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I DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIAL 1^1 ENTE INTORNO


AI PniXCIPALI SA?fTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDIIfALl
E più' celebri scrittori ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI COJfCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDIM RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, >0X
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE G.VET.iNO MOROM ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. LXIV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA K M I L I A N A
MDCCCLIIi.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STOP. ICO -ECCLESIASTICA

S
SEM SEM
OEMINAUIO PIO, Semmariutn Pinm. di i. Apollinare, le scuole, la biblioteca
E COSI chiamato ilal suo fondatore il re- ed gabinetti
i Usici : vi saranno 4 ragguar-
qiianle Papn Pio IX, clic di proprio pe- devoli eccIcNiastiri in qualità di deputati
culio lo istituì in Roma colle lettere apo- da nominarsi dal Papa, al quale altresì è

stoliche, Cum Romani Ponlifìces, de'27 riservata la nomina del rettore e del pie-
piupno i8 »3, riportate nel t. xi, p. 102 fello degli sludi; gli addetti poi ad altri uf-

tlcgli Annali delle scienze religione, se- fìzi come il pro-rettore, il magisier pie
rie C8.\cioè in parte ilei locale del Semi- /rt//5, l'economo e altri, saranno nominati
nario romano , al modo e per lo scopo dal cardinal vicario e approvali dil Pa-
che indicai in quell'ai licolo, e qui nici^lio pa. Quanto allo scopo, L'ordinalo il nuovo
(liiò con l'autorità di dette letlere aposto- seminairo ecclesiastico in favore de'chie-

liclie,ricavandoun hievesuntudal pream- rici di-Ile provincia dello stato papale, on-
bolo e dn''' Seguenti e distinti suoi titoli. de fornire le sue 6S diocesi nrcivescovdi
I De mnnerihns ntriqiicScminario coni-
." e vescovili, comprese le suburbicaiic, l'ar-
ìnnnihux. 1." Dv mnnci ibn^ proprìis Semi- ci vescovile tli Benevento, e l'ablìaria nul-
tiariiPii.Z.° De alnmnoruni numero. ^.° litts di Subiaco, di ecclesinslici per pietà
De alumnontm admissione el dotibiis. 5.* e per istiidi segnalali. Fcrtaato il Pap.i
De sliultontm rattone. Ct." De adniUten- concesse in perpetuo o ciascuna di delle
donim clrrtcorum examine. 7.° De gra- diocesi il diritto di tenere un alunno nel
dntirii et laureae collalione. Quanto ni seminano Pio di Uom.i, e due Sini:;ig'ia
modo, dispose il Fopa istitutore, che il i>er piivilegii),conie patria del benrtìco i;

Seminario Pio si governerà con proprie generoso istitutore. Il monlenimenlo de-


legqi , sogi^clto ni romano Puntclìce, ed gli alunni nel seminario è aff.illo giitui-

al suo cardinal f 'icario tli lìonuijche n- lo.L'ammissione in questo seminano ili-


vrìi coiiMiiir e sarà conj;iunlo,ma non con- pendc d.d mei ito e dall'idoneità df;:Ii a-
luso , col Seminano romano, l.i Chieui spiranti, i quali debbono già aver rum-
4 SEM SEM
pilo gli sludi di grammatica e di leltorica, nesSeminarii ministros deponant,quan-
e questo conoscersi per pubblico concor- tum dimissionis vel discessus causa inter-
so; essendo primaria ed esclusiva condi- dum subila, juvenibus sufficiat tum ad
zione la chiericale vocazione e di avere vestes necessariassibi comparandas, tum
ricevuto lai." tonsura. Il concorso in cia- ad itineris impensas sustinendas ". Am-
scuna diocesi si deve fare avanti al vesco- messo l'alunno nel seminario Pio, vi re-
vo, o al vicario generale, o al vicario ca- sterà 3 mesi in esperimento, dopo il qua-
pi telare, assisti li da'giudicicom petenti os- le assumerà le vesti proprie degli alunni
sia dagli esaminatori sinodali, i quali fa- del medesimo, chesono stabilite nella ve-
ranno l'esame de'concorreoti tanto orale ste talare nera, con mantello (pallio) si-
che per iscritto. L'ammissione poi defini- mile, e fascia paonazza; indi passerà io
tiva nondimeno è riservata al cardinal vi- giorni nel ritiro degli esercizi spirituali,
Roma, al quale effetto gli si do-
cario di passati i quali giurerà solennemente sui
vranno mandare lavori e risultati degli
i ss.Evangeli di ritornare, compili gli studi,

esami, colle osservazioni che devono ag- alla propria diocesi, e mettersi a disposi-
giungere per ciascun candidato, il vesco- zionedel proprio ordinario, eccetto ilsolo
vo, o il vicario geuerale^o il vicario capi- caso d'essere adoperato nell'apostolato
tolare. Siffatti esami verseranno sopra gli delle Missioni straniere. Circa al metodo
studi di grammatica e di rettorica. Giun- degli sludi degli alunni, questo non potrà
ti in R.oma i scelti alunni, dovranno su- protrarsi oltre 9 anni, ed abbraccerà l'u-
bire nel seminario Pio altro analogo e- niversale filosofia, la teologia dommatica
same nella rettorica, nella lingua latina e la morale, lo studio dellaScrittura e dei
e nella traduzione di questa nell'italiana. Padri, la lingua ebraica e la greca, la sto-
Se il candidato non corrisponde perfetta- ria ecclesiastica, i sagri riti, il gius cano-
mente a questo esame, dovrà soggiacere nico, il civile ecriminale(a'vicari genera-
ad altro simile dopo 6 mesi che se nep- : li non solo ma necessario), ed can-
utile il

pure questo riuscisse, rispettivi ordinari


i to ecclesiastico, ma solo gregoriano. A.
il

potranno surrogare un altro idoneo a- questo seminario Pio il Pontefice ha con-


lunno. Qualora poi non vi fosse, e si das- cesso il privilegio perpetuo di conferire
se perciò luogo erd alcuna vacanza, il car- a'suoi alunni filosofie teologi i gradi ac-
dinal vicario potrà chiamarvi un alunno cademici di baccelliere, licenziato e dot-
di altra popolosa e bisognosa diocesi , e tore, cos'i agli alunni studiosi del gius ca-
per la i/devesi preferire la diocesi di Pon- nonico, civile e criminale, in lUroqne jli-
lecorvo, altro dominio della s. Sede e co- re. Tali lauree si conferiranno nell'aula
me Benevento posto nel regno delle due del medesimoedifizio di s. Apollinare, sot-
Sicilie; fermo però rimanendo, che ninna toscrivendone diplomi i il cardinal vicario
diocesi possa godere il privilegio di due e il prefetto degli studi del medesimo se-
alunni , tranne quella di Sinigaglia. Se minario^ e validi comequellideirC/^ià'er-
qualche alunno dovrà uscire dal semina- ^tó dell'archiginnasio romano e di qua-
rio Pio, per motivi di salute, per alcuna lunque altra università. Inoltre stabilì il
colpa o inosservanza delle leggi, mancan- Papa, che il seminario Pio si dovesse a-
za di vocazione ecclesiastica, o di applica- prirenel novembre dell'istesso anno. Ju-
zione agli studi, potranno rispettivi ordi- i vencs in illud admiuéndi ila paullalini
nari offrirne altro e colle narrate condi- erunl prininni excipiendi, iiL lerlio anno

zioni. Si legge in fine del lit. 6.» Semina- prae/initus eorum numerus explealur.
rium onushabebitalendi et insti tuendiju- Per ultimo, e per la stabilità del semina-
venes absque eorum expensa.Eorum pa- rio Pio, e pel modo e per il fine da lui
rentes die ingressus tautuoi pccuuiae pe- fonduto, il Papa Pio IX dichiarò. » De-
SEM SEM j

niquc volumus, ut Iiaec ponlificin nostra cednlo. Il ponlificio seminario romano si-

Pii Seminarii inslilutio seaj[)er integra, tuato nel rione Ponte, dentro ilmaguill-
et inviolata persistat,atqiieiclcinPiuni Se- co eclifizio congiunto alla propria e gran-
niinai'iuin jxopriis legibus dirigentlum, diosa Chiesa di s. j^poll/riiire [f'.),i: unii

a Setninariolloniauo piane d isli nel um,ac del le piiiioi[)a li glorie ecclcsi astiche e scien-
si'iunctuin esse ornnino debeat. Qiiapro- tillcUe dell'alma Rotna , centro del cri-

pter si unquani futuris temporibus quae- slianesimo e sede del sommo Pontefice, di
vis auctoritas volueiil aut idem Piuui Se- cui è l'avventuroso seminario cliiericale e
niinarium cimi Romano conjungere, et diocesano cocne vescovo di /?0'/i^(/'.), per
uti dicunt, incor[)orare, aut quovis prae- lui essendo governalo dal cardinal fica-
leitu, litulo, Ciiusa, et quaesito colore a- rio di Roma (/'.) che vi hn propinqua la

ex parte immutare, alterare ilnem,


li(pia sua abitazione. In esso vi fiorisce 1' inse-
methodum scopum a nobis expressura
, gnamento delle scienze ecclesiastiche, riu-
ci sancitun), in hisceomnibu«ca.sibus jam scendo di decoro al clero romano di cui
runcdcclaramus, volumus, praecipimus, fa pai te, ammettendosi nelle scuole anche
et manda m US, ut omnia et singula cujus- allri chierici e secolari. Il sacerdote Costa n-
que generis bona,fundi,reddilus, supel- zi, L' Osservatore di Roiitai.iy\>. i)Cy. Del

quaecumque instrumenta, quibus


lex,et Seminario romano, riferisce. » Gli alun-
PiumSeminarium a nobis aere nostro fue- ni sono quivi ammessi per concorso. Deb-
lil dutalum, ac deinceps quavis alia ra- Lono {|uesti essere romani, dell'età noa
tioneinslructum,ipsoiurestalim,ctomni meno di anni 2, abili per
i lo menodi lutla
expartedevolvantur,acdeslinenturadin- la grammatica superiore, e chierici o pros-
stiluendum, et sustentandum exterarum simi a divenir tali. Sono essi quivi man-
WissionuinCollegiumadarbilriumetvo- tenuti di villo, assistiti negli sludi da mae-
luntatem Congregationischri^lianaefidei stri e ripetitori, curali gratuitamente nelle
propagundae praepositae, ut in hoc Col- loro infermità, ed instituili nella religio-
legio clerici dioecesium l'ontilìciaeDitio- ne coll'orazioue mentale e vocale, coll'e-

ad saluta-
dìs praeceteris alantur, atipie sercizio delle funzioni ecclesiastiche nella
re extcrarum Missionum opus peragen- loro chiesa, coll'assistenza aquelle che nd-
dum rile eriidianlur, et instiluanlur. Si le maggiori solennità si celebrano uell'ar-
aulem de>int clerici l'onlihciae Dilionis, cibasilica di s. Giovanni in Laleiano (pa-
iiieorum locoeadeu)! decausaclericos cu- Iriarcale e calteilrale del Pa[)a, madre e
juslibel dioecesis, vel provinciae catholi- ca[)o di tulle le chiese del mondo), e con
ci Orhis suflici et eligi volumus etjube- gli esercizi spirituali, che si danno all'in-

nius ". cominciai edell'anno scolastico. Ctintribui-


SEMIiVARIO HOMX^O, Seminariitni scunoall'esisten/a diquesloseiuinario lul-
lionuitiutii. Il ponlilìcio e vescovile semi- ti (jnclli che godono bencti/i ecclesiastici

nario rocnano è la gloriosa primizia della inUoma,con lasse determinale. Gii alunni
santa istituzione de' Seminari (/'.) thie- debbono a suo tempo ordinarsi sacerdoti,
ricalie vescuvili,con lant.i sapienza decre- esealieni daq'.icslostaloconlraggono ma-
tali dal sagiocunciliu di riinto{^l .). Non tiimonio, vengono coslietli a p.igare gli

vi è concilio nella più venciabile antichità, alimenti che hanno goduti in tulio il lem-
in cui sia stala abbiacciala tanta materia, pò in cui hanno dimurato nel semin.irio.
così pel domma, come costumi e la di-
pei Alle scuoledevonointerTeiiiic tulli due- i

6ci|)lina, e in cui sienu state meglio trai- rici romani in abitolalarc, ed assisterenel-
tate che in questo, il ipiale può riguar- le feste aii'ud'uialura nella chiesa udiacen-
darsi come la fedele iniinagnif e il coni- le. A lali scuole (che formano couif in» f-i-

pimculu di lulli quelli the lu hjuno pre- eco) k sialo coucci»»o di coulcruc la laurea
6 SEM SEM
dottorale teologica". IlcarclìnallMorlcliini, Istituzione de' seminari vescovili. L'eru-
Degl' istituti d' Roma, t. i,
istruzione in ditissimo ab. Piazza, x\e\V FAisevologio ro-
p. 200, dice che nel seminario romano e mano, trai. 4>cap. i: Del Seminario ro-
al Seminario Praticano {P'^.), vi sono 5o mano, fa la descrizione di sua istituzione e
luoghi gratuiti. Aggiungerò che gli altri progresso, che toccai già nel voi. XIV,p.
alunni pagano una pensione mensile, così 181, con l'altra simile sua opera, ma più
i convittori,! quali vestono come gli alunni, ristretta, 1' Opere pie di Roma. Dichia-
cioè cappello ecclesiastico, berretta chic- ratosi dal Piazzail fine e lo scopo de'se-

rica'e, collare, sottana e Mantellone^f'^.) minari che riportai con più autorità a
,

paonazzo, e calze nere. Il p. Bonanni, Ca Seminario, narra che la prima erezione,


frilogo (ìe diversi collegi di alunni^ a p.48 che secondo la mente del sagro conciliodi
riporta la figura dell'alunno del semina- Trento si facesse de'seminari perammae-
rio romano, e dice, m Li convittori sono strare la gioventù nelle scienze e discipline
vestiti con zimarra nera (cioè a suo tempo ecclesiastiche, per quindi ricavarne buoni
e nel pontificato di Clemente XI) : li chie- operai e ministri nella Chiesa di Dio, in
rici hanno veste lunga chiusa nella parte aiuto de' vescovi e de' prelati, fu per co-
anteriore con bottoni j e sopra tengono mando di Pio IV ultimo promotore e i.°e-
un'altra veste aperta (chiamata soprana secutore del medesimo concilio,questa del
o manlellone), n cui sono congiunte due pontifìcio seminario romano, la quale se-
fascie (ch'erano le antiche maniche di que- guì il ro febbraio 1 565, per la cui fonda-
sta sopravveste), che dalle spalle pendono zione deputò i cardinali Giacomo Savelli
fino a terra, e tutto è di color paonazzo. vicario di Roma, Amulio, s. Carlo Bor-
Devono questi chierici obbligarsi con giu- romeo suo nipote, e T^itellozzi, i quali in
ramento a prendere gli ordini sagri , al- brevissimo tempo relTelluarono. Ordinò
trimenti sono tenuti a rendere
gli alimenti il Papa, che in esso fossero ricevuti almeno
goduti. " Già a Seminario parlai, come zoo chierici, i quali oltre la buona disci-
per rilevare la scaduta disciplina chieri- plina ecclesiastica, colla quale volle si go-
cale,i padri e i legali del concilio di Trento, vernassero, studiassero non solo le minori
così ispirati da Dio (in che conviene an- scienze, ma ancora la filosofia, la teologia
che il dotto vescovo Sarnelli, Leti. erri. scolastica e morale, la s. Scrittura, il com-
lett. I i,n.°7),cousigliarono a Paolo III l'i- puto ecclesiastico, e ogni altrostudio pro-
stituzione de' seminari , determinala poi fittevole pel governo delle anime. E per-
nel concilio stesso sotto Pio IV, il quale chè era opera di pubblico servigio, coman-
pienamente approvandola e altamente lo- dò Pio IV, secondo la disposizione dello
dandola, dichiarò che pel i.° ne voleva stesso concilio, che proporzionatamente
dare l'esempio colla fondazione del Semi- contribuissero alla spesa tutte le chiese
nario romano, che riuscì di tanto van- di Roma secolari (collegiate dice il p. Bo-
taggio non solo della gioventù romana, nanni) e regolari, tranne le mendicanti.
ma di tutta Italia, come lo dimostrano gli Diede il medesimo Pio IV questo semi-
«omini egregi, che in somma copia sono nario io cura de'pp. della compagnia di
usciti da tale palestra, ad onore di questa Gesù (aggiunge Piazza: non ostante l'op-
provincia e della Chiesa, per usare le pa- posizione fatta da diversi regolari, e dal
role che circa due secoli addietro scriveva clero secolare, superate tutte dal buon e-
ilcardinal Pallavicino, nella Storia del sempio, che ne vide nella diligentissima
concilio di Trento lib. 22, cap. 5, n.°i4. cura de' pp. gesuiti nel Collegio germa-
Di questa istituzione trattarono coi dovuti nicoj trattandone prima il Papa, che di-
encomi,ilcan.°de Giovanni, La storia dei morava nel palazzo di s. Marco, col p.
seminari cliiericalij e il vescovo Cecconi, Lainez, successore di s. Ignazio uel gene-
SEM SEM 7
l'alalo), a'qiiali permise che in esso pure nel collegio germanico governato dai ge-
si allevassero da altrellanli gesuiti reo suiti, così animò grandemente padri con- i

convittori figli di persone nobili, e delle ciliari allo stabilimenlode'seminan, con

prime case non solo d'Italia, ma di tutta decreto de'i5 luglio t563, che sebbene
la cristianità, prima si ricevevano
1 quali collocato sotto gli articoli di disciplina, ri-

nel collegio germanico, donde furono tra- cevette nondimeno forza di legge univer-
sferiti in questo seminario. La I.' congre- sale, dopo che Pio IV a' 18 agosto appro-
gazione, che fosse deputata per lo stabi- vò lo stabilimento de'seminari in tutte le

hraento del seminario romano,, oltre la diocesi dellaChiesa.Eccopoicomelostesso


suddetta di 4 cardinali, fu de'seguenti 2 i p. Theiner narra 1' eiezione del semina-
cardinali : Savelli vicario di Roma, Ce?/, rio romano. PioIV perdarel'esempioalla
Moroni, Ricci, Saraceni, Capizucchi,Ni' fondazione de'seminari, in detto giorno
colini, Sangiorgio, AUempt, Salviati, Si- statuì co'cardinali che si dovesse solleci-
monetta, Gesualdo, Gonzaga, Reumano, tamente istituirlo in Roma, e senza frap-
Dolera, Sforza, Naldi, Pactcco, Aimdio, porvi dimora assegnò Gooo scudi sulla ca-
Ganibara, Borromeo: ho ridotto alla vera mera apostolica alla sua fondazione e man-
lezione i cognomi
5 cardinali, altrimenti
di tenimento, nominando la ricordata com-
dilficilmente si sarebbero conosciuti. III." missione de'4 cardinali, oltre il cardinal
luogo in cui si aprì la prima volta il se- Pio di Carpi decano del sagro collegio, at-
minariOj fu il palazzo dei Pallavicini in fiochè per l'esecuzione del convenuto pen-
Campo Marzo, colla presenza dis. France- sassero al luogo dell'abitazione, a' mini-
sco Borgia 3." generale della compagnia stri, a'maestri, ec. come trovasi nella sto-
di Gesù (eletto a'2 luglio 1 56 j», a' 19 gen- ria mss. delseminario roraano,pul)blicata
naio essendo morto il p. Laynez) co' pp. dal dottissimo gesuita p. Lagomarsini fu- :

assistenti, essendone eletto i


.° rettore il p. Hi Pogiani Sunensis epistolae et oratio-
Gio.ljallisla Perusco romano, soggetto di nes olirti collectae ab Ant. M. Gradano,

gran viitìi e meriti: poi dirò di sue tras- mine ab Hier. Lagomarsuvo S. J. adno-
locazioiii. il p. Theiner, Il seminario ec- tationibus illuitratae ac primum editae,
clesiastico, dotta opera che lodai a Se- RomaeiySa-SB.AllorquandoPioI Va'3o
minario, facendo una storia generale delle dicembre 563 con grave e commovente
1

chiericali istituzioni e de' seminari, a p. discorso dichiarò chiuso ilconciliodiTren-


I /)8 rileva come s. Ignazio può aver con- lo, instò nuovamente sul decreto de'semi-
tribuito al celebre decreto del concilio di nari, inculcandone la sollecita esecuzione
Trento, per la sua intimi là col celebre car- in Roma e in Bologna, le due principali
dinal Polo, il (piale nel i 5 jt avea scritto sedi ab antico di teologico erudimento. Né
ai vescovi di Cambray e Tournay per ec- di ciò pago, nel concistoro de' 14 aprile

citarlia istituire nelle loro diocesi isemiua- I 564 tornò sul medesimo argomento, rap-
li, secondo la forma da s. Ignazio propo- presentando ai canlinali non doversi più
sta, olTerendosi di mandar loro all'uopo prolungare l'osservanza del Iridentino ca-
alquanti abili e zelanti operai dell'ancor none. E allora fu che di nuovo si decretò
tener.i, ma troppo già sperimentata com- la fondazione del seminario in Roma, col
pagnia di («esù. Il proponimentoilel cardi- nome di Seminario romano, per 1' edu-
nale veinie con poche mutazioni abbrac- cazione de'chierici, con tassare il clero di
ciato da'padri tridentini, i quali lo ampli- Roma pel mapleniraentode'med&.imi,al-
ficarono maggiormente. Altro caldissimo fidandone poi il Papa in perpetuo l'alt»

amico di s. Ignazio, fu s. Carlo IJurromeo, soprintendenza ul cardinal vicario/jro/f/*-


il quale come avrà notato in Uoma quali pore. Nella congregazione de' ^8 luglio
copiosi frulli rendessero i giovaiìi Icdcschi i564 Della chiesa di s. INIarco, deliberò
8 SEM SEM
Pio IV co' voleri concordi de'cardinali ivi 33 cardinali, moltissimi patriarchi, arci-
presenti, di commettere la direzione di vescovi e vescovi, e ogni sorta di prelature
quello alla cura de'gesuiti, che lo tennero ecclesiastiche. Né sono mancati uomini se-
benemeriti oltrea 200 anni; e pigliò in pa- gnalati non menoin lettere,che nelle armi,
ri tempo a fìtto per 1000 scudi annui WPa- eziandio generalissimi d'eserciti in Fian-
lazzo Colonna {^^), per allogarvi il no- dra e in Geiaiania. Ma ciò che più rende
vello seminario. Non fu per altro prima illustre questo emporio famoso d'uomini
del febbraio deli 56 5, che fu recata pro- grandi, sono i soggetti usciti eminenti in
priamente io opera l'ordinazione di quel- santità di vita, tra' quali Marc' Antonio
lo: nel qual frattempo il cardinal Àniulio Odescalchi (che celebrai a Ospizio di s.

vescovo difi/e//(^.) ebbe la dolce soddisfa- Galla come fondatore) cugino d' Inno-
zione di prevenire in ciò Roma stessa, con cenzo XI, di celebre carità co' poveri, e
stabilirlo di 26 giovani, quanti ne compor- segnalata innocenza di coslumi.Nè visono
tavano le scarse rendite di 1000 zecchini mancati altri, che hanno col sangue loro
della sua sede,o lo dotò largamente; e pe- professata e difesa la fede cattolica, e molli
rò E-ieti ha propriamente l'onore di aver altri riempiti gli ordini religiosi d'uomini
istituito il seminario, in seguito dell' or- illustri; vero ateneo di letterati, di pietà

dinamento di Trento, ma il primato della e di nobile civiltà. Così parlava Piazza al


disposizione resta al zelante Pio IV. 11 ce- suo tempo; quindi mezzo
in un secolo e
lebre p. Gio. Battista Perusio fu il f
.° ret- dopo di lui, numerose anche altre glorie,
tore del seminario lomano: la quale isti- viventi, vanta ilsemiuarioromano,avendo
tuzione rispose ella pure in maniera me- ora cardinali nel senato apostolico, e rag-
ravigliosa alle nobili cure de'gesuili,e creb- guardevoli prelati che riceveranno la sles-

be vieppiv^i loro meriti verso la Chiesa.


i sa eminentedignità.A min cognizione sono
Quattro de' piìx santi Papi (io registrerò le3 seguenti opere. Aiuiibale Adami, Se-
Innocenzo X, Clemente IX y Innocenzo minar a Romani, Pallas purpurata, sive
XII, Clemente XI, pel possesso del quale deS. R. E.Card.qui ad haecusq ne tempo-
buonapartedi seminaristijfìgli di gentiluo- ra e Seminario Romano prodiere ima-
mini romani, gli kcero da Paggi, Innocen- ginibus expre.ssis,Romae 1609. I rami
zo XIII, Clemente XIIj può darsi che al- sono delineati da Ciro Ferri, ed eseguili
cuno di questi sia stato convittore nel con- daG. Castelli. Mario Crescimbeni, xVo/i-
vitto riunito al seminario; e il gesuita No- zie istoriche di molli convittori del semi-

Taes diceche Gregorio AT'studiò e fu con- nario romano che sono stati generali di

vittore nel collegiogermanico e nel se- g?ierra, Roma 7o4P- 1 Giuseppe Antonio
minario romano) e piùd'8o cardinali rag- Patrignani, Vite di alcuni convittori stati
euardevolissimi (forse 96), nonché parecr e morti nel seminario romano, segnalati
chic centinaia di arci vescovi, vescovi, e d'al- in bontà, Napoli 1720.
tri personaggi di chiesa uscirono dal suo Avendo s. Pio /''f/^.^ conclusa la me-
grembo, chiaro argomento della eccellen- morabile lega contro turchi, per la quale
i

za e del frutto di questa fondazione : di- e per le sue orazioni ottenne la strepitosa
ce il p. Theiner. Scrive il citato Piazza, vittoria navale di Lepanto, per la conti-

sono usciti da questo celebre santuario sog- nuazione di sì gloriosa impresa si trovò in
getti qualificatissimi (l'opera fu stampata necessità di raccogliere considerabili som-
nel 169H) in ogni genere, essendo in tutti me di denaro,per cui riferisce Piazza, fece

i tempi stato un copioso e fecondo campo con bolla esenti e liberi gli ordini religiosi

di operai, ministri, prelati, vescovi e prin- non mendicanti (molte congregazioni re-

cipi ecclesiastici. Da esso ne uscirono Gre- golari, dice il Bonanni), dalla contri-
p.

gorio XV, Clemente IX e Innocenzo XII, buzione al seminario romano; onde mau-
,

SEM SEM Q
cando gli assegnamenti, il seminaiio fu in- che in quell'epoca stanziavano nel tlelUj
{lotto a diminuii e il numero Je^li studenti locale 40 alunni, i Soconvilluri, e Si ge-
o al unni, e si lid ussero ii -zcidoiioGocli'eia- suiti addetti alladisciplin;ieal regola men-
no. Ed è pei ciò che il Papa [)er aiuto dei lo de'medesimi; per cui \\ ahitavano 202
seminario, gli somministrò Gooo scudi, persone, non C(jmpresi gì inservienti. Pri-
comeleggo in Novaes.Ne'vol.Xl V,p. i56, ina di questo tempo
neliGos m pub- e

e XXXIX, p. 243 e 247, narrai la fon- blicò in Roma l'interessante opera del Fa-
dazione del celebre collegio illirico di Lo- nucci, intitolala: Trattato di lultt Coj)ere
reto fatta daGregorio XIII, e l'allidò ai pit dell'alma città di Roma. Fu la prima
gesuiti; ma ridotti a 2, furono trasferiti 1 in questo genere, il perchè chi scrisse poi
nel seminario romano, e da questo nel inargomento lodovelte prendere perbuo-
I 600 al col IcgioClemen tino de'so maschi, iiaguida ed erudizione. Ora nel li b 2, cap.
donile Urbano Nili li restituì a Loreto, 12: DtL Collegio del Seminario, trattò
ripristinando il collegio illirico,tuttoiadi- dell'erezione di questo e del l'esenzione ac-
lettoda'gcsuiti e fiorente. Lo slesso l'iazza eiirdata da s. Pio V a'religiosi non men-
in'istruisce, che per maggior comodila del dicanli sulla contribuzione al »einitiario,
seminario, si traslocò in vari luoghi sue- per cui (Uce chesi ridussero gli studenti a
cessivamente, poiché dal palazzo Pallavi- 60, menlre Piazza avea detto di meno,
ciiii, prese a pigione il palazzo ^Madama senza i padri della compagnia, e 1 00 altri
(che descrivo a Palazzo del Governo), scolari o convittori figli di gentiluomini,
indi a s. Marcello, a'ss. Apostoli (forse nel che prima si ricevevano nel collegio ger-
contiguo palazzo Colonna, secondo il p. manico : che questi pagavano
|)el villo, e

Theiner l.' residenza del seminario), alla ogni giornoandavanoallescuoledel colle-


Valle, a quello de' ^ardini (che siccome gio romano, lod;indo i gesuiti. Trovo nel
un tempo abitazione Óì:' Go^'eriialori di p. Memmi gesuita, Notizie, dell'oratorio
Jìoma, a quest'articolo ne parlai), finché della ss. Coinunionegeiierale, voì^aimeii'
perla vicinanzadel Collegio romano, ore tedetto del p. Cara vita, chea p. 44 "'"•3
andavano a scuola gli alunni e i convit- come nel 6 tq il seminai io romanoporse
1

lori, si ac({uislò il palazzo presso s. Bai lo- suppliche per esservi aggregalo e lo fu.
lomeo de'Cergamaschi per 60,000 scudi. d'Urbano Vili e nel 1625
ISel ponlilìcato

Questo è il palazzo, che piìi lardi e per ilconleinporaneoecrilicoAmvdenoslam-


quanto dirò prese il nome di Borromeo, pò in Uoma De : pittate romanaj nella
Al dire del n.° 72 òv^W Osseivalore lìo- par. 2, cap. De privalii Urbis Collegiisy
;//rt/jo del 852, tale palazzo Paolo \ (nel
1 ecco come descrive il seminario romano
iGo5 essendo ancora gli alunni nel pa- del suo tempo. " Iluruin collegiorum pri-
lazzoNardini nel rione Parione, leggo nei miim sii Seminanum Uomanum ^ ipiotl
Possessi di Cancellieri, che per quello ili Pius IV ìnslìtuit et fundavil, in quo ceii-
Paolo V gli scolari del seminario romano luin voluit ali adulescenles, qui insacris
fecero un bellissimo apparalo, con t;ran lillerisju\la presciiplumcoiicilii iuslitue-
moltitudine di versi ed emblemi) nel 1 G07 reni, ut assignalo iiseorumque rectoribus
lo die al seminario romano, onde l.i con- compcleiili annuo censu, e\ ecclesiastico
tradapreseilnomecheluttavia ticnedi via Urbis proventu desumplo. Seiiiinariuiii
f\e\ Seminario romano. A chi apparlene- regilur a religiosi societalis Jcsu, exac^is-
va prima tal palazzo, lodissi nel voi. XI V, sima erga adolescenles cura. Ultra alu-
p. 1 8 I . Neil' Oiie/iVi/o/r pur si legge, che innos, qui publico alunlur, seuiinanuiii
negli atti della visita apostolica, eseguila ])iaeiatum rccipit nobiiiuni tilios, qui co/i-
nel seminario romano sotto Urbano Nili, i'r(7o/r.f distiucto ab aluninis iippellaittui*
in agoiloesellcmbrc iG3u, si a[>prcndc nomine. Ili nicnslruum subuul penduto,
IO SEM SEM
niajusquam sol valur prò singulo alumno co. w L'elezione de'ac) alunni spella co-

rum, quosetiam numero longeexcedunl, me segue: 20 al Papa, ossia al cardinal

quia non ex sola Uibe,setl universa Ita- vicario, il quale è protettore /jrotewj^ore
lia, ut hicerudianturcommigrantjiinmo del seminario romano; 3 al cardinal ab-
eliam ultra Alpes, et maria conveniunl. bate di Subìacoj a all'abbate A'xFarfa;
Sane cium ego hoc in seminario quinqueu- a all'abbate àeWeTre fontane e s.Orestej
niiunsilerem pylliagoricum, couvivebanl uno all'abbate di Grotlaferrata j uno al-
uno eodemque tempore germani, belgae, l'abbate della chiesa di s. Lorenzo fuori
galli,Uispani, poloni, illirii. Cultusetedu- delle mura (tutti luoghi de' dintorni di

catio adolescenlum admiranda,imbuun- Roma). I detti chierici spettanti al Papa,


tur siinul pietate,et litteris; lectiones au- ovvero al cardinal vicario, devono essere
tliuut in collegio romano, singulae clas- romani nati di legittimo matrimonio, abili
ses suos liabent repetitores ex patribus, per l'umanità; e debbono far l'obbligo in
corara quibus fìt repetitio eorum, quae forma di camera, di farsi nell'età di ao
a lectoribus audivere. Singula cubicu- anni sacerdoti, o aver presi gli ordini sa-
la ex iisdem religiosis habeut praefectos, gri, altrimenti di rifare le spese al semi-
qui adolescentes nuntpjam deserunt,sed nario; gli altri 9 devono essere soggetti alle

prandentibus, coenantibiis, obambulan- suddette abbazie, eccetto quella spettante


ld:)us, collegium adeuntibus, et redeun- all'abbate di s. Lorenzo (a tempo del p.

tibus semper odsunt. Victus abundans, Bonanni le nomine siissistevai»o,come l'ho


et frucalis. Eundem morem servantcae- descritte con Piazza). I giovani alunni colle
tera omnia collegia, que patrum socie- vesti paonazze, all'uso de'seminari eccle-
talis subjacent regimini liic ordine re- siastici, convittori colle zimarre nere e
i

censenda." Urbano VI 11 colla bolla Citm modeste, vanno ogni giorno a sentir le le-
siciitj de' 26 agosto 1623, Bull. Roin, t. zioni degli studi,a'quali sono destinati, nel

6, p. i,p. 184, stabili la tassa pel man- collegio romano de' pp. della medesima
tenimento de' chierici del seminario ro- compagnia di Gesìi, il che liesce di gran
mano, colla nota de'monasteri, capitoli, benefizio pubblico, e di molto splendore

parrocchie, cappelle e chiese, e le quote alla città, che ne fa sentire l'utile e il co-
annue delle las-^e che prescrisse loro di pa- modo a tutto mondo: possono studiare,
il

gare al seminario. Le disposizioni di Ur- oltre la rettorica, colle lettere umane, fi-

bano VII Isono tuttora in vigore, con quel- losofia, teologia e le leggi. I convittori che
le modificazioni decretate sotto Clemente si allevano nel seminario, devono essere
XU. Dice Piazza, che per la fondazione cavalieri o gentiluomini primari dellecittà
fatta nel 636 daUrbfino Vili delsemina-
1 d'Italia, e vi entrano ancora di ogni altra
rio di s. smembrate l'ul-
Pietro, furono nazione. Vi si accettano da'9 in 10 anni,
tima volta l'entrate del seminario roma- sino a'i 7 o iB.Sonoassisliti notte e giorno
no, iu modo che fu ridotto a non poter da 8 gesuiti, che fanno 1' uflìzio di pre-
mantenere che appena 29 alunni; onde fetti, e da altri maestri per le quotidiane
pare che sotto Uibano Vili e non nel pon- ripetizioni, siccome dai pp. assistenti spi-
tificato di s. Pio V,i semhiaristi fossero ri- rituali nelle loro congregazioni ue'giorni
dotti a numero così ristretto. Forse a ciò di festa per gli esercizi di divozione e di
alluderà il non conosco che
libro, di cui pietà cristiana, nella quale più che d'ogni
il titolo: La nobiltà difesa per la preci- altra cosa si procura che sieno istruiti. Si

pitosa riforma del seminario romano , di permette loro in qualche tempo dell'an-
Annib. Anet.Freret, 64^. A. i tempo d'In- no qualche onesto divertimento tratte-
nocenzo Xll il senìinario si trovava co- nimento cavalleresco, massimamente nei
me lo descrive Piazza, e qui lo riprodu- giorni di curuevale, comedi balli,scherma,
SEM S E !\I I (

e di ogni islrumento ila suono per tutto la Maculo, contigua al se-


chiesa di s.

l'anno". In fatti leggo nel n.° (348 del Dia- minario romano, ove dice esservi 2g a-
rio di Roma del I 72 I , la descrizione del- hmni, nominali da'suddclti personaggi,
l'accademia lellerai'ia e cavalleiesca, da- avvertendo, che nominali dagli abbati
i

ta da'convittori del seminario romano nel devono essere sudditi delle loro badie, e
loro cortile, dedicata a Innocenzo XllI, dimoravano 7 anni nel seminario: che in-
già alunno e convittore del medesimOjCon oltre eranvi altri 4 alunnati, fondazione
invito de' cardinali, della camera segre- del cardinal De Lugo gesuita, pe'giovani
ta pontificia, della prelatura, del corpo studenti di teologia nati nobili; ma quan-
diplomatico e della nobiltà. Di più ab- to a'3 luoghi dell'abbazia di Farfa, furo-

biamo l'opuscolo: Lettera chi marcii. Gi- no tolti per l'erezione del nuovo semina-
rolamo Diirazzo in ragguaglio della so- rio stabilito a s. Salvatore Maggiore in
lenne accademia di lettere e di armi, te- iV^/Z'iV2a,ovefra convittoriealunni si edu-
nuta il dì 5 settembre del 7 58 per la glo- i cavano più di 100 giovani alle scienze.
riosa esaltazione al pontificato di Cle- Anche Venuti ricorda le diverse accade-
mente XIII j da'coni'ittori del seminario mie annuali di belle lettere e di esercizi
romflwo, Roma i 758. Cos'i trovo pure nel cavallereschi. Il dotto p.Theiner nella sua
n.°64^3 dal Diario di Roma del 17 58, bella storia de'seminari, giurilo all'infau-
che Clemente XllI avendo nel semina- sta epoca della rivoluzione che nel seco-
rio romano due nipoti d. Gio. Battista
i lo [)assato pose a so(|quadro quasi tutta
e d. Abbondio Rezzonico (poi creòili." l'Europa, nel fare la narrazione veridica
cardinale, il 2. "senatore di Roma), inter- di (|uanto precedette, accompagnò e se-
venne alla pubblica accademia ed eser- guì la catastrofe, onde la religione, le i-
cizio cavalleresco ,
porlandovisi i cardi- slituzionì chiericali e la monarchia tanto
nali in ferraiuolone rosso e zimarra. Il furono travagliate, esclama a p. 267:-» Ma
dotto gesuita p. Zaccaria, nella Storia let- v'ha in essa un fatto su cui non possia-
teraria d' Italia, t. 6, p. 644» l'piodu. mo rimanerci in silenzio, perchè stretta-
rendo l'avvenuto dal marzo al settembre mente collegasi con le vicende della cri-

1752, descrive 1' E'^ercitazione accade- stiana educazione, e pei che formò per co-
mica, nella quale 6 convittori del semi- sì dire il primo anello di quella catena
nario romano e die nomina, dierono ap d'infortunii che incolsero alla Chiesa e ai
plaudita prova de'Ioro studi sopra la sfe- civili siali. Osinun
o
vede che il nostro di-
ra, la geografia e la storia, pubblicando scorso volgesi all' com-
abolizione della
il foglio cogli argomenti d'ogni esercita- pagnia diGesù.E chi verodopo le splen- di

zione, in tale occasione distribuito, come- dide leslimonianze di tanti savi, dopo le
che disteso dal dotto p. (iio. BallistaFau- confessioni de'nemici stessi, dopo il frul-
I e, professore di controversie nel collegio lo tl'una lunga e dolorosa sperienza, può
I ornano. Prima di questo tempo Clemen- oggimai più dubitare che da silfalta ca-
te X 11 deputò a' I 3 luglio 1735 una con- gione massimamente provenne cpiella ra-
gregazione particolare di cardinali per pida e litgrimevole mutazione che si ope-
modificare le lasse imposte da Libano rò nell'allevamento della gioventù, non
Vili pel mantenimento del seminario, ri- pur di quella che si mette per la via del
sultato della (juale fu il decreto, Capìlii- sacerdozio, ma di tutta (pianta in gene-
Inni s. fllarci,i\e\ t ."ottobre, emanalo dal rale? E chi similmente vorrà porre in tòr-
cardinal Guailagni vicario di Roma, con se, che la caduta di questa società aprì se
l'approvazione di detto P.ipa. Uidolfino non altro la via a quella di tanti altri o-
Venuti nella lloma moderna, stampala norandi istituti, alla rovina di tutto l'or-
in Roma nel i 7(57, a p. 3 i
7 discorre del- dine sacerdotale, al rovesciamento iufìne
12 SEM SEM
degli altari e de'troni? Tra i molti insi- trionfò delle potenze orgogliose d'infer-
gni passi di scniltori, così cattolici, come no,e sebbene non senza gran perdita, uscì
piolestaiiti, che noi potremmo addurre vittoriosa da quel conflittOjCon uno splen-
in conferma de'nostri delti, sceglieremo dore di che forse niun altro secolo fu te-

solatnente quello di Pietro de Joux (o de stimonio. La navicella di Pietro, in quel


INIliIu) già protestante rientrato nel seno miserando naufragio dell'umana società,
della Chiesa. — E' stata abolita in Fran- resse all'impeto di sì orribile fortut>a,ao-
cia, egli dice,quella istituzione meravi- corchè non fossero più con lei alcjuanti
gliosache a vea l'ormato il secolo lumino- de' vecchi e gagliardi suoi remiganti ".
sodiLuigi XIV, eche dominò lungo tem- Tra le tante gravissime calunnie di cui
po menti pel solo merito de'suoi ta-
sulle sonostati sempre bersaglici gesuiti,quan-
lenti e delle sue virlìi. Quella celebre con- do accanitamente si lavorava per la loro
gregazione fino a che t'osse durata in pie- soppressione, furono incolpati di negli-
di, avrebbe prevenuta la gran catastrofe gente amministrazione del seminario ro-
politica;perocché ella guardava primi i mano, e incitato il clero, principalmente
posti dell'ordine sociale, né potevasi ro- delle 3 basiliche patriarcali, a fare istanza
vesciarlo, se prima non s'annientava la di non pagar più la lassa, sotto pretesto
morale potenza che il sosteneva. Ella è che i gesuiti avessero di superfluo per
caduta sotto colpi d'una collegazione ac-
i mantenere il seminaiio. Indi d'ordine di
cecata da fallaci opinioni e dallo spirito CleiJiente XIV (/'.) fu loro intimata la
di parte: ella è caduta questa istituzio- visita apostolica, che sebbene di diritto

ne conservatrice, ma caddero con essolei toccasse al cardinal Colonna vicario di


poco appresso gli ordini religiosi, il clero Roma, coni 'erasi sempre praticato,fu for-
secolare, gli altari, la monarchia." — Nel mala da'cardinali York, lMarefoschi,edel
ragionare il eh. scrittore, de'guasti che la Colonna (sospetto a' ministri delle corti
niotlerna filosofia recò all'ecclesiastica e- che sollecitavano l'estinzione de'gesuiti,
diicazione,con isplendide parole e irrefra- di essere parziale di essi), a'quali fu dato
gabili testimonianze rendegiustizia a'per- per segretario mg.'" Diomede Caraffa di
seguitali gesuiti, e descrive le tenebrose Colubrano. Con grande apparalo fu a-
ni enee lei ngen li som me spese per distrug- perta In visita nel seminario romano, ed
gerla, ciò ch'io narrai a GiisuiTi, a Porto* il prelato la incominciò con provocare ar-
GALLO,aFRANCIA,aPAnMA,aRuSSlA,aPRUS- tificiosamente gli alunni e convittori a i

siA,in breve negli articoli tutti che vi han- deporre contro i gesuiti; ma restò invece
no relazione, e sono molti, unicamente per confuso dalle loro onorevoli dichiarazio-
amore della verità. 11 p. Theinera p. 34'?- ni. Indi furono presi i libri dell'ammini-
lumeggia la soppressione della compagnia strazione del seminario e fatti rivedere
di Gesù con queste gravi parole. »> Egli da certo Smuraglia, il quale ad onta del
è vero ! la guardia del corpo del Papa fu saldo fatto all'ultima precedente visita,
abbattuta. Il Pontefice cadde nelle ma- esaminò le partite dalla fondazione del se-
ni de'suoi nemici ! Ria allora il circondò niinario sino a quell'epoca, onde pretese
e difese un'altra guardia, quella che rese che gesuiti avessero guadagnato trecento
i

il suo petto impenetrabile e saldo ad o- mila scudi, e perciò tolti al clero roma-
gni colpo delle avversità, quella dinanzi no. Allora i gesuiti ottennero che si de-
a cui il cielo e la terra riverenti s'inchi- putassero altri periti, i quali trovarono
nano! La Chiesa mancò di questo nota- che in luogo del decantalo sopravanzo,
liile presidio, della compagnia di Gesù, in per nuove spese fatte, era l'amministra-
quel momento appunto in che n'avea zione gravata di scudi trentamila di de-
iDuggiore il bisogno: ma nondimeno ella bito. A iVoutcdi luUociù iluaioieule .igli
-

SEM SEM 1 3

I I settembre 1772 un distaccamento fli allorn gli nssegnò annui scudi 3')Oo, (in-

soldati si recò al seminnrio romano, do- cile la camera apostolica dovesse mante-
ve un commissionato alla presenza del nere gl'indivitlui dell'estinta compagnia,
rettore e di tutta la comunilà lesse ad al- intendendo poi di portare la rendita del
ta voce il decreto di provvisoria chiu- collegio e seminario a scudi TGoo, sopra
sura del seminario. Fu poi fatto inten- l'abbazia di Fiasira nellaMarca, data in

dere ai convittori ed alunni di ritorna- enfiteusi ai marchesi liandini. Di più, il

re alle loro case, ed ai gesuiti in quelle Papa lasciò a beneficio del seminario nuo-
che loro sarebbero destinate dal p. pre- vo tutte le rendite che godeva dal tempo
posito generale, restandovi intanto per- ch'era amministrato dai gesuiti, condo-
sona incaiicata di assumere l' animini- nandogli pure due censi passivi del col-
slrazione del luogo. La rev. fabbrica di legio lomano, delfiullato di scudi qo an-
s. Pietro prese quindi possesso del palaz- nui. Dopo l'espulsione de'gesniti dal se-
zo del seminario, ed il tesoriere in forz.i minario, non si parlò piìulel debito di scu-
di chirografo pontificio de' 3o dicembre di trentamila, né del preteso credito di
1773 lo cede al monte di pietà di Roma, scudi tiecentomila; anzi nel giorno ste%-
mediante lo sborso di 20,000 scudi, con so della chiusura del seminario, il clero
contralto stipidato io gennaio 1774' a' romano, pel quale sembrava decretata la

Divenuto l'antico domicilio del semina- visita apostolica de'3 cardinali visitatori

rio romano proprietà particolare, per es- nominati, fu con decreto obbligalo a con-
servi andato ad abitarlo il cardinal Vi- tinuare il pagamento dell' antica annua
taliano Borromeo, cominciò a chiamarsi tassa. Il n." 8(Jo'f del Diario di Roma di

il palazzo Borromeo, ed ancora si suole detto anno, riporta come Clemente XIV
appellare con tale denominazione. Ag- nvea provveduto il collegio con abili sa-
giungerò, che nel 1 7(^6 la rev. fabbrica di cerdoti secolari per professori, per la col-

s. Pietro, con istromento de' 26 agosto tura della gioventù nella soda pietà e nel-
1 7q() riportò dal monte di pietà l'mve- le buone lettere, disponendo che nel no-

slitura e enfiteusi perpetua del palazzo vembre si riaprisse il seminaiio sotto i ili

del già seminario romano. lui auspicii. Per cui il cardinal Colonna
Passatilo mesi dacché esso era stato Ticario a'3 agosto pubblicò una nolilìca-
chiuso, Clemente XIV si trovò co>trelto fione, per invitare la gioventìi che avea
dalleprepotenti vicende politiche tle'tem- vocazione pel servizio della chiesa, al pre-

pi,non senza sua ripugnanza e dolore, di ventivoesame che nel seguenleseltembre


sopprimere la compagnia diGesìi, col bre- terrebbe nel suo palazzo, dovendosi pri-
ve Doniinux ac Rtdcmptor^àtii luglio ma esibirei retpiisiti di essere romani, na-
1 773, che intiero riporta Cercastel nella ti da legittimo matrimonio, non minori

iSloria del cristianesimo, l. 34,co'n.i i o 1» d'anni 12, e capaci di studiare l'umanità;


e seg., togliendo di' Gesuiti (f.) i collegi e non che essere di buoni costumi e di ci-
seminari alla loro cura afTidali. Nel n.° vile onesta condizione, provveduti di cap-
iS()o2del/^wnor//7iom^de'Gagostoi 774 pellania, o beneficio o patrimonio eccle-
sidice, come ClemeuteXl Vcon suo moto- siaslico, ovvero almeno la sicuilà che lo

proprio avca fatto unione del collegio


l' ron?eguirtbbe,eper pagar poi gli alimen-
romano col seminario vescovile pontili ti qualoia non si elletluosse la loro voca-
rio,dichiarando quello stabilimento colle- zione ecclesiaslicn. Cheperallora si sareb-
gio, seminario e università, concedendo- bero ammessi 3o alunni, conìprcsi quel-
gli la casa, la specola, il museo, la biblio- li che appartenevano all'antico seuìinaiio,

trca, la spezicria, de chiese di s. Ignazio se volevano ritoinare. Perla morte d«l Pa-
e dell'oratorio del p. Caravila. Inoltre per pa il seminariu non si potè aprire nel no-
1 SEM SEM
vembre 1774» sollanlo si riaprì soflo il cardinal Vitaliano Borromeo (che celebrai
nuovo Papa Pio VI ne fu ." rellored. : i pure a Conservatorio Borromeo, da lui
Francesco de Vecchis, ma dopo circa 6 fondalo), ottenne da Pio VI un breve,col
mesi essendo slato fatto parroco, gli suc- quale si cedevano in perpetuo all'orato-
cesse d. Gio. Battista Tarozzi di Valmon- rio le camere e sale dalle quali sono cir-
lone. Essendosi fatti vari progetti per re- condate le venerabili cappelle, ed il zelan-
stringere l'assegnamento necessario per te cardinale subito risarcì tutto, adornò
mantenervi 3o alunni, non si potè stabi- decoiosamenle il luogo e Io dotò di mol-
lire a meno di scudi seimila e più annui; te rendite, perchè più volle fra l'anno si
mentre gesuiti per mantenere egual nu-
i potesse trattenere una quantità di giova-
mero non ne riscuotevano più di duemi- netti a prepararsi alla s. comunione. L'e-

la e ottocento circa. Questo confronto è sempio di questo insigne benefattore ec-


la più vitale difesa alle accennale accuse citò altre pie persone a contribuire gros-
contro l'economica amministrazione dei se somme per l'accrescimento di tanto be-
gesuiti. I sacerdoti ch'ebbero la direzione ne; e quiaggiungerò che Pio VII nel 8 5 I 1

e cura del collegio eseminario, nella mag- portatosi a comunicare colle proprie ma-
gior parte erano allievi degli stessi gesuiti, ni i giovanetti in questo luogo, accordò
che procederono per quanto fu possibile all'opeia pia l'annuoassegno di scudi 200.
colle norme precedenti. Quindi furono Il prefetto dell'oratorio e altri sacerdoti
preposti a presiedere al collegio romano addellifldesso sempre si prestarono a pre-
3 cardinali con titolo e ingerenze di pre- dicare, confessare, assistere la mensa, la

fetti digli sludi, dellospirituale,e dell'eco- ricreazione, i dormitorii de'giovanetti,che


nomico : però il piefetlo sullo spirituale, per 8 giorni visi trattavano gratuitamen-
cioè lauto del collegio che del seminario te. Essendo stala la pia opera da Pio VI
romano, fu sempre il cardinal vicario. Oc- sottoposta all' arbitrio del cardinal vica-
cupato il collegio romano dai professori rio, e potendo egli traslocarla, cambiarne
delle scuole, cui recavansi i vari collegi le forme, chiamare altri a dirigerla e am-
laici e ecclesiastici di Roma, ed anche le ministrarla, così nel 1 824 il cardinal Zur-
persone addette alla chiesa di s. Ignazio, la vicario, nel trasferimento che dirò del
all'oratorio del p. Cara vita, alle cappellet- seminario, ne rilasciò l'esercizio a'sacer-
te di s. Luigi, alle congregazioni de'seco- doli secolari per fondarla altrove; e Leo-
lari,ed alle opere pie, che molle vi si eser- ne XII con suo breve la trasferì nel pa-
citavano da' sacerdoti del collegio roma- lazzo Imperiali presso la basilica Liberia-
no, gli alunni per la ristrettezza del loca- na, nella casa della Missione (/^'^) di No-
le non poterono mai sorpassare il nume- stra Signora delle Grazie e detta Imperia-
ro di55o56, non ostante le tnolte ricer- li. Nelle medesime cappelle di s. Luigi da-
che. Apprendo dal citalo disopra ab. Co- gl'individui del Ristretto degli Angeli, e-
stanzi, p. 2o5, che nel 1785 fu istituita sislente nell'oratorio del p. Qiraviia, fu
la pia casa degli esercizi spirituali pe'gio- istituita nel i
790 una mula d'esercizispi-
vanetti di nubile e civile condizione, on- rituali perla coltura delle anime di quel-
de disporli alla [.'comunione, nel locale li che compongono tale ristretto e altri

del collegio romano aderente alle cappel- che bramino ritirarvisi, in preparazione
le di s. Luigi Gonzaga, ossia presso le ca- alla Solennità di Pasqua, con privilegio di
mere abitate da quel santo gesuita pro- farvi celebrare più messe nel giovedì san-
tettore della gioventù e degli scolari, deno- to, in cui si comunicano gli esercizianli

minate le CappellcUe, 11 prefetto dell'o- per concessione di Pio VI. Di presente


ratorio del p. Caravita e missionario ur- nel collegio romano i giovanetti studenti
bano d. Giuseppe del Pino, col favore del del collegio stesso, che non hanno anco-
SEM SEM i5
rn fjjlta lai." comunione, vi si prepai-ano mano si ridusseroa poco numero. La di-

per mezzo degli esercizi spirituali separa- vina provvidenza nel 1 8 4 1


restituì la pa-
tamente ilagli altri studenti del medesimo ce alla Chiesa e all'Europa, ed a Roma
collegio, tornando alle proprie c;ise per ci •
il suo clero, e Pio VII che vi entrò trion-
barsi e dormire; quindi fanno la i .' comu- falmenle a'24 maggio. Una delle prime
nione il giovedì san(o, nelle dette cappe!- sue cure fu la ripiislinazione della com-
lette di s. Luigi. Triste conseguenza della pagnia di Gesù per tulio l'orbe cattoli-
tremenda rivoluzione francese lu la pro- co, imperocché a richiesta del re delle due
clamazione della repubblica, e l'occupa- Sicilie, già l'avea restituita ne'suoi domi-
zione violenta di vari stati, fra i quali il nii, anzi avea sempre esistito ad istanza
Roma, donde a*20 febbraio
pontifìcio e de' monarchi di Prussia e Rtissia (^'.),
1798 detronizzato Pio VI fu portato pri- sebbene [)roleslanle .°,scismatico il 2.° il i

gione in Francia , ove morì tra gloriosi l'io VII dunque co!la bolla del 7 agosto

patimenti. In queste infelici circostanze I 8 4 pel geneiale iprislinamento de'ge-


1 1

ne soffrì anche il collegio e seminario ro- suiti, espressamente dichiarò nel restituir
mano, restando nel primo una dozzina di loro la casa pi ofessa e il noviziato diRoma
alunni; tultavolla riuscì ai sacerdoti di- colle coritiguechiese'»non inlendianiocon
rettori di preservare dal generale spoglio ciò di escludere la restituzione anche del-
il museo e la biblioteca : a Roma narrai le altre , che in questa città spettavano
la sua condizione in questa epoca fttale alla compagnia di Gesù, prima della sua
e miserabile. Non andò guari che altra soppressione, sulla restituzione delle qua-
più lagriraevole e piii lunga ne avvenne li ci riserviamo prendere a suo lungo e
ne'primordi del pontificato di Pio VII, in tempo le convenienti disposizioni ". Il p.
cui di nuovo i fiancesi imperiali invasero Theiner a p. 34' esaltando Pio VII per ,

lo stalo ecclesiastico e Roma, traducendo la prima cura che prese di restituire in

altrove in deportazione il Papa a'6 luglio fiore il pubblico insegnamento (ed il col-
1 809, disperdendo e rilegando in lontani legio e seminario romano ne provò subi-
luoghi e prigionie, cardinali, prelati e il to i benefici effetti^ acciò la scienza pro-
clero romano , restando Roma a vivere cedesse colla pielàe la fede, convinto che
nel pianto e nella desolazione, con mg.*" ormai principi cristiani per l'esperienza
i

Anastasio delegato apostolico, e mg.' Me- di 25 anni aveano potuto conoscere l'iu-
noch'io Sa grista (r.), il quale fece alcu- doledella rivoluzione e i gridi di guerra,
neordinazioni nella chiesa de'signori del- che rivolti da principio conlro gesuiti, i

la Missione {y.), altro vescovo avendole aveano dopo la loro caduta assalito con
eseguite n^\ Palazzo Caniuccini [/'.) A egual violenza troni , aggiunge questa
i

Giuramento parlai di quello democrati- testimonianza. Per la qunl cosa eslimò


»>

co, che i francesi repubblicani nella pri- Pio VII non potei dare miglior guaren-
gionia di Pio VI esigevano dagli ecclesia- tigia al ben pubblico della Chiesa e alla
stici di Roma, e che alcuni professori del quiete de'civili stati, che quella di riven-
collegio e seminaiio incautamente pre- dicate ad una degna società di uomini,
starono, ma poi fecero solenne ritratta- vogliam dire alla comp;ignia di Gesù, la

zione. A Giuramento eziandio parlai di sua innocenza, di che il processo delle co-
quello preleso dagl'ini peritili francesi nel- se avea dato già mille prove, dichiaran-
la prigionia di l'io VII, il quuie fu vir- dola, conformemente eziandio a'desideni
tuosamente ricusato dai maestri del me- di più principi e sapienti uomini di sla-
desimo collegio e seminario, perciò [)uniti nuova vita. Pio VII lasciò al
to, risorta a
con penosa deportazione. In lale lagrime- tempo e alla prudenza de' contempora-
vuie tempo gli alunni del seminario ro- nei il ristorare i fieri colpi già recali a
i6 SEM SEM
que^tn pregpvole società, il oollowir nno- suiti il Collegio romano {F.) e sue ap-
vamenle la loro fiducia nef^lianlichi suoi partenenze; ed a' 19 affidò ai medesimi
meriti verso la religione e Io stato, e ri- gesuiti il Collegio de'Nobili^F'.), che vol-
cercare i consigli, i lumi e gli aiuti di lei. le istituire nel palazzo già del seminario
Così Pio VII soddisfecej se è lecito dirlo, romano e denominato Borromeo , asse-

a un debito Luogotenente
della Chiesa ! gnandogli la contigua chiesa di s. Macu-
di Cristo in sulla terra, non potè egli la- lo. A Collegio romano celebrai il clero se-
sciar più lungamente su d'una sì onoran- colare che ne avea diretto l'insegnamen-
da e benemerita corporazione ecclesiasti- lo pubblicoe amministrato lostabilimen-
ca una macchia di disonore, di che l'etèi lo, i professori e maestri che fiorirono nel-
slessa riavutasi dal trambusto del suo tra- le scienze e dignità ecclesiastiche, due dei
viamento, per vergogna arrossiva. Il mo- quali ivi encomiati ora fanno decoro al
mento della reintegrazione della compa- sagro collegio, cioè i cardinali Fornari e
gnia di Gesìiappartiene indubitatamente Brunelli; non che quelli che dottamente
a que'tratti di provvidenza, la cui vasti- diressero la specola, di che feci parola au-
tà ed importanza solamente a pochi, solo co nel voi. L, p. 262 e 263. Arroge come
ai puri e mondi di cuore è dato di bea il p. Theiner, a p. 347> celebra l'avveni-
conoscere. Oh! come tosinolo degl'incre- mento, e la direzione del collegio in tem-
duli giubilò di letizia allorché vide la com- po de'preli secolari. »» Leone XII, degno
pagnia immolata ai suoi perfidi disegni ! erede delle virtù del suo predecessore,
Ohlcomeinluoiiò inno trionfale sul pros- nodriva le medesime benevole disposizio-
simo rovinar della Chiesa «Leone XII ! ni verso la compagnia di Gesù, e si vol-

compì ciò che non fu dato a Pio VII di tò a rammarginare le ferite da lei soste-
eseguire, imperocché col breve Recolen- nute. Commuovevalo grandemente la mi-
tes, dell. "aprile 1824, trasportò il semi- rabile capacità de'gesuili per l'educazio-
nario romano e i convittori, co'sacerdoti ne, i quali, come sì bene esprimesi l'illu-

secolariche fino allora aveano egregia- stre visconte di Chateaubriand, sapevano


mente diretto e governato con essi il col- elevare i giovani, eziandio de'più diversi
legio romano, nell'antico vasto locale del ordini e gradi di società, a quella comu-
Collegio Germanico lJngarico[f^.), egli nanza di studi che stabiliva tra il prin-
assegnò la contigua chiesa di s. Apolli' cipe e il dotto una nobile e salda amici-
nate (nella quale, come rimarcai al suo zia, non dissimile a quella degli Scipioni
articolo, s'incominciò l'insegnamento del- e de'Leli. Volle adunque Leone XII re-

la dottrina cristiana, pel decreto del Tri- stituire la compagnia nell'antica sua se-

dentino, derivando dal quale il semina- de, nel gregoriano collegio, stato già pro-
rio, furono così congiunte due glorie ec- vido educatore di tutti i grandi ingegni
clesiastiche al venerando tempio, che di- dell'ordine, e cuna di tanti uomini nella
votamente frequentai ne' primi anni di Chiesa e nello stalo cospicui. Il virtuoso
mia vita, come già mia parrocchia), per clerodi Pioma avea, dopo l'abolizionedel-
iifllziarla, stabilendo la residenza del car- la compagnia, assunto il reggimento di
dinal vicario e de' suoi uffici nell'altro esso, e col più lodevole ardore faticavasi
propinquo e grandioso palazzo, che ha li di riparar la perdita che avean patita la
maggiore ingresso nella via della Scrofa. religione e le scienze. E certamente il ro-
Così il seminario romano venne nobili- mano collegio, posto in questo dolente sta-
lato con propria casa,con particolari scuo- to di orbezza, non poteva scadere in più
separato dall'antico convitto. A' 17
le, e abili mani. Mercè degl'indefessi sforzi di
maggio di detto anno, Leone XII, già vi- quel clero così pio, così dolio e ben di-
cariodilloma, restituì in perpetuo ai ge- sciplinato, il quale si tenue alle già impres-
S E M SEM 17
se orme cìe'siioi piedocessoii, fu il colle- S[)nse quel provvido e zelante Papa. Leo-
gio fecondo in gran manieia di fruiti, e ne Xll col breve Àcl hoc supremae di-
lurniò que'grandi ed uomini che
[)re!ali gnilatiifasligiiim, de'27 dicembrei 8^4,
negli ultimi travagliosi tempi con tanto unì al collegio de'missionari sacerdoti fon-
animo e valore diRseioi sagri diritti del- dato dal marchese Imperiali Lercari, nel-
la Chiesa. Allorché dunque, dopo una me- la pia casa sul Monte Estjuilino^óì cui par-
tà di secolo, quell'orfano figlio si tornò lai nel voi. XLV, p. 224, l'amministra-
alle mani di chi gli avca dato la vita, non zione delle due opere del cardinal Vita-
ehbechea lodarsi de'fedeli e diligenti suoi liano Borromeo per gli esercizi de'giova-
tutori, cheaveano religiosamente custo- netti da ammettersi alla i
." comunione, e
dito gli antichi ordini e il primiero stato degli Oralorii i^T'.) notturni eretti pari-
di sì grandioso edificio. Il citro sortì al- menti inRoma dalcardinal Leonardo .\a-
lora a nuovo campo della scientifica e re- tonellijde'qunli liporlai a'Iuoghi loro. Con
hgiosa sua attività il seminario romano, al tro bre v e de' 1 4 febbi aio 8 2 6, Amplis -
i

sotto la vigilanza e le paterne sollecitudi- sima t'/^5, Leone XII alle due pie unio-
ni d'im illustre principe di s. Chiesa, il car- ni de'sacerdoli, cioè dell'oratorio nottur-
dinal Zurla camaldolese, nel quale pietà, no già eretto Arcicon-
nella chiesa dell'
mansuetudine, dottrina si trovano in bel fraternità di s. Gregorio de' Muratori
nodo congiunte. Questo degnissimo per- (F.),e della pia unione di s. Paolo (f.)
sonaggio, vicario di 3 Pontefici, ha confe- apostolo addetti a più opere di ministe-
rito principalmente ad innalzare il roma- ro ecclesiastico, e specialmente alla pro-
no seminario a tanto onore e chiarezza, pagazione della divozione del Sagro Cuo-
ch'esso pel numero degli allievi, per la so- re di Gesù {f^.), ed alla coltura de'gio-
dezza degli studi, massime sagri, per l'os- vanelti ne'dì festivi, concesse in perpetuo
servanza d'ogni pili esemplar disciplina, la Chiesa di s. Maria della Pace (^.),
molto avanza, a niuna cede delle più fio- una Canonici regolari Lalera-
volta de
renti istituzioni di chiericale ammaestra- nensi{dL Ora dissi perchèsuona lacampa-
mento ". Con altre splendide parole il p. na avanti giorno due volte e con diverso
Thtiner magnifica Pio ^ II e Leone XII, numero di tocchi), equiudide'domenica-
il I ."per avere ristabilito eziandio il colle- ni d'Irlanda per disposizione di Pio \ II
gio germanico-ungarico.il 2.°per a vere ri- del 8 8, quali per volontà del medesi-
I 1 i

pristinato il convitto o collegio de'nobili,e moLeoneXII si recarono nel 825alcon- 1

ambeilue restituiti allacura e tutela de'ge- vento contiguo alla Chiesa di s. Clemen-
suiti. Del nuovo seminario romano ne fu te presso il Laterano. Volle in quel breve

i.° benemerito rettore il saggio e dotto Leone XII, che Vorator.'o di s. Maria del-
d. Pio Dighi romano, ora vescovo di Li- la Pace fosse riconosciuto il primario di
stri in partibus e vicario della basilica Va •
tutti gli altri del medesimo nome e isti-

licauii. Siccome in diverse opere ei ronea- tuto, in cura de'sacerdoti secolari, e che
inente fu pubblicato, di avere Leone XII fosse munito delle facoltà di aggregare ed
concesso la custodia di s. Maria della Pa- erigere degli altri oratorii. Determinò pu-
ce ai sacerdoti addetti all'educazione re- re che la memorata e benemeriti) pia u-
ligiosa de' giovaniche studiano nei liceo nione di s. Paolo avesse l'oratorio inter-
delle scuole del seminario romano, sotto no monastero contiguo alla chiesa del-
del
iltitolo di primaria pia unione del sagro la Pace, ed esistente nel piano del supe-
Cuore diGesìi;perchè meglio apparisca ciò riore loggiato, ove potesse riunire gio- i

non sussistere, e insieme rettificare (|uan- vanetti della sua adunanza, ed avesse an-
to riguarila la pia unione, credo oppor- che delle camere da destinarsi dal cardi-
tuno dichiarare quanto propriamente di- nal vicario; ed inoltre che potesse far uso
\0L. ixiv.
iH SEM SEM
(Iella chiesa pubblica annessa di s. Maria, I 827 dispose: Sacerdotes , aliosque mini-
per le sue funzioni che celebra di giorno. stroSj antiqui Collegii ac Seminarii Ro-
Deteiniinòquindiil vicariocardinalZur- mani ^ quihus jamdiu cubicula conccs-
la, esecutore della ricordata costituzione simus (cioè nel 824) dummodo ea inco'
i

apostolica, che i sacerdoti della pia unio- lant, nulla rationc ahsque nostra aneto-
ne di s. Paolo nel trasferirsi per l'eserci- ritate exturhandos esse. noi IreLeoneX I 1

zio della divozione al sagro Cuoredi Ge- diedeal nuovoseminarioromano,con tan-


sù, dalla chiesa di s. Maria in Cappella ta dignità da lui eretto, per sollievo degli
(di cui parlo a Umvf.p.sita artistiche) a alunni e convittori , la villetta amena e
fjuella di s. Maria della Pace, s'inlitolas- suburbana chiamata la Pariola, fuori di
se Associazione alla divozione al sagro
: Porta del Popolo, di cui e della piccola
Cuore di Gesìi stabilita in s. Diaria in /'rt/'/o^a restata al collei'io "ermanico-un-
Cappella, ora nella chiesa della Pace, gaiico parlai nel voi. XIV,
p. i63j 23 t

ferma rimanendoinquella la coltura spi- e 282, ambedue essendo stale concesse al


rituale de'marinari; e dispose ancora che collegio germanico da Gregorio XI col - 1 ,

l'istituzione stabilita neli8i4 dalla me- la bolla Quoniani Collegiuni Germani-

desima pia unione di s. Paolo in s. Maria cuni, de'20 novembre 576, Bull. Rom. I

di Loreto al foro Traiano (di cui a Uni- t.


4j pai'- 3, p. 825, nel luogo già chia-
versità artistiche), ch'è di Hir celebrare mato Pesaioli fuori di Porta Pinciana ,
(juolidianamenteuna messa in lendimcn- che dalla proprietà di Bernardino Pisci-
lodi grazie alla ss. Trinità, pe'doni e pri- na e Fonlanelli, era passala in quella del-
vilegi concessi alla B,Vergine, si tiasfe- la camera apostolica. Clemente XI colla

risse in Maria della Pare. Dispose poi


s. bolla Cum in /V^, de' 16 luglio i 708, con-
Leone X 11, che tutte le altre camere del cesse la piccola Pariola Tinea in loco ,

monastero della Pace fossero a disposi- Pariolo,a\ Collegio Urbano (A'.), e si leg-
zione del cardinal vicario per dare allog- ge nel t. I, p. 246 del Bullarium de pro-
gio a'preli senescenti, oa'beneoierili del- paganda fide. Ivi a p. 264 è riportalo il

la chiesa, o ad attuali operai, assegnando molo-proprio di dettoPapa, Cam nosnu-


de'fondi per le spese di chiesa, e per la per,àtii seltembrei 709 Cassationis :

manutenzione del locale. Da circa g an- canoni, cum dismembratione, super T i-

ni, come notai a Scuole biPloma, nel det- nea in loro Pariolo nuncupato, s. e. de
to monastero vi si è eretto un ginnasio prop. fide alias concessa. Quindi questa
pubblico gratuitCjdiretlo dalla congrega- piccola Pariola di venne proprietà del col •

zione cardinalizia degli sludi, onde gio- i legio germanico-ungarico.


vani possano apprendere gli elementi di Riferisce il ricordalo ab. Costanzi, che
filosofìa , il quale ginnasio è situato nel nell'apertura degli studi del i. "anno scola-
piano terreno del chiostro, colla sua cap- stico del seminario romano, Leone XII
pella per le funzioni festive. Nel restitui- si recò ad assistervi, e ricevè il giuramen-
re Leone XII alla compagnia di Gesù il to dai professori delle scuole. A Co^'clu-
collegio romano, maestri ed altri addet-
i sioNi parlai di quella tenuta a'3o agosto
ti al collegio e seminario romano che non 1827, dal romano ab. Camillo di Pietro,
aveano casa dove ritirarsi, furono invita- ora arcivescovo di Berito e inlernunzio
ti a prendere alloggio nel locale e antico straoidinario e delegato apostolico in Li-
monastero di s. Maria della Pace, e furo- sbona, con disputa sulla storia ecclesia-
no pensionati a proporzione di ciò che stica, ed intervenne Leone XII
alla cpiale
aveano ne'rispettivi loro uffizi. Il cardi- col sagro collegio. La magnifica descrizio-
nal Zuila esecutore dell' analogo bieve ne del nobilissimo apparato si può leg-
ponlifii,;o, con suo decreto de' j c) febbraio gere nel n,° 72 del Diario di Roma del
SEM SE .M j
ij

1827. Nel medesimoanno Leone XII sta- 1 elio rispondente alla chiesn, atl assislcie
l)ilì, clie un alunno ilei punlificio semi- olla nie-ìSa eanlalada mg. Mc/zofanle,
nario romano lìieesse il sermone nella ba- duiunle la qnale eljbe luogo una scclli
silica Laleianense per la festa della ìVa- musica a 8 voci, produrione in parte del
tivitìi di s. Gio. Uallisla, alla presenza del celebre aiaeslro Pacini, che da lui umi-
ra|)a, de'caidinali, prelatura e allri che Hata al Papa, egli per la i.' esecuzione
hanno luogo nelle Cappelle ponllficie, nel raffidùa'seaiiuarisli, bene istruiti nelcan-
quale articolo indicai come ciù procede; toeccle>iastico. 11 n."! 1 del Diario di Ro
e parlando di quella della Pentecoste, no- ma i834 «"'corda come o'4 febbraio be-
tai che sermoneggia uà alunno del colle- iiignameuleGregoiioXVl di nuovosi le-

gio Mibano per conces>ir)ne diClemente co a visitare il romano. Tale


setninario
XIV, mentre prima ciò faceva un cunvit- anno fu fatale pel seminario, per la mor-
tore del seminario romano. Inollre nello te del benemerito cardinal Zurla, awe-

stesso articolo descrivt'ndo le processioni nota a'29 ottobre, al quale gli alunni ce-
dei Corpua Domini, della Canonizzazio- Icbrarono decorose esei[uie. Per quanto
ne, e per l'apertura della Poi la sanla, dissi a Pergola, Gregorio X\ I ilonù al
che dal Papa si celebrano nella basilica museo del seminario l.i collezione di [)ie-

Aaticana, registrai in ciascuno l'mterven- tre preziose appartenente al defunto car-


te del seminario romano in cotta e con dinaie, col peso d'un posto gratuito, da
candela accesa, seguendo la croce tlel eie- godersi alternativamente dalle dioce-.i di

roroniano,echeÌMcedonopnreneIla prò- Cagli e Pergola. Gregorio XVI riguardò


cessione del Corpus Domini cht s\ [a nel- sempre con singolare benevolenza glia-
la detta basilica in sede vacante, avendo lunnidelseminarioromanoeiu vari modi
luogo gli alunni anche in quella che si ce- lo dimostrò: alfabilraente più volle nel-
Itbra dal capitolo Lateranense, ove suole l'autunnale stagione si recò alla Pariola,
intervenire il Papa e i cardinali. Ripor! » si assise alla loio raensa,edon)esticamenlc
iln." Go del Diario di Roma deli 833, conversava coi maestii e seminaristi, Icd-

the a'23 luglio celebrandosi nella chiesi volta ritornando a piedi al Quirinale. A*
del seminario romano la festa del titolale vendo il cardinal Zurla fondato nel semi-
s. Apollinare ."vescovo di I Ravenna (^ì.), nario una colonia arcadica, dal suo nome
vi si recò Gregorio XV i, ricevuto dal car- chiamata Placidia, gli alunni coltivano
dinal Znrla vicario e da numerosa schie- lodevolmente la poesia,eco'loro versi ce-
ra di seminaristi : adorò ss. Sagramen-
il lebrarono in più volle i fasti del ponlifl-
to nell'altare della n»iracolosa immagine catodi Gregorio XV^I, che solevano auio-
della Beala Vergine, e poi le ss. reliquie revolmente incontrare reduce dalle vii-
dell'altare maggiore, quindi ascese nella leggialuree da'viaggi. loebbi cura di ser-
gtan saladel seminario nobilmente ador- bare tulle le loro belle e soavi composi-
na, ove assiso in trono ammise al bacio tioni latine e italiane, e ne posseggo l'ini-
ilei piede il corpo de' professori, i gio- portante collezione, a me graziosimeate
vani del seminario e il restante de'chie- donandole il Papadopoaverle lette e gu-
lici che ne frequentano le scuole, acco- slatcHa unprospetlodcglisludichesi lan-
gliendo tutti paternamenle. Due semina- nn nel seminario romano, potei ricavai e
risii, gli ni). Mapei e Castellani, esternalo- che ivi s'insegna e s'apprende: la grani-
no al Papa con duepoetici coinpnniinen- malica, l'uinanità, la rellorica, la storii,

li, la gratitudine e l'esultanza del semi- l<i cionologia, la gcogralìa , la poesia, lo


nario pel compartito onore. Poscia Gre- stile delle iscrizioni; le lingue latina, gic-
ijorioX \ I pass()airappaitainenlodelcar- cj ed ebraica ; 1' arilinclica, la logica, !a
d.nal vicario, quindi sicouilussea un co- metafìsica e la malccuatica; !a tìsico ma-
20 SEM SEM
tematicajl'ctico fisico-chimica; le anlichi- ziosi, già maestro del Pontefice, e profes-

tàcrisliaiie,il canto ecclesiastico, la litur- sore del seminario, al quale in segno di


gia; l'eloquenza sagra, la storia ecclesia- affezione Inscio la sua ricca biblioteca. Nel

stica, il gius canonico e civile, la s. Scrittu- marzo 1848 perle sciagure di Roma, es-

ra, la teologia clominatica e morale, ed i sendone usciti i virtuosi gesuiti , riporta


luoghi teologici. All'arlicoloPiolX notai il n." 56 della Gozzetta di Roma, che il
coniiicndiosamciUe quanto qui vado a consiglio e senato di Roma vedendo man-
rammentare di questo Papa che regna. care il collegio romano della direzione de-
L'alunno d. Camillo Santori, dopo avere gli studi,domandb la consegna del locale e

neiragosto iS^5 sostenuto pubblica di- delle preziose raccolte che vi si conserva-
sputa in teologia e storia ecclesiastica, al- no, ondeslabilirvi un comunale liceo. Ma
tra simile ne tenne a' io settembre 1846 il Papa nel i.° aprile dichiarò che il colle-

nella chiesa di s. Apollinare, alla presenza gio provvisoriamente l'avea dato al semi-
e sotto i pontificii auspicii di Pio IX, con nario romano, perchè non venisse inter-
l'intervento de' cardinali, prelati e altii rotto il corso della pubblica istruzione. In
personaggi, come pubblicò il n.° 7.5 del falli i maestri e ministri del seminario ro-
Diario di Roma. Il •2.''anno secolare del- mano, cogli alunni si erano recati a di-
la meravigliosa manifestazione della bel- morare nel collegio romano, in ubbidien-
la e veneratissima immagine della B. Ver- za a'poutificii voleri, sino dal 29 marzo.
gine, avvenuta a' 1 3 febbraio i647nel por- In conseguenza della obbrobriosa rivolu-
tico della chiesa di s. Apollinare, solenne- zione di Roma dell'infausto 16 novembre
mente fu celebrato dal cardinale Patrizi 1848, il Papa per le patite violenze sa-
vicario di Pvomaedal seminario a' i 2, i3 viamente ne palli a'24, per cui la fazione
ei4 febbraio 1847, con quella magnifi- democratica, rotto ogni freno,a'g febbraio
cenza e splendore di culto clie descrive il i849pi"Oclamò la repubblica romana. Il

n.° 6 del Diario di /lOOirz, ed il cardina-


1 seminario romano in quell'infelice epoca
le vicario medianteindidto papale vi pon- continuò a risiedere nel collegio romano,
tificò 1 solenni vesperi del 2.° giorno e la e solo ne partirono gli alunni forestieri che
messa dell'ultimo, con quello stesso cere- tornarono alle loro case; bensì gli altri per
tnoniale che godono cardinali ne'loro ti- i circa due mesi si astennero dall'uscire, e
toli. Il Papa nel giorno centenario della fu allora che le scuole si chiusero a moti-
manifestazione della s. Immagine si recò vo dell' anarchia giunta al colmo. Dopo
a celebrare la messa all'altare maggiore, una serie di combattimenti tra i repub-
e vi comunicò gli alunni del seminario e blicani, ed i francesi accorsi a Roma per
altre di vote persone, in uno alla princi- liberarla dal tirannico giogo in cui era ca-
pessa di Sassonia; quindi dopo ascoltata duta, onde anche i Monti Parioli furono
altra messa, il Papa nella privata cappel- campo di guerresche azioni, Roma fu pre-

la dell'attiguo seminario conferii la cresi- sa dai francesi e vi entrarono il 3 luglio.


ma a' convittori Ducrò, Alegiani e Ta va- Il cardinal vicario vi rientrò a'25 di det-
ni, avendo benignamente preso parte a un to mese, e ricomposto l'ordine pubblico,
decoroso trattamento pieparalo nella bi- il collegio romano si riapri a' 1 8 gennaio
blioteca. Oltre a tu tlociò,rul timo giorno fu i85o nella sua residenza, da'gesuiti già
eziandio festeggiato dagli alunni nell'au- ritornati alle loro case ed il seminario
,

la massima con un esercizio accaderaico parfi dal collegio a'24 marzo e ritornò a
di poesia e di musica. Nel n.° 34 delle yYo- s. Apollinare; ma il collegio de'nobili re-
tizie del giorno di Roma
deli 847, si de- stò sciolto, ed in sua invece altro convilto
scrivono gli straordinari funerali celebrali il Papa sostituì, concedendo il palazzo al
al can.Lalerancnse d. Giuseppe M.° Gra- collegio germanico- ungarico, nel modo
V ,

S E M SEM 2

clie vaJo a dire, essendo necessario pre- za di s. Agostino, con architettura di Pie-
mettere in breve un riepilogo sul collegio tro Camporesi, il quale segiù il disegno
geriiianico-ungarico, a schiarimenlo del del cav. Fuga architetto della chiesa, sgra-
suo antico locale dato da Leone XII al se- vando il collegio da'debiti che avea con-
minario romano. Il collegio geinianico fu tratta, come ancora notai nel voi LIII,p.
ideato da s. Ignazio, e neh 5)3 fondato (jo, quindi vi collocò \nCongregazrone del
da Giulio III; indi Gregorio XIII per per- Buon governo (/^.), al quale articolo ri-

petuarlo, neliSyS assegnò al collegio la marcai, che fu chiamato ^fl/(7cso Caran-


rendita di 1 0,000 scudi d'oro, provenien- r//rt/, perchè il cardinale prefetto di questo
ti : da'beui del tnotiaslero e Chiesa dc'ss. cognome fu il 1
°
che l'abitò, cioè l'appar-
Sabba e Andrea (f^.)j da quelli dell'ab- tamenfo ora occupato dal cardinal vica-
bazia di s. Pietro di Lodi vecchio;da parte rio. Leone XII col hvQveReeolenles avea

di quelli del monastero d'Avellana, ora stabilito, che il collegio gei'manico-unga-


nella diocesi di Pergola {f'' •); e da parte rico,già riaffidiilo neh 8 18 da Pio VII ai
di quelli dell'abbazia di s. Cristina neLMi- gesuiti, fosse unito in un sol corpo nel suo
lanese. Il medesimo Gregorio XII 1 fondò antico locale dis. Apollinare, insieme col
il collegio ungarico co'denari della came- seminario romano, ma poi mutalo divi-
ra apostolica, come avea fatto col collegio samento, col chirografo del ." novendire i

germanico, finché non fosse provveduto, 1824, diretto al tesoriere mg.^Cristaldi,


indi gli donò la Chiesa di s. Stefano al fece assumerealla camera apostolica cen- i

Monte Celio (^•), co' suoi beni e mona- si creati per l'ampliazione di detta fdibri-
stero, già de' religiosi di s. Paolo i.°ere- ca, ed assegnò al collegioil Collegio Um-

niita (/''.); ed anche l'ospedale di s. Ste- bro Fuccioli( V.) colla contigua chiesa di
fano d'Ungheria presso la basilica Vatica- s. Lucia de' (jm/jri5/. Sebbene dal Papa e-
na, di cui parlo a Collegio Germamco- ransi presi i concerti col p. preposito ge-
Ungarico; poscia colla bolla Ita sani lui- nerale della compagnia di Gesù, il colle-
mrt/m,de' 3 aprile 080, incorporò
1 i il col- gio germanico ungarico non accettò l'al-
legio ungarico cou tutti i beni al collegio tro ollertogli, come pure ricusò il Colle'
gei uianiio. A questo concesse pure la chie- gio Clenienimo [!'.), restando a dimora-
sa di s. Apollmare, e suo palazzo e case re nella casa professa del Gesù. Per le nar-
annesse, applicandogli i beni della colle- rate vicende divenuto vacuo l'antico pa-
giata di delta chiesa già titolo cardinalizio, lazzo del seminario romano, e da Leone
perciò soppresso, t'inai mente Gregorio XII assegnato al collegio de'nobili, il Pa-
XIII restaurò la chiesa con 4ooo scudi pa Pio IX nel i85i lo diede al collegio
d'oro, e per sollievo degli alunni gli die germanico ungarico, che passò ad abitar-
la villetta della Pariola.ll collegio germa- lo nel novembre; ed alcuni mesi dopo e

nico-ungarico (lori tanto, che ordinaria- verso la Pasqua deh 8 52 vi furono inol-
mente enumerò 00 alunni. Benedetto
1 tre aperte due camerale in porzione del
XI fondamenti la chiesa, e di
rifece dai palazzo, per il con vitto misto di giovani
suo peculio edilìcò la magni fu a cappella nobili e cittadini italiani ili circa 3o indi-
dell'altare maggiore. Pio VI vrdendo che vidui convittori, parimenti sotto la dire-
il collegio, allora amministrato d.i'sacer- zione de' gesuiti, ctl apertosi ivi in detto
doli secolari, era impotente a [>roseguire anno, il (piale fiorendo ora came- ha tre
r erezione del propin(pio palazzo e va- rate e circa quaranta conviuori. Per la
stissima fabbrica (già [)alazzo dongiovan- chiusura del collegio ile'nobili, il discor-
ni, come leggo in lìcrnardini. Descrizio- so che un suo alunno dovea pronunzia-
ne de'liiouidi Roma p. i 37), col «piale co- re nella c.ip|ìella puntilicìa dell* .Assun-
munica per un arco risponilenle alla piaz- ta in lodeciella Beata \'ergine, nel 1848
2?. SEM SEM
e ne! nn professore ed im
i8')^o siippri cali di questo, ha formato tutti gli occor-
alunno del semiiinrio Vaficnno quindi ;
lenli cambiamenti pel nuovo istituto ec-

nel i8'>i Io recitò Giuseppe dc'mnrche- clesiastico, perciò hanno avuto luogo gr.m-
si Sncripante già alunno del collegio dei di e dispendiose lavorazioni. Il Papa si re-

nobili, come si esprime il n.° i


87 del Gior- cò a visitarle a* 12 ottobre 1 8 J2, ricevuto
nale di Roma j nel i8')2 lo pronunziò dal cardinal vicario nel proprio apparta-
Gaetano Pe«ce!e'li Emiliani patrizio sa- mento, da mg.r Stefano Scena arcivesco-
bino e convil toredel l'oninno collegio Hor- vo d'Ancira e dal cav. Benedetto Filip-
romeo compagnia di Gesìi, come io
della pani deputati e preposti ai lavori, non che
qualifica 8G di detto Giornalej il
il n.° i dall'aichitetto. Ascese al salone ov'era si-
ii.*'i84 del 18^3 dice che Giulio Stcrbini tuata l'antica biblioteca, che ora si sta de-
convittore del romano collegio Borromeo corando di pitture nelle pareti laterali; vi-

fliretto dalla compagnia diGesìi, [)ronnn- sitò ogni camera di quel piano, passò a-
7.iò!a latina orazione, la quale venne distri- gli altri superiori, quindi discese nel nuo-
buita stampala, secondo il consueto. At- vo refettorio, ed osservata la bella e ricca

tualmente gli alunni del seminario roma- farmacia dello slesso seminario, ne uscì ;i

no sono 72, compresi! 3o posti che si con- piedi. Tra versata la piazza di s. Agostino,
segiiiscono per concorso e quindi si nomi- si recò al luogo novellamente destinato
nano dal cardinal vicario, 4 ''Ono però no- per la segreteria del vicariato, e per la cu-
minati, due dall' abbate delle Tre fon- stodia delle s. reliquie. Da questa parte
tane, uno da quello di s. Loienzo, l'altro jier la scala segreta sali all'altro braccio
dalle diocesi di Ca^li e Percola. L'abba- del seminario, e fermatosi in quella va-
D O
7Ìa di Groltaferrata non nomina più, in- stissima sala ammise al bacio del piede la

vece manda gli nlimnial scminariodi Fra- nominata deputazione e al tre persone. An-
scati, ed al seminario romano paga sol- che qui il santo Padre continuò ad osser-
tanto annui scudi 5o di tassa T suddetti vare tulli gli altri lavori che si stava-io
26 alunni di libero concorso dibbono es- facendo, ed ascese perfino alla nuova bi-
sere tutti romani. In breve qui riprodur- persuoordine si costrui-
blioteca, la quale

rò quanto ricavo dalla Civiltà cnlloUcn, sce assaimaggiore della prima, i cui libri
t.f), p. 7 \ y.jAnW Osservatore. Romano (\(i\ volle pur anco vedere. Disceso nell'atrio,
\'Ò5'ì ^n.^ji, e (\a\ Giornale rìiRomanci entrò per la contigua porticella nella chie-
n.° 287 i852, e nel n."i 39deli853.
del sa di s. Apollinare, ed orò avanti il ss. Sa-
Il regnante Pio IX, nell'attuale locale del gramento e la B. Vergine. A' 16 giugno
pontificio seminario diocesano di Roma 18 53 il Papa tornò ad osservare lavori i

va a collocarvi un altro importante e gran- ormai prossimi al termine, ricevuto dal


dioso istituto, denouiinato il Collegio ec- cardinal Patrizi vicario, da'deputati e dal-
rlesiaslieo provinciale, a fine di dare una l'architetto, ascese le parti superiori del-

più eslesa e uniforme coltuia letteraria l' edifizio, ne osservò minutamente ogni
e religiosa al clero delle diocesi di tutto sua parte, esternando come nella prece-

Io stato papale; per migliorare nelle po- dente volta la sua somma soddisfazione
polazioni la pubblica moralità, e ravviva- di tulio l'eseguilo. IMa la bolla Cimi /lo-
re il lume della fede, costituendo allo sta- mani Pontifices ,(\e giugno 853, ema-
o.'è 1

Jjilimentouna dote cospicua pel suo con- nata dal Papa Pio IX, stabilì che il nuo-
veniente mantenimento. A tale effetto, il vo istituto, dal suo nome si chiamasse i^f-
Papa di suo peculio e con architettura del niinario Pio (f'^ ). Il medesiujo Papa nel-
prof. Antonio cav. Sarti, ha edificato un le memorate lettere apostoliche, quanto
altro piano sopra l'edifizio del seminario, al nuovo edifizio da lui concesso al Col-

e con alcune traslazioni e riduzioni di lo- legio germanico-ungarico, decretò. Che


1

S E M SEM 23
avendo Leone XII alliibuito in perpetuo messi in questo seminario, dove sono i-

al seminario romano 1' edifiziu di s. A- slruiti da maestri mantenuti dalla stessa


polliriare, clieGiegorio XIII avea conces- basilica nelle belle lettere e nelle scienze,
so al colltgio gerrunnicoungarico, M iccir- non meno che in tutti i rudimenti rela-
co cles[)irituali inc'ylaeGei'iDanicaelIun- tiviallustato ecclesiasticOje terminali (jui-
gnricae nationis nobis carissiinae boiio vi gli studi vengono impiegati di nuovo
SLiinniopere soiliciti, eideaì Collegio Ger- al servigio della chiesa di s, Pietro iu ca-
manico-Hungarico Aedes satis acupias o- rattere di chierici maggiori , fino a che
limadRoQianiimSemiiiarium perliuenles non siano provveduti di benefìzi dal me-
ac vulgo Palatii Borroniaei nomine appel- desimo capitolo di s. Pietro. Un canoni-
latiis perpetuo concessimus, et adsignavi- co presiede a (jueslo seminario, ed i sa-
miis, ut ibi Germanica etEIungaiica Ju- cerdoti secolari lo assistono nella discipli-
ventus institui possit, iis omnibus serva- na e negli studi".DimurandoUrbanoVI 1

tis, f(uae idem Punlifex Gregorius XIII in Castel emanò breve apo-
Gandolfo, il

de ipso Germanico-Hungarico Collegio stolico Quoniam adngrum Domini, dei


provide, snpienterquepraescripsit. Atque 2 3 Ottobre iG36, Bull. Dos. Fatic. t. 3,
ad omnein controveisiam hoc, tulurisque p. 249) P^'"
l'eiezione del seminario Va-
temporibus penilus amovendam, earum- ticano : ne riporterò il più intrinseco.
dem Aediuin, seu, uti dicunt, Palatii Bor- M liane ob rem s. SynodusTriJentina sta-
romaei cuncessiouem , et adsignationem tuii, ut siugulae cathedr^les^metropolita-
CollegioGcrtnanico-Huiigaricoa nobis fa- une, atque bis majoresecclesiae prò modo
ctam denuo bisce Lilleris auctorltate no- fiicultatem, et dioecesis amplitudine cer-
stra apostolica conflrmamus et sanciraus, tum puerorum ipsius civitatis, et dioece-
eamcjue[)erpetuoservari volumus, atque sis, vel ejus provinciae numerum iu col-
manilatnus. legio, seu seminario alere,ac religiose e-
SEMINARIO VATICANO, Semina- ducare, ecclesiasticisque disciplinis in-
ritmi T'aiicanuni. Nel rione di Borgo e slruere leuerentur, in cujus rei execulio-
dietro la Chiesa di s. Pietro in Fatica- uem fuit dudum in alma Urbis nostra,
no {^'), propinquo a quella di Marta
s. sub cura, guberuio,et admiuistratiooedi-
(di cui p;irlai ne'vol. XXIII, p. " \, XLI, lectorum filiorum pre->bylerorum socie-
p. 26G), nella celebre area del Faticano tatis Jesu institutum Semioarium injun-
(F.)^ è situato il nobile ediflzio del Se- cta dilectis etiam filiis capitulo etcano-
minario (li s. Pietro in Faticano, già dui Aposlolorum de
nicis basilicae principis
suo istitutr)re Lhlamalo Seminario Urba- Urbe, ut prò ipsius Seminarii sustenta-
no (li s. Pietro ove si educano
, giova- i lione sumiua i3oo scutoruin luonelae
netti alunni nelle discipline ecclesiastiche, (|uolibelanno solvereut,alia veroaliarura
nelle lettere e nelle scienze, sotto il go- ejusdem Urbis basilicarum capitula in
verno e direzione d'un prefetto canonico quadam modica, etiam terliam parteiii
"N'alicano; intervenendo gli alunni alle sa- nonexcedeute suinma gravata fueriut, et
gre funzioni della nominata e sontuosis- nihilominus ipsi prcsbyteri societatis Je-
sima basilica patriarcale, alle sue proces- su administratores praefati practeudeu-
sioni, al coro ne'comuni e nelle feste del tes,capitulum ejusdem basilicae debuis-
capitolo insigne. Il sacerdote Costanzi, sc solvere alia senta 10 annua prò taxa
L'Osservatore eli Roma t. i, p. yS: Del cujusdam capellae s. Marci sita in eadeiu
seminario di s. Pietro, così ne parla.'- Si basdicae s. Petri, et unitae per Sedem a-
scelgono da'giovanelli inservienti la pa- postolicam sacrisliae ejusdem basilicae s.

triarcale Vaticana, quelli i ({uali sono più Petri litem moveruot coram dilecto Hlio
iniziati nella lingua latina, e vengono Iras- nostro iu alma Urbt vicario iu spiritila-
24 S EM SEM
libus generali, sed ejus vicesgerenfe pe- didil, quam altestalionem prò sufficienti
tente scula 4oo monetae;pro leiminis cle- consensu prò omnibus et singulis prae-
cursis, et nonsolutis spatio 4o annorura missis, et infiascriptis lain praefatorutn
et ultra: linde capitulum,etcanonioi prae- administratorum presbyterorum scilicet
fati ile excessi vitate praefalae taxaeoppo- quam alumno-
societatis Jesu piaediclae,
sueiunt, et forsan desuper liteni move- rum seu collegialium praefati Seminarii
runt, et apud nos insleterunl, ijuatenus Promani, et aliorum quorumcuniqiie in-

taxa hujusmodi reformaretur, etadae- teresse habentium ve! habere preleuden-


qualem cum aliis capitulis contribntio- tiura, habemus, hac liaberi volumus, et
nem ieducerelui-,Seminariumque llomu- decernimus. Et altendentes prò faciliori
num a praefataepiaetentione ratae prae- Seminarii erectione, canonicos praedictae
falae capellae,etpraefcrtur unita median- basiiicae Principis apostolorum in eonun
te litis, hujusmodi extiiìclione
et liliiim capituloannuum,et perpetuum redditum
perpetuo excluderetur. Nos igiturconsi- 200 scutatorum similium ex majori red-
derantes adeamdera principis Apostolo- diti nuperad eamdeni basilicam perven-
ruoi basilicam Christifideles ex omnibus to perpetuo assigiiasse .... deque aposto-
mundi parlibus tamquam ad Fidei pe- hcae potestalis plenitudine praefilam ta-
liam, fundatnenlum conve-
et Ecclesiae xam annuam i3oo scutonun luqusmo-
nire, in eaque locumejusdem principis A- di,ad Qoo dumtaxat scula luijasmodi te-
posloloruin sepulcro consecratum sum- nore praesentiuiu perpetuo reduci mus,
inareligione,etpietate venerar], et in ipsa ac reductam esse volumus, Pieliqua au-
l)asilicasacras cacremonias,divinaqiie of- tem scuti 4oo annua a praefata summa
ficia, singolari Christifideliura aedifìca- I 3oo perpetuo ad efi(ectun)infrascrip(uni
tione, et magna ministroriun frequentia dismeinbramus,ila utcapitulum non pos-
qiìotidie celebrari, proindeque eamdein sil imposteruni molestar!, necgravari prò
magno puerorum et
basilicam ministro- contributioneSeminariiLIrbis nisi in prae-
rum numero prò illius servitio indigere, dictisgoo scutis monetae, nec non unum
operae praelium facturus nosdiximussi puerorum Seminarium ecclesiasticuin a-
prò alendis, educandisque, ac prò servi- pud earadem basilicam s. Petri sub Car-
tio ipsius basii icaeinstruendispueris par- dinalis archipresbyteri prò tempore exi-
liculare apud i!lam,el prò eaSeminarium stentis, capitulique, et canonicorum di-
provisionis nosfrae ministerio erigatur. ctae basiiicae prò tempore exislenlium
Hac enira ratione, nedum majori ipsius cura, gubernio, regimine, et administra-
basiiicae servitio, et ipsimet Sedi aposlo- tione prò pueris inibi pie alendis, el re-
licae in sacris caeremoniis addiscendis ligiose ediicandis, qui eliam sacro ritus,
consuleretur,sed eliam feliciori paiochia- et caeremonias ecclesiasticas ediscanl, a-
lium, et ecclesiarum eidem basiiicae, et liaque per archipresbylerum, accapilu-
monasteriis,quae illi annexa sunt unita- lum, et canonicos hujusmodi prò tempo-
rum regimini, et gubernio per ampliiis re praescribenda diligenter peragant, et
providebitur. Nos igilur, qnos dilectus (ì- eidem basiiicae in divinis juxla providam
lius nosterMartins s. Angeli in Foro pi- ordinationem pereosdem archipresbyle-
umdiaconus card inai isGinnellus nun-
sci rum jaccapitulum hujusmodi faciendani
cupalus, noster in alma Urbe praefata vi- deservire leneantur, tenore praesentium
carius in spiritualibusgeneralis, de sufll- erigimus, et instituimus: eidecuque Semi-
cienti, et expresso dictorum presbylero- nario ut praeferlur, erecto, et instiluto,
rum societatis Jesu praedicti Seminarii ex nunc 4oo scutorum summam ex re-
Urbis rectorum ad infrascriptam redn- duclione laxaehujusmodi provenieutcm,
cliouera couseusu abuudecertiorcs icd- ac redditum auuuum aliorum 200 scu-
SEM S1£M 2j
lorum,ut praefertur, a capitulo assigna- Urbano Vili per accrescere col maggior
tiinijiiec non quaecumqiie alia hona per servizio e numero di clero splendore al-
qiioscu rni|iieCliiisti fule ICS eicleniScmi Ila- la basilica Vaticana, la maggioie di tut-

rio quomodolibet ciancia, assignarula, le- mondo, separò 2 cliie-


te le basilit'ie del i

linquencla et donancla pio illius dote, ac rici da detto seminario, come troppo lon-

cnerum illì inciimbenlium sn[)poilatio- tanodalla mede>ima basilica, e poco lun-


ne, apostolica anctoiitale eai urniieru te- gi da questa eresse il proprio seminario
nore piaeseiitium perpetuo applica tnus.et Valicano, colle sue regole per disciplina
appiopiiacuus, praefatainque assignalio- degli studi e de'coslumi degli alunni, ac-
neincanonicorumcapittilaiiter faclam.... ciò essi ne'giorni festivi servisseroalle fun-
Ijìsique .Seminario, illinsi|ue aluninis, et zioni di cjuel celebre e nobilissimo capi-
personis in eo prò tempore exisleiitibus, tolo, al cui governo l'assogi^cltò. Il Papa
nec non rebus, et bonis quibuscumqiie, edcltiiò nel 16.37 l'apertura del semina-
qnod omnibus, et si ngulis privilegiis,gra- rio, nelle case vicino alla Chiesa de' ss.

tiis, et indultis,quibus Romanum, et alia lìliclìcle e Magno in Borgo ( meglio ne


qnaevisSeminaria,juxla ejusdem concilii parlai aScALA, dicendo di quella rinoma-
Tridentini (lispositionem iibilibet erccta, ta |)er antica divozione), con i 2 alunni e
et insliluta de jure, iisu , consuetudine, l'assegno di alcune entrale ecclesiastiche
privilegio, aut'alias quomodolibet utun- e legati pii,pel suo mantenimento: di più
tur, poliuntur, et gaudent; ideiiupie Se- riservò a suo favore la tassa o contribu-
minarìuin noviter ereclurn tiujusmodi ,
zione d'annui scudi 4oo, che il capitolo
ejusque alumnos, rectoi em, et ministros, di s. Pietro corrispondeva al seminario
ejusque bona, et jura eisdem exemptio- romano. La direzione fu allidata ad uu
iiibiis etiainab Urbis vicario praedicto, rettore, ad un maestro, e ad un canonico
privilegiis quoque, grati is,et indullis,qui- eletto ogni anno dal capitolo. Aggiunge
Ijus canonici, et capiluhim dictae basili- Piazza, che gli alunni si accettavano di
<;ae gaudent, frui, potiri, et gauilere de- qualunque nazione, purché avessei o co.n-
beie, pariinodo, et aeque principaliter piti 2 anni e non sorpassassero! 8 di età;
I

absque ulla prorsus dillerentia uti, poti- per lo più i piccoli chierici che cpiotiilia-

ri, et gaudere libere et licite possint, et namente servivano le messe nella basili-
valeant auctoritate et tenore praedictis ca, e terminati gli studi d'umanità ritor-
concedimus, et indulgemus'*. ÌN'el 68 i i navano nella basilica quali chiei ici mag-
colIestampediGiusep[)eVannacci si pub- giori, venendo destinati allacura dellecose
blicarono in Roma: Regole per la dire- sagree degli altari, finché venivano prov-
zione degli alunni, e per il governo eco- visti dal capitolo di benefizio, col quale
nouiico del seminar io / alleano Alessan- . si promovevano al sacerdozio. Il contem-
dro Vili col breve Exponi noliis, de'i4 poraneo di Piazza, il gesuita p. Donanni,
dicembre! G8(), DulLc\\.. p. 278, conces- dipoi e dedicalo a Clemenle XI stam[)ò
se al seminario la facoltà di lar celebrare il Catalogo de'dii-ersi collegi di alunni,
ogni giorno la s. ]\Iessa nel proprio ora- ed a p. 5i discorre: Dell'alunno del se-
torio. Leggo nell*iazza,clie nel i Gc)8 stam- minario Urbano di s. Pietro, ne produ-
pò Vlùtsei-ologio roninno,{\at. 5, Ciip.?.5: ce la (ìguia e dice: "Conforme l'uso an-
Del seminario di s. Pietro in f aticano, tichissimo della Chiesa, che servissero ai
a s. Michele in Borgo, le seguenli noti- sagri altari i giovani asci itti allo >lato ec-
zie. Siccome i chierici alunni del Semina- clesiastico, volle il s. concilio di Trento rin-
rio romano (/'.) , nelle feste non inter- novare «piesto esercizio, acciocché i thie-
venivano ad alcuna basilica per esercitar- lici si allezionassero alle siigre funzioni,
si uc'sagririli e ccrciuonic ccclc^iubliclic, onde istituì i Scininari (/ .); ina perchè
26 SEM SEM
gli alunni tlcl seminario romano, quale fro del (."piano tra due finestre una la-
fu il I ."isliliiifo fra lutti, non servivano pide di marmo ricorda il fondatore del
iie'giorni festivi in alcuna basilica per la seminario, e dice essere il luogo situato
lonlaii;in/.ii della loro abitazione, Urbano in aria salubre. Benedetto XIII, che ri-
VI II.separò da esso 2 alunni, e ne formò
i splendette per domestiche virtù, amò di
imo vicino alia basilica Vaticana, accioc- frequentare il consorzio degli alunni, ed ai
c!;è in essa assistessero a'sanli sagrifizi e 6 agosto r ^28 prestò l'estrema assistenza
funzioni di quel noliilissimo capitolo, e li spirituale ad un alunno agonizzante, che
soggettò alla cura d'un canonico, il quale colla sua benedizione passò a miglior vita.
elegge un prefetto ed un maestro. Vi si DenedeltoXl Vcol hveve Expo/ti nuper^
accettano di tutte le nazioni, dopo l'età de'4gennaio 74^, Bull. cit. p. 3 3, con-
1 1

di 12 anni. Terminali gli sludi delle let- seminario Vaticano


cesse all'oratorio del
tere umane, s'impiegano nella basilica aN la facoltà di quotidianamente celebrare
la cura delle cose sagreedegli altari, sinché una o più messe et adventiliis, vel addi-
suno provveduti di qualche benefizio, eoo clis Basii. F'atic, quae perinde sujfra-
cui si proauiovano al sacerdozio. Vesto* galut'j ac Sì in ba silica ipsa et ad quodi'is
nodi saia paonazza conforme gli altri, ma aliare privilegialani celebrarelur. L'isles-
sidistinguono da quelli del seminario ro- so Papa, colla bolla Adhonorandam, dei
mano per una fascia che dalla spalla si- 27 marzo 1752, Bull.
337, dichia-
cit. p.

nistra (cioè la finta manica del mantello- rò che gli alunni o convittori del semi-
ne soprano, mentre gli alunni del semi- nario Valicano godevano privilegi del i

nario romano e quelli de'collegi ne'man- clero della basilica, come per le sagre or-
telloni ne hannodue)pende finoa terra, fo- dinazioni che ricevono dal cardinal arci-
deratadiselacremesitia,in cui è ricamata prete. Il Cancellieri, Sagrestia T^alicana,
l'arma della basilica Vaticana (il Trire- p.57, riferisce che nel 1782, presso il se-
gno colle due mistiche Ciucivi Pontifide, minario fu stabilito il famoso studio del
.soltanto ora si usa), cioè due chiavi pen- musaico, che prima era alquanto più di-
denti sotto il triregno pontificio, e le api stante, come rimarca Venuti, Reniamo-
dell'arma Darberina (di UrbanoVIII,cioè deniaa. p. i2o3, parlando del Saininario
nella detta figura se ne vedono 3 in mez- di s. Pietro, già contiguo alla chiesa di s.

zo al triregno e alle chiavi, ed inoltre si Stefano degli ungheresi, che appartene-


vedono rabeschi lungo la fascia)." Il se- va al Collegio gernianico-nngarico [F .)
minario continuò a risiedere nella casa e demolita da Pio VI nell'erezione della
liuigo il borgo s. Spirito, presso la me- nuova sagrestia Vaticana. Sussisteva in
morata chiesa, ove l'avea collocato Ur- detto luogo lo studio del musaico quan-
bano Vili, ma non ve ne sono vestigie. do Vasi scrisse {'Itinerario di Roma, il

Per sua foituna il benignissimo PapaCe- quale nel t. 2, p. 264 parla del seminario
nedeltoXlII, amorevole cogli alunni, e- di S.Pietro ed ific;i lo daBenedeltoX II IjCoI-
difìcò la fabbrica ove lisiedono, a tutte la direzione del capitolo Vaticano. Quan-
sue spese, con bella e comoda aichitet- to allo studio del Ulumico {F.) ora tro-
tura, adornata dall'attuale canonico pre- vasi nel palazzo apostolico Vaticano, nel
fello di convenienti suppellettili, serven- quale articolo dichiarai le benemerenze
do il piopiuquo piacevole giardino a sol- dell'odierno canonico prefetto di questo
lievo e ricieazione de'giovani. L'edifizio seminario, mg.' Lorenzo de'conti Lucidi
è di nobile apparenza, con 2 gran porte, di Subiaco, che fu zelantissimo e operoso
ilpianterreno e due piani superiori. Sul presidente di quell'insigne stabilimento,
cornicione e in mezzo del prospetto ester- quando era economo e segretario della
no vi è l'orologio cou campane, e nel cen- Congt cgiizioue della rev. Fabbrica di s.
SEM SEM 27
Pirli o: quanto fece per ullicuo, Io nol.ii accorrono non meno i cliierici romani,
nel voi LUI, [1. 3'. ?. che i forestieri tratti dalla sua fama. Così
Prima l'clllmeia re[)iiljhlica del i
7()8, per tanto lodevole reggimento, il semi-
poi l' invasione ilegl' impellali francesi, nario di s. Pietro è divenuto degno vera -

f^rantlcniciite clamicggiiiioiioil seminai io mente del suo nome, dell'illustre capitolo


Vaticano, e lo ridussero quasi a totale cli- e dcH'augiiNta basilica cui appartiene. Il

sttijzioiie. Dopo il I 8 i4) ricomposto l'or- niagiiauiiiio Gregorio XVI sempre amo-
dine politico Ji lloma e ritornato Pio VII revole della studiosa giovenlii, in modo
alla sua sede, il capitolo di s. Pietro rior- particolare lo fu altresì degli alunni di
dinò alla meglio il seminario; tua dispersi questo seminario. Per ben due voile si de-
i fondi nelle accennate vicende, la listi et- gnò onorarlo di sua augusta presenza, in
te/za tlelle rendile a[)pena permisero di occasione che i giovani celebravano, una
riaprire le scuole di secondario insegna- volta la festa dell'Immacolata Concezio-
mento. Leone XII voleva unire il semi- ne, ed in altra quella di s. Luigi Gonzaga
nai ic) Vaticano ad un liceo, die meditava protettore della giovenlii studiosa. In cia-
fondine nel mezz<j del Borgo nuovo; la scun anno poi e nella ricorrenza precisa-
molle peiòdi cpiel gran Pontefice, avve- mente dell'anniversario di sua coronazio-
nuta ncli82C), ne impedì reiretlnazione, ne, si degnava accordare una speciale u-
ed il seminario continuò nella sua medio- dienza agli alunni e rispettivi superiori,
crità. Per sua singoliw ventura, divenuto prendendo piacere ai poetici componi-
P.ipa neh 83 Gregorio XV I, ed avendo
I menti co'quali esprimevano loro senti- i

nominato caiionii;o Vaticano il suo came- mei) li di venerazione e riconoscenza, per


riere segreto partecipante mg. 'Lucidi sul- la bontà con cui li riguardava, e pe'cun-
lodato, il capitolo di S.Pietro valutando- tinui donativi, de' quali era largo verso
ne l'attività e Io zelo, lo elesse prefetto del di loro. Fra questi primeggiano l'auinen-
seminario Vaticano, con felice successo. to delle rendite di annui e perpetui scu-
11 prelatoa tiitl'uomo si dedicò al miglio- di c[uattroceuto, e gran copia di libri sco-
r<imenlo dello stabilimento, e pose tale lastici, quali ora roriiiaiio una discreta
i

tin' alfezione'agli alunni che ti riguarda biblioteca a solo particolare uso del pio
(joali figli, e henefica in più maniere. Pri- luogo. A promuovere il potente slimola
mamente ristorò e abbellì l'eililizio in o- dell'emulazione negli alunni, più voUe
gni sua parte, ("uro costantemente l'iu- nig.' Lucidi fece da loro celcbi are acca-
ciemento del seminario, con migliorare demie e saggi studiosi, che pubblicarono
e ampliare un regolare e molteplice in- i Diari (Il llonui e altri giornali uflìziali
s<-gnaiiiento; ed oltre la coltura religiosa dell'alma città. Mi limiterò a riprodurne
e scientifica degli alunni, iniglioiò ezian- line esempi. Si legge nel n.° 2 delle Noli-
dio \\ loro trattamento, e pei\>ino provvi- zie (lei gioì no di ilomu del 1847- " La
de al locale in cui gli aluimi nella stagio- >era del 3 corrente gennaio, gli studenti
ne estiva, per respirare aria piìi salubre, del seniinariu di s. Pietro in Vaticano ce-
s(jlevano passa read abilare(pialclie luogo lebrarono le ludi de'ss. Innocenti martiri,
centraledellacillà,ondeil|)relato ridusse a cnii accademia ili poesia, diretta ilal sig.

loro uso porzione del/'^7A;s30,V.>//////(/'.), ab. .\rteini professore delotpien/.a nel se-
(in dal I 8.'.7 proprietà della rev. Falibrica minario meiiesimo. Fu liillo as-ai bene a
di S.Pietro e resilienza della segreteria del- tema della prosa, il / tiUcinto di Grrc-
la meilesima. Quindi in proeesoodi tempo iiiKì siti /iKirito ili liticticlc. I varicuiilp»-
risultato di tante cure fu 1' aumentulo u iiiinenti latini e italiani veunetu Irame/.-
raddoppiato unlieo luimeio degli alunni z.ili da belle cantate, composte all'uopo
Vaticani, poicliè [>el llut iilu suo si. ilo vi e udullalc d.il si^. inacstiu llavalii alla
28 SEM SEM
tanto rinomala musica del eh. maeslroBa- italiana di L. Pellegrini, tutti e 3 candi-
sili, ed eseguile da'inusici della cappella dati dell'accademia, finalmente le ottave
Giulia (della basilica Vaticana). L'acca- di L.Lunardi segretario dell'accademia.
demia fu decorata dalla presenza degli Chiuse l'accademia un canto in terza ri-
Eni.i e Rni.i signoi i cardinali Malici ar- ma del prof. Artemi, ch'ebbe a partico-
ciprete della basilicaValicann, Ostini, Spi- lare subbietto V Ostensorio di raro lavo-
nola, Gazzoli e Massimo; da molli piela- ro (ne feci parola nel voi. LUI, p. 226)

ti, da alcuni principi, e da numerosa u- donalo dal santo Padre alla basilica /Va-
dienza. L' uditorio tolto ne partì oltre- ticana il dì 2 maggio. L'Em.° cardina-
1

iDodo soddisfallo, tanto per la scelta dei le Malici, l'Em." cardinale Clarelli, assai
poetici componimenti,quanto per la squi- prelati e personaggi di bella fama,ed un'e-
musica ed ottima esecuzione
sitezza della letta udienza, col lovo intervenire, diede-
della medesima. Devesi certamente mol- ro testimonianza di ossequio e venerazio-
to airillm.°e R.m.° tngj Lucidi, canoni- ne al glorioso Pontefice e insieme alle let-

co prefetto del seminario Vaticano, clic tere e ai cultori di esse ", Per la festa del-
con tanto zelo presiede a quegli sludi". la dedicazione di s. Michele arcangelo pa-
porla il n.° 1 26 del Giornale di Roma
Pvi trono de' Procuratori di Collegio deh. Pa-
deli85o. » Nel seminario Vaticano, che lazzo apostolico [P^.], che questo celebra
prospera per le cure di mg.rLorenzo Lu- nella chiesa dcH'università romana a'2q
cidi, canonico prefetto, fu già istituita u- settembre, un alunno del seminario Va-
na novella accademia letteraria sotto la ticano , alla presenza del ragguanlevole
protezionedeU'Em.^cardinal Mario Mal- consesso, recita un'orazione latina in lode
tei, arciprete della Vaticana basilica, e del santo; ciò che prima faceva un con-
sotto la presidenza di mg.rGio. Battista vittore del collegio Nazareno. Perquanto
Rosanì vescovo d Eritrea. Or essa destinò dissi al i'articoIoPiolXjlemporanea mente

il dì 26 maggio a celebrare il fausto ritor- restarono chiusi 1' accademia ecclesiasti-


no inR.oma del glorioso Pontefice esovra- ca, ed il collegio de' nobili; e siccome gli
no Pio IX. Lesse la prosa l'ab. Pietro Arte- alunni d'ambedue hanno l'onore di prò-
mi, professored'eloquenza nel seminario e nimziare im sermone nella cappella pon-
uno de'censori dell'accademia, Sul pregio tificia, a Ila presenza del Papa, de'cardiiia-
della signoria temporale dei Papi consi- li, della prelaluia e degli altri personaggi
derala rispetto alla sua origine, alla sua che vi hanno luogo, mg i'
Lucidi procurò
antichità, alla sua natura tutta confor- questa distinzione al suo seminario, che
me a promuovere la civiltà e le scienze supplì al modo che vado a raccontare.
e le arti dell ingegno e del cuore. Seguì Trovo nel n.° 3 della Gazzetta Romana
ilcarme latino di C. Petrucci, il sonetto del i848,che nella festività della Cattedra
del p. m. G. Balestra vice-piesidente del- di s. Pietro, nella basilica Vaticana, dopo
l'accademia, l'ode italiana di R. P>.icci,ral- il vangelo uno dearli alunni del venerabile
caica latina del prof. \. Fiorenza: le ter- seminario Vaticano pronunciò una dotta
zine di A. d'Achille, gli endecasillabi la- ed eloquente orazione latina allusiva alla
lini di P.Pratali, l'ode italiana di A.Sua- slessa festività. R.iporla il n.°i6o di detta
rez, gli elegiaci latini di d. Francesco Mil- Gazzetta del 1 848, che nella solenuitàdel-
lozzi prof, di umanità nel seminario e uno l'Assuntn, nella basilica Liberiana, dopo
de'censori dell'accademia, i versi sciolti il vangelo il sig. ab. Pietro Artemi pro-
di F. Gattoni, il sonetto di E. Riccardi, fessored'eloquenza nel seminario Valica-
il capitolo di G. Pellegrini ; dipoi 1' ode no, pronunziò con molta vivacità un elo-
saffica latina di R. Luiselli, l'anacreonti- quente discorso latino in lode della Regi-
ca greca di F. Baldeschi, l' anacreontica na del cielo. Nel u.°i88 del Giornale di
SEM SEM 29
Ptomn del 85o 1 si !e{5ge,clie nella festa del- dopoi quali furonocreati cardinali Simo-
l'Assunzioiie della 15. Veigine, celebrala netti e Calerini,che successivamente fun-
nella basilica Liberianu, dopo il vangelo sero l'incarico.
il giovane sig. Rall'aele Luiseili di Cori, SEMI-PELAGIAXI.Eretici del V se-
convittore del ven. seminario di s. Pietio colo, iijualipretendevano che l'uomo po-
in Vaticano, pronuticiò un eloquente Ia- teva intraprendere un'opera buona colle
lino discorso, in cui nel celebrare le Iodi sole forze del libero arbitrio, e che la gra-
di Maria ss. Assunta in ciclo, con bella zia non gli era necessaria se non che per
maestria toccò de'simboli delle sagre scrit- proseguire e perfezionare l'opeia buona
ture che le attribuiscono i Padri, e che medesima. Vennero così nominati a mo-
veggon<:i CEiandio dipinti nei magnifici tivo che non ammettevano se non per me-
musaici di quell'insigne basilica patriar- tà l'eresia di Pelagio capo degli eretici Pe-

cale. Nel t. I
q, p. 3f) > LÌeW'y^lhtwi di Ro- liigiani, il quale erroneamente avea in-

ma, vi è un erudito e breve articolo inti- segnato che tutto il bene proveniva dalle
tolato : // seminario f 'liticano, col dise- sole forze del libero arbitrio. Xell'ai tico-
gno del decorato prospetto esteriore del- lo Pelaci ANI enumerai gli errori deScnii-
l'edifirio, di Gio. Battista Piccirilli. Ce- Pelagiani. Giovanni C^f.^m^o (/.), se-
lebrando la fondazione, il progresso e lo condo alcuni scita d'origine, è considera-
stalo attuale del seminario mercè l'inde- to come l'auloiee il padie de'semipela-
fesse cure del canonico prefetto mg.r Lo- giaui. Allevato in un monastero di 13el-

renzo de'conti Lucidi, a questi tributa at- lemme, ove fece professione della vita re-
testato di pubblica riconoscenza, poiché ligiosa , nel 3qo uscì dal monastero col
tanta opera ha esso collocata a promuo- confratello Germano per visitare i soli-

vere il bene dell'ecclesiastica gioveutìi. Di- tari d'Egitto. Ritornati in Palestina, nuo-
ce inoltre, godergli l'animo di far men- vamente in Egitto, dalla l'alestina poi si

zione di tre canonici prefetti del semina- recarono a Costantinopoli, dove s. Gio*
rio che meritarono poi il pontificato, Cle- vanniCrisostomochen'era vescovo, verso
mente IX (sarà errore di slampa, perchè il 404 ordinò prele Germano, e diacono

Clemente IX da prelato fu soltanto cano- Cassiano. Esilialo il santo vescovo, il clero


nico e vicariodtdia basilicaLibcriauajben- di Costantinopoli deputò Germanoe Cas-
sì ClemenleXI nella prelatura fu vicaiio siano al Papa s. Innocenzo 1, per fargli
e poi canonico della basilica Vaticana, e conoscere l'innocenza di s. Giovanni Cri-
per singolare indulto d'Innocenzo XI col- sostomo. Il l'apa fece prete Cassiano, che
la ritenzione del suo canonicato di s. Lo- da Roma passalo nelle Gallie fermò la
renzo in Damaso, indi quel Papa lo fece sua dimora in Marsiglia, ove istituì due
canonico di s. Pietro e prese possesso ai monasteri per ambo sessi, e li governò i

3i ottobre i()8H), Pio VI, e Leone XU, con molta saviezza monaci di Lerino
: i

iquali dierono al seminario prove non e s. Cassiano sono tenuti come i princi-
dubbìedcl più calilo alleilo. IVIi piace ag- pali autori del semi-pelagianismo. Incer-
giungere, che siccome il seminario valila ta è l'epoca i\i sua morte, alcimi l'anti-

tm bel numero di cardinali già canonici cipano, altri la ritardano, come dissi al

prefetti, fra essi registrerà pure il nome suo articolo, ove parlai di sue opere, e
di nig.r Lucidi, poiché occupando egli la dove è onoralo per santo. I\i notai, che
cospicua carica di assessore del s. olVizio, la maniera colla quale si spiegò nella 3.*

da (picsla si suole ascendere alia sublime delle sue conferenze , lo fece riguardare
dignità del cardinalitlo, come provai nel come il padre ile'semi-pelagiani; l'accu-
voi. XVI, p. ?.28, nel formare un elenco sano pure di (pianto disse nella 4' confe-
ili assessori anuovciati al sagro collegio, renza. Ma asuulempunun avendo laChie-
3o SE M SEN
sa ancora deciso ceiti punti tifila gra/Ia, scovo fr. Mamasola domenicano. Oriens
qualche suo abbaglio non pregiudica che dir. t. 3, p. I 37'>.

la sua memoria sia in venerazione. Ab- SENA o ELSEN. Sede vescovile della
biamo di lui ancora, che istituì l'ordine provincia patriarcale, nella diocesi de'cal-
delle monache di Ca ssiano (^^)- In so- dei , chiamata pure Cardaliabed, che il

stanza i semipelagiani, in confronto dei cattolico Sebarjesu III uni a quella di


pelagiani, furono mitigati ne'Ioro errori. Buaziga. Si conoscono i seguenti suoi ve-
Le disputede'semipelagiani furono vive .scovi. jMilao Mdasso cheoccupava la sede
e lunghe coi discepoli di s. Agostino, la al tempo del cattolico Sebarjesu I; poi Je-
cui dottrina difesero inol li Papi; nondime- suiabjindi Narsete,Sebarjesu,lMaris, Gio-
no il semi-pelngianismo si dilFuse molto vanni, Stefano, ed Abdelmessia. Oriens
nelle Gallie. 11 dottore della Chiesa s. Pro- dir. t. 2, p. I lyS.
spero d' j4quitaiiia{J.), si recò in Roma SEN ANO (s.), vescovo in Irlanda. Nac-
a reclamare contro i semi pelagiani, per que in Irlanda, fu discepolo degli abbati
cui s. Celestino I scrisse una lettera doin- Cassido e Natale o Naal , e desiderando
matica al vescovo di Marsiglia ed ai ve- di perfezionarsi nella virtù si trasferì a
scovi vicini : quanto s. Prospero fece e Roma. Si recò in seguito nella Gran Bre-
scrisse contro il pelaglanismo e contro i tagna, ove strinse intima amicizia con s.
semi-pelagiani, lo dissi nella biografia. Il Davide; e ritornato in Irlanda vi fondò
pelagianismOjdopo l'arianesimOjfu il [)iii molte chiese, e un grande monastero nel-
pericoloso nemico della Chiesa; le piaghe l'isola d'Inis Cathaig^all'imboccaturadel
che questo mostro le fece sarebbero stale Shannon. Governò questo monastero con
assai più profonde, se la provvidenza di- molta saviezza, evi foce sempre soggior-
vina non avesse fallo nascere il gran dot- no, anche dopo che fu innalzato all'e-
tore s. Agostino {T'^.), per essere il difen- piscopato. Gli abbati suoi successori sono
sore della grazia. llsemi-pelagianismou- stati vescovi per molti secoli; uia la loro
scito dalle ceneri del pelagianismo, trovò diocesi, ch'era molto estesa, venne poscia
un altro zelante e dotto oppugnatore in divisa in quelle di Limerich, Rillaloe ed
s. Ilario (/'.) poi vescovo d'Arles. Il ce- Ardfert. S. Senano mori nello stesso gior-
lebreconciliod'0/7Z'jgf-?del52C) condan- no e anno che s. Davide, cioè nel ^4 15
nò semi
i pelagiani; Papa s. Bonifacio II ma la chiesa d'Irlanda looDoraagli 8 di
con approvarne i canoni, estiiise questa marzo.
eresia, come racconta Noris,///5tó/7a Pe- SENASCOPOLI. Sede vescovile del
/(/g;V7«(7, t. i,cap. 2 3, p. 53 Il semi -pe- I . Ponto Eusino, suliraganea dell'arcivesco-
lagianismo fu potente ,
principalmente vato di Sultania. Si conoscono 5 de'suoi
perchè vi si erano unite molte persone, vescovi, cioè Goto, morto neli4oiJ h'-
:

le quali non appiovavano il decreto as- BertoKlo Volo dell'ordine de'piedicatori;


soluto, che condaiuiava la libertà contro fr. Nicola Posseck del medesimo oidi uè;
i difensori del fatalismo; ma quando la quindi Giovanni ,
poscia fr. Giorgio de
Chiesa condannò taleopinione,tutta quel- Regibus francescano. Oriens dir. l. 3, p,
la porzione abbandonò il se-
di seguaci 4i5.
nii-pelagianisrao. Nel t, 29 degli 0/^»>scoZ£ SENATO ROMANO, ^Je^af»^ roma-
del p. Calogei à, vi è: De haeresi Semi Pe- 7Hi5.ìMagistratoromano,magistratura mu-
lagicma, Irenaei veronensis liicuhratio. nicipale dell' alma città di Roma centro
SEMISCATA o GEMISCATA. Sqì\q del cristianesimo, metropoli del mondo
vescovile delChorazanedelTurquestan, comune
cattolico, sede delle belle arti. Jl
eretta verso il 1329 da Giovanni XXII, di Roma è rappresentato da un corpo mu-

e fatta suffraganea di Sultania: uè fece ve- nicipale di 48 consiglieri (oltre due de- i
1

SKN 8 EN -5

piifnti crclesiastici del clero socniarep re* indossala da sua Santità, e in assenza di
fjolaie); 8 di essi col noiTie di Conserva- lui al piùanzinnoile'conservatori presenti.
tori di Roma formano la magistratura ro- 6." Portela il boccale dell'acqua ne'pon-
mana, capo chiamato Senatore di
oltre il lifìcali (e altre hmzioni in cui ha luogo)
Rotua. Questa civica magistratura si de- per le abluzioni o Lavanda delle mani àe[
nomina e costituisce il Senato romano^ sonuno Pontefice (le medesime surroga-
per quanto narrai in dettaglio a Rdma, zioni e supplenze hanno luogo per le Can-
insieme a tutte le sueallriliuzinni, auto- dele benedette nella cappella della Puri-
rità e prerogative antiche, e da chi con- fìcazione, e per le Palme benedette, in

cesse, ed alia nuova organizzazione rego- sostenerle).7.°ll senato riceverà nella r'^/:J-

lata il I .° ottobiei 847 dal Papaesovraiio pella pontificia Incensazione e la Pa-


la

regnante Pio IX, le cui postcrinri dispo- ce. Riceverà Comunione (\.\\\e mani
la s.

sizioni pure intieramente riportai. D'or- del santo Padre nelle due solenni I\Ies';e
dine del medesimo a'3 ottobre 1847 'I se- pontificali di Pasqua e di Natale (o dal
gretario di sta tocaid inai Gabriele Ferrei ti cardinal celebrante, non al trono ma al-

pubblicò il Prospetto delle prerogative o- l'altare, se ilPapa semplicemente arsiste al-


norifìche del senato romano^ del seguen- la funzione, baciando prima il sagro Anel-
te tenore (si ponno vedere tutti gli analo- lo : in tale occasione il diacono assistente
ghi articoli che indicherò in carattere cor- canta il Confiteor^ come il solilo a pie del
sivo, come argomenti in cui dichiarai tut- trono, ed il Papa dice cantando il Mise-
te le relative particolarità ed eriidizioni : reatiir, ciì'\ risponde il coro). 8. "Nelle circo-
fra parentesi aggiungerò avvertenze), »> Il stanze che si conduce per le cappelle fuori
senato romano avrà l'onore di assistere al della propria residenza, riceverà il santo
Trono pontifìeio in ciascuna Cappella pa- Padre alla porta del luogo ove suo le smon-
pa le, (^y\?ini\o v'intervenga il sommo Pon- tare, precedendolo innanzi la cioce. q."
."
tefice. Il senatore sederà sul i gradino Assisterà a lutti i Concistori pn1>hVci. 1 o."
dopo la predella alla parte destra del So- Riceverà dai Cursori pontifìcii l'intimo
glio, ed i conservat(jri sul "2,° nel nume- formale diluite le funzioni papali, cimile
io di 3. Nella solenne Processione àe\ ss. a quello che ricevono i principi assistenti
Corpus Domini wqW^ basilica Vaticana, ed al soglio. I I ."Sarà specialmentecompreso
in altre slraordinaiie funzioni, potrà il se- nella schedola a staaipa, che pel detto in-
nato accedere nel pieno suo numero. 1° timo si dirama dal Prefetto delle ceremo-
11medesimo sa là ammesso nel l'antica me tiie pontifìcie. \'y..°^e\ giorno della Pro-
ra (di cui a Camera segreta) .segreta pon- cessione solenne del ss. Corpus Domini,
tifìcia (del Palazzo apostolico). 3.° Avrà alloi'quando v'interviene il santo Padre,
l.j precedenza, «piando sia unito al sena- sosterrà le aste del Baldacchino (di cui
loro nell'entrare aW l^dienza sopra i Pie- parlo ancora a Ombrellino) dalle acqua-
Iati, meno nig.*^ Governatore come Vi- santiei'e della basilica \ alicana, sino al-
ce-Camerlengo di s. Chiesa. Non essen- V a.\\nvc<\t\\&Confe<isione . i3. "Riterrà pres-

dovi il senatore, la precedenza gli compe- so del senatore la chiave della custodia
terà, Oìa dopoi pi imi 4 /'rr/wZ/dellacoi te ove si conservano le sagre 7V?/rde'ss. Pie-
pontificia (delti Prelati di fiocchetti). /ì" tro e Pania nella basilica Laleran<Mise, in-
Prenderà lungo nella circostanza che il tervenendovi in furinalitii all'apei Ima del-
sommo Pontefice viene portato in iWy/'Vi la medesima. I 4°Fnrà celebiarela s. mes-
gestatoria, ed in tutte lepi ocessinni dopo i sa nella cappella del suo P<dazzo[di Cani'
Cardinali vescovi.^. "^XiWWMnVìW Princi- pidogiio), annunziandola col suono dell i

pe assistente al soglio, spelici ani st nnloie (^impana in quaiuncpie gininoaiulie pi 1-

il so^tleiierc l'ultima eslremilàdella Faida viletjiHlissimo, con fdcollà di prciulerv 1 la


32 SEN SEN
s. Comunione nelle /{ annue principnli ri- 219, dicendo pure Tabella ^^nm-
della
coneiize, con)pr(.nsivamenle a quella del pala che le il ceremonia-
regola e riporta
rnercoledì santo in soddisfazione del pre- le: quella vigente nel 1698 la pubblicò
cetlo pasquale (perquellode'ioniani e fo- Piazza a p. 149 AeWEuse^'ologw roina-
lestieri nelle chiese di Roma, si può ve- no, come delle cagioni che stabilirono si-

dere il voi. LI, p. 243), come si pratica mili olferle anniversarie, biennali, qua-
nella corte pontificia (di che nel voi. X LI, driennali o decennali, del senato e popolo
p. 292). 5." Assisterà alla solenne messa
1 romano, in determinati giorni festivi,am-
iiel giovedì santo, alla lavanda e mensa montandoneallora l'importoa scudi 700 1

de' 1 2 poveri sacerdoti, che ha luogo nel- annui. Nel voi. V, p i 2 dissi ehe nel 1 72$
1' archiospedale di Sancta Sanctontm ascendeva a scudi 2000, e siccome alle
quando però non vi sia cappella papale (di 4*^ oblazioni Benedetto Xill ne aggiunse
lutto, comedel praticaloanlicamente, par- altre 20 a chiese nominale dal cardinal
lai nel vol.XLIX, p.28G). 16.° Alzeiìi per- vicario, senza aggradare la camera capi-
manentementeil trono nel proprio palazzo tolina, di-^pose l'alternativa. ]Neli84' 'il-

\m\Qn\iti\\ Baldacchino (anche a O.MBnEL- fatte oblazioni, comprese quelle di senì-


iiNO, ed a Principe ove descrissi le pre- plici torcie di cera e altro, importa reno più
rogative de'principi romani). 17.° Avrà di annui scudi 2000. Inoltre la camera
l'uso dell' Ombrellino a somiglianza dei capitolina supplisce alla spesa per la ma-
Principi. iS." Avrà la corte composta del nulcnzione de'telti, sluore, campane ec.
Maestro di camera , Cenliliionio , cap- della Chiesa di s. Diaria d' A racoeli. Per

peliano e cameriere. Il senatoie avrà di disposizione di Clemente XI\ le chiese ,

più I^^SS^ col loro maestro. 19.° Avrà


4 che ricevono l' oblazione devono dare al-
il treno di C<7r/oz2.f; (vedasi meglio il voi. cune tenui ricognizioni alla famiglia del
XLIX,p. 12) proporzionaloalleoccorren- magistrato romano,e la candela benedella
ze,non mai più di G, né meno di 3. Gli per la festa della Purificazioneal senatore,
ornamenti de'C^i'^/// saranno di oro per conservatori, priore decapo rioni, fiscale
lai." carrozza; negri e d'oro per la 2.'; di Campidoglio, scribadelsagroS.P.Q.R.,
negri e gialli per la 3.' 20.° Sarà ricevuto e cappellano de'conservatori). 23. Kice-
(ne parlai nel voi. XLVIll,p. 22o)airin- vera la incensazione nella messa solenne
gresso delle chiese, ove suol condtusi ad dal (liacono,e la pacedalsudiliacoiio.2 1."
olfrire il calice e le lorcie, od assistere a Farà suonare le proprie trombe nell'at-
messe votive (ohe riportai a Roma, par- to che smontadallacarroz^ae vi rimonta,
landò de'molivi), col suonodelle campane non che in quello dell'olferta. 25. Rice-
e dell'organo, non che complimentalo da- -vera l'invito di accedere nelle dette chiese
gli ecclesiastici sieno secolari, sieno rego- dai superiori delle medesime vestili diabi-
lari, e gli si presenterà l'acqua benedetta lo talare. 26.° Si annunzierà la sua uscita
coll'aspersorio da un ecclesiastico vestito dal palazzodisua residenza col suono della
in cotta. 21.° Assisterà in tali occasioni campana. 27.° Usciià in vaiie occasioni
alla messa solenne in un banco con gra- fra l'anno co' servitori a piedi (chiamali
dini paralo a cornii cvangelìi. 22.° Ascen- Fedeli dì Campidoglio), che in alcune cir-
derà la predella dell'altare per consegna- le mazze e le torcie,
costan/e sosterranno
re nelle mani del celebrante il calice e le quando occorrano. In occasione di feste
torcie prima dell' offertorio (di queste pubbliche, e specialmente nel Carnevale
si\ive Oblazioni divote, come paliotti, trai- di Roma (ne parlai anche ne' voi. XXXI,
tai ne' singoli articoli delle chiese che le p. 177, L, p. 726 73: dell'intervento del
ricevono, per concessioni de' Papi o del senato col governatore di Roma alla log-

senato, e ne' voi. XI, p. 270, XLVllI, p. già per vedere la corsa ^ trattai nel voi.
V

SEN SEN 33
XXX IT, p. 24 e seg.; della differenza sul remoniale Io descrissi nel voi. XXYIII,
modo di sedere, parlai in due lunghi al- p. 44 e seg.). Sul luogo della sepoltura del

I
l'arlicolo Roma. Nel giovedì grasso e uI- senatore si sospenderà il cappello di lama
I timo giorno di carnevale, il senato incede d'oro di forma simile al pontificale. 34-°
in treno di carrozze per tutta la strada del Vestirà la toga sia rossa con lama d'oro,
Corso : leggo però nel n.° i 3o del Diario sia nera nelle uscite, eia zimarra nera con
Roma del i
7 1 8,die mg.'' governatore fascia stando in residenza. La toga del se-
Idi
nel I. "giorno di carnevale cavalcò per il natore avrà la coda. Egli farà uso altresì
Coiso, col senatore, conservatori, priore delle Calze rosse, della collana d'oro, e
de'capo-rioni e con tutta la giudicatura del cappello con fiocchi di color nero e
critninaie) uscirà in treno secondo il co- oro. 35.° Prima di entrare nell'esercizio
stunie. E' bens'i abrogato l'omaggio die si dell' olììcio i membri della magistratura
rendeva dall'universilà israelitica in que- presteranno giuramento nel modo e se-
il

sta occasione(dicui tenni proposito aEcREi condo la forma che si determinerà, nelle
ed a Pio IX). 28." Farà portare le XI mani del santo Padre, se e quando piaccia
Bandiere de Rioni di Roma, allorché ac- al medesimo. 3().° In occasione di Caval-

compagnerà la solenne processione del- cata del santo Padre porterà la magistra-
l'8/ del Corpus Domini alla Cìiitsa
ss. tura morso àe\ Cava ilo òe\ medesimo(ne
il

di s. Marco (come parrocchia di Campi- trattai a Palafreniere e Possesso de'Pa-


doglio), ed in altre circostanze. 29.° Farà 37.°Presteràroma"£rioal
pi).
j I co novellosom-
innalzare e portare la bandiera del senato mo Pontefice, in occasione del solenne suo
e popolo romano (di che a Gonfaloniere Possesso (ne parlai anche a Campidoglio,
DEL SEN ATo E POPOLO EOMANo) In occasione a CHiAvi,nel voi. VII I, p. 78 ex 8 i i, ripor-

di qualche solenne straordinaria forma- tando quello fatto a Pio Vili dal sena-
lità. 3o.° Lo stemma del senato e popolo tore Altieri, con 1' allocuzione che pro-
romano godrà della preminenza sopra gli nunziò e la risposta del Papa, non chea
altri, eccetto quello de'sovrani e de'car- L\GRESsi solenni IN RoMA, ed altiove). 38.°
dinali (ne parlai a Roma e nel voi. LIU, Presterà prima del Conclaveìì giuramen-
p.35 dell'opera che spiega le sigle). 3i.° to nelle mani degli eminenlissimi signori
Godrà de'privilegi e distinzioni, di cui go- cardinali capi d'ordine (avendo già fatte
dono sopraddetti personaggi in qualun-
i al collegio le condoglianze per la morte
s.

que circostanza. 82." 11 senatore godrà in- delPapa, che annunzia a Roma la cam-
dividualmente degli onori e privilegi in- pana maggiore di Campidoglio, al modo
dicali ne'due precedenti articoli, non che detto nel voi. XVI, p. 294). 39.° Assisterà
."
di quello di unirsi al sagro collegio nelle ogni giorno alla i rota del Conclave (ol-
visite ai sovrani. 33.°
Cessando di vivere treché in questo articolo,ed a Capo-Rioni,
alcuno de'membri della magistratura du- in cui dissi ciò che fa il senato in tempo
rante l'esercizio dell' oflizio, sarà esposto del conclave e sede vacante, ne parlai nel
sopra il letto nella chiesa di s. Maria in voi. VIII,p. JT., j^, '7 3: (ie\\eìo[e,time'
Aracoeli (a Roma ne riportai diversi esem- daglie che fa coniare per l'ingresso alle
pi, e nel voi. XXVIII, p. 60 e seg. trat- medesime, e del compenso che ha dalla
tai di alcuni solenni funerali celebrali in camera Capitolina per la mensa che im-
detta chiesa con l'intervento del senato bandisce periodicamente ai custodi della
l-on)ano; ed a p. 69 e seg. di quelli che sua rota, al dire di Novaes, finché dura
si celebrano pe' signori romani), vestito il conclave presso il medesimo, cioè nel

di toga, collo slesso apparalo e numero locale che appositamente gli viene asse-
di ceri attorno, come suol praticarsi per gnato, ne discorro nel voi. XV, p. -y-CìCì,

gli cmmentissimi signori cardinali (il ce- 297, 298, 3o5, 3o8). 4'">-" Spedirà i
4
VOL. LXIV. 3
34 SEN SEN
trombellieri che faranno pnrle della sua tinninri si osserviilmelodostabililoin pro-
famiglia, nel giorno della solermità del- posito nel § Ut auteni in poster uni della
l'Ascensione l'anno innanzi a quello del citata costituzione Urbeni Homarn, nMì\a
giubileo universale o /Inno santo, mon sortizione relativa avrà luogo al principio
lati a cavallo coi Cursori apostolici, dalla di ciascim biennio; in guisa però che la
basilica Lateranense alle alli'e basiliche, sortedel bussolo dovrà pria sperimentarsi
per afTìggervi la bolla d'indizione che si sopra coscri Hi consiglieri ed
i , in mancanza
emana dal sanie Padre in dello giorno, di questi si speiimenterà
secondo luo- in
percorrendo la città a suono di tromba. go sopra gli altri, che non siedono in con-
4i.° A riserva di quanto si contiene nel siglio. 4'° Lo scriba dovrà trarsi dal ceto

presente prospetto, ogni altro distintivo de' coscritti, e verrà nominato da noi e
onorifico del senato romano cessa di aver da'nostri successori, presso proposta della
luogo". A p.6()3 del t.2,serie?..Mella Cii'il- congregazione Araldica. 5.° Non potrà vo-
tà cattolica, Sì riporta il chirografo ilei re- tarsi dallo scriba nellacongregazione me-
gnante Pio IX e diretto al cardinal Altieri desima, se non quando il numero degli
presidente di Roma e Comarca: Il nostro altri membri intervenuti sia pari. 6.° Il

predecessore BencdctloXlf^jàe'i maggio co«)siglio comunale potrà concedere an-


1 853, nel qnalesi dice.ChequelPapa colla che la nobiltà personale, e non trasmis-
costituzione Vrbeiu Romani, lohe la con- sibile per eredità, a quegli uomini, che se
fusione introdotta ne'diversi gradi della ne fossero resi degni per segnalali servigi
cittadinanza romana, e stabili i limiti on- prestati alla patria, o per celebrità acqui-
de il ceto de' nobili e patrizi fosse in se- stata colla dottrina, col valorenelle scienze
guito distinto con preci sione da gli a Uri cit- e nelle aiti belle. 11 consiglio stesso però
tadini e abitanti di Roma. Ma i succes- prima di ammettere chicchessia a tal no-
sivicambiamenti avendo portato altera- biltà, osserverà il sistema, che su di ciò
zione alle cose, credè opportuno fire le si è osservalo finora. 7.° Seguendo il si-

seguenti modificazioni. « i.°Le famiglie stema stesso, ed osservando le leggi e nor-


principesche o ducali, che per lo passalo me adottate in proposito fino al presente,
hanno ottenuto, o in avvenire potranno si potrà proseguire a concedere la citta-

ottenere dalla s. Sede unche tale titolo, e dinanza romana; ma questa non potrà ac-
hanno in R^oma il principale loro domi- cordarsi, che a coloro i quali sono già sud-
cilio, senza che per altro sieno comprese diti pontificii, o che abbiano da io anni
nell'albo delia nobiltà romana, da ora in almeno fissato in Roma il loro domicilio,
poi ne formeranno parte; e delle mede- e abbiano acquistalo beni fondi, e vi
vi

sime principalmente si potrà a ver ragione possiedano un qualchestabilimento indu-


per completare ne'casi di mancanza il nu- striale, o vi esercitino lodevolmente pro-
mero delle 60 famiglie di patrizi coscritti fessioni liberali. 8.° E siccome si verifica
voluto dalla delta costituzione di Bene- attualmente una mancanza non piccola
dello XIV. 2.°La congregazione Araldica nel numero delle famiglie de'patrizi co-
(l'erudizioni sull'araldica, sul blasone, so- scritti, cos'i per questa volta dovrà riu-
pra ^WStrntniie i iSVg;7//,a(|uesti articoli le nirsislraordinariainenle la congregazione
riporlo) d'ora in a vanti sarà composta del Araldica, aflinchè si possa completale il

senatore di Roma, de'4 conservatori del numero medesimo ; osservate per altro
ceto nobile p'o tempore, di 4 squillinatori le norme, che sono all'uopo stabilite di
da trarsi dal numero de'patrizi coscritti, sopra."
e possibilmente tra quelli che siedono nel Nell'articolo Roma con diffusione ri-

consiglio municipale, e dello scriba &- portai l'origine del senato romano, inco-
natiis. 3.° Per lascellade'suddetti4squit• minciando da Romolo che lo istituì, qua-
SEx\ SEN 35
1(3 SUO consiglio supremo, farcndo clcg- finché infrennti {^l'ii requieti, poterono far

geie dal popolo ino sennloii, ntimenlato (j«)iire il senato stessocon un'illiisJieseric
con aUri loo dopo la pace coi sabini, o di celebri senatori di Roma, e di saggi con-
da Tarquinio Prisco come vogliono altri, servatoli tli Roma e priori de'capo-iioni,
Gli elFetti COI risposerocos'i benealla saggia i cataloghi de'ipiali magistrati scolpiti in
istituzione di Romolo coi senatori consi- tiivole di marmo, si leggono nelle stanze
glieli, che il senato romano fu j)OÌ il mo- de'fasli consolari in Campidoglio. Tutto
dello de'coiisigli di slato, e meritò som- e sino ad oggi, i ipeto, riportai e descrissi u
mi elogi da tutte le nazioni. Narrai il suo Rom*, insieme alla seriecronologica d»;'se-
6 re di Roira che sue-
stato sotto gli altri natori di R^oma eletti da'Pa[)i, colle loro
cessero aRomolo, e che avendone abbat- notizie, seguendo in essa il conte Vendet-
tuto r autorità Tarquinio il Superbo, il tini stato conservatore, l'ab. Vitale, ed il

malcontento del senato contribuì a detro- cav.PompiljOlivierigiàsegretariodehna'


ni/zarlo, etl a proclamare la repubblica gistratoromano; ed altenenilonoi a que-
romana. Quifidi parlai delsenato nel tem- si'idtimo circa a diveiNi senatori dubbi
pò repubblicano, in cui non solo fu re- o non provati, non calculai quelli che alti i

slituito al potere e riacquistò l'antico de- pretesero di aver trovato, per evitare un
coro, ma subito fu aumentato con altri laberinto di que'^tioni sterili. Inoltre ra-
loo senatori, formandosi di 3oo (alcuni gionai di lutto fino al presente stato di co-
dicono che già lo erano e solo fu ristabi- se,delsenaloromano,de'senatoridiRoma,
ilio), numero per altro ch'ebbe fre(juenti de' conservatori di Roma e di altri mu-
variazioni ; nullatueno il senato fu il cu- nicipali magistrati, in uno alle loroallri-
stode, il difen^^ore, il protettore della re- buzioni. Tutlavolla qui aggiungerò altre
pubblica, il suo consiglio supremo. Nel notizie ed erudizieni, sia del senatore, sia
declinar della repubblica, notai i grandi de'conservatori, sia di altri ollizialiappar-
niinienti di senatori, laonde Augusto ri- tenenti al senato romano, dopo avere ri-

thisse il senato romano a Goo senatori e prodotto le odierne prerogative onorili-


l'onorò. Quindi descrissi le dilfercnli con- che, leamministrativeavendoleriporlato
dizioni politiche cui soggiacque il senato a Ho.ma. Questa dunque è la i." magistra-
nell'epoca imperiale, alternando la con- tura municipale degli slati romani, della
.servazione della propria autorità, con la s. romana chiesa, ed il i ."magistrato seco-
.'
tirannia e dispotismo di molli imperatori lare della i città del mondo. Quando il

che posero ogni studio in deprimerloe vi- senaloepopolo romanoad essodava leggi,
lipenderlo. Rimarcai quanto il senato ro- era contento di 4 sole lettere dell'alfabeto
mano fu gravissimamente in lutto dele- senz' altro aggiunto : tS'. P. Q. A'. Dipoi
rioralo nel la traslazione della sede dell'i m- prese per distintivo le qualifiche ò' Inclito
pero in Costantinopoli, e nella sua sue- Senato, Inclito popolo romano. A Paube
cessi va divisione, per cui l'impero d'oc- ed a Patrizio di Ro>f*, parlando ileil'o-
cidenle fissò la sua onlinarin sede in Ra- ligine del senato romano e de'palnri, ri-
K'tnna, con sommo danno di Roma. In- levai la distinzione che si fa li»' Pi'oliìli e
di raccontai deirnniiientato senato roma- Patrizi, ilelle Famiglie nohili di lioniaj
no nelle intelici epoche delle dilferenli do- poiché Romolo fondata Roma con raiiilo
miiiazioni barbariche ede'greci, depresso di persone d'ogni specie, scelse tra essi al-
c (piasi spento; quelle del medio evo sotto cimi che nominò patrizi, gli nitri chiami)
la benefica sovranità de'romani l'ontellci, clienti o plebei : per unire questi citlu-liiu
oltraggiali iie'turbolenli lenq)i delle Ire- ni [>ntrizi con reciproco legame, ordinò ai
mende (azioni, dalle ili verse niagisirnlure primi di scegliersi tra 'secondi un patrono
municipali vaglieggianli l'anlica hbcilà, o /'/o<(7/o/r,e dissi de'dovcride'padroni e
36 S EN SEN
c1e'clienli(ne ri parlai aScni Avo,aSERvo,tli- un hnot) parere, né di ben esprimerlo, né
cendocle'libeili). Laonde per silFatte ele- avendo sunicienle prontezza e cognizione,
zioni, patrizi decorati del
i grado di senato- seguivano quello di coloro che l'aveano
re in n.\li I OD col titolo di Padri che loro proferito prima, passando a mettersi fra
die liomolo, quasi padri della patria e per loro, donde poi venne quel modo di dire,
denotare il rispello che meritavano, inol- pedibus ire in sententiam, ripetere ciò che
tre quel restabilì a'Ioro discendenti la de- dicono gli altri. Si può vedeie Flavio Bion-
nominazione di patrizi ingenui , altri li do nella Roma trionfante, su quanto dice
dissero originari. Essi furono poi divisi iu de'senatori romani. Che i senatori nell'av-
patrizi ma/orum gentiuni,ed in patrizi mi- vicinarsi e aderire all'altrui sentimento,
nornni gentiuni cioè que'cittadini |)lebei, lasciato il loro luogo dicevano accedo:

che divenuti senatori pervenivano alla di- ad idem, lo notai nel voi. XXI, p. 240,
gnità di patrizio, la quale non sempre era parlando dell'accesso de'cardinali air/s7e-
unita al senatorato, vale a direque'ioo zione del Papa. Della grande autorità,
senatori eletti dopo la pace co'sabini, ov- giurisdizione e prerogative de' patrizi ro-
\ero aggiunti da TarquinioPrisco. Quindi mani, ne parlai a' citati articoli. Eravi
gli antichi patrizi fregiati della dignità se- un principe o capo del senato, ed i cen-
natoiia, si dissero Patrcs conscripli. Al- sori lo eleggevano; ma era necessario ch'ei
tri opinano, che i cavalieri scelti dai con- fosse stato console o censore. Il principe
soli o censori per le cariche vacanti del del senato pronunziava ili." il suo volo,
senato, furonoappellati Palres conscripli^ .°
perchè pel r era richiesto dal console del
perchè i loro nomi e quelli de'primi se- parere; godeva di quest'onore per tutto
natori detti [V\ullòslo Palres adscripti ^fi\' iltempo di sua vita, e non si nominava
rono inscritti in un medesimo libro. Nar- un altro che dopo la sua morte. Le de-
ra Svelonio, chegli annoverati tra'palrizi, liberazioni erano tenute segretissime; tal-
come benemeriti della patria, non si chia- volta si seppe prima la vittoria, che la di-
marono Palres adscriptì,ma Palres con- chiarazione di gueri'a. I decreti si chiama-
scripli, quali non solevano essere com-
i vano Senatus Considti, i quali il tribuno
presi tra'senatoii. Plutarco riferisce che della plebe che sedeva alla porta della cu-
de'senatori alcuni si dissero Padri, altri ria li sottoscriveva coll'iniziale T; poi si

Padri consentii , perchè primi furono i portavano nell'erario, ed ivi si conserva-


da Romolo ordinati e chiamati così per vano ne'libri Elefantini, ove si registra-
riverenza dell'età loro, i secondi perchè vano i decreti del senato. iSel tabulario
furono ad essi aggiunti e scritti insieme o archivio pubblico si custodivano pure
cogli altri precedenti; ovvero perchè quel li gli atti pubblici del senato, i plebisciti, e
che dicevano il loro parere in senato, si gli atti de' privali incisi pel solito in ta-
chiamarono Conscritti, gli altri che non vole di bronzo. Inoltre si custodivano le

lo dicevano solamente Padri, aderendo leggi e decreti del senato in Campidogl io,
alle sentenze de'primi col muoversi dal ne' templi di Saturno e di Cerere, la di

posto verso loro, o con certi movimenti cui guardia era aftìdata agli edili, li se-
<le'piedi. Altri chiamarono
dicono che si nato romano nel tempo della repubblica
Senatores pedarii quelli che non aveano fu potentissimo, ed esercitava l'autorità
esercitato magistrature, o perchè non po- sovrana. Sceglieva gli ambasciatori, con-

teano recarsi in senato che a piedi, o per- feriva il governodelle provincie, il coman-
chè non avendo diritto di dare il voto pas- do degli eserciti; avea l'amministrazione
sa vanoa collocarsi fra quelli, dell'opinione del pubblico tesoro,esi faceva render conto
de' quali erano anch'essi; ovvero perchè dai tesorieri; faceva leggi e le annullava;
non essendo da se slessi capaci di scegliere riceveva gli ambasciatori, trattava la pace
,

SEN SEN 37
e le allennze ; ordinava le preghiere, ed pronunziato il loro giudizio sull'atto pro-
accordava l'onore del trionlo ai generali poslo, D. I. R. T. C, cioè cfc illa re ita
che avcano preso qualche piazza conside- ccnsiw.runtj cos"i opinarono su questo af-
rahile, o conquistata qualche provincia. Tare, il tale e tale console ec. La storia ro-
Well 'in tei legno governa vano senatori, ed i niana som ministra splendidi esein pi, qua- i

li comnndo degli eserciti si dava a quelli li contegno del senato romano, finché
nel
ch'erano slati senatori; e quando inter- fu hhero, fan conoscere le sue eccellenti
venivano aiaveano
pubblici spettacoli , qualità come di attaccamento al reggi-
,

seggio e posto separato. Un senatore non mento democratico e alla gloria di Roma,
poteva allontanarsi dal senato senza per- osservanza del segrelo,conservazioncdella
inesso; stando in città era obbligalo a in- disciplina militare, giudizio nelle ricom-
terveiiiic alle assemblee del senato, per- pense, fedeltà verso gli alleati, fermezza

che i decreti di questo non aveano vigore che minacciavano la repub-


ne' pericoli
quandoisenatorieranomendiioo,emaQ- blica, moderazione negli eventi prosperi,
cando si pagava una multa. Il senato ra- costanza ne'contrari. Essendovi nella re-
duna vasi ordinariamente nelle calende^ pubblica romana fra la nobiltà due or-
nelle nonee nelle idi di ciascun mese, tran- dini, uno de'senatori, l'altro de'cavalieri,
ne novembre e dicembre, in cui correvano dopo i quali venivano i cittadini o plebei,
le vacanze. Dipoi Augusto ordinò che il ne'pritni tempi della repubblica la digni-
senalo si convocasse solo ne' gioì ni delle tà senatoria si conferì sollanto ai patrizi
calende e idi di ciascun mese. 1 dittatori, o discendenti de'primi senatori; quando
i consoli, i prelori ed i tribuni del po|ioIo poi si giudicò conveniente ricevere nel se-
aveano il potere di convocare l'assemblea nato que'di famiglie plebee,furono prima
del senato quando lo giudicavano a pio- nobilitati. Per coprire posti vacanti del i

posilo. Niente facevasi nella repubblica ro- senato solevansi prendere dall'ordine dei
Diana senza consultare il senato, e tutto cavalieri que'di maggior meiiloenobiltà.
quel che facevano popolo e tribuni non il i 1 consoli e i censori nominavano, e se
li

uvea orduiariamente alcun vigore senza ricusavano la dignità senatoria, si toglie-


rap[)rovazione del senato. 1 tribuni però va loro quella di cavaliere. Quandosi sca-
si o[>ponevano spesso ai decreti del senato, glievano i senatori, si prendeva in con-
e nun [)ule\aiio oegiiii si se prima non si siderazione non solamente i pregi perso-
fosse lolla ogni opposizione; e per coslriu- naii, ma l'età e la rendila. Per essere se-
geie i tribuni a desistere da ogni obbie- natore bisognava aver 3o anni almeno
zione, bisognava ricorrere agli altri ma- aver esercitalo qualche carica, e se l.iluno
gistrali, e mettere in opera le preghiere fu scelto prima di questa eia, si fece per
o le minacce, oappellariie al popolo. iNon- (àvore, o per cpialolie merito straordina-
dimeno <|uaiido un decreto del senato non rio. Quanto alla rendila de'senatori, pi i-

avea esecuziune per l'opposizione di qual- ma d'Augusto era d'8oo, 000 sesterzi (cir-
the tribuno, non tralascia vasi di registrar- ca iGo,ooo franchi, valutando un seslerzo
lo, ina in vece di chiauiarlo Stiialus Con- ([uasi 20 centesimi tl'un franco), ma (piel
sulluiii,{:\ì\(imiìva;>\Sfiitiliis Ànctoiitntem, piincipe volle che la loro rendila l'osse d'un
cioè sentenza del senato. Quando un se- milione e 200,000 sesterzi (coi risponde!»-
nato consullocomunicava qualche ordine lia a.jo.ooo franchi); e se solhi vano qual-
esprimevasi in un modo as-
a' uiHgiiilrali, che perdila considerabile, per cui si sce-
sai convenevole a loro rigiiartlo : iSV j/.y //a masso la loro rcndil.i, perdevano ancora
w^/c'/wr, se così lor piace. In uno colla data la dignità e la carica di senatore. Si fece
e luogo ove erasi lenulo il senato, nula- (|ueslo. regolamento, perchè molli oltene-
Vasi ancora il nome dc'bciuitoii che aveano vano la dignità senaluna sen^a avere uè
38 SEN SEN
la i'encìitn,nè il merito, e perchè i senatori Maria in Aracoeli, e coWAra Primoge-
non fossero in caso di commettere ingiu- niti /)et. Riconosce il dotto scrittore nel-
stizie, e di lasciarsi corrompere con de- l'odierno senatore il principe del senato
naro, non avendo come sostenere il loro anticodella repubblica romana, e ne'con-
grado,e soddisfare nel tempo stesso al lusso servalori l' ordine degli antichi consoli
e airambizione,di venuti eccessivi inRoma romani, magistrato senatorio ch'eserci ta
dopo la conquista d' Africa. Ai senatori giurisdizione e gode distinte prerogati-
non era permesso aver due mogli, né di ve, ed uvea sino 84" tribunali e feu-
al i i

sposare una parente, né una straniera, né di di cui parlerò. Immagine dell'anterio-


una cortigiana o schiava, né di fare alcun re senato é il presente, pel decoro come
trafilco. De'magistrati della repubblica e ne sostiene le veci, ritenendo l'antica im-
dell'impero, come del medio evo, trattai presa: iS'. P. Q. R , oltre la lupa allattante
a Roma; molli hanno loro speciali arti-
i i gemelli Romolo e Remo fondatori ili

coli in questa mia opera. Vedasi, Gio. An- Roma. Il quale stenuna con quello de'Fa-
tonio Moiragi, De Senatu Romano, Me- pi regnanti, decora le facciate esterne di
diolanii56i. Midleton Conyers, Del Se- molte chiese, e de' palazzi principali ili
nato Romano, Venezia 748.
Gio. Fran- i Roma del baronaggio romano. Che il ma-
Tabula chronologìca Se'
cesco Cecconi, gistrato gode trattamento princi pesco, ri-
nalorwn Urbis a Ronudo fundalnre ad cevuto da'cardinali col suono della Cam-
annulli aerae chriftianae 17G3, Rouiae panella (ora non più si usa), come gli
1763. Giovanni Sarii Zamosci, De kSe- ambasciatori, incedendo con vestì magni-
natii Romano, Veneliisi /)(53. fiche di forma antica, e con treno nobi-
Il MiU'angoni ne\\' Inloriadcll'oratorio lissimo. Che dal titolo d'Illustrissimo, il

o caiipella di s. fjorenzo, e della nobile magistrato ebbe da Alessandro VII quel-


compagnia che neavea la custodia (^deWa lo di Eccellenlissimo e di Eccellenza. Il

s. inunagineachcropita del ss. Salvatore: decoroso modo col quale sempre magni-
di questa furono i primi custodi il senato ficamente procedette il senato romano,

e popolo ron>ano,ciò che fecero per mez- massime pubbliche comparse, po-
nelle
zo de'KiI 0.s7/Vzr/', nobile collegio che fu trà apprendersi da quanto vailo a ripor-
succeduto [)er destinazione di Martino V tare; e si rileveranno ancora diversi co- i

da delta compagniajdi tutto ampiamenle stumi de' vestiari, degli ornamenti e del-
trattai aScAiASANTA),a p.3()7 osserva che le armi che si usavano nerbassi tempi, di
ilsenatoromanodi Roma papale,chesuc- molta importanza. Per la magnificenza
cesse all'antico, risiede nello slesso cele- degli antichi romani, disse Cinea legato
bratissimo luogo in cui era rallro,inCrt//i- del re Pirro, e lipelé l'imperatore Costan-
}>idoglio non uìcno illustre di quello cui zo: TolReges in L rbe Romae ,quot Cives.
successe, pe'3 sontuosi palazzi che lo len- L'epoca de'tempidi mezzo, in cui il sena-
doiio maestoso e degno di Roma , uno to romano sloggiò tutta la sua grandezza,
per l'abitazione del senatore, l'altro per furono le feste del Carnevale di Roma e
le adunanze de' conservatori , ricco dei de Giuoclii spettacolosi ili Agone e Te-
monumenti più singolari dell'anticaR-o-
i staccio che celebrava, da me descritti in
Mia, come lo é l'altro nobilissin)o e ma- tali articoli, e indicati insieme ad altro a
gnifico museo.Questo famoso luogo pur- quello di Roma; solenni feste che con son-
galo didla superstizione dell'idolatria, ha tuose cavalcate e siuìbolici carri, incomin-
nel culmine dell'eccelsa torre il simula- ciatedopo il secolo X, o nel seguente, a
cro di Roma col trionfale vessillo di no- poco a poco andarono in disu>odr)pu il
stra redonzione,ergendosi sulle rovinedel XVI. Solo restò il giuoco della cuccagna,
tempio di Giove la grandiosa chiesa dis. che si faceva nel i.°di maggio dagli aviz-
SEN SEN 39
zeri, e queslo pure cessò sotto Urbano scarlatto, e l'altra rossa e gialla, scarpe di
Vili. Erano ordinali dagli anliclii statu- velluto ()aonazzo fodeiale di pelle d'ar-
ti di Eoina,{i che si celebrassero atinual- mcllino con bollone d'oro allaccialo. Ca-
niente colla maggiorsolennilà,[jer cui se valca vano due a due secondo le loro pre-
ne chiamavano a parte i più esperti giuo- cedenze, coi Priore in mezzo, con mezze
catori e robusti giovani di quasi tutte le copertine fatte a [lendoni , col pettorale
comuni delle città convicine, anzi erano di velluto verde, fallo u ricanìi il' oro e

esse a ciò obbligate : Tivoli ne inviava 8, d'argento, con l'rangie e ilocchi d'uro e
altri uè mandavano Anagni,Corneto,Ma- foruiroenli del medesimo velluto. Nelle
gliano, Piperno, Sulri, Terracina , To- feste militari portavano il saiouc crespo
scanella, Velletri, oltre gli ebrei di Ro- scollato, che si allacciava sulle spalle, a-
ma. Aveano luogo uel giovedì grasso e pertoa'fianchijCon faldoni lunghidi vel-
ultima domenica di carnevale, e per la luto cremesi, cou fascie guarnite di rica-
festa dell'Assunta. Dalle nominate e al- mo, secondo i colori del rione, e con ma-
tre comunità che vi prendevano parte, niche uua rossa, l'altra gialla e rossa, con
come dalle altre circostanti a Roma, con banda de'colori dell'arme deCapo-Pkio-
correvano in folla a godere il lieto trat- ni, e sotto fin sulla coscia tulli armati,
tenimento. Questi clamorosi divertimen- portando i loro Paggi ìa celata. Accom-
ti riuscivano graditissimi a'roniani ed ai pagnavano capo none suoi connesta-
il i

foi'estieri, ed avevano un carattere tutto bili, (juali erano seguili da una molti-
i

proprio, come si apprende dalle diverse tudine di facchini che portavano in lun-
e interessanti relazioni stampate, e che ghe stanghe doni ricevuti dal popolo, e
i

citai in delti luoghi. Ri metlemlomi ad essi, consistenti in salati, foraiaggi, polli, ciam-
qui solo quanto allefeste e giuochi neda- belle e fiaschi di vino generoso. Termi-
rò un cenno, nel narrare le pompe che le nata l'escursione e la cerca, lutti i capo-
accompagnavano, per aggiungervi (pial- rioni co' loro tori riunivano nel toro si

che erudizione che mi fu dato rinvenire. Agonale, ove facevano mostra de'ricevu-
Le feste eil "iuochi di A"one e di Te-
i ti doni, ed ivi recavasi con tutta la pom-
staccio presero il nome da'luoghi ove si pa il senato, ed il popolo vi accorreva a
fìicevano, cioè dalla Piazza Navona e dal turbe per godere dello spettacolo e della
IMoiite T«f<7rc/o. Divisa allora Roma in ferocia de'lori,di cui furono sempre aman-
Mll l'ioni, ciascuno avea il suo gijufalo- ti i romani, piaoeniload e.ssi assai legioslrc.
ìiiere o CnpoEione (che godevano un Nel di seguente adunatisi in Campido-
lempo ampia podestà sulla vita e la mor- glio più nobili cittadini, al suono della
i

te de'cittadini, avevano il governo della campana e de'timpani con isplendido ap-


repubblica e guardavano la patria), of- parato si avviavano per Teslaccio. Cia-
ficio del quale in questi spettacoli era il scun rione \ i coniluce\a il suo carro trion-
far girare pel suo rione un vigoroso e pin- fale colla propria bandiera, tiralo da 4
gue toro, avente la testa e le corna coro- cavalli, ordinariamente bianchi e ricca-
nate di fiori, come praticavano gli anti- mente bardati, accompagnalo da 6 staf-
chiromani colle vittime pe' sagrifizi ai fieli in bellissime livree. Precedeva il rio-

Numi. capo rioni, delti anche Bande-


I ne di Trastevere, seguivano gli altri, [)oi
resi e Decurioni, inqueslacircostanza ve- il senato romano, ludi seguiva l'ordine
stivano berretta ducale di velluto creme- della pompa e magnificenza de'magislra-
si, rubbonc corto con mezzi maniconi di li romani. Avvertirò, che uel lempo in
velluto cremesijCon punie e bulloni d'u- cui Papi risiedevano in /h'ignonc, il se-
i

ro, loilcrali di tocca toichina e oro, giub- nato romano, valutando multo di [>iii la

boue di raso paonazzo, cou calze uua di sua carica per l'usseuza di quelli, l'esei'-
4o SEN SEN
citava con una reale grandezza e splen- due piume, saione scollato con maniconi
didezza, sì nel governo, come nel riceve- larghi, tutto fatto a fascie per lungo di
re e incontrare i legati apostolici, con bel- panno rosso e giaIlo,con passamani bian-
lissimo oidine e precedenze de'magistra- chì, calze liscie di panno rosso, con una
ti; ciò praticandosi dal senato romano an- banda secondo la livrea del senatore: in
che nell'andare incontro agl'imperatori certe occasioni andavano arenati fin so-
e altri principi che si recavano in Roma, pra la coscia d'armi bianche. E questi pro-
cdeziandio in altre simili occasioni. Laon- cedevano per guardia del loro capitano,
de la pompa che vado a descrivere, tran- che seguiva a cavallo con sella di velluto
ne quanto riguarda giuochi, si usava an-
i paonazzo e fornimenti di fìbbie dorate,
cora per le memorate solennità, e l'ap- con belletta di scarlatto di grana, con me-
prendo da Vitale, Storia de senatori di daglia d' oro e con piuma; giubbone tli
I\onia,p. 3 I I eseg.jil quale la ricavò dal- damasco rosso, collare di maglia, collana
la distinta relazione che Muratori pub- d'oro al collo,caIze una rossa, l'altra gial-
blicò nella Disseti. 29 Antiq. lini, meda la e rossa, rubbunedi panno paonazzo fa-
rtei'/jtrascritta dal CodiceV alicanoQ>'] ^"i sciato di velluto simile, e foderato di ra-
Il Manzi la riprodusse a p. 121 del suo so rosso: nelle occasioni incedeva tutto
Discorso sopra gli spettacoli, le feste, il armato, fuorché la testa; e sopra la coscia
lusso nel secolo XII^ , e la collazionai d'arme bianche, con mazza ferrata al-
con Vitale per la proprietà de' termini. l'arcione que'due pedoni che gli anda-
:

Noterò pure che la foggia de' vestiari era vano a'Iati, colla medesima livrea degli
decorosissima, ma all'antica, senza repli- alabardieri, con bastoni facevano largo
carloogni volta. Aprivano la marcia mol- Ira il popolo. I due Dlaestri di strada
li gentiluomini e baroni a cavallo, ve- (specie d'edili, di che parlai al loroarlico-
pomposamente,co'loro staflìeii in li-
stili lo,iiisiemea'loro diversi vestiari,comefeci
vree. Seguivano su eleganti palafreni gli pe'magistrati e altri che vado segn;mdo
ofliciali e magistrati, ch'erano i primari in corsivo) seguivano a cavallo con forni-
della nobiltà romana. Quindi 4t''ombet- mento di velluto rosso e gualdrappe di
tieri del popolo romano a cavallo con , scarlatto. Portavano una berretta duca-
fornimenti e sella di corame rosso, ed al- le di velluto cremesino, con giubbone di
le trombe l'arme del popolo erano ve- : raso paonazzo, con calza liscia di scarlat-
stiti con berretta di panno rosso, con fìt- to di grana, con iscarpe di velluto rosso,
tuccia cinta di talfeltà bianco , allaccia- con rubbone corto di velluto rosso e tò-

ta, con giubbone scollato di raso giallo, derato di damasco giallo. Venivano i due
calze liscie di panno rosso, con saione a- Sindaci del popolo, che cavalcavano con
perfo da'fianchi scollato di panno rosso, fornimenti di velluto rosso e gualdrappa
listato di fascie di raso giallo con trine di panno rosso, e portavano in testa
bianche, con una manica alla divisa ros- con una certa calza lunga di scarlatto
sa e gialla, l'altra essendo tutta rossa, con che se la gettavano sopra le spalle,coii un
una banda di taffettà secondo la livrea del poco di mostra di pelle bianca, e rubbone
senatore. Seguivano 6 mazzieri con maz- lungo alla senatoria di damasco paonazzo
ze d'argento, con vesti lunghe senza ma- foderato di raso cremesino, con sottana
niche di panno paonazzo, con rivetti e fo- di scarlatto. Seguivano due segretari, ohe
dera di lab'i rosso, giubbone di raso ros- cavalcavano con gualdrappa el'ornimenti
so, e berrettino di scarlatto, cavalcando di velluto paonazzo, vestiti con berrette

con fornimenti e sella di corame rosso. alia ducale, con giubbone di raso rosso,
Venivano 4filabardieri della guardia del calze di scarlatto, rubbone di damasco cre-
senalore^cou berretta di panno rosso con mesino, foderalo di raso giallo lino sopra
SEN SEN 4t
il ginocchio. I (Ine Scriba Senalus a ca- d' argento che loro donavano i senato-
vallo come i segielaii e come loro vesliti, ri quamlo entravano in ofllcio, e cosi lu-
ma il rtibljone avea soli mezzi maniconi cevano coi paggi, con giubboni di raso
con bottoni d'oro e la fodera di raso pao- una rossa di panno, l'altra
giallo, calze
nazzo. Poi venivano 4 Marescinlli (^•vavso secondo colori dell'arme del senatore,coii
i

il fine di tale articolo dico pure del loro saione di panno rosso scollato, con mez-
vestiario in altre j)ompe) al paro caval- zi maniconi, guarnito a fascie di velluto
candocon mezze coperlinedi scarlatto con giallo, e passamani di seta toi china e bian-
Iran<^ie d' oro, con foinimcnti di velluto ca. Quando il senatore andava ponlilical-
rosso, con berretta ducale di velluto cre- inenle, portavano bastoni dipinti verdi,
tnesino, e calze di scarlatto, con ruhbone che poi portarono innanzi ai conservatori.
corto di velluto paonazzo con bottoni d'o- ]*oi venivano a cavallo, con mezza coper-
ro, foderato di damasco rosso, ciascuno tina di velluto paonazzo e con simili for-
con bastone in mano di legno bianco. I nimenti due gentiluomini, vestiti con ber-
P(Jggi de'capo-rioni, i tamburi di lutti i retta di velluto nero, giubbone di rasocre-
rioni a 4a 4)''^^"*^^" ne'tamburi dipinte le niesino, calze di scarlatto, rubbonedi pel-
insegne delpropiioiione. Questi i 3 paggi luzzo paonazzo corto e con lascie di vel-
de'capo-rioni a due per due precedevano luto dello stesso colore; portavano inoltre
i Cd {jo- Rioni &[e%s\: de'P^g^g'/ ede'tambu- un collaro di maglia sopra il giubbone e
ri pallai a quell'articolo, anco per ciò che collana d'oro, e sostenevano mazze d'oro
spetta a questa relazione. ll/^//OAr(^/c'c77po curiosamente lavorale; in una eravi scol-
r/o«/ portava il Laudavo di velluto pao- pila Pioma in figura di robusta vergine
nazzo foderato di pelle d'armellino all'an- sedente sul leone, lenendo in una mano
tica, con bottone d' oro allacciato, e ve- la vittoria, nell'altra la sfera simbolo del
ni va per ultimo in mezzo alla G.' Illa de'ca- mondo; nella 2.* mazza si vedeva la lupa
po-rioni, preceduto da G Faf^gi con ban- lattante gemelli che reggevano lo scudo
i

diere. Cavalcavano poscia due cancel- i con l'arme del senato: ^|<- S. P. Q. lì. In-
lieri del popolo romano, con gualdrappa cedevano poi Go alabardieri del senatore
di scarlattocon frangie d'oro e fornimenti a cavallo, vestiti nel modo già dettu, eil il

con berretta ducaledi vel-


di velluto rosso, putto della giustizia, incarico che fungeva-
luto cremesi, sottana di velluto paonazzo no i figli de' geutiluoinini , che dietro le

e calze di scarlatto, rubbone alla senato- spalle avea il cappello senatorio di tela
ria, e maniconi di tela d'oro iuderati di d'oro fodera tod'ermesi no cremesi no, cam-
damasco rosso. Veni vano poi, vestili a lo- minando ai fianchi due alabardieri con ha-
ro beneplacito, gli oratori delle repubbli- .sioni in mano e senza berretta. 11 [mito
clie,de'principiede're. Seguivano i Pfii;~;i della giustizia cavalcava con mezza coper-
dui Goiifalonierf, die tenevano in mez- tina fatta a pendoni di scarlatto, con ti.in-
zo il Palagio del P/rfctlo di lionia.W Cuti- gie e Hocchi d'oro, co'fornimenli di vel-
falonierc del senato e popolo romano su - luto rosso. Portava un berrettino di scar-
steneva il grande stendardo del popolo, latto di grana con (jueste lettere d'oro -r^
alla cui sinistra stava il Prrjcllo di /ìo- S. P. Q. Pi. in ricamo; con giubbone di
i/iapreceduto da un Paggio colla frusta, raso cremesino, calze di scarlatto, baione
segno del suo potere. Seguivano 4 Piag- scollalo crespocon mezzi maniconi di vel-
gi del senatore, che per riverenza por- luto cremesino listato con fascie di telad'o-
tavano il berrettino in mano, iG [lala- ro, con istocco dorato e fodero di velluto
frenieri poi detti lùcUli di Cainj)iduu,l.o rosso. Cavalcava <piiiuli il senatore di ilo-
o del popolo rumano, con berrelledi vel- ma,con mae>tìi, sopra bianca chinc.i,coii
luto lub^u lu muuu, ornale di uicdaglic lòruiaiculi di velluto cremesino alla le-
42 SE N SEN
stieia,con fiocchi di seta cremesina e oro, di panno de'colori del senatore, con una
fìbbie dorate e gualdrappa di velluto ere- banda rossa e gialla, con spallacci e brac-
Diesino, con fascia attorno di ricamo d'oro ciali d'arme bianca. Seguivano due paggi,

e d'argento larga un palmo, con frangie uno del capitano, l'altro portava la cor-
d'oro, Vestiva il senatore un l>erreltone netta dell'alfiere coH'arme del popolo ro-
ducale di broccato d'oro, foderato di pelle mano, vestili come il trombetta. Poi ve-
d'armellino, con calze di scarlatto di gra- nivano il trombetta, il capitano e l'alfiere
na, scarpe di velluto rosso e fibbie d'oro, dd'cavalIi,gentiluomini romani, vestiti pu-
soltana di velluto creraesino con bottoni re come il trombetta, ma di velluti e oro,
d'oro, con veste alla senatoria di broccato con collare di maglia, ludi i cavalleggieri
riccio soprariccio d'oro, foderata di pelli al medesimo modo il trom-
vestiti come
d'armellino, con uwa mozzelta sopra di betta, con banderuole secondo la livrea
pelle d'armellmo con codette, guanti di del senatore sopra le lame: in altre occa-
pelle bianca con orlo di ricamo d'oro e sioni portavano celale in testa con piume
perle, con collana d'oro al collo, e simile e alle testiere de'cavalli. Di più solevano
bacclietta nella destra, con una palloltina intervenire due cori di musici, uno vo-
e crocetta in cima, avente in dito 3 anelli cale, l'altro stromentale, in tutti i G e sti-
d'oro, uno con rubino, gli altri con dia- pendiati dal popolo romano portavano :

mante e smeraldo. Accanto al senatore berrettini di scai latto, giubbone di raso


camminavano due nomini con spadoni da rosso, veste scollata senza maniche, lunga
due mani sulle spalle, col capo scoperto, sino al ginocchio. Con questo bell'ordine
vestiti digiubbone di raso rosso trinato e magnificenza senato romano proce-
il

d'orOjCon maniche una rossa, l'altra della de va nel le feste,come nelle pubbliche com •

livrea del senatore, con calze di scarlatto parse,che pare va in esso ri tornato lo splen-

e della divisa del senatore, con catena tra- dore dell'antico impero romano le livree ;

versa per banda d'oro. Gli tenevano die- de'particolari signori erano ricchissiuie e
tro due camerieri segreti o aiutanti di ca- inrmmerabili. Alle faldedel Monte Aven-
mera vestiti con calze una di scarlatto, l'al- tino eravi un'antica torre, che guardava
tra della divisa del senatore, con giubbone il mare. Fino dal mattino si copriva tutta
di raso cremesino, berretta di scarlatto, di drappi colorati, con corone di mirto e
rubbone di pellnzzo paonazzo con fasce di fiori; ivi si collocava il gran vessillo del

dell'istesso colore di velluto, foderato di popolo romano, e in alcuni anelli si ap-


damasco paonazzo, e sella di velluto ne- pendevano palili pe'vincitori. Nel mezzo
i

ro. Venivano poscia i giudici di Campi- poi era un anello più grande, il quale gi-
dogliocon gualdrappa di panno paonazzo, rava intorno a se medesimo, e dove l'uo-
con vesti lunghe di velluto nero, berretta mo correndo a cavallo dovea ficcare i I dar-
da dottore, sottana paonazza, con gli uf- do, il quale giuoco riusciva giocondissi-
fìziali della corte del senaloie. In ultimo mo, per l'immensa moltitudine spettatri-
veniva una cornetta di 5o cavai leggieri, ce nella pianura e nelle prossime colline,
indi una trombetta che nella banderuola sotto padiglioni e baracche per difendersi
di essa portava: -^ S. P. Q. R. e sotto dal sole, onde sembrava il campo d' un
l'arme del senatore; cavalcava con sella esercito. Arrivata la cavalcata al piano di
armata corame e fornimenti rossi, por-
di Testacelo, dovea il senatore piantare l'in-

tava berretta di panno rosso con piume, segna del po[)olo rouìanOjCom'eragli stato
e gitdjbonedi raso torchino, con calze una espressamente ingiunto nel ricevere la di-

rossa di panno, l'altra eguale alla livrea gnità senatoria, in sua assenza ciò faceva
del senatore, con saione liscio di panno (jualche suo stretto parente nobile, ebe-
rosso, mezza colla manica e l'altra mezza ucmerito per servigi resi allo stalo e alla
SEN SEN 43
patria. Si collocnvaiio r|uiiic1i alcuni porci una medesima sorte, dimodo-
sfoggiati di

a due a due in G cari elle copci ledi drappo ché ciascuno può considerare, come pote-
rosso, ben peltuiati e tonali. Traspoitali vano andare mirabilmente adorni, volen-
i cari i alla soniinità del Monte Teslaccio, do rappresentare popolo romano nobi- il

indi si facevanodaperloroprecipilarealle lissimo". Altre bellissime comparse il se-


sue radici: appena erano giunti alla pia- nato romano fece ne Possessi clt' Papi, nel
nola, i giuocatori incominciavano il coni- mollo che si leggono nella raccolta delle
ballimenlo per disputarsi la [)reda. PSella lelazioni che ne pubblicò Cancellici i, don-

mischia si urlavano, Lallevauo, stramaz- de ricavai quelle notizie che sparsi su que-
zavano al suolo, né avea termine la con- sto punto ne'moltì relativi articoli di que-
fusa pugna, fliicliè non fosse stato tulio sto mio Dizionario avendo egualmente ,

rapilo. In appresso avea luogo la giostra descritto a Ingressi solenni in Roma, le

de' lori,ove comballenti tlavano singo-


i [ìonipe magnifiche colle quali il senato ro-
larissime prove di ardire, di coraggio e mano onorò que* sovrani e grandi per-
di valore. .Si faceva poi il giuoco della cuc- sonaggi che li fecero. Prim^i di passare a
cagna, e la lotta de' saraceni, spettacolo dire alcuna delleaiiticheei udizioni sul se-
assai dilettevole per l'agilità de'Iottaloi i. natore e conservatori di Roma, e loro tri'?

in ultimo seguivano le corse, dal Monle buiiali, esistenti innanzi alla nuova orga-
Testaccio alle falde del Monte Aventino, nizzazione del senato romano eseguila nel
ricevendo vincitori il premio del palliodi
i 1847, perchè megliosi comprendino, Iro-
3() cannedi panno rosato. Tali corseerano voopporlunoqui riprodurre quanto leg-
di vario genere, comedi soli cavalli, di soli go nel cav. Pompilj Olivieri Jl Senato :

uomini, di vecchi e ragazzi, di vecchie e Romano, a p. 2 1 3. »> Da questo allo di


giovani; doveano correre anche gli ebrei concordia (tra il Papa Gregorio IX e il

vestili in rubbone e quasi in abito sena- senaloieMalabrancadeli 2 35,perdecreto


torio. Silfalte cose vanno condonate alla e autorilà del senato e popolo romano)
rozzezza de'teojpi in cui ebbero origine, apparisce chiaramente la esistenza tWxn
e alla passione del popolo romano per gli corpo morale che esercitava Tautoritàdel
spettacoli, li continuò anche dopo l'inci- senato e popolo romano, e che quella del
vilimento, con qualche modificazione, fin- senatore non eslendevasi negli alfari pò-
ché restarono abolili,anco per rimuoverei lilici se non per relìello esecutoriale dei
disordini che vi accadevano. Nel cilalo\ i- decreti di quel corpo, che coll'andare del
tale a p.460 eziandiosi legge che ne'nuo- tempo passò ne'conseivalori di Roma, re-
vi statuti di Ronia formali nel senatorato stando al senatore la giudicatura in rap-
d'Arringhieri, rieletto nel 1 4^4, venne or- presentanza dell'antico Pretore urbano,
dinato : Che a'giuochi e corse de'pallii e e rinterveiito a' pubblici consigli. In virtù
loro apparalo,che si facevano inl^iazza Na- degli statuti di Roma
emanati sotto Pao-
vona ed a Testaccio, dovessero assislere il lo li, Alessandro \ Leone X, e Grego-
I,

senatore diRomaco'coiiservatori,etulligli rio XIII, la rappresentanza del senato si


olllciali vestili degli abiti senaloni. Quin- liasfei'i nel consigliosegrelo, composto if-

di si legge nella relazione di detli giunchi /( <7o/7/;7Ji'// or»m (stalo todiGregorioXI II

in tempo di Paolo li : » Vi comparirono the vige ancora in alcune materie; ma il


gl'illustrissimi signori, senatore di Iioraa cav. Poinpilj-Olivicri pubblici) l'opera nel
1 84o,eda me genlilmentelii dedicò), ed
e conservatori, il quale senatore cavalcava e-

un corsiero coperto da capo a piedi tutto rano 3conservatori,il priore de'caporio-


i

d' imbruccalo, con berrelta d" ai niellino ni, i caj)orioni, i 2 cancellici i,i maestri di
con code bellissime per ornamenlii della strade,3c) consiglieri da scegliersi da'ca|>o-
te»lu. Li signori conservatori lonuini poi rioni, l'avvocato e procuratore tiella ca-
44 SEN SEN
mera di Roma, 4o consiglieri aggiunti, secolare: li conservatori di Roma vi han-
i conservatori e capo-rioni deircilliino tri- no il 2.° luogo, dacché pare sienostati so-
mestre, i custodi delle porte del consiglio, stituiti ai rinomati consoli della città, non
ei difensori de'decreli. Il redattore di que- altrimenti che al romano prefetto succes-
sti atti appella vasi Scriba-Senatus, ei de- se il senatore. Il Papa crea perpetuo se-

creti di questo consiglio erano detti Se- natore (delle temporanee e anche brevi
nati consulti. 11 popolo poi era rappiesen- durate degli antichi, di tutti quanti par-
talo dal consiglio pubblico, all'approva- lai a Roma), perciocché così vuole lo sta-
zionedel qualesi portavano lematerie gra- tuto della città. 1 conservatori vengono
vi già discusse ed approvate dal consglio eletti, o confermati (per l'elezione e pos-
segreto. Il consiglio pubblico era compo- sesso delnuovo Papa, per quello del nuo-
sto del senatore, dei conservatori, e di tutti vo senatore, pei nuovi cardinali caraer-
i cittadini romani al di sopra de'ao anni. lengoesegrelariodi stato, perl'anuosanto
L'uno e l'altro consiglio venne a cessare e canonizzazioni, per la venuta di sovrani
per mancanza di materie meritevoli d'un- in Uoma, e per altre singolari circostanze :

portante discussione. Oggi la rappresen- prima che Leone XII stabilisse che lUae-
i

tanza del senato e popolo romano (cioè siri (li strade durassero 3 anni, il loro uf-
a tulio settembre 847) risiede ne' con- I fizio veniva prorogalo da ogni nuovo se-
servatori, quali nell'emanare alcuni alti
i natore, e per quelle altre circostanze che
adoperano la espressione, Stnnlus Popu- notai al loro articolo) di 3 in 3 mesi, e
liijuc Romani auctorilate qiiafuni^ìtnur, sono patrizi romani ovvero dello sta lo (Be-
ed imprimono esclusivau/enle il sigillo XIV colla bolla Urbem Romani,
netletto
contenente le lettere +|f S, P. Q. R. Posto de'4 gennaioi746, prescrisse requisiti i

tnltociò può credei'si che anche a'tempi onde debbono essere dolali que'noblliche
de'priirii senatori vi fossero i consigli pri- potrannoesserecreati conservalori,o prio-
vali e pubblici, e perciò l'atto del sena- re de'c.ipo- rioni). A' conservatori si deve
toieìMalabranca si espresse: Dccretoctau' aggiungere il priore de'capo-rioni, i quali
cioriiale ScnaUis Popidique Romani, per capo-rioni, come pure li capotori , sono
tiecreto ed autorità del senato e popolo olììciali del popolo romano; quantunque
rumano". Finalmente aggiungerò quanto il priore vesta il decoroso abito de' con-
riferisce la Relazione della Corte ili /lO- servatori, ciò non ostante non ha eguale
rna del cav.Lunadoro, aumenta ta da IZac- giurisdizione del ministero ''.
Nelle Me-
caria (in quella dell'edizione del 1646 si ìitoric storiche delsenalorediRomaBielke

dice che il senatoreavea circa annui scudi n p. 85 si legge. » La residenza del sena-
duemila, ed era ogni settimana ammesso tore é in Campidoglio. Egli ha ivi i suoi
all'udienza dal Papa, e dai cardinali ni- u(liziali,cduna guardia mantenuta a spese
])oti,quaiHlofacevano da segretari di stato, della città, che l'accompagna nelle fun-
per dar conto delle cause del suo tribu- zioni pubbliche; e quando va all'udienza
ualeiquando nel 1847 fu istituito il nuovo delsommoPoutefìoe viene accompagnalo
senato romano, l'antico senatoreavea an- da un gran equipaggio. Il suo abito dice-
nui scudi aSoo, con diverse spese a ca- remonie, o sia di pubbliche funzioni, è
rico suo; ogni conservatore e priore men- ima lunga Ioga di porpora, bonlata di stof-
sili scudi 25: gli anlichi onorari li ripor- fa d'oro, che corrisponde all'abito degli
Roma), antichi senatori romani ". Piazza nei
tai a t. 2, p. 3 18, sul senato ro- Il

mano, w 11 senatore di Roma occupa tra Cherosilogio p. i pjdice che il rubbone che
i personaggi secolari che amministrano usa nelle pubbliche solenni funzioni il se-
giurisdizione il princi[)al [)oslo, il ijuale nato di Roma, oltre ciò che scrive Cas-
in modo s|jeciale lapprcscula il principe siuduro, essere alalo il proprio abito la eia*
SEN S EN 45
irilde, il cingolo, le scarpe dipinte, e ch'e- aCAVAtiERizzo di ciò parlai. Il nuovo se-

rano portali per Roma in sedia curiilc d'a- natoredevefarela visita al cardinal deca-
vorio. Marangoni riferisce, che il magi- no, il quale in tieno nobile gliela resti-
strato romano nelle funzioni piìi solenni, tuisce in Campidoglio; altrettanto si pra-
così il senatore cornei conserva lori vestono tica coi cardinali nuovi, come notai nel
l'antica forma dell'ahito senatorio di hroc- voi. IX, p. 1 77. Il Vettori nel Fiorino d'o-
cato d'oro, e nelle ordinarie è di velluto ro, p.i3i, avverte che anticamente il se-
nero nell'in verno,e di damasco nell'està te. natore invece dello scettro d'avorio, per
Sulla toga senatoria abbiamodi H. Eossi, simbolo della giurisdizione riceveva il
De ronianatoga senatoria, de senaloruni vessillo o bandiera dal Papa, il quale fu
laiO'clavo, Ticiniii6i4- poi donato da'Papi a'senalori in fine del
Altri cenni sul Senatore di Eoma loro uffizio, ma da Paolo 11 in poi ebbe
e suo tri Luna le. luogo la t radi zione del lo scetlro.^l elle mo-
Del senatore di T\.oma,Senator alniae nete del senato di Roma fu espresso il se-

Urbis, Decurio Senatore Prinnis cwis natore in alto di ricevere il vessillo da s.

