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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
i.
H
BEtLA
PHmc,P.L, Si,T., BEAT.,
PIX, CELEBRI
CHIESA
SCRITTORI
CATTOLICA,
MARTIRI, PADRI,
ECCLESIASTICI,
ALLE CITTA
A.
AI
VARII
PATRIARCALI,
,0M„, PONTEFICI
CRAm r>Zl' «
ARC.tESCOV L,
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CARDIHA,,
COMPILAZIONE
VOL. LXII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIII.
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
SAV SAV
suo affluente; principali fiumi sono la
OAVOIA, Sahaudla. Ducato e pro- i
vincia del regno di Sardegna, tra la Fran- Dranse, l'Arve che s'ingrossa col GilTre, il
cia e Piemonte. T)W\s\onede^\\sla{\sai'
il
Pier, la Savierre, e l'Ise're col suo affluen-
di, tra 45° e /^6° 1^ di latitudine nord, te l'Are. Oltre al lago di Ginevra, che ba-
leghe quadrate. La parte più colossale del- cora montagne ora- ignuda e dirupate,
:
la catena delle Alpi traccia una granpar- ed ora coperte di boschi, per mezzo delle
tede'limiti orientale e meridionaledi que- quali precipitansi fragorosamente corren-
ti che qua e colà formano belle
cascate,
sta contrada, sotto il nome di Alpi Pen-
nine, d'Alpi Graie Greche, e d'Alpi Co* e vanno poscia a serpeggiare in fondo ad
Rie già patrimonio della s. Sede, presea* una valle; preeipizii la cui profondità i-
nardo, il Monte Iseran, ed il Monte Ce- rupi di prodigiosa altezza quasi sempre ta-
nisio, dalla qual catena si staccano in quan- gliate a picco e coronate da una massa e-
tità rami che cuoprono la Savoia per tut- norrae di neve e ghiaccio tal'è in gene-
:
ti i versi. Appartiene questo paese al ba- rale la prospettiva che il paese presenta,
cino del Rodano che segna una parte del insieme con fredda temperatura. Quasi
limite occidentale, come ancora il Guiers sempre anguste sono le valli, coltivale a
4 SAV SAV
grani o a \ìti, ed a grandi intervalli co- stupendo trovato della scienza.Per le stra-
perte di piccoli casali o di capanne isolate; de impraticabili per le vetture, fardelli i
alzansi de'pascoli dalle radici della mag- sono trasportati a schiena di muli e ca-
gior parie delle montagne, sino ad assai valli, che vi si allevano in copioso nume-
grande altezza de'fìanchi; estese selve, ma ro. Questa divisione, formata dall'antico
più delle volte radissime, quindi succe-
il ducato di Savoia, secondo l'antico ripar-
dono. Il bisogno dall'industria assistito, locomprendeS provincie: Carogue,Chia-
giunse a fertilizzare alcuni di que* pendii blese, Faucigny, Genevese,Moriana, Sa-
di montagne, dalla valle trasportandovi, voia propria, Savoia superiore, e Taran-
con eroici stenti, della terra cui ingras- tasia,suddi vise in 5 1 mandamenti che rac-
sano continuamente con letame, e che si chiudono 629 comuni, e circa 570,000
é usata l'attenzione di guarentire in quan- abitanti. Chambery n'è la capitale, ed è
to era possibile dalla caduta delie acque il capoluogo della provincia delia Savo*
per mezzo di muricciuolidi pietra, a po- ia propria j della Savoia superiore o alta
chissima disianza schierati gli uni dagli Savoia è capoluogo Conflans. A Sarde-
altri; nondimeno le valanghe e la cadu- gna regno oStati del re di Sardegna, par-
ta delle roccie vi cagionano ancor di so- lai ancora della condizione fìsica della Sa-
vente gravissimi guasti così è che : i savo- voia, de'suoi prodotti, del governamento
iardi giunsero a restituire alla coltura una amministrativo; della circoscrizione del-
porzione assai considerabile di rupi, e che l'intendenzeo generale divisione ammini-
questo paese naturalmente uno tra i più strativa, e dello statuto costituzionale da-
poveri d'Europa, arrivò punto di sov-
al to da re Carlo Alberto, e comune anche
venire quasi quasi al bisogno de'suoi a- allaSavoia,chesomministra deputati e se-
bilanti. Consistono le raccolte principal- natori alle duecamere. 11 medesimo prin-
mente in grano, avena, orzo e canapa. Le cipe divise la Savoia in duedivisioni am-
bestie cornute in assai gran numero, col- ministrative: lai.^'di Chambery ^cUecoai'
le pecore ne'pascoli, somministrano buon prende le provincie di Chambery o Sa-
burro e quantità di formaggi. Nelle mon- voia propria, l'alta Savoia, Moriana,eTa-
tagne si ti ovanoferro,rame, argento ecar* Fantasia; la 2.* di Annecy , che coni pren-
bon fossile, oltre 4 sorgenti minerali con de le provincie di Annecy, Faucigny , e
bagni. L'industria manifattrice è di poca Chiablese. Nella Savoia vi sono 4 sedi ve-
importunza; riduconsi le esportazioni a scovili, Chambery, Montierso Taranla-
bestiami, lana, cacio, burro, canapa, cuoi. sia, Annecy, e s. Giovanni di Moriana
Il commercio di transito tra la Francia e (/^.) : Chambery è arcivescovato, le altre
l'Italia, si fa per la nuova strada del Monte sedigli sono sulfraganee, non che Aosta
Cenisio. Altre comunicazioni si aprirono (F.)dal 8 I 1 7jla quale dicesi C/i/<7i'ec/e/r/-
con nuove strade, ed anche colle ferrovie, talia. Chambery fu eretta in sede vesco-
essendo stalodecrelatonel maggio 853 la 1 vileda Pio VI, colla bolla Universa Do-
linea delle strade ferrate in favore di que- minici gregis, de' 18 agosto 1779, Bull.
sta eletta e nobile parte della monarchia Rom. cont. t. 6, p. 129, e poscia Pio VII
sarda. 11 telegrafo elettricoèin piena atti- colla bolla Beati Pelri, de 1 7 luglio 1 8 7,
1
duca di Savoia che divenne i.° re di Sar- cessori. Da quel tempo in poi
duchi di i
degna e fino al presente; laonde qui ap- Savoia, s'intitolarono redi Cipro, di Ge-
presso riporterò la serie de' con li e duchi rusalemme e di Armenia, e posero neh.**
di Savoia sino a detto re. Col nome di quarto delle loroarmi gli stemmi di quei
Savoia abbianao due ordini equestri, che 3 regni. Lo scudo sovrano della casa di
descrissi ne'due articoli precedenti a que- Savoia è inquartato, e ciascun quarto è
sto; a ss. Annunziata e ss. Maurizio e Laz- partito comesegue. lli.°quarto è contra-
zaro, trattai di questi principali e insigni inquartato: i dello stemma diGerusalem-
ordini istituti dai conti e duchi di Savoia. me, d'argento, con croce potenziala d'o-
De'titoli del redi Sardegna ragionai alci- ro, accompagnata da 4 crocette simili 2 :
cosia capitale del regno di Cipro. Lodo- nova, d'argento colla croce rossa 3 del :
stello di Ripaglia in Savoia ove mori nel luzzo, d'argento col capo d'azzurro. Nel
1482. Carlotta si recò in Roma, eda'^S centro dell' inquarlalura, sopra il tutto,
febbraio 1 485, nella chiesa di s. Pietro fe- uno scudetto Savoia antica d'oro, con
di
ce cessione solenne de'suoi diritli, sopra un'aquila spiegata di nero, coronata dal
6 SAV SAV
medesimo; e sopra il tutto del lutto nel si riconoscesse similmente il culto imme>
cuore dell' aquila uno scudino di Savoia raorabile del b. Umberto III conte di Sa-
moderna, di rosso colla croce d'argento, voia, del b. Bonifacio de* conti di Savoia
e nel punto di onore sopra il tutto lo scu« arcivescovo di Cantorbery,e della b. Lo-
do di Sardegna, d' argento colla croce di dovica de' conti di Savoia monaca fran-
rosso,accantonala da 4 teste di mori di ne- cescana riformata. 11 Papa diede ad esa-
ro,attortigliale d'argento. Attorno a lut- minare le cause alla s. congregazione dei
.'
to lo scudo vi sono 3 collane; la i e più riti , e co' decreti che accennai nel \oI.
vicina allo scudo è quella dell'ordine mi- XXXIl, p. 328, confermò il loro culto
litare di Savoia, ed è un nastro rosso al- immemorabile. Se ne pubblicarono no-
lacciato in vari punti colle cifre FE^dà bilmente le vite, e le effigie : in lode del
cui pende la sua croce che è rossa coll'al- re promotore, il conte Solaro della Mar-
tra bianca sopra alla rossa, ed è circonda- gherita ne fece onorevole menzione, nel
ta da una ghirlanda d' alloro e coperta Memorandum storico politico a p. 52 1;
dalla corona chiusa reale; la 2." è quella ed il cav. A. M. Ricci, che celebrai a Rieti,
dell'ordine de'ss. Maurizio e Lazzaro, ed pubblicò un bellissimo : Inno pe* cinque
è un nastro verde allacciato in vari pun- Beati della real casa di Savoia, con no-
ti con trofei militari, da cui pende la sua te storiche, riportandola sentenza di Gre-
croce ch'è bianca pomata, ai 4 angoli del- gorio XVI sulla casa di Savoia que- : Ma
la quale sorgono le 4 punte di altra cro- sta cuna Casa di Santi! Altri servi di Dio
ce stellata che è quella di s. Lazzaro u- fiorirono fra i savoiardi, e valga per tutti
nita all'altra di s. Maurizio, e questa pu- ilnominare s. Tommaso abbate di Farfa
Xe è coperta d'altra corona chiusa e rea- (F.),e s. Francesco di Sales, al quale il re
le; la 3.^ è la gran collana dell'ordine del- Carlo Alberto innalzò nella basilica Vati-
Annunziata, da cui pende la sua me-
la ss. cana tra le statue de'fondatori, quella che
daglia. Ai due lati dello scudo del sovra- egregiamente lo rappresenta, scolpila dal-
no della casa di Savoia, stanno due leoni, l'insigne prof. Adamo Tadolini, colla spe-
uno in piedi con sotto un ramo di quer- sa di 3o,ooo La Savoia die al s. col-
lire.
cia, è l'altro seduto con sopra un ramo legio i seguenti cardinali, le notizie de'qua-
d'oliva.Finalmente tale scudo è coperto li si possono vedere alle loro biografie.
della corona chiusa reale. Della divisa che Amedeo d'iSavoiayGìOvannìArmetoBro*
prese Amedeo V il Grande e che trasfu- gner,F'ì\ipi^ode\\a.Chambre,AniomoCha-
se a'suoi discendenti, le 4 lettere Fert, la lant (Carlo Vincenzo M." Ferrerì e Ja-
spiegai nel voi. XXIX, p. 266. Protetto- copo du Puy registrò Cardella tra i car-
re principaledella casa di Savoia ès./lfrt!w- dinali savoiardi, ma essi sono di Nizza di
rizio (V.) martire, le cui reliquie si vene- Provenza), Maurizio di Savoia, Pietro di
rano nella metropolitana di Torino. Nel- Tarantasia e nel 1276 Papa Innocenzo
l'augusta casa di Savoia fiorirono un gran V, Roberto di Ginevra poi antipapa 67e-
stuolodieroi,di cui trattarono gli scrittori mente VII 3 ed il celebre Giacinto Sigi-
che riporleròin fine di quest'articolo, ed smondo Gerdil, Ne mancarono tra i sa-
anche in santità di vita che la Chiesa ve- voiardi letterati, artisti e altri illustri, se-
nera sugli altarì,e speriamo di vedervi pu- gnatamente valorosi guerrieri. I savoiardi
re la ven. M." Clotilde regina e moglie del hanno in generale bruna carnagione, che
piissimo re Carlo Emanuele IV. Nella ca- devono alla frequente loro esposizione in
sa di Savoia venerano sugli altari il b.
si grande aria. Sono rinomati per la sem-
Amedeo IX, e la b. Margherita terzia- plicità de'costumi, per la frugalità e so-
ria domenicana. Il religioso re Carlo Al- brietà; parlasi pure con elogio della loro
berto fece istanze a Gregorio XVI perchè franchezza e probità. In gran numero ab •
SAV SAV 7
bandonano da giovani montagne, le loro ebbe principio neli6o5, il quale le con-
per impiegarsi in Francia o altrove, o per cesse molte indulgenze^ come pur fece A-
fare un piccolo tradìcoche richiede atti* lessandroVlIconbrevede'27luglioi66o.
vita. Parlano un linguaggio ch'è un mi- Inoltre narra le opere divote e di pietà
scuglio di francese, e d'italiano corrotto. cristiana in cui si esercita il sodalizio, e
Ne' voi. XXVI, 23o, XXXVIII, p.88,
p. dice che celebra le feste a'4 maggio e co-
parlai della chiesa di s. Maria della Pu- me si fa in Torino della ss. Sindone o Su-
rificazione di Roma, de'transalpini, fran- dario, quella di s. Maurizio patrono del-
ss. Sudano de' Savoiardi, riferisce che la l'altare maggiore, fatta alla stessa misu-
confraternita si stabifi nella chiesa nazio- ra di quella che si venera in Torino, è do-
nale di s. Luigi re di Francia, dopo che no di Clemente Vili , che lo ricevè dal
i francesi fabbricarono la maestosa odier- celebre cardinal Gabriele Paleotli, il qua-
na chiesa, come descrissi nel voi. XXVI, le con s. Carlo Borromeo era stato a ve-
p. 228 e 23 1 insieme alla precedente po- nerarlo in della capitale : il quadro poi
sta nella contrada della f^alle o in Alo- di sotto, esprimente il miracolo del ss. Su-
//«/^.Parliti i francesi convenne nella chie- dario, è opera eseguila con istudio e dili-
sa il sodalizio de'credenzìeri, come notai genza da Antonio Gherardi. 11 s. Fran-
nel voi. XXllI,p. 1
39, che per aver edifi- cesco di Sales nell'altare a dritta, è di Car-
cato la vicina chiesa dis. Elena, fu allora lo Cesi : in quello a sinistra si vede il b.
