chiesa metropolitana, coll'interven-
e dal cardinal Gerardo, contro gli errori to di I
7 cardinali,! 24 vescovi e fra'qua-
di Berengario arcidiacono d'Arles emae- li uiolti arcivescovi compreso loscio di
tro di scuola di Tours, eresiarca capo de' Tours,edi,s. Tommaso arci vescovo diCan-
Bcrcngarlaiiio S(igranienlari(F.), già torbery,non che di 4^4 ^t»^''»^')^'^''^""^
condannati da' Papi s. Leone IX e Vit- quantità d'altri ecclesiastici: i collettori
tore li, essendo a rei vescovo di Tours Bar- de'concilii non sono d'accordo sul nume-
tolomeo. A Berengario fu data libertà di ro de'cardinali e vescovi che si trovaro-
difendere la sua erroneYi opinione, dispu- no presenti a questo concilio. Essi appar-
tando con Lanfranco, ma non avendo co- tenevano, come gli abbati e gli altri, alle

raggio difiirlojconfessòegli pubblicamen- Provincie de're di Francia e d'Inghilter-


te la fede comune della Chiesa, e giurò ra, ubbidienti ad Alessandro III. I Sam-
che d'allora in poi egli crederebbe cosi. mariani che sostengono la data del
63, i 1

Soscrissedi propria mano l'abiura, e i le- riferiscono, che il concilio scomunicò l'an
gati credendo quel versipelle convertito tipapa Vittore V, ed i suoi fautori sci-
lo amniisero alla comunione. L' i.° con- i smalici, mentre neh 65 1 egli era morta
1060, celebralo il .° marzo dal
cilio nel 1 e sosteneva il lagrimevole scisma l'anti-
dotto cardinal Stefano legalo di Papa Ni papa Pasquale III. Aggiungono, che A-
colò 11, e da io vescovi Ira'quali Barto- lessandro III dopo il concilio elesse per
lomeo arcivescovo di Tours. Il cardinale suo soggiorno Sens, e dimorò dal ."ot-
vi i

fulminò colla sentenza d' anatema Gof tobre I 1 63 fino alla Pasqua del 1 65,cioè 1

fredo il Barbato conte d'Angiò. Vi si fe- per 18 mesi circa, dandovi spedizione agli
cero io ovvero 19 canoni sui benefìzi e al- affari di tutta la Chiesa come fosse stalo
tre materie ecclesiastiche. Il 12.° di epo- in Roma. E' indubilaloche nelconciliosi
ca contrastala, nel quale ftuono confer- fecero 10 canoni, la maggior parte ripe-
mali i h'gali pii falli da Gervaso vescovo tuli ne' cuncilii precedenti, sopra varie
diLe Mans, e venne scouìunicato chiun- materie di giurisdizione e di disciplina CG-
que tentasse di opporsi all'esecuzione del clesiasticu.Si dichiararono nulle le ordina*
52 T O U TOU
zioni dei psendo Villoie V, e degli aliti propria autorità, altrimenti là sentenza',
scisrualìci suoi seguaci. Furono condan- Le scomuniche saranno ful-
sarà nulla.
nali nuovamente i Manichei^ nominati minate maturamente, e dopo le monizio-
poi Jlhìgesì, che desolarono le parti di ni e gl'intervalli convenevoli. Proibizio-
Tolosa {F.), co'quali rigorosamente fu ne a'chierici e a'monaci d'aver delle ser-
proibito di aver nessun commercio sotto ve nelle loro case e ne' loro priorati; e
pena di scomunica. II i5.° concilio nel a' benefiziati o chierici, impegnati negli
1236 a' 10 giugno, presieduto da Juhelloo ordini, di non lasciar nulla per testamento
Ivello deMatefelon arcivescovo di Tours: a' loro bastardi o alle loro concubine." Il

vi si fece un regolamento conlenente i4 concilio provvide ancora sul vestilo de'


articoli, ih.'* de'quali dice. « Noi faccia- chieiici, sul permesso da darsi a'monaci
mo rigoroso divieto a'crociali, e agli al- d'uflìziare nella parrocchia, ec. 1117." nel
tri cristiani di uccidere odi percuotere gli 1 282, celebrato il ." agosto fino a'5 dal-
i

ebrei, di spogliarli de' loro averi e di far l'arcivescovo di Tours Giovanni di Mon-
loro altri torti, poiché la Chiesa li soffre: soreau, co'suoi suffraganei. Oltre la rin-

non volendo la morte del peccatore, ma novazione de'ca noni de'suoi predecessori,
la sua conversione." JXegli altri è dello. vi condannò molti abusi, che fan crede-
9» Che i vescovi avran cura della sussi- re che legnasse allora nella provincia lo
slenza de' nuovi convertiti, affinchè non spirito di litigio. I suoi 1 3 canoni princi-
tornino a'ioro errori sotto pretesto di po- palmente riguardano processi comincia- i

vertà. I testamenti saranno rappresentati li senza titolo sufficiente, la condotta del


al vescovo, ovvero a chi esercita la sua clero regolaree secolare, profanatori del- i

giurisdizione, tra io giorni dopo la morte le chiese, gli usurai, la giurisdizione ec-
del testatore; ed avrà cura, che sieno fe- clesiastica. 11 18.** concilio fu tenuto nel
delmente eseguiti. Quelli che hanno due 1 448 *" Tours o in Angers, sopra i costu-
mogli nel tempo stesso, saranno pubbli- mi; meglio ne parlai in quell'articolo, e
camente denunziati infami, e messi sulla fu presieduto dall'arcivescovo Giovanni
scala pubblica, poscia frustali, se non si Bernard. Il 19." concilio ebbe luogo nel

redimono con un' ammenda." Altri ca- 1467. Nel i5io durando le deplorabili
noni riguardano gli avvocali ecclesiastici, diflerenze insorte IraLuigiX II re di Fran-
i commissari delegali della s. Stàe^ i giu- cia e Papa Giulio II, nel settembre fu te-
dizi de' vescovi, gli scomunicati, ec. Hi 6.° nuta inTours un'assemblea, per occasione
concilio neh 289, presieduto dal nomi- della scomunica e interdetto fulminati da
nato arcivescovo di Tours, coH'intervento quel Papa contro il re e il regno. Luigi
de' suoi suffragane!. Yi si pubblicarono XII volle far esaminare in essa da'piìi doli-
j 3 canoni ovvero articoli di riforma, con li uomini del reame, se gli fosse lecito ia

approvazione del s. concilio; il che mo- coscienza di far valere il suo buon diritto^
stra che questa formola non era partico- di vendicar la fede de'tratlali (il Pcipa co-
lare del Papa e de' suoi legati. Questo me padre comune, non volendo opprime-
concilio comanda » In ogni parrocchia
: re i veneziani, erasi ritirato dalla lega di
•visaranno 3 uomini, chierici o laici, de- Coìnhray^ onde i francesi gli fecero guer-
putati per render conto al vescovo o al- ra), violata da Giulio II,efìnoa qual se-
l'arcidiacono, quando saranno informali gno ei dovesse rispettare le armi spirituali
degli scandali contro la fede e buoni co- i della Chiesa, tra le mani del suo aggres-
stumi. Li sagramenti saranno anjmini- sore, che non se ne serviva, al dire del re,
strati gratis^ ma senza pregiudizio delle che per sostenere l'ingiustizia, e in affari
pie costumanze; i curati o rettori non i- puramente temporali (da queste imputa-
scotuunicherauuo i loro panocchiani di zìodì diversi imparziali scrittori difesero il
TOU TO U 53
Pflpa, etl io propugnai l'opernloda /?/« sliche, intorno a quelle cose per le quali
Ho 11^ iie^i articoli relativi alla fanesta v'era costume di ricorrere alla s. Sede?
guerra, e al conciliabolo che il re contro Si rispose, diesi dovea osservare il diritto
eli lui fece adunare in Pìsa^ Milano e Lio- antico (formato dal più forte) e la Pram-
ne , facendogli ribellare alcuni cardinali matica sanzione [1-^.) del regno presa da'
•francesi e spagnuoli). Si ridusse nell'as- decreti del santo (scismatico e concilia-
semblea 8 ardite propo- bolo) concilio di Basilea (l^.). ^ Se
la <]uestione a 4 il

sizioni jìer arte del re, con un apparente Papa senza badare alle regole della giu-
teojperaniento, che fliceva credere nelle stizia, e alla formalità del gius, nou im-
più minute espressioni il rispetto di quel piega che le sue armi e le vie di fatto, pub-
prìncipe per la s. Seàe. che combatteva blica delle censure contro questo princi-
vivamente nel suo ben degno capo. Ecco pe, e contro quelli che lo proteggono e lo

le più essenziali. vSi domandava ini.°luo- difendono (il feudatario ribelle al suo si-

go, s'era permesso a un principe, il quale gnore temporale il Papa), è egli necessario
difende la sua persona e i suoi slati, non deferirvi? L'assemblea decise, che siffatte
solamente di respingere l'ingiustizia (la censure sarebbero nulle, e che secondo il

storia non dichiarò aggressore Giulio li, gius non legherebbero in nessun modo,
bensì Luigi XII) colla forza dell'armi, ma cioè secondo il loro modo di vedere che
di occupare eziandio (come le occupò) le portava allo scisma e di erigersi a giudici
terre della Chiesa possedute dal Papa, suo delsommoPontefice,al quale solo Dio die
dichiarato nemico (pe' gravi motivi qui ilpotere di sciogliere e legare. Queste ol-
appena accennati), non con intenzione di traggiose proposizioni e perniciose rispo-
rilenerle, ma a solo oggetto che il Papsj qualificarono da taluni scrittori, mi-
ste, si

Tion diventi più potente col mezzo di quel- sureda prendersi per ledi tferense insorte,
le terre. Fu risposto da'consiglieri ligi al onde farle terminare di comun accor-
re, e pieni di gallicanismo , che questo do. Meglio altri imparziali scrittori ri-
è permesso a un principe con certe con- conobbero nell'assemblea di Tours, non
dizioni. 2.° S'egli è permesso a un prin- mai un concilio, piuttosto un conciliabolo.
cipe in grazia di quest' odio dichiarato K vero die nell'assemblea fu stabilito di
(così volle qualificarsi la difesa: la puni- mandare alcuni oratori al Papa, i quali
zione di Giulio II), di sottrarsi all'ubbi- trattassero con essolui della pace, ma eb-
dienza del PaprT(imitando l'antenate d'in- bero pure che in caso che
le istruzioni,

felice fama Fdip))0 IV il ^eZ/o, sacrile- l'avessero trovatooppostoecontrario nel


go oltraggiatore di Bonifacio Vili), quan- convenire ne' loro sentimenti (a motivo
do il Papa suscitò degli altri principi con- dell'inammissibili pretensioni dell'orgo-
tro di lui (di necessità dovette collegarsi gliosa re) si appellassero al futuro con-
per diftmdersi dalla |)ossenfe Francia , cilio , il che era proibito e riprovato da
mentre il re sottrasse dall'ubbidienza di pontificie bolle. Ma Giulio II, di alti spi-
Giulio li il suo feudatario Alfonso l du- riti, rintuzzò tanto ardire e il minacciante
ca di Ferrara)^ e quando gli ha indotti scisma, non meno l'audacia de'cospira^
a icnpadronirsi delle sue terre? Fu deci- tori del conciliabolo Pisano ; denunziò
so da' conosciuti dottoroni: ch'egli pote- quindi il concilio generale di Laterano
va sottrarsi all'ubbidienza del Papa non V^ che altamente commendò il da lui o-
in tutto, ma solamente in difesa de'suoi perato, e gravi scrittori egregiamente lo
diritti temporali. 3." Supposta questa sot- difesero (come Angelo aiiacoreta di Val-
trazione, douiandò, che cosa dee fare
si Iombro8a,il licllarmiuo.ilChastaigner ed
un principe ed suoi sudditi come al-
i
, altri), dimostrandolo doupiamente glo-
tresì i prelati e le altre persouu ecclesia- rioso, pel sacerdozio santamente esercì*
54 TOU TO U
tato, e pel principato valorosamente so- l'uso delle carni i mercoled'i e lutto l'av-
stenuto. Il cardinal del Carrello arcive- vento. Quanto alle religiose, si proibì d'e-
scovo di Tours ben affetto e consiglie- leggerne alcuna in abl)adessaopriora,che
re di Luigi XII , alle cui istanze Giulio non fosse arrivata all' età di 40 anni, e
li l'avea crealo cardinale e arcivescovo, non ne avesse 8 di professione religiosa.
si adoperò in questa gravissima differen- 4.°Visi trattò delle sepolture,della giuris-
za con tutto l'iaìpegno col re, il quale e dizione ecclesiastica della visita, della con-
per la pietà della regina Anna di Crela- servazione de'beni ecclesiastici, de'serai-
gua, abbandonalo il conciliabolo Pisano nari, delle scuole, dell'università. Furo-
trasferito a Lione, aderì al concilio La- no pure rinnovati i decreti del sinodo di
teranense, ed a mezzo del cardinal di Lu- Lauriac,e venne ordinalo che tulli gli anni
xemburgo domandò la pace al gran Giu- si leggerebbe in tulle le parrocchie la bol-

lio II. Il 20.° concilio lo presiedè Simo- la del Papa s. Pio V control simoniaci e i

ne iViaillé arcivescovo di Tours, nel set- confidenziari, nella domenica di Passio-


lembrei583in detta città, e poi compito ne. L' arcivescovo di Tours si adoperò di
in Angers. V'intervennero i sufiraganei, richiamare a'doveri di sudditanza le genti
vale a direi vescovi d'Angers, Nantes, s. dallo studio di parte agitate. Tulli i ri-
Brieux, Rennes, Quimper, i deputali di cordali regolamenti fmono confermati
s. Malo e di Le Mans, e quelli del capi- con breve da Gregorio XIII dello stesso
tolo di Treguier. Vi si lesse un'istanza, anno, e pubblicati per ordine di Enrico
che dovea essere presentata al re Enrico III. Reg. 1.12, 20, 21, 25, 26, 27, 34,
IH per supplicarlo a ordinare la pubbli- 36. Labbé t. 6, 7, 8, 9, 1 o, ( I , I 3, 1 5. Ar-
cazione del concilio diTrento ne'suoi stati; duino t. 3, 4» ^j 6, 7,9, 20.
e un'altra istanza a Papa Gjegorio XIII TOUSIoTOUSSIotOUSAY.Luogo
per impegnarlo a rimediare a certi abusi di Francia nella diocesi diToul e presso ta-
in proposilo de' benefizi ecclesiastici. Si le cillà nella Lorena. Nell'SGo a'22 otto-
ordinò una formola di professione di fe- bre vi fu celebrato il concilio TussincensCi
de, da farsi sottoscrivere a tulli i bene- dello anche Tzf//e;z.?e, composto di 4o ve-
ficiati. Si fecero de'regolamenti controia scovi di 1
4 Provincie. Stabilirono 5 canoni
simonia e la confidenza. Sopravvenuta la contro le ruberie,i saccheggi, gli spergiuri,
peste in Tours, il concilio fu trasferito in e gli altri delitti allora comuni e domi-
Angers. Ivi si fecero utilissimi regolamen- nanti. Sebbene soli 4 ' vescovi vi assistero-
ti sopra molti soggetti importanli. ."Vi i si no, per mezzo de'loro deputali sottoscris-
trattò del battesimo, e della scella de'pa- sero gli alti altri 17, ovvero si mandarono
drini.Vi si proibì di reiterare questo sa- loro per firmai li, il cheda'concilii qualche
gramenlo, nemmeno sotto coudizione, a volta pratica vasi cogli assenti. Fra'presen-
quelli che lo aveano ricevuto dagli ere- ti eranvi i vescovi slati a'concilii di Quer-
tici, e che avessero impiegalo la materia, cy e di Valenza nel Delfìnalo, ma non vi
la forma e V iuleuzione richieste. 2." Vi si parlò ne degli articoli del i.°, né de'ca-
si trattò della Confermazione, dell' Eu- noni del secondo; bensì fu eslesa una let-

caristia, del sagrifizio della messa, del ma- tera sinodale, nella quale vi si riconob-
trimonio, dell' ordine, della celebrazio- be la predestinazione degli eletti alla glo-
ne delle feste, del cullo delle reliepiie. 3.^ ria eterna; l'esistenza del libero arbitrio
Della riforma e della disciplina ecclesia- nell'uomo dopo il peccato d'Adamo, ed
stica, de'doveri de'vescovi, de' canonici, il bisogno che ha d' essere sanato dalla
de'curali ec. Ss ordinò a'monaci di por- grazia di fare il bene; la volontà di Dio
tare lujugrnn corona e di radersi la bar- per la salute di tulli gli uomini; e la mor-
ba , e fu proibito a tulli senz'eccezione ie di Gesù Cristo per lutti quelli che sodo
TO V *TOV 55
soffomessi alla legge di morire. Tale fu haleola, tovagliuolo o tovagliuolino, ed
il (ine delle dispule, ch'erano insorte nel- anche salvietta, quel piccolo pannolino
la chiesa di Francia sopra la predestina- che si tiene dinanzi a mensa per nettarsi
zione. Condì, t.8, p. 702; Mabillon, A- le mani e la bocca; ed ancora il mantile
nalcct, l.i, p. 58; Siiniond, Concilìor. o \*ascìag!ilo\o,nlanutergium,sudariam^
Galline t. 3. Si fli menzione d'uD- altro più lungo che largo, per uso d'asciugarsi
concilio Tussiacense celebrato neir866, le mani e simili; e il fazzoletto, manualis,

sulla disciplina ecclesiastica. sudariolum. De' tovagliuoli, o mantili o


TOV^f^LX \,Tohaleay Mappa^Man- asciugamani usati nelle funzioni ecclesia-
tilt'. Panno lino bianco per lo più tessuto stiche, come pure de'fazzoletti usati da'
a opere per uso d'apparecchiare la mensa, sagri ministri parlai a'Ioro luoghi, sia per
sopra la (juale si posano le vivande, e per la Lavanda dell' Altare, sia per la La-

coprire la mensa dell'altare. 11 Chimen- vanda delle mani, sia per la Lavanda
telli, nell'erudita sua opera, Marmor Pi- de* piedi (F.) Tuttociò premesso, io qui
saniim, de honore BisseUii (in cui rac- intendo parlare della Tovaglia delV Al-
colse le notizie sulla sedia con due brac- ^^r<?,copei tura e ornamento di sua Men'
cia ch'era presso i romani contrassegno sa, nonché copertura della Pietra sagra,
di dignità, non meno che di tutte le seg- sotto la quale è il sepolcrino colle ss. Re-
giole degli antichi), deriva l'etimologia liquie, però debbo notare che al contatto
della voce Tovaglia da Torà li, ch'erano della mensa è propriamente la sotto-tova-
coltri tappeti sovrapposti a'letti,o guar- glia d' incerata, il Zaccaria, Ononiasti-
nizioni del giro del Letto, di color bian- curn Rituale , riporta i diversi vocaboli
co, ornali di ricami in oro o di arabeschi, co* quali fu denominata, cioè: Toalca,
fatti coll'ago o col pennello, in vari pezzi Toalia, Tohalea, Tobalia. Quindi la de-
o segmenti di roba, cucili sopra que'pan- finisce: Mantile, nohis tovaglia lintea^

ni, ne'quali forse ricorreva il medesiino queis Aitarla teguntur,manus mundan-


lavoro, e perciò detti anche fegmentari. tur, etc. Hinc Toalia dicitur linteum ,
il Muratori nella Dissert. 33. chiama quodante Pontiflcem equitante a sub-
"'

germanica la voce Tovaglia o Manille, diacono ferebatur, ut illc OS posset ab-


ossia quel pezzo di tela cuopre con cui si stergere, si spuere vellet. Ed alla voce
la mensa. Dal latino Tarale è venuta Tuilla, la spiega Tobalea,Sindon, Map-
questa voce, secondo Ferrari, Menagio e pa: Sacrista ex tendi t pallium et unani
lìerlelo; il che non crede Muratori. Du- tuillam super Corpus Domini, et cereuni
bitò Carlo Dati, che potesse discendere corani eo accendet. Anche il Magri nella
da Tavola, che cos'i appelliamo la men- Notizia de' vocaboli ecclesiastici, ^W-AvW'
sa. Pretese riiichesio, che dall'antico vo- colo Toalia, fi menzione col ceremoniale
cabolo de'franchi Tuele, Duele, Dava- di Cencio Camerario, del suddiacono che
hiloy s'abbia a trarre l'italica Tovaglia. anticamente precedeva il Papa nella ca-
Anche francesi dicono Tovaìlle, e il Fu-
i valcata con tovaglia perchè esso potesse
retiere stiuìa venuta da essi tal voce in con quel panno astergere la bocca,se vole-
Italia. Muratori osserva, che forse è il va sputare, e crede che fosse un asciuga-
contrario. I franchi, come tutti s;mno, toio peloso. Ma propriamente della tova-
derivarono da nazione germanica, e che glia dell' Altare ecco (pianto riferisce il

tal nome fosse in uso presso gli antichi Lambertini.poi Benedetto XIV, nel Trai*
germanici cel fanno intendere le Glosse tato della s. 3Iessa, secondo la Rubri'

Fiorentine pubblicate dairEccardo,(lovc ca. L'altare in cui sì deve celebrare il s.


Mamitergio è detto in icdescoTuvaliilLf. Sagri/izio della messa, dev'essere di pie-
Da Tovaglia si disse tovagliuolaf To- Ira e consagrato dal vescovo, e se l'altare
56 TO V' TO V
non è tll pietra, deve esservi almeno la ove pnria de'dinconi, così scrive: Horum
pietra sagra. L'altare devees*iere coperto est ministerium Epistola legere, Levitis
di tre bianche tovaglie benedette dai ve- ministrare. Aitarla componerCy Sub'
scovo, o da altri che abbiano l'autorità stratoria , Pallas, Corporalia lavare.
di benedire. La tovaglia superiore deve E leggendosi in alcuni codici del WhvoPon-
essere hniga, ed arrivare (da'due lati) si» tificale nella vita di s. Ormisda Papa del
DO a terra, e le due altre più brevi; pò. 5 1 4, che regalò Clamydem imperialem.,
tendo anche bastare una sola, purché sia et Subsutorium sub Confessione b. Pe->
laddoppiata.Quind indice antico il costume Il Du Gange naìGlossarium,
tri Apostoli.

delle tovaglie sopra gli altari, ondeOltato alla parola Substratorium, dice non do-

Milevitano (fiorilo nel 370) lasciò scritto: versi leggere Substorium, ma bensì Sub-

Quisfidclium nescit, in per accudìs my - stratorium. Dice inoltre il Lambertinì,


stenis ipsa ligua^ cioè gli altari ch'era- che non vi è cosa veruna di particolare
no di legno nell'Africa, linteamine ope- circa il fazzoletto ossia Manutergio, e che
riri? Inter ipsa Sacramenta Velamen nel Pontificale Romanum {anche nel Ri-
potiùt tangì,non lignum . E Vitlored' li- tuale Romanum, ed il Catalani nel Ri-
tica nel lib.i.° della Persecuzione Afri- tuale Romanum Commentariis cap. 28:
cana riferisce, che certo Proculo man- Benedictio Mapparum, seu Linteami-
dato contro i cattolici dall'eujpio Gense- num Altaris) è la formola della benedi-
rico (re de' vandali del 4*^7 )> ^o" mano zione delle tovaglie ,cioè la Benedictio
rapace devastò tutto, e delle tovaglie deb Mapparum, Liiiteamìnum Altaris.
sive
l'altare si fececamiscie e brache. Ed in li iVlacri al vocabolo Substratorium di-
un concilio di Reims, allegatoda Ivone, ce ch'era la tovaglia più grossa, colla cpia-
nella 1." parte del decreto al cap. iZi così le si copriva l'altare, sopra di essa polsi
'«'iene stabilito: Ut Mensa Chris ti, idest stendevano l'altre due più sottili, còme si

Altare^ ubi Corpus Doniinicuni con* legge nel Sagramentario di s. Gregorio


secratur, uhi Sanguis ejus hauritur, I, mentre si parla dell'ordinazionedel sud-
uhi Sanctorum Reliquiae reconduntur^ diacono: Pallae, quae sunt in Substra-
uhi preces et vota populi in cospectu torio in alio vase debent lavari, in alio
Dei a Sacerdote offeruntuTyCmn oninive- corporales pallae (a tempo di s. Grego-
neratione honoretur yCt niundissimis /m- rio 1 del 590 , in detto Sagramentario
teis etpallis diligentissimecooperiaiury si dice: His temporibus ires Mappae, seu

nihilque super eo ponatur, nisi Capsae Linteamina, sive, uti hodie loquuntur,
cuni Sanctorum Reliquiis, et quatuor tres Tobaleae quae prius per benedi' ,

Evangelia, Queste tovaglie debbono es- ctionem, de qua mox infra, consecra-
sere tre, come si deduce dall'antico cano' taefuerint, requirunt, aut saltem duae,
ne, Si per negligenliam de consecrat. quaruni una simplex sii, altera vero sic
disi. 4, ove s'impone una grave pena a chi complicata ut duarum locum teneat). ,

versa il Sangue di Cristo, ch'è nel calice, E nel vocabolo Manutergiuni io spiega
e si prescrive ciò che deve farsi, se arri- asciugamano: Ubi cuni ventum fuerit,
va alla 4/ tovaglia, valutandosi peri. "to- et Episcopus sedem petierit antecedant
vaglia il Corporale, sotto cui sono le al- duo acolyti cum Manutergio, et genu-
tre 3 tovaglie dell'altare. Sindoni (F.) so- Jlexi ante eum totum illi sinum eodem
no chiamate queste tovaglie negli atti del- cooperiant, ne lavans manus aqua ca-
JaChiesa di Milano; e Substratorium vien sulam aspergat, come si legge nell'Or-
detta la tovaglia dell'altare, sopra cui si dine Romano, ivi ragionandosi dell'or-
stende il coi porale. Stefano vescovo Edu- dinuzione de'suddiaconi si dice: Hi igitur

nese, />« Sacramento Altari, ai cap, 5, cum ordiiiaritur sicut saccrdotes, et levi^
T O V TOV 57
taf mfttiìis impositionem non suscipìui^^ tovaglie cominciò nel secolo IX, riferen-
st(l patt'iiain tantum y et de cab'ceni de done l'origine alla decretale Si per ne-
Episcopi ^el ahArchidincono schy'
ni (UHI gligcntiani, non tenuta per vera da'criti-
phuni aniiae cum atpnmanili, et Mann- ci,e attribuita a s. Pio I deh 58. Crede
tergium accipiunt. Di clie traila ancora altresì che coloro i quali considerarono
Isid., De Eccl. ofjìc. Ilb. 2, ca(3. io. Inol- quel decreto come emanato dal ricorda-
tre Magri al vocabolo Ma/malis, lo spie- lo Papa, cominciarono pe'primi a mette-
ga fazzuielto, e che si legge nel martirio re 3 tovaglie di tela sull'altare, conforme-
tli Montano: Et (pio praecis suae fi-
s. mente a quel canone, e che quest'uso ven-
iJenifaceret^ Manudlcm,(pio oculosfue- ne [)oscia prescritto ne'concilii,ne'messa-

rat ligatus.in partcs diias discidio. Par- li,ne'libri ceremoniali, soprattutto dopo il
lando (Iella [Mappa o tovaglia dell'aliare, secolo XV; di maniera che può'dirsi qua-
elice che dev'essere di lino conforme il de- si universale in oggi nelle chiese d' occi-
creto di Papa s. Clemente del f)3 e di I dente. Prima del secolo IX mette vansi in-

607, essendo purechia-


lionifacio 111 del differentemente sugli altari delle copertu-
niala Pallae, Endotys, Syiidon^ avver- si dice che s. Leo-
re di stoffe preziose, e
tendo a Palla che non può essere di bom- ne IV deir847 fece eseguire una copei*-
Lace, secondo le prescrizioni delle rubri- tiu'a di seta trapuntata d'oro, per l'altare
che. Nondinieno leggo oéla Biblioteca sa- di s. Pietro. Si legge nel p. Mabillon, illit-

gra all'arlicolo M'.?.y<3. «Per celebrare la sei Italici, xìéVAppendix all' Ord. Rom,
uiessa abbisognano, regolarmente parlan- XI, De consuetudinibus Confessionis h,
do, Ire tovaglie bianche di lino, odi ca- Petri, per la messa che vi cantava il Pa-

nape fino, o di cotone ne'paesi ne' quali pa: tob alias frisatas et opertas,quae to-
manca che tali tovaglie sie-
la tela di lino; tantum
tani altare colligant sine frisio,
ro berjcdettedal vescovoo da un altro ap- frisatas, non parvas vel magnas. Ora le
provalo a lai e^'ello (Rdbr. par. i, lil. 20, tovaglie sono di lino di varia specie, e la
cap. 3o e 4o De consecr, disi, i
). Due Io- prima è ornata nella parte anteriore e
Taglie bastano però ne'paesi in cui l'uso nelle laterali di merletti diversi, talvolta
ha prevalso come in Ispagna, almeno ai nobilissimi, tale altra con fodera sotto per-
tempi di Suarez, e si può anche limitarsi a chè meglio figurino i trasparenti, che so-
una sola in caso di necessità, qual sareb- gliono essere di seta o altra stoffa rossa,
be se si dovesse perciò privare un amma- turchina o di altri colori. Non mancano
Jato del s. Viatico, ovvero una comimilà tovaglie con merletti d'oro più o meno
di una messa tli precello. S\ può ne'me- ricchi, e ne ho vedute di lauta magnifi-
desimi casi di necessità servirsi di tova- cenza, il cui allo ornato invece di mer-
glie non benedette, ma non mai di tova- letto erano piccoli drappelloni a spicchi
glie imbrattate, lacere, o indecenti in qual- ricamati superbamente in oro. L'ai). Di-
siasi maniera". Vogliono alcuni, che pri- clich nel Dizionario sacro-liturgicOyCol-
ma del secolo 111 si coprisse ordinariamen- la Rubrica del Messale dichiara : Che
te l'altare con una sola tovaglia, e soltan- fallare copre con 3 tovaglie monde
si

to quando doveasi celebrare la messa, co- (senza cornice all'intorno, ma con una fa-
meosservavasi in molti monasteri di Chi- scia in seta, od in oro lavorata, colla qua-
ny, e poi si levava del tutto (il Magri nel le inghirlandala la ficcia delTallare, ap-
Jlierolexicon asserisce, che altrettanto parisce più adorno), benedette dal vesco-
pt'aticavasi nella chiesa di s. Giovanni di vo o da altro avenle la ficollà (perchè il

Lione, e in molli monasteri della città di vescovo può delegare in ciò che non è d'or-
Corruuna nella Spagna). Il Hoccpullot nel- dine vescovile, tua di sua giurisdizione sol-
la Liturgia sagra, dice che l'uso dello 3 lunlu, e purché non esiga l' uiuione del
58 TO V TO V
sagro crisma); la superiore sia lunga, che lino), ed il Manipolo (V.) che originò dai
giunga fino a terra, più corte poi le al- tovaglioli o fazzoletti di lino che i chierici
tre tltie, oppure una duplicata. Meglio e si legavano al braccio sinistro per netta-
con piì^i erudizione critica ne ragiona al- re il naso e la fronte; ed il Galletti nel Pri-
l'articolo Tovaglie e loro benedizione, la mìcero a p. 3o, li chiamò strumenti ne-
quale dice necessariaaltrimenti non si , cessari alla mondizia del corpo, tanto con-
andrebbe immune da colpa scientemente veniente alle sagre funzioni; egli erudita-
celebrandovi, fuori del caso di necessità, mente con altri disse la mappula essere
come \uole Gavanto, il quale dice che le anche veste ecv\e^\^?>{\cdi.\Mappulari(V.)
tovaglie devono essere tre in honorem ss» nella Lavanda de piedi à^X Papa, avea-
Trinitatis. Siccome alcuniopinarono po- no cura d'asciugarli con tovagliolo, quan-
tere essere anche di bombace, pure si de- do si riposava nel Letto de^ paramenti
ve tenere allriraenti, giusta il decreto ge- (/^.). Tra le ceremonie della consagrazio-

nerale della s. congregazione de'riti. in una ne della Chiesa (F^.) e de'nuovi Altari,
visita pastorale di Venezia fu ordinato ,
vi è la benedizione delle tovaglie, come
che oltre le Stovaglie, ve ne fosse un'altra pur fece Gregorio XVI nel consagrare la
di tela cerata; ciòper altrove è di puro nave traversa della patriarcale basilica di
consiglio. Questa ultinia sotto-tovaglia o s. Paolo, e l'altare pontificio, il che rile-

copertura della mensa, si pone immedia- vai nel voi. XI, p. 25 ; nel consagrare l'al-
1

tamente sulla nuda mensa dell'altarestes* tra parte del medesimo Tempio e l'alta-
so. Vi è pure la copertura di tutte le to- re della Conversione di s. Paolo, il Papa
vaglie, principalmente perconservare più Pio IX non benedi le tovaglie per essere
netta la tovaglia superiore, e si suole fa- già stale benedette, come rimarcai descri-
re di pelle corame verde, rossa o di al- vendo quella funzione nel voi. LXXIII,
tro colore, ed anche di tela grossa di co* p. 373. Nella Cappella pontificia (F.)
lori diversi. Nella chiesa greca la7oi'^g'//Vz quando il Papa celebra il vespero ordi-
detta Antimensa è una specie di tovaglia nario o pontificale, al canto del Magnifi-
consagrata, di cui si fa uso in certe occa- cat, prima che si rechi a incensar l'alta-
sioni, ne'luoghi dove non si trova altare re, un chierico leva dalla mensa la testie-

conveniente. Osserva il p. Goar, che ri- ra colla mitra papale, e due Uditori di
guardo alle poche chiese consagrate che Rotaj assistiti da un maestro di ceremo-
aveano i greci, ed alla difficoltà del tra- nie, vanno a distendere nella detta men-
sporto degli altari consagrati, la chiesa gre- sa la sopra-tovaglia(che mg.MeLigne dot-
ca per secoli interi fece uso di certe stof- to prefetto de* iMaestri delle ceremonie
fe consagrate o pannilini chiamati Antì- pontificie, mi diceva da' liturgici antichi
mensia per supplire a queste mancanze. chiamarsi Strogolo, vocabolo di cui non
Le tovaglie dell'altare sono Pannilini sa- mi riuscì trovare l'etimologia in Du Gan-
gri (V.), e weW Istruzioni delle suppel- ge, Mabillon, Macri , Gatlico, Catalani,
lettili ecclesiastiche di s. Carlo Borro- Cancellieri, e neppure nell'opera de Se-
meo, nel cap. De Mappis, Tohaleisve Al- cretariis, Borgia, Moretti, Garampi ed
taris, si legge: Mappae ipsae, quae Ve- altri), la quale trovano ripiegata verso il
aut Sindones alias di-
la^ l^elamina'.' e ^ gradino de'candellieri; indi si trattengo-
cebantur,supernamAltaris partem con- no lateralmente all'altare per nuovamen-
tengentes^ e lino, aut uhi lini copia, non te alzare e ripiegare la sopra-tovaglia sul-
est, e cannahi sint. La tovaglia dell'alta- la mensa stessa, dopo che il Papa ne ha
re si disse ^wzhQ Mappa[y.)^e talvolta \.tvm'\x\9,ioV Tncensazioìie. Il Cancellieri
Mappula {y.)ì come mappula si disse il nella Descrizione delle cappelle ponti-
Baldacchino (di cui riparlai a Ombrel- fide, non descrive affatto tale distesa del-
TO V TOV 59
la sopra-tovaglia e sua successlta ripiega- posto). Quindi il Papaseguitoda'cardìna-
tura, dicendo lìoltanlp dell' incensazione li assistenti, dall'uditore di rota custode
dell'aitare eseguila dal Pupa ne* vesperi della mitra, in mezzo a due camerieri se-
ordinari e in quello pontificale. Quanto greti , ed alzando le fimbrie della falda
ho narralo si eseguisce di fallo in tulli i due uditori di rota, ascende i gradini del-
vesperi inluonati dal Papa, lauto ordina- l'altare. Si auteniduo tantum auditores
ri che ponlificali. Nondimeno, secondo le intcressent, elevata tohalea altaris (e in-
prescrizioni rituali,dovrebbe fare tut-
si vece la distendono) veniunt ad Pontifi-
to al contrario, come vado a riferire. E cem, et ci funhrias eleva nt. Dopo l'incen-
siccome ninno seppe renderiiìi ragione di sazione, ritornalo il Papa dairaltare,e^ re-
questa contraddizione, cos'i mi sarà leci- vcrtitur ad solium duohus auditorihus
to di azzardar poi il mio particolare opi- fimhriasy ut prius, tenentihus : alii duo
namenlo.Nelle Brevi indicazioni per ice- auditores tobaleam altaris, ut prius e-
rcmonieri pontificii in tutte le Cappelle rat^explicant [e invece la ripiegano): t'c/
Papaliy ec, compilate da mg/ Dini sot- si tantum duo sint auditores, explicent
to Pio VI, e compendiate nel ponlificalo tobaleam, antcquani fimhrias Pontijì'
di Pio VII da mg/' Fornici e da mg/ de cis teneant. Questo Ccrcmonialc T^div\i\w^
Ligne, leggo. Che l'ufììzio d'alzare (in fat- do degli altri vesperi ordinari nulla dice
to invece si distende) la so[)ra tovaglia per sullo scoprimento e ricoprimento della
Tincensazione dell'altare che fa il Papa, mensa per l'incensazione (e secondo quan-
e quello di distenderla (invece si ripiega) to si pratica ricoprimento e scoprimento),
sulla mensa dopo l'incensazione, spetta a ma vi supplisce parlando De officio de
due uditori di rota quando il Papa nella Auditorihus,'m cui è dello. Quando Pon~
mattina seguente pontifica, cioè ne' vespe- tifex est incensaturus altare, duo ex cis
ri ponlificali ; ma quando tion pontifica, praeveniunt ad altare, et hinc inde ele-
ossia ne' vesperi ordinari, l'azione appar- vant mappam primani, quac est super
tiene a due Chierici di Camera. Su que- aliare (e ora invece si distende), uscpte
sl' ultimo particolare ancora sta però in ad medium etponunt super a-
altaris,
fallo, chegli uditori di rota soltanto esem- liam mediani. Deinde expcctant ad par-
pre esercitano il riferito ultìzio, tanto nei tem genuflcxi quoad Papa incensaverit
vesperi pontificali, che ne'vesperi ordina- altare, et mox surgentes resti tuunt map-
ri. Anche anticamente ciò eseguivano, e pam, ut prius erat (cioè al presente ripie-
prima ancora che A lessandroVll nel 655 1 gandola). Quod si duo
non adsunt alii
li dichiarasse Suddiaconi apostolici {^V
.)^
duo
auditores, ut fimhrias elevent iidem
dopo aver soppresso l'anteriore collegio. elevent prius mappam, etdcinde vadunt
Imperocché trovo nel SacraruniCcrinio- ad finii rias Papae (dunque nemmeno
ìiiaruni s. Ronianae Ecclesiae , opera pel poco numero degli uditori non veni-
compilata da mg." Patrizi Piccolomini e vanosuppliti da altri ^vt\\\i\), et similiter
terminata nel 1498 (e non da njg."^ Mar- post incensalionem reponant mappam,
cello come notai nel voi. XXXIX, p. 55 et pnstea attolla ni fimhrias. Parlando
e altrove), a p. 71: De Vesperis P^igi' poi DeofTicio de Clericis Canierac, nul-
liae JVativitatisCJiristi, Ponti/ice in era- la dice dell'azione di distendere e rialza-
stimmi celchraturo Cominciato il can-
... re la sopra-tovaglia, o superioris tohalea
to del Magnificat..,.Interim duo nudi- o mappam, pì\aì(ì e dopo della pcmlificia
tores rotae accedunt ad altare, et hinc incensazione. A nche nel Cerenioidale Kpi-
inde elevantanterioreinpartem superio- scoporum: De ì^esperis solcmnihas KpU
ris tohalcac altaris,ct plicant usque ad scopo in crastinum celchraturo, si dice.

medium velcirca{i'\^t{Of invecesi Iti Top- Comincialo il canto del Magnificai.,, fu'
6o TO V TO V
ierìm duo acolythì pracecdiint ad alta- cioè il Grembiale per la lavanda delle ma-
re eleva ntes hine inde anteriorcni par- ni. Concludo il mio dire, che essendo \n\
tem siiperioris Tohaleae, seu Veli super rito particolare delPapa,iirar distendere
altare positi, illa mq uè conduplicant us- una particolare tovaglia nella celebrazio-
ane ad medium. Incensatosi dal vesco- ne della messa pontificale, sebbene il Sa'
"vo l'aliare e ritornato alia sua cattedra, crarumCerimoniarum del Patrizi non ne
tt duo acolythi supradicti Veluni, seu faccia menzione,forse il rito per analogia e
Tohaleam paulo ante plicatam redu- uniformila fu eslesoa'vesperi pontificali e
cunt, pront erat super altari. Dicono i ordinari; cjò me lo fa congetturare dal
liturgici-.L'altare è precisamente per iló'tìt- vedereadoperala la Tovaglia delCIncar-
i^riyizio, e perciò viene coperto dalla so- nalus anche ne' suddetti vesperi sì pon-
])ra-lovaglia(o4S7rog^o/o,come lo chiama- tificali che ordinari. Menlreassente il Pa-

va mg/ de Ligne) terminala la celebra- pa dalla cappella pontificia, e inluonan-


zione delle messe. Non sì scuopre perl'uf- tlo i vesperi sì pontificali che ordinari

fjcialura del vespero. Siccome poi ne've- un cardinale, l'azione di distendere e poi
speri devesi incensare l'alta re, questo es- rialzare la sopra-tovaglia non ha luogo.
sendo ornato delle tre tovaglie come pre- Nel giovedì della Settimana santa, fiiù-

scrive la rubrica, prima di essere incen- ta la messa, e tolta la ss. Eucaristia e ri-
sato si scuopre ritirando indietro la so- posta in altra cappella nel s. Sepolcro,
pra-tovaglia,delta anche Velume Toha- per cui si lascia aperta la porticella del
leam nel memora to6Vremo7zm/^.Nel voi. Tabernacoloy in coro si dicono i vesperi
IX, p. 22, d'accordo col Cancellieri, de- senza canto. 1 sacerdote celebrante co'mi
1

scrivendo il Pontificale che celebra il Pa- nistri, compili i vesperi, vestito di stola
pa, narrai un rito particolare delPapa, non paonazza sopra il camice, adattata In mez-
trovandolo nel Ceremoniale Episcopo* zo al petto in modo di croce, e di un'al-

rumj cioè che cantandosi dal covo^Etin- tra pure paonazza vestilo il diacono,si por-
carnatus est, il cardinal diacono mini- tano a spogliare e denudare gli altari con
slrantedal lato del vangelo e il suddiaco- quest'ordine. Prima precedono due ac-
no latino uditore di rota da quello del- coliti colle mani giunte, poi il suddiacono
l'epistola, spiegano insieme la sopra-tova- e il diacono, seguili dal celebrante, pari-
glia sulla mensa dell'altare, la quale trova- menti colle mani giunte e tulli col capo
si piegata versoi candellieri. Essa è di tela coperto. Arrivali all'infimo gradino del-
lina e forse un tempo damascata, orlala di l'altare maggiore tulli genuflettono con
merletti d'oro, da cui ancora èframezza- un solo ginocchio, eccettuato il celebran-
ta,ed è volgarmente detta Tovaglia del- te, il quale s'inchina profondamente alla
l' /ncarnatus,]poìc\ìò sì spiega dopo il can- Croce soltanto, e tosto comincia sommes-
to del medesimo. 11 p. Gallico, Acta Cae- samente co'sagri ministri l'antifona: Divi-
remonialia: Missa Papa lis orcio, dice a serunt sibi vestimenta mea, proseguita
p. 09: Et duni cantato Credo, vel qffer.
1 dal coro in piedi e con tutto il salmo Deus
torium, dehetdiaconus Evangelii ahlue- Deus meus, respice in me, con pausa fin-
re sibi manus, et lotis manihus immedia- che lo spoglio di tutti gli altari sia com-
te accedens ad altare extendat l^oba- pilo, ripetendosi indi l'antifona. Frattan-
leam^ sacrifidi super Altare, et Corpo- to il celebrante in mezzo de' sagri mini-
rale ponat super pallani. Suhdiaconus stri ascende l'altare, e insieme con essi le-

auteni postcptam Pontifex dixerit Do- va le Tabelle dell'altare, la 1. 'tovaglia e


niiniis vobiscum, et Oremus, dum can- poi le altre, indi il padiglione o conopeo
tatur offertorium^ deferens Tobaleani che copre il Tabernacolo, e finalmente
extendat eam super greniium ejus, ec. gli altri ornamenti, lasciando la Crocecoi
TO V TO V 61
Ciimìcllìerij ed il tulio viene consegna- sacerdoti , i quali per muovere i santi a
lo agli accoliti, clie lo portano in sagre- vendicarsi degli oltraggi falli alle loro
sliii; e levalo il velo bianco dalla Croce, chiese, solevano spogliare gli altari, estin-
vi si sostituisce altro paonazzo. Spoglialo guere le lampade e lasciare i divini uffi-
quest'altare, il celebrante co'sagri mini- zi, concorrendo spesso Dio con miracoli
dovuta riverenza alla Croce,
stri, falla la a istanza di certi sacerdoti santi, a glori-
precedendo gii accoliti, si porla alla de- ficare gli ofiesi suoi servi, come rattesla
nudazione degli altri. Dove però è copio- s. Gregorio di Tours, De glor. Mart. lib.

so il numero degli altari, nel tempo in cui j, cap.79. Nello stesso giovedì santo ha
si fa lo spoglio del maggiore, si può fare pur luogo in alcune chiese, come de'do-
allrellanlo da'sacerdoli vestili di colla e menicani, la Lavanda dell' Altare (/ .),

stolapaonazza, e recitando il dello salmo riferendo Magri, che si eseguisce con l'er-
eseguiscono lo spoglio degli altari mino- ba issopo (della quale riparlai nel voi.
ri. Ciò fallosi, il celebrante co'sagri mini- LXIX, p.i2i), per significare l'unzione
stri ritorna all'altare maggiore, e dafb se- della Maddelena falla due giorni prium
gno coll'islromento di legno, di cui tor- della morte di Cristo (quanto al tentpo
nai a ragionare nel voi. LXIV, p. 3 i 2, non ci aderisco); ed aggiunge che altri sti-
lutti genuflellono,e poisorgonodopo bre- mano migliòre rito quello della chiese in
ve orazione, e adorala con un solo ginoc- cui laceremonia si fa il venerdì santo, nel
chio la Croce, ritornano con portnmenlo qual giorno ancora la chiesa Ambiogia-
divoto in sagrestia. Compiuta la denuda- na spoglia gli altari dopo letta nel Passio
zione degli altari,si suol levare da'vasi e la morte del Salvatore, e usando mini- i

P/7/della chiesa anche V Acqua hcncdet- stri paramenti rossi; e che la medesima ce-

ta, della quale riparlai nel citato voi.a remonia si fa in Costantinopoli dal pa-
p. 3 16, rilevando la questione se si deve triarca e metropolitani greci, lavando gli
lasciare o togliere. UDiclich lodato chia- altari prima con acqua benedetta e poi
ma l'uso di levarla, abuso da distrugger- con acqua rosa, com'è prescritto dal lo-
si alFatto, come vogliono vari liturgici, so- ro Eucologio. Nella mattina del venerdì
stenendo non mai doversi fare mancare santO; finita l'ora di nona, il sacerdote e
nella chiesa. Si legga però il da me accen- i sagri ministri vestiti de*paramenti neri,
nato in dello luogo. 11 Magri al vocabo- senza lumi e senza incenso, si portano al-
lo Altare^ dice con Alenino, De Divi/i. l'altare, e mentre innanzi ad esso prega-

Qff/c.j che si spogliano gli altari nel gio- no alquanto, gli accoliti genuflettendo di
vedì santo, per denotare la nudità di Cri- nuovo alla Croce, che in quel giorno la
sto nella Passione, e quanto dissi a Cap- Chiesa venera in modo speciale, distendo-
pelle PONTIFICIE e Settimana santa, nel no sopra la mensa una tovaglia, in mo-
descrivere queste funzioni e le altre che do che poco o nulla penda lateralmente,
accennerò, mentre delle vesti del Reden- per la njessa de Presantifica fij e termi-
tore riparlai a Tonaca. Che lìeWOrdine nata la funzione, si torna a deiuidare l'al-

Romaìio menzione d'una misterio-


si fa tare e la credenza dagli accoliti, i quali
sa ceremonia che si faceva nel venerdì
, portano tulio in sagrestia. Nella mattina
santo mentre si pronunciavano le paro- del sabato santo si fa la benedizione del
le del Passio : Partiti sani vesliìnenta nuovo fuoco e del cereo, si leggono le pro-
mea, due diaconislrappavano la tovaglia fezie, e ad ora competente si coprono gli
dell' altare, lasciandolo nudo, sul quale altari colle tovaglie e gli altri ornamen-
poi si consumava l'Eucaristia porlaladal ti. Il Catalani, Saar. Caereni. CnnìmcU'

sepolcro. Nel concilio di Toledo iS.** fu tariisy t. 2, a p. 1B7 tratta: De imdatio-


proibito l'uso aulico, praticalo da alcuni ne Capcllae^Altavis^ et Scdis Papac,et
62 TO V TO V
omnia, post 3Iissa(\ e dice che a vespe- ne, il velo del calice, né il pannolino, il//-
ra ali lem hujus diei (feria v in Coeita nutergium, che serve per la lavanda del-
Domini) nudasintAltaria usqiie in ma- le mani del sacerdote, essendo ciò proi-

ne Sdhhati, riportando tutte le significa- bito dal ^."^ decreto della congregazione
che già pra-
zioni fatte da'lilurgici, rito emanalo sotto Ur-
della visita apostolica,
licavasi a'tempi di s. Isidoro arcivescovo bano Vili. domenicale sebbene fu un
11

di Siviglia del 600 circa; ed a p. 188 e tovagliuolo col quale le donne riceveano
194 discorre del rito antico della lavan- la comunione, altri dicono che fu pur co-

altari. Lo slesso Catalani, Ritua-


da degli sì chiamato quel pannolino col quale le
leRomaniim Commentariis, a p. i3o e donne si coprivano il capo in chiesa nel-

273 ragiona della denudazione degli al- ss. Eucaristia. Non deb-
l'attodi ricevere la
tari,^tvV Interdetto o Seomiiniea (F.), bo lacere il can. 58 del concilio in Trul-
e ne riporta diversi esempi; tempo di a- lo del 680." Il comunicante non riceve-

m a rezza e di lutto per la grave pena in- rà l'Eucaristia in vase d'oro, o di qualsi-
flitta, nel quale la Croce, le sagre Imma- voglia altra ntateria, ma nelle sue mani
gini e le ss. Relicpiie si circondavano di incrociale l'una sull'altra, perchè non vi
spine, coprendosi l'altare di cilicio in se- è materia tanto preziosa, quanto il cor-
gno di dolore e di lutto, sctspendendosi po dell'uomo, che è tempio di Gesù Cri-
la celehrazione de* divini uffizi e le preci sto".Si vuole cheilF^7io;2ef/^^.j,ora orna-
nel portare i defunti alla sepoltura. Nei mento proprio del solo Papa, abbia avuto
tempi eziandio di qualuncjue tribolazio- origine dall'orale, specie di tovagliolo col
ne, estinti lumi, si denudavano gli alta-
i quale il Papa s'involgeva il collo acciò il

ri,aut cilicio, luguhrive, quo ohvolveha' sudore del capo non insucidasse la pia-
tur tegumento, sacrarum Reliquiarum^ neta (nel n.°576 del Diario di Roma
dut sanctarum Imagiiium in terra de- 172 I, dicendosi delle vesti pontificali col-
positione super spina ^ officio et canta y le quali si veste il cadavere del Papa, di-
suhmissOy a liisve Imjusmodi tris titiae ar- chiarasi essere \\ fanone segno della chie-
gunientis palam facìehat. Tutto erudi- sa greca). Che i tovaglioli anticamente si

tamente riportando il dotto Catalani. Si chiamavanoy^z/io/i7, lo dissi pure parlan-


chiama Tovaglia della Comunione ( V.\ do dell' 0/?/óf:^/o/2e(^/''.jdel pane nella mes-
quel pannolino che si distende sulle pro- sa, la quale si faceva sopra candide tova-
prie mani per ricevere la ss. Eucaristia glie dette y^z/io/i/, di lino e anche di seta.
(V.). Il Magli nel Ilierolexicon, al vo- Anzi in que' tempi il Corporale (P .) era
cabolo Mappae Communioni^, la quali- una gran tovaglia più lunga che larga e
fica:Sunt ajigustae, et ohlongae Map- copriva tutto l'altare, dovendo servire di
pulae, cjuihus operientur diversa j prò copertura alle numerose oblazioni di Pa-
Ecclesiarum moreJoca,uhi Eucharistia nce altro. Il Magri al vocabolo Palla, dì-
Jldelihus admnistratur. Indi narra, die ce che oltre il significare quel piccolo cor-
nel concilio d'Auxerre del 578 venne or- porale con cui si copre il calice, fu detto

dinato alle donne di non ricevere la ss. pure in significato di tovaglia dell'altare.
Eucaristia colle mani nude, ma coperte Indi narra la ceremonia colla qualesi con-
con un \i'.\OyC[ì\nnMììo Dofnenicale [/ .)j sagravano al servizio di vino fanciulli, che
i

da ciò ebbero principio le tovaglie di co- da'loro genitori erano involti nella tova-
munione pe'due sessi, e poi le tovaglie che glia dell'altare, e cosi restavano dedicati
si mettono sopra le balaustre, le quali deb- alla chiesa. Con tal funzione però non re-
bono essere monile. ìNon devesi però mai slava astretto il figlio a conformarsi con
presentare a'fedeli che stanno per comu- il voto del padre, ma pervenuto all'età
nicarsi, invece della tovaglia di coiaunio- perfetta era in sua libertà 1' abbracciare
TR A T RA 63
Tislitulo monastico. Fuiulmente col me* continente di Tracia, avea preso il nome
desialo alto si oirrivano alla chiesa ì beni diGhersoneso di Tracia, li continente di
stabilì , come si legge nella cloiiiizione di Tracia era diviso in 6 parti, cioè: i." La
Tertullo a favore dei monastero di Mon* parte che ha per confine a settentrione il

le Cassino. Atqut' per Pallam allaris s. Mela, piccolo fiume che metteva foce in
Jo.Biiptìstat'^ eidcmqiie Patri ohtiili, etc. fondo del golfo MeJanico: avea a mezzo-
Nell'archivio di Viterbo il Magri lesse un dì il Ghersoneso e la Proponlide; all'o-
documento, conie alcuni divoti con met- riente il Bosforo di Tracia e il l^nlo Eu-

tersi la tovaglia dell'aliare sul capo in pre- sino. Le principali città di questa parte e-
senza dell'arciprete si costituivano obla- rano sidle sponde della Propontide, Ga-
lijOderendo anche i loro beni a s. Loren- nos, Bisanthe, chiamata anche Redeslo;
zo titolare della cattedrale. 11 p. Bonan- Perinto, detta pure Eraclea; Selimbria,
ni, La Gcrarchiaecclesiastica^ cap. 67: Bisanzio oraCo&tantinopoli.Sul PontoEu-
Del Sitccìntorio (f^.) ornamento sagro , sino,Dercon, Salmidesso. Era partendo
del Papa, ricorda quell'orale mentovato dall'oriente di Perinto, che fortnandouna
poc'anzi. Siint necessaria prò persona curva verso settentrione, il Macrontichus
Pontificis pccten, et Pohalca circttmpo- ossia la lunga muraglia eslendevasi fino
nenda collo ejus, quando pectinafur.pel- alia città di Dercon; ma quest'opera era
vis, et tohalea adabstergendaui maniis. d'un tempo non molto aulico. 2.° La se-
Da s. Girolamo il succintorio fu chian)a- conda parte della Tracia stendevasi dal
to Zt/zr/i7r/«;;/, dicendo signiljcarsi rascia- Melaall'Ebro: era questa stretta, e le stie
gatoio, con cui Ponzio Pilato governato- più considerabili erano situate sulla
città
re dellaGiudea si asciugò le mani, quan- sponda dell'Ebro. Questo fiume comin-
do dopo aver altamente e pubblicamen- ciando a settentrione, al monte Emo, ba-
te dichiarato l'innocenza di Gesù Cristo, gnava molte città: le principali erano Fi-
e falto«og»ii sforzo per liberarlo da' suoi lippopoli, Adrianopoli, chiamata prima
nemici, non volle condannare il Reden- Orestide, e Traianopoli; quindi scorreva
tore, ed acconsentii però per vii timore e fino all'ingresso del golfo Melanico, pres-
debolezza, che si eseguisse l'ingiusta sen- so la città di Enos. 3.'' La terza parte era
tenza de'sacerdoti, scribi e anziani degli tra l'Ebro e il lago Bistouide a settentrio-
ebrei. ne. Alcuni autori hanno divisa in due que-
TRABIZA oTRAPOBlZlA, Trahy- sta parte, l'una dall'Ebro al Lisso; e l'al-
zia. Sede vescovile della provincia d'E- tra dal Lisso al lago Bistonide. Sulle ri-
roinmnte, nell'esarcato di Tracia, sotto la ve del mare trova vasi Maronea, e in mez-
metropoli di Adrianopoli, eretta nel IX zo alla terra Scaptahila , città ricca per
secolo. 11 suo vescovo Costantino assistè le sue miniere. 4«" 'P'Q '1 l'^go Bistonide
al concilio diFozio nell'Byg. Orienschr. ed il Nesto all'occidente, questa parte era
t. I, p. 1189. slretlissiraa. La sorgente del Nesto era tra
TRACIA, [T/i/'^c/Vr.Antico vasto paese settentrione e ponente nel monte Rodo-
dell'Europa, situalo al sud est tra mezzo- pe, ch'era meno al setlenliione del mon-
dì e oriente. I suoi confini e limiti naturali te Emo. Trovansi liujgo il Nesto le città

sono a mezzodì il mareEgeo, la Proponti- di Tamforino e di Nicopoli. 5." La parte


de e il Bosforo di Tracia;airoiienle il Pon- ch'ora a settentrione del Teavo, fiume la
to Eusino. Gli antichi scrillori non sono tli cui sorgente è ne'monti a mezzodì di
fra loro d'accordo quanto a'confini della Delnolo, e poco lungi del Ponto Eusino.
Tracia a settentrione e occidente. Una 6.° La sesta parte era n settentrione di
penisola a mezzodì, fra il seno o golfo Me- quella parte dell'EI)ro, che da Ressa scor-
lauico e r Ellesponto, facendo parte del reva tra mczzoilì ed oriente fino ad Ore-
64 TRA TRA
stiod Oresllde. Qui Irovavansi le città di visi in come gli antichi Sci-
diverse orde,
Beiea e di Cabila, a mezzodì del monte ti e come Tartari moderni. Le orde più
i

Emo, 8e eslendesi questa parte fino al conosciute si chiamarono Dersei,'Melobi-


l'outo EnsinOjSi troveranno sulla sua co- tini, Tiropeoni, Turpili o Torpidi, Cleo-
sta,© ben vicino discendendo dal promon- ni, Bistoni, e gli abitanti del Campo Do-
torio formalo dall'estremità dell'Emo, e risco, gli Odrisi. Eranvi altresì gli Agrio-
per questa ragione chiama to/Zemz-cx /re- ni o Agrei, i Perianti, i Bessi. Il paese lo-
m/7, le città di Mesen»bria, di DeUanio, ro,men freddo per la sua posizione re-
d'Apollonia; e lungo la costa, il piccolo lativamente all'equatore, che per le sue
paese di Astica ov'era Bizia. Il Cliersone- montagne, veniva da'greci guardato con
so di Tracia avea per confini, tra mezzo- una specie d'orrore: poeti ne a veano fat- i

dì e oriente l'Ellesponto ed una piccola to il soggiorno di Borea e degli Aquiloni;


porzione della Propontide; a settentrione era la patria de'ghiacci e delle brine. For-
il continente di Tracia; tra settentrione se il paese era pii^i coperto di boschi che
e ponente il golfo Cardiaca, così chiama- oggi non sia, ma un pregiudizio sfavo-
to dalla città di Cardia, oppure JVIelani- revole alla Tracia rimase lungamente si-

co dal fjUM)e Mela. E la penisola di Ro- gnore degli animi,per cui Pomponio Mela
mania, che un muro la divideva dal con- ne fece una descrizione svantaggiosa. Pe-
tinente, cioè adire quella parte orienta- rò secondo Erodoto i traci erano la mag-
le, poiché r occidentale corrisponde alla gior nazione della terra dopo gl'ionii, e
Macedonia. La Romania o Romelia ora se fosse slata sotto la dominazione d' un
forma una parte della Turchia einopea, sol principe, ben unita e ben d'accordo,
le sue citfJi principali sono Co.s tantinopo- sarebbe stata invincibile e più forte di tut-
li, Adjiaìiopoli, e Tessalonica detta pu- te le altre. Ma
che traci si
era diflicile i

re Salooichi. Si disse Romania come pae- accordassero insieme, e anzi tornava lo-
se de' Romani , vale a dire lutti i posse- ro come impossibile, per cui trovandosi
diojenti degl'imperatori greci successori deboli erano facilmente vinti. Ogni po-
degl'imperatori romani, ed avendo i tur- polo di lai nazione, portando nomi diversi
chi designato il paese col nome di Rum- secondo i paesi che abitavano, tutti peiò
iU., si disse ancora Romelia. Alcuni au- aveano le stesse leggi egli usi medesimi,
tori fanno discendere i traci da Tiras, uno tranne i Geli, i Trausi e quelli che abi-
de'primi discendenti di Japhet , figlio di tavano al di sopra de'Crestonii. Ma trau- i

Pfoè; traci furono pure in Asia, e si vuo- siseguivano in tutto le istituzioni de'traci,
le dal Buonarroti che da'traci derivasse- se non sia nelle ceremonie delle nascite
ro i frigi e che questi fossero loro coloni, e delle morti. Allorché nasceva loro un
e perciò da' traci appresero i misteri di figlio, lutti i parenti gli si adunavano in-

Bacco, che Nonno nelle Dionisiache, do- torno e piangevano, presentendo i mali
ve raccolse sotto un sol filo di favola le che avrebbe a sopportare nel corso della
varie erudizioni, memorie e feste di Bac- vita! Ma quando uno moriva, lo seppel-
co sparse per vari e diversi paesi, dice es- livano ridendo e giubilando, bene con-
sere stalo il nume nutrito nella Frigia. E' vinti che fosse liberato dalle pene di que-
indubitato che i non
traci di tutti gli dei sto mondo! iXon aveano idee troppo chia-
adoravano, almeno principalmente, che re di ciò che avesse a patire nell'altro;
Marte, Bacco e Diana; ma ire veneravano che per lo contrario credevano, così in ge-
particolarmente Mercurio, giuravano per nerale, che di là godesse d'una felicitàcui
Ini e si dicevano suoi discendenti, 1 tra- niente potesse più interrompere. I fune-
ci furono anticamente guerrieri e feroci, rali si celebravano con sagrifizi, gemiti e

e viveano quasi come nomadi. Erano di- banchetti, e bruciali i cadaveri li pone-
T R A TRA 65
vano soUo un lu-
terra, alzandovi sopra prie a regolare e addolcire i costumi, fu
imilo^ e tacendovi intorno ad onore del Z<imolsi discendente di Pitagora. Si con-
defunto combattimenti e particolarmen- sidera come tempo di barbarie quello in
te d'uomo contro uomo. Quanto a quelli cui regnò Terreo consorte di Filomela,
clie abitavano superiormente a' Cresto- di cui la favola trasmise mi-
o suppose i

uii, ciascuno avea più mogli e (|uando , sfatti. Ebbe due figli, Sparado-
Sitalia e
uno moriva sorgeva tra le vedove un con- co , ed i discendenti loro regnarono nei
trasto per decidere qual fosse stata più disordine e nella confusione. La serie de*
teneramente amata dal marito. Decisa re di Tracia si riporta come segue: trovasi
la lite, quella che l* avea vinta sulle ri- nel 43 I Tire o Terreo, nel 4*28 Sitalce,
vali, dopo ricevuto mille felicitazioni da nel I, nel 4oo Seute II, nel
4^4 Seule
tutti gli amici e [)arenti, veniva accoppa- 390 Medoco o Amadoco, nel 38o Tere,
ta dal più prossimo congiunto sulla Se- nel 38o Cotide I, nel 356 Kersoblepto,
poltura del consorte, deponendosene poi nel 345 Seute III. In seguito la Tracia
il corpo presso a quello di lui. Le altre essendo soggiaciuta a varie vicissitudini,
mogli, tutte vergognose d'essere state giu- la repubblica di Atene, dopo le vittorie

dicate degne di vita, se ne tornavano a ca- di Salamina Maratona, con(|uÌ8lò molte


e
sa a nascondere Tonta loro. Tutti gli al- città sulle coste e nella Tracia stessa. Fi-
tritraci vendevano figli, né si curavano i lippo redi Macedonia s'impadronì di 32
di mantener caste le figlie. Ma guarda- città della Tracia, ed il suo figlio Ales-
vano attentamente le mogli, e le compra- sandro il Grande compì la conquista del
vano dalle famiglie cui appartenevano paese. Morto Alessandro nel 324 di delta
per assai rilevanti somme di denaro. Cre- era, nel riparto de'suoi stati toccò a Lisi-
devano onorevole il portare più cicatrici maco, uno de'suoi luogotenenti, laTracia
sulla fronte ; e tenevano pure ad onore col titolo di reo governatóre. Oltreché
l'oziare, come a disdoro il lavorare la ter- ambizioso, fu crudele, mettendo a mor-
ra, considerando il colmo della gloria il te suo figlio Agatocle per sospetto di co-
vivere di guerra e saccheggio. Seudjrache spirazione. Seleuco mosse contro di lui
la Tracia abbia avuto antichissimamenle e lo vinse e uccise nel282, e regnò in
i suoi re, e di recente neh 852 pubblicò Tracia, successo nel 281 da Tolomeo
a Parigi Cary Histoire des Rois de
il : Cerauuo. Nel 280 la Tracia fu nuova-
Thrace et de ceux du Bosphore Cini- mente turbata da una porzione dell'eser-
inerien éclaìrcìepar les medaillesSx tro- cito de'galli, che sotto la condotta di Bren-
va che verso il r 58o innanzi la nostra era no devastarono la Grecia. Stabilitisi gal- i

i traci fecero un'irruzione in Grecia, e si li inTracia nominarono loro re, tra'quali i

stabilirono ad Eleusi,eindi incivilirono si conoscono Comonlorio del 277, Ario-

l'Attica, celebre contrada della Grecia^ farne, e Cavaro o Clico del 2 9, sotto di 1

che oggidì forma un cantoiìe della Tur- cui traci sterminarono galli e nel 200
i i

chia europea, nella Livadia, la quale an- rimisero sul trono Seute IV, uno de'di-
ticamente fu chiamata Grecia propria , scendenti de'loro antichi re, i cui discen-
Acaia e Eliade, contrada che occupa la denti regnarono fino all'imperatore Ve-
parte settentrionale della Grecia. Atene, spasiano: essi sono,Cotide II del 171, Die-
Livadia, Lepanto, Larissa e Tricala ne guli deli5o,Zibelmio,Sotimodel93,Sa-
sono le città principali. Verso il 280, e- i dolamoo Sadale I del 57, Cotide III, Sa-

gualmente avanti l'era corrente, Polti- dalelldel 48, Sadale III del 43, indi Co-
de regnava in Tracia, e pare che poscia il tide IV; Remetalce salì sul tronoiGanni
paese fosse diviso fra molti re tributari a* avanti la nascita di Gesti Cristo ocra cor-
persi. Hi .° re che die a' traci It-gj^i pro- reule, Cotide V e Rcàcuporide regnaro*
vola. LXXIX.
GG TRA 1 R A
no 7 anni innanzi tlelln modesimn. Re- dellaTracia [ivopiin, Filippnpoli per me-
mefalce divenuto re nell'anno 19 di
II tropoli ed esarca di Tracia, con 1 5 vesco-
nostra era, fu vinto nel 4? ^^ Vespasia- vati sulfraganei; nella provincia d'E/nì-
no poi impera loie, e così la Tracia fu ri- monte, Àdrianopoli per metropoli ed e-
dotta in provincia romana. Quindi Co- sarca di Einimonte, con 5 vescovati suf- i

stantino I il Gr<7«<:/<: fondatore di Costan- fraganei. L' esarcato di tutta la Tracia


tinopoli^ ove trasporlo la sede dell* im- partecipò in appresso alla sorte della Gre-
pero nel 33o circa, divise la Tracia 5 in cia, finche ue'secoli XI V e XV venne in

Provincie : cioè la provincia d' Europa, potere de' turchi, cioè neli36o Mourad
che secondo la Notizia di Jerocle, con- o Amurat I prese Adrianopoli a'greci,e
teneva 53 città ; di Rodope con 7 città ;
divenne la sede del suo impero nel 366, 1

della Tracia propria incute detta con 5 e continuò ad essere la sede de'sultani si-
città; di jE>72z/;zo/zfc con5ciltà;della /I/e- no alla presa di Costantinopoli fatta da
sia inferiore con 7 città; e la proviti
2.", Maometto II nel i453 , il quale di Co-
eia di Scizia con i5 città. Queste Pro- stantinopoli fece la sua sede e dichiarò I."

vincie formavano la diocesi di Tracia, e città dell'impero ottomano, e Adriano-


la città di Filippopoliy capitale di tutto poli 2.'' del medeslmo.Perciòi turchi chia-
il paese, diventò allrcM metropoli della marono Romelia o Romania la Tracia.
2.^ Tracia; ma inseguito questa dignità Questa ricevè il lume dell' evangelo dal-
fu trasferita ad Eraclea chiamala anche l' apostolo s. Paolo secondo Teodorelo ,

Perinto e col titolo di esarca. 11 vescovo cap. i5 Epist. ad Roman. j ovvero dal-
d'Eraclea estendeva la sua autorità su tut- l'apostolo s. Andrea, secondo il commen-
te le diocesi di Tracia , nella stessa ma- tario greco sugli atti di quell' apostolo ,

niera che il vescovo di Cesarea estende- composto dal p. Cond)efis, e citalo dal p.
va la sua sulle diocesi del Ponto ed, il Le Quien, Oriens christianus 1. 1, p. 98.
vescovo ò' Efeso su quelle dell' Asia. Il Canone ov'wìwào di Tracia, fu eletto Pa-
concilio generale di Nicea nel SiS formò pa nel 686.
l'esarcato di Tracia, e quello di Calcedo- TRADITORE, Traditor. Nome che
nia del 4^1 , soggettò tutte queste dio- si applicò ne' primi secoli della Chiesa a
cesi, in un colle |)rovincie cosi dette Bar- que' cristiani , che in teaipo delle Pe/-
bare, al patriarca di Costantinopoli^ e gli >?c<:7/z7*o/i/ per evitarci tormenti e la morte
accoidò il diritto di ordinare tutti i me- consegnavano a'pagani persecutori i hbri
tropolitani, il quale non riconobbero Pa- i della s. Scrittura e altre scriltuiee Li-
pi fino a Innocenzo 111. Quanto alla Tra- bri (V.) sagri, pr.oscritti dall'imperatore
cia^ provincia particolare della diocesi di Diocleziano con empio editto. I cristiani
Tracia, la 3.^ in serie all'epoca della di- dunque spaventali per l'atrocità delle pe-
visione fatta da Costantino 1 di tutta la ne del Martirio, davano a'perseculori i
Tracia, chiamasi in oggi Romelia. Avea che aveano,e perciò chia ma vansi tra-
libri

per capitale e metropoli la città di Filip- ditores j ma un numero grande di cri-


popoli. Commanville uell' Histoire de stiani preferirono meglio di perdere la vi-

tous les Archeveschez et Evescliez de ta che consegnare i libri. Questi sono ce-
VuniverSy dice comprendere la Piomelia, lebrali e onorali dalla Chiesa a'2 gennaio
oltre Costantinopoli patriarcato , nella ingrandissimo numero, sotto il noujede*
lno\\nc\a lV Europa, Eraclea per metro- ss.Martiri de' libri santi {^F.). kuc\\ii r»el-
poli ed esarcato di tutta la Tracia, con 27 r Africa perciò molti patirono glorioso
vescovati sufFraganei; nella provincia di martirio nel 3o3 , ma non pochi ubbi-
Rodope, Traianopoli per metropoli, con dirono al riprovevole edillo imperiale ,

i3 vescovati suffraganei; nella provincia cunsegnaudo sagri volumi,ed anche mol-


i
T R A TRA 67
ti vescovi furono liadilori. Pertnnlo in caratlere,purché fossero convinti conalù
tiello {inno o meglio nel 3o5, radunatisi pubblici e non con semplici parole d'aver
in concilio alcuni vescovi in Cirta, con commesso sì riprovevole azione, Traditori
Secondo vescovo di Tigisita e primate di furono quindi chiatnali anche quelli che
quella provincia di JNuuiidia, per ordi- consegmiviujo a'pagani sagri Arredi e i

narvi un vescovo in luogo del deiu«ilo,tial- Suppellettili della hiesa. Tanto essi chei

taiono anche la causa de'vescovi, i qiiali i snmmento vali furono eziandio detliL^5-
aveano dato a* persecutori della Chiesa i si (F^.J o caduti.
libri per bruciarsi, secondo 1' ordine di TRADIZIONE, Traditio. Dicesi ge-
Diocleziano. Furono
Secondo di ciò ila neralmente e un senso esteso
in della dot-
convinti vescovi Donato Masculitano,
i trina emanata e comunicata a viva voce
Marino Tibililano, Donalo Calauien-ie, di età in età senza i! soccorso della s. Scrit-
Vittore Russicadense, e INupurio Lima- tura {f .). Se si considera la tradizione
li use, il quale confessò anche d'aver mor- per rapporto alla materia, se uè può di-
ti nel carcere i figli di sua sorella, dicen- stinguere di Ire sorta nella legge nuova:
do : Io uccisi e uccido chi mi è contra- cioè, la lrac>izione della fede ,
quella dei
rio; ed accusò il primate Secondo d'a- costumi, e quella de'riti. La tradizione del-
ver similmente dato le ss. Scritture. Allora la ^Gi\e è la dottrina che ci [a trasmessa
Secondo, consiglialo dal nipote che por a viva voce sopra qualche articolo di fe-

lava il suo nome, e da due altri, che ivi de; come per esempio che la s. Scrittura
erano oltre nominali, prese il partilo di
i contiene la parola di Dio, e che la Chiesa
rimettere la loro causa al giudizio divino, ne conosce il vero senso. La tradizione dei
per non dar luogo a uno scisma, e così tut- costumi è la dottrina che ci fu trasmessa
ti fece sedere nel sinodo. In seguito Secon- a viva voce intorno a certe pialiche sa-
do scrisse a Mensurio ve?covo di Carta- lutari e proprie al regolamento de'costu-
gine, dicendo in propria scusa, ch'egli ri- n)i, couie sono le osservanze delle feste,
chiesto da'magislrati pagani di dover da- de'digiuni,delleastinenze,ec. La tradizio-
re i Sono cristia-
sagri hbri, rispose loro: ne de'riti è la dottrina tras(nessa a viva
no e vescovo, non traditore. Non lascia- voce intorno a certe ceremonie, quali so-
rono i mentovali vescovi traditori , che no quelle della messa e de'sagramenli. Se
nel concilio aveano confessato il fallo, di si considera la tradizione dal latode'suoi
lecaread elFello quello per cui erano ilia autori, ve ne sono pure di 3 sorla nella
Cirta, ordinandovi vescovo Cirtense Pao- legge nuova , cioè la tradizione divina,
lo, il quale nello stesso anno die i libri e l'apostolica e Tecclesiaslica. La tradizione
i Fasi sagri o suppellettili della chiesa, divina è la parola di Dio non iscritta, ma
couje pur fece Silvano suo suddiacono e emanata dalla bocca slessa di Gesìi Cri-
poi successore nel vescovato. Que^la fu sto, o rivelala agli apostoli ddllo Spirilu
lai. "origine dell'infausta sella óe Dona- santo, e coniunicata dagli apostoli stessi
tisti (/^ .), e delle irreparabili rovine del- a'primi fedeli che l'hanno trasmessa a'Io-
la chiesa africana lacerala dal loro fune- ro successori, da'quali noi l'abbiamo rice-
sto sci'sma. Radunatisi i malvagi e scisma- vuta succcitsivamenle e come di mano in
tici vescovi in Cartagine, per calunnie con- mano. Quando si dice che la tradizione è
dannarono Cccdiano e crearono in falso la parola di Dio non iscritta, ciò sigiiincu
vescovo Maiorino. Nel concilio d'Àrlesdel prcciaamcJite eh' essa non fu scritta da
3i4 lu stabilito, che tutti coloro i quali principio dagli scrittori sagri, come i libri
si trovassero rei d'aver consegnato a'per- canonici de' due Testamenti (Uuioctunì
seculori qualche libro o vaso sagro, fos- HI chiamò padri de'ilue Testamenti f^Uì-
sero dcposli e degradali du'Ioio oidiui e sc e l'ielro, e con essi simboleggiò l'uni-
68 TRA TRA
là fia il Sacerdozio e V Impero), benché re anello che ho anche insegnato a voi'
essa lo sia stala inseguito sia ne'concilii, Qui r Apostolo parlava dell'istituzione
sia nelle opere de'ss. Padri edi alti-i sciit- deirEucaristia,della quale istituzione nel-
tori ecclesiastici, sia ne'decreti de'sommi le altre sue lettere non trovasi scritta una
Pontefici, ec.La tradizione apostolica con- parola: dunque allora ne avea parlato a
siste in certe pratiche stabilite dagli apo- voce. I ss. Padri sono d'accordo sulla ne-
stoli, quali sono la triplice immersione nel cessità della tradizione; a riportarne al-
battesimo, l'osservanza della domenica cune testimonianze, si legge De Eeeles,
invece del sabato, quella del digiuno del- Hierar. cap. i di s. Dionisio Areopagita; /
la quaresima, ec. La tradizione ecclesia- primi maestri del nostro sacer dotai mi-
stica consiste in cerle pie costumanze in- nistero cihanno tramandati i loro gran-
trodotte in principio da' popoli e da'pa* di e soprasostanziali insegnamenti, par-
slori, e poscia approvale o espressamente te scritti, parte non iscritti. ^q\X Apolo-

o tacitamente dalla Chiesa che diede ad getico di s. Giustino martire deli. "seco-
esse la forza di legge. Tale si è l'osservan- lo, dopo aver narrale varie cose relative
za de'digiuni, delle quattro lem pora,queb alla celebrazione de' ss. Misteri, le quali

•la di molte feste, ec. La tradizione divina non si trovano nelle ss. Scrilture, passa a
è assolutamente necessaria e lo fu sem- dire: Il giorno dopo ch'era festa ^essen'
pre: i.°per distinguerei libri canonici da- do Gesti Cristo apparso agli apostoli, in-
gli apocrifi; 2." per determinare il vero segno loro queste cose, che a voipure noi
senso della isctitltHa; 3.° per persuaderci presentiamo a considerare. Tertulliano
della verità di molli dogmi della fede che parlando nel lib. De Coron. Milit.óì cer-
non sono espressi ne'libri santi; come per ti riti del battesimo, del sagrifizio anniver-
esempio che vi sono 7 sagramenli; che si sario pe'defunlie di altri punti di religio-
devono battezzare i fanciulli; che non bi- ne, che fin d'allora si praticavano, sog-
sogna battezzare di nuovo gli eretici qua- i giunse: Se tu cerchi la legge di queste e
li ricevettero il battesimo secondo la for- simili discipline, non ne troverai alcu'
ma legittima. La necessità e l'autorità del- na. La
tradizione ne è V autrice, la con-
la tradizione sono fondale sulla s. Scrittu- suetudine la confermatrice, la fede la
ra e sui ss. Padri. Dall'apostolo s. Paolo^ osservatrice. Nel sermone 2 De Jejun,
nelle sue Epistole in termini precisi ab- Pentecost,, Papa s. Leone 1 il Grande di-

biamo il nome di Tradizioni^ e la distin- ce: Non vi e da dubitare, dilettissimi, che


zione di ammaestramenti da luì dati e a tutta la osservanza cristiana provenga
viva voce e in iscritto. Perciò scrisse a'Tes- da erudizione divina,e tuttocib che dalla
salonicensi: State costanti^ e ritenete le Chiesa e stato accettato in uso di divo-
tradizioni che avete imparate o per la zione, derivi dalla tradizione apostoli-
nostra parola o per la nostra lettera. ca, e dalla dottrina dello Spirito santo.
L'espresso comando fatto a'suoi discepo- Nel Dialogo contro i Luciferiaid il tlot-

li, come a Timoteo, di tramandare a'fe- tore s. Girolamo Molte cose che
scrisse:
deli gliammaestramenti ricevuti a voce, si osservano nella Chiesa per tradizio»
siapprende da queste parole: Le cose che ne ritengono in se stesse V autorità del-
hai udite da me alla presenza di molti la legge scritta. Di s. Ignazio d' Antio-
testimoni^ conjidale a uomini fedeli, i chia e discepolo degli apostoli, dice Eu-
(juali saranno idonei ad insegnarle ^5/2- sebio, i//V^. lib. 3jC. 3o,che nel suo viag-
c/ie</gZ/V//f/f.L'assicu razione d'avere l'A- gio per l'Asia, lullochè custodito in mez-
postolo appreso da Dio ciò che avea a vi- zo a'soldali, raccomandava a'fedeli delle
va voceiusegnalOjSi ricava dall'a ver scrit- città onde passava, le apostoliche tradizio-
to a'Corinlii: Io Ilo appreso dal SignO' ni, e uè rugiouusoveule nelle t>ueepisto-
TRA. TRA 69
ìe. Ed altrellanto di s. PoIlcaipo,paninea- na per distinguerla dalle tradizioni Apo^
ti discepolo degli aposloli,scrisses. Ireneo, stolicheei\ Ecelesiastiehe: le prime del-
stdla verità delie loro tradizioni e di quan- le quali sono griusegnamenti tramanda-
to a veaiio dello: Ilic dociiit scmper quac ti dagli Apostoli ^ non come uomini da
ab Àpostolìs didìverat, quac. et Eccle» Dio ispirati, ma come principi e prefetti
sìaetradidit^et sola swit i'f^r^.D'Egisip- della Chiesa: le seconde sono i sentimen*
po racconta Eusebio n^WHist. ecclcs. I. ti de'ss. Padri, Aq Pontefici deConcdii^ ^

4, e.che scrisse le tradizioni degli a-


8, non come dellnizioni di fede, ma come
5 libri. Queste testimonianze ba-
postoli in istruzioni e leggi date al popolo fedele: e
stano a provare quanto ne' priaìi secoli tanto l'une che l'altre, come che a disci-
della Cbiesa era fcerma la massima sull'e- plina appartenenli,sono soggette a cessa-
sistenza delle tradizioni divine, ricevute zione o variazione, secondo le circostan-
dalla bocca de'ss. Apostoli. Fin d'allora ze de'tempi e de'luoghi. Queste non for-
certamente riscontrasi su questo punto mano regola di fede, ma dove sono in vi-
una meravigliosa armonia ed un consen- gore è un obbligo rigoroso di coscienza
timento perielio fra' Padri greci e latini: l'osservarle. Aggiunge il prelato, solo le
e a ravvisare qnal uso facevasi delle me- tradizioni divine sono regola di fede, per-
desime per illustrare e confermare le ve- chè dottrina rivelata immediatamente da
rità della fede, è suflìciente questa osser- Dio: ed ecco ilmodo per distinguerle. Cìc»
vazione, che nelle questioni cioè insorte che sempre, da per tutto e da tutti si è
Ira gli ariani e cattolici, nel ."genera-
i i tenuto per dogma di fede , benché noti
le concilioadunato in Nicea nel 325, com- iscritto ne'santi libri, si considera e si ve-
posto di 3i8 vescovi convocati da tutte nera per tradizione divina. Ma le medesi-
le parti del mondo, e al quale interven- me ragioni che provano la necessità d'una
ne con profondo rispetto per la venera- autorità daDiostabilita per giudicare dei
bile assemblea lo stesso imperatore Co- libri santi, e del senso della loro dottri-
stantino I, le tradizioni specialmente fu- na, provano egualmente della stessa co-
rono opposte agli errori de'perversi set- sa riguardo alle tradizioni divine: quelle
tari, dal propugnatore s. Atanasio che di- parole di Gesù Cristo, che costituiscono
fese singolarmente la Fede (F.) cattoli- la Chiesa rappresentativa o maestra il so-
ca colio scudo delle tradizioni, costringen- lo giudice delle scritture, servono a sta-
do gli empi eretici loro malgrado a con- bilire lei medesima giudice ancora del-
fessare la verità, come narra Teodoreto, le tradizioni. A questa Chiesa dunque e-
Ilist. lib. I , cap. 8; e che s. Agostino ((na- sclusivamente spetta il conservare il de-
si di (jueste sole si servì nel lib. De U/iil. posilo delle divine tradizioni, il dichiarar-
Kcclcs. cap. ig, per confondere gli arro- le Le divine tra-
e l'insegnarle a' fedeli.
ganti donatisti. Il dotto vescovo di Fie- dizioni sono uno de' principali punii di
sole BvonzimW, f.stituzioni caltolicJiC, § iv: controversia, un articolo assoluto essen-
Della tradizione divina, dice che tut- ziale che divide novatori da'cullolici. Per
i

lociò che leggesi nelle divine Scritture è tradizioni divine noi intendiamo gli am-
rivelato da Dio, ma non tulle le verità ri- maestramenti intorno alla fede e alla mo-
vela le daDio sono con tenute nelle ss.Scrit- rale, che gli apostoli o dalla bocca di Ge-
ture; viè un altro fonte di verità rivela- sù Cristo hanno inlesi, o per l'ispirazione
ta, la qtialein null'altro differisce da quel- dello Spirito santo hantio predicali, ella-
la registrata ne'santi libri, se non in que- smessi a voce a'ioro discepoli e successo-
sto, che lìoii fu lasciata scritta da coloro, ri. Devcsi poi specialmenleavverlire, con
a'quali iddio degnò di rivelarla, e que-
«i mg.' Uronzuoli, che de' pochissimi libri

sta è la Tradizione divina. Si dice divi' degli apostoli, quasi per Io spazio di lui-
70 TRA TR A
lo il [."secolo, la massima parJede*ci istìa- me videro e udirono fare e dire a Cristo
ni non lia potuto farne alcun uso. Dice nell'ultima cena. Sì aggiunga in secondo
s. Ireneo, che anco a suo tempo vi eia« luogo la somma dillicoltà che allora a-
no molti cristiani che ottimamente vivea- veasi di moltiplicare la scrilttua per l'i-

no colle sol« tradizioni, privi affatto di gnoranza della stampa, e si rifletta anco-
scritture. Primieramente non fu al certo ra che, siccome la traduzione de'lihri san-
la prima cura degli apostoli quella di scri- ti non cominciò che aUjuanto tempo do-

vere. Incaricati dal divino Maestro solo di po gli apostoli, la maggioi- parte de'novel-
predicare, con lo zelo più ardente esegui- li cristiani essendo illetterati, non erano
rono questa missione, e non iscrissero se capaci d'intender l'itliomu in cui origi-
non quando vi si trovarono impegnati da nariamente furono sciitti. Non è inoltre
qualche causa particolare. Infatti s. Mat- da preterirsi il riflesso che le tradizioni
teo scrisse il suo Evangelo allorché tra- principalmente appartenenti in materia
sferendosi presso i gentili, pensò di lascia- di religione e dette Riti (V.jf non furono
re agli ebrei, da'quali si allontanava col messe in iscritto, perchè non tutto può
corpo, ilcompendiodi quella dottrina che scriversi sul principio, couie disse Tertid-
avea loro predicata. Fu forzato s. Marco liano, De Anima cap, 5. Ma eziandio più
a scrivere dalle preghiere de' romani; s. cosci ss. Apostoli non vollero dare in iscrit-
Luca dal che altri potesse narra-
riflesso to per non esporle così scritte a'genli li, i

re false cose; e s. Giovanni giunto alla (juali incapaci de'sagrosanti misteri le a-


decrepitezza, nell'esercizio assiduo della vrebbero dispregiate, ed esposti i cristia-
predicazione , vi fu indotto dalle istanze ni a'ioro scherni, calunnie e persecuzio-
pressantissime de' vescovi dell'Asia, i qua- ni, nelle quali essi empiamente bruciaro-
li desideravano di mettersi al sicuro dal- no le ss. Scritture, per cui si dissero Tra-

l'eresie degli £'/770«/^/(/.) allora nascen- ditori(V.) que'cristiani che per vile timo-
ti, che rigettavano Canonici.Tev-i libri re loro le consegnarono, f^er cautela al-
minò S.Giovanni il suoE vangelo con que- Iresì fu imposta la disciplina deli'y^rr/z-

ste espressioni: Sono fjwlte altre cosefat- ;?o, di cui riparlai nel voi. LXIV, p. ^Sr.
te da Gesù Cristo, le anali se si scrives- Da tuttociò pertanto manifestamente si
sero a una. a una, credo che nemmeno deduce, che per molti anni la Chiesa non
tuttala terra capir potrebbero i libri che ha avuto altra regola di fede, in quanto
sarebbero da scriverne. Cosi una circo- alle verità rivelate da Gesù Cristo, fuori
stanza speciale occasionò V Epistole àe^W «Iella tradizione divina, e che nell'ordine
altri apostoli, nellequali quasi solo perin- (Iella provvidenza questa tradizione tiene
cidenza trattarono di ciò che al dogma ili. "luogo, rapporto al modo di comuni-
appartiene. Anzi i medesimi evangelisti si care la divina Rivelazioìte (F.), mentre

supplirono tra loro, raccontando l'uno ciò Gesù Cristo che tanto raccomandò agli a-
che l'altro o gli altri aveano tralasciato postoli di predicare, non fece loio alcun
diriferire. Così 3 evangelisti registrando precetto di scrivere. La sola tradizione
quelle parole; Hoc est Corpus meum ; regolò il popolo di Dio nelle cose divine,
s.Luca aggiunge; Quod prò vobi strade- e fedele e incorrotta si trasmise da' padri
tur j e dicendo s. Matteo e s. Marco: Pro ne'figli, da'figli ne'nipoli. Gli ebrei visse-
multis; s. Luca dice : Pro vobis. Onde ro non solo colle leggi date da Dio, ma
non è meraviglia se nella forma eziandio colle tradizioni; onde le pie e sante tra-
della consagrazione del Sangue, gli apo- dizioni non solo furono lodate da Dio, ma
stoli aggiimsero ciò che gli evangelisti non proposte per esempio, come si vede nei
jiosero; né ciò aggiunsero di [)ropria isti- Recabiti, Hierem. 35. Né sono riprova-
tuzione, ma di tradizione divina, cioè co- te da Dio, se non quelle tradizioni che ri-
T R ;V TRA 7»
pjiqii.ino olla sua legge. Senza le tradizio- la Chiesa, che validamente da-
le difese
ni ili ville, neppure la s. Scrittura puòfor- gl'impugnatori. Termina replicando con
n>ar<? sicura regola di fede; ed è celebre il s. Gio. Grisostomo. Est Traditio ? Nil

d(Mio dis. non credo al f ^an-


A.^of>['ino: io quaeras amplius. Il Rinaldi negli Anna-
gelo se non me ne facesse certo r auto- li ecclesiastici pm cose egregiamente toc-
riti) della Chiesa.^t Accettiamo aduiKpie cò delle tradizioni, dichiarando che la cri-
con umile sommissione e con profondo ri- sliana Religione (f.J, fin dal principio
sjìf Ilo dalla Chiesa^ maestra infallibile e della nascente Chiesa, si regge, come di-
colonna immobile di verità, la parola di cono, duplici juve, scritto e non iscritto,

Dio, sia essa scritta o non iscritta ne'san- cioè a dire con leggi e tradizioni^ il che
li libri. Adoriamo con tutto il sentimen- fu sempre comune ad ogni ben ordinata
to del cuore questa figlia primogenita del- repubblica. Quanto alla romana, disse
l'elerna sapienzasappiam grado assais-
, Ulpiano: Jus nostrum constai aut ex
simo a quell'immensa bontà, che si de- scripto aut sine scripto : e quello che non
gnò nel tempo opportuno di rivelarcela, è scritto, in materia di religione, si chia-
e mentre forma la doppia regola infalli- mava da'romani mos, onde nacque la lo-

bile di nostra fede, sia ancora la certa nor- cuzione molto usata dagli antichi scrit-
ma de'nostri costumi". Il Derni no neWffi- tori: Agialiquid more majorum; ovve-
storia- di tutte V eresie, tratta nel t. i : ro: Esse in morihus. Così parimenti de-
Delle tradizioni apostoliche, di cui è cu- gli ebrei è certo, aifermandolo anche Ri-

stode la Chiesa romana, loro origine, an- naldi, che vissero non solo colle leggi da-
tichità, autorità, esistenza e distinziotìi, te da Dio, ma con tradizioni. Osserva poi,
loro forza e autorità presso i cattolici; dei non esservi chi dubiti, che le leggi non
Canoni nu-
(P^.) detti degli apostoli, loro iscritte non sieno per antichità più degne
mero, antichità e valore, ripetendo
con delle scritte; il che manifestamente può
Terlulliano,£>(' Praescrìpt.: Ecclesia ah vedere chiunque ridurrà tutte le leggi al

Apostoliff^, Apostoli a Christo, Christus principio loro. Non sono però tutte d'u-
a Deo suscepit. Il vescovo Sarnelli, Lett. na specie le tradizioni e consuetudini, an-
ecclesiastiche, t. 2, lett. ^o: Delle ec- zisonodifferentissi(ne,secondochèda dif-
clesiastiche tradizioni, ne dichiara i pre- ferenti principii derivarono. In prima,
gi e di quanta forza elle sono, altre di leg- tradizioni riprovate da Dio sono quelle
ge divina, altre apostoliche, altre vesco- che ripugnano alla sua legge, delle quali
vili, le quali ulti me essere quelle cose che disse Cristo: Quare vo^ trasgrediniini
furono istituite peri vescovi nelle loro dio- mamlatuni Dei propter traditionenive-
cesi o Provincie; ne'quali luoghi solamen- stram. Parlano delle medesime s. Pietro
te hanno vigore ed obbligano, cap. Sicut e s. Paolo nelle loro lettere. Sono riprese
sancta, cap. Illud, e. ridiculus^cap. Il- da Cristo e dagli apostoli le tradizioni de*
la, cap. Novit, cap. Omnia dist. ii. Di- vecchi, non perchè derivassero dagli uo-
ce che delle tradizioni trattano ancora, il mini, ma perchè erano Superstiziose (K.)
sinodo i.° di Co>tantinopoli azione io."; il e contrarie alla divina legge, alla quale
sir»odo j° aziojJK i
."; il concilio di Trento i perversi le anteponevano, come nel ^/V?/-
nella sess.4.'\ nella sess. a?..* cap.?,, e nel- mud(l .). Airinconlro le pie e sante tra-
la sess. 24." cap.i. Conclude chedalle di- dizioni furono lodate da Dio. Dice pure
vine tradizioni la Chiesa non può dispen- il Rinaldi, che intorno alle tradizioni o«
sare,da ([nelle apostoliche può dispensa- postoliche, n)olte cose lasciarono gli a-
re somino Pontefice. Inoltre osserva,
il postoli, che non furono scritte, e conser-
che non solo colle ss. Scriltuie, ma col- vate si sono. Anzi la cristiana religione
le tiadizioni apostoliche si fondò e dilatò fu prima istituita con tradizioni. Pcrtan-
72 T R A T U A
topaz/amcnle e grnvemenle erra cl)i ne- donatisti. Didimo scienziato di grande in-

ga doversi nella Chiesa ricevere cosa al- gegno, facendo più conto d'Origene che
cuna, che non sia stala testimoniata con delle tradizioni ecclesiastiche, fece nau-
secondo que-
iscriltura apostolica; poiché fragio e cadde nell'errore, e fu condanna-
sto non si potrebbe ricevere ne anche il lo nel V sinodo con Origene ed Evagrio,
Simbolo degli Apostoli(V.). Fu questo e nuovamente nel concilio di Laterano
errore degli Ariani. Anzi non si darebbe tenuto da s. Martino I. Le cose che si or-
fede a quel che scrissero gli apostoli stes- dinarono ne Sinodi, quali cominciaro- i

si, non avesse mostralo-


se la Iradizione no dopo le tradizioni, non furono di nuo-
ciò che veramente essi scrissero, andan- vo inventale, ma avendole Padri in essi i

do sotto nome loro molti Evangeli^ E- intervenuti ricevute da' maggiori senza
pistole, Atti ed Apocalissi. E per la sur- scrittura, vollero che scritte fossero, ac-
ricordata sentenza di s. Agostino, appare ciocché più accuratamente si custodisse-
di quanta importanza sia la santa Tra' ro, come ben osserva s. Vincenzo di La-
dizione, fondamento delle ss. Scritture ri ns, De Haeres, e. 32, che morì nella

(ambedue gran fondamenti della Dottri- metà del V secolo. Sempre furono elììca-
na cattolica), il quale rimosso, è necessa- cissime le tradizioni a convincere gli ere-
rio che ogni cosa vada per terra. Non so- tici,anche nel secolo XVI, gli Anabatti-
lo adunque colle ss. Scritture, iw^ coWq sti, Luterani (V.) ed altri. A rintuzza-
i

ss. Z/^/^y/Z^zo/^/ apostoliche si fondò e di- re novatori impugnalori delle ss. Tra-
i

lalò la Chiesa, replico con Rinaldi. Que- dizioni, fia'molti si ponno principalmen-
sti indi riporta le giù narrale testimonian- te vedere le opere (Ji Guglielmo Linda-
ze de'Padjì sulle tradizioni apostoliche, no vescovo di Ruremonda, per erudizio-
e di altri ancora in buon numero; e che ne e bontà di vita insigne, e il ven. car-
Tertulliano parla di esse in più luoghi, dinalOellarminOjil quale pubblicò le con-
dichiarando: Che ninno senza, le tradi- troversie contro gli Eretici e Protestan-
zioni puh essere cristiano. Papa s. Ste- ti (V.), opera nobilissima a guisa della
fano 1 deX^i^fj fu tenace e forte nel con- torre di David, cuni propugnaculis: ex
servaree difendere le medesime tradizio- qua mille pendent clypei,etomnis ar-
ni, e per non alterarle sostenne quella sul matura forti uni. Nella benemerita e de-
battesimo, contro la controversia per rei- gna (\W\.r)m^ Accademia di Religione cat-
terarlo agli eretici, eccitatasi nell'Africa e tolica (^.), alla quale mi glorio appar-
seguita pure dagli orientali: colla memo- tenere con singolare compiacenza religio-
rabile sentenza, iYzVi// innovandum; Nisi sa, il eh. R.mop.d. Carlo Vercellone pro-
quocl traditimi est, cioè agatiir o serve- curatore generale de'barnabiti, a'5 luglio
tur, disfece tulle le macchine contrarie, l855 una sua dotta dissertazio-
vi lesse

e si vide manifesta la grandissima forza ne, in cuidimostrò che Protestanti, ri- i

delle antiche tradizioni. La Chiesa fondata gellando l'autorità della Tradizione, so-
da Cristo sopra soda pietra in tanto ter- no nell'impossibilità di mantenere il va-
remoto si mantenne immobile; ed allora lore divino della Bibbia, h^ Civiltà cat-
rilucette splendidamente la grandezza tolica, la quale per corrispondenza e co-
dell'autorità del Successore di s. Pietro, munanza di otticno e benefico scopo, suol
poiché arninto quasi colla sola Iradizio- dar contezza delle gravi e dotte disserta-
jie de' maggiori sostenne tutto 1' impeto zioni che si recitano nel l'encomiata accade-
de' vescovi orientali e occidentali, checon- mia, di questa nella2. "serie, t.i i,p.577,ne
Iro s. Stefano I erano insorti con moltis- pubblicò l'interessante cenno, chequi ri-

simi argomenti; e fu meritamente cele- produco.» Dopo aver toccato del nesso che
bralo da' Ialini e da'greci, e persino dai vi ha tra la dottrina de'protestanti e quel-
TR A TRA 73
Inde'sensisli.ccleìla tendenza cli'nmenclue dersi quello dell' Itnmacolato Concepi-
al Pan teismo ed ai Razio/mlisino, V ora- mento di Maria Vergine, il Papa Pio IX
tore entra in argomento, aiTeiMnanJo che l'B dicembre 854 *^on solennemente de-
1

Tispirazione della Bibbiaè unod'i que'f'at- cretare e definire domma di fede il gran-
tiche noi conosciamo solo pei* la Rwela- de mistero dell'Immacolato Concepimen-
zìone: quindi si fa a provare che raentie to di Maria Vergine, che osai celebrare

il cattolico ammettendo l' insegnamento LXX! 1, p.42, non introdusse una


nel voi. 1

auloievole della Tradizione conserva in- nuova dottrina p credenza ma ne san- ,

tatta la fede del domma rilevato, il Pro- zionò e dichiarò il senso legittimo e le ve-
testante al contrario rifiutando quell'au- rità contenutevi.Esse erano comprese nel-
torità nulla può avere di certo intorno a le sante pagine delle Scritture diviue, e che
ciò che proviene dalla rivelazione, e per- tante e sì chiare teslimonianze della tra-

ciò in ninna guisa può mantenere il va- dizione cattolica dimostrano apertamen-
loredivinodellaj5/Z'^/<7. Laqualedisgiun- te contenute nella parola rivelata, ed e-
ta dalla Tradizione ne [)uò darci il Ca- splicitamente credute finoda'primi seco-
none de'libri ispirali, né farci conoscere il li della Chiesa. Tra le dottrine tradiziona-
senso genuino delle dottrine rivelate eoa li da noverarsi la massima cattoli-
è pure
quella sicurissima certezza che si convie- ca che fuori della Chiesa cattolica non
ne al domma. E ciò dimostrasi ad evi- vi e salute yòie\\diC\wQ\e riparlai descriven-
denza e da molte ragioni intrinseche,edal do il recente concilio di Thurles ^ e più.
fatto delle continue ed infinite variazio- di proposito già ne avea ragionato sino
ni dottiinali de'protestanti. Questo vero dal i853 nell'articolo Setta, ove tentai
poi l'egiegio oratore ampiamente lo con- possibilmente di chiarire la formidabile
ferma e lo illustra esponeudo in qual n»o- sentenza, secondo le mie deboli forze. Ora
do Gesù Cristo abbia istituito la sua Chie- mi gode l'animo di potere aggiungere su
sa e di quai prerogative l'abbia dovuta ar- questo grave argomento che lo slesso ,

ricci! ire,aninchè la rivelazione potesse sor- Pontefice, nel dì seguente al promulgato


tire l'effetto a cui era destinata. E dopo a* decreto, pronunziò in concistoro quell'al-
ver brevemenle risposto alle principali locuzione di cui dissi in breve nel citalo
obbiezioni degli avversari, conchiude os- luogo, alla presenza de'cardinali.non che
servando come gli scrittori protestanti ai degli arcivescovi e vescovi presenti in Ro-
dì nostri col sì manifesto cader che haa ma per la memorata definizione, nella
massima parte nel razionali-
fatto per la quale maggiormente dichiarò e confermò
smo, comprovino a meraviglia la verità la massima medesima della chiesa catto-
dell'assunto da lui dimostrato". La Chie- lica.Quindi arroge all'accennato che io
sa cattolica ha la podestà di conoscere e qui ne riporti il brano speciale.» Non sen-
dichiarare il numero e l'autorità de'libri za dolore sappiamo, che un altro errore
santi, d'interpretare e determinare le di- non meno fatale ha invase alcune parti
vine scritture e la dottrina rivelato, d'in- dell'Orbe cattolico, e che è penetrato nel-
dicare la tradizione divina, di proporre le menti di molti cattolici, i quali pensa-
le verità da credersi come divinaniente no, doversi bene spertire deireterna sa-
ispirate, circa la fede ei costumi, e di fa- lute di tutti coloro, che si trovano fuori
re precetli a'battezzati. La Chiesa catto- della vera Chiesa di Cristo. Perciò spes-
lica è inoltre pel suo divino fondatole in- so sogliono chiedere qttale sarà dopo que-
corruttibile custode di lutto il deposito sta vita la sorte e la condizione di coloro,
della venia rivelata, tanto scritto, (|uanto che non appartengono alla fede cattolica:
tion iscritta ch'è la tradizione. Tra i dognii e guidali da vanissime ragioni aspettano
fonduti sulla tradizione vi è du compreu- una risposta, che huU'raghi questa prava
74 TUA TRA
opinione. Lungi dn noi l'idea,© venera- coloro, che vogliono e chiedono con ani-
bili fratelli, (li pone un limite alla mise- mo sincero di essere da (juesta luce illu-
ricordia infìniladi Dio, lungi ancor l'idea minali. Queste verità devono essere alta-
di voler perscrutale gli arcani consigli e mente scolpite nell'animo de'fedeli, per-
giudizi divilli, che sono altrettanti abissi, chè non siano corrotti di false dottrine
e che non possono essere da mente utnu- tendenti a fomentare la indifferenza del-

na penetrati. Ma {ler nostro oflizio apo- la religione, cui a detrimento delle anime
stolico vogliamo eccitare la vostra solleci- vediamo dilatarsi e crescere", indi il Pon-
tudine e vigilanza episcopale, onde quan- tefice parlando del decretato dogma, sog-
to più potete sgombriate la mente degli giunge. « Egli è sommo privilegio , che
uomini da quella em[)ia e funesta opinio- grandemente conveniva Madre diDio,
alla

ne, che cioè in ogni religione si puh Iro- l'essere andata salva ed incolumea mezzo

vare la via, che conduca ali* eterna sa- la comune sciagura del genere umano: e

lute. Onde col vostro ingegno e la vostra la grandezza di tale privilegio gioverà mol-
dottrina dimostrale a' popoli alla vostra tissimo a confutare coloro, che negano la
cura adìdati, che donimi della fede non
i natura degli uomini non aver peggiora-
si oppongono alla misericordia ed alla giu- to per la prima col[)a, ed esaltano la po^
stizia di Dio. Conciossiachè si deve tene- tenza della ragione per negare o diminui-
re, essere di fede che nessuno può andar re il beneficio della religione rivelala. La
salvo fuori della Cliiesa cattolica j che B. Veigine, che abbattè e distrusse tulle
questa è la sola arca di salute, nella qua- 1' eresie, faccia finalmente, che sia dalle
le chi non sarà entrato, pei irà come nel radici strappato e distrutto anche questo
diluvio: però si deve teiiere egualmente perniciosissimo errore del razionalismo,
certo, che coloro i quali vivono in un'/- il quale in questi miserandi tempi non so-
gnoranza. invincibile della vera religione lo grandemente affligge e molesta la so-
non si rendono di. ciò colpevoli agli occhi ma anche la Chiesa".
cietà civile,
del Signore, Ora poi chi si arrogherà tan- TRADIZIONE, Traditio. Consegna.
loda determinare i limiti di tale ignoran- Si chiamano con questo nome le tradi-
za secondo l'uidole e la varietà de'popoli, zioni oconsegne delle Chiese cattoliche
delle regioni, delle menti e di tante altre ad Eretici e Scismatici perchè vi cele-
cose? In vero quando sciolti da'Iegami di brino il servizio divino, secondo la loro

questo corpo vedremo Iddio qual è, com- erronea credenza e il loro rito. Questa im-
prenderemo certo quanto siano insieme portante questione viene dalla BihliotC'
congiunte da stretto e bel vincolo la mi- ca sagra eruditamente discussa, provan-
sei icordia e la giustizia divina; ma fino a do dapprima l'incompatibilità di due cul-
che din)oi iamo sulla terra coperti di quel- ti in una chiesa stessa, e rispondendo alle

carne mortale che l'anima indebolisce,


{•la ragioni a sostegno delle medesime. La con-
teniamo fermamente, secondo la dottrina clusione della discussione è la seguente,
cattolica, esservi un solo Iddio, una sola Non vi ha che una vera Religione^eque-
fede, un solo battesimo: non essere lecito sta vera religione non trovasi che nella
d'indagare oltre. Del resto, come la cari- Comunione apostolica romana. Ogni al-
tà richiede, facciamo preci assidue, perchè tra religione è falsa: ciò ch'è opposto alla
i popoli di qtjalunque luogo si converta- verità non può essere che errore. L'eser-
no a Gi'^ù Cristo; e quanto piti è possibi- cizio delledue religioni è dunque incom-
le attendiamo alla salvezza comune del- patibile in un luogo medesimoi la verità
ruman genere imperocché non si è ac-
; non può allearsi colla menzogna, la luce
corciata la mano del Signore, r.è sono per colle tenebre. Gesù Cristo con lielial. L'e-
uiaucare uiui i doni della divina grazia a sercizio d'una falsa reliiJione non deve a-
TR A TRA 75
ver luogo in uo Tempio consngrato al- gli altri callolici nelle chiese degli aria-
seicÌ7Ìo della vera i'eligi«)ne: egli tioii può ni. iVoterò clie in Aiitiocìiia si die il no-
die profutiailo e contanìinarlo ; il culto me di Eustaziaiii a'cattolici che non vol-
tlegl'idoli nel tempio di Gerusalemme lo lero riconoscere altro vescovo che s. Ka-
ha confamiuato, sagrifizi che vennero
i stazio (di cui riparlai a Siria, riportan-
loro offerti sul suo altare lo hanno pro- do la serie de'vescovi antiocheni) depo-
fanalo. L'esercizio d'una falsa religione sto dagli ariani, quali così i li chiamarono
dimque contauìina le chiese de'cattolici: per dei'isione. Perciò tali cattolici non van-
esse cessano di essere cattoliche quando no confusi co' Contemporanei eretici Eu-
hanno servito ad un tal uso: esse sono di- staziani ( F.). A Samosata , i cattolici non
venute in)pure, esecrabili, come le chia- entravano nelle chiese perchè Eunomico
ma un concilio tenuto nel 5i 7. E' d'uo- vescovo ariano vi teneva le sue assemblee,
po consagrarle, cioè benedirle di nuovo, l^cattolici devono dunque, dietro l'esem-
onde renderle cattoliche. L'esercizio d'u- pio de' primi cristiani, di s. Atanasio e
na f.dsa religione contamuia una chiesa, degli eustaziani che in que'teuipi meri-
non si deve dunque auìuiettervt.'lo, giac- tarono gli elogi della Chiesa, tenere le
ché si è in obbligo d'unpedirne la pro- loro assemblee in case particolari piutto-
fanazione, e di non interdire a se stessi sto che nelle chiese degli eretici, le quali
l'esercizio del culto cattolico. Ed una chie- hanno perduto la loro benedizione, sen-
quando ha ser-
sa cessa di esser cattolica za di cui non vi si può celebrare il ser«
vitoad un culto eterodosso, giacché essa vizio divino. E perciò s. Melezio d* An-
ha perduta la sua benedizione, ed ha bi- tiochia recossi a celebrare il divino uiW-
sogno di si può ce-
una nuova. Ora non ciò in una chiesa fuori delle oiura delle
lebrare il una chiesa
servizio divino in ciltà per non farlo nella chiesa degli a-
che nonèbenedetta,ocheè contaminala. riani, ed a Costantinopoli s. Gregorio iVa-
Debbonsi pure interrompere sagri mi- i zianzeno lo celebrò in una casa d* uno
steri se la chiesa viene ad essere conta- de' suoi parenti. Se sta nella prudenza
minala durante la loro celebrazione. Non de' principi cattolici il tollerare che ne*
devesi dunque per(netteread alcunaóV^ paesi da essi conquistali gli eretici conti-
ta eretica di tenere le sue assendjlee nelle nuino ad esercitate il loro falso culto nel-
chiese cattoliche, poiché esse le profana- le chiese da essi possedute, non ispetta for-

no coll'esercizio del loro falso cullo : ad se alla loro pietà il designare altri luo-
Efeso, a Roma, ad Alessandria, a Mila- ghi in cai i cattolici possano esercitare il

no, ad Antiochia, a Spira specialmente loro culto in tutta la sua piuezza? Ad on-
ed in molti altri luoghi i più grandi ve- ta del riferito, ad onta della discussione
scovi vi si sono opposti, e principalmente contenuta in 4 ragioni con altrettante ri-
»ia contro gli eretici Arìaiiiy^Mx contro gli sposte, in più articoli deplorai la condi-
eretici Proleslaiid. Queste asseudjlee ete- zione infelice di que'cattolioi,che per ne-
rodosse col [)rofanarle v'interdicono l'e- cessità si doverono contentare di ollicia-
sercizio del cattolico culto. 1 cattolici non le nella stessa chiesa, ove prima o dopo
devono parimenti celebrare il Servizio facevano altrettanto gli scismatici o gli e-
divino nelle chiese degli eretici. Gli eu- retici; come pure coni[)iansi que'caltolici,
slaziani non vollero comunicare cogli al- che dalla prepotenza de'scismatici o de-
tri cattolici d'Antiochia, [)erché questi te- gli eretici, questi di forza vollero eserci-
nevano le loro assemblee in una chiesa tare il cullo nelle loro chiese; altre volle
degli ariani, es. Atanasio autorizzò la lo- gli scismastici o gli eretici esigettero da'
ro separazione, recandosi alle loro assem- cattolici una contribuzione per la pro-
blee in case purliculari e non u quelle de* miscuità de'culli ue'Ioro templi. Voglia
76 TR A T K A
KIdio diedi sì lagrimevoli esempi non più da Gaeta leghe 3 e mez«
distretto, distante
esisti no, ma teinochealcunononne mari- za, eda Napoli 4, capoluogo di cantone,
1

clii, e liillora esiste nello stesso santua- sopra una collina, presso ia sponda de-
rio del s. Sepolcro (/^.). Tali funesti e- stra dell'Ausente, altridicono in prossi-
sempi si anche nelle
estesero cattedrali, mità della foce del Garigliano. Possiede
invase dagli eretici o scismatici, dividen- la chiesa collegiata e 4 altre chiese par-
dosi co'caltolici certe ore del giorno per rocchiali, ed un convento di religiosi. Seb-
praticarvi l'ufficiatura. I Papi e i vesco- bene in area di versa,ebbe questa città l'o-

vi gemerono e anche protestarono, e tal- rigine dall' antica Minturno fK) , città
irolta furono costretti a tollerarlo per im- sannitica, le cui paludi rese celebri il sog*
pedire un male maggiore. Il vocabolo giorno frittovi dal famoso console roma-
tradizione, per consegna, si usa ancora no Caio Mario, e che copriva ambe le ri-
per altre cose, come la tradizione della ve del fìume, al quale per un tempo die-
Berretta cardinalizia (V.)'f\n\xo\'\ car- de il proprio nome, e ch'era pure attra-
dinali, che viene eseguita dagli Allega- versata dalla famosa via Appia. Mintur-
ti apostolicij e pe'sagri e nobili pontifì- no è la patria del poeta Lucilio. Eretta
cii donativi ì\q\\(x Rosa d'oro benedetta Minturno in sede vescovile sufiViiganea
(y.) e dello Stocco e Berrettone ducale della metropoli di Capua, al finire del se-
benedetti, che si eseguisce da'nunzi apo- colo VI era già vuota d'abitatori. Sussi-
stolici o altri delegati alla consegna loro. stono ancora i suoi ruderi, e specialmen-
TRADONE o TRON (s.), prete. Di tegli avanzi dell'anfiteatro e d'un acque-
Hasl)ein nel Brabante, ragguardevole per dotto. Traetto èva Patrimonio della cliie-
nascita e ricchezze, dopo aver perduto i sa romana (J^.). quando nell'SSa Papa
propri genitori si ritirò a Metz, e si pose Giovanni Vili donò tutto quel ragguar-
S(jlto la iliscipliiia di Cleodulfo vescovo di devole patrimonio aDocibileducadi Gae-
tpiella cillà.Egli passava il suotetDpo tra ta e a Giovanni suo figlio, non che a'Io-
lo studio, le opere di carità e gli eser- ro successori in perpetuo, acciocché guer-
cizi di pietà; e dopo essere stato ordina- reggiassero contro Saraceni^ co«ne poi
i

to prete, tornò in patria, e si dedicò ad fecero; donazione loro confermata daGio-


estirpare gli avanzi dell'idolatria colla vanni X Papa del 9 '4' La sede vescovile
predicazione, illustrando il paese collo di MinturnOjessendosi trasferita in Traet-
^plendore delle sue virtù. Fece fabbrica- to, il suo vescovo s'intitolò s, Trajecta-
re un monastero nei suoi poderi, non so- naeecclesiaeepiscopum.\)o^o il 954 non
lo per prepararvi un ritiro ai solitari, ma Irovansi più vescovi di Traetto, e ia dio-
eziandio per fondarvi una scuola, ove la cesi fu Gaeta^ la quale pel me-
riunita a
gioventil) potesse informarsi nelle scienze morabile soggiorno di Papa Pio IXi^f^.)^
e nella pietà. Altro monastero fondò pres- a'3 dicembre 1848, colla bolla In subli-
I

so Bruges nella Fiandra ; ed entrambi mi Prineipis Apostoloruni catìiedra^


sono conosciuti sotto il nome di s. Trou fu elevata alla dignità arcivescovile, e be-
o Truyen, in latino Trucio. Il santo fon- neficata pure al modo narrato in quell'ar-
datore morì nel 698. Non sembra ch'e- ticolo;ed ali.*'arcivescovo ivi ricordato,
gli abbia abbracciato lo stato monastico, per sua morte, Io stesso Papa a'sS giu-
come alcuni autori hanno creduto. E' gnoi854 S''
sostituii l'attuale arcivesco-
menzionalo romano ed
nel martirologio vo mg.' Filippo Cammarota di Traietto
in altri a'^S novembie. nell'arcidiocesi, traslato da Cafarnao in
TUAETTO o TRAIETTO, Trajc- partìbiis^ titolo vescovile conferitogli nel
ctum. Città vescovile del regno delle due 1849, già arciprete della cattedrale ar-
Sicilie, provincia della Terra di Lavoro, civescovile e pro-vicario generale del pre-
TRA T RA 77
decessole. Anche Tinello celebro solen- riani nel IV secolo, a tempo dell' im(>e-

nemente con feste l'avventurosa defini- ratore Valente: suoi successori furono Sin-
zione del dogma suU'Iinmacoialo Conce- cielo, Pietro, Rasilio, Flacciano, Abbon-
pimento delia B. Vergine, eruditamente danzio, ec. Secondo il p. Le Quien nel
descrilledalch. Michele De Mallhias nel- secolo XVI Gabriele fu ili.° metropoli-
la sua Dissertazione 'm[\io\a[a: Gare del- tano di Traianopoli e di Maionea, e sot-
le città e luoghi dell' arcidiocesi di Gae- toscrisse là deposizione del patriarca Joa-
ta nella metà del secolo XIX, inserita saph nel 1564. Traianopoli ebbe ancora
nel n.° 9 deW* Araldo di Lìicca^ de' 28 isuoi vescovi latini,e se ne conoscono due:
febbraio 1 855. Ladislao,e il successoreBenedello diZege-
TRAIAINOPOLl, Trajanopolis. Se- dino francescano, nominalo neh 493 da
de arci vescovile di Tracia nell'esarcato o- Alessandro VI. Oriens dir. 1. 1, p. 193, i

luonimo, metropoli della provincia di Ro- t. 3, p. 1095. Traianopoli, Trajanapoli-

dope, eretta nel IV secolo in sede vesco- tan , è altresì un titolo arcivescovile in
vile, indi arcivescovile, ch'ebbe per suf- partibiis^ehe conferisce il Papa, a cui so-
fragane i vescovati di Maronea, che la nosottoposli simili i titoli vescovilid\Per'
successe nella dignità del secolo IX e nel gamo, Eno, Maronea, come leggo ne're-
XV ad essa si unì, E/iOjDidimotiche,c\\e gislri concistoriali,non e\\e Ahdera eMas-

nel secolo IX divenne arcivescovato ono- sìmianopoli. Per ultimo furono decorati
rario, Peritcorioy Cipsella^ che ìu delio del titolo arcivescovile di Traianopoli, da
secolo ricevè anch'essa il titolo arcivesco- Pio VII Giacinto Lodovico de Quelen,
vile, come le due seguenti, Massimiano- poi trasferito alla sede diP<:/r/g^7VGregorio
poli e Rusioy Ahdera, Xanthia, Macra^ XVI nel concistoro de'20 gennaio 1 845,
Anastasiopoli, Misi/io o Misinopoli , e sciogliendo dal vincolo della chiesa di
Teodorio. La città anticamente fu chia- Lucca fr. Gio. Domenico Stefanelli do-
mala anche Zernis ^ distante 25 miglia menicano, gli conferì questo titolo. Resta-
daCipsella,45d'Adrianopolie4odalnia- to vacante per sua morte, il Papa Pio IX
leEgeo. Quantunque porli il noa^ediTra- con breve de'4 giugno 853 l'attribuì a 1

ianopoli, si dubita che debba l'oiigiiie a mg.*^ Benedetto Planchet gesuita, attuale
Traiano, ma probabilmente l'ingrandì e delegato apostolico diMesopolamia,Rur-
abbellì, e Giustiniano I ne fece rifabbri- dia ed Armenia minore, delegazione a-
car le mura di cui si vedono gli avanzi in- postolica delle missioni d'Asia.
sieme a quelli della città. L'odierna chia- TRAIANOPOLI, Trajanopolis seu
.'
masi pure Or/A7iOi'<2, città della Turchia Tranopolis. Sede vescovile della i Fri-
europea in Romelia, sangiacalo di Gal- gia Pacaziana, nell'esarcato d'Asia, sotto
lipoli ei8 miglia lungi, sulla sponda de- la metropoli di Laodicea, creila nel V se-
stra della Marizza , a pie del Desposto- colo. Ebbe a vescovi, Giovanni I che sot-
Dagh o ]^Qdo^e'./lm>iumIIehrum^\o chia- toscrisse al decreto sinodale di Gennadio
ma una proposizione concistoriale. E'al- patriarca di Costantinopoli, Giovanni I[
quanto considerabile, ma poco visilala,es- fu al concilio di Costantinopoli sultoMen-
sendo a qualche distanza dalle strade fre- na, Asignio intervenne al V concilio ge-
quentate; [)erò assai attivo n'è il commer- nerale, Tiberio sottoscrisse il canone in
cio ne' [)rodotli di sue manifutture e del Trullo^ Fdippo fu presente al VII con-
suo territorio, con circa 16,000 abitanti. cilio generale, Eustrasio assistè al conci-
Pare che tuttora vi risieda l'arcivescovo lio di Fozio, ed N. a quello di Costanti-
greco, che un tempo era stalo trasferito nopoli che approvò gli errori de'l'ahiini-
a Maronea. 111." vescovo greco di Traia- i'i. Oriens rlir. l.i,p. 8o4- Traiano|)oli,
uopoli fu Tcodulo, perseguitalo d<i|^li a- Trajanopoliuin^ii uru uu titolo vcscuvilc
78 TR A TRA
in pnrtìhusy solloposlo all'eguale titolo ro nel 1 088 ricevè Papa Urbano li con o-
arcivescovile di Laodicea, clie conferisce gni onore,celebrandola messa nella catte-
il Papa. drale, indi Io stesso Papa nel 1 090 trasferì
TRAINA oTROINA,rm)//i/7, Troy- la sede vescovile di Traina a Messina, col
napolim. Città vescovile di Sicilia nella suo vescovo RobertOjdid i*apa dichiaralo
valle di Demona, provincia di Catania, legafwn S. IL E. in Sicilia; e poi secondo
da cui e distante i 2 leghe e 4 da Nicosia, ilPirro, con diploma che riporta, Urba-
capoluogo di cantone, giace sopra una no II fece legalo apostolico di Sicilia Rug-
montagna, da cui scende il fiume del suo gero ed i suoi succesiori, donde al dire
nome. Vanta questa città il più. antico d'alcuni ebbe origine la famosa Monar-
monastero della Sicilia dell'ordine basi- cìiia di Sicilia, che descrissi e deplo-
iiano, ed è adorna di molli belli edilìzi e rai a Sicilia, esaminando se vero o sup-
di pubblici stabilimenti, ma tuttavia of- posto il pontificio diploma. "^eW Istoria
fre poco interesse e viene di rado visita- della pretesa Monarchia di Sicilia, in
ta da'viaggiatori. Conta quasi 8000 abi- cui si mostra V origine e V insussistenza
tanti, ed ha pingue territorio e buoni pa- di detta Monarchia^ con hollcy diplomi
scoli, esportandosene anche giano, legna- e altre autentiche scritture, cap. 4-Qua il-
me, vii)o,sela,cacioeghiaiide. [\occo Pir- io sia in verisimile, che supposto diplo-
il

ro nella Sicilia sacra^ t.i, p. 44o> ^^' ma si fosse potuto domandare dal conle
clcsiae Troiucnsis postsaracenos, chia- Ruggero ad Urbano 11, e che questo l'a-
ma Traina o Troina, vetustissima Sici- vesse potuto e dovuto concedere, si dice.
gli autori che ne parla-
liae urhs^e riporta Prima di tutto non sa capirsi su qual fon-
rono. Ruggero normanno conte e poi du- damento gl'istorici siciliani possano mai
ca di Sicilia, pare che l'abbia tolta a' sa- appoggiare la Legazione Apostolica nel-
raceni, indi nel dicembre 1061 vi fu ri- l'isola di Sicilia, stabilita da Urbano II

cevuto con festive dimostrazioni dagli a- in persona di Roberto vescovo di Traina.


bitanti. Egli vi prese tanto amore per l'e- Se Traina dopo la conquista del regno
in

levata sua posizione, bellezza e altri pre- fatta da'principinormanni, vi fosse desi-
gi, che ottenne nel 1081 da s. Gregorio gnata la cattedra vescovile, e se ella ben-
VII che vi fosse ristabilita ovvero stabi- ché città anlicamenle fregiata col titolo
lita la sede vescovile, facendovi designa- di vescovato l'abbia riacquistata dopo la

Roberto suo parente e nor-


re in vescovo sconfitta de'saraceni, o a dirittura sia sta-
manrjo, monaco del monastero di s. Eu- la unita a! vescovato di Messina, e di due
femia di Calabria, o di quello di s. Mi- chiese, ch'elle erano, fattane una sola, al-
chele di Traina. Pel suo zelo e per la mu- l'aulore non importò il cercarlo. Bensì di-
nificenza di Ruggero furono rialzati i sagri ce incoiiliaslabile e certissimo, appresso
leo)pli,provveduti di suppellettili edolati, RoccolMrro autore accreditato in Sicilia,
dedicandosi la cattedrale in onore della che Roberto benché eletto sia designato
13. N'ergine del Parto. Ruggero con diplo- vescovo di Traina, non fu mai vescovo
ma presso il VìvvOyDcigraiia Comes Si- d'essa città, e solamente fu consagrato nel
cilìae , fece le concessioni alla chiesa di 1
090, quando fu eretta in vescovato Mes-
Troina, suo vescovo e successori, in ono- sina (o ripristinato), alla quale fu sotto-
re di Gesù Cristo e della divina sua Ma- posta Traina, come parte della diocesi,
dre, prò animae meae, et pareutam meo- con essere stato allora trasferito da que-
rum redemptioìie ausane omni calu- sta in Messina il titolo e la cattedra ve-
wzwV/.A vendo il conte Ruggero ripristina- Se dunque
scovile. nel 1097 ,
quando si

to le sedi di Messina e di Taormina, alla .^ i pretende conceduta Roberto la legazio-


a
assoggettò questa diTruina.luessallugge- ne in Sicilia da Urbano II, non era Ror
T U A T R X 79
I)t'rto vescovo tli Ti aiiia, ina di Messina, nella Sicilia ventilare e conoscere da'Car-
cooie può cretlersi , die (iaufredo nella tolari, che in ogni tempo vi si destina-
sua storia abbia polnlo scrivere, die f()Sse rono, e che elfetlivamente non erano al-
vescovo (li Traina e die la lenazione [osse tro che veri nunzi oapocrisari, per cui
a lui conferita come a vescovo di Trai- a un tempo non poteva essei'e legalo a-

na, quando era'no scorsi 7 anni dacché e- poslolico il conte Ruggero. Sollialla la

ra stalo consagrnto vescovo di Messiuii? Sirilia dal giogo saraceno e contpjistata


Dovea chiamarlo vescovo di Messina, nuii da'normanni, si cominciò a ristabilire la
di Traina. IMa grinventori della favola, cristiana religione, e la s. Sede vi man-
dice lo storico della Monarchia, non ha* dò e mantenne il suo legato. Lo slesso Pir-
dando alTanacronismo, credellero d'in- ro, storico sicdiano, tanto presso i propvi-
gannarci, nèsiaccorserodell'ei rore. Inol- gnatori della prelesa Monarchia accredi-
tre poi aggiunge non trovarsi alcuna bol- tato, chiaramente confessò, yéc prìniuìn
la, Itllera o breve di Papa Urbano II, di- advertOj fuissc quidciìi in Sicilia, ciini

retta a Roberto vescovo di Traina, ne al- primum recepta est, Pontificis legatum,
cun iiidÌ2Ìo apparisce dell'asserita lega- ut colligi aperte potest ex iisy cpiae nar-
zione concedutagli nell'isola di Sicilia, per ro twn in Messanensi, timi in Traynensi
cui prelendesi olTeso molto liuggero e a Notitia. Per strinxit enini Grcgorius
segno poi di essersi prorotto in lamenti VII, Roger inni, quod Traynenseni An-
con Urbano II. « Di tal sognata legazio- tistitem institiieret ahsque Sedis aposto-
ne niun istorico ecclesiastico toltone il , licae^ejusque legati, tane VF.faddia-
divolgato Gaufredo, e poi il Fazello, il te. Nella Notizia poi della chiesa di Mes-
Maurolico, lo Scorna e il Cirino, ed altri sina il Pirro Gregorio
cita la lettera di s.

di simil fiìtta, mai non ha parlato: e pa- V 1 1, dalla (juale tieducesi aperlamenle l'e-
je strano, che sia ella stata conceduta, e sistenza in que'lempi nella Sicilia del le-
poi tosto perdutosene il diploma, talché galo apostolico,menlie ivi s. Gregorio VI [

per uscirne d'impaccio sia d'uopo ricor- così scrive al conte Ruggero, (^aia Tray-
rere all'invenzioni, simili a cjuelle fred- ncnseni electum a nohis consecrari po-
dissime delibai bt^io circa all'altro di Ur- stulasi licet electioni hoc defuerit^quod
bano Papa sulla Monarchia di Sicilia. Bi- legatus Sedis apostolicae, et consensus
sogna dunque confessa re,che siccome que- noster non adfuitj tamen mo acute s uè.

sta è una favola, tessuta dagl'islorici si- de futuro idjiat^tuae dilectioni, ipsius-
ciliani per dare la prima base al preteso que personae laudabili testimonio ad
loro tribunale in quel regno; così la sup- praesens annuimus, ut veniens, Deo fa-
posta legazione in persona di Roberto ve* cente, consecretur. Elezione che non eb-
scovo di Traina^ che si vuol conceduta da beeffetto, perchè Pioberlo non fu mai con-
Urbano Pa})a, sia una ciarla messa fuori sagrato vescovo di Traina, e solamente
per dar motivo e colore all'altro asserito nel 090 quando fu eretta nuovamente
1

diplonia della Monarchia." Indi lostorico Messina in vescovato.


Q p. 90 prova, come in tempo d'Urjjano TRALLA o TROALLA, Trallis. Se-
II e del conte Ruggero, a cui prelendesi de vescovile della provincia di Lidia, nel-
conceduto il privilegio della INlonarchia, l'esarcato d' Asia, sotto la metropoli di
come anco nel pontificalo successivo di Sardi, eretta nel VI secolo. Si conosco-
Pasquale II, la s. .Sede ebbe i suoi legali no due vescovi, Uranio che assistè al V
e nunzi apostolici neiri>ola di Sicilia. iN'el concilio generale, e Micheleul VII di essi.
pontificato d'Urbano II lo stesso Gaufre- Oriens chi: t, 1 , p. 881.
do confessò, che le cause eccleàia>liche, e TRALLES o CUORA. Sak vescovile
i dirilli della Sede apostolica si doveuuo dcllu 1
.'
provincia d'Asia, ucU'csarcato del
8o TRA TR A
suo nome, sotto la metropoli d'Efeso, e- de e varie piccole,pasieggi sugli spalli don-
relta ne'primi tempi dellaChiesa.La citta, de si gode di vista estesissima sul maree
in oggi rovinala, si dice fabbricata da Ai- sulla campagna. La cattedrale è vasta,l)uo-
talo dopo la distruzione di Troia, in po- no edificio costruito su bel disegno, or-
ca distanza dal fiume Meandro. Plinio, nala di colonne e pitture pregiale e ric-
Slral)one,e lutle le Notizie ne fanno men- ca di preziose suppellettili. E' sagra alla
zione. Avvi una lettera di s. Ignazio mar- B. Vergine Assunta in cielo, munita del
tire, scritta al popolo di Trailes, la (juale battisterio, con cura d'anime amministra-
prova l'antichi là di questa chiesa. Si co- ta dalParciprete 2.^ dignità. Fra le reli-
noscono g vescovi di essa, cioè s. Filip- quie è in massima venerazione il corpo di
po uno de'y primi diaconi della Chiesa, s. Nicola Pellegrino, principale patrono
che meritò il soprannome d* Evangeli- della città, llcapitolosi compone di 5 di-
sta^ per sua eccellente predicazione;
la gnità, lai.\lelle quali è l'arcidiacono, di
Polibio che occupava la sede al tempo di 1 8 canonici comprese le prebende del teo-
detto s. Ignazio; Eracleone assistè ali.° logo e del penitenziere, e di 20 preti de-
concilio d' Efeso; Massiujo fu al brigan- nominali partecipanti, olirei chierici ad-
daggio d'Efeso, nel quale sottoscrisse de- i detti al servizio divino. Il palazzo arcive-
creti diDioscoro; Asclepiade contempo- scovile è alquanto distante dalla metropo-
laneodi Pietro Follone, usurpatore della litana, vecchio edificio,già uno de'più son-
sede d'Antiochia;]VIirone sottoscrisse i ca- tuosi per l'eccellente struttura. In tutta la
noni in Trullo j Teofìlatlo pose la sua città non vi è altra chiesa parrocchiale,
soscrizione al VII concilio generale; Teo- bensì diverse altre in bel numero, 3 con-
fane ordinato da s.Metodioos. Ignazio pa- monache,
venti di religiosi, 2 monasteri di
triarca di Costantinopoli, assistè air Vili un conservatorioper lefanciulleorfanejal-
concilio generale; Teopisto fu al concilio cunisodalizi,!! vasto seminario,rospedale,
tenuto pel ristabilimento di Foùo.Oricns il monte di pietà, e il vago teatro. Usuo
dir. t.i, p. 6g6. porto circolare, anticamettte assai rino-
TRANI (Tranen). Città con residen- mato per la comodità e sicurezza, trovan-
za arcivescovile nel regno delle due Si- dosi dentro l'urbano recinto, più non può
cilie, provincia della Terra di Bari, di- ricevere che il piccolo navile, né se n'e-
stretto, a 3 leghe da Barletta, g da Bari, sporta che olio, buon vino, moscato spe-
capoluogo di cantone, sul mare Adriati- cialmente, mandorle, fichi eccellenti, ed
co, in luogo piano edificata conspici tur, alcune altre produzioni del paese. La fie-

fjfuae in suo Irium circiter milliarum ani- ra che vi si tiene a*i4 ottobre , chiama
hitu 8200 domus, et i/^^ooo pene conti- molto concorso. Caldissimo è quivi il cli-
tinetcives^ó'ìce l'ultima proposizione con- ma per 8 mesi dell'anno, e l'acqua di sor-
cistoriale. Seiìe d'una delle4g«"andi corti gente rarissima; certe cisterne poste nelle
civili del regno, d'una gran corte crimi- cantine delle case, tetti delle quali han-
i

nale e d'un tribunale civile per la pro- no canali che vi mettono capo, ricevono
vincia; è piazza forte di 4- classe, che pe- le acque piovane, di cui si fa uso nell'e-
lò non ha che una mura bastionata, con state. Gli oli veti del territorio sono sì spes-
3 portele preceduta da un fosso, più non si e di tanto bella appaiiscenza, che for-
esistendo la sua antica cittadella,'già edi- mano il giaditissimo spettacolo come di
ficata altempo di.Federico 11 imperatore. amena selva, la quale si estende per tutto
L'interno è mediocremente fabbricato, e il resto della provincia e fino a Taranto,
la maggior parie delle vie stretle e tortuo- venendo framezzata dalle piantagioni di
se. Vi sono peròde'palazzienon poche ca- cedri e di raelaranci/frequenli anch'esse
se particolari assai belle,una piazza gran* e prosperose. Coltivasi ne'dinlorni il co-
TRA TRA 8i
tone, col quale funiio tele comuni. Alla e d' Aragona si disputavano il' trono di
hellez.za del sito in cui giace la città, si Napoli. Divenne l' emporio della Puglia
aggiunga che dalla parte terrestre non Peucezia, quando veneziani l'ebbero iui

vede monti, tranne il monte Gargano dal mano a titolo di pegno, essendovisi sta-
marittimo lato, innalzato dalla natura biliti a torme i negozianti ebrei e mori di-
quasi per riparo de'freddi solili degli a- scacciati dalla Spagna e dediti ad attivo
quiloni. Essendo Trani di (igura ovata, si e lucroso traffico. Ma dopo la sconfitta
specchia nelle trasparenti acque del por- patita nel i Sog da' veneti a Chiara d'Ad-
to. Trani vanta Qiolti uomini illustri per da, gli aragonesi ricuperarono Trani, e
santità di vita, militari imprese e fregia- discacciata quella non cristiana popola-
ti di dignità ecclesiastiche, non meno che zione, divenne la città scarsa d'abitatori
letterati. Contava loo famiglie nobili, ed andòsensibilmente declinando, in prò
divise in4 seggi come Napoli. Da chi porzione della sua precedente floridezza,
Trani, Tramim, anticamente fosse edi- tuttavia essendo una delle principali città
ficala, il dimostra e l'iscrizione posta so- del regno. Del resto Trani seguì le vicen-
pra la porta di essa, che così dice: Tra- de del regno delle due Sicilie. Usuo ti-

mini a T^^rreno filio Diomcdis , et a tolo di contea talvolta venne conferito ad


Trajaiiwn instauratnm. Cioè che fu edi- un principe reale, ed il regnante Ferdi-
ficata da Tirreno figlio di Diomede, e ri- nando II dichiaròconte di Trani il viven-
storata da Traiano, e delta Traianopo- te suo real figlio, principe Luigi Maria,
lij Trajanopolif/ì, come scrive Pandolfo primo nato dalla regnante regina M." Te-
Collenuccio nel lib. 4 delle Storie del re- resa d'Austria, che il Papa Pio.IXcve'
gnOj e poi nominato Trani per brevità, simò nel suo soggiorno a Gaeta.
secondo l'antico vocabolo. La restaura- La luce dell' evangelo la ricevè Trani
zione di quell'imperatore risale all'anno ne'primi tempi della Chiesa, e poco dopo
I 12 circa. Conquistata da'romani, fu riu- vi fu eretta la sede vescovile, gloriandosi
dopo la caduta del-
nita alla repubblica, e di avere avuto per i ."vescovo RedenlOjUo-
l'impero soggiacque al crudele dominio mo di eminente santità, che occupava la
de' saraceni ; poscia nel ()83 sotto quello sua cattedra prima della persecuzione di
degl' imperatori greci, e sotfri non poco Decio imperatore del 249. La chiesa di
per alcuno di essi, massime sotto Basilio Trani celebra solennemente le feste di s.

II nel principio del secolo XI. Verso il Nicola Pellegrino,di Leucioe di s. Gio. s.

1009 Meles dtica di Bari fece sollevare Evangelista, qidbus totius dioecens ca-
la Puglia e la Calabria contro greci. i rati et ahhates eo ex velcri confluitati
Al tempo della conquista de' normanni, stilato^ come scrive l'Ughelli ntW Italia
fu data in appannaggio a Pielro,uno de' 2 i sacra^ Metropolis Tranensis et Salpc/i-
capitani di quella nazione conquistatori sLs t.
7, p. 886. Aggiunge il suo annota-
del regno, con titolo di contea, e cosi ri- tore Coleti. Author niiiii.s jejuae de sU'
mase finche non venne stabilita da R.ug- cris Trani thesauris, cuni in cadcni et-
gero I l'unità della monarchia. Al quale vitate,prae ter corpara ss. Felicis Fon*
re avendo gli abitanti mancato di fedeltà, tif.etmartyr. Fortuna ti inarifr,fHila
, •

die egli ordine che fosse distrutta nel 1


134; rioniSf ad qucui frigidi s vexali morhis
ma risorse in breve la nobile città assai accurrunt, et statini voti compotes race-
importante, perchè Federico II impera* dunt. Fehroniacy Eutitii Tranensis e-
tore e re di Sicilia ne fece una piazza di piscopiyct Palladiif vel Pelagii Salpcn-
guerra, e vi eresse il castello che fu poi sis praesulis, h. Pclri ex ordine niinO'
cagione che fosse teatro di avvenimenti rum ohservaìitiwny coli tur sacra parti*
militari, al tempo iij cui lecased'Augiò cuUij in (jua^ a perjida Itebruca in cou"
VOL. LXXIX. G
82 TRA TRA
ttmptum nostrae Jìdei fricta revelata , idolis sacrijlcandum cdixit, etc. Mar-
nube atymorum apparuit vera Christi tyrio coronatus est die 9 augusti anno 1

caro, verusqiie sanguis, qui in terram Domini 254 '^ suo corpo occultamente
usque dejluxit. Imago ejusdem Christi seppellito in Fondi, dopo diverse vicen-
Salvatoris^quaemarinas undas hajulas de fu trasportato prima in Veroli, poi nel-
suas illuminaveraty altera etiam imago la basilica d'Anagni: il suo capo si vene-
Sahatoris, sed cruci affixi, a qua tur- ra nella basilica Yaticana,e nella sua chie-
cicis petita telis vivus cruor effluxerat. sa filiale de' ss. Michele e Magno le sue
Imago lapide ah.Mariae Firginis^quae, Ye\\c[\x\e.hhh\aimo,Acta Passionis ^atque
ut illa sui ss. Fila, de qua hic etiam meri' Traslalionum s. Magni episcopi Tra-
tio paulo ante habitafuit, non imposita nensis etmart. illustrat,k.ti\\ 1 7 34.Euti-
navi^nonfluctuansysed velutper pelagus zio o EutichioTranensis episcopus'inlev-
ob ambulans Tranum appulit, et nunc venne alla consagrazione della chiesa di s.
K'enerationem cxigit inaedepp. carme- Andrea diBarletta nel493,ed a'concilii ce-
litarum. Fornix ad huc videtur, qui di' lebrati in Roma da Papa s. Simmaco nel
vinae minis ter nemesis sua sponte dehi- 5oi, 5o2, 5o3 e 5o4. Sutinio fu al sino-
scensmilitem ludcntem aleis, ipsiqueiu' do di s. Paolo I del 76 r, Leone si trovò
ferno horrorem blaspJiemiis injicientem al concilio generale di Nicea II ne! 787.
perdidit. Per plura saecula corpus s, Qui trovasi altra lunga lacuna di vesco-
Stephani I Papae etiam civi tate serva- vi, sino a Giovanni Tranensis Archie^

tum fuit, et perpetuo prodigio ad ejus piscopus che fiorì dopo il 1000, e al cui
umani recurrentc ejus die festiva 2 au- tempo si fece la traslazione del corpo di

gusti sine semine odori quam maxime s.Leucio patriarca d'Alessandria e con-
Jlores nascebantury quod piissima regia fessore da Brindisi in Trani, cui alti pub- i

celsitudo Cosmi III magni Hetruriae blicò Ughelli. Nell'ultima lacuna de' ve-
ducis cum Fortunati immutavit,
ilio d. scovi trovo però nel Rodotà, DelVorigi-
et in ecclesia equitum s. Religionis mi- ne del rito greco in Italia , che la sua
litaris sub auspicìis ejusdem s. Stepha- cattedrale fu proveduta di vescovi Ialini
ni Pisis inpraenobili urna perhonorifi- sotto il governo de'greci. Riferisce nel t.
ce recondidit. Questa traslazione avven- I, p. 367, che fia'vescovi della Puglia ,

ne nel 1682, e fu consegnalo il s. Corpo i quali calcando le orme delTarcivescovo


al conte Orazio Delci sanese procuratore di Rari sostennero la maeslà del rito ro-
del granduca. Questi per gratitudine in- mano contro il discredito, in cui pro-
signì della croce di Stefano I patrizi
s. i curarono di metterlo i greci co'loro bia-
di Trani Domenico de Angelis, Antonio simi, merita essere con lode nominalo il

Posa sindaco generale della citlì«,eVincen- vescovo di Trani; il quale non ostante l'e-
zo Posa che eruditamente scrisse e stam- ditto emanato nel 968 dall' imperatore
pò in Trani la relazione di questa trasla- IViceforo Foca e dal patriarca di Costan-
zione. Successore del vescovo Redento fu tinopoli Polyeuclo persecutori sfacciati
,

s. Magno, celebre per la sua pietà e per de'Ialini, col quale ordinarono che do-
i suoi miracoli. I suoi atti li riporta TU- vesse nella Puglia e nella Calabria pre-
ghellijove ìe^^e.Ordinatus episcopus,
si valere ne'sagri misteri l'uso del fermen-
exemplo, ac praedicatione plitres ad tato, continuò a ricevere dal Papa l'im-
Christi Jidem perduxit. Ejusfamae in- posizione delle mani e a celebrare «egli
videns diabolus in eum suscitavit Se- azzimi i divini misteri. 11 fondamento di
verinum proconsulem Jpuliae severis- ciò credere lo somministra il diploma di
simum, qui cum Magnum suo tribunali Calocyri catapanod'Italia,dulqualesi rac-
sisti jussissct, vel morte multandum^ vel coglie che nel 983, in cui egli soggettò ai
TUA TR A 83
greco impero la cillà di Trani, presiede- zione della basilica memorata di Monte
va alla vescovile sua sede Rodostamo, non Cassino neh 071, alla quale si sottoscris-
conosciuto da Uglielli, ordinato da Papa se.Hicmeruitsanctumviruni Nicolauni
Benedetto Vii , né fu mai indi limosità Peregrinorum in Tranensi civilate su-
da'greci. Avendo questo prelato nel tem- scipere^quem etiani defunctum an. 098 1

po dell'assedio facilitato la resa della città, die 1 junii,miraculis gloriosumpropriis


ecolla sua opera e studio impiegato presso nianibus sepelix^it.^e scvhsela vita e i mi-
gli assediali, ottenne dal vincitore d' es- racoli Adelferìo, e la dedicò a Bisanzio.
sere trattato con piacevolezza, e di con- L'Ughelli la riprodusse in compeodio,co-
tinuare nella direzione di sua chiesa. In- me la ricavò da Pietro de Natalibus, e nel-
oltre il Rodotà osserva, che nel 988 in laquale Bisanzio è ch'iaiììalo praeclarus
cui la città cadde in potere de* greci, non Archiepiscopus più volle. Laonde corri-
era innalzato il prelato di Trani alla di- sponde col riferito da Rodotà, cioè che il
gnità di arcivescovo. Varie indi furono pastore di Trani che si recò allacoosa-
le vicende di questa sede, ora unita e ora gl'azione di Monte Cassino, già era insi-
separata da quella di Trani. Non è age- gnito della dignità arcivescovile. Com-
vole impresa, egli dice, il fissar T epoca manville dice che Trani fu eretto in ar-

in cui fu sollevata a'piìi sublimi onori di civescovato da'gfeci nel IX o Xsecolo,e


arcivescovato. Convengono gli scrittori clie poi lo confermò pel rito Ialino Inno-
essere stata decorata della prerogativa di cenzo III verso il 1200, registrando per
metropoli innanzi il 107 1, come il Troyli suffraganei Bisceglia o Biseglia e An-
nella Storia del regno di Napoli^ giacché dria. Ubaldo Tranensis Archiepiscopus
in tale anno il suo prelato con titolo di ^^r- fiorì a tempo di Pasquale II, e nel r 1 18
civescovo prestò l'assistenza con altri 9 ar- intervenne in Gaeta alla consagrazione
civescovi alla consagrazìone della chiesa del successore Gelasio 1 . «Venerando Ar
di Monte Cassino, fatta con solenne e rara chiepiscopus Tranensis nel 1 1 29 assistè
pompa da Alessandro II, narratadaLeone in Palermo alla coronazione di Ruggero
Ostiense. Dopo il vescovo Giovanni, TU- I. Neil i4i vivea Tarci vescovo Pellegri-
Giovanni Tranensìs
ghelli registra altro no, cui successe neh \^i circa Bisanzio
ecclcsiae episcopus longenioribus diver- giuniore discepolo del seniore, lodalo per
sus aJoaiine superiore qui pie tate, et vir-^
virtù e pietà. Questo arcivescovo viva-
tutibus claruit: lume vero coiwiventem mente divoto di s. Nicola Pellegrino con-
cuin graecisy<!ÌgìllatBaronius adannum fessore, fece compiere la chiesa cattedra-
I o53, hlasphcmani, etmendacem a
cuTìi le eretta colle limosine de'tranesi in suo
Michae.le Cerulario patriarcha Constali- onore, ed a*4 ottobre 1 i43 con solennis-
tinopolitano epistolani eonlra latinos , sima pompa celebrò la traslazione del
accepity quem etiani in concilio a Nico- suo beato corpo nella medesima, coll'as-
lao II in Àpulia celebrato an. oSg de- i sislenza dell'arcivescovo di Brindisi, e de*
positum throno faisse. Fu biasimato per vescovi d'Ostuni, Ariano, Rapolla e Au-
usave pontiflcales baculos tam continuo dria, oltre un copioso numero di abbati e
radiantis metalli nitore contectos, e con chierici.La storia di tal fimzione la ri porta
pompa da eguagliare i Papi e gl'impera- Ughelli. IlColelinon conviene con Ughel-
tori. Dopo la deposizionedi Giovanni, nel- li chela storia della traslazione la scrisse

lo stesso loSg Nicolò II gli sostituì De- vescovoAmanzioo A mando,inlerve-


l'arci

lio che intervenne alla consngrazione di nulo nel 79 al concilio di Laterano^ ed


i 1

s. Angelo in Vultu falla dal Papa. Di Bi- Amanzio era vescovo di Bisceglia. San-
sanzio seniore di chiara slirpe,perito nelle maro Tranensis Archiepiscopus an.
letteie^si liova meazione nella cunsagra- 1 94 cuni Archiepiscopo Salernitano,
84 'i" l\ A TRA
et Ostunensi episcop. aliisque regni Si- napoletano,che re Roberto neh 335 inviò
cilia e siivimis viris una cwn lillclmo a Benedetto XII in Avignone aml)ascia-
puero regcabllcnrico VIimp. cnplus in tore d'ubbidienza, indi vice-cancelliere
Girmania. caiccrihus est mancipatus, del regno. Benedetto XII neh 342 eles-
e quihiis solulus a?ino\ 187 suhscripius se Andrea cittadino e canonico di Vero-
rcperitur in quihusdani concessionibus li, morto nel medesimo anno in Avigno-

cjusdem Ilcnrici VI, Nel 1202 il capi- nejonde Clemente VI nel 343 gli surro- 1

tolo di Trani elesse in arcivescovo G. Ca- gò Guglielmo francese abbate beneJetli-


sinensis ord. alias (non di Monte Cas- no d'Angers, e dopoi mesi lo traslatò a
i

sino perchè n'era abbate il cardinal Rof- Brindisi, per cui neh 344
liasfeiì da La-

fredo dell'Isola o Lisola), per esaminare la vello aTrani Filippo. Neh 348 da Mas-
quale elezione Papa Innocenzo 111 scrisse sa Lubrense passò a questa sede fr. Ma-
alvescovo di Bilonto ed a Marziano sud- gnesio domenicano , lodato pastore. Nel
diacono, an confirmatus in ea dignitate i352 fr. Giacomo Tura Scottini dome-
fiterit me latet. Bartolomeo Innocentii nicano sauese di santa vita e letterato in-
III familiaris^ eo mandante, Tranen- signe,zelante dell'apostolico ministero. Nel
sisEcclesiae Archiepiscopus consecra' gran scisma d'occidente l'antipapa Cle-
tur circa annum Domini 206. Indi nel n^enle VII nel 1 379 lo trasferì a Luni; in-
12570 meglio nel 1 264 fi". Giacomo do- di intruse nella sede di Trani nello stes-

menicano insigne lettore di teologia nel so anno Matteo e poi Gio. Battista aquila-
convento d'Orvieto. Nel 1268 Clemente no. Ma il Papa Urbano VI dopo fr.Giaco-
IV consagrò in successore Nicola cappel- Dio nominò arcivescovo Antonio de Lam-
lano apostolico e canonico di Reims, in- berti napoletano, insigne dottore in gius
viato nel 1 27 1 dal re Cario I in Unghe- civile, e morto neh 383 gli die in succes-
ria per combinare il matrimonio del suo sore Enrico prima del 390. In questo a*
i

figlio Carlo II con Maria figlia di quel re. 24 dicembre Bonifacio IX elesse Riccardo
Nicolò IH nel 1280 fece amministratore di de Silvestri tranese, cappellano apostolico
Trani, Oltobono patriarca d'Antiochia, del predecessore e uditore delle cause del
dopo aver abrogato l'elezione viziosa di s. Palazzo. Neh 393 Giacomo, indi Cu-
Tommaso de Fossa preposto di s. Anto- bello morto neh 4 18, onde Martino V vi
nio dell'Aquila. Nel 1288 Nicolò IV no- trasferì da Melfi Francesco Carosio nobile
minò arcivescovo Filippo abbate secola- capuano d'esimia pietà e di altre egregie
re di s. Girolamo di Veroli, indi consi- virtù ornato. Avverte l'Ughelli: Auctaest
gliere di Carlo 11 e nel 1295 commenda- ex mina Salpensis civitatesj in Ulani C'
tore della chiesa di s. Nicola di Troia del- tenim adversaefortunae malis,cwn cae-
l'ordine di Calatrava. Nel 1297 da Zara teris ornamentisi ac opìlus episcopalem
vi fu iraslalo fr. Giovanni francescano da dignitatem Salpensem perpetua unione
Bonifacio Vili. Per sua rinunzia lo stesso Martinus V
Pont, intulit. Nel fare l'u-
Papa nel 1 298 gli sostituì Oddo o Oddone nione di Salpe (F.) a Trani, dispose il Pa-
Arcioni nobile romano, giureconsulto il- pa che quale de'due pastori fosse soprav-
lustre, chiaro pure per iutegrilà.Nel 3 1
1
vissuto, sarebbe arcivescovo delle due se-
gli successe Bartolomeo, che trasferito nel di :mortoli vescovo di Salpe, Francesco
1 328 a 8iponlo,fucon)mendataTraniad restò arcivescovo di Trani e Salpe. Morto
O . . . patriarca d'Antiochia. Nel riporta- a'27 aprile 1427, Martino V gli sostituì
re la serie di questi a Siria, registrai Ge- a' 1 6 giugno Giacomo deBanchi napoleta-
raldo Odone o Ottone, e amministratore no. Cessò di vivere nel 1
438 e nello sles-
di Catania. Ma nello stessoi328 fu fatto so vi fu traslato da Conza il celebre Lati-
arcivescovo Bui loiomeg Braucacci nobile no Orsini {F,) romaoo poicaidiuaie. Nel
TRA TR A 85
1 4 J9 pnssato a Url)irìo, successe nei 1 4^o trasferito a Girgenli nel 57 t Da Catan- 1 .