Homae, all'articolo Roma trattai di tutto Pietro; egli poneva le sue armi in dette
quanto riguarda l'oiigine di questa di- monete ma : anche di queste parlai a Ro-
gnità sino a oggi, come delle elezioni tut- ma, come de'titoli che usava anticamen-
te fatte da'l^api con breve apostolico, al- te, così delle formole Dei gratta, e talo-

tro occorrendone per la laurea dottorale ra prò D. Nostro Papae, et S. lì. E. de-
se non l'avea, e del successivo possesso. pntatus,e(l altre. Quando i senatori era-
Il ceremoniale e cavalcata per questo, co- no due, ed uno era assente, quello che ri-
me vestiva,giuramento di fedeltà clic
il maneva in Roma si sottoscriveva anche
prestava al ne faceva rogito
l^apa, edi cui pel collega, dichiarando giusta la causa
il prefetto delle ceremonie ponlilìcie (fa- Ed abbiamo: Nos Jo.de Co-
tlell'assenza.
cendo da testimoni il maggiordomo e il lumna Almae Urbis Sena tor Illustrisi et
maestro di camera del Papa), lo scettro i'icesgerens ìnagnifìci viri Jordani de fi-

d'avorio che dal medesin)o riceveva in liis Ursi collegae nostri absentis ab Lr-
segno della giurisdizione e podestà con- be juxta de causa. Essendo assenti i se-
feritagli, la visita che poi faceva alla chie- natori lasciavano i loro vicari, che sotto-
sa ili s. Maria d'Araceli, il possesso in Cam- scrivevano per loro, così si ha: Camera-
pidoglio previo il giuramento che ren- rii Canierae Irbis et vicesgerentes ina-

deva a'conservalori, sull' osservanza del- gnifìcoruni viroruni. I senatori solevano


lo statuto di Roma, si può leggerlo nel aggiungere nella conferma degli statuti ili
voi. X, p. 3 r 2 e seg., dove riportai le re- arti o L niversilà artistiche e nelle loro
lazioni delle cavalcate e possessi de' se- sottoscrizioni: Decreto, et auctoritate sa-
natori Frangipane del 1712, e Corsini cri Sena tusj e spesso ancora: ex dtlibc'
del 1818. La relazione del possesso del ratione, et nostri assettamenti. Questo as-
senatoreRezzonico del 765, la riportaVi- 1 settamento, che sembra aver contenuto
talea p.i 5o, <licendo, che dopo avere ri- gli assessori o consiglieri de' senatori, è
cevuto lo scettro dal Papa, nell'atrio ilei spesso nominato negli antichi statuti di
Quii inale il cavallerizzo pontifìcio nel di Roma. Anche incedendo solo il senatore
lui nome gli presentò una chiiiea ricca- godeva l'uso de'cavalli della carrozza coi
mente bardata con gualdrappa di vellu- fiocchi, così di farsi precedere àaW Om-
locrcmesi ricamala d'oro, con islalle e li- brellino, ove pure parlai di delti fiocchi;
nimenti d'argento, su di cui ascese, ed al l'uso della Campanellaì\c\\\\?'C\ve\\i\\ suo
re[)licalo sparo de inoi Inietti della guar- palazzo senatorio di Campidoglio con for-

dia :>vizzcra mcuuunciò la cavalcata. Già malitàj e l'uso del baldacchino. Unendosi
4(i S EN SEN
però il sonnloreoo 'conservatori, come por tali funzioni, colle risposte de' medesimi
fare le oll'erte nelle chiese, per visitare le Papi. Si dice ancora che nel 1 Obc) nel
tnedesime, come nell' ottava della festa possesso di Alessandro Vili, in mancan-
LÌe ss. Pietro e Paolo,ne\ porta rsi alle C<2/7- za del senatore Negrelli defunto, d. An-
prlle pontifide, ut:\["\fìcec\eìe pel Corso in tonio Colonna i ."conservatore sulla piaz-
tempo del Carnei'ale eli Romano alla log- za di Campidoglio, avendo seco i colla-
gia per assistere allecorse,allora forman- terali e tulli i suoi ministri, inginocchia-
do un sol corpo di senato, si servono di tosi, conbrevieeleganti parolesi congra-
un solo ombrellino, e le carrozze del se- tulò con sua Santità e le esibì sempre fe-
natore e conservatori formano un solo dele e pronta ubbidienza di se, del sena»
treno. In questo il senatoie sempre pren- lo e popolo romano; ed il Papa rispose
de ih. "posto, enei ceremoniale di Leo- con grande umanità, e dandogli la bene-
ne X
stampato neli5i6, lib. 3, sect. i i: ì\ suo viaggio pel Foro ro-
dizione seguitò
De ordine sedendi in Cappella, si legge: mano. Essendo morto l'idtimo senatore
«SenalorjConservatores, el barones Ur- principe Del Drago Discia Gentile, ecco
bis, atque alii proceres, supiadictis pri- la pompa funel)requalesi legge ne'n.i
72 i

miSjinferioressedebunlin secundo et ter- e 173 Giornale di Roma del i85r.


del
tio grado solii pontifìcalis prò eorum qua- « Il cadavere del senatore principe Del
litate: primum inter istos Senator locum Drago, ieri sera 29 luglio fu trasportato
obtinuit".Di sopra indicai quanto riguar- alla chiesa parrocchiale de'ss. Vincenzo
da l'intervento del senatore alle pontifì- e Anastasio a Trevi. Il convoglio proce-
cie funzioni, e gli oflici onorevoli che vi dette nell'ordine seguente. Drappello di
esercita col Papa. A Roma dissi ancora dragoni pontifìcii;plutone di vigili o pom-
delle vertenze che il senatore ebbe cogli pieri comandalo da un lenente; concer-
ambasciatori nel posto al Irono pontifì- to de'vigili, ed un fedele capitolino con
cio e nelle cavalcate. Nella citata Storia l'ombrellino; carrozza funebre col cada-
de' possessi de' Papi d\ Cancellieri, si tro- vere, a'Iati del medesimo il parroco ed il

va che anlicamentein essi cavalcava, do- vice parroco ; a destra della carrozza il

po avere addestralo per la briglia il ca- capitano de'vigili, allo sportello destro il

vallocavalcato dal Papa; quindi nella ca- decano de' famigli del senato, al sinistro
valcata pel possesso di s. Pio V si asten- il decano de'servitori dell'eoe. ™a casaDel

ne dal cavalcare, per non cedere all'am- Drago; attorno alla carrozza 16 fimigli
basciatore di Francia che voleva la pre- del senato, e 6 servitori dell'ecc.m'icasa
cedenza, ad tollendam scandali occasio- Del Drago con torce accese ; 3 carrozze
ne, et hoc egit .w. Pater,ut dixit,quia no- deH'ecc.niosenato romano,nella i .*il mae-
lehat in principio sui ponlificatns displi- stro di camera e il gentiluomo, nella 2."

cere priticipilnis. Finalmente il senatore i cappelliuii e i pnggi, nella 3 '^


i canie-
fu dispensato d'intervenire a (piesla ca- rieri carrozza dell' ecc.nia famiglia Del
;

valcata, per evitare lecontroversie di pre- Di ago co'cappellani; carrozze degli ecc. mi
cedenza prelese dagli ambasciatori, come parenti del defunto; plotone de' vigili e
da hinoceiizo IX nel Sg ,e da Clemente
i t drappello di dragoni pontifìcii. Il fune-
Vlllnel 092, proseguendoi conservatori
I bre convoglio partì dal palazzo Del Dra-
e altri magistrali e individui della camera go alle ore 9 pomeridiane, passò per le

Capitolina a intervenire. Nella Storia di vie di Arcione, dc'Serviti, de'due Macel-


Cancellieri sono riportali le veslimentae li, di Propaganda, de'Condotli,delCorso;
il corteggio del senatore, sia cavalcando, quindi voltando per l'Arco de'Carbogna-
sia nel lare l'omaggio al Piipa, con diver- ni proseguì per la via delle RIuratle, e
se allocuzioni pronunziale da'senatori in giunse alla chiesa parrocchiale alle ore i o
SEX SEN 4?
pomeiidinne. Tutte le vie erano piene di tribnnale,anche per autorità della costitu-
popolo.liulelta chiesa nella sef^uentemat- zione di Sisto IV, nella quale si apprende
lina si fecero solenni esequie in snflVagio quale e quanta ne fu l'estensione. Vi sono
dell'anima del defunto senatore principe due costituzioni di Giulio II, emanate so-
Del Drago. La chiesa fu sontnosnmenle pra le dissensioni ile' 4 tribunali ordina-
palala a lutto. Nel mezzo sopra eIe\alo ri di Pioina, le quali si leggono nel Keii-
talamo si collocò l'urna mortuaria, sopì a zonio, //f/ stili. irhis^QÙ altra di Paolo
la quale eranvi le insegne senatorie. Ar- V, oltre rpieila di Benedetto W\\Pioma-
devano aU'mlorno 84 ceri. Ne'due lati e- nae cunae, nella quale facendola rifor-
ranvi le bandiere de' XIV rioni di Ro- ma de' tribunali di Roma, dichiarò che
ma. Pontificò messa solenne mg."" Ligi
la la giurisdizionedel tribuiialesenalorioos-
arcivescovo d'Iconio e vicegerente diRo- sia curia capitolina si stende anche fuori
ma. Il canto funebre fu esesruito da'RR. di Rooìa, intra quadragesiniurn lapidrni.
cappellani cantori della cappella pontifi- Dice Vitale; » Il tribunale del senatore
cia.Vi assistettero gli ecc.mi conservatori è formato di due collaterali^ i.° e 7..°, i

in forma pubblica, ed signori consiglieri i quali giudicano nelle cause civili. E per
comunali di Roma". le cause criminali vi è il giudice de'nia-
Del tribunale del senatore di Roma, Icficii. Nel caso che i litiganti vogliano
magistrato ordinario della città e suo di- appellare da'decreli di detti giudici, vi è
stretto pe'Iaici, nel foro criminale e civi- il capitano delle appellazioni, a cui pos-
le, inclusivamente alle condanne di mor- sono ricorrere. E se non si acquietano ai

te, tratta Plellemberg, Pfolida Coiigrcg. di lui decreti, e si tratti di causa di som-
et Tribunaliiim CuriatRomanaefCap.^T.: ma prescrilta a poter ulteriormente ap-
De Foro Capitolino seu judicio Senato- pellare, non essendo il tribunale senato-
ris Urbis. Il senatore fu sostituito in cer- rio soggetto a quello della segnatura di
to modo all'antico Picfello di Roma, ed giustizia, vi è stabilita una congregazio-
al Pretore o Podestà de' secoli di mezzo, ne, chiamata assettamento, la quale giu-
secondo pure il march. Melchiorri. Prima dica sopra tali appellazioni e le pertinen-
fu un romano, poi uno straniero, indi ze delle cause. E detto assettamento è
nuovamente un romano. Fino al 1847, composto del senatore stesso che giudic •

oltre l'avere ili. "posto nelle rappresen- col volo del suo uditore, de' due colla-
tanze municipali, avea due li ibunali,uno terali, de' qualiquello che ha giudicato
civile, l'altro criminale; nel civile era as- nella causa non dà voto, ma un a\n-ocato
sistito da due togati collaterali, che deci- aggiunto che deputasi dal senatore odal
devano le cause singolarmente e col legial- suo uditore, e del capitano dell'appella-
mente in .^istanza, e quindi in appello;
i zione. Per la formazione degli alti giudi-
nel criminale, oltre collaterali, avea un i ziari vi sono vali /zo/(7r/ particolari, e di-
luogotenente e altri giudici che formava- stinti da quelli degli altri tribunali; co-
no la congregazione criminale. JNel Cam- me anihe vi sono i propri cursori ihia-
pidoglio avea, oltre la residenza, gli ulìì- niali A/j<7/u/<;/(i//. per eseguire le citazio-
ci e cancellerie ile' tribunali. Della giu- ni, e similmente il proprio bargello, ed
risdizione del senatore a Roma ne trattai; esecutori di giustizia [birri)". Nelle citale
solo ricorilerò qui con \ itale, quanto su Memorie di Bielke,iì apprende a p. 8':
di essa ne Scannarolo De visil.
.scrisse , mII senatore ha nel suo tribunale per col-

career, lib. i § q, capo unico, sect. ,n. 8;


,
1 1 laterali o siano primi assessori 4 magi-
cioè che fungeva quella ilei Pretore ur- strali, de'ijuali S hanno il nome di cou-
bano, con ordinaria giurisdizione in Ro- servatori, ed uno di essi è chiamalo prio-
mite suo distretto, e ({uesta altresì pel suo re de'capo rioni dc'XIV rioni, o deputato
48 - S EN SEN
fle'di versi quartieri della città. Queste ca- Cora per l'appellazione delle sentenze dei
riche sono sempre occupate da geiitiluo- Tale adunanza chiamasi As-
collaterali.
niini che nomina il Papa, due de'fjnali settamento, che secondo la riforma d'In-

si mutano in of];ni 3 mesi,i5li altri poi chia- nocenzo XI, per testimonianza del citato
mali collaterali sono giudici dottori , e Costantino, l^ot. 190, n.° 24, fìi le veci

sono laureati /"// utroqne. jure, e licevuti ò&\\i\ Segnatura di giustizia. QrWa^aiv'x cri-
sulle rappresentanze dei senatore, i quali minali al fine di questo tribunale si so-
eseicitano ia giudicatura nel palazzo di gliono spedire dalla congregazione stabi-
Campidoglio", Nel pur citato Lunadoro lita dal senatore, da'collalerali, dal giu-
viene dello. » Del Iribunale. del senato- dice de'malefizijCui v'interviene pur an-
re t. 2, cap. 89. Il senatore risiede nel che il procuratore fiscale del Campido-
Campidoglio, fa in questa corte di Roma glio, il sostituto luogotenente, il sostituto
grandiosa comparsa, ottiene i primi posti fiscale, ed il notaro criminale". Meglio
tra'pi'incipalissimi personaggi, estende la trattò del tribunale di Campidoglio e sua
sua auloiilà sopra i cittadini di Roma e giurisdizionee metodo di procedereilVil-
.sugi i ahi tanti della ci Ita e del distretto con- letti, nella Pratica della romana curia,
foi raementealla coslituzionedi Benedet- ristampata in Roma nel i8i5, t. i,cap.
to WN ^Roinanae curine, de'22 gennaio 3, nel seguente o)odo: » Il tribunale di
I
7 4 is'J^c^'^'f'O''^ P''^"<^'^jch e le cause so- Campidoglio ha giurisdizione di giudi-
le laicali coinpetonoal tribunale di questo care nelle cause civili Inter mere laicos^
senatore, ed il modo onde procedere deesi tanto ini. '^istanza, che in grado di appel-
nella deliberazione di taluu'altra contro- lazione;questa giurisdizione però si esten-
versia. E' parlicolar cura del senatore de solamente a' cittadini ed abitanti di
che vengano perfettamente osservate le Roma e suoi sobborghi. Volendosi poi e-
statutarie leggi della città; a lui soltanto seguire un giudicato di detto tribunale
è concesso di deputate i notari del Cam- fuori di Roma, è necessario prendere l'e-

pidoglio, edi conoscere le liti loro priva- xeqnatur dal tribunale dell'A. C. Que-
tamente, il che fu ordinatodal moto pro- sto tribunale è composto del senatore di
prio di Sisto V, riportato dal Costantino, B.oma, il quale giudica con il voto di un
/ ot. 45, n." 20, 1. 1 , Delli collaterali del- abbate uditore, nella maniera stessa che
la congregazione detta assettamento, e ^\\.\à\c^\' Uditore della camera con il vo-
della congregazione criminale. Il sena- to del prelato uditore; di due collaterali
tore tiene due collaterali quali luogote- chiamati \.° e 2.° collaterale, e sono o cu-
nenti, all'uno o all'altro de'quali si può riali o avvocati: e del giudice di appella-
ricorrere indilFerentemente. Questi colla- zione. 1 due collaterali, cotne anche il se-
terali danno udienza ogni giorno, qualo- natore,esercilano la giurisdizione ordina-
ra non sia Feria, nella sala del Campi- ria nelle cause accennate disopra,e tengo-
doglio, ed in certi giorni destinati deci- no udienza la mattina in tutti i giorni del-
dono ancora nelle proprie stanze quelle la settimana, nel salone di Campidoglio,
cause che a ciascuno di loro si apparten- nelle loro cattedre, a riserva del senato-
gono rispetti va mente; quelle controversie re che la tiene in camera. Tengono poi
poi importanti odi tale natura che deside- l'informazione in un sol giorno della set-
rano essere esaminate nel pieno tribuna- timana nelle loro abitazioni. Ciascuno dei
le, vengono agitale dagli avvocati o dai collaterali ha 5 notari, quali stanno
1 i

procuratori alla presenza del senatore, sparsi per Roma, avendo così voluto Si-
de'suddetti collaterali, del giudice de'ma- sto V, per servire alla comodità degli a-
lefizi o luogotenente criminale, e del ca- bitanti, acciò in caso di bisogno in ogni
pitano delle appellazioQÌ,cui ricorresi au- parto di Roma vi sia qualche notaro; ed
SEN SEi\ 49
il senatore ha un solo notaio, che stn nel l'uditore del Papa. Questo capitano d'ap-
cottile del palazzo de' conservatori in pellazione ha il suo ufìlcioa parte, il qua-
Campidoglio, ben inteso però che depu- le serve pure al primo collaterale, ed a-
tandosi altro giudice in luogo del .°alle- i gli atti di questo notare si trasportano i

gato in sospetto, si procelle avanti il giu- processi delle prime istanze, e si fanno
dice ileputalo per gli atti del notare del tutti gli altri atti che occorre di fare n-
I. "giudice. Questi iiotari,rulHzio de'fjua- vanli i giudici d' appellazione. .Siccome
li è vacabile, hanno tutti i propri sosti- poi il tribunale di Campidoglio non è
tuti, che mandano a leggere le citazioni soggetto alla segnatura di giustizia, così
avanti i due giudici. Hanno pu-
suddetti ha una congregazione chiamata Asset-
re il Rroliardo e Manuale ne'quali si re- tamento., la quale giudica sopra le cau-
gi^trano gli atti a guisa del tiìbunale del- se di pertinenza, e circa le appellazioni,
l'A. C, ed hanno un sol ld)i o per notare nella maniera stessa che giudica la segna-
ogni sorta di spedizione, che chiauìaNi Re- tura. Questo assettamento si raduna in
ceptonim. L'uditore del senatore tiene u- alcuni giovedì dell'anno, ad arbitrio del
dienza in ciascuna mattina nelle stanze senatore, che n'è il capo. E' composto poi
del senatore, e tiene poi 1' informazione dello stesso senatore, che giudica col voto
in propria casa (piando bisogna. Il me- del suo uditore, de'due colliterali, e del
desimo uditore giudica pure in figura di giudice de'malefizi. Il giudice però, che
.segnatura sopra la deputazione de' giu- ha giudicato in causa, non vota; ma in
dici; sopra l'ammissione de'ricorsi de'de- luogo di quello, vota un avvocato che
creti, tanto suoi, che de'tiue collaterali o si chiama aggiunto, e si deputa dall'udi-

degli altri giudici, e sopra le questioni di tore del senatore. Riguardo alle ferie di
pertinen7a. Concede pure le supersessorie questo tribunale è d'avvertirsi, che sono
per andare in pieno assettamento nelle regolate da un calendario diverso dagli
cause, nelle quali si tratta di somma ap- altri tribunali, il che deve servire di re-
pellabile, cioè di scudi 20. Questo giudi- gola per chi ha cause. Quanto alla ma-
ce ha il suoufhzioa parte, situato in Cam- teria di trattarvi le cause, essa in sostan-
pidoglio nell'atrio de'conscrvatori. Il ca- za è quasi la stessa degli altri tribunali or-
pitano dell'appellazione tiene parimenti dinari. Dilferenziano io qualche parte i

udiciìza in una stanza situata nell'atrio giudizi ordinari, mentre nelle altre curie
de'conservatori, e la tiene il lunedi, mer- si comincianocol monitorio,col<piale par-
coledì e venerdì d'ogni settimana, e nel- la il giudice come vedremo; equi s'inco-
l'estate suol tenerla in casa propria. Que- minciano col libello, nel quale parla l'at-

sto giudice giuilica nelle cause che sono tore. Vi è anche diversità nelle forntole
appellabili, e giudica poi come giudice di de'decreti. Si usa pure quivi in principio

appellazione. Da'suoi decreti circa l'am- del giudizio la citazione adconte<;(nndani


missione o reiezione delle appellazioni, la Utein, che non è in uso in altri tribuna-
parte che si crede gravato |»uì) ricorrere li, e la pubblicazione delle sentenze si f.»

al senatore. Se però ad alcuna delle par- leggendole in pubblico avanti due testi-

ti non gradisce il suo giudizio sul meri- moni. Luca Pelo, ed il Costantino m/i^Y^-
to in grado di appellazione, può fare de- titliim LV/y/.v, danno una più piena notizia
putare il consultore, o prelato, o avvoca- della pratica di questo tribunale, nel (pia-
lo, ed allora il capitano dell'appellazio- le per altro rare vollecapilano cause gra-
ne giudicherà a tenore del volo del con- vi,onde sembra inutile darne (|ui un più
sultore ; e se la causa sarà grave, potrà minuto dettaglio. Del rimanente ognuno
domandarsi il voto del tribunale della ro- potrà riportarsi a ciò che diremo nel trai-
ta, ma cpiesla istanza dovrà farsi avanti lare de' giudizi esecutivi ed ordinari io
VOL. LXIV. 4
5o S EN SEN
genere. E' bene però che si sappin, che in gare dal notaro ad alla voce e pubblicare
queslo tribunale vi è lo stile di citare per la sentenza. Inoltre credo anche aggiun-
piccole somme immediatamente ad sol- gere, che il chiericocorae attore può com-
vendimi, e senza premettere la citazione parire avanti i giudici diCampidoglio, non
contro j'itra, né giustificare il credito, e però come reo convenuto, ancorché fosse
spedire anche i mandali in contumacia, convenuto in giudizio di liberazione dal-
Questo
in vigore del solo decieìo oblinuit. le molestie, ed in tal caso deve avocarsi
stile si anche nel tribunale del vi-
tiene la causa anche principale, o sia dalle mo-
cario e nell'altro de! governo, non però lestie, dalla curia di Campidoglio al tri-

in quello dell'A. C, onde nelle cause di bunale ecclesiastico ". Rammenterò che
piccole somme i delti tribunfili, ricevuta nell'articolo Roma trattai del tribunale se-
la citazione, bisogna fare il nihit fieri nel natorioede'senatori celebri giureconsulti
^
giorno medesimo. Si è dello in principio che l'illustrarono, non che del gran ere-
che la giurisdizione di Campidoglio si e dito chepe' suoi giudici si acquistò la cu-
stende ai soli abitanti e cittadini di Roma riaCapitolinajComedelgiudicedelIe mer-
e sobborghi. Ciò s'intende però nella giu- cedi, dell'antichissima giurisdi/.ione civile
risdizione non controversa. In vigore del- e criminale del senatore e sue diverse fa-
la co&lìlm'uve Romanae Ciiriac,d\ Bene coltà secondo i tempi, non che dalle car-
detto XIV, si crede debba estendersi an- Quali attribuzioni gli ac-
ceri capitoline.
che a lutto il distretto; ma la questione cordarono Papi,comeper ultiinoPioVlI,
i

è tuttavia indecisa, essendovi una celebre e più di recenteGregorio XVI, sia pel tri-
scrittura dell'avv, Durani a favore della bunale civile che pel criminale, e come il
curia Capitolina (poi la decise Pio VII, regnantePioIXil i.°otlobrei 847soppreS'
dichiarandola estensiva a tulio il distret- se il tribunale civile e criminale, i nolari
to, come la giurisdizione del cardinal vi- e le carceri. Inoltre t. 2, a il Villelti nel
cario). Riguardo al tribunale di Campido- p. 96 con qualche diffusione al cnp.
tratta
glio sono anche da avvertirsi due cose. La 25: Del Tribunale dell'agricoltura, che
1.' che in tutti gli altri tribunali l'appel- presiedeva all'arte agraria e giudicava tul-
lante gode due anni di tempo, in questo le le cause dell'Agro romano e suo di-
di Campidoglio gode soli 6 mesi.l giudici stretto; ne parlai ad Agricoltura , e di
di appellazione negli altri tribunali pro- questa anche a Roma, arte la più antica,
nunciano a loro piacimento, ma in que- ed in qualche senso la più nobile di tutte

sto di Campidoglio devono sentenziare en- le professioni; fu la professione de'palriar-


tro due mesijche si coniano dal giorno del- chi e degli stessi re: essa e la sorgente della
la loro deputazione, e passali due mesi i prosperità materiale de'paesi, perchè sen-
spirerà la loro giurisdizione, e perciò si za essa non si potrebbe nutrire i medesi-
suole domandare la proroga de'falali, pel mi. Conviene dirlo, l'agricoltura è forse
quale elFello si cita avanti il capitano del- quella fra tolte le professioni in cui si tro-

le ap[ìe\\a7Àoì\\ proroga ri fa la Ha. Relati- va maggiore probità, rettitudine, spirito


vamente alla curia Capitolina,credo utile di giustizia, e ferma difesa delle proprie-
il dire, che le citazioni ad seutenliavi de- tà; come dichiarò in un bel discorso il dot-
vono sempre eseguirsi personalmente tan- to cardinal Gousset arcivescovo di Reims,
to al principale, che al procuratore com- e riportò il n.° 282 del Giornale di Roma
parso in causa, e che nell'udienza in cui del i852. I più antichi romani erano a
cade la citazione ad senlentiani, non può un tempo agricoltori e guerrieri, per cui
spedirsi la causa, ma il giudice deve dire si narra che le loro insegne militari fos-
dìffundi prò prima auditntia, nella qua- sero manipoli di fieno; forse erano più
le udienza si spedisce la causa col far leg- prodi guerrieri, quanto più laboriosi agri-
SEN SEN 5i
collori. Ma cresciuto smisuratamente con filantropia vegliava inilefesso all'esercizio
J'arte della guerra il dominio di Roma, di queirmcarico, sicché la folla degl'in-
c con esso l'opidenza e il lusso, il popolo felici mercenari allendevanlo ne'd'i festi-

re dispregiò il lavoro della terra, i servi vi ansiosamente quasi un padre o un gè-


chiamali in città per servire al faslo dei ilio tutelare". Cos"i l'aulore della Necro-
signorili poderi convertiti in luoghi di de- logia, e ben meritava l'avv." Cecconi che
Iizic,gran parte di terreni abbandonando- io qui ne dicessi menzione, come quello

sial bestiame. Quindi i romani trassero checelebrò l'autore di s'i iniporlauteeca-


ilfrumento dalla Sicilia, Sardegna, ollie ritatevole istituzione, ed egli stesso lode-
che dall'Africa Iberia, Celica, JMaccdo-
,
volmente ne adempì l'ufiizio. Da ultimo,
nia, Chersoneso, Asia, Siria, e dall'Egit- il eh. march. Filippo Bruti Liberati, nel-

lo. L'agricoltiwa romana poteva risorge- la Lellera XII sopra Monte Santo, nel

ic, ma ne fu impedita dalle cause delle lodare il Cecconi quale autore d'una col-
allrove. I consoli dcH'agricoltuia furono lezione interessante o decisioni de'tribu-
paragonali agli antichi edili cereali , dei naii di Roma, e di altre opere, dice che
quali e di altre magistralure edilizie par- idi lui antenati avendo perduto il cogno-
lai a Roma e a ^Maestri di Strade. Il loi o me di Vestri, assai nolo per cariche e o-
consohito e tribunale risiedeva in Cani- pere stampale, lo cambiarono in Cecconi
pulo'^lio.Nc'medesimi articoli Agricol- per un loro maggiore di nome France-
TURA e Roma dissi qualche cosa sul giù- sco,cheper lasuagrandestaluraerachia-
dice delle mercedi, addello al tribunale malo Ceccone. Il Villelli, t. i, cap. Dtl

Capitolino, giudice economico e privativo giudice de' mercenari detto l' abbate Sac'
per Roma e suo distretto, munito di spe- co, dal nome del benefico istitutore, ecco
ciali facoltà, privilegi egiurisdizione, am- quanto chiamalo, dal nome
dice. " Così è
pliala da Innocenzo XI, Pio Vie l'io VII : del i
.° che coprì questa carica, il giudice
nd esso quest'ultimo riunì le attribuzioni de'mercenari campestri, che agiscono per
del tribunale dell'agricoltura. Del bene- credilo delle loro mercedi non eccedenti
merito suo istitutoie sacerdote Ottavio la somma di scudi j. Questo giudice pro-
Sacco ragionai nel voi. XLV, 223, ed
p. C(ìì\q(\!ì%q solo, solafactiveritatcìnspectay
erutlilan)enlene sciisse l'avv". LuigiCec- senz' opera né di cursori per citare, né
coni , che fece onore alla romana curia di notaro; e la citazione, che altro non è
(come si può leggere nella 7\r<To/og/<z senonche ordine dipagar subilo la mer-
pnbblicala in r«oma_, ove pure nel i 84 > cede, la scrive egli stesso e la consegna al-
si stampò V Orazione funebre scritta da l'attore, che da per se la presenta al reo.
d. Luigi /Vnrchelti), al quale Gregorio Questi devecomparire immediatamente,
XVI nel 184^ affidò il geloso uflicio di e fare il deposito per la somma richiesta,
giudicede'mercenari" siccome quello al- io mani dello stesso giudice de'mercena-
la di cui probità e religione polca tran- ri, ed indi dire le sue ragioni, le quali se
(juillarnente affidarsi una giudicalura,che dal giudice saranno valutate, restituii à
per l'arbitrio e l'interesse del giusdiccn- il deposito al de{)onenle e l'assolverà; ma
te render potria fatale la condizione di non valutandole consegnerà il deposilo al
<)ue'miscri idioti coslretli a chiedere nella mercenario creilitore. Se poi il reo non
via giuridica la mercede degli nllannosi comparirà, l'altorc avrà dal giudice un
sudori sparsi sotto la cocente sferza del mandato, che senz'allra dilazione, né iii-
^ole, o a traverso delle intemperie del gè- limazione, né ostendatw, si eseguisce tla

lato inverno. Ma l'avv." Cecconi non pò- qualunque esecutore. Dalle risoluzioni
tea non coi rispondere alle intenzioni so- [trese da cpicsto giudice non si può ricor-
viane,c pieno di crisliaua tullerauza e di lorc che al solo uditore del Papa, purché
52 SEN SEN
se ne ottenga il permesso, nriediante il P. lo il popolo rotnano. Assicura il p. Casi-
L. Dal Pontefice Pio VI è stata antplia- miro da Pioma, Memorie cV Araceli, p.
ta la (lilui giuiisdizione anche nelle ma- 1G7, che anticamente nella sagrestia di
terie d'udempitnenfo degli obblighi del- tal chiesa si conservava il bussolo per l'e-
l'opere can)pestri, tra gli agricoltori del- lezione de'giudici del Campidoglio, e che
l'Agro romano, ed i caporali degli ope- gl'icnbussolatori con formalità solevano
rari; e tra questi ed i loro caporali, come uscire dalla Chiesa di s. Maria Nova, ed
anche fra 'caporali colle islesse facoltà e- acconìpagnati da tutti icaporioni,daicon-
conomiche, come dal chirografo pontifì- solidelle università artistiche e dalla mag-
cio de' x Sfebbralo i 777". Noteròjche que- gior parte del popolo, lutti portando ra-
sto viene riportato nel Bull. Roni. comi- mi d'olivo in mano, fatta la cassa dell'i m-
niialio 1. 1 I
j
p. 3 I I , insieme alla confer- bussolatura, siriponeva nella chiesa d'A-
ma e ampliazione di Pio VII de*20 mar- raceli. Che i giudici di Cainpidoglio a-
zo 1802, mediante la costituzione Qiiiirn busivamente non solo abitavano nel chio-
ex quo tempore. Dopo la soppressione del stro di quel convento, ma lo aveano con-
tribunale di Campidoglio, il giudice del- vertito in tribunale ordinario, ove trat-
le mercedi fu conservato , ed attribuito tavano le cause ei vili e criminali, definen-
colla sua cancelleria al tribunale civile do le controversie e componendo litigi, i

di Pioma. Quanto al tribunale senatorio, con somuìo pregiudizio della regolare di-
dissi altrove che furono collaterali, Gre- sciplina e quiete de'frali, finché Martino
gorioXlIT,GregorìoXf'^,'ì\cav(\\i\a\ Mar- V i4^9 'igoi'osamenle rimosse tanto
nel
c'Antonio Gozzadini, ed altri personag- abuso. Tultavolta sembra che per qual-
gi, prima di essere elevati a tali dignità. che tempo e dopo la morte di tal Papa,
Appena uno diveniva collaterale, eragli continuassero i giudici ad esercitarvi la
inerente il titolo e privilegi di Conle Pil' giudicatura civile e criminale, anzi si fece
Ialino. Uiliene Novaes, che il giudice dei pure nella stessa chiesa in seguito e per
malcfizi o luogotenente criminale, ed il lungo tempo, stabilendosi la sedia di mar-
capitano delle appellazioni doveano es- n)o del senatore vicino alla porta. Negli
sere ciltadini romani, e se non Io erano, articoli GiL'Dicr, e pRiMiccnio DELLA s. Se-
tali venivano dichiaiali dal senatore, in de, parlai di qualche giudicato del sena-
virtù di sue prerogative di conferire la tore e de' suoi giudici. Inoltre dice il p.
cittadinanza romana. Rilevo daParisi, nel- Casimiro, che fu ordinalo dagli statuti di
le Isliuzioni, t,
4, p- 73, che i conserva- Pioma,che nella morte di qualsivoglia no-
lori della camera di Pioma, con due let- laro, che non lasciava eredi nella profes-
tere parteciparono a Silvestro Aldobran- sione, fossero portate le di lui scritture
dini,da cui poi nacque Clemente Vili, pubbliche nella sagrestia d'Araceli, den-
che per la sua dottrina e integrità, aven- tro il termine d'8 giorni, come rimarcai
dolo con altri dottori presentato a Paolo a NoTAPO, parlandoaocora de'notari an-
111 per l'onicio di capitano o giudice del- tichi di Pioma profana e ecclesiastica, ed
le appellazioni delpopolo romano, era re- eziandio de'notari capitolini vacabili. Nel-
slato eletto nel 1542 per un annoj e che le antiche sottoscrizioni capitoline i no-
per essere 1' officio molto onorevole per tar! sono talora chiamati : Almae Urbis
avere a rivedere e riconoscere le senten- Praefeclura aucloritate Notar ii.S\ può an-
ze del senatore e suoi giudici nella corte che vedere Curia romana. Abbiamo, iV/<7-
di Campidoglio, ed anche per essere di luta veti. CcllegiìNotarioriini Curine Ca-
qualche lucro pei dieci scudi di ordina- pilolinae, eorumqne facidlales, et privi-

rio il mese, l'invitavano a prendere pos- legia. Il collegio de'notari capitolini ia


sesso dell'officio, certo di far piacere a tul- delta chiesa d' Araceli officiava iu una
SEN SEN 53
(Ielle cappelle. A Carceri djRomv ed a carcere era in tutto simile alle carceri In-
Roma parlai delle Capitoline p'.fl Inbuiia- noceiiziane di R.oma, cio(* l'assistenza sa-

le; (Iella sua visita graziosa trattai nel nitaria e l'infermeria Igesuiti ebberoraol-
vo!. X\X1I, p. 22 eseg.: la facevano mi la cura nellospirilualedel carcere diCam-
prelato assessore del tribunale del gover- pidoglio : ogni settimana vi udivano le

no, il I .° e 2.° collaterale, il luogotenente confessioni, facevano il catechismo e (piai-

criminale, il fiscale, i procuratori de'po- che discorso morale, oltre altre opere di
veri. Deve notarsi che le carceri di Cciiu- pietà nella cappella comune, l sagri arre-
pidoglio erano le più antiche Prigioni di di e lacera venivano somministrati dal-
Koma papale, ed ivi ancora si estesero le l' /4rcicoiifra(ernila (iella pietà de carce-

beneliche cure de' romani ecclesiastici e rali. Il carcere era sotto la giurisdizione
sudiilizi, Còme dell' elemosinerii aposto- ecclesiastica del parroco di s. Marco: nel-
lica, e de'Papi. Queste carceri potevano le feste vi celebrava la messa un france-
contenere i )o detenuti, de* quali un 3.° scano dell'adiacente convento d'Araceli.
nelle segrete, due terzi nelle larghe. Ol- Il superiore immedialo di queste prigioni
tre i criuiin;ili potevano starvi 9.0 altri de- era ['avvocalo Luogotenente criminale del
tenuti civdi o per debili, di Piooia e ter- tribunale senatorio, il quale vi godeva prò-
ritorio romano, per mandato di (pialun- pincjua abitazione. I detenuti per debiti
que giudice o tribunale : de'falliti [)arlai non potevano essere imprigionati per più
a Mercante ed a Schiavo. Nel carcere d'un anno. I creditori che aveano provo-
Capitolino si ponevano tutti prevenuti i calo la loro detenzione doveano pagare
per i delitti maggiori commessi ne'feudi bai. t5 al giorno pegli alimenti , oltre il

del senato romano, dipendenti dal tribu- medicoe medicinali se ammalavano. Fi-
i

nale baronale de'conservatori di Pioma, no al dedinar de! passato secolo, l'enco-


del (piale vado a parlare. I delitti minori miato sodalizio liberava qualche debito-
erano di competenza de'governatori loca- re,soddisfacendo il creditore eccone un :

linominati dai conservatori, e quelli che esempio che rilev(j d.il n.*'i702 del Dia-
n'erano accusali stavano nelle carceri ba- rio (li Roma deil'anno 1791. I cavalieri
ronali de'feudi slessi. Si ponevano inoltre deputati deirarciconfraternila della pietà
nel carcere Capitolino i prevenuti per de- de' carcerati in s. Giovanni della Higua,

commessi in Roma e nel territorio ro-


litti in conseguenza del risoluto nella congre-
mano, quando In pena non eccedeva San- gazione, liberarono dalle carceri Nuove o
ni d'opera pubblica. Finalmente sei ca- liinocenziane 2C)carcerati detenuti per de-
rabinieri del tribunale senatorio carcera- biti civili per la somma di scudi 5 18; ed
vano un incol|)ato di qualunque altro de- I ida queiledi Campidoglio per la somma
litto, poteva il tribunale senatorio giudi- di scudi I 53. L'Ospedale del sì. SaU'a-
1 u lo e perciò ritenerlo nelle sue prigioni, lore,pe\ legato Ronlìglioli, dispensava nel
poiclid' avea la giurisdizione cumulativa novembre a ciascuno de'condannati cri-
cogli altri tribunali criminali di Roma. I minali due scudi. La congregazione della
ludaimati erano subito inviati ai luoghi Natività dellaChiem del Gesti, pe'Iegati
.1 pena, meno (juelli chevidoveano re- Ca taglia eCon ti, som mi ni stia va due pran-
!

stare per breve tempo, quali consuma-


i zi l'anno ai carcerali capitolini, servili dai
vano la pena nella stessa prigione. Ordi- confrati. U A rciconfraternità del s. Ctio-
nariamente carcerati capitolini non ol-
i rer/e'^yt/cco/i/, distribuiva ai uiedcsiiui il

trepassavano i 5(), compresi i debitori, e pane due volte l'anno.


le donne cuslodile dalla priora, [kixIk* i Altri renni su' Conscr\'alori di Roma e lo-

processi si disbrigavano spedii. unente in ro tribunale^ e del priore de' capo-noni.


pochi giorni. L'urdinamculu interno del Ai conservatori di Roma, Conscrwito-
54 S EN SEN
res Alniae tVifVjanticamenle detti Cori- gliavanoquesli al mantenimento dello sta-
servatoti della Camera di Roma, Con- tuto di Roma, al buono stato delle mura
servatores Camerae Almae Urbis fu- , della città,ed alla conservazione de'monu-
rono dati i titoli tli Nohiles rivi, Magni- nienti pubblici. Essi rappresentavano in
fici Signori, ed Eccellentissimi. All'arti- qualche modo gli antichi edili,e la Camera
colo Roma riportai luttociò che riguarda Capilolinaàx Roma. Il priorede'capo-rio-
l'origine di questo magistrato romano si- niera il capode'Crt/70-fì/o/i' anticamente,
no ai correnti giorni, ed i diversi modi e poi de'capitani delle milizie capitoline
come furono eletti, le loro prerogative, e municipali delti Capotori. Questo ma-
quando esercitarono il senatorato nella gistrato romano amministravate rendite
mancanza del sena fore,tS'f/j<2/om officiuni di detta camera, ed in ciò erano subor-
exe/rew/e^, prima tutti e tre, poi il senio- dinali al cardinal Camerlengo di s. Chie-
re di essi; e del giuiamento che prestava- sa, cheavea la direzione suprema di que-
no al Papa di fedeltà, ed al senatore per sta magistratura. Loro residenza era il
l'osservanza dogli statuti di Roma. Leg- Campidoglio, cogli uffici e archivi del se-
go iu Vitale, che il senatore " nel dare il nato romano. Il conservatore e priore dei
possesso in ogni trimestre a'nuo vi conser- capo- rioni appena eletti, coll'abilo pro-
vatori, dopo che questi si sono portati al prio del lorocospicuogrado, si portavano
pala7zo di Campidoglio, va a incontrarli a visitare il Papa, il cardinal camerlen-
nella soglia della porta della
gran sala, ve- go, il cardinal segretario per gli affiiri di

stito colruLbone, collana d'oro e scettro stalo interni, il senatore, ed il governa-


d'avorio in nìano, precedendolo suoi fa- i tore di Roma. Quando fu creato cardina-
migliari edue pnggi, uno de'quali porta le il duca di York, d'ordine di Denedelto
Io stocco in mano, e l'altro il cappello. XI Vsi recarono a visitarlo solennemente
Poi unitamente vanno il senatore nella i conservatori col priore,col corteggio del-
sedia, ed i conservatori ne'banchi (che de- le carrozze del s. Collegio, corpo diploma-
scrissi a Roma); e postisi a sedere, in di lui tico, prelatura e nobiltà. Il porporato li

presenza ricevono un dopo l'altro dal no- ricevè in abitocardinalizio senza berretta,
tare di detto magistrato un bastone di le- e colla testa scoperta stettero i delti ma-
gno nudo in mano; ed ivi si trattengono gistrati. Il i.°coniervatore fece un'orazio-
fino a tanto che il senatore abbia data ne Ialina, cui rispose il cardinale; indi tut-
ainuovi capo rioni la bandiera di ciascun ti si coprirono il capo e fu servito uu lau-

rione". Racconta il diarista Gigli, che il to rinfresco. Oltre quanto già dissi diso-
i,° luglio 164 1} essendo vacante il sena- pra, aggiungerò che fin da quando il se-
torato, entrarono in officio i nuovi con- natore di Roma fu surrogato all'aulico
servatori; e perchè non eravi il senatore, Pretore, cioè a rendere giustizia in ma-
dal quale essi e i capo-rioni solevano ri- teria civileecriminalein R.oma e suo di-
cevere il bastone e possesso dell'officio, e stretto, conservatori ebbero la rappre-
i

non vi era memoria d'un caso simile, il sentanza del senato e popolo romano, e
i.° conservatore da se prese il bastone, e l'amministrazione economica del le sue en-
postosi a sedere nel tribunale o sedia del trate e della camera Capitolina, colla re-
senatore (che pur descrissi a Roma, in uno lativa procura nel 3 t già esistevano i
: i t

a quelle de'conservatori),diede poi il ba- conservatori, ma di ciò e di tutto altro


stone agli altri suoi compagni, ed a'capo- meglio a Roma. I loro abili sono il rub-
rioni. Dal novero delle 4o nobili famiglie boiie nero, e di lama d'oro nelle solenni-
romane dette conscritte, sino al 1847 si tà, ed altro che vado a dire. Per l'inter-
estraevano a vicenda ogni semestre 3 con- vento alle Cappelle pontificie, a questo
servatori ed un priore de'capo-rioui. Ve- articolo tutto narrai. Ne Possessi de' Pa-
SEN SEN 55
pi e uegV Ingressi solenni in Roma, seca- cavalcavano iCapo-rioni, i cancellieri del
pre figurarono corae magislialo romano. popolo con giubboni e calzoni di tocca di
Cancellieri nella Sloria de' possasi , in argento trinati d'oro, calze di seta e scar-
molli luoghi palla de'coDservatoii cliR.0- pe bianche, spade dorale, cintura e pen-
ma,eclel Priore tie' Capo Rioni, chesein- denti imperlati, con rubboni di velluto
pie con loro incedeva col medesimo abi- paonazzo foderati di tela d'oro coi bava-
to. Lai.* memoria del loro inteivenlo a ri ornali di gioie e perle, coinè pure le
tiil funzione è del 1 447 P"^'"
Nicolò V, che berrette con piume, gualdrappe di vellu-
co'capo-rioni fecero correre il pallio. Nel to con frange, trine e fiocchi d'oro, staf-

1484 per Innocenzo VI II si legge: Equtini fedorale.Il priurede'capo-rioni congiub-


Papae duxerunt Seuator Urbis, et Con bone, calzoni di tocca d'argento, calze ne-
ser\'alores Camerae, quia dignior nullus re di seta e scarpe bianche, spada dorata,
iulerfiiil,qui id ageret. Nel 5o3 pel pos- i cinla e pendenti nobilmente ricamati ,

sesso di Giulio II non vollero incedere a rtibbonea mezza gamba di broccato d'o-
pieili, ma cavalcarono cog!i ambasciato- ro, berretta di velluto nero, gualdrappa
ri. Neh Ji3 ripugnavano d'andare a pie- sìinde guarnita di trine, fiocchi e frange
di, e si piegarono per non perdere l'abi- d'oro, fornimenti di velluto e stalle do-
to di velluto cremc'ii, the per tale funzio- rate. Incedeva al suo destro lato il Gan-
ne veniva loro donato. Per Paolo 111 nel filoniere del popolo romano, con paggi.
i533 i conserv. iteri ebbero dispula sul Dopo il gonfaloniere, i conservatori ca-
posto, cogli ambasciatori de'sovrani : e- valcarono con rubbone senatorio
vestiti

giialinente non cavalcarono per simile di broccalod'oro lungo sino a'piedi, scol-
dilfeieiiza, non volendo cedere agli am- lato con maniche larghissime, e berretto-
basciatori, neli5GG per s. Pio V: bensì ni di velluto nero, con gualdrappe simili
gli resero ubbidienza sul Campidoglio, e guarnite pomposamente di trine e flan-
lo precedetteroalL.tterano. Nel medesimo ge, fiocchi d'oro con fornimenti e staffe
luogo complimentarono Gregorio XIII dorate, preceduti da 1 4 Fedeli di Campi-
nel I 072 col senatore, e per altra via pas- doglio. Questi Ciano vestili con calzoni di
sarono al Latei ano. Nel i 5qo a suono di velluto cremesiuo fasciali di tela d' oro,
trombe, di taoiburi, coi canti di tre cori orlati di rivetti di raso bianco, e velluto
di musici, Ira gli spari di artiglierìe, rice- cremesino,con colletti simili, e cappe di
verono sul Campidoglio Gregorio XIV: scarlatto co'medesimi guarulmenli di fa-
tutta la piazza era ornata di finissimi a- sce di broccato, giubboni ili raso creme-
razzi. Dopo gli uditori di rota ed i ba- sino , berrette di velluto dello stesso co-
roni romani, cavalcarono lo scrittore e il lore, con treccie d'oro ricamate, con pen-
computista de'conservalori con rubboni ne rosse, bianche e gialle, e spade dora-
e berrette di velluto nero all'antica. In te. I conservatori co'uobili romani, nel ri-

niczzo di loro procedeva il fiscale del po- toino accompagnarono Gregorio XIV al
polo romano con mantello di rascia, esol- palazzo apostolico. Nel i Dq i pel possesso
tana di velluto paonazzo. Indi cavalcava- d'Innocenzo IX, conservatori cavalcaro-
i

no i4 coppie di nobili romani con rub- no dopo i tuarescialli ed i capo-rioni, se-


iconi di velluto nero e berrettoni simdi; guiti dagli amba sciatori. Neh 5()3 perCle-
i maestri giustizieri, testiti nell'iNtesso tno- niente Vili nel medesimo luogo caval-
(lo; i sindaci con vesti lunghe di velluto caronoi conservatori,con vesti di telad'o-
lionato, con ben elle e gualdrappe di vel- ro lunghe. Nehbo5 per Leone XI, dopo
luto nero; gli Scriba senatus con rubboni l'ambasciatore di Bologna solo, cavalca-
e berrettoni all'antica, con gualdrappe di rono i conservatori, seguili dagli amba-
Velluto nero. Dopo vescovic cavalleggieri
i icialori de'principij che prcccdcvauo la
56 SEN SEN
croce pontifìcia. Pel possesso di Paolo V basciatori e del contestabile, cavalcarono,
nel i6o5, oltre il numeroso baronaggio inrubbonidi velluto paonazzo lijderatidi
romano, splendidamente vestiti, mare- i lama d'oro,! cancellieri del popolo roma-
scialli, i capo-rioni, cavalcavano i conser- no, carica che ritenevano i capi delle no-
vatori col priore de'caporioni, con vesti bili famiglie romane Naro eSerlupi; indi
di tela d'oro lunghe alla ducale, e sottane il priore de'capo- rioni, ed i conservatori
di raso rosso, sopra leggiadri cavalli con di Roma coperti di rubboni di broccato
gualdrappe di velluto nero e coi fedeli ,
d'oro. Nel possesso diClemen te XI neli7oi,
vestiti di rosso con bastoni dipinti e do- come in altri, presentò le redini del caval-
rati; indi gli ambasciatori. Nel iGaS pel lo al Papa il contestabile come principe
possessod'UrbanoVllI,i conservatori eb- assistente al soglio, la staffa destra la res-
bero contesa per la precedenza col con- se ili.° conservatore, stando il 2. "alla te-

testabile Colonna principe assistenteal so- sta del cavallo : il contestabile condusse
glio, ma il Papa decise in favore di que- pel freno il cavallo sino a metà della piaz-
sto, che incedette dopo di essi, protestan- za Vaticana, ed avendogli il Papa ordina-

do conservatori sul j'us. Per Innocenzo X.


i to di cavalcare, restarono a tenere il freno
splendida fu la cavalcata nel 1
644? perchè dai due lati i due primi conservatori, che
j nobili romani pe'Papi loro concittadini a vicenda col 3.° e col priore de'capo rio-
intervenivano in gran numero e magnifì- ni continuarono sino al Laterano. Note-
cauiente vestiti, con isfar/.o di livree : ca- rò, che altrettanto si praticava quando il
valcarono il priore de'ca pò -rioni, co'con- Papa andava in Cavalcata con treno pub-
servaiori , ed il senatore avanti la croce blico, alle Cappelle della ss. Annunzia'
pontificia. Cavalcarono pure l'avvocato la, di s. Filippo, della Naliviià e di s.
e il fiscale del popolo romano, ili.° con Carlo. Alcuni Papi è da avvertirsi che
veste talare di velluto nero e sottana di andarono in Leiliga, altri in Carrozza,
saietla nera, wore advocatorum rornanae come Innocenzo XIII nel 172 i, per cui il

ciiriae, l'altro con sottoveste e sottana di priore de'capo-rioni ed i conservatori ca-


saietta e rubbone senaloriodi vellutone- valcarono osservo che alcimi Papi ben-
:

l'o. ] conservatori e priore de'ca pò -rioni ché andassero a cavallo nel possesso, pu-
ebbero dal Papa i4o scudi per ciascuno, re i detti magistrati lo precedettero caval-
per farsi una sottana di raso cremesino, cando. Per detto Papa romano il Campi-
ed un rubbone sino a' piedi di broccato doglio fu pomposamenteabbellitOjCon ar-
d'oro. A'capo-rioni,eda'5o paggi 70 scu- co trionfale tra i colossi di Castore e Pol-
di per cadauno: agli avvocati del popo- luce, le facciate de'3 palazzi si adornaro-
lo, scriba senato, scrittore, computista e no con ista tue dipinte e rappresentanti al-
furono dati compensi pel ve-
altri ofilciali cune Provincie della chiesa romana, e le
stiario. InCampidoglio fu eretto un arco virtìi personificate del Pontefice, di piìi
in cima alla salita, con diverse statue. Nel in medaglioni furono espresse l'effìgie dei

1667 pel possesso di Clemente IX caval- Papi della famiglia Conti. Presso il caval-
carono insieme, il priore de'capo-rioni,ed lo di IMarc'Aurelio era inalberata la ban-
j tre conservatori, avanti agli ambascia- diera del popolo romano; quelle de'capo-
tori; così per Clemente X nel 1670, segui- rioni si collocarono sulla balaustra. Nelli
ti dal contestabile Colonna, mentre dopo fìnestroni de'palazzi latei ali erano i suo-
i camerieri segreti del Papa cavalcarono natori di strumenti, e gli 8 tamburi. Ivi
gli officiali del popolo romano, cioè il se- il senatore con iscetiro d'avorio in niano,
gretario, Io scrittore, il fiscale capitolino, accompagnato dai collaterali e da tutti i

loscriba senato. Per InnocenzoXIneli67G, suoi ministri e curia, colla sua soldatesca
dopogli uditori di rota, eprima degli ain- in ordinanza, fece il solito incontro, e gè-
SExN SEN 57
niiflesso con brevi parole latine si congra- Campidoglio, il cavallo Io giltò a terra e
tulò con sua Sanlilà, esibendole piontis- perciò entrò in lelligfi. Pio VI neh 77 j
sima sempre l'obbedienza e la fedeltà del fli l'ultimo a prendere possesso a cavallo,
senato e popolo romano, presentandole in come a recarsi alle 4 suddette cappelle in
baciled'.'irgentolecliiavidi Campidoglio; sontuosa cavalcata, perciò conservatori i

ed il Papa con graziosa risposta lo bene- e piiorede'capo-rioni loservironosen)[)re


d'i e proseguì il viaggio, Uicnlre numero- alle redini del cavallo, inoltre Pio VI fu
sissime salve di mortaretti esplosero per l'ultinìo a ricevere l'omaggio del senato
allegria. Inoltre il senato e popolo romano e popolo romano sui Caro |)idoglio; ai suc-
pei' festeggiare l'esaltazione del concitla- cessoriciòvenneeseguitoal Luterano pri-
dino, nella tliiesa d'Alaceli ftrce celebrare ma di entrare nella basilica, dal senato-
una solenne messa, ponldÌLal;\ da l''(jnbe- re, conservatori e priore, ccji loro corleg-
ca romano vescovo diTivoli,con7'<7>><';/m, gi, e tribunali fjucliè esisterono. Qui ri-
avendo magnificamente parare la
fallo corderò, che alcuni de'Pa^g' pei Papi per
cliiesa. V'mlervennero il senatore incoi- questa funzione del possesso li noiuina-
l'Uedi merletto, rubboiie di tela d'oiocon vano i conservatori. Fra le loro anticbe
sottana (li poi pora,con fascia simileemer- pieiogalive era ringoiai e quella narrata
letto d'oro (ora usa fiocchi d'oro nella da Cancellieri con relativcei udizioni, nei-
ia-scia, simile essendo quella d^'conserva- la Lettera a mg.r Calcagnini, p. 8, cioè
tori) e collana di tal metallo, coi conser- clie sino alla repubblica del i
798 fu an-
vatori e priore de'capo-i ioni vestiti nell'i- tico privilegio de'conscrvatori, di ricevere
slessa maniera, ma senza la collana, cor- si pescavano nei
tutte le teste de'pesci die
leggiali da'capo rioni, il cardinal titola- Tevere portavano in pescheria di Bo-
esi
re fece il ricevimento de' cardinali , che ma, della lunghezza di 5 palmi e un'on-
assunsero le cappe; nel partire furono rin- eia, e tutti gli altri di maggior grandez-
graziali dal senatore, conservatori eprio- za, secondo misura marmorea th'è nel-
la

le. .Nella mano sinistra della quadratura, la i.^alade'conservalori in Campidoglio


per entrare ov* erano i baiitlii de'cardi- e rinnovata nel i 58 ( (nella sala de'cnpi-
nali preti, in corna Evangelii sederono tani vi sono le misure di marmo dell'o-
ii senatore, i conservatori, il priore in Ijan- Ho e dei vino, quali erano in uso nel se-
co alquanto discosto e [liìi basso ili (pici- colo XiV).JNel 1 Gfi Urbano \Illfece una
io dei cardinali; la |)relatura, la camera eccezione, perle leste de'pesci pescali nei
segreta, il)iironi romani ne'bancbi di fìan- luoghi del nipote bai berini prefeltodi Ro-
co, dietro a (]ueilo de'caidinali. il detta- ma esuoi successori. Essendosi data inap-
gliosi legge in Cancellieri già citato. IS'el- palio la peseheria dal dello governo re-
lè ore pomeridiane il l'apa visitò la ciiie- puljblicano,nel i 8uo i conservatori ricor-
sa, cicevulo ila delti magistrati in riibbo- sero a l'io \ li per essere leintegrali del-
ne nero a pie della scala del convento, e le leste tli pesce; invece ebbero la facoltà
sulla porla della chiesa dal cardinal blu- di disporre d'una dote de' Ao///, indi nel
lare, e do altri 17 cardinali e ilalla iiobil- 1817 fuiono rimessi in possesso del pri-
là romana; nella sera vi fu splemlida hi- vilegio. Tuttavolla, rispettando l'assento
minai ia e bi uciamenlo di botti. l'erCle- da Cancellieri, feci indagini se durò tale
mente XIII nel 1
7 It) i conservatori sor- reintegrazione, ma lio\aici)e lustesso Pa-
reggendo cordoni delle briglie, addestra-
i pa l'abolì, insieme ad oltre sporlule. A
)ono e guidarono il cavallo sino al Late- I'onta.nk ni Roma dissi die ne avea la cu-
rano, colla 8uiila alternativa col priore, ra anche la camera Capitolina, e parlai di
dneperdue;;illiellanlosipiaticòneli 7 H) quelle die specialmente le appaiiengo-
con Liciiiciilc \1 / , mu ncUu scendere dui nu. I cunservulori luviijiljvano puie angli
58 S EN SEN
acquedotti, aveanocura delle mura di Ro- sii hanno sempre mostralo verso il sena-
ma, vegliavano sulla conservazione del- Io e popolo romano, si chiamano ancora
le anlicliitàromane, sull'osservanza degli oggi non con altro titolo che di fedeli.
statuii di Roma, punivano venditori dei i Gli altri 3 sogliono essere romani, e per
commeslibili che non davanoil giusto pe- distinzione si dicono quarti fedeli. I con-
so o alteravano i prezzi, accordavano la costumano (per concessione di
.servatori
cilladinanza romana e privilegiai citta- Innocenzo X)di portare alia testa de loro
dini. cavalli della i." s."" e 3.* carrozza loro i

11 Vettori nel Fiorino d'oro, a p. 4^1 fiocchi neri di seta,seguendo senza floc-
e 5 3 ripoita
1 le seguenti notizie. » In Ro- chi quella del priore del popolo romano,
ma sotto il nome di Conservatori si vuole elle dà il compimento al treno del sena-

indicare ili. "magistrato secolare, il qua- to. Anche il senatore di Roma fa precede-
le consiste nel numero di 4 soggetti delle re dall'ombrello suo particolare le pro-
famiglie principali, destinali dal Papa a prie carrozze, usando i fiocchi di sela ne-
rappresentare il pubblico di Roma. Tre ra alla testa de'ca valli della suai.", e no*i
di essi hanno il titolo di conservatori, ed altrimenti della 2.^ carrozza, avendo ot-
il 4° sinomina priore de'capo rioni o sia tenuto da Clemente XII l'uso della cam-
del popolo romano, ed hanno tribunale panella che prima non avea, della quale
cioè giudicatura, e minislri affatto sepa- si serve ancora esso nell'uscire dal suo pa-

rati dalsenatoredi Ron^a. Questi ebbero lazzo di Campidoglio con formalità. U-


anticamente il titolo di magnifici sìgiio- nendosi però alle volte coi conservatori
li, dipoi pareggiarono il titolo col sena- di Roma il senatore, per fare le solite of-

tore, ed in seguilo presero quello di ec- ferte de'calici ad alcune chiese, o per vi-

cellenza, che conservano egualmente col- sitare le medesime semplicemente, come


l'istesso senatore. Uscendo essi dal loro pine nell'andare alla loro residenza per
palazzo del Campidoglio collegialmente, assistere, secondo il consueto, alle corse
sogliono per costumanza molto antica far de'barberi nel tempo del carnevale; allo-
suonare campana, che volgarmente si
la ra formando un sol corpo il senato, si ser-
tlice la ccZ7///;(7/je//a, esistente sopra il me- vono d' un solo ombrello, e le carrozze
desimo palazzo, la quale serve per dare o altri formano un
dell'uno e de"li solo tre-
il segno all<tf>imiglia;anzi [)er questo me- no. Gli slessi conservatori neliySy oltre
desimo elfetto si fa suonare anche la sera alcun altro privilegio e onorificenza, ot-
precedente, benché talora cotiservatori i tennero da Clemente XII con breve spe-
bi adunino in una delle proprie case lo- ciale, che la loro cappella nel palazzo di
ro. Suona avanti la messa, che si celebra Campidoglio (la quale gode il privdegio
nella loro cappella; e quando nel Cam- di cappella pubblica, e nel tempo della
pidoglio si fanno pranzi pubblici, lo che quaresima, a benefizio degli ofliziali del
succede ordinaria»nente ogni 3 mesi una Campidoglio, è arricchita di tutte le sta-
volta,oltrei 3 grandiosi banchetti fra l'au- zioni ed indulgenze che sono per le chie-
i)o (in cui invitavano la nobiltà romana se di Roma), gli serva per soddisfazione
e forestiera), suona la medesima campana del precetto pasquale, dovendo medesi- i

all'entrare a tavola. uscendo magi- ]\Ia mi conservatori, che saranno a quel tem-
stralmente, fumo precedere le loro car- po, f ne la comunione insieme colla nu-
rozze dall'ombrello, portato da uno de' 2 i merosa loro famiglia, ed altri ofUziali e
loro servitori, 9 de'quali sono tratti ogni ministri del medesimo Campidoglio nel-
aimo dal bussolo di Vitorchiano, uno dei la stessa cappella redolire questo, la deb-
])iìi antichi feudi che presentemente ha bono anco l'are unitamente nelle feste del
il Campidoglio, e per la fedeltà che qua- Natale, d'Oguissanli edeli* Assunta, all'ii-
E

S EN S EN 09
so ilei palazzo nposloiico.e <li;' raidlnali tidcnlotli Ale^^andio VII); inn riinufon-
»;Iie [ualicano l'istessij tielU; loro cappelle «losi ora ogni 6 mesi (purlavn nel 738), r

per la propria famiglia. 1 conservatoli e siioleil Pontefice creare una volta iicon-
priori (le'capo-rioni avanti il pontificato scrvalore ed il priore de'capo-rioni, ed al-
di Alessandro VII( che
inc(jniinciò nel tra volta uu conservutore solo, nominari-
iGj5) si estraevano a sorte per bussolo do l'altro conservature dcnnlinal caiuer-
ogui 3 mesi (con altri ofTlzia'i del popolo letigo. L'istessoClemente XII con altro
rumano, ed a\Hnti il Papa, ilcardmal ca- moto-proprio de' 19 settembre 73 sta- 1 i

merkngo, il cardinal nipote del Pontefi- bili, che in avvenire si debbano amniet-

ce vivente; indi nel ili seguente preslava- tere airiulienza oi'dinarìa del Papa, ogni
no giura mento al Papa, ed il senatore fpiin- i "giorni regolarmente due tle'conserva-
('i gli dava il possesso dell'oflìzio in C>im- toi i tlel popolo romano, cioè il i
."
e 2.",
pidoglio: pub vedere la costituzione 58
si ed m mancanza d'imo ili loro ordinò che
di Pio IV, Cam oh ipso), ma d'allora in debba succederei! 3.°, acciò sempre sieno
poi incominciarono i Papi a creai li a lo- due insieme; ed in quella maniera fu tol-
10 modo, benché per lo stesso spazio di ta l'uilien/a, che forse per abuso era sta-

leir.[io. ^'el 73 Clemente X II a' 4 set-


I I I la introdotta darsi dal Papa al fi-cale di

teaibre slal'ilì con moto proprio che dal Campidoglio (poi fu riamoiesso talvolta,
I ."gennaio 732 tanto conservatori, che
I li ma coi conservatori). Queste notizie pò-
il priorede'caporioni del popolo romano Iranno anche megliose; vire in appresso,
debbano durare regolarmente non più 3 perdendosi coll'aiidar del temp(j la me-
mesi, ma G, rimutandosi ogni trimestre moria delle cose, tanto pù, che non seuì-
duelli loro, cioè una volta due conserva- pie, e forse non lungamente durano in
tori, e l'altra un conservatore e<l il prie- osservanza le medesime disposizioni". Per
re, con questa legge, che nella mulazio- (piesta gran verità del dotto Vettori, io non
iiede'dueconservntori, cioè I
.° e 2.°, sue- badandoa fatica, a noie,ad indagini, sono
ceda sempre il 3." nel luogo del 1
.°, non and.ito laboriosamente raccogliendo in
ostante che il medesimo talor.i sia di mi- questa mia oper.i, collo studio di quellede*
nore età degli altri che subentrano (to- gli altri e molte rare, tale uua colossale
gliendosi per ravvenire con questo nuovo massa di notizie ed erudizioni, che verrà
regolamento l'ordine della maggiore età, ten)po in cui forse potranno essere utili.
che per l'addietio si riguardava per di- quanto a'conservatori e priore do'cipo-
stiiuione del i
." dal ?..°, e del 2." dal 3.°). noni, narra: aUoMAcome Pio\ II nel tSoo 1

rVellamutazione poi del conservatore e ripristinò il bussolo, e come il regnante


priore del popolo romano, succede sem- IXdiè nuova organizzazionealscnato
l'io

preil 2.° in luogo del 1


.", ed il
3."^ in Ino- romano, sopprimendo il priore, e auiucu-
go del 2. ; e perciò il nuovo conservatore tandolo di cdtri ;T conservatori, come pu-
entra per 3."; e benché succeda questa re ho detto in principio di questo artico-
variazione, comesi è detto ogni 3 mesi, lo. Di ipiesto bussolo Irinieslrale parlai
il priore de'ca|)o-rioni non passa ad essere nel voi. Vili, p. 6.[ e 66, e nel voi. I.\, p.
conservatore, ma resta sempre priore per 1 20,descri vendo il moilo,coinedupo il so-
lo spazio intero di 6 mesi. L anco da sa- leiine vespero dell'ultimo deiramio.il mio-
pere, che rimutandosi per lo passalo o- vo senato romano pre^lava d giiiramenlo
gni 3 mesi tutto il Diagistrato del Cam- al Papa, sedente in trono in cap|)el!a,snl

pidoglio, soleva Papa creare due con- il vangelo del messale, ciò che a\e.i luogo
servatori ed il priore del popcdo ruma- dopo la cappella del di seguente, se il P.i-

iio,cdil3. 6Ì nominava dal caulinni ca- pa non era intervenuto al vespero; che >e
mtilepgodi s. Chiesa (cioè avanti il pon- poi a niunu delle due iunziuni si lecavu,
6o SEN SEN
il giuramento si preslava al cardinal ca- brato per morte di Pio Vili, leggo lese-
tnerlen"0,comenelleaItreepochedeiran- guenti partile. All'officio de'coiiservalori
no nel suo palazzo : talvolta il Papa rice- in luogo delle vesti lugubri, scudi 78. Al
•ve il giuramento camere. Sic-nelle sue notaro delle Ripe, scudi 25 e bai, c)5. Ai-
come il cardinal camerlengo dovea assi- lo scrittore della camera Capitolina, scudi
stere a questo giuramento, se impedito o 26 : altrettanto al protouotaro della me-
assente deputava un altro cardinale, li desima. Aiconnestabiliefedeli,scudii 58.
prefetto de'maestri delle ceremonie pon- Alia milizia del senato e popolo romano
tifìcie avvisava Campidoglio
il fiscale di pelsoldodi giorni 70, scudi 2625. Ai con-
se il giuramento lo riceveva il Papa, o il servalori pei soldi di decembrei83o al-

cardinalcamerlcngo. Egualmente perbus- le milizie capitoline in attività di servi-

solo si eleggevano e doveano prestare ta- zio, scudi 680. Al colonnello, scudi 4^
legiuramento quegli altri magistrali del e bai. maggiore scudi 2 5. Ali. "con-
90; al

senato e popolo rumano, di cui feci paro- servatore per assegno di due mesi, scudi
la nel luogo citato, fra i quali i Miieslri 3oo probabilmente per la tavola chede-
:

(11 strada j i maestri giustizieri (i quali co- ve imbandire nella custodia delle rote del
me i precedenti a veano il proprio assesso- conclave. Al camerlengo provvisorio del
re e notaro, il cui officio e giurisdizione popolo romano, scudi 20. Leggo inoltre
era sopra le diirereiize de'frutti, sie[ii,fos- nel diarista Cecconi della sede vacante
si di vigne, canneti e rivi di esse); il ciuner- 1724, e ingresso de'cardinali in concla-

leiigo diRipagrande (maestralo che con- ve. » La sera i signori ambasciatori, i mi-
ferivasiad un gentiluomo romano, ed e- nislri de'principi, i principi romani, con
sercilava giiuisdizione sui marinari per fiocchi e corteggio si portarono in concia-

noli assicurali, per condutture marini- ve ad inchinarsi agli eminentissimi car-


me e altre dilferenze simili, dal quale si dinali. Gì' illustrissimi ed eccellentissimi
poteva appellare al chierico di camera signori conservatori di Roma in fiocchi,

presidente delle Ripe, che teneva a Ripet- e con numeroso cortcggiodi nobiltà e car-
^-z ungiudiceperamministraregiusliziaai rozze, precedendo 1' ombrellino e tutti i

njarinari e barcaroli,ivi destinando il car- loro fedeli, avendo a cuore l'impiego del-
dinal camerlengo un commissario sulla la loro autorità ed officio, in contingenza
lt'gna,accic) non fossero pregiudicati icom- della sede vacantesi portarono accompa-
pratori); ed i Capo Rioni (anlicamenlecoi guati dalcapitanode'connestabili,con lut-
conservatori sostenevano le aste del bai- ti gli altri capitani intorno alla carrozza,
diicchino, nel recarsi il Papa a ricevere vestiti di nero, con collare e spada, e da
la solenne coronazione; e nella sagrestia numerose guardie di soldati di Campido-
d'Araceli ne'tempi piii antichi eleggeva- glio, armali di fucili, baionette e spade,
no il priore per ammiuislrare la giusti- maggiorparte dei-
co'ioro officiali, per la
zia), al qualcarlicolo ragionai di loro, dei le strade di Roma, per osservare quanto

propri paggi, dell'intervento alle [>onli- occorreper ilbuonregolamentodella me-


i]c'\e(i\tìZìOiU,cava\caìe,e Ingressi solenni desima".lVeli837 i conservatori di Roma
m /io//J(7j ciò che facevano in sede vacan- considerando che pei politici sconvolgi-
le, ora suppliti dai Preside/Ili de' Rioni di menti accaduti sullo spirare del secolo pas-
Roma, che di[)endevano dal magistrato il così detto Libro d'o-
salo, fecesi perire
romano e dal priore. Quanto riguarda i ro ossia registro de'cittadini, de' nobili e
conservatori nella sede vacante, l'indicai de' patrizi coscritti romani, con tutte le

in principio; le disposizioni di Clemente carte ad esso relative, a riparare questa


Xli le ri|)orlai nel voi. XV, p. 270 e seg. perdita avendo potuto dopo lunghe eac-
INella nula delle spese pel conclave cele- curate ricerche completare e dare allo
SEN S EN Gì
stampe gli elenclii delle f;imiglie nobili ro- acciò non s'annidino inganni nella vendi-
mane o rciulegrale od amuiesi^e, noiuhe la de'medcsimi; iconsorvatori s'ingerisco-
delle patrizie coscrille, e di quelle a que- no ancora nelle revisioni di cause di pa-
ste sunogale nel i
746 dalla co>liluzione scoli, tenute, ec, il che fu minutamente

Lrhcm Boniam di Benedelto XiV sino osservato dalcaidiiialde Luca, Rei. Rom.
al presente gioino 1 ì njarzo, domandajo- Curia, disc. 3c). L'enedtttoXlV (al modo
no alle dette famiglie gli stemmi gentilizi chedissi a Roma confermòil tribunale dei
per completare i'mdicato libro, giusta le conservatori ) inoltre con molo-proprio
regole del blasone, e nello scudo di tal de'5 dicembre I 75 1 confermò l'economi-
modello fosse esclusa ogni corona, e qua- ca giù ri sdizione de'conservatori e del pi io-
lunque altro ornamento esteriore. re de'capo-rioni sopra le terre feudali del
Del tribunale de'conservatori di Ro- j)opolo romano, cioè sopra Magliano,Co-
ma soppresso nel 1 8.4.7, ''porta Marango- li, \ itorchiano e Bai bai ano; vi prefisse
ni clie c|uesto tribimale piocedeva sopra il metodo da doversi mantenere nella spe-
i ricorsi de'consoli delle Jirti e altre ma- dizione delle cause criminali spettanti ai
tciie,edel consolalo dell'agricoltura (ne iletti paesi, dalle congregazioni di questo
parlai superiormente), come giudici or- Campidoglio. Un avvocato, detto del po-
dinari in tutte le a[)pellazioni dai detti polo romano, il procmatore fiscale (di cui
consoli interposte; era di piena giurisdi- dissi qualche cosa a Fisco), ed un .segre-

zione de'conservatori, tanto ci vde, elicci i- tarioo sia cancelliere, chiamato Scriba Se-
niinalcjdeputandovi gli ofììziali, nella sles- natus, lianno parimenti parte nelle rispet-
sa maniera che si e.sercitava dai baroni tive incombenze di questo tribunale, acni
rtimani nelle loro terre e castelli, ciò se servizio vi rimane una squadra tli Birri
guiva coi superstiti feudi baronali delle col bargello. In quanto poi agli ufljzi f^a-
due città di Magliano in Sabina, e di Co- cahili del Campidoglio, vedi ciò che fu
ri nel Lazio, e ne'due castelli di Darba- definito dalla particolare congregazione
rano e di Vitorcliiano , de' quali città e ordinata da Innocenzo XI a'28 ottobre
luoghi n'era signore romano, il |)opolo iG84,evedi la costituzione di Renedetto
con quella signoria subordinata al Pupa XIV, Sincerae/ìdei, de'2 dicembre 1 74^»
supremo sovrano, come l'aveano gli a'.ti i che arricchii questa camera Capitolina, ed
baroni romani, di clir distoiimente trattò accrebbe lusli o al sì decantato Campido-
il <:;irdinal de Luca, nella Relazione della glio ".Si può anche osservare il Plellem-
Caria Romana forense^ lib. i 5, cap. 33 ì)ei-g,No(ilia Tnbiinaltuni CnriacRonia'
e altrove. Nella Relazione della corte di noe : De conserva lores, eoriini o/Jìciiim^
Roma del cav. Lunadoro, accresciuta dal et j'iidicio civdes et criminale^ : De Prior
/iiccaria, t. 2, p. 37.3 viene detto. » Del capitimi Ri gioniim. IS'el'e visite che si fa-

TrihiinaU' dt coitst'iK'atori, dell' a\i'Oca- revano nelle carceri di Campidoglio in-

(o del popolo roni(ì/io, e de posti \'acalnli terveniva il senatore, e sedeva in sedia ili

di Cam pi doglio. Come in questo foro Ca- ;ippopgio, unitamente col governatore di
pitolino il senatore amministia giudizia- Roma; ed i conservatori in un banco in-
riii giuri>dizione,cosi li3 conservatori van- sieme cogli altri giudici, come notò \ i-

no esercitando rcennomica amminislr.i - tale. Della milizia de'itiidi ilei senato e


zione della città, di popolo rouuino, e delI popolo romano, trattai nel voi. Nili, p.

di lui erario oCameraCapitolina. Siccome 78. IN'arra il p. Casimiro «la Roma, Me-
«pielli, che o colla piena ('anitra apollo morie della provincia romana, p. c) \, che
//!</, octil chierico picsidenle alla gra.scia, anticanienic il dominio de'conservatori
listano il piez/o delle cuni ed alti 1 roin- di Roma si estendeva sopra Cori, Caui-
ujcstibili, e che invij^ilauo atlculuutcule pagiiaiio, Magìiano^CiMlu Castellana, Su-
62 SEN SEN
tri, Ijarbniano, Bracciano, Tivoli, Velie- miglia, parliloda Roma il giorno 21 mag-
Ili, Viillesanta, Frascati, Albano, et) alui gio colla diligenza delle poste, preceduto
Iiiog 11 :(coixieTosca nel l;i), secondo che leg- dal suo corriere a cavallo,arrivò la sera
gesi nella pace fatta nel i 4o4 f»'a ' con- iu Velletri. La mattina seguente prosegui
servatoli e Paolo Orsini. Ne'loro articoli, il viaggio per Cisterna, dove si trovarono
o in quelli ove ne tratto, discorro di altre 4 deputati della nostra città per compli-
notizie ricnardanli le città, terree custel- mentarlo, e quindi altri 24 de'primari si-

la feudali e sotto la protezione del sena- gnori a cavallo per significare la gioia u-
to e popolo romano, come a Sabina di- niversale che produceva la sua venuta.
cendo di Magliano: ivi notai che nel 3 r, i i Giunto il marchese alla chiesa del ss. Cro-

come altre che noverai, ne invocò il pa- cefisso, un 4-° fi' tniglio distante dalla cit-
trocinio e si sottomise con giuramento tà, vi si trovò schierato un distaccamen-

di fedeltà, obbligandosi come le allre a to di truppa urbana, e una quantità di


somministrare ogni anno pe'giuocbi d'A- popolo, che lo accolse fra gli evviva, spa-
gone e Testaccio un pallio del valore di ri di morlari, suoni di trombe e tambu-
IO fiorini, due monili d'aigento dorato, ri. Smontato il marchese dalla carrozza,
e 4 giostratori a cavallo. Aggiunsi, che assunse gli abili di formalità convenienti
Leone X assolse INliigliono e gli altri luo- al suo ingresso, cioè il rubbone d'oro, co-
ghi feudali del senato e popoloromano da me pure in abito di formalità si vestiro-
tali tributi; laonde in seguito solo man- no il flscale,il segretario e tutta la corte no-
davano ai conservatori di Roma, galline bile. Così preceduto dalle livreedelCam-
in gennaio e per carnevale, beccafìchi in pidoglio con l'ombrellino avanti, scorta-
luglio e agosto. Solevano i conservatori to da tutta la truppa, giunse il marchese
fare la visita ai loro feudi , soggetti alla a Porta Romana di questa città, ove al
loro baronale giurisdizione.Da un i>tro- raddoppiarsi degli evviva e degli spari, al
menlo del 1 582
apprende ancora, che
si suono di tutte lecampane,si trovò il go-
imode'conserva tori era mandalo di quan- vernatore, col magistrato in abito, il qua-
do in quando a visitare le terre soggette le piesentòlechiavi,qualifuronoconsoiii-
al popolo romano, poiché fu stipulalo da ma gentilezza prese e restituite dal mar-
Tiberio Massimi piioie, da Ciimillo IMi- chese, che entrato in città accompagna-
gnanelli , e Marzio Santacroce in nome to dal medesimo magistrato e numeroso
proprio, e di Ottaviano Crescen/i assen- seguito, si portò alla primaria collegiata

te, ob visilationem lerraruni ìnclylo po- di Maria della Pietà, tutta vagamente
s.

jnilo ìomano subì vela rum. Percliè si co- parata e illuminala, dove avanti la sua
nosca come e con qujil decoro procedeva- porta ergevasi un bell'arco trionfale, sot-
no sidatle visite, riporterò quanto abbia- to del quale si trovò tutto il capitolo iu
mo dal n. "48 del Duilio di Roma i8o4- cappa a riceverlo, ed accompagnarlo al
» Cori 22 maggio. Stabilitasi dal senato geniiflessorio preparato all'altare del ss.

romano la visita dellecillà e leire al me- Sagramenlo, a quello della B. Vergine,


desimo appartenenti, che da yS anni a ed all'altro del b. Tommaso da Cori. Do-
questa parte non si era più fatta, quindi po avere il marchese oralo ai 3 altari, pas-
sua eccellenza il signor marchese Sinibal- sò in sagrestia, all'ingresso della quale fa
di, come attuale conservatore di Roma, felicitato da un grazioso componimento
avendo fissato di portarsi in questa nostra latino, e da una canzone italiana, ed ivi
città in compagnia dell'Ili. mo sig."^ conte dal capitolo fu fallo servire di abbondan-
Gaetano Bernardini avvocato fiscale del te rinfresco, insieme al magistrato, ed a
Campidoglio, ed il sig."^ canonico d. Fi- tulli quelli che formavano il seguilo. Di-
lippo Marchetti segrelario,e seguilo di fa* poi il marchese ringraziati i caoouici sul-
ii EN n3
In porla della chiesa, lodalo il colpe d'oc- se, ed il santuario della Madonna del Soc-
chio che pieseutava il tempio, proseguì corso. La città gli die diverse festive di-

per trasferirsi al palazzo pubblico,ove tro- mostrazioni, con COI se di barberi, illumi-
vò altr'arco trionfale. Dopo breve tratte- nazioni, accademia letteraria in cui si ce-
nimento al palazzo pubblico, passò il mar- lebrarono le sue lodi e quelle del cenato
chese all'altra collegiata di s. Pietro, in- romano. marchese dopo avere edifica-
Il

nanzi la cui poi ta eravi parimenti alti'ar- to tutti colle sue virtù, e contegno vera-
co trionfale, e come gli altri con iscrizio- mente nobile, avendo diligentemente ter-
ne in sua lode, sotto di cui sitrovarono minato tutti gli affari concernenti la sua
a riceverlo i canonici in cappa, che Io ac- visita, parti il i.° giugno dalla città accom-

compagnaroooal genuflessorioavanti l'al- pagnato da circa 4o personeacavallosi-


tare maggiore,sul quale eravi esposto l'au- no a Cisterna, tutti ringraziando ne'mo-
gustissimo Sagramento; e dopo aver pre- di più artettuosi. Il fiscale fu aggregalo
i

so la benedizione, ringrazialo il capitolo, al patriziato e al novero de' consiglieri".


si portò al palazzo del marcheseCeva, pre- Dissi a Feudo, che dopo il ritorno di Pio
parato per sua residenza. In tulio il tem- VII 8 4a Roraa,quasi tutti feuda-
nel I I i

po che marchese conservatore onorò di


il tari rinunziarono alla giurisdizione baro-
sua presenza questa città, non si è occu- nale; e nell'articolo Pio IX che nel suo
pato che del bene della medesima, come pontificato fecero altrettanto que'pochi si-
con copiose limosine gioiiialiere dispen- gnori che ancora la ritenevano, ed il si-

sate agl'indigenti, oltre una somma con- mile avvenne coi feudi del senato roma-
segnata ai pairochi per erogarsi in van- no nella sua riorganizzazione, laonde ora
taggio de'misernbili di loro parrocchie. Vi- non esistono più giurisdizioni feudali negli
sitò pure le pubbliche carceri, ove ordinò stali romani. Ed è perciò, che siccome in
il risiamo e la polizia delle riiedesirae,per questo articolo dovea descrivere i memo-
rendere men [)enosa la condizione de'de- rati feudi, trovo più conveniente di ciò a-
tenuti. Oltre poi una quantità di grafie dempieiein quelli delleprovincie in cui so-
falle, riparò non pochi iiicon\enienli e di- no situati tali luogl)i;quindi parlerò, come
sordini, prese diverse provvidenze, liille a Sabina di Magliano, a Velletri di Cori,
pel pubblico bene, e fece atti di giustizia. a \ iTERBO di Vitorchiano e di Piarbara-
Tenne due pubbliche udienze, e nel ge- no. Del senato romano oltre gli autori ,

nerale consiglio adottò diverse utili misu- citati di sopra ed a Roma, si ponno con-

re governative. Nel giorno della ss. Tri- sultare seguenti. Giuseppe ^L^ Vendct-
i

nità il marchese in abilosenatoriOjColl'ac- tini, Delsenalo roniano,Koma 782. Mi- i

compagno delle autorità, e fra gli applau- chele Coi'iado Curzio, Coinnitriilarli (le

si della popolazione, si recò alla delta pri- sena tu toni tino posi tempora Rcipiihlt-
maria collegiata di s. Maria, magnifica- cac liherae: Praefatits est Chri<;tian. .-/-
mente ornata, ad assistere nel preparato dolphns Klolzius, Genevae 7^)9 Disser- 1

dossello alla messa solenne cantata dal- tazione isloriro'cronologica de senatori


l'arciprete Jannoni .' dignità, facendo l'o- i di llonia fino olì tS^. AuielioUiifìni,^/-
bliizione d'un calice d'argento e 4 'orcie. bretto nel quale sono notale l'entrate e spr-
Lo stesso !>eguì per hi festadel Coipm Do- se drll'iiiilito popolo romano, il numero
ìiiirii, la cui processione accompagnò cnn de^lt ofììzii, e sopra a che assegnamento
torcia. Il marchese visitò tutte le antichi- hanno le loro provvisioni , e la quantità
tà che adornano Cori e risvegliano la cu- e sorti di regalie che hanno in tatto l'art-

riosità de'forasticri, cume l'atrio del tem- no,e tifila sede varante quanto panno e
pio d'I'licolo, gli av;ii)7.i di quello di ("a- di chr qualità, Roma i "Jqi. Gio. rene-
slore e l'olUice^ e oltre. Visitò altre dilu- dcllu Viscardi, D-siertazioncislorico-cro-
64 SEN SEN
nologica de senatori dì Roma, ivi \']^i. larizzalonel i65o. Consisteva in 3 digni-
B.icquii,/?e Capitelloromano, comnien- tà, 5canonici, e 4 o 5 altri benefiziali. Vi

tarius, Liigcìuni Catav. G6q. Pnolo Ma- i furono già alcuni notabili edifìzi, ed eb-
nuzio, Z7e senatu ro'7?fl«o,Veneiiisi 58 i. be stabilimenti benefici e scientifici. Pres-
C. G. Francesco Walchio, Commentarii so a Senez trovasi una sorgente estre-
de senatore romano medii aevi , Jenae mamente salata. Questa città delle Al-
1753. De Luca, Relatio ronianae Curlae pi marittime è antichissima, ne fa men-
Forensis : disc. Z'j, De Senatore Urbis, zione Tolomeo, come de'suoi popoli sen-
aliisque ofjìcialihus fori Capitolini; disc. Zìi, di cui era capitale Digne {f'.), seb-

38, De tribunali AediUum, seu magistro- bene Plinio pare che ponga quest'ultima
rum vianiin^earwndemque viarurnprae' città piuttosto tra gli ebrodunzii, il che si

side;i\isc. 3q, De agricullurae consulibus può intendere del maggiordominioedauì-


et tribunali j disc. 4o, De praefeclis an- piezza che aveano gli ebrodunzii sopra i

nonae, et grasciaej ac etiani de praesi- senzii, popoli forse allora (come ap[)Uulo
dibiis dohanarum, ripantm, et zcccJiae, di presente nello spirituale^ a quelli subor-
Cresci miteni, Serie cronologica de'sena- dinali nel temporale. Senez città óesenzii
tori: nello Stato di s. 3Jaria in Cosme- fu appellata con diversi nomi, lyc/i/Ze^/;»/?»
din,Ptoma i 7 1 5. Eloldt, De Senatoribus. c»VjVtìfj, quantunque sembra che Tolomeo
Knorr, De Senatoribus. Engelbrecht, De piuttosto la collochi insieme con Cimella
consulibus, et de conservatoribus. Amy- tra i vedianzii : fu delta anche Sancsio,
deno, De pietate romana p. 2 _,
1 8 De
: e credula l'antica civitas Sanicifnsiumj
populi romani magistratibits: De Curia Cimella fu sede vescovile unita a Nizza da
Sabelloruni: Deaudicntia magislratnuni Papa s. Leone I, ed era capo delle Alpi
corani summo Poiitificeqidbus vis gladii, rjaritlime. Nel 1 536 gl'imperiali di Carlo
et in fonte animadversio. V occuparono il suo castello, ch'era del
SENATORE DI ROMA. V. Senato vescovo, imperocché la signoria di Senez
BOMANO, Roma, Campidoglio. appartenne in parte al vescovo, e in par-
SENEMSALA. S^òe vescovile dell'A- te al capitolo della cattedrale. Nel 1 568 i

frica Proconsolare, sotto metropoli di


la ftuibondi eretici ugonotti commisero io
Cartagine , chiamata ancora Selemsela Digne le piìi detestabili abbominazioni
Sencmsella, DuaesenepsalitaCy e per cor- dando fuoco alle sagre immagini, profa-
ruzione Dnasedempsai. Ne furono vescovi nando vasi della chiesa, e conculcan-
i

Forlunaziano, che Irovossi coi donatisti do le sante reliquie: pali un siuìile disa-
nel 4i I fila conferenza di Cartagine; e stro la chiesa di Senez, distrutta non mol-
Patroniano, nominato trai padri che sot- to dopo dalla rabbia di tali fanatici, in-
toscrissero nel concilio di Cartagine del sieme col chiostro attiguo destinalo pei"
525. Morcelli, Àfr. chr. t. i. l'abitazione de'cattolici. Pare che allora
SENENO (s.), martire. /^.Aedone (s.). la residenza del vescovo e del capitolo si

SENEZ, Seniliuni,Sanicium.Cìllh ve- trasferisse a Castellane, città posta in un


scovile di Francia nellaProvenza, dipar- vallone delizioso efertile, sulla riva destra
timento delleBasse Alpi, circondario e ca- del Verdon , capoluogo di circondario e
poluogo di cantone, a più di 4 leghe da di cantone, sede di tribunale di i." istan-
Digne,epiìidi 5da Castellane, sullaspon- za: ha un collegio comunale e una socie-
da sinistra dell'Asse, in mezzo a monta- tà d'agricoltura, e si comuiercia di frulla
gne freddeesterili. Possedeva diversechie- secche, prugne dette c<;v/<7/(7«t', e di con-
se; ed il capitolo della cattedrale, dedica- fetture. La sede vescovile di Senez fu e-
ta alla B. V'eigine, dopo d'essere stato re- retta nel ^^7. e fatta sulfraganea d'Am-
golare dell'ordine di s. Agostino, fu seco- brun o Embruu. lli.° vescovo fu Orso,
SEN
clie soltoscrisse In lellera sinodale de' ve- (liCnstiglia nd abbandonar la sua druda,
scovi di Francia al Papa s. Leone I; in- onde scomunic?) il re e pose l'interdetto
tervenne al 2.° concilio d'Arles, e licevè al regno. Pietro nel 3G5fuaI sinodo pro-
1

in uno ad altri prelnti una lettera di Pa- vincia le d'Api; Roberto all'adunanza degli
pa s. Ilare nel 4G'>- IMarcelio fiial 4 "con- stali in Prov(M)7a nel i 3qo, tenuta in Aix.

cilio d'Arles, ed a quello d'Affile nel noG; Neh 4^7 fu deposto il vescovo fr. Isnar-
Simplicio fu al 4-° concilio d'Orleans, ed do di s. Giuliano per aver seguito
par- le

al 5.° d'Arles; Vigilio si fece rappresen- ti dell'antipapa Dened{-!toXlll. Gli fu so-


tare da un procuratore nel 5f)7 al con- stituito Giovanni di Seilhons cliiericoan-
cilio di Marion; Etterio già vescovadi Niz- gioino, indi vescovo di Venza. Neh 45"
za e (li Digne, fu tiaslocato all'arcivesco- Giorgio oErigio Clariani Colmars, coi di

vato d'Anibrun nel 6'7o; Protasio si recò vescovi di Provenza intervenne al conci-
al concilio di Clialons; Amelio nel io38 lio nazionaled'Avignone,adunato dalcar-
intervenne alla consagrazione dell'abba- dinal Foix legato. Morto nel 1490 Elea-
zia di s. Vittore di Marsiglia, e fu libera- zaro di ^ illanova de'baronidi \'enza, gli
le verso quel monastero; tigone del io 56 successe Nicolò di V illanova suo parente,
fu presente alla consagrazione della chie- the poi morto in Roma fu sepolto in s.
sa di s. Saturnino nella diocesi d'Apt. Ste- Maria del Popolo. Leone X neh 5i4 fece
fano si trovòprovinciale d'A-
al concilio vescovo di Senez Gio. Battista d'Oraison,
vignone e mori nel 1076; Aldeberto nel il quale nell'occupazione di Carlo V ri-

I 23 confermò ai monastero di s. Vitto-


I parò nella terra d'Alloz del duca di Sa-
re le chiese diCaslellane,s. Malia es. Gio- voia. Neh 56 1 era vescovo Teodoro Gio.
vanni. ìVel I 1.59 Enardo, con Isnardo di diClermontjVicelegato d'Avignone. Gio-
Ghndeve consagrò solennemente la chie- vanni Clausse parigino, abbate di Toro-
sa della Vergine nell'isola Lerinese. Nel
13. netto, intervenne al concilio di Tiento.
i23() il vescovo Giovanni fece un accor- Nel I G23 di venne vescovo Giacomo Mar-
do con llaimondo VII Berengario conte lino, già sagrista di s. Vittore di Marsi-
di Provenza, il quale pel poggio di s. Pon- glia; e poscia da Argo vi fu traslato Lo-
zio cede al vescovo e chiesa di Senez la dovico Ducha ine, che ottenne da Innocen-
signoria di Castel vecchio, eia rocca di Ca- zo X la secolarizzazione ricordata de'ca-
stelletto nella valle di Senez. Giigliehno iionici della cattedrale, i quali come gli
neh 9.41 si recò al concilio di Laterano, altri delle chiese soggette alla metropoli
promulgato da Gregorio IX. Nel 2 54 il r d'Ambrun professavano la regola dis. A-

\escovo Piaimondo francescano fu eletto gostino, portando loscapolare o pazienza


arbitro per ladelinizione dellecontese tra bianca in segnodi regolarità. Invece il ve-
Butiifiicio di Castellane, e Pietro priore di scovo fondò a sue spese nella diocesi il mo-
s. Giuliano, per la giurisdizione del luogo nastero della Nisitazione, acciò visi pra-
di talnome. Nel pontificato di Giovanni ticasse la medesima regola, che dal loro
XXII e neh SiG, n)entre dimorava in A- istitutore s. Francesco di Sales era stata
\ignone,fu tenuto nel monasiero di s. Ru- prescritta alle monache. Per gli altri ve-

fo un concilio nazionale delle provincie scovi non nominati, e pe'successori, sino


d'Arles,Aixed Ambrun, al quale si re- Luigi di \ ille-Serin, commendatore di
cò procuratore di CerlrandodiSegurel-
il s. Michele, nominalo nel 1(171 e morto
lo vescovo di Senez, il quale poi dispose nel I 6f) 5, vedasi hGnllin Christiana, nuo-
alla pace conte di \ enliniiglia e il si-
il va edizione t. 3. Gli ultimi vescovi di Se-
liisc.ilco di Provon/a. Innocen/o VI nel nez e riportati nelle ì\'otizie di lionta, so-
i3 74 circi spelli nella Spagna il vescovo no i seguenti. Nel 17^1 Lodovico de \ o-
di Senez per indurre Pietro il Crudele re caiicc, di \ ieuna; nch75" Antonio Da-
MiL. LXIV. 5
66 S EN SEN
mal de Volx, tli Sisleron; neliyy i Ste- Viterbo a'i 3 marzo 1837, compianto da
fano Desmicliels de Glia m porcili, della lutti, e con solenni esequie fu tumulato
(lioresi di Digne; nel i 774 Gio. Baltisla de nella chiesa collegiala di s. Sisto. Nel n."
lìeauvais, di Goulances ; nel 1784 Gio. 25del Diario di l{omai83'j ,s.\ legge una
Giuseppe Villore de Casfellane,dclla dio- splendida necrologia,
cesi di Marsiglia.Pio VI nel concistoro dei SENLIS, Silvaneticum, Città vesco-
i5 dicend^rei 788 preconizzò Gio. Batti- vile di Francia, dipartimento dell' Oise,
sta M." Scipione RnlFo de Bonneval di Aix, capoluogo di circondario e di cantone ,

della nobilissitna famiglia oriunda da Na- a più digleghe da Beauvais, ei ida Pa-
poli, già vicario generale del rammentato rigi, in situazione amena sopra la som-

mg.i' de Beaiivais, non che dell'arcive- mità e fianchi d'una collina circondata
i

scovo d'Aix, e canonico di quella metro- quasi intieramente da una foresta, alla
politana. Governò la dioce.si da buon pa- destra del fiumicello Nonette. Ha il tri-

store, e fubell'esempiod'ogni virtùal suo bunale dir.' istanza, conservazione delle


gregge. Nelle luttuose catastrofi, alle qua- ipoteche, e altredirezioni. E' di forma o-
li andò poco dopo soggetto quel regno, vale, e avea un tempo grosse niuia at-
fu segno di fiera persecuzione, sturbato tribuite a'romani, delle quali si vedono

nella sua sede dall'intruso vescovo costi- ancora alquanti ruderi. Lecaseiu gene-
tuzionale. A salvar la diocesi dallo scisma rale sono mal fabbricate,ma possiede bel-
alto alzò la voce, dimodoché il celebie li passeggi, la biblioteca pubblica di circa
ab. Barruel lo paragonò al Grisostomo 9000 volumi, graziosa sala per gli spetta-
e ad un Ambrogio. Soggiacque a prigio- coli, bagni pubblici, e parecchi edifizi os-

nia penosa, che patì con eroica mansue- servabili, come l'ospedale, l'antica abba-
tudine, e divenne oggetto della generale zia di s. Vincenzo de' canonici regolali
venerazione. Esiliato , da Nizza passò a dell' ordine di s. Agostino, fondata nel
Torino nel i 793, e chianialoa Roma dal 1 oGo dalla regina Anna moglie d'Enrico
cardinal Borromeo suo famigliarissimo, I,divenne celebre, e culla di altre con-
vi dimorò a tutto il 798; indi andò per
1 gregazioni; prima eravi pure un collegio
Toscana, e vi ritornò dopo il periodo re- pe'figlide'cavalieri dell'ordine di s. Lui-
pubblicano. In conseguenza del concor- gi.Rimarchevole è la porla di Compie-
dato del 801, avendo Pio VII soppresso
1 gne in forma d'arco trionfale, e soprat-
la sede di Senez, che conteneva 32 par- tutto l'antica cattedrale dedicala alla B.
rocchie, con I 0,000 lire di rendita pel ve- Vergine, vaso di mezzana grandezza, ma
scovo, aghi I novembre con pronta ub- di bello stile Erotico: nell'interno si fanno
bidienza rassegnò il vescovato. Finalmen- distinguere per la estrema leggerezza la
te nel 1808 da Roma passò in Viterbo e volta e le 6 colonne di granilo del san-
vi restò per sganni sino alla morte, re- tuario, ed è l'edifìzio sormontato dalla
sosi a tutti aQ'ettuosamente caro pel com- guglia alta 266 piedi, per cui si scorgo ad
plesso di sue virtù, padre e benefattore 8 leghe di distanza, e curiosa per la de-
de' poveri. Nell'invasione degl'imperiali licatezza di sue sculture a filagrana: que-
francesi, orbate de'vescovi le circostanti sto campaniieè unode'più belli di Fran-
diocesi, pieno di zelo accolse a'Ioro biso- cia. Il capitolo era composto di 3 digni-

gni, quindi fu di aiuto a'vescovi di Viter- tà, di 24canonici e altri cliierici: oltre la
bo. Nel 1 8 6 presentato da Luigi
1 X Vili cattedrale cranvi altre 4 parrocchie , il

all'arcivescovato d'Avignone, per umiltà priorato con ventualedi s. Maurizio, i car-


non accettò,ond'ebbe annuo assegnamen- melitani, francescani e religiosi della ca-
to , oltre la pensione concessagli da Pio rità, e monache; mentre la diocesi con-
VII e continuata dai successori. Mori in teneva 76 parrocchie e 4 alil^az'c, godcn-
SEN S EN 67
(lo il vescovo SjOno I lire di lentlila.Tro- ticfìlari. Diiranlo la lega fu assediata dal
vasi nncoia a Seiilis gli avanzi del ca- duca di Auniale, ma venne liberata dal
stello che vi fece edificare s. Luigi IX, do- duca di Longiieville. Dipendeva (jnesta
ve furono allevali vari figli de'i'e diFran- città, prima della rivoluzione, dal Valois,
cia, stante la piiiczza dell'aria che vi si nell'Alfa Piccardia, e nondimeno faceva
respira, e dove tenevasi le sessioni di tul- parte del governo generale dell'Isola di
le le giurisdizioni della città. Questa cit- Francia. Era sede di una elezione, d'un
tà che prima della rivoluzione contene- presidiale e d'un baliaggio, in cui segui-
va gran numero di stabdimcnli religiosi, vasi lo statuto di Senlis compil.Uu nel
ma non aveva allora veruna industria, si 1.539. La fede cristiana fu predicata a
distingue oggi particolarnienle per l'at- Senlis da Regolo [F.) e ne fu il i.°a-
s.

tiviti» che vi mantengono pui ghi di tele postolo, come il ."vescovo, poiché la se-
i

e di lana, filatoi di cotone, fabbriche di ci- de vescovile fu eielta nel secolo III suf-
corea-cairè, merletti, conciedi pelli im- fraganea di Reims. Furono di lui succes-
poitanti e di pergamene, seghe mecca- sori: ÌNiceno, Mansueto, Venusto;*. Liva-
niche pe'maiiiii e pietre da opera, e so- nio che assistette al ."concilio d'Orleans
i

prattutto una stamperia stereotipa rag- nel 5 I I ,emor'i nel 5i3;s, Letardo o Le-
guardevole, a cui è unita la fonderia dei taldo verso jGG, e mori nel 'jC)C), pare
il

caratteri. Grande
suo comuierciodi
è il diverso da Letardo vescovo che si re-
s.

grani e farine, lane, legname da lavoro, cò in Inghilterra, e gittò primi semi del i

lenendovi pure a's') aprile la fiera che cristianesimo nel regno di Rent; s. San-
duia f) giorni. E patria di alcuni uomi- tino notato sotto il giorno 8 gennaio nel
ni illustri, come del poeta F. Pajot det- necrologio della cattedrale di Senlis, e
to Linière, di Simone Goulard ministro perciò diverso da s. Santino di Meauxc
protestante, e del commediante Preville. di Verdun; s. Manulfo oMalulfo; s. Gi-
I dintorni sono coperti di selve.come quel- berto o Oberlo sottoscrisse 1' esenzione
le di llalliitc, d'Ermenonville, di Senlis, dell'abbazia di s. Dionigi nel6')2,e mori
di Cl)antilly. Al di là tiovavasi il mona« nel G85;Guido Bono; Frolendodel 10 jf);
stero della .Madonna dilla Vittoria, co- Pietro dell 3o fu scomunicato da Ivo-
i

struito da Filippo 1! Augusto in memo- ne legato romano; Enrico del 84; Gua- i 1

ria della battaglia diBouvines,edi cui più rino del I 2^4 esecutore testamentario di
non rimane che una lorricelia e de' bei Filippo II Augusto; Roberto nel 1240
Vi sono cave di pietra,
giardini. e vi si traslato a Beauvais; Pietro de Triviaco
estrae dell'arena per la manifattina di S. domenicano; A damo francescano;Oiloar-
Gobairi. Al tempo della con(juista delle do Ilnnequin neh 522 trasferito a Tro-
Gallie per parie di GinlioCesare questa yes; Guglielmo Parvi domenicano e con-
città era la capitale deSy'h'anerles^ po- fessore di Francesco I, morto nel 53(j; i

polo della Gallia Belgica; ricevette da'ro Lodovico Guillard parigino, già vescovo
inani il nome di Augttstomngns, che poi di Tournay e di Chalons; Guglielmo Ro-
lasciò per assumere (juello della nazione zc dottore in teologia, eccellente predi-
di cui era la città principale. Senlis com- catore. Gli successe il nipote vescovo Ar-
pi csa prima nella -2.' Ik'li^ica, fu piìi tar- vei nense, morto nelitn j. Indi il cardi-
ili a'romani tolta da'franchi, ed re della i nal Francesco Uocìtcfoucaidd, beneme-
2.' stirpe vi ebbero un palazzo: Pipino rito vescovo, che conCardella nella bio-
re d' Aqnilania vi fu neh' 8)3 ritenuto grafia lo dissi fatto nel i6of). Clou (juesli
prigioniero. Ugo Capelo già la possede- Chenu, Jlist. Fpi^cojwrtim GalUiir p.
va (piando fu eletto re nel r)'^". Senlis 2r)i .termina la serie de' vescovi di Senlis,
divenne contea, ed ebbe i i>uoi conti pur- nel ([ualc si poniiu «edere (jiie'che non ho
G8 S EN SEN
nominati, e neWaGallia chrislìann, nuo- la Chiesa le favoievoli disposizioni prese
va edizione t. ro, i successori del cardi- sugliSchiavi (^ .).ll 3.° nell'8'73 processò
nale, fino a Francesco Firmino Trndai- pe'Iamenti di Carlo il Calvo, Carloman-
ne d'Ambies del 17 i.\, il f|unle vivea nel no suo figlio e ribelle, ch'era prigioniero

1 753. Ne fu ultimo vescovo il riportato in Senlis ;


per cui fu deposto dal diaco-
i\a.\\e Notizie, di Roma, c\o^ nel y'j-'^Gio- 1 nato e da ogni grado ecclesiastico, e li-
vanni Amadeo deRoquelaure, della dio- dolto alla coiiiunione laica. Ma siccome
cesi di Rhodez,il quale sedeva ancora nel i suoi partigiani dissero, che non essendo
1 80 quando Pio VII pel concordalo sop-
1 più ecclesiastico, niente inipedivalo di re-
presse la sede e la unì a Bcain'ai.f, insie- gnare, così risol veliero di porlo in libertà.
me a quella d\ Noyon, ambedue sedi il- Il re Carlo avendo ciò saputo, lo fece giu-

lustri, i cui vescovi erano conti e pari di dicar di nuovo per que'delitli, de'quali i
Francia. L'attuale vescovo di Beauvais è vescovi non aveano potuto prendere co-
mg.rGiuseppe ArmandoGignouxdi Bor- gnizione, e fu condannato a morte; quindi
deaux, preconizzaloda GregorioXVl nel per dargli tempo a far penitenza e tron-
i842-Questo prelato essendoslato in Ro- cargli il modo d'eseguire i suoi pravi di-

ma nel I 85 I , tornato nella diocesi,in una segni ,


cavaiono gli occhi. Tale fu
gli si

bella pastorale dicliiaròle impressioni su- il tristo esito della sua ordinazione for-
blimi ricevute nel contemplare l'augu- zata, e tali erano barbari costumi di quel
i

sta metropoli del cristianesimo. »j Roma tempo. 11 4-° "e' 990 circa, e vi si con-
infatti è come un vasto teQ)pio, ove tutte fermò la scomunica pronunziata da Ar-
le cose materiali parlano di Gesìi Cristo, naldo di R.eims, contro quelli eh' eransi
della sua gloria, della Chiesa". Aggiunge impadroniti di tal città per autorità d'Ar-

poi, che la diocesi di Beauvais compren- naldo stesso, il quale tradiva Ugo Capelo,
dendo 3 diocesi, le diocesi riunite di No- sebbene gli avesse giuralo fedeltà. Inoltre
yon e di Senlis essendo state soppresse, furonoscomunicali gl'in vasori dellechiese
e desiderando almeno che nomi di que- i di R.eims e di Laon. Il 5.° nel io48, in
da tanti santi, favore dis. Medardodi Soissons. Il
6." nel
ste antiche sedi, illustrate
potessero rivivere e perpetuarsi, a vea ot- 1235 a'i4 novembre. L'arcivescovo di
tenuto dal Papa Pio IX, che d'allora in Reims, e 6 de'suoi sulfraganei, scagliaro-
poi in tutti gli atti dell'amministrazione no un interdetto sopra lutti i dominii del
episcopale, egli prendesse il titolo di /'^e- re, situati nella provincia di R.eims. Il re

scoi'O di Beam>ais, Noyon e Setdis, e- s. Luigi IX arrestò questo aliare, renden-

sclamando: » felici se ereditando i titoli do a Parigi un giudizio favorevole all'ar-


sìgloriosamente portali da'ss. vescovi, ci civescovo nel gennaio 1236, e nominando
sarà concesso d' imitar le virtù che ri- due commissari che presero tutte le mi-
splendono in essi, e di cui conservano le sure possibili per toglierequalunque ma-
istorie la preziosa memoria". niera di divisione, come si vede dal giu-
Concini di Senlis. dizio reso aReims a' 18 febbraio. 11 7.°
lli.°fu celebrato nell' 861. 11 2.°nel- 1240 per accordare al Papa Grego-
nel
1*863 giudicò Rotado vescovo di Soissotis, rio IX un soccorso in denaro. L' 8.° nel

perchè avea deposto ingiustamente un i3io e provinciale, tenuto da Filippo di


prete, onde Incmaro arcivescovo diReims Marigni arcivescovo di Sens. Nove tem-
lo privò della dignità episcopale. Avendo i plari vi furono condannati e arsi per au-
vescovi del concilio pregalo Papa s. Ni- torità del giudice secolare; ma eglino si

colò I a confermare la deposizione di Ro- disdissero in punto di morte, di quanto


tado, egli si ricusò di farlo. Inoltre in que- aveano confessalo dianzi, prolestandu che
sto concilio furono mirabili e adottate dal- l'avevano fatto per timore de'tonuenli.
-

SEN S E ìN G9
II q.° neir ottobre i3i5 da Ilobeilo di direttala lettera i
3." diTeolllatto. Orieiis
Couiteuay arcivescovo di Pieims e suoi sul- chr. p. I 00 5.
fiiif^aiiei. Il le Luigi X avea df[)oslo Pie- SEXOC (s.),
abbate. Nato nel Poitou,
tro di Ltlilly cancelliere e vescovadi Clia- si consacrò lino da'suoi verdi anni al ser-
lons sulla Marna, e avealo latto iiupri» vigio di Dio, ed abbracciato lo stato ec-
gionare come sospetto d'aver procuralo clesiastico, si rinchiuse in un monastero
la morte di Filippo IV il Bello, e del ve- che avea latto edificare nella diocesi di
scovo suo predecessore. Pietro doni uulò Tours. Ebbe presto de'discepoli, co'qua-
al concilio di Senlis, [)riaja di tutto l.i li- li praticava grandi austerità, sopiatlultu
bertà di sua persona, e la restituzione ilei in tempo di quaresima; ma diipjando in
suoi beni, che gii fu accordala. Domandò ([uando lasciava i suoi fratelli per atten-
informazione de fatti, per la qiiaiesi
j)oi la dere più liberamente alla preghiera e alla
prorogò il concilio, indicandolo a Parigi, contemplazione. Abbandonò poscia la so-
dove non si sa che sia slato tenuto. Il o." i litudine per andare a vedere i suoi geni-
nel i3i8 o i3iq convocato dallo stesso questo viaggio gli divenne funesto,
tori, e

arcivescovo, con 4 suoi sullraganei e i de- poiché perdette lo spirito di umiltà, di


putati di 7 assenti, contro gli usurpatori mortificazione edi raccoglimento. Le arn-
de'beni di chiesa, che punì con interdire, monizioni di s. Gregorio di Tours lo fe-
e far cessare 1 divini ulìizi in tutta la giu- cero rientrare in se stesso, sicché espiò il

risdizione di chi n'era l'autore. In que- suo con una penitenza severa. Riso-
fallo
sto concilioPietro di Lalilly, avendo man- luto di non lasciar più la sua cella, vi ri-
dato suoi deputati, restò pienamenlegiu-
i ceveva ipoveri ed malati, esiccome era
i

stilicato. da Guglielmo di
L' I I .°nel I 3 .>.G pi eie, assistevidi egualmente nei bisogni
Trie arcivescovo di R.eims, con 7 sullra- anima e
dell' del cor[)0. S. Gregoi io di

ganei e procuratori degli assetiti. Vi si


i Tours riporta i prodigi operati da s. Se-
pubblicarono 7 canoni, ili ."de'qualinota iioc, cui si recò ad assistere negli ultimi
la forma per tenere concilii. Il a. "proibi- i momenti. La di lui morte si colloca nel
sce agli ecclesiastici beneliciati di caricar- 57»), essendo in età di f^o anni. E ono-
si delle funzioni altrui, sotto pena di |)er- rato a'2 f
di ottobre, ma sebbene il suo
dtrc i benellzi. Fu proibito di violar l'im- culto sia molto antico in Francia, uoii è
inunita delle cliiese, riguardo a quelli che nominato nel martirologio rumino.
vi sono rifugiati, comedi negar loro ilcibo, SE>S(iSV/iO/ic//). Città con residenza ar-
ovvero di trarncli per forza. Infine si rac- ci vescovile diFrancia nella Ijorgogn.i.cgià
comandò di mantenere la giiuisilizione pai tedellaSciamj)agua o Champagne, di
eccloiasticii, contro le violenze de' laici. p.irlimento dell'Yonne, capoluogo di cir-
II I '2."uel 1402, relativamente alloscismu condario e di due cantoni, a più dil i le-

Ira l'antipapa Benedetto XIU, e il Papa ghe d'Auxerre, ei 3 ila Troyes, sul fianco
Ifonifdcio IX. Galliti dir. l. 3, p. S3.[; d'una collina ed alla destra dell' Coirne,
Jù'^. l. ?.->.,
24, 28; Labbé t. 8, 9,1 1; .\r- che vi furm<i l'isola di s. Maurice, dove
dumo t. "; .M.n ti-ne, Collcct. nova, t. 7. trovasi un sobborgo e che si valica sopì i
.SE.NXEA o SLMNL.V. Sede vescovile line punti, al(|uanto sotto il contluenteilel-
della I /Punniia,sotto la metropoli di Sida li Vannes,qua»i in piano einottima aria.
nella diocesi d'Asia, eretta nel V secolo. Ila liibun.di dil.'^ i.->laiiza e di commer-
j\e furono vescovi che nel |3i
ÌN'etturiu cio, cimerà consultiva delle inanilatture,
sultoscrisse al concilio generale d'Efeso, loiiserva/.ione delle ipoteche ,
direzione
Conone al 5. concilio geneiale, Ignazio delle contribuzioni indirei le, ispezione bo-
all'8.'', Atanasio al concilio di Foziu, sotto .schiva, e deposito Jc'labacchi e delle pol-
il Papa Giovanni Vili. Al vescovo \ . fu veri. Scns ha una uulaovaledu3.| li IcsC,
70 SEN SEN
detei'minafa ila vecchie mura in parte tli- lire di Sens, le cui reliquie custodivano i

slrulte, che si altiibuiscono a'romani, ed benedettini, e dispersero i crudeli distrut-


è assai male edificata, con islrade strette tori ugonotti, con quelle di parecchi al-
e torluose, eccetto la via che la traversa tri santi, di cui la stessa chiesa era arric-
intieramente dal nord al sud in linea retta, chita. L'abbazia di s. Pietro pure de'be-
a cui terminano due belle porte : una de- nedettini di s. Mauro, come la preceden-
rivazione deiracque della Vannes le man- te; quella di Giovanni de'canonici re-
s,

tiene continuamente in una nettezza sa- golari, quella di s. Paolo fuori della città
lutare. In Sens 1' edifizio più notabile è e de'preajostratensi,quelladella Madonna
la cattedrale magnifica e vasta, di strut- della Pommerayede'benedeltini; più una
tura gotica e di singolare bell'etìello, sor- casa di celestini, un collegio di gesuiti, 4
montata da alta guglia, e che racchiude altre case religiose di uomini e 3 di don-
il nsausoleo in marmo bianco del gran ne, 1 4 parrocchie nella città e sobborghi.
Delfino figlio di Luigi XV, capolavoro di Tredici de' parrochi di Sens erano qua-
Coustou, ed uno de'piìi belli del decorso lificati come Preti- Cardinali, perchè as-
secolo, come notai nel voi. XXV li, p. 7 5, sistevano l'arcivescovo in tempo della cnes-
essendovi pur sepolta la moglie M.* Giu- sa, quando egli ufilziava nella sua metro-
seppina di Sassonia, dai quali nacquero politana. Aggiungerò che l'arcidiocesi di
Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X. Fra Sens comprendeva molte città considera-
gli altri sepolcri è rimarcabile quello del bili,! 24 abbazie, di cui 19 d'uo-
3 capitoli,
cardinal arcivescovo de Pr^t^j- si fanno di mini e 5 di donne, 7 75 parrocchie divise in
stingiiere anche il coro e le invetriate. E" Sarcidiaconati. L'arci vescovo a vea 7 0,000
sot tu l'in vocazione dis. Stefano
protomar- lire di rendita, e pagava per le bolle 6 6G
tire, con ballisterio, e cura d'anime che fiorini, come rileva benedettino p. Deau-
il

si eseicita da un canonico titolare tra le : nier : Raccolta storica, cronologica e to-


reliquie sono in somma venerazione, il le- po^raflca degli arcivescovati, vescovati,
gno della ss.Cvoce,alqiiecapsnla di S.Tom- abbazie e priorati di Francia. Sens pos-
maso aicivescovo di Cantorbery. 11 capi- siede la biblioteca pubblica di circa 6000
tolosi compone di io canonici titolari, volumi, il museo, il collegio coniiuiale, i

conqirese le prebende del teologo e del pe- bagni pubblici, diversi stabilimenti lette-
nitenziere, di diversi canonici onorari, di Era Sens
rarii e benefici, e bei passeggi.
altri sacerdoti, LWptceri dechoro, c/hìIjus prima capoluogo del Se-
della rivoluzione
soleinniorihusfeslis adslipulanlur aliinmi nonese nel laSciampagna,e con tene va gran
Tuagni seminari i prò divino servitio, di- numero di stabilimenti religiosi , cui fu-
ce l'ultima proposizione concistoriale. li rono surrogate delle manifatlure.Vi si tro-
palazzo arcivescovile è ampio e decente, vano fabbriche di colla forte rinomata,
ed un poco distante dalla metropolitana. bianco economico, clessidre di stagno 00-
Vi sono due altre chiese parrocchiali e col rologi idraulici, acciaio brimito, oggetti
s. fonte, non che comunità di religiose, i di lana, di velluto, di stoviglie, filatoi di
frati carmeIitani,confrateinite,rospedale, cotone, purghe di tele, concie di pelli rag-
ilgran seminario. Il suo capitolo per lo guardevoli, Importante è il suo com-
ec.
passalo era composto di 5 dignità, di 3 i mercio di grani e farine a provvedimento
canonici, oltre un bel numero di bene- di Parigi, buoni vini, lane, canape, tegole
ficiati maggiori e minori : i canonici as- e mattoni, cuoi, legnami; commercio fa-
sumevano le vesti rosse ne'giorni delle fe- vori lodai l'Youne e che aumenterà pe'ca- si

ste solenni, privilegio che cjedo ancora naii del Nivernese e di Borgogna, che con-
esistente. Eranvi in Sens molte abbazie, giungono tal fiume colla Saona e colla
ciuc quella di s. Colomba vergine e mar- Loira. Vi si tengono 5 annue fiere. E" pa-
SEN SEN 71
h ia del giureconsulto Loyseau, rli Giaco- occupato divennero del popolo romano.
MIO Almaiu celebre doUore di Sorbona^ Sena lu capitale de'galli senoni, oggi detta
de'lclleiati Claudio Maliiigie, F. Seviii e Senigallia o Sinigaglia (/'.), ed 1 romani
]Michele Pinaid, del contraDiniiiaglio de fecero /?ù/im/(A'.)culonia,capodella Gal-
Rosse), e di allri illustri : nelle sue vici- lia Senonia, al quale articolo ancora trat-
nanze nacque il pittore Cousin. I contorni tai de'galli senoni e del [)aese ila loro oc-
sono fertili in vino e frutti. cupalo, e parte di esso prese il nome di
Sens, iSV/jOAiC5, conosci ulanell'anlichitìi Piceno [F.) Annonario , dopo la totale

sotto il nome di Agendicum,eva capitale espulsione de'galli. Dice ancora il p. Brati-

(\c Senonea, popolo potente della Galiia dimarte, che molte furono le irruzioiii che
Celtica, di cui più tardi prese il nome, al- i popoli galli fecero nell'Italia; la pili au-
lorché dopo lunga resistenza si sottopose lica fu di (|uelli guidati da Belloveso, e
ai romani. I senoni antichi popoli abita- la più recente fu ((ueila de'galli seuoni con-
vano presso a poco l'estensione della dio- dotti dal famoso Brenno, 200 anni circa
cesi di Sens e di quella d'yliixerrc [f'.), dopo la i.^ furono chiamati galli senoni,
:

giusta le auliche divisioni della Francia. per distinguerli dai galli boi, e dai lin-
Al detto di Giulio Cesare^ i senoni con- goniolingonesi, perchè partironodaquel-
finavano colia ljelgica,e ne parla con lode, le regioni che sono al di là da Parigi sino
asserendo di essi : esC civitas in primis fir- al Yonne nella Senna, e
confluente della
ma et magnae apud gallos aucloritatis. che Sens conserva ancora il no-
la città di

Del resto, niente dice della loro storia, ma me di questa antichissima gente. Ecco poi
trovasi la famosa e numerosa colotiia di come geografi narrano l'emigrazionedei
i

questo popolo in Italia, dove furono me- senoni, il loroslabilimento in Italia,e la Io-

glio conosciuti, e noolto ne parlai a' loro io distruzione. I senonioriundi galli furo-
luoghi. A Gallia dissi pure della Galiia no un antico popolo d'Italia, nellaCispada-
Lionese o Ceilica, che comprendeva se- i na,sulle sponde del mare.Adi ialico.Dicesi,
nonij non che della Gallia Circumspa- che volendo lui certo Arunce etrusco ven-
ciana, Cisalpina, Citeriore, LUcriore, Su- dicarsi d'uno de'Lucumonid'Etruria che

balpina, Cispadana, Transpadana, Co- gli aveva rapilo la moglie, passò nelle Gai-

rnala, Togata o Stnonia, che se Togata lie, s'inoltrò sinoalla città de'i?c«o/if$ per

fu pur della quella Gallia che romani i indurli ad andare a stabilirsi in un paese
tolsero in appresso a'galli boi, crede Sigo- incomparabilmenle piìi piacevole e più
nio che la Gallia Senonia fosse la prima fet lile. I senoni sideterminaronoa seguir-

ad avere il nome di Togata, ^evcliè pri- lo,e numerosissimo ne fu l'esercito. Passa-

ma dell'altra ricevette i cittadini, ed i co- le le Alpi, traversarono le piaiuu'e dal Po


stumi ile'iomani colluso della toga : inol- innafliate ,
ove etano già sl.ibiliti allri

tre racconta i,couu*i galli occuparono gran popoli della Gallia, i boi cioè ed i lingoni,

parte d'Italia, e delle loro guerre co'ro- e capitarono oltre al (lume neW L nibria
mani. Il p. Brand imarte nel Piceno Au- (/-'.), che ancora nonaveachei primi suoi
nonario ossia Gallia Senonia illustrala, abilalori. Si stabilirono dall'Utente sino
li.illa della regione abitata dai senoni ,
allEsi, avendo l'Adiiatico al noril-esl, e
quando mossero guerra ai romani e pre- r A pennino al sutl-ovcst, (elice regione mi-
sero Uoma (/^) nell'anno 3f)o di sua Iòn- rabilmente Tarlata da collinee fertili pia-

dazione, die da Camillo furono secondo ni. Spesi circa G anni a formare loro slabi- i

il suo parere battuti in Gubbio (/'.); tor- liuienli, l'etrusco Arunce li condusse in-

narono a guerreggiare e furono scuniìui nanzi a Clusio,una delle 1 n principali citta

nell'agro di Scnlino (/ ); quimli fugati di Iìtruria,conlìnanle con Perugia e Or-


uella Gullia i scuuuij le terre che avcauo vieto (^ .), poi dcuumiualo Cintisi (/ •),
72 SEN S EN
per assediarne la piazza, entro cui eransi pnrte del paese che occupavano i senoni
chiusi sua moglie e l'odialo rapitore di prima di passare cogli altri popoli delle

di essa. Perallontauarequesta guerra, of- Gallie sotto il dominio de'romani. Que-


frirono iromani la loro mediazione, che sto paese dopo la conquista di Giulio Ce-
fu ricusata. Ma contro lo scopo di loro mis- sare conservò la stessa estensione, e nel

sione, gli ambasciatori pi esero le parli di ripai timento delle Gallie, secondo gli au-
Clusioesi mischiarono alle truppe di det- tori de\\'/4r[e di verificare le dale, fatto

ta città. Sdegnali di ciò senonesi, ne chie-


i sotto Onorio, egli lo compose colla 4-^ Lio-
sero giustizia alla repubblica, e negata ri- nese. Dopo che i galli si resero padroni
sol veliero di farsela da loro. 11 perchè mar- delle Gallie, i senonesi si trovarono sepa-
ciando sopra Roma, sconfissero l'esercito rati nella divisione fatta dai figli di do-
che si presentò loro conlro,e penetrarono do veo del la monarchia francese. Una par te
nella cillà. La cittadella del Cainjndoglio di questa provincia fu altribuitaal regno

(/'.), in cui ripaiò parte devoniani com- di Borgogna e d'Orleans, l'altra a quello

una vigorosa difesa, <]u andò e


battenti, fece di Parigi. Quando poi il paese rientrò in
mentre si patini va, sopraggiuntoCam ilio, potere d'un solo sovrano, fu diviso in va-
furono i senoni battuti e salva la città. Il rie contee; così Sens divenne contea. L'i-
timore d'un nemico tanto coraggioso, fece storia ci conserva i nomi di 5 de'conti a-
imprendere la guerra, presso a loo anni movibili di Sens: Manerius o INLngnerius
dopo la ricordila spedizione. Piimasero i marito di Rolhilde, era conte di Sens sotto
senoni l'anno di lioma da 463 sconfitti Lodovico I, e morì nell'S36; Donato lo
M. Curio Geutalio e P. Cornelio Rufino, era neir845, sotto Carlo il Calvo j si trova
e allora fu che vennero scacciati da tutto dopo di lui Gilberto nell'884, con sua mo-
il loro paese che occupavano dall'Esi ai glie Pavenildis; ed ebbe probabilmente

Rubicone. Mandossi nel paese loro una co- a successore Garniero, che si unì al par-
lonia che ne prese il nome di Sena Gallia, tilo di Eude, contro il re Carlo III il Seni-
poi Sinigaglia. Passati 7 anni, senoni i lìlice. Pdccardo il Gmi/Zz/ereduca di Bor-
furono quasi per intiero sterminati daDo- gogna, e partigiano di Carlo 111, vendicò
labella. Quanto a Sens ed ai suoi popoli questo principe, discacciando da Sens l'ar-

senoni, dopo lunga resistenza anch'essi civescovo e il conte, l'B giugno deirSgo.
vinti da'romaui, in seguilo e sotto l'im- Riccardo figlio di Garniero non ommise
peratore Valente del 364 ^^^ nostra era, di succedergli; ma essendosi sollevalo nel
della città ne fecero la metropoli della ^.^ q3 con Giselberto conledi Borgognacon-
I

provincia Lionese, ed a Gallia riportai tro il re Raul, irritato questo principe li

le diocesi che comprendeva; e le nume- ricondusse colle armi al dovere. JXel ()4i
rose vie romane, delle quali veggonsi an- Froniondo 1, che sembra figlio del conte
cora deboli vestigia, da Sens duigevansi Garniero, fu eletto conte di Sens, o con-
a diversi punti dell'impero. L'iuiperalore fermato in questa dignità da Ugo il Gran-
Giuliano, essendo ancora Cesare, vi so- de duca di Borgogna, nella cui giurisdi-
stenne un assedio contro i germani. In- zione era compreso Sens. Questo favore
darno l'assediò nel 61 3 Clotario li redi fu il premio d'un servizio che avea reso

Soissons, ma alquanto più lardi pervenne ad Ugo, cacciando da Sens l'arcivescovo


adimpossessarsene.CarloMaguo,edisuoi Gerlando partigiano d'Erberto II conte
successori, sotto ai quali era tuttavia im- di Vermandois, nemico del conte di Bor-
portante, vi fecero balleremouela. La con- gogna. RenaldoconlediReimsediRouci,
tea di Sens, che trae il nome dalla sua ca- avendo !ielq45sorpresaSens durante l'as-
pitale, una delle più antiche e più celebri senza di Fromondo 1, questi ritornò in fret-
cillà delle Gallie, uou fu che uua piccola ta e si slabilì nel castello dell'abbazia di
S E N SEN 73
s. Gilomba alle porle della città. 29 lu- Il di Joigny; siccome uomo pessimo perse-
glio FroaioiKio 1, Dientre dormivano sol- i guitò Leoterico, facendo massacro di sua
dati, scalò la città, uccise partedella guar- gente, .saccheggiandone le terre, oltrag-
nigioue e mise il resto in fuga; dopo di che giandone la [tersona e volgendogli le >pal-
fece atterrare parte delle mura di s. Co- le quando dall'altare salutava il popolo.
lomba per impedire ad altri d'imitare il L'arcivescovo consultò il Papi e i vescovi
suo esempio con fare di quel forte lo stes- suliraganeì sul partito da prendere, e tutti
so uso. INlorì nel tjji, e lasciò la figlia che lo consigliarono a recarsi da Roberto li
fu madre di Seguin arcivescovo di Sens, re di Francia, e persuaderlo d'im[)adro-
ed il figlio Reualdo o Uenardo il / cc- I nirsi della città, ciò ch'egli fece a'>7. apri-

cliio, il qualecon l'arcivescovo Arca tubai- le 1 o i J.Roberto II già irritato contro Re-
do vinsero a Villers Ansegiso vescovo di naldo II per essersi unito ai signori di Bor-
Troyes, e Brunone fratello dell'impera- gogna, che ricusavano di ricevere perdu-
ture Ottone I, che volevano sorprendere ca il suo figlio, condi>cese subilo alle pre-
e saccheggiare Sens. Renaldo 1 si distinse ghiere del prelato. \ enutoil rea Sen<cul-
anche in altre militari imprese, ed i suoi l'esercito periinpadionirsene, trovò uhiu-
vassalli e vicini lo indussero a costruire se le porte e l'assediò. Renaldo II, che col
parecchie cittadelle a sua difesa. Le [)rin- fratello Fromondo la dilendeva, vedendo
cipali furono una grossa torre innalzata vicina l'espugnazione, fuggi nudo: Fio-
nel mezzo di Sens,il castello di Joignyche mondo si ritirò nella torre, ove resisten-
die origine alla città omonima a circa 6 do per alcuni giorni, fu poi preso e man-
leghe da Sens, e Chuteau-Renard, di cui dato nel castello d'Orleans, dove finì suoi i

usurpò il terreno all'abbazia di Ferrieres, giorni. Il re fece grazia alla guarnigione;


cujue avea latto di'gli altri due luoghi mentre llenaldo II accolloda Eiidell con-
appartenenti ad abbazie di cui era abbate te di Champagne, levarono un'armala e
commendatario. jNIoi to nel 996 e sepolto ba tterouo il castellodi .Moni reni su Ila Sen- 1

in s. Colomba, lasciò odiosa memoria per na, che Ranaldo li die in feudo u Eude
le sue violenze, e due figli, Frontondo li, li, e riusà in seguilo molto dannoso al re

e Renaldo ch'ebbe Chùteau Renard, e da e all'arcivescovo di Sens. Quindi ambe-


lui discesero signori di Coiirtenay. Fro-
i due assediata Sens, dopo 3 giorni e dopo
mondo 11 conte di Sens, per collocar suo aver dato alle iiainme due sobUoighi, >i
figlio Brunone stdla sede arcivescovile, si resero padroni della città. Renaldo 11 con
oppose con tutte le forze all' intronizza- sommissioni (juielò il re, e visse poi in buo-
zione dell'arciiliacono Leoterico eletti» ca- n'armonia coli a rei vescovo. Dopo la morto
nonicamente: questi leclamòa l*apa Sil- di Leoleiico. avvenuta iielio32, («eldui-
vestro il, di cui era stato discepolo nella no cugino Reuaklo II con presenti riu-
di
).cii(j|a di Reims, fu confermalo, ma inu- scì a farsi nominare successore dal re Eii-
tilmente, per cui dopo aver scomunicalo lico I, malgrado il c'ero di Sens che hvc.i
il conte, tornato in lv<jma ottenne un ili- canonica mente e letto tesoriere .Ma ma ni. il

[tluina che ingiungeva ai vescovi ilclla pro- GcUbnno fu coiisagiato,ina I.uile II conivi
vincia il'ordinarlu e lo nelioui in s.
lii di hainpagne o Sciampagna, che do[>o
(

Fare, e Froraondo 11 dovè desi.slere dal- la morte di re Roberto 11 erasi impailro-

la sua opposizione, rcrmiiiò di vivere nel nito di Sens, col visconte Daimbcrt e ^li
I o I lasciando oltre brunone, 3 altri tì-
.>.
altri nobili della citlà, gliene chiusero 1 in-

gli, Fromoiulu, Uenaldi> Il elicali succes- gresso. Sdef:nato di ciò ICnrìco I, si recò
se, e altro Renaldo abbate di ^ostra Si- nd assediare Sens,praticaiulo gravi guasti
gnora presso Sens. Renaldo 11 co'fratclli n'dinlorni, senza potersene impadiuniie.
divise l'eredità paterna, e cede lu contea l'àualuicnlcncl mi3 \ avendo Eudc II con-
74 SEN SEN
sentilo di dividere la cillà col re, vi fu de'ss. Gnspuio e Crispiniano di Soissons;
accolto Gekluiuo e intronizzalo sulla se- Ermanno s. Cal-
cancelliere di s.Chiesa;
dia, nella c|uale si mantenne sino al con- dino nVìkìoese; Teodino monacodi Monte
cilio di Reims del 1
049, in cui fu deposto Ciissino; Oliane vescovo Tusculano; Teo-
per simonia da l'apa Leone IX. Viveva s. dino Jlli di Norcia; Pietro Gaelani pi-
ancora Renaldo li, che morì nel o55, fa- i sano, che altri chiamano Z?o«a e veronese;
cendosi chiamare il re degli Ebrei ^ev la fitellio abbate benedettino; Cirolamo
singolare predilezione che a vea per quella canonico di s. Frediano. Novaes seri ve che
nazione, di cui ne avea adottalo gli usi Alessandro HI fece lai .^ promozione nel
e(juasi abbracciata la religione. Non aven- maggio 1 i63 in "^J'ours, ma Cardella la
do lascialo posterità, la contea di Sensdal vuole eseguita in detto anno a Sens : in
re Eurico I fu riunita alla corona di Fian- essa elevò al cardinalatOj TVilellespachy
eia, e creò a reggerla un visconte, il cui Tenlonaria, Ugo Pierleoni, Oderisio dei
titolo durò sino agli ultimi anni del se- conti di/l/a/'j/.Morto ranlipa[)a nel i 164,
colo passato. D'allora in poi la storia di Federico I gli sostituì Pascjnale 1I[ {^F.)
Sens, si compenetra con quella di Fran- antipapa, indispettito perchè Alessandro
cia (^.), di cui seguì gli avvenimenti e i IH rispose in Sens ai due nunzi imperiali,
grandi destini. Memorabile riuscì il sog- che osarono invitarlo ad assoggettarsi al
giorno che \\iiicQ Alessandro Ifl[f^.). giudizio della conventicola di Pavia: >» Ri-
Elevalo questi al pontificato nel i i 5g, in- conosciamo l'imperatole per avvocalo e
sorse l'antipapa f'itlore IV o /•'(/^.)clie Difensore della Cliicsa ( /''.), e pretendia-
l'uDperalore Federico I sostenne collear- mo di onorarlo sopra tutti i principi della
ini, onde il legittimo e magnanimo Ales- terra, purché l'onore del R.e de'Re non
sandro HI riparò in Fiancia, incontrato v'abbia a patire. Perciò ci meravigliamo
e onorato dal re Luigi VII il Gimuiiie, del modo con cui ci tratta, comandandoci
<; dal re d'Inghilterra. Dopo aver il Pa[)a di comparire alla sua presenza, come se
nel maggio I i63 celebrato il concilio di avesse potestà sopra di noi. A s. Pietro,
Tours, si trasferì a Sens, e vi giunse a'3o e per esso alla sua Chiesa diede Gesù Cristo
fielleudjre, ricevuto colle diuìostrazioni questo privilegio, conservalo fino al pre-
della piligrande venerazione. 11 Ferlone, sente, ch'essa giudichi le cause di tutte le

Dc'i'iaggi de Poiileflci p. 1 44 riferisce che chiese, senza mai essere sottoposta al giu-
vi dimoiò dal .° ottobre 1 63, sino alla
I I dizio di chicchessia. Saremmo colpevolis-
l'ascpm dell i65, e che vi spedì tutti gli simi dinanzi a Dio, se per nostra ignoranza
all'ari della Chiesa, come se fosse stato in o debolezza lasciassimo ridurre la Chiesa
Roma. Della dimora di Alessandro Illa in Ischia vitìi. Siamo apparecchiati a piut-
Sens, trovo in Novaes, Storia de' Panie- tosto esporci a'pericoli estremi, ad esem-
fiei t.3, le seguenti notizie. ìMeiilreil Papa pio de'nuslri Padri. " Intanto Alessandro
risiedeva a Sens, neh 164 ritornò a Pa- HI, vedendo Federico I tutto iutenloa re-
quindi passò a Reims (/^), ove
rigi (^.), care nel suo scismatico partito gli altri so-

tenne un concilio per soccorrere la Cro- vrani cattolici, lo avea scomunicato, tro-
ciala i}Wà\tìi[.\i\:i\,\iìd\ si restituì aSens. Ivi vando in vece appoggio e difesa in quei
ad istanza del re diSvezia canonizzò s. Ele- monarchi che volea sedurre. Continuando
na f//\9Aq/(/avedovae martire,inentre tor- Alessandro Illa governare in Sens tran-
nava dalla visita dels.SepolcrodiGerusa- quillamente la chiesa universale, mentre il
lemuje. Vi approvò l'ordine militare di cardinal Giovanni de'ss. Giovanni e Paolo
Calalrai'a (V.). Vi fece nel i65 la 2.° i suo vicario in Roma, riuscì con dolce in-
promozione de'seguenti cardinali; Pier- sinuazione di ridurre i romani alla sua

leoni romauoj Benercdo francese e abbate di vozione,quesli spedirono iuSeusuu'uiu


SE N SEN 75
bascei'in per supplicnrloa rilornarea Ro vescovile, e dice che Carlo il CWA'ola fece
n»a sua vera sede, eal popolospecialtnente stabilire metropolitana, e l'arcivescovo
commessoi^li da Dio. Acconsentì Alessan- primate delle Gallie e di Germania, nel

dro III all'istanza de'romnnì, e però ce- concilio di Ponlyon deir876; ma poi do-
lebrala in Sens la Pasqua, dopo aver dato vette riconoscere la supremazia di Lione,
agli abitanti prove di grato animo, per e le loro provincic furono in seguilo dis-

Parigi, Bourges e Montpellier s'avviò per membrale per formare «juella di Parigi.
l'Italia. febbraioi8i4 gli austi iaci
Agli I I Prima di questo tempo, secondo il .Mirco,
s'impadronirono di Sens, D)a poco dopo Nolilia Episcopaluiii p. i g4>''3rci vescovo
la sgombrarono. Nel giugno 1817 Luigi di Sens ebbe per sulfraganei i vescovi ili

X\ Ili sciolse la sua guardia nazionale. Cliarlres,Aiixtrrf, Troyes, Orlcans^Pa-


La fede cristiana vi fu predicata da s. rii^i, HJeaitx, Na'erx. Dopo l'erezione di
Saviniano (^'.) discepolo di Gesù Cristo, Parigi in arcivescovato, furono attribui-
spedito da Roma dall'apostolo s. Pietro, te per sulhaganee alla tuetropolilaua di
altri dicono da s. Paolo,con s. Potenziano Sens, Troyes, Auxerie, JStvers, Betlciii-
e s. Aitino: alloggiati in Sens da Vitto- inecon residenza in C/jwier/ (/'.), Pel con-
rino, uno de'principali della città, lo con- cordato del 80 Pio VII soppresse
I I la sede
verlironoal cristianesimo, insieme con al- di Sens, quindi la ristabib nel 18 17, di-
tri pagani, onde al culto de' falsi dei so- chiarando sulfraganee le sedi di Moulin<!,
stituirono quello del vero Dio, e per ce- Ntvtrs, Jroyesj dipoi col breve aposto-
lebrare la messa costruirono 3 chiese in lico Antissiodoreiìsi Ecclesiae, de' G giu-
onore della B. Vergine, di s. Gio. Batti- gno 823, Bull.
I Rof/i. coni. 1. 1 5, p. 608,
sta, e di s. Stefano protomartire. Altri at- dichiarò di conservare il titolo della chiesa

tribuirono a s. Saviniano la fondazione vescovile d'Auxerre, e della sua congiun-


dellachiesadis.Pietroil J'ivoj dopo n)ul- zione con quella di Sens. Notai all'arti-
le conversioni operatedal santoe da'suoi colo Primate, diesi vuole avere l'arcive-
compagni in altri luoghi di Francia, tor- scovo diSens ottenuto tale titolo daGio-
nalo s. Saviniano in Sens, nell'anno 74 vanni Vili dell' 872 , e che s. Gregorio
sotto il duce Severo gli fu lionoatoilcapu, \ Il del 1073 accordò il diritto di primazia
e con esso patirono il martirio alcuni suoi all'arcivescovo di Liontf (f^-), sulle 4 Pro-
discepoli, i corpi de' quali ritrovati nel- vincie Lionesi inclusi vanienle a Sens. Gli
r84o ovvero neir847 furono portati nel- arcivescovi di Sens, oltre il titolo ó\ pri-

la chiesa di s. Pietro il f^h'o : nel io3i male delle Gallie e della Gerfiiaiiia,pov-
(juello di s. Saviniano fu collocato in pre- tarono pure quello di visconte di Scnxj
ziosa urna, dono di Costanza moglie del pare dunque che primazinle non
al titolo

re Roberto li, insieme a quello di s. Lo- vi fosse unita atitorilà, almeno dopo il di-
daldo, uno de'convertiti. Inoltre s. Savi- sposto di s. Gregorio \ II. Per 2. "vescovo
niano fu il I ."vescovo di Sens, ed è cele- di Sens Chenu registra s. Potenziano nel-
brato qua le apostolo di queste regioni, altri r anno ""), che patì il martirio; altri lo
rilarilando l'erezione della sede vescovile chiamano Potenzio: ritardano il suo ve-
al III secolo, come inviato in Francia nel scovato, e non lo fannoimmediato suc-
24^1 da Papa s. Fabiano; aia Chenu, Ili- cessore di s. Saviniano; anche il suo cor|)o
storia Arcìiiepisioportim Galliaf,Xìt\ ri- fu trovato neir84o, e traslato nella ba-
portare a p. 184 la serie degli aicivescovi silica di s. Pietro, ove furono inlese l'O-
diSens,col quale procederò, rirerisce<|uan- res angelicae ut chori p^allcnles. Indi nel
to ho asserito. Anche Comnianville, /lisi. 78 Leonzio, nel io3 Severo o Severino ,
(If lous tfxvtrcliei'eschrz, pretende di ri- neliaq Audalo; Eraclio morì nel 301,
tardare al 111 necolu reiezione della bedc Lunario o Luciano morì nel :x3«»; Siui-
rjQ S EN SEN
plicio lermiiiò di vivere nel 279; Policar- nulo perciò conte di Tonnerre, ne imitò
po roslitisse un inonnsteio colla regola di l'esempio, e per morte dello zio fu eletto
s. Eusilio, in onore de'ss. Gervasio e Pro- arcivescovo diSensnely 20,0 secondoChe-
lasio. Nel 3 o 1 s. Ursicino, la cui festa si nu nel 735, e morì nel 75o solitario ad
celebra a'24 loglio; nel 3/>G Teodoro, Ars. Gli fu sostituito s. Onoberto o Au-
nel 4^ I Siciinio, atidieduesepolti in detto nobertochenel 744 '''cevè il pallio da Pa-
monastero; nel /^55 s. Ambrogio, poscia pa S.Zaccaria, laondesembra che la s. Sede
s.Agrezio o Agerico, che nel 4?^ fu in- già riconoscesse pastori di Sens per ar-
i

vitato da Sidonio Apollinare all'ordina- ci vescovi. Gli successe s. Onulfo, morto nel

zione di s. Simplicio di' Bonrges; s. Era- 761; indi Otberto o Ochiberto cardinale
clio assistè al baltesimodi s. Clodoveo,mo- del 762, maconcjnestonomenon lo trovo
l'i nel^o^jelu sepolto nel suburijano mo- in Cardella;poi Lupo, nel 763 Vilario,Go-
nastero di s.Gio. Evangelista da lui eretto descalco morto nel 773; s. Gualberto mo-
jier le monache, onorandosene la memo- rì nel 778, dopoavereassislito all'assem-

jia a'c) loglio. ISol uiedesiino giorno lo è blea convocata da Carlo Magno per re-
pure il Iralello s. Paolo elicgli successe, primere le violenze di Desiderio rede'lon-
e nel Sac) fu tumulato presso di lui. 11 ve- gobardi. Gli fu surrogato Sereno, nel
784
scovo Leone intervenne per procura-
s. Pietro, nel786 Vinnebaudo, nel 792 Ve-
tore ai concilii d'Orleans del 536 e 54o; nerando, poi Renoberto nel 795, s. Ma-
altri dicono nel 533 e nel 538, e nel 2.° gno deli'8o4, Geremia monaco deir8 9, 1

vi fu di persona, onorato a' 4 a|)rile. Co- 1 s.Audrino [F^.) abbate di Ferrieres eletto
stantino nel 55f)si trovò al concilio di Pa- dopo 1*828 dal popolo e clero di Sens, e
rigi; s. Artemio fu ai concilii di Macon morto neir84o. L'arci vescovo Genilo tra-
del 58 1 e del 585, celebrandosi la sua sferì nella chiesa di s. Pietro i corpi de'ss.
lesta a'aS aprile. Dipoi s. Lupo d'illustri Saviniano, Potenziano e Aitino martiri,
natali nominato nel G09, fu calunniosa- e morì nell'86j. Egilo abbate di s. Sal-
nieiile accusato al re nel Gi3 da Farullo vatore di Treveri, indi neir87 i Ansegilo
governatore di ljorgognci,a ciò eccitato da abbate Laubienseneir872 fu reintegrato
Qìodegesillo abbate di Remigio fu esi-
s. : da Papa Giovanni Vili del primato del-
liato a Vimen, e confidalo a Landege- le Gallie e di Germania, e morì neir878

siilo signore di quel paese; ucciso Mode- lasciando molte opere a utilità della Chie-
gesillo, furichiamato alla sede, che go- sa, il monaco s. Eruardo morì neir887,

vernò per molti anni. Il vescovo s. Sevecio Gallerò nel 923 altro Gallerò nel 927,
,

inoii nel6>,3,e gli successe s. Amato, ma Odaldo 932, Guglielmo monaco di


nel
pare piuttosto vescovo di Sion, ftlederico s. Pietro Vivo nel 938, Gerlando o Ge-

cdilìcò la chiesasuburbaua di s.Sinfoiia- lano monaco di s. Germano d' Auxerre


63 i; indi lldegario,
iiOjOve fu sepolto nel nel 946, Videinano monaco di s. Dionisi
poi Auriperlo morto nel 647. Ermenta- nel 959, Archambando nel 966: di lui e
lio mori nel 65o,dopo essere stalo al cou- di altri parlai di sopra, così del succes-
clliodiChalons.Quindi Arnolfo,Lamber- sore Segnino o Sevino, che successe ad
lo benedettino di gran virtù, s.Emno;nel Anastasio, e morì nel 998. Dell'intrusione
C82 s. 1 l'^tilfraiio (/^.), che si recò a pre- diDernaidoe del perseguilatoarci vescovo
dicare nella Frisia, ed operò stre[)itosi mi- Leoteiicodel 00 I I, egualmente ragionai
racoli, poscia si rilirò a vivere nel mo- in principio, Morto neh o3i,contro l'eletto
nastero di Fontanelle; s. Guerrico o Ge- RIainardo già vescovo di Troyes,ricordai
rico gli successe per 3 anni, e ritiratosi pure che s'intruse Gilduino deposto nel
nel monastero benedettino di s. Pietro il I o49'.jMainardointervennein Reimsalla

/ U'o, il suo nipote s. Ebbonc[f'.)i\Uc' consagraziouc del re Filippo 1, e morì nel


S EN SEN 77
I oni.Richerio cessò tli vivere ìiel ror)G. Clemente FT i^J'.). Filippo di Melodiin
Dfiiioherto delicqc), Gilljerlo ilei i i io, già vescovo di Clialon». morto neh 34 j.
e mori nel i i44- ^S° cliiainalo in Reiiiis Guglielmo di .Meidnn dai fondamenti su-
tlall'arcivescovo Salisene, \\ consagrò la perbamente riedificò il palazzoarcivesco-
regina moglie di Luigi VII, e moiì nel vile; nel i3G2 fu morlilicato da Urbano

I I Gq. Guglielmo /dlbiniaiio figlio di Teo- V,per quanlodissi nel voi. LV,p. 2f)0,con
balilo conte di Sciampngiia e di Ij|oÌ8,gi;i i<-pogliarlo dell'arcivescovato, che poi gli

vescovo di Sainles o di Chaities, fallo nel restituì, morendo nel i 37 j. Audemarodi


I 1 64 da Alessandro III, che poi lo Irasfe- Lirooges, già vescovo d'Arras, morì nel
lì a Sens,creò cardinale e arcivescovo di I 384- Gonlero de Bagnaux segretario di
Reims: le noliziede^li arcivescovi di Sens Carlo V, e vescovo di Le Maii'J, nel 386. 1

elevali al cardinalato le riporto alle bio- Cjiiido de Roye, arcidiacono della catte-
grafie. Giiidodopoi 7 anni mori nel ir)3, 1 drale, morì neh 3t)0. Guglielmo de Dor-
ed unse la regina moglie di Filippo il Au- inaiis, ad istanza di Cario VI fu trasfe-

gusto; parcelle a lui Celestino HI scrivesse rito da Meanx,e morì neh 4o5. Giovanni
la lettera die Marlene altrd)m a Celestino de ^lonteaculo da Chai tre» passò a questa
IV, il (juale morì dopoi^ giorni, senza sede,e fu ucciso nel \'\i'j inunfatlod'armi
essere consagrato, e senza aver pubblicalo contro sriiislesi. Enrico di Samovsi ca-
alcuna bolla. Michele decano di Parigi e nonico di Sens, morì nel i422;Guglielmo
fratello del vescovo Riginaldo Corbelio ,
de Nanten abbate di s. Germano d'Aii-
morì neh ir)C).Pietrode Corbelio vescovo xerre nel i432; Lodovico de Melun nel
di Cambra), eccellente tiollore in teolo- I
47 i; Trislntio de Sal.izargià vescovo ili
gia, postulato dal decano e dal capitolo, In- INleaux. Stefano de Poncher di Tours Ira-
nocenzo III lo confermò, emorì neh 22 I. slato da Parigi, prescrisse otlime ordina-
Gallerio Cornulns nt\ i234coronò INJar- zioni sinodali per la riforma del clero, e
glierita moglie di s. Luigi IX, ed ediljcò morì lodalo nel 1 '124, dopo 4-^- ^""i di ar-

il palazzo arcivescovile, li lialello Egidio civescovato. Ilcardinal .Antonio Pi alo |)ei'

gli successe nel i24'> ^ vnovi nel \'y.^\. nomina di Francesco I, giusta il concorda-
Enrico nipote del precedente e arcidia- to di Leone X,neli 525, richiamandocene
cono morì nel 1^58 di veleno propinato indarno l'arcidiacono di Salazar, ch'era
dal cuoco. Guglielmo di Rrucin nel jXì'J 1 slato eletto a pieni voti ilal capitolo; nel
cede la sede a Pietro de Cliarny già ca- 1026 fece celebrare in Sens un concilio
nonico e poi decano della nielropolilana, provinciale. Neh 535 il cardinale Lodo-
crealo da Urbano IV di cui era camera- vico Borbone. Neh 557 il cardinal Gio-
;•/«.*. Pietro de Anisiaco già tesoriere del- vanni Dcrlrandi. Nel 56o ilcardinal Lo- 1

la cattedrale, moi lo nel 1 27 5. Egiilio ni- dovico di Guisa, che nel 162 rassegnò i

pote del suddetto Egidio morì nel 1 iqi. al nipote cardinale Nicola de PcUevl-, che
^»lefano Becard nel 809, Filippo de Ma- 1 morì nel i5q4)<JnJ<i hi trasferitoduBour-
ligny già vescovo di Cambray,nel 32 j. 1 ges il celebre Reginaldo de Beaunc gran-
Guglielmo de Meldun morto nel j-iq; 1 d'elemosiniere di Francia. Nel ilioG gli
Guglielmo de Brucia, traslalo dall'alci- siiccesseil cardinal Giacomo Pcrron, e \yci'
vescovatodi Bonr^es,scl•i^se contro Pietro sua ras>egna il fratello Gio\anni, col Olia-
Ciignerioper la giurisdizione della chiesa, le Cheiiu termina la serie ilrgli ai ci vesco-
e morì nel 338. Giovanni X.\II
1 nel 1 32() vi, che compirò colla Gallia Christiana,
secondo Novacs.o Benedetto XII nel 1 338 nuova edizione 1.
1 , p. 6146 scg. e colle
gli sostituì Pietro /iOji,'rr a istanza di l'i- Neh()2i Ottavio Bel-
JVolizie di Ixo/iia.
lippo \ I re di Francia, al ilire di Chenu, legaidc, morì compianto nel i(")4'». Cili
truslalopui a Ruuen^ indi cardinale cPapa succcsscLuiiiiEnricodiPardaillaiidiGoii-
78 S EN SEN
filili, fle'ninrdicsi di IMonfespnn.S'.in cnn- del r ."ottolìre preconizzò arcivescovo An-
«liuloie e nipote, col lilolo di lù-acle;i ìii na Lodovico de la Fare, che poi creò car-
pnrlìhns governò con molta cura e zelo
; ditiale. Per sua morte Pio Vili nel 83o 1

(esemplare, sostenne vigorosamente gl'in- gli sostituì Gio. Giuseppe de Cosnnc, di

f eressi della chiesa e della sede; Fu uno Costiac diocesi di Limoges_, traslato da
de'|)rinii a censurare l'apologia de'casisti, Meaux. Vacata la sede persua morte, Gre-
sottoscrisse la bella Iclleia del clero fran- gorio XVI nel concistoro de'25 gennaio
cese a Innocenzo X, in cui prelati rico-
i 1 844 dichiarò arcivescovo l'odierno mg.''
noscevano che le 5 famose Proposizioni Mellone Jolly di Sezanne diocesi di Cha-
sono nel libro di Giansenio,econdannafe lons, traslato da Seez. Scrisse la vita degli
nel senso di Giansenio. Firmò pure la let- arcivescovi di Sens Giacomo Ta velli giu-
tera che il clero francese nel i GSG scrisse reconsulto di Sens, e la pubblicò a Parigi
a Alessandro VII, sottoscrissealtresnlfor- nel 1608. L'arcidiocesi comprende il di-
molario, e si unì a'4. vescovi che doman- partimento di Voline, e si estende per 3o
darono a Clemente IX di sepai-nre la que- leghe in lunghezza, e 20 di larghezza ,

stione di Hillo da quella di diritto, con- contenendo diverse Ogni nuovo ar-
città.
fuse nel formolario. Nel 1675 gli succese civescovo è tassato ne'libri della camera
Guglielmo de Montpezat de Carbon, di- apostolica in fiorini 55o.
stinto per zelo nel buon governodella dio- Concila di Sens.
cesi; nel i685 Arduino Forlin de la Ilo- III. "fu adunato nel 601 per la rifor-

guelte, pacifico e caritatevole; nel 17 16 ma de'costumi, l'estirpazione della simo-


Dionisi Francesco le Bouthilier de Cha- nia, e per impedire le ordinazioni de'neo-
\igny; indi nel j3 Gio. Giuseppe Lan-
1 i fili. Il2.°nel 657, e uè tratta il p. Le Colu-
guetdeGergydiLangreSjtraslatodaSois- te, Annal. francor. a detto anno. Il 3.°
sons, autore di molle opere interessanti. nel 670 coll'intervenlo di 3o vescovi, e
Nel 1753 Paolo d'Albert de Lìtynes tra- firmarono l'esenzione dell'abbazia di s.

slato da Dayeux, e cardinale elemosinie- Pielio: la sua data è contestata. Il 4- nel-


re maggiore ilei la Delfina. Nel 788 il fa- i r834)e vi assisterono 26 vescovi, fra'quali
moso Stefano Carlo de Z,o///e///c'deBrien- 3 metropolitani, oltre s. Auilrino arci-
ne, traslato da Tolosa, e poi cardinale: vescovo di Sens che lo presiedette, e 6 ab-
ottenne per coadiutore il proprio nipote bati: s.Audrino vi fece confermare il pri-
Pielio Francesco Marcello de Lomeuic, vilegio che avea accordato al monastero
a'i4 dicembrei788, col titolo di arcive- di s. Remigio, situato giù presso le mura
scovo di Traianopoli in pnrlibus. Ripu- della città, e trasportalo in seguito alla
gnante Pio VI, per le istanze del re an- distanza di qualche lega. Il 5.° neir84^>,
noverò vStefanoal sagro collegio; in fatti ove Aldrado il Piccolo fu consagrato co-
n'era indegno, poiché scoppiata la rivo- repiscopo. Il 6." verso 1*852, relativa-
luzione, prese il titolo di vescovo costitu- mente all'esenzione dell'abbazia di s. Re-
zionale tlel dipartimento di Yonne. Pro- migio di Sens. Il 7.°neir852, in cui io
curòdi giustificarecol Papa la sua rea con- vescovi, fra'quali 2 metropolitani, e 2 ab-
dotta, e siccome prevede va che lo avrebbe bati vi assisterono con l'arcivescovo di
deposto dalla Porpora (F.), rinunziò nel Sens che lo presiedette. Fu confermato il
1791 al cardinalato, e mori prigione in privilegio accordalo dall'arcivescovo s.

Sensnel 794 il nipotecoadiutorefu con-


i = A udì ino al monastero di s. Remigio, il

dannato a morte dall'anarchia chegover- quale fu in seguito riunito alla parrocchia


nava la Francia. La sede restò vacante nel di s. Luigi di Versailles. L'8."neir8T3
1794, poi fu soppressa neh Boi e ripri- per l'ordinazione diBurcardo vescovo di
stinala da Pio VIJ, il quale nel concistoro Chartres. Il 9.'neir862, in cui fu depo-
S E iX S EN "()

sfo Erimnnno vescovo di Nfvrrs. Ilio." £:"y, dopo fssern vissuto nncoi-nio nmii
nel()Ho, raicivescovoSegiiino rcsliliù al- in liliioc in pcnit('n7a, al lileiiiefli Vie-

cuni beili all'aljha/ia di s. Pietro: (|iicslo Irò di Cliigny, Jìpist. ?. i. Il i 7.° concilio

concilio è tenuto per sospetto, pcici)è le fu celebrato nel i i r)8 contro gli ereticiPo-
soltoscrisioni d'alcuni vescovi non cor- plica ni [T'.), s[)c'cie di maniclieì e di al-
rispondono a finclli che alluia vivevano, bigesi allora insorti. Si fece una percpii-
L'i i." nel 0)0)6, nel rpiale fiiiono cedu- sizione di rpielli ch'erano infelli di qne-
tea'canonici di I^arigi alcune parroccliie sta eresia : decano di Mevers, e Rinaldo
il

cireranosotto la giurisdizione della chie- abbate di s.Martino ne furono accusati;


sa di Sens; anche cpiesto concilio è incer- questi fu deposto perchè si provò avere
tocome precedente, o almeno fu un si-
il inolile sostenuto duecrrori, l'uno quello
nodo diocesano. Il "2.° nel 408 per con- I I (ìe Stercorari (^/ .), e l'altro che tulli sn- .

lermare la fondazione dell'abbazia diPio- rebbono alline salvati, secondo la doltri-


vins. Il I 3." nel 107 I per confermale la nad'Or/gp/je(/^'.)j ma egli appellò al Fa-
donazione fatta della chiesa di S.Andrea pa,come pure il decano di INevers. IliS."
a'monaci di Pietro di Cclles, da Ugo
.s. neh 220) o o.Sg fu un conciliodella pio-
i :

TescovodiTroyes:seiubrachcdebbachia- vincia di Sens, ma si tenne a Parigi, e no


marsiuii'assend)!ecicivile.!l i4."nelio8o, tratta Marlene nel t. 7. Il 19.° nel 2 jt i

ne mancano gli alti. Il i5.° nelt io5 pre- per obbligar Tebaldo conte di Sciampa-
siedulo dall' arcivescovo di Sens Dano- gna, a rebliluiic i beni di chiesa. Il 20."
Ideilo. Ili6.''nel ii4o conti o Pietro /^- nel i ^.SGjrelalivamcnteairomicidiodiiu
hclnrdo {T^-), alla presenza del re Luigi ecclesiastico. 11 2 1 ."nel 1 ?.(!(), furono pub-
VII. Il dotloie s. Bernardo vi accusò A- blicaliGcanoniconlrogli ecclesiastici con-
belardo, ch'era presente. Egli produsse i cubinari, contro gli usurai, gli abusi dei
suoi libi i, riportò le proposizioni erronee, pi ivilegi,ec. Il 22.° nel i 280, per manda-
che ne avrà eslralle, e strinse Abelardo realcuni deputali a Roma, relativauuii-
o di negare ch'egli l'avesse scritte, ovve- teagliallìni dellachiesa di Francia. Veli-
lo, se riconoscevale per sue, di provarle o ne allrcM incaricalo il vescovo di Char-
di ritrattarle. Abelardo in vecedi rilrat- trcs d'esaminare nuovamente l'affare di
tarsi o scolparsi, appellò a Roma. Frat- Ciiovanni d'Amboise, già condannato per
tanto i vescovi del concilio condatmaro- le violenze che avea ocicitate contro il

noi suoi sentimenti, vi si risparmiò la per- monastero della IMadonna di Ponlevoy,


.sona in ossequio del Papa Innocenzo II, abbazia benedettina della diocesi tliChar-
a cui avea egli appellato, e scrissero al tres e poi di quella di Blois. Il 23.° nel
Pontefice per domandargli la conferma 1 3 1 T riguardante alle ilecime che il re
di questo gintlizio. Il Papa a' i G luglio lo Luigi X di Francia, e il re l'ilippo dilVa-
condaniio rome eretico colia \)o\\aTcslan- va ria esigevano dal clero. li 2 4" nel 1 32»>
/<-.//^05/o/o,pressoilZ)«//./it)f/j.t.2,p.2')o; a'22 maggio, presiednlo da GuglieliiKj
e die loia risposta, ch'egli condannava le de Meliin arcivescovo di Sens, e furono
proposizioni d'Abelardo, elie gl'inipone- fatti 4 statuii su alcune indulgenze d'ac-
\a perpetuo silenzio, e che egli giudica- cordarsi dai vescovi, sull'abitoile'religio-
vathe parligiani di questi erioi meri-
i i si e ile'sacerdoti, ec. Il 2ÌÌ.° neli.|87 da
lasserò il' essere scomunicali. Abelardo Tristano ili Salazar arcivescovo di Sens
diede la sua apologia, nella quale fece In chevi presiedette. Vi confermò Icco.stilii-
sua professione di lède caltolica in tulli zioni fitte 2'» anni prima dal preileccsso-
gli articoli condannali; egli dcsislelle il;d reLodovieoe da aldi coiicilii, comedi La-
Suo appello, 1 iliallì» rii» che avea scritto Icrano, di Rasilea, e dalla Praiiimaliia
Ulularne ulc, e terminò la suu vita a Clu- sanzione, sopra 4 principali articoli, cioè:
8o S E i\ SEP
sulla celebrazionedeVIivini nfTizi, sulla ri- ma, chea'25 aprilei775 fu fatto udito-
forma e costumi i del clero, sulla riforma re di rota pel regno d'Aragona. Già a In-
tle' religiosi, sui doveri de' laici verso la die OCCIDENTALI riportai che ne fu eletto
chiesa nella celebrazioue delle feste, pa- patriarca da Pio VI a'2 5 giugno 1784, e
gamento delle decime, e immunità eccle- cardinale nel 1789 a'3o marzo, dell'ordi-
siastiche. Singolareè(|uesto canone: I ca- ne de' preti e colla litenzione del titolo
nonici saranno riguardali come assenti, patriarcale, a cui era unita la dignità di
quando non sono presenti al notturno cappellano maggioredel re. Nel n.°i488
prima che termini il salmo Fenile; calle del Diariodi Roma del 789 i si legge, che
altre ore prima che sia finito il °
salmo; r il Papa gl'invio la berretta cardinalizia
calla messa pria che finisca il /T-j'/ve. Man- per l'ablegato nig.r Francesco de'princi-
si, Suppl. 1. 1, 2, 3; Lahbé t. 6, 8, g, i o, pi Santacroce, deputato a fare il simile
1 1, i3; Arduino t. 3,6, <j', Spicileg. t. 2; Lorenzana, il quale prelato
col cardinal
Erg. t. 25, 26, 28; Martene t. 7. fu accompagnato nella Spagna dal prin-
SENTI NO. F. Sassofereato. cipe padre; preceduti dal corriere ponti-
SE NTM A N A T Y C A RTE LL A A nto • fìcio Gio. AntonioTironi, latore della no-
NINO, Cardinale. Nobilissimo spagnuolo tizia dell'esaltazione al cardinalato. Inol-
d'illustre famiglia diCatalogna, chiara pei tre trovo nel n.° 1 5 2 del Diario di Ro-
1

grandi uomini che vi fiorirono, e da Fi- ma, che l'ablegato giunto in Madrid ai
lippo V onoiata del grandato di Spagna; 24 maggio, fu incontrato ad Aranguez
nacque a Barcellona a'2 i aprile 1734, e dal contedi Florida Bianca, dal duca di
si distinse per l'innocenza della vita, per Crillon,edai due cardinali, quindi ven-
la coltura delle scienze, e per la perizia ne presentato al re Carlo IV. La funzio-
nella giurisprudenza. In giovanile età nel- ne l'esegui il re a' 26 nella cappella di
la pontificia e regia università di Gerbe- corte, imponendo con tutte le formalità
ra sostenne e difese pubblicamente di- calla piesenza della corte le berrette car-
spute di filosofìa, e sopra il diritto delle dinalizie ai due porporati, dopo che que-
genti, e intitolata: Eleinenla jiiris bellici, sti aveano prestato il giuramento a mg.r
et militaris, che fu stampata, e dove gli Vincenti nunzio pontificio. Il cardinal
furono resi molti elogi per la profondità Sentmanat,esempio di bellevirtù, ammi-
delle cognizioni e per l'erudizione con cui rato e compianto scese nella tomba in
,

fiancamente sciolse gli argomenti contra- Arangtiezd'anni 72 meno 7 giorni, a'i4


ri. Di 7 anni con dispensa apostolica fu
I aprile 806, ed ivi fu esposto ne'funerali
!

fatto canonico di Barcellona. Trovo nelle e restò sepolto, privo del titolo e cappel-
Notizie diRoma del 1784, che nel 1743 lo cardinalizio, per non essersi portato in
venne nominato vescovo d'Avila, con ma- Roma, e ne[)pure al conclave di Venezia.
nifesto errore numerico, poiché fu preco- SEPAR.ATI. Nome che per vanitasi
nizzato da Pio Vi neh 783. Mi sorpren- davano gli eretici /épostolici {^F.'), per si-

de poi, come Filippo Armellini, che gl'in- gnificare ch'erano puri, e non comuni-
titolò la sua Origine dell'uffizio divino, cavano col rimanente de'cristiani, che ri-
mentre riporta «iella dedicatoria erudite guardavano come immondi. Gli eretici
notizie della famiglia Sentraanat, e delia Spirituali (/^.) assunsero lo stesso nome.
persona fa grandi elogi, allatto ommette Separatista in Inoliillerra (/'.) si chia-
il vescovato, dicendo che Carlo Ili redi ma quella setta ch'ebbe a capo Roberto
Spagnaio nominò a Clemente Xi V udi- Brown, i cui eretici si denominano insie-
tore di l'ota, e che Pio VI gli die il pos- me separatisti e Brownisti (F.).
sesso della carica, e lo decorò di altre di- SEì^l^O o supino, Saepinum. CdCi
gnità, la fatti leggo nelle Notizie dillo- vescovile del regno di Napoli provincia
,
SEP SEP «r
del Snnnio (^'), dislrello e cnpoluogn di cornei beneventani, ne'primi tempi della
cantone, fra Roianoe Telesc, Itin^^i da Uè- Chie-a.di venne sede vescovi le su Ifraganea
neventoi <Sini"lia,alle falde de"li adiacenti di Denevfnlo, e ne fu vescovo Proculeia-
monti del Malese. Vi è una bella collegiata no che nel 5o intervenne al 3.°concilKJ
I

e 3 altre chiese, uno de'più belli conventi di Papa s. Simmaco, e similmente ai 3


della provincia, il monte di pietà, l'ospe- successivi. Nella donazionechenel iqle- I i

dale e altri slabiliinenli. Ila labbricliK di ce Roberto conte di Boiano al monastero


panni e di carta, e ne'dinlorni vi è una di s. Sofìa di Ueneveiito, del monastero

sorgente d'acqua minerale. E' patria del della B. Vergine di Sepino, questo è det-
celebre Angelo Catone medico e astrono- to l'eteri cii'ilale: in tale dono vieneespres-
mo del re Ferdmaiulo, e di allii dliislri. so,come fatto perchè in s. Sofia riposa-
lN'e'dÌMlorni si vedono le rovine dell'anti- no 44 corpi di ss. martiri.
ca Sacpinus , una delle principali e più SEPOLCRALI. Eretici così chiamati
potenti antiche città de'sanniti. Vi si os- perchè dicevano che Gesìi Cristo (T.) e-
servano gli avanzi di 4 porle, l'una cor- la disceso all'/z^rno (^.) col solo corpo
rispondente all'altra, perchè la furnia del- dopo la sua gloriosa risurrezione, inten-
la cillà era quadrilalera, con ?. torri late- dendo per iiifc;riioil Sepolcro santo {f.)
lali. Vi sono pine gli avanzi d'un gran- in cui era stato messo, e nel quale non fu
dioso edilizio, del tempio di Giove e del mai chiusa la sua anima. Questo errore,
teatro. Questo luogo oi;gi chiamasi y^/^/- che venne sostenuto da molti Cahini^ti
lia, un miglio distante dall'odierno Sepi- (/'.)(lopoBeza,èconlrarioal vS'/w^o/o(/'.).
no. \'uole Ciarlante , Memorie hi^l. del SEPOLCRO. /'. Sepoltura, ed 1 se-
iS(/m'i/o lib. I ,cap. i 7,cheSepino fossepiaz- guenti articoli; però a Sepoltura traltr)

7.a di riunione degli antichi sanniti, e ri- in genere de'sepolcri e del modo di sep-
ferisce , che i sanniti avanti che fossero pellire di molte nazioni, e principalmente
soggiogati dai romani in forena di repub- degiiantichi iomani,de'cristiaui e martiri.
))!ica, edificarono l'antico Sepino, per qui- SEPOLCRO (s.) DI Gerusalemme. Il

vi riunirsi in congresso, presso l' A penni- pili venerabile santuario del cristianesi-
no e la sorgente del fiume Tamaro, con mo, esistente nella Siria [f.) o Sona, e
jiietre grosse e di mirabile artificio. Se- scavato in una rupe del monte Cahario
pino vecchio o sia Altilia divenne feudo [f.) di Gerusalemme [f^ .), ed in cui fu
rustico dell'abbazia di Beneven- s. Sofia di sepolto Gesìi Cristo (^ •), nel modo come
to, con chiesa della ss. Annunziata. vSepino dicoaSEeoLTURA, involto nella ss. .S'//J(/o//<'
fu espugnala da' romani sotto il console { A^.), e da dove risuscitò gloriosoe trion-

L. Papirio nell'annodi Roma ^'Tq 0460, fante; avvenimento fuislissimo, che cele-
intli la distrussero, e vi dedussero una co- briamo nella liela solennissima festa del-
lonia che la rifabbricò. Frontino rifeii- la gran Pasqua f'.). Da cpieslo fortuna-
{

sce, che 1'


imperatore Nerone Claudio vi to sepolcro il Redentore u>cì lisplemlen-
spedi una colonia. In seguito la devasta- te di luce, dopo essere discesa la sua di-
rono e arsero i saraceni verso l'HSo; po- vina anima nel Limbo [f^.) ad annunzia-
scia suise il nuovo e sussistente Sepino, re ai santi il fine di loro schiavitù (luogo
chedivenne principato perla famigliaLeo- che nella Scrittura è chiamalo anche /n-
nessa. L'Cghelli ncir//<//7Z fami, 1. «),p. 1 suoi apo-
/jr/io), e passali .\o giorni tra i

l()2, ed il Sarni'lli, Memorie degli arcn'S- stoli Paradiso (/ .).


e discepoli, ascese al
scox'i di Dene^'enlo, [>. 1 ic) e 7.4'2, tialtano Pajia s. Innocenzo del 4"^ approvò il
I

della sede vescovile di Sepino, riunita do- digi uno dcUV,;/>rt/o(T.j, già da molto tem-
po la sua desolazione a qiulla di fìojnno po ricevuto in Roma, in memoria della
(F.). Lo ft'de cristiana Sepino la ricevè bcpollura di Gesù Cristo, e della luslcz-
VOL. LXIV.
82 S EP SEP
za della Vergine e degli apostoli. A
I). polcro e luoghi santi, riuscendo sempre
Guappi ANO pel s. Sepolcro dicliìarniche prepotentemente infesti ai cattolici Iali-
è un veWgioso Minore osservatile o Rifor- ni. Narrai de'principi e altri grandi per-
mato (/^.), residente in Gerusalemme nel sonaggi recatisi in pellegrinaggio al s. Se-
convento del Salvatore, quale commissa- polcro e altri santuari di Palestina; e qui
rio e custode apostolico del s. Sepolcro e ricordo quanto fece Papa Sergio IV del
degli altri santi luoghi di Terra santa o 1009, per impedire la distruzione del s.