che subentrarono nella piccola chiesa di Amedeo IX duca di Savoia, dipinto dal
s.Luigi sa voiardijfinchè venendo distrut-
i Cerrini. Gli altri sei quadri intorno alla
ta, forse per costruirvi nell'area la sontuo- chiesa, collocati in alto fra i pilastri, sono
quindi la chiesa che tuttora possiede fu contai nel più volte citato articolo. I più
fabbricala nel pontificalo di Paolo V, che antichi e principali popoli di questo pae-
8 SAV SAV
se savoiardo, furono gli anobrogi,che pe- vennero poi eglino stessi ad attaccare gli
nato e la Savoia fra le Alpi Greche, il Le- arverni ausiliari presso all'lsero.che prese
mano, il Rodano e l'Isero, macheinse- perciò il nome di Allohrogo,\\ ridusse a far
guitomaggiormentesiestesero.Lapiìico- parte dellaProi^eriSrt(/^.). Egli fecedi que-
ixiune opinione vuole ch'essi sieno i sa- sto paese,della provincia e d'una pa rte del-
Toiardi, quelli del Delflnato, edpiemon- i laLinguadoca, una provincia poscia chia-
tesi. Si diceche chiamaronsi ancora ^no- mata Narbonese e provincia romana. Au-
brogij nome derivante da parola greca e gusto compì la sollomissione de* centro-
gaulese,chesignifioaflrc?/fteZ'e//iC05/,po- nijgarocelli, veragri, nantuati e allri po-
polo e nazione. QiìeW'i però che giudicano, poli confinanti, tranne i salassi soggioga-
che questi popoli sienostati chiamati allo- ti poi sotto lo stesso suo regno da
Teren-
brogi, danno a questa parola un'origine zio Varrone, e tutti furono compresi nel-
ben diversa: certo è che gli allobrogi furo- la Gallia Narbonese. Le città principali
no nazione celebre per coraggio e valo- degli allobrogi erano Chainbeiy^ Gine*
re. Sotto il generico nome di allobrogi vi vra, Grenoble^ s. Giovanni di Mauritn'
si compresero i popoli inganni o agauni, ne, Moiuier^ e Vienna (V.). Allorché gli
intemeii, niconi, Iricori, vocontri, lecon- elvezi forzarono lo stretto passaggio fra il
zi, latobrigi,meduali,centroni, salassi, ta- monte lura e il Rodano, onde entrare dal
rantesi,seduni. Racchiusa la contrada fra loro paese in quello de'sequani, si getta-
il Rodano formava una specie
e V Isero, rono sulle terre degli allobrogi. L'inlro-
d'isola ove il cartaginese Annibale si ar- duzione del cristianesimo nella Savoia, è
restò prima di superare il memorabile pas- comune a qnanlo dichiarai a Francia, e
saggio delle Alpi, per punire voconzi che i Gallia, anche parlando delie provincie di
abitavano il Dellìnato che ardivano op- Vienna e di Narbona. La chiesa di Vienna
porsi all'audace capitano. Erano costoro fu debitrice del lume della fede ad alcu-
governati da un re,ocomandante d'armi, ni preti greci e asiatici, che avevano rice-
mentre il senato veniva investito della su- vuto la missione dalla Sede, e ne fu i .**
s.
tora esistente vicino al borgo di Bard pres- mandò a predicare il vangelo, e l'aposto-
so Aosta ci ricorda il passaggio fatto da lo Paolo vi costituì per i.° vescovo s.
s.
del vescovo di Grenoble veniva esercitata no, Protasio, Eustachio Grato 1, ec. 11,
drale fu dedicata al principe degli apo- dronirono del paese tra il Rodano e le Alpi.
stoli 2 nel 1
9 gli successe s. Paracode, che Quivifondaronoilregnodi5o/'g^ogAi/7(/^.)
poi passòa Vienna, di cui Ginevra divenne di cui tenni proposito pure a Francia, ver-
suffiaganea. Più tardi e nel 1 535 caccia- so il 43o, che poi si compenelròcon quello
to il vescovo dfigli eretici calvinisti segua- de'franchi, e soggiacque a divisioni come
ci di Zuiiiglio, col capitolo si recò in ^u- di Borgogna Tranfjurana^ che comprese
necy (/^.) conservandoli nome di vescovo la Svizzera, e Borgogna C'iajnraaa, che
di Geneva o Ginevra, finché Pio VII nel racchiuse i paesi compresi dalla Soana,
1 82 2 eresse/^Hner)/' sede vescovile,e riunì dalle Alpi, dalMediterraneo e dal Roda-
quindi il vescovato di Ginevra a quello di no, e perciò appartenne la Savoia. Bo-
gli
Losanna {^.). Presto eziandio la fede fu sone conte d' Arles o di Provenza dopo
abbracciata in Tarantasia, e sua antichis- aversposatoErmenegilda figlia unica del-
sima provincia, ma del i.° suo vescovo so- l'imperatore Lodovico 11, dagli stali radu»
lo se ne trova memoria in Domiziano o nati in concilio nell'ottobre 879 a Mark'
Donaziano del 3 3 cui successe s. Giaco-
i tala [F.) forse Montinelian ora capoluo-
mo apostolo de'centronlche intierametile go di mandamento della provin(;ia di Sa-
la convertì alla religione cristiana. Ta- voia propria, si fece eleggere re della Bor-
rantasia fu sullraganea prima d'/^/7ev(/^^''.) gogna Cisiurana, meglio conosciuta sot-
poi di Vienna, e nell'VllI secolo divenne to il nome di regno d' Arles di Proven»
arcivescovato, e metropoli della provin- zrtTj al quale incorporò i savoiardi e circo-
cia ecclesiastica del suo nome, con Aosta stanti popoli. Da questo principe, che Pa-
e Sion nella Svizzera per chiese suifraga- pa Giovanni Vili adottò per Figlio {F.\
nee. Soppressa nel principio del corren- alcuni fanno discendere per via di Luigi
te secolo, Leone XI 1 la ripristinò sem- III il Cieco re d'Italia e suo figlio, di Carlo
genealogia del sassone Vitichindo, il ce- mente ordinano la cronologia così. Bovo-
lebre Umberto I conte di Moriana o Mau- ne conte di Ardenna fu padre di Bosone
rienne stipite dell'augusta casa di Savo- re di Provenza, che dalla moglie Adelai-
ia. Sono su tale origine incertissime le o- de Egina ebbe Carlo Costantino questi :
pinioni degli scrittori, e le notizie che po- dalla sposaTulberga ebbe Umberto I pro-
teonsi avere più accertale intorno alla me- pagatore della famiglia. Leggo in Galea-
desima rimasero inceneritene! castello di ni Napione, Storia melallica della real
danno a Vitichindo 3 figli, cioè Vique- ordinata da re Carlo per Emanuele III
gario II re d'Italia, e che quindi questa za che la moglie Adela l'avesse fiuto pa-
illustre casa, pel dominio avuto fino dal dre, onde gli successe l'ultimo de'fratelli
3.° anno del secolo XI di si nobile par- Oddone come superstite, che unito tutto
te d'Italia, può dirsi la più antica stirpe il retaggio della casa di Savoia l'accrebbe
che viva de'principi italiani, ed anche la col ricco patrimonio di Adelaide contes-
sola nelle cui vene trascorra il sangue re- sa di Torino, figlia unica e erede di Man-
gio di Berengario I, di Guido II, di Be- fredo marchese di Susa(F'.yy vedova pri-
rengario II e di Adalberto I, tutti re d'I- ma di Ermanno duca di Savoia, che per
talia italiani. Umberto I óaWe Bianche disposizione di Corrado II era succedu-
mani è il 1° conte di Moriana e il i ."sti- to al suocero nelmarchesato, poi d'En-
pite della casa di Savoia riconosciuto da Guglielmo marchese di Mon-
rico figlio di
da Ridolfo III
tutti, e ricevè re di Bor- ferrato.Questo matrimònio seguì pel van-
gogna possedimenti nellaSavoia propria,
i taggioche risultava d'unire insieme il do-
e nella Moriana. Morto il re nel 1 082 cir- miniodell'una e dell'altra parte delle Al-
casenza prole, lasciò erede del regno l'im- pi, in luogo di tanta importanza. Così la
peratore Corrado II il Salico, cui mos- casa di Savoia acquistò il diritto sui paesi
sero guerra il conte Eude di Sciampagna, subalpini delle ricche possessioni di Pie-
Geroldo conte del Ginevrino, e altri si- monte, che i^vivono suoi primi dominii iq
i
sieme alla madre la quale esercitava l'au- loro stati. Amedeo li morì nel 080 o più
1
torità principale in nomedel figlio,ed am- lardi, e lasciò successore il figlio Umber-
ministrando la giustizia sotto al baldac- to Il nato da Giovanna figlia di Girol-
chino alle porte di Torino. La contessa do II conte di Ginevra e sua moglie: la
mente seppe osservare lutti gli ufTicii di Susa, che si estendeva sopra grande parte
suocera verso il re suo ge-
"vassalla e di del Piemonte: poteva contrastargli que-
nero e signore, e nel tempo istesso non sto retaggio Enrico IV, che per via di ma-
dispiacque al Papa. Scomunicato Enrico dre discendeva dalla casa di Susa, ma per
IV dall'imperturbabile Pontefice, si de- le nuove deplorabili scissure cheavea col-
terminò con lui nel 077; tra-
riconciliarsi 1 la s. Sede, gì' importava di avere unito
versò Borgogna, non potendo passare
la alla sua casa un signore che dominava il
per altre vie occupate dagli italiani. Al passaggio delle Alpi. Prima di tale epo-
Moncenisio trovò la conlessa Adelaide, la ca e nel1082 fu indotto a prender lear-
più potente marchesana tKltalia come la di contro Aimeri signore di Briancon,
chiama Voigt, Storia di Papa Gregorio che desolava la valle di Tarantasia, onde
FU, e le domandò il passaggio d' Ita- colla cooperazione dell'arcivescovo gua-
lia : ma vanamente, dice tale storico^ le dagn(y la sommissione volontaria di tut-
donò un gran tratto della Borgogna im- ta la valle, e l'aggiunse alla Savoia. Il
periale, perchè la contessa esigeva in com- paese di Vaud, una parte del Vallese, ed
penso 5 vescovati con tutte le pertinen- il Chiablese, dipendevano nella stessa e-
ze e ragioni, cioè Ginevra, Losanna, Sion, poca dal conte di Savoia, che già poteva
(o Lilten cioè l'alto e il basso Vallese), enumerarsi tra più grandi feudatari del-
i
successe, Alice o Adelaide maritata a Lui- ch'ebbe a sostenere contro propri feu- i
gi VI re di Francia, dalla quale unione datari, che nella sua minorità cercavano
nacque una gloriosa posterità e la stessa usurpare nuovi diritti, onde obbligò col-
augusta casa di Borbone. la forza Manfredo marchese di Saluzzo a
Amedeo III nel 1 1 1 1 seguitò in Roma giurar fedeltà, non che contro Guignes
l'imperatore Enrico V, che fece violenza VII conted'AIbon edelfinodi Vienna nel
a Pasquale II [F.) imprigionandolo in I i53,il quale disfece a Monlmelian, dove
homa (F.)e portandolo in Sabina (F.): suo padre avea battuto il delfino Guignes
Enrico V eresse i suoi possedimenti in VI. 11 conte avea accompagnalo l'impe-
contee dell'impero. Fino allora i principi ratore Federico I nelle sue prime spedi-
di Savoiaerano intitolati conti di Mo-
si zioni in Italia, ma poi tenne conlrodi lui
riana, ed anche conti di Borgogna e di le parti di PapaAlessandrollI edellalega
sua madre, il quale ebbe la gloria di ter- pubblicamente; e la contesa generale del-
minare le grandi dilFerenze tra il sacer- l'impero e della Chiesa era inacerbita da
dozio e l'impero per le Investiture eccle- odii personali per le tremende fazioni dei
siastiche {^F .). Non avendo prole implorò Guelfi e Ghibellini[F.). In quelle luttuo-
il divino patrocinio, per cui fondò l'abba- se circostanze, i vescovi di Savoia con bel-
ziad'Altacomba,eqiiellediTamièes.Sul- la condotta seguirono i generosi esempi
pizio nel Bugey, ristorando quella di s. del loro principe, cui rimasero fedeli, e
Maurizio d'Agaune nel Vallese. Il cogna- disprezzando le suggestioni imperiali si
vandosi nel 1 45 alla corte del nipote re tri vescovi,! quali per aver seguilo Fede-
Luigi VII, alle persuasioni di s. Bernar- rico I ebbero da lui delle sovranità tem-
do prese la croce per la crociata di Pa- d'Umberto III. Tali
porali, a pregiudizio
lestina, partendo per Gerusalemme colla guerre furono fatali al Piemonte deva-
maggior parte de' grandi di sua corte e stato alternativamente dall'imperatore e
de* suoi vassalli, ma nel ritorno morì a dal conte di Savoia: Susa, come dissi, fu
Nicosia nell'isola di Cipro neli 149 e fu arsa da Federico 1 nel i i
74 cogli archivi
sepolto nel monastero di s. Croce. La sua della casa di Savoia/forino fu assoggetta-
moglie Matilde, figlia de'conti d'Albon e toda Umberto HI neli i75,e lutto il Pie-
di Grenoble, oltre il b. Umberto IH, par- monte devastato neli 187 dall' impera-
torì y figli, e Matilde una delle figlie spo- tore Enrico VI, che prese e arse il castel-
I 188 santamente e come avea predet- lità d'animo e di corpo venendo reinte-
lo, avendo professato la regola cistcrcien- grato del tolto da Filippo di Svevia, re
se in Altacomba. Dopo aver perduta la de' romani, indi creato dall'imperatore
I /moglie Faudi va figlia del conledi To- Federico li vicario dell'impero nel Pie-
losa, per la quale beneficò la prepositura monte e nella Lombardia, col quale s'in-
dis. Lorenzo d'Oulx istituita dalla mar- terpose elHcace mediatore pei marsigliesi
chesana Adelaide, si ritirò nell'abbazia e altri popoli. La sua [."moglie Beatrice
d'Aulps de' cistcrciensi nel Chiablese, a de'conti di Ginevra, eresse e dotò il con-
piangere la sua morte e prendervi l'abito vento e la Francesco di Susa;
chiesa di s.