Giovanni Orsi ni abbate di Farfo, die do- zaro neri572 vi passò fr. Angelo Orabo-
nò alla basilica Vaiicann, pnllium, et più- ni d' A versa francescano, morto nel 575. 1

i'ialcfn aurcum magni \>aloris. Nel 1


479 Gregorio XIII neh 57 6 fece arcivescovo
Cosmo migliorati Or.<!Ìni (F.) pro-nipo- Scipionedella Tolfi napoletano della no-
te d'Innocenzo VIF, abbate di Farfa e poi bilissima fuuiglia Frangipane romana,
cardinale. Neh 48 Giovanni Atlaldi na-
r che celebrò neh 589 il sinodo provincia-
poletano sommo filosofo. Nel 493 Gio- 1
le, indi nella chiesa d'Araceli di Romaor-
vanni Castellar (F.) spagnuolo, poscia nò la cappella gentilizia, e fu traslato ad
cardinale e traslato a Monreale. Nel 1 5o3 Acerenza nel 593. In questo
1 gli successe
Francesco deLoris^e nonFloris come scri- GiulioCaracciolo nobile napoletano, pru-
ve l]^\\e\\\, gcncralis thesanrarius di A- dente, pio, dotto e di altre prerogative or-
lessandroVI che in dello anno lo creò car- nato, dal Coleli tulle riferite, traslato do-
dinale. Nella biografìa col Cardella lo dis- po 3 anni a Cassano. Nel 597 Andrea de 1

si tesoriere, non arcivescovo diTrani,che Franchis illustre napoletano, variis ma-


ora icnparOjC nella serie de' Tesorieri,non neribus egregie fune tusj nel 1 6o3 dovea
avendolo riportalo rommisi.Morì
Vitali, passare ad Acerenza quando lo colse la
neli5o5 egli successe Cesare Lamberli- morte, ed il avvenne al designato
simile
ni,che nel 009 fa traslalo a Isola. Gere-
1 successore fr.FrancescoMendozaspagnuO'
min nel 5 2 intervenne al concilio di La-
1 [ Io domenicano nella Spagna. Nel 6o5 ai 1

terano V. Quindi il celebre cardinale Gio. 1 7 agosto fu arcivescovo fr. Giovanni Pia-

Domenico de C?<yo/?(^.),il quale neh 523 da spagnuolo procuratore generale dei


,

acconsentì che da Trani fosse separata la minori osservanti, d'esimia dottrina, ma


diocesi di Salpe, che Adriano VI conferì quinto post nondum exacto mense ad
al cappellano del cardinale, dopo la cui Pactenseni in Sieilia Eeel. translatus
morte Clemente VII riunì Salpe a Tra- est.In suo luogo era stalo designalo fr.
iti nel 532: però a' 9 novembre il Papa,
1 1 Marc' Antonio de Caraos nobilissimo di
annuendo il cardinal deCupis, nuovamen- Barcellona, agostiniano e dotto,ravea con-
te disgiunse Salpe e la conferì al vescovo fermato Paolo V, quando cessò di vivere
Flores, morto il quale, per regresso, Sal- in Napoli a'3 marzoi6o6. Nel 1607 fr,
pe venne riunita a Trani. Ancora una vol- Diego Alvarez spagnuolo, domenicano e
ta separala da Trani Salpe, 3*19 marzo insigne teologo della congregazione de
i544 l^aolo III, col consenso del cardi- Auxiliis, virtuoso pastore. Da Motula nel
nale, ne fece vescovo Stella,
il quale tra- i635 vi fu traslato Tommaso Arichonio
slato aLavello a'22 oprile 547, defini- 1 o Anchora teatino; cui successe neh 656
tivamente Paolo III tornò a riunire Sal- fr. Tommaso de Sarria domenicano e dot'
pe a Trani. Neh 55 r il cardinale si dimi- tissimo teologOj^che predicò nelle pubbli-
se dalle due sedi, e Giulio III a'3 luglio che piazze la dottrina cristiana e la spie»

nominò arci vescovo Bartolomeo Serristo- gò con libretto da


composto, pietoso
lui
ripatrizio e canonico di Firenze, referen- limosiniere, benefico col seminario cui ac-
dario delle due segnature, per virtù, dot* crebbe le rendite e tornì di egregi maestri,
trina e perizia ne' politici negozi encomia* arricchendo di preziosi doni la metropo-
to, morto nel 1 55ii in Roma e sepolto in litana, dalla quale passò a quella di Ta-
s, Giovanni de* fiorentini , con epitafìlo ranto, Neh 666 fr. Gio. Battista del Tin-
presso riJghelli. Gli successe Gio. Bernar- to napoletano carmelitano, riedificò no-
dino KS\'()tti (F.) poi cardinale e trasferi- bilmente r altare maggiore proseguì a ,

to a Piacenza neh 559. Neh 56()Gio. Bai completare le sagre suppellettili elargito
lista de Uoj^eda de Herrcia spagnuolo, dal predecessore, ed incominciò a edifica-
86 TRA TR A
re il palozzo arcivescovile con eleganza e civescovo risiedeva in Barletta (F.) dio-
decoro, indi Iraslato a Cassano. Nel 1677 cesi di Trani, fin da quando NazareVb di
Paolo Ximenez ab Alessandro nobile spa- Siria fu occupata da' saraceni: per tale
gnnoìoj professore diSa]amanca,elo(]uen- riunione in quest'articolo mi proposi di
te predicatore, già vicario generale di To- dire de' vescovi di Canne, con alcune altre
Jedo, legato di Carlo II al Papaj difese e- nozioni, il che eseguirò poi, e il simile fa-
nergicamente l'immunità ecclesiastica, e rò con Bisceglia. Poiché questa sede ve-
fn padre de'bisoguosi. Nel 69 5 Pietro dei 1 scovile, da Pio VII colla stessa bolla fu
marchesi Torres nobile spagnuolo, già ve- data in perpetua amministrazione all'ar-
scovo d'Epidauro e poi di Potenza, pasto- civescovo di Trani, e lo è tuttora , della
re zelante, visitò I' arcidiocesi, celebrò il quale metropolitana il Papa, in delta nuo-
sinodo, ornò di pitture la caltedrale,econ« va circoscrizione di diocesi, dichiarò suf-
sagrò la chiesa de'gesuili in Barletta. Nel fraganee quelle della slessa Bisceglia e
1717 Giuseppe Antonio Davanzali (nato di Andria (alla quale avendo unita la se-
in Dari, dicono \e Notizie di Roma), no- de di Minervino^ in quest'articolo parlai
bile fiorentino, canonico tesoriere di 8. Ni- de'Vescovi delle diocesi), come loe-
due
coladi Bari, ambasciatore dell'iraperalo- rano precedentemente. Ora debbo rifor-
re Carlo VI a Papa Clemente XI. Prese mare l'articolo Carina (non si deve con-
solenne possesso con pompa, rimosse gli fondere con Carinola unita a Sessa^ per
abusi insorti nella sede vacante, procurò cui ne riparlai a tale articolo), e nuova-
l'istruzione cristiana efficace e frequente mente correggere un abbaglio. Dissi a Ca-
al popolo, difese le ragioni di sua chiesa, rina o Carini (seguendo un geografo, che
e in lutto fu zelante pastore. Restaurò e avendo erralo nella topografia, mi emen-
abbellì la cattedrale, riedificò e ingrandì dai nel voi. LI, p. 1 8), che con detta bol-
l'episcopio, aggiungendovi due giardini; la Pio VII l'unì a Trani: ciò non esiste
rifabbricò più ampio il seminario, e cosi afìfattOjpoichègià Carina era unita a Reg-
fece all'ospedale nel 1720. Riparò mo- i gio. Carina Carini fu sede vescovile dei
nasteri di Trani e dell'arcidiocesi, ed uno Bruzi (vocabolo che die forse motivo alci-
nuovo ne edificò in Coralo in tutto fu , tato e corretto errore) nella Magna Gre*
magnifico e benefico, virtuoso e pio (me- eia, oggi Calabria Ulteriore prima, di cui
ritò nel 1746 che Benedetto XIV lo fa- è melropoli Reggio, nel regno delle due
cesse patriarca d'Alessandria colla riten- Sicilie, secondo Ughelli, Commanville e
zione di sua sede). Con questi V Italia sa- altri geografi sagri. Dice il ° nell* Italia
1

cra termina la serie degli arcivescovi, che sacra, Carinensis Episcopatus, 1. 1 o, p.


io compiròcoIleiVb/fzzV diRoma.^e\ iy55 38, la città di Carina fiorì ne'Bruzi, non
d.DomenicoAndrea Cavalcanti teatino di lungi da Reggio, alla cui sede vescovile fu
Cuccari feudo di sua casa, diocesi di Ceren- unita. Poiché morto il vescovo N. (forse
za.Neli 769 d.GaetanoM.Xapece teatino unGiovanni, per congettura deirOlslenio,
di Napoli, Nel 1792 d. Luigi Trasmondi manonpare), versoil595, il Papa s. Gre-
monaco celestino di Sulmona. Nel i8o4 gorio 1 scrisse a Bonifacio vescovo di Reg-
d. Luigi Pirelli teatino di Ariano, traslalo gio la lettera che riporta Ughelli, che per
da Teramo, Nel tempo del suo arcivesco- tal morte e per essere la città devastata,
vato. Pio VII colla bolla De utiliorido' deserta e spopolata, gliene il go- affidò
minicae vineaeprocuratione ex coiìimis- verno spirituale, la cura e la vigilanza. Poi
Jowo^zV, de'28 giugnoi8i8, ^m//. Rom. per 2." vescovo registra Bonifacio Rhe-
ront. 1. 1
5, p. 56, un\ alla sede arcivesco- ginus episcopus hanc ecclcsiam suscepit
vile di Trani, le da lui soppresse chiese regendaniex d. Gregorii I mandato an.
di Nazareth (F.) e Canne (f .), il cui ar- 595. E per 3.° e ultimo Giovanni, «jf/wCrt-
TRA. TRA 87
rinrfwhiis infnlìs decoratus^ intervenne passo a far cenno de'vescovi e delle dio-
ai concilio ili Luterano celebrato nel 649 cesi di Canne e di Bisceglia Biseglia,
iln Papa s. Martino I. A tq uè hinc colli- lai. 'unita, la 1.* amministrata dall'arci'
gi tur non dia perdurasse unioneni hujus vescovo di Trani.
Ecclesiae cuni Rìwginaa Magno Gre- Canne, Cannae, antichissima città di

gorio Ifactam^sed proprìos iterum Ca- Puglia, a 2 leghe e mezzo da Barletta (col-
rinenseni Ecclesiani Imbuisse Pastores, le cui rovine fu edificata), della quale non
quos tandem eversa omnino civitate pe- meno al suo articolo, che in altri parlai

nitus amisit. Sembra dunque che Carina per la memoranda disfatta patita da'ro-

de' Bruzi sia diversa da Carini, Murus


, mani, nel combattimento contro i carta-
seu Murodì Hyccarinoruni, borgo con- ginesi capitanati dal fulmine di guerra An-
siderevole di Sicilia, nella provincia e di- nibale, ed il campo nel quale seguì tutto-
stretto di Palermo^ capoluogo di canto» ra è chiamato Campo di sangue. La cat-
ne, alla destra del piccolo fiume del suo tedrale era dedicata alla B. Vergine, e la
nome, e presso un piccolo seno golfo di sede sufFraganea di Bari prima che Mar-
mare. Derivò l'odierno suo nome corrot- tino V la I ."volta l'unisse nel i ^1^ a Tra-
tamente dall'antica Hyccaray piccola cit- ni. Sebbene comunemente si creda con
tà marittima eretta dagli antichi sicani, Ughelli, che verso il 5oo originasse ilsuo
che poco sorgeva discosta al nord-ovest, vescovato, pure Coleli dichiara: iV... pri-
e si crede anzi cheda'suoi avanzi e rovi- mus .Cannarum Episcopus seditAposto^
ne originò Carini. Gli ateniesi nella spe- lorum principe Romani contendente his
dizione di Siracusa, sotto Nicia e Alcibia- populi Evangelio edoctis an. sai. 44 CJC
de, trasportarono da Iccara a Corinto la tabulario Ecclesiae Sypontinae. Indi s.

rinomala e vezzosa cortigiana Laide, che Liberalis secando locopraefuit Cannen-


fu tra le più famose di Grecia dedicate sibus, qui pastorale munus laurea mar-
all'impudica e f.ivolosa Venere, e per la tyrii decoravi t circa an.n2, de quo a-
sua bellezza la sua effigie fu incisa sulle gitur in tabulis Ecclesiae Sypontinae,
monete. Gli abitanti hanno un castello deque eodem meminit Sarnellius in,
gotico, coltivano molto la pesca, e raccol- ChronologiaEpiscopaliSypontina.UV-
gono molta manna, mediante l'incisione ghelli comincia invece la serie de'vescovi
in un albero, ch'è una specie di frassino. con s. Ruggero patrono di Barletta, il cui
Stringo il mio dire, con osservare, che le corpo dall'antica cattedrale di Canne nel
poche notizie che abbiamo di Carini de' 1276 fu portato nella chiesa di s. Stefa-
Bruzi e sua sede vescovile, ad alcuni die no di Barletta delle monache benedetti-
luogo a equivoci e le fece amalgamare con ne; ne riporta gli atti, e dice che mor\ cir-

quelle di Carini di Sicilia. Come poi fui ca nel 496 dopo essere intervenuto alla
indotto nell'inconcepibile errore di dire dedicazione del tempio di s. Michele Ar-
Carini unita a Trani, Uomo e nulla, non cangelo in Monte Gargano. L'annotato-
so renderne ragione(forse dall'aver scrit- re deirUghelli dubita di questo vescovo,
to nelle mie memorie, Nazareth e Canne e sospetta che sia piuttosto stato del ve-
unite a Trani, e due erronei puntini po-
i scovato Caunenus nella Licia. La chiesa
sti con distrazione sopra Canne^ mi fece- di Canne da 8. Gregorio I fu commenda-
ro leggere Carinif&enza fermarmici nelle ta a Felice vescovo di Siponto. Poi trova-
poche parole che scrissi in tale articolo, si Pietro Cannensis Episcopi dell* 867,
perchè stabilii in questo ragionarne, e in- che 1' annotatore reputa probabilmente
vece ho dovuto pure farlo per rettifica zio- di Gabio, Gabienses. Lucido Episcopus
nejneìiMare lìlagnum ó'i lanìe slu(}'ìOse,\!ì' Cannensis dd 968; Giovanni fu nel 1 07 i

boriose e pazientissime compilazionilOra alla coQsagrazione della chiesa di Monte


88 TRA TRA
Cassino. N. del 1 1 o5 ottenne da Goffredo di vecchie fortificazioni munita, distante
conte di Canne e senatore imperiale, quel 5 miglia da Trani. Nel suo piccolo e an-
privilegioe beni per la sua chiesa, descrit- gusto porto approdano legni. di tenue di-
ti nel di[)Iottia riportalo da Ughelli. Gio- mensione. Raccoglie molto vino e ne fa
vanni neh 129 intervenne alla coronazio- commercio, non che amandorle, ed eccel-
ne diPiiJggero I, e pare che sia lo stesso che lente zebibbo. Molte case di piacere la cir-
fu al concilio di Laterano II dell 179; in- condano al di fuori, ed accrescono il bello
di Bonifacio del 89, che da Urbano IH
i 1 delle feraci sue c&mpagne. Le cisterne ma-
ottenne il privilegio presso Ughelli in cui nufatte suppliscono alla penuria delle sor-
è descritta Pasquale fiorì nel
la diocesi. genti. E' (ama che T edificasse Diomede
1209, Pietro nel 1256 già di Minervino, co'greci, reduci dalia guerra di Troia, ed
Teobaldo al cui tempo que'di Barletta per i romani se ne servirono come una ma-
divozione con violenza nel i 276 tolsero il rittima scolta. Lo stato di sua città e dio-
corpo di s. Piuggero dalla cattedrale di cesi lo ricavo dall' ultima proposizione
Canne per portarlo nella suddetta loro concistoriale. Edificala in colle presso l'A-
chiesa. Ne fu istituito giudizio, e l'atto si driatico, ha circa due miglia di circuito
legge neirUghelli. Neh 384 Carlo HI al e col suburbio I 200 case, et\ 2,000 circi-
vescovoPietrOjCon diploma presso Ughel- ter conipleclitur incolas. L'antica catte-
li, concesse un privilegio. A tempo del ve- drale (la cui originaria struttura era se-
scovo Giovanni nel declinar del 1 4^4 Pa- condo l'uso de'primiti vi tempi della Chie-
pa Mai lino V CannenseniEcclesiam uni- sa, benché nel declinar del secolo XVI fu I

vi t cum Tranensi, hac lanieri conditio- rimodernala da chi era poco pratico del-
nCy ut decedente, Cannensi episcopo veL ^ la venerabile antichità, dice il Sarnelli) é
archiepiscopo Tranensiy qui superest es- sotto l'invocazione degli apostoli ss. Pie-
set utriusque Ecclesiac Praesul rnane- tro e Paolo, ha il fonte battesimale, e la
ret^ non hahuit tanicn effectwn unio ista. cura d'animeaffidata all'arcipiete 2.» di-
Il vescovo Nicola ricevè da Giovanna II gnità. Tra le ss. Reliquie sono in peculia-
il diploma, pubblicato da Ughelli, con- re venerazione i corpi di s. Mauro mar^
^
fermalorio di quello del conte Golfredo. linei. "vescovo di Bisceglia, e de'ss. Pan-
Riccardo morì nel i439, e gli successe taleone e Sergio martiri patroni della cit-
Gioacchino traslato da .Soana, che poi pas- tà. Il capitolo è composto di 6 dignità, es-
sò a Cassano. Nel i44^ commendataiio sendo lai." l'arcidiacono, di 20 canonici
di Canne Marino Orsini protonolario a- inclusivamente alle prebende teologale e
postolico; nel i447 l'ebbe in commenda penitenziaria, di io mansionari o cappel-
Astorgioy/g^/?t7w/f'/^.),cheollenne da Al- lani , e di altri preti e chierici addetti al
fonso I la deciaia sul sale , il cui docu- servizio di vino.L'episcopio di gotica strut-
mento si può vedere in Ughelli, e crealo tura è aderente alla cattedrale. Tra le al-

cardinale neh 44^ si dimise. Neh 449 f'- tre chiese 3 sono parrocchiali col s. fon-
Giacon^oAui'illa nobile napoletano fran^- te, compresa la collegiata; vi sono un con-
cescano; fatto arcivescovo di Nazareth vento di religiosi ed un monastero di ,

da Calisto 111, questo Papa unì in perpe- monache, un conservatorio, diverse con-
tuo il vescovato di Canne alla chiesa di fraternite, l'ospedale, il monte di pietà, ed
Nazareth. In Barletta vi è quella colonia il seminario. Il suo degnissimo e celebre
greca, di cui feci cenno nel voi. XXXll, vescovo Pompeo Sarnelli[P'.), oltreché
p. .5,. pubblicò le Memorie della città e de' ve-
Bif-ceglia oBise^lia, Vi^iliae. Le ru scovi di Bisceglia, nelle sue Lettere ce-
pi del mare aprono un piccolo seno, en- clesiastìclie, emporio di sagra erudizio-»
tro ij quale sorge questa cillà di mura e uè, nel t. 3, p. 77, ci die la leti. 3i : ^e s,
TUA TRA 89
Pietro xia stato in Pu^liat e tlcprìnci' s. Margherita della città, con documen-
pii (Itila .V. chiesa (li Discolia. Afferma to presso Ughelli. iVicola fiorì nel 1229,
che s. Pietro fu nella Puglia Peucezia, e Berto nel 287, Leone nel 292 e consa-
i 1

die vi gellò le fondamenta della s. fede, grò la cattedrale ili. "maggio 1295. Fr.
colla predicazione evangelica; solo è que- Matteo vivea nel 1298, Leone di Gaeta
44 «educe
stione intorno all'anno, se nel nel 1 3o3,Giovanni nel 3 4, Giacomo nel1 1

da Gerusalemme per a Roma, onde an- 1 3 7,Nicola nel 32o, fr. Bartolomeo do-
1 1

che confutare Simon Mago, ovvero nel menicano vicentino nel 1827, già consi-
5i quando Claudio cacciò da Roma gli gliere e cappellano di Callo li; Martino
ebrei e con essi i cristiani convertiti. Crede morì nel 348. Gli successe Simone de Ra-
1

inoltre, che s. Pietro concedesse al gover- yano capuano canonico, e nel 1367 con-
no della chiesa Biseglieses. Mauro oriun- sagrò la chiesa di s. Adveno, assistito da
do di Betllemme, il quale nel 7 co'suoi i i 6 altri vescovi. Nicola l'intruse l'antipa-
compagni ss. Pantaieone e Sergio, so-
i pa Clemente VII nel 1 387. Domenico l'e-
stennero glorioso martirio sotto il pro- lesse il Papa Urbano VI. Giovanni del
console della Puglia e Tioìpero di Tra- 1890, fr. Giacomo F'ederici carmelitano
iano : s. Mauro Panta-
fu decapitato, s. pure del 1890, Francesco Falconi nobile
ieone crocefisso, s. Sergio lacerato da un- bisegliese, Nicola morì nel 144^, cui suc-
cini di ferro, ed ambedue da empia spa- cesse Giacomo Pietro de Gravina canto-
da trafitti, tutti perirono a'27 luglio. Fa re di Reggio, al cui tempo e pel suo zelo
poi delle osservazioni critiche per concor- nel 1 475 si ritrovarono i corpi de'ss. Mau-
dare il riferito dal Baronio. Il Coleti di- ro, Pantaieone e Sergio, e si collocarono
chiara, Italia sacra, l.
7, p. 937, ^ igi- in luogo più decente: il docuinenlo lo ri-
licnses Episcopi, di avere colle Memorie produsse Ughelli. Nel 1476 Bernardino
del Sarnelli, compita ed emendata la se- Barbiano pubblicò l'indulgenza di Sisto
rie d' Ughelli. Incomincia con riportare IV per onorare i lodati ss. Martiri, e nel
gliatti del I. "vescovo s. Mauro e suoi com- 1487 fu tiaslato a Bisaccia: siccome ven-
pagni; dopo il quale non vi è notizia d'al- dicò la pnrte de' proventi che gli spetta-
tri vescovi fino al 787, in cui Sergio £"- vano nella fiera pe'medesimi santi, la me-
piscopo /^/g77/e/i6^^z.y fu al concilio II dij\i- moria si trova in Ughelli. Allora Bisceglia
cea, dove si trattò del mantenimento del era contea della famiglia Baucio, piinci-
cullo delle Immagini. Mercurio del
ss. pe d'Altamura, duca d'Andiia e Venosa,
loSg è rigettato dal Sarnelli; Giovanni signore d'altri luoghi e contestabile del
nel 1071 intervenne alla consagrazione regno. Nello stesso 1487 da Bisaccia (pii

Monte Cassino; indi Dum-


della chiesa di venne trasferito Martino Madio de Tra-
ncllus Episcopus Scrvus ScrvoruniDeij monto, e concesse a'domenicani s. Maria
poi Mancusio; Stefano deliogg; Aman- de Muro. Antonello Lupiciru del i5o7,
do deli i53,il quale nel167 fece l'inven- I Donato Lupicini che abdicò nel iSi5, e
zione nella chiesa suburbana di s. Gio- Natale, non esistono nella, serie di Sar-
vanni, de'corpi de' ss. Mauro, Pantaieo- nelli. Antonio Lupicini d'Andria de'conti
ne e Sergio, e li trasferì nella città, collo- di Canosa, per rinunzia di IMartino gli fìi
candoli nella cattedrale , Dio operando surrogato nel 507, ed alla sua epoca nel
i

insigni miracoli per onorare i suoi servi: i5i9 Bernardino Spalluccia nobile bise-
riighelli ne riporta l'istoria. Allroo il me- glie.se fondò e dotò il monastero di s. Lo-

desimo Amando nel


179 fu al concilio1 dovico. Nel 1^24 rinunziò la sede al pa-
di Laterauu; Bisanzio è nominato in una renle Girolamo Sifolo nobile di Tr*ini,il
donazione fatta nel 1
197 da Falcone giu- (piale governò 4u anni, nondimeno An-
dice imperiale di Discaglia alla chiesa di tonio neh 53 :) consagrò la chiesa subur-
90 TRA. TR A
baoa di s. Lorenzo tle'minori ossei vanii. clesiaslica.NeIi663fi-. Gio. Ballista Pen-
Dal vescovo Girolamo gli agostiniani ol- na nobile perugino, agostiniano insigne
tennero la chiesa di s. Agostino e la ri- per virtù e dottrina, eresse nella chiesa dei
fabbricarono. Da Cassano neh 565 vi fu suoi agostiniani un altare a s. Tommaso
trasferito Gio. Andrea Signazio, che poi di Villanova, lo consagrò e si fece tumu-
passò a Bisignano. JNel 1 075 Leonardo Bo- lare innanzi. Neh 664
Francesco An- fi".

iiaccorsi; nel 1576 fr. Gio. Battista Soria- tonio Ricci romano minore osservante,
no napoletano e carmelitano, fece la visi- letterato cospicuo: celebrò il sinodo nel
ta della diocesi, e sotto di lui nel i 58 1 fu e- 1 667 nella detta chiesa de'cappucci ni,che
dificato il monastero di s. Croce delle cap« a'14 ottobre solennemente consagrò. Per
puccine. Lite nata circa praecedentiam l'assenza dell'arcivescovoda Trani, a*i5
magistratorumnundiiiarum,ohLÌnuìt,ut luglio 1682 intervenne all' estrazione e
ah Episcopo constitatus^ etiamsi lai-
ille donazione del corpo di s. Stefano 1 Papa
ciis foret, semper illuni civis praecede- a Cosimo III. Neh 685 Giuseppe C rispi-
ret.Gregorio XIII neh 583 nominò Ni- ni aquinate, pieno d'integrità, dottrina e
cola Secadenari bolognese ma mori in , prudenza, ebbe una vertenza col governa-
patria prima di recarsi a Bisceglia; onde tore, che negandogli il titolo ài Illustris-
subito il Papa gli sostituì 1' altro concit- simo^ protestò che non l'avrebbe neppur
tadino Alessandro Cos[)i degnissimo di egli dato a lui; ma l'orgoglioso spagnuo-
lode, che intervenne al sinodo provinciale lo viceré di Napoli sostenne l'indegna
di Trani, visitò più volte la diocesi, con- pretensione del superbo e irriverente ma-
sagrò r altare maggiore della cattedrale gistrato secolare! Onde neh 690 Alessan-
in onore di Dio e di s. Caterina, e solen- dro Vili lo trasferì ad ^/7zeZ/<2, e lo lodai
nemente vi ripose i corpi de' ss. Mauro, anco riparlando di questa sede nel voi.
Pantuleone e Sergio, e concesse a'cappuc- LXIX, p. 47-IonocenzoXII a' i 7 febbraio
cini nel1606 la chiesa suburbana di s. 1692 dichiarò vescovo di Bisceglia il dot-
Michele. NeliGog Antonio Albergati no- tissimo ed eruditissimo Pompeo Sarnelli
bile bolognese, e dal parenleGregorio X V" patrizio di Benevento e di Poi ignano, ab-
fu mandato nunzio a Colonia, poi a Li- bate mitrato dell'insigne collegiata di s.

sbona e collettore degli spogli, indi suf- Spirito di Benevento, uditore generale
fraganeo del di lui nipote nella comune dell'arcivescovo cardinal Orsini, poi Be-
patriaBologna per lui furono eretti il
: nedetto XIII, esaminatore sinodale e visi-

seminario e il monastero delle religiosedi latore, lodatissimo e prudente suo vica-


S.Giuseppe. Nel 1627 Nicola Bellolato ro- rio generale quando era vescovo di Cese-
mano, canonico di s. Lorenzo in Damaso; na. Il cardinale lo consagrò in Beneven-
gli successe l'altro canonico di tal chiesa to, ove poi intervenne al sinodo cum 1^0-

Bernardino Scala di Cagli neh 687, pro- tó<^ecwzVo. Nell'istesso anno celebrò il si-
bo ed ernditOjtrasIato a Monte Feltre.Nel nodo diocesano, e continuò a farlo ne'suc-
1642 Guglielmo Goddi nobile forlivese, cessivi. Consagrò solennemente la chiesa

pretore di Rimiui, lodato per mirabile vi- di s. Matteo. Subito apri la visita gene-
gilanza e probità. Nel i652 d'Aleria vi rale, e die le regole al monte di pietà, ai
fu IrasferitoGiuseppeLomellini napoleta- sodalizi del Corpo di Cristo e de'ss. Marti-
no oriundo genovese, già abbate cassine- ri tutelari, e alla congregazione de' casi
se, dotto e pio. Neh 658 Cesare Cancel- morali, istituendo ne'sagri riti, in cui era
lolti nobile di s. Severino, arcidiacono di peritissimo, il suo clero. Consagrò le chie-
sua patria, Iraslato a Montalto, dopoa- se di Croce delle cappuccine, di s. Lui-
s.

ver celebralo nel 1659 un sapientissimo gi delle monache di s. Chiara, della ss.

sinodo per la custodia della disciplina ec- Annunziata de' conventuali, di s. Maria di
TR A TUA 91
Muro de' domenicani , la coUegiala di 8. pressionis sedis Episcopalis Nazarenac
Adveno che pure restaurò, e l'altare della in regno Neapolitano. Vacatele sedi pel
confessione de'ss. Marlin tutelari, abbel- decesso di mg.' Franci, il Papa Pio IX

lendo con oinamenti lacattedrale.Costan- nel concistoro tenuto in Gaeta a' 22 di-
temenle procurò il bene di sua diocesi, mo- cembre 848, preconizzò l'attuale arci ve-
1

dello de'pasloii, zelantissimo e caritatevo- scovo mg.' Giuseppe de Bianchi Dottula


le, dispensando a'poveri quando non avea napoletano, de'marchesi diMontrone,già
altro anche le sue suppellettili. Ebbe la canonico della patria metropolitana, ret-
consolazione di vedere innalzato al ponti- tore del seminario, governatore del regio
ficato a'2g maggioi724 il cardinal Or- ospizio de' poveri, superiore di parecchi
sini, ma
poco dopo mori di circa 76 anni, stabilimenti pii, e deputato all'istruzione
altrimenti sarebbe statocertamente crea- degl'infedeli e degli eretici. Ogni nuovo
to da lui cardinale, lasciando la sua me* arcivescovo è tassato ne'libri della came-
moria in benedizione. Con sì lodato pa- ra apostolica in fiorini 1 93, ascendendo le

store Y Italia sacra giunge colla serie dei rendite della mensa napo-
a circa ducali
vescovi e la completerò colle Notizie di letani 2200. Tranensis dioecesis ambitus
/?o/7z^. Benedetto XIII l'i i settembre gli mediocris est et nonnulla sub se continet
sostituì fr. Antonio Pacicco minore osser- oppidaj Figiliensis vero ad civitateni
vante di Frosolone diocesi di Tri vento, cui ejusque territorium tantum extenditur.
successero: nel 1789 e traslato da Trevi- TRANSILVANIA o WEISSEM-
co , Francesco Antonio de Leonardis di BURG ( Transylvanien). Vescovato e
Castel deFalchi diocesi di Capua;nel i 762 gran principatodell'impero d'Austria nel-
Donato Antonio Giannelli di Cajazzo; e la parte orientale, il cui vescovo risiede in
nel 1792 Salvatore Palica monaco cele- Alba Gm//«(/^.)oKarlsburg o Alba Ca-
stino di Barletta nell'arcidiocesi di Trani. rolina, per cui prima darò un cenno dell'o-
Vacata per sua morte la sede, colla nar- dierna capi taleClausenburgoClaudiopoii,
rata disposizione Pio VII l'allìdò in per- dell'antica capitale Hermatmstadt,^ delle
petua amministrazione all'arcivescovo di principali città di Transilvania,quindi del
Trani, ed il i.°amministralore fu il sud- gran principato, poi del vescovato, indi del-
detto arcivescovo Pirelli, che nel 18 18 vi- la nuova provincia ecclesiaslica diFogaras
de inoltre notabilmente ampliata l'arci- co* vescovati di Lugos e Armenopoli di ri-
diocesi , eziandio colla ricordata unione to greco-cattolico.LaTransilvania, Tran-
delle diocesi di Nazareth e Canne, ma l'ar- sylvania , è una vasta e ricca provincia
civescovo pro-tempore soltanto prende i limitata al nord àaW^ Polonia (A'!),ali'o-
titoli di arcivescovo di Trani e di Naza- rienle dalla Moldavia e Valacchia (f^^.),
reth, e d'amministratore di Bisceglia.Per al mezzodì dalla P^alacc/iia, e aW'occxdeiì-
sua morte Pio VII a' 19 aprile 1822 gli te dall'alta e bassa Ungheria (f^^.). La ca-
die a successore Gaetano de Frauci dei tena de'Carpazi corre verso il limite orien-
chierici regolariminori napoletano. Nel tale e sul confine meridionale, coprendo
suo arcivescovato, Leone XII emanò la quasi tutto il paese colle sue ramificazio-
22 settembre
Lolla, Miillis quidciìif de' ni e presentando parecchie alle vette. Il

1828, Bull. Rom. cont. l. 17, p. 394*. passaggio a traverso le montagne dalla
Ecintegratio tituli suppressae Ecclesiac parte della Moldavia e della Valacchia
Nazarenac civilatis Baridcnsis regni non è praticabile che per alcune gole an-
Neapolitani.D'ì più coll'altra bolla di det- gustissime. Le parti montagnose più e-
to giorno, Inter multa onera, presso il levate sono di base granitica, le altre cal-
cil. Bull. p. 395, Leone XII Composi- : caree. Gli aspetti più pittoreschi incoii-
tio litum suhoi'taiiun in se<juclani sup- transi nelle muutaguc di Transilvanici, go-
9^ TR 4 TRA
seralmente mollo dirupale e dove offron •
mavano il territorio situato all'est della
si curiosità numerose ne'3 regni della na- The'ìss^SilagY ^ S'ylvania, e natura Imen
tma. Appartiene questo paese al bacino te denominarono il paese posto all'est di
del Danubio e all'Arcipelago Illirico og- qtie'boschi, Transyhanìa,Cìoè di là del-
£^i Dalmalico: suoi primari fiumi sono il le scdvc, o paese al di là delle foreste. An-

Maros, lo Szamos, l'Aiuta. Vi sono alcu- ticamente n'era quasi tutta fa superficie
ni lagbi nella parte centrale, più conside- ingombrala. Ad onta che lascure e il fuo-
rabili essendo cpielli di Hodos, Annen e co diradò molto i boschi, la coltura di es-
l'iritsch. In ragione della superficie mon- si occupa la So." parte di tutta la super-
tuosa della contrada, il clima cassai rigi- ficie e 2 quinti del terreno produttivo :

do. Havvi nella parte occidentale soprat- essi per lo più si compongono di faggi e
tutto del bosco in abbondanza, che con- pioppi. Sommamente ricco il regno mi-
tribuisce a rendere la temperatura più nerale, racchiude nel suo seno i più ric-
fredda che alla prima non parrebbe ch'es- chi metalli, massime nella Transilvania
. ser dovesse a tale latitudine. L' aria ge- occidentale. Si scava specialmente foro
neralmente è sanissima. Quantunque l'a- a Szekerembe, Zaiathna, Verospatak,Na-
gricoltura sia quivi ancora imperfetta, rac- gyag, Kapnik-Banya, e sono lavacri d'o-
colgono grano reputalo tra'migliori d'Eu- ro importantissimi vìqW kvax\yoi,o fiume
ropa, non solo bastante al consumo del Escavasi pure dell'argento, rame,
c?ortì5fó.

paesGjOja anco per esportarne.Quasi dap- piombo, ferro,mercurio, antimonio, arse-


pertutto coltivano la vite, ma sel)bene di nico, molte terre coloranti, creta, be'mar-
buona qualità si conserva poco, e non se mi, falsi diamanti, crisoHti,ametisti, cal-
ne esporla die qualche quantità; i vigne- cedonie, granate, opali, corniole , agate,
ti Medwi-
più ricchi essendo ne' suoli di terra da porcellana, pelriolo, carbon fos-
sch e di Scbasburgo, e ne'comitati di Hu- sile,zolfo,allume,salnitro,salgemma. Una
nyad, di Wéissemburg inferiore e di Ro' delle principali ricchezze della Transilva-
ckelbmg. Raccolgono canapa, assai lino e nia è tal sale. Enormi blocchi di salgem-
del tabacco, zafferano, mandorle, pomi, ma trovano nella Galizia a traverso ii
si

castagne, ciliege,prugne che servono prin- fiume Maros, essi contengono milioni di
cipalmente per distillarne le acquavite. quintali. Alcune volte se ne vedono ap-
1 prodotti essenziali agricoli sono il sor- parire alla superficie, come nella vicinan-
golurco che viene coltivato in ispeciall- za di Maros- Vasarhely. Cosi il governo,
tà da'rumeni, i quali ne preparano loro i per proteggere i diritti regi stabiliti su
cibi nazionali; il frumento coltivato per questa sostanza, è stalo obbligato di sta-
la maggior parte da'tedeschi, segala, ave- bilire posti militari per sorvegliare que-
na, e l'orzo adoperalo per fare la birra. sti blocchi ed impedire che gli abitanti
Sorgoturco e frumento sono dunque i ne prendano più che la quantità fissata
frulli principali della Transilvania. I be- per gli usi domestici. Oltracciò le saline
stiami sono inoltre una delle grandi ric- di Pihorda forniscono annualmente una
chezze del paese: i bovi transilvani riesco- grande quantità di sale ordinario, Se que-
no molto grossi esomrainislrano una car- sti ammassi di sale, che si ponno dire te-
ne eccellente; cavalli di taglia mezzana,
i sori, fossero scavali convenevolmente, la

sono forti e attivi. Le pecore non danno Transilvania potrebbe bastare a tutte le

lana bella. Allevano molti porci e api. La domande d'Europa. Le sorgenti minera-
Transilvania possiede pure de' buffali, e li più notabili sono quelle di I3orsek,Hom-
le sue selve alimentano orsi, lupi e cin- rod, Szaldosch, Aropatak e Rodna. Non
ghiali. La ricchezza de'boschi diede alla vi hanno manifatture stabilite in glande,
Transilvania il nome. Gli unglieresichia» i sassoni essendo quasi isoli che si dedichi^
TRA TRA 93
no all'iiitlustria. Fabbricano tele, sopral- sano d'inviolabilmente osservare e man-
tiilto a Cronstadt, a Schasburg, eil a Ua- tenere la data fede al principe, per la di-
romszek; si fanno cappelli fini ad Her- quale con animo generoso espon-
fesa del
niannsladl ed a Rlauseouburg, corame, gono propria vita e versano il loro san-
la

cordovano, oìanocchino e sigrino in vari gue. Piimarcansi inoltre in questo paese


hioghi. Vi sonoalcune fticinee fornaci,al- gran numero di valacchi, di boemi, di e-

quanle usine da rame, velraie, pareccbi brei, di armeni , di greci, di bulgari , di


stabilimenti pel vetriuoloe l'allume, pur- slavi^ d'italiani. Gli ungheri e gli szekleri
ghe di cera, mulini da polvere eda carta. parlano l'ungherese; i sassoni il tedesco;
11 comn)ercio sta mano de'greci, degli
in i valacchi ed i greci il valacco: la lingua
arn)eiiì e di alcuni sassoni;bene meno con- ufìlziale del governo è il Ialino. Parecchie
siderabili sono leesporlazioni delle impor- religioni vengono in Transilvania prati-
tazioni, il Maros e lo Szamos sono navi- cate. I cattolici, i greci-uniti ed greci non
i

gabili; poche strade maestre vi sono; tut- uniti, più numerosi; vengono poi
sono i

tavia facile èia comunicazione tra la|capi' i protestanti della confessione auguslana.
tale della Transilvania e quella dell'Un- Ultimamente si contavano 9 ginnasi cat-
gheria Buda. La popolazione che nel 786 1 tolici , un ginnasio greco non unito, un

era di ,55 ,860 abitanti, nel 826 asce-


i 1 collegio e un ginnasio greco-unito, 3 col-
se a due milioni, ed ora trovasi aumen- legi e 9 ginnasi protestanti. La Transil-
tata di 5oo,ooo, Tre nazioni principali vania ha come 1' Ungheria una costitu-
la compongono: 3Iagyari o Jjngheri,
i zione. Delle diverse tribù che l'abitano,
che sono stabiliti fino dal IX secolo; gli
vi gli ungheri, gli szekleri ed sassoni han- i

Szeklcri o Siculi, tribù di ungheri fissi no soli il diritto d'essere rappreseiilati da


nelle montagne sulle frontiere; ed Sas-
i una dieta nazionale; il potere esecutivo
soni^ discendenti da famiglie venule di sia in mano d'un governatore e di 12 con-
Germania nel secolo XIJ, o cacciate dal- siglieri, formando insieme un consiglio di
la Sassonia ne'primi tempi della prelesa slato che corrisponde colla cancelleria au-
riforma, e ricevute nel gran principato lica di Vienna. La forza militare del pae-
per formarvi una barriera contro turchi. i se componeva da ultimo di due reggi-
si

I Szekleri da altri sono delti Siculi, per menti di fanteria, di due di cavalleria e
cui la regione viene chiamata anco Sicu- d' un reggimento d' usseri szekleri. Di-
lìa. Questi credono reliquie di
siculi si ce l'avv. Castellano, che ultimamenle le

quelli che vi condusse Aitila re degli Un- rendite pubbliche del gran principato di
ni quando invase la Pannonia, cioè de- Transilvania sommavano a circa due mi-
rivati dagli unni stessi. Lo Spontoni rife- lioni e mezzo di scudi. Neh 856 la depu-
risce che siculi come gli ungheri ripeto-
i tazione di Transilvania oltennedall'ospo-
no la loro origine dalia Scizia^ i cui popo- darò di Valacchia hi concessione di co-
liindomiti, bramosi di più felice soggior- struireuna strada ferrata da Cronsladt
no, scesero a popolare gran tratto di que- od Ibraila; che partendo dal confine di
sta contrada ; ed occupando una special Cronstadt passerà lo stretto di Ruzen e
parte della Transilvania per loro fu chia- si estenderà nella valle fino alla ciltà di
mala Scilitlia e i loro discendenti Sci- Ruzen, da dove sarà condotta ad Ibrai-
tuli, che poi con corrotti nomi tali vo- la. Da Ruckaresl sarà tracciato un tron-

caboli si convertirono in Siculia e in ^SV- co laterale per Ploiesclili, IJuckaresl e


culi. nominali principali abitatori del-
I Giurgevo. Questo gran principato ha per
la Transilvania sono intrepidi disprez- capitale Clausenburg o Klai>st;nl)urg,
zalori d'ogni pericolo, vaghi ed amanti CAiiudiopolis, grande e celebre città, po-
della gloria militare. In ^cucrulc profcs-, sta sulle iiv£ del piccolo Sumosch, in bei-
94 ' TRA TR A
In pianura, e a'piedi d'un monte argillo- e della regia tesoreria del gran principa»
so e assai scosceso, nel comitato diRolosh. to. Questa forte e considerevole città si

E' fornita di forti mura fiancheggiale di divide in alta e bassa: la i


.^
è eretta sopra
torri, munita d'un castello, e le sue case una collina, ove stava l'antica cittadella,
sono quasi tutte di pietra. Distante 26 le- e divisa dall'altra mediante una pianu-
ghe da Hermannsladl e 22 da Gran-Va- ra chiamata Stuedterau. Ha 3 sobliorghi
radino, è la residenza dell'autorità supre- ed è cinta da doppio da una fos- muro e
me civili e della reggenza, ed ha chiese, sa, con 3 porte. La piazza principale è va-
delle quali 5 sono de'catlolici, scuole, li- sta e regolare, ornata di bellissime statua
cei e stabilimenti diversi, varie fabbriche e fontana. Le case sono in parte di goti-
e manifatture. In essa si tenevano d'ordi- ca architettura. Gli edìfizi più ragguar-
nario gli stati della Transilvania. Questa devoli sono il palazzo Brukental con bi-
città secondo alcuni fu edificata da'sasso- blioteca di 1 5,000 volumi, le caserme, l'o-

ni, e secondo altri da'tedeschi sotto Bela spizio degli orfani, e il monastero de'rao-
111 re d'Ungheria deh 173. Papa Grego- naci cattolici. Sonovi 3 chiese cattoliche, 4
rio XllI per promuovere la religione cat- luterane, una riformata, l'ospedale mili-
tolica nella Transilvania, fondò in Clau- tare, la gran caserma di correzione, e il

senburgo sua capitale un collegio per Ve- teatro. I luterani hanno un ginnasio o uni-
ducazione e istruzione scientifica ed eccle- versi là, i cattolici e i valacchi alcuni sta-
siastica de' sagri ministri. Fu invano as- bilimenti d'istruzione. Al museo naziona-
sediala nel 1601 da Stefano Datori, ma le vi è una galleria di quadri. Possiede
venne presa neh 6o3 dall'intruso nuovo fabbriche diverse, conciatoi, cartiera, ma-
principe che i turchi volevano dare alla gli pel rame, e fàbbrica di polvere da can-
Transilvania, al quale fu tolta nell'anno none. Il commercio vi è molto considera-
sles«o da Basta generale dell'imperatore bile. Questa città prese il nome di Her-
Rodolfo II. Neh 639 nelle sue vicinanze mann, capo de' sassoni, che conquistò la
segui una decisiva battaglia fra'turchi e Transilvania e fondò la città, ì sassoni so-
il principe Rakolzi , nella quale fu egli no il maggior numero de'suoi abitatori:
mortalmente ferito. Abaifi I sostenuto dai era assai piti florida quando era capitale
turchi investì questa città neh 662, e la di tutta la Transilvania. Anticamente le
prese nel 1
664 profittando della ribellio- principali città della Transilvania erano
ne della guarnigione. Prima fu capitale CibiniooHermannstadt;BrassoviaoCroa-
della Transilvania Hermannstadt, Cibi' stadt, l'antica Zarmi Zegetusa, la quale
niuniy Hermanopolis^ nel paese de'sasso- dopo la volontaria morte di Decebalo re
ni, capoluogo del comitato del suo nome di Dacia,sichiaraòVulpiaTraiana Augu-
o Szeben, situata in bella e fertile pianu- sta, e divenne la più celebre della Tran-
ra, attraversata dal Zibin che si divide in silvania; Bistriccia o Bistritz, famosa per
due rami e va a riunirsi aM' Hartbach. le miniere d'oro; Segesuar posta in emi-
E' sede d'un vescovo greco non unito, e nente colle; Colosuar o Clausenburg o
s. Stefano I re d' Ungheria quando uni Claudiopoli; Megies centro del paese,me-
questa provincia alla sua corona, vi fece morabile per la decapitazione del veneto
istituire un vescovo cattolico suff'raganeo Luigi Gritti; Zebeso o Saszebeso; ed Al-
di Colocza, il quale poi fu soppresso. E ba Giulia già residenza del principe di
inoltre residenza del governatore civile e Transilvania.situata nel declivio d'un col-
militare della Transilvania, dell'imperiai le signoreggiante spaziosa pianura. La
comandogenerale militare, d'un commis- zecca de* principi di Transilvania era in
sario reale superiore dell'università na- Nacgbania.La p ri nei pale fortezza del prin-
tionale de'sassoni, d'un unizio di finanze cipato anticamente si reputava Varadino.
TRA TR A 95
Questo gran pilncipalo si divide in comi- Dacia vetus Trajani ultra
rico divulsa:
tali, sedi e distretti così riparlili. Il Pae- Danuhium: noK^a Aureliano citraDanu»
se degli Ungheri, the contiene i comitali hiumy et haec duplex. Introdotta nella
di HunyadjZarandjKraszna,Szolnok me- Dacia la religione cristiana, si fornjòl'e-
dio, Szolnok interno, Dobuka^ RIausem- sarcaloecclesiastico di Dacia da 6 provin-
Lurg, Thoremburg, Kockelburg, Weis- cieecclesiastiche,una delle quali fola Z>tì5-

seroburg inferiore, Wisseraburg superio- eia Mediterranea, con Sardica (V.) per
re, ed distretti di Fogaras e di Kòvar.
i metropoli o Sofia, ha Transilvania di-
Il Paese degli Sztkleri, che comprende venne in seguilo successivamente posses-
le sedi di Aranyos, Neumark, Udvarhe- sione de*goti, degli unniche Attila vi con-
ly, Csik edHaromszek. Il Paese de Sas- dusse, degli alani, degli slavi, degli avari,,
soni j che contiene le sedi di Reps, Scljas- e finalmente degli ungheri; e tutti alla lo-
burg,ScI)enk,Medwiscli,Leschkirch,Her» ro volta se ne disputarono il dominio.Que*
tnannsladt, Keissmarkt, Miìblenbach sta nobile contrada per la naturale for-
Szas7.varos,ed i eCron-
distretti dlBiszlrilz comechè circonda-
tezza di sua posizione,
stadl. Altri geografi con diversi luoghi no- ta da monti altissimi inaccessibili e da ,

minati formano un altro 4-" grande di- campagne vaste ed immense, insuperabile
stretto, detto Distretto de'heni camera- quasi si renderebbe all'invasioni d'armi
lio Fiskalgider, perchè formato da varie straniere, se si volesse energicamente di-

cillà e luoghi situati eniro distretti degli i fendere. Ne' tempi antichi tale difesa fu
ungheresi e de'szekieri. Pare che nel i 853 trascurata per la divisione e discordia che
il regnante imperatore Francesco Giusep- regnò tra' suoi popoli, e fu cagione di
pe abbia data una nuova organizzazione sue deplorabili rovine. Divisa la regione
politica a questo gran principato, dividen- in comitati e con leggi particolari di li-

dolo imo circoli, co'cnpoluoghi di Her- bero reggimento, ciascuno era doQìinato
mannstadt, Cronsladl,Udva^heIy,Maros- da'giudici e conti che spesso tra loro guer-
Vasarhely, Ijislrilz,Dees,Szilagy,Somlyo, reggiarono , con grave danno del paese.
Clausenburg e Broos. E che in ogni cir- Nel oo4j se ne impadronì
I s. Stefano I re
colo vi sarebbe un nfììzio circolare, con d'Ungheria, e fu quindi governata da'vai-
un capo di circolo. Fu questa contrada vodi o principi n)andali in Transilvania
conosciuta da'romani sotto il nome di/><2- da'red'Ungheria.Papa Nicolò V nel 447 1

cia Consularis Mediterranea. Traiano commise all'arcivescovo di Strigonia[F.)


la conquistò nel io5 e vi stabilì una co- priuìate d'Ungheria la riforma dell'uno
lonia : in memoria della conquista della e dell'altro clero nella Transilvania enei-
Dacia (T .), in Doma fu eretta la colos- l'Albania. Nel seguente anno applicando-
sale mole della Co/o//;;^(/ .) Tra iana, con sì il valoroso Giovanni Unniade, vaivoda
adiacente Tempio di Traiano (V.) e fo- o principe di Transilvania e amministra-
I o omonimo. Onde ilCiacconio scrisse poi: tore del regno d'Unglierio, a fai prepara-
Historia utriusqiie belli Dacici a Tra- tivi guerreschi per liberar le provincie
jano Caesare gestii ex simulacris^ quae confinanti dal giogo de'l orchi, il Papa pei*

in Columna ejusdemRomae visnntur col- secondarlo con ardore invitò i transilva-


lecta. Sulla Dacia può vedersi il p. Far- ni e altri popoli cristiani a inlrapren'le-
la lo. Illirici sacri, l.i: Dacia aiìtiqua re la crociala col premio dell'indulgenza
olim Illyrici provincia: Trajanus Dq- plenaria a chi combattesse contro il for-
ciani ultra Dauuhium imperio liomaiio, midabile nemico. L' impresa ebl)e esito
amis-
et Illyrico adjunxit: sui) CMallieno infelice, ma Papa Calisto ili mentre tur- i

sa: Dacia Danul)ium, cjus-


noi'a cifra chi assediavano Belgrado neli4')^>, ^'^*'-

que dcscriptio: Dacia antiqua ah Illy- corseil vaivoda Giovanni, cheasaislilo dui
96 TRA TRA
pontificio legato cardinal CarvajaI, e da Giorgio, questo finciullo fu riconosci «ito
s. Giovanni da Capislruno, costi inse i tur- al SUOI." ingresso nella vita per principe
clii a precipitosa fuga a*6 agosto, giorno di Transilvania, la quale in tal modo riac-
della Trasfigurazione di Gesù Cristo quistò la sua indipendenza. Pochi giorni
(/^.), onde il Papa ne fece più celebre la dopo in Herman ustadt morì suo padre, e
festa per raemoria , ricolmando di lode io lasciò sotto la tutela della madre e la
l'io vitto vai veda diXransil Vania. Neh 5 14 reggenza di Martinusio (/"'.) vescovo di
erasi 1' Ungheria da poco liberata dalla Varadino. L'Unglieria secondo il conve-
guerra mossavi dagli uomini rusticani a' nuto dovendosi restituire a Ferdinando
nobili, e massimamente di Tranr:ilvania, 1, Elisabetta era disposta a farlo, quan-
per cui Papa Leone X pregò Sigismondo I do Martinusio vi si oppose a nome del
le di Polonia, che pacificatosi col duca di giovine principe e implorò la protezione
Moscovia,soccorresse l'Ungheria^a tale ef diSolimano il. Questi conquistò l'Unghe-
fetlo avendo mandato il suo nunzio Pi- ria e intimò alia regina di ritirarsi inTran-
sone per mettere in concordia 1 dueprin- silvania col figlio sino alla sua maggiori-
cipi. Intanto isediosi furono vinti da Gio- tà, confermando a'Martinusio la reggen-
vanni vaivodadiTransilvauia, per laqual za del solo regno. Neh 55i la regina ve-
cosa l'Ungheria potè poi resistere all'im- dendosi in procinto di soccombere con-
pelo de'turchi. Dopoché nel 15*20 i Lu- tro l'Austria, si determinòdi cedere a Fer-
terani (I .) disseminarono i loro perni- dinando I la Transilvania a nome del fi-
ciosi errori in Polonia, tosto peneirarono glio, mediante compensi, mentre Marti-
inUngheriae in Transil Vania, onde il pro- nusio ottenne il titolo di vaivoda con l'as-

testantismo e la religione cattolica domi- segno di 1 5,000 ducati; più Ferdinando


narono alternativamente nella regione. I gli ottenne la dignità cardinalizia, e l'ar-
IVeli526 il nominato Giovanni figlio di civescovato di Strigonia. Ciò saputosi da
Stefano Za polski oZapol(che l'annalista Solimano II andò sulle furie e marciò in
Piinaldi invece vuole figlio illegittimo di Ungheria. Il generale austriaco Castaldi
Mattia re d'Ungheria) vaivoda di Tran- unito a Martinusio fecero fronte al nemi-
.sil Vania, fu eletto re d'Ungheria; ma Fer- co, ma poi insospettitosi il generale, clie
dinando I d'Austria nel i 528 lo costrin- il cardinale mantenesse corrispondenza
se alla fuga, ed a ritirarsi presso Sigismon- co' turchi, lo fece assassinare, e fu sepol-
do I re di Polonia suo cognato. Ivi im- to prima in Alba Giulia e poi in Weis-
plorò e ottenne il soccorso di Solimano semburg , a lato del prode vaivoda \]ì\-
li sultano de'lurchi, col promettergli di niade. Iddio fece terminare con fine tra-
divenire suo vassallo e pagargli tributo. gica gli uccisori del cardinale. Intanto
.Solimano li rimise sul trono in Buda Gio- guerreggiando gli austriaci ed i turclii ,

vanni, continuandosi da questi la guerra i transilvani più maltrattati o meno sof-


contro Ferdinando I con alterni successi; ferenti, neli554 richiamarono da Casso-
finche nel 1 536 concluse un trattato Gio- via^ov'eransi ritirati, Elisabetta col figlio,
vanni con Ferdinando I, il quale conven- a cui Ferdinando I negava i promessi du-
ne che alla morte di Giovanni egli ricu- cati <Ii Ratibor e di Oppelen nella Slesia.
pererebbe rUngheria,e cheseGiovanni a- Tosto cojnparsi, la nobiltà del paese giu-
vessedalla sua mos;lieElisabelta di Polonia rò loro fedeltà, ed i turchi accorsi in lo-
un figlio, la Transil Vania sarebbe smem- ro difesa presero parecchie piazze della
brata dall'Ungheria ed eretta in princi- Transilvania. Narra il liernino v\Q\VIIisto-
pato a favore di quei figlio. Verilìcalo- ria di tutte VHeresie, che Dio per dare
si il caso neh 540 colla lìascila di Giovan- maggior pregio alla sua santa legge, e
ni Sj^ismoudo Zapolski, che allii dicono maggior confusione a'tedeschi ribelli alla
T R A 97
sua fede, innalzò come in callecira contro za posterità e senz'essersi ammogliato, in
gli eieliii un turco, poiché vedendo So- Alba Giulia a' 12 marzo i Sy r. Egli ebbe
limano II infetta la Transilvnnia dall'ere- la sciagura di lasciarsi infettare dall'ere-
sie degli y^r/V/«/ edegli Antitrinitari (^'^'Jt siacWSociniani (F.), che aveafitto pro-
detti pure IJnitarii (V.) ^ veleno porta- gressi inUngheria e Transilvania col fa-
tovi da Giovanni Daldrada, non meno de- vore delle turbolenze. A' 2 i maggio gli
gli errori Aq Luterani (F.) predicali da stati di Transilvania elessero per loro prin-
BnrlolomeoCorvata, disdegnando tali mu- cipe Stefano Batthori , signore possente,
tamenti di religione, per la quiete stessa prode, virtuoso, affabile e bello della per-
de'popoli e pel politico governo del prin- sona. La sua elezione fu confermata dal-
cipato, ordinò che da quella provincia tut- le due corti di Vienna e di Costantinopo-
ti gli eretici andassero lontani, proibendo li, colla condizione si riconoscesse vassal-
COI» pena capitale, che niuno della Tran- lo della i."* e tributario della -2/ Stefano
silvania osasse di professare altra religio- era già slato addetto a Ferdinando f, e
ne che l'antica del paese! Opportunatnen- combattendo per lui era stalo fallo pri-
le osservò l'annalista Spondano: Q/fO<i? ;;2ì- gione: ma la sua affezione e i suoi servigi
reris, ut rex curaui
infldclìs potioreni furono ricambiati ingratamente. Il princi-
conservationis antiquac religionis ha» pe Gio. Sigismondo l'avea tratto alla sua
hcrety quarn ipsemct catholici principes. corte e incaricato d'una missione impor-
Nel 559 mori la regina, e Gio. Sigismon-
I tante a Massimiliano II, che lo fece arre-
do suo figlio dovè difendersi non solo con- slare sotto pretesto d'aver contravvenuto
tro gli atistriaci, ma ancora contro pro- i alla tregua. Egli passò nel suo carcere 3
pri sudditi, per la violenta sedizione susci- anni, da lui impiegali a istruirsi, conver-
tata da'szekieri, cui represse con fermez- sando co'dolli nello studio della storia e
za. Nel I 563 avendo Ferdinando I ceduto nella lettura di buoni libri. Tale fu il prin-
l'Ungheria al figlio Massimiliano 11, Gio. cipe che si scelse la Transilvania. Brilla-
Sigismondo contro questi continuò la va troppo il suo merito per essere al co-
guerra e riportòsu di lui qualche vantag- perto dalla gelosia. Nel 575 Stefano fu 1

gio. I che l'aveano aiutato, diven-


tartari obbligalo a imbrandir le armi contro Be-
nero colle crudeltà da essi esercitate in quessi competitore nella sua elezione, che
Ungheria e in Transilvania novelli nemi- non potendo perdonargli la preferenza ri-
ci per lui da combattere. Nel i ^^'Ò die lo- portata, non cessava d'eccitar la Transil-
ro battaglia, nella quale 20,000 di quei vania a sollevarsi. Bequessi assediato nel
barbari furono tagliati a pezzi. Finalmen- suo castello, prese vergognosamente la fu-
te neliSyo a mediazione del re di Polo- ga, e assicurò colla sua evasione la tran-
nia si pacificò con Massimiliano li, ad in- quillità della Transilvania. Innalzato Ste-
saputa de'turchi: perciò rinunziò il titolo fano nel dello anno al trono di Polonia, nel
di re, ed assunse quello di principe sere- I 576 cede al fratello Cristoforo la Tran-
nissimo. La Transilvania interiore gli fu silvania coH'assenso degli stati; e come re
abbandonata come suo patrimonio, e si inviò a Roma ambasciatore a PapaGrego-
disse che dopo la sua morte, l' ulteriore rio X I n,per rendergli ubbidienza, il nipo*
Transilvania, di cui godrebbe dinante la te Andrea Battori(F.),c\\e poi fu creato
sua vita, ritornerebbe all'imperatore Mas- cardinale. Le infermità di Cristoforo re-
similiano li. Nell'accordo Cu pure statui- sero brevissimo e languidissimo il suo re-
to, che nel caso morisse senza posterità, gli gno; morì neh 58 1 lasciando due figli, Si-
stati di Transilvania eleggessero un prin- gismondo Battilori lì che gli successe, e
cipe che sarebbe dipendente da casa d'Au- Griselda che si maritò con Zamoski can-
stria. Gio. Sigismondo in fatti morì sea- celliere di Polonia. Eletto Sigismondo II

VOL. LXXIX. 7
98 TRA T R A
dagli sin»! di Transilvnnia per loro prin- stante precedente convegno, l'ingresso
il

cipe, ne fl'ce governatore il ciigino cardi- segu'i solenne a'25 giugno,perchècosì vigi-
nalBafthori.Nel i ^C)i appena cletlo il Pa- le Sigismondo II per mo^tiare la sua gran
pa Clemente Vili, per conciliare princi- i riverenza e divozione verso la s. Sede ed a
piBallhori nelle discordie insorte tra loro Papa Clemente Vili. Fu incontrato fuo-
da 8 mesi, e per confermare i transilva- ridella città 3 miglia dal Gìosica accom-
ni nella religione cattolica, pel servizio di pagnato da molti gentiluomini a caval-
Dio e per amore verso Sigismondo IT, pie- e giunto presso la porta tutti smonta-
lo,

no di zelo inviò per nunzio in Transil Va- rono da cavallo e il prelato dalla carroz-
nia il friulano mg/ Attilio Amalleo5dol- za, il quale dopo complimenti montò nel-

to ed eloquente, già segretario della ci- la carrozza del principe. Nella città olire
fra sotto Gregorio Xill. Giunto nel mo- il popolo accorso trovò 5oo fuiti della
nastero già de'gesuili, presso Claudiopo- guardia di sua Altezza schierati, e così fu
li,allora una delle 7 città di Transilvania, accompagnato nelle stanze deslinalegli
e preso alloggio in esso nella metà di mag- nella casa de'gesuili. Ne! giorno dell'udien-

gio, partecipò il suo arrivo a Stefano Gio- za pubblica, Stefano Ballhori qua! princi-
sica,alloramaestro di camera del principe pale personaggio della corte,accompagna-
e già stato ambasciatore in Roma. Que- lo da cavalieri a cavallo, si recò colla car-
sti fece le scuse di sua Altezza il principe rozza del principe a prendere il nunzio,
Sigismondo 11, perchè il pontifìcio invia- ilquale fu incontrato da Sigismondo If
lo dovea trattenersi in delto lììogo, non quasi al capo delle scale ed accolto con
conveniente alla dignità della s. Sede, e grande umanità, e gli oi\n la mano drit-

ciò finche fossero partiti dalla sua residen- ta che il prelato ricusò. Indi passali nel-

za d*Alba Giulia due cbiaussi mandati la gran sala d'udienra, sederono il princi-

dal gran sultano per alcune differenze di pe e ilnunzio col capo coperto, testando
confini, i quali erano ciicondalida'domi- in piedi senatori ed
i molti signori, ed i

nii ottomani. Intanto il principe lo fece il prelato pronunziò quel discorso lati-

incontrare e visitare da due suoi inviati, no che riporta il Parisi, Istruzioni per
co'quali si convenne che il nunzio avreb- la segreteria, nel t. 2, a p. 1
9 1 e seguen-
be fatto privatamente l'entrata in Alba ti; poiché a modo d'esempio e di saggio
Giulia.IIcardinalBatlhorieil fratello Ste- riportò il carteggio fra il nunzio e il Pa-
fano a' parlari del nunzio si mostrarono pa, nel cui nome rispondea il suo nipote
prontissimi di promuoveree aiutare il ne- cardinal Aldohrandini; riporta ancora la

gozio della religione cattolica, mostrando risposta che nell'ultima udienza gli diede
la slessa pietà e virtù l'altro fratello Bal- il cancelliere pel principe. Queste nozio-
dassare (meglio ziodel principe e padre di ni riescono più interessanti, se si consi-
Stefano e del cardinale), in adoperarsi per dera che l'Amalteo era il i ."ministro apo-
cosa sì santa, e non meno di contribuire stolico inviato dalla s. Sede al principe di
ancb'egli ad una sincera e piena riconci- Transilvania, per cui il prelato tutto mi-
liazione loro col principe nipote e cugino, nutamente descrisse nelle sue lettere per
dalla quale dipendeva il buon esito degli regola agli altri che potessero mandarsi
«(lari religiosi.Tali parenti di Sigismondo per nunzi nel principato; e per la stessa

II eranoincolpatid'intelligenzecon Amu- causa procurò d'essere ricevuto colla di-


rat III sultano de'lurcbi, che avea invia- gnità dovuta a un nunzio pontificio, a cui
lo i tartari in Transilvania a malmenar- il principe rese ogni onore.Mentre il nun-
la crudelmente; e di aspirare alla sovra- zio era in Transilvania accadde un fatto
nità della medesima. Giunto poi nella re- memorabile. Demetrio Ugnadino,era uno
sidenza principesca d'Alba Giulia, nono- di que'scellerati ministri, che infettarono
T R A T RA 99
la Transilv.nnia con l'eresìa nrinna, nn- qualche dubbio sulla sovranità e indipen-
novala cogli errori ile'sociniani, e che tlo- denza dellaTransilvania, esso fu tolto dal-
pò la morte del Blandralajdi Francesco la dieta tenutasi in dello anno a Presbur-
David, del l'aleologo, era rimasto solo in gOjOveneirarlicolo 3. "il principe diTran-
j^raiìdissima slinja presso quelli della sua sil Vania venne riconosciuto per Prìncipe
sella, sìper essere loro pseudo-vescovo, libero col titolo (V Illiistrissinw. Narra io
come anche per alcuna sua erudizione. Stringa biografo di Clemente Vili, che
Costui predicando nella domenica 5 luglio a sua persuasione avendo Sigismondo I!
nel lenì pio maggiore di Claudiopoli o fatta lega coll'imperatore e con lui impa-
rjausenbnrg, spiegando una profezia di rentatosi, non che sottrattosi dalla divo-

Amos nel cap. 8, dove parla della fame e zione de* turchi e preso contro di essi le

seledel Verbochedovea esser nel


di Dio, armi, e quindi fra le altre imprese con in-
popolo ebreo, l'applicava alla fame e sete finito valore vinto Sinan pascià generale
spirituale, ch'era per patire in que'lem- dell'esercitoottomano, il medesitno Cle-
pi il popolo cristiano: e in quel punto in mente Vili volle rimunerare tanto valore
cui voleadicliiarare qual fosse il Verbodi e vieppiù incoraggiarlo, con ispedirgli un
Dio, percosso d'apoplessia, cadde sopra nunzio col cappello e la spada consagrata,
il pulpito, e col vomito di molta flemma, cioè \oStoccocBcrrcltone ducalìfK.Jhii-
restò impedito della lingua in modo che nedelti , e certa somma di denaro pro-
non po*è più esprimere parola; il che si messagli per questa guerra. Veramente
puòpiamenlecredere essere stalo un par- tali onorevoli e distinte insegne furono
ticolare e giusto giudizio di Dio, il qua- presenlateal principe da mg.*^ Anguiscio-
le prevedendo, che falsamente dovea in- la. Il nunzio Alfonso P'isconti (F'.j^^va di
seguarequalfosseildivin Verbo non suo, Vienna e vescovo di Cervia, che il Car-
volle permettere, ch'egli più lungamente dellachian»ail i ."nunziodaClementeVIII
ingannasse il popolo transilvano. JNella spedito al duca di Transilvania e Valac-
mattina seguente passò infelicemente di chia, cui mollo giovò col consiglio e col-
vita, probabilmente a patir le pene meri- l'opera nella guerra contro i turchi , fu
tale pe'suoi peccati. II nunzio di Clemen- quello che portò a Sigismondo II buona
te Vili ebbe a compagno il p. Alfonso Ca- quantità d'oro: passò poi in Polonia e fu
viglia gesuita, quale die saggi e rilevan-
il nel marzo 1598 Creato cardinale. Sigi-
ti consigli a Sigismondo II, nelle sue ver- smondo II ricevè altra buona somma di

tenze co'parenli, sdegnati per essersi col- denaro e la decorazione del Toson il'oro
legato coll'imiieratore, al quale poi inviò da Filippo II re di Spagna; nel 1596 ac-
il Dipoi l'Amalteo fu insignito
religioso. compagnò Massimiliano arciduca d'Au-
del titolo d'arcivescovo d'Atene, edebbe stria nella campagna d'Ungheria, ed eb-
la nunziatura di Francia nel congresso di be la maggior parte delle sue spedizioni.
Vervins. Nelif)f)5 Sigismondo li stretto Ma l'anno dopo il timore di cader nelle
con nuova lega coll'imperatore Rodolfo li mani de'tmchi gli fece adottare il par-
contro i turchi, mercè un trattato conclu- tito di porre Ira essi e lui un inciampo che
so a*4 marzo, sconfisse il visir Sinau da- non fosse loro fucile superare. Recatosi
vanti il castello di s. Giorgio nella Schin- a Praga trattòcoirinìperaloredelloscam-
s'ouìn^ prese la piazza d'assalto, espugnò bio de'suoi stali co'sumtnentovali prin-
alcune cittàjC nel novembre successivo tor- cipali d'()[)pelen e Ratibor nella Slesia.
nò ne'suoi stati coperto di gloria e ricco Taleabdicazione vennecelebralada mol-
di bf)ttino. Sigismondo II coll'unirsi a Ro- ti come un atto d'eroismo, mentre la mag-

dolfo II non avea però dimenticato pro- i gior parte la riguardò qual elfetto del ca-
pri interessi. Se sino allora vi fosse sialo priccio edi luuistrunu pusillanimità. L'c-
loo TBA TRA
sito giuslifìcò quest'ultima opinione. Nt^l dall'imperatore per luogo del suo riliio.
I 5c)'o Sigismondo li in esecuzione di quel Poscia avendo tentalo di nuovamente
trattato si recò in Islesia nel giugno, ma sommoversi , fu arrestato e spedito pri-
tosto disgustatone ne pai ti per tornare in gioniero a Praga, ove morì nel 161 3 sen-
Transilvania, e per un nuovo tratto di z'aver avuto figli dalla sua sposa Cristi-
sua leggerezza nel iSggin vestì dellaXran- na d'Austria. Neli6o2 dunque, divenuto
silvania, col consenso degli stali adunati r imperatore Rodolfo II padrone della
in marzo, suocugino cardinal i?tìf/tort ve- Transilvania, per la delta cessione, istituì
scovo di Varroia. Questi fu taccialo di una specie di triumvirato per governare
ambizione di dominio, tuttavolla i tran* lostalo. Nel 1 6o3 i Iransilvani malconten»
silvani mostrarono contentissimi d'a-
si ti del suo governo si diedero a Mosè oMoi-
verlo per principe; e siccome pareva che ses principe de'siculi oszekleri. Questi en«
fosse seguito divorzio fra Sigismondo e trò a'9 giugno dell'anno stesso io Veis-
M." Cristina d'Austria, il cardinal ch'era semburgo, ossia Alba Giulia, che gli avea
semplicemente dell'ordine de'diaconi, in- volontariamente aperte le porte; ma nel
viò al Papa il suo segretario Tomasi per settembre susseguente fu sconfìtto da-
ottenere dispensa di sposare l'arciduches- gl'imperiali e ucciso nel combattimeulo.
sa, la quale in vece si recò a Gratz e ve* In detto anno la Transilvania fu afELìtta
stì l'abito religioso. 11 cardinale,per quan- gravemente dalla pestilenza. Nel 1 6o4Mo-
to narrai nella biografìa e per sospetto sé s' impadronì di Claudiopoli, e il ma-
d'inclinare a'turchi, non godè lungamen* gistrato per opera de'sociniani e calvini-
te del principato, 1' anno stesso
essendo distrusse da'fondamenli
sti il collegio de*
a'28 settembre stato sconfitto presso Her- gesuiti, per l'opera mirabile de'quali e-
mannstadl da Giorgio Basta generale del- rasi colla dottrina loro e zelo in Transil-
l' imperatore e da Michele vaivoda di vania accresciuta la cattolica fede. L'em-
"Valacchia, e 3 giorni dopo sorpreso dal pio Mosè fece imprigionarci gesuiti, e bar-
nemico valacconellasua fuga, mentre ri- baramente molti ne uccise, tutti oltras»-
fugiato in una spelonca recitava Icore ca- giò. Nello slesso anno la Transilvania si
noniche a lume di luna, gli fu troncata ribellò di bel nuovo e con essa una pnrle
Ja lesta da 5 va lacchi; il suo corpo fu tra- dell'Ungheria sotto la condotta di Stefa-
sportato in Alba Giulia, e poi sepolto in no Botskai nobile ungherese. A'5 dicem-
Claudiopoli in magnifico monumento. bre Stefano die battaglia al conte di Bei-
Presso il cardinale trova vasi nunzio apo- gioioso generale degl'imperiali e lo scon-
Clemente Vili, mg."^ Germano
stolico di fìsse compiutamente. Il generale imperia-
de'marchesi Malaspina vescovo di s. Se- le Basta portatosi in Claudiopoli o Clau-
vero, inviato pure in Polonia, il quale a- senburg, dal preposto de' gesuiti fece ri-

vea tentato più volte passando da un cam- benedire il duomo che iniquamente ave-
po all'altro, di pacificare guerreggianti,i no occupato gli eretici sociniani e calvi-
onde vietare 1' ulteriore spargimento di nisti,dedicandolo alla B. Vergine e a s.
sangue cristiano, senza successo per le op- Giorgio, e le loro imnìagini pose nell'al-
poste pretensioni de' contendenti. Sigi- tare maggiore. Consegnò la chiesa a'
smondo II voleva ripigliarsi di nuovo il gesuiti, e perchè vi potessero erigere un
governo della Transilvania, ma battuto collegio die loro le migliori case ch'erano
più volte e specialmente a*2 agosto 60 1 rimpetto al Fu tanto lo zelo che
tempio.
a Moitin, la rinunziò un'altra volta nel i impiegarono nella vigna del Si-
gesuiti
1602 , e si ritirò nel castello di Lobko- gnore, che dall'ottobre al Natale conver-
vitz (culla de'principidi tal nomede'du- tirono più di 4000 alla cattolica religio-
chi di Sagan) nella Ijoemia, assegnatagli ue. Per aver poi il Basta liberato Strigo-
T R A TRA IDI
lìia, Clenienle Vili gli scrisse un onore- gione alemanna nelle città del suo domi-
volissimo breve, ringraziandolo paterna- nio. Istruita la Porta 'ottomana di que-
nuMjle. Quindi Stefano Dotskai di religio- sto trattatoda Betletn o Bettleeni Ga-
De protestante nell'aprile 6o5 si fece ri-i bor che aspirava al suo posto, inviò con-
conoscere dagli slati del paese per prin- tro di lui due corpi di truppe comandati
cipe di Transilvania, e nel segnente no- l'uno da Sandar pascià, l'altro da Ogli.
Tembre fu dal sultano Acaiet I, sotto la Inseguito Batthori di piazza in piazza, e
cni protezione erasi posto, confermato in vedendosi senza espedienti, si fece dar la
quel principato, non die in quelli di Mol- morte a Vallenese da uno de'suoi soldati
davia e di Valaccbia, de'quali erasi del a'27 ottobrei6i3. Osserva il Gontin nel
pari impadronito aggiungendosi il titolo Dizionario dell' eresie^ che in Transil-
tli re. Nel 1606 col trattato concluso a* vania la religione cattolica fu quasi abo-
23 giugno tra la corte di Vienna eia Por- lita sotto Gabriele Batthori, né incomin-
la, n()t>kai si fece riconoscere dall'impe- ciò a ristabilirsi se non dopo che l'impe-
ratore per principe di Transilvania, conte ratore Leopoldo l ne acquistò il dominio.
de'Slctdi e palatino d'Ungheria; dignità Bellem-Gabor o Gabriele Betleem, nobi-
elle si perpetuerebbero nella discenden' le ungherese e calvinista, persecutore del
za maschile sino alla sua estinzione, e do- predecessore che lo avea ricolmato di be-
po di essa la Transil vania ritornerebbeal- neficenze, fu dichiarato principe di Tran-
I i«nperatore, o piuttosto alla casa d'Au- silvania a'3o ottobre da Sandar pascià,
stria. Morì Stefano a Cassovia, dicesi av- titolo che venne confermato dagli stati
gli

velenato dal suo segretario ad istigazio- raccolti ad Hermannsladt. NeliGig egli


ne de' turchi, a' 28 dicembre dell'anno si dichiarò protettore de* ribelli di Boe-
moglie Ca-
stessOjSenza lasciar prole dalla mia, e concluse con una lega. Mentre
essi

terina figlia delcontetIogarassi.A'22 feb- l'imperatore Ferdinando II era intento a


braio 1607 Sigismondo di Pelsoe Vadas soggiogare il paese,entrò Betlem nel mese
principe di Racoczi (e non Ragotski), che di settembre nell'alfa Ungheria alla testa
8Ì era distinto col suo valore nell'Unghe- d'un esercito, facendo portare davanti a
ria conìro i turchi, fu eletto a suo mal- lui uno stendardo sul quale erano e/figia-

grado in età avanzata principe di Trao- ti due cavalieri che univano le loro mani

silvania dagli stati convocati a Clauseu- e nel basso leggevasi questa divisa Con- :

burg. Dissimulò l'imperatore Rodolfo II federatìo et Concoì'dia. Non trovando


tale elezione, dovendo il principato a lui quasi ninna resistenza, egli si avanzò si-
ritornare do[)o la morte di Cotskai, giù- no a Presburgo, di cui impadronissi il 20
.sta il seguito trattato. Nel 1608 Racoczi ottobre, e si fece riconoscere a principe
die la propria abdicazione a motivo delle d' Ungheria. Vienna attendevasi già di
sue infermità, e si ritirò a'Sarrento, ove vederlo sotto le sue mura e ne tremava
mori nel 161 3 in una felice oscurità, la- per ispavento; ma la mancanza de'viveri
sciandoun figlio di nomeGiorgio,chepoi l'obbligò a retrocedere. Fermatosi a Neu-
regnò in Transilvania.Nel 1608 Gabriele hausel convocò un'assemblea degli sta-
vi

Battilori successe a Racoczi, elettovi dagli ti d'Ungheria, di Slesia e di Lusazia, nel-


staliefivorito da'lurchi. Informato che la quale fu fermato a dichiararlo re d*
l'imperatore si apparecchiava a far valere Ungheria; ma la proclamazione e V in-
i suoi diritti sulla Transilvania, lo pre- coronaraento furono ad altro tempo dif-
venne col mezzo d'una deputazione, il cui fv?riti. Il conte di Buguoi riprese Presbur-

successo fu un trattato col quale egli ve- go a' IO maggio i()2 r, e mise poi l'asse-
niva riconosciuto per vaivoda di Tran* dio a Neuhausel, ove rimase ucciso a' io
iilvauia,a condizione di ricevere guarni> luglio. Nel 1624 1*8 maggio Bcllem con-
I02 T R A TRA
eluse a Vienna co'siioi deputati un tiat* battere, se veniva eletto,i cosacchi co'qua-
lalo di pace con Ferdinando li, mercè il li i polacchi erano in guerra, o con cnsi u-
quale fu riconosciuto principe di Tran- nirsi se rigettalo. Questa alternativa pro-
siIvania,rinunciaiidoal litolodire d'Un- posta con indecenza lo fece esci udere.IVIori
gheria, ed ottenne i ducali d'Oppeleu e nello stesso anno a'24 ottobre, dopo es-
di Ratibor nella Slesia. Nel i
629 senten- sere stato ammogliato due volte, la ."con i

do che Gustavo II Adolfo re di Svezia si Sofia figlia di Stefano Betleem, da cui eb-
apparecchiava a penetrare in Germania, be Giorgio li Pvacoczi che gli succese; la
egli fece preparativi per entrare in Un- 2..^ Susanna Lorentza che gli
volta con
gheria. Ma un'idropisia sopravvenutagli die Sigismondo poi duca di Monlegatz.
ftce svanire il progetto, e ne morì nel no- Questo principe morendolasciò suoi sla- i

vembre dell'anno stesso. Nel testamento ti accresciuti dalle due Valacchie da lui

legòall'imperalore Ferdinando II un ca- conquistate, e grandi ricchezze, che alla


vallo di gran prezzoe riccamente bardato, smodata ambizione del suo successore
oltre 40,000 ducali; simile legato fece ni porsero mezzo di scialacquare in pura per-
re d'Ungheria Ferdinando li figlio del- dita, Nello slesso ottobre 1648 Giorgio II

riu)peratore, ed anche al sultano A mu- fu eletto successore al padre. Nel i 655 la


rai IV. La bizzarria di questo testamento Polonia si vide immersa in grave coster-
nonismenlì punto la condotta tenuta dal nazione per essere stato il re Gio. Casi-
vaivoda nell'amministrazione de* propri miro respinto sino alla frontiera da al-
affari, unendo a grandi qualità un po' di cuni polacchi che aveano chiamato a lo-
follia. Sua moglie Caterina di Brajidebur- ro soccorso il redi Svezia. Racoczi reputò
gOjda cui non ebbe figli, gli sopravvisse, favorevole l'occasione per farsi egli slesso
eresse la Transilvaniasinoalla tenuta de- liconoscere a re di Polonia; e nel 1657
gli stali. Questi nel i63o elessero a Va- entrò in questo regno per congiungere le

radino Stefano Betleem prossimo parente sue armate con quelle degli svedesi. Scon-
del defunto, indi neli63i ne rivocarono fitto nel luglio da'polacchi e dagl'impe-
acclamarono Giorgio Racoczi
l'elezione e riali, dovè tornare ne'suoi stali con 3o do-
l volgarmente detloRagotzi, figlio del sud- niestici, infelice avanzo di iS o 3o,ooo
detto Sigismondo. Determinato di farsi uoiriini, dopo aver subito la legge da'vin-
indipendente, egli non corteggiò né l'im- citori.ll sultano Maometto IV, sdegnalo
peratore né il sultano, e si collegò cogli di tale invasione, ordinò a'transilvani di
svedesijCo'quali saccheggiò la Polonia; ed daigli un successore. Giorgio 11 finse di
i protestanti d'Ungheria trovarono in lui dinietlersi dal principato a' 12 ottobre
un ardente difensore. Nel 636 attaccato 1 i658, per evitare una deposizione for-
da'turchi protettori della casa di Betleem male. Gli stali a lui sostituirono il conte
cui egli maltrattava, R.acoczi tenne lor Redei, ma Giorgio 11 poco dopo locac-
fronte e vigorosamente li respinse. Nel elo. Indi entrò in negoziazioni per porre
1644 f^*'® ""^ diversione alle forze la Transilvania sotto la protezione del-
P^'*
di casa d'Austria impiegate in Germania l' imperatore Leopoldo 1, ed essendovi
contro gli svedesi, piombò suH'aha Un- riuscito, gl'imperiali egli ungheresi in fol-

gheria, devastò molte borgate o villaggi, la si scliierarono sotto i suoi vessilli, fi-

prese d'assalto Cassovia nel maizo e pa- gli n)arciòcon essi contro il pascià di Ba-
recchie altre piazze, fitìchè nel 164^8! pa- da ch'erasi posto in campagna con nuiìie-
cificò coir imperatore Ferdinando 111 a roso esercito, e lo sbaragliò presso A rad.
coudizioni assai vantaggiose. Nel 1 64^ a- Intanto il granvisir avanzava^! con altra
spirò alla corona di l'olonja, e si presentò armata di 100,000 uou^iiu. Gli stali di
nel regno gou 3o,ooo uomini per coui* Trausilvauia speduongli una deputazio-
TRA TR A io3
ne per disapprovar la coiulolla del loro suo principato, ma acconsenti an-
stilulil

principe, lìgli giunse sui luoghi, depose cora che gli succedesse suo figlio, e accor-
Giorgio n e nominò a sua vece Acasio dò a' transilvani alcune condizioni che
Ijarczai. Giorgio 11 rientrò inXransilvania lusingavano il loro orgoglio T 8 mag-
dopo parlilo il visir e fece nuovi lenlalivi gio. Da
quest'epoca Abafli I visse tran-
per riacquistare i suoi siali, morendo a quillamente sino alla sua morte accaduta
Varadino a'iG giugno 1660 dalle ferite nell'aprile 1690, e gli successe nel maggio
riportate nella battaglia condjatlula tra il figlio Michele Abaffi li, nato dalla mo-
(iuile e Coloswar contro i turchi : altri glie Anna Bomemiern, sotto tutori da-
Indicono ucciso avanti Clausenburg. Eb- tigli dall'imperatore a motivo di sua mi-
be da Sofia Ballhori sua sposa Francesco norennità. 1 turchi dal loro canto nomi-
che entrò a parte delle turbolenze d'Un- narono a quel principato il conte Eme-
gheria,il quale ebbe da Elena sua moglie rico Tekeli già ricordato, che vi si recò
Francesco-Leopoldo e Giulia Elena si : olla testa di 24,000 uomini. Dopo aver
rimaritò con Emerico Tekeli capo de' conquistato parecchie piazze fu obbligato
malcontenti d'Ungeria. Nel 1660 gli suc- di restituirle l'anno stesso, e di sgombra-
cesseli suo generale KemeniJanoso Gio- re dal paese; allora egli si ritirò a Costan-
vanni Kemin, eletto dagli stali convocati tinopoli, morendo Nicomedia
poi presso
a Bistricz, in cui Acasio Barczai gli ce- nella religione cattolica. Nel i694Abafll li
de i suoi diritti al principato mediante S[)e(lilo alla corte di Vienna fu coslrello

pensione, ma poco dopo liemeui lo fece di cedere isuoi stali all'imperatore Leo-
morire per sospetti che volesse tradirlo. poldo I, mediante una pensione di 1 2,000
Postosi Remeni sotto la protezione im- fiorini e il titolo di principe dell'impero:
periale, i turchi lo deposero neh 661, e la pace di Carlowilz, de'2 5 gennaio 1 699,
nominarono in sua vece nel 166*2 Michele^ fra l'Austria e la Turchia, consolidò tale

A balli I, che preso in guerra da' tartari transazione; e l'imperatore Carlo VI nel
era stalo loro schiavo. Remeni morì il 1 1713 riunì la Transilvauia all'Ungheria.
febbraio nella battaglia contro il couìpe- Da qiiest* epoca la Transilvauia rimase
lilore,chedivenne pacifico possessore del- definitivamente sotto la potenza di casa
la Transilvauia. Nel 1 664 <^"P^
^^^^' s^'" d'Austria a malgrado degli sforzi flittida*
vi lo sino allora i turchi in Ungheria, si malcontenti posteriormenle per liberar-
fece comprendere nella tregua di 20 an- sene. Abaill il morì a Vienna neh 718,
ni conclusa a Temeswar tra l'imperato- ed pure cessò di vivere la sua sposa
ivi

re e la Porla. Egli fu riconosciuto da lo- Caterina Belleem. Il ricordato France-


ro a vaivoda di Transilvauia colla rati- sco figlio di Giorgio II Racoczi, lasciò
fica degli antichi limili, leggi e privilegi il figlio Francesco Leopoldo, che si tro-
della provincia. Ma la suaittcliiiazionefu vò ravvolto nelle turbolenze d* Unghe-
8em[)re pe'lurchi, e i malcontenti d'Un- ria, quando sua madre Elena rimarita-
gheria trovarono sovente presso di lui soc- tasi col Tekeli viiilmente le sostenne; ma
corro e asilo. Nel 1687 essendo Carlo IV obbligata dagl' imperiali a cedere il ca-
duca di Lorena [)enelralu nella Traudii- stello diMunkats, dopo lunga difesa, fu
Vania, la sottomise senza devastarla. Al condotta a Vienna colla figlia Giulia, e
suo avvicinarsi AbaHì I era fuggito, e co- rilegate nel monastero delle orsoline ;

stei nato per la pei dita de'suoi slati, si gel iiienlre suo figlio fu tradotto in Praga e
lo a'piedi deiriuiperalorc e gli riuscì pie- dato in educazione u* gesuiti. Nel i()<)3
garlo nel [nomellergli di servirlo ledei Francesco Leopoldo Uucoczi lasciò i suoi
utente e di troncare ogni intelligenza col precettori, viaggiò in Italia e nel 1694
turco. L'impeiatorcnouboldmcnlc gli rc- ^[^osò a Colonia la principessa Callotta
io4 TRA TK A
Amalia figlia di Carlo landgravio d'As- slellodi Trenskin. Papa Clemente XI ter-
«ia-Piliinfeid. La corte di Vienna non vi- minò rovinare Racoczi nel 1709, col
di

de con soddisfazione questa unione, ed di vieto da lui fallo al clero di Trausilva-

ìnemici di Racoczi ne aumentarono la nia di non riconoscere altro sovrano che


diOidenza, facendolo credere autore del- il solo imperatore. Avendo la nobiltà cat-
la insurrezione degli ungheri e de* Iran- tolica seguito l'esempio del clero, Racoczi

silvani, onde fu arrestalo nel 1701 nel lasciò bruscanjente il suo esercito a'afeb*
suocastellodi Saaros d'ordine di Leopol- braio 7 1 i o,passòinPolonia,indi inRussia.
do I e condotto a Neusladl; ma venen- Durante la sua assenza Karoli generale
dogli fatto di evadere, fuggi in Polonia, de'confederali e alcuni de' loro deputati
ove si unì col conte Beresini coH'inteu- segnarono a Rarol un trattalo di pace
dimento di redimer se slessi e lorocom- i conforme a'desiderii di casa d'Austria. Ra-
patriolti dal dominio austriaco.Frattanto coczi giunse in Francia oeli7i2 e vi fa
Ja dieta d'agostoi yoS, tenutasi a Weis- accolto con amore da Luigi XIV, nella
semburgoo Alba Giulia, elesse llacoczi a cui coite lo resero accetto le sue nobili
principe sovranodi Transilvania.Ed egli maniere. Ma mentre ricercava l'amicizia
nel seg.uente settembre ne convocò altra, de'grandi, pensava con piìidi lode di ren-
in cui perla 2." volta fu acclanjalo prin- dersi accetto a Dio colle frequenti sue vi-
cipe di Transilvania, duca e capo di tutta site pressoi camaldolesi di Grosboisa 4 le-
l'Ungheria e padre della patria. Per so- ghe da Parigi. Finalaiente ivi fissò la sua
«tener questi titoli, egli non ebbe in prin- dimora nel 1710 do[)0 la morte di Luigi
cipio che 5oo fanti e 5o cavalieri. Ma to- XIV. Nel 17 17 perisperanze fattegli con-
sto in 3 anni gli riuscì di formare un e- cepire dalla Porta, contro il parere dello
sercilo di 75,000 combullenti, e co' ra- czar e del reggente di Francia, si recò in
pidi successi ottenuti, portò il terrore si- Adrianopoli. Al suo giungere in Turchia
no alle porte di Vienna. Petrattali con- non erano piùgl'islessi gl'interessi del sul-
clusi con Giorgio 1 liacoczi la Francia
,
tano; la Porta non vide più in lui che avea
avea garantiloil manteuimenlodi sua ca- chiamalo che un amico di poco momento
sa nel principato dì Trausilvania nel ca- e un ospite a proprio carico. Per cui e-
so di elezione.Francesco a vendo ricordalo gli sollecitò il permesso di tornare in Fran-

a questa corte le prese obbligazioni, col cia, ma vi si oppose il reggente; nondi-

DOtificargli la sua elezione, fu da Luigi meno vi fu accolta la principessa sua sposa,


XIV ordinalo al marchese d'AlIeurs di che morta nel 1722 fu sepolta presso le
riconoscerlo a piSncipe di Trausilvania, carmelitane scalze di i^arigi. Racoczi ab-
ove i confederali rinunciassero formaU bandonato dagli uomini saviamente ri-

mente dominio di casa d' Austria. La


al volse tutti i suoi pensieri a Dio, e si die
condizione fu adempita nel marzoi707 interamente alla penitenza. Nel suo riti-

dagli stati d'Onod. iXel l'ottobre, essendo ro compose le sue Memorie stampate nel
stato balzato dal trono Augusto II re di 1 7 39, in mezzo alle rivoluzioni d'Unghe-
Polo»)ia, polacchi ad istigazione di Pie-
i ria. Il suo testamento politico e morale,
tro I il Grande czar di Russia, voleva- stampato
altro flutto di sua solitudine, fu
no collocarvi il principe di Trausilvania, poi nel I 731. Inoltre medi- scrisse diverse
Ma R.acoczi ricusò tale onore incompa- tazioni e soliloqui, un commentario sul
tibile cogl'impegni da lui presi colla pa- Pentateuco, e le sue confessioni sul mo-
tria. Tra'suoi primari uiìiziali egli avea dello di quelle di s. Agostino. Morì nel
de'traditorijde'quali il piii pericoloso era 1735 in Rodoslo nella Piomania, dicesi
Ladislao Oclai, che fu causa della totale con edificazione, ed il suo cuore fu tra-
àcoufiUa riportala nel 1708 presso ilca» sferito presso i camaldolesi di Grosbois, i
T R A TRA 105
suol figli Giuseppe, Giorgio e Carlotta Il vescovato di Transilvania prende
non ehijero prole. Nel 1763 rimperalri* dal gran principato il suo nome. Dicesi

ceM.' Teresa regina ti' t/^//g"/tenV7, eresse pure di J^Vcissemhurgo dalla diocesi nel
la Transiivauia in gran principato indi- quale si estende. Due sono comitati di i

pendente governalo da una reggenza.


,
Weissemburg, inferiore l'uno, superiore
Questa si compose del governatore gene- l 'altro. 1 1 IVeisscnihurg inferiore oCarls-
rale come presidente, di i 2 consiglieri re- hurg o Karlshurg o Alba inferiore^ co-
ferendari, di I
4 segretari. Venne quindi mitato di Transiivauia, paese degli un-
considerala la Trausilvania in parte mi- gheri, è coperto da'Carpazi e dalle loro
litare e in parte civile: la i." costituita da* ratnificazioni. Dividesi in due circoli, su-
Confini Militari, di cui parlai a Segna, periore e inferiore, il i. "contiene le mar-
ossia fionliere fia'terrilorii austriaci e ot- che d'Alvincz, CarUburg, Migyar-Igen,
tomani, suddivisi in 5 generalati, il 5.° Kis-Enyed, Olfen-Ranya, Zalulhna; il 2.**
de'quali si chiama de'confìni transilvani; abbraccia le marche di Balasfalva, s. Be-

la 2.* costituita nel territorio civile go- nedek, Csombord, Nagy-Enyed, Maros-
verno suddiviso ne'suddescritli grandi di- Ujvar, Strasburgo. Gli abitanti sono cir-
slrellio paesi. Perciò, più che prima la ca 90,000, ed il capoluogo è Carlsburg.
Trausilvania segui le vicende politiche 11 IKeissenihurg superiore o Alba su-
dell' UngIicr{a(P".). N e m e m o ra b
1 i 1 e 1848 periore^ comi tato dellaTransd va uia, pae-
rÌD)peralore d'Austria Ferdinando I ap- se degli ungheri, è osservabile pel modo
provò la fusione della Trausilvania con ond'è appczzato, componendosi di gran
l'Ungheria. Nell'ultima deplorabile rivo- numero di ritagli di terreno separati gli
lozione, la Transilvania pianse 4834 vit- uni dagli altri, e di pezzi incastrati ne'pae-
time, non compresi i caduti sul campo di si de'sassoni e degli szekieri; è il risulta-
battaglia ; cioè, secondo la nazionalità, mento delle guerre ch'ebbero traesse per
442 ^rumeni, 65 magiari, 232 sassoni
1 e lungo tempo le nazioni sassone e unghe-
72 di varie altre nazioni; secondo la pro- rese. Vi si trova il borgo Fiirslenburg e
fessione religiosa, 20o5 greci non uniti, 65 villaggi ripartiti in 5 marche, Bolya,
236 1 greci uniti, 3o altri cattolici,! 6 «se- Biirkòs, Palos, Peselnek e Reten. Gli a-
dicenti riformati, 287 evangelici. Per sen- bitantisommano a quasi 4o, eoo. La resi-
tenza dell'autorità rivoluzionarie e de* denza del vescovo è'mKarlsbnrgoCarls-
giudizi slataiii furono giustiziati 743 in- bourg o Alba Giulia, o Alba Caroli-
dividui; negli atlacchi ostili fitti contro ìia, Alba Juliay città reale, capoluogo del
singoli luoghi per parie degl* insorgenti comitato di Weissemburg inferiore e del-
magiari verniero impiccati 28 individui, la marca del suo nome, distante più di

fucilati 706, ed ammazzati in vari altri 12 miglia da Ilermannstadt, e a 7 da 1

modi 2879 tianiiilvaui. Ecco in parte il Clausenburg, posta su d' una euìinenza
risultato delle rivoluzioni. A'pochi cenni in ameno e gradevole prospetto, sulla ri-
riportati sulla Transilvania ponno sup- va destra del Maros, che vi riceve l'Om-
plm-",Ciìnloi\o^Co/ii/ìicntarii della guer- poly. L'ultima proposizione concistoriale
ra (li Traiisihaiiiay Venezia pel Giolito la dice edificata salubri potitur coelo,
1566. Ciro Spontoni, Ilistoria della 1800 eontinet doniosy atipie 5,6oo coni-
TraiisiL'unia ^ Venezia i638. Benco , pleetilur incolas , ipiorwn media pars
Transilvania^ sive niagnus Transilva- tantum catholicani religioneniproflten*
niae principaliiSf Vind()bonaei778. iSe- tur; onmes vero serenìssimo Austria Ini'
stini, Viaggio seienli/ico anlìquario per peratorisj qua Magno Transilvaniae
la Valneelddy Transilvania ec, Firen- Principi in temporalihusoìitemperaut, Si
ze i8i5. divide in ducpurli|lu città propiiauiuuie
io6 TRA TR A
delta, eia fortezza situata sopra una col- ritarda la soppressione al secolo XVI e mi
lina. Tra* principali eciifiz,i è l'antica cat- pare più probabile. Dappoiché dissi nella
tedrale, di elegante gotica struttura, de- biografìa del cardinal Gabriele Rango-
dicata a s. ]VIicli(de Arcangelo, ristaurala ni,che Mattia re d'Ungheria lo nominò
a'noslri giorni. Vi è il batlisterio e la cu- vescovo d'Alba nella Transilvania, tra-
ra d'anime, atrnninistrata dal canonico sferendolo poi ad Agria.'ed a sua istanza
parroco, qui et pociiittritiario inuncre Sisto IV nel 1477 lo creò cardinale; ed
J'uugitur, Il capitolo si compone di 4<^li- a Trau parlo dell'illustre traurino Gio-
gnità, la 1/ delle quali è il preposto mag- vanni vSlalileo che funse diverse legazioni
giore, di 6 canonici comprese le preben- anche a Paolo III, e fu vescovo di Tran-
de del teologo e del penitenziere, di al- silvania. Ptistabilito da Papa Innocenzo
tri 6 preti e chierici addetti al servizio XII per le istanze dell'imperatore Leo-
divino. Contiene la cattedrale i sepolcri poldo I, benemerito della religione catto-
della famiglia degli Hunyadi o Unnia- licain Transilvania, ne fu probabilmente
di. Non oìolfo distante da essa è l'episco- suor." vescovo Giorgio Martonsi, poiché
pio, palazzo an)pio e comodo, che rovi- lo trovo nominato nella bolla del 1721
nato per le vicende politiche, fu notabil- per Fogaras, Episcopi latini Transyl-
mente restaurato. Non vi sonoallre chiese vanensisj bensì le Notizie di Roma re-
parrocchiali, e nella chiesa de'Battori vi gistrano seguenti vescovi. Neh
i 742 Fran-
è un superbo mausoleo innalzato dal re cesco Klobusiezki di Agria, traslato dal
di (pieslonome in onore di suo fratello. titolo iti partibus di Nemesi. Nel 749 Si- i

Vi è im convento di religiosi, l'ospedale, gismondo Antonio Sztoyka de Szala e


il seminario cogli allumi, il ginnasio cat- Rrichfalva , di Szigelh diocesi d' Agria.
tolico, un tempio calvinista e altro lute- Nel I759 Giuseppe de'contiZ?<r/7^/if<^//, di
rano, una chiesa pe'greci-uniti cattolici, Vienna, neh 760 trasferito a Colocza e
una pe'greci non uniti o scismatici, due Bachia, nel 776 a Strigonia, ove ne par-
i

sinagoghe pegli ebiei, uno stabilimento lai, indi cardinale. Neh 76 [Giuseppe An-

per la prepar;izione del uiercurio, una ni- tonio Bastay delle scuole pie di Minz tlio-

triera, ed una fabbrica di polvere dacan- cesi diNitria. Neh 778 d. Pio Manzad(H*
none. II commercio non è del tutto inat- barnabita di Vienna, traslato da Segna,
tivo, e novera circa i3,ooo abitanti. Già Neh 775 Ladislao de conti Rollonitz di
colonia romana Apuleiisis^ ereditò il suo Vienna. Neh 781 Ignazio de Batthyan di
nome di Alba Julia, da Giulia Augusta Reinethujvar diocesi di Già varino. Que-
madre dell'mìperaloreMarc'Aurelio, che sto dolio prelato è autore di varie ope-
ne posele fondamenta, e quello di Alba re, comedelle Lcges EcclesiasticacHiuf

Carolina dall'unperaloreCarlo V d'Au- 1 gariac et Provinciariun ad/iexarum ,


stria che la restaurò, e fu piue per lui Hermanstadt 1786. Essa non solo sup-
che dicesi Carlsburg o Karlsburg. Dice plisce a tuttociò che manca nella colle-
il Mi reo, Notitia Episcopatuiuiiy che fu zione de'concilii pubblicata dal p. Carlo
eretta in sede vescovile, e dichiarata suf- Peterlìi, che raccolse sinodi celebrati nel i

fraganea della metropoli di Colocza e lo regno d'Ungheria sino da s. Stefano suo I

è tuttora; ed altrettanto riferisce lo Sta- i."re, ma di piìi è una completa istoria


del, nella Gcographiac Ecclcsiasticae, pramuìalica della legislazione ecclesiasti-
Si ha da Commaiiville, Hist. de Ics E- ca, la quale viene illustrata in singoiar
vcschcz^ che il vescovato ebbe origine nel modo nella preliminare dissertazione. De
secolo XI, che la regina Elisabetta sop- Synodis Vngariae. Ne danno cotitezza
presse nelj45o per profittare di sue ren- V Effemeridi letterarie di Roma del 1787
dile pel proprio sosteittumealo; ma poi a p. 1 99, Del medesimo vescovo ragiona il
TRA TRA 107
Cinrìinlc ecclesiastico di nonia,t.ciyp. dipendono dal vescovo ialino di Transil-
i33, degli scrini e degli (illi: S. Gcrdr- vania. Essi principahuente abitano inSza-
di episcopi Cluinadieiisis scripta, et A- mos-Vjvar, abitata da circa 5,ooo indi-
cta haclenus inedita^ cura serie Episco- vidui (juando seguì la conversione degli
:

por imi Chanadieiisiiim. Opera et studio armeni scismalici non vi erano che 5oo
lionata comitis de BattUyan Episcopi famiglie armene; altre città in cui sono
Transili'aiiiae,k\ho Carolina i 7C)4- ^^^ più numerosi è Elisabeltopoli, ed Arrae-
i8oo Giuseppe Mai lorollì di Tiansilva- nierstadt città libera e reale quasi inte-
iiia stessa. Nel 8 i6 Alessandro Rudnay
i ramente abitata da' medesimi. Circa il
(E,^ di s. Croce diocesi di Strigonia^ca- 171 3 gli armeni della Transilvania per
lìonico di quella metropolitana e poi ar- opera del vescovo latino furono riuniti
civescovo di essa e cardinale. Nel 1820 I- alla chiesa romana,insiemea o sacerdoti. i

gnazioile'liberi baroni Szepesy deNegyes Neh 741 fecero istanza alla s. Sede per
di Agiia, indi trnslalo a Cinque Chiese. avere un vescovo di loro rito, ma non fu-
Nel 1828 Nicola Rovalz de Csil-Tusnad rono esauditi, temendosi di aprire la stra-
della diocesi di Transilvania, già parro- da con tal concessione di ritornare allo
co lodato e canonico di Varadino pruden- scisma. 11 parroco di Elisabeltopoli nel
te e dotto; mon a' 5 ottobre 1802 in se-
1 1707 ebbe la facoltà di confessare i la-
guito di luarajJnio senile d'84 anni, uìu- lini e di assolverli colla forinola latina.

nilo di lutti i confolli della religione. Non Gli armeni di Elisabeltopoli celebrava-
vacò la Papa Pio IX nel
sede, poicliè il no già secondo l'uso Ialino 3 messe nel
concistoro de' 5 del precedente marzo a-
1 Natale del Signore servendosi del messa-
vea dichiarato mg. Lodovico Haynald di "^
Volle il Papa Clemente XI li nel
le latino,

Szecseny arcidiocesidi Strigonia,già coo- 1762 tollerata questa consuetudine sino


peratore della parrocchia di s. Leopoldo a nuova disposizione. Nella Transilvania
di Pesi edeil.iB.Verginedi Budaar,predi- eravi una missione apostolica alììdata a'
calore sagro, professore di teologia, segre- minori osservanti riformali, della <piale
tario dell'arcivescovo diStrigonia e di esso era prefl-tto il provinciale prò tempore.
cancelliere vicariale edirellore della can- Questi religiosi erano autorizzati ad ave-
celleria, cappellano aulico cesareo-regio, re una stamperia, e di esercitarla perse
per le sue virtù vescovo d'Iibron in par' slessi con alcune condizioni, una delle
liliUSy e coadiutore con futura successio- qualigli obbligava di mandare a Moina o-

ne del vescovato di Transilvania o Weis- gnianno il catalogo de'libri impressi, che


senburg e divenne ellellivo nel giorno
, doveano sempre riguardare il vantaggio
ilellamorte del suopredecessore,ed è l'at- della religione. In Kanli la congregazio-
tuale pastore. Ogni nuovo vescovo è tassa- ne propaganda fide mantiene il mae-
di
to ne'llbri della camera apostolica in (io- stro di scuola sino dal 1672, coll'annuale
rini 1 5oo, ascendendo le rendite a 8,000 1 onorario di scudi 5o. La pietà tlell* im-
fiorini circa alicpiihus oiiei-ibiis graduili. peratore Carlo VI, per provvedere al be-
La diocesi è ampia, contiene molli luo- ne spirituale de' greci valacrhi Tran- di
ghi , et catholicornni niillid, \\\ questo silvania, nel 73G ordinò, che lo camera
i

gran piincipalo ereditario dell* augusta della provincia pagasse annualmente scu-
casa d'Austria, la religione cattolica è la di 432 per mantenere 3 alunni in Ro-
dominante, e gli scismatici e gli eretici ma nel Collegio Urbano di propagati^
vi sono tollerati: da una slafistiea potei da fidi .,
ciò che confermò il Papa. III.**

1ilcvarc che la maggior parie degli .d»i- alunno fu Aaron poi vescovo Eogaras. (.li

lanti (h Transilvania sono Jiallolici. Tra' A (piesto vescovo poi dall.i congregazio-
lallolici vi sono pure degli iuujcnijc lutti ne di propaganda furono assegnali dei
io8 TRA TRA
fondi educare 20 giovani in provin-
pei- silvania, ossia greci-uniti, era Fogaras ,

ci:i, e pagare la tassa slabilila pe'3 aliui- ora elevato ad arcivescovato, risiedendo
i)idi propaganda. Innanzi di parlare delia il vescovo greco cattolico nella città o-
Duova provincia ecclesiastica di rito gre- monima ed estendendosi la sua giurisdi-
co cattolico di lecente istituita in Tran- zione a tutta la provincia ossia a! prin-
silvania, conviene che io dica come Iro- cipato di Trausilvania. Il vescovato fu e-
vavasi la religione riguardo a*greci, e ag- retto per le istanze dell'imperatore Carlo
giunga qualci»e altra notizia su Fogaras VI dal Papa Clemente XI, ma per la sua
(/.).della quale riparlai a Grecia, come- morte ne pubblicò la disposizione il suc-
greco unito alla s. Sede, e da
cliè di rito cessore Innocen^oXIlI colla bolla Ratio-
ultimo eretta in metropolitana. Fogaras ni congruità de' 17 giugno 1721, Bull.
è capoluogo altresì del ilistretto del suo Pont, de Prop.fide, Appendixt. 2, p. 3,
nome, contiene più di 26,000 abitanti, graeci-ritus ,\iQ s^VQcÀ, ruteni, valacchi,ra-
principalmente valacchi, ungheresi esas- sciani e altri che seguitavano questo rito
soiii, gieci della Trausilvania altri so-
I e dimoratiti nella Trausilvania, iqualifu-
no catlolici, altri scismatici. Sotto l'im- rono perciò separati e sottratti dalla giu-
pero di M." Teresa abbracciarono l'unio- risdizione ecclesiastica di altri ordinari,
ne latina diretti da un tal Teofilo loro ve- e sottomessi quindi a quella del vescovo
scovo. Si conservaronocattolici anche sot- del loro rito di Fogaras; dichiarandosi
to Atanasio successore di Teofìlo. Ma cattedrale la chiesa in tal città dedicata
poi da'sassoni luterani introdotto un mo- a Dio e sotto l'invocazione di s. Wicola,
iwico ruteno, diesi spacciava per profeta, con capitolo, assegnandosi per mensa al
ritornarono alio scisma, e da quel tem- vescovo 38o4fiorini, corrispondenti a cir-
po (ino al 1829 non si trattò più di unio- ca i5oo scudi romani; dotazione che as-
ne. Fu allora riordinata alquanto la cosa segnata dal mentovato imperatore, a lui
dal p. Ciocchino Pedrelli passionista,ma e successori fu dalla s. Sede conferito il
non si conosce la (ine. Le loro parrocchie privilegio della nomina de' vescovi. Però
erano circa 1000, il vescovo scismatico ri- fu stabilito che nella vacanza della sede
siede in Ilernjannstadt, e dipende dal si- di Fogaras, si adunasse il clero e scegliesse
mile metropolita di Carlovvitz città della i soggetti degni pel vescovato per voti,
Schìavonìa, Come in Carlowitz si usa la e quindi li raccomandasse all'imperatore
lingua slava o illirica, ed i rituali stam- secondo meriti deVnedesimi,
i il quale uno
pati in Pietroburgo, e perciò quelli sci- ne presentasse al Papa per la canonica i-

smatici sono di rito ruteno, così anche slituzione;e perii penultimo vescovo 2 12
questi di Trausilvania seguono il mede- furono gli elettori ecclesiastici. 11 vesco-
simo rito. [ preti scismatici di Transilr vo e la sede furono dichiarati suiTraga-
Vania erano persuasi, che difendevano nei di Strigonia. Ecco il novero de'suoi
una pessima causa; bramavano la con- vescovi che ricavo dalle Notìzie di Ro-
versione del vescovo, anche per fine se- ma. Nel 173© d. Gio.InnocenzoKlajaba-
condario, per ottenere cioè la protezio- siliano,nato in Transilvania. Nel 1753 d.
ne della .cattolica casa regnante. Presso Pietro Paolo Aaron basiliano, nato in Di-
questi scismatici è comune la simonia e stra diocesi di Fogaras^già alunno di pro-
le tasse esorbitanti. Il sapere alquanto pagandaj^Jj. Nel 1 765 d. Atanasio Red-
leggere basta tra loro per ascendere al nik di Szigert.Nel 1773 d. Gregorio Ma-
sacerdozio. Chi desidera qualche tintura jor basiliano di Szauka diocesi di Trau-
di scienza frequenta le scuole cattoliche, silvania. Nel 1783 Giovanni Baab d'Or-
al che non oppone l'ordinario scisma-
si manes diocesi di Fogaras. Dopo lunghis-
lieo. 11 vescovato de'grcci cattolici inTran- simo vescovato e per sua morte, Grego-
TR \ TUA 109
rio XVI nel concisloro cìe'K^opriIer833 non ci è ora bisogno di spiegnrvelo lun-
preconizzò vescovo di Fogaras, di rito gamente, venerabili fratelli, siccome cosa
gieco-unilo nella Transilvaiiia, nig.'Gio- che è a voi ben nota e provala dalla sto-
vanni Letneny di Deziner diocesi di Fo- ria con innumerabili documenti. Or vo-
garas, parroco per molti anni, e canoni- lendo noi emulare que'celebri esempi di
co della cattedrale, già vicario capitola- paterna sollecitudine, già fin dall'anno 2.°
re della medesima. Per sua libera rinun- del nostro pontificalo scrivemmo a lutti
zia fatta nelle mani del Papa Pio IX, que- gli orientali lettere apostoliche, colle qua-
sti nel concistoro de' 1 7 febbraio 1 85 1 di- li caldamente ed amorosamente gli esor-
chiarò vescovo di Fogaras mg/ Alessan- tavamo a voler ritornare alla comunione
dro Sleika Snlutz di Rerpenyes di A- , di questa s. Seóe, e restarle fermamente
brudbanya diocesi di Fogaras, già alun- La necessità della quale riunione noi
uniti.
no di quel seminario, cappellano e arci- dimostrammo con gravissimi argomen-
diacono o assessore del concistoro di Fo- ti splendidi della luce della verità, chec-
garas, e poi vicario foraneo dìSylvaniae, che abbiano osato allegar contro parec-
parroco di Szilagy-Samlyo; lodandolo chi vescovi scismatici in un certo loro
per dottrina, morale, prudenza e perizia scritto, nel quale versarono quel loro vec-
delle cose ecclesiastiche. chio ed astioso veleno contro la Sede a-
Nuo\'a arcidiocesi e provìncia ecclesìa' postolica. 11 quale scritto, per convin-
stira di Fogaras di rito greco-catto- cere d'errore la scismatica pertinacia, noi
licope' valacchi della Transilvania, faremo che sia confutato; ed intanto non
Il regnante Pontefice Pio IX nel con- mancheremo di pregare e di scongiurare
cistoro de'ig dicembre i853, innanzi al per la salute di lutti loro il Padre celeste
sagro collegiode'cardinali, pronunziò l'al- de'lumi; nulla rimettendo della carità cri-
locuzione £11 Apostolicae Sedis fastigio, sliana ch'è paziente e benigna. Dal quale
che pubblicò in latino e io italiano il n.° girilo di carità mossi, siccome noi, i nostri
296 del Giornale di lìoma^ e riprodus- predecessori, giudicarono che q«e' sagri
sero in Ialino gli Annali delle scienze re- riti, che fossero in uso nella chiesa orien-
ligiosCy 2/ serie, 1. 1 i, p. 4^4> '" italiano tale e non si opponessero alla fede orto-
la Civiltà cattolica^ 2." serie, l. 5, p. 98. dossa,non solo non si avessero a riprovare,
In italiano riporterò il brano spettante al- ma dovessero anzi osservarsi econservar-
l'argomento in discorso.»' Collocali in sul- sijsiccome quelli che erano raccomandali
l'altezza delia Sede apostolica,quasi nella dalla slessa antichità della loro origine, ed
rocc^ e sul propugnacolo della fede cat- in non piccola parte derivali da'ss. Padri:
tolica, i Romani Pontefici nostri predeces- che anzi con savissime costituzioni decre-
sori secondo la podestà loro conceduta
, tarono che a niuno fosse lecilo dipartir-
da Dio di governare la Chiesa universale, si da'riti orientali senza averne prima im-

volsero ancora le paterne loro sollecitudi- petrala dal sommo Pontefice la licenza.

ni alla chiesa orientale, e non permisero Sapevano immacolata spo-


infatti che 1'

mai che da loro si potesse nulla desidera- sa di Cristo si abbella di una culai me-
re di quanto potesse o difenderla o giovar- ravigliosa varietà che non nuoce all'uni-
la. Quanta industria, e cura o fatica essi tà, che la Chiesa non terminata da con-
venissero adoprando perchè quelli tra'po- fine alcuno di paesi abbraccia tulli i po-
poli d'Oriente, che sono per funesto sci- poli e le nazioni e le g<'Mti riunito nell'u-
sma separali dalla Chiesa romana, a lei di nità e consenso della fede, benché diver-
buon grado facessero ritorno , e come se di coslumi, di lingua e di riti, up[)ro-
membra col capo si riunissero col supre- vali però dalla Chiesa romana di tutti ma-
mo Pastore in terra il Pontefice romano^ dre e uiueslru. li che ben sapendo il no-
no TRA TRA
Siro predecessore Gregorio XVT cìl glo- rdl'onore ed all'aulorilà di sede metropo-
riosfi inemorij», stendendo la pastornl vi- lif;uia. E le aggiungeuuno per suIlVaga-
gilanza e sollecitudine a' popoli valacchi nee, oltre alle (\n^ sedi episcopali poca fi
(li rito greco callolico stanziati nella Tran- erette, anche la chiesa di Gran-Varadino
silvania, volle per confortarli e consolar- di rito greco sottratta dalia giurisdizione
li e confernuirli nella cattolica lecle, isti- dell'arcivescovo di Strigonia.Essendoora
tuire [)or loro una peculiaie gerarchia stabilita questanuova provincia ecclesia-
ecclesiastica di rito gi-eco: ma quello che stica diFogaras e d'Alba Giulia non du-
il nostro predecessore per la diflicoltà dei bitiamo, venerabili fratelli, chela nazio-
tempi edallre malagevoli ci costanze non i ne valacca sparsa per la Transilvania e
potè condurre al termine desiderato, ciò devota alla fede cattolica, lieneficala ora
medesimo fu dato a noi di coiopire con novellamente dalla Sede apostolica, non
grande soddisfazione dell'aniino nostro. sia per riunirsele con vincolo ancor più
ìuWn prima noi rendiamo, siccome è giu- stretto: e qttella parte del giegge del vSi-

sto, le grazie al Padre delle misericordie, gnore, accresciuto il numero de' pastori,
col cui celeste aiuto ci venne compiuta e vegliando questi secondo il loro dove-
un'opera che speriamo dover tornare ad re,ed aggiuntevi ancora le nostre sollecitu-
incremento della religione cattolica, e ad dini, non sia per essere molto più sicura
ulililà spirituale, e questa grandissima, di e difesa dall'insidie e dalle frodi degli sci-
quella nazione. Poi Iributiauio le debite smatici, i quali non lasciano veruna occa-
lodi al carissimo figliuol nostro in Cristo sione di strappare ifedeli dalla comunio-
Francesco Giuseppe imperatore d'Au- ne di quest'apostolica Sede, e profondar-
stria e re apostolico d'Ungheria e Boe- li nel baratro dell'eterna mina. Faccia
mia, il quale non solo ci presentò, per ciò Dio, ricco sempre in uiisericordia, che co-
inqjelrare, le sue preghiere, ma vi por- loro , i quali sono implicati negli errori
tò ancora lo zelo, la sollecitudine, l'ope- degli scismatici, illuminati dalla grazia ce-
ra, e tutto quello iniìne che da un reli- leste si ricoverino nel seno e neirabbrac-
giosissimo principe e zelantissimo promo- cio della chiesa caltolica,anìnchè tulli ac-
tore della fede potè vasi aspettare. E qui corrino nell'unità della fede, e tulli siamo
è da lodare il ven. nostro fratello (il car- u\\ solo corpo in Cristo serbanti l'unità
dinalGiovanni Scilowski) primate (d'Un- nel vincolo della pace. Ciò noi caldamen-
gheria e aicivescovo) di Strìgonìa, il qua- te desideriamo per quell'ardenlissimo a-

le pose ogni suo impegno nel promuove- more che nutriamo per la salute delle a-
re un'opera s'i salutare e si acconcia a ras- niine, e preghiamo il Signore, che solo fa
sodare la cattolica unità. Per la qual co- le cose mirabili, a volere compiere colla
sa dopo avuto il parere di alcuni venera- sua virtù l'opera cominciala". Ora a se-
h\\\ nostri fratelli dell'ordine vostro, ai conda del decretato dal Papa Pio IX, va-
quali commettemmo l'esame accurato di do a U\v cenno della metropoli di Foga-
negozio s'i rilevante, secondo il loro a v vi- ras^ e delle chiese vescovili a lei suflra-
so, ergemmoduesedi vescovili di ritogre- ganee Lugos, Armeuopoli, e Gran Va-
di
co cattolico, cioè quella diLugosch(01ah lacUiiOy o VaradìnOy del quale però me-
Logos) nel Banalo di Temesch, e quella glio trovo conveniente riparjarne a tale
diArn)enopoli (Armenierstadl ossia Sza- 1° articolo, tutte egualmente di rito gre-
mos Vjvar) nella Transilvania, e volem- co cattolico.
mo chefosscro suffraganee della chiesa di Fogaras. 11 Papa Pio IX colla bolla
J'ogaras, la (piale già innalzata a sede ve- Ecclcsiam Cliristi ex omni li/igtia, dei
scovile, e ultinunnen te ancora decorala da 9.6 novembre 853, eresse la sede vesco-
1

noi del titolo di Alba Giulia, esultammo vile di Fogaras, di cui già parlai di so-
T II A TUA I I f

prn, in nielropoli ecclesinslica di rito f»re- deva accompagnatoda'soldali. Quando il


co nnito alili s. Romana Chioso in Tran- patriarca lo creava gli consegtiava lechia-
silvania, in perpetuo, e ornanilola ezian- vi, simbolo della somma po<lestà sua, e-
dio iioìììiiw ne titnlo ÀlhacJiilicnsi.v; in- sercitando pure l'uHìzio del Penitenzie-
di nel concistoro tenuto a'i6 novembre re^ avendo l'autorità di sciogliere e lega-
1854, dicljiarò i.** arcivescovo di Foga- re. Il che si deve intendere in quanto al-

ras o Alba Giulia il medesimo mg/ A- le censure, ovvero dava licenza a'sacer-
lessandro Slerka SulutzdeKerpenyesgiù doti d'assolvere da' casi riservati, poiché
vescovo di Fogaras, attribuendogli i no- essendo diacono non poteva certamente
mi nati suiTraganei di Gran Varadino, Lu- assolvere sagramenlalniente. Inoltre esa-
gos e Armenopoli. Uiieverò dall' analoga minava gli ordinandi, e amnielleva i sa-
j)roposÌ7.ione concistoriale, letta dal Piipa cerdoti alla confessione; insomma era il

in concistoro, lo stalo della chiesa di Fo- Vicario del patriarca, a cui serviva d'ar-
garas elevata al grado melropolitico.il pa- cidiacono nella messa, invitando alla co-
store di Fogaras da 100 an»)i risiede nel- munione i fedeli. Sebbene diacono, ^lei

la città di lìalazsalva o Blasendorf, alias pubblici consessi precedeva il vescovo, per


Blasiuni (o Balasfalta a61ei;heda Carls- esserdel numero Ae»\\Exocatacocli^QW<i'
burg, e ne parlai a Fogaras), rjuac in rano i cardinali della cliiesa Costantino-
Traiisylvania sita , et anioeuo in loco politana. Finalmente approvava tulli

a edifica la 5o enumera t donius^ atquc


i quelli che doveat\o essere promossi a've-
a i3oo inliahitatur gracco-catJiolicis. scovati e alle abbazie). Il palazzo arcive-
La cattedrale di recente restaurata soli- scovile, comodo e decente, è alquanto di-
damente e innalzata a metropolitana, è stante dalla metropolitana. Oltre questa,
sagra alla ss. Trinità, ed ha il baltisterio; venne designata alti a parrocchia nella pic-
mentre la cura dell'anime si esercita nel- cola chiesa esistente nell'arciepiscopio. Vi
la chiesa parrocchiale di s. Michele Ar- è un monastero di monaci basiliani, il se-
cangelo. Il capitolo è composto della di- minano cogli O-
alunni, e alcuni sodalizi.
gnità del preposto e di 6 canonici, ha- gni nuovo arcivescovo fu tassato ne'libr»
ctenus cjformalo^ juxta memoratas a- della camera apostolica in fiorini 200, la 1

postolicas litei as in postcrum constare mensa venendo stabilita ai 5, 000 fiorini


(ìeI:ehiti\ii\V Arciprete A\e\V Arcidiacono^ d'argento viennesi,corrispondenli a 7^00
(\e\\* Ecclesiarca, dello Scolastico , del scudi romani. L'arcidiocesi è vastissima,
Carfofilace, e di altri 5 prebendati (Del et compleclitur sub se ultra mille hisceu'
Carlofilace propriamente non scrissi ar- lum et septuaginta paroecias.
ma ne ragionai in quelli che lo ri-
ticolo, Lugos o Lugosch ( Lugosienj.CÀHìì con
guardano. Nella chiesa greca di Costanti- residenza vescovile nelDanato di Temescli
nopoli ilCartofdace, C/7/70/7/// /<'Ar,67/<7r- (non si deve confondere con l'eineswar,
tidarins, era dignità di grande autorità, il quale è il suo capoluogo), comitato di

che avea la custodia delle scritture, come Krassova, marca di Lugosch, in Unghe-
un Archivista e la cura del sigillo pa-
, ria, a più di 12 leghe da Temeswar, sul-
triarcale che pollava attaccato al collo. la riva destra del Temesch, che lo divide
Emanava le sentenze e giudicava le con- da Deutsch-Lugosch, mentre Lugoscli di
troversie ecclesiastiche, nuissime matri- cui parlo geografi lo chiauìano pure Lu'
i

moniali, onde senza sua licenza i sacerdo- gosch- Il alla-Chiseh, ed ènbitalada te-
ti non potevano benediie gli Sposalizi. deschi, valacchi eruscii, cssentlovi neibn-
Difendeva le cause del clero, e perciò era tulio anche serviani. Il Papa Pio IX col-
chiamalo bocca e mano destra del patriar- la bolla Àpostolicum Dlinìsterimn^ dei
ca. Portava in dito ronello d'oro, e luce- 2G noveD)brei853, ci esse il vescovato di
112 TRA TRA
Liigos o Liigosch tli greco rito caltolico, mos- f^j'uar (Armenopolitnn, seu Sza^
suffrago neo del melropolitanodi Fogaras; mas U/f^arien). CdlA con residenza vesco-
quindi nel concistoro de* i6 nove«nbre vile libera e reale della Transilvnnia, co-
1854 nedichiarò ."vescovo l'atliiale mg/
i mitato di Szolnok-Inleriore,sul Szamos,
Alessandro Dobra di Seplerarcidiocesi di a 8 leghe da Clausenburg e 24da Rarls-
•Fogaras, già appartenente al clero di Va- burg. Essa è bene edificata, difesa da uà
radino, dottore in s. teologia e predicato- forte castello, e popolata quasi nteramen • i

re, segretario del vescovato, notaro e pro- te da'greci, e dagli armeni che vi fabbri-
tocollista concistoriale, difensore de'ma- cano stoffe e commerciano in bestiame.
(rimonì e delle professioni religiose, par- Vi sonone'suoi contorni delle sorgenti sal-
roco e vice-arcidiacono per piìi anni, ca- se e delle miniere di s;de. Il Papa Pio IX
nonico della cattedrale di Varadino, esa- colla bolla Ad Apostolicain Sedeniy dei
minatore pro-sinodale, dotto, prudente e 26 novembre i853, eresse il vescovato
virtuoso. Dalla proposizione concistoria- d'Armenopoli o Szamos Vjvar di greco
le si dice, la città di Logos
Danaio dl nel rito cattolico, sulfraganeo del metropoli-
Ternescli, è edificata in piano, ed in fe- tano di Fogaras; dipoi nel concistoro dei
condo e aoìeno luogo, con piìi di 2000 16 novembre 8 54 promulgò peri.°suo
r

case e 12.000 abitanti. Nella piazza prin- vescovo l'odierno mg."^ Giovanni Alexi di
cipale sorge la solida e magnifica chiesa Maladia arcidiocesi di Fogaras, già ap-
cattedrale , decorata di splendida torre partenente al clero di Varadino, parroco
campanaria, edifizio che cominciato dal- per molli anni, archivista, attuario e no-
l'imperatore Ferdinando compì il suc- I, taro concistoriale, segretario del vescova-
cessore Francesco Giuseppe I.E' dedica- to, canonico scolastico di quella cattedra-
ta allo Spirito santo, ed ha la cura d'a- le, dotto, prudente, ed ornato di altre e-
nime, che si esercitava temporaneamen- gregie qualità. Leggo nella proposizione
te e finche fosse consagrata la chiesa, nel- concistoriale, essere Armenopoli edifica-
la preesistente cappella munita di balti- ta in piano e ameno luogo, tra il Szamos
slerio, ed ove si celebrava il culto divino. e il Tibisco, contenendo 1 5oo case, eoa
Il capitolo venne compostodell'arciprete, 5ooo greci cattolici. La chiesa parrocchia-
deirarcidiacono,deirecclesiarca,dellosco- le della B. Vergine Maria fu elevata a
ìas{ìcOyde\cavloCi\ace,acdeniqiieexprae- cattedrale, ed ha il s. fonte colla cura d'a-
bendato. Aedespro Episcopi hahitatio- nime. Si formò il capitolo dell'arciprete,
ne nonduni iìipromptu suntj inlcrea ta- dell* arcidiacono, dell' ecclesiarca , dello
jnen utì poterit domo Ecclesiae proxi- scolastico , del cartofilace , ac deniqiie
ma, quae prò officio coniitatensi inser- praebendato, Novae pariter a funda-
viebat, Praelerea altera habetur LugO' mentis erunt erigendae prope cathedra»
siensi in urbe paroecialis ecclesia cani leni aedes pfo Antistitis habitatione, e-
adnexo minoritaruni monasterio, gyni' jusque presbyterio. Nella città vi è un'al-
nasiiim^ ac duo hospitalìa; seminariwn tra chiesa, il convento de'francescani, l'o-
erit constiluendum, et mons pietatis pa- spedale, seminarium erit constìtuenduni,
riter desidcratur. Ogni nuovo vescovo fu et mons pietatis pariter desidcratur. O-
tassato ne'libri della camera apostolica in gni nuovo vescovo fu tassato ne'libri del-
fiorini 548, e la mensa venne costituita la camera apostolica in fiorini 548, e la
di 10,000 fiorini d'argento viennesi, pari mensa si stabib con 0,000 fiorini d'ar- [

a scudi romani 5ooo. Alquanto ampia è gento viennesi, equivalenti a romani scu-
la diocesi e comprende diversi luoghi e
, di 5ooo. La diocesi è piuttosto vasta, e
parrocciiie. contiene 58o parrocchie.
Arnienopoli o Armienerstadto Sza- Per la sistemazione della provincia ec-
T R A TRA ii3
clesiaslica di Foga ras, è benemerito il Car- la benedizione, mentre altre schiere di
dinal Michele Viale Prelà arcivescovo di fanciulle vestite di bianco spargevano di
lioloi^na e pro-nunzio apostolico di p^ieii- fiori il cammino. E il cardinale, con quel-
Ticij ed inoltre fu egli che di oiììziofece il le nobili e gentili maniere colle quali pure
consueto processo a* pastori delle nuove si distingue, sceso di carrozza accoglieva
chiese, e ricevè nelle sue mani la loro prò* graziosamente gli oratori che a nome del
fessionedi fede. Nel suo zelo decorosamen- clero e del popolo si facevano ad arrin-
te sul finire dell'ottobre i855 intraprese garlo, rispondeva loro benignamente, e
il viaggio da Vienna in Transilvania per quindi recavasi fra gli evviva ripetuti del-
compiervi, d'ordine del Papa Pio IX, l'e- l'esultanti turbe alla chiesa parrocchiale,
rezione delia medesima nuova provincia dove orato alquanto compartiva al popo-
di rito greco cattolico, con quelle parti- lo la benedizione. Quindi proseguiva il
colarità e coujplesso di liete circostanze, suo viaggio, onoralo sempre da un cor-
che descrissero il Giornale di Roma , e teggio di 20, 3o e più uomini a cavallo
poi Ja Civiltà cattolica nella 3/'* serie, t. vestiti a festa, che per omaggio spontaneo

I, p. I IO. Il viaggio del cardinale fu ve- gli fecero scorta, e di comune in comu-
ramente come un trionfo continuo della ne si andavano succedendo. Che se tanto
chiesa romana, e tutte quelle popolazio- gareggiavano nell'onorario le povere ter-
ni cattoliche, sia di rito latino sia di gre- re, le nobili città preparavangli accoglien-
co, con edificante entusiasmo, feceroa ga- ze degne e proporzionate alla loro rino-
ra nel colmarlo d'onore e nell* attestare manza. Le numerose deputazioni del cle-
co'loro pubblici ossequi al degno rappre- ro e de*raunicipii, che accorrevano ad in-
sentante pontificio la loro profonda divo- contrarlo riverenti, qe rendevano più so-
zione alla Sede romana e la loro gra-
s. lenne e dignitoso l'ingresso, intanto che
titudine verso il Padre universale di tut- festeggiavanlo il giulivo suono delle cam-
ti i fedeli. Riuscì poi singolare e aììrabile^ pane, lo sparo d'innumerabili mortaretti^
che gli stessi scismatici ed eretici calvi- le luminane e precipuamente il numero-
nisti o unilarii,per le cui terre il cardina- sissimo popolo affollanlesi per vedere l'in-
le dovette passare , lo accolsero con so- viato e il rappresentante del sommo Pon-
lenni dimostrazioni di giubilo e di osser- tefice e un cardinale della s. Chiesa roma-
vanza, dando segno talora di non essere naj la cui fama. dell'eminenti doti di cui
lontani dal voler entrare nel grembo del- è fregiato dappertutto lo precedeva, e per
la vera Chiesa, fuori della quale non vi è riceverne la benedizione apostolica. Re-
l'eterna salute. Il cardinale Viale-Prelà candosi egli alla chiesa principale della
partito da Vienna n'21 ottobre, gitmse ai città, era ivi ricevuto alla porta solenne-

27 a Biase ndorfo Calasfalta, residenza mente dal clero, dal capitolo e dal vesco-
dell'arcivescovo di Fogaras, meta del suo vo in paramenti sagrij poi introdotto in
viaggio, passando per Seghedino, Teme- chiesa, ivi ascoltava i discorsi indirizzati-
sw.n Lugos, Karansebes, Ilatzeg e Carls-
, gli dalvescovo o da qualche membro del
burg. In tutti minori villaggi che at-
i clero, che salutando il suo arrivo entra-
traversava uscivano le popolazioni in fol- vano nelle più calde significazioni di ri-
la ad accoglierlo, siccome messaggcr che verenza e divozione verso la Sede aposto-
porta olivo, con bandiere e con rami di lica e il supremo Gerarca di cui egli era
verdura in mano,suonando a festa le cam- il rappresentante lodato. A'quali parlari
pane di tutte le chiese tanto cattoliche il cardinal Viale-Prelà rispondeva accon-
quanto scismatiche! 1 fanciulli delle scuo- ciamente, attestando l'amore paterno e la

le schierati in due file lungo la via gcnu- pastorale sollecitudine che il Romjmo
Iktlevano al suo passaggio per riceverne Pontefice avea per l'illustre loro nazione,
VOL. LXXIX. 8
ii4 TRA TRA
tli cui novella prova era appunto la sua cardinal Viale-Prelà a'27 a Blasendorf,
venula in mezzo di loro. Quindi nella re- accoltovi colle più distinte dimostrazioni
sidenza preparatagli, con belle maniere d'onorificenze e di festeggiamenti da tulli
ricevea gli omaggi e le visite del clero Iali- gli ordini di quella città; e il 28 fu celebra-
no o greco-unito, e talvolta anche di quel- ta nella cattedralegran solennità, ch'e-
la

lo scismatico, dell'aulorilà civili e milita ra lo scopo della sua missione. Alle 8 ore
rijde'magistrali e d'altri illustri personag- del mattino il numerosissimo clero raccol-
che in o-
gi locali; assisteva a'banclielli tosi da varie parli dell'arcidiocesi di Foga-

nor suo eransi preparali, e ch'erano spes- ras, e il vescovo di Varadino in abiti pon-
so rallegrali di concerti musicali; ed ai tificali, co'd uè vescovi di Lugos e di Arine-
brindisi fervorosi che vi si facevano al san- nopoli.portaronsi alla residenza delcardi-
to Padre, rispondeva il cardinale con al- nale.Quesli vestilo di cappa si recò alla cat-
tri brindisi alieltuosie di encomio alTIm- tedrale preceduto da quella processione e
peralore. Giunto il cardinale a Rarense- da'3 dignitari del capitolo di Carlshurg o
bes, dove risiedono rMutorità de'così del- Alba Giulia, assistilo da' due vescovi di
ti Confini Militari, licenziò il vescovo di Trausilvania e di Nicopoli, e seguito dal
Csanad o Temeswar mg/ A lessandro Csa- principedi Schwartzenberg, ch'eravisi
jaghy,cheavealoaccornpagnato daTerne- recato da Hermannsladt, in abito di gala
swar sua sede e la cui diocesi qui termi- con moltissimi oflìziali dell'impero e altri
nava, ed entralo nella Trausilvania pro- personaggi e popolo. Giunto il cardina-
seguii il suo viaggio insieme co'3 vescovi le in chiesa, dopo breve orazione, recos-
greco-uniti di Varadino mg/ Basilio Er- si al suo trono, dove vestì sagri paramen- i

dely, di Lugos e di Armenopoli mg/' i ti, mentre l'arcivescovo di Fogaras slava

Dobra e Alexi summenlovali,clie daTe- in luogo eminente in mezzo alla chiesa, de-
roeswar lo accompagnarono per la mag- stinalo secondo il rito orientale al vesco-
gior parte del suo viaggio. Un arco di ver- vo celebrante. Laceremonia cominciò col
dura era stalo innalzalo in sulT ingresso canto di qualche inno; quindi il cardina-
appunto della frontiera Iransil vana, don- le pronunziò un eloquente discorso lati-

de venne ad accoglieilo il vicario gene- no proprio al grand'allo di quel memo-


rale dell'arcivescovo di Fogaras con altri rabile giorno, e fece leggere dal suo se-
ecclesiastici e laici. Ad Hatzcg fu raggiun- gretario di nunziatura,stanle a pie del tro-
to da mg/ Haynal vescovo latino di Trau- no, le bolle pontificie e il decreto dell'ere-
silvania, che l'avea aspettato ad un altro zione della nuova arcidiocesi e provincia
passo de'confini, ma saputolo ad Halzeg, ecclesiastica di Fogaras. Portatosi quindi
viaggiò tutta la nolle per ivi raggiunger- all'altare, il cardinale ricevè il giuranien-
lo e unirsi alla sua ragguardevole comi- todi fedeltà del nuovo arcivescovo di Fo-
tiva. A Carlshurg trovò mg.' Angelo Par- garas, gli fece la tradizione del pallio, e
si vicario apostolico di Valacchia e vesco- condoUolo al Irono arcivescovile lo istal-
vo di Nicopoli inpartibuSf venuto da Bu- lò solennemente nella sua sede, ammet-
karest per corteggia rio. Ivi pure era giun- tendolo ad osculiim pacis. Dopo ciò il

to il conte Amadei invialo del principedi nuovo arcivescovo ammise all'ubbidien-


Schwartzenberg govei nalore civile e mi- za parecchi membri del suo clero, e in un
li tare dellaTransilvaniadaHermannstadt bel discorso espresse i sensi della più cal-
luogo di sua residenza, per complimentar- da divozione alla s.Sede Romana; a que-
lo ed annunziargli che il dì della ceremo- sto seguirono due altri acconci discorsi
nia si recherebbe lo stesso principe a Bla- pronunziali dal vicario generale dell'arci-
sendorf o Balasfalla, residenza dell'arci- vescovo di Fogaras a nome del capitolo,
vescovo di Fogaras. Giunse finalmente il e dal vescovo di Varadino. Quindi l'arci-
TRA TRA 1.5
rescovo nndò al suo faldistorio, sedenilo la seradeirS noveoibre, dopo aver lascia-
in Irono il cardinale, e assistito da'vesco- to indelebile memoria delle sue rarissime
vi di Varadino e di Nicopoli fece con ri- doli in lutti i paesi ch'ebbe a valicare nel-
Io greco la consagrazione de'due novelli l'auspicala sua missione. Rallegrali i cat-
vescovi di Lugosedi A rmenopoli. Termi- tolici gì eco-ruteni-uniti, per l' erezione
nala la ceremonia e ilponlificale.s'inluo- della provincia ecclesiastica di Fogaras
nò il Te Deum, e il cardinal diede secon •
di loro rito, tosto provarono altra nazio-
do il rito Ialino la benedizione, dopo la quando il
nale e religiosa consolazione,
quale fu processionalraenle ricondotto al medesimo Pio IX nel concistoro de* 16
la sua residenza. Un banchetto di 1 5o con- giugno i856 creò cardinale dell' ordine
vitati, tra 'quali alcuni scismatici, coronò de' preti mg/ Michele Lewichi arcive-
la festa diquel giorno memorando. A'29 scovo di rito greco-ruteno-unito di Leo-
il cardinale parli da Blasendorf di ritor- Halìcìa e Kanienec (V.) nella Ga-
poli\
no Vienna, per Ennyed, Thorda, Clau-
a parte della Polonia- Austriaca. Il
lizia,
senburg, Oelest, Gran Varadino, Furia, Papa colla notizia di sua promozione,
Meza-thur, Szolnok e Pesi, ricevendo iu gl'invio il berrettino cardinalizio dalla sua
ogni luogo sincerissime testimonianze di guardia nobile cav. Carlo Alvarez, e la
amore e di stima, ben nierilate. A Thor- berretta cardinalizia dal suo cameriere
da i calvinisti, gli unitarii e i loro mini- segreto soprannumerario mg." Antonio
stri suonarono anch'essi a festa le campa- M.^ Valenziani ablegato apostolico. Que-
ne e recaronsi a fargli visita d'ossequio. sta degna esaltazione ricorda quella del
Così a Clausenburgdove la maggior par- celebre ^^v^co- Ruteno {J^-) cardinal /«-
ie de'ciltadini è scismatica o calvinista o doro (^.), comunemente detto di Tes-
unitaria,fu il cardinale ricevuto con gran- salonica, che quale arcivescovo KiO'
d'i

di onori e si fece al suo arrivo una bel- via (f.) a nome delle chiese di Russia
lissima illuminazione per tutta la città. Co (T'^.)y come suo metropolitano, interven-
Si ad Oelest, comune quasi lutto scisma- ne al concilio di Firenze per la riunione
tico , dove cattolici hanno appena una
i della chiesa greca colla latina, e ne sot-
piccola e misera chiesa. Così a Meza-thur, toscrisse il decreto insieme col non meno
cillà popolosa e in grandissima parte cal- celebre cardinale greco Bessarione (F.)
vinista, ricevuto co'soliti onori e arringa di Trehisonda avc\\t%Q,o^oò\ Nicea. Per
to dal clero cattolico alla porta della chic avere ambedue avuto principalissima
sa, gli si fece innanzi il principale mini- parte nel concilio e nell'unione, nel me*
stro de'calvinisti, e pronunziò anch'egli un desimo 14^9 Papa Eugenio IV li creò
discorso Ialino in lode del cardinale, nel cardinali. Di più fece Isidoro suo legato
quale toccando della chiesa cattolica To a la fere di Lii'onia, Lituania e Russia
norò del titolo di Chiesa Madre. La qua! per confermare la seguita unione de'gre-
frase die bellissima occasione al cardina- ci co'Iatini. Si recò quindi a iMosca, la
le diparlarne nella sua risposta, mostran cui sede era allora unita a quella di Kìo
do com'ella fosse veramente madre, e co- via, preceduto dalla Croce latina e da 3
me tale amasse anch'essi e per essi pre- pastorali d'argento. Indi Nicolò V l'inviò
gasse conlinuamenle Dio a illuminarli e suo legato a laferea Costantinopoliy^
condurli alla verità; e le sue parole furo- guahnenle per confermar l'unione delle
no accollo con venerazione. Da Pest fece chiese latina e greca, e trovossi all'espu-
una breve scorsa n Waiten e aColocza per gnatione e furiosissimo eccidio che della
consolare di sua presenza que'popoli bra- città ne fecero i Turcìii^ restandovi uc-
mosissimi di vederlo e di festeggiarlo, e fi- ciso rullimoimperatore greco Costanti-
nalmente ritornò a Vienna, dove giunse no XII Paleologo, che il cardinale uvea
ii6 TRA TRA
comunicalo in s. Sofia. Pio II lo nominò de favorire la propria industria. Nell'epo-
patriarca diCostanlinopolijequantlccon ca di sua prosperità, penetrando s'inter'
isplendida Processione (P\) porlo la le- nava a guisa d' im vasto canale sino ad
stadi S.Andrea apostolo nella basilica Va- un miglio circa più addentro dell'altuale
ticana, il cardinale sebbene apoplelico suo silo. Quest'arena, che racchiudeva i

volle seguirla e nel tempio la baciò, ter- suoi confini, fu il teatro degli spettacoli, ove
minandosi la funzione con nobile facon- Enea onorandola memoria del padre, che
dia dal cardinal Bessarione. 11 cardinal divinizzò, vi fece celebrare da'suoi troia-
Isidoro, detto Ruteno^ morì in Roma
il ni, frigi ed epiroti, i giuochi, le corse, le

e fu sepolto nella nominata basilica, col- lotte e le naumachie fino all'isoletta sto-
la gloria d'essere chiamato Apostolo de Questa ora si chiama Co-
rica di Peliade.
Greci de Ruteni.
e lombara, ed è situata sulla foce del porto.
TRAPANI (Drepanen). Città con re- Prese tal nome dal nidificare le coloQ)be
sidenza vescovile di Sicilia, capoluogo del- selvatiche negli avanzi di sue fabbriche
la provincia del suo nome, di distretto e delia più remota antichità. Fu unita al
di cantone, a più di 1 7 leghe da Palermo, continente di Trapani nella i. ^guerra pu-

all'estremità occidentale dell'isola, in aria nica,quando il console romano Numerio


la più pura e la più sana, temperata in tut- Fabio Buleone fece riempire di sassi il
te le stagioni, e persino nell'inverno vi si piccolo tragitto che la separava per un
Tede la terra smaltata in certo modo di braccio di mare assai stretto. Il cartagi-
fiori .Posla nella Valle di]Vlazzara,la qua- nese Amilcare cacciò da essa romani, i

le non cede amenità a verun'altra del-


in le restituì la sua primiera condizione iso-

la Sicilia, è ricca d'un territorio non me- lare. Ivi egli ebbe avviso essergli nato in
no dilettevole per la vista che per ogni ge- Africa quel famoso Annibale, poi tanto fa-
nere di feracità.E' sede delle primarie au- tale a Roma. I continui depositi d'arena
torità della provincia, d'una gran corte e di pietra del torrente Xilta ingombra-
criminale, e d'un tribunale civile. E' bel- rono e fecero disparire quell'antichissimo
lamente fabbricata sopra una lingua di porto; la parte che ne fu rispettata ha
terra che sporge nel Mediterraneo, e con bisogno de'nettamenti, e barche si puòle

altra lingua di terra bassissima, situala al dire che vengono impedite ad inollrarvisi
sud, forma il porto: tranne la parte che più avanti. Pare che que'discarichi abbia-
riguarda l'oriente, viene bagnata in ogni no formato dentro il suosenoleisoletledi
dove dal mare. Coli' ingrandirsi la città s. Margherita, la Bassa e la Calcara, oltre

per la s. Loren-
fabbrica del quartiere di l'isola Savorra. L'entrata del porto é una
zo, venne a ricevere con solide costruzio- delle più amene, circondato dalle più se-
ni un novello gusto architettonico. Piaz- ducenti bellezze; rapido n'è il movimen-
za forte di 1." classe, cinta di mura, ba- to dellebarche pescareccie e de' navigli:
stionata e difesa da varie altre opereester- può ricevere vascelli da guerra, e le navi
ne. Divenuta la città punto di difesa e la di 3oo tonnellate ponno arrivare sino al-
sola che guardasse la parte occidentale la spiaggia. All'ingresso è un isolotto sul
dell'isola, ricevette da Carlo V in poi un quale fu eretto il faro. 11 nordest dà ter-
ragionato genere di militare fortificazio- mine alla pianura, che viene coronala dal
ne. La sicurezza del porto, inaccessibile monte e dalla città dell'Erice, famosi per
alle leu)pesle, invita le industri nazioni al laloro antichilà,e ne parlai a Sicilia, pel
più florido commercio. La sollecitudine tempio di Venere, per le opere fèUtevi da
degli antichi lo faceva ritrovare
mai sem- Dedalo, e per le sue feste Anagogie. Que-
pre nello stato di sua ollimilà, tenen- sto spazio che si frappone dalle radici del
dolo aperto a tutti popoli stranieri, on-
i monte sino a Trapani, ove si scorge il ri-
TRA TI\A 117
nomato santuario della B. Vergine, «ie- pio, decoroso ed elegante. Il suo peristi-
ne al presente occupato in varie parli da lio,
4 gran piloni di pietra,
sostenuto da
Ciijic, da ortaggi e da un pubblico lungo è coronato da una balaustrata. Le sue 3
ac(|iiedotto archeggiato. La sua scena co- porte ben ornate corrispondono alle 3 na-
sìgioconda va finalmente a perdersi nel vi interne formate da 1
4 gi'osse colonne
nuire Tirreno. 11 seno di questo mare for- della siciliana pietra della pidocchiosa,
nisce a dovizia d'ogni specie di pesci, di con basi e capitelli dorici di diaspro sici-
frulli marii»i e di crostacei. Vi si genera liano. Nel centro della croce latina, sopra
auctie il corallo verso l'isola del Maret- 4 piloni girano altrettanti archi, che so-
limo, e pescano pure varie conchi-
vi si stengono la nobile cupola fiancheggiala
glie e delle conche madriperle. Le strade da 4 cupoletle. Nel presbiterio mirabile
della cillà sono regolari, selciate di gran- è il coro tutto di noce, con intagli finis-

di lastre d'una pietra sdrucciolevole, ed simi e toccati leggermente io oro. Fra le

in generale guarnite d'assai belle case, gli cappelle 4 sono più ragguardevoli pe'di-
edilìzi pubblici essendo d' un bellissimo pinti e per un Cristo morto di pietra co-
stile architettonico. 11 palazzo della citlù lor di carne. Il capitolo si compone del-
è a 3 ordini marmorei di maestosa archi- la i. "dignità del cantore e dellaa. "dignità
tettura, e corona esso la più ragguarde- del decanOjdi 1 8 canonici,compresele pre-
vole strada di Trapani : quivi fa il senato bende del teologo e del penitenziere, di 4
le sue adunanze, e quivi i rappresentan- beneficiati e di altri preti e chierici addetti
ti del popolo vengono a discutere i pub- divino.PioVlI col breve Quatf
al servizio

blici aiìari. Lo decorò il benemerito con- tum dìgiiitatis, de'aSgiugoo 802, Bull. 1

cittadino fr. Giacomo Cavarretta bali di Rom. cont. 1. 1, p. 349, quando ancora
1

8. Stefano, e nel piospetto collocò le sta- la chiesa era collegiata, concesse al capi-
tue della B. Vergine, di s. Gio. Battista tolo l'insegne corali della cappa magna e
e di s. Alberto. iNel principio del secolo della mozzetla paonazza sul rocchetto al-
XV fu innalzata l'adiacente torre a for- ternativamente, alle dette due dignità, ed
ma di campanile, ov'è l'orologio pubbli- a'suoiig canonici. L'episcopio è alquan-
co del comune. A comodo della città ivi to distante dalla cattedrale, sullìcienlee-
fu collocato come sito centrale di essa. Al- difizio. Vi sono molte altre chiese, fra le
tra torre di gusto gotico sorge nella con- quali due parrocchiali col s. fonte , cioè
trada Giudeca, antico soggiorno degli e- l'arcipretale e insigne collegiata di s. Pie-
brei, i quali vennero in Trapani sino dai tro apostolo, e la chiesa di s. Nicolò di Ba-
primi tempi della loro emigrazione dalla ri. La chiesa di s. Pietro è la più vasta di
l'alestiua. Frale ^7 comunità giudaiche Trapani, rifabbricata da' fondamenti ai
della Sicilia, una delle piìi distinte fa sem- giorni nostri: 1 4 colonne marmoree d'or-
pre questii di Trapani, e vi fondarono una dine dorico dividono la gran nave di mez-
vasta sinagoga. In tempo de' saraceni le zo; pilastri di quelle laterali sostengono
i

sinagoghe di Sicilia furono promiscua- co'loro archi un passaggio pel dinanzi tle-
mente chiamate moschee e sinagoghe, e 3 delle quali han-
gli altari delle cappelle,

così si continuarono ad appellare in se- no buoni quadri. Al capitolodi questa col'


guilo, come nel secolo XIV. Nobile e mi- legiata,co(nposto delle dignità dell'arci-
rabile edilìzio è il collegio de'regi studi. prete, del decano, del tesoriere e di i i ca-
La cattedrale è sotto l'invocazione di s. nonici. Pio VII col breve {)t lantani di»
Lorenzo levila e martire, ha il batliste- f^nitatis, ìÌkì'ij giugno 802, Bull, cil., p.
1

rio e la cura d' anime ammimstrata dal 3 >o gli permutò la mo/.zeltu paonazza
,

capitolo, ed esercitata dal canonico deca- sul rocchetto} nella mozzetla nera, come
uocoadiuvatudu alcuni preti; edilizio um- le altre chiese collegiale di Sicilia, coH'ul-
1)8 TRA T 1\ A
ternalliva d' kisare la cappa magna. La dosi i trapanesi nell'arti del disegno, fece-
chiesa di s. Nicolò di Bari in origine fu di ro di venire la loro patria la sede delle piìi

rito greco, fabbricata dal celebre Belisa- gaiee piccole sculture. V'impiegarono es-

rio in onore dell'Ascensione del Signore, si le sostanze animali, e riserbarono le ve-


e poi prese l'attuale nome dalla cappella getabili e le minerali pe' grandi lavori.
dedicala al santo da'Chiaramonti. Quan- Abbracciando il gusto de'gliptografi for-
do Carlo V approdò in Trapani reduce marono con intagli più eleganti carnei i

daTunisi, portò da essa un bellissimo fon - per anelli per bottoni , per monili, ec.
,

te di marmo, che si crede già servilo pei Giunsero trapanesi ad accumulare più
i

lavacri di quegl'infedeli, e lo regalò a que- figure d'uomini, d'animali e di vegetabi-


sta chiesa. Esso è una gran tazza mirabi- li in uno spazio assai angusto, e in siffat-

le per essere d'un solo pezzo di marmo ta guisa siben distinguere per la
fecero
bianchiccio africano, e diafano dapper- propria maniera. Quindi sono rinomate
tutto, ed è impiegalo per uso di baltisle- le manifatture di Trapani di corallo rosso

rio. In questa chiesa nel maggio 1620, alla e nero di tutta perfezione, i superbi carnei
madrice, s'istituì la divozione delle qua- e le incisioni in pietra dura, che disputa-
rant'ore circolare, per breve di Paolo V. no il pregio a'più celebrali dell'antichi-
Vi sono alcune sculture e pitture di qual- tà, come altresì lepregievoli opere in con-
che merito. Esistono 4 conventi di reli- 1
chiglia, agata e alabastro, ed i lavori di
giosi,cioè de*carmelitaui,domenicani, con- creta. Trapani che avea fatto fiorire nella
ventuali , agostiniani eremitani, minori scultura gl'ingegni più felici, non fu punto
osservanti del lerz' ordine, cappuccini, sterile de'cultori della pittura. Molti so-

paololti, gesuiti, filippini, agostiniani scal- no gli uomini illustri cui si pregia Tra-
zi, minori riformati , mercedari scalzi, e pani d'aver dato la culla, per santità di
crociferi. Cinque sono i monasteri delle vita, dignità ecclesiastiche, nelle arti, nel-

monache, cioè le Clarisse riformale di s. le scienze , nella poesia, nella giurispru-


Elisabetta, del Soccorso o badia nuova, denza, e nella varia letteratura. Tiapa-
carmelitane, del terz*ordine, e di s. Chia- nesi furono s. Alberto, che ha nella città
ra. L'antico seminario trovasi ristabilito. una chiesa sotto la sua invocazione, il car-
L'orfanotrofio per le donzelle, quello del- dinal Enrico Beccatelli, il medico Pie-
le proiette, il conservatorio delle donzelle tro Parisi, il matematico p. Leonardo
disperse, il conservatorio di ricovero per Ximenes, fi*. Nicola Terranuova dome-
le gentildonne del paese, il conservatorio nicano gran teologo e oratore. Michele
per le donne penitenti. L'ospedale gran- Laodicina incisore di pietre dure, il cav.
de di s. Antonio, quello degl'incurabili, Giuseppe Errante pittore, di cui F. Can-
quello di s. Sebastiano pe'mali vergogno- cellieri nell'anno 1824 pubblicò in Ro-
si, quello pe'pellegrini e convalescenti, il ma le Memorie intorno alla vita e al-
regio ospedale militare, il monte di pie- le opere. Ma del numeroso novero de-
tà, e diverse confraternite. Vi sono le ac- gl'illustri trapanesi, eruditamente ragio-
cademie poetiche della Civetta e del Di- nò la Guida per gli stranieri in Trapa-
scernimento, la società di medicina, l'ac- ni, con un saggio storico di G.M. D, F,
cademia degli studi con molte cattedre ove Le donne trapanesi sono notabili perla
s' insegnano parecchie scienze, la scuola bellezza. Il suo suolo è fertilissimo, ed i

lancaslriana per le fanciulle, una scuola suoi pascoli sono eccellenti. Nelle sue cam-
di glittica. Vi fiorirono le belle arti, per pagne si producono perfino le più rare er-
cui vi sono collezioni di oggetti delle me- be medicinali. Questi terreni disposti fa-
desime e dipinti ne'vari palazzi de'parli- vorevolmente dalla natura alla vegeta-
colari, non che biblioteche; ed avauzan- zione, sviluppano da se slessi le piante lo
TU A TRA 119
pili ricercale e le più salutari. Tutti i suoi e non manca di pubbliche fonti aliuieu-
vini sono squisiti; le vili di queste contra- tate dall'acquedotto che accoglie le acque
de portano l'uva mi u«ia più compiuta dalle radici del monte di s. Giuliano o E-
niatiu'azioiie di quelle delle parti eminen- essendo decorata dalla
rice, la principale

ti e montagnose. La natura ha versato statua di Nettuno, nume decantato fou


a mani piene le sue dovizie in questo suo- datore di Trapani, da delfini e da con-
lo, anche pe'suoi frutti, e vi fa nascere an- chiglie. Possiede cavedi marmi,alabastri e
cora il funj^o detto di Malta, onde i poe- oltre pietre di diverse specie e colori, e per
ti cantarono la felicità delle campagne di la loro abbondanza vi iìorì sino da'primi
Trapani. Le montagne, le valli, le colli- tempi 1' arte di lavorarli e die valenti la*
nette non lasciano desiderare le ottime pidarii. Tra
antichità v^nno ricorda-
le

cacciagioni piccoli quadrupedi e ogni


, i ti i non senza importanza le
sepolcreti ,

volatde domestico e silvestre, ortaggi, ca- iscrizioni anche cufico-sicole, le monete e

ci eccellenti, bytirri, olii, ec. Copiose al- le nìedaglie proprie di Trapani che coniò

tresì sono le sue produzioni commercia- nella sua floridezza e coll'epigrafe Dre-
li, colle quali la natura volle arricchirla. pano II.
Il suoi.'^lesoro è marino d'eccellen-
il sai Trapani occupa il silo dell'antica Drc-
te condizione che lo fa ricercarecome qua- panitmy la cui posizione importante, tan-
si il migliore d'Europa, ed alcuni lo rico- to per conto commerciale come pel ri-
noscono superiore e preferibile a quello guardo militare, f<i cagione di diversi san-
di Francia.Vaste sono le saline, già fa- guinosi combattimenti. Il falcato suo lido,
mose, dovecon singoiar industria ricava- le diede l'etimologico nome dìDrcpaiionj
siil sale dall' acqua del mare. A questa quindi disse Pomponio, Drepaiiuni signi-
lucrosa industria succede la pesca del co- ficai falcem j dici uni est Drepanurn a
rallo e la fina perizia in lavorarlo, bian- curvo sita instar falcis. Altri però, fra i
co, carneo, vermiglio e oscuro. E' una glo- quali Bouchart, volendo spiegarne la sua
ria per la sagacità trapanese il venirle nomenclatura come un nome fenicio, fe-
universalmente attribuita l'invenzionedi cero nascere la voce Drepanum dal ^w-
cavarlo dal mare, e quella altresì di far- n\co Darba/iycUe vale aculeus, os^ìa esse
ne de'lavori a bulino: molti scrittori rico- aciitum. Ebbe ella forse da prima uu no-
noscono che questo popolo ingegnoso, co- me orientale, corrispondente ay^/ce,e che
me rilrovatore è
il , il fabbro di questa indi per una greca vanità venne cambia-
gemma secondaria. Le tonnare formano to in quello di Drepanon. Sebbene per
il sostegno di molte famiglie, e sono una tanti accidenti si cambiarono nomi ve- i

sorgente di dovizia pe'loro proprietari e tusti a tante città dell'isola, Trapani pe-
per que'che vi lavorano. La Sicilia ripe- rò conservò mai sempre quello che espri-
teda Trapani l'origine e l'invenzione de- me la falce la cui forma ha il suo lido. [
gli strunienti,non che l'uso di questa im- fenicii conosciuti nella s. Scrittura col no-
portante pescagione. La soda è simile a me di cananei, abitavano una contrada
quella di Spagna, e se ne fa delle grandi e della Palestina che la sinuosità dtì'suoi ma-
frequenti iudjarcazioni. Nella nautica sem- ri avea formato i porti i più comodi e i

pre si distinsero i trapanesi, sin da quan- più sicuri, ed avea fornito doviziosamen-
do i fenicii resero il suo porto una gran te il Monte Libano d'ogni qualunque le-
piazza di trallioo. Una miniera d'argen- gno di costruzione. Questo [)opolo saga-
to arricchisce la contrada, mare«»ta sepol- ce, che possedeva l'arte diiUoile di con-
ta per la mancanza dell' operazioni me- sultar la nuttu'a, si vide da lei consiglialo

tallurgiche. Trapani ebbe le suo terme e u cercar dall'induilria (jue'fuvori che a-


le sue acque; minerali, i suoi acquedotti, veagli negato la quolitàdel terreno. Si ri*
120 TRA TRA
volse quindi a colfivar le arti, le mani* terra e per quella di mare dagl* insulti
fatture, le opere di gusto, dì galanteria e de'nemici e de'pirati, e per non rimane-
di mollezza, e vi fece in breve tempo più i re esposti a quelle celebrate guerre tra i

rapidi progressi. Questo popolo si vuole sicani e i sicoli, di cui pqrla Diodoro. La
il 1 ."cliefece servire la navigazione al coin* Sicilia ripartita in quell'epoca in tanti pie •

mercio, che necomprese i vantaggi, l'am- coli differenti e indipendenti governi, ge-
pliò per tutto il Mediterraneo, anzi por- losi della maggioranza del vicino, divisi
tò le sue merci dalle rive dell'aurora si- per percostumi eper inclinazio-
interessi,
no fiirisole dell'occaso. Le conquiste fat- ni, stavano in una guerra continua, non
da Giosuè, condolliero degl' israeliti
te ,
meno cogli stranieri che cogli slessi indi-
sulla Cananea, e che si estesero vicino a geni. La nascente città diTrapani,sebbene
Sidone,tolseroa'féniciiquelh» gran quan- occupata nel commercio e nell'agricoltu-
tità di terreni che furono assegnati alla ra, non poteva tuttavia disprezzare quelle
tribù d'Aser. Lacapitale col suo piccolo cautele che la difendessero da ogni insul-
territorio, rimasta di ricovero a que'lug- to straniero, l suoi primi fondatori, emu-
gilivi, non era più bastevole ad alimenta- li delle scoperte egiziane, e che seppero
re tanta inoltitudine. Fu quindi di mestie- anche render migliori, portarono in que-
ri che si facessero uscire quel gran nume- ste contrade de'lumi che parvero allora
rodi colonie, che cercando un asilo si dif- un prodigio di sapere. Vennero essi inol-
fusero in Ci[)ro, Rodi, Grecia, Sicilia, A- trea propagare in quest'isola la conoscen-
frica, Sardegna, nelle Gallie e nelle coste za de'caratteri alfabetici; e dalle loro let-
meridionali Spagna. L'esito fortunato
di tere, che aveano una rassomiglianza col-
di queste emigrazioni coronò la loro au- le samaritane, ne ricavarono greci le lo- i

dacia e incoraggi a intraprendere de'gran* ro, che indi trasmisero a'iatini. In som-
di viaggi sopra incogniti mari. Visitaro- ma i fenicii colla loro industria grande
no tutte le nazioni sconosciute per recar- nelle vaiie inanifalture, colle loro cogni-
vi i generi di loro industria, e per unire zioni nautiche, squarciarono quel foscQ
i popoli anche più lontani col mezzo del velo d'ignoranza che adombrava bar- i

])iù terribile degli elementi. S'ignora, se bari abitatori delh Sicilia. Portarono in
queste colonie originarie della Siria, fon- questa eziandio i fenicii i loro numi, i lo-
datrici di Trapani e di altre città, occu- ro riti, co -ministri del culto per dirigere
pando le coste occidentali e meridionali leceremoniede'sagrifizi. Il principale og-
di Sicilia, vi trovassero in queste contra- getto del culto era Saturno ossia il Tem-
de i sicani e altri popoli indigeni. Alcuni po, ch'ebbe in Trapani tempio e simula-
ritengono, che i fenicii trovarono questi cro, il quale poi fu convertito nella chie-
luoghi quasi aifatto disabitati. Non mai sa di s. Bartolomeo: gli olfrivano vittime
perchè comodità del porto, l'amenità
la umane, e Gelone nel pacificarsi co'trapa-
dell'aere, la feracità del suolo non vi a- nesi, volle peri. ''condizione abolito si bar-
vesserò invitato degli altri ad occuparli; baro uso. Prestarono ancora culto ad Isi-
n)a perchè il poco numero de'sicani e dei de o Cerere, a Venere Bd^lide e ad altre
sicoli estender non si poteva in tutte le deità.Trapani qual città marittima e com-
contrade ed in ogni punto della Sicilia. merciante, ricorse pure alla protezione di
1 fenicii raccolti quivi in società, divenne Nettunodiodell'oqde, egli eresse un tem-
per essi il suolo come loio patria adot- pio ove ora esiste la chiesa di s. Nicolò,
tiva, anciie per la sicurezza del porto e la immolandogli i pescatori il tormo. In tut-
sua eccellenza pel trallico. Eredi delle arti ti gli antichi marmi di Trapani vi fu scol-
d'Egitto, coltivarono il bello^il njagnifico pito un delfino, simbolo d'un popolo na-
e lornato; e si premunirono p^r la via di vigatore, ed i fenicii portarono seco loro,
T U A TRA ìli
un gran numero ili leggi per la naviga- mi eh 'eransi ritirati nel porlo di Trapani.
zione, le quali di poco clilleiiscono ilalle Crescendo gigantescamente la potenza
fumose leggi marillime di Rodi. Nel seco- conquistatrice di Roma, questa cominciò
lo XII dopo il diluvio vinta e incendiata a formare de'disegni contro Cartagine, la
Troia, Enea unode'principi debellali, er- cui possanza e impero del mare gli for-
rando fuggitivo col padre Anchise e il fi- mavano inquietudine; perciò costruì legni
glio Ascanio, co'frigi e gli epiroti, arrivò e fece un grandioso apparato di guerra,
nel porlo di Trapani. Quivi morì Anelli- per abbatterne ad ogni costo la sua glo-
se, e il pio figlio con giuochi funebri ne ria. Quindi le città confederate, o dell'i-
onorò la memoria, e Virgilio cogl'immor- stessii origine di Cartagine, com'era Tra-
tali suoi versi consagrò questi luoghi nei pani, si fortifica ronoe aprironoi loro porti
fasti della celebrità. Intanto i greci inca- alle flotte dell'Africa, i territorii alle loro

paci di contenere nell'isole del mar Egeo aro)ate,e vi unirono le loro forze. A comin-
l'esorbitante numero de'snoi abitanti, li ciare i romani le loro aggressioni, ordina-
fecero trasmigrare in colonie, che venne- rono al console Appio Claudio di far slog-

ro a fissarsi nelle coste orientali della Si- giare da Messina i cartaginesi, che l'aveano
cilia, edierono principio a qnelleciltà che occJipata, come difensori di essa; poichò
si resero famose. Trapani però non cad- Rotna avea formato i suoi disegni snll'iso-
de in mano di questi stranieri, e si man- la di Sicilia, tanto comoda ad assicurarle
tenne seu)pre nella propria indipenden- l'impero del mare, e per deprimere la sua
za: proseguì in mezzo alle sue arti paci- odiosa rivale. Assalita la Sicilia, Trapani
fiche ad arricchirsi col commercio e a tra- chedovea figurare cotanto in quella guer-
sportare altrove il suo superfluo, ed i pia- re punica,come la più esposta alle violenze
cevoli prodotti di sue industriose fatiche. nemiche per la sua vicinanza colla Libia,
Le colonie greche di Sicilia non duraro- oppose all'armate romane delle barrie-
no a lungo in pace, e presero le armi con- re tali, chele fecero rimanere sorprese

tro i sicoli dell'isola di Ortigia,e contro della resistenza. Il maggiore interesse di


que' di Lentini. Serse gran re di Persia Cartagine era quello di conservar Tra-
impegnatosi a debellare i greci dell' Ar- pani, sito il più opportuno a* suoi van-

cipelago, per divertire ogni soccorso che taggi; non tardò quindi a mandargli cm
avessero potuto ricevere da que'di Sicilia, armamento marittimo e terrestre, con A-
fece abbracciare a'cartaginesi il progetto milcare capitano di sperimentato valore.
di muover guerra a' greci di quest'isola. Quel sagace generale costruì il castello,
Le armate cartaginesi vi si prepararono che sta al nord-est della piazza, fece dello
in Africa, mentre greci sicilioti, uniti a
i nuove ampliazioni all'antiche fortezze, e
Gelone di Siracusa, levavano eserciti for- sottopose il lutto alle regole d'una tatti-»

ti e numerosi. Si passò ben presto al l'o- ca ben ragionata. Presidiò l'isolelta Pe-
stilità, e si accese fra le due nazioni la guer- liade, munì ogni punto di difesa, e pre-
ra la più atroce. Trapani che traeva un parò quelle 4 lorri quadrate che signo-
origine cotnune cort Cartagine, temeva di reggiarono •" appresso in ogni angola
venir inviluppata in que'sanguinosi con- della città,di unita al castello.Per politica
flitti, e perciò nell'anno 4^0 avanti la no- distrusse la città d'Erice, rispellando so-
stra era edificò sull' isolelta Peliade una lo il tempio di Venere, e traslerì in Tra-
ben forte torre, e vi pose uu Itune per ad- pani i suoi abitanti. La guerra la più vi-

ditarea'cartaginesi la via del porto e gl'ini va e la più micidiale, ostinata e memo-


sidiosi scogli da evitare. Nella gnerra in- rabile , ebbe il suo principio nell'anno
sorta tra Dionisi di Siracusa ed i carta 2()4 prima di nostra era, e Trapani si al*

gitesi, questi iec^i'O bvuciaie i suoi inve- ^ccò co\ maggior iulecesse al ^>arlito «.U
i?2 TRA TRA
Cartagine, persuasa ohe l'amicizia Je'io- nel 243 di della era, il console Gneo Lti-
mani [)nilecip;isse di servitù. L' assedio lazio Calalo con nuova flotta assediò Tra-
dei vicino Lilibeo eccitò nelT armala di pani, ordinò l'occupazione del porlo, ri-
Trapitni de'giusli timori di sorpresa; non guardando come insulto alla formidabile
lasciando però i cartaginesi d'adoperarsi potenza romana pertinacia diTrapani;
la

sempre più per la difesa di Trapani e del ad onta della più disperala resistenza de'
suo porlo tanto acconcio pe'Ioro interessi. trapanesi e di loro destrezza, in breve fu
Quindi Annibale nell'anno 6.° di que- i aperta la breccia e peli.** vi salì il valo-
sta guerra, eludendo la vigilanza roma- roso console avido di gloria, quando una
ua, imbarcò nel Lilibeo la cavalleria car- nuvola di freccia lo preci pilo gravemente
taginesee la condusse in Trapani, ove al- ferito in una coscia, onde fece sospende-
lora comandava il suo amico Aderbale. re il combattimento. Intanto inviò le sue
Facendo questi scorrerie [>er tutte le vi- squadre nelle spiaggie della Libia e della
cine campagne, impedì l*accesso de' vi- Numidia, onde sconfiggere le cartaginesi.
veri al campo romano, a cui la mancan* Non ancora guarito, seppe che Cartagi-
za di cibi sani portò al sepolcro 10,000 ne avea messe alla vela tulle le sue forze
coniballenti; ciò avrebbe obbligato i ro- colla numerosa flotta comandala da An-
n)ani a ritirarsi, se Gerone re di Siracusa none; ralFronlònell'isoleEgadi e ne trion-
e loro alleato con una spedizione di fru- fò pienamente; onde il console entrò nel
menti non gli avesse incoraggili nell'im- porlo di Lilibeo e indi si trasferì a Tra-

pegno. Il console romano P. Claudio i*ul- pani. I Amilcare fecero la


cartaginesi per
cro tentò con impeto di sorprendere Tra- pace co'romani, cui cederono quanto pos-
pani coni-io galee pesanti, ma Aderba- sedevano in Sicilia, in uno a Trapani. Cosi
le loprevenne con 90 legni leggieri, uscì ebbe fine lai.' guerra punica durala 24
dal porlo colla sua armata di cartaginesi anni. I romani dopo la vittoria tolsero
e trapanesi, l'invesù e disfece complela- tulle le armi a'siciliani, lì privarono del-
inente,colla perdila digogileee di io,oao le loro leggi, sostituendovi quelle del La-
romani, oltre 20,000 prigionieri, ed il zio, e vi cancellarono ogni civile libertà.
console fu richiamato da Roma. Anche i Classificarono le varie popolazioni in Vet-
consoli Aulo Attilio e Gneo Cornelio ten- ligali, Immuni e Vassalle: stabilirono il

tarono di sorprender Trapani e il porlo, Lilibeo per capitale di tutta la provincia


per assediarla fortemente, venendo re- e per la residenza de'loro pretore e que-
spinti con altre perdite. iXel 2 5o avanti store. Divenuta così la Sicilia, per P u-
l'era corrente, il console L. Giulio Palio nione di tanti suoi piccoli stati, una sola
occupò cima dell Elice e voleva inva-
la regione, fu dichiarala dopo l'Italia lai.'
dere Trapani, però fu vinto e fugato da provincia romana. L' occupazione della
Cartalone comandante delle ^otle afri- Sicilia fece conoscere a'suoi conquistatori
cane. Anche N. Fabio Buteone due anni la perfezione delle lettere, delle arti e del
dopo tentò l'espugnazione della piazza i- gusto. I poeti, gli storici, i comici, i tra-
iiutilmenle; bensì Palermo, la più gran- gici, i cuochi, trasportarono ia
gli artisti

de e notabile città dell'isola, fu presa da* Roma l'amore del piacere e della galan-
romani, che la trattarono con rigore per teria. Trapani intanto, tuttoché sottopo-
ispa ventare le altre ci Uà siciliane. Indi tut- sta a'romani, non iscemò punto del suo
cadde in potere de' romani,
ta la Sicilia genio di aderenza verso cartaginesi, e nel-
i

tranne Trapani pel valore de'suoi cittadi- la 2."guerra punica, mossa 22 anni do-
ni e de'carlaginesi,9'quali restò fedele seb- po lai.", quando Marcello assediò Sira-
bene prevedeva che dovessero piouib u* cusa, Trapani inviò a'siciliani assaliti ar-
fcuprà di lei tulle le forze romane. In filli mi e soccorsi, unendoli a quelli de* carta •
T RA TRA 123
ginesi. Le dilapidazioni commesse nella didissima dell'evangelo. Arrivato s. Pao-
Sicilia da diversi mngislrati romani, fe- lo in Sicilia, non mancò di predicarlo, e
cero iusorgere nel 1 4^ prima di nostra era la vicinanza con Roma, ove i principi de-
la sommossa degli schiavi, e 28 anni do- ^li Apostoli gittaronoi fondamenti di no-
po si suscitò la 2.' guerra servile. Questi stra ss. Religione, fece spedire i loro di-
funesti esempi animarono Atenione con- scepoli nell'isola per farvi conoscere Gesù
ladino trapanese, a cominciar la 3." guer- Cristo. Attestano gravi scrittori, che ne*
ra servile, dalla condizione del suo capo secoli della Chiesa nascente,tra
le 22 sedi

delta rustica, produsse ranarchia, e osò vescovili fondate in Sicilia, noverano si

d'aspirare al trono: il console Aquilio Tuc- quelle ancora di Drcpartuni^ di Tinda-


cise in campale battaglia. Trapani ch'era n\ di Tosa o Aleyatc.ye del vescovo Dre-
siala rispettala da quel sedizioso, si vide panitano se ne hanno di verse testimonian-
liberata da sventure che potevano sovra- ze. L'ambizione e l'orgoglio de' patriar-
starle. Mentre Roma era intenta alle sue chi di Costantinopoli, sostenuta dagl'im-
guerre con Mitridate, e la Sicilia anda- peratori d'oriente, sottrasse dipoi al som-
va rimarginando floridamente le sue an- mo Pontefice moltissime chiese d'occi-
lidie ferite, uno sciame di pirati usciti dal- dente, secondo alcuni sotto l' impero di

le balze della Cilicia, infettarono lutto il Leone V IsauricOy prima della metà
ili

Mediterraneo,efece palpitare tulte^eciltìl dell' Vili secolo. Nilo archimandrita o


marittime. Trapani per la sua situazione, Doxapatrio, noverando le sedi vescovili

e per essere più commerciante che agri- di Sicilia di già esistenti e sufFraganee del
cola, presentò un miserabileaspelto: isuoi metropolitano, di Siracusa, coll'aulorità
abitanti doveano sempre tenersi in armi del Papa, e poi imperiosamente avulsae
per restringere i feroci ladroni, che (inab a Romano Ponùfice^et factae sub Con-
mente romani distrussero sotto il coman-
i stantinopolitano^ vi nomina Ira esse Dre-
do di Pompeo, con 25 flottiglie di 5oo paniy Tfìidaru, Tosae sca Alesae eie.
vascelli, montale da 120,000 guerrieri. Commanville,Hz.y^. de tous les Eveschez,
JVeir anno Sg avanti la nascila di Gesù riferisce che Drcpanum o Trapani ebbe
Cristo, espugnata da Pompeo Gerusalem- il suo vescovo suflraganeo di Siracusa in
me, avvetnie il ."tragitto di colonie ebree
i tempode'grecijVersoI'VlII secolo. Il Ro-

in vSicilia, che depositarie de'divini ora- dotà, DclV orìgine del greco in Ita-
rito
coli recarono l'idea deli." Essere e di sua lìa^ attribuisce all'imperatore Leone VI
unità. Trapani di epoca in epoca ne ac- ilFilosofo (altri osservano ciò essere a-
colse un gran numero, e si accrebbero a nacronismo, perchè tutta la Sicilia era al-
dismisura nel 78 di nostra era, quando lora occupatada'saraceni, e gl'imperatori
Tito distrusse Gerusalemme; nell'occu- greci non vi conservavano più autorità)
prtzione poi della Sicilia fatta da'sarace- e ail'887 la sottrazione al Papa di tante

iii, vi fu una 3." trasmigrazione, allettali sedi vescovili, assoggettandole al patriar-


da'cortesi trattauìenli di quegli africani. ca di Costantinopoli, ed allora fu stabi-
La Sicilia dopo essere sull'orlo del pre- lita metropoli-di Sicilia la sede di Sira-
cipizio nelle funeste guerre civili tra Ce- cusa con podestà sopra 1 3 vescovi, fra*

sare e Pompeo, sotto gì' imperatori di- quali Drepatn y Ty ridar ii ^ Alesae seti

venne una provincia poco considerala e 2Vj.m^, Drepani, Alesae, Trapani,


eie.»»

quasi negletta. Augusto le accordò de' ed Alesa altrimenti della Calunia, non è
proconsoli in vece de' pretori. L'origine nllronde nolo che sieno stale ci Uà vesco-
del cristianesimo nella regione risale a* che per questa disposizione di Leo-
vili,

tenq)i apostolici, ne^|unli moltissimi sici- ne Vi. Refert Alherttcs Piccolus (Dtì (Mi-
liani abbracciarono la benefica luce splen- tiquojure Eccl. Sic.)$criveil Pirro (nella
124 TRI TRA
Sicilia sacra, i\cì nitri confutalo), in Bi- sellenlrlonali, tjsciti dalle foreste di Sve-
hliothcca nioiiasteriis. SaWatoris^ quod zia e di Germania, profittando
delie con-
Messa nae est, haherimss. disposi tionein tinue dissensioni deirimpero,invasero l'I-
Mctropoleon^eatnque Androiiico litri- talia e si rovesciarono sulla Sicilia. Gen-
hai [quaìnquani vercor^ ne illac error serico re de'vandali, verso la metà del V
in fmperii nomine pcrrcptaverit).Ei ve- secolo, dopo lunga occupò il
resistenza,
ro Libello assutani laciniani memorai, Lilibeo, Trapani e tutta la Val di Mazza-
ubi Siracusano subjacere dicuntiir In- ra, che poi cede all'erulo Odoacre, il qua-
ter caeteros Anlistites, Drepanensis et le estinse l'impero romano d'occidente ,

Alcsiniis. Caeteruni de his Urbibus^prae-^ ed a cui successe Teodorico re d'Italia e


terea, niliil ad measpervenitaures.rjuod de'goti. Passata Trapani in potere di tali
.

ad rem faria Ibid, no ti lia 7." L


t. 'per- fi i barbari, ne soffrirono le scienze, le arti,
secuzione (Iella Chiesa in Sicilia fu la 7.^ rii.'.Juslria e il commercio fatale decadi-
tlell'impero, quando il feroce imperatore mento. Mal soffrendo Giustiniano I im-
Decio 249, co'suoi decreti tormenta-
del peratore di Costantinopoli di veder l'I-
tori delle coscienze riempì la Sicilia di , talia dominata da'goti, nel 535 vi spedì
spavento e di morte, impiegando a bar» ilgran Belisario con poderosa armata.
J)an strumenti di sua crudeltà procon- i Questi dopo la penosa conquista di Pa-

soli Valerio, Quinziano e Tertullo. Que- lermo, esegui quella di tutta l'isola.Nel
ste sanguinose persecuzioni contro i cri- suo soggiorno in Trapani fondò 3 chiese
stianifurono replicale sotto Treboniano di rito greco, cioè l'Ascensione, ora s. Ni •

Gallo, Volosiano, Diocleziano e Massi- colòjS. Sofla.che fa parte della chiesa del-
miano. Le città njariltime ne risentiro- la Badia Nuova, e s. Caterina all' Arena
no di più, come rpielle che contenevano non più esistente. I saraceni popoli del-
maggior numero di cristiani. Finche Co- l'Arabia Felice, che avean fatto di tem-
Ktantino I non die pace alla Chiesa, i di- po in tempo incursioni in Sicilia, verso
vini misteri si celebrarono in luoghi se- r844 vi tornarono numerosissimi dall'A-
greti e tenebrosi, nelle catacombe. S'igno- frica,e sbarcali nelle parti occidentali, por»
ra ove si raccolsero primitivi cristiani tra*
i larono ad ogni resistenza la desolazione
j)anesi : l'esservi stalo il suo vescovo, ma e la morte. Ahsed-Ben-Forat disegnava
(jual si conveniva alla semplicità de^tem- d'assalire Trapani, ma per esser ben for-
pi, render dovea quell'adunanze più he- tificala, non azzardò l'impresa e si avviò
t|uenti, e si congettura che i primi sagri- verso Sciacca [9 leghe distante. Ma Adel-
fìzi si offrirono in un piccolo luogo ov'è camo alla testa di 20,000 uomini ne de-
oggi la collegiata di s. Pietro, dedicato cise l'occupazione: Trapani si difese co-
allora a qualche mistero del Redentore. raggiosamente, uccise 627 nemici, indi
Col trasporto che fece Costantino I della soggiac(pie al giogo maomettano. Questi
sede dell'impero da iloma a Costantino- mori, sebbene non conoscessero altro che
poli, la Sicilia divenne ancor più negletta l'Alcorano, tuttavolta non disturbarono
e ne ricevè funesto pregiudizio. Assediato alcuno in materia di reliiiioue, esercitau-
nel 407 l'imperatore Arcadio in Tessa- do la lolleranza de'culti, ed insieme esclu-
lonica, e Metrodoro sebbene regnasse O- dendo da ogni amministrazione cristia- i

norio sulla Sicilia, inviò de'messi in tutte ni e gli ebrei, per avvilire la loro creden-
le città dell' isola, esortandole a soccor- za. Perciò il cattolicismo sotto de' sara-
rere il fratello del loro sovrano. I messi- ceni non si estinse, ma s'illanguidì gran-
nesi spedirono subilo molti vascelli, i si- demente. Si crede ila alcuni scrittori che ,

racusani 3 scalee, et Drepanitanivero na- gemendo allora la Chiesa per tale domi*
vini frumenlQ omistam^ Alcuni popoli nazione, maiicarouu molle cattedrali ia
TRA •
TRA ii5
Sicilia, compresa quella tli Trapani. lii- fisse i mori e i trapanesi accorsi in gran
taiilo gli emiri die comandavano nell'i- numero a difenderli, con notabili ucci-
sola, iiifaslidili della soggezione di dover sioni. Bramosi trapanesi di sottomettersi
i

esser elelli da're d'Africa o da'califU d'E- ad un principe crisliano, e mori scon- i

gillo, se ne vollero emancipare. Impos- fidali di più potersi sostenere, 1 ichiesero


sessatisi de'luoghi di loro dipei><lenza,nel la pace e consegnarono le fortezze a Bug-
IO 38 si divisero la Sicilia in 5 piccoli re- gero, che vi fabbricò nuove opere, la cinse
gni. Governava il i.°da Messina sino a d'altri baluardi, e rese (pieslo tratto di
Tindaride, l'allro da Tindaride a Sira- paese assai forte e sicuro. Distrutto il go-
cusa, da Siracusa a Trapani, il 4."
il 3." verno saraceno, molli arabi vollero ri-

da Trapani a Palermo, e il 5.° da Paler- manere in Sicilia sudditi de' normannu


niosino a Palli. Abd-Allali figlio di Men- Continuò cosi Trapani ad essere un uie-
kut regnò in Trapani e in altri luoghi di scuglio d'abitanti cristiani, ebrei e mao-
sua dipendenza. Circa due secoli e mezzo mettani. B.iunito in Buggero il centro d»
dacché gli arabi godevano pacificamente tulle le autorità civili, utilitari ed eccle-
nord del-
laSicilia,aIcuni avventurieri del siastiche, divisò di coordinare tuttociòche
la Scandinavia, non polendo far conto apparteneva al culto e al governo poli-
delle dovizie paterne, armali di destrez- tico. Dopo la conquista di Giordano, e-
za, di coraggio e di audacia ad invadere rasi egli recalo in Trapani nel 1076, ed
ì vari regni d'Europa, con avvenimento alla chiesa di s. Pietroaggiunse la dignità
straordinario in pochissinjo numero tosto dell'arciprete. Dopo di lui il rito greco
si coprirono di gloria, si arricchirono di andò gradatamente vieppiù declinando,
bottino e di dominii. Buggero Cosso nor- ed in breve tempo mancarono persino in
manno neh 061 passò in Sicilia e v'im- Trapani coloro che a vesserò saputo leg-
piegò sganni per debellare inteiarnente gere e amntinistrare i sagramenti colle
i mori e rendersi assoluto signore dell'i- greche liturgie. Il conte istituì in Trapani
sola. Papa s. Leone IX avea nel io54 alcune magistrature, il giustiziarlo per la
investilo della Puglia e Calabria, terre cognizione de'delitti, il bailo per le cause
della santa Sede, i normanni, in uno ad civili, e 4 g'uiali per vegliare sulle cose
altre terre che avessero conquislalo ; e Oìmonarie. Frattanto s' introdusse nella
Papa Nicolò 11 nel loSgavea investito Sicilia il lusso il più dissipatore, quel usso 1

gli stessi normanni della slessa Puglia e che si ammira e si vitupera per lestie im-
Calabria, ed anco della Sicilia (f'\), al- morali e funeste conseguenze. Pretlicala
tro dominio temporale della chiesa ro- lai.'' crociala, per liberare dagl'infedeli
mana, con giuramento di fedeltà e annuo i luoghi di Siria santificali dal Bedento-
censo di vassalli e feudatari della mede- re, perqueirentusiasraoreligiosochesuc-
sima. Nel 1076 era Trapani sotto al go- cessivamentefeceprender la crocea quasi
vernodi Abd-A Ilah-Iìen-Menkut. Il conte sei milioni d'europei e che canibiò no-
Ruggero per chiudere ogni adito a'mori tabilmente lo spirilo delle nazioni, fu per
dell'Afiica di posseder Trapani, l'attaccò Trapani il segnale del suo innalzamento
per terra e [)er mare. Nel m.-iggiosi av- e della sua dovizia. Molti de'suoi cittadini
vicinò con poderosa flotta navale, e fece si fecerocrocesignaliesi portarono a com-
marciar le truppe di fanti e dì cavalli sotto battere da prodi in Siria. 1 re norman-
gli ordini di suo figlio Giordano onde ni per accreditare i loro porli stabilirono
stringerla d'assedio. Durante questo, in in Trapani degli alloggi, per farvi acco-
cui gli abitanti (iecero la piìi valida resi- gliere i j)ellegrini e i crocesignali che dal-
stenza. Giordano piombò addosso a'con- l'occidente s' indirizzavano pel più spe-
dulloride'besliumiedegliarmentijC'scon- dito cumminodui mezzogiorno in Siria,
i?.ri TRA •
T R A
o!)(le visitare o togliere dalle mani tle- nlssimi si pugnò fiera battaglia navale fra
gl'iufcdeli i luoghi santi, onde i (empia i genovesi e i veneziani, i quali ultimi re-
li vi eressero un ospizio, ov'è al presente entrarono colla preda nel
stali vincitori,

la cbieso di s. Agostino, e vicino ad esso porlo dandovi uno spettacolo di trionfo.


sorgeva l'aisenalejdi cui sono avanzi que- Tal conflitto fu chiamato Battaglia di
gli archi belli e solidi, capaci di 4 galee, Trapani, senza che i trapanesi e gli altri
il trapanese cardinal Enrico Beccatelli pa- siciliani vi avessero preso parte. A'20 no-
triarca d'Antiochia, donò nel secolo XII vembre entinrono nel porlo le due flotte
il suo palazzo che aveaTrapani a'ca- in francese e siciliana recanti il corpo di s.

valieri del Tempio, quali ne formarono i Luigi IX re di Francia, morto di peste in


un ospizio e ne dedicarono la chiesa a s. Tunisi, accompagnato dal fratello Carlo
Gio. Éaltisla. La frequenza de' passaggi 1, dal figlio Filippo III e da altri principi
di tanta gente straniera richiamò in Tra- del sangue. L'allegrezza di questo spetta-
pani l'abbondanza d'ogni genere, sorgen- colo riuscì a Trapani funesta, perchè vi

te di veraci ricchezze. Le nazioni occiden- contrasse micidiale peste, che propagò si

tali vi portavano le loro mercanzie, e ri- fatalmente ne'circostanti luoghi. A'aS i

tornavano dall'Asia cariche di quelle der- detti re e Tibaldo II re di Navarro, con


rate. L'opportunità di questo commercio Enrico IH re d'Inghilterra e altri prin-
richiamò in Trapani tanti consoli slranie- cipi reali, giurarono in Trapani di ritor-
ri, ciascuno dc'quali ebbe la sua propria narvi nel 1274 pei" Partire a'22 luglio per
abitazione, con cappella cotiligua, ed al- l'impresa crociata di Siria. Ma il morbo
tresì un piccolo ospedale pe'suoi naziona- uccise Tibaldo II e Isabella sua sposa fi-

li. Sotto i re normanni Trapani prospe- glia di s. Luigi IX, e tanti altri principi
rò in seno della felicità e dell'abbondan- e illustri personaggi, quali furono sepol-
i

za, e le guerre ch'essi intrapresero con- ti nella chiesa di Maria la Nuova, oggi
s.

tro gli africani, furono pel suo porlo nuo- s. Domenico, ove se ne legge la memoria
va sorgente di Iraflìco e di lavori: i legni sepolcrale. Cailo 1 aspirando alla signo-

che vi si costruirono e gli apparecchi che ria d'Italia,cominciò dal tentare l'occu-
vi si fecero per la spedizione contro di Tu- pazione di Genova, la cui repubblica li-
nisi,ne accrebbero l'importanza. II reRug- cenziali con moderazione di lui sudditi, i