Palestina (/^.), con estesa giurisdizione e Sepolcro, tentala dagli ebrei, nel modo
l'uso de'pon tifica li. Digtii la rio fregia lo dai riportato da Rinaldi all'anno looq, n.°4.
Papi di singolari e antiche prerogative, Delle tante C/oc/V2/e(/^.) fatte dai cristia-
fra le quali godeva quelle di compartire ni per liberarli dal giogo maomettano,
gli ordini minori, la cresima, e le bene- concepite dalla gran mente di
s. Grego-

dizioni con indulgenze ai divozionali,e di rioFII{r.)^e((ellua[edalJrbanoJ/{f.\


creare i cavalieri del s. Sepolcro {f.). In e promossedalzelode'successori. Che l'an-
detto articolo parlai della grande impor- tico possesso de'frati minori sul s. Sepol-
tanza religiosa de'Iuoghi santi di univer- cro e altri luoghi santi, ebbe principio col
sale venerazione , comechè abitati dagli loro cospicuo ordineFrancescano {^•)f
antichi patriarchi e profeti, santificati da massime dopo quanto fecero reali coniu- i

Gesù Cristo, dalla C. Vergine, dagli apo- gi Roberto d'Angiò e Sancia sovrani di

stoli, dai discepoli, e da tanti santi e in* Napoli, ed eredi delle ragioni sul regno
signi memorie sagre, siccome culla del cri- di Gerusalemme; custodia concessa dai
stianesinio,equali luoghi meravigliosi ove Papi e confermata dai loro successori, che
si elFelluaronoi misteri di nostra saluta- fecero a gara in concedere grazie e facol-
re redenzione. Che la venerazione de'fe- tà al p. guardiano del s.Sepolcro. Che Giu-
deli pel s. Sepolcro e luoghi santi di Pa- lio III istituì in Roma la confraternita del
lestina, già con Pellegrinaggi (F.) ef>\s[e- s. Sepolcro; e del protellorato immemo-
va innanzi che l'imperatore Costantino il rabile di Francia. All'articolo Gebusalem-
Grande dassepace allaChiesa, il quale fu ME feci la sua celebre storia, dalla fonda-
però eziandio benemerito dell'abbatti- zione sino allo stato presente. Ne descris-
mento del cullo de'pagani, e dell'erezio- si i monumenti che la resero famigerata,
ne della chiesa per contenere il s. Sepol- e quelli che possiede; descrivendo pure i

cro; come s. Elena sua madre trovò la ve- suoi importanti dintorni, massimamente
ra Croce (^V.). Della successiva generale e con particolari de'santuaii che la ren-
divozione pel s. Sepolcro e altri santuari dono tenero oggetto della costante divo-
di Palestina, e dell'antichissimo pio co- zione di tutte quante le nazioni cristia-
stume de'crisliani di contribuire limosi- ne, cattoliche, eretiche, scismaticlve. Dei
ne pel cullo e conservazione de'medesimi. pellegrinaggi divoti di cui fu sempre se-
Delle diverse vicende de' santuari nel de- gno, edell'ospilalilà che vi ricevono cat- i

corso de'secoli. Della protezione accorda- tolici, singolarmente da'francesca ni. L'ar-
ta ai medesimi dai Papi, dagl'imperato- ticolo è nel voi. XXX, per cui con detta-
ri, dai le, tra i quali si distinsero quei di glio descrissi l'augusto tempio a p. 33 e
Francia (/^.); ed i Papi inculcando al- seg., 4c) e seg.,con tulio ciò eziandio che
tresì ai fedeli i soccorsi con premi spiri- riguarda la sua custodia, vicende e allro;
tuali, fulminando scomuniche a chi li a- indi a p. 4^, del sepolcro della B. Ver-
vesse usurpali. Delle vessazioni de'turchi, gine, avvertendo il Rinaldi all'anno 4^7>
di quelle degl'invidiosi scismatici con ra- n.° 57, che su tal sepolcro trasportato a
re tregue; avendo pure dichiaralo la par- Costantinopoli verso questo tempodaGio-
te che questi si appropriarono del s. Se- venale vescovo di Gerusalemme, si deb-
.-

SEP S EP 83
ba intendere delle pietre ad esso alfacca- rio ecclesiastico di rito latino maggiore di

le,poicliè In scavato nella riiped'iiu mon- lui, e nell'assenza di prelato cosliluilo in


te, secondo l'uso degli ebrei. Della custo- dignità episcopale, potesse darei memo-
dia di Terra santa e sue missioni a p. 54 rati ordini sagri e ladecorazioneequestre.
e seg., come della parte di custodia che Etl è perciò, che al solo patriarca latino

hanno gli scismatici. De'priucipali avve- fu da Pio IX attribuita la facoltà di con-


nimenti di Gerusalemme, domi- sotto il ferire l'ordine equestre del s. Sepolcro,
nio degl'israeliti e loro regno, de'roma- con qiiestoperò, che la consueta oblazio-
ni,de'saraceni,ile'latini e loro regno e cr<j- ne de' 100 zecchini che ordinariamente
ciate, ediquellode'turchi, appartenendo contribuisce chi lo riceve, come prima an-
ora la legione alla Turchia (^.) asiatica. dasse in benefizio della cassa del «.Sepol-
Le notizie ecclesiastiche di Gerusalemme cro. Densi fu statuito dal Papa, che in as-

e suo patriarcato, a p. 78 e seg.jde'con- senza del patriarca, guardiano prò- il p.

cilii di Gerusalemme a p. 86: in tutti que- seguissea goderel'usodc'pontificali. For-


sti luoghi riparlai del s. Sepolcro. Dissi se nella medesima assenza del patriarca
all'articolo Presepio, luogo ove nacque e al bisogno potrà il p. guardiano con-
Gesìi Cristo, chi custodisce il santuario; ferire gli ordini minori e la cresima, co-
che la custodia de'luoghi santi di Palesti- me privilegi avuti appunto per l'assenza

na, allìdata ai religiosi cattolici euiopei, di persona fiegiala del carattere episco-
delti franchi o latini, risale al secolo XI pale, a vantaggio de' fedeli e del divino
avanti le crociate, venendo protetti dai culto. Per divozione e custodia del s. Se-
sultani sino dal secolo XIII. Che nel se- polcro, per difesa, ospitalità e cura de'pel-
guente gli encomiati Roberto e vSancia legrini che si lecavano a visitarlo, succes-
comprarono ai religiosi le case che abita- sivamente furono istituiti gli ordini ospi-
vano in Gerusalemme. De'diplomi e trat talari ed equestri de' (Je/o^o/imr/d/i/, dei
tati fatti, e accordati dai turchi a Fran- Tt'.iììplnri,i\\ s.Lazzaro,(.\e Teutonici A^.) {

cia, per l'antico suo protettorato sui luo- G j siccome il duca diNevers
e altri. Nel 1 i

ghi santi. Dell'ingordigia e vessazioni dei pretendeva dismembrare ilalla religione


pascià; della gelosia de'greci scismatici, e gerosolimitana il magistero del s. Sepol-
loro usurpazioni degli stessi luoghi santi; cro, perciò nel 161 6 ilgran maestro di
quit)di com'essi furono divisi tra loro e i tal ordine, a! suo titolo ordinario aggiun-
cattolici, più o meno sempre soverchiati se quello di /l/;7//<7mo/v/m/.v s.ScfjuUhri
dalle mene greche. Finalmente della pro- Dominici Alagistcr, al modo che riporta
lezione tlella Russia [P'.) pe'greci scisma- il Pozzo, Hist. della relig. gerowli/nila-
tici, e di quanto ottenne Francia nel i 8^2 na, t. 2, p. G 1 6, e seg. In onore del s. Se-
a favore de'conculcati diritti tle'cattolici, polcro furono pure istituite le Canoni'
dalla Porta ottomana^ con d<jlore degli cliesse (Icls. Sepolcro {r.),ei\ i Canonici
scismatici. A I'atriarca raccontai che nel regolari {Iels.SepoIcro[f'.).S\ legge nel n.°
1847 il Papa Pio IX ristabilì la giurisdi- 2 I 7 L\e\\'Osscr\'atore Boniano del 8:» 1 1

zione e residenza del patriarca latino di .') Si ha ragione di sperare un risultato fa-
Gerusalemme, e meglio a Palestina. Di vorevole ai cattolici sulla questione dei
consegjienza come quello che piìi iinme- luoghi santi (sulle pretcn-ioni cioè della
diatameiile ivi rap[)rcseiita la s. Salo e il lUiNsia , in favore de' suoi correligionari
Papa, non conveniva più che il sudilello greci scismatici, e sul protettorato difeso
p. G//rtr<^//V7/;o (articolo che pubblicai nel da Francia), mercè soprattutto l'instanca-
i84'^) godesse tulle quelle facoltà ch'e- bile zelo e pietà del marchese tie Laval-
rangli siate concesse dagli altri Papi, per lette ambasciatore di Francia in Costan

Don esservi in Gerusalemme un dignita- tinopoli, edcl cav. Uolta console genera-
84 SEP S EP
le tli Finncia in Gerusalemme. La com- mettere nella grotta della Natività la stel-

missione misto si assembrò non lia gua- la ornata d'iscrizione latina, e già invola-
ed greci restarono sbalorditi e con- ta, e di accordare ai cattolici il diritto di
ri, i

fusi, allorché iti (|ut'lla seduta il console celebrare il loro cullo nel santuario ochie-
generale piovo la rapina eft'elluata da cer- sa del sepolcro della B. Vergine. Che la

ti papassi grecij sottraendo nella vigilia Russia assicurò Francia, che non era sua
di Natale 1847 01848 dalla chiesa del s. intenzione di costringere la Porta ad an-
Sepolcro la ricca e vaga stella d'oro tem- nullare le fatte concessioni. La Russia do-
pestata di brillanti, che rappresenta il se- mandare guarentigie pei diritti e immu-
gno celeste Magi all'ado-
che guidò i re nità della chiesa e del clero del rito gre-

razione di Nostro Signore. Questo prezio- co. Questa questione di versa da quella dei
so oggetto fu dono del re di Plancia s. Lui- luoghi santi, riguarda interessi che deve
gi IX. 1 greci stretti dalle valide ragioni valutare la Turchia. Qualora ciò cagio-
del cav. Botta confessarono alla perfine nasse qualche complicazione, diverrebbe
d'aver commessa quella obbrobriosa a- ima questione di politica europea, nella
zione, aggiungendo il pretesto d'esseine quide la Francia si troverebbe impegna-
essi i veri possessori ". Nel 1. 1, serie 2.", ta al pari delle altre potenze segnatarie
p.io6della Ch'illà catloUca,%\ parla del- del trattato dell 3 luglio 1 84 1- Nel n.°i27
l'insorta e grave questione de'luoghi san- del Giornale di Roma del i853 si dice,

ti di Palestina tra la Porta oltonicuia e


,
che ad onta della soluzione de'punti con-
la Russia, poiché la Turchia per conten- troversi della questione de'luoghi santi,

tare la Francia e la Russia , concesse ai insorse gravissimo disaccordo tra la Por-


cattolici e a'greci facoltà contraddittorie, ta ottomana, e la Russia che esige impe-
onde poi si trovò nell'imbarazzo di soddi- riosamente un trattato pel mantenimento
sfare. Riconosciuto il diritto de' cattolici de'privilegi edelle immunità della chiesa

di far le loro sagre ceremonie nella chie- grecascismatica,restati intatti per 4ooan-
sa del s. Sepolcro della s. Vergine, dipoi nijdacchè il governo turco li stabilì, secon-
i turchi lo disconobbero, obbligandoli a do l'asserzione tratta dal Journal de Con-
non celebrarle senza la facoltà de'gieci! slanlinople, ed ora intende, salva la sua

Il console francese protestò contro l'usur- indipendenza sovrana, di dare completa


pazione, ed emise precisa nota di ciò che soddislàzione, non solo agl'interessi di det-
spetta ai cattolici, onde non più essere zim- ta chiesa greca, ma ben anco agl'interessi
bello della prepotenza altrui. Chiedono i di tutte le altre comunità cristiane. Che

cattolici l'esclusivo diritto di uflìciare troncate le relazioni politiche tra la Rus-


presso la tomba del Redentore, la ciiiesa sia eia Porta ottomana, questa rimiseuna

del s. Sepolcro colla facoltà di fabbricare circolai e alle legazioni europee sulla con-

la cupola, ilbatlislerio, i sette archi del- dotta tenuta, e sulle esigenze de'russi. In
la B. Vergine che fanno parte della chie- detto Giornale ^\ riporta ancora VuUinia'
sa del s. Betlemme,
Sepolcro, la chiesa di tutu della Russia alla Porta ottomana, dei
quella de'sepolcri de'ss. Gioacchino, An- 23 aprile (5 maggio) 18 53, sulle guaien-
na, Giuseppe e Simeone, la grotta (\g Pa- tigie solide e invariabili che lai.'" vuole
stori [F.), e la stella della Natività. Però dalla 2.' nell'interesse della chiesa orto-
nel u.°i I 7 del Giornale di Honiadeì 1 853 dossa, come la chiamano i russi, e noi di-

\iene riferito come nel i852 a richiesta remo scismatica, inclusivamente sui san-
di Francia il governo turco acconsenù a tuari di Gerusalemme e la cupola di-ls.
reslituireal palriaica diGerusalemme, de- Sepolcro. Vuole la Russia neir////wi^////«,
legato dalla s. Sede, le chiavi della porta the il sedicente suo culto ortodosso in o~
maggiore della chiesa di Bel lem me, di ri- ricnte, il suo clero eie sue proprietà, che
SEP SEI* 8>
godranno in avvenire senza alcun allen- manda, di fissare una località convenevo-
tato, sullo l'egida di sua maestà il Milita- le in Gerusalemme o ne' contorni perla

no, privilegi ed InimLiaitìt che loro sono costruzione d'una chiesa consagrata alla
assicurali ab anlicjuo, e per principio di celebrazione del cullo divino da ecclesia-
alta equità saranno a parteci[)are ne' van- stici russi, e d'un os[)izio pe'pellegrini in-
taggi accordali agli altri riti cristiani. Il digeni o malati, le quali fondazioni saran-
nuovo (iroianoesplicalivosui luoghi san- no sotto la sorveglianza del consolato ge-
ti di Gerusaletniue, dovrà avere il valore nerale di Russia in Siria e nella Palesti-
d'un impegno furmale verso il governo na. Rispose a tale uUnnatuni la Porta ot-
imperiale russo. Chea Gerusalemme i re- tomana, con nota olliciale riprodotta pa-
ligiosi non che pellegrini greci, fossero
i re dal ricordalo Giornale. (Mie la Porta
assimiliati in quanto alle prerogative, a- animata di conservare e accrescere le re-
gli altri culti stranieri. Si legge nel pro- lazioni di pace e allean7a colla Russia, tie-
getto del Sened, proposto e voluto dalla ne a cuore di consolidare vieppiù le basi
Russia dal sultano, pel mautemmentosta- sulle quali riposano l'amici/.ia de'due so-
bile del così detto culto ortodosso greco- vrani, senza ledere ai diritti di sua sovra-
russo, prol'essatodalla maggiorità de'sud- nità, di convenire alla fondazione della
diti cristiani onde guarentirlo da cpia-
, chiesa e spedale in Gerusalemme, e sulle
iunque futuro allentalo. Che non sarebbe altre domande a favore de'ieligiosi e pel-
portata alcuna mutazione ai diritti, pri- legrini russi. Stantechè il mantenimento
vilegi e immunità, che ab antiquo godo- de'privilegi religiosi, di cui hanno sempre
no le chiese e pie istituzioni, ed il clero goduto le comunità cristiane e altre sog-
greco negli slati dellal'orta ottomana. Che gette allo scettro del sultano, è lo scopo
le concessioni che (|uesla facesse poi agli costante della Porta e delle sollecitudini
altri culti cristiani, saranno considerate dello stesso sultano, cosi i privilegi reli-
come appartenenti anche al culto greco- giosi della nazione greca raià. Che il sul-
russo. Che essendo riconosciuto che la tano teneva a cuore la loro piena conser-
chiesa greca di Gerusaluaìme, il suo pa- vazione, ma che la stipolazione d'un alto
triarcato, ed i vescovi che gli sono subor- relativo alla questione sarebbe funesta
dmati, finouo sino dall'epoca de' calilli, per le conseguenze che distruggerebbero
tome sotto gl'imperatori ottomani, parti- i pi incipii fondamentali deli'iiidipenileii-
colarmente [)roletti, sarebbero confernia- /a sovrana, e contrario al diritto interna-
tc le loroimmunità e falli rispettare di- i zionale. La Porta che avea rispeltatoi nu-
ritti Gerusalemme che altrove,
tanto in merosi privilegi religiosi da essa sponta-
senza pregiudizio per le altre comunità neamente accordati da Ionica data a'suoi
crisliiined'uuligcui (raià) e stranieri, am- sudiliti cristiani, e sopiatlutto a'greci e al
messi all'adorazione dels. Sepolcro e de- loro clero, consagrerà ogni attenzione a
gli altri santuari, sia in comune co'greci, mantenerli nell'avvenire, ma sempre in
chene'lorooralorii separali. Che sudditi i una maniera cu(n[)atibile co'suoi tliritli

dell'impero russo, laici ed ecclesiastici, ai d'indipendenza. La Russia quindi prese


ipi.ili è permesso secomlo i trattati di vi- misuri: guerresche e coercitive, occupau-
sitar Gerusalemme, dovemlo andar ti ai- ilo colle armi i principati danubiani ilei-
tali e consiilerali al pari dc'sudditi d'ogni la 'alacchia (I ); le grandi
Mulilavia e /

na7Ìone le più f-ivorite, e queste s'i catto- potenze europee intervennero per una so-
liche <'.lu' protestanti, avendo i loro preti luzione pacifica della questione, ed insie-
r i loro stabilimenti ecclesiastici p ii lieo- me per proteggere rmlegril.i diH'inqjcro
l.ii'i; la l'orla ottomana doversi obbliga- ottomano, a tale ell'itlo Francia e liii;liil-

re, nel caso che la llusìi.! gliene laccsscdo- tcrra hanno posto a disposizione del >ul-
86 S EP SEP
tano e per difesa de'suoi diritli due for- Abramo Pelzs(;h,0;>.?("r/. hist. de Septd'
midabili varamente sin-
flolle. E' egli però diro Cìiristi, Lipsiaei6g3. C. F. Arnol-
golare il vedere le potenze ci islinne che dus, De Tnniha S/ìl\>(itoris, Witteinber-
per secoli fecero guerra ai maomettani, g.iei(jf)5. Gio. Andrea Bt^lhnannus, De
per la redenzione e ricupero dalle mani Tnmba Saldatoi is, Upsalae yoS.Jo.An- i

degl'infedeli, del s. Sepolcro e altri luo- drea Schmid, D/w. deTu/nba Salvatoris,
ghi santi, e per impedire l'incremento di Helmstadii yo3. Sarnelli, Lelt.eccl. t.4,
I

sue strepitose conquiste, ora essere unani- lei 1. g: Del s. Sepolcro di Nostro Signore
1

memente risolute di sostenere colle loro in Gerusalemme. T)\ quello della 13. Ver-
forze la conservazione intiera dell'impe- gine ne tratta nella leti. 28 Se ilgiorno :

ro ottomano, eziandio per la sussistenza dell' Assunzione della B. Vergine sia la


dell'equilibrio politico d'Europa, contro stesso di (juellodelfeliceTransito.Gvel^e'
le pretensi on ideila possenteRussia, la qua- vo, De sacris percgrinationibus. Benedet-
lenon figiuò tra Crocesignad (^.)! A i to Accolli, De bello a christianis conlra
Turchia s[)cro narrare il termine pacifi- barbaros gesto prò Christi Sepulchro, et
co della gran questione, e salvi i diritti Jndaea reciiperandis, Venetiis 532, Ba- 1

immemorabili de'cattolici, che sono ve- silea e 544- Cuni notis Thoni. Dempsteri,
1

ramente piìi i giusti di qualunque sella Florentiae SaS. Tradotta l'opera


i in gre-
crisliana,eziatidio perchè spesero tanti te- co dal mentovato I vone Ducas, stampò la

sori, e versarono tanto sangue pel s. Se- in Parigi nel 1620; volgarizzata da Fran-
polcro e alili luoghi santi della Palesti- cesco Baldelli, la pubblicò nel 1629, do-

na. Credo inoltre opjìoiiuno di qui nnr- po essereservita ili tema e di testo id gran
rare,che il Rinaldi all'anno 784,»° 0, i Torquato Tasso pel suo celebralissimo
narra che Aron rede'saiaceni, benché ne- poema eioico : La Gerusalemme liberata
micissimo crudelissimo de'cristiani, non- con allegoria unii'crsale dell' is fesso, e con
dimeno ebbe tnolto amore e riverenza gli argomenti d'Oratio Ariosti, Venelia
somn)a per Carlo Magno; per cui avendo 1620. IMedio Sforza, Treorazioni, Vine-
i legali di questi portalo in suo nome mol- già 590. La I ."èdiretla a Sisto V nel tem-
I

li tloni al s. Sepolcro, non solamente A- po in cui uscì il grido, che voleva ricu-
ron lo permise, ma donò a Carlo IMagno il perare il s. Sepolcro dai turchi per dena-
sagratissimo s. Sepolcro, e gli manilò cnol- ro, e trasportarlo nella sua J\l onta Ito i^V.);
lissimi presenti. E così il re di Francia fu ed oh felice Marca se ciò si fosse ellet-
il 1.° Ila i principi occidentali, che diven- tuato, come posseditrice del santuario di
tasse legitlimosignore del s. Sepolcro, co- Z,o/Y/o(A^.) ove fu concepitoli Divin Ver-
me osserva lo slesso Rinaldi; e per levar- bo, onde allora avrebbe potuto vantare
lo di nuovo dalle mani de'saraceni spar- ilgodimentodeiralfìi e dell'omega! Il som-
sero i suoi posteri con somma gloria rivi mo Cristoforo Colombo replicalamenle
di sangue. Vedasi BernardoBieydenbach, esortò la pia regina di Spagna Isabella [
Pcregiiiiationcs inMoìitem Sion, et ad ve- la Cattolica, ad impiegare suoi tesori per
i

nerandum Christi Scpulchriun, Mogun- ricuperarci! s. Sepolcro; ed egli infìam-


tiae 4r)o. vone Ducas, Belli sacri adi'er-
1 I mato di zelo pel servizio di Dio e per la
susbarbaros prò Scpulchro recuperando pro[)agazione del vangelo, ardentemente
narraliones, Parisiis Gao. Amico, Piante 1 bramòd'esser fatto degno di toglierlo dal-
e immagini de' sagri edi/izi di Terra san- lemani ile'maometlani. Anched cardinal
/rt, FiieMzei62o,con molle tavole. Fran- Ferdinando de Medici, poi Ferdinando I
cesco Negri, Prima crociata, o^'vero lega granduca di Toscana e contemporaneo di
di milizie cristiane segnata di croce, li- Sisto V, procurò di farlo trasportare nel-
beratrice del s. Sepolcro, Bologna 1 658. la cappella ducale di Firenze; ma si dice
SEP SEP 87
che fu tiaililo dagli ebrei. La città vesco- venerdì santo, in cui sta tutta in lutto per
vile di Toscana chiauiiUa Bor^o s. Sepol- la sua morte. Come segua il rito della ri-
cro (A^.),piese(juesla denominazione dal- posizione del sepolcro, come (|uello per
le reliquie ivi portale nel secolo X da al- ripigliare e consumare la ss. Eucaristìa,
ciiiii pellegrini reduci dalla visita del s. insieme co'riti antichi, lo descrissi nel voi.
Sepolcro, lu Roma e nella cliiesa di s. Ma- Vili, p. 289 e seg., 3o4, 3 1 i e seg. Del-
ria Egiziaca degli armeni, di cui parlai l'antichità del rito di conservare nel gio-
nel voi. L!, p.32 5, dice Sarnelli, seguito vedì santo la ss. Eucaristia, ne feci anco-
da Cancellieri che nel venerdì santo si
, ra parola nel voi. XXII, p. i5i e iSi.
visitava, peresservi rappresentato il s. Se- Cancellieri, De^ecre/^r/Vj^ha dimostrato,
polcronella stessa forma e misura di ijuel- che presso Ialini nella i feria v o giovedì
lodi Gerusalemme. Inollre rilevji Sarnel- santo,si cousagravano 3 ostie, una delle
li, die anco in altre chiese fu edificato si- quali siiraevasi dal celebrante; un'altra
mile sepolcro, come in s. Maria de'Mar- si riservava pel sepolcro entro una bian-
tiri di Molfetta; e che altrettanto si fece ca sindone,© in capsula corporalimn nel
col santuario della s. Casa di Loreto. Segretario (^.) o sotlo Vallare; e la 3.'

Santo Sepolcro della selli rnaiia santa. per la comunione del sacerdote nella fe-

Nel giovedì santo alla lUessa [F.) dei ria VI o venerdì santo. In altre chiese poi,
Presanti fìcati (/"'.), oltre ìeparlicole pe- il sepolcro fatto nel segretario si chiu-
gl'infermi (che si custodiscono in luogo deva con chiave; e nella liturgia moza-
remoto con lumi), si consagrano due O- rabica si fermava con due sigilli di cera
stie (f.), una delle (piali si riserva pel dì ad siniililudinem sepulchri Dominici ,
seguente (in cui non si forma sagrauien- (jfuod Pilatus signari jussitcuin custodi-
lo) io un C(7/;cea parte, coperto colla pal- bus. In Lione si riponeva il Corpo del
la e la patena, e con un velo bianco le- Signore fra (\nQpatene,e visi univa il te-

gato con filtuccia simile al piede: (piesto sto degli Evangeli, racchiudeudo tutto
calice si chiama Sepolcro, e con Proces- fra due scodelle d'argento. Si cercò se nel
sione [f"^.) si porta nell'urna o arca detta giovedì santo si conservava, oltre la spe-
pure comunemente Sepolcro, e si chiude cie delpane, anche quella del vino. Nal
con chiavetta, la (|uale deve custodire chi Sagramentario Gelasiano, presso il car-
dovrà celebrarenel seguente venerdì san- dinal Toinmasi, Oper. vi, p. G3, si legge,
to e consumare il ss. Sagraniento (/'.)• parlandosi del venerdì santo Procedunl :

Venerandosi questo nel così detto sepol- cuni Corpore et Sanguine Domini, quod
cro.si deve fare la Genii/lession€[f\) con ante die remansit, et ponunt super alta-
ambe le ginocchia. La congregazione dei re. Il Marlene l. 3, p. i^, l'jG, De ant.
s. I iti proibì al cancelliere di Chicli di ap- eccles., con l'autoritii di altri Sagramen-
porre nel giovedì santo e di togliere nel tari sostiene, che si conservava 1' uno e
vi-nerdì santo il sigillo della citlàall'arca l'allro. Ma il Mabillon, jyus. hai. l. ?.,

del sepolcro; inollre con allri decreti sta- p. 71, ed anche il Vezzosi, Oper. card.
bilì che la chiave non debba mai conse- Thoniniasii, nel
t. 5, p. 8^, e nel t. (», p.

gnarsi al governatore, ne a (piahiiHjue al- pretendono che sollo l'indicazione del


(il),

ilo laico di qualsivoglia condizione, ma Corpo e del Sangue {^f'.)i\\Q4v\i,\o, deb-


soltanto a chi dovrà celebrare nel dì se- ba intendersi la sola specie di pane. No-
gueiile.Con questo rito efuiizionc laCliie- tai a Paramento sagro, che le cappelle
sa volle nel giovedì santo, in cui celebra ove si fa il Sepolcro devono essere parate
ristitu7Ìone della ss. A«tvz//.5^<i (/'.), un- di rosso (si possono adornare pure con fio-
ticip^itainente rappi esentare la so[)ollura ri e altre coso clic servano di maggior
del Signore, piuttosto che ucl scguculc splcndorCjC con molli /«//</), e che le obUi'
88 SEP SEP
te (liFrancesca per questa funzione
s. Dio, e per far vedere che nel giorno di
appaiano le pareli della chiesa con parati Pasqua egli non era più nel sepolcro, se
di paglia. Rimarcai a Processione quel- non per mettere all'altrui vista Sagra- il

la che con riti diversi si faceva da varie mento del suo Corpo e Sangue. Dice il
cliieseper la raessa del venerdì santo, per Mazzinelli, parlando del mattutino del
levare dal sepolcro la ss. Eucaristia, ri- venerdì santo, nel suo Uffizio della seL-
cordando la proibizione della congrega • liniana santa. » Chi è morto e sepolto,
zionede'ritijdi porta re il calice entro una viene facilmente scordato; e terra, e luo-
bara. Dirò inoltre con Chardon, Storia go di dimenticanza è chiamalo il sepol-
de'sagru menti t.\,p.33SySu\ìe altre pro- cro. Non è così di Gesù Cristo. Libero
cessioni del sepolcro, per celebrare la ri- sotterra fra'morti, fece sentire fino ne'pro-
surrezione del Signore, che nella cullegia- fondi abissi la sua potenza. Fu libero egli
ta di Quintino in Vermandois avanti il
s. fra'morti, perchè a stalo di morte non lo

mattutino della domenica di Pasqua,due condusse la forza ed il potere de'suoi ne-


canonici col celebrante entravano nel- mici, ma la sua propria volontaria cari*
la cappella del sepolcro, ed un fanciullo là.Morto quando voleva, uscì dal sepol-
di coro {piiero de choro) ch'eia nascosto, cro quando gli piacque. A suo grande
domandava Queni
loro a pie del sepolcro: scorno e confusione, quando credette la
(juaerilis? a cui due diaconi che sulla
i sinagoga di essersi di lui sbrigala, allora
porta aveano cantato: Ardens est, eie. ri- fu che sentì predicarlo risorto. Le riuscì
spondevano: Jiisani Nazarennmj e ripi- di dargli lamorte, e farlo guardare nella _g
gliando il fanciullo: Non est hic, tosto i sepoltura; ma non le riuscì impedirne la
cantori intuonavano: Surrexit Donìinus risurrezione". In memoria delle 4o ore,
vere, Alleluja. Altrettanto si celebrava che il Salvatore giacque nel sepolcro, fu
nella cattedrale di Soissons ed a Bayeux. istituita la bella divozione delle Quaran.'
Altre volte, anche nella chiesa di Bour- lore ove dissi delle indulgenze con-
(/^'.),

ges, 3 canonici vestiti da femmine figura- cesse da'Papi a chi le visita, venerando
vano e rappresentavano le 3 Marie, nella la ss. Eucaristia solennemente esposta. Ri-

,
processione che facevasi avanti mattu- i tornando al sepolcro del giovedì e vener-
tini, e dopo di essa si riponeva l'Eucari- dì santo, in cui si venera il Corpo del Si-
stia. Nella cattedrale di Beauvais e in al- gnore, figura di quello che fu posto nel
tre, si poneva una zitella alla guardia del sepolcro di Gerusalemme, l'ab. Diclich,
sepolcro, e il capitolo gli faceva dare ogni Dizionario sacro liturgico: Sepolcri del
giorno un pane. Non si osservò solamen- venerdì santo, avverte che rilleltendo al
te in Francia il rito di portare in pro- non si punno
fine per cui furono istituiti,
cessione il ss. Sagrainenlo, dopo averlo tenere più oltre, e che motivo di loro
il

levato dal sepolcro nel giorno di Pasqua, origine si fu non per altro, che per con-
ma anche in Germania era molto antico. servare la sagra Ostia da consumarsi nel
Cominciava la processione dopo la mez- venerdì, in cui non si forma il Sagrifi-
za notte del saldalo santo o verso l'auro- zioj notando che il Gavanto dichiarò, a-
ra, in maniera bella e edificante; è de- busii'c ergo a valgo, Sepnlchruni Christi
scritta nel Sacerdotale dtW'A chiesa roma- appellatur. Questo liturgico vuole che
na e di altre chiese, stampalo a Venezia Orto e non Sepolcro si debba chiamare il
nel 579. Riferisce Thiers, Trattalo sul-
I luogo della reposizione dell'Ostia consa-
l'esposizione del ss. Sagrainentu dell'al- grata nel giovedì santo, per consumarsi
tare, che questa processione lu stabilita nel dì seguente; ed in Venezia il luogo si

ntlla Chiesa, per rappresentare il gran chiamava Orto, eSepolcro i\ denomina-


mistero della risurrezione del Figlio di va quello che si formava appositamente
SEP SEP 89
dopo la messa, in cui si riponeta In sa^ra dies, quarti fecìt Doniimis, exulleniur,el
pisside, per la processione che si faceva laelcinur in ea. Si può vedere l'ab. Di-
nellasera coW'oslensorio velato, e neliy^i- elici»,anche negli articoli Gioved'isan- :

cerdolale. ro//J<2/?o slam palo a Venezia nel lo, sua processionej f^tnerdì santo j /'e-

I '^'ìS,ove si descrive tale processione, si nercù santo, se si possa in questo gior'


rileva che in quel secolo era in uso di far- no aprire la cappella oce rimane riposta
la fuori di chiesa, e in paramenti e bai- e riservata la ss. Eucaristia pegl'infer-
dacchino neri (ora questo è bianco in am- mi, e bene illuminata , invitarne i fedeli
be le processioni, e nel venerdì santo il aUadorazioneP Su quest'ullimo punto,
celebrante assume il velo lunerale biau- trattato culla sua solita dottrina, savia-
co sul paramento nero, portando il ss. Sa- niente insiste sull'osservanza del decreta-
gramento), sacerdos portai Corpus Do- to da Benedetto XIII, che la pissidecolle
r/iini m feretro, quod porlahunt sacerdo- particole debbasi custodue in sagrestia o
/f<_, e cantandosi de'versetti. Così dovea in cappella remota. Cliese molli rubricisti
farsi per 4 stazioni, l'ultima delle quali opinano, che ove non esista tale luogo re-
dovea essere vicino all'ingresso della chie- moto si ponga la pissiile nel sepolcro, non
sa.Questo rito si conservò solamente in dicono però che si abbia a tenere in mo-
s. Marco sino alla traslazione della catte- dodainvitare fedeliairadorazione,men-
i

drale, avvenuta nel 1807 diq ottobre, e tre dicendo gli Evangelisti, colla morte
nelle altie chiesesioo a queire()Oca si fa- del Ptedentore, Consuniinatutii ev/, non
ceva la delta processione coll'osterìsorio si deve adorare chela Croce (Z' .) sol la n-
velato. ÌVIa il patriarca Gamboni con de- to, e per questo appunto non si consagra
creto di detto anno la proibì del tutto, es- nel venerdì santo, ma solo si consuma il

sendo già stala proscritta neliGoG dalla presanlillcalo. Che se il popolo reclama
congregazionede'ritinelladiocesi diMan- sull'incongruità di vedere in tante chie-
\{i\a,abusunì,de noctcfaccreprocessiones se adorarsi plausibilmente la Croce, che
portando Sucramentunidisiooperlum in la Chiesa volle in questo giorno con par-
tabernaculo , nella feria v e nella feria licolar culto venerata, e in altre ss. Sa- il

vi della settimana santa. Siccome da al- gramento, tocca rimuo-


agli ecclesiastici
cuni zelanti si dice, che si può conserva- vere tali dubbiezze, poiché uniforme de-
re la consuetudine di ritenere i così delti v'essere ovuiu|ue il rito romano, non sus*
Sepolcri anche per tutta l'B.' di Pasqua, sislendo più que' riti antichi, che in di-
perchè inveterata e non vi è alcun pre- verse maniere si vedono esercitare nelle
cello positivo in contrario; il dotto al). Di- chiese, i quali furono abrogati da s. Pio
clichè di parere contrario, chiamando ir- V colla costituzione Quod a nohis, e so-
ragionevole la consuetudine, perchè eri- lolasciò queliti che vantavano i'anlichi-
^endosi tali sepolcri per la processione, là di 200 anni. Neli8i5 fu pubblicato
levata questa è cessata la causa, e perciò in Roma, e poi ristampalo il libretto: Di-
anche l'cirello; giiislamenle poi osserva, vota maniera di visitare i santi Sepolcri
che Chiesa ordinando ciò che deve^i
la nel giovedì e venerdì santo. Il pio autore,
fare, non suppone maiche si faccia (pian- nel lodare la di vota pratica , inculca di
to non prescrive, mentre se avesse voluto eseguirsi con vero spirito di fede, e non
che si conservassero sepolcri anche do- i ad un mero passeggio e curiosità,
qua,>i

pò l'uHicio del venerdì santo, lo avrebbe pioponendosole > visile,e adognunacon-


dello. sepolcrisono un aigomenlo di Ini-
I sigliauna considerazione su chi giace nel
to e di incslizia non combinabili colle
, sepolci o, e perthèjed un colloquio, ilopo la

liete festività pasquali e co'dolci alleliija, recita di 3 Pater C{.\ y-/tr, in memoria della
non meno coll'csullantc antiiuna, Uacc passione, morte e se[)ollura del nostrodi-
go S K 1* SEP
viiiReileiiloie: che passando da una chiesa di quelle eseguile nella chiesa di s.Maria
all'altru si ONservi possibilmente il silen- d'Araceli, in cui venne espressala Cena
zio e il raccoglimento, onde con merito, del Signore; di s. Agostino, ove fu figu-
frutto e nc(piislo delle indulgenze, segua- ralo il R.edenloredefunto, eia B. Vergine;
no le visite de' ss. sepolcri. Il p. ah. JM," in s. Lorenzo in Damaso venne rappre-
Giuseppe de Geramh trappisiu, olire il sentato il sagrilizio d'Abi amo; ed il pro-
Ptllegrinag^ìo a Gerusalemme ed al feta Giona in quella del collegio Urba-
monte Sinai,^a\\^\ 836, pubblicò anco-
1 no. Anchesotlo il governo imperiale fran-
ra il hbrelto: /ìlla tomba del mio Salva- cese ne'primi del corrente secolo ebbero
tore, collo scopo di far trascorrere qual luogo ili parecchie chiese di Roma siffatte
che spazio ditempo innanzi al ss. Sagra- rappresentazioni. Di quelle antiche sulla
mento racchiuso nel sepolcro. B\i poi tra- passione di Gesù Cristo, parlai a Passio
dotto in italiano da d. Luigi deBiradelli: Passione.
Sollloc^iu'o d' un anima penitente al se- SEPOLCRO(s.)dell A Settimana SAN-
polcro dìG. C, Roma i84'2. Oltre lespe- TA. La ss. Eucaristia riposta nell'arca o
ciesagramentali chiuse nel sepolcro,nel!e tabernacolo, chiamatoSepolcro, nel gio-
chiese si suole venerare l'immagine del vedì e venerib santo. V. Sepolcro (s.) di

Crocefisso (^/\),po^\.o in terra sopra stra- Gerusalemme:.


to e cuscino, per baciarlo da' fedeli con SEPOLCRO (s.). Canonichesse rego-
conjpunzione,per ricordarci i misteri del- lari del s. Sepolcro. A^.il voi. VII, p. 235.
la passione , la penosa crocefissione del SEPOLCRO(s.). Canonici regolari del
Salviilore,e venerare la crocechela Chie- s. Sepolcro di Gerusalemme, che si pro-
sa onora di particolar culto in detto tem- pagarono Spagna, Boemia, Po-
in Italia,
po. Trovo nella ì^accolta delle indulgen- lonia, Russia, Inghilterra eFrancia. Seb-
ze,che si pubblica in Roma con appro- bene Innocenzo VIII li soppresse, alcuni
vazione della s. congregazione delle me- canonici continuarono a sussistere in Po-
di'siuie, non solo lodata questa divozione lonia ed in Germania: il Papa assegnò i
di visitai e nel giovedì e venerdì santo Ge- loro beni all'ordine di s. M.' di Betlem-
sù sagra mentalo chiuso nel s. Sepolcro, me, e dopo che questo si eslinse passaro-
ma perchè si facciano le visite con spiri- no all'ordine Gero5o/fV/iitó«o, quando era
tuale vantaggio avere Pio VII neli8i5 chiamatodi/ìor//. Alcuni voglionodaque-
concesso in perpetuo a tutti divoti cri- i sticanoniciderivati iseguenti cavalieri del
stiani che l'eseguiranno, e pregando se- s.Sepolcro, par landò de'quali,coirautori-
condo l'intenzione del Papa, le stesse in- là del Bosio, meglio potrà intendersi l'u-
dulgeiizedelle Q^uarant'orefi\QÌin\i\ vol- nionecon l'ordine gerosolimitai)0,menlre
ta l'indulgenza plenaria confessati e co- parcelle l'ordine de'cavalieri dels. Sepol-
municati o nel giovedì santo o nel gior- cro avesse suoi religiosi. De'canonici rego-
i

no di Pasqua; e l'indulgenza parziale di lari ne parlai nel voi. VII, p. 264- Furono
IO anni eio quarantene per ciascuna vi- introdotti dagl'imperatori d'oriente,o da
fermo proposito di confessarsi;le
sita, col Golfredo di Buglione nel i 099 in Geru-
quali indulgenze sono applicabili alle a- salemme, dopo avere espugnata la città,

iiimedel purgatorio. Talvolta nelle chie- per ufìiziare nella cliiesa del s.Sepolcro,
se di Roma nel giovedì e venerdì santo che poi dal patriarca Arnoldo furono nel
furono filile delle simboliche rappresen- 1 i 14 obbligati a vivere in comune ed a
tazioni con figure allusive a'misteri della seguire la regola di s. Agostino. DallaPa-
passione, morte e sepoltura di Gesìi Cri- leslina si dilfuse 1' ordine come dissi in

sto, con macchine e nobili apparati. Il Europa, ed anche inBenevento, come nel-
Cancellieri, nella SeUimana santa, parla le Memorie di questa città t. 3, p. 1
24
u

SEP SEP 9r
nnrra Borgia, dicendo che nel i i44 Ce- Mantova educa di Nevers aspirava a di-
Ie>lino II prese l'ordine sotlo la prolezio- cliiaiarsi gran inaeslro dell'ordine dels.
ne della s. Sede. Il Maiiti scrisse del C<2- SepolcrOjde'cavalicri esistenti in Francia,
jnlolo e de canonici del s. Sepolcro. ciò che stornò il re Luigi XIII ad istanza
SEPOLCRO (s.), ordine cnuestre di del gran maestro gerosolimitano Vigna-
Gerusalemme. Sebbene voglia darsi re- cuuil. Egli dtincpie ilice, che Alessandro
mota origine a quest'ordine militare ed VI per eccitare i nobili e ricchi alla vi-
er|ucslre,ed in priiicipioanclieordinereli- sita del s. Sepolcro [f^-), e degli altri luo-
gioso, pretendendosi isliliilores. Giacomo ghi santi di Palestina, istituì ([uest'ordine
apostolo I." vescovo di Gerusalemme, o niilitare,dichiarando sé gran maestro ed
Clostantino il 6' r<7«r/(', o Carlo Magno, li- i suoi successori, riservando alla s. Sede
gettando i critici silfatteor igini e tenendo il diritto di creare cpiesti cavalieri, e con-
per canone che sino alle Crociate (^^.) lerendo altresì neli4o6 '"i ^'d diritto di

non si ponno ammettete ordini cavalle- nomina al francescano p. Guardiano del


reschi , secondo alcuni parrebbe meglio s. Sepolcro^f .),a cui n'eia allldala lacu-
ritenerne fondaloreGolhedo di Buglione, stodia; [ìrerogaliva confertnalagli da Leo-
niquale [)ure viene contrastato l'onore; ne X, Clemente \'II, Pio IV, UrbanoV llle
come altri vogliono che precedenti ca- i Benedetto XI V.InoItreil [).Helyot tlescri-
iionici regolili già esistessero quantlo egli ^e le condizioni che si lichiedevano per
nel I oc)9 prese Gerusalemme, lasciativi essere ammessi all'ordine, le ceremonie
alla custodia del s. Sepolcro dagl'impe- stabilite pel conferimento delle insegne
ratori d'oriente, allorché i saraceni s'im- equestri, eseguile da dello p. guardiano,
padronirono della Palestina, ed a' quali il quale benediceva la spada e gli speroni

pagavano un tributoper non essere mole- dorati, imponeva le n»ani sulla lesta del
stati. Dipoi da Baldovino I successore e cavaliere, lesortava ad essere fedele, dab-
fratello di (^olFredo.si dicono a suo esem- bene e valoroso cavaliere di GesiiCristo e
pio benellcati e creali cavalieri, ritenen- del s.Sepolcro;quintlialnovellocavaliere
do l'abito bianco, su cui dovessero por- il p. guardiano attaccava al suo luogo gli

lare una croce d'oro senza snialto, le cui speroni, sguainava la spada, e la riponeva
estremità ahpianto ritpiadrate sporgesse- fra le sue mani, acciocché l'adoperasse in
ro in fuori, e le aste delle medesime re- difesa propria e della Chiesa, ed a con-
stassero poste in mezzo da 4 piccole croci, fondere i nemici della croce di Gesù Cri-
con)c appunto lappresenlasi negli stem- sto. Il cavaliere riponeva la spada nel fu-

mi de're latini di Gei usalemme. In tanta dero, ed allora il p. guariliano gliela cin-
discrepanza di pareri, alcuni credono che gevaal lianco, e di bel nuovo la ricavava
l'ordine militare ed ctpiestre del s.Sepol- dal fodero, e per 3 volte percuoteva le

ero, propriamente sia derivato dalla sop- spalle del cavaliere, il quale teneva la testa

pressione de'canonici regolari falla daPa- chinala stil s. Sepolcro; e fallo dal p.giiar-
pa Innocenzo Vili, e che il successore A- diano colla spada 3 volle il segno ilella

losindro Vlsia il vercj isliUitore dell'or- croce, pronunziava (pieste parole: Ki;o le
dine, della quale opinione è pure il dotto co'ixtilnn, et ordino .V. mililuniss. Septil-

p. Ilelyot nel t. i della sua bella Storia diri Domini noxtri Jeui Christi, in no-
delli ordinij ma come diiò tutti confa- mine Putrix^et Filii,etSpiritns Sancii *U.
sero lai.^colla 2.' erezione, e Pio IV nel Amen. Dopo di che il p. guardiano po-
l5()0 confermò l'iunone del l'oi «line fitta ne va al colludei cavaliere la ctdlana d'oro
da Innuceir/o Vili C(jn ipiello gi-ros<jli- colla croce simile pendente. Si rileva il.
niilano, eilaltrettanto fece Paolo \ (pian- ritratti di alcuni cavalieri antichi, che in
do neliOiJ Carlo Gonzaga de'duchi di luogo della collana portano uu nastro
9^ SEP SEP
rosso penclenle dal collo, il quale a guisa la forma , e da loro portate in riverenza
di banda scende dalla spalla sinistra fino delle 5 piaghe di Gesù Cristo. Principali
all' anca dritta, a cui è appesa la croce obblighi de'cavalieri erano, di custodire
d'oro di Gerusalemme, la quale vedesi il tempiodel s. Sepolcro e tener conlodel-
pure impressa con ricanìo rosso dalla par- le limosine e oblazioni de'fedeli, che an-
ie sinistra de'ioro mantelli bianchi, in se- ticamente ascendevano a somme rilevan-
guito alcuni cavalieri presero per decora- tissime, la metà delle quali serviva loro
zione equestre una croce d'oro smaltala per sostentamento del convento e pel ri-

in rosso, le cui aste sono poste in mezzo scatto degli schiavi, pel quale fine teneva-
da 4 piccole croci della stessa materia, no un ambasciatore ordinario presso il sol-
pendente da un nastro. Il p.Bonanni, nel dano d'Egitto; per questo riscatto manda-
Catalogo dfgli ordini caueslri e iitililari vano de'cavalieri religiosi in tutte le prò-
p. Io5, riporta la figura del cavaliere del vincie del cristianesimo per questue; tal-
s. Sepolcro con abito che vuoisi ideale, e volta liberando gli schiavi coi denari ri-
colla croce sul uiantello,e in mezzo al pet- cevuti dai loro parenti eamici, ovvero col
to, ossia 5 croci rosse, cioè una grande e cambio di prigionieri e schiavi maomet-
4 piccole a'Iali, tutte di forma greca e po- tani ch'erano in potere de'crisliani. L'or-
tenziate, in memoria delie 5 piaghe del dine era obbligatodi tenere continuacnen-
Redentore. Anche il p. lionanni seguì l'o- learuiatiioo cavalieri e co'propri caval-
pi mone che cavalieri avessero ricevuto
i le li, alla corte de're latini di Gerusalemme,
reiiole da Carlo IMasrno.da Lodovico 1 suo per onorarli e per servirli nelle guerre
iiglio,e da s. Luigi IX. re di Francia. Cre- contro grinfedeli. Erano obbligati ad a-
de che cavalieri col loro valore facesse-
i scoltareogni giorno la messa, recitare l'ul-

roalcune conipiiste su'maomettani nella fìzio della s. Croce, fare alcune limosine,
Palestina; ma espulsi dalla loro possanza digiunare in diversi tempi dell'anno. O-
.si rifugiaronoin Perugia, ove stabilirono gni anno eleggevano un sacerdote del s.

la loro residenza, altri restituendosi alle Sepolcro , il quale nella domenica delle
proprie case. Aggiunge, che cavalieri e- i Pal'ne(^l.), accompagnatoda altri 12 sa-
rano tenuti a prendere le armi contro gli cerdoti, rap[)resentanti gli apostoli , en-
infedeli, riscillare gli schiavi, recitare o- trava inGerusalemme cavalcando un so-
giii giorno l'ufllzio della s. Croce. Ma delle maro, in memoria dell'ingresso fatto in
verequalilà richieste per essere insignito simil modo da Gesù Cristo. Incontrava-
di quesl'ordine,e de'ioro obblighi, ne par- no il sacerdote e seguaci il maestro gene-
lai nel voi. XXXIll, p. £ 1 4- L'ordine an- ralcj i cavalieri, i religiosi dell'ordine, ac-

tico fu riunito a quello de' cavalieri di compagnati da tutto il popolo, con rami
7io^//, ossia il Gerosoliniilano. In fatti leg- di palme e d'ulivi in mano, e con rive-
go neirini[)ortante/*/0''/tZfZf//tì! v. religio- renza grandissima l'introducevano nella
ne e milizia di s. Ciò. Cerosolimilano, santa città, e lo couducevano al tein[)io
del Kosio, leseguenti notizie. Nel 1. 1 ,p. 1 62 del s. Sepolcro, ove 3 sacerdoti con gran i i

dice che l'ordine, per quanto si raccoglie solennitàcelebravano l'unicioin comme-


da una bolla d'Innocenzo li e dalle anti- morazione dell'entrata delRedentore. Do-
che scritture da lui possedute, fu istituito po che cristiani furono cacciati dai mao-
i

poco do[)o la ricupera di Gerusalemme al mettani dalla Terra santa, si ritirarono


tempo di Golfredo di Buglione, rifiutan- in Italia, e stabilirono la residenza del lo-
dole anteriori origini di s. Giacomo e Car- ro convento in Perugia co'loro maestri,
lo Magno. Che l'abito de'cavalieri forma- nellacasaachiesadi s. Luca, che chiama-
vasi d'un manto bianco, sopra del quale rono arciprioralo, poi commenda dell'or-

erano cucite 5 croci rosse, di cui riporta dine "erosolimitano. Vi restarono sino a
SEP s ]•: p 93
Tnnocenzo Vili, il quale con ceiii palli e nig.'' Foinari, arcivescovo di Nicea e nun-
condizioni unì 1' ordine al gerosolimitn- zio apostolico |)resso la corte di F'rancia
no, dopogli accordi con l'ultitno mac'slio (ora cardinale); rillm. "e Uin.°mg.r Pietro
generaledell'ordincdels.Sepolcrofr. Bal- Lasagni, uditore della nunzialui a a Pa-
lista de Marini, cli'elibe la dignità di gran rigi ed il sig. cav. Ai land de IMonlor,
;

croce geiosolimilano. Delle [ìvaliclie per autore delle storie de'Ponlefici Pio VII
unire al gerosolimitano l'ordine del s. Se- e Leone XII". A s. Sepoicko m (ìeru-a-
polcro, il veridico Bosio ne tratta pure nel LEMME narrai come il regnante Pio IX at-
t. 2, p. 3i4, dicendo die propriamente tribuì al nuovo patriarca Ialino residen-
ebbe luogo a' 8 luglio 479, essendo gran
i 1
ziale, la facoltà di conferire l'ordine eque-
maestro gerosolimitano fr. Pietro d'Au- stre del s. Sepolcro, ma che l'oblazione
bussoi); unione che insieme a quella del- de' I 00 zecchini contribuita da chi lo ri-

l'ordine di s. Lazzaro approvò Innocen- ceve, continuasse a benefizio del santua-


zo Vili con bolla e udito il parere de'car- rio del s Sepolcro. Di quesl'oidinesi han-
dinali, sopprimendo ed estinguendo l'or- no: Anciens sialiits del'ordre linspilalier^
dine e religione del s. Sepolcro, e incor- el milita ire du s. SepidcìiredeJéi usa lenì ^
porando al gerosolimitano tutti i suoi be- siiivis dea Liilles. lettre.^ palentes, el rc-
ni, priorati, commende, ospedali, case, be- gltnieits oulhenùques du dil ordre,Vi\\\s
ni e prerogative. Inoltre racconta il Bo- I 766. VaoW, Codice diplomatico de'cavn-
sio nel l. 3, p. 4 ' 6, che nel 1 56o alcuni iteri del s. Sepolcro. Giacinto Vincoli,
cavalieri e religiosi del s. Sepolcro gero- Lettera concernente la residenza deca-
solimitano, fecero istanza a Filippo II re vaVeri del s. Sepolcro in Perugia : nelle
di Sp.igna, che volesse accettare il magi- M iscellanee del Lazaroni, l. 3, p. 4'>'-
stero dell'ordine, e con autorità del Papa Onoralo di s. Maria, De'cavalicri dtl s.

Pio IV rinnovare la religione e ordine ilei Srpolcro. Au rois Louis XT^ I;trcs-huni-
s. Sepolcro, con f.icollà di poter conferire l'ifs^ el trcs-respecteuses repré^entations
tulli i suoi benefìzi ; dappoiché molli di des chevaliers, i'oyageurs, et confà ra

questi ancora restavano sep<irali dall'or- de de'i'otion du s. SepulcIire,fornianl en-


dine gerosolimitano, ad onta dell' unio- semble l'archiconfrairie royale du meme
ne approvata da Innocenzo Vili, e con- nom,établie en VegUse des Cordelicrcsde
fermala dai Papi successori. I\Ia il gran Paris, 1776.
maestro dell' ordine gerosolimitano, di SKVOLC'KO{s.), ordine efjuestrcd' In-
ciò informandone il re, impedì la tentata ghilterra. Da alcuni si vuole istituito pel

riprislinazione dell'ordine e religione del suo regno neh 174 01 77, da Enrico I( i

s. Sepolcro. Per concordare dunque le dif- re d Inghilterra reduce dal viaggio diTer-
ferenti opinioni degli allegati storici, mi la santa, edificato dai servigi colà presta-
Sembra potersi concludere, princi[)almen- ti dai cavidieri del s. Sepolcro di Geru-
te coll'autorilà del Bosio, che dopo l'in- .<^/7/rOT/»r(/'.) ai cristiani pellegrinanti. Pe-
corporazione dell'ordine del s. Sepolcro rò il p. Helyot dichiara, che sebbene En-
al gerosolimitano .Alessandro VI per con- rico II prese la croce di croce>ignalo nel-
servarne la memoria istituì (piello che e- la 3.' crociata, non si recò in Pale>tina,
sisle. L'ordine si proseguì a conferire dal trattenuto ne'suoi stali dalla guerra che
p. guardiano del s. Sepolcro sino al 184", avea con Filippo II Augusto retli Fran-
ed il n.° 58 del Diario di Roma del 846 1 cia e contro il figlio proprio Riccardo con-
riporta. In uno degli ultimi capìtoli te-
<>
te di Poitiers. Altri confusero i canonici
Gerusalemme, il Rin.° p. Guardia-
nuti a regolili i del s. Sepolcro, stubilili in Inghil-

nodi Teiia santa ha ricevuto nel nume- terra, co'cavalieri, i quali si vogliono ;ip-

ro de'cavalicri del s. Sepolcro, S. E. llm.' punlu stabiliti nel regno sotto Eurico li,
94 SEP SEP
o almeno furono da lui beneficali colla levai nel detto voi. p. 204, ovvero nelle
concessione di qualche slabilimento, co- cappelle palatine. Se è morto nel Pn Liz-
me èdi avviso il p. Helyot, che narra ve- zo apostolico Quirinale, \n Lettiga [V.)
slirei pretesi cavalieri di sottana bianca e si trasporta nella Cappella Sistina del pa-

mantello nero, su di cui era una croce pa- lazzo apostolico Vaticano, ove dai peni-
qualeabitocorrispondea quel-
triarcale,il tenzieri si veste cogli abili pontificali ros-
lo usalodai canonici regolari del s. Sepol- si, che enumerai ne' voi. VI, p.204, Vili,
cro in Inghilterra. Se deve credersi al p. p.i 87,inclusivamenteaiiS'(t'?('/rt//, Guan-
13onanni, che nel Catalogo degli ordini ti, Fanone, Pallio e Mura lama
[F.) di
equestri e militari, a p. io6 ,
parla dei d'argento, ponendosi tra mani e sul pet-
le

cavalieri del s. Sepolcro in Inghilterra e to il Crocefisso, ed ai piedi due cappelli


i

neproducela figura, oltreché nealtribui- papali in segno di doppia giurisdizione,


sce l'istituzione a Enrico II e l'approva- aldiredelp.(Jarrier,De/>o//i./'o/2/. quaest.
zione a Papa Alessandro 111, afferma che 4. Se il Papa muore nel Palazzo aposto-
questi prescrisse loro la regola di s. Ba- lico f^aticano, si porta dalle sue stanze
silio, e col titolo di Gesìi Cristo e del s. vestito cogli abili usuali nella cappellaSi-
Sepolcro. Aggiunge, che il re gli attribuì slina, ed ivi viene vestilo come ho detto
una croce con due sbarre e trifogliata nel- pontificalmente. Frattanto i precordi del
le punte di color verde, ed arricchì l'or- tiefunio, chiusi e sigillati dentro un vaso,
dine molte commende, con obbligo di
di si lras|)orlano nella chiesa de'ss. Vincen-
far due anni di noviziato in Gerusalem- zo e Anastasio a Trevi (dal 5go e da Si- i

me; di più dice, che bandita la religione sto V in poi, prima


tumulandosi nelle sa-
cattolica dall'Inghilterra,! cavalieri si riu- gre grolle della basilica Vaticana ), ora
nirono all'ordine Gerosolimitano. i\e Ministri deglinfermi, nel sepolcro sot-
SEPOLCRO DE'MARTIRI E DEI terraneo óe Precordi de' Papi (/^ •), ove

SANTI, f^edi Martire, Santi, Sepol- Benedetto XIV


una cappella emi-
eresse
TUBA. gliorò sepolcri eretti da Sislo V in poi;
i

SEPOLCRO DE'ROM ANI PONTE- ed nomi de'Papi, precordi de'quali ivi


i i

FICI. Morto il Papa[f'.) incomincia l'a- furono deposti, sono scolpiti in due tavo-
postolica Sede vacante(^V .). I Penitenzie- le di marmo laterali all'altare maggiore,
ri Vaticani (/'.) ne lavano il Cadai'cre il quale sovrasta il sepolcro. Perciò, co*
{^.), ed anticamente facevano altri con me praticasi nelle pareli esteriori delle 4
]' Elemosiniere {V.). Il cardinal Cnmer- patriaicali basiliche, anco in quelle de'ss.
tengo di s. Chiesa {f\) fa il formale rico- Vincenzo e Anastasio si affiggono le figu-
noscimento del cadavere, e dichiara ve- re della morte e gli stemmi dipioli del
ramente merlo il sommo Pontefice, ed uu defunto. Nel giorno seguente all'esposizio-
notaro della camera apostolica genuflesso ne del cadavere nella cappella Sistina, ha
ne anche iieW'Jnello Piscnto-
fa rogito, luogo il solenne suo trasporto nella ba-
r/o,cheil cardinale ha ricevuto dal ìllae- silica Vaticana, che eseguisce il capitolo
stro di camera. Dopo 24 ore dal suo de- della uìedesima con l'intervento del Sa-
cesso, i Chirurghi e Medici {/''.) del Pa- gro Collegio {V.); e pone su alto letto si

pa, con quelli palatini, ne laimo l'apertu- nella cappella del ss. Sagramenlo, co'pie-
ra, sezione e imb ah a matura. Quindi i pe- di sporgenti fuori della cancellata, onde
nitenzieri vestono il cadavere cogli abiti il popolo gli renda gli ultimi osse(|ui e li

usuali di raozzelta e stola, come notai nel baci nelle Scarpe [V.) crucigere così il :

voi. VI, p. 2o4; così vestito nella sera o cadavere resta esposto per 3 giorni, cu-
nel dì seguente si espone in una delle sa- stodito nelle notti dai/l/a«5/o«(7n(/^^) Va-
le del pontifìcio apparlaaieiUo, come ri- ticani, insieme al coppellano di tal cap-
-

SEP SEP 9^
pclla,al parroco e vice- parroco di s. Pie- na in liliovo si forma una croce, lo stem-
lvi),ohre\iì GitfirdlaSi'izzern^cla Cuar- ma del Papa, il lescliio con due ossa iii-

clia iV6»Z»/7é'(/.) la quale ccniej^iiardiit del crociale : fia questo e l'arme s' incide l'i

corpo, dal punto che quello del l'apa è scrizione col nome del defunto, il tempo
divenuto cadavere, sino alla sua tumula- che legnò e nior'i), e questa in una
visNe,

zione resta a custodirlo. Nella seia del 3," 3/dilegno,an)beduesigillalecome la pri-


giorno di quest'ultima esposizione si fa la ma cogli stessi sigilli, mediante rogito nò-
tumulazione del pontificio cadavere dal tarile; il pontificio cadavere così raccliiu-

capitolo \alicano,avendo alla lesta il car- so si consegna alla custodia ilei capitolo
dinal arciprete in cappa, con l'assistenza \ aticano,previorogitom5o//////'// chero-
de'cardinali creati dal deftuito,in vesti car- gano notari del palazzo apostolico, del-
i

dinalizie senza mantelletta, del cardinal la camera apostolica e del ca[)itolo Vati-

camerlengo iu cappa, e della sua Fumi- cano, genidlessi e con lercie in mani. Già
glia pontificia {V .), la quale sino all'è- fino dalla sera precedente, la cassa con-

saui'imenlo di questa funzione prosegue lenente il cadavere del Papa predecesso-


a vestire di paonazzo, mentre la prelatu- re, viene calala dalla nicchia ov' era in
ra ed i vescovi appena morto il Papa as- luogo di deposilo, cioè sopra la porla d'u-
sumono le vesti nere e le ritengono per na delle due cantorie del coio, e insieme
tutto il tempo della sede vacante; a vver- archivio e vestiario de'cantori della cap-
tendochesideve far la Genufles'<ione[f.) pellaGiulia, lateraieairingresso dellacap-
alcadavere, fìncliènon èposlonel sepol- pella del coro, e incontro al deposilo di
ero, anche dal vescovo che (a la funzio- Jnnocenzo VJII, previo il rogito di rico-
ne, edii quale benedice pure la cassa con gnizione, e con funzione sagra del capi-
orazione propria. Collocalo il cadavere lolo. indi si trasporta la cassa nelle sagre
nella cassa di cipresso, vestito pontificai- grotte Vaticane e sotterranei della basi-
mente e con mitra d'argento, si cuopre lica, ovvero nel monuincnlo erettogli nel-
)l volto, le mani, il corpo, da qiie'peiso- la slessa basilica depone ne'sotter-
: se si

naggienel modo che descrissi nc'vol. VI, ranci, si cuopre con opera muraria in 11-
p. 200 6 20 1, vili, p. i88, XLI,p. i4o gura d'urna, e iscrizione col nome di chi
e 2C)4> LI, p. I
78; avendo notalo a Lam- contiene. Nella nicchia dunque restata
TADA, che antican»ente sollo la testa del vuota si ripone la cassa dell'ultimo l\i|)a
cadavere si poneva un cuscinetto co'stnp- defunto, che ricopresi con opera muraria
pini dellelampade delle Stazioni, che il di calce e mattoni in forma di urna, so-
Papa avea visitale. W Mngf^iordomo [P\) vrastala da un cuscino con sopravi il Iri-
pone nella cassa ai piedi del cadavere 3 regno, eriscrizionechedichiara chi vigia-
boise colle yiyrrA/^'//<'(/'.) d'oro, d'argen- ce: Ciie^nriii<i \l I Ponlifcx Mnxinuix.
loedi rame coniale nel pontificato, e tal- liiii;iiizi poi a tali inoiiuinenli ourne,nel-
volta vi furono poste le AJonelc f)on(i/i- l'aniiivei^aiio deiedeli deliinli si accen-
cic {^f •),nonche mette un tubo con
vi si dono (|uel numero che gli eredi di lorcie
pergamena, ovesonodescritlelegesladel de'Papi stabilirono, mediante una soin-
defiiiito. Si chiude la cassa e fermasi con ma di denaro convenula in perpetuo col
con (> sigilli (piimaeia-
vili, sigillandosi capitolo, l^a camera apostolica, al moilo
no 7), cioè due del cardinal camerlengo, indicato nel voi. XX\ lll,p..'J 1 e jt», siip-

due del maggiordomo, il sigillo del car- plisce alle spese dell'esequie e del seppel-
diuul arciprete, (juello del capitolo, come linwnlode'l'api : anticamente spellava ai
legislrai anche nel voi. \ÌA, p. -^p/j; in- parenti del deliinlo, e per togliere lo scan-
di si pone la tnss.i in altra di piiimbo (sul dalo deirmgralitudme (contro della cjiia-

coperchio della quale e nella parte eslcr- le inveisce Piazza nella Atrrolo^iti, ripio-
96 SEP SEP
vandoravariziade'pnrenliede'beneficia- ri di essa furono deposti nelle Catacom-
ti eredi de'moi li d'ogni specie), così fusla- be e Cimiteri di Roma (^.), delle quali
bilito saviamente da Gregorio XV e A- anche a
riparlai negli articoli relativi, ed
lessandio Vili, come ricordai ne' voi. VI II, Sepoltura, ove sono nozioni riguardanti
|i. I Sge I c)2, XXVI II, p. 4' .Quanto pra- quelle del Papa, cardinali, vescovi e al-
ticasi nelle TrrtsZaz/o/i/ de'cadaveri pon- tri ecclesiastici, e neppure nelle basiliche
tificii dalla basilica in allie chiese, secon- da essi fondate; bensì poi furono trasfe-
do la disposizione del defunto, Io descrivo riti in Roma e in altri luoghi, dalla ve-
in quell'articolo : dice il Lunadoio com- nerazione de'fedeli. In progresso di tem-
lìienlatoda Zaccaria, t. r,cap.7,clie quan- po il iiumeio maggiore de' Papi sepolti
do il Papa defunto ordina per testamen- lo vanta la Chiesa di s. Pietro in fati-
to di essere seppellito in alcun'altra chie- cano (/''.), poi la Chiesa di s, Giovanni
sa, diversa dal tempio Vaticano, la trasla- in Laterano (^^.), quindi la Chiesa dt s.
zione del cadavere non può seguire che Maria /l//7ggi'ore (^.), basiliche patriar-

un anno dopo essere state riposte le cas- cali di Roma : la i.^ è l'ordinario luogo
se nel sitoo nella cappella destinata per della sepoltura de'Papi, edi essa come del-
temporaneo sepolcro. 1 Funerali {f^) la Lateranense feci l'elenco de' Pontefici
poi del Papa defunto incominciano dal defunti, colla descrizione de' monumenti
i." de'3 giorni in cui il cadavere viene e- che li contengono, descrizione che prati-
sposto nella cappella del ss.Sagrainento, cai pure con l'altra basilica, sjilendidi, son-

esichiamano iVbi'<?«(7/<?// (A.) perchè du- tuosi e in gran numero essendo (juelli che
rano q giorni (dice Piazza nella iVecro/o- si ammirano nella Vaticana. Gl'illustra-
g/V?, p. 8,cliei novendiali ilcrivarono, pur- tori e storici delle tre patriarcali basiliche
gati del profano, dal trattenersi i cadave- ci dierono il diseguo inciso di tali magni-
ri de'romani onoratamente per 8 giorni fici sepolcri e la loro descrizione. Il Bosio
nelle loro case^ e nel q.° si bruciavano e e l'Arringhi fecero il catalogo de'sovrani
seppellivano), avendo detto a Funerali sepolti in s. Pietro,ene[>aila anche Gri-

cosa si fa se alcun giorno è impedito: nel- maldi nel suo mss. Instrumentum trasla-
r ultimo giorno si pronunzia la funebre tionum. All'articolo R^oma parlai de' so-
Orazione (^.). Di tutto il qui indicato, vrani e sovrane morti in Roma, così dei
oltre i citati articoli, dilfusamente ne trat- principi e principesse reali, e de'sepulcri
tai ne'vol. VI, p. 19' e seg., Vili, p. 186 Il p. Luigi Giacob-
di chi vi fu se[)pelIito.
e seg., XXVI II, p. 89 e seg. Nelle biogra- be carmelitano, Dibliollieca Poitlificnmy
fìe de'Papi, ed a Cronologia de'Romani stampata a Parigi nel 643, riporta lei- 1

PoNTEFici,a vendo descritto l'annoe il gior- scrizioni e gli epitafli posti ai sepolcri dei
no della morte d'ogni Papa, meno qual- Papi. Il domenicano p. Ciacconio è au-
che eccezione, ora che vado a indicare i tore delle fltae etres gestae Pontiflcuni
sepolcri de'Papi^ion trovo necessario ri- Romonorum et S. R. E. Cardinalium^O'
peterne le date, potendosi facilmente tro- pera classica che fu publjlicata in Roma
varle in tali luoghi. La descrizione di cia- nel 1677 colle dotte note del gesuita p.
scun monumento sepolcrale la feci nelle Oldoino, e resa da questi più interessan-
chiese e luoghi ove trovansi sepolti i Pa- te non solo pei ritratti e stemmi de'Papi
pi, sia in Roma che altrove, o alle biogra- e de'cardÌMaIi,ma ancora per un gran nu-
fie de'Papi stessi; laonde farò pochissime mero d'incisioni rappresentanti i sepolcri
aggiunte o schiarimenti. Noteròelosi ve- de'Pontefici. Abbiamo inoltre del p. Giu-
drà in progresso, che Papi de'primi se- i seppe Silos chierico regolare Mausolea
:

coli della Chiesa, essendo in vigore la leg- Romanornm Pontifìcnm et Caesarum Re-
gedinonseppelllrei cadaveri inclita, fuo- giim(jiueAustriacoriwi,siv'e adcorum se-

II
S EP S EP 97
pidcra qna soliiln nran'nne , rjiia i'crsibits ne e nel campo Vaticano. Qualcuno af-

inscriptione<ì, Romnei670. fermò, che s, Pietro fosse sepolto nelle ca-


Qiiantlo l'alma Roma (/'.) non avesse tacombe due miglia lungi da Roma, ma
altro pregio, che il j^lorioso sepolcro del l'Arringhi, e il sonimo Bosio che pel ." t

principe degli apostoli s. Pietro, chiama- creò la scienza (]e\\aI\onia sollerranea,r\-


lo per eccellen7a con quello dell'apostttlo tengono che nel medesimo Valicano fos-
s. Paolo[f^.)^ Liininn Apostolorum {f^.), se sepolto. Così il suo diletto compagno

vere torri e propugnacoli inespugnabili di 8. Paolo fu sepolto presso il luogo in cui

sua perpetuili», sarebbe egualmente uni- solhì il martirio, e dove poi fu eretta la
ca , celeberrima, meravigliosa. Qualun- Chiesa dis. Paolo neUa via Ostiense [T'.).
que splendida e faconda eloquenza non I\Ia in seguilo rubati ambedue i corpi dai
può abbastanza esaltarne degnamente il greci, e nascosti nel cimilerio di Calisto
sublime vanto che perciò le deriva, sic- nella via Appia, scoperto il furto prima
come immemorabilee tenero oggetto del- che partissero, furono ricuperali e resti-

la fervorosa e costante divozione di tut- tuiti alle proprie basiliche. Dicesi che s.

te quante le nazioni cristiane. Tomba fa- vSilvestro 1 divise i corpi de'due apostoli
migerata e illustre, che servì d'inconcusso per metà, riponendone porzione nella ba-
fondamento alle nuove grandezze di Ro- silica Vaticana, e porzione nella basilica
ma papale, alla reggia sacerdotalede'suoi Ostiense. Sopra la cassa in cui s. Silvestro
successori, l'icari di Gesti Cristo [f-), ed I collocò il corpo di s. Pietro, l'impera-
a furniaie di Roma il centro del Cristia- tore Costantino 1 il Grande pose una cro-
nfnirno C^.), la capitale del mondo catto- ce d'oro di 1 5o libbre, con queste parole
lico, l'avventurosi residenza della santa scolpite: Constantintis Augusliis, et fle-
Scrlc.4i)0Stolica(^r'.).Ton^ha che racchiu- lena Augusta liane domum regali simi-
de il più sontuoso, d piti vasto, il pili ma- lifdgo re coru';eanlenì auro circunida-
gnifico tempio liei i'imi verso; li pò vero del hant. Le Teste de'ss. Pietro e Paolo {f.)
bello, del grande, del più nobile e augu- furono poste nel Sancta Sanctonan [V.)
sto edifizio che possano formare le arti, del patriarchio Lateranense, donde piti

almenochelascia incei li se i secoli piìi fe- tardi si collocarono nell'adiacente basi-


lici potes^^eio imitarlo. Ed a compimento lica ove si venerano. .A'ioro luoghi e ne-
del prodigioso complesso di tanti rari pre- gli articoli delle loro due basiliche ra-
gi, il sepolcro di s. Pietro è sovrastato dal gionai delle diverse opinioni sul qui li-

miracolo dell'arte, lo portentosa e mira- pnrlalo. I sepolcri de'ss. Pietro e Paolo,


bile cupola Vaticana, concetto arililo ilei in origine abbietti, rifulgono per sontuo-
divin Michelangelo Buonarroti (l'avea i- sità e venerazione; di quelli magnifici dei
deata retta da 3 ordini di colonne); ed a Cesari appena ili alcuno cvvi reliquia. Se-
CUI fanno nobilissima corona un museo di polti nel Valicano e presso s. Pietro fu-
grandiosi sepolciali monumenti di molti rono gl'iniroediati suoi successori ss./!//- i

l'api suoi successori, nella maggior parte 110 e Cleto : s. Clcnitnte /, benché patis-

de'cjuali l'arte di gran lunga vince la pre- se altrove il martirio, ilnpo alcuni se-
ziosilà della materia, come capolavori di coli io corpo in Roma e sipol-
pollato il

sndtitrn. \\ì ° sommo Pontefice s. Pietro lo ne!la Ctvesa di ^. Clemente [f^.) già
(/'.), a' J.r) giugno dell'anno 6f) patì in sua casa paterna. Noteiò, che parte del
Roma glorioso martirio sid Monte fati- corpo di rpieslo l'apa fu donato ni mo-
crino [
/'.
), e fu sepolto presso d luogoo v'e- nastero di Casaure; piìi, si pretende che il
ra slato crocefisso, o nel pnip.inquo J/o/i- caposia slato poi tatoaClugny,ed un brac-
teGiaiiicolo(/'.),sccoìn\on\cim'ì, cioè tu- cio in altro luogo di Francia. Di queste
mulato propriamente nel circo di Nero- porzioni di corpo, che molli scrittori prc-
VCL. LXIV.
()8 SEP SEP
sero per il luUo, nnclie pailanclo di altri gi da Pioma. Noterò con ^Marangoni, Del-
Pani, filli non intendo entrare in discus- le cose genlileschc che nella viaTuscula-,

sione, avendolo narrato a'iuoglii loro. Il na e nella vigna cle'Cucurni,sotto un mou-


sdccessore s. Jnnclcto, come i precedenti ticello ornato di cipressi e chiamalo mon-

discepolo di s, Pietro, sul di lui sepolcro te del Grano, in una camera sepolcrale

essendo prete avea principialo l'erezione fu trovata altra urna dello stesso impe-

d'un oratorio o cappella, checonnp'i e de- ratore, scolpila col ratio delle sabine, e

dicò dopo essere stalo crea toPa panel io3: sopra il coperchio le statue di Alessandro

egli con al tri discepoli l'avea tumulato nel- Severoedi Mutnmea sua madre in lutto
la detta valle Vaticana nel circo di Ne- rilievo, quindi venne collocata in Cam-

rone, che comunemente credesi incomin- pidoglio. Dunque, delle due urne una sa-

ciasse ov'è la chiesa di s.Marta,esieslen rà stata il vero sepolcro, l'altra il ceno-

deva fino luogo in cui aveano princi-


al tafio. In detto cimiterio di Calisto fu pu-
pio le scale dell'antica basilica Vaticana. re sepolto s. Sottro, e poi traslato nella
L'Anastasio Bibliotecaiio nella vitadis. Chiesa di s. Sisto (/^".). Nel Valicano fu-
Anacleto dice Hic niemoriam B. Petri:
rono seppelliti s. lìleulero e s. littore I :

conslruxh, el composuil cani praeshyler s.Zefferino lo fu nel cimiterio di Calisto.


ordinalusfiiìsseta B. Petro^swe alia lo- Papa s. Calisto I &e^o\\.o nel cimiterio di
ca iihiEpiscoporwn in sepultiirn recon- Calepodio nella via Aurelia, dipoi fu tra-
dtrentur. Dalle quali parole si ricava, che sferito nella Chiesa di s. Diaria in Tras-

presso il corpo di S.Pietro vennero ezian- tevere (^^•), da luì fabbricata. Papa s. Ur-

dio sotterrate le ossa di altri Papi, come bano 1 venne tumulato nel cimileiio di

6. Lino, s. Cleto, s. Anacleto. La ricorda- Pretestalo nella via Appia; s. Ponziano


ta cappella o oratorio, adonta delle perse- nel cimiterio di CalÌNto, così s. Antera e
cuzioni, sussistè fino a Costantino il Gran- poi porlalo nella Cli'csa di s. Silvestro in

de, il quale verso il 3 19 a preghiera di Capite [r.). Papa s. Fabiano ebbe tom-
s. Sdveslro I innalzò una magnifica chie- ba nel cimiterio di Calisto, allreltanlo di-

sa in onore del principe degli apostoli. Fi- casi (]'i S.Cornelio, poi Irasfisrito in s. Ma-
no allora l'oratoiio sotto il titolo di Me ria in Trastevere. Nel cimiterio di Cali-
mon/7, essendo nella massima venerazio- sto furono deposti s. Lucio I, e s. Stefa-
ne de'fedeii, vi celebravano le sagre adu- no I poi portalo in s. Silvestro in Capi-
nanze e il s. sagrifizio. Papa s. [ù'aristo te. Papa s. Sisto II venne se[)olto nel ci-

fu sepolto nel Valicano; s.Alessandro I miterio di Pretestalo, s. Dionisio'm quel-


venne sepolto nella via Nomenlana ove lo di Calisto, s. Felice I nel proprio ci-

patì il martirio poi fu trasferito nella miterio nella via Aurelia, s. Eutichiano
,

Chiesa di s. Sahina[V.); s. Sisto / fu tu- in quello di Calisto e poi porlato in Sar-


mulato nel Vaticano, e poscia ad Alatri zana. Papa Caio fu tumulalo nel ci-
s.

s. Marcellino in quel-
fu trasferito miracolosamente. Avverto, miterio di Calisto,
che nelle biografie de'Papi riporto le dif- lo di Priscilla nella via Salaria, s. Eusebio

ferenti testimonianze sulle traslazioni dei inquellodi Calisto, così s. Melchiade nel
corpi loro. Appresso s. Pietro fu deposto 3 1 3 quando già Costantino il Grande a-

s. Telesforo, così i F^api s. Jgino e s. Pio vea dato pace alla Chiesa e fallo libero il

I. Il corpodi Papa s. Aniceto, dal cimi- culto cristiano, indi trasferito in s. Silve-

terio di Calisto fu porlato nel Palazzo stro in Capite. Papa s. Silvestro /venne
j4llcinps[ ^^.),in una preziosa urna di mar- deposto nel cimilerio di Priscilla, poi in
mo nuuiidico detto giallo antico, già se- s. Silvestro in Capite s. Marco fu sepol- :

polcro dell'impcralcre Alessandro Severo to nel cimilerio di s. Balbina nella via Ar-

e ritrovala nella via Appia, 3 miglia lun- dealina, e poi nella Chiesa di s. Marco
,

SEP SEP 99
(^.). Nel cimilcrio di Calepodio fu por- e poi in Valicano. Ivi Pelagio /, Gm-
talo s. Giulio /jinili in s. Maria in Tras- vannini, Benedetto I, e Pelagio II. Pa-
leveie; s. Liberio nel ciraiteiio di Priscil- pa Gregorio I Magno nella basilica Va
s.

la, s. Felice II nelle terme di Traiano e ticana e nel 6o5, così Sahmiano, Boni-
poi nel cimilerio o basilica di s. Felice I, facio III, s. Bonifacio IV tra la porta
donde fu Irasportatoalla Chiesa rie ss. Co- Ravenniana e rpiella del Giuilizio, s. A-
sma e Damiano {^•)- Pjipa s. Darnaso I deodato I, Bonifacio I', Onorio I{\\ qua-
fu sepolto nella sua basilica nella via Ar- le compose due epiladi al sepolcro di det-
dealina, pi-esso la madre e la sorella, in- to predecessore, il primo di 18, l'altro
di nella Chiesa di s. Lorenzo in Daniaso di 20 versi, riprodotti dal Seveiano, lo-
[F.) da lui fondata. Nel cimilerio di Pri- co citalo 1. 2, cap. 6, p. q6)j Severino
scilla trovò la sepoltura s.Siricio,[)o\ nel- Giovanni IF, Teodoro I : s. Martino
la Chiesa dì s. Pra ssede
Papa s. z^- [F.). 1 dalla Crimea fu portato in ss. Silve-
nastasio Ixeiìiìe deposto, prima nel cimi- stro e Martino a* Monti. Nella basilica
lerio all'Orso Pilealo sul Monte Esquili- Vaticana furono deposti s. Eugenio /, s.
wo, poi neWaChiesade'ss. Silvestro e Mar- Fitaliano, Adeodato II, Dono I, s. A'
tino (/^. )• Anche s. Innocenzo I fu tumu- gatone, Leone II, s. Benedetto II, Gio-
s.

lalo all'Oiso Pilealo, e poi in delta chie- vanni F, Conone, e s. Sergio I. Papa Gio-
sa. Papa s. Zosimo ebbe tomba nella Chie- vanni FI nelle catacombe presso la Chie-
sa di s. Fiorenzo fuori delle mura {/ .): sa di s. Sebastiano {F.)o cimiteriodi Ca-
s. Bonifacio I nella chiesa di s. Felicita, listo, altri dicono in s, Pietro; ivi e avan-
presso il cimiteriodi Calisto, ma il Bosio ti l'altare della Madonna da lui fabbrica-
opina che il cimilerio di s. Felicita era par- to.Purenel Vaticano furono riposti Pa- i

te di cpiello di Priscilla. In q<ieslo fu se- pi Sisinnio, Costantino, s, Gregorio II


,

pollo s. Celestino J,i>o\ in s. Prassede: s. sotto del quale incominciò la Sovranità


Sisto ///nelle calacondje pi esso s. Loren- de' Papi {F.); così s. Gregorio III, e s.
T.o fuori le mura, s. Leone I Magno pel Zaccaria. S'\^r\ova ove fu seppellito iS>e-
i.° fu nel 46 r seppellito nella basilica di fano IIj in \aUcanoStefanoJIJj s. Pao'
s. Pietro, mentre predecessori erano stali
i lo I nella basilica Ostiense, presso la qua-
deposti ne'sotlerranei accanto al s. Apo- le era morto, poi trasferito nel Vaticano

stolo, ovvero nel Portico {f .) Papa s. /- e nell'oralorioda lui costruito. Questo Pa-
laro venne sepolto accanto s. Sisto III, s. pa, vedendo che per le scorrerie de'lon-
Simplicio nella basilica Vaticana, s.Fe- gobardi aveano palilo molte rovine ci- i

lice IH nella basilica Ostiense, s. Gela- miteri suburbani di Roma, quivi trasfe-
sio I\ì\ Valicano, Anastasio II in quel
s. rì in varie chiese corpi di diversi Papi
i

portico, s. Simmaco in Valicano, così s. e de'.ss. martiri, ed avendo nella propria


Ormisda, s. Giovanni /trasportato da casa fabbricalo la chiesa di s. Silvestro iu
Ravenna, s. Felice Il\ s. Bonifacio II, Capite, vi sunnominati Pontefi-
collocò i

s. Giovanni //, %. Agapito /trasferito da ci. Stefano IT^ venne tumulalo in Vali-

Costantinopoli. Questo Papa avendo a- cano, similmente \^e\'JC)^ Adriano /, ove


dornato il sepolcro di s. Giovanni il, vi l'inipeialore Carlo Magno che lo aiuava
pose un ppitallìo di 2 versi, riportato dal i qual padre e teneramente Io pianse, gli
Severano nella Boma sotterranea I. 5, e. pose un cpitaflìo diu) distici da lui com-
6. Papa s. Silvrrio fu sepolto ove morì, posto, riportalo dal p. Giacobbe nella Bi-
non nell'isola Paluìaria nel mare di Li- hi. Pont. p. io3, e dal Pagi, Brev. Boni.
guria, ma veramente neh' isola di Pon- Pont.ì. I, p. 6 18; quelli ói\e in cui il suo
ra. f'igilioih Siracusa fu trasferito nel- nome è congiunto a quello del Papa, ec-
la chiesa di s. IMnrccllo nella via Salario, coli. Nomina jungo sininl Itlulis, claris-
100 SEP SEP
sirne, nostra — Hadrianns, Carolusj
: l'inchinnzione del capo dalle statue ch'e-
rcx ego, iitqite pater. — Quisquis Icgas rano nelle nicchie. Giovanni 7A' scomu-
versus, devoto pectore snpplex, — Ani- nicò e depose 6 cardinali violatori del
i

boncni niitis, dic,mìserere Deus. Quan- sepolcro di Formoso, efu tumulato inVa-
do il Papa donò a Carlo Magno la rac- ticano,ov'ebbero pure riposo le ceneri di
colta de'canoni, dell'epistole He' Papi edel- Benedetto IV. In quest'infelice e barba-
le decretali, l'aocorapagno con un'episto- ro secolo, nel qo3 Leone V morto acco-
la informa di poema, ogni verso dei qua- rato in prigione, fu sepolto nella basilica
le cominciava con una lettera del nome di s. Giovanni in Laterano. Cristoforo

del monarca. Papa s. Leone 111, che in che avea invaso la cattedra apostolica ,
Carlo Magno rinnovò l'impero d'occiden- miseramente finì in carcere la sua vita,
te in s. Pietro, ivi fu sepolto, e lo fu pu- eppure fu portato in Vaticano. Di Ser-
reil successoreStefano Fj non peròs. Pa- gio III è contrastato il sepolcro, se nel
squale I,cow\\'o al quale pretendendo ar- LateranoonelValicano. in questofu sep-
ditamente i romani d impedirlo, dopo a- pellito Anastasio IH, nel Laterano Gio-
vergli dato vivente molti dispiaceri, £"«• vanni X,mov[o soflocato con violenza. In
genio 11 Io fece seppellire in s. Prassede s. Pietro trovarono la tomba Leone VI
nel sepolcro cli'erasi preparato. Tumula- e Stefano VIIlj in s. Giovanni io La-
li nella basilica Vaticana furono quindi, terano Giovanni XI: in s. Pietro Stefa-
Kugenio II, Palenlino ,GregorìoIf^econ no IX e iVartino I Il.?ie\
Laterano Aga-
epitaffio comune a lui ed a Bonifacio IV, pito Ile Giovanni XII: Benedetto V
posto a loro da Bonifacio Vili, che si ri- deportato ad Amburgo [V.) dall' inipe-
porta dal p. Giacobbe, p- 9'. Sergio II ratore Ottone I fu sepolto nella cattedra-
fu seppellito neir847 in Vaticano, e pri- le, ove sussiste il sepolcro, ma il corpo fu

ma che fosse tumulato venne eletto s. Leo- nel c)C)t) restituito a Roma da Ottone III,
ne IF', il quale ebbe egual sepoltura; que- per essersi verificate le sue predizioni, che
sto Papa circondò di mura la basilica Va- il paese sarebbe desolato dal ferro stra-
ticana e così la comprese nella città di Ro- niero e dalle fiere, e non avrebbe pace
ma, la quale cinta dal suo nome fu delta finché il suo cadavere non fosse portato
Città Leonina [J'.). in Roma. Giovanni XI 1 ehhe la sepol-
In Vaticano ebbero sepoltura Bene- tura nella basilica 0>tien'*e, la cui lapide
detto IH,?,. Nicolo /avanti le porte del- esistevaprima dell'incendio della basili-
la basilica, Adriano II, Giovanni Vili ca. Dono Udì tumulalo in Vaticano, ma

rei portico, e Martino II. Adriano III s'ignora dove lo fu il successore Benedet-
fu sepolto nel monastero di Nonanlola to VI, strangolato in Castels. Angelo nel

{^y.\ Stefano VI
in s. Pietro, così For. c)73 da Bonifacio VII che gli successe,
inoso {^'^.)disolterrato e oltraggiato cru- ed il quale trafitto perì da mille lancia-
delmente dall'indegno successore Stefa- te, trascinandosi con crudele carnilicina
no VII {V.), che inoltre fece gittare il ilcadavere pe'piedi sino alla piazza del
carlavere nel Tevere; egli però strango- Campidoglio, donde chierici lo porta-i

lato fu portato al Valicano neil'Spy, do- rono a seppellire nel Laterano. Tutta vol-
po i3 mesi di Pontificato (V.). ÌSeì Va- ta e di recente ne volle difendere la me-
ticanoera stato pur sepolto Bonifacio VI moria e scolpare, il eh. cav. Luigi Ciiso-
che lo aveva preceduto, Romano e Teo- stomo P^errucci, nelle eruditissime Inve-
doro II che gli successero: questi nel feb- stigazioni sopra Bonifacio VII, figliuolo
braio dell' 898 restituì nella basilica il di Ferruccio, che riproducendo a p. tc) e
corpo di Formoso pescato nel fiume, e 27 gli epitadì posti a'sepolcri del piede-
nell'ingresso del tempio fu salutalo col- cessore e successore , in cui fu profilalo
SEI» SEP lor
j>er bene, e le epigrafi colle quali furono to in Valicano, con epitallio che tolto dal
(jiKililicale le sue azioni ebai bara morie; V egio egli riporta nella Bibl. pont. a p.
dipoi a p. 4o propone la oieiuotia clal- 33G. Sergio ly dicesi seppellito in La-
l'atirea !>ua penna <Jeltata,del suo ponli- terano presso l'ingresso deiroratorio di
(ìcalo e vicende, da rlporsi in Lalerano, s. Tommaso, o nit-glio in Valicano e cou
sebbene il suo sepolcro peiisse in un in- epitaffio di q distici pubblicati dal p. Gia-
ceii(Iii) (j tosse traslocalo allrove. Beutilcl- cobbe a 199. Benedetto fili venne
p.
to III fu seppellito nella Chiesa ili s. deposto in Vaticano, cos'i Gios'annì XX
Croce inGcrusaleiìinie[f^.),ed il licsoz- tra la porta Argentata e laUomana. Bc'
zi nella Storia della medesima a p. 5i nedetto IX trovasi sepolto nel monaste-
riporta l'antica iscrizione che di lui in es- ro di Grollaferrata (^ •), come dichiarai
sa esiste, tra la |)orta clie introduce nel coll'autorilà del p. Piacentini, De senni'
uionasteru e (|uella per cui si cala nella ehro Benedirti IX. Eletto con simonia
cappella di s.Eleua,pili completa di quei* Gregorio FI, si ritirò a far penitenza nel
la riprodotta dal cav. Ferrucci in uno dei monastero di CUis,ny[F.)^ vi morì e fu se-
due indicati epilaili. Questo Pajia era sta- polto. 67c/;uvi/(? //sebbene morisse presso
to eletto dalla fazione de'[)atrizi,coMliO Pesai o,\\ suo corpo in virtù del suo testa-
la popolare che favoreggiava Bonifacio luento fii recalo nella cattedrale di Banu
VII fuggito a Costantinopoli, quindi sco- bcrga (/^.), il cui vescovato avea riteou»
municalo dallo slessoDeuedetto V II. G/o- to. Damaso II moieudo in Galestrina, fu
i'iinniA//' cli'era successo a Benedetto trasferito il cadaveie in s. Lorenzo fuori
VII, appena Bonifacio VII tornò da Co- le mura di Roma, che resta presso la via
stantinopoli da lui fu fatto morire in car- che conduce a tal citlà. In Valicano ven-
cere di veleno, o dì fame in Castel s. An- ne deposto nel i o54 s. Lex)neIX,e fu tro-
gelo, e fu sepolto in Valicano, e con quel- vato incorrotto nel 606. Pittore 1 II mo-
l'allio epitallio pubblicato dal cav. Fer- rì e fu sepolto in Firenze (/'.), sede che

rucci, puiciiè devesi intendere per prede- ancora governava, e nella chiesa di s. Re-
cessore «.li Bonifacio V II, Benedetto VII, parata. L'antipapa Benedetto .V e depo-
e per successore Giovanni XIV. Eziaa- sto, fu sepolto in s. Maria Maggiore. Ni-
tlio nelValicano fuiono deposti G/ocari- colo II morì in Firenze, vescovato che
tti Xf Gioiuiiuii A/ y e nell'oratoriodi
, riteneva, e fu tumulalo nel iluomo: allii
s. Maria, e Gicgorio J L'anlipapa Gio- . vogliono che lerniinassedi viveie nel pa-
ialini Xf //dopo essere stalo mutilato ti iarchio Laleranense, donde fosse tras-
nel nasce nell'orecchie ecavati gli occhi, portato in Vaticano presso la porta del
muri e fu sepijllo nella basilica diLatera- Giudizio. Alessandro II in tumulato 111

iio. Silvestro II nel oo3 non U\ luinidato


i Lalerano ov'er.i stato canonico, e non nel
in \ alicano, secondo alcuni, poiché al ri- Vaticano. Il gran s. Gregorio ///nel
lerue di altri Sergio IV gli pose onore- 1 (18 ) morì in Salerno [f .), e fu sepolto
vole e lungo cpitatlio al suo sepolcro in nella cattedrale: l'antipapa Clenienlell I
Lalerano, che si può leggere in ^'ovaes, iiixiito per tribolarlo, morì in Ravenna,
Stor. de Pontefici y\^)u\\i\u>\o pure (pielli (/ .)e vcnnedeposlo nella metropolitana,
tli alcuni allri l\ipi. GiO\,'anni XI 111 ma Pas(|uale lece disottcrrarne le ossa,
\U()Ui se[)pcllilu nella Chiesa di s. Siiba bruciare e giltare nel liume. f'illore HI
(/ .), ina piii |)rubabiltnenle in Lalerano, avendo ritenuto l'abbazia di Monte Gas-
e con (|ueir epitallio che diedi iiell.i sua fino (/ .) e morendovi, volle esservi se-
biugraiia.NelLuti-rano trovò pure la lom- polto. Secondoalcuni L'rhiino 1 1 U) fu in
Lii GtoKUiiim A/A, (il due di iNovacs; il Lalerano, ma seiiibr.i piuttosto in -•. Pie-
p. Giacobbe luvcce soslicne^ che fu ìcpul- tro. DkUsì ucl Luterano venne deposto il
I02 SEP SEP
successore Pasquale II,e coraeleggo nel- pi, benché non da tutti venerati per san-
l'annalisla Pv.inaldi,in mausoleo di finis- ti, il suo sepolcro fu illustrato da mira-
simo mai rno con isculture, al destro lato Anastasio IV fu riposto nel Late-
coli.
del tempio, dopo clie il suo corpo fu im- rano nell'urna di porfido, in cui doveva
balsamato e come si prescrive nell'Oi di- o come altri scrissero, che vi
seppellirsi,
ne Romano vestito de'sagri abiti. Papa avea giaciuto l' imperatrice s. Elena, la
Gelasio // nel I g nioiì e fu sepolto in
I I quale urna fu poi trasferita nel Museo
Clugny, ove fu eletto il successore Ca- /''aZ/crt«o: ne riparlo all'articoloSEPOLTU-
listo II, le cui ceneri alla sua volta tro- RA, dicendo de' principali sepolcri super-
varono riposo nel Laterano. L'antipapa degli antichi romani. Morto in Ana-
stiti

Gregorio FUI
lilcgato nel castello di gni Adriano //^,portalo in R.oma fu de-
Fusione (del quale parlai nel voi. LVII, posto in Valicano presso Eugenio 111, tro-
p. 3 I I
), vi morì e fu sepolto. Onorio 11 vandosi incorrotto nel 1607 e vestilo con
essendo morto nel monastero della chiesa paramenti neri. Alessandro ///j morto
di s. Gregorio al Monte Celio, fu traspor- a'3o agosto I 181 in Civita Castellana, fu
tato al Laterano; pure /^//ocf/j-
ivi lo fu trasferito in Roma al Laterano, mentre
zo li, poi traslocato in s. Maria in Tias- alcuni infami obbrobriosamente scaglia-
levere. Noterò con Marangoni, che della rono sul venerando cadavere del graa
grandiosa urna di porfido che servì di se- Pontefice fango e pietre, come sdegnosa-
polcro all'imperatore Adriano, sebbene mente registrai nel voi. LI, p.i5o, difen-
egli riporti pure la tradizione che le sue dendo colle miedeboli forze, ma con cuo-
ceneri fossero riposte nella pigna di bron- re, la memoria de'Papi. Dipoi il sanese
zo, che ora sta nel giardino del Palazzo e suo concittadino Alessandro VII gli e-

apostolico /^^//crt«o, il coperchio servì di resse un monumento sepolcrale con lun-


sepolcro all'imperatore Ottone II nell'a- ga iscrizione,riportata daOldoino presso
trio della basilica Vaticana, donde le ce- Ciacconio t. 4, p- 722, ma erroneamente
neri si portarono nelle grotte Vaticane, dicesi morto a'27 settembre. Alessandro
e nel i 693 il detto coperchio fu stabilito III lottò control seguenti 4 antipapi: Jil-
di conca al battisterio, in vece dell'urna (ore IF, che morte in Lucca, i canonici
di Probo prefetto di Roma e di Proba sua ricusarono di ricevere il cadavere come
moglie, ornata di sagre sculture. Quanto scismatico, e fu sepolto nel monastero su-
allaconca di porfido o propriamente se- burbano de'ss. Fdippo, Giacomo e Pon-
polcro di Adriano, trasferita nella basi- ziano; Pa'iquale III mon iuìpenitenle in
lica Lateranense, vi fu tumulato Inno- Roma divorato da un canchero; Cali-
cenzo II, ma roviuatadall'incendio, le ce- sto III che si convertì e morì in Bene-
neri del Papa furono trasportate in s. !\Ia- vento, di cui fu fatto rettore,dopo averlo
I ia in Trastevere, quindi il monumento il Papa ammesso con carità alla sua men-
di porfido fu lidolto per sepolcro di Cle- sa, ma il Borgia nelle sue.iye/?jo/7e t. 2,
mente XII; altri però dicono che la sua p.i49, "on dice ove sepolto; Innocenzo
urna sepolcrale fu tolta dal Pantheon. Si III che morì impenitente nel monastero
può vedere Castel Angelo, già sepol- s. della Cai'a (^F.) nell'arcidiocesi di Saler'
cro dell'imperatore Adriano. L'antipapa no. Lucio ///morì e fu tumulato in f^e-
Anacleto li ebbe tomba nel Laterano, rona [F.J^con quell'epitaffio che riportai
così Papa Celestino II, e il successore Lu- nella sua biografia. Urbano III lern)i-
cioII morto nella ribellione di Roma. nò di vivere \u Ferrara [P^.), e vennesep-
Eugenio III venne deposto in Vaticano pellito nella cattedrale con grandi onori
nell'antica cappella della B. Vergine e co- funebri. G/cg^ono FIIIiuoii\nPisa{F.J,
ro de'canonici,ecomealtri venerandi Pa- e fu luinulalo nel duomo. Ranunentcrò
SEP SEP ia3
che i depositi sepolcrali eretti a'Papi, li seguente alla sua eiezione, onde propria-
descrivo negli articoli che vado inilican- mente non il nome, e non vie-
a vea preso

do ili carattere corsivo o citaiulo, e dove ne conlato Pure in Viterbo la-


tra'l'api.

pure riferisco le loro vicende o vniiazio- sciò la vita e le ossa nellacaltedrale il Pa

ni. Clemente HI ,
pacificatosi co'romani pa Giovanni XXII. Nel 1^0 Nicolo III 1

concittadini, si resliluì in Roma, e dopo morì in Soriano [V.)t^i\ trasportato in


niorlofii sepolto al Laterano avanti il co- Vaticano nella cappella di s. Nicolò da lui
ro de' canonici ivi fu sepolto Celestino : fabbricata. Martino //^morendo in Pe-
///, presso s. Maria del Riposo. Nello stes- rugia fu sepolto nella cattedrale con abi-
so giorno in cui fu seppellito Celestino III to Religioso {V.) nella chiesa de'france-
gli successe il magnanimo Innocenzo III^ scani da lui soprattutti amati, ma non po-
che terminando di vivere in Periigia[f^.) tè ottenere che il cadavere fosse portato
riposa nella cattedrale, e riunite le sue nella loro chiesa di AsÌ3Ì,ad onta che l'ese-
Uihano IV e Martino
Ceneri a quelle di cutore lesta menta rio di venisse suo succes-
IV. Papa Onorio /// già arciprete di s. sore Onorio IV. Questi fu tumulato in

Maria ì\Iaggiore, in questa basilica fu de- Valicano, ma poi Paolo Illio fece tras-
posto presso l'altare del Presepio. Gre- portare nella Chiesa di s. Maria in A-
gorio IX fu se|)pellilo in Vaticano, cosi raceli {V.), per riunii lo a'sepolcri de'ge-
Celestino IP'. Morendo Innocenzo If^ nitori e di sua famiglia ^y^vr/Z/ (A'.)^ in-

in Napoli, gli fu data tomba nella me- sieme alla statua che ne decorava l'avel-
tropolitana. Alessandro //^cessò di vi- lo,interessante perla forma de'paramen-
verein/'/Verio(^''.)e fu sepolto nella cat- li pontificali, co' quali è scolpita, ripor-

tedrale. Urbano IV con diploma che ri- tandola incisa rOldoino in Ciacconio, t.

porta il p. ]Mabillon, Mns. Ital. t. i, p. 2, p. 2 5 I . Nicolo IV fu posto in s. Maiia


52, proibì che ninno senza licenza del Pa- Maggiore in umile sepolcro, secondo la

pa f(jsse sepolto nella basilica Vaticana, sua prescrizione, e per aver abitatoii con-
(ciò the pare anticamente fosse vietato : tiguo palazzo; però il correligioso fran-
morì in Perugia nel 264ie fu tumulato i cescano e connazionale piceno, cardinal
in cattedrale. Clemente I/^ cts^ò d\ vive- Peretti poi Sisto V, nel 374 lo fece col-
1

re in Viterbo, e fa deposto nella chiesa locare in sontuoso e marmoreo monu-


de'do!uenicani,secoudo la sua disposizio- mento, nel cui prolisso epitaffio si fece un
ne, nondimeno fu trasportalo nella cat- bel ristietto di sua vita. Papa s. Celesti-
tedrale, ma il successore lo fece restitui- no /''dopo aver solennemente fatta \ìì Ri-
re al primo luogo: pare, secondo alcuni, nunzia del pontificato (/'.) spiiò nel ca-
che fosse il i.°Papa al cui sepolcro si po- stello di Fumone,e d'ordine di Bonifacio
sero gli Stemmi (^'.) gentilizi. Il Gre-
b. Vili fu sepolto in Ferentino, nella chiesa
gorio Xj nelle leggi che stabilì pel Con- di s. Antonio de'celestini da lui l'ondati,

clave ( /^.), ordinò che i cardinali i o gior- doiidee rimanendo il cuore in Ferentino
i)i dopo la morte del Papa procedino al- nella chiesa delle monache di s. Chiara,
l'elezione del successore: moiì in Arezzo nel 1827 fu trasferito nel monastero dei
(/'.)nel I 27Gefu sepolto nella cattedrale. celestini d'Aquila, in cui era stalo consa-
Innocenzo t' trovò il sepolcro in Latera- grato Papa, in un deposito di marmo, del
no, nel sepolcro erettogli da (>arlo I re di quale riporta la figura il Papebrochio in

SkiliajCiò che rilevai nel voi. LVIll, p. Propylaeo par. 2, p. Gt). Bonifacio Vili
aSr ; Adriano V nella chiesa de' fran- '

morì accorato dalle solTerle ingiurie e lu


cescani di f^iterhOfOse nior"i, eco'propii sepolto in Vaticano,comparendo nel iGo5
stemmi gentilizi t\e Fivscìiij nella stessa incorrotto e intiero il suo corpo n confusio-
chiesa Gregorio XI Vicedomiui, e nel d\ ne de'muligni suoi detrattori, chccaluu-
I o4 SEP SEP
niosamente lasciarono sciilto d'essersi ro- naco,accompagnato da Scardinali da lui

sicate per rabbia le ajaiii:Ie gesta di (juesto creati, dal fratellu,da 3 nipoti e altro pa-

Papi! d'alti spirili le rileccai a Roma, come rente: fu collocato in magnifico deposito,
Ceci di tulli iPoutedci. Il b. Denedello XI i cui marmi avea egli veduti lavorare in
luorì Perugia di veleno, e fu lumu-
ili Villanova.Mu i-abbiosi ugonotti ne spar-
i

latosecoiido il da lui prescritto nella chie- sero al vento le ceneri. Innocenzo FI


sa de'suoi domenicani in piana terra, (in- morto iu Avignone,^ecoi\ào il da lui pre-
cile pe'prodigi operati i correligiosi lo ele- scritto fu portato da' certosini di Villa-
varono in un deposito. Falaliuenle il suc- nova, a cui avea fabbricato il mouasleio
cessore Cletnenle /'eletto nel i3o5 iu nel suo palazzo, ed ove soleva ritirarsi iu
Francia, ivi restò, e passato in Avignone pio raccoglimento. Urbano /^ erasi reca-
(/'.) vi dimorarono altri G Papi; morì nel to inPioma perstabilirvi la residenza pon-
j3i4 in Piiquea\aure, e nell'esequie re- tificia, ma ritornato in Avignone, si ve-
stò abbrustolito da una torcia caduta sul rificò la minaccia di S.Brigida con mori-
tadavereclie ne consumò le vesti e le car- re poco dopo: dalla cattedrale fu traslo-
Trasportalo in Carpentraiso, ove di-
ni. calo nel monastero di s. Vittore di Mar-
moravano cardinali, fu quindi trasferi-
i siglia, del quale era stalo abbate, rego-
to aUsesla diocesi di Bazas, nella colle- landone l'accompagnamento con 6 car-
giata de'canonici regolari da lui eretta, dinali il successore. Questi fu il glorioso
a tenore del da lui disposto. Questo non G rcgorio X I,c\ìe restituì a Roma e pres-

si valutò per le pretensioni della catte- so la tomba di s. Pietro la residenza pa-


drale diCarpentrassOjChe dovè cedere per pale nel I 377: spirò nel palazzo Valica-
sentenza del formato giudizio legale. I no, e fu pochi giorni dopo deposto nella
parenti tanto beneficali, occupali in rac- Chiesa di s. Maria Nuova (/ .), già suo
cogliere l'ei'edità, sino allora con fredda titolo cardinalizio, ove furono teiminali
indillerenza avevano permesso che si la- i novendiali principiali nella basilica Va-
sciasse insepolto, finché il nipote Gailar- ticana: in delta chiesa il senato e popolo
do della Mothe nel 356 gli eiesse un su- i romano per gratitudine gli innalzò uu
perbo monumento, nel i'J77 |)rofanato marmoreo monumento, ov'è rappreseu-
da'calvinisli ugonotti, che bruciate le os- lato il suo ingresso in Roma.
sa, ne sparsero la polvere al vento. Gio- Contro Lrbano FI che gli successe,
vanni XXII fu tumulato nella cattedrale insorse il grande óV/y/zirt (/^'.) d'ucciileu-

t\' À vigno ne, ov'eiiì passato agli eterni ri- te, sostenuto in Avignone prima da CVe-
posi, senza potersi esporre nell'esequie, es- /;if«/e /'// anlipapa,clie sepolto nella cat-
sendosi subito disfallo il cadavere. Insor- ledrale,fu poi traslerilo nella chiesa de'ce-
se conilo F, che
di lui l'antipapa iV/c-o/ò leslini da lui fondata; poscia dall'anlipapa
pentito emorto in Avignone ebbe ono- Benedelio XIII, che morto in PaniscoUl
rata tomba nella chiesa de'suoi france- (^'.), tu portato ad lllescas in Aragona.
scani e vestilo coll'abito loro. Il b. Bene- Quanto ad Urbano VI, dopo un turbo-
licito A"// morì e fu sepolto in Avignone, lento pontificato, ebbe tomba nel Vali-
nella cappella a tal uopo edificata nella cano,senzacheniuno versasse una lagrima
cattedrale. Nell'istessa cillà vide il suo ter- per lui. Bonifacio /A deposto in \ alica-
mine Clemente A./, ed il successore crea- uo, fratelli Toinacelli, da lui eccessiva-
i

lo da lui cardinale, in ossequio de' suoi mente ingranditi, gli fabbricarono un ma-
voleri lo fece trasportare colla spesa di gnifico monumenlo, con lungo epilalllo
5ooo scudi d'oro di suu peculio nell'Al- dii() versi, che si legge nel p. Giacobbe
vergna,e depositarlo nella chiesa de'be- a p. 34- Innocenzo FI tu sepolto iu \a-
ucdeltiui di Casa di Dio, ov'cra sialo mu- licuno nella cappella di s. Tomma&o, già
j,

SEI* SEP io5


destinata per sepoltura cIe'Papi,e poi data }ista: lo scultore fu il fiorentino Simone
\n:v iisode'peuileiizieri. Gregorio XII \ìev fratello del celebre Donatello, che a di Ini

csliiigueie Io kclMUia liiiunziò geneiosa- piegliiera si recò in Koma [nimache lo


luenle il pontificato, lultavolla in Reca- eseguisse, acciò ne approvasse il modello.
iiati{f'^.),o\e (ijoiì, tu sepolto cogli abili Il Papa nella iscrizione viene giuslamenle

papali : i'iscrizioue sepolcrale ricorda, co- chiamato temporuni suorurnfelicilas. A-


ni'tgli cercò sempre un modo onesto per vendo Gregorio XVI, come dissi a Fexe-
tinue gli erranti ai buoni, e che avendo sTRicLLA, riaperto la piccola cappella sotto
la pazzia fattasi in Pis<i[F.) raddoppialo l'altare papale, il cpiale è sovrastalo dal

lo scisma (poiché contro di Ini fu eletto sontuoso tabernacolo in cui si custodisco-


Alessandro V, mentre vi vea l'antipapa Be- no le dette ss. Teste, vi fece erigere innan-
nedetto Xill), egli vi pose riparo colla li- zi due scale con balaustra a modo di Con-

nunzia fatta in Costanza. Alessandro / fessionej quindi il legnante Pio IX dopo


morto in Bologna (f^.), venne tumulato avere magnilìcamenle ridonato alla su:i
uella cUiesa de'couvenluaii come liarice- antica forma il labernacoloeabbelliloral-
scano, colle iscrizioni che riporta il
p Gia- tare pontifìcio, neh 853 ampliò e nobi-
cobbe a p. I I .G/oi'rt!/i/i/AA///deposlo nel litò la confessione per renderla coniacenle
concilio di Costanza, ciioriin Firenze (f.) agli aggiunti nobili abbellì menti del l'alta-
e fu sepolto nella chiesa di s. Gio. Bat- re e del tabernacolo. Incpiesta circostanza
tista iu magnifico monumento erettogli si trovò plausibile di trasportare dal pa-
da Cosimo de Medici, ove si legge: quon- vimento del piano della basìlica, perchè
dam Papoin, ad onta de' gravi ledami riuscivad'imbarazzo,al pianodi della con-
dii)/rtA7//io/'. Questi ebbe il vanto di estin- fessione il monumento di Martino V, ma
guere lo scisma, ed essendo vicino al ler- alzatosi il coperchio che non era fermalo,
niiue di sua vita, in testimonianza della alla presenza de'suoi nobilissimi parenti,
sua particola re divozione alle ss. Teste dei non fu trovalo il cadavere pontifìcio, non
ss. Pietro e Paolo (/ .), oidinò d' essere ritenendosi per tale lo scheletro ealli e os^a
sepolto nel Laterano avanti le medesime, rinvenuleciica4|)almisolloal monumen-
come fu eseguito dopo la sua moite che to. Siccome fra le incertezze tlelle cose,
avveunea'i yvenendoil 2orebbraio i43 ' possono aver luogo delle congetture, cosi
comealtestauo gli storici de'Papi, Platina, oserò esporre il mio debolissimo parere
Ciacconio e altri, col De Scala
Soiesino, intorno a ciò. Forse nel tiemendosaccheg-
sancta ante Sanata Sa/ictorurn, \).qo. Fu gio di Roma (F-) del 1027, in cui non fu
collocato uella nave maggiore (il cui |)a- risparmiata la quiete delle tombe le più
vimento lece costruite a proprie spese venerande, e per avidità lurono Irugatie
ed è il bellissimo esistente di opera ales- spogliali i sepolcri di tulio il prezioso, e
sandrina, oltre l'avere iipaialo il solìillo persino del piombo delle casse; è proba-
della nave traversa, e l.illodi[)iiii;ci e i mu- bile che come la tomba di Sisto IV e Giu-
ri da Gentileoda PielroPisano) in un de- lio II, fosse manomesso anche il sepolcro

posito ili marmo con fascie ornate di scul- di Martino V, tanto più che essendo so-
ture e musaici ne' zoccoli. 11 suo coper- j)r.i il pavimento non diliicile n'era l'aper-

chio è di bronzo decoralo di elegantissimi tuia. Nel lagrimevole periodo repubbli-


bassorilievi di rabeschi e d intagli di va- cano del 7<)So») I di Roma, che purtle-
lio genere, colla sua elìlgie giacente scol- plorai in quell'articolo, le ton)be nuova-
pila al naturale, e avendo sul petto tra le mente patirono sacrilega e nefanda dila-
mani il Crocellsso, u'iali del (|uale si ve- pidazione, spogliandosi i cadaveri per u-
dono due [jiccole tesle che sembra no e- stu'pai ne le vesti, gli urnamcnli eil pioMd»j
suumcrc ìd 1). \ cigmc e j. Giù, Lvaiij^o* dciiccasdc. iNon liuvauduoi me muiu della
I uG SEP SEP
violenta apertura del sepolcro di Mattino il corpo l'iposi alquanto distante dal mo-
Vj sospetto che ad una delle due accen- numento, come quello di Clemente Xll
nate epoche debbasi attribuire lospoi^lia- eh' è nel sotterraneo della sua cappella,
mento inleraodel monumento e ladisper- come dirò; altri esempi essendo (pielli di
memorie
kione delle illustri ossa. Diverse Sisto 1 V, Giulio Innocenzo X, Clemen-
II,

attestano, che anticamente i Papi, ed anco te IX, Leone XII, contenuti io questo ar-
i cardinali e i vescovi, come vado dicen- ticolo, per non ricordarne altri. Non con-
do in lauti luoghi, si tumulavano con pre- tento di tutte le ricerche e studi falli sul
ziosi paiamentijCroci, anellie mitre ricche luogo ove possa essere la spoglia morta-

tl'oro e di gemme; ciòcheallettarono l'in- le diMartino V, mi portai nella basilica


fiime ingordigia de'Iadri de'sepolcri, peg- Lateranense, e trovai nel pavimento e nel
gio de'barbari e de' selvaggi che sempre mezzo della gran cappella del coro d'in-
li rispettarono. In simile modo certamente verno, il sepolcro gentilizio de'Colonna.
sarà stato sepolto Martino V, della opu- Imperocché, avendo l'arciprete cardinal
lenta e potente famiglia Colonna, fiorilo Ascanio (che per inconcepibde abbaglio
in tecnpo che gl'indumenti pontilloali era- è detto Antonio nella mia serie degli ar-
no di gran valore,perciò fomite a depreda- cipreti Lateranensi) Colonna, aileltuosis-
zione. Notai nel voi. XLl V, p. 7q,che nel- simo della basilica, oltre vari e ricchi do-
la ricordata repubblica si trattò di frugare ni e specialmente ad una gran croce d'ar-
lutti deposili de'Papi, e prendere anche
1 gento guarnita di gioie, alla cappella del
ilpiombo; ma l'occorrente spesa frastor- coro d'inverno, ecomeallerma Crescim-
nò il vandalico divisamenlo. Finalmen- beni, collo stesso coro da lui fabbricati,
te non sarà senza fondamento l'altra con- legò eziandio 12 lampade che dovessero
gettura, che le spoglie mortali di Martino ardere in perpetuo innanzi le ss. Teste,
V riposino in altro luogo della basilica, di e lasciò la stessa basilica sua erede imi-
cui si è perduta la meujoriaj forse tra- versale, col solo peso di 12 annui anni-
sportale nella totale riedificazione esegui- versari per l'anima sua e de'suoi congiun-
ta da Innocenzo X, o nella si>lemazione ti. Quindi nel 1633 il capitolo e i cano-
de' monumenti sepolcrali operata anche nici posero sul sepolcro de' Colonnesi e
da Alessandro VII. Anzi trovandosi l'in- nel suddetto mezzo del pavimento una
terno del monumento largo circa due pal- cospicua memoria di marmo, col nome
mi, e perciò mancante di spazio per col- di tulli gli arcipreti Colonna, e peli. "an-
locarvi un cadavere, sarà inoltre lecito so- noverò Ascanio, quantunque fosse il pe-
spettare, che realmente non vi fu collo- nultimo, qualificandolo muniflcentissi-
cato, e che piuttosto venisse deposto nella mo. Nel centro della lapide vi è la colon-
magnifica cappella del coro d'inverno dei na coronata su base, slemma de' Colon-
canonici, ov'è nella parete il ritratto di nesi; nel suo quadrato in giro sonovi le

Martino V di Scipione Pnizone da Gaeta iscrizioni del capitolo, del c.irdinal Asca-
(dipinto a olio, secondo Baldeschi e Gre- Colonna, con
nio, e degli altri arcipreti

scimbeni, Stalo della ss. chiesa papale quest'ordine cronologico. Giovanni, Ot-
Laltranense p. i 2 i
), e Ibrse perciò abbel- tone, Prospero, altro Giovanni, Girola-
lita riedificala dal cardinal Ascanio Co- mo. Un fac simile della lapide è nel Gre-
lonna: altri dissero anche dal contestabi- sciinbeni. Istoria della chiesa di s. Gio-
le d. Filippo Colonna, che ivi innalzò al- vanni acauli porca La (ina p.34C).Da esso
la moglie -Tomacelli un sontuoso sepol- appresi ancora a p. 32G,che Ottone o Od-
cro di pietra di paragone, colonne di done poi Martino V, nel luogo ov'egli fece
marmo frigio, e ornali d'intagli in bron- il p.ivimento di musaico,era l'antico coro

zo. Moltissimi poi sono gli esempi, che de'canonici, cogli amboni che fece levare,
SEI» SEP 107
e chele pillure colle quali abbellì le mu- Ginevra fu sepolto da dove
in Ripaglia,
ra verso il patriaicliio furono colorite , fu lr;ibferito ne' sotterranei della metro-
da Pietro l'iìano. Ora dunque conside- polilana di Torino, e Carlo Alberto lo le-
rando che il ricordato ritratto di Marti- ce collocare iu sontuoso mausoleo nella
no V venne collocato nel medesimo curo cappella della ss. Sindone. Calisto III oc-
(lej^go inBaglioni, Lei'iteclr'pilloriprj^, posto in Valicano, fu poscia trasferito col
che Scipione Gaetano fu cosi eccellente cadavere del nipule Alessandro VI nella
e sommo nel fare i ritratti somiglianti, sagrestia di s. Maria di Monferrato, chie-
che per l'accuratezza si potevano contare sa nazionale di Spagna (f^.) in Roma. Pio
i capelli; e che dipinse pe' Colonnesi in s. Il Piccoloniini[f^.) morì in Ancona, don-
Giovanni in Laterano sotto il tabernacolo de i cardinali portarono in Piuma il ca-
una s. ÌMaria
delle reliquie sopra l'aliare davere, e fu seppellito in Valicano nella
Maddalena, e perdi dietro Martino V in ca[)pella da lui eretta, ed ove con soleu-
ginocchio. Questo è il quadro del coro; nissima Processione (f^.) vi avea riposta

la s. Maria Maddalena gli fu posta nella la testa di s. Andrea; in seguito insieme


parete incontio, e fu credula del Pintu- alle ceneri del nipote Pio 111, fu trasportato
riechio, ma l'attuale è opera moderna), in s. Andrea della XaWe i\c Istallili [f^.).

considerando che il nome di Martino V ]\eila cappella di s.Marco fabbricala lu


è scolpito come arciprete nella lapide se- s. Pietro da Paolo //, questi vi ebbe se-
polcrale di tutti gli aicipreli Colonnesi, poltura, in bellissimo deposito costruilo
sembrami di qualche probabilità il con- dal nipote cardinal Cai bo.oia nelle grolle
cludere, che in questa sepoltura riposino Vaticane. Nel deposilo di bioiizu fatto nel
anche le ossa del gran Pontefice, e che I 493 dal nipote cardinal Rovere poi Giu-
vi sieno state collocale quando si trovò lio 11, lo zio Sisto IF fu sepoltocon l'a-
angusto lo spazio del monumento prepa- bito del suo ordine francescano, cioè di
rato, e adatto sproporzionato, come già sullo comertìllro correligioso Alessandro
rimarcai. Si potrebbe aprire il sepolcro, V, e nel luogo che dissi parlando di Giu-
e farne ricerca; io non polca farne di più,e lio 11, ed a Chiesa di s. Pietro \y Vati-
(ermino conavvertire, che nelle biografie cano, ove descrivo i sepolcri de'Papi che
de'cardinali Co/o/j/m,notai che Giovanni ivi giacciono: nel suo sepolcro dipoi vi
seniore morì in Avignone,e che Pro>pero furono unite le ossa dello stesso Giulio II,

eGiovanni giuniore furono tumulali nel- e de'cardinali Galeotto FnincioUi dtlla


lachiesa de'ss. Apostuli di ÌXoaìiì. Eugenio lloK'eie (nipote del medesimo Giulio II)
If^ fu sepolto nel Vaticano, come avea e Fazio Sanlorio;iì\i\\ dicono altrove, l

ordinato, in piana terra, accanto a Euge- due meravigliosi candelabri di brun/;oche


nio 111, in modestissimo avello, che dal decoravano il suo magnifico deposito ili
cardinal Coiuhdinieri suo nipote lu mu- bronzo, furono tulli dal capitolo e da esso
talo in magnifico deposito, poi traspor- dorali con analoghi zoccoli j per servir-
talo nella Chiesa di s.Sah'alore in Lauro sene ne'pontificali sull'altare chesovrastu
(/ .). A/co/ò /'parimenti fu se[)pellito in la tomba di s. Pietro : ne feci parola nel
^'aticano, con epilaflio composto da Pic- vul.l.\,p. T I . Dap[)oichè collodio il mau-
columini [)oi i'io 11, che in [)uchi versine soleo nella cappella del curo, riuscendo
compendiò secondo altri lo fe-
le gesta, o colla sua mole e candelabrid impedimen-
ce MalVeo Vegio: frammenti del suo mo-
i to alle funzioni capitolari, nel iG2 5 fu tra-
numento sono nelle grulle Valicane. Que- sportato dove lullora trovasi nella cap-
sto gran Papa ottenne la rinuncia dell'au- pella del ss. Sagramenlo; ed i francescani
tipontilicato da Felice V, ossia da .\me- in uccisione della |)rocessione delle lìot^a-
dee Vili di Savoia (^ •), che morto iu ;:<o/</,si recano a (picsla nobilissima tomba
io8 SEP SEP
[ter sufFiagare l'anima dell'antico e cele- nel riprodurre l'iscrizione del benemerito
bre loro correligioso. Innocenzo III fu V sagrestano. Resto poi sorpreso, come le

sepolto in Vaticanoindepositodi bronzo; ceneri del cardinal Fazio fossero riunite


così Alessandro Flveime tumulatonello a quelle di Giulio 11 che gli avea tolto il

stesso tempio, trasportato poi nel suddet- palazzo, ora della Paniphiljfaini<^lin{^I\),
to liioi^o; ed altietlanto dicasi del succes- ossia il Palazzo Panipkilj sul Corso {V.)\

sore Pio III Ficcolomiiii, morto con 26 Il mausoleoordinalodal magnilicoGtulio


j;iorni di governo, avendo preso per in- 11 al gran Buonarroti, fu da questi ideato

fausto presagio del breve suo vivere, il con architettura gigantesca, della forma
modo come arse la iyto/;/^fl!(/'^.) nella fim- d'un quadro e mezzo. Dovea contenere
zione della Coronazione. Questo Pa[)a 4o statue, senza le storie di mezzano ri-
mentre era arcivescovo di Siena, in quel lievo e in bronzo, esprimenti fasti di Giu- i

duomo erasi preparato il sepolcro, e ne lio II. Nel sublime concetto volle Buonar-

parlai a tale articolo. Giulio //(fondò roti rappresentare le arti liberali, pittura,

Ja ricordala cappella Giulia) fu deposto scultura, architettura, denotando quelle


piesso lo zio Sisto IV, sebbene il se- che insieme conGiulio 11 erano prigionie-
polcrale monumento si ammiri in parte re della morte tutte le virtù, come quelle
nella Chiesa di s. Pietro in Vincoli, cli'è che non [)oteS'»ero mai trovare altri, da
soltanto una delle 4 faccie di cui dovea cui fossero cotanto favori te e nutrite quan-
essere composto; ed anche di questo mo- to da Giulio Intramezzavano le nic-
11.

numento, colile del contrastato luogo uve chie delle statue Termini sorreggenti la
i

j'iposano le spoglie mortali del gran Giu- cornice, ognuno de'quali avea uno schia-
lio li, mi riporto alle mie biografìe, ove vo nudo legato ne'piedi, e rappresentanti
notai che nel sacco di Roma deli 527 il le Provincie soggiogate dal Papa e fatte
suo cadavere e quello dello zio furono ubbidienti alla s. Sede. Una stanzina a
profanati e spogliali dalla feroce cupidi- guisa di tempietto dovea contenere il cas-

gia de' soldati fnialici luterani; per cui sone di marmo col corpo di Giulio 1 1. So-
pra canti e agli angoli della i." cornice
cpiai.do nel 1610 si aprì il sepolcro, si tro- i

"varoiio confuse le ossa tle'due Papi, onde si doveano collocare le 4 principali statue
tjiulio 11 fu messo in altra cassa accanto simboleggianti la Vita attiva, laContem-
idlo /io. Ivi deplorai come del magnani- plativa, s. Paolo, e Jlosè (^V.). Dovea ter-
mo Papa, autore del nuovo sorprendente minare il monumento con de'putti, e le
tempio Vaticano, esiste appena un'iscri- figure del Cielo che ridendo sosteneva sulle
zione per terra, postavi da un sagrestano spalle una bara, insieme con Cibele dea
e in un angolo quasi ignoto; mentre egli della terra, la quale pareva che si dolesse
avea ordinato forse il più grandioso mo- in rimanere il niondo privo d'ogni virtù
numento sepolcrale che si conosca, eil a per la morte di Giulio II, mentre il Cielo
cui dovea l'are baldacchino l'immensa cu- pareva che ridesse perchè l'anima sua era
pola Vaticana Esclamerò con Cancellie-
!
passata alla gloria celeste. Descrissero il

ri , che nella Lettera sopra la statua di monumento Condivi di Ripatransone di-


Mosì; del Buonarroti lo leggo O curas : scepolo di Buonarroti; l'amico di questi
honiinuni ! nuantu'n est in rebus ina- Giorgi Vasari, nelle cui opere trovasi l'in-

ne ! O i'anas ko/ni/ium nientes ! pectora cisione e disegno del mausoleo ricavato


coeca! Però nell'isciizione fu confuso il dall originale presso la raccolta IMariette;

cardinal Fazio Sanlorio {V.), col cardi- ed il Cancellieri lodato, e forse meglio di
nal Giulio Antonio <5'a/ito/'/o(/^. )che pro- tutti, per avere riunito tuttociò che potè
pi la mente fu denomi naloiyd/i^zò'c^t'm/m, sul celebratissimo argomento, citando pu-
ed il dotto Cancellieri ripetè T abbaglio re 1 Due scnLLi incdili intorno il scfJol"
S ì'. p SEP TOC)

crodiPapnGiiillo/ /,i>iìì)ì}\\c>i\\cor)ìe\l(^- //i'<7, e Rachele sua sorella e."!primente la


ra del cav. Salvatore Belli, nel Giorna- /w7/7 conteniplnln'a queste statue sono :

le Arcadico t. 6, p. 390. In questo leg- della scuola di Michelangelo, e si vogliono


go, come il eh. sciiltore appella il monu- opere Monte Lupo. La cassa
di Pialfaeledi
nienlo, la più alla opera cliiNIiclielanqeio, sepolcrale con l'efìigie del Papa giacente
a cui egli ponesse il senno e la mano, per- sopra, è scultura di Maso del Bosco; e la
chè olire la gloria dell'arte sua, avea egli B. Vergine col Bandjino, di Scherano da
a condurla con eccellenza per quel caldo Settignano; il Piofela eia Sibilla ad essa
amore che il Papa avea per lui. Che erasi pure sono opere di iMonle Lupo.
laterali,

ordinato il sepolcro per collocarsi in mez- Zeo/2eA fu tumulato in Valicano, ina-


7.0 della basilica Vaticana, ove ora sor- vello poco degno del suo celebre nome; ma
ge la tribuna grande, e tanto amore Giu- il suocuginoClemente\ Il lasciò una som-

lio li vi avea poslo,che vicino a moile ne ma per l'erezionedun momimentoealtro


parlava come di cosa carissima, dolendosi per se,che furono eretti nel coro della Chie-
che intanto le sue ceneri doveano andar sa di s. Maria sopra I\Iinerva (
f\),ove
se|)olle in altro luogo. Ne commise il com- i loro cadaveri furono trasportali. Adria'
pimento ai cardinali Antonio /"«(r/, e Pie- no f I [i\ sepolto in Valicano e poi tra-
tro (Leonaido e cugino del Papa) Grosso sferito nella chiesa nazionale di s. Maria
della Rovere. Michelangelo n'era egual- dell'Anima, in nobiledeposilochedescris-
mente bramoso escolpì 3 statue, una delle si ne' voi. XXIX, p. r 1 o,eXXXV,p. 1 -S,
quali è il meraviglioso Mosè ( altissiina- ed erettogli dal cardinal Enr.henvner, l'u-
meiile lodato), ma non potè farcallro per nico da lui crealo. Cletnente / //sepolto
impedimenti, prima pel prezzo
gl'insorti in Valicano, avendo deputalo esecutori
con Francesco Maria 1 duca d' Urbino testamentari e della narrata disposizione,
nipote di Giulio 11, poi per le pilturedella i cardinali Cibo, Salviali, llidoKl e Me-
cap|)ella Sistina. Miclielangeio l'u (instor- dici, con pieno ai bili io, questi stabilirono
Inalo dai lavori commessigli da Leone X, la suddelta chiesa, ed eressero i monu-
Clemente Ali, e Paolo 111, dall'inultrata menli ili Leone X e Clemente VII, uno
sua età, e dal credersi troppo dilllcile per- incontro all'altro. Paolo ///deposto in
ciò il condursi a fine quell'opera inimen- temporaneo deposito in Valicano, dipoi
Sii. Dopo un accordo da Michelan- fallo fu innalzalo quel mausoleo che uno dei
gelo col duca, e l'assenso diClemente \ 11, piìi belli, e pare a spese della camera a-

venne sliibilito,che la sepoltura non si ta- postolica. Giulio III riposa nelle grolle
cesse isolata, Dia con una sola faccia, e che Valicane, così Marcello II. Papa Paolo
fosse obbligato di melteici di sua mano //'sepolto in Vaticano, pei vergognosi
G Mosè in cui supe-
statue, tra le quali il oltraggi ( he ili sua moi tedegradaronoPio-
rò se slesso, e dicesi che dopo finita sca- ma, che non impedì al popolaccio e agli
gliasse sul ginocchio un colpo di martello, «bici d'inveire contro un tanto Poulefiee,
esclamando E perche non parli ? A lire
: ben fece s. Pio V nell'ordinare, olire le
statue pre|iarale pel monumento si disper- liparazioni alla sua memoiia volute da
sero per Italia e Francia, per cui mau- il l'io IV, al senato e [lopolo romano l'eie-
soleo, che Cu collocato in s. Pietro in \ 111- zione d'un maguilìco deposito nella Cliic-
coli,neirar(hilellura non liuscì gran co- sa di s. Mariasopra HJinerva, o\kìi\ ira-
sa. Ne forma tulio riiicon]pnra])ile pie- sportato, ciò che ritoccai nel voi. LIX, p.
gio capolavoro del colossale Mo«è, e la
il 2j e ?,G,e s. Pio V gli pose unospleiululo
sua maestosissima e vigrirosn lesta. Lednc cpilallio, assegnando rendite per l'e-equie
statue superiori rappreseiilniio Lia i un lo anniversarie. Inoltre s. Pio V aldi lui 111-

s[iecchiu in mano, simbolo dilla / tiii al- [>utc caidiual Alfonso (.V7/V7y///_, die doj o
j I o SEP SEP
aver pafito infortunii, mori di malinco- T^ifaa p. 49- Questi diceinollre che fornì
1

nia nel siJoarcivescovatocliNnpoli,iii(|(ic|- il convento di copiosa libreria, e nella chie-


Ja metropolitana un magnifico
gli eresse sa si fece edificare il sepolcro colla pro-
sepolcro, con iscrizione dallo stesso Papa pria statua ginocchioni avanti Cristo ri-

composta, fregiato di belli marmi, colla susci tato eMi chele arcangelo (suo nome
s.

statua del caidinale, il tutto spedito (\a battesimale e ritenuto nel farsi domeni-
Roma. In questa città e nella chiesa della cano) e dai lati altre statue, con epitaflio
ss. Trinità de' Monti, per gratitudine s. ove si legge ... die mortis universalisq re- .

Pio V pose un sepolcro di marmo al car- surrectionis prae oculis habens a die as-
dinal Ridolfo Pio di Carpi, nell'iscrizione suniptionis suae ad apicem apostolatuni
chiamandolo socio nella difesa della cat- vìonunifiiluni islud erigi mandavi ipro ca-
tolica verità. Le iscrizioni di Paolo IV, davere suo reponendo quando divinacele-
e de'duecardinali le riprodusse Girolamo menliae visumfueritìpsuni aòsaeculone-
Catena, F^ita di Papa Pio /'',p. ^9 e seg. quam er/^jere.Sebbene ordinò che vi fosse
Pio Vaticano, senza pom-
/if 'deposto nel portato il suo corpo, Dio volle glorificare
pa le sue ceneri vennero portate nella 67t/e- s. Pio V con un più nobile sepolcro di
sa di s. Maria degli Jngeli [F.). || suc- quelli da lui preparati da cardinale e da
cessore s. Pio Fdi Bosco domenicano, da Papa, imperocché e come notai nella bio-
cardinale eiasi appareccliiata la sepolto- grafia, Sisto V da lui elevato al cardina-
ja avanti i gradini dell'altare maggiore lato, non volendo togliere a Roma tanto
della chiesa di s.IVIaria sopra Minerva, i
." tesoro, dal Valicano ov'era stato tumu-
suo titolo cardinalizio, con iscrizione in lalo, lo fece trasportare nel magnifico mo-
cui chiama titolaredi s. Sabina, esi leg-
si numento che gli eresse nella propria son-
ge plesso Marangoni, Delle cose gentile' tuosa cappella nella Chiesa di s. Maria
scile p. 4 ^.No^ceiislerram terme se red-
• Maggiore j quindi Innocenzo XII fece e-
dilnrniiì oh certnm resurrectionis snem in strarre il cadavere a pie del deposito, ed
Virginis Dei Genitricis tempio, ctijns et elevare nell'urna a venerazione de'fedeli,
sanclorum ne pioruni vn'tnlniincupiens nella quale occasione essendo stato rive-
adiiirnri siiffrngiis, lume sihi lociini vi- stitoli p. Cloche generale de'domenicani,
vens statuii, in quo cadaver, curri smini donò al Papa
la mitra e la croce del san-

ohierit dieni, poni cw avil anniiin agen.i to. Gregorio XIII fu sepolto in Vatica-
aetati siiae 60 et hunianae salutisi 5(')4- no presso alla cappella da lui splendida-
Dipoi nel 1708 fu l'iscrizione restaurata mente edificata, e poi collocalo nel mau-
dai Ghislieri suoi parenti. Divenuto Papa soleo eretto dal pronipote cardinal Gia-
edificò in Bosco un gran convento a'suoi comoZ?0'JCom/7<7g'/?o, a istanza diClemenle
domenicani, intitolandolo alla ss. Croce, XI, il quale nel 1720 si recò allo studio
ed a tulli santi del suo ordine, con per-
i dello scultore cav. Rusconi in via Felice a
petue entrate perchè comodamente vives- vederlo lavorare. Sisto V morendo pel r

sero 100 frali. Donò la chiesa e la sagre- nel palazzo Quirinale a'27 agosloi590,
stia d'insigni reliquie, oltre quella della pure peli.°ebbe i suoi precordi tumulati
vera Croce, di preziose colonne, di eccel- nella vicina chiesa de'ss. Vincenzo e Ana-
lenti quadri, di vasi d'oro e d'argento or- stasio, corpo in Vaticano, donde nel-
ed il

nati di gioie, e di paramenti fregiati di l'anno seguente a'20 agosto fu traspor-


ricchissimi ricami, e dal re di Spagna al- tato nelsuperbo mausoleo eh' erasi co-
lora sovrano di sua patria, ottenne am- s. Pio V nella
struito incontro a quello di
pio privilegio d'esenzioni, eguali alla cer- suddetta cappella. Urbano /'//consoli
tosa di Pavia, ed a s. Pietro martire di I 3 giorni di pontificalo, tumulato in Va-
A igevano, come riporta Catena nella sua ticano, venne trasferito nella chiesa di s.
e

SEP SEP 1 f r

Maria sopra MiiieTva.nel dcpo'^ifo eiello ronli e In fnmosa cognata d. Olimpia, cl-il

(lall'aicicoiifialeriiila della ss. Annunzia- defunto slraborchevolmeiile aiiicchiti, si

ta sua erede, nella propria cappella. Gre- prendessero alcuna cura di faine custo-
g'or/o-Y/A'vennc sepolto in Valica no rini- dire l'alìbandonato cadavere e seppellire,
petto a Gregorio XI II, tra le statue di stiic- ìVarra il contemporaneo di.i ri sta Gi^li, 'i-

co già servite pel suo sepolcro, ed è Tu- proilotto da JNovaes nella Storia ri' IiivO'
nico deposito di stucco esistente nella ba- ctnzo X , die si mandò da d. Olimpia,
silica di s. Pietro, e lo descrissi nella bio- perchè volesse fargli la cassa e la coltre,
grafìa. Innocenzo IX venne deposto nei rispose die lei era una povera vedova; gli
sollerranei o sagre grotte della basilica allri parenti e nipoti, niuno si mo'^se ! Un
Vaticana. C7f»me///c / ///.sepolto in \ a- niuralore supplì alla guardia del corpo,
ticano, ebbe |)0Ì riposo nel magnifico nio- il maggiordomo fece per carità una cassa
numentoedilìcatodaPiioloVda lui creato d'albuccio, e l'ex maggiordomo Segni, e-
cardin;de,nella splendida cappella da qua- spulso dalla carica, pagò T scudi per farlo
sti fdjbricata nella diesa di s. lìlaria seppellire! Tutto lipoitai ne'vol. VI,p.
JlJaggiore. Leone A'/ dopo "26 gioì ni di 5(S, XXXVI, p. 2 XLl,p. 166. Xtlla 1 ,

pontificato deposto in Valicano ^ poscia biografia di.ssi die poi nel 1677 fu Ira-
venne collocato nel bellissimo monumen- sportalo non nel nobilissimo deposito (In
to the gì' innalzò il prò- nipote cardinal cui descrizione retlificai nel voi. LI, p. 87)
Roberto Ubaldini. Paolo /'mori a' 28 della magnifica sua Clvesa di s. ^gnfse
gennaio 62 le fu portato in \'alicano, da
1 inpiazza /V^(^7ro//i7(clieoiaspIendidHnien-
dove a'3o gennaio 1622 venne Iraslato le si restaura, massime nell'indorature,

nel magnifico sepolcro che vivente erasi avendo riparlato dellesuecampaneeoro-


fabbricalo nella piopria memorata cap- logi nel voi. LIX, p. 33), ed esistente so-
pella, incontro aquellodiClemenle \ III, pia la porta principale; ma bensì nella
Gregorio Xf^ fu seppellito in Vaticano, piccolaepiivala sua cappella di s. France-
quindisecondoisuoi voleri vennetiaspor- sca romana, situala nella medesima, pres-
tato nel monumento erettogli dal nipote so l'altare di s. Sebastiano, incontro Tal-
cardinal Litdoiiu^ueWiì Chiesa dis.lgna- lare della sanla,essend(i la cassa incastrai»
zio puie da lui falibricala, ove si vede il nel muro e cnn iscrizione marmorea. I^

Papa sedenlesolto baUlacd)ino:il ritratto siccome in questa chiesa fu battezzata s.


del cardinale scolpito in medaglione è so- Francesca, quale sua parrocchia, non che
pra l'urna dello zio, ed egli giace nel sol- cresimala, credo che il vasoesislente sotto
toposto pavimento, ove è pure tomba
la l'altare sia il suo battesimale, cioè quello
gentilizia della principesca famiglia Ln- che ricordò Cancellieri nel suo I\ìercalo
dovisi^f'.). Lrhano / ///fabbricò in Va- a p.207. /llessandro J II nella fanciul-
licano un iiìonumenlo alla gran conlessa lezza fece disperare di sua vita, per cui
/l/rt^Wf (/ .)eminentemenlebenemerila si fece acquisto della cera pel funerale;
della s. Sede, anche per averne amplialo appena divenuto Papa fece poire .«^olto al
il pi incipalotcn)porale, facendovi Iraspor- suo Icllo la cassa nella quale sarebbe ri-
lare le sue ceneri tla s. l^enedclto di il/<7«- posto diventilo cadavere, per aver pie-
tOK'ai^ì .). Il Papa egualmeiite'ebbe lom- sente sempre la morte «opra questa : cassrì

ba in Vaticano, nel sontuoso moiiiiuento o arca, anagramma di «vz/v?, Gregorio de


di bronzo, da lui oidinatu 5 mesi prima Pina p. 7 de' suoi componimenti fere
di moiire. nn epigramma. Inoltre alla medesima nl-
limocemo A mor^nel Quii inalealmo- lusc l'iscrizione che in Campidoglio po^e
do dello nella biografìa, e privutamente il senato romano nella pompa tK-l possesso
tu liasporlnlo al Valicano, senza che pa- i ddl'apa alLntcruno,cheM liggeinCancd-
112 SEP SEP
lieri, Sfnrin fJe'poxst's^ì, p.aGi.Novnes di- Canfelml,\\ quale eresse a Innocenzo X TI
ce laca<ìsa (licipiessOjCancpIlieii dijjiom- nella medesima cattedrale un magnifico
bo 5o7, angiiingendo che beveva in
a p. cenotafio di marmo, con istatue per or-
tazza d'argeiito nel cui mezzo era scolpita namento, un medaglione di rame col ri-
una testa di niorlo, la quale fece dipin- tratto del Papa di mezzo rilievo, con la-
gere sui piatti e scodelle di terra della sua pide su bel marmo nero e l'elogiodel Pon-
mensa. Jlexsandro /^//rusepo!t(ìin Va- tefice, il quale riporta a p. 7,00 l'ab. Lo-
ticano ne! mausoleo scolpito da Bernini. reto nelleMemorie degli arcì\'escovi della
Clemente IX essendo stalo canonico e vi- s. chiesa Napoli tana. In Roma poi, nei

caiio di s. Alalia Maggiore, nidinò die primi del pontificalo, Innocenzo XII e-
vi (osse tumulato in piana terra e nel sot- gual mente pensosi sepolcro, e si fece eri-
terraneo innanzi l'aliare pontificio, colle gere nel Vaticanouna modesta urna senza
parole incise sulla lapide: Clementi^ IX ornamento. nel 2. "arco della basilica dopo
rinerrSjG con quelle altre parole che ri- la cappella del la Pie tao presso quel lo del la
portai nel voi. XII, p. ìi'ì. Trasportato cappella delss. Sagramento, eperepitalììo
dal Vaticano nel detto silo, il successore il semplice nome e quello di sua dignità.
e sua creatina Clcinenlc X, presso la por- 11 Piazza che nel suo pontificato pubbli-
ta maggiore, per grato animo gli eresie cò V Eusevologio romano, a p. xt del proe-
iin marmoreo mausoleo rimpettoaquello mio dice che il Papa rinnovò così la me-
di Nicolò IV. deviente X riposa in nobi- moria dell'apostolico documento: f^a-
lissimo deposito in Vaticano, dopo essere nilaf vaniialnm , etomnia vanilas. Di-
.stato il catlavere come quello de'prede- poi il cardinal Pr/r/7,dal Papa ammesso
cessori sopra la porta della cantoria, in- in prelatura ebenefìcatoinallri modi, con
nalzalo dal cardinal Palazzi suo nipote raro esempio quanto alle circostanze, gli
adottivo. Innocenzo XI \\\ Valicano eh- edificò un eleganlee nobile mausoleo,col-
be un ])eliissimo monumento dalla rico- la spesa di «ciuli i -2,000, secondo il de-
noscenza d'Innocenzo XII, che da lui ave- sctilto dal n.''45()6 del Diario di Roma
fa ricevuto la porpora. Ad Alessandro del I
747- Clemente XI morì a' 19 marzo
FUI munifico nipote cardinal Olio-
il
172 I, e fu sepolto sopra la porta delia
Ioni eresse un grandioso depositodi bron- cantoria, ove era stato il cadavere d'A-
zo, e poi fece questo esprimere dal cele- lessandro Vili al dire di Novaes ; se ciò
bre incisore Ferdinando di s.Urbano, in è esatto, ne viene di conseguenza che il

medaglia monumentale fli gran diame- cadavere d'Innocenzo XII fu immedia-


tro, con lo stemma cardinalizio, e il suo tamente collocato nel sepolcro prepara-
nome in giro: Petrus Card. Otdiobonuf tosi, e che il solito luogo restò vacuo per
S. R. E. Vicecnn. Patruo I^lag. Bene.' circa 2 tanni, quanti quasi ne regnò Cle-
inerenti Posuiti'joo. Nel rovescio è rin- mente XI. A'20 marzo 172'ì il suo cada-
novata l'effigie del Papa, ma in camauro, vere, giusta la sua disposizione, sebbene
mezzetta e stola, nella quale è ricamata vivente il successore e secondo gli ante-
la D. Vergi ne col Bambino. //«/ioce/jso A'// riori qui riportati esempi, fu tumulato in
quando da cardinale diveiinearci vescovo mezzo al pavimentodella cappella del co-
di Napoli, subito nella metropolitana si ro, con l'iscrizione da lui dettala al ni-
fece il sepolcro, il quale ancora esiste in pote cardinal Alhani arciprete della ba-
mezzo alla chiesa tra il pulpito e il trono, silica, lasciando al capitolo, ih cui era sta-
ed è formato di marmi e bronzo; sollo to vicario e canonico, la cura di aggiun-
\i èuna piccola camera di circa 2 palmi, i gerviil mese e giorno di sua morte. D.

ma leslafa vuota perchè morì in Roma O. M. Clementis XI Pont. Max. hnjw;


e Papa. Liesse in successore il cardinal sacrosancfae basilicae olim f'icariusyd
SEP SEP ii3
pnstea rnnoniciis, sihi vivensponi jii^ait. grime.Dipoi la cassa fu traspwlata a4ore
Ohiil die anno saluteni 179.0. Stdil di notte nella basilica di Laterano, indi
ìli pontificntn annosOrale prò eo. A ?.o. sepolto secondo la sua prescrizione nella
questo gran Papa, sebbene avesse creato sontuosa cappella e monumento da lui e-

70 cardinali, fra' quali il dello nipote e retti, e deporto nella magnifica urna di
allrocsaltò il siJccessore,ambe(lMeiiccliis- porfido che anticamente stava nel portico
simi come l'altro principe nipote, niuno delPantheon, per essere stata trovala nei
pensò a premiarne l'uraillìi e le magna- propinqui scavi,ecredesiappartenessealle
nime sue gesta con un monumentodegno terme di Agrippa,altri dicono alla tomba
di lui. Forse temerono pregiudicare la glo- d'Adriano,comedissi di sopra. Il coperchio
ria che gli deriva da quello da lui disposto. e i piedi sono moderni, il cuscino postovi
Invece i Giansenisti (f^.), accesi di rab- .sopra e sul quale posa il triregnoèdi pietra
liia per averli Clemente XI conquisi colla di paragone, contornato da frangie con
celebre bolla Unif^enilus^ gli composero suoi fiocchi alle punte di metallo dorato,
nel congresso di Grenoble un scelleratis- come lo è il triregno. Di questa urna o
simo non si pub leggeresenza
epitaflio, che conca di bellissima forma,Cancellieri riu-
ribrezzo nel Progello di Borgo Fontana, n'i diverse erudizieni nel Ulercalo.p. i.^G.
infame monumento de' compilatori che La statua del Papa vestita degli abiti
vi si sottoscrissero. Ma gl'iniqui sarcasmi pontificali sta seduta in atto di benedi-
e le bestemmie degli erapi sempre forma- re, e sotto ha un piedistallo di paragone :

rono i più splendidi elogi agli ingiusta- questa fu gettala in bronzo dal Giardoni
mente e calunniosamente biiisimali. In- sul modello di Maini. Le statue a' lati,

nocenzo XIII tumulato in \ aticaiio, la rappresentanti la Munificenza e l'Abbon-


sua principesca famiglia lo lanciò in un'ur- danza meglio la Carità con due putti, so-
na di stucco, incontro al sepolcro della re- nosculturedi Monaldi. Rimpetto si vede
gina Cristina di Svezia (principialo da In- la statua di marmo in piedi, del cardinal
nocenzo XII e compilo da Clemente XI), ]Veri Corsini il seniore e zio del Papa. Ma
dimde nel i(S3() fu portalo nelle grotte i cadaveri d'ambedue sononella cappella
\'aticaiie, pel monumento di Leone XII. sotterranea. Benedetto A//'eressedue se-
Brnedettn .\ filinovi a 1 8 febbraio i 780 polcrali monumenti, uno nella Chiesa di
e fu riposto sopra la porla della cantoria, s. Lorenzo in Lucina (^.) al cardinal Da-
da dove e vivente il successore iì'12 feb- via, l'altro in s. Francesco di Paola dt'nii-

braio 738 venne traslato ue\hChiesa di


1 «/miai prelato A ntonM.'P(i//<zi'/cj'jo(^^.)
s. Maria sopra /ilinen-a de'suoi dome- per avere virtuosamente ricusato il car-
nicani, in esecuzione del da lui ordinato. dinalato. Dia mbeduesi tra Ita nel n.°38-o
vSiccorae era stato deposlo in un monu- L]e\DiariodiRomadeìi';4'y.,euen.i\iS i

mento di stucco, poscia i cardinali da lui e ^iS\ del Diario di Roma del l'j-l^.
creati gliene eressero imo ili marmo, co- Morto Benedetto XIV fu sepolto in Va-
me descrive il n.°7r)8TÌ del Diario di Ro- ticano nel consueto luogo, quindi il car-
ma deli7r)8. Clenicnte Xll, morto a'6 dinal Portocarrero suai.' creatura, sta-
febbraio I 740, l'u collocato sopra la con- bi h di celebrargli nel Valica no esequie an-
sueta porta della cantoria, e viventeil suc- niversarie finché gli durasse la vita ; in
cessore fu calata la cassa a'20 luglio i
74^1 seguilo questo pio e riconoscente costu-
previa formale ricognizione che ricor-
la me fu praticato dai cardinali presenti in
dai nel voi. VI, p. 20 I, dicendo che nello Roma al Papa che li ha creati cardinali
scuoprirsi la faccia dal Parente {f.) ni- e nella chiesa ove trovasi sepolto, di che
pote cardinal Neri Corsini il guiniore e nel trattai nel voi. XWlll, p. 43, ove pur
ricoprirsi si sciolse in un profluvio di la- dico di quelle eziandio anniversarie che
VCL. LXIV. "^ _ 8
r:
ii4 SEP SEP
il successore celel)ra ni pre(lfcc<!?ni-e nella procedette il Ira^^porto dei mortali avanzi
cappello palaliiia. Di [)iìi il cardinal Por- del gran Pontefice; la magnifica e son-
toeaiiero odrì mia considerabile somma tuosa [)ompa funebie dell'ingresso in Ro-
perinnalzare un moniinienloa Ccnedelto ma ricevendolo sulla porla del tempio
,

XIV, ciò che saputosi dagli allri cardi- Vaticanoe con raroesempio, il degnosuc-
nali di qiiestoPapa, vi vollero nobilmente cessore Pio VII, che nella basilica gli ce-
concorrere, come si legge nel n.^G^By del lebrò solennissime esequie con orazione
Diario (li Eonta del i ySf), e ne'n.i Sojy funebre, dopo Informale ricognizione del
e 8o65 deliyGt). Vi fu posta questa i- cadavere eseguila nella cappella del coro.
scriziono: BenecUcto XIl^ Pont. Max. S. Terminate l'esequie, la cassa come accen-
R. E. Cardinalts ah co creali. Clemente nai fu situata nel luogo solito incontro al
XIII sppuUo nel Valicano, ebbe ad esi- deposito d'Innocenzo V 1 1
1, finché in inor-

mio scidloic del snosu[)eibo deposito il tediPio\ Il venne trasportata nelle grot-
Fidia de' nostri tempi (Canova, eseguilo te Vaticane avanti la tomba del principe

d'ordine de'suoi nipoti, di che parlai pure degli apostoli, secondo gli ardenti deside-

a Rezzonico famiglia, venendo riguardala rii deldefimto.il cuore poi ed precordi fu- \

la testa per una meraviglia dell'arte, de- rono riportati a Valenza con conveniente
viente XIV minore conventuale del
^
già accompagnamento, onde soddisfare al pio
convento presso Chiesa de' ss.XII Apo-
la desiderio de'valenlini e del loro vescovo,
s(oli[l.),e poi cardinal titolaredella me- nel n)odo riportato altresì nella biogra-
desima, essendo morto a' 22 settembre fìa, quindi furono collocali nella catte-
I y^4> '''^^S"^ subilo metterlo nella cas- drale con marmoreo cenotafìo. Per cura
sa, avendo il cadavere perduto la forma del nipofecardinal Bra<ichi,\\C'dUo\;ì scol-
umana pel suo disfacimento. Pertanto fu pì la statua colossale del Papa, la quale
esposto così nella cappella del ss. Sagra- dipoi fu stabilita in mezzo della ConfeS'
mento del tempio Valicano, e collocato sione [V.) di s. Pietro, a' 28 novembre
nel modo che con-
solito sopra la porta 1822. Su di ampia base dì marmo, che
duce alla cantoria, archivioevestiaiiodel- di poco s'innalza dal piano, è genuflesso

la cappella Giulia, donde poi nel 1802 e il Pontefice in atto di orare divoloe colle
per dar luogo alla cassa mortuaria di Pio mani giunte : ispirato è il bel volto, e par

VI, fu trasportato nella detta chiesa a 6 che fissi lo sguardo alla veneranda tomba
ore di notte privatamente, per evitare le del principedegli apostoli, cheogni giorno
spese occorrenti nellesolenniTr^.v/dz/o/i/, visitava, abitando contiguo palazzo. Si
il

e depositato nel mausoleo marmoreo che appoggiano le ginocchia su ampio cusci-


gli avea etello con l'opera del sommo Ca- no pure di marmo, e la maestosa [lersona è
nova la riconoscenza di Carlo Giorgi. Pio coperta dell'ampio manto pontificale se-

/^/detronizzato da'repubblioani francesi, minato di stelle econ ricami, essendo po-


fu depoitaloiu Valenza di Francia, ove sato il triregno sul lato destro. Sopra una
Ira'patimenti rese la sua grande anima a fascia della base si legge l'epigrafe da Pio
Dio.lVellasua biogi'aiia e articoli analoghi VI composta Piiix ì' I Braschiii<;
slesso :

raccontai comealla meglio fu supplito al- Caesenas. Orale Pro Eo. Il Papa Pio VII
leceremonie funebri e a'funerali. Dipoi il dopo morto fu posto nel solito luogo, quin-
successore Pio VII ottenne che in soddi- di alla morte del successore temporanea-
sfazione del desiderio del venerando pre- mente fu portato nelle grotte Valicane,
decessore, il suo cadavere ed i suoi pre- e poco appresso venne collocato nel mo-
cordi si portassero in Roma. JNella stessa numento erettogli dall'amore del gran
biografia con tulle quante le interessanti cardinal Consalvi suo Segretario di stalo
particolarità narrai, come decoroiameute (^.),ecou questa iscrizione Pio VlICla- :
SEP SEP II-
ramonlio Caexenati Pontifri Maximo, chiaro artista, nel rappresentare il Sal-
Hercules Card. Consnlvi Romamis /Ib vatore sedente in Irono colle braccia aper-
Eo Ciealtis. Nel voi. XXVI II, p. 2 )") ri- te, che liceve l'anima di Pio Vili, a lui
portai ia descrizione del sepolcro e l'iscii- presentata d.ii ss. Pietro e Paolo che gli
zione preparatasi luliSio in ìMonticelli sono ai lati; mentre la statua del Papa,
nella Marci, da nig.r Annibaledella C>eii- vestita del manto pontifìcio, in basso ge-
ga, che divenuto Leone A'// ordinò d c«- nuflessa propriamente sopra la suddetta
seie ttiinnlato in Vaticano avanli s. Leo- porla, e col triregno da una parte, viene
ne I, con iscrizione più- da lui sciilla e che espressa in atto supplichevole verso Colui
riprodussi a p. 261, e dopo esseie stalo di cui fu de^no vicario in terra. Gli suc-
il suo cadavere sopra !a [)orla della can- cesse Gregorio .Y/'/creato cardinale da
toria, fu esegnila la sua disposizione. Pio Leone XII, e per alTcttuosa riconoscenza
Vili subentrò dopo morto nel sito oc- gli eresse in Vaticano quel monumento
cu[)ato dal predecessore, ed alla morte del che descrissi con l'epigrafe ne' voi. XII,
successore fu trasportato nelle grotte Va- p. 3o2, XXV III, p. 26 I, il quale il Papa
licane. Il suo segietario di stalo cardinal volle vedere mentre si lavorava, per cui
Giuseppe Albani^ morendo nel 1834 or- a'2? agosto 1 836 si reco in via Felice allo
dinò nel suo testamento diesi facesse nella studio del valente scultore comm.r Giu-
chiesa di s. F'ietro a sue spese un monu- seppe de Fabris che ne fu l'artefice. Que-
mento sepolcralepel Fapa, islituendoere- sti per comando del Papa, ed eziaiuliu co-
de di gran parte de'suoi beni liberi il I*apa me il precedente a tutte sue particolari spe-
opere pie. Gre-
-pro /e«/pore,<la erogarsi in se, scolpi pure il monumento che pose nel-
gorio XVI
provò gran piacere per (|uesta Maria Maggiore al suo a-
la basilica di s.

disposizione, echiamatoa seil suo 2. "aiu- roico mg. ^Antonio .M.' Traversi patriarca
."
tante di camera Candido Bultrini, giii 1 di Costantinopoli, dopo avergli fatto ce-

del defunto, amoievolmentegh lesse a sua lebrare solenni esequie, tutto avendo de-
compiacenza l'articolo riguardante il de- scrittone'vol.XN lll,p. 106, XXVIII, p.
stina to menu mento,da elle t tua rsi però do- 5g. Ecco due irrefragabili teslimoniaiwe,
po la morte del principed. Filippo Albani come il grand'animo di Gregorio XVI, a
fratellodel cardinale. Questa avvenuta nel fronte della ristrettezza de'suoi parlicol.i-
novembre 18 52, il regnante Pio IX (che ri mezzi pecuniari,vivanicnteeconairclto
con breve de' 2^ agosto i852 conferì al sentisse la gratitudine e l'amicizia. Passato
conteGio. Stefano Castiglioni, gonfalonie- a miglior vita ili. "giugno 1846, il suo ca-
re di Cingoli e nipotcejr/r^/rf di Pio Vili, davere fu posto nella consueta nicchia, su-
e da cui avea licevuto l'episcopale consa- bito numerosi cardinali da lui creati (gli
i

grazione quand'era cardinale, il titolo di enumerai nel voi. LV,p. 3oo), come rile-
iiiarchesetlelBctoiilano, di lui lenimento vai nel voi. LI X,p. ySjgeoerosameiite de-
ruraIe,liloIo estensivo anche a'suoi discen- cretarono erigergli nella stessa basilica un
denti primogeniti, come riporta il n.° 2 5 i magnifico monumento marmoreo. Ne fii

df Giornale (li Fionìii del 852),in(licom-


I i allogata l'esecuzione allo-icultoreroinaiio
mise nll'esiniio scultore e professore cat- Luigi Amici, bravo artefice di felici spe-
leilratico dell'accademia di s. Luca, coni- ranze, il quale egregiamente sta ultim.iu-

hk' Pietro Tenernni, un decoroso mar- do le grandiose (Igiu-e della Prudenza e


moreo mon luiiento da colluciìrsi sulla por- del Tempo, chedovranno •tarea'l.iti ile la
la interna della sagrestia Vaticana, con maestosa e bella statua colossale del Pon-
la 26,000 scudi, come si dice. Il
spesa di lellic, la (piale già compita va a collocarsi
mausoleo si comporrà di gratuli statue, .j. nel monumento. 11 bassorilievo rappre-
olire gli acccssorii.CoQsisle il coacelto dei senta la Propagazione della fede, col Papa
iiG SEP SEP
sedente in trono e molte figure. 11 vice- (Roma oggi IO novembre 8x3. Appena 1

rè regnante d'Egitto volleconlribuirvi con giunti alla consueta mia revisione questi
massi di prezioso alabastro, per l'urna e stamponi, tni feci sollecito d'informarmi
pei" l'ornamento del deposilo, della slessa dello stalodeldesideratissimo monumen-
speciede'donati dall'a voal medesimoPon- to, ed eccone il risultalo. La statua del
tefice (ciò che descrissi nel voi. XXI, p, Pontefice è ultimata, e sabato si decide-
I 08 e seg.), il quale vi abbellì la sontuosa rei sul giorno del trasporlo e della collo-
basilica di s. Paolo, e 4 gi'andi colonne di cazione al posto; la scultura del leslo del
esso oia sovrastano l'altare papale, e il monunoenlo procede regolarmente, ma
tabernacolo antico. 11 monumento fu edi- sembra che non sarà compiuto che per
ficato dalla parte dell'epistola dell'altare la metà del i855).

della B. Vergine del Soccorso, nella gran SE\^Om\]Vy.\ySepulinra,Sepulcrum.


cappellaGregoriana (della quale parlai nel Luogo dove si seppelliscono morti, e l'at- i

voi. LV , p. 2G6) costruito da Gregorio to slesso del seppellire, cioè il mettere i

XI l,che sotto l'altare vi collocò solenne-


I corpi morti nella sepoltura.il sotterrare
mente il corpo di S.Gregorio Nazianzeno, e porre sotterra i caùa\ev\,ftinernt'io,ìiu-
precisamente ov'era l'organo, il quale nuo- innlio, sepelire, tumulare, luiinare. Sepol-
vamente doralo ne'suoi belli intagli, ora tura èsinonimodi iSVpo/cro, il quale viene
meglio corrisponde all'opposto lato della detto in Ialino da MorceWì, Bustitni,CenO'
cappella del ss. Sagramento; restando la taphiiuìi,Condì loriurn, Hypogeiim, Mc-
penta di trapasso e comunicazione tra le vioria, Monumeiìlum, Monimentinn, Re-
due cappelle del ss. Sagramento e della qitielorum, Sarco phagii ni, Sepulchrum,
B. Vergine, appunto elevandosi sopra di SepoUnra, Sepulltira, Titulus, Tumulus.
essa mausoleo sepolcrale. Essendo inol-
il Avello è sinonimo di sepolcro e di sepol-
muraria e architettonica, si
trala l'opera tura,secondo gli autori del Dizionario del-
trovò opportuno di collocarvi il corpo di la lingua italiana j ma Muratori nel Ca-
Gregorio XVI. A lale cHetto nella sera talogo dell'origine di molle i'oci italiane,
degli maggio 853, alla presenza del ca-
I I 1 Dissert. 33.^ dice ch'è meglio dennitol'/^-
pitolo Vaticano, del cardinal Malici ar- i'cllo, per arca o cassa sepolcrale, ne ri-

ciprete, de'cardinali Altieri e Ugolini, co- porta erudite ragioni, e crede che la pri-

me |)reposti alla costruzione del monu- mitiva sua derivazione sia da Lahellum.
nìcnto, e di alcuni personaggi cheneave- In dello Dizionario si qualifica la Tom-
vano fatto premurose istanze ^ fu calala ba, per sinonimo di Sepolcro, Vivc&àase^'
dalla nicchia la cassa contenente il cada- ]^t\\\ve, caverna, arcasepulchralis. Si dis-
vere di Gregorio XVI. Fu quindi fatta le- se dagli antichi Sarcofago il sepolcro in
gale ricognizione de' sigilli delle 3 casse cui riponevano cadaveri che non si vo-
i

che furono trovati intatti, laonde non si levano abbruciale. Derivato è questo vo-
aprirono (luelli della 3." cassa. Questa ri- cabolo da due parole greche, Cf7/-«e e w^/i-
posta nella seconda esigillata, si pose nella giarc, per cui il sarcofago sembra signi-
prima, rinnovandosi egualmente sigilli. i ficare mangiatore e divoratore di cai ne.
Col solito rito commovente della Chiesa, Plinio è d'avviso, che quel nome abbia
processionalmenle seguì la traslazione e ricevuta la sua origine da una pietra che
fu portata la cassa al monumento, e dopo Irovavasi nella Troade, e in cui si flice-
stabilita nel silo destinato con opera mu- vano sepolcri o le urne sepolcrali, a ca-
i

raria, si die termine alla grave funzione. gione delle sue qualità caustiche, e della
L'urna donde fu tolta la cassa, fu lasciala proprietà ch'essa avea di consumare in
con l'iscrizione, che per esem|iio ripor- poco tempo lecarni. Quella opinione, dice
tai in principio, Giegorìus X/I F. M. ilMilliu nel Dizionario delle belle ani
SEP SEP 117
è sfata ammessa nella maggior parte del- coricali fossero sul coperchio de'sarcofagi.
le opere degli antiquari. Non sembra, di- Verso il 3.° secolo di nostra era s' intro-
c'egli, tuttavia che romani, presso quali
i i dusse l'uso de'sarcofagi di grandezza co-
si sono pili comunemente trovali i sarco- lossale, capaci di conleneie un'iutiera fa-
fagi, abliiano conosciuto l'uso di quella miglia. Essendosi applicalo [liù conjune-
pietra,eil vocabolo5arfq/?7go sembra piut- menle il nome di sarcofagi alletondje in
tosto non essere altro che una espressione generale, specialmente a'scpolcri de'pri-
allegorica, per indicare che il sepolcro con- vati, ne'tempi di mezzo si prodigò questo
suma le carni, perchè il corpo umano vi nomea lutti i sepolcri, massime delle per-
rimane elTcllivameute distrullo. Siccome sone e delle famiglie più illustri, e que'sar-
la pietra calcarea possiede una qualità cau- cofagi, privi sovente di buongusloe di bel-
stica, per cui si adopera sovente la calce lezza artistica, furono sopracca ricali di bas-
e il cloruro per consumarci cadaveri e per sorilievi, d'ornamenti d'ogni genere, di
disinfeltare cimiteri, così non pare .strano
i Stemmi (^.), di embleuìi, d' Iscrizioni
che in qualche pietra calcarea della Troa- (/ .), le quali cose per lo più servirono
de si fosse riconosciuta questa quidilà in ad indicare la barbarie de'secoli, ne'quali
un grado [)Ìli eminente, e che quindi fos- si erano eretti que'monumenli. Il Maran-
se stata applicata più particolarmente al- goni, Delle cose gentilesche e pi ofane Ira-
l' uso di riporvi i cadaveri, che in essa sportale ad uso e ad ornatnento delle cine-
più facilmente consumavano. Notai a
si se. Ira queste vi annovera eruditamente
Ferentillo, che ivi è una terra che in i sarcofagi e urne sepolcrali, i monumenti
24 Ole disecca i cadaveri, e lende me- li e marmi d'ogni specie, prima purificali
glio delie mummie. Le urne o casse se- coll'aspersione del l'accj uà benedetta, e con
polcrali, che si chiamano saicofagi, era- altri sagri riti eorazioni. Dappoichègli an-
no di diverse pietre, specialmente di mar- tichi fedeli trasferirono i sarcofagi, le urne
mo o di porfido; i greci ne aveano altre- eallri monumenti sepolcrali nelle chiese,
sì di legno assai duro, resistente all'u- per collocarvi sotto gli altari i coipi e le

midità, e specialmente a quest'uso ado- reliquie de'santi, (brinando con alcuni i

peravano la quercia, il cedro, cioè il pino fonti battesimali; e de'piìi antichi e me-
cedro, e il cipresso, i (piali ultimi però ravigliosi, per la materia e per l'arte, o
non potevano passare tra'Iegni duri. Vi per pregi storici, ci diede interessanti de-
furono altrecas^e sepolcrali di terracotta, scrizioni; inoltre molti di tali monumcnli
ed anche di metallo, e le prime furono furono adoperali per seppellirvi dcfunli i

in grand' uso presso gli etruschi : tuttora cristiani, parlando Alarangoni de'sepolcri
per le casse mortuarie si adopera talvolta eziandiode'crisliani,adornali talvoltacoii
il cipresso, ordinariamente gli altri legni, cammei e altre cose profane, ed ancora
pe' personaggi anche il piombo. La forma con lucerne dentro. Traila pure di alcune
orduiaria de'sarcofagi è quadrilunga, al- immagini, che sembrano d'idoli, usate
cuna volta smussali negli angoli e in forma da'moderni nelle chiese, per adornamen-
clinica. I sarcofagi si vedono talora colla to de' Cenata fi, e particolarmente dell'er-
statua o busto del personaggio che cunle- me e delle cariatidi (ilolle quali parlai a
nevano; spesso la figura intiera èscdnla o ScL'LTURA, arte che [irincipalmcnte e sem-
sdraiata,couie se assistesse a un banchetto. pre fu impiegata per formare e abbellire
Vi sono sarcofagi in cui si collocarono i i sepolcri), ed altre ligure ;
quindi fa la
due sposi, come più anticamente mesco- distinzione tra'sepolcri, e i Cenotafì cioè
lateo confuse eransi le loro ceneri entro sepolcri di apparenza e vuoti, dentro ai
un'urna o un'olla cineraiia. In alcimi ve- quali non giace il corpo del personaggio
dousi i due sposi rapprcseulali, come se cui fu eretto, e solamente innalzalo a suo
1.8 SEI' SEP
onore. DlcelMarangoni, che il LH.<!f;o(F.) rava, facendo scol^iire nella pietra le ini-

e il fiisto mondano, non conlenlanclosi di ziali di questa epigrafe : /1/o/2»///r7i/<u/i/iO<;

trionfare de'cuori degli uomini, -«ino cl'e haeredes non sequiinr. Se poi l'autore di
vivono fra le loro grandezze, anche dopo essa voleva che fosse conosciuta per fa-
Ja loro morie vuole far pompa ue'loro se- migliare, alle parole .?/7/f e.y»ry, vi aggiun-
polcri, con adornarli di statue e di simu- ge va iihcrlis liOerlalnsane,\n riguardo che
l.'jcri, per esprimere le doti e recccllonli i liberti ancora erano compresi nella fa-

virtù de'defunli ; onde a questo propo- miglia, per quanto dissi a Protettore ed
silo si può dire, ciò che in altro senso dis- a Seul avo. Necropoli o città de cadaveri,
se Tertulliano: Qnaerinius laxum in poe- fu dato per nome ad una specie di sob-
nìlenlia. Il Buonarroti, nelle Osservazio- borgo d'Alessandiia d'Egitto, perchè in
Ili sui meflaglloni antichi, spiega perchè quel luogo eravi una grande qnanlilà di
iie'sepolcri sono per lo piìi scolpite deità giardini, di tombe e di case ove Irovavansi
marine ne' monumenti gentileschi, per- tulle le opportune e necessarie per
cose
chè essi credevano campi Elisi
esistere i iudjalsauiare corpi degli estinti. Quindi
i

neirOccatio; ovvero perchè tenevano l'e- il vocabolo di Necropoli diverse nazioni


lemento dell'acqua per principio delle vi- l'usarono [)er indicate il luogo ove eravi
cende delle co<e, della vita e della moi'te. una numerosa riunione di sepolcri, che
Crede poi che si ponessero grifi, come i i latini dissero Po-
Sepulchrela, i greci
dedicati al Sole, costituendo in tal for- lyandron, cioè plnrimorum honiinum se-
ma quella Nemesi o provvidenza arbitra ptdchra, cristiani Catacombe e Cimiteri
i

del le cose, e dispensa tricede'premi a'Jjuo (F^)- I romani e altri pagani fuori delle
ni, e di castigo a'superbi. IMaggiori erudi- nuua delle città [)er la pubblica Strada
zieni ci die Buonarroti nelle 0^5cri'rts?V)- (f.) eressero lateralmente sepolcri, ed i

ìli sui vasi antichi di vetro, imperocché primi per seguire l'uso lodevolissinio ac-
traila del mettersi le colonne quadre sui rennalo da Varrone, De ling. lai. lib. 6,

sepolcri; che quelli degli antichi cristiani cap. 4'>: f/"0 praetereuntes admoneant
fu solilo ornarsi di figure sagre alludenti et fiiis^e et Ulos esse mortales. Si dis-
n cose de'defunli, fra le quali ve n'erano se Cippo dagli antiquari, una mezza co-
di quelle relative al battesimo calla pe- lonna senza capitello, per solilo con iscri-

nitenza; de'segni usali dai primitivi cri- zione per servir di confine, o per additare
stiani, e di quelli de' gentili. Il p. Casi- la strada a'viaggiatori e il luogo della se-

miro da Roma, nelle Memorie ci Araceli poltura d'un defunto, e perciò da alcuni
p. 4o> discorre del pio costume e antico scrittori fu delt.i anche pietra acìwron-
disegnarela CVocealla testa del defunto; e tica e colonnetta sepolcrale. Talvolta con
the nelle lapidi sepolcralisi trova talvolta iscrizione ricordava una persona ivi man-
scolpito questo segno di redenzione sino cata a'vivi. Vi si scolpivano descrizioni de-
in 3 e 4 luoghi, e d'ordinario una, cioè notanti i terreni consagrati al sepolcro di
nel principio d(ire[)itafllo. Riferisce l'A- alcune fa miglie,coni e riferisce Mi Ili ni. Leg-
dami, Storia di J^^olseno t. 2, p. i i 2, che go nel p. Lupi, Dissertazioni par. 2, p.