nunziar al celibato, e sposò Germana fi- di cui fu erede, madre di numerosi fi-
glia di liertoldo duca di Svevia, che si di- gli, fra'quali il b. Bonifacio. Tommaso I
ce sepolta in Altacomba. Morta ancor estese i suoi diritti nel paese di Vaud nel
essa, e non avendo che figlie, si ammo* Bugey e nel Vallese. Seguendo l'impera-
gliòcon Beatrice de' conti di Vienna, la tore per la i .^ volta mescolò gl'interessi di
quale finalmente secondo la benedizio- sua casa con quelli della repubblica di Ge-
ne invocata dal conte da sani' Anselmo nova, in cui sostenne il parlilo de'ghibel-
vescovo di Belley, per le sue orazioni e lini contro quello de'guelfi.Nel 1226 pre-
predizioni, partorì il conte Tommaso I. se sotto la sua prolezione, Savona, Alben-
Le virtuose azioni del b. Umberto IH che ga e i marchesi di Carretto; fece la guer-
veneriamo sugli altari , si leggono nella ra ai milanesi d'accordo agli astigiani e
Vita ilehb. Umberto e Bonifacio di Sa- col marchese di Monferrato, ma volendo
voia, Torino 839. 11 b. Bonifacio fii ni-
1 ridurre Torino sotto la sua assoluta di-
pote del b. Umberto IH denominato per pendenza disgustò suoi alleali, e nel pas- i
la sua bellezza V Assalonne di Savoia, fu sare monti alla guida d'un esercito, per
i
dra restato vedovo) per difendere colle ar- prudente^ forte e generoso mantenne in-
mi la Chiesa da quelle imperiali, avuto violabili suoi diritlijCol promuovere sem-
i
riguardo alla di lui stirpe guerriera, ma pre il bene de'sudditi; protesse e arricchì
non è certo; calmò le dissensioni di sua le chiese. Obbligò Torino a riconoscerlo
famiglia, fu padre de'poveri e morendo
il per signore, accolse l'imperatore Federi-
ne 270 fu tumulato presso l'altare mag-
I co II nel 1238, dopo avergli impedito il
giore e l'avo b. Umberto III in Altacom- passaggio per tal città finche non gli re-
ba. Il conte b. Umberto III che l'ordine stituì l'occupato castello di Rivoli, ed ot-
cistcrciense novera tra'suoi santi, fu il 1
.**
tenne da lui l'erezionein ducalo delle con-
di sua casa, le cui monete portano l'im- tee e signorie del Chiablese e di Aosta :
pronta della croce trifogliata di s. Mau- però come i predecessori seguitò a inti-
rizio. Tommaso I minoren-
Del suo figlio tolarsi conte di Savoia yC\ò che fece nasce-
ne benemerito tutore Bonifacio mar-
fu re dubbi sull'auteuficità dell'imperiai di-
chese di Monferrato e suo cognato, e ri- ploma; gli antecessori con chiamarsi in-
SA V SAV 15
differenlemenle conti di Savoia o conti di fama acquistala in militari imprese fu pre-
Moriana, di sovente ne risultò confusio- ferito a'iigli di Tommaso di Fiandra suo
ne Seguendo le parli di Fe-
tra'cronisti. fratello maggiore. Pietro I era destinato
derico li nemico della s. Sede, si regolò per la Chiesa, nondimeno ricusò la con-
in roodo di non disgustarsi interamente dizione ecclesiastica ed ebbe dal padre
,
mento di sua libertà, insorgendo ogni vol- diritti al conte Pietro, il quale aggiunse
ta chescopriva alcun sintomo di debolez- ai suoi dominii nel paese di Vaud le con-
za nella casa di Savoia, nel 1257 ribellò. cessioni del vescovo diLosanna, del prio-
D'altro canto Carlo d'Angiò che andava re di s. Maurizio, e del vescovo di Sion.
conquistando il regno di Napoli, profit- Divenuto conte di Savoia, vendicò il ni-
tando del furore del partilo guelfo, si^at- pote, assediò Torino e la forzò a rientrare
tribuì la signoria di varie città del Pie- solto la dominazione di sua casa; quindi
monte e tentava altri spogli sulla casa di ottenne dal nipote Riccardo conte di Cor-
Savoia. Tommaso,sebbene avesse rinun- novaglia e uno degli aspiranti all'impero,
ziato alla contea di Fiandra nella morte privilegi e diplomi che confermarono le
di Margherita, nelisSy fu fatto prigio- sue conquiste. Il retaggio dell'ultimocon-
niero da Asti che voleva sottomettere. Bo- te di Kybourg, che avea sposalo sua so-
nifacio detto Orlando per la forza del cor- rella Margherita, gli fu rilascialo dall'im-
po e per le sue inclinazioni cavalleresche, peratore: il paese di Vaud tutto intiero
allasua volta punì i torinesi, ma nel 1 263 Ve-
fu allora soggetto alla casa di Savoia.
assediandone la citlàfu preso in una sor- ro è che Pietro ebbe a difenderlo in
I ,
tita e in capo a pochi mesi morì in pri- unoaBerna chea lui si sottomise, da E-
gione. Non avendo preso moglie, il suo berardod'Absbourg conte diLaulTemberg
retaggio passò allo zio Pietro figlio del che pretendeva alle signorie di Kybourg,
conte di SavoiaTommaso l.La leggeSa- e lo vinse in due battaglie. Avendo spo-
lica già osservala nelle successioni de'rea- sato Agnese erede e figlia d'Aimone ul-
li di Savoia, escludeva le sorelle di Boni- timo conte di Faucigny, n'ebbe Beatrice
facio; e Pietro per la sua avanzala età e che maritò a Guido delfino di Vienna,
i6 SAV SAV
dandole in dote parte di tal provincia,che to in tenera età, che avrebbe potuto l'i-
passò cos\ ai delHni. Mori uel 1268 nel petere il trono per diritto di rappresen-
paese di Vaud nel castello di Chillon, che tanza. Amedeo V si dichiarò tutore di lui
avea costruito sul lago di Ginevra, e fu e de'suoi fratelli, e si mise in tal guisa per
detto il piccolo Callo Magno. ^on a\en- alcuni anni in salvo dalle loro p« etensio-
do discendenti maschi, ebbe a successore ni. Nel principio del regno sostenne una
il fratello Filippo 1 in età avanzata, già guerra contro Amedeo li conte di Gine-
preposto di Bruges e arcivescovo di Lio- vra e Umberto delfino di Vienna, nemi-
ne quantunque non avesse preso gli or- ciereditari di sua casa. Le sue armi fu-
dini sagri, che nell'anno precedente avea rono vittoriose,ed allorché fu conclusa la
rinunziato per isposarela virtuosa Alessia pace per interposizionedi PapaOnoriolV
o Alice erede della contea di Borgogna, e del re d'Inghilterra nel i 287, i suoi av-
onde prese il titolo di conte palatino di versari la comprarono con sagrifizi. Indi
Borgogna, ma la contea la moglie desti- si alleò cogli abitanti d'Asti e Alessandria
nò al primogenito dell. ° marito. Perve- perguerreggiare Guglielmo VII marche-
nuto Rodolfo I d'Absbourgall'imperOjfe- se di MonferrntOj'e la sua fortuna consue-
ce rivivere le pretensioni di sua casa al- ta lo favorì marchese fu fatto prigio-
: il
l'eredità di quella di Kybourg. Filippo I niero dagli astigiani, e morì in una gab-
volledifenderesuasorelialVIargherita con- bia di ferro. Dipoi volse le armi contro il
tessa usufruttuaria di Kybourg, ma ne- i marchese di Saluzzo, e lo costrinse a ren-
mici occuparono il di lui paese di Vaud. dergli omaggio. Intanto Filippo suo ni-
IlPapa Martino IV deputò ambasciatori pote giunto a età virile, domandoli retag-
a RodolfoI per disporlo ad un accomo- gio dellaSavoia. Non sentendosi abbastan-
damento col conte di Savoia, e con van- za forte per sostenere una guerra, prefe-
taggiodi tuttifu conclusa la pacenel 1282, rì il trattare: ed Amadeo V per la me-
con qualche detrimento per lacasa di Sa- diazione del re d'Inghilterra, cede a Fi-
voia. Il 1 morì nel 1285 a
saggio Filippo lippo il principato di Piemonte e tuttociò
Rossiglione nel Bugey senza prole,lascian- che la sua casa possedeva al di là dell'Al-
essere stato uno de'più celebri sovrani di i3o7 a Carlo d'Angiò re di Napoli, per
sua stirpe, che Irovossi a 22 assedii, ama- la prepotenza degli Angioini che aveano
to dallo zio Filippo I che gli fece sposare occupato varie città del Piemonte. Il con-
Sibilla ereditiera della contea di Bressa te di Savoia Amedeo V trovandosi dopo
e di Beaugè, gli affidò l'amministrazione tale divisione, in alcun modo esiliato dal-
della Savoia, investì del ducato d'Aosta l' Italia, volse la sua attenzione verso la
e pose in mano tutte le forze dello stato, Francia. Prese parte attiva quasi in tutte
onde non provò difficoltà in succederlo. le guerre e negoziazioni di quella corona,
11 fratello Tommaso conte di Moriana a- e condusse più volte le truppe di Filippo
vea lascialo il figlio Filippo già nomiua- IV contro i fiamminghi. Pareate de* re
SAV SAV 17
di Francia e Ingliilterraj ebbe l'onore di in favore di suo genero Andronico IH,
pacificarli. Più volte dovè respingere le si recò in Avignone e vi lasciò la vita ai
a^'gressioni de'vicini conte di Ginevra, e 16 ottobre 323, ed il suo corpo fu tra-
I
nome di sua madre Beatrice l'eredità di /e ereditò pure dal genitore l'animoguer-
leg"eSalica che esclude le femmineai tro- ferente fortuna al par di lui poco dopo
:
chè entrambi seguirono nel i3io e nel Varey : fatto per un momento prigione,
1 3 3 l'imperatore con la famiglia del qua-
I il valore e lo zelo de' suoi gentiluomini
le erano inìparentati. Precursore in Ro- lo liberò; ma il fiore della nobiltà savo-
ma ,
per ricevere Enrico VII la corona iarda e borgognone, condotta dal cognato
imperiale, fu Lodovico di Savoia figlio del conte di Tonnerre, rimase prigioniera del
suddetto barone di Vaud, eletto neli3io delfino, e.per riscattarla si pagarono gros*-
(/^.) si pose nella protezione del senato no, essendo ancora in detta corte, mori
e popolo romano. Amedeo V ottenne dal- in Gentilly nel 32g. Questo conte acqui-
1
Brabante, nacque Anna maritata ad An- e gli suscitò contro il delfino di Vienna;
dronico III imperatore d'oriente,efu ma- laonde guerra ricominciò su tutte le
la
chiamata Tornamento del suo secolo. Fi- tribuiscono a'suoi successori. Altri prete*
glia di Teodoro Paleologo marchese di sero,confutalidaGuichenon,che quest'or-
Monferrato, nel contrailo nuziale si sti- dine equestre ebbe pressoché la slessa o-
pulò, che gli slati del Monferrato in man- rigine di quello della GìarreUiera (F.)^
canza de'maschi della dinastia del mar- e in occasione che una dama da lui ama-
chese, si devolvessero a Giolanda o sua la gli donò un braccialetto inlessulo dei
prole. Essa partorì due maschi, e due fem- suoi capelli, intrecciati a nodo d'amore.
mine, una delle quali Bianca sposò Ga- L'ordine divenne nobilissimo e il supremo
moiì in Monlmelian, lasciando pure sei Perle antiche rivalità de'conti di Savoia
figli naturali da diverse amanti. Ame- Vienna, le loro frontiere si
co'delfini di
deo VI il Verde ereditò il valor milita- confondevano, ed frequenti matrimoni i
re dell'avo Amedeo V
Grande^ìa pru- il fra le due famiglie in vece di unirli, com-
denza e r animo guerriero che spinsero plicarono i loro dirilli : in forze quasi e-
quel principe a gloriose imprese ; laon- guali, i rè di Francia impedirono che soc-
de le eroiche azioni del nipote, la savia e combessero nella lunga lotta. Ma Umber-
accorla condotta, memorabili e gene-
le to II ultimo Delfino del Viennese, aven-
rose gesta, ne resero immortale il nome. do perduto nel i338 il suo unico figlio,
Essendo di circa o anni rimase sollo la
i deliberò a persuasione dell'a rcivescovodi
tutela di Lodovico o Luigi di Savoia ba- Lione, di cedere il paese al re di Francia,
rone di Vaud suo cugino, e del conte di a condizione che fosse l'appannaggio del
Ginevra. Appena usci dalla sua tranquil- primogenito e s'intitolasse Delfino (/"'•).
la minorità, neh 347 po^'^ò le sue armi Questo trattato diede grande inquietudi-
in Piemonte, per profittare della deca- ne alla casa di Savoia,! di cui stati si tro-
denza della casa d'Angiò, la quale perde- vavano pressoché incastrati in quelli d'u-
"va sotto la famosa reginaGiovanna I, tut- na polente monarchia. In fatti l'odiodei
te le città che i re predecessori si erano delfinesi trasse presto il conte di Savoia
assoggettate in quella provincia. Amedeo in una guerra pericolosa col nuovo del-
VI accordo col suo cugino Jacopo di
d* fino se non che il re Giovanni II, non
:
neo per la sua destrezza e abilità io tulli scere Ira le due dominazioni. Tale accor-
SAV 19 SAV
c!o fu rassodnto mediante il matrimonio le protesse! giovani Monfer- marchesi di
del conte con Bona di Bor)3one figlia del rato, contro polenti Visconti di Milano:
i
duca Pietro e cugina e cognata del re. Ja- siuni allora alla lega de' guelfi , e nella
copo di Savoia governava allora il Pie- guerra die nuove prove di valore e di a-
monte, e quantunque vassallo del cugino Urbano
bilità. considerando Roma la V
Amedeo VI, inorgoglito della guerra fat- vera e legittima residenza de' Papi, nel
ta alla regina Giovanna I d'Angiò, ed al 1367 partì d'Avignone, e fece il suo io-
marchese diMonferrato e Saluzzo, osò nel gresso nella capitale del cristianesimo ai
1 358 di mettere imposte sulle merci clie 16 ottobre. Fra i principi chesi recarono
provenivano da Savoia, e punì di morie a ossequiare in Viterbo, e ad ac-
il Papa
alcuni commissari del conte che aveano compagnarlo in Roma, vi fu Amedeo VI
protestato con troppa fierezza. Amedeo che fu accollo con molla distinzione, ad-
VI per vendicarli, valicò le Al pi con un e- destrò il cavallo del Papa, come notai nel
sercito: prese Torino,Samigliano e tulle voi. XXIV, p.88; avendo pure detto nel
le piazze del Piemonte; umiliò il marche- voi. XV li, p. 2 19, e altrove, che Amedeo
se di Saluzzo, che avea tolto le parli del VI tornò in Roma nel 1 368 e si trovò al-
cugino, e fece prigioniero il principe d*A- la coronazione che Urbano V fece di fi-
caia e Morea , conte del Piemonte , che lisa bella moglie deirmiperatoreCarlolV,
mandò a Rivoli, ed il quale non ricuperò e che con questo condusse per la briglia
suoi feudi, per valersi di lui contro il mar- Vicario di Gesù Cristo. Amedeo VI nel re-
chese di Monferrato. Qui però va notalo, carsi nell'alma città era reduce dall' o-
che Filippo il figlio primogenito di Ja- riente per commissione d'Urbano V e per
copo, alla sua morte fu supplantato dal ottenere l'abiura dello scisma che divi-
fratello di cui fu tutore Amedeo VI, e pro- deva la chiesa greca dalla latina, per cui
curò di ricuperare principati d'Acaia e
i nel seguente anno 369 si condusse in 1
pagnia bianca lo sorprese nella sua terra fini di Vienna mandò truppe nel mar- :
di Lanzo, l'imprigionò e pel riscatto volle chesato, ma poi per timore del re le ritirò.