^evo 1, grato pe'servigi de'trapanesi, ac- inviò 22 galee contro le flotte spedile dal
cordò loro segnalali privilegi. A'normanni rea danneggiare le sue riviere, e nel 1
274
successero i principi di Svevia, e l'impe- entrati i genovesi nel porto di Trapani ne
ratore Enrico VI e Costanza sua moglie distrussero la marina, bruciando con tutti
confermarono a Trapani tutte le grazie i loro legni anche que'degli stranieri che vi
avute dalla precedente dinastia: il loro fi- si trovavano ancorati. Angariando i pre-
glio imperatore Federico 11, a premiare potenti ministri francesi di Carlo I i sici-

il valore de'trapanesi mostrato nelle bat- liani, Giovanni di Procida d'accordo col
taglie , ne accrebbe i privilegi. Trapani re d'Aragona ordì la famosa congiura per
però ricusò d' ubbidire al suo naturale distruggere nell'isola gli odiali domina-
Ma>)fredi, sapendo che vivea Corradino tori. Perciò in Trapani combinòcon Pai-

nipotedeirimperalore.Ma tali principi es- merio abbate, signore di Carini e della Fa-
sendo deposti e scomunicati da'Papi, Cle- vignana, uno de'principaliepiù doviziosi
mente IV nel 1265 itivestì delle due Si- della città, l'efrettuazione della meditala
cilie Carlo I d'Angiò, con feudo annuale vendetta, siccome influentissimo. Sebbe-
e giuramento di (edeltà; ed il principe si ne la crudele trama con ardore fu abbrac-
valse del porto per diligere le sue arma- ciala da tutta la nazione, è ancora sor-
te contro Tunisi. 1X^1269 ne'mari vici- prendente il riflettere come resl^ impe-
Tn A TRA 127
nefrobile il segreto a'fia noesi, e che prestò le guerre ostinate tra're di Sicilia e di Na-
In mano al Iragico e lìieinoinndo suo ter- poli i consoli stranieri ne partirono, e le
mine, efl'eltuatosi a'3o mnrzoi 282 colla fazioni civili de'guelfi e ghibellini fecero
strage di tolti i fiancesi esistenti nell'iso- rimaner desolala l' industria. Le guerre
la, partecipandovi la mano delle stesse si- tra're Angioni di Napoli e que'Aragonesi
ciliane, rese feroci dagli oltraggi ricevuti. di Sicilia essendosi riaccese con violenza
Tali furono grinfausli e deplorabili Ve- maggiore, il fratello di Carlo II re di Na-
speri Siciliani. Trapani imitò questa e- poli, che portava il titolo di principe di
pideniica barbarie, con uccidere il gene- Taranto, nel dicembre 299 sbarcò la sua i

ral francese JVogarel e tutta la straniera armata ne'mari di Trapani, ma fu scon-


guarnigione; e per evitare gli orrori del- fitto e fatto prigione da Federico II re di

Tanarcliia, si elesse i suoi governatori e Sicilia, e inviato nella fortezza di Cefalù.


reltori,e preparò a sostenere quella ven-
si Roberto re di Napoli avendo meditalo il

detta atroce che avea giuralo Carlo I, par- conquislodi Sicilia, per salvare la Valdi
lirolarmenle irritalo contro Trapani per Mazzara Federico II fece che alcuni tra-
aver alzato contro di lui lo stendardo del panesi gli offrissero la resa della patria.
pretendente e poi decapitato Corradi no. Roberto ne restò ingannato e si avnnzò
IntantoPietroIlI red'Aragona,comen)a- pti" penetrarvi, quando s'accorse che Tra-
rito di Costanza Manfredi, cogli
figlia di pani gli oppose vigorosa resistenza, onde
aiuti pecuniari avuti da Papa Nicolò III per risentimento devastò le sue campa-
e dall'imperatore d'oriente, navigò colla gne e le tonnare. Sotto regno di Pie-
il

flotta di 5o galee e altri legni per Sicilia tro II germogliarono in Trapani le famo-
onde impadronirsene, e combattere gli se fazioni de'Venlimiglia, de' Palici, dei
sforzi di Carlo I per ricuperarla; entrò nel Chiaramonti e de'Catalani, che precipita-
porto Trapani a'i o agosto e fu all)er-
di rono la patria nella desolazione, aumen-
galoda Palmerio abbate che creò suo ca- tala dalle scomuniche fulminate da'Papi
merlengo, e che il regno avea eletto per contro la Sicilia. Però inutilmente tentò
uno de'4 supremi governanti. L'arrivo di d'impadronirsene Federico Chiaramon-
Pietro III rallegiòTrapani e il regno tut- te, sotto il debole governo di Federico III,

to che lo proclamò sovrano, e così ebbe onde ne desolò il territorio e le campa-


principio la dominazione aragonese nel- gne; mentre dispoticamente dominavano
l'isola: partito da Trapani per Palermo, la patria i Ventimiglia , e Guido giunse
ivi fu coronato solennemente, e poi cac all'audacia di ferire con fremi-
il suo re,

ciò per sempre dall'isola l'orgoglioso Car- to di Trapani. Inoltre Guido nel
tutta
lo Lindi Pietro III cohoò Trapani di pri- i36o impedì alla regina Costanza sua
vilegi, e nel 1283 giunsero nel suo porto moglie l'entrata nel porto. Nel 392 la re- i

la regina Costanza co'reali infanti, festeg- gina Maria e il re Martino I conferma-


giati da'trapanesicon grandiose dimostra- rono a Trapani tutti s«ioi antichi privi. i

zioni. (Tli successe neh 285 il figlio Gia- legi.Nel i4' >-Tra pani, fedele a'suoi sovra-
como II <rAragona,che piedilesse Trapa- ni, maneggiò una confederazione con moh
ni più del padre , e per 1' accrescimento te città, per difendere la regina IjJaiiCii

del popolo dilatò la città e ne estese i con- dalle prepotenze del conte ili Modica gran
fini, labbeMì con edilizi e costruì varie for- giustÌ7Ìere del regno. Di venula la Sicilia
tificazioni; di più accordò a'trapanesi di provincia del regno d* Aragona , risentì
tenere, come messinesi, un console «Tu-
i tulli danni <!' una corte lontana, e net
i

nisi. Dopo tale[)oca Trapani vide depres- 1432 Trapani venne as«ialita da Lodovi-
soil suo commercio, pei citè i saracèni lor- co III d' Angiò pretendente alla corona
narono a impadronirsi della Palesliiict; per di Sicilia, (Quindi cadde lu suo potere. Lu
128 TRA- TRA
sua morte avvenuta nel 1 434 resliluiTra- de, indicibili le dimostrazioni festive. Ol-
pani ad Alfonso I , che sotto il suo scet- tre il narrato dono, altro nefecealla par-
tro avea riunito quello di Napoli, Que- rocchia di s. l^ietro d' uno stendardo di
sti dimorò ben 3 mesi, e
nella cillà per broccato e di oro, e al convento dell'Ati-
vi cliiamòi tribunali supremi di giustizia, nunziata die due porte di legno coperte
e decorò Trapani co'saggi suoi provvedi- di ferro, che pure avea recato da Tuni-
menti. Trupani che sino al re Giacomo II si. Giurò indi nella chiesa di s. Agostino^
d'Aingona era slata l'emporio del Irafii- duomo della città, l'osservanza de' suoi
co. ne avea poi risentito le funeste con- privilegi. Perciò sotto al favore di questa
seguenze per le perdite che suoi sovra- i grazia, si pose intorno al sigillo delle ar-
ni aveano fatto nell'Africa; altre lacune mi Drepanum Ci-
della città l'epigrafe:
gli produssero poi la scoperta dell'Ame- vitas itmctissinia in qua Caesar prìmwn
rica, che introdusse altre direzioni al com- jaravi k\en(\o già fortificato questa piaz-
ti

mercio e alla navigazione. In tanto depe- za, Carlo V


ne aumentò propugnacoli i

rimento, sostenne colla sua industria i col- per renderla munilissima. Nel i643 il re
pi dell'avversa fortuna, e si aprì un nuo- Filippo III concesse a'giurati il titolo di
vo sentiero alla sua mercatura. Sotto Al- senato, confermalo dal figlio e successo-
fonso I si con)inciòa pescare il corallo nei re Carlo III, sotto il cui regno per la quie-
mari Trapani} tale scoperta, simile a
di te della citlà fu eretto un forte sugli sco-
scossa elettrica, raddoppiò l'attività dei gli occidentali della slessa. Per sua mor-
j)opolo, ad animare la sua energia ed a te. Trapani e la Sicilia successivamente
somministrargli una nuova sorgente di passò sotto i dominii di Filippo V re di
ricchezze. Nel 14^9 •! ^'^ Ferdinando II Spagiia,di Vittorio Amedeo II di Savoia,
ordinò lo sfratto di lutti gli ebrei dalla Si- a cui fu eretta una statua nell'ospedale
cilia, la quale si videprivata di 100,000 a- grande,deirimperatoreCarlo VI,e dell'in-

bitanli.Trapani oltre alle sue passate dis- fante Carlo di Borbone , la cui dinastia

grazie patì ulteriore minorazione del suo tuttora felicemente regna, il quale effet-

commercio, per la perdila d'un significan- tuò nel 1736 il volere de' trapanesi, con
te numero d'israeliti. Afililta col resto di innalzare una statua al suo padre Filippo
Sicilia da'corsari maomettani d'Africa, V, ed esiste nel passeggio della Marina;
respirò per la strepitosa vittoria riporta- indi nel 1700 eresse la città al medesimo
la dall'ammiraglio Luigi de Pvequesens, re Carlo quella statua che trovasi rimpet-
contro il corsaro Solimano che uccise. Nel to al piccolo molo, costruito per comodo
i5i6 dagli Aragonesi, Trapani e la Sici- dellebarchelte.il re delle dueSicilie Fran-
lia passò nel dominio di casa d'Austria, cesco I conferì al suo figlio il principe
menile per l'odio contro il viceré Mon- Francesco di Paola il titolo di conte di
cada insorse Trapani, e poco dopo sog- Trapani che porta, ed è sposo dell'arci-
giacque ad altri disastri per le dissensio- duchessaM.'Isabella diToscana. Ad istan-
ni delle primarie famiglie^de' Fardella e za delregnanleFerdinandoU, il Papa Gre-
Sanclemente. Carlo V imperatore e re gorio XVI colla bolla Ut animar um pa-
delle due Sicilie, vittorioso per le conqui- Stores^ de'3i maggioi844> nuovamente
ste fatte sul regno di Tunisi^ dopo aver eresse la sede vescovile di Trapani, sot-
fiaccato l'ollracotanza barbaresca, venne traendola dal vescovo di Mazzara) nella
per la i .'volta nell'isola nel 1 535, e giun- cui diocesi era compresa, e dichiarando-
se in Trapani a'scagosto^alloggiandonel la suffraganea della metropolitana di Pa-

palazzo de' Chiaranionti ,


poi passalo in lermo, come lo è quella di Mazzara. A
proprietà alla dislinla famiglia de'Pepoli. presentazione del ricordato re, nel conci-
L'entusiasmo delia popolazione fu grau- sloro de'22 luglio di detto anno, il me-
T R \ TRA. 119
ilesimo Gregorio XVF ne tlicìì'mrò i. "ve- ne óe Cistcrciensi (/^.) è una delle con-
scovo mg.' Vincenzo MJ^ IMaiolda della gregazioni dell'ordine di s. Benedetto pa-

congregazione del ss. Redentore, nato in triarcade'monaci d'occidente, e osservan-


Muro, professore di teologia, zelante pre- ti la lui concepita e medi-
sua regola da
dicatore nelle missioni ,
già superiore di lata a Sahiaco(F.) e promulgata a Mon*
varie case di sua congregazione, e di es- te Cassino (/^.). Deirencoraiata congre-

sa visitatore generale e consultore, lodan- gazione cistcrciense fu istitutore s. Rober-


dolo con queir elogio che si legge nella to (F.) abbate dì Molesme, e qual 2.' fon-
proposizione concistoriale. Avendo questo datore si venera il dottore della Chiesa s.
prelato spontaneamente rinunziato dipoi '
Bernardo abbate di Cliiaravalle^ per a ver
il vescovato nelle mani del Papa Pio IX, fondalo circa 60 abbazie, cui pose a go-
questi nel concistoro de'27 giugno 1 852 vernare i suoi monaci di Chiara valle. Dal-
preconizzò l'odierno vescovo mg.' Vincen- l'ordine Cisterciense derivarono diverse
zo Ciccolo di Messina, dottore in s. teo- riforme sì di monaci, che di monache, che
logia, predicatore e parroco dis. Antonio descrissi in tale e in altri articoli. Altra
abbate di Civitate o Teano ossia s. Sei^e- celebre riforma fu l'insigne ed esempla-
rOy disingoiar zelo e carità co'poveri, ret- rissima congregazione della Trappa, ed
tore del seminario, esaminatore sinodale insieme la più austera. L'abbazia cister-
dell'arcivescovo di Messina, encomiando- ciense della B. Veigine dello spedale del-
lo per gravità, prudenza,dottrina,sperien- la Trappa, nella diocesi di Seez, fu fon-
ra e altre virtù. Ogni nuovo vescovo è data IO settembre i n^o da Rotrudo o
a'

tassato ne'libri della camera apostolica in Rotroldo II conte di Perche e dalla sua
fiorini 2 53, ascendendo le rendite della moglie Tolenda,inSoligny borgo di Fran-
mensa a ducati 3ooo napoletani. La dio- cia nellaNormaudia, presso la città di Mor-
cesi si estende in più miglia, et sepieni tagne capitale del Perche, dipartimento
oppida complectitur. deirOrne, mezzo a'boschi, in una val-
in
TRAPEZOPOLI, Trapezopolis. Se- le ritagliata da 9 slagni considerabilij io-
de vescovile della Frigia Pacaziana, nel- di per la rivoluzione di Francia soppres-
V esarcato d' Asia, sotto la metropoli di sa nel J 790,6 venduti in seguito i fabbri-
Laodicea, eretta nel V secolo. Ne furono cati, nella più parte furono distrutti. Di-
vescovi Jerofilo trasferito alla sede di Pio* poi venne ristabilita, e si chiama la gran

tinopoli , Asclepiade che nel 4^1 sotto- Trappa. Ili ."abbate del monastero della
scrisse il concilio d'Efeso, Giovanni nel Trappa fu il ven. Adamo, insigne perope-
45 1 assistè a quello di Galcedonia, Euge- re di santa vita, la di cui memoria è nel
lìio sottoscrisse i canoni in Trullo, Zac- lib. 3 di Segnino nel compendio e meno-

caria fu al VII concilio generale, Leone logiode'ss.Cisterciensi, nella Neustria san-


intervenne al concilio Oriens
di Fozio. ta a'7 maggio, e presso il Manriquez al-
ehr. 1. 1, p. 809. Trapezopoli, Trapezo- l'annoi i5o, t.ijCap. 12. Serlone,clie ne
politan, al presente è un titolo vescovile fu4-°abbate, l'unì all'ordine cisterciense,
in partibiif!, dell'eguale arcivescovato di e per mezzo di s. Bernardo fu compresa
Laodicea che conferisce il Papa, eGrego* l'abbazia co'monasteri dipendenti nella fì-

l'io XVI a'2 Qttobrei845 lo conferì al- gliuolanza di Chiaravalle. La chiesa ven-
l'attuale coadiutore del vicario apostoli- ne consagrata nel 12 i4 da Roberto arci-
co di Xansi, come si legge ntWt Notizie vescovo di Rouen , da Radolfo vescovo
di Roma. d'Evreux, e da Silvestro vescovo di Seez,
TRAPPISTIoTRAPPENSI. Monaci ad istanza di Guglieluio5.*' abbate del mo-
Solitari iì^Wvk congregazione della Trap- nastero. L'abbazia della Trappa, riferisce
pa. Il celebralissiino e beueaierilo oidi- il p. IIelyol,per lungo tratto di tempo fi*

VOL. LXXIX.
1 3o TRA T R A
celebre per l'eminenli virtù de'suoi reli- mal cosliune radicò sì profondamente in
giosi, e più famosa la resero i miracoli del quest'abbazia, che i suoi religiosi diven-
l'abbate Adamo mentovalo, e per 200 an nero lo scandalo del paese. La rovina dei
ni dopo la sua fondazione era essa in tan- beni temporali trasse seco quella ancora
ta stima presso principi e Papi, che si
i i dello spirituale, l luoghi regolari furono
trovano circa ^ bolle pontificie dirette ai
i aboliti, e le fabbriche guaste e malcou-
religiosi della Trappa, per confermare e cie appena albergar potevano 607 mo-
approvare i diritti e privilegi ad essi con- naci, quali le aveano ancora lasciate oc-
i

ceduti da'Ioro predecessori. Ma finalnien - cupare da'servi, dalle donne e da'fanciul-


le anco quest'abbazia decadde dal suo li. Non eravi rimasta ombra di vita comu-
primitivo fervore e osservanza, e fu invol- ne, e vivendo da vagabondi, non
i religiosi

ta nella stessasventura di altre che vide- si radunavano che per andare a caccia o
ro! loro monaci degeneraredalle virtù dei divertirsi. In questo stalo lagrimevole di
loro padri, con abbandonare lospirito che cose, nel i 662 Dio suscitò d. ArmandoGio-
gl'infòrmava-Leguerre ealtre vicende po- vanni le Bouthillier signore di Rancé o
litiche furono la fatale sorgente onde in R.ansé, barone di Véiet, figlio di Dionisio
alcuni monasteri di Francia derivò il ri- Scgielario de'comandi di IMaria de Medi-
lassamento, e che la maggior parte de're- ciregina di Francia e consigliere di stato
ligiosi per evitare il furore militare lasciò ordinario abbate commendatario della
,

i abbandono. I monaci però


monasteri in Trappa; che slabditavi una salutare rifor-
della Trappa, quantunque ridotti all'e- ma, fece rivivere l'antica penitenza, lo spi-
sfremo dalla violenza degl'inglesi, qua- i rito, i sentimenti e la pratica di quella fe-
li avendo più volle saccheggiata la loro lice età della Chiesa, in cui la disciplina

abbazia, gli aveano ridotti in deplorabile monastica nella sua perfezione risplende-
miseria, ad un lodevolissimo partito si ap- va, e fu autore di questa viiluosa congre-
pigliarono. Non piacqueloro abbandona- gazione, che tuttora fiorisce continuando
re la solitudine, per cercare a'Ioro mali a edificar la Chiesa e il mondo nelT eser-
alleviamento opporlunojmaco'lorodigiu- cizio di sue mirabili austerità. Nacque e-
ni, e co! travaglio continuo procurarono gli da famiglia antichissima in Parigi ai
di procacciarsi lo scarso e necessario loro 9 gennaio 1626, e suo padre lo destinò al-
sostentamento. In questa forma per qual- la milizia edi farlo cavaliere di Malta. Vo-
che temposi mantennero, ma ritornando lendolo erudire nelle scienze gli assegnò
gl'inglesi a rapir loro sovente quel poco 3 precettori perchè lo amniaeslrassero
che aveano radunato, furono finalmente nelle lingue Ialina e greca, enei buon co-
costretti a partirsi dall'abbazia, ove non slume, ordinando loro di vegliare sopra i

ritornarono se non finita la guerra, ma di lui andamenti e V insegnamento dei


troppo diversi da quelli ch'eiano parliti, principii della religione cristiana; a questi
per la corruzione da essi contratta con- ne aggiunse altri sperinientati in tutti gli
versandone! mondo. Essendosi inlrodol- esetcizi convenienti al suo rango e all'ar-
lo in Francia l'uso delle commende, il car- te militare che dovea professare. La mor-
dinal di Bellai fu nominalo abbate com- te del fratello maggiore ecclesiastico fece
mendatario della Trappa. Si opposero i risolvere il signore di Rancé suo padre, a
religiosiper più anni a questa nomina re- fai'gli deporre la spada, onde abbraccias-
gia, econliuuaiono ad eleggere loro ab- i se lo sialo chiericale, acciòsuccedendo al
bati coU'approvazione e conferma della s. fratello nel maggiorasco potesse godere
Sede; ma finalmente convenne loro cede- de'benefizi ecclesiastici da lui goduti, ed
re all'autorità del re, ed alla slima in cui altri ancora che gli procurò. Per cui in

em il cardinale. Da quel tempo in poi il breve e di poco più di io anni era dive-
T R .V TRA i3f
nulo A.\naiu](» cnnonico ilella Madonna la quale suole la gioventù troppo incau-
o Nosliii Signora di Parigi e di Totirs, ab- tamente inabissarsi; ma viveacontalescia-
hale della Trnppa deirordine di Cìstel- lacquamenlo e fasto, che insensibiknente
lo^ della Madonna della Valle dell' or- eslinsero in lui lo spiiito sacerdotale. Re-
dine di s. Agoslino, e di s. Sinforiano di gnala la delicatezza nella sua mensa, spi-
Beau vmìs dell'ordine di s. Benedetto, prio- ravano lusso e magnificenza i suoi mobi-
re di Bonlogne presso Cliambord, pari- li, gli etpjipaggi e gli abiti ; e siccome il

menti dell'ordine di s. Benedetto, e di s. principale de* suoi diletti lo formava In

Clemente nel Poitou j dimodoché senza caccia, più che allrovesoggiornava volon-
over prestalo alcun servigio alla chiesa e lieri nella sua casa di Véret nella Turre-
incapace per la sua età a renderlene, già na, che avea ereditato dal padre. Un te-

godeva da 5 n 20,000 lire di rendite ec-


i nore di vita sì disdicevole a un ecclesia-
tlesiasticlie. L'abbate di Rancé conside- stico, non lo rendeva punto inquieto; an-
rò il suo impegno nello stalo ecclesiasti- zi un giorno in Véret con 3 amici, do[)o
eo, tni nuovo motivo d'applicarsi alloslu- essersi sino alla nausea divertili, risolvet-
dio, ed progressi che fece nelle belle let-
i tero di mettere ciascuno 1000 doppie iu
tere dierono a conoscere l'elevatezza del lina borsa, e di cercar la ventura per ter-
suo ingegno, e presagirono quale Sc»rebl)e ra e per mare
qualunque luogo, qua-
in

stalo un giorno. In età di 2 anni die al- i li cavalieri erranti, finche non venisse me-

le slampe una nuova edizione delle poe- no il denaro; ma il disegno in sul punto
sie d' Anacreonle, da lui accompagnate d'effettuarsi andò a vuoto. Non avrebbe
con un commentario greco, che fu animi certamente mancato l'ab. Rancé di per
rato da'tiolli, e quindi tradusse in fran- der se stesso, se Dio che guardavalo con
cese quel poeta. Compiuto il corso di fi- occhio di misericordia , e deslinavalo a
losofia nel collegio d'Harcour, si dedicò grandi cose, non l'illuminava, con acci-
allo studio della teologia. Sostenne egli le denti impensali. III. "fu lo morte di Leo-
sue conclusioni in età di 2 1 anni, e quin- ne le Boulhillier de Sciavigni suo cugino,
di fu con felice successo laureato dalla nel quale avea riposto tutte le speranze
Sorbona del grado di Hcenzialo; nel 1 65 di sua fortuna, onde il vederselo rapire sì
ricevè il sacerdozio dall' arcivescovo di improvvisamente lo trafisse amaramen-
Tours suo zio, cui sperava d'essergli eoa te. 11 2° fu, che divertendosi sopra d'un

diulore, ma non volle accettare il vesco- piano dietro la chiesa della Madonna di
vato di Laon. Le sue doti naturali gua gli Parigi, ov'era andato col suo fucile a ti-
dagnarono la stima e l'amicizia di lutti; rare a qualche uccello, le persone che sla-
divenne coadiutore ali.° limosiniere del vano lungo la riva del fiume, scaricaro-
duca Gastone d'Orleans fratello del re, e no contro di lui un archibugio; le palle
fece pomposa mostra di se nell'assemblea colpirono nell'acciaio che guarniva la sua
del clero deli65') in qualità di deputa- sacca da munizione, il quale arrestò il
lo del 2° ordine. Nujno possedeva meglio colpo e gli salvò la vita, altrimenti resta-
di lui ([nelle prerogative che ci rendono va morto. Troppo visibile fu la divina pro-
amabili al monilo, e che ci tanno brilla- tezione, onde ne restò commosso, e rin-
renella società; ma sventuratamente amò venuto dallo sbalordimento esclamò. Ahi!
e con eguale affetto fu corrisposto, oblian- che sarebbe di me avvenuto, se Dio non
do ciò che l'augusto carattere del sacer- si muoveva a pietà di me. Questa savia
dozio esigeva da lui. Di lui andavano in riflessione però non lo scosse abbastanza:
cerca i piaceri, ed ei non abhorriva il lo» la gloria e 1' ambizione che lo tenevano
ro commercio. Non per questo s'abban- Il nacemenle attaccato mondo, alfogi-
al

donò a quella vita rea e liceuziosa, nel rono in lui i primi movimenti della già-
i32 TRA TRA
zia. Le iodi che riscosse nella ricordata as* trimoniali di Véret, tranne dufe case di
seiriblea di Francia, la stima ch'essa nio- Parigi che donò all'ospedale di quella cit-
sliò fare del suo sa p,ere, quando lo pregò tà. Tulli i beni da lui venduti ascesero al-
ad assistere ad un'edizione più corretta la somma di 3oo,ooo lire, e con questa,
d'Eusebio e di alcuni padri greci, non die dato quanto spettava al fratello e alla so-
la deferenza per lui del duca d'Orleans, rella, soddisfatto i debiti paterni, ricom-
riaccesero in lui il desiderio di rendersi ce- pensata la fedeltà de' suoi domestici, de*
lebre, e tutte le sue cure rivolse per appa- quali se ne ritenne due e uno lo seguì nel-
garlo. Iddio però che sa confondere i pen* la vocazione e riuscì fervente religioso ;

sieri degli uomini, e che talvolta si serve tutto il restante del denaro die aìi' HO'
delle nienoraecose per operar grandi me- tei Dieu e allo spedale generale di Pari-
raviglie, seppe ben presto tutte queste gi, a riserva d'una mediocre somma per
grandi idee di mondana ambizione disor- restaurare l'abbazia della Trappa, le cui
dinare, con far sì che un semplice sospet- fabbriche minacciavano rovina, e si con-
to prendesse nel suo cuore possesso; que- tentò di sole 3ooo lire circa di rendila,
sto fu che temè riuscisse disaggradevole ch'era tutta l'entrata di quell'abbazia; a
alla corte il suo modo di procedere nel- questa poi die la sua biblioteca. Sistema-
l'assemblea. Altro nonperabbat-
vi volle ti tutti i suoi affari, si ritirò nella Trap-
tere la sua vanagloria, e non potendo so- pa. 1 suoi primi pensieri furono di farvi
stenere l'impressione ricevuta dal gra- osservare la regola di s. Benedetto nella
ie riflesso, si ritirò a Véret in Lorena. In sua purità primitiva, e di togliere i disor-
questo ritiro a cui Dioavea fissalo il mo- dini che vi regnavano; ma vedendo che
mento di sua conversione, gli sommini- invano esortava i religiosi a cambiar vi-
stròcampo bastevole onde riflettere da ta, perchè risoluti di vivere nel liberlinag-
senno sull'incostanza della fortuna, equal gio,dichiaròloro d'essere risoluto di chia-
fidanza debba in lei riporre. A questo
si marvi i monaci cistcrciensi della stretta
si la morte del duca d'Orleans,
aggiunse osservanza, acciò in loro luogo occupas-
succeduta nel 1660, dopo averlo assistito sero il monastero. Allora si sollevarono
all'estremo passaggio all'eternità, la qua- contro di lui i religiosi, e lo minacciarono
le finalmente lo fece risolvere a cambiar d'ucciderlo o col pugnale, o col veleno, o
\ita. Per determinarsi a quale stato si do- affogandolo ne'loro stagni. L' ab. Rancé
vesse appigliare, avendo conosciuto che non ne restò punto intimorito, e con fer»
un cristiano, e con più forte ragione un mezza introdusse nell'abbazia cistcrcien- i

prete, non poteva salvarsi menando una si della stretta osservanza, e gli anteriori
\ita delicata e che V uso ch'egli faceva
, cistcrciensi furono obbligati a convenire
delle rendite ecclesiastiche era contrario ad un concordato, da loro sottoscritto ai
alla loro destinazione, sì propose di tro- 1 7 agosto 1662, poi approvato dal parla-

vare il modo per tranquillare la sua co- mento di Parigi. Questi antichi religiosi
scienza e di mettersi nella via della salute. erano 7, compreso un converso, ciascu-
A tale effetto consultò i vescovi diParaiers, no de'quali per la convenzione ebbe 100
d' Aleth, di Chàlons e di Comminges, i lire di pensione. L'ab. di Rancé per met-
quali lo consigliarono a darvi principio tere monaci riformati in grado di pote-
i

con rinunziare a'suoi benefizi ecclesiasti- re restaurar l'abbazia in avvenire, cede


ci. Ciò non solo eseguì, non ritenendo che loro la terra di Ruisemeut che apparte-
la sola abbazia della Trappa per ritirar- neva alla mensa abbaziale , disponendo
\isi, ma sapendo che per essere perfetto ch'ella restasse perpetuamente unita al-
e seguire Gesù Cristo bisognava spogliar- ia mensa conventuale, e si addossò come
si di luUO| veudè ancora i sugi beni pa- abbate l' iucaiico di ristabilire una patte
TRA TRA i55
«le'Iiicghì regolari, come pure di subire l'uova, e colla carne solo nelle più grav*
tiitle le spese ile'iestauri che ..lulavasi fli- infermità; come ancora a rompere il cona*
ceiulo. ^'oIl contento però d'avere rista- mercio co* secolari, ed applicarsi di bel
bilite le regolari osservanze nella sua ab- nuovo a'manuali lavori e all'agricoltura.
bazia, volle anch'agli praticarle e menare Mentre l'abbate della Trappa era tutto
la slessa vita austera de'religiosi. Quindi inlento a santificar se stesso, ed a guida-
dopo aver ottenuto un brevetto d<d re re i suoi religiosi alla perfezione del lo sta-
Luigi XIV per potere ritener l'abbazia to monastico, essendo costretto ad inter-
come abbate regolare, vesti l'abito reli- venire ad un'assemblea di abbati e supe-
gioso nell'abbazia di Perseigne, donde e- riori della stretta osservanza delta de'Ci-
rano usciti monaci riformati venuti nel-
i stcrciensi Fogliatiti o Cisterciensi ri/or'
la Trappa. L'abbazia di Perseigne nella mali dis. Bernardoy congregali nel col-
Maina, tra Alencon e Bellesme, diocesi legio de'Bernardoni a Parigi nel 1664, la
di Le Mans, era stala fondata pe' cister- quale l'obbligò ancora a portarsi due vol-
ciensi neh 43> da Guglielmo Tal vas con-
i le in Roma, il priore del suo monastero,

te di Dellesme, di Ponlhieu e d'Alencon. ch'egli stesso avea eletto come religioso di-
Cominciò ivi il suo noviziato a' 1 3 giugno voto e austero, invece di mantenere la re-
i663, in età di circa 38 anni, indi a' 26 golare osservanza, non pensò che ad alte-
giugno 1664 fece la sua professione alla rarla, e ad introdurre il rilassamenlo;ai*-
presenza di d. Michele Guitton commis- rivò. persino a dispensar del pesce in re-

sario dell'abbazia cisterciense riformata fettorio, animando i religiosi col suo esem-
di Prieres, nella Bretagna diocesi di Vau- pio a mangiarne, ed a violare l'astineiiza
nes, con due altri novizi, uno de'quali il che si erano prescritta, con aver promes-
rammentato suo domestico. La benedi- so all'abbate d'osservarla inviolabilmen-
zione abbaziale, da lui poco dopo ricevu- te. Il sotto-priore, uomo fornito di zelo e
ta, l'investi d'un assoluto potere per l'e- costanza, vi si oppose, e gli altri religiosi

secuzione di quanto avea meditato. La ri- si unirono con lui e si mantennero osser-
forma cisterciense della stietla osservan- vanti contro le biasimevoli intenzioni del
la al p. ab. Rancé non sembrava bastan- priore nella pratica di tutte le austerità,
temente austera; riconosceva che le pra- abbracciate a persuasione del loro abba-
tiche dalla riforma inlrodolte erano lo- te. Da ciòderivòqualchedivisione nel mo-
devolissime, e santa la vita menata dai nastero; r abbate di Prieres fu costretto
monaci, ma ben vedea che la regola di s. a portarvisi in persona, per ristabilirvi la
BenedettOjda loro professa ta,esigeva qual- pace e la tranquillità, e si credè obbliga-
che cosa di più. L'esempio de'priini re- to a meglio riuscirvi di rilegare il prioro
bgiosi di Cistello era altamente nella di
sì in altro monastero sino al ritorno dell'ab.
lui mente impresso, che solfriva in osser- baie, che seguì nel maggio 1666. La loo-
vare molte di quelle consuetudini restale tananza del priore produsse ottimo suc-
neglelte. Prese pertanto la risoluzione di cesso, e l'abbate della Trappa ebbe al suo
lidurre i suoi monaci ad una migliore ritorno la consolazione di veder fiorire la
perfezione , e maggiore di quella che la stessa regolare osservanza, da lui nel mo-
stretta osservanza erasi prefìssa per termi- nastero stabilita; per cui e godendo una
ne, facendo rivivere lo spirilo primitivo pace inalterabile, il p. Rancé non pensò
dell' ordine. Adunque a poco a poco ri- che a perfezionare la sua riforma agli ul-
tlabil'i nella sua abbazia della Trappa le timi estremi dell'austerità. Pertanto egli
pratiche più austere. Cominciò ad assue- fece rivivere tutti gli antichi usi di Cistel-
fare i suoi religiosi all'astinenza dai vino lo; ma come in quelle antiche pratichs
e dal pesce, ed a cibarsi ben di rado eoa molte non si ctinfuuttvanoa'tiìiiipi oorrau-
i34 TRA TR A
ti, evedette di doversi restringere alla po- i confini della moderazione, la fuuia del-f
terla e alla semplicità già stabilita, a'di- l'abbate fa in istrana guisa lacerata. Al-
giuni, alle vigilie, alle orazioni, a'ietli du- cuni prelati gli scrissero acciò mitigasse la

ri, al lavoro iDanuale, al silenzio, alla nu- penitenza e l'altre atrsterità del suo n»o-
dità de'piedi nel mercoledì delle Ceneii e nnstero; ma il p. Rancò ben lontano dal
nel venerdì santo, airasliiienza de' 6 ve- far caso di tutte queste querele, s'applicò
nerdì di quaresima, ne*primi Sde'quali fu anzi con altrettanto ardore a mantenerle,
stabilito dare una sola porzione, e negli essendo cessate le malattie da questo te-
altri il digiuno in pane e acqua, olire altre nore di vita per avventura cagionale. A^
edificanti e rigide pratiche. L'abbate del- vendo egli liacquistato l'anlico vigore, eh--
la Trappa non si contentava di menare la be agio bastante non solo per fu- osserva-
stessa vita de' suoi religiosi, ei ne faceva re le pratiche cheavea introdotte, ma di
una assai più penitente. I suoi digiuni e- comporre ancora molle opere in loro di-
rano così continui e austeri, che sembra- fesa, che malgrado la sua ripugnanza fu

va impossibile come potesse vivere con per così dire forzato dì dare al pubblico,
alimento sì parco. Si addossava sempre tra le quali quella else fece maggior stre-

le fatiche più vili e penose, tornando tal- pito fu il suo Trattato citila santità e
volta dal lavoro della terra talmente af- de dovevi dello stato monastico, (\\e pro-
faticato, che non poteva reggersi in pie \ò i rigori della più severa censura. Fu
di. Era egli sempre il [."all'uffizio, all'o- egli personalmente assalito, furono giu-
razione, e a tutti gli esercizi regolari, uè dicati perversi i motivi del suo ritiro, fu

cos«i alcuna prescrivea agli altri ch'ei non trattato da ambizioso ed ipocrita, e lace-
fosse il I ."a eseguirla, anzi senipre esegui- rato con pungenlissime satire. 11 p. Ma-
va cose maggiori di quelle che agli alhi Ijillon prese contro di lui la difesa degli
ordinasse. 11 decietodel consiglio di sla- Studi monastici^Q.ox\ molta moderazione,
to emanato nel1675, che concedeva al- dimostrando essi non nuocere alla vita
l'abbate di Cislello un'assoluta autorità monastica e non rovinarne l'osservanza,
sopra i monaci cisterciensi della stretta come quasi pretendeva il p. Rancé. L'ab-
osservanza, facendo temere al p. abb;ile bate della Trappa gli rispose; ed il p. Ma-
della Trappa, che potesse recar nocumen- billon replicò con alcune riflessioni, che
to alla disciplina del suo monastero, pi o- avvaloravano quanto avea in favore del-
pose a'propri che rinnovassero
religiosi i lo studio asserito, le quali riuscirono al-
loro voti, come fecero a'26 giugno dello trettanto più forti e convincenti, in quanto
stesso anno, e promiiero di osservare fìtio che sosleuutedalla vita esemplare di qua*
alTultimo respiro di loro vita tutte le pra- sto dotto scrittore. Frattanto il zelo del p.
tiche già introdotte nel loro monastero, abbate della Trappa non si restringeva
protestandosi tutti di adoperarci mezzi le- entro recinti del suo monastero, si este-
i

gittimi per resistere a chiunque volesse hc ancora sopra quello delle Chiarelle, ab-

sotto qualsivoglia pretesto introdurre nel- bazia di monache cisterciensi fondata nel
la benché njenomo rilassa-
loro abbazia il I 2 I 3, di cui Guglielmo 5.° abbate della
mento. Avendogli la morte rapiti in po- Trappa fu il 1 ."padre e superiore imme-
chi anni più di 3o religiosi de'piii fervo- dialo. Tale abbazia restò sempre sogget-
rosi, ed essendo ei pure nello stesso tem- ta algoverno degli abbati della Trappa,
pooppresso da pericolosa infermità, se ne finché furono regolari, e fu solamente di
sparsero le notizie, le quali dierono occn- bel nuovo aggregata alla figliuolanza di
, sione a molte dicerie. Ciò fu attribuito al- Chiaravalle,a cui naturalmente apparte-
l'aspro governo, che di loro stessi religio i ueva,in mancanza degli abbati dellaTrap-
&i fncevauo,ed in questi discorsi passando pa, quando quest'abbazia diveuae com-
TR A TRA 35
niendii. Ma il. Ariìiondo Rancò , clie da religioso, ma esso nìorì prima di ricevere
abbate comiiiendatario era iliveiìolo ab* le bolle pontificie d'istituzione. Laonde fu
biite rogulare, riprese sopra l'aljbazia del- nominato in suo luogo d. Francesco Ar-
le Chiarelle l'aulica anloiilà, la quale non n»ando , col consenso del re, e ricevute

gli fu da alcuno conlraslala; anzi il capi- eh' fbbe le venne benedellx) nel
bolle ,

tolo generale di Cisl elio del 1686 lo rimi- 1696. Non andò guari, che il p. Rancé si
se nel suo diritlo, e l'obbligò a prendere pentì di tale elezione, pei che il nuovo ab-
la dire/ione di (jueslo njonastero, e gli ab- bate tenendo una condolta tutta all' op-
bati di Cbiai a valle e di Cislello lo costrin- posto della sua, cagionò grave divisione
sero a prendersi tale incarico; nienlr'e- ne'monaci trappisti, e si formarono due
gli, o perchè poco si curasse di questa di- parliti: yno sosteneva il p. Rancé, l'altro
rezione, o perchè portasse rispetto all'ab- il nuovo abbate, il quale recandosi asciii-
bate di Chiaravalle, che n* era da gran polo quella divisione, di cui era egli l'o-

tempo non poteva risolversi e


al possesso, rigine, rinunziò l'abbazia. Tosto poi se
lasciava ch'egli si mantenesse pacifica- ne pentì, e fece invano sfoizi per riaver-
mente nel suo diritto di governar questo la, onde il re nominò d. Giacomo de la
suo monastero. Però essendo stata nomi- Tour, il quale prese possesso dell'abbazia
nala dal re all' abbazia delle Chiarette nel 1699, governandola secondo lo spiri-
AngelicaFran cesca d'Eslampcs di Val len- lo del riformatore. Aggravato il p. Ran-

stimolò sì forte mente l'abbate della


irai, cé dalle austerità e da'lravagli, piameu-
Trappa ad ubbidire agliordini de'capito- teuiorìinbuon odore di 79 anni, nel mo-
li generali, e ad arrendersi alle inleuzio nastero della Trappa, a' 6 ottobre 700, 1 i

ni de"li abbati di Ci^tello e di Chinraval- stesosulla ceneree sulla paglia, in presen-


le, ch'egli finalmente assunse la direzio- za del vescovo diocesano di Scez e di tut-
ne dell'abbazia delie Chiarelle, e vi fece ta la comunità religiosa, co'seiilimenti di
la visita per lai.' volta nel 1690. La 2.' esemplare santità. Delle molle sue opere
l'eseguì nel 69 1 e neiresortctzioni da
1
, es- tiallanoi suoi biografi: queste eccellenti
ko falle alle religiose, le dispose in guisa opere, spellanti pressoché tutte a' doveri
alla riforma che nel 692 esse abbraccia- i della vita monastica, gl'imparziali ne rac-
rono quella della stretta osservanza; il couiandano la lettura, massime a quelli
che die al p. Rancé motivo di furia 3." che aspirano alla perfezione del loro sta-
visita a questo monastero, per dar l'ul- lo. Dopo la sua n»orte si pubblicarono i

tima Diano a quanto avea nelle due pri- Regolamenti della Trappa. Abbiamo del
me cominciato. Finalmente le sue peni- can. Giacomo Marsollier, Fila di d. y/r-
tenze e austerità a tal misero stato lo ri- mando Giovanni leBoiUliillicrde Ran-
dussero, che fu costretto a mitigare al- ci abbate regolare e riformatore del
quanto il loro rigore. Più non assisteva monastero della Trappa Vavìs 1703, ,

al lavoro, e di rado interveniva al capi- Lucca 1706. Anche il parroco M. Man-


tolo, e meno frequenti erano le sue esorta peou l'avea pubblicata in Parigi nel 1702
zioni;quindi temendo che il rilassamento e dedicata a Luigi XIV. La scrisse pure
insensibilmente non s' introducesse nella il p. d. Pietro il INano. Osservano i cri-
sua abbazia, o che almeno s'intiepidisse tici, che il venerabile riformatore della
il fervore, mantenuto fiiio allora acceso Trappa, da* suoi biografi non vi fu rap-
dal suo esempio , rinunziò ad essa nelle presentato sotto lulli i punii che lo ren-
mani del re, il quale lasc io a lui la libertà dono singolare. Prima dei p. Ranco e con-
d> scegliere il successore, ed egli pregò a tcmporani'jiiiienle a lui eransi eseguile
concedergli per tale il p. d. Zosiuto priore due altre riforme 6V.?/c/r/V//.s7, che ripor-
della Trappa. Piacque al re il proposto tai in tale articolo, con regole niello oon-
36 TRA TRA
formi a quelle della Tiappa, cioè la con- sa comparsa nella corte del duca di Sa-
gregazione d'Oival, e la Congregazione voia, fu nominato abbate del monastero
o monastero de'Sette Fonti, però meno di Buonsolazzo. Parimenti del numero
austere della riforma del p. liancé. La fa- di tali trappisti eravi il p. Arsenio, già con-
ma de'monaci trappisti del Perche, rifor- te diRosemberg,e fialcllo niaggiore del
mali dal p. de Rancé, si propagò dapper- marchese di Jan-ion e dell'ai), di Janson.
tutto, onde furono in processo di leoipo Il Papa Alessandro Vili avea conferito

fondale diverse Trappe. in commenda al cardinal Gio. France-


La stima che santi solitari trappisti
i sco Albani l'abbazia de'cisterciensi di Ca-
si acquistarono colla vita austera e peni- samari nella diocesi di Veroli (/^.), in-
tente, accese nel cuore religioso di Co- sieme al dipendente monastero di s. Do-
simo granduca di Toscana, la brama
111 menico di Sora (V.), Il cardinale si por-
di stabilireun monastero di questa ri- tò in Casamari per restaurare e benefi-
forma nell'abbazia di Buonsolazzo a i i car la chiesa e il monastero. Divenuto il
miglia da Firenze, il che permise Papa cardinalePapa Clemente Xl^avendo crea-
Clemente XI. L'abbazia di s. Bartolomeo to il nipote Annibale Albani cardinale, lo
in Forcolese di Buonsolazzo, fu già sulla fece abbate commendatario di Casama-
pendice settentrionale del Monte Sena- ri, e poi a di lui istanza e col suo assenso,
rio, monte celebre pel santuario da' Ser- avendo nel 7 7 rimossi 1 1 i cislerciensi da'
vi di Maria, nella vallecola del torren- due monasteri di Sora e di Veroli, per
te Carza, tributario del fiume Sieve, dio- farvi rifiorire la religiosa osservanza, vi
cesi e compartimento di Firenze. In ori- collocò gli esea>plari religiosi trappisti,
gine eia stuta un'abbazia di benedettini, altri cislerciensi della stretta osservanza,
subordinala all'abbazia di s. Gaudenzio che fece venire dalla Trappa di Buon-
a pie dell'Alpi. Nel 1820 d'ordine del solazzo in Toscana, a'quali il cardinale
Tescovo di Firenze Orso furono rimossi somministrò non poco deiiaro,per rimet-
i monaci di Monte Cassino, i quali spo- tere in essere la chiesa e il monastero di
gliarono in modo la casa di Buonsolazzo, Casamari, oltre di avergli compartiti al-
che cistcrciensi inviati colà per rimpiaz-
i tri favori e benefìzi, come leggo nel con-
zarli dall'abbazia diSeltimo,do veliero ri- lem poraneoCresciu) beni, i5'to/0f/("//rtZ'^-
correre alla repubblica fiorentina perchè silic.a di s. Maria in Cos/nedì/i a p. 83.
li soccorresse d'aiuti, come fece nel 82 i. i Afferma il Novaes, nella Storia di Cle-
Con bolla di Nicolò V del 1453, l'abba- mente XI, che questo Papa introdusse
zia di Buonsolazzo fu aggregata a quel- nell' antica abbazia di Casamari presso
la di Settimo, con obbligo di non dimi- Veroli, i trappisti della riforma del p.
nuire il numero de'monaci, portando il di Plance, e li provvide di lutto il necessa-
lui abbate il titolo di signore della Car- rio per rendere perpeltìa la fondazione,
za, da un distrutto castello detto la Car- per la quale rivendicò all'abbazia tulli i
za Vecchia. Dipoi Cosimo III ampliò il fondi che n'erano slati dismembrati, fra*

chiostro, dispose il monastero a somi- quali il celebre monastero di s. Domeni-


glianza di quello della Trappa, e con ma- co con tulle le sue dipendenze nel piano
gnificenza riedificò la chiesa, e neh 7o5 di Sora. Clemente XI mollo confidava
diede l'abbazia a' solitari della Trappa che
nella pleiadi questi religiosi solitari,
chiamati di Francia, che vi si recarono spesso diceva essere il mezzo più enioace
in numero 8 monaci, con licenza del
di 1 per placar l'ira divina. Indi nel 17 18 in
le diFrsància.Uno di tali religiosi ch'era Firenze stampò il p. ab. Giacomo: Breve
nolo al mondo col nome di conte d'A- i-agguaglio delle costituzioni delle ba-
viu piemontese, e che avea falla lumino- die della D-appa di Buonaolazzo e di
TRA TRA 137
Ciismnari della stretta osservanza del- maniera d'uscir di Francia, e penetrato
Vordìne ci'sterciense. Abbiamo ptire del si portò a Friburgo,
ne'd(Hninii Elvetici,
p. IVJalachia d'Inquibeii: I prodigi del- presentò a quel senato una supplica sot-
la grazia espressi nella conversione dì toscritta da un determinato numero di
alcuni grandi peccatori^ morti da veri trappisti, che domandavano d'esser am-
penitenti ne' monasteri della Trappa e messi in quel douìinio, e ne ottenne la

del Biionsolnzzo, Roma 1727. INel l.i.° luogo declinato per la novella
£;razia. Il

si legge la vita dei p. ai), de Rancé, e so- fondazione fu Valsanla, luogo così det-
no ripoliate le cosliluzioiii delia Trappa. to da un'antica colonia di certosini fon-
Nel I 782 fu soppressa la Trappa di Biion- data neli2c)5, che aveala poi abbando-
solazzo in Toscana, nelle tristi vicende nata neli78o, ed il numero di 24 l'eìi-
contro le case religiose; poscia i trappisti giosi fu quello che per allora con decre-
di Soia furono riuniti a cpielli di Veroli,ia to ne fu fissalo. Giunto il momento della
cui abbazia di Casamari fiorisce tuttora, loro partenza, alcune vecchie carrette a
innalllata dal fecondo sangue de'suoi reli- due rote con alcune panche ed una gros-
giosi martiri, come dirò al citato articolo, sa tela 5
per sottrarli alla pubblica curio-
comechè in origine fondata da 4sacerdoli sità, piucchè agli esterni incomodi del
\erolani pe'benedettini neri,da'quali pas- viaggio, fu la loro vettura, avendo per
sò a' cistcrciensi bianclii di Chiara va He e tutto equipaggio un sacco con alcuni abi-
da questi a'trappensi. Prima dell'introdu- ti da regolari e vari slrumenli di peni-
zione di questi erasi publ)licato nel i
707 tenza. Arrivati i 24 trappisti in Fribur-
in Ronui: Monasterii s. Mariae et ss, go, presenlaronsi al vescovo di Losanna
Johanniset Pauli de Casaemario hrevis per ricevere ia benedizione, indi volaro-
historia, studio et opera Philippi Ron- no al loro nido di Valsanla. Avvicinatisi
dinini faven tini digesta et illustrata. Il alla montagna, dislribuironsi in ordine
Rercastei nella Storia del cristianesimo di processione, e salendovi fecero echeg-
t. 3G, n° 60 tratta : Delle cinque Trappe giare quella solitudine d'inni, di cantici
fondate in mezzo alla rivoluzione fran- e di salmi. Entrati in chiesa, dato per sem-
cese. Riferisce pertanto, che nel tempo pre un addio al mondo, ripigliarono su-
in cui con una insultante compiacenza di- bito il loro tenore di vita, quello cioè del-
slruggevasi in Francia tutte le case reli- la solitudine, del silenzio e dell'esercizio
giose, nel len)po in cui più di 20,000 ec- d' ogni virili. Per quanto procurarono
clesiastici andavano a cercare un asilo que' felici solitari di occultarsi agli occhi
nelle variecontrade d'Europa, Iddio sem- del mondo, non fu però possibile che re-
pre ammirabile ne'suoi profondi consi- stasse occulto lo s[)lentlore delie loro vir-
gli, che sa trarre la luce dalle tenebre, si tù. La fuma de'nuovi elvetici trappisti si

valse de'decreti delia slessa assemblea di sparse per tutto rapidamente. Oltre un
Francia per portare le piò strette osser- numero considerabile di personeche cor-
vanze dei suoevangelo in 5 tii (Ferenti pae- sero ad arruolarsi sotto Io stendardo del-
si. Alla condizione di tulle le altre comu- la croce e della penitenza, si domanda-
nità religiose dovette pur soggiacere la rono dalle Fiandre e Spagna alcune co-
Trappa diJNormandiadel p.Rancé. Quan- Ionie di que'soiitari.Contemporaneameu-
do giunse colà l'infausto annunzio delift le si progettò di mandarne una in Pie-
sua sop()ressione, il maestro de'novizi ne monte, ed anche un'altra nel Canada. Co-
fu più degli altri costernato. Sospirando sicché dopo la rivoluzione francese 5 fu-
altamente sul destino di quelle tenere rono le trap[>e nate dalla distruzione di
piante alla sua cura adidale, pensò di fon- quella della Normandia e dalla fondazio-
dare una Irappa uclla Svizzera. Trovò la ne di t|uclladi Friburgo, il Rci'cualci pai-
i38 TRA TRA
8a quindi a parlare nel seguente modo, nuove troppe ne discorre neh' opusco.
se
ilei rigore di vita di questi nuovi trappi- lo intitolalo; Notìzia compendio sa de'
sti.'* Per quanto austere fossero le trop- monasteri della Trappa fondati dopo
pe cheprecedeltero quest'ultima, non po- la rivoluzione di Francia, Torino 794. 1

tevano però eguagliarla nel rigore e nel- Se ne dà contezza nel n.° 33 del Gior-
l'austerità. 11 fervore per la solitudine, nale ecclesiastico di Roma del 1 795. A I

per l'allontana mento dal mondo mostra- tre analoghe e posteriori notizie sulle
to e praticato dall'abbate di Rancé, pa- trappe medesime si leggono ne'n.» 21 e
rca che fosse quasi un tepore per i nuo- 22 dello stesso Giornale del 1797. Ri-
vi cenobiti. Diamone una breve idea. Pa- tornata la pace in Europa, non solamen-
tire gran freddo nell'inverno, poiché an- te si riaprirono diverse dell'antiche trap-
che nel clima pjù asjTi'o, e nel forte della pe, ma fondarono delle nuove, del-
se ne
stagione piti rigida si sta in chiesa a ca- le quali darò alcuni generici cenni. L'ab.
po scoperto, anche di mezza notte, ne al- HjeWoiYìo, Continuazione della storia del
cuno può mai scaldarsi, se non per bre- cristianesimo t. 2, p. i65, dice che nel
vi momenti, stando in piedi. Patire gran 181 Sconistuporesi rivide nel suolo fran-
caldo nelTestate, usando trappisti di non i cese nuovamente allignare monaci del- i

asciugarsi nemmeno sudore della fron-


il laTrappa,i quali ricuperarono la loro an-
te, se non fosse per levarsi qualche goccio- tica abbazia di Meilleraye o Melleraj%
la che cadesse negli cechi. Alzarsi lutto villaggio del dipartimento della Loira in-
Fanno circa la mezza notte, e qualche feriore, presso Lavai (dopo la stampa di
volta anche prima, per non coricarsi più. tale articolo, essendosi di recente istitui-

JNon appoggiar mai il dorso, quando si to il vescovato di Lavai sulFraganeo di


quanto uno sentasi stan-
sta a sedere, per TourSf in quest'ultimo articolo ne par-
co. Non manciiare
a che una sola volta al lai) nella diocesi di Nantes (ove ne feci

giorno per8 mesi continui. Nutrirsi de'ci- parola, sì del la celebre abbazia cistercien-
hi più grossolani e talvolta disgustosi, ri- se, che della ripristinala Trappa), e rin-
nunziando per sempre all'uso del vino, novando tulli i rigori della regola loro

delle carni, de'pesci, delle uova, del bu- austenssima in quell'asilo posto fra irte

Lavorare ogni gior-


tirro e sino dell'olio. boscaglie, » Il brevissimo sonno, l'insipi-

no molle ore, e fare bene spesso de' la- do cibo, il grossolano vestilo, il faticoso

vori faticosissimi, anche a digiuno. Can- lavoro, l'assidua preghiera, perpetuo il

tare in chiesa, e sahneggiare in una ma- silenzio, la scavata fossa sempre aperta

niera flìlicosa assai, per lo spazio di quasi dinanzi agli occhi, saranno ognora il ter-
8 ore ogni giorno, più dii i nelle dome- rore d' un secolo dato a leziosa voluttà
niche e nelle feste ordinarie, e più di 12 ed a turbolenta ambizione." Pio VII col
nelle solennità grandi. Praticare abitual- hvtveLihentissimequideniyde i o dicem-
mente un gran numero di penitenze ben bre 8 6, jSì///, Rom, cont, t. i4>p' "^^^^'i
1 1

alte a tormentare corpo e combattere


il Conflrniatio restitutionis nwnasteriisub
tutte le inclinazioni. Vestire un abito in- titulo B. Mariae Firginis de Por tu Sa •

comodo egualmente d'estate che d'inver- lutis dioecesis Cenonianensis prò fra-
no. Non coricarsi che su dure tavole, con trio US ordinis s. Bencdicti prioris ob-

un sacco di paglia per guanciale. Osser- servantiac Cistcrcicnsibus nuncupatis-


vare un perpetuo e rigoroso silenzio chp della Trappa - et approbatio electionis
durerà per tutta la vita. Non sapere mai superiorisfactae absque secretis suffra-
più cosa alcuna del mondo, de'parenti, Anche
giis. la gran trappa di Perche in
e molto meno degli amici." Con maggior Normandia del p. Rancé venne nel 1816
detlagUo e co'particolari sulle j discorse ristabilita, e tosto riiior^ nell'austera os-
TR A T U A 1 3()

lervonr.a prescrllla (ial suo ilhislre l'ifor- IX.ll Papa Gregorio XVI, ad esempio dei
iiiatoit'; dipoi e eli leceiile la parrocchia suoi predecessori, soleva distribuire a di*
tliSolignysirecò in essa processionalineu- verse chiese di Roma, massime regolari,
lea ricevere dal p.abbate le reliquie diNo» le CamlelecXìQ^W venivano offerte in del"
\!e Martiri, di cui gli nlluali religiosi fau- la festa della Purificazione , delle quali
no in terra rivivere le virtù. »» Fu impo- oblazioni riparlai nel voi. Vili, p, 268,
nente spettacolo quel solitario luogo, da donandomi bcnigMamentc lotte quelle
ogni parte coperto di popolo; canti di alle- che avan/avano di.po tale ordinaria di-
grezza e di trionfo echeggiarono fervoro- spensa. Però volle di[ioi fare un'eccezio-
>amente in ogni luogo, ove regna abitual- ne e riserva de* grandiosi e giganteschi ce-
mente il silenzio. Le campane suonava- rei del p. Geramb, orduiandomi di collo-
no, e si avanzava il corteggio degl' illu- carli nella sua cappella privata. Quindi nel
stri penitenti, i quali con abili corali, con suo testamento olografo e notissimo or-
accesi ceri, e tutti soiniglievoli alla cele» dinò che mi si dassero tulli i cerei del p,
sliale milizia, precedevano le gloriose re- Geraudj. Forse il nobilissimo e generoso
liquie. La pia coorte dopo aver lascialo suo animo feoe lale disposizione, perchè
il monastero entrò in uno spazioso viale restasse in tutta la sua integrità l'ampia
circondato da ahi ed antichi cipressi, nel donazione fattami sino dai .''giorno del 1

c»«i line vedovasi una maestosa croce. A. suo pontificato, dopo aver fallo godere ai
j>iè dello stendardo de'Martiri religiosi i trappisti si speciale e aifeltuosa distinzio-
tliedero Tulli mo bacio alle sante reliquie, ne, e qui lo dichiaro a monumento impe-
dalla folla onorate e venerale. " Queste rituro d'eterna gratitudine a Gregorio
sagre reliquie che si veneravano nella XVI, facendo rilevare la delicatezza dei
chiesa della Trappa, sono di ss. Rlarliri suoi sentimenti. Attualmente è procurato-
non però trappisti, e Tabbale cede beni- re generale in Ronia della congregazione
guauiente poi'zione di tali sagri tesori alla della Trappa, il p. ab. d. FiancescoRegis,
pietà de' parrocchiani diSoligny e diocesa- che risiede nel convento de'domenicani di
ni diSeez,i quali solennemente ne celebra- s. Maria sopra Minerva, trappisti furono l

rono la traslazione nella propria chiesa. inlrodolli in Algeri dopo la conquista che
jNVI pontificato di GregorioX VI si stabili ne fecero francesi, per secondare vo-
i i

in Roma il p.ab.xM/GiuseppedeGeiaudj, leri del leLuigi Filippo,e formarono uno

procuratore generale tie'cislerciensi del- slabiiimento agricolo a Staoueli. V in-


la congregazione delia Trappa. Egli è au- nalzarono un monastero a 4 facce, eoa
tore di vari opuscoli ascetici e di voti, non grande e bellissima cappella, essendogli
che del Pderiiiage à Jcrnsalem et au slata concessa una vasta estensione di ter-
Moiit Sinai; e del Foyage de la Trap- re incolte, che tosto resero feconde e flo-
ne à Home, Questo religioso fu stimala ride. Edirìearono un ampio e gratuito o-
da quel Papa, e di lui feci cenno nel voi. spizio peralbeigar viaggiatori, fattoria,
i

XXXIll,p.i3. Il p.ab.Geramb nella fe- laboratorii, mulini e ollicine. Questa in-


sta della Puridcazione olfriva a Grego- trapresa è una delle migliori colonizza-
rioXVI, in nome della religiosa famiglia zioni che finora sonosi falle in quella re-
de'lrappisti di Rancé, un cereo che si di- gione. 1 religiosi ricevono cai italevolmea-
stingueva per la grandezza del peso e per te i convalescenti degli ospedali, gl'indi-
la ricchezza degli ornamenti. In dorale genti e (piellichoceicaiKt occupazione,ua
lettere vi poneva delle epigrafi o delhe i- ricovero e ilei pane. IN'eirollobrei 847 il

scrizioni corrispondenti. Il n. h^(\q\ Dia- retli Francia Luigi Filippo, colla regina
rio ih Roma del 184? •'l^orla l'iscruio- consorte e la reale sorella, si recarono a

ne poktu &ul cereo presenluloul Papa l'tu Mortugneper visitare la gran Trappa del
i4o TRA TRA
p. IXancé. L'abbate ricevelte gli augusti la sete dell'oro e la passione de' comodi
personagij;! alla testa della famiglia religio- della vita, rendonsi poco suscettibili di
sa, e pronunziò un analogo discorso, a cui comprendere un tal disprezzo de' godi-
con allro rispose benignamente il e,ricor- i menti materiali, non poterono ricusare la
daudo d'aver visitato il monastero col suo loro ammirazione e le loro simpatica que-
avo e la sorella nel 1 788, promettendo la sti uomini lutti celesti. Alcuni illumina-

sua prolezione e benevolenza alla casa reli- li e commossi alla vista di tante virtù, do-
giosa. Nello stesso 1847 ' trappisti dell'ab- mandarono non solo di convertirsi al cat-
bazia di Gard, diocesi d'Amiens, essendo tolicismo, ma ancora di abbracciare la re-
sul luogo disegualo per costruirvi la stra- gola e la vita de'trappisti. Già neli852 i
da ferrala, furono costretti di lasciarla, ed trappisti di Getsemani eran giunti al nu-
invece si allogarono nella celebre e sum- mero d'82, de'quali 20 da coro. In vista
rnenlovala abbazia delle Sette Fonti nel- di questi felici risultati, molti vescovi de-

la diocesi di IVJoulins. Intorno alla chiesa si gli vStati-Uniti sollecitarono il p. Eutro-


formò la Trappa,in cui si recarono 70 re- pio di recarsi a fondare nelle loro dioce-
ligiosi. Il grandissimo giardino è attornia- si alcune trappe, offerendogli vasti terre-
to da grossissiuie mura; ed i terreni ch'e- ni per stabilirvisi. A tale effetto il p. Eu-
rano intorno alla badia e rendevano po- tropio tornò a Melleray , ed il p. abba-
co frutto, con l'eccellente coltura de* re- te gli accordò 3 1 religiosi, onde aprire al-
ligiosi migliorarono notabilmente.Scrisse tre case. Nel i85o
Francia nel luogo in
Drouet di Maupertuy, Istoria della ri- detto Pierre-qui-Ric, vicino Avallon nel-
forma dell'abbazia, di Sette Foriti^ Pari- la Borgogna,in un vallone solitario in mez-
gi 702. Presso Louisville (di cui nel voi.
I zo a' boschi, l'ab. Muard distinto eccle-
LUI, p. i36) in America grandeggia la siastico della diocesi di Sens, fondò il con-
'J. tappa di Nostra Signora di Getsemani, vento e fu il I ."priore de' Trappisti-Pre-
fniulala nel 1848 dal p. Eutropio con io dicatori. L'istitutore nella fondazione dei
religiosi trappisti di Melleray, e presero religiosi sacerdoti, ebbe per iscopo di op-
possesso di vasti terreni acquistati a basso porsi al sensualismo dell'epoca nostra più
jirezzo. Immediatamente ti dissodarono coll'esempio che colla parola. Espiazione
e ritlusseroagricoli, con que'mezzi e scien- e Predicazione, ecco la sostanza dell'isti-

za pratica ch'essi perfettamente posseg- lozione. Tolse pe' suoi religiosi tuttociò
gono. La loro presenza produsse una fe- che la regola de'trappisti ha di più seve-
lice impressione negli stessi protestanti. Il ro. L'astinenza e il digiuno vi sono perpe-
sorprendente spettacolo fino allora per es- tui: gli alimenti magri conditi col solo sa-
si incognito di una vita continua di silen- le, perchè sin l'olio vi è proibito. Nel mo-
zio, di preghiere e di fatica, parla ades- nastero il silenzio non può essere rotto
si più etoquentemeule della divinità del che con licenza del supcriore: il letto dei
caltolicismo, e produce tali meraviglie religiosi non è che una stuoia; non mai
più che tutte le discussioni e i libri di bevono vino. I lavori delle missioni non
controversia. 1 protestanti d' ogni parte li dispensano manco dall' osservanza di
i.
accorsero a contemplare questi silenzio- queste regole. Nel "agosto1 85 1 nel mo-

si trappisti sempre occupali di Dio e del- nastero de'trappisti di Fontgombaud, nel-


reternilà, dissodando le loro terre col su- l'arcidiocesi di Bourges, presso Blanc lun-
dore della loro fronte, mangiando il pa- go la Creuse, abbazia fondata pe'benedet-
ne della povertà,enoudimenosempre con- tini nel secolo XI, segui l'inaugurazione
lenti della loro sorte, cantando lieti le Io- della colonia agricola penitenziaria confi-
di di quel Dio, che dà il pascolo anche ai dala dal governo francese a que' religio-
piccoli uccelli. Quegli americani che per si. E' una peua grande il dover allevare
TRA TRA i4r
giovani detenuti; ma pur tuttavia onore celebrò i servìgi prestati all' agricoltu-
a coloro die si dedicano a sì penoso eser« ra dagli ordini religiosi, eparticolarmen»
cizio. La società deve incora^olarli e be- te da' trappisti. Disse fra le altre cose,

nediili. Cosi i detenuti si abitueranno al M Che un Trappista ? E' un uo-


cosa è
lavoro con uomini laboriosi incaricati a mo fatto come ognuno di noi, coli' ec-
far loro le veci di padri; ed edificandoli col* cezione eh' egli è un poco più mode-
le sublimi virtù che praticano, diverran- sto, un poco più temperante, che dorme
no buoni cristiani , virtuosi e morali , e meno, e perciò è migliore. 11 sonno trop-
rientrando nella società vi terranno de- po prolungato, altrimenti detto la pigri-
gnamente il loro poslo.Nel dicembre iS5i zia , la tavola e la lingua sono stale la
una fondazione della più grande impor- causa di molte miserie in questo mondo.
tanza si fece neir estremità del diparti- Non è mestieri esser molto iniziali nella
mento di Gers. I trappisti presero posses- scienza d'Ippocrate per indovinar questo.
so di una solitudine che sembrava fatta Sìjhavvi pericolo a dormir troppo, a man-
per essi, e il cui antico nome pareva che giar troppo, e a parlar troppo. Ora il trap-
chiamasse i novelli abitanti. 11 luogo si pista dorme poco, mangia anche meno,
chiama Nostra Signora del Deserto, ed è e non parla punto. Dal che avviene ch'e-
situato fra Cologne, l'isola Jourdain e Ca- gli non solo sia un santo, ma anche un a-
dours: appartiene in egual modo al dipar^ bile agricoltore, ed ecco perchè io voglio
timenlo di Gers e a quello dell' Alta Ga- presenlarvelo come un modello in tutto-
ronna. Il Tarno e la Garonna giungono ciò ch'è suscettibile d'essere imitalo da
quasi a così venerato santuario; i Pirenei voi. Voglio altresì provare all'uomo dei
ne restano molto lontani. Questi 4 dipar- campi, la cui vita è spesso una vita di pri-
timenti risentiranno ben presto vantag- i vazioni, che esistono uomini i quali avreb-
gi de'nuovi ospiti religiosi. Tutta la con- bero potuto procurarsi nel mondo tutti ì
trada fu in festa nel veder giungere fi- i godimenti della vita,eche si condannano
gli di s. Bernardo e del celebre p. ab. di volontariamente a mangiar meno, a dorr
Rancé. Il clero de'iuoghi circonvicini an- mir meno, a lavorar più dell'operaio delle
dò a incontrarli. Ma i muri della colo- nostre città, più dell'abitante delle nostre
nia essendo appena per metà innalzati,! campagne. Il trappista si leva ogni giorno
trappisti li compirono, e frattanto passa- alle 2 del matlino,ad un'ora le domeniche,
rono l'inverno in una specie di stalla, co- ed a mezzanotte giorni di grande solen- i

ricati la notte in pessimi letti e appena nità. La preghiera ed il lavoro manuale


coperti dalla pioggia a mezzo d'un letto. occupano tutto il suo tempo, fino alle 8 di
Condizioni così dure sono quasi sempre sera,in cui va a riposarsi. DallaPasqua fino
lo stato normale de'trappisti, poiché go- a' i4 settembre il trappista fa due pasti,
dono nelle privazioni. La colonia religio- ili.° allei I 1/2 antiaieridiane, il 2.° alle
sa e agricola presenta le circostanze più 6 delia sera; il resto dell'anno non ne fa
favorevoli, e diverrà scuola modello. Or- che uno, alle 2 1/2, e nella quaresima al-
mai le case de'trappisti sono di loro na- le 4 pomeridiane, consagrando non più
tura eccellenti campi di coltivazione. Nel che mezz'ora a questo unico pasto del gior-
i852 il cardinal Donnei attuale arcive- noe della notte, lo ebbi la fortuna di pas-
scovo di Bordeaux, pronimziò alla festa a* sare alla Trappa gli 8 giorni che prece-

gricola di Lalande (con quell'elo-


s. Ciers dettero la mia consagra/ione episcopale
quenza mirabile di cui diedi pure saggio nel 1 835. In quell' epoca, come sempre,
ne'vol.LXX, p. 1G7, e LXXVll, p. 54), l'ordinario consisteva in una zuppa di pu-
davanti ad una folla di contadini accor- ree, una pietanza di legumi condita con
si ad essa, un lungo discorso nel quale sale e acquo, ed uu frutto era il compi-
i42 TRA T R A
mento della frugale mensa. Il trappista ri incominciati e compiuti da'padri dellfi

non conosce né carne, né pesce, né bur- Tiappa rivelino un'intelligenza paziente


ro, né uova, lo voglio provarvi, che an- ed attiva e profonde cognizioni in agri-
co astenendosi dalla carne e pregando coltura. Una delle loro officine colpisce
molto, si può essere virtuosi e mollo uti- d' ammirazione e di stupore Itilti i visi-

li ciltadinì. Contale dunque se potete i tatori... lo credo (l'aver detto abbastanz;»


servigi pieslati alla società da' conventi per provare, che i trappisti >ono uomini
della Trappa! Contate i campi dissoda- utili alla società". Sulle osservanze dei
li e migliorali, i terreni incolli e sabbio- trappisti, colla vita del loro istitutore e
si coperti presentemente di ricche mes- riformatore p. d. Armando Giovarmi le

si. Conlate poveri i vestiti e nutriti,! ma- Bouthillier de Raiicé, ne tratta ancora il

lati e gì' infermi soccorsi, gli orfani rac- p. Helyot usila Storia degli ordini mo^
colli. Si potrebbe adunque chiamare i ìiastici, l. 6,cap, r . Avendo proceduto con
trappisti i beoefattori dell* umanità, la lui nelle notizie dell'istituzione della gran
provvidenza di tutti quelli che stanno Trappa di Perche a Mortagne, mi rima^
intorno a loro. Una colonia di trappi- ne a riferire le principali osservanze dei
sti è un intero villaggio, ove trovansi i trappisti, olire il già narrato. Secondo
diversi generi di mestieri. Al fianco del dunque il p. Helyot, contemporaneo del
trappista coltivatore sta il mugnaio , il la riforma della Trappa, sono le seguen-
fabbro, il falegname, il meccanico, e tut- ti,ed in processo di tempo avranno su-
ti questi uounai lavorano dallo spuntar bito delle variazioni, che sono andato di-
del sole fino al tramonto. Vorrei che il cendo. Poiché iu alcune trappe, per te cir-

tempo mi permettesse di dirvi ciò ch'essi costanze de'lempi, i Papi rallentarono al-

hanno fallo alla Meilleraye, a Mortagne, quanto l'austerità della vita e modifica-
al PortodelSalut,a Valsainte, ad Aigue- rono la qualità del nutrimento, come in
belle, a Briquebec, a Font-Combaut, a quella di Casamari, nello stalo pontificio,
Sette Fonti, a Slaoueli, ed udireste quai ferme però restando la sostanza dell'os-
prodigi opera la fede, l'amor di Dio, ed servanze religiose,secondo l'istituzione del
il desiderio d'essere u\\\e a'suoi sitnili. lo riformatore p. ab. de Rancé. I trappisti
3o anni fa uno de'luoghi,che
visitai circa nell'estate vanno a riposare 8 ore dopo
poco tempo dopo scelse per sua residen- mezzodì, e nell'inverno 7 ore 1/2. S'alza-
za una colonia di questi religiosi. Il terre- no 2 ore dopo la mezzanotte per andare

no non era ricoperto che di rocce, di bo- a recitare mattutino, qonsuruaudovi due
scose e fangose pahidi, né si osava tra- ore e mezza, imperocché al grande uffizio

versarlo a cavallo a motivo delle frane che aggiungono quello della Madonna, e tra
vi si rinvenivano ad ogni passo. In oggi l'uno e l'altro uftizio fanno una mezz'ora
i campi di un'ammirabile fecondità rim- di meditazione. INe'giorni in cui si dice l'uf-
piazzano le paludi e le felciaie; gli scogli fìzio della feria, recitano ancora l'uffizio

o rocce sono iu gran parte scomparsi sot- de* morti. Dopo mattutino , nell' estale,
to il terreno vegetabile, e la falce vi miete ponno andare a riposarsi nelle loro celle
hbeiaoìente i ricchi prati, creazione del fino all'ora dii.^, ma nell'inverno si riti-

pio cenobita. De' canali ingegnosamente rano tutti in una camera comune, vicina
distribuiti rendono freschi que' verdeg- al luogodestinato per iscaldarsi,nella qua-
gianti boschetti; altri canali sotterranei, le ciascuno da se applica alla lezione di

«cavati oltre ad un metro di profondità, qualche libro. I sacerdoti però ordinaria


ricevono le acque de' terreni umidi e le mente in questo tempo celebrano la lor»
scaiicano in un bacino che alimenta di- messa. Cinque ore e mezza dopo la mez-
versi molini. Parmi the tulli questi lavo- zanotte dicuuoi/, indi vauno nel capilo-
TRA TRA 43
loovesl trattengono mezz'ora circa, fuor- te avviene. Queste tavole sono nude e sen-
cliè in l'Cili giorni ne'quali più lungamen- za tovaglie, n)a tenute con molta propiie-
te vi dimorano per ascoltare l'esortazio- tà. Ogni religioso ha la sua salvietta, la

ne (ìell'abbaleo ilei priore. Passale 7 ore tazza di maiolica, il coltello, cucchiaio e


dopo mezzanotte vanno a lavorare; cia- forchetta di busso, che stanno sempre nel-
scuno allora si spoglia della sua cocolla, lo slesso luogo. Sidà loro del pane a suf-
e rin»boccando sopra le ginocchia l'abito ficienza,un boccale d'acqua e un altro di
di sotto, alcuni lavorano e vangaiiola tet- sidro formalo di pomi spremuti, non pie-
ra, portano il letame al giardino, segano no, poiché quanto manca a colmarlo de-
il fieno; altri vagliano, altri portano del- ve servire per la refezione della sera. Il

le pietre, applicandosi ciascuno al lavoro loro pane è molto nero e umido (si ten-
assegnatogli, mentre non dipende dal lo- ga presente che parlo col p. Helyot edi
ro arbitrio l'eleggere quel lavoro, che più suoi tempi), mentre non stacciano la fa-

si confà alla loro inclinazione. L'abbate rina , facendola soltanto passare per un
^tesso si applica al lavoro, e sovente si oc- crivello,donde ne deriva che in essa resta
cupa ne'[)iù vili ministeri; e gli uni e gli la maggior parie della semola. E' data ai
fliiri si eccitano colla forza dell'esempio. trappisti una minestra talvolta d'erba, o
Quando il tempo non permette d'uscire di piselli o lenticchie,ed altri legumi,giam-
nll'aperto, ripuliscono la chiesa, scopano mai condita con burro o olio. Ad essa ag-
i chiostri, nettano il vasellame, fanno il giungono due scarse porzioni ne'giorni di
bucato, mondano i legumi, e alle volte sie- digiuno, cioè un piattellodi lenticchie e un
dono in terra gli uni presso gli altri ra- altro di spinaci e di fave,© di polenta si

schiando delle radici, senza giammai pro- di farina che di lritello,o di carote e altre
ferire parola. Vi sono nelle trappede'luo- radici secondo le stagioni. Le loro ordi-
ghi destinali per lavorare al coperto, nei narie salse sono di acqua e sale, talvol-
quali molti religiosi stanno occupati gli ta mescolate con tritello o latte. Dopo il

uni ascrivere de'libri di chiesa, altri nel pasto si dà a* religiosi due pomi o pera
legarli, altri in fare da legnaiolo, altri in colte o crude. Finito ilpranzo comincia-
non es-
tornire, ed altri in diversi lavori, no a rendere grazie a Dio in refelloiio e
sendovi cosa necessaria pel monastero e le vanno a terminare in chiesa, poi si ri-

a' loro usi che da loro medesimi non la tirano nelle loro celle, ove ponno appli-
fiìbbrichino. Quando hanno travagliato carsi alla lezione e alla contemplazione.
un'ora e mezza vanno a recitare Torà di Passala circa un'ora ritornano al lavoro,
3.", indi assistono alla messa e dopo di- ripigliando quello lasciato la mattina o co-
cono l'ora di 6,", poi si ritirano nelle loro minciandone altro. Questo lavoro dura
celle, ove si applicano alla lezione. Ciò fat- un'ora e mezza circa. Dato il segno pel riti-
to si portano a cantare l'ora di g.', se pe- ro, ciascuno lascia i zoccoli, riprende la
ro non è giorno di digiuno, nel quale l'tif sua cocolla e si ritira nella propria cella,
fìzio si pospone, ne si dice l'ora di 9." che ove legge e medita fino ad ora di vespe-
poco avanti mezzodì. Dopo g." vanno al ro, quale recitano 4 o>'e dopo mezzodì,
il

refettorio, il quale è mollo ampio, con un e passata un'ora si recano nel refettorio,
lungo ordine di tavole d'ambe le parli. in cui ciascun religioso trova per refezio-
Quella dell'abbate è nel mezzo e dirim- ne 4 oncie di pane, del sidro, e due pei a
petto alle altre, a cui vi è silo capace per omele, e alcune noci ne'digiuni prescrit-
f) ovvero
7 persone. L'abbate si mette in ti .Qw.«. Ne'digiuni
dalla redola. imandati
..- v.igumi poi COI
capo di essa, tenendo a sinistra il priore, dalla Chiesa, danno due oncie di pane
si

e alla destra i foraslicri, qualoia vi siano una sola bevanda. Quan-


e del sidro per
e mangino nel refellorio, il che rare voi- do non digiuuauo, attrappisti sì dà ìovo
i44 TRA T II A.

a cena del sidro, una porzione di radiche, eia che reggono due cerei. I forastieri no-
ilpane e qualche mela o pera; nel qual no albergati nelle trappe con molta cari-
tempo a pranzo non hanno che una por- tà, e alcune tavolette appese alle mura
zione di legumi e la minestra. Per tale delle loro camere, gl'informano della ma-
cena o colazione impiega no un quarto niera per diportarsi in tali santi luoghi.
d'ora, restando loro mezz'ora per pas- L'ordinarie pietanze che loro si presenta-
sarla in solitudine, scorsa la quale si por- no, consistono nella minestra, in due o tre
tano nel capitolo, ove si legge qualche li- piatti di legumi, in un piatto di uova, ma
bro spirituale, finche passale 6 ore dopo giammai quantunque gli stagni ne
pesce
mezzodìjSi dice compieta e poi si ora men- abbondino. Le bevande sono il sidro e
talmente mezz'ora. Prima d'uscire dalla l'acqua, il pane è quello de'trappisti. Ta-
chiesa e rientrare nel dormitorio, sono i li erano le costumanze vigorose diqueUi

trappisti aspersi con 1* acqua benedetta primi tempi di loro istituzio-


religiosi ne'
dall'abbate. Per riposare se ne dà il cen- ne. Ora riporterò alcune altre generiche
no 7 ore dopo mezzodì, e dormono re- i nozioni, che ricavo dagli scrittori de'trap-
ligiosi vestili sopra un pagliariccio trapun- pisti, da' quali di comun consenso si ce-
tato che giace sopra le tavole, con origlie- lebrano per menare vita veramente an-
re pieno di paglia e una coperta. Neppu- gelica. Mirabile è la dolce serenila dipin-
re quando sono infermi è loro permessolo ta continuamente sul loro volto, la quale
spogliarsi, e dimorando in questo tempo sembra aumentarsi in proporzione delie
iieirinfermeria,si accorda ad essi di giace- loro austerità. Edificano tutti i fedeli col-

re su pagliaricci non trapuntati, e di rado la riputazione della loro penitenza, degna


avviene che in tale htalo si conceda l'uso de' primi anacoreti. Non avvi spettacolo
de'pannilini, se pure la malattia non fos- piti commovente di quellocheolfre il rac-
se gravissima. Bensì nelle malattie i trap- coglimento continuo de'religiosi al lavo-
pisti sonocon somma carità trattati, man- ro, al refettorio e soprattutto alla chiesa:
giano uova e carne, esclusa quella de'vo* niente di più edificante della loro salmo-
come sono vietali
Jalili, i frutti confettati dia, massime nella compieta,facendo pau-
o candili; e quando un itifernìo è vicino sa tra' versetti, a fine di far entrare nei
n n>orle, l'infermiere o il superiore prepa- loro cuori i sentimenti espressi dalle pa-
ra della paglia e della cenere, in forma role del Salmista. Essi sono perfettamen-
di croce, e ve Io stende sopra al pmito di te morti alla propria volontà, vivono ia
spirare. Così agonizzante il maialo viene una generale mortifìcazione de'loro sen-
portalo nel coro in chiesa, ove riceve i sa- si, ed più leggieri falli si puniscono eoa
ì

gramenli,e rimane sulla cenere finché «lon lunghe prostrazioni. Colgono tutte le oc-
ha reso l'anima a Dio, circondato da'cor- casioni per praticare la pazienza e l'umil-
religiosi prostrali e recitandole preci per tà. Il superiore per esercitarli in queste
gli agonizzanti. Dipoi il defunto viene se- virtù, li tratta talvolta con molta severità,
polto in quella medesima fossa di già sca- eziandio nelle malattie. Sonovi de'trap-
vata colle sue stesse mani. Nelle chiese dei pisti di sì smisurato fervore , e si santa-
trappisti non vi sono uè candellieri d'ar- mente desiderosi di patimenti, che aggi un-
gento, né ricchi ornamenti, ogni cosa spi- gono altresì delle mortificazioni volonta-
rando semplicità e povertà: le pianete e rie a quelle che sono dalla regola ingiun-
)paramenti degli altari sono di saia. Tut- te. Ubbidiscono non solo a'superiori, ma
to i' ornauìento dell'altare consiste nel altresì all'infimo della comunità, tostochè
Crocefisso d'ebano, e in due platliglie di egli fa alcun segno. Allorché un trappista
legno fìtte nelle due parti estreme dell'al- è per far professione, scrive alla sua fit-
iare, dalle quali spuntano fuori due brac miglia per rinunziare a tutti i suoi b«ai»
TRA TRA 145
Falla Ih professione rompe ogni commer* venuta quella felicità che invano altrove
ciò co'suoi parenti e amici; e se ricortla- cercarono. L'abito de'trappisli è tutto di
si ancora del mondo, ciò non è che a fine lana, e situile a quello de'cisterciensi del-
di pregare per Ini. Non ricevesi cosa al- la stretta osservanza. Perciò consiste in
cuna nelle troppe, le qnali benché pove- una cocolla bianca, legata con una cintu-
re, pnre trovano il modo di fare abbon- ra di pelle nera, con maniche larghe, ed
danti limosìne.Qiiando l'abbate sa la mor- un cappuccio simile a quello de'foglian-
te d'alcun parente di qualche religioso, il ti o bernardoni; i conversi l'hanno di co-
raccomanda comunità, ma
alle preci della lor tanè, ed i novizi invece di essa porta-
senza specificarlo, e dicendo in genere che no una cappa senza maniche. Il p. Bonan-
il padre, la madre o altro congiunto d'u- ni nelCatalogo degli ordì ni religiosi, de-
no de'monaci è morto. Essi tengono tul- dicato aClemente Xl, nel 1. 1 p. 35 e 36, ,
i i

li gli occhi bassi, e non guardano mai gli riporta le monaco cisterciense
figure del
stranieri.solo passando innanzi ad essi fan- del monastero della Trappa in cocolla e
no un profondo inchino. Osservano tra lo- coperto di cappuccio, e del medesimo spo-
ro un silenzio continuo, e non si comu- glialo della cocolla, in atto di vangare la
nicano che per segni loro pensieri: non i teira. Egli dice, che si depone la cocolla
parlano che a'superiori, e non ponno in- da'monaci trappisti, ogni qual volta de-
lertenersi cogli stranieri che alla loro pre- vono impiegarsi in occupazioni servili e
senza. Quegli che apre loro la porla, pro- faticose; poiché lutti sono obbligati ogni
strasi dinanzi ad essi, e poscia li conduce giorno, eccettuate a lavorare per
le feste,

in una cappella vicina alla chiesa, affinchè alcune ore assegnate, o nella coltura del-
rifacciano la loro preghiera. Dipoi li con- l'orto o ne' ministeri vili della cucina, o
duce al parlatorio, ove dopo avere loro nel lavare le vesti, o in qualunque altra
fatto una breve lettura di pietà, racco- occupazione necessaria al mantenimento
manda il silenzio e li prega d'avvertire loro. Mentre sono occupali in esse, por-
che non dicano o facciano cosa che pos- tano sopra la camicia di lana un'altra to-
sa disturbare la comunità. Gli ospitalie- naca bianca, sopra cui è uno scapolare ne-
ri non parlano che quando la necessità ro poco più lungo de'fianchi, cinto attor-
Io esige. Siccome l'umiltà è una di quel- no a'medesimi; a questo è unito un pic-
le virtù che più si ammirano ne'trappisti colo cappuccio alquanto aguzzo, con cui
dagli stranieri, all'udire di quelli che han- coprono il capo, e quandocolti vano la ter-

no il permesso di parlare, altro non sono ra, invece di scarpe adoprano certe pia-
che peccatoi i, e nulla dicono mai che tor- nelle, che francesi chiamano snbot. Men-
i

nar possa a gloria della loro casa. La vi- tre si trattengono in queste opere servili e
ta de'trappistinon èche un continuo me- laboriose, se odono il suono della campa-
ditare, un lavorare, un pregare, un tace- na, lutti si prostrano inginocchioni, e reci-
re. Entrali nelle trappe, tutte le relazio- tanoalcune preci assegniate dal superiore.
ni, lutti i legami si spezzano; tutte le lu- A 'nostri giorni ilCapparoni nella lìaccol-
singhe, tutte le illusioni svaniscono. Non tadegli ordini religiosi, v\\)voi\iisse la fi-
y'ì è che un solo pensiero, la morte! un gura del trappista in cocolla, con quanto
desiderio solo, iddio! Quanti che sembra- dell'origine de'trappisli e costumanze di
vano posti sulla terra solo per essere se- essi avea scritto il p. lìonanni. Nel t. 20, n.'
gno all'invidia dell'universale, abbando- 27 i\e\Wdlhnni di Honia si vede l'imuia-
nali gli agi,i fasti, le grandezze,sonosi rin- gine d'un trappista in cocolla e colla te-
chiusi fra «pielle mura, e vestita la ruvi- sta tutta tosata, in allodi meditare, aven-
da lana della bianca cocolla, cinta a'fian- te in mano e a'iali gli attrezzi rurali, con
chi la stringa d'un nero cuoio, hormo rin- articolo di Luigi Curion, celebrante qua
VOL. LXXIX. IO
i46 TRA TRA
sii religiosi e i lóro cenobi. Non mancaro- sta che si celebra a'6 agosto, istituita per
no fa Isi filosofi, che biasiuìa rono le austeri •
celebrare la memoria del giorno in cui
là praticale da questi piisolitariÌ5UOu che GcsÌL Cristo apparve in uno stato glorio-
quelle praticate dagli antichi romiti. Ma so conMosè edElia profeta sopra un mon-
\e ausìev'dìì òeWa peni te fiza sono una con- te, dove egli avea condotto gli apostoli s.

seguenza della dottrina di Gesù Cristo, e Pietro, s. Giacomo maggiore, e s. Gio-


sono autorizzate dall'esempio de'Profeti, vanni, i quali videro la gloria stolgoreg-
di s. Gio. Battista, dal Salvatore medesi- giante di cui era rivestilo il Figlio di Dio,
mo, dagli Apostoli, e da quasi lutti i San- ed ascollarono la voce dell'Eterno Padre,
ti della primitiva Chiesa. Gli Annali del- che disse loro: Questo e il mio Figliuolo
le scienze religiose ^sevìe .""j
9, p. 307,
I 1. 1 diletto ^ nel quale io mi sono compia-
rendono ragione dell'opera intitolata: / ciuto; ascoltatelo, L'Evangelo non dice
V ordine de'Cisterciensi
Trappisti^ ossia quale fosse il monte sul quale Gesù Cri-
alsecoloXIX. Storiadella Trappadal- sto condusse i 3 discepoli, ma si ritiene
la sua fondazione Jino a' nostri giorni per tradizione che fosse il monte Tahor^
1 4o- 844»'^'^^ CasiniiroGaillardin,Pa-
1 come rilevai in tale articolo, dicendo inol-
rigii844' Anche questo scrittore dimo- tre delle 3 chiese (e monastero) ivi erette
stra che la regola della Trappa non è
j da s. Elena per eternare memoria del
la
funesta a'suoi abitanti^ e che la penitenza glorioso mistero, visione e prodigio com-
la quale vi si pratica è utile eziandio al- piuto sul medesimo, in tempo di notte,
la società. come vuole il Butler, con nozioni ana-
TRASARIO (s.), abbate di Fonlenel- loghe. In oggi non rimane che una cap-
le. Uscito da una illustre famiglia di Be- pella in rovina, nella quale ogni anno la
nevento, fuili 6.° abbate di quel famoso comunità di Nazaret vi si reca in pelle-
monastero, seminario di santi. Abban- grinaggio nel giorno della Trasfigura-
donò il governo di esso nelTBiG, e morì zione per celebrarvi la messa, e cantarvi
semplice religioso. Neh 636 le sue reli- il seguente Evangelo di s. Matteo e. xvn,
quie furono levate di sotto l'altare per § 1-9.^» Gesù prese con lui Pietro, Gia-
riporle in una cassa. E' onorato a' 19 di como e Giovaimi suo fratello, e li con-
febbraio. dusse allo scartalo sopra una montagna
TRASEA (s.), vescovo di Eumenia in elevata. Ed Egli si trasfigurò al loro co-
Frigia e martire. Fiorì circa la fine del spelto,il suo viso risplendeva come il sole,
Il secolo, e Policrale di Efeso, citato da e le sue vesti divennero abbaglianti co-
Eusebio, lo rappresenta come uno de'più me la neve. E nel medesimo tempo Mosè
chiari lumi della chiesa d'Asia in quel- ed Elia apparvero parlando con lui. Or
l'epoca. Sembra ch'egli sia stato uno di Pietro disse a Gesù: Signore, noi stiamo
quelliche dichiararonsi contro gli errori benissimo qui; se lo Inamate, vi faremo

di Montano, prima che Apollonio, il qua- tre tende, una per Mosè ed
una per voi,
le scriveva nel air, confutasse lo stesso una per Elia. Egli parlava ancora, quan-
eresiarca. S. Trasea diede
per Ge- la vita do una radiante nube li ricoperse, e tutto
sù Cristo, secondo Apollonio, e credesi ad un trailo una voce dalla nuvola disse:
che abbia sofferto il martirio a Smirne Questi e il mio prediletto Figlio, in cui
verso il 177. Fu seppellito vicino a quel- riposi tutte le mie compiacenze j ascoi'
la città, ed è nouìinato il giorno 5 di ot- tatelo. E discepoli udendo quelle parole
i

tobre nel martirologio romano ed in altri. caddero col viso contro terra in un gran--
TRASFlGURAZlOiNEDI NOSTRO de spavento. E Gesù avvicinossi, li toccò
SIGNORE GESÙ' CRISTO, Domini e disse loro: Alzatevi, e non temete di nul-
Nostri Jesu in Thahore ascendenti. Fé* la. Allora alzando gli occhi non videro
TRA TRA i47
piò che Gesù solo. E
mentre discende- te,essendo suo costume di cercare qualche
vano dalla moiitngnn, Gesù loro disse:non hjogo solingo per fare orazione; e s. Cirillo
direle nd alcuno questa visione fino a che di Gerusalemme, s. Giovanni Damasce-
il FislitJolo dell' Uomo sia risuscitato da no, e più altri Padri antichi, affermano
morte." La storia della Trasfigurazione che secondo la tradizione de'crisliani di
di Gesù Cristo leggesi pure negli Evan- Palestina, questo mo!ite fu il Tabor, as-
geli di Marco e di s. Luca. La diffe-
s. sai elevato e anticamente coperto d'al-
renza di 6 a 8 giorni che trovasi fra la beii e fertilissimo, che s'innalza a modo
narrazione di s. Matteo e s. Marco con di piramide in una vasta pianura in mez-
quelladis. Luca, può naturalissimamente zo della Galilea. La Trasfigurazione del-
derivare dall' avere quest' ultimo inco- l' UomoDio accadde essendo lui in orazio-

minciato a conlare dal giorno della pro- ne ; e mentre orava, lasciò apparire w\\

messa che nvea fatto il Salvatore di ma- raggio della gloria dovuta alla sua santa
nifestare la sua gloria ad alcuno de'suoi uraanità,edi cui erasi spogliato per amor
discepoli, no al giorno della sua esecuzio-
fi di noi. Con questa gloriosa Trasfigura-
ne inclusivamente; mentre invece gli al- zione ci ha dato una prova di quella ch'e-
tri due hanno distinto soli 6 giorni che
i gli destina a'noslri corpi, una vera idea
passarono tra l'una e l'altra. Quanto alle della vita avvenire, allorquando riuniti al-
meraviglie che fanno alcuni sull'avere le anime nostre, ne partiranno la felicità
que'3 discepoli potuto conoscere Mosè ed nel regno de' cieli, colla contemplazione
Elia, vogliono alcuni che Gesù Cristo gli beatifica della stessa divinità. Osserva in-
avrà fatti loro conoscere o chiamandoli oltre il Butler, che durante la Trasfigu-
per nome od in qualche altro modo ta- razione, i 3 Apostoli videro Mosè ed E-'
ciuto dalla s. Manduit nella
Scrittura.il p. lia, i quali parlavano col Salvatore della
Dissertazione sulla Trasfigurazione , morte che dovea soffrire a Gerusalemme.
rispotide a tutte le dilìicoltà fatte std luo- Mosè rappresentava gli antichi Patriar-
go , sul giorno, e sulle circostanze della chi, ed i primi santi vissuti sotto la leg-

Trasfigurazione. 11 Butler ragionando di ge: Elia rappresentava gli ultimi Profeti.


(juesta festa e del raggio della gloria di Essi mostravano ambedue colla loro pre-
Gesù Cristo nel mistero della Trasfigu- senza, che tutti giusti ispirati da i Dio han-
razione, dice ch'Egli con esso volle mo- no, fin dal principio delmondo, reso te-
strare che i patimenti de'suoi servi sono stimonianza a Gesù Cristo come al vero
d'ordinario accompagnati da consolazio- Messia. Aveano inoltre sofferto non poco
ni, e darci una prova evidente della ve- ambedue per la causa della virtù. Elia es-

rità delle ci ha fatto di ri-


promesse che sendo statocrudelmenle perseguitato da*
compensarci in un'altra vita con una bea tristi, e Mosè avendo voluto piuttosto di-
liludine eterna. Un anno avanti la sua pas- videre le afflizioni del popolo di Dio, che
sione, manifestò la sua gloria a 3 de'suoi gli onori e i piaceri della corte di Farao-
discepoli, i quali poi furono testimoni di ne;e siccome l'amoreche ne porta vaGesù,
sua agonia nell'orto degli olivi. Il Salva- lo facea ardentemente sospirare il mo-
tore ne [jrese 3, aflinchè si dovesse pre- mento di spargere il suo sangue per noi,
star tede alla toro testimonianza, ma non non teneva con esso loro ragionamento
volle sceglierne un nihnero maggiore per che de'tormenti edelle ignominie che do-
dare a/I intendtM'e a quelli che credono in vea patire in Gerusalemme;ene avea pa-
lui, che debbono tener celate le grazie che rimenti parlato più volte co' suoi disce-
ricevono dal cielo. Gesù volendo operar poli, per mostrar loro l'ardentissimo suo
nel ritiro il miracolo cui meditavii, con- desiderio di consumare il sagrifizio di se
dusse i suoi 3 Apostoli sopra un allo mon- medesimo sulla croce. Il vescovo Sarncllii
i48 TRA TRA
Leti. eccl. i. 5,leU.24: Del giorno della sarà beata, ridonderà la beatitudine an-

Trasfigurazione del Signore^ celebra che nella carne risuscitata, per quanto n'è
il mese Óà agosto nel quale avvenne, di- capace, ricca di quelle 4 doti, di cui qui si

chiarando che s. Matteo scrisse che fu di dice : Resplenduit facies Solj ejiis sicitt

sabato, e s. Luca di domenica ,^per di- perchè il sole è chiaro in sostanza, im-
notare che le anime avranno la beatitu- passibile nella natura, agile nel moto, sot-
dine nel sabato dell'eterno riposo, i cor- tile nel raggio. L'annalista Baronio pro-

pi nella domenica, ch'è l'S."" della Risur- va colle testimonianze antichissime de'
rezione: però s. Matteo mette solo gior- i greci e de'Iatini, che la festa della Tra-
ni di mezzo. Riflette quindi, che Cristo sfigurazione è antichissima, e nelle note
avea 33 anni quando accadde nel prin- alMartirologio romano a'Q agosto^ cita
cipio di primavera la sua gloriosa Tra- pure il Martirologio di Vandelberto, il
sfigurazione, per cui quest'Evangelo si quale vi vea verso l'anno bJSo. In quest'ul-
legge 3 volte l'anno: il sabato ch'é T i i." timo si legge : Idibits octa\n morte pas-
giorno di quaresima, numero di trasgres- suray crucemque-Christi Santa caro,
sione come dicono Padri, lo legge pe*i aetìierani dedit antejlguram. Del me-
peccatori; la domenica ch'èili2.",nume- desimo sentimento sono l'annalista Spon-
niero soprabbondante,perchè le sue parti dano all'anno i456,n.°4j Tomassino, De
aliquot 1 a 3, 4, 3>, 6, giungono al 2 i, dierumFestor. celehralìone lib. 2, cap.
lo legge pe'penitenti, per gli profiscendi; 1
9, § 4; e Lambertini,De jPei'f/^ Clirisii,
I

a'6 agosto, numero di perfezione, lo leg- § 385. II discorso 90.° di s. Leone I il


ge per uomini augusti, pe* perfetti.
gli Grande, Papa del 44^, versa sopra il mi-
Quanto chein Giaco-
agli Apostoli, dice stero della Trasfigurazione del Signore,
mo si rappresentano gli attivi, in Giovan- che la Chiesa onora a'6 agosto; il che pro-
ni i contemplativi, in Pietro i superiori, va che tale festa si celebrava a Roma alla
la cui vita è mista di contemplazione e a- metà del V secolo. Benedetto XIV pro-
zione. Appartenendo ad ogni stalo d'uo- va, nella citata opera, che la chiesa roma-
mini questa Trasfigurazione di Nostro Si- na continuava a celebrarla nel pontifica-
gnore, il quale perciò vi adoperò tanti te- to di Gregorio IX. Quindi Papa Calisto
stimoni. La vocedel Padre fu testimonian- III con bolla del 1457, propriamenle non

za di Cielo, gli Apostoli testimonianza del- istituì la festa, ma la rinnovò ordinando

la terra. Elia venne dal paradiso terre- che si celebrasse con più solennità e rese
stre, Mosè ascese dall' infèrno, cioè dal universale, per l'avvenimento che anco
limbo de' ss. Padri. In Mosè si figurò la qui vado a ricordare. Mentre era cardi-
legge, in Elia tutto l'ordine de' Profeti nale, avea Calisto III, con mirabile stu-
rende testinionianza, presenti e futuri, pore di tutti, fatto preciso voto, che quan-
Per dimostrare,
della divinità di Cristo. do sarebbe divenutoPapa/arebbe guerra
che la legge ed Profeti conducono a
i nella maniera che mci^lio potesse a'tur-
Cristo, ed in Cristo hanno compimen- chi, onde procurare di toglier loro Co-
to. Gesù fu il primo de' trasfigurati. La stantinopoli. Elevato al pontificato nel
gloria di Mosè non era trasfigurazione, 1455, in adempimento della promessa,
perchè veniva di fuori. Gesù si trasfigu- subito sollecitò i principi cristiani a pren-
rò, perchè dalla faccia di dentro ricevè dere le armi, fece pubbliche preghiere e
tanto splendore quella di fuori. Al cui processioni per invocare il divino aiuto,
cospetto né il carro di fuoco, insegna ed allestì un'armata navale, meglio or-
perpetua del grande Elia,. né quelle cor- ganizzando la marina militare pontifìcia,
na di Mosè, non avea no luogo in tanta e colla quale fece delle conquiste sugli ot-
gloria. Così dall'anima umana, quando tomani. Più gloriosa riuscì al Papa l'mi-
TR A TRA 149
presa ili Belgrntlo (tli cui riparlai a Sb- mando composto da fr. Ja-
di Calisto III
mendria), fbite/.za anleinurale del cristia- copo Gii domenicano e maestro del s. pa-
nesimo in Ungheria. Trova vasi questa as- lazzo. iXelTanno seguente il Papa mori
sediata dal sultano Maometto li alla te* a'6 agosto, festa della Trasfigurazione, da
5o,ooolurcln. Contro di essi mar-
sta dii lui resa piùsòlenne. Anche l'annalista Ri-
ciarono il valoroso c.ìpilanoGiovanniUn- naldi dichiara che Calisto III non istituì

niade principe di 7Vr//^^//t^^/^/Vr,chiamato l'antichissima festa della Trasfigurazio-


il terrore de'lmchi e il difensore de'cri- ne, ma solo rinnovò con maggior solen-
sliani, assistito dal consiglio del pontifi- nità rendendola universale a tutta laChie-
cio legalo cardinal Giovanni CarvajaI, e sa, e da celebrarsi ogni anno in memo-
dal zelodis. Giovanni da Cnpistrano fran- ria della miracolosa e segnalata vittoria
cescano, il quale con un Crocefisso inal- conceduta da Dio a poco ninnerò di com-
berato in mano a guisa di vessillo, avea baltenti cristiani, i»i proporzione del for-
arruolalo un esercito di 4o>ooo uomi- midabile esercito ottomano. Narra il Car-
ni, e con esso alla loro testa cammina- della,che Calisto III ingiunse al cardinal
va. A* 6 agosto i4^6 r Unniade si sca- Carvajal di far celebrare per tulli i luoghi
gliò con tanto impeto e prodezza sopra d'Ungheiia e di Germania, soggetti alla
i turchi, che avendoli sconfitti ne tagliò sua legazione, con particolare solennità
ape7zi 6000, s'impadronì di tutte le loro la fesla della Trasfigurazione. Il Piazza
copiosissime vettovaglie, oltre 160 bom- ììfAV Enierolog;io di Roma i\\ce,d\Q la fe-

barde, nonché costrinse Maometto II a sta della Trasfigurazione del Signore, an-
precipitosa fuga a Costantinopoli, e ri- tichissima solennità della chiesa greca, fu
dotto a tale condizione, che se i pifincipi da'Ialini elevata a maggior venerazione
cristiani, lasciali gli odii e le guerre inte- per la conseguita villoria sui lurchi,con-
stine, avessero secondato le sante inten- cedendo Calisto III, che ne ordinò l'uf-

zioni del fervoroso Pontefice, con perse- fìzio proprio, a'fedeli che intervengono ai
guitare il comune nemico per mare e per divini uffizi, la medesima indulgenza che
terra, come egli vivamente gli esortava, acquistano quelli che intervengono alla
quel famoso conquislatore avrebbe per- funzione del Corpus Domini. Racconta
duto r impero di Costantinopoli, e non poi, con Durando, che in questa festa del-

avrebbe potuto conquistare quello diTre- la Trasfigurazione anticamente si consa-


bisonda e la Bosnia. Per memoria peren- grava nella messacol vino nuovo, e non es-

ne di questa splendida vittoria, ottenuta sendovene si spremeva nel vino del calice
nel gioino della Trasfigurazione del Si- qualchepocodi mostodelle nuove uve.La
gnore, Calisto III nel 14^7 f<^^"<^ piiìi celebre qual ceremonia denotava il regno glorio-
e n)aggioi mente solenne la sua festa, con so di Cristo, rap[)resentato nella Trasfi-
ordinarne la celebiazione generale nella gurazione,e figuralo nel vino nuovo, a se*
Chiesa, e colla concessione ancora delle conda del dichiaralo dallo stesso Cristo:
slesse indulgenze, colle q\iali si celebra Amodo non bibani de lice ^einniinc vi-
la festa del Corpus Domini. Il corrispon- tis, donec hibani illud novurn in regno

dente diploma, Inter di^'inac dispensa' Patris mei. Altrettanto si legge nel Ma-
tiouls arcana^ de'6 agosto, si legge nel gri al vocabolo Trans/iguratioy ove af-
Platina, Le l ite. de' Ponte/lei, in (piella ferma che in questo giorno anticamente
di Calisto III. Inoltre il Papa compose l'uf- si benediva l'uva nuova, ^'ella chiesa gre-

fjzio della Trasfigurazione, secondo Pla- ca si soleimizzava questo giorno dello del-
tina; ovvero al dire di Novaes, colla te- la sanla Metamorfosi seti Trasforniatio-
stimonianza tlel p. Quelli', Seripior. ord. /if'jCol digiuno della vigilia chiamato Pro-
Pracdic. 1.
1 , p. i) 3 1
, fu piuttosto per co» fcòtum, olliechc ricorre iltempo del di-
i5o TRA TRA
giuno dell'Assunta. Nel giorno poi della ludi quadro dal cardinale de Medici fu
il

festa per allegrezza mangiavano il pesce. posto nella Chiesa di s. Pietro Alonto-
Al Monte Libano^diceil Magri di aver ve- rzo, donde francesi lo portarono in Pa-
i

duto solennizzarsi la Trasfigurazione da' rigi e restituito a R.oma fu situalo al-


,

maroniti con molta allegrezza, poiché il l' ammirazione universale nella galleria

patriarca ascende con lutto il clero la ci- Vaticana adiacente al Museo Praticano
ma del Monte Libano, ove sono rimaste delPalazzo apostolico Vaticano (F.).
alcune poche piante de'tanto famosi e lo- Però quanto prima il meravigUoso dipin-
dati cedri, ed ivi celebra la messa pon- to, insieme a tutta la pinacoteca, va a ri-

tificalmente sopra un altare di pietra allo portarsi nelle stanze delle terze loggie',ove
scoperto, finita la quale i ricchi soleva- stava prima, per la miglior luce; dopo
no banchettare lautamente il popolo ac- essere slati rimossi gì' inconvenienti, pe*
corso. Aggiunge il Piazza, dicendo delie quali la galleria fu trasferita ove tro-
chiese ove in Roma se ne celebra parti- vasi , nonché migliorata la località. Di
coiaroìente la festa,che in quella di s. Ste- quesla meravigliosa composizione , che
fano del Cacco vi sono due pietre vene- sempre più palesa la profonda sapienza
rabili, che dicesi esser l'una dove posò i e filosofia artistica del sommo dipintore,
piedi il Signore trasfigurandosi, l'altra do- ove tutto é sovrannaturale e divino, ne
ve sudò sangue nell'oi to degli olivi. Leg- riparlai nel voi. XLVIF, p.io4, rilevan-
go nell' Onomasticoìi Rituale del Zac- do trovarsi nella Trasfigurazione piena-
caria : ìmmo et qfflcium ipse co
mpositi tj
mente osservato il fondamentale precetto
cioè Calisto IH, ex quo postea Pius V dell'unità, nelle due scene rappresentate
vcteres hymnos, et secundi nocturni le- nel sublime quadro, cioè il gruppo bellis-
ctiones expunsit^novasq uc suhstituit. Lo simo espresso sul Tabor,c l'episodio del-
stupendo miracolo della Trasfigurazio- l' indemoniato alle falde di esso, che la

ne porse degno subbietto all' immortale censura rimarcò mancare d'unità. Giù-
Rallaele pel suo grandioso e tanto cele- lioRomano forse lo compi in alcuna figu-
brato dipinto a olio in tavola, commes- ra di minor conto. Ne furono fatte mol-
sogli dal cardinal de Medici, poi Clemente rame, pri-
le copie, e infinite incisioni in

"VII, e riuscì il più nobile trofeo e capo meggiando quelledi Nicola Dorigny, Raf-
lavoro dell'eccellente suo pennello, ili." faele Moiglien,Pietrol3ettelini che pel suo
quadro del mondo. Il cardinale designa- lavoro si servì del cartone originale del-
va di collocarlo nella cattedrale del suo l'Urbinate, per cui vedonsi alquante con-
arcivescovato di Narhona^ dirimpetto al- siderevoli variazioni, e per ultimo l'incise
l'altro magnifico dipinto allogalo da lui Ignazio Pavon, olire altri.
a frate Sebastiano del Piombo veneto ,
TRASILLA (s.), vergine. Zia dal Iato
rappresentante la risurrezione di Lazza- paterno del Papa s.Gregorio 1 IVIagno.Ri-
ro operata dal Sai valore, invenzione e di- nunziò al mondo, ed insieme con sua so-
segno del gran Michelangelo (nel 1828 rella s. Emiliana si consagrò alla vita spi-

egreginmenle inciso dal veneto Giovanni rituale,e(l avanzossi sempre più nelle vie
Vendramiiii), forse in concorrenza col suo della perfezione. La sua assiduità all'ora-
emulo Pvaff.iele. Ma morto questi, il qua- zione le avea incallito la pelle dei ginoc-
dro della Trasfigurazione per tutto elo- chi.Sappiamo da s. Gregorio, ch'ella
gio fu portalo a capo del suo feretro nella ebbe una visione, in cui apparsole il san-
Chiesa di s. Maria ad Martyres, ove si to Papa Felice suo zio, le fece vedere il
celebrò il solenne funerale e fu sepolto, alla posto che le era apparecchiato in cie-
presenza di tutti i virtuosi di Roma chea- lo. Essa cadde malata il giorno vegnen-
veano accompagnalo la pompa funebre. te, e passò alla beata eternità il 24 di-
TUA TUA I '? I

ceml'ie, nel qiial gioiiio è iiomiuata nel cacciare, il maggior bene del benefizio, e
ntat lirologio romano. finalmente la comune utilitàdellaChiesa;
TRASLAZIONE DE' BENEFIZI E intorno alle quali cose do vrassi però sten-
DE'BENEFIZIATI ECCLESIASTICI. dere il processo verbale. De coinniodo et
Traslazione dicesi per rapporto a'benefi- incommodo. Le traslazioni de' vescovi e
ziatied a' religiosi quando passano da degli altri grandi benefizi ecclesiastici non
nn benefìzio o da un ordine ad un altro. si fanno senza Tautorilàdel Papa; quelle
Ne'primi secoli delia Chiesa non si cono- de'piccoli benefizi ponno esser falle da-
scevano le traslazioni degli ecclesiastici gli medesime formalilà pra-
ordinari colie
benefiziati, perchè nell'ordinarli veniva- ticale per le creazioni, sul fondamento del-

no attaccati indissolnbilraenlead unTìlo- la regola del diritto: Semel Deo dicntum,

/o ("/^.j. Si distinguono due sorte di trasla- de rcgular. jur. in sexto. Non si può
zioni di Benefizi ecclesiastici (V.), le per- mettere in un decreto di traslazione che
petue e quelle temporanee. Le traslazioni la chiesa abbandonala diventi luogo se-

perpetue si fanno colla soppressione del colare e profano; vi si lasciano, secondo


titolo della chiesa che si vuole abbando- r esigenza del caso, alcuni preti per ce-
nare, e con una novella creazione dello lebrarvi il servizio divino. Una chiesa di
stesso titolo nella chiesa che si vuole oc- cui si trasferisce la sede vescovile, viene
cupare. Esse cambiano lo stato del be- d'ordinario eretta in parrocchia, e tal-
nefizio trasferito e gli fanno perdere i suoi volta torna od essere cattedrale o concat-
privilegi.Queste traslazioni non si ponno tedrale. Nel 1.° concilio di Cartagine, le
fare senza una causa grande, e senza le traslazioni Òìì y escovi (V.) furono proi-
formalità necessarie. Le traslazioni lem- bite, se non fosse per utilità della Chiesa,
porarienon recano ordinariamente alcun con autori là del concilio pe'vescovi, e col-
cambiamento al titolo de'benefìzi, ma è l'aulorità del vescovo pe'preli e pegli al-
piuttosto una traslazione dell* assistenza tri chierici. Il concilio generale di Nicca I

del benefizio, che del benefìzio slesso, co- nel 325 decretò. « Non passi un vescovo
me se una chiesa parrocchiale fosse, o per- da una Diocesi (/ .) all'allra, o ingeren-
chè minaccia di cader redifizio,o per mi- dovisi volontariamente, o cedendo alla
seria degli abitanti, trasferita in una chie- violenza del popolo, oalla necessità impo-
sa vicina, ouna sussidiaria della stessa
in sta da'vescovi;ma resti nella cliiesa,ch'egli

parrocchia. Questa traslazione che si fa ha ricevuta da Dio per sua porzione. Proi-
coU'autoritk del vescovo non erigerebbe bizione a'sacerdoli e a'diaconi di passare,
la chiesa vicina o la succursale in parroc- controia regola, da una chiesa all'allra."
chia, quindi non cambierebbe nulla al ti- Allrettantonel 34 1 fu prescriltonel conci-
tolo della parrocchia che sarebbe abban- lio d'Antiochia, vietandosi le traslazioni
donata. Lecause perle traslazioni Ae* Ve- da un vescovato a un altro, senza neces-
scovati (J .) sono l'angustia del luogo,
: sità e solo per utilità dello Chiesa. Nel con-
il suo stalo rovinato, il piccolo numero cilio di Sardicadel 347 ^" statuito. « O-
del clero secolare e regolare,ede*suoi abi- sio vescovo di Cordova disse: Bisogna sra-
tanti, la perversità degli abitanli medesi- dicare nssolulanienle il pernicioso costu-
mi co'quali il vescovo e il suo clero non pò- me, e proibire ad ogni vescovo il far pas-
tessero convivere. Per le traslazioni del- saggio dalla sua a un'altra città : non se
l'abbazie e «Icgli altri benefizi, la vicinan- ne trova mai nessimo, che sia passato *\i\
za degli eretici i quali injpediss( ro il ser- una grande ad una piccola; dal cheèuìa*
vizio divino, la cattiva aiia del luogo, la nifesto, che non ci sono spinti che dall'a-
didicollà delle atrnde per giungervi, i la- varizia o dall'ambizione. Se voi liitti lo
dri sparsi qua e là che non si [)otcSbci'0 approvale, questo abuso sarà punito più
i52 TRA TRA
fieveratnenle, in guisa che quegli che lo a- servalo particolarmente in Francia verso
vrà commesso non abbia nemmeno In co- il secolo X, nel qual tempo ie traslazio-
munione laica anche in punto di morie. ni de* vescovati furono messe nel rango
Tulli ri,sposero,noi l'approviamo". Dall'e- delle cause maggiori riservale alla s. Se-
|)ist. I Sgeli S.Basilio si ricava.» Una trasla- de. Cos'i queste traslazioni non si ponno
zione quantunque contraria per se slessa fare in tutta la chiesa se non con l'auto-
o'canoni, può essere autorizzala, qualora rità del Papa. Nella sess. 3g del concilio
sia realmente vantaggiosa alla Chiesa. 11 di Costanza del Il\.i'j, fu dehnito. » Sic-
che risulta dalla condotta di s. Basilio, il come le traslazioni portano de'gravi dan-
quale approvò in questi termini la Irasla- ni alle chiese, tanto per lo spirituale, che
rioned'Eufronio vescovo di Colonia a Ni- per il temporale; che i prelati non sosten-
copoli. Quando i santi, dice egli, operano gono col necessario vigore i diritti delle
senza aver dinanzi agli occhi nessun mo- loro chiese, per timore di essere trasfe-
tivo umano, né proporsi nessun privato riti, afhnchè il sommo Pontefice non sia
interesse, ma solauienle il beneplacito di accusalo di favorire coloro, che cercan-
Dio, egli è manifesto, cheDio è quegliche do piuttosto i loro interessi, che quelli di
dirigeil lorocuore.Equandodegli uomini Gesù Cristo, potessero sedurlo, e Irar pro-
spirituali dicono parere, e che il popolo fe- fitto dall'ignoranza, in cui fosse egli del
dele lo segue di comuu consenso; chi può fitto, noi stabiliamo e ordiniarao,cheq(je-
dubitare ch'egli non venga da Nostro Si- sle traslazioninon saranno ammesse, se
gnore?" Riporta l'annalista Rinaldi, che non per cautele importanti e ragionevoli,
Papa s. Gregorio 1 del Sgo, nella lettera a che sieno slate conosciute e decise dal con-
Benigno arcivescovo, tratta della trasla- siglio de'cardinali, e dal loro consenso o

zione de' vescovi, dimostrando, che sic- dalla maggior parte di essi". Vi sono due
come quando vi é giusta causa,
è lecita sorte di traslazioni de' religiosi. Le une
cosi è biasimevole quando un vescovo sono ad effectiim beneficuj le altre sono
spontaneamente o per ambizione passa da semplici de ordine ad ordineni. Quan-
una chiesa all'altra, al qual proposilo e- do trattasi della traslazione d'un religioso
gli dice queste parole." Allracosa è il tra- da nn ordine in un altro, ad effetto di ren-

passare di proprio movimento, e altra co- derlo capace di possedere un benefìcio di-
sa è il venire sforzalamente o per neces- penden te dall'ordine in cui viene trasfe-
sità, nel non muta-
qual caso questi tali rito, il portando
rescritto di traslazione,
no le città, ma sono mutati. " Il Papa semplicemente dispensa di passare da un
Giovanni IX nel concilio celebrato in Ro- ordine ad un altro, non è suflicienle se
ma neirSgSproiblche nessun vescovo po- non avvi una dispensa speciale e parti-
tesse passare dalla sua chiesa alla sede ro- colare di traslazione, all'elfetto di posse-
mana; ed altrettanto decretò nel sinodo dere un benefìzio, e le provvisioni sono
di Ravenna, per l'avvenuto a Papa For- nulle. L'avarizia egli altri effetti monda-
moso [V.)^ ih. "vescovo di chiesa deter- ni insegnarono anche a molli d' impe-
minata, che fosse elevato al pontificato. trare e ricevere benefìzi, non con animo
Ma tale legge tosto venne annullata, quan- di perseverare in quelli, ma con pensiero
do nel 914 Giovanni X dalla sede di Ka- di goderli finché qualche fanciullo per-
vemia passò a quella di s. Pietro. Anti- venisse all'età, al quale potessero poi fa-

camente era il concilio provinciale quello re laRinunzia (V.); cosa che dagli uo-
che deleru)inava le traslazioni , ricono- mini pii non fu mai scusata, e si tiene
sciuta 1' utilità o la necessità delle me- per comune opinione, che chiunque ri-
desime. Secondo il Tomassino,Z^f' vet. et ceve un benefizio con disegno di rinun-
nov. Ecclcs. discipL, venne quest'uso os- ziarlo, non possa con buona coscienza ri-
TRA. TRA i53
cevere i che ulcuiii non voglio*
fiiilll: il il ricevere e l'ammettere le rinunzie con
no (lire COSI generalmente di tutti, ma di queste condizioni, e con esse dare il ti-

(jiielii suli che lo finno con disegno di ab- toloni rassegnalario,oonèstato permesso
bandonare l'ordine clericale. A' vescovi mai dal Papa ad altri, ma lo ha riservato
fu proibito di ricevere le rinimzie ad fa- solamente a se stesso. Tra'cardinali di s.
voìcffì, ritenuto giustamente che il solo Chiesa vi è \' Oziane (P^.), colla quale dal
Papa lo potesse fa re. E perchè molti bene- Papa sono trasferiti da un yescoK>ato

fiziati, (piando si sentivano vicini a morte, Siihurbicario[P^.)aA altro,da un Titolo


per tale via si facevano un successore, fu Cardinalizio ( f^.) ad altro, da una Dia-
ordinato da'Papi per regola di cancelle- conia Cardinalizia (P\) ad altra, ed an-
ria, che non valesse la rinunzia fatta dal cora sono traslati da un ordine all'altro.
beneficato infermo a favore di uno, se il TRASLAZIONE o TRASPORTA-
rinunziante non sopravviveva 20 giorni ZIONE DE'CORPl DE'SOMMl PON-
dopo prestato il consenso. Ne'primi tetu« TEFICI, Translatio Corporuni Suni-
pi della Chiesa era un santo e lodevole co- moruin Pontiflcum. A Sepolcro de'Ko-
stume, che chi era ordinato ad una chiesa MANi Pontefici tornai a ragionare de'luo-
mai in sua vita non lasciava il carico per ghi ove parlai delle traslazioni del Ca-
avere benefizio di maggior rendita e di davere del Papa ( F.) e di quelle de' Pre-
maggior onore: pareva a ciascuno assai fa- cordi (FI). Quanto a' corpi o alle con-
re rulììzio suo alla meglio. Per necessità trastate Reliquie dei ss. Pontefici, non so-
alle volte il superiore, che non avea per- lo ne tenni ragione nelle loro biografie,
sona atta a qualche gran carica , ne pi- ma eziandio ne'luoghi ove si venerano o
gliava una occupata in altra minore, e si pretende possederli, spesso confonden-
per ubbidienza la trasferiva alla maggiore; dosi una parte pel tutto. Ivi descrissi le
cosa che fu poi per maggior comodo, ov- loro traslazioni, colle circostanze che l'ac-
vero utile,ricercata daalcuni,onde la tra- compagnarono, come Traslazione delle
slazione inusitata si fece usitatissima ; e Reliquie de' Santi (T^.). Il Morcelli disse
tanta era la sollecitudine di ciascuno di la traslazione e ricognizione del corpo :

crescereingradojche spesse volte, lasciato Corpori ex veteri aede rite translato


il posseduto e impetratone un altro, riu- quodihidenijure antea recognitiini. Dis-
scendo l'impetrazione viziosa, resta va pri- si dunque in detto articolo della trasla-
vato d'ambedue: il che essendo inconve- zione del pontificio cadavere dalla stanza
niente, l'uso ottenne, che se l'impetrazio- ove morì il Papa, alla Cappella Sistina

ne del 2." luogo non poteva aver effetto, il del Palazzo apostolico Vaticano tra- ^

benefiziato ritornasse senza altro al i."; e sporto che si fd di notte in nobile Letti-
questo si chiamava Regresso (f^.)- A si- ga (V.) aperta da ogni parte, se cessò di
militudine di ciò fu introdotto di concede- vivere neXPalazzo apostolico Quirinale,
re al rassegnante la facoltà, che qua km- con quel ceremonialeche riportai ne'vol.
que volta il rassegnatario, e con propria Vin,p.i86eseg.,XXVlII,p.4i, avendo-
autorità prende di nuovo il Possesso (V.) ne riparlato in tutti gli analoghi articoli,
del benefizio per farlo suo, come se mai in tutti quelli di coloro che fanno parte del-
l'avesse rinunziato : e quando anche ne la pompa funebre, e perfino dicendo degli

avesse ricevuto il possesso prima della ri- abiti usuali pontificii di mozze ttayCo'c\ua\i
nunzia, nel qual caso il regresso non può viene vestito il cadavere. Avvertii poi nel
aver luogo, potesse per accesso ed ingres- vol.LXX,p.76,che non gli si pone ìaStola
so prendere il possesso similmente di pro- in tale trasporto, e ne addussi gli esempi;
pria aulorità,senza altro ministero di giu- notando ancora, che non viene preceduto
dice ; e ciò pure si chianjò regresso. Però dulia Croce pontificia^ perchè Iole Ira-
VOL, LXXIX. II
i54 TRA TRA
sporto chiamasi privalo, e percliè morto no pure nel Rocchetto (V.). Intervengono
i] Papa cessa la sua giurisdizione dino-
ancora in questa funzione, oltre i maestri
Croce (per la
tala dalla slessa ragione al- delle ceremoniein mantellone, co'consue-
cuni pretendono, che i pontifìcii Stemmi li loro abiti paonazzi di mantelletta e di
de'funerali, quelli della cassa mortuaria, mantellone, il maggiordomo, il maestro

quelli che si aflìggono nelle pareti ester- di camera, V elemosiniere, ed il foriere


ne delle patriarcali, e dei ss. Vincenzo e maggiore, e il cavallerizzo maggiore co'
Anastasio come chiesa tumulante de'pre- loro abili; così co'propri i 4 camerieri se-
cordi, devono essere col solo triregno sen* greti partecipanti, gli aiutanti di camera,
za le Chiavi: ciò si sostiene col praticato gli scopatori segreli,ildecano,i palafrenie-
anticamenle,e pel riflesso,che colla morte ri, tulli famigliari domeslici del Papa de-
del Papa cessa la sua podestà significala funlo. La famiglia o anticamera d'onore
colle chiavi) che vivendo gli si reca innan- non vi ha luogo: quindi si errò invitan-
zi(dicesi pure che Tom missione della Cro- dola per Gregorio XVI. Neppuie dovea
ce nel trasporlo privalo dal Quirinale al essa intervenire al trasporto del suo cada-

Valicano, forse derivò pure per elimina- vere dalle pontificie stanze alla cappella
re le pretensioni del parroco de'ss. Vin- Sislina,comechè trasporlo privatissimo, e
cenzo e Anastasio a Trevi, quando il pa- perciò questo si fece nel seguente modo.
lazzo Quirinale era nella sua parrocchia). Precedeva la guardia svizzera, 1 pala- 1

In questo trasporlo non vi hanno luogo freniericon lorcie avanti e dietro al ca-
i Blaestri ostiari virga ruhea ( V.), cu- davere portalo da due sediari, circondan-
stodi della Croce pontificia,! quali viven- do il medesimo i penitenzieri con lorcie
te il Papa recandosi in alcuna chiesa pre- e le guardie nobili. Seguiva il maggior-
ceduto dalla Croce, in essa soltanto si tro- domo e maestro di camera con tutta l'an-
il

vano esercitando il loro incarico ove si e- tica mera, e porzione di delti palafrenie-

seguisce la funzione. Al passaggio della ri. Negli ultimi 3 giorni deTunerali no-
pompa funehre suonano le campane del- vendiali, la Croce pontificia da' maestri
le chiese situale sulle strade per cui pro- ostiari si porta nella cappella del coro del-
cede. Inoltre nel ricordato articolo accen- la basilica per servire alle solenni asso-
nai luoghi dove tenni proposilo della
i luzioni di delti soli giorni, e perciò vi as-
traslazione del pontificio cadavere,già ve- sistono i maestri ostiari. Qui dirò. La Cro-
stilo degli abili pontificali con mitra di ce nelle messe de'defunli occorre per l'as-
lama d' argento (e non di tela d'oro co- soluzione al tumulo. Siccome ne' primi
me descrissero diversi, fra'quali il nJ' S'j^ 6 giorni de' novendiali l' assoluzione si

del Diario di Roma del 1721, dicen- fu dall'altare col metodo stabilito nel ce-

do come fu vestilo il cadavere di Cle- remoniale de'vescovi lib. 2,cap. 36, così
mente XI), posto sopra una bara porta- non servendo in quell'assoluzione la Cro-
tile in forma di letto funebre, da delta ce processionale, perchè non parte il ce-
cappella Sistina alla basilica Vaticana ,
lebrante dall'altare, perciò non si pone
chiesa esponente e tumulante, che essen- laCroce papale presso la credenza. Alcuni
do solenne e regolare si fa processionai- avvertono che impropriamente può chia-
mente dal capitolo Vaticano colla pro- marsi Croce pontifìcia perchè essendo j

pria Croce astata, come di rubrica , se- morto Papa, non si potrebbe piii in-
il

guilo dal sagro collegio in cappe paonaz- nalzare quella Croce se non avanti il nuo-
ze, cioè i cardinali creati dal defunto di vo Papa; e che si adopera perchè nella
saiella, gli altri di sela,niuno di essi por- sagrestia della cappella pontifìcia non ve
tando la Mantelletta (F.) in Sede va- n'èalcuu'allra. Di più nel sunimenlova-
cante (V.)f e gli uni e gli altri differisco* lo articolo discorsi della tumulazione del
TRA TRA 15";

cadavpie tiol Papa nella basHic.i Vatica- genio con patena dorala, e nel calice con
na , e clic se lìevesi trasportare in altra epigrafe fu incisa la memoria di questa
chiesa, la traslazione non può segnile che traslazione), Paolo V , e Innocenzo X
nn anno dopo. Notai pure le traslazioni Pamphilj\ nel quale articolo ne riparlai,
di diversi Papi, e di tulle ne parlai nelle oltre a Sepolcro, come di altri Papi , e
loro biografie, come altresì di quelle Ira- degli ^tessiqui nominati; perla quale tra-
slazioni segnile dal luogo ove uìorì il Pa* slazione d'Innocenzo X, concesse l'auto-
pa in Roma, come per ultimo avvenne rizzazione consiietiiInnocenzoX con bre- I

per Pio J che decorosamente fu por-


ly ve aposlolico. Tra le nominale descrizio-
talo il suo corpo e precordi, da Valenza ni riprodotte dal p. Gallico la più par-
di Francia ove morì, a Roma, nella sua ticolareggiata è quella della traslazione
I)iografia avendo descritto con tutte le del corpo di s. Pio V, da s. Pietro a s.
particolarità la magnifica e straordina» MariaMaggiore, seri Ita dal maestro di cc-
ria ponipp colla quale dalla porta del Po- remonie Paolo Aialeona. Sisto V che or-
polo fu trasportalo nella basilica Vatica- dinò questa solenne traslazione nella pro-
na cadavere di Pio VI, e successivi fu-
il pria cappella Sistina, specialmente depu-
nerali celelìrali alla presenza di Pio VII5 tò commissario a presiederla, in uno al-
mentre i suoi precordi, per appagare ide* l'apertura e chiusura del Sepolcro, mg/
siderii di voti della cillà di Valenza, ivi Guglielmo Sangaletti suo cameriere se-
furono rimandati con quelle particolari greto. A darne un breve cenno, dirò che
ccremonie che notai. Giovanni Maran- la via percorsa dalla processione fu la Pa-

goni neir Appcndix della Cìironologìa pale fino a piazza di Venezia, dove voltò
Romanoruiii Pontijicum , in qua diffi- a sinistra (per Paolo V la pompa voltò a
cullalesy quae occurrunty ex Transla- destra, e giunta alla chiesa di Maria di
s.

tionibuscorporum,etpignorumSummo- Loreto procede per la via Magnanapoli)


rum Pontificum Romanorum^cxplicari' per la strada del Corso a S.Marcello. Ivi
tur^atque solvuntur^con questo titolo: De voltò pe* Tre Ladroni al Quirinale, da
Translationihus Corporum Sanctorum dove per la via Pia giunta alle Quattro
Pontificum Ronianorum ex primis co- Fontane, la processione per la via Felice
rumdtm sepulchris ad alias Ecclesias^ si diresse a s^Maria Maggiore.V'interven-
seu locai Prolusione in qua agi-
f'^^Vi nero,absque praejuclicio eorum prae-
tatur quaestio^ quìsnam ex eorum Suc- cedentiarum^ per dichiarazione di Sisto
cessoribus primus hunc moreni advexe- V, sodalizi, i poveri orfani, le corpo-
1

rìt. Il p. Gallico, Acta Caeremonialia razioni religiose, i mandatari del cardi-


s. Romanae Ecclesiae^ litui us VII: De nal vicario co'Ioro bacoli,il seminario ro-
Translatione Cadaverum quorunidani mano, i parrochi , i capitoli delle colle-
RR. Pontijicum^ riporta a p. 47B e seg. giate, quelli delle basiliche minori, ince-
la descrizionedi quello di Bonifacio Vili dendo i canonici di s. Maria in Traste-
(e ne parlai in tanti luoghi per la foggia vere e di s. Lorenzo in Damaso mixtim.
delle ricchissicne vesti e ornamenti , co* Indi i capitoli delle 3 patriarcali, sotto la
quali fu rinvenuto), Adriano F/( vir- croce soltanto di quello Liberìano,la qua-
tuoso Papa e già vescovo di Tortosa^ in le precedeva avanti gli orfani; poi veni
quest'ai licolo tornai a propugnar la sua va il vicegerenle col tribunale del vica-
difesa dalle calunnie degliempii). Pio riato, ed i cursori apostulici colle mazze
/r, Pio V, Sisto T\ Urbano VII,
s. a igenlec. 1 1 ferel ro portato per bajulos in-
Clemente VIII{g In principessa d. Olim- dutos saccis nigris,e da'canonici delle pa-
pia Aldobrandini in tale occasione donò triarcali; cioè da s. Pietro a Monte Gior-

alla basilica di s. Pietro un calice d' ar- dano, da'canonici Vaticani; da detto luo-
i56 TRA TRA
{50 a s. Mai'cello, da'caoonic» della besì- per la sua beatificazione e canonizzazio-
Jico Lalerauense; da s. Marcello a s. Ma- ne, ne parlai in tanfi luoghi e nel voi.
ria Maggiore, da'canonici di questa. Quin- LXX, p. 80, ed il Chiapponi negli Ada
di cavalcavano il maggiordomo, vescovi i Canoniz. p. \ o. Della recente traslazio-
assistenti al soglio co'cappelli e mantel- ne delle ossa di Martino V, o almeno
Ioni pontificali, gli altri prelati in man- credute di esso, ne trattai ne'vol. LXI V,
telletta e rocchetto, la famiglia del Papa p. io5, LXXV, p. 47 e 228. Nel libro.
in vesti rosse, vale a dire que'cubìculari Conclavi de" Pontefici Romani^ stam-
che solevano intervenire a simili Cavai' pato nel 1668, oltre allre edizioni, di
catCf cioè cappellani comuni sinecapu- cui si crede autore il maestro delle ce-

tiis, camerieri extra muros ^ e scudieri remonie mordacissimo mg."^ Burchardo,


sine caputiis, preceduti da'maestri delle e continuatore Gregorio Leti famoso sa-
ceremoniee da due mazzieri pontifìcii pu- tirico, si leggono i particolari delle tra-
re a cavallo colle mazze d'argento. 11 fe- slazioni de'cadaveri de* Papi, dalle loro
retro era circondato dagli svizzeri e da stanze nella cappella Sistina e nella ba-
5o torcie portate da* sodalizi della Morte silica Vaticana; ma come stampati senza
sino a s. Marcello, e del ss. Crocefisso si- data di luogo, questo basti per mettere
no a s. Maria Maggiore, a spese di Sisto in guardia ogni savio lettore, dalle ca-
V: altre 5o torcie le portavano i piieri lunniose dicerie in essi riportate. Mi li-

proietti di s. Spirito, a spese del cardinal miterò a riportare il praticato con Ales-
Piusticuccijed allre 5o sostenute óapueri sandro VI e Pio III, onde rimarcare la
catecumeni e neofiti, a spese del cardinal differenza dalle ceremonie presenti. Scri-
Sanlorio. Arrivato il feretro nella basi- ve il Burchardo, secondo il suo asserto,
lica Liberiana, un canonico di essa fece cose da lui stesso operate o vedute. »• Mor-
Tassoluzione in piviale nero, tra l'altare to Alessandro VI
18 agosto i5o 3 (nel
a*
della Madonna e quello delle ss. Reliquie, palazzo Vaticano), la notte seguente me
il quale poi a due ore di notte benedl il ne tornai a Roma, accompagnato da 8
sepolcro secondo il prescritto dal rituale guardiani di palazzo, havendo lasciato il
romano, e quindi vi fu sepolto il b. cor- Papa senza ninna guardia , comandai a
po di s. Pio V alla presenza del com-
, Carlo cursore per parte del vice-cancel-
missario pontifìcio Sangaletti. Tre giorni liere , che sotto pena della perdita degli
dopo si celebrò il funerale,cantando messa offici dovesse co'com|»»gni intimare tutto
sull'altare delleReliquie il cardinal Cara- il clero della città, religiosi e secolari, che
fa,cum unica oratione tantum propria il giorno seguente alle bore 12 si trovas-
prò Papa /«or^z^o. V'intervenne Sisto V, sero in palazzo per accompagnare il cor-
con 44 cardinali in vesti paonazze e cap- po del Papa dalla cappella maggiore alla
pe di tal colore di cammellotto (pel fu- chiesa di s. Pietro, per il che furono ap-
nere simile per la traslazione del corpo parecchiate 3 00 torcie di cera bianca. 11

V, intervennero 37 cardinali CW/7Ì


di Sisto giorno seguente precedendo il clero re-
cappis violaceis de camelotto, exccptis ligioso, secondo il solito, fu portato il Pa-
cardinalibus a Sixto creatis^ qui tul- V pa per la piazza di s. Pietro da 4 poveri,
lerunt cappas laneas violaceas\ e tutti accostando le mani i canonici al cataletto,
quelli che hanno luogo nelle cappelle pa- e posto nel mezzo della chi esa, mentre che
pali. Pronunziò {'orazione inn^hi e mg.' aspettavano che si dicesse, non intres in
Jjoccapaduli in rocchetto e cappa, dopo la judiciumy non si trovò il clero, comin-
quale Sisto V fece 1* assoluzione. Quan- ciò il responsorio Libera me. Domine
to alla traslazione del corpo di s. Pio V, mentre si cantava, alcuni soldati eh* e-
da dello Sepolcro, iu silo più elevato iauo alla guardia del palazzo, pigliarono
TR A TRA 137
per forra le torcie ad alcuni chierici , il preparala." Nel voi. LXXllI, p.i 38, de-
reslanle del clero si difese contro di loro scrivendo la sontuosa chiesa di s. Andrea
con le lercie, e li soldati con l'armi, dal della Valle de Teatini, con critica ragio-
quale alterco impaurili lutli se ne corse- nai della Iraslazione delle ossa di Pio HI
ro alla sagrestia, lasciando di cantare, et e del suo zio Pio li, dal Vaficano indetto
il Papa restò solo; io, et altri, per lauto tempio. Ora riporterò le pompe di alcu-
preso il cataletto del Papa lo portassimo ne traslazioni de' corpi de* Papi , per le
fra l'altare maggiore e la sua sedia, vol- quali si celebrano particolari Funerali
tando il capo suo verso l'altare." Della (F.) colla recita di particolare Orazio-
Iraslazione del corpo di Alessandro VI e nefunebre (f^.). Paolo ^morì a'28 gen-
del suo zio Calisto III, da' magnifici de- naio 162 i e fu sepolto nel Vaticano. Nel
positi delia basilica Vaticana, alla nazio- seguente anno, aperto a' 3o gennaio il
nale chiesa degli spagnuoli di s. Maria di lemporario sepolcro, e trovato il cadave-
Monserrato, parlai nel voi. LXVIIl , p. re intero e senza principio di corruzione,
46. Morto Pio a'i8 ottobre i5o3, do-
111 fu trasportalo con magnifica pompa a ,

po 26 giorni di pontificalo,»» Et io Gio- spesedelcelebre e magnanimo nipote car-


vanni Broccardi chierico cerimoniale fui dinal Scipione Borghese ^ alla sontuosa
chiamato a palazzo, dove subito andai. Fu cappella dal Papa fabbricata neWa chiesa e
il corpo di sua Santità dopo portalo nella patriarcale basilicaLiberiana dis. Ma-
sua anticamera, dove essendo addobbalo ria Maggiore, ove fu celebrato splendi-
di tulle le sue vesti pontificali, fu posto do funerale, con l'encomio dell'orazione
in letto sopra un materazzo, coperto di funebre. Tutto nobilmente fu descritto
velluto verde, non gli mancando altro,che dal libro di Lelio Guidiccioni di Lucca,
la croce sul petto, in cambio della quale autore dell'elogio, e dedicatoal detto car-
io gliene feci una di tulli i4 lembi, che dinale, acni disse nella lettera dedicato-
pendevano della coperta, e con 4 spil- ria, encomiando il gran Pontefice zio: >»ll

lelle gliele allaccai sul petto. Portato poi quale è tutto uno con V. S. lllustriss.,nè
nella camera del Papagallo, e posto so- forse da Lei si distingue in altro, se non
pra la mensa d'essa penitentieria, gli dis- ch'Egli ha regnato, ed Ella merita di re-
sero sopra l'uflicio de'morti, perciò cheli gnare. " Il libro collo stemma del car-
nostri cantori di cappella non lo volsero dinale sul frontespìzio porta per titolo :

dire, e gli altri religiosi vennero tardi, e Breve racconto della traspo rtatione del
mentre si passava per detta camera si di- corpo di Papa Paolo V
dalla basilica
cevail Pater noster, con V^i^e Maria, di s. Pietro a quella dis. Maria Mag-
con la sua orazione, Deus qui inter A- giore, con Vorationc recitata nelle sue
postolicos Sacerdoles, eie, e gli baciava- esequie, et alcuni versi posti nell*appa-
no i piedi, e finalmente portato da'cano- r«^o,Romai62 3. Vi sono bei rami espri-
nici e beneficiali in s. Pietro ,
gli fu da Olenti le statue della Verità, dellaSapien-
quelli dello l'ofllcio de'morti, fu posto il za, della Magnanimità, della Magnificen-
cadavere nella cappella di Sisto iV,con za, Clemenza ,
della Misericordia, della
i piedi fuori del cancello, acciò il popolo dell'Elemosina, della Mansuetudine, del-
potesse andare a baciarli, nel (piale luogo la Pace, dell'Annona o Abbondanza, del-

stette sino ad ora di terza, e poi fu por- la Trancpiillità, della Provvidenza, della
talo da'palafrenieri precedendo il clero, Giustizia, della Religione, della Maestà,
con le torcie accese, nella cappella di s. della Purità, virlh tulle allusive a quelle
Gregorio, nel qual luogo, dopo cantala che ornavano il Pontefice. Tali ligure «le-
la messa de' morti, fu sepolto in una Se- curavano gl'intercolunni del cati«fd(X»
polturaila sua Sanlità,mcntrc era in vila, che in forma di nobile tempio sovrastato
, 58 TRA TRA
da cupola con molla Inoilnarlo , egual- di 8. Fu trovato il corpo coperto
Pietro.
mente trovasi inciso nel libio, e insieiTìe d'una gomma bianca, forse cagionata dab
a! disegno com'erano ornali con drappi rumitìità (Iella fresca muraglia del tempo-

a bnnio i capitelli delle colonne. Di tale raneo deposito, conservato però con inte-
racconto vado a darne un sunto. Decorso grità,ele giunture snoclate,siccome appar-
un anno dalla morte di Paolo V, cele- ve nell'alzargli un braccio per far dall'ore-
brato nella cappella ponlificia del Vali- fice riconoscere l'anello ov'era legato un
cano dal successore Gregorio XV il con- balascio di molto prezzo. Rogatosi l'istru-
sueto i.*' fu nera le anni versariojpor. tifica ni- mento della ricognizione, fu ricoperta la
do la messa il cardinal Boighese qual 1/ cassa e ristagnata di nuovo piombo, e fa-
creatura del defunto zio, e perciò poten- sciala per traverso d'altre armature, con
dosi effettuare la traslazione del pontifì^- vari ornali earmijC con 4 iscrizioni diverse
cio cadavere nella meravigliosa cappella in grandi leltere,fattevi porre dal cardinal
gentilizia eretta da Paolo V nella basili- Borghese.La cassa fu elevata sul suo letto o
ca Liberiana, nella quale avendo riposte palco portatile di molta grandezza, e qui-
vivendo le sue delizie e la più cara parlo vi coperta d'una gran coltre di broccato
de'suoi pensieri, così dispose di collocarvi d'oro, comesi usa alla pontificia; indi cou
ciò che in terra restava di se medesimo, molli lumi si trasferì verso il principio del-
fu eseguita domenica a'3o gennaio. 11 per- la nave della basilica , da Paolo V resa
chè la notte del sabato precedente fu nella più vasta e più magnifica, accompagnato
chiesa di s. Pietro demolito il deposito ove <la'suddetti personaggi, e ivi lasciala con
giaceva il pontificio corpo, dalla parte op- 24 torcie che su gran candellieri in giro
posta al simulacro di bronzo dei Princi- ovale la circondavano, Intanto d'ordine
pe degli Apostoli, a cuidivolamente si ba- di Gregorio XV era stalo comandato agli
cia il piede (dunque o il suo cadavere fu ordini monastici e mendicanti, alle con-
posto temporaneamente in detto sito, ov- fraternite e altre corporazioni de'Iuoghi
vero non erasi ancora stabilito di collo- pii, didoversi trovare a ore 18 in s. Pie-
care il cadavere del Papa defunto nella tro edar principio alla processione, con-
nicchia esistente sopra la porta d'una del- tribuendovi il tempo con cielo sereno e
le due cantorie del coro , e insieme ar- luminoso, sebbene molto freddo dove-
chivio e vestiario de'cantori della cappel- rono patire per 7 ore. Gl'intervenuti fu-
la Giulia, laterale all'ingresso della cap- rono in grandissimo numero, contandosi
pella del coro, al modo descritto nel voi, de'soli cappuccini 6q coppie: tale fu il con-
LXIV, g5, dalla quale si rimuove o
p. corso del popolo, che spesso gli conten-
se viene Iraslato in qualche monumento deva il cammino, e fu rimarcalo, che ad
che gli si erige nella stessa basilica, o se onta del vento di tramontana , il lungo
si trasporta in altra chiesa previa licen- ordine di torchi di cera bianca, restaro-
za del Papa che regna; che se ciò non ha no sempre accesi. Cominciòla processio-
luogo, alla morte del successore si trasfe- ne dopo mezzodì, ritardo avvenuto per-
risce nelle Grotte Vaticane, sempre pre- chè la moltitudine impediva di ordinarla,
cedendo la traslazione la ricognizione del e per le insorte questioni di precedenza
corpo), e venne portata la cassa in cui era tra' sodalizi, per dissensioni mai decise; e
chiuso, nel mezzo del tempio, più sopra molli per evitar la confusione si rimase-
all'altare degli Apostoli. Nella uiattina ro dall'andare; sebbene la processione fu
seguente all' alba fu aperta la cassa alla tanto copiosa , che le corporazioni reli-

presenza di 3 cardinali amorevoli del car- giose e delle compagnie ascesero a 4^ »

dinalBorghese, di alcuni prelati suoi fami- per la venerazione, affetto e gratitudine


ghiU'i, cou altri signori, prelati e canonici che ciascuno conservava pelbcnuficoPou-
TR A TUA 159
ivCìCc, perciò generale era la commozio- Chiudeva l'ordinanza la cavalcata pontili"
ne, e iiimiinerabili i suffragi falli con mes- cale de'prelati assistenti al Papa(nella rela -

se e nitro preceilenleineute alli» grande a- zionechedi questa traslazione scrisse l'al-


niiiia, perlegrazie e favori ricevuti. V'in* tro contemporaneo Paolo Alaleona, raae*
lervennero corporazioni non solile a re- stro delle ceremonie pontificie, e ripor-
carvisi, e tra gli altri i canonici regolari tata dal summentovato p. Gallico, leggo:
ilei ss. Salvatore, per l'obbligo della rice- Procedevano in cavalcata il maggiordo-
vuta berretta; i n)endicanti gesuali, per mo, vescovi assistenti al soglio, e altri
i

«ver ottenuto la «nessa e lo studio; i ben- prelati; icappellahi, camerieri extra niw
fi nielli, per la grazia della messa; il se- ros, egli scudieri del Papa Gregorio XV,
minario romano, grato per la ricevuta co- in vesti rosse senza cappucci), de'famiglia-
nìoda e onorevole abitazione; il collegio ri del palazzo apostolico, e degli altri uf-
germanico, di cui era protettore il car- fiziali solennemente vestiti. Incedendo il

ilinal Borghese. L'ordine della processio- feretro lentamente, l'immensa moltitu-


ne cotninciò colle confraternite secolari, dine della popolazione , accresciuta di
seguite dagli ordini de'clauslrali, dal se 20,000 nel pontificato del defunto, eia
minarlo e collegio mentovati, da tulli i nobiltà accorsa, poterono godere con a-
parrochi, da tutti capitoli dellecoUegia-i gio la pompa funebre,chegiunse sul mon-
le, ciascuno con grosse candele di cera in te Esquilino verso un* ora di notte, la
nfano. Verso il (ine della lunghissima qtiel giorno ricorreva l'anniversario della
processione, succedevano due ale ben nu- traslazione della prodigiosa Immagine di
merose e parallele, Tona di bigio, l'altra 8.Maria Maggiore, dipinta da s. Luca, e
di color bianco, costituite da' mendichi da s. Gregorio 1 portata per Roma nella
fuiciulli , delti del letterato e orfìnelli pestilenza, già da Paolo V con solennis-
dii 'quali venivano portale gran lorcie, le sima processione falla dal suo antico ta-
quali comprese alle 4 che dinanzi a cia- bernacolo nella propria cappella Borghe-
scun Crocefisso erano distribuite, som- siana, e nella quale fu sepolto nella notte
marono a vano d'as-
600. In mezzo al il suo COI pò. L'apparalo del tempio pel
sai lungo e capace spnzio che formava , ftmerale della mattina seguente fu ma-
quest'ultima e ben formala ordinanza, gnifìcenlissimo e reale, lodata opera del-
procedevano ripartiti con 3 distanze in- l'architetto Sergio Venturi, con bellis-
terpolale i 3 capitoli delle basiliche Li- sima macchina del catafalco, secondo l'u-
beriana , Vaticana e Laleranense, lutti so introdotto dagli antichi romani gen-
pine seguendo la sola croce argentea del tili ne' funerali e sepoltura, chiauuito
Liberiano, come della chiesa tumulante, castrurn dolorisj uso che in Roma pra-
benché il capitolo Laleranense volle al- ticato anco nelle traslazioni
Papi fu de'
zarla propria per la dignità di i. 'tra tut- talvolta intermesso, indi rinnovato nel
te le chiese del mondo. In ultimo veniva 1591 dal cardinale Montalto nella tras-
in mezzo alla guardia svizzera pontifìcia lazione dal Valicano alla splendida cap-
la gran bara preziosamente coperta, che pella Sistina della stessa basilica del cor-
colla sua latitudine occupando le strade, po dello zio il glorioso Sisto V, sebbene
era di dentro sostenuta e portata da buon non erasi praticato nelle traslazioni di
uuujerodi aiercenari, tigurando all'ester- Leone X, di Adriano VI, di Paolo IV, di
no di portarla per ossequio canonici de' i Pio IV, e di s. Pio V nella delta Sisli-
3 nominati capitoli patriarcali, con Tal* iia anzi nipoti di Pio IV volendo in-
; i

ternaliva. 11 cataletto riuscì così pesante, nalzare il catafalco netta chiesa di s. Ma-
che dividendosi portatori i in 3 mute,nppc- ria degli Angeli, la congregazione de'riti
ud supplivano col bulloporsiuiGpcr volta. li persuase a non iurlo, perche ue'uoveu*
i6o TRA TR A
diali Vaticani si erigeva ad ogni Pnpn dal -
Profer lumen^ e dell'allra Iter paraSJe^

Jacameiaaposlolica,e l)astare l'usarlo pev sequie si celebrarono li 3i gennaio (No-


una volta. Ma V affetto e generosità del vyes scrive il 1." febbraio), con inusitata
cardinal Monlalto l'ottenne, e il cardinal frequenza di popolo, l'inlervento di 35
Borghese volle imitarlo. La bellissima cardinali, cioè tulli i presenti in Roma
macchina eretta in mezzo alla basilica ,
tranne gl'indisposti, e d'un gran nume-
in forma di tempio o mausoleo, alla pal- ro di prelati, de' quali molli qualificati.
mi 80 e larga 54, costituita in forma di Cantò la messa il cardinal Mellini arci-

4 quadranti dentro a' 4 angoli esteriori pretedella basilica e pronunziòl'orazione


di 2 paralellogrammi,era di color bron- funebre, Qiiod summo sncroruni Prae-
zino, e sostenuta da 20 colonne co'capi- suli Paulo T\ Lelio Guicliccioni famiglia-
telli da cui pendevano ligature di tela d'o- re del cardinal Ijorghese {jiidutas veste
ro e nera grande fu
in vece di fogliami; ampia cumcauda,i>cì'\\e l'Alaleona): le

la copia de'lunii poiché neardevano sulla solenni assoluzioni le fecero coH'arciprele


testudine del tempio funebre eoo di ce- 1 i cardinali Barberini (poi nel seguente an-
ra bianca, fra torcie di libbre 8 e can- no Urbano Vili), Laute, Veralli e Tonti,
dele di 3. Inoltre la macchina era deco- come più antiche creature del defunto,
rata tra un colonnato e l'altrodallegran- vestili de' sagri paramenti:» e tutti in-
diarmi de'f3orghese, ciascuna con vario sieme salendo le scalinate del catafdco,
disegno, avendo lavorato le 36 statue di e cantando requie intorno al letto pon-
fìnto marmo il cav. Bernino celebrescul- tificio, adempirono 1' estreme solennità,
tore, 16 delle quali e sunnominate posa- e conclusero il mortorio di colui, che vive
Tano sul piano del basamento delle co- nella ricordanza degli uomini, nel lesti-
lonne e rappresentavano le scelte virtù moriio delle sue operazioni, e come pia-

appropriale alle lodi di Paolo V, e le al menlesi crede nell'immortalità della glo-


tre 20 figuravano putti che sul piano ,
ria celeste. La moltitudine lesse in bel

superiore del colonnato tenevano in allo coniparlimento attaccati su per le nere


mesto una gran torcia sopra un cornu- spalliere della nave principale, i versi la-

copio, ed altri sugli ovati fìnti marmo- tini composti da alcuni valenti e amore-
rei di bassorilievo ornavano i frotjte- magnanime
voli lellerali e celebranti le

spizi delle 4 entrate dei catafalco, apri- gesta del gran Paolo V, cioè 24 odi con
vano e stendevano le cascate assai gran- altrettanti epigrammi, olire altri 26 epi-
di di tela d'oro e nera, in cui si legge- grammi, alcuni de'quali in lode eziandio
vano 4 iscrizioni, riportale dal racconto della cappella Borghesiana, della trasla-
insieme alle altre falle per questo fune- zione del corpo in essa di Paolo V, del
re, ed a quelle epigrafi per ogni statua : funerale e di sua efìlgie nel sepolcro ; com-
sopra l'ovato conlenente Timmagine del ponimenti tulli pubblicati dal racconto.
Papa, diceva l'iscrizione: Pendo F Pon- Giovanni Francesco Cecconi nel Diario
tifici ter Maximo. Dentro ai
Optimo ter accaduto di me-
istorico di tuttociò che e
concavo del catafalco, fra le 4 poi le in mor abile in Roma dalla clausura delle
mezzo alle sue pilastrate, furono finte 4 porte sante del ij 00 sotto il pontificato
gran nicchie,ove di chiaro oscuro, in alto di Clemente Xly fino all'apertura delle
di raccomandare a Dio l'anima del de- medesime nel 'jif^sottoBenedettoXIIFy
l

funto Pontefice, erano dipinti la B. Ver- parlò pure delle seguenti traslazioni de'
gine, e scritto sotto di lei, Slime prece s_} corpi de' Papi Innocenzo XI, Alessandro
s. Pietro, e sotto esso, Solve vinclaj s. Vili e Clemente XI. Morto nel 1689 il

Carlo Borromeo e s. Francesca romana ven. Innocenzo XI Ode scalciti, fu sepolto

da lui cauouiaatij col molto deli' uno nel Valicano^ indi a'26 luglio 1701 segui
TR A. TRA i6r
il lrn«;porlo tlel suo corpo nel magnifico ilsolenne trasporlo del cadavere del già
sepolcro eretto nella slessa Chiesa di s. loro corre llgioso Benedetto XIII Orsini,
Pietro j coir assistenza di più cardinali, morto a'2 I febbraio 1730 e collocato nel
deH'nmbasciatore imperiale, sen/a Taper- suddetto consueto luogo adiacente al co-
liira (Iella CH'isa. Morto nel 1691 Alessau- ro Vaticano, alla loro basilica di s. Ma-
d«o Vili Oìloboui e tuinnialo nella ba- ria sopra Minerva (de'cui ultimi grandio-
silica Vaticana, poi nel 2. ''giorno di (piare- si restauri e al)l)ellimenli riparlai nel voi.
sima 706 si fece il trasporto del suo cor-
I
LXXV, 2 16), e dovendosi perciò fare
p.

po al magnifico óVyyo/tvo erettogli nella ancora solenne ricognizione del cada-


la

medesima Chiesa di s. Pietro dalla ma- vere, sabato sera 2 febbraio 733 (e non I I

gnificenza del cardinale nipote, e la cere- 1738 come per fallo è dello nel voi.
monia fu eseguita coli' intervento del sa- LXI V, p. I i3), alla presenza di io car-
gro collegio, e con una processione ac- dinali, e di mg."^ Colonna maggiordomo,
compagnata dal coro de' musici. Morto di molla prelatura, e di moltissimo po-
Clemente XI Albani nel 72 ,fu esposto 1
i polo e nobiltà, coli* inlerveulo dèi capi-
nelle stanze del Quirinale (cioè in quella tolo e clero Valicano, col cardinal arci-
del concistoro dalla parte della sala oscu- prete, furono prese le tre cassegià disfab-
ra, vestilo con sottana, mozzetta e ca- bricate dal luogo ov' erano situate sulla
mauro, come rileva il n.° ^76 del Diano porta che conduce al coro de'musici del
di Roma òdi 172 i,che descrive il traspor- detto capitolo, e trasportale processional-
to del ponti (jcio cadavere) e nella sei a se- mente, precedentlo la croce, cantandosi le
guente verso 3 ore di notte fu in lettiga consuete preci, in mezzo alla cappella del

portato nella Chiesa di s. Pietro, ove po- coro, ivi colle solite formalità vennero a-
scia venne posto nel iS'f'^o/cro in mezzo al- perle; indi riconosciuto autenticamente
la cappella del coro sotterra con iscrizione il pontifìcio cadavere, cantatosi da'mu-
ordinata modestamente da lui. Il Cecconi sici della basilica il Libera me, Domine,
riporla la relazione dettagliata del tras- da mg.' Tasca arcivescovo di Gerapoli e
porlo dal Quirinale alla Sistina del Vati- canonico della stessa basilica, parato pon-
cano, avendo il cadavere il cappello in tificalmente, si fece l'assoluzione. Dopo
capo, senza slola e senza croce, entro let- di che dal cardinal arciprete e dal suo ca-
tiga di velluto guarnita di trine e fran* pitolo venne il corpo di Benedetto XMI
gie d'oro, seguitadallacarrozza del mag- consegnalo al [). Ziiannelli domenicano
giordomo Del Giudice e da 7 cannoni co' maestro del s. palazzo, che lo ricevè a no-
bondiardieri col miccio acceso sull' asta. me del p. geneiale dell'ordine ede'reli-
jNel giorno precedente il cardinale Pao- giosi e convento di s. Maria sopra Miner-
lucci vicario di Roma pubblicò l'ordine, va, eziandio alla presenza di gran nume-
che in tulle le cbiese della città a orei 5 ro di domenicani consegna ne
, e di tal

si dovessero suonare lulte le campane a fu rogalo il Consuelo pubblico strumento


morto per lo sp.jzio di un'ora; e che nel per gli atti del Corvini notaro del capi-
trasporto del cadavere pontificio dal Qui • tolo Valicano. Rinchiuse l'una dentro l'al-

rinaie al Vaticano si dovessero similmente tra le due casse di legno e quella di piom-
suo Marcie campane a iDorto,e specialmen- bo, furono trasportale, accompagnandole
te di quelle chiese per dove dovea passa- processionalmente i domenicani, e alcuni
re la pompa funebre; e finalmente che le canonici e beneficiati della basilica, tutti
chiese di Roma a loro comodo celebras- con torcie accese in mano, in mezzo al
se! ol'esecpjie a Clemente XI. Si legi^e nel tempio ov'era preparato nobihìiente un
n.° 7430 del Diario di Roma del 733, 1 gran letto funebre, coperto di damasco
che volendo l'ui'diue de'picdiculuri fare paonazzo Irinalu con più o(d>ui di gal-
i62 TRA T R A
Ioni d'oro, non che di ricchissima coltre ni vescovo di Marciana, unitamente con
di broccato d'oro, con sopra il triregno l'arcivescovo celebrante, tulli parati pon-
posalo su due cuscini di -velluto nero, ed tificalmente, a farvi le 5 assoluzioni 3fa~
un ben inteso baldacchino che calava dal- joris Potentìaey seconiìo il prescritto dal
la sommità del gran volto di s. Pietro, Pontificale romano, Domenica giorno de-
con ogni buon gusto lavorato, e in detto stinato pel solenne trasporto del corpo di
letto collocate le casse furono per tutta la Benedetto Xlll, radunati secondo l'inti-

notte custodite da'domenicani, che ivi fe- mazione falla da' cursori per schedida ,

cero le consuete vigilie, come similmente stampata d'ordine del cardinal Vicario,
iecero il giorno fino all'ora del trasporto. alla basilica tulli quelli che doveano in-
Isella delta ricognizione del cadavere di tervenire alla processione, alle ore 2i ì]i
Benedetto Xlll, per l'opinion*^ che si a- si die principio alla medesima. Precede-
veva del buon oiloie di santità in cui e- va un grati lanternone in mezzo a due
ra morto, il cardinal Finy si prese il velo mandatari colle lorosolile mazze, seguiva-
che gli copriva il volto, il cardinal Otto- no successivamente, palafrenieri di molti i

Loni gli tolse l'anello, l'uno e l'altro so- carilinali con torcie accese, un religioso

stituendovene di migliori. Un altro gli domenicano con croce e slendardino e al-


cambiò uno spillone del pallio, altri da tri due religiosi con torcie, e sotto la me-

esso strappò una croce, altri gli tagliaro- desima croce solamente indi venivano ,

no un pezzetto di pianeta. Ed essendogli con candela accesa


lutti ; i funciulli o a-
state poste le scarpe nuove, perchè fpian- lunni dell'ospizio apostolico di s.IMichele,
do fu sepolto gli furono prese colle calze, gli orfanelli, il collegio Salviali, gli ago-
^'ì fu chi poco dopo gliele cavò da' piedi stiniani scalzi e riformali francesi del 3,"
Ueiralto di chiudersi la cassa. 11 tulio per ordine di s. Francesco, i minori cappuc-
divozione. Domenica mallina 22 febbraio cini, i mercedari calzati, la congregazio-
il capitolo Valicano, per gratitudine de' ne del b. Pietro da Pisa, i nu«)imi, il 3.*

singolari benefizi ricevuti da Benedetto ordine di s, Francesco, i minori conven-


Xlil, olire l'aver fallo ardere circa 4oo tuali, i minori osservanti riformati, i mi-
ceri intorno al letto l'unebre, disposti con nori osservanti, gli agostiniani della con-
bella simmetria in 3 ordini di cornucopii gregazione di Lombardia, gli eremiti di
e doppieri, gli celebrpsolenniesequie,can- s, Agostino, i carmelitani riformali, i car-
tando la messa mg/ Tommaso Cervini ar- melitani, i servi di Maiia, i domenicani,
civescovo di Nicomedia e canonico della i girolaminiji canonici regolari del ss. Sal-
basilica, in un altare eretto a tale effetto vatore, gli Olivetani, i celestini, i cistcr-

nel piano della gran navalaavanli lacou- ciensi riformati, i cistcrciensi, i vallom-
fessione de'ss. Apostoli, a 4 cori di scelta brosani, i camaldolesi, i cassinesi, i ca-
musica composta dal celebre Ottavio Pi- nonici regolari Lateranensi; venendo di-

toni ujaestro di cappella della basilica, ed vise le nominate corporazioni regolari da


in tale occasione vi fece una dotta orazio- due torcie accese e alzate nel loro prin-
ne latina in lode del defunto mg/ Asse- cipio, come anche porlaleinfiuedi delle
man del Monte Libano beneficialo della corporazioni. Seguivano cogli alunni del
basilica, che in tal giorno avea preso l'a- seminario romano in colla, tutti i par-
bito prelatizio in qualilàdi cameriere d'o- rochi di Roma; i capitoli delle collegiate
nore del regnante Clemente XII. Dopo di s. Girolamo degli Schiavoui, di s. Ana-
l'orazionesi portarono al letto lugubre stasia, de'ss. Celso e Giuliano, di s. An-
mg/ Tasca arcivescovo di Gerapoli, mg."^ gelo in Pescarla, di s. Eustachio, di s. IMa-
Santamaria arcivescovo di Cirene, mg/ ria in Via Lata,di s. Maico,di s. Nicola in
Pczzclla vescovo di Costanza, mg.' Simo- Carcere, di s. Maria ad Blartyrcs^ ed lu
TRA TRA i63
fine ilcamerlengodel clero, con a desi ra il ne trasferito nel mezzo della chiesa, ove \[

|>ni roco di s. Pieno, ed a sinistra (jnello di cardinal Oltoboni, parato pontificalmen-


s.MniiasopraMinerva;tullie3collesolite te, portatosi da una di quelle cappelle,
stole. Pieceduli avanti le torcie dal loro preceduto dalla croce e da' solili ministri
iuazziere,venivanoil capitolo di s.jVIaria in della cappella pontificia, assistito da due
Costuedin,edi capitoli di s.Lcrenzo inDa- canonici delle patriarcali Vaticana e Li-
niaso e di s. Maria in Trastevere unita- beriana, cantatosi da'domenicani il Lit
mente. Da'loro mazzieri erano preceduti òcra me, Domine, e le altre preci, alla
i capitoli Liberiano, Valicano , Latera- presenza di 5 cardinali, fece solennemen-
uense, seguiti dagli udìciali del tribunale te l'assoluzione del cadavere, che poi re-
del cardinal Vicario, portando tulli i ca- stò tutta la notte custodilo da'domeni-
nonici de'6 capitoli torcie accese iu ma- cani colle solite vigilie. Nella seguente
no. Indi a 4per 4 con torcie accese alza- mattina di lutiedì, essendo la chiesa di s.
te, venivano» 00 fanciulli alunni dell'o- Maria sopra Minerva tulla fino al vol-
spizio apostolico di s. Michele e degli or- to nobilmente apparata a lutto di pau^
fìiui, e parimenti con torcie alzate a 4 per ni neri trinali d'oro, con tripponcini e
4 seguivano 4oo religiosi niinori osser- cascale di velo bianco, disposte in pili

vanti tutti con colle, etl altro grnn nume- luoghi con buon ordine alcune profu-
ro di religiosi domenicani con colte e tor- miere e arme dei defunto Pontefice, con
cie , avanti , intorno e dopo il letto fu- maestoso baldacchino che calava sul let-
nebre ov'erano collocate le casse col ca- to funebre collocalo immediatameiilo
,

davere di Benedetto XIII, sostenuto esso sin da quando la sera antecedente venne
leltodalla basiiicaVaticana sino alla cliie- portato da s, Pietro il cadavere, sopra ma-
wde'ss. Celso e Giuliano, pe'cordoni d'o- gnifico catafalco elevato da 5 gradini, e
ro da 6 canonici Vali-
co'fiocclii simili, circondalo da quantità di ceri ardenti in
cani; dalla chiesa da'ss, Celso e Giuliano grandi e sontuosi candelabri posali ne'
4
sino a quella di s. Pantaleo, da 6 cano- 4 angoli del catafalco slesso,'come altri
nici Liberiani; dalla chiesa di s. Pantaleo loo ceri ardevano su lorcieri disposti di
a quella di s. Maria sopra Rlinerva, da 6 qua e di là in tulla la navata maggiore
canonici Latcr.inensi; tutti in colla e roc- della chiesa, olire le candele ardenti su-
chetto. 11 letto funebre era circondato dal- gli altari di tutte le cappelle, vi si porta-
la guardia svizzera pontifìcia colla solila rono 26 cardinali cappe paonazze a te-
in
armatura di ferro, e dopo incedeva a ca-? nervi cappella solenne, nella quale cantò
vallo il loro capitano co'suoi svizzeri. Illu- la messa il cardinal Altieri del titolo di
niinali da 6o torcie mandate dal palazzo s. Matteo e i.
'creatura del defunto, col-
apostolico,cavalcavanodue n)azzieri pon* l'intervenlo di tutti gli ordini della pre-
liflcii colle lorocasacchcjgiacco di maglia latura, de'capi delle religioni e d'ogni al-
e mazze d'argento; due maestri delle ce- tro che ha luogo nelle cappelle papali, e
remonie pontifìcie; mg." maggiordomo; co'cappellani cantori della capi)ella pon-
tulli gli ordini della prelatura, e la ca- tificia. In (ine della messa vi recilòcou lut-
mera segreta del Papa Clemente Xll: to spirito una dotta orazione latina mg.'
tulli i nominali co* loro abiti come so- Venanzio Filippo IMersanti benelìcialo
gliono portare nelle solenni Ctìvdlcate Valicano, maestro delle cercmonie pon-
pontificie. Arrivato il letto lugubre ver- tificie e cappellano segreto di Clemente
so le ore 2 di notte avanti la chiesa di s, XII. Dopo portatisi all'altare i cardinali
]Maria sopra Minerva, fuori della porla Petra, Lercari, Finy e Caralia, altre più
fu aspersojSccondoroi dine del rituale ro- antiche creature del ilclunlo, deposte le

umuo,dal parroco di s. Piclio, indi veu* cappe e presi i parauìeuli w^g» i, trusferiliai
i64 TRA TRA
insieme al celebrante sopra al catafalco, e 1 due angeli in alto che reggono l'arme
\ì fecero le 5 assoluzioni dette Majorìs del Papa, la cui statua scolpì Pietro Brac-
Polentine. In lulto il giorno che restò e- ci e quella della Virlù a dritta, mentre
spostoil pontificio cadavere nel detto let- condusse l'altra della Virtù a sinistra Bar-
to e catafalco, sempre colla descritta il- lolomeo Pincellùtli, Terminato il monu-
luminazione, indicibile fu il popolo d'o- mento i religiosi stabilirono di eseguirvi

gni età e d'ogni sesso e condizione che con- la traslazione del corpo di Benedetto XIII
corse a porgere suffragi, non essendo sta- a'23 febbraio 789 (perciò col qui narra-
1

la sufiìcienle la soldatesca disposta per to vanno emendate le date equivocale nel

tutta la chiesa, ed intorno al catafalco in voi. XII, p. 143), come dissi nella biogra-

doppia fila a repnmerlo;il medesimo con- fìa (ma ivipure lai. 'traslazione è ripor-
corso era avvenuto per la lunga strada, tata nel 1738, mentre è la discorsa fjtta
guarnita dalla soldatesca, che da s. Pie- nel I 733). Riferisce pertanto il n.** 3365
tro conduce Minerva, la sera prece-
alla del Diario di Roma, del 7 89 (il nu»ne- 1

dente per vedere la grandiosa pompa fu- ro del Diario 7983 che riportai nel voi.
nebre, accompagnata ancora nel transito LXlV,p. I i3,col.i.^ appartiene alla tra-
che fece avanti Castel s. Angelo, dallo spa- slazione di Benedetto XIV, come poi di-
ro della moschetteria,e dal suono lugu- rò), che la 2.' traslazione del corpo di Be-
bre delle campane di tutte le chiese per nedetto Xlll dalla cappella di s. Maria

ovunquepassò.Finalmente nella sera del- Maddalena a quella di s. Domenico, dal


lo stesso lunedì, domenicani portatisi i deposito di stucco al marinorco, si elfet-

processionalmente intorno al cadavere tuo domenica di detto giorno ad ore 2


pontificio, cantarono le solite preci secon- e a porte chiusele quantunque non si fe-

do il loro rilo, il p. maestro del sagro pa- ce precedente invito, pure v' intervenne
lazzo vestilo de'paramenli sagri fece l'as- un gran numero di persone, e vi assiste-

soluzione, dopo di chechiusele porte del- rono molti de'priu^arÌ8Ìgiiori,come il car-


la chiesa per evitare la moltitudine del dinale Alessandro Albani, che nella sua
popolo, tumularono il cadavere di Bene- generosità contribuì all'edificazione del
detto Xlll, riposto dentro 3 casse, nella monumento, col somministrare preziosi
cappella di Maria Maddalena, contigua
s. marmi per renderlo magnifico. V'mter-
alla sagrestia della chiesa, per luogo di vennero ancora Ire alti i cardinali e crea-
deposito in un monumento distucco,fìn- ture del defunto, con molli prelati bene-
chè eli venisse costruito un ben con vene- ficati da esso, e tra'principi il nipote del
D
vole sepolcro. Fu pubblicato: Distinto Papa Orsini duca di Gravina. Verso un
racconto della solenne traslazione del 4.° di notte il p. m. fr. Tommaso Bipoli
corpo di Benedetto XlIIy RomaiySS. generale de'domenicani,benedì colle con-
Frattanto domenicani nella cappella di
i suete ceremonie il nuovo deposito sepol-

s.Domenico, architettata dal p. Paglia crale; indi fu demolito quello di stucco,

domenicano, e poi riedificata e abbellita nelqual tempo i religiosi recitarono il ve-


con disegno del Rauzzini da Benedetto spero dei defunti, e altri salmi finché fu
Xlll, che inoltre di sua mano cousagrò terminata la demolizione e fatta la rico-

tulli gli altari della chiesa, gli eressero un gnizione delle casse. Quando poi queste
nobile e imponente deposilo marmoreo, furono estralte dall'antico deposito, fu a-

che risente del gusto corrotto del secolo perta la i


."
esteriore d'abete alla presenza
X \' 11. 11 disegno fu del celebreCarloMar- del notaro e testimoni appositamente
chioni, che scolpì il bassorilievo nell'in- chiamati; indi riconosciuta senza aprirla
nanzi tlcirtutio, rappresentante il conci- quella di piombo nelle iscrizioni e sigilli

lio romano celebialo da Beuedetlo XIII, posti sulla medesima, fu uuovameule


TR ;V TRA i65
chiusa e inchiodata quella cì*abele, e co- conduce alla cantoria, obbligandosi il ca-
perta COI) una coltre, essendosene di tut- pitolo Vaticano di riconsegnarlo quando
lociò rogato pubblico strumento per l'i- fosse a loro stato richiesto. Avendo Cle-
dentità del corpo. Si pose allora in ordi- mente XII disposto con chirografo del-
ne la processione, per portare le dette cas- l'i iluglioi734, cheil suo corpo, passato
se in giro per le due navate laterali della un anno dalla sua morte, fosse traspor-
chiesa, e fu cominciato il canto delle lau- tato nella propria cappella gentilizia da
di deirutìlzio de*morli. Portavano gli al* lui edificata, insieme al Sepolcro (V.)^
tri religiosi una candela accesa in mano, nella basilica Lateranense, ciò s'efleltuò
5o de' quali più graduali portavano la a'20 luglio 74^ (secondo
I il Novaes, o di
torcia. Ai fianchi delle casse procedeva- altro giorno al dire di Cancellieri, che di
no il p. maestro del sagro palazzo, il
p. questa traslazione riporta erudite notizie
procuratore generale, il p. segretario del- a p. 25o eseg. del Mercato) privatamen-
l'indice,con 3 pp. maestri provinciali, cioè te a 4 ove di notte; previo il permesso di
quello delia Lombardia, quello diTerra- Benedetto XIV per la disumazione, ri-
sanla e quello di Scozia, portando tutti e 6 cognizione e trasporlo del cadavere sles-
con una uìano la torcia accesa, e reggendo so,permettendo l'intervento de'cardina-
coir altra la coltre che copriva le casse. lida lui creali, e anche di quelli non sue
Terminato il giro fu collocata la cassa a- creature da lui beneficati, non che del sa-
vanti la cappella di s.Domenico,nella qua- gro collegio all'esequie. Seguì il traspor-
le in tempo della processione si trattenne- lo ponendosi le casse decentemente sul-
ro i cardinali, il duca di Gravina e mol- le stanghe portate da' muli, coperte di
ti altri signori. Indi fu cantato il respon- coltre e sovrastate dal cuscino e triregno,
sorio. Ubera me^ Domine^ e poscia il p. mentre alla testa delle casse fu colloca-
generale funzionante, che co' suoi solili ta una croce di legno doralo (come erasi
ministri era vestito de' paramenti sagri, praticato nella traslazione del corpo d'In-
dopo aver aspersa la cassa con l'acqua be- nocenzo X da s. Pietro alla Chiesa di s.