4 sorte o qualità di sepolcri ebbero gli an- yj, parlando de' cippi sepolcrali, che si

tichi, cioè comuni, privati^ ereditari^ tfa- trovano lapidi scolpite su di essi, che e-

inigliari ; per cui quando ne'marmi se- sprimono essersi, oltre il sagro terreno del
polcrali s'incontra sibi e suis nelle iscri- sepolcro, o fabbrica in quel terreno, prov-
zioni, sono conosciuti per sepolcri eredi- veduta dal fondatore la dote per la custo-
tari, poiché con l' eredità si trasferiva il dia del sepolcro, con farvi vicuia la casa
gius della se[)oIturaj la quale quando il rustica, con stalla, abitazione da alUttaisi,
suo istitutore la voleva privata lodichia- orto e giardino, con curiosi Ildecommissij
SEP SEP 119
occioccliè dagli eredi nulla si alienasse di silenzio della lomba accompagnali dalle
Inli fabbriche. Si osserva clic l'aulica for- lagrime dell'amicizia, del desiderio, dei-
ma e gli oriiamcnli de'ci()[ji sepolcrali li l'amore, dell'ammirazione, della venera-
lianno falli [>igliar soveule in iscambiodi zione. Per sepollura s' intende il diritto
ollari ; essi d'ordinario erano consagrati di seppellire i cadaveri; per il rito e ce-
allc divinità infernali oai Dei Ulani (f^.): remouie che si praticano in seppellire; per
la loro parte superiore è sovente scavala il materiale, ove i morti si custodiscooo
in forma di cratere, come facevasi degli e depongono. La sepoltura considerata in
nllaii. L'aigomento de' sepolcii ede'mo- questo senso, e secondo il diritto ecclesia-
di «li seppellire è assai amplio, e lo Irai- slieo, è quel luogo coli' autorità del ve-
lai in innumerabili articoli appositi o per scovobenedello, nel quale si seppelliscono
incidenza; imperocché tulli furono tumu- i che santamente e cristia-
fedeli cattolici,
Jali nella sepoltura, sia qualunque il vo- namenle sono defunti. Per dare un'idea
cabolo come venne chiamala, tranne i di- degli articoli ne'quali più particolarmente
Torali dagli animali, consumati dal fuoco,
i trattai de'sepolcri e del seppellire, edan-
i distrutti in allri modi, ed eocetluali E- che per evitare a un tempo una lunga e*
nodi ed Elia che non sono morti. Cosa assai prolissa digressione per sì vasto e
sideve rileneie sui ss. selle Z?o/'m/e/j//, si svarialo argomento, mi permetterò ri-

può leggejlo in quell'articolo. Lo stesso cordare il principale in essi riportato, e


Gesù Cristo non volle esentarsi di scen- negli altri analoghi articoli con citarli; ol-
«lare nel s. Sepolcro (^•), e lo veneriamo Ire a ciò, dirò prima di quelli che hanno
il più gran santuario: l'iazza, Necrologia relazione a quanto precede il seppellire e
p. I 3, spiega perchè il Salvatore volle es- la sepoltura.

sere sepolto in sepolcro nuovo, con molti A IMoridondo parlai di quello che è in
oromati ed unguenti preziosi, e avvolto in termine di morire,che sta in /agonia (^.),
un lenzuolo o Sindone (/'.), benché vi- e della assistenza religiosa, dopol'ammi-
vendo fu tipo e modello di profondissima Distrazione del ftalico (/^.) e dell'^^
s.

umilia. A Sepolcro de'romam Po.vtefici, strema unzione [V.) con l'0//o (/^.) de-
nel parlare di tutti, celebrai peli. "quello gl'infermi ; di quelli che vollero morire
di s. Pietro, per l'immenso bene e gloria con l'abito Religioso (f) e con esso si fe-
cheprodussea Roma. In molli articoli di- ceio esporre nell'esequie e seppellire, ed
chiaraijchei sepolcri de' il/rtranede'iS"<z/z- in altri modi umili e sulla Cenere (^.).
// (/'.) dierono origine a illustri città, a Del suono della Campana [r.)^ che av-
confusione dell'empietà de'tiranni, molli visa il transito già seguilo all'altro mon-
df'qimli irudelmenle li vollero privi an- do; del Lume (/^.) che si pone al defunto
die della sepollura. Egualmente grande è a' piedi, delle veglie notturne precedenti
ilnumero degli articoli in cui ragionai dei il funerale. A Morte dissi eh' è la sepa-
monumenli sepolcrali d'ogni nazione,gra- razione dell'anima dal corpo, e fu costi-
ilo e condizione, de'rili e ceremonie usate luita in pena del peccalo de'nostri pro-
iid seppellire nelle diverse epoche; non genitori non uali (si ponno dire non nati,
meno de'sepolcri di grandi, edihcanti per anche gli estratti dal ventre della madre,
la loro semplicità, per la sobrietà delle Comes. Raimoticìo yonnato, eì^a^n Gre-
con sentenze di prò-
iscrizioni sepolcrali, e gorioXff~),e de'dne soli nati che non sono
fonda umiltà. Moltissimi poi sono(|ueUi morti : come (iesù Cristo vinse la morte,
che lo splendore delle loro virtù lascian- colla propria morte. Che nel momento che
do nel mondo indelebile niemoria glorio- l'anima si separa dal corpo, l'anima è già
grandemente sorpassa il fasto mo-
sa, CIÒ giudicata per reternitàlsia \ìt\Limbo[/''.),
uumenlale di cui luaucano; mascesero nel sia pel Purgatorio (^''•), sia pel Paradiso
I20 SEP SEP
(F.), sia per Y Inferno {V.), dove nulla che ne derivarono. De'cadaveri de'Papl,
est redemplio! Questo è il gimlizio parti- con tuttociòche li riguarda, in unoa'P/e-
colare, poi vi è l'universale nella valle di cordi (^.); de'cadaveri de'caidinali, im-
Giosafat,di cui nel voi. XXX, p. 42. Delle balsamazione, tumulazione e altro. Tal-
morti apparenti, e quindi delle precau- volta dovendosi cadaveri tenere esposti
i

zioni nel seppellire morti che tali real- i nell'esequie, ed essendosi conlradallo il

mente sieno, ed romani lasciavano in-


i volto, si mascheia di cera,
fece uso della
sepolti 8 giorni i cadaveri prima di tumii- simile all'edigie del defunto, anche Ira'cri-
larlij e li chiamavano spesso per nome, sliani. I romani conclamavano il morto,

come si pratica col Papa e altri principi. cioè lo chiamavano per nome ad alta vo-
Che la morte si rammentava agl'impe- ce, per meglio assicurarsi della sua reale
ratori ne'trionfi, e lo si fa col Papa nella morte, poicliè talvolta avvenne che por-
coronazione colla Stoppa (^.)- Perchè si tati cadaveri sul rogo, mentre la fiam-
i

chiudono gli occhi a'morli,e perchè si rade ma incominciava a tar sentire il suo ar-
loro la Barba {f'.)- Come romani proi- i dore, si videro palpitare, ma non si era
birono ai figli di chiudere gli occhi a'ge- piìi in tempo di levarli. Perciò usarono
nitori, ma non si osservò sempre, e ne la precauzione, che dopo la morte di al-

riparlai nel voi. XXVIII, p. 20. Come cuno si corpo con acqua caldissi-
lavava il

i gentili e, i cristiani rappresentarono e ma accuratamente, per scuoterne la vi-


chiamarono la morte. Delie antiche Aga- talità se ancor vivi, e chiamavano molle

pi, Conviti, Pranzi, Laudi o Acclama' volte acciò si alzasse. Qui noterò, che il

ZfO«i(/^.) sepolcrali de'gentilie cristiani. n.°67 dei Giornale di Roma 852 ri-
del 1

Nell'apoteosi de'pagani si aprivano gli oc- porta, che una dama di Varsavia com-
chi del morto, e gli si cacnbiava il nome : mossa dall'ornljile sorle a cui soggiacque-
che essi riguardarono i lari o 3Iani quali ro due nuove vittime della tumulazione
guardie dell'ombre de'morti, che ne're- affrettata, legnai municipio di quella me-

nioli tempi seppellivano in qualche parte tropoli della Polonia parte del suo ricco
della casa : dell' invocazione de'numi ai censo, perchè fossero erette due sale invi-

partir dei morto dall'abitazione, e quindi gilateda speciali custodi per deposito dei
dello scoparsi dietro, e dèlia Festa [f .) cadaveri, che in avvenire non dovrebljero
parenlalia o funebre : della Moneta [f.) tumularsi chequando fossero in essi paten-
che si poneva in liocca a'morti. A Cada- ti i segni della putrefazione. Nel n." 1 32 di

vere o corpo morto, ragionai di ciò che tal Giornale deh 853 si narra, come l'e-

lo riguarda, di quelli degli ebrei, di loro letlricitàavrebbe fallo un altro gran pas-
Lavanda, imbalsauìazione, unzione, ve- so. Un
medico diW orcester vorrebbe con-
stiario (di die meglio a'parziali articoli, statare col suo mezzo la realtà della mor-
secondo la condizione, il grado , il sesso te, e distinguerla dalla pur troppo facile

de'defunti; delle ricclxe vesti, e di quelle morte apparente. Costruì a tal uopo una
stracciate per deludere i rapitori de' se- pila portatile, fatta in modo da poter o
polcri), e altro, motivi e significati. Dei- restringere l'azione gavainica alla pelle,
l'incorruzione de'cadaveri, del ridurli a o portarla in vece sugli organi. In tal modo
solidità lapidea (di recente negli Stati- sipuò comunicare ad ogni muscolo il gra-
Uniti fu trovato in un banco di carbone do di slimolo che si vuole. La non con-
fossile, il corpo d'un irlandese lavorato- trazione de'muì»coIi sareljbe una gran pro-
re della miniera, in perfetto stalo di pie- va per distinguere la morie reale dall'ap-
trificazione, colle membra intieramen- parente. Sulle morii apparenti abbiamo
te conservate). Del ribrezzo die produce ancora del d.r Cardane, Catechismo sul-
la visiu de'cadaveri, e de'balutari eili^Ui le, morii apparenti, Parigi 1781. Nel t.
SEP SEP 121
4, 2.^ serie della Civiltà calloUca p. i iG, che le ceneri non si mescolassero con quel-
si lencle lagione del Cuore pncntnnlico- le del rogo. Colle ceneri si mescolavano
rapiraloi io, del prof. Gaudolfi di Mo- bensì materie odorose, i /"(on (/'.), anzi
della, essendo V iDsoHìacuento dell' aria tra questi sì eressero le tombe nelle quali
respirabile iie'polmoni un mezzo eflìca- si ponevano i vasetti lagrìmali, ne'quali
ci^simo per richiamare a vita gii appa- si facevano scorrere le lagi ime che si ver-
reiilenienle oiorli , che diconsi asfissia- savano nel compiangere la perdita ilei de-
li, hi diverbi articoli parlai del fitale sep- funto. Della superstiziosa credenza, che
pt'llinienlo di chi non era veramente gl'insepolti errassero peri co anni intor-
morto, come il cardinal Remolini [f'.)- no la palude Sligia prima di passare ai
A Fc.vERALE didusauiente raccontai gli campi Elisi (di cui a Paradiso), per tra-
onoii fiinthii resi ai n)orti nel seppel- gittare a'cjuali poneva una moneta ia
si

lirli e dopo, di di verse nazioni e religio- bocca al morto,


di che megiio nel voi.
ni, e qualità di persone. Peichè dicon- XL^'I, p. c)8. Del cipresso diesi poneva
fci Estcjuie (^.)- Del gran rispetto che alla porta del morto, della pompa colla
tempie s'ebbe pe' morti, del Lullo (7^.) quale e in letto o lettiga si portava il ca-
che per loro si prende. Come gli antichi davere al sepolcro o dove si bruciava, ac-
imbalsamavano e chiudevano cadaveri i compagnalo dalle venali prefiche pian-
negli armadi domestici, in vece diseppel- genti, dai piagno ni, con suono di strumenti
lirli. Del giudizio solenne chedoveano su- e l'insegne d' onore a rovescio : come si

biie gli egizi da ^ó giudici, non esclusi faceva il bruciamento, non de' bambini
i re, prima d'essere ammessi all'onore sino a 'j mesi diesi seppellivano cadaveri.
tlella sepoltura: questa accordala, si po- Del titolo che si scriveva sul sepolcro; dei
neva sul sepolcro l'elogio, e in che con- banchetto liiuebi e,de'sagriljzi novendiali,
sisteva : il costume passò agl'israeliti. Co- delpanlomimoche imitava il morto. Dissi
me gli egizi seppellivano i morti in Egitto inoltre dell'apoteosi òe\\' Iniperalore{^f' .\
(/'.), come ciò fecero gli Elirti (/'.), e da e che dopo seguita l'ustionesi lasciava vo-
qiiiili riti funebri si accompagnava l'azio- lare un'aquila, |)er indicare che veniva
ne. Era tenuta obbrobrio la privazione portata l'anima al cielo; de'diversi nomi
della sepoltura. A frontedell'impurilàche de'funerali, secondo la loro proprietà; del
derivava negli ebrei dal tocco de'cadaveri, suono de'bronzi usalo per espellere i ge-
fu tenuto atto santo il seppellire i morti. ni cattivi : sul piangerei trapassati. Trattai
O vegli ebrei collocavano le tombe, in qua- ancora a Funerale di quelli de'cristiani,
le foggia ponevano il cadavere nel sepol- loro antichità e attuali riti, per ogni specie
cro, non tagliandosi i Capelli [f''.) a'giu- e graduazione, di ecclesiastici e secolari,
stiziali.Dell'oiigi ne delle cerimonie e pom- l'api e chierici, sovrani e plebei. Dell'im-
pe funebri, e dell' introduzione tlel sep- balsamazione, de'Iumi, delle ceremonie u-
pellii e 1 iiKjiticon /fiwij presso i greci: co- sate nel seppellire, eziandio di (juanto ri-
me si componevano le pompe nel reca- guarda .lA7r/;W(/'.).DeIlaciiracheavea-
i

re il cadavere logoper incenerirlo; the


al no della sepoltura primitivi cristiani, co-
i

vi si getta va, chi l'incendia va, mentre s'im- me acconcia vano i cada veri, de'loro pranzi
molavano Sacrifizi {f'' •) le* ceneri lac- : e agapi pe'poveri, vedove e pupilli, oltre
colle si ponevano in un'urna e s> colloca- VElciiiOMneil\): de cibi che si ponevano
vano nel sepolcro. Pe'giaiidi si celebra- sui sepolcri de' martiri, fareiulu il >imile
vano Giuochi {f •). De' liti (pjasi somi- gii ebrei e sulle loro sepolture, e de'con-
glianti de'roinani, parte civili e porle su- viti funebri d'altri popoli. Che co' corpi
perstiziosi. Dell'amianto inconihu.>>tibilu si sotterravano le insegne de'dignitari, gl'i-
uve il poneva il cadavere, per impedire slromentidcl ,\Jarlirio {^l
'
.),{ wiu^oWd col

»
123 SEP SEP
Sangue (/^.) e aluo; dell' Incensazione miele, latte, incenso, fiori. A Maxi, ani-
(/",), tlella ifigionevolezza degli onori e- me de'njorli presso gli etruschi, i romani
slietiji, e di diverse maestose pompe, ao- e altri gentili, raccontai con)e loro si ren-
ticlie e moderne. Come la Chiesa regolò deva una s[)eciedi culto, eperciò detti Z?ei
poi agapi, e ne proibì l'intervento ai
le I\Iani^ divinità domestiche protettrici del-
chierici. De'sudragi ai DffiuUi [/^'^.), pev le case. Che si eressero loro are sepolcrali
liberarli dal Purgatorio (^'.)j delle Pre- con epigrafi, e talvolta altari e cappelle,

ghiere (F.) (alle avanti e dopo la sepoh olire i mausolei ; fu costume anlichissi-
tunijlaqualeun tempo si lardò a! y." gior- nao de'romani, di conservare e Tenerare
no dopo la morte, poscia avendo luogo riposte in armadi, fatti a guisa di tem-
la Coninieiiioi azione [F.). Passai quindi pietti, nell'atrio delle famiglie illustri, le

a dire nell'articolo Funerale, ile Becca- immagini degli antenati, che nella con-
morti [l^.),mì tempo corpo di chierici in- tingenza de'fiinerali gentilizi portavansi
feriori separali dal clèro, diversi dai bec- nella pompa funebre in onore del defunto.
chini, e a'qnali successero i confrati del- In origine quelle iaimagini allro non e-
V Jrcicoiifraternite, Confraternite e So- rano che maschere de'morti,
volti, ossia

dalizi[r.), principalnientedii5V7cco (^)j falle di cera liquida versata entro la forma

che associano i cadaveri e li accompagna- del volto della persona, ricavala da prima
no alla sepoltura, insienje a'sacerdoti e re- ingesso. In seguilo in vece di semplici volti
ligiosi; e de'lumi che accendevano sui
si o mascheredi cera de'singoli defunti, pare
sepolcri (ora si fa innanzi negli Anniver- che si formassero le iiìlere teste con parte
sari). Degli usi diversi adoperati nel me- del collo, le tpiali poste sopra un fusto e
dio evo nel seppellire i martiri, i santi, i rivestile degli abiti convenienti agli onori

fedeli di diversi gradi e condizioni; con conseguiti in vita, servivano parimenti a


l'accompagno delle prefiche o lamenta- decorare l'esequie e la pompa funebre di

ti ici, adoperate poi da'lurchi. Finalmente chi veniva a mancare nella famiglia. Di
di tutti quanti gli odierni riti [)e' fedeli, più a Mani pure parlai de'genii custodi
Papi, cardinali, vescovi, prelati, sovrani, de'sepolcrijoltregli editui, persone viventi

nobili e altri. A Mausoleo, macchina o che avevano la cura di custodire il sepol-


edifizio sepolcrale innalzalo alla memo- cro, che onoravano ne'modi riportati.
si

ria di qualche illustre defunto, narrai che Che vi furono iMani buoni eiMani calti vi,
ne derivò il nome dal magnifico sepolcro i primi detti Lari, secondi i Z-ciri'ej quindi
eretto da Artemisia al suo consorte ftlau- rilevai le molte relati vevS'«/7fr5/isJo///(^^.),
solo re di Caria e nella metropoli Alicar- le quali anche sui sepolcri gli antichi Gf«-
nasso, a sfogo del suo dolore, e fu tenuto ////eP(7g'(7/i/(/^^.) n'ebbero assai, e qualche
per una delle 7 meraviglie del mondo ,
avanzo sussiste in colte e civilizzale na-

onde die il nome agli edifizi sepolcrali e- zioni, altresì tuttora esistendo in varie gui-

retli in seguito con isplendidezza. Ivi ri- se tra quelle infedeli e rozze. Aggiungerò

parlai del mausoleo d'Augusto e del mau- che a Religione riportai una breve clas-
soleo d'Adi iano in Roma; così ad Egitto sificazione numerica degli abitanti della

parlai delle sue famose piramidi, e ai ri- terra, giusta la dilferenza de'culti e delle

spettivi luoghi de'più rinomali mausolei. sette. 1 Lumi [V.) furono usati sempre
A Cenotafio, sepolcro o monumento vuo- ne'funerali, e nel Mese [F.) di febbraio
to, diisi come suole innalzarsi [)er illustri gli romani im piegavano i 2 giorni
antichi
defunti, e ch'ebbero origine per onorar per impetrare requie alle anime de' de-
quelli di cui non si poterono raccogliere funti; tutto il popolo non attendeva ad
gli avanzi mortali; che ne'sagrifìzi pub- altro chea fare sagrifizi espiatorii e Lu-
blici si spandeva sopra a' cenotafi, viuo, strazioni (/".), e per tutte le sepolture si
SEP SEP ii3
vedevano camicie e loicie accese, come m nie un breve elogio (Je'clcfiinli Degli e-
pialicliiaiiio noi negli anniversari de'de- jniJilli iìvìomam dùamaUMonumenturrt,
lUnli.Si ^ietitviiiioiiique'gioi ni glispOHSa- Ci/ifius, e delle iliverse S[)ecie di queste
li eie i'c^ìt, UiUi vestivano a liiUo e [noce- tavolese[)olciali,inenliecol voc/.AuAoMo-
tlcvano mesti senza ornamenti. Ma dopo «f////c«^«//i luiono ancora appellate iesles-

tuli giorni succedevano gli allegri ed gio-


i se sepolture, boterò, che ora dioesi il7o-
condi, ne'quali i parenti si facevano re- iitinienlo, iUouii/ienlo, Muuirnento per i-

ciproclie visite, noveravano defunti nel i diotismo, VJi'ello e la Sepoliiu/i, appel-


decoisoanno,euunuMavanoi vivcMitijindi landosi le sepoltme Dloiiitnenti per am-
do[)o pianti e le tristezze, si abbando-
i nionire gli uomini a pensare che ilevono
navano ai con vi li ed ai piaceri. A Lucerna niorije, come dichiara il Dizionario della
(
/ .) descrissi l'uso di porle ne' sepolcri lingua Uaiiana. Riportai ad Epitaffio le

(li varie sorti, di bronzo e di terra cotta; j)iìi comuni lettere usate in essi e scolpite
delle lucerne ardenti e perpetue, e come ne' sepolcri, e ve ne lurono im[)eriosi e
ciò si spiega per quelle liotale accese lepidi : per superstizione il volgo non li

dopo tanti secoli ne' sep<jlcri; de'motivi leggeva. Altri epitafli contenevano l\fa'
che indusse la superstizione de'gentili ad ledizioni (^''.) contro i violatori de'sepol-
usarlc, e |)ercliè Irovansi lucerne ne' se- cri.AncheaScoMU.vicA parlaidegliepilani
polcri ciisliani, sebbene da loroabborrite. che si poncano sullesepolture.con terri-
Lessipoinel n° iq3 óaìGiornalcdiRorna bili iuìprecazicnii, per ispavenlaregl'infa-
del I 852. » Fu iliscnsso mollo come stia mi e crudeli ra[)ilori delle tombe. Inoltre
la faccenda delle Z^a////j<7r/e eterne, di cui, a Epitaffio rimarcai come alcuni epilaf-
al tlire degli scrittori si servivano gli an- fi pagani Irovansi sulle sepolture de'cri-
tichi. Le indagini scienti delie non ha guari sliani,equanilo(piesti incominciarono ad
praticate nell'occasione d' una scopetta usarli : con acclamazioni funerali, inge-
falla presso Langres in Francia, spaigeià gnose e curiose; della foruìola Dormii in
la vera luce su (piesto argouieuto. Alcuni pace (della quahr e di altre acclamazioni,
o[)eraiuccupali nelloscavarelefondamen- pure a Pace). Che i sepolcri de'cristiani
ta pei un nuovoedinzio<t'imbatlerouonel- si dissero Cimiteri^ rjuasi dormilorii, pa-
la \oltadi unsotterraneo,cheperrin(Iuen- rola che racchiude la fede della risurre-
za del tempo avea acquistatola durezza zione, r/or«i/i/o/<eesseiulosi detta la mor-
del ferro. ISon appena s'ebbe praticalo in te. A Iscrizioni ragionai di esse e delle
essa con grande slento un peilugio,cheuno lapidi apposte allese[)ortuie, loro qualità
degli operai esclamò ardere una luce nel- e diversa specie dell'antico : costume d'in-
rmlerno del sotterraneo. Penetrali elicvi tidere colla Scultura nomi e le azioni
i

furono, trovarono una lampada di bronzo sulle Pietre (A .) monumentali, eziandio


di sin;;olare lavoro, la (piale mediiinte ca- per perpt'tuare posMbilmeutc la memo-
lene ilello slesso metallo pendeva dal sof- ria de'defimti, non che sul bronzo e so-
lìtlo. Essa era ricolma d'un cond>ustibile, pia altre materie, sia da'gentili, che d.ii

il (jiiide pciì) parve non aver subito nlcu- cristiani, e contenenti pure acclamazioni
uà allerazioue, (piantunqiie ardesse pro> funerali; de'diversi collettori delle isci i-

Lubdmenle ila molli secoli. lUsta ora agli zioni, a'(juali altrove aggiunsi l'odierno
scien/iali roccu[)arsi delle cause dupieslu cav. Gio. ballista ile ^o^sl, come a l*iT-

fenomeuu dichiarato indubbio." A Epi- rvn.i, parlando di ipielle delle rii/riro//i&e


TAmo,oiscrÌ7Ìonesepolciale,nedichiarai e der/^iVen, e delle grandi benemerenze
l'origine e runiichilà, in principio coat- sulle catacombe e cimiteri romani del p.
posto di soli nomi e corrispondenti epi- Ciiuseppe Marchi ge>uila,iiotilicandorap
teli, quindi reso più spccilìcalu u conte- propruilosi merito del li.iuccscPciiet,cu-
124 SEP SEP
itiechè vantandosi a torto scopritore di ricare i mausolei con figure di divinità pa-
monumenti rinvenuti dall'encomiato re- gane, ancorché emblematiche. E ben co-
ligioso. Fu religiosissimo costume de' po- sa strana che la vanità cerchi di soddi-
poliautichijdiperpetuarelameinoriad'il- sfarsi, in ciò che vi ha di più umiliante
lustri trapassati con iscrizioni lapidarie. per la natura umana. Nella cura che si
Cosi le dimostrazioni pubbliche alla virlù, prende de'morti, tutto de ve tendere a rav-
le ricompense onorevoli rese dai coetanei vivare la nostra speranza, ed ispirarci se-
agli estinti benemeriti, sono segni certi di rie considerazioni sulla necessità di pra-

giustizia civile e religiosa. In tal modo le ticar la virtù, a farci conoscere la nostra
cittadinesche virtù pascano più checo'car- miseria, e desiderare l'eternità: tutto de^e
mi, con l'epigrafia alla memoria de'po- per conseguenza annunziare la gravità, la

8leri, perchè l'imitino e colle loro azioni modestia e la semplicità, che convengono

si procaccino la stima e l'amore de'con- allo spirito del cristianesimo; il fare al-

temporanei, non meno che de'futuri IMa . trimenti é un opporsi alla propria reli-
questi tributi di ossequio, di affetto, di gra- gione, ed anche al buon senso. Ne'fune-

titudine, talvolta fatalmente trascendono rali de'primitivi cristiani, che commove-


con ampollose e non meritale frasi di ec- vano s\ vivamente gl'infedeli, e che sem-
cessiva lode, piene di esagerazioni, nella bravano sì rispettabili a Giuliano Apo-
pretesa di esaltare il defunto di cui si de- stata, mostravasi dolore perla perdita dei
plora la perdita. L'aurea brevità delle e- fratelli; ma questo dolore era temperalo
pigrafi sepolcrali deve dire con proprietà da una tenera divozione, e si es[)rimeva
di vocaboli più cose che parole, e que- con riti eslei iori la fede che si aveva nel
ste ponderate maturamente nella bilan- Sai valore, e la speranza di partecipare del-
cia della storica verità, senza lasciarsi tra- la beala immortalità. Pertanto Giuliano
sportare dal dolore e dalle passioni; im- altamente meravigliato della modestia e
perocché sono poi giudicate dal tribunale decenza de' funerali de' cristiani, e della

della severa critica, la (juale non trovan- proporzionata zelante cura che si pren-
do giuste le usate espressioni, cagionano devano in seppellirli, fece sapere al prin-
alto biasimo all'autore, e grave pregiu- cipale sacerdote de' pagani , in una sua
dizio alla memoria di chi si volle intem- lettera.ch'eiili desiderava che si osservas-

perantemente encomiare. Gli antichi cia- sero 3 cose, le quali, secondo lui, aveano

no assai uiodesti ne'loro e|)italìl, f|uali i soprattutto aiutato lo stabilimento del cri-
non dicevano che nomi e date. Ne'secoli stianesimOjCui egli con enorme bestemmia
eziandio in cui il gusto era stalo maggior* indicava sotto il nome di ateismo, ciò so-

mente ralIlnatOjerano espressi in poche pa- no : la carità verso gli stranieri, la cura

role, emostravano la semplicità. Atene e di seppellire i morti, e la gravità della con-

Roma non conobbero le nostre iscrizioni dotla.|Lacura dunque che i primitivi cri-

pompose; greci e romani le avrebbero


i i stiani presero de'morti, nulla a vea diquella

riguardate più come un insulto, che come pompa usata fra'pagani, ma consisteva iu
un onore. Ma si sa quello che dobbiamo una gravità religiosa e modesta, la quale
credere circa le lodi date alle pretese vir- annunziava che cristiani erano vivamen- i

lù de' morti. E' per mezzo di una virtù te persuasi della risurrezione futura; che
reale e di belle azioni,che erigiamo un essi riguardavano la spoglia mortale dei
monumento durevole nel cuore de'nostri loro fratelli, come alcun che di prezioso,

simili: il nome solo di un grand' uomo e che non dubitavano che corpi conse- i

ne dice più di tutti gli epitafli. Bisogna gnati alla terra, non risuscitassero un di
che taluni artisti abbiano presente i tanti nella gloria, per di venire l'ornamento del-
mezzi che olire la religione, invece di ca- la celeste Gerusalemme. Avverte il Ma-
SEP SEP 19.5

inngonijcl-.e i marmi eie pinfie cnn iscii- sf, in molle delle quali effettivamente fu-
7Ìoni e di qualuiKjtje specie, auclie gen- rono trasferite le iscrizioni e i marmi, o
tilesche, e con iscrizioni scol[)ite, esistenti per uso de'[)avimenti o collocate nc'por-
nelle chiese e loto portici, si considerano lici le lapidi erudite. Ora passerò a dire
come ornamenti delle medesime, e che dell'origine de' sepolcri, del modo di sep-

come cose applicate all'uso de'Iuoghi sa- pellire d'alcune nazioni, de sepolcri de'ro-
gri sono ilivetinte ecclesiastiche, e passate mani; delle catacombe e cimiteri de'mar-
in dominio delle chiese slesse, quali tro- tiri, de'santi e d«i'cristiani,di alti e sepol-
fei della gentilità, e ne'quali apparisce il ture de'medesimi, e successiva disciplina
trionfo della cattolica religione, ed anco- ecclesiastica. E per quanto non dirò per
ra per essere colle lapidi pagane conca- brevità, potrà supplire cièche riportai ne-
tenata la storia ecclesiastica, e non poco gli accennati articoli, enegli altri analoahi
lume recano alle sagre memorie; e per- e non ricordali, non che gli scrittori che
ciò a colpa di sacrilegio dee ascriversi il registrerò per ultimo.
flirto che si fa di loro, senza l'autorità dei Gli uomini i<.truili dall'evidenza esse-
vescovi e altri legittimi superiori. In Ro- re mortali, e credendo la più sana parie
ma poi per la maggior copia di tali mar- d'essere immortali per l'anima, articolo
mi avuti da'tempi antichi dalle basiliche di fede nell'antica legge e nel cristianesi-

e dalle chiese, es<endosi furtivamente tol- mo, ed avendo l'uomo un corpo mortale
to vari marmi, Sisto 1 V nel i
4? 7 col bie- che separato dall'anima mediante la mor-
Te Clini proi'ida, ripoitatoda Marangoni te dee ricomporsi e riunirsi ad essa nel
a p. 42 confermando gli ordini e le pene
r , tremendo universale giudizio, ciò fece ri-
emanate da'suoi predecessori contro que- quardare come un dovere in-
la sepoltura
sti ruhamenti, fulminò la sco-
sacrileghi violabile,da cui può dispensare sen-
non «i

munica a chiunque togliesse qualunque za taccia di esecrazione e rimprovero. An-


sorta di marmo dalle chiese, oltre la pe- che pagani o gentili, in generale, erano
i

nale di mezza libbra d'oro da pagarsi alle certi d'incontrare la vendetta degli Dei,
chiese derubate, in ricompensa dell'ingiu- se i dovuti ossequi non prestavano ai de-
ria loro recala. Inoltre Marangoni dichia- lunti. Quasi pre«so tutte le nazioni si ten-
ra, che siccome le isci izioni sepolcrali dei ne per gloria la stabilità del .sepolcro. La
cristiani moderni recano molto lustro alle natura che fece agli nomini deplorare la

famiglie, per tale cagione sotto Cibano morte, li rese nel tempo stesso avvisati
Vili, il fratello cardinal Barberini pro- della necessità di un sepolcro. 11 tristo

vicario di Roma, neliG4f> pidiblicò l'e- spettacolo d'un cadavere guasio e disfat-
ditto che riprodusse, contro quelli che ri- to , le perniciose esalazioni che traman-
movessero dalle chiese I marmi sepolcrali, da la sua putrefazione, ispirarono dell'or-
le iscrizioni e lapidi , vietandolo severa- rore per un oggello già caro, da cui fu
mente con pene, oltre la reintegrazione d'uopo con prontezza e per sem-
liberarsi
e la midla di 100 scudi. I successivi etlilti pre. ÌS'nn pare credibile, sebbene
Io abbia-

degli altri cardinali vicari, emanati d'or- no asserito gli antiihi storici, che vi fosse-
dine espresso de'Papi,assoggettaronoalla ro dei popoli, tra'(piali non meno che tra
scomunica laide scnlenliae, e altre pene i bruti o animali fieri e irragionevoli, si

pecuniarie e personali, anche rpielli che trascurasse la sepoltura. Tali nazioni o fu-
dai cimiteri e catacombe eslraes>ero reli- rono senza repolare società, o ebbero nel-
(p>ie de'corpi ivi sepolti, tavolozze e al- l'ampiezza de'Ioro deserti la facilità di .sal-

tri materiali, ed ogni specie di marmi, varsi, o furono «Icsolale ben presto dalle
i«>crizioni e lapidi se[)olcrali, quali dove- infezioni. La mancanza di storie critiche
vansi soltanto impiegare ad nsudellechie- ed csattede'primi tcmpi,obbligaa rimct-
126 SEP SEP
tersi alle nozioni slegate e incerte lipor- gualmente singoiar cura venne usala e
tate dagli sciittoii non bene informati, particolare distinzione, secondo grado e il

ptr io più prevenuti contro uomini nati il merito, co'cadaveri de'trapabsali. Pres-
sotto altro cielo. Alciuii filosofi su questo sole antiche nazioni ben presto la vanità e

grave punto adettarono indifFerenzn, non lasmanìa di sopravvivere in qualche mo-


cuiando quanto sarebbe avvc-nuto de'lo- do a loro stessi, portarono alcuni grandi,
ro cadaveri, e si risero sloicomeute della come i re à' Egitto {^^), a fabbricarsi a-
tomba. Diogene, Teodorodi Cirene, Bio- bilazioni eterne,che doveano loro servire
ne, Demostene, Timone, Seneca e altri, di ricovero dopo la morte. Questa, dicesi,
furono di questo numero. Essi forse non è l'origine de'Ioro Obelischi(^.)e delle
altro vollero, che corieggere lestravagan- loro famose piramidi. Agli egizi pure si
ze dell'andjizione, e screditare le inoppor- attribuisce l'usod'imbalsamare culave- i

tune premure degli spirili deboli, in una ri, con preparazioni altea conservarli, a
materia clic piìi de'mf)rli i iguardava i vi- diseccarli, a guarentirli dalla corruzione
venti. Peraltro! piti saggi si tacquero, e e dalla putrefazione: almeno gli egizi pos-
preferirono di sopportare degli utili pre- sederono il secreto de'melodi d'imbalsa-
giudizi, che di prendere un'esatta ragio- mare in niodosuperiorea tutto quello che
nevolezza, da cui sono ristretti a ben po- delle altre nazioni si conosce, imper(jccliè
chi i bisogni de'trapassati. Lo stesso[)rin- giunsero al punto di perpetuare e rende-
cipio che mosse gli uomini ad ascondere re i cadaveri per così dire eterni, come lo
e allontanare le fredde spoglie de'Ioro si- provano lenumerosemummie che si por-
mili, accese in ciascuno il desiderio scam- tano dall'Egitto, delle quali parlai pure
l)ie vole di quest'udizioipgl il IO fiuono spin- a IMuseoGregori^noEgizio, edelle casse
ti a prestallo anche dall'idea di ricever- in cui le ponevano a Scultura, ove pur
lo; cos"i il dovere di seppellire i morti di- dissi del modo loro nel se[)pellire i catla-
venne probabilmenle un diritto. L'uni- veri, Inoltre a Fascia dissi perchè si fascia-
versale consenso de'popoli di tutte le na- vano i morti, come si vestivano, e cuopri-
zioni del mondo, dalla loro origine fino vano nel volto. La Scrittura sagra indica
al presente,che in ogni tempo si trovano accu rata menici sepolcri de'piìi granili uo-
perfettamente d'accordo su questo pun- mini,edi alcune femmine illuslri,e minac-
to, abbastanza dimostra, che tale uso si cia malvagi comedi una somma sventu-
i

riconobbe fondato sul necessario benes- ra, che saranno privati degli onori della
sere, e congiunto colla pubblica felicità. hanno sempre avuto
sepoltura. Gli ebrei
Lediflerenze del clima, del temperamen- una gran cura della sepoltura de' morti :
to e della situazione, fecero variare fra le era una santa occupazione degli uomini
nazioni maniere di praticarlo tutte pe-
le : più religiosi il seppellire i morti, il fare
rò n'ebbero una, betulle non egiialmenle il tutto ad onore de'medesimi, e il porta-
propria all'intento. Dai monumenti del- re da mangiare pe'poveri sulle tombe. Gli
le varie nazioni delle di verse età si appren- ebrei scavavano d'ordinario le loro tom-
de la varietà de'costuiui,de'riti, delle pom- be nelle roccie, ed è per questa ragione
pe tunebii, delle superstizioni, e delle tan- che A bramo comprò una doppia caverna
te vicende a cui l'uso e il diritto de' se- per stabilirvi il suo sepolcro, e per Sara
polcri è stato soggetto nelle diverse epo- sua moglie. Nella rupe furono scavati ;
che presso i diversi popoli, e nelle tante sepolcri de're di Giuda e d'Israele, e (|uel-
digerenti religioni del globo. Molti dun- lo in cui fu postoli divino Ptedenlore. Al-
que e diversi motivi spinsero gli uomini lorché le loro tombe erano scavate nella
in ogni tempo e in ogni luogo ad aver terra in campagna aperta, essi [ìoneva-
cura de'niorti e della loro sepoltura : e- uo al di sopra una pietra tagliala rego-
SEP . SEP 127
larmenle, per impedirne la profn nazione, perchè pareva lorocosa nefanda il dai al

e per avvertire die al di sotto trovavasi fuoco i cor[)i morti a mani^iare, essendo
un sepolcro, allineile i passeggieri non si il fuoco uno degli Dei che adoravano i

rendessero immondi col toccarlo, secon- persiani. Inalcuni luoghi, come tra i bir-

do la credenza degli ebrei. Gesìi Cristo nianni, icadaveii de'poveri si seppellisco,


allude a questo costume, ed all'uso an- no , i ricchi si bruciano. Tra gli scili la

lutale d'imbiancare sepolcri afllnchè me-


i gente comune portava i loro morti ad im-
gliosi vedessero, allorché paragonagl'ip- balsamare da una casa all'altra degli a-
pocriti farisei a sepolcri imbiancali oa se- mici, i quali davano da mangiare a rpjel-
polcri nascosti, sui (piali passando si con- li che li portavano : per 4o giorni si De-
trae senza avvedersene ima immondezza cupavanoin fpieslo,ed in line lasciavano
involontaria, perchè i loro vizi copriva- il corpo appoggiato ad alcun sasso o al-

no con un esteriore virtuoso e seducente, bero ne'monli, dove sono per ordinario
Si trovano presso gli ebrei alcuni esem- continue le nevi, ed in que'Iuoghi si con-
pi di corpi imbalsamati dopo la morte, servavano mollo tempo. Altri scUi pren-
nia costume non fu mai gener.de, né
il devano il corpo del defunto, ecelebian-
luoltocomune. Giacobbe fu fatto imbai- do un convito Ira tulli parenti e amici, i

samare dal figlio Giuseppe, in che s'im- se lo mangiavano, e davangli in tal modo
piegarono 4 giorni. Intorno al modo di sepoltura ne'lorostomachi. Inoltresi nar-
seppellire degli ebrei, al loro calalelto, fé- ra, che gli sciti d'altre tribù cucivano i

retro o bara , si può vedere G. iNicolai, loro morii entro sacchi di pelle. Erodoto
De xepulchris Tlebr. I. 4, nella qualedot- ilice che gli scili imbalsamavano il caria-
la opera sono ben distinte ceremonie le vere del re, ed in lettiga lo pollavano al
usate secondo le diverse classi del popò- confine del regno, ed ivi lo deponevano
lo e diversi lem pi, con figure delineate e
i in una spelonca sopra un letto, con inlor-
rappresenfanli le tombe degli ebi-ei. Mol- no alcune armi: scannavano poi una del-
le altre nazioni cliesisucceilelteiosuH'an- le sue mogli, e la mei le va no dall'ai Ira par-

lieo contiuenle, ebbero il co>luinedi far te della spelonca, e ì\a un'altra nlruno

imbalsamare i loro cadaveri : in Etiopia desuoi servi, come il coppiere, il cuoco,


(/'.) coprivano con una specie di lesi-
li il cavallerizzo, paggi, e vi ponevano an- i

na diafana, attraverso la quale puleansi che cavalli, vasi e lazze; ma sopra ogni
i

•vederci lineamenti del (leliinto, ciò che allra cosa tulli quelli ch'erano presenti
ha fallo credere ad alcuni che li chiudes- a vcano >ouima ini adi gettarvi sopra ter-
sero entro cofani di vetro. Tra gli elio- re e pietre finché alzassero un gran lu-
pi, alcuni gettavano i loro morti in ma- mulo. Nel 238, parlando dei
\ol. LI X, p.

re, acciocché fossero mangiali dai pesci, cosacchi, narrai che quando un cosacco
volendo cos'i soddisfue a ipicsti , che se a caso premeditalo uccideva alcuno si ,

li mangiavano vivendo. Alili chiuilevano legava vivo sotto la bara del cadaNereili
ingranili vasi i coi pi de'deluiili, e resta- sua villima, e ambedue così unitisi sep-
vano così per memoria ne'lorodiscenden- pellivano. Ricordai a Schiavo il barbaro
li. Anticamente 'u\ Persia (/'.)i cadaveri uso di uccidere i prigionieri sulla lom-
priiiia di porsi in sepoltura s'inviluppa- ba de'morli in guerra. Tra grindiani o-
vano entro la cera, per renilerli |iiìi du- rienlali er.t costume che i lìgli uccidesse-
revoli, ciò che praticarono gli sciti, e I. il- ro i propri padiiessendo vecchi, eoe ab-
volla i greci; altri persiani lasciavano i lo- bruciassero poi i corpi; e se mancava chi
ro morii ne'campi, perchè fossero nian- adempisse n questo uilicin,i vecchi da per
giali dagli uccelli e dai cani, e dopo sol- loro si gitlavano sul rogo,dovemoltu al-

lenavuiiu le osva non uiai biULiaadulc, Icgrameule muri vano. Le duuiiccui mo-
128 SEP SEP
riva il marito, essendo ancor giovani, si gi, e di costumi semplici) legavano i loro
presentiivauoiu giiKlizio, e contendevano tuorli dalla parte di dietro del collo colle
qual era la piìiamata dal marito, e quella gambe, eli alzavanoin luoghi alti ne'cam-
che ne nsci va vittoriosa, viva si slanciava pi, e li cuoprivano di pietre, lasciando so-
sul monte di legna ardenti, dove il corpo pra i tumuli delle corna di capre, e scop-
del morto marito era slato bruciato, e le piando in grandi scrosci di risa se ne tor-
altre supi^rstiti viveano con infamia. iNel navano a casa, l massageti aveano per in-
n." 8 del Giornale di Roma deli85o,si felici coloro che morivano d' infermità ,

racconta come Radma, ultimo redi Ma- e perciò uccidevano mangiando- i vecchi,
«lagascar, fu sepolto con tutta la sua guar- ne corpi ne'con viti, dicendo che era mi-
i

daroba, e con tutti gli oggetti di cui ser- glior sorte esser mangiato dagli uomini,
vivasi abitualmente. Perciò la tomba di che dai vermi. I caspi conducevano vec- i

questo principe contiene 49 cappelli, i55 chi di 70 anni ne'deserti, ed ivi li lascia-
abili e vesti di piùsorte,96gilet,i 7 i pan- vano morir di fame, restando in guardia
taloni , 53 paia guanti, 47 cravatte,
di per vedere quello che di essi succedeva;
54 pai;» di calze, 87 camicie, 38 paia di eseli vedevano essere mangiatidagli uc-
stivali con e senza sproni, 1^ paia discar- celli, giudicavanli per felicissimi, se da be-
pe, 9 [)aia di spalline d'oro e d'argento, stie meno felici; e se poi né da bestie,
per
IO fra sciablee spade, un fucile da cac- né da uccelli venivano mangiati, li lene-
cia, 24 facili ordinari, uno scettro d'avo- vano per molto infelici. Gli eluli, popoli
rio a testa d'oro, 3 orologi d'oro, una ca- vicini al Danubio, quando erano vecchi
tena da orologio d'oro, 8 anelli d'oro e e infermi erano costretti a pregare i figli

alcuni con gemme,4 piiitli d'argento.zup- e parenti che gli uccidessero; la loro mor-
piera e cucchiaio simile, 2 candellieri di ie era, che dopo di aver adunalo molte
argento, un gran vaso d'oro, una bugia, legna, e di averle poste sopra loro stessi,
8 caraffe di cristallo, 4 leggiiper scrivere, s'accostava uno della propria famiglia, e
G sclieltri di cavalli uccisi in occasione di feriva mortalmente colui che non dovea
sua morte, 3o bottiglie di vini di Fran- più vivere; quindi gli altri parenti accen-
cia, un sacco con io,3oopiastrediSpagna. devano sidiito la legna, l'abbruciavano e
Scrive Erodoto, che quei di Tracia pian- ne seppellivano le ceneri. Se il morto a-
gevano al nascer de'ligli, e ridevano alla vea la moglie vivente, era questa notala
loro morte,perchè credevano che con que- di perpetua infaQjia,quandoia breve tem-
sta finissero loro mali, e che col venire
i po non si appiccava vicino alle ceneri di
alla luce, non entrassero che in un mare suo marito. Gli essonovi aspettavano che
di patimenti, f medesimi conservavano 3 morissero i loro padri e maggiori, ed al-
giorni il corpo del defunto, ed in questo lora si univa il parentado, e cantando se
tempo olTrivano sagrifizi e celebravano li mangiavano,servendosi poi de'teschi per
convili; spirali i 3 giorni bruciavano il cor- formare de'vasi ornati d'oro co'quali be-
po, e ne seppellivano le ceneri congitmte veano. Anlropoftigia d'\ces\ l'alto o l'abi-
ad una delle mogli del morto, dopo di a- to di cibarsi di carne umana ; ed anlro'
\erla fatta morire. Dice Diodoro Siculo, poflgo,'\\ mangiatored'uomini. Ne'diver-
che i trogloditi (nomeche davasi a coloro si articoli ove sono ricordate le nazioni
che al)ilavai>o in caverne e sotterranei , selvaggie, ho parlato degli antropofagì,
per difendersi dal freddo e dal caldo, e come ueW Oceania, /america e altre re-
principalmente agli abitanti della costa gioni. Quantunque gli arabi abbiano gran-
lungo il Mare Rosso, dall'Egitto sino al- de venerazione ai morii, come tulli po- i

l'Oceano : il paese loio chiamavasi Tro- poli di Carberia, tuttavia essi hanno mi-
glodilice; erano quasi tutti pastori, sei vag- nor cura de'cimileri, forsea cagione del-

J
SEP SEP IO)
1.1 loro viia eiranle, comcf^li anlichi Sa- scoperte, fra le quali 4 scheletri senza il

raceni (^.). Le loro lomhe sorgono nei cranio, ma due con le intere teste di ce-
boschi, sopra un'altura, ed anche in mez- ra con lutto il collo e gli occhi di vetro,
zo alla can) paglia, ma sempre vicino a quel- dandone ragione l'autore, il eh. C. Cave-
la eli un marabuto propagatore ùcW Ida- doni, che per pietosa cura de' superstiti
tìiismo (/^),'sono fatte di pietra a rettan- e come persone più distinte, ad esse fos-
golo, non cementale, ma solamente im- sero rifatte in cera le leste conformi ai
biancate con calce. Sono ombreggiale di loro lineamenti. I cinesi hanno le loro se-
alberi, ma non seminate di fiori all'intor- polture fuori della città, e per quanto è
no come quelle de'mori, quantunque gli possibile in luoghi ventilati ed alti ,
per
arabi vi convengano anch' essi alla pre- togliere qualunque infezione. Gli antichi
ghiera, secondo precelti del Maometti-
i scozzesi sotterravano vive le mogli infe-
smo [T\). Se il morto è un guerriero ca- deli; gli odierni conservano ancora le lo-

duto sotto il ferro nemico, parenti e gli i ro sfarzose pompe funeinli. I greci nella
amici vi si recano a cavallo. Del resto è loro età più antica sep[)ellirono i loro de-
costumecomune a lutti popoli del nord i funti senza alcuna ceremonia, gettando
dell'Africa, di non lasciare insepolto il sopra di essi frulli o fiori, e coprendoli
compagno caduto in battaglia. Gli arabi semplicemente di terra; ma in appresso
alFroiitano qualunque pericolo per toglie- le ricchezze e il lusso introdussero anche
mani de'nemici loro morti. Pe-
re dalle i nella Grecia (F.) l'uso de'sepolcri, la cui
rò hanno cavalieri a ciò specialmente de- magnificenza a poco a poco s'ingrandì tal-

stinati, i quali scendendo da cavallo, lan- mente, che in A tene si stabilì una legge
ciano sul cadavere un uncino appeso ad a fine di reprimere il lusso eccessivo del-
ima corda che tengono in mano, tirano a le tombe. Però non essendo greci me- i

se il corpo, lo mettono sulcavalloelo tra- no premurosi degli altri popoli civilizza-


sportano in luogo di sicurezza. Quando ti a traraandarea'nipoti le belle operedei
in questo modo ne hanno raccolto 708, loro maggiori, non si affrettarono per que-
li legano in un fascio e li trasportano so- sto tanto presto di riempire di sepolcri
pra muli o cavalli. Se poi il numero dei le loro città. 1 generali che aveano libe-
morti è da non potersi caricare e por-
tale rala la patria, e i soldati che le aveano
tare alla tribù,si seppelliscono in una pro- sagrificata la vita, ebbero monumenti nel
fondissima fossa che coprono di spine o campo stesso della loro gloria. 1 3oo spar -
di foglie d'agave, aninchcla sahna dell'in lani alle Termopili furono d'epoca eter-
felice guerriero non giaccia pascolo agli uc- na alla Grecia, e idofcidi Milziatlea Ma-
celli o alle belve. ACimitf.ri feci menzio- ratiiiia portarono linquietudine a' sonni
ne di quelli de' turchi; cos'i a Moschea dei di Temistocle. Lisandro che rese Sparta
loro propinqui sepolcri. L'uso di brucia- la vincitrice dell'emulaAtenc,cbbe la tom-
re i cadaveri vuoUi derivato nel credere ba in un campo presso Alialto. Aristide,
i pagani, che il fuoco avesse la virtù di se- il più giusto (ìa gli ateniesi , fu sepolto
giognre dall'umano, quel che di divino at- niodestamonte nel Falereo. Omero, il i
."^

tribuivano al corpo; altri crederono, the autore dcll'lipica, non ebbe sepolcro che
ciò facessero per riconoscere in questo e- sopra il lido del mare. Pindaro, ili. "li-
lemenlo una foiv.a purificativa. Talvolta rico ili Giecia, fu sepolto in un Ippodro-
ne'sepolcri si trovarono sthcletri senza la mo; e Archimtile, il terrore de'romani, il

lesta,perchè fu loro decapitala e traspor- tl:lensore di Siracusa, ebbe in un campo


tata ulti ove. Nel 11. '^'5 del GìoinaU' di vicino alla patria, sepoltura ornata di siin-
lioma del 8 >3 1 un eruditissimo ar-
vi è Ijuli e di figure. Licurgolegislalorc degli
ticolo sullo antichità Cuuianc di rcccote .«parlaiii Melò il porre «jualunqnc cpigra-
VOI. LXIV.
, 3o SEP SEP
le monumento ai defunti, fuorcliè ai sol- Gli etruschi costantemente e religiosa-
ciati morii in battaglia, oalledonne mor- mente osservaiono tal costume di seppel-

ie in atto di dare alla patria un cittadi- lire i loro morti lungi dalla citlà in luo-
no. In seguilo i greci adoperarono i più ghi pubblici. Vi furono altresì de' pri-

rari e preziosi profumi, ad imitazione de- vati sepolcri, e di questi ciascuno poteva
ma non con tanta perfezione, in
gli egizi, averli o ne'giardini, o negli orli, o ne'pro-
che furono poi imitati dai romani. Pare pri campi, come chiaramente lo dimo-
però che il lusso e la pompa de'sepolcri, strano i tanti sepolcri sì etruschi che ro-
i romani piuttosto li ricevessero dagli e- mani sparsi ne'territorii delle memorale
truschi, da'quali pigliarono una quanti- città elrusche, ma sempre in lontananza
tà delle loro usanze e de'loro costumi; e da loro. Questa comunanza di sepolcri,

devesi pure notare che presso gli etru- innanzi alla quale sparisce ogni monda-
schi i sepolcri erano in grande venerazio- na differenza, fu associata a idee religio-
ne, nell'esterno e nell'interno accomoda- se. Quindi l'eguaglianza di condizione se-
ticon molto dispendio, giacché non so- gnata dal limite che divide la vita dalla
lamente comuni erano presso di loro sar- i morte, fu simboleggiata assai bene dalle
cofagi e gli avelli ben ornati anche di fi- necropoli, che raccogliendo le salme d'un
gure, fatti di pietra o di terra cotta, ma intero popolo, le copre tutte della stessa
di lutti i bellissimi vasi etruschi che or- terra, ed anche cippi, monumenti, il
i i

mai si vedono ne'm usci e ne'gabinet ti del- lustro de'marmi che tentano mantenervi
l'Europa, i quali tutti furono estratti dai delie differenze. Se con religiosa intelli-

sepolcri o dalle camere mortuaiie sotter- genza provvidero gli etruschi ai pubblici
ranee, dette ipogei, e di questi edifìzi mol- cimiteri, pari a questa fu la loro saggez-
ti ne trovarono sparsi nelle campagne,
se za in statuire che in distanza degli abita-
come dissi parlando delle città Toscane^ livenissero collocali sepolcri, provveden i

massime della Toscana Pontificia, e del do con ciò sapientemente cìie [)er il cat-
lìluseo Gregoriano Etrusco (^•), di Po- tivo odore , e le insalubri esalazioni dei
iimorziOi di Fidcì (/^.) e di altre citlà, cadaveri non venissero infettate da aria
le quali dierono feraci necropoli e sepol- pestilenziale le popolose ciltà. Egli è a-
creti di monumenti pregiatissimi. Siamo dimque più facile che gli antichi romani
istiuili dagli antichi scrittori, che il luo- pigliassero l'idea de'loro sepolcri dagli e-
go destinato ai sepolcri degli etruschi fu truschi , co' quali per lungo tempo con-
sempre fuori della citlà, e generalmente vissero nell'Italia, che non dai greci che
alla distanza di qualche miglio dalla par- tardi conobbero, e non mai perfettamente
te di settentrione, come lo dimostrano le se non che all'epoca delle loroconquiste.
necropoli di Polimarzìo^ di Chiusi , di Il dotto archeologo Francesco Euge-
f^ollerra (l'.),e\e molte altre discoperte nio Guasco, nella bellissima opera : 1 ri-

nell'Elruria centrale. Tal costume pas'^ò ti funebri (li Roma pagana, \ìì fronte del-
tra' romani, i quali appresero dagli etru- la quale riportò la sentenza di Petrarca :

schi i riti e gli aruspici, e finoda'primor- Tulli tornano alla gran madre antica!
di di Roma ebbero 1' uso di seppellire i riferisce che in vigore delle leggi decem-

loro morti fuori della città. E però Nu- virali e imperatorie, non poteva riporsi

ma Pompilio e Servio Tullio, quantun- alcun cadavere né dentro il recinto di Ro-


que re, ciò non ostante ebbero sepoltura ma, né dentro a' templi, sia per togliere
fuori di Roma : e se talora da questo co- che dalla quantità de'medesimi non ve-

stante rito furono dispensati alcutii per- nisse corrotta l'aria, sia per la supcrsti-
sonaggi , ciò fu in vista del loro valore, zione che portava i romani a credere pro-

\irlti e segnalali meriti verso la patria. pinati i templi, duve avesse riposato u^
SEP SEP i3r

corpo morto. Si trova nondimeno che a ma. T plel>ei aveauo i sepolcri nel Campii
Fabrizio, ed a Giulia figlia di Cesare e Esquilino,fra le mura della città e la tor-

moglie di Pompeo fu conceduto il sepol- re di Mecenate. Eranvi parimenti nell'E-


cro dentro le mura, siccome già a Publi- squilie de'pozzi, ne'quali buttavano ca- i

cola era stato donato un avello partico- daveri della plebe,i quali ammorbavano
lare dentro la città, col privilegio che po- l'aria d ogni intorno, e percii) i lu(;ghidi
tesse essere comune a tulli i suoi succes- delti pozzi chiamavansi Puleolae. Le sca-
sori. Ma a' tempi di Plutarco, niuno di le Gemonie erano annesse al C(7rcere(^f.)
questa fanìigiia si prevaleva di tale dirit- Tulliano, e vi si gettavano i cadaveri dei
to, e morendo alcuno della medesima lo rei, per esporli alla vista del popolo, che
portavano e deponevano avanti al sepol- si tratteneva nel propinqiìo /^oro roma'
cro, dove usavano d'accostare e rimuo- no, donde poi erano tirati nel Tevere,
vere più volte una face accesa; e con que- Queste scale erano tenute infami, per get-
sto allo possessorio ne conservavano la tarvisi gl'infami puniti col supplizio. 1 re
giurisdizione, indi ripigliavano il cadave- e gli nomini grandi si seppellivano da
re e lo trasferivano fuori della città. Tul- principio sotto de'monti. In appresso luo- i

tavolta Slrabone parlando del Campo,


ghi più abbondanti di sepolcri erano le

Marzo, che certamente era dentro il re- villede'dintornidi Roma, e Ici^/rrtr/e mae-
cinto di Roma, lo descrive pieno di sepol- stre, e singolarmente l'Aurelia, 1' Appia,
cri, clarissimorinn viroruni, ac foemiìia- la Lavicana, la Laurentina, la Latina, li

rum vionumenta in eoconstruxerunt. In- Flaminia, laTiburlina,laPrenestiua, l'O-


vece Dione assicura, ch'era vietato il sep- stiense e la Salaria. romani erano poi I

pellire in esso; ma veramente nel Campo tanto desiderosi di nome, che procurava-
Marzo, oltre al Mausoleo d'Augusto, ve- no di averli o ne'ciocicchi (incrociamenli
devansi i sepolcri della mentovata Giulia, di strade), o ne'lali delle medesime, alhu-
di Aulo Iizio, di Lucio Pausa, Marco
di chèi passeggieriilovesseronecessariaroeu
A grippa, di Druse e di Britannico, e Lu- te vederli ed ammirarli, e leggerne le i-

cano vi aggiunge quello del dittatore Sii- scrizioni. Tale fu appunto il costume dei
la. Per conciliare due scrittori, conver-
i Calalioi, de'Scipioni, de'Sei e de'Me-
vili

rà dire, non senza molta probabilità, che telli.Le tombe de'primilivi romani por-
le leggi vietassero lo alzar sepolcri nel sud- tarono l'impronta della semplicità de'lo-
detto Campo , ma la prepotenza annul- ro costumi. In appresso arricchiti dalle
lando il rigore delle medesuiie. Io conce- spoglie delle conquiste, e pigliato il gusto
desse in tempo in cui il senato o intimi- del lusso de'greciedella magnilìcenza, co-
dito o corrono, sagrificava il pubblico be- struirono al pari di essi sepolcri grand. o-
ne al proprio interesse. Cene è vero non si. La materia di cui li fabbricavano e-

ritrovarsi che vi fabbricassero sepolcri i ra diversa, cioè di marmo, di metallo, di


plebei, ma soltanto i più cospicui e prin- pietre rare congegnale insieme, di ferro,
cipali cillailini, e le famiglie più illustri; di oro, di argento, di eleltro(sorta ili me-
ed ecco perchè Appiano chiamò il Cam- tallo misto di gran valore presso gli an-
po INI a rzo sepoltura de'soli re. Così gl'im- tichi piombo, di bronzo, e di lena
), di
peralori, i trionfatori, le vergini P'eslali cotta. Quando non le ceneri, ma il cada-
[V.) si seppellivano in Roma, e tra queste vere ponevano nel scp(»icio,questo soven-
anche quclleche accusale di vtupro veni- te era di asio, pietra che avea la virtù di
vano conilannate od essere sepolte vive, prestamente consumare il
iliseccare e
erano chiuse in qualche fossa del Campo cadavere. La (orma era pure diversa, e
Scellerato, il quale era dentro la città. Gli conforme al capriccio o de'testatori o de-
altri poi liitti etano sepolti fuori di Ro- gli credi. Alcuni lo aveano a foggia di pi-
i32 SEP SEP
ramide. altri a modo di colonna; ora a- tutte le cose che chiudevano nel sepolcro,
vea la figura d' un gabbione, ora di un quelle che meritano maggior attenzione
coff'ano, ora d'un letto, ora d'un'arca. Al- sono le Lucerne accese probabilmente ,

le volte era fitto in terra, e talora collo- con olio e forse un poco di sale perchè
cato in alto, e sostenuto da 4 o 6 colon- ardessero meglio. 1 lucignoli di queste lu-
nette, o attornialo di gradini. Avvertasi cerne sepolcrali erano di lino vivo, odi
però che il collocare i sepolcri in luogo e- amianto filato che avea la prerogativa di
niinente,era conceduto soltanto ai citta- non bruciar mai. Inoltre nel sepolcro si
dini romani, ed a quelli ai quali era sta- poneva vicino a tali lucerne perpetue, un
ta concessa Taggregazionealla cittadinan- fiasco di terrache dicesi pieno d'olio, for-
za romana; la quale prerogativa era una se perchè romani si figurarono che il
i

parte del celebre Jns Quiriluin. Lo spa- genio il lare guardiano del morto si pi-
zio veniva misurato colla pertica dal li- gliasse la briga di rifondere l'olio nella lu-
bitinario, e si chiamava arca, e per l'or- cerna. Il Guasco non crede alla perpetui-

dinario non abbracciava più di 2 piedi di tà del lume; osserva che gli egizi simbo-
larghezza e <j di lunghezza; perchè sicco- leggiarono avvedutamente la vita umana
me erano infiniti i sepolcri, e la maggior a una lucerna accesa alimentata con l'o-

parte eretti ne'lati delle vie più frequen- lio. I nobili per distinzione ponevano nei
tate, così conveniva porre un limite alla sepolcro lucerne ornate nel bracciolino
circonferenza de'medesimi, afliuchè il ter- colla figuradella luna crescente. Conget-
reno non mancasse,e la quantità nelle mo- tura il Guasco, che i romani ponessero
li non ingombrasse di soveichio le strade queste lucerne ardenti ne'sepolcri, mossi
pubbliche. Questo non toglieva che alcu- dalla grande venerazione che portavano
ni abbracciassero uno spazio maggiore, al fuoco e sua natura, che conservavano
perchè in ogni tempo le leggi sono state sempre acceso nel tempio di Vesta, dichia-
lesedagli abusi : piramide o se-
l'esistente randolo co'Ioro riti e usi. Col fuoco roma- i

polcro di C. Ceslio, un esempio. Si


n' è ni distruggevano i cadaveri, lo che vuoisi
leggono inoltre delle iscrizioni, nelle qua- in uso prima di Numa Pompilio , onde
li sono scolpite le iniziali delle parole: Hoc quel re ordinò , che suo corpo non si
il

Monumento In Fronte Pedes Deceni In consegnasse alle fiamme. Altri dicono o-


AgroPedesDeceni.Yjva poi precetto stret- riginatoil rogo con V. fublicola, il cui
tissimo di religione, che lo spazio occu- cadavere fu pubblicamente incenerilo, u-
pato dal sepolcro fosse reputato sagro ,
so che prese vigore quando insorse 1' a-
non già però se si fosse posto nel campo buso infame d'insultare le tombe con di-
di qualcuno, o a dispetto o senza il con- sotterrare i cadaveri per avarizia, nella
senso del proprietario del terreno. Prima speranza di rapire gli oggetti preziosi di
di chiudere l'urna o il cadavere, roma-
i cui erano ornati, ed i supposti tesori tumu-
ni costumavano di porre nell'avello un- lati con essi. Pare che dopo Siila il costu-
guenti, balsami, vesti, anelli, monete, me- me di bi'uciare divenisse più generale, per
daglie,ghirlande, e talvolta gemme e pie- aver egli ordinato che il suo cadavere fos-
tre rarissime. L'uso di porre ne'sepolcri se arso, temendo che da patisse l'ingiuria

altre cose era in vigore anche ne' tem- lui fatta al Mario, il quale di-
corpo di

pi di Numa, nel cui sepolcro si trovaro- sotlerrato fu gettato nel Teverone. Ve-
no libri e candele. Così gli albani pone- ramente fu proprio della gente Cornelia
vano denari, e alcuni cada veri furono tro- seppellire i propri cadaveri , e Siila pel

vati con ferri e spade fitte nel petto, per I." si dipartì dall' uso per timore di ri-

Tano onore (anche ifH/c/iJ sono soliti sot- cevere il trattamento da lui fatto a Ma-
terrare col cadavere cose di prezzo). Di rio. iVon è sicuro quando cessò la costu-
SEP SEP i33
manza, sembra verso il 218 di nostra e- sepolcro, come da molte iscrizioni si può
ra, e si ripigliò l'uso di soUerrare i ca* ricavare. Finché da'romani fu solamente
da veri. Il rogo però era interdetto ai bam- apprezzata la virtù, ed amata la gloria,

bini che non avessero messo i tieni! , ai queste testimonianze singolari di slima
morii colpiti dal fulmine, ed ai malfatto- non resero che agli uomini celebri o
si

ri condannali al supplizio. I plebei ed i per armi o per la Ioga. Quando poi a-


le

inendici invece d'essere bruciati sul rogo, dullerali costumi si dierono ad ammi-
i

loeranodai beccamorti Uslores. Quando rare le scene e i teatri, i comici, gl'istrio-

erano molli cadaveri, ponevano ad ogni


i ni, i musici, i pan-
saltatori, le salta trici,i
decina quello d'una donna, che come più tomimi, protopantomimi, anche a co-
i

ontuoso e trasudante una specie di bitu- sloro di venne comune quell'onore che u-
me o glutine, aiutava gli altri ad ardere na volta era stato guiderdone soltanto del
piìi agevolmente. I romani, per rendere v;dore, della dottrina , delia costanza e
i sepolcri più degni d'ammirazione, usa- della probità. Perciò si trovano dell'iscri-

vano rendere l'interno non meno ornato zioni piene d'ingiuste lodi, e comuni agli

dell'esleruo, con decorarlo di pavimenti uomini più illustri per merito e per fa-
di musaico, di pitture esprimenti balta- ma. Gli amici ancora solevano erigere dei
glie, giuoclii, sagrifizi, baccanali, trionfi, sepolcri, ob honorem, a quelli che mori-
strumenti, fabbriche, animali, divinità e vano lontani dalla patria, o per gratitu-
cose simili. Nella sommità poi e d'iutor- dine, o per generoso contrassegno di be-
no al sepolcro ergevano di sovente sta- nevolenza questi sepolcri si chiamavano
:

tue e colonnette, e di frequente le scol- Cenolafl,pei' cui non deve recare mera-
pivano nel medesimo marmo. Inoltre le viglia, se d'una medesima persona si rin-
parli esterne avevano statue, bassorilie- vengano talora più sepolcri; anche tra i

vi, carri, trofei, fregi e decoiazioui bel- crislianiepercitaineunesempio,3 n'ebbe


lissime. Non essendovi in ogni luogo dei il cardinal /'irili, come notai nel vol.LX,
monti, nel seno de'quali potesse allogar- p. 68; eda Sepolcro de'Rom\m Po.xtefi-
si i sepolcri degli uomini insigni, così da Pio II, s.
ci riportai quelli preparatisi

supplivano a ijuesta mancanza, con iu- Pio V, Innocenzo XII, e Leone XII, men-
iialzarc nella sommila de'niedesimi una tre poi furono deposti altrove. I romani
piramide, o una colonna grande o picco- vaghi di rinomanza e curanti per cos'idi-
la, corrispondente alla dignità e al merito red'una seconda vita, oltregli ornamenti
del defunto, come Io fu per l'imperatore co' quali abbellirono i sepolcri ,secondo
Tiaiano la sua Co/o/i/m (/^.) gigantesca. l'uso egiziano, etrusco, greco e d'altri po-
L'iscrizione chiaramente lo dice : Acide- poli, trovarono essere il più intrinseco di
clarandiiin quanLie allUudlnis Mons et istruire i posteri di chi era il sepolcro e
ruderilus sitegesCus. Per lus-
lociis lanlis le azioni da lui esercitate, incastrando nel-
soe prodigalità o per avarizia, si seppelli- la parte piùesposta alla vista una tavola
luno insieme col cadavere grosse somme di marmo o di pietra in cui scolpivano
d'argento ed'oru, e conlinuaudo a tempo r iscrizione. Questa tavola era propria-
di Teodorico la pessima usanza, quel re mente quella che chiamavasi Monunien-
goto per reprimerla ordinò che si iloves- lum o IMonitnentiun, perchè monet noi,
seru a[)rirc que' sepolcri in cui vi fosse ne dà notizia della persona defunta odei
denaro rinchiuso. Talvolta il senato o il suoi, ode'suoi fatti, e no fa avvisaliessere
popolo, avendo fatte le spese del fune- anche noi mortali: in processo di tempo,
lale de'grand'uomiui, o morti in pover- il vocabolo monumento si usò promiscua-
Il o senza aver disposto del loro cadave- mente anche per indicare il sepolcro. Si
li-, desliuavu loro altresì il mausoleo o il appellò pure CtjJfW, uome altresì oppro-
i34 SEP SEP
priato alle tavole tribunesche, alle colon- le, e perciò i littori la portavano nel fa-
nette, e al sepolcro stesso. 1^' iscrizione o scio di verghe avanti i magistrati, come
epitaffio , era pi'olisso o breve, secondo minaccia di morte ai rei di gravi delitti,
l'ambizione ola modestia, l'arte o l'ine- e le verghe di flagellazione ai mino- de- i

leganza del cotupositore, talvolta il desi- linquenti. Già descrissi a Funerale e al-
derio del defunto, quello di chi l'erigeva : tri articoli citati, quanto precedeva la mor-
alcuni erano in versi, la maggior parte in te de'romani,quantoseguiva sinoalla de-
prosa, semplici, modesti, superbi, fastosi; posizione nel sepolcro, e con quali riti e
taluni furono tanto circostanziati, che se- pouipe, con l'accompagno di suonatori di
gnaronoeziandio l'ora della nascita, quel- Hauti, tron)bette e altri strumenti in Ma-
la della morte, e persino quella del tra- schera che se il defunto erasi gua-
(/^.);
sferimento al sepolcro; tale fu l'epitaffio dagnato l'amore de'concittadini, gli em-
di Ceciliofanciulio, morto di 6 anni e 33 pivano la bara di balsami e altre cose o-
giorni (i fanciulli morti prima di 5 anni, dorose, gettandosi dalle fiiìeslre corone e
per legge non si potevano piangere). Co- ghirlande, gli amici i peli della birba, le
jiiuiii erano l'epigrafi in iniziali: Sit Tibi donne parte de'Ioro crini: che bara era la
Tfira Lei'ìs, come se le ceneri e le ossa seguita dagli amici, parenti efamiglia do-
d'un morto fossero capaci di sentire qual • mestica del defunto; gli uomini vestiti di
che sollievo dalla morbidezza o leggerezza nero; se però il defunto non avea oltre-
del terreno; eppure di questa grazia i ro- passalo l'adolescenza, il colore delle vesti
mani ne supplicavano istantemente gli era il ceruleo o azzurro; se erano figli, i

dei, e questo auguravano ai loro estinti maschi andavano capo coperto e le


col
gli amici e parenti. Frequenti erano le femmine discoperto e scapigliate (lo che
parole : Heii Fialor? ovvero iS^/i^e Via- tra il contrario di ciò che costumavasi in
tor? perchè non avendo importanza il se» tutte le altre occasioni, in cui gli uomini
polcrojil viaggiatore si fermasse a legger- portavano il capo scopertole le donne co-
ne l'epitaffioecomeforzalo dari muto im- perto);alcuni scrittori gIi;danno vesti biau-
perioso cenno de' marmi, laonde tratte- che,altri nere, perchè vi fu varietà di co-
nendolo la curiosità trovava spesso iscri- stume. Se il corpo si bruciava, le ceneri
zioni molto lepide. Altre però erano gra- si ponevano nell'urna, tra i canti funebri
vi eammonivai»o i passeggieri, ch'essi a- in onore del morto, chiamati Epicedion
veano esistito, e che anco loro erano mor- e diversi dalle nenie cantate nel trasferi-
tali; sentenze sublimi, tendenti a frenar re il cadavere, e àaW epi loffio solito can-
le passioni, o ad incitare coll'esempio al- tarsi intorno al sepolcro. A Orazione ru-
la saviezza e al vivere morigerato, hi al- NEBRE parlai de'discorsi pronunziati sulla
cuni sepolcri fu scolpita l'ascia: tra le in- tomba de'morti, e che sono della pi re- i^i

gegnose spiegazioni date a questo simbo- mota antichità, e si trovano in uso pure
lo, vi è pur la minaccia di morte a' vio- presso gli egizi dopo il ricordato proces-
latori de'sepolcri, o il divieto di pulirlo e so; quindi l'uso passò fra i greci, indi l'a-
ornarlo, ed anche per invito agli eredi di dottarono romani, secondo
i le prescrizio-
mantenere i sepolcri netti da' bronchi e ni di Numa Pompilio che regolò le cere-
dall'erbe vili. L'ascia inoltre trovasi sulle monie religiose, onde Bruto fu peli.°o-
Guasco congettura, rap-
lapidi cristiane. norato da Valerio Publicola d'elogio fu-
presentare r ascia o la scure il simbolo nebre; quindi i romani l'accordarono alle
della morte, di cui pure lo è la falce, che donne che geneiosamentesagrificarono le
sotto il nome della dea Libitina si ono- loro gioie, perchè si adempisse il voto da
rava in Roma con templi e ministri, poi- Camillo fatto ad Apollo per la presa di
chèla scure fu sempre strumento di mor- Veio spenta la virtù repubblicana, si vi-
:
- ,

SEP SEV i35


clero dc'mostri coronati recitar l'elogio fu •
te per costruir giardini presso e intorno
ncbrecle'scelleralio imbecilli loro prede ai sepolcri, iquali si ornavano di fiori, di
tess(jri, popolo e il senato degradiili
ed il che se nescolpiva memoria talvolta nelle
applaudivano d panegirista, e poi f.ire lapidi, con abitazioni per gli editui o cu-
l'apoteosi del ridicolo o odioso oggetto del stodi de'sepolcri. Quell'erede poi che a-
panegirico: noi che abbiamo preso dagli vesse trascurato di gettare ogni annoi fio-
antichi lenostreorazioni funebri, talvolta ri sopra i sepolcri, dovea immolare a Ce-
ne facciamo uno strano e colpevole abu- rere una porcelletta, che non avesse gu-
so;sarebbe a desiderarsi, che tutti quelli stato de'nuovi frulli della terra; e sovente
che l'uso vuole che sieno lodati ilopo mor- perdeva tutta o buona parte dell'eredità.
te, lo Le urne per volere dei
meritassero ! L'ultimo onore che romani ficevano al i

fastosi furono d'oro, di finissimo rame sepolcroad esempio d'altri popoli (i quali
e bronzo, o pietre preziose; però la mag- usarono pure le piante di quercia, d'al-
gioì' parte ilell'urnecitìerarie erano di cre- loro e altre), si era di piantarvi, o davanti
ta leggerissima, ed assorbente con gran o da fianco, un cipresso, allineile ognuno
facilità qualunque umidità. La forma era avvertisse d'accostarsi a quel luogo sagro
piìi lunga che larga, infbrmeesenza orna- con riverenza e rispello crederono gli an- :

ti: ve ne furono guernite con ligure, fioret- tichi che il cipresso fosse un albero con-
ti, festoni esimili leggiadri ornaraenti;e vi sagralo a Plutone divinità infernale, non
si riponevano ancora le ceneri de' nobili, rinascendo né pullulando più dopo tron-
ifnperocchè le erano stima-
opere di terra cato. Seguivano poi in onore del defunto,
tissiuìe da*romani,e ne facevano copioso in qualche teatro o anfiteatro, o in qual-
uso,e vuoisi cheNuma fondasse 7 collegi di che foro, combattimento de' gladiatori
il

vasai, per mezzodell'arte de'quali furono (tli che a ScuiAVo), com'ilì e pranzila- i

innalzate diverse illustri città, ricordate nebri, il litllo, sacrifizi annuali, anche
i

da Guasco. Depostasi l'urna o il cadave- agli dei infernali, lo spargimento delle fa-

re nel sepolcro, questo si chiudeva, s'in- ve sopra i sepolcri nelleyèi7e parentalia


castrava la lapide, indi alza vasi innanzi ne'giorni fasti jam superstizione i roma-
l'altare o l'ara, ovvero la pira o un vaso ni credevuno alla notturna apparizione
a guisa de'nostri tiuibuli, e vi si accende- delle ombre o larve de'morti (di che a I-

va ['Incenso {I'-)c altre cose odorose. In- DOLVTRi.v ed a Mam) , e perciò celebra-
tanto i circostanti , rimanendo le donne vano leyè>7eedi sagrifizi lemurali. Per-
separate dagli uomini, ricominciavano il chè nulla mancasse alla gloria del defun-
pianto e i canti lugubri, e le nenie, can- to, ne appendevano il Ritratto o Imma'
idena meglio che Efìiltiphitini pare chia- gine (A.) nelle sale. Ira quelle degli ante-
mata Afi,v«m, Lesum, Lausum. Dice Pe- nati; ma non era concesso ai [ilebei di far-

sto, che le nenie erano alcune composi- si ritrarre né in tela, ne in cera; era pure
zioni che cantavano nell' ese(|uie del
si vietato agli altri, prima d'aver consegui-
morto, in sua lode e a suono di trombe : ta l'edilità, di che parlai a Roma, insieme
alcuni vogliono che nenia sia vocabolo alle altre romane magistrature. Nell'alno
greco, in significato di quasi ultime [laro- della casa inchiodavano le spoglie, ch'egli
le in lode del morto. Slogato il dolore e avea tolte a'nemici, massime gli scudi, i

usciiigatc le lagrime, spaigevano il sepol •


(piali t.ilvolli col ritratto si collocavano
ero di fiori in mollo pregio (ra i romani, ne' templi, e tutto per eternarne la me-
comuni e frequenti in ogni loio [ìoinp.i moria. Se la casa veniva venduta, il corn-
(Marzia figlia d'Augusto anche ili notte pialore dovea lasciar intalle le appese in-

e in letto, teneva in capo una corona ih segne , finche logore cadevano in pe^zi.
fiori, perciò biasimala). Si facevano lasci- Sichiamavano Polinclori quelli che avea-
i36 SEP SEP
no lacura maneggiarei cadaveri; e Ve-
di edelle villanie; e mentrescagliavanoi sas-
che li sotterravano o bru-
spilloni quelli si pronunziavano tutte quelle ingiuriose
ciavano. Scrive Plutarco, che nel tempio e maligne cose,che dallo spirito di vendet-
di Venere Libitina erano apparecchiate ta venivano loro barbaramente suggeri-
alla pubblica vista tutte le cose necessa- te. Ma siccome tal volta, stante la perlidia
rie per la pompa esequiale; e questo, egli de'pessimi, anche uomini i sepolcri degli

dice, per fare avvertili i viventi e ricordar dabbene eranosoggetti aconsimili ingiu-
loro, che come Venere veniva considera- rie ed imprecazioni, così i sacerdoti sole-
ta quasi come una porta del nostro en- vano raccomandar l'anime de'morti agli
trare nella vita, cosici da va anch'essa nel- dei cantando irtai, e pregando e deside-
la morte gì' istrumenli della sepoltura. randoa'sepolti, che chiunc[ue o passasse
Furono i Vespilloni cos'i chiamati dagli davanti osi accostasse a'ioro monumenti,
antichi, perchè essendo grande il numero non solo si astenesse da qualunque ma-
de'poveri inR.oma,chtì non potevano esse- ledizione, ma augurasse loro del bene; e
re portali sontuosamente di mattina alla non solamente non facesse insulto, ma ne
sepoltura, erano condotti dai Vespil-
vi onorassecome meglio poteva le loro cene-
loni sull'ora tarda del giorno, che chia- ri. Dappoichè,chiun([ue passando da vanti

marono Fe5^ere(/^.). 11 Piazza nella iVe- a'sepolcri non avesse in qualche maniera

crologia, dice ch'è opinione d'alcuni le- dato segno di sua pietà verso defunti, e- i

gisti e canonisti, che morto non perda


il ra tenuto sprezzatore della religione e dei
il dominio delle sue facoltà, se non dopo principii fondamentali della medesima ,

che celebrate le convenienti esequie, cor- e per questo venivano poi a travagliarlo
rispondenti al suo stalo e sostanze, è po- nella notte le ombre, le larve, gli spettri,

sto nel sepolcro. Ma se i romani lascia- ovvero il rimorso di loio esagerata super-
rono tanti belli esempi di loro pietà verso si izione. Le stesse preghiere de'sacerdoli

i defunti e i loro sepolcri, onori che dili- ciano dirette a sottrarre cadaveri alle i

gentemente loro resero anche gli scellera- notturne ricerche delle Streghe (A'.), ed
ti, come dovere richiesto dalla eligionej i ai loro infami riti e sortilegi. Qualche vol-
non mancano però esempi del loro rigore ta i sepolcri furono violati anche dai scioc-
quando giudicarono i morti per le loro chi alchimisti, cercanti liquore, per tra-

nefande azioni, in odio agli dei. Non con- mutare in oro e argento i metalli infe-

tenti d'incrudelire contro i cadaveri de- riori. RoMv, chefu chiamata pure Tom-
A,

gliempi, di spargerne al vento, odi af- ba de Giganti, parlando delle superstiti


fondarne ue'hurai o nelle sozze pozzan- S!ie preziose antichità dichiarai che in ,

ghere le calpestate ceneri; di abbatterei questo articolo avrei detto de'prinoipali


loro sepolcri e le statue, di privarli dei sepolcri degli antichi romani, ciò che in

consueti funebri onori, di cancellarne dai breve vado ad eseguire, con l'autorità di
pubblici fisti il nome loro, e di dichia- Kibby, Nicolai, Gualtaui e altri illustri ar-
rare infame e per sempre funesta la loro cheologi.
memoria, giunsero persino a maledirli, Se presso tutti i popoli antichi fu gran-
ad augurate all'anime loro l'eterno ban- àc. il rispetto per la memoria e per le spo-
do dagli elisi, e le perpetue pene e le in- glie mortali de'lra passati, questo rifulse
terminabili torture dell'Ereboo inferno, pi lìsso i romani, come sono andato dicen-
fra malvagi, di che pregavano giudici
i i do, e molti nionumeuli rimangono di que-
infernali, con orrendissima imprecazione. sta loro pietà, quantunque di pochi oggi
A tante scelleraggini aggiungevano talo- si cop.osca la pertinenza, poiché essendo

ra, per isfogo d'odio, la lapidazione dei i sepolcri ordinariamente sulle vie pub-
sepolcri, ch'era l'ukima delle coutuuielie bliche, furono i primi mouunienli ad es-
SEP SEP i37
sere spogliati. Lo stalo di desolazione e sii monumenti la mng^'ior solidità, ed a
deplorabile delle rovine di vetusti sepol- questo principalmente si deve die ne ri-

eri e di monumenti, che già un tempo tuangono lanli avanzi, malgrado tutta l;i
incjuel suolo istcssosorgeano superbi del- foiza usala dagli uomini in demolii li pei'
le glorie Ialine e de' vecchi fasti de'prodi, trar profitto de'materiali. Essi general-
parlano al cuore con favella assai [)iìi e- mente erano formati da un masso soli-
nergica ed eloquente d'ogni umana più dissimo di ciottoli di pietra o franlunii
studiata facondia. Quel la terra che noi cai- di mattoni, esterna mente ri vesti ti di massi
pestiamo, in cui non v' ha minuta gleba squadrati di pietra o di marmo, e più di
che non racchiuda le disperse ceneri di rado d'opera lateiiziao reticolare. Questo
qualche romano eroe, fa passare innanzi rivestitnento è stato tolto con ogni sorte
una
agli occhi della fantasia le storie d' di violenze, onde si vedono massi o nu-i

j)alria, mezzo al fulgore delle


che se in elei come che con-
tanti pezzi rosicchiati
più brillanti virtù non andò iuimune da servano qualche traccia del rive>limento
vizio, fu però sempre ujagnanima e su- esterno; ma anche questa miseia traccia
blime; che ecclissò i vanii ei trionlì dei fu loiuientala dalla mazza devastatrice,
popoli passali, e non paventa de'fuluri il onde il poco rimasto si deve alla tenacità
tonCronto, come disse Frontino, De A- della cùslruzione, che vinse l'avidità del
quatclncl. Dalla narrata duplicità de'mo- distruttore. Le camere sepolcrali desti na-
di di seppellire, nasce la gran divisione te a ricevere le ceneri di molte persone
de'monumenli sepolcrali che ci restano, insieme, sia libere, sia di stirpe servile e
cioè alcuni servirono per contenere leur« libertina, furono designate col nomedico-
neo vasi colle ceneri, altri le urneco'cor- lombaio, coUiinbarium, perchè nell'in-
pi, ed alcuni ve ne furono che cunteniie- terno sono divise in tanti ordini di piccole
ro gli uni e le altre. L'altra divisione de* nicchie, piùortlinariamente arcuate, ma
riva dai soggetti, ai (piali questi monu- lalvulla anche rellilinee.che davano alla
menti erano destinati, p<jichè altri veniva- camera stessa l'aspetto d'una coloudiaia:
noeietti perlina sola persona,cume(juelli ciascuna di queste nicchie contiene uno,
deirAterio,di Metcllcr,di Cestio; alili per due o più vasi ordinariamente di tcira
una famiglia intiera, come quello deSci- colta, di marmo, di bronzo, di vetro, come
pioni, quello d'Augusto e c|uello d'Adria- nel colombaio di Pomponio Hyla sulla via
Ilo; altri servirono ad uomini liberi, altri Lalina.unode'più intatti de'supersliti: in-
a schiavi e liberti, e secondo (juesla desti- nanzi poi a ciasctuia nicchia poneva>i la
nazionediversaaveano internamente una lapide, contenenlo il nome e la qualità del
maggiore o minore estensione, una più defunto,esovente pure l'età. ComeCo/MW.
grandeopiù modesta apparenza. Questa barinm si chiamò l'insieme, cos'i Locitlus
ultima circostanza ha portalo, che fra i verne appellata la nicchia, OlLiW vaso,
ruderi de'sepolcri esislenti, che non sono Tiinliis l'iscrizione. 1 monumenti scpol-
pochi, maggiore sia inlìnitamente il nu- crali, o sono sotterranei, o sopra leria,o
iiicrodi quelli dc'libcrti e de'servi, perchè ad un sol piano o a due. 1 più antichi pa-
ollre (ormare un maggior ninnerò di
il re che fossero a inùlazione dogli etruschi
])erMone,essendoordinariamcnlepiù mo- sotterranei, cioè o sullo il suolo nelle pia-
desti, più
facilmenlesfuggironoalle prime nure, o dentro le viscere de'monti, e per
devastazioni. E siccome presso gli aiilichi quanto potevasi lungo le vie, e di tali se-
luscopo dc'monumenli sepolcrali era non polcii antichi sotterranei se ne ha un bcl-
soio la conservazione perpetua delle spo- l'esempio in Roma nel sepolcro de'Scipio-
glie mortali, ma ancora della memoria, ni.Sobbene fossero sotlerrnnei si ergevano
pusci-o lulluilloroaluJio nel dare uquc- sopra uua mole per rcudcili più \isibrli,
i38 SEP SEP
laqualeera piìiotneno magnifica, secon- i suoi particolari meriti verso la città gli

do tempi e le facoltà del defunto. Que-


i
procacciarono questo singolare onore del-
ste moli ornavansi con festoni, buciani lasepoltura pubblica, sopra una delle stra-
(teste di bue, scarnate e scorticate, che si de più frequentate che uscivano da Ro-
|)onevaoo su di alcuni antichi monumen- ma, mentre per la legge delle Xll tavole
ti, delle quali gli architetti adornano an- era vietato il seppellire in città. Gli avan-
cora alcuna volta i fregi, come apprendo zi della tondja consistono in un basamen-
dal T^ocabolario delle arti del disegno), to di travertini, sopra il qualesorge un or-
vasi da sngrifizio, bassorilievi allusivi alle dine di pilastri dorici, con fregi di festoni

imprese, alla professione del defunto, o di e bucrani. La porta eh' è nel mezzo, da-
chi lo erigeva, ordini d'architettura, e so- va accesso alla stanza sepolcrale : l'iscri-

prattutto portavano l'iscrizione col nome zione è in belli caratteri cubitali, della for-
della persona o della famiglia, e con tutti ma che ricorda l'ultimo periodo della re-
i titoli e meriti di essa. Non tutte le ca- pubblica; altri dicono che Bibulo fu edi-
mere sepolcrali aveano la porta, come il le nell'anno 545 di Rouia, se pure non
monumento d'Eurisace, che non ebbe la fui! nipote. i^e^oZcro degli Scipioni, nel-
camera e fu del genere de' massi solidi, la vigna Sassi, presso \i\Portas. Sehastia'
sebbene è un sepolcro eretto a se e alla ?20, la penultima a sinistra dell'Appia. Fra
moglie Atistia: le camere sepolcrali colla le scoperte più insigni del secolo passato
porla, questa fu sempre in altri lati, non deve contarsi questa, che ha fatto cono-
corrispondente alla via su cui erano posti. scere l'ipogeo d'una delle più antiche e
Numerosi sono i sepolcri che superstiti si più illustri famiglie di Roma antica, al-
incontrano nelle vie suburbane di Roma, la quale questa città deve la sua salvezza
massime lungo l'Appia, la Latina e la No- con Irò gli sforzi *\\Cartagìiie.'^t\ maggio
mentana; ma gli esistenti di Roma e suo I 780 gl'ingegnosi sacerdoti fratelli Sassi
circondario suburbano entro il raggio di miei prozii,enfiteuti della vigna, vollero
due miglia, più noti ed piìi sontuosi so-
i i ingrandire la grotta sottoposta al casino,
no seguenti, de'quali farò cenno secon-
i grotta chiusa entro muri d'un fabbrica-
do l'epoche di loro costruzione. In gene- to antico dell'era Setliraiana. Forando la
rale i monumenti di questa specie che ci parete orientale della costruzione antica,
restano, riducono a 4 categorie, di for-
si s'imbatterono in due tavole di pietra al-

ineche variano ne'particolari, ma non nel- bana ossia peperino, portanti una lunga
l'insieme, delle quali abbiamo 3 tipi alle iscrizione, che indicava l'avello di P.Cor-

Porte di Roma, come il sepolcro di Me- nelio Scipione figlio dell'Africano mag-
tellapeli.°,quellodiCestiopel 2.°, e quel- giore e padre adottivo del minore, in cui
lo d' Aterio pel 3.°; e quello a foggia di si estinse il ramo della famiglia, le cui ma-

edicola, categoria della quale più esempi gnanime imprese celebrai a Roma. Quei
rimangono sulle vie Nomentana, Latina, foro introdusse nel sepolcro, che si pre-
Appia. Peli. "comedi epoca incerta, dirò sentò con l'aspetto di catacomba : la cu-
t\it\ Sepolcro di Bibulo, \v\$ei\\.o\n una ca- riosità e lo scopo d' ingrandire la grotta
sa moderna. Dcil senato e popolo roma- produsse lascopertad'una testa virile im-
no, a spese pubbliche, fu concesso il luogo berbe laureata, e dell'epitallìo di L. Cor-
per se e suoi discendenti a Caio Publicio nelio Scipione primogenito dell'Asiatico.
Bibulo edile della plebe, fuori la Porta Questi celebri nomi mossero l'attenzione
/ttìr^«OTe/irt all'ultima falda del Monte Ca- pubblica, e si cominciò a sperare di aver
pitolino, sul principio del Campo Marzo, infine scoperto il sepolcro d'una famiglia
ora presso la via di Rlacel de'Corvi, sul cosi famosa nella storia romana; laonde
principio della salita di IMarforio. Forse Pio Vl,che tanto ama va tali ricerche, on-
SEP SEP i3(j

tleaunienlai'e i pregi biibliini del suo niu- Coiueli cognominati Scipioui godevano
ico Valicano, ordinò che lo scavo si prò- il privilegio di fiU'si tumulare cadaveri,
seguisse a spese publiliche, accordando ai invece d'essere bruciali : ma i sepolcri dei
proprielari del tondo gl'indennizzamenli delti Africano, Asiatico e Ispano non fu-
op[)orltmi , e cos'i lo ^cavo veiuie conti- rono trovali, bensì (pielli di vari discea-
nuitto pel trailo di un anno. Le pontili- denti e ascendenti, sebbene del primo si

eie intenzioni furono mal corri>posle, poi- sache vi avea un munumento, oltre il se-
die in luogo di lasciare il monumento co- polcro di Liteino. Quantunque l'ipogeo
me era stalo scoperto, fu alterato in gui- sia sialo sconvolto e sfigurato, l'identità
sa da miu'i moderni colla scusa di man- del silo e qualche partesuperslite non al-
(enerlo sotterraneo, che basta farne il con- lerata, lo costituiscono per uno de'monu-
fronto fra le due piante pubblicale dal menti di Uomaantica pili interessanti. Al
sommo iS'ibby per conoscere la grande
,
jVnseo faticano (f.) lui ouo trasportali
dillerenza che [jassa fia lo stalo origina- i monumenti e le iscrizioni, il i

de'quali
le e lo stato odierno : tulle le lapidi furo- è il sarcofago di L. Cornelio Barbato li-

no rimosse col prelesto di conservarle nel gliodi Gneo, padre de'conquistatori dei-
museo Valicano; le ossa di que'prodi che la Corsica e della Sardegna, ebisavo dei
Il veano sfuggile le ire de'barhari, furono Sci[)ioni Africano e Asiatico, decoralo di

sparse al suolo, ed ottennero ricovero dal- iscrizione e ornamenti , mentre gli altri

la mano pietosa del senatore veneto An- monumenti sono rozze casse mortuarie
gelo Quirini, che le fece trasportale in Pa- di pietra albana inserite dentro il tufo,
ilova nella sua villa dell'Alticchiero, ove alcune delle quali sebbene infranterima-
eresse un modesto monumento che le ri- sero al loro posto, ed alle iscrizioni tolte
cordasse. Singolare coincidenza! Scipione furono sostituite nel sepolcro lecopie, ma
Africano seniore ordinò d'essere sepolto non alloroposloeinesatte. L'arca di Bar-
nella sua villa di Literno, perchè la pa- baio nella partesuperiore mostra uofre-
tiia sua ingrata non avesse neppur le sue gio dorico quanto mai può dirsi elegau-
ossa : questa stessa patria perseverando le per la composizione e per l'esecuzio-
nell'ingralitudine verso quella benemeri- ne, con triglifi e rosoni il coperchio è di
:

la famiglia, dopo quasi 20 secoli ne lasciò lavoro corrispondente, e vieii lerminato


disperdeiee andar lungi le ossa. rs'elLi mia alle due estremila da volute che ne'lali
tenera età, il mio ottimo zio Giuseppe Sas- sono tagliale a squaiinne. Barbalo fu cou-
bi, nel maggio e ueH'aulunuo mi portava sole, censore, edile e con((uistalore della

a villeggiarein delta vigna, per cui di Ire- Lucania; il figlio occupò le slesse cariche
(piente visitai il celebre sepolcro. Egli tui e soggiogò la Corsica, dicui neliGiGnel-
narrava,che dopo la scoperta gl'inglesi con la slessa vigna si trovò l'isciizione, esislen-
enlnsiasmo incedevano nel luogo, rega- te nella biblioteca Barberini. Tra le allre
landò ghinee d'oro al vignarolo per qual- iscrizioni, va ricordala quella ilell'Africa-
che pezzod'osso, a cui facevano lesta, co- no maggiore, il quale mori senza ilisceu-
me ili aver ac(|uislalo cosa preziosa. Pare deiiza,e perciò adulto il figlio di Emilio
che il luogo fosse un predio avito de'Sci- Paolo, nolo col nome di Scipione Africa-
pioni del ramo dell'Africano seniore, del- no minore, e fu lai.* che si trovò come
l'Asiatico, e dell'Ispano, il (piale profìl- notai : la sua morie fu deplorata ilaCi-
tandodella rupe tufacea del colle, api 1 u- cerone. Del suo figlio Scipione Comato,
lui specie di latomia o cava di pietre, e morto di 1 ()anni,ev vi pure l'iscrizione. A 1-
dopo averle cstratle formò in essa il se- treapparleogonoalramodegl'lspani,tul-
polcro, circa la metà del V secolo di Ro- le come le precedenti scolpile su pietra
ma, 3 secoli avanti la nostra era. Questi albana, meno diie di marmo del. '«.poca
,4o SEP SEP
imperiale. Da una di queste si apprcmle, la cornice poi pochi massi rimangono sul
ciiestil principio dell'era nostra, estiiitasi luogo primitivo, gli altri vi furono collo-
lafiiinii^liade'Si.ipioni, il sepolcro era sta- cati, allorché lamoledivennecastellofeu-
to occupato dai Cornell Cossi, che si era- dale. La parte della mole rotonda che co-
no fusi ue'Corneli Lentuli, e che per a- stituì il fregio è di marmo, e di marmo
dozione erano succeduti ad uno de' Gi uni èpure l'iscrizione; quindi il mo- è questo
SiianijCioè a Decimo. Inoltre negli scavi numento più antico superstite di da tacer-
del 1 780 furono trovali due busti, uno di la, che fa fede di questa pietra in Roma,

pietra albana laureato, l'altro di marmo, prima dello stabilimento della dinastia
ed un anello con corniola in cui era inci- imperiale. Dagli scavi del i836si trovò
sa una Vittoria busti [)assaronoal \ ati-
: i in^ussisteule ropinione,cbe vi fosse una ca-
i:ano, l'anello fu donato da Pio VI al ce- mera sotterranea. E' fama che il sarcofa-
lebre Dutens. Si trovarono pure da 19 la- go di marmo esistente dentro il palazzo
pidi tutte di marmo, parte spettanti a li- Farnese sia stato trovato dentro questo
l)crti della genie Cornelia, parte ad altri, sepolcro, ma non ci conviene Nibby. So-
non però nell'ipogeo, ma ne'dinlorni di pra l'iscrizioneera una Vittoria, che seri-
ess>, vedouocoUocale in detto mu-
che si vea sopra uno scudo, posta fra due tro-
seo codili monumenti. Del monumen-
altri fei, a pie de'qualiera uno schiavo. 11 fre-

to e delle epigrafi scrissero dottamente E. gio è ornato di bucrani e di encarpi os-


Qitirmo Visconti, Francesco Piranesi, e sia festoni : i bucrani dierono origine al

Luigi Lanzi, iS'e/.'o/c/o d' Eiirisace, presso nome di Capo


Bove che ha la contra-
di

e propinquo alla Porta Maggiore, dove da. Sopra la cornice ciò che rimane è la-
lo descrissi. Sepolcro di Cecilia Melella. voro del "299, allorché fu ridotto a torre
I

Sulla via Appia,circa due miglia e mezzo feudale dai Caelani (A''.) : in origine pa-

fuori della porta s. Sebastiano, s'mualza re che come il Pantheon fosse coperto con
cji iesto superbo mono mento su Ila sommi una calotta o volta tonda poco elevata,
tÌ4 d'un piccolo poggio, eretto a Mettilla riufiancala da scaglioni, e sormontata da
figlia di Q. Cecilio Metello Cretico (che un Questo monumento dopo le ro-
fiore.

fu console nell'anno di Roma 68 j, e con- vine di Roma


rimase abbandonato, ed il
qui>tò l'isola di Creta ossia Candia),dal nome Melella scomparve, e in una carta
ni ulto M.Licinio Crasso. La mole roton- deir85o, riportata da Galletti nel Primi-
da fu elevala sopra un piano quadrato, cero, a p.i8G, viene chiamato Ta Cane-
avendo compresoli rivestimento 1 00 pie- tri Capita, e si dice di diritto della s. ro-
di per ogni lato, con un diametro nella mana chiesa. Nel 1299 Bonifacio Vili Io

mole di egual dimensione e nel centro ,


concesse alla sua famiglia Caelani, che 1 o
di questo la camera sepolcrale ebbe 3o ridusse a torre feudale, e vi edificò dap •

piedi di diametro, con vano foggiato a for- presso un recinto merlato quadrilungo,
ma di cono. L'altezza nell'insieme può cal- dentro il quale fu conteaiporaneauieu te
colarsi a 60 piedi. Il masso del piantato costrutta una chiesa, e dal cauto del se-
e della mole è di scaglie di selce delle vi- polcro un palazzo. Allora avea l'odierno
cine cave, il rivestimento esterno era di nome di Capo di Bove,e perciò con l'inse-

Diassi di travertino : questi nella base so- gna della famiglia vi si vede una testa di
no stati tutti svelti, meno la parte che a bove: rimangono smantellale le costru
guisa di cuneo penetrava nel masso, eque- zioiii, d'opera saracinesca. Mortoli Papa,

ila pure si vede troncata dalla mazza: nel- il sepolcro col castello annesso fu occu-
la parte circolare che costituiva la mole pato dai Savelli, e nel 1 3 1 2 lo possedeva
1 imaiie intatto, con poche eccezioni, ed Giovanni de Sabello, quale essendosi
il

e variato in bugne piane; al di sopra dei- obbligalo di pagare all'imperatore Euri*


-

SEP SEP ite


rn VII 10,000 marchi' irar^ento erjiiivn- de'qnah fu eretto per sua lestamenlan.i
lenti a Cono scudi, avendato per f^iiaini- disposizione. Sepolcro tic' servi e liberti
ligia il castello e la rocca ili Capodi Do- degli Arrnnzii. Questo monumento en-
ve con alili heni; Dia non volendo con- tra nella categoria de'coIou)bari, trovasi
segnarlo, il dagl'im-
caslello fu assalito nell'ultima vigna a sinistra prima d'usci-
periali e dai romani, e preso d'assalto Tu re dalla porta ÌNlaggiore, e fu scoperto ver-
incendiato: la rocca poi, cioè il sepolcro, so la mela del secolo pas«ato. Il Puanesi
permancanza di viveri si arrese a discre- che lo vide nella sua integrila, ne die lut-
zione. Allora Enrico VII rimise l'uno e ti i particolari in f) tavole nel t. 1 delle
l'altro a HielrodeSabello, fratello di Gio- Antichità , e pare che fosse pienamente
vanni, con ordine di ritenerlo sino al pa •
conservalo. Le volle erano ornale di bel-
gamenlo delle marche. Forse per dote dei li stucchi, i monumenti slavanoa'Ioro po-
Savelli passò poscia nelle roani de'Colon- sti, le iscrizioni non erano rimosse, e dn
na, a' quali successero gli Orsini (in dal queste appariva che Lucio Arrunzio, per-
principio del secolo XV, e lo aveano an- sonaggio lodato da Tacilo, che fu console
cora nel 4*^5, allorché ne furono caccia-
1 nell'anno 6 di nostra era e si uccise l'an-
ti. Il abbandonalo, e tale
castello rimase no 87, concesse questo sepolcro a'suoi ser-
apparisce nel secolo XVI: il Poggio dice a- vi e liberti. La costruzione è d opera re-

verloveduto intiero, echeasuo tempoeri ticolata, e peifetlamenlcanaloga aqucll.T


sialo in gran parte rovinato, pare nella Castra Practona (nel voi.
delle celle di
parte del basamento. Corse grave peri- LVIII, indicai ove ne parlo, olire
p. 1 7 I

colo di completo smantellamento, quan- n Pretorio), fabbricalo nelloslesso tem-


do nel 1 .5<S8(Jio. Callista Moltini, Giro- po. Ogi?i non è quasi piìi riconoscibile ,

l.unoLeni e aveano ottenuto da Si


altri tutto èdeforn)ato e sconvolto. Pi esso (pie-
sto V, col beneplacito della cameraCapi- sto colombario ve n'è un altro mollo più
tolina, di demolirloeappropriarsi il mo- piccolo e modesto, fra questo e le munì
numento: cominciala la demolÌ7Ìoiie, fu- ili Roma, il quale è men malmenalo, mn
lonu tanti i reclami pollati in Campido- non consci va che nomi ili persone inco-
glio, che fu sospeso il decreto, per non es- gnite e di famiglie diverse fra loro, onde
sersi derogalo alla bolla di Pioli e altre sembra che fosse un sepolcro, nel quale
proibizioni, contro silfiilte barbare demo- ciascuno che il voleva comprava perse <»
lizioni, e si proibì di pro'^eguirne la rovi- per altri, uno o piìi locali. Già sorgeva
na, onde restò mutilato quale si vede. Se- maestoso fra la via Flaminia e la ripa del
polcro Caro Ccxiio, il più conservato
(li Tevere, il celebre Sepolcro di AngiC'tn,
Ira quelli di lloma antica, presso la Por- edificato dall'imperalore di tal nome nei
tn di Paolo [V.) esso fu eretto d'or-
s. : G.° anno del suo o 72G di Ro- con.solato,
dinedi detto C. Cesilo, uno de'piìi polen- ma, circondato da bost hi e da viali apor-
ti e più ricchi sotto ÌSerone,
che lù con- ti ad uso del popolo, chiamalo /l/<;i/«o/<v>

sole, ed uno de'y sacerdoti epuloni, cdI- rome quello eretto da Ai temisia nella Ca-
legio che sovrastava ai conviti per gli dei ria, mentre gli altri sepolcrali monumonli
ne' loro templi, i quali nascostamente si de'runiani non furono così denominali, e
mangiavano, e presiedevano ni sontuosi neppure quello di Adriano, il quale In
banchetti de'fiinci ali. Di <picsta superba S( uqire doignalo col n<imc ilisepulcioo

tlibbrica e degli epuloni, ne riparlai nei inoniimenlo , solo qualche scrilltre |>iii

\o\. LV, p. 37, LVIII, p. 140, (Inondo lardi lo appellò /!//»/ «o/(0, titolo privati-
de'propincpii cimiteri degli acatlolicì e de- vo di quello d'Augusto. Venendo dai ro-
gli ebrei; LX, p. i3o, faccntlo men7Ìonc mani consideratocome il luogo piìi sflgro

de'saceiduti epuloni scltcmviri, nd uoo il Campo ìMaizo, per la celebrila gran-


i42 SEP SEP
(li gesta flel degno iiipole e figlio ndolll- le celle, ed a guisa di tempio racchiuileva
vocìi Giulio Cesare, cle'fjnali trattai a Ro- le statue de'Cesari sepolti. Questa volta
ma e in tutti gli articoli cheli riguarda- serviva di sostegno al tumulo, che essen-
no, così romani uell'erigere
i i loro sepol- do piantato d'alberi sempreverdi, forse
cri in detto Campo
uomini e donne
agli elei, è chiaro ch'era di terra. Sulla som-
più illustri, considerarono il Mausoleo pel mità poi era la statua colossale in bronzo
più importante e cospicuo. Riferisce Stra- d'Augusto. Innanzi al vestibolo leggevasi
bone, che si formò d'un gran cuqìuIo di su tavole di bronzo i fasti scritti da Au-
terra innalzala sopra un'alfa crepidine gusto medesimo e contenenti le sue gesta.
di maraio bianco presso al fiume, e que- Il ad essere deposto nel monumento
i.°
sto ombreggiato da alberi sempre verdi fu Marcello, morto nel 781 di Roma, il
sino alla cima, sulla quale fu posta la sta- 2.° Agrippa nel ']^\o, e poco dopo Otta-
tua di bronzo d'Augusto. Sotto il tumulo via sorella d'Augusto, il 4-° e nel 74 jf'»
erano le celle moituarie di lui,(le'suoi con- Drusoilseniore; successivamente v'ebbe-
giunti e de'suoi famigliari. Dietro al Mau- ro riposo le ceneri di Caio e Lucio nipoti
soleo trovavasi il gran bosco contenente d' Augusto, di Augusto stesso dopo che
mirabili viali. In mezzo del piano era il Livia per 5 giorni restò al luogo della
recinto del logo che ne bruciò il cadave- combustione del suo corpo a piangerlo, e
re, portato ilal foro sulle spalle de'sena- le ceneri raccolse e depose nel monumen-

tori nel Campo Marzo, dopo le orazioni to. Quindi vi furono deposti Livia me-

funebri di Tiberio e di Druso; anch'esso desima, Germanico spento da Tiberio,


di marmo bianco circondato intorno da Druso figliodi questi. Agrippina seniore
l)arrieredi ferro,edentro piantato di piop- moglie di Germanico e madre di Caligo-
pi. Il luogo quindi destinato alla combu- la (ed il vaso che ne contenne le rispet-

stione de'Cesari, corrisponde alla via de- tabili ceneri, ora è nel cortile de'conser-
gli Otto Cantoni, propinqua alla via dei vatori di Campidoglio, dopo aver servito
Pontefici e vicino alla chiesa di s. Rocco, di misura di 3oo libbre di grano e detto
che sono i luoghi in cui vedonsi gli avan- rugitella o rubiatellnl), il medesimo Ti-
zi del Mausoleo d' A ugusto. L'ingresso era berio, Antonia, Claudio, Britannico, e per
rivolto al mezzodì, decorato dall' O/^eZ/^co non dire d'altri, per ultimo Nerva. Cos\
del Quirinale (^' .),e (\ti\\' Ohelif!CO Libe- rimase chiuso il monumento, fino al 409
rianoodi s. Bloria Maggio re {J^.); aven- dell'era volgare, allorché le orde di Ala-
do inoltre innalzato avanti al monumen- rico per l'avidità di trovarvi oggetti pre-
to la famosa meridiana o orologio sola- ziosi ne sconvolsero le urne. Poscia non
re, a cui serviva di gnomone l'Obelisco se ne trova più menzione sino al secolo
di Monte Cilorio {^.)- Secondo la descri- XII incili n'erano padroni Colonna^f^.), i

zione di LNibby, consisteva il monumento e chiamato V Augusta, nome che prese


ùi un allo basamento d'opera reticolata la contrada. La rotta che romani ebbe- i

fasciata di massi di nìarmo bianco, per- ro dai tusculani (di che a Frascati) a'3o
fettamente circolare di 225 piedi di dia- maggior 167, fu attribuita ad un Iradi-
metro esterno. Questo gran basamento nsento de'CoIonnesi, onde tornati in Ro-
circolare conteneva intorno 4 celle o am- 1
ma corsero a vendicarsene su questo mo-
bienti, ciascuno 20 piedi lungo e circa 35 numentoalloraridottoin fortezza, che di-
largo, uno de'quali serviva di porta, e le strussero da cima a fondo, rimanendo in
altre erano camere sepolcrali. R.imaneva piedi soltanto quelle parli che presenta-
in mezzo un vano circolare di 3o piedi 1 : vano una solidità insuperabile, e che so-
questo veniva coperto da una volta, ser- no quelle che oggi rimangono, cioè il re-
vi va di sala comune che dava ingresso al- cinlodellecelle. Mala mole di mezzo croi-
SEP SEP i13
lo, e formossi cosi un'nrea a cielo scopei- de, le cui ceneri furonri rinchiuse in ui ii.i

lo di quello die orif^inalmenle costituiva d'oro. Questa colonna fu denominalajCo-


il salone. Tornarono i Colonncsi ad an- me l'altra d'Antonino, Centenaria, per
nidarsi sulle roviiiesue, eparticolarnicn- la misura di loro altezza di i oo piedi dal-
te vi si fui tifico il cardinal Giovanni Co- lo spigolo superiore dell'abaco del capi-
lonna neh "24' contro Gregorio IX (die tello a quello inferiore del plinto della
ruor'ìa'a i agosto); ma fu assediato e pre- base, a tenore delle dolle ricerche del
so a nome del Papa da Matteo Rosso se- comm.'" Canina, e dichiarale nell'Appen-
natore di Roma, allora i Colonnesi par- dice alla sua Deserizione (ìclCanlica via
teggiando per Federico li, il quale vole- Appianò] recente ristabilita, onde servire
va occupare Roma. L'area del Mausoleo di documento alla divisione delle miglia
era chiamata il Campo dell' A u fausta, vf\ nntiche lungo la slessa via. Dopo il col-
ove nel 354 l<J •'fascinato il cadavere del-
i locamento delle ceneri di Traiano in det-

l'ucciso e famoso Cola di Rienzo, die era ta colonna, Adriano che gli successe pen-
restato insepolto e tutto oiribilmenfe la- sò ad erigere un altro monumento simi-
cerato e mutilato presso la chiesa di s. le a quello d'Augusto, perchè servis<edi
IMarcello, zimbello a tulti i furori della sepolcro a se ed ai suoi successori, ed è
(azione aristocratica di lui fiera nemica; l'odierno Castel s. Angelo (/^.), edilìcan-
{\\ miseiamente nel luogo per oi-
[lorlato do purea tal uopo il ponleElio, poi Ponte
diiie di Giugurla e Sciarietta Colonna, s. Angelo (/'.): a Mausoleo notai gli altri
quindi gli einei in gran folla accorsero al imperatori che furono tumulali. Se-
vi

Campo dell'Augusta, ed acceso un gian polcro di Gneo Pomponio TTyla, e Poni-


i<igo formalo di cardi secchi, ne arsero il poniaJ italine. Della calegoiia de'coloin-
cadavere, senza che vi restasse reliquia bari,così lo denominò rsibl>y,come per- i

di lui. Osserva iNibhy, che quel monumen- sonaggi principali ivi tumulali, le ossa bru-
to medesimo che avea edificato chiavea ciate de'qualierano contenute in im vaso
dislrutlo la repubblica e libertà romana, di vetroche oggi si conserva nella bibliote-
ilopo quasi 3 secoli servì di rogo al coi--
I ca \ alicana; dappoiché le uieinorie scrii-
poilicolui che volea ri.slabilirla :losles- teche ivi si trovano, appartengono a per-
so spazio serv'i di sepolcro od Augusto, e sone di varie famiglie, generalmente ser-
tli rogo a Rienzo! Dell'avventure di quel- vi e liberti, così lo ciede un colomba-
l'audace tribuno parlai a Roma. Dipoi il rio come tanti altri edilìcafo per specu-
Mausoleo divenne più die mai diruto e lazione pri\ata, nel quale ciasrunn pote-
ridotto allo sialo di un colle piantalo di va couipraie per se e suoi le olleciueia-
viti,linthè l'aiea interna fu ridotta a giar- rie. Questo colombario prossimo a Por-
dino, e tale rimase sino al secolo passato, ta Latina, è nella vigna slessa del sepol-
allorché fu conx ertila ail arma d'anlilea- cro de'Scipioni,e peiciò del ricordato mio
lio, al (juale U!>(j conlinua ad essere de- zio Sassi, e fu onoralo k\A l'apa Grego-
stinala, nel modo
qne spetlacolidie
e p( r rio XVI di visita, come notai nel voi. X\,
descrissi ne'Iuoghi indicali nel vol.LV Ili, p. 224,percui ebbi la dolce compiacen-
p. I Sn. Sepolcro (V Adriano imperatore. za di nlornarea fianco d'un sommo Pon-
INei va fu l'ullimo de'Cesaii, che morendo tefice, in quella slessa vigna che avea ser-
l'anno <)S di nostra eia fusepcItonelIMau- vilodigralo sollievo ni'lla mia \crileelii,
soleo tl'Auguslo, poiché le celle nioitua- e di pi esentargli il rispellabile zio. Il co-
rie non presentavano più spazio pcrglicu- lombario, sebbene piccolo quanto all'c-

peratori successori. PerciòTraiano die oc- slensionc, è molto interessante per la rara
t u|)() il liono dopoebbe sepoltura di lui, sua conservazione, p< r la quale può trarsi
nella ricordula e sontuosa Colonna cucii- uu idea esalta di tuli monuuienli funebri:
i44 SEP SEP
nella costruzione era sotterrnneo per rjiin- sua parte, tranne la volta che lo ricopri-
si 1 1 pieili, quindi per gl'interrimenli so- va, sia per maggior vastità, sia per più
pravvenuti trovasi per piìi di 20 piedi. larga copia di preziose epigrafi che scolpi-
La camera conserva la volta antica di a- te in marmo, o graffite sull'intonaco, ed
rabeschi dipinti, leolle racchiudono an- eleganti decorazioni di dipinti a fresco e
coia le ossa bruciate che vi furono col- di stucchi coloriti; sia in fine per nuove
locate in origine, molte non hanno tito- foggie di architettonico scompartimento,
lo, alciuie lo liaiuio, e fra queste due ri- per molte centinaia di nicchiette e di edi-
cordano un'oriiatrice d'Ottavia sorella di cole, contenenti doveurnetle e vasi mar-
Augusto ed un pcdlssequus di Tiberio
, morei, dove olle fittili in cui vennero de-
Cesare, prova che il monumento appar- positate le ceneri, do ve cippi ornarmi scol-
tiene al principiodell'era volgare. Alcune piti, in cui tracciate ci pervennero le ef-

parti delcolombariofuronoaggiunte for- figie di taluni fra i sepolti in questa tom-


se nel tempo de'|)rimi Antonini, quando ba. Con pena debbo tralasciaredi dire al-
il monumento odriva ancora luoghi per tre parole, per l'impostami brevità, ed in
lasepolturajcda questa 2." epoca appar- fine di questo articolo mi limiterò a ri-

tiene il sarcofago di terra cotta posto nel cordare, colle illustrazioni de'sepolcri dei
sotto scale che contiene uno scheletro in- roma ni,quelle altresì e dotte del marchese
tiero. Benemerito della scoperta del se- soprai due ipogei, pubblicatecon magni-
polcro fu il marchese Gio. Pietro comra/ ficaedizione, che non è in commercio.
Campana, caldo amatore delle antichità Solo qui aggiungerò, che nel n.° 17 del
ediesse intelligentissimo, il qualea tut- Diario di Roma del 84? si legge, come
1

te sue spese, e coll'annuenza del nomina- ilcomm.'^G. Pietro Campana, nell'acca-


to propi-ietario Giuseppe Sassi, intrapre- demia di archeologia, tenne un interes-
seneh 83o gli scavi. Incessanti furono le sante discorso sopra un'insigne scoperta
premure del marchese, non solo perchè da lui fatta in que'giorni, di un sepolcro
nulla fosse alterato o rimosso, e con ge- romano, che abbraccia le ultime epoche
neroso disinteresse si spogliò d'ogni di- della repubblica e primi tempi de'Ce-
i

ritto che avea sopra gli oggetti trovati. sari, con che si è arricchita la scienza ar-
SlimatodaGiegorio KVl,otteime il mar- cheologica d'uncopiosissimoquanto pre-
chese che si recassea visitare il monumen- zioso tesoro lapidario.il fortunato ritro-
to, e si trovò a riceverlo ed a fargliene vamento ebbe luogo vicino a quello dei
gustare i pregi con facondia di belle eru- suddettidue colomban dell'epoca d'Au-
dizioni. Proseguendo il marchese Campa- gusto pure dal medesimo scavati, e come
na le sue nobili e accurate ricerche delle essi di sorprendente conservazione nelle
memorie degli antichi roaiani presso le parti interne del monumento, ove si rin-
tracce delle loro tombe, e ne' luoghi fe- vennero non meno di 4oo iscrizioni in
condi di grandi operesepolcrali, richiamò marmo, insieme a'cippi, vasi cinerari di
la sua altenzioned-fondo limitrofo a quel- marmo e di terra cotta, sarcofagi, busti
lo ove dormivano le ceneri de'Scipioni e e altii oggetti di scultura. Giustamente
de'Corneli, avente per confine le mura osservò, di quanto interesse sia ai classici
della città e la Porla s. Sebastiano. Di- il conservare localmente,
sludi e alle arti
venuto il luogo, contiguo alla vigna Sas- perquantosi puòjl'integritàdisillatti mo-
si, il campo favorito di sue felici escava- numenti co'Ioro preziosi accessori! ; non
zioni, rinvenne un novello interessante avendoegli,comene'celebratidue colom-
monumento, che può gareggiare in me- bari, risparmialo cure e spese, perchè il
rito col precedente, sia per lo stato com- nuovo sepolcro possa venir serbato a pro-
mendevole di bella conservazione in ogni fitto della scienza e a gloria dell' eterna
SEI* SEP 1 45r

Pioma. Dall'f^amedel tnonumcntr» risul- perchè fimri di piombo fino dal 53g,a-
ta, che non fu proprietà di famìglia [ni- v.inzo di cospicua fabbrica. Fu cosi ridot-
vaia, né apparlcniie alla classe degli av- to perchè spinto e forzato dalle acque del-
verilizi o comuni, nia piobabilmente e- la collina, per cui cedette per caso sor-
rollo a spese piibljliche, per alcune classi prendente, al modochesi vede. Qui si vuo-
di persone privilegiale, di liberti e servi le che fosse il sepolcro della gente Domi-
imperiali, d'ogni genere d'iidiziali addetti zia, cui apparteneva Nerone, il quale coo-
alla casa de' Cesari, onde la tomba non sisleva, al dir di Svetonio, in una gran so-
lia da invidiare rpieila de'liberti di Livia struzionesosfenente una gradinatadi por-
presso la chiesa di Domine quo ^'nclis,(\\ fido sopra un'ara di marmo l)ianr;o e con
cui parlai nel voi. LUI, p. 20, illnsliata balaustra airmtorno di marmo di Taso.
e pubblicata dal Gori. Quanto all'uso del Rislretloil circuito di Roma ne'Iuoghi alti
sepolcro, pare che abbia continuato sot- da Belisario nella guerra gotica , fra gli
to i primi Cesari, almeno fino a Domi- antichi cdifizi che fece servire per mura
ziano che mori nel 96Se- di nostra era. della città , appoggiandovele sopra, uno
polcro dì P. Vibio Mariano^ erroneamen- fu il Muro torto presso muri de'sepolcri i

te creduto dal volgo ìaSeppllnra di Ne- e de'bagni della casa Domizia. Ivi anti-
rone, esistente circa /[ miglia fuori della camente si seppellivano per ignominia le
Porla del Popolo, sulla via Cassia, 3 mi- ///fre/Wci impenitenti, ed ai giorni nostri
glia lungi dal Ponte flJih'io, cioè nel lato i giustiziali impenitenti , mentre i morti
oppo>.toalla moderna strada, perchè l'an- crislianamente V Arciconfralernita della
tica passava dairallro,dielro il monumen- Misericordia di s. Giovanni DecolLito
to, onde l'iscrizione non si vede e resta (/^'.) li tumula nella sepoltiua esistente
ri volta dal canto della via antica. Questo presso la loro chiesa omonima nel rione
vasto sarcofago di marmo biancocorroso Ripa, già s. .Maria della Fossa, data a'con-
e ainierilo, è un monumento sepolcrale fr.iti da Innocenzo Vili, pregievole per
.sagro ai ÌNIani di Publio Vdjio ftLirirnio le bellissime [)itlure che possiede, ly^/^o/-
(figlio di Publio che fu procuratore e jire- cro di (7////j/0-'//<'no, forse di quello par-
side della provincia diSardegna, oriundo tigiano di Tiberio, sebbene simulò par-
dalla colonia italica di Giulia Derlona ,
lando con calore quando quel Cesare lii-

oggi Tortona), cretto forse ai tempi di Set- ceva mostra di non voler accettare l'un-
timio Severo, da Vibia IMaria o ^Marzia pero, eloquente adulatore di fatniglia se-
Massima figlia e erede di P.Vdjio,edi Re- natoria, tribuno della plebe e selleinviro
ginia Massima suoi genitori, come si leg. degli epuloni, morto nell'anno 27 di no-
gè nell'iscri/ione. Impropriamente dun- stra era. I:lsiste il sepolcro fuori di Porta
que dicesi la SepoUura
Nerone, poi- di Pia n destra, dopo le due torri, una (|ua-
ché come notai altrove, muslro l'eb- (piel drilatera e l'altra rotonda, ove se ne vede
be,sccondoSvetonio,sul Monte Pineio,i\\- il nucleo quadralo che conserva le mor-
lora Colle degli Orti, per «pielli sontuosi sedc'inassidi travertino che lo rivestiva-
che vi ebbero Sallustio, I^ucullo e Do- no. Esso fu sotto l'imperatore Onoiiospo-
mi/io. Seguendosi un'antica tradizione, gliatoe ridotto a servire ili masso ad un.l
Nerone fu proprianienle sepolto alle fal- delle dueche difeiidevnno l'antica
torri
de del Monte, vicino alla Porta del Po- Porta Nomentannche ivi era, rimossi da

;;o/o, già Flaminio, ove i continui spaven- Pio IV quando eresse 1' oilierna mento-
ti nollurni dierono motivo a P.isipmle II vaia. Sepolcro di Priscilla moglie di T.
di edificarvi In Chiesti di .w Miiriii del Flavio Abascanlo, liberto intlueiite nella
Pepalo (f-), propinqua e dietro a Mino colle di Domiziano e suo segrelario par-
torlo, chi.imato rlenatus ed inclinnlns, liculure, dopo avergli accordata la lil>er-
VOL. LXIV. I o
i46 SEP SEP
là. Vi fu sepolto colla moglie, e questa cero ristorare e collocare nel portico del-
in cadavere involto in un velo pnipureo, la canonica nel i5o9. INe riparlai a Sepol-

insieme ai suoi liberti, cornea T. Flavio cro de'romani Pontefici. Sepolcro di s.


Epafi odilo eilituo ossia custode del sepol- Costanza figlia di Costantino suddetto,
cro. Fu eretto nella via Appia prossimo fuori di Porta Pia, che fu collocala in quel-
all'Aimone, limpetto al quale fu poi edi- la sontuosa urna di porfido, poi trasporta-

ficata la chiesa di Domine quo vadis.W ta al museo Vaticano: non conviene Nib-
sepolcro fu di forma rotonda e sontuoso, by che il tempio fosse già un tempio di
con nicchie all'esterno con istatue di broii -
Bacco, avvertendo che il padre Costan-
To e di marmo, rappresentanti Priscilla tino edificò la propinqua chiesa di s. A-
sotto le sembianze di Cerere Arianna ,
,
gnese a sua insinuazione, e che i fratelli

Maia e Venere, frammiste ad altre figu- ornarono di colonne e musaici ilsepolcio


re; nell'inferno fu foggialo con sarcofagi. della famiglia nel quale ella venne depo-
Ora è un monumento grande semidiruto sta. Del sepolcro, ilella chiesa e dell'ur-
circolare, sopra un gran basamento qua- na, ne parlai ne' voi. XI, p. 273, XLVlf,
drato, al tolo essendo stata sostituita una p. loijed il Marangoni pure fa allrett;iu-
torretta ne'bassi tempi, di marmi spezzati to. Fuori della medesima porta e nella
e spoglie del monumento, il quale fu co- vigna del cav. Lozzano, fra le porte Vi-
struito d'opera reticolata. Per lungo tem» n)male e Nomenlana, nel geiniaio 1839
pò erroneamente il sepolcro di Priscilla fu trovalo un sepolcro intatto di forma
fu credulo essere quello de'Scipioni. Se- quadra, costrutto di massi dì travertino
polcro di s. Elena madre dell'imperato- eccellentemente commessi insieme , eoa
re Costantino il Grande, fuori di Porla recinto d'opera reticolata del tempo dei
Maggiore sulla via Labicana, nel luogo primi Antonini, ma senza lapide per sta-
detto Tor Pignallara, ov'è l'avanzo del bilire adii appartenessee dare il nome
gran monumento sepolcrale o cenotafio, al sepolcro. Vi ftu'ono trovate 3 grandi ur-
e forse da lei destinato ad esservi sepolta ne di marmo statuario benissimo conser-
se moriva in Roma, poiché Eusebio e So- vate, con bassorilievi sulla fronte e ne'ia-
crate riferiscono che morì in Palestina e ti. Una
è decorala con festoni di frulli e
fu sepolta in Costantinopoli; per cui se- con fàuni che li reggono, e sul co-
fiori,

condo essi ed altri non pare che le sue ce- perchio una corsa di putti con animali.
neri fossero deposte nella magnifica urna L'altra conserva tracce che fu dipinto, ha
di porfido ove fu collocato Anastasio IV, sulla fronte rappresentata la vendetta di
e poi tr.isportata nel museo Vaticano. Del Oreste su diEgistoeClilennestra.ele fu-
sepolcro e dell'urna parlai ne' voi. XIII, rie che poi l'invasero; sul coperchio il suo
p.i48, XLVIl.p. IDI. Però Marangoni arrivo in Troade e la fuga d'Ifigenia, col
sostiene che s. Elena morì in Roma, e fu simulacro di Diana Tauride. Nella Z.^ è
sepolta sopra il ciuiiterio de'ss. Marcelli- espressala vendetta di Diana ed'Apollo,
no e Pietro, nell'urna di porfido che de- sopra la prole dell'infelice INiobe. Quan-
scrive, e rende ragionedi sue sculture. Che do la tomba fu scoperta, si trovarono i

il corpo della santa vi riposò forse fino al coperchi alquanto rimossi, ed i cadaveri
Vi secolo, quindi per timore delle incur- racchiusi nelle arche laterali sconvolti; in-
sioni de'barbari estratto e collocato in luo- dizio che il sepolcro era stato frugato da
go pili sicurodenlro la città. Restata vuo- chi cercava oggetti preziosi. Tanto vidi
ta l'urna, Anastasio IV la fece trasporta- quando vi si recò Gregorio XVI, gran-
re alla basilica Lateranense per esservi se- de amatore delle antichità, per cui fece
polto, ma nell'incendio di essa essendo ri- trasportare le tre urne nel Museo La-
masta maltrattata, dipoi i canonici la fe- teranense {T'.) da lui fondato con molti
SEP SEP '47
e preziosi iDonuinenli, eziamlio di ar- quanto mancasse, oltre il riportarmi a tali

cheologia sagra, e ne feci ricoiclo anche articoli, ilebbesi tener presente il detto ui
nel voi. L, [). 111. Di altri sepolcri de- principio di questo medesimo.
gli antichi romani, ne trattai in altri lue- Le sepolture hanno provato al pari d'o-
glii. LUI, p. 228 accennai,
Già nel voi. gni altra cosa le loro vicende: vi è stato
comea'io ottobre 8 jo si riaprì trat- 1 il un tempo in cui la natura ha ceduto aU
to dell' antica via Appia, stupendo mu- l'opinione, la [)olitica all'uso, e la religio-

seo di sepolcri, al 3.° miglio da Roma, ol- ne ad una troppo fervorosa pietà. Ne'pri*
tre il sepolcro de'Servilii,e discoprendosi mi 3 secoli del cristianesimo, lecircostaii>
negli scavi co'tpicui e antichi monumenti ze diflìcili de'fedeli, la loro situazione po-
sepolcrali, che furono limgo la via rimes- litica, la legislazione de' Cesari ede'ma-
si in vista e collocati ne'margini. Protrat- gistrati, mantennero la costumanza coti
te le escavazioni dalla Porta Capena cir- cui aveuno cominciato, di seppellire lungi
ca al 4-° «Diglio verso Albano, per cui nel dai muri delle città, senza distinguere tra
pri nei pio di giugno 18') 3si die cofn pi men- di loro che quelli de'quali la vita o la morte
to al rislahiliinento della via A[)[)ia ordi- fosse gloriosa agli occhi del cielo e mira-
nato dal Papa PioIX,chenel maggio 8 T2 1 bile alla terra. 1 primitivi cristiani dun-
neavea visitato i lavori e le scoperte, con que furono soliti stabilire i loro sepolcri
sistemarsi la via antica abbandonata da fuori delle città, i quali altro non furono
lungo tempo, a congiungersi in vicinanza in principio che cimiteri ocatacombe, cioè
del luogo, in cui esisteva l'antica Boville, sol terranee spelonche o conditori i, che ser-
ove la strada nazionale d'Albano coinci- vi va no di rifugio anche ai vivi cristiani nel-
de coll'anlica via Appia. Per memoria nel le Persecuzioni (/^.) Spuntarono linai-
I852 fu coniata la medaglia con l'epigra- mente giorni sereni alla Chiesa, per la pace
fe : fin /Ijìpin Ucsiiuitn a Temp. s. Se- che le die Costantino il Gr^z/jrff', e dichia-
lasiianl !\I. -^ nd Boi'illa';, come ripor- randosi per lei ne fece la religione domi-
ta il n.° I Go del Giornale di Roma del nante.i templi degl'idoli screditati da qual-
I 853,insiemealla enumerazione de'prin- che tempo e vuoti di concorrenti, di venne-
cipali monumenti discoperti. Ne fu inci- ro io breve santuari del vero culto. Que-
i

sore B. Zaccagnini. Nel n.''233 dello stes- gli altari medesimi eretti ne'sotterranei su-
so Giornale si legge di altra visita latta burbani, su'quali negli scorsi tempi eransi
dal Papa 853, per osserva-
nell'ottobre 1 celebrati divini misteri, si continuarono
i

re i monumenti antichi che furono sco- ad usare, e dalle catacombe e dai cimi-
perti lungo
la via n)edesima e sistemati. teri furono trasportati nelle città; quindi
A Pontine rimarcai come per es-
l^ALUDi le tombe de'martiri occuparono il posto

se divenne buona parte della via Appia , degli abbattuti altari profani, e fu questo
Regina Pianini, impraticabile e perciò il I ."passo per cui si cominciò n surrogare
restaiu-ata, ripristinata cabbellita da l*io gli eroi della fede a quelli del mondo, i

VI. Se ho dovuto essere breve nelle eru- cimiteri ancora ornarono con partico-
si

dizioni sui sepolcri e modo di seppellire lare cura, e divennero sagri templi, situati
di diverse nazioni, per averlo trattato in lungo le stesse vie ove erano le tombe de-
laionico dovrò esserlo
latiti articoli, piìi gli antichi romani; altri pine se ne Ibr-

con quelli de'ci istiani e loro riti nel tu- niarono nelle vie militari , come rilevasi
mulare, siciome vastissimo argomento ri- dalle iscrizioni che s'incidevano sui mo-
petutamente svolto in un numero assai numenti. Intanto sempre repressa ri-
la

maggiore d'articoli. Pure qui appresso nascente ansietà di aver tomba nella città
riunirò aiti e nozioni, amlie per richiama- tornò a predominare cristiani non più : i

re gran pai le del già detto altrove, e per ritenuti dalle persecuzioni, dicrouo ^fugo
,4S SEP SEP
alla loro pielù,erileggeritìogIi allicli lanlì poli a ciò si opponevano, e fu d'uopo degli
eroimartiri,evisitanclonefiequeMtemente sforzi e de'Iumi estesissimi della civiltà del

iveiiei ali sepokii, si accesero n pecca poco corrente secolo XIX per distruggere que-
sino a biamaine la vicinanza, e le reli- ste false credenze e ricbiamare l'antico co-
quie e le tombe perciò passarono in gran stume di tumularci morti fuori della città

numero entro le mura. Si risvegliarono e de'lempli. E però Milano, Brescia, Ve-


le idee del primitivo fervorCj e si tenne rona, Bologna, Ferrara, P.oma,Fuenze,
per sorte invidiabile l'essere sepolti intor- Napoli, e tutte le altre cillà più colle d'I-

no a quelle adorate memorie, sia per oc- talia provvidero sollecitamente a questa
cupare dopo morti que' luoghi fnedesimi comunanza degli eslin li, costruendo fastosi
ove aveano oralo viventi, sia per ottenere cimiteri rispondenti al bisogno, dove la

da' divoli concorrenti voti e sullragi, sia preghiera riunendosi acquisti intensità, e
che realmente credessero vantaggiosa ai gli aO'etti concentrati mandino voce più

loro spii ili la vicinanza de'corpi santi. Cos\ fòrte e più efficace a Dio. A Catacombe,
fu permesso a'fedeli di seppellire per ra- luogo sotterraneo con molte tombe, di-
gione di dignità, o nell'atrio, o nel Por- chiarai il valore del vocabolo e gli altri

tico {f'-)if> nell'esedre della Chiesa (^.). co' quali furono denominate; ne descris-
Il Zaccaria, Onomaslicon Rimale^ verbo si in breve la forma e ricordai i Divini nj-
Exedra, la definisce: Erat locus circum fizi e le sagre Smassi che vi si celebra-
Ecclesiam, in quo sedere ac reqiùe^cere vano nelle cappelle erettevi; argomento
licehal. In tempio Tyrio exedrac erant ritoccalo in moltissimi articoli. R.imarcai
cunstìtiitae extra Ulani parieniEcclesiae, le principali catacombe di Roma e d' l-

in qua nos inajus altare collocanms, in talia, e di lìiolte a'Ioro luoglu o dicendo
circuito chorijSicut con/ugerenlnr deinde delle loro chiese riparlai: delle prime feci

cum quibus in medium templuni


portis, qualche descrizione, e delle benemerenze
intrabalnr. Exislinio autem^exedrascon- de'Papi, che dopo avervi celebrato le sa-

siituisse parteni murorum Ecclesiae, idest gre funzioni, usarono molte cure pei* man-
factas in muro sedes in circuilu Eccle- tenerle e abbellirle; quindi dissi delle loro

siae, ut etiani nuni videmus in aliquibus devastazioni, e perciò de'corpi santi e dei
Ecclesiis. In muro dein ilio prominenti martiri trasferiti in Pioma, o donali ad
quutn lìonuìilli cupiissent sepeliri, carne- altre chiese; delle provvidenze de'Papi
ras quasdam ac fonia es coiistruebant in sulle escavazioni ed estrazioni delle sa-
exedra, in quibus corum corpora conde- gre Reliquie (E.), riportando in fine gli
banlur, atque istinsmodi camcraeplures scrittori di questi aulichi santuari, tuttora

etiatn num videntur in circuita Ecclesiae in gravi venerazione presso i fedeli. Osserva

Tutelensis. fìecte ergo adnolatum est a il dolio archeologo Raoul-Rcchette nella


BarlliolomeoBrixiensis 1 3,q.2,cap. Prae- bell'opera Le catacombe di Roma de-
:

ó<^\ei\i\um ,exedras dici quasdam voltas^ scritte,Milano 8.4') che esse sono più
1 i

quae exlerius adliaerenl parielibus Ec- antichi e autentici motmmenti che il cri-
clesiae. /"^jV/aSepultura. Exedrarum usus stianesimo ci abbia lasciato ila dai suoi
dejinit, quuni gliscente abusu palam ac primi tempi. Negli altri luoghi tali mo-
publice omnes in Ecclesia sedere coepis- numenti o giacquero sepolti sotto terra,
sent, etiam laiciac fcminae. Tale indul- dimenticali, consunti dalla ruggine de-
genza giunse insensibilmente all' eccesso gli anni, e ben anco distrutti dalla mano
e degenerò in vizio, e si videro gli slessi dell'uomo, maggiore distrultore ancora
templi converliti in altrettanti cimiteri. del tempo; mentre in Roma si e venuto
Le leggi sanitarie reclamavano contro ta- conservando fin entro le viscere della terra
le abuso, roa le abitudini religiose de'po- ed a traverso di tanti secoli una sì graa
SEP SEP i49
qoantìlà (li opere dc'primi fedeli, ch'egli se o Basiliche jvna per siffatta brama le se-

è impossil)ile di iioii iscorgeie in ciò il di- polture di tali sagri templi, per lo più di-
segno della divina provvidenza, checol- ventarono i cimiteri de'facoltosi, ed i re-
looir volle il nido della nascente Chiesa cinti intorno alle chiese fiu'ono il sepolcro
liei centro stesso del l'iiuilà cai tolica,e con- del volgo. In progresso di tempo ripristi-

giungere in certo modo il destino della nata l'antica disciplina, si ristabilirono i

nuova Roma con cpiello dell'eterna città. cimiteri fuori della città per n)olivi di
A mirare le catacombe romane sotto que- pubblica sanità e per altre cause; dicendo
sto doppioaspetto,i monumenti d'antichi- ancora di diversi autori che scrissero con-
tà che olFrono agli studi, acquistano certo tro l'uso di seppellire nella città. Riportai
grandissima importanza tanto pel cristia- il rito della benedizione de' cimiteri, co-
no, che per l'artista, per lo storico e per me furono sempre in veneraziooe,di loro
l'antiquario. Sono essi pi t[urc,bassorilievi, riconciliazione se contaminati, e di quelli
iscrizioni, vetri dipinti, e altre mille cose che scrissero sui cimiteri. A Cimiteri di
simili, che lahhi icate per uso du'primi fe- Roma, li dissi formati nelle città e sue a-
deli,o da essi tulle alla civiltà antica, por- diacenze, nuovamente parlai delle anti-
tano l'in)pionta de'due sistemi di ci\iltà che leggi sulla tumulazione suburbuna dei
che si dividevano l'impero del mondo. I cadaveri, de' cimiteri antichi e loro nu-
monutnenti di Roma sotterranea, fatti in mero,, cioè tanto degli eretti fuori della
teiripi di decadimento, sono (uonumenti città che dentro, in uno alle loro notizie,
di un'arte ruzza, ma ci danno a conoscere tanto de'primitivi che de'successivi cimi-
ivi la presenza della prima società cristiana teri, e de' loro illustratori; de' cimiteri
sepolta, or morta, or viva, nell'interiore particolari, come ili quelli
degli Ospedali
di Roma; ma monumenti i così scritti co- di Roma non più esistendo (pieilo
(A''.),

me figurati, olirono tanta im[)ortanza da {\iA\' Ospedale di s. Maria delia Conso-

compensare l'imperfeziutie del lavoro ese- lazione, demoldo dopo pubblicato talear-
guilo da bassi artelici, e la povertà della licolo; e segnatamente del Varano o di s.

materia. I segni poi e simboli del mar- Lorenzo fuori le mura. prest. ritto pel pub-
tirio sono reliquiesanteper la venerazione blico nel 1 835 d'ordine di Gregorio XVF,
du'fedeli. I monumenti delle catacoujbe in prevenzione della minacciante Pesti'
sono tradizioni viventi del genio della pri- lenza [f\)dt\ Cìiolcraniorljus,ede\qu^\e
ma frammistead un'infinità d'an-
chiesa, riparlai in altri luoghi, come nel voi. LV,
tiche rimembranze,souo segni d'una nuo- 178; laonde fu vietala la tumulazione
j).

va civiltà, tolti da una civiltà scaduta. A de'cadaveri dentro la città, tranne le se-
Cimiteri, luoghi sagri ove si seppellisco- polture gentilizie, «juelle ilelle corpora-
no morti, ragionai del vocabolo e suo zioni religiose, e di allre ecclesiastiche e
W
i

significato, e ricordai quelli pidjblici delle civili. Tra questeeoce/ioni, Gregorio [

antiche nazioni o necropoli, di loro for- vi comprese i contlali ilei cimiteiio del-
ma e uso;de'primitivi de'cristiani, de'san- l'ospedale di s. Spirito in Sassia, a cui e
ti misteri inessi celebrati fervendole per- alle consorelle accordò il diritto della se-
secuzioni; che le prime chiese furono e- poltura gentilizia, esistente nel medesimo,
dificate plesso di essi, e che i loro sotter- ed i confrali di quello dell'ospedale di «.

ranei furono o diventarono le stesse ca- Giovanni in La lera no. De'ci mi Ieri e campi
tacombe, già cave arenarie o Inficee, o santi più insigni, ne tratto u'Ioro luoghi;
appositamente scavate. Del pio desiilerio ivi a perenne monumento de'dcfunti e sa-
de'tedeli di essere sepolti presso i martiri, lutare ricordo ile'vivi si posero lapidi con
sopra delle tombe ile'qnali furonu innal- iscrizioni sentenziose e morali, per trat-
zale J/t;mc'nV(/ .)poi couvertilu iti Cine- tenere il passo del viature, non il pianto,
1 5o SEP SEI»
Mell'aceibilà dc'casi, invitando a carila- lai che fu eziandio vocabolo per indicare
ttivoli SLilFiagi, ed a licoidaie la merlale V Altare (l^-) eretto sopra il sepolcro dei
condizione di tutti ! Quanto l'anticliiià martiri, e che ordinariamente avea luogo
pagana scolpiva sulle tombe, lo dissi più fuori della città e perchè. Classificai i ge-
sopra. I cristiani per lo contrario vi sim- neri de'tormenti e atroci supplizi, a cui
boleggiarono sempre la fede, l'umiltà, il furono condannati Confessori della fe^i

perdono, l'aspettazione, la preghiera, e de; riparlai de'segni del martirio onde co-
quanto dico a Simbolo e Simbolica; per- noscere i veri martiri, fra 'quali anche il
chè questi sono gli alfetti che accompa- lìlonograninia (f'.) di Cristo, la colom-
gnano la morte del fedele, e restano do- ba, riscrizione,la palma, certissimi essendo
po il suo transito. Nell'articolo Martire le ampolle o vasi col sangue trovati nei
ragionai delle diverse specie di martiri (e sepolcri, oltre gli strumenti del martirio.
nel voi. LXI, p. i8 de'nou veri martiri),
i De'di versi segni allegorici usati dagli an-
di quanto loro riguarda, di che pure a tichi cristiani sulle loro sepolture, ne par-
Santi e a Reliquie; dell'immenso nume- lo ai luoghi relativi; come sui vasi di /''e-
ro che arricchirono le catacombe ed i con simboli ed emblemi. Nell'ar-
Iro (A'.),
cimiteri di Roma; de'martiri a cui venne ticolo Sepolcro de'romani Pontefici, re-
imposto il Nome{^F.) per ignorarsi, del lo- gistrando dove furono sepolti, notai pure
ro culto, ma secondo le disposizioni d'Ur- i tumulati negli antichi cimiteri o cata-
bano Vili e d'Innocenzo XI non si per- combe : quivi essi celebrarono i sagri mi-
mette mai di onorarli con uffizio pai tico- steri, e vi ebbero laTrasedia pontificale. i

lare, tranne per privilegio speciale; del monumenti della religione, tra le sue sa-
deporsi nel luogo detto Confessione {f.), gre memorie, grandeggiano le tombe e
ilquale somminiì^tiò il modello dell'aitar i cimiteri de'martiri e de'primitivi fedeli,
maggiore delle chiese, e le camere delle che sepolti sotto terra e non mai rischia-
catacombe quello delle cappelle laterali. rati dai raggi del sole, noi con piede non
De'simboli de'martiri, e principalmente conscio, continuamente calchiamo. Essi
delle ampolle col Sangue [r.), della A//- formano quella Roma sotterranea appel-
m<7,edegli strumenti del martiriopatito.il lata con greca voce Catacombe, le quali
R uinart, negli Auisincerl de primi marti- consistono in una vasta rete d'anditi ipo-
ri, tratta ancora come i gentili procura- gei cavati nel tufogranulare,ediscenclenti
rono che i cadaveri de'martiri non aves- gli uni sotto degli altri sino a 5e più piani;
sero la sepoltura, e di quanto i cristiani viottoli i quali d'ora in ora largheggiano
furono impegnatissimi per loro darla ; in sale di varia architettura, che furono
come martiri furono desiderosi di aver
i già le povere chiese de'nostri padri per-
dopo morti la sepoltura, e dell'ardente seguitati per la loro fede, ne'primi 3 se-
desiderio de'cristiaui d'esser sepolti vicino coli della Chiesa. 1 cristiani della primi-
a qualche martire, sperando di aver parte tiva Chiesa aveano gran cura di non sep-
alle loro preci, e bramavano di risusci- pellire i loro morti fra gl'infedeli : s. Ci-
tare nella loro gloriosa compagnia il gior- priano imputò a delittoal vescovo Marzia-
no finale. Ne'primi secoli ne' giudizi ec- le spngnuolo, l'aver sepoltode'fauciulli in
clesiastici, e quando erano iu vigore le tombe prQfi»ne,e mescolati cogli stranieri.
Purgazioni (/ .), i rei si recavano a' se- Se vi furono messi ue'cimiteri cristiani i

polcri de' martiri, ove veniva prodigio- corpi di alcuni pagani, essi non erano ac-
samente manifestata l'innocenza loro nel compagnati da contrassegni che iiidiclii-
giuramento, per lesevere penecui furono no martirio. 1 fedeli non ammettevano che
puniti gli spergiuri. A lMARTiRio,tonnenlo iloro fratelli iu queste catacombe, che ri-
che si putisce uell'essere martirizzato, no- guardavano come luoghi sagri, dove ri-
SEP SEP iSt
posavano corpi de'santì che regnano con
i giorCjSe si seppelliscono neiratrioo nei va-
Gesìi Cristo. Nelle catacombe si trovano so della chiesa. Adamnano e Beda, desoi i«

talvolta dt'cn (ecumeni, coma piovasi Jalle vendo la tombadi Gesti Cristo, il cui corpo
iscrizioni, piessoiMorelli, Mazzocchi, Gior- imbaUamato fu involto nella ss. Sindone
gi e Alabillon. Senipre i cristiani ebbero (A^.),diconoche nelsep[)ellirlo si rivolsero
ogni riguardo, rispetto e decenza verso i i suoi sagri piedi verso l'oriente, secondo
loro defunti, e per ripoili in convenevoli un' antica tradizione. Haimone vescovo
sepolture; anche per sapere che i corpi lo- d'.Uberstndt porta la stessa opinione,eag-
10 furono già templi dello Spiiito santo giunge chela mano destra del Sai valore fu
per la grazia saotiflcaute, e la fiducia che rivolta veisoii mezzodì, e la sinistra verso
le anime ond'erano informati conseguita il lato opposto; donde i cristiani presero
avessero la celeste beatitudine, da parte- il loro costume di seppellire i morii. Essi
ciparsi eziandio dai corpi stessi dopo il (!• volevano che nell'ultimo giorno
altresì,

naie giudizio. Perciò la Chiesa ordinò riti potessero guardare il sole che spunta, co-
e suliragi, onde le spoglie mortali de'fe- me r emblema della risurrezione. Sulla
delionoratamente sieno deposte nel sepol- positura del corpo del Salvatore, depo-
cro, per sperarsi ne'merili di Gesù Cri- sto nel sepolcro, e su quella degli antichi
sto dovere essere un giorno vasi d'eterna fedeli per imitarla, diverse erudizioni ri-

elezione e ripieni di gloria; acciò non si porta Borgia, Memorie 1. 1 , p. i


7 r . Come
veda con pubblicoavvilimentoeconiscan- si debba intendere, che il Signore giacque
dalo detestabile, portare alla sepoltura i nel sepolcro 3 giorni e 3 notti, comeGio-
cristiani ammontati come cadaveri di bru- na nella balena, donde s'introdusse nella
ii. I cristiani non ebbero mai l'uso di con- Chiesa l'uso di far nel 3.° giorno la me-
servare i corpi morti, come gli egiziani, moria del defunto, lo spiega Rinaldi al-
odi abbruciarli come romani; essi segui- i l'anno 34, "•"77 fino al n.°i8 t. Il rituale
rono ciò ch'era stato praticato dal popolo romano pubblicato da Paolo V nel 1 G 4i 1

di Dio, fino dal principio del mondo; sep- ordina di seppellirei preti colla testa dalla
pellivano i loro morti con decenza e ri- parte dell'altare, e colla faccia verso il [)o-

spetto nelle catacombe e cimiteri sotter- polo. Tuttavia in molte diocesi conservasi
ranei, scavati dai foisores, quali con i l'antico costume di non fare in ciò veruna
fondamento credono ascritti al clero, e
si distinzione tra'preli ed i laici. Si può ve-
che secondo il p. Lupi venilevano luo- i dere l'ab. Diclich, nel Dizionario sacro
ghi pei- le sepolture. Il Bosio, il primo e liturgico, aWaiùcolo Esequie de\Icfunli,
più infaticabile fra tutti gli esploratori be- loro regole generali per l'osservanza delle
nemeriti delle catacombe, dello a giusta sagre ceremonie e rili, come veri misteri
r.igione il Colombo della Roma solter- di religione cristiana, come segni di pietà,

r.inea, l'Arringhi, il Muratori, il Mabil- e come salutevoli snlfiagi ile'ti a[)a>sati fe-
liin Osservano, che ne' primi secoli della deli: riporterò le principali. Che per (pian-
Chiesa i fedeli si rivolgevano verso orien- to sia possibile, secondo raiiti(:hi>siiuo i-

te a far lì pregliiera, e che fabbricavano stituto, si celebri la messa praesenle cor-


le chiese in maniera che l'altare maggio- porr, prima che si seppellisca il cadavere.
re fiisse rivolto dalla stessa parte, essen- Se dovrà scppeilneipialcuno in giorno
si

do il sole che spunta il simbolo della ri- festivo,si polrà celebrare una messa dere-

sunerioiie. Eglino seppellivano parimen- quiem, praC'CrUc carpare, purché la mes-


ti i loio morti co'piedi verso l'oriente; e i sa conventuale e gli uffizi divini non lo

rituali itegli ultimisecnlidicono,chesideb< impediscano, né osti la gran solennità del


liuno rivolgere verso rnllnredclla cop[)el- giorno. I poveri si seppelliscano grain in-
la io cui é la tomba, o verio l'altare mag- tieramente. Per gli altri uuu si può pat-
i5a SEP SEP
tuiie prezzo per la sepoltura ed esequie, che. Noterò che domenicani si pongono
i

ma si deve osservare le consueludini ap- nel sepolcro seduti; a Certosihe di^si co-
provate dai vescovi. I sepolcri de'sacer- me si seppelliscono, e negli articoli dc're-
doti e de' chierici di qualunque ordine, ligiosi e delle religiose,di quellichesi sca-
dove si può, sieno separati da quelli dei vano da per loro la sepoltura, e come si
e sieno situati in luogo piìi decente.
laici, tumulano. Si nega la sepoltura ecclesia-
Nessun cadavere sotterrato in uua sepol- stica ai pagani, agli ebrei, a tulli gl''/i-
tura perpetua si potrà trasportare da una fedelij agli eretici e loro fautori; agli a-
chiesa ad un'altra, senza il consenso del- poslaliAtWa fede.cristiana; agli scismatici
l'ordinario. I corpi de'defunli porranno si e ai pubblici scomunicati con iscomunica
co' piedi verso l'altare maggiore, o se si maggiore; a'nominatamente inlerclelli^e
mettono negli oratorii o cappelle, si por- dimorano in luogo inlerdettoj
a quelli che
ranno pure co'piedi verso loro altari; ciò i a quelli che si uccidono per disperazio-
che eziandio si deve osservare nel riporli ne o per ira, tranne pazzi, se prima di
i

in sepolcro. I sacerdoti poi si situeranno morire non han dato segni di penitenzi;
col capo verso l'altare maggiore; questo a quelli che muoiono in duello, ancorché
è un privilegio conceduto a'soli sacerdoti, prima di morire abbiano dato segni ili
non agli altri chierici, ancorché diaconi pentimento; ai manifesti e \)ubh\\c\ pec-
o suddiaconi. Essi si vestono d'aniilto,ca catori che njuoiono nella loro iniquità;
mice, cingolo, manipolo, stola e pianeta a quelli che non hanno ricevuto sugra- i

paonazza: un tempo in Ptoma si legava menti della confessione una volta all'an-
ilcalice nelle loro mani, costume che di- no, e della comunione per la Pasqua, e
sapprovò Sarnelli, come pure di porre il che sono morti senza alcun segno di con-
messale aperto, perchè ripugna alla ru- trizione;iuialmeuteaiyrt'«cm//i morti sen-
brica e alla decenza. Il diacono parimenti za Battesimo : vedi gl'iudicati articoli, e
si veste d'amitto, camice, cingolo e ma- FuJiEBALE. Rinaldi all'annoi o3.f, n.^
Il

nipolo, dì stola diaconalee dalmatica pao- i 5,narra un tremendo esempio per quel-
nazza; cos'i pure il suddiacono, ma senza li che pretendono tumulare in luogo sa-
stola. I chieiici poi si adornano di veste gro chi fu colpito di Scomunica (^'.): cin-
talare e colla, colla tonsura e berretta. que volte un cavaliere scomunicato fu se-
Nessun cristiano defunto nella comuiiio- polto presso la chiesa di s. Pietro nella
ne de'fedeli si potrà seppellire fuori della diocesi di Cahors,e altrettante volte e con
chiesa, o del cimiteriobenedetto; e se lem- gran terrore, fu prodigiosaoiente ribut-
poraneaaieule dovrà farsi altrimenti, si talo fuori della sepoltura. In alcuni In-
ponga una croce al di lui capo, per di- terdetti [f.) [a proibita la sepoltura anche
mostrare che è morto io Cristo. Il cada- ai non colpiti ili led grave censura, tranne
vere che giace supino nel suo feretro si i chierici, ipoveri, i pellegrini, i bambini;
deve esporre colle insegue del suo grado né si potesse porlaie alcuno a seppellire
qualunque sia, poste ai lati o ai piedi il : in altri luoghi. Per più ragioni s'incensano
Papa con due cappelli rossi a' piedi, car- il i defunti e le loro sepolture, la migliore
dinale col cappello rosso a' piedi, il ve- sembra all'ab. Dicllch quella addotta da
scovo col cappello pontificale, il canonico Innocenzo III, perchè \' incensazione è un
col cappuccio, similmente il beneficiato o efficace mezzo di fugare i dernonii; la se-

mansionario, ocoli'almuzia, il dottore coi poltura si aspeige e benedice coll'acqua


libii, il duca o generale col bastone o la benedetta. Nell'esequie de'fanciulli il suo-

bandiera; finalmente di qualunque grado no delle campane é festivo, e il parroco


sia il cadavere, non disconviene di espoi re usa la stola bianca. INIeglio è consultare
honoris gralia le di lui iusegue onorili- l'ab. Diclich: Esequie pracsente corpare;

i
SEP S E i» 1 j3
Eseqiiieahsentecoqjorej Esequie de fan- ivi si seppelliscono; cos'i i novizi e le no-
ciiilli. Per quanto poi riguaitla le sepol vizie. I redolati proleìisi defunti fuori del
ture secondo il diritto canonico, i>i può convento, devono in esso seppeliirb:, ma
leggere il prof Vcrtuiglioli, L<'z/o/i/ rZi </i- privatamente, altrimenti occorre il con-
iillo canonico, 28 Delle Se-
lib. 3, cap. : senso del parroco ove niorirono;co!>ì le ino-
jjollure : un cenno sul
riporterò in breve naclie. I confrati se non dichiarano di ve-
pili irtiporlanle. L'uomodovcjido morire Icre essere sepolti nella chiesa della pro-
c ili diritto, se un ijualche obice naliuale pria confi alernita, devono tumuiarM nella
u legale non l'injpedisce, di scegliersi la p^ìriocchia ; per godere la sepoltura del
icpoltura, e ciò si concede anche alle niu- sodalizio,debbono esservi astcrilti alme-
gli, essendo in tal caso sciolte dalie leg- 00 da G mesi. Morendo il Pa[)a in Pioiua
yi niarilali; la moglie non ha scel-
che se e non elvgf^endosi la sepoltura, dee sep-
to la scpoiluia, deve seppellirsi nel se- peliirsi nella basilica Vaticanj; se muore
polcro del marito, tranne il caso se fosse fuori di fioma e se non ha eletu la se-

da lui separala, o fosse scomunicato. Il pollura, si seppellisce nella chiesa calte-


figlio che non si è eletta la sepoltura, deve drale ove morì. 11 Papa può eleggersi lase-
tiiijiulaisi nel sepolcro dc'iiing^iori, o in poltura in qualunque chiesa: il corpo, se
quello del padre, se (juesli l'avesse slabi* muore nondimeno
in iLorna, si trasporta
l.lo. Il sepolcro gentilizio si preferisce al- in s. Pielro pe'funerali, come chiesa espo-
leieditario o de inaggioii, nel quale si nenie pei l'api, e dipoi si trasferisce alla
ponnopureseppeiìiregriiifanti.l lìgli na- chiesa seppellienle. 1 cardinali che muo*
turali e illegittimi tumulano nel sepol*
si iono in Roma, se non hanno eletto la se-
cio del padre, qualora non sia costituito poltura o non hanno il sepolcro de'mag-
iu dignità :i ijglispurii che non conoscono g>ori, si tumulano nella chiesa titolare o
il padre, si sejipelliscono colla madre, pur- diaconale, ancorché reijolari: la chiesa e-
che non sia illustre. 1 figli adottivi solo sponente suole destinarla il Papa. Il ve-
vivcndo il padre si seppelliscono nel suo scovo, qualora non abbia destinato In se-
sepolcro. Gli ascendenti trasver.sali non poltura, si depone nella cattedrale; com
M seppelliscono nella sepoltura de'discen- i canonici e altri ecclesiastici addetti, ma
denti e trasversali, meno che la sepollu- nel sepolcro loro proprio. 1 benelìciati e
ra fosse ereditaria. Chi non ha sepoltura curati residenziali, se non destinano ilse-
o non l'ha eletta si seppellisce nella prò- polcro, si seppelliscono nella chiesa loro,
pria pan occhia o nel cimitei io. 1 forestieri 11 figlio pubere, benché soggetto al patrio
senon hannosceltolasepollurasiseppelli- potere, può eleggersi la sepoltura, poiché
scono nella cattedrale; se è del (en)po che nelle cose spirituali il diritto della patria
ubilano nel luogo, si tumulano nella par- podestà non si estende. I novizi e le qo-
rocchia; in (juesta gli studenti, servi ciui- vizie finché non hanno professato ponno
liliiti. Chi umore in campagna deve scp- eleggersi la sepoltura. GÌ iuipiiberi uou
pellirsi nella propria [)arrocchia,oin (jiiel- ponno eleggersi la sepoltura; per e-s>i può
la ove muore se é abituato di dimoiar- destinarla il padre, e iu sua mancanza la
vi. Gli oblati, conversi e terziari si sep- madre. E vietalo a tulli gli ecclesiastici
pelliscono net convento ovenbitaiio: esic- secolari e regolari, sotto pena di scoiuu-
come il diritto di seppellire dipende dui- nica e di eterna maledizione, di obbligare
r amminisliazione de'sagrainenli, come i fedeli ad eleggersi presso di loro il se-
(juc>li ponno ricevere nel coti vento, eo>'t polcro; non l'incoi rono secolari che a ciò
i

|)onnu anche ivi tumularsi. L'educande inducessero gli altri. Le sepolluredevono


Il coii\illrici ile'monasleri o pensioiianli, cs»ere sotto terra, e la loro copertura o
se uuu liauuu la sepoltura de ino^^iuri, lapiile deve eguagliare il pjv imcnlodcila
1
54 SEP SEP
chiesa. Ai soli Papi si conviene che i loro tiUiea. Questi sono i punti princip ili del
sepolcri siinio sopra terra elevati, e si per- diritto canonico sulle sepolture deve ; si

mette ancora a persone reali, purché il tenere in considerazione la consuetudine


cadavere sia collocato sotto terra. Non si de'Iuoghi, e le disposizioni sinodali, non
vieta nelle chiese l'erezione de'inonunien- che quelle decretale dopo le istituzioni dei
li cui servono d'ornamento. Le sepolture campi santi o pubblici cimiteri. Sul /a*
devono essere distanti dagli altari e pre- sepeliendi , si può anche consultare il
delle per lo meno 3 cubili. Non ponno Nardi, Dc'parrochi 1. 1 p. 49 e seg.; no- ,
'

costruirsi ed elegi^ersi sepolture nel le chie- tando che l'antica disciplina della Chie-
se delle monache i secolari d'ambo i sessi, sa, di lasciare a'fedeli di farsi seppellire

senza licenza della congregazione de' ve- ove meglio gradivano, discende dagli usi
scovi e regolari; il funerale l'eseguisce il del genere umano, al quale non si può

confessoreordinariodelle monache, il par- dare minor conforto che la libertà di farsi

roco del defunto solo l'accompagna alla seppellire nel luogo che più gli aggrada;

porta della chiesa. Non ponno costruirsi discende anche dagli usi de'nostri padri
DUO ve sepolture nelle chiese secolarijSenza i romani, e per onorare la memoria dei
il permesso del vescovo, e nelle regolari trapassali fu sempre costume de* popoli
almeno del provinciale. I violatori delle l'edificare monumenti sepolcrali. La li-

sepolture o sepolcri, togliendo monumen- bertà di destinarsi la sepoltura si vede an-


ti, simboli, stemmi, iscrizioni, e altro spet- che nella lettera di S.Gregorio I a Gen-

tante o tirando fuori cada-


ai sepolcri, i naro vescovo di Sicilia, ma le moderne
veri e spogliandoli, oltre l'infamia che leggi politiche e sanitarie ne restrinsero
incorrono, sono puniti con gravi pene ec- l'uso; al dispiacere perciò provato dalle
clesiastiche e civili comprensivamenteal- popolazioni, almeno suppliscano i prov-
l'iiltimo supplizio, se i corpi e le ossa ve- vidi governi e municipii, di rendere de-
nissero gettate fuori e lasciate insepolte. gni, quelli che non
Io sono, cimiteri pub- i

None lecito al parroco ritardare la sepol- blici della loro importante destinazione.
tura e l'esequie, per qualunque compe- 11 p. Mamachi, De costumi dt primi-
tenza. Già notai chi dev'essere privo del- lìvì crisliani, nel t. 3, n.°i4 discorre del-
l'ecclesiastica sepoltura; e chi loro la con- la pietà de' fedeli verso i morti, e della
cedesse o conlribuisse, incorre nelle cen- cura che per carità prendevano di sep-
si

sure, e le ossa devono diseppellirsi, e la pellire i loro cadaveri. Primieramente ,


chiesa come poi luta de ve riconciliarsi, non subito che il fedele era passato all' altra

potendovisi seppellire prima di tale ricon- vita, quelli che l'aveano assistito, addolo-
ciliazione. La costruzione, manutenzione, ratiper aver perduto il compagno, chiu-
I eslauro e sgombramento delle sepolture devano al cadavere gli occhi, e accioc-
spella al parroco che riceve gli emolinnen- ché non tramandasse cattivo odore per
ti funerali; se è povero, il popolo lo soc- qualche sordidezza, che avesse contratta
corra. 1 carcerati temporanei si seppel- nella malattia, e per maggior polizia an-

liscono nella propria parrocchia; se con- cora, lo lavavano come si pratica tutto-

dannali, ili quella del carcere. Quei che ra. Erano eziandio soliti i fedeli d'imbal-
muoiono in buon odore di santità, si pon- samare e di seppellire cogli aromi corpi i

ilo tumulare con qualche distinzione, o de'loro defunti, e specialniente de' mar-
separati dagli altri. Avanti la levala del tiri, a somiglianza del corpo del Reden-
sole, e dopo tramontato, senza licenza del- tore, ed a seconda del rito degli ebrei. A-
l'ordinario non si ponno seppellirei mor- vendo i fedeli ferma speranza nel dì estre-

ti : devono esservi decorse i 2 ore dalla lo- mo del mondo di risuscitare co'loro cor-

ro morte, e 24 se fu improvvisa e subi- pi glorificali, uoa vollero bruciare co»pi i


SEP S li P f 55
(Ic'iiioi procurarono di mantenerli
li,anzi ffj iddio li refrigeri in pace. A merino pò-
|ici' (|uanto [luleMino, per una certa pietà ie (filala lapide, a fiufìna sua moglie cn-
verso (leluiiti inedesiini. Quindi nella-
i rissima .... Iddio refrigeri il Ino spirito.
prirsi (lupo tanti secoli i sepolcri di alcuni Aurelio Paflagone fedele servo di Dio si

inai liri,rifci isceBoldelli,cl)esidiirondeva addo mie Ilio in pace.... Ricordisi di lui

una certa meravigliosa fragranza di gra- Iddio ne' seco li. yitii ibi pure ricordo quel-
to odore, sia per opera soprannaturale, l'iscrizione rinvenuta ed e<>istenle nel ria-

clie|)erleul.)bondauti niistuieodorosecou perto cimiterio di s. Sisto di r«.oina,(li cui


cui erano stati unti. Imbalsamati e or- poi farò [)arola, cotuechè dettata da un
nali i corpi de'Ioro defunti, li portavano cristiano di ferma fede nel tempo in cui

i cristiani al luogo destinato [)er la sepol- l'empio Ario bestemmiava la divinità di


liua, e ()uivi se vi era comodo lo espo- (tristo lledenture : ma il fervido credente
nevano alla veduta del popolo, cantando all'acclamazione funerale del Cnslo Dio
o recitando salmi e inni, e orando per l'a- onnipoteiile,a<^f^nirì^e la credenza del pur-
nime loro; ovvero se ten)evano gl'insulti gatorio, augurando alla sorella che sep-
tie'nemici della religione,suljito ll^eppel- pelliva e tlubitava so>tenuta in c|uel car-
livanOjC non avendoli potuti imbalsama- cere, la liberazione pe'meriti delio stesio
re, portavano degli arocni ede'lìori, e li Cristo. Si riprodusse dal n.'i 87 dell'O^y-
ponevano pietosamente soprai loro sepol- sen'aloreRoinano(ii:\iS5\. Abborrendo
cri; odori che olliivano pure ai ss. Mar- icristìani la coslumanzade'gentilidi bru-
tiri per contrassegno (.li venerazione e o- ciar i cadaveri, in vece di dar loro sepol-
iiore verso di loro. Inoltre i cristiani usa- tura, questa onorevolmente davano pure
rono porre anche della mirra ne'loro se- u'poveri,esiccoine per mancanza di mezzi
polcri, e vari pezzi d'ambra con impronti non si sarebbe potuto fare con decenza
ili ligure, come mascheronci ni, piccoli glo- convenevole a'crisliani, si facevano a que-
bi, frutti, il simbolo della vite, la noce sto fine le Collelte di queslua {f^-) di li-

e altro, con allusioni a Gesù Cristo: tal- mosine nelle adunanze. ciistiani usava- I

volta collocavano sopia e sotto cadaveri i no la slessa carila cogli a[)peslali defunti :

molte fronde di lauro, per sunbolo della chiudevano loro gli occhi divenuti cada-
perpetuità e immortalità dell'anima. Se- veri, li lavavano e ornavano, e da van loio
polli COSI i cadaveri, si chiudevano i se- sepoltura nella miglior maniera che pote-
polcri eoa lapideo con mattoni, e sovente vano; lultociò fecero i cristiani nellagrau
nella lapide scolpivasi o nel (nino segna- peste, che tanta strage operò in .Messan-
vasi il nome del defunto, l'età e il gior- ilria. 1 feileli di Cartagine, come quelli di
no ancora di sua deposizione, afìinchè ne altrove, seppellivano con carità anche i

pervenisse la notizia ai posteri: di (juesle cadaveri de' gentili che li aveano ()erse-
iscrizioni sepcjicrali sono piene le opere di guilali, nella Icrribilepestilenza incoi gia-
lìosiu. Arringhi, Duldelti, Dollari, Lupi cevano i cadaveri abbandonati per tutlu
e altri che trattarono delle antichità cri- la ciltà.Osserva Ponzio nella vita di s.
stiane, e trovate nelle catacombe e cimi- Cipriano, che cristiani fecero di più del-
i

teri. Nella maggior parte di esse si legge, l' incomparabile pietà di Tobia, poiché

the il defunto mori m pact con Dio, o sebbene si fece mollo avanti Cristo, an-
/// pact culla Chiesa , o in pnct co' suoi : cora ili più si è' fatto dopo Cristo, ai cui
in alile si leggono espressiuni in cui di- tempi si dee lu pienezza. Tobia raccoglie-
mosliano i fedeli di desiderare la pace, va soltanto cadaveri de'suoi i israeliti, che
il refi igc rio, il bene allo spirilo del de- erano stati uccisi ogittali nelle strade per
fitnlo.'VviX le altre presso Coidei ti si leggo- ordine del re gentile; ma i cristiani Ust-
no c{«cste isorizjuni: jlnlouiu,uniiiui ilol- iono uucura a'^euliligli slegai ulUxjdi lui-
1 56 SEP SEP
seiicordia^ che usavano ai fedeli mede- se, presso le sante ossa de'marliri eh' e-
siiiii. Nondimeno anclie Ua'fedeli vi l'u- l'onvi state trasportate da'Iuoghi subur-
rono i violatori de'sepolcri, i quali iadol- bani; privilegio sul principio ambito da
tida povertà o da pegi^ior motivo, apii- pochi, ed a pochi conceduto appena nel-
•Vciiio tumuli altrui per introdurvi pro-
i i l'atrio o portico della chiesa. Di fatti ab-
pri inoiii questo pure avvenuto ne' tempi
:
biamo dal Doccddoro, che Costantino stes-
posteriori a'primitivi imperatori crislia- so, splendido benefallore della Chiesa, fu
dì, quando rad'reddatasi un poco la carità sepolto d'orduie del figlio Costanzo impe-
del clerOjO per la molli tudinede'fedeli che ratore nel vestibolo e non nella chiesa dei
conveniva seppellire, o per altra ragione, ss. A postoli di Costantinopoli, dal defunto
bisognava che particolari a spese loro
i edificata con imperiale munificenza. Ger-
facessero dai fossori incavare i luoghi do- vasio Cantauriense che previde danno
il

ve volevatjo essere sepolti, non polendo o delle cadaveriche esalazioni, condannò i


non volendo a tutti provvedere di sepol- cadaveri non solamente fuori alfallo dalle
cro la chiesa, come rileva il Lupi, e si ha chiese,ma di la ancora dalle mura delle cit-
(la diverse iscrizioni. E fu allora, che al- tàjcd alle spaziose campagne,dicendo con
cuni per ignoranza o per povertà si pro- trasporto : CU'ilas est vis/oruni, non mor-
cacciarono il sepolcro, con guastarne un tuoruni. Siccome in tempo in cui domi-
aulico ancorché cristiano, o con adope- nava il gentilesimo, fedeli i dopo la loro
rare quelle lastre, che da'sepolcri più ve- morte furono sepolti presso martiri, nelle i

tusticadevano, parlicolarmcate in quei catacombe o nc'cimiteri, così crederono


corridori delle catacombe u cimiteri, che di poterlo egualmente fare, quando cioè

conveniva inlerrire per lo scarico del sulle loro memorie furono erette capiielle,
terreno, che dai corridori ultimi ad a- chiese e basiliche. Fra questi privdegiali
prirsi si ricavava. Ed ecco perchè lio- ve ne furono d' ogni slato e condizione,
vansi in diverse iscrizioni sepolcrali, ese- fanciulli eziandio e donne. Perchè poi lali

crazioni contro i violatori dei sepolcri ,


catacombe o cimiteri erano situali fuori
contro il (piale abuso provvide la Chic della citta, così col tumulare cadaveri i

8a : pare che tali esecrazioni e maledi- nelle chiese su quelle catacombe o su quei

zioni, usate già dai gentili come notai, i cuniteri innalzale, non fu commessa tra-
cri^tiani cominciassero ad usarle circa i sgressione della legge. L'aildotta distin-
tempi dell'irruzione de'barbari in Italia, zione tra le chiese dentro e quelle fuori
leuqti turbolenti e di confusione. Che fu del recinto della città, nelle quali soltanto

varia la disciplina della Chiesa sul luogo e non nelle altre si potevano deporre i

della sepoltura, vado a narrarlo. Papa s. defunti e furono tumulati di fatto, sem-
Eutichianodel ayScolleproprie mani die bra bastare a con» porre quella contesa che
sepoltura a più di 342 martiri, e ordinò tra vari e. dotti scrittori si è su di ciò su-

che (ossero sepolti col Colobìo o Dal/na- scitata, sostenendo gli uni essersi fino dai
tica [P^.) rossa, prima venendo tumulali primi secoli del cristianesimo costumato
vestiti di bianchi lini aspersi del loro glo- il dare nelle chiese sepoltura a'cadaveri M
rioso sangue. Nel i.° concilio generale di de'fedeli, e gli altri pretendendo esserne 1
Nicea del SaS fu fulminato V anatema stali esclusi. Aggiungerò qui, che lino a
contro i violatori de'sepolcri. Dopo che tanto che si mantenne in vigore questa di-

per Costantino il Grande cominciarono sciplina, non vi fu luogo agl'iuconvenien-


icristiani agoderedel libero esercizio della ti;essi vennero in seguito dopo la moltipli-
loro religione, e ad erigere pubbliche chie- cazione delle sepolture nelle chiese delle
se, cominciò a poco a poco altresì ad in- città e degli altriluoghi abitati, e viep-
trodursi l'uso di essere tumulali nelle chic- piìi dopo l'iulroduziouedi seppellirvi in-
SEP SEP I Ty
clifFerentementeogni sortii di personejpra- • locordiito il sepolcro in città, forse vicino
tica (he si rese coiniinc e universale nel ni tempio, ciò lilevandosi dalie parole di
st'colo XIVj ed a cui l'altra avea prece- Ezechiele,'j Che la dimora dell' eterno
duto di tumulare nell'atrio della chiesa Dio, non sarà più contaminata dai loro
o neir annessovi chiostro. E per questo vicini cadaveri. " .Singolare fu la sepol-
motivo tanti deponili eretti si vedono ne- tura d'Alarico le de' goti,il quale doi)0

gliantichi chioslride'frati,de'raonaci, dei avere debellalo Iloma ed altre belle parti


canonici regolari, e di altre chiese (in al- d'Italia, morì nella Calabria proseguendo
cuni in vece vi furonodipoi trasferiti dal- le sue conquiste. Allora la superbia go-
le chiese stesse ne'Ioro rislaurijO nella le- tica non trovò modo più fastoso per sep-
mozione delle sepolture). Da'chiostri alle pellirlo, che quello d'obbligare il liuiiie
chiese breve e facile fu il trapasso, ne qui f!iisento a trattenere il corso, sinché nel
si fermò l'abuso, giacché non solamente suo alveo fosse costruita la di lui sepol-
si die luogo a tutti indilferentemente di tura, colle spoglie più preziose prese in
essere nelle chiese sepolti, ma vennero ivi t.inte irruzioni; quindi ivi lo tumularono,
altresì collocati alcuni cadaveri entro ur- uccidendo prima quelli che aveano sca-
ne in sitieminenti,abusotoUodalconcilio vato la fossa, acciò non restasse memo-
di TrenlOjSess. 2 4,f/c'/i(yò/'m. llSarnelli, ria del luogo, indi fecero riprendere al
Leu. ecclesiastiche t. 5, leti, i 3: Perchè fìimìe il suo corso. Tanto ri'portauoGior-
si (rovino molti sepolcri antichi fiori c/ella n.iude. De rebus gode. e. 3o, e Biondo
cìltày narra che Adriano imperatore pose Flavio, Hisi. decad. i, lib. i. Il Bernino
la pena di 4o scudi ed il trasferimento del wqW Flist. dell' eresie, narrando la persecu-
cadavere a chi avesse latto sepolcro nella zione di Genserico re de' vandali contro i

città,sebbene poi egli in essa ne edificò cattolici, dice che siccome gran fautore de-
perse; ma che data la pace alla Chiesa gli ariani, a questi diede le loro chiese,
si cominciò a seppellirsi cadaveri negli i e ordinò che i cadaveri de' cattolici sine
atrii avanti ed a lato delle chiese, come solemnilate hyninonim, cunt silenlio ad
nota Panvinio, De rilu sepeliendi mor- scpnlchruìH perducerentur , come costu-
luos. Che Costantino nel SSy fu sepolto mano gli eretici contro l'antichissimo rito
nel portico del len)[)io de'ss. Apostoli in della (^nesa. Teodorico re de' goti rin-
Costantinopoli, ed Onorio nel 4?-4 ^^^ P'^''
novò la legge romana delle Xil tavole,
tico di s. Pietro di Hoiiia, ej'iis iixor in che i morti si seppellissero fuori di Roma,
traidem templuni scptdti siintj e c\\eC\o perché l'esalazione del cattivo odore non
doveo I re de' franchi nel5i fu seppel i ne corrojnpe>se l'aria. Il conciliodi Braga
lito nella basilica de' ss. Apostoli da lui del 563 decretò. « iXon si darà la sepol-
fondiita. Si lesge in s. Gio. Crisostomo, tura a quelli che si sono uccisi tla se, o
ihe era così ri;^oroso il divieto di scp[)el- che sono stati puniti pe'Ioro delitti. Noa
lue in chiesa, che fu concesso aCostanlino si seppellirà nes>uuo nelle chiese de'sanli,
non solo per la dignità imperiale, ma prin- ma al più intorno alle mura al di fuori,
cipalmente per le sue granili benemerenze poiché le città hanno ancora il privilegio
col cri>tianesimo, cui permise \\ pubblico ili non comportare che si seppellisca nel
culto e l'erezione ilelle chiese; lultavi.i recinto delle loro mura". Gli atrii delle
egli richiese con singoiar sommissione di cinese, come fuori di esse, di mano in ma-
fisserà tumnlato nell'atrio de'ss. Apostoli, no servirono come cimiteri, restando fer-
ed ascrisse a favore la conseguita anuucn- mo il divieto di non seppellir^i in chiesa
za poiché non si trova che mimo fosNC
, che i corpi de'ss. martiri, e quelli dc've-
sepolto nel tempio di Gcrusalcmintulvgli scovi. L.isciò scritto Sjzomeno, cap. idt.,
ebrei : lultavolla ai soli re di Guida ora hb. 1 : Itein placuit ut nullo modo coi'
i58 SEP SEP
por<7 (Jefunclorum inlram hasilìcain <iepe- re delle /l/e«<'(F.)pe'defunli sepolti pres-
lirenliir, secl si nccesse est, fori ^^ circa imi- so le chiese, anche ne' giorni più festivi

rum basilicae, come ordinò Papa Pela- e solenni, rileva che Massimo vescovo di

gio II del 578. JNel concilio di Toledo del Torino dimostra qualmente ne'primi se-

58qfu statuito. » A'soltenameiili de'cri- coli i erano sepolti nelle chiese


cristiani

stiani si devono cantare solamente Sal- stesse, e di più vicino a'ss. martiri; eche
ini {f per denotare la speranza della s. Agostino nel lib. de cura prò mortin'^,
•),

risurrezione, senza cantar Cantici [F.) fa- ne giustifica la pietà, da quelli che si fìi-
nehri , e battersi il petto; imperciocché cevanoseppellirenelle medesime. Da Ter-
questi contrassegni di lutto sentono del tulliano fiorito nel secolo lll,lechiesedel
paganesimo". Due abusi riprovò s. Gre- suo tempo a cagione de'defimti ivi sepolti
gorio 1 del 090: il I .°di esigere prezzo per eranochiamatey^/e(7c sepullurarum. Ag-
le sepolture de'morti nelle chiese; il 2.° giunge Berlendi che ne'primi secoli perciò

di fabbricare chiese ovegià erano stati sot- le chiese furono denominate pure Cina-
terrati i cadaveri, con pericolo di confon- feri, come si ha da s. Atanasio, e dai ca-
dere le ossa profane colle reliquie de'ss. noni 34 e 35 del concilio d'Elvira; per-
martiri, 72 di s. Giegorio I si e-
li can. chè dovesiseppellivanoi morti, ivi siadu-
sprime Alcuno non si seppellirà
così. » navano vivi alle orazioni e al sagrifizio,
i

nelle chiese, volendo anche pagare, men- onde gl'imperatori persecutori aveano ri-
tre ciò sarebbe un voler vendere un pez- gorosamente proibito a'cristiani l'adu-
zo di terra destinato per la putrefazione, narsi ne'cimileri. Pare che ne'secoli VI e

e trovare guadagno in ciò che per gli al- VII si permettesse di seppellire nelle chie-
tri diviene sorgente di duolo e di alflizio- se, coi martiri, le persone ragguardevoli
re". IlTomassini, De veter. et nov. Eccl. per la loro santità, ed i fanciulli di fre-

disc, pretese che soloa'tempi di S.Grego- sco battezzali : in seguito questo privile-
rio I cominciasse l'abuso diseppellireden- gio ricevè una maggiore estensione. Se
tro i templi cristiani, onde quel Papa lo però si farà attenzione alle parole di cui
disapprovò; ma quanto più antico ne f^s- si fa uso consagrando le chiese ed i ci-

se 1' uso l'aveano già dimostrato il Mu- miteri, si vedrà che le une sono propria-
ratori nelle sue opere, massime ne' suoi mente per li vivi, e le altre per li morti.
Aneccloti t. i,dissert. 1
7, con grande eru- In appresso si declamò sulla moltiplica-

dizione, ed appoggiato alle asserzioni di zione eccessiva delle tombe nelle chiese,
molti ss. Padri, come Paolino, Agostino, imperocché se le voi te non sono molto pro-
Ambrogio; lo Spondano, 1. de Chr. Se- fonde, o le volte mal collegate, l'aria non
pnit.; il Sassi, nella Dissert. apologetica potià certamente che corrompersi insen-
sopra i corpi de'ss. Gervasio e Prolasio, sibilmente, onde nelle aperture cagiona-

a p. io4 e seg.; e con più erudizione il can. no tragiche asfissie, come prova Hague-
de Vita, nel Tesoro dell' antichità di Be- not, /Memorie sul pericolo delle sepolture
nevento, diss. I, cap. 2. IN'oiulimeno an- nelle cliiesej ed il Mannij Manuale per
che intorno a questo punto fu varia la di- la cura degli apparentemente morti, per
sciplina dellaChiesa, dopo che il suddetto la tutela della vita negli asfìttici, opera
concilio di Braga peli. "vietò le sepoltu- importante ad ogni condizione di perso-
re nelle chiese; e sull'autorità de'suoi de- ne. Anche il sagrisla Landucci, Origine
creti le proibirono altri sinodi, special- del tempio di s. Maria del Popolo, difende
mente di Francia , benché con qualche l'uso delle sepolture nelle chiese, perchè
modificazione riguardo a certe persone. muovono i fedeli apiegare pe'morti, e re-
Il Berlendi, Delle oblazioni all' altare p. cano altri vantaggi morali, con ricordale
2 1
7, parlando dell'aumentata celebrazio' a tutti che ci aspetta la tomba, ad epoca
S EP S EP I T9
ìncertn I II concilio di ìMcanxileirS4^>^^' se. L' imperatore Leone VI il Filosofo
c.'in. 72 sl.ihili. »> Non si seppellirà nelle niinullò la proibizione di se|)peliire nel-
chiese, quasi per dirilto ereditario, ma le chiese. Neil' 89 j si celebrò il concilio
solamente quelli the ii vescovo e il curalo di Tnbur presso M-igonzn, nel quale hi
ne giudicheranno degni perla santità del- proibito di esigere nulla per le sepoltu-
la vita;e non si esigerà nulla pel sito della re, e di solteirare nelle chiese; e che non
sepoltura, secondo l'anlorità di s. Grego- si vendessero le terre per formare sepol-
rio I in una lettera a Gennaro di Caglia- ture pe'morti. Graziano riporta nel ca[).

ri". Inoltre questo concilio e quello d'Ali- Praeripiendum, che il medesimo fu sta-
xerre vietarono le sovrimposizioni de'ca- bilito anche in Francia dal concilio Va-
da veri, dichiarando non essere lecito mor- ren<;e: Proliibendiini e<t eliani seciindum
tuiini super niorluum poni. Ebbero an- maj'orum in^tiluta,ìil in Ecrlcsiis nulla-
che gli antichi cristiani le privative sepol- tenus sepelìanlur, sed in atrio, ani in por-
ture ne'cimiteri, entro le quali non avea- ti cu, a ut in exedris Ecclesiae. Intra Ec-
no luogo se non i defunti di quella tale clesia K'ero, aut prope altare, ubi corput
famiglia che n'era in possesso; metlevan- et snngnis Domini conficitur, nullatenns
si quindi nella medesima sepoltura due, sepelinntur. Ma le leggi sullesepoltuiean-
tre o quattro cadaveri; mettendo però gli darono sempre più rilassandosi, mentre
antichi cristiani più di un cadavere nella quella distinzione che la Chiesa avea usa-
stessa sepoltura o cimilerio, nonso*rap- to in principio colle persone benemerite
poseio mai immediatamente un onda vere e costituite inalte dignità, come Papi, tuo-
all'altro, ma sempre li disposero in modo narchi, ve<covi ec.,e ciò non senza l'aii-

che l'uno fosse accanto all'altro, lascian- toiilà del concilio di Magonza, nel can.
dovi qualche spazio tramezzo. Si legge nel 52: Nullus mortuus in Ecclesia sepelia-
Rinaldi all'anno 8')<S,n.°7, che Benedetto tur, nisi episcopi, aut abhales, aut di^ni
111 determinò che quando un vescovo, o preihyteri, et fìdeles laici, etc.,a poco a
prete o diacono termini di vivere, il P^pa poco si fece coinunea tutti, forse non tutti
convenga con tulli i vescovi, preti, dia- degni, come ricercava il concilio Tribu-
coni e chierici a dar sepoltura al morto ricense, che qualificando quel degni, di-
corpo, ed a raccomandare a Dio l'anima ce nel can. 17 : Digni, nisi forte tnlis sit

di lui, e ch'eglino debbano far lo stesso persona ju^li hnrninis, qui per vilae me-
nella morte de'l^api. Non solo Benedetto rituin talcni videndo suo corpore defifi-
111 ciò insegnò, ma praticò con bell'esem- clo locum acquisi\-ii. Il Semeria nella Sto-
pio. Morto in tale anno, fu portato alla ria ecclesiaslwa di Genoi'a, p. 5n, par-
sepoltura sidle spallede'diacoiii,fra'quali lando della consagrazione della cattedra-
s. Nicolò 1 che immediatamente gli suc- le fattada (ìelasio II nel 1118, dice che
cesse. Deve notarsi, eh' egli era diacono il Papa concesse l'indulgenza plenaria ;i
cardinale, dunque in que'lempi questi di- tutti fedeli da seppellirsi nel cimiteno
i

gnitari colle proprie mani tumulavano il di essa chiesa; la quale concessione, come
cadaM-re del Ponlefice. Dallo stabilito da osserva il biogi;ifo di Gelasio II, fu dalie
Benedetto II, ()<>scrvn il .Mai tene, /^^<7/j-
I [)er*one religiose commendata moltissi-
liq. lurl. Idi. 3, lipi istillalo in rpialrhe mo. Inoltre atferma che questa Indulgen-
modo l'antichis^Mmo rito della Chiesa, che za {/ .) è il ."esempio di simili gr.izw, a
I

nellamorie d'un vescovo, gli aldi v(;>covi sollievo ile'ileiunti. i longobardi furono
comprovinciali Io portavano alla sepolto Solili dirizzane sopra la se|X)Iturn de'loro
ra. Dalla 1 imposta datadas. Nuiilo hi'bul- piii cari lina pertica con una coloudta in
gari, apparisce t he la chiesa romana con- cima, e (](iesta voltala verso «pielia pai le
cedeva la sepoltura a'defuuli ncll« cbie- ov'erano morti; pei ciò fu chiamala s. Ma-
i6o SEP SEP
ria in Pertica In chiesa fabbricnta ^a!la glio a lasciare ì i-eligiosi ne' loro mo!ia-
regina Rodolinda in un cimiterio pieno steri a pregar Dio e a dir delle messe, di
di pertiche, come apprendo dal flagri, quello che a fargli venire all'esequie".
Noi. de\'oc. cccles., all'articolo Coemele- A voler dire qualche cosa de'sepolcri
riiim. I Clonaci e altri Religioni (^f'.) eb- e mausolei cristiani de'secoli a noi meno
bero il diritto di seppellire i fedeli nelle lontani, giacché di moltissimi ne trattai
loro chiese, prima che lo avessero le Par- e vado descrivendo, segnatamente par-
rocchie {f",), che furono le idtime ad aver- lando delle chiese e de'cimiteri, dichiare-
lo, conie nota il Nardi, Depariochi. I mo- rò in prima, che l'innalzare monumenti
naci e regolari avevano ed hanno il di- sulla tomba degli uomini che la patria
ritto di seppellire i fedeli nelle loro chiese, onorarono e beneficarono, sia colla spada
e di percepire il funere; ed anche le mo- o colla toga, sia colle lettere e le scienze,
nache. I soli canonici anticamenteaveano sia colle arti, o col difllcile governo dei
\\ jus fnnerandi in città: il capitolo nei popoli, egli è un dovere di graliludii:e e

funerali ha la precedenza sul parroco del di giustizio, che altamente è sentito da


defunto. L'intiero capitolo de'cancnici fa tutte le civili nazioni. Salamina, Atene,
tutte le funzioni fimerali del ve<covOj e Platea e ÌNIaraloua mostrano ancorai ru-
ne percepisce emolumenti, così della
gli deri de' mausolei, con che fu onorata la
sepoltura. Nel voi. LTV, p.i4 narrai di memoria de'prodi, che accrebbero tanta
quel vescovo di Poiliers, diesi fece sep- gloiia alla Grecia col valore ne' cimenti
pellire colla citazione in mano contro Cle- della guerra. Roma vide grandi monu-
mente V. Nel voi. XXXV, p. 4'^ raccon- menti sorgere fra le sue mura e ne'suoi
tai,come Riccardo re d'Inghilterra par- I suburbaiii dintorni, e col procedere de-
tito per la crociata, contro il diritto delle gli anni crebbero in tanto numero, che
genti fu arrestato da Leopoldo VI duca molti non erano innalzati dalla patria gra-
d'Austria, e che l'imperatore Enrico VI titudine, né al merito, né alia vera gloria,
esigette una gran somma pel riscatto; ma ma vennero costruiti dalle dovizie de'pa-
che morto l'imperatore nel r 1^7, Papa renti dall'adulazione de'cittadini. L'an-
Celestino III non consenti che fosse se- tichità pagana scolpiva sullo tombe l'im-
polto, senza il permesso di Riccardo I e pronta del fasto, della voluttà della gran-
la restituzione della sborsata somma. 11 dezza terrena, onde bruttamente detur-
concilio di Cognac del 19,60 dicliiarò : pavansi le loro favole religiose. Quanto
"Non si porterà un cadavere alla sepoltu- operarono diversamente i primi cristia-
ra, se non è stato portalo secondo il co- ni lo accennai di sopra, ed a Simboio, par-
stume alla chiesa parrocchiale, perchè vi lando delle morali e religiose allegorie.
si può meglio sapere che altronde, se il Venne tempo in cui alcuni principiarono
defunto era interdetto o scomunicato; e a togliere da'capolavori greci e romani,
nessuno riceverà il corpo per sotteriarlo, non il belìo solamente delle forme ester-
se non gli è presentato dal Parroco {f-). ne, o la grandiosità de'concetli nel con-
Il concilio di Colonia del i536 decretò. durre gli edifizi sepolcrali, ma il mede-
« Si devono sbandire da' sotterramenti simo spirito gentilesco e lidea etnica, che
lotte le pompe fastose che vi si veggono. di tali forme e maestà vesti vasi da' pa-
Non vi si dee chiamare quel gran numero gani. Cosi la mitologia di molto elimi-
di preti e di religiosi, che non servono che nata dalla prosa e dalla poesia, penetrò
ad accrescere la confusione, e a far fare nei cimiteri e nelle sepolture cristiane,
dell'esequie con minor pietà e modestia. non senza giusto e grave biasimo. iN'ei
Che però quelli che vogliono moltiplica- tempi di mezzo nell'Italia e in altre parti
re le preghiere pe'dtfunli, farebbero me- d'Eiuopa si aumentò a dismisura il lusso
SEP SEP i6t
de'monuQienli onde ci restano
furiel)ii, meno posso d;irne<)ni un'idea con paiole
moniimenli e sepolcri grandiosi e magni- misurnlc: lo ripetei ò, in buona parte vi
ficide'dominalori delle repiibljliclieedei supplii a'Iorolnoglii.Leaiitichechiesespe-
feudi,non cliede'famigerati capitani. ìVel cialmente d'Italia, e molte ancora diGer-
medio evo nobili e facoltosi si seppellì-
i mania, chiostri degli antichi monasteri,
i

vano co'Ioro abili di cereiiionia,collc loro presentano una (juantità meravigliosa di


armi, con uno sparviero, e vari degli og- sepolcrali monumenti, pieni d' un com-
getti preziosi da loro [losseduti. In Fi ancia plesso di ()regi. Fra le città italiane pri-

si cominciò a porre epitartl sulle sepolture nieggiano Venezia per grandiosi monu-
solto ire ilella 2. 'stirpe. Eginardoci con- menti, e Firenze per squisitezza di lavo-
servò quello collocalo nella chiesa del- ro: Pioroa contiene un emporio di mauso-
]a B. Vergine d'Aquisgrana, al di sopra lei maroioiei della più grande importan-
del luogo ove Carlo Magno fu sepolto, il za, incominciando da quelli lnaesto^i dei
suo cadavere inibalsamalo fu calato en- Papi.FrattantoquestieilconciliodiTren-
Iro una cella sotterranea vestito de'suoi lo emanarono gravi decreti sulle sepnj-
abili imperiali, col cilicio, ecinto della sua ture e monumenti delle chiese. Paolo V, 1

celebre spada. Il suo capo fu ornato ili siccome zelante della venerazione de'sa-
una catena d'oro in forma di diadema; gri templi,ordinòchesi togliesseroque'de-
portava in mano un globo d'oro, e l'ai- positi o monumenti eretti ependenli dal-
tra posava sul libro degli evangeli posti le paietijcontrari alla dignità delle chiese,
il suo scettro d'oro e il suo
sui ginocchi; l'abuso essendo giunto ad erigere depo-
scudo erauo appesi alla parete. Egli era siti nel sito più alto dell'altare, e al di so-
assiso sur un trono d'oro, e posto in at- pra della stessa sagra mensa; tuttavia, e
teggiamenlo di guardare il cielo; il suo ud onta delle altre provvidenze che vado
ipogeo fu riempito di profumi e di molli a ricordare, niollissimi furono tollerati,
oggetti licchi e preziosi. I cavalieri che II successore Pio IV ordinò che i cada-
morivanonel loro letto, rappresenta vansi veri de'defunti,i quali siavanosollevatida
anticamente sulle loro tombe co'piediap- terra in arche o in urne, dovessero lutti
poggiati al dorso d'un levriere, cogli oc- essere tolti, e seppelliti sotto terra ne'pa-
chi chiusi, senzaspada, senza giacoesenza vimenti: ciò fu eseguilo in molti luoghi,
cingolo militare. Quelli all'incontro ch'e- specialmente dal suu nipote s. Carlo lior-
rano slati uccisi in qualche combatlimen- romeo arcivescovo di Alilano, il (piale fe-
to, venivano rappresentali con un leone ce levare le ossa de'Trivulzi dalle arche
a' loro piedi, la spada nuda nelle mani, situate nel portico di s, Nazario e sotler-
lo scudo sul braccio sinistro, il cimiero sul varie,onde rimasero vuole. Di più s. Carlo
capo colla visiera calata, e il giaco allac- ne'suoi sinodi diocesani non cessava di ri-
cialo sull'armatura colla ciarpa e il cin- chiamare la disciplina ecclesiastica de'pri-
golo. Dopo il rinascimento delle arti le mi secoli, ni nnti(jtiit<: ar proba tissimus
totnbe de' Papi, de'principi, de'primari ec- tiios sepAiendi in coenieierus in usum re-
clcsiastici, de' grandi signori hanno sco- vocttur, inculcandolo ancora ai suoi ve-
perto un vasto campo alla scultura, essen- scovi suH'iaganei. Per crinfurmarsi oi de-
dosi alzati edilizi piìi o meno composti e creti del concilio di rroiito, s. Pio V fece
decorati,conrigureaniinaleepienedimt)- demolire le sepolture e
mausolei aliatii

vimento: altre si ra[)pre$enlarono oranti, in mezzoallechiese.ordinandochesimet-


allregiacenli.altrenlquantocoiicale.Tale Ussero sotto lena osi trasportassero nei
è l'immensa (piantila, tale è la vasta va- cimiteri le ceneri ch'erano state laochiu-
rielà.che non basterebbe un'opera volu- se ne'sepolori; «piindi nuovamente fu «ra-
luiuosa per descriverne i piiucipali, multo bililo che si luuiulasscio i defuQti nc'c»-
VOL. LXIV. t I
162 SEP S EP
mileri, meno alcuneeccezloni,ecliequelli zione di monumenti e iscrizioni sepolcrali
si erigessero in disianza dalle città e lungi pregievoli, come altamente deplorò I\!a-
dall'abitato. Rimase però il costume, usa- raogoni. Delle cose gentilesche, o^>eì\ an-
to da'gentilijdi erigersi alla memoria dei dò che pure ve ne limasero a fronte di
defunti più illustri mausolei con urne, sar- tante peripezie de' marmi antichi, e del
cofagi, statue e iscrizioni, i quali propiia- vandalismo e venalità degli scarpellitii e
mente non si appellano sepolcri, ma ce- altri operai.
notafj, cioè sepolcri d'apparenza e vuoti, Urbano Vili vietò severamente di ve-
entro a'quali non giace il corpo del perso- nerare ne'sepolcri delle chiese per santi
naggio percui fu innalzato, li p.Casiuìiro quelli che non aveano culto riconosciuto
da llonìa, Memorie della chiesa di s. /ila dalla Chiesa, uè di accendervi avanti dei
ria d' Aracoeli, cap. 4)Pai'IaQdo de'suoi lumi, né di appendervi voti, onde non fo-
risloramenti, racconta come mancarono mentare il credulo popolo a farli repu-
in essa molti sa rcofagi,aIcunide'quaii era- tare per iS'rt/i//(/^^.). Il pontificio decreto
no con figure gentilesche, essendovi en- fu cagionato dall'essere fr. Paolo Sarpi ve-

tro sepolti personaggi cristiani. Dice per nerato in Venezia nel sepolcro cogli ono-
tanto, come tutta l'ampia e vasta navata ri di santo, dal popolo ingannato per le
tli mezzo era ingombrata co' sarcofagi e virtù apparenti che alfeltò in vita; non
tumuli sopra terra, siccome ve n'erano ostante l'essere slato solennemente sco-
ancheìn diversecappclle,percui in vecedi municalo da Paolo V, e di avere vissuto
oinamento servivano d'impedimento. Ne- da vero protestante coll'abilo de'serviii,
gli ultimi secoli era quasi universalmen- come rilevò Bossuet neW'Histoire de la
te introdotto nelle chiese, ne'suoi portici variations. Abbiamo di Giusto Fonlani-
e altri luoghi di seppellire i defunti nei ni. Storia arcana della vita difr. Paulo
sarcofagi o casse di marmo, sopra il pian Sarpi, Venezia i8o3. Avea una femmi-
terreno del pavimento, o elevati e collo- nuccia cominciato a mettere alcuni voli
cali sulle pareli dellemedesimechiese.Pri- onde Ui bano
alla sepoltura del p. Sarpi,

ma Paolo IV, e poi Pio IV ordinò che Vili a mezzo del nunzio Zacchia ottfii-
fossero seppelliti sotto terra ne'paviraenti ne dal senato veneto, che fosse tolto l'in-
i cadaveri ch'erano sollevati in detti aio- debito onore. L'ordine Certosino {^V.)Ì\jì

numenli, arche o urne. Quest'ordine non più diligente nel formare de'santi, che nel
essendo stato eseguito universalmente e manifestarli. Narra s. Antonino, lil. {^Sto-
neppure nella chiesa d'Araceli, Gregorio ria eccles.,c\\G operando un certosino per
XIII col breve Cum a/w^j riportato dal virtù divina molti miracoli al suo sepol-

p. Casimiro a p. 3o, ordinò che si sgoiìi- cro, percui grande era il concorso di per-

brasse la nave maggiore da'monumenti, sone alla sua tomba, con alterazione del-
eziandio dal coro de'religiosi e dall'altar la solitaria quiete de' monaci, il priore
maggiore ch'erano in mezzo alla chieda, della certosa si portò al sepolcro e co-
ed i cadaveri si seppellissero sotto lena. mandò al servo di Dio in virtù di santa
Ciò non ostante l'esecuzione fu dilferita ubbidienza di non far piìì prodigi, e ven-
fino al pontificato di Cleuienle Vili, ed ne ubbidito. Le glorie de'sepolcri de'ser-
allora segui deplorabile strage d'iscrizio- vi di Dio e de'santi, e gli aneddoti relati-

ni, d'urne, di marmi sepolcrali e di altre vi, li riportai alle loro biografie luoghi
aulichilà, e particolarmente de' sepolcri che li riguardano. Oltre il Sarpi, anche
ricordali da Giorgio Fabricio, Roma il- altri indegni ebbero voti e cullo ai loro
lustrala, p. 5i6 e seg. Il rinnovamento sepolcri, come l'antipapa Clemente III
e rislorameiito delle chiese, massiu)e nei (/''.), le cui ceneri furono perciò geliate
pavimenti, fu sempre cagione didistiu- nel fiume; a Pier Gio. Olivi apostata e-
,