180,000 fiorini d'oro. Frattanto per in- Urbano V essendo ritornato in Avigno-
Tito del Papa Urbano V, il conte raccol- ne, gli successe Gregorio XI il quale esor-
se un forte esercito per soccorrere l' im- lò con lettere il conte Amedeo VI a desì-
peratore d'oriente Giovanni 1 figlio d'An- stere dallo spoglio del vescovo di Ginevra
na di Savoia e perciò suo parente, impri- dalla signoria della città. Molestando Ber-
gionato dal re de'bulgari : s'imbarcò per nabò Visconti dominii dellaChiesa, Gre-
i
Grecia nel porlo di Venezia, colla maggior gorio XI lo dichiarò incorso nelle cen-
parlede'suoi vassallijballuti i lurchi,s'ìm- sure e gli mosse guerra, affidandone nel
padronì di Gallipoli, sconfìsse più volte 1373 con successo il comando ad Ame-
i bulgari, ed occupata Varna e altre città deo VI uno de'capoparli guelfo,col quale,
di Bulgaria, costrinse il re a restituire la con Carlo IV imperatore, e con Ottone di
libertà a Giovanni l. Tornalo in Piemon- Brunswick tutore del marchese di Saluz-
20 SAV SAV
zo si coìlegò. Indi nel 1877 stabilmente i383, dopo aver riunito a'suoi slati, ol-
Gregorio XI consolò 1* afflilla Italia, e la tre nominati, Valromei, Biella, Verrua,
i
desolala Roma, con ripristinarvi la pon- e Vaud il quale dopo 60 anni che avea
tificia dimora. Ma morto nel 378,conlro 1 servito d'appannaggio al ramo collaterale
illegiliimamente eletto Urbano VI, in- de'baroni di Vaud, questo sotto di lui si
sorse l'antipapa Clemente FII[F.), (ìgVio estinse inLodovico di Savoia già senato-
d'Amedeo conte di Ginevra, e parente di redi Roma, che nel 1359 gli avea vendu-
Amedeo VI, terminando in lui i conti di to la baronia. Lasciò di Bona il figlio A-
Ginevra , che poi ereditarono i conti di medeo VII ilA'o5^oche gli successe, men-
Savoia alla sua morte. Il pseudo Ponte- tre guerreggiava col signore di Beauieu,
fice passò in Avignone,e vi stabilì una cat- essendosi già segnalato alla battaglia di
tedra di pestilenza, dando principio al lun- Rosebeck, nella guerra che Carlo VI re
go e fi^inestissimo scisma che separò dal- di Francia fece ai ribelli gantesi. Paci-
l'unità cattolica, principi e nazioni con fu- ficatosi, in Chambery il conte Amedeo
talissime conseguenze. Sebbene la mag- VII formalmente prese possesso de' pa-
gior parte d'Italia ubbidì a Urbano VI terni dominii. Poco dopo si restituì pres-
e successori, Francia, Savoia e Piemonte so il re e die nuove prove di valore nella
con altri contermini stati seguirono lo sci- presa d'Ypres, ed in quella di Burburgo;
sma e riconobbero il falso Clemente VII scortò in Inghilterra il presidio di quella
e successori. Per sostenersi nella pretesa cittàche avea capitolato, e fu accolto a
dignità Clemente VII formò un pseudo si Londra nel più onorevole modo. Ritor-
collegio cardinalizio,creando 38 an ti car- nato in Savoia, fece guerra agli abitanti
dinali nella più parte francesi, ed anche del Vallese chea veano cacciato il vescovo,
spagnuoli, e vi comprese i seguenti. Ame- e ristabilì il prelato. Seguendo il partito
deo de'marchesi di Saluzzo, Giovanni de d'Angiò pel conquisto del regno di Napo-
Minolys vescovo di Ginevra, Giovanni di li, contro il ramo di Carlo HI Durazzo,
Broniaco presso Annecy, Lodovico Allo- nondimeno i partigiani di questo in Pro-
brox vescovo di Moriana. L'antipapa Be- venza, nella valle di Barcellonelta, e nel-
nedetto XIII che gli successe, tra suoi i lecontee di Nizza e f^enlimiglia (f^.), non
numerosi anticardinali, vi annoverò An- potendo ottener soccorsi daLadislao,ch'e-
tonio de Chalant savoiardo arcivescovo ra successo al padre Carlo 111, si offrirò*
di Tarantasia. Alcuni di questi anti-car- no al conte di Savoia di assoggettarsi a lui;
dinalifijronopoi riconosciuti per veri dai ed Amedeo VII non si fece scrupolo di
Papi. Di tutti feci le biografie nel voi. Ili, profittar della minorità di Lodovico II di
p. 21 I e 223. Amedeo VI ne abbracciò Angiò, pev accettare, a'2 agosto e 28 set-
il comunanza di patria e di pa-
partito per tembre 388, l'omaggio di que'popoli che
1
rentela, come per isperanza di signoria, ed vollero sottrarsi all' ubbidienza di quel
in fatti n'ebbe subito in dono il castello giovine principe; ma dall'altro canto,dice
di Diano. A persuasione dell'antipapa, A- Guichenon, i detti popoli non ricevevano
inedeoVI accompagnò in Italia Lodovi- soccorsi, e la loroindipendenza era espo-
co I d'Angiò, che avendolo coronato re sta agli Angioini che veramente non ri-
di Napoli voleva conquistarne il regno : conoscevano per legittimi. Il conte perini.
ottenne perciò da Lodovico 1 la cessione se che l'antipapa Benedetto XIII occupas-
di tutti i suoi diritti sul Piemonte, e seco se il castello di Nizza, in tempo della pe-
lui si collegò. Il conte ebbe parte a'iieti steche infuriava nella Provenza e nella
successi, che presagivano alla spedizione Liguria. Amedeo VII per caduta da caval-
felice riuscita; ma colto dalla pestea s. Ste- lo morì nel 1391 in Ripaglia, lasciando
fano presso Bitooto, ne morì a'2 marzo 3 figli nati dalla moglie Bona di Berry,
SAV SAV ai
dotato di singolari virtù, e di rara pru- nelle guerre civili di Francia tra le case
denza; e la fama di sovrano saggio e pro- d'Orleans e di Borgogna: genero del du-
de, che rese floridi i suoi slati. ca Filippo e cognato di GiovanniSenza
Amedeo Salomone del suo se-
Vili, il paura y secondò a lutto potere borgo- i
colo, nacque aChanobery a*4 settembre gnoni. In pari tempo estendeva da tulle
1 383, onde non avea che 8 anni quando le parli le frontiere de' suoi stati, che«i
suopadreAmedeo VII morì. Si disputaro- componevano della Savoia, del Ginevri-
no la reggenza Bona di Beriy sua madre, Vaud e di Gex, della Eres-
no, de'paesi di
Cona di Borbone sua ava, ciascuna delle se,delBugey e del Basso Vailese: il Pie-
quali avea un numero di aderenti. Preve- monte era posseduto da un ramo di sua
dendo Bona di Berry disordini che nella i casa, come appannaggio, laonde uno sta-
Savoia si sarebbero eccitatijSe continuava- to vasto non era più contea e presto
sì
no simili contese, rinunciò a favore della divenne ducato. Mentre lo scisma sosle-
suocera ai diritti che come madre poteva nevasi dalT antipapa Benedetto XIII ia
avere, e maritò col conte d'Armagnac
si Avignone, e poi in altri luoghi, in Roma
contestabile di Francia, e morì nel 1 434' ad Urbano VI erano succeduti Bonifacio
Bona di Borbone d'animo virile e forte, IX, Innocenzo VII e Gregorio XII. Con-
governò saggiamente. Istituì parecchie ca- tro quest'ultimo ribellatisi i cardinali di
se religiose e molte utili istituzioni eres- sua ubbidienza, con quelli dell'antipapa
se: a difesa delFaucigny fece fabbricare unitisi a Pisa, con molli prelati, padri e
la fortezza di Bonneville. Amedeo VII gli ambasciatori de'principi, nel 1409 de-
avea pel figlio stipulato un contratto di posero Gregorio XII e Benedetto XUf, ed
matrimonio con Maria figlia di Filippo elessero Alessandro V.I fedeli restarono
X Ardilo duca di Borgogna: si celebrò nel delusi, poiché furono di più divisi nella
dalla minorità prese le redini del gover- fu sostituito Giovanni XXIII, continuan-
no de'suoi stali, si dimostrò principe ge- do la confusione per venerarsi il vero Pa-
neroso, amante della giu6lizia,nemicodel pa. Intanto l'imperatore Sigismondo,do-
vizio e dedito alla pietà. Mantenne la pa- pò avere provocalo il celebre concilio di
ce ne'propri stali, mentre cbene'paesi vi- Costanza [F.) per estinguere lo scisma,
cini ardeva la guerra, e con mezzi legit- e nel quale concorsero tutte le nazioni e
timi accrebbe dominii avuti in eredità;
i gli ambasciatori de'principi, desiderando
fu sommamente stimalo anche dagli stra- conferire con Ferdinando I re d'Arago-
nieri, per la sua gran prudenza e saviez- na sostenitore deiranlipapa,onde cercare
za. Nel 1398 era terminala la reggenza i mezzi per far cessare tanto scandalo dal
di Bona diBorbone, che malcontenta del quale era desolala la Chiesa, e dappertut-
nipote si ritirò a Macon, e morì nel 1 402. to era perturbazione d'animi e di cose,
Amedeo Vili fece ben presto un acqui- perciò deliberò di partire per Francia :
sto importante per la sua casa. L'antica essendo passalo nel suo viaggio pegli stati
casa de'conti di Ginevra erasi estinta ai di Amedeo Vili, e ricevuto regiamente
16 settembre i3q4 colla morte dell'an- aChambery, a' 9 febbraio 1 4 1 6 con di-
1
tipapa Clemente VI I,cui successe nel gran ploma imperiale dato in tal città, Sigis-
feudo la casa di Villars per via di donne. mondo eresse il contado di Savoia in du-
Amedeo Vili ne profittò con comprare calo a favore di Amedeo Vili, che ne fu
a'5 agosto i4oi la contea di Ginevra da ili.** duca, e de'suoi discendenti. Nel con-
Oddo di Villars per 45',ooo franchi. Ne- cilioGregorio XII eroicamente fece la
gli anni successivi intervenne più volle Rinunzia del Pontificato (F.), Giovanni
22 SAV SAV
XXIII deposto e Benedello XIII sco-
fu l'abito d'eremita, e dichiarò che si ritira-
municalo e degradato: quindi agii i no* i va dal mondo senza rinunziare alla so-
embre i4'7 concordeoieute fu eletto vranità, nominando il figlio luogotenente
Martino V che restituì la sospirata pace generale di qua dai monti. Si chiuse in
alla Chiesa. Nel seguente anno in Pinero* Kipaglia con 6 cavaUeri,che scelse tra'suoi
Jo morì agli 1 1 dicembre Lodovico o Lui- consiglieri, si fece crescere la barba, ed
gi di Savoia ultimo della linea de' conti istituì l'ordine di s. Maurizio (V.). Che
diPiemonte, principi d'Acaia e Morea,che Amedeo Vili si fosse continuato a ricono-
a vea assisti to il parente A medeo Vili nel- scere per duca, lo rilevo dal breve Dignnni
le guerre coi marchesi di Monferrato, di atqiie nieriium, de' 1 2 aprile 1 436, Bull,
Saluzzo e di Ceva. Pel suo testamento e de Prop.ftdey A ppendix 1. .p.g, col quale 1
pei diritti cheavea,il nuovo duca ne ere- Eugenio IV confermò l'erezione fatta dal
ditò gli sta ti, Dipoi nel 1 4^6 A medeo Vili duca del collegio d'Aven in Savoia. Es-
entrò in lega co'veneti contro il duca di sendosi ordinato nel concilio di Costanza
Milano, su questi fece nuove conquiste, la celebrazione d'altro concilio generale,
e la signoria di Fercelli[y.) fu guarentita Martino V Io fece aprire in Pavia, e poi
dalla pace. Fino allora tutto avea prospe- trasferì aBasilea (^.), lo che confermò
rato per lui, ma perla peste propagata in IJugenio IV, ma questi poco dopo per di-
Torino nel 4*^8, Maria di Borgogna sua
1
versi motivi lo trasportò in Bologna in-
sposa e da lui amata teneramente fu nel di a Ferrara e Firenze ( F.\ ov'egli stesso
pumero delle vittime. Afflitto da tante intervenne. Resistettero i padri basileesi
calamità, il duca cercò consolazioni nella con aperta disubbidienza a tal decreto, e
religione, fondò parecchi conventi, si a- però continuandolo divenne Co/ici7/V2Ìo-
doperò per la riforma de'costumi, e pro- lo (/^'.)per le riprovevoli contese violenti
cede contro gli eretici con maggior zelo. contro degnissimoed esemplare Euge-
il
chiamò romitaggio. In un' assemblea di deo Vili, comechè polente, di gran men-
vescovi e baroni che vi convocò a'7 no- te e universalmente sliu)alo, lo elessero
vembre, depose le redini dello stato nelle antipapa a'5 novembre 1 439 e conferma?