nedetta, e dopo averla incensata, cantò la Jgnese in piazza Navona, della quale ri-
consueta orazione Pro defunclo sitmmo parlai nel voi. LXXV, p. 218). Le casse
Ponlifìcey e susseguentemente fu porta- nveauo l'accompagnamento di 24 sacer-
ta la cassa nel luogo destinalo dentro il doti, ciocia Vaticani ei 1 Lateranensi,
deposito di marmo,edin tal forma fu com- con cotte e torcie di cera, oltre di altre 6
pita la pia funzione di questa nuova tra- a vento portaleda'palafrenieridicasaCor-
slazione. Clemente XI Corsini a'6 feb- 1 sini vestili a lutto per questa lugubi e fun-
braio 1740 finì di vivere nel palazzo Qui- zione. Intorno incedevanoi 2 svizzeri con
rinale, indi in una di quelle stanze fu e- colletti di pelle e armati di fucile, coman-
*posto vestito di soltana, mozzetta e ca- dati da òviG ufllziali della loio guardia.
mauro di lana, poscia a due ore di not- Seguivano i\y\G carrozze di della casa,
te in una lelliga fu trasportato il corpo, con dentro al primo luogo d. Giovanni
col cappello in capo, senza stola e senza Miichna marra segretario d'ambasciata
croce, nella Sistina del Vaticano, dove fu del nipote dei defunto il cardinal Corsini,
\eslilo cogli abili pontificali di color ros- il quale a lui avea consegnato il cadavere

so, e con mitra di tela d'oro, secondo la dello zio, facendo anche le veci del curato
descrizione che di queste pompe funebri di s. Pietro. Alla porta della basilica La-
pubblicò il n.° 35 1 5 del Dittrìo di Roma teranense fu ricevuto il convoglio funebre
del 1740. Trasportato il cadavere nel- dall' arciprete cardinal Corsini, che do-
l'adiacente basilica di s. Pietro, fu poi se- po la ricognizione <lel corpo eravisi recato
l»oUu lidia solila nicchia sulla poi tu che dalla basilica Vaticana, e da tulio ilca-
i66 TRA. TRA
pilolo con torcie accese, ed ivi processio- del Pontefice.il monumento si scoprii poi
nalmente colla croce capitolare furono le nel I
769 nella sede vacante per morie del
casse inlrodoUe in chiesa e collocale nel- 8U0 successore Clemente XI 11 la trasla- :

la naverìi mezzo sopra un tumulo circon- zione del corpo di questo Papa, nel mo-
dalo da 8 torcie. Cantatosi da'musici del- numento erettogli in detta basilica, la de-
la basilica il Subi'e/u'te^eóa rag/ Iliccar- scrisse il t)° 1806 del Diario di Roma
di vicario della basilica e parato in pivia- del 792. Delle altre traslazioni de'cada-
I

le nero, il Non intres^ indi da'cantori il veri de' Papi parlai nelle loro biografie.
Libera me^ Domine, il prelato asperse e Di quelle de' cadaveri de' Sovrani (T.)
incensò il corpo e disse l'orazione fune- morti in Roma, all'articolo Funerale e
bre prescritta pel defunto Papa. Il lutto altri, ed in quesl'ultitno di quelle de'car-
terminato, furono tiasportale le casse nel- dinali, prelati, ec. I cadaveri non si pos-
la cappella Corsini, ove ardevano all'al- sono trasferire da un sepolcro in un al-
tare i consueti lumi, e da essa immediata- tro, senza licenza del vescovo; e per leg-
mente all'altra cappella sotterranea, do- ge antica i romani gentili non potevano
\e da'cappellani Corsiniani furono reite- trasportare i cadaveri dal luogo ov'era-
rate le preci e l'assoluzione, facendone la no tumulati in altri, senza l'espressa li-

funzione il loro decano, alla presenza del cenza del collegio de'loro Pontefici.
cardinale Corsini e di diversi nobili, ve- TRASLAZIONE DELLE FESTE,
nendo poi le casse situate nel sito desti- Tranalatio Festorum. Se qualche Festa
nalo e precisamente sotto il sontuoso de- (V.) di rito doppio occorra nelle dome-
posilo del Papa, Se ne legge la descrizio- niche dell'avvento edellasettuagesiuia si-

ne anche nel n." 3qo3 del Diario di Ro' no alla domenica in Albis inclusi vamen-
ma del i
74^. Cenetletto XIV morto nel le, nella vigilia del ss. Natale, nel giorno
I ^58 fu sepolto in Vaticano nel consue- delia Circoncisione, in lolla 1*8.' dell'E-
to luogo temporaneo. Essendosi nel i 768 pifania, nella feria iv delle Ceneri, e fra
terminato il magnifico deposito, costrui- rS.'^di Pasqua, nell'Ascensione del Signo-
to nelk» stessa basilica da'carduiali da lui re, ne'giorni della vigilia della Penteco-
crea t i , n a rra i 1 n .° 7 9 8 5 d el Diario di Ro •
ste fino alla festa della ss. Trinità inchi-
ma, che fallasi la ricognizione del cada- esi ve, nel giorno del Corpus Domini, e nel
vere la sera del 28 agosto, fu portalo in- suo giorno 8.^, nelle feste dell'Assunzione
nanzi l'aliare di s. Petronilla, coperte le della B. Vergine e d'Ognissanti, si trasfe-
casse di nobile coltre, custodite per tutta rirà al I ."giorno non impedito; eccettuate
la notte, e poi circondate nel funerale da però le feste di s. Gio. Battista e della com*
buon numejo di torcie accese. Ivi nella memorazionede'ss. Apostoli Pietro e Pao-
mattina seguente gli furono celebrate lo, che occorrendo nel detto giorno 8." del

neir altare della santa solenni esequie ,


Corpus Dominici celebrano; ed eccettua-
pontificando la messa mg.^ Lascaris pa- ta pure la festa solenne di qualche luogo,
triarca di Gerusalemme e vicario della che occorrendo nella propria chiesa sol-
basilica, alla quale assisterono, oltre il ca- tanto, eziandio in alcuni de' sopraddetti
pitolo, 23 cardinali invitali, ricevuti e rin- giorni, cioè nelle domeniche2.",3.''e4.''del-
graziati dal cardinal Cavalchinii. "crea- l'avvento e della quaresima, e nella do-
tura del defunto e decano del sagro col- menica della seltuagesima, sessagesima e
legio. Dopo l'assoluzione i cardinali si re- quinquagesima, nonché ne'giorni fra l'S.^
carono avanti il vicino ^Sey^o /evo, ne' ban- dell'Epifania, si celebra. Se poi la festa d»

chi preparati, ed assisterono al colloca- s. Gio. Battista verrà nel giorno del Cor-
mento delle casse dentro l'urna marmo- pus Domini, si trasferirà nel giorno ap-
rea, sopra la quale poi si pose la statua piesso colla commemorazione dell'S.', e
T II A TRA 1G7
nei secomli vespeiiilei Corpus Domìni '^\ o più feste di 9 lezioni occorrano in uno
farà commenìoiazione di s. Giovnnni: nei stesso giorno, si fcuà l'uffizio della mf«2;[^io.
giorni poi die seguono si fiirà l'nfTizio di re, cioè del doppio, e i semidoppi si tra-
8.^ colla commemorazione di dello sanlo. sferiranno. IMa se tutti saranno doppi o
Allora venendo ilgioino8,"conqLU'llo del semidoppi, si farà de dì^niorì, os>iia del
Corpus Domìni non si trasferirà; ma in più solenne, e si trasferiranno quelli che
qjieli'anno si farà commemorazione di s. sono di minore soleimilà. Se piìi feste >i

Giovanni in ambedue i vespcri e nelle la debbano liasferiie, prima si trasferisca il

<li;e sempre si osserverà quando si tras-


ciò doppio e poi il semidoppio: e fra più dop-
ferii à una festa avente l'S.^; cosicché non pi si celebri sempre prima quello eh' è
si trasporterà mai il giorno 8.", se non si più solenne: altrimenti se sono eguali,
fosse trasferita lafesta.Clie se una festa si si trasferiscanouno dopo l'altro con quel-
dovià trasferire dopo tutta la sua 8/, in l'ordine con cui si doveano celebrare nei

quell'annosi celebrerà senza 8.^purchè il propri giorni. La festa semplice non mai
tilolaredella chiesa nonabbia un qualche si trasferisce; ma se non si possa farne
particolare privilegio, e perciò non si deb- l'uffìzio, si farà commemorazione. Se poi

ba fine altrimenti. Se nel giornoS. "di qual- verrà in que'giorni ne'quali del detto sem-
che festa occorre un doppio de'm.tggìori plice non si può fare alcuna commemo-
sopraccennati nella rubrica delle comme- razione, di esso nulla si farà in quell'an-
morazioni, si farà del detlo doppio colla no. Se qualche festa di 9 lezioni , nella
commemorazione del giorno 8.", eccetto quale vi è eziandio la commemorazione
quello dei ss. Natale e dell'Epifania, nei da farsi di qualche santo, si debba tra-
quali giorni non si fa di alcuna festa, ma sferire a motivo della domenica che cor-
si trasferisce nel i.
"giorno non impedito. re, o di qualche altra festa maggiore, non
Se poi tal doppio non sarà de'maggiori, si trasferirà assieme colla commemora-
si farà l'ufìizio dell'8.'\ e si trasferirà la zione di quel santo in essa festa assegna-
festa come sopra. Se qualche festa di ri- lo, ma di esso si farà commemorazione,
Io doppio che occorre fra un'8.^ venga im- se sia possibile, nel suo giorno naturale
pedita da un'altra festa di doppio mag- colla 9.^ lezione se vi sia propria. Ciò si

giore, si trasferirà nel primo giorno pu- osserverà eziandio nelle commemorazio-
re non impedito, e in esso si farà cojume- ni che occorrono nelle vigilie, quando si
niorazione deir8.'' Se nell'altre domeni- facciano nel sabato antecedente venendo
che fra l'anno fuori delle sopraddette oc- la vigilia in domenica, perché in allora la
corra unafesladi rito doppio, non si tra- commemoraziQue del sanlo semplice non
sferirà. Cna festa di rito semidoppio clie si farà nell'uffìzio della vigilia, ma in quel-
occorra ne'sopraddetti giorni,© fra 1*8." domenica. Tanto prescrive il BrC'
lo della
del Corpus Domi/ti, o nelle altre dome- viarioromano^ tit.io: De Trnnslatione
niche fra l'anno, si trasferirà nel r. "gior- Fcstorum, riprodotto dall'ab. D!didi,nel
no da simile nflizio non impedito. Occor- Dizionario sacro-liturgico^ oltre diversi
rendo poi nelle don)eniche fra quelle ot- s. congregazione de'riti; e la
decreti della
tave, nelle quali si fa delle feste correo tabella generale della traslazione delle fe-
li, si trasferirà nel giorno die segue, colla ste comuni ossia descritte nel calendario,
commemorazione dell'8.* Che se questo che occorrono nelle domeniche e feste fra
fosse impedito da un altro doppio e semi- l'anno, tanto mobili, quanto immobili.
doppio, si trasferirà il 8emidoppio( venen- Vedasi Guvanlo con l'addizioni del ite-
il

do in domenica) dopo r8.'\ cosicché una rali: Compendio disile cercmonic ecch-
festa semidoppia fra 1*8. non si Irasfiiri-' siaslichc, par. I, lit. 6: Della traslazio-
là, se non che ad giorno oppresso. Se iìue ne delle Feste,
i68 TRA TR A
TRASLAZIONE DELLE RELF- roda'popoli guerre accanite. \ prote.ftan"
QUIE DE'SANTI, Tvamlalio Sacra- //ostinati erroneamente a sostenere, che
rnm Reliquìarum. L'uso di trasportare il culto delle reliquie de'sanli è una Su-
da UD luogo ad un altro le reliquie d'un perstizione (V.) imitata da'pagaiii, pre-
Martire (F.), di cui si venerava la me- lesero imitare i barl)ari col profanarle e
moria, derivò da un sentimento natura- biuciarle. 1 loro scrittori si sforzarono di
lissimo e religiosissimo. Quando un san- giustificare tali eccessi, o per gettare il ri-
to vescovo avea sofferta la morte per Ge- dicolo s»i tutte le pratiche de'catlolici su
sù Cristo, in un luogo lontano dalia sua questo riguardo. Il culto delle ss. Pveliquie
sede, non deve fare meraviglia che suoi i è antico come il cristianesimo, e fino dal
diocesani, desiderando di possedere le sue suo nascere fu ima specie di professione
reliquie, abbiano chiesto che dal luogo di fede della resurrezione futura. Se nei
del suo martirio fossero quelle traspor- secoli d'igiioi-anza s' introdussero alcuni
tate nella sua chiesa. Così nell'anno 107 abusi, non furono questi ne sì grandi, ne
i resti delle ossa di s. Ignazio vescovo sì frequenti, come calunniosamente esa-
d' j^ntiochia, (ne riparlai a Siria, ripor- gerarono protestanti, e ne derivò sem-
i

tando la serie de' vescovi e patria rchi)mar- pre da un simile culto un grandissimo be-
iirizzatoa Roma, vennero trasportate co- ne. Moltissimi peccatori furono penetra-
me in trionfò in Antiochia (poi riporta- ti di compunzione visitando il Sepolcro

le in Roma) e ricevute da'fedeli, che pei de'santi, e Dio spesse volle ricompensò coi
primi si nominarono c^^.9im/^/, come un miracoli la fede de'catlolici, i quali ivi ri-

tesoro inestimabile ,
giusta l'espressione ceverono il sollievo de'Ioro mali: il faro-
degli atti del suo martirio. Quando un I e stesso de'barbari rispettò più d'una vol-
laico avea ricevuto la slessa coiona del ta que'santuari della pietà. Dice il Ber-
martirio, il rispetto e l'amore ispiravano gier, nel Dizionario della teologia: Qua-
lo stesso desiderio ne'suoi concittadini, per hnjque cosa se ne dica, è cosa giovevole,
efletto naturale della venerazione che ispi- che figliuoli dellaChiesa conservino que-
i

ra la virtù.Questo zelo aumentò quando sti oggetti di consolazione e confidenza, di


si vide, che Dio per glorificare suoi ser- i cui volontariamente si privarono! loro ne-
vi, per l'intercessione di questi faceva Mi- mici. NelTarticolo R.ELIQUIE de'Santi dis-
racoliiìWa tomba de'martiri; quindi ven- si essere loro corpi e loto cose, poiché re-
nero considerate le loro reliquiecoineun liquia significando ciò che resta della
pegno sicuro de'favori del Cielo, e ciascu- maggiore parte di qualche cosa, ed essen-
na chiesa fu gelosa di procurarsene. In do la principale dell'uorrio l'anima, per-
seguito, allorché i barbari feceio delle in- ciò fu chiamata reliquia il corpo che resta
cursioni nelle provincie cristiane, brucia- in terra o parte di esso, e quant' altro è
rono le chiese e le reliquie de' santi, fu- degno di venerazione. Ivi feci la distinzio-
rono i fedeli solleciti di sottrarre al loro ne delle reliquie denominate insigni, del-
furore que'preziosi depositi, e li traspor- le quali se ne può fare l'uffizio. Celebrai
tarono in luoghi ne'quali credevano che i la preziosità delle ss.Reliquie, ed in quanta
barbari non sarebbero penetra ti,cora'era- venerazione furono sempre tenute e come
110 i monasteri isolati in mezzo alle foreste, anticamente si custodivano con maggior
ce.Abbiamo molli esempi di reliquie così gelosia, e che assai difficilmente si conce-
portate da un luogo all'altro, da uno slato deva a' di voti alcuna piccola particella
all'altro, ed anco in lontane regioni; al- di esse; ne tacqui l'operato dagli empi e-
cune di esse furono in seguito restituite retici e miscredenti, che le disprezzarono,
al luogo nel quale erano prima, e talvol- bestemmiarono e oltraggiarono sacrile-
ta per sottrazioni di reliquie si sostenne- gamente, ecou iniquo fanatismo brucian-
TRA TRA 169
lìole ne gettarono le sagre polveri al ven- CfallOjSenesdegnò fortemente. L'idolo per
to o ne'lìumi. Laonde ne propugnai il lo- l'ullìma volta dichiarò, che il suo silenzio
ro giusto e doveroso culto, tlimostrando era derivato dalla presenza del corpo tli

la costante, somma e profonda venerazio- s. Dabila; indi un fulmine distrusse la fal-

ne de'fedeli per le ss. Reli(juieja cui eres- sa deità e il suo tempio. Parlai altresì del-
sero altari e templi; e come la Chiesa in le traslazioni violente de'corpi santi o sa-
ogni epoca ne zelò il loro onore e culto, gre reliquie rubate per fervorosa divozio-
e ne permise la Commemorazione (F.) ne, e trasportate altrove, appunto perchè
con Festa (J.) di j-ito e col premio del- le ss. Reliquie negli antichi secoli dilìicil-

l' /W?//«(7z re ; curando severamente die menle concedevano. Talvolta si potè


si

non fossero falsi fica le, e provvedendo sag- farne reintegrare il luogo involato, co-
giamente acciò ne venisse garantita riileu- me del corpo di s. Giovanni della Croce
ticilà; e perchè impose nomi a' corpi dei carmelitano scalzo, morto nel convento
Martiri anonimi. Parlai ancora delle lo- d'Ubeda nel 1391. Avendo Anna de Pen-
ro invenzioni nelle Calacofnbe, Cimiteri nalosa levato segreta mente dal sepolcro in
e altri Sepoleri (F.), e della loro trasla- cui giaceva in Ubeda il santo corpo, e tra-
zione con solenni 7^/-oc-e.9.v/o/z/( /"".), che re- sportato di notte alla città di Segovia, Cle-
gola il Rituale lìomanum (De Processio- mente Vili con breve diretto al vescovo
ne in translalione sacrnruin Reliifina- di Jaen (presso il La m berli n i, Z>(? CanO'
rum insig/aaìi), %oiio Baldaecìiino (/^.), niz. ssAìb./\.y par. 2.'',cap. 26, n.°23), or-
solo per le reliquie usato in tali circostan- dinòseveramente che fosse restituito a det-
non potendosi adoperarenep-
ze,neirallre to convento. Il vescovo Sarnelli, Lett.ec-
pure r Ombrellino (f^.). Vedasi Eveil- e Ics. t. Come s' intenda essere
3, lett. 8:
lon, De processionilnis ecelesiaslicis^i^a- il corpo d'un santo in pia luoghi, e si-
risiis G4
I Qui\v{\, De f)rocessiofiìbus ec-
1 • milmente delle loro ss. Reliipàe. MoU
cles., (le Litaniis Sanctorum, et de^'cne- te traslazioni miracolose, cioè che il cor-
(lielìonibus, Colouiaei672. Capecelatro, po e le reliquie d'un santo prodigiosamen-
Delle feste de' cristiani, Roma \'J'J'2.. te furono portate in luogo diverso dal
Quauto antiche le Traslazioja' delle re- destinalo, le registrai in diversi articoli.
Tupiie àa' Santi, chiamate pure Klevatio- Il trovarsi in più luoghi le reliquie d'un

ìiesj eruditamente lo prova, riportando- santo, avvenne da che fa permessa dalla


ne un bel numero, Federico llalian de' Chiesa la traslazione delle ss. Reliquie. In
conti Salvaroli,//i qnoddani Aliare por- oriente cominciò ab antico questo costa,
tatile epistolaris disse rtatio,ipvcsso il Ca- medi trasferire i corpi santi o le loro sagre
ìo^eiiXjOpuscolì l. 4^, p. ?.o I . i primitivi reliqfiie, e ciò fu praticato ne'primi tempi
cristiani fecero processioni all'occasione dellaChiesa,anche in tempo della persecu-
della traslazione delle reli(piie de'ss.Mar- zione,quando il ricordato corpo di s. Igna-
liri;cTeodoreto, ///.v/.rrr/. lib. 3,cap. io, Antiochia nel 107, e
zio fu trasportato in
parla d'una processione celebre falla nel quello d'Onesimo in Efeso già sua chiesa
362, quando le reliquie di s. Rubila mar- nel r 8. Col consenso poi de'vescovi e ad
1

tne e vescovo d'Antiochia, furono traspor- istanza degrimperatori furono a Costan-


tale dal sobborgo di Datile, ove le avea linopoli con somuioonore trasferite le re-
falle collocare Gallo Cesare perchè ces- liquie di s. Andrea, di s. Luca, di s. Ti-
sasseto i miracoli da hii tenuti superstizio- moteo a tempo di Costantino I, e lo at-
ni, alla chiesa d'Antiochia, ove prima si testa s. Girolamo, contro Vigilauzio ere»
veneravano; Ciò avvenne per essersi ain* tico, che biasimava il cullo religioso reso
niulolito l'oracolo d'A()ollo ch'era in Daf- a'marliri e alle loro reliquie, come un at«

uè, onde (Giuliano ['Apostata fratello di to d'idolulriu^e considera vu furberie e pru*


VOL LJLXIX. VI
170 TRA T RA
stigi diabolici i miiacoli, cbe facevansi al- biegìsilo Agrippinense, j:oI corpo di s. Mal-
le lorotombe, olire alhi errori. Ma inRo- ioso martire ; Monulfo Trajetfense , col
ina sino a'iempi di s, Gregorio l del 590 corpo di s. Arvazio vescovo della «lede-
non fu in costume la traslazione delle ss. sima chiesa; e s. Germano vescovo di Pa-
Reliquie, anzi Pa{3Ì non permettevano,
i rigijColcorpodis.Uisino vescovo diBour-
che ogni quantnncjtie mi«iimn reliquia si ges.Per tultociò c»-ede il Borgia, che s.
lrasferisse,anchead istanza di principi, ma Gregorio I non poteva ig»iorare tali esecn-
solamente mandavano ve/zo braudei,che pi, nondimeno perchè l'esperienza inse-

fossero stati sopra ad esse e chiavi che , gnò a'sagri pastori, che ciò alloivi talvol-
avessero toccato il corpo di s. Pietro oche ta avveniva non senza detrimento della

contenessero qualche poca di limatura leiigione, cosi aveano a'iempi di s. Gre-

delle catene di lui. Perciò s. Gregorio 1 gorio I già desistilo dall'introdotto costu-
si ricusò di esaudire Costanza Augusta, me, sebbene poi si iip»endesse con mag-
che gli aveva domandato il capo di s. Pao- giore frequenza gran dopo la morte di sì

lo, o qualche insigne reliquia dell'aposto- Papa, e perciò


ben a ragione sciisse a Co-
lo, ossia altra parte del suo corpo ,
per stanza Augusta, di non poterla compia-
collocarla in una chiesa eretta da essa iu cele. Laonde conclude il Borgia, non es-
suo onore nel proprio palazzo. Gli scris- se»e vei'o l'asserto del Vipeia, che s, Gre-
se quindi il Papa: No»» essere usi roma- i gorio 1 mandò indono ad xArigiso duca di
ni di toccare i sagri corpi, e levarli dai loro Benevento il corpo di s. Modesto levila e
tumuli, e solo concedere de' veli ch'erano martire, e doversi liportai'e ad altro tem-
stati a contatto di essi; di essere veli in i po la traslazione di quel coipo in Bene-
tanta venerazione, come ne'medesimi fos- vento, da dove fu liasferito a Monte f^er-
sero involte le reliquie stesse, poiché esi- gine, senza che in Benevento ve ne ricna-
steva costante tradizione, che a tempo nesse reliquia, e contio la consuetudine,
di s. Leone I dubitando i gi-eci di tali re- che rilevai alti'ove, come nel voi. LXVII,
liquie, quel Papa colle forbici tagliò un p. 60. Ivi parlando, con critica digi-essio-
velo, e ne stillò del sangue; e che in Ro- coipo contiaslato di Papa s. Sisto
ne, del
ma e in tutto l'occidente era intollera- /,non solo rimarcai che molte chiese pre-
bile e sacrilego il toccar solamente i cor- tendono avere il corpo d'un medesimo
pi santi. Qui aggiungerò, che Giego- s. santo piendendo una parte di esso pel
,

tìo 1 di più narrò a Costanza Augusta al- tutto, ma dichiarai la grave avvertenza:
cuni prodigi avvenuti in Rema, contro Che costume dc'Papi, nel concedere
fu i

chi avea tentalo di cavar la terra ples- coipi de' santi, di non farne restare priva
so a Sepolcri lìes?,. Pi(}tro e Paolo (del- olfatto la chiesa dalla quale gli eslraevano,
le loro tiaslazioni ragionai alle biogia- riservandolene qualche buona parie, ciò
fìe di essi) e di s. Loie»)zo, come riporta che serve a conciliai'e le diverse con ti*o-
il Borgia nelle Memorie di Benevento, t. versie sui diversi possessori. Ritornando
I, p.128; anzi egli osserva, che già erasi al Sarnelli, egli dichiai'a :Ma dacché fran- i

introdotto in occidente, prima di s. Gre- chi, vinti i longobaidi, li cacciarono d'I-


gorio 1, lo stile di Iraspoitare i corpi san- talia , si cominciò anche iu occidente a
tida un luogo all'altro, come aveano fat- traslatarei corpi de'ss. Martiri; imperoc-
to s. Ambi'ogio vescovo di Milano, co'cor- ché i re de'franchi e gli altri principi ne
pi de' ss. Gervasio e Prolasio; s. Perpetuo feceio grandi istanze al sommo Pontefi-
vescovo diTours, col corpo del piedeces- ce,eneotlennero le tiaslazioni per laFian-
sore s. Maiiino; Gregorio Lingonico, col cia eper la Germania, a fine di onmarne
corpo di s. Benigno martire;Palladio San- itempli da loro edificati, e perchè né Al-
tonico, col corpo di s.Eutiopiovescovo;E- tari né Templi si potevano consagiare
TU A TR A 171
senxa le reliquie de'snnli, come da un ca- te essendo mandala altrove. »> Ma non per
none d'un concilio Africano era stalo pre- questo la pietà cristiana ha falsamente af-
scritto; equanto airallie, prescrive il Pon- fermato di possedere i corpi de'santi, dei
tillcale romano, che almeno nella Pietra quali non ne ricevè che parte; sentendo
(/".) sagra vi si lacchiudino delle reliquie, ella, che non gli avea dimezzati o dimi-
in memoria deiranticocostumedellaChie- nuiti nell'operazione de'miracoli, ma in-
sa, di celebrare i sagri misteri sul sepol- teri e perfetti, secondo la regola insegna-
cro de'marliri. Iddio comprovò co'mira- ta dal teologo nelT invettiva da se fatta
coli il suo piacimento in queste traslazio- contro Giuliano V Apostata ^ ove mostra,
ni, fra le quali celebre è quella di s. Flo- che qualunque segno delle passioni fa lo
riano prete e martire nel 184, quando 1 slesso, che corpi loro interi, e che cor-
i i

Casimiroll redi Polonia chiedendo al Pa- pi santi, il medesimo ponno in terra, che
pa reliquie d'alcun santo per la chiesa di le anime beate in cielo; talché il santo in

Cracovia, Lucio III entralo nel sagrario, qualunque piccola polvere del suo mar-
ove stavano i corpi di molti martiri, do- tirizzalo corpo persevera intero, quan-
mandò loro chi voleva andare in Polonia; tunque latrino diavoli e bestemmino
i

alla quale interrogazione, soggiunge il ve- gli eretici. Così nelle preci che la Chiesa
scovo Sarnelli, dicesi che Floriano stese ha prescritto per la benedizione de' vasi
una mano al Papa, in segno di volervi an- da conservar le reliquie de'santi si legge:
dare; pel qual miracolo, commosso Lucio Quatcnus flde.les tiii inagnitudine^ sis'e

HI, mandò al re il corpo del santo, per universi tate heneficiorum tuoriim , in
Egidio vescovo di Modena; e da Casimi- morta modica reliquìarum integra San-
ro li, dal vescovo e popolo di Cracovia fu ctorum Corpora se percepisse gratulen-
accollo con grandissima divozione come tur. In quanto poi ad essere più teste, più
in trionfo, e poi gli fu fobbricato un bel- mani e più braccia dello stesso santo,deve-
lissimo tempio. Dopo le traslazioni, mol- si intendere non del capo,raano o braccio
te città e luoghi elessero a principale lo- intero, ma di parte di quello. Imperocché
ro Protettore [V.) il santo del di cui sa- avendo dimostrato l'esperienza essere la
gro corpo erano divenuti possessori, e ne stessa virtù in una piccola parte di qual-
sperimentarono il possente patrocinio. O- che reliquia del martire, che in tutta la
ra facendosi queste traslazioni, da prin- medesima reliquia, questa si soleva divi-
cipio non erano di corpi interi, ma d'u- dere alle volte in più parti, e porre in di-
na parte di essi, perchè que'che prima li versi altari, li quali sono sepolcri de'mar-
possedevano non volevano restarne a (Fat- liri; e quindi è avvenuto, parte della re-
to privi, massime se santi erano litolari i liquia del capo, della mano, del braccio,
delle chiese. In proposito il Sarnelli addu- dirsi capo, mano e braccio. Tollerabile
ce la testimonianza di Baronio, il quale errore, dice il cardinale Barooio, nell'an-
narra che neir827GregorioIV trasportò no 55,u.''i5, al quale non ha posto cagio-
da'ciraileri nell'oratorio di s. Gregorio 1 i ne l'inganno umano,ma la liberalità gran-
corpi de'ss. Sebastiano e Tiburzio, e col- de di Dio". Quindi il Sarnelli parla del-
locò ciascuno di essi in separati altari. In- la virtù de* veli o brandoi, che operarono
di avverte, quanto al corpo di s. Sebastia- prodigi, come i corpi de'santi che aveanu
no, che in Francia e nel monastero di s. toccalo; che le vesti degl'infermi e de'mor-
Medardoj non vi fu portata che una par- ti poste sugli altari ov'eraiio le reliquie dei
te. wSovente nelle invenzioni, elevazioni e martiri, riceverono virtù da Dio por sa-
traslazioni eseguile in Roma, non si tro- nar gl'infermi e restituire la vita/a'mor-
varono interi i corpi de'santi, anzi in al- li, come racconta s. Agostino, De Civit.
cuni neppure la metà, la parte mancan- IJeif lib. 2, e. 23; il quale dottore a con-
172 TRA T R A
vincere l'empielà e miscredenza de'gen- avvicinatosi al corpo del santo, ne palpò
tili, fece una raccolta <li più miracoli, av- i membri persapei e quale di essi il mar-
venuti a sno tempo nell'Afiica, e con mol- tire degnava donare alla regina. Dopo
si

ti esen)pi dimostra clic veniva ad essere aver tastato le dita, appena toccò legger-
comunicala la stessa virtù a'fiorì, che toc- mente il mignolo della mano destra, da
cavano sepolcri dei santi. La stessa vir-
i essa si allontanò. Il patriarca lo mandò
tù avea la polvere che si formava su di alla regina , e nella traslazione della re-
essi o altra cosa simile, e lo attesta s. Gre- liquia, da Gerusalemme a Poiliers, si re-
gorio Nisseno,Z>z^/og-.lil). 3^c. 1 7,ove nar- citarono sempre da'portatori le divine lo-
ra che con essa fu risuscitato on morto. di in onore di s. Marnante. La regina s.

La medesima forza avea l'olio delle laro- Radegonda ricevè la reliquia con grandis-
pade,che ardevano intorno a'sepolcri dei sima festa e allegrezza, e insieme con non
martiri,e s. Agostino lib. 22,c. 88, raccon- minore divozione, digiunando colle reli-
ta del figlio d'Ireneo risuscitato da mor- giose di sua congregazione, e facendo vi-
te, con ungersi con tale olio. Il Sarnelli gilie mia settimana intiera. Tutto questo
dice più altre cose sulla potenza meravi- lo apprendo da Piinaldijil Duller non di-
gliosa delle reliquie e de'corpi de'ss. Mar- ce altro di s. Mamante, che nel priuci[)io
tiri, quindi ^scrive Re-
la lettera 9: Se le del secolo XIII, il suo capo da Costanti-
lìquie de'santi sieno di sostanza nella nopoli fu trasportalo a Langres, e gli at-
consagrazìone delV altare. Leggo nel- ti di questa traslazione sono riferiti dal
l'annalista Rinaldi, che le traslazioni del- breviario di quella chiesa, essendo la cat-

le reliquie non facevansi senza salmeggia- tedrale sotto la sua invocazione. Inoltre
re, e precedute da digiuni, cantandosi a s. Radegonda ardendo del desiderio di
vicenda salmi, litanie e inni;e di frequente possedere una porzione della vera Croce,
iiell'estrarre i sagri corpi da'lorosepolcri, per unirla al gran numero di reliquie di
da questi uscì meravigliosa soavità di odo- cui avea arricchita la sua chiesa, a mez-
ri, diversi all'atto da quelli dalla natura zo di alcuni deputali supplicò a consolar-
prodotti. Si osservòjchedopo la traslazione la l'iujperatore Giustino II e fu esaudita.
del corpo di Vito martire dalla Fran-
s. L' arcivescovo di Tours fece la traslazio-

cia nella Sassonia, questa fiorì io meglio, ne nel modo il più solenne di queste di-
e quella soggiacque a rivolture, guerre e verse reliquie ; Venanzio Fortunato in
altre calamità. In Francia grande fu il questa occasione compose l'inno Vexilla
fervore di procacciarsi corpi santi, e quan- regis prodeunt, e la regina intitolò alla
do s. Germano vescovo di Parigi si recò ss. Cro<!e il suo monastero. Di moltissime
in Gerusalemme, la pia regina s. Rade- traslazioni de'Corpi santi e delle ss. Reli-
gonda vedova di Clotario J, che col suo quie parlai a' loro luoghi, descrivendone
consenso aveva fondato un monastero a eziandio le pompe religiose colle quali fu-
Poiliers e vi avea preso il velo religioso, rono celebrate. Ora passerò a ragionare
ed avendo inteso che vi riposava il corpo di alcune delle posteriori e delle recenti
di s, Mammete o Mamante martire di traslazioni solenni de'Corpi o delle Reli-
Cappadocia, inviò un suo fido al patriar- qjiie dei santi.
ca per ottenerne le reliquie. Il prelato on- Il Zaccaria, Dissertaz. di storia eccle-
de conoscere la volontà di Dio , ordinò siastica, dissert.io : Del martìrio e del
pubLlicheOrazionial popolo,enel 3.°gioi'- culto de'ss. Solutore, Avventore e Otta-
no celebrata la messa, s'indirizzò con lut- vio martiri Tebei,ne\ cap. 7 ragiona delle
to il popolo fedele al sepolcro del mar- Traslaziojn de' ss. Corpi e loro calto,\yvo-
tire, e poiché ebbe recitata un'orazione, tellori di Torino, perciò ne parlai in que-
tulli risposero, Amen, Allora il patriarca sl'articolo. 11 Papa Clemente XI celebrò
TUA TRA 173
nella bcisilica Vatìcniia la traslazione ilei dro ben ideato e colorito molto ragione-
corpo tli s. Leone 1 il 67v///J<', dalle GVot- volmente; grandi quadri già degli altari
i

le V'iilicaue alla cappella die ne ()orla il della crociata rappresentanti la Visitazione


nome, decorala dalie scollure dell'Algar- e s. Girolamo, ed ora solo di bella decora-
di; indi per memoria fece coniare una me- zione delle pareti, sono lodate opere di Ja-
tlaglia colla propria elllgie, e l'iscrizione: copo Zoboli modenese; negli altri altari,
Corporc s. Lconis Magni traiisLito die l'Annutiziata è di Ottavio Lioni,ils. Carlo
XI aprih's MDCCxr. Nella biografia ricor- di Pietro Paolo Baldini, il s. Michele di
dai il Ritgguaglio che fu stampalo e l'O- GiovanniCigolti,edil s.GiuIianodi Biagio
ratio che vi fu pronunziata. Neirartico- Puccini, della bella cappella di mio pa-
lo Traslazioni de' Corti de'sommi Pon- dronato libero e dove piacendo a Dio sa-

tefici, parlai di esse e di quelle de'Papi rò sepolto nella mia sepoltura; adiacen-
santi. Si legge nel n."345i6 del Diario di te a tale mia cappella e ultimo altare di
Roma del 1789, che avendo il cardinale s. Giuliano, essendo il s. fonte ove fu nel
JN'eri Maria Corsini, nipote di Clemente 1 547 battezzato il celebre Alessandro Far-
XII e diacotio ilell'insigne chiesa collegia- nese duca di Panna e Piacenza ^ e va-
ta e parrocchiale di s. Eustachio (quasi loroso capitano nelle guerre di Fiandra ;

centro dell'abitato di R.oma: delTaltua- e neh 655 vi ricevè l'acque battesimali


le suo nobile, magnifico e generale re- il duca Michelangelo Co /Ui, che naì 72 i i

slauro, fatto colla direzione e disegni del appena divenuto Papa Innocenzo XflI
cav. Filippo Marlinucci ai:cbitelto, feci volle visitare la chiesa, in occasione che
parola nel voi. LXXV,
p. 219, e venne vi si celebrava a'25 maggio la festa trasla-

eseguito come autorevolmente ripor-


ivi ta dis. Francesco di Paola, ed altrettan-
tai; solo vi fu piccola variazione, cioè che to fece a' 20 settembre 1722 per la fe-

i pilastri invece di colorirsi a finte pie- sta de' ss. Eustachio e compagni marti-
tre, furono fatti con iscanalature a chia- ri) che sotto all' antico e rovinoso alta-
ro-scuro e sempre intento
listelli d'oro), re giacevano incogniti, ora terminato il

col suo religiosissimo zelo ad opere di di- nuovo e vulendo il cardinale riporveli,
vozione e pietà, e specialmente a ciò che ed esporli al pubblico culto, ne destinò
appartiene al decoro del culto divino ne' la solenne elevazione, nel giorno di sa-
sagri tejnpli,avendo colla spesa di 25,ooo bato 19 settembre precedente la festa di
scudi fatto erigere con nuova e più au- s.Eustachio, da farsi con pubblica e de-
gusta forma, a proprie spese, l'altare mag- corosa processione. L'urna de'sagri cor-
giore di detta sua antichissima e celebre pi de' ss. Eustachio e compagai marti-
diaconia, co(ne in oggi si vede, composto ri ritrovata sotto l'antico altare, tutta al
di finiepreziosi marmi,oltrerurnadi por- di fuori custodita e foderata dipiombo,
fido rosso, con nobile architettura, abbel- venne collocata sópra un tavolino co-
lito con vaghissimi rapporti di metallo perto di damasco e tovagliuolo bianco,
dorato, e di altro ben inteso ornamento, dirimpetto ad una cappella annessa alla
secondo la generosa idea e gusto del cardi- sagrestia della chiesa, unitamente colla
nale; convenne finché si costruiva tale al- nuova bella urna di porlìdoornatadi me«
tare isolato, trasportare in privalo e ap- tiilli dorali nobilmente lavorati, in cui nel-
partato luogo decente della stessa chiesa, la parte esteriore erano espressi a carat-
cioè nella cappella del coro d'inverno di s. teri dorati i nomi del Santo e compagni,
Michele, i gloriosi corpi ile'ss. iùistachio e cioè coH'iscrizioae: Corponi Sanctoruut
compagiM martiri (il cui martirio espresse Martyruin Kus tacilii ^ Theopistac c/us
a fresco sulle pareti dell'apside o tribuna uxoriSf ac Tiwopisto^ et Agiipiti corani
Fraucescu Feruaudi dello iajpcnuli,quu* JiL iVutcrò che sotto Tulluru uiaggìurc in
174 TRA TRA
questa circoslonia fn trovalo quel bellis- ra di legno foderala di drappo cremisi, e
simo sarcofago intirnioreo, che si ammiru nel comparire alla vista ì ss. Corpi, si de-
nella sala dei Fauno del Mas to Capito- pose la mitra da mg.' Vicegerenle, ed in-
lino, ove fu trasportalo, e descritto dal tonossi V'\i\\\o Sane Lo rum meritis,\:\\e prò*
Wibhy, Roma nel i 838, par. ^/modeina, seguendolo unitamente cappellani, il pre- i

p. 700. A[»piossimandosi intanto la festa lato pose l'incenso nell'incensiere e turi-


di s. Eustachio, ed essendosi a buon ter- fico less. Reliquie, essendosi contempo-

mine ridotto il nuovo e magnifico altare, raneamente inginocchialo a venerarle.


nel giovedì 7 settembre a ore 11 stabilì il
1 Terminato l'inno col versetto, si disse da
cardinale Corsini di fare la ricognizione mg.' Vicegerente l'orazione, finita la qua-
de'suddelli sagriCorpi,e riporli nel tempo le e ripresa la mitra, con l'aiuto del car-
stesso nella sopraddetta nuova urna da dinale, essendo le sagre Ossa confuse fra
collocarsi sotto il maestoso altaie, dopo di loro, con tutta la dovuta decenza furo-
)a solenne funzione dell'elevazione, eclie no nella nuova urna disposte, ed aflìne che
nel sabato seguente doveva eifettuarsi ,
ne restasse sicura l'idenlilà delle medesi-
perciò mg/ Spada vicegerente, prima che me, vi fu sovrapposta una lamina di piom-
il cardinale sì portasse a tale sua chiesa, bo, in cui era inciso il mese e giorno, e
parato di amilto, camice, cingolo, croce altresì i nomi de' santi che sotto di essa
pettorale, stola, piviale di coloie rosso e conservavasi, con addittarneil pontifica-
milra,assislitoda mg/Diversini edall'ab- to di Clemente Xll regnante, con due me-
bale Gio. Battista Valeriani maestri del- daglie una d'oro e l'altra d'argento, che
le ceremonie pontificie, che furono diret- il cardinale vi racchiuse; e soviapposto il

tori dì tutta l'azione, benedì l'urna secon- coperchio di non minor vaghezza dell'ur-
do il rito prescritto nel Pontificale roma- na, fu finalmenlefermato dagli artisti con
no. Successivamente all'ora intin»ala, es 4 custodie d' ottone poste laleralmenle
«ehdo giunto con treno di carrozze, ve- sull'urna, nelle quali ripiene di slagno li-

stito di mezzetta e mantello rosso, il car- quefatto vi furono ioìpresse le armi del
dinale Corsini, il medesimo prelato, para cardinalCorsiui diacono delia chiesa, e del
to come sopra, portossi nella della cop- cardinale Guadagni vicario dì Roma, al-
peilettanobilmente ornala di damaschi e la presenza del detto cardinale diacono,di
arazzi, restando da diversi triangoli or- mg.' Vicegerenle, di altri prelati, del ca-

nateearricchiledi lumi le sagre urne, con pitolo della collegiata, e del can. Doldet-
altri 6 grossi ceri che ardevano sull'alta- li custode delle sagre reliquie, avendo il

re, avanlì di cui erano collocale le casse nolaro sleso per pubblico e autentico do-
co'sagri Corpi. Indi, previa licenza del car- cumento l'analogo islrumento. Nel detto
dinale, si die principio dallo stagnaro al- sabato a ore 22 si die principio alla proces-
l'apertupa della «."cassa di piombo, rico- sione. L'aprivano tamburi e Irombelle
i

nosciuti già dal nolaro del capitolo i si- dell'inclito pòpolo romano, quindi suc-
gilli,che con islrumento rogato dal me- cedevano, la bandiera dello slesso popo-
desimo pella seguila ricognizione in tem- lo, in mezzo a'suoi alabardieri; indi due
po del cardinalOrigo (morto neh 737) già lanlernoni in asta; la bandiera del ss. Sa-
diacono della chiesa(e che sebbene passalo gramenlo;i palafrenieri del cardinale Cor-
nell'ordine de'preli, per alfelto verso la sini; un concerto di piiferì delle milizie
chiesa la ritenne, onde il Papa la dichia- pontificie; li 1 4 contestabili e capolori del
rò titolo cardinalizio finché il poiporato popolo, e il loro capitano con lorcie; la
ne fosse titolare, dovendo quindi tornare compagnia eretta sotto l'invocazione del
diaconia cardinalizia), essi riconfronla va- ss. Sagramenlo in s. Eustachio, in abito

no, si proseguì od aprire la 2," cassa ch'c* proprio,con suo Crocefis30,ed in fine rag/
T R A TRA 175
Origo primicerio. Il capitolo ili s. Eiisla- diacono della chiesa da cui usciva la fun-
cliio con torcie, soUo la sua croce, con
, zione e in giorno privilegiatissimo in cui
conceiio di musici, ed in line mg/ Fresco- ricorrevano i primi vesperi dell'anniver-
baldi vicario dello sù^s>.o capitolo; indi sariamemoria del suo santo titolare, do-
mg/ S[)ada Vicegeiente paralo di [ìivia- vea come per decreto della s. congrega-
le, in mezzo diacono e suddiacono pa-
al zione de* riti prescrivesi, non ostante la
rali. l*oi veniva sopra ben ornato talamo, giornata del digiuno, astenersi dalPusar
portato da 4 levili, la sagra urna con den- l'abito e cappa paonazza, ed invece assu*
tro i ss. Corpi, sotto d'un (isso nobilissi- mere il colore rosso per festeggiare l'an-
mo baldaccliino, sostenendo a'Iali 4 c'^''- niversaria solennilh della sua sposa. Fi-
doni d'oro i njg.*^ Albini arcivescovo tl'A- nalmente veniva la prelatura in numero
lene,de Uossi arcivescovodi Tarso, Simo- 100 prelati, tutti con torcie fatte
di quasi
ne vescovo di Marciana, e Cremona- Val- distribuire dal cardinale Corsini a tutti

dina ve>covo il' Hermopoli, restando si- gì' intervenuti alla processione, oltre un
tuati ne'lali del sagro talamo, con torcie numerosissimo popolo, che con esempla-
accese in mano, 'l senatore di Roma, ed re divozione seguì la processione per ac-
i conservatori e priore del popolo roma- quistar l'indulgenza plenaria concessa dal
no (vantando Roma s. Eustachio nobi- Papa per questa solenne traslazione; co-
lissimo cavaliere romano tra 'suoi protet- aie di popolo erano piene anche le strade
tori, il magistrato romano in Cau)pido- ove fece suo giro, ornate in tale occasio-
il

glio ne venera la sua eflìgie dipinta dal ne di ricche e vaghe tappezzerie, e custo-
Romanelli, nella propria cappella: delle dite dalle compagnie de'soldati pontificii
allinenze die ha d senato romano colla per impedire che non vi fossero carroz-
chiesa di Eu>tachio, e delle annue o-
s. ze; avendo goduto la magnifica funzione
bluzioni che gli olFre parlai in più luo- dalle finestre e balconi quasi tutta la no-
ghi, come ne' voi. LI, p. i3i, LIX, p. biltà romana. In tal guisa la processione
3o), oltre 12 sacerdoti con torcie, e sì gli co'ss. Corpi , essendo pervenuta, con re-
uni che gli altri venivano racchiusi dal- plicate salve di mortaretti, alla chiesa di s.

le bandiere de' i4 l'ioni di Roma, e da' Eustachio da dove era partita, dopo le so-

fedeli del popolo romano, che in atto di lite orazioni e ceremonie, vennero colloca-
parata imbrandivano le solite aste. Se- ti i ss. Corpi sotto il nuovo altare mag-
guivano immediatamente in ordine di giore, ove riposano alla pubblica venera-
processione, dopo il sagro talamo, vestiti zione, nella descritta nobilissima urna di
di abito di cappa paonazza, prescrivendo porfido, la cui struttura e maestoso alta-
un tale colore la giornata penitenziale pel re sono memorie imperiture della divo-
digiuno delle quattro tempora, i cardina- zione verso i ss. Corpi del cardinale Cor-
li invitati dal cardinale Corsini (dell'abi- sini, zelantissimo del culto divino e del
to da usarsi da'cardinali nella traslazio- decoro de'sagri templi. Per l'invenzione
ne de'corpi santi, feci cenno nel voi. lX,p. del corpo dis. Francesco d'Asisi, di cui v\>-

Iti 3), serviti da doppia guardia degli sviz- parlai a Stimmate, Pio VII fece coniare
zeri pontifìcii con due uHìziali, de' quali una medaglia nel 1821 col suo ritratto,
cardinali pe'primi incedevano i cardinali e nel rovescio fece esprimere religiosi i

Porsia e Caralfa, succedendo i cardinali conventuali che assistono co' vescovi de-
Bichi,Firrao, Gentili, Guadagni, Acqua- stinati dall^apa al riconoscimento del cor-
viva, Passeri, Spinelli, Passionci, deTrn- po di Francesco nella sua basilica in A-
s.

cin. Marini, Albani, Ruspoli, Uezzonico sisi, essendo scritto nella cassa Seraf. Nel-
(poiClemente XI 11), Corio, e Corsini in l'esergo si legge: S. Franciscuni Sepul-
ultimo luogo in ubilo intero rosso, come chritm Gloriomm MDCCCxriii.M 838 1
\rjCy TRA TRA
segni in Roma la solenne Irnslazione del- della chiesa, e v'introdusse il cullo de'ss.
le sogie spoglie dell' illustre nobilissima Crispino, e Crispiniano loro protettori. Si
vergine e martire Bonosa sua eroica s. pretese che in questa chiesa vi fosse stalo
concitladina lomani (in da' secoli
, che i sepolto famoso tribuno e senatore Co-
il

più remoti onorarono e l'invocarono pto- la di Piienzo, il che ripetei nel voi. X II f,
lettrice in alcuni mali. Questa santa nel p. 3o, e forse altrove, tratto in errore dal-
Ili secolo, sotto il superstizioso impera- l'asserto del Gabrini, nell' Osservazioni
tore Aureliano, si mostrò intrepida soste- sulla Vita di Cola diRienzo, e del march.
nitrice della fede di Cristo. Confuse ella Melchiorri nella Guida di Roma. S\ fon-
con risposte,che lo Spirito santo non man- dava l'asserzione dal Gabrini, citando l'A-»
ca di suggerire a'suoi scivi, lo slesso im- midenio, che un tempo vi si vedea in una
peratore persecutore; stancò colla sua co- lapide l'elligie del tribuno e senatore Rien-
stanza ne' vari spietati tormenti soiFerti gli zi in abito senatorio, accompagnai;» dai
slessi carnefici , confortata sempre nelle suo n-ome in cifra gotica. L' Aujidenio
sue pene e ne'suoi dolori da un angelo del scrisse dell'esistenza del ritratto, non però
Signore; trasse coli'esorlazione e cogli e- del nome, come lo riscontrò nel ms. del-
sempi dalle tenebre dell'errore ben 5o l'Amidenio il dotto Nibby, e lo dichiarò
soldati,chefuronoat)cìi'essi martiri glorio- wGWtiRonia nell'anno i 838; e siccouie più
sissimi; e final mente col germano Eutro- non esiste, è dubbiosissitno se realmente
pio e colla sorella Zosima, presso il Por- fosse l'immagine di Puienzi, come una po-
loRotnano ne riportò il più glorioso trion- polare tradizione affermava. Ciò sarebbe
fo, ottenendo la doppia palma del mar- in aperta contraddizione al narrato dallo
tirio e della sua intemerata verginità, nel storicodel Rienzi, il quale lungi dall'asse-
iij^ dice il Piazza ncW Emerologìo di gnareil luogodella sua sepoltura, raccon-
Ho/un, iì'i 5 luglio, giorno in cui se ne ce- ta che il corpo suo fu arso nel Sepolcro a
lebra la ft'stiì. Si ba da pia tradizione, che Mausoleo d'Augusto, e ridotto in cenere
fu s. Dunosa trasportata in llotna e se- non ne rimase una bricciola, il che ripe-
polta nella casa ove nacque nel rione di tei a'suoi luoghi. Aggiimge Nibby, opina-

Trastevere, nella via che poi prese il suq re che il monumento piuttostoche appar-
nome dall'anlicbissima chieda che vi si e- tenere al tribuno senatore, spettasse ad un
resse sopra, precisamente fra la via della individuo della famiglia Irastiberina dei
Lungaretta e il Tevere. Questa chiesa di Renzi, che die nome ad una delle pi azze e
s. Bonosa già esisteva nel secalo XII, poi- vie di Trastevere, non lungi da quella dis.
ché è ricordata fra le chiese alle quali si Ma ria, forse perchè vi avea le sue abitazio-
distribuiva \\ presbiteriOjnGW Orcio Ror ni, famiglia che non ebbe alcuna relazione

manus di Cencio Camerario, e fu parroc- con quella del tribuno, e pare che vidimo-
chia fino a Clemente Vili, il quale l'uni l'asse per lungo lenì pò. Perciò riflelte be-
a quella della vicina Chiesa di Salva-
s. ne il eh. Pudlui, nel Dizionario etinwlo-.
tore della Corte o s. Maria della Luce giro delle strade e piazze di Ronia^ che
Minimi o Paolotti(V.)j\\
(/^.)de'religiosi Cola di Rienzo fu del rione Regola, ed eb-
che peròsaràavvenulo pocodopo il 600, 1 be l'abitazione incontro la chiesa di s. Ma-
poiché Panciroli che in tale anno pubbli-
il ria Egiziaca, già tempio pagano, che io
cò / Tesori nascosti di Romciy dice che descrissi nel voi, LXXllI, p. 3o3. Per le
le due chiese ciascuna era parrocchia se- vicende politiche de'primi anni del secolo
parata. La chiesa fu concessa ^\V Univer- corrente, il sagro corpo di s. Donosa fu tol-
sità artistica, de calzolai (P^.), il cui sq* to dalla chiesa, tenjendoseue la profana-
dalizioneli 70T la restauro e ne pose me zione, e riposto in luogo particolare, on-
gloria qpn lapide sulla porta niaggipre de il di lei cullo era andato u popò a poca
TRA TRA 177
quasi in cìimenlicanza, quando Dìo dispo- fieno il culto, che il popolo romano pre-
st; (li ravvivarlo a onore e piolìllo spiri- sterà a s. Bonosa vergine e martire. Il car-
tuale tli Roma. Giacendo dunque il cor- dinale nel suo fervore disse nel sagro in-
podi s. Bonosa da vari anni quasi dimen- vito." Noi bramosi di gloriHcare il Signo-
ticalo ed occulto, richiamò la pietà d'illu- re ne'suoi Santi, e nella premura che le

ne rinnovarono
stri e pii benelì«tlori,clie sagre spoglie là riposino ov'ebbero cuna,
il sontuoso ornato. Aveiìdo il cardinale come la pia tradizione ne insegna, e ri-

Odescalclii vicario di Roma dato la sua cevan perciò particolare cullo in mezzo a
chiesa alla recente confraternita fondata quel popolo, che a ragione può dirla stia,
da'ininori conventuali, sotto l'invocazio- ne faremo seguire il di voto e solenne Ira-
ne dell'Immacolata Concezione, e de'ss. sporto. Rimarrà il sagro Corpo dalla mat-
Francesco d' Asisi e Antonio di Padova, tina de'19 esposto Apollmare, nel-
in s.

giacché il sodalizio de'calzolai era passa* la quale chiesa il ponlilìcio seminario ro-
to nella chiesa di s. Salvatore a PoiiicRot' mano presterà un servizio solenne nella
lo; i superiori della confraternita, nuo- messa. Nelle ore pomeridiane poi si riu-
vi proprietari della chiesa, fecero istanza nirà in della chiesa nominala confra- la

perchè ad essa si restituisse il prezioso de- ternila deirimmacolala Concezione, e dei


posito. Venne accolto benignamente tal ss. Francesco d' Asisi e Antonio di Pa-
pio desiderio, e non appena se ne propagò dova, ed ogni altro corpo destinalo a in-
la notizia, ciie in petto di pietosa dama tervenirvi, ed alle ore 11, secondo il pio
romana si suscitò l'impegno di ricoprire e costante costume della cattolica chiesa
le sagre ossa d'un nuovo ammanto, che in simili occasioni, se ne farà la traslazio-

riuscì ricco e vaghissimo, come destò in necon processioneeseguila con quelladi-


cuore di divoto ecclesiastico romano an- vota e decente pompa , che nel rendere
cli'essò il racchiuderle in un'urna del tutto onore a Dio formi un nuovo trionfo del-
nuova, di gentile ed elegante lavoro. Que- la santa gloriosissima in mezzo a'suoi con-
ste piime dimostrazioni verso la santa cittadini, e risvegliando in (piesti la me-
concittadina risvegliarono il comun volo, moiia di sante virtù li richiami al più
che solennemente anche se ne facesse il fervido ossequio in verso di essa, all'imi-
trasporto, Il cardinal vicario, coll'annuen- tazione fedele de'suoi esempi, ed alla più
za di Gregorio XVI, a'4 agosto 838 con 1 ferma fiducia nella di lei protezione. Giun-
apposito invilosagro annunziò a'romani, to il sagro deposito alla sua chiesa, ivi ri-

che nelle ore pomeridiane della domeni- marrà solennemente esposto per 3 gior-
ca 1 1) dello stesso mese ne sarebbe fatta la ni consecutivi, onde dare il divolo cara*
traslazione solenne dalla chiesa di s. Apol- pò alla pietà de'fedeli di rendergli omag-
linare del seminario «ornano, a quella de- gio e venerazione". Così prediS[)osto il lut-
dicala a s. Bonosa in Trastevere; pubbli- to, nella mattina indicala si Uovo esposto
cando ancora che il Papa si era degnato il sagro Corpo in s. Apollinare, maestosa-
di accordare l'indulgenza plenaria, a chi mente collocato su quell'ara maggiore,
confessato e comunicato l'avesse visitata cui facevano ornato e la copia de' lumi
o in s. Apollinare, o ne'3 giorni consecu- e la preziosità degli addobbi. All'ora op-
tivi al trasporto, o avesse acccnnpagnato portuna dal seminario romano fu canta-
O seguito la processione pregando ili vola- ta la messa solenne, cui prestò assislenza
tnente pe'bisogni spirituali elctnporali di il cardinal Odescalchi: alte ore u 1 poi fu
S. Chiesa; concessione accordala da Gie- intuonalo il vespero, cui intervennero an-
gorio XVI, come zelante dell'onore che che gli altri cardinali romani, e (pielli a-
Vendesi all'Altissimo in cpielto che si pre- scrini alla confi alernila, nonché la roma-
Ha acauli, e a rendete sempi<; più più- na puliiluiu uppusilumcule iuvilulu; v)
178 TRA TRA
assisferono ancora dall'altro Iato del coro nivano tutta la processione.Giunla la s.ur-
iconservatori del popolo romano col prio- n\ sulla piazza delia chiesa della Santa,fa
re de'caporioni. Terminalo il vespero, si salutata da alcime batterie, e quindi en-
die principio al di volo e maestoso traspor- trata nella medesima e collocata sul suo
to. Precedeva la processione un picchetto altare venne inluonata da' cantori l'ari-
di dragoni, seguito da un plotone di gra- ti fona: Feni Sponsa Chris ti, ec. Dopo di

natieri pontilicii, quindi le tronibedel po- che, incensate le sagre spoglie, si die ter-
polo romano, ed i servitori de' cardinali mine per quel giorno alla divola e solen-
addetti alla confraternita con torcieacce- ne funzione. Le Iroaibe del senato e due
se; procedeva poi la confraternita colle sue bandeframmischiate nella processioneaU
insegne e bandiere. La seguivano, prece- ternavano co'loro musicati concerti i sa-
duti dal loro stendardo, i religiosi france- gri cantici e gl'inni festosi, il popolo ro-
scani conventuali , come quelli da cui il mano penetralo da questa divota pompa,
sodalizio conosce la sua fondazione. Si ve- che potè dirsi tutta sua, contribuì dal suo
deva poscia la croce del clero, precedu- canto a decorarla e abbellirla, poiché per
ta dalla bandiera del popolo romano, ap- lutto il lungo stradale che percor^se, si vi-
presso il pontificio seminario romano, e de un continuo ornato di arazzi e di drap-
molti ecclesiastici tratti dalla loro divozio- pi a'balconi e alle logge, e per ogni dove
ne, tutti con face accesa in mano: chiu- si trovò affollata la popolazione in un mo-
devailcleroin abiti ponlifìoali mg/ Piat- do il più straordinario.Quello che poi com-
ti vicegerenle di Roma
e patriarca d'An- pì la comune esultanza e formò la gene-
da ministri due par-
liochia,a cui fjcevano rale edificazione si fu, che tutta questa
rocbi. Ecco in seguito il maestoso con- calca di popolo concorsavi, unì alla pie-
voglio, che formava veramente il trionfo tosa curiosità il più religioso contegno, e
dell'illustre verginee martire, cui piacque niente accadde che potesse nella minima
al Signore di glorificare con nuovo ono- parte turbare il buon ordine e la pub-
re dopo 5 secoli, da che per la fe-
olirei blica quiete. iVe'3 giorni consecutivi al tra-
de riportato aveva la più luminosa vit- sporto, si celebrò nella chiesi di s. Bono-
toria sotto l'impero d'Aureliano. Vedo- sa,vagamente ad iobb ita, un solenne tri-
vasi sopra vaga e maestosa macchina col- duo, e concorsero a decorarne la pompa
locata l'urna, che racchiudeva le lumino- non solo un continuo alfollamento di fe-
se sue spoglie; era questa sorretta e por- deli, che vi si portarono a visitarla, ma
tala da 8 de'divoti da 4 dia-
confi-atelli e l'uitervento bcm anco di molti ragguar-
coni in dalm ilica: 4 vescovi in abiti pon- devoli ecclesiastici che vi si recarono ad
tificali tenevano le fimbrie del sagro am- offrirvi il divin sagrifizio. Il ihì qui nar-
manto, ed i conservatori del popolo ro- rato, con «naggior dettaglio lo trattano i

oano, grande abito, face-


vestili del loro n.' 65e 6c)d*i\ Diario dì Roma deli838.
vano corona alle due ale unitamente al- Era vivissimo desiderio de'pii fedeli, e
lei 4 bandiere de'rioni di Roma. Appres- specialmente delle monache Clarisse spar-
so la macchina venivano vestiti iai cappa se in tutto l'orbv^ cattolico, che il corpo di
i cardinali co* loro corteggi nobili, ed in s.Chiara vergine d'Asisi (della quale san-
fine seguiva un abbondatile numero di ta e del suo isti tu lo dell e //'fifAzce^ca/ic, tor-
prelatura tutti portanti la torcia. Un gran nai a ragiounre nel voi. VI, p. 170), e- XX
numero quindi di servitori e palafrenie- mulalrice delle virtù del serafico padre e
ri in nobili livree venivano in gruppo die- maestro s. Francesco, fossefinalmente tolto
tro il convoglio, ed in ullimo chiudeva il dalla fossa murata io cui fu nascosto,e col-
tutto un cospicuo plutone di granatieri, i locato vénis-^e su maestoso altare,alla vista
quali uaitamentealU milizia urbana gue r • e alla venerazione de'fedeli, per risveglia-
TRA TRA 179
re coll'eseinpio di lauta viilù il secolo nil- lo delle leve,d i picconi e di altri strumen-
seiainenle delirante e perverso, li zelan- ti, r opera indefessa di più manuali per
tissimo vescovo d' Asisi mg/ Luigi Lan- diversi giorni consecutivi. Aperto il cuni-
di Vittori, per appugaie silFalto deside- colo fu sospeso il lavoro fino al giorno so-
rio, ch'era anco il suo, nel i85o doman- lenne dello scoprimento, che fu il 23
dò al Papa Pio 1 X le facoltà opportune, settembre, alla presenza di 7 vescovi, del
le quali ottenute, lieto annunziò al popo- capitolo della cattedrale e della commis-
lo suo così fiiusta novella e stabilì il gior- sione municipale d'Asisi, de'superiori del
no che si sarebbe proceduto allo scuopri- ven. convento e dei più distinti cittadini
Luento delle viiginali spoglie della pri- espressamente invitati. 1 prelati assistenti
mogenita di s. Francesco, intanto ordinò, furono, oltre il vescovo diocesano, mg.'
che nella chiesa alla medesima santa in- arcivescovo d'Andrea commissario, mg.'
titolata fosse fullo un triduo solenne, nel Sabbioni arcivescovo di Spoleto, e i vesco-
quale volle che in» sagro oratore, a mag- vi ili Perugia mg/ Pecci ora cardmale, di
giormente accendere la divozione de' fede- Foligno mg.' Belletti, di Terni mg. "^
Ma-
li, facesse in altrettanti discorsi l'encomio grini, e di Cagli e Pergola mg.' Cajani.
dellegramli e meravigliose virtù, che co- L'augusta ceremonia ebbe principio alle

tanto distinsero questa umile verginella di 9 antimeridiane colla messa dello Spirito
Gesù Cristo. Wello stesso tempo il vesco- synlo Ietta nella chiesa di s. Maria pres-
vo invitò in Asisi (di cui riparlai a Pa- so l'episcopio dall'arcivescovo di Spoleto;
lazzo APOSTOLICO D* Asisi e altrove) mg/ dopo la quale tutte le persone che dovea-
Girolamo d'Andrea arcivescovo di Meli- no prendere parte alla funzione, s'incam-
tene e commissario pontificio straordina- minarono processiona Imente sotto laCro-
rio dell'Ombria e Sabina, ora cardinale, ce verso la chiesa di s.Chiara,cantat)do il

ed i vescovi più vicini ad assistere alia so V^eni Creator Spiritus^ i cui versetti era-
lenneceremonia, principalmente l'arcive- noalternati dal suono della banda musica-
scovo di Spoleto eil vescovo di Perugia. le. Appena la processione giunse nel sagro
11 eh. oratore d. Domenico
Zanelli (che tempio, i vescovi per una scala fatta in-
poi pubblicò Relazione stori-
la qìuòaìq. nanzi all'altare maggiore, nel luogo ove
ca^ che ricordai a Porziuncol a, insieme si praticò lo scavo, discesero nel cunico-
all'eloquente e dotta y^//ocMZ70«e pronun- lo, e alla presenza del cancelliere, di due
ziata dall'ottimo vescovod'Asisi)oe'giorui notari e di vari testimoni, riconosciuta la
i5, i6e 17 settembre celebrò le gesta del- cassa, ordinarono che fossero segate le

la serafica eroina, con facondia e lodi pa- grosse fasce di ferro che la cingevano alle
ri al profitto spirituale del popolo accor- dueestremità.II che fatto sollecitamente sì

so in gran folla a udire i suoi ragionamen- passò al taglio delle 8 grossissime grappe,
ti. Compito il triduo , fu dato piincipio che tenevano vincolalo il coperchio. Così
allo scavo, sapendosi per le antiche cro- sciolti tutti i legami, gli artisti s'accinse-

nache e per la tradizione costante, che il ro a scoperchiare la cassa, sempre pre-


corpo della stinta era stato sepolto sotto senti i vescovi, specialmenti quelli di Spo-
l'altare maggiore consagrato nel 1 265 da leto e di Perugia, gli antecessori de'qua-
Papa Clemente IV. Dopo alcuni lavori li 590 anni prima erano stali testimoni
si giunse a scoprire un'estremità della cas- oculari della tumulazione. Sotto il coper-
sa,che da persone a ciò deputate fu le- chio fu veduto corpo della santa ridot-
il

galmente riconosciuta. La cassa giaceva to a scheletro,ma conservato perfettamen-


entro un cunicolo abbastanza ampio e tul- te. Allora intervennero fisici, i chimici i

io ripieno di calce struzzo sì consistente, ed archeologi pel necessario riconosci mea*


che a sgombrarlo fu necessaria, coll'aiu- to; indi i deputali, poi il clero e iìoalaieo-
i8o TRA TR A
te le molle persone invitale. Mg/ vesco- coli stettero una fossa,aellaqiìa-
sepolte in
"vo ci' Asisi, avutane speciale facoltà, per- le parca dovessero dormire fitìchè nel gior-

mise che scendessero a visitare la tomba no estremo del mondo le avesse scosse il
della loro fondatrice anche le monache, suono dell'angeliche trombe. Ma lo zelo
alle quali appartiene la chiesa, e che tri- e la pietà esemplare del vescovo d' Asi-
pudiarono di santa gioia «Ila vista di sì si, non che la cooperazione d'altre rispet-
prezioso deposito. La santa fu trovala col tabili persone le tolsero da quel sotterra-

capo leggermente inchinato, volto verso neo, e le restituirouoalla luce del sole, ed
i'altare, con la sinistra posata sul petto, agli omaggi de'concilladini e del mondo
e la destra distesa. Una corona d'alloro, cattolico ; e siccome Asisi fece gran lesta
le cui foglie erano intatte e odorose, ed per l'invenzione del corpo del patriarca
aveano il naturale colore e la flessibilità s. Francesco, così meritamente esultò per
della foglia di recente disseccata, cinge- lo scoprimento del corpo di s. Chiara; giac-
va il virginale suo capo, e nella destra si ché ambedue rendono illustre quella cit-
vedevano gli steli iW/iorì cUe le furono tà del Subasio. Compiute le ceremonie
posti in niano, quasi a simboleggiare la che ebbe«o luogo dopo il fortunato ritro-
virtù di che in vita fu adorna. Nessun tu- vamento del corpo di s. Chiara, i prela-
bo con entro pergamena si trovò, nessu- ti lasciarono tulli Asisi. Quindi il vesco-

na medaglia, che indichi l'epoca, nessuna vo diocesano rng.' Landi-Villori, con bre-
cifra ed eudjlema: nondiuieno è cosa cer- ve notificazione annunciò a'suoi fedeli sì
tissima esser quello il corpo di s. Chiara, fausto avvenimento, e la solenne proces-
perchè si hanno documenti storici con- sione che avrebbe avuto luogo domenica
leujporaneied autentici, che fanno cono- 28 settembre, onde portare in trionfo per
scere essere stala quivi collocata per di- la città le sagre spoglie della vergine se-
sposizione di Papa Alessandro IV, il qua- rafica.E nello stesso tempo ordinava che
le ne affidava l' incarico con lettera del un triduo solenne fosse futlo in rendimen-
1*260 a' vescovi d' Asisi, di Spoleto e di to di grazie a Dio, nella slessa chiesa di
l'erugia, e la tradizione costante ritene- s. Chiara 26, 27 e 28 settembre.
ne'gioriii
va che in quello stesso luogo in cui Ritro- L'encomialo Domenico Zanelli fu nuo-
d.

vato fosse stato ab antico seppellito il ca- vamente dal vescovo pregalo a sermona-
davere della santa. Compiuto il legale ri- re in que'giorni, e condiscendendo al gen-
conoscioiento, fu dall'arcivescovodi Spo- tile invilo. Io fece con quella valentia e
leto inluonalo il Te Deum in rendimen- con quella stessa ammirazione e fruito
to di grazie all'Altissimo, per essersi tolto ricavalo nel .''triduo. Intanto
i la grata no-
dall' oscurità della tomba il corpo di Lei, tizia dello scoprimento del corpo di s.

che vivente aveva già illustralo il mon- Chiara si era sparsa nelle vicine città e
do collo splendore della sanlilà sua. Ap- borgate; e l'arcivescovo di Spoleto, e i ve-
pena cessò la calca degli accorrenti fede- scovi di Cagli e Pergola, e di Foligno ri-

li, colla assistenza de' medici, chirurghi, tornarono in Asisi, per assistere alla so-
chimici ed archeologi , alla presenza di lenne processione. Questi pielali, unita-
molli leslimonifu tolto il corpo della san- mente al vescovo diocesano, alla commis-
ta dalla cassa di travertino, la cui mole sione municipale e a lutti i deputati, che
rendeva difficile il trasporlo, e collocalo assisteronoalloscoprimenlo del corpo del-
in un'urna a cristalli, che dipoi chiusa e la santa, la sera del giorno 28 recaronsi
sigillala da'y vescovi, fu posta sull'altare al tenipio^ e volta l'tnna dall'altare mag-
maggiore alla venerazione de'fedeli che in giore, ruppero i sigilli e l'aprirono, onde
folla accorsero qi venerare le reliquie della pomposamente vestire la serallca vergi-
vergine eroiuciireliquie che per quasi 6 se- ne. Col concorso d'alcune distinte dame
TRA TRA 181
della città fu vestita secondo il costume le confraternite laiche, che in Asisi sono

delle monnclic, di cui essa fu lu istitutri- molte. Venivano poscia gli ordini religio-
ce, colla sola dilferenza che la tonaca si si, cioè i cappuccini, i conventuali, i mi-
volle di seta, anziché di grossa lana. Il nori osservanti e riformati, quelli del ter-
capo, ^iìi coperto dal velo monacale, fu zo ordine, lutti nati dal gran s. France-
cinto da una ghirlanda di fiori artefatti, sco d'Asisi, e quindi tulli veneratori pro-
e fiori vagamente lavorati dalle monache fondi di s. Chiara. Ad e<;si tenevano die-
de'diversi chiostri d'Asisi furono disposti tro il seminario, i parrochi urbani e il ca-
qua e ìli entro l'urna. Solo furono lascia- pitolo in pianeta*; indi un vago drappel-
ti scoperti i piedi, le mani e In faccia, af- lo di fanciulli vestiti da angeli, e spargen-
finchè ogni curioso osservatore potesse ti per via fiori e erbe odorose. Erano que-
conoscere lo stato vero in che fu trovato sti seguiti dalla sagra urna portata sulle
quel prezioso corpo, e fu estratta una del- braccia da 4 sacerdoti in tonicella. Due
le costole, onde presentarla al sommoPon* grossi fiocchi pendevanodalla medesima,
lefice Pio IX, a cui recò somma conso- sorretti alla destra dal vescovo di Foli-
lazione il felice ritrovamento di questo gno, e alla sinistra dal vescovo di Cagli
sagro tesoro. Quando l'urna fu bene ac- e Pergola. Dietro l'urna sormontata da
comodata, nuovamente si chiuse e sug- bella corona e da ben disposte ghirlan-
gellossi; rag/ d'Andrea, non cherog."^ Pec- de, e da tutti lati fatta con cristalli, di
i

ci vescovo di Perugia e mg/


Magrini ve- maniera che tutti potevano ben vedere
scovo di Terni, non avendo potuto torna- il sagro corpo che racchiudeva, venixa-

re in Asìsi, mandarono i loro sigilli, atlin- no l'arcivescovo di Spoleto, e le autorità


chè l'urna ne avesse 7 come la ."volta che i governative e comunali. Il sagro convo-
fu chiusa. La sera del sabato una genera- glio era chiuso finalmente da una schie-
le e brillantissima illuminazione rischia- ra di fanciulle da* i o a' i 5 anni, tutte de-
rò tutta la città, percorsa dalla banda mu- corosamente vestite di bianco, e portan-
sicale. L'alba serena della domenica 29 ti in mano una candela e un giglio nel
sclterrdjreiBSo fu salutala dal suono fe- centro di un mazzetto d'olezzanti fiori.

stevole de' sacri bronzi della torre di s. L'urna quasi circondata da' 3 prelati in
Chiara, a cui fecero eco tutte le campane abiti pontificali, presentava un gruppo
della città. Al tocco delle 10 l'arcivesco- maestoso; e l'incedere divoto de'sodalizi,
vo di Spoleto, accompagnalo dalla com- de' religiosi e del <jlero secolare, oltre il

missione municipale, e da alcuni canoni- corteggio delle fanciulle tutte velate, for-
ci, recossi vestito di rocclu:tlo e mantel- mò uno degli spettacoli più commoven- 1

letla alla chiesa di s.Chiara per pontifi- Un drappello di soldati austriaci chiu-
ti.

carvila messa, alla quale assistettero, cia- deva l'imponente convoglio,e servì a fre-
scuno in posto distinto, alla destra del tro- nar la folla, che minacciava od ogni mo-
no i vescovi d'Asisi, di Cagli e Pergola, e mento d'irrompere per la sua moltitudi-
di Foligno, con piviale e mitra, i cano- ne. D'ogni parte era accorso il popolo; le
nici ilella cattedrale, in pianeta, tutto il vicine ville e borgate erano rimaste qua-
seminario,le autorità governative e co- si disabitate, perchè tulli erano ili in A-
munali, occupando un postoconveniente. sisi,eitlà che forse non vide niai lantoiui-
Il teuq)io era stipalo di popolo, così che menso popolo. Fu bello e comujovenle
tanta moltitudine non vi iii veduta mai. la sua pietàedivozione,recitando piamen-
L'afilucnza del popolo fu grande perchè te il rosario, che veniva intuonalo in mez-
da tutte le parti accorse genie per vede- zo albi Iljlla da'parrochi delle campagne.
re la processione. Questa ebbe comincia Uello e commovente altresì (u il vedere,
mento alle 3 pomeridiane, e fu aperlu dal- i cittadini tur piovere dalle finestre e dal-
i82 TRA T a A
le logge, la più parte ornale a festa con sarà per loro una cara memoria per tutta
damaschi e altri drappi, fiori e gliirlan- la vita. Con una illuminazione generale,
de suH'urna della santa vergine. La pio- come nella sera antecedente,terminòquel
cessione uscita dalla porta laterale di s. giorno, die gli asisani ricorderanno con
Chiara entrò nella calledrale dis-Rufllno, somma compiacenza, e lo faranno cono-

perchè in essa la serafica donna avea ri- scere a'più tardi nipoti. Con queste paro-
cevute l'acque battesimali; indi mano ma- le termina la relazione di questa solenne
no sofFei mossi dinanzi a tutti monasteri, i traslazione riportata ne'n.' 23o e 24 idei
ove fu introdotta la sagra urna, arfiiichè Giornale di Roma deh 8 5o. Nel ponti-
le religiose potessero baciarla, e veder le ficalo di Gregorio XVI a*20 aprile i844i
reliquie di colei, che colia loro vita pura fu trovato nel CimitenotW s. Ciriaca, pres-
e ritirata piendeano a sanlaujente imi- so il campo Varano e la pa-
e cimiterio
tare. Le pie monache con un' eleganza triarcale basilica di s. Lorenzo (de'quali
singolare aveano ornato il limitare della luoghi riparlai nel voi. LKXV, p. 2 14 e
loro clausiu'a, il luogo in cui per al(|uaj»- 22 5), il corpo
Viviana «narlire, con
di s.

ti minuti dovea arrestarsi la sagra spoglia, l'aaìpolla del sangue e l'iscrizione: Bibia-
la quale fu portata anche nella basilica di na. Q. vix. ann. xxii. Forse la santa ri-
s. Francesco. Durante la processione le cevè il martirio durante la persecuzione
campane di tutte le torri suonavano a fe- di Valeriano e Gallieno del 260. Il be-
sta, e il fragor de'mortari annunziava ai neficiato della patriarcale basilica Libe-
lontani il trionfo che porgevano gli asi- riana d.Ariodanle Ciccolini di Ilotella (la
sani alle reli(|uie della santa loro concit- qual famiglia vanta diversi illustri e co-

tadina. Allorquando il convoglio fu di ri- sì Rotella , essendo vivente monsignor


torno al sagro tempio di dove era partito, Bernardo Maria Tirabassi vescovo di Fe-
già cadeva la notte: e l'urna,come avea sta- rentino, di cui riparlai nelvol.LXXVIU,
bilito il vescovodiocesano, fu alla presen- p. 220 e 223), diocesi e distretto di Mon-
za di 3 prelati, e della commissione muni- lalto, nella delegazione d'Ascoli, nel 845 1

cipale, e del cancelliere che ne fece l'alto, r ottenne per la sua patria dal cardinal
consegnata alle monache,chein ginocchio Patrizi vicario di Roma, ed a proprie
rallendevano sul limitare della clausura, spese lo fece nobihnente vestire e col-
e fu collocata dinanzi all' immagine del locare in elegante urna; quindi lo donò
Crocefisso dipinto sulle tavole, e che la pia alla chiesa di s. Maria delta dell'Icone a
tradizione vuole parlasse a s. Francesco pie del Monte di Rotella, già dalla pietà
ancor giovane. Essa può essere comoda- del sacerdote arricchita d'altre 1780 re-
mente veduta da chiunque, mediante liquie, e di molte indulgenze ottenute dal
l'ampia ferriata, che giace dietro l'aliare Papa Pio IX, e per lui aggregata alla sua
che dal Crocefisso prende nome. Final- basilica Liberiana ( della quale essendo
mente riuscì tenero oltremodo il vedere, sagrestano, con sacerdotale coraggio pre-
cessata !a calca, le flinciulle che aveano servò dall' insaziabile ingordigia de'rivol-
accompagnato ilconvo^glio, prostrarsi sul losi repubblicani dell 849, »nolti e preziosi
limitare della clausura,e consegnare a due sagri arredi della medesima, especialmen-
a due alla badessa del chiostro la cande- te las. Culla di Gesù Cristo, ch'egli nasco-
lanon mai accesa e il giglio che portava- se; ciò che accennai nel voi. LXXV, p.
no insieme ad altri fiori, perchè fosse de- 63, mentre nel vol.LXXlV,p. 28, riparlai
posto sull'urna di s. Chiara. Era quello di sì insigne reliquia).! corpo di s. Vi viana
1

ilsimbulo della purità: era un dono che in Rotella fu ricevuto nel i85i con indi-
pudiche fluiciulle facevano al modello cibile giubilo religioso dal popolo rotei
delle vergini, a s.Chiara; e forse quel dono lese, e il suo ingresso venne eseguito con
TR A T R A 83
islraortlinnria pooìpa. Dopo la traslazio- guardevole terra, sorge alle falde del mon-
ne per la i .*volla fu decorosamente espo- te dell'Ascensione ossia di Polesso. Dicesi
sto a'28 settembre alla pubblica venera- fondata da Rolilio cittadino romano do-
zione, nell'insigne colle«;inla Maria tli s. po le guerre civili Ira Cesare e Pompeo,
e s. Lorenzo (con capitelo. composto del- che le die il proprio nome, che poi de-
la dignità del priore e di 9 canonici, uno generò nell'attuale. E' tradizione che s.
ile' quali teologo, ed i primi 5 con cura Emilio i." vescovo d'Ascoli vi predicasse
«l'anime; lutti godendo l'uso, secondo le r evangelo. Vi si stabilirono monaci di i

stagioni, dell'insegne corali della fascia ne- s.Antonio nel monastero di s. Lorenzo,
ra, di colta e roci hello, di mozzella di se« che neirVIll secolo fu ceduto all'abba-
la paonazza, e dell'almuzia), chiesa ma- zia di Farfi , e ad essi appartenne il ca-
gni(jcau)enle addobbata : si celebrò mes- stello, con esercitarvi giurisdizione (|uasi
sa solenne cantata in musica, m///w* Mar- vescovile, e perciò considerata terra nul-
tyriSy non Firginis, per quella circo- lius dioecesis , non che la giurisdizione
stanza e per V anniversario della trasla- civile e criminale; per cui i rotellesi non
zione in perpetuo concessa dalla s. con- furono di frequente esposti alle guerre ci-
gregazione de' riti. Dopo il vespero fu il vili, né involti nelle ribellioni alla s. Sq-
sagro corpo collocato su carro trionfide, de come lauti altri vicini paesi; però non
adornato de'4 seguenti distici in lode di mancaronoavvenimcntie falli d'armi che
s. Viviana, e dichiaranti quel tanto che la danneggiarono. La loro fedelià fa en-
si poteva sapere di lei: °Ex cryptis pro- i coniiata da iNicolò IV che ad essi concesse
die ns Urbis Viviana relietis - Ex Patro- privilegi e l'elezione del podestà ed olìlcia-
na tihi^plaude^ Rotella venit. 1.^ Bis Vi- li, confermati da altri Papi e da Sisto V.
viana deceni atque diios j'ani duxerat Nel territorio esistendo la rocca di Rove-
annos-Dum ChrisliMartyr pnlehra tro- tino, sene impadronirono i Varani, la le-

phaea tidit. 3.° Quis vitani tihi adeniit sero inespugnabile, e quindi vessati da es-
trux P'iviana tyrannus? - Nos latet; in- si i rotellesi, questi avendo ricorso al se-

fensus sed fidei ipsefuit. 4." Prodi tur ex nato ascolano, furono difesi anco colla co-
informi calce et nonien etaelas-Mar- slruzione del cassero in Rotella. La roc-
tyrii ex phiala darà q uè signa patent. ca passò poi in potere di Gualtieri d'A«
Così fra la divota e tripudianle popola- scoli, ed Eugenio IV la concesse a' ro-

zione, venne il sagro corpo con solenne tellesi, 58 alla


e poi fu assegnata nel 1 i

processione trasferito nella nominata chie- mensa vescovile di Monlalto. D'ima in •

sa deiricone,ovefra le feste fu esposta per feudazione di Rotella feci menzione nel


più giorni, con indulgenza plenaria nel- voi. VI, p. 19^. Rotella ha l'ospedale,
l'otlavario, da lucrarsi pure nell'anniver- e fra'sodalizi la compagnia del ss. Sagra-

sario in perpetuo, per concessione del Pa- mento ha un considerevole monte fru-
pa Pio IX. D'allora in poi i rotellesi giu- mentario. Ora lermineiògli esempi del-
stamente hanno riguardato s. Viviana Re-
le tdli«ne solenni traslazioni delle ss.
qual nuova comproteltiice, e ne esperi liquie, Teudosia
con narrare quella ili s.

n)eutauo il patrocinio, ripetendo manife- o Teoilosia niarlire dalle catacombe ili


gtauìente da questo la prenervazioue del Roma in Fraiicia , nella città vescovde
cholera neh 855, da cui furono flagella- d'Aujieiis sua patria, dopo i5 secoli dal
ti i luoghi circonvicini e altri della Mar- palilo glorioso martirio nell'alma cillà,
ca, per cui Rotella ne celebrerà l'annua poiché nel III secolo vuoisi martirizzala.
memoria di qratiludine con sa:»! a funzio- Questa traslazione fu l'edincanle oggetto
ne e con fiera stabilita a* 27 .'»etleird)re. nel I 853 di memorabili f sic, che presen-
Rotella, anlicaoienle castello, oggi rag- tarono l'esprcssiouc religiosa d' una uà-
i84 TRA TRA
zione sinceramente callolicn, una mani- delle cure avute per condurre ad Amiens
festazione di solenne entusiasmoilella più il sagro corpo di Teodosia, dichiarò quel
sentila pietà. Per quante volte sia avvenu- giorno uno de'più belli di sua vita, per-
to che s' inviasse da llofna ven<Mandi a-
i chè vedeva adempiuti suoi ardenti vo- i

vanzi di qualche invitto eroe della fede, li, e rese grazie al cardinale per aver ot-
come dono prezioso a quelle coni ratle,lut- tenuto nel recarsi a Roma un tanto teso-
tochè sieno stati accolli con segni di gioia ro; ed il cardinale espresse a tutta l'as-
e di venerazione, forse mai non si vide semblea il conlento di trovarsi alla gran
COSI sontuosa magnificenza, onde pero^ni L'urna nella quale posavano le re-
festa.
pai te andò distinta la traslazione delle re- liquie della santa, essendo stata collocata
liquie dell' inclita eroina Teudosia. Nel sopra un tavolato dinanzi al vescovo, ven-
quale avvenimento ancora, appare una ne aperta, col taglio del cordone di seta
ulteriore e specialissima disposizione di rossa che la chiudeva con molti sigilli; e
provvidenza cui sia piaciuto che laFran- le sagre spoglie furono presentale alPa vi-
cia alto dichiarasse a se slessa e al mondo, sta de'ciltadmi avidi di contemplarle , e
da quanto forte sentimento religioso ella fu fatta baciar l'ampolla della martire, tin-
è avvivata, come celebrai in più luoghi, ta di sangue, come altri oggetti di divozio-
e per ultimo a Tolosa e TouRS. Questa ne. Fu esposto alla pubblica vista il niar-
pompa divota ha l'impronto d'una sto- mo su cui è scritto il non>e della santa e
rica importanza. Imperocché lutti ammi- la patria, Nata Amhiana ossia in Amie«is.
rarono con edificazione, conunossa l'inte- Dopo circa un'ora occupata a contempla-
ra celebre e illustre città d* Amiens, co- re le venerande reliquie, fu chiuda nuo-
meehè divotamenle esultante. Amiens vamente l'urna, e partili i prelati, fu espo-
tutta intera in tale giorno fu trasformata sta alla pubblica venerazione nella chie-
in un tempio per lo zelo de'divoti suoi fi- sa di s. Achoul, sulla tomba di s. Firmi-
gli. In lei convejme un popolo immen- no. Nella sera una deputazione del cle-
so dulie più rimote contrade della Fran- ro di tutta la diocesi si presentò all'epi-
cia stessa, del Belgio e dall'I uiiihilterra, fra scopio per offrirea rag.'deSalinis un pasto-
cui 27 vescovi oltre il diocesuiìo, e fra di rale d'iugento: essa fu ricevuta alla pre-
essi 3 caldi nali arcivescovi ed altri 6 arci- senza de'cardinali, degli arcivescovi e ve-
vescovi accompagnarono nella processio- scovi, e di moltissimi invitati, sacerdoti e
ne l'urna della santa. In Amiens l'i i ot- laici che ingombravano le sale del vesco-
tobre 853 in una delle sale della casa di
1 vato. In tale occasione il parroco decano
s. Achoul ebbe luo"0 il solenne ricono-
o di s. Remigio a nome de'suoi confratelli
scirnento delle reliq^uie di s. Teudosia, alla tenne un discorso al vescovo, che tosto ri-

piesenzadel cardinalGoussel arcivescovo spose, ringraziando il clero dell'affezione


di Reims, di mg.' Lodovico Antonio de che gli dimostrava e dello zelo con cui Io

Salinis vescovo d'Amiens, di mg."^ Pie ve- coatliuvava nel ministero a lui affidato.
scovo di Poitiersedi molli altri prelati, Nel dì seguente tutta la città fu in festa,
del capitolo di Nostra Donna, e di un gran- un'immensa folla riboccava per le strade,
de numero di ecclesiastici. F'urono pro- ma una grande agitazione dominava gli
nunziati due discorsi, unodall'ab. Gravai animi a cagione delia continua pioggia.
tlecano di Picquigny deputato del clero, Nondimeno da tutte le parti arrivava gen-
l'allro del conte di Escolapier deputato te in Amiens, e si andava dicendo: s. Teo-
de'fèdeli percondurredaParigi adAmiens dosia farà venire il sole. E tanta fiducia
le preziose reliquie. A questi discorsi ri- non andò delusa; cessò la pioggia, e così
spose mg.' de Salinis in modo il più ono- potè stabilirsi una ben ordinata proces-
revole: dopo aver lodalo i due deputati sione. I cardinali accorsi a questa gran fé-
TRA TRA i85
sia fiii'ono Wiseman arcivescovo di West- Anna : S. Teodosia proteggeteci. Alla
iDiiisler, Gousset arcivescovo di Reims, e porta di Noyon sorgeva un arco trionfa-
Aldi lol arcivescovo di Tours; v'mterven- le a 3 aperture; e uu altro grandioso ar-
iicro ancora gli arciveSi;ovi di Dublino, co golicoiimalzavasi sulla piazzaPerigord,
di Tuaoijdi Bogola, di vSens, di Canil)ray con epigrafe allusiva alla santa. Una so-
e d» Habilonia; ed i vescovi di Le Maus, la idea richiamava quel pomposo adorna-

di Soi.ssonSjdi Beanvais, di Arras, di Poi- re della città, l'idea di rendere ouiaggio al-
lieis, d'Angouléine, di Versailles, di Bru- la martire Teodosia, alla santa d'Amiens.
ges, di Gand, di Tonriiay, di Namur, di Obelischi e altri archi vedevansi sulla via

Ginevra e Losanna, d'Aulun, di Giiada- Gi*esset, sulla piazza di Firmino ed al-


s.

lonpe, i vescovi vicari apostolici di Taiti trove. La cattedrale era ornata con una
e di Siam, finalmente nig.r Oiipucli già ricchezza e varietà la più grande; dovun-
vescovo d'Algeri, il vescovo Andres(oAn- que poi emblemi della santa, conside-
gers?) e quello d'Amiens, non che mg/ rata come martire. Le processioni che do-
Settimio AL" Vecchiotti incaricato inte- veano comporre il corteggio, comincia-
rino d'affari della Sede a Parigi, e ora
s. rono a riunirsi verso il seminario sul mez-
intcniuiizio apostolico all'Aia. L'impera- zodì , e circa alle due ebbe principio la
tore Napoleone III e Timperalrice Euge- processione. Un plotone di cavalleria e
nia doveano recarsi daCompiegne alla tra- un distaccamento di linea apriva il cor-
slazione delle reliquie di s. Teodosia, ma teggio; venivano poi una dopo l'altra le
a cagione d'una riunione del consiglio dei processioni delle parrocchie, formate di
ministri non poterono il giornoi2 lascia- fanciulli cogli stendardi, di ecclesiastici ed
re Parigi, che dopo il mezzodì. L'impe- altre persone. La processione del capito-
ratore non volle però lasciar passare que- lo si compose della banda municipale e
sta ci« costanza senza dar nuovo pegno di della militare, delle religiose del Sagro
stima a mg/ Salinise all'abbate Gerbert Cuor di Maria, della Speranza, dell'Im-
autore della Relazione su s. Teodosia ,
macolata Concezione, delle sorelle della
creandoli il i.°u(ficiale, il 2." cavaliere del- Provvidenza e delle figlie della Carità, ia
la legione d'onore. Amiens il 12 ottobre numero d'8o e più. La vista di queste pie

fu tutto in festa; da ogni parte arrivava religiose, tutte consagrale alla cura degli
gente e in carrozza e per la ferrovia. Le infermi o all' educazione della gioventù,
strade ove passar dovea la processione e- eccitava un divotoraccogrimento;esseera-
rano adornate con pompa fino dal 1. "mat- no seguite da'fratelli delle scuole cristia-
tino; la cappella del gran seminario pre- ne, da'sejninaristi, da'sacerdoti estradio-
sentava un imponente aspetto, e altret- cesani, da'francescani, da'preti dello Spi-
tanto la chiesa per la ricchezza e magni- rito santo, da'gesuiti e da'Iazzaristi. Indi
ficenza degli addobbi e la quantità de'ce- venivano canonici e i i vicari generali del-
ri. Pressoché in faccia alla chiesa di s. An- le diocesi straniere, e finalmente il capi-
na, la cui facciata era tutta coperta di fre- tolo della cattedrale. Giovanetti di trup-
gi e ghirlande, facevano capo due strade pa in uniforme portavano la statua di s.
destinate a ricevere le fanciulle vestite di Domizio canonico d'Amiens, seguita da
bianco, che gettavano fiori sul passaggio una bella cassa del secolo Xlll, che rac-
della processione , e alcune vestite alla chiudeva le reliquie di s. Firmino mar-
foggia d' angeli mostravano 1* epigrafi : tire, ed il marmo del sepolcro di s. Teo-
linee est qune venìt de trihulatione ma' dosia. Qui cominciava la scorta d'onore
glia- [ileo coronala palinani possidet; della processione, composta di guardia na-
e molte altre tolte dalle divine scritture, zionale e di truppa di linea. Da ultimo se-
leggendosi sulla ficciula della chiesa di s. guiva il uiaguiilco carro di voto, che poi-
VCL. LXXIX. i3
i86 TUA T R A
tova le preziose reliquie di s. Teotlosia. 1 85^3, coll'autorità del pregevole Univers
Questo cai IO presentava un zoccolo olla- riporta la descrizione della traslazione e
gono , tlove leggevasi nomi ti e' vescovi i festeggiamenti di s. Teodosia in Amiens,
d'Aniiens, e sul davanti l'epigrafe della a p. 948, 9^T», g "7, mentre a p. i o 4, ci
1

santa; al di sopra 2 statue rappresentan-i die parte de'discorsi del cardinal Wise-
ti i principali santi della diocesi, compre- man e di mg/ Pie vescovo di Poitiers.
savi Teodosia colla sua epigrafe a pie-
s. Dairepitalfio trovalo col corpo di s. Teo-
di: più in allo un edifizio di stile moresco dosia o Teudosia, nella catacombe o ci-

a 6 colonne, contro ciascuna delle quali miterio di s. Ermete, si rileva ch'ella fu


era addossata la statua di uno de'6 vesco- di condizione nobile, giovane, ricca, vir-

vi d'Anìiens canonizzati. E sotto quesl'e- luosissiuja e martire di Cristo; sposa d'ai-

difizio stavano le reliquie di s. Teodosia: to e nobile romano magistrato da Roma


sopra sorgeva la statua di Maria Vergi- inviato nelle Gallie per prender parte al-
ne, la regina de'santi e de'martiri,che da l'amuìinistrazione delle conquistate pro-
una mano teneva una palma, e l'altra probabilmente converlilo dal pa-
vincie,e

stendeva a segno di prolezione sull'urna ganesimo al crij)lianesimo. Dice l'iscrizio-


di s. Teodosia. Questo monumento era al- ne sepolcrale: Tìieodosiae nata Ambiana
to 7 metri e66 centimetri, e siccome tut- henigìdssimae et incomparabili foenù-
to indorato, il suo aspetto era abbaglian- nae, conjugi innocentis.simae , Beneme-
te. Appresso l'urna della sqnla procede- renti fecit Aurelio Optato. Nome che
va il vescovo d'Amiens, avendo alla de- si ritiene del marito, il quale le rese tale
stra mg.' Vecchiotti; indi seguivano lut- tributo di omaggio. Nel suo sepolcro le

ti i vescovi nominali e altri in numero di fu trovalo accanto il corpo d'un fanciul-


28, e tulli in abiti pontificali; e dietro lo- lo, che sembra essere stalo un suo figlio,

ro il prefello della Somme, gran numero a cui essa riuscì, con formarlo un cristiaJ*

di funzionari e di uHìciali militari in uni- no, afa» dividere la sua fede, e in tal mo-
forme. Alle 3 e un quarto la processione do pieparargli un posto presso di lei co-
giunse alle porte della cattedrale, e m)po me nel sepolcro. La santa per origine del-
un'ora vi pervenne il corpo di s. Teodo- la Gallia Belgica, peri5oo anni cittadi-

sia, che fu deposto nel santuario: dopo il na romana, d'ora innanzi è francese per
canto del TcDcuiìiyW cardinal Wiseman la tomba, cominciando una vita novella.

tenne un discorso che fu ascoltato col mag- Non dal sorprendente assieme delle feste
giore raccoglimento. Alla sera la cillà fu d'Amiens per la celebrata traslazione de-
tutta illuminata, e diede grandi provedel- livò il maggior pregio dell'augusta fun-
la fede ardente de'suoi abitanti. Sulla fac- zione ,
poiché il culto cattolico se vuole
ciala delle dame
Cuore legge- del Sagro l'eslerna manifestazione, quasi anima e
vasi circondala da mille lumi l'epìgrafe: vita richiede l'interno sentimento del cuo-
Amieiis le ha dato la cullai Roma il se- re. E questo fu il più brillante lustro di
polcro, e il Cielo il trono. Nei 2.° gior- quella festa, in cui migliaia di fervidi cre-
no del triduo altro discorso pronunziò il denti piegando il ginocchio innanzi alle
vescovo di Poitiers. Ambedue i discorsi, reliquie di s. Teodosia fecero una prote-
dotti,eloquenlissimi e pieni di sagra unzio- sta di fede, si animarono alla fiducia nel-
i)e,li pubblicarono ^WJnnali delle acieii' la protezione del cielo , e si avvivarono
ze religiose, serie 2.", t. 1 i, p. 222, nel colla santa fiamuia della carità. Amiens
descrivere la festa di s. Teudosia e io spi- in questa traslazione presentò la fisono-
rilo religioso in Francia: non riprodus- mia d'una cillà eminentemente cattoli-
sero il 3.° discorso, perchè furono pubbli- ca e religiosa, (juando sospeso ogni ne-
cati de'biaui. li Gionude di lioina del gozio, dimeuticalu ogni ullro, fu tutta iu-
TRA TRA 187
trsn n prcst.ue omaggio alla fortunata e Nella trattazione delle reliquie de'santi
rì(Miporal.i cou(.iltailina,e quasi volle ili- si deve osservare quanto dice il Lamber
chinraiedi contenere in se spii ilo bastan- lini:Carpava eoriwì, et insi^nìa eoruni
te a ritjnovare col superno aiuto le glo- rclìcjuiae non possunt Iransferri de ci-
rie per le quali s. Teoilosiala rendeva co- vitatc in civili/ tcniy nec de ecclesia ad ec-
ttilo onorata. Or quanto opportuno sia clesiam inconsulta Sede apostolica. An-
s»ato alla Francia il dare questa solenne che l'ab. Diclich, nel Dizionario sacro-
inanifesfazione del suo sentimento reli- liturgico, iWMiivIe non essere di scandalo
gioso si par chiiiro dalla necessità di can- nella chiesa cattolica, se si dica che si tro-
ctdlare la memoria de'suoi turpi Iravia- va in più chiese corpo d'un santo, poi-
il

ntenli, e vincere le influenze tuttora po- ché (juando vi è una reliquia insigne e
tentid'uno spirilo il religioso. Gillando non piccola è costume di chiamarlo cor-
un rapido sguardo sul stio passalo, vedia- po, e non una parte di esso. Indi sulle
mo da quasi un secolo come fu minac- traslazioni riporta le seguenti rubriche,
ciala nel suo seno l'esistenza della religio- e quanto si praticò in Roma l'i noven»- 1

ne cattolica, e quante armi si adoperaro- bre 1626 nelle traslazioni delle ss. reli-
no, quante servissero ad estinguere ogni quie di s. Bibiana vergine e martire, dal-
principio da cui ne derivava 1' organa- la basilica Liberiana alla sua chiesa, de-
mento vitale. L'ir>tru7Ìone fu resa paga- dicata e restaurata da Urbano Vili. Nel
na, le verità della fede lasciate in oblio, 1627 fu stampala in Roma: La vita di
l'osservanza de'precelli tenuta in conto di s. Bibiana vergine e martire romana al-

pregiudizio, la moralità volta in isfrena- la Santità di N'.S. Papa Urbano Vili.


la licenza, le pratiche del culto divenute In essa vi è pure l'esalta descrizione del-
argumenlodi rossore, li due nomi più sa- l'invenzione e traslazione de'corpi di s.Bi-
gri per lei l'altare e il trono consegnali biana, di s. Demetria e di s. Dafrosa, lut-
a discrezione d' un' incessante rivolta, e ti portati nella chiesa di s. Bibiana. Lo
così di primogenita della Chiesa non ri- slesso rito si può osservare tiella solenne
tenne che l'appellazione, digradata in fat- traslazione delle ss. Immagini (/'•), co
to da queir onore. Conservò la Francia me fece Paolo V per quella della B. Ver-
l'antica sua fede, ma spesso la dovette te- gine dipinta da s. Luca, che da un aliare
nere ascosa come il fuoco sacro, e vide delia basilica Liberiana fu trasferita a'
que' che palpitavano il cuore di senti- 27 gennaio 16 12 nella cappella Borghese
mento breve cerchia
cattolico ristretti in esistente nella medesima. Si adorneran-
a fronte della sterminata sua popolazio- no, per quanto sia possibile, decentemen-
ne. Durante la metà del corrente secolo, te la chiesa ed i luoghi, pe' quali dovrà
nel naufragio universale, la fede e la pie- passare la processione. Poscia i sacerdoti
tà si rifugiarono nel cuore della donna e i ministri, vestiti co'paramenti bianchi
francese come in un* arca sicura, ed essa o rossi, secondo che lo richiederanno i

trasmise alla generazione che si appressa santi, de'quali si trasferiranno le reliquie,


un nuovo germe virtuoso di vita, una ge- e co'lumi accesi tulli si porteranno can-
nerazione di fiancesi che si gloria d'esse- tando le litanie coll'invocazione di delti
re cristiani. » L'apostolato de' santi non santi, l'inno Te Dcunif
il salmo Lauda-

finisce insieo»e colla loro vita terrestre; te Domìnum


de cotlisy ed altri salmi e
ie loro reli({uie hanno pur esse una mis- inni propri odel comune di que'»anti me*
sione, non viaggiano che per evangeliz- desiuii.Nel giorno antecedente alla trasla-
zare. 11 ritorno di s. Teodosia sul suolo zione, ad un'ora competente, si canteran-
francese sarà dunque un' ulteriore sor- no solennissimi vesperi, nc'quali al Ma"
gente di grazie aperta iu esso". guijicat s'iHceuseranno lo delle reliquie,
88 TRA TRA
e compilili i vesperi si esporranno m que- ciente pegli ecclesiastici;i piviali per quel-
sto uiodo. II celebrante vestilo tli pivia- li che portano le reliquie. Compiuti af-

le e di sloia di colore conveniente alla fe- fatto i vesperi, il celebrante si porterà in


sta, insieme co' sagri ministri diacono e sagrestia, e indi co'sagri ministri, che gli
suddiacono colla croce (se si debbano tras- alzeranno gli orli del piviale, con un al-
it'i ire le reliquie da un luogo all'altro del- tro suddiacono colla croce, coi ceroferai'i
la chiesa, altrimenti la croce non si por- e co'turiferari, ritornerà all'altare, dove
terà), e co'ceroferari, si porterà collegial- genufletterà sull'infimo gradino e preghe-
mente luogo, in cui sono le sagre re-
al ràalquanto; poi imporrà l'incenso ue'tu-
liquie,dove genuflesso innanzi ad esse riboli, unode'qualisi porterà innanzi alla

pregherà un poco; indi stando in piedi, croce e gli altri due innanzi alle reliquie.

ipiporrà de more colla benedizione l'in- Frattanto il suddiacono colla croce e ce- i

tenso nel turibolo, e slaj»do^ure in pie- roferari staranno nel mezzo, e quelli che
di le incenserà 3 vol>e, fatta già innanzi saranno destinati precederanno il baldac-
e dopo una profonda riverenza; poscia chino. Poi il celebrante inchinandosi, e
cantando inni e salmi le trasporterà al non genuflettendo, incenserà le reliquie,
luogo apparecchialo per esse, cantando come sopvà,trìplicì diictii. Intanto si can-
prima l'antifona col versetto e orazione terà in coro l'antifona conveniente, e un
conveniente. Ivi poi il clero a vicenda fa- poco prima si distribuiranno i cerei acce-

rà orazione notte e giorno, sinché con si. Poscia s' incomincierà la processione
solenne rito vengano trasferite al luogo in questo modo. Precederanno innanzi
destinato. Nel giorno seguente si canterà alla croce due mazzieri, che la dirigeran-
'
messa solenne del santo o de'santi, di cui no, vestili di veste talare, portando nel-
sono le reliquie, fra la quale immediata- le loro mani uu bastone adornato d'oro,

mente dopo l'evangelo o dopo la messa, del colore al santo conveniente. Indi ver-
se non si possa fare altrimenti, si terrà ranno suonatori,
i se vi siano, poi tutte le
panegirica lode sopra i di lui meriti, on- confraternite, secondo il loro ordine. Se-
de eccitare il popolo a venerarlo. Finita guiranno poi il turiferario, il suddiaco-
la messa, si farà la processione, purché no colla croce, ceroferari, ed il clero per*
i

per una giusta e ragionevole causa non ordine, tutti col capo scoperto, per quan-
sirimetta dopo vesperi ; compiuta la
i to sia possibile. Converrebbe che le dette
quale s'esporranno esse reliquie sopra l'al- sagre reliquie si portassero da' vescovi, se
iare ad adorarsi per tutto il giorno, e ver- vi siano, o dagli abbati parati^ o eziandio
so il tramontar del sole si chiuderanno da'cardinali: ciò che santamente leggia-
consicurechiavi;edioiòsi farà istromen- mo fatto dal cardinale s. Carlo Borromeo
lo per mezzo di pubblico notaio, e spe- nella traslazione di s. Simplicio vescovo
cialmente per mezzo del segretario del di Milano suo predecessore. Se poi non
vescovo. Innanzi i vesperi, o prima della vi siano sì portino ahneno da' sacerdoti
messa, se si faccia la processione imme- vestiti di pivialesoltobaldacchino. Se poi
diatamente dopo di essa, si apparecchie- fosse questa un'insigne reliquia rinchiu-
ranno: una croce processionale; due can- sa in un vaso soltanto, come una parti-
dellieri pe'ceroferari; due o tre turiboli; cella della ss. Croce, o il capo o il braccio,
i paramenti pel celebrante, pe'sagri mi- ovvero qualche altra parte del corpo di
nistri e altri sacerdoti, e il baldacchino, un santo, allora si dovrà portare, se sia
lutto del colore conveniente ; il vessillo possibile, dal superiore parato. Innanzi
in cui vi sìa dipinta l'immagine del santo poi alle sagre reliquie si porteranno mu- i

o de'sar)ti, de'quali sono le dette sagre re- sici, sempre vestiti di cotta, cantando le
liquie; le lorcie ed i cerei iu numero sudi- lilauie, collie sopra, e raulifoue desuala
TR A TRA 189
dal Pontifìcnle romano o cìal Breviario o quarte e seste, perchè in questi giorni era
dal UUuale. Ma fra' delti musici si por- maggiore il concorso della gente a'divini
lerannodiie turiferari, che incenseranno uflici.Che ebbe il nome di Tratto dai ver-
continuamente le sacre reliquie. Quando bo latino Trailo, perchè si prolunga la

le reliquie entreranno in chiesa, s'intuo- voce in segno di lamento, piangendo al-


nera il Te Dcìun^esì deporranno sull'al- lora la Chiesa la caduta del comun pa-
tare,, stando tulli a'propri luoghi; e fini- dre Adamo, come spiega Ruperto abbate,
to l'inno, e incominciata V antifona del De Divin, Off. I.i, e. i4- Q^uod auteni
santo, verranno incensate dal celebrante, Tractus lugentiwn sit, magisque luctui
e dopo questa incensazione si dirà il ver- congruat,(juamGraduale,fjuodestpoe'
setto e l'orazione, tenendo il libro i sagri jiitentium lanientu/n, illus comprobat,
ministri. Se si debbano poi rinchiudere quod non cum Alleluja, ut Graduale^
esse reliquie, tosto si faccia; ma prima se sedpro Allelujacanitur hìsdiehus,qui'
non vi sia il vescovo, si darà con esse so* bus mortem, quae suhintravit, in mun-
lenne benedizione al popolo. Della trasla- dum per invidiani diaboli, idest a Se-
zione delle ss. Reliquie nelle consagrazio- ptuagesinia usque ad Paschae, legcmus.
ni di niio\i Altari Chiese e Templi, \n
t Per la stessa ragione la Chiesa nella do-
quegli articoli ne ragionai. menica di settuagesima comincia la messa
TRASLAZIONE DELLA SANTA con quelle flebili dolorose voci: Circuni-
CASA DI LORETO. Fedi Nazareth, dederuntme dolorcs niortis.Cvede il Ma-
ScHiAvoNiA, Loreto e Recanati. gri,secondo alcuni, che autore del tratto
TRASLAZIONEDEGLI STENDAR- sia Telesforo Papa del 14^, ovvero s.
s.

DI. La traslazione solenne dello Stendar- Celestino I Papa del ^i3, o il successore
do de' nuovi santi canonizzati, dalla ba- s. Gelasio I del 49^« H Butler nelle Fe-
silicaVaticana alle loro chiese, la descrissi ste mobili, nel trattato delle Domeni-
colle ceremonie e processione nel ricor- che tra l'Epifania e la Quaresima, osser-
dalo articolo. va che in quest'ultima noi ci diamo allo

TUATTO, Tractiis. Preghiera o se- spirito di compunzione, comechè è un


rie di molti VersettiAoWx s. Scrittura che tempo particolarmente di penitenza, alla

si recitano nella Messa dopo V Epistola^ quale ci eccita laChiesa colle sue preghie-
o si cantano dopo il Graduale da uno re e ceremonie che ispirano sentimenti di
o due cantori, a'quali non risponde il co- tristezza. Soppresso V Alleluja, in luogo
ro, nella messa de'morli e in quelle do- de'verselti coW Alleluja, che precedono
po la Scttua^esiiìia(r .), 11 Durando lib. Tevangelo alla messa, essa canta il Trat-
4, e. 2 1, seguito da Gavanlo, Bellarmi- to: preghiera cosi detta perchè è cantata
no, Ijona,Tournely, Lambertini,ed altri da'cantori soli senza Responsorio, e sen-
liturgici e teologi, spiega l'etimologia del- za interrompìmento o mutazione di tuo-
la voce Tratto^ a traliendo; perchè tra- no. Questo tratto è composto d' un cer-
(tini, et cum asperi tate voenm, et proli- to numero di versetti convenienti ad un
xitate verhorum cani tur. 11 Magri nella tempo di penitenza. Avverte poi il But-
Not. dti'ocaholi ecclesiastici, dice che ler, che in quaresima non vi è tratto pri-
Tractus viene chiamato un cerio uiesto ma dell'evaugelo, se non ne' giorni della
canto, che si dice dopo l'episiola in luo- settimana in cui il popoloavea l'usanza
go (\e\['Àllcliija, cominciando dalla set- di raunarsi e di assistere alla messa, cioè
luagesima lino a Pasqua. Sebbene non si le domeniche, i lunedì, i mercoledì e i ve-
canti quotidianamente, ma nelle sole do- nerdì. Negli nnlichi Amboni o Pulpiti,
meniche insino alla ([uaresima, nel qual in alcime chiese, si cantava am^he il gra-
tempo si dice anche nelle ferie seconde, duale, V Alleluja il tratto delle mosse.
190 TRA TRA
Nella Rubrica geneiale ilei lìlissalc Ro- e l'altro secolare; cioè cavalli per cavab
manum è presciillo ìi trailo nella messa care e bestie da soma pe'bagagli, l'allog-
con queste paiole. « Si dice in luogo del- gio e la somministrazione di molli com-
l' A lleluja dalia Seltuagesinna fino a Pa- mestibili e altrecose, contenute nella for-
squa; in alcune ferie però non si dice, ne si mola di tali 2r<2«or/e,pubblicala da Mu-
dice nelle fèrie dalla Seltuagesima sino ratori.
alla Quaresima, quando si ripete la messa TRAU o TRAGUR, Tragurium.at-
*'
della domenica. là vescovile di Dalmazia, circolo di Spa-
TRATTORIE, TRATTATORIE ,
latro, da cui è distante circa i i leghe, e
Tracloriae, Tractaton'ae.heliere eccle- 14 da Sebenico, giace in una isolelta che
Sinodiche {V.) e vescovili, colle
siastiche, occupa l'ingresso settentrionale del canale
quali il Papa ed i metropolitani invita- del suo nome, formato dal mare Adria*
vano vescovi suiFraganei ad intervenire
i Bua, colla quale comuni-
tico, tra l'isola di

a' Sinodi (V.) o Concila (P'^.)j odi par- ca per un ponte di pietra, e la terrafer-
tecipazione tra'vescovi di affari ecclesia- ma, che vi è congiunta mediante un gran
stici. Di queste Lettere ecclesiastiche ponte di legno. E' cinta di mura e ditesa

f/\;), dice l'annalista Rinaldi che furono da bastioni, e da un castello in cattiv^sla-


chiamate anche Epistole^ e spesse volle to pressoché inutile, edificato già a difesa
s. Agostino le Trattorie chiamò Tracto- dominata inte-
degli abitanti, ed essendo
riae, cioè quelle colle quali i vescovi era- ramente dalle montagneche dappertutto
no convocati al concilio, e cosi denomi- fiancheggiano le terre vicine. L'antica cat-
nate perchè chiamati essi con simili lettere tedrale, bellissimo edificio, è sotto l'invo-
per causa pubblica, dovunque andavano cazione di s. Lorenzo arcidiacono della

era loro somministrato il vialico,ad esem- chiesa romana, e fra le reliquiesi venera
pio di quelle che si solevano concedere da- il corpo del suo vescovo s. Giovanni Or-
gl'imperatori. Però avverte che l'epistola sini, llcapitolosi componeva di 3 dignità,
Trattoria era diversa dalla Trattatovia, rarcidiacono,rarcipreteei! primicerio, di
poiché con questa vescovi ragguagliava-
i
9 canonici comprese le prebende teologa-
no gli altri di ciò chesi fosse fatto in qual- le e penitenziale, e di altri preti e chieri-

che negozio. Le une e le altre lettere ve- i ci addetti all' ufficiatura. Vi squo altre
scovi scrivevano in candide tavolette, o chiese, e case religiose d* ambo i sessi,

mancanza di questa sulla


sulla carta, ed in un collegio, due caserme e l'ospedale.
pergamena facevano tale epistolare Scrit- Il porto non è buono, e perciò poco fre-
tura (l.). La distinzione delie lettere quentato, commercio quasi nullo, l'a-
il

Trattorie e Trattatorie,ed il loro diverso ria alquanto malsana. Non manca di buo-
uso, la fece pure il Sarnelli nelle Lettere ni edifizi,primeggiando il palazzo pre-
ecclesiastiche \.iy\eU. i.": Delle lettere pure di antica costru-
toriale; l'episcopio
ecclesiastiche. 11 Muratori, Dissertazio- zione era rimarchevole e situalo alquan-
ni sopra le antichità italiane, dissert. to lungi dalla cattedrale, la quale fu edi-
19.", dice che il vocabolo Tra e toria, pres- ficala nel principio del VI secolo da Qiii-

so i romani e nel medio evo corrispon- rini signore di Salona. Vanta Tran non
deva all' odierno patente, lettera con si- pochi illustri, fra'quali Fantino della Val-
gillo del principe, in cui fa noia la sua le uditore di rota, gravissimo e integer-
volontà. In essa era prescritto quanto do- rimo giureconsulto, benefico col collegio
veasi contribuire a'messi regi che quali dis. Girolamo degli Schiavoni di Roma,

giudici straordinari recavansi nelle cit- del quale riparlai a Schiavonia, da Pio
tà e ne'contadi per fare giustizia, e sole- Il invialo per legalo a Giorgio Podiebra •

vano inviarsene due, 1'


uno ecclesiastico chio re di Boemia, uuode'più fanatici so-
T U A TRA 191
slenlMri (ìegli errori de^li Ussiti, per cu' conlrano molte castella, e fra di esse seai-
|>{itì ia prii;ione, e fu liberalo nd istan/.a bra potersi ravvisare il Sicum ove stanzia-
del (luca di Haviera ; mori itt Roma e fu rono i veterani di Claudio, che molti pre-
sepoho nella basilica Liberiana, con epi* sero per Sebenico. La contrada è delizio-
tadlo riportato da! gesuita p.Daniele Par- sa, e tempi antichi di rifugio
servi ne*
lato, A//>-r/r/ sacri t. 4'- 1« s«>'T biblioteca la a molti personaggi, fra'quali si contano
lasciò a'domerncanidell'i'^ola Bua. Miclie- i cortigiani Fiorenzo e Immezio; 1' ere-
le Claudio di esimie virlù, tatto da (Giu- siarca Gioviniano f / J, che altri dissero
lio Il governatore di Roma, vescovo di neir isola di. Bua o Boas; e Bela IV re
Polignano e Monopoli, niinrib a' vene- d'Ungheria colla sua famiglia, persegui-
ti, preside di Pesaro, morto i<fRoma nel tali da'tartari. il Farlato descrive il ter-

I 5 2. Giovanni Stafileo segretario diLni-


I ritorio ed luoghi che contiene. Questa
i

gi II re d'Ungheria, che l'mviò a Vene- antichissima città, ricordala da'piii enti»


zia nel I 52 I
,
per ottenere soccorsi contro chi geografi , secondo Strabone fu fon-
i turchi, indi vescovo di Ti'ansilvania, e data 384 «uni avanti la nostra era da-
legato del re di Polojiia a Paolo III, a Ve- gl'lssei abitanti d'Issa o Lissa isola del-
nezia e i\Trigi, Pietro Rerisalvi vescovo di l'Adriatico presso la costa della Dalma*
Vesprim, poi bano di Dalmazia, Croazia zia, celebre per gloria navale, guani io-
V.Bosnia, d'animo grande, perì neiiS^o mani primum Illyricisbellufn inferrent.
in unconfliflo conhoi turchi. b'r.V^incen lira no gl'lssei colonia de'siracusani, che
zo de Andreis domenicano, dotto e san- vi dedusse J3ionisio il seniore, i quali di-
to vescovo Ottociense, Giovanni Slutileo poi soraministrarono alla repubblica ro-
aicidiacono di Tran, profcssnie dell'uni- mana un soccorso di 20 vascelli armali
versità romana, uditore di rota, vescovo contro Filippo redi Macedonia, divenen-
di Sebenico, autore egregio del Conimen- do alleati de'roraani, e questi per difen-
tarìiun dcGrntiis cspectativìs, morto nel dere gl'lssei intrapresero In i. 'guerra con*
i528. CorittlMiio Cippici oratore e stori- tro i re deli' lllirio, giovan<losi in (iro-
co eloquente, che scrisse De hfllo Asiati- gresso di loro flotta nelle posteriori guer-
C0y\\ cui figlio Luigi fu vescovo diP'amago- re illiriche, e specialmente contro Gen-
sta, ed il fratello Giovanni fu fattodaC^iu- zio. GI' Issei dunque fondarono Tra-
lio II arcivéscovo di Zara. Giacomo Dra- gurium, vocabolo e nome derivato da
gazzo vescovo Modrussa, uditore di ro-
di quello che quegli oriundi siracusani gli

ta di esimia dottrina, che ben congiimse imposero,per memoria di Trogylon por-


alia pietà l'integrila. Giovanni Lucio, uno lo di Sicilia presso Siracusa, che gì' in-

de'più belli ornanienli patrii, autore en- digeni in islavo dissero Troghir^ e poi
comiato della storia, De regno Dalma-' fu chiamato Trau e Tì-aii. Liberando-
tiae et CVo^^/^/V/.r, e dell'importantissima si gì' Issei nel 343 avanti l'era corrente
Monumenta historìca Tragurii. Andro- dal giogo de' Dionisii, si governarono a
nico di Trau fu giusta mente chiamalo da lepubblica e fiorirono per guerrescheiiii-
l'aolo Giovio aenmlator Ciceronis. Ora prese e per la mercatura. Seguendo Trau
conta 35oo abitanti. 1 dintorni produ- i destini d' Issa o Lissa, si unì a' roma-
cono molto vino, olio e fichi; vi si trova ni nelle guerre puniche e in quelle illi-

del marmo capace di pulitura: do una ca» riche, e poi ambedue le «ole formarono
verna naturale si trae del bitume. Si dà parie dell'impero romano, onde vi fu de-
\\ nome stesso dell'isola al principale vil- dotta in ambedue una colonia roniana,coii
laggio che ciiiamasi anco Santa Croce, e tulle le prerogative di ciltiidin.inza roma-
Mc'dinlorni si fi buona caccia di pernici. na e di sociis vertigales. Dal dominio de'
Lungo il litorulc da Trau a Salona s'in- romani, Trau pasbò a <{uellu de'greci lai.
ig2 TRA TR A
peralori; ma nel secolo V alternò In sog- T062 circn, senza interruzioni e lacune»
gezione co'gteci, e co'barbari eruli e goli, riporta la serie de' vescovi il p. Farlato,
finché da qtiesl'ullimi la liberòGiuslinia- in Episcopi Tragurienses, riproducen-
no I nel VI secolo. Ne'pri mordi del IX do la vita del dotto e santo pastore Gio-
per breve tempo fu signoreggiata da'fi an- vanni Orsini, non che la storia dell' in-
chi, indi venne ricuperata dal greco impe- venzione e traslazione del sagro suo cor-
ro, e verso il fine di detto secolo per l'im- po, con eruditissime note. In essa si ce-
prese de'potenli narentatiise ne sottrasse, lebrano le sue gloriose gesta e le precla-
e ricuperata la propria libertà, si gover- re virili di cui andò adorno, per cui u-
nò colle sue leggi eco'suoi magistrali per niversale fu il compianto in morte, aven-
4o anni ; tuttavolta poi ritornando alla do Dio o[#rato molti miracoli alla sua
greca ubbidienza. Verso il
997,0 meglio tomba , e li rinnovò nell'invenzione del
nel principio del secolo XI, Trau nel do- suo corpo. Istituì il monastero di s. Ni-
gado di Pietro Orseolo 11 con altre isole cola delle benedettine, fu congiunto in
fu ricevuta in fede e clientela dalla repub- intima amicizia col metropolita Lorenzo,
blica di Venezia. Nondimeno per un tem- ed impetrò e ottenne per Trau, dal re
po dominazione veneta fu interrotta,
la d'Ungheria Colomano, benefizi, immu-
scrivendo il Farlato: Secl post aiinum fe- nità e privilegi aniplissimi. Papa Eugenio
re triceswium adiniperiunì graecuni re- IV nel 1438 colla bolla Universis Cìiri-
dierej anno autem ejusdem saeculi se- sti, concesse indulgenze nel ili della festa
ptuagesinio iterum se Fenelis tradìde- del b. Giovanni Orsini vescovo di Trau.
runt. Anno quinto saeculi duodecimi Co- Narra il Piatti, Storia de' Pontefici Ro-
lomanus rex Hungariae Tragurium ac maw\ 1.12, p. 343, che Papa benedetto
Daini atiani Venetis eripuìtjsed post ohi- Xm Orsini, volendo promuovere al ti-
tum Colomani Dalmatiam cum Tragu- tolo di santo il b. Giovanni Orsini della
ria Jeneti recuperar unt. Exinde aeque sua famiglia, vescovo di Trau nella Dal-
Tragurium ac reliquae urhes Dalma- mazia , significò al senato di Venezia il

tiae, modo Venetis^ modo Ilungaris pa- desiderio che avea di alctuie reliquie di
rnitf nisi quod Emmanuel imperator questo suo antenate, ed il senato facen*
Graecorum Hungaris ereptum, quam- do trasportare dalla chiesa di Tiau una
diu vixity insuapotestate retinuit. Tan- coscia (femore destro) del santo vescovo,
dem anno 1^10 clenientissimo Veneto- e messa questa in. un'urna di cristallo guar-
rum imperio fide stabili et constanti nita d'oro, la spedi per due illustri eccle-

adhaesit. La repubblica di Venezia con- siastici al Papa, il quale avendola fiuta


servò Trau sino al 1797, in cui occupa- esporre solennemente nella basilica Va-
donunanle co' suoi sta-
la da'fraricesi la ticana, ne confermò il cullo immemora-
ti Campo Formio, fu dai
pel trattato di bile, e collocò nel tesoro di quella basi-
francesi ceduta all'Austria colla Dabna- lica la reliquia, di cui ringraziòil doge Se-
zia; nel i8o5 divenne parte del regno bastiano Mocenigo con un tenero breve
Italico, eneli8i4lornò all'impero d'Au- apostolico. Però il p. Furiato alferma che
stria.Ignoto è il preciso tempo della fon- il Papa nel 17*26 donò la reliquia alla
dazione della sede vescovile di Trau , sua antica chiesa di Benevetilo col breve
sufFraganea di Salona e poi della me- Quod ah inclyta, che riporta, nel quale
tropolitana di Spalatro; sembrj* che ab- chiama Giovanni col titolo di sar»to. Os-
bia avuto origine nel principiò del seco- serva però il Novaes, nella Storia di Be»
lo Vili, nel quale trovasi Petrus Epi- nedettoXIII^dxQ non s'intende già questa
scopus Traguriensis e pare nel 7i5 o ^ una formale approvazione del culto im-
nel 716. Però da s, Giovanni Orsini del meaiorabile del b. Giovanni; poiché il
•j R A TR A 193
I.nnìl)ei!ini, poi lienctìfUo XIV, che fece cominciata del predecessore, e nel 121
il rntaloi^o tie'he.nti,caiìonìz. SS, lib. Dr fu al concilio di Laterano IV; introdusse
nppiovnto il cullo
2, fnp. 24, <It^'<H>nli Tu nel suburbio di Trau i francescani, a'qua-
iiiiiDemoi abile, tla Uibuiio Vili fino al li edificò chiesa e convento il ricco trau-
suo slesso ponlificalo non fa parola ili , rino Desa Lucio, il quale si portò poi col
questo, di cui come allora proinotoretltlla vescovo in Ancona, a rinnovare l'antica
lede, ne avrebbe dovuto trattare la cau- amicizia tra le due città e la corrispon-

sa.Dopo s. Giovanni, si trova vescovo di denza commerciale. Avendo tartari in- i

Trau nel I 112 N. N. lodalo qual degno vasa l'Ungheria e la Dalmazia, il re Bela
successore, sollo«di cui i saraceni d'Afri- IV nel 1242 si rifui^iò prima in Spala-
ca o di Spagna sbarcarono ntil' isola, la tro e poi inTrau, confermando alla chiesa
nianotiiisero e riempirono di calamità. i privilegi de'suoi predecessori. Neh 256
Poco do[)o il re Stefano li tolse a' veneti fu consagralo in Roma da Alessandro IV
Trau e la ricuperò all'Ungheria, ma to- fr. Colombano francescano d'Arbe, che
sto il doge Domenico Micbieli la riprese. con facoltà d'Urbano IV trasferì nella cit-

Per le rovine e diroccamenti operali da* tà i francescani, ove introdusse pure i do-
barbari e fanatici saraceni, la sede vesco- n)enicani, e ricevè da Papa Clemente IV
vile di Trau restò vacante per 3o anni. ampio diploma in favore di sua chiesa; be-
Intanto re Dela II il Cieco, avendo ricon- nemerito pastore abdicò e si ritirò a vita

quistato la Dalmazia, il suo figlio Geysa privata. Gli successene! 1 276 Giovanni II,

11, die gli successe neh i4i, ft?ce riedi- e persua morie nel 282 il capitolo elesse
1

ficai e Tran, e liprislinò la calledraledi s. fr.Gr^gorio Machinatura nobile traurino


Lorenzo. Verso ili i5i il capitolo elesse efrancescano.L'elezionedialtroGiovannì
vescovo Dessa Maccarelli traurino, e Io deh 297 essendo irrita, gli fu sostituito

consagrò Gaudio arcivescovo di Spalatro Liberio anconitano abbate benedettino


col solo vescovo di Croazia; ma fu viziosa di s. Gio. Battista di Trau, al cui tempo
ordinazione mancando un altro vescovo, Sehenico fu dismenabrata dalla diocesi di
come dichiarò Papa Eugenio III, anche Trau ed eretta in sede vescovile dopo ,

per altri gravi difetti sulla condizione ed tante e frequenti controversie; i france-
età del vescovo, neppure iniziato ne*sa- scani passarono nel /nonastero benedet-
gri ordini. Gaudio temerariamente disse, tino di s. Gio. Battista, e le monache di
che il suo pallio poteva supplire all'altro s. Nicola furono trasferite al monastero
vescovo. Laonde i successori d' Eugenio di s. Pietro, e Papa Giovanni XXII tutto
111 privarono ambedue del sacerdozio, approvò. Nel 1820 Lampridio Viturio
qualilicando Dessa per un intruso. In- nobile veneto e tramino, già canonico pri-
tanto seguì l'invenzione del corpo di s. micerio della cattedrale e vescovo di Le-
Giovanni , ed i veneti s' impossessarono sina o Faro, scomunicò il magistrato e il

Nuovamente Trau, e neh 174 porta-


di consiglio di Trau, ma egli fu tli spensato
rono a Venezia un braccio del santo ve- dall'amministrazione della diocesi, la qua-
scovo. Neh 180 Michele nipote di Dessa le venne aflidala a un vicario; del resto
fu elevato a questa sede, intervenne al si- Lampridio viene enconiialo per virtù, e
nodo provinciale di Spalatro nel i85, i per aver eretta una nuova e nobile cap-
dove meglio fu stabilita la diocesi diTrau, pella al predecessore s. Giovanni Orsini.
costituendosi della città, di Drid, di Se- In questo tempo fiorì per santità e mi-
benico e del comitato di Zagoria. INel racoli il domenicano b. Agostino Casotto
120(3 Treguano liorentino fu consagra- patrizio traurino, vescovo prima di Za-
lo dal metropolita litiiiardo, progredì e gabria e poi di Ni)ccra; la sua sorella r>ir-
compì la ricdilicuziunc della catludiale ciila lu bcueiuei'ilu disila chicca di s. Do*
194 'i^i^^ T R A
luenico. Neil 349 RarloIomeocUValmon* e vescovo d'Arbesua patria nel i4^3, c]»e
Ione diocesi di Segni, e designalo vesco- nel seguente anno fu tra«;ferito a Trieste.
vo di Caltaro, indi Clemenle VI lo de- Nel 14*24^» -Tommaso TommasioToin-
putò cogli arcivescovi di Durazzoe di Ra- niasinidomenicano,nobile veneto e ori on-
glisi per la legazione a'rasciani e albanesi do loscano,di esimia santità e dottrina, già
caduti nello scisnaa, onde richiamarli nel vescovo di Città Nova, e poi di Pola e di
seno della (blesa cattolicojrioncbè legato a Urbino, anch'egli essendo intervenuto al
Stefano re di Scivia e di Rascia, con Pie- sinodo di Costanza. A sua istanza l'ab-
tro vescovo di Patti. Secondo il Vadin- bazia di s. Gio. Battista de' benedettini,
go sembra cbe gli succedesse altro Barto- ch'era divenuta comme*ida. Martino V la

Jon)eo francescano, travialo da Caltaro al restituii all'ordine di s. Benedetto. Eugenio


dite d'Cgbelli; ma il Parlato ritiene che IV lo ihie governatore di Forlì neli43i,
fu vescovo un soloBartolomeo. Nel 357 I donde per sedizione popolare parli dopo 4
insorse sedizione popolare inTrau a pro- anni, deputato amministratore del mona-
vocazione dell'arcidiacono Giacomo, ni- sfero di s. Salvatore di Venezia, indi man-
pote del defunto Lampridio, che prese le dalo dal Papa con altri 3 legati a presiede-
anni' contro i Cigi ed altri nobili, per cui re il concilio di Basilea; indi neli435 lo
il vescovo di Faro Stefano de Cigi ch'era trasferì alle sedi di Macerata e Recanati,
in Tran per salute, fu maltrattalo, spo- poi a Feltre e Belluno. Lodato e generóso
gliato e fei ito. Il vescovo Bartolomeo in- pastore,anche in uìorle mo«tiòilsuoafi"et-
terdisse il faziosoearioganteGiacomo,ma loalla chiesa di Tran legandole ricchi do-
il capitolo ne prese le difese e appeljòalla ni. Nel suo vescovato, nell'isolaBua i fran-
s. Sed»; indi ottenne da Luigi l re d'Un- cescani e i domenicani coslruiionoi loro
gheria la conferma de'privilegi concessi conventi. Neli435Eugenio Vnominò ve- l

da'suoi predecessori alla sua chiesa. Nel scovo Lotlovico Arena Scarampo Mezza-
I 362 Nicola Casotti nobile Iraurino e pri- rof<7(F.),canonico diPadova sua patria,di
micerio della cattedrale divenne pasto- vasto ingegno e valore militare, nel 1437
re di sua patria; fu acerrimo difensore traslato a Firenze, dipoi patriarca d'A-
de'suoi diritti e munifico benefattore del- quileia e celebre cardinale. 11 Papa con-
ia cattedrale e del convento de* dome- ferì neir agosto dell' istess^:) anno la se-

nicani. Gli successero, nel I 370 Valenti- de in commenda al non men celebre per
no, nel 373 Crisogono de Duminis d'Ar-
I gran genio e militari impreseGiovanni III
be e Iraslato dalla patria sede, sotto del Fitellesclii [f.) di Coinelo, patriarca
quale Tran e la Dalmazia fu agi lata dalle di Alessandria, nell'agosto 14^7 creato
guerre e da diverse dominazioni, e la cit- cardinale, per cui i traurini supplicaro-
tà anche angustiata da civili discordie; no il senato veneto a implorare il ritor-
per lui fu decretato aumento di culto a no del vescovo f Ton)masoda Eugenio .

s. Lorenzo martire ed a s, Giovanni ve- IV, il quale però lasciò al cardinale (ìir-
scovo. Della stessa famiglia de Dominis chè visse la commendata chiesa. Morto
nel 1 4o3 fu vescovo Simone, cavaliere or- infelicemente l'i aprilei44o> Eugenio
i

nalodi singolari virtù, intervenne al con- IV vi traslatò da Parenzo Angelo Cavac-


cilio di e fu compreso tra gli
Costanza ,
ela nobile veneto, già d'Arbe e tesoric
elettori nuovo Papa della nazione
del , re di Martino V, secondo il Parlato, ed
germanlca;ma ricuperalaTrau da'veneli, ora ne sono persuaso; mentre col Vitali
il vescovofu espulso, esiiitirònella Schia- dissi all'indicalo articolo, che fu Eugenio

vonia e nell'Ungheria, rinunziando in fa- IV che nel 1 44 '


S^'
conferì il tesorierato,
vore del suo consanguineo Marino deCer- per cui scrisse a' traurini che pazientas-
noli oCoàouinijgià arcidiacono dispaiali o sero se il vescovo che anelava di recarsi
TRA TRA 195
jil'iì sua cliiesa, pel suo uHìcio n'era im- Spalatro, arciprete della metropolitana.
potente. Angelo implorò e ottenne dal Neli56o Federico Co/vi('r(F.) patrizio
]*apa pel capitolo 1' insegna corale tlel- veneto, poi nel 56 traslato a Rergamo,
1 1

I* almuzia , e dopo le ferie pasquali del indi a Padova e cardinale. Neh 56 Lui- 1

1443, ritiratosi dal tesorieralo, si recò a gi Corner (V.) dolla stessa famiglia, che

Trau, accolto con ogni dimostrazione di fu al concilio (li Trento, e tornato da esso
onore e di giubilo die fu amareggiato , riformò con zelo la diocesi; creato cardi-
da un fortuito incendio che distrusse 5o nale, nel I 565 convocò nella cattedrale il

case della città nuova adiacente al subur- sinodo diocesano, ove promulgò i decreti
bio: col proprio denaro rifabbricò nobil- del concilio, e perciò fondò il seminario:
mente la sagrestia della cattedrale, emorì gli altisono riportati dal p. Farlato. Nel
iieli452. Convocatosi il nobile consiglio 1567 avendo rinunziato, fu eletto Tom-
della città, si usurpò il diritto di elegge- maso III Corbelli Sperandio Fanoj lo- di

re il successore, nominando GiacomoGiu- dalo e traslaloneli574aRaguorea,dopo


sliniani nobile veneto benedettino, già vi- aver introdotto in Rua francescani con- i

cario generale dol defunto. Non conosciu- ventuali. Nello stesso anno Antonio Gui-
ta laicale, né da Ro-
canonica l'elezione di di Mantova dotto e integro, dovè .>o-
ma uè da Venezia , invece fu vescovo
, steneregrave contestazione colla città [>el

Giacomo Turlonia oTruglonia d'illustre castello di Rusilinia; al cui tempo fu vi-

e antica famiglia anconitana, che ordinò sitatore apostolico delluDalinazia Agosti-


le feste di s. Girolamo principale patro- no Valerio vescovo di Verona, il (juale
no della DabDazia, e di s. Sebastiano, on- confermò l'istituita confraternita de pe-
de preservare Trau dalla peste. Nella cat- scatori, e Gregorio Xlll concesse indtd-
tedrale costruì un nuovo elegante batti- genze all'altare di s. Giovanni, ed incor-
sterio, e prosegui la magnifica cappella di porò alla mensa capitolale j benefìzi sem-
s. Giovanni, e morì nel 483, dopo ave- 1 plici: nel 1595 ottenne da Clemente Vili

re difese le sue giurisdizioni dalle pretese la conferma del possesso di Rusilinia. Mor-

del comune. Questo con nuova aggres- to nel bo4,gli successe Marzio Andreuzzi
I

sione volle tentare d'introdursi neil'ele- nobile di Udine, che ripristinò minori i

zione del successore, formalmente con i- osservanti nell'isola di Rua; nel 1623 Pa-
scrutinio eleggendo Lodovico Coriolano ce Giordani di V'^icenza, letterato egre-
Cippici traurino, ma fu i<;i'ila elezione. gio e profondo erudito, autore di opere,
Perciò nel 14^4 da
Sisto IV vi trasferì zelantissimo pastore convocò più sinodi,
Arbe Leonello Clericato o Chieregato no- collocò nella cappella dis. Rocco della cat-
bile vicentino, vicario della basilica Va- ledrt?le la tibia di s. Severino martire,pre-
ticana; traslalo nel 1 4B8 a Concordia, nel sa dal ciu)iterio di Calisto in Roma, ed
1489 gli successe Francesco Marcello pa- in essa terminata la nobdissima cappella
trizio veneto, che vide Trau e circostanti i dis. Giovanni Orsini, fecevi la traslazio-
luoghi infestati da'turchi, per cui a 1 000 ne del suo corpo alla presenza di David
passi fabbricò e munì il castello di Ru- Trevisani contedi Trau e di altri patrizi.
«ilinia e Cussiglina per rifugio, prose- Dopo avere sapientemente governato ,

guì abbelhmenti dell'altare di s. Gio-


gli mori nel 1 649 e vacò la sede sino al 1 654
vanni e morì nel i524> In tale anno da in che fu eletto Francesco 11 Coccaliui ve-
Scardona passò a questa sede Tomma- neto della congregazione del b. Pietro da
so 11 Negri di Spalalro, dotto, pruden- Pisa , dottissimo ed eruditissimo, onde
te e pio, che poco dopo si diunse per l'e- pubblicò: Hislorìcit inonunniUii oniiiiis
ia e salulci onde neli.^'AJ gli lu siuro- s.llicroii} niijcon^ri^iilionish. Pctride
gato il nipote Cridlufoiu de Raliòlis di risìò. 1 Uu'chi LiOiì avendo potuto iinpa-
196 TRA TR A
dronirsi di Trau,pieseroed abbatterono il per memoria, pubblicandone la storia il

castello vescovile di Busilinia; morì il ve- veneto Antonio Loredano. Il vescovo mo-
scovoinVenezia neli66 1
,e con epitalTio fu rendo neh 683 volle essere sepolto innan-
sepolto nella cliiesadis. Sebastiano di sua zi il 684 Giovan-
santo predecessore. Nel 1

congregazione. Gli successe nel 1 663 Gio. ni VCupparci nobile diSpalatro e arcidia-
Paolo Garzoni veneto, religioso crocife- cono della metropolitana, dotto e orna-
ro; espose alla s. Sede lo slato di sua dio- to di virtù; rifece le mense degli altari del-
cesi, e pe'uìiracoli operati da s. Ignazio la cattedrale, e sul maggiore pose la mi-
Lojola introtlusse in Tran il suo culto e racolosa immagine del Crocefisso, e lo rie-
la festa, con solennità e l'assistenza de' ve- dificò con be'marmi, v'istituì il sodalizio
scovi d'Albe, Lesina o Faro, Cattai o e del sutlragio, e gli assegnò rendite per le
]\ona. INella cbiesa delle uìonache bene- messe. Rifabbricò il castello di Busilinia,
dettine di s. Pietro costruì un altare a e lodato per vigilanza pastorale e pruden-
quel benemerenlissiiBO fondatore della zamorì nel 694*^ ^^^ sepolto avanti s. Gio-
1

\en. società di Gesù, vi pose la sua im- vanni nel sepolcro de' vescovi. Innocenzo
magine, la dotò per la celebrazione delle XII nel 1695 gli sostituì Simone 11 Cava-
messe; e il tiaui ino canonico Domenico gnini o Cavallini canonico di sua patria
Napoli a istanza del vescovo riedificò l'ai- Spalatro, pieno di belle doti e limosiniero,
taiedi marmo e vi collocò un bel qua- rapilo da immatura morte nel 1699. Lo
dro esprimente s. Ignazio e s. Francesco stesso Papa nel medesimo anno vi tra-
Saverio, allio mirabile campione dell'in- sferì il somasco ^lefino Cupilli, celebre
signe ordine, ed assegnò rendite perpetue prelato, caro al cardinale Colloredo e ad
per la celebrazione della festa di s. Ignazio Innocenzo XII, che gii dierono onore-
con tutta magnificenza. Il vescovo celebrò voli doni, il p. Farlato riproducendone
altra più solenne traslazione del corpo del la vita scritta da Petricelli. Con orazrioui e
predecessore s. Giovanni; nel castello di penitenze pubbliche, con autorizzazione
Slalileo consasfrò e dedicò
o una cbiesa al- pontifìcia, fece di lutto per impetrare da
la beata Vergine Immacolata Concetta, Dio la cessazione della grave sterilità che
morì nel 1 675 encomiato. J3a Lesina nel pativa, perciòassol vendo tulli da qualun-
1676 vi fu traslato Giovanni IV de An- que scomunica o interdetto incorso, co-
dreiso Andronico nobile traurino, il quale noscendosi manifestamente un castigo di
rifece e ornò l'episcopio, ed a'4 maggio Dio, e procui;ò placarne lo sdegno. Ripri-
1 68 1 celebrò altra e più memorabile tra- stinò il culto del traurino b. Agostino Ca-
slazione del corpo di Giovanni Orsini s. sotto, con decreto della congregazione dei
vescovo e patrono di Trau^ nella npuova riti per tutta la diocesi, e fu dichiarato 2."
e splendida cappella di s. Girolamo; con patrono di Tran; e contribuì perchè più
gran concorso di dalmati e veneti, del- profondasi stabilisse e propagasse la divo-
l'arcivescovo di Spalatro, e de' vescovi di zione a s. Ignazio ed a s.FrancescoSaverio,
Seberiico, Veglia ed altri ,
pontificando per le relicpiie donate dal gesuita p. Lui-
l'jucivescovo di Zara. La processione fa gi Carnolio. Clemente XI avendo Iraslalo
magnifica, con tulio il clero secolare e re- a Spalatro [P\) l'eccellente pastore, con
golare ed i sodalizi, e si recò dalla catte- dolore e mestizia de'diocesani, nel 1708
drale all'isola di Bua, portando il sagro nominò successore Pietro Paolo Calo-
corpo sotto nobilissimo baldaccbino 6 ve- rio veneto somasco, dotto e rispettabile
scovi, gli arcidiaconi, gli arcipreti, ed i pri- per pietà, carità profusa co' poveri, e
inicei i di Dalmazia, indi 4 vescovi lo de- qua tenace custode della disciplina eccle-
1

pose» o nella nuova urna marmorea; e di siastica. Da Spalatro subito fece venire
tulio nella cappella in poala una lapide due gesuiti per coadiuvarlo alla celebra-
TRA TRA 197
zlone delle sagre funzioni, onde lucrare le vetta età rinunziò e si lilirò Ira'suoi re-
indulgenze concesse dalla s. Seiìc, Impie- ligiosi, lasciando di se la memoria in be-
gò qtiindi lesuecureaesliipaiegliabusi, nedizione; tuttavolta soj)ravvisse20 anni
all'istiuzione di tulli, e del clero a nor- e morì fra'cappuccini di Tiene. Nel no-
ma de'sagri canoni, al quale elfelto aprì vembre da Nona vi fu Iraslalo Girolamo
a'chierici una scuola di scienze ecclesia- Fondi di Pirano diocesi di Capo d'Istria,
sliclie nell'episcopio, die perciò ingrandì. tre volte lodato vicario generale e capi-
Propagò la divozioneas. Ignazio con tan- tolare di Pola; anche egli fu munifico col-,
to successo, che avendolo interposto per la cattedrale, solennemente la consagrò
patrono presso Dio, la sospirala fertilità non avendosene memoria che lo fosse; in-
fu ridonala alle Ieri e Iraurine. Deploralo s. Sede la relazione dello stalo del-
viò alla
da tulli, si vide nel 1 7 i 3 trasferito a Ve- la sua diocesi, riprodotta dal p. Farlalo,
glia , a cagione di salute. In pari tempo e benemerito nel 1754 morì. Nel i'/55
glisuccesse fr. Michelangelo Farolfo mi- Diego Manola nobile di Spalalro, arci-
nore osservante, predicatore apostolico e diacono di quella metropolitana e vica-
consultore de's. riti, il quale volle seco nel- rio generale, fu zelantissimo del di vin cul-
l'episcopio due famiglie francescane, per lo, consagrò la chiesa delle benedettine
aiutarlo nel zelantissimo escrciziodel suo di s. Pietro, curò l'istruzione del clero e
ministero, che gli procacciò venerazione de'diocesani, e benedetto morì nel i 766.
anche per la Dalmazia, onde pel suosa- In questo gli successe Gio. Antonio lU
pere venne da tulle parli consultalo, ^ Miocewich di Sebenico, già egregio mi-
fulminò le censure ecclesiastiche a'deten- lite canonico della caltetlrale e vicario
,

tori delle cose spettanti alla mensa epi- capitolare. Con esso il p. Farlalo termi-
scopale. Riedificò l'episcopio, aumentò le na la serie de* vescovi di Trau, che com-
ss. Reliquie della cattedrale con parte del- pirò colle Notizie di Roma, le quali l'in-

la ss. Croce, e co'corpi di s. Vittoria e de' cominciò neh 72 i.Neli787 Antonio Bel-
ss. Agricola e Vitale. Lagrimalo morì nel glava di Zara traslato da Curzola. Nel
,

lyiS, e l'arcivescovo Cupilli ne celebrò 1 790 Gio. Pietro Calzigna di Arbe. Nel
i funerali e le virtù con ornatìssima ora- 1795 il i.° giugno Pio VI fece vescovo
zione. Nel 1716 reietto di Scardona quivi Gio. Antonio Pinelli di Trau, e fu l'ul-

passò, Giovanni VI Vidovich di Sebeni- timo, morto nel i8'2o. Leone XII colla
co, ma repentina morte lo tolse da questa bolla Lociimh. Pe tri Apostoli^iW^o giu-
valle di miserie nel 1 7?. i . L'8 giugno gli gno SiSiBiill. Rom. cotit. 1. 7, p. 375,
I 1

successe Gio. Antonio 11 Kadcich di Ma- per la nuova circoscrizione delle diocesi
carska già alunno del collegio Urbano e di Dalmazia e dell'Istria, soppresse la se-
arcidiacono di Zara, ottimo pastore, che de vescovile di Trau, e l* unì parte alla
divenuto arcivescovo di Spalalro ampliò diocesi di Spalatro^ e parte a quella di
uell'arcidiocesi il cullo Giovanni Or-
tli s. Sebenico. Dice la bolla : Dioecesis Epi*
sini con festa anniversaria cheoltenne da scopalis Ecclesiae Spalatensis praeter
Clemente Xll. Questi nel 1731 gli die a paroecias ipsius civitatis Spalati e/Jor-
successore fr. Giuseppe Caccia di Vene- rnahitiir ex locis. . . . nec non ex noveni
zia minore osservante, già designalo ve- paroeciis suppressae dioecesis Tragii-
scovo di Zanle e Cefalonia e commissa- riensis niiniruni ipsius civitatis TragU"
rio di Terra iSanta, magnifico pel cidlo riif ac locoruni Sef>Jicttiy Okruf>li, Xed-
divino, onde arricchì la cattedrale di sta- nOy Castri Staphileiy Castri Noviy Ca-
tue marmoree, di ornamenti e ricche sup- stri Veterisy Castri fltturiy et Zirona
pellettili , facendo altrettanto con altre e te. Dioecesis episcopalisEcclesiaeSebe'
chiese della diocebi, e nel 1 738 per lapvo- niccnsis actualeni suamdiocccsini corn-
igB TRA T R A
ph'ctilur una nnn eie. atqiie ìtiuleeim I 7 marzo 18 r5, a cagione dello polillcihc
paroeeìifi supprcssae (lioeeesìs Trni^ii- vicende, sciogliendolo dal vincolo della
riensìsnimJrnm^ Bossjglino, Pargomety chiesa di Kònig'^giat/. Dopo di essere sta-
Zechievieza^Berstranowo, Ogsye, Zoor- to solennemente intronizzato nella me-
glieì'o, Plsoka, Liikidol, GlinhitorizzOy tropolitana d'OlmiitZjl'imperatoieFran-
Bnsthùzzn^ et Blisua. cesco I fece calde istanze a Pio VII che
TRAUTMANNSDORFWEINSBERG lo annoverasse al il Pa-
sagro collegio, e
Maria Taddeo, Cardinale. Nacque in pa l'esaudì nel concistoro de'aS settem-
Gratz nella Sliria, diocesi di Secovia, a' bre 18 16, cieandolo cardinale dell'ordi-
28 maggio 76 r, da antica e nobilissima
I ne de'preli con bellissimo elogio, invian-
fiimiglia che possiede signorie in Austria dogli la notizia col berrettino cardinalizio
e Boemia, creata sinodo! 1623 conti del- per la guardia nobile d, Emanuele de*
l'impero, nel 1715 magnati d'Ungheria, principi Ruspoli, a cui aflìdò egual inca-
e poi neli8o5 principi dello stesso im- rico pel cardinal Salni vescovo di Gmk.
pero secondo l'ordine di primogenitura. La berretta cordinalizia gliela trasmise a
Educato e istiuilo con molta cina, fece mezzo dell'ableeiJto apostolico mg.*^ Leo-
in patria i suoi studi sino alla filosofia. poldo Ruspoli fratello della guardia no-
Manifestando traspoito e vocazione allo bile, come si ha i\iì* Diari di iìorna. n.° jj
sfato clericale, passò nel collegio Germa- e 86. Ilcardiiiale zelantissimo paslore,vi-
nico Ungarico di Ticino per appiendere silopaternamente l'arcidiocesi nel 1816,
la teologia,ove nel [78^, dopo aver so- 1817 e 1818; dall'imperatore fu deco-
stenute pubbliche di-pule, fu insignito rato della grancroce dell'ordine di Leo-
della lamea dottorale. Ornalo di erudi- poldo,ecessòdi vjverea' o gennaio 1819 1

zione ecclesiastica, ascese i sag^ri ordini, e di morte prematura in Vietma, d' anni
nel dello anno ricevè in Gratz il sacer- 58 non compiti; e tra<.ferifo il cadavere
dozio, e quindi la cuia d'anime in Isle nella metropolitana d'01fnu!/,ebbe tom-
sia nella parrocchia diCarnovia.Nel i 785 ba presso i come si ha
suoi predecessori,
fu fallo decano, arciprete e parroco Ho!- dalla Series episeoporum Olomucen-
Icscoviense, e assessore del concistoro ec* sinni. Il n.^i^ del Diario di Roma òv\
tlesiaslico, ulTizi lutti che funse con lo- 1819 die l'annunzio della morte del car-
devole zelo. Indi volle istruirsi nella lin- dinale, dopo breve malattia, e si dice in
gua moiava, esi dedicò con amore pater- esso ch'era conte della cappella di Boe-
no all'assistenza dell' istituto de' poveri, mia, ed attuale imperiale e regio intimo
fondato nel uionaslero della ss. Trinità. Non essendosi mai recato in
consigliere.
Maturo nelle virtù e edificante ecclesia- Roma, non ebbe né titolo, ne cap- il il

stico, nel 1793 fu designato vescovo di }>ello cardinalizio. Fu compianto per le»
Trieste; futtavolla Pio VI nel concisto- distinte qualità di cui era fregialo.
ro del (."giugno 179'^ lo preconiz/ò ve- TRAUTSHON Giuseppe, Cardinale.
scovo di Kòuigsgratz, ricevendo l'episco- Nato dichiaro sangue in Vienna d'Au-
pale consagrazioner8 settembre. Vacata stria, si applicò agli sludi nelle università
l'illuslre sede arcivescovile d'Olmiitzper di R.oma, Lione e Parigi, dofe la con-
morte del cardinal Colloredo, l'arcidu- versazione frequente de'Ietterati, singo-
ca d'Austria Rodolfo Ranieri, poi cardi- larmente nell'ultima città, molto gli gio-
nale, che n'era il coadiutore con futura vò a fare rapidi progressi nelle scienze.
successione, a' i 5 setten»brei8i i cede i Restituitosi in patria, comechè inclinato
suoi diritti, onde a'26 novembre fu elet- rdlu pietà, abbracciò di buon grado la vi-
to Maria Taddeo, il quale fu conferma- ta ecclesiastica, e fu provveduto de*cano-
lo da Pio VII sollanlo nel concistoro de* nicali di Salisburgo, Passavia e Uratisla-
TR E T R E I (;()

via. Delle copiose reiulile che a lui pro- quadrato, rinfiancato da 4 torri, dal Ca-
venivano da tuli benefizi, si valeva o per stellano chinmata ragguardevole città
sovvenire i poveri o per risarcire le chie- con Gooo abitanli;allri dicono di meno,e
se, nìenando vita divola e lolla applica- dedicali in gran parte all'agricoltura. Nel-
ta a^ii sludi sagri, onde il cardinal Lani- la piìi parte sono turchi e greci scisma-
bergh vescovo ili Passavia, che ne avea tici. Come lontana dalla strada maestra
allo concelto, lo dichiarò suo vicario nel è poco conosciuta, onde poco se ne scris'^e
TAuslria inferiore. Nel nienUe che eser- da' geografi. Altri la chiamano Tribi-

citava lale impiego, contrasse in Vienna gne o Trebigna, Tribuniu/n, Trìhiiliuni.