SEP SEP 1 (.3

letico Fraticello (^'.)j essendogli stali ap- sposa, e fittone diseppellire il cadavere^
pesi tle'voli al sepolcro, furono gettali sul ne cinse la fronte col diadema e volle che
fuoco, insieme alle clisolterrate sue ossa. fosse onorata da tulli come sovrann; po-
L'eretico C/jy;7a (A^.)Giovanni Zisca or- due magnifici mausolei di lUHr-
scia eresse
dinò nel suo furibondo fanatismo, che le mo, uno perse, l'altro per la sventurata
sue carni si d. isserò in cibo agli uccelli luez. Nel t. 3, p. 106,2.' serie della Ci-
e di sua pelle si formasse un taml)uru, viltà cattolica, si legge. Che ilopo 7 lu-
al cui suono dovessero fuggire cattolici, i stri e più furono Palermo gli o-
resi in

|)er le stragi che ne avea fallo vivendo. noli dovuti ai grandi, cioè alia memoria
Racconta Bercaslel, Storia (lei cristiane- dell'illustre poeta palermitano Giovanni
simo l. 3o, n." 384eseg.,come il can. Ri- IVIeli, che studiò pressò gesuiti, e diven- i

vel di s. Amato di Douai giansenista, a ne il moderno Teocrito della Sicilia, per


cui meritamente era stala interdetta ogni la spontaneità e la grazia tutta ellenica,
funzione sacerdotale, perchè avea appel- ond'egli seppe abbellire ogni maniera di
lalo e riappellato dalla coslituzionfe L iii- componimento. Il principe di Satriano
ge ni tu.f di Clemente XI, mori perseveran- luogotenente del re volle generosamen-
do iti questi sentimenti. Il capitolo gli ne- te rendere al gran poeta gli onori «lei se-

gò la sepoltura, ed il governatore lo fece polcro. A'6 maggio 853 il cad^ivere di I

sotterrare in un giardino che serviva di Meli chiuso in tumulo uscì dalla parroc-
sepoltura a'fanciulli morti senza battesi- chia de'Tartari efu trasportalo alla chie-
mo. Di non contenti
ciò i zelanti , sotto sa di s. Domenico, proceduto e accoui-

pretesto che il cadavere del canonico a- pagnato dalla banda militare, da'religio-
vesse la testa rivolta verso la chiesa e l-i si di tutti conventi, e dal clero del duo-
i

faccia verso il cielo, lo disotlerrarono nel mo con croce ecerei accesi. Il tumulo era
giorno dopo, per rimetterlo con la schie- coperto da magnifica coltre su cui era ,

ii;i verso il cielo e con la faccia verso la soprapposta una lira, una corona d'allo-
terra. I partigiani giansenisti ricorseroal- ro, ed una ,1/ per indic;ire il gran nome,
l'appello delle camere del parlamento di ed accompagna lo dal) paggi vestiti a bru-
l'arigi, ch'erano dello stesso sentire, ma no. Sostenevano i fiocchi della coltre i
4
Luigi XV cliiamò il ricorso al suo con- professori più anziani dell'università : se-

siglio; quindi ordinò al vescovo d'Arras guivano il feretro il pretoie della capita-
d'obbligare canonici del capitolo di
i s. A- le e il corpo universitario, l'ac-
senato, il

niato a disotterrare nuovamente il cor- cademia delle scienze mediche, e tutti i

po del can. Rivet, e riporlo nel luogo so- corpi scientillci; una divisione di lru[»pn
lito della loro sepoltura nel coro della chiudeva il convoglio. All' entrar nelU
( hiesa di s. Amato; oltre a ciò, ingiunge chiesa de'domenicani fu cantato un inno,
che si dovessero dire le consuete messe poi la gran me^^n d\ requie, e fìnaluients

per l'anima del canonico, e che si osser- recitato un discorso funebre, leiiiuuala
vasse in riguardo a lui luttociò che pra- la sagra funzione, fu scoperto al pubblico
ticasi nel dar sepoltura agli altri canoni- ilcada vere, che trovossicopei lod'unroan
ci. Obliando il deplonibiledisotterraiiien- lo bianco di seta, colia medaglia in petto
to (Il l*ii[)a Formolo (^ ). mi piace cpn fittagli coniare dal princijie reale di Sa-
iicoidaie due altri generi ili «lisottei la- lerno. Il pretore di Palermo piincipe di
menti. ÌV'el voi. LlV,p. ai53 narrili il tra- IManganetli cinse infine il capo del dciùii-
gico fine d'Inez de Castro moglie di l'ie- lo il'iiiia cnronn poetica d'alloro, mentre
tro I che redi Portogallo. Appe-
fu poi i sagri ministri deiraltare aspei-sero il fe-

na questi jG montò sul trono, ven-


nel i 3 retro e invocarono le benedizioni dell'.Xl-
dicò l'uccisione dell' amala e uvvcnciile tissimu sull'auinia del poeta e il retrive-
iG4 SEP SEP
rio de'giustl. Ognun vede, clieqitcsla o« come questo naturale comnn sentimento
noi'ifìca dimostrazione fu tuli' altro che acquista una forza maggiore dalla religio-
nolilica, nnentre i moderni abusarono del- ne; così non può sentirsi senza orrore, che
le pompe funebri e altre funzioni religio- fra i vespilloni de'nostri giorni se ne tro-

se,per fare dimostrazioni politiche a fa- vino di quelli, che spinti dall'avidità di
voredelleloro opinioni antimonarchiche, un vile interesse, osino di spogliare i ca-

come rilevò l'eccellente giornale di Tori- daveri delle loro vesti, odi estrarli dalle

no denominato IVrmon/rt, nel descrivere casse che li racchiudono, per fare con es-
l'edificantemorte del celebre conte Cesa- se un sordido e vergognoso guadagno.
re Balbo. Dell'antico costume poi di co- Perciò l'Em.° cardinal della Somaglia vi-
ronare poeti, parlai a Poeta. Trovo in
i cario di sua Salitila, facendo uso dell'or-
RenazzijiVotof'e de maggiordomi ,\ì. 53, i dinariesue facoltà, vieta a'vespilloni d'u-
che il cardinal Camillo CyZ'O de'principi surparsi tanto le vesti de'cadaveri, quan-
sovrani di Massa e Carrara^ nel sotter- to le casse de'raedesimi o le tavole onde
raneod'una cappella da lui edificata den- sono formate, senza però innovar cosa al-

tro il chiostro della Certosa di Roma, e cuna intorno agli spurghi delle sepoltu-
corrispondente nellachiesa di s. Maria de- re, che debbono farsi a'suoi tempi e colle
gli Angeli, ivi ancor vivente fece prepa- opportunecautele. E poiché alcuni de've-
rare per se e per y suoi più antichi fami- spilloni, dominati dallo stesso spirito d'in-

gliari la sepoltura (quanti cioè poteva con- tollerabile cupidigia, pretendono ed esi-

tenere il sepolcro), e vi fu tumulato. Io gono denaro per le vesti, pel trasporto,


fatti, quanto ai famigliari , leggo altret- perla sepoltura o per altro qualunque ti-

tanto nella Vita del servo di Dio Lodo- tolo, benché si tratti di qiie'poveri morii
vico Stefanelli servitore rodano, del car- che si vestono, si trasportano e si seppel-
dinal Cybo, e scritta da Luigi Claris già liscono per carila; così proibì egualmente
decano dell'odiernocardinal vicario, nar- di più esigere e pretendere per l'avveni-

randolo a p. 1 5o, insieme alla traslazione re in tali casi emolumento alcuno". Quan-
nel sepolcro dello Stefanelli e all'iscrizio- to furono violate e barbaramente dilapi-

ne che il cardinale fece scolpire sul mar- date le sepolture romane, anche dei Pa-
mo, collocandolo prossimamente al suo pi, nell'infausta epoca del 102 7, e nell'ef-

Questo tratto storico contiene


sepolcro. fimera repubblica del 1798,10 notai aSa-
grandi e sublimi esempi Nel Bull. Be- ! P01.CR0 de'Romani Pontefici. Altre no-
nedicti XIV vi sono le seguenti bolle ri- zioni sui funerali e sul seppellire in Ro-
guardanti il seppellire e la sepoltura. Nel ma, Camerlengo del clero
le riportai a
1. 1 la bolla 57, § 2 : Sepeliendi Jus quoad ROMANO, a Quarta canonica e altri rela-
parochos, et subditos latini , seti graeci tivi articoli. Il Piazza a p. 4' della Ne'

riliisj la bolla 89,5 ^4 : Ckrislianoriun crologia parla del jus parrocchiale delle
cadavera sepelienda sunt piis Ecclesiae cose poste intorno al calaletto,che chia-
Nel t. 4 la
rilibiiSy rejectis superstitiosis. ma quarta funeraleo canonica. Della pub-
l)olla
§
Sepultura
I i, sacra denegali'
9 : blica e romana necropoli stabilita da Gre-
tur decedentibiis ex vulnere in duello ac- gorio XV^l presso la chiesa e basilica pa-
cepto ,licet, extra locuni pugnae obierinlj triarcale di s. Lorenzo fuori le mura, ne
la bolla Sepidchrìjas in Assisien-
3 I ,§ 1 4: trattai di sopra; dipoi fu vietato che le i-

si basilica, inconsulto Ponti/ice ^concedi scrizioni sepolcrali fossero in italiano, do-


nequit. Nel n.° 39 del Diario di Roma vendo essere in latino: si può vedere la

180 i fu pubblicato. » Ogni culla nazione Letiera sopra il nuovo cimiterio di Ro-
ha riguardato sempre con rispetto, come ma, ivi i835. Il Papa Pio IX nel molo-
i sepolcri, così i cadaveri de'defuuli. Esic- proprio del I ."ottobre 1 847, suH'organiz-
SEP SEP i65
razione del senato di Roma e sue atlribu- qnellenobiliecelebrate cripte, nelle qua-
zioni, vi comprese col lif. 3, §47? ^•° 7- li i piìi illustri Pontefici e martiri furono
I cìiuileri tanto comuni che degli acatto- sepolti; e sono monumenti insigni e ve-
lici, salvi sempre diritti dell' autorità
i nerandi della pietà edella storia della pri •

ecclesiastica. A Ministro, nel dire della mitiva chiesa. Le più importanti escava-
pompa funebre di quello del Belgio, e che zioni e riparazioni a questo scopo sono
può Parseguito all'articolo Funerale, nel state eseguite ne'cimiteri della via Appia
quale ragionai dell'esequie per ogni sorte e dell'Ardeatina, come quelli di Calisto,

di peisone, notai la questione insorta sul- di Domitilla o de' ss. Nereo ed Achilleo;
l'accompagnamento del cadavereaBrus- del cimiteriodi Ciriaca nella via Tibur-
sellesovefa portato, che si fece dal ^j(7r- tiiia; quindi grandissimo fu il numero dei
roco della chiesa esponente. Nell'articolo monumenti che d'ogni maniera sono ri-

Reliquie de'sauti,non solo parlai di quan- tornati in luce, insieme alle copiose pit-
to riguarda la loro estrazione dai cimite- ture spettanti alla piìi remota età dell'ar-
ri e catacombe di B.oma, e di quelle dei te cristiana, di che sono adorni i cubicu-
martiri anonimi, delle benemerenze dei li, ed i monumenti sterrati e fatti visibi-
Papi sugli uni e sulle altre; ma eziandio li ne'sotteiranei dell' Appia e dell'Ardea-
della Commissione di archeologia sagra, tina; olire quellidella via Labicana, edel-
istituita perla regolarità degli scavi e con- la Salaria nuova, con preziose pitture.Aa-
servazione de'monumenti, e sottola pre- che la scultura cristiana riacquistò due
sidenza del cardinal vicario (presso il qua- sarcofagi, uno de'quali riconosciuto il più
le si riunisce il i

giovedì di ciascun me- antico d'età che presenti una data certa
dal regnante Pio IX nel i8,j i,che in-
se), e precisa. Le iscrizioni cristiane che han-
cominciò a dar saggio di sue operazioni no ridonato gli scavi indetto biennioam-
ne'primi deliSì^a, la quale subito prati- montano a iZj intere o quasi intere, e
cò escavazion e ris;\rcimenti sul cimìterio circa 4^0 minori frammenti. Quelle e-
de'ss. iVereo, Achilleo e Domililla. Quin- scavazioni riuscirono fruttuose e utilissi-

di il dottissimo mg.* Alarino IMarini, pre- me anche alla profana archeologia per
fetto degli archivi segreti della Sede, s. quanto vi fu trovato. E' noto che i cri-
nella a.'edizionedeH'erudilissima Diplo- stiani fossori adoperavano sovente a chiu-
malica Ponlificia a p. xi applaudì alla
, dere loculi anco marmi tolti dai pub-
i i

nobilissima istituzione della Co/«m/.«/o«e blicieprivati mouumenlicaduti odistrut-


di arcluologiu sagrale che merita la so- ti; e gì' istessi fedeli parenti o amici del
lenne esclamazione eunca eurica, doven- defunto, non rare volte solevano sulla cal-
dosi ripulaie quale altra Accademia di ce colla quale si sigillava il sepolcro in-
archeologia sagra. Nel n.°i 6 del Gior- i fìggervi medaglie, pietre incise, avori e
nale di Ho'na del i853 si legge la rela- allro,([Uale contrassegno d'alletto e di me-
zione de'lavori intrapresi e compiuti dal- moria, alline di riconoscere il caro sepol-
la delta commissione nel i.° biennio di cro; donde avvenne, che le romane cata-
sua istituzione, in corrispondenza alla sua combe furono già miniere ricchissime di
destinazione, per la ricerca, restauro e tu- sill'illi tesori della romanaantichilà. Tut-
tela dc'pie/.iosi monumenti della cristia- ti i monumenti rinvenuti dalla commis-
na antichità, soprattutto nella metropoli sione di archeologia sagra, non sirimuo-
delcri>>lianesin)o. Pertanto, prima e prin* vono dai luoghi di loro trovamento, tran-
cij)alissima cura della comtnissione è sta- ne ([ualche rarissimo caso, che nell'im-
la \\ lintracciaie ne' sotterranei cinnteri possibilità di conservarli fra le rovine
delsuhurbano di Roma, e restituire [)er in luoghi aperti e indifesi, si trasfenrri-
quanto sia possibile allo stato primiero, no e collocarono nel Palazzo ApoiiO'
i66 SEP SEP
lieo Laleranense (Z' .), ove si va a forma- Laleranense, con tanto provvido consì-
re un museo, o per dir meglio a prose- glio fatto ora ristaurare dall' Em." sig.'

guire, secondo la mente e il concepimen- cardinal Antonio Tosti pro-tesoriere ge-


to di Gregorio XV I che l'incominciò, mu- nerale. Cos'i Roma si doterebbe di un nuo-
nifico restauratore di quel sontuoso edi- vo museo, che certo non potrebbe essere
magnanimo fondatore dell'altro
lizio, e collocato in una sede più degna". Ed è
Museo Gregoriano Laleranense [F'.),[)e[ perciò che fino dali85i Papa Pio JX
il

quale museo fece incidere da Giuseppe fece trasportare nel medesimo palazzo
Cerbara,per la distribuzione delle meda- la messe delle pietre sepolcrali figurate e
glie che do vea farsi nella festa de'ss. Pie- scritte di oltre a 200, insieme con 4''a'-
Paolo 1846, la medaglia col celebre
tro e cofagi rinvenuti in una medesima cripta
Antinoo da lui acquistato e già esistente del cimilerio di s. Sisto , afiinchè questi
nel Palazzo Braschi, che a motivo della tnarmi servano al nuovo museoch'egli in-
sua morte non si potè allora pubblicare tende di continuare e meglio attuare, co-
(come notai nel vol.XLl V, p. 7 8, X L V II, me luogo il piìiO[>portunodi Uonia al col-
p. 128, descrivendo la medaglia), non locamento d'una gran raccolta di monu-
che benemerito pe' doni fatti del mu. nienli cristiani; per cui nel i853 si coniò e
seo sagro della biblioteca Vaticana, esi- pubblicò la suddetta medaglia con l'An-
stente nel Palazzo apostolico f-^aticano linoo, e con l'epigrafe Museuni in aedi'
:

[f^-)- In prova di tultociò e per rendere bus Laieran. auctuni. Le dette pietre e
giustizia anche al comm.'' P. Ercole Vi- sarcofagi, cocne pubblicò la Civiltà callo-
sconti commissario dell'antichità di Ro- lica,e ripetè il ti.°i37 *^^^^^' Osservatore
ma, ricorderò : che nell'opuscolo intito- Romano deli85i, furono rinvenuti nel-
lato Adunanza solenne degli Arcadi te- le annuali escavazioni che i Papi, giovan-
nuta Udì ^settembre iS3c)nelBosco Par- dosi come in mille altre occorrenze del
rasio nuovamente restaurato e stampato , denaro della Dataria apostolica, man-
in Roma nel medesimo anno, nella nota tengono da due secoli e mezzo ognor at-
2 alla Canzone dello stesso eh. commis- tive ue'sagri cimiteri della Roma sotter-
sario, Papa Gregorio XFI visitaun trat- ranea; escavazioni che secondo l'invete-
to delle Catacombe de'ss. Marcellino e rata consuetudine durano 7 mesi e termi-
Pietro nuovamente scoperto (che ripor- nano maggio, rs'el detto pe-
col cadere di
tai nel vol.XIII,p. 148), si legge a p. 54: riodo, ch'ebbe termine nel maggio 85 1, 1

" Oltre ai due musei Egiziano ed Etru- furono preposti alle ubertose escavazioni
sco, de'quali si dà ceiuio nella strofa pre- il p. Giuseppe Marchi gesuita conserva-
cedente, la Santità sua ha accresciuto di tore de'sagri cimiteri, ed il cav. Gio. Bat-
cospicui monumenti il museo sagro, uni- tista De Rossi, i quali fecero ancora ese-
to alla biblioteca Vaticana, dove ha pure guire considerevoli lavori in 5 di tali ci-

fatto collocare le pitture di religioso ar- miteri, cioè di Trasone e Saturnino sidla
gomento, riunite già nel museo Mariot- via Salaria nuova, di s Agnese sulla No-
ti, che sono preziose non meno per la sto- mentana, de'ss. IMarcellino e Pietro sulla
ria dell'arte, che per quella della religio- Labicana,di s. Sisto tra la Latina e l'Am-
ne.Siccome però fre(iuenteniente si scuo- pia, e di Pretestato alla destra di rpiest'ul-
prono nuovi monumenti cristiani spe- , tima. Indetta narrazione, tra le preziose
ciahnenle in marmi scritti e scolpiti, l'au- sco[)erte degliencomiati archeologi, giu-
tore di questi versi ha umiliato al santo stamente si celebra quella del cimiterio
Padre, che si è degnato di graziosamen- di s. Sisto, perchè furono i primi a pene-
te accoglierlo, il progetto di formare un trarvi dopo molti secoli, aprendosi l'adi-
nuovo museo Cristiano nel patriarchio to a traverso ad una frana rovinosa che
-
,

SEP SEP 167


porgeva indizio di sotterraneo cimiteria- polcri.Di questa formasi conoscono 4 ci-
le. La lelazione quiudi riuscì applaudi- miteri pagani il ,° indicalo dal
:
p. Miu-
I

ta pel grande studio che lodevolnìenle chi sulla via Latina; il 2.° sulla via Sa-
molli ora pongono nellecrisliane antichi- laria, per tale dichiarato dal p. ^Lu•chi
tà di Roma, tesoro e miniera inesauribi- stesso, mentre il celebre d'Agincourt er-
le di preziosi monumenti, che contribui- roneamente lo pubblicò percrisliiino(nel-
scono ogni giorno a rischiaiare gii arca- la Storia dell'arte col mezzo de monu-

ni in cui è tuttora avvolta una gran par- menti); il 3.° e maggiore sul Monte d'oro
te della pittura e scultura simbolica ado- tra le porle Latina e Capeua; il 4-^ nella
perata dai primitivi artisti ciistiani. E via Appia, che comunica col cimiterio di
(juantoaila pittura merita di leggersiil ri- Prelestato, e nominalo dal Bottari, Per-
portato dal n. 4 del Giornate di Roma del
I ciò non devesi meravigliare, se cristiani i

i853, ed estratto dalla Civiltà cdttolica, eziandio nel V secolo, dopo la totale e-
ove si dice che dopo parecchi anni d'inuti- stinzione delle superstizioni orientali,con-
li ricerche, pervenne il dottissimo p. IMar- linuaudo ne' cimiteri a cavar sepolcri
chi gesuita, ossia il Bosiode'nostri giorni, s'imbjtterono anche non volendo fra le
(autore della classica opei-a i Moniuntn^i tenebre di que'sotterranei in sepolcri pa-
delle arti cristiane priinilive della //tetro- gani, come prova p. Marchi nella suao-
il

poli delcristianesinio,disegnatie illustra- pera Monumenti, quale incominciò


f\& il

tiper cura, ec, Roma 1844) ^ discoprire a pubblicarla assai prima che ilPerret po-
in un sotterraneo presso la via Appia cer- nesse il piede in Roma. Quindi il p. Piaf-
te pitture, che il Bottari avea pubblicate faele Garrucci gesuita pubblicò un' dlu-
come cristiane, quantunque fossero evi- strazione di queste pitture, esattamente
dentementepngane.il poganesimodi que- disegnate in 6 tavole, dai sepolcri Sabazi
ste pitture non è il paganesimo de'ron)a- e Mitriaci suddetti; dimostrando la stret-
ni primitivi, ma de'romani contaminati ta relazione che hanno col culto di Bac-
già dalle superstizioni, che massime nel co Sabazioedel persiano Mitra. Cosi fu
2. "secolo dell'impero vennero dall'orien- li parato al gravedanno fatto all'arte cri-
te e dall'Asia a crescere la bruttura del- stiana dal 1.° illustratore di queste pittu-
la romana idolatria. Come orientale que- re. Fra le categorie delle opere che illu-
sto rito tiene costume di seppellire ca-
il i strarono le antichità superstiti in ogni ge-
daveri interi e non abbruciati d' inter- ; nere di edifizi, credo che il principal nu-
rarli a grande profondità nel suolo, e non mero riguardi quelle de'sepolcri, perchè
entro le olle ne'colombari o ne' sepolcri in maggior copia ci restano; quindi olire
di famiglie presso la superficie o anche so- le tante parziali opere che riportai nel de-
pra il suolo; di seppellirli in guisa , che scrivere i ujonumenti sepolcrali,
singoli
un male avveduto non saprebbe come fa- e quelle generiche pur notate a'Ioro luo-
le a distinguerli da'sepolcri cristiani. Si ghi, qui riprodurrò un numero degl'iu-
nota, chele selle idolatriche che profes- nuujerabili scrittori in aigomento, senza
savano gli errori degli orientali aveano dire degli anlropofagi che liiimo del loro
cimiteri e sepolcri somiglianti ai cristia- stomaco barbaro sepolcro della cdriie u-
ni, perchè i ss. Pietroe Paolo aveano vo- mana, mentre delle vittime umane parl.ii
luto che i cristiani ili Roma si seppcilis' nel voi. LX, p. 1G9. Paolo Daniele Longo-
sero alla maniera orientale, ch'era (|uella \\o, Diss.de antropothysiae originiùus,L\
de'giudei, sccontlo la quale lo stesso au- psiaei72() 34. Sinelio Lange, De anlro-
tore del cristianesimo per 3 giorni volle polhfsiaeoriginc,lLì{\ùneij?ì'^.Gìiolauio
esseie sepolto , alla sua morte essendosi B.uuilaldi, Dissert.de prae/ìcis, ncceLÌLìut
couimussa tutta lu Ddluru ed aperti i se- J. Lanzoni, De luctii niorluali veterunij
i68 SEP SEP
Fei raiiae t 7 3.V. Nicolaij De sepidchrìs
i Schiassi , Inscn'pliones prò sepulchris et
Ilebraeorum j Liigduni 1 706. l'omraaso funeribus instauratis nonnullorum Dono-
Porcacchi, Funerali antichi di diversi po- nieiisium, Bononiae. Alhenagora, Della
poli e nazioni j forvia, or dine e pompe di risurrezione de' morti, Venezia 556. Dtd- 1

sepolture fdieseqitie, diconsecraz'oni ^/i- plii , Tractatus de sepulturis, Bononiae

i/cV/Cj Venezia 574- Francesco Peruocij! iG4i,Brixiaei ']Q)C:t.Wevsey Meditazioni ,

Poinpefiinehri di tutte le nazioni del nioii' sopra i sepolcri, P''ermo. Conim.'" P. Er-
do, raccolte dalle storie sagre e profane, cole Visconti, La via Appia, dal sepol-
A^erona 639. P. Gio. Francesco Baldini
1 cro de' Scipioni al mausoleo di Mete Ila,
sumasco, Sui sepolcri degli antichi roma- carme con note, ed appendice di scelte
ììi : 4^> P- ^''O del Giornale Ar-
nel l. iscrizioni, R.oma 832. Monumenti e ru-
1

cadico. Francesco Ficoroni, Le r'aschere deri antichi che vegs;onsi lungo i lati delle

sceniche e le figure comiche degli antichi due prime miglie della via Appia , incisi

romani, Roma
1786. P. Calogeià, Rac- all'acquaforte in 7,5 tavole e con breve
colta d'opuscoli t. 9: De formulis Bonae indicazione illustrati, Remai 844* Cav.
memoriae, Piae meinoriae, et simiUbus Gio. Pietro Campana, Di due sepolcri ro-
ad personas viventes quandoqne appli- mani delsecolo di Augusto scoverti tra In
catisi dissertatio: nel t. 33, Titi Flavii v:a Latina el' Appia presso la tomba dei
Clcmentis viri consularìs et uiarlyris tu- Sripioni,illu'> trazione con ine is ioni, IKomn

mulus illustratus. Scitele, Memorie sul- 1840. Gio. Pietro Bellori, Le pitture an-
V importanzade' monunìentiche si trova- tiche del sepolcro dei Nasoni nella via
no ne'ciiniteri degli antichi cristiani del Flaminia, disegnate e intagliate alla si-
contorno di Roma, Roma 824. Slevogtii, 1 iniluudine degl- antichi originali da Pie-
De sepulturis imperatorum, regunt, etc. tra Santi Bartoli, Roma 1 680, i 702-06.
Jenae 722. Saoivellii, De sepulturis di-
i Francesco Bianchini, Camera ed iscri-

sputationum controvcrsiae, Lncaei65o. z'oni sepolcrali de' liberti, servi ed offi-

M. Missirini , Pericolo di seppellire gli ciali dellacasa di Augusto, illustrate con


nomini vivi creduti morti, Milano 1837. a/inotazioni,Koiua 727, edizione niagni- 1

Winslow e Brubier, Trattato sull'incer- fj<a con figure. Pietro Santi Bartoli, Gli

tezza de' segni della morte, e suW abuso antichi sepolcri, ovvero mausolei romani
del seppellire e imhahainare prima del eli etruschi trovali in Roma eia altri luo-
tempo neWe Notizie letterarie oli ramon-
:
ghi, 1704. Antonio Bosio, Roma
Roma
tane del 744» ^ "^' Giornale de letterati
1
sotterranea accresciuta da Gio. Severa-
di Roma del i 75 1 . P. Fschiiiardi gesuita, no, Roma 03 1 1 , magnifica edizione: dice
Descrizione di Roma e dell' Agro roma- ZenOjChe riiicouìparabileBosio v'impiegò
no: cap. 8, Dé'cimiteri e sepolcri. P. G. 33 anni, e che il p. Semerano vi aggiunse
Allegranzia domenicano, De sepnlchris un libroe pubblicò. Qualche tempodopo,
f/ir/.^^V7/H'9jIVIediolani t 773.Sarni"lli,/^('«. il p. Paolo Aringhi la tradusse in Ialino
eccl. 1. 10. leu. 73: De' tesori trovati nei e riprodusse in Roma nel iG5 r, col lito-

sepolcri. Bolero, Dissert. 6 : Dell'uso di Io di Roma subterranea novissima, con


seppellire i morti con tesori, perclic cre- Mg. rGiovaimi Boltari nuova-
addizioni.
devano die dopo ODO annidovessero ri- 1
mente pubblicò le tavole condotte a'iem-
suscitare. Raoul Rochetle, DJemoria so- pi tli Bosio, rimaste quasi senza spiegazio-
pra V antichità cristiane, pitture delleca- ne, con eruditissimi coiumenli: Raccolta
tacoiììhe : se ne rende ragione nel t. 6, p. e spegazione delle sculture e. pitture sa-
22 degli Annali delle scienze religiose.
I
gri- f strattedai cimiteri di Roma, pub-
Andrea \ov'\o, Metodoper rinvenire e fru- blicate già dagli autori della Roma sot-
garti sepolcri degli antichi j Napoli 1822. terranea, iìoina 1787 4^-54- Il «^3u. INIar
. 4

SEP SEQ 1G9


c'Anlonio Boldetli già ne! 1720 ivi avea Cartagine tenuta nel 484 d'ordine d'Un-
pubblicato: Osscn'azioni sopì a i cimile- neiico re de' vandali : non avendo però
ri de ss. Marlin, ed aiilichi crisliani di voluto sottoscrivere agli errori de'dona-
Roma, ag°iuntavi la serie di liUli quelli listi, venne da tal re mandato in esilio.
che Oio al prcscnle si sono scoperli. Ri- Morcelli, Afr. dir. 1. 1

cusò il vescovato ollertogli da Clemente SEQUANO (s.), abbate. Nacque nella


XI, per attendere ai suoi sludi e all'uf- piccola città di iMaymont in Borgogna, e
fizio di custode delle calacoml)e, cui e- ricevuta un'eccellente educazione abbrac-
la succeduto al celebre prelato urbinate ciò lo stato ecclesiastico. Le sue virtù lo
Piafiaele Fabrelti,di cui abbiamo : Inserì- fecero assai presto conoscere dal vescovo
pliones anlicjuae, R.oinaei702. IMiiiiter di Langres, che l'orduiò diacono e prete
Siiiiibilder, Jniniagini simboliche e rap- avanti l'età prescritta dai canoni, creden-
presentazioni figurale degli anlichi cri- dosi avere legittima ragione per disco-
stiani, Altonai82 5. Raccolta de'monu- starsi dalla regola generale. Sequanogio-
menlisacrie sepolcrali scolpili in Roma vossi delle persecuzioni mossegli dagfin-
ne' secoli e XF X
fi, misurali e disegnali vidiosi, per eseguire la risoluzioiiecbeavea

da Francesco 31. l'osi, e a coniamo in- presa da gran tempo di abbandonare il

tagliali in rame da A. Secchio e da al- mondo, e monastero di Reo-


si ritirò nel
f/7, Roma 1837. L'arcliitetlo e cav.Tosi, me, nel territorio di Auxois, dove si per-
aut(jre eziandio lodatissimo dei Monu- fezionò nello studio della s. Scrittura ed ,

vienti sepolcrali eretti in Roma agli no- informossi alla pratica di tulle le virlù re-
ìnini celebriper scienze lettere ed arti,
, ligiose. Qualche tempo appresso fabbricò
che encomiai altrove, da ultimo assicurò egli medesimo un monastero nella fore-
cheavrebbe continuala si interessante o- sta diSegestre, verso lesorgenti della Sen-
pera. Carlo Carloloineo Piazra, Necro- na, il quale prese poi il suo nome, come
logia ovi'cro discorso de misteri de'sagri pure la città che vi si è furmata. La re-
rilie cercmonie ecclesiastiche ne'funerali golarità ch'egli vi stabilì lo rese celebre,

ed esequie de'morti, Roma i 7 i i . Tratta e trassevi gran numero di discepoli. Fu


del costume di varie nazioni nell'esequie favorito da Dio del dono dei miracoli, e
e funerali; de'ritieceiemoniedellii cbiesa; morì, secondo l'opinione più probabile, ai
del lavarsi, ungersi e imbalsamarsi i ca- iq di settembre verso l'anno 58o. Nei
daveri; del suono delie campane, della de* martirolo"i
o di Adone e di Lsuardo è fat-
lazione della croce, dell'incenso, dell'ac- la menzione di luisotto il nomedi s. Si-
qua santa,de'lumi,edelcantone'funerali; gone, ed in Francia fu detto volgarmen-
dell'abito de'morti, del color nero, del fe- te s. Seine.
retro, catafalco, bara, cataletto e coltre, SEQUENZA, Seguentia.'E' \a Prosa
loro uso e misteri; del 3.°, j .°,3o.°y'\o.° e {f.), che acquistò il nome di Sequenza,
5o.°giornoneirese(pjie;degli anni versali, perchè seguita dopo Graduale e \' Alle-
il

de' suliragi, delle liuiosine e indulgenze; lu/a{f.). Sì chiamarono libri Sequenziali


de'beccamorti, loro ministero, usoe auti- oScquenzianarii quelli che contenevano
clii privilegi. le secpienze in ordine disposte pei giorni
SliPTlMUNICIA. Sede vescovile del- stabiliti dell'anno. A Prosa dichiarai le
la provincia Bizacena nell'Africa occiden- principali sequenze che ammette la chie-
tale, sotto la metropoli di Adrumeto. ^ i sa romana. Alcuni chiamano sequenza
fu celebrato un concilio, in cui si pubbli- l'antifona Sah'C Re^i'uz (F.), preghiera
carono G canoni, che riporta l'Arduino, che si attribuisce a diversi. Dice l'ab. Di-
Concil. f. I, p. i25i. IS'e fu vescovo Pa- elicli, nel Dizionario sacro liturgico, che
scusiu, clic iulervcuuc alla coulereuza di S)i chiama Sequenza perche pcrcantusa-
1 ^o S E 11 SER
moenilaletn ad sec/iienlia praepnrat, di- p. Bonanni, Catalogo degli ordini eque-
cendosi dopor/^//e/«y^inaIcunesulenni- strie militari, p.ioj. Ma l'ordine fu sop-

là, e Ordinniio romano si chiama


dall' presso dopo l'introduzione del luterani-
Jiihilalio, perchè è un Cantico (F.) d'al- smo nella Svezia, ciò che altri ritardano

legrezza, il quale ragionevolmente si u- al regno di Carlo IX. Nel 1748 a'28 a-


iiiscealla voce Jllelnja, per ispiegare l'i- piile fu ristabilito dal re Federico I, ed
nellabile letizia dellaChiesa nelle festeso- il re Carlo XIII ne riforrnò gli statuti a'g

Jenni diPasqua, ài Penlecoslej (ìe\ Cor- luglio 1 8 4,con quelli dell'ordine di


I Wa -

pus Domini. Quindi egli crede che impro- sa e di Carlo XI li. Il re è signore e gran
priiiuieiite>i appelli sequenza il Diesirae maestro dell'ordine; principi reali sono i

\F.) nelle messe de'defunti,a motivo che cavalieri nati:si concede pure ad altri so-

tale messa non deve avere né alleluja, né vrani e principi reali. Senza comprender-
sequenza, che sono cantici d'allegrezza. vi tali principi, 1' ordine si compone di

Diversi poi sono quelli cui si attribuisce 3 I cavalieri, i3 svedesi e 8 stranieri: gli

la composizione delle sequenze, secondo svedesi che ne sono decorati occupano le

gli autori che cita Diclich. Si può anco prime cariche dello stato e della milizia.

vedere Zaccaria, Onornasticon rituale, La loro elezione si fa nel lunedì prece-


\{iihoSequentia,comeìa definisce, e qua- dente all'avvento, ed il loro ricevimento
li nutoii ricorda. Abbiamo del dotto pre- nell'oriline a'28 aprile, giorno della na-

lato Baraldi diModena: Fersioue degl'In- scita di Federico 1 suo ristoratore, e del-
ni e delle Sequenze negli uffici di\'iiii, e la festa dell' ordine. Ninno svedese può
de' Cantici detln Scrittura, Modena 8 5. 1 i essere decorato di quest' ordine, se non
SEPvAFlNI, Ordine equestre di Sve- è fregiato dell' altro della Stella polare.

zia. Fu istituito da Magno I re di Sve- Essi giurano d'osservaregli statuti, di mo-


zìBj che regnò dal syS al 2go, ma sic-
i i rire [)er l'onore di Dio, per la fede evan-
comeil figlio Magno 11 alla sua corona- gelica, per la prosperità del regno;di so-
zione creò molti cavidieri, iliversi scrit- stenere con coraggio il nome svedese, di
tori lo dissero fondatore. Altri alFermano proleggere e soccorrere i poveri, le ve-

che Magno li l'erigesse neh 334 in nie- ilove, gli orfani. Nella decorazione sono
tnnria del famoso assedio d'Upsala, per le sigle1 H
S, che significano Jesus ho-
difendere i suoi stati dalle scorrerie dei ininuni Sahator.'^ó rovescio della plac-
barbari e in difesa della religione catto- ca vi sono le iniziali /^ /ì cV, che esprimo-

lica, sotto l'invocazione del i\^o/;jer^/ Gc- no Fridericus rex Sueciae: la decorazio-
sìi, onde ne parlai anche all'articolo di ne pende da una fittuccia di seta bleu.
tale ordine equestre, che in sostanza è que- y. Svezia.
sto medesimo, consistendo anticamente SER VFINA (beata). Figlia di Gui-
la decorazione in un ovato pendentedal- do Antonio conte d' Urbino, e di Cate-
lacollanacollesigle di taleadorabile no- rina Colonna, manifestò la sua pietà fi-

me in campo azzurro, con 4 chiodi smal- no dai piìi verd'anni, e perduti i genito-

tati di bianco e di nero, per ricordare la ri con molta cura presso pa-
fu allevata i

sua passione. E perchè la collana fu for- renti di suamadre. Si congiunse in ma-


mata con teste d'oro di Serafini ( degli trimonio con Alessandro Sforza signore
angeli serafini trattai a Coro degli Ax- di Pesaro e contestabile di Sicilia. Quan-
GEi.i)in isinalto rosso, fu cos'i denominato, tunque la sua condotta fosse irreprensi-
essendo tali figure intra olezzate con croci bile, venne in disgrazia del marito, cui

patriarcali d' oro senza smalto, allusive una rea passione teneva altrove legalo;
alla sede metropolitana d' Upsala {f^.), e dopo 2 anni di matrimonio fu costret-
e

come si vede nella figura riportata dal ta a rifuggire nel convento delle religio-
SER SlìR 171
se di s. Chiara a Pesaro, ove fu anche ti, i con pazienza
cui disprezzi soppoilò
forzala a slanziaisi co' voli di ieli"ioue. e dolcezza inallerahile. Ma e^li divenne
Sonioiessa a'divini voleri, ella non peu- per gradi l'oggetto di un rispetto uiii-
sò piùche ad acquistare la perfezione del versale nel suo conveuto,e la fama delle
nuovo stalo, e a santificarsi. La sua vir- sue esimie virtù si sparse nella città di
lìi invaghì talmente tulle le sue compa- Ascolie ne'suui dMitorni. l^ersone di gra-
gne, che la scelsero per loro abbadessa, do elevalo nella Chiesa e nello stato lo
e Seralìna mostrò degna di questa scel-
si consullavauo sopra materie importanti,
la colla sua prudenza, colla sua carità, ed approfittavano de' suoi consigli. Eia
colla sua equità, e col suo zelo per la di- maravigliosoil vedere, dice il decreto del-
hciplina.Visse 22 anni in religione, emo- la sua canonizzazione, l'ascendente di
lì agli8seltenibre[4T^8. 11 suo culto ven- questo povero ed ignorante fiate laico
ne approvato da Benedetto XI V, ed es- sugli abitanti d'.Ascoli, e la facilità con
sa è onorata a'q settembre. F^. Pesaro, cui ponea fine alle più accanite contese.
SERAF1^'0 (s.) DI Monte Gra.varo. Divideva coi poveri ciò che gli era ac-
Natque da poveri genitoii nel 1540, e cordato pei suoi bisogni dalla comun.iìi,
furniato fin dall'infanzia al servigio di e visitava regolanneiile gli spedali e le
Dio coi precelli ed esempi della sua vir- carceri, provvedendo a'bisogni spirituali
luosa madre, crebbe cogli unni la sua e temporali degli afthtti. Piacque a Dio
pietà. Il suo primo stato fu quello di pa- che sì grandi virtù fu>sero adorne di do-
slore, in cui attendendo a custodire la ni celesti. Egli predisse l'avvenire esco-

f-'ieggia che gli eia stata affidala, santi- perse il segreto de'cuori fu pure favo- :

licava la sua occupazione colla preghie- rito di ratti ed estasi, e guarì cui segno
ra e con pie meditazioni. Dopo la morte della croce persone aggravale da diverse
della niadre, lavorò per suo fratello, e infermità. Finalmente dopoaver predet-
da esso trattato con durezza non se ne to il fine di sua vita, rese la sua anima
dolse. Sembrava clie la sua pietà si ras- al Creatore, nel 1 604, in età di 7 i anni,
sodasse in mezzo alle contraddizioni: di- Ael iG io Papa Paolo V autorizzò lacit-
giunava tre dì per settimana e consa- ,
là d'Ascoli a manifestare pubblicamente
grava all'orazione il tempo che polca to- la venerazione che nutriva pel servo di
gliere al lavoro. Chiese poi di essere am- Dio, permettendo di collocare una lam-

messo come frate laico in un convento pada sulla di lui tomba; e creò poscia una
di cappuccini situato sul !Mou te Grana- commissione per l'esame delle sue viriti
10 presso Ascoli; roa la mancanza totale e dei suoi miracoli. Intrapreso poi il prò-
d'istruzione e la sua apparente incapa- cesso di uso, nel 1
"6" Clemente XIII prò-
cita per ogni sorla d'alT-iri, indussero d.ij)- nunzio il decreto di sua canonizzazione,
principio quei religiosi a ligeltare la sua e se ne celebra la memoria il giorno la
domanda, alla quale finalmente dopo di ottobre.
molte e reiterate istanze acconsentii ono, SER.VPIONE (s.), abbate. Era pre-
ed egli vi fece subito dopo la professio- te, ed aveva sotto la sua direzione circa
ne. Passò un lungo intervallo di tcm()0 10,000 monaci dispersi nei ileserfi e nei
senza che si scoprisse tutto il suo meri- monasteri vicini ad Arsiuoe nell'alto E-
to, quaiitun(|ue osservasse esattamente gitto. Questi solitari si davano al servizio
la regola dell'ordine, aggiungendovi un- degli allittaiuoli di quella contrada, pei*
che delle austerità volontarie, e piati- coltivare le terre e mietere le biade, san-
casse la più perfetta ubbidienza e la più tificando tale penoso lavoro coll'orazione
profonda umiltà anzi ebbe multo a suf-
; ed altri esercizi di pietà. Ci.iscuno riceve-
frire per parte di alcuni fr.iti iniprudcn- \ a per salario 1 2 misure di bi.id.i, die gli
I ya S ER SER
antichi cliiamavnno artahes, le quali Fol- Sparla a Roma, affine di perfezionarsi sui
lila vano, secondo Palladio, 40 staia roma- grandi modelli di virti^i che quivi trova-
ne. L'abbate, a cui questa biada veniva vansi. Tornato poscia in Egitto, morì nel
consegnata, ne impiegava una parie ad deserto verso il 388, io età di 60 anni.

jilimentare i fratelli e i poveri del vicina- Bollando ed Enschenio dicono che s. Se-
lo, e il rimanente lo mandava ai distia- rapione è nominato ai 2 di marzo in al- i

Jii d'Alessandria che se ne trovavano in cuni mensili greci. Baronio confonde que-
Jjisogno. S. Serapioue adempiva le fun- sto sauto con s. Serapioue di Sidone mar-
zioni del sacerdotale ministero con ange- tire.

lica purezza, e trovava eziandio tempo da SER APIONE(s.), vescovo di Thmuis


liivorare co'suoi discepoli, proponendosi in Egitto. Dopo avere esercitate per al-
con ciò d'esser loro d'esempio, e d'essere cun tempo le funzioni di catechista in A-
o parte del loro merito. Canisio ha nomi- lessandria,ritirossi nel deserto, ove di ven-
iiiilo questo santo a'2 i di marzo nel suo neunodeipiìirispleudenti lumi dellosta-
inni lirulogio germanico, alche lo indusse lo monastico, e fu l'amico di s. Antonio.
l'aulnrilà di alcuni mss. dei mensili greci. Trailo dal suo ritiro, fu posto sulla sede
SERAPIOJNE (s.) , soprannominato episcopalediThmuis, donde venne in ap-
Sindonila, da una specie di fascia di tela, presso bandito per la fede cattolica, del-
con cui si copriva il corpo. Nacque in E- la (piale avea presa la difesa con s. Ata-

giltoeraenò vita austerissima, conservan- nasio, per cui s. Girolamo gli dà il titolo
do sempre ne' diversi viaggi che fece in di confessore. Si adoperò semprecoo som-
vari paesi, il suo spirilo di povertà e di mo zelo a premunire fedeli contro gli
i

penitenza. Per procurare la conversione errori di Ario e di Macedonio; compose


tl'un commediante pagano, si vendette a un eccellente trattato contro i manichei,
lui in qualità di schiavo. 1 suoi discorsi e ed indusse s. Atanasio ascrivere la mag-
j suoi esempi produssero l'elTelto che de- gior parte de'suoi libri contro gli ariani.

siderava; il commediante si convertì con Questo illustre dottore della Chiesa ave-
tutta la sua famiglia, rinunziò al teatro, va sì alto concetto di Serapioue, che lo
e per gratitudine diedegli la libertà. Al- incaricò di rivedere le sue opere. Il suo
cun tempo dopo vendè una secondasi ingegnojcongiunto ad una cognizione pro-
\olta, afljue di poter soccorrere una po- fonda della letteratura sacra e profana,
vera vedova. Il suo novello padrone fu gli fecero dare il soprannome di Scola-
.sì contento de'suoi servigi che ne lo alhan- stico. Egli morì in bando nel IV secolo,
cò, e di pili gli diede un abito, una tona- ed è inserito nel martirologio romanosot-
ca e un libro dei vangeli. Appena uscito to il giorno 2 i di marzo.
di casa,Serapione donò l'abito al primo SERAPIONE (s.), martire. Inglese di
povero in cui s'avvenne; poscia ad un al- nascita, fuuno de'primi discepoli di s. Pie-
tro abhrividitodal freddo diede la tona- tro Nolasco. Fece due viaggi, uno in Mur-
ca, sicché non gli rimase che un panno- cia , r altro in Algeri, per riscattare gli
lino per coprisi. Da ultimo vendette an- schiavi. Essendo rimasto in ostaggio pres-
che il libro dei vangeli per assistere una so gli algerini, sino all'intiero pagamen-
persona venuta in estrema miseria. Es- to della somma
convenuta, riuscì a con-
sendosi venduto altre volte per procura- vertiree battezzare molti maoroettani;ma
re al prossimo soccorsi spirituali e cor- questo suo zelo nel propagare la fede di
porali, ebbe fra suoi padroni un mani-
i Gesù ebbe a costargli la vita nel
Cristo
cheo che abitava a Spaita, e riuscì a ri- 1240. Benedetto XIII lo dichiarò mar-
condurlo con tutta la sua famiglia inse- tire nel 728, ed approvò il culto che gli
1

llo alla vera Chiesa. Serapioue passò da era sialo reso in ogul tempo presso i pa-
SER SER 1-3
tiri della I^rercede, clie ne celebrano la fe- indi in Polonia, donde Cenedelfo XIV lo
sta ai i4 fli novembre. traslatò a Vienna nel 746, ed in premio i

SERAPIONE (s), uno de'setle Dor- de' suoi servigi a'aG novembre 1753 lo
menti. V. DORMIE.NTI (i sette SS.). creò cardinale prete di s. Stefano al Mon-
SEUCELLOM Gia?jnantomo, Cardi- te Celio, e poscia lo fu di s. Maria in Tras-
nale. Patrizio milanese, pei" la singolare tevere. Clemente Xlll nel 1763 lo no-
sua prudenza e grande abilità nel tratta- minò vescovo d' Albano, e Pio \ I ai 18
re gli alTari di grave momento, e siccome aprilei 770 d'Osliae Vellelri, non volen-
assai caro a Più IV fratello di sua madre, do il cardinal Albani lasciare il vescovato
questi Io fece vescovo di Foligno, e poco di Porto, essendo a un tempo decano, uè
dopo nella r." promozione de'3i gennaio quello di Frascati il cardinal York. Ap-
1 56o pel r
.^ lo creò cardinale prete di s. parlenneallecongiegazioni di propagan-
Giorgio in Velabro, legalo di Perugia e da, dell'immunità, de'vescovi e regolari;
dell'Umbria, che governòcon fama di co- e fu protettore dell'ordine agostiniano, e
stante giustizia e religione. In detto anno del b. Pietro da Pisa, non che fu legato
fu traslato alla sede di Novara, dove vi- di Bologno. Dopo aver concorso all'ele-
sitata la diocesi neli5G8 vi celebrò il si- zione di 3 Papi, morì in Roma agli 8 di-
nodo che pubblicò colle slampe, e vi fon- cembre 1775, d'anni 80 e un mese, con
dò il seminario. Dopo 4 anni la rinunyiò 1 fama di giusto ed ebbe sepoltura nella
,

colla riserva di i eoo scudi di pensione, la chiesa di s. Carlo al Corso, avanti l'altare
quale con beneplacito
trasferì nel nipote, maggiore, con magnifico elogio, postovi
di Sisto V. Successivamente passò al tiif)- dai fratelli Serbelloni suoi eredi.
lodi s. Maria in Trastevere, e fu vescovo SER 0SER.E. Titolo d'onore non piìi
suburbicario,nel 577diSabina,nel 1078 i in uso, e adoperato in significato di sire,
di Palestrina,nel i583 di Frascati, oveau- signore, doininus, maestro. Messere (f.).
mento nel capitolo 2 canonici e ne accreb- Si poimo consultare ilTirac|uel lo che scris-
be le rendile, neh SS-: di Porto, e final- se sui titoli di Sere e Mesierej l'Escobar,
mente nel 1589 d'Ostia e Vellelri, e de- De NohUit.; Mastrill., De nwgistrat.j \i

cano del sagro collegio. Intervenne a 5 con - cardinal de Luca, De Testani. disc. 84, De
davi, e con gran pietà mori in Roma nel Praeem. disc. 3o e 35j Rot. corani Falco-
I 5c) I , di 72 anni, Maria
e fu sepolto in s. ner,/5e Donai, dee. n.°22 eseg. Il iSVrfu
1 ,

degli Angeli, al manco lalodell'allare mag- adoperalo anche nelle iscrizioni sepolcra-
giore, con memoria fregiata dello stem- li, ed un esempio si può vedere nel p. Ca-

ma gentilizio e di elegante iscrizione. IS'el simiro, I\Ienioned' Araceli, p. 2 i 3. WSer


rione Parione ampliò e abbellì il palazzo, fu usato non meno che da-
dagl'italiani,
già residenza de'governatori di Roma. gl'inglesi, quali dicono iS"/>j perchè deri-
i

SERBELLOM Fabrizio, Cardinale. vazione di Sire (/^.): veneziani adopera- i

D'ima delle primarie famiglie di Milano, vano il Sere invece di Doniiniis (/ .).
passala l'adolescenza nel collegio demen- SEREDDELA. Sede vescovile della
tino di Roma, si trasferì aPavia, nella cui Mauriliana Cesariense nell' Africa occi-
università fu laurealo in giurisprudenza. dentale, sotto la metropoli di Giulia Ce-
Kitornalo in Roma , Tnnocen7o Xlll lo sarea. Il vescovo Rogato nel 4^4 fi' alla
fece vicelt'gato di Ferrara, tlonde dopo 7
conferenza di Cartagine, e venne esilialo
anni Renedcllo Xlll nel 1728 lo mandò (Oli altri vescovi da Unneiico re de'vaii-
a Malta periiiquisilore. Adempito conlo- dali ,
per avere ricusalo di sottoscrivere
de il suo incarico, fu dcslinato governa- l'erronee proposizioni de'donulisli. Mor-
ture di Loreto, e ClemenleXII indi 731 ctlli, .-///. chi . t.i.
l'iuviò nunzio a Firenze, poi in Colonia, SEREXA (Scrtnepolitan). Ci Uà con
174 '*5ER SER
residenza vescovile nell'A mericn meridio- Giornale d! Roma deli852). Gl'inglesi
nnle nella repubblica del Chili, provincia la saccheggiarono varie volte; fu quasi

diCoqnimbo, capoluogo di disi ietto ad un del lutto distrutta da un terremoto nel


4.° di lega dalgrande Oceano, chefoirna 1820, e molto soffrì per quello del 1822.
a 'imbocca tu la del fiume di questo no-
11
Gregorio XVI colla hoWa Ad AposloUcae
me un porto assai grande ed eccellente, in polestnli s fasligiittn del .° giugno 840,
, i i

cui i vascelli sono difesi da lutti i venti, eresse la sede vescovile dichiarandola suf-
e perciò assai frequentato, ed al quale si fraganea della metropolitana di s, Giaco-

giunge per bellissimi viali di mirti. E lun- mo del Chili.Quindi peri." vescovo no-
gi 35 leghe da Huasco, e 87 da Santia- minò nel concistoro de' 22 luglio 184*2
go o s. Giacomo del Chili. E' situata in Giuseppe Agostino de la Sierra di Copia
un luogo elevato, sulla riva dei mare, ed pò diocesi di s. Giacomo, già parroco in
in una pianura cinta dalleAnde.Isuoi dm- Serena, poi canonico sopranumero di det-
torni sono veramente deliziosi, e bagnali* ta metropolitana, e vicario foraneo della
dal fiume che distribuisce col mezzo di provincia di Coquimbo. Per sua morte,
canali le sue acque ne'nimierosi giardi- avvenuta nel i852, il Papa Pio IX nel
ni della città, quali dividono ogni abi-
i concistoro de' o marzo 18 53 preconizzò
i

lazione l'una dall'altra e producono oli- l'attuale vescovo mg.r Giusto Dunoso di
ve eccellenli. La città è assai bene fab- s. Giacomo tlel Chili domenicano, dallo
Lricafa, le sue strade sono larghe e dirit- slesso Pontefice già fatto ° vescovo di s.
i

te, ma le case basse e coperte in gran por- Carlo di Ancud di Chiloè pure nel Chili,
te di canne, a cagione de' frequenti ter- sede eziandio istituita da Gregorio XVI
remoti chedesolano la città. La cattedra- colla bolla Uhi prhnuni iinii'ersaliseccle-
le è bella, sotto l'invocazione di s. Bar- siaeprocuralioner/ifùei'j maggio 1840
tolomeo apostolo, ed ha il baltisterio con (leltereapostoliche chequel Papa deputò
cura d'anime esercitala dal parroco. Il ca- a fare eseguire il medesimo religioso),
pitolo si compone della dignilà del deca- mentre colla precedente bolla Benefìceii'
no, di 8 canonici comprese le prebeiirle tisxinio Doììiine proi'idae^ de'2 i maggio,
del leologo e del penitenziere, di 6 bene- avea eretto in arcivescovato s. Giacomo.
ficiali o prebendati, e di altri preti e chie- Ogni nuovo vescovo è tassato ne'libri del-
rici addetti al divino servigio. Il palazzo la camera apostolica in fiorini 33, ascen-

vescovile è prossimo alla cattedrale. Non dendo la mensa a più di 4ooo monete
vi sono nella città altrechiese parrocchia- d'argento di quel le parti, equi valenti a scu-
li, bensì due conventi di religiosi, il col- di romani. La diocesi comprende l'intieia

legio, il seminario, ed altre istituzioni. Il provincia di Cotpiimbo, dal fiume Chia-


.suo commercio consiste principalmente pa sino al deserto luogo d'Alacama, e per-
in rame, cavalli olio eccellente e carni,
ciò si estende per circa 3oo leghe.
salate. Le sue vicine campagne sono sem- SERENISSIMO, Serenissimns. Tito-
pre verdeggianti, quantunque vi piova di lo d'onore che si dà a gran principi, vo-
rado. La costa fornisce del buon pesce. I cabolosupei lalivo di seveaOfSereniiSf/ii-
suoi abitanti in generale sono buoni, ci- cunduSy iranquilluS) chiaro, che ha in se
vili, onesti e all'abili , ma poco dediti al serenità, serenilas, parola eh' è anco a-
commercio. Questa città fu fondata nel straltodel tilolodiserenissimo,e valechia-
I 544 da Pietro Valdivia onde far fronte rezza. Osserva il Parisi, Istruzioni per la
allescorrerie degl'indiani, e de'feroci aia- segreteria, t. 3, p. 58, che il titolo di Se-
cuani (alla conversione de'quali nel 184 renissimo hi inventato dagl' ioiperalori
si portarono i cappuccini, con que' filici per attribuirlo a se stessi ed alle persone
successi che si leggono nel n.° 229 del di loro famiglia; quindi passò ad onorare
,

SER s i: R I
- •;

i re(in falli leggo inRinaidi all'anno i i 7(1, solila Irnllaie anche i re di Francia col

27, elle r arcivescovo rli Canloiheiy


i>.° titolo di Sercnilàjcna nel trattato di Wc-
parlando del re d'Inghilterra Enrico li. 1G48Ì plenipotenziari impei in-
sifalia del

Io chiama serenità; se pure non intende liconvennero sull'accordargli il titolo di


applicai la al Papa Alessandro! II, essendo Maestà: al principe di Condè piacque di
alquanto oscuro il periodo, ed il conlesto essere c\\\amH\o altezza serenissima. In-
me lo fa sospettare). Trovo in Morelli, torno al titolo di i9er<';n7</, vedasi Juret
liiliis dnndi preshyleriuni, 33", dato p. ad SymmacU. lib. 2, ep. 8. Cancellieri
il titolo di Serenissimo a Cencio Prefetto nella Lettera sul titolo di Don, parla an-
di Roma ( /^.) nel 1078. Leonardo Areti- cora detiloli Serenissimo e Serenitàj e
no (segretario apostolico ed eccellente e- nella Dissert. sopra Coloml>o,p.igo, di-
pislologralbj morto nel i444) ciiiamò il ce che il titolo di Serenissimo (ix dato al
re di Spagna: Serenissime et gloriosi-^si- re di Portogallo, neirorazione pronun-
ine Rex. Il cardmal Farnese nel secolo ziata in concistoro ad Alessandro VI,dal-
XVI, scrivendo alla regina, usò il titolo l'ambasciatoredi Giovanni 11^ Ferdinan-
di Serenissima Regina, et) in corpo della dode Alnieida,eclie su questotitolo par-
lederà vostra Maestà ( V.). L'iniperaldie ticolarmente scrisse Cristiano Ileuman-
Alassimiliaiio li con lellera de'25 magaio 110: Programma de litido Serenissimi
I 07 Sdirei la : Reverendis.iii diri sto Fa- Gotlingaei '-26, e nelle sue Poccdf.s. 3,
Iribus DD. S. R. E. Episcopi s, Preshy- p. 484- Xel Dizionario italiano delle o-
teris, et Diaronis, ac universo Collegio rigini,s\ narra che Giovanni Villani (che
CnrdinaUuni amicis nostris cìiarissiniis, iiori pi ima
Aretino, e perciò un e-
dell'
li e>oiiò a non dare il titolo di Serenis- sempio piìi antico), rh in ma va iStrf /«;>«/-
simo e di /altezza (/'.)? come alcuni car- mo un principe, il quale a lutti gl'italia-
dinali aveaiio dato, ai duchi di Fez rara ni, siccome splendida e chiara stella, get-
e di Mantova. La repubblica di Venezia tava raggi. Pietro Crescenzio (agronomo
ebbe il titolo di Serenissima, ed il Dcge italiano e quasi restauratore tiella scien-
(/ .) quello di Serenissimo : così altre le- za dell'agricoltura del secolo XI II) inli-

pnbbliche e dogi, come quellae quello di lolò suo libro dell'agricoltura a onore
il

Genova. Ai doge peiò di Venezia, olire del .serenissimo re Carlo (Il re di Sicilia).
iltitolo di Seienissimo principe, da vasi Altri antichiscrittori parlano della Se-
ancora nel secolo XV il titolo di Domi- renissima corona di Francia. Nel Dizio-
natio. In seguito il Serenissimo venne nario francese delle origini, si dice che
tlalo allo slalholder tV Olanda, a' prin- i di Serenis.fiiiio e Serenità erano
titoli

cipi reali figli e fratelli de'/iV (/ .); a'ilu- titolid'onore assunti altre volte dai re
chi di Modena, di Parma, clÌ a parecchi slessi, ed anche dai /'escovi (F.): re i

principi di Germania che hanno sovra- francesi della 1 .'tlinastia, parlando di loro
iiil.i, su di che può vcdeisi Striivio, Corp. medesimi, dicevano «o«//Y7ffrr/n7/; (e co-
Jiir. Rem. Gemi. cap. 17,522, cap. 20, § me dessa terminò nel 752, tln ciò rileva-
19. I cardinali scrivendo alla regina di si l'antichità di (|uesto titolo, ora proprio
l'ulonia, facevano questa mauàione: yflla ile'grandi principi); e nello slesso modo
sagra reale maestà della serenissima re- *hiama vasi pure da se medesimo Adelar-
gina di Polonia. Inolile Parisi, a p. 34 tlo vescovo diClermont (.^3." vescovo, se-
riferisc»', che quando il titolo di Maestà condo Clienu, e del decimar del IX seco-
era proprio del solo Imperatore^/ .) dei lo). Da che il titolo di Maestà, pare dopo

romani, i re li chiamavano y^llezza, Se- ili()48, SI rese privativo delle teste cokì-
renità, vc'tra Grazia. Lascgictnia im- iiiitc, quello di Serenissimo è liuiasloHi
peliate per antichissima costumanza era sovrani che non sono re, ed ni [)i inopi
176 SER SER
reali, a'qnali si dà il titolo di Altezza rea- gnor mio osservandissimo, cos\ nella so-
le e serenissima, li titolo di Serenissimo prascritta; ma in corpo l'os/r*^ altezza re-
si concede pure dai sovrani per privile- verendissima. Che al cardinal duca di
gio a qualche principe non sovrano, au- York si die pure il tìloìo d'i Serenissimo,
coichè non di sangue regio, per le sue be- lo notai a Eminenza. In Germania molti
nemerenze.! vescovi ch'eranosignosi teoi- sonoi principi serenissimi, benché piccoli
porali di loro diocesi, godevano il titolo sovrani. Si legge ne\Journalde Francforl
dió'ere«/55//?io. Nel titolarlo epistolare che de'20 luglio i853j che secondo il censi-
usano i cardinali, trovo che nelle felici- mento lostatocontayS, i5oabitanti.» Si
davano il Serenissimo si-
tazioni natalizie trovano ancora in Alemagna 8 stati so-
gnor mìo colendissimo, vostra serenità, vrani , la cui popolazione è inferiore a
dimostra serenila, a\ doge di Venezia, sen- quella di Francoforte j ve n'erano anzi 12,
za ripeterlo nella soprascritta, che si fa- prima delle modificazioni territoriali di
ceva semplicemente: Jl Doge di Vene- Anhalt e di Hohenzollern". Dappoiché
zia. Però si nominava nella lettera , la Anhalt-Dessaued Anhalt-Koelhen ducati
Serenissima Repubblica di P'enezia. Non nel (853 stesso furono riuniti in un solo
scrivevano tali lieti augurii al doge di Ge- ducato. Come Hohenzollern fu unito al
nova. Agli Elettori dell'impero (F.) se- redi Prussia, lo dissi in quell'articolo.
colari, i cardinali davano il Serenissimo SERENO (s.), martire. Greco di na-
signor mio osservandissimo, vostra altez- scita, lasciò i suoi beni, gli amici e la pa-
za elettorale, divostraaltezza elettorale tria, per ritirarsi nellasoliludine, e dedi-
nella soprascritta;^/ Serenissimo signor carsi agli esercizi della preghiera e della
mio osservandissimo , il signor dura di penitenza. Comperato un giardino a Sir-
JV. elettore del S. R. I. Agli elettori ec- mio nella Pannonia,locoltivava sue colle
clesiastici invece si usava il titolo di Emi' mani, e si nutriva coi fruiti e legumi che
nenza {F.). Alcuni elettori ecclesiastici ne ritraeva. Un dì ch'era lutto occupato
di case sovrane prelesero il Serenissimo nel suo lavoro, vi entrò, come per dipor-
in luogo dM'Eminentissimo; ma la con- to, la moglie d'un ulficiale dell'impera-
gregazione ceretnoniale avendo risoluto tore; ma siccome l'ora era sconvenevole,
negativamente, i cardmali si astennero comprese Sereno che tutl'altra cagione
dallo scrivereall'elettoreearcivescovo di ve la conduceva, e le intimò d' uscirne,
Colonia della casa di Baviera, che soste- ammonendola di osservare più attenta-
neva la pretensione. Inoltre cardinali i mente la modestia che il di lei sesso esi-
i\anno\\Serenissiinosignor mio osservali- geva. Irritata di ciò, risolvette di vendi-
dissimoaì duca di Modena, così nella so- carsene; quindi scrisse a suo marito, ca-
prascritta; ma nel corpo della lettera sol- lunniando Sereno di aver fatta violenza
tanto Anchead altri prin-
t'o.yfrrttìi/^essrt. alla sua castità. Il marito si recò a Sirmio
cipi sovrani cardinali danno il Serenis'
i munito di una lettera dell' imperatore
.s//7Jo; altrettanto talvolta praticanoi Pa- Massimiano, per chiedereaquel governa-
pi, come fece Pio VI con Caterina llcza- tore la punizione del preteso oltraggio.
rinae autocratrice delle Russie, come ri- lnterrogatoSereno,si rilevò l'insussisten-
levai nelvol.LIX,p. 33o: simileal trat- za dell'accusa; ma chiestogli quale fosse
tamento di tali principi è quello delle la sua religione, rispose francamente di
loro mogli, sorelle, fratelli e figli, facen- essere cristiano, e che era pronto a tutto
dosi bensì la debita distinzione ne'termi- soffrire per Gesìi Ciisto. Per la qual co-
ni della lettera. Agli arcivescovi e vescovi sa il governatore lo condannò ad essere
di case sovrane cui compete V Altezza, i decapitato, lo che fu eseguito aiZ feb-
cardinali usano titoli di Serenissimo si-
i
braio dclSoj.llmartirulogio romano ed
SER SER 177
nitri ancora onorano la sua memoria sot- diocesano vi fece edificare in loro onore
to Ini j^iorno. una magnifica chiesa nel .'j.Si, e l'impe-
SEREL\0(s.),fratello di s. Cerenico{ T\). ratore Giustiniano fortificò la città, e le
Uscitoci nobile ramiglia(liSpolelo,nelV II diede il nomediiSV/'g;'o^o//(f'.).Iss.Serglo
secolo, dopo avere studialo le sagre scrit- eBacco erano patroni titolari di una chie-
ture e le opere de'ss. Padri, si recò a Roma sa di Roma, ora distrutta, che fu diaco-
con suo fratello, ove furono entrambi nia cardinalizia (^'. Chies.\ de'ss. Sergio
creali cardinali diaconi (ma sotto tali no- E B.\cco); ed havvene pure un'altra che
mi non conobbe Cartlella),i quali erano
li [)Orta il lor nome nel rione Monti, detta
allora incaricati anche della cura de'po- anche di s. Diaria dtl Pascolo, apparle-
veri e de'foresticri. Passati poi in Fran- nenlea'/i/</e/j/(/*.),dove si custodisce utia
cia, s. Cerenico si ritirò nel territorio di parte delle loro reliquie, le quali furono
Ilyesmes, ed mori santamente verso
ivi portate dalla Siria al tempo delle crocia-
il 66g, dopo avere fondalo un monaste- te. La loro festa si celebra ai 7 diottobie.
ro ed una chiesa, come riportai alla sua SERGIO (s.), di ^loscovia. Fondò il

biografia. S. Sereno restò sempre a Saul- monastero di s. Trinità, G miglia italia-


ge, villaggio posto nella diocesi di Mans; ne lungi da Mosca, il quale è il piìi ic- i

dicesiche rifiiitasse la dignità di arcidia- co e più numeroso convento che sia iu


cono, che il vescovo di INIans voleva con- Moscovia. Questo santo non fu mai invi-
ferirgli; ebbe sotto di se alcuni discepo- luppato nello scisma; mori nel 1292, eil
li, e fu onoralo del dono de'miracoli. I- è onorato da' moscoviti a'2 5 di settem-
gnorasi l'anno della sua morte. 11 liuller bre. Il di lui corpo conservasi tutto intiero
registra la festa de Cerenico e Sereno
ss. nel detto convento, e vi è tenuto in gran
sotto il giorno 7 di maggio. venerazione.
SERGENTZA. Sede vescovile della SERGIO I (s.), Papa LXXXVI. Nac-
provincia d'Euiopa, nell'esarcato di Tra- que da Tiberio mercante, in Antiochia ed
cia, sotto la metropoli d'Eraclea, eretta etiucatoin Palermo; o secondo altri oriun-
nel secolo IX, poi unita al vescovato di do della Siria, nato in Palermo, ed edu-
Tzui'olloes o Turulus. IVe furono vesco- cato in Roma, ove si recò nel pontificato
vi, Giovanni che assistette al concilio di di s. Adeodato I. Ascritto al clero roma-
Fozio, sotto Papa Giovanni Vili; N. che no, passò poi tra'canonici regolari di La-
fu incaricato dell' amministrazione della lerano, al diredel soloCiaccoiiio. Quan-
chiesa di Strgeniza, essendo già vescovo tunque giovine si most rò amantissimo del-
d' A tira, a tempo del patriarca Michele lo studio, e per la sua buona inclinazione
Aucliiali. Orieiis dir. t.i, p. i i32, al canto ecclesiastico fu consegnalo per
SERGIO e li ACCO (ss.), martiri. E- esservi istruito al priore o primicerio dei
rano ambedue uiliziali deirarmata impe- cantori. Indi fu ordinato acculilo, finché
riale, ecousumaronoilsagriOzio ilella lo- l'eccellentesua dottrina, unita a singolare
ro vi la, sotto Massi mia no, in principio del diligenza, ed accuratezza iu tutto quello
IV secolo, dopo aver solVerto per la feile the riguardava il divino servigio, gli me-
le piìi crudeli toi ture. Teodorelo, s. Gre- ritò da s. Leone il del (i82,dopo essere
gorio di Tours ed altri, non the Reda e passato per tutti i gradi della gerarchia
gli antichi martirologisti fanno di essi as- ecclesia>tica, l'onore della dignità cardi-
sai onorevole menzione. In Rasado, cit- nalizia nell'ordine de'preli e col titolo di
tà dellaSiria,che fu il luogo dove riporta- s. Su>anna alle due Case. A'i5 dicembre
rono la corona del martirio, vedevasi an- del ()87 fu sublimato alla cattedra ili s.

tuamenle la loro toniba, già resa celebre Pietro, col Ciò avvenne
nomedi Sergio I.

per diver:>i miracoli. Alessandro vescovo non senza piudigio, poiché erano insorti
VOL. LXiV. I 2
178 SER SER
gli antipapi Teodoro e Paf;qnnle (^^.), il zìata, della Natìi'ità, (ìeW Asxumiom e
quale colla sua fazione avea chiamato in della Purificazione (A'.) della B. V'ergi-
Roma l'esarca Giovanni. IVFa questi ve- ne,i I popolo si portasse o Processione ( / ^)i

dendo elello con unanime consenso S.Ser- da s. Adriano a s. Maria Maggiore. Go-
gio I, ne abbandonò la causa, però volle vernò s. Sergio I anni 3, mesi 8 e giorni
\

l'oro promesso,per cui il Papa fu coslret- 23. In due ordinazioni creò gG vescovi,
to, per liberare la città da sciagme, d'im- 18 preti e 4 diaconi. Morì santamente e
pegnar tutto l'oro della confessione di s. pieno delle più splendide virtù, pianto da
Pietro, e così saziò la prepotente avidilà tulli, a'y sellembreyoije fu sepolto nel-

dell'indegno esarca. Dice Piazza nell'^"- la basilica Vaticana : nel martirologio ro-
merologio di Roma , che i due antipapi mano è indicalo il 9 settembre pel suo
vedendo portare a gara Lalerano Ser-
al cullo e festa, ma il Piazza lo riporta agli
gio I, l'adorarono essi pure; ma quanto a I i . Abbiamo di lui un'epistola a Cleofi i-

Pasquale sarà stala simulazione, perchè de abbate inglese, e alcuni decreti, come
nion impenitente. Notai nel voi. XXXV, riportano l'Anastasio, in r^ilae Pont., ed
p. 23, clic portatosi in R.oma CeadAvalla il Baronio, negli annali. Vacò la s. Sc^le

re de'sassoni orientali o de'breloni, il Pa- un mese e 20 giorni.


pa lo battezzò, e dopo la sua morte lo fece SERGIO 11, Papa CV. 'Nacque da co-
seppellire in s. Pietro con epitaflio. Di ta- spicui e nobili parenti nella regione IV di
le basilica il Papa fu magnifico benefat- Roma, della della Gallina bianca, luogo
tore, e fece ricche offerte. jNè con minac- vicino al tempio dellaPace,ed alcuni senza
ce, né con lusinghe potè ridurlo l'impe- fondamento scrivono essersi prima chia-
ratore Giustiniano 1! ad approvare il con- mato Bocca di Porco, come dichiarai a
cilio Quinisesto, celebralo in Costantino- Nome de'Papi. Educalo con estrema ge-
poli nellasala chiamala Trullo (F.). On- losia dalla propria madre, questa perde

de adiratosi l'auguslo, spedì Zaccaria prò- di 12 anni. Fino dalla tenera età comin-

tospatario o capitano di sue guardie, ac- ciò a dar saggio di quella maschia virtìi,
ciocché conducesse per forza prigione il che fatto poi adulto formò il più prezioso
Papa in Costantinopoli, ma fu scacciato retaggio di tutta la sua vita. Papa s. Leo-
ignominiosamenteda Roma,%ì da'romani ne III per l'ottima sua indole gli die luo-
chedallemiliziedi Ravenna, della Penta- go nella celebre scuola de'cantoii, alììii-

poli e loro città, come meglio notai a tali cliè apprendesse le sagre lettere e il can-
articoli, e perciò anche bSimgaglia.SoIo IV detto V l'or-
to ecclesiastico. Stefuio
qui aggiungerò cheZaccaria, per scampar dinò suddiacono della chiesa romana, e
la vita, si nascose sotlo il lettodelPapa,che s. Pasquale deil'B •- per dare un giusto
1 1

ne prese caritatevole difesa. Dio vendicò il compenso alle sue virtù e dottrina, volle
suo vicariOjCon fardeporre l'imperatore, e annoverarlo tra i preti cardinali col lito-
più tardi mozzatogli il capo fu mandalo lode'ss. Silvestro e Martino a'Monti, col-
in Roma. Sergio I visitava spesso, come la dignità di arciprete della s romana chie-
da sacerdote, cimiteri diRoaia, vi cele-
i sa. Costituito in questi eminenti gradi, si

brava e li restaurò. Colla sua prudenza rese a lutti chiaro e ammirabile, ond'è
8. Sergio 1 riconciliò alla chiesa romana che per divina disposizione fu assunto al
quella d'Aquileia, separatasi pei Tre Ca- supremo pontificato a' 10 febbraio del-
pitali {f\) dopo il 553. Ordinò che spez- r844» '" t^"' coronò in re de'longobardi,
zata r Ostia consagrata si cantasse nella e non imperatore comealtri scrissero, Lo-
liJessa (/'.) ])er 3 volle : Jgnus Dei, qui dovico II figlio di Lotario I, il quale solo

tollis peccalamundi, misererenohis. noi- \ però volle riconoscere a Difensore della


tre comandò, che ne'giorni i\é[\'Annun' Chiesa {f.). A Scala s\nt*, nel descri-
SER SER
179
verla col contiguo santuario, raccontai chiamarono invasore e non Pa-
storici lo

come Sergio II la collocò in maniera piti pa Icgillimo. Per l'odio antico che nutri-
riverente, e quanto vi fece. Se questo Pa- va contro Formoso {^^.), subito annullò
pa realmente concesse l'indulgenza al che da Giovanni IX e da
gli atti di lui,

detto antico suo titolo, si vegga il voi. Teodoro IT erano slati approvati e con-
XXXI V,p. 2r6. Governò 2 anni, 1 me- 1 fermali, e scomunicò coloro che ordinati
si ei 7 giorni. In una ordinazionecreò 23 daFormoso esercitassero nella chiesa l'of-

vescovi, Spreti e3 diaconi. ilCardella ri- lìcio del grado e ministero da esso rice-
porta 3 cardinali di Sergio li, cioè Ama- vuto. Questo fu però un errore di fatto,
Invio Fortiniato celebre liturgico e ar- non di diritto, per pessimo esempio, noa
civescovo di Treveri Leone poi succes-
, per falsa dottrina, come osserva il dotto
sore Leone IV^ e Adriano che fu A-
s. gesuita cardi nalBel lami ino su questo pro-
ariano II. Era Sergio II divoto, umile, posito, Oe Rom.Pont. lib. 4, cap. 2.Luit- 1

alFabile,prudenle,amantede! popolo, pa- prando neW Hislor. lib. 2, cap. i3, pre-
dre de' poveri, protettore delle vedove, tende che Sergio III nel pontificato per
consolatore de'bi^^ogno^i, sprezzatore del- la sua lussuria avesse cattiva corrispon-
le cose secolari, ed avido solamente dille denza colla famosa Maria Marozia dama
celesti. Tal è il carattere che di lui fa A- romana, disonesta, avvenente e possente,
nastasio Bibliotecario. Morìa'27 gennaio come afferma Baronie all'anno QoS, n."
deir847,e fu sepolto nel Vaticano. Vacò 6; e che da essa ebbe un figlio che fu G/o-
la sede apostolica 2 mesi e5 giorni, fino i i'rt«/2/.Y/(^.), solenne calunnia della pen-
alla consagrazione del successore, ma non na satirica di Lui tprando,///>^ lib. 3, cap.
vacò riguardando l'elezione di esso. 12 : si può Annali d'I-
\t<ìtvQ'S[\.\vaiov\,
SERGIO III, Papa CXXIII. Romano talia all'anno 91 1. Sergio III ristorò con
della nobilissicna f.imiglia Co/2//,ebbe per gran magnificenza la basilica Lateranen-
padre Benedetto conte Tusculono, e si se, rovinata dal terremoto sotto Stefano

trova che già era cardinale diacono nel- VI, e l'arricclù d'ornamenti d'oro ed'ai--
r8g8,quand() s'intruse nel pontificato per genio, come narra Giovanni Diacono, De
morte di Teodoro II, anzi l'avea ambito Eccl. Lateranensi, presso Mabillon,/!/»?.
purea tempo di Formoso dell'Sq i. Gio- Ital. t. 2, p. 575. Procurò di distrugge-
vanni IX, che successe a Teodoro II, Io re nell'oriente gli errori dello scismatico
cacciò da Roma, anche per aver contri- Fozio, il quale avea sostenuto, che lo Spi-

buito alla spieiata crudeltà commessa non procede dal Figliuolo, ma


rilo santo
contro il pontificio cadavere di Formo- solamente dal Padre. A Porto, parlando
so, fd a Gigione de'suoi vizi, e si rifuf^iò del vescovato suburbicario delle ss. Ruf-
in Toscana presso Adalberto li marche- fina e Seconda o di Selva Candida, ricor-
se di essa. Dopo esservi stalo fuggiasco dai le grandi benemerenze di Sergio III
per 7 anni, tanto fece presso il marche con quella chiesa devastata , ordmando
se, che in Roma avea polenlissiiua auto- però, che il clero della cattedrale pe'l>e-
rità, chespriljeggiatod.illasua fazione nel nefatlori e pe* Papi vi recitassero ad al-
go4 vi fu richiamalo dal [)op()Io, che odia ta voce/ 00 volle il Kyrie eleison, ed al-
va Cristoforo per l'inirpio modo onde era tre I 00 Christe eleison, e diverse messe di
salito al pontificato. Giunto in Roma il suIlVasio. Inoltre con bolla Sergio III con
cardinal Sergio, costrinse Cristoforo a en- fermò la dignità di bibliotecario ne' ve-
trare in prigione, ove per'i nel giugno, ed scovi di Selva Candid.i. Governò 7 anni
il Cfirdinale a'r) di lai mese fu consacra- e 3 mesi, morendo sul fine d'agosto 911,
to Papj col nome di Sergio 1 1 1, rosnepur e fu sepolto nel Valicano, o nell.i basi-

Dotai nel voi. XXVlI,p. 192; onde alcuni lica Laterancnsealdue di Rasponi,pres-
i8o SER SER
so Papebrochlo in Piopylaeo, p. 55, 1 n.° dettinìj il p. Gabriele Baccellini nella sua
I I. IlCaionio all'anno 908, n." 2 scrisse Aquila Imperli Benédeclinay al detto an-
di Sergio 111, che ebbe un cattivo ingres- no diligentemente dimostra, che Sergio
so nel pontificalo, un peggioie piogres- IV ebbe Sergiana per patria. Il Ciacconio
so ed un pessimo egresso. iNondimeno il lo chiama romano, e del castello di Lu-
ni, cioè romano quanto alla iìghuolanza
p. Soldani nella Letlcraf^.^ verificatile la
discendenza de duchi Estensi, vendicò la del monastero e per sua dimora ed in ,

fama di questo Papa, e delle Maiozie, di quanto alla nascila e patria del detto ca-
cui parlai a FRASCATioTuscuIo,'ed a R.0- stello ossia Sarzana. La cattedrale sarza-
MA. Il Cardella riporta alcuni cardinali nese riconosce per suo Sergio IV, avendo
creati da Sergio III, o che vissero nel suo nella facciata esterna la sua statua, e quel-

pontificato, i quali io restringo a 3. La le di s. Eutichianoe Nicolò V, postevi nel


s. Chiesa vacò uno o due giorni. i464dalcardinalCalandrini,a vanto del-
SERGIO IV, FapaCL. Pietro Bocca- la Lunigiana che cos'i celebra 3 Papi. Cer-
diporco, romano, figlio di Martino e na- to è, cheSergioIV fu uomo di sunta vi-

to in Roma, come all'ermano Cardella e ta, piacevole, generosOjclemen te e di gran-


Novaes, professò nell'ordine di s. Bene- de carità versoi poveri; fu ancora sì pru-
detto,eperle virtù chespiccarono in lui dente, che nulla operò che degno fosse
di generosa liberalità co'poveri,di alfa- di riprensione. Egli fecelepitaffioa Silve-

bililàcogli amici, di dolcezza co'domcslici, stro II nella basilica Lateranense, che tut-

da Giovanni XIX nel ioo4 ci rea fu crea- tora esiste, ed è così splendido che No-
lo cardinale e vescovo d'Albano, e poi vaes lo riprodusse per confutar le calun-
meritò succederlo nel pontificato a* i 7 nie lanciate controqueldottissimo Papa.
giugnodel 1009, ofuconsngraloPapa do- Sergio IV pacificò insieme tutti i principi

po tal giorno, mutandosi il nomedi Pie- d'Italia, epoicongregandolicompose for-


tro in Sergio IV, per venerazione al prin- te lega per discacciare i saraceni di Sici-
Papa s. Pietro. Su
cipe degli apostoli e i." lia , ciò che ottenne il successore; e per
questo cambiamento di nome, e se fu il quanto potè, con savi provvedimenti im-
1.° a ciò fare, lo dichiaraiaNoMEDE'PA- pedì la distruzione del s. Sepolcro di Ge-

pi Dilmaro scrive, che Sergio IV si mu-


:
rusalemme , tentata dagli ebrei nel suo
tò il nome,perchè a vanti si chiama vaBoc- pontificato.Secondo alcune cronologie ,
ca di porco. L'ab. Cerini, nelle belle Die- Sergio IV governò 2 anni, e secondo al-
morie storiche della Lunigiana, t. i, p. tri 2 anni, 9 mesi e 3 giorni, nell'opinio-
38, crede che questo Papa sia del castello nede'(|uali fuelettoagli 1 i ottobre 1009,
di Lnni,quantunquedalla maggior parte e morì a' 1 8 agosto del o i 1 2. Fu sepolto
degli scrittori si reputidi Rouìa per falsa nella basilica di Laterano, non lungi dal-

opinione, che intende chiarire con cjuan- l'ingresso e dall'oratorio di s. Tommaso;


to vado a riportare. Sergio IV fu adini- altri poi col Platina lo dicono sepolto nel
que, secondo l'ab. Cerini, del castello di Vaticano, con un epilaiììo di 9 distici, ri-

Luni o per meglio dire di Sergiano, e fi- portato dal p. Giacobbe, Bibl. Pont. p.

glio di Martino di nobile stirpe. Fino da 199. La sua memoria si trova nel Ale-
giovine si spatriò, si fece monaco bene- nologio benedettino sollo il 18 agosto, co-
dettino lasciando l'antico nome di Pietro. me si può vedere in Mabillon, in Indice
Dimorando in Roma fu elevato per le sue ss.praeterniissorumsaer. 1^ I Bened. par.
virtù al pontificato, con sommo plauso I Non si può stabilire l'epoca della sede
.

de' buoni, e per questo da molti storici vacante, perchè il successore Benedetto
è tenuto per romano; ma con precise me- Vili, il Novaes Io dice elelto a' 17 giu-
morie degli antichissimi mouaslci beue- i gno loi-i: pare che si debba protrarre
SER SER i8i

questa elezione, e quel benemerito stori- no al re non meno le pubbliclie sostanze,


co non avvertì rarjacionismo. che le spoglie più pregiate del tempio, fia
SERGIO, Cardinale. V. s. Sergio I le quali una croce d'argento, dono di Co-
Papa. stantino. Cosroel sene mostrò soddisfatto,
SERGIO, Cardinale. Intervenne al ma venuto in cognizione che vi restava
concilio romano del 74-3, tenuto da s.Zac l'arca d'argento per custodia de'ss. corpi,
caria, ed era prete cardinale del titolo di sdegnato minacciò strage e rovina alla cit-

s. Pudenziana. tà, econ nuovi assalti tentò di sorprender-


SERGIO, Cardinale. V. Sergio II la. Narrano il Terzi nella Siria sacra p.
Papa. i36, e Rinaldi all'anno 544, n.'S, che al-
SERGIO, Cardinale. Prete del titolo lora gli abitanti pieni di fervore ricorse-
di Clemente, fu al concilio celebrato
s. in ro al patrocinio de'ss. Sergio e Bacco, quin-
Roma da s. Leone IV nell'S >3. di miracolosamente videro comparire sul-
SERGIO, Cardinale. /'. Sergio III le mura numerose schiere di soldati, dai
Papa. (|uali respinti gli aggressori, si abbando-

SERGIO, Crtr^/«<7/e. Vescovo di Sa- narono a precipitosa fuga. Sbalordito il


bino, sottoscrisse nel concilio romano di re dal prodigioso avvenimento, restituì
s. Leonel V neir853. L'Ugbelli riferisce alla basilica di Sergiopoli i sagri vasi e la
che nell' 87 i sotto Adriano II fu al suo croce d'argento, e ve ne aggiunse altra
concilio,e poscia propria firma per confer- d'oro con l'epigrafe scolpita: Hanc Crii-
marne gli atti; però Lucenzi lo coiiegge, ceni ego Chosroas rex reguni. liaec in hoc
dicendo che ciò fu nell'BGB, ma poi erra reguni filins Orniisdae misi. Poco dopo
ancor lui, riferendo die intervenneaocora mandò ai ss. martiri un bacile pure d'o-

a quello di s. Nicolò I nell'S 53, confon- ro,con analoga iscrizione, come riporta
dendolo con quello di s. Leone IV. Evagrio ; questi aggiunge che la moglie
SERGIOPOLI o Babsalium. Sede ve- del re fu cultrice della pietà cristiana, e
scovile della provincia Eufratena, nel pa- per intercessione di detti santi concepì un
triarcato d'Antiochia, sotto la metropoli figlio. Terzi dice che Sergiopoli ebbe per
di Gerapoli, eretta nel V secolo, con arci- suffraganee le seguenti sedi vescovili: Ze-
vescovato onorario, chiamata anticamen- nodosio, Orison o Oriza, Erigeue, Ora-
teUosapha o Rosiphla dai siri. Fu rino- gizon, Agrippia, Vengali. Il p. Le Quiea
mata cittadella Comagena, dopo il mar- ecco come narra Io stabilimento della sede
tirio che ivi patirono gl'invitti campioni vescovile diSergiopoli. Alessandro metro-
ss. i9e/'g/o e Z?r7cro(^.) nobili romani, sotto politano di Gerapoli avendo ricusato la
Massimino li nel Sor), secondo Baronio. comunione a Giovanni arcivescovo d'An-
Giustiniano I fondò una
in loro onore vi tiochia, questo prelato portossi a Sergio-
basilica, e vi collocò corpi che Costan- i poli, ed ordinò un vescovo contro l'uso
tino il Grande avea fatto porre in un'ar- e i nietropolitano, come appa-
diritti del
ca d'argento tempestata di gemme. Inol- risce dalla lettera che i vescovi della pro-
tre Giustiniano I ingrandì la città, e le vincia Eufratena scrisseio alle impera-
diede o prese il nome di Sergiopoli, da s. trici per lagnarci di tale ordinazione. S'i-
Sergio.come rimarcai nel vol.LlX,p.343, gnora il nome di (|uel ."vescovo, il qualei

descrivendo la chiesa che due santi hanno i venne ordinato poco prima del concilio
in Roma, e prima ven'era altra. DipoiCos- d'Efeso, cclcl)rato nel 43 i- Candido oc-
roe I re di Persia, danneggiando con for- cupava la sede regnando Cosroe I; Àbra-
luidabileesercito la proviiicia,cinsed'asse- mo assistè al concilio geneiale 5.°, e viene
dio la città. Gli abitanti per scampare l'e- qualificato metropolitano di Sergiopoli. lo
stremo eccidio, e vinti da'disagi, ulTriro- che prova che la chiesa fu eretta allora
i8a SEil SEPt
in melropolitana. Oriens chrisl. t. i, p. era intervenuto al concilio di Trento, e
9? i . Stvg\oiìo\\,Sergiopolitan, è un lilolo poi viritornò come arcivescovo, e vi si
a rei vesco vile /«^rt/ViZ>M5 senza SLilFraganei, fece ammirare per destrezza e prudenza
che conferisce il Papa, secondo i regisUi nel conciliare i discordi pareri iiisorti,co-
concistoriali. me si dovesse intitolare il concilio, e pel
SERI P ANDO Girolamo, Cardinale. suo eminente sapere in dispulare erudi-
Nacque nobilraenle da Ferrando e da Lui- tainenle sulle molle proposte questioni.
gia Galeota, in Troia nella Puglia, ed in Quindi padri lodeputaronoa raccogliere
i

tenera etàdisprezzandoii aiondo,nel 1 5o6 e correggere gli abusi sulla sagra Scrit-
\estl r abito di s. Domenico, ma nel di tura, introdotti nelle molte versioni, e al-
seguente suo ingresso nel convento ne
al terata dalle negligenze degli stampatori.o
l'u Iraltocon violenza da Antonio suo fra- dalla malizia degli eretici. Informato Pio
tello, che lo ricondusse alla casa paterna IV da'suoi legati del merito straordina-
per continuarvi gli sludi. Perseverando e- rio dell'arcivescovo, neli56o lo chiamò
gli nella viva brama di rendersi religioso, in Roma e fece consultore del s. offizio,

penetrato dal gran concetto d'Egidio Ca- ed a' 2 6 febbraio i56j pel i." della pro-
nisio da Viterbo poi cardinale, ueliSoy mozione Io creò carduiale pretedi s. Su-
d'anni 1
4 si fece agostiniano. Pel suo ec- sanna, e legato a /«fere dello stesso con-
cellente e sottile ingegno fece rapidi pro- cui fu del novero di que'pochi che
cilio,ii)

gressi nella scienza, a cui volle unire la vennero destinali da' padri a formarne
perizia delle lingue greca, ebrea e cal- i canoni e i decreti. RIentre promoveva
dea, che gli apri la strada ad uno studio felicemente opera tanto vantaggiosa alla
profondo nelle divine scritture, che pub- Chiesa, una n)orlaIe infermila lo trasse

blicamente spiegò con tanto credilo e ri- alla tomba con lutlo universale nel 563, i

putazione, che dopo essere stalo scelto nel di 70 anni non compiti, quantunque l'e-
i5i4 a segretario dell'ordine rotnitano pitalìloerroneamente gli prolunghi lavila
solto il governo del Canisio, ed avendo e- di circa 6 mesi. Prima di morire, a dile-
sercitato cospicue cariche,venne nel i 53f) guare qualche lieve sospetto formato da
nel capitolo di Napoli eletto generale del alcuni pochi del suo credere, alla presen-
iTiedesimo,e dopoi zanni nel 55 1 rinun- i za di molti teologi pronunziò con gran
ziò in Bologna. Informato Carlo V del fervore il simbolo apostolico e la profes-
raro suo merito, Io nominò vescovo d'A- sione di fede, giurando pel Dio vivente
quila, ma modestamente ricusò. Nel 553 1 ne' secoli, che credeva costantemente ed
la citili di Napoli Io spedì nelle Fiandre avea sempre creduto quanto crede e in-

ambasciatore allo stesso Cailo V, il quale segua la s. chiesa cattolica romana, e par-
lo accolse con sommo onore, e lo propose lò con singoiar presenza di spirilo e pari
all'arcivescovato di Salerno,che non potè dottrina, delle buone opere e della risur-
rinunziare quantunque allacciasse ogni rezione de'morti, e raccomandò ai legati

diflìcollà per dispensarsene, ricevendone e al cardinal di Lorena gli alfari del con-
la istituzione da Giulio III nel 1 554- Ap- Voleva continuare, quando per de-
cilio.

pena ne prese possesso celebrò il sinodo, bolezza e per l'agonia della morte esalò
curò la riforma del clero anche colla pre- l'anima nella confessione della fede. Tra-
dicazione e con preclari esempi di cristiane sferito il cadavereaNapoli, fu sepolto nella
virtù, ristoi ò le chiese e fornì di utensili chiesa di s. Giovanni in Carbonara con
sagri, compiendo tutti i doveri di solle- brevissima iscrizione. Nella chiesa di s.

cito e zelante pastore; riedificò il palaz- Agostino di Roma, in una niccbia a ile-
zo arcivescovile e la pia casa delta di Dio. stra della porta laterale, si vede il suo bu-
Come generale del suo ordine nel 1 546 sto di marmo con onorevole elogio,il quale
-

SER SER i83


fu eziandioieplicato inTrento nella chiesa a'i ia[»rllei8o8 fu arrestato mgr Cavai
di s.Marco degli agostiniani, compreso Roma, onde Pio VI
chini goTernalore di
in un distico, forse nel sito del tempora- nominò pro governatore mg.'' Arezzo, il
ueo suo sepolcro; ne'funerali avendo pro- quale egualmente poi venne imprigiona-
nunziato l'orazione funebre il p. Marche- to e tradotto in deportazione. Allora il
sini. Il Garimberto, che lilevò scrupolo- Papa gli surrogò nel pro-governalorato
samente nei e difetti di molti cardi-
i i mg. r Serlupi, che sebbene prevedesse le
Utili, impiegò diverse pagine per esaltarne conseguenze dolorose di questa nomina,

le virlù e il merito. Il p. Ossinger nella pure per obbedienza accettò,a fronte delle
Jìi!-lioleca Jgoslinianay riporta un eru- difilcilissime circostanze, in cui 1' a?ioDe
dito ed esatto catalogo delle opere stam- governativa era intralciata dal potere che
pale e mss. del cardinale, le quali si con- colla forza vi esercitavano i francesi. Di
servano in s. Gio. in Carbonara, ove visse conseguenza come gli altri prelati patì [)er-

lungo tempo. Il Massonio, lo Spendano, secuzione e deportazione, alla quale pu-


]\Icinuzio,il Pietri, Pallavicino e altri con- re soggiacque Pio VII a' 6 luglio iSoq.
cordemente lo celebrarono per santità e Ritornato quc'^ti trionfinte in Roma nel
valore insigne, socnmo per sapienza, dot- 18 i4> e ristabilito il tribunale della rota,
trina e integrità di vita,, valente predi- il nostro prelato ne divenne decano, e vi-
catore. cario della basilica Vaticana pel cardinal
SERLU PI Francesco, Carf/m<2/e.No- Alessandro Mattei arciprete. Finalmente
bile romano d'antichissima patrizia fa- Pio VII a premiarne le lunghe fatiche e
miglia.de'marchesi Serinpi Crescen7Ì,che onorevole carriera, nel concistoro de' io
in Roma possiedono il Palazzo Serlupi marzo 828 1 lo creò cardinale dell'ordine
nacque a'26 ottobre lySS. Fatti
(/^.), ivi de'preti, quindi per titolo gli conferì la
legùlarmenle gli studi, sino dalla tenera chiesa di s. Prassede, l'annoverò alle con-
età die chiari segni di virtù, d'animo pa- gregazioni cardinalizie della concistoriale,
citico e Iranijuillo, e di quelle altre belle del concilio, de'riti, della rev. fabbrica di
doti die ne fregiarono il cuore. Divotis- s. Pietro, e della Lauretana. Nella morte
simo della s. Sede, si dedicò in suo ser- del Papa si recò al conclave, donde uscì
vigio, venendo da Pio VI ammesso in pre- eletto Leone XII. Si legge nel n.° 12 del
latura, e dopo avere esercitato alcuni uf- Diario di Roma del 1828. » Circa le ore
fizi, per le sue cognizioni in giurispru- 17 del giorno 6 febbraio passò al ripo-
denza lo nominò votante del supremo tri- so de'giusti per una polmonea sofTocato-
bunale della segnatura di giustizia, e l'a- ria, dopo essere stato munito de' ss. Sa-
vi ebbe promosso ad altra carica, se le vi- gramenti e della pontificia benedizione,
cende politiche de'lempi non avessero in- il cardinal Serlupi .... La morte di lui è
fierito tanto, sino allaproclamazione del- universalmente compianta per le singo-
l' efllmera repubblica romana, e prepo- lari virtù che l'ornavano; virtù che aven
tente detronizzazione di quel gran Ponte- egli fatto risplendere non scdamente nel
fice. Appena ordinate le cose pubbliche, tempo del suo cardinalato, ma anche in

ildegno successore Pio VII a' 16 aprile prò governatore


(piello in cui era stato
i8o( lo nominò uditore della rota 10- di Roma, uditore e decano del sagro tri-
mana; ma non andò guari che per Tesi bunale della rota romana ". Egli aveva
genze ìnammiNsibili dell'imperatore dei 73 anni non compiti. I fnnei.di ebbero
francesi Napoleone lo stato pontificio I ,
luogo nella chiesa ili s. .Maria d'Araceli,
e Roma fiuono occupati dalle sue trop- ed il cardinal de Gregorio cantò la gran
pe, e fra gli oltraggiosi e gravi attentali messa di requie, [)el cardinal Riario ca-
commes!»! contro la sovranità pontificia, merlengo del sagro collegio, come ripor-
i84 SER SER
ta il n.''i4 di dello D iar io j qu'nidi il ca- Gesù Cristo. La mondana filosofia è trop-
davere collocato nelle consuete casse, fu po debole per mettere un freno alle pas-
de})05to nella tomba gentilizia della cap- sioni, per dare al cuore dell' uomo una
pella clell'immacolata Concezione, padro- consolazione solida, per mostrare la vera
nato di sua illustre famiglia. A questa fu sorgente de' disordini ed applicarvi efii-

conceduta da Paolo 111 nella persona di caci rimedi. Questo privilegioèquellodtl-


Gregorio Serlupi, il quale la rifabbricò la fede; essa sola può illuminarci e for-
e abbellì, essendo stata dipinta da Nicolò tificarci, essa sola somminislraque'grandi
da Pesaro, come con altre notizie e le la- motivi che fanno preferire a tulle le cose
pidi esistenti riferisce il p. Casimiro, /Ut- la pratica delle virtù. I Padri studiava-
morie d'araceli, p. 23 i. no e predicavano il vangelo, né mai ci-

SÌLìXMOi:iYj,/Idlo(jiuutio, Concio, Ser- tarono i filosofi, molto meno classici poe-


i

vio, O/alio. Ragionamento o discorso che ti; quindi i loro sermoni aveano l'auto-
si fa in adunanza, e propriamente spiri- rità e la forza della parola di Dio; e così
tuale, che si fa ai fedeli per alimentare la operavano prodigiose conversioni, e face-
loro fede e la loro pietà, e per eccitarli vano germogliare la pietà nelle anime.
ujaggioi'nienle alla virtù. Dicesi in vece I veri modelli della sagra eloquenza, del-
Predica [P.) quel discorso che si fa agl'in- la sermoni
quale parlai a Predica, sono i

fedeli per annunziar loro V Evangelo (P^.). Leo-


de'ss. Padri, e priticipaluiente de'ss.
Il sermone non è una semplice lezione ne J, Agostino, e Gio. Crisostomo dottori
morale. Un sermone il quale ha per fon- della Chiesa, che ne sono maestri egregi
damento la Scriltura sagra (^ .), che n'è per quella saggia e mirabile discrezione,
una spiegazione regolare, conje le Omelie colla quale spiegavano a' fedeli i misteri
(/^.) de' Padri, che espone chiaramente profondi della religione, e persuadevano
il domma e ne fa ben distinguere le con- l'esercizio delle virtù cristiane. L'alleiza
seguenze morali sarà ognora solido, e-
, della loro insinuante eloijuenza, era (|uei-
dilicaute, utile, approvato da tutti coloro la dell'argomento che traltavaoo;e il tuo-
che non hanno un gusto depravato; quan- no con cui aiinunziavansi, era tenqjeralo
d'anche il Predicatore (/".) non abbia i sulla capacità di coloro che dovevano u-
talenti d'un oratore profano, pinchè ab- dirli. Al roge quanto la Civiltà cattolica,

bia però lo spirito e le virtìi del suo stalo, t. 2, p. 44^} 2.' serie, dice nel laudare
e purché sia penetralo egli medesimo delle due discorsi sagri o orazioni di Panegiri'
verità che insegna agli altri. Interrogato co {P .), del sacerdote Gaetano Aliuion-
il b. Giovanni à' Avila (/'.), come quello da. » Il più delle volte l'oratore appena
alla cui voce tonante in certo modo scos- si propone altro scopo che di desiare la
se traballavano le mura, intorno alle re- meraviglia degli uditori, per le stupende
gole sull'arte del predicare, rispose: »Io gesta del suo lodalo: e questo è bello,uou
non conosco altra arte, fuorché l'amor di certo inutile inlendimento, in quanto vo-
Dio, e lo zelo per la sua gloria". Quindi lendo noi amu)iiareDio nelIesueopere,iii
dice un illustre scrittore ecclesiastico, è nessuna di queste lo possiamoscorgere più
una cosa ben deplorabile il vedere, che ammirabile che nelle opere della grazia,
alcuni predicatori cristiani, rinunziando ed in quel segreto lavorio di perfezione,
per così dire ai principii della Religione che per quella esso innalza nelle anime dei
(/^.) cattolica, sembrano perdere di vista servi suoi .... ISé diciamo già che del pa-
il vangeloenonarrossisconodisosliliiirgli negirico si debba
fare un discorso mora-
sul Pulpito [f'.) una morale che parte- le da capo a fondo: questo sarebbe un qua-
cipa della pagana. Sono novelli Seneca, si snaturare la istituzione, e fraudare per
e non discepoli di s. Paolo, o ministri di giunta l'espeltazioue degli uditori, i quali
,

SE II SER i8>
venuti a chiesa in quel giorno, vogliono re.La più paitoile'.serinonide'Padrisem-
ju ogni modo che loro si parli del santo, brano ad alcuni predicatori mollo lon-
e se ne discorra la vita, e se ne rnagnifi- Itini da quell'idea di prediche diesi sono
chino le virtuose opere. Diciamo sì vera- eglino fuiniala. Sono essi per lo più sem-
ii'iente può in acconcis-
che a questo si [)Iici , senz'arte e divisioni, senza sottili
sima guisa accoppiare un «jualche iulen- ragioniirnenli , senza eruilizioni curiose;
dimento praticola d'innamorale di una alcuni anco senza mozioni d'alletti, e i

viilù speciale, sia di mostrare 1 agevolez- più di essi brevissimi. Quindi è the i loro
za de'uiczzi di farne acquisto, sia disgom- discorsi chiamavansi Omelie in greco, e
brare dagli animi (jualchc pi egiuilizio, sia Sermoni in latino, ch'è quanto dire trat-
di ribadire vigorosamente alcune di quel- tcnimenli liin»iliari. Cercavano e5>.i nel-
le verità maschie e vitali che forniano la l'esporre la sagra Scrittura, «l'istruire noa
fui za ed il decoro del crisliauesimo". Fino già colla critica e con curiose ricerche,
dai primi secoli del cristianesimo si cele- ma colla tradizione de' Padri, a confer-
biò l'ullizio divino pubblico, ed il s. sa- n)a della i<^d\:, e a correggimenlo de'co-

grifjzio con tutta la pos.>ibile maestà, e vi slumi : proporzionavano il loro dire alla
assistevail popolo colla piii protònda ri- capacità degli uditori. Fra le opere di s.

veienza,con tutto il clero, nel luogo a eia- Agostino, sermoni sono dettati con mag-
i

scuuo destinato. Un Lettore (f '.) mouìa.' gior semplicità, perchè predicava in una
va sul pulpito, e lacev;i ((u<ikhe lellura piccola citlàa marinai, agi icoltoi mer- i e
lici vecchio Testamento, indi del nuovo; canti. All'inconUo i ss. Cipriano, Leone I,
taleletlura facevasi in lingua volgare, cioè Ambrogio, che predicavano in grandi cil-
iiella linguachcparlavanogli uominicolli tà, parlarono con più di maestà e con più

di ciascun paese. Se poi eia il popolo un ornamenti. Dice s. Agostino: la grande


miscuglio di più nazioni, avea la chiesa eloquenza non è già c|uella ch'eccita le
interpreti elie spiegavano le letture. Al- acclamazioni, ma quella che anzi impo-
jii lellura succedeva il sermone. 11 prela- ne silenzio e cava le lagrime. Durante il
toesjìoneva l'evangelo o alcuu'allra par- sermone,anticamentelachicsastavaapcr-
te della Scrittura, di cuiprendeva spesse ta a tutti, anche agl'infedeli; onde è che
volte a spiegare un libro seguitamenle i Padri serbavano un esalto segreto in-
ovvero sceglieva argomenti più impor- i torno ai misteri, de'quali o non parlava-
lanti. Di (]ueste ordinate spiei^uzioni ne no, o ne parlavano soltanto molto oscu-
abbiaino esempi nella più parte tlclle o- ramente, secondo la Disciplina cldl'ur-
inelie di s. Gio. Crisostomo e ne'ti aitati cano. Di qui veniva pure che spesso nei
di s. Agostino. Da (piesli sermoni de'Pa- loro sermoni rivolgevano il discordo a'pa-
dii si vede che le Itlluie de'sagri libri e- gani, per vcdeie ili tirarli alla 'ìciXc. Nel
ranopiessoapocodisliibuitecouielosono lcm[)o che facevansi le letture, gli udi-
di presente nel decorso dell'anno cecie- tori siedevano per ordine, gli uomini da

siastico; disposizione che ha per lodevole un lato, le donne dall'altro, le quali per
fine di onorare nelle successive solennità istare anche più separate salivano sulle
i diversi misteri della vita Ge>ù Cri-
ili loggie di sopra, nelle chiese che l'avevano,
sto. Questi tr.illatio commentari de' Pa- Le persone .itteinpate slavano nelle pri-
di i sopra la Scrittura, sono [)er lo [)iù ser- me lile; i padri e le madri tenevano ilin.in-

inoni che da loro furono poi scritti, uv- zia loro i piccoli fanciulli che si portava-
vero che si copiarono da chi gli udiva, me- no alla chiesa purché lossero baltezz.ili;
iliaute l'arte delle cil'rc e dell'abbrevia- i giovani stavano in piedi, se po- gli altri

tine, diche|)oi taioempi cragionaia Pnc- sti erano occupali. N'erano diaconi con-
uiLA ed a ScRiriuHA uaite delio scrive- tmuamcnte inlesi a farosscrvare quell'ut-
i86 SER SER
dine, a guaiclar die ognuno stasse atten- Sermoni, panegirici e discorsi, Milano
to, e a non comportare che veruno si ab- 1846. Breleville, Orditura di sermoni
bandonasse sonno, a ridere, a susurrare
al per tutte le domeniche dell'anno,^apu\i
all'orecchio d'un ahro, o a furgli cenni e 1765, 1846. Baccolo, Saggio di sermo-
segni, a procurare insomma in tutto e per ni morali j Roma i8o3. P. Agostino Bai-
tutto precipuamente il silenzio e la u)o- nes, Sermoni sulla fede, speranza e ca-
destia. Finito il sermone, i diaconi face- rità, volgarizzali dalp. Jabalot, R.oma
vano uscire tutti quelli che non dovea- 1828. Luigi Bima, Discorsi sacro-spe-
no assistere al s. sagrifizio, e prima de- culativi' morali, Milano 83 1. Giuseppe 1

gli altri gli uditori e gì' infedeli; indi si Turri, Sermoni recitati nella i.* comu-
pregava pe'catticumeni, e facevansi usci- nione defanciulli, Verona i832. Luigi
re ; appresso si pregava per gli energu- Ugolini, Collezione di ragionamenti sa-
meni o ossessi, e si congedavano; lo stes- cri-apologetici, Fossombrone 837. Do- 1

so facevasi coi competenti, e indi co'pe- menico Zelo, Discorsi morali tratti dai
iiitenti: sgonìbrati tutti questi, e rimasti pili utili ri/lessi de' ss. Padri, per perso-
i soli fedeli,si facevano Pi fghiere [F.) per ne ecclesiastiche e re^'g/o^e, Napoli 834- 1

lutta la Chiesa , per lutti gli ordini del SERRA Jacopo, Cardinale. Calaìauo
clero e del popolo, per ogni sorte di per- di nazione, oriundo di Sardegna, canoni-
sone tribolate, pe'loro nemici e persecu- co di Valenza; Alessandro VI nel i49^
tori eziandio. Alle donne vegliavano e ne lo fece arcivescovo d'Oristano in Sarde-
aveanocura \q Diaconesse i^r^.).Ti\ tutte gna, vescovo di Segovia, e anche di Ca-
queste belle disciplinedell'antica Chiesa, lahorra, secondo Poozetti, De f icario-
trattai a'Ioro luoghi. Anticamentesi chia- rum Urbis, e verso il 1496 Ro-
vicario di
ni.ivauo Sermologi i libri che contene- ma; quindi a'28 settembre i5oo pub-
lo
"vu noi discorsi o i sermoni de' l^api e degli blicò cardinale prete di s. Clemente, al-
altri personaggi ragguardevoli per la lo- tri dicono di s. Stefano al Monte Celio,
ro santità. Tali sermoni si leggevano nelle e Ciacconio di s. Vitale. Giulio II lo e-
leste de'confessori, ne'giorni da Natale fi- lesse vescovo d' Albano, e Leone X nel
no all'8.'deirEpifania,e in altre feste. A i5 16 lo trasferì a Palestrina, lo dichiarò
pBESEi'io feci cenno de' suoi sermoni: a amministratore d'Elna e di Licopoli, le-
Cappelle pontificie e luoghi relativi, dei gato della Marca edeirUmbria. Dopo es-
sermoni che si pronunziano nelle medesi- sere intervenuto a 3 conclavi, morì inKo-
me, avanti al Papa, a'cardinali e al resto ma a'i5 marzoiSiy, e fu sepolto nella
della gerarchia ecclesiastica. Sui sermoni chiesa di Giacomo degli spagnuoli, nel-
s.

siponno vedere seguenti scrittori, oltre le


i la cappella di s. Giacomo apostolo da lui
operede'ss. Leone I, Ambrogio, Agostino fondata, vegli eresse una breve iscrizio-
ed altri Padri. Roberto vescovo d'Aqui- ne il cardinal Antonio del Monte esecu-
no, Quadmgesiniales serniones, Yenelns tore testamentario, ov'è detto Cardinali
i479- '^- ^*ii'>i3ii<ìo, Serinoiiidivotissimì Aiborcnsi ossia d'Oristano.
volgarizzaci,\eiiez\ai53S. Marcello No- SERRA Jacopo, Cardinale. Di sena-
nio, De proprielale sennonurn, Antuer- toria famiglia genovese, quantunquefos-
piae i565. Luigi
Bourdaloue gesuita e se di poche lettere, ebbe l'impulso di pas-
chiamalo il principe de predicatori fran- sare in Roma, attesi i ragguagli che cor-
cesi, più edizioni de' suoi Sermoni. De revano generalmente della propizia di-
Via, Omelie e sermoni pastorali, Roma. sposizione che avea Paolo V pe'genove-
Paulinia s.Bartholomaei, De latinis ser- si, sia per la loro capacità pe'grandi af-
tnonis origine, et cimi orienlaiibus Un- fari, sia per le loro ricchezze come dice-

g'u/jìCO««cu-7o«e,Romaei8o2. Boulogne, vano i critici. Fu ammesso trai chierici


,

SER SER 187


eli camera colla picsiilenza delle arn)i Perugia. DenedetloXIV neh 743 loan-
poi della grascia e delle dogane, e per la rioverò tra chierici di camera, nel ij^G
i

solleciludine e saviezza da Ini inoslrata fect; presidente dellezecche, nel 1


747 delle
ili (jueir iin|iiego, rueiitò d'essere avau- carceri, nel i 7j 1 delle strade: nel i 7 53 lo

zato alla cospicua carica di tesoriere nel preconizzò arcivescovo in parlilma di Me-
iGoSda dello Papa, il quale a' i 7 ago- telinoe l'inviò nunzio in Polonia. Clemen-
sto 161 I lo creò cardinale di s. Giorgio te XIII nel 1759 lo promosse a uditore
in Velabro, chiesa che dopo averla nia- della camera, poscia a'2 luglio 17GG in i

giiificaiuenle restaurala, concesse agli a- premio delle sue fatiche sostenute per la
gosliniani scalzi. Inoltre gli prorogò la s. Sedeconzelo e iiilelligenira, lo creò car-
carica di pro-tesoriere sino cili6i5,elo dinale prete di s. Croce in Gerusalemme,
iillcrtua Vitale.In questo tempo, dopo legato di Ferrara, e gli confeii le congre-
aver proibito che non si pescasse nel lago gazioni di propaganda, consulla, conci-
di Turno, vicino a Caslcl Gandolfo {f-), Morì in Ferrara
storiale e ceremoiiiale.
e (Il avere ordinalo il diseccriinenlo del a'i4dicembrei7G7, d'anni 61 e 27 gior-
Jaghetlo, e che si dovesse condurre l'ac- ni, e fu esposto ne' funerali e se[)oUo iri

qua sakilne di I\Ialaritlo (di cui parlala quella meiropolilana, per cui godè il car-
Iìiccia) a! detto castello, fece asciugare il dinalato i4 'Jicsi e giorni 19, compianto

lago di Turno d'ordine di Paolo \'. In- per le virtù e belle (jualità che lo fregia-
di fu nominalo leg.ito di Fcrrarn, colla vano.
prolelloria de' canonici regolari Lnlera- SERRA. Sede vescovile dell'esarcato
nensi. Paolo V gli allìdò pure la commis- di Macedonia, nella diocesi dell'llliria o-
sione di trasferu'e dall'antico silo la mi- rienlale, sotto la metropoli di Tessaloui-
racolosa immagine della B. Vergine della ca, fra questa città e Filippi. Comman-
basilicaLiberiana, nella sontuosa cap[)ella villela dice sulìVagatiea di Filippi, la po-

da lui edificala nella medesinia.SottoGie- ne nella 2.' Macedonia, e crede eretta nel
gorioXVebbeuu alterco col contestabile secolo V, quindi nel IX divenne arcive-
C()lonna,che ricordai ne' voi. XI V,p. 292, scovato onorario. Il p. Le Quien, Oriens
LXll,p. 226. Dopo essere intervenuto al- dir. t. 2, p. 87, riporta 4 vescovi greci 1

l'elezionedi quel Papa e di Uibaiio Vili, the ne occuparono la sede, e pel i . "ÌMassi*

avendo ne'giorni canicolui voluto cenare miniano che assistette al bi igandaggio di


con frequenza all'aria aperta, per riaversi Efeso o conciliabolo deI449; ne solloscris-
dagli eccessivi calori sollertinel conclave, se decreti, e si ritrattò due anni dopo
i

contrasse una febbre acuta che gli rapì nel concilio di Calcedonia. Questa chiesa
la vi la in Roma 19 aguslo G23, di 53
a' 1 o\endo abbraccialo la comunione della
anni. La mortale sua spoglia fu accolla chiesa romana sotto il pontilìcato d'In-
nella chiesa titolare di s. M.iria della l'a- nocenzo HI, questo Papa la pose sotto la

ie, ch'ebbe quando passi) all'indine dei prolezione della s. Sede e vi slabib un ar-
preti, cil a cui lasciò un legato di 1000 civescovo di rito latino. Arnolfo arcive-
sellili. Si ha di benedetlo Cauliano, Ora- scovo 1 ermopolilano venne trasferito a
(io in obilu JiicopiSerrat (.\ir(lin(ili.',,i{ix- Serra, come a[)parisce dalla lettera d'In-
veniiae 1G24. nocenzo III de'.>. 5 maggio 1212 a tal pre«
SElllLV [SicoLÒ, Cardinale. Nubile di lalo,riportaladaI3alu/io, Epist. 57, lib.

Genuva,ovenac(|uea'i 7 novendìre 706, 1 I 5, l. 2, p. 621, come riporta \' Oriens


ilopo falli gli studi recoN>i inlìutn.i, fu am- chr. t. 3, [). 1074.DÌ presente Serra, liVr-
messo in prelatura, fatto governatole di iiti^ è un titolo vescovile in partihus del
Camerino, (piiiidi nel 784 d'Ancona, po- 1 pdlriaicalo di Coslunliuopoli, checonle-
scia nel 174^ ^^ Macerala, e nel 17.^1 di risce 111 s. Sede.
i88 SER SER
SERRA-CASSANO Francesco, Car- ci vescovo di Nicea inparlìbus^e^tce nun-
dinale. De'duclii di Cassano, nacque no- zio apostolico di Baviera, residente in Mo-
bilmenle in Napoli a'21 febbraio 1783, naco. Ivi dovè porre in opera tutta la sua
dal duca Luigi e da Giulia CarafFa, per energica atti vita per l'esecuzione del Con-
cura de' quali fu educalo alla pietà e al cordaCo traPioflIe Mas.similianoGiu-
sapere fin dai più teneri anni. Vestito poi seppe re di Bai'iera (f'.),conc\uio ael pre-
l'abito clericale fra i benedettini, quivi il cedente anno: per cui grandemente si af-

prese ardente desiderio di consagrarsi al faticò per la ripristinazione delle corpo-


ministero ecclesiastico, per cui lermip.a- razioni religiose e delle sedi vescovili, non
li tulli gli sludi necessari, fu ordinalo sa- che de'capitoli, onde il re Luigi in prova
cerdote. Subitosi mostrò operoso mini- di soddisfazione lo decorò dell'insegne del-
stro del Signore, istruendo nellecose del- l' ordine del Merito, istituito dal padre.
la religione i fanciulli in una cappella da Leone XII nel concistoro de' 3 luglio 1826
lui fondata nella via Egiziaca ,
presso il lo dichiarò coadiutore con futura succes-
palazzo di sua illustre famiglia. Né alla so- sione dell'arci vescovo diCapua,e per mor-
la cillà di Napoli limitò il suo zelo, eser- te del coadiuto vi successe nel medesimo
citandolo ne'vilinggi delle limitrofe pro- anno. Divenne il padre de'suoi diocesa-
\iucie. Raccogliendo elemosine, e contri- ni, operoso, laborioso, infaticabile pasto-
buendovi del suo, potè riaprire il conser- re. E.estaurò le chiese, altre ne abbelh e
vatorio di s. Maria del Presidio delle Pen- fornì di ricchi utensili ; restaurò ancora
tite, fondato nel 63 I, ormai non più cor-
1 l'episcopio, e fece rifiorire il seminario. I

^i^pondendo alla sua primitiva istituzio- poveri, gli orfani, e quanti si troTarono
ne secondo il titolo poiché vi sono am- ,
in bisogno, furono da lui soccorsi con co-
messe giovinette civili e dabbene, e spe- piose limosine e pensiojii. A molli sacer-
cialmente orfane.per attendere a pratiche doti compì lo scarso patrimonio, nèa tut-
spirituali e a lavori donneschi, coU'abilo to ciò impiegò soltanto le rendite di sua
del 3." ordine di s. Francesco. Per le vi- ricca mensa, ma vi aggiunse quelle della
cende politiche de'tempi, nel declinar del propiia parte del suo asse paterno, e le

secolo passato cercò tranquillo asilo in Ro- che ereditò dalla nobilissima
stesse gioie
tila , ammesso in prelatura da Pio VII; madre, reputando non poterne fare uso
senonchè deportato il Papa nel 1 809, non migliore, anche per suffragarla. In que-
potè intraprendere la carriera che gli con- sta guisa egli spese 70,000 ducali nella
veniva sino al 1 8 4) epoca
1 in cui il l'apa fondazione d'un'insigne collegiata. Gre-
si restituì allasua sede. Lo fece subilo giu- gorio XV'I tratto dalla fama del comples-
dice del buon governo, divenne vicario so di sue virtù, nella sua i .^ promozione
della basilica Liberiana pel cardinal Scot- cardinalizia de'3o settembre 1 83 1 lo creò
ti arciprete, e poi delegalo apostolico di cardinale dell'ordine de'preli, pubblican-
Camerino, ove rifulsero le belle qualità dolo condisLintoelogio nel concistoro dei
del suoanimo. Dappoiché alla penuria che i5 aprile i833. Per titolo gli conferì la
affliggeva la provincia, nel 1817 ^ijiper- XII Apostoli, indi l'annove-
chiesa de'ss.
versò un tifo micidiale, che affrontò per rò alle congregazioni della visita aposto-
frenarlo, esponendosi al contagio instan- lica, vescovi e regolari, riti e Lauretana,
cabile per accorrere a porgere soccorsi al- dichiarandolo protettore della compagnia
le popolazioni languenti, per cui ancora delss.Sagramentodi Poli. Generoso, vol-
vi suona Ira esse benedetto il suo nome, le fare omaggio di sua riconoscenza al Pa-
siccome pietoso e benefico preside. Pio pa , offrendogli un cordone ricoperto di
VII volendosi di lui servire in maggiori piccole perle, con croce pettorale e anello
cose, a'iG ffiarzoiS 8 lo preconizzò ar- 1 pontificale con zalliro coulorualo di per-
,

SER SER 189


Ir, corae di zaflìri e di perle formnvasi Eletto generale del suo ordine, alla sem-
l:i croce. In segno di gradiniento, Grego- colomba seppe unire la pru-
plicità della

rio XVI l'usò tulle le volte che si recò denza del serpente, la quale avrebbe po-
a celebrare sull'idlare papale della basi- tuto in maggior campo risplendere, per
lica Ostiense, da lui ridonala al [)ubblico mezzo della dignità cardinalizia, a cui e
cidlo. La munificenza ilei cardinale si e- nell'ordine de'pieti venne assunto da Cle-
slese ancora a ripristinare col suo dena- mente VI a'17 o 18 dicembre 35o, I col
ro la sede vescovile di Cajazzo, die Pio titolo de'ss. Quattro, o di s. .Maria inTras-
VII avea unito alla sede di Capua; onde levere, o de' ss. Cosimo e Damiano. ^la
il regnante Fio IX colla bolla Si sernper dopo 36 giorni la pestilenza l'involò da
oplandiini, de' 6 gennaio 85o, canoni
1 1
• questo penoso esilio, per trasferirlo, come
camentela ristabilì, dichiarandola suffla- CI giova sperare, alla patria de'beati, e ciò
ganea della metropolitana di Capua, e da in Montpellier ne'piimi giorni del i 35 1

Cotrone vi trasferì per vescovu a' 5 mar- i poiché il I 348 di Caidella sarebbe ana-
zo i852 nig.r Gabriele Ventriglia d'Ali- cronismo. Però si deve iiotarejdiegli sto-
fc, compiacenza che il cardinale non po- rici sono discordi intorno al Papa che lo

tè godere. Ritornando il Papa Pio /.Va CI eòcardma!e,comeavvei le INIoretli. nel-


Roma, come narrai al suo articolo, in le sue disquisizioni sulla basilica di s. Ma-
compagnia del re Ferdinando II suo au- ria ili Trastevere; imperocché altri lo di-

gusto e magnanimo ospi(e,a'j aprile 1 8 5o cono cardinale d'Innocenzo VI, altri di


onorarono l'episcopio di Capua, ove il LJi bailo V, sebbene nelle f"" ile dt Papi di

cardinale, benché inlermo, li fece servire .'Ivignone, pubblicate da Baluzio, in nin-


di lauta mensa. Affranta la di lui salute, na si fa parola del Serrano, il quale ben-
vieppiìi declinò pe'disagi patiti nel ripri- .sì scrisse delle opere che più non si leg-
slinamenlo del vescovato di Caj.tzzo; ma gono.
la molle lo trovò apparecchiato al gran SERSA LE S.'STov\yo,Cardinnle.l!\^c-
passaggio, e fortificalo dai ss. Sagi amen- qiie in Sorrento da illustri genitori, eil

ti, spirò nel bacio del Signore, tra il ge- ordinato appena sacerdote, a tult'uomo
nerale compianto, in Capua a' 17 agosto si die nella città di IVapoli a procurare
1 85o, d'anni 68 non compiuti. Un son- colla voce e coH'esempio la salute delle a-
tuoso fiineialeglicelebi ò l'addoloratocle- nime. L'a rei vescovo ca rd na Spi nel n- i 1 I i , i

ro nella metropolitana, e vi pronunziò formato dell'insigne di lui merito, gli con-


l'orazione funebre il can.° Antonio M.in- feri nel 1741 un canonicato nella metro-
zi : ai sagri e lugubri canti e alle meri- politana, e lo volle a parte delle sue pa-
tale lodi fece eco il pianto dell'intiero po- storali sollecitudini. Di jioco potè giovar-
polo, [icr aver perduto il benefattore e il sene, perchè Benedetto XIV
nel i " ^"i lo
padre. Restò il cadavere tumulalo nello promosNC ad arcivescovo di Li indisi, do-
slesso duomo; ed EmmanueleRocco com- ve non è credibile a dirsi quanto faticas-
pilò uiia bella necrologia, diesi li-gge nel se ad oggetto di ridurre il clero all'an-
11.
"
y. I \ del Giornale di Roma del 1 8tio. tico lustro e splendore, e il popolo ad u-
SEURA>0 DoMKMco, Cirdmale. Di na sincera ecostanle riforma di costumi.
Montpellier e pubblico [iiofessore di ca- Rivolse le sue pài sollerile cure a ripa-
noni lidi università ddla Sorbona, o se- rare la cattedrale luvinnta nello slessO
condo altri in quella di Tolosa ablKin- , I -43 da orrendo terremoto, e nel breve
donalo ti inondo si ritirò iiiiroi dine «lei sp,i7Ìi) di *>
anni potè non .solo compiila,
la IMcrccde, do\e fu assiii slimalo tla Pie- ma 01 Ilaria altresì di vaghe pittuieedi
tro IV re d'Aragona, da AII(in>o \1 le preziosi marmi. Lo slesso praticò col se-
ili Casliglin, e da Roberto re di ÌNapoli. minano, pure ro\iuato dal Iraballjmcnlo
1 90 S ER SER
della ferrn, e lo ridusse in islato di acco- con efficaci e paterne esortazioni. Soprav-

gliere più chierici, pei- isliuzione de'qua- venuto al flagello della carestia, quello
li chiamò da ogni parte uomini dolati di d' un contagioso malore che mieteva le

molta dottrina e integrità di vita, trovan- vite della povera gente, non mancò il pio
dosi egli slesso presente agli esperimenti cardinale di mandare ogni giorno alle lo-
letterari in cui andavansi esercitando gli ro case tanto denaro, quanto era necessa-
alunni; nelle quali occasioni non manca- rio per mantenerli e restituir loro le per-

va d'eccitarli colla voce e co'donativi, al- dute forze. Ad onta di queste diligenze,
la pietà, allo studio e all'esatto adempi- dilatandosiil male, aprì a sue spese un

mento de' riti e delle cerenionie. Visitò nuovo spedale per quelli precipuamente
sovente la sua diocesi ,
predicando con che privi d'ogni sussidio erano travaglia-
gran fervore la divina parola, eamniae- ti da malattia : di più avendo perciò e-
strando i fanciulli ne'misteri della fede. saurito tutto il denaro, impegnò l'argen-
Sparsasi per ogni dove fama del suo la teria, e contrasse debili considerabili. As-
zelo, ripugnante ubbidì Papa che nel il sisteva poi indefessoi poveri infermi, sen-
lySo lo trasferì a Taranto, dove quella za mostrar noia, confortandoli non meno
arcidiocesi gli aprì un nuovo campo in con dolci parole che con benefìci falli.
,

cui esercitare la sua carità e apostolico Dopo aver impiegato lutto se stesso al
zelo. Appena giuntovi compose parecchie bene e vantaggio dell'arcidiocesi, che vi-
inveterale liti e dissensioni, che turbava- sitò più voltecou mirabilediligenza, final-

no la pubblica quiete; ampliò il semina- mente abbattuto e oppresso dal comples-


riourbano,e compì il diocesano fondato so di tante enormi fatiche, si riposò nel
nel castelloCryptalea, e prò Wide entram- Signore in Nnpoli circa la metà del 77?, i

bi d'ottimi precettori. Passato un trien- in età di 78 anni, dopo essere intervenuto

nio nel governo di quella metropolitana, a 3 conclavi, ed ebbe sepoltura nella me-
ad istanza di reCarlolVfu trasferito da tropolitana, dovegli fu eretto un elegan-
Benedetto XIV all'arcivescovato di Na- te e magnifico avello, nella cui base si leg-

poli nel 754, ed a'22 aprile creato car-


I ge un illustre e giusto elogio postovi dai

dinale pretedi s. Pudenziana. La sua più suoi eredi. Tutlavolta si rimprovera al

sollecita premura, come nelle altre chie- cardinale l'indifferenza che mostrò nel-
se che avea governate, così in questa la l'espuUione degl'innocenti gesuiti dal re-
iTiostrò verso il seminario, e non contento gno di Napoli, per quanto gli scrisse Cle-
di due, ne aprì un3.°con immenso van- mente XI 11 col breve, Incredibilem no-
taggio dell' arcidiocesi, che quanti avea bis dolorein,(\ei^ dicembie 767,5^//. i

sacerdoti, altrettanti contava operai ze- Rovi. coni. t. 3, p. 478 Cinn cnrdinnli :

lanti della vigna del Signore, quali egli Sei salio conqiierilur ab iiihil Pontifici
teneva occupati con prudenza e frutto nel- scriptum de calamitale clericonim Soc.
le ore e tempi più opportuni e conlacen- Jesit ab iilraque Sicilia expidsoruin

ti ai bisogni di ciascuna classe di perso- SERTA Sede vescovile d'Africa nelU


.

ne della popolatissima metropoli. Non I\Iauritiana Cesariense, detta pure Zerta,


contento di giovare all'anime de'dioce- sotto la metropli di Giulia Cesarea. Eb-
sani, rivolse le sue industrie verso i loro be a vescovi Sallustio donatista che si tro-
corpi, sovvenendo poveri con generosei
vò alla riunione di Cartagine nel 4' ijC
hmosine, singolarmente nel 764 in tem- ( Saturnino che fu esiliato da LJnnerico re
po di fiera carestia, in cui fece distribui- de' vandali nel 484)peravL're ricusalo sot-
re refezioni a circa 5oo miserabili e tal- toscrivere l'erronee pi oposizioni de' vesco-
volta anchea eoo, dopo
I le quali egli stes- vi donatisti nella conferenza di Cartagi-
so, quando poteva, ne pasceva lo spirilo ne di tale anno. IMorcelli, Jfrica chr. 1. 1
SCR SER ipi
SERTEJA. vSede vescovile «1' Africa figlio Mnnal(li,il 1
." df'" fonda lori e (."ge-
nella Maiuiliana di Sitifi e sollo (jciesta nerale dell online de' serviti, al dire del
metropoli, delta ancora Sei leiln e Srrlzi- p. Giani annalista del medesimo oidiiie,
tei. Ne furono vescovi Felice che fu alia istituì eziandio una società di [)ersone dei
liiinione di Cartagine del 4 ' ' > '^ Vittori- due sessi, le qu.di ossei vavano certe de-
no esiliato nel 4^4 •^'^' '"^ de'vaiidali Un- terminale regole, sotto il titolo del s. a-
nerico, per essersi rifiutato di firmare le bito de'serviti, ed erano queste come ter-

proposizioni erronee de' donatisti nella ziarie. Tra le altrechein l-'irenze si «scris-

conferenza di Cartagine. Morcelli, Afr. sero a questa società, una fu li vergine s.

dir. t. I. Giuliana F^/co/»(er/(/^.), figlia di Riguar-


vSERVA. V. Servo e Servo di Dio. data e Chiarissimo nobili fiorentini, ste-
SERVAZIOoSERVATO(s.), vescovo rili e vecchi genitori, da'quali nacque nel
diTongres. Fiorì nel IV secolo e si mostrò 1270 : il paiire edificò dai fondamcnli il

zelantissimo per la fede cattolica, soprat- celebre tempiodella ss. Annun7Ìata in Fi-

tutto nel concilio di Sardica. Egli accol- reme {^^ ), uno de'principali dell'ordine
se con molto onore s. Atanasio durante de'serviti e capo del medesimo, e mentre
il suo esilio, e prese generosamente il suo si fabbricava venne alla luce la santa. Fi-
partito. Trovossi pure al concilio di Ri- no dalle fasce ella diede segni evidentis-
mini del 35q, e si oppose agl'ini righi de- simi di quella eminente salitila a cui era
gli ariani,ch'erano giunti ad ingannare per giungere, poiché le prime parole che

la maggior parte dei prelati cattolici con proferì da bambina, furono dolcissimi i

una formoladi fede concepita in termini eadorabili nomi di Gesìi e di ìMnria. Cre-
ecjuivoci. Leggesi in s. Gregorio di Touis, scendo negli anni era tanta la sua mode-
che s. Servazio predisse l'invasione degli stia e ritiratezza, che molti ne restavano
unni nelle Gallie, la quale avvenne nel ammirati, ed il b. Alessio Falconieri suo
secolo susseguente. Nari a che il santo ve- zio paterno e uno de'7 fondatori de'ser-
scovo procuròdi calmare losdegnodi Dio viti, disse più volle alla cognata Riguar-

con veglie, digiuni, lagrime ed orazioni, data, ch'essa non avea partorito una fin*
e che fece un pellegrinaggio a Roma nel ciulla ma un angelo. Ebbe s. Giuliana
,

382, per implorare dai principi degli a- sempre tanto orrore al peccato ujortale,
postoli la salvezza del suo popolo Ma, ag- che non solo non ne commise mai alctuio
giunge lo stesso autore, lihlio gli livelò in tutto il tempo di sua vita, guardainlo-

di voler punire i peccati dei popoli delle sene con ogni studio, e fortificandosi con-
Gallie col flagellodella guerra, assicurai)- tro di esso coll'aimi dell'orazione e della
flolo però ch'egli non avrebbe veduto i moililicazione interna ed esterna, ma iii

mali che dovevano avvenire. S. Servazio, udirlo soltanto nominare, tremava lotta
tornato a Toni^res , vi moi"i poco dopo, e impallidiva nel volto come se fosse sta»
a' I 3 maggio 384, dopo avere con so(n- la sorpresa da qualche male improvviso.
ma vigilanza e carità governala quella Giunse fino a pregare Dio di farle solfii-
cliies.» per 37 anni. Sulla sua tomba fa re le pene dell'inferno, piulloslo che la-
oretta una cliìe&a, e vi si fecero molti mi- sciarla cadere in un sol peccato mortale,
racoli. La maggior parte delle sue reli- ed un giorno udendo raccontare una gra-
quie è nella collegiata di Ma«slricht,e la ve oflesa fitta a Dio da un peccatore, ne
sua festa «i celebra )i'r3 mngi^io. restò sì spaventata, che alla presenza dì
SERVE DI MARIA SS. ADDOLO- nitri cadde per terra tramortita priva di

RATA oSERVITE. Congregazione re- ogni segno di vita. Giunta a 14 anni fu


ligiosa del terz'ordine de'iSrn-/ di Diaria richiesta in isposa da diversi, che perle
ss. Addolorala o Servili (/ )• Il b. Rou- sue ricchezze e nobiltà la desideravano.
192 SER SER
1 parenli sfessi e parlicolarmenfe la rrn- millà tal carica. Infatti essendo cresciuto
dre,inipiegarono preghiere e minacce per considerabilmente nellaToscana il nume-
indurla a scegliere un marito; ma la san- ro delle divote donne, che ad imitazione
ta, assistito e diretta dal b. Alessio suo zio, di Giuliana prendevano ils. abito de'ser-
lauto piansea'piedi de'genilori e tanto si vi di Maria, e viveano religiosamente nel-
raccomandò alla D. Vergi ne,che fina Ini en- le proprie case, si d'jterminarono di vo-
te riportò piena vittoria e ottenne la li- ler vivere tutte insieme in comunità re-
berta di sposarsi cou Gesù Cristo. Col con- ligiosa colla medesima regolarità e osser-
siglio pertanto del b. Alessio, che sempre vanza. Quindi s. Giuliana pregata dal p.
erasi presa di lei cura particolare e tutto Andrea Balducci da Borgo s. Sepolcro,
impegnato in educarla [)el paradiso , si succeduto nel generalato a s. Filippo Be-
tagliò colle proprie mani i captdii, e da nizi, stese per le medesime alcune regole
s. Fdippo Beiiizi, allora generale de'servi e costituzioni piene di soavità e pruden-
di Maria, fu vestita dell'abito di quest'or- za, le quali |)iù lardi furono approvate

dine, senza però lasciar la casa paterna, da !\Iartino V, col nome di Regola del
esortata dallo zio a rinianervi finché vi- terz'ordine de servi di Maria, venendo
vesse vedova sua madre. Ubbid'j s. Giu-
la chiamate le veWglose 3Jaiilellate. Intanto
liana e seguitò a dimorarvi con tanta e- moriRiguarilata,ondes. Giuliana veden-
semplarità e ritiratezza,che maggiore non dosi libera dai doveri del sangue, con u-
si sarebbe potuto esigere da una perfet- na corda al collo e scalza ne'pietli se ne
ta claustrale. Il di lei esempio mosse al- volòsubito alla casa delìesue mantellate,
tre molte illustri genlihioime di Firenze e ste>a per terra le pregò umilmente tli

e di altri luoghi della Toscana ad abbiac- ammetterla tra esse in qualità di loio ser-
ciare il medesimo istituto, ed a vestirne va. Vi fu con giubilo ricevuta da tutte le
l'abito, e vi furono tra queste Giovanna inonache,e considerandola come loro ma-
Corsi ni, Giova nnaSoderi ni, Elisa betta Va- dre e legislatrice, poco dopo l'elessero per
ri, Giovanna .Macigni,
Sobilia Palmieri, superiora, la (jual carica fu cos; retta ad
Francesca Camilli, Agnese e Angela U- accettare anche per comando de'superio-
guccioni, Rosa da Siena, Angela 'folom- ridell'ordine. Avea 36anni (juando prese
Uiei, Agnese Vanni, Chiara e IMarghe- ilgovernodel monastero, e lo ritenne re-
rita da Monte Pulcianr). Fu ella imitata golatido le sue religiose con somma ca-
eziandio da alcime dtlla propria stirpe, rità ediscrezione finoalla morte, metten-
di cui ebbe per discepole Bilia, Guiduc- do in pratica gl'insegnamenti ricevuti dal
cia e Francesca, e finalmenteanche lasua b. Alessio suo zio e da s. Fdippo Benizi,
madre Riguardata. In somma era tanto per operare la propria salute e procura-
luminosa la santità di Giuliana, tanto e- re anche quella delle sue figlie e compa-
roica la sua virtù, che s. Filippo Benizi, gne. Andò ella sempre scalza e vestita di
quando ella fece nelle di lui mani la so- t<}naca di panno ruvido e grosso; portò
lenne professione, e prima di partire da strettamente legata alle coscie e alle brac-
Firenze per Todi, ove sapeva di dovere cia una corda piena di nodi, ed una ca-
in breve morire, a benché non
lei sola e tena di ferro ai lombi, da'quali per levar-
avesse che 5 anni, raccomandò lutto l'or-
1 la dopo la sua morte bisognò tagliare la

dine suo, in quel tempo agitalo da varie carne,cho crescendo l'avea ricoperta. Tut-
tempeste, incaricando la santa verginella to il resto del suo corpo era circoiulalo
di proteggerlo colle sue orazioni e di re- da un as[)rocilizioche non lasciava se non
golarlo colla sua prudenza. Di più le pre- per flagellarsi, ciò che faceva ogni gior-
disse che sarebbe slata superiora del 3." no s^i crudelmente, che spesso rimaneva
oi'dinc, e che non avesse ricusato per u- Iramoilila sul pavimento. 11 suo cibo ti a
SER SER 193
solamente per non morire, né gustò mai rapita in estasi, soavemente spirò. Dopo
vinose non per ubbidienza e allora tem- lo stupore e il pianto di quanti erano pre-
peralo con l'acqua, ma in tulli merco- i senti, Giovanna Sodeiini e altre religio-
ledì e venerdì se la passava colla sola co- se nel curare il corpo della santa, trova-
munione, e il sabato non mangiava che rono nel luogo stesso o v'era stato posato
un pezzetto di pane. Dormì continuamen- il Sagramento, impresso nella di lei
ss.

te sulla nuda terra, e solo in caso d'in- carne come un sigillo della forma d'un'
fermità riposava sopra una rozza stuoia, ostia rotonda, in mezzo alla quale eravj
prendendo sempre brevissimo sonno,per- l'immagine di Gesù Crocefisso, onde iu
ciiè consumava la maggior parte della tal modo viene espressa ne' ritratti. Co-

nollein meditare la passione del di via Fi- sì volò al paradiso s. Giuliana in Firen-
glio e i dolori della Madre, la quale pre- ze a' 19 giugno 34 r, di 71 anni e 56 di
I

gava che la rendesse pai lecipe de'suoi do- religione. Innumerabile fu la gente che
lori, eprorompeva spesso nelle aniorose concorse nella chiesa della ss. Annunzia-

espressioni Oh Dio! Ninno mi tolga dal


: ta ,
per venerarne il cadavere illustrato
cuore il mio amor Crocefisso. Q\ies\.o a- da Dio con moltissimi e stupendi mira-
mor grande verso Dio la portava a ope- coli, ivi essendo tumulata. La sua causa

rar grandi cose ancora verso il prossimo, per la canonizzazione fu introdotta da


perchè oltre l'animar le sue religiose al- Clemente IX nel 1667, indi Innocenzo
la pratica delle virtù e all'osservanza del- XI nel 1678 coU'approvazione del culto
le regole colla voce ecoll'esempio, essen- immemorabile la beatificò equipollente-
do essa la prima a praticare quanto loro mente. Innocenzo XII nel 1693 ne con-
diceva per farle sante, s'impiegò molto messa all'ordine de'servi
cesse l'uffizio e
in convertire i peccatori, in ridurre le ma- di Maria, e alla città di Firenze con rito
trone di Firenze ad abbandonare il lus- semidoppio, cheClemenle XI neh 7186-
so, in soccorrere e consolar tutti, parti- levòadoppiocome fondatrice del lerz'or-
colarmente gl'infermi, ed in altre opere dinede'serviti,e fondatrice delle.Mantella-
di misericordia. La sua modestia fu tan- teServe diMaria. Benedetto XIII nel 1 728
to singolare, che in tutto il tempo della concesse l'uffizio proprio a tutto l'ordine
sua vita non si guardò mai nello specchio, e alla della città, e fece inserireilsuo no-
né alzò mai gli occhi per vedere la fac- me nel martirologioromano. Finalmen-
cia d'alcun uomo, onde per la sua puri- te il concittadino Clemente XlIa'iGsiu-
tà virginale, per la sua mansuetudine gnoi737, colla bolla Huinanum genus^
e umiltà profondissima, per tacere delle Bull. Rom. 1. 4, p. 80, Solennemente la
1 1

altre virtùche praticò tutte in grado e- canonizzò nella basilica Lateranense,e poi
loico ed eminente, Dio l'arricchì de'doni ordinò a tutta la Chiesa che a' 19 giugno
della profezia, delle estasi e de' miracoli si facesse l'uffizio emessa con rito semi-
sì in che dopo morte, la quale si ef-
vita doppio, neh 762 elevato a doppioda Cle-
fettuò santamente. Merita ricordarsi, che mente XIII. Come fondatrice la sua sta-
nel ricevere il s. Viatico domandò al con- tua di marmo, da Paolo Cam-
scolpita
fessore p. Giacomo di Camporegio di ba- pi, fu collocata nella crociata meridiona-
ciar l'Ostia consagrata, ma non essendo- le della basilica Vaticana, presso l'altare
le concesso, supplicò che almeno le fosse dis. Tommaso, fra quelle degli altri san-
posta sul petto. Il confessore per conten- ti e sante che fondarono ordini reli"iosi.
o
tarla stese un vela bianco sul di lei petto IVe scrissero la l'itaW gesuita Domenico
e vi pose la sagra particola , che subito M.S\ntinori, Roma 728; Francesco M.^
1

disparve, e la santa dicendo con un pla- Lorenzini, Roma 737-,il servita Angelo
I

cido sorriso : O dolce mio Ctsu^ e come Giani, e riportata dai Dollandisti: altra
VOL. LXir. i3
194 SER SER
è nella raccolta delle File dt santi fio- perciò la divola arciduchessa fece edifica-
reiìtini, del Brocchi l.i, p. Sog. re in Innspruck presso al sontuoso n»ona-
Le nioiiaclie serve di Maria Vergine stero eretto per le religiose, anche per le

Addolorala hanno le medesinae osservan- terziarie una casa, in cui ella si ritirò do-
ze de'religiosi servili, e portano com'essi po la morte del marito, vestendo l'abi-
la veste e lo scapolare nero, a cui nelle to di questo terz'ordine. Inoltre stese pu-
funzioni .nggituigono un manto;inollre le re per queste terziarie non claustrali le
religiose in luogo del cappuccio de'fVati costituzionijeollenneche Paolo V le ap-
usano i veli nero e bianco, e di questo co- provasse nel 16 7. Già a' 2 gennaio! 6 2,
I i

lore è il soggolo. Anche s. Filippo Benizi non essendo ancor finita la casa che fa-
fondò un monastero di queste religiose ceva edificare per le terziarie, l'arciduches-

in Porcaria tra Karni e Todi, e lo fondò sa entrò nel suo magnifico monastero del-
per rinchiudervi due famose meretrici, le mantellate, ch'erano le slesse terziarie
Fiora edElena,da luiconvertiteal Signo- obbligalealla clausura, colla sua figlia pri-

re verso il 1285, le quali dipoi menarono mogenita la principessa Maria d'Austria,


vita sì che meritamente
ritirala e santa, e con alcune damigelle, parte delle quali
dopo la loro morte furono venerale dai vollero essere religiose e parte terziarie.
fedeli. Nella Germania fu quesl' ordine Ottenne l'arciduchessa dal Papa, che per
restaurato e fatto rifiorire dalla pietà del- istruire le prime nell'osservanze regolari,

l' Anna Caterina Gonzaga


arciduchessa 4 religiose agostiniane, una delle quali fu
moglie Ferdinando d'Austria, e madre
di dichiarala priora, dal monastero di Sblotz
dell'imperatrice Anna che fu moglie al- passassero a quello delle mantellale , in

l'imperatore Mattia. Siccome dopo l'ere- cui nel gioino della \ isilazione della B.
sia di Lutero nella Geruiania l'ordine dei Vergine le damigelle che vollero essere
serviti erasi affatto estinto, e le religiose monache vestirono solennemente l'abito,
di altri ordini ridotte a poco numero, la ed a tulle fu dato il nome di Maria cun
zelante arciduchessa volendo restaurare quello di qualchesanta, come prescrivono
la vita claustrale nel suo sesso, ebbe l'i- le costituzioniformate dall'arciduchessa.
spirazione di adottare la regola delle ser- Questa passala che fu alla della casa ap-
ve di Maria. E perchè meglio fossero am- pena compita, cioè a'3 novembreiGi 3,
maestrate, invitò alcuni jEra/j/V/f/e/ /?20/z- dopo qualche tempo vi fece la sua pro-
teSenario (F), egualmente de' servi di fessione, promettendo castità e ubbidien-
Maria, ed ove l'ordine avea ricevuto la za al p.geiieralede'serviti. Prendendo l'a-
sua prima origine,e fondò anche per essi bito di terziaria s'impose il nome d'An-

un convento, per cui nuovamente l'ordi- na Giuliana, e nel fare allretlautola prin-
ne si Germania. Eresse dunque
dilatò in cipessa Maria sua figlia assunse quello
,

l'arciduchessa inlnuspruck e in vari luo- lascialo dalla madre, cioè di Anna Cate-
ghi di Germania diversi monasteri per le rina, oltre quello di Maria comune a tut-

religiose mautellate, ed ella stessa com- te le terziaiie. L'abito fu stabilito in ve-


pilò |)cr loro le costituzioni diverse da , ste, scapolare,, e lungo manto tulio nero,

quelle praticate negli altri dell'ordine, e con soggolo e velo bianco in capo, e in
nel 1610 approvare da Paolo V.
le fece mezzo una stella turchina. Dipoi l'arcidu-
Ma poiché erano anche delle persone,
vi chessa fece altri regolamenti, lauto per le

come vi fiuoDo sempre fino dalla fonda- religiose, che per le terziarie, ed avendo
Rionedell'ordinede'servi di JMaria, le qua- avuto la consolazione. di vedere nei mo-
li senza obbligo alla clausura osservava- nastero e nella casa da lei fondali in Inn-
no uellj piopria casa la regola slessa, ed spruck, tanto nel monastero delle man-
€iano l^opriameutc chiamate terziarie, tellate, che nella casa delle terziarie, una
SER SER 195
numerosa commiilì), nella 2/ mori san- cond'ordine alle religiose claustrali, cioè

tamente a'2 agosto 1G22. Oltre le terzia- alle inantellatc istituite da s. Giuliana ,

lie di perfetta clausura e perciò vere re- perchè il terzo suppone di necessità il se-
ligiose e cieMominale maulellale, ed oltre condo. i>'e trattarono i descrittori degli or-
quelle che senza obbligarsi alla clausura dini religiosi, comeilp.Helyol,v5ì;onV7rfe-
vivono in comunità, rijielerù cbe sempre gli ordini inonasùcì, religiosi, ec. t. 3; il

\\ furono fino dall'istituzione dell'ordine p. Flaminio da Latera, Compeiulio citila


de'servi di iMaria, delle persone che han- storia degli ordini regolari^ par. 2, t. 2,
no professato nelle proprie case la regola cap. ig; il p. Conauni, Catalogo degli or-
del terz'ordine del medesinso istituto. Di dini religiosi, par, 2 : Delle vergini dedi-
questefurono Riguardala Falconieii ma- cate a Dio, p. 89, 90, 91. Quest'ultimo
dre di s. Giuliana e altre, che ad imita- riporta ancora 3 ligure delle religiose ser-
zione di essa avendo vestito il s. abito dei vite, vale a dire: 1." delle monache isti-

serviti, lo ritennero nelle proprie case, sen- tuite da s. Filippo Benizi, ch'egli chiama
za passare a vivere ne'monasleri. Riferi- secondo ordine de'servi della B. Vergine,
sce l'annalista p. Giani, che a questo 3.° pel .° denominando gli uomini, e pe! 3.*^
I

ordine secolare si ascrivessero anche Gio- quelle donne che con l'abito medesimo
vanni Benizi e Albaverde sua moglie, ge- e con regole senza voli, non sono obbli-
nitori di s. Filippo, siccome è certo che gate alla clausura. 2.° Delle donne dette
molte persone illustri abbracciarono il del 3.° ordine de'servi di Maria Vergine,
medesimo istituto, la di cui regola con- istituite da s. Giuliana Falconieri, le cui
tenuta nella bolla di Martino V del 14^4 costituzioni avendo ridotto a miglior for-
è compresa in 20 capitoli. Si prescrive in ma il p. Stefano del Borgo 16. ° generale
questi,chei fratelli e le sorelle del 3,° or- dell'ordine, le approvò poi Martino V. 3."
dine vestano di nero, con portare due to- Delle donne del 3.'' ordine de'servi di .Ma-
nache strette e legate con cintura di cuo- ria nella Germania. Ora dirò del mona-
io; che dopo l'anno del noviziato faccia- stero delle mantellatediR.oma, presso la
no la professione, con obbligarsi a vivere chiesa già denominatadi s. Maria delli Vi-
sempre nell'ordine; che sieno tenuti a re- sitazione e s. Francesco di Sales, nel rione
citare ogni giorno, invece dell'uflìzio, un Trasteveie, e posta in una strada laterale
certo determinato numero di Pater ed ^• alla viaLungara, e chiartiala delle Mau-
VP , e che in tutte le domeniche e feste lellale , alle falde del Ulonte Giafncoloj
dell'anno, come ancora in lutti i giorni ma pel grave abbaglio preso da due mo-
dell'avvento e della quaresima, debbano derni e chiari letterati, dovrò giusiitlcare
levarsi a mezzanotte per dire il mattuti- la mia rispettosa critica con riportare [)ri-

no. Si ordina di più che digiunino, oltre i ma quanto mi riuscì trovare sul mona-
tempi prescritti dalla Chiesa, nell'avven- stero e sulla chiesa che non ha piìt tal no-
to e in tutti i venerdì dell'anno, e che non me, provandolo col fallo.
possano mangiar carne fuori del caso di Il Piazza neW Emerologìo di lìoma
qualche infermità, se non 3 volle la set- (stampato in Roma nel 1
7 1
9), a'2 luglio
timana, cioè la domenica, il martedì e il riferisce che celebravasi la fesla della V i-

gioveib. Da Eugenio V ,daClementcV


l 1 1 1 silazione anche ddlc monache della Vi-
e da Paolo V sono stale accordate molte sitazione del nobile istituto di s. France-
grazie e privilegi a'fratelli e sorelle di que- sco di Sales alla Lungara^con indulgenza
sto 3." ordine, la di cui regola fu confer- plenaria, ed ove fioriva lo spinto di ([nel
mala da Innocenzo Vili, l'er d.ue però santo vescovo. Nella /»0A7Jrt.v<7grrt ilei Pan-
r.igionevolmente il nome di terz'ordine a ciroli, accresciuta da l^o<«terla e da Cec-

quesla società, bisogna dar quello di se- cuni (slau»palain Roma nel i 72:!^), si leg-
196 SER SER
gè che presso le Carmelitane (f'^.)(V\ Re- (are a destra vi fu collocala la tavola di
gina Coeli eravi la chiesa di s. Maria del- marmo o gruppo colla statua di s. Fran-
la Visitazione edis. Francesco di Sales, cesco di Sales con 1' Angelo, scultura di
con monastero fatto edificare nel ponti- Francesco Moratti. Inoltre leggo nel n."
ficato di Clemente X
per le monache di 8007 del Diario di Roma del 768, che 1

S.Francesco di Sales, che seguivano lare- essendo stala riattata e alquanto ingran-
gola di s. Agostino; eche nell'altare mag- dita la chiesa delle monache della Visi-
giore eravi il quadro di Carlo Cesi. Il Ber- tazione delle lesalesiane,domenica i 3 no-
nardi ni jDescr/z/o«e de' rioni diRonia (ivi vembre il cardinale di York vescovo di
pubblicata neli744)> ^ P''99 conferma Frascati, colle solile sagre ceremonie la
l'esistenza della chiesa della Visitazione consagrò , assistito dai sacerdoti signori
e monastero di monache di s. Francesco della Missione, 4 de'quali parati di tona-
di Sales, sotto il Monte di s. Onofrio nel celle portarono il talamo con l'urna delle
rione diTrastevere. Nella /7eicr/sfO/2ef/e/- reliquie, che si riposero nell'altare: le re-
le piUure, sculture e archilellure di Titi ligiose vi assisterono nel loro coro. A de-
(dell'edizione romana p. 32
del i 768), a stra dell'ingresso della chiesa vie lapide
si dice : Che monastero
nella chiesa del marmorea che ciò ricorda, anzi dice che
dis. Francesco di Sales si vede un Tran- il cardinale contribuì alla riedificazione
sito di S.Giuseppe, di autore che ha vo- della chiesa, nell'iscrizione da me letta :

luto imitare Guido tieni: dirimpetto è UQ in quella incontro, imparai come Bene-
gruppo di marmo che rappresenta s.Fran- detto XI Vfu benefico colle monache^Nel-
cescodi Sales, opera di Francesco Morat- \a Roma ricercata nel suo sito, e rislam-
ti: la tavola dell'altare grande è di Carlo pala ivi nel 1769, a p. 3o si ricorda il

Cesi. Il Venuti, /Jowrt /«Of/er««(i vi stam- monastero e la chiesa della Visitazione e


pata nel 1767), a p. 975 narra che Cle- s. Francesco di Sales, quadri dell'alta- i

mente IX volendo introdurre in Roma le re maggiore, e il Transito che si attri-


monache della f^isitazione [V.) istituite buisce senza riserva al Reni, e la scultu-
da s. Francesco di Sales e dalla b. Fran- ra di s. Francesco di Sales. Le salesiane
cesca Fremiotdi Chantal, colla regola di vi restarono sino al 1798, donde da Pio
s. Agostino, ordinò l'erezione della chie- VI furono trasferite alla chiesa e mona-
sa e propinquo monastero, facendo veni- slerogià delle benedettine, a s. Anna dei
re da Torino in Roma alcune religiose di FunarioFalegnami, donde passarono al-
taleistiluto; ma poco dopo (nel 6CS9) es- 1 lachiesa di s. Maria dell'Umiltà, ed ora
sendo morto, il principe e la principessa sono in s. Susanna temporaneamente, co-
Borghese somministrarono mezzi per i me meglio dirò all'articolo V'isitazione,
compiere la fabbrica, ed entrale pel man- ove mi troverò esonerato dal riportare
tenimento del monastero. Compiti gli e- le rettificazioni qui riunite, e mi limite-

difizi (nel1763), con autorità di Clemeu- rò acilarle,come la loro inlroduzionein


teXvi entrarono le religiose. Nella chie- Roma, e come tali oggetti furono dispo-
sa sull'altare maggiore fu posto per qua- sti in delta chiesa. Il Vasi ucW Itinerario
dro un dipiutodiCarlo Cesi, esprimente di Roma pubblicato nel 1 804), t. 2,
(ivi

la Visitazione che fece la B. Vergine as. p. 49^} ritarda inesattamente al 1797 il


Elisabetta. Sull'altare a. sinistra il Tran- passaggio delle monache salesiane dalla
sito di Giuseppe, bell'opera di Guido
s. Luugara , in detto luogo, e vi descrive
Reni o sua imitazione (a cui poi fu sosti- negli altari della chiesa gli stessi dipinti e
tuito un dipintodelcav. Sebastiano Con- scultura già descritti che vi trasportarono
ca, e rappresentante s. Francesca Fremiot (insieme a tutto quanto loro apparteneva,
di Chantal già canonizzata). Sopra l'al- e persino il ciborio): solo aggiunge il qua-
SER SER 197
cIro tli s. Fi-ancescti Fremiol,ecl un bel qua- berini, principessa Chigi ; d. Ottavia O-
dro della Madonna. Restato vacuo il mo- desculchi, principessa Rospigliosi ; d. M."
nastero delle salesiane e la chiesa allaLun- Camilla Riario, principessa Gabrielli; d.
gara, ne fece acquisto il ricco e pio nego- Giuliana Falconieri,principessaSanlacro-
ziante di seta Vincenzo Masturzi di Sor- ce e parente della fondatrice dell'ordine.
rento e stabili toinRoma, il quale dopo a ve- Avanzatesi e collocate tutte presso l'alta-
re fatto restaurare la chiesa e il monastero, re maggiore, il Papa fatte le prescritte in-
con superiore permesso ricollocò la prò- terrogazioni alla nuova fondatrice del mo-
pria figlia INI/ Elisabetta nata in Roma, nastero, intuonò il Veni Creator Spirilus,

con altie civili donzelle viventi in comu- che fu proseguito dai cappellani cantori
nità e dui medesimo mantenute. Trascor- il quale terminato,il Papa vesti
pontificii,
si così 7 anni, avendo Vincenzo stabilito ad una ad una le dette candidate dell'a-
un fondo sufficiente al loro sostentamen- bito religioso di serve di Maria, ed im-
to, ottenne l'autorizzazione di fondarvi un pose a ciascuna nome, ed alla fonda-
il

nuovo istituto di monache sotto l'in vo- Maria Giuliana. Indi


trice quello di suor
cazione ilelle.ró?fWo/om/eossianodelIe<S'c/'- il Papa intuonò VAccipe coronam, ed in

ve eli l'Ilaria T'ergine Addolorata, col- tempo che fu continuato dai musici im-
la regola di s. Giuliana Falconieri, come pose a tutte le religiose la corona; e final-
quelle di Firenze, e comunemente chia- mente si terminò la sagra funzione col can-
male le Manlellale. Il zelante ìMaslurzi, to del Te Deuin; dopo di che le novelle
ottenuta tale licenza, non mancò di tutto monache, col medesimo ordine com'era-
piovvedere e preparare al peifetto com- no venute, si restituirono nel monastero.
pimento di opera per lui tanto vagheg- Pio VII deposti gli abiti sagri, per la sa-
giata. Pio VII annuendo al suo religioso grestiasi condusse nel monasterOjC in una

desiderio , stabilì di fare egli medesimo stanza ov'erano il re e la regina di Sar-


la vestizione tiella di lui figlia come fon- degna, che in un coretto aveano assistito
datrice e delle sue pi ime compagne; e per- alla vestizione , oltre altre principesse e
ciò nella mattina de'ij maggio i8o3 si dame, ed assiso in trono ammise al bacio
portò col treno di città nella rinnovata del piede le quante signore vi
religiose e
chiesa, al cui ingresso si trovarono a ri- erano presenti. Allora il padre della fon-
ceverlo i cardinali Giuseppe Doria pro- datrice fece a tutti servire con profusione
t-ellore, e Caselli dell'ordine de' servi di un nobile rinfresco. La chiesa fu sontuo-
Maria insieme a mg.'^ Argelati vescovo
, samente parata, e guarnita dai granatie-
di Terracina del medesimo ordine, oltre ri, una banda di strumenti da fiato ralle-

i
pp. Cerasoli priore generale, e Bentive- grando la moltitudine accorsa. JNel me-
gni procuratore generale di esso. 11 Papa desimo giorno il Masturzi fece incomin-
dopo a vere orato innanzi al ss.Sagramen- ciare un solenne triduo. Il Papa con suo
tu, si trasferì all'altare maggiore, ed in- breve pose il monastero e le religiose sot-
tanto che veslivasi degli abili sagri di pi- to la direzione de'religiosi de'servi di Ma-
viale e mitra, da uno de'maestri ilellece- ria , monastero
e dichiarò superiora del
rcuiunie ponlificie furoiio prese dalla por- suor Maria Giuliana Masturzi, che allora
teria del njouastero le 12 candidate, cioè avea 26 anni. Tanto e meglio riportano
8 monache e 4 converse, e a due per due i u.i 243 e 249 del Diario di Roma àA
accompagnale ogni coppia da una prin- i<So3. Nel n." 4^ del Diario del 8o4 si i

cipessa, che furono:[d. Leopoldina di Sa- It'i^L^f comea'21 maggio Pio VII si portò

voia Carignano, principessa Doria Pam- Cui (reno di città al medesimo monastero
philj ; d. Caterina di Savoia Caiigiiano, delle.Addolorate o serve di Maria,: icovu-
couitalabilcssa Colonna ; d. Amalia Uar- to dai ìuddelti cardi:iali e graduali dui-
igS SER SER
l'ordine; che veneralo il ss. Sagramento, al cardinal Lambruschini zelante protei-
si porlo all'altare maggiore e assunti gli loredel monasteroechiesa, che il p. Pian-
abili sagri, il piviale e la mitra, assistito toni dice sagra alla f^ergine Addolorata^
dai vescovi Odescalclii, Bertazzoli e Me- si narra la vita circostanziata dell'avve-
iiochio, die principio alla benedizione dei nente defunta, e se ne celebra l'ingegno
veli da porsi in capo alle 12 novelle reli- e le virtù religiose. Soltanto mi limiterò
giose, le quali stavano genuflesse innanzi ad accennare, cheuacqueda genitori per
lo slesso aliare maggiore. Recitaledal Pa- cristiane virtù onoratissimi, cioè l'enco-

pa le consuete preci delle relazioni, rice- miato Vincenzo e Maddalena Volcana ,


vè la solenne professione di suor Maria ultima de' 12 figli nati dal loro edifican-
Giuliana Maslurzi fondatrice e superio- te matrimonio, e solamente con altra so-
ra, in nome anche compa-
delle i i altre rella di essi superstite. lu tenera età fu

gne,le quali poi la confermarono. Quin- collocala in diversi monasteri, prima dal-
di intuonatosi dal Papa il Feni Creator le paololte, poi in s.Cosimalo, quindi dal-
SpinUiSy\enne proseguilo da'cantori pon • le maestre pie a s. Tommaso in Parione;
tiflcii, dopo il quale e mentre cantavano e successivamente ne'monasteri del Bam-
il versetto, J^e/ii Spoiisa Christi, il Papa bino Gesù, nuovamente dalle paololte e
pose la corona in testa a tutte le candida- in altri, e dii4 auQ> tornò nella propria
le,mettendo pure ad esse l'anello in dito, casa. Interrogata se volevasi fare religio-
non che consegnando loro anche l'uffizio sa in alcuno di detti monasteri, rispon-
della B. Vergine e la regola dell'istituto. deva di bramare tale slato, ma non in essi,
Fu inluonato poscia Te Detini ed il
il , dovendoesserefondalricediallroìFu mol-
lutto terminatole monache uscirono dal- to combattuta nello spirito, e nel corpo
la chiesa, ed entrarono nel monastero due dalle convulsioni, il perchè gli amorevoli
per due , accompagnale ogni coppia da religiosi provarono di collocarla in Vi-
una Papa gli ;ibiti
principessa. Deposti il terbo dalle domenicane di s. Caterina, e
sagri, si recò nel monastero, ove in trono tornata in Roma in quello di s. Susan-
ammise al bacio del piede le nuove reli- na. Ebbe una specie di visione, in cui Dio
giose, e tutte le altre persone distinte ivi manifestò a lei che si facesse Servita, isti-

presenti, ed in tale occasione il generoso tuto che del tutto ignorava. La sua ado-
Maslurzi padre della fondatrice fece ser- lescenza fu accompagnala da cose mera-
vire un decoroso rinfresco. Le. religiose vigliose; ed il cardinal Somaglia vicario

presentarono al Papa una vaga mappa di di Pio VII l'esaminòsulla vocazione. In-
fiori finti, e il libro dell'istituto nobilmen- tanto il padre acquistò l' attuale mona-
te legalo. In oieuìoria di lanlo onore, le stero delle mantellate, e per consolarla
monache presso l'altare maggiore vi po- nelle sue afflizioni di spirito, le disse che
sero marmoree iscrizioni.il monastero fio- poteva ivi fondarvi quell'istituto che più
ri e tuttora fiorisce, essendone beneme- le piacesse, onde la figlia pregò Dio a ma-
rentissima e in perenne benedizione 1' e- nifestarglielo. Adunque
di 21 anni uscì

semplare e virtuosa fondatrice.DelIa qua- da S.Susanna ed entrò nel monastero al-


le ne celebrò pregi il suo confessore bar-
i la Lungara, ove come narrai eranvi sta-

nabita p. d. Giovanni Piantoni Elogio ; te adunate delle buone giovani, fra le qua-
storico di suor ìlici ria Giuliana Maslur- li GiacintaMaurizi romana, ch'ella bramò

zi romanafondatrice e priora delle man- che ne fosse superiora, e poi morì nel i83 i
teliatediRonia^'wì 84^. Anche altri Pa-
1 col nome
di suorM.^ Luisa, lasciando il-
pi visitarono monastero, come Leone
il esempi di santità di vita, onde nel-
lustri

yil, Gregorio XVI, ed il regnante Pio la chiesa fu tumulala con lapide. Al pio

IX. Ora dirò, che in lale elogio vìedicato ^acerdole Marconi, di cui parlai altrove,
SER SER 09
subentrò nella direzione dello spirito il duto suggello, alle quali sia il risultato
p. SlefuMO Antonmai'clii vicario generale del mio accesso alla chiesa alla Luiignra.
apostolico de'serviti, e continuò ad assi- Ivi pertanto trovai, oltre diverse delle ri-

sterla per 33 anni. Finalmente dopo 7 an- portate cose, che lia 5 altari, ed essendo
ni che abitava il paterno monastero, eb- di marmo il maggiore, e col quadro rap-
be luogo la narrala fondazione dell'isti- presentante B. Vergine Addolorata, e
la

tuto delle serve di Maria. Deportato Pio da un lato Gesù morto con s. M.'.Mail-
VlIujeliBog, per la chiusura de'tnona- dalena ai piedi. Gli altri 4altari hanno
steri dovè separarsi dalle religiose, alle per quadri dipinti ili. "a destradi chi en-
quali poi si riunì dopo che il Papa ritor- tra i ss. Filippo Neri e Francesco di Pau-
nò rìdi 8 i4 «^H'i sua sede. Ampliò la fab- la, il 2. °s. Michele Arcangelo; dalla parte
brica del monastero, ed in essopianien- sinistra, il i ."co'y beati fondatori de'servi-
te a)orì a'3 maggio 842, d'anni 66 non
i 1 ti, il 2.°s. Giuliana Falconieri fondatrice
compiti. Fu sepolta in mezzo ulla chiesa delle servite. Nella volta vi è dipinto a fre-
d'ordine dell'encomiato cardinal protet- sco il sagro Cuore di Gesù con gloria d'an-
tore, ed ove le religiose posero una gran geli. Di più mi notificò la madre priora,
lapide con onorevole iscrizione. Avanti a che anticamente nel luogo eranvi avanzi
lei vi furono sepolti nel 18 i 2 il padre, nel di vetusti edifizi, e poi un casino di deliiia
1 8 i4 madre, ond'essa giace accanto a
la de'Colonna.
loro, anch' essi con iscrizione marmorea SERVETISTI. Nome dato agli Ami-
che lessi colle altre della chiesa. Piitornan- Trinitari (^f'.)d\ questi ultimi tempi, per-
do alla chiesa e monastero, siccome il prof. chè seguirono gli errori di Michele Ser-
iS'ibby nella sua Roma nel i838, ed il veto, che si considera come il loro capo.
march. Melchiorri nella Guida di Roma Questo eresiarca nacque in Villanova di
I 836 4o, pongono l'una e l'altro in Tras- Aragona neliooc). La lettura della Bib-
tevere e alla Lungara, chiamando la chie- bia, fatta senza alcuna preparazione, di-
sa col nome antico, mentre ora propria- venne per lui una fonte di errori : altri

mente non ne ha, come mi disse l'attuale ne attinse per le sue relazioni co'capi so-
madre priora; e siccome inoltre vi descri- ciniani d'Italia, dove passò con Quintana
vono dipinti e il marmo quasi come Ve-
i confessore di Carlo V, di cui vide l'inco-
nuti non più esistenti, anzi non fanno al- ronazione a Bologna. Morto tal suo pro-
cuna menzione che sono nella chiesa del- lettore, si mise a viaggiare, ed ebbe varie
le salesiane, ove furono trasportati e sus- conferenze con EcolampadioaBasilea,con
sistono; vale a dire la chiesa dell'Umiltà Capitone e Bucero a Strasburgo. In ta-
non venne da loro descritta come trova- li colloqui combattè accanitamente dog- i

si, solo dicendo che in essa passarono le mi della ss. Trinila {^^), e della consu-
monache, e che l'antica con tutti mo- i slaiizialità del Verbo divino. 1 suoi av-
numenti da loro descritti fu ceduta ad versari ne furono scandalezzati, e Bucero
una pia casa di esercizi spirituali, il che ch'era tenuto pel meno violento, disse che
non è vero, né facendo alcuna menzione quell'euìpio meritava d'essere fatto a pez-
delle mautellate. Dipoi negli articoli del- zi. Divenuto più ardilo , concepì A pro-
la chiesa ili s. Maria dell' Llmill.'i dissero getto temerario ili conibittere i dogmi
bensì ch'è delle religiose della Visitazio- principali della religione cristiana, mas-
ne, ma la descrissero com'era anticamen- sime contro la ss. Trinità. I suoi errori
te a tempo delle domenicane : pel credi- e la SUI stravagante condotta, la sua vi-

toche mei ita niente ambedue godono, (jui ta vagabonda, suoi ribuUaiili errori,i gl'i-

ho volutodichiarurecon prove il loroab- nimicaiono gli eretici [)ii» fanatici. S[)Cs'

b.iglio, acciò nella mia pochezza sia ere- so corse pericolo di vila,comechè disprez-
200 S ER SER
zato pressoché da tulli, ed a Vienna di cap. 3 : Di quelli che conibattono il mi-
Francia, dopo processo fu impiccato in stero della ss. Trinila.
efljgie, e le sue inique opere gettate alle SERVI DELLA MADRE SS. DI GÈ-
llanime. Ebbe gravi dispute e fiera ini- SU'. Religiosi diversi dai serviti, che si

micizia conCalvino, anche con opere d'in- denominavano servi o servitori della ss.
colpazioni e confutazioni. Per queste con- Vergine madre di Gesù, ed in Francia
tese e pe'suoi errori, dal consiglio di Gi- Bianchi mantelli, perchè li portavano
nevra fu condannalo ad essere arso vivo, sull'abito nero. S'ignora propriamente il
e venne eseguita la sentenza a Carapey fondatore di quest'ordine, ch'ebbe ori-
presso Ginevra nel i553 come eretico, gine in Marsiglia nel aSy, ed il loro pri-
i

cioè per sentenza di altri eretici seguaci mo soggiorno fu nel sobborgo d' Aren-
di Calvino, il quale con un'opera volle neSjdove fabbricarono un monastero. Pa-
giustificare il diritto di far perire gli e- pa Alessandro IV ad istanza del priore e
retici. Anche Beza difese tal punizione religiosi, approvò l'ordine a'26 settem-

coniro gl'insorti delle asserzioni di Cai- bre di detto anno, prescrivendo loro la
Tino. In tal guisa le due colonne del par- regola di s. Agostino: Clemente IV lo
tito sedicente riformato, riconobbero il confermò nel 1266. Ma essendo stato
diritto di punir gli eretici, mentre pro- i compreso questo nuovo ordine tra' sop-
testanti non cessavano d* inveire contro pressi nel concilio di Lione del 1274 da
i tratlamenli severi a'quali erano esposti (iregorio X, dipoi il loro monastero fu
iie'paesi cattolici. Benché Servelo stabili datoa'Gf/g;^/e/A«/^/(/'.)dimoranli in Pa-
assai male il suo sistema, pure ragionava rigi, ed religiosi bianchi mantelli furo-
i

con molla sottigliezza, specialmente con- no obbligali o ad abbracciarne l'istituto,


tro le prove della ss. Trinità tratte dalla o a cedere loro il proprio monastero. Quel-
Scrittura, cui Calvino maneggiando con lo di Parigi de'guglielroili prese pure il

poco criterio, pose le armi in mano al suo nome di Bianchi nianlelli, e lo conser-
avversario coniro se stesso, e diede di che vò quando passò in potere, prima della
trionfare a Servelo, come osserva Mal- congregazione di s. Vannes, poi di quella
donalOjChe a questo proposito dà per mas- di s. Mauro.
sima essenziale: Chedobbiamoguardarci SERVI DI MARIA o SERVITI, Or-
bene dal dare un ftdso senso alle parole (lo Fratrnni Sen'orwn B. Mariae Vir-
de'libri santi per confutare gli eretici. Gli c,inis. La storia della celeste origine e pro-
anti -trinitari, spaventali dal tragico fine digiosa fondazione del sagro ordine dei
di Servelo, si allontanarono da Ginevra servi della B.Vergine,è congiunta a quel-
e la pili parie passarono in Polonia; i ri- la de'7 beali suoi fondatori, i quali con
masti in Ginevra tennero segreti i loro meravigliosa disposizione della divina
errori. Fra gli anti-lrinitaii che succedet- provvidenza, pi:ima uniti nella celebra-
tero a Servelo, ninno se ne trova che ab- zione delle sue lodi, furono poscia dalla
bia adollalo il suo sistema, laonde non gran Madre di Dio invitati a dare prin-
lasciò alcun seguace della sua prelesa ri- cipio a questo santo istituto, benemerito
forma della Chiesa, di cui si dava il van- della Chiesa. Diversi autori hanno scrit-
to d'essere autore, e che fin\ con lui, sic- to che quest'ordine fu istituito da s. Fi-
come con avea cominciato. Nondime-
lui lippo Benizi, ma non é vero; egli bensì
no si crede che Socìniani(r^.),ahv\ eretici
i ne fu insigne propagatore e splendido or-
anli-trinilari, abbiano attinto i loro erro- namento. Questa gloria tutta si deve a
7
nei principii dalle pestifere opere di Ser- gentiluomini, tutti di Firenze e nobilissi-
velo. Di queste, de'suoi errori e storia, ne mi, e tutti fregiati col titolo di beali, cioè
tratta l'ab. Butler,Fe.y/c mobili^ Irat.io, Buoufigliolo ]\Ionaldi,BuouiigiunlaMa-
SER SER aor
netti, IManello dell' Antella, Amadio A- E qui la giocondissima visione disparve,
luideijUgiiccione Ugiiccii)iii,.SostegiioSo- ma non tei minòla grandezza dello straor-
slegni, ed Alessio Falconieri, tulli per dinaiio piotligio. Fmite le sagre laudi e
n»erito di santità cospicui, e celebri per partiti congregati, Irannei 7 beali, i qua-
i

fama di eccelsi prodigi; oltre di die l'or- li senza alcuna precedente e reciproca in-
dine giustamente venera e riconosce per leliigenxa Ira loro, ma per sola disposi-
fondatrice, titolare e patrona la 13. Ver- zionediviua rimasti nell'oratorio, non sa-
gine Maria, come tale dicliiarala dalle pendo l'unociò che all'altro era avvenu-
bolle pontificie. Essendo i beati ascritti lo, si andavano guardando con mera vi-

ad una confraternita eretta in Firenze glia, e come tacitamente cercando la ca-


sotto il titolo di s. Maria Maggiore, voi- gioneclie ivi li trattenesse. Sebbeneognu-
giirmente della de'Laudesi, nel i233 si no sentisse gagliardo slimolo di palesare
pollarono al loro oratorio per cantarvi l'ai canoceleste,pure per timore di vana-
le bjdi della ss. Vergine nel giorno della gloria, stettero tulli alquanto tempo stu-
di lei Assunzione al cielo; accesi oltre l'u- pidi e taciturni. Senoncbè il b. .Monnldi^
salo d'un santo fervore, unendo alle di- cui tutti, come il più provetto di età e[iiù
vote espressioni della lingua, in alto ili venerando, specialmente fissavano gli

cantare le sagre laudi, l'interna eleva- sguardi, malgrado la sua proionda unni-
zione del cuore, e meditando il fauslis- tà che lo consigliava a tacere, raccontò

siino ingresso al cielo della divina Ma- quanto per opera della B. \'ergine eragli
(Ire, furono in un istante tutti rapiti in stalo ispiratodaDio.E poiché ebbero gli
dolcissima estasi. Nel soave assoibimen- altri G compagni allentamenleecon gioia

lo di questa ciascuno di essi vide un am- ascoltalo Ira le lagrime di tenerezza, ri-
pio globo di chiarissima luce, che dira- pieni ili una santa inelfabile consolazione,
niavusi in y laggi, da'tjuali paititamen- dichiararono tutti concordemente, che
te investili e penetrati 7 beali, sentiva-i quello era appunto il favore a ciascuno
si ciascuno di essi nascere nell' animo couipartitodal cielo, che tulli aveano ve-
noia delle cose terrene e della vita, viva dolo il globo di luce, e ricevuto in senno
bicuna e doiderio delle sempiterne del dc''~ raggi da (|uello procedenti, che lutti
cielo. Attoniti della novità del fallo, e avevano sentito l'interna commozione,
dalla grandezza del mistero soprailatti, che a tulli era apparsa la ss. Vergine, e
attendevano a indagarne il significato; che a lutti avea comandato fuga dal
la

«piandoecco che l'atlorataRegina del eie- secolo, e il ritirarsi nel luogo ch'elsa loro
lo coronata di splendori e COI leggiata ila- adtlilerebbe. l'er la (jualcosa coiulusero
gli angeli si die maestosameute a vedere che Dio chiamati per mezzo del-
l'averli
a ciascuno di loro in particolare, e con la ss. Vergine in un medesimo luogo e
\ollo ilare e soavi parole sensibilmente Itrinpo, erano chiari argomenti della vo-
chiamando ognuno, e ad ognuno ili>lin- Ionia divina, e perciò doversi seguire il

tamenle parlando, iniposea lutti che la- possente superno impulso, abbamlonan-
scKissero il mondo, ed in fpjel luogo si ri- do il secolo e rilirand(isi in tpialche so-
tirassero, ch'ella slessa avrebbe loro ino- lilario abituro, ove impiegarsi a servire
strato. Li confortò colla graziosa prò- colla divina Madre 1' unigenilu Figlio,
messa di sua speciale protezione e vallila Siccome Monaldi era stato il i.^a
il b.
assistenza, e con la direzione di questa parlare, stabilirono che lui dovesse pro-
governato il loro spirilo, avrebbero co- poireilmodo per ridurre la comunechia»
Duincialo a gustare ipielle delizie di pa- mata a pronta esecuzioac.IVon senza vir-
radiso, che sin allora erano loro ritarda* lunsa ripiii^nanz.i egli accettò l'incarico,
Ice impcdilc dal tummciciu cui ;ii:culu. pei cui piunicraiuculc mcuiJò u luUi
201 S ER SER
r insegnamento del vangelo , che niuno ture della repubblica, graziali dalle di-
può essere vero discepolo di Cristo, se non vine disposizioni e tulli intenti a mandare
si spoglia e rinunzia a lutto ciò che pos- ad eifelto le loro sante risoluzioni. Pian-

siede, quindi conveniva lasciare il secolo se di commozione, lodò il divisametito e


e le 7 beati intanto dal-
cure terrene. I gli esorlò a seguirlo.Diede perciò loro am -

l'oratorio de'Laudesi tornali alle loro ca- pia facoltà di ritirarsi dove volessero, di
se,con fervide orazioni e digiuni suppli- alzarvi l'altare e di eleggersi un diretto-
carono ardenletnenleil Signore pel lume re spirituale, non che di questuare nella
necessario onde uniformarsi e seguire la città e fuori nel territorio, e proraetten-^

sua volontà; ciascuno rinunziò a'parenli do loro il suo aiuto li benedì. Ottenuta
le doviziose sostanze, ed ai poveri dispen- l'episcopale approvazione, agli 8 settem-
sandone largamente parte, e con esse de- bre i 7 beati incominciarono il nuovo
posero ancora maestrali che godevano
i metodo di vita, recandosi per la Porta
in patria, primeggiando nella potente re- delle Balleal meschino tugurio posto nel-
pubblica di Firenze. Anzi secondo alcu- la villa di Camarzia; vi eressero un al-
ni, cpielli ch'erano maritati si divisero iare coll'immagine della B. Vergine, in-
dai figli e dalle mogli, con loro consenso. di deposte le toghe senatorie, si vestirò
Il complesso di tanti eroismi lo manda- no di povere e rozze lane di color cene-
rono tosto ad eflet lo agli 8 se ttembre,gior- rino. Cosi il nuovo ordine della chiesa
no sagro alla Natività della B. Vergine, militante, incominciato nel giorno del
Rivolto ogni pensiero a ridursi in alcun l'Assunta, preseforma in quello della Na-
luogo discosto dalla città, il b. Monaldi tività,che sono di più solenni che ce-
i

propose che nella solitudine cui andava- lebra la Chiesa in onore della B. Vergi-
no a dedicarsi, era necessario un sacer- ne. Per tale motivo, volendo dipoi Leo-
dote per provvedere ai bisogni spirituali ne X perpetuare la giuliva memoria di
ed alla somministrazione de' ss. Sagra- un giorno all'ordine tanto f^iusto, quale
menti, e scelsero Jacopo da Poggibonzi è quello della Natività della B. Vergine,
che dirigeva l'oratorio di loro confrater- nel quale sortì i suoi felici natali, oltre
nita, il quale udita la narrazione dell'av- ail altre moltissime grazie, concesse colla
venuto, volontieri condiscese e tutta pro- bolla de'26 aprilei5i4 '» perpetuo ple-
mise l'opera sua bensì consigliò essere
; naria indulgenza in forma di giubileo al-

conveniente di far consapevole della ri- la chiesa della ss. Annunziata di Firen-

soluzione il vescovo di Firenze Ardingo ze costituita capo di lutto l'ordine. Lieti