mani del primogenito Lodovico o Luigi reno ai 17, introducendo un nuovo sci»
di eccellenti qualità, giusto, religioso e a- Sina, l 35 deputali che si portarono iq
nianle dell^eoe del suo popolo; egli vest\ Ripagliaa presealareal duca il decreto di
SAV SAV 23
tale elezione, provarono molle difficollà lomeo vescovo di Novara, cod altri 3. Tn
e opposizioni per parte (le'conslgliei'i d'A.- Basilea a' 12 ottobre ne creò altri 8, fra
DiedeoVlii, rnada lui ammessi atrudien> iquali Francesco vescovo di Ginevra. E-
za a'aS novembi'e,g!i domandarono con gualmenle in Basilea e nella congregazio-
molte ragioni il suo assenso, a prender il ne sinodale, a' 12 novembre i44o>P"l^l>l'"
governo delia Chiesa, ed egli vi acconsen- co altri 6 anticardinali. Nel 1 444 essendo
li ripugnante e dopo aver sparso molte Felice V
Ginevra promulgò altri due
in
lagrime. Preso il nome di Felice /^(^.), de'7 anticardinali che creò, comprenden-
6Ì lasciò salutare Papa nella chieda di Ri- dovi Giovanni Arsio arcivescovo di Ta-
paglia con istupore di tutta Europa, per Fantasia; gli altri li pubblicò io appresso.
vedere rinnovalo uno scisma che pochi an* Di questi 26anticardinali ne riportai le
ni prima era stato giudicalo falalissimo biografie nel voi. IV, p. i58, eseg.,alcuni
alla cristianità, e perciò non poteva mai de'quali furono poi riconosciuti per veri
sperare d'essere riconosciuto dalla mag- daNicolò V: la maggior parte furono fran-
gior parte della Chiesa. Nel dì seguente cesi, spagnuoli e tedeschi, e molti di quel-
si portò in Thonon capitale del Chiable- li che nel conciliabolo aveano dato il vo-
se, sulla riva meridionale del lago di Gi> lo per l'antipapa, che avea commesso la
nevra, non lungi dalla foce del Drame, debolezza di crederli legittimi elettori col
nella diocesi d' Annecy, il cui territorio Papa vivente, e dopo aver disapprovato
corrisponde al paesedegli antichi nantua- il loro contegno ribelle e scandaloso. Fe-
ti. Ivi come Papa assistè all'uffizio della lice V alternò la sua residenza tra Tho-
vigilia di Natale, e prese poi per segreta- non, Basilea, Losanna e Ginevra ove avea
rio Enea Silvio Piccolomini, il quale avea la sua Dateria (/^.). Ad Eugenio IV nel
comechiericodiceremonieassistitoalcon- 1447 f^ dato in Roma a successore Ni-
clave di sua elezione, e più tardi divenne colò V, le cui prime cure furono impie-
Pio II. Il cardinal di Lusignano parente gate per estinguere lo scisma della Sviz-
del figlio duca, aderì allo scisma. A'6 gen- zera, Savoia e Piemonte che ubbidivano
naio i44o rinunziò la dignità ducale per all'antipapa, oltre diverse università in-
investirne il suo figlio Luigi principe di fette degli orgogliosi errori basileesi; con
Piemonte, essendo l'altrosuo figlio Filip- bolla dei 1 7 dicembre, pre>so Labbé Con-
po conte del Genevese: avea maritato la cil.1. 1 2, p. 1 322, dichiarò eretico Felice
figlia Maria a Filippo Visconti duca di V; confiscò i di lui beni e quelli de'suoi
Milano e fiero nemico d'Eugenio IV. Da faulori,applicandoliaCarloVIIrediFran-
loro e da 3oo gentiluomini accompagna- eia, se questi volesse reprimerlo co' suoi
to, a'24 giugno fece suo solenne ingres-
il scismatici seguaci, concedendo indulgenze
so in Basilea^ ed a'24 luglio fu consagra- a quelli che per questo fine prendessero
to vescovo dèli cardinal ^0£/oi'/co(/^.) A- le armi; mentre Felice V con lettere ri-
ministratore di Losanna, non che Darlo- nella Chiesa, alla quale non cessava d'e-
a4 SA V SAV
sorlarlo il duca Lodovico suo figlio, prov- si in principio, lasciò alla casa di Savoia,
do che narrai ne'citali articoli, assolvè lut- nunzia del padre al pseudo-ponlificato,
ti dalle censure, e confermò benefizi di i colla bolla Etslex palernae charilalis af-
quelli che aveano aderito allo scisma, e fectUy de* IO gennaio i4^'> Lunig, CW.
tulle le cose fatte da Amedeo Vili nella Diploni. 1. 1
, p. 7
I
4j gli concesse il celebre
sua ubbidienza. Dichiarò questo cardina- indulto, di nominare per privilegio per-
le vescovo di Sabina f decano del sagro sonale, a tutti i benefizi ecclesiastici dei
collegio, legato di Savoia e di quegli al- suoi stali, persone idonee chedal Papa sa-
tri luoghi chenotai ne' voi. Ili, p. 2i4> IV, rebbero confermate, ed benefizi riser- i
p. 1 7 I , nel riportare le insegne pontificie vati alias. Sede verrebbero dal Papa con-
che gli concesse e quali eccettuò; in una feriti alle sole persone soggeUe al domi-
parola fu riconosciuto pel 2.** personaggio nio suo, e di suo piacere: indulto che fu
della Chiesa. Amedeo VIII dopo aver per confermato e ampliato da altri Papi, in
la 2.' volta rinunziato alle sue grandez- favore de'successori sovrani della casa di
ze, rientrò nellasolitudine di Ripaglia, vis- Savoia, inclusivamente allecatledrali, ed
se e morì santamente a'7 gennaio© 28 abbazie. Lo slesso Nicolò V a' 3o aprile
febbraio 1 45 1, e fu ivi sepolto. Dipoi la del precedente anno , avea accordalo ai
sua tomba fu distrutta dai bernesi in una collatori e padronati de' benefizi nel do-
invasione del Chiablese, onde il corpo fu minio della Savoia, che non fossero ob-
trasferito ne' sotterranei della cattedrale bligati ad ammettere le Aspettative fra
di Torino, donde re Carlo Alberto lo fece due anni. Persuaso il duca Lodovico che
collocare nel magnifico monumento che lo spartimento della dinastia rilardato ne
gli eresse nella cappella della ss. Sindone. avesse anteriormente V elevazione e l'in-
La sua vitaha per titolo: Ainedcus Pa- fluenza politica, onde evitare ogni divi-
cificus. Lodovico duca di Savoia secon- sione funesta per l'avvenire, dichiarò in-
dogenito de' suoi 9 figli, gli successe fin i dominii della casa di Savoia,
alienabili
dal 1 44oje fece morire il di lui già i ."ìDiì- perchè non soggiacessero più ad eredita-
nislro Bolomier odialo da tutta la nazio- rie divisioni, fissando in pari tempo l'or-
ne. Nella guerra d^ltalia contro Milano, dine della successione per diritto di pri-
ne profittò con alcune conquiste nel No- mogenitura; legge fondamentale che al-
Tarese e Alessandrino, ed avrebbe potuto cuno attribuisce al testamento di Amedeo
anco insignorirsi del ducalo Milanese. Si VI il f^erde. Acquistò in sovranità al-
trovò in conlese e compromesso nelle di- cuni luoghi, e sopra il mare da Grimal-
spule domestiche della casa di Francia, do signore di Monaco, la metà di Men-
te di vivere due beate della casa di Sa- gogna. Luigi XI colle armi ristabilì l'au-
voia. La I
.' nel 1 4^3 fu la b. Lodovica ve- torità della sorella, e per la mediazione
dova del conte Ugo di Cabillone, la qua- de'cantoni di Berna e Friburgo, s'impe-
le inconsolabile morte del marito»
per la dì sanguinosa guerra, e la reggenza nel
vestì l'abito francescano, fondò orfano- 1471 f*^ divisa tra la duchessa e i prin-
trofi e monasteri, veniie cbiamata la ma- cipi. Amedeo IX fu divolo della s. Sede,
dre de'poveri, ed avvertita del suo tran- soccorse poveri in modo che giunse a
i
sito dalla B. Vergine, morì recitando Y A- vendere per essi la collana d'oro del suo
ve maris stella ^ e proferendo le parole: ordine li teneva a mensa e diceva for-
:
rea, vedova di Teodoro li marchese di Pio 11 non solo per liberare il santo sepoU
Monferrato, la quale di votissima dels.Pio- ero, ma per infrenare turchi che minac» i
sario vestì l'abito di terziaria domenica- davano tutti. Ebbe sempre sollecitudine
na , e divenne celebre per la sua carità per la retta amministrazione della giusti-
verso gl'infermi e poveri; fu rapita da i zia, dolce, paziente, rassegnato, si guada-
frequenti estasi,scampò colle sue orazio- gnò il cuore de'suddili, pel sublime eser^
ni da gravi pericoli la campagna e la cit- cizio delle virtù cristiane, dopoaverlo am-
tà, ridonò la salute alla nipote Amedea, mirato in tenera età valoroso. Compian-
e la pace alla famiglia; disegnò chiese, o- to e venerato da'popoli morìa'3o mar-
spedali e chiostri; ricusò le seconde nozze zo 016 aprile i^ji Pasqua in
vigilia di
col duca di Milano, fece solenne profes- Vercelli. Dio ne onorò la tomba con di-
sione religiosa, e spirò pregando Dio per comparire seden-
versi miracoli, e lo fece
la pace della Chiesa e del mondo. Final- te in nuvola luminosa sulla città di To-
mente il duca Lodovico, dopo avere isti- rino. L'ape della Chiesa s. Francesco di
tuito il senato di Torino con autorità su- Sales attesta le di lui virtù eroiche, nel-
prema per giudicar le cause civili e cri- la supplica a Paolo V per la canonizza-»
minali, ristabilendovi 1' università degli zione,e nel 6 7 consagrò
1 1 in Thonon ove
studi ch'era stata trasportata a Chieri; e il duca nacque la chiesa de' cappuccini,
che pel I
.° di sua casa pose la propria ef- sotto l'invocazione di Francesco e del s.