Sheila amicizia coH'arcivescovo cardinal 11 p. Parlato, Illirici sacri 1. p. 6 1 ,
i i

Kollonitz, che dal Papa l'oUennea suo ancor egli dice ciie poco di Trebigne ne
coadiutore, e gli successe nel yS Pre- i i . scrissero gli stessi topografi ungarici, ed
se possesso della metropolitana con plau- ecco quanto ne riporta. Ci^ÙLas^cjuain ve-
so di tulli buoni, che presto amcnira-
i tcrcs T/ibuliuni, sive Trihiuiiain dixe-
rono in lui maschia virtù, e le sanli$si> re, mine autcni Tribignc vulgo dicimus^
me leggi colle quali restaurò la decaduta a filmo ejasdcm appellationis, a quo ri-
disciplina ecclesiastica, procurando d' i- galur^ nomenclaiurani accepit. A Ra-
slillare nel suo popolo verace e sincera gusina civilatc, cui olini ohnoxia fue-
divozione. Si mostrò benefico e generoso ratj aliquod inilliarihus italìcis ahsce-
colle persone vii luose, e non maiìcò nel dit. Cactcruni civitas adinodum tennis,

tempo stesso di piovvedere all'indigenze hcllique injuviisfcdwn ^'a stata j Turcis


e alle necessità delle povere e miserabili ab uno et aniplius sacculo obtemperat,
famiglie. L* imperatore Francesco I Io scdes alioquin Episcopi, qui una cani
deputò prefetto e njoderatore degli slu- Mcrcancìisi juxta posito Ragusini ine-
di nell'università di Vienna, e l'impera- tropolitae crat suffi-aganeus.ha sede ve-
trice M.^ Teresa lo dichiarò suo inlin)0 scovile diTrebigue fu eretta nelsecoloXI,
consiglierejcfece istanza aBenedettoXlV e Papa Alessandro 11 del i o6 i la dichia-
perchè lo creasse cardinole, ciò che il Pa- ròsulIVaganea della metropoli d'Anlivai i,

pa esegui a'5 aprile 1^56 e dell'ordine ed in seguito lo divenne di quella di Ra-


de'preti. Ma
un colpo d'apoplesia lo rapi gusi. Quindi Pio 1 1 a' 1
9 marzo 463 i l'imi
al ujondo Vienna a' io marzo lySy,
in alla sede vescovile d\Marca/ia{^l'.)oI\fcr-
di 53 anni. Il suo cadavere ebbe sepol- cana oDIcrca^x] che confermò a' i
7 dicem-
tura in quella metropoltlana, dove alla bre i482Sisto IV. 11 p.lMireocheneliGi 3
di lui uit^moria fu eretto nobile e magni- pubblicò la Notitia Episcopatunni^ve'^x-
fico monumento, fregiato d'onorevole e- stiòMarcatenais et Tribunicnsis uniti,
logio, postovi dal suo fratello principe sub dominio reipublicac Ragusinam, e
Gio. Gugliehno. di lale metropoli sulhaganee. Altrettanto
TUElÌAoTIlEBlA. /.Trevi. si legge in Commanville, che nel i 700 ci

TllEBlGNE (7Vz7;«//^v/). Città vesco- diede 1' Ilistoirc de tous Ics Evcsckcz,
vile della Turchia Europea in Dalmazia notando che Trebigne era piena di tur-
e nella Bosnia (della (juale regione ripar- chi e di greci, e con •i/\. famiglie cattoliche.
lai aSiRMio),sangiacatodi Ilertzegovina, Si legge ucW Appcndix del Bull. Pont,
della quale parlerò poi (con>e promisi al de Propaganda fide, t. 2, p.i4> il bre-
Irove), come sua capitale. Questa città è ve Àposlolatus o//icinni,i\tì 17 marzo
capoluogo di giurisilizione, a 5 leghe da 1 727, diretto a Francesco Girolamo bo-
Ragusi eil a 4 da ISiksiki, sulla sponda
i na di Ragusi, vicario generale e primi-
destra della Trebignilza, presso al mare, cerio di quella chiesa, da lui eletto ve-
già sede del vescovo. E' dilcsu da un forte scovo di Trcbigue e Mutcaua, per spon-
200 TRE T RE
tanca rinunzia del vescovo Antonio Ri- zegovina, TTerlzegovinae, Cliulmia, già
ghi> intesoli parere tle'cartlinali delia con- ducalo (li s. Saba, è mi paese dell'Euro-

gregazione propaganda /tV/f^, sollo la


di pa che dipen^le parte dall'impero d'Au-
cui giurisdizione sono due vescovati,
i stria e parte dell' impero di Turchia, e
come esistenti nelle parti degT infedeli. forma deli." di quest'imperi una parte
Quindi a'23 marzo col moto-proprio, Es- della Dalmazia, verso il sud-est, senza es-
pando la chiesa, vescovile di Maicana e servi considerala come una divisione po-
Trebigne sprovveduta d'entrate sufficien- litica; nel 2." costituisce il sangiacalo della
ti al decoroso sostentamento del propiio Bosnia. Questo sangiacalo è limitalo al
pastore,a dare al vescovo ^ro tempore un nord-ovest da quello di Dagna-luka, al
qualche aumento all'entrate di sua chie- nord e al nord-ovest da quello di Traw-
sa, gli assegnò 1' annua rendila di scudi nik, col quale ha per confine la catena
200 spettanti alla congregazionedi S.Pie- delle Alpi Dinariche; le montagne islesse

tro in Cattedra de'sacerdoti di Ragusi, co- lo dividono all'est dal sangiacalo di No-
me notai a Mabcana, riportando i vescovi vibazar. Tocca verso il sud-est il paese di
successorijfinchè GregorioXV I, trovando Montenegi-o (che descrissi a Scutari), e

vacanti le sedi di Marcana e Trebigne, e verso il sud-est e l'ovest la Dalmazia, che


governale dal vicario capitolare d. Dome- [
ero lascia in due luoghi avanzarsi fi-

nico Socolovich , che risiedendo in Ra- no al mare Adriatico, ove sopra un'assai
gu^i ogni anno. portavasi alla visita delle piccola estensione di coste, proietta la

due diocesi, e perciò riceveva annui scu- punta Kleck in faccia alla penisola di
di

di 5o dalla congiegazione di propagan- Sabioiicello. La sua lunghezza è di 47 le-


da, a'3o setlembrei839 affidò 1' atnmi- ghe, e la sua media larghezza di 20. E'
nistrazione di Marcana e Trebigne al ve- questo paese quasi interamente coperto
scovo di Ragusi. Poiché nella circoscrizio- dalla ramificazione meridionale dell' Al-
ne delle diocesi di Dalmazia, fatta daLeo- pi Dinariche, che coronano i monti Vra-
ne XII colla bolla Locuinh. Petvi yipo- batz e Lioubouchka nel nord del san-
stolif de' 3o giugno 1828. Ragusi ccsnÒ giacalo, monti Porim, Bielosok Du-
i ,

d' essere arcivescovato, e fu dichiarata brava e Gradina nel centio, ed i monti


suffiaganea della metropoli di Zara, alla Tzaba,Tzerna,Slarka, Zavedin,Stareli-
quale furono sottomessii vescovati diTre- na e Prologh nella parte occidentale; que-
bigne e Marcana. Ora le sedi vescovili so- sti ultimi formano una porzione del san-

no vacanti del pastore e dell'amministra- giacalo, dal lato della Dalmazia. Lesole
tore. Dello stalo delle due diocesi di Tre- pianure un poco considerabili sono quel-
bigne e Marcana, a quest'articolo ne fe- le diGabela, in cui si estendono le pa-
ci cenno, essendovi parrocchie con curali ludi di Utovo, e quella di Grohovo, ver-
in Marcana, che si compone di 5 isolette so le frontiere del Montenegro. La Her-
disabitale, che ha la parrocchia di Du- zegovina è inclinata al sud-ovest verso
brave; in Trebigne con 20 villaggi e 886 l'Adriatico, e quasi tulle le acque che la

cattolici, in Ranno con 19 villaggi 6x098 bagnano vanno in questo mare col mez-
Gradazcon 16 villaggi
cattolici, in e 1293 zo della Narenta; questo corso di acqua
cattolici, e inRasna con 32 villaggi e considerabile percorre il centro del paese
1437 cattolici. Le parrocchie propria- e vi riceve a destra la Dretsnilza, l' los-
mente sono in maggior numero, ma so- sinitza, che sorge dal lago Dialo, ed il
no amministrate da 5 parrochi residenti Trebisat; a sinistra il Drinovnik, il le-
ne'Iuoghi nominali, secondo le ultime no- sero, la Bouhna e la Crupa. In questa re-
tizie. gione ripiena di piccoli piani elevali chiu-
L'Herzegoviua o Erzegovina Hert- si da alle cinture di muutague, non è ra-
TRE TRE 201
ro vedere delle riviere perdersi in prò*
il sono mal conservate. Ha sulla riva la cit-
fondi abissi, per non ricomparir poscia se tadella di Castel di Mare, la miglior di-
non dopo un corso mislerioso di qualche fesa di Caslelnuovo. Sopra un' altura a
lega, ed anche per non più mostrarsi sulla circa 23o tese da Castel di Terra , evvi
superfìcie del suolo; di lai numero sono il forte detto la Fortezza SpagnuoIa,per-
laTrebiuschìIza verso il sud, e la Miliaska chèifu eretta dagli spagnuoli, allorché es-
verso il nord. Le rendile di questo sangia- sendo alleati de' veneziani, s'impadroni-
calo sono calcolale in ragione di 245, eoo rono diCaslelnuovo nel 1 538. Questo for-
aspri. Trebigne n' è d capoluogo, e Mo- te domina i dintorni e soprattutto il sob-
slar, Mostaria y Andetrium , Mande- borgo dalla parte di Ragusi.
per La città
trìum, situata verso il centro del paese, se è di poca considerazione, e poco com-
è poscia la più ragguardevole città. Mo- merciante; vi è la chiesa pe'callolici, un
star capoluogo di distretto a 7 leghe da i convento di cappuccini, ed una chiesa
Bosna-Serai, capitale della Bosnia, è cìn- greca. Il nuovo e ben costruito lazzaretto
ta di mura merlate, i cui due terzi stan* non è molto distante dalla città,i sobbor-
no sulla riva destra della Narenla, e il re- ghi sono assai popolali, eia maggior par-
stante sulla sinistra: comunica dall'una
si te di greci per credenza. Credesi fondala
alTaltra parte col mezzo di un ponte in questa città da Twartko re di Rascia, e
pietra di un solo arco, lungo 45>o pie- che fosse altresì la capitale dell'Erzego-
di, che si crede eretto da Traiano. Ha vina, perchè serv'i di residenza ad alcu-
fabbriche d'armi rinomale e fa un com- ni de'suoi principi. Uno de' suoi castelli
mercio attivissimo in bestiame, biade e fu fabbricato nel iSyS da Tuandeio re
vino. Conta più di 10,000 abitanti, de* di Bosnia. I turchi l'occuparonocon altre
quali due terzi sono torcili e il restante città, ma nel 1 538 fu presa dall'armata
greci-uniti cattolici. Alcuni geografi di- combinata di Paolo III, dell'imperatore
cono corrispondere Moslar all'antica Sa- Carlo V, e della repubblica di Venezia,
lo/ita7i£r,a\ìv\ la dicono chiamata antica- restandovi la guarnigione imperiale spa-
mente Chulmia.Chclinum e Zacliulinia. gnuola:ma nel 1 589 famoso corsaroBar-
il

Però con questi nomi è piuttosto denomi- barossa,con poderoso esercilOjs'impadro-


nalo il paese deirilerzegovma, il quale fe- mdiCaslelnuovo con grandissima perdita
ce parte del regno di Servia (f^).N{!l me- degli spagnuoli. Nel 1572 veneziani
i ten-
dio evo fu governalo da un principe in- tarono un assalto, ma inutilmente, finche
dipendente, cheTimurlach pascià rese tri- sene impadronirono poscia a'3o settem-
butario; in seguilo Mohammed pascià ne bre 1687, comandali dal generale Gno-
fece la conquista, e fu incorporalo poco lamo Corner, e la possederono sino al
tempo dopo ne' [)ossedinìenli ottomani. 1797, dopo la quale epoca Caslelnuovo
La porzione occupata dalla possente re- subì la sorte di questa parie dell'Erzego-
pubblica di Venezia avea per capitale Ca- vina. Su questo paese ecco quanto scris-
sleinuovo; fu riunita poscia alle Provin- se il p. Parlalo nell' Illyrìci sacri t. i,
cie ILlirirhe e quindi all'impero Austria- p. 159. Ad
llliiriun swe Ce. tiun fin- m
co in cui è ancora. Castel Nuovo, rV/.sY/v^m mìuniri'^rcdinr nccesse est. Ah co cnirn
ìwvuw^ Dalma*
iVf 06'6f 5- ^/-//m, città della ìnìtìum ducchat nobilissima Dalmatiae
zia a più di 4 leghe da Catlaro, è posta Mcditcrrancac provincia^ quani Iler-
sul golfo del nome istesso e sulle fdde di zc^ovinam et ducatums.Sahae vocant
una montagna, ed ha qualche fortifica* nacque ultra Naroncm lon^issime in
(jf

/ione. La parte alla è occupala dalla cit- Or Inni cxciirrchat.Dc liacquac scrìpsit
Ituleila di Castel di Terra, che domina in- docte copioscqne Topo^raphus / funga-
lerauienle la città, e le cui lurlificazioui rie us, huic loco aUcxcre juvat. » /i«t'
voli. LXXIX.. 14
2o:ì tre TRE
Dalmaiia ìiodiendum suh Turcìco im- ptorihus adnotalum reperio BassamSi-
perio ingeniiscenfffpars non modica est nanum, nescìo qua rabit correptuni an-
Ilerzegoi'incfy alias s. Sahae Ducalus, no i5^Sy cum Herzcgovinam civitatem
qui tantae olim erat ampUtudiniSf ut occupasset, S. Sabae ibidem tumulati
non secus a Chulmensis Toparchia, in corpus publice comburi j'ussisse, ut le-
cujus locum sub postrema aetate suc- gere est apud Joannem Tomcum Mar-
cesserat, ad duodecim dieruni iter ah navitium in Vita s. Sahae, Roma e 63o 1

Oriu quidem Noi'ibuzariuin usque ur- ffpis vulgata." \\ p.Faì\a\o riparla del-
hem. principem Rasciae, ab Occasu aii- l'Herzegovina e ducalo di s. Saba, deliri
tem usque ad ZctinamJlumium porrige- provincia Chelmense, caduta sotto il do-
retur. Dictus est s. Saba Ducatus a Ra- minio de'piinci pi eretici, nel t. 4, a p. i8q.
sco ter tio genito Stephani regis Serviae, L'Herzegovina ebbe pure altre sedi ve-
quem aliiSimeonem appellantj cum e- scoxìWjCome Stefaniaco o^iìvenia o Na-
lìim assumpto Sabae titulo Monaclium rona, la cui cattedrale fu Ira.sfeiita a Mo-
induissetj tanta sanctitatis opinione vi- star; eCraina.ch'\nmi\\.i\ pure Crensem^
tam exegitj ut Servii mox a morte san- Crainensem e Chulmia, iVipoì unita al-
etani pronunciarenty et in perennem e- la sede episcopale di Dumno o Dalnii-
jus memoriam Cìiulmiam^ tunc Serviae nium. Di tali vescovali parlai ne' voi.
provincìamf quod in eadem Divus hic LXVlir, p. 7.11 e 218, LXIX, p. 195.
Monachus tumulo sit Hiatus, s. Sabae TREBISONDA RESSARlONE,C«r.
titulo continuo insignirent. Dicilur ta~ dinaie. V. Ijessarione e i tanti articoli
men vulgo Herzcgovina sive ab Uladi- che Io riguardano.
slau Stephani, quem nonnulli Herze- TREBISOJNDA (Trapezuntin). Città
gum appellant,Jilio: quod is scilicet To- con residenza vescovile della Turchia A.-

parchiam liane post parentis decessum sialica,in Armenia, capoluogo del pascia-
ohtinueritj sive probabilius a Germa- latico del suo nome, il (piale confina con
nica voce Herbog, quae Duceni sonat. fjuelli d' Crzerum e di Sivas, colla Rus-
Ut autem praecipua, prout plerisque sia e il mar Nero: grandi e rnagui fiche ne
placet, hujus Ducatus arx Neo-Ca- sono le selve, numerose le pecore e le ca-
strum una cumCataro,etRhizonio^quae pre, abbondante il miele e la cera, rino-
omnia Herzegovinensis provincia Jini- mate le ciliegie eie pere, copiosissima nel-
hus contineri ajunt^ in Venetorum po~ la sua costa la pesca. Trebisonda è la pri-
testate sitj attamen nemo injicias jerit maria piazza del suo commercio. Tra i

amplissimum hujusDucatus districtum, popoli che abitano questa contrada , si

quem Conduerges Turcae vocant^ qui- f.tnno distinguere {)arlicolaj'menle i Lazi,


ve olim pulcherrimis castellis arcibus- nozione selvaggia e feroce sparsa più di
que muniebatur, Turcico in praesens do- tutto nell'est e nel centro. I Lazi furono
minio magna ex parte tenerij ac in pri- convertiti al cristianesimo nel pontificnto
mis totìus regionis caput Ilerzegovinam di s. Ormisda del 5 14. La città di Trebi-
urbem a Bassa, qui toti illi tractui ini- sonda oTrebizonda,in turco Tarahozan^
perat, insiderij quamquam adeo sit te- è distante da Carahissar 3 leghe e 55 da i

nuisyUtvix ab ullo geographorum ma- Erzerum. Situala sul mar Nero, è sede
xime recentiorum memorari consueve- d' un governatore o mutsellim, ed offre
rit.Nimirum infelices illaeregiones lit-
'
grato aspetto perla sua posizione sul dor-
terato viatori haud facile perviae, ad so d'una collma, e conserva ancora la fi-
haec ab incolarum feritate plurimum gura d'un trapezio. All'est e all'ovest ha
defaedatae, decora prope omnia una per difesa une burroni profondi, l'uno al-
cum nominih US amisere. ìd unum a seri- l'altro congiunti mediante un fosso taglia-
T R E T R E 2o3
lo nel vivo sasso; gli antichi ripari, che so- Persia e Costantinopoli, ecommercia pu-
no tli pietra e in generale altissimi, ma le colla Crimea, la Giorgia e la Mingre-
male mantennlijSi estendono lungo mar- i lia, non che colla Tauride. I suoi 16,000
gini tle'bnrroni, e sono bagnali da'maro- abitanti circa sono turchi, greci, armeni,
si e allaccansi alla cittadella, ch'è in par- circassi, giorgiani, tartari ed ebrei, li cli-

te rovinata. Trebisonda, grande e celebre ma non viècalilissimo,e le più alte mou-


cill'i,ha6 porteequella d'Erierum por- lagne vicine conservano neve per lutto
la un'iscrizione greca. Un sobborgo pel l'anno. Amenissimo riesce l'aspetto di tut-
gran numero delle sue chiese e altri edi- ta la costa, assai ben coltivata e ritaglia-
fìzi fa supporre che formasse parte del- ta da selve e vallate. Avanzi considerabi-
l'antica cillà. Tranne la parte della città li di monumenti antichi coronano le cre-

cìie fronteggia il mare, tulio il resto ri- ste dell'alture vicine. Questa città è an-
ducesi a grandi giardini cinti di mura. Vi tichissima: Senofonte ne parla sotto il no-
si contano i8 grandi moschee, 8 kan, 5 uìe diTrapezus^ che dare le fece la sua
bagni pubblici, o chiese greche e una cat-
I forma simile a quella d'un trapezio. Se-
tolica. Un acquedotto per mezzo d'un ar- condo gli storici greci, fu fondata da una
co cavalla la valle che la città separa dai colonia di Sinope, e indipendente rimase
sobboighi. Vi è un gran edifizio quadra- sino alla conquista che ne fecero i re di
lo, dello bezeslein, con due finestrelle ad Ponto Poleinoniaco (l^.); romani a que- i

ogni faccia, e credesi coslruito da'geno- sti la tolsero e ne formarono la capitale

vesi per magazzino da polvere. Ad un 3.* della provincia di Ponto di Cappadocia


di lega veiso l'ovest della ciltà sorge so- (/^.). Dopoché Alessio V Duca,detto7lfa/"-

pra un' altura, donde si gode la vista del "^ujflo dalle folle sopracciglia,si fece impe-
mare, la chiesa greca di s. Sofìa, edifica- ratore di Costantinopoli, con ispogliarue
ta di pietra in piccole proporzioni, ma col- IV il Giovine e l' insorto iVicoU
Alessio
lacupola sostenuta da 4 colonne di mar- Canabe, indi fatto strangolare il i.° l'S
mo, con l'ingresso princi[iale adorno da febbraio 204,1 i crociati che si trovavano
4 colonne corintie di marmo bianco; chie- nella città si crederono in diritto di con-
sa che si crede risalire a Giustiniano I nel quistar l'impero d' Oriente caduto in i-

VI una parte della quale nel 461


secolo, r scompiglio. Quindi i francesi e i venezia-
fu convertila in moschea. Il vecchio pa- ni fatto tra loro un trattato per la divi-

lazzo Eski-Serai, attualmente rovinoso, sione del conquisto, attaccarono Costan-


è in una penisolelta che forma due picco- tinopoli prendendola per iscalata a'12 a-
le baie, una all'est e l'altra all'ovest; la prile, e Alessio V ne fuggì, ma poi pre-
]
.'
meglio dell'altra riparala da' venti, so fu fatto morire. Poscia venne eletto im-
ed è quella dove le navi calano l'ancora; peratore /./2/mo d\ Costantinopoli Caldo-
ma il vero porlo di Trebisonda è a Pia- vino I conte di Fiandra. Intanto Teodo-
lana lontajia 3 leghe all'ovest, la cui ra- ro Lascari I, sposò Anna figlia d' Alessio
da trovasi buona, eoinc sicuro l'ancorag- III imperatore, nel 1206 si fece procla-
gio. In grazia della Udvigazione a vapo- mare imperatore Niccaj e i\i\e prin-
di
re, il movimento del porto di Trebisonda cipi della casa de'Comneni, Davidde ed
ora ha preso un singolare sviluppo, do- Alessio, ch'erano fratelli, s'impadroniro-
poché i trasporti di merci europee m quei no ad un tempo iti.Mella Patlagonia, il
paesi si fecero più frequenti, massime du- 2.° di Trebisonda e della Colchide, chia-
rante l'ultima cessata guerra d'Oriente. mala Lazico nel bassi» iu)pero. Regnan-
Vi sono fabbriche di tele, di coloniue, di do in Costantinopoli Roberto di Courte-
reti per la pesca e altre. Trebisonda è il nai 4«° 'iiJp<ii'alorc latino, ed iiiNiceaila.
luogo di transito delle mercanzie Iru la iiuperalore Giovauui Duca Valuce del
ao4 TRE. TRE
1222, r impero greco si trovo diviso Ira condizione che il sultano sposerebbe sua
4 iinperalori, poiché Davidde Comneno figlia primogenita, Anna Comnena. Mao-
si fece proclamare imperatore a Trebison- n)etlo 11 sottoscrisse tal contli/ione, ed il

da, e Teodoro l'Angelo Comneno fece al- principe deposto nel 1462 die fine all'in»-

Ireltanto in Tessalonìca. Sotto Michele pero di Trebisonda, con imbarcarsi pei*

Paleologo imperatore di Nicea,a'25 lu- Costantinopoli colla sua famiglia. Appe-


glio 126 1 Costantinopoli fu tolta a'iatini, na fu in potere di Maometto II, solto pre-
e venne ripristinato l'impero greco: ma- testo di segi-ete praliche co' principi cri-
ritò la sua figlia Eudof^sia con Giovanni stiani, fu dichiarato colpevole e gli si la-
Comneno imperatore diTrebisonda,e l'al- sciò la scella di farsi uiaometlanoo il sup-
tra figlia Anna a Michele Crotula figlio Davidde ricusò d'abbracciare l'isla-
plizio.
di Michele l'Angelo imperatore di Tes- mismo, e 7 de'suoi figli ne imitarono l'e-
salonica. L'impero di Trebisondasi disle- roico e religioso esempio, e furono tutti
se dalle bocche del Rioni o Fasi, a quelle uccisi, pare tranne l'ultimo de'fìgli di 3
del Rizil-Ermak o Halys, e formò a un anni, da cui prelesero discendere iComne-
di presso il regno dell'antico Ponto; e men- ni passati in Francia. Ai Comneni si at-
tre quelli di Nicea e di Tessalonica cessa* tribuisce l'istituzione del celebre ordine
1000 dopo la ricupera di Costantinopoli, Costantiniano f/^.j,
ma al modo detto a
questo di Trebisonda ebbe e continuò ad Speron d'oro Comneni regnaro-
(f'^.)- I

avere suoi imperatori separati da quel-


i no su Trebisonda quali imperatoli 257
li di Costantinopoli. Il penultimo di que- anni, ed i Papi JNicolò V, Calisto III ePio

sti, Giovanni III Paleologo, sposò Maria II fecero tutti i loro sforzi pel manteni-
Comnena figlia d'Alessio imperatore di mento dell'impero di Trebisonda. Mao-
Trebisonda. Costantino XII Paleologo vi- metto li sposò Anna, dopo averla costret-
de a'29 maggio 1453 cadere in potere di ta ad abiurare il cristianesimo. Quindi
Maometto 11 sultano de'turchi Costanti- Trebisonda segui destini e le vicende del-
i

nopoli, e terminare l'impero greco, per- la Turchia. Nel ricordato tempo fìoiì il
dendovi la vita. Gli sopravvissero i fra- dottissimo e celebre cardinal Bessarione
telliDemetriae Tommaso, che sisosleo- [V.) di Trebisonda, la quale ebbe pure
nero per qualche tempo nel Peloponne- altri illustri.
sOjfinchè nel 1 458 se ne rese padroneMao* La sede vescovile fu eretta nel IV se-
metto lì, il quale rivolse le suecure al con- colo nell'esarcato di Ponto, nell'Asia Mi-
quisto dell'impero de'greci di Trebison- nore; divenne metropoli nel secolo IX, e
da.Yi regnava Davidde Comneno, che a- nel XI 11 esarca della provincia ecclesia-
vea usurpato il trono dopo la morte di suo stica di Lazica (F.), alla quale si unì pu-
fratello Giovanni, di cui fece perire il fi- re fin dal IX secolo la metropoli di Plia*

glio. Davidde minacciato da'turchi, fece siana^ città rovinata nel VI o V'^II secolo,
alleanza con Usun-Cassan re di Persia, che trasferendovi isuoi diritti. Trebisonda eb-
gli promise soccorsi. Maometto 1 1 però in- be a sufFraganee le sedi di Petra eretta nel
timidì il monarca persiano, e fece mette- VI secolo, e le seguenti tutte fondate nel
re l'assedio a Trebisonda da Machmul, IX: Rodopoli, Ziganea, Abisena o Risa-
uno de'suoi favoriti. Davidde si prepara- na, Chorianum,Chamusuris,Chachaeura,
va ad una vigorosa resistenza, ma Mach- Paiperis,Ceramium,Lerium,Saccaba,To-
mul avendogli chiesto un abboccamento, o TokatjTochalziertzi, Tonino-
chatzilzi
gli dipinse con tanLa forza la potenza di ti, Phasiana, Tasermacum Audacta e ,

Maometto II e le disgrazie che minaccia- Lari»)acum. La chiesa callolicasolto l'in-

vano i suoi nemici, che l'imperatore spa- voca/ione di s. Filippo apostolo n'è l'an-

ventato accousentì di cedere i suoi stati, a tica cattedrale, li i ."vescovo greco di Tre-
TRE TRÈ aòS
bisonda fu Donno, die nel 3 2 5 inlerven* 1
4 4> Marco Viari veneto francescano nel
1

ne al concilio generale di Nicea I; Atar- 14^7 lodato dal Vadingo Gregorio de ,

hio nel /{5 1 Fu a (juelio più- generale di Corsanego Pera generale degli agosti-
di
Calcedonia. Anlimoperma^neggidell'ini- niani nel 1437. Orimi- c/ir.l. 3, p. 1099.
peiatriceTeodora, moglie diGiusliniano I, Trebisonda, Trapezwitin, ora è un tito-
fiitras(eritoaIlasedediCoslanlinopoli,efu lo arcivescovile in par db us, senza simili

grandemente perciò protelto dall'impera- vescovi dipendenti, che conferisce il Pa-


tore. Ma njauifeslandosi ciclico enlichia- pa. Ne furono per idtimo insigniti, Ales-
no, con rigettare il concilio di Calcedonia, sio Antoni de'principi di Massovia; e Pio

Papa s. Agapito I, liovandosi u\Costaiiti- VII nominò Antonio Luigi Piatti roma-
/?oyyo/z (/''.), senza convocare il sinodo,ma no, autorizzando ilcardmal della Soma'
per sua propria autorità lo scomunicò e glia ( /^.) vescovo d'Ostia e Velletri, a cou-
depose insieme conSevero patriarca d'An- sagrarlo a' 1 9 agosto 82
1 i nella cattedra-
liocliia e altri suoi seguaci nell'eresia; di le di Frascati; poi canonico Lateranense,
più lo spogliò eziandio dell'antico suo ve- segretario delia congregazione delle reli-
scovato di Trebisondae gTinlerdisseogni (juie e indulgenze, zelante vicegerente di
funzione sacerdotale.Teodoro fu al VI si- Roma, e da Gregorio XVI a' 2 ottobre
nodo generale. Cristoforo nel WXEpisco- 1837 traslato al patriarcato d'Antiochia
pus Phasidis sh>e Trapezuiitiorum. Co- in par tihiis, come rilevai nel voi. LXVIF,
stantì no metropolita intervenne a due si- p. 1 8, riportandone la serie. Notai ne' voi.
nodi del patriarca Alessio nel io23. Leo- LI, p. 342,6 LIII,p. 224, che il regnan-
ne si trovò presente all'infausto concilio te Pio IX a'3o apriIei85o istituì il ve-
di Michele Cerolaiio; N. fu nel 1 i 57 al si- scovato di Trebisonda di rito armeno per
nodo di Costantinopoli. Michele nel 1 166 gli armeni cattolici, dichiarandolo suffra-

a quello di Luca Crisobergo patriarca. Ni- ganeodell'arcivescovo primate di Coslan-


fonedel 34 Teodosio del i 38o, Teodu-
i
1
, linopoli dello stesso rito e nazione. Nel
lo del 392. Doroteo sottoscrisse il decre-
I medesimo giorno il Papa con suo breve
to d'imione nel concilio generale di Firen- apostolico ne fece i.° vescovo l'attuale
ze. Cirillo del ì653, che consegnò al p. mg/ GiuseppeArakial, già alunno del col-
Giacomo Goar vicario generale de'dome* legio Urbano, al quale il sultano che re-
uicani, un alto scritto e firmato di pro- gna con firmano de' 19 agosto 85 1, gli 1

prio pugno, col qualedichiarava che i gre- concesse pieno potere civile sopra gli ai*-

ci aclorano il corpo e il sangue di Gesù meni suoi diocesani. Pel suo zelo nel 18 52
Cristo nella ss. Eucaristia ; e 1' Allaccio, si rivolsero a lui 122 famiglie ar(neno-sci-

De consens.j mette quest'illustre prelato smatiche per essere istruite ue'dogmi cat-
nel numero de' vescovi greci che andaro- tolici, onde riunirsi a'ioro antichi confra-
no a Roma per unirsi di comunione col- telli , rientrando nel grembo della vera
la s. Sede. Giovanni del 1G72. Ignazio Chiesa. Altre conversioni erano seguile
1, p. 5og. Ebbe
del I 72 f. Orìens chr. 1. negli anni precedenti, ne'quali gli scisma-
altresì questa chiesa de' vescovi latini, il tici aveanoio chiese: di loro e de'catto-
i Antonio del 344i "^^ pon-
."de'quali fu 1 lieiarmeni di Trebisonda già feci cenno
tificalo di Clemente VI; Mattia del 34(>, 1 nel voi. XVllI, p. 125. latini cattolici di
1

Alessandro,' Giovanni Bartolomeo del , Trebisonda dipendono dal vicario apo-


iSqo, Giovanni Mundel francescano, N., stolico di Costantinopoli, ed ultimamen-
Michele francescano e penitenziere aposto- te erano assistiti da due preti armeni.
lico, Nicola de Gummidiu francescano del TRE CAPITOLI. Questuine e contro-
1409 da Alessandro V sostituito al pre- versia famosa, che per lungo tempo agitò
cedente, Paulo Miukliui francescano del le chiese d' oiiculc e d' occidculei e pio-
ào6 TRE TRE
(lusse seismo. Consislono i Ire capitoli: i
.**
di Teodoro principalmente tendevan'o a
in nnn letlern ci' Iba o Ibas arcivescovo screditare il concilio di Calcedonia, come
d'Edessa, diretta a Mai is o Marino mo- quello che nelle loro sedi avea ristabilito
naco persiano (altri dicono re di Persia); Teodoreto di Ciro e Iba d'Edessa, poiché
s.^negli scritti di Teodoreto vescovo diCi- sottoscrissero la condanna di Nestorio, e

ro, conlioii 2 capitoli o anatematismi di nulla avea deciso intorno alle opere di
s. Cirillo patriarca d'Alessandria; 3.° i li- Teodoro di Mopsuesla. Dall'altra parte
l)ri di Teodoro vescovo di Mopsiiesla: tut- anco fra i cattolici, specialmente fra gli oc-
te opere infette dell'eresia A& Ncstorìani cidentali, molti non approvavano la con-
(^^.Jy clamorosa differenza ediscordia, di
danna che Giustiniano I di sua propria
cui parlai in tanti luoghi, per le sue gra- autorità aveva fallo dei 3 capitoli, gli uni
-vi conseguenze. Teodoro di Cappadocia, perchè erano persuasi che questi scrini
arcivescovo di Cesarea, seguace degli er- fossero ortodossi, e che i nestoriani aves-
rori di Origene, scaltro e brigatore rno- gli altri perchè
sero torto a prevalersene;
Dofisila o eulicbiano, ostentando d'essere credevano che queste opere fossero stale
cattolico, ingannòrimperoloi e Giustinia- realmente approvate dal concilio di Cal-
no I,con piesentiirgli i tre capitoli, e l'in- cedonia, e che la domanda degli eutichia-
dulse a promulgare per tutta la cristia- ni fosse un'insidia inventala per iscema-
nità un imperiale edillo di proscrizione re l'autorità di quel concilio; altri (Inal-
e di condanna de'suoi autori, da lui com- menle, perchè loro sembrava non conve-
posto e intitolato Confessione di Calce- nire che si processassero i ^lefunli, e s'in-

donia. Teodoro a ciò fu mosso, anche per famasse memoria di tre vescovi morti
la

vendicarsi del legato apostolico, poi Pe- nella comunione della Chiesa, e rigellau-
lagio Ifr^.j^che avea condannato gli er- do gli errori opposti alla fede, non vole-
rori d'Origene. Tale pubblicazione il Ba- vano condannare le persone cui erano at-
ronie la dice elieltuala nel 546, ma il ^o- tribuiti, nel timore di pregiudicare il con-
ris ed Antonio Pagi sostengono confor- cilio Calcedonese. Tale era il senfimenfo
ti ragioni avvenuta nel 544* Questo de- di Papa l'igilio (f^-J. Conoscendone egli

creto in materia sì delicata , scompigliò le conseguenze, riferi'^ce il Ferìone, Dei


l'universo, e lo divise in due parlili e o- i'i^ggi de' Pontefici, si recò a Costantino-
pinicni, e fu il piiocìpale aliare su cui sì poli, altri dicono e così Bergier nel Dizio-
volgono gli atti del sinodo ecumenico V nario della teologia , che ve lo chiamò
e di Costantinopoli II del 553 o 554- Im- l'imperatore, e vi giunse a' !?,5 gennaio
perocché molti vescovi, dopo il loro esa- 547, accolto con som tua distinzione. Le
me de'tre capitoli, giudicarono necessa- piime azioni del Pa[)a furono di sospen-
rio di condannarli, perchè gli eretici ne- dere dalla sua comunione per 4 oiesl il
sloriani se ne servivano per confermare [)alriarca Menna, che avea sotloscrillo la
i loro errori, e pretendevano che questi condanna de'tre capitoli, e di condannare
slessi scritti fossero slati approvali nel gli acefali. Fu poi ad istanza deirimpera-
45i dal concilio generale di Calcedonia, Irice Teodora, cheamrnise il patriarca al-
ilche è falso. Gli eie{\cì Eutichiam(F.) la comunione nel giorno de' ss. Pietro e
per palle loro domandavano la condan- Paolo. Pressalo quindi alla condanna pu-
na di queste opere per far tacere neslo- i ra e semplice de'tre capitoli con violen-
riani; Teodoro di Cesarea, il quale era del za, esclamò: Vi dichiaro, che quantunque
parlilo degli eulichia ni Acefali (V.),ì\\g3. mi leniate schiavo, non perciò tenete schia-
assicurato l' imperatore che con questa vo s. Pietro. Continuando le vessazioni e
condizione i suoi aderenti volonlieri si sa- le molestie, Papa dopo avere resistito
il

rebbero conciliati colla Chiesa : le mire cjiiasi Aixe anni, nel 54^ adunalo io Co*
\
T UE T 11 E 207
stantinopoli{f .),i\ucUeiìt\ istanza di Giu' brazione, ritirando il Costituto dalle ma-
stiiiiiinu 1, un concilio ili 70 vescovi orieii- ni diMenna. L'intimazione del sinodo noai
comprese separatamente in
lali, (la (|tie!ili fu ricevuta bene in occidente, e pochi ve-
iscritto, di potersi condannare tre capi- i scovi si mossero onde il Papa senza di
,

toli, se/tz(f il prt'^iiidizia e salva l'auto- loro non volea decidere. Inutilmente Giu-
rità del concilio di Calcedonia, e ne spe- stiniano 1 si adopròper vincernela ritro-
dì l'analoga pubblica scrittura o decreto, sia; ma non vi fu mudo di persuaderlo. Per

cbianiato Judìcaturn o Constitutum , a questa ripulsa ed a suggestione dell'empio


Menna palriarradi Costantinopoli, diesi Teodoro di Cesarea, Giustiniano I pubbli-
legge nel Lfibbé, Condì. \. 5, p. 55o. Cre- cò un altro decreto in favore di sui Con-
deva il Papa d'aver sodilÌ!»falto alle due danna, e ne fece altiggere le copie alla pon-
parli, cioè a' greci colla condanna, ed ai liljcia residenza, invece il Papa riniù in
latini col salvare il concilio Calcedonese. as^emblea i vescovi greci e ialini nel pa-
Ma tosto si accorse di tutto il contrario, lazzo di Placiilia,e intimò loro la scomu-
giacché i vescovi dell'Africa e dell'Illirico nica se ubbidissero all'editto imperiale, e
dierono in eccessi contro di lui, ed i pri- pieno di sdegno minacciò le più severe
mi in un comu-
concilio ^e^clusero dalla censure ecclesiastiche, se al momento gli

nione cattolica, come narra Vittore Tun- editti non si fossero tolti. Grande perciò
lìunense, in Cliroii. t. i, p. 33o, Anticf. fu l'irritazione deirimperalore,percui Vi-
Lcction. Ilenrici Canisii. Il difensore più gilio nel 55 1 si vide costretto di ritirar-
aceriimo de' tre capitoli tra' vescovi afri- si con Dazio o Dacio arcivescovo di Mi-
cani fu Facondod'Emiiana sede della Bi- l<iiio,nel palazzo d'Ormisda presso la chie-

zaceiia, che Compose un trattato diviso in se ili s. Pietro: il santo pastore di Milano
12 libri. In breve lutto l'occidente insor- avea col cardinale Stefano (P^.) fatto fron-
se contro il Papa a disa[)provar la con- te all'imperatore, e persuasi a ritrattarsi
danna, cliiamandi lo violatore o conculca- diversi velico vi cheaveano sottoscritto l'e-
tore del concilio di Calcedonia. Per seda- ditto. Il Papa neppur qui trovò sicurez-
re lanld agitazione d'animi, Vigilio si a- za, e recatosi in chiesa, benché rifiigi<»to
doprò per convincerli, e fia gli altri scris- sotto l'altare, entrato il pretore co'solda-
se al ujeti opolita di Tomi nel Ponto, ed ti con ispadenude, pe'capelli furono pre-
a s. Aureliano vescovo d'Arles; e degravlò si i diaconi e allontanati. Il Papa ch'erasi
i cardinali Rustico e Sebastiano [f^.), coi attaccato ai pilastri dell'altare, fieramen-
loro seguaci, per avere acremente impu- te fu tirato pe'piedi,perla barba e pe'oa-
gnato la sua condainia, ma dipoi ravve* pelli, e poco mancò che rotta la colonna
datisi , furono reintegrati nella dignità. dell'altare non restasse schiacciato dalla
Con Inttociò non rimediandosi a'grandis- mensa. Allo schiamazzo accorso il popo-
simi mali derivati nella Chiesa, il Papa ri- lo religioso, l'iniquo pretore fu costretto
vocò il Costituto^ e denunziò la scomuni- ritirarsi. E verosimile che Vigilio subito
ca a' vescovi greci, che facessero alcun trat- scrivesse la sentenza di scomunioa,e la de-
tato sopra l'aliare de'tre capitoli, prima posizione di Teodoro, e che dalla sua co-
della decisione di un concilio generale. munione interdicesse Menna cogli altri ve-
Pensò aduntpje di convocarlo in Sicilia o scovi complici di tanti sacrileghi eccessi;
in Italia, sia per la libertà de' voli, sia per benchési astenne dal pubblicarla per dar
Piacque all'impe-
la facilità dell'accesso. tempo all'imperatore e a'vescovi di rav-
ratore la risoluzione, però bramò che si vedersi, e la deponesse in mano fedele per-
convocasse in Costantinopoli e Vigilio ; ché la pubblicasse se tratto a morte. As-
promulgato il concilio impose rigoroso si- sicurato poi dagli ulfuìali imperiali, con
ieuzio sulla questione siuo alla sua cele- giuramento lutto sulla veraCroce,che nou
2o8 TRE TRE
sarebbe più moleslato, tornò al palazzo lettera detestabile d'iba d'Edqssa,che pre-

tli Plfìculia. Preslo furono violali gìu- i tendevano essere stala approvata dal con-
ian»enli, gli si tesero insidie e il palazzo fu cilio di Calcedonia; il che dicevano non
cinlo eli truppe; laonde nel 552 fuggì di per difendere il concilio ma per auto-
,

notte in Calcedonia nella chiesa di s. Eu- rizzare sotto il nome di quello la loro em-
femia, e pe'niolli sofferti strappazzi am- pietà.Siccome ve ne sono ancora mollis-
malò. Non per questo cessò di reclamare simì, che tuttavia persistono a sostenere
contro le violenze dell' imperatore, ed a questi Ire empi capitoli; così noi vi ab-
Pietro suo referendario che gli avea spe- biamo chiamati a questa città, esortando-

dito, dichiarò la fulminata scomunica e vi a la volontà su di questo


dichiarare
deposizione di Teodoro; e che differendo- punto. Nella 4-" sessione si esaminò l'af-
si la sospirata pace, avrebbe proceduto fare de' tre capitoli, e prima la dotlrina
anche contro Giustiniano I, protesta che di Teodoro di Mopsuesla, comprendente
pubblicò a'5 febbraio in uno scritto diret- •7 I articoli. Tra gli altri errori vi è det-
to a tutto il popolo cristiano. Dispiacen- to, che Gesù Cristo è l'immagine di Dio,

do all'imperatore l'irritazione e ritiro dei e che egli è onoralo, come si onorano le

Pupa, vinto dalla sua costanza, rivocò il immagini del principe; ch'egli è il Figlio
suo editto, e interpose legati e solennissi- adollivo al pari degli altri uomini; che il

mi giuramenti per riaverlo a Costantino- Verbo è un altro, dall'Uomo ch'egli iia


poli, e vi si restituì nel 553. A terminare preso. I padri del concilio udendo tanti
la controversia, convenne di rimetterla errori ed empietà esclamarono, anatema
ad im concilio generale, in cui il numero a Teodoro Mopsuesteno, anatema a'suoi
de'vescovi greci fosse eguale a quello dei scritti. Dopo questa 4-* sessione o confe-
latini; ma l'imperalore non osservando le renza, Papa diede il suo decreto sun-
il

promesse, Vigilio senza attendere ve- i nominato e chiamato Constitutum^ diret-


scovi Ialini, fu costretto di pubblicare a'5 to all'imperatore, nel quale rigetta ini."
maggio il concilio di Costantinopoli (P\) luogo gli errori attribuiti a Teodoro di
detto Quinto i^mo^o, presieduto da Eu- Mopsuesta; 2.° prende la difesa di Teodo-
lichio patriarca di Costantinopoli, nella reto di Ciro, sul fondamento che i padri
sala segreta della cattedrale, composto di del concilio di Calcedonia nuif altro han-
tutti orientali, ad eccezione di 5 africani. no esalto da lui, anatema-
senonchè egli

Per questo il Papa ricusò d'assistervi, an- tizzasse Nestorio e la sua dottrina, il che

che per non esacerbar di più vescovi d'oc- i egli fece; 3.° quanto alla lettera d'Iba d'E-

cidente, prevedendo chea motivo de'po* dessa, dice che quel vescovo fa dichiara-
chissimi vescovi occidentali, i voti non sa- lo innocente e ortodosso ,
quantunque i

rebbero liberi. Intanto pubblicò un Co' padri non approvassero ciò che la sua let-

stitulo in cui protestò e proibì sotto pe- tera conteneva d' ingiurioso a s. Cirillo.

na di scomunica , che prima della deci- Questo Constitutumeva sottoscritto da r 6


sione del concilio non si potesse più scri- vescovi, ma non produsse nessun effetto,
vere per la controversia e perciò non si per quanto prudente fosse il temperamen-
potessero condannare i tre capitoli. Nella to preso dal Papa, di condannare gli er-
1. "sessione si lesse l'editto di Giustiniano rori e risparmiar le persone. Nella 5.^ ses-

1, nel quale si dice. Che i nestoriani non sione si prima alcuni estratti dei
lessero
avendo più coraggio di parlar di Neslo- libri di s. contro Teodoro di Mop-
Cirillo,
rio, hanno introdotto: .^'Teodoro diMop-
i suesta, ed altri opuscoli , ch'erano stati
suesla suo maestro, che scrisse bestemmie composti per distruggere ciò che diceva-
ancora peggiori; 2.° gli empi scritti di Teo- si a sua difesa; a. ° si trattola questione,
tlorelo di Ciro, coulro s, Girilloje 3," la se fosse permesso condannare i naorli, q
TRE TUE 209
furono due passi dì s. Cirillo e di s.
citali gli nomina ed anatematizza gli autori del
At;ostiiio,clie provano potersi ciò fare. Si tre capitoli, ch'egli nomina espressamen-
recò in mezzo Teseoìpio d'Origene, con- te, come tutti gli altri eretici. Del resto,
dannato da Teofìlo d'Alessandria. Si esa> in occidente i latini, ignorando la lingua
minò il 2° de'tre capitoli, cioè gli estrat- greca, non rilevavano gli errori di Teodo-
ti dell'opere di Teodorelodi Ciro, i qua- ro Mopsuesteno; la distanza de'Iuoghi to-
li provavano ch'egli nvea difeso Ncstorio, glieva loro di vedere gli scandali, che i di
ed icnpngnato s. Cirillo; ma nel tempo Teodoreto produce-
lui scritti, e quelli di

slesso si nolo che Teodoreto avea anate- vano in oriente, e il vantaggio che trae-
matizzato Nestorio e la sua empia dot- vano nesturiani, massime nell'alta Siria.
i

trina nel concilio di Galcedonia. Nella 6.' Oltre di che gli occidentali temevano di
sessione si dichiarò anatema alla lettera non dare attacco agli eutichiani contro il
d'iba d'Edessa, come eretica. Nell'S." e concilio calcedonese. Attesta de Marca,in
ultima sessione si lesse la sentenza che con- Diss. de Pigila decreto prò conflrmat.
danna va i tre capitoli, del seguente teno- PSf nodi, e con esso Noris e Natale Ales-
re. « Noi riceviamo i 4 concilii di Nicea, sandro, che il concilio fu confermato an-

di Costantinopoli, d'Efeso e di Calcedo- che dai successori immediali Pelagio I,


nio. Noi insegniamo ciò che quelli hanno Giovanni III, Benedetto I, Pelagio II e s.
definito sopra la fede. Noi condanniatno Gregorio l. Nondimeno l'autorità del con-
Teodoro Mopsuesteno e i suoi scritti; e cilio restò molto indebolita dalla condot-
l'empietà scritte da Teodoreto contro la ta del Papa, agitato dalla controversia, che
fede vera, contro i i 2 anatemi di s. Ciril- ora decìse una cosa, ora un'altra, (inchè
lo, contro il concilio d'Efeso, e per difesa fu libero di mutare parere senza pregiu-
di Nestorio e di Teodoro. Noi anatema- dizio dell'apostolica verità; poiché iu ta-
tizziamo l'empia lettera, la quale dicesi le controversia si disputò non di fede, ma
scritta da Iba a Mari persiano, la quale di persone soltanto, per cui il variare d'o-
Bega che il Verbosi sia incarnato e fat- pinamento in Vigilio, non fu incostanza di
to Uomo dalla Vergine; che accusa s. Ci- sentimento, ma dettato di prudenza, co-
rillo d'essere eretico e apollinarista; che me dichiarò Pelagio II, e ripetè de Mar-
biasima il concilio d'Efeso d'aver deposto ca. Tuttavolta vogliono alcuni, che non
Nestorio senza esame. Noi anatematizzia- essendo ancora finita la questione a tem-
mo tre capitoli, e loro difensori che pre-
i » po diGregorio I, questi propriamente
s.

tendono sostenerli, coll'autorità de'padri non ebbe la stessa venerazione pel Quinto
odel concilio di Calcedonia". 1 vescovi in Sinodo, che non avea trattato che delle
numero dii65 sottoscrissero questa sen- persone,comepe'4 primi concilii generali,
tenza. Alla qualecondanna non volendo cheaveano trattato della fede: egli riceve-
consentire Vigilio, fumandato iti esilio, va questi ultimi come l'evangelo, ma non
donde nel 554 "'^" ^^ richiamato, prima dicea Io stesso del V concilio, e sì dispen-
d'avere confermato colla sua autorità la sava alle volte di parlarne. Questa diver-
medesima condanna del concilio, con let- sità di sentimenti intorno a questo couci-
tera da lui scritta al patriarca Eutichio; al- lio produsse unoscisma, che durò 100 an-
tri la chiamano Co*/z7m^o e diretto all'im- ni circa, imperocché le chiese di Francia,
peratore. Dice in essa, che non occorre a- di Spagna non vollero ricono-
e di Africa
\ere vergogna di ritrattarsi quando si sco- scerlo. Contuttociò (pieste chiese non si
pre la verità; e che avendo esaminato me- separarono mai dalla comunione culla s.
glio l'aliare de'tre capitoli, li trova con- Sede. Rigettavano solamente la deci>ionc
dannabdi. In conseguenza protesta di di- del V concilio, pretendendo che fosse op-
chiarare u tutta la chiesa cullulicajch'e» posta ul concilio di Culccdouiu;cd iu con-
9. IO TRE TR E
seguenza davano un senso callolico a tuUe palmenle gli occidentali; replica Bergler,
le proposizioni, clie sono in quegli scrini. questo procedere niente appartiene alla
Ma ailoKjuanclo in progresso di tempo, questione di diritto, con cui si cerca se gli
c|uesle dispute furono del tutto messe in scritti in se stessi meritassero censura, e
chiaro, tutte quelle chiese, tanto in oriente ritiene che la loro condatma non fu ingiu-
((Ufinloinoccideiite.riceveltcroil V conci- sta. Avverte ancora, che non devesi dare
lio Costantinopoiitiino, come Ecumenico intiera credenza a lultuciò che fu scritto
('/^ .j.Osserva il Bergier, che avendo i! con- dalle due parti, specialmente dagli afri-
cilio condannato assolutamente tre capi- i cani; essi giudicavano della condotta di
toli, e pronunziato l'anatema contro gli Papa Vigilio e del concilio V di Costan-
aulori, non è certo che Vigilio vi abbia tinopoli, secondo la prevenzione, e non
sottoscritto; molti pretendono che giam- erano molto in istato di ponderare il va-
mai l'abbia fatto, altri hanno prodotto il lore delle espressioni greche,conlenute ne'
CoiistitutunnSà lui fatto nel 554, in cui Ciipiloli. Termina con dichiarare, questo
dichiarò: Che dopo aver meglio esamina- concilio non fu generale o ecumenico, ne
to gli scritti di cui si parla, gli lia giudi- nella sua convocazione, né nella sua du-
cali degni di condanna. Questa opera si rata, né nella sua conclusione; i voti non
riferisce nelle nuove Collezioni i\\ Baio- erano liberi: vienegiudicato generale [)er

zio. Indi m"e Der^ier, che tale con l'aoceltazione universale che in progres-
danna causò lo scisma fra' vescovi occi so di tempo ne fece la Chiesa. Mentre Vi-
dentali, sempre peisuasi che tre capito- i gilio tornava in Boma, giunto in Siracu-
li fossero slati approvati dal concilio cal- sa, mori IO geimaio 555^ e l'i a[)ri-
a' i

cedonese. La divisione tra essidurò più le gli successe Pelagio Tj che l'imperato-

di un secol* } anche fìa gli orientali durò re avea costretto a sottoscrivere il sinodo
mollo tempo, alcuni de'quali erano di- V, per cui la plebe tumultuante negò ri-
chiarati pel neslorianismo, altri pegli er- conoscerlo, credendolo traditore del con-
rori d'Euliche,allri fìiiahnenteperla dot- ciliodi Galcedonia, per l<i coiulanna de'lre
trina callolica, slabilita nel concilio diCal- capitoli che prima avea difeso. Separan-
cedonia. Dunque tutta la questione si ri- dosi dalla cofìiunione di lui gli uomini re-
duce a sapere s<f i Tic 6y//;z7o Zi fossero sta- ligiosi e i nobili cittadini, né trovandosi
li approvali dal concilio calcedonese; ma un 3." vescovo in tutta Italia per consa-

si cerca in vano, dice Bergier, e lo dichia- giarlo, a quelli di Perugia e Ferentino


l'a con l'esame 4 di equanlo al con-
punti; SIuni e supplì l'arciprete d'Ostia. A se-
cilio V di Costantinopoli, crede che anelò dare ilmnulti che continuavano pe'tre ca-
tjoppo avanti coU'infiuiare la memoria pitoli, procurò che li condannassero i ve-
deiili autori de'ricordati scritti, e coticlu- scovi africani, gl'illirici e nuovamente gl'i-
de: quest'atto di severità niente apparlie- taliani, desistendo dall' ostiuata loro di-
iie alla fede, ed è da provarsi il troppo; fesa; laonde il Papa divenne sospetto d'e-
che i padri di Costantinopoli avrebbero resia presso i francesi, ma se ne purgò colla
imitato la prudenza di Vigilio, che giu- professione di fede che inviò a reChildeber-
diziosamente dal fatto giudicando il dirit- to I. Ma, come rilevai in più luoghi, i vesco-

to, censurò gli errori contenuti negli scrit- vi dell'Istria, della V^enezia e della Liguria,
ti, ma non condannò le persone degli au- coll'arci vescovo d'/:/<y w//e/V/, rimasero per-
tori,morti nella pace della Chiesa. Ma i tinaci difensori de'tre capitoli, come per-
padri disturbati da' clamori degli Euti- suasi di non potersi condannarli senza in-
chiani (^.), e dalla pertinacia di Giusti- giuria del concilio diGalcedonia,e perciò si

niano I , pel rigore loro nella condanna formarono lo scisma che durò piii di i oo
delle persone fu quello che ribellò princi- armi. Vedendo Pelagio I che inutilmcn-
TRE TRE 211
te avea invitato i vescovi dissltlenti aH'a- da lutti fosse ricevuto. Inoltre procurò con
nilà callolicn, giutlicò bene di Rirli raf- zelo che i pertinaci difensori de'tre capi-
tVeiiare tla Narsete duce imperiale, dimo- toli, nel sinodo condannali, desistessero
strando loro die non avrebbe perseguita- onninamente dalla loro ostinazione in so-

lo se non chi sforza al male; ad esempio stenerli. In questa si dislinsero special-


dei donatisti che l'uiono coslrellialilovere mente Paolino patriarca d'Aquileia, Vi-
ilal princi[)e secolare, sebbene il loro ar- tale vescovo di Aitino, e Giovanni vesco-
dente difensore Facondo s'argomentò di vo di Parenzo, uno de' caporioni dello
far vedere che la causa loro era diversa, scisma, coinè lo era stato il predecessore,
ina i popoli contro i donatisti era usi ri- Eufrasio e Io rilevai nel voi. LXX.II, p.
volti al Papa loro pastore universale. Nar- 206; ma s. Gregorio I per entrare nel-
sete stimò bene di non adoperare co've- le viscere dell'argouienlo controverso, e
scovi le violenze, ma valersi delle esorta- per peisuaderli con tutta la forza della
zioni; ma essi rifiutarono arditamente o profonda sua erudizione, scrisse tre let-

gni consiglio ed abborrirono Pelagio l


, tere per ricondurli al sentiero della ve-
coaie fosse stato uno scismatico. Ad onta rità, ed ebbe la consolazione di vetlere
clic lo scisma crescesse, pure riuscì a Nar- molli scismalicipe'tre capitoli, tornare al-
sete,che alcuni vescovi d'Italia si sotto- la Chiesa. Avverte l'annalista Rinaldi, che
mettessero alla s. Sede. Papa Pelagio II nudli storici , come Paolo Diacono, noa
nel Sjq permise ad Elia arcivescovo di compresero bene l'istoria de'tre capitoli,

trasportare in Grado la metropoli d'/^- rilenendo per scismatici i condannatori


quiltia, il che prova che nello scisnm non de'medesimi, ed in questo grandissimo fal-

vi fu assoluta separazione di comunione. lo fin ono seguitali da altri, confondendo


I]en>ì nel concilio nello stesso anno tenuto i cattolici cogli scismatici e questi dicen-

da Elia coni 8 vescovi a lui soggetti, que- do caltolici. Nel 63o Papa Onorio I de-
sti prelati giurarono nuovamenle,che ajai pose dalla sede patriarcale di Grado, For-
non avrebbero ammesso il V concdio di tunato eretico e traditore della repubbli-
Costantinopoli, sempre col vano pretesto ca di V^enezia, e gli sostituì Primogenio
di non pregiudicar (juello di Calcedonia.il suddiacono regionario della chiesa roma-
Papa sperando atnmolliie la loio ostina- na; indi eslinse lo scisma de' vescovi d'I-
zione, col mez.zode'suoi legali, e di sue lei- stria che ave ano preso a difendere da più
tere,pressoil Caronio all'anno 5b6,e Lab- di 70 anni i Finalmente Pa-
tre capitoli.
I)é, ConciL Ep. ad Episc. Istriae, t. 5, pa s. Sergio I 687, colla sua pruden-
del

p. 6i5, 622 e 940, procurò di persua- za riconciliò compiutamente colla chiesa


derli che tre capitoli erano siali giusta-
i romana quella d'Aquileia, separatasi fin
mente condannali, ne perciò erasi ui ino- dal tempo di Papa Vigilio per non voler
doalcuno olìesarautorilàdelconcilio cal- condannare i tre capitoli, la <|ualeera ri-
cedonese. Ma le sue diligenze furono inu- caduta nell'errore di difenderli. La gra-
tili, onde Pelagio II pregò l'esarca di Ra- vissima controversia de' Tre Capìtoli fu
venna che li costringesse colla forza a tor- diffusamente trattata anche dal Pelavio,
nare al loro dovere, e che popoli non se- i Theolog. Dognu l. 4» '• i ei 8, e dal No-
guissero i vescovi nello scisma. Il succes- ris, Dissert. Syiiod. V^ cap. 3 e seg.
de.

sore s. Gregorio 1 del 5^0 scrisse la sua Il Bernino \\t\K tlistoria di tutte l'IIere-
professione di fede e l'inviò a' patriarchi sicy ne ragiona nel t. 2, riportando la no*
d'oriente, confermando i primi 4concilii tizia, la condanna e il corso della questiO'
generali, quali volle fossero tenuti in con- ne; sentimento diverso degli occidenta-
il

to d'evangeli, ed approvando anclie il V li e degh orientali sopra la condanna dei


«inodo di Costantinopoli, bramando che tre capitoli, e lo scisma degli occidentali
2 12 TRE TRE
per della causa. L'Andres, DelVongìne, Tre Capitolile della condotta del Pan-
progressi e stato d'ogni letteratura, de- te/ice s. Pigi Ho al Concilio f^, ricavata

scrive la controversia nel l.7,n.lo8eseg., da'soli monumenti originali, dal gior-


e la qualifica: AlFare di prudenza e di po- nalista D. E. Principalmente si discute.
litica ecclesiastica, anziché di dottrina e Se il concilio di Calcedonia approvasse i

di teologia. Che la dottrina che volevano tre capitoli, il quale tanto gli orientali che
condannare i contrari era già stata abba- gli occidentali protestarono di rispettarlo.
stanza proscritta dal concilio d'Efeso nel Si esprimono i dubbi sulla lettera attri-

43 i,ed anche da quello di Calcedonia nel buita ad Iba d'Edessa; che i padri di Cal-
45 1; e la difficoltà che mostravano i di- cedonia non portarono alcun giudizio con-
fensori d'anatematizzare le persone, na- ciliarmente, e la persona d' Iba fa rice-
sceva più da un religioso ribrezzo di con- vuta come ortodossa. Teodoro Mopsue-
dannare que'che erano morti nel seno del- stano viene considerato come padre del
la Chiesa, e di offendere nella più piccola nestorianismo, e che non fu mai appro-
parte l'autorità del concilio calcedonese, vato a Calcedonia. Teodoreto di Ciro ac-
e dal timore d'incorrere in nuovi torbidi, cusato personalmente al concilio di Cal-
che da principii di dottrina e di fede. Que- cedonia, ed accusato dopo la morte. Che
sto affare produsse nondimeno tante per- l'autorità del Pontefice romano risplen-
secuzioni, tante turbolenze e tanti disor- dette sul fiitto de'tre capitoli, dimostran-
dini, che si può dire in qualche maniera, dolo vescovo di tutta la Chiesa, pastore
che tanti non avea mai sofferti la Chiesa universale,concuichi non comunica èfuo-
per l'eresia degli ariani e per qualunque ri della Chiesa, e d'altronde fuori delia
altra; e l'applicazione della condotta di ta- Chiesa non vi è salute (sentenza di cui ri-
le aliare ad altra questione strepitosa di parlai a Tradizione). In che consistesse-
questi secoli l'ha resodi maggior celebri- ro i Tre Capitoli, e in che senso furono
tà, per cui i'Andres trattò la questione eoa esaminati al concilio V di Costanlinopo-
erudita estensione. Quindi concluse: » E ii. Si giustifica la condotta in quel con-
sebbene in tale questione con tanti scrit- cilio di Papa s. Vigilio. Si dichiarano i

ti, con tanle lettere de* Papi, e con un fondali sospetti, ch'ebbe a principio sul-
coiiciiio generale non si sia deciso alcun le intenzioni degli orientali. Come a tut-
punto di )ì(ù}\e, si è però molto illustra- ta ragione si prima alla con-
oppose in
lo ciò che riguarda il nestorianismo, e so- danna de'tre capitoli. Che negò in prin-
nori messi in chiaro alcuni punti d'eccle- cipio che si debbano condannare le per-
siHStica disciplina, su cui prima si dubi- sone dopo la loro morte, e che in questo
tava. S'è mostrato che ancor dopo la mor- solo punto mutò poi sentimento.
ie si può dar 1'
anatema agli eretici, qua- TRE FOiNTAINE. Ahhatia ss. Fin-
lora dall' autorità delia loro dottrina sie- centiietAnastasii^alias Triunì Fontiutn
1)0 da temersi pregiudizi alla fede. S'è ad A quas Sahias. A.hhaz\a nullius dioe-
deciso, che ciò in cui sono infallibili i con- cesis de'ss. Vincenzo e Anastasio alle Ac-
cilii ecumenici, è il punto di fede, per cui que Salvie d'Italia, posta parte nellostato
sono stali convocati; e su questo non pos- pontificio e parte nel granducato diTosca-
sono i veri cattolici tentare nuove revi- uà. Di questa celebre e antica abbazia ra-
sioni;machegli altri punti eterogenei pos- gionai in diversi luoghi,come nel vol.X II f,

sono senza pericolo richiamarsi da'dotti p. 59 e seg., descrivendo le sue chiese dei
critici a nuovo esame '*. Nel supplemen- ss. Vincenzo e Anastasio ad Acfuas Sai-
to al Giornale Ecclesiastico di Roma vias, cattedrale dell'abbazia di s.Maria
1796, t. 8, p. 35 3, si legge la dotta :^yy/c- in Scala Coeli, e di s. Paolo alle Tre Fon-
gazioiie della famosa controversia dei tane, situate nel suburbio di Roma fuo«
TRE TRE 2i3
ri la Porta di s. Paolo (F.) e presso la quanto può dirsi antico il cadente spopo-
Chiesa e basilica patriarcale nella via lalo paese di Porl'Ercole, nella diocesi di
Ostiense^ del cui splendido risorto tempio Soana, altrettanto nuovo e ognor crescen-
compii la descrizione ne'vol. LXXllI, p. te diventa questo di s. Sletàno. In Tosca-
352, LXXV, p. 2i4- Ivi dichiarai per- na appartengono all'abbazia anche le
chè prese nouii che porla; che fu abba-
i isole di Monte Cristo e di Giannutri: pe-
zia de'benedellini Climiacensi e poi dei rò dopo pubblicato tale articolo, ove ne
Cistcrciensi (^/^
.j, quindi diventò com- ragionai, l'isola di Monte Cristo, come-
lìienda e lo è tuttora; che ad essa nel se- chè lontana da Orbetello, e per andar-
colo Vili o circa l'Sc^Papa s. Leone III si ora a ripopolare, col beneplacito del-
e l'imperatore Carlo Magno assegnarono la santa SgAq e il consenso dell' attuale
molte città e luoghi, anche con porti ma- cardinale abbate commendatario, osta-
rittimi,oltre altri beni,con giurisdizione e- ta ceduta al viciniore vescovo di Mas»
ziandio episcopale. Tuttora spettano prin- sa Marittima. Quanto a Orbetello, co-
cipalmente alla giurisdizione ecclesiasti- me luogo principale dell' abbazia delle
ca di questa abbazia, nello stato ponti- Tre Fontane nella Toscana, qui aggiun-
ficio, s. Oreste nel monte Soratte, Pon- gerò alcune altre nozioni. Questa picco-
zano, Monte Rosi, de' quali riparlai ne* la città cinta di mura e fortificata, fu ca-
voi. XLIX, 92, LVlll, p.
p. 17, 124, I poluogo d' un feudo imperiale, poi dei
128; nel granducato di Toscana, Oibe- reali l^residii di Toscana (^.), con col-
tello, l'isola del Giglio, Porto s. Slef.i- legiata chiesa priorale di s. Maria Assun-
uo, de'quali luoghi ragionai anclie a To- ta, ch'eia principale, riedificata nel i 3 70,
scana, non che degli altri luoghi che ap- ed eretta in collegiata nel 1 582 dal cele-
partenevano airabbazia,conìeAnsedonia bre cardinale Alessandro Farnese abba-
già città di Cosa coi suo porto, ora Porto te commendatario delle Tre Fontane: ha
Ercole,e Soana città vescovile. Orbetello, la dignità dell'aiciprele, 4 canonici coa-
Orhctelliini,Suhcosa,s\\.u'ò{i) nel lido piti diutori, ed il vicario abbaziale. L'ospeda-
australe della Maremma toscana , è nel le fu eretto verso ili5oo, e il monastero
conjpajtimenlo di Grosseto, come lo so- delle Clarisse fondato ne! 161 5: vi furono

no i due seguenti luoghi. L'isola del Gi- i minori conventuali. Dalla sua situazio-
glio, /g^///ww,èdopoquella dell'Elba (che ne, in pianura suireslremilà d'una lin-
parimente descrissi aToscANA)la più gran- gua di terra che si avanza in mezzo ad
de, pili popolata, e per natura del suolo uno stagno salso, dal quale da ogni parte,
più conforme a quella dell'Elba fi a tut- eccettuala quella di settentrione, è circon-
te le altre dell'arcipelago toscano,con chie- data, e per fianco due lunghi e angusti
sa plebana di s. Pietro apostolo esistente istuìi, si congettura prescilnome di Or-
nel superiore castello, oltre una cappella betello, cioè Orbicnm e Tellus; per da-
curata nella sottoposta borgata del por- re a conoscere che questo paese è in mez-
lo, il l^orto s. Stefano nel Monte Argen- zo alleacque quasi accerchiato dalla ter-
laro, è un castello e terra annessa sulla ra, piuttosto che crederlo l rbs l'ilelli^
riva del mare, capoluogo d'una nuova co- come lo dedusse il Lami, o immaginar-
munità cui fu dato il titolo di Monlar- lo di figura or/^/V/z/^/rc, benché la sua for-
geutaro, con cliiesa priorale di s. Stefa- ma siad'nncono troncalo. Imponenti for-
no, ed il ritiro sul Monte Argentare dei tificazioni che la dilendono dulia parledi
/*^/.Sò/o/i/.y//{/^) fondato dal b. Paolo del- terra, e la singolare sua [)osizioiie, fanno
la Croce loro istitutore, il (piale Iia poco indagai e se debba o no OrbelvUo risalire
distante il suo noviziato. Osserva il l{e- all'origine elrusca. Pelò la .^volla che se 1

pelti, nel Dizionario della Toscana^iàm ne trova meuziunt: è sulla line del secolo
1 xA TR E T H E
XI o principio del XII; altri la fanno suc- di Bertoldo Orsini. Pacificali gli Orsini
cedere a iS'w^coi'tìfo porlo diCosa, opinione colla repubblica di Siena, ebbe luogo nel
fondata sulle superstiti anticaglie, e ne' i358 una 3.* investitura rinnovata dal-
suoi dintorni furono comballule battaglie l'abbate delle Tie Fontane a favore de'fl-
da'romani.IlRepelti pare die non ammet- glide'menlovali coniugi conti Orsini, me-
ta l'anteriore anlicliilà d'Orbelello, per diante annuo canone. JNel i4oi in Piti-
quanto riporta, e che nella famosa tavola gliano fu da'monaci di s. Anastasio rin-
di rame dell'abbazia delle Tre Fontane, novata l'investitura agli Orsini e loro
jiguardante la cospicua donazione fatta discendenti anche femmine, coll'obbligo
alla sua chiesa di s. Anastasio ad Aqiias di mandare nel giorno delia festa di s. A na-
Salvias, da s. Leone HI e da Carlo Ma- stasio al suo monastero un cavallo bian-
gno, colla quale fu donala la città d'An- co o leardo bardalo, e di rinnovare il con-
sedonia, Port'Ercole e il Monte del Gi- tratto medesimo di generazione in gene-
glio, senza affatto rammentarsi Orbetel- razione mediante laudemio. Continuaro-
lo, né il suo grandioso stagno pescoso, ne no a dominare gli Orsijji in Orbelello,
quello di Bmano, ne il porto della Fe- finche non insorsero altre dispute e guer-
iiiglia, né l'isola di Giannutri,nè tante al- re tra Siena e i conti di Piligliano a ca-
tre attinenze che sono richiamatesul con- gione de'feudi che lai.^'teneva da questi
to dello stesso privilegio da molte bolle di pertinenza di s. Anastasio. Alle quali
pontifìcie posteriormente concesse a'mo- inimicizie riparò neh 452 la potente me-
naci cistcrciensi entrati verso ili i3o nel diazione di Paj)a Nicolò V, per cui fu de-
monastero di s. Anasiasìo adJquas Sal- ciso che il comune di Siena dovesse rite-

vias ossia alle Tre Fontane. Conferma- nere Orbelello cogli altri luoghi della ba-
rono le sue possessioni Papi Adriano IV, i dia delleTre Fontane, a coudizione di
Alessandro III, Lucio III, Celestino HI, pagare a'Ioro abbati l'annuo censo di 5o
Innocenzo HI e Alessandro IV, tanto l'e- fiorini d'oro e lire i5. Questo trattato ven-
sistenti nello stalo {)apale che nella To- ne ratificato nel maggio 14^9 in Siena
scana. Nel i269 d. Elia monaco cistcrcien- con bolla ili I^io II, e da lui confermala

se di s. Anastasio, come procuratore del- nel 1464 con bolla data da'bagni di Pe-
l'abbate e monaci delle Tre Fontane, in- triolo, esorlando i monaci d'aderire alla
vestì con litolodi feudoil conte lldebrau- richiesta riduzione di 5 ducati l'annuo tri-
dino il Rosso diSoana,del castello d'Or- buto, per le controversie insorle.Nel 14^4
betello e suo distretto, con facoltà di pas- cominciò il domiuio della repubblica di
sarlo ne'figli ed eredi suoi, per 1' annuo Siena sopra Orbelello e suo distretto, per
tributo di pochi fiorini d'oro. L'invesli- ragioni di guei ra e rimborsi di spese fat-
1^1 a delloslesso feudo fu rinnovata in Or- te, ed il suo neuiico Ladislao redi Na-
betello nel 1286 a favore della conlessa poli l'avea occupato aiililarmente; allre
Margherita, figlia unica del detto Ude- invasioni patì nel 1454 dal capita noGon-
brandino, ed erede della casa Aldobrau- zaga benché al servizio de' sanesi, e nel
desca diSoaua, confermatale poi da Pa- 1455 daJacopoPiccinino capitano di ven-
pa Bonifacio Vili con breve de' io mar- tura, con online segreto di Alfonso I re
zo 3o3. Mancata la contessa, il feudo di
1 di Napoli. Quindi cominciarono le accen-
Orbete'.lo co'suoi annessi fu ereditato da nale vertenze Ira gli abbati di s. Anasta-
sua figlia Anastasia, nata dal conte Gui- sio ed i sanesi, finché nel i466 si con-
do di Monlforl, la qnale portò la contea venne tra le piirli, che il comune di Sie-
di Soana e il feudo d'Orbetello nella ca- na pagherebbe a lilolo d'annuo censo al-

sa Orsini di Roma, mercè


matrimonio il l'abbate delle Tre Fontane nel giorno di
da essa contralto eoa Guido di Gentile Pasqua un calice d'argento del peso d'u-
TUE T Pi E ti I 5
un libbra, da raildoppitn'si «d ogni rin- pe tedesche nel 1 yo8 scacciarono lespa-
novazione del feudo. Con lale sistema si gnuole da Orbelello e dagli altri castelli

mantenne Orbelello scilo il dominio sa- d<i'reali Presidii, fino a c!ie questi furo-

nese ad onla d'alcune proteste degli nb- no di nuovo a viva forza riconquistati dal-
bali commendatari di s. Anastasio, e di l'armata discesa nel 1735 dalla Spagna
una moujentanea occupazione ostile nel in Italia, In quesi* ulliuja spedizione la

1626 da una scoiieria di uìilizie punti- campagna d'Orbeteilo fu devastata e tut-


ficie,edel!a comparsa di una flotta turca, ta la popolazione de'reali Presidii ridot-
che nel 543 passando lungo le coste del
i ta alla miseria, alla quale cagionarono an-
la Toscana, saccbeggiò Talamonee Vov- co maggiori sciagure le sue fortezze. Cosi
t'Ercole, nel tempo che il suddetto car- questo piccolo stalo, meno l'isola del Gi-
dinal Farnese nipote di Paolo 111, (piale glio, rimase unito alla corona Spagna
di

abbate conìmendatario delle Tre Fonta- dal I 557 al 1707, nel quale anno reali i

ne affacciava delle ragioni sopra Orbe- Presidii caddero per la maggior parte in-
lello e suo distretto. ìMa tolseio di mezzo sieme col regno di Napoli in potere de-
ogni qiieslione nel 1 554 8^' spagnuoli ve- griinperiali, da'qnali fiu'ono guardati fi-

nuti su d'una flotta in que' paraggi per no alla pace del 1786, insieme a Porto
con)battere e Ciicciarne i francesi e sane- Longone sebbene trovasi nell'isola del-
si. In fatti riuscì in 3 anni all'imperato- l'Elba. Fu allora che Orbelello col re-
re Carlo Vdi ridurre co'suoi polenti mez« stante de' reali Piesidii venne ceduto a
zi all' ubbidienza g'i abitanti di tutto il Carlo Dorbone re di Napoli e di Sicilia,

territorio della repubblica sanese, die poi al cui figlio Ferdinando IV gli orbt'tellani
rilasciò al suo liglio Fdippo il re di Spa- diPort'Ercole,Porlos.Sl{fano e Talamo-
gna;equesti nel i 557 '**^ inve!iùCosimo I ne fedelmente ubbidirono sino al 1808,
duca di Firenze, per estinguere un de- in cui francesi incorporarono al gran-
i

bito di rilevanti somme in quella guerra ducato questa porzione di Toscana, che
da Cu lo V contratto. In tale cessione pe- il trattato di Vienna del 8 i4 confermò i

rò Filippo II volle riservarsi i castelli di a'granduchi della l'egnante dinastia Au-


Orbelello e Porl'Ercole,con lutlociòclie stro-Lorena. Questo piccolo sialo allora
faceva parte di quella giurisdizione, tal- comprendeva i seguenti paesi: «."Orbe-
ché ne costituì un piccolo dominio nel lello, che viene contemplala città per es-
centro dell'Italia marittima sotto nome serne siala lacapìtalei2.°Porl'Ercole, ca
di Reali Picsidìi. Allora fu che al ter- stello posto nell' estremila orientale del
ritorio d'Oibelello fu aggiunto il caslel- Promontorio Argenlaro, laddove questa
I(j e distretto di Talamone, e lutto quel montuosità si congiunge con l'istmo del-
paese di cui Orbelello divenne piccola ca- la Feniglia; 3.° Porlo s. Stefano, altro co-
pilale, dove i re di Spagna fecero innal- stello situalo in vxw seno fra occidente e
zare cospicue fortificazioni, sia davanti maestro sotto Promontorio; 4-"
lo slesso

Oibetello, come al Porlo s. Stefano, ma Talamone , porlo giù fre-


castello con
specialmente le più imponenti e più di- quentato, ora quasi impraticabile, lungo
spendiose sorsero intorno a Port'Ercole. la costa litoranea della Toscana e circa

Quindi inutilmente nel 164^ francesi i IO miglia a sellenli ione-maestro d'Or-


comparvero ad assediale Orbelello, dal- beteilo ;
5." V Ansedonia colle sue adia-
la parte di terra difeso tlall'arle, mentre cenze, posta 6 miglia a levante d'Orbe-
verso lo slagno lo difese la nalma. A'rea- tellosulla costa litoranea alla testata ilei-
li Piesidii riuscirono poi dannose le gare l'istmo della Feniglia, fra il lago di Bo-
fra gl'iuìperiali egli spagnuoli nella guer- rano e lo stalo di Orbelello. Nel pontifi-
ra della succt::>sÌGne, in guisa che le tiup- cato di Gregorio XVI e nel 1 844 ^^ ^^^^'
2i6 TRE TRE
che da Civitavec-
pila la strada riaperta, militodlne de'mililari mentre sono in at-
chia mette a Orbetello ed a tutta la Ma- tività di servizio. La temporale, che spet-
remma Toscana. L'abbazia si suole dare ta ed è comune a tulli, ed ha luogo, ed
in cumnienda ad un cardinale, e lo rile- incomincia e dura dalla feria 4-' dopo ca-
va anche il p. Lubin, parlando dell' ab- lato il sole fino alla 2." feria avanti la le-
bazia, a p. 329 dell' Abbatiarum Ita- vala del sole. La feria 5/ per l'Ascensio-
liac brevìs notida. Nel 1
844 >in"n- ne del Signore, la feria G."" per la Passio-
P^^'
zia del cardinale Costantino Patrizi vi- ne, il sabato ch'era giorno di riposo, la
il

cario di Roma, Gregorio XVI dichiarò domenica per la Risurrezione, per l'Av-
l'attuale abbate commendatario perpe- vento fino all'B.^ dell' Epifania, e dalla
tuo ed ordinario de' ss. Vincenzo ed A- Settuagesima fino all'S." di Pasqua. Si di-
naslasio alle Tre Fontane, cardinal Ga- ce Convenzionale la tregua che riguar-
briele Ferretti d'Ancona vescovo di Sa- da la guerra che si fa co Soldati [y,) fra'
bina e penitenziere maggiore, che tiene principi e gli stati, e le dispule fra' pri-
presso di se un vicario generale, e al- vati, che per sopirlesogliono determinar-
Iro vicario generale risiede a Orbetello. si alcuni giorni, mesi e anni, e deve man-
Tulta la diocesi abbaziale contiene più tenersi anche all'inimico. Concilium de
di 2,000 anime, cioè quasi 1 0,000 dio-
1 pace rogai, datar ergo dierum Tregua
cesani in Toscana e circa 2000 nello sta- triumj e si metteva in iscritto, ed il patto
to pontifìcio. si firmava. Nec verbo stare Joannes^Nec
TRE T ABERNE. 7^. Cisterna e Vel- scripto voluit, Nec pactas mitlere Tre'
lETBl. guas. E si firmavano col consiglio ed a-
TREGUA DI DIO o DEL SIGNO- iulo de'vescovi. Si rileva dall'accordo che
RE. La Tregua o Triegua, Inducìae, è s. Luigi IX re di Francia fece con Rai-
la convenzione Ira due parti nemiche di mondo VII conte di Tolosa: Necpacem
non offendersi reciprocamente per un cum ipso faciet, vel Treguas sineasseu'
tempo indeterminato, a differenza della su Ecclesiae et nostro. Quando antica-
sospensione d'armi, che è breve e a tem- mente si faceva la pace si dava fra'paci-
po, e dicesi pure armistizio e cessazione ficanti il bacio diP<2ce,come risulta dal-
dall'oslililà, che si fa tra gli eserciti bel- le leggiLongobardiche; e chi frangeva la
ligeranti. Per la tregua si concerta la so- pace soggiaceva all'imposizione pecunia-
spensione della controversia, e frattanto ria di 3oo soldi; qual pena dicevasi Fre-
si deviene alla concordia e alla Pace ( V.), doy cioè pena di pace violata, così nelle
La pace è il vincolo di carità di affetto, leggi Saliche, Alemanne e di Frisiajed an-
ed amicizia e concordia, ed è nel suo effet- che si chiamava tal pena Vergildo^ la cui
to il line della discord iastessa. La tregua S.'parte si dovea al fisco: dalla parola/^rc-
è quell'assicurazione, che si promette per É?o, gl'italiani fecero quella di Frode. La
tempo concertato alle persone ed alle co- tregua non è lecito romperla senza prima
se non finita per anche la discordia e con- essersene data la denuncia vari casi si :

troversia^chedalle leggi dicesi accordo.in- leggononella storia, ed il fa re di versa men-


dugio. La tregua dal gius canonico in due tesarebbe rompere la fede data, e ciò ac-
aspetti si considera, in Canonica e Con- cadendo il diritto canonico infligge la pe-
venzionale. Si dice Canomcaoi%\^ legale, na della scomunica se dopo la 3.' moni-
perchè introdotta dalla legge o dal cano- zione non si desiste e risarcisce il danno
ne, e questa o è perpetua o temporanea; che fosse avvenuto dalla violazione. Vi e
la perpetua spetta a'sacerdoti, a'chierici, differenza tra la tregua e la pace. La pa-
a'rnonari, aToreslieri, a'contadini men- ce determina senza dilazione di tem-
si

tre lavorano o coltivano il terreno, a si- po, quando la tregua deve avere uu ter-
TRE TRE 217
mine limitato stabilito, e stabilita la pa- abbiano ad avere qualche durala. Forse
ce, o contrattata ia tregua, durante il tem- sarebbe più conveniente indicare sotto il
po o dell'una o dell'altra, i chierici, i fo- nome di semplici sospensioni d'armi ta-
restieri, gli agricoltori, non debbono dal- li convenzioni fra due capi di corpi; chia-
le loro operazioni distornarsi, ed inquie- mare armistizi propriamentedetti le con-
tarsi debbono avere sicurezza. Tanto
, e venzioni concluse per due eserciti interi
ricavo dalla lez. 34^ Della tregua e del- da'Ioro comandanti supremi; ed appellar
la pare, delie Lezioni di diritto cano- tregue quelle che, derivando direttamen-
nico del prof. Vermiglioli. Questi inoltre te da'governi, concernono ad un tempo
dichiara, che presentemente non ha più e in ogni punto tutte le forze combatten-
luogo quanto si prescrissedaldìrittocano- ti. Il diritto delle genti ha stabilito rego-
nico sulla tregua e sulla pace, e non ha le, mala fe-
a fin d'impedire, che per la
luogo sulla guerra che potesse farsi fra de d'una delle parti contraenti, l'armisti-
nazioni e sovrani, ma riguardano le con- zio non torni in detrimento dell'altra. La
tese, e le privale e domestiche guerre ed regola primaria, quella dalla quale scatu-
inimicizie, e queste vennero riprovate e riscono tutte le altre, è l'obbligo, che as-
segnatamente da'concilii generali di La- sume ciascuna parte, d'astenersi non so-
tetano Il e III, e per reprimere la bar- loda ogni atto simigliante ad un com-
barie e la violazione, eh' erano frequen- battimento ma eziandio da qualunque
,

ti neir invasione de' barbari e nei ferrei impresa militare, la quale, senza essere
secoli, ne' quali impunemente privati i una diretta aggressione, tendesse a dimi-
impugnavano le armi senza avere riguar- nuire vantaggi e le forzedel nemico, che
i

do agli amici e a*parenti,per cui erano in avrebbe ad essa potuto opporsi senza l'ar-
trionfo le inimicizie, le rapine, i saccheg- mistizio. Questo principio è posto sotto la
gi, gì' incendii, gli omicidii, che neppu- salvaguardia dell'onore militare; un ge-
re i principi ed i re aveano forza e mo- nerale, che se ne allontanasse, macchie-
di da reprimere, come ci assicura s. Pier rebbe il suo nome di slealtà. Una tale so-
Damiani e altri. Quanto all'armistizio, si perchieria è rarissima. Però siccome essa
definiscepacetemporanea.Qualunquesia è possibile, si danno ordinariamente re-
l'origine di questa parola armistizio, ella ciproche malleverie. Altra volta solevan-
desta in tutti l'idea d'una convenzione, si consegnare in deposito fortezze e piaz-
perla quale due eserciti in campagna e di ze, come pegno dell'intenzioni del nemi-
fronte impegnansi reciprocamente a ces- co, o per maggiormente vincolarlo ad a-
sare da ogni atto di ostilità. Gli armisti- dempiere le sue obbligazioni. Ma le con-
zisono generali o parziali. I primi sono venzioni di questo genere sono divenule
conclusi da due eserciti interi , in modo assai rare. Sifanno al più quando trat-
che le loro operazioni aggressive sieno so- tasi,prima della pace definitivamente, di
spese su tutti i punti ad un tratto. Questi far isgombrare un territorio da un esercito
armistizi non si concludono tra'generali intero. Altra volta eziandio prendevansi
supremi degli eserciti, ma tra gli slessi go- od esigevansi slalichi o ostaggi. Si ricorre
verni. Gli armistizi producono parziali pur oggi a questo provvedimento, quando
una sospensione d'armi fra due corpi d'e- trattasi co'sudditi del nemico, ne'paesi oc-
sercito, fra truppe isolate, ovvero fra as- cupati; ma tra'principali stati dell'Euro-
sedianti ed assediati. Essi ponno venir pa più non si esige da potenza a potenza la
conclusi da'generali e da' capi de' corpi, guarentigia degli ostaggi. O^gimai la fe-

senza la ratiiicazione de'loro governi; de- dele osservanza degli armistizi è assicu-
vono però essere approvati o ratificati dal rata sopr.ittulto dal legittimo peso dell'o-
Gomaudante supremo, almeno qualora piuiouc pubblica. La potenza che uè abu-
VUL. LXXIX.
9.1 8 T R E T n E
siì$se per ingannare un avversario trop- de'piti bei caratteri della Chiesa catloli"

po fidente perderebbe infidiibilmente la ca, provando com'ella solo sia la veia lu-
slinia eia simpatia di tulli neutrali. E i Irice della pace e la base piìi ferma degli
se questi stali neutrali si fossero da prin- stati. Delle due parti di questa bella e im-
cipio inlromessi per riuscire ad una so- portante lesi, la r. "fu dal dotto autore am-
spensione d'armi, se questa fosse stala ac- piamente dimostrata da 3 capi: i.°dallo
cettala con loro partecipazione o con lo- scopo che Dio ha prefìsso alla sola Chie-
ro iniziativa, ogni abuso, che fosse fallo, sa cattolica di tutelare la pace; 1° dalla
sarebbe da essi riguardato come un insul- forma o costituzione che Dio le ha dato
to personale; la giustizia ed il loro onore e che la rende la sola idonea a unire gl'in-
gli obbligherebbero ad unirsi alla parte telletti, i voleri e le braccia degli uomini
Jesa per vendicarla e vendicare la sagra di un solo ordine di vero, di bene e di
leggedeldirillodelle genti. I neutrali, che operazione ;
3.° dal naturale andamento
si arrestassero innanzi a questo dovere, a dell'operazione della Chiesa, il (piale in

grande slento potrebbero difendersi dal se è conciliativo e pacifico, e tale pur lo

.sospetto di connivenza. Delle tregue,degli mostrano gli elfelli. La 2." parte deduce-
armistizi, delle paci principali,parlaj negli si dalla i.^ per necessaria conseguenza, e
articoli degli stati edellecillà in cuisegui- viene inoltre confermata da una bella a-
jono; oltreché a l\liLiziA,a Marina, a Sol- nalisi, che fa per ultimo l'oratore, dell'in-
dato, e negli altri analoghi e riguardanti le segnamento politico della Chiesa posto a
guerre che descrissi. In ogni tempo Pa- i -confronto co'rovinosi sistemi de'suoi ne-
pi furono benemerentissimi della pubbli- mici. Meritò quesl' orazione la pubblica
ca pace e concordia, ed io) pongono di pie- slampa col titolo: Sulla pace^ Discorso,
gar sempre per essa, come fa la Chiesa, ec. Roma 855, I tipografia Cairo. Abbia-
j>el conseguimento dell' Indulgenze. In mo De Pace. Tregua eie,
del Guazzini,
ogni epoca i Papi furono mediatori beni- Romae 6 1Tractatus aureus de Fi'
1 o.
gni, autorevoli ed eilìcaci tra Sovrani(F.) de, Tregua-et Pace, clarissimi juriscon-
e sovrani,etra'governanli e isudditi, non sulti Nicolai Moronis^ Venetiisapud Da-
meno che Ira le intestine fazioni; ed a ta- mianum Zenarurn i474- Gr'egorii /Ma-
le effetto inviarono pacieri, Zcg-^//,iVifm- galo tii Episcopi Clusini, Consultissimi
27 (T^.) e altri, che fecero quanto narrai securitatisy ac Salvi-Conductus tracta-
o'ioro luoghi. Solo qui pure ricorderò, che tus perutilis, et quotidianus, Romae a-
il cardinal Rocea(P.) nella pace tra're di pud Anlonium Bladum 533. Conte Giu- I

Francia e Inghilterra, celebrando la mes- seppe Gatti , Ristretto della storia dei
sa in loro presenza , rivoltosi a loro col- principali trattati di pace, dalla divi-
V Ostia consagrata tra le mani, ambedue sione dell'impero di Carlo Magno, si"
giurarono sopra di essa di mantenere in- no a quello di PFestfalia, Roma 1824.
violabilmente la stabilita pace; indi rice- Il eh.. A. Co^\n,iì^\Y Effemeridi lettera-

verono Eucaristia j e poi rinnova-


la ss. rie di Roma dai 82 nel l. 5, p. 83, die I I , 1

rono i giuramenti sugli Evangeli, e il si- contezza dell'importante opera del cele-
mile fecero gli eredi della corona, unita- bre diplomaticoFederico deMartens,pub-
mente con altri principi e magnati. La Ci- l)licata in i 5 voi. a Gottinga nel 8 1 7-20, 1

viltà cattolica^ 1.^ serie, 1. 1 i ,p. SyS, ri- coi titolo: Récueil de Traités d'Allian-
porta, die a' 12 luglio 1 855 il eh. d. Giu- cCy de Paixy de Tréve de Commerce, ,

stino Sin)onelti, professore di filosofia nei de Limites, d' Echange etc. et plusieurs
romano, nell'aula mssima del-
sen»inario autres actes servant à la connaissance
romano, ragionò né\' Ac'
l'archiginnasio des rélations étrangcres des puissances
cadcmia di lu'iigione Cattolica^ di uno et états de V Europe tant dans Icur rap-
TRE TRE 219
port miilucl que dans celid envers les potevano venire ad un accomodamen-
nm'ssanccs vli-lats dans (Vautres par tìcs to. Quel barbaro costume fu introdotto

dii globe depuis 7 ifjiisfpie à présente


i nelle Gallie da' franchi, e durò per tut-
In questa eiuclita.l7fv/2o;7V7jcleII'encomia- to il corso della i.', della 2.', e d'una par-
lo Coppi, si ilice ohe sul principio del se- te della 3.^ stirpe de' re franchi. Affine
colo XVIII Du Moni compilò il suo Cor- di sminuire i gravi mali che derivava-
pò universale dìplomatieo, in cui raccol- no da quell'abuso, fu ordinato che l'o-
se le transazioni politiche di Europa dal micida o la di lui famiglia pagasse al re
regno di Carlo Magno sino al 1 78 A que-i . una soujma di denaro per con)prar la pa-
sta raccolta d' 8 voi., Roussel ne aggiun- ce, ed un'altra somma a'parenti dell'uc-
se altri 5 di supplemento. Neil. "di que- pureche parenti giurassero ch'essi
ciso, o i

sti riportò la Storia degli antichi Trat- non erano complici delToraicida, ovvero
tati di Barbeyracii, che coajincia dai ne- che rinunziavano alla consanguineità.
goziati de'popoli della Grecia per lo sta- Carlo Magno ordinò, che il delinquente
bilinieuto del consiglio o Tribunale {F.) pagasse una u)ulla,e che parenti del de- i

degli Amfjzioni, 1496 anni avanti l'era funto non potessero rifiutare la pace, s'e-

nojstraj e termina iill'epoca di Carlo Ma- ra loro richiesta; ma niun valore s'ebbe
gno : cogli altri volumi continuò la rac- questa legge per far cessare il male.l mag-
colta dal 1731 al 1738. Diversi autori^ giorenti tanto ecclesiastici, quanto tem-
specialmente tedeschi, intrapresero la con- porali continuarono a guerreggiare fra lo-
tinuazione disi utile collezione, e fra gli ro, il che mosse i vescovi, e poscia i eoa-
altri si segnalò Wenck col Codex juris ciliia proibire sotto pene canoniche di u-
gcntiuni recentissimi, Lipsiae 1781-95, sar violenze e maneggiar l'armi in certi
nel quale raccolse i trattati dal 1735 al tempi consagrati al cullo diviuoi Da prin-
cipio si stabilì, che nessuno potesse assa
Tregua di Dio o del Signore, si disse lire il suo nemico dall'ora di 9.^* del sa-

anticamente la sospensione d'armi che a- bato, sino al lunedì all'ora di i .', affine di
vea luogo riguardo alle guerre partico- renderealla domenica ilconvenienleono
lari, per cui ne'concilii dopo il secolo X re e santificarla; che le chiese fossero ri-
ne un Canone (V.)j ordinando
fu fatto spettate, per la Xovolinmunità ecclesiasti-
sotto pena di scomunicala cessazione del- ca (f'.)j clie un monaco, un chierico, o
le oslililàin certi determinati giorni e nel- lutl'altro uomo disarmato, andando e ri-
la Festa. {y.)y massime della Domenica<, tornando dalla chiesa,o camminando con
anzi da'vesperi d' ogni mercoledì sino a donne, non fosse affrontalo, il tutto sotto
tutto il detto giorno; con rigoroso divieto, pena di scomunica. Un'altra tregua proibì
sotto gravi pene, di far guerra e molesta- laguerra privala dal mercoledì sera d'una
re i vicini} poiché siccome la Passioneà<\ settimana sinoal seguente luneilì mattina.
Redentore cominciò nel giovedì sera, ma Ltituila da'vescovi nel sec.XI nell'Aquita-
la Chiesa ne princi[>ia la commemorazio- nia,e poscia adottata dallaGermania,dalIa
ne nella Settinìaìui santa o\ vesperodel Francia,allrellanto fecero laSpagna, ria-
mercoledì, par manifesto che fu la di vola gliilterra, non senza qualche resistenza ,

pratica di questa settimana che ispirò e particolarmente per parte de'normanni,


regolò questo utilissimo istituto, approva- non che venne abbracciata pure da altri
to da molli Papi a beneiicio della socielà.E Quindi fu estesa durante l'Avvento,
stati.

notissimo che precipuamente i popoli del l'ottava dell'E[)ifuniu, dalla Set luagesinm
Settentrione vendicavano gli omicidiie le sino alla Pastpia, dall'Ascensione sino ab
ingiurie col mezzo delle armi, quando le l'ottava di Pentecoste, nelle Quattro lem
duefamigliedciroircnsorcedeirolTcsouon poro, tulli i sabati dalle 3 ore [ìriain di
220 TRE TRE
mezzanolle, sino al vegnente lunedì, la vi- talmente che nel secolo seguente orrida fu
gilia delle feste della Ij.Vergine,dis. Mi- la faccia dell'Italia per stragi, rapine,frodi
chele, di s. Gio. Battista, d'Ognissanti, ec. e lascivia, e lo stesso clero siabbandonò
Essendo dunque continuamente
i signori a varie sorte d'iniquità, e massimamen-
in guerra fra loro,questo fu il mezzo per far te alla dissolutezza della vita, per cui s.

cessare tanti disordini che strazia vano mi • P/erZ>amzVzm tanto scrisse, e ^.Gregorio
serabilaìenlegrinfelicipopoli,malmenali VII (V.) tanto operò alla correzione e
dalle loro prepotenze. In tempo della tre- santificazione delmedesimo. Nel 962 sot-
gua di Dio, fu proibito ancora di pren- to Ottone I cominciò la nazione germa-
dere per forza anche la più piccola cosa, nica a dominare e signoreggiare nell' I-
di vendicarsi d'un'ingiuria qualunque, e talia, in tempi tuttavia ricordevoli d'es-

di esigere il pegno d'una cauzione. Così sere stali sudditi de' re franchi, e si rite-
i motivi di religione produssero su que- nevano parte di que'regolati costumi che
gli animi feroci l'effetto che avrebbero do- avea introdotto Carlo Magno, anzi allora
vuto fare la ragione ed principii di giu- i laGermania abbondava di santi più che le
stizia. Quanto più i signori cercarono di altre contrade. Servila potenza di Otto-
restringere la tregua del Signore, altret- ne I, di Ottone 1 1 e di Ottone III a tenere
tanto il clero procurò di estenderla ed au- per qualche tempo in freno la disordina-
mentarla. Il gran numero de'concilìi riu- ta vita degl'italiani; ma
pare che insieme
niti per questo salutare oggetto nelle di- gì' italiani acquistassero qualche ruvidez-

verse parti d'Europajper confermare que- za, e divennero più aspri e feroci. Certa-
sta santa istituzione, dimostra a suiTicien- mente la Ducilo {V.}, già usa-
pazzia del
za la grandezza de'mali che affliggevano i to da' longobardi, maggiormente si ac-
popoli, egli ostacoli da superare a fine di creditò e dilatò in Italia, anche per esse-
una specie di polizia: queste tre-
stabilire re dediti gli alemanni singolarmente al
gue sono evidentissimo documento della vino, e le ubbriachezzesi tenevano da essi
barbarie delle fazioni, e dell' anarchia di galanterie,in che anco franchi eransi i mo-
que'secoli. Santi personaggi e pii sovrani, strati essere connazionali di essi. Nel se-
col zelo e coll'autorità favorirono sì buona colo X e nel seguente fissarono il piede
opera. Le guerre Crociate infine contri- in Italia la simonia, l'incontinenza nel cle-
buirono ancora più eflìcacemente ad e- ro, l'occupazione de'beni di chiesa, l'op-
stinguereilfuoco»delle guerre particolari, pressione de'poveri e de'pellegrini,e le ini-

eTannientamentodel feudalismo compì il micizie private che discreditarono inquel-


rimedìo.L'epoca la più antica alla quale si r epoca r Italia. Le inimicizie private si
può riferire l' istituzione della tregua di chiamavano Faidae,uso deplorabile co-
Dio è il 02 7, poiché ne fu fatto il i.** rego-
1 mune a* , alemanni, inglesi
longobardi ,

lamento a' 16 maggio nel concilio d'Elna sassoni e franchi.Se uno era ucciso , se
liei Rossiglione, li Muratori i\e\\aDissert. bruciata la sua casa, se da qualche gra>
^3^^ De' costumi degV Italiani, dappoi- ve ingiuria offeso, esigeva bene il prin-
ché cadde in potere de'harbari V Italia, cipe la pena imposta a quel misfatto, che
osserva aver gl'italiani poi goduto buono per lo più era pecuniaria, ma restava al-
stato e tollerabili costumi finché duròla o a'suoi parenti il desiderio di ven-
l'offeso
schiatta diCarloMagnOjdopo il terminedel detta, ed anche il farla pareva in certa
regno longobardo nel 778 sino all'SSS. guisa permesso. Nondimeno le Faide e
Dopo quel tempo dispulandosi il regno le vendette erano vietate, se l'offese e in-

d'Italia tra Berengario duca del Friuli e giurienon poteano chiamarsi gravi. Per
Guido duca di Spoleto, si scatenarono mettere freno a queste piccole guerre, i
le guerre e si aprì la porta a tutti i vizi, priucipi oi'dinaroBO, che il reo potesse ri-
TRE T R E 221
scaltarsi dall'Ira tle'nemici con esibir loro I regna di Dio, ne' trattati De Pace pii-
denaro,e questo eia tassato, allìtichè la di- hliea, e queste tregue al i 082 e al io34- H
scordia non precipitasse in eccessi. All'in* Sismondi accenna lina tregua di Dio falla
contro se il reo ricusava di quietar la con- pubblicare dall' imperatore Corrado l[
tesa e rinia»icizia,coirotFrire il prezzo agli il Salico nelio36, alla dieta di Ronca-

olFesi, da Carlo Ma-


solevano i principi sin glia, presso Piacenza, per la quale chiun-
gno inlerporsi, adoperando buoni e forti que per 4 giorni della settimana dovea
uiVuÀ per vincerne l'ostinazione. Andòlan- astenersi dall'armi e dalle vendette. Nel
to avanti ne'secoliX eXI questa frenesia di io4i si tennero più concilii, ne'quali si
guerre private,oude uscivano poi frequen- stabilì la tregua di Dio, ordinando chedal
ti omicidii, saccheggi, incendii e altri ma- mercoledì sera sino al lunedì mattina,nes-
lanni che ne restava sconvolto tutto il
,
suno prenderebbe niente per lorza, ne
pubblico. Accrescevano queste calamità trarrebbe vendetta di veruna ingiuria, e
i nobili , che signoreggiando in qualche non esigerebbe pegno di cauzione. Che
castello indipendentemente dal governo chiunque vi contravvenisse, pagherebbe
della ciltà, mantenevano inimicizia e la composizione delle leggi come se avesse ,

guerra dichiarata contro de' vicini, ne meritatola morte,ovvero sarebbe scomu-


guardavano misura in far loro danno. nicato o bandito dal paese. Molti furono i

L'empia consuetudine delle maledette ris- tentativi fatti per stabilire la tregua del
se e vendette con rapine, gran tempo durò Signore; questa però fu meglio e più op-
presso la nazione de'corsi, allora feroci. porluuamente consolidala con tali sino-

Le guerre e le zuffe per la Regalia (ì^.) di e quindi successivamente propagata.


furono frequenti fra'chierici e prelati,con- Nello stesso o4i o o45 fu celebrato il
i i

tro i prepolenti laici. Più che altrove in concilio di Tulujas o Tulugense nel Ros-
Francia fra'signorotti e gentiluomini era- siglione, ove fu decretato. Omni tempo
no in voga le inimicizie e guerre private. re teneatar ac omnibus christianis ab
Ma ivi ancora circa il io3 ine fu inventato occasu solis quartae ferine y idest nier-
un temperamento e sollievo, imperocché choris die, usque ad ortiun solis seciui-
is. Tregua di Dìo,
ministri istituirono la dae feriae, idest limis die. Iteni conti-
sotto pena di scomunica contro chiun- nuatim teneatur a prima die Adventus
que non l'osservasse. Aggiunge il Mura- Domini usque ad octavam Epiphaniac
tori, che varia fu in alcuni luoghi la tassa Domini quando festivitas s. Hilarii a-
de'giorni destinati a queste corte paci; di- gitur. Iteni similiter continuatini tenca-
cendo che pili concilii e Papi, come Ur- tur a die lunis^ qui antecedit caput ye-
bano li. Pasquale II, Innocenzo He al- junìi, usque ad diem lunìs qui est pri-
tri confermarono essa tregua, e con pub- nius post diem Dominicam octai^arunt
blico profitto, perchè almeno in que'gior- Penlecosteni eie. E che colui che durante
ni la matta discordia taceva potevano ,
la tregua si faceva reo d'un delitto qua-
quietamente lavorare gli artisti e conta- lunque, in duplum componat et postea
dini, e pe'viandanti e pellegrini erano si' per judiciiun aquae frigidae trevani
cure le strade. Ma in Italia, do[)o la metà Domila evendel. De* Giudizi di Dio ri-
del secolo XI, insorte le guerre tra il Sa- parlai a Purgazioni. Da 8. Edoardo III
cerdozio e riuipero, per cagione d' esse re d'Inghilterra del 1042, fu eslesa assai
peggiorarono gli altari e i costumi, e sal- durante l'Avvento, 1*8.' dell'Epifania, ec.
tò fuori la strana ubbriachezza, come la Papa s. Leone IX nel suo viaggio in Ger-
chiama il Muratori, delle fazioni Guai' mania e Francia, giunto nel suo paese di
fa e Gìtihelliiia (/^.), che orride sce- Alsazia fece radunare nelioTo signori, i

ne fecero io llaliu. Altri fauuu lisulire la e gli obbligò u ricevere e a stabilire nellii
1222 TRE TRE
provincia la 066 rin-
Iregua di Dio. Nel i una persona per un qualunque siasi ti-
novò le tregue del Signore, Raimondo Be- tolo, il tutto sotto pénadi scomunica. La
rengario conle di Barcellona. Nel secolo tregua di Dio nel i 1 5 fu proclamala nel-
t

XI denaro divento in bre-


la cuj^)idigia al i'Ilalia meridionale. Papa Calisto li nel
ve una vera manìa, tulli gli uomini pnr- I I 19 intervenne al concilio di Reims, e
vero ossessi da un demonio, percossi da vi si fece un decreto per la tregua del Si-

una vertigine, ladroni per istinto, assas- gnore, Bosone arcivescovo di Torino nel
sini per necessilà : saccheggi, prede, vio- I I iS tenne un sinodo, in cui ordinò che
lenze, massacri, eccidii di fan*iglie, ester- fossero inviolabilmente osservate le leggi
minii di villaggi e di borgate. Gli uomi- della tregua di Dio, a die mercurii posi
ni pii gemevano nella traboccante ne(jiii- solis occasum iisque ad die ni lui ine, sole
zia,cbe tulli gli ordini della civile società orientej ne' quali giorni, dice il sinodo,
dissolveva, onde pensavano i prudenti a doveano cessare affalto le privale o pub-
frenarla.Enrico vescovo di Liegi nel 1071 bliche vendette, le giudiziarie citazioni a'
a questo uopo pubblicando la tregua di creditori e agli offensori. Questo decreto
Dio,siesprimesul bel principiocosì.'^Nes- sinodale riguardava particolarmente ì sa-
suno porterà armi ne'giorni stabiliti, sia cerdoti, gli amministratori delle chiese, i
che vada a casa, sia che ne venga: ladro- monaci, le sagre vergini, pellegrini che
i

necci,incendii,assassinii non debbono' vio- transitavano. per la diocesi. Filippo li Au-


lare la santità di quel giorno: ne con fla- gusto re Francia deli 180 pubblicò \xx\
di
gelli, né con ferro, ne con altra offesa si editto sulla tregua del Signore, il. quale
maltratti il suo simile in guisa di privarlo prescrivea, che dal giorno dell'omicidio
delle membra e meno ancor della vita. commesso sino a 4o giorni compili, vi fos-
Chi si fa reo di tal malefìcio, s'è jibero se una tregua, nella quale vi fossero cona-
perde il feudo e l'eretlità, e viene messo presi i parenti; che l'uccisore o l'aggres-
ignominiosamente a'confìni: s'è servo, gli sore fosse arrestalo e punito; e che se nel
si tronca la destra e viene spoglialo d'o- tratto di questo tempo qualcuno de'pa-
gni peculio ed avere. Accusato un libero renti fosse ucciso, l'autore di questo de-
di contravvenzione, giurerà con 12 testi- litto fjsse reputato traditore e messo f\
moni la propria innocenza : lo schiavo morte. Pare che in Italia nel secolo XII l
verrà soltopostoal Giudizio dì Dio {f^.)j e nel XIV, per la moltitudine delle ven-
e qualora le tracce del delitto sussistano, dette particolari,ristabilisse la pena del
si

non potrà purgarsi che col testimonio di Taglione o Talione, legge che prescri-
7 uomini liberi." Guglielmo I re d' In- veva una punizione eguale perfetlamente
ghilterra pubblicò la tregua di Dio nel all'offesa, cioè occhio per occhio, mano per
jo8o. Pupa Urbano II neliogS presie- mano ec. Imperocché dicono i seguenti
dè il concilio di Troia, ove si confermò versi: Qualia fecisti, patiaris ^Talia Jiis
la tregua del Signore: allretlanto si fece estj - Hinc sibi coiweiiiens Talio nomen
nel 1095 in quello diClermontalla pre-" /if^^e^. Veggasi p.Eriberlo Rosweido nel
il

^enzad'Urbano li, e fu il can. i o che con- suo libro: LexTalionis XII Tahidarum
fermando con decreto la tregua del Si- cardinali Baronio ah Isacco Casaubo-
gnore, eslese la proibizione fino alle vi- no dieta, Antuei^'iae i6i4- Tale legge
gilie ed a' giorni delle feste della B. Ver- traeva la sua origine dall'antica giurispru-
gine e degli A postoli; dichiarò di più, che denza degli ebrei; essa fu praticata anche
dal mezzodì che precede la 1.^ domenica tra'greci e adottata da*romani,ma soltan-
dell'Avvento fino all'S.* dell'Epifania, e to ne'casi in cui non polevasi pacificare gli
dalla Settuagesima fino all'indomani del- offesi o far desistere dal perseguire in giu-

ia ss. Trinità non era pernjesso assalire stizia coloro che chiedevano vendellM.
TRE TRE 223
Quella legge fu consuleiula da'giurecou- Francia, Inghilterra, Russia, Sartlegna,
sulli corno contraria al dirillo naturale, e Austria, Prussia, e 2'«/r/t/V/Y/^.j, firman-
qtiìiidi abolita da tutti i Se
paesi inciviliti. do il tanto bramato trattalo, che pose fine
Ini volta r<i ricevuta nei:;li slati regolali con alla sanguin(jsa guerra, e che regolando
leggi moderale, non lo fu se non per mez- la questione d' oriente stabib il riposo
zo di niodifìcazioni iuìportanti, colle quali d'Europa, sopra basi solide e durevoli.
ne temperò il ligore. E siccome appunto L'atro fu sotloscrilto con una penna e-
questo avrà fatto s. Damaso I Papa del stratta appositamente da EeuilletdeCon-
367jin vece erroneamenlegli fu attribui- ches capo d'idlìcio del protocollo, da un'a-
ta l'istituzione della pena del taglione, se- la dell'aquila imperiale e vivente nel giar-
condo NovaeSjChe aggiunge: perla quale dino delle Piante di Parigi; così l'enible-

è castigato il calunniatore colla pena me- ma di forza e di grandezza servì a lega-


desima che avrebbe l'accusato, se non
, re tra loro in auìicizia i 3 imperatori, da*
fosse trovatoinnocente.Dell'infame calun- quali dipendono umanamente le sorli

nia, come di quella occulta più vitupere- d'Europa. La penna poi fu regalata al-
vole, riparlai a Corte, a Servo, e nel voi. l'imperatrice Eugenia, secondo il deside-
XLIV, p.i8o. rio che ne avea mostrato, dopoché subito
Dalle tregue e dagli arndslizijCome dis- dopo la soscrizione fu posta sopra un fo-

si, derivandone le paci eie concordie,mi si glio bianco, e circondata dal sigillo di eia •

coiuloni se <pii dico poche parole su quel- scuna delle potenze rappresentate al con-
la che di recenle abbiamo celebrato, in gresso, e dalle soscrizioni de'plenipoten-
aggiunta a quanto dissi con pari elTusione ziari. A pie del foglio, il dello capo d'uf-
d'animo nel voi, LXKVII, p. 58, nel no- ficio vi scrisse l'analogo certificato, sid-
tare il seguito armistizio e la soscrizione r identità della penna. Il tutto fu posto
de'preliminari di pace, con liete speran- sollo una campana di vetro, e cinta d'un
ze di conclusione, nella formidabile guer- orlo dorato, per essere offerto all'impe-
ra e lolla gigantesca sulla questione d'o- ratrice, come venne eseguilo. Non è vero
riente; prodigioso benefizio che oltenem- quanto riferirono alcuni giornali, che la
modaironnipoleni.e Dio, per rellicacc in- presentazione della penna si fece dopo-
tercessione della Madre di Dio, sotto gli ché il gioielliere di corte l'ebbe arricchita
aus[)icii del decrelalo dogma dell'Imma- di preziose gemme, riducendola perciò
colato Concepimento di INIaria Vergine, monumento doppiamente gradevole del-
che quale iride di pace com[)arve in mez- l'avventuroso patto. Per segnare questo
zo alle più tetre nubi, essentlosi perciò co- i
7 plenipotenziari si servirono eziandio
mirjcialo a verilìcare la predizione por- d'un calamaio monumentale d' argento
tentosa del b.Leonardo da Porto Mau- dorato, ordinalo per questa solenne cir-
rizio, che ripoi vol.LXXIIl in fine
lai nel costanza, e costato circa i i,ooo franchi.
dc'miei Cenni storici intorno al dolina Tutto il trattato spira dignità emode-
(h'W Immacolata ec. Spero nella divina razione, senza un accento che alluda al
misericordia che il vaticinio avrà il per- trionfo riell'un» e alla disfalla dell'altra
fetto e sospiralo compimento, quale con- parte, nella guerra d'oriente durala in lut-
seguenza della seguita pacificazione d'Eu- to due anni meuf) due gioì ni. Questa pace
ro[)ain Parigi, avvenuta a'3o marzo 856 i non ebbe per conseguenza l'umiliazione
domenica in Alhis; giorno memorando della Russia, che st)hi sostenne la guerra
per delta metropoli e pe'fasli di Francia, coiilro la Turchia^ e Iccollegatc Francia,
(piale anniversario della presa di Parigi Inghilterra eSurdegno; non compromette
nel i8i/|-La pace fu ivi soltoscrilla al- la dignità, ne I' indi[)endenza d'alcuno,

l'una pomeridiana, da'plcnipotcnziari di (fucsia pace, in una parola, è quale una


224 TRE TRE
grande nazione può proporla oJ accel- Vatir,ano,ed assislèalla messa cantala ^ro
laila senza disonore, ed in conseguenza graiiarum aclìone oh conipositam pei-
ha tutti gli elementi della solidità e della ceni, dal cardinale Gabriele della Gen-
durata. Tutte le disposizioni del trattalo ga Sermattei , colla orazione Placcai,
hanno un carattere eminentemente paci- Quindi il Papa, terminata la messa, in-
fico: invano vi si cercano gli accenti del luonò l'inno 2 e Dcuni laudamus,che fu
trionfo e le amarezze della disfatta. Sicco- cantato a due cori da'cantori pontificii e
me si vollecompiere l'opera della riconci- dal clero; poi recitò versetti Bcncdìctus
i

liazione e del ravvicinamento^ di comune eie, e gli 0/r/7i«.y; Dcus,cujus miscricor-


accordo si vollero ancora far scomparire diacj DeaSy qui corda fide li imi j Deus,
le rimembranzedella guerra. Alle oredue qui neminein. Alla solenne ceremonia as-
pomeridiane de'3o marzo, una scarica di sisterono i membri del corpo della Diplo-
IDI colpi de'cannoni de'forti e degl'In- mazia (V.), di Residenza {V.) presso la
validi di Parigi, annunziò alla popolazio- s. ^^i\Qy oltre altri moltissimi personag-
ne il faustissimo, felice e grande avveni- gi, accorsi tulli a rendere grazie all'onni-
mento della conclusa pace.Dio voglia, che potente datore d'ogni bene. Signore de*
il cannone, voce terribile delle battaglie, dominanti. Il giubilo di Roma e di tutta
non tuoni più, almeno per molto tempo, Europa fu sincero e universale, massime
che per celebrare le pacifiche vittorie del- nelle chiese principali in cui si resero fer-
l'umanità, e gli splendori della trionfante vide azioni di grazie all'Eterno, col canto
civiltà, regolata dalla vera religione e dal- di solenni Te Deuni^ con alìollato, spon-
la morale. Dio voglia, che d' ora in poi taneo ed edificante concorso di popolo,an-
questa umanità e questa civiltà non sie- zi alcun vescovo in sì lietissima congiun-
no state invocate the pel maggior bene tura mandò alla stampa splendide e coni-
di lutti, e che i loi'^obeneficii si diffonda- moventissime lettere pastorali. Mirabile
no colla sola persuasione, colla ragione, fu la concordia colla quale la stampa sag-
e colla unione intima de'governi e de'po- gia d'Europa lodò il benefizio della pa-
poli, in uno stesso scopo di pubblico be- ce e descrisse l'esultanza di tutti i popoli;
ne. La strepitosa notizia, da Parigi subito oh quante trepidanze buoni vennero
de'
e rapidamente guizzò sull'ali dell'elettri- rassicurate,poichè in nessun luogo la guer-
cità dall'uno all'altro capo d'Europa, ap- ra è beti voluta, né sarà mai finché gli
portatrice in ogni luogo di vivissima esul- uomini chiuderanno un cuore u-
in petto
tanza, d'inesprimibile gioia ^ di entusia- mano. In fatti, i regnanti Napoleone II[
smo. In Roma giunse verso le ore 4 pome- imperatore de* francesi, e Alessandro I[
ridiane del medesimo giorno,prima che in imperatore delle Russie , dichiararono :
parecchie altre capitali meno lontane; e La guerra è seuìpre un male, anche al-
forse fu gentil pensiero di chi dirige la co- lorquando é la pili necessaria! Per quan-
sa pubblica di Francia, che la fausta no- to sieno gloriosissimi i trionfi de'vincilori,
tizia arrivasse quanto prima inRoma, do- per le tante peripezie deplorabili della
ve tanto si era pregalo perchè le confe- guerra , sono sempre glorie troppo care
renze diplomatiche ri uscissero a cessa re la quelle che si comprano a prezzo del san-
guerra e dar la paceal mondo. Subilo dal gue ili molte migliaia d'uomini. La guer-
Castel s. Angelo la guarnigione francese ra é uno stato anormale, ed più gran- i

tiròioi colpi di cannone a segno di leti- di successi che si coiiseguono, a stento ri-

zia, per la fausta e tanto desiderata pa- parano a'mali ch'essa produce. E da pre-
ce. Il Papa Pio IX ne fu contentissimo, ferirsi la reale prosperità dell' arti della
e nella mattina di giovedì 3 aprile fece pace, alla gloria vana delle battaglie. La
celebrare cappella papale nella Sistina del pace è il più prezioso beneficio pe'popoli,
TRE TRE 22'y

come anche la più gloriosa, ne


In giierin, immensamente grande e gloriosa della
è il «uim;iof llogello. Conviene peiòcoii. presente; l'avventuroso giorno cioè in cui
fessale, die l'nna e l'allra sono cundotte un sol pensiero di fede mirabilmente do-
ilair'Onni|»olenle,eclic nella pi esente si- uìinerà il mondo, sotto un solo ovile ed
Inazione cleU'umanilà la guerra è spesso un Se questa pace fu cele-
solo pastore.

il n»e77.<» più sitino per aniviue alla pa- brata da'buoni quale avventurosa fortu-
ce.La guerra non può essere considerala na, fu però riputata disgrazia da* liber-
che come una passeggiera necessilìi, e la tini, per le loro tante prave speranze re-
pace è lo stalo vero che conviene allo svi- state deluse, in uno a'ioro sogni politici
luppo della foiva dell'umanilà. Napoleo- e democratici: gli amatori del disordine
ne ili ha pienanienle giuslificalo il suo restarono assai irritali nel vedere così pre-

procgi-amma: T Impero è la Pace. Tulla sto andate in fumo le illusioni da loro po-

Europa rende omaggio alla leale sua po- ste nella guerra d'oriente, che minaccia-
litica e personali àfoizi; si può dire, ch'e- va tutta l'Europa a divenire un vasto cam-
gli lenne in sua mano le sortì d' Euro- po di battaglia. Nella dieta della confe-

pa, e che fece servire alla pace del mon- derazione Germanica in Francfort, i rap-
do r influenza che avrebbe polulo ado- presentanti dell' Austria e della Prussia
prare nel soddisfare ad ambiziosi dise- nel sottoporre all'alta assemblea il traU
gni. 11 3o marzo i856 sarà sempre una tato di pace concluso a Parigi il 3o mar-
delle date più memorabili del memora- zo, dichiararono:» La pace universale è
bile secolo XIX; dappoiché quel giorno resa al mondo dopo che una delle com-
mise fine alle lenilenze ed agli alti, che le più
plicazioni politiche le piùdiilicili e
spingono l'umaiiilà verso il tempo in cui ha ricevuto dalla sag-
Iticonde di pericoli
il diritto non trovava la sua sanzione che gezza , dalla moderazione e disinteresse
nella forza questo giorno avrà liberato
: delle potenze uno scioglimento che sod-
la civiltà dalle preoccupazioDÌ, che para- disferà a' voti de'popoli, e fornirà alia sto-
lizzano le sue forze e comprimono le sue riaun memorabile esempio d'un magna-
risorse; questo giorno avrà ridalo al se- nimo accordo de'sovrani nella sollecitu-
colo il suo proprio carattere, e gli avrà dine consagrafa agl'interessi comuni del-
datola possibilità di compiere la sua mis- l'umanità. . . . Libera per misericordiosa
sione di pace, di progresso al bene, d'u- disposizione della provvidenza dal peso
niversale alleanza, cui l'industria, il com- della guerra, che diretlamenle o indiret-
mercio, le lettere, le scienze, le arti, il va- tamente gravava su tulla l'Europa, l'illu-
pore e la telegrafia rendono pratico, più minata attività di tutti governi si volge- i

chele teorie utopistiche de'sedicenti pen- rà d'ora in poi indistintamente erivaleg-


satori. Quello slesso popolo, che altre vol- grando di zelo versolo sviluppodella pro-
te intraprese lontane spedizioni e conqui- sperità interna, morale e materiale degli
ste, e la cui spada fu l'arma della prov- stati." Ma siccome ogni medaglia Ita il suo
videnza per punire i popoli elFemminali rovesciOjil sin qui genericamente celebra-
d'oriente, questo popolo amomellano ha to, va alquanto mudincalo,dovendosi fare
comincialo anch'egli ad aprire gli occhi delle eccezioni e porre seria attenzione al
alla luce, e quando >»arà cessato ogni odio, riferito dalla Ch'ìlfà catlolìcit nella 3."
ogni discordia, ogni superstizioso fana- serie, t. 2, p. 532 e G'iy, e t. 3, p. 5, ove
tismo di loro falsa religione, non reste- gravemente ragiona in 3 paragrnlì su La
rà che la fede e l'amore come opera e- ProK'\'ìilcnz(i iic^li c^TitU polititi, prin-
terna di Dio. 11 giorno forse non sarà lon- cipiando dal § I, Da Munstcr a f^ien»
tano, se non per noi, almeno pe'nostri ni- iKt. Osservando la Civiltà cattoliaiy co»
poti, iu cui &i tclcbiciù uu'allra pace più me pel diacoiso ccluluulc uvvcuimcnto,
2 26 T II E TRE
i peiiodici vanno pionosllcanclo le futu- re un vitupero contro ramuiinislraziono
re sorli d'Europa, con nuove illusioni cui ci vile del governo pontificio,e bramare ri-

succederanno Ijen pieslo nuovi disingan- forme secondo lo spirito del secolo e di
ni riguardando gli umani eventi colla
, secolarizzazione del suo dominio tempo-
prospelliva che si presentano alla pupilla rale, un'invettiva contro il supremo Ge-
cattolica, che li contempla guidali da di- rarca, un biasimo e una minaccia con-
"l'iiio consiglio a gloria dell'Eterno Fat- tro la severità de'legitlimi governi italia-
tore, sotto questo punto di vista ella vi- ni,per inuzzolirela demagogia pubblica-
de la nuova era di pace inaugurata a Pa- mente. Siccome tuttociò che riguarda il
rigi; e per ben comprendere cjual sia il Pontefice è totalmente connesso agli in-
"Vero principio provvidenziale della pre- teressi del caltolicismo, la Civiltà catto-
sente pacificazione d'Europa, mosse il suo l.ica,come sempre, fece savissime impor-
ragionare da qtiella filosofia di storia ch'è tanti osservazioni, egregiamente difen-
propria del caltolicismo. Quindi qualificò der.do anco con confronti storici e dime
Ja pace dì Parigi, unode'lanti episodi che governo pontificio dal-
strazioni di fa tlo,il
si vanno intrecciando nella grande epo- le accuse lanciate con contraddittorie ri-

pea in cui lottano da 3 secoli la Fede mostranze dall'Inghilterra e dal Piemon-


,il Razionali smOj \a Cliiesa, e la prelesa te. Nel § 3, Vantaggi del Cattolicismo^
Rìfonna, l'ossequio a Dio e l'indipenden esamina la C/W//^iCflr^to//r<7:quale sia sta-

?a. Cominciò dal narrare la lotta sostenuta lo quello riportato dall' eterodossia nel
contro il principiocatlolico.dal re di Sve- congresso di Parigi , fingendo reputarsi
zia(P\)CfiìsUi\o 1 1 Adolfo, che personificò trionfante, e non crede che il caltolicismo
il razionalismo allora Liileranoj guena abbia molto piangere de'risuilati di due
a
di 3o anni cui pose termine i famosi trat- anni di lotta e di sangue, che ponno ap-
tati di Blilnstcr e di Onasbrilch,e\'d pace pellarsi in vece, una serie di vittorie del-
di Wc.slfalia(F.); contro quali trattati i l' intelligenza e di trionfi morali per la
proteslòInnocenzoX,conie pregiudizievo- chiesa cattolica,che bellamente enumerò;
li alla religione caltolica, il che dimostra- per quella chiesa che da tanti secoli com-
rono le funeste conseguenze, sino al Con- batte e vince, e che in fii»e rimarrà padro-
cordato del 8o al congresso di l'ien-
1 I ,
na del campo, poiché sola nutrisce l'ine-

na^ alla santa Alleanza, a' Baccanali del stinguibile sagia fiamma, perchè sola pos-
j847,airAlleanza occidentale per sostene- siede concentrala nel fuoco di sua unità la
re la Turchia,\i\ quale pretese assicurare luce indifellibile della fede. Dimpstra poi,

airOccidenle l'indipendenza e a'Luoghi che se l'eterodossia ebbe un apparente


Santi le influenze del catlolicismo,che cer- trionfo nella pubblicità dell'accusa, mag-
tuni jniianocomeunafusioned^il Catioli- giore ne fu la sconfitta nella pubblicità
cismo e del Protestantismo coW Is lami della riprovazione e condanna solenne ,

smoìn una comunanza di civiltà. Quindi che contro l'imprudente audacia de'de-
col § 2, Vantaggi delpartitoEterodosso putati di Torino si alzò dall'un capo al-
la Civiltà cattolica, esamina i vantaggi e l'altro del mondo appena le in-
incivilito,

Je speranze de'due pai tili estremi, V Ete- vettive e le calunnie sbucarono dall'aula
rodossia, rappresentata óaW Inghilterra del congresso alla luce della pubblicità.
con l'aiuto dtiìPiemonte, e WCattolicisnio Tutte le opinioni alzarono concordi le

rappresentalo dall' Austria con 1' aiuto voci per condannarne l'ingiustizia e de-
della Francia. Essa dichiara che l'elli- riderne le speranze, a sfolgorarne le con-
mero gran trionfo del parlilo eterodosso, traddizioni. ''Questa lotta, ove sono co-
nel congresso di Parigi, è stalo quello di stretti i cattolici a mettere in mostra le

potere per danno del caltolicismo lancia^ loro ragloui;C animali gli eterodossi a cou-
T a E T 11 E 1-17

futarle, farà sì die molti di (piesti inco' TREGUIER, Treroriiim. Città ve-
inincieraiinose non altro a giubilare tlelle scovile di Francia, nella Bretagna mino-
calimiiie che corrono, molti di quelli com- re, dipartimento delle Coste del Nord, cir»

preiideiaiino la forza delle ragioni mili- condario e 4 leghe da Lannion ei o da s.


tanti per Roma e la stretta connessione Ijrieux, capoluogo di CTntone, a "2 leghe
che passa fra la questione del temporale dalla IManica. Giace tra la sponda sini-

e la spirituale autorità del Pontefice." stra del Jaudye la destra del Guincly,che
I^jssato il sedicente trionfo di coloro che quivi si congiuitgono per formare il fiu-
avventano contro Roma vituperii e ten- me del suo nome, t^a un porto sicuro e
tano spogliarla delle sue tene, per ricu- comodo per navigli di 3oo in 4oo ton-
sare riforme incompossibili collo spirito maggiore ed
nellate; quelli di portata i

cattolico o coir indole propria d' un go- vascelli da guerra potendo dar fondo si-

verno ecclesiastico, Sede vedrà in O- Uis. curamente nella rada. Per mezzo delle
riente assicurati e frequentali Luoghi i maree la navigazione de'piccoli bastimen-
Santi, aperta fra' maomettani una gran ti risale il Jauily sino al piccolo porto di
porta a'raissionari, mitigale per riveren- Boche Derien. Commercia di grani, se-

za alle armi di Francia le prepotenze sci- mi, canape, cavalli di razza forte, lino, re-
smatiche, crollante per inlestina divisio- fe, burro, ostriche, ed attiva èia pesca del
ne fanatismo dtWJlcorcnio, ammirato
il merluzzo. Tiene IO annue fiere, ha scuo-
il sagrifizio eroico del sacerdozio catto- la di navigazione e buona fabbrica di car-

lico e deUe suore, intrecciate sì attive e ta. L'antica cattedrale è sotto l' invoca-
pronte comunicazioni da forniare ben zione di s. Tugdualdo vescovo e patrono
presto fra'popoli d'Europa e d'Asia una della città, ed avea un capitolo composto
sola famiglia e un solo ovile. In Occiden- delle dig«»ità del tesoriere, del cantore,
te poi i nemici del Papato avranno mani- dello sc(daslico, dell' arcidiacono, ec, di
festato più chiarauìente i loro disegni di i4 canonici, di G vicari, del maestro di
abbattere la religione minacciando il tri- musica, di 3 parrochi e di altri ecclesiii-

regno, di stritolare ogni scettro legittimo siici addetti al servigio divino, Nella cat-
abbattendola religione. Così la gran verità tedrale fra si venerano quelle
le reliquie
che da 3 secoli viene impugnata, l'auto- di I^one (f^.) nato presso Treguier; ed
s.

rità pontificia, non solo acquisterà quella inPioma vi è uqa chiesa nazionale di Fran-
forza che setnpre acquistano le verità cia sotto la sua invocazione, che \\\\ tem-
combattute ma comparirà sotto nuovi
, poebbe l'ospedale pe*bretoni,e ne ripar-
aspetti secondo vari punti in cui vienei lai nel voi. XXVI,p. 2?.g. La città fu fab-
impugnata dagli uni propugnala dagli ,
bricata verso rSoo, e fu fiorente pel suo
altri. Tali sono vantaggi chela Chiesa o
i commercio fino al iSg?., in cui fu arsu
già riportò cTpuò aspettarsi dalla bufera dagli spagnuoli che tenevano le parti del
che agita per wn momento la sua navi- duca di Mercoeur ; da quel tempo non
cella. Se a bene della Chiesa è rivolto ne- potè riacquistare la sua primiera impor-
gl' inlenli della Provvidenza lutto l'an- tanza. La sede vescovile fu eretta nel se-
damenlo del mondo, e però tutte le vi- colo V, indi venne ristabilita nell' 844
cende politiche; abbiamo da congratu- da Neonieno, per fula sidfraganea della
larci ringraziandola pe'vanlaggi ottenuti metropoli di l)ol ; ma poi fu dichiarata
dalla guerra e dalla pace, e dobbiaujo sulfraganea della melropoli diTmu's; per
pregarla perchè continui a volgere in be- un tempo le fu unito nel IX secolo il ve*
ne gli eventi politici , ed anche le stesse scovato di fÀsie.ux (y>). Il suo vescovo
procelle che tull'ora si levano e minac- avea il titolo di conte, ed era il signore
ciauo duirorizionle. tcmpovulc della città. La diocesi conte-
228 TRE TUE
neva quasi 120 pairocchie, divise in due di Bretagna, fr. Ugo 111 Sloquer teologo
arcidiaconati,edavea le abbazie di s. Cro- domenicano della diocesi di Treguier, nel
ce di Guir»gampo, e di Begardi. 11 vesco- i4o3 Bertrando du Parron poi di Nan-
vo godeva di 25, 000 liie di rendita, e pa- tes, nel 1411 fi*. Cristiano de Hauterive

gava 460 fioriniper le sue bolle. III. ''ve- teologo agostiniano, Matteo de Roedere
scovo fu s.Tiigdualdo, di cui trovasi men- di Lannion, nel 14*27 Giovanni de Bruc
zione negli storici di Bretagna, e nell'an- poi di Dol, nel i43o Pietro III l^icdru in-
tiche leggende di questa chiesa j indi si di di s. Malo, nel i434 Rodolfo II Ro-
trovano Revelino, Perbogato, Leotario, land uditore di rota, Giovanni IV de Pio-
Felice cui nell' 859 fu indirizzala, co- vec morto nel 454- In questo vi fu tras-
1

me agli altri vescovi di Bretagna, la let- lalo da Rennes Giovanni V de Coetquis;


tera sinodale dal concilio di Savonnieres. nel Cristoforo de Chastel nobile
1464
Gli successero Martino I, Dionisio, Con- dell'Armorica. Pare il cardinal Raffae-
sennano. Graziano, Paolo, Soffro, Gu- le Riarìo (F.), Roberto Britto o Fitre

glielmo Martino II, Guglielmo II del


i, (F.) poi di Rennes e Nantes, e cardina-
I 174, Ivoo Ivone l bretone arciprete di le. Nel 1 5o4 Giovanni VI Calloet canto-
Tours del 1 79, nel quale anno pare che
i re di Treguier, nel 5o5 Antonio deGri-
1

fosse a Roma il vescovo Roberto del Mon- gnaux, nel i537 Lodovico di Borbone
te. Poscia lo fu Gaufredol Loys, Stefa- (F.) poi arcivescovo di Sens e cardinale,
no, Hamo del 1248, Alano I de Lashar- nel 543 il cardinal Ippolito d'Este (F.)
1

dieu della diocesi del 1262, Alano 11 de e arcivescovo d'Auch, neh 548 Giovan-
Bruc nobile bretone del 1279, il quale ni Vili Giovenale Orsini che fu al con-
introdusse i francescani in Guingampo. cilio di Trento, Claudio Kaernavenoy e
'
Sotto Gaufredo II Tourneraine illustre per sua rinunzia nel 1572 fr. Battista le
deir Armorica, nel i3o3 a' 19 maggio Gras domenicano. Nel i593 da Corno-
morì il suddetto s. Ivo, poi canonizzato vailles vi passò Francesco de la Tour, nel
in Avignone da Clemente VI. Neli3i7 1 594 Guglielmo III de Halgoel, nel 6o4 1

venne eletto vescovo Giovanni Rigaud, I Adriano d' Amboise dotto e sepolto ia
nel 1824 Pietro de Belleisle, nel 1827 Ivo mausoleo nella cattedrale con epitaffio,
Il de Boisboissel cantore e canonico di nel 16 17 Pietro IV Cornulier benedì la
Treguier, poi traslato a Cornovailles ed chiesa de'cappuccini di Montisrelaxi. Po-
a s. Malo; neli33o Alano Ili Elori, nel scia nel 1620 Guido Champion clie mi-
I 339 Riccardo du Perrier che rifece da* gliorò convento de'doraenicani di Mon-
il

fondamenti la cattedrale. Radolfo 1 (lori tisrelaxi, stabilì in Treguier recolletti, i

verso 1348, nell 353 Roberto I Painel


il le carmelitane, le benedettine del Calva-
trasferito a Nantes; indi nel 354 Ugo de 1 rio, in Guincampo i francescani e le car-
Monteluugo {V.), poi di s. Brieux e car- melitane, in Lannion i cappuccini. Nel
dinale. Nel I 362 fr. Eveno Begagnon do- i635 fr. Natale de Landes vicario gene-
menicano, nobile della diocesi di Tre- rale de'domenicani, recitò l'orazione fu-
guier, penitenziere pontificio. Per sua ras- nebre per Enrico IV, e fu predicatore del
segna nel 1371 Giovanni li Brun, nel figlio Luigi XIII. Nel 1646 Baldassare
1 378 Teobaldo de Malestroit eletto da* Grangier elemosiniere regiOjCol quale ter-
canonici, poi di Cornovailles. Nel i384 mina la serie de'vescovi la Gallia diri'
Ugo de Reronlay, nel 1 386 Pietro 1 1 Mo- stiana nel t. 4i proseguita dalla nuova
lel di Ouìngampo,alcui tempo in l^arigi edizione. Nelle iVo^/z-ze" di Roma sono re-
fondò il collegio di Treguier Guglielmo gistrati i seguenti ultimi vescovi di Tre-
de Coermen cantore della cattedrale. Nel guier. Nel 1746 Carlo Guido le Borgne
j4oi Ivo 111 liirgovet medico del duca de Kermurvau della diocesi di s. Paul de
T 11 E TRE 229
Leon. Nel 1762 Giuseppe Domenico de ionio Calamanti treiese. Nella zecca pon-
Clieylus d'Avignone. Nel 767 Gio. Mar- 1
tilìciaancora si conserva il conio della
co de Royere della diocesi di Perigueux. medaglia coniata in memoria di tali bene-
Nel 1775 Gio. Callista Giuseppe de Lu- fiche provvidenze. Da un lato è l' effigie
Limoges. Nel 780
bei'sac della diocesi di i del Papa con mozzelta e stola, coU'epi-
Agostino Renato Lodovico leMititierdeU grafe: Pius FI Pont. Max. An. XIL
la diocesi di s. Malo. Soppressa da Pio Nel rovescio si vede il prospetto esterno
VII la sede vescovile di Tieguier,col con- della pia casa pe' discoli oziosi, e quello
cordato dell 801, Minlier ne fu l'ultimo dell'accademia di Treia, con l'iscrizione:
vescovo, e mori a Londra durante l* e- Atorib. Castisrand.
e Juvandis Artib, Tre-
niigrazione. jenses. Nell'esergo si legge : Aiuto- Ex
TREIA (Trejen). Città con residen- rit. O. P. Dalla suddetta loggia si osser-
la arcivescovile e con governo, distretto va l'area sottoposta resa adatta al giuo-
e delegazione di Macerata nella Marca, co del pallone,al quale esercizio ginnastico
antichissima tra le Picene mediterranee, hanno i treìesi trasporto, avendo molti
distante 11 miglia buone da Camerino, di essi acquistato fama anche
di valenti
i5 da Osicuo, e da s.Severino 7 per la lungi dal patrio suolo. Quanto all'acca-
via breve e 1 o per la più lunga, e 2 i po- demia, narra il Colucci, diesino dal se-
ste da Roma. Sorge su di lungo, molto colo XV fu istituita un'accademia lette-

aperto, ameno e florido colle, cui sovra- raria e di poesia dal benemerito cittadi-
stano a tergo gli elevati Apennini, circa no treiese Bartolomeo Vignati vescovo
UQ miglio lungi dalla prima, in aria as- di Sinigoglla, e con onore e lode ram-
sai buona. Altri dicono col Benigni, che mentata dal MazzuccheHi,dalCrescinìbe-
Tarea dell'antica Treiaèlonlana per 976 ni, dalQuadrio. Nel secolo posteriore, se-
passi geometrici all'ovest dall'odierno a» condo l'umore dell'epoca, assunse il no-
bitato,e la contrada porta il nome di J//^* me di Accademia de' Sollevati, la quale
ra de' Saraceni , ossia verso ponente del» prese per simbolo una nuvola sollevata
l'odierna Treia. La principale via con- in alto dal sole, col motto Coelum onine
dotta orizzontalmente riesce agiata e ben c/eZ'Mw/.Tra'suoi membri vi fiorirono in-
mantenuta, né mancano di decorarla re- signi letterali, e si rese rinomata per tut-
golari edilìzi. La vaga più grande apresi ta Italia. Si hanno stampate alcune poe-
dal lato della campagna, ed offre il gra- sie di questi accademici, particolarmen-
to spettacolo dell' estesa aggiacente pia- te in una raccolta fatta da Gio. tVance-
nura. Vi domina nel mezzo sopra gran- sco Moisè intitolata : Rose d* amore, Vi-
diosa loggia una specie di tempietto so* cenza 16 15. Altre erano già state stam-
stenuto da colonne di travertino, desti- pate in Palermo nel 1 5c^5 e nel 1 602, ed
nato a decorare il busto dì bronzo, che i altre s'impressero a Macerata nel 1639.
riconoscenti cittadini innalzarono a Pio Nel declinar del secolo XVII, come altre
VI quando si costruirono per
nel 1785, ragguardevoli, venne a mancare 1* acca^
sua munificenza le due grandi case, l'u- demia, indi risorse neli776col nome di
na di correzione per rinchiudervi gli ozio- Società Georgica de* Sollevati. Variato
si e vagabondi, l'altra per soccorrere e a- lo stemma, questo si formò d'un aratro
niaiare il travaglio de'poveri, le cjuali tut- legato ad una colonna di porfido d'ordi-
tora sussistono.il eh. march. Ricci, /l/rmo- ne toscano, e sopra di essa il sole che at'
rie storiche delle arti e defili artisti del- trae le nuvole come pianeta fecondatore
la Marcad* Ancona, dice che il semi bu- della terra. Indi si progettò l'acquisto di
sto di PioVI lo modellò Tommaso Righi un campo pubblico o orto botanico per
scultore romano, e lo fuse iu bronzo Au- l'esperii'uze agrarie; si slubifi uno cassa
23o T RE TRE
comune per supplire alle spese tlell'accn- la lusinga che una piccola scintilla susci-
(lennnj e l'erezione d'una biblioleca a co- tar potesse feconda imitazione pe'progres-
modo degli studiosi. Questo stabilimen* si dell'arti e delle scienze. Ma nello stato
to si effelluò l'i i luglio 1778. 11 Colucci pontifìcio non si era iif quel tempo pre^
rese molli e ben dovuti elogi a quest'ac- palati pegli sludi econoanici, ne si avea-
cademia, e ne celebrò il mirabile incre- no delle società agrarie che idee astratte.
mento, li nome di clii die il primo ini- L'accademia dunque di Treia restò con-
j)(dso alla lodevole impresa, lo apprendo finata fra le mura del suolo natale, e fa
cl;d eli. avv. Castellano, Lo slato Fonti- l'unica in que'lempi nello stato pontifi-
Jicw, nell'articolo Treia. Fi\ questi l'ab. cio. Nondimeno gli accademici formaro-
Angelo Grimaldi, fratello di R.ojfnolo di- no un corpo di leggi, e come unica nel
poi presidente, cbe nel 775TÌcbiaman- i detto stalo fu riguardata con singoiar
do in vita l'accademia de' Sollevati;, di compiacenza da Pio VI, il quale l'appro-
cui erano stali lungamente sospesi la- i vò e lodò. La fama non lardò a dilToii-
vori, ravvivò la scintilla del sagro fuoco, dere futile proponimentOj onde il cardi-
onde alzossi splendidissima fiamma. In- nal de Bernis ministro di Francia in Ro-
ollreilCaslellano mollo encomia l'instan-' ma ne fece partecipazione al conte di
,

cabili e dotte fatiche del d.' Fortunato Vergennesi. "ministro di Luigi XV b Vol-
Benigni, censore, bibliotecario e istorio- tasi pertanto la società a istillare nell'a*
grafo della società, che al passionato a- nimo del pubblico il gusto degli studi e-
moie pegli sludi e per il luogo natale, sa- conomici, compilò e pubblicò un giornale
grificò la luce degli occhi, della quale re- d'agricoltura, arliecommercio,che dagli
stò privo nel 1816, e per isventura del amatori di siffatte discipline riscosse plau-
Piceno, di Treia e della repubblica let- so,imprimendosi in Macerata co*tipi di
teraria, non potè terminare la storia pa- Chiappini e Cortesi. Per tenersi con mag-
tria, cbe alle tante sue opere celebrate, gior comodo le regolari adunanze, l'ac-
biografiche, archeologiche e poetiche do- cademia ricevè in dono dal pubblico con-
vea apporre il suggello. Leggo nel Cenno siglio un f^ibbricato ben decente,che poi si

sulla società Georgica di Treia, Ma- denoaiinò stanze del l'accademia. Qui vi di-^
cerata 1840, del suo presidente Pacifico scutevBnsi le materie da inserirsi ne'gior-
Fortunati, indirizzato a mg.*^ Giacomo nali,a'qualifu aggiunto l'altro d'osserva-
Antonelli delegato apostolico di Macera- zioni meteorologiche che accuralamente
ta, ora cardinal segretario di slato, che facevansi da uno de'soci,raerilando gradi-
l'antica accademia di poesia detta de'^o/- ta accoglienza dal celebre Toaldo prof di
levati, fu con qualche solennità cambia- Padova e socio corrispondentej ma do-
ta in Società Georgica a'20 luglio 1778. po 22 anni mancato di vita lo scienziato,
Che fu opera questo cambiamento del- cessarono le importanti osservazioni. S'in-
l'amor patrio che ispirò alla studiosa gio- trapresero quindi corrispondenze colle rr.
venlii Ireiese il pensiero d'applicaisi al- accademie agrarie di Torino e di Napoli,
la più antica e più utile dell'arti l'agri- e con quelle de'Georgofili di Firenze, di
maggior van-
coltura, e ad altri oggetti di Padova, Vicenza, Brescia, Udine e Co-
taggio che non sono amenità poetiche^
le negliano. In qualità di soci figurarono
senza però queste del tutto om mettere più centinaia di nazionali ed esteri dotti
come ricreazione ed esercizio lodevolis- prelati e cardinali, ed i cardinali Casali,
simo, e sollievo allo spirito dall'applica- Honorati e Braschi successivamente ne
zione alle scienze. Si ebbe in mira anche assunsero la protettoria. Fra l'eletto no-
d'eccitare con tal esempio l'altre città e vero de'soci corrispondenti, a cagione d'o-
luoghi della provincia all'imilazioDe, nel- nore ricorderò Francesco Saveiio Casti-
TR E TUE 23
Pio Vili. Tante onorevoli re-
olionì, poi moso stabilimento d'Amburgo,9omig]iau-
lazionifurono jìo>re a profiUo per acqui- lissimo a questo di Treia, è posteriore di
star Unni e nozioni, e servirono a coniii- circa c) anni. Riconoscente la città al gran
niranieni^li altri come ;i La-Lande, e poi beneficio, nella pubblica piazza eresse il

a F'ilippo Ile. Intanto gli slmli agrari pro- discorso monumento di gratitudine a Pio
gredendo, molte buone pratiche s'intro- VI, inaugurandolo con 3 giorni di feste.

dussero nella provincia, ani he a più ab- Lo stabilimento tosto fiorì, sotto la di-

I)ondanle nutriinen.lo del bestiame, e co* rezione di due depiAtali georgici, e vi si

semi fatti venire da più parli, pr«)pagan- fabbricarono finissime tele emule delle o-
dosi la coltivazione del ricino e delle pa- landesi , e pregiatissimi pizzi o merletti
tate poco allora conosciute; promossela d'ogni qualità ad uso di Fiandra. Nelijì
riforma de' seminati, rese più estesa la 3."fista di Pentecoste solevasi radunale
coltivazione degli olivi e di altre piante le fanciulle addette al lavorio nella sala
oleose, incoraggiati ì\ìA solerte tesoriere del palazzo comunale, e premiarle con
Ruffo, ed alcuni soci nel 1782 ottenne- doli e donativi, pe'progressi delle mani-
ro da Pio VI la privativa di eslrarre o- fatture, dopo essersi fatta la pubblica e-
lio da'semi di lino e vinaccioli, costruen- sposizione de'loro differenti lavori; indi
do un molino con felice e lucroso risul- in altra sala gli accademici ne celebrava-
tato. I vini furono migliorati, la custodia no il progressivo incremento con poesie
de'gelsi accresciuta, le canape acquista- , rallegrate dalla musica. Ma l'infelice e-

rono un grande sviluppo. Meritandosi la ))Oca lepiibblicana del 799, per una tur- I

società considerazione estima dal gover- ba d'insorgenti, e quella pure del regno
no, da questo a pubblico beneficio fu in- Italico, manomise e paralizzò lutto lo sta-

caricata della compilazione di memorie bilimento, colla sottrazione di cospicua


istruttive, che il medesimo
sfampare fece parte dell'annue rendite e minacciando
in Roma. Riflettendo la società, che agri- to"liere le rimanenti. Il magistrato d'al-
coltura e arti si danno mania vicenda, né lora, in viitù del breve pontificio, suc-
può lungamente prosperar l'una senza il cesse alla presidenza dello slabilimenlo,
soccorso delle altre, videqual utile stabili- ed in vece di delegare in suo luogo il pre-
mento sarebbe stato quel lo d'erigere pub- sideyr;ro tewporc della Marca, sostituì al-
bliche case di lavoro, onde separatamen- tro soggetto contro ledisposizioiii'del bre-
te raccogliere la gioventù d'ambo sessi, i ve, didche ne derivò alla società un ab-
l'una ad esercitarsi con soldo giornalie- baltimento dal quide non potè riaversi,
ro in manifatture di varie sorti, eglio- con pubblico e manifesto pregiudizio, seb-
2.Ì0SÌ discoli racchiudere a correzione, af- bene tuttora riposi sub magni No/ninis
fine di ricondurli per via di conveniente umbra. A. comodo della numerosa popo-
educazione,così nel sentiero del buon co- lazione, che ascende a quasi 9000 , dal
slume, come all'amor del travaglio, on- comune si stipendiano 4 maestii di scien-
de poi ne traessero onorata sussistenza, ze, cioè uno di grammatica, altro d'u-
così din)inuendosi la n)endicità e gli o- manità e rellorica, il 3.° di filosofia e ma-
ziosi. Umiliatosi dairaccademia il piano tematiche, il ^° di teologia doguialica e
a Pio VI, ne ottenne non solo la sanzio- morale. Si esercilnno in Treia molle ar-
ne, ma i fondi pili che sulììcienli alla son- ti, che formano corpo e università, e spe-
tuosa edificazione di due ampie e ben co- cialmente (piella de'liiiaiiioli e canepini,
struite case di lavoro, e a procacciarsi (pia- che gii ano anche per la provincia. Secon-
lunque sorte di materie prime da impie- do l'idtima pro[»o>>izione concistoriale, ec-
garsi in manifatture, stante ramuia per- co lo slato religioso della città, che poi de-
l>etua rendila di scudi oltre i 2000. Il là- scriverò con purlicoliiri nolÌ7.ic,che trassi
232 TRE TRE
da Giuseppe Colucci, e dalle stnmpe per biasima il Colucci, per la mal digerita glo-
l'erezione della caltedi'ale e diocesi. La ria , e che invece d' illustrarla piultosto
cattedrale, edifizio di buona sliultura, è l'oscurò, ad onta che i molti documenti
sotto l'invocazione dell' Annunziazione che gli servirono alla compilazione, nel-
dèlia B. Vergine, con ballisleiio e cura la piliparte furono tratti dall'archivio
d'anime amministrala dall'arciprete, coa- municipale. Furono disapprovate le sue
diuvalo dal parroco vicario e da un cap- osservazioni, talvolta troppo superficiali.
pellano; possiede uno stupendo organo. Questa storia il Colucci la riprodusse e-
Tra le ss. Reliquie, sono in grande vene- ziandio nella collezione óeW AnticJiità Pi-
razione il corpo di s. Giustino, il capo di cene, t. 2, stampata in Fermo nel 788: i

8. Orso martire della legione Tebana, e Dell'antica città di Treia. Nella breve
di s. Matrona (la bolla di erezione della prefazione egli dichiara, che nella prece-
cattedra vescovile nomina pure il capo dente sua opera avea trattato dell'antica
dis. Giuliano martire). Ilcapitolo si com- città di Treia, connettendovi la storia di
ponedella dignità dell'arciprete, di i4ca« Montecchio, terra mollo rispettabile del-
nonici comprese le prebende teologale e la Marca, e che gli piaceva di trattare nuo-
penitenziale, di 6 mansionari, e di altri vamente delle di lei antichità, prese so-
preti e chierici addetti alla divina uHl- litaria mente,cioè senza estendersi alla sto-
ciatura. L'episcopio è presso la cattedra- ria di Montecchio, che destinava in altro
le, ottimo edifizio. Oltre la cattedrale vi tomo, ma sembrami che non lo effettuò.
è un'altra chiesa parrocchiale munita del Avvertì bensì, che quanto all' antichità
s. fonte, 3 conventi di religiosi, 7, mona- di Treia, avrebbe fatta qualche variante
steri di monache , alcune confraternite, dalla precedente pubblicazione. Giovan-
l'orfanotrofio, l'ospizio per gli esposti, il domi del Colucci, comincierò dalle anti-
seminariocon alunni, l'ospedale e il mon« chità di* Treia, e preferirò la 2.'' pubbli-
te di pietà, oltre diversi monti frumen- cazione supponendola rettificata. L'anti-
lari. La diocesi di Treia si estende per 4o ca esistenza nel Piceno di Treia e de'tre-
miglia di territorio, e contiene 5 oppida. iesi, TrejenseSy viene ricordata da Plinio
Il Colucci patrizio camerinese pubblicòin seniore e da Frontino, ili .''chiamandogli
Macerata nel 780: Treia antica cittàPi-
1 abitanti Triacenses, il 2." dicendo il ter-
cenaoggi 3Iontecchioillustrata, con Ap- ritorio Treensis. Nell'itinerario d'Anto-
pendice Diplomatica cronologica. Se ne nino si nomina Trea, fra Sellempeda,ora
dà contezza dalle Effemeridi letterarie s. Severino, e Osimo. Tolomeo rammen-
eli Roma del 78 1 a p. 00, notandosi che
i 1 ta una città delta r'r/^m«<7, parimenti nel
tutto questo lavoro non piacque a'mon- Piceno. Da due lapidi che riporta, sono
tecchiesi, non indicandone le ragioni: so- nominali popoli Trejenses,onA<i è indu-
i

lo rimarcandosi, perchè il Colucci non bitala l'esistenza di Treia da essi abitata.


mai mentovò l'infelice ma dotto ab. Co- Questa città fu nel territorio di Montec-
stantino Ruggieri (autore d'un Discorso chio , nella contrada che si dice del ss.
storico giuridico di Treia)y che prepa- Crocefisso^ e altrimenti di Treia (fino
rò tanti materiali per quest'istoria, ben- dal secolo XIII cosi chiamata) e de muri
ché esso se ne giovò tanto ,
perciò si ri- de* Saraceni^ in una vasta amena pianti
petè la sentenza di Cicerone: Ingenui a^ ra, ove appariscono gli avanzi di antica
ninii estfateri, per quem profeceris. Il città mancata e distrutta. Ivi si alzano
p. ab. Ranghiasci nella Bibliografia del' gran pezzi di muraglie reticolate, e se si
lo stato pontificio y anch' egli rilevò che scava se ne scuoproiio altre agguagliale
l'opera del Colucci fa poco gradita a'mon- .ni suolo. Ivi appariscono avanzi di gran-

tecchiesi o sieno treiani. Il Benigni poi di acquedotti, e di altri condotti d'acqua


TUE TRE 233
tallì con pietra dura incisa appositamen* cerata. Il territorio di Treia a levante
le e ailallala a quell'uso. Crede Colucci, si estese sino al lago di Recina, che poi
che soUerra ivi esislino disegni di tetn- passò a formare il territorio a Macerala,a
plijdi terme e la direzione di qualche stra- Monte Cassia no, e in parteancora a Reca-
da; pavimenti di fino marmo e di musai* nati, co'quali 3 territorii confina ancorog»
co, più volle furono scoperti. Ivi si tol- gi.A mezzodì vi fu Urbisalvia, e perchè tra
sero le lapidi che riprodusse, le colonne, questa e Treia non vi fu certamente altro
i capitelli e altri marmi che ornarono ma- territorio intermedio, così è da credersi
gnifiche fabbriche , medaglie corniole, , che l'agro Treiese confinasse coH'Urbisal-
cammei, idoletti e altre anticaglie. Da tut- viese. Oggi però Treia non confina con
to questo Colucci si conferma che ivi fa Urbisalvia, ma tra loro si frappone Monte
Treia, e nomina parecchi scrittori dello Milone, ch'ebbe territorio dopo la man-
stesso parere, rigettando l'opinione di chi canza d' Urbisalvia e dell' antica Treia,

la credè sponde del fiume


esistila nelle e col prenderne parte dall' uno e parte
Potenza poco lungi da Macerata, erro- dall'altro formò il suo proprio. Più sopra
nea credenza che poi ripetè il Calindri nel esiste Tolentino, col cui agro deve aver
Saggio del pontificio stato. Il vero suo confinato anche ilTreiese, come pure con
nome fu Treia, e quello del suo popolo quello di Settempeda, giacché oggi anco-
Treicsi. Per essere una delle città medi- ra ha per confine quello di s. Severino.
terranee, ed essendo ignota l'origine, po- Se non s'internò fino a Matelica, pare che
trebbe dirsi che fu opera de'sabini venuti versosettenfrione confinò con Cingoli, col
a popolar il Piceno dopo siculi e libur-
i i quale anche al presente confina, e quindi
ni. Però riflettendo sull'etimologia del no- sotto a tramontana ancor con Osimo, e
me Treia, crede doversi ripetere dal gre- coU'agro di Beragra, che sì crede essere
co e non dal Ialino: per l'aninità che ha stata nel territorio di Monte Filottrano.
col nome Traiano, derivato dalla Spa- Noterò, che il territorio di Treia, che pri-
gna, ove vuoisi che abitassero gli anti- ma si estendeva al circondario di circa 34
chi tirreni, popolo identico coH'etru^ico, miglia, dopo la transazione fatta nel i 77
si troverebbe nel nome di Treia un'eti- con Macerata, fu ampliato fino a quasi 4o
mologia etrusca, nel qual caso si potreb- miglia, e dentro confini del medesimo
i

be crederla fondata dagli etruschi, dopo si comprendono 7 ville molto popolate di

la fuga degli umbri. Mentre se dal greco piena giurisdizione del comune. Ciò non
ripetesi l'etimologia, si avrebbe l'origi- ignoi ò Colucci, poiché disse che in circui-
ne molto più antica per opera de' siculi to un distretto aljbracciadi quasi 4» •bi-
venuti nella regione. Treia fu prima cit- glia, ma poi in altro luogo calcolò il ter-
tà libera, poi fu prefettura de' romani, ritorio a più di 3o governo po-
miglia. Il

indi dopo la metà del secolo VI di Ro- litico della colonia Treiese foruiavalasua
ma fu nìunicipioe colonia. Treia appar- repubblica come lealtre città Picene,coui»
teneva alla tribù Velina, ed in essa i suoi posta da'decurioni e dalla plebe. Ordoet
cittadini davano il pròprio sulfragio. Il Plehs Trejensis si legge in una lapide
,

suo territorio fu molto esteso, come Io è Osimana. Da altra lapide si rileva l'ordi-
l'attuale, risorta sulle rovine dell'antica, ne decuri onale, che decretò l'erezione d'u-
quantunque alquanto venne diminui- na statua a C. Cam urlo Clemente. Il suo
to, e pel territorio di Monte Milone, che principal magistrato fu il duuuìvirato, e
occupò l'antica Tieia, e per l'altro d'Ap- si raccoglie benissimo da un frammento
pignano, die pure in parte si formò col di lapide. Treia deve avere avutoanco gli
treiese.De'ilue comuni parlai nel vol.XL, altri mugislruti colonici. 1 trciesi presta-
p. 27 ,descri vendo la delegazione ù\Ma-
I
rono culto alla ninfa Idachia^come le^jge-
VOL. LXXIX. 16
9.34 TRE TRE
si in una lapide d' una ^cecilia fontana miglie e liberti treiesi: una delle fimiglie
cìeila città. Quanto alle univeisilà o col fu la Vibia, altra fu la Nevia,allrela Lu-
iegi de'lreiesi, le lapidi non parlano che crezia e la Sabina o Sa tri a, la Pouiponia,
de'cenlonari e de'fabhi i, come si legge in la Ikbia, la Stazia, l'Aufulia; de'iiberli,
quella portata nel palazzo pid»l)lico, di e- tale fu Ibero d'Augusto, il cui marmo è
logio e per la statua ei ella di pssi ad ono- nel palazzo pubblico. Indi il Colucci ri-

re di L. Nevio Frontone, forse loro patro- corda le anticaglie trovate negli scavi di
no. La lapide osimana posta a M. Oppio Treia, già rammentate, de'maruu sceltisi
Capitone appartiene a'treiesi: egli eia ca- siuii destinati ad ornare l'altare maggio-
valiere col cavallo manlenuto a pnl)bli- re della collegiata, olire i piond^i, gli ac-
che spese, ed anche giudice scelto dalla 5." quedotti, piedistalli; dell'idolctlo di
i mar-
tiecuria de' giudici, tribuno nella legione mo finissimo trovato nell'orto de'mino-
Vili d'Augusto, protettore e curatore as li osservanti, rappresentanle Bacco njae-
segnatole dall'inipeiatore Antonino, per slrcvolmente scolpito. Nel palazzo del co-
l'incarico d'aflìttare i beni del pubblico, mune vi sono pure le teste uiaimoree <U
stabilire il prezzo delle cose venali, difen- Oiove turrito, di Venere e di Mercurio,
dere le cose pubbliche dall' occupazione oltre altri pregievoli frammeiìti antichi.
de'privali, e dare a fine le opere pubbli- Treia fa città cristiana sino da'tempi a-,

che nell'occorrenze. 1 decurioni di Treia poslolici, e la dilalazione della fede, dice


e la plebe, o senato e popolo, come a be- Colucci, la ricevè da'primi santi vescovi
nemerito loro protettore fecero a proprie regionari succeduti agli apostoli, tra'qua-
spese erigergli una statua in Osimo, dicui li pone probabilmente s. Feliciano vesco-
era pure protettore, col permesso de'de- vo di Foligno; la vicinanza di Treia a'con-
curioni osimani, i quali con loro decreto fini dell'Umbria, la siluazioi\e di lei lun-
ne assegnarono il luogo. Altra bella lapi- go la strada Flaminia, dichiara Colucci,
deappartenentea'lreiesi esiste in Fabria- sono lutti argomenti altissimi a persua-
no e scuopn in Attidio, la quale IMura-
si dere che Treia fosse una delle prime cit-
tori pretese stranamente contrastare ad tà del Piceno nelle quali i SMuti vescovi,
essi. L'eressero in Attidio al nominalo Ca- annunziatovi il lume della fede, potero-
io Camurio Clemente treiesi colla sta-
i no raccogliervi i frutti del loro evangeli-
tua, come a loro benemerito prolettore co sudore. Nella metà del secolo IV era»
del municipio di Treia, per decreto de'de- no in queste vicinanze un bel numero di

curioni,e cp^elli d'Allidio ne assegnarono cristiani, il che si raccoglie dagli atti del
il sito. Dall'illustrazione del Colucci si ri- glorioso prete e uìai'tire s. Antimo, il qua-
cavano molli onorevoli uffizi esercitali
i le avendo convertito il proconsole l'inia-
da detto personaggio, forse di Auidio e no, questi tornando a Roma, si condusse
della tribù Lemonia. Nella contrada me- seco i compagni Fiorenzo, Sisin-
di lui
morata di Treia si scavò la lapide di Ma- nio diacono, e Dioclezioje perchè non po-
dìo Vibo, a lui dirizzata probabilmente teva tenerli presso di se per timore dei
o da'congiunti in memoria delle cariche gentili, li mandò in vari suoi poderi che
sostenute, ovvero che se la facesse erige- possedeva nel Piceno, e precisamente vi-
re da se medesimo, e fors'anche colla sta- cino ad Osimo dove vissero 3 anni. E',

tua. Credesi Vibio cittadino treiense, tri- mollo fondato il sentimento di chi crede
buno militare, prefetto de'fabbri e della che le possidenze di Piniano fossero do-
cavalleria, questore ediledella plebe e pre- ve ora sorge A j)pignano, anche avuto ri*

tore dell' erario, non che legato di Au- guardo alla son)iglianza del nome. Se real-
gusto e di Tiberio,e proconsole della pro- mente le possidenze di Piniano si estese-
vincia di Narbona. Si hanno lapidi di fa- ro perciò alle vicinanze di Treia , e per
TEE TEE 235
«servi vissuti 3 anni sinc molestia^ è da ra possono esser periti tutti i nomi di quel*
neilersi che nelle mede^ime vicinanze, Ira li che avran seduto nelle sedi di altrecit-
le (jtiali devesi coniprendere l'a^^ro Tie- ignoriamo ogni nionumeo-
là, delle quali
iese, già vi fosse stabilita la cristiana cre- lo. il lustro con cui si è sem-
L'antichità ed
denza. Anzi ammesso ancora che pode- i pre mantenuto il capitolo di Monlecchio
ri di Piniano non fossero in Appigliano, è un'altra prova non dispregievole del-
ma in altra pai te delle vicinanze d'Osi* l'antica sede vescovile Treiese soppressa
ino, sempre saia vero che in que'contor- colla slessa città di Treia.(Noterò che ,

ni s' era dilatato il cristianesimo per la siccome attesta lo storico della chiesa di
precedente predicazione de'santi vescovi, Camerino, Treia dopo di aver subito le
egli stessi nominati santi martiri vi avian- devastazioni de'barbari fu a quella stessa
no colla loro conversazione cooperato chiesa commessa e raccomandata. La pri-
moltissimo. Resa poi nel principio del se- mitiva esistenza della sede vescovile di
colo I V, da Costantino I la pace alla Chie- Treia, non solamente il Sarti, il Ralfaeli,
sa, e professandosi senza timore in ogni il Marini, il Compagnoni, il Zaccaria, il

parte le verità evangeliche,! Papi contri- Ruggieri, il Benigni, il Braiidimarte, ma


buirono con tutti i mezzi per dilatarla e lo stesso scrittore camerte asserisce e po-
rassodarla, coll'estirpazione de'rimasugli ne fuor d'ogni dubbio). Successe già Mon-
dell'idolatria che restavano ancora perle lecchio a Treia e dalle rovine di questa
città. Da ciò ne venne il saggio provve- fu edificato; è ben probabile che se allo
dimento di accrescere il numero de'vesco* splendore della città successe la nuova ter-
vi, iquali se prima si destinavano a qual- ra, alla dignità della chiesa sarà succedu-
che città principale per soccorrere al bi- ta la chiesa slessa, e se restò senza il suo
sogno de'cristiani, e alla dilatazione del- vescovo, come ci rimasero altre simili cit

la fede nelle città prossime che non aves- là , non per questo si sarà abbandonalo
sero il proprio vescovo, dopo si dierono da'sopravanzali Ireiesi il culto e '1 deco-
quasi a tutte,ecoirandar del tempo si ac- ro del santuario, ed accresciuto coli' ac-

crebbero in modo le sedi vescovili che poi crescimento della medesima terra". Fu
fu d'uopo sopprimerne molte. Per tal ra- grande e illustre al pari d'ogni altra co-
gione e per trovarsi de'vescovi di molte al- lonia o municipio romano Treia, e per le
tre città anche inferiori a Treia, o alme- umane vicende declinò a poco u poco e
no eguali, opina Colucci doversi credere venne meno. 11 ."crollo funesto l'ebbe dal
1

che anco Treia avesse la sua cattedra ve- furore di Alarico re de'goti, che nel 4^4
scovile; e se suo vescovo non fu quell'A- irritalo dalla risposta dell'imperatore O-
gnello, che credevasi dal Raffaelli, ricor- norio, di preferire la guerra al comprar
dalo nel 591 ©597, e se niuna memoria la pace a gran somme d'uro e d'argen-
di lui ci pervenne, ciò non bastare per as- to, marciò furibondo alla rovina di Ro-
serire che Treia non ebbe il suo vescovo. ma con esercito barbaro e poderosissimo.
»In vero, come sappianm noi che l'ebbe Valicalo ch'ebbe il Po presso Cremona,
Falerio, come '1 saj)pian»o di Ui bisalvia, per Bologna e Rimini entrò nel Piceno,
comedi Malelica,di Seltempeila, per non e per la via Flaminia, al diredi Paolo Dia-
iscostarci tanto da Treia V Solamente per cono, cuncta per quae jernnt igm\ fir-
qualche nanieesoscrizione di vescovo rav- roque vastantes, anche a Treia toccò ca-
visata lortuilamente in qualche concilio, der vittima del crudele furore di (piella
o in qualche lettera. Eppure la sede ve- gente. Allora fu, al dir di Procopio, che
scovile di esse città, non sarà stala ne d'un cadde ancora Urbisalvia, di cu\ praetcr
vescovo, né di pochi anni. Come son pe- ìuia ndinodam portante ctpaucas slru-
riti i nomi degli alili vescovi, così auco- cturac pavimenti rclìquias, nieule io
236 TRE TRE
piedi lasciò l'odio de' nemici. In una pa- ci avanzi dell'antica Treia, più volle sac-
rola fece man bassa sopra tulli i luoghi, cheggiata e distrutta, in ogni tempo visi-

die incollilo lungo la via Flaminia. lii- tali dagli antiquari d' ogni nazione colle
iiene Colucci, che da quesla distruzione più minute osservazioni, trovansi presso
non si possa lipeleie il risorgimento in l'odierna, e che essendo situala nel corso
Monlecchio, e nemmeno si può credere d'un ramo dell' antica via Flaminia fu ,

che disfaltaTreia restasse sepolta per mol- necessariamenle più delle altre città Pi-
tisecoli. Crede inoltre, che avesse qual- cene esposta alla ferocia degli eserrili che
che lislorazione, ma poco durevole. Po- vi transilavano. Che dalle sue viscere so-
chi secoli appresso (olire le distruzioni o- no usciti ne'passali tempi splendidissimi
perate da'longobardi), e tra il cadere del nionumenli, oltre quelli esistenti in 0<.i-
IX e il principio del X sopravvennero gli mo e Fabriano comprovanti la sua qua-
ungari, e quindi gli arabi saraceni , che lità di municipio, che in buona parte Ira-
tutto a ferro e fuoco mettendo, per ma- sportati in Roma, in Venezia e Verona,
no loro e come molte altre città d'Italia, non che in altre città del Piceno, hanno
anche Treia ricevè l'ullimo totale eccidio, arricchito i più nobili musei, e segnata-
e quanto al ferro e al fuoco de'preceden- mente la villa Albani di Roma. Molli al-
ti dislrultori era fuggilo, fu dal disuma- tri ancora, specialmente in genere di la-
no e fanatico furore di que'nuovi mostri pidi e sculture in bronzo o in marmo, pas-
barbaramente manomesso.Da'fuggili dal- sarono in potere del cardinal Passionei e
la strage, dal saccheggio e dalle rapine di accrebbero ornamento al suo palazzo di
Treia, parliti i nemici, i treiesi sul vicino Fossondjrone, oltre quelli trasportati in
monte fabbricando leloro abitazioni, die- Roma. Anche il celebre march. Maffei
rono principio a Monlecchio, ignorando- n'ebbelasua parie, e seil comune di Tre-
sene l'epoca precisa, però sembra il seco- ia non si opponeva al suo genio di con-
lo X. Ora ciedo opportuno, per non ab quista, sarebbe ora nel museo di Verona
lontanarmi dall'argomento deirantichità la discorsa bella lapide di M. Vibio. Al-
di Treia, di dare un cenno della Lette- tri se ne conservano nel palazzo munici-
ra sugli scavifatti nel circondario del- pale Treiese, e presso vari particolari cit-

l'antica Treja,del d.r Fortunato Beni- tadini. Di medaglie poi di bronzo, argen-
gni censore bibliotecario ^ ed istoriogra^ to e oro, anche di massimo modulo, di
fo della Società Georgica Trejese, so- corniole, cammei e gemme preziose sene
praintendente a' vetusti monumenti di trovò copia sì grande, che parecchi este-
detta città ec.^al celebre cav. A Unno Lui- ri poterono formarne pregievolissime se-

gi Millin presidente del gabinetto delle rie. In Treia il sacerdote Cimiui Supria-

medaglie dell' imperatore Napoleone ly ni maestro d'eloquenza raccolse 4oo tU


membro della predetta Società, ec, Ma- tali gemme, ei5o almeno ne riunì il suo

cerata 1812. Vi sono diversi rami, cioè successorePerugini, fra le quali molle bel-
la pianta topografica dell'antica città di lissime e di gran pregio, tulle trovale tra
Treia desunta da'ruderi ancora esistenti, i ruderi treiesi: ili.*^morlo dopo la metà
che avea fatto incidere pe'suoi volumino- del secolo passalo, il 2.° ne'primi del cor-
si Annali di storia patria ,
prima degli rente. Nel declinar dello scorso secolo, a-
scavi di cui parlerò; quella della basilica nimati i comunisti da tante notabili ric-
scoperta negli scavi della medesimajil sud- chezze scopertesi in ogni tempo nel suo-
detto monumeolo eretto a Pio VI e so- lo della rovinata città, intrapresero rego-
-vrastato dal suo stemma; e molle pregie- lari scavi a pubbliche spese nel circonda-
voli sculture trovale negli slessi scavi. 11 rio della medesima, sotto la sorveglianza
dotto Ireiese dice che i ruderi e luagnifi- dello stesso Benigni, iu unione di 3 mem-
TRE TRE 237
bri (ìelln societàGeorgica e (lelPingegne- nele e altri monumenti ivi diseppelliti, e
re Nicolò F'edeli; scavi die furono sospe- in gran parte collocati nella galleria del
si nel 1791. Si trovarono riuleri d'opera palazzo municipale, in unione degli altri,
reticolata dall'epoca repubblicana di lio- che prima vi esistevano, per cui insorse-
ma anteriore al soggiogamento de' pice- ro grandi speranze e si sarebbero avve-
ni, appartenenti a fabbriche private, alle rate se si fossero continuati gli scavi , a
mura urbane, ed a grandioso edifizio de- sommo lustro di Treia e gran pascolo dei
8linatoa usodi tealrood'anfiteatro,ch'eb- letterati. 11 Benigni quindi passa dotta-
bero quasi tutte le romane colonie, ad e- mente a descrivere e illustrare le cose più
sempiodi Roma. Peròawerte il Benigni, sostanziali e interessanti rinvenute negli
che le mura reticolate di Treia non sono scavi dell'antica Treia. Per la brevità che
della remoli-^sima età de'siculi, ch'egli re- mi è imposta, appena ne darò una indi-
puta suoi fondatori, ma di un'epoca po- cazione.Cominciando dalle fabbriche pub-
steriore e opera de' piceni antichi o dei bliche, si trovò la gran cloaca attraver-
sabini loro progenitori, o almeno tali mu- sante maggior parte della città, fabbri-
la

ra non doversi reputare del recinto, ma cata alla maniera degli antichi; e con es-
spettanti piuttosto a qualche teatro o an- sa si scuopri un bel tratto della via Fla-
fiteatro, che secondo Lipsio ebbero qua- minia , che da Settempeda passando in
si tutte le romane colonie; che se furono mezzo a Treia si dirigeva verso Osimo, e
castellane, converrà ammettere che il suo siccome fu la via fatta alla foggia dell'Ap-
pomerio fosse allargato nella i
.'
o 2.' de- pia nella 2.'guerra co'cartaginesi, da'qua-
duzione colonica fatta da' romani, come li secondo alcuni appresero i romani a co-
contestano le lapidi. Quantunque l'area struire le strade, e rilevandosi che un ra-
dello scavo eseguito fu di palmi i4oo di mo di questa passava per Treia, ne segue,
lunghezza e i5o di larghezza, che le po- che fin da quell'epoca esisteva certamen-
litiche vicende impedirono proseguire, te ancor la città, che dovea servir di sta-
tuttavia fu sorprendente il vedere la di- zione militare. Lungoladetta via ne'pas-
versità e concatenazione degli ediflzi pub- sati tempi si scoprirono, e poscia si an-

blici e privati nascosti sotterra. Alcuni di darono scoprendo molti sepolcri anche
questi debbono essere stati molto magni- magnifici, talvolta con ischeletri, vasi di
fici, per ampiezza eordinearchilettonico, bronzo istoriati o di creta cotta dipinti,
per la qualità degli ornamenti espressi nel- e lapidi sepolcrali, che riporta il Benigni.
le mura, e per la varietà e preziosità dei Si rinvenne nell'area del foro e della cu-
marmi che vi si trovarono frantumati in ria il piano della basilica, che nella par-
grande abbondanza fra le macerie; oltre te interna veniva sostenuta e nobilitata
le strade, cloache grandi e piccole, acque- da 52 colonnedi mar-
bellissimi e variati
dotti, templi, basiliche, tutto esattamente mi, 26 delle quali vano in
dividevano il

delineato nella nuova pianta cominciata 3 sale navate, formando ancora un por-
dal ricordato Fedeli; che se essa venisse ticato interno da tutti 4 l^ti dell'edifi*
i

compita colta continuazione dello scavo zio le colonne si trovarono frantumate


:

in tutta la superficie occupata dalla di- con capitelli d'ordine dorico, oltre^i fram-
strutta città, dar potrebbe la genuina idea menti di 2 iscrizioni antiche di vari lem-
I

di sua dimensione, ampiezza e parti de- pi caratteri e marmi pregiati. Crede il


,

sunte da'suoi ruderi e fondamenli, pian- Benigni, che l'atterramento della basili-
la che sarebbe unica in questo genere nel- ca fosse ordinato con zelo religioso da Co-
la repubblica antiquaria.Egualmente me- stantino 1 nel 3 3 o 32(3 transitando per
1

ravigliosa fu la quantità de' rottami d'i- Treia, che già da lungo tempo avea ab-
scrizioni, statue, metalli dorali, vasi, mo- bracciato il crislianesimo, per estinguerò
238 TRE TRE
lememorie paganesimo, del quale im»
del stero della cattedrale , trasporlatovì nel
peraloreedel suo infelice figlio Crispo in secolo XV dall'antica pieve ove era l'u-
ogni lenipo trovaionsi fra' ruderi treiesi nico fonte battesimale. Sorprendente poi
gran copia di medaglie. Nel circondario fu la quantità di medaglieconsolari e im-

della basilica si rimarcarono grandi con- periali rinvenute nello scavo, la massima
trassegni d'incendio, poiché l'ultimo ecci- parte in bronzo di tutte pirandezze, dalla

dio di Treia fu opera del fuoco, come i più remola età di Rotna fino a quella tlel
saraceni e altre feroci nazioni costumava- più basso impero sino a Foca inclusiva-
no. Si scoperse il piantalo d' un tempio mente: poche però erano ben conservate.
con sua cella e portico di 6 colonne d'or- Molte ve ne furono anche in argento, e
dine dorico, con marmorei pavimenti a parecchie in oro di Onoiio, Anastasio I e
musaico bianco e nero di diveisi elegan- Giustiniano I, comprovanti sempre più,
ti disegni: le pareti interne ed esterne e- che l'ultima rovina di Treia segui pei* o-
rano dipinte a fresco con colori vivacis- pera de'saraceni, non già de'goli, vandali
simi. De'diversi musaici antichi che ser- o longobardi come alcuni prelesero. La
vivano di pavimento alle case, già Ioavea copiosa raccolta di medaglie d'oro e d'ar-
ricordalo il p. Civalli nella Visita trien- gento, formata da Simone i^ancolli, nel
nale^ ó\c\}\ \ìBv\a] in tanti luoghi, presso secolo passato fu barbaramente squaglia-
ilColucóf Antichità Picene, 1. 15, p. 1 06; ta per dare un suono più argentino alia
ma nota il Benigni che tali pavimenti ap- nuova campana della collegiata, e gli ore-
partennero a terme pubbliche o a privati fici della città in buon numero ne acqui-

bagni. In vero al solo uso di terme e fon- stavano ogni anno pe'loro lavori da'con-
tane può riferirsi la grandissima copia ladini, uno de'quali trovò im medaglione
dell' acque condoliate dal vicino monte d'oro del peso di 4 oncie e mezza. Un buon
per mezzo de'magnifici acquedotti di pie- numero di bronzo eargento, nella più par-
tra e piombo, e molti se ne disotterrarono. te donate da d. Angelo Grimaldi erasì ,

Si può dire che in Treia scorrevano quasi adunato nel museo della società Georgi-
come in Roma fiumi di acque, che poi ri- ca, che involarono nel i
799 i suddetti in-
stagnando presso la chiesa del ss. Croce- sorgenti. Altre collezioni formarono di-
formando un piccolo lago, il silo fu
fisso, medaglia rarissima
versi particolari, e la

dello Funti dall' antico vocabolo Fons dell'ultimo imperatore romano Momillo,
i^o/z^/w/zz. Tuttora, dice il Castellano, sgor- passò in Osimo nella ricca serie de' Bel-
gano nelle vicinanze di Treia molle copio- lini. Non poche ancora furono le gemme,
se sorgenti ed antiche fonti. In Treia non corni<>le,niccoli e cau»mei,che in occasione

mancarono certamente bagni, e ne fa te- degli scavi che vado accennando, venne-
stimonianza il letterato treiese Giulio Ac- ro alla luce; e si osservò con sorpresa che
quaticci nelle sue Memorie mss. , al cui ben poche aveano ricevuto il loro finimen-
tempo furono scoperti. Negli scavi in di- to; onde si argomenta che in Treia vi fos-

scorso si rimarcò che i copiosi ornati d'in- sero più odìcine di tali incisori e gioiellie-
taglio architettonici, tanto in pietra cor- ri, e che per conseguenza fosse una città
nea e travertino, quanto in marmo fino mollo ricca e commerciante, vantaggio
e stucco, erano eseguiti colla maggior e- probabilmente derivante dalla sua felice
leganza e rilievo, e se ne vedono in varie ubicazione sulla via Flaunnia, e dall'u-
parti della ciltà e nelle case de' privali, bertà e vastità del suo agro, che in gran
che serbano colonne , capitelli e cose si- parte tuttora conserva. Delle gemme in-
mili. Uno di quesli capitelli di marmo più pregiate egualmente il Benigni
cise e
bianco,maesloso e bellissimo,d'ordine Co- ne ragiona con erudizione archeologica,
rinto, fu convertilo per conca del batti- soprattulte me^ritando d'essere ricordala
T K E T BE 239
la slnpcndissima gemina col Convilo ilu- qualche predilezione da alcun imperato-
gli Dei. Copiosa fu pure la raccolta dei re o imperatrice, e che l'avrà ornata di
pio«nbi e bronzi anche dorati trovali in ville di delizie per loro soggiorno. Termi-
tlello scavo, la maggior parte però fusi na il Benigni la sua importante Lettera,
dalla violenza del fuoco, ede'più interes- con indicare altri pezzi di scultura che si
santi il Benigni ne pubblicò i disegni. Nei conservano nella detta galleria munici-
tempi però anieriori allo scavo, si trovò pale, riproducendone disegni e quelli i ,

gran copia d'idolelli di bronzo, piombo altresì esistenti presso i privati cittadini.
e marmo di varie grandezze. Nella classe Innanzi di parlare della nuova e odierna
de'bronzi sfuggì all'altrui rapacità il bel- Treia, secondo il mio metodo, dirò prima
lissimo bronzo dorato rappresentante da di sue chiese, di sue case religiose, e de-
una parte il Giudizio di Paride e dall'ai» gli illustri treiesi , col Colucci precipua-
tra una specie di Sagriflcio, proprietà del mente.
cardinal Griu)aldi, insieme ad una colle- Dopo la devastazione de' goti , crede
zione di medaglie e di altri preziosi og- Colucci, Treia fu ristorata dal patito ec-
getti, di cui fu intelligente amatore e rac cidio, ma non colla precedente magnifi-
coglitore. Prodigiosa fu la quantilà rinve- cenza e con tutte le anteriori borgate; col-
nuta di vetri antichi e figuline bellissi;ìie, l'incursione poi de' devastatori saraceni,
il che die motivo a credere potesse esser- abbattuta la città, gli abitanti si rifugia-
vi sfata in quel sito una fabbrica di essi, lono nelle 3 prossime collinette e vi fab-
anche pe'coiitrassegni d'unafurnace. Non bricarono rozzamente le loro abitazioni,
pochi pure furono gli utielli d'oro, ma più tlando così principio a Montecchio , che
di icrro, ed alcuni muliebri smanigli, spil- cresciuto e fortificato meritò anch'esso il

loni e altri ornamenti. Si trovarono anche nome di Treia , ed il Colucci ne riporta


de* Priapi iu terra cotta in buon nume- la veduta. Ritiene iaollreche laddove gia-
ro, e fu indizio che in Ti eia vi furono ini- ceva la celebre Treia vi restò l'antica pie-
ziatori e sacerdoti degli abboni ine voli mi- ve, la quale fu ristorata da'moutecchie-
steri de' baccanali, e pochi passi lontani si,che non piìi lontani d'un miglio a vea-
dagli scavi anteriormente si scuoprirouo i no gettato fondamenta d'altra glorio-
le

vestigi d'un tempio dedicato a Bacco. In sa patria, per proprio comodo. Cresciu-
materia di statuaria si rinvennero diver- ta poi e ingrandita Montecchio, per mol-
siframmenti di statue, due delle quali mu- to tempo continuò a restare in Treia la
tilate si credono di M. Vibice di L. Ne-^ pieve, anche per usarsi ne'teojpi antichi
vio Frontone, collocate nella galleria del di aver le pievi fuori del sito murato e
municipio di Treia, di pregievole scalpel- chiuso, perchè senza impedimento e di-
lo: un leone, pure di marmo, dall'antica sturbo potessero fedeli averci un facile
i

pieve di Treia, fu trasportato nella catte- accesso. La pieve pare che fosse la chie-
drale. Il Benigni riprodusse una quanti- sa poi data a'minori osservanti riforma-
tà di lapidi rijivenule inTreia,alciuie del ti, la quale sorge nel centro dell'area del-
le quali non conosciute da Colucci, e di- l'antica città di Treia, e vuoisi che sia il

ce che cotne in altre parti del Piceno, le tempio innalzato alla B. Vergine da'pri-
campagne di Treia furono popolate sot- miti vi cristiani treiesi e denominala s. Ma-
to gl'unperatori, anche da famiglie sena- ria. Ristorata colla città per le rovine ca-
torie romane che vi pcjssederono vaste te- gionile da Alarico, in seguilo più volle
nute, deliziose possidenzee ville, efors'au- fu liinodernata. lITurchi \\Q\C(fnieriiuini
che taluno de'Cesario delle Auguste, poi- xacrum^ dice esser fama elicivi fosse l'an-
ché Treiu non fu «ma colonia ordinaria, tica cattedrale di Treia: Tcniiìluni illnd
tua delle più distinte ^ e riguardata con. ffuod hodic fratres reformali jìossident
24o TRE TRE
Trcj'enscmEcclcsìaniCathedralem Fìr- tulli gl'intendentiun prodìgio dell'arte,
ginì sacramflasse famar'.sY. Imperocché per cui viene riputato il più vetusto e in-
estinta la cattedra vescovile di Treia, des- signe santuario del Piceno; seppure non
so e Montecchio fecero parie della dioce- è ad esso anteriore il ss. Crocefisso di Si-
si di C<777?m«o,e venerarono la della chie- rolo, che si pretende trasportalo da Ba-
sa quale loro tempio principale. Ivi èia rilo in Umana. Il Benigni stava scriven-
divo! issi ma immagine del ss. Crocefisso, done le Memorie storico-critiche e ^\ pro- ,

per disposizione divina preservata da tan- poneva di pubblicarle nello stessoiBia,

te vicende, saccheggi e desolazioni a'qiia- essendo pure autore (\e\\* Insignita e pre-
lisoggiacque Treia. Inniimerabile è sla- gi dellaCollegiata Tre/e.se. Aggiungo col
to sen>pre il concorso de'fedeli a venera- Castellano, che a quest'antica cattedrale
re il ss. Crocefisso, ed in ogni tempo Dio di Treia, oggi della del ss. Crocefisso, per
per suo mezzo ha dispensalo grazie se- la speciale divozione che gli professano i

gnalalissime a'suoi fervorosi divoli. Il sa- Irejesijlimosse a'28 febbraio 18 7 ad ac- i

gro simulacro è allo nove palmi, propor- correre tumultuariamente per sottrarlo
zionalissimo in tutte le sue parli, e di e- al temuto rapimento, collocandolo nella

leganle e meravigliosa scultura. Singo- nuova cattedrale sino al cessar del peri-
lare, il suo colorilo, non
naturale e vivo è colo dacché il seminario di Camerino
,

conoscendosi se furono mai ravvivali


vi vantava alcuni diritti sul tempio (forse
i colori primitivi. Ecco il Turchi come ne perchè gli spelta la maggior parte del suo-
parla: Uhif quando, et a quo Crucifixi lo, parte del quale è proprietà della con-
imago fuerit elaborata i incerta res estj gregazione di carità di Treia e de'nobili
sane opus antìquissimumy et venerabi- Broglio), già posseduto da'soppressi reli-
le. Ima ginis sic ìntegra ita viviSi spiran- giosi Giro lamini eremiti diFiesole[F.),
tibusque pìetatem coloribus pietà, uto- e quindi da'minori riformali. L'ingresso
pus ferme novwn esse videatur , quum però alla chiesa fu varialo nel 1609, P^*'
revera, nimea me fallitopinio ea ab ipsis rivolgerlo verso la città moderna. Prima
Trejensibus venerata fuisse putanda che la pieve di s. Maria l'avessero i giro-
est; et forte in sua Cathedrali Ecclesia, lamini, era stata unita alla collegiata e-
11 Denigni riferisce, che nel 828 scoper- retta in Montecchio a motivo del suo pro-
tasi Elena la vera Cro-
dall'imperatrice s. gressivo incremento d'abitanti e di am-
ce, Ireiesi pieni d'entusiasmo religioso
i piezza. L'origine de'canonici in Monteo»
probabilmente dedicarono in quel torno chio forse risale al secolo XI, trovando-
Maria ss. Assunta in Cielo questo tem- si un documenlodeli^yS, Giordanus
in

pio, come insieme col Turchi opinò il ce- canonicus Plebis Treae de Montieulo*
lebre Zaccaria nel suo voto sulla reinte- dunque nelsecoloXI certamente inMon. 1 1

grazione di Treiaj tempio che da tempo tecchio eranvi canonici, con casa cano-
i

immemorabile appellalo sempre la pieve nicaleannessaallachiesa,che tuttora con-


antica Treiese, e ne'secoli posteriori pili servasi prescindendo nella struttura an-
volte rovinalo, restauralo e abbellito, fu tica dalle posteriori variazioni pe'restau-

poi consagrato al Redentore Crocefisso, ri o rinnovazione di qualche parte, con


di cui tuttora venera nella chiesa stessa
si suo chiostro monastico porticato, cister-
quel bellissimo simulacro rinvenuto, se- na e cortile. I canonici menarono vita co-
condo la tradizione de' maggiori, fra le mune col pievano loro dignità , che nel
macerie dopo l'eccidio de'saraceni; simu- secolo XVII mutò
il suo titolo con quel-

lacro che non sa dire se più famoso pei lo di arciprete avendovi nella canonica
,

suoi innumerabili e stupendi miracoli, o stanza ed e[)iscopio anche il vescovo di


per 1b sua mirabile scultura giudicala da Camerino, di cui faceva uso quando si

i
TRE TRE 24r
portava in ]\ronleccliio per qualche causa teologale e penitenziale. I! vescovo di Ca-
e vi risieileva in leuìpodi visitateci il pie- merino e di Fabriano f/ .j, nell'insigne
vano n'era il suo vicario generale. Essen- collegiata di Monlecchio celebrò il sino-
do la pieve dotala di Uìolli fondi, con al- do diocesano di sue vastissime diocesi a*
tre parrocchie subordinate, si unì alla col- 2, 3 e4 S'"o"*^ * 7^^' ^""' '"lervento di
legiata e co'suoi beni si eresse (piesta per numerosissimo clero diocesano,di 8 abba-
decoro della chiesa e di Dio, ed il pievano ti mitrali, cioè 3 camaldolesi, 4silveslri-
ottenne ili.° luogo presso canonici al- i : ni e uno oli velano. A perpetua memoria
la collegiata vennero assoggettate le chic-
O DO l'arciprete e canonici in una colonna del-
se minori e le altre parrocchie dipenden- la chiesa vi fecero scolpire corrispondente
ti dalla pieve. Da una iscrizione esisten» lapide. Dice Colucci, come i canonici del-
le nella cattedrale, già collegiata, si rica* le cattedrali, anche quelli di Monlecchio,
va che in essa fu neli4o6 trasferito dal- vestono per 6 mesi di colla e rocchetto,
la pie Maria presso le rovine di Tre-
vedi s. usando negli altri il rocchetto eia moz-
ia, il elacura d'anime col pie-
ballisterio zetla paonazza. Aggiungerò che tali inse-
vano, restando un parroco minore nel- gne corali furono concesse al capitolo da
l'antica pieveche vi durò per mollo tem- Benedetto XlVj indi Pio VII nell'erezio-
po , o almeno che in detto epoca il pie- ne della collegiata in cattedrale accordò
vano Giacomo de Neri riedificò in più n>a- alla dignità e canonici la cappa magna

gnifica forma la chiesa della collegiata, la paonazza colle pelli d'armellino,eda'maii-


cui torre campanaria era stata compita sionari simile cappa colle pelli di colore
nel I 3o4 come attesta la sua iscrizione, in cenerino. Ritornando all'antica pieve, fa-
essa essendovi un eccellente doppio di cendo il pievano e canonici la loro re- i

campane olire l'orologio. Il titolo della sidenza in Monlecchio nella collegiata,


collegiata fu pure di s. Maria, e si com- perchè fosse tenuta colla debita venera-
prova da una bolla d'Innocenzo Vili di- zione l'immagine del ss. Crocefisso, ne fu
retta nel 1484 a Pietro de Pancotti ca- afìidata neliSig la custodia dal capito-
noìiiciLS Ecclcsiae Plchìs nuncupatae s. lo e dal comune a'girolamini di Fiesole,
Marine de Monticulo^ nel conferirgli il i quali diligentemente adempirono l' in-
canonicato che avea ritenuto il perugino carico sino al 1668, in che da Clemente
canonico Burzio nell'essere promosso a IX fu soppresso il loro ordine. Parlili per-
vescovo di Cagli. Questo titolo probabil- ciò i religiosi, i monlecchiesi vi chiamaro-
mente le fu dato in nìeujoria dell' anti- no i minori osservanti riformali, deter-
ca chiesa, poiché propriamente la colle- minazione che per 3 anni sospese il cardi-
giata fu dedicala a s. Gio. Battista, come nalGiacomo Fransoni vescovo di Came-
si ha dalla ricordata lapide del i4o6 del rino; ma gli abitanti ricorrendo a Cle-
pievano Neri. Il capitolo della collegiata mente X, questi neh 67 r ordinò la con-
nel i63i era di 7 canonici, e ad istanza segna della chiesa a* detti francescani.
del capitolo e del pubblico, il vescovo Al- Tutta volt a il cardinale, d'accordo col ge-
tieri, Clemente X, ve ne aggiunse al-
poi nerale dell' ordine, fece ripartire i re-
tri 5, unendo alla collegiata la chiesa di ligiosi. I monlecchiesi a mezzo d'un am-
s. Martino eretta neli4oo presso la roc- basciatore se ne querelarono col Papa j

ca e ristorala nel 1 44^ (questa chiesa pre- sedate finalmente le controversie, i reli'
posilurale, dipoi divenula da molto tem- giosi vi tornarono nel 1673. Notò il p.
po diruta, nella sua area vi fu Ivibbrica- Civatli, che 20 o 3o passi distanti dalla
lo il teatro), e la chiesa pure tli s. Stei'i- chiesa delss. Crocefisso, si sente un eco

no in seguito diroccata. Fu allora istitui- meraviglioso che replica 3 volte. Quanto


ta la dignità dell'aiciprele, e le prebende alla collegiata , non csscudo il vaso del-
i/li TRE TRE
r antica cliiesa siifTìciente alla iiutuerosa pubblico e de'divoti ristorala e ampliala,
j)opoIazione smisuratarnenle accresciuta, al suo rettore venendo conferito il titolo

come rileva il Benigni e colla spesa di , ili priore. In Montecchio viveano di liroo-
39,000 scudi, fu riedificata d'un'arapiez- sine i poveri eremiti, veWgioiifrancesca'
za assai maggiore e magnifica, con chie- /zzclaren ideili di Val Cerasa dal conven-
sa SGllerranea, co'disegni del celebre ar- to che in essa fabbricò loro il comune, a-
(hilelto romano cav. Andrea Vici, da cui boliti poi da Leone X e definitivamente
Treia ripete ancora le suddescrilte gran- da Urbano Vili, e uniti a 'minori osser-
diose case di correzione e di lavoro, e il vanti. Fra'zelanti che ottennero da Cele-
bel monumento eretto nella piazza mag- stino V la separazione di alcuui france-
giore a Pio YI. La collegifita cosi diven- scani per formar la congregazione Chia-
ne bella e maestosa per esteriore forma, rella oClarena, uno fu il b. Pietro daiMon-

e per gl'interni profusi ornamenti, al di- tecchio, celebre predicatore, morto nel
re del Castellano. Però il march. Ricci i3o4 "G^ convento di Sirolo, ove il suo
osserva, che lo stile che vi tenne l'archi- cmpo è in gran venerazione. Nel voh
letto lo mostra buon seguace del Vauvi- XX. VI, p. i3o, narrai che il culto imme-
telli, e perciò i pregi e i difetti propri del morabile fu approvato da Pio VI, e qui
maestro sono patenti nel discepolo, ca- diiò che ne concesse l'uffizio e messa a lut-
ralteiisliche che non seppe smentire nep- to l'ordine francescano, ed alla città di
pure nell'arco che disegnò pel detto mo- Treia dov'era nato dalla famiglia Mar-
numento di Pio VI. Dalla lapide che vi chioni, che neh 575 si passando
estinse,
fu posla per memoria, si dice che fu re- nell'altra nobile famiglia Il No-
Grimaldi.
stituita al divin culto. Uno de'monasteri vaes nella Storia di Pio VI^ dice che il
per origine più antichi , che sia stato iu b. Pietro di Treia pacificò l'intera Mar-
Montecchio, Colucci repula quello delle ca divisa in micidiali fazioni, vi distrusse
monache cauiiildolesi di s. Romualdo e s. l'eresia degli albigesi, e con petto aposto-
Agata, giacché la tradizionelo vuole eiet- lico oppose al rilassamento della primi-
si

to dallo stesso fondatore della congrega- tiva povertà francescana; e che Pio VU
zione Romualdo, da cui ne furono isti-
s. nel 1800 innalzò al rito di doppio mag-
tuiti altri molti di monache e monaci nel- giore l'uffizio del beato perla città di Tre-
la diocesi di Camerino. La più antica me- ia, indi con altro decreto nel 1802 ampliò

moria di sua esi>tcuza è del 1292, altra VI accordato alla dioce-


l'indulto da Pio
essendo del I monastero giù era in
3 3o. Il si Fermo, s. Severino e Ri-
di Sinigaglia,
decadenza neh437, onde per ristorarlo patransone;e poi con decreto del i8o3
fu d'uopo ricorrere al pubblico consiglio; estese il detto rito alla terra di Sirolo ove
sembra che nulla si facesse,poichènel i463 riposa corpo del beato. Dal sacerdote
il

se ne rinnovò la proposta, nella quale si d. Angelo Grimaldi furono compilate le


legge il nome di s. Romualdo corrotto con Memorie per servire alla storia della
quello di s. Grimaldo. Nel 532 il mona- i
vita del b. Pietro di Treia e di lui cui-
stero fu riunito alla mensa vescovile di ^o,Roma 1794. Il già citato p. Civalli pro-
Camerino, e ad istanza del vescovo An- vinciale de'conventuali parlò di Montec-
ton Giacomo Dongiovanni fu demolita la chio o Treia a cagione della chiesa di s.

chiesa, e co'suoi cementi ne fu eretta al- Francesco e convento de'suoi minori con-
Giacomo e
tra sotto l'invocazione de'ss. ventuali, e diceche della fondazione del
Romualdo, nella quale fu trasferita nel convento non trovò memorie , bensì di
i6o3 la parrocchia suburbana di s. Egi- quella della chiesa in un angolo della tri-
dio a maggior comodo de' parrocchiani, buna con l'epoca deli3oo, secondo una
essendo stata però la chiesa a spese del iscrizione che leggo in Colucci. Questa fu
TRE TRE 243
rlprodotla dal march. Ricci, e dalla qua- sena e fu penultimo tra'vicarl genera-
il

le si ha tdllo quello che riguarda la fon- li. Il march. Ricci racconta, che mona- i

dazione della chiesa e del convento. La ci di Rambona nel 1 2 1 8 fondarono il mo-


chiesa fu restaurata notabilmente nel nastero nelle vicinanzedi Treia, e fabbri-
144^0^'' ^9^> ^^^' l'idolla a quello sla- carono una chiesa con architetture di
to che oggi si scorge nel 606, per cura
1 maestio Albicio. Avverte poi, che nel luo-
del p. Altobelli, Dice il p. Civalli, che nel go ov'erano cappticcini ora esiste la de-
i

convento vissero, il b. fr. Pietro da Tre- liziosa villa di Luigi Angelini , ove pure

ia o de Monficulo, il cui corpo riposa nel- già furono la chiesa e monastero di s. Sa-
la chiesa de' minori osservanti di Sirolo vino, la cui parrocchiale preposilura do-
con epiladìo, ed il p. m. Ilario Altobelli po la soppressione fu trasferita in s. Mi-
ilolto e virtuoso treiese; e che vi furono chele dentro Montecchio, insieme alla la-
celebrati niolti capitoli, come nel i44^» pide che ricordava la fondazione, ripor-
nel I
44^} 6 '^^^ ^9^ "^' '^^'o provliiciala-
' tata da lui e due mo-
ricavala da Col ucci. I

lo. 11 convento degli eremitani di s. Ago- nasteri di Maria della Pace e di s. Chia-
s.

stino, d'antichissima origine, vanta la tra- ra delle monache di Montecchio, ili. "fu
dizione che per qualche tempo vi dimo* fondato nel 5i 2 a spese del pubblico per
i

rò il glorioso s. JNicola da Tolentino e che le benedettine; il 2.° per lereligiosedel 2."

vi risuscitasse un morto, come racconta ordine di s. Francesco di cappuccine nel


il p. Cespi nelle Meraviglie di s. Nico- 1607 colle limosine di pii benefattori: es-
la, ed inoltre riferisce che era di Montcc- sendo ristrello il monastero delle cappuc-
chio il p. Giovanni confessore del santo e cine, il vescovo di Camerino Altieri poi
quindi postulatore pegli atti di sua beati- Papa, neh 652 concesse loro il convento
ficazione. 1 monlecchiesi avendo veduto di s. Matteo già de'crociferi e la chiesa di

fondare nella vicina terra di Monte Mi- s. Marco col convento de'servi di Maria,

lone il 2.° convento de'cappuccini, e con case religiose soppresse da Innocenzo X,


essi rifiorireil primiero istituto di S.Fran- assegnando le rendite de'crociferi al se-
cesco nella povertà e semplicità, brama- minario di Camerino per sostentamento
rono vivamente d' introdurli fra loro, e in esso de'giovani di Montecchio. Di que-

con pubblico decreto 1' elfettuarotio nel sto fu il vescovo Altieri anche beneu)eri-
l5y5, fabbricando il convento sopia un lo per aver sino dal 1 63o ordinala la fon-
collicelloiooo passidistantedalle loro mu- dazione della congrega/ione dell'oratorio
ra , in luogo aperto verso mezzodì sulla di s. Fdippo Neri, che tosto fiorì, ed as-
strada pul)blica per andar a Monte Mi Io- sunto al pontificalo la confermò con bol-

ne; ed eressero la chiesa sotto l'invocazio- la del 1 67 I : i primi ad abitare la casa fu-
ne di s. Savino vescovo e martire, in me- rono gl'illustri sacerdoti. Alfojjso Bianchi
moria d'altra chiesa dedicata al santo già monlecchiese e Flaminio Peruzzi d'Api-
de' benedettini del celebre monastero di ro, col fratello laico Francesco Ovidi di
Rambona eretto inMonte Milone, portan- Serra s. Quirico, i quali appresero le re-
do anche colle nome di s. Savino. Es-
il il gole tlell'istiluto da'tilippini di Cameri-
so avea diverse abitazioni, le quali in uno no. A comodo degli studiosi nella casa dei
alla chiesa furono devastate dalla gente filippini fu formata una biblioteca pub-
spedita da Manfredi usurpatore di Sicilia, blica, oltre quella della Società Georgi-
per vendicare Corrado d' Antiochia im- ca Treiese. Apprendo Memoria so-
dalla
prigionalo in Montecchio nel 1254- Nel pra i requisiti di Treia per V erezione
convento tra'cappuccini vi fiori il p. Re- della cattedrale \f escovi le Treiese f Ro-
naventura sacerdote monlecchiese di san- ma 8 f>, che ne' passali lem pi si contava-
1 1

ta vita, e vi fu sepolto il p. Paolo da Ce- no in Treia lino 10 conventi di religiosi


244 '1'
^ E TRE
di tliversiislitiUi, oltre la congregazione Suor Cristina Bianchi cappiiocinn di san-
cle'filippiniji monasteri clelleclarisseedel- ta vita del monastero di s. Chiara, li ge-
Jebenetleltine,un ospedale pe'proietti, in- suita p. Prospero Giuliani zelantissimo
fermi e sacerdoti pellegrini, un monte di missionario nell'Indie, le cui sorelle cap-
pietà, parecchi monti fVnoientari per sol- puccine Maria Teresa e Maria Geitru-
lievo de'poveri, ei4 confralernite di laici cle morirono in buon odore. Per dignità
vestite di sacco per intervenire alle pro- e armi fiorirono: Andrea Nani inviato da
cessioni; ma per le vicende de'tempi, per Giovanni XXI inPortogallo, per accomo-
I

le disposizioni de'Papi, e molto più per dare alcune differenze itisorte. M." Fran-
le ultime invasioni straniere dello stato cesco de Marchionibus legalo nella Sco-
pontificio, soffri Treia in questa parle,co- zia di Sisto IV e Innocenzo Vili. Barto-
me tutte le altre città, notabili cambia- lomeo Vignari scrittore apostolico, data-
menti. Al presente le case religiose di rio d'Eugenio IV e vescovo di Sinigaglia.