Trotti, per riportare la sua approvazio- nel romitaggio di Camarzia, di comune


ne e benedizione. Piacque il consiglio, e consenso 7 beali stabilirono alcune leg-
i

subito 7 beali si presentarono al vesco-


i gi da osservarsi individualmente, che in
vo, manifestandogli le circostanze della sostanza consistevano: nella perfettissi-
celeste vocazione e la risoluzione di cor- ma e vicendevole carità, nella povertà
rispondervi, col cambiare i loro abiti con più disagiata , nella penitenza rigidissi-
quelli vili e abbietti de'penitenti, e riti- ma, nel silenzio perpetuo, nella contìnua
rarsi in un luogo angusto e solitario, o- orazione e contemplazione delle massi-
ve rimettere il sostentamento alla prov- me eterne, enell'amore tenerissimo con-
videnza e alla carità de' fedeli, per ivi ser- giunto ad ogni maniera d'ossequio verso
vire Dio e la B. Vergine nelle massime la B. Vergine loro signora e avvocata.

di perfezione dettate dal vangelo, il ve- Ad onta di sua renitenza, elessero poi per
scovo restò sorpreso e edificato in vedere superiore il b. Monaldi, cui lutti fecero

7 nobilissimi patrizi diesino allora avea- promessa di perfetta ubbidieuza,allìncliè

uo tenuto rango distinto nelle magistra- nel voler suo quello loro riponendo, a-
S ER S E R 2o3
vesse acì essere di lulli un cuor solo e iiioraìjilegiornode' i Sgennfiioi^ 3 I, clie
iiii'unima sola. Avendo promesso la di- in vederli i jjiiiubini laKaiiti con singoiar
[)en(leiiza d'ogni loro azione dall'autori- prodigio co' gesti e le parole esortarono
là del vescovo, vollero sottoporgli le con- le madri e le nutrici a fur limosina a'servi
venute leggi e costituzioni. A ttde ellclto di Maria; fra cpiesli s. Fdip[)o IJenizi, al-
7 beali uscirono dal loro tugurio a due lora hainbino di mesi, disse alla ma-
'")
i

a due procedendo, e per mezzo di Fueo- dre Albaverde ; Ultulre ecco i Stn'i di
ze s'incanìminarono all'episcopio. lulan- Ularia, fulc loro limosina, prodigio che
lo essendosi sparso per la città, che già i la Chiesa registrò nelle sue lezioni. Frat-

7 suoi patrizi comparivano al pubblico tanto nel tugurio di Camarzia i beali si

con portamento e vestilo lutto diverso esercitavano nell'assidua orazione e con-


tlid precedente, presto le strade divenne- templazione, e nella più a<;pra peniten-
ro popolale per vederli e le fiueslre egual- za e digiuni, cinti di cilizio, carichi di ca-
merite colme di riguardanti; lutti com- lene,sanguinosamente si flagellavano, ri»

mossi per ammirare il virtuoso eroisnjo posando sulle tavole o sulla nuda terra,
ditali personaggi, ccn)erti di rozzo sacco, e praticando altre mortificazioni. Fervo-
comparire dimessi, indi per divozione si rose erano le orazioni pei' la conveisione
alfollarono loro intorno a toccarne le ve- dc'peccatori, per la santificazione de'po-
sli, a baciarne lemani, a raccomandar- poli, e per la pacedt;lla Chiesa persegui-
si alleloro orazioni, benedicendoDio nel- tata in uno al Papa Gregorio IX dallear-
la mutazione operata in sì illustri con- mi di Federico 11, dall'eresia de' valdesi
cittadini. ]Ma tu portentoso in udire te- e albigesi, divise essendo le popolazioni
neri fanciulli, per interno impulso con- nelle deplorabili fazioni de'guelli e ghi-
cordemente ripetere con chiara e sonora bellini. Contenti i beati del loro soggior-
voce, cui fece eco il popolo: Eccoi Scn-i no di Camarzia, la solitudine presto di-
di Maria j ecco i Servi di /Maria. Tra \et)iie frequentata dal popolo traltovi dal
(juesteacclamazioiii e benedizioni ile'fan- buon odore di loro virtù, e per invocar
ciulli, giunsero i beati dal vescovo, che da loro consiglio e l'intercessione di gra-
gli accolse per lutto quanto l'avvenuto zie. Disturbata così la quiete de'beati e

con venerazione; gli abbiacciò e confortò temendo la dissipazione, risolverono di


conbelleparolea perseverarecoii coslan- abbandonare il luogo per altro [)iù re-
za nel tenore di vita ond'cransi meritali moloc lontano, ondenascondersi aglioc-
il [)ieg\a[\W\inu l\U}\o ó\ Servi della grau chi del mondo. Fu perciò il'awiso il b.
Aladre di Dio. 11 prelato, trovate le leggi ì\Ionaldi d'implorare dalla B. Vergine,
n lui ofTerte per l'approvazione, piene (.li che si degnasse loro indicare l'opportuno
vera sapienza e tulle conformi al vange- b'ogo, ciò che miracolosamente colle lo-
lo, le confermò pienamente e benedì af- io i'crvorose [)ieghiere oHcniiero. Impe-
feltuosamenle. I beati tornali alla loro rocche nel più oscuro della notte, com-
povera obitazione, ringraziarono Dio del |>arve a ciascuno de'7 beati e splendente
titolo ricevuto per suo volere di Srrvi di ili luce la D.Vergine,eloro designò il.Mon-
!\Iiiria , e viep[»iìi si proposero con imi- te Senario, come sito a lei e al divin Fi-

larne possibdmente le virlii, mostrarsene Spuntalo appena il gior-


glio gralissimo.
degni con ogni ossequio. Per grata me- no beati si comunicarono la visione, e
i

moria del ricevuto benefìcio, stabilirò- rese le dovute grazie alla loro Signora,
no la quotidiana recita dell' ullizio della si recarono a parteciparlo al vescovo Ar-
U. N'eigine. Vivendo beali da veri servi 1 dingo, il quale non solo commendò Te-
di ÌVIari.i, per mendicare il villo fuiono secu/ione del prescrillo tlal cielo, ma voi»
destinati i bb. Manetlie .aIcsmo, nei me- le facditarla. Il .Monte Senario, già Asi'
2o4 SE II SER
ìiarius, posto fra la Sieve e il Mugnone, di tal giorno, ^^\scensione fu quivi detta

diocesi e coinpailimentodi Fiienze e da la festa del Senario, e per divozione poi


«jiiesta lungi circa i o miglia a ostro, e al- vi il popolo. Il b. Monaldi ve-
concorse
trettante dall'Apennino, fu già castella- dendo la necessità d'un oratorio o chiesa,
re, vale a dire castello diroccalo, allorché non solo ottenne il beneplacito del ve-
i suoi possessori per testamento lo dona- scovo Ardingo, ma che questi ne benedi-
rono nel secolo XII colla circostante sel- cesse fondamenti e gettasse lai." pietra
i

va a' vescovi di Firenze; laonde Ardingo in onore di Dio e della B. Vergine; nel
Jodonò liberamente ai beati, acciò quan- quale incontro il vescovo restò sbalordi-
do piìi loro piacesse andassero ad abitar- to come in luogo così alpestre e selvag-

lo, per cui divenne ilcelebre eremo e san- gio potessero vivervi i beati, educali fra

tuario del Monte Senario. Anticamente le agiatezze di loro ricche famiglie, tra il

fu anche dello Sanarlo, per l'aria salu- ghiaccio quasi perpetuo, l'impetuoso ven-
lu-e che vi si respira; indi prese il nome to e l'onide vedute di precipitosi dirupi ;

di Senario perchè sedente in mezzo a 6 in seguito l'artesi studiò di migliorare l'a-

altri monti, che gli fanno corona intorno. sprezza della natura. Compita l'angusta e

Vj\',\ allora una foresta inospite e selvag- di vota chiesa, i beati si dierono a costrui-
gia, malinconica e squallida, nido e rico- re le cellette per loro e di legno, erigen-
"vero di fiere. 1 jjeati tolte dal romitaggio do una foltissima siepe di sterpi e
in giro

di Camarzia le povere suppellettili e gli convertendo così la sommità del


di sassi,

maggio 234, vigilia


«tensili sagri, a'3i i monte in un romitorio. Non è a dire che
dell'Ascensione,dopo udita la messa dal vita esemplare e penitente vi menarono,

sacerdote Jacopo che volle seguirli, con tra le privazioni di tutto, e nutrendosi di

croce inalberata e l'immagine dellalì. Ver- radiche d'erbe e bevendo l'acqua, per cui
gine dell'altare, con inesprimibile gioia si ridussero veri scheletri. Vedendo il b.

giunsero alle radici del Monte Senario. Monaldi, arbitro e regolatore d'ogni bi-
Piiposati presso il fonte Aquirico, prose- sogno, che la mancanza del sostentamea-
guirono l'ei to cammino, cantando inni e to avrebbe impedito per 1' estenuazione
ji;dijii; in tal modo riuscì meno faticosa la gli esercizi di pietà, destinò alcuni che di

hn)ga, e allora scoscesa e impraticabile quando in quando scendessero alla città

\ia, e pervennero sull'erta cima dell'alto cercando per carità il vitto, cioè i bb. Ma-
monte. Quivi la ss. Vergine condusse i netti e Alessio. Giunti in Firenze, nuo-
servi suoi, per meglio operare la loro san- vamente bambini lattanti in vederli e-
i

tiOcazione, coU'esercizio di tutte le virtìi, sclamarono, non senza prodigio: Ecco i


di assidue e aspre penitenze, nella medi- Servi di Maria, fate loro limosina. Con-
tazione continua della passione di Gesù siderando poi ilb. ftlonaldi essere impos-
e degli acerbissimi dolori di lei. 1 beati sibile, che i cercanti potessero nello stes-
riguardarono il luogo come il porto si- so giorno tornare all'eremo, nel subur-
curo di loro eterna salute, ed eretto l'al- l)ano di Firenze fece formare un ospizio
tare coli' immagine della D. Vergine e vicino alla cappelletta di s. Maria inCa-
piantata la Croce, nel dì dell'Ascensione faggio, presso il borgo di San Gallo. Fu
vi ascoltarono la messa e si comunicaro- in (pjesto luogo,che poi racchiuso nel cir-
no. Formarono quindi alcune capanne cuito della città, si fabbricò il gran con-
tessute di rami d'alberi e virgulti silve- vento e il magnifico tempio della ss. An-
stri, ricoperte di fiondi ed erbe per ri- nunziata, il cui volto fu dipinto da mano
pararsi alla meglio da'rigori delcielo sco- angelica nella prodigiosa immagine che
perto, e in qualche modo guardarsi dal- vi si venera. All'edificazione dell'ospizio,
le fiere abilulrici delle sei ve. lu meaioria che diveuuc pel narrato lui>go celebre iu
SER SER 20?
tulla Europa ,
cnnlrlbuirono pel clono fel)l)raioi2 3p,nel più crudo del verno, i

dell'area la repubblica di Fiienze, ovve- beati videro sul monte improvvisamente


ro le famiglie Monaldi e Guadagni. verdeggiare una vigna che avevano pian-
La fama della santità di vita de'beali, tato da un anno circa, con produrre ogni
ben presto vi condusse il popolo a vene- vite i suoi tralci, e da questi pendere
rarli per conforti spirituali, per la libc- uve mature, e tutto per ogni parte il ter-
jazione degli ossessi, per la guarigione de- reno ricoperto di fiondi, fiori e gentili
gl'infermij per la conversione de'pecca- erbette. Sorpresi i beati del portento, sen-
(ori, per la Vi
consolazione degli afflitti. za penetrarne il mistero, resero riverenti
fu pure in compagnia del vescovo A rdingo azioni di grazie alla divina loro patrona,
il cardinal Gollredo Castiglioni legato a pregandola a far loro conoscere quanto da
lalere di Toscana e Lombardia di Gre- essi bramava. Ffltaal vescovo dislinfa re-

gorio IX, e poi successore Celestino IV, il lazione del prodigioso successo, pieno di
quale si confermò nell'alto concello clie stupore dichiarò essere ciò una manife-
risuonava da per tutto di loro santa vita, sta conferma di quanto avea insinuato ai
penitente e laboriosa; ma gli esortò ad 7 eremili, cioè che metodo di vi-
il loro
essere più discreti coi macerati loio corpi, vere dovea farsi ad altri comune, e si-
dovendosi reprimere la carne non oppi i- gnificar la vigna da loro piantata campi i

iiìerla,castigare pò non disfarlo, mor-


il COI disegnati dall'evangelico precettore Ge-
tificar l'umanità non ucciderla, vietando sù, con ammeltere quelli che lo brama-
Diodi procurare la morte al corpojquindi vano al loro consorzio. Avendo ancbe il
con l'autorità di legato apostolico coman- vescovo fallo orazioni, per meglio cono-
dò loro di moderare il modo troppo a- scere la volontà del Signore, nel dì se-
cerbo di loro spieiate penitenze, e dopo guente giubilante si recò al ìMonte Sena-
fervorosodiscorso dichiarandosi loro pro- rio a raccontare ai beati la visione avu-
tettore, li lasciò colla benedizione aposto- ta nella notte. Vide pertanto una vile di-
lica. Per la virtù dell'ubbidienza beati i ramata in 7 ubei tose propagiiii, da ognu-
diminuirono il rigore delle loro penitenze, na delle quali spuntavano sette rami, die
e si proposero di vivere colle noi nie dei subitosi vestirono di fiondi e nve;spiegaii-
più austeri e rigidi claustrali. A tale ef- do l'allegoria sì della vite, che della vi-

fetto i beati supplicarono il benefico ve- gna, di essere manifesto volere di Dio che
scovo a loro prescrivere una regola de- altri a loro si unissero a santificarsi, e vo-
terminata, per corrispondere alle auto- lere così la B. Vergine accrescere il nu-
revoli insinuazioni e prescrizioni del car- mero de'suoi ser\i. Perciò li esorlò ad u-
dinal legato. Rispose il vescovo che per niformarsiallediiaremanifest.izionidello
procedere in affare di tanta importanza Spirilosanto, e non chiudere più agli altri
occorrevano matura deliberazione e ora- la porla dell'eterna salvezza, onde molti
zioni, dichiarando la sua meraviglia per- sarebbero quelli che abbandonato il mon-
dio rigettassero tutti quelli the sospira- do si sarebbero consagrati al servigio ili
vano convivere con loro nell'eremo. Al Dio e della B. Vergine nel loro eremo.
che i beati si giustificarono pel proponi- Quindi gl'invito ancora a fondare case, ad
mento fallo di vivere soli, e di non vo- esaltazione del nome della gran \ ergine
lere essere capi o fondatori di cpialunque Maria e propagazione di sua divozione. [
ancorché minima congregazione; che ili- l)eati chinarono il capo ai voloiidel cielo

sadatli a regolar se stessi, mollo meno po- calle paterne esortazioni del loro amore-
tevano reggere gli altri. I\Ia ancho.su que- vole vescovo, concorrendovi altresì un ra-
sto, il vescovo loro inculcò pregare Dio e gionamento <ld b. RIonaldi. Peliamo sta-
la 13, Vergine a illuminarli. lutaulo a'27 bilii uno nel giorno di Pasqua l'accrtsci-
2o6 S ER SER
mento di loro famiglia, al qtjale si pre- no io provai per la croceflssione e morte
pararono ne'3 giorni precedenti con fer- del mio unigenito figlio. La regola di s.

vorose preci, e singolarmente nella me- Agostino che vi addito, dovrà esser la nor-
ditazione della dolorosa passione di Ge- ma del vostro religioso vivere, e la pal-
sù e degli acerbi dolori di Maria, consi- ma chequi vedete, vi dà presagio di quella
derando i misteri pioposti dalla Chiesa gloria che vi sta preparata in cielo, se da
alla pietà de' fedeli. Mentre adunque la veri e fedeli miei servi opererete qui io
sera del venerdì santo o 20 marzo r23f), terra. Questa è la tanto famigerata ap-
meditavano con lagrime intense e genu- parizione della B. Vergine nel Monte Se-
il memorabile giorno della
flessi morie nario, nel luogo della quale fu eretta una
e atroci pene patite da Gesù, e quelle an- cappella ornata di molte e insigni reliquie,
cora della dolentissima Madre, compas- ed in cui furono uditi gli angeli cantare
sionando la sua estrema afflÌ7.ione,or pian- il trisagio Sanctus, nel 1

sagrifizio che
gente a pie della Croce, or vicina ai se- vi celebrò neliiSg s. Filippo Benizi. In
polcro, ecco un nuovoslrepilosoportento. perenne memoria di così singolaredivia
La B. Vergine nel più fervidode'Ioro pie- favore i beali statuirono, che ogni anno _

tosi aifettì, volendo dar l'ultimo compi- verso la sera del sabato santo con pom- 1
mento a quell'ordine religioso, già idea- pa solenne si dovesse coronare la Regina
to in Firenze, incominciato a Camar- degli angeli; rito che Calisto III nel 1
4^7
zia e collocato nel Monte Senario, ed in- condecorò col privilegio di festeggiarlo con
sieme contraddistinguerlo prima che si messa cantata nella detta sera (due ore
propagasse,qualifìcarlo e palesemente di- dopo mezzodì dice 1' annalista p. Giani,
chiararlo per suo, degnò nuovamente
si cioè nelle chiese della ss. Annunziata di
apparire a' beati suoi servi in comparsa Firenze, e di s. Maria della Strada mag-
più risplendente del sole e circondata da giore di Bologna, quindi esteso alle altre
un gran numero d'angeli, de'qualialciìni chiese dell'ordine), e continuato ancora
tenevano in manoi misteri egl'islrumen- nelle chiese deirordine,non più però colla
ti della passione del Redentore, altri te- messa dopo la riforma del messale di s.
nevano abiti religiosi di color nero, uno Pio V e Clemente Vili: il metodo da
di essi mostrava un libro aperto conte- osservarsi in detta particolare funzione,
nente laregola di s. Agostino, ed un al- trovasi descritto nel ceremoniale dell'or-
tro teneva nella destra il titolo glorioso tli dine, e nel libielto intitolato -.Esercizi di-
Seri'i di IMaria, scritto a caratteri d'oro, voti a Maria ss. /addolorata. Nella slessa
leggendo colla sinistra una palma. F'iual- notte la B. Vergine fece comune la me-
mente la B. Vergine portando nelle sue ravigliosa visione anco al vescovo Ardin-
inani un abito lugubre, faceva sembian- go, rendendolo così istruito che dovesse
za d'invitare i beati suoi servi a ricevere vestire i
7 solitari giusta la forma del mo-
da lei medesima la religiosa veste, che loro strato abito. Consisteva quest'abito, co-
destinava per abito proprio e dagli altri me Io è tuttora, in una tonaca legala con
distinto. Rapiti i beati contemplativi in cintura di cuoio colla corona, in uno sca-
soave estasi, adoranti la Regina degli an- polare, e sopra di questo una cappa ed
geli, questa a loro benignamente disse. un cappuccio, la di cui mozzelta scende
Eccomi amati miei servi a consolar le vo- alla metà del petto, lutto di color nero.
stre preghiere: mirate le vesti colle quali Terminate le funzioni della Pasqua, il ve-
vi voglio distinti e adorni.
Queste col co- scovo si portò al Monle Senario, e tra le
dovranno rammentarvi e tener
lore fosco lagrime scambievolmente si narrarono le

sempre iru[)ressa ne'cuori la memoria di contemporanee visioni, per cui il vesco-


quell'acerbo cordoglio, che in questo gior- vo stabilì di elfettuare la vestizione e la
SE II S FR 207
regola dell' ofdine, secondo il prescrilto principali costituzioni dell'ordine.! beati
dcillu B. Vergine, e nello slesso i 239, do> fondatori ordinarono per legge perpetua,
pò ctiebi ala la messa, deposti i beali le ve- cheal principiodelle ore canoniche e del-
sii cenerine,impose loro gli abiti nerijlian- la inesca si dovesse recitare V Ave Maria,

ne i bb. Monaldi e Ales^io, gli altri cam- eil infine Va Salve Regina j che ogni giorno
biarono il nome, il vescovo esorlandoli si continuasse in coro a recitar I' uHizio

all'osservanza della regola di s. Agostino. della INIadoiina, per impetrar dalla me-
Propagatosi per Firen/e l'operato del ve- desima la perseveranza e propagazione
scovo per comando della C. Vergine, glan- dell'ordine; che unitamente cogli altri si

de fu il imniero degli accorrenti per ag- recitasse la corona i\e'5 salmi, i quali co-
gregarsi al nuovo ordine con tanta sin- minciano colle lettere del di lei ss. No-
golarità di favori stabilito dalla H. Ver- me. Narrano alcuni, che le mogli di quelli
gine, e vi furono ammessi i piìi idonei, tra'7 beali fondatori che l'aveano, ilopo
e peli, il sacerdote Giacomo da Poegi- la loro professione, onde imitarne i vir-
bonzi loro cappellano, che dipoi fu il 3." tuosi esempi, vestirono l'abito de'ser\i,
generale dell'ordine. Il vescovo di Siena consagrandosi a Dioefdla D. Vergine sotto
Bnonfigliuolo si recò al ftlonte Senario, il titolo di Serve di Maria (f^.), onde in
ed ottenne che il b. Alessio e fr. Vittore qiie'tempi cominciarono anche le case re-
uno de' novelli religiosi, si portassero a ligiose e i ritiri di sante donne e di ver-
Siena a fondarvi un convento presso Por- gini, sotto il medesimo titolo di Serve di
ta Piomana, donde fu trasferitoovesilro- Maria f'ergineAsùtwiofìoaìU-esi i 7 bea-
\a, fiorendovi sin dalisSy religiosi insi- ti fondatori il terz'oidine chiamato iSb-

gni per dottrina e santità di vita, come cietà dels. Scapolare, ossia abito de'st-rvi,
s. Pellegrino Laziosi, ed i bb. Gioacchi- che poi fu confermato da ì\Iarlino V con
no Piccolonjini e Francesco Patrizi. An- bolla de''i6 marzo 1424, ed è per quelli
che Pistoia volle istiluito un convento dei che vivono al secolo tra'primi ad ; ascri-
servi di Maria, e l'aprì fr. ÌNIarcolino, uno versi furono genitori e sorella di i s. Fi-
de'novelli religiosi, nel 1242? col consenso lippo Benizi, seguili da molti altri. Tra'7
del vescovo Berliiighieri, nella chiesa di beali pare che non ebbero moglie i bb.
s. Maria Novelletta Maria de'Servi,poi s. Uguccioni, Manetti e Alessio, e celebrati
situala nel boigo. Dopo un anno dacché per vergini; e degli altri 4 sembra che
ì 7 beati e gli altri aveano vestito 1' abito fossero vedovi soltanto due. Proseguen-
religioso, fecero la solenne professione dei do 7 fondatori a ricevere quotidiana-
i

3 voli di castità, povertà e ubbidienza, mente nuovi compagni, per dar luogo a
nelle mani del vescovo in Fiienze; quindi tutti ampliaiono la fabbrica del loro an-
fu eletto per I. "superiore e amministrato- tico erenio sul Monte Senario, riducen-
re generale il medesimo b. Luonfigliuolo dolo in forma di convento, ed alcuni ne
Monaldi. Inoltre il vescovo consigliò i
7 mandarono ad abitare nell'ospizio di Ca-
fondatori a promuoversi al sacerdozio ,
faggio. A riserva del b. Alessio che voile
concedendo loro ampie facoltà per poter leslare nell'umile suo grado, riputandosi
nella diocesi erigere chiese, conventi e indegno, gli altri 6 furono ordinati sa-
suonar campane, vestire religiosi e men- cerdoti ù\\ vescovo Ai ilingo. Speravano
dicare pel loio sostentamento, e altri pri- i servi di Mai ia che Gregorio IX ap[)ro-
vilegi. Il b. Monaldi slese varie piofil- vasse il loro ordine, quando morto nel
levoli istruzioni e ordini per la regolare I 24 • )
il dispiacere si aimbiò in gioia per
disciplina e comune osservanza, i quali l'esaltazione di Celestino 1 V già loro prò-
in appresso da s. Filippo Benizi ridotti Ictluie, per cui spedirono due idigiosi a
iu compeudiu lurono considerali come le lìuina per congratularsi esupplicurlodcl-
2o8 SER SER
la conferma poiìtificia, per lo
sospirata blicamenfe essere que'7 gìgli candidissi-
stabilimeiilo e propagazione dell'ordine: mi oderti dagli angeli Vergine, alla B.
ma prima che religiosi giungessero in
i e da essa con gran piacere ricevuti, secon-
Pionia, con pena seppero il Papa passato do altra celeste visione avuta appena ar-
a miglior vita, onde tornati al Senario fu- rivato a Firenze, nella quale la Madonna
nestarono i compagni colia dolorosa no- aveagli imposto di conservarli. Indi s. Pie-
tizia della perdita del i." protettore del- tro s'avviò pel Senario, ove si trattenne
l'ordine, quindi si dierono a sudiagarne alcuni giorni per godere la spirituale con-
l'anima. Per le crudeli peisecuzionidi Fe- versazione de'religiosi,a'<juali promise che
derico II, lunga fu la sede vacante, onde non avrebbe lascialo colla s. Sedeverun
il vescovo Ardingo per implorar da Dio ufficio per promuoverne l'istituto, che poi
pace alla Chiesa, fece una pubblica pro- celebrò ovunque nellesue predicazioni. In-
cessione di penitenza, alla quale invitati tanto l'ordine domandò e ottenne per pro-
i novelli religiosi, per la 4-^ volta i bam- tettore il celebre cardinal RanieroCapocci
bini lattanti e incapaci di favellare, gri- legatoapostolicod'llalia nell'assenza d'In-
darono : Ecco i servi (iella B. Fergine : nocenzo IV, che da Fermo ove dimora-
ecco iserviiUs. ÌÌIaria^ciò che vieppiìi fé* va, con lettera de*3 marzo 249 prese be-
i

ceaumentare la buona fama de'religiosi. nignamente l'ordine sotto la sua prote-


Nel maggio del 243 eletto Innocenzo! V,
i zione e quella della s. Sede; approvò e
bramò un'esatta informazione del prin- confermò il concesso dal vescovo Ardin-
cipio e progresso dell'ordine de'servi; e go, riconobbe l'autorità del b. Monaldi,
siccome avea destinato inquisitor gene- concesse piena facoltà di ritenere i professi
rale d'Italia s. Pietro da Verona poi mar- e di riceverne altri : concessioni e privi-
tire, l'incaricò d'informarsene a Firenze, legi che a'aS ottobre 25 ratificò Inno- 1 1

poiché non solo era in vigore il decieto cenzo IV con breve dato in Roma dal le-
d'Innocenzo III, pubblicato nel 12 i5 nel gato e nipote cardinal Guglielmo Fieschi,
concilio di Laterano, di non introdurre il i.° protettore dell'ordine dato dalla s.

nuovi ordini regolari, ma in Malia eranvi Sede. Approvalo e riconosciuto l'ordine


varie pestifere sette, nascoste con simu- dalla Sede apostolica, venne confermato
lala pietà, sotto un esteriore della piìi fina in superiore e capo il b. Monaldi, e pro-
ipocrisia. L' inquisitore fu bene istruito mulgate le prime leggi da osservarsi da
dal vescovo Ardingo, e rettificò la sospetta tutto l'ordine. Prima di questo tempo vo-
sua opinione; volle quindi esaminare ibb. lendo il b. Monaldi ampliare l'ospizio di
Monaldi e Alessio, e restato soddisfatto, Cafaggio e ridurlo a convento, si portò
disse loro che nel d\ seguente sarebbe an- in Ancona dal cardinal Pietro Capocci le-
dato al Senario. Intanto pregò la B. Ver- gato della Marca, il quale ben conoscen-
gine a illuminarlo sulla reale santità dei do ristitulo,con lettere apostoliche de' 1

7 beati fondatori, e la notte gli apparì marzoi2 5o gliene concesse facoltà, e per-
in visione, tenendo sotto il suo manto di- mise ch'egli slesso gettasse la i .' pietra fon-
versi di detti religiosi, e i beati co'quali damentale, lo che eseguì agli 8 settem-
avea ragionato, e dicendogli : Che essi e- bre del nuovolempiodellass. Annunziata,
lano suoi servi, scelli per essere in per- ei.°e più celebre convento di tutto l'or-
petuo servita, laonde guardasse di far loro dine. Nella biografia del cardinale, seguen-
ritenere l'abito e regola da lei assegnala. do Cardella, dissi che lui stesso gittò la
Contento s. Pietro di questa manifesta- 1/ pietra del tempio, e in Roma edificò
zione, col vescovo si recò all'ospizio di la chiesa di s. IMaria in Via. Essendo l'an-
Cafaggio, ov'eransi portati i beati, e da tica immagine della B. Vergine della cap-
lui furono abbracciali, dichiarandoli pub- pella di Cafaggio divenuta deformala, il
^

SER SLR 209


I). Monaldi commise all'eccellenle pillore r ordine fu divìso in due provincia di
Baiiolomeo di f;inie una nuova, ed espii- Toscana e dell' Cmbiia, della i.'fu fat-
mente la ss. Annunziata con l'Angelo, ma to provinciale il b. Manelto deirAulella,

quando fu per eseguire il volto della ì\Ia- della 2/ d b. Sostegno. Dopo tre anni in
donna, titubando per venerazione, fu pi'e- un altro capitolo fu aggiunta la 3.^ pro-
so da assopimento; svegliatosi con sorpre- vincia di Romagna, e nel generalito del
sa e stupore trovi) prodigiosamente di- p. Giacomo volò al paradiso il b. Monal-
pinto il sagro volto con opera sovruma- iti sul Monte Senario nel 262, come il 1

na, ed esclamando Miracolo, Miracolo, b. Duonagiunta. Ivi pure morirono nel


per tale fu da lutti conosciuto, e tenuto 12G5 d b. Amadio, nel 1268 circa il b.
per sublime lavoro di mano angelica. Di- Manetto dell'A niella, nel 1282 bb. So- i

poi il medesimo tempio fu ingrandito e stegno e Uguccione che ritornali uno dal-
nobilmente ornato dal b. Alessio Falco- la Francia, l'altro da Germania, ove erano
nieri, colle limosine copiosamente contri- stali vicari generali e aveano propagalo
buite dal di Chiarissimo, e p.
lui fratello l'ordine, morirono nel Monte Senario iu
di s. Giuliana fondatrice delle Serve di un medesimo giorno: l'ulliraode'y fonda-
fliaria Vergine {V.). Non polendo il b. tori, b. Alessio Falconieri, mori in Firenze

Monaldi come capo trovarsi dappertutto nel 3 o, nel convento di s. Maria di Caf-
I I

per accudire al buon regolamento de'con- fagio o l'Annunziata, donde fu trasporta-


venti e de'religiosi, giudicò col consiglio to sul Monte Senario, dove riposa co' G
<legli altri beati compagni, essere neces- compagni sotto l'altare maggiore.Qu-into
sario dividere l'ordine in provincie, e co- al loro culto, Clemente XI nel .dicem- i

stituire il capo generale col dargli le pro- bre 1717 approvò culto itnmemorabde il

prie insegne e sigilli, |)cl cui mezzo po- del b. Alessio, per la quale beatificazio-
tesse comunicare suoi i ordini. Convocato ne equipollente spese l'occorrente la sua
porianlo nel 1 25 1 sul Monte Senario il i." nobile famiglia Falconieri. Francesco .VJ.'

capitolo generale, co'prioride'convenli ri- Lorenzini ne scrisse la / ila, Roma 1 7 1 <>•

cordali, contro sua voglia, e con unani- Benedetto Xlll a'3o luglio 72 j confer- i

me consenso fu eletto in r. "padre e gene- mò il decreto della congregazione de'rili,


rale dell'ordine lo stesso b. Buonfigliuo- nel quale si approva il culto immemora-
loMonaldi,che sino allora aveva portato bile con equipollente beatificazione degli
il titolo «li priore del Monte Senario. Si altri G fondatorijconcessel'unìzio proprio

portò d'Innocenzo IV per ottene-


a'pieili col rito di 2.'^ classe colI'S.' a tutto l'ordi-
re la conferma dell'ordine; ma il Papa, il ne (elevato dal regnante Pio IX a quello
fjuale pensava di unirlo a cpiello degli e- di (.^classe, in cunsiderazioueche ideiti
reoiitidi s. Agostino, differì la grazia, seb- beali sono fondatori), supplendo alle spe-
bene poi gli diede il suddetto nipote per se l'oidine medesimo e il cumulo fallo
prolellore. Alessandro i\ nel i 2 jG aj)- colla cassa delle patenti; colk-lta che lolla
provò l'ordine e lo facolli^zò ad erigere dalla congtegazione dei riti Denedello ,

nuovi conventi, e di aver chiese e cimi- Xlll ripristinò colla bolla j^postoUltns
teri; indi il b. Alonaldi convocò il capi- presso il Bull. Rem.
62. Essen- 1. 1
3, p. 1

tolo generale di Firenze, in cui per la sua do già approvalo doppio nell'uf-il rito
rinunzia fu eletto 2. "generale db. Duo- fizio di questi beali per ordine de' ser- I

nagiunta Manetli, 57 per il (juale nei 12 viti, e disteso nel 721) alla Toscana, Cle-
1

sua morte ebbe a successore il p. Giaco- mente Xlll nel 1762 lo eslese ancora a
mo da Foggibonzi che da Alessandro IV tutti idominii di casacl'Austria,adistauza
ottenne per l'ordine molti privilegi, e nel dell'imperatrice regina M.' Teresa, e iu
1260 adunò il capitolo in Fucnze, in cui àcguìlo ad alln stali, ed a molte diocesi.
VOL. LXIV. 14
2IO SER SER
ALbiamo tiel p. fi. Francesco M.' IVco- sorgente di acque, chiamale anche pre-
roni servila, dedicala a Benedetto XIV ,
sentemente : Bagni di s. Filippo. Per un
e di cui mi sono giovato: Storia dell'o- decreto del concilio di Lione II, in tem-
rigine e fondazione del sagro ordine dei po governo l'ordine ricevè un fie-
del suo
Servi di Maria Vergine, colla vita dei rissimo urto, dappoichési rinnovò il de-

Leali Bonfìglittolo Monaldi , Bnonag- creto d'Innocenzo HI e summentovato,


giunta l\l anelli, Manelto dell' Antella che proibiva nuove fondazioni d' ordini
Amadio Anndei, Uguccione Vgnccioni, e congregazioni religiose; laonde Innocen-
Sostegno Sostegni, ed Alessio Falconie- zo V voleva che i serviti vi fossero com-
ri j lutti selle fondatori del medesimo or- presi, e intendeva d'abolirli. Il Papa a-
dine, Roma 1746. Nolai che il i.°e l'ul- vendo ciò partecipato al suddetto cardi-
mone! ricevere Tabi lo religioso non cam-
ti nal Fieschi protettore dell'ordine, questo
biarono il nome, gli altri prima si chia- chiamò a Roma s. Fdippo, gli proibì di
mavano :
1° Giovanni, 3." Benedetto,
il il accettare nuovi novizi, e di vendete al-
il 4-° Bartolomeo, il 5° Ricovero Lippi, cuna cosa appartenente all'ordì ne, dichia-
il 6.° qual cosa trovo op-
Gerardino; la rando il tulio confiscato in favore della
portuno di qui rimarcare, perevilarcon- s. Sede. Tolse a'religiosi anche la facol-

fnsione nel trovarli indiversiscritloricol- tà di confessare, e forse sarebbe andata


l'accennata diversità di nomi. lo cosa più avanti, se dopo 5 mesi di pon-

Ilb. Ma netto dell' A niella succedi! lo nel tificalo non moriva Innocenzo Va'22 giu-

generalato al p. Giacomo da Poggibonzi, gno 2 yG.QtiestoPapa diceva involto l'or-


i

nel capitolo generale del 1267 rinunziò dine nella memorala soppressionecouian-
l'uffizio e fece eleggere in suo luogo s. Fi- dala e falla nel concilio di Lione II. Il

lippo Benizi, da cui l'ordine fu mirabil- successore Giovanni XXI si contentò di


mente propagalo anche nellaPolonia, nel* Maria nello
lasciar l'ordine de* servi di
r Ungheria e perfino nell' Indie. Fondò stalo in cui era, finché Sede non a- la s.

molli conventi in diverse parli, e raccolse vesse ordinato diversamente, onde 1' af-
in un volume tutti i regolamenti falli dai fire fu agitato sotto Nicolò III,M,u'tino
suoi predecessori, acciocché fossero in luo- IV, e Onorio IV, il quale ricevendo ri- i

go di costituzioni. Nella sua biografia, a corside'religiosi, perchè molti vescovi non


Rinunzia bel pontificato e in altri luo- cessavano di molestarli, commise la loro
ghi narrai, che per la celebrità del suo causa ai cardinali Gaelani poi Bonifacio
sapere e delle sue virili, nella sede va- YIII, e Matteo d'Acqua'Nparta già gene-
cante per morte di Clemente IV, che l'a- rale de'fiance.scani. I voti di questi, con
\ea spedito nelle missioni di Francia, Ger- quelli di molli avvocali concistoriali, con-
mania, Frisia e altre piovincie, il sagro sultati sopra la stessa causa, furono fa-
collegiodeterminò di elevarlo al ponti- vorevoli all' il Papa
ordine de' servi, ed
ficato, e glielo olTTii a mezzo del cardinal Onorio IV nel i286fece spedire quasi nel-
Fieschi poi Adriano V e del cardinal U- lo stesso tempo molti brevi del medesi-

baldini. Il santo ripugnò al supremo o- mo tenore per ogni convento, ne' quali
nore, predisse ali." che vi sarebbe esal- dichiarò di averli posti sotto la sua pro-
tato, ma lo godrebbe per poco tempo, e ft^zione. Nell'anno avanti alla spedizione
fuggendo nelle montagne del Sanesesi na- di tali brevi, cioè a'22 o 23 agosto 285, i

Monte Tuniato: ed è perciò che


scose nel era volalo al paradiso in Todi s. Filippo

viene rappresentato s. Filippo Benizi col Benizi, dopo aver menata una vita san-
triregno a'piedi o da un lato, per averlo tissima, e dopo a ver scorse predicando con
ricusalo virtuosamenle. In detto INIonle grandissimo frutto le principali città d"I-
il santo fecescalurire prodigiosamente una talia, ed istituito dappertutto la confi a-
^ ,

SER SER 211


leniifa e divozione dell'abito e Corona Vili confermò quanto ad esso era sialo ac-
[F.) de' i5c//e dolori di I\laria f 'ergine cordalo da'suoi predecessori,con bolla dei
(/^.). Predicò ancora in altre provincie ili 27 n)aggio 1487, Aposlolicae Sedis, nel-
Europa, ed in una gran parte dell'Asia, la quale si legge questa dichiarazione sul-

onde da per se e per mezzo de'suoi fiali, l'origine dell' onorevole suo titolo. Pro-
che mandò a predicare il vangelo anche fcssoresfratrum Servo ni m B. I\Iariae ViV'
agli sciti, dilatò mirabilmente l'ordine e ginis a priniacva ordinis sui constilulio-
perciò n'è chiamalo insigne propagatore. ne, Domino disponente, et quasi divini'
Il suo cadavere rimase esposto 6 giorni tusex ore infantiuniServi HJariae vocali,
alla venerazione de'fedeli, nel qnal tempo ab quidem reverentiam lume devo-
ej'us

per divina ispirazione fu celebrala la mes- tum tilulum scmper coluerunt. Ancora i
sa non da defunto, ma da santo confes- religiosi servi di Maria, cornei francescani
sore. Leone X neli5i6 colla bolla Ex- e altri regolari, si divisero in Osservanti
posuit, Io dichiarò bealo e ne concesse ai e Conventuali, che formarono perciò Ira
servili l'udizio con rito doppio. Paolo V essi varie congregazioni, le quali poscia
nel I fio6 colla bulla Exinva, permise al- furono unite all'ordine dal p. Angelo A-
1*01 dine le lezioni proprie nel 2. "notturno; zorelli suo generale, e l'ordine stesso nella
dipoi neliGi5 coWahoW^ Domini nostri parie Conventuale fu ridotto all' Osser-
ne estese l' iifìlzio ai sacerdoti secolari e vanza dalla memorala bolla d'Innocen-
regolari di Firenze, e nel 1618 di Todi, zo Vili. Secondo la loro primitiva isti-

mediante la bolla Domìni nostri. In se- tuzione i religiosi servili non mangiava-
guilo fu esteso a tutta la Chiesa ad libi- no carne, praticavano molle altre auste-
tum, poi di piecelto con rito semidoppio, rità, e si applicavano continuamente in
e finalmente nel 1694 elevalo al rito dop- meditare la passione di Gesù Cristo e i

pio. Denedetto Xlll pubblicò la bolla Ra- dolori della B. Vergine. Oltre il nome di
tioni congruil , della canonizzazione già Servi dì Maria, fiuono detti ancora Fra-
celebrata da Clemente X nel 1671. Ne ti della Passione, e in altri luoghi Frati
scrissero la Fila, in italiano e in Ialino, dell'Ave /Ilaria, pcvchè con queste paro-
il p. Angelo Giani servita, Firenzei6o4; le cominciavano e finivano i loro discorsi,
il can. Pnndolfo Ricasoli Baroni, Firen- come tuttavia colle medesime comincia-
ze 1G26; il p. Cherubino ibernese, Inn- no presentemente anche la messa. L' a-
spruckiG J45 e neBollandisli colle noie bito loro è lutto di color nero, e consiste
del p. Coperò, .4r(a ss. /fngitsti; e Fran- in tonaca legata con cintura di cuoio, con
cesco Malaval in francese, nel 1672 pub- sopra lo scapolare sciolto, e sopra di que-
blicala in Marsiglia. Dopo il felice Iran- sto assumono la cappa e il cappuccio, la

sito di S.Filippo Benizi, e dopo sedala l'ac- di cui niozzetta scende poco più sotto della
cennata tempesta, l'ordine de'serviti se- metà del petto. I frati laici o conversi ve-
guitò moltissimo a dilatarsi, e giunse a stono come i sacerdoti, non distinguendo-
conlare 77 provincie, ed Papi successi- i sipunto da essi nell'abito. Dalla cintura
vatnente l'arricchirono di molte grazie e pende la corona de'seltc dolori della B.
privilegi. Benedetto XI nel 3o4 colla bol- 1 Vergine. Ne riporta la figura il p. Booan-
la Ditm confermò, ordinan-
lei'nmtiSj lo ni, Catalogo degli ordini religiosi, par. i

do che continuasse ad osservare la rc"ola p.87.


di s. Agostino; Bonifacio IX gli accordò i Nel capitolo generale tenuto in Fer-
privilegi degli eremiti di s. Agostino; INIar rara nel404 fu I stabilito di restituire nel
lino Y, che da cardinale n'era slato pro- Monte Senario 1' antica osservanza ,
per
iettore, lodichiarò5.°orditic mendicante, opera del p. Antonio da Siena, religioso
colle relative prerogative; ed Innocenzo di gran virtù, ed araautissicuo della soli-
2 12 S ER SER'
ludinc. !Veli4i oUenne » egli dal p. ge- giar la carne qtjalunque tempo dell'an-
in

nerale Stefano del Borgo s. Sepolcro, di no, si ordinò il digiuno in lutti lunedì, i

praticare nel dello Monte,insieiTie con al- mercoledì e veneidì, e si comandò che
cuni buoni religiosi che a lui si erano u- nell'avvento e nella quaresima questo si

niti, un'osservanza più rigoiosa di quella facesse negli stessi 3 giorni in pane e ac-

che si usava negli altri conventi dell'or- qua; ciò approvò Clemente Vili con breve
dine, ed ebbe così principio una congre- de'22 ottobre SgS, e con altro de'29 di-
1

gazione, che fu detta perciò deW Osser- cembre 1600 ordinò che il convento di
vanza. Avendo fatto acquisto di alcuni al- Monte Senario avesse il nome di Erevio^
tri conventi, governati da un vicario ge- e che il superiore di questo sempre fosse
nerale, nel capitolo dell'ordine lenulo in uno degli eremiti^ sacerdote di 33 anni
Pisa neli4i3 furono fatti alcuni regola- quando veniva eletto, e che almeno per
menti, e tra Je altre cose si ordinò, che il due anni avesse dimorato nel luogo; co-
Monte Senario come capo dell'ordine fos- mandando eziandio che quelli quali vo- i

se iuìmediatamente soggetto al generale; levano abbracciare questa riforma, ben-


che il provinciale di Toscana non potesse ché fossero stali professi antichi dell'or-
rimuovere da quello, né inviarvi alcun re- dine, lutti dovessero fare il noviziato nel
ligioso, e che quelli quali vi abitavano i Monte Senario, ed in fine dell' anno la

non potessero mai mangiar carne. Durò professione nelle mani del priore dell'An-
questa congregazione o riforma per lo spa- nunziata di Firenze, obbligandosi all'os-

ziodii57 anni, dopo il qual tempo es- servanza delle costituzioni della riforma :

sendo slati aboliti nell'ordine de'servi di volle pure che dopo la professione niuno
Maria nomi di Com'enliiali e d\ Osser-
i potesse slare al servizio d'alcun prelato
vanti, i di lei conventi fmono uniti agli quantunque cardinale; che i superiori po-
altri dell'ordine, furono in-
ne'quali lutti tessero dispensa regl'infermi dall'assisten-
trodotte le medesime pratiche per osser- za al coro, e tutti gli eremiti dal digiuno,
vai si. Dopo 3o anni fu istituita un'altra caduta in qual-
se l'osservanza di esso fosse
congregazione più austera dal p. Bernar- che giorno di festa solenne, colla condi-
do Uicciolini, che fu il i.° superiore. Di- zione però che fossero tenuti a rimetter-
morò egli per qualche tempo coi monaci lo in altro giorno, e con patto perciò che
eremili camaldolesi per apprendere la vi- in ogni settimana si digiunasse 3 volte;
ta eremitica, enei 5f)3 cominciònel IMon-
1 che nessuno degli eremiti potesse man-
le Senario la sua riforma in compagnia giar carne ne'viaggi, se non infermo e per
de'pp. Gabriele Buono da Cortona, Au- consigliodel medico, echefinalmente nes-
relio da Ferrara, Filippo di Luciano, e sun forestiere di qualunque condizione e
4 Conversi, eguali nel numero ai 7 beali qualità potesse mangiar carne nell'eremo
fondatori. Il p. generale Lelio Ballioni o del Monte Senario, ove Clemente Vili
Baglioni, rion solo prestò il necessario con- con breve de' 20 febbraio 601 eresse il 1

senso, ma fece altresì che Clemente Vili noviziato. Questa grande austerità, che
confermasse regolamenti fatti per la ri-
i riduceva religiosi ad estrema fiacchez-
i

forma, a prò della quale mollo si atfalicò za, li costrinse a invocare mitigazioni da
il p. Angelo M." JMantorsi di santa vita, Paolo V, che li dispensò solamente dal
e perciò creato generale de'servili dallo digiuno in pane e acqua ne'mercoledì del-
stessoClemente Vili, cui era noto il suo l'avvento e della quaresima. La riforma
merito e virtù. Sebbene di questa rifor- del INIonte Senario si estese in alcuni luo-
ma parlai a Eremiti di JMonte Senario, ghi d'Italia e in molti di Germania, ove
nondimeno aggiungerò. Ne'regolamenli e soltanto poi proseguì a fiorire; poichèsop-
costituzioni della medesima si proibì man- pressa la riforma nel Monte Senario e uè-
3,

si:r S ER 2 1

gli alili conventi «l'Italia, i loro conventi dine, il cullo de santi e beati del mede-
M riunirono all'uriJine antico. Quamio s. simo d'ambo i sessi, e le regole da osser-
Pio V dichiarò l'esenzioni de'reliijiosi e varsi da'terziari e terziarie dello slesso or-
(jiiiili (ossero gli ordini de'mendicanli, e dine. Pio VII col breve Quo divino, dei
clic tali veramente si dicessero, sebbene 24. gennaio '6o6,Bull. coni.
1 i2,p. 416, l.

possedessero beni slabili come i servili, a ad istanza di M.' Luisa regina d' Elru-
tulli e alle monache concesse privilegi e ria, ampliò privilegi della chiesa della
i

confermò i precedenti. Fiis. Pio V che ri- ss. z\nnuuziata di Firenze, confermando
dusse l'ordine a una sola famiglia da due quelli accordali da Nicolò IV , Martino
ch'era, sotto l'ubbidienza d'un solo ge- V, Eugenio IV e Leone X, le concesse
nerale, ripristinando la disciphna rego- l'indulgenza plenaria per quelli che la vi-

lare decaduta, come si legge nelle sue co- sitassero, ed inoltre l'eresse io basilica ;

slituzioni e nell' annalista p. Giani, che confermò eziandio 5 religiosi peniten-


i

riporta ancora quanto s. Pio V favoris- zieri isliluiti nella medesima da Urbano
se i servili , che perciò assai rifiorirono. \ III a' 25 oUobieiG24, colle facoltà e
Urbano Vili concesse al p. generale dei ad instar di quelli del santuario della s.

servi di iMaiia di potere erigere in tulle Casa di Loreto. L'ordine de'servi di Ma-
lechiese dsll'oidine e in tulle le altre dei ria, oltre i
7 beali fondatori e gli altri beati
secolari, ove fosse fondala la compagnia e santi che ricordai, ha dato alla Chiesa
de Scile dolori^ 7 altari con tulle le in-
i altri molli beati e servi di Dio, come i

dulgenze che godono quelli della basilica beali Gio. Angelo Porro, Giacomo Filip-
Vaticana, [)er tulli i fratelli e sorelle del- po Bertoni, Girolamo R.aouzzi, Ubaldo
la medesima compagnia. Benedetto XllI Adimari, Andrea Dotti, Benincasa, Tom-
8 agosto
colla bolla Ratio j'usliliae, degli maso Corsini, Bonaventura Bonaccorsi
1726, concesse all'ordine un luogo per- Pietro e Matteo Lazzari di Città della
petuo di consultore nella congregazione Pieve, ed il 2.° nono generale dell'ordine
cardinalizia de' sagri riti. t\. Co:«fessore eletto in Rioiini neh 34 acerrimo di-
i ,

DELLA FAMIGLIA PONTIFICIA, narrai come fensore del l'I in (uacola la Concezione; Gia-
sino da Paolo III era sempre un religioso como Elemosiniere, Pietro della Croce,
servila, e come Clemente XllI confermò i64 Martiri di Praga, Benincasa Rapac-
in perpetuo tale privilegio e stabili le pre- cioli di Collescipoli, Piriteo Malvezzi di
rogative del medesimo confessore, fra le Bologna, Giovanni Lodovico Faesio fran-
quali l'intervento alle Cappelle pontifi- cese parimenti martiri, ed altri molti. La
cie (/'.), nelle quali hanno pui- luogo il fondatrice delle serve di Maria s. Giulia-
p. priore generale, e il p. procuratore ge- na Falconieri, la b. Giovaima Soderint
nerale che nelle medesime sermoneggia nobile vergine norenlina del 3° ordine,
nella domenica di Passione e nella solen- la b. Elisabetta Picenardi nobile vergine
nità dell' Epifania; e che Ira'pp. confes- veronese terziaria. Di tutti ne parlai a'Ioro
sori vi fiorirono religiosi illustri, comel'at- luoghi, ed hanno biografie <juelli di cui
luale p. priore generale fr. Albuino Pat- ne fece la vita lab. Buller che seguo. Di
scheiiler, che da confessore meritò nel più neir ordine dei serviti fiorirono un
1 853 capo dell'ordine, ed a
essere eletto buon numero di scrrttori d'opere, adi uo-
a cui degnamente fu dato in successore mini celebri nelle scienze ed anche nelle
l'odierno p. m. fr. Gavino Secchi Mur- arti^ di molti de' c|uali egualmente feci
re, già procuratore generale. II p. Pe- menzione in diversi articoli, ed il simile
coroni ncll.i yotiziei tlcW abito e coro- d«"'suoi numerosi arcivescovi e vescovi che
na dt'sellc dolori^ riporta ancora il som- ebbe iuogiii tempo. Enrico di Gand liam-
mario delle indulgenze concesse tdl'or- mingo, chiamalo il dottor Solenne nclU
2.4 SER SER
facoltà teologica di Sorbona, difensore del- ruJizlone. Girolamo Amidei di Lucca, se-
l'ordine nel concilio di Lione li. Urbano natore di Siena, vicario generale dell'or-
bolognese teologo detto VAverroista.niov- dine. Romolo Laurenziani di Firenze, ce-
lo verso ili34o; così Clemente di Fiieu- lebre oratore, filosofo e teologo. Gio. Bal-
uno de'più insigni teologi. Raimondo
ze, lista d'Orvieto detto Bistiizio, gran filo-

alemanno de'duchi di Luxeoiburgo, se- sofo e teologo. Lorenzo Mazzocchi Ca- di

gretario e ambasciatore del re d'Unghe- stel Franco, fallo penitenziere e predica-


ria a Urbano VI, dal quale fu fallo ar- tore apostolico da Paolo Ill,generaledel-
civescovo d'Urbino. Raimondo pure ale- l'ordine e morto in Treviso neli56o. An-
manno,vescovodi Vicenza. Vitale Avanzi gelo M." Torsani riminese, teologo e ora-
bolognese, legalo del re d'Ungheria a Ur- tore eregio. Gio. Angelo Montori celebre
bano Vj che Io elesse vescovo di R.ieti. architetto e scultore, discepolo di Miche-
Nicolò veneto, facondo oratore e inlimo langelo; fondò l'accademia del disegno in
consigliere di sua repubblica, generale Firenzesua patria, ove mori nel 563. Ot- 1

dell'ordine ; ottenne per esso dal cardinal taviano Panlagotodi Brescia, fatto da Leo-
Rocca la prepositura e chiesa di s. Mar- ne X iibbale di Mazzara in Sicilia, chia-

cello, come dirò, indi vescovo di Chiog- malo da Manuzio Varrone del secolo
il

gia. LorenzoOpirao bolognese,esiraio teo- XVI. Gio. Battista Migliovacca d'Asti,


logo di Sorbona, e filosofo acuto, profon- professore di teologia e metafisica, gene-
do matematico, eruditissimo: Gregorio Trento.
rale dell'ordine, fu al concilio di
XII Io fece vescovo di Trento. Antonio Girolamo Zuaini Padova, insigne fi-
di

Guasco d'Alessandria, teologo d'Alessan- losofo e teologo. Michele Poccianti fio-


dro V nel concilio di Pisa, vescovo di Fon- rentino, celebre scrittore della storia del-
di, vicario del Papa e governatore di Ro- l'ordine, eloquente predicatore. Raffaele

ma Giovanni XXIII lo voleva promuo-


: Malfci veneto, teologo, storico e oratore.
vere al cardinalato. Andrea Zani veneto, Gio. Battista Libranzio di Budrio, pio-
profondo teologo al concilio di Basilea , fessore di teologia e metafisica, generale
e acerrimo difensore di Scolo. Ambrogio dell'ordine. Gio. Vincenzo Casali fiuren-
Spiera di Treviso, egregio oratore e sot- tino, architetto e scultore, discepolo di
tile teologo. Adeodato Bocconi di Geno- Montorsi. Angelo M."Monlorsi fiorentino,
va, vescovo d'Ajaccio in Corsica ove fon- angelo di nome e di fatto, generale del-
dò alcuni conventi, da Sisto IV fatto go- l'ordine: Clemente Vili ne pianse la mor-
vernatore di Roma, e poi legalo aposto- te, e fu sepolto nel coro di s. Marcello.
lico.Paolo Albertini veneto, portento di Giacomo Tavanti fiorentino, professore
dottrina e di eloquenza, oratore di sua dis. Seri Uura, e generale. Arcangelo Giani
repubblica alla Porla ottomana, a cui nel fiorentino, celebre annalista del suo or-

1462 fu coniala una medaglia che alcuni dine. Baldassare Bolognetli bolognese, 0-
imperili credono rappresentare fr. Pao- ratore e teologo, commendatore di s. Spi-
lo Sarpi : questi pur veneto e teologo fti- rilo fatto da Gregorio XV^, e da Urbano
moso di sua repubblica, è rinomalo pel Vili vescovo di IS'icastro. Filippo Ferrari

suo straordinario ingegno, per le sue sco- alessandrino, insigne letterato, generale
perte, per lesuemolteplici opere e pe'suoi dell'ordine. Pier Dionisio Veglia peru-
errori. Cristoforo Persona romano, pre- gino, matematico, professore di botanica
fello della biblioteca Vaticana, e autore Michelangelo Go-
e versalo nelle lingue.
d'opere come molli de'sunnominali e dei sioromano, professore di filosofia. Arse-
seguenti servili : fu sepolto in s. Marcello. nio Mascagni fiorentino, celebre pittore.
Paolo Allavanti peritissimo nella filoso- Gio. Ballista Mezzelli di Bndrio, di vasta
fia e nella giurisprudenza, di grande e- erudizione e tanta, che istrunielle scienze
SER SER 21J
e nelle liogite Giacomo Mailiui f.uiciul- conosco questa sede, almeno sotto tal no-
]o di 7aniii,ilcjuale nelle unee nellcaltre me) in Francia, indi creato cardinale del
l'otè per 3 giorni continui sostenere pub- s.Susauna da Innocenzo VI, mor-
titolo di
Llico sperimento in s. Marcello, e dedicato 364, avendo lasciato erede il suo
to nel I

a Innocenzo XjC riuscì cosa prodigiosa e ordine.Filippo Fabbri detto ^yarcf^/jo, na-
rara. Calisto Puccinelli di Lucca, aici ve- to in Bologna nel 1 390, teologo di ^Nicolò
scovo d'Urbino. Antonio Giacomi di Ci- V da Sarzana, e da esso creato cardinale
tello, la cuimitra rinunziò; fondò il sau- nel 449 o 4^o> '"^di a'29 dicembre no-
1 I

luario di Vicenza. Pietro Martire Felliui minato vescovo di sua patria Bologna,
descrisse Roma antica con rami. Girola- morto in Roma prima di averne preso pos-
mo M.^ Allegri di Cagli, già curato di s. sesso. Ernando Vileta di Barcellona, teo-
I\Jurcello, confessore della famiglia pou- logo al concilio di Basilea, prima che di-
lilicia.Per non dire di altri ricorderò, Gio- da Eugenio IV nel
veuis-,e conciliabolo,

vanni Battista Drusìani, Fulgenzio Mi- 1434 creato cardinale del titolo di s. Mar-
canzio, Antonio Pioboredo, Giuigio Sog- tino a'Monli, e morto in Roma nel 443- 1

gia o Salgia generale, vescovo di Bosa, Giovanni di Sassonia, teologo di quel duca
ed eletto arcivescovo di sua patria Sas- che l'inviò ambasciatore straordinario ad
sui; Leonardo Cozzando, Yen. Giulio Alessandro VI, dal quale fu creato car-
M.^ Arriglietti generale, Calisto Lodigie- dinale del titolo di s. Croce in Gerusalem-
rid'Orvieto vescovo dì Montepulciano, me, morto in Roma neli49S. Il Besoz-
Francesco M.' Paggi vescovo, continua- zi nella Storia di detta chiesa p. 1 i q, dice
tore degli Annali del Giani, LuigiM. ^Gar- che Volterrano e Vadingo inseriscono
bi, Gerardo Capassi, Marco Sii ugll, Ce- tra'cardinali certo alemanno dell'ordine
sario Shyanin, Bandiera, Adami, Pier- de'servi, fitto da Alessandro VI nell'anno
tuei. Angelo Morelli generale, Clementi 6.' del pontificato con detto titolo. Il Car-
generale di Belluno, e già uno de'mae- della, Memorie storiche de^ cardinali t.

siri di Gregorio XV' I, Costantino Batti- 3,p. 3o6, riferisce che Giovanni si rese
iii di Fivizzano insigne teologo e profes insigne per eloquenza e molto sa pere, che
sore di Pisa, profondo erudito, autore di appena creato cardinale morì, e che nei
molte e celebri opeie, zelante generale diari e monumenti Vaticani non vi è me-
dell'ordine. Fra'dotti viventi ricorderò moria di lui. Finalmente Leone Xavea
il p. Melchiorre Bonllll. De'cardinali ser- disegnato di creare cardinale Angelo d'A-
vili scrissi le biografie. Essi sono : Sic/a- rezzo generale dell'ordine, teologo al con-
no MucciucLelli, Dionisio Laurtrio, Ste- cilio di Laterauo, e chiamato r<J/J/>/i(i di
fano Bonurci, Pier M.' Pieri, Carlo Fran- Scotoj morto in Arezzo nel 522 d'anni 1

cesco Caselli vescovo di Parma: furono j5, ed al suo sepolcro fu posta una bel-
terziari dell'ordine i cardinali Bessario- lissima iscrizione. Per al tre notizie si ponno
rn'y Lucio o Lucido Conti, Giovanni Bai- leggere i già citati ed i seguenti storici.
vi', e Antonio Cerdano. De'segueuti pro- Fr. Benedetto Angelo ^L^ Canali servila,
fessi dell'ordine non com|)ilai biogralìe, Istoria breve dell'ordine de'ser\'i, e de'fa III
percliè non riportate d;i Cardella, il quale dlustri de'pruni suoi 7 beati fondatori,
non solo riprodusse tutti i biografi de'car- Parma 1727. P. Helyot, Storia degli or-
dinali, ma esaminò i registri Vaticani. Pe- dini religiosi l. 3. P. Flaminio da Lale-
rò per cardinali li riconosce l'ordine dei ra. Compendio della storia degli ordini
serv: di Mari;), ed il p. Ferreri nella Co- legoLi'i, par. 2, t. 2. P. Giani servita. An-
rona (il Bologna iG.f2, oltre altri
gioie, nali dell'ordine de'servi di Maria, f'itf
scrittori. Lodovico Parigino detto l'ansio, di' beati della religione servila, Vienna
lalìodaCIcmcnle VI vetcovodi Buri (non 1 -09. Cataloghi vari dc'^anU e beati del-
ai6 SER SER
l'ordine servita, emlenlì nella libreria del Marcello l, nel voi. Lll,p. 282, nelle bio-
convento della Annunziala di Firen-
ss. grafie de'cardinali che vi sono sepolti, e da
ze. Dolleltino, Ave Maria, Modena 5gg. i ultimo furono! celebri cardinali ll^^tld
lo

Gemelli, ^t'eMtì!n«,Bresciai6i o.Abasia, e Rivarola (^.). Ivi dissi pure della pia
alfabeto islorico, Firenze 1600. Salt, E- divozione della compagnia de'Sette dolo-
pitonie della miracolosa fondazione del- ri e recita di sua corona, introdottavi nel

l' ordine ser vila ^^^vcaMona 161 I . Possen- 16 i5; dell'ora desolata di Maria Ver-
Novissimo catalogo de' santi, V^enezia
ti, gine, che con tanto decoro e soleimità si

i656. Cozzado, iSVrg^ro tempio servitano, fa la sera del venerdì santo, quivi stabi-
Vienna iGgS. Markel, Specidum virtù- lita neli8i4pel zelo del piissimo Carlo
tis et scienliacy Norimbergae 1748- Ber- Odescalchi, poi cardinale e gesuita, do-
nardi, Storia panegirica della b. Giulia- po essere stata esercitata in una chiesa dei
na Falconieri, e l'elenco de'beati e beate religiosi d'un convento del regno di Na-

che godono d'un cullo immemorabile, Fi- poli e propagata altrove; e della solemie
renze 168 i. Arcangelo Callollino, l^era processione colla macchina e statua della
origine dell'ordine de' sei vi di 31 aria, IMo- stessa B. Vergine Addolorala (fatta in ri-

dena Micbelangelo Salvi, Catalogo


1 Sgc). lievo in legno dal celebre Bernini, che
degli uoinuii illustri per pitta e dottrina. vi rappresentò l'Addolorata con in se-
Giovanni Benamati, Tesoro delle grazie no il divin Figlio morto), che ha luogo
di Maria ss. Addolorala, Paiii\ai6d3. nella 3.' domenica di settembre per la fe-

Placido Bonf'rizieri, Diario sagro dell'or- sta con otta va rio; non che della Cappel-
dine de' servi di Maria, Venezia 1 728 A- , la cardinalizia (/^ .) a' 1 4 di tal mese per
niedeo M. Markel, Specula m seti viri il- Y Esaltazione della Croce, nell'altare del
luslres ordinis Scrvoruin B. M. F ., No- prodigioso ss. Crocefisso àtW Arciconfra-
riiDbergae 1648. Alessandro Piermei, 1 i- temila del ss. Crocefisso (del quale e del
ta degli uomini illustri dt servi di Maria. sodalizio parlai in più luoghi, come nei
Luigi Benlivegni generale dell'ordine. E- voi. IX, 202, LX, p. o3, LV, p. 337
p. I

logio delven.fr. Giulio ArrigheUi, Bolo- e 338). Nel 1837 con indulgenze concesse
gna 783.1 1 religiosi serviliiiannoinRotna da Gregorio XVI, vi fu introdotto il [)io
le seguenti tre chiese. Sisto IV nel 1478 esercizio della f'ia Matris (r.),oss\ù 7 i

die loro quella di Nicola in Arcione, s. acerbissi/ni dolori della B. Vergine, medi-
la quale cederono neli827 all' arcicon- lati nella furma medesinia della / ia Cru-

fraternita di Gesù e Maria e di s. Giu- cis. Il Hombelli Raccolta dcdle imma-


,

seppe, al modo narrato nel voi. XVI, p. gini della B. f^ergine ornate della coro-
1 3o e seg. descrivendo il sodalizio e la na d'oro dal capitolo Faticano, nel l. 3,
chiesa. p. ic), discorre di quella Addolorata di s.

ChiesadiMarcello, parrocchiale nel


s, IMarcello dipintii in tela e coronata nel
rione Trevi, una delle più auliche, ed una i69'ji a'i 7 aprile. Dice pertanto che i Vi-
delle prime che sia stata concessa in Uoma telli nel I 5()7 ridussero a più augusta for-
al clero regolare mendicante. La descrissi ma tutta la chiesa e la cappella della IMa-
io tale articolo, in uno al propinquo con- dre di Dio, che fecero dipingere da i*ie-

vento, ove risiedono p. priore generale


il tro Paolo Ubaldini, eccellente allievo di
e il p. procuratore generale dell'ordine, Pietro da Cortona; quimli la B. Vergi-
inoltre dicendo che la diede all'ordine il ne per mostrare quanto a lei piaccia la
terziario del medesimo, protettore e ti- meditazione e divozione della memoria
tolare cardinal Audoino Rocca [f^.) verso de' suoi dolori, aprì la mano a' prodigi,

ili 3Gt) con l'annueuzadiUrbanoV, e del- pe'quali i serviti ottennero la sua coro-
ia (juale riparlai in più luoghi, come a s. nazione, e poscia operò quello deiruiccu-
S ER S ER 2.7
dio prodotto nel 169:1 da un fulmine in- zi, dipinto d.il Ghezzi, ed i laterali sono
torno all'aliar maggiore, il quale si spense affreschi di Gagliardi, La 2.* de'Franfi-
appena invocata da'fedeli. Aggiunge, che pani, ha la Conversione di s. Paolo di Fe-
per lascito fiitlo nel 174^ ^^ ^'O- Ratti- derico Zuccari. La 3.'^ della già celebrata
sta Ciogni, ogni veuerdì nel suo altare si B. Vergine Addolorata, i divoli l'orna-
espone il ss. Sagraraeulo, col quale si dà rono di marmi, con istucchi dorati, ed af-
la benedizione : di altri benefattori della freschi di Corvi e di Bicchierai. La 4-* ha
medesima cappella feci parola nella de- la .Aladdalena di Triga, con deposito del
scrizione della chiesa, e nelle biografìe dei dottore Domenico 3Ioricliini padre dtl
cardinali descrissi i tnonunienli de'nie- cardinale, scolpito dal eh. Adamo Tado-
desimi e le loro beneficenze, come Pa- lini. La 5.' cappella de'7 beati fondatori
risani (/".). .aggiungerò un cenno sulle ha il quadro di Masucci , co' laterali di
cappelle e altro di questo tempio, tanto Naidini, avente vicino il sepolcro del car-
^enerato e frequentalo dai roniiuii, an- dinnl A/ichidi (/^.), e del suo amico An-
co per la sua bella situazione. L'interno tonio Orsi veneto, vescovo A^iense eoa
Ila una sola nave con 5 c;ippelle pei- lato, isculluie pregiale, massime bassirilievi, i

e l'altare maggiore nel fondo, dietro cui Quello che sovrasta il monumento rap-
èil coro. Lai. "cappeIIaadiritta,de'Mac- presenta la B. Vergine del Parlo cheal-
carani, ha per quadro la ss. Annunziala latta il divin Figlio, di tale gentile scul-
di Caldi; essendo dipinta la vollada Tar- tura che muove a venerazione; il perchè
quinio di Viterbo. La 2." de'Muti, è de- ormai divenuta immagine di divozio-
è
dicata alle ss. Degna ed Emerita, corpi i ne, come lo dimostrano i voti appesi per
delle quali si venerano sotto Taltaie.e fu grazie ricevute o implorate, e le 3 lam-
eretta con disegno di Ferrari; il quadio pade che ardono innanzi,
che le ricorda è del Barbieri, lo Stero co- Cliiesadi s. 3Iariain Fin, parrocchia-
lor'i la La 3.'Me'Grironi,conunadi-
volta. le nel rione Trevi. Fu come dissi a lale
votaimmaginedella Madonna col s. Barn- articolo eretta dal cardinal Pietro Capoc-
IjÌiio, fu colorila da Ricci da Novara e e/ (T.), per la prodigiosa immagine della
Aa Sai viali, ora spellante agli eredi del B. Vergine dipinta sul selce e coronala
suddetto cardinal Weld che l'acquistò dal capitolo Valicanoa'i 7geonaioiG4G,
dai Grifoni, cui gli eredi medesimi nel- perciò descritta da Bombelli t, r, p. 47,
la loro munifica pietà vi hanno aggiunto scaturita ivi dal Pozzo {f\) dell' abita-
un nobile sotterraneo tutto incrostato di zione del cardinale, come viene rappre-
marmi, ed ornato con vasi e bassiri-
l)ei sentalo nel gran quadro sopra la porla,
lievi parimenti di marmo. La4-^conliene con analoga iscrizione. .A destra dell'iu-
la prodigiosa immaginedel SS. Crocefisso, gresso si vede il monumento del celebre
con dipinti di Pierin del Vaga bellissimi, oratore e poeta Pietro Antonio Serassi di
di Daniele da Volterra e di i'ellegrino Bergamo, eretto dai duchi Rospigliosi e
da Modena Garzi colori gli angeli e la
: Odescalclii nel declinar del >ecnlo passato.
Croce sulla tavola che cnopre il simula- 11 cardinal Albizi, De juri^dicVonr , ri-
ero. La 5.' del cardinid Paolucci, con s. poi la le (pjcstioni insorte dopo che fu data
Pellegrino Laziosi, del Milani, ed i lale- neli5i3 da Leone X
ai servili, per fe-
rali di Corvi. La tribuna (u colorita da rezione del titolo cardinalizio, con ficol-
Ricci, che vi espresse i fitti della vita della là di erigervi il contiguo convento. L'in-
Ji. \'ei-iue, i ritraiti della famiglia Vi- terno ha una sola nave, venerandosi I.ì
lelli, le storie della Passione del Reden- delta miracolosa immagine nella i.' e va-
lore. Lo I .' cappella a sinistra presso Tnl- sta cappella a destra, contenente il pozzo
lare maggiore è sigi a a s. Filippo IJeiii- dadovegalleygiò,lacuiacquabcvonaper
2i8 SER SER
divozione gl'infermi ; nella della cappella bel quadro della s. Famiglia del Trevb
della IMadontia a destra è il fonte ballesi- sani. Il Vìazza neWEusevologio Rolli ano

inale, incontio a cui si vede il busto mar- tratt. 7, cap. io: Della conjraternita citi
moreo eretto al pio e dotto prelato Gio. ss. Saoramento a s. Maria in Via^ par-
Battista Canobi bolognese, protonotario la delle pie opere in cui si esercita, e che
apostolico, e segretario di Gregorio XIII per diversi benefìci legati conferisce doti
e Clemente Vili; ampliò la chiesa, l'ab- a povere e oneste zitelle. Si legge nel n.°
beili e incomiuciò la facciata, eresse e a- 19 del Giornale di Roma del i853, che
dornò medesima cappella ove giace;
la il cardinal Patrizi vicario di Roma e pro-
quindi morendo neli5c)6 lasciò erede la tettore della confraternita, nell'oratorio
cohfraleinita del ss. Corpo di Cristo o Sa- assistè alla sortizione delle doti lasciate

gì amento per dotare le buone zitelle. La dairencomiatorag.rCanobi,il quale legò


2." cappella con bei marmi lia il quadro la sua pingue eredità a vantaggio de'po-

di s. Fdippo Benizi, coi laterali di Luini veri, ordinando che di mano in mano si

scolare di Sacchi. La 3." cappella sagra andava depurando dagli altri oneri, ve-
all'Annunziala la descrissi nel citato ar- nisse tutta adoperata nel fornire di dote
ticolo, solo dirò che gli aCfreschi sono co- le povere e oneste zitelle della parrocchia
me quadro del cav. d'Arpino, e la volta
il di s. Maria in Via. Le concorrenti furono

del Zucchi. La 4."^ è disegno di CarloLom- 1 18, e poterono in detto anno trarsene

bardo con buoni marmi coloriti; Conso- a sorte 4g ricevendo ognuna di esse la
lani dipinse nel quadro la ss. Trinità con somma di scudi 53, compreso il cos'i detto
molti santi, essendovi nel mezzo un di- lovescio, tra le benedizioni che si face-
Toto Crocefisso di legno: i laterali sono vano alla generosa carila dell'illustre pre-
d'Alberti e di Francesco Lombardo. L'al- lato, ed all'oculata amministrazione dei
iare maggiore ha il coro di dietro, e per deputati, i quali fanno sperare, che nel
quadro la B. Vei'gine. La 1." cappella dal- futuro triennio possano tali doti accie-
l' altro lato Ija un s. Carlo. La i/ il b. sceisi di numero almeno per un terzo.
Gio. Angelo Porro, con affleschi ne'lali. Chiesa dell' ydildolorala delle mona-
La 3/ i 7 beati fondatori di Bigatti, con che Mantellate. f^. Serve di Maria.
gentile marmoreo monumento e buoni SERVI A o SERBIA, Serf Fila/eli.
ornati, eretto da Antonio Vaselli al ge- Principato e provincia che tutto quanto
nitore Luigi rinomato giureconsulto e , e intieramente appartiene tributario alla
scolpilo dfi Satìrocchi. La 4-^ nel quadro Turchia euiopea,chiamatoanche/?^,s^c/tìt,
vi si rappresenta s. Pellegrino Laziosi di confìnanle a settentrione colla Schiavoniu
Rlontesanti. In detta cappella vi è il mo- e coir Ungheria, dalla qua le è separa lo dal
numento del cardinal del Bufalo, con or- Danubio;all'oriente col principato di Va-
nali di scullnra e il suo ritrailo in busto. lacchia e colla Bulgaria; al mezzodì colla
Il soiializioivi isti lui lo con ani ori là diGre- llonielia, colla Macedonia e coli' Albania;

gorio XIII nel I 576 sotto l'invocazione ali' occidente colla Bosnia. Longitudine
del ss. Sagra mentOjche interviene al le pro- orientale trai6°5o' e 20° 5o; latitudine
cessioni della cliiesa, ha l'oratorio nella settentrionale 42''2 1' e 45'°. E' lungo 90
vicina piazza Poli, trasportatovi dal pro- leghe dal nord-est al sud-est, ed ha 56
pinquo vicolo, nella nuova fabbrica con leghe di massima larghezza, coni5oo le-
architettura e vaga facciala del Gregori- ghe quadrate di superfìcie. Generalmente
ni: da Benedetto XIII nel 1724 vi fu pò parlando la Servia è montuosa, però verso
sta ne'fondamenti lai.' pietra, ed il car- il settentrione, sulle sponde della Sava e

dinal Pietro Oltoboni proletlore del so- ilei Danubio, vi sono alcune pianure. Il
tlalizio,chc ne consagrò l'aliare, donò il clima ègencraluienlesauo, Ola meno mite
,

S ER S E Ti 219
che iiijii dovrebbe essere, avuto riguar- inana. Sotto Giorgio Czerny e Miloscli al-
do puco elevala, il che
alla sua latiludiiie cimi voivodi volevano introdurre la uobil-
tii montagne, ed alle nu-
attribuisce alle là ei edilaiia, ma di più l'ultimo di questi

nierose selve che cuoprono l'interno, e due principi si occupò energicamente a


l'inverno vi riesce Iun::^o. La superfìcie questo tentativo per i'interessedel già suo
olire grande varietà di montagne, di cui- dominio. Lecontribuziouisonoa^sai sem«
line e di valli, è sommamente pittoresco plici: l'imposta fondiaria consiste in 5 taU
e alquanto selvatico in alcune parli. 11 leii per ciascimo obbligalo alla conlribu-
suolo i|uasidoppertulto (erlile,ma leguer- zione.Al presentesi coniano 1 5o,ooo con-
rc e il dispotismo turco mollo nocquero tribuenti: la ripartizione viene futta dai
cti progressi dell'iigricollura. Abbondan- jiiù anziani de'villaggi e dellecillà. Quan-
te è il grano e altri cereali, il tabacco, il lo alle imposte indirette, la Servia paga
lino, il cotone, anche la vile nelle migliori il tenue dazio del 3 perioo per l'impor-
esposizioni, ed abbondantissimo il legna- tazione e l'esportazione. INou esiste mo-
me da opera. Considerabile l'educazione nopolio sovrano, e ogni Servio per Vuslan
del bestiame, alimentasi principalmente o costituzione, gode piena libertà com-
gran nuniero Vi so-
di porci ne'boschi. merciale e industriale. La Servia non ha
DO roinieiedi ferro, sale e altri minerà- debiti di stato, ed è forse 1'
unico paese
li, ma negligenlale. I luoghi abitali non oltre la Svezia immune. Gli or-
che ne sia

sono pei' li! maggior parleche villaggi mal nameuti femminili consistono nella mag-
fcdjbricnti e poco pc)polati. llpaese èpoco gior parie in monete d'oro e d'argento,
conosciuto in Europa, e merita assai più foiniando in egual tempo una cassa pri-
attenzione di quella che gli fu sinora ri- Tata pegli avvenimenti straordinarij ol-
volla, giacché l'originaria forza della slir- tic a ciò esiste una cassa di riserbo fon-
pe da cui è abitalo, non che la sua posi- data dal principe IMilosch, che neliSSg
zinne geografica, gli assicurano un mi- accendeva a due milioni e mezzo di fio-
gliore avvenire. Appena si trova nel i.° riui. Non propriamente esercito, giac-
vi è
sladio del suo sviluppamento, poiché gli che tutti maneggiano le anni la guar- :

abilnnli essendo sparsi a grandi distanze, dia d'onore del principe o truppa rego-
sopra un miglio quadrato si contano al lare consiste in 2"~oo uomini. Ilpiìiam-
massimo 1000 individui. Le occupazioni bito ornamento de'serbi, sono belle ar-
predilclle della popolazione sono l'agri- mi e focosi cavalli. La religione domi-
coltura e la pastorizia. La gran fertilità naute è la sedicente orloilossa orienta-
del suolo e la rarità della popolazione fan- le ossia greco-scismatica : gl'israeliti sono
110 s'i che non si conosce nemmeno di no- pochi, com i maomettani, cioè (juelli che
ine il male del proletario, tanto sensibile compongono i presidii di alcunccillà. La
all'Europa occidentale. Anclie l'istituzio- lingua slava e il rito greco quindi esclu-
iie della nobillàereditaria vièinticramen- sivamentc predominano. I zingari, poj)o-
te .^conosciula , ben diversidcando dalla lazione tluUuante, pendono fra il crislia-
]Moldavia e dalla Valacchia, in cui il bo- nesimo e il maomettismo. Il sentimi n-
iaiiilo si irova ancor sempre nel suo pie- to religioso del popolo èassai vivo, non-
no flore. I serviani pure avevano un tein- dimeno il clero non ha un'influenza de-
pò le loro istituzioni feudali, ma queste cisiva negli allari politici. Gl'impiegati si

furono rimosse con la soggioga/ione tur- dicono incorrutlibili;non vi sono avvoca-


ta , e nella circostanza che la fi-de mus- li,ogniiiiodifcnilendosi oralmente. Le co-
.sulmana non potè dilToiulersi Ira' serbi municaziuni stradali sono dilellose, ed an-
per cui non vi si poteva formare nella Bo- che la navigazione. La Servia non hi f ih-
^nia una ca>la privilegiala sL\a mussul- brichc d'entità, che quella di xcliciiil't:-
320 SER SER
lizia presso Tagodioa, e una fabbrica di il principato delle città di Belgrado, Se*
candele stearine di poca importanza vi : mendria, Passarowitz celebre pel li alla-
sono ancora fabbriche di slolfe grossola- to di pace tra l'Austria e la Turchia nel

ne, di tela, di cotone, di lana, e chinca- 17 18, JNissa importante con due muni-
glie. Non è florida l'industria, essendo tissimi castelli, e residenza d'un vescovo
austriaci gli operai di qualche abilità, ed grecOjValliova costruita in legno con belle
hanno a combattere col pregiudizio de- moschee,eRiuchovatz, posta in una spe-
gl'indigeni, che li chiamano, come tulli cie d'isola,dimora un tempo de'principi
gli stranieri, col derisorio nome di svevi, sovrani, e sede di un vescovo greco, co-
cioè scarabei. Fra gli altri impiegali vi me lo sono Belgrado e Semendria. Si no-
sono degli stranieri che si sostengono pel tano nel principato in più siti castelli che
loro talento. Si contano nel principato ser- somigliano a forti, pretendendosi «retti
biano, secondo una recente statistica, 65 dai romani. Gli abitanti ascendono a piìi

parrocchie,652 preti, :ì 98 chiese,38 chio- di un milione. I serviani sono aitivi, bel-


stri, 1 23 monaci, 5 comuni, laonde ap-
1 1 1 licosi e di carattere indipendente, ma su-
pena in4 comuni vi è una chiesa. I pub- perstiziosi; credono una tribù slava,
si

blici stabilimenti d'istruzione consistono per conseguenza della stessa razza de'rus-
in un liceo con una facoltà filosofica e si, alla lingua de'quali la loro molto so-

giuridica, un ginnasio di 6 classi, una scuo- miglia. Serviani o^serbi sono anche mon- i

la greca, un'accademia militare, un se- tenegrini, di cui parlai a Scutari, descri-


minario teologico, e 260 scuole elemen- vendo il Montenegro sino alle più recenti
tari, le quali sono in progressivo aumento. notizie. Questi servi o serbi sono p(jpoli

In Belgrado ( F.),antica capitale dellaSer- che formano un ramo considerabile del-


via, esiste una società letteraria, il di cui la gran famiglia degli slavi o schiavoni,

scopo è il perfezionamento della lingua che si estendono dalle spiaggie del mare

servia,e la dilfusione della scienza, e pub- Bianco sino all'Adriatico, e di cui il più
blicail periodico Glasnik. Vi è pure u- possente forma un peso notabile sulla bi-
na ben organizzata stamperia di stato, con lancia europea, intanto che gli altri flo-
slabilimentolitografico. Altri geografi di- ridi un tempo e di sommo potere nella
cono che Sciitendria[F.) è il capoluogo, politica, languiscono dopo di essere deca-
e l'attuale capitale del principato di Ser- duti, e per così dire ilegradali nella con-
•via:in tale articolo riparlai di Belgrado, dizione di soggetti soltodue potenti mo-
massime della sua sede vescovile unita a narchie,dallequali furonoper lungo tem-
Semendria. Ivi inoltre notai che il prin- po temuti. Sottomessi in appresso per più
cipe Milosch Obronowitsch o Obreno- di 4oo a""i ^I potere de'turchi, dopo ot-
\vitch, con impegno procurò di fare rifio- tenuti alcuni privilegi co'quali si fecero
rire Semendria, reintegrandola del gra- rispettare, furono in seguito presi sotto la

do di capitaledel principalo,anche come protezione della Russia. Fu col trattato


sede del principe (però fu omesso fra le pa- d'Adrianopoli, nel 1829 stipulato tra la
role Alessandro Obronowitsch, le parole Russia e la Turchia, che a questa fu li-

che qui supplisco: Georgewitch, per l'e- mitalo il diritto di nominare i principi o
saltazionedel quale fu esclusa dal governo ospodari sì della Servia che della Mol-
la famiglia). Semendria è la residenza del davia e Valacchia, che doveano pagar-
principe,del senato, d'un arcivescovo che le un piccolo tributo; e la Russia vi ag-
porta il titolo di primate di Servia, e del giunse la guarentigia per la prosperità di
\rescovo latino. Sotto 1' amoìinislrazione tali Provincie e principati. In questo prin-
turca era il paese diviso in due snngiac- cipato, come in quello di Moldavia e di
cali, Semendria e Kruchovalz. Si forma Valacchia e altre contrade slave, vi è una
s I-: li S ER 2-21

nunfierosa classe di esseri degratlali de- la loro circolazione. Dopo la maggiorità


nominati bcenv\ egiziani e più comune- stabilita a 20 anni, è imposto a ciascun
mente zingari j zingani, zigheiini ; una zingaro un testatico. Vivono raggruppati
particolare fìsonomia li distingue dai po- sotto tende in prossimità de'Iuoghi abi-
poli tra' quali soggiornano, ed i vizi abi- tati, e chiedono con modi importuni la

tuali hanno in essi prodotto tale una de- limosina a quahiiujue passcf^sgiere. Tut-
moralizzazione, che si allontana da ogni tavolta suppliscono al quotidiano sosten-
sorta di sociale convenienza. Quasi del tut- tamento con rozzi lavori di ferro e di le-
to nudi, ove il rigore dell'almosfera non gno, utensili e panieri. Passionati pel can-
h costringa a ravvolgersi fra cenci; di tinta to, circondano le case de'boiardi che ven-
bruna e complessione assai robusta, l'in- gono assordale dalle loro declamazioni
fingardaggine rende loro odiosa qualun' musicali, richiedendone un premio. E a
que occupazione. Quindi 1 invincibile lo- de[)!orarsi che mentre si riprova altamen-
ro tendenza a lievi ma giornalieri furti, 1 te la nefanda tratta de'negri, e l'obbro-
quali non si commettono pei' arricchire, briosa schiavitù, che esecrai a Schiavo,
poiché si compiacciono della più abbietta nel bel mezzo d' Europa si pongano al
indigenza, bensì per la sola soddisfazio- mercato in vendila zingari e zingare, la
ne d'involaie, nata dalle imperfette no- carne umana ! Anzi un concordalo esiste
zioni sul diritto di proprietà, e cresciuta colle nazioni limitrofe,per restituire que-
coll'abitudine ereditaria. Le donne han- sti esseri infelici alla schiavitù ,
qualora
no regolari fattezze, ed anche vanto di fuggissero dai principali I I zingari che
genialeavvenenza, finché è trattenuta dal spettano a'boiardi oa'privali nella servi-
virgineo pudore. Ma destinate a[)pena le tù doaiestica, fanno sellilo come cucina-
zingare ad essere madri, in tale abbru- no; altri sono impiegati all'agricoltura, ad
timento si gettano e dimenticanza di se alcuni si permeile qualche traffico: d'or-

stesse,che divengono schifosamente de- dinario le zingare sono le nudrici e le aie


formi la più corrotta depravazione suc-
: de'piccoli boiardi ! Severe pene e afilit-

cede all'onesto precedente conlegno. 1 lo- tivi castighi infrenano "li uni e le altre.
ro matrimoni sono stretti, auspice la na- La vita indipendente e vagabonda de'zin-
tura, non pascendosi affatto di religiose gari, la miseria e l'avvilimenlo in cui so-
idee, ove dai loro [ladroni non sieno co- no immersi, odicno molla analogia coi gi-
strette a professare (pialche cullo esterio- lanos di Spagna, di cui parlai a Saragoz-
re. Il linguaggio de' zingari è un brullo za. Si dice che altri zingari sono nell'impe-
gergo, e componesi di parole ungheresi, ro austriaco in numero di circa 5o,ooo,
bulgare, turche, tulle storpiate; i non er- in Inghilterra ?.o,ooo,altrettanliin Pius-
ranti, e che hanno dimora fissa, preferi- sia, I 0,000 in Francia. Ve ne sono anche
scono l'idioma valacco e moldavo. La loro nell'ovest dell'Asia, e nel noni dell'Afii-
emigrazione ne'principati risale ni secolo ca. Veramenteèdubbia precisamenlero-
X V,e sembra che a ppar tenessero a Ila clas- rigine, ma l'opinione piìi probabile li di-

% sepiù infima de'boemijche irruppero nel- ce derivati verso il 1 4 1 7 '» carovane dal-
le contiade alemanne, quando si uniro- rindoslan o Indie orientali, ed anche dal-
no co'fanalici Taboi ili [/'.) e alili sellari, l'Egillo e dalla Persia. Molli zingari gi-
scacciali dalla Boetìiia; il loro novero pa- rano il mondo per giuntare, ossia truf-
re sorpassare i i5ojOOo d' ambo i sessi. fare alimi, sullo il pretesto di dare e pi e-

Sono condannati al servaggio, e si riguar- dire la buona ventura ni creduli e super-


dano come proprietà del governo, o cd- stiziosi.

me proprietà de'particolari. L'egressodcl La Servio o Serbia fiirmava nell'Huti-


paese è u lutti inlcrdcllo, ma nun si vieta cliilà una parie della Mcsia snptuoice
111 vSER SER
della Dflrdaniaj alla caduta dell'iinpcro ter nella Storia d'Innocenzo UT, ììIj. 2,
inmano fu invasa da una trdjùcliiaojala racconta che in tempo di questo Papa la
Scrbis, Serbi o Serin, da'fjuali trae il suo Servia era governata da un principe che
nomeanuaIe,e proveniente dalla Saitna- chiama vasi il gran giupano, sotto l'alta si-

zia asiatica. Ne'secoli di mezzo la Seivia gnoria del quali stava il giupano di Bo-
formò uno stato indipendente, governa to snia. Il ban di f(uesla Colino, nel suo go-
da capi chepreseroi titoli iWJnpani, Giu' verno di quasi 3o anni, accrebbecolla pa-
pani, Kiiiarizi, Bani\Karali, Imperalo- ce la prospeiità del suo regno, ed i bo-
ri e Despoti , ed alcuno lì cliiama anco sniaci ancora ne benedicono il nome; ma
/?p, talora soggetti a'ted' Lngheria (^.). influenzato dall' erronee dottrine della
Ziipano o Giiipano significa conies e co- moglie della setta de'patarini, egli in uno
milalns, mentre Bau e Brinato signifi- alvescovo della contrada pubblicamente
cano (lux e ducatiisj il clie stabilisce al- ne abbracciarono le opinioni con grave
nienonn puntodicomparazione Trai òi\e danno del cattolicismo, sottraendosi dal-
nfiìzi. I Zi/pani o Giupanì, secondo Dii l'ubbidienza del Papa. Questi a riordinar
Gange, aveano il carico specinlniente di lecose ecclesiastiche mandò inBosnia per
quanto riferi vasi alla guena. Questo ti- legati due uomini prudenti, avveduti e
tolo era in uso presso tutti i popoli slavi, buoni, a pascer le agnelle del Signore e
presso iservia ni, polacchi e boemi. I prin- avviarle all' eterna salute. R^acconiandò
cipi della Servia, o Rascia o Serbia, por- questi legati al re Stefano, al gran giu-
tarono anche il titolo cVIsar. Altri dico- pano di Servia, alle mogli loro, ed all'ar-

no che i servi o serbi erano altre volte civescovo di Diorlea (/^ -), cui mandò il

governati da sovrani della propria nazio- pallio, non che a tutto il clero. Le comu-
ne, e formavano Ixarie potenti che com- nicazioni quindi col redi Dioclea e di Dal-
prendevano, oltre alla montuosa Rascia, mazia cominciarono a prendere buona
bagnata dalla Moia va, e che dagli anti- piega il gran giupano Stefano manifestò
:

chi conosciuta eia sotto il notne di Alta il desiderio di accostarsi alla cliiesa roma-
Mesia, ipuv V Albania, che sotto Scandcr- na, e sperando che la predicazione de'd uè
bergh più sforzi fece per sottrarsi al do- inviali pontificii avrebbe condotto la pa-
minio ottomanOjla Bulgaria, ed una gran ce e la felicità tra il suo popolo, gli auto-
parte della Grecia propriansente detta. rizzò a procedere per lutto il reame alle ri-
Osserva Marangoni, che re della Servio i forme die reputassero necessarie. Gl'in-
usarono nelle loro moMetel'immaginedel viati convocarononeli iqqin Dioclea un
Salvatore, e vedesi espressa in cjuelle di concilio, e vi stabilirono, confcirmemente
Urosio, e di Stefano riferite da Du Fra- ai precetti della chiesa latina, diversi ca-
sne, De inferioris aei'i nuniismnlibiis, \\° noni della disciplina ecclesiastica, cheHur-
11. Abbiamo di Bernardo Nani, £>e72»m- ter riporta nel iib. 3, e sottoscrissero coi
ìni.s rcgnm Rasciae, \'j5i. L'annalista legati l'arcivescovo di Dioclea e d'Anti-
Rinaldi, all'anno 886, n.° 8, narra che vari, il suo arciprete e 6 vescovi, il re si

all'imperatore Basilio il IMacedone le na- tenne a grandissimo onore e vantaggio


zioni de' sciti, croati e servi mandaro- questa unione colla s. Sede, e pregò il Pa-
no ambasciatori, ed a spontaneamen-
hii pa a spegnere l'eresia che alzava il capo
te si sottoposero, ed ebbero per dimO' sotto la protezione di Basilio e suoi pa-
ra quelle provincie che per loro si chia- renti. Scrissead Innocenzo III aver essi

marono Croazia (/'.) e Sen'ia j ed al- ingannatocon false novelleil re d'Unghe-


l'annoi 078, n.° 82, che la gente de'ser- ria, che voleva soggettare a Roma i set-

vi, chiamati anche croati, uscì per sotto- tariijaverglidaload intendere che il Pa-
mettere la Z)f//jjar/<7 al dominio suo. Hur- pa approvava le loro opinioni. Il gran
SER SER 2ol
giupano ili Servia «scrisse ()nr es'^o ilei te- manifestato il desiderio suo che q-ie-'o
nore medesimo suo padre diceva, aver : principe conseguisse la corona reale; es-
fallo ancli'egli grandissima slima dell'u- ser già più di due anni ch'egli avea «Into
nione con la chiesa romana. Tiittavulla commissione all'arcivescovodi Colocz di
pai e che i principi serviani, a dispetto di conferirgliela, né sapere ancora che ne
tutte le non fossero
loro dimostrazioni, fosse fallo". Quindi Emerico lanciò al le-
sembra che Stefano ad altro non
sinceri, e galo libero il passaggio per la Bulgaria,
mirasse che a farsi del Papa un protetto- il cui re Calogiovanni fu dal Papa eleva-
re contro gli ungheri, e in fondo al cuo- to a tal grado, di ballere mo-
con facoltà
re restò dedito come prima allo scisma di Emerico morì nel io\.
neta, ed intanto i

Costantinopoli. Diversi «peciali affari con- Aggiunge Hurter, che due anni primadi
cernenti la chiesa e il clero serviono furo- sua morteavea Emerico fatto apparecchi
no pure sottoposti ad Innocenzo 111, e fra di guerra contro il gran giupano di Ser-
gli altri l'accusa d'assassinio recata con- via, ed indotto Innocenzo III a non in-
tro il vescovo di Schidza (chiesa che di- viare a costui il cardinale con la commis-
cesi edificata da Sawa, fratello diVuIca- sione di recargli la corona reale. Che Ste-
)io e di Stefano; dichiara però Hm ter che fano intanto era stato nel 1202 balzato
non potè trovare in tutta la Servia nes- dal trono dall'avversario suo, e surrogato
sun altro vescovato che coirisponda alla da Vulcano suo fratello, il quale si rivol-
parola latina Soncensisj invece io ne tro- nuovo
se di bel a Roma per essere inco-
vai diverse, e pubblicai all'articolo Sap- ronato; e poiché non frapponevasi più dif-

pa), intorno a cui un certo tale si querelò fìcollà veruna, Innocen7oIII diècominis-
all'inviato pontificio, senza somministrar sione all'arcivescovodi Colocz di portar-
prove. Il vescovo i assegnò alsuo arcive- si prontamente dall'Ungheria in Servia,

scovo la mitra e l'anello, per andare egli onde rassodare il gran giupano, gli altri
stesso a trattare la sua causa a Roma. La giupani e i prelati nella fede caltolica, ef-
verità fu, ch'egli avea ordinato prete un fettuar la loro congiunzione alla s. Sede,
tale che sapeva reo d'omicidio, e confessò e spezzar gli antichi nodi col patriarca di
il fatto; per cui il Papa lo depose, oidi- Costantinopoli. Ma sia che sorgesse qual-
nando nondimeno all'arcivescovo di dar- che nuovo intoppo, che l'arcivescovo sia
gli una parte dell'entrate dell'antica sin poco sollecito si mostrasse ad eseguir la
chiesa, per sovvenire a'suoi bisogni. Nel commissione del Papa, fatto si èche Vid-
lib. 8 Hurter riporta, come Emerico re cano non fu innalzato alla dignità regia
d'Ungheria, mentre concesse che il gran se non l'anno appresso. Degli Elfelli nel-
piupano di Servia suo vassallo, fosse in le Memorie, p. " i, dice che la R.iscia fu
Roma ornato del diadema reale, poi in- la Servia nella Dalmazia, ch'ebbe la co-
terdi l'ingresso nel regno al cardmal Gre- rona e titolo di regno da Onorio III. ^Vo-
gorio (pare Galgano o Crescenzi) legato terò, the il popolo /?<7?r/e/io d'origine sla-
in Bulgaria [f'.),e die il guasto alla Ser- va si stabilì nel sud ilell'Ungheria propria-
via, provincia soggetta al diretto domi- mente delta, nella Croazia e nella Schia-
niodell'Ungheria, onde il Papa se negra- vonia : venne dnlla Servia, cui pare abbia
vò col re. »> Essersi per compiacergli a- lasciata allorché l'invasero i turchi, e pro-
slenuto di mandare un messaggio a Ste- fessa la religione greco scismatica. Trovo
fano gran giupano della Servia, ancorché in Rinaldi all'anno 210, n.° S-, che in i

silfntta compiacenza tosse contraria agl'in- csnO Stefano re di Servia, di Dioclea e di


tendimenti suoi; poicliè dopo la conqui- altre provincie riconobbe il primato del-
sta della provincia e l'esaltazione al so- la chiesa romana, con inviare a Papa O-
glio di Vulcano invece di Slcfuio, avea già nuriulll i suoi ambasciatori colla seaueii-
224 ^*^ ER S ER
te lelleia. -jAI snntissinio padre e signore tà gliammonimenti nostri, e de'delti fra-
Hunorio Pontefice univeisale della chie- ti : onde tu ti po«sa rallegrare nel frullo
sa romana, Stefano (la Dio mercè) coro- del tuo venire, e meriti essere chiamala
nato re di tutta la Sei via, Dioclia, Tri- da Dio benedetta fra le donne. Data in
bunia, Duloiatica e Oblonua, s' inchina Rieti a'dì 8 agosto l'anno i.'del nostro
con somma e constante fede. Siccome tut- pontificato". All'annoiSoS, n.** 26, che
ti i chrisliani vi amano, e honoranvi, e reUrosio bramoso d'uscire colla sua gen-
lengonvi per padre e signore; così noi de- te rascia insieme dallo scisma, e riunire
sideiiamo esser chiamato fìgliuoio fedele quella chiesa alla romana, mandò due
della s. romana chiesa, e vostro, havendo ambasciatori a Clemente "V, significan-
gran vaghezza che la bcneditionee lacon- dogli questo suo desiderio, e chiedendo-
fermatione di Dio e la vostra sia (se cosi gli de'sagri ministri atti a bene ammae-
vi piace) sempremai manifestamente so- strare i popoli nella sincera fede, e do-
pra la nostra corona, e la nostra lena; e mandando alla sede apostolica uno sten-
imperciò vi mandiamo il nostro vescovo dardo da spiegarsi contro nemici del no- i

nominato Metodio, acciocché ne riscrivia- me cristiano. Per la qua! felice novella


te (se così è il piacer vostro) pel portato- tutto lieto il Papa mandò a lui Egidio
re della presente lettera tultociò che pro- patriarca di Grado, Lupo e A rtanisio pro-
cederà da vostra santità e dalla volontà curatori della corte papale, l'uno dell'or-
vostra". Non si può dubitare che Ono- dine domenicano, e l'altro del francesca-
rio III fosse di ciò enolto lieto e contento, no; gli prescrisse la regola del credere ch'e-
il quale ancora rispose allora tutto con- gli e gli altridoveano confessare, simile
solato, quando seppe che le genti barba- a quella ch'erano in costume di dare i
re, sedenti nelle tenebre dell' infedeltà e predecessori; richiese che si dovessero nel-
della morte, venivano alia santa e vera le messe cantare le parole colle quali s'e-

conoscenza, cioè i popoli di Livonia, E- sprime, che lo Spirilo santo procede dal
stenla e Prussia. Inoltreapprendo da Ri- Padre e dal Figliuolo; che confessassero
naldi, aIl'annoi288,n. "29, che Papa IN'i- il romano Pontefice esser vicario di Cri-
colò iV attese con molto studio a ridur- sto e successore di s. Pietro, e di avere la
re all'ubbidienza di s. chiesa i popoli schia- podestà di legare e sciogliere come lo stes-
voni, al cui re Urosio, re degli schia voni, so apostolo; eia chiesa romana tenere il

servi e rasci, significò la brama grande che principato sopra tutti; e che condannato
avea di sua eterna salute, e perciò in suo prima lo scisma, egli promettesse perse
luogo gli mandò Maiinoe Ci[)riano frati e il popolo suo ubbidienza e riverenza al-
minori, di voti nella fede e ammaeslratis- la chiesa stessa, ed prelati giurassero il i

simi nella legge del Signore, acciocché e- medesimo. Urosio accolse i nunzi pon-
gli e il suo popolo conoscessero pienamen- tificii col debito onore, ma non produsse
te per opera loro la verità cattolica. Re- a buon eifetto il suo proponimento per
gnava Urosio insiemecon Stefanosuofia- timoredella madreedel fratello. Convien
tello, la madre de'quali Elena era catto- dire che la madre fosse ricaduta nello sci-
lica , a cui parimenti scrivendo il Papa, sma. All'anno 32o,n."i diesi dilatò nel-
I ,

così parlò.» Preghiamo tuaaltezza,ecou- la Rascia o Servia e «ella Macedonia la


fortiamola intentamente, ciò anche in- religione cattolica perla gloriosissima vit-
giungendoli in remissione de'tuoi pecca- toria, che Carlo Ire d Ungheria ebbe so-
ti, che tu non lasci d'indurre con elficaci pra diUrosio tiranno scismatico, per la
esortulioni gl'illustri re Stefano e Urosio quale anche quell' amplissimo regno fu
figlitioli tuoi, a tornare divotamente al- aggiunto alla signoria sua, ed Urosio fu
l'unitàdeilu fede, e a ricevere con humil- costretto a venire all' ubbidienza della
SFR SER 22 j

chiese romana e di Giovanni XXII. Non- stabilito il suo dominio, I grandi del re-
dimeno essendo rimasti in poteredegli sci- gno spartirono tra di loro lo stalo, e
per
smatici i luoghi marittimi di Macedonia, tal via indebolirono una potenza che a-
il Papa sollecitò per la sagra guerra i re vrebbe polulo opporre un riparo formi-
e principi cattolici circonvicini, a soccor- dabile all'immense ordede'tartari cheal-
rere Carlo!. All'annoi 322, n. "48,61 323, lora stabilivansi all'oriente dell'Europa.
u.°i4>cheCarloI ebbe un'altra molto glo- I re e principi di Servia resistettero lun-
riosa vittoria sopra gli scismatici, e costrin- gamente e con valorosa energia alle for-
se tJrosio re di Rascia nella Schiavonia a ze superiori de'formidabili turchi, ma in
iilibidire a' suoi comandi, i quali furono fine soccombettero, e fu la Servia sotto-
ch'egli co'suoi venisse all'ubbidienza del- messa nel i365. Insorse poi il principe
la chiesa romana. Accostossi adunque al- Lazzaro Crale,esi fece capo della confe-
l;i chiesa romana Urosio re di Servio, pa- derazione sia va,cuiaccedellerogli unghe-
lesando la volontà che avea d'annullar lo ri, i dalmati ed i valacchi per opporsi ai
scisma, e ne portò la notizia al Papa il progressi di Amurat I;ma fatto prigione
principe di Taranto Filippo, la cui figlia nella battaglia di Cassovia del i 38q, spirò
Bianca il re voleva per isposa, odrendogli col rimanente de'suoi soldati sotto il pu-
le anni eie forze del suo regno per la con- gnaledegli ottomani, che vendicaronocon
quista dell'impero di Costantinopoli. Fi- egual barbarie il colpo proditorio e mor-
lippo, siccome zelante cattolico, si consi- taledato da un semivivo serviano algran
gliò con Giovanni XXII sul parentado, sultano sul campo. Xè qui ebbe termine
il quale rispose compiacersene, perchè a- la vendetta, perchè Bajazet I il Folgore,
Tea inteso dagli ambasciatori del re, ch'e- che gli successe, furibondo sterminò nel-
gli col chiericato e co'nobili e popolo del la Servia i popoli tribajli, e tutto mise a
reame, rifiutando lo scisma, bramava la 1413 dai despoti di Ser-
ferro e fuoco. Xel
fede cattolica e di congiungersi alla Chie- Maometto a salire sul tro-
via fu aiutato 1

sa. Oltre a avendo pregato il Pa-


ciò, il re no ottomano; nondimeno succeduto nel
pa di mandare nunzi per ammaestrare 1421 dal figlio Amurat II, questi invase
i suoi popoli nelle cose della fede catto- e soggiogò la Servia,rimanendo illesa la
lica, Giovanni XXII vi destinò Bertran- non cad-
sola fortezza diBelgrado, la quale
do arcivescovo di Brindisi, Bernardo da de che sotto il gran Solimano II. Papa
Parma canonico d' Anversa, e Giovanni Nicolò V nel i447 inviò nella Bosnia e
domenicano; scrisse luttociò al re,dimo- regioni della Croazia per legalo Tomma-
strandogli la gioia grandeche provava per so vescovo di Faran, e nunzio nell'Alba-
la sua conversione, e gli mandò pure la nia e Schiavonia Antonio di Olivcto fran-
confessione di fede, quella già da Clemen- cescano,aQjdando inoltre al i . la cura del-
te IV mandata all'imperatore Paleologo, la cattolica fede e della disciplina eccle-
e da lui agli armeni, autorizzando i nunzi siastica nellecircostanti contrade. Inoltre
a legittimarlo, perchè fosse allo alla di- siadopiò con Giovanni Dnniade reggen-
gnità reale. Intanto monarchia servìa-
la te d'Ungheria, od apparecchiare truppe
iia era giunta al più alto grado di splen- per liberare le provincie confinanti dalla
dore; il suo Isar Dukan si fece rispetl;ire tirannia e servitù lurchesca , anche col
dai suoi vicini, ed il trono di Costantino- braccio del celebre Scanderberg principe
poli era per lui una preda che non avieb- di MaccdoniatA\ Epiro [f' .). Di più Ni-
Ije poluloresisterglia lungo. Maquel prin- colò V nel i449spc<^'' Antonio francesca-
cipe insigne mori senza lasciare un suc- no nella Servia e limitrofi principati, per
cessore capace di seguirne le pedale e restaurareilcallolicismo; e per legucirc
dirigere i bravi guenieri sul quali avea co'lurchi nel 1 4J 1 nella Bulgaria e Uascia
voi. LXIV. I 5
226 S E II SER
Eugenio Somma francescano con molte quello di Servia, conie sono andato di-
facoltà, come di concedere l'indulgenza cendo.
plenaria in punto di morto a quelli che Fino allo spirare del secolo passato non
avessero pugnato contro gl'infedeli; ma osarono i serviani mai di alzare il capo,
neh 4^3 avendo Mnoinctfo 11 colla presa che sempre il giogo turco li oppresse; ma
di Costantinopoli dato fine all' impero comparveatlora [>el ." Pas^van-Oglu che r

greco, la Servia perde la speranza di sot' spiegò lo stendardo della rivolta; quindi
trarsi dal servaggio, ed il principato se- lo seguì Giorgio Pelrowitz il iVcro(Czer-

gui le vicende della Turchia [f^-)- La re- ni) e pi ovocò la generale insurrezioneser-

ligione cattolica nei isenù immensi danni, viona. Egli era nato di oscura condizione
ed Papi a mezzo di missionari procina-
i
ne'diulorni di Belgrado, ed alla mancan-
ronodi recarvi qualche riparo. Ai molli za d* ogni cultura di spirilo suppliva in

abusi introdotti accorse pure per elimi- lui il maschio coraggio, che si trasforuia-
narli Clemente XI, col concilio die fece va talvolta in ferocia. Egli professri va av-
celebrare dal primate del regno di Ser- versione allo straniero oppressole della
via e dell'Albania. Altre provvidenze pre- pallia, e l'uccisione d'un turco in rissa

se Benedetto XIV, con)e silegg^ nel Bull, l'obbligò ad emigrare, e prendere servi-
de propagandn fiele, t. 3, p. 7 ei 06, in i zio nelle truppe auslriachediTransilva-

cui si riporta il breve E sublimi sedis^dei nia,ove giunto ai grado disotto uflìziale
4 ottobre 174^- Ordinationes omniuin dovè abbandonare le bandiere per avere
clericoiiim, ci sarcrdotum rìtu<, gì aero- spento il proprio capitano in singoiar ci-

rum iidhcni a sen'iano schiimatc ad Ec- mento. Entrò allora nelle bande greco-
desine siiiiim redeiintium Auxurensi r/f- croato-schia voile, che mantenevano nei
deputandovi il vescovo Matteo;
/egfl«^?<r, confini turchi la piccola guerra, e presto
l'altro breve, Inter omnigenas calamita- pervenne a comandarne una assai nume-
Ics, de'2 febbraio Decreta super
1744 ' rosa. Combattè con quella le truppe tur-
pluribus discipliiwc capitibiis, prò inco- che regolari, e dichiarò loro una guerra
lisregniServiae,etfinitimarumregionuni. olfensi va, proda mando l'indipendenza del

Con questo stabilì ancora gl'inlerrogalo- proprio paese. Sospettando che il padre
rii che doveansi fare a'vcscovi della Ser- lo tradisse, né volesse arrendersi alle sue
via, della Bulgaria e di altri luoghi, per persuasioni, ebbe l'atroce e riprovevole
mandarsi a Ila congregazione di propagan- coraggio di bai baiamente Hirgli saltar in

da fide, preposta ai cattolici nelle pai ti aria leceivdla pel fanatismo di salvare
degl'infedelijal collegioUrbano della qua- la patria,dopo il quale orribile misfallo
le ammise anche serviani per alunni.
i non lespirò che la strage de'turchi. Pre-
Nel pontificato di Benedetto XIV regna- se Belgrado nel 1
795 co'rivolfosi serviani

va sulle ihiitSicilie Carlo Boibone, poi


di e bosniaci, ma nel 1801 gli fu tolta da
celebre Carlo HI le di Spagn.i, il quale un corpo di giannizzeri; ed intitolandosi
come re di dette due Sicilie, fra'litoli che generalissimo de'serviani, esercitò la più
assunse vi furono quelli di Re cV Unghe- assoluta dittaltu'a. Sebbene stabilisse coi
ria, Dalmazia, Croazia,Schiavonia jFla turchi la pace, questa fu di breve durata,
ma (o Bosnia), Seri'ia, Callida, Lodo- e si tornò per 6 anni alla carneficina. IN'el

meria,Cumaiiia e Bulgaria. A f,sui\se que- 1806 venne dalia Porta ottomana lieo-

ll'i titoli perchè gli a\eano portali suoi i nosciuto principe della Servia, e die a'suoi
predecessori nel regno, e derivati dagli popoli una costituzione, che avea per ba-
Angioni che regnarono sulle due Sici- se dispotismo militare, dopo aver nuo-
il

lie e sull'Ungheria, la quale monarchia vamenleoccupaloBelgrado. Ginn lo Gior-


fra i regni che dominò, appunto vi fu gio a tanta potenza, incominciò poscia a
SER SER 227
(]ecIiii)aie,eneli8o7fa sconfitto dai tur- Fu vietato a'turchi di risiedere nella Ser
chi presso Vicliiio, e per oltcDere l'armi- via, tranne quelli che fanno parte delle
stiziodovè cedere parte de' suoi stati; e ricordate guarnigioni stabilite in certe
tanlo arse di dispetlo, che per heve ca- piazze, amministrando i serviani le pro-
gione fece crudehnenle perire di morte prietà turche che si trovano nel paese;
violenta il [iroprio fratello. Esscnido scop- inoltre essendo slatoaccordato a'serviani
j)iala la guerra Ira la Porta e la Russia, di liberamente commerciare nell'impero
questa nel iBog l'eccitò a riprendere le turco con passaporti serviani. Convocò il

armi, ciò che eseguii con alterno succes- sovrano Milosch a'4febbraioi 83o un'as-
so, ma non giungendogli soccorso, dovè semblea nazionale in Rragojevacz alla ,

evacuare del tutto la Servia, che ricadde qua le presentò un codice di leggi,che han -

sotto l'antico servaggio ottomano, quan- no per base il codice francese: l'assem-
do laRussia minacciala dagli eserciti fran- blea riconobbe il principe Milosch, che
cesi, avendo nel 1812 sottoscritta la pace già da 14. anni dirigeva l'amministrazio-
di Dnkarest, abbandonò servia ni. Ricom- i ne del paese, per sovrano con discendenza
parve Giorgio in riva alla Duina e uè di- ereditaria, per cui il principatodiServia
scacciò l'armata turca, ma invitato dal- potrebbesi attualmente considerare co-
l'imperatore di Russia Alessandro I nei me monarchico ereditario costituzionale,
suoi eserciti , col titolo di principe e di giacché il gran sultano confermò l'opera-

generale, mentre superava il confine tur- to in detta assemblea. Il principeMilosch


co per incominciare nuove gesta, fu preso con molta avvedutezza ed umanjimente
e fatto decapitareda! pascià di Belgrado, regnò e governò. Colla sua grande atti-
città ritornata in potere de'tunhi, dopo vità e perspicacia sostenne la sua ditTicile
cheiserviani nel i 81 3 viaveano ("alto sal- posizione. Ai necessari riguardi versola
tar in aria la cittadella e abbruciare tut- Porta, egli riuiù ogni possibile cura per
ti i sobborghi. Neli8i5 la Servia insor- mantenere il paese in una onorevole in-
se di nuovo sotto gli ordini del principe dipendenza, e respingere qualsiasistranie-
Milosch ObrenoAvitch serviano di nasci- ra influenza; e si dovette alla sua opero-
ta, il quale colla sua prudenza e valore sità se la propaganda ultra -slava non po-
terminò nel medesimo annogloriosamen- tè venir a capo di mettere radice nel prin-
te la sua impresa, stipulando colla Porta cipato serviano.
un trattato, guarentito dalla Russia, alla Il principe di Servia Milosch Obreno-
foggia de'principati Danubiani di Molda- Tvitch fu deposto nel 1889 e costretto n
via e /'alacchia, per cui si soggettò sol- sortire dal paese. Il suo maggiore
figlio

tanto ad avere guainigione turca nelle Milan.che gli successe, morì poco dopo.
forte7zc,ed a tornire 1 2,ooosolilali al gran Il suo 2.°figlio Micheles'iccessore del fra-

.sultano nel caso di guerra; ottenendo al tello, anch'egli in una rivoluzione fu de-
tresì di mantenere un agente accreditato posto nel 842, quindi Alessandro Geor-
I

presso ildivanoottomano. Laonde la Ser- dell'antico principe Gior-


ge-\\'itch, figlio
bia d'allora in poi, solo tilbutaria della gio Czerni, venne procl.tinato principe di
Porta, fu amministrata in modo indipen- Servia. Sono ricchissimi i principi Mi-
dente. Nel i82() per la pace d'Adi iano- losch padre e figlio, hanno beni i in Va-
poli, tra la Russia e la Turchia, furono lacchia, e vivono negli stati austriaci. È
conferma te le franchigie dellaServia, l'in- la Servia il più recente e vigoroso prin-
tegrità del suo territorio, anzi restituiti cipato di tulla la Turchia europeo, co-
i distretti serviani che erano stati tolti ,
me lo chiama la Civiltà cattolica, gover-
la hbertà completa del cullo, come pure nata a vita insieme col senato e con una
di nuovo riconosciuto il principe Milosch. assemblea generale dal principe Alessau-
228 SER SER
di'o Georgewitch, portato al trono, or so- sia e la Turchia, alle bandiere di questa
no più di due lustri, dalla rivoluzione, la si arruolarono, dopo la pace, per la qua-

quale escluse per sempre dal governo il le si fanno tante lodevoli pratiche, po-
principe Milosch e tutta la fiimiglia de- tessero gittarsi nella Servia, limitrofa al-
gli Obrenowilcli. Questi cercarono ap- l'Ungheria, e dar guai all'Austria. La
poggio dalla Russia, mentre il principe maggioranza del paese è pel governo del
Alessandro che regna sino da principio si principe Alessandro, né sembra numero-
dichiarò divotissiino alla Porta ottoma- so il partito che aspira di elevare nuova-
na, perchè il sulta no Abdul-Medjid-Rhan, mente al potere il di lui cugino, figlio
approvò l'accennata insurrezione e rico- del principe Milosch e marito d'una un-
nobbe per capo della Servia Alessandro gherese . Questi è quel principe Michele,
Georgewitch. I partigiani della stirpe de- che nell'agosto i853 sposò Giulia figlia
tronizzata e lo stesso Michele Obreno- del conte Hunyady di Ketkely, apparte-
wicht lungamente brigarono per ripri- nente ad una delle più illustri famiglie
stinare l'anteriore dominazione, e preva- d'Ungheria,nella quale occasione vesten*
lendosi degli ultimi torbidi orientali, nul- do il costume nazionale,portava una ma-
la lasciarono d'intentato per raggiunge- gnifica spada adorna di diamanti e valu-
re lo scopo; anco con una lettera circola- tata 80,000 fiorini m. e: le gioie del-
re a' senatori e ministri, al metropolita, la consorte si dissero ascendere a quasi
ed alle altre autorità del paese, che poi 00,000 fiorini m. e. compreso lo splen-
1

si propagò per tutta laSeibia a fine d'ec- dido diadema di diamanti. Intanto laR.us-
citare tumulti. In essa il principe depo- siaoccupò principati Danubiani della
i

sto purgò d'alcuni maneggi di cui era


si Moldavia e Valacchia, per costringere la
accusato,dichiarando di non aver mai a- Porta ad accudire a quanto richiede sul
\uto intenzione di sollevare serviani, ma i patronato de' greci coireligionari in o-
solo d'istruire la patria per la brama di riente,e che toccai a s. Sepolcro; e l'im-
esserle utile, pronto a servirla a fronte peratore Nicolò fece sapereal popolo ser-
della responsabilità inerente. Questi e al- viano di continuargli la sua benevolen-

tri fatti di cui profittarono le società se- za, anche nelle presenti contingenze, on-
grete produssero gran fermento, onde si de l'inviato Fonton fu ricevuto con ono-
vociferò, che il console austriaco di Bel- revoli dimostrazioni. Secondo le ultime
grado, nel luglio 853, avverti il princi-
1 notizie, bosniaci si radunano in massa
i

pe Alessandro che attesa la gravità dei sul confine della Servia, donde tentano
tempijl'Austria confinante provvedereb- un'invasione per giungere per la via più
be colle sue forze militari all'ordine del breve nel luogo ove si combatte. Il gover-
principato. Alessandro visi oppose vigo- no serbiano era deciso però di fare rispet-
rosamente, protestando che mai sortri- tarea tutto rigore la neutralità garantita
rebbe che un solo soldato austriaco vio- tanto da'russi, che da'turchi,ed era pron-
lasse armata mano suoi confini. In Co-
i to di respingere colla forza ogni invasio-
stantinopoli queste notizie posero il go- ne di territorio, e cos'i impedire il loro
verno turco in apprensione,cheficil men- passaggio per la Servia. Si diceanconijche
te dileguò il saggio rappresentante im- Omer pascià comandante supremo delle
periale de Bruck, colle pacifiche inten- forze ottomane in Europa, ha chiesto al
zioni del suo governo. Pare che questa governo serbo la libertà incondizionala
previdenza del gabinetto imperiale, se so- di poter incedere per qualunque strada;
no vere le indicale notizie, accenni al ca- e che il governo serbo sembra deciso di
so, che i rifugiati politici, i quali ner pe- respingere tale domanda, volendo man-
scar nel torbido Della rottura tra la Rus- tenere la sua neutralità anche colle ar-
SER SER 229
mi le fortezze del paese sono occupate
: un vescovo autocefalo e indipendente dal
da truppe serbe, e la maggior parte del patriarca iliCostanlinopoli. I successori di
militare serbo liovasi concentrato nella (juel prelato, che prese il titolo di patriar-

vecchia Serbia e ne'conlini della Bosnia. ca, hanno di tempo in tempo cercato la
Vuoisi inoltre, che nella Serbia si prepari comunione della chiesa oman;i; ma ipie- 1

il terreno ad un sap^uinoso conflitto. In sta unione, come narrai, non durò mai
Belgrado il pascià costrinse il console rus- lungamente. 11 patriarca s. Saba, figlio
so a ritirarsi. Questi e altri avvenimenti di Sicneone Stefano re di Servia, dopo a-

agiscono troppo sensibilmente sulla na- vere incoronato redi Servia suo fratello
zione, per poter supporre ch'essa potrà Stefano, nel secolo XIII istituì 12 vesco-
e vorrà mantenere più oltre quella neu- vati ne'diveisi monasteri ilei paese, ed i

tralità di cui avea (inora così saggia-


si patriarchi suoi successori ne istituirono
mente fatto scudo contro gli orrori d'u- poscia molti altri; di maniera che nel 1717
na guerra, che per lei diveirebbe anche l'arcivescovo di Pec/iw, primate o patriar-
civile.Tutto tende a trarre la Servia ad ca di Servia, avea sotto la sua dipenden-
una decisiva dichiarazione favorevole ai za, oltre la sede primaziale, i i metropo-
russi o a'iurchi. E probabile che serbi i li, 5arcivescovati e 4 vescovati, l luoghi
nulla d'ostile intraprenderanno contro i in cui quelle prelature furono stabilite,
turchi, purché laPiussia non ve li astringa, appartenevano gli uni ai turchi, e gli al-

come ricavo da'più accreditati giornali. tri all'imperatore d' Austria come re di
Così stanno le cose nel novenìbrei 853. Ungheria: ecco la notadellasituazionedel-
A Semendria parlai dell'introduzione le indicate chiese. .')7etro/3o//. Scopia sul-
del cristianesimo nella Servia; in tale ar- la frontiera di ^Macedonia, soggetta al tur-
ticolo, a DiìLr.RAD0,ed a Scopi.\arcivesco- co; così Prisrene o Prisdene frontiera di
va o di Servia, ma ora dominio de'tur- Albania,Uisicia,Stariblabha nellaSei via,

chi nella Romelia e chiamala L'^kup, trat- Bosna Seiai in Bosnia, Belgrado in Ser-
tai del caltolicisrao in questa regione. >'el via, Balista in Ungheria: Temeswar iu
i85i governo serviano peituise di co-
il Ungheria, soggetta all' imperatore; così
struire a Belgrado una chiesa cattolica, Bruntumio, Carlowitz, Stremio, tutle ia
però soltanto nel cortile della casa del con- Uiigheria./^/Y/Ve5coi'a//.Samocabioo Sa-
A ustria dicesi che al nun-
sole geneiale d' : bacs nella Servia, soggetto al turco; così
zio pontincio di Vienna non riu<;cì d'in- Cesteiitilio nella Servia, iVissa nella Servia
durre ifgovernoa permettere che la chie- e frontiera di Bulgaria, Sebatso Sebazia
sa venisse costruita in luogoaperto, poi- nella Servia : Batzine nella Servia, all'im-
ché i greci scismatici sono alquanto in- peratore, f'esco^uili. Tzetine nella Servia,
lolleianti coi cattolici, e contrari che ab- soggetto al turco : Cnobi e Junopoli nel-
biano chiese pubbliche. Da altre notizie laServia,soggetti all'i u) pera tore,cosìGiii-
del 853 si avrebbe, che
1 il governo serbo lia e Lipobi in Ungheria, e Poziera. Dal
era intenzionato di far costruire inBelgra- lui qui detto apparisce, che l'autorità del
douna chiesa pubblica pe'catlolici : Uli- primate o |)atriarca di Servia estendevasi
riiifii! 1 cattolici di Belgrado sono la mag- non solamente nella Set via o Rascia, ma
gior parte emigrali bosniaci, e subito che anche nelle proviucie vicine. Il firmano
abbiano chiesa e parrocchia, il loro nume- mandalo dopo la pace d Adrianopoli/lal-
ro si accrescerà considerevolmente. I ser- la Porta ottomana al pascià di Belgrado,

viani già erano cristiani, allorché b'impa- come notai, accorda libertà completa di
dronuonodella/}rtc/rt (A^.) superiore, d'u- culto ai serviani. Si dice esservi in Sei via
na par te del la.Mesia e del laDard a nia; e sic- piìidi I 3oo cattolici, sparsi ne'divcisi vil-

come erano indipendenti, vollero avere laggi, divisi m 8 [«aiiucthiu. La mutio-


23o SER SER
poli di Rascia o di Servia fu Pechia, sul- Iato, dopo di avere inutilmente tentalo
le froiilieie d'Albania, e quivi risiedeva il rinnegare la fede di Gesù Cristo.
di fargli
primate. ComìXiaiì\d\e, Hisloi re de lous Dopo Gabriele s'ignorano nomide'fue- i

les archfveschtz, a p. 2 1 6 dice che la sede lali che occuparono la sede patriarcale di
al•cive^coviIediScopiauel V secolo fu tras- Servia; però il dotto Crisanto patriarca
ferita al'echia, che nel
secoloXllldiveuue di Gerusalemme, che diede la Notizia del-
esarcatod'Albaniaedella provincia eccle- lechiest diServia, fa menzione de'patriar-
siastica diDardania; qui odi registra alcuni chi Atanasio, Callinico e Mosè: Lib. de
suoi vescovati, le metropoli e i vescovati OJJìc.eccl.,^. 88. Si chiamò poi Servia
delia Dacia mediterranea con Sardica per Nuova una parte della Nuova Russia, se-
inelropoli, della Dacia litorale con Bidina gnatamente quella che formò il governo
per arcivescovatOjdella Mesia con Sige- i
.''
di Rerson; paese che nel 7 53 fu dato al i

din per vescovato, e della Mesia a.^cooNi- le colonie de'serviani che visi stabilirono,
copoli per metropoli e numerosi arcive- e da questo gliene venne il nome, e come
Il p. Le Ouieu
scovati e vescovati soggetti. dissi a Russia, nel 1848 vi fu eretta una
ntW On'ens christianuSyt. 1, p. 322, pub- sede vescovile pe'caltolici.
blicò la seguente serie de' primati o pa- SERVIA oSERBlAo SERBITI A. Se-
triarchi di Servia, che si conoscono. Ili.° de vescovile della i.' Macedonia, nell'e-
Teodoro, cui successe il suddetto s. Saba, sarcato del suo nome, sulfraganea di Tes-
ordinato nel i 2 8 da Arsene patriarca di
1 salonica, eretta nel IX secolo. Damiano
Costaiilinopoli, di cui parla Bollando, A- ne fu vescovo verso il 17 20. Orieiis dir.
Class, a' 1 4 gennaio n." 5: inseguitosi uni t. 2, p. 102.
di comunione colla chiesa romana, e fu SERVITE, y. Serve di Maria.
incaricato del governo di molte provin SERVITI. F. Servi di Maria.
eie i\c\\' Illiria, quindi venne considerato SERVITORE. F. Servo.
come il patriarca di (|uel paese. Questo SERVITÙ'. F. Schiavo, Servo.
illustre prelato rinunziò alla sua chiesa, SERVIZIO DIVINO. L' ulliziatura
dopo di averla governata con molta edi- della chiesa,il celebrare in essa Divini Uf- i

ficazione e zelo, e
mori santamente a' 4 1 /^.), mas-
fizi[F.), lesagre funzioni, /?///( i

gennaio 25osul njonte Athos, dove avrà


I
sime nella santificazione della Domenica
professato prima la vita monastica del : [F.) e delle altre Feste (^.), nell'eserci-
rinomalo monastero del monteAthos par zio del Culto (F.) della Religione (F.),
lai a Russia. Gioannicio sedeva nel r 354; sia co\Sagnfìzio {F.), colla Preghiera{ F.),
fu verso quest'epoca che il re di Servia colla Stilniodia [F. ), eco\ Funerali{y .)
desiderò ardentemente che i suoi sudditi nel servizio pe' defunti, de'quali riparlai
abbiacciassero la comunione della chies.» a Sepoltura, dappoiché i Funerali cV E-
romana. Papa InnocenzoVI scrisse in prò sequie [F.) diconsi servizio funebre. Nei
posito allo stesso Gioannicio patriarca di primi tempi dellaChiesa,lasua ufficiatura
Servia, comeatìerma p.Waddingo.N...
il e adunanze de'crisliani si denominavano
vivea nel pontificato di Martino V. Ma- lasa^ia Sinassi(^F.yCUe il servizio divino
cario , pel quale Damasceno vescovo di tiene il i ."luogo tra le buuneopere,oiide si

Rhendina sottoscrisse neh 564 I'* depo- debbono santificare le feste,doltamente lo


sizione di loasaph patiiarca di Costanti- dimostra l'ab. Butler, nelle Feste mobili,
nopoli. Gabriele scacciato dalla sua sede trat.i, cap. 5 Dell'obbligazione di san-
:

verso la metà del secolo XVI da un cer- I tificare la domenica con esercizi di divo-
to Massimo, il quale l'accusò di tradimen- zioneeopere pie.ì giudici ecclesiastici so-
to presso il visir del sultano de'turchi Ga- : no soli competenti relativamente a tut-
i

briele fu condannato ad essere slranso- lociòchecoucerueil servizio divino; a've-


SER SER 23.
sco\i si appailiene il faieiotoiiio al me- vozione, e de'Ioro uffizi che rendevano al-

dt-'simo nuovi statuti e regolamenti, salvo la chiesa e al monastero. Gli ebrei avea-
la Lìlur^ia[F.) (.Iella chiesa, della quale no due surta di servitori o di schiavi oli :

ilPapa è custode. A Scomu.mca e Inter- uni e-ano stranieri, o comprati o presi in


detto notai, che ne' luoghi allacciati da guerra, ed i loro padroni ne disponeva-
tali gi'avissiuie pene e censuie ecclesia- no come delle loro sostanze; gli altri era-
stiche, nonsipouno celebrare i divini uf- no ebrei venduti pe'Ioro debiti, oche spin-
iìzi, tiatuiequelleeccezioni efestivilà che tidalla miseria si vendevano da se stessi.
rimarcai. Questi non appartenevano a'ioro padro-
SERVO, vS'eri'".?, Famulus. Colui che ni se non che lino al più vicino Giubileo
serve, o sia per foi"za, o sia per volontà ; (^.), a meno che a quell'epoca r)on ri-
chiamandosi pure Servitore o Servidore, nunziassero al loro diritto fino al giubi-

Faiiiigliare, Donieslico.Dice<i\ Serva, An- leo seguente; allora per indicare questo
cella, Domestica, Servente, Servitrice, un- nuovo impegno da essi contratto, veniva
cilla,fanìula,cuUrìx, ministra, serviens, loro furata l'orecchia con una lesina, ac-
servalriXy la donna che serve. Chiamasi costandoli alla porla del loro padrone.
servila il servire altrui, soggezione, ser- ^ella sagra Scrittura si disse servitore per
vaggio, ien'//»5, siibjecllo, serviliuni. Fi- un uomo attaccalo per scelta e per incli-
naiineute viene dtilo servigio o servizio, nazione al servizio d'un altro, come Gio-
servitiwn, servilus,fu'nulatus, il servire, suè era servitore di Mosè,Eliseodi Elia.
la servitù , la si usa anche
famiglia, che Il vocabolo servitore è adoperato spesso
per denotare complesso de'servi e del-
il nella Scrittura per indicare i sudditi d'un
le serve, e figuratamente per obhiigu e principe o i suoi domestici in particola-
legame. Inoltre servila in termine legale re, o finalmente coloro che gli sono as-
è un diritto fondato sopra luogo stabile Eoggetlati a carico di qualche tribù. Ser-
a pio di alcuna persona o d'altro luogo vitori o schiavi, per contrapposto ai li-

slabiìe, servitus, acltis. lì termine di sei • beri, indicano gli ebrei opposti a'crislia
vilore ordinariamente fu usato per indi- dì : s. Paolo stabilisce (juesta verità, prin-
care uno Schiavo (^'.), giacché l'antichi- cipalmente nell'epistola a'Galati. Ilp. .Ma-

tà non conosceva altri individui di »iii)il machi. De' costumi de'primiiivi cristiani
genere; hiondea quell'articulo mollo ho t. 3, cap. 4, n-" 7, parlando della fedeltà
parlato de'servi delle nazioni, de' liberti de'crisliani, diceche eziandio non può ne-
e della servitìi. Questo umile titolo dii^e/"- garsi, che i cristiani verso i loroser\i gen
vo, per profonda virtùloadoltaronoisan- tili non usassero quella carità e giustizia
ti e le sante, per cui diciamo iSen-o ^//^-o ch'era loro dovuta. Che se eglino erano
[T''.) (juello che vive o visse santamente obbligati a servire, dimostravano verso
e servendo Dio secondo suoi comanda- i i loro padroni una felicità singolaie, poi-

menti. Il Papa stesso, sebbene supremo che aveano letto nell'epistole di s. Paolo,
Gerarca (^ •), per umiltà s'intitola Scr- cheessendoservi ubbidissero a'carnali lo-
VHS Servoruin Dei Frai religio>i e (f'.). ro signori, con timore e tremore, e con
le religiose che adoperarono il titolo di semplicità di cuore, ancorché non fossero
servo parlando di se stessi, sono princi- veduti da loro, mentre doveano temere
palmente a ammentarsi Servi di Ma-
I i Dio. Quindi è, che sebbene i servi loio
ria (^.), e le Serve di Maria (f^-), che erano dediti alla superstizione dell'idoln-
\olgarmenle si denominano serviti e ser- ti io, tutta volta tormentati dai giudici so-
vite. Per umiltà eziandio s' intitolarono vente non osavano di accusarli come rei

Minori Francescani, e Minimi Pao-


i i d'alcuna scelleratezza, perchè si vedeva-
lotti (F.). /V. Odiato dissi de'icrvi di di- no da essi trattali con carità e giustizia;
a32 SER SER
ed essi s'erano scivi sopportavano la loro con cieca ubbidienza ciò che viene coman-
condizione con fedellà e pazienza. Ma se dato, fuori di cose illecite, o che possano
i servi de'fedeli abbrJacciavano il cristia- vulnerare la moralità e la religione. Riuni-
nesimo, immantinente, com'è credibile, re all'ubbidienza un particolar sistema di

ottenevano la libertà, e co' loro padroni pazienza, perchè è duro il servire! Osserva-
servivano con pietà singolare il Signore. re la fedeltà, e chi ha un servo veramente
L'a V V. Martinetti, La Diceologia l. 2,cap. fedele,possiede un tesoro! Prender le parti
I o : Doveri de padroni verso i servi, ri- de'padroni e difenderli, ed il buon servo
ferisce. La condizione servile de' nostri d'Urbano Pariopione, dopo aver con inu-
tempie ne'paesi cristiani, non mantiene tile industria difesoii padrone pressoi ma-

iieppur l'efijgie dell'antico servag^io;non- gistrali, riuscì con altra industria di mo-
dimeno aggiunge, che pur troppo ne'do- rire per lui. Favorii e non solo T econo-
niinii dell'islaniisuio e dell'idolatria non mia domestica, ma procurare di aumen-
solo, ma tra certi paesi cristiani del nord, tarne la sostanza : tra gli antichi nell'in-
gli armenti e le greggie de' servi e delle gresso che i servi facevano nella casa, si

serve formano il miglior capitale de'pa- versava sulla loro testa i cornucopi del-
droni, sopra gli erronei principi! e bar- l'abbondanza, perchè co'Ioro servigi prov-
barie degli antichi. V'ha un'eccezione in vedessero all'abbondanza. In conseguen-
alcuni paesi del nord , in cui si trovano za i servi né devono rubare, né profitta-
ancora de'servi propriamente detti, poi- re della fiducia de'Ioj'o padroni; però tal-
ché ivi sono considerati piuttosto come volta l'avarizia e l'illiberalità de' padroni
coloni perpetui nelle terre,o come inser- rende i servi inclinati a rubare o abusa-
\ienti stabili, addetti alle case de'padro- re. Essendovi più servi in famiglia, ciascu-

ni. Sono presentemente servi persone li- i no deve badar solo al proprio uflicio, e al-
bere d'infima o decaduta condizione, che le proprie incumbenze.Que'segreli dome-
per non aver imparaloun'arte, o per non stici che i servi apprendono nella casa ,

poterla più esercitare, o in fine per ten- non devono propalarli al di fuori. Costan-

tare la sorte, locano le opere servili per temente curare il decoro, l'onore e la glo-
vma determinata mercede. I doveri de'pa- ria del padrone, anche colla propria con-
droni, secondo il Martinetti sono i seguen- dotla irreprensibile. Di questo vasto ar-
ti. Trattarli con dolcezza e mansuetudi- gomento, della condizione de'servi antichi
ne. Non defraudare il vitto stabilito, ov- e moderni di tutte le principali nazioni,
vero mercede che tiene luogo di esso.
la ne vado tiattando e ragionando in tutta
Invigilare tanto sulla condotta morale, questa mia opera; laonde qui almeno ac-
che sopra i bisogni de'servi. Non disprez- cennerò gli articoli più particolari, in cui
zare il Usare con
consiglio de'medesimi. ne tenni espressamente proposilo, onde
essi una moderata correzione. Segregare non ripetere tutte le cose dette, e suppliie
i perversi dal resto della famiglia. Trat- sxWa brevità di questo articolo. A Corte
tare i servi senza ira e senza orgoglio. dichiarai, che con tal vocabolo s'intende
Procurare che medesimi co'sislemi del-
i anche la famiglia domestica del principe
la dolcezza servano piuttosto con un lea- o altro signore e padrone, che tiene al suo
le attaccamento, anziché col timore. Non servizio più individui impiegati in diffe-
confidarci segreti della casa alla servitù. lenti ufììzi per servirlo; che uomo di cor-
Doveri principali de'servi versoi padroni, te significa pure cortigiano. Tratteggiai
da'quali derivano altre subalterne obbli- r infelice condizione di chi serve, pieci-
gazioni. Usare molta riverenza e onoran- puamente per la contagiosa e pestilente
za verso i padroni, tanto nell'eseguire le gelosia ed invidia, e delle altre deplora-
opere ingiunte, che uei parlare. Eseguire bili e basse passioni, che fatalmente esi-
j

SER SER a33


stono nelle COI con tanlo danno della so-
li calli vi, anche de'niillanlaloii di prolezio-
cie(à,ediciii sono bersaglio servi di lui- i ni per guadagnar doni; de'servi liberali
te le condizioni, virinosi e liisli, favoriti ()iiali ragionai ancora a
delli liberti, de'
e disprezzati, il cui veleno sagrifica tante Patrizio, a Protettore, a Roma, a Schia-
vittime. Deplorai pure l'ozio, in cui si ab- \o. Chegl'iograli liberti eianonianunies-
bandoDiino non pochi sei' vi, con pessime si, cioè rimessi in servitù, e come proce-
consegueuze fra le quali primeggia la
, deva Ih manumissione o libertà che da-
inordace maldicenza; ricordando come vasi a' servi, Io che narrai pure a'citati
anticamente tulli servi doveano eserci-
i articoli. La iV a mi miss ione era l'azione
tare un mestiere, e stare ognuno in una colla qualedava lu libertà allo schiavo
si

cella separata dagli altri, le quali celie e- o servo, accompagnala da molte forniole
rano disposte intorno alle sale, e questi e ceremonie, colle quali i signori alFran-
pcr l'ordinario sono luoghi ili mormora- cavano gli abitanti o coloni delle loroler-
zione, appunto fomentata dall'ozio e per le, ch'erano stali fino allora servi, ed era
mancanza di buona morale, la «juale ha una specie di schiavitù che non conveni-
funle dalla vera religione. Inolile a Cor- va né alla santità di nostra religione, uè
TE indicaidiverside'lanli ufllzi delleoor- alla dolcezza de' costumi che ne deriva-
li; questi poi quasi tulli hanno singolari rono. Che padroni
gl'indiscreti e crudeli
articoli, ed ove ragiono di ciascun'epoca furono henali ne'severi castighi che da-
e nazione, non solanìenle degli ullìzi mag- vano a'servi, i quali non potevano giu-
giori, ma eziandio degl'inferiori. A Fa- dicare, dalle leggi imperiali ed ecclesia-
MiGLiARE o Famiglio, lo dissi individuo sliche. Piiportai alcuni esempi di manu-
che serve il Padrone (^''.); toccai degli missioni e servitù vendute ad altri, ed an-
anlichi iSe/i'/Vore^ecclesiastici; parlai del- che dagli stessi individui. Riprodussi pa-
le diverse specie de* servi che hanno la iole morali e umane, a difesa delle pove-
qualillca di famigliare, anche ecclesiasli- re serve e loro abbietta coiKÌizione,(alto il

ti, eperciò (iti Benefìzi ecclesiastici a loro confronto co' vecchi tempi; e che il servo
conferiti; così della famigliarità e prero- deve teneisi amico. Parlai del salario o
gative godute dai Conclavisti [f.) e dai mercede pattuita, e sue etimoIogie,qii3SÌ
Dapiferi (f^.). Riportai che il vocabolo sempre non in proporzione di quanto si
Sei v'O proviene dai prigioni falli in guer- esige dai servi, e non suflicienle per l'or-
la, servati e non uccisi, e de'servi che si dinarioalloromaotenimento: notai a Sa-
vendevano. Della Festa (/'.) de'servi e le, che la mercede o alesala de'servi si
delle serve degli antichi romani, e(|ui di- chiamò salario, jv7/<7r//im, ed è veramente
rò che in Babilonia nelle calende di sei- salalo dagli stenti, faliclie e altro che de-
tembre ricorreva una gran festività del- vono sostenere i servi salariali da mer-
la Sacca, nella quale per 5 giorni servi i cede o provvisione pattuita, stipendio vcl
comandavano ai padroni, ed uno di essi mercede condiicUis. Parlai inoltre a Fa-
incedeva pubblicamente vestito di stola migliare, delle livree, assise o divise, ve-
e simile a regi<j ammanto; quindi senza sliario de'servi; ordinariamente un tempo
distinzione nelle vendemmie si confonde- .si f.icevaiio del colore deg'i .v/f/«//;j genti-
vano i servi co' padroni, festa che passò lizi,con trine e bottoni in cui le armi blaso-
per tradizione ail altre nazioni, come Ira niche sono ripetute con eccessiva esube-
i persiani, greci, e romani i quali colle fé- rnnza,ostentanti un fasto certamente non
6te saturnali e op.ilie celebravano i^tem- lodevole ne prudente: dissiancora d'altre
pi di felice innocenza di Noè, e la sua e- oiij^ini che si attribuiscono alle livree, e
poca pastorizia e campestre. Di piii a Fa- delle magnificenze delle antiche. Dcj^li e-
wiGLURE parlai de'servi fedeli, e di quelli niu!uiuculi,propini',rcgalicc.Va/ifif('^'
334 SER SER
guduleda'seivi e loro vari vocaljoli,eclin la sala o anticamera, per esser pronti al-
si percepiscono, e princi-
rullìi circostanze la chiamata del iS"/g/iore( A''.) loro padro-
palmente per le buone /'e5;e(/^'.) del iVcz ne; e de'doveri de'servi verso di esso, non
Pasc/ua (/^), pel lìlesccTJgo-
tale{f''.),i}\ che cogli eguali, e con gli altri famigliari
ilo (^ Jje perchè dicesi Ferragosto. Qui al proprio udizio superiori e preposti. A

aggiungo, che insegna Ambrogio No vidio Palafreniere, quegli che cammina alla

Fracco, Sacroruni Fasloruni lib. 12, p. staffa del cavalloda cavalcare, o che lo
go, che Ferine Augusti aferendisepulis custodisce e governa, e più comunemente
sunt dictaej e che feriari Augusto, vul- servitore, famigliare, staffiere, agaso, e-
gus afferrare ait. Quodque depe Augu- quicurator. Osserva Muratori in fine del-
sto feriari mane solebanl, se afferre Au- la disserl. 2 j,che l'invenzione delle staf-
gustuni iiunc aitille rudis. Inoltre abbia- fe che sembra triviale, ecoll'aiuto delle
ino àd\ Dizionario della lingua italiana, quali facilmente si sale a cavallo e si tea-
al vocabolo Ferrare: che ferrare ago- gouocavalcandoin riposo piedi, fu assai i

."
sto, vale stare in allegria e a'convili il i rilevante; imperocché non lasepperoin-

giorno d'agosto, e viene per idiotismo dal ventare romani^ per cui bisognava allo-
i

\eihoferiare, in latinoyè/7<3/7. Essendo ra o saltare a cavallo, o valersi di qual-


il Varchi l'unico autore di questo Fer- che sitoalto,o avere uno 5/rafore(del qua-
rare Agosto, non sarà ardimento l'affer- le vocabolo a Palafbemere parlai), cioè

mare ch'esso è mal dedotto o mal fornìa- chi colle mani aiutasse a montare a ca-
to, e che invece di Ferrare il i.° giorno vallo : dolevansi poi le gambe, e si con-
d' Agosto starebbe meglio Feriare ili." traevano anche delle malattie per lo sta-

giorno d'Agosto. Terminai l'articoloFA- re cotanto penzoloni; rimediossi a tutto


MiGLiARE,cou dire dellei/?orf///e,doui o sti- coU'uso s\ comodo delle staH'e, e dal reg-
pendi, ed in che consistevano anticamen- gerle il palafreniere venne il sinonimo vo-
te, e ne riparlai in altri luoghi; e che nel cabolo di staffiere. Che il vocabolo pala-
li» Curia Romana vi sono gii cmoluriien- freniere fu appropriato ai servi di livrea
ti o tasse, dette comuni servigi e servigi dopo l'introduzione delle Carrozze {^P'.),
minuti, che si godono anco da alcuni l'a- quindi restò principalmente ad una clas-
iiiigliari ponlilicii, come quelli di saiu. se de'servi del Papa che dimorano in sa-

Quanto al vocabolo Mancia y ne Feci pa- la, e incedono dietro alla carrozza come
rola anche p. 167.
nel voi. LV, A. Cubi- gli altri servi, e co'sediari portano il Pa-
culario, intimo famigliare del Papa, ra- pa Sedia Gestatoria {F.): questi pa-
in

gionai di tale domestico e donde proven- lafrenieri e sediari hanno il decano e sot-

ne il vocabolo, princi[)almente proprio to-decano, che non vanno dietro la car-


delle corti imperiale e pontificia, per cui rozza, né portano detta sedia. 11 gesuita
ricordai gli ul'ilzi Palatini [F.) del palaz- Fe\ìc\,nt\ì'Onoinaiticunironianuiii,c\\ìa-
zo imperiale, gli antichi cubiculari pon- ma in latino il palafreniere, t/'/r^/zi/^er/c^,
tificii, e altri poi cos'i chiamati e ditìerea- servusapedibusjcd il palafreniere ostaf-
ti specie, come delle qualità che da loro liere de'cardinali, circumpes cardinali-

richiedevasi. A Domestico, individuo che lius, sen'usa pedihus cardinalitius. Rac-

esercita servizio personale, anche con ispe- contai come l'uffizio di palafreniere per
ciale uflizio, tornai a dire dell'antico co- venerazione fu reso ai Papi dagl'impera-
stume per evitare ne'serviil pregiudizie- tori, re e altri principi colla corona in ca-

vole ozio e mormorazione, ch'essi doves- po, nel tener la stalla del loro cavallo e
sero possedere un mestiere non clamoro- coudurre questo alquanto per le redini.

so, e risiedere ciascuno in picc(jlc celle di Di allie servili e ossequiose dimostrazio-


Icguo separatamente dispoìrte intorno al- ni Lie' sovrani verso il sommo Pontefice,
V

SER SER 235


nepailai a Lavanda delle ma.ii, pei- l'ac- lo Famiglia pontificia feci la descrizio-
qua da loro veisafa su di esse; a IMa.nto ne di tutti quelli che la compongono, di
ponlificale peisosleneie lo strascico o co- sua origine, progresso e stato preìenle ;

da; a Pranzo per le servile vivande; a Dia- di tuttociò chele appartiene, degli anti-
cono per gli uflìzi eieicilati nella iiicssa chi e degli odierni numerosi e dilferen-
papale. Il Fapa ba Ira i famigliari, digni- ti famigliari pontificii, mentre di quasi
tari lanloecclesiaslici, chesecolari;allret- tutti gl'individui di qualunque grado e
tanto aiilicamenle aveauo i l'e^coi'/e gli condizione, dignitari, ulìlziali e subalteu-
abbati regolari, signori de'domiuii tem- ni, scrissi separati articoli; come pure di
porali: di tulli quanti tenni proposito ai quali personaggi e altri che sono conside-
loro articoli. Dissi finalmenle a Palafbe- rali famigliari del Papa,e de'pregi di tale
KiERE, dell'arciconfralernila di s. Auna, onorevole qualifica: distinguendosi la cor-
nel quale sodalizio,ollre i palafrenieri, so- te papale, per un misto di sacerdotale e
no ammessi i servitori de'cardina li, de' pre- di regio di principesco e di sagro, che
,

lati, de'minislri diplomatici, e de'utjbili però nelle solenni funzioni unita alla Ce-
romani. Qui noterò, che una circolare del ra /•c/2/t:eccZe5Mi//ca,per riguardo all'im-
iniuistro dell' interno di Roma, del 4 a- ponente complesso di sua meravigliosa
prilei848, proibì a' pubblici funzionari graduazione e ordine, sembra un'imma-
e famigliari di ricevere donativi nei Na- gine della celeste gerarchia. >otai ezian-
tale e nellaPasqua, ed in altre circostan- dio, che talvolta la corte del Papa, insie-
ze. Per cui la nominala arciconfralerni- me alla curia, dicesi Corte di Roma e Cu-
ta di s, Anna unf"''.iò una supplica ragio- ria Romana (^F.). In innumerevoli arti-
nata al Papa Pio IX. Con essa dichiarò, coli celebrai non meno le beuellcenzedei
non compreiiueie la disposizione che le Papi e di altri sovrani verso i loro servi,
provincia delio stato pontificio e non Ro- airicchiti, onorali, elevati alle primarie
ma, ove però alcuni interpretandola a dignità, e molti pervennero al pontificato
loro vanteggio, ricusavano alle famiglie e al Irono. Quanto a'famigliari pontificii
de' ponenti e votanti le solite propine e lo rilevai a Famiglia pontificia, insieme
mancie, ed altri si rifiutarono pagare le dimostrazione
alla singolare di Alessan-

propine pe' biglietti di nomine sovrane. dro VI pervenuto all'età di 7 i anni e al-

K siccome tali antiche consueluilini altre rXI.*^ anno del suo memorabile pontifi-
volle erano state ricusale, diversi cardi- cato, con donare a'suoi famigliari So du-
nali segi etari di stato costrinseio i re- cati, e con promessa di aggiungerne 5 o-

unenti all'osservanza; e Denedello XI gni anno, affinchè facessero voli per arri-
con approvare lo SlaliKoàe] sodalizio, ap- vare ad averne 00; dunque bramava
I vi-

[jrovò ancora il metodo delia dislribuzio- vere altri 14 anni e regnarne 25, ma do-
iie delle mancia. Che se veniva annulla- po la prima giunta morì. Invece rimar-
la la partecipazione delle nìancie e pio- cai a Pranzo, che Clemente \ III teneva
pi ne, tulli i servitori di lìoma eriuio ro- ogni giorno accanto alla sua mensa tanti
\ inali, non es>endo sullicienli i solarii al [loveri, quanti erano gli anni del suo pon-
necessario soslenlamenlo, il che fu [no- tificato.Per analogia aggiungerò, quanto
valo con un calcolo dimostrativo. Rico- le""oneln.°2 3 óeW Osser\'atore Roma-
i

nosciutasi dal Papa giusta e veridica l'i- no del 85 1 " Vienna 3o settembre. On-
1 .

stanza de'servilori di Ruma,a'23 giugno de festeggiare il giorno onomastico diS.."M.


fece rescrivere sulla mede^ilna : fu Ilo- l'imperatore (Francesco Giuseppe) che
Tini si osservi il solito colle debite rego- I icorre a'4 di ottobre, verranno anche ii:

larità e discrezione. La supplica col pon- (]uc&l'anno, come neirantecedentc,distri-


tificio rescritto fu stampala. All' ai tico- buiti io premi, ciascuno di f i 5o, ira i
236 SER SER
servitori che coniano 25 anni di servizio Ialite di camera, agli scopatori segreti, al

su questa piazza, e per lo meno io anni cuoco, al sotto cuoco, al decano, al mae-
di servizio prestalo senza inleiruzione, stro di stalhi.Per questa munificenza e-
con fedeltà, onoratezza e diligenza ad una zi audio tra famigliari de' Papi resterà
i

sola famiglia ". Finalmente a Famiglia in perenne benedizione la veneranda me-

PONTiFiciA(ed a Parente) deplorai le per- moria di Gregorio XVI. A Famiglia dei


secuzioni cui più volte soggiacquero i ser- Cardinali e Prelati ragionai degl'indivi-
-vi del Papa dopo la sua morie, massime dui d'ogni specie che servono domestica-
parlando di quella di Pio JI (f^-) ,
e di mente i cardinali, i vescovi ed altri pre-

Paolo iy[V.)t i famigli del quale furono lati della s. Sede, che dividonsi, come la

reintegrati da s. Pio V{f^-) benignamen- famiglia pontificia, ne' gradi di famiglia

te, non senza rimarcare l'instabilità de- nobile edi famiglia di i° ordine. Dichia-
gli umani avvenimenti particolarmente ,
rai le prerogative, le incombenze, il ve-
in un governo elettivo, in cui più d'ogni stiario, i vantaggi propri di ciascun uffizio.

altro si vedono esaltati già depressi. Può i Tornai a dire delle maiicie e propine, achi
servire di edificazione e di beli' esempio spettano, e quanto riguarda la spartizio-
quanto riportai nel voi. XLI, p. 258, di ne de' cardinali defunti, e del così detto

quanto cioè s. Pio Y fu eminentemente ca- coruccìo e quarantena, di che trallai an-
rit.ilevole e benefico co'suoi servi. Però, che a Lutto. De'padroni benefici co'ser-
come notai altrove, ninno arrivò al gene- VI alla loro morte, mediante generosi te-

rosamente disposto da Gregorio XVi, il stamenti, fra quali il cardinal Camillo


i

quale do[)o avere provveduto di sussisten- CìIjo che volle co' suoi servi comune la

za (pie' Leone
famigliari de' predecessori Sepoltura, al quale articolo parlai di ciò
XII e Pio Vili, che ne mancavano, con- e dell'eguale uso presso r romani e altre

siderando nella pietà del suo cuore la con- nazioni, ammettendovi i propri servi e
dizione infelice e indecorosa in cui si tro- liberti, ed ove pure ricordai servi eschia- i

vavano i dopo la loro


famigliari de'Pa[)i vi uccisi o bruciali nella morie de' loro
morte, poiché per riguardi mondaui dif- padroni. Dice il Guasco, / ritifunebri di
ficilmente potevano impiegarsi al servizio Honia pagana, p. 38, che nella pompa
di altri; rilenendo per giusto che i ponti- funebre immediatamente innanzi alla ba-
fìcii famigliari durante la loro vita abbia- ra incedevano i servi posti in libertà dal

no un qualche certo sostentamento ,


pel defunto, e specialmente quelli ch'erangli
i.^'de'Pontefici riparò alla loro convenien- stali più fedeli e cari, con un cappellet-
za. Pertanto, senza pubblico aggiavio,for- to in capo, segno della libertà riacquista-

mò un fondo di rinvestimento fruttifero ta per nianuniessionein. Questi servi per

a moltiplico, quindi con suo pontificio chi- contrassegno di gratitudine lagiimosi e


rografo stabilì in perpetuo pensioni men- dolenti procedevano deplorando l'infau-

sili (e sarebberostate maggiori, se non l'a- sta sorte del loro liberatore, e della bon-
vessero impedito le circostanze che,accen- tà e generosa indole sua, che appariva
iiai a Scopatori segreti, e se il fondo di dal maggior numero della schiera dei li-

molti plico avesse in suo tempo dato mag- Forse da que-


berti liberali dalla servitù.

giori risultati come poi diede, lasciando sti piagnoni derivarono quelli che tutto-

così un lato campo a'successori di perfe- ra in tale atteggiamento stanno ne' i^«-
zionare tanto bella operazione, e([uitati- nerali (P.) intorno al letto funebre dei
va e benefica, come si degnò più volle di cardinali edi altri. A Schiavo raccontai
esprimersi con me) secondo gradi, non i che iromani, ad esempio de'greci e di al-
solamente a' suoi famigliari, n)a a tul- tri, usavano di dare prima di morire la li-
li cjuclli dc'Papi successori, cioè all'ani- bertà a certo numero di schiavi o servi,
SEU SER 237
per terminar così la vita con qualche nt- !io una prova di fatto proprio, imperoc-
to di generosità. L'abuso poiché si fece ché il celebre cardinal Bernelti, segreta-
di tale costumanza dai testatori ansiosi rio di stato di Leone XI 1 e Gregorio XVI,
di onorare propri funerali, provocò la
i benigna amorevolezza che virtuosa-
nella
leg^e Furia Caninia,\a quale delerrainò mente mi conservòsino al punto eslremo
il numero de'liberli, per maniera che di di sua preziosa vita, raccontò a molli, che
sette servi, tre potevano conseguire la li» soleva dirgli Gregorio XVI: Vorrei vive-
berla; di otto e nove, quattro; da dieci a re quanto per fare un signore Gaetano!
diecisetfe, cinque; da dieciolloa venti, sei I\Ia nella sua mirabile e delicata modera-
erano Siccomemolti de'liber-
fatti liberi. zione nonriuscìdi làrmici,ediochegiain-
ti non usci vanodi servitù se non alla mor- mai provocai le sue beneficenze, giam-
te del signore loro, il pianto e il dolore mai |)rofitlai di mia posizione, e nemme-
non poteva essere sincero per una sventu- no delle sue per me gloriose disposizio-
ra che dava principio alla loro vagheg- ni testamentarie, come provai a Scarpa,
almeno tranne qual-
giata felice libertà, e potrei addurre altro ancora, come dei
che loro caso d'animo nobile, che la gra- libri (mie preziose delizie) di sua biblio-
titudine soifocasse la gioia. Ma il testato- teca, che in uno al suo particolare archi-
re, che ambiva soltanto la pompa del suo vio e da me formalo gelosamente custo-
funerale, poco si curava di esaminare se diva, a scelta posti a mia disposizione e
(ìnteo veie fossero le lagrime del liberto. proprietà; e siccome non mi giovai dei
Ritornando al detto a Famiglia oe'Car- replicati amorevoli invili, pochi giorni in-
DiNALr, ivi fecianco menzione de'Ioro fa- nanzi air ultima malattia del Papa, egli
migliari d'onore, come chi gli ha, oltre me ne fece dolce rimprovero ! Dopo tut-
(|uelli del Papa e de'quali pure compilai toquesto, e mentre m'avvedo che la mo-
particolari articoli. Di quanto convieneai destia conlrasla coli' entusiasmo, tran-
cardinali tenere decorosa corte di servi, e quillamente resto contento della medio-
cheuucardiuale lenendola troppo nume- crità (per quanto rilevai nel voi. LI li, p.
rosa,quando ne fu ammonito rispose:ch'e- I 86, col. I , e di analogo alt love, e ad i-nta

gli non teneva tante perscme perchè ne a- del narrato a Segretario) in cui mi lasciò,

vessedi bisogno, ma perchèdesscloaveano grato per sempre come avesse avutoellet-


di lui. Nella biografìa del b.cardinalTom- lo il generoso divisamento, e spero dimo-
masi, celebrando la sua carità co' servi, strarglieloanchecon apposito imperituro
diròche compose la sua corte de'più im- monumento di giustizia, di riconoscenza,
perfetti. Ciò fa contrasto con qiie' che li di venerazione, e di tenera indelebile alle-
vogliono tutti ahi e belli; sarebbe me- zione, elle resterà oltre la tomba, col pia-
glio sceglierli fra gli onesti ed i timorati cere di Dio autore di tutto. Inoltre a Fa-
di Dio. Come Papi non solo cuiiirono
i miglia de'Cardinali E Prelati riportai le

che le loro famiglie di servizio domesti- notizie di alcuni sodalizi esistenti in Ro-
co fossero esemplari, ma eziandio the tali ma colle loro cliiese, proprie de'famiglia-
fossero i servi ilc'cardinali e prelati. A- ri de'cardinali eprelali. Notai che dai co-
vendocompilalolebiogralìe di tutti i Pa- stumi ilei padrone si suole argomentare
pi e de'cardinali, osservai che i primi ra- (|uellide'fainigIiori, sentenza però che ha
) issimamente procurarono uno slato do- non poche eccezioni; e che, secondo alcu-
vizioso e arricchirono i loro famigliari se- no, è forse più dillicile governar bene la

colari, invece moltissimi esera|>i trovai dei propria casa che una provincia. Come i

cardinali, e diversi anche recenti; m:i non prelati debbono trattare i loro servi, non
è (|uesto il luogo di esaminarne lecngiu- essendo essigli schiavi e servi de'pagani
iii. Solo qui duo, che pel mio asserto ne e geulili, dovendo csjcrc i pndroui cecie-
SI 38 S K R SER
siastici, di buon esempio
parlmni se- ai gio delle corti, nel t. 3, p. •2 jG delle .I/e-

colari, non che hello esempio di caniìi e iiìorie sulle campagne e suW annona di
di moderazione, in conipalire la mateiia- Roma, nel seguente modo. -•> Roma (F.)
lilà e ignoranza de'servL inferiori; ed a- metropoli dello stato e capo del mondo
ver continuamente presente, die Dio po- cattolico, Roma a cui ancor rimangono
teva fur nascere loro servi, mentre fra rpie- tanti pregi di belleai ti,emolli tnonumenti
sii ultimi vi sono persone meritevoli di di antichità, ove si venerano tanti santua-
ben altra condizione, per l'ingegno e vir- ri, ove vi sono |)urele speranze di Promo-
tù che la loro posizione impedì di svilup- zioni[f^.) nelle cariche della chiesa e del-
pare. La sola virtù costituisce la veraiVb- la corte, ove sono istituite le tante ope-
C^.), pertanto qui come feci altro-
billà i"e ove senza alcima parzialità di
di pietà,
ve osserverò, che nostri maggiori sagace-
i patriottismo non si fa alcuna differenza
mente, per togliere ai padroni ogni in- tra il cil ladino e lo straniero, che anzi per
vidia, ed ai servi ogni contumelia, chia- lo più questo a quello è preferito; Roma,
marono padrone padre di famiglia
il dissi, si trova- in tal costituzione, che con-
ed ficv\\f'/ migliali, istituendo un gior-
i tinuanienteinviia il concorso de'forestieri
no festivo, nel quale non solo padroni i di ogni sorta, molti de'qnali o con le pro-

mangiavano co'servi, ma servi coman- i prie, ocon le acquistale forlime, benché


davano in quello nella casa de' padroni. vivano nelcenbato,sostengon()Co'salarii e
Laonde a Settimana s\nta ricordo co- con le speranze di avanzamento un gran

me gli antichi cristiani in essa e nella se- popolo di cortigiani altri ammogliando-
:

guente di Fascina, non solo costumava- si alimentano le loro famiglie colla pro-
no di liberare i loro scliiavi^ ma che le fes^^ione della curia e con altre industrie.
genti di servizio erano esenti dalle ordi- iMa in ogni generazione, mancando i pa-
narie faccende, per attendere ai Di\'iiii droni, i protettori, i padri, si vede restare
uffìzi. La religione cristiana consagrò il un numero deplorabile di famiglie nell'o-
titolo di Doiniiìus [/'.) al suo fondatore zio e nella indigenza. Si aggiunga a ciò
Gesù Ciislo : Tit solus Domitnis. Che la il numero de' /^oi'eri(/^.)che
in niun pae-
corte degli ecclesiastici dev^essere prima- se del mondo trovano maggiori sussidi,
niente composta di ecclesiastici; e che non il numero degli avventurieri, degl' impo-

necessità, ma la vanità introdusse la mol- stori, de'Iadri, ec. che mai non mancano
titudine de'servi.Ch'è più gloriosa no- la in una gran città. Or che si fa di tanta
liiltà che uno formasi colle proprie virtù, turba di gente? Perchè non se ne forma
che quella derivata dagli avi, (piando chi un popolo per la coltivazione delle cam-
la gode non se ne mostra degno e non si pagne?... Non tutti sono abili alla vita ru-
eserciti in virtuose azioni. 11 vero merito stica; ma neppure tutti possono vi vere col-
intellettuale e morale è sempre nobile, ed le rendite de'beni ecclesiastici o delle ca-
all'elevatezza di spirito va d'ordinario riche, ne colle occupazioni della corte e
congiunta una rara nol)illà d'animo. D'al- della curia, né co'guadagni delle corti : e
tra parte la nobiltà ha le sue origini an- molto meno deve tollerarsi che una gran
ch'essa : i sovrani la concedono a chi la moltitudine di persone robuste defraudi i

inerito co'Ioro leali servigi in vantaggio veri poveri ed invalidi de'soccorsi a questi
dei trono, e questa nobiltà splende di lu- destinali dalla pietà pubblica o privata".
ce propria, così quella che conferiscono Abbiamo la T'ita del servo di Dio Lodo-
i municipii, spesso ad istanza di chi la ri- vico Stffdnelli scn'ilort romano scritta da
ceve! Aggiungerò, che monsignor Nico- Luigi Claris, dedicala a'servitori, Roma
lai trattò del soverchio numero di quel- S^y .Si est tibi servusjidelis, sittihiqttaù
i

li che applicano se e i loro figli al servi- anima tua, quasifratreni sic eum tracia:
SER SER ?.3r,

quoniamin sanguine ani mae comparasti mo Iddio chelargheggia sempre nelle mi-
illuni. Eccles. 33, 3 i. Con questo lesto il sericordie, non è raltenuto dalle qualità
religioso e onesto Claris defunto e già de- delle persone,dairetà, dalla scarsezza d'in-
cano dell'attuale cardinal vicario di Ro- gegno per manifestale in chi più gli [)ia-
niri, pubblicò l'edificante vita, compilan- cc tra gli uomini le opere di sua bontà
dola sopra due altre stampate, e giovan- ed onnipotenza;in tutti egualmente rimi-
do«.i del mss. del cardinnl Camillo Cibo la la fiiltura delle sue mani, quella im-
padrone del servo di Dio, il quale nacque magine di se che loro infuse creandoli, e
dal suo cuoco, visse e morì in corte, e vol- quel prezzo infinito che per tulli dette
le portar la livrea fino alla morte, benché col suo iS>7;/n^f<f(/",) l'innocente suoFiglio.
avesse potuto deporla. Perciò il Claris de- Quindi è che talvolta vediamo taluno men
dicò ai servitori il suo lavoro, percliù in- coltivato nelle scienze, dotato di minore
dossando come il virtuoso Stefanelli la li- ingegno, sfornito di beni di fortuna, sen-
vrea, e come lui menando la vita in corte, za lustro di natali, e destinato ad impie-
sostentandola col salario de'padroiii, dice garsi negli altrui servigi i più abbielli, es-
loro, «Con esso avrete come unospecchio ser prescelto da Dio
modello anche pei
a
per appiendere e praticare le virtìi tutte grandi. Di queste verità un esempio ve ne
del vostro stato; con esso troverete facili, porgo, o leltori, in Lodovico Stefanelli".
aggradevoli e soavi le fatiche della vo- Termina fìnalraenfe il Claris la vita del
stra condizione; con esso troverete il tem- servo di Dio con queste non meno delle
po per gli atti di pietà,nèavrele quel ti- precedenti efllcaci e impoi tanti parole.
more servile quando vi trovale innanzi '' Questo è ciò ohe si è degnata di operare
{«'padroni, ma sarete più ilari e sinceri. la divina misericordia in un soggetto di
Se modellerete voi slessi secondo le nor- bassa condizione, privo d'ogni bene di for-
me di Stefanelli^ che fu già vostro com- tuna in mezzo al mondo, impiegato nel-
pagno, avrete la tr.mquillità delle vostre le opere più vili dellacorte,sempre inten-
làmiglie, sarete gioviali e caritatevoli coi toal serviziodelsuo padrone, onde chiun-
compagni, di edificazione all'intera cor- que leggerà questi fogli dovrà confessai e,
te, di onore e decoro a'voslri padroni, e che non vi ha condizione, ne stato in cui
goderete la vera pace, che la sola pratica non si possa servire a Dio con vero spi-
dell'evangelo può produrre e conserva- rito di cristiana pietà, e che il non farlo
re nel cuore dell'uomo .... ]\on si è avolo non nasce perchè dal Signore siano negati
in ciò altro fine che la vostra santifica- il lume e la forza; ma dalla cattiva volon-

rione,né potrete più lamentarvi di non tà che sebi va più savi consigli, né vuol di-
i

avereuno specchio in cui ravvisare le vo- staccarsi dal fango di questa misera terra".
stre mancanze. Questa vita d'un vostro Ora da' tipografi Pallotla si è pubblica-
eguale sarà come quel grano quasi invi- to Discorso filosofico sulla celtbrt que-
:

sibile di senapa, di cui parla l'evangelo, stione : Se gli uomini mancano più spes-
che piantato nel buon terreno crebbe a so alla fortuna o la fortuna agli uomi-
dismisura. E' questo libro che vi espone ni j e se è in poter nostro di procacciarsi
le virili il'un vostro colltga ammirato in ftworevole o contraria la fortuna, Ro-
vita, onorato in morte; e se saranno da ma 1853. Questo interessante opuscolo
voi costantemente pralicate, esse vi ren- non ha bisogno di elogi. Egli é utile non
deranno felici su questa terra, tranquilli meno all'uomo di corte, che a qualsiasi
nel punto estremo, e beati per tutta l'e- persona. Il dotto autore si é prefisso di
ternità". Quindi l'encomialo Ciai is in- dimostrare pel bene della società : Che
comincia la prefazione colle seguenti gra- rooiuodi spirilo tutto può con la sua fer-
vi e veridiche parole. " Quel sapienlissi- ma e decisa volontà, quante volte sia
24o SER SER
foriìito (li alcune necessarie prerogative rm che il suo interesse. Così coF regime
che in esso vengono meravigliosamente feudale e colla seivilù della gleba si ol-
sviluppate. Non clevesi leggerlo superfi- traggiò l'umanità d'intiere nazioni, e si

cialmente, ma bensì meditarlo attenta- degradò la dignità c\e\\' Uomo [f^.), che
mente per trarne vantaggio. Tia le tante a poco a poco scosse il giogo d'insoppor-
morali sentenze di cui è pieno, piiossi a tabili vessazioni. La servitù inoltre di-
quelle che di altri più sopra riportai, ag- venne in Italia un teisnine legale, indi-
giungere queste. Se volete farvi rispet- cante un diritto fondato sopra luogo sta-
massima mira-
tale, rispettale voi stessi; bile a prò d'alcuna persona, o anche di
bile da non doversi mai perdere di vista altro luogo stabile vicino, onde negli an-
da coloro che sono in comando. Il rispet- tichi sciittori tra le proprietà incorpora-
to è uno de'più forti vincoli dell' ubhi- li si annoverano le azioni e le servitudi-
«lienza ; questa si scioglie qualora l'altio ni. In termine di diritto dicesi servitù al-
viene a mancare. Il nascere nelle dignità cuni obblighi che hanno due o più per-
non è sempre un giusto titolo per meri- sone verso le altre, quindi si distinguo-
tarle. I segni di distinzione nvvilisconsi no diverse specie di servitù, che sono. La
nelle inanimale mani che avvizzire gli servila personale, ^ià praticata dagli an-
fumo in toccandoli ! tichi romani e in vigore presso alcune na-
In tutti i tempi e in tutte le parti del zioni, per cui una persona è soggetta al
mondo, una gran parte del genere uma- padrone, il quale ha sopra di essa il di-
no fu condanna ta al servaggio o alla schia- ritto di vita e di morte. La servila di re-
vili!; nondimeno vi è giande dilFerenza faggio, antico diritto per cui un'eredità
tra il servaggio delle anticlie nazioni di era soggetta a certi carichi a favore d'un
Jùiropa, e quello superstite ed esistente altro retaggio, o di qualche persona, che
in diverse nazioni. La schiavila originò non era il proprietario del retaggio di-
dall'abuso della forza, che fu intitolato pendente. Le servilìi reali sono pesi im- i

diritto di guerra, e variò a seconda dei posti sopra una possessione spettante a
priiicipii per cui si fece: i vinti sul campo un altro [ìadrone: si distinguono in urla-
e (alti prigioni, furono degradati e assog- neerur/ili. Leservitù urbane sono qixeWe
gettati a servitù, quindi trattati quasi co- dovute agli edifizi,come la soggezione di
me bruti nella generalità, e al modo che portare \\ peso della casa del vicino, di
dissi a Schiavo. Quando i barbari inva- appoggiarvi i travi nel muro, di avanzar
sero l'impero romano, non trovando de- la fabbrica sul fondo altrui, di ricevere
gno di loro se non l'arte della guerra, eb- o non ricevere l'acque piovane. Le ser-
bero bisogno de'vinti per coltivar le ter- vitù rurali principali sono, il passo per
re conquistate, onde goderne il frutto, gli uomini, per le bestie e la strada. Vi
quindi li riguardarono come annessi alle sono altresì delle servitù derivanti dalla
canqiagne, come aveano praticato i ro- situazione de' luoghi, come quelle delle
mani stessi co'loro schiavi. Ben presto lut- sorgenti dell'acque, il loro corso e argi-
to fu diviso nell'impero de'vincitori, dai ni, le cinte delle possessioni. Leservitù
quali derivò governo feudale; allora i
il stal)ilite dalla legge riguardano l'utilità
contadini diveimero uomini di servitù, pubblica o comune, o quella de'partico-
cliiusi ne' territorii de' rispettivi signori lari. Vi sono pure le servitù stabilite col
feudatari, non altrimenti i cervi e altri fatto dell'uomo, per l'uso degli edifizi e
{mimali selvatici ne'loro parchi, e abban- de'foncli di terra, le quali si suddividono
donati alla tirannia d'un padrone,che al- in continue, in discontinue, in apparenti,
tra legge non conosceva, se non la pro- in non apparenti. Finalmente servitù di-
pria e arbitraria volontà, né altra giusti- cousi i diritti, del tagliar o prender legna
SER SER 241
in un ho?co, quello eli far pascolare il la gente libera, e non i servi tenuti per
gregge, di pescare, ec. Già a Feudo par- vili,ed anche per timore che avvezzan-
lai (le! diritto di possessione immobde o dosi allearmi si rivoltassero contro i pa-
equivalente, che si conduceva dal piin- droni; non potevano portare la barba e
cipe padrone diretto, con ritenersi il so- i capelli, e soggiacevano a quante altre
vrano dominio, obbligando il feudatario privazioni che notai a Schiavo, in uno al-
alla fedeltà e al servigio nobile o ad un l'immensa quantità che ne possedevano
censo: che il feudatario si chiamò Vas- i romani. I servi erano battuti con fla-
sallo (^.), ed era obbligato fire omag- gelli, hberi con verghe o bastoni. I servi
i

gio al suo signore. Ebbero feudi e vassal- o servitori d'oggidì sonogente libera, che
li anche i vesco^'i, gli abbati. Je abhadcs- spontaneamente presta servigio ad altrui,
se, i nionasteri,d\ che trattai anche a Be- che può ritirarsene, e può essere licen-
ni DI CHIESA, a Regalia, a Difensori del- ziata dal padrone. IMa Roma antica si di-
la Chiesa. A Feudo dissi pure delle dif- videva in due popolazioni, l'una di servi
ferenti specie de'feudi, fra' quali i chia- o schiavi, privi della libertà, e di nume-
mati serventi. Notai a Mano morta, che ro prodigioso; l'altra di gente libera o in-
chiamavasi in tempo della feudalità chi genua, divisa in molte tribLi,clie compren-
eradi condizione servile, homnx servasse deva grancopia d'artisti, mercanti, e an-
quale vassallo il suo signore allorché mo- che poveri e rustici, a'quali tutti compe-
riva si appropriava il di lui più bell'ar- teva il nome di cittadini romani, ed eb-
nese. Che i servi ridotti in libertà chia- bero un tempo la loro parte nel governo
mavansi manumis.u, c\oè liberati rie ma' della repubblica. Se i poveri passavano
1111 et potestale /ier/7/.Coslantino WGraii' al servigio de'benestanli e de'grandi, per-
de ordinò che le manumissioni si faces- devano la libertà ecessavano d'essere cit-

sero in chiesa alla presenza del vescovo, tadini romani, perché era incompatibile
e che manomessi non solo riacquistas-
i colla servitù il pregio della cittadinanza
sero ma anche la cittadinanza
la libertà, pe' privilegi e utili che portava. I ricchi
romana, come se fossero scritti nelle ta- quindi non erano servili dalla gente in-
vole del censo romano; in tal modo ve- i genua o libera, ma solamente da'servi,
scovi potevano fare qualunque servo cit- ed anche dai liberti ch'era una specie di
tadino romano, come afferma R.inaldi al- persone fra'servi e gl'ingenui nati da pa-
I l'anno 3i6, n.^QO. Di sopra ricordai in dre libero. I servi colla manumissione o
'
quali altri articoli ragionai delle manu- liberazione dalla servitù acquistavano la

missioni de'servijche durarono sino al se- libertà, o comprandola con cedere il loro
colo XIV. UINIuratori, Dissertazioni so- peculio a' loro padroni, ossia il ritaglio
pra le anticliitàitaliane ,c\ diede: Dissert. de'suadasni e de'fi otti di loro industria
xir,De^seivie liberti antichi: Dissert.SJ', rilasciato loro da'padroni stessi ;o conse-
Delle manumissioni de' servi e de' liber- guendola pel merito d'aver ben servito
ti, Alda e Aldiane. Ne darò un semplice per un lempodiscreto.oper le raccoman-
cenno. AnticamenteiVcn'o significava per- dazioni degli amici, o pel testamento dei
sona sottoposta al comando edominin del padroni, o per altre cagioni. Allora pren-
padrone, presso a poco come i cavalli e i devano il nome di liberti , diventavano
l)0vi, e vendevano dai greci e
com'essi si gente libera e cittadini romani, poteva-
da'romani come schiavi. Non potevano no fir testamento, essere aggregati alle
possedere senza il permesso del paihone, tiibìi.cgodevano altri vantaggi. Chi pri-
uè fare te>tament<»; luxi potevano s[)0sa- ma li teneva in suo dominio, e si chiama-
re donne libere, pena la vita, né appar- va Dominus o Herus, d'allora in poi ve-
tenere alla milizia ov'era ammessa la so- niva appellato PatronuSyVOceih noi mu-
VOfc. LXIV.
242 SER SER
latain/?d'^/'0«c,tliveDeutloegIi come pa- i loro liberti erano appellali servi, o per
dre, e non più signore del liberto. Rite- adulazione, o perchè servivano a chi era
neva perciò il patrono sopra questo li- signore dilutti,eIedonnedicevansi con-
berto il giuspadronalo, cioè non domi- serve. Alcuni liberti divennero gli arbi-
nio, ma diritto di succedergli ab intesta- tri della corte, ed erano riveriti e tenìuti

lo, se mancavano figli; e se il liberto a- al pari del principe dal popolo e dalla
vesse mancato d'ingratitudine verso chi nobiltà romana. Come al presente sono
gli avea compartita la Iibertà,tornava per tanti onorati cortigianijcheservonoi prin-
castigo ad essere servo come prima. Fu cipi nella loro camera, anticamera, men-
pure costume fra'romani, che liberti be- i sa ed altre funzioni intime e di confiden-
ne spessocontinuassero a servire nelleca- za, tali eranoi liberti cogl'imperatoii. Nel-
se de'loro patroni, o perchè tornava loro la corte imperiale eravi un maestro dei
conto, o perchè non conseguivano un'in- servi o governatore, e liberto. I padroni
tera libeità, e si olibligavano a qualche per una predi lezione singolare verso qual-
impiego presso la famiglia del patrono. che servo, ottenevano talvolta dall'im-
Questi impieghi però non eranopiùi bas- peratore, che questi lo dichiiu-asse libe-
si e vili de'servi, ma decorosi quali cit- ro, come fosse nato tale, col godimento
tadini, e come al presente dividendosi la di tutte le prerogative proprie de' nati
famiglia de'signori in servitù bassa e ne- realmente liberi. Diversi autori confuse-
gli uomini cappa nera,così anticamen-
di ro i servi degli Augusti coi liberti, e vi-
te gli iilìizi bassi appartenevano ai servi, ceversa, per la delta ragione che talvol-
egli onorevoli ai liberti. Imponevasi dal ta i liberti si dissero servi : il Signoria
signore un solo nome al servo, quando prese vari abbagli. I liberti imperiali oc-
veniva manomesso acquistava il preno- cupavano posti di grand'onore, non me-
me e il nome dello stesso signore, cioè no nella corte, che nelle provincie. Inva-
come sarebbe a dire a'nostri tempi il no- sa l'Italia da'barbari, sotto i longobardi
me cognome, ritenendo il nome anti-
e ed i frnnchi, i debitori impotenti a ()a-

co come un cognome. Talmente era con- gare i perdevano la libertà, ed rei


debiti i

siderabile questo essere aggregato alla di delitti pure incorrevano nell;» schia-
famiglia,che moltissimi patroni fecero co- vitù. Nelle carestie liberi si venderono i

mune il loro sepolcro a'ioro liberti e li- per necessità di soslentaraenlo. V^arie leg-
berte, privilegio cui non partecipavano gi infrenarono i crudeli padroni de'ser-
i servi. Molta industria perciò usavano vi. Costantino il Grande dichiarò reo di
allora i miseri servi per abilitarsi in qual- omicidio chi uccidesse il servo, e Giusti-
che professione a misura del talento; fa- niano I obbligò il padrone crudele a ven-
cevano imparare le letterea'fìgli, di chesi dere ilLa religione cristiana ven-
servo.
prendevanocnra purei padroni:conciòsi ne ad ammansare gli uomini, e a predi-
mei ita vano d'uscir dalla vile lor greggia car la legge della carità, onde più man-
e condizione, per servire come liberti in suetudine s'mcominciò ad esercitare ver-
d'onore e di lucro. Moltissimi ac-
uffizi soi servi, e le chiese divennero loro asilo,
quistavano la libertàcon obbligarsi di fa- come dissi a Schiavo. Fu la religione cri-
re a'palroni de'regali, e delle fatture s'e- stiana che infuse negli animi virtuosi e-
rano artefici ; non pare a' signori di no- roici sentimenti, con rendersi schiavi per
l)ili case. Muratori dice non aver potuto liberare gli altri: s. Serapiorìe Sindonita
scuoprire sei romani tenessero sei' vi mer- (/^.) si vendè più volte per schiavo, per
cedaricomeoggid"ì,nja che si servivano o procurare ai suoi simili soccorsi spiri-
di veri servi odi liberti innestati nelle loro tuali e temporali. Anche a tempo dei
famiglie. Ne' tempi dt'prinii imperatori, barbari i servi e le serve si continuare-
SER S ER 243
no vendeio a guisa di cavalli e di bo-
a bari i servi impiegali all'agricoltura fu-
vi, e perciò con alcune condizioni snl- rono delti massarii, dalla Massa o unio-
l'idoneità. Carlo Magno proibì la vendi- ne di molli poderi che sovrastavano, ru-
la agli slranieri; nelle vendile de' greci, slicanii, fìscales o sia del re; ed servi o i

romani, longobardi e franclii si stipula* /iO'/J/ne.Jr/e/.'m5/?(7f/rtjdellaspeciede'vas-


va un istromenlo gli ecclesiastici nelle
: salli e potevano militare. Si davano ai
permule e vendite dovevano usar le cau- servi con vari palli a lavorar le terre; se
tele come per gli slabili, e per la maggior aggravali dall'esigenze de'padroni, ricor-
iilililà della Cbiesa. I padroni potevano revano ai giudici, che rendevano loro ra-
sposare la serviij dichiarandola prima li- gione col Piacilo (''.) Anche i servi ru-
bera, e (nanometterla: volendosi sposare sticani erano di due specie: forzali per- i

la serva altrui, doveasi comprare. Tali chè falli schiavi in guerra o comprati, o
matrimoni erano malveduti e disappro- spontaneiche pigliavanoi campi per col-
romani e da' barbari. Molle li-
vati da' tivarli con certi patti. Muratori riporta
berte divennero mogli de' loro padroni. le brighe e fastidii che doveano sostene-