figie nelle monete, morì a Lione nel 465. 1 b, Amedeo IX. Papa Innocenzo XI nel
La sua mo"lie
o Anna di rara bellezza fon- 1677 ne approvò il culto immemorabile
dò vari conventi in Savoia enei Piemonte. con titolo di beato, essendo invocato pa-
Amedeo IX Beato successe al padre,
il trono dalle partorienti. La sua vita di Sa-
ed ebbe in isposu Jolanda figlia di Carlo muele Guichenon pubblicarono! Bollan-
VII re di Francia, virtuosa, e affeziona- disti, Ada ss. martii t. 3, con altra scrit-
tissima alla corona di Savoia, salvando ta in italiano dal can. Maleti e stampa-
colla sua prudenza lo stato dai mali in cui la nel 161 3. Inoltre si ha del p.d. Carlo
sarebbe caduto, durante la malattia del Morozzo, J^'^ila e \>irlu delh. Amedeo IX
consorte e la minorità de'figli. Presto si duca di Savoia j Torino 1686. Filiber-
indebolì la salute del duca, finché diven- to I il Cacciatore primogenito de'suoi 9
ne incapace di governare. Assunta Jolan- figli ne occupò il trono, ch'essendo mi-^
primi colle armi s'impossessarono del ni- Barge. Morì Carlo I a Pinerolo nel 1489
pote, ma il re di Francia aiutò la sorel- non senza sospetto di veleno propinalo dal
la a riprendere il suo grado, ma fu gra- marchese di Saluzzo. Carlo II suo figlio
Temente esposta nella guerra che gii sviz- in età infantilene ereditò gli stati sotto
zeri fecero al cognato Jacopo di Savoia la reggenza materna; però il marchese di
ligioso. Sisto IV gli mandò il dono del- anni si fece chiamare Senza Terra, per-
lo Stocco e berrettone benedetti (/'^.), e- chè non aveva appannaggio. Per 4 regni
sortendolo a proteggere la Chiesa. Mori fu capo de'faziosi della Savoia e nemico
per gli eccessi della caccia nel 4^2 di i 7 1 di sua madre, uccidendole il favorito Va-
anni a Lione. llsuofratelloCarlolil Guer- rai, e al tri spogliò de' tesori,quelli che do-
riero nato a Carignano soggiacque alla po averli accumulati li mandavano fuori
tutela di Luigi XI suo zio, che dominan- di stalo. Il padre lo fece imprigionare da
do da padrone, per ventura delTuìdipen- Luigi XI, finche liberato nel 1466 disim-
denza dello stato poco dopo morì. Car- pegnò fedelmente parte dell'animinislra-
lo I nel 1483 fece il suo solennne ingres- zione sotto Amedeo IX suo fiatello. Si
so a Torino, prese le redini del governo, collegò poi col duca di Borgogna suo pa-
e presto die saggio di valore e prudenza, drino contro Francia, ed ebbe -parte in tut-
fu generoso, colto e protesse i dotti. Nel te le sue guerre e in quelle di Savoia, in
breve suo regno ebbe dispiaceri col mar- cui rese formidabile. Morì poco dopo
si
chese di Saluzzo, e con Carlo VII! redi nel i497> lasciando il Irono a Filiberto
Francia, e si fece adorare dal suo popo- Il il Bello nato da Margherita di Borbo-
lo col suo vigore, liberandolo da influen- ne, che pure fu madre di Luigia da cui
ze straniere. Nella sua corte il famoso Ba- sortì Francesco I re di Francia. Fihber-
lardo ricevè la i." educazione, e poi ad o- to 11 era stato educato presso Carlo VIII,
iiore della duchessa Bianca di Monferra- che seguì col padre nel regno d» Napoli:
lo, moglie di Carlo 1, tenne a Carignano in seguito abbandonò Francia per par-
un torneo questa : principessa partorì due teggiare cou Massimiliano ioìperatore, di
SAV SAV ^^^7
invece dicono che si alleò con lui e ricevè retaggio materno. Volendo Carlo III con-
splendidamente in Torino. Recatosi quin* servarsi neutrale trail re e Carlo V, per
dia Roma, conferì con Alessandro VI sul lasua posizione non potè impedire il pas-
progetto di una nuova crociala contro i saggio alternato de'francesi e degl'impe-
turchi. Sì distinse per la clemenza, e in riali: tentò come parente pacificarli,esem-
ricompensare i servigi prestati alio stato; pre con infelice esito, poiché fluttuante
ma tutto perduto ai tornei, alle caccie, nella politica, seguiva la fortuna del vinci-
mori neIi5o4 di riscaldo a Pont-d'Ain tore.Tuttavia nel Sag la pace i di Chani-
nella stessa camera ov'era nato la mo- : bray fu opera di casa Savoia, ma fu detto il
glie che aveva eretto un monastero a s. Trattato Pace delle dame, perchè con-
Benedetto a Brou per la guarigione ot- clusa daLuigia madre del re e da Marghe-
tenuta in una di lui infermità, gl'innal- rita zia dell'imperatore. Clemente VII o-
lerò con animo costante. Assorbitele ren- neva il duca in capo, rilucente di perle,
dite di Savoia da 4 principesse usufrut- di smeraldi e di carbonchi, fu stimata pili
tuarie, fu costretto ad un riposo forzalo e che 100,000 ducati. Dopo la coronazione
ad una severa economia. Ricevè l'omaggio il duca recava un ricchissimo cappello da
de'Grimaldi signori di Bogiio, e si oppose porre in capo all'imperatore, quando vo-
ai genovesi nell'impresa di Monaco, e do- lesse deporre la corona; allri dicono che
po le contese, si pacificò con loro. Fu in- portasse la corona ferrea di Monza, col-
vitato nel 1 5o9 alla lega di Cainbray(V.) la quale Papa due giorni avanti avea
il
con Giulio lì, per ricuperare nella guer- fregiato Carlo V. 11 duca giunse a Bolo-
ra contro i veneziani il regno di Cipro per gna a'23 febbraio i53o con isplendido e
le pretensioni di sua casa. Tale lega l'in- numeroso corteggio come vicario dell'im-
dusse ad ostilità contro gii svizzeri, che pero subilo fu ammesso
; al bacio del pie-
dovè quietare con denaro e allearsi coi de dal Papa, e della mano da CesarCj i
te per Margherita d Austria sua zia e per demente l'onorò con incontrarla un mi*
la moglie Beatrice di Portogallo cogna- glio fuori di porta, levandosi la berretta
ta di Cesare, come sorella di sua consorte. e ponendosi alla sua sinistra: Beatrice an»
Non perlaulo fu esposto a gravi assalti di noverata fra le più avvenenti principesse,
28 S^V SA V
avea un mngnifico seguito di belle don- logglo fuori della città in un convento di
ne e di gentiluomini. T ducali coniugi fe- francescani. Nel i544 'a P^ce di Crespi
cero nuova istanza al Papa e Carlo V per rese alcuna tranquillità al Piemonte, sen-
la ricupera del reame di Cipro, e fu con* za restituirlo al duca, tranne l'ammini-
venuto che Carlo III inviasse perciò ono- strazione civile. Neil 55 ricominciatele
1
revole ambasceria a Venezia, alla quale ostilità, Carlo III ammalò di pena, e mo-
repubblica avea già fatto similedomantla. rì a Vercelli nel 1 553 de'9 figli di Bea-
:
]Vel palazzo Pepoli,ove alloggiava la du- trice, il superstite Emanuele Filiberto gli
chessa di Savoia, essa diede una sontuo- successe, mentre militava nelle Fiandre
sa festa con suoni e danze, e vi fu l'im- per Carlo V. Di aspetto maestoso, alfa-
peratore che sovente la visitava con mol- bile, amante della giustizia, celeberrimo
ta distinzione, Carlo V fece alcune dona- guerriero, moderato nello sdegno e reli-
Tamente parte del Chiablese il duca ab- : che fra loro tenevano divisa l'Eu»
tentati,
bandonò Torino e quasi tutte le piazze di ropa, convennero di conservare propri i
svizzeri, a restituirle conquiste fattea suo la morte del re avendo la lega cattolica
blese e altri luoghi. Coi vallesani, conven- il duca vi concorse come figliodi Marghe-
ne a de' cambi, ed il confine si stabili a rita di Francia zia de'3 ultimi re: que-
s. Gingo. Nel 5'jo 1 mandò 3 galere ai ve- sta principessa come dotta, protesse mol-
neti per la difesa di Cipro contro i turchi, to i letterati e poeti. Per l'indulto di Nico-
che poi ebbero parte nella brillante vit- lò V il duca pretendeva nominare ve- i
toria di Lepanto j il che lo invogliò ad ac- scovi de'suoi stali, ma Sisto V nel 1587
crescere le forze navali, affidandole ad un elesse vescovo di Vercelli il cardinal Co-
ordine religioso e militare. Con approva- stanzo Boccafuoco di Sarnano. Rappre-
rione di Gregorio XIII rinnovò l'ordine sentò il duca al Papa le sue ragioni, e poi
di s.Maurizio (P^.), e l'unì a quello di diede suo consenso; ma nella bolla ap-
il
s. Lazzaro (/^.), assegnando Nizza per re- pose la formola Placet e protestò che l'e- ^
sidenza de'cavalieri,e diede loro le gale- lezione erasi fatta con preventivo accor-
re, che poi ad invito di detto Papa man- do- Abbonendo Sisto V che nelle bolle
dò Levante contro turchi, ed anche
iu i si esprimesse tale clausola, scrisse al du-
per servizio della s. Sede per tenere coq ca d'ignorare che godesse nomine di chie-
quelle di essa netti mari d'Italia dai cor-
i se, e se gliene facesse costare il privile-
sari. Nel viaggio d'Enrico IH re di Fran- gio l'aumenterebbe, mentre siffatto indul-
cia ottenne la restituzione delle piazze nel to in Italia fu solo concesso da Clemente
i574,facendo altrettanto gli spagnuolijed VII, a Carlo V per 24 chiese del regno
il duca subito le pose in istatodi rispet- di Napoli. Per la guerra della lega dichia-
tabile difesa : indi fabbricò quelle di To- rato vicario dell'impero, nel iSgo ricevè
rino, Bourg, dell'Annunziala, di Monlal- l'omaggio de' provenzali che lo elessero
bano, fortificando il porto di Villafran- per conte, e prolettore della cattolica re-
ca; stabilì fabbriche d'armi, e organizzò ligione, e fece il suo ingresso ad Aix dopo
regolarmente le milizie. Fece rifiorire l'u- aver combattuto le truppe d'Enrico IV.
Torino, fondò molti collegi,
ni versila di Avendo ottenuto soccorsi da Filippo II,
introdusse o migliorò la coltivazione del- di cui aveva sposato la figliaCaleriua,graa
3o SAV SAV
sostenitore della lega cattolica, continua Gregorio XV col titolo di nunzio straor-
la guerra; ma quando Enrico IV abbrac- dinario, che riuscì nella missione con sod-
ciò il catloiicismo fece tregua. Tutlavolla disfazione reciproca delle parti, cooperan-
si riaccese dai religionari a danno di Sa* do Luigi XIII re di Francia a costringere
vola, finché il duca si che
pacificò col re, il duca a sentimenti pacifici. Fu Paolo V
gli promise Salu7zo,e poi penlendosi, per che approvò l'ordine delle monache della
perdere l'ingresso d'Italia, tornò alle o- Visitazione i^r.)^^oxìòaUùx\ Savoia. Il du-
Per la pace di Vervins fu rimes-
slilità. ca per legare suoi interessi con Fran-i
so l'arbitrato aPapa Clemente Vili, sul cia, ottenne per isposa del figlio principe
contrastato marchesato il duca preferì ; di Piemonte, Cristina sorella del re. In-
trattare col re, che gli ofFiì di contentarsi tanto insorse la questione della Valtellina,
perla Bresse.Dopo molle brighe, nel 1 600 presa in deposilo da Gregorio XV, per-
i occuparono le piazze di Savo-
francesi chè sottrattasi dai grigioni voleva riunirsi
ia, e nel 1601 per mediazione del Papa al Milanese, come notai nel voi XLV,p.
si convenne: Che il duca cedeva a Fran- I I 5e I 1 6. Il duca, i francesi, i veneti ten-
cia la Brcsse, Bugey,Val Romei e il paese nero pei grigioni; e poichèGenova seguiva
di Gex; ed il re gli conduceva Saluzzo Spagna, il duca nel 625 ne assalì lo stato, 1
(/^.), colle fortezze di Demoni, Cental,e e col trattato di Moncon ebbe luogo la
pettito il duca contro Spagna le riman- maltrattato sì dagli alleali che dai nemi-
dò l'ordine del Toson d'oro, e incomin* ci, punto di perder tutte le sue pro-
e sul
ciò una piccola guerra, che diversi prin- vincie, preso da rancore morì nel i63o
cipi, e Paolo V a mezzo del nunzio di To- in Savignano. Fu lodato per abile facon-
rino,prociuarono di sopire. Avendo il Pa- dia, a segno che sovrani temevano di i
pa nominato nunzio di Torino rag.'' d'A- trattare direttamente con lui, coltivò con
quino vescovo di Venafroe già degli svìz- amore le lettere, etra gliavvenimenli me-
zeri, Carlo Emanuele I ricusò riceverlo co- morabili del suo regno, si ricurda la fu-
me napoletano e perciò addetto agli spa- mosa difesa di Verrua, inutilmente per 3
gnuoli. Il contegno del duca col governa- mesi assediata dagli spagnuoli. Tra'suoi fi-
le articolo ne feci parola. Successe al du- d'ordine nelle sue fìnanze, fu continente
ca defunto Villorio Amedeo I inizialodal e sobrio. Lasciò due figli e 4 fighe sotto
padre in tulli gli affari dello stalo; pio. la reggenza della madre Cristina di Fran-
penso alla pace, con vigore intrapresela cia, che die prova d'animo virile, e di-
guerra, quando lo esigettero le circostan- mostrò singolare costanza nella guerra in-
ze. Urbano Vili nel 63 die 1 i a'caidinali sorta per Di 5 anni divenne du-
la tutela.
sti auspicii, essendo implicato in perico- trovò indi in critica condizione, perchè i
losa guerra : pure nel principio del suo principi volevano ritornare,mal soffren-
regno fece acquisto della città d' Alba. do che una straniera dovesse governare
Urbano Vili per indurrei {yiincipi alla lo stalo, ed francesi eia Spagna la mi-
i
pace, mandò a Parigi il celebre Mazza- nacciavano, questi coi progressi in Pie-
lini, che la concluse in Cherasco e pub- monte, quelli per la rinnovazione d'al-
blicata da lui dinanzi Casale, nel punto leanza che ottennero nel 638, e poco do- 1
partito de'francem. INon andò guari che cipi di Savoia domandarono la tutela del
parecchi membri di sua famiglia si strin- nipote,ricorrendo all'imperatore che mai
sero alla Spagna, ed il fratello cardinal se n'era ingerito, per cui Ferdinando HI
Maurizio Savoia abbandonò il protet-
di ordinò a Cristina di staccarsi da Francia
torato di Francia ed assunse quello au- e di domandale la conferma della reg-
striaco. 11 famoso cardinal Richelieu do- genza. Le ostilità fra questa, il cardinal
minatore di Francia nel 635 trasse il du- 1 Maurizio e Tommaso di Carignano in-
ca a rinnovar guerra all'Austria, mentre cominciarono nel i63g: Cristina si chiu-
amava la neutralità, ed ebbe il coman- se in Torino, difesa dal cardinal La Val-
do supremo delle armate pel conquisto lette prode generale, e mandò i figli nel
delMilanese.Si condusse con singolare pe- castellodiCliambery. I principi di Savoia
rizia e distinto valore; celebre fra gli al- assistiti dagli spagnuoli, Tommaso s'im-
tri fu il coml)attimento di Mombaldone possessò di quasi tulle le piazze e della
vicinoa Bormida, in cui nemici spagnuo- i stessa Torino, passando la duchessa a Su-
liprovarono gravissima sconfìtta, con per- sa difesa da'francesi. Vedendo il figlio in
sercizio libero della religione calvinista ti DEL RE DI Sardegna. Solamente qui ag-
nelle dette valli, che già aveano goduto giungerò un cenno sulla successione di
la libertà di coscienza. Finalmente a' 7 Tommaso di Savoia figlio di Carlo Ema-
novembre 659, 1 il trattato de'Pirenei ri- nuele 1 e fratello del cardinale di Sai^o-
mise l'augusta casa di Savoia in possesso iVZjche attualmente regna sul trono diSar-
di tiittociò ch'ella avea prima delle ulti- degna Emanuele
in Vittorio 11. Il prin-
meguerre, ed popoli oppressi da sì lun-
i cipe Tommaso prese il nome dall'antica
ghe calamità, goderono alfine riposo. La città di Carignan o Carignano, nella di-
duchessa Cristina che per i5 anni avea visione e provincia di Torino, capoluogo
governato la Savoia, con un'autorità che di mandamento sulla riva destra del Po,
il figlio non le contese mai, morì in To- col titolo di principato. Le sue fortifica-
rino neh 663. Nel precedente anno il du- zioni furono smantellate dai francesi nel
ca avea sposato Francesca di Borbone fi- i544 dopo la battaglia di Cerisole, ma
glia del duca d'Orleans e cugina di Luigi tuttora esiste duca Fili-
il castello, ove il
guadagnò l'allelto de'popoli colla dolcez- colla mogiie Olimpia Mancini nipote del
za e la cortesia, per la generosità e mu- cardinale Mazzarini stabilì in Francia ,
nificenza. Abbelh la capitale Torino, rese quello ora spento de'conti di Soissons, che
inespugnabile Montmeliano, abbellì pu- produsse il famoso principe Eugenio, ge-
re e fortificò altre città; aprì una strada neralissimo dell'Austria, e uno de'più ri-
sulle Alpi della Savoia, detta della Grot- nomati capitani, che per aver vinto tur- i
ta presso Echelles, per la facile coniuni- chi Clemente XI gli donò \o Stocco e ber'
cazìoae de'popoli; istituì una società lei- reUoncbciiedcUi. Emanuele Filibeilo die-
SAV SAV 33
de prove di sapere e di valofe, sposo Ca- degna, nel 1792 fu invasa dai repubbli-
tecitia d'Esle figlia del duca di Modena. cani francesi, e riunita alla Francia for-
Il loro figlio primogenito Vittorio Ame- mò il dipartiniento di Monte Bianco : di-
deo fu tenente generale delle armate di poi nel 1 8 4 e
8 5 fu restituita ai suoi
1
1 1
Francia e di Savoia nella guerra della suc- sovrani legittimi. Abbisognando la Savo-
cessione di Spagna dalla moglieViltorina
: ia d'una maggiore ampliazione di dioce-
di Savoia^ nacque Luigi Vittorio che si si^ dopo quanto avea fatto Pio VII, il suc-
fece rimarcare perla piacevolezza del suo cessore Leone XII incaricò nel 825 mg.*" 1
genio cadetto che formò ceppo cadetto il cese erano state soppresse. Egualmente
de' marchesi di Villafranca, che sussiste nel pontificato di Leone XII vennero ri-
ancora nel principe Eugenio Emanuele pristinati, in Annecy le monache della vi-
di lui nipote, i cui diritti alla corona ia sitazione, in Altacomba la celebre abba-
mancanza de' figli maschi del ramo che zia, per la pietà del re Carlo Felice, e della
regna, vennero riconosciuti con alto so- regina M.* Cristina di Borbone. Sulla Sa-
lenne del 26 aprile 1 834- La principessa voia e augusta reale casa, oltre gli scritto-
di lui sorella M.^ Gabriella di Savoia-Ca- ri che riportai a Sardegji a Regno, ora ag-
Tignano avendo sposato in prime nozze giungo i seguenti, avendola pure da ul-
l'odierno principe Massimo di Roma, re timo celebrata il conte Litta, Famiglia,
Carlo Alberto, e la regina consorte ten- di Savoia^ e nel suo Meniovandum il con»
nero al sagro fonte il loro figlio Carlo Al- te Clemente Solaro dellaMargherita. Fili-
berto, come notai nel voI.Ljp. 33: la 1 prin- berto Pignoni, SabaudiaeDuciimarbor
cipessa morì
1837, e fu tumulata nella
nel Augustae Taurinorum i58i.