Treia sono 5, cioè filippini, i minori i Andrea vescovo di Capri, di Fossombro-


conventuali, minori osservanti riforma-
i ne e poi d* Osimo, vicario di Roma per
ti, che hanno in custodia il santuario del Eugenio IV, presidente e governatore
ss. Crocefisso, il monastero delle mona- della Marca di Nicolò V, nel quale u(ti-
che benedettine, e quello delle Clarisse. zio nel 44^ confermò le costituzioni del-
1

Inoltre in Treia vi sono 5 chiese, e mol- 1 la confraternita di s. Maria Maggiore di

tissime ne conta nei suo vasto distretto : Montecchio, oggi congregazione della ca-
oltre la parrocchia della cattedrale, e l'al- rità: noterò che ilLeopardi non io conob-
tra cura formata dalle unite prepositu- be nella Scrìe.s Rectorum Anconitanae
raledis. Michele Arcangelo, e della prio- Fortunato Pellicani vescovo di
7l/<:ZA'c/i7<7e.

rale de' ss. Giacomo ed Egidio, 5 sono Sarsi na.Alessandro Androzio generale de- -

le parrocchie fuori della città, cioè : la gli A postolini o congregazione di s. Bar-

pievania del castello di s. Lorenzo; dei naba. Giovanni Pellicani prefetto dell'an-
ss. Angelo e Carlo, colle cappellanie fi- nona di lutto lo stalo ecclesiastico, gover-
liali di s. Maria e di s. Fietro; di s. Maria natore di Perugia e dell'Umbria, presi-
di Paterno, colla chiesa filiale di s. Co- dente di Romagna, riformatore delle co-
lomba; de'ss. Patrizio e Vito, colla chie- stituzioni d'Ascoli e Avignone, e senato-
sa filiale di s. Maria in Val Campana; di re di R.oma. Francesco Ciarpellone vice-
s. Ubaldo ai Passo di Treia. Di più nel legalo della Marca pel vescovo di Jesi Ve-
territorio treiese esistono altre 9 piccole nanzi, con eslese facoltà. Nicolò Duranti
chiese di proprietà privala. 11 Colucci de- prelato gratissimo a s. Pio V. Piergenti-
scrisse le notizie de'seguenlitreiesi otnou- leBoccaleone uditore della legazione dei-
te( chiesi, che in breve riporterò. Comin- la Marca. RanuccioCastellani vicarioge-
cilo da quelli di santa vita e rinomali rerale del cardinal Arrigoni arcivescovo
per bontà di spirilo. E' fama immemora- di Benevento. Carlo Pancotti uditore del-
bile che s. Sergio nacque nella villa di Val le rote di Macerata e di Genova, e vica-
Campana, e ad A venale territorio di Cin- rio generale di 4 vescovi. Giulio Castel-
goli fu eretta una chiesa a suo onore, per lani governatore di Tursi. Furono illustri
la quale nacque disputa territoriale nel nella scienza e nella dottrina: Giuliano
secolo XV tra'cingolani e montecchiesi. Brogli avvocato, al quale e all'altro giu-
Il gesuitaFulvio Androzio, autore di
p. reconsulto montecchiese Angelo Andro-
\arie opere ascetiche che meritarono la zio fu data la cura d'emendare e riforma-
stampra. Il domenicano fr. Filippo Ange- re le celebri costituzioni Egidiane. Giam-
lini, autore di alcune operette spirituali Ro-
battista Castellanicelebreawocato in
stampate, ed amico ili s. Filippo Neri. ma. Bernardiuo Bianchi seniore celebre
TRE TRE 245
poeta, le cui rime furono stampale. Ste- Teloni vescovo di Macerata e Tolenli'
fano Androzio dolio e valoroso poela.Ber- no. D. Sisto Benigni presidente generale
nardino Bianchi giunioie assai versalo dell'ordine cistcrciense. 11 [). lettore Tom-
nell'umane lettere e nella poesia, caro al- maso da Treia n/inore osservante rifor-
la corte di Ferdinando III imperatore di malo, di cui abbiamo tiel eh. conte Seve-
cui fu consigliere, governatore di più luo- rino Servanzi Collio, Notìzie da servire
ghi di Marca e Romagna. Romolo Bro- per la biografia, ec.^ Sanseverino 1846.
glio insigne matematico: di questi riferi- Il march. Ricci niollo parla del pittore

sce il marcii. Ricci, che all'essere mate- Ireiese Pasquale Ciaramponi scolare «Iel-
matico di gran vaglia, seppe ottimamen- la scuola del celebre Baltoni/il quale scar-
teaccoppiare le cognizioni deirarchitet- so di beni di fortuna per mantenersi in
tura civile, e co' suoi disegni fu creila la Roma, ricorse a'suoi protettori concitta-
eliiesa di s. Filippo di Recanali, che se si dini, onde il provvedessero d'alcun aiuto.
fosse compiuta maggior cappella ot-
nella «Non gli fu dillicile l'ottenerlo; giacché so-
lerrebhe più credito; aggiunge, che non no que'cittadini sì inclinati a giovare i lo-
può dirsi come si diportasse nel disegno ro palriotli, che pochi paesi della nostra
della chiesa di s. Filippo di Treia, poiché provincia (la Marca d'Ancona) avanzano
non è più come fu eretta. Antonio Mon- Treia in patria carità". Loda suoi ritrat- i

tevecchio pio e dotto, lodato dagli stori- ti , eseguili con morbidezza di pennelo,
ci di Ravenna ove insegnò le beile lette- correzione ne'contorni, espressione nelle
re, e autore d'opere. Ilario Allobelli n»i- teste, alteggiamenti naturali, torco spiri-
nore conventuale eccellente matematico, toso, e ben disposti panneggiamenti. A-
i

cronista dell'ordine, scrittore della crona- vendo ripalriato ricevè da'concittadini va-
ca de' conventi e di altre opere, insigne rie ordinazioni, c\ùì il marchese enume-
predicatore e teologo. Giulio Aquaticci ra, e piacquero suoi lavori in modo da
i

lelterato del secolo XVH, matematico e confermar la fama che di lui correva; ma
poeta rinomato, autore di diverse. opere la molteplicità delle commissioni gli fece
iìlosofiche, poetiche, drammatiche e let- cambiar il suo stile finito e corretto, so-
terarie, non che delle Memorie {storiche stituendo invece un dipingere di pratica
diMoìitecchio. Pirro Coluzzi celebre pro- e manierato che lo degradarono nell'opi-
fessore di medicina e di matematica. Si- nione ch'erasi meritala. MontecchioeTre-
mone Coluzzi valente medico. Indi il Co- ia vanta nobiltà generosa, e per processo
lucci riporta i nomi di 8 montecchiesi sla- formale ebbe cavalieri Gerosolimitani os-
tipodestà di Bologna, Foligno, Osimo e sia di Malta, ed altri decorali di distinti
Rocca Contrada. Aggiungerò agi' illustri ordini, non che ci Itadiniascrilti alla nobil-
Ireiesi, già encomiali di sopra, i seguenti. tà romana. In ogni tempo suoi nobili e i

Il cardinal Nicola Grimaldi (V.) bene- cittadini s'imparentarono non solamente


merito e amantissimo della patria e pro- co'Gualanli di i'isa, i Cima di Cingoli, i

tettore della medesima, ora essendolo il Baldeschi di Perugia, i Caetani di Roma,


cardinal Gaetano Baluffi arcivescovo ve- ma cogli stessi Varani possenti signori di
scovo d'Imola; lasciò il cuore a Treia, che Camerino. Treia ha il proprio governato-
beneficò anco in morte per depositarsi ,
re, che nel suo circondario comprende le
nella cappella gentilizia della cattedrale, comuni di Monte Milone e di Appigliano.
colle celebri statue de'ss. Pietro e Paolo, Prima eranvi pel servizio del sovrano e
delle quali parlai nella biogialìa. Il suo dello stato 3 coutpagniedi milizie, iliie di
nipote mg.' Fili[)po Saverio de'conti Gri- fanteria di 4<)o individui, ed una di 100
maldi, Gregorio XVI lo fece vescovo di corazze co'Ioro distinti uniioruii, conuin-
s. Severino (F.). Mg/ Francesco Ansaldo dale da'iispellivi capitani e nubili ulUziai*
3t46 T RE T RE
li.. L'onlicbissimo Statuto di Treia fu ap- delloda que'colli ov'èsituato,ovvero per-
provalo prima da Paiolo II e quindi da chè primi abitatori e fondatori di esso
i

.Sisto IV: fu stampato neh 5^6 in Anco- l'appellarono Tifo « i/c w/z, quasi perchè e-

na con appiovuzione del vescovo di Jesi xwuo montis incidae, vale a dire abitatori
Antonio Venanzi di Spello vicelegato del- de'montijepuò anche star bene, che que-
laMarca.ll niagistralo municipale si com- sta denominazione si dasse agli abitantt
pone del gonftilonieie e degli altri con- di questo sito, nuche a'teuipi ne'quali e-

sueti magistrati; prima a vea anche 3 prio- sisteva l'antica Treia, e si dicessero Mon-
ri. Risiede nel suo [)alazzo, uno de'miglio- ticuli, perchè
più alta parte tra le cir-
la

li della provincia, ove gode l'indulto del- costanti abitavano. Vi è anche chi cre-
la cappella privala. Veste di lubboiie e de essersi detto Monlecchio, quasi 3Ions
\ellulo e damasco, secondo ha i ten»pi, ed Trejae, ma non sea)bra a Colucci fon-
non solo l'uso del berrello con cordone e data taleopinione. Ora 6 luoghi nellosla-
fiocco d'oro, ma inoltre il privilegio d'in- to pontificio portano il nome di Monlec-
dossarci! gonfaloniere la collana, e i prio- chio, cioè gli appodiati di Baschi e di Gia-
ri, ed ora gli anziani, lo stolone d'oro, [)er no, nelle delegazioni di Perugia e Spo-
benigna concessione di Pio VII, median- leto ; le frazioni di Bertinoro, di Brisi-
te il breve Paterna nostra sollicìtudo, ghella e di Città di Castello, lai." sotto
óe 20 (ì'^oslo iSo5f Bull. Roni. cont. 1. 1 1 Fori], la 2." di R.avenna, la 3." di Peru-

p. 363. Godeva il magistrato in addietro gia; il 6." Montecchioè l'annesso di s. An-


anche un cospicuo assegnamento per la gelo di Pesaro. Del vocabolo parla pure
mensa quotidiana in palazzo, poi sospesa, Degli ElTetli, Memorie del Soratte^ per
e ritiene al suo servizio parecchi servi da l'unione di 3 ri vi detta Trequatle Treia^
livrea, mazziere, trombetti e allri officia- e pel fiume Treia di Civita Castellana
li. Clemente XU con sua bolla confermò ch'esce dal lago Cimino o di Vico. Sorta
il suo nobile consiglio , couìposto di 4o Monlecchio dalle rovine di Treia, riacqui-
individui, formanti 3 distinti gradi, oltre stò a poco a poco l'ampio suo contado,
i consiglieri soprannumerari delle fami- quando i piccoli signori di sue porzioni
glie nobili diramate. si sottomisero alla divozione di Monlec-
L' odierna Treia giace sopra 3 colli- chio, tranne quella parte che restò a for-
nette elevate, il cui circuito è di due mi- mare il contado di Monte Milone, e quan-
glia e un quarto, donde si gode con sa- to a' confini ne ragionai piìi sopra. Ac-
lutifero clima amenissima vista del golfo crebbe la popolazione stabilitasi in questi
Adriatico, e delle circostanti città, terre colli per le favorevoli circostanze che vi
e castella. Distrutta l'antica Tieia, rifu- concorsero, allea trattenervi e ad alletta-
giatisi in questecolline^li abitanti, il pae- re gli abitatori. La provincia del Piceno
se chiamò Montecchios secondo alcu-
si essendo Sovranità della s. Sede^ tanto
no Montevecchìo j ed esaminandone il la distrutta Treia, quanto il nuovo Mon-
Colucci l'etimologia, crede strana quel- lecchio la riconobbero.Però in que'secoli
la che alcuni gli tanno derivare da qua- i Papi lasciavano che ogni luogo del lo-
si Monte degli Echi, sia per la positu- ro dominio si reggesse a guisa di repub-

ra del luogo, sia perchè alto gridandosi e blica, colTautorità ancora di procedere a
ripercuotendo la voce ne'vicini colli for- finali sentenze, sìcivilichecrimiuali. Così
masi l'eco. Egli dice che il suo primiti- anche Monlecchio soggetta all'alta signo-
vo nome fu Monticuliini, e Monteclum ria della chiesa loniana, ebbe facoltà di
corrottamente, nome Ialino che soltanto eleggersi ad arbitro chi regolasse gii af-
s\^n\^ic?iparvus mons^ ed anche montis fari pubblici, la conservasse e ne curasse
xVicw/«j laonde crede chcMontìculum siasi l'iuci-emeoto, ed a similitudine deirallrc
r R E T R E 2^7
chili tl'Ilnlia tutto il cloiulnir) a un ma- simile donazione, nel 1202 ebbero la villa

gisdato affidò, che fu tifilo cle'consoli, il Fractaees. Benedicti^^^k\\\o\.\.o di A Ito-


che probabilmente ebbe principio nel se- ne.Undocumentodell'archivio di Treia,
colo XI. Questi consoli amminisUavano come gli altri pubblicato da Colucci, ri-

la giustizia, tenevano a freno pi epolenli i porta la querela fatta nel


9 da' con- i
1
i

e seiliziosij stringevano società e alleanze solidi Monlecchio avanti Gerobaldo mar-

colle citlà e luoghi con vicini, e piocma- chese della Marca Anconitana contro ,

vano craccresceie giurisdizione e domi- Grimaldo e suoi nipoti, per aver invaso
nio. Si eleggevano questi dal celo de'cit- a mano armata la rocca e lutto il caste! lo
tadini, e perchè polej>se ciascuno aver la di Monte Acuto; nel quale documento si

somn)a del governo, non più d'un anno leggono nomi d'altre ville moltissiuic
i

duravano nell'udlzio. Il più aulico docu- che nel secolo XII possedevaMontecchio,
mento in cui si prova clieMontecchioera delle quali però s'ignora il titolo dell'ac-

governala da'consoli è del febbraio 6 i 1


1
quisto. Nell'alto col quale nel 1220 Ber-
col quiile Bentivoglìo Lamberto ed Allo nardo di Magotlo vendè un terreno ad
Rainaldi FrosiConsidibus Montica li Azzo d'Atlone di Carpiniano, lo si dice
comprarono daGezeraniod'Albrico e da* posto jn comi tatù Camerini^ in privile-
suoi nipoti il castello di s. L(^jenzo. Tal- gio TreaCfin curia 3Ionticiili, et infun-
volta ebbe sino a 4 consoli, che forse ad do la Collina de s. Petro, in loco quidi-
esempio del Tal tre città avranno esercì la lo citur lo Pontoj queste parole non devo-
differenti uffizi, poiché furouvi Consu- i nofar sospettare che Monlecchio fosse al-
les niajorcSfCommuniSfplacitorurUj ci- lora soggetta a Camerino, o al suo duca
viumyforìtanoriim^ mercatorum ec. Suc- D marchese, e perciò priva di quella li-
cessivamente consoli acquistarono molte
i bertà che interamente godeva dal secolo
castella e ville a Monlecchio, i cui posses- XI. Colucci volle limuovere qualiuique
sori perciò furono ammessi alla sua citta- dubbio sull'indipendenza di Monlecchio
dinanza e protezione; ma talvolta per tali da Camerino, co'seguenti riflessi. Egli è
acquisti monlecchiesi sostennero delle
i certo, che dopo il governo de'duchi, che
brighe e li sottoposero a loro colla forza; ad un tempo lo furono pure di Spoleto
così crescendo sempre più maggiormen- (V'jy successero i conti ed i marchesi a
te di forze e di splendore, mentre le altre signoreggiare Camerino, quali estende- i

castella del conladoTreiense rimanevano vano la loro autorità anche fuori della cit-
nell'oscurità. Oltre l'acquiNlo di s. Loren- tà,dominamlo in parecchi luoghi, quali i

zo, più lardi da altro d'Albrico e suoi ni- quantunque formassero un pubblico o co-
poti comprò la selva posta nel territorio munità separata e diversa dalla Cameri-
Montanae Montis Acuti posila incuria^ nese, nondimeno perchè soggetti al duca
et districtii Castri Moiiticiilì. I signori di o al marchese che comandava a Came-
diversi luoghi si assoggettarono al domi- rino, si dicevano posti in Comitatu Ca-
nio iliMontecchio,ond'essere difesi da qua- nterini. Ma il dominio di questi marchesi
hujque insulto.Con questo mezzo ebbero e conti era in Carnei ino cessato da 100
i consoli neli180 il castello di Val Cam- anni innanzi, e per ultimo l'ebbe la gran
]Kma,da Matteo di Nicola;nel 191 quello i contessa Matilde marchesana di Tosca-
di Monte Acuto, e altra parte del nomi- na (F.) col suo murilo fino ali i i5. Da
minalo di Val Campana, da Anselmo di questa passò nuovamente al dominio del-
Matteo nel 192 il castello di Pelino,
; 1 la s. StAa perla sua amplissima donazio-
da Gentile di Pelino e da'siu/i figli; nel ne, reintegrando (|uella che già ne avea
I 198 il castello Insulac s. Aureli dallo ^ fatto alla medesima Carlo IMagno. I ca-
alesso Genlile e da altri; fluuluienle per meriuesi riconoscendo l'ulta signoria dei-
248 TRE TRE
Ja Chiesa romana cominciarono a gover- per la loro parte pel mantenimento, for-
narsi co* propri consoli, e però non era tificazione e custodia del castello aveauo
compalihilecheMonteccIiioriel i 220 fos- contribuito qualche sonuna. Tra' molli
se soggetta a cjue'conli e marchesi che più documenti pubblicati da Colucci, vi sono
non vi erano. La riferitamar- querehì al quelli della donazione di Pelino a Mon-
chese d' Ancona, prova che Montecchio tecchio nel 1207; del sindaco di Montec-
non era numero de'luoghi soggetti a
del chio che nel i 236 die in custodia a Gia-
Camerino. Lo storico camerinese Turchi como di Pelino la torre, \\ girone e tutto
riporta la lega olfensiva e difensiva sta- il castello di Pelino, promettendo Gia-
bilita neh 198 a'4 maggio da'consoli di como di riceverlo e ritenerlo per le co-
Camerino co'consoli di Monteccliio; che il munità di Camerino, Tolentino e Mon-
dimostra la libertà e potenza di Montec- tecchio; della concordia falla tra le 3 co-

chio, che se fosseslalo dipendente da Ca- munità nel I 2444^^1 mantenimento e cu-
merino, questo non si sarebbe con lui u- stodia diPetino;el'inlimazionedalgiu(lice
nito in società e alleanza. Il Colucci at- della Marca fatta a Giacomo per le preten-
tribuisce all'imperizia del notaro, nello sioni diCamerino.Tolen tino eMontecchio
scrivere m
Cotniiatu Camerini^ parole sul castello di Pelino. Di questo Pelino o
che probabilmente usò per indicare piut- Pitìnofiva frazione della città vescovile di
tosto la giurisdizione ecclesiastica, dalla .9. Severino, ne riparlai in quell'articolo.
qualedipendeva Montecchio come facen- Il governo de'consoli nelle città italiane
te parte della diocesi del vescovo di Ca- non fu durevole, per gli abusi, tumulti
luerino.Se facilmente i montecchiesi riac- e sconcerti che insorsero nella toro ele-
quistarono il diviso contado per comprile zione, e nell'amministrazione della giu-
libere donazioni, non però ne godero- stizia e della cosa pubblica. Abolito il ma-
no pacificamente gli acquisti, ed ili.°in« gistrato de'consoli, gli fu sostituito una
.sulto a cui furono esposti, fu la ricordata signoria forastiera, eleggendosi per ogni
scoireria di masnada di Grimaldo, perla luogo un pretore dello podestà, perchè
quale riceverono danni gravissimi col fer- gladio, pileOf et sceptro ad Po testa te m
ro e il fuoco in molte ville del suo distret- judicandam ornati sunt ; e nello stato
lo,saccheggiate,distruttee rabbiosamen- pontificio fu stabilito neh 199 in un'a-
te malmenate. A questo infortunio suc- dunanza tenuta in Orvieto, che sovra-
cessero, dopo non molti anni, le liti e le stasse a'magistrati,a'citladini e al popolo,
discordie co'convicini, e le più durevoli e durava uu anno o 6 mesi, non polendo
e gravi furono col pubblico di s. Severi- condor seco la propria moglie, senza au-
no,nateefomentaleper pretensioni d'am- torizzazione del preside della provincia.
bo i luoghi sopra parecchie castella, e spe- Nellecittà libere l'elezione si faceva a plu-
cialmente su quelli di Lorenzo e di Pa-
s. ralità di voli nel consiglio generale; nelle
tino, per cui in aiuto di Montecchio nel città Picene, e perciò in Montecchio, tale

1 198 eransi dichiarati icamerinesi,i qua- elezione dovea conseguirsi per privilegio
li nel 1236 ratificarono di nuovo le fatte dalla s. Sede. S'ignora quando Montec-
promesse solennemente, e principalmen- chio cominciò ad avere il podestà, e solo
te perLorenzo. Più lunga fu la discor-
s. trovò Colucci un breve deh 290 di Ni-
dia ch'ebbe Montecchio contro s. Seve- colò IV, col quale die facoltà a'montec-
rino pel castello di Pelino, nella quale vi chiesi di eleggere il podestà ed altri uf-

ebbero parte camerinesi e tolentinati,


i i fìziali inperpetuo, col diritto di proce-
come luogo che a tutti e 3 proporziona- dere nelle cause civili e criminali, pel qual
tamente spettava per la donazione che fe- privilegio obbligò il comune a pagaie o-
ce loro Gentile di Pelino ueli 207, e lulti guiaaao 120 lire libbre di Ravenua alla
TRE TRE 249
camera aposlolicn, fra 1 5 giorni dopo Pa- ne d'Innocenzo IH nel 1209 era slatoin-
squa, in manodel lesoiiere generale della nalzato all'impero e coronato imperato-
provincia. Prima però di questo tempo re, a preferenza dell'emulo P^ilippo di
già IMonlecciiio eleggeva il podestà libe- Svevia, fratello del defuntoEnrico VI im-
jatnenle in pubblico parlamento, come peratore : dal Compagnoni, La Reggia
fece nel 1266 (avendo esaminato questa Picena, apprendo, che nel 1 202 nella fa»
data, con quanlopoi lungamenteracconta mosa pace di Polverigi, conclusa dalle cit-
Colucci sul suo processo,stimo doversi ri- tà e terre della Marca fautrici d'Ottone
tenere il i263)colcav.DaglionediPeingia. IV, non vi furonocompresii montecchie-
ColTandardel tempo perde tale dirittOjde- si, camerinesi, cingolani, ascolani e altri,

slinandosi il podestà dal rettore dellaMar- quali aderenti di Filippo di Svevia, che
ca e anche lo confermava, come si ha nel morì neli2o8), il quale ribellatosi al Pa-
iSGy.TornòpoiMontecchio a riacquistare pa e occupando molte terre della Chiesa,
tale prerogativa, e in 3 concordati che sta- per acquistar le aderenze delle città e luo-
biPi in diversi anni, sempre si riservò la ghi, andava spacciando concessioni e pri-
facoltà d'eleggere il podestà e gli altri vilegi, ed a larga mano donava ciò che
uniziali,cioèneli44^ *^ol vescovo di Spo- non era suo; e quindi avvenne che Mon-
leto commissario delle milizie papali, e tecchio ancora,invecedel marchese,piut-
con Nicolò Piccinino capitano d'Alfonso losto aderì allo scomunicato imperato-
I, neli4i4 con Francesco Sforza, e nel re. Innocenzo III, mal soffrendo questo
i44^ col cardinal Scarampo legato pon* spirito di partito, conlettera de'5 mag-
lificio. Da un documento del 809, ripro- 1 gioi2 i4, comandò a* montecchiesi, che
dotto da Colucci, si ricava il modo col lasciando di aderire al maledetto Ottone
quale si eleggeva il podestà in Montec- IV ed a'suoi fautori, tornassero all'ub-
chio per 6 mesi, e la divisione del luogo bidienza della s. Sede loro madre, e ri-
in quartieri co'suoi priori. Dopo l'istitu- conoscessero per signore e marchese Al-
zione de'priori, vi fu quella de'gonfalo- dobrandino. Questi a premura del Papa
nieri, così detti dalla bandiera del popo- nell'istesso anno si recò nella Marca, la
lo che loro si consegnava. Trovasi in Mon- quale quasi tutta lo riconobbe per l'ot-
tecchio questo nobile magistrato sin dal time sue maniere; ma si dubita che mon-
i

iStìg insieme a'priori. Il Colucci comin- tecchiesi lo ubbidissero, e pare che per
cia da una ri voltura de'monlecchiesi con- molto tempo si ricusassero riconoscere
tro il marchese della provincia, in que' l'Estense suo fratello Azzo o Azzolino che
miseri tempi comuni ad altri luoghi, ad gli successe. Aldobrandino cessò di vive-
illustrare loro fasti e memorie piij sin-
i re neh 21 5, forse per opera de'malcon*
golari. Avea Montecchio il suo territorio lenti. Non essendosi montecchiesi deter-
i

amplialo sotto governo de'consoli, con


il minati a riconoscere per signore Azzo,
quella maggior libertà, che per le circo- nel 122 I gliel' ordinò Papa Onorio III
stanze de' tempi loro concedevasi ; ma con lettera, facendo altrettanto ad altri
forse aspirando ad una grandezza mag- popoli della Marca. Siccome nel 1226 i

giore e ad una più assoluta podestà, con- montecchiesi nel consiglio pubblico de-
tro il marchese della Marca Aldobran- cretarono che s' inviassero soldati a Fe-
dino d'Este alzò il capo, ricusando di ri- derico imperatore (già inimicatosi in-
li
verirlo per marchese legittimo, non ostan- gratamente colla s. Sede, che lo avea e*
te che da Papa Innocenzo III ne avesse levalo all'impero), e per due mesi si sti-
avuta solenne investitura. Troppo allet- pendiassero con 3oo lire; fa sospettare
tava Montecchio le false promesse del- a Colucci ch'essi persistessero a favorire
l'ingrato Ottone IV (che per la prolezio* i uemici della Chiesa. Poiché essendo ciò
VOL. LXXIX. *7
2-Hi TUE 'r II E
avvoniito quando Federico 11 faceva leve teccliio, non essendo estinto nell'animo
nel ducalo di Spoleto, molfe ci Uà gli si degli abitanti l'antico valore Ireiese.Crc-
opposero e ne avanrarono (jfterelc al Pa- de Col ucci, che Enzo essendosi guada-
pa, dondeairimperalore derivarono gra- gnato il favore de'maceiatesi, e trovan-
vi rimproveri. Forse per questi T impe- dosi vicino a Montecchio comechè lungi
ratore passò in Ravenna, e non è certo se 7 miglia da Macerata, probabilmente gli
i montecchiesi elTetluassero l'invio de' inviò oratori, affine d'ottenerne l'ubbi-
soldati e se tornassero alla divozione pon- dienza, promettendo donazioni e privi-
Mentre Federico 11 viep|)iù per-
lifìcìa. montecchiesi risposero urbana men-
legi.!

seguitava la Chiesa, Papa Gregorio IX lecou negativa, volendo restare fedeli e^


per ristorare danni che avea recato alia
i costanti nella soggezionealla s. Sede. Sde-
Marca, v'inviò a rettore nel 1^29 Milo gnato il re ordinò a'suoi soldati di sog-
vescovo di Beauvais, iiuli non essendo gettarlo colle armi, ed i montecchiesi po-
molte città soddisfatte del suo governo, stisi sulle difese^, da prodi sostennero nel
e perchè troppe somme pretendeva da lo- principio di novembre l'assedio di- pode-
ro, il Papa per sottrarlo dalle trame or- rosa armata comandata dallo slesso En-
dite contro di lui, lo rinjosse colle sue gen- zo. Tale fu l'intrepida difesa de'montec-
ti dalla provincia neh 232. In questo a* chiesi, tale l'ardore in sostenere i diritti
! 5 maggio in s. Cristina di Jesi fa stipu- della Chiesa, che respinsero con combat-
lata solenne società tra Jesi, Ancona, Ca- timenti regi sforzi, ad onta ch'eransi re-
i

merino, Montecchioe altri, d'alleanza di- se a lui le più forti e illustri città della
fensiva ed offensiva, ad honorem Dei et provincia; onde Enzo fu costretto levare
Ecclesìae Romaiiac, et Sutnmi Ponti- l'assedio, durante il qtiale i maceratesi
Jicìs, ma in sostanza contro il detto ret- l'aveano aiutato con ausiliari, vettovaglie
tore, e siccome il capo della fazione sta- e munizioni da guerra, per cui con diplo-
ffa nel coctìune»di Ancona, ricevè dal Pa- ma riferito dal Compagnoni di novem-
pa acri rimproveri. Nel 1286 colle me- bi'e in Castris in ohsedione Monfeclae,
desime proteste segui una lega tra Mon- concesse loro segnalati privilegi. 1 montec-
tecchio, Cingoli e Camerino, per offen- chiesi soli fra tutti i popoli marchiani, co-
dere S.Severino discorde con Montecchio, me osserva il Castellano, fecero argine a'
fd Osimo in lite con Camerino, per ge- pi ogressi delle vittoriose armi imperiali,
losie di confini e usurpazioni di territorii. e ne riportarono giusti ed alti elogi dalla
Mentre Montecchio era ritornato alla di- storia.Leggo nel Compagnoni, che Gre-
Tozione della Chiesa, contro questa im- gorio IX col cardinal Giovanni Colonna,
perversando l'ederico li, nel 1 289 a mez- già rettore della Marca,e gli aiuti de'raon-
zo del suo' figlio naturale Enrico o Enzo, lecchiesi, camerinesi, recanatesi, calliesi
che avea fatto re di Sardegna, dopo aver e altri guelfi della Marca, si prevalse con-
infestato il contado di Bologua, lo spedì tro Ento luogotenente imperiale in Ita-
a occupare Marca, per cominciar nuo-
la lia. Che il i*e recatosi all'espugnazione di
vamente guerra contro Gregorio IX.
la Montecchio, terra posta nell'alto, e per
Il re giunto nella provincia, non ebbe a sito e struttura fortissima, i cui abitanti
durare fatica per guadagnarsi l'aderen- nati alla guerra, ritrassero gli ultimi prin-
za di molti luoghi, sia colle libei*alitàdi cipii dagli antichi treiensi, popoli cele-
donazioni di territori! non suoi e di con- brati tra'mediterranei piceni. Verun'al-
cessioni di privilegi, sia coli' intimorirli Ira piazza oppose più ardila a quell'ar-
si

col suo furore, per cui nell' ottobre già mi vibrate da furore
vincitrici, le quali
avea operato molte conquiste; ma que- giovanile, anco col solo strepito impau-
sta gloria non potè vantare sopra Mon- rirono le più intrepide città della proviu-
TRE T R E 25(
cin. E«;<;e»KÌo i olfore della M.irm il rnrdi- balliinenti di Osimo e di Civitanova in-
iial l^'icsthi. poi Innocenzo IV, con diplo- leraraente sconfissero i pontificii, de'qua-
ma de'7 novembre volle premiare la fe- li ne perirono più di 3ooo, secondo Com-
deltà, il valore e il palilo da'monleccliie- pagnoni, o 2000 tra morti e prigioni al
si, nel rigettare le violenze d'nn re, ono- riferire di Collenuccio: tra'prigioni essen-

rando la ampio diploma.


loro virtù con dovi Marcellino vescovo d'Arezzo, fu poi
C^on qneslo confermò loro tutti gli acqui- impiccato pubblicamente, con sacrilegfi
sii die aveano fallo delie ville e castelbj crudeltà che accrebbe odio a Federico If.

o per comprila o per donazione, ricono- Per sostenere le ragioni del Papa, i mon-
scendone il lesitlimo dominio, ancorché tecchiesi f(^cero diversi pecuniari sagrifizi,
appartenessero alla s. Sede. Rilasciò loro 1248 somministrarono 5oo lire di
e nel
ogni dazio e imposta, solo per contrasse- Ravenna o d'Ancona pel mantenimento
gno di vassallaggio e sogge7Ìone che seo3- dell'armata papale ch'era ancora nella
predoveanoaverealla chiesa romana, gli ìMarca.InnocenzolV inconsiderazionedei
obbiigòa pagare annue lire 2^ di Raven- gravi danni e dispendi sostenuti da Mon-
na o Ancona. Inoltre confermò a' mon- tecchio nella guerra contro Federico U,
tecchiesi ogni giurisdizione sugli abitan- in propria difesa, e che perlui aveano pu-
ti, con facoltà di giudicare e assolvere nel- re contratto debiti, nel1252 concesse lo-
le cause civili e criminali col mero e mi- ro la dilazione d'un anno a soddisfarli ;

sto impero, che già godevano per ispe- ed acciò creditori non li molestassero,
i

ciale grazia pontifìcia^ Per queste conces-. ne die a questi e al rettore della Marca
sioni ne fu sì grato e riconoscente Mon- speciale avviso, sotto pena delle censure
tecchio,che seppe bene in più dilìicili in- ecclesiastiche. Già il Papanel 1 25o, a pre-
contri dare altre prove di fedeltà e co- miare l'invitta costanza de'monlecchiesi,
stante ubbidienza a'Papi. La persecuzio- colla quale eransi mantenuti fedeli in tem-

ne di P'ederico If, le sue prepotenze con- pi così calamitosi, a difesa di loro patria

tro Chiesa ei suoi dominii, divenute ec-


la avea ordinato al rettore e legato cardinal
cessivamente violenle,indusseroInnocen- Capocci e ad altri cardinali, di mandar
ro IV nel 1245 a scomunicarlo e depor- subito un capitano con iscella compagnia
lo dall' iuìpero nel concilio generale di di soldati; e coti diploma confermò quel-
Lione 1. IVla il principe invece di ravve- lo che da rettore avea eman?ito a loro fa-

dersi, fremendo di rabbia e vendetla,con vore, nuovamente determinando che non


maggior impeto piombò sulle terre eccle- fossero tenuti a pagar più di 25 lire di
siastiche; e sotto il comando di Riccardo Ravenna o Ancona ogni anno alla came-
conte <li Civita di Chicli suo figlio, altre ra o al rettore in seguo di vassallaggio.
milizie spedì nella Marca per sottomette- F poiché parecchi ribelli di s. Chiesa, cioè
re e molestare i luoghi che si conservava- Roberto di Simpriciano, Fidesrnidodi Ri
no ubbidienti al Papa. Però Innocenzo naldoe altri, aveano varie possessioni nel
IV, a difesa della provincia e de'suoi fe- contado di Montecchio,a questo le conces-
deli, nel 1247 mandò un esercito capi- se benignamente in premio di sua fedel-
tanato da Ugolino di Novello, da Pan- tà; di più confermandogli l'acquisto che
dolfo di Fasanidlu e da Giacomo di Mor- avea fatto della 3.' parte di Pilino, pcrcui
ra, a'quali si unirono gli anconitani, i ca- tante differenze erano passate con s. Se-
nierinesi, i recanatesi, i montecchiesi. Af- verino. Quindi siccouìe pei- le guerre m<»l-
frontatosi l'eseicilo papale cogl'imperia- te famiglie erano partitella Montecchìo,
li e loro ausiliari, cioè saraceni, macera- forse per e<ientarsi di prender l'armi a f i-
tesi, sinigagliesi, iesini, osimani, matcli- vore della Chiesa, o per evitare peiic<di i

cani G altri, essi co'tedeschi lìe'duecom- a cui era esposto il paese, Innocenzo IV
252 TRE TRE
nel 1^52 con sua lellera ordino al retlo- spellava alla s. Sede, contro questa viep-
IL' elicostringerle a ripatriare, per evitare più insolentendo. Papa Urbano IV per
Ja decadenza d'un luogo tanto affeziona- raffrenailo si propose d'investire del re-
lo alla s. Sede. Essendosi i monteccliiesi gno Carlo d'Angiò. Invece Manfredi per
ricusali all'iulimazione del rettore Gerar- vendicarsi, nel 1 268 annientò le sue for-
do, di marciare col suo esercito all'occu- ze nell' Umbria e nella Marca, nella i.'
pazione del contado di Jesi, e perciò mul- fece ritornale Princivalle d'Oria, e nella
tali di i5oo lire usuali, Innocenzo IV a 2.^ vi spedi il proprio nipote principe Cor-
cui eransi appellati rimise loro la penale rado d'Antiochia conte d'Albareale, am-
per metà, la quale fu condonata dal ret- bedue con numerosi eserciti di saraceni
tore Rollando, in considerazione de'mo! - dell'Africa. Princivalle in breve morì, ne
li servigi che aveano reso e prestavano al- fortuna migliore corse nella Marca Cor-
la s. IV nel 12 56 inviò
Sede. Alessandro rado. Questi al suo arrivo riacquistò l'a-
nellaMarca per rettore il nipote Anni- derenza delle più forti città e di moltissi-
baldo di Trasmondo, il quale giunto nel- mi luoghi, ma ne le sue minacce, ne il ter-
Ja provincia insorsero contro di lui mol- rore del suo esercito poderoso bastarono
ti luoghi e città. Perciò stimò bene di a guadagnare montecchiesi. Perciò de-
i

stabilire la sua residenza inMontecchio, terminò marciare contro di loro, animan-


della cui ubbidienza e soggezione non du- do l'esercito colla speranza di certa vitto-
bitava, e da dove emanò diversi atti; ri- ria; ed intanto i montecchiesi coll'ingegno
guadagnando tutti i malcontenti in poco e l'arte prepararono a resistergli. Avan-
si

tempo, colla sua saggezza, prudenza e ot- zatosi Corrado per espugnar Montecchio,
time maniere. Il copioso e ricco archivio di i suoi assalti e sforzi furono valorosamen-
Montecchio conserva una lettera scritta te respinti di viva forza, finché per l'impe-
al comune da Alessandro IV, colla qua* to de'suoi gli riuscì di penetrare con gran
]e lopregò a prestargli ogni aiuto e assi- numero di soldati in Montecchio. Gli a-
slenza, nel proseguir l'impresa comincia- bitanti, senza scompigliarsi, l'alFrontaro-
la dal predecessore, contro il principe di no con tanta bravura, che nella sangui-
Taranto Manfredi naturale del defunto nosa mischia mediante imboscata nel
, ,

Federico II, che commetteva crudeli osti- fervore del combaltimenlo lo fecero pri-
lità nella Puglia. 11 Papa die al vescovo gione co' suoi più intimi. 11 Colucci nou
di Faenza l'incarico di far leva nella Mar- crede verosimile l'asserto da Camillo Li-
ca, e di recarsi a Montecchio per concer- lii neW Historia di Camerino che pre- ^

tarla, dovendo anch'esso somministrare tende di mettere a parte di questa gloria


una quantità di soldati. Intanto Manfredi icamerinesi ealtri nobili del partito guel-
spedì nella Marca, col titolo di suo vica- fo, dicendo che nel combattimento vi ac-
rio generale d'Italia, Princivalle d'Oria corsero in aiuto in molto numero; onde
d'Anversa, per corrompere la fedede'mar- Colucci dà il meritalo encomio, più che
chianij e in falli egli seppe tirarsi al suo alla natura del silo, dai Lilii lodato per
parlilo i luoghi e le città principali della fortissimo, esclusivamente al valore degli
provincia, a cui favore spediva poi Man- abitanti, e ad essi soli tutta la gloria del
fredi diplomi amplissimi. Montecchio non fatto. Saputasi da Manfredi la prigionia
si lasciò trasportare da silFatle lusinghe, di Corrado, allamente sdegnato, riunì un
nò dalla fortuna che accompagnava l'im- nuovo esercito e lo spedì alla rovina di
prese di Manfredi, e restò sempre attac- Montecchio e al riscatto del nipote, sotto
calo alla s. Sede, a costo di qualunque sa- il comando di GualfanoLancia marescial-
grifìzio. 11 tiranno Manfredi, usurpatore lo del regno suo suocero, con molti nobi-
del regno di Sicilia , il cui alto domiuio li e conti.Giunto Gualfuuoa Montecchio^
TR E TRE 253
Io cinse d'assedio, saccheggiandone il con- 1264, così la venuta del suocero Gual-
tado, che tulio pose a ferro e fuoco, non fano a Monlecchio con formidabile eser-
l'isparmiando né magnificenza di fabbri- cito, col quale cintolo d'assedio, per la
che, né amenità di ville, ne la sanlità del- fortezza del silo e strenuilà de' difensori
le chiese e de'monasteri, onde liberare il reso inespugnabile, e da'rigori dell'inver-
genero. Intrepidi i monlecchiesi, ad onta no fu costretto partirsene), per giustifica-
di tanti spietati eccidii e della prigionia re la sua innocenza: mentre al medesimo
di multi nobdi cittadini, resisterono con ricorsero i montecchiesi,accusandolod'in-
tanta costanza e prodezza, che indussero fedeltà. Il Papa ordinò a Manfredi Ro-
il lìero nemico a sciogliere l'assedio, ed a berti da Reggio, eletto vescovo di Verona
partire disperatamente per Timpossibili- e rettore della Marca (lo fu nel 1263 e nel
tà di espugnare il luogo. Avendo in quel 1264, indi nuovamente nel 1268), che
tempo i monlecchiesi eletto a podestà il con ogni diligenza esaminasse tutto, il
summento'valoDaglione,oltre il solito giu- che eseguitosi dal prelato,dichiaròBaglio-
ramento di ben custodire e governare il ne innocente. Aggiunge Colucci che tale
luogo, e di fedelmente esercitare la cari- per nuove ddigenze lo riconobbe il ret-
ca, vollero che giurasse di sicura mente cu- tore e legato cardinal Paltinieri nel 1 26CÌ
stodire il prigione Corrado nemico della (ecco una nuova prova, che la podeste-
Chiesa. Ma i nemici vedendo che nulla ria del Baglione cominciò nel 263, e per- i

potevano ottenere corruppe- colla forza, ciò più probabili le date da me assegna-
ro le guardie, le quali nel gennaio 1264 fuga di Corrado). Ter-
te alla prigionia e

a nulle avanzala lasciarono fuggire Cor- minalo il giudizio nel 2G8coirassoluzio- i

rado segretamente, dopo circa due mesi ne di Clemente IV (nell'atto riportato dti
di carcere. Montati in furia i monlecchie- Colucci esplicitamente è delta la fuga di
si pel tradimento, s' immaginarono che Corrado avvenuta sotto il predecessore
ne fosse autore il Jjagltone, e tumultua- Urbano IV, dichiarazione che conferma
riamente corsero al suo palazzo, gridan- il ila me asserto) da ogni imputazione del
do di volerlo uccidire. Riuscì al podestà Baglione, questi dopo io anni ne intentò
di sottrarsi a tempo dal loro furore, al- altro per esigere da Monlecchio l'intero
trimenti ne sarebbe slato vittima, benché un an-
salario a cui era slato destinato per
innocente. Questa fuga confermò i mon- no e 8 giorni, che monlecchiesi nega-
i

tecchiesi nel sospetto che Baglione fosse vano non avendo compito il tempo. Di
reo di tradimento. Invece egli si recòda tuttoColucci riprodusse diversi documen-
Urbano IV, che allora dimorava in Or- ti. Meritarono i monlecchiesi un singola-
\ielo (quest'asserzione del Golucci tni fe- re elogio da Clemente IV (è intrinseco
ce di sopra porre la data del 1263 alla pel suesposto che io qui ricordi, che suc-
sua podesteria, e in conseguenza la me- cesse a Urbano IV a'5 febbraio 26 ">), per 1

desin»a all'aggressione e prigionia di Cor- la loro costanza e dispendi che pe'narra-


rado, e perciò la sua fuga al 264, poi- 1 ti avvenimenti aveano dovuto sostenere,
ché Urbano IV mori a'2 ottobre di tale e avendo destinato legato della Marca il
anno; che se poi invece di Urbano IV si cardinal Faltinierì,u loro specialmente lo
debba ritenere Clemente IV che elfeltuò raccomandò per ogni assistenza, onde più
rinvestitura di Carlo d' A.ngiò disegnata facilmente qualuncpie nemico atlenlalo
dal predecessore, allora la podesteria di avesse potuto reprimere. Volle di più Cle-
liiigiione può riferirsi al 126G e così la mente IV assolvere i monlecchiesi dal-
prigionia di Corrado, e la sua evasione al l'obbligodi restituire tultociò che avea-
12G7 : non voglio tacere, che il Conqia- no potuto loglierea Corrado d'Antiochia
guoui icgidlia lu prigionia di Curiudu ul ed a'buoi solduli e famigliari quando fu
a54 TRE TRE
ila loro carceiato, come de'piigionieri di Marca e altre provincie
legali Gugliel- i

guerra suol Avvenne Ira questo tem-


filisi. mo vescovo Guabalitano e Peli forte ab-
po e precisamente nel I265 (altra testi- bate Saniboriense della chiesa di Tolosa,
monianza conlrodclilloria di Colucci, che aflìne di togliere gli abusi e i disordini
la podesteria di Baglione fu anteriore al ch'eransì introdotti nella provincia. Da*
1266), che essendo podestà in Montec- loro ordini i montecchiesi in princìpio si
chio il nobile Gentile di Varani, il consi- mostrarono un poco ripugnanti] ma con-
glio pubblico elesse Giovanni da Morrò dannatile accortasi dell'errore, tosto ade-
in deputalo per stabilire una tregua d'8 rirono, e si obbligarono di non far guer-
mesi col pubblico di Monte Milone,come ra e di mantenere la pace. Nonostante i

solennemente si sti[)ulò. frequenti legati che Papi spedivano da


i

rs'el 1278 i monteccliiesi elessero in Avignone nella Majrca e nelle convicine


sindaco Guizardino di Zoto per presen- Provincie, le fazioni ostinate de'guelfi e
lar»i al rettoreBerardo da M. Mirto ab- ghibellini non si estinguevano, ma in ve-
bate di Monte Maggiore, per concorda- ce per la lontananza de'Papi crescevano
re la pena della multa incorsa per non a- nel fuiatismo ogni giorno. Èssendo ret-
vei uiandato soldati all'esercito aduna-
i tore Bertrando de Gol e suo vicario Ge-
lo contro Ascoli, per non lasciare indife- raldo de Tastis, quasi tutta la Marca si

sa la patria per varie mosse di guerra de' mise in rivollura, laonde contro i luoghi
luoghi C(»nvicini.Neli290 sulla piazza di insorti il vicario si armo, e coU'aiulo de'

Montecchio si band) lo studio pubblico guelfi marciò per reprimerli; u^a i aion-
di Macerata. Nel 1291 montecchiesi ri- i lecchiesi non poterono marciare cou lui,
portarono dal rettore Raimondo Ponzio perchè duravano le inimicizie co'vicini, e
vescovo di Valenza, ampia assoluzione di però non potevano abbandonar la pali ia,
tulle le pene e bandi ne'qualiaveano po- Per queste ragioni, la multa incorsa di
tuto incorrere sino allora, e specialmen- 1000 marche d'aigento fu ridotta aioQ
te per le conventicole fatte cou Monte lireravetmali. Per la deplorata assenza
deirOlmo, Osimo e Monte Milone, delle de'Papi da Roma, le cose pubbliche del-
quali erano stali accusati; indi tale ret- lo slato pontificioprocedevano confusa-
tore nel 1 293 altamente li commendò per mente, e quasi ogni luogo avea il suo pre-
aver coli' usata obbedienza alla s. Sede potente tirannelto che lo signoreggiava,
&j)edilo un esercito contro Cingoli insor- ì.i'aaibizioso Visconti signore di Milano,
to contro la Chiesa. Per le fatali fazioni per spegnere affatto la parte guelfa, aspi-
Guelfi e Ghibellini (P^.), c\\Q lacera-
lìti rando poi al regno d'italiq, fece lega con
rono anche la Marca, derivarono le rot- mollicomuni della Marca, fra'quali nel
ture insorte tra Montecchio, Malelica, documento presso Compagnoni figura
Tolentino e s. Severino nel 3ooj per ri- 1 pure Montecchio. A rimediare tanti gia-
parare aMisordini che ne veni vano fu con- vÌ!.simi mali, Innocenzo VI vi spedì le-

venuto di stabilire una tregua per un an- gato il celeberrimo cardinal Egidio Al-
no, e fu conclusa tra'sindaci o giudici del- boruoz già arcivescovo di Toledo, che
le parli, colla penale a chi avesse infran- seppe egregiamente fare anche da gene-
to i palli di 1 0,000 marche d'argenlo.La rale d'armi, e riacquistò alla s. Sede gli
frequenza di que^le discordie, delle scor- usurpali dominii, avendo a capitano Ri-r
rerie e guerre,che i popoli Ira loro si fa- dolfo di Varani da Camerino; e per rior-
cevano coniscambievolilugrimevoli dan- dinare l'ordine scomposto nella provin-
ni, indusse Clemente V che avea sveu- cia, conjpilò quelle savie e rinomale leg-
lurameule fissala la residenza pontificia gi dal suo nome delle Cosùluzioni Egi-

iu Frauuia, u mandare qel i3o6 nella diane. Tra quelli co'qualiil saggio 4:ai>
TRE TRE a55
tliiiale usò clemeiizis si devono ricorda- pagnia di Nanni da Lucca in Ancona,cve*
re i luonlt'ccliiosi, che in sì deplorabili demlosi ben difesa Montecchio da' suoi
tempi di fazioni indereiulo appartili di tan- concittadini, e di riparare la rocca per la

ti ribelli, incorsero nelle pene, dalle (juali venuta della cna'^nada inglese,per fare cer-
largamente li perdonò il legalo nel i 356. ti segnali col fuoco all'arrivo della com-
Volle inoltre che nella rocca o cassero di pagnia de'mnsnadieri di s. Giorgio (si do-
Honleccliio per custodirlo non si tenes- veano accendere fuochi telegrafici sulle
sero in guardia più di 3o soldati col ca- Torri e nelle ailtire, e doveano dorare
stellano; questo cassero o castello sorge- finché il luogo convicino non avesse ac-
va non molto lungi dalla piazza, presso il ceso il suo, per avvertire da quale parte
silo ora occupalo da'iliippini, e lultora erano entrati i malviventi, onde mettere
ne resta il nome alla contrada. Avendo l'allaruìe per la contrada: i fuochi del
il cardinal Albornoz visitato Monleccliio, contado di Camerino servivano d' avvi-
r enumerò tra le città della Marca, con so a s. Sev(:rino, quelli di questo a Mon-
Osimo, Cingoli, Matelica,Toleiìtino e Ri- tecchio, e quivi perMonte Milone, ila*
palransone; ossia l'annoverò fra le città fuochi del qualeFermo accendeva propri i

Picene di 2/ classe, nelle sue celebri co- del Girone ec.),per ritirare lutto il beslia-
stituzioni Egidiaue. Dopo che la Marca me dal territorio, acciò da essa non fosse
era stala uìanomessa, saccheggiata e ti- rubato, e COSI mettesse ancora in sicuro
ranneggiata dal famoso capitano di ven- le biade , e ricevè Cicchino Van-nini di
tura fr. Morreale, non mancarono altre Mont' Olmo per capilnno e per soprin-
feroci e ladroneccie masnade d'infestarla tendere alla difesa del luogo e della roc-
e di angustiarla con prepotenze, spoglia- ca. Egli tra le altre ordinazioni fece ri-
zioni e malvagità, fra le quali la compa- storare e fortificare le mura di cinta, per
gnia o società alemanna di s. Giorgio, e cui essendosi devastate alcune case, il co-
la pestifera compagnia di masnadieri in- mune dovè risarcire danni cagionali a'
i

glesi sotto la condotta d' Aujbrogio Vi- proprietari. Da tante belle provvidenze,
«conli; per cui ad evitare le loro terribili i malvagi avventurieri, nemici di tutti ,

scorrerie, successivamente fu avvertito non Irovanelo da rubacchiare ne' tcrri-


Montecchio e le altre ciltà e luoghi della lorii spogliali, né di poter aggredire i luo-
provincia di porsi in guai dia e difesa per ghi, essendo lutti muniti e difesi, parti-
non essere aggrediti all'improvviso, e di rono dalla Marca e la liberarono dalla co-
custodire in luogo sicuro il bestiame e le sternazione da cui era agitala. Il discreto
vettovaglie,dal luogolenentegenerale del- cardinal Albornoz subilo a'6 luglio i36()
laMarca Ugolino conte della Ccrvara nel avvisò Montecchio e le alti e città e terre
1365, dal cardinal Albornoz legalo e da compagnie inglesi, e per noti
delle partite
Giovanni Visconti d'Oleggio rettore per- aggravarle ullerioi mente rimosse i capi-
petuo della Marca e vicario di Fermo nel tani destinati alla guardia delle rocche,
i366. E siccome alcuni per limore par- e fece ritornare il bestiamealliove man-
tivano dalla patria per rifugiarsi altro- dato e riportare sull'aie le biade. Ma nel
ve,rOleggio nello at essoi 366 ordinòche precedente maggio, per discordie intesti-"
ninno partisse e molto meno si assoldas- ne, cospiraiiilo alcuni alla sovversione
se con altri fuorché col Papa, invitando rovina della patria Montecchio, il luogo-
gli assenti a lipalriare ira 8 giorni, sotto tenente Ugolino contro i complici dell i

pena della confisca e perdita de' beni. li ama die tutte le più ampie facoltà al po-
Montecchio ricevè lutti t|uesli ordina- destà, acciò pi ocedessu con rigore per pu-
menti di previdente precauzione, e pai- nire i traditori della patria, concedendo-
hcoluiuieulcu'cbbepci' uiuudarelu cum* gli perciò la giuiiòdiziouo del mero e mi-
25G TRE TRE
sloimpero. Piesislendo al cardinal Albor- dalla sua giurisdizione e dalla sua curia
iioz Castel Duianle nel contado d'Urbi- nel giudizio delle cause; e ciò forse per
no, per espugnarlo inviò aiolti soldati, al avere anticamenlei monteccbiesi portalo
cui mantenimento fece concorrere cia- le cause loro al giudizio del giudice ge-
scun luogo perchè 1' aggravio fosse me- neraledella provincia, che per alcun tem-
no sensibile, ed a Montecchio furono im- po avea risieduto in Camerino. Olfesi i

posti 4^ ducali mensili pel dispendio di monteccbiesi dalla strana esigenza, ricor-
i4 soldati. Inoltre il vigilante cardinale sero alla curia generale della Marca, ed il

ordinò a'monlecchiesi e ad altri, che pas- vice-rettore a'5 marzo 867 i rese loro ra-
sando pe' loro territorii Galeotto Mala- gione, ordinando al giudice del presidato
lesta co'suoi soldati venturieri per anda- diCamerino, che non procedesse in conto
re verso il regno di Napoli a'danni della alcuno contro MontecchiOjSiccome esente
regina Giovanna I, non gli somministras- dalla sua giurisdizione. Nello stesso anno
sero alcuna vettovaglia, né altrOjistruzione i monteccbiesi in ubbidienza al rettore
che reitirò particolarmente aMontecchio; somministrarono 3o soldati per tenere ia
ma essendo cessati i motivi per tali di- divozione Fabriano, già dall'esercito e-
vieti, il cardinale con altra lettera li re- spugnatojeconcorseroalla fortificazione e
vocò. 1 Papi residenti in Avignone, seb- mantenimento del Girone di Fermo, ove
bene conobbero gl'infiniti mali a cui sog- allora risiedeva la curia generale, poi co-
giacque il loro dominio e l'Italia, per pre- me luogo più comodo trasferita a Mace-
ferire le rive del Rodano a quelle del Te- rata, per l'istanze de'montecchiesi e de-
i'crc, frastornati da' loro connazionali e gli altri, con atti riportali dal Compagno-
dal grannumero de'cardinali francesi che ni. Neh 368 ottenne IMontecchio, contro
crearono, fino ad Urbano V non effet- le pretensioni de' giudici della curia ge-
tuarono il da loro promesso ritorno in nerale, di continuare per privilegio la giu-
Pioma. Vi giunse il Papa a' i6 ottobre dicatura de'delilti e malefizi, colla condi-
1367, accompagnato da Ridolfo Varano, zione voluta dali'Egidiane, di pronunciar
come notai nel voi. XXI V,p. 88. Il gran il giudizio entro un mese. L'attaccamento
cardinal Albornoza'2 7 del precedente di- di Montecchio alla s. Sede consigliò i cit-
cendjre avea inlimalo a' monteccbiesi e tadini a stringere nuovamente ima lega
alle altre città e luoghi della provincia il difensiva nel 1875, con allre città e luo-
generale parlamento da tenersi in Anco- ghi fedeli aliaChiesa, e ne riportaronoalti
na a'23 gennaio, dove coloro ambascia- elogi da Gregorio XI, il quale stabilmen-
tori e deputati sarebbe rÌ!.olnto ciò che
si te nel 1877 ripristinò in Roma la papale
doveasifareintornoa'preparativi pel pas- Dominavano in quell'epoca in
residenza.
saggio d'Urbano V nella provincia, ch'e- Camerino e altrove, come in Tolentino
rasi proposto visitare 'la Santa Casa dì (^.), i Varani, che aveano occupati molti
Loreto f
onde accoglierlo colle meritate luoghi prima della venula del cardinal
onorificenze. Dipoi il cardinale accompa- Albornoz. Questi ariivalo nella provin-
gnò nel Piceno il Papa, il quale fuili.° cia , dichiarò il fermo volere di ricupe-
Ponlefice che di persona visitò il vene- rarealla Chiesa il tolto,intiman(lo le cen-
ratissimo santuario. Continuando mou- i sure ecclesiastiche e minacciando la for-
tecchiesi a governarsi con libero reggi- za dell'armi. Intimoriti i Varani, suppli-
mento, soggetti per la signoria alla s. Se- chevoli ricorsero al suo favore, iinploran-
de, che in premio di loro costante divo- do peidono dell'eccitate ribellioni. Fu u-
zione e fedeltà gliene avea concesso il pri- lile a loro questa sommissione,e neotten-
vilegio; nondimeno pretese il giudice del neroclie molti de'luoghi posseduti ingiù-
presidalo di Camerino che dipeudessero slauieute da loro fino a quel tempo gli eh-
T II E TRE 2^7
bero in vicarialo o in altra guisa, raa sem- lionee rassoiuzìone da'processi, e grazio-
pre con precaria soggezione verso la s. Se- samente rotlennero perché la loro sot-

de. Nel novero tli questi non vi era slato trazione dall'ubbidienza pontificia non e-

Monlecchio, essendo stalo sempre Id)e- ra derivata da perversità d'animo, ma dal-


10 e indipendente, e solo soggetto alla cu- le circostanze de'trisli tempi. Ciò venne
ria generale della Marca da cui ogni al- espresso dal diploma de'22 febbraio 1 389
tra città fedele alla s. Seiìe dovea dipen- del cardinale, col quale gli assolse da o-
dere. La circospezione usala perrinuanzi gni processo, bando o condanna per qual-
per non cadere sotto d loro dominio non sivoglia delitlo; h reintegrò a tutti gli

bastò, come nemmeno a' Varani bastaro- onori, prerogative e privilegi; rilasciò
no gli usurpamenti fatti fino all'arrivo del loro tutte le taglie, censi e imposte non
cardinale. Durò in essi la soggezione fin- pagate alla Chiesa dal giorno della ri-
ché temeronodella forza de'minislri pon- bellione fino alla metà del precedente set-
tificii. Ma riferisce Colucci, sia pure stato tembre; rimise per privilegio il giudizio
quel che si vuole , Monlecchio si die a* delle cause civili ini. ^istanza al giudice
Varani, sottraendosi dalla sovranità del di Monlecchio stesso; valido lutto quel-
Papa. Quando ciò avvenne non si cono- lo eh' erasi fallo per autorità de' Vara-
sce bensì pare che si riferisca a questa
, ni finoatjuel tempo; gli esentò dall' ob-
l'ivoltura il contenuto delle lettere pro- bligo di mantenere il deputato e il ba-
dotte da Colucci e che crede scritte pri- lio nella curia generale per riferire ma- i

ma del Sgo (omeglioavanti il 3(Sc)), da


I i lefjzijche nel paese si commettevano, so-
Ridolfo e da Gentile Varani al pubbli- sjjendendo a tale effetto qualunque co-
co di Monlecchio. Crede inoltre Colucci, stituzione; finalmente perché i nìontec-
che montecchiesi fossero incautamente
i chiesiavevano dovuto sborsare una gran
tirali al partito de' Varani nel principio somma di danaro ai Varani per la ces-
del grande scisma d'occidente, comincia- sione del cassero, che già teneva, rila-
lo contro Urbano VI neh 878 dall'an- sciò loro 2 25 ducati all' anno per due
tipapa Clemente VII per maneggio de' anni sull'imposte, ch'erano tenuti di da-
cardinali francesi e della reginaGiovan- re alla camera. Così Monlecchio tornò in
na l,a'qiiali maneggi aderì anche llidolfo grazia al Papa e a'suoi ministri che l'ave-
Varani, che poi tornato a casa e rimpro- vano in particolare considerazione ,
per
verato da Galeotto Malatesla, suo gene- cui BonificiolX eletto a'2 novembre 38c) 1

ro, di SI mal operato contro Dio e con- e Innocenzo VII elicgli successe nel i4o4t
tro l'anima, rispose: » Ajolo fatto perché dissero Monlecchio vonsiu'veratc.ssci'al-
abbiano tanto a fare de'fatti loro, che i cleopulenta , et populosa.Ma dice Colucci,
nostri lascino slare." Ed in vero così sarà o fosse chefin d'ai loia Varani ottenesse-
i

stato, poiché il Paj)a Urbano V avea ben I ro dal Papa qualchedirillo sopra Monlec-
altro pel capo, e mentre passava a com- chio, ovvero che i montecchiesi di nuovo
battei e il pseudo Clemente VII, i Vara- tornassero a darsi a loro, egli é certo che
ni e altri simili polenti signori, profittan- indi in poi ebbero ([ualche dominio, co-
vi

do de' tempi lurb(jlenli, facevano i fitti me da'documenti; laonde quan-


rilevasi
loro sulle terre della Chiesa usurpandole. to riguarda la dominazione de'Varani è
Ijiion per altro che i montecchiesi accor- meglio qui riferirlo in complesso, e non
tisi del commesso f.dlo, per le minacce di secondo r ordine cronologico di questi
processare la loro condotta, riverenti ri- cenni storici suTreia e Monlecchio. l^ei*-
corsero ne'prinìi deli3«Sf) al legato e vi- tanto narra Colucci, che dal i 38() in poi
cai iogeiierale delli» Marca cardinallìuon- lutti grinteressi de'nuintecchiesi non di-
teujpi, imploruudo perdono della libel- pcudciouu ussulutumcule dulia curia go-
2 58 TUE T RE
nerale della provincia , ma egualmente manica incorse per essersi ribellati alla
(la'V'aranij può essere per altro, die non s. Sede. 11 Papa benignamente gli esaudì

per loro vi signoreggiassero , ma per la nel settembre, con facol lizzare il preposto
Chiesa. Per l'estinzione dello scisma cele- di s. Severino di scegliere i detti chiareni
brandosi il concilio di Costanza, ed essen- per assolvere i monlecchiesi; e per esse-
do sede vacante per la virtuosa rinunzia re slati assolti e perciò tornati in grazia
diGre<»orio XII e deposiziouedi Giovan- della s. Sede, ne riceverono gratulazioni
ni XXlll e dell'anlipapa BenedettoXIll, da Alberto degli Alberti vescovo di Ca-
il concilio con diploma dell' 8 febbraio merino loro pastore, che gli esorlò a vi-
l4i6 confermò a' Varani vicariali, go- i i ver bene. Dopo la morte del cardinale
verni e feudi che aveano, e principal-
i Buontempi, nel Sgo Bonifacio IX fece 1

mente il dominio su Camerino e suo con- marchese della Marca il proprio fratello
tado, e del governo di Montecchio e di AndreaTomacelli,e ne partecipò l'elezio-
altre terre. Dunrpie se fu loro confermalo ne anche a Montecchio con lettera in cui
il governo di Montecchio, era slato loro tomiiìeiida l'antica fedeltà verso la s. Se-
conferito anteriormente, rammentando- de, esorlandolo a mantenerla e riconosce^
si nel diploma altre grazie e concessioni re il nuovo rettore, che gli fece annun-
da' Varani per lo innanzi ottenute da'Pa- ziare per Pietro arcivescovo di Zara. Ve-
pi, con alcune leggi e palli, colle seguen- nuto il marchese nella xMaica , vi trovò
ti paiole, Qiioniamigilurpraeteriù's tem- Jioldrino da Panicale capitano dellaChie-
poribus oh fldelitatem , et studia hujus sa, che lo contrariò suscitando fazioni ar-
sub certis modis, et formis nonnullae male e turbolenze; per cui il Xomacelli
concessionesfactaefuerintperRomanos si abbandonò al riprovevole partito di
Pontijlces ìiactenus praesidentes ^ vide' farlo trucidare, e 1* effettuò in Macerata
licei cii'itatis Camerini curri comitatu et dopo averlo tenuto a mensa per cui il ,

districtu, etiiiguhernatione terrae Moti- figlio con furore ne fece aspra vendetta,
ticuli, terrae Belfortis , terrae Sarna- A questi dipoi il marcbese ordinò a'mon-
nis, terrae Amandulae, terrae Perinae tecchiesi, che gli restituissero tutto queU
s. Monlis s, Martini, ca-
Joanjiis, terrae lo che spellava a Boldrino, il quale abi^
stri Gualdi, terrae Montis Fortini in tò prima Appignano e poi in Fica no
in
provincia Marchiae À nconitanae. Mal- castello di Severino. Seguendo le par-^
s.

grado però di questa liberalità del conci- ti di Boldrino il suo umico Gentile Vara-
lio di Costanza usala co'Varani, per disto- ni, con Biordo Michelolli perugino capi,
glierli cos'i dalle usurpazioni, ed impegnar- lano della compagnia di s. Giorgio, in u-
li vieppiù a sostenere i diritti della chiesa nione ad alcune città e luoghi, agitarono
romana , come sovente aveano fatto pel colle armi la provinciaja'quuh il marche-
passato , e massime quando valoroso il se,dopo la palila prigionia, oppose alcu-
Kidolfo sostenne l'incarico onorevole di ne compagnie di masnadieri capitanate
capitano di s. Chiesa contro i ribelli del- da Galeotto Belfiore e da altri , i (piali

la provincia e di altri luoghi, sebbene poi assalirono e saccheggiarono le terre dei


si ribellarono essi stessi e vi trascinarono Varani, per cui questi avvisarono i popo-
dietro i moiilecchiesi che governavano. li loro amici a slare sulle difese, non che
Questi però di nuovo avendo conosciuto il castellano e cancelliere di Montecchio,
la loro disubbidienza, nel 1439 tornaro- Vedendo il nictrchese che tuttavia non
no a supplicare Eugenio IV, a mezzo dei poteva ridiure alla sua divozione! luo-
chiareni eremili di Val Cerasa, per im- ghi alienali, sostenuti da'polenli Varani
petrare più facilmente il perdono a'Ioro e da Biordo, volle loro (opporgli altri ca-

lulli CUP i'ussoluzioue dalle ccuburc e 5cu- pitani neh 3(j2, ed uno fu il celebre Mu^
T 11 E T Pi E 2 '^9

s{unla tle Si io la domicilio ili Foilì, uno dendosi soddisfallo, fece scorrerie e rube-
cle'risloialori iklla luililtue ilisciplinajeil riecontro morosi e montecchiesi,i qua-
i i

C|^li (u, st'coiido Coliicci, che togliendo ai lifurono perciò avvisati da» Ridolfo Vii:-
soldati Tuso di vestire di cuoio, inveulò le rani a guardare il lorobestiameealtreco-
unualure di ferro (che io credo assai piìi se; giacché i Varani nelle guerre tra Mo-
antiche), iulrodolte poi nell'Italia comU' starda e l'Orsini, restarono neutri ed e-
liemenle e così altrove. Valorosauicnte sortarono a far il simile i mon tecchiesi, 6
serv"i il Pijpa Donifljcio IX 7 anni, nc'qua- di non cedere all'islan/e dell'Orsini, che
li seppe riguadagnargli Ascoli; anzi aven- pretendeva dovere i popoli prendere le
do trovato quasi tutta la Marca adeieulo sue difese. La neutralità de'montecchie-
a' Varani e contraria al Papa, quando fu si li salvò dalle ostilità del Mostarda, che
licenzialo tulli i luoghi di essa aderivano anzi gli gli avrebbero
assicurò che i suoi
lilla Chiesa, e se alcuni di[)endevuno an- rispettati. Finalmente Mostarda pentito- il

cora da' Varani, erano quelli da loro ri- si, invocò perdono da Bonifacio IX, che
cevuti dalla s. Sede iu vicarialo o in go- non solo glielo accordò, ma lo destinò suo
verno. Bonifacio IX grato al Mostarda capitano in altri luoghi fuori della Mar?
anche per Toperolo in altre parli del Pi- ea, restando poi miseraniente ucciso dab
ceno,inRouì;igna,e ajassimenell'Uudjiia l'Orsini.
dove restituì molle città alla sua ubbir Appena il Piceno respirava quiete, nel
dignza, gli donò jl castello di l^ocozzone 1433 vi si recò il celebre conte Franccr
o Porcozzone nella diocesi di Smigaglia, SCO Sforza per guadagnarsi l'aderenza del-
con dipendpnzti alla Chiesa, e in vicaria- le cittù e luoghi, sdiacciando d'essere iur
lo perpetuo a lui e suoi discendenti Mon- vialo dal concilio di Basilea con fìnte let-
te Milone e Auìandola, Però in seguito tere; o per timore o per soverchia cre^
sconoscente con diverse pretensioni .si
e denza, cederono Ancona, IMacerata, Fer-
libello, e per 6 u»ebi fece aperta guerra ino e altre principali città, e fors* anche
al Papa nella IMarca, anche per essere fie- Montecchio; mentre avendogli resistito
ro neaiieo di Paolo OrsiiM, che gli era sla- Mont'Olmo,fu espugnalo e saccheggiato,
to sostituilo. Tanto pallai del Mostarda, Eugenio IV si vide quindi in necessità di
perchè Colucci riporta diversi documen- capitolare neli434t^ol conte, dichiaran-
ti esistenti nell'archivio di Treia,per ver? dolo vicario e marchese della Marca, la
lenze che pure ligiuudano i niontecchie- quale così divenne tutta sua signoria. Lo
si. Annoiali i marchiani e Tra quenti i mour Sforza distinse Montecchio, concedendo-
tecchiesi, dal sostenere il peso di tante ìjut lo con diploma dell'» i luglio 1437 in go-
poste e di dover manlenere a loro spese verno a suo fratello Leone; i ciltadini l'ac-
Mostarda e il suo nu mei oso esercito, nel cetlarono volonlieri, e per segno di gra-
tcuninar del suo servizio cominciarono a dimento gli spedirono ambasciatori. Leo-
ritirargli le taglie opaghe bimestrali, in ne si portò iu Montecchio, e fece dipinge-
ognuno de'quali il solo Munlccchio duvca re nella piazza e nelle pubbliche porte le
somministrargli 166 ducali, per cui Ijo- sue insegne secondo il costume; poiché
niCacio IX restrinse loro 1'
aimuo dazio che nel 1367 il vice-rettore
dissi altrove,

ilovuto alla camera a soli 5o fiorini d'o- della Marca ordinò u' uujutecchiesi e a-
ro, ad istanza dc'mtdesimi e de* Varani; gli altri popoli di fir dipingere con buu'
ciò che poi conrci mò nel 1
4^4 ^^t> diplo- ni colori sulle poi le e sulle piazze gli stelli»
ma Innocenzo VU, nel ipude anno il let- mi della s. Sede, del Papa, del suo lega-
tore Tomaccili ordu)ò a' suoi uiliziali di comune. 11 conte Sfur»
lo, de* rettori e del

lasciar godere a Montecchio i privilegi ol- za non contento del vicariato della IMar-^
tenuti dalla s. Sede. 11 Muslarda non ve- ca d'Ancona, occupò ancora alla Chics.»
26o TRE TRE
molte oltre terre non comprese nell'in- alla camera,cioè rilasciò loro annui 5o du-
•veslilura. Eugenio IV inilato, anche per cati per 4 anni, a fine di riparar le mura
non avergli licuperato Bologna, ne'primi castellane; e per avere i u)ontecchiesi a-
d'agosto I 44^ pubblicò una bolla contro \anzala altra supplica a Calisto 111, que-
nemico e ribelle; e
di lui, (ticliiarandolo sti nel 1 455 confermò la grazia, rilascian-

juomise l'iuvestitura della Marca ad Al- do a'montecchiesipe'delli rislauri per 4


fonso V le d'Aragona o Alfonso I coni€ anni 4o ducali per ciascuno. Partito il

re di Napoli e di .Sicilia, se la ricuperava Piccinino dal suo quartiere di Monlec-


dal conte, con allo de'i4 S'"8"^ i443' chio, si portò a Monte Milone, ed aven-
Il re entrò nella provincia con 3o,ooo do passato il fiume Potenza, fu sorpreso
soldati, capitanati dal valoroso Nicolò Pic- da Sciarpellone valente capitano Sforze-
cinino, e con Lolto de Sordi vescovo di sco, facendogli molti prigioni, ed egli qua-
^Spoleto e commissario apostolico dell'au- si per prodigio si rifugiò in un'inosserva-
siliarie milizie pontificie. 1! conte poste ta lorricella; indi richiamato Nicolò dal
buone guardie ne'luoghi più cospicui del- duca di Milano in Lombardia , lasciò il

la medesima, ed una grossa bombarda ai comando dell'esercito al suo B^an-


figlio

mulini di Monlecchio o di Monte Milo- cesco egualmente prode; ma venuto alle


iie, tosto si ritirò a Fano, ma la maggior mani coH'invincibile conte Francesco, ad
parte de'suoi capitani il tradirono. Subi- onta del valore col quale combattè a' 19
to il re ricevè l'ubbidienza di molli luo- agosto presso Moni' Olmo, vi restò sba-
ghi, fra 'quali Moutecchio, con cui a' 25 raglialo e prigione, salvandosi con pena
agosto il commissario pontificiostipulògli il cardinal Capranica legato della Marca,

articoli del concordalo. Poscia Eugenio sotto la cui giurisdizione erano pure Mou-
IV con diploma de'3o dicembre con elo- tecchio e Camerino. Nel dì seguente Mon-
gio commendò la fedeltà e ubbidienza dei t'Olmo si rese, e marciato il conte su Ma-
iiJontecchiesi,e confidando in loro gli esor- cerala se ne impadronì, così di s. Seve-
tò a perseverarvi, quindi mandò loro per rino e Monlecchio. Con quest' ultimo il

ambascialoreVillorio Cinaldischi di Ter- conte stipulò patti di concordia a* 23 a-


ni scrittore apostolico. In Monlecchio vi gosto, riconoscendolo nuovamente per si-

si fortificò il generale supremo delie ar- gnore. Eugenio IV a'io ottobre lo rico-

male pontificia e regia Piccinino, donde nobbe marchese della Marca, tranne An-
a'iS gennaio i444 scrisse una lettera a cona, Osimo, Recanali e Fabriano. Però
lierloldo Alberti suo maresciallo nella dopo un anno, profiltando Eugenio IV
Marca (non marchese di essa , come lo delle discordie insorte tra lo Sforza e Ma- i

chiama Colucci),edal qua! luogo non ces- latesta, e della ribellione d'Ascoli ^ inviò
sava di molestare la parte della monta- le sue milizie colle regie a ricuperar la
gna. Molli danni ebbe a ricevere per tale Marca, col cardinal Scarampo legalo, al-
resistenza il pubblico montecchiese, per le quali unitisi i Malalesla, riguadagna-
cui Eugenio IV pe'molli dispendi soste- rono dominii della Chiesa, e Monlecchio
i

nuli nella guerra, con diploma de'3 apri- a'9 novembre, co'patti stipulati dal car-
le i444 confermò loro in benemerenza dinale. La sola Jesi essendo ri inasta al con-
lutti gl'indulti e privilegi che godevano, te, Nicolò V la ricuperò nel i447 collo
e gli esentò per io anni di pagar le solite sborso di 35,ooo fiorini d'oro. Neli44^
iiiiposle camerali per qualunque titolo. i monlecchiesi supplicarono il cardinalCa-
Veramente quest'esenzione non ebbe ef- Icindrini governatore della Marca, per es-
onde poi avendo monlecchiesi
fetto, i re- sere assoluti da certe pene che loro si mi-

clamato, Nicolò V con breve deli 449 §^' nacciavano dal giudice de' malefìzi per ,

escuto dalia 4- parie dcli'iUJposte dovute


'

certe cose prcòc ucU'uccupazioue d Appi-


TRE TIIE 261
gnnno, quando coVmgoInni Io ricupern- tra di s. Severino, come luogo più vici-

lono alla Chiesn, loglieudolo a Giacomo nodi Canierino, ond'essere meglio gover-
di Gaebano. ]Veli4^8 il vicario genera- nata nellospirituule, ilcheavea pure bra-
le delvescovo di Camerino M}datesla,diè mato ne'tempi addietro. ]\eli484 Sisto
licenza al comune di Montecchio di poter IV con diploma de' 3 aprile concesse in 1

erigere una chiesa sollo il titolo della B. perpetuo al podestà ^ro tempore e al pub-
Vergine Assunta nel piano di Potenza, al- blico il mero e misto impero, edam sari'

la quale Fio li a istanza de'montecchiesi guinis etcapitalejiiflicìum.Coì cadere del


concesse in perpetuo due anni d'indulgen- secolo XV per poco tempo si ricompose e
za a chi la visitasse nella sua festa. Nel riordinò n quiete con l'Italia il Piceno, ma
i47 I Sisto IV confermò con diploma ai in breve soggiacquero a nuovi infortimii,
inonteccliiesi lutti privilegi e indulti da
i guerre e danni pel contrastato conquisto
loro ottenuti in qualunque tempo, e rila- del regno di Napoli. 11 passaggio di spa-
sciò loro la 3/parte di quanto doveano pa- gnuoli, tedeschi e francesi per la provin-
gare, a finedi ristorare le mura del luogo. cia, rinnovò la memoria dell'operalo dal-
Indi a*7 ottobre 1476 con breve Sisto IV le masnade ne'piecedenti secoli. Nel i 5 2
1

concesse licenza a'moutecchiesi di formar- pe'donni ricevuti da'montecchiesi dall'e-


si lo statuto, ma da questo documento ri- sercito spagnuolo, passato pel territorio,
levasi, che anco prima aveano certe leg- sebbene allealo di Giulio 11 contro fran- i

gi e ordinamenti co' quali si regolavano; cesi, il cardinal Riario camerlengo per or-

per cui sarà meglio ritenere, che il Papa dine del Papa concesse loro alcune esen-
gli abilitòa formarsi un nuovo statuto, ac- zioni. Non erano giovale le precauzioni
ciò fosse più rispettato dalla curia gene- prese innanzi dal consiglio generale di ri-

rale. Lo statuto di Montecchio è antichis- parare le diroccale mura, di custodire di


simo, e si può riferire la sua origine a quel e notte la terra, di spedire ambasciatori
tempo medesimo in cui cominciarono sif- a'condoltieri e capitani, promettendo lo-
fatte leggi municipali per le altre città d'I- ro gran somme se non fossero venuti in
talia, cioèsecondo Muratori ali i83, do- Montecchio o non lo avessero danneggia-
po famosa pacedi Costanza. Che mon-
la i lo. Riuscirono pure inutili le cortesie col-

tecchiesi avessero lo statuto prima del le quali si riceverono i 5ooo spognuoli,


12 36, se ne hanno chiare prove, indi ri- ilgeneroso trattamento per due giorni
formato nel 337 e confermato più tardi
I d'ogni specie di vettovaglia, poiché sol- i

da Paolo li. Cacciati dal Piceno tiran- i dati derubarono e spogliarono gli abitan-
ni e cessate tante guerre e rivoluzioni, non ti iniquamente. Anche Leone X compas-

che le fazioni de'guelfi e ghibellini, rifio- sionando danneggiali monlecchiesi, nel


i

ed a'20 dicembrei482 anche


rì la pace, i5 3 per mezzo del cardinal Riario li fe-
I

fra Montecchio e s. Severino, terminan- ce assolvere da ogni pena, che avessero


do le controversie con iscambievoli patti potuto incorrere perqualche omicidio se-
di concordia, non più alterala: capitoli i guilo in lai congiunlura;confermando lo-
li pubblicò Colucci. Che la pacificazione ro tutti gl'indulti e privilegi che godeva-
fu sincera , chiaramente apparisce dalle no, e rilasciando loro per un anno la metà
slam[»e della clamorosa causa sostenuta de'pesi camerali, per impiegarli nel risar-
dal capitolo, clero e città diTreia nuova, cimento delle mura castellane. Peraltro
avanti congregazione concistoriale
la s. simile arrivo di truppelìancesie tedesche,
per l'erezione o reintegrazione della sede nell'alloggio nuove sciagure e danni di-
vescovile. Imperocché trovo supplicato spendiosi soHiì Montecchio. Nel dicembre
Pio VII ad erigere la nuova cattedra di ì5ì5 suor Rat lista Varani monaca dis.
Tieia, unita cu'(^uc prindpalitev coll'ul- Maria Nuovadi Camerino, raccomandò al
9,G2 T R E T TI E
Cfìgimlo Mnzio Colonna capifnnn rlì sol- do somminisliareToleiilinoe Monlecchio
tlali. t!i escMtinr JVlonlecc'Iiio (lall'alloggio 100 ffinti ciascuno, e !jo Monte Milone.
o passandovi no! danneggias^-e, al quale Ih 519 fu l'anno delle rivolte e luoiulli
luogo essa era affezionala e graia. Aven- nel Piceno, poiclu? a Rc^canali vi fu serin
do Leone X spoglialo del ducato d'IJi bi- noviiìi. Amadio Alberici ricco piepoten-
no Francesco M.'' 1, per darlo al proprio le prelese di vieppiù dominare la patria,
uipole Lorenzo deMedici, il duca nel 5 7 i i e di sottrarla dal governo del proiettore
marciò alla ricupera dello stalo, e a' 2 i dis. Casa eiesfitiiirlaal preside della pro-
{giugno fece una concordia cogli aiiihascla- vincia : a tal effetto si riunì n' ribelli di

toi i di Monlei:chio,e i capitani spagnuoli, Fabi iano e si fortificò in Monle Fiore, e


francesi e ledeschi, di non danneggiarlo, poi audaceuieiile tornò in Recanati, e si

Diedianle lo sborso di 55o dt>ca!i e la som- recò indi a Roma, ove coli' estremo sup-
ministrazione di diie pezze di velluto ne- plizio (ini la sua baldanza. i*er questi
.10. l^elgran licore che correva nel 5 8 i 1 trambusti agitatj» la Marca, l'avv. Pier
d'invasione turcliesca, Leone X munen- Francesco Ferri di Macerala commissa-
do le fronliere marittime, ordinò il coni- rio del vicelegato, oidinò a' montecchie-
pin)entoalla foi lifìcazione d'Ancona, me- si e ad altri luoghi d'allestire un cerio «le-

dianle lavoiatori da darsi dalla provincia te! nìinato numero di genie per espugnar
e da Montcccbio, sollo la soprinlenden- la ro(Ca di Monte Fiore occupala da A-
7.a FieIroLupi di Mon-
del couìUìissario madio, dovendo somtì»inislrare Montec-
l'Olmff.ln pai tempo il rellmedellaMar-
i cliio e Tolentino 5o fàììl\ et totideni xtra-

ca a pi oniuovere l'agi icoltuia, derelilfa /ore.s'jìer ciascuno, e 1 00 Cingoli, ed egual


«lalle guerre, peste e rivoluzioni, ordinò numero s. Severino, mentre a Monte Mi-
ji'padroni de*terreni e al comurìe di son)- lone furono richiesti 7.5fmli ealtrellaii-
ministrare a'Ioio coloisi la necessaria se- ti stratores seu giiastaforc's. liìollre il vi-

mente per fare lifìorire gl'incolti canipij celcgalo Antonio Venan^i di Jesi (non Pie-
<]ovendoi coloni dojio la raccolta reslilui- tro Paolo come lo chiama Leopardi: egli
le il grano o alili ccieali ricevuti. Pensa era zio d'Antonio, il quale per sua mor-

Colucci, che da tale disposizione derivò te nello stesso i 5 i 9 l'avea successo nel ve-
nella provincia l'originede'l)enefici n)on- scovato a' i3 dicembre, come ricavo da
ti frumenlarij istituiti dallecomuni, dal- Ughelli; e poi il documenlo <li Colucci è
le confraternite e altri luoghi pii,con som- in nome d* Antonio e colla data de' 9.(>

ministiarea'coloni il grano per la semen- dicembre), ordinò in Leone X a


nome di
za, ed in caso di sterilità e cattivo i accol- Monlecchio e agli altri luoghi di non ar-
to di differiie al segtìcnle anno la resti- dire a recarsi in soccorso d' Auuidio, ne
tuzione del ricevuto; Nel:5i9 essendosi de'fibrianesi ribelli. Dopo i! funesto sac-
eccitala fra'fertnani scr ia e civile rivolu- co di Roma, accorsero i francesi in aiuto
zione, Leone X vietò a' i
4 agosto a Mon- di Clemente VII, ed il comune di Mon-
tecehio ed a tulli i luoghi d'unirsi con lo- lecchio a'i "^ gennaio i5?.8 elesse and>a-
ro, pernon fomentai la di più e non dar sciatori per spedirli a'capitani dell'eserci-
molivo a'fazionaii d'altri tumidti. In Fa- to francese che dovea passare per la pro-
l>riano ancora essendo insorte rivollure e vincia, onde trattare con essi perchè noi
discoidie per opera d'alcuni malvagi cit- ficessero per Monfecchio. Giulio III as-
tadini, the promossa la ribellione preten- segnò al cardinal Federico Cesi il gover-
devano erigersi in re[inbblica indlpendcn- no perpetuo di Monlecchio, per cui a'29
le, il vicelcgato della IMarca l'i i dicem- inaizoi55o il comune stabilì alcuni ca-
Lrespedì un commissariopeiadunnrgen- pitoli di concordia col cardinal governato-
le onde reprimere l'insurrezione, dovcn- re. 11 privilegio che godeva il comune del
TR E T R E 26I
moro impero durava ancora nel
e misto so busto per donarlo nel i835 alla cat-

i557, nel cjiifìl anno avendo il magislra- amata pallia, in me-


tedrale di Treia sua
to condannalo a morte alcimi rei d'orni* moria deirintenzione ch'ebbe Sisto V di
cidio.cliepoi scamparono fuggendo la pe- erigere questa città in vescovato, e che fu
na, Paolo IV con hreve de 22 giugno or- posta in esecuzione da Pio V!l.^'ella guer^
dinò, che a norma delia sentenza emana- ra tra Urbano Vili e il duca di Parma,
ta contro di loro fossero messi a morte i montec(hiesi somministrarono al Papa
dovnnt|ne si fossero rjtggiunti. Il gran Si- più centinaia d'uomini d'armi e 8 capi-
sto V considerando griliuslri pregi e le tani.Clemente XII colla bolla In Subli-
l)enemerenzecoIla s. Sede di Montecchio, mi, de'2 dicembre 789, ricordò tutte
I le

memore ancora d'esservi stato da cardi- grazie, concessioni e piivilegi accoidali ai


n.ile trattalo con ogni distinzione, a mez- montecchiesi da fanti Papi suoi predeces-
T.o del cardinal Antonmaria Galli o Gal- sori che enumera, pe'Ioro meritijne com-
lo d'Osimo, mostrò la sua inclinazione di mendò specialmente la fedeltà, l'attacca-

erigerne la collegiata in cattedrale, ma per mento alla s. Sede, e la nobilià dell'ori-


l'imnìatnra sna morie restò inadempita. gine, riconoscendci ne'ciltadini i legittimi

Infatti si legge nel Torchi, De Ecch'siae. eiedi e successori de'più antichi »naggiori,
Camerinensis Ponlìjicibus.fi Xysdis Ma- che a rischiodi danni influii i seppero so-
gmts huj'iis nominìs V, B. Pontifex nel stenere per la Chiesa guerre, assedii, di-

aiigendum Picenae provinciae splendo- spendii e altri incomodi 5 confermando il

re, sicuti Tolentinum , et Severinum .9. nuovo fnetodo stabilito dalla s. Consulla,
civilatis titillo, et eathedrac Episeopa- pel buon regolamento del pubblico di

lis lionore ìllustravìt^ sic Montecchium Montecchio. Questo poi chiama, Conunu-
ornare cogitavit , et Trejenscin Eccle- ni la tis Oppi di Civitatisniinnipati Man-
siam, sicuti s.Sevej^ino Septempedanam, tich'li (e collo stesso titolo di città lo no-
Monteccliio restiluere. Patet ex actis minò il successore RenedeHoXI V in una
concilia ribus a danno i v588 die 2 nos'cm- sua bolla), il quale Oppidiini ob ejns lon-
ì>ris, quod civiinn dissidiis wansit iufe- gevani,praeclaramcpieanti(pntatem.iit-
ctitni. Inoltre leggo nelle Notizie istori- potè ab olim Civitate Trej'ae il lustri Ho-
che della villa Massimo^ già Montalto manorum origine frahentis. Riconoscen-
di Sisto V, a p.164, che questi vi lasciò do Pio VI tJittele riferite prerogative fie-
il bellissimo busto in bronzo esprimente giare Montecchio, già avendo nel 1787
la propria e/ligie, lavoralo da Sebastiano elevato Camerino ad arcivescovato, col-
Torregiani dello il Bologna, celebre fon* la bolla Enijcitni ani/ni Nostri^ del i ."lu-

ditore. Il (piale busto avendolo acquista- glio 1790, Bull. Bom.eont. t. 8, p. '24?»
to il cardinal Nicola Grimaldi, zelante la reintegrò del suo primiero cantico no-
nella ricerca delle cose belle,dopo aver- me di 7VTy<7, abolendo quello di Montec-
lo conservalo per qualche tempo presso chio in perpetuo, le restituì il suo grado
di se, e di aver permesso a mg/ Massi- di ciltà con lutti gli onori e privilegi re-
mo poi cardinale di farne cavare due co- lativi. La stampala a porle con
bolla fu
pie in gesso coioiito a bronzo, una delle questo titolo: Pius F [ Litterae Jposto-
quali fu posta nell'archivio dell'acque e licae super imniittafione denominatio-
strade istituito da Sisto V,c l'idlradovea nis Oppidi Montecclii, illiiisque restitu-
collocarsi in supplemento dell'originale, tiene in Civitnteni Trejani mmcupan-
nel quale si trova un* incredibile espi es- dam, quatenns opus sit no\'a illiits a-
et
fcionedi fisionomia, nella stessa vilhi Mas- ree f ione cuni opportunis decora tionibuSf
simo dal Papa fabbricala, il. cardinal Gri- et privilcgiis, nec non concessione inibì
maldi generosamente si privò dello sles- ì icariif P'ori Ecclesiaslici Canicrincn'
264 TRE TRE
sis q unmp lurìni is fnculta fih iis in striirù\ no, nella sua nuova qualità di vescovo di
Romae i yc)©. A memoria di quesla reinte- Treia, e s'incaricò d'un competente asse-
grazione e nuova denominazione di Tre- gno di fondi pel seminario da erigersi ia
ia, fu coniata una medaglia con l'eHigie Treia. Gli atli del consiglio vennero su-
di Pio VI in mezzetta e stola, e l'epigra- bitamenle esibiti a della s. congregazio-
fe: Pius riP. M. An. XFL Nel rovescio ne, onde offrissero sicura testimonianza >

si vedeespressa la città personificatae tur- di piena ubbidienza al definito dal Pa-


rita col coi no dell'abbondanza genufles- pa, è dell'alacrità de'treiesi nel fornire i

sa, col Papa in piviale e triregno che col- mezzi occorrenti per l'adempimento del-
la sua destra presa quella della città l'al- la ricevuta grazia. La grata riconoscenza
za in piedi; intorno si legge il motto: Tre- de'treiesi gareggiò coli' esultanza, impe-

jcnscs Restitutori Mimicipii MDCCXC. rocché oltre i rendimenti di grazie dalla


Treia segui le vicende politiche di Blace* deputazione treiese umiliali al Papa, vol-
rata e del Piceno (^.); restituito questo le il consiglio municipale eternar la me-
a Pio VII, dopo la disfUla de'napoleta- moria d'un tanto benefizio, decretando
ni di Murat, sotto Munte Milone presso un monumento a Pio VII. Quanto a'ren-
la Rancia (nel vol.LXXVl,p. 277, 3^5 dimenti di grazie, imparo dal n.°35 delle
6 3-27, riparlai della vittoria riportala da- Notizie del giorno di Roma de'2 set- i

edel quadro che per memo-


gli austriaci, tembre 8 5, che la deputazione di Ti eia
1 1

ria fu dipinto e posto nel palazzo muni- composta del can. Francesco Ansaldo Te-
cipale di Tolentino
f
ova vengo a sapere loni (anche il p. ab. d. Sisto Benigni al-
che non più esiste; poiché in odio a'via- lora procuratore generale dell'ordine ci-
cilori diMurat nel deplorabile 1849 fu slerciense), marchese Giambattista Ca-
brucialo nella pubblica piazza di Tolen- conte Alessandro Santamaria-
stellani, e
tino da un'orda di repubblicani, per cui bella (questo colto treiese divenuto poi
qui ne fo debita avvertenza), la deputa- guardia nobile pontificia, fu scelto nel
zione della città di Treia in occasione che i833 da Gregorio XVI a portare la no-
portò a pie del trono pontificio i suoi 0- tizia dell'esaltazione al cardinalato e il

maggi di fedeltà e sudditanza, umiliò pre- berrettino rosso al cardinal Monico pa-
ci al Papa acciò volesse erigere la loro
, Iriai'ca di Venezia, e poi dallo stesso Pa-

chiesa collegiata in cattedrale, ed unir- pa fu insignito del cavalierato del suo or-
la aeque principaliter a quella di s. Se- dine di s. Gregorio Magno), avendo a- I

verino, per le ragioni esposte nella istan- vuto l'onore d'essere ammessa a nuova
za. I desiderii della popolazione treiese udienza l'i i settembre dal Papa, il caa.
furono dal benigno Pio VII esauditi con Teloni gli diresse gli ossequiosissimi sen-
rescritto pontificio della s. congregazione timenti della medesima, espressi ne' se-
concistoriale del i." settembre 18 5, ele- 1 guenti termini. «Ai vostri piedi sanfissimi
vando a cattedrale la chiesa collegiata, si presenta con nuova esultanza la depu-
non però unita a s. Severino, e con dichia- tazione di Treia;esevi portò non ha gua-
rare vescovo di Treia l'arcivescovo di Ca- ri r umile tributo de* fedeli e ossequiosi
merino prò tempore. Treia giustamente sentimenti della patria, unitamente alla
ne fece festa, e la novella si sparse tosto conferma di essi umilia oggi la più divo*
per le Marche. Affine poi di prontamen- la riconoscenza. Il vostro gran cuore, o
te procedere alla verificazione degli arti- PadreBeatissirao, si è palesemente dichia-
coli nel rescritto ajccennati , adunatosi il rato a favore di questa tenue, ma affettuo-
consiglio comunale stabilì la restaurazio- sa porzione di vostri sudditi e figli, col-
ne dell'antico episcopio, fissò un aumen- r'onorarla dell'implorata cattedra vesco-
to di rendita all'arcivescovo di Cauieri- vile ; e mediante il giù emanato grazioso
TRE TRE 26i
rescritto risiete compiaciuto, che risplen- re vescovile all'arcivescovo di Camerino
dessero in singoiar maniera su di essi i prò tempore. Ma la zelante sullodata de-
primi albori del bel giorno, in cui la divi- putazione di Treia energicamente sosten-
na provvidenza vi ba resliluilo il pieno e- ne la validità del pontificio rescritto, O-
sercizio della sovrana paterna vostra do* portel Rescriptum Princìpis esse man-
minaKione. Non isdegnate intanto, Padre siirum^ in nome del capitolo, clero e cit-
Santissimo, di gettare uno sguardo sul- tà di Treia, contro la comunità e città di
l'idea del Tempio (la puova caltedralegià Camerino, e difese la lite sulla concatte-
collegiata riedificata) recentemente da noi dralità di Treia e Camerino avanti la stes-
costrutto. Che seden troie sue miu'a viep- sa congregazione concistoriale. Nuova-
s.

più c'inculcberanno d'ora innanzi i sagri mente espose virilinente tutte quante le
nostri Pastori di adorare Iddio in ispiri- ragioni che favorivano la patria idoneità,
lo e verità , noi trasmetteremo a' nostri d'essere degna della reintegrata cattedra
posteri, che il principale ornamento a que- vescovile, e provocata enumerò pure le
sto Tempio essendo stato apposto dalla tante esorbitanze da lungo tempo patite,
benefica mano di Pio VII, egli è da Lui e le gravi esigenze della curia episcopale
che tanto bene ci è derivalo. Confermi io di Camerino, le quali aveano esacerba-
noi, Padre Beatissimo, questi religiosi e animi de' treiesi. Tutto lesssi nel
lo gli
grati sensi 1* eflìcacia della vostra aposto- Summarìmn contìnens epitome clocu-
lica benedizione, la quale per noi e la pa- mentorum exhibitam ciim precibus SS.
tria nostra ferventemente imploriamo". D. N. Pio V II a deputatis Trejensihusj
Mentre treiesi tranquillamente attende-
i e nelle Riflessioni della deputazione di
vano l'estensione del decreto concistoria- Treja sul rescritto pontificio dalla me-
le, alcuni della curia camerinesecon trop- desima ottenuto sotto il dì i." settembre
po spinto ed esageralo zelo dierono ope- 1 8 1 5, per la erezione della cattedra i'e-

ra a impedirlo, pretendendo invalidare la scovile nella lorocittàjlXoma 1816, nel-


grazia dando eccezioni al rescritto ponti- la stamperia della rev. camera apostoli-
ficio come orretizio e sorretizio, con ci- ca. Le giustissime ragioni di Treia trion-
tazioni innanzi la s. congregazione conci farono, per autorità di Pio VII colla bol-
sloriale,deprimeiulo la condizione di Tre- la, Pervetustam locoruìn origine, dtW
ia contro la verità de'falti e della storia; febbraio 1816, Bull. Rom. cont. 1. 1
3, p.
malumore cominciato da tempo più anti- 44?) che fu stampala a parte con questo
co e ravvivatosin daquando Pio VI rein- titolo: SS. D. N.PiiPP. FIflit terne
tegrò Treia del suo nomee del grado di decretales quibus^ perantiquuni Oppi-
città, ed ora aumentato dal dismembra duni Trejense^/ani afel. rec.PioPP. VI
mento del territorio di Treia, dalla vastis- ad titulum Civitatis restitutum (prae-
sima arcidiocesi di Caajerino(la quale fra via illiusyetnonnullarum villarwn ej'iis
terre, castella e ville conta 2o4 parroc- Territorium constituentium ab Archi'
chie: la sola arcidiocesi comprende l'an- dìoccesi Canierinen. perpetua dismcm*
tico ducato di Camerino, oltre una lunga bratione) Civitatis Episcopalis honore
striscia di mare, con g terre, 3 i castella, decoratury ibique Episcopatus ejusdem
45 vdle, ed ollreioo parrocchie; Came- nominis ininsìgni nenipc Collegiata Ec-^
rino colla sola sua arcidiocesi supera in e- desia Annunciationis lì. Marine Vir*
stensione quasi tutte le altre diocesi del ginis dictae Civitatis Apostolica nucto-
Piceno e delle provincie adiacenti; pri- ritate itidcm perpetuo erigitur, Romae
ma era ancora assai più grande, venen- 18 17. Così Pio VII coronò voti di Tre- i

do ristretta con ismembramenli), seb- ia, coudecorando la città dell'onorifica di*


bene poi unito con miglior titolo d'ono- gnitù di sede vescovile, stabilendo che ri-

VCL. LXIIX. 18
266 TRE TRE
Dianesseia perpetua amminislrazionetlel- di Pirgi inpartihus (poi dal Papa regnan-
l'arcivescovo di Camerino, con l'obbligo te traslalo alia già sua chiesa d'Imola e
somministrare ad esso per ojen-
a'ireiesidi creato cardinale), surrogandogli Stani»
sa annui scudi 5oo, e coll'obbligo all'ar- slaa Tomba bolognese barnabita, già
civescovo d'intitolarsi Amministratore, vescovo di Forlì. Per sua morte, il Pa-
ìjcrpetito della chiesa vescovile dì Trcia, pa Pio IX nel concistoro de* 12 aprile
e di soggiornare alcuni mesi dell'anno in 1847, Iraslalò da Acquapendente l'o-
Treia e di tenervi uu vicario generale. Or- dierno e ottimo monsignor B^elicissimo
dinòa'treiesi di erigere il seminario, col Salvini di Nocera, arcivescovo di Came-
laconveniente dotazione pel manteni- rino e amministratore perpetuo della
mento degli alunni. Esecutore della bolla chiesa vescovile di Treia, che di recente
il Papa deputò il vescovo di Macerata e nel suo zelo pastorale ha eseguilo la la-

Tolentino, autorizzandolo anche a risol- boriosa visita dell'arcidiocesi e della dio-


vere le questioni e conti oversie che fosse- cesi. Dice l'ultima proposizione concisto-
ro iìisorle. In tal modo l'antico pastore di riale, che ogni nuovo arcivescovo e am-
Treia ne divenne lo speciale vescovo e ministratore è tassalo ne'libri della came-
rimase compensato dello smembramento ra apostolica in fiorini aSo, ascendendo
di questa diocesi, col diritto trasfuso d'es- la mensa a scudi 3ooo. Arcliidioecesis
serne il perpetuo amministratore. La se* Camerincnsis amhitus ad ultra biscen-
riede'vescovi di Camerino l'Ughelli la ri- ta milliaria prò tendi tur et plusquam y

porta x\^ Italia sacra^ '• i>


P- 5^4^> ^^
centuni quinquaginta oppida complecti-
in uno agli arcivescovi ed agli ammini- tur: item Dioccesi^ Trejae ad quadra-
stratori di Treia, viene proseguita dalle gintamilliaria sese extendiL,et quinquc
Notizie di Roma. Grato il capitolo della coìitinet oppida. Si legge nel Giornale di
cattedrale a Pio VII, 1' 1 1 marzo 1817 Romade\ i855, che la città di Treia, do-
decretò che dovesse celebrarsi solenne po essere slata liberala dal flagello del
messa in ogni anno, a' 1
4 dello slesso me- cholera per intercessione della ss. Vergi-
>e anniversario di sua assunzione al pon- ne, cui fece ricorso, volle tributare i più
tificato, e ciò da eseguirsi finche fosse vis- dovuti ringraziamenti col festeggiare nei
suto ; ed inolire stabilì, che in petpeluo modi pili solenni la dogmatica definizio-
i

si sarebbe celebrato con anniversario di ne dcH'ImmacoIalo Concepimento di Lei.


requiem il giorno di sua morte. Quando A tal fine, dietro gli ordini di mg.*^ Sal-

Pio VII emanò la bolla era vacante la se- vini zelantissimo amministratore, che in
de di Camerino dal 8 5,per morte di U\ 1 1 Roma avea assistito al grand'atlo, dispo-
Angelico Benincasa cappuccino di Sassuo- sta la cattedrale in bella forma ed eleijau-
o
lo di Reggio, fatto arcivescovo neh 796. za a'2, 3 e 4 febbraio volle in essa celebra-
Quindi li Papa a' 4 aprile 1817 fece arci-
1 re un festivo divolo triduo, pontificando
vescovo di Camerino e I. "amministratore l'illustre concittadino mg.*^ Grimaldi ve-
perpetuo della chiesa vescovile di Treia, scovo già di s. Severinoje nelle sere del tri-
KicolaMatteiBaldinidiPerg:o/tì'. Gregorio duo vagamente illumi-
tutta la città fu
XVI a'27 gennaio 1842 lo trasferì a' ve- nata, ed in tale festiva circostanza dopo
scovati di Monte Fiascone e Corneto,egli letteraria accademia tenuta sull'augusto
sostituì mg.' Gaetano Baluffi d'Ancona, mistero, furono distribuiti i premi agli a-
già vescovo di Bagnorea e inlernunzio e lunni del seminario e agli studenti de! gin-
delegalo apostolico della Nuova Granata nasio. Dopo un mese e ne'medesimi gior-
nell'America n)eridionale: avendolo pro- ni il capitolo celebrò nella cattedrale un
mosso a segreta I io de'vescovi e regolari, solenne triduo alla ss. Trinità con Te
a'21 aprile 1845 lodichiaiò ai ci vescovo Deum, coU'inlervento di tutte leconfra-
T RE TR E 2G7
temile, per ringraziamento e per prega- le sue profezìe e miracoli, onde i greci gli
re Dio a conservare e prosperare il Som- dierono il soprannome di Taumaturgo.
iMO Pontefice cheavea decretalo rtuiio- Ilsuo corpo essendo stalo molti anni do-
ne alla calleilrale di due benefìzi diocesa- po la sua morte trasferito a Corfù, fu pre-
ni concedendole un fondo camerale in
,
so a protettole di tutta T isola. Gli suc-
perpetuo endleusi. Per questi aiuti bene- cesse Eustazio, ed a questi Teopompo
fici la parrocclìia di oltre 53oo anime, che nel 38 1 intervenne al concilio ge-
maggior comodila venne divisa in altre nerale di Costantinopoli ; indi Arcadie,
due cure rurali, e la chiesa ebbe così il poi Nestore di cui è fatta menzione ne*
modo di meglio sopperire alle necessità Rlenologi greci sotto il giorno i4 feb-
del cullo. braio; Teodoro fu al 6." concilio genera-
TREIO oTRESSlO Gabrikle, Car- le, a cui si attribuiscono alcuni opusco-
dinale, r . Paniacqua. li relativi alla vita di s. Gio. Crisostomo;
TREMITO, TREMITUNTE.TER- Giorgio sottoscrisse il concilio generale di
MIDONTE o TRIMITHUGA Tremi- , Nicea li. Oriens chr. t. 2, p. 1070. Tre-
thtts seu TrimilhuSj Tremitìiopolis. Sede mito, Tremilhciiy è ora un titolo vesco*
vescovile dell'isola di Cipro, nel patriar- vile in partibus, del siuiile arcivescovato
cato d'Antiochia, già sotto la metropoli di Nicosia, che conferisce las. Sede, e Gre-
di Costanza, o Salama o Salaraina, ossia gorio XV^I a'2 marzo 1844 lo thè al ve-

Nicosia, eretta nel IV secolo. Dice il Ter- scovo coadiutore del vicario apostolicodi
ù nella Siria sacra che l' etimologia Leao-tung, già alunno del seminario del-
del suo nome deriva dalla pianta resi- le missioni straniere di Parigi, e n'è in-
nosa Terebinto, il cui legno somiglia a signito tuttora.
quello del lentisco,ed eguale liquore con- TREMOILLE Gio. Francesco, Car-
tiene il frutto, che in figura di grappo- dinale. De'visconti di Thourat, nato no-
lo ha il flore somigliante a quello dell'u- bilmente nelle Gallie, provveduto del-
livo. Il terebinto è albero comunissimo l'abbazie di s. Benedetto, di s. Flour, e
nella Giudea, come si trae dalla s. Scrit- della B. Vergine di Granataria nella dio-
tura, e di tal pianta l'agro di Tremilo o cesi di Lucon, nel 1490 Innocenzo Vili
Tremilunte possedeva foltissime selve. lo fece arcivescovo d' Auch, e nel i5o5
Stefano, seguendo poeti, deduce il no- i Giulio II lo nominò vescovo di Poiliers
me di Tremilo o Tremilunte, da un ter- con titolo d'amministratore perpetuo; in-

remoto e dalla ftivola nella quale si fin- di a'4 gennaio i5o7 Io creò cardinale pre-
ge, che dalla presenza di Venere nel luo- te de'ss. Silvestro e Martino a'Monti. Que-
go sgomentati giganti della terra, lo
, i sta dignità però scomparve in lui come
scuotessero fortemente, onde la città ne un baleno, imperocché dopo com- 7 uiesi
prese il nome. Posta in mezzo ad una gran pìrapidamente la sua carriera mortale iu
pianura, fu ciltà mediterranea lungi i6 Milano , non senza sospetto di veleno ,
miglia da Nicosia, e priora che Riccardo mentre recavasi in Roma per ringrazia-
1 re d'Inghilterra la minasse interamen» re il Papa, trovandosi nel seguito del re
te neh 190, allorquando si por lo a Ila cro- Luigi KIl, col quale avea fallo l'ingresso
ciala di Palestina, era assai grande e po- solenne in tal città. Trasportalo nel ca-
polala.Ebbe a vescovi s. SpiridionefF-) stelloToarcense nella diocesi di Poiliers,
che nel 3^5 intrepido assistè al concilio trovò perpetuo riposo nella chiesa col-
ecumenico di Nicea I, e nel 344^ quello legiata di s. Maria di Thourat, dove fu
di Sardica, padre di s. Irene vergine, a- creilo alla sua memoria un avello di mar-
Tuta prima di sua vedovanza, chiarissi- mo, fregialo di breve iscrizione.
mo per l'eccellenli doli dell' auimo, per TREMOLILE Giuscri^E Emaiìuele,
268 TRE TRE
Cardinole. De'duchi di Noirmoulier, na- strali municipali, governativi e militari.
to in Francia,olleiiule appena nella Sor- Ne'treniacconq)agnanoilPapai cardinali,
bona l'insegne di dollore, divenne vica- i prelatìji principi, gli ambasciatori, le per-
rio del vescovo di Laon, nel qual impie- sone componenti corteggi cheglicompe-
i

go acquistatosi un credito straordinario tono,prendendo luogo nelle loro carrozze


presso il sovrano, fu in breve tempo ar- e in quelle di seguito, oltre quelli e le guar-
ricchito di molle e pingui abbazie, e in- die che vannoa cavallo, altri secondo! casi
viato in Roma per uditore di rota, e poi procedendo a piedi. De'lreni di accompa-
spedito ambasciatore a Filippo V re di gnamenti e delle loro molteplici specie e
Spagna,allorchè si recò a Napoli. Ad istan- pompe, ne parlai in tanti articoli, sia de-
za di Luigi XIV a' 17 maggio 1706 Cle- scrivendo le funzioni e i luoghi co' quali
mente XI lo creò cardinale prete della ss. con essi s'incede, secondo l'epoche e le cir-
Trinità al Monte Pincio, e dichiarato mi- costanze, sia descrivendo il personaggio a
nistro di Francia presso la s. Sede, dove cuicompetono, sia descrivendo quelli che
la specchiata sua prudenza e inarriva- ne formano l'accompagnamento. Laon-
bile allabilità lo fecero stimare da* gran- de qui intendo soltanto di rammentare i
di non meno che dal popolo. Promosso principali articoli in cui ne ragionai, al-
quindi vescovatodiBayeuxfuconsagra-
ai trimenti sarebbe argomento ben vasto e
to dallo stesso Papa, e poco dopo fu tra- svariato , ancorché volessi essere breve.
sferito all'arcivescovato di Cambray, alle Tuttavolla per darne un'idea complessi-
quali onorilicenzefu aggiunta dal re la de- va riporterò alcune relative nozioni di
,

corazione dello Spirilo santo. Finalmen- schiarimento o di aggiunta. A Cavallo,


te una brevissima malattia interruppe il oltre qualche cenno su questo nobile e u-
corso de'suoi giorni in Roma neh 720, di tile animale (altre avendole riportale ne-

59 anni, e fu da tutti sinceramente com- gli analoghi articoli, come Tornei, (Mili-

pianto. Ebbe sepoltura nella chiesa na- zia, Carnevale e Spettacoli per le corse,
zionale di s. Luigi de'Francesi, dove sopra delle quali anche aTEATRo riparlando de-
la porla laterale esistente al destro lato gli anhleatri), parlai de'cavalli usali dal
vicino all'altare maggiore, vedesi suo
il Papa e dagli altri della gerarchia eccle-
busto espresso al vivo in marmo bianco siastica, prima che fossero introdotte le
e fregialo nella sua base da nobile iscri- carrozze, e anche dopo di queste nelle di-
zione. verse cavalcale, con quali vesti, addobbi e
TRENI. F. Lamentazione. accompagnamenti, avendo esercitalo l'uf-
TPiENO.Accompagnamento, seguilo, fìzio di Palafreniere al Papa mollissimi
equipaggio: così Dizionario della Un-
il So^'rani (F.)^ev venerazione. Dell'uso
gua italiana. Nel f^ocabolario italiano di cavalcare i cardinali, e in quali modi,
e latino si spiega il vocabolo Treno: trai- così de'prelali e delle distinzioni proprie
no (andatura del cavallo), traha, velies: óe Prelati (F\) di fiocchelli e de / esco-
per seguilo, equipaggio, familìay conii- W (F.) ne' loro treni, e di quelli altresì
tatus^ famulatus^ servorum grex: mar- de' Principi, Marchesi di baldacchino,
ciar, andar con gran treno, magno co- Ambasciatori di Residenza {F.J, e loro
mitatu incedere: egli ha un bel treno,y^- propri ornamenti. Feci pure menzione de*
milia illius est elegans, et lauta. Co- cavalli usati uè Funerali (P^^.J con pom-
munemente dicesi treno, massime in Ro- pa funebre, anche nella Sepoltura (/'•)•
ma, queiraccompagnamento di carrozze A Cavalcata descrissi quella del Papa
e di cavalli, del Papa, de'cardinali, de' coirimperatore e con quali magnifici se-

prelati secondo i loro gradi, de' princi- guiti e treni; quella del Papa co'cardinali,
pi, ambasciatori e altri siguoii, de'magi- prelati, Famiglia pontificia ( F.), coH'ac-
TRE TRE 269
compngniimenlo AeCa\'allcp;gicn^ Lan- nella traslazione de'cadaveri de'Papi), ed
de sjh'zzate. Corazze, e Guardie no- i Papi anche in Sedia (f^.), coloro par-
ì)i li pontifìcie (P-); quella de' cardino li ticolari treni ivi notati, le quali sedie e
neh. "loro Ingresso in Roma, nel quale lettighe tuttavia continuarono ad usare;
orticolo dopo aver detto de'trionfl degli della concessione fatta da Urbano Vili
antichi romani, ancora trattai delie pom- a'cavalli delle carrozze de'cardinali, de*
pe e de'treni usati ne'solenni ingressi nel- fiocchi e ciuffi rossi a'finimenti, ed in qua-
la medevsima de'Papi, Imperatori e altri li circostanze i cardinali facevano ferma-
sovrani, anche maomettani, i\c\\e Regine re le loro carrozze, non che dell'eccessivo
(P^.J^come di quella di Svezia (F'.).T)e\\e numero di carrozze portate ne' treni da
cavalcate colle quali i Papi si recavano ad alcuni, e di quelle troppo ricchissime.Chi
assistere alle cappelle pontifìcie, e di quel- porta seco il Papa in carrozza ne' diversi
le più solenni pel Possesso del Papa ( K) treni nobili o semipubblici, di città e detti
e per le cappelle della ss. Annunziala, di impropriamente di campagna,nel privato
s. Filippo, della Natività e di s. Carlo, con per le trottate, delle villeggiature [F.)
Cavalcate de*
diversi ceremoniali. Delle de P^iaggi[P\),usanL\o sempre {'Ombrel-
Cardinali e con qual treno, e di quello lino (F.); e secondo treni come guida i i

col quale in cavalcata si recavano a pren- cavalli il cocchiere nobile, ed a chi spelta
dere il Cappello Cardinalizio (f^')t co- aprire e chiudere Io sportello della pon-
me pure della cavalcata de'cardinali nel- tificia carrozza (di che ne feci parola in
l'ingresso di qualche sovrano in Roma, altri luoghi analoghi e nel voi. VII , p.
ed eziandio delle cavalcate funebri pe'ca- 41), con un cenno sulle carrozze palati-
daveri de'cardinali Decano, Pice-Can- ne, da poco tempo essendosi tolto il co-
celliere , Camerlengo , e Penitenziere stume di ascendere servi la tavoletta nel i

maggiore (/^.), mentre della Traslazio- davanti delle medesime, cioè ne'palalini
ne de' corpi de' sommi Pontefici, a que- frullonide'treni pontificii eanche ne'frul-
sto articolo ne descrissi il ceremoniale e loni che si adoperano fuori di tali treni.

treno. Dellecavalcate funebri pel traspor- La ragione per cui incedevano i servi in
lo e Funerali de'sovrani e sovrane mor- della tavoletta, ossia avanti e non dietro
ti in Roina,e ne riparlai negli articoli de* i frulloni palatini, era per rispetto al Pa-
loro regni. Delle Cavalcate degli Amba- pa, come si dice; come per rispetto al Pa«
sciatori presso la Sede, e de'trenì de-
s. pa, qualunque servo nell' entrare colie
gli ambasciatori nel loro formale ingresso carrozze ne'palazzi apostolici ove risiede
in Roma (a Conclave avendo descritto il il Papa, discendono dalle medesime, e in-

treno col quale vi si recano, e come ri- cedono a piedi sino al luogo dove si fer-
cevuli dalMaresciallo del Conclave)y\- mano. Delle carrozze de* cardinali e di
cordando quello dell'ambasciatore del re verse loro specie; il cardinal decano, e .

delle due Sicilie, per la presentazione del cardinali di famiglie principesche e d.


Tributo (l.) della Cliinea. Della Caval- quelle de'marchesi di Baldacchino {y.f
cata del Senatore di Roma, pel suo pos- godendo la prerogativa ne* treni di ga-»
sesso in Campidoglio. Della Cavalcata 1' oro alle seterie de' fi-
la d' intarsiare
degli Idi fori della s. Rota Romana. nimenti e delle guarnizioni di seta del*
Nell'articolo Carrozza ragionai di sua o- le carrozze, e negli ombrellini, tutti i car-
rigine e introduzione in Italia, prima in^ dinali e con qualunque treno usando
cedendosi a cavallo o in Fa' ttiga [imi c\[\a' V Ombrellino rosso o paonazzo, a secon-
le articolo riparlai delle carrozze, delle da del colore delle / esti che indossano
sedie a ujano, delle sedie coperte e sc«)- (tranne il tempo incoi vanno in carroz-
perle, e delle lellighe usate ue'posscssi e za cui Papa), inclusi vamenle alla loro
270 T U E TRE
pompa funebre, quale insegna distinta Maestro del s. Ospizio (F.). Di tulli
t\e]

di dignità avendo inoltie dichiaralo i


; questi treni riparlai non solo negli arti-
accompagnali dal-
loro differenti treni, coli ricordali , ma in lutti quelli che vi

la Famiglia de" Cardinali (nel quale hanno relazione, per cui qui soloaggiun-
articolo notai pure quella de'prelati). Del geròalcune nozioni o schiarimenti sui tre-
treno e carrozza de' cardinali pel Fune- ni del Papa e sui treni de cardinali. Pri-

rale [V.).Y)\%^\W\ ancora de'particolari mieramente avvertilo, a seconda del no-


e distinti treni de'prelati Patriarchi^ U- tato nel voi. XLI, p. 142, che spella a
ditore della Camera, Governatore dì mg."^ Maestro di Camera, non solamen-
Roma Vice-Camerlengo, Tesoriere
e te d'invitare le persone formanti i diffe-

generale Maggiordomo , Maestro di


,
renti corteggi del Papa, nia ancora di di-

camera (/^.); de'lreni propri de'vescovi chiarare al Cavallerizzo maggiore (f.)


ed altri prelati; de'lreni degli Ambascia- la qualità del treno, perchè dia gli ordi-
tori e Princìpi assistenti al soglio, del ni analoghi nelle scuderie pontificie che
Senatore di lìomae Senato Romano (in presiede: del nuovo vestiario di questo di-
questi due ultimi articoli meglio ripar- gnitario laico palatino, di quello del Fo-
lai de'ioro treni), de'principi e marche- riere maggiore, e di quelli de' laici ca-
si di baldacchino, cioè delle seterie e om- merieri segreti di spada e cappaiSopvan-
brellinida loroadopralijlra'prelali l'om- numerari e d'onore, ne ragionai all'arti-

brellino l'usa il solo uditore generale del- colo Spada, ove ancor dissi di quello pure
la camera, come il primo tra' prelati di rinnovato iìtt' Mazzieri del Papa, avver-
fiocchetti. Ad Ombrellino tornai a rife- tenza indispensabile perchè gli uni e gli

rire diverse erudizioni sui diversi treni de' altri fanno parte del treno pel Possesso
mentovati personaggi, massime del ma- del Papa. A nche WGuardie nobili ponti-
gistrato romano. I ceremoniali, nella più fìcie, dopoché pubblicai il loro articolo, in
parie tradizionali, che riguardano V eti- parte venne variato l'uniforme loro.I Tre-
chette de'lreni delle carrozze in un mo- ni del Papasì ponno dividere in 6 specie,
do o nell'altro rimontano all' epoca che cioè pubblico, semipubblico e nobile, di
si resero comuni a'cardinah e altri. Nel- città, privato, dì villeggiatura, diviag-

l'articolo Cappelle pontificie, cardina- gio'A'x tutti questi treni sempre fanno par-

lizie e PRELATIZIE, notai in ciascuna con te le guardie nobili pontificie, i.*' Il tre-

quali treni vi si recano ilPapa, cardi-i no pubblico è quello magnifico e splen-


nali, i prelati e gli altri, e genèricamente dido della solenne Cavalcata ?i\\\\c» pel
nel voi. Vili, p. 2*27 ; oltreché notai le Possesso del Papa^xw parte esistente, più
particolarità pròprie delle funzioni di pos- o meno dignitoso a beneplacito de'Papi,
sesso pe' cardinali Protettori nelle loro e perciò dicesi solenne. 2." 11 treno se-
chiese e luoghi, o ne' loro Tìtoli cardi- mipubblico o nobile è quello col quale il
nalizi, ove parlai de' possessi de' cardi- Papa nuovo,preceduto iiii\Crocifero( F,)
nali arcipreti, preti e diaconi nelle loro a cavallo sostenendola Croce pontifìcia
chiese. Wel citato volume dunque dichia- (F.) astata (della quale riparlai con rile-
rai: i.° i diversi treni del Papaj a.^quelli vanti osservazioni nel voi. LXXVII, p.
de'cardinali; 3° quelli de'prelati di fioc- 124)5 si reca dal Quirinale per la 2." e
chetti, vescovi e allri prelati;
4-"n"^"*'^^' S.'' pubblica adorazione de'cardinali, alla
principe assistente al soglio, quelli del se- cappella Sistina del Vaticano e alla con-
natore di Roma anco co' Paggi {F.), u- tigua basilica di s. Pietro, ed in questa
sali anche dal Papa nel suo possesso, e anche per la coronazione se il Papa vi si

de' conservatori di Roma componenti il reca dal Quirinale; treno che eziandio il

magistrato del Senato Romano j non che Papa usa nel suo possesso con diversi cava-
TUE TRE 271
iieri e prelati a cnvallo, se la cavalcata non mente indicai nel voi. Vllf, p. 227 e 228
è completa con treno pubblico, a\ modo edaltrove,quantoalle due carrozze e mu-
eceremoniale usalo sino e inclusive a Pio te pontificie, è tal qiiale a quello che si

VI, nel quale treno cavalcavano anche usava ad pompani nel seguito delle so-
il Papa, cardinali e molti altri che ora
i anche per profittarne ad
lenni cavalcate,
più non cavalcano, sebbene in parte ab- un eventuale bisogno d Papa, e qualche
bia luogo la cavalcata. Sino e inclusive prelato delta corte pontificia; in somma
a Leone X, il Papa, i cardinali ed altri, si usano ora due mute, come e quando
nella funzione del possesso v'incedevano tutti degl' intervenienti della famiglia
ornali de' sagri paramenti, il Papa col pontificia, oltre Papa, andavano a ca-
il

Triregno [f\)'m capo, cardinali e ve- i i vallo, e perciò trovasi il treno mancante
aveano luogo que*
scovi colle Mitre, ed almeno una m»Jta. Quindi ne consegue
di
solenni riti e festeggiamenti ricordati a r incongruenza, che il Caudatario del
Possesso del 1*apa e ne' luoghi ivi cita- Papa e gli Aiutanti di camera del Pa-
li, ed ecco perchè a sillatto nobilissimo e pa (^')i oon avendovi posto, debbono
sontuoso treno, a modo di Trionfo (T-^'), andare nella carrozza nobiledel [."de'due
fu dato il particolare titolo distintivo di cardinali che sono in carrozza col Papa,
treno pubblico e solenne. Quindi quel- ed il caudatario trovandosi perciò non
lo che con grandi modificazioni gli suc- poco distante dalla carrozza del Papa, è
cesse venne denominato tveno semipub- impedito di giungere in tempo, secondo
blico e nobile, vocabolo che si usa al- il suo uffizio, per sostenere la coda della

tresì a quel treno col quale ilPapa nelle sottana del Papa, allorché discende dalla
4 annuali cappelle che dirò, con due car- sua carrozza. E siccome anche il treno di
dinali in carrozza è preceduto dalla croce città {ovinasì di due sole mute pontificie,
portala dal crocifero a cavallo,circondato cosi con altra incongruenza gli aiutanti
t\k\' palafrenieri decano loro alla por-
Qo\ di camera del Papa devono prender luo-
tiera dritta (quando eravi il sotto-deca- o nella carrozza e muta di mg."^ Mi l'S-
no incedeva aiiinistra),edalla guardia de- giordomo (f^.), ed anche in essa, come

gli svizzeri a piedi, e dalle guardie no- nella carrozza cardinalizia, in ragione del-
bili pontificie vestite colla montura a mez- l'abito paonazzo di Jìiantello/ie, sebbene
za gala, e di gala nella funzione della co- prendono la mano al sacerdote cap-
laici,

ronazione e in quella del possesso, nella pellano, gentiluomo o maestro di came-


quale ultima interviene ancora il capita- ra tanto del cardinale che del prelato; lo
no degli svizzeri a cavallo in gran tenu- scopatore segreto poi e il decano del Pa-
ta, precedendo e chiudendo il treno ca- i pa prendono posto nella carrozza e mu-
rabinieri e i dragoni a cavallo. Adunque ta di mg." Maestro di camera (f\). Tutti
col treno semipubblico e nobile il Papa i famigliari pontificii dovrebbero ince-
recasi nelle 4 annuali cappelle papali, per dere unicamente in carrozze palatine, e
la festa della ss. Annunziata, nella Chie- non quasi mendicare il posto nelle car-
sa di s. Maria sopra Minerva^óì cui ri- rozze di altri, non essendoci in ciò nep-
parlai nel voi. LXXV, p. 1 16); per la fe- pure la dignità del Papa sovrano padro-
sta di s. Filippo IVeri, nella Chiesa di s. ne. Cresce l'incongruenza se si riflette, che
Maria in Fallicellaj per la festa della nei detti due treni semipubblico e di cit-

Natività di Maria Vergine, nella Chiesa tà, siedono nelle altre carrozze frullo-
di s. Maria del Popolo j per la festa del ni palatini formanti i medesimi treni,de*
cardinal s. Carlo Borromeo, nella Chie- famigliari pontificii inferiori di grado al
sa de' ss. Ambrogio e C/7r/o. Questo tre- caudatario, ed a!^li aiutanti di camera del
00 semipubblico o nobile, che precisa- Papa, i quali appartengono alla Simiglia
272 TRE TRE
nobile ponlificia e fanno parte della Ca- ben presente la vera e savia sentenza del
irnra .sci^rcta (/ .). Chi amò sempre il gran cardinale de Luca, luminare della
decoro delia poulifìcia corte, espose le di- giurisprudenza della curia romana e dei
scorse osservazioni al ^/<7g^^'^z"or<7o/720 mg/ Tribunali di Roma, ove parlando nella
Fieschi (ora cardinale lilolaredis. Maria Relazione della RomanaCuria delio sti-
della Vittoria e gran priore in Roma del le econsueludioe, notai con esso: Che dif-

s. militare ordineGerosolimilano), il qua- ficilmente uno scrittore vivente può spe-


le avendo a cuore la pontificia convenien- rare di veder abbracciali i suoi ragione-
za, nel suo giusto criterio se ne penetrò, e voli pensieri e avvertimenti, non solo per-
trovò necessariochead eliminare nel tre- chè le invecchiate usanze, se erronee as-
no semipubblico o nobile tale difetto, oc- sai dirado si tolgono quando per tali so-
correva aumentarlo d'un'altra muta, non no conosciute; ed eziandio perchè tra uo-.
solo peicbè deve tale treno differire da mini conviventi uno non facilmente cede
quello di semplice corteggio già di sola fi- all'altro nelle cognizioni (frutto di stu-
gura nella cavalcata, mentre al presente diose e pazienti ricerche) e nelle parti del-
lo è di uso, ma ancora per non dilFerire es- l'ingegno (che sebbene dono di Dio so-
so da quello di città, in cui due pure sono vente s' invidia). Perciò non senza dilH^
le mule, e due mute eziandio ha il Ire- colla poche volte avviene che si aderisca
|io privato di trottala; essendo poi com- a scrittori viventi (ina quando giova e fa
posto di 3 mute il treno di villeggiatu- comodo pure lo si fa, ed allora si accorda
ra, nella 3/ carrozza del quale prendo- credilo allo scrittore), imperocché la loro
no luogo il caudatario, il crocifero e gli autorità e stima proviene dall'antichità,
aiutanti di camera, ed inoltre uno di e dalla morte che smorza le gelosie e l'e-

quesli ultimi va nella 2/ muta del tre- tichette della debole umanità. L'asniun-
no privato. Chiaro quindi risulta dal sin la 3. "muta fu tosto tolta, e le cose stanno
qui detto, che tienosemipubblico o no-
il come al tempo delle cavalcate e poste-
bile, nelle carrozze di muta, è inferiore riori incongruenze. Altre nozioni sul tre-
a quello di villeggiatura, non ha alcuna no semipubblico o nobile si ponno tre-;
distinzione da'due treni di città e dal pri- vare negli articoli di que'personaggi e in-
valo, meno che in quest'ultimo le mute dividui che lo compongono. Solo qui di-
si compongono di 4 invece di 6 cavalli. rò alcune notizie indispensabili all'argo-
Appen£< l'ottimo maggiordomo aumen- mento, e per averlo promesso. De'batli-
tò d' una mula il treno semipubblico o slrada che precedono tulli i treni ponti-
nobile, alcuni cortigiani ignoranti edi te- che quali commissari preposti a sor-
fìcii,

sta piccola Uìalignarono la saggia e ne- vegliare le Strade di Roma {T.\ e per-
cessaria provvidenza presa, ed alzarono ciò conoscitori di quelle in cui è impe-
voci di censure contro si ragionevole di- dito l'accesso per lavorazioni che vi sifun-

sposizionedeirilluminatoprelato, con ri- nojoncle evitarle dal treno pontificio,par-


petere da pappagalli la rancida cantile- lai a'ioro luoghi. Essi anticamente pre^
na: Si è fatto sempre cosi! Come, si vuo- cedevano i treni pontificii in calesse, col
le il progresso? E poi al progresso al be- famigliare pontificio che portava l'occor-.
ne fanno ostacoli! I commenti a chi
si rente pe'bisogni del Papa; ora incedono
legge con ponderazione. Per zelo e deco- a cavallo con gualdrappa di panno scar-
ro nostro, indefessamente sempre ho stu- latto trinata d'oro, con uniforme bieii
diato per rettificare o emendare quanto alla militare, guarnito con trine parimen-
r»on trovo regolare, e sebbene umile laico ti d'oro, calzoni di panno bianco, stivali
ciò feci anco nell^? cose ecclesiastiche, co- alla cavaliera, cappello puntato con bor-
me da ultimo a Tovaglia. Tengo però do d'oro e pennacchio rosso (ora bianco
TRE TRE 273
e spadino al fianco). Tanto si legge nel- relli (Pio VI usava cavalli storni chiari),
I*Ksdtta relazione della cavaleata con coperti da ricchi finimenti di velluto cre-
la quale la S,di N. S, P,Pio IX si por- misi guarniti di metalli dorati, guidati
to a prendere il solenne possesso del- dal cocchiere e cavalcante nobili, vestiti
Li basilica hateranense (compilata ci* con giubboni o casacche di velluto cre-
ti. Giovanili Arcieri, allora segretario di misi trinato d'oro e con uianiche di broc-
mg/ Medici maestro di camera e di pre- cato pendenti, camiciole di ganzo d'oro
sente cardinale), nella quale dopo i pic- rossojcalzoni simili allecasacche,collaroe
clielti de' dragoni e de' carabinieri, se- nianichetti di merlelto,stivali di pelle ros-
guirono due commissari battistrada. No* sa con merletto di filo bianco, e parrucca
terò che l'uniforme giornaliero de'com- in testa con cipria. Devo ancora notare,
missari battistrada si forma dell'abito o perchè altrove lo promisi, alcune nozioni
montura di panno bleu filettato di pan- riguardanti alcuni degl' individui della
no rosso, con galloncini d'oro al colletto, scuderia pontificia, che fa imo parte de'tre-

a'paramani ea'pattini; calzoni simili, sti- ni semipubblici, oltre quanto a Famigli,!


vali con isperoui e spadino: il cappello è poivTipicu e altrove dissi degl'inservienti
puntato, gallonalo d* oro, con coccarda della scuderia, avendo pure parlalo del
pontificia e pennacchio di penne turchi- sodalizio de'cocchieri, e di quelli de'car-
ue. Inoltre usano mezze spalline, dette dinali e altri a Famiglia de'cardinali ec.
mozzetle. L'ordinanza o inserviente che I cocchieri e cavalcanti della 2.'' mula del
ha cura del cavallo de'ballislrada,èf;Mni- treno semipubblico vestono casacche di
gliare palatino e veste come gli scopatori panno cremisi e di velluto, e bragiuole o
de'corlilide'[)alazzi apostolici. Essa ne'tre- collari di lino bianco con merletto. No-
ni di citta monta sulla tavoletta di dietro terò che il cocchiere nobile va a caval-
del frullone di seguilo al treno pontificio; lo ne* treni pubblici e semipubblici, e
prima faceva altrettanto ne* privali, ma talvolta anco in quello di città ; negli al-
ora resta nel cortile pontificio, per prende- tri siede in cassetta, I garzoni di scude-
re ilcavallo del battistrada al suo ritorno. ria incedono a piedi ne' treni nobili, e
Il cavallerizzo d'opera delle scuderie pon^ sulla tavoletta di dietro della 2." muta
lificie, ne' treni semi pubblici addestra e negli altri treni. Nel ppntificato di (Gre-
vigila la ujula che cavalca il crocifero, e gorio XVI, dal maggiordomo mg.' Mas-
veste l'uniforme. Questo si compone di simo fu accordalo un uniforme all'iuten-
cappello montato come quello de'milita-' denle delle scuderie pontificie. Questo
ri con coccarda pontificia,con cappiola di si compose del cappello montato a stile
gallone in oro e fiocchi a pizzi di canu- militare con coccarda pontificia, fiocchi
tiglia parimenti L'uniforme è di
in oro. a pizzi e cappiola doppia, il lutto di gru-
panno bleu fatta ad un petto sullo stile noni d'oro. Uniforme di panno bleu, pa-
niilitaTe,con bottoni dorati e triregno in- rimenti a stile militare, fallo ad un pello,
ciso su di essi, paramani e collo non che fi- con bottoni dorali e triregno inciso; cullo,
letti, il lutto di panno amarante, con pic- paramani e filetti di panno amarante con
colo galloncino intorno sì al collo che a' ricacni, sì al collo che a'paramani, a'pal-
paramani ed a'paltini didietro. calzoni I tini di dietro, come pure all'intorno delle

sono di pelle bianca stretti a coscia,stivali falde, con triregni ricamali a' pizzi delle
alia scudiera falli a cai/ella con isperoni medesime, il tutto in oro. Calzoni stretti
dorati. Al fianco ha il palossocon manico a coscia di panno bianco, con isti vali alla
nero guarnito (li metallo dorato. La car- scudiera falli a calzetta, speroni di me-
rozza nobilissima in cui siede ill'ontciìce tallo cisctlali e dorali. Spada con impu-
c liiata da (isupcibi e granili gu valli uio- gnatura doralUj e muuicu d'avorio biuu^
274 '^^
^E TRE
co con cordone e fiocco di granoni d'oro riferito e ragionato più sopra, mi sem-
corrispondenti alla guarnizione del cap- brano denominazioni improprie, ed
tutte
pello. Nel treno della cavalcata ricor- il suo giusto e più conveniente nome è
tlala ne! possesso del regnante Pio IX, quello di treno di città, poiché affatto è
dopo i due coniniissari battistrada, ca- diverso da' menzionati treni, e il chiamar-
valcò il maestro di stalla e intendente lo con tali vocaboli confonde gii uni co-
delle scuderie pontificie col descritto u- gli altri e forma contraddizione, e non è
niforme, seguito da i\n picchetto delle sinonimo di essi come talvolta dissero i

guardie nobili pontificie, e dal foriere Diari di Roma


Giornali di Roma,e i

niaggiore e cavallerizzo maggiore. Tut- certamente inavvertenteuiente. Tutlociò


ti i cocchieri e addetti alle scuderie pon- lo notai in più luoghi, come nel voi. Vili,
tifìcie usano calze rosse. Debbo ora no- p. Ì27, nel ilescrivere questo treno di cit-
tare alcune variazioni falle nel vestia- tà. Infatti lessi in molli Diari di Roma

rio delle guardie nobili, e altro, nel!' o- confuso (piesto treno di città co'suddelli
dierno pontificato. Le guardie nobili non impropri vocaboli, ed anche con quello di
più usano i cappelli a punte; ma dalla for/na pubblica. Si legge nel Giornale di
processione del Corpus Domini del 847, 1 Roma del 854, descrivendo le visite fat-
1

come 87, han-


registrai nel voi. XLV, p. i te dal Papa di chiese, monasteri, ec. nel
no Telmo alla foggia piemontese con coc- Carnevale, cioè nel n.°45: Sua Santità si
cia d'argento e cresta dorata, aggiungen- condusse con treno privato, dal Valica-
dovi nella gala e nella mezza gala il pen- no all'oratorio del Cara vita; e che tre gior-
nacchio di penne bianco-nere, e la co- ni dopo con egual treno &\ recò nella chie-
dadi crino nero. Le loro trombe poi han- sa (li s. Lorenzo in Damaso; indi dice nel

no il pennacchio di penne rosse, e coda n." 49: ^'^i^'a Santità recossi informa semi-
di crino bianco. Anche le spalline delle pubblica alla chiesa del Gesù. Sta in fat-
guardie sono ora alla foggia piemontese. to che il Papa andò in detti luoghi sol-
1 capitani comandanti dello slesso cor- tanto col treno di città, il quale perquan-
po, il vessillifero di s. Chiesa, il tenente to vado dicendo, non
il privato, ne è né
delie medesime guardie nobili, usano il d\ forma semipubblica. Credo bene ciò
descritto elmo, solo sono distinti da pen- notare, perevitare equivoci e censure, nel
nacchi fjrraati da un airone. La mezza ga- descrivere silfatli treni co'propri e conve-
la delle guardie nobili consiste nel vestia- nienti loro vocaboli. Rilevai altrove, che si-
rio di S[ala, meno Tuniforme rosso. L'or- no al declinar del secolo passato,i Papi an-
dinanza delle guardie nobili veste alla fog- checol trenodicittù si portavano alle cap-
gia de'dragoni pontificii, non più incede pelle, eziandio pe'funeralide'cardinali, in

ne'treni papali sulla tavoletta di dietro del compagnia di due cardinali nella carroz-
frullone di seguito, ma procede a cavallo za, preceduti e corteggiati da molti nobi-
in tutti treni, ed in cpiello privato dopo
i li, noi» che dal cavallerizzo e dal foriere
la 2." muta. Attualmente gendarmi ei i maggiori, e da'prelati a cavallo, i quali e-
dragoni pontificii del seguito del Papa rano seguiti dal governatore di Roma e
sempre indossano la gran tenuta, ed il lo- dal crocifero colla croce pontificia, pure
ro uffiziale è preceduto dal tromba pro- a cavallo; indi appresso la pontificia car-
prio. Il 3.° treno del Papa, col quale si rozza cavalcavano i cavai leggi eri, e nella
porla per Roma alle cappelle papali e al- 2.^ carrozza incedevano il maggiordomo,
tre sagre funzioni, ed alle visite di chie- il maestro di camera , seguiti dalle co-
se, monasteri, stabilimenti e sovrani, da razze a cavallo: di più la carrozza del Pa -

alcuni viene chiamato nobile, semipub- pa era circondata dalla guardia svizzera
blico , di campagna ^ e iwìche prii^ato: \)q\ a piedi. Inoltre cavalcavano gli aiutanti
TRE TRE 175
di camera intorno alla carrozza, ed anche stabilito maestro di camera. II 4-° t^'e *
il

il principe assistente al soglio, ec. A que- no del Papa è quello privato o di trot'
sto complesso di treno pare che gli potes- tata, fuori delle porte di Roma per trot-
se in parte convenire la qualifica, m^òr- tare o passeggiare , e anche traversando
tìia scmipubblica^ essendo un simulacro la città, o per visitare qualche cardinale
e una specie delle cavalcate de'treni se- infermo, ovvero per recarsi in alcun luo-
mipubblici o nobili, ne'quali i Papi tal- go privatamente. Esso si compone del
volta invece di cavalcare, andavano nel- commissario battistrada a cavallo, segtio-
la lettiga aperta da tutti i lati, portata da no due guardie nobili, indi la carrozza
due nobili cavalli IVigioni; altra cavalcata pontificia con muta a 4cavaHi, guidati ia
semipubblica era quella colla quale il Pa- cassetta dal cocchiere nobile , al sinistro

pa nel ."giorno di quaresima si portava


I cavallo del bilancino dal cavalcante no-
a celebrare la Ciippella in s. Sabina , ed bile. Nella medesima alla sua sedia siede
anche in sedia o in lettiga. Lai/ sortila il Papa, e rimpetlo due camerieri segre-
che fece Benedetto XIV dopo la sua ele- ti partecipanti per turno: dietro alla car-
zione, portandosi a orare in Maria de- s. rozza vi sono due palafrenieri coll'om-
gli Angeli nelle ore pomeridiane, si formò brellmo, calla sottoposta tavoletta il gar-
t\'\questo treno. Precedevano a cavallo 4 zone di scuderia. A Ilo sportello destro ca-
cavalleggieri e due lancie spezzate, il cro- valca l'esente delle guardie nobili, uà
cifero pure a cavallo colla croce. Indi se- drappello del quale, con alla testa un ca-
guiva la mula pontificia col Papa e pre- i detto, segue la carrozza. Indi viene la 2.*
lati Colonna maggiordomo e Sciarra Co- mula di 4 cavalli, guidati dal cavalcan-
lonna maestro di camera, con attorno a te e dal cocchiere, col frullone palatino,
piedi 12 svizzeri e due loro uHlziali; non nel quale prendono luogo un aiutante di
che due aiutanti di camera a cavallo, ed camera, uno scopatore segreto col solito
uno scopatore segreto con valigia a ca- occorrente pel Papa, ciò che negli altri
vallo.Nella 2.^ muta incedevano mg.' Piea- treni porta il famiglio pontificio detto im-

li I .''maestro delle ceremonie, e 5 prelati propriamente facchino di camera e men-


famigliari, giacche è noto che sino a Pio tre veste di nero, ed il decano de' pala-
VII le si chiama-
carrozze erano grandi e frenieri con due cuscini coperti di dama-
vano andava in 6 perchè in-
stufe, e vi si sco rosso pel Papa,oude servirsene qualo-
nanzi agli sportelli si ponevano due ban- ra visitasse qualchechiesamegli altri treni
chetti ove sedevano due individui. Segui» di città e semipubblici, anche di villeggia-
vano 12 cavalleggieri, e altrettante coraz- tura edi viaggi, orduiariamenteilyZor/ere
ze a cavallo. Talvolta i Papi si recarono porta i cuscini foderali di velluto in seta
allecappelleo alla visita di chiese con tre- o velluto di color rosso con galloni d'oro
no di città in carrozza, e nel ritorno fu- e fiocchi frammisti a oro; in Roma comu-
rono portati in sedia a mano; altri anda- nemente pone il cuscino al Papa perge-
rono e tornarono in sedia a mano. Rimar- nnfletlere \\ foriere. Dietro a questa car-
cai a suo luogo, che ne'treni di città, per rozza vanno i servi de* mentovati came-
impotenza o assenza del maggiordomo o ed in una tavoletta più a
rieri segreti,
ifel maestro di camera, andò nella carroz- basso andavano i due inservienti o ordi-
za del Papa o 1* elemosiniere o il came- nanze delle guardie nobili e del battistra-
riere segreto; luttavolta trovo m* Diari da, che hanno in cura i loro cavalli. Leo-
di Roma del 1 794» che per la festa di s, neXIlinvecedelleguardie nobili, in que-
Domenico si recò Pio VI alla chiesa di s. sto treno privato di trottata, si faceva ac-
Maria sopra Minerva, avendo seco il so- compagnare dalla Miliziapontificin (/'.)
lo aia|»giordonK>j per \\ut\ essere bene ri- de'drngoniii cavallo, introdotti circa nel
276 TRE TR E
pontificato d'Innocenzo XII, i quali di- aiutante di camera, in tutti i treni, ragio-
poi successero alle Corazze (/^.),ragguar- nai nell'indicato articolo. 11 5.° treno del

devole guardia pontificia a cavallo, però Papa è il treno di Fillcggiatura {J"^')-

inferiore a quella de'nobili cavalleggie- li 6.'' treno del Papa è il treno deFing-
r/, che fmono succeduti dalle guardie no-
bili. Pio Vili in questo stesso treno si fe- De* Treni de^ Cardinali e de* Treni
ce accompagnare da'diagoni e dalle guar- de' Prelatiy trattai negli articoli ricordali
die nobili, cioè, oltre il battistrada, pre- di sopra, accompagnati dal corteggio de*
cedevano due dragoni, indi due guardie Famigliari de' Cardinali e de' Prelati
nobdi, poi la i.'muta della carrozza pon- (/^.),sia per le Cappelle Pontificie, Car-
tificia seguila dal drappello delle guar- dinalizie e Prelatizie (delle quali a'Iuo-
die nobili, poscia la 2." muta col frullo- ghi loro ulteriormente ne ragionai), sia
ne, dopo il quale cavalcava il picchetto per possessi e altre funzioni e ceremonie,
de'dragoni. Altrettanto nel suo pontifica- siaancora per Fisile {F.) e con quelle
to praticò Gregorio XVI. Nel vol.I,p. 171, ^e^^z'notate ne'propri luoghi. De'diversi
col. f.*',dando qualche cenno del mio ono- treni pel nuovo Ctì5rfZm(^/e (/^^.) diffusa-
revole urticio, credo di poter essere in gra- mente ragionai a'rispetlivi articoli; non-
do di riferirlo esatto; ma essendosi cer- dimeno essendomi compiaciuto di veder
tamente sturbala la composizione della lodevolmente pubblicato colle stampe il
slampa, erroneamente apparisce, che iii seguente ceremoniale dalla s. Congrega-
questo treno privato l'aiutante di came- zione Cer emoniale, ^QV l'uniformità tan-
ra sieda nel frullone di seguito, con due to necessaria nella curia e corte romana,
camerieri segreti^ quali come dissi di i o per dir meglio nella gerarchia ecclesia-
sopra e in più luoghi incedono nella r.' stica de' principi della Chiesa, mi piace
carrozza col Papa. Qui poi dirò, che in qui appresso riportarlo per maggior u-
lutti i treni, se avviene che cada la piog- tilità e diffusione, indicando i luoghi prin-
gia, anco poca, la benignità de' Papi fa cipali ove con molteplici erudizioni ne
disfribuije paoli 3 a'seguenti, se forma- trattai; e sebbene appariranno ripetizio-
no il seguito, cioè oltre il battistrada, per ni, alcuna cosa sarà col ceremoniale ret-

ciascuno degli addetti alla scuderia pon- tificata, poiché appunto col decreto di
tificia, e del ma^^giordomo e maestro di detta s. congregazione si risolvettero di-
camera in servizio,così a'palafrenieri pon- versi punti controversi, e si stabilì un'u-
tificii; a'servi del Qiaggiordomo,del mae- niforme e invariabile osservanza. Ecco-
stro di cauìera, dell'elemosiniere, del sa- ne il titolo: Ceremoniale da tenersi da
grisla, del fbriei-e maggiore, del caval- un nuovo Cardinale nella sua promo^
lerizzo maggiore, ed a'servi de' camerieri zione al cardinalato, Roma dalla tipo-
segreti; a due inservienti o ordinanze del- grafia della rev.Camera Apostolica 856. 1

le guardie nobili e del battistrada; ed a* Nelle ore pomeridiane del giorno stesso
dragoni, tranne l'uniziale, del seguito de* in cui il personaggio è promosso alla su-
treni medesimi. Hanno pure i 3 paoli in blime dignità cardinalizia, mezz'ora pri-
lutti i treni, se piove, il decano, lo scopa- ma dell'intimo ricevuto dal maestro del le
tore segreto, il lacchino di camera, l'aiu- ceremonie, per portarsi al palazzo ap(f-
tante di credenza sebbene incedono in
, stolico per ricevere dalle mani del Papa
carrozza, ed il facchino di floreria che va la Berretta Cardinalizia (F.), dal no-
colla carrozza del sagrista e del fioriere. vello cardinale si spedisce al medesimo
Dell'elemosina che si suol fare, o dal Pa- palazzo un frullone, col caudatario in sot-
pa stesso, QàùW Elemosiniere del Papa^ tana e ferraioloue nero di seta, col cap-
ovvero da un cameriere segreto o da un pellano coir abito simile, ed uno o due
TRE TRE 277
camerieri vestili di nero, in ferraiolone «ali ,
perii sempre di lana e non mai di
eguale, i quali ultimi dentro un fazzoletto seta, tranne iudullo. Se poi è religioso
di setapaonazza guarnito di meilelto d'o- di ordine mendicante o monacale, deve
ro, portano la Mazzetta (/^.) paonazza, usare sempre l'abito di lana del colore u-
il
(^^•)i la Fascia (T .) co'fioc-
Rocchetto sato da religioso, né può n^ai indossare
clii Cappello da Cardinale (F.)
d'oro, il il rocchetto (senza maniche lo assumono

usuale rosso col fiocco d'oro, ed anche per iiell'indossareiparauìenti sagri), nè\ fioc-
precauzione il Berrettino Cardinalizio chi d'oro aWa fascia^ la quale deve esse-
(/ .), per usarlo qualora non fosse adatto re di seta del colore corrispondente al-
quello che poi presenta al cardinale il l'abito; come pure di seta saranno le mo-
BuMolante [f .) soltoguardaroba : lutti stre delle maniche o paramani, le asole
giunti al palazzo apostolico,aspellano l'ar- co'bottoni e colleorlature,le mostre.della
rivo del loro padrone nell'appartamento manielletta, e le fodere della mazzetta.
del cardinal Segretario di stato (F.). Il Quindi ilnuovo cardinale viene accom-
decano in abito nero di formalità, col fer- pagnato dal cardinal segretario di stalo
raiolone di seta nera e il cappello appun- dal Papa, nell'anticamera segreta del qua-
talo, precede il cardinal podione,e lo at- le lascia il berrettino e la berretta neri.
tende al (ine della scala di detto apparta- Il Papa gl'ioìpone sulle spalle la mazzet-
mento, per aprire lo sportello di sua car- ta paonazza ^ e sul capo la berretta rossa.
rozza. Dopo pallila la detta carrozza, il Nel partire, il cardinale prende il berret-
nuovo cardinale vestilo colle calze pao- tino rosso che gli presenta il soltoguar-
nazze, ^(Y/ryyc nere senza l'orlatura rossa, daroba, e se lo pone sul capo, e conse-
cullare paoaaiio, sottana paonazza, y}?- gnala la berretta rossa al gentiluomo, si

scìa paonazza co'fiocchi di seta, mantel- cuopre poi il capo col cappello rosso. Vi-
le tta paonazza, berrettino nero, e cap- sitato il cardinal segretario di stalo, parte
pello usuale nero, col fiocco prelatizio s'è dal palazzo e indi ascende nella sua car-
pre lato ytaonla nella propria carrozza,che rozza, le cui bandinelle sono spiegate, con-
non deve essere quella di gaia e le cui , segnando il cappello rosso al maestro di
]>andinelle rimangono spiegate, insieme camera. Questa carrozza è preceduta da
ai maestro di camera e al gentiluomo^ im servo a piedi, nientre il decano ince-
vestiti de'Ioro abiti, ed i quali siedono a al sinistro cam-
de allo sportello deslro, e
lui rimpelto, poiché il cardinale in que- mina un servo, gli altri servi proceden-
st'accesso non può ammettere alcuno a do dietro la carrozza, presso la quale se-
spalla, ossia al suo fianco. La carrozza col gue il fiullone suddetto co'nominati cau-
cardinale è preceduta da un servo in li- datario, cappellano e cameriere. Pel de-
vrea, senza VomhrellinOy ujentrealtridue scritto allo i servi e i cocchieri usano li-

servi pure a piedi la seguono, ed uno allo vree comuni, i cavalli non devono avere
sportello o portiera destra facendo le veci alcun ornamento rosso a'finimenti; e se
del decano. Giunto il cardinale al palaz- ilnuovo cardinale occupava carica o di-
zo apostolico, passa nell'appartamento del gnità, che gli dava il diritto degli orna-

cardinal segretario di stato, dopo breve menti paonazzi o verdi a' cavalli, anno-
Irattenimento col quale,in una sua came- veralo al Sagro Collegio (/ .) non fa-
ra, deposte la fascia e la mantellella, as- cendo piiìi parte della prelatura, doven-
sume la fascia co'fiocchi d'oro, il rocchetto do dimettere ogni ornamento prelali?io,
e la mantellelta cardinalizia, e colla ber- perciò in questo treno non può usare i
retta nera in mano. Qualora il cardinale fiocchi, le guide o atiro abbigliamento de'
fosse /i(7/g70.9o( A .) chierico regolare, usa detti colori. Se la tradizione della berret-
gli abiti eguali a quelli degli aiui curdi- ta lermiuasse verao mia^ il diìcuuu deve
278 TRE TRE
tener pronte 4 lanterne per accompa- ,
che decorrono tra il suo arrivo e quello
gnare il cardinale alla sua residenza. A del Concistoro pubblico (F.) il nuovo ^