Ma era permesso ai parenti di uccidere re i padroni de'servi, dopo averli com-


lii donna libera die sposava un servo, o prati a caro prezzo, poiché ne perdevano il
ili venilerla agli estranei; ciò non facen- prezzo se fuggiva o moriva; doveano pa-
do restava serva del fisco, o si dava per gar le pene imposte a'misfalli commessi
serva a qualche monastero. Il monaste- da'servi, spesso contendere la proprietà
10 di Faif» possedè gran copia di servi; negala avanti ai giudici, ed era un im-
cos'i Monte Cassino e altri, ed i figli sog- broglio ne* maritaggi per le questioni a
giacevano alla servile condizione. Tanto chi si apparteneva la prole. Ripartita e
rigore fu usalo per tenere in freno la leg- frastagliata l'Italia in tanti dominii, era
La don-
gerezza e icnpricci delle donne. difficile ricuperarci servi fuggiti. Per scar-
na libera mniitalasi a un servo, diveni- sezza di soldati, com'erasi praticalo con-
va serva del padrone del marito: figli i tro Annibale, nel secolo XII fu permes-
re>lavano anch'essi privi della libertà. I so a'servi di essere soldati, dichiarandoli
servi impiegati nelle faccende domesti- liberi, e ciò per le frequenti guerre fra le

che erano chiamali minislcrinle':, gli al- città, onde difendessero la patria e i con-
tri erano impiegati alla coltura de' po- fini. Così divenne rara la condizione dei
deri; in ninnerò minore, eziandio le per- servi, e svanì atfallo nel secolo XIV. Di-
sone libere coltivavano i terreni. Anche cendo Muratori delle manumissioni, ri-

sotto i longobardi, come in tempo de'ro- leva la pazienza, la fedeltà e premura


mani, si rilasciò a'servi ([ualche ritaglio de'servi nella speranza di conseguire per
di guadagno, porzione che dicevasi pc- compenso la libertà da' loio padroni, e
cnVnni ed anche pecuVarcj ne godeva- divenire liberti, restando liberi dall' ob-
no l'usufrutto, non già il pieno dominio, brobrioso titolo e giogo della servitù, e
perchè non potevano usarne o lasciarlo sovente venivano consolali colla manu-
senza licenza del padrone, il qiinle sole- missione. Avendo longobardi e franchi i

va farne godere i figli del servo ilefunto. trovato quest'uso in Italia, lo continua-
Qncsli ifiìw peculiari o peciiUo^i non so- rono con qualche dilFerenza. Anticamen-
lo comprarono la propria libertà, ma di- te non eravi signore secolare, ve>covo,
vennero facoltosi. Noterò , che CI e«le il abbate, capitolo di canonici, e monastero
pri nei pe Massi ino, Vo^;;V'//r//rti';7/ jJA/v- che non avesse al suo >ervigio molti ser-
simo p. 182, che xervi peculiari svm-
i vi, ed i secolari di frequente solevano ma-
brano «vere avuto rpialthe impiego più nometterli. Non così le chiese, perchè la

ouorificodi'"li altri schiavi. Nc'lemi'i Ijar- manumissione era una «pecic di aliena-
244 SER SER
zione, ed era dai canoni proibito l'alie- del servo una moneta d'oro o d'argento
nare i beni delle chiese. Se i figli de'ser- o di rame, quasiché pagasse il suo riscat-

viimparavano alquanto le lettere, facil- to. I servi pagavano per l'ordinario qual-
mente venivano promossi agli ordini ec- che cosa al padrone, nell'atto di ricevere
clesiastici; ma perchè lo vietavano i ca- la libertà, acciò colla ricompensa fosse le-
noni , conveniva che i signori prima lì gittima, secondo l'uso longobardo. Fa
inanomeltessero e rinunziassero al gius- in gran credilo la manumissione fatta iu
patronato, che competeva pure ne'secoli chiesa davanti il vescovo, sacerdoti e po-
barbari ad ogni manomettente sopra i polo, sì per maggior pubblicità e sicurez-
suoi liberti. La i
.i specie dunque di ma- za, come per gloria della carità cristia-
numissione inque'lempi, fu l'entrare nel na; poiché quasi sempre signori conce- i

chiericato, benché ordinariamente pre- devano a'servi questa grazia prò remedio
cedeva la vera manumissione secondo le o prò mercede animae suae. Era condot-
leggi. Per questa via gran copia di servi to il servo avanti l'altare, tenendo la can-
passò a'sagri ministeri, e vi consentiva- dela in mano, e quivi era dichiaialo li-

no con facilità i vescovi, i monaci, e gli bero con chiare parole dal padrone. Que-
stessi laici, che avendo chiese ooratorii st'uso derivò da R.oma cristiana; anche
di giuspatronalo,preferivano consegnar- la gentile usava dar la libertà a'servi nei
li a persone loro ben allette. Diversi ve- templi e ne'comizi del popolo. In Africa
scovi e abbati abusarono, alienando ser- nella chiesa si concedeva la manumissio-
vi in livello ai laici, o per arricchirne i ne, come attesta s. Agostino, con strac-
parenti egli amici. I servi delle chiese che ciar lo strumento di comprila de! servo,
simaritavano con donne libere, prete- e col fjrmarsene uno nuovo della data
sero che liberi ne fossero figli: figli dei i i libertà, colla sottoscrizione de'testimoni.
servi nati in casa de' padroni si dissero Oltreché ne' tempi cristiani eminente-
Vernac^ e perciò tenuti in maggior pre- mente migliorò la condizione de'servi,
gio de'comprati, e più di questi erano ca- plìi frequenti furono le manumissioni ;

ri a'ioro padroni. 1 riti delle manumis- pio e frequente fu l'usochei padroni pri-
sioni furono diversi da que'de'iomani.e ma di morire lasciassero a'ioro servi la
descritti negl'indicati articoli. Lai.\spe- libertà. Pipino re d'Italia pose un freno
cie si chiamò Maimmissìo per (juarlam all'eccessiva generosità de' padroni, de-
Wrt/»fw/, perchè volendo un padronecon- cretando che avendo il padre una figlia,

cedere la ad un servo, Io dava in


libertà a quella appartenesse un 3. "de'servi. Gl'elle

mano ad un libero, questi a un altro, e leggilongobardiche trovasi sovente me-


così a 4 diverse persone: l'ultima condii- moria degli /^W// e delle /^/f/;V2/iej come
ceva il servo in luogo ov'erano 4 vie, e in nelle vecchie carte d'Italia. Furono gli
presenza de'testimoni gli diceva, che <la Aldiio Aldìonex una sorte d'uouìini fra
fi innanzi era libero, potendo andare per i servi e liberti: non erano servi perchè
qualunque delle vie a piacere. L' altra manomessi, né veri liberti perchè tutta-
specie di manumissione consisteva nel- via obbligali a servire il padrone e suoi i

l'autorità del re a cui veniva presentato eredi. Giuratori li crede liberti, ma pi ivi
il servo, acciocché gli donasse la libertà: d'una totale libertà, con l'obbligo di ser-
appellavasi Manuinissioperintpans, cioè vire i padroni, senza l'umiliante titolo di
in i'olo regisj né altro occorreva, che il servi, né potevano senza licenza passar al
re dicesse in presenza de' testimoni Co- : servigioaltrui: la manuo)issioned'unser-
s(ui e libero. La legge salica o francese, vo in aldio, non si eseguiva in chiesa. Gli
eia ripuaria aggiungevano un particola- aldiiper patto coltivavano qualche terrn
re rito, perchè il re scuoteva dalla mano del manumillente, o gli pagavano qual-
SER SER 24^;

che censo, o facevano altro servigio. Per 1783. Gioacchino Potgiesseroj Destala
ricuperare all'alio la libertà v'era tl'uupo servorum veteri, perinde ac uovo Uh. V,
il'uti altro allo pubblico, con cui l'aldio cuin monumenlis j'uribus et chartis ine-
fosse dichiarato totalmente libero. Per- ditis illustrati, Lemgioviaei 736.
tanto anticamente eranvi 3 slati di per- SERVO DI DlO,ServusDei. L'uo-
sone lavoratori dì campagne: i liberi si- mo visse santamen-
che vive dagiuslo,o
mili a'uoslri contadini, gli aldii che par- te, nell'osservanza de'comaudamenti di
tecipavano de'due slati, i servi di cui si DiOjneH'esercizioedifjcaote di pietà edel-
è parlato; le aldiaue erano le mogli ole le singolari virili cri.stiane, e che morì in
figliedegli aldii. Ire franchi solevano do- buon odore di Santità [F.). Altrettanto
nare la libertà a'propri servi, prò nati- dicasi della donna, denominata Serva di
vitate filiis, o per altre occasioni d'alle- Dio. Nella s. Scrittura, i sacerdoti, i pro-
grezza. Finalmente, siccome tìtWe Lettere persone di singoiar pietà sono spe-
feti, le

epistolari facciamo continuo uso di sot- cialmente chiamali servi di Dio o uomi-
toscriverci óe/vo o Servitore, è a vedersi ni di Dio. Sempre e io ogni tempo Iddio
il Parisi, Istruzioni per la segreteria, che protesse manifestamente, ed anco coni-
ne rende ragione, come delle frasi servi- strepitosi prodigi
i servi suoi; li difese pò-

re, servilìc, servizio. Solo noterò, che av- tenlemeuLe,e punì con severità lorospre- i

verte, che il sostantivo k^e/vo, secondo al- giutori,esigendo che si glorificassero e fos-
cuni è più che Servitorej e che l'agget- se loro reso il dovuto onore da'priucipi
tivo P^ero non si suole unir mai al Servi- e da'popoli. Egualmente in ogni tempo
tore o Servo da chi è di gran lunga infe- e da tulli, i giusti Dio furono
ed i servi di
riore, poiché la bassezza e viltà del suo temuti e rispettali, sino talvolta da'piìi
grado rapporto a colui, al quale scrive, grandi persecutori e nemici del cristiane-
presuppone esser egli quel vero servo qual simo. Ma furono tempo per-
pure in ogni
dev'essere; con altri però si aggiunge ad em-
seguitali, derisi, e riputali stolti dagli
arbitrio per maggior gentilezza e consi- pi e dagl' increduli. I servi di Dio sono
derazione. primi imperatori romani non
I gli amici di Dio, quelli che amandolo e

ardirono d'assumere il titolo d'iSiguore, servendolo con puro amore, furono giu-
a cui corrispondeva il titolo di Servo. Il stamente da Dio ricolmali di eletti doni
fallo che da secoli non solo il Ser-
però è, e delle sue piìi preziose grazie. Perciò, vi-
vo e Servitore è divenuto comune, ma lo venti o defunti, segno dell'ammirazione,
slesso vocabolo di Schiavo in certi costu- imitazione e venerazione de' fedeli, che
mi e parlari è divenuto famigliarissimo; con fiducia e successo gl'in vocano media-
cosicché il dirsi Schiavo d'un allro, in- turi e intercessori colla divinila, di cui go-
dica neir uso un eccesso di famigliarità. dono la visione beatilica in A2rrtf/Mo(/'.).
Sopra servi e le servilìi scrissero Du
i : rSotai a Sepoltura, che que'che muoio-
Gange, Glossarnim, ove tratta dcUetan- no in buon odore di santità, si ponno tu-
le diircrenti specie (\g Servi e delle Ser- mulare con qualche distinzione e sepa-
vitti. Cipolla, Trattato delle servitìi, tra- rali dagli altri. Il po()olo chiama servi e

dotto ed accresciuto j Venezia 1821. se» ve di Dio ([nelle [)eisone vive o defun-

JMccoli, Trattato delle servitìi y Milano te, che menano vita santa o morirono in

1822 con copiosi rami. Lorenzo Pigno- buon concelto, ciò che la Chiesa non im-
ria, De servis et eoruin apud veleres nii- pedisce. Bensì quando si pubblicano le lo-

nisteriis, Patavii 1 (kTO. P. Ti li. De operis ro vile in Roma, deve nuche prima rive-
servorum, Amslelodamii 1G77. Zacchia, derle l'assessore della conirresazione dei
De salario, Ronìae iGyc). Fleury, Do- riti, di cui parlai a Phomotoue della te-
veri de' padroni e de' domestici, Siena de, porche riunisce l'impiego disotto pio-
246 SER SER
motore. Riconosciute dalla s. Sede Tee- do delle elemosine de'passeggieri, delle
celleati virtù esercitale dai servi e dalle quali non riteneva che il solo necessario,
serve di Dio, e quando il Papa accorda ailine di aiutare parecchi altri poveri. Il

l'introduzione di loro causa per la cano- suo tempo era cousagrato a cantare le lo-
nizzazione, gli permette il titolo di Ve- di del Signore; e le sue pene, anziché di-
neràbili {V.); quindi provato il loro eser- strarlo, non facevano che accrescere il

cizio delle virtù in grado eroico, ed i ÌSli- suo fervore. Mor'i in questo santo eserci-
r acoli (/^.) operati per virtù divina, gli zio circa il 590, e il suo corpo fu depo-
decreta il pubblico cullo ecclesiastico, e sto nella chiesa suindicata. Se ne celebra
glialtribuisceil nome diZ)ea/t(^.); quan- la festa a' 2 3 diceujbre. Ancora si vede

do poi trova meritare l'aumento di ve- l'antichissimo portico di delta chiesa di


nerazione e culto più solenne, li dichiara s. Clemente, ove s. Servolo ricco di me-
SanùiJ^^co^\d,Canomzzazione(J\).'^o- riti tra' cenci e le stentate miserie delia
tai a Pittura, eh' è vietato dipingere e povertà consolato si giacque, meritando
rappresentare le Iiiwiagini e i RilraUi vicino a morte d'essere visilulo dagli an-
(F.) de'servi e delle serve di Dio, ancor- geli, i quali intorno al suo lelticciuolo gli
ché riconosciuti per venerabili^ con {'Au- cantarono un'armonia di paradiso.
reola o Nimbo (/'.) sul capo. Ne' sagri Abbiamo altro s. iS"en'o/o, uno de'pa-
Dittici [F.) si registravano i nomi di co- troni di sua patria Trieste, ove fu mar-
loro che in vita aveano sparso chiari lu- tirizzalo prima dell'altro triestino s. Gin-
mi ed esercitato le virtù cri-
di santità, come narrano
s'.Oj i Bollandislia\ gior-
sliane perfellamente e con eroismo. Os- no 24 maggio. Egli fu l'unico figlio di
serva Muratori nella Dissertazione ij.'' Eulogio e Clemenza, discendenti dall'e-
che in occidente e massimauieute in Ro- questre famiglia de'Serviliidi Roma. Es-
ma, il clero procedeva senza Baiba (F.) so procurò UD asilo alla sua vii lù e alla
e senza Capelli (F.), perchè la barba si sua fede inque'tempi idolatri, e persecu-
prendeva per segno di nobiltà; laddove tori delle primizie cristiane, nella vicina
il Servo [F.) per indizio di sua bassezza grotta, che santificala dalla sua dimora
non portava né barba, uè capelli, l'una e ne [ìerpetuò la sua gloriosa rinou»aiiza
gli altri venendogli rasi. Quindi chieri- i per tulli i secoli venturi. La grotta di s.

ci, al pari de'monaci, considerandosi per Servolo è verso l'Istria, mezz'ora circa
servi del Signore, e per addestrarsi alla discosta ilalla città di Trieste.
sublime virtù dell'umiltà, imitavano la SEUVUS SERVORUM DEI. For-
condizione servile. I Papi fecero di più, mola e titolo usato dai Papi nelle Bolle
adottando per titolo de' loro diplomi e {F.), pieno di umiltà e modestia, gran-
bolle la furmola di Serviis servoruiu Dei demente edificante se si consideri la su-

{F.), che costantemente ritennero. Servi blime dignità del sommo Pontefice (F.),
di Maria [F.) e Serve di Ularia (F.), si ed i tanti titoli onorificeutissimi che gli

vollero chiamare religiosi e religiose che


i sono propri, e de' quali trattai espressa-
onorano e meditano con particolare cul- mente in appositi articoli, oltre che a No-
to la sua vita santissima, ed suoi mater- i me de' Papi ed a R.oma. A loro esempio
ni dolori. l'adottarono altri, vescovi e arcivescovi,
SERVOLO (s.). Era un povero pa- ed alcuno per vanità, ostentazjone e fa-
ralitico fin dall'infanzia, e talmente pri- sto, onde coutralfare il romano Pontefice,
vo di forze che non poteva muoversi mi- finché restò privativo esclusivamente di
nimamente. Sua madre e suo fratello lo pretese che il i.^ad usare la forino-
lui. Si

portavano ogni giorno sotto il portico la diServo (F.) de' Servi di Dio (l^.) fu
della chiesa di s.Cleraente a Roma, viven • s.DaujasoI del 367, ma non si prò va. Ab-
-

SER SER 247


biaiiio che Papa $. Ilario del ^^Gt,%o^va propaganda fide, al riferire di Novaes. Il
la cappella di s. Gio. Evangelista del Bat- Laudjertiui, poi Benedetto XIV, De ca-
tisltno t Chiesa di s. Gio. in Lalerano, noniz. cap. 36, n.°i6,lib. 2, parlando
ss.

di cui parlai ancora a Latera.no ed a Pie- dell'eccezione dell'arroganza di Giovan-


ve (riportando l'epigrafi de' Papi: Epi- ni, condannata già da Pelagio II prede-
sco/jHs Plebis Dtì), fece porre l'iscrizio- cessore di s. Gregorio I, con lettera ores-

ue: HUarius Episcopusfaniulus Clirisli; so Darouio all'anno 587, n.° 7, dice che 1

nìcutre in quella di s. Gio. Battista col- »e dovesse traUarsi nella chiesa occiden-
locò l'epigrafe ; In honortm ci. Joannis tale la canonizzazione del patriarca Gio-
£a pi istat, Hilarius Episcopus Deifafilli- vanni, la sola eccezione dell'arroganza ne
bis ojfert. Una bolla del 5'jo comincia : a\rebbe sul principio solTocata la causa.
Joaunes (HI) Episcopus Servus servo- N'edansi i ^laurini,//» Praef. ad Epist. d.
rum Dei, furmola adottata poi da s. Gre- GregordI,^[\. Il dotto vescovo Sarnelli,
gorio I Magno e da'successori Papi, co- Leti. eccl. t. 6, leti. I n. 7 e 8, narra che
I ,

me mg.r Gaetano Marini, ne' Pa-


rilevò Giovanni monaco coguuminato per la sua
piri diplomatici p.i. Tutta volta, sia per- astiiienzaZ?/5^/»/ia^o/'e,eletto patriarca di
cliè s. Gregorio 1 l'usò più volte, sia che Costantinopoli, peichè stimato che pas-
a sua icuiiazioue l'adopeiurono i succes- sasse gli altri in santità, fece mostra di
sori,comuneinentealui si attribuisce l'a- fuggire per non essere creato vescovo; ma
dozione della formola e titolo di Senus di qual animo egli veramente fosse, su-
Sfrvorur/iDei.EiCcoiìe il motivo. Giovanni I ilo lo fece palese. Imperocché divenu-

Digiunatore patriarca di Costantinopoli, ta patriarca, fugò la pace che trovò nel-


dd'greci rappresentato per prelato pieno la Chiesa e con tante fatiche acquistata
di virtù cospicue, per cui lo posero nel dagli altrij e come quello che era vento-
ruolo de'santi, come scriveMuratol•i,/-Y/^- Éo di superbia, chiamossi Patriarca E-
uali d'Italia, a\\'a\ino ^pD, si arrogò il ti- cumenico cioè Generale nel 5S6. Per la
tolo ili Vescoi'O Universale (E.); onde qual cosas. Gregoi io Papa umilissimo, 1

t.Gregorio I perchè tale titolo spettava ed a cui solo spettava il titolo di fresco-
alsoloromanoPonlcficepelPn/7Jrtto(^.) vo della chiesa univtrsalejqu'iiìó'y si scris-
sulla chiesa cattolica e per sedere sulla se Servus servo rum Dei, per cui ebbe
Sede apostolica (f^-), per rintuzzare la origine il distico: Servicraiit libi Roma
greca tracotanza, e per reprimere l'alte priu i Domini Doininoruin: — Seivoruin
ligia di (jiovanni, già riprovata dal pre- servi mine libi sunt Domini. Il Papa scris-
decessore, unntnientee con sublinie con- se poi al ventoso patriarca
coWEpist. 38,
trapposto, come attesta Giovanni Diaco- lib. 4 Tu che dicevi essere indegno del
:

no, in Fila s. Grtgorii I, lib. 3, cap. 58, nome di Eescovo, sei giunto a tale, che
cuminciòad intitolarsi in tutte le sue Lei- ilispregiando fratelli, vago sei di essere
i

tt r e apostoli clic [E.), co\ titolo e formola chiamato solo f^escovo. E nella lettera a
di Girgorius Servili servoriun De/, fur- datale vescovo Salonilauo; Qiiod si qiii-
inola che stabilmente fu proseguita d d libet ex qualuor Palriarchis fecisstl: si-

successori, e si ritiene aiicora con tanto ne gravissimo scandalo tanta conluma-


loroonoree riverente ammirazione. Il ti- eia transire nullo modo potuisset. Ter-
tul<j di santo in Giovanin si legge nt\Me- mina Sai con dire, ecco il Digiuna-
nelli
nologio de greci al .°di settembre, ma il
i torc superbo ipocrita, che nel 596 fu da
Boilaiidista Cnpero, neir///f/or. Palliar- DiO, che resiste a'superbi e dà agli umili
char. CP. n.''3i)2, disputa sequesloGio- la grazia, tolto da questa vita nella sua
vanni si debba numerare fra'santi, come continnacia. Nel voi. XXXVIII, p. i 3 "i,

diccsi abbia permesso la congregazione di riportando il principio e i titoli di di ver-


248 S ER SER
se lettere apostoliche, riprodussi le for- venna deli 122 s'intitolava: Servus ser-
inole Servus servoniin /?(^i usale da'Pa- vorum Dei,divinagralia archiepiscopus.
pi Gregorio I del Sgo, s. Martino I
s. 11 Garampi nelle /I/cH/on'ep. 280, ripro-

del 649, S.Zaccaria del ']^\,fi Benedet- ducendo un privilegio dello slesso Gual-
to Vili del IO 12 riportai pure alcuni
: tiero del 26 per la chiesa d'Argenta, col
I 1

formolari di lettere scritte a' Papi, fra i titolodi Servus servorum Deiydiviua gra-
quali quello del celebre vescovo s. Boni- tiaarchiepiscopus, avweile anch'egli,che
facio legato di Germania al detto s. Zac- il titolo di Servus servorum £>e/, già co-
caria, in cui si dice: exignus sennis vcster mune a' vescovi, fu per lungo tempo man-
licei indigniis et iiltiinus. Che il titolo di teimto dagli arcivescovi di Ravenna. Il

Sci VHS servorum Dei, per virtù o per or- Borgia, Memorie storiche di Benevento l.

goglio r usarono e fu comune a diversi 3, p. 409, dice che il Vita, ThesaurusBe-


vescovi. ed anche ad altri dignitari, lo ri- neventanarum, dissert. 5, 2, illustra il ti-
marcai in diversi luoghi, equi ne ricor- tolo di Servus servorum Dei, che talvol-
derò alcuni, oltre altre testimonianze. Nel ta adoperarono gli arcivescovi di Bene-
voi. LV, p. 219, Giovanni Sennis Dei vento, non già per gara co'Papi come gli
consiliariiis aposlolicac Sedis: di questo arcivescovi di Ravenna, ma per segno di
dignitario parlai anche a Segretario apo- umilia, coinè seguendo l'esempio di Pa-
stolico. llR.iualdi all'anno 649, n.°i 3, ri- pa s. Gregorio I il Grande, fecero altri
porta il titolo della lettera scritta da Mau- vescovi, e perfino alcuni principi del se-
roarcivescovo di Ravenna, a Papa s. Mar- colo. Il Du Gange, Glossariwn ad scri-
lino I, e letta nel concilio romano delG49- plores mediae infimae Ialini tatis, a vo
el I

Domino sancto el mevitis beaiissinw, to- cabolo Servus servorum Dei, riporta di-
toque orbi apostolico, el unn>ersali Poti' versi esempi di quelli che usarono tale
MarlinoPapa,Maur US Seiviis ser-
tifici Aqui-
titolo, cioè: Siguuito patriarca d'
vorum Dei episcopus. Nel voi. LVI, p. leia, Servus servorum Domini; Froterio

245 parlai di Leone arcivescovo di Ka- vescovo di Poitiers del qSG, Servorum
veniiadel 770, che peli.°fu investito dal Deiextimusjìì,{ìbev{oaic\\'e&co\Oi{\ Mi-
l'apa del dominio temporale e dignità di lano nell'epitaflio sepolcrale, iV;/«c tumu-
esarca, e s'intitolava: Leo Servus servO' lar Servus servorum, Christe,luorumj A-
rum Dei, ec. Il Pasolini, Lustri Raven- delardo vescovo di Verona deU'S'jG, Ser-
nati}^.2G6, o>serva che l'arcivescovo di vus servorum Dei; Agano vescovo di Ber-
Ravenna Domenico deir889, si sottoscri- gamo, Ullimus servorum Dei servus j Al-
veva adimitazione del Papa: Servus ser- fonso Il redi Spagna odi Leone dell'SSo,
vorum Dei; ed in un istrumento usò i ti- Servus omnium servorum Dei jVlniìco 1 1

toli di Santissimo, Beatissimo e Aposto- imperatore, Servum servorum Dei j cosi


lieo. Il Muratori, Dissertazioni t. 2, dis- Sancio re d'Aragona deli 070, ed altri re
sert. 36, parlando di Pietro arcivescovo usurparono tale formola. Trovo nel Nar-
di Ravenna del q4^> <J'c^ ^^^^ "^'^^ d'in- di, De'liloli del re di Sicilia p. 14, tra le
ùloìavaì Servus servorum Dei, divina gra- formole usate da diversi principi, quella
tta archiepiscopus, come per gran tem- di Servo di Dio, adoperata da Costan-
po fecero i di lui predecessori e successo- tino 1 il Grande. L'usarono anche mo- i

ri, per istol la gara co' Papi. Nel voi. Lvn, naci e gli abbati. Il Novaes, Dissertazio-
che Opizone vescovo di Ri-
p. 2(jG notai ni alle vile de' sommi Pontefici
t. 2, p.

mini delioGq, b'inliloliiva ne' diplomi: IO, dice che il titolo diSeivus servorum
Deigratiam Ariininensis episcopus,Scr- Dei, che sul fine del secolo X volevano u-
vus icrvorum Dei. Nel voi. LVI, p. iqo sare alcuni vescovi, come riporta Mura-
rilevai, che Gualtiero arcivescovo di Ku- tori negli ///j/Jii// all'anno 998, restò ri-
SES SES a49
serbato soltanto al romano Pontefice per per attendere esclusivamente alla sua san»
modo tale, chedal secolo XI al secolo XV lificazione. Ella n'ebbe il governo dopo
a tulle le lettere pontifìcie soleva pie- s. Ediltrude sua sorella, e morì in età as-
luetlersi:N. Episcopus Seivns servorunt sai avanzata, a'6 di giugno, verso la fine
Dei, con una delle foimole, Salutein et del VII secolo.
apostolicam benedicLionem ; ovvero Ad SESSA {Snvssan), Città con residen-
Julurain oppure pe.rpcluani rei memo-
, za vescovile del regno di iNapoii, nella
riani (dellequali parlai aljE;vEDizioNiDEL provincia di Terra di Lavoro, distretto e
SOMMO Pontefice, a Breve apostolico ed capoluogo di cantone, distante più di 6
altri Z^//j/om/ pontifìcii), come assicura il leghe da Gaeta, e quasi 9 da Caserta, so-
Cenni, Disstrt. 4i 1. p. 34: 1 ,
Anel-i DM pra una collina in bel sito, presso il mon-
lo Piscatorio, ove traila di questo lilolo, te lAIassico, il mare Tirreno e il fiume Li-
ed io ne riparlai a Sigilli poxtificii. Il ri. Un tempo Cu murata con n)olle porle;
Marangoni, Dcllecose genlilesclie, ripor- ora dividesi in 6 parli, 2 delle quali più
ta l'epigrafe di Papa Giovanni VII posta considerabili delle altre, ed iia 2 sobbor-
nella sua cap[)ella nella basilica Vatica- ghi, inferiore l'uno, superiore l'altro. Non
na: ^oa/i/if?*- indignus Epiicopusfccit,D. bene edificala, pure vi sono buonestrade
Dei Geiiilricis Servus. E sollo il ciborio e rimarchevoli edifizi, come l'episcopio
per conservarvi il rollo santo, fallo pur annesso alla caltedrale. Questa è bella, e
da lui: Joannes Scr. Marine. Aggiunge, sotto l'invocazione di s. Pietro principe
che s. Leone 111 sulle scale della confes- degli apostoli, ma non ha il battislerio,
sione di s. Paolo fece porre 1' iscrizione: per cui la cura d'anime si esercita in al-
Leo Gratin Dei Episcopus hiinc ingres- tra chiesa. Il capitolo si compone di 4 di-
sani Plebi Dei miro decore ornavil. Ab- gnità, i .^delle quali è il primicerio 1.°, le

biamo di Gianfederico Mayer, De tilido altre essendo il primicerio 2.°, l'arcidia-


Ponùficis Romani: Seri>us sen'orum Dei, cono e il decano, di 2 canonici compre- i

YilcaibergaeiG85, 1 7 5. il Morelli, Ri'


I se le prebende del teologo e del peniten-
tus da/idi prcsbyterium a p. i 33 e scg. par- ziere, di I o beneficiatijdi altri preti e chie-
la del titolo di iSe;vi .V. Pelri usato da'Pa- rici addetti al servizio divino. Pio VII col
pi per umiltà e in ossequio del loro pre- bieve Varia indiimcntorum, óe' 16 i^'iu-

decessore e I. "Pontefice s. Pietro; ed a tali giio 1 820, Bull. Rom. coni. 1. 1


5, p. 3 1
2,
pagine ed a 354, 35g che Servi Dei e
p. concesse al capitolo di usaie la veste ta-
Servienles DeOy si denominarono vescovi lare paonazza, usando già la cappa ma-
e chierici. gna come i capitoli delle basiliche di Ro-
SESBURGE (s.), badessa d'Ely in In- ma; in perpetuo pertanto accordò <7/^/ii-

ghilterra. Figlia del pio Anna re degli est- tatibus, elcanonicis catìiedralis ccclesiae
angli, e di Eresvida sorella di s. Ilda, fi- Suessanae, utipsiin soletnnibus anniJe-
no dalia fanciullezza pose i fondamenti di sus ab ordinario designando i'csleni la-
quella specchiata virtù che la rese tanto lareni violacei coloris cani asulis et glo-
commendevole. Fu sposala adErcomber- bulis similibus, sine caudn, fan; in eccle-
to re dilvent,e gli diede mano a procu- sia ejusque choro, et capitulo, quam ex-
rare ogni miglioramento di pietà e di fe- tra eam in processionibiis, aliisque fun-
licità nei suoi popoli, e ad estirpare af- ctioiùbus, et actibus capitularibus piibli'
fatto ogni avanzo d'idolatria. Fonilo un cis quibuscumque inpraedictisfestivisoc-
monastero di rehgiose nell'isola di She- currentibus gestare libere et licite passini.
pey sulla costiera diKent,che compì nei L'Ughelli, Italia sacra t. G, p. 53i,//j
6G4, dopo la morte di suo marito. Si ri- Sucssani episcopi, dice che l'antica catte-
tirò poscia nel uiunastcrodiEiy nel 679, drale costruita da'primili\i cristiani prò-
aSo S ES SES
pe niocn'm in onore della B. Vergine, es- per non dire di altri illustri, cioè Agosti-

sendo rovinata, neh i i3 fu Irasfeiita nel no Nifi, e il suo parente Girolamo Nifi
mezzo della città e consagrala a' i4 lu- medico di Giulio II e Leone X, e poi e-
glio basilica, sotto il titolo della B. Ver- remita camaldolese di santa vita, rinun-
gine e di s. Pietro (e Paolo dice l'aii-
s. ziando la porpora offertagli da Paolo IV :

iiolaton^), edifiiio magnifico con 20 co- d'ambedue erudite notizie ci die il Ma-
lonne di njartnu, con sotterraneo o con- rini, Archialii
t. ;,p. 229, 288, 289, l.

fessione. Vi furono collocate le reliquie 2, p. 286; ma anch'egli come il Novaes


della ss. Croce, una s. Spina, un dente di errò, dicendo Girolamo di Sezze, seguen-
s. IMarco evangelista, un dito di s. Seba- do quali, per tale lo dissi nel voi. VI,
i

stiano martire, Leone IX


un braccio di s. p. 3o2, indi mi corressi nel voi. XLIV,
j*apa. Dice inoltre die il capitolo si com- p. 127 ei32, aggiungendo altre notizie.

poneva di 28 canonici, comprese le 4 di- Dissi ancora che fu, secondo alcuni, me-

gnità. Vi sono 5 cbiese parroccuiali, ci- dico di Paolo IV, Giovanni da Sessa, del
vitate ciirionnles ecclesiae, quorum una cjuale leggo in Marini 1. 1, p. 4*2 ii che al-

/iirispalronatiis regii, coi s. fonie; un con- cuni r hanno confuso con Girolamo , e
vento di religiosi, 3 monasteri di mona- ch'egli non poteva asserire se fosse quel

che, due ospedali, il seminario, e altri sta- Giovarmi Pas((uali da Sessa, insigne me-
bilimenti benefici e letterari. jMerila ri- dico di que'lempi e di cui parlano gli au-
luarco convento degli agostiniani della
il l(jri che cita ; inoltre riferisce che Gio-

congregazione di s. Gio. in Carbonara , vanni archiatro di Paolo IV si maneg-


il cui ^uperiorefu insignito del titolo d'ab- giò per esserlo anche del successore Pio
bate di s. Croce, e baronedi Caslropigna- IV. Di Tommaso de Masi del Pozzo dei
iio ove fu stabilita una casa di sludi. La marchesi di Civita si ha Memorie isto-
:

maggiore strada chiamata la Piazza, è spa- fiche degli Aurunrhi, antichissimi popoli
ziosa e seinpre abbondantemente prov- àeir Italia, e delleloro principali città. 4 u-
veduta di vettovaglie, ogni gioved'i lenen- ranca e Se.isa, Napoli 1761. Tale storico
dovisi anche un ricco mercato fre(jucnta- a p.i4' afferma. "Il b. Girolamo Toma-

lissimo e il pili rinomalo tlclla provincia. ino fu protomedico di Paolo III e molto
La strada per Napoli è buonissima, ma slimato per le sue virtìi; ma poi abban-
poiché presso l'abitato era troppo erta e donato il mondo, vestì l'abito de' carnai-

pericolosa, gli abitanti congravis-«iinespe- Monte Corona, e fu unode'com-


tioli di

se attraversarono il vallone con due pon- pagni del b. Giustiniano. Paolo IV mos-
ti uno a ridosso dell' allro_, e della lun M) dal grido della sua santità, lo chianiò

ghezza di ben 700 piedi,ecosì tolsero quel in Roma e gli offri la sagra porpora; ma
danno. Questa città, che nel tempo di sua egli con somma umiltà ricusandola se ne
indipendenza battè moneta d'argento e ritornò al suo ritiro, ed ivi santamente
di rame, fu per certo nell'antichità assai lese l'anima al suo Fattore il marzo del
an)pia e magnifica, attestandolo i molti I556". Sembra dunque esservi non pò
ruderi che s'incontrano dappertutto nel che diflerenze del b. Girolamo, con glin-
suo circondario, e specialmente gli avan- ilividui della nobilissima sessana famiglia

zi d'un teatro, d'un circo, di bagni, d'ac- Nifo. Diversi geografi confusero Sezze con
quedotti e altre romane antichità. E pa- Sessn, ed a questa atlribuirouo il celebre
tria del poeta Caio Lucilio, il 1 ."che nella cardinal Con\idini,\\ quale veramente è
poesia latina introdusse la satira; di Tad- gloria diSezze. Il territorio diSessa è per la
deo da Sessa ministro di Federico 11; di maggior parte piantato d'olivi che ren-
Galeazzo Florimonte dotto autore del se- dono ottimo prodotto; riesce pure fertile
culo XVI. Ebbe pure due sommi medici, di vino, grano e maiz ; ed i suoi pingui
SES SES 25i
pascoli fduno buunìssiinù cacio: si esten- per denominazione che da quella ot-
la

de fino alla foce cielGai igliuno, foraialo tenne, avendo Lucio Sacco diffusamente
dal Liii edcd Sacco, e falllo^o nella sloria. e con erudizione ilescritta questa sua pa-
Sul clivo occideutale de'inuuti Aurun- tria. Si può vedere il cardinal Corradi-
ci si raccolsero verso l'anno 4i3 di Ro- ni, Vttus Lalinm profaniun et sacruni.
ma i prologhi cilladini di Aurunca, per 11 Pvicchi, La Reggia dtvolsci, lib. i ,cap.
luolivo de'gelosi sedicini, ove molto tem- 2: Ponielia dftta ancor Suessa Pomezia^
po indietro erasi la città di Sessa dagli au- o Suessa Aurunca, e Ausona, xxri colo-
iiouii auruDci edificala, riè i rouiani chia- nia, parla dell'eroica origine che Virgi-
mali per mezzo della dedizione in soccorso, lio die a Pometia, e quella che altri at-

giunsero in leoipo per impedire che quei tribuirono ai [iriuii abitatori deli'antico
nemici le vecchie mui a e gli edilizi ne ab- Lazio (/ .) per opera di Latino Silvio re
battessero. Nel 44^ ^' f^^* dedotta [)er la Alba che vi mandò una colonia, e fu
il'

1." volta una colonia, e sebbene godesse una delle famose 3o latine di sua obbe-
i |)rivilegi dei municipi, pure sotto Au- dienza. Contrastata ii' è 1' ubicazione, e
gusto una 2." colonia militare vi fu sta- propende per la vicinanza di sua patria
bilita. Fiori (pjincli Sullo il nume di Sues- Cori, divenuta celebre per potenza, per
sa Aurunca lino alla caduta delTiinpero gloria, per riccliczza,|)ermoltiludine d'a-
lUQiano, e primeggiò nella Campania Fe- bitanti, vuoisi un tempo capo della bel-
lice. Si vuole che l'antica chiesa fo^se di- licosa nazione volsca. Che Tarquinio il
stante (piasi 8 miglia o meno dalla cit- Superbo nel soggiogarla die ad ogni sol-
tà, e la cui vetusta fondazione da alcuni dato 5 mine d'argento, non comprese le
scrittori si fa risalire sino a'tenipi Noeti- decime involate ai templi pometini, che
ci : certo è che i popoli aurunci sono an- ascesero a 4oo talenti, mentre il valore
tichissimi e celebri, spesso confusi cogli d'ognuno equivaleva a 6o mine, ed ogni
ausonii , benché ilistìnlì da Plinio. Il p. mina oc dramme. Livio dice che le mo-
i

Tlieuli nel Tè^2//o /i/i/omo dice che Ses- nete sagre fmono impiegale pel tempio
sa o Suessa fu chiamata anche Pomelia, di Giove Capitolino. Non solo la città era
diversa daPomezia città volsca presso le \asla, ma estesissimo il suo territorio. Par-
Paludi Pontine {f-), feililis>ÌQia ne' cam- la ancora del superbo leoipio di Feronia,
pi, e rinomala
tempio della deaFero-
[k1 a ferendis fruciihus, edilìcato da Licur-
iiia, colle spoglie delia quale Tarquinio go nel passaijgio [>er la regione; il quale
il Superbo pensava di edificare il famo- tempio fu spogliato da Annibale, perchè
so tempio di Giove sul Campidoglio, che il nume non profetò contici romani. Tar-

incominciòjCome notai a Roma. llp. Tlieu- ([uinìo diroccò pure il nobile castello <li
li dice che Sessa o Suessa fu chiamata .Au- Sannora consbigiato a Feronia, ed im-
,

runca e Pomezia, perchè un tempo vi a- piegò le spoglie pel suo tempio di Giove.
bitarono cittadini d'ambedue. Anche
i Quindi ragiona sulle diverse denomina-
Sessa fu saccheggiata da Tarrpiinio figlio zioni di Suessa Pomezia, di Suessa Au-
di Tarquinio Prisco re di Roma, oda Tar- runca e Ausona, riferendo che dopo la
quinio il Superbo prima che divenisse re, distruzione di Pometia antichissima co-
sotto il predecessore Servio Tullio, e pa- lonia degli albani, pometini opulentis-
i

re che allora (osse città capo de'volsci : e simi si portarono a Suessa città vicina,ove
nella medesimo dimorarono in esilio i ùtiW bene ospitati, di-vennero cittadini stiessa-
d'Aiico Marzio 4-° le d' Roma,o rifugiati ni, e la citlà perciò prese il nome di Ses-
come creduti uccisori diTanpiiuioPrisco. sa o Sutssa Pometia. Somigliante awe-
Avverte il p.Theuli,cheda'modcrni mol- nimenlo ['cce adottare a Suessa il nome
iti cose di Puuiezi,4 si ultribuironu a Scssa, <X Aurunca, allorché i citladmi di quc-
2 "Ti S ES SES
sta, paverilando l'ira de'sedicini che in- re Pontlne,Q\\Q quali e alla famosa omo-
tendevano dopo aver diroccato
assalirli, nima palude die nome la volscaPometia
le loro case, fuggirono co' lìgli e dome- situata a'confltii del Lazio antico, come
stici in Suessa,ove si stabilirono. Adun- capitale delle città Pontine, conviene che
que la medesima città abitata da Ire po- fu chiamata anche Sutssa^ e Suessa Po-
poli latini, pometini, aurunci e ansonii, mezia dagli antichi, e confusa con Sues-
non solo acquistò nomi di Suessa Po-
i ea di Campania. Confutando diversi pa- i

rnezia, Suessa Aurunca e Ausona, ma fu reri sulla contrastata sua ubicazione, e il

chiamata tribù Pomelina. Il rifugiarsi che Curradiui che vuole nel territorio di
la

fecero tali popoli in Suessa è prova ma- Sezzee nel luogo chiamato /J/e^a; quin-
nifesta di sua fortezza importanza e a- , di compendia conie ap|)resso le vicende
silo sicuro. nicchisi meraviglia, come Po- di Pomezia. Egli dice, che restava avanti
libio che noverò tutte le colonie de' ro- Sezze, presso Anzio eLavinio, non sul li-

mani situate intorno a Capua, non fa al- torale, ma lungi dal mare fra Anzio e
cuna menzione di Suessa Aurunca,diver- Velletri.Che Tarquinio il Superbo l'e-
sa però da Suessa, che giace al fiume Li- spugnò ferocemente, e la spianò nell'an-
ri, mentre prima l'avea indicata diversa- no 220 di Roma. Rifabbricala poi, nel
mente, dicendo delle mire de' sedicini : •x5ì Pomezia con Cori, colonie Ialine, si
•viene però riconosciuta per colonia da al- ribellarono e gettarono al parlilo degli
tri scrittori, e che Sempronio Gracco vi aurunci, contro i quali da'romaui si ri-

dedusse altra colonia. Quando Tarqui- volse l'impetodella guerra con pienosuc-
nio il Superbo fu pre[)osto alle genti la- cesso. Nel 2^2 i loraani marciarono su
tine, i pometini, i gabiui e altri popoli Pomezia, ove gli aurunci eransi rifugia-
del Lazio nell'assemblea di Ferentino ri- ti, i quali fecero disperala resistenza, per
trattarono la sua elezione, per lo che adi- cui i romani si ritirarono. Torna li poi cou
ralo il re contro i pometini, e per l'alte- maggiori forze, presero d'assalto Pome-
rìgia de'Ioro legati, mosse l'esercito ver- zia e la diroccarono. Nondimeno si pre-
go Suessa da loro abitata, e nella batta- tende che 8 anni dopo la città era risorta e
glia data ne'confini di Suessa vi periro- florida, peroni allorché i volaci sbigotti-

no la maggior parte de'pometini, e quelli ti nell'aver i romani invaso il territorio,


rifugiati nella città furono poi soggiogali poterono con dar loro 3 00
finire la briga
iiell'espugnazionedella piazza;così fu ma- ostaggi ragguardevoli, tolti da Cori e da
nomessaSuessaPomezia,uccisi gli armati, Pon)ezia. Mentre volsci aveano così e
i

fitta schiava la moltitudine, e risparmia- vitato venire alle mani, nell' islesso an-
le le donne e i bambini. Passali 4^ an- no si ribellarono. Il console Servilio li

ni da tanto fiero eccidio, tornò Pomezia vinse, e presa Pomezia l'incendiò, essendo
al pristino stato, e nel 7.5o di Roma ri- allora la città tenuta capitale della nazio-
bellatasi Suessa Pomezia si voltò agli au- ne volsca, per la sua ampiezza, potenza
runci , onde segui fra questi e i romani e dovizie. In lutto questo Nicolai non con-
aspra guerra, che lini con trucidare i prin- viene, e conclude che non tre volte, ma
cipali aurunci e i coloni, venendo la città solo due Pomezia soggiacque alla rovina,
diroccata e il campo venduto. Nuovamen- cioè nel 220 per Tar(|uinio, nel 25c) per
te dopo 7 anni Pomezia risorse,come tutte Servilio. Sostiene quindi chefu Pomezia
le nllre città volsclie, in modochenel 278 rifabbricata, e nel 448 di R.oma furono
di Roma fioriva in liicchezze e per numero trasportale due colonie a Suessa Pome-
di cittadini. Insorta altra guerra, i romani zia e a Ponzia. Che Giulio Cesare mau-
abbatterono la città. IMg.r Nicolai nella dò un'altra colonia a Suessa presso il Li-
dotta opera, De bonificamenti delle ter- ri nella Campania, ed a tempo di Cica-
SES SES 253
rone ancora esisteva Suessa Pomezla, co- presenza di due Papi. Leggo nel n." 1 828
sì a'tempi di Tiberio; ma Nicolai dichia- del Diario di Roma
729, che recan- del 1

ra che non perì sommersa nella palude. dosi Benedetto XIII a Benevento per ce-
Finalmenle,cheFomezia essendo stala oc- lebrare le funzioni della settimana santa
cupata dagli aurunci, prese il nome d'Au- e il concilio provinciale, perchè riteneva
runcn, tanto più che nel 4 '8 di Roma, Tarcivescovalo, a' 3 aprile dopo passalo
per la guerra fra 'sedicini e gli aurunci, il Garigliano su apposito ponte fatto di
questi abbandonata la patria Suessa tras- legno, fu ricevuto dai vescovi Nicolò Aì)-
migrarono a Suessa Poniezia; imperoc- bale di Carinola, e fr. Francesco Carac-
ché già Pomezia era stata degli aurun- ciolo di Sessa, il i.° de'quali prese in car-
ci, e per favorirli con Cori si era ribel- rozza per parlare di affari. Giunto il Papa
lata nel 23 1, rigettando l'opinione che al casino di Agata di d. Onofrio di Ro-
s.

vi fu la città ò'Àurunca. Pare, che per sa marchese di Garigliano napoletano, vi


I*inclemenza dell' aria, e per ripetuti i prese conveniente alloggio, ammettendo
guasti terminò Poniezia allfUto d'esiste- olla sua mensa i delti due vescovi. Nel se-
re. Sulle notizie che gli autori attribui- guente giorno udita la messa nella cap-
scono alle diverse Suesse, dilìlcile è lo pella di s. Rocco posta vicino al casino,
stabilire quali a ciascuna specialmente ringraziando il marchese e licenziando i

appartengano, ed anche l' Ughelli nota due vescovi, proseguì il viaggio; ma i pre-
i tlispareri; nondimeno in breve ho vo- latil'accompagnarono per tutta la dio-
hilo riportarli. In seguito Sessa, come le Nel ritorno in Roma a'27
cesi di Sessa.
altre parti del regno di Napoli, divenne maggio Benedetto XllI ripassò per Ses-
ilominio temporale de'Papi, e rimarcai a sa, fece fare colazione alla famiglia nel-
Gaeta che con questa nel 1229 vi signo- r osteria dello Sparlimento, prendendo
reggiava Gregorio IX. Ne'primi anni del- egli la cioccolata in carrozza. A preghiera

la 2. "metà dello slesso secolo, costituito il del vescovo di Carinola ne visitò la cat-
regno di Napoli nell'investitura data da tedrale; a Sessa si fermò nuovamente a
Clemente IV al re Carlo I, Sessa diven- dormire nel suddetto casino di s. Agata.
ne città regia, e seguì i destini degli an- Nelsabato28celebrala la messa nella pros-
gioini, succeduli a'normanni e aglisvevi. sima chiesa, partì per Castellone, rinfre-
Nel seguente secolo la regina Giovanna scando al Garigliano. Nel n.° 4^ deli'O^-
I la die con titolo di ducato al conte di servaiore Romano del 1 85o, riportandosi
Squillace. Nel voi. LII, p. 289 raccontai, la relazione del viaggio del regnante Pio
che nel concludere Pio II il matrimonio IX da Napoli a Roma, si diceche a'5aprile
dfl nipote Antonio Piccolomini colla ni- il Papa avendo seco in carrozza Ferdi-

potedi Feidinando I, questi comprese nel- nando li re delle due Sicilie e il princi-
la dote anche vSessa. Ferdinando V re di pe ereditario, giunto in Sessa discese alla
Spagna e sovrano di Napoli piìi tardi con- cattedrale, e quindi passò alTcpiscopio,
cesse Sessa in ducato al celebre capitano ricevuto con ogni maniera d'ossequio dal-
Gonsalvo di Cordova, che secondo alcuni l'odierno mg.*" vescovo, e dall'alto del bal-
tuttora posseggono discendenti. L' Ughel-
i cone compartì 1' apostolica benedizione
li dice che prima di questo tempo fu do- ad un'immensa popolazione assai divo-
minala dalla nobilissima famiglia di Bal- ta mente commossa. (Quindi col suo segui lo
ro, poi dalla illustre famiglia IMarzana diuìorò e pernollò nell' episcopio, men-
conti di Squillace e duchi di Sessa , ri- tre il re fu ricevuto dal marchese Tranzi
porlando le pie fondazioni falle da alcuni ricco signore della città. Alle ore 3 della
nelle erezioni di conventi. Nel passato e mattina il Papa Inscio Scssa col suo cor-

nel corrente secolo Sessa fu onorala dalla leggio, avendo seco in carrozza il re e il
2H SES SES
principe credilaiio, e giunto ni ponte di ÌVeIi337 Ugo francescano confessore
fi'.

ftiTO sospeso stil GaiiglianOj discese tini- di re Roberto, al quale nel 343 Clemente 1

la carrozza per benedire gli abitanti del- VI surrogò Alessandro de Miro canoni-
la vicina Traetto, continuando poi il. viag- co d'Otranto. Nel 35o fr. Giacomo Pe-
1

gio per Gaeta, al modo clic narrai all'ar- trucci francescano sanese; nel 358 fr. En- i

ticolo Tio IX. ricoGrandoni dottissimo domenicano fio-


La fede ciisliana è tradizione che vi rentino; nel 3G3 fr. IMatteo deDruni do-
1

fosse predicata dall'apostolo s. Pietro, e menicano fiorentino insigne per virlìi, il


ben presto vi fece mirabili progressi e si quale venuto in sospetto a Urbano VI di
dilatò pel prezioso e fecondo sangue dei parteggiare per l'antipapa, pare che gli
suoi martiri i ss. Arislono, Crescenzio, Eii- fosse sostituito in sulfraganeo Adeo- fr.

ticliiano, Urbano, Vitale, Giusto, Felicis- dato Piccini domenicano, vescovo Duze-
simo, Felice, IMarta eSinforosa, nella per- nense. Neh 383 Filippo deToralto no-
secuzione di Diocleziano. La sede vesco- bile e canonico di Sessa; nel 1392 Anto-
vile vi fu stabilita colla nascente chiesa, nio abbate cistcrciense di s. Maria del-
e dipoi dal Papa Giovanni XIII fu dichia- l'isola di Ponza; neli4o2 Domenico tra-
rata sudragrinea della metropoli di Ca- slatoda Isernia; nel 4 8 Gentile già diI I

pila, e lo è ttjltora. I primi vescovi s' i- Neocastro; nel 42 t» Giovanni de'conti di


r

gnorano Fortunato che sottoscris-


fino a Tngliacozzo ( A'''.)ai"civescovo di Taranto,
se nel concilio romano, nel 499 celebrato commendatario. Per sua cessione nel 14^6
da Papa s. Simmaco, e fu pure a quelli Giacomo Martini di Sessa, sepolto nella
del 5o i, 5o2 e 5o4. Indi lo furono Uiso, cappella del ss. Sngramenfo, da Ini edi-

Giacomo monaco Monte Cns^^iuo, Gio-


di ficala nella cattedrale. Nel i^iìl il cele-
vanni che fu al concilio romano del 998, bre AugeloGeraidinid'.\melia,enconiia-
Milo monaco cassinese eprepostodel mo- to per virtù, sapere e altitudine ai gran-
nastero diCapuancI 07 i,Iicnedettocon- i di alfjM'i che trattò per la s. Sede, da Ni-
sagrato nehcS-ì da A denol fi) arcivesco- colò V e Innocenzo Vili, il

1avendolo
vo di Capua, che con diploma riporta- (alto accolilo,al)breviatore minore e reg-
to da Ughelli confermò beni e diritti i i gente della peuitonzieria, Calisto ili ab-
della chiesa di Sessa, e quanto le aveano breviatore maggiore e segretario aposto-
concesso predecessori. Giovanni mona-
i lico, Pio II datario, prolonotario e vesco-
co cassinese nel j I I 3, Gaulridodel 1 i 7G, vo di Sessa, non che governatore del con-
Roberto fiori nel 4 'ì,Iierveo interven-
1 1 tado Venaissinn, ed in Emilia contro i

ne al concilio di Lalerano nel 1177, Pan- Ma la testa ;'egalo a molti principi per gravi
dolfo del i?,24, Giovanni deli^Sq, Ro- cose che felicemente combinò: è sepoUo
berto de Aspreilo di Sessa eletto nel 284 i in pgtria nella cappella di s. Antonio della
e con'^agrato col massimo onore. Roni- chiesa gentilizia di s. Francesco colla sua
faoio Vili neli?.f)7 nominò Guido, cui statua ed epilalìlo. Nelr486 gli successe
successe nel i 3oG altro Roberto. In sua Pietro o Pirro Ajossa diTroja, già di Ci-
molte parie del capitolo elesse Bertran- vita Castellana e Orte, ed ebbe troncato
do, e parte Tommaso di Sessa, che es- ilcapo quando fu presa Sessa dal duca
sendo morto in Avignone per discutere di Calabria; neh 493 Giovanni Foraca-
sull'elezione. Clemente V riconobl.)e l'al- prndi vSessa canonico di Salerno; nel i499
tro neliSof). Il eapilolo nel iS^.S elesse ]MartinoZapalaspagnuolo;nel i 5o5Fran-
(iiacomo Matrito di Sessa, e (iiovanni Cesco Sinibaldi d'Osimo, con ritenzione
XXI l lo confermò. Neil 33o Giovanni di del canonicato Valicano, e iu al concilio
Paolo nobile di Sessa, e primicerio del- di Lalerano; nel r5i SFrancesco Guastaf-
la cattedrale, lodalo per santità di vita. feri nobile di Gaeta, ottinio vescovo; nel
SES SES 7.55

1 ^43 Tiberio Cm/7o(/^^.)romnnrnHii car- la. L' Ugheili ncW Italia sacrai. 6, p.
dinale. Con regresso nel i 5^6 cede la se- 461, in Calinen^es seu Cariiiulenses e-
de al nipote Bartolomeo Albani d'Orvie- piscopi^ne riporta la serie e le notizie,e
to, lodalo pastore, indi tiasferito a Sor- la diceincominciata a fabbricare da'lon-
rento; ne! I SSt. traslato d'Aquino Galea- gobardi principi di Capita nel qoo, 4 ^^'
to Florimonte dotto e pio, fu al conci- glia lungi da Sessa, e 3 da Capua di cui
lio diTrento: cede la sede nel i 566 a Gio- fu siiih-aganea. Il capitolo si formò di 4
vanniPlacidi nobile sanese,letleraloepru- dignità e 8 canonici, co ni prese leprebende
dente; nel 1 5gi Alessandro Riccardi nobi- del penitenziere e del teologo, ed il par-
le, egregio, virtuoso e sa[)ienle; nel j 6o4 roco. A FoKo Claudio promisi di parlare
Fausto Rebali Laudensis, referendario di qui de' successori di s. Bernardo patro-
segnatura; nel 1624 Ulisse Gherardini no della chiesa, città e diocesi, che tra-
della Rosa nobile di Cetona, curò la di- sferì in Carinola la sua sede, insieme al

sciplina de' chierici, ampliò l'episcopio, corpo di s. Martino o Marciano solitario


protesse gli studiosi, eccellente e pio pasto- Gabbate di IMoiite Marsicoo Massico, tra-
re, ne'funerali fucelebrato con elogio fu- slazione approvala neh 100 da Pasquale
nebre da Paolo Airolo vescovo di Cari- 11; uiorì santamente a'i2marzoi loc), e
nola. Nel 1670 Tommaso d'Aquino no- fu sepolto nella nuova cattedrale di Ca-
bile di Somma e teatino, esimio predica- rinola, nella cappella a lui dedicata. Gli
tore; nel 1705 fr. Raffaele M.' Filaman- successe Giroldo che nel i i i 3 sottoscrisse
do domenicano napoletano, 1

bibliote- un privilegio del suo metropolitano di Ca-
cario della Casanatense; nel 1708 Fran- pua. Fino a iV. del 1221 s'ignorano gli
cesco Gori di Catanzaro; nel 1708 Lui- altri vescovi, indi altroanonimonel 233. 1

giM. 'Macedonio napoletano, prebendato P. Forte Pietro nel i25ofu traslalo a Sor-
della cappella di s. Gennaro. Con questi rento; nel 12 12 Stefano Magistri Riccar-
neìì'/talin sacra si termina la serie dei di canonico di s. Germano; Berteratino
vescovi di Sessa, che compirò colle No- del1270, che nella cappella di s. Stefano
tizie di Roma. Nel 1728 fr. Francesco Ca- pose un'ampolla con reliquie di santi. Di-
raccioli, minore osservante d'Altamura; rò dei vescovi meritevoli di particolare
I
757 Francesco Antonio Granata di Ca- menzione. Roberto Paolo,elelto dal capi-
pua;i 771 d. Baldassaie Vulcano cassine- tolo, fu confermato dal cardinal vescovo
se;i773 d. Antonio de Torres cassinese diPaleslrina,eil è 1 icordato nel i 2C) 1 .Gio-
di Dopo lunga sede vacante nel
Lucerà. vanni di Castello, nel 1 32 [trasferito a Ca-
1792 Emanuele M." Pignone del Car- stro, dopo avere ornato la cantoria e l'or-

retto, agostiniano (l'Anglona; 1797 Pie- gano, e restaurato l'episcopio costruito


tro de Felice di INIircianese diocesi di Ca- da s. Bernardo. Per compromesso de'ca-
pua. Pio VII a'G aprile 18 18 preconizzò nonici gli fu sostituito Ir. Pietro france-
Bartolomeo Varrone Barbara dio-
di s. scano, nel i 326 confermato da Giovanni
cesi di Caserta; quindi a'28 giugno colla XXIijche poi lo trasferì a Val ve.Clemen-
bolla De f///7/on'soppiesse la sede vescovi- te VI nel 347 fece vescovo fr. Bernar-
I

le di Carinola o Cerinola, e l'unì a questa do Aggerio, lodato agostiniano. Fr. Ric-


di Sessa. cartlo Tedaldi nobile liorciifino, insigne
Carinola (/'.),ovefu trasferita vei'so il teologo domenicano. Urbano V I nel 1 388
1087 la sede vescovile di Foro Claudio nominò Giovanni, e Martino V neh 4^0
(T''.),chiamala pure Civita Rotta, è nel- Giacomo di Guglielmo di Capua, e pri-
la stessa provincia di Terra di Lavoro, micerio di quella metropolitana, cui suc-
distretto e capoluogo di caiilone,e distan- cesse nel i44^^ l'altro primicerio Carlo
te 7 leghe da Gaela, e quasi 3 da Caser- Sforzalo. PielroGamboa spaguuolo vica-
2 5G SES SES
riodi Romn nel 5o i i . BnitnlnmcnCnpra- •eminario fiorisse, abbellì la cattedrale
nica romniio,canonico Valicnno,eletto nel con bei marmi, edificò la parrocchia di
1 549 f'^ Paolo III. Nel 1 572 Sisto Diuzio- s. Agnello nella villa Ventaruloia, am-
liode Alena cremonese,canonico regolare pliò e restaurò il palazzo vescovile di Ca-
La feranense, teologo acutissimo ed malo- ed in morte la cattedrale ebbe non
sale,
re egregio, clii;iio pereiudizioiie nelle let- mediocre spoglio, sepolto nella cappella
tere,sepolto incattedralecon epitaffio. Ale* delss. Sagramento.ClementeXIneli7 18
liado Suici milanese neh 577,000 pittu- elesse Domenico Antonio Cirillo nobile
re e altri ornamenti abbelPi la cappella napoletano d'Aquila, assai dotto, integro
di Bernardo, encomiato per virtì^i. iVel
s, e pinidente, già vicario generale dello zio
I G o Arcangelo de Rossi canonico rego-
I in Neocastro, e poi di Cassano, in cui si

laie Lateranense e insigne teologo che , disfinse negli alTari più ardui, e canonico
pubblicò 4 \\hv\Senteiitianini Commenta- della metropolitana di Napoli. Vendicò
rtaerudidssima, lodato pastore. Nel 1 624 i diritti e l'ecclesiastica libertà di sua chie-
Onofrio Sersale de'principi di Capua du- sa, e siccome nella collegiata di s. Gio.
chi di SorrentOjdelIa cui cattedrale fu ca- Battista di Mondragone i malandrini de-
nonico e vicario generale del vescovo, in- vastarono il trono episcopale, ne ottenne
di vienilo apostolico di Messina, ornato di la ripristinazione e che si procedesse con-
\'nlix e lodatissimo. Gli successe nel 1640 tro i rei di tanto attentato. Pretendeva
Vincenzo Cavasilice nobile salernitano e il duca e la duchessa di Mondragonedi
canonico della metropolitana, pastore di tenere dentro il presbiterio, come barone
somma vigilanza, pio, d'innocenti costu- e padrone di delta chiesa, il genuflesso-
mi; restituì il seminario nell'antico mo- rio fìsso con strato e cuscini; ma l'imper-
nastero di s. Maria Maddalena de;'li a"0' turbabile vescovo fece tutto rimuovere e
stiniani; in Casale come luogo salubredai trasportare nel luogo più onorevole nel
fondamenti eresse un palazzo pe' vescovi, confine del presbiterio, in distanza dalla
riparò col suo peculio quella parie di cat- sede vescovile avanti il popolo, ma sen-
tedrale consunta dall'incendio, e vi fece ta strato e con sedia camerale amovibi-
un nobilissimo pulpito, ornò il coroe l'or- le, dovendosi togliere partiti tali signo-
gano. Nel 1664 g'i fu surrogato Paolo Ai- ri dall'assistenza de'tiivini uffici. Egual-
roli nobile genovese, chierico minore, vir- mente regolò la nomina de' 6 canonica-
tuoso e profondamente dotto che nella
, ti di tal collegiata, per l'insorta conlro-
sua divozione verso la B. Vergine eresse versia col feudatario nelle vacanze. Pro-
la chiesa di Maria di Cava presso la via
s. pugnatore acerrimo e vigilantissimo delle
Appia, che da Napoli conduce a Roma, ragioni di sua chiesa, vendicò pure quel-
e vi pose una celebre sua immagine. Nel le de'cliierici di sua diocesi, contro d. A-
1703 Alfonso de'duchi Cnpriliani della gapito Grillo giuniore duca di Mondra-
celebre e illustre famiglia de Daucio, re- gone, conledi Carinola e grande di Spa-
staurò e ornò la cappella di s. Dernardo gna. l\ovvide la cattedrale di sagre sup-
suo predecessore, e fece il suo simulacro pellettili, restaurò il seminario, e atten-
per la solenne processione del 12 marzo; tamente ne curò la disciplina con sa[)ien-
aumentò le rendite della mensa, alla cat- za, provocando l'emulazione de'chierici.
tedrale rifece la torre campanaria eretta Con questo modello de'vescovi di Cari-
da detto santo, e rifuse la campana mag- nola ne termina la serie V Italia sacra,
giore. Nel 1706 Antonio Marra patrizio che compirò colle Notìzie di Roma. Nel
di Bari, teatino cospicuo per virtù, dot- I724 Nicolò Michele Abbate di Barletta;
tissimo e valente predicatore, ammirato 1733 Giacinto Verdesca di Nardo; 174?
dalle primarie cillàd' Italia. Zelò che il Giovanni Buffiiliui di s. Agata de' Goti;
SES SES i^.f
I
749 AntonioFrnncescode PlatodiCon- zione, dice che nella domenica di sessa-
za; 1760 Francese' Antonio Salamoni di gesima la Chiesa ci rappresenta la ripa-
Capaccio; 176(5 Tommaso Zarone cliTea- razione del genere umano dopo il dilu-
no; I 7q2 Giovanni del Muscio scolopo di 'vio, come figura della riparazione della
Foggia; 1797 Salvatore de Lucia di Mu- nostra iiatuia indebolita per lo peccalo;
gliano del Cardinale, diocesi di Nola, ul- e la terra liberata dalle acque e resa a Noè
timo vescovo di Carinola ©Cerinola. Al per essere coltivata, e che secondo le va-
suddetto vescovo Varrone, al cui tempo rie disposizioni è sterile o feconda, mollo
Tu riunita Carinola a Sessa, successero: nel bene connette colla parabola che si leg-

i832 Paolo Gartilli di Solofia, Irashito ge nel vangelo, del fruito che si ricava
da bovino da Gregorio X\ I, il quale nel dal seme secondo la qualità della terra ia
j S'Invi trasferula Capaccio Giuseppe M.*- cui vien posto. Inoltre dichiara, che nelle
d'Alessandro d'Ascoli nella Puglia. Per tre domeniche che precedono la quare-
sua morte il IX nel conci-
regnante Pio sima, i divini uflìzi della Chiesa sono pie-
storo degli r isettend)iei 848 preconizzò ni di mestizie (che notai a Carnevale) ,

l'attuale mg.' Ferdinando Girardi de'si- mentre il secolo chiama ai Teatri , alle
gnori della missione, di Lnuria diocesi di Maschere (f.), a' divertimenti del Car-
Policastro, trasferendolo da N'ardo. La nevate f'f.J, il quale principalmente ri-

riiocesi si protende per 5o miglia, ecom- corre nella settimana della sessagesima;
preiide 3o oppida. Ogni nuovo vescovo ma eziandio le pratiche di vote che indi-
è tassalo ne'libri della camera apostoli- cai a tale articolo, a Carnevale di PiOMa,
ca in fiorini 100, ascendendo le rendite a Qcarant'ore per le straordinarie e ap-
della mensa a circa 4000 ducali. posi te esposizioni del ss. Sagra menlo,giac-
SESSAGESIxMA, .S^ex^^e^mm. Otta- chè come Carnevale la sessagesi-
dissi a

va domenica prima di Pasqua {f''.), che ma ci ricorda il tremendo castigo dell'u-


segue la Stltitngesima (/^.) e precede la niversal diluvio,col qualeDiopunìilmon-
Qdinnnngcsinm {^f .), così chiamata per- do per que'peccati appunto che nel car-
chè da questo giorno sino alla metà della nevale più facilmente si commettono. Che
settimana pasquale o mercoleJ'i dell'S.* il vocabolo Carnevale derivò dall'antico
di Pasqua o IV, corrono 60 giorni,
feria uso ecclesiastico, almeno Ira' monaci, di
come osservano Magri a Sexagesinia, ci- astenersi dall'uso ilelle carni nella setti-
tando r Ordine lìomanoj ed il vescovo mana di sessagesima, lo riportai in tale
Sarnelli, LtU. eccl. t. 4. lelt- 16: Della e altri articoli; il perchè questa settima-
domenica di Sessagesima, e la cui mes- na è ancora della in latino di chiesa CaV'
sa comincia fenile henedicti, per deno- ìiispn'vium, e Ira'greci con vocabolo clie
tare che operando noi il bene nel nu-
, ha lo stesso signi (ìcato, cioè Apocreos. Il

mero senario, nel quale Dio creò il mon- Muratori, Dissert. soprale anticliiuì ita-
do, cioè le G opere di misericordia, delle ///i^ie, dissert. 72.', parla d'un istrumenlo
quali parla Matteo e. ^5, e camoiinan-
s. riguardante la rocca di Tributo in Sa-
do per l'osservanza de' o comandamen- i bina {f), in cui si legge: Qiiani redde-
ti, perchè f) volte te fanno 60, giungia- re vobis debeo in anno expleto inCarneni
mo a udire: lenite benedirti Patrix mei. laxare , significando questo l'epoca del
Aggiunge Sarnelli, che la Chiesa nell'i- carnevale, cioè i giorni vicini al principio
slituire questo e gli altri tempi vi adottò di quaresima,in cui si tralasciava di man-
gli unici secondo la congruenza dei nii- giare la carne presso di molti,e particolar-
sloii, di che feci parola a QL\nF.siM\. il mente dai monaci, ne'quali giorni invece
carilinal Lambei tini pr)i Benedetto \l V^, oggidì gola del popolo fa maggior
la lì <»-»,

Raccolta di Notificazioni, xir Piotifìca- e si procura ogni sorte di conviti e di al-


voi. LXIV. 17
-258 SES SES
legrie. RJuralori afTerma, che il lilo di a- e di pazienza in luttociò che il dottore delle
slenersi dalle carni piitna della quaresi- genti ci narra aver sofferto per la fede;
ma, derivò dalla chiesa greca, poiché i le quali due virtù sono essenziali ad un
greci si cibavano delle carni per tutta la cri'^lianOj secondo l'oracolo del Figliuolo
settimana di seltiiagesima, e anche nella diDio se voi non fate penitenza, cioè se
;

domenica di sessagesima: nel seguente lu- non praticate l'uinillà e la morliflcazio-


nedi e resto della settimana di sessage- ne, voi perirete tutti insieme. Il vangelo
sima e nella domenica di quinquagesima poi dello stesso giorno c'insegna con quali
non era permesso di mangiar carni, e so- disposizioni dobbiamo ascoltare e medi-
lamente si usavano nova e laticinii; quindi tare la parola di Dio, ch'è la semenza di
dopo la domenica di quinquagesima si ogni virtù. Le noa
ferie della sessagesima
guardavano anche dall'uova e laticinii. hnnno niente che sia loro particolare nella
Questo rito ne'secoli VII e Vili a poco chiesa romana, tranne le ricordale pra-
a poco s'inlrodtisse in vari monasteri e tiche di vote, per opporle salularmenle ai
anche in alcune chiese, dimodoché mol- licenziosi e pericolosi giorni del carnevale,

te persone dopo la domenica di sessage- e per preparare alla quaresìma,cui la vo-


sima, e altre fin dopo la precedente di ce della ragione e della religione per l'or-
settuagesima,rinunziavano a'cihi di car- ganodellaChiesa d'accordo ci raccoman-
ne, per superar gli altri nell'astinenza e dano, come si esprime l'ab. liutler, /Jt-//e

nel Digitino {l^), usando nondimeno uo- feste mobili irai. /\: De'tre giorni di Qnin-
va e laticinii fino al principio di quare- qnagesinin o del Carnovale. Sta dunque
sima : il resto del popolo e molti anco- nel raddoppiale le pratiche di rinunzia
ra del clero ciò non ostante seguitavano alla nostra volontà, e nel mortificare i no-
a cibarsi di carnesino al principio di qua- stri sensi, affine di trovarci disposti di spi-
resima. Però Carnevale furono appellali rito e dicorpo a entrare nelle sanie osser-
que'giorni, peichè dava 1' addio alla
si vanze della quaresima. E" una contraddi-
carne , dicendosi pure Carne Icvanicn , zione mostruosa quel la di disporsi a Ila qua-
Cameni laxare, come prova co»i due do- resima,ch'èun tempo di privazioni ed'au-
cumenti delio()4 e dell rc)5 del veneto steiilà, cogli eccessi e dissipamenti a'qua-
doge Faliero e d'altri. Si vuole che l'isti- li nel carnevale si dìi in balla il mondo,
tuzione dellaiS'e?.y<7ge5//7?rt sia antica quan- di alttifTarsi ne'disordini i piìi opposti al-
to la Seltuagcsinia per lo meno nella chie- la [)eiiilenza, nell'alto di doverci disporre
saromana. Alcuni autoii considerano il ad un teiiipo di penitenza e di raccogli-
tempo della sessagesin)a come la festa par- mento. L' inlenipcranza e la sensualità
ticolare de'ss. Patriarchi della 2.' età del non sono alTatto per menare al digiuno
mondo, che vissero dopo il diluvio fino e all'astinenza, gli antichi cristiani vi si

ad A bramo. Si considera altresì la dome- disponevano nella sessagesima o prima,


nica di sessagesima come un giorno con- e con una virlìi cheavea del protligioso.
sagralo in parte alla memoria dell'apo- SESSIO o SESSA Gherardo, Cardi'
stolo s. Paolo, ed in Roma vi è la sta- fifl'/c.Nacque nobilmente in Reggiodi .Mo-
zione nella sua basilica. La colletta del- dena, e dopo essere stato canonico della
ia messa è sotto la sua invocazione par- cattedrale di Parma, professò la regola dei
ticolare, e l'epistola è la storia delle sue cisterciensi e divenne abbaio di s. Maria
fatiche evangeliche, ed ecco perchè l'uf- di Tileto nella diocesi di Acqui. Innocen-
fìzio di questo giorno fu più particolar- zo 111 nel 1210 lo sollevò a vescovo di
mente celebrato fino didl'anlica chiesa in Novara,di cui secondo alcuni non fu cou-
delta basilica. L'epistola assegnala per la sagralo. Inoltre il Papa lo incarict)di e-
fcssagesima ci offre un modello ili umillì» samiuare la causa del vescovo il'Alben-
,

SES SES 2 "h)

g.T Oberfo I, die aveva sospeso n (U\'inis, Seasulanus Epì^copalus nella Campania
e di rcsiitniilo all'esercizid cleUcpiscopa- l'elice e chiamato Suessnla,col noverodc
Je ministero. Nel i 2 r i a'3 dicenibie, se- gli scrittori che ne fecero menzione, co-
condo il Cincconio e il registro d' Inno- Ionia romana. Fu seggio vescovile, e no-
cenzo III, non paie in altro tempo, lo creò minola tra le snffraganee di Benevento
cardinole e vescovo d'Ali)ano, con la ri- daGiovanni XIV, nel privilegio della con-
tenzione del governo di ÌXovara, e legato cessione del pallio all'arcive'jcovo Alone
in Lombardia a fine di sollevare que'po- nelc)84-Similmentenel privilegio di Gre-
poli contro l'imperatore Ottone IV, se- gorio V all'arcivescovo Alfuio del 998,
gregato per le sue inirpiità dalla comu- si ricorda le sede vescovile di Scssulae.

nione de fedeli, e per fulminare l'inter- Non si conosce nome di alcun vescovo,
il

detto contro le città die ricusassero di ri- né quando e perché fu soppressa ed u-


conoscere l'autorità del Papa. Nell'eser- nita al vescovato di s. Astata de Goti.
cizio di sua legazione trovandosi in Pia- SY^STh^Sexla. Così chiamasi una del-
cenza, assistè all'elezione del vescovo, che le Ore Canoniche [T'.), quella cioè che si
rimessa dagli eleltoriai suoar1)itiic,egli la lecita ilopo 7erz(7(/^.). Fu così detta per-
fece cadere nella persona dis.FolcoScotti, chè si recitava nell'ora 6. "del giorno, cioè
ed oltre a ciò vi celebrò un sinodo, in cui a mezzodì, imitando s. Pietro, il quale
fu determinato che i canonici della cat- come apprende dagli Atti Aposloliri,
si

tedrale vivessero in comune. Il Cardella cap. IO, saliva ad adorare e pregaie Dio
dice che dalla chiesa di Novara fu trasfe- al tempio di Gerusalennne in quest'ora,

rito a Milano, ed ivi pure non fu consa- nella quale, secondo alcuni, Adamo man-
grato, né confermato, citando Muratori giò il fatale pomo vietato, e Gesù nostro
Rerum Ital. script. 1. 1, p. 2 3o; e morì in Salvatore fu crocefisso nella sua Passio-
Cremona nel 1220, ove rimase onoievol- ne (^'.). Il Magri nella JSntizia de' voca-
meute sepolto. Il can. Duna, Serie dt've- boli ecclesiastici, verbo Horae Canoni-
scoi'i eli IVoi'ara, lo fa morto vescovo di cae, dice che l'ora di sesta era tlai ss. Pa-
questa chiesa e nel 1 224- dri frequentata con molte oiazioni ,
pel
SESSOLA, Siiessola. Sede vescovile pericolo degli assalti del demonio meri-
e città del regno di Napoli, 4 miglia lungi diano, per cui si armavano in quel tem-
d'Acerra, secondo il Biondo, nella Terra po opportuno alle tentazioni;ilchesi rac-
di Lavoro, al dire d'Alberti, lontana da coglie evidentemente dalle paroledell'in-
Denevento 2 i miglia e 9 da s. Agata dei no Aitfer caloreni noxium, cioè il cal-
:

Goti, come afferma Sarnelli, Memorie de- do della libidine. Anche Magri rileva, che
fili arcivescoi'i di Benevento p. 67 e 227. in tale Ola Gesù fu posto in Croce [r.),
Ivi fu una gran battaglia tra'romani e i e che nella medesima iù creato Adamo,
da M.Valerio, onde poi il se-
sanniti fugati opinione d'Origene che viene confeima-
nato romano ordinò che curaani e sues- i i ta da molti Padri che ricorda. Alcuni al-
medesima legge e
solani fossero sotto la tri scrittori giudicarono che la crocefis-
condizione ch'eraCapua. Dal monte sopra sione accadesse nell'ora di tei"2a, appog-
Sessola ha l'origine d fiiimeClanio, ricor- giati alle parole di s. ÌNIarco. Ma la ve-
dalo da Virgilio. Oggi appena si vedo- rità si è che l'Evangelista parla della sen-
no le sue antiche rovine, e vi sono i ino- tenza data contro l'innocente Gesìi nel-
lini detti di Sassola o Sessula, già appar- r ora di terza, dopo la quale passò qual-
tenenti al conte dell'Acerra, frequentati che spazio di tempo sino alla crocelis^io-
dagli abitanti di Teria di Lavoro, e lun- ne, ovvero era per finire l'ora di terza,
gi un migluj è l'osteria di Gaudello. Nel e cominciava quella di .sesia, ciò che pa-
1. 1 o, p. 164 iich Italia sacra .si tral'a del re accordarsi meglio col lesto di s. Gio-
260 SET SET
vanni , il quale dice Erat : fiora quasi tissimi, e che la città di Serica nella pro-
sexla. In questa medesima orn, insegna vincia di Serez neh' India abbia dato il

Mosè Darcesa, furono cacciati dal Para- nome alla seta , secondo la più comune
diso terrestre i nostri progenitori Adamo opinione. I geografi parlando de'popoli
ed Eva. Il dottore s. Girolamo, De Re- Seri o Seres verso 1' est delle Indie, di-

gul. distintamente parla delle 7


yj/ofzfifc/i., cono che avevano un insetto che produ-
parti in cui sono divise le ore canoniche, ceva la seta, come riporta Pausania; e che
edaluisi trova la ragione perchè la Chiesa la Serica descritta da Tolomeo giaceva

ne ordinò la recita, perchè si avvezzi il piuttosto al nord-est della Cina, e lutto


cristiano alla Preghiera {^•), alla Sai' al più non ne comprendeva che una pic-
madia [f^.) nella notte, a cantare inni di colissima parte da quel lato. Di quel pae-
lode nell'aurora, a porsi in difesa all'ora se dunque credevasi originario il baco da
di terza, sesta e nona, qual guerriero di seta, ma il celebre d'Hancarville sosten-
Cristo, e acceso il lume uell'inibrunir del ne che greci ed romani a'tempi d'Au-
i i

giorno, offrire al sommo Dio un sagrifi- gusto non conoscevano che il nomedi quei
zio vespertino. In questi versi poi si con- popoli e di quella regione. E" indubitato
tengono misteri j che si debbono contem-
i che gli antichi non conobbero né gli usi
plare in ogni ora canonica. Maluùna li- della seta, né la maniera di lavorarla. Se-
gat Cliristus,guicriniiiiapurgal: Pri- — condo Plinio, Histor. natur. lib. 1 i.cap.
ma replct spiuis, dal causarli Tertia mar- 26 e 27, che forse copiò Aristotile, ilquale
tis: — Sexta Crucis nectit , latus ej'us fu il I ."che qualche cosa abbia scritto del-
Nona hipertil: — f^espera dcponit, tu- la seta di Coo o Ceos oCea (piccola isola
mulo Completa reponit. Vedi Zaccaria^ del mar Egeo fra quelle d'Eubea), diver-
Onomasticon rituale,aì vocabolo Sexta. sa dall' oilierna, certa Pamfilia figlia di
SETA , Sericum. Specie di filo prezioso Piate e abitante di quell' isola fu la i.''

prodotto da alcuni vermi chiamali vol- che inventò l'artedi lavorarla. Quella sco-
garmente bachi da seta o Jlugelli. Seta peita passò ben presto tra' romani , ma
dicesi pel drappo medesimo fatto di se- solo dopo lungo tempo ne trassero con-
ta, serica fó/a. Setaiuolo, il mercante di siderabili vantaggi, perchè si preziosa pro-
drappi che li fa lavorare e vende, serico- duzione per più di 2 5o anni si vendè 111

rum pannorum i>enditor,mercator. Sete- Roma al peso dell'oro, ed era riserbata


ria, termine collettivo che abbraccia tut- pe'soli abiti femminili di maggior lusso.
te le mercanzie di seta. Setifìcio, 1' arte Altri pensano che Pamfilia inventò per-
«li preparare la seta per l'uso delle ma- fezionò la tela chiamata bombicina, e co-
nifatture. Opinano alcuni che il nome di sì sottile che le donne in usarla compa-

seta sia derivato dal latino sericum, o piut- rivano come nude. Altri dicono che da-
tosto dal nome di alcuni popoli detti iSe- gli arabi acquistarono per la i.* volta la
res, perchè quel filo finissimo e leggero, seta, tanto gli asiatici occidentali, quan-
lavorato da una specie di verme che di- to gli europei. Fra'doni che Dio sommo
ccsi baco da seta, e in latino bomhyx, ve- datoie d'ogni bene ha colmalo l' uomo,

niva da principio dal loro paese, nomi- uno de'più meravigliosi certamente è il
nato anche Serica, che Tolomeo collocò baco, colla cui opera e metamorfosi si con-
all'oriente della Sciziaj dando al mede- vertono in seta le foglie del gelso {morus
simo l'Indo per confine a mezzodì, il che alba lo chiamano i botanici , che fiori-

fece delirare alcuni che il paese di Seres sce in giugno, originario della Cina e del-
vollero cercare nella Cina. 1 cronisti e gli la Persia, secondo alcuni, ove la pianta
storici pertanto hanno trasmesso, che
ci è spontanea, ma
presente coltivata in
al

la Cina conoscesse la seta io tempi remo- quasi tutta l'Europa meridionale), chia-
SET SET 2(3 r

malo l'albeio santo, l'albero d'oro, l'al- che la I


.^ tessitrice della lana fu JVoemi
beroclella civillù.I gelsi, la cui piantagio- figlia di Lamec, la quale viveva neH'HSo
ne viene tanto raccomandala, sotnniini- dopo la creazione del mondo. Cerio è che
slrano non solo l'alimento dei bachi da l'uso del lino fu antichissimo, come ap-
seta, ma
ancora legname adatto ai lavori parisce nel cap. c) dell'Esodo, e forse più
di mobilia, e da fuoco. L'umore gommo- antico che la lana tessuta, poiché se que-
so de'gelsi, sortilo dalla bocca del baco, sta fu adoperata pi irna delle tele fatte di
s'indurisce al contatto dell'aria e divie- lino, l'uso di esso fu non di lana tessu-
neseta. Indescrivibili sono celebrati van- i ta, ma della lana unita alle pelli degli a-
taggi che l'educazione de' bachi procac- nimali, adoperale prima da Adamo, Eva
cia a sollievo dell'agricoltura, dì cui è ra- e loro figli. Il lino fu in uso nelle cose sa-
mo annesso, e delle classi indigenti. La gre non meno tra gli ebrei , che tra gli
coltivazione del gelso e degl'insetti pro- egizi e altre antichissime nazioni. Il So-
duttori della seta esercitano inoltre una pranis però crede che prima del lino siasi
salutevole iniluenza sì nell'esistenza, co- cominciato a tessere la lana delle sole pe-
me sui costumi della gioventù, abituan- core; nondimeno il p. Bonanni tlà la pre-
dola di buon' ora alla fatica per la spe- ferenza al lino nelle funzioni sagre degli
ranza di un profitto più o meno lucroso, ebrei e degli egiziani, Ira'quali molli ri-

ma sempre sicuro, per cui sarebbe d'im- tifurono comuni. La lana tinta di Por-
menso utile agli stabilimenti di pubblica pora (f^.), fu da Dio prescrilla alle ve-
beneficenza. La coltura della seta è una sti del sommo sacerdote, per cui a quel-
delle più antiche industrie che si cono- l' epoca era già in uso il tessuto di lana.
sca, e sì antica che non si ha sicura e cer- La seta pare che gli ebrei incominciasse-
ta memoria di sua origine. NelIaScrittu- ro a usarla in tempo di Ester, perchè la
va sagra in 3 luoghi è fatta meiizionedella prima volta che la Scrittura fece menzio-
seta; gì' interpreti però non sono d'ac- oe di seta fu delle vesti di Mardocheo.
cordo nell' interpretazione del vocabolo JNota il p. Bonanni, che si può dubitare
sericui/i, pretendendo alcuni che debbasi se la nostra seta sia quella degli antichi:
intendere lino finissimo e non seta. Il p. lo negò lo Scaligero, slimando che l'an-
lìonanni. La Gerarchiaccclesiaslicacon- tica beta fosse falla di certa lanugine d'al-
sidtrala nelle vesti sagre e civili, cap. i a, beri, portata da lontani paesi, comesi rac-
ricerca perchè essendo la seta più pre- coglie la bombace o cotone dalie piante
ziosa del lino e della laua, non fosse or- che la producono, e si lavora per farne
dirmta da Dio per gli abiti sacerdotali. Da tele finissime, e non del verme bnco. Del
quanto da Dio circa le vesti
fu prescritto lino e della Lana[P'.)pai\AÌìu vari luoghi,
sacerdotali, apparisce che dovean com- cornea Lusso,aBAGxo,a Stoppa, a Scrit-
porsi o di bisso, o di lana tessuta insie- tura, dicendo delle qualità della carta da
me col bisso, e ninna menzione si fa della seri vere, e che si scrisse pure sopra lascia.
seta, benché (jiiesla a[tpresso tutte le na- AConi'uRALE ed a Pannilini sagri ricordai
ziuiu sia slata sempre stimata come più il di vieto ecclesiastico della pri mi li vaCh io-

preziosa. Slimano alcuni, citali da Sopra- sa, perchè iìSagri/ìzioiìoiì si potesse ce-
nis, De re vesliaria judaeoriiin § i o,che in lebrare in panni ilipinti o di seta, ma so-
quel tempo non fosse in uso la seta, anzi lanienle di puro lino. Nel voi. XL, p. i 34
neppure vesti lessuleili lana avanti l'età parlai della proibÌ7Ìone contro i tessuti
diliiobbe,ma solamente (ossevi l'uso delle di coione, che non ponno introdinsi tra
anche per le persone reali. Quando
pelli, gli Utensili sagri {/^.),sia perchè la te-
poi cominciasse l'uso di tessere lino e la- la fu dal principio della Chiesa klnbilila
ua è iuocrlo, bcuchc alcuni us&criscauu, e adoperala per i'ujo dcilc iu^ipudciuli
262 SET SET
sagre, sia pei reali e tuislici suoi signifi- ldnoi832 : Ragguaglio sulla seta, ed c-

cali. La bombace solo adoperasi per net- sperienzc sul gfbo, ivi 1 835 Della ma-
:

laisi le dita dall'unzioni dell' Olio san- lattia de bacili, ivi 1 835: Gelso dell' isole

to (f^.), e pe' lumi delle Lampade (F.) Filippine, Milano 1837. Cav, Agostino
e delle Candele (F.)j e la lana soltanto Baisi, Delle malattie de'bachida *e/<z, Mi-
pel Prt///o(/^'.), ornamento pontificale, in- lano i835 Della più utile coltivazione
:

segna d'onore e di autorità, e per le Feste de bachi da seta Il i/iiglior governo dei
:

ecclesiastiche (A^.) usuali e domestiche ,


bacili da seta, ed il miglior modo di pre-
nons;igre. ÌParanientie Vesti sagrc[y .) venire e curare il calcino. Questo nesto-
sono tessuti di seta, oro e argento, talvolta rede'bacologi,dopo molteplici esperimen-
ornati di Gemme (^.), e de' Colori ec- ti dichiarò, the non esiste utile succeda-
clesiastici {^y.) prescritti dalla Chiesa, a- neo al gelso per l'educazione e nutrimen-
vendo rilevato nel i

articolo che la s. to del baco. Francesco Gera, Il trattalo

congregazione de' Riti {V.) vietò di ado- della seta, ossia l'arte di svolgere i boz-
perarsi nel Servigio divino (F.) drap- i zoli, Venezia 844- 1

pi tessuti con vetro, per le ragioni ivi ri- Il baco da seta, che dopo aver forni-
portale, e nel voi. XL, p. i36, dicendo to la materia e il lavoro del suo involu-
pure che il solo olio e la cera d'api sono cro, [)erde la forma di verme, sicambia
ainmeshi pe' lumi di chiesa e culto reli- in cnsalide(c7irj .j^//5, aurelia, verme da
gioso. pannilini e paramenti sagri non
I seta o altro bruco, rinchiuso nel bozzo-
siponno far servire ad usi profani, e per- lo, che poi prende le forme di fai falla),

dono la berjedizione quando perdono l<i e somministra un filo lucido e finissimo


forma o sono divenuli indecenti. Dell'u- estratto dagli alimenti, con che rin>etlo
so della tela e della scia nelle vesti e sup- avea formato il nido, è una vera mera-

pellettili sagre e profane diffusa ni ente par- viglia, che fu per molti secoli nota ai so-
lai in tutti quanti i relativi articoli, nel li cinesi, secondo diversi naturalisti e sto-
descrivere tutte le vesti sagre; altrettan- rici, e sconosciuta agli altri popoli dell'an-
to feci quanto alla lana impiegata nelle tichità. Altri, come dissij lo vogliono o-
vesti civili ed ecclesiastiche usuali, o |)er non mancano di
riginario dell' India, e
altri, negli articoli che li riguardano. Al- esporrein conferma autorevoli argomen-
le nozioni ederndizioni genericlieche va- ti. Quelli che l'attribuiscono alla Cina,
do a riprodurre potranno sup-
sullii seta, raccontano che la moglie di Yao, impe-
plire seguenti autori. Gio. Francesco
i ratore ottimo e illuminato nelle scienze,
Giorgelli, Il filugello, o sia il baco da sc- che fiori 2 357 ''""' J»"»"!' la nostra e-

ia, poemetto con annotazioni scienlificlic ra, ammaestrò le femmine cinesi nella ma.
ed erudite^ ed una dissertazione sopra niera di alimentare i vermi da seta, e nel-
l'origine della *etój Venezia 17 52. Mu- l'artilìciu di lavorare e tessere la seta. Lu
ratori, Dissertazionij cWsseil. "iS.' Del- : moglie di Yao avrà migliorato mani- la

l'arte del tessere, e delle vesti de' secoli fattura, poiché risulta da documenti, che
rozzi; dissert. 3o.' : De' mercati e del- 2700 anni avanti la nostra era, già i ci-

la mercatura de secoli rozzi. J.strttzioni nesi aveano inventato l'arte della seta e
circa il modo di coltivare i gelsi, di al- di allevarne i bachi. Le manifatture e ve-
levare i bachi da seta e di filar le sete, sti di seta furono sempre una delle più
Torino 1778. Conte Vincenzo Dandolo, nobili merci dell' Asia,eservirono pei prin-
Storia de bacìa da 5t^/, Milano 8 7. Pe- 1 1 cipi esignori di maggior grado erano una :

roni, ColtivazioncdelgcLojVylebdiì i832. delle mercanzie piìi pregievoli portale a


Ignazio Lomeni, La scuola del bigattie- Tiro, o che si trovassero ne'fondachi ili

Ie per l educazione de'bachi da seta, Mi 13abi!oiiia, e i principi asiatici non di al-


^

SET SET 2G3


trosi vestivano che di seta. Damasco [f^.) da seta. 1 cinesi slessi ne facevano scar-
diveuiie linoinata per le sue maiiifallu- so raccolto, o perchè l'arte di allevare i

le di seta, massime per quelle che pre- bachi vi era pochissimo conosciuta, o per-
sero il nome di damasco, con fregi ara- chè coloro che com|)ravano da essi la se-
beschi. Quantunque poi l'uso della seta la ne' porti dell'India, stimavano di far
si fosse esteso in tutte le più colle nazio- maggior guadagno portandola agli egizia-
ni dell'Asia, dell'Africa e dell' Europa ,
ni nelle fiered'Alessandria in poca quanti-
non ostante per molti secoli se ne preval- tà per venderla a carissimo prezzo, piut-
sero senza che sapessero cosa ella fosse. I tosto di abbassarla rendendola abbondan-
romani medesimi, ch'erano pur padroni te. Pare che gli scrittori greci e romani
della maggior parte dell'Asia, furono per dovessero far molte e accurate indagini
lunghissimo tempo in tale ignoranza, né sulla seta, che formava il distintivo dei
sapevano immaginarsi che fosse una pro- più ricchi e potenti personaggi. Al con-
duzione di vermi. Si crede che sotto Giu- trario essi non ebbero sicure notizie, né
lio Cesare sieno state introdotte iu Ilo- de' paesi a cui andavano debitori d' un
raa le vesti seriche o di seta, le quali e- ramo di lusso cosi desiderato, né del mo-
rano leggiere e trasparenti. Seneca dubi- do con che si formava la seta. Alcuni la
tò che propriamente potessero chiamarsi credevano una finissima lanugine atlao-
vesti, perchè le donne più elevate che l'in- cala alle foglie di certi alberi o di certi
dossavano non potevano alFerojare d'es- fiori, altri una specie più preziosa di la-
sere difese dall'impressione dell'intempe- na o di cotone, altri il lavoro d' un in-

rie. Il prezzo di tali abiti era eccessivo setto, ma ninno mostra chiare idee ilei
per cui furono sulle prime liguardati co- modo con che si formava. I bruchi del
me troppo molli e dispendiosi per gli uo- pino, della <|uercia, del frassino erano co-
mini, che ne lasciaronol'usoallesoledon- muni nelle foreste d'Asia ed'EuropH, ma
ne più illustri, onde Tiberio con leggi ne riuscenilo più diflicile l'allevarli e più in-
proibì r uso agli uomini. Ma allorché il certo il prodotto della loto seta, si tra-
dissoluloEliogiibalo,che pervenne all'im- scuravano dappertutt»}, tranne l'isola di
pero nel 217, ne introdusse l'uso anche Coos o Ceos, di cui parla Plinio citato,
Ira gli uomini, con vestirsi pel i ." tutto dicendo che i bondjici vi nascevano dai
di seta, secondo il Salmasio, questi diven- fiori del terebinto, del frassino, dellaquer-
nero insensibili alla vergogna di portare cia, fatti cadere dalle pioggie, dantlo lo-
un abito cosi effemminato, e reso spre- 10 anima il vapore della terra; che pri-

gevole dalla severità degli antichi costu- ma si formavano farfalle piccole e ignu-
mi, ma già corrotti. L'introduzione del- de, poi non polendo reggere al freddo si
la seta in Roma non si aumentò in quan- vestivano; poiché co'Ioro piedi aspri ra-
tità proporzionata al numero sempre cre- devano la lana dalle foglie e ne faceva-
scente delle ricerche ; il suo prezzo si con- no quasi velli e la scarilassavano; indi la
servò sempre eguale per Io spazio di piìi tiravano fra'rami e rassottigliavano, co-
di 2 secoli, ed Aureliano del 270 lagnan- mescla pettinassero, poi in uiolti doppi
dosi che si pagava a peso d' oro, narra vi ravvolgevano dentro. Virgilio nel-
si

Vopisco, che negò di farne mi abito al- la Gcor^ica lib. ?,, v. 2 1, anch'esso par- i

la moglie che a grande istanza ne lo avea lò di certi bruchi o bachi selvalici, allor-
richiesto, dicendogli Mi guardinogli Dei
: quando descrisse i seri che dalle fronde
dal gittare tant'oro per un tessuto di se* pettinavano i sottili velli. Forse egli par-
ta. Ciò proveniva dal non esservi comu- lava d'utia specie di seta, di cui die le pii-

nicazioni dirette colla Cina, unico paese ine notizie Du 1 laide, Dcscriptiom de la
in cui si coltivassero a quc tempi i bachi Cliinc t. I I, p. 207. •' Essa è prodollo,
a64 SET SET
da alcuni piccoli inselli molto simili ol- va il fisto di quelle dell'Asia, l'uso della
le Iiiujuclie, e che non funnano bozzoli addobbi ormai era
seta nelle vesti e negli
jolontli o ovali, come fanno i hachi rln divenuto assoluta necessità: questa mer-
seta; ma mettono fuori fili lunj^hissimi, si dovea ad ogni costo acqui-
ce fpiindi
che si attaccano agli alberi o a'cespugli, stareda una potenza emula, che ne avea
secondo che gli spinge il vento. I cinesi aumentato eccessivamente il prezzo. Nar-
raccolgono questi fili e ne fabbrica no stof- ra Procopio, De bello Persico, hb. i , che
fe pili grossolane di quelle che si fanno Giustiniano 1 per redimersi da un lai tri-

colla seta ordinaria. GÌ' insetti poi che buto, che si dovea pagare ad una nazio-
producono questa grossa seta, non ponuo ne nemica, si rivolse col mezzo dell'aiu-
allevarsi nelle case come i bachi". IlRo- Lascialore Giuliano al re dell' Abissinia
|

uiagnosi nelle sue erudite giunte aW'fn- Elesfeo, ch'era cristiano e suo alleato, e
din antica di lioberlson, osservò oppor- lo invilo a spedire mercanti e vascelli dal
tunamente che Do Ilalde non vide ia dif- porto d'Adulis all'Indie, ed a contende-
ferenza che passa fra la seta de' bachi e re ai persiani ii dovizioso commercio del-
i fili di que'bruchi distruttori e che in- lasi;ta.Ma il si avvide che
principe etiope
gombrano alberi interi, specialmente di i mercanti della Persia, più vicini ai por-
quercia. I persiani conoscendo quanto lu- ti indimi, godevano SI grandi vantaggi,

croso fosse divenuto il commercio della e non die as^jltoalle insinuazioni deli'im-
tentarono d'appropriarselo, e nella
seta, peratoregreco. Eguale ripulsa ricevè Gi u-
decadenza del romano impero de' greci sliniano I dal re Esomifeo, principe de-
non trovarono ostacoli a tale divisamen- gli omeriti nell'Arabia Felice, ad onta
to. Pertanto, profittando de' vantaggi of- dell'olferta alleanza e piomessi vantaggi.
ferti loro dalla propria condizione sopra INIcnlre nella coite ili Coslanlinupoli si

i mercanti che venivano dal goli'o Ara- pensava ad altri modi con che sottrarre
Lieo, li soverchiarono in lutti i (uercati l'imiterò dal monopolio persiano, un av-
dell'india, sui quali compravasì la seta ; venimento inaspettalo gliene presentò la
la caricavano e la conducevano a traver- più favorevole occasione. Nelle Indie già
so del golfo Persico, per distribuirla poi si era predicalo il vangelo, e Cosmas In-
in tutte le provincie dell'impero greco dicoplcusle vi avea trovate chiese cristia -

per mezzo de'due gran fiumi l'Eufrate ne in cui si celebravano gli uffizi divini
e il Tigri. Molestarono anche e posero in dai sacerdoti. 1 missionari aveano già se-
luga le carovane, che alfuie di provve- guito i passide'commercianti sino all'e-
dere di questa merce l'impero, facevano stieniità dell'Asia, e ilue monaci persia-
per terra il viaggio della Cina. Tanto si ni dell'ordine di s. Basilio, uno de'ipi.di
Jjrauìava la seta in Costantinopoli, che i chiamato Giovanni, venuti in cognizio-
facoltosi per conseguirla non badavano ne del vivo desiderio che avea l'impera-
aspesa,perIocheandavanosuiccamente tore d'introdurre nel suo impero la seta,
vestiti che superavano gl'imperatori e i acciò il denaro restasse tra' suoi sudditi
dignitari, a segno che l'imperatore Teo- e non passasse nelle mani de'nemici; nel
dosio fu costretto a proibire che niuno
I lungo soggiorno fatto nella Cina e in Si-
portasse il colore di porpora nella seta. ringa città del Mogol fra l'Indo e il Gan-
Dipoi pel grande uso che si faceva della ge, avendo osservato attentamente l'or-
seta, sebbene costasse quanto l'oro, Giu- dinario vestilo de' cinesi, le manifittme
stiniano! si accorse d'essere d venuto qua-
i di seta, e le operazioni mirabili de'bachi,
si tributario de'persiani, co'quali sosten- che un tempo erano allevati dalle cure
ne lunghe e sanguinose guerre. Nel la spien delle principesse; vedendo però impossi-
elida corte di Cuitauliuopoli, che imila- bile il trasportare un insello di vita sì bre-
SET SET 265
ve, raa che le uova deposte dall' estinta Corinto e Tebe, nelle quali città le prin-
faifnlla potevano moltiplicai' la razza in cipali manifalture di seta eransi stabilite.

un clima lontano e produrre vermi, le i In tal modo fu introdotta la sela in Ita-

portarono iuEiaopa.Dopo un lungo viag- lia, dopo che la Grecia la possedeva da


gio giunti due monaci nel 55 in Co-
i i circa sei secoli. Pson tardai ouo gl'indu-
stanlinopoli, manifestarono a Giustinia- sli iosi fiorentini, e i massime
lucchesi, a
no I il prezioso mistero della formazione propagar per la penisola il setifìcio, ed i
della seta, cavando dalle traforate can- Papi promossero il felice ritrovalo; in se-
ne le ova che per timore de'gelosi cine- guilo, Bologna, t'ireiize, Pisa, Lucca, e
si vi aveano nascoste, e nella primavera varie provincie di Lombardia si fecero a
le fecero sviluppare e nascere i vermi col emulare rapidamente Palermo capitale
temperato calore del concime, quindi li della Sicilia, non che paesi dì qua e di i

nutrirono colle foglie di gelso selvatico. là dal Faro. Mentre però l'industria se-

L' iniperatore con un edillo ordinò per lica prosperava nei regni di Sicilia e di

lutto l'impero piantinaridi mori-gelsi. I Napoli, ed in Toscana, gli arabi l'intro-


bozzoli che si formarono servirono a mol- dussero nella Spagna,cioè nelle parli con-
tiplicar la specie, che ben presto richia- quistate dai mori. Pson mancano scnlto-
mò le cure di lutti i sudditi dell'impero 1 i che asseriscono, che la sela fu inlrodotla
e delle regioni circostanti, e produsse il dagli arabi nella Spagna a tempo di Car-
tantobramatofeliceavveuimenlo. In bre- lo jMagno che lucchesi l'introdussero
; i

ve tempo per la coltivazione de' gelsi si in Firenze, ed anco che fiorentini l'a- i

allevò gran quantità di questi singolari veaiio già appresa o da'greci o dagli spa-
insetti, particolarmente nel Peloponneso gnuoli nel loro esteso commercio. E in-
e isole convicine. Intanto si studiò l'ar- dubitato che nella prima metà del seco-
te del tessere, ed eziandio di perfezionar- lo XIV Firenze fioriva per magnifiche se-

la , indagandosi da tutte le parti le sue terie di gran pregio, e faceva broccati d'o-
varie foggie. Quindi da Damasco si ap- ro e d'argento, daoìaschini, velluti, rasi,

prese r arte tli lavorare i drappi dama- tafTettà e maremmati,per Roma, ÌNapoli,
scati; da Ern)us, città del seno Persico, Sicilia, Catalogna, Turchia, Morea, Bar-
l'arte de'drappi più sottili delti erraesini beria, Genova, Avignone ove risiedeva-
o ormesiui, e quella di lavorare la seta no Papi, Lione, Londra, Anversa, e per
i

col pelo, detti poi velluti dell'India, così tutta l'Italia. Le altre contrade d'Euro-
chiamali dal pelo che rivestiva i drappi, pa, eccetto forse il Portogallo, che l'eb-
detto dai latini villus. L'impero d'orien- be direttamente da'mori confinanti ver-
te avendo trovato una fonte di ricchezze so la metà del secolo XII, vanno debi-
ne'selifìcii, si guardò bene di farne par- trici all'Italia di sì proficua industria. I

te alle altre nazioni. Più lardi, e secon- gelsi e i bachi divennero peilanto la prin-
do alcuni nel 1 i3o, Ruggero I re di Si- cipal cura degl'italiani, e il più ricco pro-
cilia, impadronitosi delle principali città dotto del suolo. Hurter nella Storia tT In-
del Pelopomìeso, trasportò ne' suoi do- ìioceiizo ///, 1. 1 , lib. 8, fra le conseguen-
mini! e al mezzodì d'Italia il gelso, il Au- ze della presa di Costantinopoli fatta dai
gello, e diversi o|)erai, tanto per eslrarre veneti e da'francesi nel i 204. riporta quel-
il lilo dai bozzoli lasciati dai vermi dive- la dell' introduzione della seta in ^ ene-
nuti farfalle, che per fabbricare le stof- zia, oltre i che prima
privilegi pe'traQìci
fe. Altri rilardano ali i45o ali i48 l'ini- erano divisi fra'genovesie pisani. Aggiun-
piesa di Ruggiero I e la guerra che fece ge che verso quell'epoca Venezia fondò
a Emanuele Comiieno, impadronendosi le sue manifatture di stoffe di seta, d'o-
culle sue uavi de'lidi di Grecia, d'Alene, ro e di porpora, che in poco d' oratou-
266 S ET SET
tiiislarono di pregio con quelle Luc-
eli nieri telai, massime di Francia, scema-
ca, e vinsero quelle di Sicilia, Lisbona tole così non poco del profitto a cui essa
e Almeiia. Alili storici prelemioiio, che potrebbe ben a ragione aspirare. Le ma-
neliSoo essendo slate cacciale da Luc- nifatture però delle sete vanno sempre
ca da Casti'uccio Caslracane diverse fa- più prosperando in molte città, ed è spe-
miglie di parie guelfa, e disperse per va- rabile che io breve la seta ottenuta dai
rie cillà d'Italia, a queste portarono pu- bozzoli nudriti coi gelsi italiani sia lavo-
re l'arte della seta, e specialmente a
Ve- rala in rasi, stolfe, velluti, ec. io modo da
nezia, ove pure si stabilirono non poche sostenere il coni'ronto delle più perfezio-
famiglie emigrale da Firenze^ e vi con- nate manifatture forestiere. Allora l'Ita-

dussero abilissimi operai nel filare, tes- lia, già ricca per tante felici produzioni,
sere e tingere le sete; quindi i lucchesi avrà un tesoro maggiore di prosperità na-
e i fiorentini ottennero dal senato vene- zionale. La seta peròche produce la Ci-
to la cittadinanza e molti privilegi. Ai»- na, non si può negare ch'è la più nobile
che Bologna per un lucchese ivi stabili- e bella che trovar si possa, ed in conse-
to, nel 1872 ebbe inventalo il famoso fi- guenza la più in credilo. L'arte della seta
latoio, col quale si torce la seta a due fi- in Francia fu introdotta per la i." volta
li, delti orsoi reali alla bolognese o or- nel 1470 sotto Luigi XI a Tours, essen-
ganzini, macchina che restò unica a Bo- dovi stali chiamati i più abili operai da
logna sino ali 538 : fiorirono tanto le ma- Venezia, da Firenze, da Genova e dalla
nifatlure di seta in Bologna, che si cal- Grecia pure. Ad onta de'privilegi concessi,
colarono fino a 3o,ooo operai. In Napoli l'arte non vi feoegrandi progressi, finché
fu stabilita l'arie della seta neh 458 da Enrico IV, valutandone gl'immensi van-
Ferdinando 1 d' Aragona, sotto la due- taggi, la fece prosperare in Parigi e se-

zione del veneto Marino Calaponle, e fu gnatamente in Lione che se non dapper-
:

fonie d'inesaurabili ricchezze. In questo tutto per il clima ponno riuscire i gelsi
Mìodo i setificii italiani col volgere de'se- e i bachi, fiorentissiine ne sono le fabbri-
coli resero in certo n)odo tributarie d'I- che, fra le quali primeggiano quelle ce-
talia le più opulenti nazioni d' Eiuopa, lebri di Lione. Dopo gl'incoraggiamenti
le quali versarono e versano ancora in del celebre Colbert, la Francia sommini-
grembo alla penisola una gran parte di stra le più belle seterie ed i più bei drap-
quelle ricchezze che acquistano colle ma- pi. Gli ultimi fra gl'italiani a coltivar l'arte
nifatture e coll'industria nutrita dal la- della seta furono i piemontesi, i quali pe-
voro de'bachi italiani. Silfalta inilustria rò sotto il regno di Vittorio Amedeo II

giovata da tutto il complesso di clima, di fecero grandi progressi, e ne trassero van-


suolo, di esposizione, di posizioni topo- taggi immensi per Io stalo. Vuoisi che nel
grafiche, avvalorata dai progressi dell'a- I "290) la moglie di Amedeo V duca di Sa-
gricoltura e di tutte le arti alìini , è in voia propagasse inPiemonte la sericola iu-
altissimo fiore nel bel paese ove il sì suo- dusti ia,giàda lungo tempo adoperata da-
na, e vi prospera a meraviglia pegli sludi gl'induslri e potenti abitatori della Ligu-
falli da' benemeriti agronomi. L' Italia, ria : verso la metà del secolo XIV inGe-
mentre puòfar delle sete attivissimocom- nova si videro da 1000 cittadini compa-
mercio, saziati il bisogno e il lusso inter- rire in una processione vestiti di seta. I

no, solo deplora che sillatto commercio genovesi furono i primi a ùr l'esperien-
avvenga lutto in sete lavorale nelle va- za della semenza de'bachi della Cina, dai
rie maniere di stolfe che il consumo ad- quali si tracia seta bianca, ordinariamen-
domanda, anziché nella maggior parte le te producendo i bachi la seta gialla e co-
escano dalle mani per arricchire gli slra- lor d'oro. Furono pure nel Piemonte he-
SET 267
DemcMÌti delle seterie i ducli'i Emanuele Intanto aggiungerò, chesi legge ne'n. 2 1 8
Filibeilo, e Carlo Emanuele I suo figlio e 209 òeìGiornaltdiRoniadtiì 853,e nel 1

che ratificò gli statuti dell'arte della seta, 1.4,'^erie 2.'',p.476dclla CiviUàcatloUca,
il padre avendo fatto piantare nel suo te- l'esposizione dell'ingegnosa invenzione
nimento detto la iNIarylierita i 7,000 gel- de'tclai elettrici, delcav. Bonelli direttore
si. Nel febbraio 1 853 giunse negli staliSar- de'telegrafi del Piemonte,deslinata a sub-
di e |)roveniente da Calcutta, una scato- entra re a quel la dell'ini mortale Jacquard,
letta della semenza del BombyzCynihia, esemplificare la fabbricazione il'ogni ma-
nuova specie di llugello che si nutre delle niera di stoffe , togliendone gl'inconve-
foglie del ricino comune, la cui introdu- nienti. Nel n.° 210 di detto Giornale si
zione fa lusingare possa concorrere ad ar- ragiona dell' altra importante scoperta
ricchire l'industria serica del Piemonte. fatta da Asti di Spilimbergo, che inven-
1 sericoltori concepirono speranze sui ri- tò un congegno col quale nel teuipo me-
sultatnenti delle sperienze che si sarebbe- desimo si ottiene lo svolgimento dal boz-
ro fatte in Torino e altrove, sull'alleva- zolo del filo serico, la sua abbinatura e
mento del nuovo prezioso insetto. L'in- torcitura, producendo colla i." operazio-
dustria serica nelle provincie italiane è ve- ne di filatura, seta ammirabile per niti-
ramente domestica, poiché il contadino dezza, tenacità e colorito, e colla 2.' e con-
ricava i bozzoli e vende
li colti va da se, oli temporanea, il la voi o di incannaggio e
ai viaggiatori di commercio, che ne trag- d'abbinatura, somministrando un pro-
gono la seta ne'filaloi ad uso di fabbrici; dotto senza stralcio di sorta. Coll'ultima
facile è poi il trasporto della seta greggia operazione poi, cui è pure contempora-
ne'piìi lontani paesi. Non si può sostene- nea la torcitura, si può dare a' fili qua-

re, che la produzione serica d' Italia sia lunque gradazione di torta, e le piccole
rimasta arenata negli ultimi anni, pure matasse che vengono formale, riescono
gli si fa incontro una seria concorrenza da Senza alcuna rottura, in guisa da potersi
parte della Cina. Lo smercio di seta ci- matellareepassare la trama alla vendit.i,
nese, specialmente sulle piazze d'Inghil- senza uopo d' altre operazioni. Si opina
terra, va quotidianamente crescendo, mas- quindi, che l' invenzione dell' Asti deve
sime pel progresso del commercio cinese produrre una rivoluzione nel mondo se-
britanno. La posizione dell'Inghilterra di rico, e rendere quelT uomo benemerito

faccia alili Cina n'è mediatrice, eia [ire- della nazione, perchè assicura all'Italia il
dilezione de'cinesi pei prodotti industriali primato in questo ramo ricchissimo di
dell'Inghilteira favorisce grandeuìente lo commercio. Finalmentene'n. 2 i 5 e 2G0
sviluppo delle relazioni commerciali fra del medesimo G/or/jri/e si celebra il tro-
i due paesi. Una volta era Londra la pre- valo del d.r Cavezzali di Lodi, sul modo
cipua sede della fabbricazione serica in- di far la seta senza i bachi, senza farla e-
glese, ora è invece Liverpool, ed anche laborare nel loro ventricolo, cioè decom-
]\Ianche»ter. Perciò sarebl)e da desidera- ponendo, come si crede, con agenti chi-
re, che nella filatura della seta italiana s'in- mici le foglie de'gelsi, utilizzandone il se-

troducessero tutti possibili miglioramen-


i ti fero tessuto. La seta così tratta dalle fo-
ti, e segnatamente i soccorsi d'ima mec- glie de' gelsi, non si distingue ila <jiiella

canica perfezionata, per sostenere la con- de'bozzolijCd assicura quasi il doppio del
correnza. A.'loro luoghi vado ricordando le prodotto.
principalimaninuturedi seta,ele più rino- Anche Papi per promuovere
i l'mdii-
mate macchine e filande, che negli ultimi slria della seta, ed incoraggiarne sempre
tempi ne furono costruiledelle veramente più il commercio, da cui deriva una del-
mirabili, come per ogni genere di tessuti. le principali ricchezze delle popolazioni,
268 SET SET
in varie circostanze promulgarono leg- che (Itila villa Massimo,
edificala da Si-
gi ed islituzioni tendenti ad aumentare ilo V, a p. che il Papa nella
I 2 I riferisce
e migliorare la coltivazione de'uioro-gel- propinqua Piazza di Termini [F .^ non
siper ottenere un prodotto ragguardevo- solo vi volea stabilire le fiere franche che
le di seta grezza , non cht; favorirono le si facevano in Farfa, de'mercati, ed il ba-
manifatture, ne'iuodi die notai in più luo- cino del canale navigabile dell' A niene;ma
ghi, a Dogane PONTIFICIE, a Lana, a Roma, riunendovi altre mire egualmente utili,

nelle loro biografie ed in altri articoli. pensò d'introdurre in Roma la lavorazio-


Jl JNovaes ueWaStoria di Sisto F ^ narra, ne della seta, come un ramo d'industria,
cliedopo avere lestaurato l'arte della la- chesottoi suoi auspici! avrebbeassai pro-
na, poco dopo con un bando del cardinal sperato e fatto fiorire il commercio della
Caslrucci significò a tutti i sudditi ponti- città,com'era accaduto per 1* arte della
fìcii, di voler destinare prefetto dell'arte lana da lui ristabilita in Roma, ed a tal
«iella lanalMetro Valenlini toscanodiPien- fine volle aprirne le olìlcine in quelle ca-
za, come il Papa esegm eolla bolla Cuin sette da lui nuovamente fabbricale ap-
sìc.iil, de'28 n)aggioi586, Dilli. Iloi/i. t. presso al palazzo della villa, per rendere
4, par. 4j p. 2 18, in cui istituì l'arte di la- anche piìi popolata quella prediletta par-
vorare la seta , di fabbricare drappi e i tedi Roma. Riporta ancora il narrato dal
gli ara/zi. Ed alUncliè 1' arte medesima Cassio, sulle molle botteghe e basse stan-
SI potesse con piìi comodo esercitare in ze da Sisto V fabbricale intorno a detta
tutti i luoghi, ortlinò che le provincie e piazza ad uso de'filatoi di seta, e diverse
le comunità dello stato a ciò contribuis- ollicine per altri mestieri, in questa oc-
serosottodiverse pene, col piantarvi i n»o- casione, dice il principe, uscì fuori il ve-
rogelsi nelle loro terre, da'quali i padro- neto ebreo Plagino di Gabriele, il quale
ni tle'terreni ne ricaverebbero il fruitalo, si disse inventore d' un segreto, con cui
C()n)e la camera aposlcilica del solo lavo- ricaverebbe la seta due vulle
dai buchi
ro de'drappi lo ricaverebbe, con altri op- l'anno ,
promettendo che da questo suo
portuni regolamenti che si ponuo leggere nuovo ritrovato ne tornerebbe grandis-
nella bolla, e tutti vantaggiosi a'posses- simo profitto alla camera apostolica e al-
S()ride'lerreni,ne*quali comandò di pian- che l'utile ande-
lo stato ecclesiastico, e
tarvi 5 di questi alberi per ogni rubbio rebbe sempre crescendo con universale
(li terreno, per pascerne colla foglia ab- vantaggio per la gran facilità e poca spe-
bondevolmente i bachi da seta. Dal pub- sa con cui si metterebbe in esecuzione
,

l)lico erarioSisto V fece all'uopo sommi- il suo ritrovato, purché ne venisse ben
nistrare scudi 1 5,000. Molle piantagioni compensato. Sisto V volendo mostrargli
difatli se ne formarono e in varie cam- la sua soddisfazione^ spedì in suo favore
pagne, esi ebbe in tanta quantità di quei uQh\G\ QyDaliim Romaeapuds. Mai cani
piantoni, sino a venderne molte migliaia die. ij' /unii 1387, che si trova nella se-

in paesi stranieri: da ciò derivò iu pro- greteria de'brevi, col quale gli concesse
gresso ili tempo una noUdiile proibizione per 60 anni la privati va della lavorazio-
di seta grezza nello stalo pontificio, e si ne della seta secondo il suo ritrovato, ol-
uumenlarono le fabbriche di seterie tan- treunaquantità di privilegi e facilitazio-
to necessarie anche per l'uso delle chiese, ni per incoraggirlo, ed oltre la licenza di
per gli abiti degli ecclesiastici, e massima- abitare per 5anni colla sua famiglia fuo-
I

luenle della curia e corte pontificia , in ri Accordò all'ebreo e coinle-


del ehetto.
un tempo che anco i secolari vestivano ressatiperGoanni, anche il 5 per ioo<li

di scia, ciò che dtn-ò sino n'nostri giorni. lucro,ed un'oncia perogni libbra di seta.
Il principe Massimo, nelle Notizie slori- L'ebreo pei' grato animo volle porre a
SET S ET 5^9
parte del profitto d. Camilla sorelln del ne,perchè alcuni di es<«i ne furono fonda-
Papa, donandole la metà del giiiidagiio tori, in seguito vi fiu'ono ammesse altre
che ricaverebbe dal suo segreto, e nell'i- civili persone, rimovendone i garzoni che
stromenlo perciò rogato, per giura mento prima v'intervenivano. Il medesimo Piaz-
toccò la penna, secondo l'uso degli ebrei. za nel cap. 3 I parla della confiaternita
Nati dissapori con d. Camilla, o perchè de'ss. Sebastiano e Va lenti no de' mercanti
il segreto non corrispondesse all'espella- merciari, ec. approvata da Pio V, e con- I

ti va, essa nel i 58q die in locazione i 8 bot- fermata da Clemente VII Icolla bolla /?o-
teghe e un magazzino sulla suddetta piaz- manus Ponlifex,òtiZ gennaio iSgG, e
za a Gio. Battista Corcione napoletano, col titolo di Collegio e università de' Mer-
con patio di costruire essa medesima due canti. Sì coiìipose di lutti i merciari, se-
nuove botteghe per forno e tintoria del- larol i,bar.dera ri, trina roli,berret lari, cap-
la nobile arte della sela,cheCorcione in- pelluri, profumieri, guantari, conciatori
tendeva introdurre in Roma, secondo la di pelle, stringari, pettinari, lanternari e
concessione che glieneavrebbelalto laca- tutti gliallri venditeli di qualsivoglia sor-

meraapostolica. IMa neppure questo con- ta di merci , tanto di quelli che aveano
tratto ebbe felice esito,e nel 1 5c) i ,già mor- bottega e vendevano panni, drappi, saie,
to Sisto V, fu sciolto a motivo d'una ma- ciambellotti equalunque roba e mercan-
lattia contagiosa di febbri n)aligne intro- zia, e venditori per Roma a minuto, col-
dotta in Roma, e particolarmente in tutti la qualifica di Consolatode I\lerciari,%o\.-

i fabbricanti e tessitori di velluto abitan- loia protezione de'ss. Sebastiano martire


ti nelle case presso la villa, che dal Papa e Valentino prete. Papa Clemente Vili
erano stati fatti venire in Roma per intro- donò a questa università la piccola chie-
durvi l'arte della seta. Lo stabilimento sa già parrocchiale,sagra a tali santi,silua-

delle manifatture di seta ne'ricordati lo- ta sulla piazza IMattei o meglio Paganica
cali, per altre difficoltà non polendosi ef- presso la piazza denominata dell'Olmo,
fettuare, furono affittati ad altii usi. Sic- incontro e vicino al Palazzo Matlei, ^ìk
come sotto Leone X neliSiy erasi isti- casa dis. Valentinostesso. Inquesla chie-
tuita in R.oma una compagnia di tessito- sa vi è un'immaginedella B. Vergine del-
ri di tele e pannilini con chiesa ( di cui la Purificazione, alla quale d. Fabio Mal-
parlala Lana e nel voi. LII, p. 58), e sot- tei duca di Paganica, che dal propinquo
to s. Pio IV l'altra confraternitade'coper- palazzo ivi l'avea trasferita, per le feste
tari, pettinari, mercanti di lana e loro la- fecedonod'una ricca collana dì pieti epre-
voranti, con proprio allaie, così nel i
504 ziose, con frontiera pure di gemme, in
nel pontificato di Clemente V 111 fo isti- rendimento di grazie della salute ricupe-
tuita la congregazione de'mercanli, nell'o- rata dal baione Giuseppe Matlei luogo-
ratorio (rifabbricato con bella archi lettu- tenente generale dell'imperatore Ferdi-
ra e compito nel 65o) posto
i sotto la sa- nando 11, che ne avea implorato il patro-
grestia della chiesa del Gesù e presso la cinio nelle pericolose ferite riportate nel-
porteria, e ne feci parola a Gesuiti, de- lafamosa batlaglia di Lutzen, perduta e
scrivendo quel meraviglioso tempio, per ove restò morto Gustavo II re di Svezia,
antonomasia chiamato Y Anlicaniera del onde Ira il bottino flitto vi furono tali gio-
Paradiso. Di questo sodalizio e de' due ie. Dipoi nel i653 il valoroso Giuseppe
precedenti il Piazza ne tratta neir/f«.?e- fu onorato del titolo di duca da Filip[io
vologio romano, [vai. ìo, cop. i6, i 8, 2 3. IV re di Spagna, per avere eretto in du-
Avverte il Piazza, che sebbene nelTistitu - cato la terra di Paganica in Sabina, eda.
zione la congregazione non dovesse esse- InnocenzoX già neh 643 fatto capitano
re composta diedi mercanti di professio- generale delle proviucie di Ferrara, Bo-
270 SET SET
lognn ePiomagna.Nella chiesn, il rjnnili'o drappi, onde giungere ad una maggiore
dell'ai tare maggiore jappiesentanle S.Se- perfezione, si ricordano le cure e provvi-
bastiano è del cav. d'Arpino; negli altri denze dell'imperatore AlessandroSevero
s. Giuseppe l'Oltini, che
altari dipinsero del 222, il quale per far fiorire il com-
fecepure la pittura sulla porta, ed il s. merciodi Roma, non solo accordò ai fab
Valentino unoscolaredel cav. d'Arpino: bricatori di drappi gran privilegi , e gli
le pitture del solFjlto sono di d. Placido esentò da molti e gravi pregiudizi, ma
Rornoli messinese. Nel secolo passato Ih provvedendo anche al buon ordine, di-
chiesa fu ristorata con architettura diPoz- vise i mercanti e gli operai in differenti
resi. Neli6f)r> furono stampali in Roma: corpi di traffichi e di mestieri, dando a
Slaluta, ordina lioiies^elfncultalea Uni- ciascuno di loro protettori cavati da'lo-
versitnlis Mcrc'mriornni Urbis, eguai- ro corpi, e giutlici particolari, i quali po-
mente approvali dai senatori e conserva- tessero aver conoscenza de'loro affari, e
lori di Roma. L'istituzione delle Univer- cheegual gloria doveasi aBenedettoXl V
silàartiaticJif^P' .),e\e concessioni di chic* e alle cure del cardinal camerlengo. Cle-
se e piivilcgi (u sen)p!e a cuore de'Papi, mente XIV ordinò la decenza del vesti-
per l'incremento delle ai ti, con eccellen- to e il capo velato alle donne che si re-
ti leggi e regolamenti. Ad Ospizio apo- cano in chiesa; all'educande de' conser-
.sTOLico narrai l'introduzione dell'arte de- vatoriie de'monasleri prescrisse un abito
gli arazzi ordinata dnClementeXI, qua la •
uniforme, vietò loro le vesti di seta e fece
le si rese assai celebre; ea Dogane quan- altre prammatiche; e col decreto Expo-
to quel Papa protesse le fabbriche e ma- ni nobis, de'^S luglio 1771, Bull. Roin.
nifatture di panni, velluti e sete lavorate, coni. t. 4j p. 348, acciocché dall'univer-
con de'yagostoe 18 dicembre 7 19,
editti I sità de'tessitori sempre piìisi perfezionas-
e de' 720. Inoltre a Dogane ri-
ic) luglio I se la maniera di lavorare drappi, e tut- i

cordai come Clemente XII incoraggi l'ar- ti gli altri lavori sì di seta che di trina,

te della seta. Nel luogo citato, parlando prescrisse con chirografo e regolamento
della chiesa del Gesù, dissi che gli 8 bel- provvide disposizioni pe' 4 corpi d' arte
lissimi arazzi allusivi alla vita di s. Igna- de'tessitori, sia di seta e di trine, sia dei
zio, nel ( 742 e nel i 743 furono tessuti in tessitori dell'arte della lana, sia de'lavo-
una fìbbrica particolare eretta in Tras- ranti d'ambo i sessi. Novaes e' istruisce,

tevere. Abbiamo da Novaes, che Cene- come VI, sollecito d' incoraggire il
l'io

detto XI V soppresse nel 74


circa 7 pe- i ' commeicio e impedire continui mono- i

santi tributi o gabelle imposte sulla seta polii ed estrazioni di sete e bozzoli don-
cruda e altri generi. Benedetto XIV col di si ricavano, in pregiudiziodelle fabbri-
moto-proprio, Per (juanlo giovcK'ole,i\e.\ che nazionali, che molto si erano avan-
20 giugno 754, approvi! I il regolamento zate nell'artedi fabbricare la seta, ordinò
e nuovi statuti sull'arte della seta, eri-
i nel I
787 con sua provvida legge, che nin-
gendo un nuovoconsolalo,percuifu stam- no potesse fare questa estrazione da Ro-
pato in Roma il libro: Stnluti del conso- ma o suo distretto, sotto pena della per-
lalo della nobile arie della seia, appro- dita di tal genere, e di 5o scudi d'oro per
vali con moto proprio dalla Sanlilà di N. ogni contravvenzione, ferme rimanendo
S. Papa Benedetto XTF. Nella dedica che le gabelle sulleseterie che s'introdurreb-
i consoli e l'università dell'aite della seta bero negli stati pontilìcii.Quanto fece Pio
fecero del libro al cardinal Silvio Valen- VII per proteggere manifatture anche le
ti camerlengo di s. Chiesa, nel celebrare Dogaxe. Osserva il
di seta, lo ricordai a
gli utili provvedimenti decretati sullema- Coppi, Annali d'Italia, anno 827,0.° 4> 1

uifatture della seta e l'arte di tessere i che Leone XII con nolincnzione del car-

I
SET SET 27C
(linai camei'lenf^o de'S settembre, die al- re rilevai a Ospizio apostolico, ove pur
cune disposizioni per incorcigijiare nello dissi che riattivò l'arte degli arazzi in fi-

stato pontificio le raanifatluie di lana, di gura. Nel n."i5g del Giornale di Roma
seta e di lino ch'erano inferiori a molte del 1 85o si legge la notificazione del mi-
straniere. JVel tempo stesso piìi avea [)ub- commercio, indiiNtria ec.,com-
nistro del
hlicato la notificazione de'3o agosto, per mend. Camillo Jacobini, che in nome del
organo delcardinalsegrelai io di strilo, in Papa Pio IX, ad incoraggiare e promuo-
cui si dice. » il clero essere autorevolmen- vere le utili manifatture dello stato, or-
te eccitato a non fare di più uso di tes- dinò l'istituzione d'un'annua premiazio-
suti di lana esteri, e prendendo normadnl ne d'emulazione pe'teàstiti di seta, e di
suoesempiojsi prevalesse de'prodolli del- seta mista; di cotone, e di cotone e lana;
le fabbriche dello stato. I pubblici impie- cioèdi medaglied'oro di scudi 3o per gli

gati si riconoscessero eccitati ad unifor- esistenti fabbricatori saranno i cui tessuti


marsi'pienamcnte allo stesso consiglio. I riconosciuti per migliori, e d'una meda-
più zelanti a corrispondere a tale eccita- glia d'argento del valore discucii 6, per
mento avrebberoacquistato un diritto al- que'tessuli chesi avvicineranno alla bon-
la sovrana considerazione. Sebbene poi tà de'premiati colla medaglia d' oro; ed
queste considerazioni fossero precisamen- inoltre sono ammessi al piemiod'una me-
te dirette agli ecclesiastici ed agl'impiega- daglia del valore di scudi 20,i scialli gran-
pure non dubitare che non sarebbero
ti, di tessuti di cotone,e di coione e lana. Nel
mancali in ogni altra classe de'suoi ama- n.° 2(38 del Giornale di Roma de! <S 73, 1

tissimi sudatiti molti de'qnali si sarebbe- si ritt;risce che in conseguenza de premi


ro recali a gloria d'imitare il suo esempio decretali dal Papa Pio IX a tutti quelli
edi contribuire alla prosperità dell'indu- che ne'piopri fondi avessero aumentato
stria nazionale". Aggiunge il eh. storico, la piantagione degli alberi, especialmenle

che disgraziatamente l'esempiodelsovra- dell'olivo, pel quadro dimostrativo pub-


no non imposea'sudditi, né vi era tra es- blicato dal suddetto ministro si viene rt

si tanto spirito pubblico da secondare ta- conoscere che nello stato pontificio nel
:

li insinuazioni, onde la nolillcazione fu i85o furono piantati 20,046 alberi di


subito trascurata e poi dimenticata. (To fpielli contemplati nelle notificazioni dei

mi sorprende, considerniiclo leaiirceesnn- 21 novembre 84<1 e 3o ottobre i8tÌo;


I

tissime disposizioni di Leone XII, per l'in- che nel 8 > 1 ^iscesea iG,(")n'-;enel 8 )2
1 i 1

cremento delle arli della seta e della la- a 07,266.Dalcherisulta,chein im trien-


I

na precipuamenle,a fronte che ilpruiitu nio fm-ono piantali 244j2I9 alberi, dei
dell'italianismo già formicolava nelle ve- quali 5o,6i I sono 53,0"^ gelsi.
olivi, e

ncdi molti. Diversi l^api inveirono contro Nel n.° G9 i\e\Giornali' di Roma del 1813
l'inHnoralissimo e disastroso Lussaci '
.),
si dice. V II rapiilo e veriunente sorpren-
anche nell'inlendimentodi far prosperare dente sviluppo dell'industria della seta in
le indigene nianifutture di seta, di lana e molte provmcie del nostro stato, niercè
altre; ma fatalmente senza successo, come leprovvide cure del governo, che seppe
deploiai in quell'articolo e in altri, come incoraggiare pei' tanti amii e premiare li

a Lutto per l'abuso che se ne fa, e negli piantagione de'nfori gebi,ha iiidotlo un
articoli citati a I^rammatica. A l'io Vili nostro concittadino cullore dell'arte se-
ed a Dogane loilai quel Papa per le prò v- rica a compilare una Guida giornaliera
videnzepubblicatein vantaggio dellema- per l'educazione de bachi. In essa vi ha

nifatlurenazionali;ed altretlantu leci nel (|uanto possa ilesidcrarsi; poiché, oltre le


2. "articolo per Crei^orio X/ I, ed atico- niiiine necessarie allo sviluppo e mera-
ra a Lana, arte da lui protetla, come pu- viglioso line di M utile animaletto, per lui-
ini SET SET
lo il tempo rinviensi mac-
scolpilo ttillo il loro piantagioni anche a riparare i venti
chiniamo fino ad ora inventato da uomi- nocivi alla catnp^gna,e alla salubrità del-
ni (lislinti, principiando da'faljbricati fino l'aria, come dimostia altrove. In fine a p.
alle ullimestoviglie. grande come il pic-
Il 289 ragiona de' bachi o vermi da seta,
colo intraprendente d'una tale industria, essendo chiamato l'insettoya/af^tì! mori,
Jia tanto quanto per una grande e picco- che presenta un ramo di commercio atti-
la edticazionerichicdesi". Il Calindri che voedi grandi risorse. Insiste sidl'aumen-
nel 1
829 pubblicò il Saggio stalislico sto- todella piantagione de'geUi, perchè oltre
rico de l poiUìficio stalo, paria delle olli- la seta, gli alberi sono utili per leaccenna-
cine degli arazzi, inventati da Attalo le le cose, essendo di perfetta qualità i gel-
della Misia, erifioriti nello stato romano si delle terre pontificie, ove prosperano e-
sotto Clemente XI; de'borgonzoni, e dei gregiamente, e lesele che ne derivano so-
cappotti ad uso greco; delle coperte co- no le più accreditate di quante si conosco-
lorate, in cui dislingiiesiFossombrone;dei no. ÌSe\n°5i (ic\DiariodiRomade\ i843
damaschi bianchi e colorati,, già antichi si apprende da un erudito articolo, estrat-
in Italia, e portali da Damasco; de'drappi to dal Tiberino e risguardante la mani-
d'ogni sorte, frange, galloni d'argento, di fattura delle sete inRoma, che la setagrez-
oro e di seta; delle lane e panni che non ra proviene fiella magi^ior parte da Fos-
invidiano le fabbriche sti-aniere; delle sa- sombrone, dalle Marche e dall'alta P».o-
ie, scarlatti e sete, dicendo che la miglior magna,producpn(lopiùdi5oo,ooo libbre.
seta è quella il'ltalia, ma quella del Pie- Che la qualità della seta è migliore delle
monte essere più nervosa, e più pesante altre, e perciò nel mercato di Londra so-
la francese; che maggior filatoio di se-
il leva vendersi due scellini la libbra più di
ta esiste in Faenza fino dal i 55q ; che tutte le altre; quindi che ia maggior par-
delle stoffe ve ne sono di più specie; pei te del prodotto si mandava all'estero, e
\eli essere celebra Bologna, pei velluti di dipoi a caro prezzo ricompra manifat- si

gran pregio Perugia; consiglia una espo- turata. Che tale prodotto sempre più an-
sizione pubblica di manifatture, cioè di davasi aumentando, per l'aumento conti-
quelle che hannoottenulo miglioramen- nuo delle piantagioni de'morogelsi, ma
lo, praticata a'tempi d'Augusto presso le non si hanno che pochissime fabbriche,
donne ibère o spagnuole, e ne'nostri nel per cui erasi istituita una società d'acco-
regno Lombardo-Veneto. Il commend. mandita in Pioma, con iscopo di fabbrica-

Angelo Galli, attuale minislrodelle finan- re drappi ad uso di Firenze, de'quali nel-
ze, nel I 8.40 pubblicò: Cejiiii economico- la solaRoma ve n'era un notabile consu-
stfilistìci sullo stato pontificio, ove parla mo. Che s'incominciò un saggio aprendo-
della seta a p. 99, e dice che ogni anno si una fabbricazione con pochi telari, e si

da' bozzoli si ricavava circa 2^0,000 lib- ebbero drappi di seta simili a quelli di Fi-
bre di seta per l'estero, ed altrettanta cal- renze;fatti poi rigorosi calcoli, risparmian-
cola poterne restare nello stalo, malgrado dosi le spese di porto e dazio, risultòche
la ristrettezza della fiibbrica/ione, perciò il prezzo de'drappi era minore di quello
un annuoprodotto totaledi libre 5oo,ooo: di Toscana rimanere adunque a compie-
:

che le sete più accreditate sonoquelledi re un'opera di notabile vantaggio e di e-


Fossorabrone. A p. 221 discorre de'gel- sempioad altre, coli aumentare il nume-
si, che in lutti luoghi non paludosi, né u-
i ro ile' telai e quindi i filatoi; terminando-
midi,somQiinislraiio alimenti ai bachi da si col dichiarare i piegi delle società di
seta, legname pei lavori di mobilia, pre- accomandita, le sole che per la loro natu-
sentando fibra e colore molto aggradevo- ra potrebbero far prosperare nello stato
le, uteusili, e legna da fuoco; giuv andò le pontificio l'indusli'ia delle sete ridotte a
,

SET SET 273


manifatlure, e dove la malerin pi imiti va Pervenuti a Roma i diplomi e le meda-
o grezza abbonda a nieiaviglia, e in bon- glieal minislcrodel commercio,dadispen-
tà vince quella d'ogni altro luogo. Nel voi. barsì insieme co' libri contenenti gli atti

LUI, p. 2^7 feci cenno delia conituissione dell' esposizione, ne pubblicò 1' elenco il

dal l'apaPiolXde|)Utata in Pioma, sopra u. ()7 del Giornale di lloma del 853. In i

proposizione del ministero del commer- questo e nella categoria de'giudicati degni
cio, per esaminare gli articoli de'prodolti d'onorevole menzione col dono d'una me-
industriali emaniratturicri,da poter com- daglia, si le""e. Il cav. Daniele Berretta
parire con onore nella grande esposizio- per la seta lavorala nella sua filanda d'An-
ne che dovea aver luogo in Londra nel cona; la camera di commercio di Ferrara
i(S5i e lo ebbe felicemente. In questa
, per la lavorazione della canepa cenlese
fiera mondiale si esaminò il merito del- ridotta iit tela e in funi; F. Bracci per la

le produzioni di tutte le nazioni dell'u- seta grezza lavorata nella sua filanda di
niverso, [)er la prima volta solennemente Fano; il prof ArmenlarioMeifredy (lacui
raccolte. Ivi fu reso un omaggio al genio prolusione alle conferenze sericole si leg-

inventivo e al buon gusto; (u una rivista ge nel 93 e seg. dtW Osservatore Ro-
n.°

generale dell'industria umana. L'esposi- mano òc\\ ^5 i)pev la seta grezza e in or-
zione inglese nel mirabile e sorprendente ganzini ottenuta in varie educazioni dei
palazzo di cristallo, rappresentò lo stato bachi. Tutti gli altri che inviarono oggetti
florido dell'industria etlel sopere artisti- all'esposizione riceverono una med.iglia.
co ili tutti i paesi; quindi si ammirarono Nel n." 208 del Giornale di Roma del
in un solo luogo vastissimo riunite tutte i853 si descrive la filanda eretta in Al-
(jnante le meraviglie dell intelletto luiia- bano nel già palazzo Corsini, la quale fa-
no. Inoltre l'esposizione di Londra fu im miglia l'edificò e ornò con pitture a buon
vero congresso della pace, all'ombra del- fresco, rappresentanti molti feudi della
le arti edel commercio; popoli ivi si av- i nìedesima, ed alcune fabbriche e gesta di
vicinarono gli uni agli altri, e dimentica- Clemente XII Corsini; quindi abitato da
rono le loro gelosie, l'emulazioni, le ini- Cai lo IV Spagna, questi lo abbellì
re di
micizie. Nel n.^iyS del Giornalt eli Ilo- di ben disposto giardino, con balaustre e
ma del i 8 > i ,col notificarsi il termine del- sontuose fontane di marmo lavorate nel-

l'esposizione di Londra e il ritorno in Ro- Canova. Neh 8 J2 divenulcj il


lo studio di

ma diCarlo Trebbi, che in qualità dicoQi- palazzo proprietà del commendatore A-


missarioavcapresoegregiamentecura de- goslino Feoli, egli rese più gaio il giardi-
gli oggetti che vi furono spediti dal go- no, ed aumentò la grandezza del fabbri-
verno pontificio, si dice che molti di essi cato, costruendovi a fianco da'foiidamen-
furono venduti. » A dimostrare il pregio li altro braccio laterale per mettervi una
in che sono stale tenutele nostre scultu- n.°76 caldaiuole a v;ipore col
filanda di
re, musaici che sembravano leggiadre
i motore meccanico. Queste collucile, ne
e delicate dipinture, marmi lavorati, e in derivò la più sorprendente illusione, per
pai ticolare I' alabastro , da cui fu tratta vedersi girare tutti i naspi celeremeutc
un'ampia e preziosa tazza, i cammei, la se- senza apparirne la cagione. A"5 scltem-
ta, i legni, l'allume, i pavimenti d'argil- l)re principiò a lavorare la filanda, gran-
la colorila, la caria da stampare i rami dioso opificio che aumenta il decoro di
oltre la vendita che se n'c latta in Lon .Mbano e torna in lode al proprietario,
(Ira, ne fornisce prova baNlante il giudizio, il(|ualccosì [)rcparò un largo fruito d'oc-
pel (piale parecchi di >iniili encomi.iti la- cupazione e di lucro alla città.

vori o piodolli hanno mcrit.ilo In prege- SETI 11 ANI o SETI II MANI Eretici
vole disti nr ione della medaglia ili premio". cos'i chiamali dal uomcdi Selli, figlio d A-
VOI.. LXIV. 18
274 SET SET
damo e di Eva, che fu capo della 10773 furono vescovi Llmenio che fu al concilio
de'saiitì e de'fìgli di Dio, come li chiuina d'Efeso nel 43i, Amachio intervenne a
la Scrillura, i quali conservarono la vera quello di Calcedonia, Eraclidiano sotto-
religione,mentre quelli del fratello Cai- scrisse la lettera sinodale della provincia di
no si abbandonarono ad ogni sorte di sre- Lidia all'imperatore Leone, Giovanni fu
golatezze. Erano un ramo de' Vàlenli- al 6." concilio generale ed ai canoni in
niani (/^
.), sortito dalla setta degli ereti- Trullo, altro Giovanni si recò al y.° con-
ci Cainìli{T^^. Questi eretici comparve- cilio generale. Oriens chr. 1. 1, p. 880.
ro in Egitto verso l'anno 190, e sussiste- SETTA Seda, , Faciio, Disciplina.
vano ancora al tempo di s. Epifanio nel Quantità persone
che aderiscono a
di ,

IV secolo. Essi inventarono una favola qualcbedunOjO seguitano qualche parti-


opposta a quella de'cainiti; e menile que- colare opinione, o dottrina, o regola di
sti adoravano Caino e lutti i malvagi, i vita religiosa. Principalmente il vocabo-
selbiaui prestavano il loro culto a Setb, lo Sella si usa per indicare i seguaci del-
e lo consideravano come Gesù Cristo fi- yEresia{F^.)e dello Scisma {/^'.), gli uni
glio di Dio, ma ch'era stalo fatto da una e gli altri qualificati £'/eror/os5/(/^.). Inol-
due famiglie
3.^ divinità, e sostituito alle tre, setta per fazione, o congiura, conspi-
diAbeleeCaino distrultedal diluvio. JDi- ratio, si dicono le tenebrose società poli-
cevanoaver sposalo Horea, e l'onoravano tiche e segrete. I seguaci di tutte queste
come una divinità. sette, religiose e poHtiche, si denominano
SETHRON. Sede vescovile d' Egittoo settari.Dice il Dizionario della lingua i-
dell'Augustamnica i.^,nel patriarcato di taliana, che Settario o Seilalore, seguace
Alessandria, sotto la metropoli di Pelu- di setta, per lo più si prende in cattiva
sio, eretta nel V secolo. jNe furono vesco- parte: seclae addiclus , facliosus, seda'
vi Teone che fu al i

concilio d'Efeso, I- lor. Tra gli Ebrei (^.) si conoscevano 4
sidoro intervenne a quello di Calcedonia sette particolari, distinte per la singolari-
con Dioscoro d'Alessandria, Giorgio gia- tà delle loro pratiche e de'loro sentimen-
cobitadiaconodella chiesa d'Alessandria, ti, sebbene unite corpo
fra di loro e col
Giovannigiacobitadelio86,Epbremgia- della nazione. Tali sette che presero appa-
cobita che fjorì sotto il patriarca de'gia- reulementeesempiodaigreci versoil tem-
cobiti Cirillo ni. Oriens dir. l. 2, p. 534. po de'IMacca bei, sono quel le de'farisei, dei
SETIA, SETTIA o SITIA. Sede ve- saduceì, degli esseni e degli erodiani. Da
scovile dell'isola di Creta, o Cy (a e uni, coti principio si tentò di far passare anche il

porto, sotto la metropoli di Candia, eret- Cristianesimo (F.)pev una setta di ebrei,
ta nel V secolo. I latini vi ebbero per ve- ma in un senso più odioso; e poco tempo
scovi Andrea cui successe Giovanni di
, dopo insorsero nel seno e centro stesso
Cbavaxio fiancescano deli25i, Giovan. del cristianesimo di verse sette od eresie, di
ni da Siena domenicano fiorito sotto Ur- cuis. Paolo si lagna coll'amarezza del cuo-

bano V, Domenico de Domenici carme- re : il s. Apostolo annichilò ne'Ioro pria-


litano deli 395,Mattia dePiethimooRe- cipii le parzialità colle quali i fedeli at-
cimo agostiniano dell 4o5, Giovanni cui taccavansi di troppo a od a qualche lui,
successe nel 1467 Leone di Kaxia dotto altro apostolo, temendo che nederivasse-
fi ancescano, e Gregorio Minotti del 1 634- ro delle conseguenze pericolose e cattive.
Oriens chr. t. 3, p. 918. Gesù Cristo nel fondar la sua Chiesa (T.),
SETTA, SATTA o SITA. Sede vesco- la edificò sopra una stabi le pietra, e le die-
vile della Lidia, nell'esarcato d'Asia, sot- de un principio di fermezza, in virtù del
to la metropoli di Sardi, eretta nel V se- quale le portedell'inferno non dovessero
colo. Si può vedere Sappa e Zappata. Ne prevalere contro di lei. IMa dovendo ella
SET SET 275
esistere sulla terra, al suo carattere cele- re. Gesù Cristo è quegli che ha conferito
ste dovè associarne lauo terreno, e parte- a s. Pietro e al suo successore la supre-
cipare nelle vicissitudini delle terrene co- ma autorità su tutti i battezzati , ed ha
se. Ella ancora è una chiesa militante e comandato a tutti di ascoltarlo e di ubbi-
non Irionfiinle, e sebbene sia invincibile dirlo. Piicusare a questo supremo capo
in ogni combatlitneulo, guidata coni 'èdal l'ubbidienzae la soramÌ5SÌone,è un oppor-
suo celeste capo, pure deve essere espo- si alla divina ordinazione: l'uno e l'altro
staad accidentali traversie,permesse dal- è peccato; e l'uomo che muore, anche eoa
la provvidenza divina per puniie de'Ioro questo solo peccato, non può salvarsi. Ma
peccati i malvagi tra i suoi figli medesi- la Chiesa tiene per ferino che ci ponno es-
mi, provarla virtù de'buoni, ovvero sem- sere degli erranti, a ragione d'un' igno-
pre più purificare i perfetti. Le altre set- ranza invincibile, che li costituisce in i-
te,che si chiamano cristiane, essendo si- stato di assoluta buona fede. Quando poi
mili ad una casa fabbricata sopra la sab- le cause particolari di nascita, di educazio-
bia, e non avendo un intrinseco principio ne, di abitudini nazionali, di debolezza di
di stabilità, sono non solo soggette ad ac- spirilo, giungano a stabilire in loro tanta
cidenti esterni, ma la instabilità della loro buona fede, da essere l'eresia e lo scistna
fondazione è in se stessa una sorgente in- materiale sol tanto,e non imputabile a col-
terna di can)biamenli e disgrazie. jNelle pa- pa dinanzi a Dio, e da scusarli per conse-
gine della storia soltanto si trovano le ve- guenza circa l'omissione di tanti precetti
-stigia di quelle sette, che state già foi mi- che sono obblignlorii pe'baltezzati adul-
dabili, sono poi scomparse per sempre. Cui ti, questo non è dato all'uomo di definir-

dotto vescovo mg.r Cronzuoli,/5^//;iw/o- lo con sicurezza. Bisogna anzi non am-

iii coUoliche cap. 5i, dirò qual sia il sen- mettere con tanta facilità questa ignoran-
so dellamassima cattolica Fuori citila : za invincibile, e questa buona fede asso-
vera Chiesa non vi è salale, argomento luta : giacché un dubbio che nasca, an-
che pur toccai altroveparlaodo della Zie- che per la sola cognizione dell'esistenza
ligionc, e di quelli che ne sono infelice- di una chiesa, che si proclama per la sola
mente separati Eretici, Protestanti, Sci- vera, in cui unicamente è salute, potreb-
smatici [f^'.). La Chiesa vera non può es- be bastare a distruggere la buona fede as-
sere che una, ed è solamente la cattolica soluta; mentre in cosa di tanta importan-
romana. Come l'unità della Fc(lt(^f^.) per za, qualunque dubbio deve mettere nella
la professione della medesima dottrina, più eiVicace determinazione di ricercare
el'unitàdi regime per la dipendenza dal la verità, con animo pronto di seguirla.

capo supremo, dal f'icario di Gesù Cri' La Chiesa adunque condanna in generale
sto (f^-), Pontefice romano, sono carat- i tutte le sette : e giudicando sol dell'ester-
teri principali della vera Chiesa, perchè no, riguarda come da se recisi tutti quel-
cornpiensividi tutti gli altri ad essa neces- liche ad esse appartengono; ma lascia a
sari; perciò tutti coloro che non professa- Dio il giudizio sull'interno degl'individui,
no la ma. Dottrina cristiana (^.), o che ad eccezione di quelli che apertamente
sono separati dal suo capo, si dicono a- manifestano la loro mala fede, eia volon-
berranti dalla via dell'unità e dulia salu- taria loro pertinacia negli errori. Pari-
te. I dogmi della religione cattolica sono menti ella non pronunzia mai giudiziosul-
tuttiegualmente rivelati da Dio ; pre- la morte di chi si sia battezzato cheap-

tendere di firne una scelta, e tenerne al- pnrterme a società o setta eretica o scisma-
cimi per veri, altri per non veri, è Io sles tica; pei che non conosce quel che passas-
so checonfessareessereldiliocpialrhc vol- se ha Dio e l'anima di lui in quegli estre-
ta veridicOj alcun'altra vulla uigiinuato- mi, ne'quali egli non era più capace di e-
276 SET SET
sternale la rilrallazionede'suoi errori. So- tesl^ seu extra ecclesiam caiholicam nul'
lo si limita a negare i segni esteriori di so- la datar salus. A Pp.EnniERA ed altri ar-

cietà j a chiunque muore esteriormente ticoli corrispondenti, dichiarai coi teolo-


separato dalla sua unità, e l'esclude dalla gi, che la Chiesa sempre animata dalla
iS'f^o/^«rrt(/^.) ecclesiastica. La Chiesa di- cai ità,non esclude alcuno dal partecipa-
chiara che i figli de'settari, validamente re di sue orazioni. Particolarmente nel
ballezzali, che muoiono prima d'un suf- venerdì santo prega pe' catecanieni, trc'
ficiente sviluppo di ragione, si salvano tiei, scismatici, giudei, pagani. \\ Mazzi-
certamente, e li riguarda coinè suoi veri nelli, Uffìzio della settif/ianasanta,paV'
membri per ragione del battesimo. Quan- landò delle Preghiere o 8 i Oremus che la

to ai settari adulti d'ogni età, la Chiesa ri- Chiesa dice nella messa del venerdì san-
tiene,che quelli i quali muoiono in istato to, dichiara. » C'insegna la Chiesa, che
di vera ignoranza invincibile e di assolu- niuno entra ne' cieli, che per li meriti e
ta buona fede, circa gli errori della seda per la redenzione di Gesù, ne vi è altro
in cui si trovano, siccome tali errori non nome dato agli uomini per salvarsi; ma
sono loro imputabili neppu- a colpa, così che questi meriti e questa redenzione è
re formino argomento della loro danna- così copiosa ed abbondante, che lutti par-
zione. In questo caso, costoro non sareb- tecipanodi sua pienezza.E' morto perlul-
bero affatto fuori della Chiesa, ma appar- ti, di tutti è Salvatore, di tutti è media-
terrebbero allospirito di lei. Laonde, sup- tore fra Dio e gli uomini. Questo gran
posto il valido battesimo, la credenza sui mediatore fra Dio e gli uomini, come si

punti principali della fede, e la osservan- è offerto per tutti, così prega per tutti,
za della legge del vangelo, essi pure si sal- niuno è escluso dal merito del suo sagri-
vano. Bisogna ancora avvertire la mag- fizio, niuno dal benefizio di sue preghie-

gior difTicollà in cui si trovano! settari, di re. Si conforma la Chiesa alle intenzioni

ottenere la grazia della giustifica/ione me- del suo divino sposo per ogni sorla di
:

diante lì dolore de' peccati, che possono persone prega ne'suoi sagrifizi, e sempre
aver commessi colla violazione della leg- a'meriti di Gesù Cristo appoggia le sue
ge dell'evangelo, diflicoltà nìaggiore che preghiere. Queste orazioui solenni, falle
nasce dalla mancanza in cui sono di quel di seguilo al Signore per ogni slato e sor-
mezzo , che facilita il conseguimento di ta di gente, ch'erano assai frequenti e co-
quella grazia al peccatore ravveduto, ap- muni, sono parlicolarmente osservale ìq
partenente alla chiesa romana, cioè del questo giorno del venerdì santo, perchè
sagramento della penitenza. La dannazio- in esso essendo il Signore morto in croce,
ne adunque de'settari non dipende pro- ed avendo nella croce pregato per tutti e
priamente dagli errori in cui vissero, ma per gli stessi suoi crocefissori , si è fatto
dalla mala fede con cui li ritennero, e di pregare esempio e maestro, e gode che
dalle malvagie azioni che personaliiìente la Chiesa preghi per tutti, giacché egli a-
commisero contro la legge di Dio. Intesa ma che tulli godano de'me-
de' frulli e
così la wass'ìma, fuori della vera Chie- riti di ^. Limbo e Pur-
sua redenzione ".

sa non vi e salale, ella non ha di certo gatorio, eSETTi.M.ANA s.4?(TA per quanto
alcun che d'ingiusto e di barbaro. Veda- dico del venerdì santo. Infinito è il nume-
si il dottissimo Perrone gesuita, Prae-
p. ro delle sette, separale dalla credenza e
lecliones llieologicae : Traetalus de ve- unità della chiesa cattolica, e delle prin-
ra religione adversus incredidos ci itele- cipali ne trattai a'Ioro articoli, tanto sci-
rodoxos. Proposi io XI. Culpabiliter in l smatiche, quanto eretiche; così di quelle
haeresi vel schistnalcvelincrediditate ex (\cg\' Infedeli e Pagani {^.). Come que-
hoc vita decedenlihus nulla salus esse pò- ste selle sempre conservarono segrete le
SET SET 277
loro imposture, ravvolgendosi nel manlo dice la Civiltà cattolica, t.
9, p. 1
9: Le so
della menzogna e nell'areano, lo dirò poi cicià segrete, che l'organismo di queste
riparlando di loro, e delle leggi e condan consorterie forma uno stato nello stato,
ne contro loro emanate fino dai primi un governo nel governo e contro il gover-
tempi della Chiesa. Qui ricorderò che a no. Le idee sovversive de'semplici dottri-
Religione riportai una statistica sulla dif- nanti resterebbero nell' ordine astratto,
lereiiza delle religioni e sette attuali; ed non si attuerebbero nel giro de'fatti, se
aggiungerò che secondo la Gazzella ec- le corporazioni settarie non venissero ad
clesiaslha di yiennay vi hanno nel mon- incarnarle in certa guisa, a dar loro cor-
do 355 milioni di cristiani, de'cjuali 200 po, vita ed azione. Quindi è che l'era del-
milioni cattolici, 80 milioni protestanti, lerivoluziotiidel continente europeo non
e 7.5 milioni greci non uniti , ossia sci- cominciò, se non quando presovi piede
smatici. Le vecchie sette si distinguono le società segrete e perfezionativi i loro
anche per l' indifferentismo religioso, e ordinamenti interiori, poterono applica-
per nuovi errori falsamente piìi seducen- re le loro macchine con isperanza di suc-
ti. Lo slesso Bacone sentenziò: Le divi- cesso a rovesciare le istituzioni religiose

sioni in fatto di religione, allorché so- e sociali. Fra tante storie che abbiamo
no moltiplicate, conducono all'ateismo, delle sette politiche o società segrete, co-
E cosa di fatto, che se prima de'pretesi me del canonico Giambattista Torricel-
rùforinali [V .) e delle religiose loro sette li di Lugano : Della storia delle sette,

si vide un qualche ateo, quarido io questa società segrete; come del Chetm,! cospi-
e quando iti quella p irte del mondo, di- ratori, le società segrete, e la Polizia di
poi si moltiplicarono in ispavcntevole nu- Parigi sotto Caussiere, Firenze 1 8 5o, per
mero, ed a'noslri giorni n'è tutta piena non ricordare altri; dovendo limitarmi ad
la terra. Ma ciò elle più ne addolora, sic- un cenno di erudizione, reputo opportu-
comequello ch'è piìi di funestissime con- no e stimo preferibile di trarlo dall'eru-
seguenze fecondo, si è che in mezzo n que- ditissimo e importante Discorso accade-
sto caos di capricciose e discordanti dot- mico : Le selle o società segrete, che di-

trine, ormai non si sa a qual di loro dare cesi del dottissimo cardinal Mai, pid)bli-
la preferenza ,
quale setta o comunione cato in Pioraa neh 83 5 co'tipi del Colle-

fra le altreahhracciare.La comune degli gio Lrb.mo, tra i Discorsi di argomento


uomini se ne corre alla cieca, e per quel- religioso, che a lui pure si attribuiscono;
le strade cui loro insegnarono a battere laoudeandròsfiorandolo, potendolo par-
il padree la madre, camminano alla ven- te supplire a tanto laconismo, quanto già
tura : quelli poi che essendo di miglior dianalogo scrissi e pubblicai in questi
condizione fra le oneste e civili persone mia opera ne'numerusi e relativi articoli.
si annoverano, una religione si f(jrmano Incomincia il proemio con dichiarare, co-
di loro talento; finalmente i libertini non me innanzi a questa epoca disatrosa di ri-

ne vogliono di sorte alcuna. Peri primi voluzioni, tutti i reami e repubbliche del-
tutte le sette sono buone ad un modo ,
la cristianità in quiete e prosperità gran-
per questi ultimi tutte cattive. Laonde e- dissima si riposasseio; e ciò che non meno
sclamerò con s. Paolo: " Il Dio della pa- era grato, ogni uomo godeva liberti ci-

ce e della consolazione dia a voi di avere vile, sotto discrete leggi e lievi tril)Uti,sì

uno stesso animo, gli uni e gli altri secon- nella propria, come nell'altrui patria, ed
do Gesù Cristo, onde d'uno stesso animo, in quelle professioni o mestieri che piìi
cou una sola bocca, glorifichiate Dio Pa- lor piacevano, senza conlioversie politi-
dre del Signor nostro Gesù". che, senza torbide demagogie, senza smo-
Delle sette politiche società segrete, data ambizione, e senza rea ^pcl anza di
278 SET SET
iiuovecose. Nondimeno in questo deside- vergogna, cadendo il sedizioso regno dei
rabile slato della crisliana e civile repub- giacobini .Dopo la strepitosa rovina di tau -

blica, cominciò a nutrirsi sotto le ceneri ta mole, tornò ilgiacobinosetlarioa riap-


di fallace filosofìa, tale un fuoco segreto, pialtarsi ne'suoi covaccioli, dolentissimo
ch'era ben tosto perdi vampare in grandis- certamente per sì grande rolla, ma non
simo incendio. Alcuni filosofanti di Fran- corretto nella malvagità del suo cuore.
cia, Inghilterra e Germania, capitanati Perciò attendendo esso a rannodare con
dall'infausto Voltaire, gettavano segreta- pertinacia incredibile i tronchi suoi fili,

mente le fondamenta d'una nuova setta, si videro novellamente i tristi effetli di


la quale benché in vari tempi e luoghi di queste pralichelenebrose. Quindi i tumul
molti nomi siasi insignita, può nondime- ti civili di Spagna, di Napoli, dello stato

nogiustamente ridursi ad una sola deno- pontificio e di i^iemonte, le congiure di


minaziouechesuonaGiflcoZ'm/^moe i set- Lombardia e dillussia,ei demagogici stre-
tari Giacobini [f^.y. ì quali col lorodom- pili di Germania. E quantunque non si

ma specioso che tulli gli uomini sono li- polè in ogni terra levare in pubblico lo
beri ed eguali [non però nel senso che dis- stendardo della nuova sedizione, nondi-
si a ScuiAvo), hanno insegnato a violare meno g'i arcani sforzi furono generalissi-
ogni patto di ben composto governo, spez- mi per tutto clandestine combriccole,
:

zati i vincoli religiosi, interrotti gli ufll- ammissione sacrilega di proseliti, giura-
ci cittadini e gli affetti anche domestici, menti orribili di congiura, simboli infami
traendo l'uomo al solo insociale amore di setta, scrini sediziosi coniro il pubbli-
di se medesimo: da ciò nacque l'anarchia co ordine, minacce non solo, ma vendette
coniro i governi, l'empietà verso la reli- atroci a danno de'fedeli magistrali, odio
gione,la brutalità de'costumi a danno del- dichiarato e immortale contro il mansue-

la giàdominante generale civiltà. Or que- to e benefico sacerdozio. Questo grave ar-


sta cospirazione di nefandi settari, dopo a- gomento l'illuslre autore nel discorso lo
ver segretamente serpeggiato in ogni par- divise nelle 4 seguenti sezioni : primiera-
te di Europa per mezzo secolo, dopo a- menle contraddisse l'arcane selle con ra-
ver fatto proseliti in ogni classe di per- gioni naturali e politiche; poi colle leggi
sone, dopo aver contaminato di rei dom- de'principi; in seguito collo scioglimento
mi e di vizi, le armi, le lettere, le arti, e di alcuneobbiezioni de'contrari;finalmen-
persino talvolta il sacerdozio ; uscì final- te coll'apologia del cristianesimo, tratta

mente dalle sue tane con a fianco le ar- da valentissimi autori anliclii e moderni.
mi de'giacobini francesi, versò un mare I. Ragioni coniro le selle. Incoruincia

di sangue, aboh troni, massacrò sacer-


i i rautoredaldimostrare,chelesettesegrete
doti, divorò il patrimonio di più secoli, sono in opposizione diretta col decantato
disperse ogni lodevole istiluzione,dettòau- patto sociale dell'umanità, prendendo le

dacen)ente dalle cattedre l'empietà, stam- mosse da un principio volgarmente am-


pò gli statuii massonici, pubblicò le pro- messo da tutti que'filosofi, che sono assai
fessioni della sua fede e i principi i della riveriti dalle sette moderne, benché ri-
settaria morale, divulgò i calendari delle gettalo con ragione dai più savi, che ben
loggie ed i lunghi cataloghi de'discepoli, dimostrano non aver giammai esistito
si dichiarò signora delleumnne cose, de- l'uomosenza le leggi connate della socie-
rise le divine} ecredelte nell'ebbrezza dei tà. Che r uomo per necessità desiderò e
suoi felici successi , che il suo scettro di chiese la compagnia d'altro uomo, donde
ferro da ninna forza nò terrena né cele- ebbe origine la società, e fu tosto necessa-
ste sarebbe infranto. Mala feroce iattan- ria la legge pubblica che tutti restringes-
za precipitò ben presto nel baratro della se entro il dovere dettato dalla ragione,
SET SET 279
asiicuiasse i beni, escludesse i mali, fer- buona fede lagnarsi che il pubblico legi-

masse la pace, stabilisse la mutua difesa, slatore e comune custode della repubbli-
come si ha da Platone e da Aristotile, i ca, diflidi di tal fazione? che la inviti e
due greci più celebri legislatori della pa- costringa a contenersi nell'unione comu-
ganità; benché il massimo latino Cicero- ne? che caparbia la domi? che ne danni
ne da più genuino lume illustralo, mira- i perversi dommi? che la scacci da' suoi
bilmeule asserì nel suo lib. i ."delle f^eggi, covaccioli? che la voglia divelta dal mon-
cap, 7, che l'origiue di esse e dell'umana do, dovunque umano e legittimo couvit-
società da Dio propriamente deriva e non to trovasi? i legittimi e savi governi non
dagli uomini, il che confertna nel secondo, ponno starsi tranquilli e comportare sì
cap. 4, e nel terzo della Repubblica, cap. rea sella, importuna per soverchiare un
22. L' autore quindi ritornando co' più ordine ben composto, sospetta di fellonia,
minuti filosofi alla prediletta loro idea ciò che basterebbe a giu>taraente repri-
del supposto patto, dichiara francameule merla, di misfatti convinta in migliaia di
che il settario segreto è un uomo ribelle processi, di giudiziali confessioni, di sen-
agli obblighi di questo patto. Imperocché tenze soleunissime, di documenti d'ogni
egli si ritrae dall'università degli altri uo- geiiere,tefnpo ed enormità, esistenti pres-
mini per vivere all'ombra di patti arcani, so i tribunali di parecchie nazioni. Inol-
e non di pubbliche istituzioni, con certi tre dimostrano cosa sieno i settari, LiQ tor-

altri dell'umor suo: è un uomo che go- rente devastatore di libeicolacci contro
dendo la tutela delle pubbliche leggi, se gli al tarici troni, e coniro ogni principio
ne crea altre in tenebrosi archivi custo- fondamentale di pubblica moralità; te-
dite, le quali inquietano la pubblica fi- stimonianze tutte dello spirito pessimo
ducia, mettono sospetti e timori pel loro che gli anima. Quindi l'autore parla delle
arcano; e non essendo né comuni al ri- scuse de'settari, massime sul loro segreto
manente degli uomini, né cognite a'ma- lenace,che presso gli antichi s'ebbe in con -

gislrali, né subordinate alla generale le- lo di virtù e il tradirlo delitto, per cui
gislazione, formano stato nello stato, re- gli si apre vasto campo di storiche eiu-
pubblica nella repubblica, regno nel re- dizioni sulle antiche sette. Piicorda che
gno, o per dir più vero, ci generano un (juella italica e silenziosa di Pitagora tie-

invisibile ceto di cittadini, iquali sono ne luogo primario nell'arcana filosofia, il


consapevoli degli usi e istituti nostri, sen- quale qualifica solenne ipocrita, imposto-
za dirci i loro; partecipano de'nostri be- re e menzognero impudente, e più simile
ni, seuza farci parte de'propri; una fazio- che a grave filosofo,
talvolta a ciarlatano
ne in somma che
si educa, che pensa, che avendo sapientemente avvisato s. Agosti-
che indegna, che si reg
scrive, che; opera, no, che in Pitagora e ne'pilagorici molli
gè a modo e capriccio suo in mezzo alla furono capitali errori di loro dottrina,
i

pubblica società; e ciò ch'è più formida- incominciando dal perniciosissimo di ne-
l)ile,con giuramentoesecrando di non mai gare la provvidenza divina; indi l'autore
palesare gl'istituti propri, ma di ubbidire riferì alcune manifeste menzogne e talora

al maestro della sua setta, malgrado! con- sacrileghe di quel sapiente, che per im-
trari ordini di qualsiasi magistrato, civi- periosa brevità con pena tralascio. Solo
le o ecclesiastico. Ella è questa la più il- ripelerò, che i settari nostri tolsero d.il-
legiltiuia opposizione allo scopo e all'in- l'impostore Pitagora gli emblemi, le for-

dole dcU'umann società; un'insidia, un'i- mole iniziative, gradi del discepolato, di
i

nimicizia, un pericolo, una minaccia per- chi imparava e di chi era am:nesso al se-
petua alla pubblica tranquillità e fiducia. greto. Famosissimi furono i misteri eleu-
E vi sarà chi possa o giustamculc o con sini dell' Attica, ucl tempio d» Cerere in
aSo SET SET
Eleusi^ poiché per iniziarvisi nell'alto se- i libri Sibillini (Jicui a Sigilla), Dei I\Ia- i

greto conconevano a gaia in Grecia da ni e Fenati , e altri segrelis«iuii riti. La


tutto il mondo i superstiziosi : etano in- Galliaebbe Druidi rigorosi del segreto.
i

decenti e turpi i ritij e perciò di notte si Ma per quanto si vollero tenere occulti
celebravano, né il sole li rimirava; si pro- i misteri settari degli antichi, molti si po-
njetleva ridicolosamenle agl'iniziali, che terono pubblicare colle stampe, come an-
nella vita futuia non avrebbero giaciuto cora il moderno illuminismo di Weis-
nel fango delle regioni infernali. Socrate haupl,ed segreti di altre selle politiche.
i

e Cicerone,! due maggiori sapienti di Gre- Ogni malvagia superstizione fu sempre


cia e di Pioma, disprezzarono tal setta ar- involta ne'veli di qualche arcano, come
cana, le cui formole somigliano a quelle tanti Oracoli,\'d impostura fu scoper- cw'x

degli odierni settari, e forse anche certe ta. Ma niun popolo superò la stravagan-

speciali vesti faziose, oltre le minacce e te impostura degli arcani settari egiziani,
spauracchi che si fanno a'novizi era vi pe- : venerando qualsivoglia strano animale;
na di molte a chi vedeva i misteri eleu- poiché in Egitto si attese con somma cu-
sini senza esservi iniziato, e se tale li rive- ra e malizia ad occultare, confondere, tra-
lava. Agli eleusinisuccedono in celebri- visare e corrompere le idee religiose del
la i quali non fu-
misteri di Samotracia, i popolo : in fatti i misteri isiaci infettaro-
1 ono meno arcani, nò senza pena gravis- no l'Asia, l'Afiica, l'Italia, il Settentrio-
sima si potevano divulgare parte di essi : ne ; la scrittura puie fu resa arcana coi
Enea trasferì in Italia, e segnatamente il geroglillci enimmatici , ed i monumenti
Palladio che fece tanta e sì lunga impo- della religiosa setta egiziana si conserva-
stura in Troia ed in Roma. Altri miste- vano in sotterranee spelonche. Confessa-
ri fiMono quelli di Cipro, per Venere; in rono gerofanti o sommi sacerdoti egizi,
i

Fessi n un le, per laDea grande; in larga- che le divinità loro eroiche erano uomi-
mo, i cabiri ; la Ucozia ebbe le orgie del ni morli,edi templi sepolcri. Dopo gli e-

Citerone; la Fenicia, i pianti mistici d'A- gizi, la superstizione più ipocrita e trista
done; Cananea, l'infamie d'Astarle e
la sembra essere quella degli etruschi, che
di Deelfegor; la Giudea, ne'bassi tempi si ammorbarono tutta Italia di vanissima
dilettò della cabbala Creta, ebbe la ca- ; aruspicina e di laidissime ceremonie; dai
verna di Giove, le pazzie de'Coribanli, ed tanti monumenti rinvenuti, soventesi ve-
i Dili idei ; Delfo, l'antro di Apollo, poi de l'indecenza enorme degli etruschi mi-
trasferito a Colofone; l'Africa intiera s'i- steri. L'arcana aruspicina riempì d'assur-
niziò a Venere; l'Oriente tutto fu dedito dità i confìnaMli romani, e di fantastici e
ai misteri mitriaci, per l'arcano culto del strani rituali per opera di Numa, lenu-
.diolMitra. Di questi e di altri parlai nei lodas. Agostino per solennissimo negio-
luoghi ove furono,a looLATBiA.a Sacer- mante. Sebbene gli auguri con l'arcana
dozio, a Sacrifizio e relativi articoli; co- disciplinausurparono la direzione delle
sì qua-
degli altri che dirò, senza citarli e pubbliche cose, sentenziò Cicerone Che :

si ad ogni nome. Parimenti Boma (/ .) iromaniauguri non hanno mai possedu-


contenne parecchi celi e molte segretissi- ta veruna scienza d'arte. Anche le sette
me cose, infette tutte di pessima Super- cristiane, ma però eretiche, quanto più
stizione {V.)j le cereaionie e imposture infami, altrettanto studiose furono del se-
di Numa, gli aruspici, gli augmi, il fuo- greto. Fanno schifo le orrende lascivie dei
co delie Vestali, i riposti scudi parte del- settari Simoniani, Nicolaiti, Saturniani ,

le 7 cose fatali di Roma, l'arcano nome Basilidiani, Valentiniani, Carporaziani,


della cillà, i sagrifizi occulti di Cerere, Gnostici , Origenisti. Consimili infamie
della Dea buona^ di Couso, i Daccanali, praticai uno gli Adamiti, Marciti, iMani-
i
e

SET SET 281


cliei, i Valdesi, i Poveri di Lione, ed altri .«segreto, tulio usci alla pubblica vista, tut-
molli riportati a' loro ailicoli. Nel trat- to comparve nel suo pieno lume d'illiba-
talo contro l'eresie, s. Ireneo pone per t issi ma santità. La ttanzio,eloquenli«>simo
base di tulle l'arcano erimposliira.I ma- padre, vivendo a'iempi di Costantino il

li immensi cagionali alla Chiesa da' gian- Grande, fu testimonio oculare di questo
senisti, furono preparali nel clandestino transito del savio segreto cristiano alla
progetto di Borgo Fontana. più arrab- 1 pubblicità, quando quell'imperatore donò
biali nemici del cristianesimo furono ar- la pace alla Chiesa. Qui l'autore incomin-
cani settari, e l'autore novera i princi- cia a ragionare delle sette arcane moder-
pali e ne rileva le iniquità, e nuovamen- ne , cognite e disvelale per gli scritti di
te inveisce e delesta le vanissime super- dottissimi e benemeriti confutatori, come
stizioni, parlando pure della nefanda set- ancora per i ftmestissimi ellelli, de'quali
la della magia che infettò tutto l'oriente essendo testimonio, anzi vittima la gene-
del reo contagio, e furono colà i magi, ciò razione presente, non può non conoscere
che in occidentegli aruspici. Celebralissi- le cause pestilenziali che nel seno della so-
me sono nell'indie orientali le misterio- cietà vivente >i covano. Le moderne ar-

se sette de'ginnosofisli, de'bracmani, dei cane selle de'liberi muratori, d'illumina-


bonzi, edi molte più branche in cui si sud- li, di templari, di carbonari, tli grand'o-
dividono. Anche i primitivi cristiani eb- rieiile, di giovine Italia, di figli della pa-
bero la Disciplina àtW Arcano (/^.), di- tria, di fiatelli neri, di cavalieri ilaliani,

fesa pureda Origene contro Celso; ma il tedeschi, russi, scozzesi; di ordini dell'ar-
loro segreto non consisteva in altro se non monia, della speranza,del libro verde, del-
in celare piudenlemenle ai gentili alcuni la costanza; di società centrale, del sud,
donimi santissimi e purissimi, per esem- del nord, del bene pubblico, di credenti,
pio VEucavistia, a fine di non esporli al di aderenti; di unione di salute, di amici
ludibrio calla profanazione de'uon cre- della verilà,ec., di direzioni varie,
che tut-
denti persecutori/! cjuali per tenere i cri- te giova comprendere sotto l'infausto no-

stiani loro celalo l'arcano de'sagramenli, me di giacobinismo. Allerma quindi l'au-


de'noslri Rili (^•)e Liturgie [F .) resta- toie, che sono figlie o proselile delle giù
rono alTatto ignoranti. Quindi è, che ne- nominaleanlicheselte; che ne professano
gli scritti de'più antichi padri trovasi che i dommi e in pai le i vizi, ne adoprano i

dell'Eucaristia non siasi fatta chiara men- mezzi, e ne riproducono i funestissimi ef-
zione, ma sotto il nome di adunanze, di fetti : le moderne settehanno invaso l'Eu-
veglie, dipane, di fermento, di cena, di ropa tutta, l'America, in parte l'Asia e
mensa del Signore sia stala intesa la litur- specialmente la Cina, senza lasciar intatta
gia; né solo a' pagani, ma anche a' Cu' nemmeno l'Africa, Lo scopo di (juesto riu-
tccunieni (/^.) e Aeo/'///(/^'.) erano tenu- nito giacobinismo non può essere piìi de-
ti nascosti i sai^ramenli e i rili. Lo stesso testabile,poichèsono suoi gradi: 1. Una i

Stnihnlo di nostra fede, ch'era pur neces- assoluta empietà distruggitrice d'ogni re-
sario a sapersi da'calecumeni, non si dava rigione,persiuo della naturale, con annien-
loro in iscritto, e piccolo era il numero tare ogni idea di divinità, di provviden-
de'libri che ne'primi secoli avea la Chie- za, di vita futura, di anima spirituale e
sa, tranne le sagre Scritture, i canoni di immortale, rimunerazione del bene e
(.li

qualche concilio, gli alti de'marliri, e po- di castigo del male operato. 2. Ribellione
che epistole de'ss. vescovi, conservandosi contro ogni governo monarchico, contro
tulli assai gelosamente dagli //rc/j/i'i^r/ ognigradodi nubiltàe diotlimati, traen-
dagli Sitiiiu:ri[f'.).Ma spenta poi la per- do tutta la pubblica cosa al potere d'un {)0-

secuzione della Chiesa, cessò aubilu ogni poloscdiziusoc sfrenalo. 3. Anarchia, cioè
282 SET SET
perpetuo coroballiniento di questo irreli- vrano, che anzi è il regno di pochi furio-
gioso e iramoralissimo popolo con se me- si; appellare amor patrio l'egoismo; dire
desimo, mentre corre furioso alla soddi- cittadino, per fazioso; municipalità, l'a-
sfazione de'propri appetiti, e depreda al- nnrchia; organizzazioni, i disordini; sta-
trui, e si vendica, e fa ingiuria e la rice- tistiche, le rovinose prodigalità: la loro
ve; enon a vendo interno principio di mo- filantropia è il massacro, la pace è il ter-
ralità, non fa uso che della forza come i rore, la giustizia lo spoglio d'ogni legit-
bruti. E' orrida la pittura di questa set- tima proprietà. Aggiunge I' autore, che
ta, ma la sperienza recente di tanti ma- poi moderne sette intendono non sola-
le

li ne persuade, che dove il giacobinismo mente al distruggimeoto della religione,


prevalga, è forza che sia tale lo stato del- ma eziandio de'troni,e d'ogni beo ordina-
le umane cose. Appartiene altresì al se- lo e legittimo reggimento. L'aveano pre-
greto, che i capi settari assunsero tutti i detto gli apologisti della religione; ma i

nomi, congegnarono linguaggi meta-


i.ilsi secolari governi non credendo abbastan-
forici e allegorici, e persino inventarono za atali minacce o stimandole esagerate,

una nuova denominazione geognifica, e dissimulaionospessodi conoscere le trac-


tultociò per essereintesi soltanto dal Io- ce di questa mina. Ma ecco poiché la fran-
io ceto. Amore all' arcano fu anche Io cese rivolta nel primo suo scoppio infran-
stampare un gran numero di libri anoni- se nel declinar del secolo passato con al-
mi, o con fìnti nomi, o d'illustri defunti, tìssimo strepito il più bello scettro d'Eu-
contro la cui falsità non ponno gridare i rupa; e discesa tosto qual fulminante tur-
presunti autori: con queste e altre stampe bine inltalia, viestinsedue regni, distrus-
i settari eccitano la discordia, la rivolta, se tre repubbliche, annientò tre principa-
la strage, la desolazione della misera Eu- ti, ridusse inservaggio ancora Pio VI;niu-
ropa. Al segreto appartiene lo stesso no- iiu in somma lasciò né intatto né salvo
me di muratore, i gradi di apprendisti, degl'italici governi. reamidi
Invase poi i

adepti, soci, epopti, maestri, decani, di- S|itigaa e di Portogallo, dimezzò l'impe-
rettori, venerabili; non che gli euìblemi ni d'Austria e la potenza di Prussia; scon-
di squadre, compassi, colonne salomoni- certò e in parledistrusse i principati del-
che, cifre varie e mille segni. Al segreto In Germania, massime gli ecclesiastici; a-
finalmente più di tutto tende l'esecrabi- boh la repubblica d'Olanda, e minacciò
le giuiamento, che si esige dall'iniziato, Ciilene anche all'Elvetica. Parlando l'au-
con minaccia crudele
di serbar silenzio, tore del Discorso, del genere di governo
d' aver un pugnale confitto in cuore se che sostituiscono settari ai governi che
i

scuoprirà gli arcani della setta. E si am- distruggono, diceche sono costituzioni ef-

maestra parimenti in tale occasione l'i- fìmere e contraddittorie, dettale da capi


inziatoa calpestare e infrangere ogni vin- faziosi, indiscreti, furibondi, senza virtù.
colo di naturaedi sangue, giacché si vuo- Senza sperienza, senza politica, senza ri-

le da lui giurata promessa di sagrificare putazione; impongono coscrizioni milita-


genitori, fratelli, consorte, figli, amici, al- ri, che mietono il più bel fiore della gio-
l'utile della setta e qualora ne sia biso- ventù, togliendola alla coltura de'campi,
gno. Finalmente all' arcano della setta alle arti utili e oneste, agli studi liberali,
iippartiene ancora la detestabile ipocri- a! santo stato ecclesiastico, al sostegno del-
sia, con cui settari sempre si acumanta-
i le ramiglie,alla propagazione del genere u-
110. Spiega l'autore sinonimi e vocaboli
i mauo. Segue una patetica narrazionedel-
di predicar la virtù, ossia il vizio; di pro- le crudeltà cui soggiacquero gì' italiani

clamar libertà e eguaglianza, ch'è la pub- nelle accennate rivoluzioni, cose tutte che
blica oppressioue; chiamare il popolo so- deplorai e riportai a Francu, ed a Pio
SET SET 283
\'ly e tlcscrivendo gli siali che provaro- legge l'abol'i; ma
ne impech Pre-l'elfelto

no la lagrimevole serie di laute calaslro- pagano miscre-


testato console di Grecia
fi, o pailantlo del clero secolare e rego- dente, che befHmdosi egualmente de'rili
lare, e pe'primi furono sacrificali da'set* ci islianijdicevasi pronto a dichiararsi ta-
tari, e precipiiametile dal Gi.insenismo e le se lofacevano P.ipa, mirandoallo splen-
dal Volteriatiisnio, i beticcnerili gesuiti. dore e venerazione cui era "ià salilo il su-
(Questi furono persegui tati, calunnia li, op- premo [lontificato romano. I misteri di
pressi, aboliti da Clcoìenle XIV, perchè Bacco colle loro iniziazioni econgressi ar-
così volevano i ministri delle corti, spinti cani, furono con legge consolare proibi-
:i ciò dai settari, che in (jue' venerandi re- ti in Roma, e poi i settari furono caccia-
ligiosi vedevano un propugnacolo inespu- ti da Roma colle armi. Anclie a segrete
gnaliile alle loro mene. conventicole appartenevano rpie' volut-
II. f^jPggi contro le selle segrete. L'au- tuosi epicurei espulsi da Roma per ordi-
tore del Discorso sulle selle a società sc' ne del c/)nsole Postuniio, anzi anche dal-
grcte,a confusione delle ree sette pone in la Grecia, ed i loro libri furono tenuti de-
vi^la la pubblica legislazione, che in vaii gni delle fiamme. L'arcano della sella pi-
tempi, nazioni e religioni le ha condan- fjgoiica non piacque né ai legislatori, né
nale, incominciando con quanto scrissero a'principi, che non solo con decreti, ma
i giureconsulti Marciano, £^/ge.s/olib. 47) con supplizi tentarono di eslirparlo.L'im-
22, , e Ulpianonella 2.' legge, Marciano
I perafoie Graziano abob il recondito pe-
nella 3.'; colla greca legislazione de'Dasi- netrale delle Vestali, presso le quali col
liei lib. G, 4) 2, lib. 8, 2,1 o I , lib.60, 32. fuoco sagro e il Palladio erano altre co-
Contro le conventicole sovente arcane dei se tenebrose. Stilicone sotto Onorio I im-
settari eretici, sono dettate ben molte leg- peratore sventò gli arcani de'libri Sibil-
gi nel codice Teodo>»iano, come nel Giu- lini, consegnandoli al fuoco. G. Firmico
stinianeo, e prima di essi da Costantino il dopo aver percorsi tutti i malvagi arcani
G rande ne\ìi\ sua /'/Vrt presso Eusebio lib. del gentilesimo, esorlò i figli di Costanti-

3, G6;ed Alessio I imperatole greco, con no il Gr^«r/tf ail abolire con salutari leg-
severità compresse la cupa e nefanda set- gi quell'empietà. Che se diversi principi
ta de'Gogarmili o Bogomdi. l'iinio nella gentileschi, se il senato romano, se gl'im-
celebre lellera intorno ai cri^liani cita u- peratori promulgarono leggi contro lear-
na legge contraria di Traiano, derivante cane sette, la chiesa cristiana , i vescovi,
da altra pili aulica d'Angusto a cui Tin- e specialmente i Papi senza paragone le-