gentilitia,
Chiesa di s. Lorenzo in Danmso. (^^.). Papiri© Massoni, Elogia Duciun SabaU'
Luigi Vittorio mori nel 1778, lasciando diae jPav'ìsnsiGi 1. Sabaudia Respiiblìca
il primogenito Vittorio Amedeo tenente et historia Lugduni Batavorum i634*
y
di Sassonia principessa di Curlandia, che velle edition avec des supplemens, Turin
nel 1
798 partorì Carlo Alberto, e nel 1 800 1778- 1780. Abregé de V histoire de la
M.^ Elisabetta poi maritata all'arciduca Royale maison de Savoye par Thomas
Ranieri viceré del regno lombardo-ve- BlanCf Turin J778. Vander Burchius
neto, la cui recente morte fu deplorata Lamhevtus^SabaudorumDucum^Princi'
per le sue grandi virtù. Morto Carlo E- pam historiae geniilitiae,ex officina Plau"
nianuele in Parigi, il figlio Carlo Alberto tiniana i5(^g. Gualdo Priorato, File dei
nel i83i divenne re di Sardegna, tro- Principi della real casa di Savoia (dal
no che cede nel 1 monar-
849 al suo figlio 1 528 al 1 765), Colonia. Ferrerò Labria-
ca regnante. La Savoia seguendo de- i no,Augustae Regiaeque Sabaudae do-
stini della monarchia e del regno di Sar- mas Oiborgenlilitia, Augustae Taurino-
3
34 SA V SAV
rum 1707. Francesco A Iberlini, Genea- più bel sito di Savona, e fu abbattuta nel-
logia e gesta dt sovrani di Savoia ^ To- la rifabbrica del castello l'annoi 543 con
rino 17 75. /ìJf moire de la li. maison de gran dolore de'savonesi, comechéera l'u-
Savoye, Turiti 1816. LodovicoMorgana, nica superstite della Liguria che attesta-
La reale casa di Savoia benefattrice d'I- va la conversione alla fede. Il senato di
talia, Livorno 1827. Gustavo Parolelli, Genova vollemunire Savona con furteca-
Storia della real casa di Savoia j Tori- slello, per dominarla con sicurezza, non
no 1834. che a difesa della riviera di Ponenteedi
Savona {Savonen). Cina con resi- Genova slessa, onde fece pure demolire
denza vescovile degli stali sardi, divisione il contiguo monastero di monache, l'epi-
di Genova da cui è distante 3o miglia, ca- scopio, la canonica, 3 ospedali, due altre
poluogo di provincia e di mandamento, chiese, i o oratori, il convento di s. Dome-
sul golfo di Genova, nella Liguria presso nico, molti palazzi e l'arsenale : si demo-
TA pennino dovecomincianoleAlpi.E'ba- lirono intiere contrade, e rovinarono mol-
guata dal mare Tirreno che altre volte li segnalati edifizi, dipoi nel i683 il ca»
leformava nobilissimo porto, con 3 bor- stello fu notabilmente accresciuto. Volen-
ghi con bellissimi giardini, in ferace pia- do la città, in più spazioso e perfetto di-
nura, e circondata di colli pieni di palaz- segno, erigere nuova cattedrale, le con-
la
zi e di delizie, in aria perfetta e clima as- venne distruggere la chiesa di s. France-
sai mite. E' pur sede d'una corte di giu- sco nel 1 58g, ed il vescovo Costa pose la
stizia, d'un tribunale di commercio e di prima pietra ne'fondaraenti a'2 2 giugno.
altre autorità. 11 re Carlo Alberto nel 1
847 Terminata nel 1 602 ed abbellita cogli or-
dichiarò Savona divisione amministrati- namenti dell'antica, come quella fu de-
va e circondario, comprendente le Pro- dicata alla B. Vergine Assunta con gra-
vincie di Savona, Acqui ed Albenga. Ha do di basilica e molti privilegi. La cat-
due castelli di poca importanza, perchè tedrale éun buon edifizio; tra le reliquie
da ogni banda dominati, e de' ripari di venerasi il corpo di s. Sisto I Papa, che
poca difesa, poiché nel declinar del se- altre chiese ancora credono possedere, e
colo XVI furono demoliti 3 forti che la quello del b. Ottaviano vescovo della cit-
fiancheggiavano, con altri baloardi che tà. Vi è il fonte battesimale colla cura di
duplicavano il suo recinto il quale è di anime affidata al parroco nominato dal
circa 3 miglia.Dacché la folgore cagionò, capitolo ed approvato dal vescovo. Il ca-
dopo la metà di detto secolo, lo scoppio di pitolo si compone di 4 dignità, lai.*del-
una torrecheservivadi polveriera, rima- le quali é il preposto, di 8 canonici colle
nendone intieramente diroccato uno dei prebende del teologo,e del penitenziere,di
più centrali quartieri,! risorti edifizi s'in- altrettanli cappellani denominati di Mas-
nalzarono in buona furma, ed hanno fra sa, e di altri preti e chierici. Le antiche
essi buoni palazzi con lode di architettu- dignità erano 5: il preposto, arcidiacono,
re e profusione d'ornamenti. I tetti sono arciprete e 2 cantori. Gli stucchi, le do-
dalle quali uscirono tanti cardinali , ar- 8 aprile al contadino Antonio Botta, per
civescovi e vescovi (anche da altre fami- invitare i savonesi alla penitenza, e fu de-
due gran Papi iS'w/o //^
^lie),e dallai.*i cretato festivo il giorno anniversario di
e Giulio li (F.). La Rovere signoreg- sua apparizione, e pei tanti prodigi che
giò principalmente lo stato d'C/rZ>mo(/^.), essa ivi dipoi operò, divenne rinomato
la Riario principalmente Forlì e Imo- santuario di Liguria, e la Madre di Dio
la {V). I Rovere diedero al s. collegio i \ patrona benefica de' savonesi, ed anche
cardinali, i Riario 3 non compresi i due de'genovesi e altri che invocarono il suo
viventi; degli uni e degli altri trattai ai possente aiuto. In processo di tempo fu
citati articoli e loro biografie, cosi degli denominata la Madonna di Savona.
altri cardinali savonesi Marco Vigerio, Celebre nelle storie fu mai sempre la
Antonio Ferreria, A ^oslhìo Spinola. Sa- città di Savona, costruita secondo alcu-
vona è pure patria del poeta Gabriele no dagli antichi galli senoni, e chiamata
Chiabrera, caro a Urbano Vili: e del ce- quindi daLivio e Strabone Savona, cit-
leberrimo e benemerito discopritore del- tà antichissima con porto marittimo che
l'America Cristoforo Colombo, la di cui le accresce importanza e vaghezza. Chia-
no che solo per qualche tempo risiedesse batiale secondo altri Savo^donde si disse
in Savona, ed il cui nome die alla 4*" iso- Savona. Distrutta da' romani, Sagone
la da lui scoperta per eterna memoria; cartaginese la riedificò, e pare che pren-
invece la città di Savona, chiamò Piazza desse il suo nome di Sagona o Saona/m-
Colombo quella eh' egli aveva abitato dì Savona j ricevendo poi aumento dalla
colla famiglia, poi detta di Canepa, Gli distrutta SabbaiiOj^^evcm succedendole
storici savonesi sostengono loro il gran in certo modo fu tenuta una stessa città,
Colombo, e ne hanno prove negli archi- e perciò si celebra Savona capitale dei li-
vi; altrove parlai sulle diverse opinioni di guri sabazii. Alcuni credono che quella,
sua patria. Di Vado Sabbatia nel territo- di cui si fa menzione nelle guerre puni-
rio di Savona, si vuole l'imperatore P. E. che, fosse un paese alpino, e non occupas-
Pertinace; Leonardo Aragonlo duca di se l'area attuale marittima. Soggiacque
Sera fu nipote di Sisto IV; savonesi ezian- alla romana dominazione,e fu esposta alle
dio furono Leonpancaldo, eccellente nau- irruzioni barbariche che desolarono più
tico, che scopri le isole Mol acche, e quei volte la Liguria e la bella Italia. La chie-
moltissimi che si riportano dagli storici sa romana assai prima di s. Gregorio [
patriijcomeda Agostino M.^Monti, Coni- del 590, tra i Patrimoni della s. Sede
36 SA V SAV
(/^.), possedeva quello di Liguria e del- vicario imperiale d'Italia il conte di Sa-
le jilpi Cozie (F.), che contenevano an- voia Tommaso, e gli giurarono fedeltà.