MozzETTA e Berretta CARDINALIZIA par- cardinale venuto in Roma, non può uscir
lai della loro imposizione fatta da un de- di casa, e se per urgenza lo dovesse, per ri-

legato apostolico, se il novello cardinale lardarsi il dello concistoro, veste l'abito col
èini polente di recarsi a riceverle dalle ma- ferraioletto senz'alcun ornato rosso, con
ni del Papa. Indi il cardinale piosiegue collare e calze paonazze,scarpe nere senza
a ricevere (e Fisite (/''.), cominciate nella orlatura rossa, berrettino rosso e cappel-
mattina dopo la sua promulgazione. Nella lonero con fiocco rosso intarsialo d'oro.
seguente mattina il cardinale spedisce un Userà il frullone con due servi in livrea
frullone senza fiocchi o guarnizioni rosse usuale, senza ombrellino, ne alcun orna-
accavalli, con un gentiluomo e un servo, lo rosso a'finimenti dei cavalli, e le ban-
il quale si reca a ringiaziare i cardinali, dinelle saranno spiegale. Nella mattina
i principi e gli ambasciatori, che manda- del concistoro pubblico, il nuovo cardi-
rono i loro gentiluomini per congratu- nale deve trovarsi nel palazzo apostoli-
larsi di sua esaltazione^ e altrettanto se co all'ora inlimatagli dal Cursore pon-
ciò fece, al senatore di Roma. Se un car- tificio (Z^.). Vestirà l'intero abito cardi-
dinale era assente da Roma nel giorno di nalizio, cioè calze e collare rossi, sottana
sua promozione, per cui riceve ove sta il e fascia rosse o paonazze co'fiocchi d'oro,
berrettino e la berretta cardi nalìzia,^n\- rocchetto, mantelletta e mozzetla rosse o
la guardia nobile e A'òW Ablegato apo- paonazze, berrettino rosso, cappello usua-
;?fó//ro(^F.j,im ponendo la berretta il dele- le rosso col fiocco intarsialo d'oro, e se
galo del Papa, giunto che sia in Roma per a seconda de'tempi le vesti saranno rosse,
ricevere Cappello Cardinalizio ('''•),
il userà le scarpe rosse, altrimenti saranno
spedisce il suo maestro di camera, vestito nere coli' orlatura rossa. Il caudatario
come sopra, con due servi in livrea usua- indosserà per lai. 'volta l'abito che ado-
le, ed in frullone con cavalli senz'aleno pera nelle 6YZ/?yDe//e pontifìcie, cioè la sot-

ornamento rosso a'finimenti, al palazzo tana di seta paonazza, coli' orlatura, le


apostolico per notificare il suo arrivo al asole e i bottoni neri, la fascia di seta pao-
Papa e al cardinale segretario di slato, nazza con fiocchi e la croccia di saia pao-
ed a questi per esporgli il desiderio the nazza. I servi indosseranno le livree di
ha di essere ammesso pel suo mezzo alla gala, e si userà il treno nobile di 3 car-
pontificia udienza. Nel giorno e ora de- rozze. Precederà la I .''carrozza un servo di
stinata, il nuovo cardinale vestito coll'a- vanguardia senza l'ombrellino; il decano

bilo cardinalizio paonazzo, cioè sottana, in abito anderà allo sportello destro; gli
fascia co'fiocchi d'oro, rocchetto, manlel- altri servi anderanno appresso a delta
lelta e mezzetta, con collare e calze pao- carrozza, la quale avràle bandinelle spie-
nazze, scarpe nere senza orlatura rossa, gale. Seguiranno le altre due carrozze. I
berrettiiìo rosso e cappello usuale di tal cavalli avranno le guide e gli altri orna-
colore con fiocco d'oro,si conduce dal car- menti rossi, meno i pennacchi o ciuffi, i

dinal segretario di stato e poi dal Papa, quali insieme all'ombrellino si ripongo-
io compagnia del maestro di camera e no nella S." carrozza, per porli a' cavalli
gentiluomo co'Ioro abiti, il 2° lenendo in tempo del concistoro. Dopo questo il

la berretta in mano; accompagnalo da 3 cardinale nuovo ritorna al suo palazzo


servi in livrea usuale, come il cocchiere, con quest' ordine. Precede un servo di
senza ombrellino esenz'alcun ornamento vanguardia coll'ombrellino, seguono gli
rosso a'finimenti de* cavalli, e le bandi- altri servi innanzi lai. "carrozza, la quale

nelle della carrozza spiegate. Ne' giorni avrà le bandinelle aperte, col decano allo
TRE TRE 279
sportello destro, e co'ca valli co*fiocclii e fosse disparo, l'ultimo andrà nella suo car-
cinfìì sulla lesta. Nelle ore pomeridiane rozza co'3 prelati da lui invitati. Agli spor-
di tal giorno il nuovo o i nuovi cardinali, telli di dette carrozze vi saranno i rispet-
ciascuno col treno di 3 carrozze, co'servi tivi decani. Seguirà poi la carrozza nobi-
a piedi, si adunano in qualche casa reli- le del 2.° e 4-" cardinale, nelle quali pren-
giosa, ove ricevuti i complimenti de'gen- deranno posto prelati invitati, ed un ser-
i

tiluomini mandati da'cardinali, da'prin- vo in livrea andrà alia portiera della car-
cipi e dagli ambasciatori, indi si recano rozza. Dipoi le seconde carrozze e quindi
alla visita della l)a«ilica Vaticana e poi le terze di ciascun cardinale, ed in esse
visitano il cardinale decano. Se è un car- prenderanno posto i maestri di camera, i

dinalesolojicouìpiimenli li riceve nel pro- gentiluomini, e gli altri famigliari nobili,


prio palazzo. Il i.Me'cardinali nuovi de- cioè i caudatari e i camerieri. Seguiranno
\e far intimar la truppa per la porteria in fine le carrozze de'prelati, le quali sa-
della casa religiosa ove si adunano, la ca- ranno scortale da due soldati di cavalle-
valleria per la sii ada, la guardia svizze- ria che chiudono il treno. Noterò, che nel

ra per la basilica Vaticana, e vi sarà chi 1 842 per la creazione o pubblicazione


nota i gentiluomini mandati pel corteg- de'cardinali Acton, Vannicelli, Schwar-
gio. Il cardinale usa le scarpe nere orlate zenberg. Corsi e Massimo, il cardinal A-
di rosso, coll'abilo rosso o paonazzo, cioè cton condusse nella propria carrozza il

sottana, fascia, rocchetto, mantelletfa e cardinal Vannicelli, il cardinal Schwar-


mozzetla.Il caudatario usa la sottana pao- zenberge il cardinal Corsi andarono nel-
nazza con fascia simile e ferraiolone di la carrozza del cardinal Vannicelli, ed il

seta nera. decano farà porre il cuscino


Il cardinal Massimo'andò nella carrozza del
di panno rosso o paonazzo nella 3." car- cardinal SchAvarzenberg , ciascuna car-
rozza. Ciascun cardinale per proprio cor- rozza con due prelati. Il cardinal Schwar-
leggio inviterà 3 prelati, cioè un vescovo zenberg e il cardinal Massimo, come di
e due prelati semplici, le cui carrozze se- famiglie principesche, usarono 4 carrozze
guiranno quelle del cardinale. De'3 pre- per ciascuno, e 3 ognuno degli altri: tut-
lati invitati andrà ciascuno al palazzo ove te le carrozze erano co'ciufiì e fiocchi ai
risiede il cardinale da cui hanno ricevuto cavalli. Visitala la basilicaVaticana,i nuo-
l'invito, con servi, livree e carrozze di ga- vi cardinali collo stesso metodo visitano
la. Quando sarà giunta l'ora d'uscire col il caviV\na\e Decano del Sagro Collegio
nuovo cardinale, prenderanno posto nella (J^')i e poi fanno ritorno a' loro palazzi

carrozza nobile, il vescovo si porrà alla (per impotenza del cardinal decano, vi-
sinistra del cardinale e gli altri due pie- sitano il cardinal sotto decano, ed il più
lati ne'posli di contro. Ricevute i cardi- recente esempio Io dierono a'
19 giugno
nali nuovi le congratulazioni, procedono 1 856 i cardinali Alessandro Darnabò già
alla basilica Vaticana col modo seguente, segretario e ora prefetto della congrega-
qualora essi sieno4. Precede un picchetto zione di propaganda //V/f', Gaspare Gras-
di soldati di cavalleria o dragoni, i servi sellini già conamissario pontificio straor-
de'cardinali coU'ombrellino e poi gli al- dinario per le 4 legazioni e pro-legalo di
tri servi in truppa. La carrozza nerbile del Bologna, e Francesco de Medici d' Ol-
I. "card ina le, il quale condurla seco il 2.° lajano già maggiordomo, i quali si por-
e gli cederà destra; negli altri due po-
la tarono ad ossequiare, dopo la visita del-
sti siedono due vescovi rispettivamente
i la basilica Vaticana, il cardinal Mario
invitati. Quindi la carrozza nobile del 3." Malici sotto decano del sagro collegio, co-
cardinale che avrà seco il 4-" co'vescovi me notificò n." i4o del Giornale di
il

come sopra. Se il numero de' cardinoli Roma: in questi casi lurestiluziouedellu


28o TRE TRE
\isifo 1' eseguisce co' nuovi cardinali lo re il cui ferro usciva dall'alto, e li por-
slesso cardinal sotto-decano, come fece il tavano i litlori innanzi a' nominati ma-
cardinal Maltei in grande formalilà e ac- gistrali e principi. Quando i patriarchi
compagnalo da vari prelati, come leggo di G erusaleninie erano legati de' Papi,
nel n.° 146 di dello Giornale). Ripeto, in venerazione de'Iuoghi di Terra San-
che di quanto altro riguarda treni de' i ta^ essi permisero loro l'uso della Tiara e
cardinali, usuali, di mezza gala e di gala, altre insegne pontificie. I cardinali legali
ne ragionai ne'Iuoglii in principio ricor- alatere\^Qv\^x\^\\\Q. incedono senza M^«-
dali ed in altri che vi hanno relazione. telletta,co\ Rocchetto scoperto, in segno
De'treni e delie prerogative de* cardi- d'autorità e gimisdizione, in ogni luogo
nali Legati apostolici y ragionai in tale compartendo colla mano destra l'aposto-
articolo e in tulli gii altri che vi hanno lica Benedizione, perciò al passaggio lo-

relazione, ed in corsivo qui ricorderò i ro si deve genuflelfere, rappresentan-


principali, per le loro diderenli specie, ed do il sommo Pontefice: nelle chiese as-
a seconda in che furono deputali gl'in- sumono la Cappa cardinalizia; don)e-
signiti di SI cospicua dignità, sia per ese- stica mente e in privato procedono col
guire funzioni ecclesiasliche, sia per trat- ferraiolone rosso. In Roma nell* assen-
tare gravi affari, sia per felicitazioni o rap- za de' Papi, per /^7<7^'^g^z intrapresi, que-
presentanze, oltre i legali apostolici pel sti vi lasciarono a farne le veci un lega-
governo delle Legazioni o provincie del- to apostolico a latere, il quale poteva
lo stalo pontificio. Pertanto dichiarai a incedere per la città, come altrove, col
Concistoro, che Papa crea car-
in esso il i rocchetto scoperto. Tuttavolla rimarcai
dinali legali a latcre, e dà loro la Cro- nel ricordato articolo, alcuni di que'car-
ce pontificia e l'insegna di due Martel- dinali legati di Roma, che per riveren-
li. Quanto alla Croce astala e pontifi- za alla s. Sede apostolica^ procederono
cia^ questa viene portata innanzi a* le- col rocchetto coperto e si astennero dal
gali dal proprio Cror//?'ro come
Cau- il farsi precedere dalla Croce astata per l'al-

datario vestilo del suo abito compito e ma città. 6u di che può vedersi il p. Gal-
colla Croccia^ e per le pubbliche strade lico, De Ltineribus Romanorwn Pon-
incede a cavallo, precedendo dappertut- tificiim, p. 80: De Legato Urbis Romae
to il cardinal legalo a latere, in qualun- creato in Consistorio , da Leone X nel

que chiesa eziandio e in qualunque reg- 1 5 5, quando si recò in Toscana e a Bo-


1

gia d'imperatore, di re odi altro sovra- logna con lutila la curia. Ivi poi si di-
no, ftMinandosi il caudatario crocifero col- ce dal ceremonierede Grassis, che allor-
la croce legalizia nelle anticamere di det- quando Giulio li neli5io tornò a Bolo-
te leggie. Quanto &.' Martelli, questi so- gna, avendo nominalo legato di Roma il
no due specie di martelli posti sopra al- suo cugino cardinal Leonardo Grosso del-
l'estremità di due aste, le quali si porta- la Roi'ere, vescovo d'Agen, Ipse legatus
no da due palafrenieri laleralraenfe al Jgenensis.ut mihi hodie etiam in con-
crocifero: sono una specie di Mazze d'ar- sistorio dixitj et coiifirmavity quod ipse
gento, antica insegna de'cardinali, al qua- nsus est Critce in Urbe seniper, quoties
le articolo la dissi figura e derivazione in publicum prodire t, et ibat in roccJiet-
delle insegne de' legati degli antichi ro- to ahsque manto (seu mantellelta), aiit
mani, pretori, proconsoli, consoli, ditta- cappa per Urbeni, et populo pnblice bc-
tori, de're e de'primi imperatori, le qua- nedicebat, sicut quisque legatus in vera
liconsistevano ne' fasci di verghe com- sua TjCgatìone consuevit. Altri legali so-
poste di rann di betula o d'olmo insie- no deputali ad aprire e chiudere le Por-
ine legali, iu mezzo a'quali Slava una scii- te sante j altri a fare in nome del Papa da
TRE T R E 28
P/^/r/rm/a'figU i\e Sovrani, talvolta som- di quel forte. Giunto il cardinal legato al
nntiisliando ilsolenne Bntk'sìmo^ci\iì\\\- confine del lenitorio di Civitavecchia, fu
ili presentando i pontificii donativi della compliuìentato dalla magistratura comu-
Ho fin (Coro benedetta o delle Faseìe be- nale e da'membri della camera di com-
nedette, delle quali riparlai a Spagna per mercio, e presso la porta Romana da'lri-
le ulti»ne donale. L' ultimo esempio dei bunali e da' vari magistrati della provin-
leg.ili a Intere, lodiè in quest'anno il Pa- cia. Indossatosi dal cardinale l'abito car-
pa Pio IX nel nominare con breve apo- dinalizio, col rocchetto scoperto, ed i pre-
stolico il cardinal Costantino Patrizi vi- lati assunto l'abito prelatizio di mantel-
cario di Roma, \e^^\.o a latere a Parigi letta e rocchetto, entrò il cardinale in una
presso l'imperatore de'francesi JXapoleo- carrozza di gala preceduto dal crocifero
ne III, per rappresentarlo e nel di Ini pon- vestito di collare, sottana e fascia di seta
tificio nome fare da padrino nel compi- paonazzi, e ferraiolone di seta nera, a ca-
mento ceremoniedel batte-
delle solenni vallo portando la Croce dorata pontifi-
simo del suo primogenito principe impe- cia; e scortato dalla gendarmeria e da
riale Napoleone Eugenio Luigi Giovan- quanti l'aveano inchinato, il cardinale fe-

ni Giuseppe, dato alla luce dall'impera- ce il messa a fe-


suo ingresso nella città

trice Eugenia a' i6 marzo 856 il dì del- 1 sta. Venne inoltre complimentato dal co-

le Palme, chesid)ilo ricevè privntamen- mandante la guarnigione francese, che sì


lerac(juadel battesimo da mg.' Menjaud pose a destra della carrozza, e il suo aiu-
vescovo di Nancy e di 7o»/, gran limosi- tante a sinistra. L'ingresso seguì fra il suo-
niere dell'imperatore, essendone padrino no di tutte le campane delle trombe e ,

il Papa Pio IX, madrina la regina di Svc- tamburi de'francesi. Alla porta della cat-
zia e Norvegia Giuseppina figlia del prin- tedrale fu il cardinale accolto sotto bal-
cipe Eugenio viceré d' llalia e duca di dacchino, le cui aste erano sorrette dai
Leuchleiiberg. Il treno e la forma colla magistrati e da'inembri del tribunale. Ivi
quale il cardinal Patrizi si recò a Parigi, lo ricevè in abiti pontificali mg."^ Camil-
coinè incedette nel viaggio per la Fran- lo Bisleti vescovo di Corneto e Civitavec-
cia e in ParigijColla descrizione della pom- chia, alla testa del clero secolare e rego-
posa funzione e le splendide feste fatte pei lare, mentre cantori della cappella can-
i

solenne battesimo da lui somministrato tarono Ecce Sacerdoa Magniis, Dopo


:

nella meti opolitana al principe imperia- la benedizione col ss. Sagraraento data dal
narrarono gli ollìciali Giornali di
le, lo vescovo, il cardinale si recò all'episcopio,
Roma dal n.°i26 al n.^iSS inclusive, e ove ricevette gli omaggi dalle autorità ci-
la Civiltà cattolica nella 3.' serie, t. 3, vili e militari, e da'comandanti e officia-
p. loge 242. Dovendo limitarmi ad ac- li della corvetta vaporiera Deschayla e del
cennare quanto riguarda il treno e il trat- piroscafo Prometeo, che doveanocondur-
tamento ricevuto dal cardinal legato, mi lo in Francia. Dopo avere in esso pran-
limiterò in breve a dire. Partito il cardi* zato, co'personaggi da lui invitati, nella

naie da Roma a'4 giugno, co'prelati d'ac- sera vi fu generale illuminazione della cit-
com[)agno mg.' Pietro Giannelli uditore tà e porto, con fuochi di Bengala accesi
di Rota, nig."^ Annibale Capalti segreta- da'detti due
legni da guerra francesi. Nel-
rio della s. congregazione de'riti, e mg.*^ la mattina seguente il legato recossi al
Raffaele Monaco la Vallette , oltre vari molo, ricevuto sotto magnifico padiglio-
ecclesiastici e secolari suoi famigliari, fu ne,e montato sopra una lancia pontificia,
incontrato a Palo da mg.' Pietro Gramic* salutato dall'artiglierie de'Iegni francesi,
eia delegato apuslolico di Civitavecchia e salì sulla Deschayla, ponendo essa all'al-
dalle autorità, e salutalo dall'artiglierie bero maestro la bandiera papale, e salpò
VOL. LXXIX. '9
a8a T H E TRE
tlal porlo segnilo dal Promeloo [Gionia' cessione {Giornale n.^iSy) a prenderlo,
Ir^ n."i 1^), Appi «KÌalo al porlo di Marsi- e poi accompagnandolo alla metropolila-
glia, 7 r colpi di ca linone ne annunziò l'ar- na col canto del 2?e«<?<://rf«,9, sull'ingres-
rivo; e disceso in abito cardinalizio col so della quale fu accollo sotto baldacchi-
rocclietlo scoperto, co'lre prelati in man- no dal i.°vicario generale con opportuno
tellella e rocchetto, col resto del suo se- discorso, a cui die risposta il legalo. Dopo
guito, nel palisclielino d'onore, ov'eruno a ver esso ricevuto l'acqua benedetta e fin-
ing/Sacconi arcivescovo di Nicea e nunzio censo, entrato nel tempio e orato alquan-
apostolico di Parigi, mg.* Carlo Mazenod to, terminato il canto del Te Deuni , il

vescovo di Marsiglia (fondatore e diret- cardinale impartì l'apostolica benedizio-


tore dell'ordine degli oblali di Maria ss. ne con indulgenza che fece pubblicare.
della Concezione, come già notai nel voi. Nell'incedere, come nel partire, il cardi-
LXX 111, p. 82; il quale [u elato viene chia- nale era preceduto dal crocifero colla Cro-
maio arcivescovo ^ forse per avere rice- ce pontificia astata, vestito di sottana e
vuto dal Papa palliammo l'uso di que-
\\ fascia paonazza e ferraiolone di seta ne-
sto sagro ornamento non conferisce il ti- ra. Col corteggio e cantando, il legato dal-
tolo arcivescovile), il prefetto del dipar- la chiesa, benedicendo la folla che s' in-
timento e il generale di divisione. Il car- ginocchiava al suo passaggio, tornò alla
dinal legato venne quindi ricevuto alio propria residenza, ove nella sera vi fa gran
sbarco da tutte le autorità, e s'avviò alla con vi lo. Nel dì seguente 9 giugno, il le-

cattedrale, preceduto da drappelli di gen galo mosse alla volta di Parigi, in com-
darmi e lancieri, dalle carrozze delle au- pagnia di n)g.' nunzio e dell' imperiale
torità, da'generoli cogli slati maggiori a maestro delle ceremonie, ossequialo alla
cavallo, e dal crocifero colla Croce ponti- stazione della strada ferrata da'capi di es-
ficia montato sopra un cavallo
astata , sa e mediante convoglio speciale e con
,

bianco, guidalo da due palafrenieri. Nel- vagone riccamente addobbato giimse al-
la nobile carrozza incedeva col cardinale ia gran capitale della nobilissima e flori-
ilbarone Leuillel maestro di ceremonie da Francia. Alla stazione venne decoro-
dell'imperatore, seguendo indi altra car- saQìente ricevuto dal duca di Cambace-
rozza co'prelati, e cbiudendo il treno di res gran maestro delle ceremonie della
corteggio uno squadrone di corazzieri. corte imperiale, dal dello ministro Four-
Alla cattedrale fu ricevuto dal vescovo al- toul, dal cardinal Donnei arcivescovo di
la lesta del clero, il quale pronunziò bre- Jjordeaux, da mg.*^ Sibour arcivescovo di
ve e analogo discorso di felicitazione, cui Parigi, da mg."^ Menjaud gran limosinie-
rispose il legalo con parole di ringrazia- re summentovato col clero della cappella
mento. In chiesa il cardinale vestito col- imperiale. Resi al omag-
cardiualei primi
la cappa si assise sul trono vescovile, e fu gi, Taccompagnarono alleTuilerieSjdov'e-
cantato il 7e Deuin^ dopo il quale passò rangli slati apprestati gli appartamenli
all'episcopio, ove fu iudjandito solenne nel Padiglione Marsan , condottovi dal
banchetto. iNel dì seguente il cardinale treno di 6 carrozze di corte e scortalo da
pani per Lione, toccando prima iXimes uno squadrone di cavalleria, intanto che
e poi Avignone, Fra gli omaggi, giunse un reggimento dei volteggiatori delta
all'arciepiscopio ove fu inchinatoda tulle guardia rendevagli schierato gli onori mi-
le autorità e dal ministro dell'islruzioue litari: nella i.^'carrozza era entrato il cro-
e de'culti il senatore Fourtoul. Alle 3 po- cifero colla Croce pontificia astata. Nel vi-
meridiane tulli gli ordini del clero , re- sitar il cardinale la tomba di s. Genovef-
cando la reliquia della ss. Croce, per far- fa protettrice di Parigi, l'arcivescovo pro-
la venerare ai cardiuale,uacirouocou prò* nunziò uà bd didcorsu, e con sensi di ri-
TRE TRE a8 3
conoscenzn rispose il legato, il quale poi e vescovi francesi in numero di settantot-
couiparù r apostolica benetliz.ione, rice- to. L'affezione per l'imperatore av<-a atti-
vuta con molla divozione dal popolo ac- rato in quel giorno a Parigi oltre3oo,ooo
calcato. L'udienza solenne fu data dal- forastieri.Aile ore4 '/^ pomeridiane par-
l' iniperaloie Napoleone Ili al cardinal tirono dalle Tuileries le carrozze del treno
Patrizi legato a latore del Papa Pio IX del legato, il quale si componeva come se-
nel seguente venerdì, condottovi con tre- gue. Precedevano duesquudroni di caval-
no delle cai rozze di corte, fra le ali dei banda musicale e il colonnello
leria colla

soldati schierali : il crocifero colla Croce incapo; due carrozze a Scavalli serviva-
ponlilicia prese luogo in una di esse. A no per la corte del legato^ in una di esse
pie del gran scalone del Padiglione del- prendendo luogo il crocifero colla Croce
l'Orologio , I' attendeva il gran ceremo- papale; due baltistiada dell'imperatole
niere, il quale accompagnò il cardinale precedevano la splendida carrozza del
fino alla sala del Irono o v'era l'impera- cardinale, tirata da 8 cavalli liccamenic
tore colla graiicroce dell'ordine FìanOy fregiati di nobili fornimenti eguidati a bri-
circondato dal ministro degli altari esteri glia dagli staHleri a piedi. La carrozza prò-
conte Walewìjki, da quello de'culli, dal cedeva di passo, la folla rispettosa si scuo-
gran ciamberlano e dagli altri grandi uf- priva il capo,ed in vari luoghi da numero*
fiziali della casa imperiale. Il cardinal le- se voci gridavasi per chiedergli la benedi-
gato rassegnò all'ioìperatore il breve pon- zione [Giornalew.^ \^i qì/j^'ì.). Il cardi-
tificio con nobili parole, cui religiosamen- nale, preceduto dalla Croce legalizia, fu
te rispose l'imperatore, ed al quale il car- ricevuto Sullo baldacchino nella metro-
dinale inoltre presentò i tre prelati di sua politana dali'tircivescovo di Parigi e dal
coiìipagnia.Partitodall'udienza cogli sles- suo capitolo, mentre la musica e cantori i

si onori e treno, fu ricondotto alla sua di- eseguivano ilinoltelto: Tues Petrus.Vo-
mora [Giornale u." {l\.o). A' i4 gÌL>gi»<), co dopo, l'imperatore e l'imperatrice con
giorno della gran fdsta, questa riuscì quan- un accompagnamento e treno pressoché e-
to mai si può dire splendida e universa- gualca quello del legato giunseroalla me-
le , la metropolitana essendo tutta son- tropoli lana, ricevo ti dall'arci vescovo e dal
tuosa penuovi magnifici addobbi. In sul clero: dopo aver adorato la Croce e ri-
ci-utro della crociera erasi elevato un pia- cevuto l'acqua santa, furono condotti al
no cinto di balaustrata, e aperta soltan- genufiessorio sotto baldacchino. Indi il

to dalla parte della principale nave in f.ic- caidinal Patrizi, vestilo con im manto
eia alla porta , e sopra esso all' ingresso pontificio bianco e mitra, disceso dal suo
del santuario venr»e disposto con ordine trono e recatosi a pie delTallare, intonò:
simmetrico l'altare sollevalo di 3 gradini, f'^eni Creato]' Spiri tu.s\; dopo di che e-
con a dirin^pelto il trono per le maestà scguì il compimento della ceremonia del
imperiali, e fra tale trono e l'altare il fon- solenne battesimo del principe imperiale
te battesimale; e di fionte poi al trono e Napoleone Eugenio, nel s. fonte in cui la
all'altare sorgeva il trono del cardinal le- tradizione dice furono battezzati i figli di
galo con due gradini : i baldacchini dei 8. Luigi JX; rappresentando egli il som-
L\i\t troni erano di velluto porpora. A'Ia* mo Pontefice Pio IX padrino, e rappre-
ti del trono imperiale presero poi posto sentando la madrina Giuseppina regina
le persone della corte; a' Iati dell'altare di Svezia e Norvegia la granduchessa di
dalla parte dell'evaiigelo i selle cardinali Raden wSlefania. Poscia il legalo intonò il

francesi ; dalla parte dell' epistola il cle- Te ])euin, durante il quale l'arciveso»
ro parigino, col suo arcivescovo; dìeiro il vo di Parigi, accompagnato dal curato di
Irono del cardinal legato, gli urciveaoovi s. Geruiuuo d* Auxcrrois parroco delie
284 TRE TR E
Tiiil^ries, presenlò alla firma delle LL. Santità, Pio Papa IX ,
per aver voluto
iJVlM. Tallo del batlesimo: indi lo firma- esser il [)adrinodel figliuolo,che laProvvi-
rono i rappresenlanli dei Papa padrino e denza mi ha dato. Nel domandare que-
della regina madrina, e le persone desi- sta grazia ho voluto trarre in modo par-

gnate dall'imperalore. Terminò la cere- ticolare sopra il mio figliuolo e sopra la


benedizione pontificia com-
iiionia colla Francia la protezione del cielo.Socheuno
partita dal cardinal legato colla pubbli- de'uiezzi più sicuri per meritarla, è il mo-
cazione dell'indulgenza. Indi l'arci vesce- strare tutta la mia veneraziotie pel Santo
\o di Parigi col suo clero accom pagnò alla Padre, ch'è il rappresentante di Gesù Cri-
porta della metropolitana le LL. x\lM., e sto sulla terra." Due giorni dopo le feste

quindi fece lo stesso col cardinal legato. pubbliche, il cardinale si recò a Saint-
Questi ricevè poi grande elemosiniere il Cloud affine di presentare alle LL. MM.
un divoto
col suo clero, cbe gl'indirizzo imperiali i doni loro inviati dal Pontefi-
discorso^convenientemente avendo rispo- ce; cioè la rosa d'oro benedetta per l'im-
sto il cardinale. Spettacolo più magnifi- peralrice,sporgenlesu bel vaso di tal me-
co, accompagnato da manifesti segni di tallo, con due bassirilievi esprimenti la
gioia, da molti anni non era stato mai più. Natività della ss. Vergine, eia sua presen-
veduto nella meravigliosa metropoli del* tazione al Tempio: il vaso si adagia so-
la possente Francia: giammai ceremonia pra elegante zoccolo di lapislazzuli; colle
sì augusta fu celebrata con ordine più am- armi del Papa e dell'imperatrice in mu-
mirabile e con maggior splendore. Nella saico. Un s. Gio. Battista in musaico per
sera vi fu sontuoso banchetto di 4oo in- rimperatore,copiadiquelfamosodi Gui-
me-
vitati nel palazzo di città, offertodalla do Reni, e lavorato con intendimento e
desima per segno di pubblico giubilo; ed finezza grande. Ed una reliquia del s.Pre-
ìlr.° posto d'onore, dopo 1* iaiperatore e sepio per l'imperiai fanciullo, in nobile re-
l'imperatrice, fu dato al cardinal legato liquiario d'oro fregialo di lavori di smal-
apostolico. A' 17 magnifìcentissima fu la to e di pietre preziose incise con molla
luminaria e le pubbliche allegrezze, nel perfezione (G/or/ztì^/e n.°i45). Il tempo
qual giorno il cardinale ricevè in corpo di mezzo tra'doveri della sua missione e
la visita degli 86 arcivescovi e vescovi di la partenza, fu tutto impiegato dal car-
Francia, cardinali e prelati, cioè de'pre- dinal legato a visitare molle chiese e mol-
senli in Parigi, ed in nome di tutti pro- ti istituti, e da per tutto fu accolto con
nunziò un discorso il cardinal de Bonaid onori grandi e con religiosa venerazione,
arcivescovo di Lione, a cui degnamente amando ciascuno di mostrargli a gara l'os-
rispose il legato [Giornale n.° i^Z). In sequio che in rendevano al successo-
lui

lutti questi aifettuosi ed eloquenti discor- redi s. Pietro, e implorando con fede l'a-
si, nell'accoglimento ricevuto dal caidi- postolica benedizione, massime le madri
nal legato apostolico, trionfò la divozio- nel presentargli loro figli con islancio di
i

ne grande e sincerissima del non mai ab- trasporto pio e mirabile (Giornale n.i
bastanza lodato episcopato e clero edifi- 1 47,149»'' '5>o,J 56). Sempre incedette ia

cante, e del governo francese, verso la s. abito cardinalizio col rocchetto scoperto,
Sede e Chi la occupa al presente; nonché cioè senza la mantelletta; nelle chiese as-
il rispetto dell'imperatore verso il som- sunse la cappa rossa , e ascese sui troni
mo Pontefice, dichiarato anche colle pa- vescovili; privatamente vesti la soltana,
role che riempirono di consolazione e di la fascia e il ferraiolo , tutto di rosso, e
speranze l'animo de'caltolici. Egli nella talvolta in vece della sottana rossa usò la
risposta al ricevimento del cardinal lega- zimmara nera filettata di rosso. Recatosi
to disse. " Souo iicutìoscqotissimoaSua. uuovameule il cardinal Patrizi a SauU-
TRE TRE 285
Clouil pei- prender coininlo ilnirirapera» <ìrìlta,il 4-'*quello della portiera a sinistra,
1' imperatore gli
lore e ilairiinperatiice, il ']>.° quello vicino al cocchiere che sta in
ilouò gran cordone della legione d'o-
il prospetto a chi tiene il i .°luogo,il (5.° qtiel-
nore colla croce tempestala di brillanti, lo che è a mano dritta di chi tiene il S.**
insegno del gradimento cagionatogli dal- luogo dalla banda delcocchiere.che alcu-
la persona che il Santo Padre aveagli in- ni tenevano per luoghi più degni, ma Lu-
\iato a suo rappresentante. I tre prelati nadoro dice che in Roma si tenevano pei*
riceverono ciascuno la decorazione delhi luoghi più degni quelli delle portiere, per-
legione d'onore col grado di capitani, e chè stanno vicini a' più degni e perché
sempre vestirono l'abito prelatizio nel- camminando la carrozza non vanno al-
l'accompagnare il pontifìcio cardinal le- l'indietro.Andando a spasso perR.oma più
gato. Ili.° luglio fu il giorno della par- cardinali in un cocchio e trovando un am-
tenza del cardinale, e splendido fu il tre- basciatore de'6 primi o altri personaggi,
no e raccon)pagnamei»to col quale ven- a'quali i medesimi cardinali fossero.soliti
ne menato come
alla stazione di Lione, fermarsi, in tal caso appressandosi i coc-
il viaggio di ritorno a Marsiglia, e daMar- chi, il cardinale più antico dovea ordina-
siglia per Civitavecchia a Roma, a un di re al cocchiere che si fermasse, ed anco
presso somigliante a quel lo del l'andata, da che poi partisse, non dovendosi aspetta-
me compendiato, arrivando in Roma a'5 re che lo ficesse il padrone del cocchio, al
luglio(G/or«a/en.°i53).Terminerò que- quale ciò non toccava sebbene fosse di ,

st'articolo con alcune erudizieni sull'eti- tulli il cardinale più antico, onde onora-
chette antiche ne'treni, che ricavo dalla re i Andando un cardinale per
foraslieri.

Relazione della cor Le di Roma, del cav. Roma, per qualsivoglia occasione, essen-
Lunadoro, dell'edizione del 1646. Quando do incontrato da signori titolati, amba*
un carilinalesi faceva portare insedia con sciatoria cardinali, con tutti faceva com-
corteggio, prelati che l'accon)pagnava-
i plimenti, con piedi a terra. Stando ilcar-
no doveano precederlo, e camminare ini- dinale in carrozza o lettiga, faceva com-
mediatamenle dopo gentiluomini. car- i I plimenti con prelati e gentiluomini man-
dinali non potevano andare al palazzo del dati da'cardinali, dagli ambasciatori e si-

Papa in sedia e neppure al concistoro, sen- mili. Se un cardinale incontrato da un


za pontificia licenza. Incedendo i cardi- cardinale prete era preso in carrozza, in-
nali a spasso per Roma, le persone si fer- di incontrandosi un cardinale diacono ,

mavano sinché erano [)assati; ed i cardi- questi entrava nella carrozza, non poten-
nali facevano fermare le loro carrozze o do il [ ."cardinale nominato lasciar la car-
cocchi incontrando gli ambasciatori, le rozza del prete per passare a quella del
ambasciatrici, i parenti del Papa, ealtii diacono. XJw cardinale non dovea lascia-
signori e signore principali; indi i cardi- re la carrozza d*all,ro cardmale, per en-
nali nel licenziarsi pe' primi partivano, trar in quella di ambasciatori o titolati.
tranne le dame alle quali cedevano la Nel montare un cardinale in carrozza in-
precedenza di dovere per le prime parti- combeva al cavallerizzo maggiore alzar-
re. Il cardinale Passeri Aldobrandini ni- gli la veste e dargli il braccio, così nel di-
pote di Clemente Vili, faceva fermarla scendere da essa. Le persone che dovea-
sua carrozza, incontrando per via perso- no andare in carrozza d'un cardinale, toc-
ne nobili o letterale. Se in una carrozza, cava al maestro di camera d'invitarle.
che allora erano grandissime, andavano TRENTO (Tridentini Cillà con re-
(ì cardinali assieme, il 1 ."luogo era (piello sidenza vescovile celebre e nobilissijuji
a dritta in poppa, \\ -2." quello a sinistra, dell' impero d' Austria, nel Titolo nieri-
il 3.° quello dello sporidio o portiera n dionulc ilaliuno, capoluogo del circolo
286 TRE TRE
del suo nome, il quale però «bbraccia so» lavorano vetri e stoviglie; e del pio luo-

lo una parie del fu principalo Tieiiliuo, go ne fu fondatore Videlo del i 19 1


, nel
al quale appartenevano chearjcliei paesi qual tempo già esisteva la chiesa di s. Mar-
ora spellano a'due ciicoli di Uoveielo a lino vescovo, la cui cappella ha un bel
mezzodì e di Bolgiano o Bolzano a set- dipinto capolavoro di Cignaroli, rappre-
tentrione di Trento popolato da circa
,
sentante il santo moriente. Il nominato

200,000 individui. Giace sulla sponda si- ponte s. Lorenzo è difeso da una torre co-
nistra dell' Adige, che vi si varca sopra strutta in alto di cotto, dal celebre Fe-
un ponte di legno, e sulla destra del (iu- derico Vanga vescovo e principe, e per-
naicello Fersina, che altri chiamano tor- ciò è detta torre Vanga. Il ponte fu rifab-
rente, tributario di quello,a pièdella pen- bricato neh 835, bruciato l'antico nella
dice detta le Lasle, pendice, la quale, co- guerra del 1796. Bello e grandioso è lo
me lutle le altre che fanno a Trento d'o- spettacolo che si presenta a chi dal ponte

gni lato corona, è coperta di vili, di gelsi volge intorno gli sguardi, a godere le bel-
e di alberi da frutto, e in vari luoghi of- lissime vedute. Il principal corpo di que-
fre ampie cave di bianca e di rossa pie- sta antichissima città consiste in una hm-
tra bellissima. Questa memorabile città è ga contrada, che stendesi da porta Aqui-
«n dolcissimo cluiia,in uno a'suoi dintor- leia a porta Brescianii,ein altre 5, le quali

ni, ed è 160 melri alta sopra il livello del partendosi da quella conducono alia cat-
mare, laonde non vi sono a temersi gli tedrale; non è però gran fatto minore in
orrori dell'inverno, ma piuttosto da fug- ampiezza il rimanente, in passando da
girsi i calori dell'estate. E distante da Bol- porla s.Martinoalla Veronese. Vanno ri-
zano miglia 32, da Bressanone 54, eia marcate, la casa del conte Cloz, per la
Innsbruck capitale del Tiralo [f''.)^jf da facciala dipinta egregiamente a fresco; la
Vienna 36o, da Milano 126, e da Vene- casa Cazzulfì, per le belle dipinture ester-
zia 83. Trovasi circondata di fortificazio- ne a fresco; il palazzo marmoreo ornato
ni poco importanti, e le sue mura sono di bellissimi e rilevati medaglioni, costrui-
costruilesolidamenle, ornate di merli con to dal decano Tatarelli da Fatis con di-
feritoie e difese da torri, le quali tra lo- segno del sommo Bramante da Urbino; il
ro hanno couMUìicazione per un corridoio palazzo sontuoso de'conti Zambelli detto
interno. Si vogliono opera degli etruschi, Galasso, già edificato con bella architet-
indi rifalle (la'romani,;poi dal goto Teo- tura dal liceo tedesco Fugger onde sposa-
dorico re d'Italia, e poscia in epoche diver- re un'avvenente trentina, indi passato in
se restaurate, ed in più luoghi elevate ed proprietà a'Ga lasso ed a'conti di Thunn,
ampliate. Esse volgono intorno piti di un restaurato e abbellito in uno all'elefante
o
njiglio,ma in tempi antichi il lorocircuilo cappella dal conte Giacomo Zambelli.
era più ristretto. Sono aperte dalle porle Tulle le vie sono comodamente selciate
d'Aquileia o dell'Aquila, Veronese adia- e bene costruite per la nettezza; copiose
cente borgo di s. Croce, per cui ne por-
al sono le abitazioni e altri edilizi commen-
la il nome. Bresciana che vi si per-
ancora devoli per solidità, decenza e buon gu-
viene pel ponte s. Lorenzo, porla IN uova sto. Essendo Trento molto popolata, co-

di recente costruzione ( mentre in altri niechè novera circa 4,000 abitanti, ol- 1

tempi più altre furono murate), s. Mar- tre quasi io,5oo de' (Ùntomi, e concor-
tino detta pure porta di Germania per- rendovi assai gente per sue bisogna, in
chè n'escono que'che vogliono passare in ispecio durante i i o mesi ne'quali vi sog-
quella regione, anzi antican)ente appel- giorna la scolaresca , vi si osserva gran
lovasi dis. Martn dall'ospedale e priorato movimento in ogni parte e un continuo
omonimo, th' era fabbricalo ove ora si operare,A dire dei più notabile della ciU
TRE TRE 287
(à,veiienilo da porla Aquileia,si presenta no le proporzioni delle camere, de' log-
maestoso il palazzo eli Castello, descrillo giati e delle sale. Mirabilissimi alFirschi

con Cenni artistici, insieme a'templi di s. del Romanino, di Giulio Romano, del
Maria e della calledrale, dall' arcliitetto Brusasorci e di altri valenti si vedono qua
e valente bresciano Rodolfo Vantini.Que- e là nelle volle ed all'alto delle pareti co*
sloedilìzio torreggia sugli altri, per la gi- me pochi avauzi d'un grande naufragio,
gantesca sua mole e ()er essere collocato delle patitedevastazioni, resto d'una ma-
nel luogo pili eminente della città. F'u per gnificenza che avea pochi pari. L' archi-
longo tempo residenza de* vescovi prin- vio principesco e vescovile che quivi e-
cipi diTrento, e quindi nelle sue eleva- ra, abbondanle di preziosi mss., ora è iti

zioni esterne, come negl'interni compar- Innsbruck. Il eh. sacerdote Gioseffo fi-
linjenli, presenta saldezza di furine, gran- namoiiti da Ballo nella Naunia, chiama
diosilù di proporzioni e magnificenza di patria sventura che tanta mole, oggetti
ornamenti. Si couopone di due corpi di di storiche reminiscenze e di nazionale
fabbrica innalzati in epoche diverse.- Il decoro, siasi lasciata in abbandono, nel
più antico dicesi Castel Vecchio, negli suo importante opuscolo: Trento^ sue i'i*

aniichi documenti denominato Castrurn cinanze, industria commercio e costu- ^

Boni Consilii, e forma la parte setten- mi de' trentinii Trento 836 presso Giu-
1

trionale, difesa da una torre, opera ro- seppe Antonio Marietti, colla veduta del-
mana di robustissima struttura circolare: la piazza del duomo di Trento. Nella sot-
il popolo chiama Torre di Augusto.
la toposta pif-jzza è la regia dogana, e l'an-
Quello che sulla sommità vedesi di nuo- tica tona Verde, già detta de'Ca voli, tor-
vo è opera del 1809, fatta dagli austria- re alla quale fanno capo le mura che dal
ci per collocarvi cannoni. Il fabbricato an- castello stendonsi in giùfinoall'Adige,do•
nessovi manifesta quel modo di edifica- ve in tempo d'assedio atlignevasi l'acqua
re,che fu adoperato nel secolo XIII. La occorrente al presidio. E opinione d'al-
parie più moderna, posta a mezzodì, ap- cuni che tale torre sia più antica di quel-
partiene al secolo XVI, e fu edificata did la del castello, e che se ne debba la fon-
celebre vescovo pi incipe Dernardo cardi- dazione agli etruschi e forse a* rezi. iNel-

nal Clcsio o Clossy della valle di i\au- la contrada Tedesca, così della perchè
nia detta Val di Non. La semplicità delle conduce alla porla di (Germania, vi è la
forme e la correzione dello stile che do- cappella del S nifi agio, con bella faccia-
minano in questo edifizio, indussero ta- ta d'oi difie coriiìlio, e si vedono un cor-
luni a credere che Palladio ne fosse l'ar- so di porlici frequeulati particolarmente
chitetto, ma all'epoca del suo compimen- nella stagione estiva. La chiesa parroc-
to l'illustre vicenlinoera ancorgioviiielto; chiale di s. Pietro ha neli* interno belle
per cui si crede del veronese Sammichieli, Colonne e marmorei altari. La cappella
o della sua scuola, ovvero che i disegni di s. limonino, posta presso al presbite-

sieno di Gio. J\I.'' Falconetto che pro-


, rio, acquistò celebrità per le circostanze
scritto da Verona visse parecchi anni e- che accompagnarono l' istoria di s. Si
sule in Trento al len)po di detto vesco- meone (A^.) o Simone fanciullo, figlio ili

vo. Bella è la proporzione della cornice un onesto cittadino, di cui ivi conser-
che corona il palazzo, e nel cortile am- vasi il corpo. Nel 1475 si trovò in Tren-
mirasi un portico cogli alfrcschi di Gi- to il suo cada \ ere ferito e mutilato con
roluuio Komanino da Brescia, con me- crudele carnilicinu, e sospeltussi che gli
daglioni a rilievo ne'[)educci degli archi uccisori potessero essere stati ebrei, per-
e altri ornamenti convenienti. Di mollo che di queìempi erano i miseri ilal fana-
decoro &ono le porle pi iucipuli, belle so- tismo indolii a couwuellcrc òiuiili delitti.
a88 TRE TRE
Arreslnline alcuni, fuiono rinvenni! nelle in questa cillà e alla quale die tanta ri-

case loro gli slromenli adoperali a tnar- nomanza. Nelhi via Prepositura sorge la
lirizzare il fanciullo. Ma persistendo essi chiesa di s. M;uia Maggiore, the prima
a negare il barbaro e
delilto, secondo il di essererinnovata dicevasi di s. Maria
ingiusto costume invalso allora in Euro- Coronala, ufTiziata da'frntelli alemanni,
pa, furono messi alla tortura , e per tal che il volgo sincopò Fraliemani, e Fral-
mezzo avendo confessato, dannarono
si lemano appellò anche il luogo ov'essi a-
a morte. Gli altri ebrei ebbero il bando bitavano, che fu il locale ora convertilo
dalla città e territorio di Trento, né po- incaserma: dopo frati alemanni, il c(jn-
i

terono più mai rislabilirvisi. Era in qtiel vento passò a'chierici regolari teatini, in-
tempo vescovo principe Giovanni Hin- di alle monache orsoline. La chiesa di s.

derbach, uomo rigidissimo, al quale giu- i Maria Maggiore, il trentino benemerito


dei cagionarono molle brighe, e cui riuscì sacerdote Pmamonti la dice piìi pregie- il

arduo il discolparsi in Pioma,dovefu ac- vole monumento del secolo XVI, sia per
cusato d'ingiustizia e crudeltà. Il tormen- la venustà dello stile, sia per islorica re-
tato fanciullo fu ed è onorato quale in- niiniscenza, perchè appena compiuta tìx
nocente e martire, perchè ucciso in odio memorabile convegno alle gravi disputa-
di Gesù Cristo. Oltre questa, si eressero zioni di quegli uomini e dignitari sapien-
in memoria del fiuto e in onor suo altre tissiuji, che composero il gran concilio e-

cappelle, una in casa de'conli Borlolazzi, cuincnico, che porta il nome di Triden-
ed altra in quella de' baroni Salvadori, tino dalla cillà. La sua costruzione è do-
dove fu preso e dove fu tormentato il fan- vuta alle solerli cine del principe vesco-
ciullo trentino. Prossima alla chiesa di s. vo cardinal ClesiooCloss, il qtiale operò si

Pietro è la non inelegante cappella di s. grandi cose in onore della religione, dello
Anna. Nel contiguo fabbricato ha sede stato, delle arti, e di qualsiasi nazionale
l'uffizio della congregazione di carità, già incivilimento, da fare disperata ne' suc-
ospedale fondato per ricovero degli ale- cessori l'idea di poterlo, non che vince-
manni. Presso alla detta cappella vedesi re, forse emulare non mai. Sen)bra che
im'arca di marmo greco in bella forma il cardinale ricevesse un' interna ispira-
lavorata, con iscrizione che dice conte- zione, onde preparare all'augusto conses-
nere le reliquie d^s. Vigilio vescovo e pa- so de'padridel concilio generale un luogo
trono della ciltà. Il teatro trovasi nella via tlegnocon fabbrica sì bella esontuosa. Dal-
dei suo nome, e dicesi Sociale perchè ver- l'iscrizione: Bernardo Clcsìo Auctorc ,

so il I 8 6,quando fu costruita la bella f d3.


1 si volle a lui anche attribuire l'idea e l'in-

brica, vicojilribuironogli acquirenti del- venzione della fabbrica, ma il conte Gio-


le h'ggie. E disegnodel trentino ingegne- vanelli spiegò la parola Aactore per De-
re Giuseppe Ducati, come trentini ne fu- dit, e che signilichi, diede il pensiero, il

rono gli artisti e il pittore Ambrosi, al- comando e i mezzi. Lo stile di questo lem •

tro pittore essendo stato Cipolla di Val- pio ricorda quell'architeltura originale e
sugana. Poche città di provincia ponno tutta italiana che apparve nel secolo XV,
vantare un teatro simile a questo. Nella ed ivi tutto acceinia a sveltezza di forme
\ia Larga è la casa del civico magistra- e seujplicilà di. ornamenti. Alcuni pila-
to, ove si conservano lapidi romane scrit' stri di maniera ionica dividono eslerna-
te, illustrate dal conte Benedetto Giova- nnente in regolari comparli la facciata, i

nelli e da
con vantaggio dell'antica
altri, fianchi ed il coro. Le finestre si presen-
storia patria, Ivi sono una s. Maria Egi- la«io arcuate, di ragionevoli proporzioni,
ziaca di buon [)ennello, e l'oi iginaletjua- e circondate da stipili senza n)odanalnre.
dro del celeberrimo s. Concilio leuulosi Le pareli sono Lulle quante incrosta le d'uà
T R E TRE 289
mnrmo rossiccio, etl i pilnslri, gli slipili e ciò non è per adescare la cin*iosità dello
e le cornici d'ogniniamera sono coslrnt- straniero, ma per rispetto alla sagra adu-
li iti marino biunco, tolli ainbeclne clnlle nanza che vi è rappresentata, degna di
CJive sohinbane, ed è bellissimo l'accor- eterna venerazione e imperitura ricono-
do cbc risulta dall'aniiunia di tali colorì. scenza di tutto il mondo cattolico. Sono
La porla tUI priiici[)ale ingresso non ap- I Hppresenlali alcuni dottori di s. Chiesa
partiene alla stessa costrM7.ione, e parcelle iu atto di far disputa tra loro, e in alto
si facesse co«ilruire in seguilo dal cardi- è Vergine col divin Bambino, at-
la 13.

nal I\Iadruz7.i,cooie rilevasi dal stio stem- teggiata con gj azia singolarissima. Si ve-
ma elicla sovrasta. Dicasi allrellanlo della de espressa ne'disputanli la concitazione
porla uiinore,cliefoiseappartenueal tem- che deriva da un aniaialo parlare, ed è
pio anteriore, e sente della maniera de' bellissimo il contrasto tra queste mortali
Lotnbardi. L'interno della cbiesa presenta perturbazioni e quella calma immortale,
una sola navata, e 3 altari per ciascun la- illeggiadrita da un celeste sorriso che ir-

Io di essa, i quali si addentrano nello sfon- radia il volto della Regina de'cieli. Da s.

dato di altrelianli archi seuiicircolari di Maria a piazza del Duomo arrivasi in po-
bella proporzione, con archivolti ed im- chi passi per quella via, su la cui sinistra
poste elegantissime. Nel presbiterio a lato è un'antica torre coll'orologio pubblico,
tiell'allar maggiore, sostenuta da glandi appartenente all'edilizio ove risiede il ci-
mensole, si sporge la tribuna o cantoria vico magistrato. Tre corsi di comodi por-
dell'organo, tutta di candido marmo hi- liei, una grande fontana, il palazzo di giu-
nense, pregevolissimo lavoro di Vincenzo stizia, la facciata settentrionale del duo-
Vicenlin, scultore italiano di bella fama. mo colla sua cupola e col cairipanile, ed
Questa tribuna è un capolavoro dell'arte, una gran torre, formano un bel cou)ples-
massime in fallo di scultura ornainentale. so. Vuoisi che la torre sia d'antichità re*
Si vedono in essa distribuiti in regolari ujotissima, ahnenoal basso,poichè la som-
comparti parecchi bassirilievi e slatuelle, mità è opera di pochi secoli. Una campa-
che ricordano il fare di Tullio Lombar- na, posta su questa torre, conserva il no-
do; ma sopialtntlo ammirasi tanta S(pii- me di Rcnga, perchè o magislralo o
il

silezza di gusto negl'intagli dellecornici il vescovo la facevano suonare quando vo-


e ne'fregi d'ogni maniera, di che va co- levasiarringare il popolo. Cos'i nel 275 1

piosissima, che ben poche opere del se- il vescovo Enrico li, suonala la campa-
colo XV ponuo per bontà di stile a que- na ad arcngani public<Jm,iu\iun) il po-
sta agguagliarci, e non è forse alcuna che polo nella chiesa di s. Vigilio, ed ivi il

la superi. Sovrastante alla tribuna era popolo che poco prioìa avea valorosamen-
quell'organo Utulo famoso per intensità te scacciato Ezzelino ila RoinanOjgiiirò in-
di suono, soavità tli voci e incanto d'ar- nanzi ad un auieoCroceOssodi riconosce-
monia , che n(4avasi come una meravi- re lui, il vescovo Enrico li, tanto nelleco-
gli. i; ma un folmine, scoppiato nel cam- se spiritualiche nelle temporali vescovo
panile nel I 8 q,scou)posee incendiò
I cos^i e signore. La fontana mollo ampia, or-
luirabilecongegud, nel (juale disastro pe- nata di gradinala, di belle e capaci con-
rirono anche alcune belle pitture del Io- che, nelle quali versano acqua delfini e
dal(j lioiiianino, ond'erauo elìigiale l'im- tritoni, e sormontata dalla statua di ÌN'el-
poste. Antonio Zurlel nel i/T V|.a proprie tuno col tridente, è opera di Jongo tren-
spese tìvea fatto eseguir l'organo e laciiu- lino, eseguita per volere dello ciUà, che
Coperto da cortinag-
loria elegantissima. se ne gloria come d' un suo bello orna-
gio serbasi un quailroche ralìlgura l'or- mento.! palazzo pretorio fu anticamente,
1

Uiuc in cui sedevano i padiidel concilio^ almeno in parte, episcopio, come si leg-
•9< T II E TRE
gè in un'iscrizione del vescovo principe e suol figli dà l'onore d'essere stalo l'ar-
.Sigismondo Alfonso di Tliunn alla fac- chitetto di ciò che di bello vedesi dentro
ciata che guarda sulla piazza. Su questa e fuori di questa fabbrica. Lo stile del-

Ju sera della festa di s. Vigilio vescovo e la parte esteriore di questa chiesa mira-
martire e protettore della diocesi, si dà bilmente si accorda co' progressi dell'ar-
spettacolo di fuochi artificiali, con gran ti rinascenti dopo il 1000, e richiama al

concorso da tutte parti, li duomo o chiesa peiisiere la torre, il ballisterio e la cat-


cattedrale di Trento presenta nella sua tedrale di Pisa ; e si ritiene che Adamo
elevazione esteriore un tnonuoiento pre- non sia men degno di bella fama di co-
gevolissitno d'architettura italiana all'u- loro che operarono a Pisa. Nella costrut-
scir del secolo XIII. Notano le cronache tiira di Adamo si presenta un'eleganza
cooiesul finir dell V secolo s. Vigilio fab- di forme, di cui indarno si cercherebbe-
bricasse una chiesa a'ss. Gervasio e Pro- ro esempi nell'opere delia decadenza che
tasio là dove al presente è il duomo e , precedettero il 1000. La loggielta che ri-
come per opera del di lui successore Eu- corre per l'edifizio, tranne una parte co-
gippo un'altra !;e n'erigesse, o quella pri- struita 100 anni dopo per munificenza di
mitiva si ampliasse, perchè vi avessero Guglielmo da Castelbarco, composta con
sepoltura onorata le spoglie mortali del archi a semicerchio sorretti da coloimel-
niedesimo s. Vigilio. Da queste niemorie te binate, serve opportunamente difie-
fin dopo il looo non si trova menzione gio alla sommità de'le pareti del tempio,
di questa fabbrica, ed opina l' accurato v'induce leggerezza e si accorda cogli or-
Pinamonli dominio de'
, che durante il namenti delle sottoposte finestre, le quali

longobardi, essendo allora Trento resi- sono a guisa di feritoie come ne'secoli pre-
denza de'duchijSorgessequi un tempio di cedenti , ma forma e
di svelta di ragio-

notevole cospicuità per assumere nome nevole grandezza. Consonante alle delle

e decoro di chiesa cattedrale, e se ne ve- opere sorge il portico, che serve di voli-
dono alcuni avanzi d'opera longobardi- bolo a quell'ingresso ch'è volto a oriente,
ca. Udalrico li del 1022, che fu ìli.°ve- e in esso come nelle finestre del coro ap-
scovo, conte, marchese e duca di Trento, parisce queU'agginqipamenlo di 4 colon-
fondò la cripta o confessione, e mutò in nette formanti un solo sostegno, cui fusti i

meglio tutta la chiesa. Alberto o Adel si annodano con bizzarro intreccio nel lo-
prelo 1 riedificò il vetusto altare ov'era- ro mezzo; la qual pratica solo si considera
no le reliquie de'sanli; dopo corto in- e come lavoro di esecuzione didìcile, e for-
tervallo il vescovo Altemanno conchiuse s'anche come concello simbolico, che u
la riedificazione del tempio, il quale col que'giorni ancora l'architettura ecclesia-
^ di lui ministero, e con quello del vesco- stica era tutta simbolica e piena di arca-

vo di Concordia e del patriarca d'Aqui- ne significazioni. Dal lato setlenlrionale

leia Poo trentino, fu nel i 146 solenne- e rispondente alla piazza, l'edifizio pre-
n»enteconsagrato. Però gli esterni abbel- senta indizi dell' epoche diverse nelle qua-
limenti, che attraggono maggiormente i li fu data opera alla<sua costruzione, co-
comuni sguardi, apj)arlengono al secolo me il portico innanzi alla porla appar-
XIII, e ne fu architetto Adamo di Aro- tiene al secolo XV, forojatodi ruderi del-
gnocotnacino, il quale operò sotto il prin- l'antico edifizio, il campanile nella parte
cipato di Federico Vanga, che die ezian- pili eminente etamburo della cupola il

diocorapimentoal palazzo vescovile pres- essendo lavoro del secolo XVI. In fatti
so la cattedrale slessa. Nel lato esterno, queste due parti del tempio s' innalza-
dov'era l'antico cimiterio, è un'iscrizione rono sotto gli auspicii del vescovo desio;
sepolcrale deli 21 2^ che al dello Adamo la cupola tutta di murino rosso è una me-
TR E TRE 291
»avÌ£j;IÌ5i tleirarle in ogni senso. L'inler- allaD. Vergine, dipinto da un de'Palma.
lìu tempio soggiacque a quella malin-
ilc'l Altri notabili dipinti sono unaNostra Don-
tesa di voler rimodernar l'an-
tendenza na nel coro, dove se ne vedono altri di mi-
tico, invalsa ne'dtie secoli die precedero- nor pregio, ma pur meritevoli d'osserva-
ììo il nostro; perciò si vedono V antiche zione. Sull'altare a destra di chi viene per
oscureparetidiscoidafeco'moderni bian- la porta orientale, è una Madonna con
chi intonachi delle volte, resi più ingrati alcuni santi, opera di Francesco Moro-
didle manierale pitture di cui furono ri- ne. Sulla colonna dov'è lamensa deali ac-
coperti, e tutta la grave architettura del coliti, che servono al maggior altare, è

teujpio dissonare co' bizzarri cornicia- un s. Rocco deirOrbetto. Le tele de'due


nienti degli altari-, e colle strane baroc- altari vicini alla cappella del Crocefisso
chcrie della cappella del ss. Sagramento, hanno pure non piccolo pregio, in ispecie
la (piale al di fuori è per la sua schietta quella ch'esprime la B. Verginee s.Biagio,
semplicilà molto elegante: fu eretta sul ch'è del Romanino. Non immeritevoli di
decimar del secolo XVII dal vescovo , essere osservate sono due grandi che le

Francesco degli Alberti. ìi pur dissonan- coprono le pareli della menzionata cap-
te l'altare nìaggiore eretto nel i 744>^ so- pella, lavoro del bavarese Lott. Opera sli-
miglianza della confessione del Bernino mata éilGristoo Grocefisso di legno,che vi
ins. Pietro di Roma. iXondifueno è svelto è velato sull'altare. Molli rivolgono a Dio
e ardito, e per essere di niarmo didlcile ne loro preci innanzi ad esso con grande fi-
fu la costruzione. La forma interna della ducia, perchè al suo cospetto fiu'ono pub-
cattedrale è a croce latina, il cui brac- blicati i venerandi canoni e decreti, ossia
cio nuiggiore è ripartito in 3 navi divise le dognuitiche decisioni del glorioso con-
da colonne o grandi pilastri assai forti e cilio tenutosi in s. MavUì, et furata fuct-
di bellissima composizione, su cui si ag- runt, aggiunge l'Ughelli; rilevando il Pi-
girano archi a pieno centro, e formano namonli, che non pochi alfermano di a-

t\i\e ordini di volte, delle quali le più de- ver conosciuto persone, a favore delle
pi esse corrispondono sulle navi laterali, quali si verificò il Fides tua te s ah' ani
e la piùelevata sulla centrale. Anche l'in* fecit. Egli è in ossequio del grande e be-
terna costruzione dimostra le differenti e- nefico avveniniento , e dell' ini{)ortanle
poche in cui venne innalzalo il tempio. lunga dimora esoggiornoche i pachi del-
Tra i depositi che sono in questa catte- la Ghiesa universale, il fiore del sapere
drale in buon numero, vanno ricordati ecclesiastico, i primati della sagra gerar-
(pjellodi Pietro Andrea Mattioli, che sui chia, i rappresentanti de'somnii Ponte-
njonti del Trentino raccolse molte piante fici, fecero nell'avventurosa Trento dal
ili cui arricchì il suo celebre Trattato di- 1545 al (563, che io vado descrivendo
Botanica; queWa dì Sa use verino duce va- con alquanti particolari l' illustre cillìt,
loroso de' veneti, perito nell'Adige presso e que'templi in cui risuonarono le magi-
Galliano pugnando, e da'trentini vinci- strali e legislatrici loro voci. Nella sagre-
tori ebbe onorifici funerali e degna sei)ol- stia fra'pregevoli reli(|uiari è un'argen-
lura; il deposilo del vescovo Udalrico Ili, tea cassa, in cui sono le ossa di s. Vigilio,
sul quale è un gran quadro del 5o4, 1 di- acni è sagra la cattedrale; ed ivi per mae*
pinto in tavola, rappresentante la Grò- stria di lavoro si ammirano alcuni gran-
cidssione e ri[)ulato olliuìo; (piello sotto di arazzi istoriati. La cattedrale ha il fiat-

la cappella del ss. Sagramento del cardi- tislerio e li cura d'anime, altidata all'ar-
nale Hernardo Glesio, ilegnoili piìi atten- ciprete, e diverse relicpite vi si venerano,
zione, in cui vedesi sulla tela sovrapposta enumerale ilaU'Ughellijde'corpi di santi,
il suo i iliallo che du s. Vigilio e piesenlulo porzione della vera Groce ed una ss. Spi-
2^1 TRE TU E
na. Nella cillà vi sono allre due parroc- iTiR ne egli, ne i suoi successori poterono
chie col s. fonte, e Ira le chiese vi sono abitarvi, perchè la fabbrica fa destinala
quelle in custodia de'cappuccini ede'fran- da chi ebbe il comando ad altri usi. Il
cescani riformali. Il capitolo della catte- vescovo è perciò costretto abitare casa in
drale si compone di 3 dignità, lai." è il presa a pigione dal governo, finche que-
decano, le altieil preposto e l'arcidiaco- sto provvedere ad una stabile abitazio-
no, di 5 canonici semplici, colla sola pre- ne, cioè nella via s. Vigilio vicino al duo-
benda teologale, secondo 1' ultima pro- mo, ed ivi è anche la curia vescovile. Vi
posizione coiicisloriale deli 8 34, e di al- è inoltre Tistituto delle figlie o suore del-
tri 20 beneficiati corali, ivi pure leggen- la Carila, due confraternite, V ospedale,
dosi: Hi onines singulis diebus in Ec- l'orfanotrofio femminile e tnaschile; fon-
clesia Calhedr ali corweni re tenentiir ad datore del 2." fu un piissimo de' baroni
qfjiciiini divi II um perso hen dum ; q uih us Crosina, per cui gli allievi sono detti cro-
iiisiiper aliquiò ex seminario clerici or' sinotti, quali portano sul vestito e cor-
i

dinario adduntur : diebus aiiteni sole- rispondente al cuore, una croce in segno
innioribus, praesertini quando Kpisco- di riconoscenza verso il cristiano bene-

pus sacra exercet ponti/ìcalia,nunierus Avea Trento il monte di pietà o


fattore.
presbyteroruniy aliorunique clericoruni montesanto perfare pubblici prestiti, ma
in divinis inscrvientium adeo excrescit^ le ultime guerre furono causa che venis-
utquinquaginta ecclesiasdcas personas se distrutto; perchè poi si rinnovasse il

sacris paratas indumentis in ea nume- benefico istituto, il trentino Andrea de


rari possint. Vicino al palazzo Zambel- Bassetti ha lascialo un forte capitale. Il

h è il seminario vescovile, bello, ampio sacerdote PietroTambosi di Roverelo,già


e solido edifìzio de'gesuili. Per opera del elemosiniere del principe vescovo, fondò
vescovo mg.' Francesco Saverio Luschin un privato istituto pe'sordo-muti e ne fu
fu k\\\\ nostri aivpliato verso occidente, pure direttore. Lo sostenne finché visse
lasciando la parte orientale ad uso delle co'suoi mezzi, e s'impiegò lutto nella dif-
scuole elecnentari; ma gl'intelligenti ile- ficile istruzione de'numerosi alunni. Mor-
plorano la distruzione della chiesa del to nel novembre 85 i « , fu compianto (jua-
(tarmine, che abbelliva il luogo dove in- lesventura del paese, per l'ingegnosa, o-
naizossi la nuova fabbrica, l seminaristi perosa eardente sua carità. Le sue esequie
sono n(uiierosi, essendo la diocesi vasta e furono onorate da straordinario numero
ujolio popolata. L'interno del suo tem- di cittadini, fra'quali lo stesso odierno ve-
pio è assai regolare e ricco di marmi io- scovo, e buona parte di essi accompagna-
cali, cheadornano le pareti, le logge e gli rono la bara fino al camposanto. Incapo
altari. Nel maggiore il bel quadro espri- alla contrada della Prepositura fu la casa
mente s. Francesco Saverio gesuita bat- da po-
de'preposili capitolari, convertila
tezzante gì' indiani, si crede del celebie co in collegio in essa vi stanziarono pu-
:

trentino p. Andrea Pozzi gesuita, che me- re le monache di s. Margherita delle del
ravigliosamente dipinse a fresco in tante Sobborgo, perchè un tempo questi luoghi
chiese di sua benemerita società. Quanto erano fuor delle mura, per cui ancor oggi
all' episcopio, conviene sapere, dopoché appellasi Bojgo Nuovo la parte della cit-
nel i8o3 il vescovo di .Trento cessò d'es- tà ch'è presso a porta Veronese. Da por-
sere principe regnante, il palazzo di Ca- ta Veronese o di s. Croce si trova la chie-
stello non fu pili sua residenza. L'ultimo sa della ss. Trinità, e salendo per la via

principe Lmanuele conte di Thunn, re- del medesimo nome, che a questa condu-
starnò col suo peculio la casa de'decani ce, è la casa ove si raffina il zucchero, sta-
capitolari colla mira di farne episcopio, bilimento eretto da non molti anni da
TRE TRE 293
i\nn compagnia Questa casa
di azionisti. famiglia molto famigerata di Trento, ora
della ra/ìineiia è aìemorabile, perchè eia possedute da'conli di Thunn. Lapidi ro-
abitata, al tempo del concilio tenutosi in mane scritte sono nel palazzo del civico
Trento, da' legali ponli(jcii che lo pre- magistrato, e in diversi luoghi della città
siederono, e tenevansi in quella da'padri e del suburbio, ed altre non poche si con-
le congregazioni generali che precedeva- servano nelle valli trentine, tutte illu-
no le sessioni pubbliche nel tempio di s. strate da diversi eruditi. Dal sin qui ac-
INIaria, come tlimostiò in un suo libro il cennalo, il lutto dimostra che Trento fu

trentino presidente d'appelloMazzelti, di- città italiana molto ricca, e che anco al
ligente raccoglitore di tuttociò che spet- presente si trova in istalo di floridezza.
ta all'istoria patria. Ma la notte de' i 5 di- Questo si manifesta più ancora nell'in-
cembi e 1845 scoppiò un incendio nell'e- terno de'palazzi e delle abitazioni de'no-
dificio della ra/lineria e restò divoralo bili e de'ricchi, nelle quali si trovano in-
dalle fiamme, per cui probabilmente sa- dizi antichi emoderni non solo di opu-
rà perita anche quella parte che ricorda- lenza, ma eziandio di buon gusto e col-
va una memoria così preziosa. Nell'umi- tura, ed in buon numero. Quadri assai
le fabbricato presso la chiesa della ss.Tri- pregievoli,slatue,monete,medaglie e mol-
nità, ricovero un tempo de'filippini, si ra- te altre cose preziose vi si conservano con
duna la scolaresca assai numerosa del gin- molta gelosia. Se le tele ch'essi posseg-
nasio e del liceo co' suoi professori : nel gono del Guercino, di Guido Reni, del
locale del liceo è il gabinetto fisico, rige- Perugino, del Dolce, de'Rosa, di Tiziano
nerato dal benemei ito prof. ab. Lunelli e d'altri viìlentissimi, fossero in una sala
da Civezzano, il quale con raro disinte- unite, formerebbero una ragguardevole
resse r arricchì di macchine. La piazza galleria, che sarebbe e bel decoro della
delle Erbe è cosi detta perchè vi si tiene città, e scuola alta a sviluppare il buon
quotidiano mercato d'ogni sorta di ei bag- gusto ne' giovani artisti. In fatti, noterò
gi, agrumi, frulla d'ogni qualità, butirro, principalmente, che belle pitture sono
pesce, ostriche, uccelli, pollame, selvag- presso il vescovo principesche molti af-
gina e altri commestibili. JNella via di s. freschi ornano la sala de' conti Lodron;
MariaMaddalena,nome che prese da una che antichi dipinti e moderni di Hayez,
sua chiesa, ove adunavansi i parrochi per di Canella, di Palagi, ha nelle sue came-
le sagre funzioni, la cui parrocchia fu poi re il conte Girolamo Malfatti; che i conti
unita a quella di s. Pietro, è un'abita- di Wolckt nstein, i baroni Turco, Salva-
zione de'coiiti Cousoiati, e in tutta l'isola dori,Gaudenli, signori di Lupis, Shrek,
i

formata dalle propinque case fiu'ono sco- Sardagna, Travaglia, Corradi sono pure
perte vestigia d'una fabbrica antica e so- forniti di rate e pregievoli tele; che i con-
lidissima, la quale credesi che fosse un au- ti di Thunn, il conte Giovanni di Spaur,
fiteatro. In altri luoghi ancora nel fare oltre le rarità che custodiscono ne' loro
scavi per (iundamenti nuovi cantine, si castelli della Kaunia, conservano anche
trovarono a molta profondila pietre la- qui pitlui e bellissime; che il conte Simeo-
vorale, frammenti di colonne, acquedot- ne Consolati ha una preziosa raccolta di
ti, utensili, monete e altri avanzi d'anti- quadri,d'incisioniediscullure,e Ira que-
chità mollo rimola; come nelle profon- ste alcune opere delnaune Insonibe, che
de fosse per fondamenta del nuovo pa-
le lavora in Firenze; e che il conte Bene-
lazzo del conte Leopoldo di Thunn, eret- detto Giovanelli fece con molta spesa dot-
to con disegno del lodalo Vanlini,e belle ta collezione di monete e medaglie, co-
pitture dell'altro bresciano TomuìasoCa- me quello che scrisse un erudito libro ìn-
ileUiui; couli^uo alle case de'liejleuzuui, Igruu alla Zecca lYcnUnaf quu che di
294 TRE TRE
reliquie e oltre nnlica^liespellanli in c;rnn piefà insigni, conie |)iue di benefici per
porte al Trenlino. D. Antonio de' Maz- caritatevoli e utili fondazioni. I princi-
zetti unì tla ogni parie, senza risparmio pali letterali furono Seslo Rufo scrilloie
d'industrie e di spese, quanto gli fu pos- di cose romane, che vuoisi trentino ; il
sibile di avere, ed ha nioltissinio di do- Secondo, caro ad AgiloUb re de' longo-
cumenti e di libii slao) pali e njss. risguar- bardi e alla sua sposaTeodolinda,daI quitl
danli la Quattro vescovi
patria storia. trasse Varnefrido, nolo sotto il nome di
principi di Trento e cardinali, Clesio e tre Paolo Diacono, parte dell'istorie de'lon-
IMadruzzi, favorirono di seguito in que- gobardi; il p. Martini gesuita, di cui si

sta con sovrana mnnincenza le !)elle ar- hanno relazioni sull'impero della Cinaj
ti, e segnatamente il Clesio e il i.^de'iMa- il Sardagna, che ridusse a facil metodo
drnzzi Cristoforo (il Clesio precedette il la teologia^ Bartolomeo domenicano, che
concilio e il JVladruzzi reggeva durante la fu il «."dopo gli antichi a scrivere le vile

sagra assemblea),e si acquistarono anche de'sanli, continuale poi dal b. Giacomo


in ciò eterna gloria. Chiamali da questi da Voragine; Giuseppe Cresseri e il can.
mecenati, o da altri signori che sulla via Genlilolli,versalissimi nell'anlichilà spe*
da quelli tracciata camminavano, opera- cialmenle trenti ne; Hernardiuo Pompea-
rono qui il Sansoviiio, il Falconetto, il li, giovane poeta; il medico Giuseppe de
Serlio, il Saromichieli, il Palladio, ed eb- Lupis, ed il Rovereti, il Borsieri, l'Ales-
bero accoglienza e lavoro il Brnsasorci, sandrini, il Dalle Armi, medici famosi in
il Romanino, il Morello, Palma, Dossi, i i Europa. Nel geimaio i856 il Papa Pio
il Morone, Paolo Veronese, Bassani, i IX dichiarò Predicatore apostolico il
Giulio Romano, Tiziano ed altri cospi- r.nio p. fr. Luigi da Trento dell'ordine
cui artisti, de' quali vedono qua e là si de' cappuccini, facondo, eloquer)le e ce-
mirabili opere, che foilunatauienle non lebre oratore sagro; in sui rogazione del
tutte perirono o furono guaste. Tanta af- r.™o p. fr. Lorenzo da Brisighella, pro-

fluenza di maeslrieccellenli fu incitamen- mosso a vescovo di Sulri e Nepi. R.ove-


to e scuola a parecchi del Trentino che relo va gloriosa di Girolamo Tartarot-
si acquistarono fama di Meritano periti. ti, e l'opera Del congresso delle La-
menzione ha questi, dopo Girolauìo da mie ne immortalò il nome, mentre di
Trento pittore e AngeloFantucci inciso- altre ne parlerò in seguilo e risguardau-
ie che forse uscirono da anleriore scuola li la chiesa di Trento: la sua nume-
lienlina,il miniatore A nlonioGaluzzi e la rosa biblioteca la lasciò all'ospedale di
figlia Fedele, esimia donna miuiatrice e Rovereto, dementino Vannetti; lo sto-
pittrice, fr. Giovanni da Trento, i Dal- rico Rosmini. Di questo cognome abbia-
l'Aquila, i Vicentini, i Cavalli, i Caprioli, mo sommo
il filosofo, autore di molte o-
i Cavalieri. Son)mo fu giudicalo da Ca- pere, e pio sacerdote conte Antonio Ro-
nova, Alessandro Vittoria scultore e ar- smini-Serbati, fondatore del benemerito
chiletlo, di cui molle opere stupende so* istituto della Carità (F.) di Stresa, che
no in Venezia, ed il conte Giovanelli ne tornai a celebrare nelvol.LXXVll,p. i5i
scrisse l'erudita biografia. Altri arlisli e 167. E nel voi. LV, p. 8 ricordai ono- i

henlinisono i Dal Pozzo, gli Gradini, i revolmente il p. fr. Ignazio da Rovereto


Strudel, i Reusi, gli Unberbegher,i Piaz- cappuccino, da Gregorio XVI fitto pre-
za, i Pamaroli, i Lampi, Marchesi i daiia dicatore apostolico. Clemente Baroni da
valle di Rumo, l'insombe, il Grafonara, Sacco slorico.Nicolò conte d'Arco da Arco
l'Udine, A vancini daLevico,13assi eGuari- sommo poeta. De Gasperi da Levico au-
Trento vanta anche altri illustri per
iioni. tore di scritti storici e polemici. Barlo-
dolUina, valore, diguilà ecclebiasliche e lamedi da Peritine autore di cotìe slori-
TRE T R E 295
die. I! francescano p. Cava-
Bonelli ila I\Tadni%zi(V.), LeopoldoErneslodi Fin-
Je"»e [)ul)|jlicò eiiìijue i^rossi vuluiiii di me- ìiìian (r\ Cristoforo Aligazzi (^'.), Gui-
morie henliue, e poi fin ò menzione cl'ol- dobaldo Thuiin f/^.j. Il eh. saceidote
di
cune (li esse. Luigi Piali ila Tenno dello Pinaniionti, di cui mi vado giovando, di-
scrini di giiirispi'tulen/a. La Naunia,clk'è ceche nobilissimi Thimn ebbero due car-
i

tra le valli treuline la più Ivconda e po- dinali, n)a non ne dichiara il nome, e nel-
polosa, vanta Conci o Aconcio di Ossana le sue belle Memorie intorno lafaniio^lia
filosofi»; Antonio Quella da Quella giu- de' signori di Tono ora conti di Tliimn,
reconsidlo; Ijusetli da Rallo che poetan- che dipoi pubblicò in iMilano nel 1839,
do imilò felicemente Petrarca; Bonanni
il non tratta che del cardinal Guidobaldo.
gesuita, che altri sostengono romano, e- Scriltore di tutte le biografìe de'cardina-
rudilissimo autore di opere di vario argo- li sino a'miei giorni, non mi riusù trova-
mento; Chini anfore della migliore carta re l'altro cardinale Thunn, e benché le
corografica die si abhia della California; mie ricerche si estesero eziandio sui Ca-
Menghini da Brez autore di dissertazio- pizucchi noJ)ilissinìi baroni romani, che
ni ntediche; il can. Crislani da Rallo che al dire dell'Armanni, nella storia di essi,

scrisse suH'agiicollura e sidT educazione dedicata a mg.' Vincislao di Tvn vesco-


de'giovani contadini; Giacomo MafFei da vo di Passavia, che ricordai nella biogra-
Revò, che stampare periodi istorici
fece i fìa del cardinal Thuwiy hanno un mede-
e la descrizione della Naunia. Tre som- simo stipile, egli non conosce de'Thunn
mi fcnono Carlo Martini <la Revo, il Fi- che il cardinal Guidobaldo. E questi so-
lali da Tassullo, il Barbacovi da Taio, i lo tra'Thunn conobbe il p. Annibale A-
cpiali ottennero nella repubblica de'dot- dami gesuita negli Elogi storici de' due
ti Gioita celebrità. Festino fu mandalo mare Itesi Capizucchifratelli Camillo e
dall'imperatore Valenliniano proconsole Biagio celebri guerrieri del secolo pas-
in Asia a governare quelle vaste regioni, sato, Roma 685. Capizucchi ebbero 3
I !

per cui si crede che trentini fossero pure cardinali, Roberto ( A^.) o Gio. Roberto nel
i due celebri duchi di Trento Evino ed I
097, crealo da Urbano il, che altri vo-
Alachiso, che a'tempi de' longobardi fe- gliono da Onorio uno ne fanno due;
li e di
cero a questa provincia l'uno mollo be- Gio. Antonio Capizucchi (/ .) neh 555;
ne e l'altro assai male. Anche Agnello ve- e Raimondo Capizucchi [F.) nel 1681.
scovo che resse a que'ìerapi la chiesa, fu L'Armanni dice che cardinali Capizuc- i

uomo gran merito e pare doversi ri-


di chi furono, Roberto forse d'Urbano 11;
tenere parente d'Evino. Capitani valoro- Pielio dell 122, nella quale epoca trovo
si e di grido furono, Giorgio Pielrapia- che diversi di tal nome erano cardinali,
na , vincitore del suddetto duce veneto ignorandosi il cognonie; e Gio. Antonio
Sanseverino; Galasso che militò per Fer- di Paolo IV, poiché Raiujondo non lo era
dinando 11 in Germania e in ilalia, e nel- quando stampò il suo libro. Il p. Adami

l'istorie si fece pari a'Tillì e a'Walleslein; poi registra 4 cardinali Capizucchi, cioè
Antonio della Val di Non, probabilmen- Roberto, Piero, Gio. Roberto e Raimon-
te Antonio 111 di Tono, che (ucon)pa^no do, senza ilir null'altro di loro. Il Pina-
del gran Baiardo nella guerra contro i monli egregiamente descrive fasti mol- i

v4-nezianial tempo della lega di Cambray. teplici de'conli di Tono, noraeconverlilo


Furono decorali della digiutà cardinali- in Thunn dichiarando essere siali feu>
,

zia, Uf;o CaiiiUdo da Caldesio o Bianco datari de' vescovi principi di Trento, e for-
( / .), I^ernardo Clesio o Clo^s- (F.), Cri- se già prima de're d'Italia, poiché questo
stoforo Miulrucci o M(i(lruzzi (/ .), Lo- paese fu senqire provincia del regno d'I-
dovico lUudriazi (i .)f Cario Gaudenzio talia siuo UI1027, epoca in cui fu posto
296 TRE T II E
sotto dominazione de'vescovi di Tren-
I.T essa alleanza. Imperiali sono detti qne'uo-
to, e di Tono erano già in fjuel tempo
i bili ch'ebbero diplomi da (pjalche injpe-
famiglia iliuslre non meno che le più lU- ralore di Gerniania. Tutte queste specie
niose della provincia del Tieni ino. Ognu- di nobiltà portavano utili esenzitinie rea-
no sa the benefìzi laicali e feudi si da-
i i li vantaggi, segnatamente l'ultima, la qua-
mano ad uomini die si erano distinti per le abilitava alle dignità ecclesiastiche ai
servigi prestati alla patria, alla Cliiesa,ai soli nobili riservale.Gli ultimi rivolgimen-
sovrani. Per la brevità che mi è legge, non ti politici lasciarono, a chi l'avea, la no-
enumero gl'illusti i che in copia uscirono biltà, ma le tolsero, come altrove, cpjasi
dall'eccelsa stirpe de'Thunn, e l'enconjia- tutti i privilegi. Nella spedizione de'diplo-
lo biografo Pinamonti fece voli, perchè ini di nobiltà,massime imperiale, si al-
il eh. trentino Agostino Perini, che di- terarono cognomi delle famiglie, e si fe-
i

ce il primo a dettare le istorie dell' illu- cero tedeschi e lengorisi per tali, benché
stri case tirolesi e trenline,pubblicasse al- sieno d'origineilaliana.L'uisegna diTren-
tre memorie de'Thunn, dalle
sulle case to è r Aquila semplice colle ali dislese.
quali deriverebbe nuovo lustro a questa Una volta il magistrato, quando mostra-
cospicua famiglia e nuova materia per
, vasi al pubblico in corpo, sì faceva pre-
l'istoria della JNaunia e del Trentino. Nei cedere dulie aquile fuse in argento. Le let-

conti di Thunn fu ereditaria la dignità tere S. P. Q. vedono scolpite,


Z"., che si

di coppiere o pincerna de* vescovi prin- sono le iniziali di Senatus Populus Qiie
cipi sovrani di Trento. Molti furono gli Trìdeiitimis. La gente di Trento e nelle
arcivescovi e vescovi che uscirono da'si sue vicinanze è robusta e ben fitta; dal-
gnori di Thunn, e da altre nobili fami- la sua sveltezza, brio e pronto parlare, to-
glie di Trento. Osserva il sacerdote Pi- sto si scorge che il Trentino è paese ve-
namonti, che uomini di slato e proiet- ramente italiano; italiani sono anche i
tori delle belle arti ebbe Trento ne' ve- giuochi e i divertimenti prediletti dei
scovi Egnone da Piano, Federico Vanga trentini. Una mascherata che fanno con- i

da Bolzano, Bernardo Clesio, Cristoforo tadini , cui si associano anche artigiani,


e Lodovico Mad ruzzi. Aggiunge, che Car- diverte in carnevale que'trentini che so-
lo Firmian governò coti lode la Lombar- no amanti di tutlociò eh' é nazionale e
dia, e vi fu rigeneratore de'buoni studi. antico, e questa mascherata è antichissi-
Quasi tutte le nobili antiche famiglie del ma. Gli uni vestono abito da villano , e
Trentino vantano a ragione buon nume- diconsi gobbij gli altri vestono da mili-
ro di loro antenati, che si acquislarojio tare, simile a quello degli antichi lanzi-
gloria con opere virtuose. La nobiltà è chenecchi, e chiamansi cinsi: hanno am-
in Trento e nel Trentino, o trentina o ti- bo i partili un capo che appellano re. gob- 1

rolese o imperiale. INobili trentini sono i bi faiuio la polenta in piazza, e formano


patrizi di Trento, e quelli che furono no- intorno ad essa un cerchio per impedire
bilitati da'vescovi sovrani, e specialmen- a'ciusi che tentano rapirla di penetrarvi,
te i loro feudatari. Patrizie o consolari e- e perciò segue tra loro una lotta. Questa
lano le famiglie che potevano avere par- ricorda un'epoca gloriosa del valore tren-
te al governo della città con esclusione tino, l cinsi figurano i soldati del fero-
delle altre. Sono nobili tirolesi quelli che cissimo Ezzelino da Romano, che voglio-
ottennero d'essere ascritti alla così detta no saccheggiare le case de'trentini; e gob- i

malricola tirolese, eh' è quanto dire al bi sono villici de' dintorni che pugnano
I nolo de' nobili della contea del Tirolo, prò aris etfocis, cioè che difendono la
già (juando il Trentino formava uno sta- città e le proprie iibitazioni. Il dialetlodei
lo da quella disliulo, quando striast: cou Ireuliui, per giudizio di molli, è uuo di
TUE T RE 297
quelli che più si approssimano alla nobi- dum trium digi tnrum extendunlnr. Pla-
le lingua lV Italia, sulla cpiale dissi altre cet aliis^ lioc nonien trax'isse a JVrp fu-
parole a Toscana. Amasi generalmente ni Tridente f qui Tridentinis olini idola-
ìa musica, di canto e di suono. In Tren- tria caecatisj fuerit prò tutelari Dea.
to non si vede un mendico, ed i bisogno- Quando Trento col suo ampio territorio
si sono aiutati nelle case loro, o ricove- formava parte dell'antica Rezia (Rezia si
rali nell'isliluto a ciò fondato da diversi nominoli Trentino,il paese intorno a Coi-
anni. Vi sono filande di seta, manifallu- rà e il Tirolo), di cui a Svizzera, regge-
le, fonderia di campane, fabbrica di ve- vasi come le altre reliche tribù, a forma
tri e cristalli, di carta, confetture, birra, di repubblica. Gli euganei, gli etruschi, t

acquavite e spirili in grande quantità; si galli cherecarono in vari e lontani lem-


si

fa notabile tralllco di carne porcina, di pigli uni dopo gli altri nel Trentino, vi do-
vino, lino e canape, ec. L'Adige, che di minarono forse per pochi antji , ma poi
estate comparisce piccolo fiume, nell'al- frammischiali agrindigeni antichi triden-
tre stagioni è sì ricco d'acqua, che porla tini, adottarono la maniera di goveriiodi
grandi zattere e barche. Si tengono mer- questi, e furoim liberi. romani aveano
I

cati a Martino e alla Casolara, ed in


s. sparso già molto del loro e dell'altrui san-
tutti lunedì dopo la 3.' domenica d'o-
i gue per avere il vanto e l'utile di poter
gni mese vi sono mercati d'aniniaii, non dominare sopra popoli, quando vemie
i

che a' IO 624. agosto di seterie con ven- loro fatto di occupare o colla forza o pei'

dite considerabili. \'i6 giugno festa di s. volontaria rafforzata dedizione questo li-

Vigilio ha luogo la Cera. Fra' passeggi, bero paese. Dopo la guerra retica, postivi

arioso è quello che si estende dal conven- presidiijCon leggi romane vi dominò Au-
to de'cappuccini sino agli argini del Fer- gusto. Se non che sotto gli altri impera-
sina, dove si olirono allo sguardo bellis- tori romani, essendo Treiito divenuta co-
sime prospettive. 1 dintorni di Trento of- lonia romana, con nuovo innesto d'italo
fjono variate bellezze, vdleed ameni fab- sangue, il reggimento fu misto, cioè mo-

bricati. Molle poi sono le valli componen- narchico e popolare, eseguì i destini del
ti la provincia che si disse e dicesi il Tren- Trentino. Altri sostengono che Trento già
tino, essendo le principali T Atesina, la era colonia rou)ana,e Val di Non muni-
Valsugana, la Fieme, la Cembr;», la Sar- cipioromano fino da'tempi di Gicdio Ce-
ca, di Giudiciarie Citeriore, di Giudicia- sare. Dopo le incursioni de'barbari e de-
rie Ulteriore, la Naunia ch'è la più am- gli eruli d'Odoacre re d' Italia, che nel
pia e più popolosa dopo l'Atesina. 476e8rmse l'impero romano d'occidente^
Trento, Tridentu/n,'au['ìch\>s\uìiì città, dopo il 493 soggiacque al goto Teodorico
un tempo dipendeva e faceva parte inte- re ti' Italia, a cui si attribuiscono le sussi-

grale dell'Italia, è dicesi fondala da'tirre- slenti mura, ed agli altri re goti suoi suc-
ni o etruschi. L'Ughelli ueW Italia sacra cessori. Scacciali questi dall'Italia dai ge-
t. 5, p. 583, Triclenlini K/)ìscópi\ lachia- nerali di Giustiniano I impeiatore greco
ma prima porta occurrit e Germania d'oriente, restò la città col Trentino pei*
in ftaliam progrcssuris.E quanto al suo breve tempo soggetta a ([nell'impero. Ven-
nome: Tridcatiuii dictani volwit^ vcL a nero poscia nel jG8, con Alboino loro re,
trihus torrentihus ^ Tcrsina, Saleto, et longobardi, che eretto in tlucatoil Trenti-
Persio iquisccus illius muros trahwit lui- no, colla città logovernarono per iluchi,
das^ et propioribus monlibus scaturien- i quali aveano ampia autorità in ogni ra-
tcs: quorum tertius civitatem percurrens mo d'amministrazione e la residenza in
aliai t^ dividitene mediani, yilii ita di- Trento. Nel 773 Carlo IMagtJo redcTran-
ctainnurraiit a trihusjugis^ijuac inino- chi, viulo Desiderio re dc'longobaidi> diù
VOL. LXXIX. ao
298 TUE TRE
lerniine al loro regno, e sollenhai quo al- ma l'imperatore Federico I e poi il suo
la dominazione d'Italia e dei Ttentinoi nipote Federico U, mentre Trento ven-
re fi anelli, neirSoo Papas. Leone III rin- ne dichiarata città libera imperiale. Al-
novando in Carlo Magno l'impero d*oc- cuni conti del vicinoTirolo, futlisi avvo-
cidenle. L'inipeialoie e re d'Italia Lota- cali e prolellori della chiesa di s. Vigilio,
rio 1^ ordinò ne'suoi statuti, clie la gio- perchè venivano invesliti della conica a
ventù di Tiento e di Mantova frequen- titolo oneroso dell' avvocazia e difesa di
tassero le scuole di Verona; ii che piova della chiesa, conliariarono a' vescovi di
essere Trento in que'tenapi città del tul- Trento temporale signoria; sebbene il
la

io italiana. Aggregalo il principato Tren- conte del Tirolo non era più che un vas-
tino al nuovo impero romano, gl'impe- sallo e un suddito della curia feudale tren-
ratori franchi vi comandarono come nel tina, e sebbene i vescovi,! Papi e gl'im-
resto del regno Italico, dividendo ii po- peratori vi si opposero, tuttavia i conti
tere col clero eco'nobili, e inviandovi du- del Tirolo saìendjiaroiio nolabilineule il

chi ancor essi. Al modo slesso imperarono principato ,


pigliandosi per loro alcuni
i re italiani dopo l'estinzione ctella dina- tratti di paese che appellaronsi giurisdi-
stia francese de'Carlovingi, e non altri- zioni. Pertanto i conti del Tirolo lentaro-
menti fecero gì' imperatori tedeschi che no più volte, sotto colore di tutelare i di-
furono re d'Italia. Però dentro questo pe- ritti della Chiesa, di carpirsi le redini del
riodo, governatori ebbero titolo ora di
i principato , ed in fallo dopo averlo più
duchi, ora di conti e ora di marchesi. Giù volle aggredito coll'armi, riuscirono ad
sino dal tempo in cui reggevano Trento i impadronirsene d'una parle,ed a costrin-
franchi, suoi vescovi ebbero^quando più
i gere vescovi principi a gravose conven-
i

quando meno, parte ancor essi al tempo- zioni. Del resto, salvi ne'conli del Tirolo
rale governo. Il vescovo Odescalco usò nel i privilegi d' avvocazia slabiliti da repli-

secolo IX de' beni di chiesa per animare cale convenzioni che si dissero Compalla-
e premiare con investiture chi li difen- te, e salvi i diritti di supremazia negl'im-
deva, non facendolo il re d' Italia, dagli peratori, i vescovi principi di Trento fu-
nngari invasori e oppressori. Il vescovo rono sovrani indipendenti, il che prova-
Manasse li fu nel secolo X marchese, ed rono coir essere nella loro città residen-
ebbe soldati cui comandava per un suo ziale e nel Trentino legislatori, e con con-
chierico. L'imperaloreOltone l, dopo che cludere Irallali di alleanza , battere mo-
nel 961 divenne re d'Italia, e i suoi suc- neta, e fare cambi di lerrilorii cogli sles-
cessori, accordarono potere e giurisdizio- si conti del Tirolo, i quali per più titoli ri-

ne al clero per opporlo a'feudatari insu- conoscevansi vassalli della chiesa di Tren-
bordinali. Quando l'imperatore Corrado to, ricevendone investiture. Conservaro-
li Salico cede e donò nel 1027 o nel
il no vescovi principi
i il sistema feudale già
J028
al vescovo Udalrico li il dominio stabilito al) antico^ e alcuni feudatari eb-
temporale sulla cilfà e su lutto il Tren- bero ne'loro distrelli l'amministrazione
tino, come faveano avuto i duchi, i con- della giustizia civile e criminale. Essi ac-
ti e i marchesi, l'imperatore per determi- cordarono o conferQìarono anche a'comu-
nare i confini, domandò il consenso e la ni, nelle loro così delle Carle di R.ego!a,

collaudazione del vescovo. Dopo quel tem- grandi privilegi che equilibravano il po-
po signoreggiarono i vescovi di Trento, tere di quelli. La città sostenne sempre
col titolo e coll'aulorilà di duchi, di con- una s{)ecie di municipale indipendenza,
ti e di marchesi, avendo più tardi assun- a n)ezzo del suo magistrato consolare. Di
to il titolo e la dignità di principi dell'im- che certa prova è ch'essa faceva da se i

pero, conici mando la loro hovranità pri- propri statuti, sottoponendoli soltanto al-
T II K TR E 299
l'approvazione de'vescovi principi. Del trentini, vi rinchiuse l' infelice Giorgio
(]ual privilegio goilendone pure i comuni Liechtenstein vescovoe principe di Tren-
tlel contado, facevano le proprie Carle di to. L'origine delle attuali Poste si deve al

Regola. II principe vescovo era elello, o Tirolo, ove nel line circa di detto secolo
dal capitolo, del quale vi dovea far j)arte le introdusse Ruggiero l conte di Turn,
un dato numero di cittadini, odal Papa, Tiixis e Valsassina. II principale e stre-
che sempre come a tutti vescovi gli con- i pitoso avvenimento del secolo XVI, nel-
feriva l'instituzione, né alcuna estera in- la storia mondiale, ebbe luogo in Tren»
fluenza vi polea por mano. Quando nel to dal 3 dicembre 545 al 1 563, colla ce»-
I 1

I 226 l'imperatore Federico II voleva sot- lebrazlone del concilio, che gloriosamen-
toporre al suo dominio la Lombardia ,
te e pienamente scoullsse l'eresia, e de-
chiamò a tale effetto da Germania il suo scriverò in fine, ed il quale tuttora rego-
figlio Enrico, il quale con aperta guerra la la disci|)lina ecclesiastica. Tra le sue
pioudjò sulle città lombarde, e mise a fuo- interruzioni vi fu quella di sua traslazio-
co e fiamma la città di Trento che gli vol- ne a Bologna nel 547, P^'* ^^ febbri per-
1

le fare resistenza, con gran pena di Papa niciose con petecchie che flagellavano
Onorio HI, che pose ogni studio e indu- Trento, per le quali si moriva, onde al-
per rivolgete le armi imperiali con-
stria cuni padri eransi dileguati e taluno senza
tro i saraceni occupatori de'Luoghi san- congedo. Girolamo Fracastoro celebre
ti. Neil 363 il vescovo Alberto pubblicò medico de' padri, insieme con Balduino
un decreto, col quale dichiarò perpetua- de'Balduini, medico domestico del cardi»
mente unito il suo principato alTirolo,iu naIDel Monte i." legato, spinse i padri a
cuiTrentoe il Trentino furono dipoi sem- partirsi da Trento sollecitamente, e sen-
pre compresi. Narra l'avvocato Castella- za aspettare alcun ordine dal Papa, per
no, Spcccliio geografico storico-politico^ la pestilenza che vi sovrastava con indi-

che l'imperatore Venceslao nel 1377 ce- zi di contagio ne' corpi e di corruzione
de la sovranità di Trento alla s. Sede, e nell'aria. Onde il Fracastoro protestò, che
che il Papa come principe trentino era essendosi egli portato in Trento a curar le

m enduro dell'impero germanico, ed avea febbri e gli altri mali ordinari, ma non I»

posto nella dieta tirolese; notizia che non pestilenza, la quale sarebbe prorotta poi
garantisco, non a Vendola letta in altri scrit- nel riscaldarsi dell'aria, si licenziava dal
tori, anzi leggo nel cardinal Pallavicino, servizio. 1 legali tuttavia in negozio cos'i
Istoria del Concilio di Trento parlan- y
grave e repentino, protestarono di non
do della pienissima sua libertà, che fu ce- voler fare ne più ne meno di quello a-
lebrato in città non soggetta al Papa, ma vesserò i padri risoluto, e di circa 58 che
all'alio dominio dell'imperatore, cioè si trovavano radunati per tale consulta,
Trento città imperiale, scelta per la sa- 4o dierono il voto per la traslazione del
gra adunanza onde allettarvi all'interven- concilio. Questa è la vera e legittima sto-
to i 1' Ughelli avea
tedeschi. E' vero che ria di tale traslazione, e non (juanto di-
scrittoche Venceslao avea donato Tren- versa mente con audacia scrissero il ripro-
to a Papa Gregorio XI, ma il suo anno- vevole Soave, l'Advocat, il Portai, il Mu-
tatore Coleri, con rantolila del Gentilol- ratori che l'attribuì a motivi segreti e sup-
ti, dichiarò favolosa tal donazione. In que- pose francamente l'ordine di Roma. Ne]
sto secolo XIV la peste intieri in Tren- principato e nel vescovato del cardinal
to e sua provincia, e la descrisse Giovan- Cristoforo Mudrucci Irenlino , e perciò
ni Parma canonico trentino. Nel princi- dello // gran cardinal di Trento^ riuscì
pio del secolo XV nella torre Vanga, Ro- ad esso nel 576 di ricupetare il tolto dai
1

dolfo de'ljellenzaui, capo du'iuulcunlculi conti dui Tirolo, e di ristabilirsi ucirinle-


3oo TaE T R E
10 possesso del principato. Da tale epo- affollata nella piazza. Ritornalo all'epi-
ca l'altuale confine fia'circoli di Trento scopio, vi trovò il cardinal Jlcrlzan, e ver-
e di Bolzano segnò il confine sellenlrio- so leoieiG Pio VI penetrato di ricono-
Dale del principato, e la stretta linea di scenza verso il vescovo, partì per Bolza-
demarcazione tra le due lingue. La città no e vi giunse a ore 11. Visitala la col-
di Roveredo e paesi adiacenti non ap-
i legiata, passò al palazzonobilmente pre-
partenevano al principato di Trento, ma paralodal principe vescovo diTrentomg.'^
ne costituivano confini di mezzogiorno.
i Pietro Vigilio de Thunn, graziosamente
Elia ubbidì con altri piccoli distretti a di- accolto dal Papa, che consolò il popolo
verse famiglie potenti: venne ili4i6 sot- adunato nella sottoposta piazza colla pon-
to la signoria della repubblica di Vene- tificia benedizione. Venerdì io ma"£;io
DO
zia, e finalmente nel iSog fu aggregala s'avviò per Trento, ricevuto al palazzo ve-
a'domiuii dell'imperatoreMassioiilianol, scovile da detto prelato, dal capitolo e
colla espressa coudizione, che le venisse- dal corpo della nobiltà, che ammise al
ro conservati lutti privilegi, e partico-
i bacio del piede, insieme a gran numero
larmente le istituzioni municipali italia- di dame. Pio VI visitò la cattedrale, e la
ne. La città fu nuovamente desolala dab chiesa di s. Maria Maggiore come insigne

la peste nel secolo XVJI,e se ne ha me- pel tenutovi ecumenico concilio; indi pro-
moria in ima tela rozzamente dipinta, ed seguì il viaggio per Roveredo onde per-
esistente nella chiesetta della ss. Annun- nottarvi, a tal uopo 1* imperatore aven-
ziata, ove sono colonne di uiarmo tren- dogli fatto preparare magnifico alloggio.
tino grandi e d'un sol pezzo. Nel 1782 il Vi giunse a ore 22 tra le pubbliche dimo-
Papa Fio FI(F.)s'ì recò a Vienna a vi- strazioni, eia sera vi fu generale illumi-
sitare l'inìperalore Giuseppe lì. IN'el suo nazione, dopo avere ricevuto al bacio del
ritorno giunse ad Innsbruck la sera dei piede il clero secolare e regolare, la no-
7 maggio, ricevuto con onorevole ospizio dame. Nel seguente sabato f
biltà e le 1

dall'arciduchessa Elisabetta sorella del- maggio Pio VI dal palazzo benedì il po-
)'imperalore,ed ivi nella cappella eretta da polo, e si recò ad assistere alla messa nel-
JV]." Tei esa, ove marito Francesco
ni ori il la s. Marco, ornata
chiesa arcipretale di
I, assistè al solenne Te Deiim. Nello se- con tutta pompa, e ricevuto alla porta con
guente mattina pervenne a Bressanone, baldacchino dal numeroso clero, la cpjale
incontralo dal vescovo e principe della porta era stata decorata di nobile pan-
città mg.* Giuseppe Spaur, già di Seco- neggiamento col po*itificio ritratto e ana-
via che per accoglierlo nel suo palazzo
, loga iscrizione, che si legge nel Diario del
erasi appositamente portato a Vienna, es- viaggio a Vienna di Pio 7 1. Partilo da
sendosi cantato il Te Deiim nella pubbli- Roveredo e dal religiosissimo Tirolo (il
ca cappella dell'episcopio: la città fece so- quale vanta 3 santuari ove sì fanno sa-
1

lenni dimostrazioni di gaudio religioso. gri pellegrinaggi, oltre quello di s. Gior-


Nel d'i seguente, festa dell' Ascensione ,
gio presso Schwaz eh' è uno de' princi-
il Papa preceduto dalla croce pontifìcia pali, nelle cui vicinanze è il romitag-
e accompagnato dal vescovo, si portò a gio di Bretlfale, altro romitaggio essen-
piedi alla magnifica cattedrale, dove ce- do quello di s. Valentino), Pio VI per-
lebrò sull'altare maggiore, assistito dal venne ne' dominii veneti, e giunse a Ve-
•vescovo e da lutto il clero. Ascoltata in- rona a ore 22. Rivoluzionala la Fran-
di altra messa , ascese poi alla maestosa cia ed erettasi in repubblica, il general
loggia appositamente innalzata sulla por- Jjonaparle calato in Tren-
Italia occupò il

ta del tempio, ed ivi compartì la solenne tino. Inconseguenza della battaglia vin-
benedizione apostolica alla uiolliludine ta da' francesi sugli auilriaci, i primi
TRE TRE Sor
coranndnll dal i^eueial Massena entraro- ce neh8i4 venneTrentino ceduto al-
il

no in Trento a* 19 agosto 1796; ma di l' Austria, incorporandolo* 1* imperatore

poca durala ne fn l'occupazione, stante Francesco I alla provincia tedesca del Ti-
l'avvicinarsi del general Alvin/.i, alla testa rolo, formando con «sso una sola provin-
di numeroso esercito austriaco: però dopo cia, colla distinzione di Tirolo Italiano,;

la sconfitta da questo toccata sotto Man- V imperatore e suoi successori presero


i

tova, i francesi si riaccostarono a Tren- il titolo di principi di Trento, continuan-

to, di cui il general Joubert s'impadronì do eziandio a portarlo vescovi, come al- i

a'3 febbraio 797. Poi francesi dovero*


I i trove. Le guerre flillesi negli ultimi an-
no abbandonare la città, e vi rientraro- ni del passalo secolo e ne'primi del cor-
no a'7 gennaio 80 I. Quindi per la pace 1 rente, la venuta de'francesi,i cambiamen-
segnata a'9 del seguente febbraio a La- ti del governo di vescovile in austriaco,
neville, tra la republilica francese, l'impe- poi in bavarese, indi in italiano, e nuova-
ratore e i principi dell'impero romano- mente in austriaco, mutarono faccia alla
germanico, il principato di Trento e del città e a tutto il paese, e ne trasformaro-
Trentino fu tolto al vescovo e secolariz- no per così dire gli abitanti; si eccitò l'e-
zato nel I 8o3, indi trasferito in potere del- mulazione e animossi la gente al trava-
l' Austria, cbe l'unì alla provincia del Ti- glio,meglioco!tivandosi i terreni, aumen-
rolo insieme alla città e territorio di Ro- tandosi i prodotti e asciugandosi paludi.
veredo. Non andò guari cbe nel i8o5 il Il clero e il popolo dell'ampia diocesi de-

Trentino, il Lioveretano col Tirolo, pel sideravano già da qualche tempo, che in
trattalo di Presbiirgo, venne dato a far Trento fosse con sagre e dignitose feste
parte del nuovo regno di Baviera eretto solennizzata la ricorrenza secolare dell'a-
ili. "gennaio governo bavarese a-
1806. Il primento del concilio ecumenico, onde
brogò le municipali fjrme di reggimen- con lodevolissimo intendimento ravviva-
to e le altre nazionali istituzioni relative, re nella memoria di tutto il caltolicismo
die al pari delle altre città italiane avea- quell'ultima sagrosanta riunione, come si

no sino allora conservato Trento e Ro» degnò scrivermi fin dall'agosto 84i il no- 1

veredo, ed invece sostituì un'amministra- bilissimo conte Matteo di Thunn, per ras-
zione particolare e tutta alfalto naziona- segnarlo divotamente e confidenzialmen-
le. Indi Napoleone \ nel 1810 aggregò il te all'aulorevolesanzione del sommoPon-
Trentino al regno d'Italia da lui fondato, leficeGregorio XVI. Dell'operato se ne
dicbiarando Trento capoluogo del dipar- legge la descrizione, inviata da Trento, e
timento dell' Allo Adige, così Roveredo quanto ne scrisse il Messaggere Tirolese^
capoluogo di vice-prefettura del suo cir- nel Diario di Roma dei i^/^^^WQ* w/^ 990
colo. Trento ebbe una propria reggenza I o4j e nelle Notizie del giorno di Roma
politica, un proprio tribunale d'appello, del 1846, ne'n." i e 4, da*quali ne ricave-
presso i quali, con»e presso tulle le auto- rò il più imporlante.Cenchè lardi si pren-
rità di prima istanza, la sola lingua foren- desse la definitiva risoluzione di secon-
se era l'italiana. Di più, comedipartimen- dare tal giusto desiderio, pure il mirabile
lo dell'Alto A dige,Trento ebbe egualmen- zelo con cui operò supplì alla strettez-
si

te una prefettura a parie e una ammini- za del tempo. Per primo fu eretta presso
strazione interamente italiana. In ottobre la bella chiesa di s. Maria Maggiore, in

181 3 Trento fu preso dall'armi alleate cuisi radunò il concilio, una colonna mo-

del nord, e l'imperatore d'Austria Fran- numentale con iscrizione, che perpetuas-
cesco 1 dichiarò, che contar si dovesse l'e- se la memoria e tu celebrità del conci-
poca ilei legale possesso (in dal novembre lio e di (pieste feste centenarie, con so-
susseguente. Fmulmenle col Irullalodi pa- pravi una statua, opera di valente ar lista
?02 T R E TRE
trenlino antico, rappresentante la ss. Ver- diocesi sua altezza reverendissima mg/
gine avente in braccio Gesù suo divi n fi- Bernardo GaluradTlerbolzeheiui diocesi
glio. Quest'opera, non senza meraviglia, di Strasburgo vescovo e principe di Bres-

tramandosi di noarmi, fu eseguita in me- sanone, e gli uditori furono commos-


no d'un mese, con ispontanee offerte dei si in ascoltare quel dotto vescovo ottua-
pii fedeli, e 1' inaugurazione seguì deco- genario, che dimostrò la religione di Cri-
rosamente in questa stessa occasione. Nel sto essere la legge dell'amore, e quindi
dicembrei84^} per invito dell'odierno della fiatellanza e dell'unione, e non po-
vescovo e principe Trento mg/ Ischi- di tersi dire vero cristiano chi rompe l'uni-
dereraGleifbeim, comparvero nella città tà, perchè un tale ne ama, ne può come
e per proprio loro moto, i vescovi di Lodi, devesi amare. Nella cattedrale disse 1' o-
di Brescia, di Verona, di Belluno e Fel- melia con cattolico zelo il vescovo mg.*^
tre, il vescovo e principe di Bressanone, Benaglia. Le 3 orazioni furono dette in

ilcardinalarcivescovodi Salisburgo prin- lingua italiana, poiché in Trento e nella


cipe di Schwarzenberg, e appresso a que- piti gran parte della diocesi non s'inten-
sti due prelati mitrati, e parrocbi e sa- de comunemente altra lingua che la bel-
cerdoti in gran numero, seguiti da una lissima italiana. Indi il cardinale e tutti
immensa moltitudine di popolo della dio- i vescovi rinnovarono, assentendo ad es-

cesi di Trento e delle vicine, bramosa di si e clero e popolo, la solenne professio-


assistere alle sagre funzioni e partecipa- ne di {'eòe cattolica, secondo le decisioni
re alla comune di vota allegrezza, li ve delTridentinoconcilio. Quest'alto espres-
scovo avea annunziata la sagra festività se a'più che intendevano lagrime di con-
con commovente enciclica ,
per la cele- solazione,mentre ognuno si proponeva di
brazione dell'anniversario secolare con voler vivere e morire cristiano cattolico.
solenne triduo. Nel [."di questo, 12 dicem- » La città di Trento ha pronunziato so-
bre, fu nella cattedrale cantata messa pon- lennemente la sua professione di fede in
lificale da mg."^ Gaetano Benaglia vesco- mezzo alle più grandiose e splendide fe-
Mo di Lodi, presente il cardinal Schwar- stività che la generazione vivente abbia
zenberg metropolitano sotto baldacchi- veduto celebrarsi fra le sue mura, al co-
no, ed i vescovi e prelati; e recitò erudi- spetto d'un cardinal arcivescovo, di 6 ve-
toed eloquente analogo discorso mg.' An- scovi, di 2 prelati, di grandissimo nume-
tonio Gava vescovo di Belluno e Feltre. rodi sacerdoti d'ogni ordine, e di una po-
La sera si cantarono le litanie della Ma- polazione per lo meno tre voile maggio-^
donna, e diedesi la benedizione col ss. Sa- re dell' ordinario. Non ostante un tanto
gramento. 11 dii3, il cardinale, vescovi i straordinario concorso, le festività de* 3
e il clero passarono dal duomo, in ordi- giorni procedettero con grandissimo or-
nata e pomposa processione, alla chiesa dine. Un cielo sempre sereno e una tem-
ili s. Maria Maggiore, sontuosamente co- peratura assai mite favorirono il buon an-
me la cattedrale apparata, ed ivi ponti- damento de' vari spettacoli, i quali, seb-
ficò il vescovo mg.*^ Gava , e recitò ser- l)enedi loro natura adatto popolari, sem-
mone applaudito il trentino prof Benve- bravano di rivestirsi d'inusitata grandez-
nuti. Finita la funzione, fece la proces- za e maestà; perchè al loro avvicendarsi
sione ritorno alla ciilledrale perallia via. parve presiedere e soprastare un'idea so-,

La sera fu rutfiziatura quale nel dì an- la e potente che guidava gli avvenimen-
tecedente. Il 3. "giorno, 1 4 dicembre, con- ti e le mosse, l'idea religiosa che fu prin-
cionò fervorosamente, nella chiesa del se- cipio e fine di tanto movimento. Certo la
minario, di buon mattino, a'tedest hi ve- chiesa di Trento ha dolo in quest'impor-
nuti da quella parte settentrionale della tante occasione uno splendido esempio a
TR E T R E 3o3
tiitfoii mondo callolico; e la città hn mo- ctii i dilettanti di vari paesi, specialmen-
stralo di sentire altamente la grandezza te di Verona, e dame e damigelle tren-
dell'avvenimento che ha celebrato con tine, famoso Stabat Mater
produssero il

tanta pompa e splendore". Dopo la pro- del celebre Rossini; dedicando il prezzo
fessione di Cede, celebrò ponlificalmente d' introito alla numerosa e ben diretta

il cardinale arcivescovo. A vespero si die scuola de* giovanetti poveri della città.
compimento alle funzioni col canto d'un Cinque bande musicali delle borgate di
solenne Te Dcum, intonato dal cardinal Mori, Sacco, Borgo, e delle altre città di
metropolitano, che impartì poi dall'alta- Roveiedo e Bolzano, splendidamente ve-
re la triplice benedizione colla ss. Euca- stile, che volonterose si recarono ad unir-

ristia. Il religioso e nobile contegno del sialla festa di Trento, rallegrarono di

cirdinale e de' vescovi, la veneranila ca- giorno e di notte con incessanti suoni il
nizie della più parte di essi, la gioia che popolo esultante. Nell'ultima sera tutta la
traspariva da'Ioro volti, la bella concor- città chiarissimamente illuminata, e prin-
dia fialerna,il disinteressato coraggio ci pahnenle tutte le chiese e tutti pubblici i

nel portarsi a Trento in istagione perico- edifìzi, attirarono gli sguardi della molti-
losa, la generosità di sua altezza reveren- tudine, il cardinale ei vescovi percorsero
dissima del vescovo principe della città, iti carrozza tutte le vie, e si mostrarono
che lietissimo fu di nsnr loro ospitale ac- assai soddisfatti del buon gusto tutto ita-
coglienza, rallegrarono e edificarono som •
liano de'lrentini. A regolare queste festi-
inamente il popolo tutto, che da parte sua vità e a tenere buon ordine, si distribui-
mostrossi penetrato da sentimenti di te- rono tra loro le parti e nobili e mercan-
nera divozione, e che itìdelebile conserve- ti e artisti; e tutti segndaronsi in fervo-
rà la memoria di queste sante feste, e la roso zeloein instancabile vigilanza;sicchè
gratitudine verso i venerandi prelati che ogntmo dovè ammirare il bell'ordine che
accorsero a celebrarle, e verso il degnis- regnò in tulio, e che non fu pur una vol-
simo vescovo Trento che ne concepiva
di ta turbato dal minimo spiacevole incon-
il pensiero, e splendido le promosse e vi veniente. In ima sala del seminario ve-
assistette giulivo; alla clii evangelica pie- scovile, i bravi alunni per compimento
tà si dovè il munifico tributo di venera- delle feste, alla presenza del cardinale, dei
zione alla gloriosa ss. Religione nostra, in 6 vescovi, degli abbati, del fiore del clero
commemorazione centenaria del gran- molte lin-
e della nobiltà, recitarono in
dioso avvenimento che tanto onora Tren- gue vive e morte varie loro composizio-
to. Alle funzioni sagre volle il saggio ma- ni in verso e in prosa, relative all'occa-
gistrato della città far succedere decoro- sione, e che per la piìj parte furono udi-
se feste e manifestazioni d'allegrezza, non te con aggradimento. Fu eziandio stam-
risparmiando ne spese,nècure.Quasi con- pata una relazione di tutto il qui breve*
tinuo sparo di mortai e cannoni, che dal- mento non che da illustre di-
descritto,
ie torri della città e da' colli vicini si ri- segnatore vennero ritratte dal vero le sce-
spondevano, incominciando dalla solenne ne più grandiose, come la processione e
entrala del cardinal metropolitano, ac- la grande serenata e qm'ndi pubblicale
,

compagnalo e festeggiato sino alla fine con litografie. Fmalmente si fece incide-
delle feste. Distribuzione di numerose co- re da valente incisore una medaglia mo-
pie d'un buon libretto istorico sul conci- rnnncntale di bronzo pel celebrato solen-
lio in discorso, scritto apposita(neiite da ne centenario, e coniala in Mdano.llcom -

un ecclesiastico trentino; e largimento di pimento centenario del 3." secolo iKdl'a-


rtiolto pane alla gente povera. Un'acca- priniento del concilio di Trento, fu altre-
iien)ia nel teatro, illuminalo u giorno, in sì segnalato da una nuova e apposita e^
3o4 T I\ E TRE
dizione de'suoi venerabili canoni e decre- totedescOjlimpidamenle italiani. Doman-
ti, e >iccome eseguila ne! pontificato di darono in sostanza la separazione de'dtie
Gregorio XVI , oltre il suo slemma nel circoli italiani di Trento e Roveredo dal
frontespizio, con'un'incisioue siml)olica vi Tirolo tedesco, e la loro ricostituzione in
furono rappresentali i ritraili di Paolo III provincia separata e indipendente ,
pel
e di Gregorio XVI. Eccone il titolo. Sa- mantenimento della nazionalità italiana,
vrosanctiOecunienìci Conciliì Tridenti- e con trattatnento proprio de'circoli ita-
ni, Paulo in\ ///, Fio IV PP.
Jiilio liani, essendo i bisogni e i rapporti affatto
MM, celebra ti Canones et Decreta Jc-
y diversi da'circoli tedeschi. Ricompo-sti gli
xlmn adoptiinaruni libroriunjideni ac- animi , ed eliminati gli elementi turbo-
curatissime recudi curavit A. Bisping lenti, tutto quanto il Tirolo restS nella fe-

ss. teolog. lic. Editio in memoriani dici deltà tradizionale, come quello che nella
XIII dee. MDCCCXLV ornatissime exara- sua capitale Innsbrtick accolse l'impera-
tójMonaslerii Guestphalorum 845. Do- 1 tore allorché fu costretto di partire da
po sì lieti giorni ne successero di tristi
, Vienna.
per l'insurrezione del i^ marzo 184B di La fede cristiana fu predicata in Tren-
lutto il Tirolo italiano, per opera de'ne- lo da s. Ermagora discepolo di s. Marco,
mici dell'ordine, clie riuscirono con falla- secondo l'Ughelli nell'anno 4o dell'era
ci promesse a far armare i pacifici mon- cristiana,il quale vi stabilì per pastore il

tanari, nella generale rivoluzione d'Ita- suo discepolo Giovino nello stesso anno.
lia. Il municipio di Trento domandò al- Ma il suo annotatore Coleti, oltre l'avver-
l'imperatore l'aggregazione della cititi e tire col Gentilolti, che s. Ermagora col
suo territorio al regno Lombardo- Vene- discepolos. Fortunato furono i primi prò-
to, comecliè la provincia è italiana; indi mulgatori dell'evangelio in Trento, alfer-
nel luglio i tirolesi italiani presentarono ma che s. Ermagora non in detto anno,
alla dieta di Francfort l'indirizzo de'due ma nel 78 convertì al cristianesimo i tri-
circoli italiani di Trento
Koveredo, per e dentini. Infatti leggo nelle Vite de'santì
essere sciolti dal politico legamecheli vin- della diocesi di T/rwfó, del sullodafo d.
cola alla confederazione germanica, do- Gioseffo Pinamonti, Trento 1887, eh' è
poclic ad essa nel 8 5 vi si associò l'im-
i 1 tradizione antichissima e autorevole del-
peralore d'Austria co'paesi ledesclii che le diocesi d' Aquileia e di Trento, che s.
gli furono assegnati dal congresso di Vien^ Ermagora discepolo di s. Marco Evange-
Ila, e nominatamente colla piovincia del lista e vescovo d'Aquileia, venne col suo
Tirolo; venne definiti vatnenle or-
il elle diacono Fortunato a predicar il vangelo
ganizsato neli8i6, eil allora quella par-r a'tridentini, ed ambedue ne convertiro-
le del cessalo regno d'Italia, che altuaU no a Cristo parecchi, e che s. Ermagora
mente abbraccia due circoli di Trento i pose in Trento per vescovo Giovino a go-
e Roveredo, venne incorporala al Tirolo vernare la nuova chiesa. De'ss. Ermago-
e con esso alla confederazione germani- ra eForlu nato marti li, quali fondatori del-
ca. Dimostrarono titolesi italiani , chei la chiesa di Trento, se ne fa quivi la festa
idue circoli si estendono dalla chiusa di a' I 2 luglio. Di un santo vescovo e di ab
Verona a quella di Salorno con una po- tri santi parlerò a suo luogo col sacerdo-
polazione di oltre 3 5, 000 anime, o si r te Pinamonti; intanto col medesimo ri-
guardi alle loro origini, a' costumi, alla corderò che si onorano e invocansi nella

lingua, al modo di vivere degli abitanti, diocesi; s. Romedio eremita contempora-


o si ponga mente alla loro geografica si- neo di s. Vigilio e nobile laico, che dispen-
tuazione ed alle uìcuìorie storiche, sono sate le sue ricchezze a'poveri, si ritirò in
tuUavia, senza veruna u)islura d'clcujcn- una ventola valle della Naunia, non lun-
TUE TRE 3o'y

^\ (Ì,t1 luogo ove furono marti rir.zali i ss. rii'ca 7.C) mesi, già parlai; si celebra la sua
iSV.v/// ///(), Martirio ed Alessandro (f.), festa la domenica 3.' dopo Pasqua. La se-
e cciliiiitiisi nella sutinnilà d'altissiaiii ru- de vescovile eretta dunque nel ."secolo,
i

pe un'abilazione, vi menò vita penilenle divenne sulfraganea del patriarca d'Aqui-


e n)<)n santamente; la sua lesta celebrasi leia. Il vescovo principe sovrano deiriuì-

a' I j Gennaio, e solennemente nel suo san- pero intervenne a'suoi comizi con voto, ed
Inai io nella Nainna. Di Maia presso Mo- ebbe soggetti nobilissimi vassalli, e al di-
rano e Tiroio fu oriundo s. Corhiniano re dell'annotatore d'Ughelli, et inter eos
(A .), ordinato vescovo ila Papa s. Gre- ipsum Àugustissinium Caesareni taiii-
gorio III e mandato suo legalo in Davie- quam TyrolisComitem,et ante liacMan-
in, divenne pastore di Frisinga: in Maia tuae Ducis, qui beneficiario jiire oppì-
t'dilìco nii tempio a «. Valentino aposto- dum Castellariiah Ecclesia recognosce-
lo della Rezia settentrionale, e presso il baiit. Dice che godeva 3o,ooo scudi di
suo corpo si fece seppellire. Qoe>to s. Va- rendite, e pagava 3ooo fiorini di tasse pei*
lentino nel secolo V era stalo invialo dal le bolle. Enumera l'antico capitolo, mo- i

Papa a predicare il vangelo in Germania, nasteri, i conventi, i sodalizi di Trento e


e perprimo mise ogni studio ad illujni- sua diocesi. Il i. "vescovo di Trento fu Gio-
nare popolo di Passavia, die dopo al-
il vino, che alcuni onorano col titolo di san-

cun tempo l'onorò qual suo vescovo; ma to,dell'anno yS o 78, avendo anrh'egli
allora poco profittando ili sua predicazio- predicalo la ^HKÌe di Gesù Cristo in Tren-
ne, il santo si portò ad annunziare (>ri«»lo to. Gli successero Abbondanzio, Claudio

e la lieta novella in più altri paesi di Ger- o Claudiano, Magnosio o Mngosio o Ma-
mania con utile di que'popoli. indi pas- goriano, Lambuccio o Sambuzio, Valen-
sò nella Pvezia, cioè nel Trentino, nel pae- tino, Geniale, Felice o Fedele, Valerio,
se intorno a Coirà e nel Tiroio, dove eb- Guarino o Guariano, Magronino o Ma-
be il dono di fare molte e molte conver- iorano, Teodoro, Probo, Montano. Di (pie-
sioni, per le (|uali meritò il detto titolo sti pastori, per le persecuzioni della Chie-
di Aposl(ilo. Finalmente quasi constuualo sa, rUgheili non ne riportale noti/ie,an-
dalle fatiche, si ritirò a Maia, dove nella zi avverte che non ebbero certa sede. In-
quiete si applicò idl'esercizio delle cristia- di registra Ciriaco, Aslerio, Abbomlanzio,
ne colmo di melili fiiù la sua san-
virtù, e che intervenne al concilio d'Acjuileia con-
ta vita. Quando Luitprando re de'longo- tro Palladio e Secondiano eielici ariani
bardi estese conlini del ducato di Trento
i nel 38 I. Giano Pirro Pincio, che dopo
sino al fiume Passiria, il (jualc scorre Ira Tinconiincianaentodel secolo XVI peli.**
Maia e Merano, essi trasportarono il cor- scrisse la Storia de' duchi di Trento^a in-
po di s. Valentino dalla cliiesa cbeavea- sieuìe quella di questa chiesa, Dcm'/V/.v Po /£•
gli s. Coi biniano a Trento, e po-
edificato tifìcuniTridentinorum^ dice che <le'pri-
co dopo duca di Baviera Tassilone, le-
il mii 7 vescovi di Trento, predecessori di
vatolo di Trento lo trasferì in Passavia. s. f^igilio (T\}i nessuna memoria ci resta
Di s. Valentino la diocesi trentina non fa salvo il nome.
can.GiaalbenedeltoGen•
Il

festa. In Bolzano, diocesi di Tiento, nac- tilotti,avendo osservato che in detto con-
(jue Enrico (f,), volgarmente detto di
s. ciliodi Aquileia fu presente un Abondau-
Treviso (y.) perchè in tal città si domi- zio vescovo di Trento, né polendo cre-
ciliò, e quella cillàdopo la beata sua mor- dere esser quell'Abondanzio che succes-
te lo elesse a patrono, il cui culto eslese se nel 1 ."secolo a Giovino, lo collocò (piai
Pio VII alla diocesi di Trento, che ne ce- j)redecessore di s. Vigilio nelle sue giun-

lebra la Cesia a' io giugno. Di s. Simeo- te all'Ughelli, ed aggiunse questo nuovo


ne fauciidlu murliriitiialo daj^li ebrei di vescovo ullu sua chiesa trculina. Oucslo
3o6 TRE T R E
nrgoraenfo egregiamente riscliinrò il oe- redlcacin ch'egli operava, dundola vista
lel>ie ab. Girolamo Tartarotti da Rove- a'ciechi, la loquela a'niuti e liberando gli
reto (del quale pubblicò in Venezia nel ossessi, col segno della croce e invocan-
I
754, Memorie antiche di Rovereto) nel* do il nome di Gesù. Anche nel territo-
la sn^i disseriazione:De origine Ecclesine rio di Brescia e di Verona erano ancora
Tridentinae et primis ejus Epi scopi s^ alcuni che prestavano culto
a'falsi Dei del

Veneliis iy4^- Égli con esalta critica e paganesimo; e poiché vescovi di quelle i

scelta erudizione dimostra, chela chiesa città non osavano uscir fuori a persua-

di Trento ebbe origine dopo la metà del derli delle verità evangeliche,!! santo non
IV secolo, che il suo [."vescovo fu Giovi- conoscendo timore, portossi intrepido co-
no o Ciriaco, il 2.° Abondanzio interve- là, e mediante l'aiuto dello Spirito santo,

nuto nel 38 I al sinodo d'AquileiajC il 3.°s. fece abbandonar a que'popoli i supersti-


Vigilio; convalidando la sua opinione con ziosi riti e fondò ivi più di 3o chiese. Nel
fortissimi argomenti, contro il Pincio che ritornare a' suoi condusse seco 3 zelanti
scrisse avere s. Ermagora ricevuto Gio- chierici, Sisinnio, Martirio ed A.lessandro,
vino ai.** pastore di Trento verso il jZ distinti per santità e dottrina, venuti di
dell'era corrente. Quanto poi alla ripof- Cappadocia e di Grecia, o forse italiani
tata serie de'vescovi, il Tartarotti crede della diocesi di Milano. Questi poi man-
che non si debbano avere per immaginati dò a piedicaie nella Naiinia, ove conver-
e finti, n)a solo lrasportali;e quindi, rite- lirono moltissimi popoli, e Sisinnio edi-
iiejido quasi tutti i nomi, li colloca dopo (icò una ch'eselt'j nella quale ammae-
s. Vigilio, formando la serie da Giovino strava il popolo ne' cristiani precetti, e
ad Agnello che vivea sul declinar del VI co' compagni esercitava esemplarmente
secolo.Sebbene egli d'altra parte fa ve- le pratiche religiose. Assaliti quindi da
dere che la chiesa trentina non la cede a alcuni abitanti e in crudel guisa toi-^nen-
molte altre né per lo zelo né per la santi- tati, l'undopo l'altro meritarono di con-
tà di alcuni suoi primitivi vescovi, insor- seguire palma del martirio, in un ve-
la

sero diversi trentini a combattere le sue nerdì di maggio del 397. Accorso sul luo-
asserzioni, ritenendo la loro sede vesco- go s. Vigilio rimproverò liberamente i
,

vilecominciatanel j.°secolo.R.iferiscerab. barbari colpevoli, ie gli riuscì indurli al


Pinaoionli, che nato s. Vigilio in R.oma pentimento e ad abbracciare il cristiane-
383 si recò colla
d'illustre famiglia, nel siujo; quindi atterratisi i templi e gli alta-

madre sua Massenza e co'fiatelli Claudia- ri pagani, videsi eretto in tutta la vallea
noè Magoriaiio in Trento. Quivi, essen- il salutifero vessillo della croce. Piaccolti
do poco dopo morto il vescovo Asterio da s. Vigilio i corpi de*3 martiri, ne man-
(diMique esclude Abbondanzio qual suo dò parte a s. Gaudenzio di Hrescia, a s.

immediato predecessore), fu per l'esimie Simpliciano di Milano, a s. Gio. Crisosto-


sue virtù, benché giovine (li 20 anni, e- mo di Costantinopoli, colla storia del lo-

lelto vescovo successore. Prima sua cura ro trionfo, e parte ne depose nella chie-
fu di purgare colla predicazione delia pa- sa di Trento, ed altra collocò nella chie-
rola di Dio e colla pastorale sua vigilan- sa che costruì a Melo, luogo detto poi
za la città dagli errori ariani. Uscito poi s. Sisinnio e ora Sanzeno. il Tartarotti
nelle terre della campagna, i cui abilauti scrisse le bel lissi me. Memorie i storiche in -

•incora in gran parte sagrificavano agl'i* torno alla vita e morte de' ss. Sisinnio^
tioli, col suo zelo gli ammaestrò e indus- Mar tirio e Alessandro, martirizza ti nel-
se n domandar il battesimo. Imperocché, V Anaunia, ora. Val di JYon, diocesi di
colla divina grazia, confermava la sua pre- Trento^Vanno delVcra volgare 397, Ve-
dicazione con una vita santissima e col- rona 74^. Restava ad unirsi
i ni numero-^
TRE TRE 3o7
so gregge tìcTetleli trentini la vaile di Ren- che visitassero in Maiano la madre. Nel
dena, onde s. Vigilio vi porlo le sue apo- momento in cui fu il vescovo fratello la-
stoliche sollecitudini, ed abbattè l' idolo pidato, vennero anch'essi colf)iti da una
di Saturno di bronzo che adora vasi; in- grandme di sassi, senza patir lesione per
di montato sulla sua base con fervore co- divm prodigio; indi co'detti chieiici por-
minciò ad esortare gii abitanti a conver- tarono in Trento il corpo del martire s.

tirsi al vero Dio, ma essi infiammati d'i- Vigilio. Non si conosce la fine de'ss. Clau-
ra lo circotularono ed a furia di sassi l'uc- diano e Magoriano, ma la tradizione del-
cisero a'2G giugnoneiranno4o."^ocli sua la chiesa trentina insegna che fu confor-
età. Il sagro suo corpo fu trasportato in me alla loro vita e che morirono santa-
Trenlo, coll'accompagno della moltitudi- mente, onorandoli con uffizio di doppio
ne piangendo l'amato pastore, operando maggiore, s. Claudiano a'6 marzo e s. Ma-
Dio molti miracoli nel viaggio. Con mol- goriano a*i5. Il Pinamonti nelle discor-
to onore fu deposto nella basilica da lui se Memorie de' conti di Thimn^ quanto
edificata a'ss. Gervasio e Protasio, perciò alla loro origine romana, e se da Roma
titolari antichi della cattedrale di Tren- si recarono in Trento con s. Vigilio loro

lo, prossima cioè all'attuale duomo che congiunto, insieme co' loro schiavi come *

le successe, onde la diocesi celebra la loro potenti e onorali, non lo crede certo e pro-
festa a' ic) giugno. Il vescovo Federico po- valo. Senza negare che i signori di Tono,
se al sepolcro di s. Vigilio quell' epitaffio ed altri ancora, possono veramente esse-
in versi, che si legge nelT Italia sacra. re venuti da Roma a stabilirsi nel Tren-
Quanto alla madre s. ]VIa>senza, ed a'fra- tino, osserva che poco importa il ricono-
telli di s. Vigilio, i ss. Claudiano e Ma- scere con certezza l'origine loro, quando
goriano, la i .""dopoché il figlio assunse il è indubitato che signori di Tono visse-
i

governo della chiesa trentina, virtuosa e IO e prosperarono onorati e distinti nella


pia come èra, a fine di poter conpiùhber- Naunia e nel Trentino pel lungo corso
tà servire Dio, si ritirò in Maiano, terra d'oltre 8 secoli. Un casato che prese il no-
poco distante dal lago di Toblino e ivi , me da terre e castelli già da più secoli
costruitasi una casa, passò il resto di sua andati in rovina, e che potè, senza ester-
vita santamente, moiendo sulla fine d'a- ni aiuti, costruirne dalle fondamenta dei
prile, per cui neir utimo di tal mese la nuovi e più sontuosi, è casato antico, no-
diocesi ne celebra la festa. 1 fedeli, deposto bile, potente, e non ha, in ispecie perciò
il suo corpo, vi eressero sopra una cappel- che spelta all'antichità e splendido nove-
la, che colla terra pre>e il nome di s. Mas- ro d'illustri, da invidiar nessun'altra fa-
senza ; indi il vescovo Alleinano ne tra- miglia. Verso il 4oi o 4^4 successe a s.
sportò le reliquie nella basilica di s. Vi- Vigilio, EugippooAgippo o Regi ppo, che
gilio in Trento, e(^ è venerata questa il- piamente amministrò la sede ed ampliò
lustre romana, modello esemplare delle la chiesa del predecessore o altra ne eres-
madri, che testala vedova seppe santifi- se, per meglio onorare le sue spoglie mor-
care 3 figli. Poiché ss. Claudiano e Ma- i tali; indi Quartino, Pellegrino, Grazioso,
goriano, mandati da essa col fratello s. Teodoio, ed Agnello che segin gli scisma-
Vigilio in Alene ag'li studi, emularono le tici nella controversia de' Tre Capitolìy
slesse virtù di questi e della madre. Quan- perciò intervenne e sottoscrisse nel !^'jc^

do s. Vigilio si recò a Rendena per com- al sinodo di Gradoy ed a quello di Ma-


piere la conversione de' tridentini, i fra- rano [V.). Dal re longobardo Agilulfo fu
telli vollero, insieme al pio sacerdote Giu- inviato in Gallia per redimerei prigionie-
liano e a (jualche diacono, accompagnar- ri fatti nell'agro Tridentino, sotto il suo
lo nel pericoloso viai;gio, ed è credibile predecessore Auturi, e per la liberalità
3o8 T D E TRE
lìdia icgiiiaBrunecliilcle ritornò contento 1 022 , lodato per singoiar pietà, governò
olla sua chiesa. Nel 6o3 fu vescovo Ve- molli anni e nel 1027 riparò da' fondu-
recondo, e poscia Manasse I, Vitale I,Sta- nienti la chiesa di s. Vigdio, ed al corpo
l)lissi;ino,Don)enicooDufnpriiccio,Rusti- di questo eresse la confessione acciò fos-
co,lioinano, Vitale ll,Correnliano,Silelio se venerato con più decoro. In detto an-
o Sisidicio, Giovanni 1, Massimo o Massi- no l'imperatore Corrado II il Salico, coi
mino sepo'to con iscrizione nella chiesa diplomi riportali da Uglielli, donò in per-
di s. Giovanni nella valle NauniajMaumo- petuo alla chiesa e vescovi di Trento la
ne o Marno, Mai iano, Dominatore,Orso, città e il suo ducalo, marchesato e con-
Clemenziano,Amalorejlldegariodeir8o2 tado, cwn omnibus suis pertincntiis et
che restaurò l'altare di s. Vigilio e col- utililatibus illisy quibus cwn Duces^ Co-
locò con più onore le reliquie de'ss. Mar- mites, sive lìJarchioncs hucusqnCidWhm^
tiri. Volderico o Ovalderico dell'S 4» in- i randone signore Udalrico II. Questo dun-
tervenne con Massenzio patriarca d'Aqui- que fu ili ."vescovo conte, marchese e du-
jeia alla consagrazione della chiesa di s. ca sovrano di Trento, ed osservò il siste-
(liorgiodiVerona.Gli successero Daniele, ma feudale già stabilito molto prima; nel
Knperlo, Odescalco o Holdescalcits k'cI io5o intervenne a Mantova per la tra-
] fy desco Iciis Episcopi Tridentitius^ vi- slazione del Sangue di Gesù Cristo, e
ss.

iicarum Episcopi Fruxiiiensis apud Pi- visse sino alio5i, e non come altri pre*

soniiim colonianiBojorum adlsaciet A' tesero erroneamente sino al 1027. Per cui
thcsis conjluentes anincs occupator an. il Genlilotti non conviene sul successore

855 apud rcgeni Liidoviciun ah Annone Oteiricoo Udalrico III, che l'Ughelli di-
Episcopo Fnixinensis accusatuSy adju- ce notato in un privilegio del io3i e in
diciiun provocatus in puhlico fìojoruni altri documenti del o45 e del o46. Co-
1 i

consentii Aibilicng. cognita causa^judi' me pure non conviene il Coleti su Teu-


CCS vineas Fruxinensi tempio addixerc, daldo del 1027, in cui vivea Udalrico II,

non sinc Hy descalchi pudore. D\^o\ si fa e crede erralo il conTri-


titolo episcopale
menzione del medesimo neir864. Aldegi- re/zfm«,y.PerciòsegnandoUghelli nel io54
sio deir874 ebbe vertenze con Adelaide Artono, bisogna ri lardare il suo vescova-
vescovodi Veronaperaver invaso la villa to. Al vescovo Enrico I e in fivore della
Asianam appartenente alla di lui chiesa, chiesa di Trento, Enrico IV imperatore
onde con lettera fu ammonito da Papa nel 1082 donò il castello presso Mantova
Giovanni V^III, edalla di lui sentenza uh* denominato Castellariuniyed il figlioEn-
l)idìneir88i. Quindi fiorirono nella se- rico V in tempo del successore Gebardo
de di Trento, Teodoberto, Gisulfo, Bar- Io confermò con diploma del mio ripor-
toldo, Giacomo, Corrado I, Giovanni II, tato da Ughelli. Questi riprodusse pure
Bernardo 1 del 9*28, Planasse II del g47 la lettera scritta da Papa s. Gregorio VII
che Ugo re d'Italia per morte d'Arderico al vescovo Enrico I, nella quale reclama
arcivescovo di Milano l'intruse in quella la risposta di altra , torna a notificargli
sede. Lantramino delia famiglia Lantra- la scomunica emanata contro Enrico IV,
mini; Arnoldo o Arnaldo intervenne nel acciò si guardasse dall'ubbidirlo, e chia-
967 al sinodo di Ravenna, e soltoscrisse mandolo a se l'invita a prevenire la gran
la lelterao Papa Giovanni XIII. Arimon- contessa Matilde, perchè senza impedi-
do nel 97 r sedeva giudice col patriarca mento potesse fare il viaggio. Nel 1084
d'Aquileia Rodaldo, nel monastero di s. era vescovo Bernardo II o Burkardo, a
Maria de Organo per una lite. Indi Rai- cui successe Adelfenone o zVdalbero o A-
Udalricoo Uldarico
iialdo o Rainsarilo, dalberone canonico d' Augusta, che in-
1. Il successore UdaUico o Uldarico II del lerveuae nel 1090 alla dedicazione del
TRE TRE 309
nionnslero Siimieburgen in Cannila o saraente la morte. Adelpreto pertanto. sic-
nel Tirolo diocesi di lìrescia, ad istanza come narra l'ab. Pinamonti, cominciò la

iV Ildcgarde badessa. Il Papa Pasfjnale sua carriera di principe ecclesiastico col


]I nella domenica de' 2 i ollobie 1106, recarsi in Batisbonaalla dieta, per procu-
nel concilio di Guastalla consagrò vesco- rare,come seguì, l'accomodamento fra il
vo di Trento Gebardo, die per la sua pro- marchese d'Austria e il duca di Baviera.
bi tà e vita singolare tu messo nel nume- Tornatoalla sede, si fece mediatore, nel-
ro de'beati: qual segretario e cancelliere la sua duplice dignità di vescovo e di so-
delTimperatore Enrico V,inlerverme al- vrano, fra l'arcidiacono di Trento e il si-

la transazione fatta nel i i io fra questo gnore di Fornace, tra l'iibbale di s. Lo-
principee Pasquale II, presso ponte Mam- renzo e il signore di Salerno, Ira il comu-
nieo o Mammolo nella strada di Tivoli ne di Mori e quello di Nago, e tulli pa-
(J .J,
e ad altri atti uu imperiali, come in cificò e rese conlenti, come quello a cui
giudicato d'Enrico V deli 16, nel qua- 1 eragli molto a cuore il bene della chiu»a
le il vescovo è appellato Gavarchus. A* A sua gran lode, visse in per-
e dello stato.
delperto 1 o AdeI{)reto restaui» l'altare fettissima concordia col capitolo di sua
dis. Vigilio. II successore Alletnano o Al- catledrale, col clero eco'consoli della cit-
temannodeVonlidi Da viera, fondò il mo- tà di Trento; altrettanto «lon può dirsi con
nastero Subense nella diocesi di Padova quasi tulli i nobili feudalaii, giacché al-
a'canonici regolari, enei ì/^i amnenlò il i cuni di vita perduta furono suoi persecu-
numero de*canoi»ici e ne accrebbe le ren- tori, e altri dimentichi de'loro obblighi
dite; restaurò la cattedrale e la consagrò, di vassalli invece di difenderlo rimasero
riponendo in luogo più onorifico le reli- inoperosi,abbandonandolo al furore dei
quie de'ss. Sisinnio ed Alessandro, e di al- nemici suoi e della chiesa. Tra questi ul-
tri santi. Dissi di sopra, coll'aulorilà del- timi furono conti di Eppan Federico ed
i

l'ab. Pina monti, che laconsagrazione del- Enricodi Piano suoi vassalli, quali mal- i

la cattedrale segu\ nel 1 46, ed in essa da


1 menarono il santo e gli ecclesiastici, sola
Maiano vi trasportò il corpo di s.iMassen- per ispogliarli e farsi polenti. Nel i i58
za; beneficò ancora il collegio de'canoni- due cardinali arri varonoaTreulo per pas-
ci medesima, con donai gli delle pos-
della sare legali apostolici in Germania (cioè
sessioni. L'Ughelli scrive che morì ideila Enrico Giacinto inviati da Pupa Adria-
e
festa di Pasqua 3o,clie il Gentilolli cor-
i i no IV), ed il vescovo accollili con onore,
regge col 49, e fu sepolto nel monasle*
I 1 conoscendo la malvagità de'conli di Ep-
IO da lui fondato. Ne furono successori pan, volle accompagnarli sino a' confini
Arnoldo, Ebeardo, Hartrwico o Hart- della diocesi, sperando che avrebbero ri-
wico, che si vuole ancbe vescovo di Ra- spellato sì nobile e venerantla comitiva.
lisbona, ma non trovasi nel Pincio, e si Ma que'conli, veri assassini e dominali da
attribuisce al i i56. In questo e fino al cupidigia insaziabile dell'altrui, sulla via
1177 fu vescovo e principe di Trento s. fra Trento e -Bolzano, secondo erano so-
Adelpreto o Adalberto o Alberto, ed as- lili, da ribaldi l'assalirono, e preso il pro-
socialo come palrono della diocesi a s. Vi- prio principe e i cardinali , dopo averli
gilio. S'ignora di qual famiglia egli fosse, spogliali, incatenali li posero nelle prigio-
fu bensì aiiianle del suo popolo, ])remu- ni de'loro castelli: i cardinali lasciarono
roso pacificatore, senipre occupalo ne'do- ostaggi pel pioprio riscatto, ed al vesC(iva
veri pnslorali e di principe; perseguitato riuscì fuggire, non senza maniicAlo divi-
e ingiuriato perdonò a'suoi nemici bene- no aiuto. I Eppan furono subito
conti di
ficandoli, e per difendere i diritti del priu- castigali dal duca di Baviera Enrico di
cipalu e dellu chiesa, iucouliòcuiagi^iu- Leone, e Irovalisi inìpolcnli di persegui-
3io .TRE TR E
tare il vescovo, invece questi li beneficò. cali (lìfansovì della chiesa (divenuti op-
Poco dopo simonastero de' ca-
fondò il pressori espogliatori),e neppure dagli al-
nonici regolari di s. Agostino inAngia pres- tri feudatari, e vedendo ormai checoll'in-

so Bolzano, e gì' ipocriti conti di Piano dugiare, tollerando piti oltre, il male si fa-
domandarono d'esserne gli avvocali e i ceva raaggioie, rendendosi egli colpevo-
protettori, li vescovo in prova luminosa le innanzi a Dio e agli uomini; trovò che
d'averli perdonali, concesse loio la richie- altro mezzo non eravi se non di sottomel-^
sta avvocazia, contentandosi d'anunonir- tere i ribelli, onde sull'esempio d'altri

liqual superiore spirituale e signore Icnj- santi vescovi, che nel bisogno estremo im-
porale, ch'esser doveano avvocali- per di- pugnarono la spada e si sagrificarono a
fendere e non per ispogliare. Altro nenn benefizio de'popoli, prese 1'
ardimentosa
co ebbe il principato e Adelprtto,nel pre- risoluzione di ridurli al dovere e all'ub-
polenlesignorolto Gundi!)aIdo da Pergi- bidienza, o di periie Dell'adempiere gli

iie. Questo dedito a tutte le nefandezze e obblighi di sovrano e di vescovo. Portan-


delitti, opprimeva con inaudite crudeltà dosi egli adunque con. quest'intendimen-
i perginesi, e con molteplici scelleraggini to da TVento nella valle di Lagare fu ,

scandalezzava la chiesa. Era a quel tem- presso al laogo, oia città di Rovereto, da
po il popoloso comune di Pergine sogget- uno de'ribelli trafitto di lancia e ucciso.
to nello spirituale al vescovo di Feltre ,
Si dice che Adelpreto fosse arniato e pe-
liei temporale a quello di Trento. L'im- risse in un conflitto; altri ciò negano e af-
peratore Federico 1, persecutore della fermano esser u»orto a tradimento, ed è
Chiesa, non puniva l'iniquità; e le rimo- la piìi probabile opinione. Ancorché fos-

stran?e de' vescovi non erano ascoltate. se perito pugnando, egli difendeva una
Quindi s. Adelpreto si trovò nella ilura giusta causa, che principe dovea sostene-
mancare alTobbligo di prin-
alternativa di re; e morì adempiendo le obbligazioni di

cipe che dovea punire, o di far violen- sovrano amminisliatore, che deve man-
za a quello di vescovo che di cuore pa- tenere l'integrità ilello stato di sua chie-
terno si limitava all'esorlaziord, alle pre- sa, tal quale lo ricevè, per tramandarlo
ghiere, a procurar il bene della chiesa, ed illeso al successore custode, ed insieme il

ad evitare scandali. Guudibaldo^ra in a- buon ordine; dovea, come fece, difende-


micizia e lega con altii polenti signori, an- re (jual vescovo la conservazione de'beni
ch'essi vassalli d' Adelpreto, i quali non di sua chiesa, destinati al di via culto, al

meno del Peiginese e di quelli da Piano, sostentamento de'sagri ministri, ed al sov-

erano dall'ambizione e dalla cupidigia do- venimento de'poveri. Egli die la vita pei

minati. Non contenti di posseder molti feu- suoi soggetti, pe'suoi figli in Cristo, pe'po -

di della chiesa di Trento,aspiravanoa ren- veri di Cristo; du-nque, conclude il Pina-


dersi del tutto indipendenti (come altro- monti, Adelpreto è santo , ed è martire
\e);quindi senza riserva commettevano u- di Cristo. Così lo riconobbe la chiesa di

surpazioni, costringevano a violenze sud- i Trento, venerandolo qual santo e mar-


diti del principe vescovo,invadevano lutto tire, appena fu sagri ficaio, e la s. Sede ne

quello che colla forza potevano de'beni ec- approvò il culto, e la festa sua celebrasi
clesiastici occupare. Questa era manifesta a'27 marzo. Fu accusato s. Adelpreto d'es-
ribellione e oltracotanza accompagnala ser slato aderente e fautore di Federico
da gravissime conseguenze, cui a qualun- I, quando era scismatico e scomunicato,
que costo do veasi porre fine. 11 buon Adel- perchè da esso accettò le beneficenze fat-

preto circondato da si potenti nemici, che te alla sua chiesa, e non sì dichiarò suo
\ieppiù imperversavano, non ricevendo avversario. Lo difende il Pinamonti di-

aiuto uè dairimpcralore, uè dagli avvo- cendo^ che Adelpreto si portò sempre qua!
T II E T R E 3ii
feclele Viissallo tlel l'i
m pei ulule, seM/.a sol- ver santamente per 20 anni ammmistru-
hiu\si tlal Ci«}jo legittiiijo della Chiesa A- lo la sua chiesa, il suo corpo portato ia
Itssamlro HI; ch'egli iiiè a Cesare ciò che Trento fu sepolto nella cattedrale, ipse-
upparleiieva a Cesare, e a Dio quello ch'è (pie numero Beatorum auxit. Del p.Bo-
di Dio. AggÌLUjge:«l vescovi principi di nelli abbiamo: Disseriazione intorno al-
Tieuto erano niembu óeìVI/Jipero (J\) la santità e martirio del B. Adalpreto
Geniianico, e come tali doveano lispella- Alhreto vescovo di Trento, stampata
re e onorare V Imperatore [f .) (e qua- neh 755. Con essa il p. Bonelli per coui-
lunque Sovrano o Prìncipe)^ ancoichè njissione della cillà di Trento , dil^se la
discolo. Questa è dottrina dell'aposlolo s. santità e il martirio di s. Adelprelo, qua-
Paolo, e il nostro Adelprelo la conosce- lità che il Tarlarolti avea messo in dub-
va, e ne fu osservante". Non debbo oc- bio con altra dissertazione. Inoltre il p.
cultare, che il dotto annotatore delButler, Bonelli ci diede; I monumenti della chic'
a'2g maggio, esternò il vivo desiderio che sa di Trento: Notizie della cliiesadi Ve-
alcun dotto scrittore rischiarasse e depu- rona: Antichità Firniiane. Nello slesso
l'asse i fatti e le epoehe,speltanti alla storia 1 178 gli successe Salomone che visse 5

ecclesiastica di Trento e de'suoi vescovi, anni, e che neh 179 intervenne al conci-
e di alcuni santi di somma importanza ; lio di Lalerano Ili celebralo da Alessan-
come sarebbe Alberto o Adelpreto, ueei-
>* dro HI. Diede areligiosi crociferi la chie-
movea collearmi alla ma-
so in quella che sa dell' Ospedale di s. Croce, fondò loro
no contro quelli di Caslelbarco,neiranno ani pio monastero e lo dolo. A' maggio i»

1177; in favore della cui santità (noi la- 1 i 80 consagrò l'aulica chiesa parroccliia-
sciamo le cose come stanno) tanti si riscal- le di s. Nicola di Bolzano; e nel i i 82 au-
darono, volendolo porre sugli altari senza mentò a'consoli di Trento i privilegi lo-
nessun sicuro documento ne d'autori con- ro concessi da'suui predecessori, che Fe-
lenìporanei,nèdi solenne canonizzazione, derico I confermò con diploma presso U-
uè di certo culto inmieraorabile; non ba- glielli. Il vescovo Alberto il governò San-
dando che la ss. Religione nostra vieta a- ni, e edificò il castello di Slenico. Verso
perlamentedi venerare quelli la cui san- ih 190 gli successe Corrado li, virtuoso
tità non sia provata o con falli irrefraga- ed amanle di sua chiesa, alla quale con
bili, o almeno coll'autorilà del culto im- prudenza ricuperò molti beni eh' eranlc
Euemorabile ". Ma col Pinamonli notai, stali distratti; neli2o5 abdicò e si ritirò

che la s. Sede approvò il cullo di s. Adel- nel monastero di s. Giorgio nella valle
prelo vescovo di Trento, il che forse igno- Ocni, forse (juello fondalo dal predecesso-
rò rencomialo annolalore. L'Ugheili lo reA Itemano, ove santamente morì. Nello
chiama .?. Adclpcrtus, e cita Ada San- stesso anno gli successe , dopoché i^apa
ctoriuìi 3Jaitìi, l. 3, p. 707. Lo dice no- Innocenzo 111 ammonì il capilolodi Tren-
minato in più privilegi di l'edcrico 1, il to a procedere all'elezione denlro 8 gioì'*

quale neh 161 confermò cò'due diplomi ni. Federico della nobile e polente fumi-
che riporta, quanto Corrado li avea con- glia Vanga, che emanò provvide leggi pei
cesso alla ( hiesa di Trento, e con altro del popolo trentino, ed amministrò con mi-
1167, scd dia ni Cardac castcllwìi a- rabile integrità. Ornò 1' esterno ediHzio
djccìl cimi oiiinihus suis juvìlus ad ri' della cattedrale, cosimi il coro, restaurò
pam Bcnaci: jura sitar Ecclvsiac acer- la ca[)pella di s. Biagio , eresse la torre
rime defcìidit; e perciò volendo ricupe- Vanga, e compì I' antico episco[)io. Nel
rarle l'occupalo, marciò con un esercito 1207 gli concesse regalie Filippodi Sve-
e restò trafitto di lancia [)resso il castel- viareile'romanie pretendente contro Ol-
lo di Rovereto a'2 7 aprile 1 178, dopo a- Ione IV all'impero, il quale per h prò-
3l3 TRE TRE
lezione d'Innocenzo ìli essendo prevalso, lo per singolari virtù e d'animo forte, col
dichiarò il vescovo suo vicario imperiale quale armata mano respinse da Trento
in Italia e cancellieie. L'Uglielli riporta il detto conte, nel 1282 intervenne al si-

ima sua moneta e la di lui n^ura ornata nodo provinciale d'A(piileia, e recatosi in
col pallio.Sirecòin Palestina alla visita de' Roma ivi morì nel 1289. '" qnesto Nico-
Luoghi santi, ecolpiloda morbo in Acca- lò IV fece vescovo fr. Filippo Bonaccol-
ron o Cesarea, mori a'6 novembre 2 7 e i i ti mantovano, francescano dotto e di san-

fu sepolto nella chiesa di s. Maria dell'o- ta vita. Avendo Mainardo duca di Carin-
spizio germanico. Nel 2 9 fu eletto Adal-
1
1
tia e conte del Tirolo, ed avvocalo delle
perlo ili Uavenslainjdall'imperatoreFe- chiese di Trento e Bressanone, usurpato
derico li fatto suo vicario, ed il suo no- alcuni beni della chiesa di Trento, Nico-
me Papa Onorio
trovasi in più diplomi. lò IV e s. Celestino V scrissero due let-
III nel 1224 consagrò vescovo Gerardo tere Qjinacciose, colle censure ecc'esiasti-
di Cremona, e gli spedì un diploma ri- che, perchè Mainardo restituisse il tolto
prodotto dairUghelli;intervennea'comi- e cessasse le altre molestie, riprodotte dal-
zi provinciali convocati da Ottone duca rUghelli, insieme al diplouja dell'iuqje-
«li Merania. Il capitolo per sua morte e- ratore Adolfo del i 296,col quale concesse
lesseil pro[)rio decano Ulrico o Alderico al vescovo il privilegio delle regalie. Fi-
o Aldrigheltonobile de Campo nel 235, 1 lippo fu Sacrista (F.) del palazzo apo-
che Gregorio IX confermò. Neli25o In- stolico, e Papa Benedetto XI nel 3o3 lo 1

nocenzo IV, con diploma presso Ughelli, trasferì alia seòe di Mantova. Lo stesso
a questa sede da Bressanone vi trasferì Papa da Novara a' io gennaio 3o4 l»'a- 1

Egnone o Egnomò o Egemo conte d'Ep- slatò a Trento Bartolomeo Quirini vene-
pan, al cui tempo fece un'incursione sul ziano. Neh 3 o ad istanza dell'imperato-
I

Trentino Muinardo duca di Carintia, ed re Enrico VII fu eletto Enrico de Metis


il suo figlio Mainardo conte di Gorizia della diocesi di Metz e abbate cistcrciense,
nel 1259 nella sala del palazzo vescovile cancelliere di Luxemburgo, personaggio
fu solennemente dal vescovo investito del- egregio, e Clemente V lo confermò, fatto
l'avvocazia della chiesa di Trento e di ab inoltre vicario imperiale e cancelliere in I-

tri feudi, col consenso de'canonici: l'atto talia. Sostenne liti col prepotente duca di
si tiova neirUghelli. Nel vescovato di E- Carintia e conte del Tirolo, il cui figlio
gnone il crudelissimo Ezzelino 111 da Ro- Enrico re di Boemia gli restituì la valle
mano invase Trento,ondeper le sue per- Flemmarum e altre possessioni tolte al-
secuzioni patite, e per l' insiu-rezioni dei la chiesa tridentina, con atto del 3 4 che 1 i

propri vassalli, dipoi il vescovo nel 261 i si legge in Ughelli. Ad onta della sua sia-
si ricoverò in Vigo, e ricevè ivi a prestan- golar prudenza, fu uno de vescovi che im-
za da Olderico ed Enrico di Visiono rag- posero sul capo di Lodovico V WBavaro,
guardevoli somme, sottoponendo egli a pretendente all'impero, la corona ferrea
guarentigia le rendite vescovili di Sporo. in Milano, ch'era per Trento entrato in
3 t\i\e signori di Visiono erano membri Italia, e siccome scomunicalo e deposto
della casa di Tono o Tbunn. Nel 27 1 1 in- da Giovaimi XXI I, alle slesse pene eccle-
trodusse in Tiento gii agostiniani dal su- siastiche soggiacquero vescovi. Morì nel i

burbano Barbaniga, Mar-


nella chiesa di s. 1336 e gli successe nel 338 Nicola Bru- i

co con comodo convento. Del vescovo En- na moravo, decano d'Olraùlz e segreta-
rico 1 1 rUghelli riporta diplomi del 1275i rio dell'imperatore Carlo IV, conferma-
edeli276tleirimperaloreRodolfod'Hab- to da Benedetto XII. 11 padre dell'impe-
sburg, di composizione e pacificazione col ratore Giovanni di Luxemburgo re di
conte di Tirolo Mainardo. Eaiico li lodu- Boemia, con diploma riportato da Ughel-
TRE TRE 3i3
li dell 3 39 concesse a Nicola e suoi suc- chi avesse osato turbarla , onde le partì
cessori, ed alla chiesa di .Trento, l'arme belligeranti doverono presentarsi a lui
di Yenceslao martire patrono del suo
s. per giurare d'adempiere i suoi ordini. Il

regno, che fece disegnare a pie del diplo* vescovo Giorgio 1 Liechtenstein di Nicols-
iiìa,cioè l'aquila colle ali dislese che fu a- burgo, barone austriaco, preposto di s.
dottata per insegna tanto dalla chiesa che Stefiìuo diVienna, fu nel 1 386 eletto dal
dalla città, promettendo anche a nome capitolo e confermato neliSgo da Boni-
de' successori protezione e difesa ,
per facio IX, il quale poi con bolla riferita
l'assunta avvocazia qual duca di Garin* da Ughelli neh 396 approvò il convenuto
tia e conte del Tirolo. Scrive TUghelli: co'canonici, mentre con diploma del 4o i 1

Pertulit hic multas aerumnas a Ludo- l'imperatore Roberto concesse al vesco-


vico Brandeburgensi marchiane, qui so- vo di poter esigere un pedaggio: nel 1 4o3
la cupiditate proferendi imperiiTridon- Giorgio I con alto riportato da Ughelli
tum suaeque didonìs fecit per
iiu>asit, in favore del suo capitolo, fu con questo
de.cem et septcìn annos.Hunc postea benefico, liberandolo dalle collette im-
compulit ad restituendam Urheni Ro- postegli. Nel principio del secolo XV i

dulphus ly dux Austriae. A tempo di trentini a sommossa


Rodolfo Bellen-
di
Nicola il sodalizio de'flagellanti o battuti Zani insorsero contro il vescovo e lo rin-
nel 34o edificò la chiesa di s. Maria. Cle-
r chiusero nella torre Vanga, per avere di-
menie V nel 347 elesseGerardodeMar-
I i sgustato cittadini di Trento. Accorse
i

nacho o Manhaco, canonico di Nantes, in difesa del vescovo l'ardito Enrico da


deccino di Bauterio o arcidiacono di Co* Rottemburgo conte di Castelfondo nella
stanza. Per sua morte nel i348 Giovan- Naunia, e per occupato Trento sedò
lui

ni di Pistoia decano di s. Salvatore Tra- la sollevazione, fece decapitare il famoso


jectinense, ma non potendo ottenere il Bellenzani capo de'malcontenti,epose ia
possesso della chiesa, neh 349 fu trasla- libertà il maltrattato pastore. Non molto
to a Spoleto. In tale anno gli fu da Cle- dopo i nauni si ribellarono contro i mi-
mente VI sostituito Mainardo de Nele- nistri del vescovo, distrussero nel i 407 il

hauso Nova Domo boemo^ nato da Mar- casteldis.IppolitopressoMechel, del quale


garita figlia d' Ulrico IV duca di Cario- Giorgio I avea investito i conti di Tonò,
tia, canonico di Praga ; egli però, o che ed altri castelli ancora; atterrarono e spo-
impedito, non si mosse mai dalla
gli fosse gliarono le case vescovili, e malmenaro-
Boemia e morì nel 362. Nel seguente an-
i no ministri malvagi che le abitavano.
ì

no Alberto III Cassilo de'conti di Cilia e Però il giusto vescovo conosciuta la cru-
Ortenburg, discussìtque Bavari tyran- deltà de'suoi ministri esattori, che avea-
nidern, Rodulpho IF Austriae duc^ opì- nò cagionato la terribile sollevazione, li
tidante. L'annotatore d'Ughelli poi dice: punì esemplarmente, ed a'nauni accor-
Pactionenij et foedus curii ducibus Au- dò privilegi. Alcuni pretendono che nel
striae Albertus^quae pactio a suc-
i/iiit 14» I fosse vescovo di Trento e cardinale
cessoribus deinde confirmata, et aucta Giorgio Rusca de Rusconi, ma non sussi-
fuit. Nel 370 Frizio e Bernardo di Tono
1 ste, poiché continuava il governo pieno
parteggiarono con parecchi nobili nau- di turbolenze di Giorgio I Liechtenstein,
ni contro altri collegati, perii quali sta- vessato da Federico duca d'Austria e con-
vano Pietro de Tono e suo figlio Simo- te del Tirolo. Celebrandosi il concilio di
ne, dando lo scandalo di portare l'armi Costanza (/^'.), per dar fine al grande sci-
gli uni contro gli altri. La guerra fu ac- sma d'occidente che divideva miseramen-
il vescovo Alberto III nella pa-
canita, e te la Chiesa, nelle sessioni 20 e 21 del
ce comandata inlimò pena di morte a 1 4
1*^} si trailo la controversia insorta tra

VOL. LXXIX. ai
3i4 T^T^E / TRE
i! vescovo e Fcdeilco d'Aiislria, il qnnle 1 che per sorella Ui zio al-
fio) polacco,
l'nven spoglifìlodcl vescovato e tìe'suoi be- l'imperatore Federico 111, al quale e al
ni. Il concilio accordò n Giorgio 1 un mo- duca d'Austria fu caro, e da'principi di
Ditorìo clic Ciiliìiinava pena di scomunica Verona e di Milano potè ottenere in fi vo-
contro coloro die ritenessero i suoi beni, re di sua chiesa la restituzione di molte
ed il presidente di quel consesso in di lui possessioni. Neh 434 intervenne al con-
nome scrisse a parecchi nol)ili e sindaci cilio di Basilea, nel qual tempo i sindaci
della Nannia, accio procurassero di pacifi- diTrento gli fecero giuramento di fedeltà,
care i due principi che guerreggiando da- la cui formola può vedersi in Ughelli. Di-

vano il guasto all'oppressa chiesa triden- venuto il concilio infelice conciliabolo, sci-
tina. Iiìdi il concilio a'20 febbraio 1^16 smaticamente elesse antipapa Felice V di
nella sessione 27, alla presenza dell'impe- Srtvoia, il qu ale nel i44o dichiarò Ales-
ratore Sigismondo , dichiarò contumace sandro falso cardinale, l'intruse nel pa»
Federico duca d'Austria per essersi im- triaicalo d' Aquileia, lasciandolo ammi-
padronito de'beni deJ vescovo di Trento, nistratore di Trento; lo fece pure legato
ed avendolo imprigionalo lo teneva in a latcre in detto patriarcato e in Germa-
carcere. Nella seguente sessione, il duca nia, non che preposto di Vienna,ove mori
alle reiterale citazioni non essendo com- nel i444^*^'^*^6 sepolto nella cattedrale,
parso, fu dichiarato ribelle, spergiuro, e con epitaflìo presso Ughelli, ed in cui si
come tale privalo d'ogni onore e dignità, dice cardinale patriarca e amministrato-
inabile a possederne nessuna, ne lui e né re. Dunque non è vero l'asserto del Ciac-
i suoi discendenti sino alla 2." generazio- conio, Fitae Pont, et Cardinalìiun, che
lìe, e dato in mano all'imperatore, anche nel l. 2, p. gSg, nel riportarne lo slem-
per aver favorito la fuga e proleggere nel- ma espresso con una porta aperta, dice
le sue signorie di Svizzera lo spergiuio che rinunziò lotte le dignità ricevute dal-
Giovanni \X111. Ma l'infelice Giorgio 1 ranlipapa,eche perciò Nicolò V nel 1
44^
peiì di veleno nelle carceri, e portalo il lo confermò nella sede di Trento, come
cadavere nella cattedrale, fu sepolto pres- dissi io pure nel seguire il dolio storico.
so il predecessore vicino all'altare di s. Questi lesse l'UghelIi, ma non l'edizione
Massenza nel 1 4 9, sepolcro che poi non
1
colle giunte di Genlilolti, che c'istruisce
fu potuto rinvenire, dice Ughelli. Ad ì- sulla vera epoca della morte d'Alessan-
slanza del duca Federico, il capitolo e- dro. Nel 1444 §'• successe il tridentino
jesse Giovanni d' Istria suo decano, ma Jjenedelto, dibassa condizione, ma di sin-
Papa Martino V lo ritenne per intruso, e golare ingegno e abbate di s. Lorenzo
per due anni fece amministratore di que- extra miiros^ Eugenio IV, con-
eìelio da
sta chiesa ErnesloAyzero vescovo dlGurk tro il che viveaje
'quale insorse l'ontipapa
ecanceliieredellostessoFederico.Tumub con questi v'intruse Teobaldo, ovvero ciò
tuando il popolo, Ernesto fu rimosso dal fece.il conciliabolo, con lurl>olenla ele-
Pa[>a, e invece nel 14^0 trasferì da Fri- zione. Laonde il governo di Benedetto
singa a Trento Ermanno: però il Colati, non fu libero, ne per tutta la diocesi, mas-
citando Genlilolti, non conviene ne sul- sime nelle parti spettanti a'veneli. Sigi-
r aniininistralore ne sulla traslazione
j smondo duca d'Austria, vedendo cheTeo-
d'Ermanno. ^e\i^2i divenne vescovo baldo gli moise lite, procurò che im 3.°
Enrico Flechel, e Martino V nel 14^4 g'' fosse loro sostituito, e così Benedetto fu
die a successore Alessandro Zanowilz de* tolto: Nicolò V nel 144? fece vescovo un
duchi di Miìssovia (e non Moscovia, co- 3.°, che fu Giorgio 11 de Hake nobilissi-
me, per seguire il Ciacconio, si legge nel- mo austriaco di Slesia, fratello del ma-
labiografia che pubbHcai nel voi. IV, p. resciallo di Sigismondo. Ottimo e lodalo
tri; TRE 3i5
j-»fi«;tnrp,niM»M i! rn«fello dì pfopngnnnoll,e plicita Interduos electos exorata; sed
clairiinperaldie rV'derico III diion di Cn- rum Uldaricus archiduris Austriae suf-
linlia e conte del Xilolo ne! r 4'>H(aimoin fnltus favore Romani profecfus esset ,

mi divenne l'apa Pio //^, già canonico di suamque eleetionem Icgitiuie factani
Trento) licovè quel grazioso diploma di Pontifici proba xset^ Balthestainus cau-
Per le
regalia, die produsse rUglielii. fa- sa cecidilj at Uldaricus ah Innocentio
zioni de'principi o feudatari fu esilialo in Vili confìrmatus^ ac consecratuSy Vi-
B«dgaria,etranquiilatnenle!5o(Fiì l'infru'- ctor Tridentian rediitì ^SSf summaque
Innio, assumendo l'amministrazione del populi gratula tionc exceptus estMeì se*
principato rarcidnca Sigismondo. Resti- guenle Federico III con diploma gli con-
tuito alla sede, mor\ d'idropisia a Malrino fermò le regalie, e morto nel 1493 fu tu-
diocesi (liRressnnone nel i 4^^^, e pf>rtatoin mulato con epitaffio nella cattedrale. Il
1 lento fu sepolto pre'sso s. M assenza con successore Udalrico W Liechtenstein ti-

lipide. Nello stesso gli successe Giofanni rolese e canonico di Trento, fu lodato pa-
Hinderbach d'Assia, canonico preposto di store. Morto nel 5o5, gli successe Gior-'
1

Trento e legalo di Federico a Papa Pao- 1 1 1 gio III Neydeckius o Neydeck nobile au-
lo li, onde fu consagrato nel 466 in Ro- i striaco per favore di Massimiliano I. In-
ma, e l'arciduca d'Austria Sigismondo gli di neli5r4 «1 celebre Bernardo Clesioo
restituì la cititi di Trento die da molti an- C/0.9.V tirolese, arcidiacono di Trento, pro-
ni occupava. Con esso e insieme al capi- tonotario apostolico e segretario di Mas-
tolo, il vescovo rinnovò la confederazio- similiano I, preside quindi di Verona e
ne, e l'imperatore con diploma divulgalo legalo a vari principi per Carlo V,allacui
da Ughelli gli concesse un privilegio, con- coronazione assistè in Bologna, ove Cle-
fermalorioalle regalie die godeva la chie- mente VII ad istanza dell'imperatore lo
sa di Trento. Fu a suo tempo die dalla creò cardinale; nella coronazione tiguiò
valle Naunia si trasferirono in Trento nel nella splendidissima cavalcata, poscia fu

1472 le reliquie de'ss. Sisinnio, Martirio amministratore di Bressanone. Munifico


e Alessandro, e die fu martirizzalo il fan- principe e pastore, e quale lo celebrai di
ciullos.Simeone.Donò alla cattedrale no- sopra e nella biografia , accennandone
bili e ne accrebbe splen-
utensili sagri , le preclare gesla, che il Pincio esaltò nel
didamente gli ornali, così al palazzo e- suo poema eroico la Clesiada, L'Ughelli
piscopale. Per tutto il principato eresse ancora ne descrive le belle azioni, e ri-
rocche, castelli e fortilizi per sua difesa. porta il diploma col quale Carlo V im«
Ritornalo a Trento dalla legazione di Ve- peratore e conte del Tirolo confermò ni
nezia, morì nel i486 e
tumulalo nella fu capilolodella cattedrale privilegi e i le pos-
s. Do-
chiesa di s.Vigilio. presso l'altare di sessioni, prendendolo sotto la prolezione
rotea, dentro monumento di marmo con imperiale; così la bolla colla (piale Cle-
iscrizione. Il capitolo elesse e postulò per menteVII ficol lizzò vescovo a commu-il

vescovo Udalrico 111 deFrundesberg no- tare con Ferdinando re de'romani par- I

bile Augusta e generoso canonico di


d' ie di Bolzano, spellante alla mensa ve-

Bressanone. Dum autcm elee tio futura scovile; e la gran medaglia coniata ni
ronsultationis tru ti/in sus'j)cndituì\ Fe- vescovo colla sua efìigie e gli stemmi di
dericus III impera tor a Pontifìce con- Trento e il proprio gentilizio, col motto:
tra jus eligendi irnpetrarat, ut veliere- Lìutas. Morì a'xf) luglio ,')3f) in Bres- 1

tur ad sedem^quemeumque nominasset^ sanone, e portato a Trento con solenne


nomiiiasùtqueGeorgium Ballhesiaiìi ju- jiompa fu deposto nella cattedrale) leg-
venein adliue, unire antem eharuin. Ma- gendosi nella lapide: Magnaque in hanc
ximilianojilioimperatorìs. Inde //,? mt- Krelesiam merita^ aeterna memoria di-
3f6 TRE X,RE
gìuim. Nello stesso anno gli fu soslìfnito pilolo, e perY amarezze palile ne restò
il celebre Cristoforo Madnicci nohilissi- vittima neh 658. Lodato per virtù, let-
IDO di Trento e decano della cattedrale, teratura vasta, mirabile memoria:per giu-
indi dopo 3 anniamministratoredi Bres- stizia insigne, facile e paziente nell'ascol-
sanone, ad istanza di Carlo V pubblicalo lare, misericordioso co'poveri, imperter-
nel 1 544 cardinale, da Paolo 111
promul- rito difensore di sua chiesa,esemplarmen-
galore del concilio di Trento, che si apri te un)ile e pacifico. Piissimo, si distinse
nel 545, continuò e compì nel beneme*
1 nella divozione a s. Antonio di Padova,
lentissimo vescovato di questo magnani- ed alle anime del purgatorio cui fece ce-
mo porporato, le coi grandi azioni in più lebrare 60,000 messe. Visitò diligente-
luoghi e nella biografia registrai: morto mente la diocesi, ed introdusse inTrento,
in T'woli nel 1 578, fu trasferito in Ro- nel1626 i i65o carmeli-
gesuiti, e nel i

ma e sepolto nella cappella gentilizia del- tani scalzi; in Caldano neh 645 fran- i

la Chiesa di s. Onofrio^ di cui riparlai cescani riformati, e in Eppen nel 1647 i


nel voi. XXXI, p. 104. V Ughelli esal- cappuccini. Lui morto, neh 659 desi- i

tandone due medaglie


le virtù, riporta gnati da' canonici non piacquero alla s.
a lui coniate colla sua effigie; in una nel Sede, onde al vescovato fu posto l'ammi-
rovescio è il suo stemma, nell'ai tra di gran- nistralore, finché il capitolo neh 665 ot-
de diametro si vede ujia figura che accen- tenne per vescovo il postulato cardinale
na il sole splendente nell'acqua e ripro- Ernesto Adalberto conte d'Harrac (F.)
ducente la propria eHigie. Nel precedente austriaco, che prese possesso a' 10 luglio
anno eragli successo il nipote cardinal Lo- 1666, indi l'imperatore Leopoldo lo I

dovico 3Iadrucci, egualmente ammini- nominò legato per condurre a Vienna la


stratore di Bressanone, e qual disegnato sposa Margherita infante di Spagna. Re-
vescovo di Trento era intervenuto al ce- catosi al conclave in cui restò eletto a'20
leberrimo concilio; neh 598 introdusse i giugno 1667 Clemente IX, nel ritorno
cappuccini , altri religiosi che furono in morì in Vienna a'2 5 ottobre. Nel seguen -
Trento sono i notati dal Coleti, come i te gennaio la maggior parte de' canoni-
domenicani, i benedettini, conventuali, i ci dierono il loro suffiagio a Sigismon-

i riformali, i filippini, oltre le monache do Alfonso de' conti di Thunn trentino,