6inu() Mecenate
Leconsiure, leconveu
: cere assai di più, come riportai descriven-
ticole,i sodalizi non sono alVatlo fivore- do gli eretici, gli scismatici e altri setta-
voli allo stalo monarchico. Il re ili Sala- ri, e le condanne e punizioni cui soggiac-
mina \icocle comandò a'suddili: Non fa- quero sino da'piimi tempi della Chiesa.
né conventicole senza l'assenso
te sodalizi L'autore ricorda soltanto le seguenti co-
mio. Cicerone prescrisse nelle leggi: Non stituzioni, che indicherò con aggiungervi
vi sieno iniziazioni a'mislerij e racconta il titolo, l'epoca e il tomo del lìollario
di ])iagr)iula tebano che vietò con legge die le riporta. l'apa s. Leone I colla co-
peipelua tutti i rili notturni de'religiosi stituzione ()inìni Lmdiibditcr^At 1 1 lu-
settari. Avendo Costantino il Grnniìr in- glio4 f", Bull. lioni. t.i, p. 33, condan-
terdetta la pestifera conventicola d'Eleii- nò gli empi misteri e complotti de'risorti
si, il perversoGiidiano Wipo^liita rivocìi (relici l'ri«cillanisti. Lucio III colla cosli-

la s;ìliilare legge, rislabdì i riti eleusini UizMine /4d ahoUndivn del novembic ,

e \\ s'iniziò, l'ciò ben losto Valenlinia- 1 i«S j. Bull. X. 3, p. f), condannò gli eie-

no I che gli successe ud jGi cuu severa tici Calali, i'alarini, Poveri di Lione, 1
284 SET SET
Passagnini, Giuseppini, Anialdisli, sella- revanole terre seminandovi i loro errori.
ri per lo Arnaldo da Brescia
più arcani : Paolo li, come riportai ad Accademia di

e gli arnaldisli già erano siali condannali Archeologia e altrove, disciolse in Pto-
da altri Papi,e Baronie all'annoi 141,"." ma le società sospette, cui appartenevano
3, parlando di Arnaldo nemico de'chie- Pomponio Leti, il Platina con altri dot-
rici che possedessero Beni e Rendile, Io ti, i quali a veano assunto i nomi degli etni-
chiama patriarca e principe degli eretici ci , e di loro iniquità trallauo Quirini e
moderni infetti de'medesi mi errori. Di A r- Novaes nella I^'ita di Paolo II. Eguale
naido e suoi settari parlai nel voi. LVllI, punizione toccòin tempi ad altre pe-
altri

p. 268 che in tutti luoghi che


e seg.,non i ricolose società. Inoltre da'Papi fu pro-
ivi indicai con caiallere corsivo o citai. scritta la Cabbalistica arcana cui volle ,

A Inquisizione poi rilevai, che la sua ori- l'Agrippa risuscitare: i cabbalisti dottori
gine si ripete dalla bolla di Lucio 111. Pa- giudei rabanisti che adoperano l'arte del-
pa Innocenzo III colla costituzione Cuiii la Gabbala, cioè l'arte o la scienza che rac-
ex injiinclo, del i 199, Bull. t. 91,
3, p. chiude, secondo loro, i misteri dell'antica
condannò i settari biblici , e fortemente legge, i segreti del nome ineffabile di Dio,

inveì contro le arcane loro conventico- le gerarchie celesti, le scienze de'nuraeri,


le. Noterò, che Hurler neWa Storia d' In- ec, non hanno principii certi, e sono se-

nocenzo III, lib. i4, descrisse l'origine guaci superstiziosi di frivole tradizioni de-
delle selle, e rimarcò i punii divergenti gli antichi. Innocenzo XI colla bolla Coe-

de'loro sistemi. Riportai a Siena, che ivi leslis Paslor,<ie2o novembre i C)8'j,Bull.

portandosi il cardinal Conti, poi Grego- t.8, p. 44' j ''''"iòle clandestine pratiche
rio IX, quale legato apostolico d'Onorio e dottrine di Molinos. Dopo i divieti ec-

111, trovò fpjasi annullata la setta degli clesiastici, lungo sarebbe d riportare quel-
albigesi per opera del zelante vescovo; li de' principi secolari: l'autore del Di-
onde uomini da' gimamenli,
assolse gli scorso tocca qualchecosasu questo punto,
insegnando: Che non è spergiuro colui, e sulle costituzioni emanale da Clemen-
che rompe il giuramento piglialo contro te XII, Benedetto XIV, Pio VII, e Leo-
la legge di Dio. Innocenzo IV colla costi- ne XII, le cui leggi confermò il successore
tuzione Noveril universitas vestra, de' 1 Pio Vili con salutare rigore. Dice che
giugnoi254, Bull. t. 3,p. 345, l'ipi'ovò Clemente XII colla sua bolla notificò, che
le radunanze di altri eretici ed impose , in moltissimi paesi d'Europa sino allora
a' fedeli l'obbligo di rivelare gli occulti le selle erano stale pubblicamente pro-
settari. Nicolò IV colla bolla Solent con- scrille. Così la corte di Baviera nel 1 7 8G
juraliones et colllgationes, de' 1 8 novem- processò gl'illuminati settari, parte neiin-
bre! 290, Bull. t. 3, par. 2,p.62, vietò prigionò,e sulla vita dello scellerato prota-
espressamente le aroane società nello sta- gonista Weishaupt mise la taglia. La stes-
to della Chiesa, e le dichiarò nulle, ben- sa Baviera nel 1828 proibì nel regno le
ché strette con giuramento, .v«i ea.'co/7i- società segrete. L'impero d'Austria iu più
municationis sententia , aliiscjue poenis modi energicamente dimostrò quanto al-

spi ritualibus el tcinporalibus. Clemente tamente condanni le sette arcane, come


V colla famosa UoWa Ad providainChrisli repiesse le congiure. Anche nell'impero
Vicarii, de'2 maggio i 3 i 2, abofi le clan- di Russia furono fatti rigorosi decreti, con-
destine scelleraggini de'Templari. Bene- tro leadimanze illecite e segrete. La Prus-
detloXlI colla bolla Duduni ad audieii- sia non dimostrò meno zelo in sì grave
lia/H, de'io luglioi33G, Bull. t. 3, par. causa. Egualmente principati italiani,
i

2,p. 240, condannò Fraticelli Begui- i con somma vigilanza e vigore repressero
ni, che travisali sotto finti abili porcor- la pertinacia de'setlari. Nel 1824 Giovau-
S !•: T SET 285
ni VI re di Portogallo condnnnò le atiii- conventicole tenebrose, ma ne fu rimeri-
nanze ad esempio delle gravissi-
scllaiie, tato con derisioni e rimbrcjtti. A' gioì ni
me leggi pubi laSpagna.LaFran
j1 ira te nel •
nostri, anteriori agli accennati, attesta il

eia nel i834 pioibì con legge clamorosa cav. Artaud, che Leone XII lagnandosi
le associazioni. L'autore, nel § III f^i ima col più vivo dolore chequalche governo
ragionata Rixposln alle obbiezioni cit'set- tollerava le società segrete, onde poi ac-
tari, sni pimiie le sette e sulle scomimi- cesero e alta portarono la face della ribel-
«•liefulminale da'Papi; nel § IV fa una lione, gravemente esclamò: Noi abbiamo
bella Proporla di una edizione di apo- avvisalo principi, e principi hanno dor-
i i

logisti del crislianaimo, [)er rendere so- mito Noi abbiamo avvertito ministri,
! i

lennemente il cristiano ragione della sua ed ministri non hanno vigilato Dall'In-
i !

professione, che tulle le sette condanna ghilterra il massonismo si trapiantò nel-


antiche e moderne. Ora dirò dove Iraltai la Francia, dove aprì le sue logge ne'prin-

bu queste ultime. Nel secolo passato e nel cipiidello scorso secolo. Daquesto umbi-
corrente Papi molto
i si adopei arono per lico d'Europa diirondeudosi in vari po-

henarermipetoe le prave intenzioni del- poli circostanti, e molto più con l'innesto
leselteo società segrete, manifestandoab che poi vi si fece de' sofisti Volteriani e
l'universo inlierocolleloro bolle le rovi- de'discppoli di Rousseau, potè lascila far
nose trame di tutte le logge e segrete u- trapasso dallo stato di occulta congiura
iiioni,ad esempio di Leone X, che nelle contro la religione e gli ordini politici nel
sue bolle e segnatamente in quella Exur- segreto di pochi proseliti, allo stato di so-
gc Domine, tanto celebre per celeste sa- cietà alliva,propagati ice d'apostasia e di
pienza e vera dottrina, colla quale con- ribellione ,
procurandosi con alììliazioni
dannò al cospetto del cielo e della terra numerose una sicura influenza in tutte
gli errori di Lutero precursore de'sedicen- le appartenenzedella vita sociale. Quan-
li niosofì.Papi precipuamente del se-
I do Clemente XII vide prendere piede e
colo decorso, ed in quello in cui viviamo, consislenza di giorno in giorno maggiore
d (piale a preferenza de'lrapassati per an- la setta appellata Franco /''7'<''(7 /or/' (al
i

tonomasia si volleappellareil principedei quale articolo parlai pure òe^V Illumina-


liuni e d'ogni progrttlimento, e perciò an- ti, e àe' Frammassoni o Massoni), o con

che nel male, appunto per porre un argi- qualunque altro nome venisse designata,
ne a (jueslo prevcuirono i [)rincipi del lo- e riconobbe per moltissime ragioni, ch'e-
ro pericolo, ammonirono i popoli delle ra non solo sospetta, ma totalmente ne-
sovrastanti sciagure,si studiarono di man- mica della chiesa cattolica, condannolln
tenere fermi i fcd»'li nel conservare il pre- con relo(|ueiitc bolla In eminenti, de' 2H
zioso dono della religione, e di arrestare niaggio 1738, dichiarando con autorità
il corso di società cosi perniciose, ed an- apostolica proibite in perpetuo silfille so-
che di annientarle in tutti gli slati, ab- cietà segrete, vietando ad ogni fetide tli

biamo veduto ne' più recenti (h nostri i aggregarsi alle società de'franco- murato-
salutevoli elVetti dell'autorità de'Papi e del ri, pena della scomunica, dalla qua-
sotto
loro costante zelo, quindi principi e ve- le non potrà essere liberalo, se non in
scovi gareggiarono in pubblicare ne'loro punto di morle,dal Papa medesimo o suoi
stati e diocesi le apostoliche bolle, crac- successori. Tutte queste sollecitudini non
comamlare a'popoli l'osservanza, come bastarono, ed ai Muratori si unirono i

dissi in più luoghi e nel voi. \LVII,p. Giacobinismi ' .).^\o\\.\ incui la fede era tut-
65. Adunque nel passato secolo Clemen- tora viva e operante, e che ingannati al-
le XI fu il I." Papa che annunziò a'prin- le ipocrite apparenze di lìlanlropisrno e-
cipi sovrani d'Europa lo sterminio delle lansi alìiìjliali alla setta, ubbidironoa Dio
28G SET SET
parlante nel suo Vicario, e si rilirarono dichiarò il Papa, essere a sua cognizione,
in tempo dal laccio nel quale erano ca- che le aggregazioni alle sette segrete e-
duti. Ma la generalilà, attesi i calamitosi rano proibite eziandio sotto pene severe
tempi che già incominciavano a correre dalle leggi delle podestà laiche. Fosse pia-
della corruzione Volleriana, furono sor- ciuto a Dio, che i sovrani avessero rico-
di alle voci della Chiesa; edi governi stes- nosciuto ne' Papi non solamente i pastori
si tollerarono le sette, e bene spesso noa e i capi di tutta la Chiesa, ma eziandio i

solo non repressero, ma fatalmente favo- possenti e infaticabili difensori della loro
rirono. Il perchè nel nostro secolo il ma- dignità, e i diligenti discopritori del pe-
le è divenuto quasi irrimediabile, senza ricolo de'piincipi. Ma i sovrani invece di
un miracolodelln pietosa |)rovvidenza di- distruggere ledette, cui pestilenziali di- i

vina. Giusta punizione di Dio verso i go- segni erano stati ad essi svelati dalla s. Se-
verni non meno che i governati, per non de, o per un efìetto della frode de'settari
avere né gli uni, né gli altri ascoltato in ste.ssijche nascondono gelosamente loro i

tempo utile le parole e gli ammaestra- segieli, o per una conseguenza degl'im-
rnenli della sua Chiesa. L'errore de'crover- prudenti convincinienti di alcuni princi-
ni fu il trederecheloscopodellesette fosse pi, i non aveano poi
quali opinarono, che
solo anticattolico, e fidenti nella loro (ov- in se stesse quelle sette un tanto male, cui
za materialesi persuasero che alla sola si dovessero applicare molti pensieri ecu-
Chiesa sovrastasse pericolo dalle società re,nonconcepiron<i alcuno spavento delle
segrete! L'erroi-e de'governali fu che lo sette de'l'ran(:o-(niuatori,e ne nacquero
scopo de'seltari fosse solo antimonarchi- altre in gran numero, molto più scelle-
co Gli uni e gli altri non capirono, e per
!
rate e più audaci. Ma l'elemento setta-
persuadersene fu mestieri la prova speri- rio non pervenne alla virilità, nècomin-
mentale de'fatti. La
comprese sola Chiesa ciòad ordinarsi in modo da contrabbilan-
il male fin da principio, ma non venne ciare e vincere le forze contrarie, se non
creduta Benedetto XIV avendo saputo
!
dopo la fiisionesiia con l'illuminismoger-
che settari credevano che colla morte del
i
manico. Fu il ricordato bavarese Weis-
predecessore Clemenle XII la bolla e la haupt professore di diritto nell'universi-
pena da lui inflitta della scomunica non tàd'!ngolstadt,che seppe concepire e ar-
avesse più vigore, sostenendo l'assuidoche chitettare le cospiratrici consorterie so-
le bolle de'defunti doveano approvarsi flai pra un disegno unico e multiforme, che
successori, per annienlarequeste malizio- classe unità insieme ed ampiezza a tutte
se pretese e ridicoli cavilli, colla bolla Pro- le diverse congreghe, facendole conver-
vidas,(]e-2,8 »\M-\\e 'j 'ì , confermò la ])oI-
l ì gere armonicamente verso lo scopo di di-
la di Clemenle XII, citandola pai'ola per struzione e l'innovamento universale che
parola e rinforzandola con posili va appro- meditava. Weishaupt fondò nel 1776 la
vazione. DenedettoXIVa proposito del suapestilentissimaassociazioneconcepen-
segreto impenetrabile ch'è l'anima delle dola come setta delle sette, come la setta
società segrete, citò l'opinione di Cecilie universale; che fosse centro, anima e vita
Natale,manifeslataa IMinuzio Felice." Le di tutte le altre, sebbene distinte di no-
cose oneste guadagnano dal farsi pubbli- mi e di determinazioni loro proprie. Tra
che;le scellerate vogliono il segreto". Di le massime che inculcava a 'suoi, basterà
più licordò a'principi la sentenza di Car- ricordarne due sole. Lai. "riguarda la ma-
lo Magno. » In ninna guisa posso io per- niera di strascinare i popoli nella rivol-
suadermi che siano per e^ser fedeli a me ta, senza che quasi se ne avvedessero, ec-
coloro che sono infedeli a Dio e disubbi- citandoli a scontento de' propri governi
dienti alla voce de'snoi sacerdoti". Inoltre e a un desiderio vago di miglioramenti.
SET SET 287
ha "ì' mnss-ima concerne il modo di sl)a- deisi.Dellehmghee tremende fazioni ci-
nizzaisi degli avversari e di scliiaccinre viche (le'giiein e ghibellini, iW Bianchi e
quelli clie non si era giunti a persuade- Neri{^l^ .) ed altre municipali che nel Me-
re : Legale le mani a tutti quelli die re- dio evo {^f^ .) dilaniarono crudelmente con
sistono. Si conobbe in seguito che la set- inveterati odii principalmente l'Italia, ne
ta de' Cr7rAo«/7rJ(/'.)lutle in qualclie mo- trattai ancora nelle città e luoghi ove più
do le conteneva nel suo seno. Quest'ul- infoi iarono. L'avv. Fea, Il diritto sovra-
tima, in llaliii ed in qualche altra regio- no della s. Sede sopra le valli di Cornac-
ne, era considerata la principale : divisa chioj e sopra la repubblica di s. iV/7r.-
in più sezioni, che differiscono solamente /io,ap. 1 \i osserva, citandoRoscoe e Boi
di nome, prese l'assunto di attaccare la ta. Che nello stalo ecclesiiistico domina v;i
religione Cfiltolica e rjualnnrjue altro so- il parlilo guelfo colla demociiiz'a. Le cit-
vrano potere legittimo. Per libi^rar Ita- I tà gnellt^ non potevano perdere la liber-
lia e le altre contrade da questa calami- tà se non per la via delle Hiziom; or le f i-
tà, che penetrò persino ne'[)aesi soggetti zioni lungo tempo si bilanciavano, efin-
alla dominazione pontifìcia, fìn da quan- che l'una non soverchiava e opprimeva
do il regime papale venne in Roma so- le altre, la hberlà nun[)eriva. Così un so-

speso per tanto tempo, onde la setta vi si lopoleva costituire la tirannide nelle cit-
introdusse cogli stranieri, che aveano in- tà ghibelline, mentre che un forte nume-
vaso il paese nel declinar del secolo ()as- rodi vdlei'i abbisognava per intrometter-
sato e ne'primiannidell'attuale, Pio VII la nelle gnellé. Ne'primi tempi si diceva-
a Jesu Cliristo,àtìi
colla bolla Ecclfsiain no gne'fl quelli tlie sostenevano le pni li

i3 settembre 182 I ad esempio di Ciò. , del Papa contro i ghibellini aderenti a-


mente XII e Benedetto XIV, condannò gl' imperatori ; ma ne* tempi successivi

sotto pene gravissime le sette de' carbo- gueKosi chiamavaquello che in qualche
nari, qualunque fosse il nome che le di- popolale commozione sposava la causa
stinguesse secondo i luoghi, gì' idiomi e del popolo. E verissimo, che ogni città o
le persone, i loro catechismi e statuti; ri- paese intendeva far la causa propria per
conoscendo la setta de'carbonari per una la libertà, e libertà e indipendenza una
propaggine o almeno un' imitazione di dall'altra; ma sempre si protestavano di-
quella de'franco-muratori, e dichiarando peritlenli, suddite del Papa, di sostenere
che già con due edilli del cardinal segre- le sue |)arli,o a lui ricorrevano per aiu-
tario di stato avea fatto proibire aper- to, e spesso a lui si sottomettevano inte-
tamente la società de'carbonari. I carbo- ramente per finitele discordie interne. Ad
nari suscitarono vive inquietudini in To- onta della condanna di Pio VII, ad onta
rino, nella Lombardia, in Venezi.ì, nello cheseparòi sellai dalla comunione deTe-
i

stato pontificio, ed in 7V(7^o/i ove insorse deli, il carbonarismo avendodnppei lutto


rivoluzione,come in Piemonti-, che si do- steso i suoi rami, proseguì il tentativo ili

vè reprimere colle armi austriache, come manomettere l'Europa. Divenuto poco


narro a Sicilia con qualche particolari- dopoPapa Leone \ 11, rivolse lesucenergi-
tà. Il nome di cnrl'Onnri fu primamen- che e zelanti cure ad iscopi ircqual fosse lo
te, al dire di Lebas, I)lz. enciclopedico^ stato delle sette segrete, ipiale il loro nu-
assegnato ad ;ilcuni malconlenli Guelfi mero, (piale la loro forza. Le investigazio-
{f'-), i quali per involarsi alla vigilanza ni facilmenlegli fecero conoscere,cherim-
tie'ioro nemici i C/j'7'r//;/i;(/'.),riunivan- puden7a di queste società si era accresciu-
si nel piìi fìlto de'boschi entro capanne ta a misura che s'aumentavano il loro nu-
di carbonari, per maluinrvi le loiodeli- mero e lelorosuddivisioni in selle diver-
berazionij o per proporre i mezzi di difen- se, come \ universitaria che nvea sede nel
288 SET SET
seno (!i pnrccf liieuniveisilìidi sluJi.Pcr' che induce il disprezzo dell'autorità di cO'
laiilo LooiieXll sliniò suo dovcrcfli con- loro che,governando la Chiesa e la legit-
dannare nuovamente tulle le sette segre- tima società hanno il diritto di sapere
,

te, e di Hir ciò in modoclie niuno possa tutto quello che concerne alla conserva-
vantarsi di non essere compreso nella sua zione dell'una e dell'altra? Non è cosa la
sentenza aposlolioa. A tale elFello, colIn più iniqua chiamare Dio stesso in te-
il

celebre bolla Quo graviora mala, de' i 3 stimonio della promessa di commettere
marzo 1825, riepilogando le bolle di Cle- delitti?... Essi dicono nel loro cuore, ed
mente XII, di Benedetto XIV e di Pio anche in pubblico, non v'ha Dio, e poi
VII, e che cav. Artaud liprodusse nel-
il haimo l'audacia di volere ungiuramento
la Stoiitidi Leone X IT, t. 2, cap. 2r), con- innanzi a Dio da tutti quelli che associa-
dannò lulte le società segrete, tanto quel- no alle loro sette I .... " Piicordò ancora
le che allora sussistevano, quanto quelle LeoneXII,comeavea fatto il predecesso-
che poteano crearsi dipoi, echesi propon- re Pio VII. « QuantunquePietro,il prin-
gono i delitti da lui accennati nella bolla, cipe degli apostoli [Epist. i , e. 2, v. i 3 e
controia Chiesa e contro lesupreme au- 14) comandi che cristiani, qual dovere i

torità civili, qualsiasi il nome, in perpetuo, verso Dio, debbano essere sommessi ad
sotto le medesime pene espresse nelle bol- ogni umana creatura, od al re, siccome
le de'predecessori e da lui espressamente a quello che sta al di sopra di tutti, od
confermate; dichiarando vano, empio e ai governatori , siccome persone da lui
scellerato il giuramento de' settari, per mandate a rappresentarlo; quantunque
quanfogiustamente rileva. Leone XII, co- rapostoloPaolo(a'/iOH2.c.T3,v.i)coman-
me padre comune de'Cedeli, nella sua bolla di, che ogni anima vivente sia sottoposta
fa una tenera esortazione a' miseramente alle più alle podestà, la società de'carbo-
caduti eascrilti nelle sette; ecome tenen- nari insegna che per mezzo di ribellioni
do in terra il luogo di Colui che professò ogtMino ha il diritto di spogliare del loro
di non esser venuto a chiamare i giusti, potere i ree gli altri sovrani, cui osa ap-
ma i peccatori, eccitò 1 traviati figli a tor- plicare l'odioso titolo di tiranni per ren-
nare istantemente al seno di Cristo, non derli più facilmente il bersaglio di tutte
dovendo disperare della misericordia e le ingiurie popolari ".Quanto operarono
clemenza, e quali figli prodighi di gran le sette ne' successivi anni in Francia, in
volontà li raccoglierà fra le sue braccia. Parigi, in /Iio<i^«<7, nello stalo pontificio
Inveisce poi sul giuramento inesorabile, e con rivoluzioni nel i83o e nel i83[,
simile a quello degli antichi Priscillani- lo dichiarai in tali articoli, a Gregokio
sii, col quale promettevano che giamcnai XVI, aScoMUiMCA per quella che lanciò
scoprirebbero quanto appartienealla so- contro settari ribelli, eda Roma. A que-
i

cietà, edi uullaalfalto rivelare, insegnan- sto articolo, a Pio IX a Scomumca da ,

do essere permesso di togliere la vita a lui sentenziata per la ribellione del 1848
quelli che non serbavano il promesso se- e del 1849 di Roma e suo stato, narrai
greto. » Specialmente poi condanniamo le successive rivoluzioni; ne'quali anni e-
in tutto,e dichiariamo vano il giuramen- ziandio G erma nia , Francia e Italia dal-
to de'seltari,ch'è una vera empietà, una le sette furono poste a soqquadro con ter-
vera scelleratezza ... E non è un eccesso ribili e disastrose conseguenze, che ripor-
di perversità il far sì, che quel giuramen* tai negli articoli Fio IX, Parigi, Unghe-
lo che devesi proferire innanzi alla giu- bia,Viensa,Schleswig,Sardegna regno.
possa essere un legame obbligante
stizia, Svizzera , Venezia , Parma e Piacenza,
l'uomo ad una missione ingiusta? Non è Reggio di Moden a,Toscana,Sicili A.Gre•
un eccesso di perversità un giuramento, gorioXVInelI835proscrisse^empiolibro
S 1- T SET 9.89
direJericoGnglielmoCai-ovè: IlSanvniO' tii indipendenti nella gerarchia, ma col-
ìiisnio (^^•) e l(t pili recciìlf filosofia fran- legati tra loro in forza del medesimo spi-

cese j nonché Doclrinc de: Saiiil Simon : nto, e distingueriiseconclole diverse na-
lìeligion SaintSinionieitiie aitx ai lisla. zioni, chiamandoli : Giovine Italia, Gio-
JVel niedesinioaiino GiegoiioXVI ripro- vine Altniai^ni, Giovine Svizzera j Gio-
vò e condannò le opere di Ermes e gliZsV- vine Polonia, Giovine Francia, e facendo
ììicsiani (/'•)• A I'osnama e altrove ra- che tutte queste giovani, confederate Ira
gionili dell' abberraniento anti-religioso loio e quasi sorelle, rappresentassero la
the produsse il Hoiif^ianismo, allronlulo e gran fratellanza, e si dassero scambievol-
combattuto da Gregorio XVI , e da cui mente mano. Con questa opportunis-
la

derivarono il Razionalismo [f.) uni ver- sima modificazione non è a dire quanto
sale, la setta degli amici della liicechepre- lesetle moderne acquisiasserodi amplia-
dico il preleso rinnovamento della sncie- zione,di speditezza, di efficacia sopra lean-
tii sulla base del Comunismo, e del Ha- lidie, ecomela rovina degli antichi sta-
tlicaiismo, dìcu\ feci parola aPANTEissio, ti sia divenuta più una certezza che uà
ove dissi puredel comodismo. Controqiie- pericolo. Le facili tate comunicazioni, mas-
sto idtinio, contro il Socialismo (/'.) ed sime colle strade ferrale, resero agevole
altre moderne sette, più volle il regnante rimparlireediironderegli ordini, le istru-

PioJXaho alz(j In voce riprovandole, e zioni, gli avvisi per mezzo di agenti segre-

proibendo i pestiferi loro libri. Le selle ti. I governi sovente


si crederono di aver

che di presente ancora mi-


socialisliclie tutto bnitocon una repressione forte e to-
nacciano l'Europa, e che massimamente lale;ma la repressione guarda solo l'ester-
dopo \\ 83(S cominciarono a preiiderlbr-
I no, e l'uomo è un ente morale chi; ope-
iiie e sembianze spiccale, altro non sono ra in forza d'idee. Le idee dunque con-
che sviluppamenli no\eUi deli'ilhnnini- viene raddrizzare e guarire ,
se si vuole
smo, variatine soli accidenti. La sostan-
i che il riordinamento sia slabile non co-
e
za, lo scopo, i mezzi, lo spirito, i principi; stituisca uno stalo violento. Conviene che
sono i medesimi. Chi legge i diversi scrit- si ristabilisca e si ravvivi ne'popoli il con-
ti e ordinamenti degli odierni capiscila e cetto dell'autorità, ormai spenlooahneno
agitatori, s' accorge beiiissmio elio lutti olfuscalo nel pestilente solìio dell'indipen-
non hanno fatto altro che copiare Weis- denza individuale ispirala dal protestan-
haupt, astutissimo calcolatore, il cui co- tismo, come osserva la Civiltà caUolica,
dice delle diaboliche prescrizioni si legge ch'èltitla inlei)taar|ue$to santissimo sco-
nel Bariuel, Mémoires pour servirà l'hi' po. Kssa dichiara nel suo zelo e franca-
stoirc (lu Jacohiiiisme t. 3, dal quale sem- mente. » I primi rivoluzionari non furo-
bra avere alliutu il Gioberti (le cui ope- no le sette, non furono i popoli; furouo
re, inqualunque idioma, furono proibite i gabinetti,! governi col ribellarsi all'au-
e conilannale con decreto del s. Olllzio lorilàdell.iChiesa. I popoli non fecero clie
de' \ gennaio 8:")2, a[>provalo dal P.ipa
I i seguir quell'esempio in altro giro, cioè nel
Pio I\) lullociò che dice nel suo Ge-mi- g<ro politico. Diedero opera unicamente
ta f/to^<''/io,appiccandond un venerabile nd estcnilere il principio già posto, e sotto
e benemerentissimo isliiulo religioso ciò la guida della logica naturale applicarne

che l'autore dell'illuminismo prescriveva agli ordini civili le conseguenze. Questo


a'suoi seguaci. Acciocché fosse piìi pron- io vorrei che meditassero luti! quelli a coi
ta e meno inceppala r.izionescll<iria noi la provvidenza alfiilò di presente le .sorti

diver<ii punii d'Europa, e meglio sì sod- de'popoli, e commise l'uliiciodi riordina-


disiuccsse all'anìbìzionedi piìi capi egua- re la società sgominata; oh quanto lu sa-

li Ira loto, si vollero orgauizzare ptìi ccu- Iute c la lrau<|uillilà delle posicre gcue-
VOL. LMV.
ago vS ET SET
razioni dipende da ciò clie essi ora sono se loro l'intrinseca falsità, assurdità, nul-

per fare " La medesima Civiltà catloli-


! lismo del protestantesimo"come esprime-
ra nel t. 4)2." serie, p. 7.^, rese modesta- si il eh. autore nel suo discorso prelimi-
mente ragione della dollissima opera nel nare. In somma questa opera viene op- ^
i853 pubblicala dal celebre e benemeri- porlunissima ad uno- de'più urgenti biso-
to gesuita p.GiovanniPerrone sommo teo- gni d'Italia, fatta bersaglio delle settejquel-
logo: Il pioleslantisiJìo eia regola di fe- lo cioè d'un lavoro, che faceudo profitto
de, che scrisse principalmente per l'ila- delle dottrinodegli antichi apologisti del-
iia, di cui è una vera gloria imperitura, la religione cattolica, riunisce insieme tut-
nel sublime intendimento di guarentirla to (juel più di sodezza e di novità che la
e tutelarla nel suo bene supremo, ch'è la rende allattata a' tempi che corrono: la

purezza e santità della sua antica fede. sua letluia scuserà certamente quella di
Poichèsono noti a tutti gli sforzi veramen- molte altre, per fornire le armi onde di-
te impetuosi che da qualche tempo fa il fendere la propria fede, contro gli attac-
protestantesimo per insinuarsi in Italia, chi de'ì;«>ttari.
chevanta il centro del caltolicismo. » La SETTARIO, r. Setta.
cos'i delta liber'Ji religiosa , dopo essersi SETTANTA INTER PRETL fedi
messa a'servigi delle follie democratiche; Scrittura sagp-.. Solo qui dirò, che dal
e le riforme politiche, non potutesi otte- dotto mg.' Angelo R.0CCÌI, Tesoro d'nii'
nere in Italia in nome de' principi e del tìchilà sagre j R.oma i ^^5, t. 2, p. 4j si e-

Pontefice, vogliono ora ottenere in no-


si numerano 72 interpreti, volgarmente
i

me del Mazzini e di Lutero. A igoniento detti Seltanta, chiomati da Tolomeo per


chiarissimo e perentorio dello stretto vin- la versione della Bibbia, colla classifica-
colo che unisce governi i ammodernati col- zione delle tribù d'Israele q cui appar-
lo spirilo eterodosso. Ed iu vero non scnj- tenevano.
bra potersi altrimenti spiegare l'aiulopos- SETTE ALTARI PRIVILEGIATL
sente che i protestanti forastieri danno ai T'.Altare privilegiato. Sette cuiese di
ribelli italiani, e la grande cura che han- Roma, ed relativi articoli.
i

no i ribelli italiani d'introdurre fra noi il SETTE CHIESE DI '^OU\,Septem


forastiero piotestanlesi mOjSe non che col- Urbis Ecclesiis. Chiese le più ragguar-
l'ammetlere una cornea dire afilnità chi- devoli di Roma, che si portano a vene-
mica tra la riforma e libertà politica col- rare in diversi tempi dell'anno, una do-
la riforma e libertà religiosa ". 11 p. i^er- po l'altra, non solo i romani, ma ancora
rone col suo libro, che nel suo senso è cer- i forestieri che si recano nell'alma città,

tamente opera originale, viene lutto in ac- centro del cristianesimo e residenza della
concio per le presenti condizioni della cat- Sede apostolica {P.), onde rendere uno
tolica Italia,minala dalle sette politiche, speciale culto alle Memorie de' principi
non meno che dalle sette religiose, ed ha degli apostoli, e degli altri ss. martiri che
il merito speciale d'indirizzarsi di perse in ognuna sono, insieme a tanti altri sa-
ad ogni genere di lettori, sia per la dot- grosanti oggetti di universale venerazio-
trina, come pel metodo e perla chiarezza ne, e per lucrarele sante /«6?u/ge«2f(r'.).
con cui sono esposte. In una parola, pie- Antichissima è l'istituzione di visitare le

namente corrispose al suo precipuo fine 7 principali ChiesediRoma (/'.), cioè le


M di recare almeno con la penna secondo 5 basiliche patriarcali, e quelle di S.Seba-
le mie forze qualche rimedio preserva- stiano e di s. Croce. Le ricorderò secondo
tivo a'miei concittadini, disegnai di scri- l'ordine topografico con cui si sogliono vi-
vere un'opera che nel modo più spedito, sitare principalmente nel giovedì grasso
calzante,evidenle,irrepugnabile,mostras- di carnevale, la primavera, nel mese di
SET S E T ic)\

maggio e nell'autunno da' divoli fedeli, ligiosi e religiose, ed a pie congregazio-


dalie conftalernite ed altre pie congrega- ni e sodalizi. Solo qui ricorderò col Piaz-
zioni, tulle avendole descritte a'Ioio in- za, Menolngio romano par. i,p. 4^^)^
dividuali articoli, e in quelli loro relati- p.24 ,che s. Bcg-
col Severano,.'l/e//jor/e '

vi. Chiesa (li s. Pietro in f'alicann, Cìùe- ga figlia di Pipino duca di Brabante, e
sa Paolo nella via Oslien'ie fuori
(li s. sorella di s. Geltrude, per la divozione
le mura di Roma, Chiesa di Sebastia- .i. grande ch'ebbe alle basiliche de'ss. Pie-
no fuori le mura, Chiesa dis. Giovanni tro e F^aolo, e alle 7 chiese di Roma, la
in Late r a no, Chiesa di s. Croce in Ge- visita dellequali era giù in u>oal suo tem-
rusalemme, Chiesa di s. Lorenzo fuori po, ritornata in patria volle a similitu-
le mura. Chiesa di s. Mariti Maggiore. dine, e per divota memoria edificare 7
Queste chiese si visitano una dopo l'al- chiese o cappelle nel monastero ove si ri-

tra consecutivamente in una medesima tirò a servire il Signore (ino alia morte,
giornata, ovvero nel giorno precedente che segui nel 698 a' i 7 dicembre, giorno
si visita la ])asilioa di s. Fielio, e nel di in cui si celebra la sua festa.GiegoiioXllI
seguente le altre. Ciascuna lia 7 aitali i a preghiera di s. Carlo Borromeo cardi-
privilegiati, che tutti debbonsi visitare. nale a'civescovo di Milano, concesse alle
Quanto al modo di visitare con fruito le primarie 7 chiese di tal città il singoiar
7 chiese e loio altari, si apprende dal li- medesime prerogative e
privilegio delle
bretto: Modo di visitare le sette chiese indulgenze che godono le 7 principali
jiraticalo da s. Fdippo yeri, fondatore chicsedi Roma,e visilandoquellecome se
della congregazione deli' Oratorio, ed OS. si BenedettoXIII col-
visitassero queste.
servato sempre dai fratelli della stessa la bolla Redemptoris noslris, de'aS set-

congregazione, ^OTìMì \S')'2 piesso Aure- tembre jici, Bull. Rom. 1. 3,p. 4oo,nel-
i 1

Ij. Questa divozione insigne Hi introdol- l'erigere in congregazione la pia società


tij dalla pietà de'noslii ni.tggiori, e venne della Buona morte, esistente nella chiesa
approvala (i.iH'antorilà de' sommi (*ou- del Gesù, accrebbe le indulgenze conces
tefici, come dichiarò Sislo V nella bol- se da Alessandro N li. e le accordò tutte
la Egregia popiili romani pietas, de' 1 3 quelle delle 7 chiese di Roma, visitando
febbraio I 58G, Bull. Rom. t. 4, par.4,p- ima chiesa de'ge>uili, e recitando divota
1 87. Leggo nella Raccolta delle s. indul- mente Patere /^l'e.DiceCanceliieri nelli
7
genze, che chiunque confessalo e comu- Stor.de'possessi de' Papi 1^. 48.chemoiti 1

nicato divotamenle visiterà le delle sette monasteri di Roma hanno una scala, nel
chiese di Roma, secondo la pia consue- visitar la quale acquistano latte le indul-
tudine, pregando secondo l'intenzione del genze che acquisterebbero a visitare la
l'apa, potrà conseguire le moltissime in Scala santa j come ancora altari che ';'

dtdgenzc,che sono ogni giorno nelle sud- servono alle monache in luogo delle 7
dette celeberrime chiese, meritamente ar- chiese. Osserva aucora che nella baNÌ|ica
ricchite di tali celesti tesori,come da bolle e Lateianense ei-anvj 7 altari, che secondo
brevi pontilìcii originalmenteesistenlinei Giovanni Diacono,\nFpist.adSenariunt,
rispellivi archivi ;
quali indulgenze sono plesso il Mabillon, Mus. [tal. t. 2,p. - 4,
npplicabdia'fedeli dt-fimli per concessione si preparavano dalle 7 Regioni (/'.) di

perpetua di l^ioVlI.fal la con decreto della Roma, si consagravano nel sabato santo,
s. congregazione delle indulgenze deli." ollVendosi lattee miele, donde poi da al-
settembre 1818, tranne nell'anno santo cuni si deduce l'origine delle 7 chiede e
del Giubileo (/ .),incui restano sospese. de'7 altari privilegiati. Il Panciroli, Te-
Diversi l^api concessero eguali indulgen- sori nascosti di Roma, a p. iib tratta
te a diverse chiese della cristianità, a re- delle 7 chiese di Roma,cioè delle potiiar-
2q2 SET SET
cali basiliclie di s. Giovanni, flì s. Pietro, slamo dire per l'antichità e divozione lo-
di s.Paolojdi s.Lorenzo.di s. Maria Mag- ro che Cristo vi sia nel mezzo, tirando col
giore, e delle basiliche di s. Sebastiano, lume della fede gl'ignoranti e dotti, e i

celebre pel Cimiter'io [V.) contiguo, e di que' che sono vicini col lume de'7 can-
s. Croce in Gerusalemme. Dichiara però «lellieri, e quelli che sfanno da lontano

di non aver potuto trovare il principio col lume delle 7 stelle: Pacenieis,nui lon-
delia divozione di visitarle com[)lessiva- gè est,et qui prope,dicilDoniiniis. il dot-
niente, ciò che non riuscì neppure all'e- tissimo p, Giovanni Severano filippino
ruditissimo e accurato Panvinio, per cui ci diede: Memorie sacre delle 'j chiese di

opina che dall' antichissimo fervore col Roma, e di altre chiese e luoghi che si
quale i frequentemente visitavano
fedeli troi'ano perle stradedi esse,^otnai6Zo.
le5 basiliche patriarcali, aggiunsero le al •
L'opera eiuditissinia è divisa in 2 parti,
tre 1 basiliche, con visitare dopo s. Pao- e piena di preziose nozioni di archeologia
lo, recandosi a s. Giovanni, il venerando sagra, come quello che fu collaboratore
cimilerio di Calisto che s'incontra nella del sommo Bosio nella Roma sotterra-
via, e sul quale elevasi la chiesa di s. Se- nea. Nella I ,^ tratta dell'antichità di det-
bastiano; indi giunti a s. Giovanni dopo te chiese; di quelle ch'erano già ne' sili
aver visitato la basilica, nel portarsi a quel- loro; delle fabbriche, ornamenti e dona-
la di S.Lorenzo, passando avanti alla ba- zioni fatte alle medesime; delle reliquie
silica di s. Croce, pe'suoi pregi incomin- che vi sono,e della venerazione che a quel-
ciarono a Aggiunge che alcuni
visitarla. le hanno avuto tutte le nazioni del mon-

sogliono visitarne due altre, e cos'i for- do, particolarmente i potentati della cri-
mano 9 chiese, cioè la Chiesa di s. Paolo stianità, i sommi Pontefici ed i santi die
alle tre fontane [V.),e\a Chiesa dellass. l'hanno visitate. Nella 2.^ parte tratta con
Annunzialella (/^'.), ambedue nella via diffusione del modo di visitare le 7 chiese
Ostiense; ed altri in onore de'q Cori de- fruttuosamente.Pertanto dice che due so-
gli y4ngeli[P.) visitavano tali chiese, ac- no fini che si devono avere nel visitar
i

ciò permezzo loro governando Dio tutto le 7 chiese, uno della gloria di Dio e dei
il mondo, siamo nelle nostre operazioni santi suoi, l'altro della propria utilità,
da loro bene indirizzati. Inoltre Panci- cioè del merito e fruito dell'anima. A»
roli spiega i misteri deldelle 7 numero vendo nella r.^parte riferito molte storie
chiese, poiché a'priini cristiani fu ispira- e vari successi spettanti al 1 .°fine, nell'al-

ta la pia pratica dallo Spirito santo, che tra parte dimostrò quello che può con-
sotto il numero settenario divide le gra- venire al 2.°, ponendo in essa alcuni di-
zie e doni suoi, e per le indulgenze co- voti esercizi e pie meditazioni, de' quali
piose che si guadagnano nella visita delle si possa servire chi visita le 7 chiese; re-

7 chiese da'tedeli, può dirsi che siano fi- stando libero ciascuno secondo le inter-
gura que'7 anni che nell'antica legge
di ne ispirazioni di recitare quelle orazioni,
di remissione e di perdono (e in cui si li- praticare que'pii esercizi, fare quelle me-
beravano gli iSchiavi) si addimandano; e ditazioni che gli piacerà scegliere, a secon-
siccome l'apostolo s. Giovanni scrivendo da anche del tempo che può impiegare
delle 7 Chiese d'Asia le paragona a due nella settenaria visita. La divozione colla
sorta di lumi, l'uno terrestre cagionato quale i santi hanno visitato e veneralo
da 7 candcllicri,Va\U'0 celeste da 7 stelle, questi luoghi sagri, come il p. Severano
che rapito in ispirito vide tenersi da Dio racconta nella i .""parte, siano di slimolo
nella sua destra, stando egli ritto in niez- ed eccitamento ad imitarli, e occasione
zo a 7 caudellieri ; cos'i noi di queste 7 d'invocarli in aiuto, acciò impetrino da
chiese, con tutte le altre di Roma, pos- Dio la stessa divozione, accompagnino il
SET SET ic)3

pio viaggio eci facciano partecli cjuel fer- Basilica Vaticana, ove dicesi che i
7 al-
vore e spirilo (.la loro [)iaticafo. Propo- tari hanno avuto origine in questa basi-
ne il p. Severano di forniar l'intenzione lica, e quindi con privilegio sono stali ac-
di far la visita delle 7 chiese, di eseguirla cordati ad altre chiese. II p. Severano ag-
in memoria di quelle amare processioni giunge che nella visita de'7 altari soglio-
clie fece il Salvatore nella sua passione, no i divoti far diverse meditazioni, e par-
andando da un giudice all'altro; conside- ticolarmente: su'memorali 7 viaggi dolo-
rando tutte le altre fatiche e tormenti che rosi di Gesù, distribuendoli per ciascun
sopportò per noi, fino alla morte, essendo altare;ovvero delle 7 elTusioni del suo pre-
a questo (ine istituita la Via Crucis [f.) ziosoSangue; delle 7 parole che disse mo-
delle stazioni, cioè in onore e memoria rendo in Croce; de'7 doni dello Spirilo
della sua ss. passiotie,e diverse dalle Sia' santo domandandoli; de' 7 sagramenli
zioni di Roma {r'.),a\[va divola peregri- della Chiesa, ringraziandone il Signore
nazioneallechiese principali. Laoiidesic- the ha istituiti per conferirci in essi la
gli

come Chiesa ha oidinato le 7 Ore ca-


la grazia oppure delle 7 opere della mise-
;

noniche (V.) in memoria di quello che ricordia corporali espiriluali,domandau-


inciascun'orapalìil lledentore, cosi pos- do perdono delle omissioni falle in esse
siamo pensare chesiano state istituite sta- e simili. Inoltre suggerisce il p. Severa-
zioni con tante indulgenze nelle 7 chiese no, che lasciandole per le altre chiese che
di Roma, in memoria della slessa passio- si avranno da visitare, basterà nella vi-
ne di Cristo, e di que'7 dolorosi viaggi e sita degli altari di s. Pietro concepir do-
luoghi principali, dove Gesù pat"i obbro- loreedomaodar perdono a Dio de'7 pec-
bri e tormenti, andando cioè dal cenacolo cati mortali, co' quali l'abbiamo o l'a-
all'ortodiGelsemani, dall'ortoalla ca^a di vremnio offeso senza ilsuo aiuto, invocan-
Anna, da questa a quella diCaira,da Caifa do una virtù coiilraria a'medesiini pec-
a Pilato, da questo adErodejdaErodedi cali pe'irierili della passione di Gesù, e
nuovo a Pilato, da Pdato finalmente al per l'inleiccssione e meriti di que'santi,
monte Cai vario. Luoghi tutti che descris- de'quali vi sono corpi o le reliquie. E si
i

si a (Gerusalemme ed a Scala s.\nta. In> potrebbero dire a quest'effetto in ciascu-


cominciandosi la visita delle 7 chiese con no di essi altari uno de' 7 salmi peniten-
quella di s. Pietro, il p. Severano parla ziali, oltre al Pater ed Ak'c chesu[)pone
della visita che si suole fare a'suoi 7 al- intuiti. Nella ricordata Raccolta delle .1.
tari privilegiati, i quali al presente sono: indulgenze leggo altresì, che parimenti
quelli della cappellaGregoriana ove si ve- antichissimo è il costume di visitare nel-
nera la B. Vergine del Soccorso; de' ss. le 7 chiese, ma specialmente in s. Pietro
Processo e Marliniano; di s. Michele Ar- in Valicano, i 7 altari privilegiati, come
cangelo; di s. Petronilla vergine; dclla.Ala- se nella memoria nel proprio archivio fin
doniia della Colonna; della crocefjssione tla'tempi d'Innocenzo II deli i 3o. Qua-
di s. Pietro, e de'ss. Simeone e Giuda; di lunquefedelecrislianocolledebile dispo-
S.Gregorio Magno. Gli altari privilegiati sizioni, specialmente della confessione e
della vecchia basilica erano quelli de Os- CDinunione per l'acquisto dell'induigenza
sibiix dedicato a s. Pietro; de'ss. Leone I, plenaria, divotamente visiterà detti 7 al- i

Leone li, Leone III e Leone IV Papi; dei tari, potrà conseguire molte indulgenze
ss. Processo e Marliniano; della D. Ver- concedute da più Papi, e confermate da
gine de Coiii'futuj de'Morti; dello Spi- s.Pui V.Sisto \ .Clemonle Vili, Paolo V
rilo santo, indi di s. Anna; e cIl-'ss. lìoni- e Lrbano Vili, che >.p»'d\ molli brevi a
facio martire e Bonifiiio IV Papa. Tan- favore di chiese fuori di lioma, nelle (pia-
to .ipprcndo dalla Descrizione della s. li in 7 ulluii concede le ilc»te ludulj^ea-
294 SET SET
ze che sono ne'7 altari privilegiali della nell'ottobre ordinò che per la visita delle
basilica Vaticana ; le quali indulgenze 7 chiese, in luogo delle basiliche di
s. Pao-

pounoapplicaisi a'fedeli defunti per con- lo, di s. Lorenzo e di s. Sebastiano, tutte


cessione di Pio VII, con decreto della s. suburbane, si visitassero colle stesse in-
congregazione delie indulgenze. PSel cita- dulgenze le chiese di s. Maria in Tras-
to libretto,/)/t';of/o di visitare le y chiese^ tevere, di s. Maria del Popolo, e di s. Pie-
sono nominali individualmente lutti i
7 tro in Finculis. Presso la patriarcale di
altari privilegiati di ciascuna basilica, e s. Lorenzo stabili Gregorio XVI il pub-
si devono visitare con quanto ivi è de- blico Ciiniterio di Roma (^^•),e ne ripar-
scritto. Sipuò vedere Altare privile- lai a Sepoltura. Talvolta fu prescritta la
giato, Purgatorio e gli analoghi articoli: visita delle 7 chiese nelle solenni e pub-
in fine riporterò gli autori che ne trat- bliche Penitenze (^^.), come fece Giulio
tarono. A Cappelle pontificie notai cri- Il neli5io,quando solennemente assol-
me Sisto V colla suddetta bolla volle ri- vette la repubblica di Venezia dall'inler-
pristinare l'antica consuetudine di cele- detio e censure incorse, imponendola agli
brare le funzioni papali nelle 7 chiese di ambasciatori della medesima. I Papi fu-
Roma,e di restituirle alla primiera vene- rono divolissimi di fare la visita delle 7
razione, facendo il novero di quelle che chiese, come rimarcai in molti luoghi,
vi si dovevano celebrare, e che nondioie- qui solo ricorderò che s. Pio V a'2 apri- i

no per la loro lontananza, prevalse per le 1 572, e sebbene debole pel male, volle

molle l'uso inlrodotlo nelle cappelle pa- fare l'ultima visita delle 7 chiese,raa man-
latine;quanto alla basilica Ostiense me- caute del necessario vigore, non potendo
glio è vedere l'articolo s. Paolo. Talvol- venerare la Scala santa, che si suole com-
ta alcune di dette 7 chiese teuiporanea- prendere nelle visite, si contentò baciarne
mente furono per le visite e indulgenze l'ultimo gradino.Avendo Paolo Veci pre-
sostituite da altre cospicue chiese. Per- mio delle indulgenze ridotto a maggior
ciò dissi a Chiesa di s. Lorenzo in Luci- frequenza la visita delle 7 chiese, egli stes-
na, che per la sua venerazione Clemen- so accompagnato da' cardinali vescovi e
te Vili e Urbano Vili in tempo di Pt- dalla sua corte nel 1608 sovente le visi-
stilema {V.) la surrogarono a quella di tò con esemplare raccoglimeuto. Intro-
s. Lorenzo fuori le mura; a Chiesa di s. dusse poi ilsaulo costume di visitarle prò-
Pietro IN ViNcuLis, che Urbano Vili l'as- cessionalmenle, ed in esse ricevere la s.
segnò in tempo di peste, in luogo della comunione. Benedetto XIII nelle sue fre-
patriarcale di s. Lorenzo nominata; ed a (pienti visite alle chiese di Roma non a-
Chiesa di s. Maria in Trastevere, per le vrà mancalo di esercitare questa divozio-
singolari sue prerogali ve, che Papi laso- i ne. Molli cardinali la frequentarono colle
stiUiiiouo a quella di s. Paolo nelle pe- loro famiglie e altri, e con non poca edi-
sti e nell'inoudazioni del Tevere {f^ .), ed ficazione, come i cardinali Nobili, Baro-
anche per la visita degli Anni santi [y.), nio, Tarugi, Taverna, Paleotli, Sfòndra-
eziandio colla Porla santa {f^.), la quale ti, Aldobrandini (poiil «."Gregorio XIV,
hanno 4. delle 7 chiese, cioès. Giovanni, il
2. "Clemente Vili), Cusani,s. Carlo Bor-
s. PietrOjS, Paolo, s. Maria Maggiore, che romeo come
e altri, trovo ricordato dal
sono le prescritte per lucrare le indulgen- Piazza. Abbiamo da Lunadoro,/ìe/^Z3/o-
ze di delti giubilei universali. 11 contem- ne della corte di Roma del 1 646, che i

poraneo diarista Cecconi registrò all'an- cardinali andando alle 7 chiese o per viag-
no 1720, che Clemente XI per l'influen- gio devono portare il cappello di feltro
za di micidiale contagio, a cagione che rosso; e visitando le medesime in seguo
molte Po/76' di Fionia si Icuevauo chiuse, di pcnileiiza devono vestire di paoua2Zo,
SET SET 295
fcil alliellaijlo suole praticarsi nella visi- onde tutto procedesie in ordine, acciò i

l.i delle 4 *^'i't^s*i pei' l'anno tanlo, come visit.inli come le tuii>e seguaci di Cristo
praticarono nel 600. Queàto esempio
I III fossero pasciuti della divina parola e di
imitato da'vescovi, da altri prelati e dai cibo, per rinvigorire il corpo e lo spirito,
priujari della corte di Roma. Molti santi mollo si alfaticava, e talora per suver-
c servi di Dio egualmente furono divoli chia fatica so;^giaceva alla febbre. Celebra
di questo santo Pellegrinaggio, come s. dnn(pies. Filippo per avere a'2 j febbra-
r'dippoJXerinequentemenle, es.Giusep- ìoiSjì nel portico di s. l^ietro raduna-
po Cal,isanzio(|uasi ogni giorno. Il Piaz- toi visitanti, e rinnovato la fervorosa me-
za neWEusei'otogio liomano Irati, i i,c. moria dell'antica divozione de'fedeli nel-
i c^-.Dcl pio dii'erlimcnto dalli; vanilàcar- la visita delle 7 chiede di Roma, alqiian-
ìievii lische, nel divoto viaggio delle 7 cliie- lo tralasciala per le contingenze de'leni-
*e, nel giorno di giovedì di sessagesima, pi, praticando egli per o anni continui di
i

con la pubblica ed esemplare refezione, visitarle ogni noUe, a fronte dell'inleinoe-


Chiama questo edificante pellegrinaggio i iedeiralinosf'ra; divozione che lasciò in-
niirabile, meritorio, il piìi memorabile e culcutaa'suoi filippini,clie tuttora la pra-
pieno di merito, come di antichissima di- licanoco'fedeli ascritti all'oratoriode'me-
vozione, per cui s. Filippo Neri istituì che desimi. Così l'ingegnosissiiuo e gran mae-
co' suoi Filippini (F'.) le visitassero le strodispiritos. Filippo convertì i bagoidi
persone ascritte all'oratorio de'medesimi e sollazzi caine va leseli i,in di vola peregri •

nel clamoroso Carnevale [f'.)


gioveilì ili nazione a'iuoghi più celebri della divo-
e in altri tempi, talvolta venendoli Siin- zione romana, accoppiando col [)iacevo-
to accompagnato da una moltiludiiie di le della onesta ricreazione indicata, la vi-
persone che arrivarono a 5 o 6000: di ta attiva insiemcallaconlcaiplati va. Que-
[)iìi naira il p. Severano, che nella con- sto esempio fu imitato e si prosiegue ad
gì egazione de'fiatelli secolari si disliibui esercitare da molte pie congregazioni e
*ce ogni domenica la visita delle 7 chie confralernile secolari, non meno nel gio-
se agli slessi Catelli cavati a sorte, cioè di vedi grasso di carnevale,che nella prima-
una chiesa per ciascuno, in modo che 7 vera e mese di maggio, e autunno prin-
di loiù visit.mo in 7 giorni tutte le 7 cliie- cipalmente, supplendo alcuni di ciascuna
se. Descrive Piazza l'ordine e il modo del iill'occorrenle per la refezione, che si suo-
sanlo viaggio ili s. Filippo, incomincian- le fare presso le chiese di s. Ce-areo, o
do dalla visita della basilica Vaticana e de'bS. Nereo ed Achdleo, o in altri luoghi

de'suoi 7 altari privilegiati, ivi istituiti in con discreto riposo; ed allrettnnto soglio-
vece delle 7 chiese o pellegrinaggio del- no praticare, oltre molli religiosi, quelle
le 7 basiliche; che in tulle le chiese, tran- monache che non hanno stretta clausii-
ne s. Pietro e s. Paolo, la pia comitiva di- ra,con accompagno di carrozze, come le
visa in classi udiva uno spirituale sermo* c/date di Tor de'Specchi e le conviltrici
ne, per la strada cantandosi salmi e inni del ss. Bambino Gesù e d'altri mona»te-
con divota allegrezza; e in die s. Scba- ri,cd eziandio conservatorii. Nulai ne'vol.
stiano s. Filippo soleva cantare messa e IV, p. 3o*), \1V , p. 21, .he nenedetlu
comunicare la maggior parte delle per- XIV concesse alle monache benedettine
soiie che lo seguivano; quindi passava al- della ss. Concezione di Campo Marzo, di
la vigna dc'Massimi o de'Crescenzi,o al cl.iusurn papale, il singoiar permesso di
giardino Mnttei, ad un'amena e frugale uscire a visitare nell'anno santo le 4 p>**

refezione, clic pur descrive, intiaiiit.7zata tiiarcali basiliche, ed inoltre di potei vi«
dal canto dc'mottclli spirituali, dal suo- 5ila:c in pei pctuo ogni anno pei una voi-
no e conccilo di strumenti. Che il santo ta e in due cousccutifi c<oini le 7 chiese
296 SET SET
colle norme che indicai, diccntlo pure di orazioni di Fausto Ricci per visitare la
altre monache che solevano perciò usci- sagrosanla basilica Vaticana, ei VII al-
re da' monasteri. Sopra le 7 e g chiese, tari della medesima Roma 754. Le
, 1 set-
ed i
7 altari privilegiati di s. Pietro scris- te basiliche di Roma, visita delle sette
sero seguenti. OnofrioPan vi n io, Z?e/>rrte-
i chiese, per il barone M. Teodoro de Dns-
cipuis Urbis Ro/nae sanctiorihusquc ha- sierre, in francese con due disegni, Pa-
sìlicis, qiias septein ecclesias Urbis Ro- 845, rende ragione
rigi 1 JNe il 1. 1, p. 44 '

ììiae vulgo vocant, RomaetSyOjColoniae della serie 2.^ degli Annali delle scienze
] 584. Le stile chiese principali di Ro- religiose.
ma Iraclolle da Anlonio Lanfranchi,
AI. SETTE DOLORI. /". Oblatede'set-
Venezia i557,Roma 1750. De Martiis,// TE DOLORI.
peccalore pellegrino nel giro perpeluo al- SETTE DOLORI DI MARIA VER-
la visila delle selle chiese di Roma, ivi Gì NE, Septein dolorimi B. Mariae Vir-
1718. (iiovanni Baglione, Le nove chie- giiiis. Divozione propagatissima, corona,
se di Roma, nelle quali si contengono le compagnie confraternite, festa di
abito,
ìSlorie,pillure, scuUure ed architetture di Maria Vergine Addolorala. Virgo Ma-
esse, PiomaiGSg. Piaiìaele Sindone, Al- gna ni aria Perdolens,\sLc\ì\a\xi\ì}ilovce\\\,
taruììi et Rcliquiaruin s. Basilicae Vati- e la Solemnia ob memoriam D.
sua festa:
ca«rtie,Romae 1744- Pietro Martire Fel- N. Mariae Perdolenlis.ha divozione ver-
lini, Le nove chiese privilegiate e princi- so i dolori della B. Vergine non abbiso-
pali della città di Roma, ivi 16 io. flJi- gna di eccitamenti per mantenerla in vi-
sure delle nove chiese di Roma ,
sette e gore, sebbene nel decantalo secolo in cui
ivi 1G77. Bartolomeo Piazza, Ilieroxe- viviamo il fervore della cristiana pietà
nia, ovvero sagra pellegrinazione alle set- trovisi assai intiepidito per l'irreligione
Roma, con le due di antichis-
te chiese di predicata dagl'increduli e nemici del cri-
sima divozione, che fanno le nove chie- stianesimo, il cui numero è divenuto fa-
se, Roma 694. Praecipuae Urbis Ro-
1 talmente esorbitante; luttavolta il pioe-
mae sancliores basilicae, quas sepiem ec- sercizio di compassionare e di conipene-
clesias vulgo vocanl, Romne 570. Mar- i trarsi nelle dolorose pene patite da Ma-
co Attilio Serrano, De sepiem Urbis ec- ria Vergine, comechè d'antichissima i-
clesiisjuna cuni eanun reliquiis,stationi- slituzione, fiorisce e si dilata mirabilmen-
luselindulge.ntiis,\xoma(ì 1 575,Coloiiiae te. Ogni chiesa, ogni religiosa comunità
1600, Renato Bona, Le quattro, sette e cerca di far sua questa tenerissima divo-
nove cinese di Roma, illustrale nella lo- zione tanto accetta a Dio e alla stessa B.
ro antichità con la notizia dell' istoria Vergine, e il popolo cristiano la pratica
Venezia i5io. Giuseppe Antonio Fiora- con effusione di pietà, siccome culto fon-
vanti, Visita privilegiata delle sette chie- dato nelle divine Scritture, celebralo dai
se, Fermo 1763. Carlo Padredio, Misu- ss. Padri ed arricchito d'indulgenze dai
re delle sette e nove chiese di Roma col Papi. Infatti quanto riesca sommamen-
circuito e strade maestre che vi sono, e te grata alla ss. Vergine la memoria e
grandezza di essej delle processioni che compassione de'softerti dolori, ben lo di-
vi si fanno, ed altre particolarità, Roma mostra le grazie segna la le spirituali e tem-
1 G87. Francesco ÌM.' Torrigio, Brevis ra- porali, che con libéralissima mano dif-
tio visitandi VII aliarla basilicae Va- fonde dal cielo ove siede Regina {V.), su
tìcanae, Romaei624. Trattato delle in- quelle persone che di sue ambascia ser-
dulgenze concesse a VII altari della ba- bano nel loro cuore sempre viva la do-
silica di s. Pietro, cavato dalle opere di lente rimembranza. E" celebre la rivela-
Torrigio, Ascoli i638. Considerazioni e zioue fulta a s. Eiisabella^ cui il Rcden-
SET SET 297
loie mauifeslò ch'egli avea promesso al- sentimento di s. Agostino e di s. Grego-
la dileltn sua madre di concedere tiit(o rio, il numero sellenai in denota 'iriiver-
quanlo avesse ciiiesto pe' di voli de' suoi sita, e perciò comprende tulli gli altri pa-
dolori, e s[)ecialmente di assistei li nel ter- tìmenli della ss. Vergine. In Todi si ve-

libile e decisivo punl(j di loro morte. Nar- nera corona lasciata da s. Fdi[)po Ke*
la

l'a s. Pier Damiani die la 13. Vergine sot- nizì servita, propagatoiezelante iiuii me-
lo la croce (con quella intrepidezza che no dcH'ordine, chedelle divozioni istilui-
celcbriamo in uno a'suoi patimenti nello le da' 7 bealifondatori ad onore degli
Stabat Mater, ledi, e in quel mirabile acerbissimi dolori delia D. Vergine. Sic-
inodoclienotaì in tanti luoghi, ed a San- come il comando ricevuto dalia nu-desi-
GUE prezioso), impetrò l'ultima grazia fi- ma e il desiderio di prontamente ubbidir-
nale al buon Ladro cui stava dappresso le, mosse i primi 7 patriarchi deli'ordi-
purein croce. Il b. Biionllglio ìMoiialili i.° ne de' servi di Maria a procacciarsi nu-

tra'7 fondatori dell'ordine de'suoi servi nierosì compagni nella contemplazione


e tenerissimo divoto de'dulori di Maria, de'sUoi dolori; così la fama di loro prò-
udì dirsi da medesima: Riceverai iii digiosa
lei islituzioue stimolò in un trailo
compenso il cenliiplo, e verrai un ai pos- -gran niimero di persone d'ogni sesso a
sessorc dell'eicrnavila. DaWe Rivelazioni prendere il s. abito Mariano, con ascri-
di s. Brigida si apprende che Gesù Cri- versinella pia compagnia o conlraternita
sto chiamò <|uesta divozione: Compen- perciò istituita, eassumererabitonerodei
<//V<///.?(7//<//j.l^er venerareparticolarmen- 7 doloii. Contribuirono all'incremento
te i [)rpgi singolarissimi de'dolori della B. de'sodalizi, olire diversi prodigi operali
Vergine fmono istituiti i Servi di Diaria dalla D. Vergine, le predicazioni del tio-
(^.)j le Serve di Diaria [f^'.), V Oliate nienicanos. Pietro marlire,erindullo nel
de' selle dolori {^y.),\a Corona de' selle do- i25o emanato dal carilinal Ca[)occi le-
lori di Diaria l'ergine {f^ •), la fia Dia- gaio d'Innocenzo I V, che dichiarò assolti
fm(^'.), ed altre di vote pratiche che ri- dalla scomunica tutti gli aderenti allosci-
corderò.l primi 7 beati fundatoii dell'or- sma di Federico II, se entravano nell'or-
dine de'servi di Maria, desiderando che dine de'servi osi ascrivevano alla cuinpa-
tulti i fedeli partecipassero delle singola- gnia de'7 dolori, venendo prosciolti dalle
rissime grazie, die la gran Madre di J)io censure con facoltà pnutilicia, dal p. gè-
sparge copiosamente sui veracemente di- nerule e Irati dell'ordine servila. (Quindi
\oti de'sitoi dolori, perdivina ispirazione la divozione in uno all'ordine si propagò

ne scelsero 7 de'principali,onde propor- dai religiosi non solo per tutta Europa, ma
li alla pubblica meditazione, e chiamalo- per l'Asia e per l'Alrico, dappertutto fon-
no corona (ie'7 dolori della ss. Vergine dandoci monasteri e ctMiii.tlernite della
Maria. Di questi dolori ne trattai a' loro B.\ ergine Addolorala; a segno,che vi vt'ii-
luoghi, e sono: La profezìa di Simeone do ancora alcuni de'beali fondatori, l'or-
nella Purificazione al tempio. La fuga in dine de'servi di Maria conlava già circa
/-'g/Z/o. Losmarrimentodi Gesìi nel lem- 10,000 religiosi, senza coinpularvi le mo-
pio. L'incontro di (jCsÙ colla Croce. La n^idieserveili Mai iao manlcllale, lanini»
Crocefìssionc di Cicsìi. 11 ricevimento di tiludine innumerabilc dc'ierziari il'ambo
Gesù morto nel leno di ;l/</r/V/. L'accom- i sessi, ed i fratelli e sorelle tielle coinpa-
pagnamenlo di IVInrin a Gesù morto al gnie, fra i quali sovrani e sovrane, piin-
Srpolcro. Né ciò fu senza mislero, sì per- cipi, grandi [)ersonaggi, nobili d'ogni spe-
che ai detti 7 doloii pare che si riduca- persone ragguardevoli, e persino cu-
eie, i

lloprecipuamente tulle le altre pene di poparle delle sanquinore fazioni de'gnelfì


Maria Addolorala; sì pei che, secondo il e glubclliui, ed altre uiunicipali, con fc-
298 SET SET
liei cousegiieoze, nel modo che copiosa- riti a*6 maggio 1673 con decreto appro-
mente racconta il p. Pecoroni. Questi di- vò proprio de' 7 dolori della B.
l'ufTizio

ce pure il modo come per privilegio pon- Vergine, prescrivendo che nella festa si
lincio dal p. generale dell' ordine si fon- fosse usato il colore bianco, nell'iiflizio si

duio ed erigono le coinpagnie laicali di recitasse il Te Denm, e ntWa messa il Glo-


ambo i sessi, che ne'loro spirituali eserci- ria, e c\b a richiesta di Carlo d'Amico dot-
zi facciano rimembranza divota de'7 do- to canonico della metropolitana di Pa-
Vergine, con partecipazione
lori della B. lermo. Clemente X nel medesimo anno
delle ampie indulgenze accordate dai Pa- confermò tale decreto. Poscia Benedetto
pi; il modo di benedire gli abitini o sca- XIII, con decreto della stessa congrega-
polari e le corone de'y dolori, dai religio- zione de'riti, e da lui approvato a'20 mar-
si serviti, col godimento delle grazie spi- zo 1725, concesse al clero secolare e re-
rituali egualmente concesse da' Papi; ri- golare di Roma l'ufìizio de'7 dolori della
porta le regole e costituzioni de'fratelli e B. Vergine, altre volte già accordato a
sorelle delle compagnie de'7 dolori; i di- molte chiese e a diversi ordini religiosi di
versi pii esercizi per onorare la ss. Vergi- diverse provincie, pel venerdì dopo la do-
le Addolorata,! beatifondaloriealtri san- menica di Passione, con rito doppio mag-
ti e sante dell'ordine; il novero giandissi- giore. Indicon decreto de'a'ìagosto 1727,
mo dell'indulgenze che si lucrano dagli a- Benedetto XlII ordinò il medesimo iilli-

scrilli ai sodalizi, ed esercitanti le divote zio collo stesso rito e in egual giorno al-
pratiche; la formola dell'assoluzione ai la chiesa universale. Con decreto poi dei
fratelli e sorelle ,
costituiti in articolo di 23 gennaioi 729ordinò Henedetto XIII,
morte, recandosi il p. generale dai Papi che se detto venerdì fosse impedito con
agonizzanti a conipartecipar loro le indul- iidiziodi rito di 2.^ classe, questo de'7 ^^^'

genze; ed in fine il modo di vestire i fra- lori della B. Vergine fosse trasferito al se-

telli e le sorelle del tcrz' ordine de' servi guente sabato, benché occupato con l'uf
di IMcuia, dal religioso p. correttore d'o- non sia di maggio-
lìziodi altro santo che
gni compagnia de'y dolori, quello di loro re rito. Clemente XII ad istanza dell'im-
piofessione, e le regole da osservarsi dai peratore Carlo VI, con decreto de'28 a-
l'ialelli e sorelle di detto terz'ordine. La gostoi 734 concesse questo nfìizio con ri-

flsta de' dolori di INlaria Vergine comin- todoppioper gli stali della casa d'Austria
ciò a celebrarsi [ler comando del concilio nella 3." domenica di selteinbre,nella qua-
provinciale di Colonia, tenuto nel 14^3 le ancora locelebra l'ordine servita, ecoii

contro gli ussiti eretici, i quali empiamen- processione e otta vario solenne. 11 Piazza
te con sacrilego furore laceravano l'im- utW Etisevologio Romano, trai. 7, cap. 1^:
magine della lì. Vergi ne rappresentata con Della Madonna de' dolori in s. Marcel-
'j

7 spade che le trapassavano il petto. Il lo, parla dell'istituzione della compagnia


Sassi, De laudibus Marine, par. 2, p. 1 Q>'^, de'secolari di tal nome, seguila nel 1240,
cerca la cagione perchè i pittori cosi espri- aflincbè meditassero la passione del Re-
mono la B. Vergine, e la riferisce a' 7 bea- dentore, e imparassero a compassionare
ti fondatori dell'ordine de'servi di I\Iaria, i dolori della sua Madre; di sua mira-
ss.

ì quali applicati alla contemplazione dei bile propagazione, e conferma con rego-
dolori della ss. Vergine, li divisero pure le, [)er opera di Martino V^, e Innocen-
in 7, alcuni de'quali si hanno dall' evan- zo Vili colla bolla che dicesi il Mare ma-
gelo, gli altri da una probabile ragione gnai n ordini s Servorum che nel 6 5 fu : 1 1

ed autorità, come osserva il Lambertini, istituita nella chiesa di s. Marcello di R.o-

poi Benedetto XIV, De yèóV/^ B. Marine ma,e come ivi si onora la B. Vergine Ad»
ì' irgiiiis cap. 4- Lia s. congregazione dei dolorata; delle indulgente assegnale da
-

SET S ET 299
Paolo V nel 1607 e nel 161 i, e che Ur- gionaijessendovi i giorni {\t\Digiuno[f^.),
bano VJ II mitorizzò il p. generale de'ser- della Vigilia [f^.), delle Quattro tempo-
\iliad erigere in tulle le chiese, sia del- ra, di Carnevale {V-). Di quelli degli al-
l'ordine, che in quelle secolari ove fosse tri tempi dell'anno trattai a'propri arti-
fondatala compagnia, yultaii con tulle i coli. FmalmenleaGioR.vo citai quelli che
l'indulgenze che goduno quelli della ba- lianno relazione colla Settimana, come
silica Vaticana, pc'fiatelli e sorelle della Anno, Mese. Egualmente a'suoi luoghi
niedesi tua, Abbiamo inollre:Draguni, Dei discorsi delle Domeniche e seltimane del-
dolori di Maria f ergine. Crucialus Do- l'..^ l'i-e/z/o {V.), anche a Cappelle ponti-
mini ci doloris Dciparae , canninibus , ficie, comedella àonìemcixGandete, del-
Pergulae i838. Orazioni sagre sopra i le Domeniche e settimane deir£/;^<z/j//Z
dolori di Maria l'ergine de'piii rinomati (/'.), delleZ)of/je/ì/c/ieeseltimanedi Sei-

autori, Orvieto 83t); cioè di lìiagioli, Ca-


i titagesima (/'.), di Sessagesima [/'.), di
novai, Cesari, Marcellino da Venezia; col Quinquagesima [V.), di Quaresimajdeì •

Settenario del gesuita p. Salas, la chiusa le Z>o//Je«/c/iee seltimane di Laelare(,ii\-


di es>o di Carcatii, e altro Settenai io di che a Rosa d'oro), di Passione (V.), dtì-
Donadoni. P. Fi ancesco M. ^Pecoroni ser- ìiiPalme(F.),(in\\a Settimana santa [V.);
vila, Breve notizia dell' abito e corona dei delle Doz/ze/i/c/te e settimane di Pasqua
sette dolori, col modo di praticare la di- {V.), di Pentecoste (f.), colle loro Otta-
vozione de •jveneriVi in onore della B. Ver- ve {V.). A Ebdomadario [)arlai deH'uf-
gine Addolorata , e sommario delle in- fizio che si esercita da chi è di settima-
dulgenze concedute a' servi e divoti della na in un capitolo o monastero, anche di
i/ic<lesima,ec.conle regole da osservar- canonichesse o monache; come delle pre-
sidai terziari e terziarie dell'ordine, Ro- rogative dell'ebdomadario, circa Bene- i

ma I 838. P. Filippo INI/ Ilonchini servi fizi ecclesiastici, W che meglio a'suoi ar-
Uì, Esercizi divoti a 31 aria /'ergine Ad- ticoli. Degli antichiebdomadari delle ba-
dolorala, e ad alcuni sani: e beati del- siliche di Roma, e de'7 cardinali vesco-
l'ordine de'suoi servi, Roma 85 1 r . In fi- vi e preti ebdomadari nelle basiliche pa-
ne dell'articolo Settimana SANTA riporlo Iriarcali. Degli ebdomadari tenni pure
le indulgenze concesse a clii per m<.'zz'ora proposito descrivendo le di verse parti del-
o un'ora, in pubblico o in privalo, ono- l'ufllzialura del Servigio divino (^'.). Set-
reranno dolori e la desolazione della li.
i timanario si chiama il canonico o il re-
Vergine. ligioso incaricalo di fare l'uHìzio divino
SETTIMANA, Hebdomada. Spazio durante la settimana. e che deve assiste-
cH 7 giorni. A Giorno parlai dell' anti- re a tulle le ore canoniche, dando |)iin-
chissimo u><o di larcoi rispuuilereciascun cipioefìneal medesimo ulllzio diviuo; il

giorno della settimana a un pianeta che pili delle volle il sellimanario è quello
enumerai, e pei che la Chiesa rigettò no- i che conferisce i benefìzi ecclesiastici du-
uì\ pruraiiijcome di coslellaziune e di fal- rante la settimana: è sinonimo di Ebdo-
mutando
se deità, il i .^nome in (picllo di madario. Gli ebici avevano tre sorta di
Domenica (/ ), il 7.' in ipiello di Saba- settimane, i ."Settimane di giorni, diesi
to (^.), agli altri die il nome di Feria Conlavano da un sabato all'altro, e th'e-
(^.). Dissi pure delle 4 diverse specie di ranodi 7 giorni, a. "Seltimane di anni, che
giorni, e dello spazio delle Ore(/^.) che si conlavano da uu anno sabatico ali'al-

li formano, come della disisione del gior- tro, ech'eranodi 7 anni. 3. 'Settimane di

no dc'romani, e di quello della chiesa in 7 volle 7 anni, ossia di 49 anni, che si


Ore canoniche (^'.). Che giorni si divi- i iuntavano da un Giubileo {P'.) aìì'uìlio.
dono in feriali e lesti vi, di cui a Festa ra- Su di die può vedersi il p. Calmet, DiS'
3oo SET SET
sert.iulla cronologia degli eh rei, premes- TÌdere tempo. I greci contavano gior-
il i

sa al Commentario sulla Genesi. U un- ni loro per decine o decadi, e romani i

gelo Gabriele rivelò al Profeta (/^.) Da- per novene o periodi di 9 giorni. Del Ca-
niele, mentre pregava per la liberazione lendario (/'^.) degli antichi romani par-
degli ebrei schiavi in Babilonia, la mor- lai nel voi. XXXVII, p. 289, ed aRoMA.
te e il sagrifizio del Messìa (/^.), che do- L'uso di dividere il tempo in settimane
veva venirealla fine di yosettiinanejCom- non si stabilì nell'occidente, se non che
poste di 7 anni ciascuna. Pertanto l'an- con lo spargersi del cristianesimo. Que-
gelo disse a Daniele, ch'erano state fissa- sto si probabilmente ad imitazione
fece
le 70 settimane per la durata della schia- degli ebrei, che contavano anch'ersi per
TÌUi del popolo di Giudea (/^.) e per la settimane, foise perchè secondo l'ordi-
riedificazione delia città santa di Geru- ne della creazione del mondo, com'è ri-
salemme {^'), allineile la prevaricazio- ferito nella Genesi, Dio compì l'opera sua

ne fosse tolta, avesse fine il peccato, can- in 6 giorni, e nel 7.° riposò. Questa come

cellata l'iniquità, venuta la giustizia setn-- la Settimana santa fu denominata gran-

piterna ossia il .Messia ; che dopo G2 set- de e magna. Creò il mondo in quesUj pe-
litnaiie d'anni il Cristo sarà ucciso, il po- riodo di giorni, cioè nel i.° e corrispon-
polo lo rine^herà, la città e il tempio sa- dente alla domenica, creò la luce; nel 2.°

r.iuno distrutti .Tutta questa profezia eb- o lune(h fece il firnjamento; nel 3.''o mar-
beitsuoperfettoadem[)imento nella per- tedì ridusse le acque in un luogo, sepa-
sonadi Gesù Cristo. La divisione del tem- randole dalla terra, e lo chiamò mare; nel
po in mesi e settimane è antica e univer- 4-" o mercoledì creò i luminari maggio-
sale. 11 ritorno periodico delie fasi della ri, il soie e la luna; nel 5.°o giovedì pro-
luna, la cui grandezza apparente egua- dusse i pesci per l'acqua, e gli uccelli per
un fenomeno.
glia quasi quella del sole, è l'aria; nel 6.°o venerdì creò e formò dal-
]\'e sono poi tanti giorni che intercedo-
i la terral'uomo a sua similitudine, e fa-
no da un novilunio all'altro, da non [)o- cendolo ripi'Nare gli cavò una costa, e da
tersi agevobnenle dalla più parte enu- essa formò la donna; nel 7.° o sabato ri-
merarsi. Di qui l'idea de'mesi, che sulle posò, dando fine alla meravigliosa e stu-
prime si saranno fatti tutti di 3o giorni, penda creazione mondiale. Mosè per al-
e si sarà trascurato l'errore in più di cir- tro poteva aver pigliato l'idea della di-
ca ujezza giornata, e dipoi l'uno cavo e visione de'giorui in un periodo di 7 da-
l'altro pieno,cioè alternativamente di 2C) gli orientali più antichi, e specialmente
e di 3o giorni. Di qui l'invenzione delle dagli assiri, e secondo quella divisione
settimane, che sono periodi di 7 giorni : disposto aveva il suo racconto. Tuttavia
domenica, lunedì, martedì, mercoledì, per una di quelle contraddizioni che fre-
giovedì, venerdì, sabato, corrispondenti quentemente occorrono nella storia del-
all'incirca alla durala delle 4 f'is»' lunari. lo spirito umano, nell'adottare la stessa
L'origine de'nomi della setlunana si at- divisione degli ebrei, gli occidentali ri-

tribiMsce agli egizi, e sembra che li de- ceverono ancora come tradizione il no-
rivassero da'7 pianeti da essi conosciuti, me de'giorni dagli antichi astronomi e-
il Sole, la Luna, Marte, Mercurio, Giove, gizi,che ciascun giorno della settimana
Venere, Saturno, a cui era ciascun glor- avevano consacrato ad uno de'principali
io dedicato. Gli assiri e quasi tutti gli o- pianeti, cioè ili. "al Sole, che per questo
rientali si sono altresì serviti di settima- si chiamava giorno del sole, e che cri- i

ne o di periodi di 7 giorni. I\La in alcuno denominarono dies Do-


stiani in appresso
scrittore non si legge che 1 greci ed i ro- minica o giorno del Signore, donde si è
u)aui abbiano fallo uso di misurare o dl- trailo il vocabolo usuale di Domenica
a

SET SET Sor


il 9..° alla Luna, dclfo per questa lagione •^ sapienti. T pagani de' contorni di Or-
j^iorno della Juna,cli'èil nostro Lunedi; il ni use di Goa solennizzano il huìeiri; quel-
3.° a Marte, dies Mar(is,(ie\ che noi ab- li dcllaGiiinea il martedì; gli abitatori del
biamo fatto il IMaiteH'i ; il 4-° a INIeicu- Giappone il mercoled'j, quando cade nel
rio, da noi ileltolMei coied'i, dall'antica de- gioì noi 5. "e 28.° del mese, che solo presso
nominazione, (lics /ìltTruriij il 5. "a Gio- di loro è festivo : altri dicono assoluta-
ve, dies Jovii, del che si è fallo il Giove- mente che non hanno altri giorni santi

dì j il 6." a Venere, dies f^eneris, coi n- che il I 5.° e il 28.°di ciascun niese, senza
spondente al nostro f^'enerdì [f'.y,e fi- badare se ricorre il mercoledì. Molti ne-
na Imenle il 7." a Saturno, che dicevasi gli stali del Mogol il giovedì; i n)aomel-
dies SnUirnij conservalo presso alcune tani e altri popoli il \enei<lì, come diròal
nazioni, come presso gl'inglesi nel loroóVz- citalo ai liccio; gli filtri giorni sabato e do-
Uirday, e che francesi credono
i di rico- menica da niolti altri popoli, especialmen-

noscere nel loro Sanied), benché il noaie te da'cristioni. 1 più celebri teologi pro-
di Sabato .sembri a noi passato dagli e- testanti insegnano, d'accordo co'caltolici,

brei. llCourt deGebelin osservn,clie mol- che per legge di natura tulli gli uomini
le ragioni ponno assegnarsi del numeio sono obbligali di consagrare ali5Vrr/:/o
di 7, col quale si è fatta la divisione dei Divino (/'.) un giorno fra 7 o all'incirca.
giorni della settimana, secondo i diversi Essi convengono pure, la determinazio-
popoli che in vari tempi ne fecero uso. l ne di tal giorno in particohire essere leg-
primi uomini consagrarono con quel nu- ge puranjente cerenioniale. Alcuni anda-
mero de'giorni le 7 epoche della creazio- rono tanto innanzi, sino a lasciare a cia-
ne, celebri neirantìchilà orientali, e che scuna chiesa, ed anco a ciascuna persona
trovansi ancora ne'libri degli antichi ma- particolare l'arbitrio di determinare tal
gi persiani. Altri adottarono (piella divi- giorno. Tindal allargò questa libeità fi-

sione, perchè la rivoluzione dt-lla luna si no a j-retendere nella sua risposta aTom-
compie per quarti, ciascuno di
7 giorni; maso Moro, che noi siamo padroni del
altri a cagione della loro venerazione pel sabato, e che possiamo cambiarlo col lu-
tanto famoso numei o settenario; altri ad nedì o con qualunque altro giorno, sta-
onore e ricordanza de'7 pianeti; altri iì- bilirlo ogni o giorni, o a due giorni per
I

nalmente per vai ie di queste ragioni liu- settimana, lìnrcloy tlice di Calvino, che
nile. Quello scrittore la lisalirela di visio- il) onore dell'Ascensione del Signore, eijli

ne delle settimane a'primi astronomi del- formò il disegno di metterlo algio\c(ii,


la Caldea, ed egli inclina a credei la an- volendo con ciò dar un esempio della li-
teriore al diluvio. Il Cnguet ueW (h igi- bertà cristiana. Anticamente vi furono i

ìicdesloiXy dice che lailivisiouc dtlla set- giorni liisti e nefasti, di cui feci parola a
timana in 7 giorni, abbracciata da (piasi Fasti ealtrove. Ne'remoti tempi cei li cri-

tutti i popoli, non può essere derivata se stiani non senza Supersiizione ^P' .)*:\\\a-
non che da quella dc'7 giorni, dettaglia- mavano Aegri certi giorni in cui caden-
ta nella Genesi; benché INI. de la Lande tio maiali tencvnno impossiliile il guari-
nell'articolo Sciita me ùcW lùictclopedia re; ì^lidi quelli in cui si teneva cosa pe-
d'Yverdun si ojiponga, ripetendone l'o- ricolosa rinlraprcndere qualche aliare,
rigine dalle fasi della luna. IMutarco, De motivo della loro maligna costellazione;
/5»r/e, riferisceche il Numero [V .) 7 era //rp )y;//V7c/,pcrchè gli egizi li avevano in-

dedicato n Minerva, ch'era rappresenta- venliili in memoria delle io piaghe o ca-


ta da' l'itagorici con questo numero: ec- stighi da'(pi:ili erano stati alilitti da Dio.
co perchè Insellilo numerò 7 duci alias- 'rullora molli cristiani superslizios;iinen-
salto diTebe,e perchè la Grecia numerò le si guaiduuo d' iutrapreuderc viaggi.
3o2 SET SET
di frnslocore .'ibilazioni e di spo<;aro di gliono in questa settimana, massime i no-
martedì o venerdì. Bensì è lodevole e pio bili, vestire di lutto, astenersi dal troppo
costume l'onoi aie in giorni determinali, ragionare, e uscire rare volte di casa. Ag-
più pai licolaruìente e con ispcciaii e di- giunge, che fu detta ancora Hebdomada
Tote pratiche, non che con Tridui^ No- indulgenliae, perchè secondo l'antica di-
vene, Oliavari (/'.),Di(), la B, Vergine ed sciplina in questo tempo si riconciliava-
i santi, a tale elfello i Papi avendo larga- no i pubblici Penitenti [f-^.) : Hebdoma-
menteconcesso les. indulgenze, perlucra- da sanala, elpoenosa (pe'grandi misteri
re le quali si può leggere la Rnrcohn delle in essa operati dal Signore, e pe' dolori
indulgenze. A Icune notizie bibliografiche che in essa patì); e che nella chiesa Am-
sulla settimana e sulla spiegazione de'mi- brosiana dicesi pure Hebdomada autìien-
steriosi attributi de' numeri Ternario e ticaj e che nei passali secoli i cristiani
SettenariOjSi ponno leggere inCancellieri: pili ferventi si astenevano dalle opere ser-
Le selle cose fatali di Rotna aulica. A E- vili per tutta la settimana santa, per at-
POCA riunii alcune erudizieni di menjo- tendere Soltanto agli iillìzi divini, e con
rande co tubi nazioni, che per singoi tir coin- somma diligenza e raccoglimento prepa-
cidenza si verificarono in diversi Papi ed rarsi a ricevere la s. Comunione {P'.),'ìn
altri sovrani ne'medesinii giorni. adempimento del precetto di /'<2y(7«rt{/^'.)
SETTIMANA SANTA, Hehdomas nella piopna Parrocchia [U .), riportan-
dieruin Sanclorum. L'ullima ScUimana do Magri gli aulori chelultociò aderma-
[f^-) diQuaresima [r.)^i:'\?i^Q.nn ^\ovno no. E
chiamata questa venerabile setti-
della quale si chiama Santo, poiché sic- mana grande, sia a motivo della grandez-
come consagrata alla memoria della pas- za de'misleri che in essa si celebrano, sia
sione, morte e risurrezione di Gesù Cri- perchè termina colla gran domenica di
sto, è la più santa di quelle di tutto l'an- Pasqua, a cui serve di solenne prepara-
no. Essa precede la solennissima festa di mento. Trovasi presso molti scrittori al-
Pasqua (f^-), ed in essa si celebrano i tresì denominata settimana penale e la-

piìi gran(Ji n)isteri di nostra s. Religione boriosa, giorni di dolore, giorni di cro> e,
{/''.),con)eristil,uzioue del ss. SagramcU' giorni di supplizio ; settimana di scrofa

lo{F.)fi Passione (r.) e morte del no-


la già, perchè in essa i fedeli non si cibava-
stro Signore Gesù Cristo, da cui sono e- no chedi pane con sale, frutti secchi sen-
manati &s Sagranienti [/'.) dello Chiesa
i za condimento, e bevevano l'acqua: in se-
per la nostra avventurosa redenzione, fe- guito vi si aggiunsero de'Iegurai, erbe e
liceed eterna salute; laonde la settimana fruiti. Questi digiuni si facevano ne'6 gior-
santa è distinta con diverse misteriose e ni dal lunedì santo al sabato santo inclu-
dignitose denominazioni. Il JMagri, nel- sive, e secondo alcuni per divozionee non
la Notizia de'vocaboli ecclesiastici, ver- per obbligo. Ma osserva Piinaldi all'anno
bo HebdornaSj dice che questa celeber- 34, H-" I f^t) 6167, che primi i cristiani per
rima e santa settimana, fu chiamata per memoria della passione di Cristo, sempre
eccellenza Hebdomada Major , perchè ebbero in grandissima venerazione non
in essa si rinnova la tenera e divota me- solo la feria vi, ma pure la iv, ne' quali
moria dell'acerbissima passione di Gesù giorni era prescritto universalmente dil-
Cristo, ovvero perchè 1' Uffizio Divino la Chiesa il digiuno, e tutta la settimana
[V.) è pili lungo, o per la rigorosa asti- ma<i"iore e santa la facevano conforme
nenza del Digiuno (J^.) àtcv'x-iixanx anti- alla tradizione apostolica, con molta au-
chi, quale rigore osservano ancora quelli sterità e Iagrirae,mangiando una so'a vol-
d'oriente; anzi i cristiani d'Etiopia assai ta al lardi, uè altro che pane con salee
di voli della passione del Redentore, so- acqua. Alcuni ci isiiaui in questa settima-
SET SET 3o3
na stavano digiuni due giorni, altii tre, erbe e fiori,? praticassero nnlmali: in qne-
altri quallro, e altri tulli e sei. Era con- sia 2.' lì sollevò in alto, perchè calcassero
sueludiiienella chiesa atitica di non iscio- le stelle, e praticassero co'serafìui e cogli
gliere il digiuno del sabato santo, se non spiriti celesti. In quella creò l' universo
a quell'ora della notte, che si credeva es- con una paiola fìat ipse clixit et fu da ,

sere Cristo risuscitato. Ildigiiniodelia.sel- ^"»^ e non vi usò veruna fatica in que- :

timana santa era reputato lauto sagro sta fiilicò tanto ciie vi perde la vita, e die-
,

chenep[iureirelotralasciavanoperqiian- de se slcssoper noi. Nella .^ diede un po- i

tocon)portavano le loro forze. Giuslinia- codi fiato perdar vita e spirito all'uomo:
no I impcralore soltanto si cibava di ca- inque>la per riparai e, efjr rinascere Tuo-

voli e di erbe agresti macerate con sale mo ha ninudalo fuori tutto lo spirito. Nel-
e aceto, hexendo acqua parcamente. Inol- lai. cavò dal costatod'Ailamo Eva ma.
lie gli antichi cristiani furono soliti di- dre della morte: in questa 2.^ dal costalo
giunaie mercoledì e venerdì di tulio
i aperto da Longino creò la chiesa cattoli-
l'anno, perchè in quello fu fatto il con.i- ca madre dejla vita. A Qu.\p.esim\ e Ino-
lio per dar la nìorle a Cristo, ed in questo ghi relativi, non solo dissi ch'è tutta par-
fu crocefisso. Rina Idi allega lelestimoniau- ticolarmenlecon-aqratn a onoraieea me-
zede'ss. l*adri e altre. La Chiesa condan- dilare i patimenli e la mortechel Salvato-
nò gli eretici Montanisli , anche per vo!e- re, ma che l.i Chiesa colla settimana san-
re di loro privata autoiilìi obb'igara lui- la eziandio celebra l'anniversario del più
li ad osservare la serofagia, non solanien- sagro tra lutti i misteri della fede, risii-
le in tempo di quaiesima, ma altresì di- tuzionedels. Sagrifizio[P'.), ne fa il sog-
versi altri digiuni da essi stabiliti, come getto di lutti i suoi pubblici e solenni ut-
anche molle (|uaiesime. Nella settimana fizi. Che avanti poi ai primi vcsperi della
santa si praticavano [)ure uìolte altre e- domenica di Pa<xione (^{•) si cuoprono
dificanli mortificazioni, non si lavorava, le Croci, \ Crocefissi, K? Inimngini [T"
.)

non si amministiava la giustizia secondo sante, con veli paonazzi oneri, su'quali
le disposizioni ilei dii ilio, e si passjiva il non sia pittura, perni bassordievichesci-
suo lem.po quasi inliei ameiite in cbiesa. vono di quadri agli altari non si coprono;
Il vescovo Sarnclli, Lettere ecclesiastiche, inoltre laChiesa fa sparire tulli i suoi or-
t. g, leti. 16, dice che la settimana santa namenli, onde manifestare con una ma-
fu paragonata con quella nella qjiale fu niera piìi solenne e più sensibile il dolore
creato il mondo ma però maggiore , di in cui è inunersa, e per ricordarci che il

quella, perchè maggiori furono le opere Signore pi ima di sua passione non si mo-
(alte dal Figliuolo di Dio a prò dell'uo- slròpiù in pubblico, ma si tenne per qua!-
mo. Allora creò il cielo e la terra, ora ì'a che tempo nascosto, per non cadere pri-
crcazionidi cielo e di terra maggiori. Nel- ma dell'ora stabilita dal suo Padie nelle
la 1." settimana creò un mondo terreno, mani come si ha dal van-
de'suoi nemici,
in questa cica un mondo celeste. Quanlo gelo appunto della domenica di Passione,
creònella I .'settinjana divisibile fu e>i)(>- A Quaresima egualmente notai le altre
sto non solo agli uomini, ma agli anima- dimostrazioni di duolo della Chiesa, sin
li : le cose che creò in questa 2."' sono in- nelle vesti sagre,sia nella soppressionedr-l-
visibilied incapaciad essereinlesecla (piai- la Dossologia {^f .) e altre Preghiere, ou-

sivoglia intelletto. Nella I .' creò gli uomi- de esprimere l'eccesso del suo rammari-
ni lei reni, nella 2.' li lece celesti. Nella i.' co, e per impegnare suoi figli ad assisle- i

luro diede la natura umana, nella 2.^ li re allesuesulennioiazioni con un grande


fece capaci di goderla ili vina. Nella .' li 1 spirito di compunzione. L'ab. Boiler nel-
collocò nella lena, acciocché calcassero le Feste inobiii , egregiamente e con pia
3o4 SET SET
unzione «liscr.rse col tmt. G : Salii .';eft{. ti pordebiti ealtri delitti, franne i rei tl'a-
inaiìa.<;niìt(7,coììnol\iìiì generale. Rif. ri- troci misfatti. Si vede nel codice Teodo-
sceancliVgli,avereii5reciei lalinichiania- siano, che quest'indulgenza stendessi a
to (jnesta settimana cogli epiteti di gr<7/2. tutta la settioìana santa e a quella che se-
d(;i]\ salila^ (il penosa, la selliinann (hi- gui va la tèsta di Pasqua; onde dice s. Am-
le auslerità j eù\ ?.\m\ s^\ovn\, giorni de do- brogio : I giorni deirulliuia settimana di
lori, della croce. dt' pati nienti. Dices. Gio. quaresima sono il tempo in cui i ilebito-
Ci isostomo: « jXoi l'appelliamo la grande ri e i prigionieri escono dalle carceri. E
sellimana, non già perchè i giorni ne sia- s. Gio. Crisostomo : Gl'imperatori met-
no più lunghi, o maggiori in numero; ma tono in libertà i prigionieri nella festa di
per le grandi cose che Dio in essa ha o- Pas<|ua, per imitare il Signoreche iii que-
perato; perciocché in questa settimana sto gran gioì no ci ha liberati dalle catene
cessò la tirannia del Z>^/.')o/i/o, fu disarma- del peccalo, e resi capaci di attingere ai
ta la morte, abolito il peccalo e la male- suoi tesori iiinumerabili grazie. Ne'prinii
dizione fulminata contro il peccato; furo- i Sgiorni dopo Pasqua, spesso i padroni
110 aperti i cieli, afiinchè potessero entrar- affiancdvaiio molti de'Ioro Schiai'i e Ser-
vì gli uomini, e noi fumn)o aggregali al- i'' (^'.). Il codice Teodosiano so-pendeva
lasocielà dei;li angeli". Quindi nairabu- in questi giorni ogni atto giudiziario e
tier, come il digiuno di questa settima- tutti i litigi del foro, sì in pubblico che
Ila era più rigido che nel resto ilella (jua- in privato: però permelleva liberare gli
1 esima, e che la serofagia o alimenti sec- schiavi , come cosa confacentissima allo
chi, era di legge generale rigoro>,amenle spirilo di questa .solennità. Per tale legge,
osservala anche nel IV secolo; le limosi- per quella di Coslanlino il Grande e di
ne erano piii larghe e copiose degli allri allri imperatori cristiani, nelle due set-
tempi, in onore di così santi giorni : im- limane della croce e della risurrezione, ed
jierocchè quanto più ci avviciniamo alle in onore di questi due misteri, tutte lecor-
solennità in meraoria delle solferenze <li ti di giustizia doveanoesser chiuse, ed o-

(iesùedella sua risurrezione, chesoiio le gni sentenza data in questi giorni era di-
due fonti principali di grazie e di bene- chiarata nulla, purché non fosse un alto
iiizioni che Dio versa sopra gli uomini, di carità e di, beneficenza verso i mise-
tanto più dobbiamo ad esempio de'primi rabili. Questi Sgiorni essendo
i tutti riser-
cristiani mostrarci caritatevoli e pietosi vati agli ulBzi solenni, alle divozioni pub-
Terso i nostri fratelli. Quanto però alla se- bliche e particolari, ed geu- ai sermoni, le
lot-igia, cioè l'uso de'cligiunidi sole cose ti di servizio erano esenti dalle ordinarie
secche senza alcun condimento; ed aldi- faccende, acciocchèavesseroagiodiadem-
gii'.uo dello di .siiperposiziore, perchè e- piere i doveri di religione, e di attendere
ra di più giorni continuali, ed uno all'ai- al bene delleloroanime. Nelle Co5/f7uz/o-
tro soprapposlo,osserva il dotto Maz/inel- 72/ apostoliche, lib. 7,cap. 35, vi èque-

li, che poi non molto piacque a'Padri e sta legge. » Nella grande settimana che
diretlori di spirito, perchè temerono, che precede il giorno di Pasqua e in quella
VI potesse essere più di vanità che di me- che la segue, servitori riposino, perchè
i

1 ilo ; quindi amarono meglio un'austeri- l'una è la settimana della passione di No-
ta ragionevole che possa reggere all'asti- stroSignore, e l'altra quella della suari-
nenza, che un zelo indiscreto, che dal so- surreziotic, ed essi hanno biso"no d'esse-
veichio rigore passa facilmente in rilas- L'apparato
re istruili io questi misteri.
satezza-Gl'imperatoricrisliani praticava- col quale la Chiesa ha sempre celebrato
110 la carità in {{liesli santi giorni, con a- questosanlo tempo, è pe'crisliani un am-
prire le carceri a tulli i prigioni delenu- uionimeuto a raddoppiare il loro fervore
SET SET 3o5
in tulle le opere. Avendo Gesù Ciislo o- che avea sospeso sino dal lempo ch'erasi
peralo in quesla santa •;ellimaiia ciò die posta in penitenza; espressione di letizia

v'iia di più grande ne'misleri sublimi di che significa Lodate Dio, e corrisponde
nostra redenzione, cos'i la Chiesa ha nser- quasi al L^iva, Evviva del nostro volga-
baio ad essa il più augusto e il più san- re : cantico che la Chiesa incessantemen-
todelleceremonie. Nella settimana santa te dappertutto ripete. Quindi la Chieia
la Chiesa si abbandona interamente al si adorna a festa, ed allegra e gioviale, tra
pianto, alla mortificazione e alla tristezza, l'olezzo e la varietà de'fioii, giiibda, go-
che subito però nel sabato santo dimen- de e celebra con tutta la possibile festivi-
tica e tralascia per in tuonar solennemente tà la risurrezione del Salvatore del mon-
l'inno angelico. In tultecpieste liturgie, su- do. Com la casa di Dio tutta quanta mes-
ÌAiOìecnenie sinibodche, i canti sono ora saa festa, risuona di canti, di lodi, di be-
lieti e Irionrali, ora teneri e melanconici, nedizioni, e di tenere espiessiuni del più
gravi sempre e maestosi, come le sagre ce- splendido trionfo. La Passione di Gesù
remonie, venerabili per iint'chilà e per si- CristOjSeci rappresenta con formediduo-
gnificazione profonda. Dair//ovr/i/i/7(/'.) lo il tempo travaglioso delle nostre neces-
al Gloria in cxcelsis Deo {f •), le divine sità e fatiche, qual è il lempo della vita
rimembranze di nostra religione si rinno- presente; la di lui avventurosa Risurre-
vano con unasolennilàconimovente.Nel zione ci rappresenta la vita avvenire e bea-

canto della Passione e nella celebrazione ta, e ci apre la via ad udire nella cele>te
de Divini uffìzi, de yotltirni [P".) delle Gerusnlemme i sempiterni cantici, gì in-

tenebre, co'lreni e Lamentazioni (^^.), e ni, il Triscigio [T'.) angelico e le lodi del
nelle 3 ore d' agonia del Venerdì santo Santo de'santi. Colla moi te del Salvato-
(^'.),e nella commemorazione del Sfpal- re restò placato Iddio, e furicoocilicita la
erò [f^'.) del Redentore, e nel rappresen- terra col cielo; in somma colla risurrezio-
tare i Scile dolori della D. T'ergine [V), ne di Gesù Cristo si comp'i pienamente
colla divozione dell'ora desolata o altre, la redenzione del genere umano.efufur-
e col cantodelloiS'/fl^rtnl/t;/f/(/'.) econ mata la Chiesa. Essendo il sommo Po'i-
quello del AIiserere[f^.), la conU^mpla- ^<y?ce(^.)capovisibiIedi essa Chiesa e Vi-
zione do'fedeli riceve tutto il pascolo fia cario in terra di Colui che operò la reden-
le belle, oielanconiche edivole melodie, zione, ben a ragione doveaegli medesi-
che promuove la gara e remula7Ìonedci mo celebrare ed assistere in/io^/JiJ, centro
fedelii m.'issime ne'sodalizi e confraterni- e metropoli del cristianesimo, con mera-
te, fra le quali inRoma i^rimeggia VOspi' viglioso apparato di magnificenza, e con
zio della ss. Trinità dt Pellegrini {l'.), ogni ecclesiastica e priiicipe>ca maeslà, e
per l'ospitalità che loro accorda e per la corrispondenti ceremonie, circondato ilal

Lavanda de piedini '.), allaipiale si eser- piìi venerabile consesso di tutti gli ordini
citano nel giovedì santo anche \\ fapa, della Gerarchia ecclesiastica e della cor-
gl'imperatori,! re e altri sovrani, i car- te e curia romana, quanto la Chiesa fa pel
dinali e altri prelati, vescovi e ragguar- suo di\ ino fondatore, sposo e signore, se-
devoli personaggi, i superiori de'religiosi condo l'incombenza allìdilalodalui. Ben
e le superioie delle monache, tutti eili- conveniva che ove ha sede il venerabile
licanti esempi di religioso zelo, che non si e su premo capo della Chiesa, ed è stabili-
potino trovare se non nella chiesa catlo- ta la Sede Apostolica {y.), risplendessc
hca, nelle altre non essendovi che tiepi- vieppiù in tutto r esterna e decorosa e-
dezze. Nel giulivo sabato santo la Chiesa sprcssione del culto religioso che si deve
riprende il cantico dell'allegrezza, l'accia- alla Divinità, e venisse meglio ravvivata
Uìaz\o\wd\L<indi[f'.)^\:\oi\\UUliijd[l'.) la fede degli accorrcuM anco da remote
>OL. LXIV.
3o6 SET SET
regioni. Il complesso tli tanti riti., fecondi le, ed esercitare
cuore in santi afTetti,
il

di belli e misteriosi significati, riempie cbe a queste verità raaggiorinenlesi con-


l'iiiiimo (li pietà e religiosa couioìozione vengono, lasciando l'uno e l'altro ripieni
eloelevasoavemenlealcielo. Né piìisan- i di religiosa contentezza e soave conforto,
ti Ponlefìci stabilirono la celebrazione dei perchè li santificano le celesti dulcezze,
divilli misteri e sagre funzioni con tutta le quali si gustano più coli' orazione che
la Sj^Iendidezza ecclesiastica, per fai- pom- collo studio. Mi piace riprodurre quanto
pa della loro sublime dignità, ma solo per la Civiltà cattolica, nel t. 2,p. ig5 del-
la maggior gloria Gesù Cristo, ed esal-
di la 2.^ serie, disse della settimana santa del
tazione della sua Cliiesa. Laonde in dette 853. j) La maestà del cullo cattolico in
1

s. funzioni amnìirasi sovrano Ponfefì-il Romapoclie altre volle in frarannoas-


ce,cbe sebbene circondato da ll'im ponente sume tanta maestà, quanta ne mostra nei
corteggio misto di sacerdotale e di regio, sacri riti della settimana santa e del gior-
tutti ricoperti degli abili sagri e delle in- no di Pasqua. In quella la soave mestizia
segne della loro dignità e grado, pine con delle gramaglie, delle tenebre, del canto
edifìcanle umiltà e ad esempio di Gesù fa ticofiqiungono l'animo a pietà verso il di*
la lavanda de'piedi, li asciuga e li bacia, viliRedentore tormentato e morto perla
e poi serve a mensa quelli die rappresen- salute del genere umano : io questo la
tarono con tal ceremonia gli apostoli ; di- pom|)a, gli splendori, la gioia ti atteggia-
scende dalla sua cattedra col capo nudo e no alla speranza della risurrezione, ed il-

co'piedi scalzi, e in atto sommesso si por- lustrano il trionfo dalla fede ottenuto per
la ad adorare la Croce. Dipoi nella festa «juel prodigio fondamento della nostra
diPasqua celebra solennemente nel i.° santa religione. E sebbene perlasustan-
tempio del mondo sopra la tomba del suo za luttororbe cattolico conviene nella ce-
predecessore s. Pietro, testimonio delle lebrazione di questi sacri misteri, nondi-
gloriose azioni, passione, moite e risurre- meno quegli aggiunti clie valgon tanto a
zione del Salvatore, con tulli i riti e le li- ingrandire e adornare la cosa stessa, so-
turgie più auguste messa pontificale,
la lo in Roma li trova il cristiano. La vasta
ecomparlesulla gran loggiaValicana eol- e sontuosa magnificenza del tempio Va-
la pienezza di sua autorità l'apostolica be- ticano, la maestà e la grandezza del ca-
nedizione, ricoperto del manto e del Iri- po della Chiesa, lo splendore della digni-
regno pontifìcio. Tutto adunque è sor- tà nei sacri ministri, la ricchezza de'para-
prendente, venerando e misterioso; tulio menti, la valentia tutta originaledei can-
è istrullivo, quanto ne'sanli giorni della tori, la foggia stessa del rito usato allora
settimana santa si vede e si sente in tutta quando ufficia il romano Pontefice, e tut-
la Cliiesa, e massimamente nelle papali to questo congiunto insieme e cospiran-
funzioni. Le quali funzioni sono celebra- te al medesimo punto di aggiunger lustro
te con gravità e raccoglimento ecclesia- edecoroai singoliatli dellesanteceremo-
stico, di cui debbono penetrarsi gli assi- nie, sono tali circostanze chesi scolpisco-
stenti e gli spettatori, acciò entrino nello no anco più restii, e fan quindi
sui sensi
spirilo della Cliiesa, per ricavarne fi utlo concepire idea ben alta dell'ossequio che
importante alla salute delle loro anime. l'uomo devealladivinità. Per queste ra-
JDappoichc in ciascuna solennità e sagra gioni da tulle le parti del cristianesimo
funzione lo spirito e l'intenzione della
, concorrono in tal congiuntura in Roma
Chiesa è di dare a'suoi figli una continua forestieri in gran nùmero, e già dicem-
occupazione di spirito e di cuore; cioè pa- mo che quest'anno ne venuer tanti, che
scere lo spirito colla meditazione di quel- presto non vi fu dove potessero più al-
le verità, per le quali sono iupprescnta- bergare, con lutto che Roma sia forni-
e

SET SET 3o7


la a dovizia di pubblici e di privali o- te mi avesse preceduto nella descrizione
slelli". delle sagre funzioni, tanto delle Cappelle
Con mia religiosa compiacenza pelei poniijicie, che àtWaSettiniana santa, non-
col divino aiulo minutamenle descrive- dimeno trovai modo di assai rettificare e
re ed illustrare tulle quanle le funzioni aggiungere in più grandi, estese e parti-
che si celebrano in Koma oeU.i sellima- colarizzale dimensioni, segnatamente a-
na sanla, non meno degli antichi riti, che vendo io voluto unire alla teorica che at-
di quelli che allualmenle si osservano, tinsi daini e dagli altri traltalisli, la pre-

principalmente nella chiesa latina che im- ziosa pratica di 2 i anni in cui attentamen-
rnensamenle è la maggiore e piìidilhisa te e con passione assistei e feci parte del-
di tutte le chiese cattoliche. Tulli i riti, le slesse sagre funzioni, non risparmian-
le liturgie, le ceremonie della sellimana do le pi ìi mi ni me indagini. Compito il mio
santa ampiamente descrissi nell'articolo lavoro ne ottenni piena approvazione ebe-
vastissimo delle Cappelle pontifìcie, ikn- uigoo conforto da'celebri liturgici edot-
zi e quasi ogni sua parola commentai, di- tissimi delle coseecclesiastiche, mg.»' Giu-
chiarai espressamente e illustrai, negli ap- seppe de Ligne prefello de' J/ae?/r/ f/e//e
positi o relativi articoli, i quali sono tan- ceremonie ponlificie,^roftiSO\'e di liturgia
ti che mi è all'alto impossibile uè di enu- e segretario della congregazione ceremo-
merare, ne di citare, se pure non si voles- nialejC mg. Giuseppe Baini
"^ direttore be-
se qui fare un indice copioso. K vero che oeioeiho de Cantori della Cappella pon-
principalmente e con amore, profonda- tificia (V.)i ambedue profondi conoscito-
nientee minuziosamente diressi i miei la- ri di tutto. Quindi appena pubblicai l'ar-
boriosi studi alla descrizione accurata dei ticolo in (piesto mio Dizionario, autore-
riti e delle ceremonie che si eseguiscono volmente fui eccitato a pubblico comodo,
nelle cappelle pontifìcie de' /'«7/<7;3/ apo- non meno della corte che de'forasliei i, di
slolici (/'.) e nella Chiesa di s. Pietro in slampare a parte, come feci nel (841 eoa
Vaticano i^f .), ma siccome riti, le litur- i questi slessi tipi : Fa: Cappelle Pontificie,
gie, le ceremonie nella chiesa latina sono Cardinalizie e Prelatizie, opera storico'
perfettamente uniformi, ntutatis nìutan- il generale compatimen-
liturgica. Tale fu
dis, detraendo cioè le particolarilìi pro- tochcne provai, che per maggior como-
prie della cappella pontificia e del l^ipa, dila da molli ragguardevoli personaggi
le descrizioni vengono quindi ad alte per
(li fui invitato a stampare separatamente,
le altre chiese. Tullavolta non mancai ai l'eseguii nel 1 842pureconquesti tipiiDc/-
luoghi loro di rilevare ledcbite dilTeren- le pontificiefunzioni della settimana san-
Ee, che passano tra le ceremonie pontifi- Pasqua ^
ta e del solenne Pontificale di
cie e quelle della chiesa universale, non descrizione. Egualmente ne riportai ge-
senza debitamente rimarcare (pialche neroso plauso. Non vauilà leggera m'm-
specialitàdi rito proprio d'alcuna chiesa, dusse a fare questedichiarazioui, ma per
ed altrettanto praticai co' riti orientali : meglio giustificarmi, se in questoarlicolo
che di lutti i/i/7/edi tutte le Liturgie mi non ficcio la descrizione de'riti e uflìzia-
occupai, basta leggere (pianto riportai in tura della settiunna santa, limitandomi
qiie'due articoli. A miaconlusione,!.! riu- a generici cenni e a indicazioni, co'quali
scita supeù la mia trepidante espetlazio- però riassumendo gli articoli che senza
ne; ed pubblico è buon giudice, singo-
il citarli riporterò in carattere corsivo, ol-
larmente quello di Roma (/'.) pel vene- irei già ricordati, spero di avermi suppli-
rando, dottissimo e nobilissiino suo com- to. Ripeto, che se si voglia vedere un mag-
plesso. Ad onta che il celebre e beneme- gior dettaglio d'ogni cosa da me della .i

rito Francesco Cancellieri magistralmcn- CirrELLE Po>'TiFiciE, che come dissi com-
3o8 SET SET
prende la descrizione di tulle le funzioni quell'altro mistero ci propone da celebra-

della selliniana santa, basterà leggernegli re; e così passano nel culto di Dio religio-
analoghi e propri arlicoli. l^er esempio, samente giorni di questa vita mortale,
i

aScala SANTA, descrivendo il celeberrimo e sempre un qualche grande oggetto di


taiiluario di Sonda Sanclorunt, meglio religione tiene occupata la nostra mente
dichiarai le sagre funzioni, anche della set- e il nostro spirito. Tra questi lempi i più
timana santa, elicivi facevano gli antichi osservabili e santi sono quelli che sono
Tapi, secondo il narrato a'rispeltivi luo- destinali a celebrare i misteri della passio-
ghi, anche della settimana di l'asqiia per ne e risurrezione di Gesù Cristo. La Chie-
la benedizione degli ^gniis Dei. Inoltre sa pertanto ha consagralo a queste due
qui noterò, cheneirarlicolode'/^zVrgg/^fi' solennità due tempi considerabili, facen-
/"^y^/jindicando ove si trovarono nelle set- do precedere la solennità della passione
timane sante,negli articoli storico-geogra- di Gesù Cristo da 4o giorni di peniten-

fici di tali luoghi si potrà leggere qiiiinlo za, e seguir quella della risurrezione da

mi iudalo raccogliere sulla celebrazione 5o giorni di gioia, colla celebrazionedel-


delle sagre funzioni, ciò che altresì accen- la PeiHecosle che ha
il suo sabato santo

nai nelle biograflede'Papi, come per dire con digiuno, mentre altro digiuno anti-
de'più recenti esempi, feci in quelle di Pio camente ne precedeva la festa benché ,

J'I, Pio TU, Pio IX; dicendo ancora


e tempo pasquale. Dice s. Agostino, che i
in lidi assenze da E.omacome si celebra- due teuìpi consagrati alla memoria della
rono le sagre funzioni dal S(7gro Collcs,ìO passione, morte e risurrezione del Signo-
nelle cappelle pontificie, con riulervenlo re, racchiudono un altro mistero 4o : i

degli altri personaggi che vi hanno luogo, giorni di penitenza o quaresima significa-
narrandone le particolarità; così eziandio no il tempo di questa vita mortale, tem-
l'eseguilo quando i l'api furono impolen- po di tristezza e di travaglio; i 5o giorni
ti d'assistere o celebrare le funzioni nella pasquali che seguono, sono figura della
settimana sanla,cioè nell'articolo CArrEL- vita eterna, \ita tutta di riposo e di al-
lEPONTiFiciEeprecisamentenel voi. Vili, legrezza. La passione di Gesù dunque ci

p.287, ed allri che vi hanno relazione. rappresenta il tempo delle nostre neces-
Per debito di giustizia e per motivo di re- sità e fatiche, qual è il tempo della vita
ligione, la Chiesa ha consagralo varie par- presente; la sua risurrezione ci rappresen-
li dell' anno alla memoria di quegli ahi ta la vita avvenire e beala. Qui finalmen-
n)isteri che sono l'oggellodi nostra fede te abbiamo il compimento di tutti mi- i

e fondamento delle nostre speranze. Sap-


il steri pe'quali Gesù Cristo è passalo, per
piamo che sino da' tempi apostolici vi e- condurci a vita eterna. Per ragionedique-
rano de'giorni piìi solenni, ne'quali fe- i stegrandi verità ha esallosempre la Chie-
deli uniti pili di spirito che di persona, si sa dai suoi figli una divozione particola-
adunavano insieme per celebrarli. Iddio re in tempi così venerabili.
stesso si conlenlò di riserbarsi alcuni gior- Il I .° giorno della settimana santa è la

ni ealcuni tempiche siano \eratncnleper domenica delle Paline, destinato ad ono-


lui , ma insieme ancora per noi; poiché ro re l'ingresso trionfale di Gesù Cristo in
nella santificazione di questi tempi, aven- CcnisaUinme (ove in memoria si fa quel-
do in mira la santificazione nostra, vuole la funzione che descrissi a s.J^epoicro),
che negli onori suoi troviamo il bene no- figiu-a del cielo, 6 giorni prima d'essere
stro. À tale eifettola Chiesa per tener sem- crocefisso, tra gli Hosanna, ond'essere ri-
pre viva la nostra fede ed in esercizio la conosciuto come il Messia e il Snlvaiorc
nostra pietà, regola così saggiamente il gi- del mondo; ingressoche la Chiesa celebra
ro dell'auno ecclesiastico, che or qucslour colla benedizione e Pi occasione delle pai-
-

SET SET 3or)


me, per eccilare a seguire in ispirilo Ge- doraniui te Christe,c\ìe diciamo ueWaPla
sù, prima di soltoporsi al peso de'tiava- Crucis. Sì tenga presente, lanlo per que-
gli e de'dolori della Passione, ed a ren- sto giornoche pei seguenti, quantoavver-
dei'gli tutti gli omaggi della nosira men- lii di sopra. La spiegazione tenera e di vo-
te e del nostro cuore. A questi e* invita ta di tutte le preghiere, le azioni, i mi-
pure il bellissimo inno : Gloria, laus, et steri, i riti della settimana santa, si può
honor, cioè Gloria , lode ed onore sia a con soddisfazione erudita e religiosa lecj-

•voi re, Cristo e Redentore; cui un omag- gerla nelMazziuelli e nel Culler. In Ro-
gio puerile cantò un religioso osaiuia. Si mala Stazione è nella patriarcalearciba
può vedere Snrnelli, Leti. t. g, lett.16 : silica e Chiesa dis. Gioi'anni in Latera-
Dell'inno Gloria , bus, et liDUor, che si no ossia del ss. Salvatore, capo e niadrc
canta nella domenica delle Palme j e per- di tutte le chiese del mondo.
che la settimana seguente sì chiama Ed- Nel lunedì santo in Roma la stazione
domada maggiore. La Chiesa nella messa è nella Chiesa di s. Prassede. Nella mes-
canta o legge in questo giorno WPassio, sa, l'epistola ci ricorda la predizione d'f •

ossia la storia della passione di Gesù, scrit- saia del futuroSalvatore,e particolarmen-
ta da s. IMatteo Àpoilolo ed E^'angetista, te del la sua passione e morte. Gesù Cristo
non tanto per mostrarci ch'ella deve es- che ivi parla per bocca del profeta, è lut-
sere il principale oggetto della nostra di- to rimesso a'voleri del suo eterno l'adre,
vozione in tutta questa settimnna, ma s\ e fra i tormenti che solL-e fa conoscere hi
ancora per insegnarci a non separar mai sua pronta e umile ubbidienza; ma nel-
dall'interna allegrezza, ch'è il frutto del- lo slesso tempo la sua magnanima e co-
la grazia e del soggiorno dello Spiritosan- stante fermezza, la quale nasce dalla certa
to nel nostro cuore, lo spirilo della com- fiducia, che ha nella prolezione di (jue'.lo
punzione, e la rimendjraiiza eia medita- a cui ubbidisce. Neil evangelo, benché il
zione del mistero della croce. La Chiesa fatto che descrive seguisse avanti al Iriou-
terminate le festive ceremonie per 1' in- faiite ingresso in Gerusalemme G giorni
gresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, pi ima di Pasqua , tuttavia si legge oggi
consogra il resto del sagrifizio divino ai nel principio della sellimnna di pissione,
misteri della passione, e ne fa leggere e perchè in questa occasione parlò il Signo-
cantare la dolorosa storia, secondo l'or- re della Sepoltura, come di cosa vicina,

dine de'lempi in cui fu scritta, essendo e perchè quindi Giuda mosso da spirilo
creduto Matteo il i." degli evangelisti.
s. d'avarizia, dopo di aver mormorato del-
ÌN'el principio non si risponde Gloria libi lii religiosa nuinifìcenza di 3[addalena ,

Domine (di cui a Evangelo), uè si porge prese empiamente motivo di vendere ai

il bel saluto Dominus vohifcum, 'n\0(\\o giudei il suodiviiio ^Maestroper 3o ^t/zd-

del perfiilo saluto di Giuda; similmente /•/. Edafale Irailimento appunto di Gia-
ciò praticasi negli altri Passii , come né da comincia la dolorosa passione del Sal-
il diacono, nò il celebrante segnano colla vatole. In fine della messa si dice sopra

croce se stessi o il libro. Allorché nella sto- ilei popolo l'orazione, preceduta dall'av-
ria della passione si ricorda ilmomento vertenza : Tltmiilidle capita i'cstra Deo.
della morie del Redentore : Emiul spi- J)ella formola : f/iimiliate capita vestra
ritiim, lanlo in (piesto giorno che nc'se- Deo, parlai n Oremus, e altrove.
gueiìti tutti genulìeltono e si la un poco Nel martedì santo in Roma la stazione
dipausa da chi legge ocanlo il Passio. An- è nella Chiesa dis. Prisca. ^e\ìa messa,
ticamcntesi baciava da tulli la terra, mas- riulroito ci avverte di mettere lutla la

simein Homa.ilche lultora si pratica in gloria nostra nella Croce di Gesù Cristo,
alcuni ordini religiosi, pionunzinndo \'
A- primadi lui obbrobriosa, poi segno di sa-
3io SET SET
iute. L'epistola rammenta come Geremia noi vita e salute ; e si pretese unire a'do-
parlò della dolorosa morte e dell'aspet- loi i l'infamia, con far morire l'innocente
talo Messia, della cospirazione e fellonie Gesù fra'scellerati, perchè gli furono da-
tiegli ebrei; e che Gesù fu umile e man- ti due ladroni per compagni alla croce.

sueto agnello, che senza lamento si lasciò 11 Passio poi è secondo s. Luca evangeli-

condurre alla morte, quasi vittima a! sa- sta e discepolo di s. Paolo, da cui confor-
griflzio.NeH'e vangelo PassiooPas-vi è il tato scrisse l'evangelo assistito dalla rive-
sione di Gesù Cristo secondo s. Marco e- lazione divina, non che dalla tradizione
vangelista, poiché la Chiesa fa leggere la degli apostoli e de'discepoli del Signore.
Passione del Signore giusta l'ordine dei Sono da s. Lijca singolarmente descritti
tempi che fu scritto ì'Ei>nngelo : perchè il sudore di sangue di Gesù Cristo e l'ap-
s. Pietro l'insegnò in Pioma al discepolo parizione dell'Angelo che venne a con-
s. Marco, e questi ispirato da Dio lo scris- fortai lo. La Chiesa ove occorre sceglie dai
se, fu detto l'Evangelo di s. Pietro. L'ora- salmi que' versetti che alle preghiere e
zione sopra il popolo è preceduta dalla alle agonie dell'Orlo alludono; quasi vo-
Ibrmola : Hutniliate cnjAla veslrn Deo. glia che questa I. 'parte della passione sia
Nel mercoledì santo o gran mercoledì oggi particolarmente soggetto a'fedeli di
in Pioma la stazione è nella Chiesa eli s. loro meditazioni. Prima dell'orazione sul
Maria Dlaggiore. Questo giorno è consa- popolo ha luogo l'i nlimazione Iliinii- :

grato in modo speciale alla passione di G. Viale capila vesira Deo. Nelle ore pome-

C, perchè gli ebrei si radunarono in quel ridiane del mercoledì santo si dice d r

dì per deliberare sul modo di farlo itnpri- uffizio delle tenebre col Rlatlutino , i 3
gioiiare e di metterlo a morte. La Chiesa /Vo/^Mr/u',edopo i Salmi le Lezioni e La-
nell'introito della messa ci fa sapere la nienlazioni (con questo nome anlicnmen-
maestà, la virtìi, la gloria data a Gesù, per te si chiamavano i 3 giorni della settima-
l'umiliazione del suoabbassamento, e per na santa ih cui si cantano, cioè mercole-
l'ubbidienza mirabile mantenuta costan- dì, giovedì e venerdì) o treni di Gere-
temente sino alla morte, non ostante l'e- mia, non che le Laudi. Grande ed antico
stremeangoscieeagoniedeH'aflhtta uma- esercizio di religione sonoquelle preghie-
nilàjSoprairalta talmente nell'orlo di Get- re pubbliche che chiamiamo IJ/izio Di-
semani di Gerusoleimne àiìWix spavento- vino, istituito per tradizione apostolica,
sa vista de' vicini dolori, chenesudò San- e diversamente regolato secondo la va-
glie. Molti de'versetli di questa messa e- rietà de'lempi e delle memorie diesi vo-
sprimono le preghiere, e quelle afflizioni levano celebrare. Quello che si recita in
ed agonie di spirito dell'umanità del Re- questi giorni ritiene piùd'ogni altro del-
dentore.Dopo il Kyrie eleisoii , si dice l'antica semplicità ,più d'ogni altro con-
Oremus. Flectamus gemia. Levale. Del- tiene misteri molti ed eccelsi, che certa-
la furmolii Mcclaiiìus genita o avverten- mente meritano studio ed attenzione per
za per lare la GenuJIessione, e de\\''\n\\- essere bene intesi, raccogliinentoe com-
lo Levale per rialzarsi, parlai anche al- punzione per cavarne profitto. Vi è in es-
l'articolo Oremus. Il Fleclanms si ripe- so un tal misto di lugubre e di adettuoso,

te dopo la I
." orazione che segue la i
."
e- che sente di superna consolazione, e di
pistola. Due Lezioni o Epistole ha questa un santo salutevole orrore riempirsi l'a-
messa, ambedue d'Isaia. Nella i.'^ il pro- nima, chi atlenlamenteedivotamenle vi

feta ci rappresenta Ge-ù Cristo vittorio- assiste. Ai)tican)erilc ebbe in t-ostuine la


so colla Croce de'Denioniij nella 2.^sono Chiesa radunarsi in diverse ore a far co-
minutamcntedescritlii caratteri delMes- ro, e dar lodi al Signore, dimodoché di
sia in passione, dalla cui morte venne a remota istituzione sono le Ore canoniche.
SET SET 3.t
Fra queste le più celebri e più d' ogni ti neri p;ionazzi,come pensa alcuno. Inol-
altra da'priinilivi ciistiani reliyio-iaineu- tre abbiamo dal Culler, che la i j. ^cande-
te custodite, fuiono quelle io cui nel cu- la principale posta in ci(ua del triangola-
po della notte sorgevano a saloieggiare, recandelliere ne'Sgiorni che hanno luo-
che perciò uffìzio noUurno o delle tene' go l'udizio delle tenebre, è bianca, e figu-
bre furono chiauiale. Questo costume di rare Gesù Cristo, secoiulo il rito e la cre-
aÌ7.aisi nel piìi cupo della notte a lodare denza di molte diocesi; ma pel detto nel
e benedii e Dio, comune altre volte a tut- già indicato articolo, le nostre candele so-
ta la moltitudine de'fedeli, è rimasto so- no tutte gialle. Egli di più crede questo
lamente in alcune comunità ecclesiasti- rito già in uso nel VII secolo, e quanto
che e religiose d'ambo sessi, che rimar- i al mistero di tali candele, che successiva-
cai a'Ioro articoli. La Chiesa sempre buo- mente si smorzano al {'um d'ogni salmo,
na e pietosamadre, o per condiscendere riferisce che alcuni affermano rappresen-
alla debolezzadi molli,© perchè non isti- tare il Salvalore,e lo spengiraento la sua
mò spediente per molte degne ragioni lagrimata morie, mentre è la vita e la lu-
Je pubbliche sebbene sagre adunanze in ce del mondo che : altri pensano rappre-
tempo di notte, tolse le antiche vigilie; ed sentare i celi gialli gli undici apostoli, la
acciocché popolo potesse comodamen-
il B. Veigine, e le altre sante femmine e
te assistere a queste,avanzò il teu) pò del- tutti i l'abbandono o la doglia
discepoli,
la mezzanotte alle ore di sera del giorno de' quali, aggiungono essi, è ralìlgurata
antecedente. IVondioieno restò loro il no- colla luro estinzione. Il i"Mazziueili sull'u-
me, altre volte a tutti gli ullizi notturni so del ti iangolo ne'3 ullizi delle tenebre,
comune, di uffìzio delle leiiebre, non sen- opina che siccome ne' primi secoli della
za mistero, perchè non solamente ancor Chiesa cristiani che si adunavano a cele-
i

dopo che furono soppresse le antiche vi- brare le sagre Sincissl avanti giorno, so-
gilie,coutinuò (juesto a celebr.irsi nel buio vente a cagione delle persecuzioni erano
della notte, ma perchè finisce a lumi af- costretti riunirsi in luoglii sotterranei e
fatto spenti, ed è stato considerato sem- oscuri, quiudi si trovavano obbligati ad
pre come uflìzio di lutto, rappresentan- accenderelampadeelumi per vedervi. E-
do i ftmerali del Redentore. Si può ve- rano (piesli per lo piìi grandi candellie-
dere quanto sull'ullizio delle tenebre ri- ri forma triangolare, sospesi in alto, o
in

portai a Cappelle pontificie, parlando di attaccati ad essi, o posti sull'altare mede-


quello del mercoledì santo. Il Boiler di- BÌmo, e ne* bassi tempi furono chiamati
ce che la pratica dell' uffìzio delle tene- //erce, perchè fatti simili all'erpici in fi-
bre era ancora in grande vigore nel se- gura di trigono, Qiiiidisi continuò l'u-
colo XII, in cui i cristiani passando la «u ancora di giorno, per le accennate mi-
maggior parte delle notti della settima- steriose ragioni. L'.ib. Diclich, Dtz. sacro-
na santa, e massime gli ultimi 4 giorni liturgico^ dice che lei 5 Candele di cera
di essa, vegliando nelle chiese, l'uUìzio di- comune del triangolo si accendono per
cevasi sempre a me/za notte, e fu cosi ilenotare la fede della ss. Trinità, la <|ua-
detto dalla parola latina lenebnie, oasin le vigeva nella B. Vergine, negli ap »sto-
perchè verso il suo termiiu; si spengono li e nelle tre iMirie: e che lo spengimen-
tutti iL/<'/j/ prima chesìa finito,per (|uau- to degli altri lumi, tranne quelli che ar-
to spiegai al luogo citato, insieme alle dono innanzi A ss. Sjgraincnlo, che si fi

Candele ili cera gialla o comune, come al cauto del //r/<cri//i7(i.v,signillca la mor-
cera che si tleve usare ne'tempi di peni- te de'profeli, e la cecità de'giudei, come
tenza e ih duolo; ma non [tare in tutte le insegna Uuperto. Tanto riporta all'arti-
circostanze in cui &i adoperano paramcu- colo Mauulini dellt tencbiTj mcutrc .d-
3i2 SET SET
l'arlicolo Settimana santa ricoida il de- te e continua laude, così la Chiesa divise
creto di s. Pio V sul canto da usarsi nel- le ore per la preghiera con distribuzione
la medesima, escludendo \a Musica e gW di tempo. In questo giorno la Chiesa sta-
slrunienli. Dopo il Beiiedicliis si cauta bilì la recita dei salmi più propri e più
il i^i\\mo]\Il severe: termina l'uflìzio coU'o- analoghi a quanto celebra terminando ,

lazioue Respice. La Chiesa in questi gior- con l'orazione Respice. In questo giorno
.'
ni non fa che dimostrazioni di lutto, non anticamente si dicevano tre Messe, là i

ha che sentimenti di dolore negli altri : per la riconciliazione de'penitenti, la i.^


uflizi offre al Signore sagrifizio di lode, per la benedizione degli olii santi, la 3.^
ma in questo nou fa che sagrifizio di pian- in memoria dell'istituzione dell'Eucari-
lOjlasciandoogui significazione d'allegrez- stia. In quella notte, in cui gli uomini co-
za e di festa, ed ogni ora canonica termi- spiravano contro la sua vita, e unode'suoi
nando coU'orazione Respice, colla quale discepoli tramava di darlo in mano dei
invoca pietà da Dio per quelli quali il i suoi nemici, pensò Gesù Cristo dare agli
suo divin Figlio soffrì la morte, e pe'suoi uomini il maggior contrassegno del suo
ujerili la spera. amore, lasciandoci in dono il suo divinis-
INel giovedì santo o gran giovedì, fe- simo Corpo: questo èil soggetto della mes-
ria V detta in Coena Domini^ in Roma sa che ora soltanto si dice, ed è tutta per
la stazione è nella Chiesa di s. Giovan- onorarequesto mistero, e rinnovare la me-
ni in Lalerano. Si celebra la Lavanda moria della sagra Cena, in cui fu istitui-
de' piedi, che forma il soggetto dell'e van- to l' adorabile Sagramento del Corpo e
gelo di questo giorno, l'istituzione della Sangue di Cristo, e celebrato il vero sa-
ss. Eucaristia (la cui festa del Corpo di grifizio, il più eccellente de' sagramenti,
Cristo eoa Processione soìenue si celebra come insegna il s. concilio di Trento. Nella
in altro tempo con rito più particolare, solennissima messa che perciò si celebra
imperocthè, sebbene la istituzione si fe- in memoria, ceremonie di letizia
fra le in
steggi nella detta feria \ non
, poteva la attestato di gioia per sì gran mistero, la

Chiesa rendere Corpo di Cristo quel-


al Chiesa La avuta cura di lasciarne alcu-
lo speciale omaggio di venerazione e cul- ne di mestizia, per dimostrare che non si

to che gli si deve, a motivo che i fedeli scorda della passione di Gesù CristOj la

sono in quel giorno occupali a piangere cui ilcordanza va bene unita con quella
la passione e morte del Redentore, e i ri- dell'Eucaristia. E così dopo aver prote-
li sono misti di letizia e tristezza : a In- stalo nell'introito di porre tutta la sua glo-
no parlai di quello cantato da Gesù Cri- ria nella Croce,da cui riconosce la sua vi-

sto dopo la cena e isliluzionedelss. óV/g/vj- ta, la salute, la risurrezione; dopo il G/o-
mento), e l'assoluzione o riconciliazione sospende l'uso delle Cawpa/zf, e pren-
/•/rt

(\& Penitenti, la benedizione degli O/// de- de l'anlicodelle tavolette o troccole o cro-
gì infermi, de'catecumeni pel battesimo, talo per chiamare il popolo alla chiesa.
e del Crisma che si fa per l'uso de' sa- Del silenzio delle campane sino al Gloria
gramenti. L'uffiziatura incomincia colla iuexcehis Z^eodel sabato santo, e sostitu-
recita delle ore canoniche di Prima, Ter- zione delle tavolozze, ne parla anche ilNar-
za, Sesta e Nona, poiché la Chiesa che i\\,Deparrocìii{. 2,p.2'78,chechiama ta-
coodialle qui in Icrra, prende per quan- volette e nacchere secondo AmaUuio, il

to è possibile regola e norma da quella qualediceche usavano tra'crisliani pri-


si

che gode nel cielo, in cui i beati non fan- ma delle campane. In oriente sicuramente
no altro che di continuo lodare Dio; e ne'primi tempi con tavole si dava il segno
siccome le nostre deboli forze e i bisogni de' divini uffici, almeno l'usavano i mo-
delia vita uuu ci permclluiio l'iucessun- naci nel V secolo, come seguati delia pò-
SET SET 3 1 3
vcrtìi,m quella guisa che i Ciippuccìtiì chin- gresliao altro luogo appartato si conser-
mando i frati pei ilormitorii battono un ta pel Ftalico degl' inférmi), col canto
coppo. II Cancellieii, nelle Campane p. dell'inno Pange lingua. .Nella cappella
3o, dice che il mesto loro silenzio, a cui ponlilìcia, poscia segue la solenne Bene-
si sostituisce lo strepito di alcuni legni, dizione del sommo Pontefice dalla log-
non solo serve a lam mento re la prnlicn gia Vaticana, da dove prima si pubbli-
de'primi secoli, ne'quali co'Iegni si chia- cava in questa circostanza la scomunica
mavano i fedeli a' divini uilici ; ma an* colla bolla in Corna Domini, coi riti ri-

che ad indicare l'abbandono deijii apo- poi tati a ScoMUMCA.ìVelIealtrechiesedo-


stoli, la morte e sepoltura del Redento- pò la messa ha luogo il f esperò in co-
re nel giovedì e venerili santo; mentre il ro senza canto, co usa Imi appropria ti, ter-
loro lieto e doppio suono serve a festeg- minandosi colla solita oraziane Re^pice.
giare la faustissima memoria di sua glo- Finito poi il sagrilÌ7Ìo, e t»»lla la ss. Euca-
riosa risurrezione nel sabato santo. But- ristia e riposta in altra cappella nel s. Se-
ler spiega il silenzio delle campane per se- polcro, si piegano le To^uiglie e si spoglia-
gno di duolo, pel silenzio che tennero e no gli AUariy che restano senza orna-
il sommo allhnno in cui furono immer- mento, per esprimere la profonda aiìlizio-
sigli apostoli la passione e la mor-
durante ne della Chiesa. Lo scoprimento degli al-
ie del Salvatore. La Chiesa nella messa tari e il tiasportare la sagra O-iliam al-

non dà la Pace , che non da vasi ne'gior- tro luogo, è un resto di quanto antica-
ni di lutto, e per detestazione di quella mente facevasi ogni giorno con meno di
the il perfido e ingannatore Giuda con pompa, ma che oggi si eseguisce con mi-
»m bacio die al suo ^NLiestro e Signore, ^le^o.Fl a locircoslaiizedella passione pre-
nel darlo in mano a' suoi nemici ; rau)- detta da' profeti , vi fu quella che Gesù
mentandosiciò nella colletta e la pena ri- sarebbe stato spogliato delle sue vesti o
cevuta, e la ricompensa al buon Ladro* Tonaca inconsulile, e che gente mani-
neper la sua confessione. iVeirepistola rac- golda se le avrebbe divise e tirale a sorte.
conta s. Paolo la celebrala cena, e lisli- L'altare è simbolo del Redentore, onde
tuzione del ss. vSagramcnto. Segue 1' c- nello spogliamento la Chiesa intende si-

\aDgelo della Lavanda, che ricorda ciuci- gnificare il suo stalo di languore e la nu-
la fatta ai piedi degli apostoli dal Reden- llità di Cristo quando apparve Crocefis-
tore. In questo giorno si fiiceva la Comu- so; quindi dopo i vesperi il sacerdote ac-
nione generale del clero e del popolo, e coQipagnalo da'minislri spoglia gli alta-

si disse dal volgo la Pascjun df' pirli, i ri leggendo l'antifona ; Di\-i<frunliiOn-e-


quali bensì in questo giorno si astengo- fiimeninmea.yana Rinaldi che nel i o34
no dal dire In messa, non solo per moti- il concilio di Linioges fulminò la scomu-
vo di tristezza e di lutto, per cui non ce- nica contro i polenti secolari clic tiibo-
lebrano ne'seguenti venerdì e sabato, ma lavano la Chiesa, e l'intei dello l'onlro la
per imitare qualche forma parlicijla-
in citi.» : fu perciò onlinalo di spogliategli

re la Cena del Signore, ove fece la .' vol- i altari di tutte lechiese,come neila Para-
ta la funzione di gran sagrilìcntore, che sce^'e, e celebrandosi n poi te chiusesi pre-
fu solo a celebrare e comunicò di sua ma- parassero, indi nuovamente spogliassero.
no gli apostoli. Dopo la messa segue In L n'allra funzione religiosa di questo gior-
J'rocexsiotie e riposiziune ilrlln ss. Lucnri- no è la La\'anda de' piedi, pei che a'iem-
stia nel s.Srpclcro (nel quale articolo par- pi di Gesù Cristo andavasi a pieih muli
lili delle visite de'fedeli e delle indulgen- e coperti solo da sandali, onde facilmen-
ze, e quanto riguard.) relativi riti, i co- te si contraevano sozzure, quindi il «
."
ca-
me pure del »«. Sagramenlu che m sa- Mtalevulc ullìziu dell'ospitaliià era il la-

VOL. LXIV. ao*


3i4 SET SET
vai'li e lergeiTi, come notai pure all'ar- In questo giorno nella basilica Vaticana
ticolo Ospizio. Nella memorabile lavan- £Ì fa la solenne Lavanda dell'altare pa-
da fallacia Gesù, ci die eccelsa lezione di pale. La moltiplicilà e minutezza delle sa-
segnalata umiltà, onde i ss. Padri la con- gre ceremonie furono censurale dai pro-
siderarono come un esempio da seguirsi, testanti , ma essi rammentino l'assioma
anche pe'niisleii che contiene. I più pro- del dollores. Agostino." Se esse si riguar-
pri alle circostanze di questo giorno, de- dano coH'occhio si vedrà che
della pietà,
stinalo alla riconciliazione de' penitenti nulla hanno che non edifichi e non in-
ed all'istituzione dell'Eucaristia, sono in nalzi le nostre menti, nulla che non ren-
considerare in quelle acque santificate da mirabili le meraviglie della sua già-
dallemani del Redentore, la virtù delle zia ". Nelle ore pomeridiane del giovedì
lagrime penileuli per tergeie le colpe, e la santo ha luogo il 2.° uffizio delle tene-
forza della celeste grazia in mondar le co- bre. L'uffizio è ordinato come il prece-
scienze, acciò con puro e mondo cuore ci dente. I salmi de'notturni sono tulli adatti
accostiamo alla mensa del Signore. An- al mistero, a vendo rapporto alle sotrerenze
cora al ribaldo Giuda furono dal Reden- e alla morte del Redentore, onde per lo
tore lavati! piedi : ma perchè non per que- più sono di quelli che compose il re Da-

stosi rimase dal consumare il conci uso tra- vide nel tempo di sue angustie e peise-
dimento, abbiamo nella persona di Giuda cuzioni, e de'quali parlai a Salmo. Come
l'immagine de'sacrileghi profanatori del il Papa nella sera visita il s. Sepolcro, lo
Sagramenlodi riconciliazione,egualmen- dissi ancora nel voi. LVI, p. i i5.
le che di quello dell'Eucaristia. Chiamasi Nel venerdì santo ogran Fenerdl,àt\.io
Man da Co, peixhè ne abbiamo avuto dal feria VI in Parasceve, in Roma èia sta-
Signore l'esempio e il comandamento di zione nella Chiesa di Gerusa- s. Croce in
praticarsi tra gli uni e gli altri, e perchè lemme. Q^uesto '^\ovao fu dello in Para'
da questa parola comincia la commoven- scevc, dall' apparecchio de' cibi e di tut-
te funzione, con cantarsi l'antifona Man- to il bisognevole, che facevano gli ebrei
daluin novum do vobis. 11 Redentore la nello stesso giorno, per essei e sbrigali dal-
fece in figura di maestro e di signore, e le faccende nel festivo seguente giorno di
perciò non solamente i Papi, i vescovi, i sabato. Questo venerdì poi, secondo l'u-
prelati, i superiori, le superiore, ma an- so degli antichissimi cristiani, chìaniavasi
che i sovrani e le sovrane eseguiscono la assai fre^pien temente il giorno di Pasqua,

lavanda, facendosi un merito d'abbassarsi perchè morì in croce e fu sagri-


in esso
ai piedi àe Poveri, e render loro uno dei llcato all'eterno Padre Gesù ch'è l'Agnel-
più vili e bassi servizi. Il Papa dona ad lo di nostra vera e s. Pasqua, cui quello iX\.

ognuno cui ha lavato i piedi due /l/e^/a- degli ebrei non fu che semplice figura. Si
g//e, ed in sua vece supplisce il cardiuid commemora il mistero della passione e
Decano del sagro collegio : se io Roma dellamorte di Gesù Cristo Salvatore del
non si fa la funzione, il Senato romano mondo e Redentore delle anime nostre,
l'eseguisce neW Ospedale di s.
Giovanni, onde questo giorno attrae tutta l'alien-
così imbandisce eserveallamensa. A Pran- zione de' fedeli e ravviva la loro pietà :

zo riparlai di quello che il Papa imban l'uflizio della Chiesa è tutto composto di
disce a quelli cui lavò i piedi, e che serve espressioni del più profondo dolore. Dopo
a mensa; ivi riparlai ancora tie'pranzi dei la recita delle ore canoniche pjima, ter-
cardinali del giovedì e venerdì santo nel za, sesia e nona, si celebra la Messa dei
palazzo apostolico. Dopo la fui»zione del- Presantiflcati,cosi detta perchèsenza con-
la lavanda, nelle chiese si recita la Com- sagrazione; il sacerdote che uffizia, rice-
pit'ta e si termina coll'orazionc Respice. ve il Sagrnmenlo sollo una sola specie e
SET SET 3 1 5

cotisiitna l'Ostia sagra riposta nel sepol- no alla Croce, onde scrisse quanto vide
cro uel (Jj precedeiile,oiide(jnesloè il solo nel Cah'ario. La Chiesa alle piedizioni
giorno deil'auuo, in cui non si celebra il sa- d"'profeti contenute nelle due memorate
gi'ilìzio ricoirentlo in questo mesto giorno lezioni, fa seguir la stoiia del vangelo, e
quello della Croce, che la Chiesa venera ponecosicome in confronto delle ombre e
con un cullo particolare: nella Croce fu delle figure de Simboli, la luce e la verità
s;igi ificalo con maniere sanguinose e cru- dil figurato; acciò vedendo come bene si

deli, nell'altare con maniere tutte ammi- accordano, siamo persuasi che nella vita,

rahili e senza sangue. Tranne il sacerdo- passione e morte di Gesù Cristo, si è ve-
te che celebra il s. uffizio e gl'infermi in rificato tuttociò che di lui tanto tempo in-
pericolo di morie, niun fedele si comu- nanzi erasi profetizzato. Dopo il Passio nel-
nica in questo giorno. Spogli sono lutti lei cappella pontificia ha luogo la Predi-
gli altari, per figurare la nudità del Re- ca o Sermone sulla passione e morte del
dentore; smorzati i lumi, per esprimere le Redentore; ma nelle altre chiese imme-
lenebre da cui fu coperta la terra alla mor- diatamente il sacerdote canta i 18 Ore-
ie di Gesù Cristo; [)aramcnti sagri sono i finis o preghiere, colle quali oggi la Chie-
neri : il Papa, cardinali,ivescovi, gli i sa rivolge a Dio le sue sup[)liche per gli

abbati mitrati sì astengono di usar l'a- uomini di tutti gli stati e di tulle le con-
nello,ed cardinali invece delle Calze ros-
i dizioni, catecumeni, eretici e scismatici
se assumonole paonazze, e chi le usa di (per cui ne ragionai a Setta), giudei, pa-
questo colore le permuta in nere. La Se- gani. Riferisce Butler; «La Chiesa nomi-
dia de Papi (ove pure dissi deìfaidisfo- na espressamente i pagani e i giudei. Nel-
rio nudo che adopera in questo giorno)
si le nostre preghiere particolari, noi pre-
ed il Trono, sono senza ornamenti e Bui- ghiamo nominatamente per tutti senza ec-
dacchiiiOy e questo non l'ha neppure l'al- cezione.La Chiesa altresì ne'suoi suffra-
ture nella cappella ponlilìcia: la creden- gi pubblici prega per la conversione e per
za èsenza tovaglia; i banchi e il pavimento la Salute degl'infedeli di qualunque no-
senza tappeti. L'uUlzio che si fa dopo le me e nazione: ma per mostrare in quale
ore canoniche, comincia con versetti di orrore ell'abbia gli aposlati volontari, e
lamentazioni tratte dai profeti, e colle pro- per separarli dai suoi figli che vivono nel
messe che Dio fu auli uomini di usar lo- suo seno, e godono de'beni della sua co-
IO misericordia, e con un'orazione per ot- munione, ella proibisce a'stioi ministri di

tenerla, secondo il Buller; u)ail IMazzinelli nominaili nel s. Sagrilìzio o davanti agli
dice che la funzione comincia da due Le- altari ne'suoi templi. Tuttavia il vener-
zionìy dopo la prima segue il tratto, e l'O- dì santo ella deroga a questa disciplina,
rerntis, cui precedente invito del Flecla- essendo questo il giorno in cui nostro Si-
mus genua, ed avviso Levale per alzarsi, gnore è morto per tutti gli uomini. Per
ciò che non si ia quando nelle 8 orazioni i questa ragione non è sconvenevo'eclieella
che vado a ncordare,si prega per gli ebrei, supplichi il Signore nelle pubbliche preci,
perchè insultarono il Figlio di Dio, pie- e che in peculiare maniera studii di f.u-
gando in atto di scherno le ginocchia in- cogliere a tutti il fruito d'una morte che
nanzi a lui nella sua passione. Dopo la 2.' fu sofferta e olferta per tulli. Queste o-
lezione, il tratto ed i versetli, segue la lettu- razioni per tutti gli ordini e per tutte le

ra del Passio di Giovanui apostolo ed


s. condizioni trovansi nel Sagra mentario
evangelista, il quale secondo l'ordine dei di s. Gregorio I, e sono citate da s. Ce-
tempi fu r ultimo degli evangeli-.li, e iu lettino I
". Finite queste preghiere, si fu

il solo degli apostoli che senza i»uii abb.iu- lo scuopri mento della Croce e la sua //-
donare il suo diviu INlacstro, lo segui fi dorazione, prima depoucndo>i le Scur-
3 1 6 SET SET
pe, e fncendosi iielhi coppella pontificia ne coll'orozione Respice, Nelle oi e pome-
V Oblazione, che diviclesi tra il Sagri sia ridiane ha luogo il 3.° uffizio delle tene-

e due primi Maestri di ceremonie. JNel-


i bre, come ne' due precedenti giorni, ed
le chiese conviene che il celebrante e tut- è propriamente il mattutino e laudi del-
ti gli altri, specialmente del clero, faccia- rulllzialui a del sabato santo,giorno di ri-
no una qualche olTeila alla Croce prinia poso preso da Dio dopo la grande opera

di baciarla; in cappella pontilicia si fa do- della creazione. Alla morte delR.edeutore


po baciata. Nelle chiese dopo il clero, e seguila sepoltura; il riposo misterioso del
premesse le 3 genuflessioni^ si recano a corpo delSignore giacente neXSepolcro ed
venerare la Croce piincipi, magistr;ili i i imbalsamato e involto nella ss. Sindonej
e nobili secolari a due a due, ma cal-
i la discesa della sua anima ne'solterranei
zali. A Croce vera meglio parlai dell' a- luoghi infernali o Limbo, e lo stato tulio
dorazione che si fa nella cappella ponti- di Gesù nel tempo che l'anima stelle se-
fìcia, ed anche riparlando de'personaggi parata dal corpo, sono il soggetto di que-
che vi sono ammessi per la gerarchica gra- st'uffizio delle tenebre sino alla messa. Co-
duazione. Dopo
scuoprimento e ado-
Io me si è avanzato ora l'ulfizio della notte
razione della Croce dappertutto si scuo- di Pasqua (di che anco a s. Sepolcro) al-

prono anco Crocefissi e le statue della


i la mattina del Sabato santo, che la pre-
B. Vergine e de' santi di particolare ve- cede; così parimenti si è avanzato l'uffizio

nerazione, che nel giorno precedente e- del sabato alla sera del venerdì santo. Al
ransi coperte con velo nero e inoltre lolli mattutino sono adattali i salmi a questo
loroi lumi. Intempo dell'adorazionedella mistero; e alle laudi il i.° salmo e il can-
C|0ce si cantano ^V Iwproperii commo- tico sono presi dal martedì santo, creduli
venti, perchè esprimono rimproveri del i più propri, che i soliti del sabato, per e-

Signoie al suo popolo sleale. Circa il fi- sprimere la sepoltura del Redentore. Ter-
ne dell'adorazione si accendono le can- mina rufìiyio delle tenebre, come quelli
dele sopra l'altare, ove si stende il Coì'- de'due precedenti giorni, col flebile canto
potale j\i\i\\ con processione si va a pren- del Miserere, e coll'orazione Respice. Do-
tlere dal s. Sepolcro il ss. Sagramento, e po di che in Roma, il Papa, col sagro col-

col canto dell'inno PexillaRegis,s\ porta legio e la corte, si reca formalmente a ve-
e depone su detto corporale la patena col •
nerare nella basilica Vaticana \e Reliquie
l'Ostia sagra, che a suo tempo si consuma maggiori della sx. Croce, del l'olto santo
dal sacerdote colla comunione. In cpjeslo e della sagra Lancia. A P.*ssione parlai
santo giorno devesi genufleltere non con degl'istrumenli della passione di GesùCri-
ambo leginocchia passando innanzi laCro- sto. Ne'due giorni del giovedì e venerdì
ce, ma con uno solo; bensì si premettono santo ne Pili (A'.) delle chiese, o vasi dt\'
3 genuflessioni con ambo le ginocehi.i ,
Y Acqua santa o benedetta (/'.) mista col
."
nel recarsi all'adorazione della Croce, SnU'i^f".) benedetto (della quale vuoisi i

che la Chiesa onora con particolare cul- islilulore s. Alessandro 1 Papa delia i,

to, perchè ne celebra il triunto. Il Boi- o almeno che determinò di conservarla


ler dottamente tratta: Della clii'ozioiie nelle chiese e nelle case), questa non si usa
alla Croce fondata sulla sua virtù e sul- e si toglie dai medesimi. Nel lySi colle
le sue itief/abili proprietà. Del segno dclLi slampe di Perugia furono pubblicati 40-
Croce. l*nr ti lo il sacerdote dal l'ai la re,c[iie- puscoli eruditi intorno all'uso dell'acqua
sto si spoglia, e si dicono i vcsperi senza benedetta,anche nel giovedì e venerdì sau-
canto, terminandosi coll'orazione Respi- to; di conlùtazione a tal pretesa, che non

ce. Egualmente si dice la compieta co- si debba rimuovere dai pili e vasi delle
me nel giovedì santo, cui pure si dà 11- chiese; e di parere su questa questione li-
SET SET 3i7
turgica. \J Effemeridi Iclteraric di lìonia ho, e la messa anticipata è indirizzata a
di tale anno,col n.^i 7 esaniinandu la que- rinnovare la storia di sua gloriosa risur-
stione, rigettarono le pi etensiooi sostenu- rezione,onde,come ho detto,con viene con-
te tou speciose ragioni dull'uutore auo- siilerarla come messa della mezza notte
rioio, di non imuovere ne ilt-tli due san-
1 d Pasqua dappoiché antica mente laChie-
1 ;

ti giorni l'uso dell'acfjua beneiiella, e co- sa non pertnetlcva che nel sabato santo
me prive di fondameuto si contularono e si celebrasse il s. sagrilizio, volendo così
j iballerono egregiamente; non solo con esprimere la doglia profonda incuiaveala
sodi argomenti, ma per l'uso derivato da gettata la morte del suo Sposo. Si dàpiin-
aiiticliissima tradizione e universalmente Lipio olle sagre funzioni colle ore canoni-
praticato dalla Chiesa in tutto il cristia- che di prima, terza, sesta e nona, come
nesimo e principalmente in Roma. All'ar- nel giovedì santo, coilecandeleestintesul-
gomento poi col quale si pretese sostenere l'altare fino al principio della messa. Frat-
non essere conveniente di privare fedeli i tanto si passa a benedire V Acqua santa,
inquesli due santi giorni de'salularielTet- poi a rinnovare e benedire il Fuoco nuo-
ti dell'acqua benedetta, meritamente ri- vo (è lodevole l'uso di permettere al po-
guardata pe'suoi misteri come uno de'più polo che ne prenda e porli a casa, poi-
tlllcaci Su^ranien(ali{f'.),'i\iispose. Che ché qualunque cosa che la Chiesa bene-
la remozione dell'acqua benedetta dai va- dice, giova a liberarci dalle arti e iufesla-
si de'sagri templi, facendo sempre pia ri- zioiii diaboliche); indi si benedicono i 5
cordare a' fedeli essere mancalo ne'me- grani d'Incenso (simbolo delle 5 piaghe
desimi due santi giorni il fonte vivo d'o- del Redentore) per poi afliggersi al cereo
gni grazia e di ogni misericordia, diviene in forma accendono le 3 can-
di croce; si

un sagi ainenlale molto più eflicace dicpiel dele poste sulla sommità
della canna del-
che potrebbe essere l'uso stesso dell acqua ta ai undine (chiamato Lumen Clirisli, e
benedetta. ne [lai lai a Lume) o tricereo, col canto del
INel Sabato santo o gran sabato, vigi- Lumen CItristi. Con ampie e magmliche
lia di Pasqua di [iisurreziont,ìù prima e formole Cereo pasquale, il
si benedice il

più solenne di tutte le vigilie, per digni- quale però se è del precedente annosenza
tà e antichità, unendo immediatanunte un'aiigiunla di nuova cera maqiiiore del-
l'ullizio di Pa>qua al suo, in Uoma la sta- l'anlicu, non si può rlbenedire. Dipoi si
zione è nella Chiesa di s. Gio^'aiiniin La- pongono 5 grani d' incenso nel cereo,
i

ove dopo la solenne benedizione


If-rano, mentre cantasi V Ex ulte l o Preconio pa-
del Fonte sagro (che ha luogo dopo ter- squale, e si accende il cereo. Segue la let-
minale le profezie), si amministrano so- tura delle XII Lezioni iìtVid Scrittura che
iL-iincmente i sagr.imenti ilei liiìllcsiiiio, sono delle Profezie, dopo ognuna delle
tome nel sabato santo di Pcnltcoòte (del quali si dice il J'iectamus gcniia, e Ac-
solenne battesimo riparlai, come de'due iUJte, tranne dopo l'ultima, lu seguilusi

padrini, secondo Tunlica disciplina dcl.a cantano le Litanie de' santi, e si accen-
Chiesa, nella biografìa di s. óV/vWo), del- divnu le candele dell'altare : la chiesa ile-

la Cresima, dcW'lùnanUia, degli Ordini posti i segni di lutto, si veste a festa; od


sagri (e talvolta nella vigiliadi Ptn(ecosle i kagri ministri lasciati i paramenti pao-
anche il Matrimonio^ per mano eziandio nazzi, assumono bianchi, sostituendosi al
i

del Papa: che Pio IX in questa vigilia con- Paltotto paonazzo dcirullaretjucllo bian-
ferì tre sagramenti, lo notai a ^^:()Fn•o). co. Incomincia la messa, che appartiene
IVfH'unìziatura si celebra la memoria del- pili al battesimo de'neofili, che all'ull'uio

la >iepollura di (ìesìi Cristo e l.i sua beata del sabato santo: alla solenne iiittionazione
anima disccba uH' Inferno os»ia ul Lini- del Cloriti in excelsii Ueo,%\ scuopre il
3i8 SET SET
quadro dell'altare, si raddrizzano le ar- fu luce del mondo risuscitando da morte,
mi e le mazze che iu seguo di duolo dal f\iori del coro si dicono i vesperi e la
giovedì santo si tenevano rivolte verso la compieta, secondo Rubriche del Bre- le

(erra, si suonano le campane, le campa- viario, terminandosi con l'antifona Regi-


«elle, gli Organij si sparano le artiglie- nacoeli laeiare, Alleluja,eV onxùonQ del-
rie, ed in Roma dal Castel s. Angelo, e la Risurrezione. Le frequenti ripetizioni
dalla guardia Svizzera pontifìcia. Per tre (\e\Y AlUluja, sono altrettanti invili che
volte s'intuona solennemente V Alleluja, la Chiesa ci fa per lodare Dio e godere
o cantico dell' allegrezza, il quale viene spiritualmente iu lui. Esso è un santo ap-
proseguito dal coro. All' e vangelo non si plauso, che la Chiesa fa cantare continua-
portano lumijpersignifìcare gli aromi che mente q'suoì mi ni stri e a'suoi figli, perché
portaroeio le pie donne al sepolcro senza dieno a conosceie la loro allegrezza e reu
il lume della fede, perchè credendo esse dano gloria all'Altissimo. A Pasqua par-
Cristo ancor morto, vi era bensì la divo- lai della benedizione delle case, delle uo-
zione, ma oscura n'era la fede. Non si can- va e dialili commestibili, che si fa dopo

ta né Credo, né Offertorio, né mottetto; lamessa del sabato santo; come pure dei
si tralascia V Agnus Dei, né si dà la Pace. donativi e felicitazioni, che si praticano
Nemmeno si comunica alcuno in questa per tale solennità. Acciò i fedeli sempre
messa, fuori del celebrante, perchè come piìi s'impegnassero ad accompagnare col
dissi é messa della futura notte. Se poi loro spii ito sentimenti della
i s. Chiesa ne-
vi fosse alcuno che si volesse comunicare, gli ultimi 3 giorni della settimana santa,
ciò si fa dopo il sagrìfìzìo, ma non all'al- in cui richiama alla memoria de'fìizlisuoi
o
iare maggiore, ed in una cappella piutto- i tratti immensi di amore, che loro ha por-
sto remota. Noterò, che dopo la messa, il talo il divin Salvatore colla sua passione
celebrante o altri vestito di cotta e di stola e morte, i Papi successivamente hanno a-
bianca, con chierici che portano le torcie, perto i tesori delle s. indulgenze, che lo

riporta la pisside col lePtZ/V/co^e consagra- celo e pietà del cardinal Patrizi vicario di
te nel solito Tabernacolo.'Yu[{e le spiega- Roma opportunamente ricordò per van-
zioni eragioni bellCjSimboliche e misterio- taggio spuituale del popolo cristiano, con
se, le riportai, come liene notai in princi- notificazioni del 1844 edcliB 53. Pertan-
pio, a Capì-elle pontificie e ue'citali ar- to dichiarò, che Benedetto XIV neh 74.')
ticoli. Dopo la comunione si ommette il concesse ai fedeli d'Italia e isole adiacen-
pos!cominuuio[d\ cuiaCoMMUNio),per in- ti, in ciascuno e in tutti i giorni di giovedì,
trodurviinsuoluogoilbreve vcsperocom- venerdì e sabato santo, l' indulgenza di
posto (li duesalmi,o piuttosto rendimento 7 anni e 7 quarantene, applicabileallea-
di grazie, dopo di che prosiegue la messa, nimedel purgatorio, piirchéiu taligiorni
col termine della quale è finita l'ulfizia- facciano un'ora di orazione mentale o vo-
tura : quindi smorzano il cereo, e l'n-
si cale. Poiché nel giovedì sauto, ne' sagri
rundine il quale non si riaccende più; pe- uffizie messa ci viene rammentalo che iu
rò il cereo pasquale si accende nelle mes- quel giorno 1' amabilissimo Gesù prin)a
se in tutte le domeniche e ferie del Signo- di dare principio alla sua pissioue, de- jkÌ

re, e de' santi di precetto , e sino all'e- gnò istituire l'adorabile sagrameiUo del-
vangelo inclusive del giorno dcìWJscen- l'Eucaristia ; così Pio VII per memoria
sione, dello il (|uale si estingue, soltanto e ad eccitare i fedeli a ringraziarlo di sì

venendo riacceso Pen-


nella vigilia della ferali benefìcio, nel 1 815 e 1 8 1 G concesse
tecoste alla benedizione del Buttislerio o in perpetuo riudulgenza plenaria appli-
sagro fonte. 11 cereo pasquale è un eccel- cabile alle anime del purgatorio, a <|uelli
lenleeoibietua del corpo del Signore, che che in pubblico o privalo faranno ucU'in-
SET SET 3.9
dicalo gioino per un'ora (jualunqtie d'i- sacro lilurgico,^\\'dvUco\oAnntinziazio-
\olo esercizio, confessali e contunic.ili in ne, ove pure rileva, che dovendosi tra-
dello o fillro giorno della seguente set- sierire la festa di s. Giuseppe e dell'An-
timana. Dell'iiitlulgenze accordale ila Pio nunziata, prima si celebrerà I' udizio di
VII, a fjiielli elle nel giovedì e venerdì questa e poi di s. Giuseppe. Si può ve-
sanlo visiteranno il s. Sepolcro, ne feci ri- dere anclie Sarnelli, Leu. cccl. 1. 1 o, leti.
cordo a quest'articolo. Inoltre Pio VII 22 : Quando la festa della ss. Annun-
nel 8 1 5 concesse in perpetuo indulgenza
1 ziala accade nella settimana santa, che
plenaria, applicabile ancora come sopra, sidc\iefare. Dice quanto ho riportalo, che
a tutti i che confessali e comuni-
fedeli se però ricorre nel giovedì santo, si f.i lu

cati nel giovedì sanlo o nella seguente set- festa ili lai giorno, e l'ulliciosi trasferisce
timana di Pasqua, praticlieranno nel f e- nel lunedì m /^/i/^, e si mi hn ente ili s. Giu-
^^e^f^^sanlo per 3 ore continue la divozio- seppe. Prima gli ebrei in molti luoghi
ne delle agonie di Gesù, in pubblico o in non poteva no incedere per essi nel tempo
privato, meditando quanto patì in quelle degli ultimi giorni della sellin)ana san-
3 ore il Redentore, e le r pai ole die pro- ta, come può vedersi nel p. Menocchio,
ferì sulla croce, oppure supplendovi colla Sluore t. 3, xi; Per guai causa
centuria
recita di salini, inni e altre preci. Final- non si conceda agli ebrei l' andare per
mente a muoverei cuori de'cristiauia»! uu la città gli ultimi giorni della settima-
riconoscente e tenero compatimento dei na santa, cioè i quattro ultimi. Degli
Stile /^o/o/'/dellaD. Vergine, la quale nel- scrittori sullaSettimana santa s^ux d\ a\-
lamorie del suodivinFiglio per amor no- cuni feci menzione altrove, come nel voi.
stro si assoggettò al colmo d'una inespli- XX, p, 5c), così de'rili e ceremonie che
cabilecomp^issione, Pio VII nel 822 con- i in essa si làmio, a'ioio articoli. Aggiun-
cesse in perpetuo l'indulgenza plenaria, gerò i seguenti, incominciando da quan-
applicabile alle anime purganti, a tulli to si sostituisce al silenzio delle campa-
quelli che dalle ore 1 2 del venerdì sanlo ne. Leone Allacio, De recculnim grae-
alle ore 16 del sabato !<unlo, o in pubblico corum teniplis ubi de Chirosemantro,aul
o in privalo impiegheranno un'ora oal- Semanlerio. Teoduro Laudien, Disseit.
nieno mezz'ora in onore della B. Verguie Jiisl. de Snnandris graecorum, sii'e de ri-

Desolata, recitando la Corona de'j do- tu convocandi populnni ad sacra per li-
lori, ovvero altre preci analoghe alla di gna, Regiomoiiti 7 G.Giuseppe Beineri,
i 1

lei desolazione; la quale indulgenza ple- Pocsis focosa^ Pala vii 7 5. Descnplio i 1

naria potranno conseguire ijuando con- pueronim, qui in ultiniis majoris ìleb-
fessali adempiranno il precetto pasquale. domadae diebiis, ligneis maltvis piduint
Parlai a Festa, ad A.\nu>ziazione, a s. januas domorum, et gradus sacrorunt
GiusEri'E di cjuesle due festività, se cado- tcinploruni. ^'ella chiesa .Ambrosiana si
no nella settimana santa, quando si de- suonano le campane (ino alle parole del
vono celebt are, e per la .^ anche nel voi. 1 Passio, emisitspiritum, nel venerdì sanlo,
Vili, p. 149 per la cappella ponliliciache do[)0 di cui tacciono fino aW Jlleluji ikl
si Ira^fbrisce alla dumenica i/i Albii. Per sabato santo. In questo tempo si adopia
la chiesa universale, (juando lu festa del- il crotalo di legno, come chiamasi nel mes-
l' Annunziazione di ÌNIaria Vergine occor- sale Ambrosiano. Dice Magri che è uno
re nel venerdì o sabato sunto, si ileve tra- striimenlodi legno, così chiamatocoii vo-
sferire il suo ufllzio e il precetto ili udire ce greca, in signilicalo di bucare e Iure
la messa, come di astenersi dalle opere strepito. Ci iliè ÌSicolòSormani, L'ort^me
servili, al lunedì in Albis^ con ipiclle av- apostolica della chiesa milanese e del ma
vertenze che nota l'ab. Diclich ucl Diz. della messa co'documcnli, Milano 1
7 > i,
3io SET SET
t'(.l ne tratta. Gio. Guiiletti, Ferha E-
ivi lefunzioni private e solenni, e in quelle
K'.Tììgeliaint, cantns ecclesiasticns Offlcii della iettimana santa ^ Roma 1749- ^
inajori Hebdoìnadan^ jiixUi l'iliim Cap- benemerito e dottissimo Francesco Can-
jwllae SS. D.N. Papac,ac s. Bas. Val., cellieri romano, che in tanti luoghi cele-

llomaeiS^y. Gio. Ballista Manzini, Del- Ijrai, Descrizione delle funzioni della set-

V uffìzio citila selliinnna santa, affeltl di- timana santa nella cappella pontificia,
K'od, Bologna 635.
i Tommaso Vitale, Ó6'^ Roma 789, 1801,1 802,
I 8 traduzio- 1 1 :

tiinana santa ^V>.omix i.(]^l\.Ovnz\QCY'\'i\.\^- ne in 846. Sacerdote d. Giovan-


francese 1

ni, Praxis Pontifìcalis prò inaj'ori Ileb- ni Diclich dottissimo liturgico veneto. Ce-
doniada, Romaei65o. Lodovico IMona- re nioniale della settimana santa, ed al-

co, Settimana santa, Venezia 658. L'of- 1 tre ecclesiastiche funzioni fra l'anno, ad
fice de la seinaine saliile da I\I. de 3Li- uso delle chiese parrocchiali minori o di
rolles, expliqué pourle p. Daniel de Ci' campagna, tradotto questo da quello det-
cagne, Lyon 1674. Gio. MicUele Fische- to di Benedetto XIIf, Venezia 828. Al-
1

ri, De soleninibus veteris Ecclesiae Ali- tra edizione, con l'aggiunta di tutto quel-
tipasdialihas, Lipsiaeiyo^- II betieme- lo che si canta nelle processioni della Pu-
jilo e doUissinio ah. Alessandro Mazzi- rificazione, delle Palme, del Venerdì san-
iielli di Monte Fiascoìie (ove pure l'en- to, cogl'Improperi diesi recitano, Vene-
comiai), L'Uffìzio della settimana santa zia 1 836. Officium Hebdomadae majoris
colle rubriche volgari, argomenti de' sal- a R. d. Spiridione Talìi sac. ven. accu-
mi, spiegazione delle cerenionie e misteri, rate conipositum, cui R. d. J. Diclich ad-
e con osservazioni e riflessioni divote, Ro- dit Memoriale rituum prò parochialibus
ma 1704, 1734. 1806 e altre edizioni. ecclesiis minoribw!, Benedicti XIIIjussu
Giuseppe Zini, Breve istruzione per le s. editumj nec non ritus et sacras coerem.
cereinoide della settimana santa raccol- qiiae hac major Hebdomada, ad calhe-
te dappiù accreditati scrittoi i de' sagri ri- drales eccl. episcopo celebrante, vel as-
ti, Veneziai7i7. Gio. Edelveke, ^/•ei'w sistente pertinent, Venetiis i835. Lette-
instruetio circa sacras caerenionias TJtb- ra intorno ai 4 seguenti liturgici quesiti.
doniadae mojoris, ex accuraiioribus s. I.°Se continuare si possa ove vige la con-
rilnnm interpretibus Fenetiispriinuni an •
suetudine di esporre nel venerdì santo,
«01 7 17 italico idioniale collecta, mine compiuto l'uffìzio della mattiiia,il ss. Le-
tandem prò aliaruni. quoque nationuin gno della Croce (nel voi. VIIF^ p. 3i t

cominodo latine reddita. Cui de novoac- e 3 I 3 narrai che Gregorio XVI nel i 840
cesserunt notae ex Cotnmentariis Caje- ne introdusse il rito nella cappella pon-
talli M. Mcrati, Monachii74 Benedet-
i ' • tificia), od altro istrumento della Passio-
to Xill, Memoriale rìlu ni inajoris Fleb- ne? 2.° Se compiuti i mattutini in quel
doinadae, ad iisus eccl. Benevenlanen- giorno j sipossa fare la processione per
.s/5, Roaiaei725. Avendone ritenuto l'ar- vias colla detta s. Reliquia ? 3.°Se ritor-
civescovato, nel 17276 nel i 729 da Papa nata la processione in chiesa si possa be-
si recò da Roma a Benevento, a celebrar- nedire il popolo con essa? 4-° Quale rito
vi le funzioni della settii'iiana santa. Pra- si debba osservare in tale sagra funzio

xis majoris Hebdomadae cum mysticis «e.^Fuligno 1840. Negli ^^/^/^rt//V/^//e5^/(?/^-


exposiiionibus, nec non de missa decaa- ze religiose sono riportati: nel t. i,p. i38
taiida, corani episcopo pluviali assisten- il sommario delle 3 pubbliche Conferen-
te, Romae 1726. Ceracchini,
Directorium ze in Iniqua inglese sulle ceremonie del-
prò functionibus nw/ori Hebdoniada
in la settimana santa e della domenica di
peragendis, Florentiae 787. Carlo Ve-
i Pasqua di mg.i'Bag'SS (poi vescovo di Pel-
iijzzi. Pratica delle saiire ccreinonic nel la e vicario apostolico 'n\Inghiltcrra)\.tiayx-
SET SET 37 1

apparlamenli del cardinal Weld;


le negli duzioni, eseguite da due dotti e rispetta-
perchè questi con lodevole e saggio divi- francesi, a mia completa insaputa, ve-
bili

sameiito, nel suo religioso 7eIo hovò van- nendone in cognizionesolo quando corte-
taggioso d'illuminare gli elerodossi suoi semente me l'olfriiono; laonde pergratis-
connazionali, e meglio istruire gli orlo- simo animo ne ricevano qui puljbliche,so-
dossi, sidla polemica illustrazione di que- lenni e alfetluose azioni di grazie, princi-
ste cereinonie, ed eziandio sopra altii ar- palmente il 2. "che nella prefazione si volle
gomenti religiosi. i\el t. 5, p. 44^ si leg- graziosamente dilTondere sul mio D/-'o-
gono le 4 Conferenze sulle funzioni del- nario di erudizione, nc\ modo il più splen-
la settimana santa, quali si celebrano in dido e per meonorevole. Fo«c//o/jj Papa-
presenza del sonìmo Pontefice, eseguile Icsà s. Pierre deRome .pendant la sema ine
d'ordinedel cardinal Weld, da mg.'"^V^i- sainte,et cércmonial de la messe solcnnel-
seman ora caidinal arcivescovo di Jì'est- le célchréepar le sonderà in Pontifc le jour

niinsler, già \esco\oIlJcll'polnniP,cì\ qua- de Paques j par le chev. Ca'ictan Mo-


le articolo riprodussi un elenco delle ilot- roni ec. ouvrage traduit de Vitalien et en-
te sue opere. Nel 1. 1
3, p. 32 de'medesi-
i richi d' un grand nomhre de noles^ par
mi Annali rende ragione dell'opera
si : Val. J. B. K. Pascal auteur du Rational
Co'ìfcrences sur les ccn'inonics de la se- liturginue cu origines et raison de la li-
tìiaine saìnte à Rome, di mg."" \Yisen)an turgie calholique,des Entretiem liiwgi-
vescovo Mellipotamoj Parisi 84 •• Spie- qties, des basiliques de Rome. Ouvrage
ga in esse e descrive le funzioni, acciò gli dedié a S. E. lilg.'' Raphael Fornari ar-
stranieri possano assistervi con profitto, di, de Nicce, nonce apostollqne en Fr an-
dimostrando come le ceremonie della set- ce, Paris 84 >• Tlìstoire des CliapcUes Pa-
I

timana santa in Roma esercitano utile in- pales,par iìJ. le chev. IMornni ce. suivie
fluenza sui costumi de'popoli cristiani. Nel d'unerposé sommairc des Chapelles qne
Ji.*^ I o delle Notizie del {giorno di Roma tennent à Rome, pendant l'annt'eJcsCar-
del 1847, dà notizia del libro compo-
si dinaux et Prelats: ouvrage traduit de Vi-
sto e pubblicato dal p. m. Giuseppe Men- talien, accompagni' de notes lilurgiqiie^
nini domenicano : L'esprit du culle cn- ci Jiisloriqnes , par A. ^ìanavit aiilcur
tholique considcic daiis lex fonclions de da Prccis des Ccrcmonies Papales, Pai is

la seinainc ^am/f?, Roma 1847, oltre ''^' 1846. Questi è inoltre autore della iVo-
dizione in italiano. In quota (i[)ei a dichia- ticc sur la vie et le pontificai de Grcgni-

rasi il sublime e il bello delle ceremonie re Xf J, pubblicala nel giugno i84<>; <!
ecclesiastiche, il loro vero spirito, i mi-^ neh 853 del Sagi^io storico sul cardinal
steri della vita mortale di Gesù Cristo ;
Giuseppe Mezzo fanti bolognese, il più
si esaminano i riti, le preghiere, il misti- gran poliglotto che abbiano veduto i se-
co loro senso, onde accendere a accresce- toli, per quanto dicliiarai a Linkl'a.
re la divozione de'fedeli, e facendo l'a- SETTIZOMO, Sepiizoniiim, Scpiem
pohjgia delle liturgie della chiesa, le reca solia, Srptem solii. Magnifica mule di Ilo-
alla comune intelligenza. Anche gli yln- ma o complesso di '-'
ordini di poitici for-
N^// citati, a/serie, t. G, p. 2c)f), rendono mati da colonne di granito, dì marmo a-
ragione deirencomiala opera : Lo spirilo fricano e di giallo antico, in forma di alla
del cìdto cattolico, considerato nelle fun- e torte torre, non piìi esistente. Fu cosi
zioni della settimana santa. Se parlan- chiamato dalle sue 7 zone, lipiani o ri-
do di sopra delle mie Cappelle pontificie salti, ovvero dalle sette vie che ivi si di-

e del Ih Setti MAN.\ SANTA, pei- modestia lac- ramavano, o ancora dal nome dell'impe-
«piiquanto fu stampalo di lusiiighieio ,
ratore Settimio Severo che l'edific*», fe-
qui non posso lacere le duescguenli Ira- iiulo per una delle sue opere prmcipali,
322 SET SET
e compito nel 2o3. iSoraeva nell'orlo di debrando console e duca donò al mona-
piantii triangolare cli'è fra la Molelfa o stero di s. Gregorio alle falde del Celio,
\ia dtì'Cerchi, e la piazza e via di s. Gre- una parte del portico esterno del Pala-
gorio; precisamenle rimpelto al Clivo e li Seplem solia m iiior, vici
no, che dice vasi -

jujggelto di Scanro, ove poi fu fabbricala no al Settizonio propriamentedelto,chia-


la Chiesa di s. Gregorio del Monte Celio mato Seplem solia major, e ciò per di-
{T.), ed all'angolo meridionale del /l/o/i- fesa del Settizonio medesinìo, ridotto già
le Palatino {f^'), ove le grandi coslruzio- a fortezza o torre di difesa dai monaci di
niche fasciano l'angoloappartengonoalio s. Gregorio, che n'erano divenuti padro-
slesso Settimio Severo. Anche le Terme ni; ed inoltre gli donò tutte le camere che
[F.) di Tito, delle le Selle Sale, f,\ ch.\a- avea nel portico sopra lo stesso Settizo-
marono Septizoninui,Sep(lsoliuni, pel no- nio a numero di 38, e que-
piìi piani, in

talo nel voi. LIV, p. 178. L'imperatore ste chiamate grolle, come ancora chia-
nell'ediflcarlo el)be per iscopo di formar tnansi quelle camere abbandonate e ap-
ne il principale ingresso del Palazzo[f^.) partenenti a rovine antiche, c»nz Itrrava-
de'Cesari, ed anche perchè tosto si pre- canle et vellaria ante ^e. Eranvi dunque
sentasseimponente nell'cnfiare in lìoma presso il Palatino due Setlizonii, minor
dalla Porla Capena, non meno a' suoi elmaj'or.U ^ibhy, Roma 7ze/i838,par.2.^
connazionali africani per ammirazione ,
antica, p. ^62, crede che Stefano avesse a
che a'popolida luisoggiogati adterrorem. fratello un Ildebrando, forseavodelgran-
L'intenzione di stabilirvi tale ingresso fti de Ildebrando poi s, Gregorio VII [V.),
attraversata dall'avervi il prefetto di Ro- la cui famiglia appunto abitava nelle vi-
ma, nella di lui assenza, collocata la sua cinanze di s. Gregorio e del Settizonio. In
statua; e quando Alessandro Severo vo- questo nel 1084 si ritirò Rustico nipote
leva ciò eseguire, incontrò l'ostacolo de- di quel Papa, e vi sostenne l'assalto d'En-
gli aruspici che non ammisero il cambia- rico IV', come ricordai ne' voi. XII, p. 74,
ineiilo, sostenendo l'antico ingresso. Non XXXII, p. 245, LVIII, p. 266: altri dis-
pare che Settimio Severo lo costruisse pel sero che l'espugnò e poi dovè abbando-
suo sepolcro, poiché fu deposto presso il narlo. Alcuni allernjano, che il successore
padre nel sepolcro di famiglia nella via nuore III [F), nel 1806 fu eletto nel
Appia, a destra di quelli che andavano Settizonio. Rimase il Settizonio in pote-
alla Porta Capena, non lungi dalla Chie- re de'monaci di s. Gregorio sino al I i4^>
sa di s. Cesareo. L' autore della Descri- allorché Pietro abbate l'alfittò in perpe-
pfio Urbis Romae, chiamò il Settizonio : tuo a Cencio Frangipane^insiemealla tor-
Loeus Septeni soliis, septeniordinibiis co re dell'arco del Circo Massimo (di cui nel
lumnarnni constritcliis, uhidicilui\quo(l voi. LV I n,p.
73, e in altre pagine), forse
I

grada tini ascendenlibns, etnierentibusda l'aico di Costantino, come dissi nel voi.
batiir gradus scientianirn. Hie fuit tem- LVIII, \i. 279, mentreap. 170 descrissi
pio Solis, et Lunae concessns. Onde seni l'arco, insieuìe alla camera dell'attico eoa
bra cheil tempio sia stalo convertito nella finestrelle, che servivano pe'suonatori di
Chiesa dis.Lueia delCerchio inSeptisolio flauti e trombe nel tempo che passava la
diaconia cardinalizia^ eretta nella som- pompa trionfale, e vi si ascende per una

mità del monumento, nel quale articolo porlicella (forse già ingresso della torre),
lo descrissi, in uno al modo di sua costru- la cui chiave tiene il municipio romano.
zione, ed alcune delle sue vicende slori- Questa concessione fece l'abbate ai Fran-
che ; e che probabilmente ebbe propin- gipane, in permuta di 4 pediche di ter-
quo un monastero, ove furono eletti di- ra da seminare, poste presso il lenimen-
versi Papi. Nel 975 Stefano figlio d'Il- to di MandraCamellaria presso la via Ap-
SET SET 3:».3

pia,circaro miglia lungi da Roma, ed una numrnli anlìrhi, fu cagione di loro rovi-
peclica silualii nel lenilorio d'Alh.mo, e na, insieme alla \icina tot re Cartularia
colla corrisposta di i 2 soldi p:\piensi. Del (del tulio du occnla nel 1 8?.f)), come nar-
Settizonio diveiuilo proprietà dc'potenli rai nel voi. 279. Inquel
LVIil, p. 278 e
Frangipane, e per lungo tempo da loro terribile snianlellamento mollo sollri il
occupato, ne parla ancora il p. Benofli, Settizonio, e quando nel 34 lo vide Pe- 1 1

Storia minotiiicn p. 4^, dicendo che in trarca, per quanto dissi a j». 290, si ap-
Roma eran\i due Seti izonii, rpiesto nella pellava i^rr/e del Sole. In seguilo il Set-
XII regione con lem[)io dedicato al Sole, tizonio pei palili incendi e lerremoli si

l'altro nella X costruito da Tito. Sicco- ridusse a 3 piani, i quali minacciando ro-
me Frangipane talvolta ghibellini e i\\
i vina, nel i585 furono falli demolire da
parie imperiale, ordinariamente lo furo- Sisto V, il quale fece trasportare le su-
no pure de'i^ipi e li sostennero con nitri perstiti colonne di granito nella basilica
g«r///, e siccome polenti nella regione per Vaticam,eCiinceilieri ueWa Descrizione iVi
po-jsedere ancora la Torre Cartularia e essa credeclie poi sieno stale lolle da Ber-
iìColosseofP^.), perciòvisi ritirarono più nini come lacere e malconcic dall' anli-
volte in Conrlai'e (7^^.) i cardinali, e vi chili», sostituendovi quelle prese dalle ca-
elessero nel 98 Innocenzo If/[l .), nel
1 1 ve di CuUanello in Sabina j e co'Ioro roc-
1227 Gregorio IX {f^^.), unì 2. l\ Cele- i chi si formarono le guide della selciata

stino //' (f^.). fitì 17.56 romani pose-


1 sopra gli scalini della chiesa. Di altri ma-
ro nel Settizonio in prigione il senatore teriali del Sellizonio si servì Sisto V per
Rrancaleone severissimo, che uscitone nel compiere la fabbrica della sua sontuosa
I2'')7 lece aspra vendetta de'suoi nemici cappella del Presepio, nella Chiesa di s.

e distrusse dai4o torri, le quali essenilo Maria Maggiore [f .),che a\ea incomin-
nella maggior parie costruite sopra mo- ciala da cardinale.

UNE DEL VOLUME SESSANTESI.MOQl'ARTO.


286100 SE
BX 841 .ne? 1840
sncR
Moroni Gaetano.
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
stor co-ecc les ast ca
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AFK-9455 (awsk)

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