Clarisse e altre. Il cardinale imitatore del- già alunno del collegio germanico, ca-
lo zio nell'esimie prerogative, fu sepolto nonico di Trento e allora vescovo di Bres-
presso di lui nel 1600. Di non minor ce- sanone; e r altra parte elesse il suo pa-
lebrità fu il nipote successore Carlo Gau- rente e cugino cardinal Guidobaldo dì
denzio Aladruccì , che introdusse nella Thunn vescovo di Ratisbona e arcive-
chiesa di s. Maria Maddalena soma«chi, i scovo di Salisburgo. Perciò ebbe luogo
indi a istanza dell'imperatore Rodolfo II non edificante gara tra essi, finché mor-
creato cardinale; nel 1662 ottenne a coa- to il cardinale nel 1668, fu confermalo
diutore il pronipote e canonico della cat- nel 1 669 Sigismondo, e per
e prevalse
tedrale, Carlo Emanuele Madrucci pur indulgenza della Sede colla ritensio-
s.

barone di Trento e vescovo d'Aureliopoli ne di Bressanone, dove perchè favoriva


o Gerapoli in partibus, con futura suc- troppo gl'italiani era poco amato,edebbe
cessione che si verificò nel 629, alla mor- 1 molte questioni col capitolo; però treo-. i

te dello zio che fu deposto in s. Onofrio tini furono estremamente lieti e poi mol-

di Roma. Nelle addizioni a\V Italia sacra to contenti della sua condotta, siccome
il Coleti descrive la biografia di Carlo e ornato di singoiar mansuetudine, mode-
suoi successori, il quale restò vivamente stia e pietà. Al suo tempo si scoprì la fon-

afflitto per le controversie insorte col ca- te di Acidole in Rabbi, ed il d/ Passi da


TRE TRE 317
Pressano vi sciisse un libro e a lui lo de- cliestein di Trento. Neh 730 Domenico
dicò nel 1671, e pare che egli vi si por- Antonio de' conti di Tliunn di Trento,
lasse per infoi'rnarsene e promuovere eletto dal capitolo: cominciò il suo reg-
l'uso di quelle acque col suo esempio. La gimento con soddisfazione universale, per
fonte salutare di Rabbi è proprietà de* cui nel I 782 in Trento si stampò un vo-
conti di Tliuon, die ne investì le fami- lume di poesie intitolato: // doppio de-
glie rubbiesi col solo obbligo di presen- hitQ scarsamente pagato dagli accade-
tare ad ogni signore di Tliunn che ivi si mici Accesi a sua Altezza^ ec. Nel 756 1

reca, una tazza d'acidole o un uovo. Ten* fu fatto suo coadiutore con futura suc-
lo di riaccendere in Trento raccademia cessione Francesco Felice Alberti diTren-
degli Accesi^ istituita dal cardinal Carlo lo, vescovo di Melitopoli in partibus: gli

Matlrucci. Morto in Trento nel Castro successe a' 7 settembre 1758, e dichia-
Boni Coiisìlìi^o palazzo vescovile e prin* rò suo" vicario generale Leopoldo cav. di
cipesco,a*i febbraio 1677,1! capitolo con- Thunn arciprete di Bono. Nel 1763 Cri-
cordemente a'3 aprile designò a successo- stoforo Sizzo di Trento. Avendo Bene-
re Francesco de Alberti nobile di Tren- detto XIV nel £75 1 soppresso il patriar-
to e originario di Poia, già studente nel cato d'Aquileia, istituì le sedi arcivesco-
collegio germanico di Koma, vicario ge- vili di Gorizia (^.) e d' Udine, ed a Go-
nerale del vescovo Carlo Emanuele Ma. rizia tra le chiese sutfraganee assegnò
drucci e arcidiacono della cattedrale,dot- questa di Trento; ma avendo il clero e il

to e di soavi costumi, godendo la pub- popolo di Trento supplicalo il successo-


blica estimazione. Molto fu l'operato da re Clemente XIU, ut iterwn suam dioe-
lui, congiunse il palazzo edificalo dal car- resini AquilejensisedisupponeretyW Pa-
dinal Clesio con quell'antico del castello pa col breve Quanta sit habcnday de*
del BuonConsiglio, edificò la chiesa pres- 18 febbraio! 764> Bull.Rom. eont. t. 2,
so il fiume Sarca, eresse la cappella del p. 447> diretto al vescovo Cristoforo, ri-
ss. Sagramento nella cattedrale (ovvero spose: Aliud in praesentia levamen libi
secondo il Coleti quella del ss. Crocefis- nullani affé r re possumus. Coniniodio-
so, o che in essa vi trasferì questo simu- res sese offerent occasiones,quibus No-
lacro,a'cui piedi furono letti decreti del i apostolicam Nostrani erga te
bis liceat
concilio ecuiuetnco),il cui edifizio abbel- praestare voluntatem. Nel 776 divenne 1

lì donò di arredi d'argento. Nello stesso


e vescovo Pietro Vigilio de'conli di Thuna
1689 in cui morì, con lutti sulfragi gli i di Trento. Dice l'ab. Pinamonti, che go-
fu sostituito il trentino Giuseppe. Vitto- vernò la chiesa e il principato 24 anni;
rio de Alberti di nobile e antica famiglia, die al popolo trentino un codice giudizia-
però diversa da quella del predecessore, rio, composto dal celebre letterato Fran-
di esimia virtù e sapere, dolio ed erudi- cesco Vigilio Barbacovi cancelliere auli-
to, pruilente, laborioso e alFubile, decano co; codice la cui utilità fu sentita da tutti
della cattedrale, vicario generale, e de- quelli che non amano di prolungare le
gnissimo del principato. Visitò e fece vi- liti,econ esse accrescere l'ijnmoralità del-
sitare la diocesi, adempì le pai ti tulle di la gente. Negli ultimi anni divenuto mol-
amoroso e vigile [)iKSloi'e, e coiupianfo fi- lo solferenle per infermità, gli convenne
nì di vivere l'ulti inodeli^Qj. iVcli6(j(> avere, per disimpegnare gli obblighi di
gli successeGio. Michele de'conli diSpaur vescovo, un sulfraganeo; fu scello Ema-
e Vallor, col quale nell' [tedia sacra si nuele Maria de'conli di Tliunn di Tren-
termina la serie de' vescovi di Trento, e to, che Pio VI a'24 luglio 1797 dichiarò
la compirò colle Notizie di Roma. Nel vescovo di lasso in partibus. Nel prece-
i72GAulouioUumcuicodc'coulidiWk>l- dente ULiuuuvuuduifruuccjìi, coudoUi dal
3 i 8 TRE TRE
generale Boriiipurle, invaso ìi Trfntiuo, posilo Nnbis, de'2 maggio, Bull. Rom,
il vescovo e principe Hielro Vigilio credet- cont. r. I
5, p. zjo, per la nuova distribu-
te di dover fuggirsene, ntalferiiio in salu- zione delle diocesi nelle provincie del Ti^
te. Sì vide poi privalo della temporale rolo, e del Vorarlberg ch'è il circolo piì*
uutorilàdd un consiglioanrministrati vo, occidentale del Tirolo, avente a capoluo-
stabilito in Trento dagli austriaci, e non go Bregenz, in essa sono descrille le dio-
Valendo le proleste, le istanze, le preghie- cesi eie parrocchie dell'arcivescovalo di
re Fatte e ripetute da lui e tlal suo capi- Salisburgo, del vescovato di Trento, del
tolo, si rilirò nel castello di Thunu, do- vescovato di Bressanone, e del vicariato
ve n>orì l'i i agosto 1800 di lunga e pe- di Faldkiikii o Valdkirkii nel Vorarl-
nosa malattia, aggravata da accoramen- berg, che aflidò al vescovo di Bressanone,
to per l'invaso principato. Fu lodato per Indi col breve Qiiae Nos, de' i
g sellem-
bontà, molto ingegno e ricco di cogni- bre 1822, Bull. cil. pag. 07 3, lo stesso

zioni, e die avrebbe potuto fare un go- Pio VII concesse il privilegio di nomi-
verno migliore, se avesse avuto sempre il nare alle sedi vescovili di Trento e diBres-
coraggio di coinandare a lutti. Nello slés- sanone, all' imperatore d' Avistria prò
so giorno di sua morte, di pieno diritto tempore. Leone XII nel concistoro de'?./}
gli successe il coadiutore Emanuele Ma- maggio 1824, preconizzò vescovo diTren-
ria, in tempi difliciiissimi pel narrato su- to Francesco vSaveriode'principi Luschin
periormente. Pel Iratlalo di Luneville, della diocesi diGurck: quindi lo slessu
non polendo più reggere il principato Papa Ubi prìnium, de'7 mar-
colla bolla
teajporale, in conseguenza pure della di- zo 8-25, Bull, Hom, cont. I,i6, p. 3o4,
1

chiarazione fatta nel febbraiaj 8o3 dal- fece una nuova ordinazione dell'arcive-
limpeialore Francesco II, (l'aver occu- scovato di Salisburgo, e delle diocesi di
pato il principato di Trento, e pienamen Trento e di Bressanone; stabili i ca[)i-

le e immediatanseiile unito alla fedelis- toli eia dotazione, così quella delle men-
sima provincia del Tirolo, ebbe a soiFii- se vescovili e de' seminari, concesse pri-
re, anche qual vescovo, molle e gravi tri- vilegi, e fra' sulfraganei che assegnò a|
bolazioni e fin l'esilio, cioè per le novità inelropolitanodi Salisburgo, comprese vi

che 1 vari successivi e surricordati gover- Trento e Bressanone, dando la premi-


ni, cui dovelle ubbidire, volevano intro- nenza alla sede di Trento per la sua ce-
durre nella Chiesa. Nel 181 1 si portò al- lebrila e onorevoli prerogative che la tli-

l'adunanza de'vescovi in Parigi, convo- stinguono. Dipoi avendo Gregorio XVI


cala da Napoleone I,e sostenne cogli al- traslatp il vescovo Luschin all'arci vesco-;

tri in flìccia a quel potente cattoliche ve- vaio di Leòpoli (donde poscia nel i836
rità,che da quello e da' suoi consiglieri Io trasferì a quello di Gorizia), nel con-
male si conoscevano, o volevansi oscura- cistoro de' I gdiceuibrei 834 dichiarò ver
le, come schiettamente riferisce il lodato scovo di Trento l'attuale mg/ Gio. Ne-?
Pinanionli. Spese molto nel migliorare pomuceno Ischiderer aGIeifheim di Bol-
e restaurare i fondi e le case del vesco- zano diocesi di Trento, già da lui fatto ve-

vato, e lasciò de'proventi ecclesiastici u- scovo d' Elenopolì in partìbus, qual suf-
sulruttuari i vescovi suoi successori, isli- fraganeo del vescovo di Bressanone e pel
Inciido suo nipote, il conte Guidobaldo, distretto del Vorarlberg vicario generale,
erede ^oltanto del proprio patrimonio. per le sue esimie qualità. Ogni nuovo ve-
iNe'funerali, beila orazione recitò il dot- scovo è tassato ne' libri della camera a^
to ed eloquente prof. Benvenuti di Tren- postolica ili 600 fiorini, ascendendo la

\ lo, per la sua morte avvenuta nel 8 8. i 1 mensa a r 5,ooo fiorini gravati di pensio-
In questo Pio Vii emanò la bolla Jsjc ini- ni. La diocesi di Trento è vasta, conile-
TRE TRE 3j9
ne più luoghi e cillà, e 14*2 parrocchie. Ilo non avrebbero fatto che consumare il
Al preseli te,tlopo che fuvvi aggregata una loro Scisma e porre l'ultimo sigillo alla
parte di quella svizzera di Coirà, cioè il loro funesta separazione. Questa idea fa-
Meranese e la Valveuosta, vaie a dire ceva grande impressione sull'animo af-
5o,oooaiHine,il numero de'fedeli asceu- flitto di Clemente TU
[1.). I principi
de a pili di 400,000. cristiani furono in tutto questo intervallo
di tempo fralorodivisida continue guer-
Concilio generale di Trento, re, oltre quelle della Turchia (V.) da cui
erano molestati, precipuamente Carlo V
L'ulliino Ira' Concilii e Sinodi (P''.) imperatore ron)ano e di Germania (P\)
generali Ecumenici ( f^ .)h c{ì\q^\o di Tren- e sovrano della possente monarchia di
to, T'ridcntinum, q^^qWaXo per la sua ce- Spagna (^.), e Francesco I ed altri re
lebrità col nome di Sdgrosanto, inipe- di Francia (f''.)y non che Enrico Vili re

rocclié non vi è concilio o sinodo alcuno d' Inghilterra (F,), il postiglione della
in cui come nel Tridentino sieno state pretesa riforma de'sedicenli Riformati e
abbracciate tante materie nel dogma, nel iVbv<7/0Av (/^.);ecolpa la loro mutua dif-

costume e nella disciplina ecclesiastica, fidenza, non poteano convenire sul luo»

uè meglio trattate die in esso; laonde può go in cui dovesse tenersi il concilio. Si
riguardarsi, e si venera, come l'immagi- avrebbe dovuto convocarlo in una cillà

ne fedele ed il perfetto compimento di dello stato pontificio, ma i proteslanli vi


quanto fu decretato dagli altri concilii si opposero, e l'imperatore non volea dis-
o sinodi che l'aveano preceduto. La sua gustarli, comechè sostenuti da molli prin-
coavocazione ebbe ad incontrare gravi cipi dell'in) pero,avidi d'usurparsi le /icw-
e molteplici dillicoltà, cui si perde più dite ecclesiastiche (/^.). I luterani, per
di una volta la speranza di vincere. Die- \'erodire,chiedevano un concilio, ma non
de occasione al gran concilio rapidi pro- i cercavano che di spargere più sicuramen*
gressi delle pestifere Eresie (f^.), origi" te loro errori all'ombra d'un nome si
1

nate durante il pontificato di Leone X rispettalo ; e iu efielto non volevano al-

{^.), princip;dmente de* Luterani (f^.J cun concilio, o lo volevano sullo condi-
e Protestanti (f.) in Gerinaiday iSVe- zioni che rovesciassero in tulio la costi-
zia, Danimarca e Norvegia (V.) ; de' tuzione della Chiesa. Essi domandavano
Zuingliani(V,) nella Sv>izzera(^F^.) e al- inoltre con alterezza che fosse tenuto in
trove; de' Calvinisti ^F.) massimamen- Germania, ove sapevano troppo bene che
te in Francia, Scozia e Paesi Bassi i vescovi delle altre nazioni non sarebbe-
(A.); e il deplorabile rilassamento della ro mai venuti. Era allora la Germania
Disciplina ecclesiastica {f^.)^ per risto un teatro di sanguinose discordie, di se-
rare la quale Dio suscitò il patriarca ile' dizioni e di omicidii, un focolare di er-
chierici regolari s. Gaetano che avea isti- rori gli ecclesiastici vi erano continua-
;

tuito i Teuti/u [f^\)y indi s. Ignazio Loio- menle esposti a mille avanie, e la loro vi-
la i Gesuiti (/^.), ec. Si credeva da pri- ta era sempre in evidente pericolo. Da
ma, e l'eresiarca Lutero lo prometteva, ciò vennero que'molli negoziati fra'prin-
che quando il Papa, vescovi e le univer-
i cipi e i luterani, che dierono tanto da fi-
kilà avessero dato il loro giudizio sulle re alle paterne cute de'rumani Ponteiici
nuove dottrine, tulio si sarebbe rime.>«>o pel trailo di -'.o anni. Clemente VII vo-
all'ordine. Ma
conobbe ben [)re!>lo, che
si leva la j)ace tia'principi cristiani,e la soni-
l'autorità non avrebbe ridotto :iul buon missione de'lulerani prima di convocare
sentiero gli sviati, accecati ilalle molle 1» il concilio; ma poi cede, riguardo a (jue-
IO passioni; che le deci»iuui d'un cuuci- sl'ullimu condizione, (|uantimquc si ri-
3^20 T II E TRE
conoscesse ed anco la nece«-
la giustizia, ro i principi protestanti, che non voleva-
silk della domanda del Papa. Tuttavolta no un concdio dove il Papa e vescovi
i

si volle roalignamenle prendere ragione assistessero come Lutero iagiudici; anzi


per istraziarlo, accusandolo d'essersi op- questa occasione si scagliò con furioso im-
posto al concilio, e d' aver sempre mo- peto contro l'autorità del Papa. Dall'al-
stralo ripugnanza a convocarlo. Ma Car* tro canto non potè adunarsi nel luogo as-
Jo V e Francesco I, co' quali avea egli segnalo, perchè Federico 1 1 Gonzaga du-
trattato per mezzo de'suoi nunzi, per let- ca di Mantova esigeva assolutamente che
tere e a viva voce, resero giustizia al suo il Papa mantenesse una guardia milita-
zelo e alla purità di sue intenzioni. Cle- re in quella sua capitale. Alla quale con-
menteVlI raorìa'25settembrei 534jSen- dizione Paolo 111, dopo molte negozia-
za aver colto alcun fruito delle sue inces- zioni, non volle acconsentire, acciò forse
santi premure, li celebre cardinal Far- non si dicesse che la mira di tale presidio

nese gli successe col Paolo III nome di tendesse a influenzare e tenere in ischia-
(/^.), e questo nuovo Papa divisò, come vitìi padri del concilio. Però trovossi
i

avea fallo essendo decano del sagro col- egli molto imbarazzato, per non avere
legio, che si dovesse procedere, senza tempo bastevole da avvertire la cristiani-
prendersi pensiero, né delle dispule de' tà di questo cambiamento, prima del ter-
principi, né de'raggii de'prolestanli, ed i mine stabilito all'apertura del concilio.
ebbe ferina speranza di venirne presto o Tenne perciò un concistoro segreto, al
lardi a capo. Ne s'ingannò; Dio avea ri- quale chiamò gli ambasciatori de' prin-
servalo a lui la gloria di convocare il gran cipi, e li pregò a dover render conio ai
concilio. Passarono nondimeno quasi io loro padroni delle condizioni senza le qua-
anni in negoziati e in convocazioni inu- li il duca di Mantova non voleva acco-
tili. Subito dopo la sua esaltazione aveti* gliere il concilio nella sua città, e delle
do ripreso l'affare del concilio, tenne so- ragioni che impedivano a lui di accettar-
pra ciò molti concistori, scrisse molli bre- le, e quindi della sua intenzione di pro-
\i, inviò molti legati e nunzi s\ a'catlolici rogarne la convocazione al (."novembre
die a'proleslanti, e nulla valse a ritrarlo susseguente. La bolla della prorogazio-
dal suo diseguo, ne viaggi da lui stesso ne fu pubblicata a'20 maggioi537. Pao-
ìnlrapresi,nè rifiuti, né cattive accoglien- lo 111 fece in appresso proporre a'prin-
ze fatte a'suoi inviali apostolici. Quindi cipi cattolici una delle città della repub-

colla bolla Ad dominicìs gregì.s cura, de* blica di Venezia, dopo averne avuto da
4 giugno 536, Bull. Ro/n. t. 4, par.i,
1 essa il consenso. Pubblicò quindi una bol-
p. «43, sottoscritta da Paolo III e da 25 la l'S ottobre dello stesso anno, colla qua-
cardinali, il Papa solennemente convocò le convocò il concilio a Vicenza [V.) pel,

il ecumenico a Mantova (V.) pel


concilio i.^'di maggio dell'anno appresso. Nomi-
23 maggio 537, dicendo in essa, chea-
1 nò 3 legati a presiedervi, cioè cardinali i

vendo sempre desiderato di purgare la Campeggi, Simonetta Q yl leandro (V.)^


Chiesa da nuove eresie, e di ristabilirvi godendo fama di sommo merito e versa-
l'antica disciplina, non avea trovato altro ti in si recarono a Vicenza;
ogni scienza, e
mezzo, che quello di un concilio genera- ma non venne alcun vescovo, i prin-
ci

le. Inoltre egli mandò legati a tutti i prin- cipi di Germania non vi conset»tirono, e
cipi cattolici e protestanti, per notificate l'apertura del concilio non potè aver luo-
loro questa convocazione: non ebbe essa go. Fu dunque il Papa costretto di so-
il suo effetto per alcune ragioni accenna- spenderla sino al giorno ch'egli indiche-
ledalloSpondano negli Aìuial. eccl. an. rebbe, e pubblicò la bolla di questa so-
1 536, u." 1 5, perchè in sostanza rispose- spensione a'25 aprile 1 538. Dopo la eoa-
T II E TRE 321
feronra avuta da Paolo HI in Nizza con nostri hujus PontìficatiiSjn*23 maggio
Carlo V e con Francesco I, trovossi an- 1 54*2, Bull. cit. p. 207, e la pubblicò a'

cora obbligato dalle loro rappresentan- 29 giugno festa de'ss. Pietro e Paolo, di
ze a indugiar rapertuia del concilio si- convocazione del concilio a Trento e di
no a l'asqiia; ma con tulli questi ritardi, sua apertura nel i. "novembre festa d'O-
nessuno Quindi il Pa-
recossi a Vicenza. gnissanli. Elesse a presiedervi cardina- i

pa, temendo con ragione che non si so- li Parisìo, Polo, e fioroni (F.) apposi*
spettasse di tener egli a bada il mondo tamente annoverato al sagro collegio, in-
con un concilio immaginario, risolse nel sieme al vescovo e signore di Trento Cri-
concistoro de'3 maggio iSSg di proro- i stoforo Madrucci, per aggiungergli au^
garlo per un tempo indeterminato, cipè torità e affezione di promuoverne l'im-
sincliè si presentasse un momento favo- presa. Al loro arrivo a Trento vi trova-
revole per celebrarlo. In questa bolla egli rono sì pochi vescovi, che non se ne fece
ricordò la premura cb' erasi dato, e gli l'apertura nel giorno indicato. Al coraio-
ostacoli che avea incontrato; promise in ciamento del seguente anno vi giunsero
pari tempo d' adVettare la convocazione in qualità d'ambasciatori dell'imperato-
del concilio per quatìto gli fosse possibi- re i due Perenot di Granvela, uno de'
le. Passò ancora dell'altro tempo in trat- quali cioè Antonio fu poi cardinale. Vo-
tative inutili; il Papa propose diverse cit- lendo Carlo V rovesciare sugli altri la
tà d'Italia e di altri stati, ma i protestan- colpa del nuovo indugio, scrisse al Papa
ti le rigettarono tutte, perchè volevano che i non potevano es-
ritardi del concilio
assolutamente il concilio Germania, co- in sere imputati a lui, poiché egli vi avea

me a Ratisbona, ovvero a Colonia. Pao- mandato suoi ambasciatori. Paolo Il[


i

lo Ili insisteva dal suo canto per Cam- gli rispose, che concilii si doveano te-
i

bray, città allora libera, perchè tenevasi nere con vescovi, non con ambasciatori,
in perfetta neutralità con tutte le poten- e quindi due ambasciatori ebbero ordi-
i

ze belligeranti. Finalmente nella dieta di ne d' andarsene. Alcuni prelati italiani


Spira, tenuta nel i542,egli dal nunzio ch'erano giunti, fecero il medesimo. Il
GiovannlMoroni vescovo di Modena fece Papa ordinò a'cardlnali legali Polo ePa-
esibire Ferrara, previo l'assenso del duca risio di recarsi a Bologna, per deliberare
fenda tariojfece un'altra volta olFrire Bolo- sul partito da prendersi. Dopo 7 mesi di
gna, Piacenza, e particolarmente Cam- soggiorno in Trento, i legati furono dun-
bray, e propose Trento città imperiale que richiamati, e i vescovi sciolti dall'ob-
posta ne'conflnideiritatia e di Germania. bligo di restarvi piìi a lungo, e fu rimes-
Tulli gli ordini dell'impero, tranne i pro- sa l'apertura del concilio a un tempo più
lestanti',accellarono Trento appunto per- favorevole. Paolo HI colla bolla J^Jtsi curi-

chè posta a' confini di Germania e feu- ctisjiìe'j giugno 543,


222, I Z>«//. cit. p.
dataria per l'alto dominio a Ferdinando prorogò la celebrazione del concilio, fin-
1 re de'romani, arciduca d'Austria e fra- ché si fossero sedate le guerre ch'eransi
tello dell'imperatore; però si ebbe molto accese, e per avere tm*chi invaso l'Un- i

a fue perchè l'accettasse Francesco I, il gheria. Sul finire del i 544*'*s*^"dosi con-
quale vedea mal occhio di il concilio in clusa la pace fra Carlo V e Francesco I,

un feudo dell'Austria, ed i princi[)i lu- per la quala il Papa gli avea mandalo il

terani fecero i loro separati protesti con- cardinalMoroni,si riprese l'affare del con-
tro il divisamento di Paolo ili di voler cilio, l cardinali del Monte, Ccr\'i'/ti e Po-
presiedere il concilio personalmente. II lo (l.) furono scelti a presiedervi, i qua-
Papa non perde un istante di tempo, fe- li arrivati a Trento, non vi trovarono che
ce stendere e sollosci istsc lu bulla lii'uio il vescovo di Cava invialo dal Pupa ia
322 TRE TRE
rjiialilàflicommissai io, per farvi le piov- bedue le volle: Placet. Allora Ercole Sa»
vjgioni. Convenne acliin(|ue star ancora veroli , promotore del concilio , richiesa
aspettando, iìncUè a mano a mano giun- che di tutto si rogasse istromento, sul de-
sero alcuni vescovi e ambasciatori. La creto intorno al cominciamento del conci-
critica ciicostanza in cui si trovavano gli lio. In line si cantò il Te Deufn,e spoglia-
jalfari della religione in Germania, so- lisi tulli degli abili ponliQcali, i presiden-
s{')inse il P{»pa a dover dare ordini asso- ti tornarono alle loro abitazioni accom-
luti perchè si facesse l'apertura del con* pagnati da'padri e preceduti dalla crocej
cilioa'3n)aggio,ma quest'ordine non ven- intervenendo a questa i, "solennità, oltre
ne eseguito peicliè si riceverono nuove ilegati, il vescovo di Trento cardinal iVIa-

poco flivorevoli, Dall'tjllra parte l'impe- dr.ucci, 4 aicivescovi, 20 vescovi, 5 gene-


ratore si opponeva airapcrtiu'a del conci- rali d'ordini religiosi, Pig/ii/ii uditore di
lio, e non ci erano che vescovi italiani a rota poi cardinale, e memorati oratori
i

Trento, l prelati stariclìi di questi nuovi di Ferdinando l, Il Monte les-


cardinal Del
ritardi, minacciavano di volersene parti-r se la bolla dell'indizione del concilio, ed
re, e ci volle tutta la destrezza eia pazien- espose i motivi che l'aveano fatto convo-
za de'Iegati per ritenerli. Frattanto il Pa- care ; cioè l'estirpazione dell'eresia e la
pa dehherò assolutamente nel concistoro condanna de'nuovi errori contro la fede,
lW6 novembre, di far aprire il concilio il ristabilimento della disciplina ecclesia-
a' 1 3 dicembre 545, previo digiuno nel-i stica e degli antichi canoni, la riforma dei
la vigilia, pubbliche processioni e preghie- costumi, e percuj la formazione di nuova
re per invocare l'assistenza dello Spirito regole; esortò i padri a evitare ogni dispu-»
santo. 1 legati insieme a'padri vestitisi pon- la, a non aver in vista che la gloria di Dio,
tificalmente nella chiesa della ss. Trinità, i cui sguardi erano aperti sopra di loro,

e ivi cantatosi il P^eni creator Spiri tus, e quelli ancora degli Angeli e di tutta la
si mossero a processione, precedendo gli Chiesa. Cosi fini la Sezione I del conci-
ordini regolari, succedendo le collegiate lio ecumenico di Treikio. La 2,.^ sessione
e il resto del clero, appresso i vescovi, e si tenne nella chiesa di s. Maria Maggio*
(inalmenle i legati seguili dagli ambascia- re, insieme alle allre, come dis-ii in prin-
tori ilei re de'romani. In([uesla forma an- cipio, lo non intendo neppure in breve
darono alla cattedrale di s. Vigilio, in cui tesserne la compendiosa storia siccome ,

celebrò solennemente il cardinal DelMon- vasto e grave argooiento che richiede vo-
tei, "legato, e poi in nome del Papa cou- lumi, e non parte d'un articolo di Dizio-
cessea lutti i presenti l'indulgenza plena- nario quasi enciclopedico; njolto meno
ria, imponendo loro che pregassero perla di riportare isuoi venerandi canoni e san-
pace e per la concordia della Chiesa. Con- tissimi decreti, In genere molto parlai di
tinuossi con un'orazione latina detta dal questo concilio a'iuoghi relativi, così ri»

piacentino Cornelio Musso conventuale e produssi o per intero o in ristretto i suoi


vescovo di Bitonto, il più celebre predica- canoni e decreti; notai nelle biografie dei
tore del suo secolo, dopo la quale recitò cardinali ((uellicbe v'intervennero, e nel-
varie preci il legato, secondo il cereino- la descrizione delle diocesi, parlando dei
iiiale, e bened) 3 volte tutto il concilio, vescovi, rimarcai que'che vi si recarono,
Furono cantate le litanie, fimte le quali, e talvolta non senza alcuna analoga par-
assisi i padri, furono interpellati dal i,° ticolarità. Ne'cenni generaliche trepidan-
presidente, se loro piaceva che il concilio te vado a riferire, indicherò in corsivo gli
si dichiarasse cominciato,e se loro piaceva articoli dove ragionai delle materie che
che la 2," sessione si tenesse dopo le feste nominerò; e tutto l'avvertito servirà ut
a'7 gennaio 1546, e ciascuno riespose am- parte per supplire a dare un'idea del gran
T i\ l: TUE 323
concilio, polendosene leggere la storia, i state aggiwite da F. À, Zaccaria nel-
canoni e tlecieli nelle segiienfi opere e di- V edizione di Faenza deli 792. Si lia pu-
verse edizioni, oltre i collellori degli jUIì re V Istoria del concilio di Trento scrìt^
de'eoncilii, Non merita veruna fede la ri- ta dal p. Sforza. Pallavicino dellacoin-
provevole e condannata storia del f<nno- pagiu'a di Gesìi^poi cardinale della s.

so apostata e ipocrita Ir, l\iolo Sarpi ve- Romana Chiesa , ove insieme rifiutasi con
neto servita, uno de'piìi violenti neniici autorevoli testimonianze una storia fal-
ile'Papi e della curio e corte romana, co- sa divulgata nello stesso argomento sol"
nosciuto anclie sotto il nome ana^rdi»' to nome di Pietro Soave Polano, ora il-

niatico di Pietro Soave Polano. Esso e lustrata con annotazioni da Francc-^


co'ben noti maneggi del suo diletto con* se* Antonio Zaccaria lettore in storia ce»
fratello fr. Fulgenzio JVIicanzio, ed altri, clesiastìca nelV Archiginnasio della Sa-»
volea piantare l'eresia di Calvino nell'il. pienza di Roma, ivi i833 nel collegio Ur-
lustre città di Venezia ove era teologo
, bano di Propaganda y^^Zc. Taja, Massir
della repubblica. Il suo amico ealtro apo- me ed espressioni di civile ed ecclesia-
stata, l'incostante iMarc'Anloiiio de Do- Stic a prudenza., estratte dalla storia del
niiniSj già arcivescovo di SpalaLro{V ^^ concilio di Trento del Pallavicino, l\a-
fece per lai/volta stampare la di lui sto- ma 7 3. Canones et decreta Sacr, Oe-
I 1

ria nel 1619 a I^ondra con questo titolo; cumenici et gcneralis Conc, Trident, ac-^
Historia del Concilio Tridentino^ nella cesserunt notacy Romaei763, Canones
quale si scoprono tutti gli arti/icii del- et dei^retaSacrosancti Oecumenici Con»
la Corte di Roma, per impedire che ne ^ cilii Tridentini ^ sub Paulo Ilt^ Julia
la verità de* do^nii si palesasse, ne la III et Pio IF' Pontificibus Maximiscuni
riforma del Papato Chiesa si
et della Pàtruni subscriplionibus, Uomae in coU
trattasse. Di Pietro Soave Polano, Pe- legio Urbano de Propaganda /ìV/ei 83^,
lò a contrapporre A infan)e storia abbia- Canones et decreta Co nei Hi Tridentini
mo l'eccellente e preziosa Storia del Con-* exeditione romana an. 834 repeti ti ^ac- \

cilio di Trento tiel celebre gesuita poi cedunt s, Congr, Card. Conc, Trid, in-
cardinal Sforza Pallavicino (/'.), che la terpretuin declarationes ac resolulio-^
icrisse in italiano ptirissimo, due volte la nes, ex ipsoresolutionuni thesauro Bui*
limòpercbè riuscisse pulitissima nella lin-r larÌQ romano et Bened,KIV S, P, ope-»
glia usata,e fu stampata iuRoma neh 656, ribusy et Constitutiones Pontifìciae re
e fìnoa'nostri giorni fola migliore edizio-r centiores ad jus commune spectantes «
ne, tratta e composta siti docu utenti del- Bullario romano selectae assumpto so-
l'arcliivio della s, Se{\ii, dove sono tutti i ciò Federico SchulteJ, U, Dedidit -/,/^,
T'rattati e le Memorie originali di que» Richter J. U. D., Lipsiaec853, Il Sarpi,
sto concilio. Il p. Gianiballìsta Gialtini che visse da vero protestante coli* abito
gesuita di Palermo la trasportò in latino da frate, scrisse la sua falsa e riprovevo-
^ fu stan)pata in Anversa, e ristampata le storia con continue invettive, piena
con molle giunte in Augusta nel 7 55. La i d'intolleranti sarcasmi ed acrimonie, tut-
medesima diligente storia corredata di ta quanta riboccante d'iracondia, insul-
uote e di dissertazioni, e della vita del car- tante, ironica, dispettosa, All'opposto, il

dinale, fu stampata inFaenza dal celebre virtuoso e dotto Pallavicino graiidemeu*


gesuita Francese' Antonio Zaccaria. Fu te ci edificò,ragionando con dignità u
riprodotta neh 836 a Mendrisio nella li- quiete <li spirito, mirabile
uìoderazione
nografìu della Minerva Ticinese; Istoria e singular prmlenza. Disse validamentd
del Concilio di Trento scritta da Sfor- ragioni e non insulti ; mentre culla sua
za Pallavicino^ con alcune annotazioni ludulissiiua storiti, con giusta e grave cu*
324 TRE TRE
ticaimpugnò e confutò Irionfalmente le r arrivo degli ambasciatori di Francia.
amare calunnie e menzogne del Sarpi, il Nella 3.^a'29 dicembre si accordò il vo-
quale fonnalrnente fu scomunicato da lo deliberativo agli abbati e generali de-
Paolo V, e di lui e del suo sepolcro ri- gli ordini, e furono incaricati 3 prelati di
parlai nel voi. LXIV, p. 162. 1 padri del veder la procura de'procuratori de'vesco-
concilio di Trento discute vano pi-i ma del- vi e d'assegnar loro i posti. Avendo i le-
Jesessioni le materie nelle particolari con- gati scritta al Papa inlorno alla manie-
gregaziorii ; dopo questa discussione esse ra d'opinare nel concilio, cioè se si doves-
erano portate alle congregazioni gene- se opinar per nazioni, come s'era fatto nel
finalmente si pronunziava defini-
rali, e concilio di (7o?to/2Z(2edijB(3;^f/e^,de'qua-
tivamente nelle sessioni. Fu convenuto, li riparlai a Svizzera, o se ciascuno avec
dopo molte dispule, di non separare la di- dovesse il suo voto libero, decidendo col-
sciplina dalla fede, e di soggiungere alla la pluralità de' voti, com'erasi fatto nel-
condanna degli errori i decreti della rifor- l'ultimo concilio di Laterano V; Paolo
ma de'coslumi; e la ragione ne fu die gli ili decise, che si dovea seguir la 2." ma-
a!)usi nella pratica hanno sempre attinen- niera d'opinare, soggiungendo, che biso-
za alla maggior parie de'punti della dot- gnava trattare de'punti di religione, con-
trina. Quindi si pose prima la spiegazio- dannando la cattiva dottrina senza toc-
ne della dottrina ne'capitoli, indi la con- car le persone, e non trattar della rifor-
danna degli errori che ad essa sono op- ma, né prima de'Z^og'^z/, né unitamente
posti, finalmente gli articoli di fede^efi- con quelli; perché dicea non esser questa
nili ne'canoni. 11 p. Bernardo Lami del- la causa principale della tenuta del con-
l'oratorio, a vea osato direchei capitoli del cilio. Che qualche disputa
se insorgesse
concilio, ne' quali è contenuta la esposi- intorno aciò che riguarda la Corte di Ro-

zione della dottrina, non aveano autori- ìiia (del quale vocabolo anche a Sede A-

tà eguale a quella de'canonij ma il cele- postolica), bisognerebbe ascoltare pre- i

bre Jacopo Bossuet[F.) lo convinse ca- lati, non per soddisfavìi nel concilio, ma
rilalevohnente, e gli fece vedere che sba- per informarne il sommoPontefice,il qua-
gliava, di che egli riconobbe e corresse il le vi applicherebbe gli opportuni rimedi.
suo errore e lo ritrattò. In molte sessio- Nella congregazione de'5 gennaio 1 546
ni i decreti per la riforma de' costumi e si trattò della maniera di proporre le que-
per la disciplina, soprattutto del clero, stioni: si decise sull'avviso del Papt», che
\engono dietro a' capitoli e a* canoni di quelli ch'erano incaricati di procure noa
dottrina. Le congregazioni si cominciaro- avrebbero voto deliberativo in concilio.
no a tenere nell'intervallo tra la i."* ses- Si agi lo lungamente sopra il titolo, che
sione e la 2."; nella i.^congregazionede' 18 dovea darsi al concilio; imperciocché la
dicembre 1 545>,ilcardinalDel Monte pro- forinola, dalla quale doveaiio cominciar-
pose alcuni regolamenti pel buon ordine si i decreti, e che il Papa avea spedito ai
durante la tenuta del concilio, e regolò legati , cagionò molte dispute. Era ella
chesi esaminassero le materie che dovea- concepita così : // santo e sagro Concilio
no essere trattate nelle congregazioni e di Trento Ecumenico e Generale, pre-
nelle sessioni, e la maniera onde si fareb- se dentivi i legati della Sede apostolica.
be questo esame. 1 legati fecero approva- Or maggior parte de'padri del conci-
la
re da'padri,che il Papa eleggesse gli udì- lio erano d'avviso, che fosse d'uopo ag-
ziali pel concilio. Nella 2.'' congregazio- giungervi: rappresentante la Chiesa «-
ne de'19 dicembre l'arcivescovo d'Aix e niversalej a^in volevano levarci il nome
il vescovo d' Agde pregarono i legati di di presidenti, ma si ritenne la formoladel
non trattar uuUa di essenziale prima del- Papa. Fu disposto, che si stabilirebbe uua
TUE T R E 32%
congregazione per ogni materia che si sognava trattar insieme le materie della
dovea liallar nel concilio, e che si elegge- fede e quelle della riforma.' Nella 3.' si

ichbeio persone per formare decreti, in- i fece la lettura delle lettere scritte dal con-
torno a'quali ognuno direbbe il parer suo cilio a' principi. 1 vescovi del concilio si

nelle congregazioni generali. Sezione II divisero in 3 classi per radunarsi negli ap-
de'7 gennaio! 546. Vi si trovarono 3 le- partamenti de'3 legati, prima di portare
gati, il cai dinal di Trento, 4 arcivescovi, le loro deliberazioni alla congregazione
28 vescovi, 3 abbati benedettini, 4 gene- generale, aflìnchè vi fossero ricevute con
rali d'ordini e intorno a 20 teologi. Fu meno d'alterazione, e si fece la scella dei
letta una bolla, che proibiva d'ammet- padri che doveano comporre queste 3
tere al voto decisivo i procuratori degli classi; indi si decretò la pubblicazione nel-
assenti, eun decreto ch'esortava fedeli, i la pi ossima sessione del concilio di Costan-
ch'erano a Trento, a vivere nel Umore tinopoli. Sezione Illòe^ febbraio 546. i

di Dio, e pregare con assiduità, e a ben Fu letto il decreto, che esortava i padri
adempiere a'doveri di religione. Si racco- a metter nel Signore la loro fortezza e fi-

mandò a' Teseovi e i\' Monaci di menare ducia, e nella sua virtù onnipotenle;e che
una vita irreprensibile, di digiunare ogni ordinava, che il concilio cominciasse dal-
venerdì, d'aver una mensa frugale ec. 11 laProfessione di fede. Si esaminò il ca-
concilio esortò tutti quelli ch'erano ver- none de'libri della Scrittura sagra j fa
sati nelle lettere sante, di applicarsi cia- convenuto d'approvarlo: si nominarono 6
scuno con una seria attenzione all' inve- commissari, per esaminare passi, che ne i

stigazione de'mezzi, co'quali la santa in- fossero stali alterati. Si disputò lungamen-
tenzione, che si era avuta nel raunare il te sull'autorità del testo originale, e del-
concilio, potesse essere adempiuta. Si rac- le versioni e particolarmente della VoU
comandò a tutti i membri dell'assemblea, gala, e fu concluso, dietro il parere del
conforme agli statuti del concilio di Tole- francescano Andrea Yega spagnuolo, che
doy che nel tenere le loro sessioni non sì laVolgala dovea essere dichiarata auten-
lasciassero trasportare da indiscreti schia- tica, vale a direche non conteneva nien-
mazzi, né da ostinate contese; ma che o- te in contrario alla fede, né a'buoni co-
gnuno procurasse di moderare ciò che do- stumi, quantunque vi sieno alcune espres-
vea dire con termini sì affabili e onesti, sioni non del tutto conformi ni testo ori-

acciò quelli che l'udissero non ne fossero gina le, perchè ella era rispettata dallaChie-
scandalezzati. Si lenneio poi parecchie sa, e gli antichi concilii se n'erano servi-
congregazioni .Nella 1.""si rinnovò la dispu- li, come quella ch'era immune d'ogni er-
ta sopra il titolo de'decreti, volendo mol- rore, quanto alla lede e a'buoni costumi.
tiche si aggiungesse: Bappresen fante la Si lesse il Simbolo Nice no ^ e se ne fece
Chiesa universale. Fu convenuto di a- il decreto; indi s'indicò la sessione seguen-
spettare che il concilio fosse numeroso
, te. Si tennero parecchie congregazioni so-
per impiegare questo titolo olla testa dei pra la tradizione , cioè sulla dottrina di
decreti i piìi importanti, e si conveuneche Gesù Cristo e degli Apostoli, non dichia-
si aggiungerebbe alle parole diiS'<7«/oeiS'6f- rala ìie'libri Canonici^ eano'ì venula per
gro Concilio^ quelle di Ecumenico e U- successione, e che si trova nell'opere dei
nìversa le. Fm'vno proposti i 3 capi, ch'e- padri. Si esan)inòrarticolo de'sensi e del-
rano l'oggello del concilio, cioè l'estirpa- l'i nler prelazioni dellaScrillura stessa. iSV.r-
zione dell'eresie, la riforma della discipli- sionelP' dell'H aprile 546. Furono letti 1

na, e l'unione tra'piincipi cristiani. La t?,.* d uè decreti, il 1 ."sui libri della s. Scrittura,
fu sopra l'esame delle n)aterie: dopo mol- il quale contiene, che il s. concilio riceve

ti diballimeuli, i padri conclusero chebi- lutti i ìibiìóeiTestamcntoFecchto eNuO'


326 T n E TIIE
x'o, come pure le Tradizioni che rl^^gnnr- punisse la verità della Dottrina callolìca,
ilniio la fede e i cosili u)i, come tlelbile dal- la felicilà di coloro che la ci'edono , la

la bocca stessa di Gesù Cristo, ovvero del- follia di quelli che la rigettano, e in pari
lo Spirito sauto, e conservale nella Chiesa tempo per dare al dolio autoreargou»en-
cattolica per una serie non mai interrot- lo del tantoamore ch'egli porla a'sosle*
ta, e che con egual rispetto egli le abbrac- nitori delle .sagrosante verità della fede, e
cia. Poi il decreto riferisce il catalogo dei di ammirazione al medesimo per aver
Lihìi santi quale è nella Volgata, e il
tal con tanto studio e copiosa erudizione bi-
concilio pronuncia Anatema contro co- blica trattalo lodevolmente un argomen-
loro, che non gli ricevono come canoni- to gravissimo e importantissimo. Sessio-
ci. 11 2.'' decreto dichiara autenticala ver- ne /'de'17 giuguoi 545. Primieramen-
sione della Volgata, come approvata nel- te vi si lesse il decreto della fede intorno
la Chiesa da lunghi secoli; ordina ch'ella al Peccato originale, il quale contiene 5
sia impressa con tutta la diligenza possi- canoni, che sotto pena Scomunica pre- di
.bile; proibisce di valersi delle parole del- Che tiAòmoi^Uomo
scrivono di credete:
la Sci illura in usi profani; vuoleche quel- avendo trasgredito il comandamento di
liche ne ffinno deirap[)licazioni ridicole, Dio nel Paradiso terrestre, decadde dal-
ovvero se ne servono in cose di Supersti- lo slato di santità e di giustizia, nel qua-
zione siano puniti, come profanatori del- leera stabilito, ed incorse la collera di Dio,
la parola di Dio. Nella congregazione vi la Morte, e soggiacque al potere del Dc'

si trattò degli abusi intorno alle lettere di monio. Che la prevaricazione d' Adamo
Ideologia e a Predicatori j^'ì estese la pre- fu pure pregiudizievole alla sua posteri-
benda Teologale; si discusse dell'esenzio- tà, per aver introdotto il peccalo nel mon-
ne de' Regolari; sopra la Residenza dei do, avendo lutti peccato in un solo, e per-
\escovi,e se sia ella di gius divino ovve- ciò la morte passò in tulli gli uomini, i

ro ec( lesiaslico. Si esaminò il dogma , e quali furono redenti pe' meriti di Gesù
primieramente quello del peccato origina- Cristo, Salvatore e Redentore del gene-
le,che fu diviso in 5 articoli, i. "Della na- re umano, sagramento del BattesimOf
pel
tura di questo peccato; 2." della maniera, conferito secondo la forma e l' uso della

onde si trasmette ne'discendenti; 3.° dei Chiesa, senza il quale non si può entrare
mali che cagionò al genere umano; 4»" in paradiso. Poi il concilio dichiarò, che in
del suo limedio; 5.° qual sia l'efìlcacia di questo decreto non era sua intenzione di
questo rimedio; 6.° si esaminò la questio- comprendere la beata e Immacolata Ver-
ne della Concezione della ss. Vergine^ ma gine Maria Madre di Dio, e che in questa
il concilio ne parlò nella sessione seguen parte si del)bono osservare le costituzioni
te. Si può vedere : Sessio IP^ Concilii di Sisto 1 V, poiché vari furono ì pareri so-
Tridentini vindicata^seu Introductio in pra il qualificare per maggiormente pia
Scripturas Deutero-canonicas Veteris la sentenza affermativa, al modo che nar-
Testamenti in trespartes divisa j per sa- rai nel voi. LXXIII, p. 42,>>e'miei Cen-
cerdolem Aloysiiun Vincenzi sanimau- ni storici intorno al glorioso e decretato
rensem in. romano Archigymnasio Ut- dogma dal sommo Pontefice Pio IX del-
ter arum hebraicarumprofessoremy Ro- l'Immacolata Concezione di Maria Ver-
mae 1842-44 lypis s. Congregai, de Pro- gine Madre di Dio. Si esaminarono pun- i

paganda fide. Egregiamente ne fece l'a- ti concernenti le opere o operazioni, e se


nalisi A. E. e si legge negli Annali delle ne distinsero di 3 sorla : altre che prece-
scienze religiose^ I.18, p. 385, l. «g, p. dono la fede e qualunque grazia; altre
5, ove si ammira V inlendimento che si che si fanno dopo ricevuta lai.' grazia ;

propone, cioè che sempre più chiara ap- altre che si eseguiscono dopo la giuslifi-
TRE T R E 3 '2
7
cagione. Nulla si slahilì suH'nrlicolo del- nlentnnionlo quasi compito del gallicani-
ia Jù'sidcnza ^ìtìS divino, imperocrhr
i\'ì smo del clero fifincese , lo rilevai anche
ilPapa avea sellilo a'Iegnli, che non pei- nel voi. LXXYIl, p. 5S). Nella r .='coi.-re-
mettessero die si agitasse avanti rpiesla gnzioiie si chiamino: i."La materia della
questione, trattandosi solan»entedi rifor- giostifJca/ione, cioè il passaggio rbillo sia»

mare gli abusi, e siccome la non residen- lo del peccato a quello della grazia, o pel
za n'era uno, così bisognava pensar sola- cambiamento die avviene quando un uo-
mente alle pene , che il concilio poteva mo diventa giusto e sfaulo, di peccatore
imporre per arrestare questo abuso. Si ed empio ch'egli era; ciò che si fi per l'in-
fecero alcune alterazioni o mutamenti al fusione della grazia abituale e santifican-
decreto intorno la Fedele ti a le altre nel te. 2.° La dottrina di Lutero sopra il li-

i.Vipo, dov'era detto, per oc<*asioiie del bero arbitrio, la piedeslinfizione, il me-
hbero arbitrio, che neiruomo non era e- rito delle opere buone ec. E fu risoluto,
slinto, ma ferito; fu sostituito invece di che si f irebbero du€ decreti, 1'
uno dei
quest'ultima parola: ma diminuito di for- quali stabilirebbe la dottrina della Chie-
ze e inchinato. Nel 5." laddove è dello che sa, sotto il titolo di decreti; e l'altro con-
quantunque Dio tocclii il cuor dell'ucuìo terrebbe gli anatemi, sotto il titolo di ca-
col lume dello Spirilo santo, Tuomo non- noni. Si tornò alla materia della lìfurma,
dimeno non istà senza far nulla nell'al- e alla questione della residenza de'vesco-
to di ricevere quest'ispirazione, poiché la vi. La maggior parte de'teologi,e soprat-
può «gli rigellcire; v'era stato mes-^o in tutto domenicani, sostennero, diesi dovea
avanti: poiché non istà in poter suo di non decidere, essere la residenza di gius divi»-

riceverla. Il concilio inoltre decretò, che no; gli spagnuoli domandarono lo slesso.

nelle chiese nelle quali si trovino lettori Sessione / /de' i3 gennaio! 547- ^'i si
di sagra Teologia, godenti Prebenda ,
pubblicarono due «lecreli. III.** sopra la
Prestìiiionio o stipendio o Sportula, gli giustificazione, il quale comprende 6 ca- 1

ordinari debbono da esso sottrarre parte pi, e 33 canoni contro gli eretici. Qtiesto
de'frutli,per l'erezione d'una cattedra per decreto è pieno d'un lume mirjdiile,. uè
insegnare le ss. i9rr77///re einterpielarle, vi è cosa {)iù bella ne'concilii de'sccoli il-

qualora non sieno essi capaci di farlo. Nel- luminati, i espongono prima di
padri vi

le chiese mancanti di tal prebenda, alme> tutto, inqual maniera peccatori perven- i

no fossero istituite Scuole collo Scolasti' gano alla giustificazione. 11 concilio poi
co o maestro, per istruire i chierici e al- spiega la natura e gli elfetti della giusti-

tri poveri scolari gratuitamente. Che nei ficazione, dicendo, ch'ella non consiste già
conventi e monasteri vi sia la lezione del- solamente nella remissione de' peccati ;
la s. Scrittura. Decretò pure sui Predi- nia inoltre nella santificazione, e nel rin-
catori óeWa parola di Dio,esui Questuan- novamento interiore dell'anima. Il i.^tle-
tiV Elemosina. Nel tempo stesso arriva- crelo fu sopra la riforma: contiene 5 ca-
rono al concilio 3 ambasciatori del re
i pi, che hall per oggetto la residenza, con
di Francia, cioè Durfé, Lignieres e Pie- l'esorlayioiiea'vcscovi di vegliare sul greg-
tro Dunez. Quest'ultimo fece un lungo q ge adìdato alle loro sollecitudini, e hi rin-
dottissimo discorso, nel(junleespose,ch'e- novaziiìue contro quelli che non risiedo-
gli e suoi colleghi erano incaricati di pre-
i no, degli antichi canoni pubblicuticonlro
gar il concilio di non comportare, ci»e si di loro. Molti vescovi volevano che si de-
desse nessun attacco a'piivilegi del regno cidesse la residenza di gius divino, mail
di Francia, cche la chiesa CaUicana,i\e\- decreto passò tal quale e colla pluralità
la quale il re n'era il tutore, fosse confer- de' voti. Si trattò della lìcsitlcnza degli
mata nc'suoi diritti e immunità (deirau- altri Benefìzi ecclesiastici o lìem^lcialis
328 TRE T II E
vi si dice che gli Ordinari potranno co- della Chiesa o Tempio^ e della cura del-
stringerveli per vie di diritto, senza che le anime; c)." Del sagro o Consagrazio-
possano aver luogo privilegi, ch'esenta- i ne Aq Prelati; 10." Dell'autorità de'C^t-
no per sempre dalia residenza. Si trattò pltoli in tempo di Sede vacante^ e sul-
ancora della correzione òg^W Ecclesiasti- l'accordare le Dimissorie; i
1° Delle fa-
ci %eco\ikv\ e regolai'i.Come pure della Fi- promosso agli Ordini;
coltà per essere
sita òe Capitoli per gli ordinari; e si de- 11° Delle Dispense in tal proposito;
cise, che i vescovi non ponno far nessu- I 3° Dell' Esame de' Beneficiati ; 14.**

na funzione, pontificali e ordinazioni fuo- Della cognizione de' vescovi nelle cau-
ri della loro Diocesi ò Vescovati^ senza se civili de* loro Tribunali degli Esen-
perojissione espressa dell* ordinario del ti, chierici secolari e de' regolari dimo-
luogo. Nella congregazione si esaminaro- ranti fuori del monastero; i5.° Della
no gli articoli sopra i sagramenli: si trat- giurisdizione degli ordinari sugli Ospc
tò della loro necessità, della loro eccel- <^<2/i, e di vegliare anche sugli esenti. Nel-
lenza, della maniera colla quale produco- la congregazione si trattò del sagramen-
no la grazia , come cancellino i peccati, to dell'Eucaristia. Essendo sopraggiun-
del carattere che imprimono; della san- ta inTrento la già narrata malattia epi-
tità del ministro de'sagramenti, quali per- demica e contagiosa, iu altra congrega-
sone debbono amministrarli, della mu- zione si deliberò in quale luogo trasferir
tazione nella forma, dell'intenzione del si dovesse il concilio, e si stabilì Bologna,
ministro. Si estese un decreto portante, opponendosi l'imperatore fortemente,pei'
che i sagramenti si dovrebbero ammini- cui fece gravi minacce al cardinal Cer-
strare gratuitamente, Fu seguito il parere vini legato, che credeva esserne il prin-
del Papa, il quale decise, che bisognava cipal promotore; ma non per questo si
ommetlere capi in ordinealla spiegazio-
i rimase il concilio dal decretare la trasla-
ne della dottrina sopra sagramenti, eche i zione. iSe^^yzo/ie VIII(\e\V 1 1 marzo 547-
1

basterebbe pubblicare i canoni con ana- Vi si lesse il decreto della traslazione del
tema. Quanto alla materia della riforma, concilio a Bologna (V.), che non passò
si esaminò tra le altre questioni, se la plu- che di due terzi de' voti; gli spagnuoli e
ralità de'^e/i^'^zz,ch'esigono residenza, sia altri sudditi dell'imperatore opponendo-
proibita dalla legge divina; imperocché si a questa traslazione,cioè 1
4pielati, tran-
quelli che pensavano che la residenza fos- ne il vescovo d Fiesole, i il che eccitò gran-
se di gius divino, quindi ne concludeva- di contrasti, e 1' imperatore si querelò
no, che il Papa non potesse dispensare da che il concilio fosse trasferito. Gli spa-
questa pluralità; altri pretendevano ch'el- gnuoli ebbero ordine da lui di rimanere
la fosse proibita solamente da'canoni.»5e^- in Trento. Questa traslazione, che si fece
sione VII òqZ marzo
547» Si lessero i i senza saputa del Papa, divenne una sor-
canoni sopra i Sagramenti^ i quali sono gente di alterchi e di proleste dal canto
3o e con anatema. Il decreto della rifor- di Carlo V, il quale domandava che il
ma il quale contienei5 canoni, cioè: i." concilio fosse restituito a Trento, e si mo-

Della scelta e capacità de' Vescovi^ 2.° strava disgustato col Papa per pretende-
Proibizione d'aver più d'un Vescovato- re Parma e Piacenza. Paolo III olFrì un
3/' Della scelta di idonei Beneficiati; 4.° salvacondotto a chiunque, anche prote-
Dell' incompatibilità de' Benefizi eccle- stanti, venisse per la continuazione del
siastici; 5." diesi procederà contro quel- concilio a Bologna, l padri partirono per
liche hanno Benefizi incompatibili; 6." Bologna a' 12 marzo, ove a' (9 aprile si
Dell'unione (ìe Benefizi; 7.° De' Vicari radunarono nella sala di cui vado a par-
jìerpetui ;
8.° della Visita, del restauro lare.
TRE TUE 32c^
Sc.isionr /A'cle'?. I aprile 1
547 '" ^^' guìa'20 maggio, la 2.^ a*27.. Scs.^ioné X
iogna nella chiesa di s. Petronio, ove sa- de'a giugno 547 in Bologna. Siccome in
1

grifìcò solennemenle la messa Bastiano questa città non eranvi ancora che 6 ar-
Leccavela arcivescovo di Naxia, ed orò civescovi, 36 vescovi, un abbate, ed gè* i

fi'. Arabrogio Caterino vescovo di Mino- nerali de'francescani e de'serviti, si pro-


ri. Giàeransigenernlraenle adunali i pa- rogò la sessione sino a' 1 5 settembre; ra;i

dri nell'ampia sale» del palazzo alloraCaai- tanto in essa che nella precedente nulla vi

peggi, ora de'marchesi Bevilacqua-Vin- fu deciso : tutta volta non rimasero i pa-
centi, in via s. Mammolo, ove si tenne- dri inoperosij poiché prepararono e ste-
ro pure le seguenti sessioni : Tommaso sero le materie poi decise, quando il con-
Campeggi vescovo di Fellre, in difesa del- cilio fu proseguito a Trento; Enrico 11 rè
la traslocazione pubblicò una celebre apo- di Francia favorì la traslazione del con-
logia. Questo ornalissimo palazzo, la cui cilio a Bologna, perchè essa spiaceva al-

pregiatissima facciata credesi disegnodel- l'imperatore Carlo V^, del quale come Io

rarchiletloBramanlinoda Milano,fufub* era stato il padre Francesco I lo teneva a


bricato circa il 1 48 1 dal celebre giurecon- nemico; e siccome eranvi pochi francesi
sulto Nicolò Sanuli i." conte della Por- a Bologna, vi mandò alcuni altri vescovi
retta. Passalo in proprietà d'Annibale fi- del regno.Ma prelati che vi si trovavano,
i

glio di Giovanni li Benlivoglio, nella cac- temendo uno scisma, sino a che il con-
ciata di questi II nel i5o7
Papa Giulio cilio fosse pe' rimasti in Trento diviso in

lo donò a mg.'^Giovanni Gozzadini, datà- due, si astennero dal fare alcuna defini-
che n'ebbe con-
rio e tesoriere pontificio, zione. Intanto Carlo V era fermo in vo-
ferma da Leone X. Per morte del Goz- lere il concilio ristabilito in Trento, fece
zadini, il palazzo fu restituito al Benti- nuovamente sollecitare il Papa a quest'ef-
voglio, che lo vendè al cardinal Lorenzo fetto, e vedendo inutili le sue preghiere,
Campeggi bolognese, vescovo di sua pa- emanò una protesta contro l'assemblea
tria, u tempo djel cui figlio legittimo A- di Bologna, sul fondamento che gli ale-
lessandro Canipc^gi vescovo di Bologna manni non c'interverrebbero, come città
e poi cardinale, ebbe luogo la continua- sotto il dominio pontificio. Avea Carlo V
zione de! concilio al qtiale offrì il palaz- in diversi tempi accordato regolamenti
zo. Questo per eredità pervenne a'Mal- in materia di religione, agl'irrequieti e-
vezzi e per coiìiprita a' Vincenti, di cui retici di Germania , finché si celebrasse
furono eredi iiuircbesi Bevilacqua- Vin-
i il concilio generale; indi e in tempo delle
centi. Nella detta sessione tenuta nella , vertenze e delle pretensioni imperiali su
basilica di s. Petroiiio, vi si lesse l'impor- Parma e Piacenza, Carlo V credendo di
tante decreto, che atlìne di dare a'vescovi pacificare le turbolenze religiose di Ger-
assenti tempo di portarsi a Bologna , si mania, a' 5 maggio 548 fece pubblicare
1 I

rimetterebbe la sessione a' i di giugno. in Augusta il famoso e deplorabile for-


Intanto padri deliberarono, che sicco-
i molario di fede chiamalo Interini (F'.)^
me Trento s'erano celebrate solenni e-
in o Confessione Augustana^ acciò fosse di
sequiealla regina d'Ungheria edalla prin- regolamento per la Gerinania, finché il
cipessa di Spagna, cosi in Bologna si ren- concilio avesse regolalo e deciso il tutto,
desse un simile onore al defunto Fran- approvato dagli Elettori del s. Impero.
cesco I re di Francia; ed insieme desti- e giiìstamcnte riprovalo non meno da
narono un'altra piì^i gioconda solennità Paolo III, che da molti due
scrittori delle
in rendimento di grazie a Dio e far pub- partii cattolici e protestanti. In sì lagrì-
bliche allegrezze per la vittoria di Cariò inevoli circoslauze, i cardinali legali ve-
V contro gli eretici. La i.* funzione se- dendo Paulo III aggravato dall'età di 8u
VOL. LXXIX.
33o TRE TRE
anni, temerono clie s*egli venisse n mo- Sebastiano Vi^hini \hù Ciirdinale, Ercole
lile duianle le dispule coli' inipeiatore, Severoli, Ugo Boncompagno poi Grego-
gli spagnnoli sniUIiti di questi osassero in rio XIII, tutti sommi canonisti e ha' :

Trento, ove iin»anevano ancora, d'ano- teologi Girolamo Serif)ando\)Q'ì cardina-


ginsi il diri Ilo di ncininore il successore, le,generale degli agostiniani, Oleastro do-
e perciò consigliarono il Papa a sospen- menicano portoghese,Domertico Solo do-
dere il concilio. In conseguenza di chePao- uunicano spagnuolo, Andrea Vegfi fran-
lo HI scrisse a' 1 3 settembre 1
549 al ^^*"' cescano spagnuolo, Giacomo Laynez 2°
dinal Del Monte, di congedare i padri del generale de'gesuiti spagnuolo, Claudio le

conciliOjCome subito fu eseguilo a'i 7; in- Jtiy gesuita ginevrino, Riccardo di Mans,
di a' IO novembre morì il Papa. Benché Pelargue, Caterino, echi generale glispn-
il non sia stalo mollo numeroso
concilio gnuoli, sì dii.° che di 2.° ordine, erano
sotto Paolo III, non per tanto questa con- esimi teologi. Il cardinal Del Monte ft» e
vocazione fu la più cfU-bre, e si può dii e letto Papa a'y febbraio dell'anno .santo
che oltre le materie della s. Scrittura, del i55o, e prese il nome di Giulio 111 , e
peccalo originale, del libero arbitrio, de* tosto pensò a' mezzi di restituire il pro-
sagramenli in generale, quelli del Batte- seguimento del concilio a Trento; e sic-
simo e della Confcrniazione in partico- come d'indole singolarmente fi anca, ben
lare, le definizioni della 6." sessione sulle presto si convenne nel suo disegno. La boi
materie della giustificazione sieno il ca- la Cujìi ad tollenda Religionis, de* 9,4
polavoro del concilio di Trento^ del che noven)brei 55o, Bull. cil. p. 277, per ri

vuoisi comunemente dare il merito prin prendersi la celebrazione del concilio e in


cipalmente al sommo sapere de' vescovi Trento ih. "maggio 55 1, fu estesa dalPa-
I

e de'leologi che vi assistettero. Pochi per- pa medesimo; che inoltre dichiaiò aver
sonaggi aveva allora la Chiesa, che fosse- forza di legge canoni e capitoli già pub-
i i

ro da eguagliarsi a' 3 legali. Il cardinal blicali, malgrado le opposizioni de'priu-


Del Monte era un assai dolio canonista, eipi protestanti sempre contrari a questa
e si era mostrato degno degli ufììzi più adunanza. Ne fu però differita la pubbli-
sublimi. Il cardinal Cervini sorpassava o- cazione fino a che Carlo V l'ebbe esaini-
gni altro in ogni maniera di cognizioni, nata e falla slampare in Germania, ben-
edurante lasua presidenza tenne un com ché il Papa preferendo Bologna aTrenlo,
mercio di lettere co' più dotti uomini puramente per favorire queU'miperaloie
d'Europa, ch'ei consultava sui punii più ordinò il riaprimento in Trento. Si ten-

difficili. 11 cardinal Polo, per conftfssione ne questo modo in riguai do a'prolest;inli,


deg'isle>si inglesi suoi nemici, era un pro- che sembravano disposti di accettare il
fondo teologo, e venerabile per la santità concilio, ed in effetto poco dopo l'impe-
de'costunii e per la sua umiltà, candore ratore offrì al Papa la loro somn)issione,
e dolcezza d'indole. Si pontìo aggiungere tranne Maurizio di Sassonia, che chie-
a questi 3 grandi uomini, il cardinal Ptì'- deva un concilio indipendente dal Papa,
recro spagnuolo, il caiiVurnì 3Iadrucci ài Augusta
e in cui quelli della confessione di
Trento Antonio le Filleul arcivescovo
, avessero voce deliberativa. Ma il successo
d'Aix, Olao Magno arcivescovo d'Upsal, mostrò che i protestanti, dando vista di
Roberto Vacoup arcivescovo d'Armagli, accettare il concilio, cercavano di tenere a
Musso vescovo di Bitonto chiamato il bada Carlo V per meglio ingannarlo. A'4
braccio dritto del concilio, Marco Vi- marzoi55i Giulio HI nominò a presie-
geriogiuniore vescovo di Sinigoglia, Ber- dere il concilio in Trento il cardinale
toni vescovo di Fano, Tommaso Cam- Marcello Crescenzio personaggio assai e-
peggi vescovo di Feltre,Achille deGrassi, sperlo nella scienza delle leggi, che poi
TU E TRE 33
leneiitloa memoria le sentenze proferite peralore domandò di essere ricevuto nel
(la'p.Klri,uirim[>rovviso l'esponeva circo- concilio, e gli fu accordato. Jacopo Aujyot
sJan/.iale. Non gli die colleglli nella lega- abbate di Bellozane ambasciatore d'En-
zione, ma gli associò in qualità di presi- rico Il re di Francia, vi presentò una let-

denti il Pigliini divenuto arcivescovo di tera di quel principe, la tjuale fu letta nel
Siponlo, e Luigi Lippoinauo vescovo di concilio, in cui erano esposte le ragioni
A'erona, ambedue mollo periti negli af- che aveano icnpedito il re d'inviare al con-
fari del concilio; il qual partito prese il cilio alcun vescovo del suo regno. Indi
l'apa per un riguardo a! corpo episcopo le, l'Amyol fece una protesta contro il conci-
che volle onorare, mentre i protestanti si lio di Trento per parte del re suopadro-

sforzavano di abbatteilo. Il legato si re- ne,e ne produsse lecause,cioè lamenti con-


cò a Trento a'29 aprile, e vi fu accolto tro Giulio III, cui dava egli ad intendeie
come i presidenti che ve lo aveano pre- esser cagione della guerra, che stava per
ceduto, dal vescovo cardinal Madrucci. accendersi, giltando de'semi di discordia
Essi non vi trovarono che soli i 3 vescovi, tra'principi cristiani. iVella congregazione
quasi tutti dipendenti dall' imperatore. vi si trattò la questione dell'Eucaristia. Vi
Sì tenne il giorno dopo
1/ congrega- la si proposero io articoli tratti dalla dot-
zione, nella quale fu proposto d'aprire il trina degli eresiarohi Zuinglio e Lutero,
concilio il ."di maggio, secondo il dispo-
I che doveano esaminare. Si regolò, che
si

sto dal Papa , ma di stare in seguito a- i dandone il loro parere sopra o-


teologi

spellando fino al i di settembre per dar gni articolo, lo appoggerebbero coll'au-
lempo a'vescovi di sopraggiuiigere : quC' torità della s. Scrittura, della Tradizio-
sta proposta fu accordala dopo molte ne apostolica, de'concilii approvati, delle
opposizioni. Frattanto videsi in seguito costituzioni de'somuìi PonteQci,de'ss. Pa-
arrivare in Trento di mano in mano un dri e del consenso della Chiesa universale;
gran numero di vescovi, e fì'a gli altri gli che si misurassero bene le decisioni, e che i

arcivescovi elettori di Treveri e di JVla- termini ne fossero sì esaltamente scelti e


gonza. acconci, che non si desse attacco alle varie
Sessione XI àe\ 1° maggio i55i in opinioni delle scuole, per non urtare nes
Trento. Il cardinal Crescenzi legato can- sun teologo senza necessità; che usereb-
tò la messa, che fu la sua messa novel- bero ogni attenzione in cercare delle e-
la.Dopo un discorso latino di fr. Sigi- spressioni, che non ferissero i sentimenti
smondo Fedrio di Deruta minor con- uè degli uni né degli altri , afllu di riu-
ventuale, il cardinal Crescenzi fece leg- nire tutte le forze cattoliche contro i set-

gere un decreto, il <; lale conteneva che lari; e si elessero 9 padri de'piìi dotti per
il concilio era cominciato di nuovo, e in- estendere i decreti. Nella congregazione
dicava la seguente sessione peli. "settem- seguente si presentarono i canoni lutti
bre. Sessione A7/del ."settembre 55 r i 1 preparati per potersi esandnare e rifor-
Vi si lesse un discorso a nome de'presi- mare, se fosse uopo ; e si prepararono
dentidel concilio, nel quale erano rilevate 8 capitoli, che trattavano della piesenza
la podestà el'autorilàde'concilii generali; reale, dell'istituzione, dell'eccellenza e del
si esortarono i padri a ricorrere all'assi- cullo dell'Eucaristia; della Transustan-
stenza divina colle loro preghiere, e con ziazione; della preparazione per ricevere
una vita irreprensibile. Vi si fece un de- questo sagramento ; dell' uso tiel calice
creto col quale si dichiarava, che nella nella comunione de'Iaicì; e della comu-
prossima sessione si tratterebbe del sa- nione de' fanciulli ; del solo ministro di
gramento della ss. Eucaristia. Poscia il questo sagramento, ch'è il sacerdote le-
conte di Moulfurt uiubasciatorc dcH'im- gittimauicnlc ordiualo. Altra cougrcjja-
332 TRE TRE
zioiie fu sopra la materia della riforma. zlonedel concilio a Trento, appunto per-
Vi si Irallò della giurisdizione vescovile. chè voluta dal suo emulo Carlo V. In fi-
Vi si fece un legolamenlo suU' appella- ne della sessione fu accordato un ispecia-
zioni, e si convenne che non si appelle- le salvocondotto a' protestanti invitati a
rebbe dalle sentenze de' vescovi e dell'uf- intervenire al concilio. Nella congrega-
Czialilà, che nelle cause criminali, senza zione vi si esaminarono le materie della

toccar giudizi civili, e che non sarebbe


1 seguente sessione. S'aggirava questa so-
permesso nemmeno negli affari criminali pra i 2 articoli intorno a' sagramenti del-
d'appellare dalle sentenze interlocutorie, la penitenza e dell' estrema unzione. E-
se non fosse stato reso il giudizio definiti- rano Lutero e de'suoi
tratti dagli scritti di

ve : ma non si vollero ristabilire i giudi- discepoli. Si esaminarono attentamente


zi sinodali, valeadire que'resi da'metro- gli articoli della contrizione nel sagramen-

poliìani e da'loro comprovinciali, quan- to della penitenza; quello dell'assoluzio-

tunque fosse questo 1' antico diritta de* ne, e dell'istituzione della penitenza; fi-
vescovi; perchè nessuno è portato a faci- nalmente i casi riservati. In un'altra con-
litare i giudizi contro se stesso; e che i pro- gregazione si portarono i decreti e i ca^
cessi funno molto più diflicilmente a*
si noni distesi. Quanto alla materia della ri-

vescovi, quando è necessario andare a Ro- forma si estesero decreti, e se ne fìece-


i

ma o farne venire la commissione, di quel- roi4 capi. Sessione XIF óe25 novem-
lo che si potessero accusar sopra il luo- bre! 55 1. Si lesse il decreto intorno alla
go davanti a' giudici naturali. Si lasciò Penitenza e aW Estrema Unzione, di-
dunque al Papa il potere di giudicar per chiarandosi la dottrina della Chiesa. Vi
mezzo di commissari delegati in parti- si definì la contrizione nefcessaria alla
bus. Questa è una delle ragioni perchè Confessione j si spiegò la contrizione irji-

non si volle poi accettare il concilio in perfetla detta attrizione ; si stabiTi l' ob-
Francia. Sessione XIII óe^W i i ottobre bligo di confessare tutti i peccati mortali
i55i. Vi si lesse il decreto della dottri- dopo diligente esame, ed anco i veniali;
na della ss. Eucaristia ,soUo\e »\ìecìe del si dichiararono di somma importanza i

Pane e del /'7/zo, il quale abbraccia 8 ca- casi riservati; e la necessità alla soddisfa-
pitoli, ei I canoni con anatema. Si lesse zione delle pene imposte. Si lesse il de-
il decreto della riforma , la cui materia creto dell' estrema unzione, dichiarata
fu la giurisdizione de' vescovi, e contiene vero sagramento, e come la consumazio-
8 capitoli. Sul vigilarci vescovi pruden- ne della penitenza. Il concilio pronunziò
temente alla riforma de' costumi, e che poi i5 canoni sul sagramento della pe-
dalla loro correzione non si dia appellazio- nitenza, e 4 su qurJo dell' estrema un-
ne.DeH'appellazioni nelle cause criminali zione. 11 decreto sopra la riforma contie-

al metropolitano o al vescovo viciniore. ne 4 articoli o regolamenti, che hanno


1

Del modo di fare la Degradazione dal per oggetto la giurisdizione del f^escoi'o,
Sacerdozio e dagli altri ordini, per gravi limitandosi la giurisdizione de'vescovi in
delitti. De'giudicati sommarli de'vescovi. partihus. Sull'ordinazione degl'idonei,
Quando si ponno citare i vescovi , cioè e si\\\^ Sospensione dall'esercizio de' ri-
solo per motivo di deposizione o priva- cevuti ordini, se malamente proinossi o
zione, mediante idonei testimoni ; e che incapaci; tutti i chierici devono essere sog-
le cause gravi de'vescovi sieno conosciute getti a'vescovi. Lo stesso decreto obbligò
dal Papa. In questa sessione non eravi al- i Chierici a portare le convenienti P esti
cun vescovo Francia, perchè Giulio
di ecclesiastiche; proibì l'unione de'benefizi
Jll era in contrasto e guerra con Enrico di diverse diocesi; che i benefizi Regola-
]i^ il quale combatteva la seguita tiasla- ri sieuo conferiti a' regolari, e che lutti
TRE TRE 333
quelli clie sono stali nominali e presen- rnno aTrenlo,fece prontamente avvertire
tali a un benelìzio si assoggettino agli e- il Papa che questa cillà non era sicura da

saini (Ifll'orclinario, e possano essere ri- un'invasione. Quindi Giulio III con ri-
gettali, se non sono trovali idonei. Si re- pugnanza sospese il concilio in una con-
"'\iìvhiVìz\one óe Conseri'atoril
strinse la o gregazione concistoriale tenuta a' 5 apri-
i

in certi confini. Glie nessuno ottenga il le, in cui fu deliberato su tale aliare. Gl'im-
diritto di padronato, se non ha fondato periali proruppero in minacce tosto che
o dotato la chiesa: le presentazioni deMìe* loro fu nota questa deliberazione; e per-
neflciali, i patroni doverle fare all'ordi- ciò i due vescovi presidenti rimasti soli,
nario. iS(',9,9?o«^ AT'de'25 gennaioiSSi. poiché il cardinal Grescenzi legato era in-
Vi si lesse un decreto il quale prescrive fermo e con pericolo, non osarono etfel-

chela decisione delle materie sopra il Sn- luare la sospensione, tanto dispiaciuta al
grifizìo della Messa e il sagramento del- Papa. Quindi vollero ch'ella fosse riso-
VOrcIine, che vi si doveano trattare,sa- luta dal concilio istesso, e perciò convo-
rehbe differita fino a' 19 marzo, in gra- carono una congregazione generale a'24
zia de'proleslanli che domandavano que- aprile, nella quale fu proposto l'alfaree

sta proroga. Essendosi invitati al conci- decretata la sospensione per due anni col-
lio i protestanti, vi si lesse inoltre un nuo- la pluralità de' voti, col consenso ezian-
vo sai vocondollo di proroga, che loro ac- dio di parte degl'imperiali e dell'amba-
cordavasi, ma non ancora ne furono con- sciatore di Ferdinando I fratello dell'im-
tenti, sebbene assai più ampio del prece- peratore. Sessione XFI de' 28 aprile
dente. Le dispute che sopravvennero poi i55i. Vi si lesse il decreto il quale so-
tra gli ambasciatori dell'imperatore e i spendeva il concilio, finche la pace e la
legati del Papa, produssero una nuova sicurezza fossero ristabilite, e fu confer-
inazione nel concilio. Frattanto vescovi i malo. Pure 1 spagnuoli 1 si opposero al de-
spagnuoli, quelli del regno di Napoli e di creto, convenendo però alla necessità di

Sicilia, pur soggetti a Carlo V, e tutti gli prorogareilconcilio.Questì per altro ope-
altri ch'erano suoi sudditi, volevano per rarono tantosto contro la loro propria pro-
sollecitazione de'suoi ministri, che si con- testa, provvedendo colla fuga alla propria
tinuasse il concilio; ma quelli ch'erano n- i salvezza. Lo stesso Carlo V uscì a preci-
tcressali colla s. Sede, temendo che gl'im- pizio da Innsbruck nel buio della notte,
periali non avessero disegno d'intavola- e subilo la cillà fu presa e saccheggiala:
re la riforma della corte romana, cerca- la maggior parte di sua corte gli tenne
vano lutti mezzi d'impedirlo, e non a-
i dietro a piedi per mancanza di cavalli ;

vrebbero avuto discaro, che qualche in- egli non si credè sicuro, che allorquan-
cidente facesse nascere un'intera sospen- do fu giuntosulle frontiere del Friuli nello
sione. In sulcominciar deli 552 scoppia- stato di Venezia. Per non cader nelle ma-
rono disegni de'proleslanli contro Carlo
i ni de'proleslanli, lo stesso legalo cardinal

V, dichiarandogli guerra la lega formata Crescenzi,che slava per mori re, si fece tra-
da Maurizio elettore di Sassonia, con pa- sportare per l'Adige a Verona, dove spirò
recchi principi e signori protestanti, uni- 3 giorni dopo,a'28 maggio,neI monastero
tamenlead Enrico 11 re Francia. La loro degli Olivetani di cui era protettore. La so-
armala diresse la marcia verso Innsbruck, spensione del concilio non ebbe ad incon-
cillà non mollo lontana da Trento, per cui trare tante dispule,quante n'erano insor-
parte de' vescovi prese la fuga. Il cardinal te perla sua traslazione a Bologna, perchè
Madrucci prevedendoclie le mire degli e* il pericolo era evidente e le proteste de-
retici potessero essere rivolle ad avere in gli oppositori venivano contraddetto dnt-
mano il Uore de'vescovi e de'tcologi ch'e- la loro fuga precipitosa. La Francia non
3:^.1 TRE TRE
el)l)e pni (e nlla dosci illa conliniiazione o tano della riforma del clero, ed era in-
liprendimt'nlo del concilio in Trento, a tervenuto al precedente concilio genera-
fjigioiie (ielle dissensioni insorte tra il Pa- le di Laterano V. Il cardinal Polo gli
pa ed Enrico II per la guerra di Parma, scrivea per intendere suo dotto e gra- il

dichiarata al re eh' erasi unito col duca ve sentimento, poiché quanto doveasi
Ottavio F'arnese, dal Papa medesimo col- concludere in Trento, si consultava an-
legato coll'imperatore. Nondimeno Giu- che in Roma, e dall' una all'altra città
lio III fece quanto potè per impegnare il passando continua corrispondenza, tut-
re a mandare i vescovi francesi a Trento, to d'accordo esaminavasi, acciocché dal
mettendo da parte ogni dispula che fosse Capo non discordassero le membra, an-
tra loro; ma Enrico 11 non ne volle sapere, zi da questo, conje conveniva, quelle fos-
e fece anzi protestare daU'Amyot, come sero regolate. Noterò bensì col gran Pal-
avea fatto protestare due volte a Roma lavicino, che il concilio di Trento non
in concistoro. La convocazione del con- fu schiavo, come calunniosamente teniò
cilio sottoGiuliolII fu men celebre di quel- di qualificarlo il Soave, ma fu il più li-

la sotto Paolo 111, non già perchè non vi bero di quanti mai eransi celebrati. L'e-
fossero vescovi e teologi di gran merito; sercizio dell' autorità del Papa fu assai
ma i punti che vi furono decidi erano di maggiore ne'piecedenti concilii, special-
già stati esaminali a Bologna colla mag- mente negli occidenlali.il Soave, non sen-
gior accuratez7a riguardavano mate-
, e za conti-addizione, pur confessò la liberta
rie così cribrate,ch'era difiìcile aggiunger- del concilio. Il^ardinal Caralfa fece parte
vi nulla di nuovo. Intanto Carlo V fu co- della congrega/ione deputata in Roma
stretto a'2 -2 agosto I 552 di convenire in sopra le cose delconcilio Tridentino, ne
Passavìa, alla Pace religiosa, così della divenne poi capo e si radunò in casa sua
per aver egli accordato a'prolestanli Te- quando Paolo 111 era infermo o occupa-
sercizio della loro pretesa religiosa rifor- to. Essendo imbarazzata la materia della
ma. Morto Giulio 111 a'aS marzo 1 555, Giustificazione che si trattò nel concilio,
a'io aprile fu eletto a successore il car- il cardinal Caraffa felicemente la diluci.
dinal Cervini, già suo collega nella lega- dò colla sua profonda dottrina , nel suo
zione del concilio, che ritenendo il nome trai tato De Justijicatione, e trovossi u-
si chiamo Marcello //.Ma dopo 11 gior- niforme alle decisioni del concilio. Circa
ni di pontificato essendo passato a miglior altri decreti del concilio, e chesentimenli
vita, a'23 maggio gli fu sostituito Paolo egli avesse, ponno leggersi nel p. Carra-
//^^,confondalorede'7fYZ^//?/,personaggio ra; sebbene comparisse troppo rigido, e
venerando e commendevole sì pel suo sa- di un 7.elo tenuto da molli per indiscreto,
pere, come per la severità de'suoi costu- per voler portare la riforma al più alto
mi e per singoiar zelo. Le turbolenze che grado. 11 cardinal Caraflà accettissimo a
sconvolsero il suo pontificato, la guerra Giulio III, contribuì colla sua applicazio-
che sostenne con Enrico li contro Filip- ne proseguimento del concilio, ed es-
al

po II, a cui il padre Carlo avea ce- V sendo in gran flivore d'Enrico II, polè gio-
duto la monarchia di Spagna. , non gli vare al Papa in varie cose. D'altronde il

permisero di |
ensare al concilio. Però il cardinale si mostrò affezionato aFrancia, e
p. Carrara nellaStoria di Paolo IF, nar- alquanto severo coll'imperatore, per aver
ra quanto da cardinal Caraffa fosse slato Carlo V veduto nascere e lascialo cresce-
zelante pel concilio, prima ancora che si re sotto i suoi occhi l'eresia de' novatori,
cominciasse e innanzi ancora ch'egli di- che fu poi costretto combattere; laddo-
venisse decano del sagro collegio; come ve in Francia tanto da Francesco I che
quello che fu fervorosissimo con s, Gae- da Enrico II crasi sempre perseguitata
TRE TRE 335
l'eresia sfessa e abhorrila. Sebbene Paolo dovi tra'due ultimi cardinali diaconi Co-
IV si pacificasse col le di Spajjiia, per al- simo I duca di Firenze. Indi fece partire

tri disturbi non potè riconvocare il con- i suoi nunzi per recare la bolla a' prmci-
cilio, non risparmiando per la riforma, pi cattolici ed eretici, nel che ebbero essi

culto divino e gloria della Chiesa, il suo a provare grandi difficoltà ed avaniedal
inarrivabile zelo. Frattanto Carlo V ri- canto d'alcuni protestanti; fu poscia scrit-
nunziò all'impero neh 558, gli successe to a'patriarclii d'oriente, di Mosco via, e
il fratello Ferdinando I, e poco dopo mo- fino a'crisliani d'Eliopia, per invitarli al
li.Anche Paolo IV scese nella tomba a* concilio. Poco dopo a' 5 dicembre morì
8 agosto 5^^, e fu innalzato nella cat-
1 I il re di Francia Francesco II e gli suc-
tedra apostolica Pio Jf^' {F.) a' 26 di- cesse il fratello Carlo l X in età di i o an-
cembre. Quindi rivolse tutta la sua at- ni, essendo già la bolla accettata dal de-
lenzionea lerminareil concilio di Trento funto. Nulla ommise per rendere l'au-
si

interrotto per le accennate guerre diGer- gusta assemblea più numerosa che fosse
mania ed anche per essersi al
e d'Italia, j)Ossibile, e ad evitare dispute di prece-
suo proseguimento obbligato in concla- denza. Pio IV emanò il breve, Sicut ea^
ve con tutti gli altri cardinali. Pertanto (fuae pacem^etconcordia/n^deZ i dicem-
riprese le analoghe trattative pel ristabi bre i56o, Bull. 61, col quale sta-
cit. p.

limento del concilio a Trento, le quali non bilì il luogo d'inceJereedi sedere nel con-

incontrarono grandi difficoltà dal lato de' cdio a'prelati, per grado e secondo l'an-
principi cattolici. L'imperatore Ferdinan- zianità di \y\oinoz'nìt\e, nulla habita ra-
do I e il re di Francia Francesco II bra- tione ad ipsoru/n dignitates prinialia-
mavano però che si dovesse in qualche lesj sive verac, sive pvaetensae illae
punto dipartirsi dalle antiche forme de' fuerint. Pio IV colla bolla Circumspe-
concilii,per ravvicinarsi alcun poco all'i- cta Romani Ponlificis^ e col moto-pro-
dee de'prolestanti, cui speravano essi per prio Cam oh celehrationcni Concini^ del
questo modo di poter guadagnare più fa- 1 ."marzo 1 56 i , Ball. cit. p. 69 e 70, con-
cilmente. Ma il religiosissimo Filippo II cesse privilegi ed esenzioni a'prelati che
re di Spagna, e molti altri principi cat- fossero intervenuti al concilio, ed a' loro
tolici erano ben lungi dal consentirvi. Da famigliari. Quindi colla bolla Reginiini,
ciò vennero le difficoltà che dierono luo- tie'io marzo, Bull. cit. p. 70, deputò al
go a molteconferenze, e finalmente cat- i concilio per [presiederlo e scelse per legali
tolici con general consenso si accordaro- alatore celebri cardinali Jacopode Puy
i

no di riassumere il concilio aTrento,già o Pozzo ,lÌvco\eG oìizai^a (ìeWixcWì dìMan-


celebrato massimo e tenuto qual princi- tovd^G'n'oìiHììo iScripandOf Stanislao O-
pal rimedio a'mali universali del cristia- sio, Lodovico Simonetta, colle facoltà ne-
nesimo. La bolla d'indizione, Ad Eccle- cessarie; e poscia die loro a collega
il suo

siae regimen , de* 2 i novembre i56o , nipote cardinal Marco


Altemps. Sittico
Bull. Rom. l. 4? pa«'« 2, p- ^^ Pio IV
1 Le infermità del cardinal de Puy, che fi-
la fece pubblicare a'2C), dichiarando che nirono presto colla morte in Roma, non
tolta o^iii sospensione {q\\\.a\\{\o il voca- gli permisero di recarsi a Trento, dove

bolo odioso ad alcuni di continuazione) però essendo giunti il cardinal (ìonzaga


il concilio si riaprirebbe a Trento nella e il cardinal Seripando, prima del teui-
ventura Pasqua di Risurrezione. Il Papa po stabilito per l'apertura del concilio, si

invocò ti divino aiuto con un giubileo u- applicarono intanto a tutto regolar** co-
ni versale , e si recò a piedi scalzi in so- gli (iffiziali del Papa. I cardinali 0»io e
lenne processione da s. Pieti o alla chiesa Simonetta giunsero pure poco ilopo a
di s. Maria sopra Minerva, intcrvenen- Trento, e vi trovarono gran numero di
336 TRE TRE
vescovi, che nel riprendersi la tenuta del- no. Innanzi a'Iegati si vedeva una Croce
la sessioni giunseio al nuniero di 2, ol- i i d'argento conficcata in terra, e collocata
tre molli teologi. Ma per sopravvenute in guisa, che da tutti si potesse scorgere.
circostanze l'indizione del coucilio non eb- Sovrastavano legati i in sedie di velluto
be luogo nel 1 56 1. Essendo corsa la vo- poste nel mezzo del teatro sopra un pal-
ce, in occasione di giave malattia di Pio co poco rilevato, e presso loro avea luo-
IV, che nel concilio si sarebbe eletto il go il cardinal MadrucGi vescovodi Tren-
successore in Trento, il Papa colla bolla to. Dal lato destro in seggi più bassi eraa
Pvudenlispatris^ de'22 settembre 56 1, 1 posti, quando v'intervenivano, gli orato-
Bull. cit. p. Qo, determinò che in Roma li ecclesiastici de* principi laici, e dal si-

soltanto si potesse far l'elezione del som- nistro gli oratori loro secolari. Se acca-
mo Pontefice, e questa Aq! Cardinali so- deva che vi fossero procuratori d'eccle-
lamente. Nel declinar del i53i Pio IV siastici possessori di signoria temporale,
avea scritto a'Iegati di aprire definitiva- o del clero di qualche provincia, essendo
mente il concilio nel giorno dell'Epifania tali procuratori prelati, si conformavano
del 562, tuttavolta per nuovi motivi s'm-
1 all'ordine della prelatura senza rispetto
dugiò di 2 giorni. I della rappresentazione. Fra'prelati,i qua-
Sessione XflIdG* 8 gennaio 562 in 1 1 li stavano disposti in banchi, precedevano
Trento. Nella mattina tutti si recarono i patriarchi, appresso gli arcivescovi, in-
alla chiesa di s. Pietro, comechè ricorre- di i vescovi secondo l'antichità della digni-
va la fe.>ta di sua Cattedra, e c|uivi presi tà; continuavano gli abbati mitrati, edo-
ciascuno secondo il proprio grado i suoi po questi i generali delle famiglie religio-
paramenlijCominciossi la processione ver- se, eh' erano gli ultimi fra chi teneva la

so la cattedrale; processione che non si voce giudicativa. Dopo i generali sedeva


fece per le seguente sessioni, recandosi di- l'uditore di rota, il quale non avea voce

rellamenle al duomo. Andavano innan- se non talora consigliativa quando i le-


zi i canonici portando le ss. Reliquie, poi gati raddomandavano,ed era usato di no-
gli abbati, succedevano i vescovi, gli ar- tar le sentenze di ciascuno; il che non me-
civescovi, duca di Manto-
i patriarchi, il no era libero a qualsivoglia. Seguivano
va Guglielmo Gonzaga, veimlo allo spet- l'avvocato concistoriale, il promotor del
tacolo di quella celebrità. Dopo lui anda- qualche altro che fuori d'ordi-
concilio, e
Tano cornei più degni il cardinal Madruc- ne avesse privilegio dal Papa d' interve-?
ci con mitra di drappo bianco, ei legati nire, come l'ebbe Frayde abbate di Por-
con mitra di tela bniccala d'oro. Imme- togallo in onore e del suo re e de* suoi
dialaaiente dietro ad essi era il luogo de- meriti; e in ultimo grado stavano quei
gli oratori lai^i (se vi fossero intervenuti procuratori degli ecclesiastici, che per se
gli oratori ecclesiastici, avrebbero cam- non avessero più degno titolo del loro in-

minalo dopo pa trial chi): e poscia segui-


i tervenimento. Nella detta sessione il car-
vano generali degli ordini, l'uditore di
i dinal Gonzaga cantò la messa, che per lui
vola, l'avvocato concistoriale, il promo- fu la [.'solenne, avendo poc'anzi ricevuto

tore del concilio, i njagislrati della città in Trento l'ordine sacerdotale e l'episco-
e molli nobili. Nel duomo fu osservato pale: nelle seguenti sessioni celebrarono
l'ordine di sedere proporzionato a quello vari vescovi. Si pronunziava un sermone
della congregazione, che sul principio si latino, che ad arbitrio de' legali era im-
tenne io casa del cardinal Gonzaga i ."le- posto ad alcuno de' padri, e quel di toccò
galo, ed in appresso nel tempio di s. Ma- lì fr. Gaspare del Fosse de'minimi e ar-
lia numero de' sedili delle
Maggiore. Il civescovo di Reggio; dopo seguivano va-
congregazioui erauo 200 circa, piÙQ tne- rie pieci, iodi e quando occorreva rice^
TRE TRE 337
Teansi solennemente gli oratori cle'prìn- sopra l'unione delle Parrocchie, e delle
cipi, lulivansi le pioposle e davansi le ri- Cappellanie, sopra i^^/rror/i/ ignoran- i

spGsle,tli cereinmiie e non ili negozio. JNel- ti escandalosi. Il 7." sopra le Commende.
Ici slessa sessione, dopo il sermone, il se- L'8.** sopra i questori perla promulgazio-
gielario dal pulpito recitò la bolla di Pio ne dell' //^r////^'•e^^seo alt re gtazie spiritua-
IV convocnlrice del concilio, e quella di li della Sede, per raccogliere da'popo-
s.

deputazione de'Iegali. Nel decreto per la li l'elemosina per la fibbrica del tempio
xonlinnazionedel concilio, la cl.iusola^/o- Valicano, d'altre chiese e opere pie; dei

jwnvìitìlnis Lega tìs che y


\' èva inserta, quali si aboh il nome e l'impiego, per a-
passò malgrado l'opposizione di 4 vesco- ver essi data materia all'eresia di Lutero,
vi spagnuoli, i qoali rappresentarono che e perciò provocalo anche l'indeguazione
questa clausola essendo nuova, non dovea del Papa, ec. Nelle congregazioni l'amba-
essere ammessa , e che per l'altra parte sciatore imperiale richiese alcuni regola-
non conveniva a'concilii ecuqienrci. Ses- menti di disciplina pelclerodi (iermania.
sione Xl^^lII iXei'j febbraio i562. Fu- Que>ta proposizione volse gli animi al
rono Ielle di verse lettere del Papa, il qua- grande oggetto d'una generale riforma,ed
le lasciava al concilio la cura di stendere è perciò che fu stabilita una commissio-
il caliilogo o Iiulicc de' libri proibiti y e \\ ne. Dessa fu di parere che si cotninciasse
breve summenlovato che regolava il po- dalla prelatura ron»ana e dalla sua cor-
sto de'vescovij secondo la loro ordinazio- te, conte dall'oggetto il più importante,
ne, senza aver riguardo a'privilegi de'pri- e il pili allo a far cessare le invettive de-
niali. Indi si lece il decreto circa l'invitar gli ereticicontrol Prelati q Cardinali, i

tulli al concilio sotto la fede pubblica. Tale parere venne fortemente appoggia-
Dipoi in una delle seguenti congregazio- lo dal pi imate di Portogallo Bartolomeo
ni si accordò di nuovo ini salvocoudolto deMartiiiarcivescovodi Braga. Dipoi Pio
a' proteslanli per l'intervento al conci- IV fece mollo per la riforma di sua cu-
lio,piu ampio del '2.°, e non solamente per ria e corte, come della Peiiitenzieria^ del-
la nazione germanica, ma estensibile an- la Dateria^ della Camera apostolica^ e
che alle altre nazioni. L'i i marzo si ten- Tribunali di Roma^ ec. Ses*
degli altri
ne una congregazione, nella quale furono sione XIX (\e\^ maggio 562. Furono 1

propostila articoli di riforma da esami- lette le lettere credenziali contenenti il

nare. Il celebre Bartolomeo de Martyri- mandato e le facoltà degli ambasciatori


i)us arcivescovo di Braga parlò a questo di Francia; erano questi Lòdo- i signori
proposito con un'energia vescovile ed e- vico di Saint-Gelasio di Lansac, ArnoUlo
vangelica, Indi furono esaminali in ar- o Rinaldo du Ferrier, e Guido de Faut
ticoli. Si cominciò da quello della residen- o Faur o Fabri de Fibrac, quali secon- i

za, il quale die occasione a limghe dispu- do le loro istruzioni proposero pretensio-
te, e pel vigoroso discorso del vescovo di ni curiose e molte inammissibili. Il signo-
Granata, la maggior parte opinò, che la re di Pibrac nella congregazione de' 26
resider»?a de' vescovi fosse di gius divino. maggio fece a nome del re un discorso
Il 2.° articolo fu sopra i Titoli Clericali pungente, pieno di forza e di eccedenlo
di quelli che
ordinano, e fu deciso di
si franchezza, con esorlare padri a trava- i

non ordinar veruno senza titolo o di Be- gliare alla grande opera della rifórma, lu-
ìiejieio o di Patrimonio sulhcienle. Il 3.° tti fu fallo il decreto di proroga della ses-
se si dovesse pagar qualche cosa per la sione. Sessione XX de'4 gingno 1 562. Vi
collazione ilegll Ordini ^ e questo non lu si lessero le lettere credenziali degli am-
deciso che nella 20." sessione. Il 5." fu lu basciatori del re di Francia, e il promo-
diviVtoae delle Parrocchia ia luolie, il 6," tore del concilio rispose ul discorao del si-
338 TRE TRE
l^nore di Pihrnc, dicendo clie gli aiilfizi caso dovea ella essere inviolabilmente os-
di Satann, dichiarati nel suo ragionamen- seivata. Dopoché teologi dierono loro i i

to,non pievalerebbero mai contro il san- pareri sui 5 articoli si stesero 4 canoni ,

toconcilio} perchè Gesù Cristo che vi pre- intorno alla comunione sotto le due spe-
siedeva, e nel quale pachi mettevano la i cie. Nella stessa congregazione gli amba-
hM'o confideqyZf), ben saprebbe dehiderne sciatori di Francia esortarono con uno
tutti gli sforzi. Dipoi i francesi per atte- scritto i padri, alla concessione del cali-
nuare l'amarezza prodotta negli animi ce, senza pregiudizio al diritto che avea-
(le'padri, per le invettive contenute nel- no re di Francia di comunicarsi sotto fé
i

l'orazione, ne esibirono per gii atti altra due specie nella loro consagrazione a
|)ÌLi moderata, alFermando ch'era la stes- 7^ezm.5oaltrove;nè alla consuetudine che
Scij onde i padri per la pace e per mansue- aveano alcuni monasteri Cistercìensióeì
tudine, presero l'espediente, non senza regno,di comunicarsi a quel modo. Si ten-
qualche diversità di pareri, d'aver la co- nero poi molte altre congregazioni, nel-
sa per non fatta, e di render loro mite ri- le quali si esaminarono gli articoli della
r.
sposta, promettendo il possibile, salvo il riforma. Il "sopra il soverchio numero
bene della religione e della Chiesa, indi da' Sacerdoti. 2.° Sopra le Ordinazioni
fu letto un decreto per la proroga della gratuite. 3." Sopra il destino d'una parte
sessione. In tal modo, come nella sessio- de'fondi delle Chiese Cattedrali o^v evo
ne 19.", nulla fu deciso nella 20." Nella Collegiali, per esser impiegala in distri-
congregazione vi si proposero 5 articoli da bu/.ioni quotidiane. 4." Sopra l'erezione di
esTUìinarsi sul sagramento dell' Eticari- nuove Parrocchie, anche ad onta de'cu-
slia, rapporto alla comunione d'ambo le rati dell'antiche. 5.° Sopra le Cappelle ca^

specie. Di nuovo e ancorauna volta fu dote in rovina , che si trasporterebbero


messa in discussione la cpiestione della re- nelle chiese principali, innalzandovi una
sidenza, perchè fossedichiarata di gius di- croce nel sito dov'erano fabbricate. 6.° So-
vino. Il cardinal Gonzaga, per evitare la pra le Commende nelle quali non fiorisce
definitiva decisione, rappresentò la sua la regolare osservanza, e così monasteri e
i

sorpresa , che si volesse riparlare d' un altri benefizi di tal natura siano visitati
argomento alfatto estraneo all'attuale di •
ogni anno dall'ordinario. Perciò si fece un
sputa; che per altro egli e i suoi colleghi decreto, che questa sorta di benefizi sa-
promettevano se ne tratterebbe a suo tein • rebbero visitati ogni anno da'vescovi. Si
pò. 1 legati- aveano ricevuto ordine dal tolse l'uso e il nome di cercatori o qua*
Papa di sopire questa questione, non per- stuanti di limosiue. S'ingiunse a' vescovi
chè la santa Sede potesse riportarne di- di pubblicar l'indulgenze e grazie spiri-
scapilo, se si dichiarava la residenza di tuali, deputandosi due del capitolo a ri-
gius divino, come alcuni assicuravano; ma cevere giatuitamente le elemosine. A'i4
perchè le dispute vivis'iime, insorte nel luglio si tenne altra congregazione, nella
concilio su di questo argomento, avendo quale esaminarono 4 capitoli delia dot-
si i

dato occasione di spander la voce in tut- trina; e si mostrò a sufficienza, che pas- i

te le corti,che una simile decisione ten- si addotti a favore della comunione sot-
deva alla rovina della s. Sede apostolica to ambo le specie, non ne provavano la
e dell'autorità del Papa, non era uè one- necessilà. Sessione XXI de' 16 luglio
sta cosa , né conveniente di farne un decré- i562. Ebbe per soggetto la Comunione
to. Infatti qualche tempo prima. Pio IV sotto le due specie. Il concilio vi dichiarò,
in concistoro disse che i vescovi gli pa- chei laici, quando questi
e gli ecclesiastici,
revano ben fondati a sostenere, che la re- non consagrnno,non sono tenuti per alcnrt
sidenza fosse di gius divino, e che in ogni precetto divino di ricevere 1' Eucaristia
TU E T RE 33(j

sotto le (lue specie; ne potersi dubitare, naimcnte, che stavano per la concessione,
senza ingiuria alla feJe, che la comunio- ricordarono il consiglio di s. Paolo, che
ne sotto una sola specie non sia bastevo- si accolga chi è debole nella fede.
I pare-

le alla salute. Si lesse il decreto della ri- rifurono divisi, molti rimisero l'affare al
forma contenente 9 capitoli, secondo l'in- Papa, e altri limitarono la concessione al-
dicato nel discus'^o dalle congregazioni la sola Germania e Ungheria. Infatti Pio

precedenti. Alcuni giorni dopo qtiesta ses- IV, pressato dall'imperatore, da Alberto
sione, fu consegnata a'vescovi italiani una duca di Baviera e da Carlo arciduca d'Au-
risposta del Papa, che sulla residenza o- stria, concesse la comunione sotto le due
gnuno poteva parlarne secondo sua co- specie condizionatamente; ma poi nuig-
scienza, essendo sua volontà che il conci- danni seguendone, s. Pio V e Grego-
gioii

lio godesse pienissima libertà, ma che di- rioXIII rivocarono interamente la per-
sputassero in pace. Nel tempo stesso Pio missione. Sessione XXII t\e ij seltem-
IV scrisse a Carlo Fisconti poi cardina- brei562. Vi si pubblicò il decreto della
le, che per affari gravissimi avea spedito dottrina sopra il Sacrifizio della Mcssa^
suo nunzio a Trento, di sopire la questio- intorno le cose da osservarsi e da evitar-
ne e farla rimettere alias. Sede. IVellecon- si nella sua celebrazione Si lessero poi i

gregaziòni sopra il Sagrìjìzìo della Mc*s- canoni, che pronunziavano anatema con-
.stZy nella I.* vi si trovarono tutti i legati, tro quelli che combattono questa dottri-
gli ambasciatori dell' imperatore, del re na. Il decreto di riforma contiene i i ca-
di Francia e della repubblica di Venezia, pitoli, ne' quali si rinnovarono i canoni
I 57 prelati, intorno a 100 teologi, e qua- sopra la vita e onestà de' chierici; quali

si 200O altre persone. Tutti i teologi con- abbiansi ad ammettere alle chiese catte-
vennero, che la Messa dovea essere rico- drali; si stabilirono le norme sulle distri-
nosciuta per un sagiifizio della nuova al- buzioni quotidiane; che nelle collegiate e
leanza, nel quale Gesù Cristo è offerto sot- cattedrali non abbia voce in capitolo chi

to le specie sagramentali. In questa stessa non ha gli ordini maggiori; che le dispen-
congregazione gli ambasciatori imperiali se fuori di curia si commettano al vesco-
fecero nuove istanze perchè si accordasse vo, e che da esso si esaminino; doversi fa-
l'uso del calice, favorite d d cardinal Ma- permutedelle ultime vo-
re con cautela le
drucci e nuovamente dal vescovo di Cin- lontà; si il cap. Romana de Ap-
rinnovò
que Chiese ,
per averlo già accordato il pellationihus in Sexto; che vescovi de- i

concilio di Basilea a'l)oemi,onde fare ri- vono mandare ad esecuzione le pie dispo-
tornare gli eretici alla Chiesa e impedire sizioni di tutti, e visitino tutti i luoghi
a'cattolici di separarsi. Odio patriarca di pii;gli amministratori d'essi rendino con-
Gerusalemme opinò pel rifiuto, nel timo- to all'ordinario, quando non sia diversa-
re che si confermasse l'errore di credere mentestabilito nella fondazione; che i no-
che il Corrodi Gesù Cristo solo fosse con- tari sieno soggetti all'esame e giudi/io dei
tenuto sotto la specie del Paiu\ e il San- vescovi; e si stabilirono le pene contro gli

gue sotto quella del Fino: altri vescovi u s u r pa to r d e' Beni di Chiesa e d e' Pii IjUo -
i

appoggiarono questo parere, per altre ra- ghi. Riguardo alla ((uestione sidla Com^^-
pili fortemente parlò con-
gioni eziandio; /i/o/iP sotto le due specie,oon decretosi ri-

tro la concessione del calice Gio. Batti- misela cosa al Papa,afnnchè operi secoiido
staOsio vescovo di Rieti ^ dimostrando lasua prudenza, che fece quanto dissi. Si
pure che laChiesa non avea tratto nessun tenne una congregazione nella (piale fu-
vantaggio nell'accordarla, poiché gli ere- rono proposti gli articoli concernenti la
tici eransi resi piìi insolenti, ed il conci- jiformade'coslumi,e5>'incaricniono i teo-

lio di Coslan^d l'avca proibito. Altri ii- logi d'esaminare le materie del sagrumcu-
34o TRE TRE
lo i\e\V Ordine, e che non si ammettesse regina diFrancia,aspeltarsi vicinala mor-
alla Tonsura chi non avesse ricevuto il te del Papa vecchio (non pare, avea 63
sagra mento della Confermazione; il che anni) e mal affetto; perciò gli significas-
occupò nf)<)lte congregazioni. Io una di sejcorae e dove in questo caso pili le pia-
qncstp un buon numero di prelati doman- cesse che dovesse farsi l'elezione (1), o dai
dò, che si aggiungesse al 7." canone ris- cardinali in Pvonia o dal sinodo in Tren-
guardante l' istituzione de' Vescovi , la to; poiché accordandosi la regina col re
clausola che esprime esser ella di gius di- diSpagna, certa sarebbe la riuscita di ciò
vino. Si provò, che come il Papa è Suc- che loro fosse piti in grado. Stimar lui,
cessore di s. Pietro , cos'i i vescovi sono che per evitare ogni scissura, il miglior
successori degli altri Apostoli, che il Ve- sarebbe indugiar la creazione del nuovo
scovato è ili." de'3 ordini della Gerar- Papa alla fine del concilio, ed in esso pre-
chia ecclesiastica; che Geliti Cristo es- scrivere (!)al futuro Pontefice,
le leggi

sendo autore della gerarchia, è altresì l'au- il quale poi non avrebbe potuto non sot-
tore della giurisdizione, eh' è insepara- tomettersi alle già constituite. Goiali ri-

J)'le, In altra congregazione il cardinal provevoli macchinazioni de'ministri fran-


Carlo Guisa-Lorena^ nuovamente arri- cesi non rimasero occulte n Roma, cono-
vato al concilio, espose che il re di Francia scendosi pure le strane opinioni di essi e
domandava, che il concilio travagliasse del cardinal di Lorena, dalle quali poteva-
«Ila riforma de'costumi e della disciplina no risultare assai travagli e disturbi, poi-
ecclesiastica, e chesi cominciasse da quel- ché si preparavano a riaccender la que-
la della casa di Dio. L'ambasciatore du stione contro il Primato^ della maggio-
Ferrier egualmente fece un discorso pie- ranza fra il Concilio e il Pontefice (V.).
no di forza, sopra la necessità della rifor- Intanto variecircoslanze sospesero la con-
ma; indi co'suoi colleghi presentò a'iega- tinuazione del concilio, pe'diversi tratta-
ti 32 articoli di riforma, riguardanti ve- i ti tra Pio IV e l'imperatore intorno alla
scovi idonei, l'abolizione della pluralità lunghezza di esso, a! procedere per na-
i\ti BenefirJf e questi si conferissero a chi zioni , alla sospensione, alla libertà , alla
li fuggiva, la spiegazione dell'Evangelo comunicazione usatasi da' presidenti col
alla messa, l'abolizione i\t\W4spettative, Pa[)a, e alla ^'Mì^xcaWà proponenti i lega^
kit Regressi^ delle Rassegnazioni, delle ti. Il ritardo avvenne pure per le prati-
Commende^ la riunione de'Pnor<2f/j che che sulla traslazione del concilio in qual-
i A'W<^oi'/ nulla d'importante decidessero che città di Germania desiderala da'fran-
senza il parere del Capitolo; la continua cesi , e rifiutata dal re di Spagna e dal-
residenza de' Canonici nelle loro chiese; l'imperatore. Eletto in re de'romani Mas-
che non si ftdmi nasse la Scomunica y se similiano re di Boemia, primogenito di
non dopo 3 Blonitorii^ e solo per gravi Ferdinando I, il cardinal Madrucci vesco-
delitti; l'annua convocazione de* Sinodi vo e principe di Trento, e feudatario del-
diocesani, i provinciali ogni 3, i generali l' imperatore, ne celebrò immantinente
ogni IO. I francesi aveano flUlo di lutto pubbliche feste; ed i legali fecero altret-
perchè nella precedente sessione si atten- tanto in nome del sinodo 1' 8 dicembre
desse il cardinal di Lorena, zelanlein cer- 1 562, festa della Concezione della ss. Ver-

to modo ma strano, pi etendendo che i di- gine. Il cardinal Altemps con licenza par-
vini ulìizi in Francia si celebrassero in tì dal concilio nel declinar di gennaio
idioma francese, come nella sua chiesa di 1 563, e alcuni da lui raccomandati furo-
Pveims l'avea introdotto nell'amministra- no beneficati. Il cardinal Gonzaga, nella
zione de'sagra menti. L'ambascia toreLan- fresca età di 5^ anni, morì a' 2 marzo o
«ac, a'26 ottobre i562, avea scritto alla maggio 1 563 io Trento, avendogli soni-
TRE TRE 34r
iiìiuislralo il Vialico e l'estrema unzione zioy sui Vescovi e sugli altri ordini de»

il Lninez preposilo generale de'gesuiti.


p. sagri Ministri. Si lesse il lecrelo della ri-
Amalo tla liiUi, fu da tulli pianto,per l'in- forma, quale contiene 8 canoni, e prin-
il 1

gegno e vaste cognizioni; ed allorché vole- cipalmente: la Residenza, de' vescovi an-
va 1 ilirarsi dalla presidenza, vi si opposero corché cardinali, ed a tutti quelli che han-
lulla l'assemblea, il Papa, l'ioiperalore, i no cura d'anime, ed è raccomandata nei
principi,lacrislianilà.Cessòpuredi vivere più efilcaci modi: quantunque la residen-
inTrenlol'allro legato cardinalSeripando za non vi sia slata in termini espressa di
o 17 marzo i563, dopo avere racco-
l'H gius divino, lo spirilo della si^ra assem-
mandalo vivamente a'colleghi legali ed al blea la riguardò come tale. Si provvide
cardinal di Lorena gli allari del concilio. alla cura d'anime. Si dispose tulio quan-
11cardinal Pallavicino riferisce prima la to riguarda le sagre Ordinazioni , ed i

morte del cardiualGonzag!»,poi quella del promossi agli Or^m/ sagri, cominciando
cardinal Seripandojil quale scrisse al Papa óaWai.^ Tonsura, Si ordinò a tutti ve- i

di surrogare al defunto altro cardinal le- scovi di stabilire delle Scuole e de Semi'
galo. Mentre alcuni s'adoperavano perchè nari, per educarci giovani chierici nella
gli fossesostituiloilcardinal diLorena, Pio pielàe nella dottrina, secondo le anterio-
J Vprevenne con nominare legati il car-
li ri insinuazioni a'padri di s. Gaetano fon-
dinal Giovanni 7)/o/o/z/.già legalo del me- datore de Teatini e di s. Ignazio fonda-
desimo, e il cardinal Bernardo Wa vagi- tore de Gesuiti. A'22 settembre si tenne
rò. Poco dopo venuto al concilio il con- una congregazione generale. Tra le dispu-
ledi Luna ambasciatore di Filippo li, pre- te che si fecero nelle congregazioni, più di
precedenza sugli Ambasciatori l\\
tese la tutte esacerbò quella di diversi prelati,!
Francia Ferrier è Pibrac, in favore dei quali volevano assolutamente estendere
quali decise il Papa: il conte di Luna so- la riforma a* Sovrani. Gli ambasciatori
sletieva la possanza del suo re sovrano di di Francia vi si opposero con tulle le for-

tanti regni, e il Titolo d'onore dì Cattoli- ze, ed irritò tulli gli oratori; onde la pro-
co da cui era fregiato; francesi gli oppo- i testa fu senza effetto. L'ambasciatore Fer-
sero quello di Cristianissimo, godulo dal rier col solito suo caldo fece un discorso,
re loro, equi si questionò suU'antichilà ovvero una doglianza in termiiu vivissi-

d'ambedue. La vertenza minac-


fu grave, mi, sopra l'insuflicienza, a parer suo, de-
ciò ulteriore lentezza al progredimento gli articoli dellariforma, ch'erano pro-
del concilio, tumulto e pericolo di scisnja; posti nella medesima; e che i padri eran-
tullavolla riuscì al Papa di sedare la di- si congregati non già per la riforma del-
scordia, onde si riprese la celebrazione del la podestà temporale, ma per rislal)ilire

concilio. Sessione XXIII de i5 luglio i costumi del clero, la cui depravazione


j 563. L'assemblea. era composta di 4 car- avea partorito le sette. Ma Carlo Grassi
dinali legali, de'cardinali di Lorena e di vescovo di Monte Fiascone e poi cardi-
Trento; degli an>basciatori dell'impera- nale, rispose a tale acerbissima protesta
tore, di quelli de're di Francia, di Spa- colla stessa vivacità econ molla lode. Ses-
gna, di Portogallo, di Polonia, della re- sione XV//' dell'i I novembre 563. Vi 1

pubblica di Venezia e del duca di Savoia; si pubblicò un'esposizione della dottrina


di 208 vescovi, (le'gcnerali degli ordini, cattolica intorno al sngramento del ilfa-
di abbati e di dottori in teologia. Per trimoniOf vieppiù stabilito mdissolubile;
condannare gli errori di que'tempi, vi si in conseguenza si pronunziarono 2*2 ca-

lesse il decreto sulla vera e cattolica dot- noni con anatema sopra (juesto argouien-
trina intorno al sagrameulo deW Ordine, lo. Si lesse un decreto sopra lo slesso sa-

e si pubblicarono 8 cauuuì sul Sacerdo» graoieolo, il cui principale oggetto sono


342 TRE T RÉ
gli Sposalìzi clanclestini, e contiene io te I suoi cattivi portamenti; ma il Ferrier
capitoli. Segui Drn'tsortazionea'conliaen- pieno di mal talento parli per Venezia,
ti i! sjìgiamenlo. Si deve notare che que- ove erasi ritirato il collega Pibrac , con
sto dccielo fu accettato da'concilii pro- iscandalo dell'augusta assemblea, pel suo
vinciali in Francia, e l'ordinanza di lilois contegno oltraggioso e irreligioso; quindi
lo autorizzò, quanto alla parte più essen- sioppose alle due ultime sewsioni del con*
ziale di esso. Pelò parlamenti francesi
i cilio, ed universalineute al medesimo per-
annullarono matrimoni de'fìgli di fumi-
i chè non si accettasse in Francia. L'altro
glia fatti slriza il consenso de'padi'i, quan- ambasciatore Lansac era già partilo per
tunque ciòsia contrario al termine di que- la corte di Francia alla quale si recò il ,

sto decreto. In appresso il concilio espose cardinal di Lorena, a fine di prender co-
gì' impedimenti, non solo Uà Parenti ma ^ gnizione sulla riforuìa proposta di tulli
ancora tra certe persone per cui non pon- gli ordini della repubblica cristiana. Que-
ilo contrarlo. Di più ordinò l'osservanza sta grave contesa si calmò poi col tempo,
antica de* tempi per celebrare il mèi tri mediante da prima le dilazioni, e final-

inonio. Si pubblicò il decreto di riforma mente l'intera ommissioiie di questa pro-


pel ClerOy contenente 2 i articoli, e prin- cellosa riforma. Dopo aver Pio IV com-
clpalmenle sull'elezione de' Ctìf/TZ77;/2//,dei binato co'principi e co'padri la conclusio-
Vescovij i Concila o Sinodi provinciali ne del concilio, se ne fece decreto nella
e diocesani, la Visita pastorale, la Pie- coiigiegazione generale. Sessione XXV
«^/r^z/oAzeji'iitiluzione òtW a Prebenda del e ultima, cominciata il 3 e terminala il
4
Penitenziere delle cattedralijche le cause dicembre 563. Si lesse il decreto intorno
1

criminali contro i vescovi, se uiagi^ioi i,sie- al Purgatorio, all'invocazione e venera-

nogiuilicale dal Papa, se minori, dal con- zione à^' Santi, al cullò delle ss. Imma-
cilio provinciale; sulla visita delle chiese gini , a quello delle ss. Reliquie. Indi sì

secolari di ninna diocesi; sui piomoven- lesse il decreto di riforma generale e pre-
di alle dignità e canonicati dcllecatledru- scrizioni soprai Religiosi e'ì 3Ionastcri,e
li, e loro condotta; sulle parrocchie, sul- la Clausura delle Monache e Religiose,
l'aumento delle prebende nelle collegia- l'elezione c\e Superiori ,
Professione la

le e cattedrali; qual debito incomba al religiosa. Il decreto della riforma gene-


capitolo in sede vacante; sulla collazione rale riguardante Cardinali, Vescovi e
i

de'beiiefizi, sui vicari parrocchiali; sulla Prelati delle chiese, prescrive mensa e
maniera di trattare le cause nel foro ec- suppellettile moderala; che non ingrandi-
clesiastico, ec. Insistevano fi attanto 1 lu- scano co'beni di chiesa loro Parenti o i

terani, nel voler che il concilio si celebras- Famigliari .Qom^ i vescovi devono soste-
se in Germania, che il Papa non vi pre- nere la loro dignità colla gravità de'co-
siedesse, e che i ministri protestanti aves- stumi, e come devono portarsi co'sovra-
sero in esso il volo deci^ivo. Queste rin- ni e co'baroni. moderare la Sco-
Sopra il

novale ingiuste richieste , che potevano munica, da adoperarsi con discrezione.


aver funeste conseguenze, unite al timor Si tolsero gli accessi e Regressi QhtuQ^i'
che avea Pio IV che calvinisti o Vgo- i zi, e come doversi concedere il Coadiu-

;20i?;/di Fi ancia potessero far lo stesso, che tore. Su^W amministratori degli spedali e
aveano fatto i luterani in Germania , lo loro doveri. Si ordinò l'utilissima istituzio-
spinsero vieppiù a sollecitare il termine ne degli Archivi'Mx ciascuna chiesa perri-
del concilio, nel tempo che la Chiesa era porvi lescrillure pubbliche,massime nelle
in pace. Sollecitando i presidenti alla con- chiese parrocchiali per serbare la memo-
clusione, gli ammoni a trattare umana* ria degli atti di nascita, de'matrimoni e di

mente l'ambascialore Ferrier, nuu oslau- morie di lutti i cristiani. Sul diritto del
'1 R E T R E 343
Piidroììato. Sulle Decime e il tlii ilto de' se giudicherà necessario, od in qualsiio-
J-itnciitlioScpoifiuaj(>u\\a fjiiale il con- g!ia più opportuna maniera, si provveda
cilio pieseauciiealliepiuwidenze. Sopra alla necessità dille provincie per la glo-
li) protezione che i principi souo esorta- ria di Dio e per la tranquillità della Chie-
li d'nccordare agli ecclesiasliii, nelle co- sa. Del resto il concilio rimise al Papa

se di diritto ecclesiastico. Ma la Francia le materie non discusse, lo trattò sempre

non volle n)ai ricevere questo decieto, (jual supremosuperiore, ne venerò la pie

perchè il concilio vuole che tutte le costi- na autorità rispettò illesi suoi diritti;
, i

tuzioni pontifìcie a favore degli ecclesia- ed il J^apa non tolse n)ai la libertà "al con-
stici sieno eseguile i il che si ritenne in cilio, come sempre a\ea praticato cog'i al-

J'rancia troppo generale, essendovi mol- lri concilii. Dopo questa lettura, si reci-
te dtcretali, che non furono inai rice- tarono di nuovo lutti i capitoli e canoni,
vute nel regno. Sopra 1'
«so riprovato formali sotto Paolo 1!!, Giulio III e Pio
de' funesti Duelli, clic proibì con pena IV, che furono nuovamente approvali dai
di scon)unica, con privazione a' aiorli padri, senza che le interruzioni del con-
dell' ecclesiastica sepoltura. Delle pene cilio ne offendessero o pregiudicassero la
contro i Chierici, che non osservanti il Ce- sua unità. Terminato il gran concilio con
libato fossero concubinari. Sopra le In- sì felice successo, i padri deL quale par-
dulgenze e le Feste. Sopra la scelta dei lando di esso sempre lo chiamano San-
cibi, e sopra i Digiiim\ ec. Sidl'esalta os- età Sjnodus, ad onta de* tanti e gravi
servanza de'canoni, e se debba dispensar- impedimenti insorti in diversi teaipi, il

si, lo si faccia validuiiiente, maturamen- segietario che avea fallo le letture, ven-
te e gratuitamente. Che in tutto resti sai* ne in mezzo alla veneranda assemblea e
tra l'autorità della s. Sede apostolica. In dimandò a'padri, se volevano che si ter-

fine della sessione i padri raccouìfindaro- minasse interamente il concilio, e che i

noal Papa la revisione e riforn)a del iJ/ey* domandassero in nome loro al Pa-
legali
saleeW Breviario, e di comporre un Ca- pa Pio IV la conferma di lutti decre- i

techismo ; mentre a' vescovi aveano in- ti. Tulli lietamente risposero, che lo vo-

giunto l'erezione delle ccngregazioni del- levano, colla ^(\ìo\a piace, toltine 3 so-
la Dottrina cristiana. Per ultimo il sa- li, chedissero di non chiedere questa con-
grosonto concilio ammonì tutti i principi ferma, anzi uno solo cioè l'arcivescovo di
nel Signore, a prestare lalmenle la loro Granala, il quale rispose: ^mre che si fi-
assistenza, che non permellino che quel- nisca il concilio^ ma non chieggo la con-
le cose, le quali sono state dal iDedesin^o fermazione. Il che disse forse, stimando
decretate, vengano guastale o violate da- che il concilio fosse confermato quanto
gli eretici; n)a da questi e da tutti sieno bastava con l'autorità de' /^r'gvzYz manda-
divotamente ricevute e fedelmente osser- tivi dal Papa. L'equivoco degli .-Jtli del
vale. Cile se qualche diflìcollà nasca nel concilio, stampati in Anversa nel i564i
riceverle, ed alcune cose occorrano,le qua- che dicono aver dichiarato 3 padri noti i

h (ciò che non crede) ricerchino dichia- occorrere la conferma, derivò perchè 3
razione o definizione, oltre gli allri rime- vescovi spaglinoli dissero in opposizione
di in questo concilio istituiti, confida il dell'arcivescovo : chieggo la conferma-
«auto concilio, che il sommo Pontefice zione come necessaria
j' mentre lutti gli

procurerà cheo richiamali da quelle pro- altri aveano semplicemente risposto, ^^Ai-
vincie donde la diflicoltà sarà nata, quel- ce. Gli atti delConcilio o Sinodo lùu-
li i quali riconoscala adattati a trattare menicOy dice il dotto Zaccaria, acciò ab-
utilmente il medesimo negozio, o anche biano la sua forza nella chiesa eatlolicn,
colla relrbrazione d'un concilio generale, devono essere confa uniti dal sommo Pou*
344 TKE TRE
consenso e autori là de-
lefice, col di Cui sacerdote, ìa inviolata Madre di Dio, e
ve essere intimato, e ne riporta le prove, tutti i santi; e si dissero Anatema agli e-
dande fu l'allegrezza e la tenerezza di reliei. In ultimo i presidenti, vietato a cia-
ciascuno dell'augusta assemblea, che su- scuno sotto pena di scomunica il partirsi
però di gran lunga l'espettazione, lutti i innanzi d' aver sottoscritto o approvato
volti essendosi bagnati di lagrime, inclu- per istroraenlo pubblico l' intero tenore
sivamentea quelli die aveano mostrato del concilio; il promotore richiese tutti i

innanzi qualche ruggine. Considerava- notali presenti che si rogassero di quel-


tto finita dopo 1 8 anni un'opera spinosa l'atto. Il cardinal Moróni i. "legato intuo-
per tanti travagli, ardua per tante diffi- nò il cantico Te Deum, finito il quale, ri-
coltà, ricca di tanto frutto. S'accrebbe il voltosi a'padrijdiè la l)eiiedizione, e dis-
comun giubilo pevìe Laudi di festive Ac- se: Andate in pace. 1 decreti del conci-
clamazioni. Elle furono composte dall'e* lio raccolti insieme e autenticati dai segre-
loqtientecardinal di Lorena a foggia degli tario del concilio, il celebre Angelo Mas-

antichi concìlii, ed intonate dalla sua vo- sarelli di s. Severino vescovo di Telese e
ce alta come dalla pi ima di quel senato, da'nolari, ricevettero le suscrizioni secon-
al quale rispondeva il coro di lutti i pa- do il comandamento; e furono i nomi dei
dri. In esse fu pregalo Dio di concedere 55, cioè 4 legati cardinali
soscrittoii 2 i

felicità a Pio IV, nominatosi dallo stes- Moroni, Simonella, Na vagero, Osio; car- i

so cardinal di Lorena, Pontefice della dinali di Lorena e di Trento; 3 patriar-


Santa e Universale Chiesa^ che come chi, 25 arcivescovi,! 68 vescovi, 89 pro-^
tale fu sempre riconosciuto da' cattolici, curatori d'assenli con mandato legittimo;
sebl)ene da lui eda'francesi gli era stala y abbati, uno di Chiàravalle, 4^assine-
conlesa. Indi jR^'^i/ze all'anime di Paolo si,unodi Cluny, uno di villa Dertranda
]n, Giulio IH , di Carlo V e degli altri nella provincia di Tarragona; 7 genera-
re defunti che Taveano aiutalo. Furono li delle religionide'predicalori, minori os-
augurati molli anni al serenissimo impe- servanti, minori conventuali, agostiniani
ratore Ferdinando 1, sempre augusto, or- romitani^ serviti^carinelitani, e de'gesui-
todosso e pacifico; e agli altri re, repub- ti. Con istiumenli separali sottoscrissero
bliche e principi, i quali conservavano la gli ambasciatori, traiuie gli assenti fran-
retta fede, mentovandoli solo in genere cesi dimoranti a Venezia sotto prelesto di
per ischifare le mal avventurose gare del malconlento.Lo spagnuolo conte di Luna
I ."luogo. Furono rese grazie a Dio, e chie- la volle fare condizionata, colla clausola:
ste dalla sua mano a'presidenti, a'cardi- riserhato l'assenso del re cattolico. Lo
iiali, agli Appresso di ciò
ambasciatori. sottoscrissero in 4 s«pa>'n ti atti autenlicijia
si fece preghiere a Dio, che a' santissimi segno di accettazione del concilio per par-
ì?escovi banditori della verità donasse lun- te de' principi che rappresentavano, an-
ga vita, felice ritorno, e perpetua memo- che per evitare dispule di preminenza. Il
ria. A tutte queste laudi di acclamazioni I. ^registro contenne l'accettazione di tut-

gli ambasciatori, i legali, i cardinali, i ve- ti gli oratori ecclesiastici, cioè degl'impe-

scovi, tulli risposero:


Così sia; ovvero, riali e comedi rappresentanti l'imperato-
grandi ringraziamenti o lunghi anni.Lo re, e come di rappresentanti ree princi-
stesso cardinale die fine con un applauso pe ereditario; del polacco, del savoiardo,
a'decreli del concilio e dicendo; Quesi' e del fiorentino e del gerosolimitano; tra i

la Fede de' Padri e degli Jpostoli; que- quali convenne porre un laico collega del-
stue la Fede degli Ortodossi, Tutti pro- l'arcivescovo diPraga e oratore imperiale.
fessarono la fede, e l'osservanza de'decre- In altro fu scritta l'accettazione di Gioac-
ti tridentini. Invocarono Crislo supremo chino abbate di Vaud, come d'oratore di
TRE TUE 345
lullo il clero svizzero. Nel 3.° fu stipula- roni e Simonetta, poiché Na* i cardinali
ta l'acceltazione tìeil* aiiibascialoie por- vagero e Osio aveano fatto calde istanze
toghese e del veneziano. Nel 4-'' reijistros- per restituirai alle loro chiese, preferen-
si l'appiovamento tiell'oralore tle'canlo- dolo al rientrare nel Vaticano con assai
ui svizzeri catlolici. E tulli promisero a maggior merito e gloria degli antichi
nome de'ioro signori. Quanto a Meldiio- trionfatori nel Campidoglio. Pio IV a'3o
re Lussi ambasciatore de'7 cantoiìi cat- dicembre 563 con nuova congregazione
I

tolici, il quale poi ebbe ancora uiaiitlato concistoriale rese grazie a Dio perchè il
dal cantone di Claris misto di cattolici ed concilio di Trento già essendo somma
eretici, prevalendo in esso i primi, debbo mente celebre, avea sortito un fineemi-
notare.Che fu accolto fuori della città qua- jienlemente felice e desiderevole. Lodò
si da 60 prelati, e ricevè ospizio a spese l'imperatore e i principi per avervi con-
del Papa come si costumava dalla sua
, tribuito, altamente encomiando cardi- i

nazione Svizzera, qualora da essa parti- nali legatied padri; grandi lodi proferì
i

ìfano ministri per aifari ecclesiastici. Sic- a'cardinali Moroni e Simonetta, dichia-
ché in tutto il tempo di sua dimora in rando che nulla senza di loro si facesse
Trento ricevè mensilmente la provvisio- in quanto riguardava decreti del conci-
i

ne di 200 scudi; e parimenti secondo l'u- lio, e secondo il disposto di essi die san-

so svizzero, quantunque egli sapesse l'ita- tissime disposizioni. Quindi colla bolla
liano, parlava per interprete. Benedictus Deus^ de*26 gennaio i564,
Altro più non rimanea per porre l'ulti- Bull, Rom. t. 4, par. 2, p. 168, sottoscrit-
ma mano a questa grand'opera,che la con- to da Pio IV e da 26 cardinali presenti
feruìadelPapa.Un indicibile conforto recò in Roma, fra'quali il suo nipote s. Car*
alla convalescenza di Pio IV l'annunzio lo BorromeOfMovom e Simonetta, il Pa-
della conclusione;e non avendo ancor for- pa solennemente approvò e confermò de- i

te di tener concistoro, radunò a' 2 dicem- 1 creti del concilio ecumenico di Trento, e
bre una congregazione concistoriale, ove ne ordinò la rigorosa osservanza ed ese-
rese informato il sagro collegio del buon cuzione, vietando e annullando qualuu-
successo, e debberò che a* 1 5 se ne ren- quearbilrario commento o interpretazio-
dessero grazie a Dio, con far solenni pro- ne sopra il medesimo. Quindi il Papa fa
cessioni dalla basilica di s. Pietro fino al- sollecito a spedir la bolla a tutti i princi'
la chiesa di s. Maria sopra Minerva, ar- pi cattolici, procurandone da per tutto
ricchite d'auìpia indulgenza. In questo l'accettazione, anche a mezzo di nunzi ap-
mezzo eransi partiti di Trento i congie- positamente spedili. Dipoi colla bolla In
gati e i presidenti, i quali aveano distri- Prìncipis Apostolorum Sede^ÙQ 7 feb- 1

buiti 10,000 scudi d'oro agli uflìciali e braio 564, Bull, cit., p. 2 4, revocò qua-
1 1

a'vescovi poveri pel ritorno, e significate lunque indulto e privilegio concesso a


a vari vescovi, si oltramontani come ita- chiunqiie, z/i/iw quae Concìlio Triden-
liani, diverse grazie loro concesse dal Pa- tino adversantur. Avendo padri ante- i

pa, secondo le precedenti petizioni di es- riormente supplicato Pio IV di provve-


*i; e specialmente a'tcologi, a'prelati,e al- dere air inter[)retazìone e schiariuiento
l'oratore poi'loghese aveano esposto cor- de'dubbi che potessero nascere sopra al-
dialissimi ringraziamenti e larghissime of- cun decreto del concilio, nella bolla di ap-
ferte del Papa in ricompensa del gran ze- provazione ordinò che si dovesse perciò
lo sempre da loro esercitato in sostegno s. Sede; e poi con altra boi*
ricorrere alla
della s. Sede, anzi coM'andDasciatore Pio Congrc}^nzione cardinalizia
la istituì la
IV volle farlo con un breve. Poco sla«\te del Concilio (^'.)j facendone prefetto il
giunsero in Roma i legali cardiuul» Mo- cardinal Moroni, alla quale <liè l'iucari-

VOL. LXXiX. 23
346 TRE T il E
t;o (li vegliore sull'esecuzione esalta de» tìie sapere, però avendoli celebrati a'Io-
tiecreli del concilio Tridentino e di rife- ro luoghi. Il cardinal di Lorena condusse
rire dubbi al soiunio Pontefice, il fjua-
i con se a Trento 1 4 vescovi, 3 abbati, 18
le soltanto dovea spiegarli; avendo nota- teologi, e tra' quali si noverarono Qiolti
to nel citato articolo, che il cospicuo pre- di sommo merito, come Beaucaire vesco-
lato segretario della niedesima,suole pub- vo di Metz, Eustachio di Bellay vescovo
blicare colle stampe il Thesaurus Reso- di Parigi, PietroDanes vescovo di La-
lutìonums. Congregalionis Concìlii, che vaur,Nicolò Maillard decano della facoltà
scrive in nome del Papa per autorizzazio- teologica di Parigi, Si montìVigor,Claudio
ne Gregorio XIV. Ed il suo predeces-
di d'Espence, Claudio di Saintes. Meritano
sore Sisto Vj con bolla avea conferito al- d'esseie nominati tra' vescovi spaguuoli,
la stessa congregazione Tautorilà d'inter- quasi tutti abili teologi, Cuvarruvias ve-
pretare quelle cose soltanto del concilio scovo di Città Piodrigo, Guerrero arci-
di Trento, appartenenti alla riforma dei vescovo di Granata, Ayala vescovo di Se-
costumi, non quelle riguardanti il dogma. govia, Antonio Agostino vescovo di Le-
Di pili Sisto V obbligò i vescovi e lutti rida poi arcivescovo di Tarragona: si può
gli altri ordinari, di sottoporre alla cen- dire a un dipresso la stessa cosa de' vescovi
sura della s. Sede decreti de'loro Sinodi
ì portoghesi, tra'quali valga per tutti a nuo-
provinciali e diocesani. 11 Papa inoltre, vamente ricordare l'arcivescovo di Braga
non soloapprova Sinodi óeW occidente,
i deMartirijSÌ perla sua dottrina che per le
ma anche dell'oriente e di tutte le altre sue virtù. Tra'teologi della penisola e de*
parti del mondo. Colla bolla Sicutad sa- due regni, almeno farò onorevole memo-
croruni Conciliorum^ de 1 8 luglio 1 564» ria di Francesco de Torres, Giovanni Vil-
^«//.cit. p. 178, Pio IV dichiarò che tut- letta, Pietro Solo domenicano, Gaspare
ti i decreti del Tridentino, appartenenti Cardillo, Pietro Fontidonio, Alfonso Sal-
alla riforma e al diritto positivo, aveano merone gesuita, come de Torres teologo
cominciato ad obbligare alla loro osser- del Papa, e il i. "crasi trovato alle 3 aper •

vanza fino dali.°del precedente maggio. ture del concilio ; per non dire d' altri
Per ricompensare poi que'soggetli, ch'e- rammenterò Diego Pay va^PrancescoFor-
rano stati benemeriti delIaChiesa nel con- rero, Melchiorre Cornelio. Altri vescovi
cilio di come riferisce il Novaes,
Trento, e teologi erano venuti a Trento da altri
Pio IV a' 12 marzo 565 creò cardinali: 1 regni e paesi dipendenti da'dominii spa-
Bozzuti, Colonna, Galli, Pisani, San- gnuoli, cioè dalla Sicilia, da Napoli, dalla
tacroce, Delfino, Boba, Boncompagni Sardegna e da' Paesi Bassi. Condussero
poi Gregorio XIII, Sforza, Pasqua dei a Trento dotti teologi Francesco Richar-
Negri, Visconti, Castiglioni , Ferreri, dot vescovo d'Arras, Antonio Havet ve-
Crecquyfirivelli,Coìnjnendone,Loniel- scovo di Namur e Martino Rithow ve-
lifd. Orsini, Alciatì, SirletOy Paleotti, scovo d'Ypri, fra 'quali Giovanni Hessels
Crasso. Tutti i legati del concilio di Tren- dottore, e Cornelio Gianseuio poii.** ve-
to erano stali il flore del sagro collegio,scel- scovo di Gand, di verso da Giansenio d'in-
ti tra'più celebri teologi o sommi canoni- felice fama come autore del Giansenismo
sti, abili nelle controversie, profondi nella {V.). I vescovi italiani, chiari nella teo-
conoscenza delle s. Scritture, accoppian- logia positiva e nel diritto, furono molti,
do a sodo giudizio singolare perspicacia, tra' qualiSebastiano Vanzio vescovo di
eminenti per prudenza e felice esperien- Rimini,Giambaltista Osio vescovodi Rie-
za negli affari. Troppo lungo sarei, se do- ti, Commendoue vescovo di Zante, Cam-
vessi nominare i vescovi e i teologi che peggi vescovo di Fellre. Tra gli uffiziali

lispleoderouo Del concilio per la loro vir- del Papa, Giambattista Castelli^ Scipione
T R E T R E 347
Lancello!li,ErcoIeSeveroli,UgoBoncòra- venne sì violento, che nella sua storia si

pagui, Gabriele Paleolli. I generali degli abbandonò alle satire più amare e alle ca»
ordini che aveano voce deliberativa nel lunnie più atroci. Egli vi dipinse i Papi,
concilio, erano anch'essi assai versati nella i vescovi e la Chiesa stessa sotto i colori
teologia eneldirilto positivo. Pochi vesco- più odiosi. Dalle disposizioni dell'autore
\\ ledesciii inleivennero al concilio,e mol- sideve giudicare dell'opera. Le Coura-
ti mandarono de'teologi colie loro procu- yer suo traduttore e annotatore, diced'es*
re, ed i padri tennero per buone le loro servisiadoperato colla stessa mente, che
scuse, avendo essi rappresentato, che non aveail Sarpi o Soave, e a dir il vero man-
stimavano bene d'allontanarsi dalle loro tenne assai bene la sua triste parola; anzi
diocesi a cagione delle sedizioni e tumulti aggiunse nuovi errori a quelli di fr. Paolo,
incessanti, eccitati dagli eretici, e perchè ne commentò l'opera, ne spiegò le salire
iion potevano lasciar in abbandono il loro e le calunnie, ch'erano nell'originale ma-
gregge,in una circostanza in cui tutto eraa scheratecon tutta l'arte possibile.Gli scrit-
temersi dagli audaci e ostinati nemici della tori che combatterono Le Courayer so-
Chiesa. Trovaronsi al concilio 6 vescovi no il p. Hardouin gesuita, il
tra gli altri
due diPolonia,dued'Ungheria,uno
greci, p. Le Quien donaenicano, ambedue som-
di Doemia, uno di Croazia, tre d'Irlan- mi, l'irlandese Frennel, il prete Pelletier;
da, uno d' Inghilterra e tre dell' Illiria. oltre l'editto del cardinal Noailles arci-
Questi prelati venivano riguardati da'lo- vescovo di Parigi, portante la condanna
lo colleglli assenti come rappresentanti di sue opere, ed una istruzione pastora-
di quelli che non aveano potuto assiste- le con una lettera pastorale dello stes-
re al concilio, e lutti insieme riceverono so cardinale sullo stesso oggetto. Di que-
con venerazione le decisioni dottrinali di sto sagrosanto concilio ecumenico cele-
questa augusta e veneranda assemblea. brato a nomedi tutta la cristianitàche so-
Fr. Paolo Sarpi dunque, e Pier Fran- spiravala pace della Chiesa cattolica dalhi

cesco Le Courayer canonico Gene-di s. provvidenza deslinata ad esser mai sem-


veiia e poi dottore d' Oxford, sono fana- pre in tempesta, ma se/npre ferma e infal-
tici calunniatori allorché dicono che i pa- libile e quindi trionfante, secondo la pro-
dri e teologi del concilio di Trento non messa del suo di vin fondatore, ecco quanto
erano altro che scolastici. Le Courayer ne scrisse il trentinosacerdote Pinamonti,
pubblicò una nuova traduzione in fran- pregando egli protestanti a ponderare
i

cese della falsa Storia del concilio dì ben benelesueparole, che dichiarò paro-
Trento, del malvagio fr. Paolo, e poi una le d'amore e di verità. « I vescovi e teo- i

Difcsaó'i quella traduzione contro legiu- logi consultori che composero il conci-

ste censure che di essa si erano fatte. Fr. lio di Trento si occuparono di due cose.

Paolo Sarpi visse a' tempi delle contro- L'(nia fu esaminare ed indi esporre chia-
versie nate tra la repubblica di Venezia ra uìcnle la dottrini» generale della cri-
e Paolo V, ed attizzò quanto potè il fuo- stiana antichità, salendo fino a'tempi a-
co della discordia. Posposto due volle da postolici, intornoa'punti che i seguaci di
CleraenleVllIa'vescovatidiMellipotamo Lutero, Cai vino, Zuinglio, mettevano ec.

e di Nona, a cui l'avea proposto il senato allora in ilubbio onegiivauo. Ad uomini


a sua istanza, le ripidse furono assai sen* dolli,((uali eiano ipiùdc'prelali o dottori,
sibili al suo orgoglio; questi rifiuti mo- non riuscì l'esame e la decisione dillicile ;

tivali dalle sue intrinsichezze cogli ere- imperocché, ed aveaiw) alle mani la Scrit-
tici calvinisti , co' quali teneva in molti tura .sai^ra, le decisioni de' Coz/c/V/V ante-

punti, colmarono di veleno il suo cuore, riori, l'opere de'ss. /^fr//7, ossia Scrittori
e quuidi il suo a^lio contro lu s. 5cde di- dc'priuii secoli; nonché quelle do' Jtfo/o'
348 TRE THE
gì posteriori i più accreditali: ed esseri molte innovazioni, per le quali costumi i

fio eglino venuti ila tutte le regioni cri- del clero e del popolo si corressero e mi-
stiane non già prima infelle di eresia o gliorarono di molto.Che importa mai che
di scisma, conoscevano troppo bene qtial molli de'prelati fossero molli, avari, am-
fosse la credenza antica delle chiese par- biziosi? Eglino, col fare i decreti di rifor-
ticolari che per l'unità della fede forma- ma,che ptw dovettero dannarono se fare,
vano il gran corpo della cristiana chiesa. slessi, e la Chiesa tutta
danna ancor og-
L'altra loro cura si fu prender notizia de' gi ed essi e loro simili. Per chi ha sano
i

molli egravi disordini introdottisi nel cle- intendimento è questa prova novella che
ro e nel popolo cristiano, ed apprestar- Quegli il quale disse agli Apostoli e a'ioro
vi con saggi decreti di riforma e pronto successori: isg^o vobisciim sum usane ad
ed eflìcace riparo e riroedio. Perchè bi- coiisummationem saeeuli, obbliga, onni-
sognava venire in chiaro di molte verità, potejìle qual è, ad insegnare la verità e
e perciò movevansi o proponevansi de* a volere buon costume il corpo unito
il

dubbi, e perchè in punto di disciplina da- de' vescovi, anche quando molti di loro
gli uni volevasi una cosa e dagli altri vn amasio poco l'uno e meno l'altro." Arro-
altra, ci furono questioni e lunghi dibat- gè quanto leggo in un altro scrittore.^ Si
timenti, quali non mancarono nemme- suole obbiettare che re e molti vescovii

no al concilio tenutosi in Gerusalemme non erano mossi da mire puree sincere,


dagli Apostoli ed Anziani (noterò, le di- e che vi furono sovente degl'intrighi nel
spule cheinsorsero tra're ed i vescovi pro- concilio ; che quindi non si può asserire
vano la libertà del concilio che vi re- essere stato sempre retto dalle ispirazioni
gnò sempre; e Pio IV dice nella bolla di dello Spirilo santo. Noi convegniamo che
conferma, ch'egli avea permesso all'as- le passioni esercitino quasi ovunque il loro
semblea la discussione de'punti di disci- impero, e che l'ambizione, la gelosia, ed
plina specialmente riservali alla s. Sede). altri fini colali ponuo cacciarsi fino dentro
Finalmente si venne al: Fisum est Spi- al santuario, coprendosi sotto finto sem-
ritili Sanato etnohisj pubblicandosi ca- i biante; ma r obbiezione che qui si vuol
noni e decreti ben ponderali dalla sagra muovere al concilio Tridentino può avei*
assemblea. Tutta la Chiesa cattolica ri- luogo eziandio rispeltoa'primiconciliige-
conobbe, non senza esame da parte sua, nera li; e non pertanto protestanti li rice-
i

infìno ad oggi,dimqiie pel lungo corso di vono quanlunqtie paia che in essi sieno sta*
circa 3 secoli, essere conforme agli anti- le assai più di cpieste viste particolari, che

lichi insegnamenti degli Apostoli e de' non furono a Trento in alcuni vescovi. Del
santi e dotti loro successori, e all'univer- rimanente abl)iamo osservalo, e questo è
sal credenza de' fedeli, la dottrina dog- un fatto evidente, che il concilio di Tren*
malica e morale esposta da'Padii del lo fu un' assemblea di prelati e di teolo-
concilio Tridentino; tutta la Chiesa ac- gi celebri sì per la loro pietà come pel
cettò ed eseguì, con poche locali eccezio- loro sapere. Si suppongano pure quanto
ni suggerite dalla prudenza , salutari i si vuole delle passioni degli uomini, e che
decreti di riforma. Nel dogana e nella queste abbiano anco operato; ma nulla
raornle non si cangiò od innovò nulla , se ne potrà per questo concludere con-
perchè gli uomini non possono a quello tro i cattolici. Imperciocché in virtù del-
che Dio rivelò o aggiungere o levar sil- le promesse di Gesù Cristo, e della pro-
labo;anzi i canoni tutti, s\ in questo con- lezione speciale ch'egli accorda alla sua
cilio come negli altri , in ogni tempo si Chiesa, i pastori insegneranno setnpre la
fecero per dannare i novatori: nella di- verità di snlufe, e la vera fede durerà fer-
fcipliim sgoosi fatti ojolti cangia oienli e ma sino alla fiue de'secoli, senza che vi
TR E TRE 349
sin mestieri ricorrere assolutamente alla ficai- roi'O, questa sorle di lotte non servì
Ili villa ispirazione". Il Bercaslel, Storia che a dare alla verità tutto il suo splen-
del cristianesimo, t. 2r, n.° 2(S3, cele- dore e la sua consistenza. L'esempio da-
bianilo in un quadro l'eccellenza e l'in- to da Pio IV nell'accettare i decreti del
tlicibile utilità di questo venerabile con- concilio, e farlo promulgare per tutto lo
cilio, dice: j>Fu composto, singolariuen. StatoPontificìo^ fu seguito in molli stali e
le negli ultimi due anni, di personaggi di regni. Essi furono solennemente accettati
tulli i popoli e di tutte le nazioni, in cui peli.°dal senato della repubblica di Ve-
la velila cattolica è conosciuta, vescovi, nezia, e falli pubblicare nella messa can-
dottori, regolari e secolari, e perfino am- tata della patriarcale basilica di s. Marco,
basciatori, i più eminenti in sapienza e con ordine a tutti i pastori de' suoi do-
ili dottrina, in profondità e in sagacitàdi minii di osservarli e di farli esattamente
genio, in capacità per gli all'ari, in pro- osservare. Per questa mirabile pi^ontez-
bità, in religione, in tenera pietà e in co- za e zelo esemplare il Papa ricolmò di lo-
stumi innocenli.il capo che reggeva mem- di i veneziani con magnifica bolla, e a'
bri così degni era Pio IV, o piuttosto s. IO giugno 1 564 donò pel loro ambascia-
Carlo Borromeo (da Roma e qual Segre- tore in Roma Palazzo apostolico di il

tario di stato, e cardinale arcivescovo di s. Marco {T\), e nella sala regia di quel-
Milano),di cui fa l'elogio il solo nome,e dal lo Valicano pose una lapide in onore del-
quale ilPapa suo zio, estimatore del meri- la repubblica, per l'eroica difesa presa di
to, prendeva tanto meglio le impressioni, Alessandro JII: la repubblica noljilmen-
quanto che l'umile cardinale, dopo la ri- le corrispose alle pontificie grazie,con as-
cerca del bene, null'altro avea maggior- segnare a Venezia pel Nunzio(F^\\ mae-
mente a cuore che di fuggir la gloria, e di stoso palazzo Grilli. Tra're il i.^che ac-
farla riverberare sul capo nel cui nonie e- cettò il concilio senza alcuna limitazio-
gli agiva (sì in Roma nel presiedere i con- ne fu giovane Sebastiano re di Po/*-
il

sulti e le congregazioni, che nel carteggio ?og-rtr//o. Ricevuta ch'egli ebbe la bolla di

co'cardinali legali al concilio). Quanto al conferma, ne fece ringraziare Pio IV, si

numero slesso de'padri, questo fu tale a rallegrò secolui della felice riuscita delle
Trento, che avuto riguardo alloslato pre- sue fatiche, promise di sostenere con tut-
sente del mondo cristiano, alla estensio- te le forze, così l'aulorilà della Sede apo-
ne delle diocesi, alla riduzione dell'anti- stolica, come la dignità del concilio, e pro-
ca moltitudine de'vescovi, e alle diflìcol- testò che nulla stavagli maggiormente a
tàche incontrano sotto governi moder- i cuore, che di farne osservare le decisioni
ni, in occasione della convocazione e del- dogmatiche e i regolamenti di discipli-
la celebrazione de'concilii, questo passe- na da tutti i suoi sudditi portoghesi, in-
rà senza contraddizione pel più numero- diani e africani, con una inviolabile fe-
so che sia stato possibile di congregare. deltà. Indi lo ricevè la dieta del regno di
Tulle le piaghe dellaChiesa vi furono sco- Polonia, per opera del celebre nunzio
perte e scandagliale, estralla con ferma Commendone, che trionfò di lutti gli q.
mano la corruzione, ed applicali i più at- stacoli, prodotti da' torbidi che agitava-
tivi rimedi, senza riguardo alle strida de- no il regno, dal debole governo di Sigi-
gl'iiifermi, a*sislemi delle scuole, a' pre- smondo li, dalla deplorabile condizione
giudizi delle nazioni, all'urto delle opi- in cui trova vasi quella chiesa per opera de'
nioni e degl'interessi, talvolta così violen- Socinìani e altri eretici, ed essendo il pri-
to, che la ricerca slessa del maggior be- inaleaicivescovodi Gnesna in corrispon-
ne cagionò e perUubazioni e scandali. Ma denza co' protestanti per sottrarsi dalU
siccoiDe il crogiuolo non può che puri- dipendenza della s. ^ede e farsi dichiu-
VOL. LXXIX. 23*
3jo T K e T II E
rare capo della chiesa di Polonia. IVI3 B^i- lerina de Medici ne impedì la pubblica-
lippo 11 dopo alcuni indugi ecavillazio- zione legale, col prelesto che vi erano con-
ni, ad onla del suo zelo religioso, forse dannale le commende, e molli altri usi
offeso perchè erasi terminato contro le dalla disciplina stabiliti nel regno. Il prin-
sue intenzioni, Io pubblico ne' suoi re- cipio delle difficoltà era la prolesta che
gni di Spagna^ de' Paesi Bassi, di ^SY- gli an)basciatori di Francia, dopo esser-
Napoli, senza alcuna restrizio-
cilia e di si ritirati malcontenti dql concilio, avea-
ne formale con certe modificazioni, poi- no fatto per ispiegare i mplivi della lorq
ché vi pose una chiu»;(ila ri*>petto ad al- condotta. Aveaiio rappresentalo lutti i de-
cuni punti di disciplina, per conservare creti di riforma falli dopo il loro ritiro,
1 suoi diritti e del suo regno, o almeno come formali espressanienle per distriig-
quelli che intendeva apparteneigli, pre- gere i regno e l'autorità del re.
diritti del

tendendo la preminenza almeno 1' e- Esagerazione, dice il Bercaslel, che sicu-

guaglianza pel trattamento colla Fran- ra mente si risentiva del genio arden te del-
cia, il ricevin»enlo de'decreti nella Spa- Tambascialoredu Ferrier, e che forse gli
gna e in Portogallo, sottomise al conci- serviva a colorire la sua inconsideratezzE^
lio i de'due mondi, par-
paesi occidentali o la sua ostinazione; ma non era njenq
te dell'^mer/cYZ, parte óeW Indie orien- sicuro che le consuetudini del regno vi si

tali, e parecchie contrade dell'^^*7c«. trovavano piegiudicate in molti luoghi.


Quanto alla Germania^ sebbene i pro- Altro ostacolo alla solenne accettazione,
testanti non vollero accettarlo, e si sca- alla pubblicazione del concilio, eia il

gliarono da forsennati con declamazioni timore d'ii ritare i calvinisti ugonotti di-
e invettive, il Pgpa ottenne dall'impera- venuti numerosi, i quali lo riguardava-
tore Massimiliano II, nello stesso 1 564 nocome un manifesto di proscrizionecon-
succeduto al padre Ferdinando 1, che i non avrebbero lascia-
tro di loro, per cui
decreti del concilio di Trento vi sarebbe- to di correre all'armi, onde prevenirne
ro pubblicali': es">i do[)0 alqutH»li ritardi le conseguenze. Tale fu la risposta del re

edinicollà furono formalmente accettali Carlo IX al nunzio Lodovico Antonini, a


nella dieta d'Augusta, fuorché certi pun- lui inviato per alfrettare la pubblicazio-
ti di disciplina, da' quali i tedeschi bra- iie del concilio. MoslrosM il re pieno di
mavano d'essere dispensati. Essi vennero venerazione verso la s. Sede, non menq
parimenti ricevuti dalle principali chie- che di sommissione alle decisioni catto-
se della nazione e da'diversi concilii te- liche; assicuro che farebbe mettere in e-
nutisi : per modo che la riforma vi é qua- secuzione i decreti del concilio, ma allo-
si interamente osservata, salva la proibi- ra non permetterlo la prudenza, alla vi-
zione di possedere molti benefìzi iucom- sta de'lorbidi in cui gli eretici potevano
patibili. Si é preteso con questa tolleran- imuiergere nuovamente ilregno, e anco
za di rendere più possenti i vescovi prin- con maggior pericolo. Il parlamento del
cipi, per metterli in islato di resistere al- regno vi si of)pose apeitamente. Ma il re
le violenze degli eretici ; unione di ve- Enrico III nell'ordinanza di Blois dej
scovati, che cessò quando i vescovi nel 1579, ^' ^^^^ eseguire gli articoli parti-
principio del secolo corrente furono spo- colari di disciplina pcescritli dal concilio,
gliati (.lei dominio temporale. Successiva- li clero di Francia, già nella sua assein-
mente furono celebiali altri concilii per blea generale del 1567, chiese la pubblir
resecuzionedel concilio di Tre«»to, come c.izione e l'esecuzione de'decreti del con*
in Toledo, Reims,Milano,Novara, Bor- e replicò le sue istanze nel 1096,
cilio,
deaux, e negli allri luoghi che descrissi 1597, 1098, j6oo, 1602, i6o5, 1606,
a'ioro Brlicoli. In Francia la regina Ca- 1609. Enrico IV mando LUI editto al pur-
TUE T [{ E 35»
lijinentc) di L^ai'ìgi su questo oggetto; ma ed a quella delle sue corti sovrane e de-
«jMcsIa corte ricusò eli registrarlo. Tutte gli stati generali della nazione, egualmen-
(jiiesteilillicoltànon venivano, che (.la cer- te che a'diritti, libertà e immunità della
ti decreti di disciplina, che non ei jino con- chiesa gallicana. Le obbiezioni di duMou-
foitni alle visanjfe del regno. Non è già lin contro il concilio vennero sodamen-
phe in Francia non $i osservino i decreti te confutate da Pier Gregorio di Tolo-
di disciplina falli a Trento, raa non han- sa. In sostanza, nella Francia, il concilio
no forza di legge, se non [)erchè il re li ha di Trento vi è ricevuto quanto alla dot-
messi ne'suoi ordinarnenli. 1 concili! pro- trina : il dogma eli' egli contiene vi è in-
vinciali riceverono anch'essi la massima segnalo, come in tutte le altre pa^li del-
parte delle regole di discipIinaf.aieaXien la Chiesa : vi si ha una profonda venera-
lu,e ne raccomandarono l'esatta osservan- zione per l'augusta assemblea che lo cele-
za. Seuihra che l'ulliina prova del clero brò,e visi riguarda come un concilio vera-
di Francia, per ottenere la pubblicazio- mente ecumenico. La chiesa di Francia a-
ne legale,si facesse nell'assemblea degli sla- dotlò altresì molti regolamenti utilissimi
ti 6 4 e 6 5j almeno «piesla fu l'ul-
del i 1 1 I fatti dal concilio, come conformi allo spi-
tima che siasi fatta nota al pubblico.Quau- rito de'canoni antichi; ma quanto a tut-
(o alle decisioni dogmatiche, elleno ven- ta la disciplina non è ricevuto per più ra-
nero ricevute in F»ancia collo slesso ri- gioni, ed ecco le più essenzwli, secondo gli
spetto che quelle degli altri concilii ge- scrittori francesi, i." Perchè egli deroga
nerali e questa era la risposta che
: re i
in molti luoi^hi agli usi ricevuti nel re-
di Francia dierono alle rimostranze del gno, l decreti compresi nelle due ultime
clero. Ciò provano in certo modo anche sessioni dispiacquero a u)ollissimi; non si
convincentenìenle teologi francesi, ap- i è potuto risolversi d'accordare che i ve-
poggiati agli scritti de'vescovi dei legno, scovi avessero facoltà di procedere coptro
e di molli altri gravissin)i autori. Carlo i secolari, con ammende e prigionia. 2.**
liu Moulin,roiacolo della giurispruden- Non si potè nemmen passare, che con- il

za francese, il quale fu prima calvinista, cilio privi 1' imperatore, i re, e gli altri

poi luterano, e che persqaso che fuoi'i principi della proprietà del dominio do'
della Chiesa cattolica non trovasi l'e- luoghi, ne'quali permettessero il duello;
terna salute (della quale ma-i§ima ripar- perchè si sostiene che la podestà de'prin-
lai a Tradizione, col dichiarato dal sou)- cipi viene da Dio, e nessuno può loro to-
ino Pontefice Pio IX), ebbe la ventura né restringerla. 3. "Non si potè ap-
glierla,
il'essere convertito dal celebre Claudio di provare che il concilio definisse sopra il
Kspense,e morì tra le sue braccia neh ti66, padronato laico, fondandosi su questa
pon sentimenti perfellampnte ortodossi, supposizione, che lutti i benefizi sono li-

accorda anche nelle sue Consulte sul ri- beri, se padronato non è fondato; e so-
il

cevimento del concilio di IVentOyche non Stenevasi pel contrario, che le chiese noi^
vi fu oiai alcuna eccezione riguardo a'de- hanno beni temporali, che non venganu
preti appartenenti alla fede, alia dotlri- dalla liberalità de'secolari. 4-° Si fecero
|)a, alle costituzioni della Chiesa, ed alia pure doglianze della rimissione delle cau-
riforma de' costumi e delle persone; ma se criminali da'vescovi ql Papa, quando
del resto fu di parere che non si dovesse ì concilii provinciali e nazionali ne deb-
accettarlo, quando fu proposto al suddet- bono easer giudici. Si disse, che questo
to parlamento, perchè il concilio ordina, derogava non pur all'uso di Francia e al
riguardo algoverno interno di Francia, concordalo fallo Iru Leone X e France-
a'du'ilti delU corona, alla dignità e alla sco!, il quale uoii vuole che sudditi del i

jnaestà del re, airauturilà de'suoi edilli, re sicno obliligati di andar in purkuna a
352 TRE TR E
litij»nre a Roma; ma eziandio a' cnnnni cilio insegna; non condannino nel
ch<!
fl«'concilii,che vogltono,che le cause sieuo tempo stesso tutti "li errori, ch'ei»li
con-
giudicale sopra il luogo. Non si appro- danna, e che questo memorabile concilio
vò nemmeno, che il concilio permettesse non sia riguardato in tutto il floridissi-
«'mendicanti di posseder beni slabili. 5° mo regno, come un Concilio Generale ed
Si trovò, ch'egli avea ferita la giurisdi- Ecumenico. In molti luoghi il concilio di
zione de're e de' magistrali, e che si era Trento fu proclamato più tardi, ed in
attribuita un'autorità eh' egli non avea. molli articoli lo rilevai. Le difficoltà che
6° Che lungi, che il concilio di Trento insorsero al pubblicarsi del concilio furo-
abbia a riconoscere la superiorità de'cou- no lolle principalmente dallo zelo, dalla
eilii generali sopra ilE*apa,come con erro- prudenza, e so[)ratlulto per le orazioni di
re funestissimo che confutai in tanti luo- s. Carlo Borromeo; il quale inoltre, do-
ghi, prelesero d'insegnare il famoso Si- po avere avvertiti vescovi e principi, i i

nodo (V.) di Costanza e il conciliabolo di durante il concilio, del cattivo stalo di sa-
Basilea j pareva piuttosto ch'egli favo- lute del Papa suo zio, pose in opera così
risse l'opinione opposta, assoggettando pressanti istanze presso de'medesimi, che
nell'ulliuja sessione i suoi decreti al giù- gli riuscì a determinarli in fine ad aifret-
dizio del Papa, e dichiarando che «-/et'o- lare la conclusione del concilio. Non sì

no essere ìnt»si salva V autorità della s. tostochela venerabileassemblea fu sciol-


Sede. Ma anche a Sinodo ed a Svizzera ta, che il santo cardinal arcivescovo, qual
riparlai di quali elementi fu composto il soprintendente di tulli gli affari della s.

sinodo di Costanza e come si procede; che Setìe^ si tenne in dovere di far eseguire
non potè esser legale lino alla convoca- lutti i decreti per la riforma della disci-
zione del vero e legittimo Gregorio Xll; plina. Dietro al suo consiglio il Papa e-
che prelese tumultuariamente di defini- sorlò fortemenle i vescovi a fondare de*
re la superiorità del concilio sopì a il Pa- seminari, conforme al voto del concilio;
pa, per farsi strada a deporre Giovanni e per darne egli l'esempio, fondò in Ro-
XXllI, ma crealoda un altro concilio non ma il Seminario Romano CA^.J,del qua-
convocato dal Papa, cioè a disfare l'opera le fu affidato il reggimento a'gesuiti. In-
da se fatta già a Pisa. Lo stesso concilio di eli per meslio «uarenlire
.^.5..^^. i fedeli contro i

Trento confessò: Che il sommo Pontefi- nuovi errori, Pio IV neli564 p«d3blicò
ce è il Vicario di Dio (Z-^.) sulla terra, e laformola della Professione di fede che
che ha la primazia su tulle le chiese. Del portail suo nome, e prescrivendo che do

Conciliabolo di Basilea, quel vocabolo vea essere sottoscritta da tulli quelli che
dice tutto, e il suo cattivo operalo lo ri- venivano nominati a benefizi oa dignità
provai ne'citali e altri articoli. Finalmen- Osserva il cardinal Palla-
ecclesiastiche.
te non fu ricevuto apertamente il conci- vicino nell'introduzione alla sua magni-
lio in Francia, pel punto che il concilio fica Storia^ cap. o I : Se i Papi temessero
permette al Papa di avocare a Roma le dal concilio la depressione della loro au-
cause degli ecclesiastici pendenti davanti torità, e se questa vi sia stata accresciu-
l'ordinario, e per altri molivi ancora, che ta; che la corte romana temè non rima-
ponno vedersi nel Pallavicino. Ma lutto nesse abbassata l'autorità sua dal conci-
questo non impedisce, ripeto ancora una lio, e che la vide poi quindi stabilita per
volta, che tutti i francesi cattolici non ab- modo che non fu mai tanta, uè così ben
biano ricevuta ed adollata la dottrina del radicala; se diamo fede alle maligne ca-
concilio ; che non credano essi di cuore e lunnie del Soave. Dichiaratosi dal Palla-
non confessino colla bocca tulle quante vicino in che alla corte di Roma non po-
le verilàcaUoliche,che il sagiosaulo eoa- tè piacere la coavocazioae del concilio,
TRE TRE 353
pei vocabolo riforiunzione. Qiianlo a*Pa« ogni cosa in tlubbio ed accordarsi con Lu-
pi, ;iliri iis(>etti ti resero circospelli dal tero. Il Pallavicino non negò perlnltociò

convocare il concilio, per ricordarsi del qualche sospelto di timore ne'Popi, però
inemorjibile dello di s. Gregorio IVazian- conobbe la seconda parte della falsità
reno, che non avviene mai senza qualche spacciata dalSoavCjChe la podestà ponti-
peri( olo e qualche scandalo una congre- ficia non sia stala mai tanta, ne così bene
gazione di sacertlolijperchèdove sono più radicata come per mezzo del concilio di
lesle e più cuori, ivi è sempre qualche Trento. Invece prova il Pallavicino, che
discordia di pareri e di voleri: la discor- in questo concilio non si trova pur una
dia parlorisce il contrasto, e il contrasto sillaba a vantaggio nuovo de'Papi. Nel
cos'i negli umori del corpo come dell'a- concilio di Firenze [F.) assai propinquo
nima, è origine della corruzione. Aveano s'era dehnilo il Primato (V.) sopra tutta
in mente disordini assai freschi di Ba-
i la Chiesa. Nell'ultimo di Laterano F s\

silea. Sapeano essere regola di tulli i prin- contiene la maggioranza de'medesimi so-
cipi non adunare senza necessitagli sta- pra il Concilio. In questo di Trento ne
ti generali. Vedevano che la riduzione de- tali, né altri articoli appartenenti al Papa

gli eretici era impossibile per questo mez- si leggono dichiarali. Anzi, come rilevasi
zo: e dall'altro canto in una moltitudi- A^W Istoria del concilio di Trento, mian-
ne di persone, per lo più non esperte del do si trailo di attribuire al Sommo Pon-
governo de'popoli, si potea dubitare non tejice quello che il fiorentino sinodo gli

sorgessero concetti slraniedi grandistur- attribuisce, e di usar per appunto le sue


bo bene della Chiesa, a'qucdi non po-
al parole, concorrendovi quasi tutti i voca-
tesse Papa o consenlue senza pubbli-
il li ; il solo rispetto di alcuni pochi fran-
co danno, o ripugnare senza pubblico di- cesi, che pur non costituivano la decima
spiacere. Parlando il Pallavicino libera- parte, ritenne il Papa e i legati dal pro-
mente, slima altresì, che non a tulli que* cedere avanti a pigliarne il decreto; pre-
Popi in tempo de'quali si trailo di adu- ponendo egli la concordia e la soddisfa-
nare il concilio, fosse caro che alcune lo- '/ione di que'pochi ad ogni suo quantun-
ro azioni comparissero alla vista d'un tal que giusto vantaggio. In contrario men-
Parenti
teatro; e specialmente l'allei lo u,* tre prima molte grazie e molle Dispense

(y.)i che in alcuni di loro fu smodera- concedevansi liberamente, in questo con-


to. Era da temersi ancora che non si ri- cilio si restrinse l'uso loro a lai segno, co-
suscitasse la fastidiosa disputa della mag- me rimarcai in tanti articoli parlando de*
gioranza tra il concilio e il Papa; la quale privilegi eccessivi, che se il Papa vuole
per discordia fra loro necessitasse al di- osservar quelle leggi, il fonte della sua be-
sciogiimento con grave scandalo della neficenza asciugasi per metà; e benché
Chiesa. ÌVIa nel resto, che il concilio fosse possa dispensarvi, tuttavia i Papi in ri-
per volere lo scemauie«>lo deiraulorilà guardo della coscienza e della riputazio-
pontifìcia, non era materia di ragionevo- ne, vi richieggono per lo più cagioni si

I<^ temenza. Questo sarebbe stalo un te- gravi e sì rare, chele concessioni nelle ma-
mere che dovesse rivolgersi sossopra il go- terie dal concilio proibite non giungono
verno spirituale, e in gran parte anche il olla ventesima parte di quelle che innanzi
temporale del crisliriiiesimo; condannar- si costumavano. Lo stesso avviene delle
si tanti concilii ne'qtudi lai podestà leg- cause che ini.'' istanza si traevano alla
gevasi stabilita e coufenn ita; rifiutarsi la corte e curia romana,de'privilegi co'qua-
dottrina imiversale degli scolastici; con- li molte persone particolari si sottraeva-
fessar che la Chiesa fosse stata per tanti no dalla giiirisdi/ione de' vescovi; il che
secoli in errore; e brevemente, richiumur iiggiungevu molli immciliulisuddilia'tri*
35:4 TRÉ TRE
bunalì delPapa; e fìnalmente di lanli af- rcilmente;!! chefu in tutto più di 4o anni.
fari sopra cui è dato al vescovo dal con- Ora in tutto questo lungointcrvalio, qua'
che proceda come delegato della Se-
cilio, progressi non fece l'eresia ? qual audacia^
dia apostolica, ciò che quanto all'accre- qual insolenza non prese? ma qual fu la
scere la podestà de'vescovi riesce lo sles- reale sua sommissione dopo la sentenza
so che se procedessero senza rappresen- d'un concilio, a cui precedentctncnte des-
tanza d'altrui persona. Conclude il Pal- sa erasi appellata in termini così som-
lavicino: questo è il guadagno di potenza messi e religiosi? Da ciò può inferirsi qua-
che ha fatto la corte di Roma al conci- li sieno le mire di tutte le genti di setta
lio di Trento. Di piìi prova il Pallavici- e di partito, nelle loro appellazioni al fu-
no l'autorità del Papa, la sua preminen- turo concilio, e giudichiamo ciò che se-
za costituita da Gesù Cristo, che esercita riamente se ne può aspettare."
in tutti i concilii, sia nel governarli, sia TRFiSANO (s.), prete. Nato in Irlan-
nel confermarli qual capo dellaChiesa cat- da, lasciò la patria per recarsi a predi-
tolica e padre comune de' fedeli; la sua care il vangelo in Francia, dove fu elet-
superiorità al concilio e la sua infalli- to a parroco di Mareuil sulla Marna. Ces-
bilità nelle cose della fede, la quale si a- sò di vivere nel sesto secolo. Le sue re-
scrive anche e soltanto al concilio in vir- liquie si custodiscono con grande vene-
tù della pontificia conferma de'suoi de- razione ad Avenay nella Sciampagna, e
creti, quindi dell'obbligo che corre a tut- trova usi pure alcune di lui ossa a l^ont-
ti i cattolici di stare alle decisioni del Pa- aux-Dames nella Brie, rinchiuse in reli-
pa, che ha la piene/.za della podestà e del- quiario d'argento, la quale reliquia vi fu
la giurisdizione, eguale a quella di s. Pie- portata da Avenay. E' onorato il 7 feb-
tro nel reggimento dellaChiesa univer- braio.
sale, ed è perciò che la sua podestà non TRESENE o TREZENE. Sede ve-
si può restringere ne da'vescovi, ne da* scovile del Peloponneso, nella provincia
concilii. Dopo aver tentato colla mia po- di Eliade. Veramente vi furono due ve-
chezza di dare un simulacro del gran con- scovati di tal nome eretti nel secolo V 1 II

cilio diTt ento, finirò quest'articolo col- o IX, uno nella Messenia e chiamato an-
le parole del Bercastel."Termii»iamo con che Troezerif Tr esine, Zemenej V ahvo
li uà riflessione venerale, e feconda di con • nell'Argolide denominato pure Dama-
seguenze non men naturali che dimostra- la, ambedue sufTraganei della metropoli
tive. Il concilio di Trento dalla i.'sua a- di Corinto. Si conoscono due vescovi di
pertura nel 54^, fino alla sua conclusio-
r Tresene nell'Argolide, cioè Antonio che
ne nel 563, ha durato 18 anni, senza con-
1 Irovossi al VII concilio generale, e Joa-
ta re lo spazio compreso fra la nascita del- saphchesottoscrisse la deposizione di Joa-
l'eiesiache lo fé' congregare, e le congiun- saph patriarca diCostantinopoli neh 564-
ture in cui fu possibile di congregarlo O rie US dir, t. 2, p. 244'

FINE DEL VOLUME SETTAINTESIMONONO.


/
^ X )( y X
28606 f ^ / /r
BX 841 .1167 1840
SriCR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

Potrebbero piacerti anche