che Savona. Dopo varie vicende di quel- Fu del lutto dichiarata libera, e confer-
li che la signoreggiarono, e dopo essere mata re[»ubblica da più diplomi e privi-
slata distrutta in gran parte da Rotaiio legi d'imperatori, dichiarata camera del-
re dei longobardi, verso la metà del se- l'impero, con diritto della zecca e di bat-
colo VII, finalmente venuto a morte nel- tere moneta come fece. In seguito la cit-
lasia sua figlia, in tempo cioè che venuta nanza, unione che simboleggiarono an-
in Italia per liberarla da'saraceni prese che nel proprio stemma. Ma genovesi i
leazzo II Visconti nel 1 366 con formida- siglia pel timore della contagiosa dissen-
bile esercito si portò a espugnare Savo- che infieriva in Genova(f^.). Mor-
teria
na, laquale per iscampare l'estremo ec- to Innocenzo VII a'6 novembre, ili. "di-
cidio si redense a gravose condizioni e con cembre gli successe Gregorio XII, onde
annuo tributo di 4ooo ducati. Nel 1376 i principi cattolici ripresero le trattative
Gregorio XI restituendo da Avignone a pel congresso Ira questo e l'antipapa, al
Roma la residenza pontificia, a*i3 otto- quale doveano intervenire 25 prelati, 12
bre con 2 galere entrò nel porto di Sa-
r dottori in Ieggeei3 maestri in sagra teo-
vona. Sceso a terra coi cardinali, fu in- logia per esaminare la loro validità. L'an-
contrato dal clero e magistrato, che se- tipapa rilornòa Savona nel/407 il gior-
guili da innumerabilepopolo l'accompa- no di s. Michele a'29 settembre, ma non
gnarono al convento di s. Domenico do- comparendo Gregorio XII, per quanto
ve ripoiò un giorno; ripreso il mare corse toccai nel voi. Il, p.207 e nella sua bio-
grave pericolo per le insorte tempeste. grafia, per sospetti di diffidenza, Savona
Successore del Papa fu Urbano VI, il qua- spedì in Siena al Papa 3 ambasciatori con
le assediato in Nocera de* Pagani (F.) da doni per servirlo nel viaggio, ed assicu-
Carlo III re di Napoli, che parteggiava rarlo della sua fede. Gregorio XII, con-
per rantipapaClemente VII, fu liberato siderando che Savona era sotto la prole-
da'genovesi a cui Savona perciò sommi- zione di Francia, e tutta la Liguria ormai
nistrò 2240 fiorini. Tenuto Urbano VI segui vaBenedetto XIII,e che per non por-
a compensare l'armamento da lui richie- si nelle mani del suo contrario, era uopo
sto a Genova in 60,000 ducati, die ad es- stabilire altro luogo indipendente e neu-
sa in pegno Cornelo, ed assegnò ancora trale,ricusò di portarvisi, e in vece man-
alcunelerreecastelli del vescovato di Sa- dò a Savona un cardinale a dichiararci
vona e quellod'Albenga, aumentando
di suoi sentimenti all'antipapa. Seguì poi il
vo, gli surrogò Pietro Spinola, venendo collocò tra le preziose suppellettili della
dai savonesi impiccati 5 complici. Ma la cattedrale. Fu riconosciuloEnrico dal co-
città liberatasi dai francesi, riprese le sue mune col dono di bacile e boccale d'ar-
sanguinose sedizioni e discordie tra i no- gento figurato. I savonesi e fiorentini si i
veudo a mezzo de'genovesi fatti prigioni la Rovere nipote di Sisto IV e poi Giu-
in conflillo navale Giovanni II redi Na- lio li; egualmente vi si rifugiarono in-
varrà, Alfonso V re d Aragona, suoi fra- i cogniti i cardinali Giovanni e Giulio de
telli e altri principi, li fece portare a Sa- Medici, poi LeoneXeClemenleVlI, per
vona ove i magistrati li riceverono ono- cui a un tempo Savona ebbe nelle sue
rificamente econ apparato di trionfo, in- mura 3 futuri Papi, ospitali dal r.^cardi-
di furono condotti a Milano. Sdegnata Ge- nal Giuliano. Neli495 Genova e Savo-
nova perchè il duca si appropriava il me- na si assoggettarono a Luigi XII re di
rito della vittoria, si sottrasse dal suo fre- Francia, indi neli5o3 il savonese Giulio
no, e aiutò Savona a farealtrellanto, ma II fu sublimato al triregno, che rese più
non tardò ad alternarela soggezione fran- temuto e potente, percui quando vitto-
cese e milanese. Nel i47i tripudiò nel- rioso de' suoi nemici ritornò trionfante
Tesallazioneal pontificato dei concittadi- in Roma fu cantato da'romani: Benedi'
no Sisto IV, fece segni d'universale alle- ctus qui venit in nomine Domini, Libe'
grezza einviò ambasciatori in Roma per raior Urbis, et ampliator imperii, con-
ossequi e congratulazioni. Corrispose il servatorque libertalis ecclesiae. Grandi
Pontefice con cortesissimo ringraziamen- festene fece la patria, eniandòaRoma
con promesse che autenticò in ogni
to, e sontuosa e magnifica ambasceria perle
eventodi pubblica utilità, couje lo dimo- pubbliche gratulazioni. La loro entrata
strarono il monte di pietà, il ponte di s. nella capitale del mondo cattolico fu so-
Giacomo, la cappella detta di Sisto ove lenne, decorata dai cardinali savonesi e
riposano le ossa de'suoi genitori, molti ca- principi nipoti del Papa, e dalla corte ro-
pitali per dote a zitelle, e altri sussidii da- mana. Giulio II li ricevette con grande
ti in aumento del molo del porto, tutte alfetto, li trallenne a mensa, ed in altra
opere di sua pietà e amore verso la pa- furono banchettati lautamente nel con-
tria, con averla decorala di moltissimi pri- vento domenicano dellaMinerva,con l'in-
di organo. Fece generale delle milizie di lecon 17000 scudi, arricchì il suo altare
s. Chiesa, ecapitano di nave, ilcav. Mel- con 6 statue di apostoli e candellieri di
chiorre Zocco savonese. Inoltre Sisto IV argento,oltre preziosi apparati: nella me-
inviò per Enrico suo cognato alla patria desima fece le sedie del coro con nobilis-
la Rosa d'oro (F.) benedetta, dono so- simeintarsiaturelavoralea musaico, e nel
lito a presentarsi a'grau principi, e per- i5o6 vi fu posta l'iscrizione: D. JuliiI/,
chè fosse più vivo testimonio del suo af- etReìpub. Saonen opus absolulum. Fab-
fetto e della sua origine, la mandò con- bricò in mezzo alla città un palazzo, ove
SAV SAV 39
ne!1675 passarono dal borgo di s. Gio- notte, dopo con tut-
essere stato trattato
vanni le monache di s. Chiara, e fa ri- to il corteggio di sontuoso pranzo e di
dolio a monastero, dopo essere stalo a- magnifica cena,avendo il magistrato del-
bitazione de'marchesi di Spingo. Nel col- la città fatto regali, e dato cose squisite
legio da lui eretto in Avignone, vi am- per la mensa del Papa. L'Orliz che de-
mise due savonesi. Tanta gioia fu ama- scrisse questo viaggio celebrò Savona per
reggiala da pestifero contagio, e ne fu li- una delle più belle città d'Europa, e ri-
berata a intercessione del patrono s. Mar- ferisce che Adriano VI dopo la cena sali
tino, al quale per grato animo fu eretta col seguito ne'suoi legni, e tutta la notte
una statua d'argento, e istituita annua navigò per Genova, notando che geno- i
cevuto neir ingresso dal magistrato che I ne affidò governo al marchese di Sa-
il
ove orò e compartì l'apostolica benedi- chese abbandonò Savona che si rese al ge-
zione alla moltitudine. Poscia Adriano VI novese doge Antonio Adorno, il quale ri-
fu condotto al palazzo dell'arcivescovo soluto di por freno ad ogni novità de'sa-
d'Avignone, Orlando del Carretto della vonesi, e preservare la repubblica da ul-
famiglia di Giulio H, nel quale riposò una teriori pericoli, fecesprofondare nelle hoc-
4o SAV SAV
che del porto 3 grosse navi ripiene e la- do le deplorabili discordie tra Carlo Ve
vorale tutte al di dentro di forte muro,neI Francesco I, turchi a danno del cristia-
i
principio di novembre, indi a'20 fece oc- nesimo ne profittarono. Paolo III per ri-
cuparlecasedel molo e diroccò quell'ar- mediare a tanti disordini s'impegnò di pa-
gine del porto, e colle sue rovine e col cu- cificare due potenti , e riunire le armi
i
mulo d'altre materie procurò disseccarne loro per affrontar il comune nemico. Li
le acque. Laonde rimase il porto inabile dispose a mezzo de'suoi legati di riunirsi
a ricevere vascelli di allo bordo e in bre- con lui a Nizza. A tale elìetlo Paolo III si
ve si ridusse a spiaggia, restando un ca- portò al luogo convenuto nel 1 538, ed ai
nale per le galere, al ricovero dellequali si I o maggio giunse a Savona inconlratoda
salvò la darsena,il cui ingresso con gravis- 6 ambasciatori, seguiti dal podestà, anzia-
simo dispendio occorse purgarlo dalle a- ni e nobili savonesi. Si trattenne a pran-
rene che l'ostruivano. Afflitta tutta quan- zo nel borgo di Lavagnola nel palazzo
ta la città per tanto disastro spedì 1 2 o- Grasso, ove gli fu imbandita lautissima
ratori alla repubblica con alti reclami sul •
mensa, dopo la quale ricevè alcuni car-
la privazione del porto e navigazione, e dinali, che qualche giorno prima erano
sulla rovina completa del Irafljco, da cui giunti in Savona ad aspettarlo. La pre-
deriverebbe la certa rovina della città e senza di 18 cardinali, di molli vescovi e
perdita del suo anticosplendore. Altro non prelati, di diversi ambasciatori, ed il loro
servirono queste rimostranze, che a trat- numeroso corteggio di titolati e cavalieri,
tenere peggiori risoluzioni, alle quali l'of- indussero il Papa a dare quest'onore alla
feso senato era per appigliarsi onde morti- città, e di farvi solenne ingresso, che riu-
ficare una cittàche seco avea emulato e scì felice, divoto e pieno d'acclamazioni
contesa la giurisdizione; indi furono sta- degli accorrenti. Nel monastero di s. Chia-
bilite nuove leggi con molte restrizioni, ra del borgo s. Giovanni, convennero con
come Tabolizionedelle monete di Savona, lumi tutti i sodalizi, tutto il clero secola-
e dichiarati i savonesi sudditi e vassalli di re e regolare colle sagre vesti, avviandosi
Genova. Nell'agosto 526 se ne impadro-
1 quindi processionalmente alla cattedrale.
nì la lega traClemente VII, veneti e Fran- i Succedevano loro nella pompa 12 chinee
cia, alla quale la ritolsero i genovesi nel riccamente bardale, una dellequali con-
i528a'29ottobre;ueli529 vi passò Car- forme l'antico uso de'Papi quando viag-
io V che recavasi in Bologna per essere giavano, reggeva con altarino portatile la
coronato da Clemente VII. Questo Papa ss. Eucaristia, venivano poi i prelati, i ve-
nel 533 dopo essersi imbarcalo a Porto
I scovi, i Papa, gli ambascia-
cardinali, il
Pisano pervenne a Genova, donde navi- tori di Venezia e Genova, principi, gli i
gando per Marsiglia, con molti cardinali, anziani, il podestà e molli nobili savone-
e conducendo Caterina de Medici sua ni- si. Data la benedizione Paulo 111 si portò
pote per isposarla al duca d'Orleans poi dal vescovo ad alloggiare e nella sua di-
Enrico II, a- 19 novembre fu costretto a mora spesso usc\ a diporto per la ci Uà e
prendere porto a Savona: ma trovandosi borghi, frequentando ponte delle Pile
il
dalla marea incomodato, nel di seguente per godere l'incantevole e romantica ve-
volle sbarcare e fu ricevuto nel palazzo duta nel declinar del mese giunse a Niz-
:
presentò la rosa d'oro benedetta. Di- trò a* 17 agosto verso mezzodì accompa-
poi conservandosi Savona fedele all'ubbi- gnato dal maestro di camera mg.'' Gior-
dienza di Genova, il senato l'autorizzò a gio Doria (F.) poi cardinale, scortato dai
porre nel suo stemma Fede- il titolo di gendarmi e da altro distaccamento mili-
lissima. Nel secolo seguente Savona più tare. La custodia del Papa fu ailìdata al
Tolte fu in gravi apprensioni per la guerra colonnello de' gendarmiCoissard: poi l'eb-
che arse ne'vicini stati de' duchi di Savo- bero il conte Salmatoris,il general Cesa-
ia. Immensi e indescrivibili furono i dan- re Berlhier (fratello del maresciallo che
ni e l'orribile spavento cagionato a'7 lu- occupò Roma nel 798 e detronizzò Pio
i
tissimi edifizi: gii abitanti compresi dal guardanti la dimora di Pio VII in Savo-
terrore e dallo spavento credettero il fi- na. Smontò al palazzo del conte Egidio
nale giudizio. Gl'inglesi nel 174^ inutil- Sansoni maire della città, ove alloggiò si-
mente bombardarono nel luglio la città, no al 23 di detto mese (altri dissero a'2 7
ma alla fine del seguente anno fu presa settembre passò a quello della prefettu-
dal re di Sardegna Carlo Emanuele III ra), nella sera del quale d'ordine del go-
dopo un assedio di 99 giorni. I francesi verno, si trasferì col detto prelato e quei
d'ordine dell'imperatore Napoleone I se domestici, di cui parlai alla biografia, al-
ne impadronirono nel 1809, e ne fecero l'episcopio ove stabilì la sua dimora. In
poi il capoluogo dilVlonlenotte.ln Savo- principio 3oo persone munite di bigliet-
na fu che l'imperatore Napoleone I con- to furono ammesse ogni giorno alla di lui
finò per un tempo Pio VII, dopo avere messa e al bacio del piede, ma poscia per
occupati dominii della s. Sede e detro-
i sospetti la custodia divenne severissinm,
nizzato, ed il suo memorabile soggiorno efuronostabiliteguardie di vista nell'ui-
rese \ni\ rinomata Savona, da dove gover- terno del palazzo, al di fuori, e tutto in-
nò la Chiesa prigioniero. torno alla propinqua cattedrale, in segui-
A Pio VII ed a Francia narrai quan- to dichiarata cappella papale, come no-
to precedette, accompagnò e seguì la vio- tai altrove, Nondimeno era permesso al
lenta prigionia e deportazione del Papa, Papa di due volte al giorno ad una
recarsi
strappalo dal Quirinale a'6 luglio 1809, loggia, che congiunge l'episcopio allacat-
e portalo qua e là; finalmente da Nizza tedrale,percorapartireal numeroso popo-
presa l'alpestre salita del colle diTenda,e lo la sua benedizione:questoconcorso con-
Savona destinata a sua rilegazione. Nel con religioso zelo, sì dallaLiguria,che dal-
\iaggio fu inutile ogni cautela per tenere la Lombardia, per vedere Pio VII che la
do suonar le campane che appendevano ne anche prodotto dal ritenere che Pio
43 SA V SAV
VII era favolilo del ilono onde di estasi, contro questa mascherala intrusione,scri
così lo I-appi esentarono le immagini sue, vendo a'5 novembre 1809 una gravissima
di visioni e di miracoli. Certamente il Pa- lettera all'ambizioso porporato, in cui gli
pa fu di santa vita, e vero prodigio era comandò di scendere da quella sede me-
la sua rassegnazione d'animo con cui sof- tropolitana, né più ingerirsi nelle funzio-
fri va l'ingiusta persecuzione, e la sollecitu- ni dell'episcopato, che dalla sola podestà
dine intiepidii colla quale provvedeva,an- laica eragli stato conferito. Per egualimo-
che sotto la più rigorosa custodia, ai bi- tivi scrisse ad altri, dichiarando aperta-
sogni de'pastori e delle chiese. Finché non mente, che la pretesa istituzione senza la
gli fu vietato, Pio VII si recò a visitare conferma pontificia era contraria alle leg-
il santuario della Madonna di Savona, li- gi della Chiesa e lesiva all'autorith della
mitandosi a passeggiare nelle sue camere e s. Sede. Quindi i fedeli non vollero rico-
nell'annesso giardino. Nel luogo di sua re- noscere gl'intrusi vicari capitolari, ed i ca-
sidenza astutamente s' imbandivano ban- pitoli cattedrali non li vollero accettare
chetti, e si facevano inviti in nome del nel proprio corpo. A'gottobreiSio il Pa-
Papa, senza che v'intervenissero suoi fa- i pa scrisseal pro-vicegerentediRoma una
migliari ricusanti. L'imperatore credeva luDgaistruzione,in cui scioglie molti dub-
che Pio VII dolce e mansueto, fosse in ve- bi che gli erano stati proposti, e fissò un
ce debole e timido, quelle azioni energi- sicuro regolamento pel clero e pei fedeli
che, coraggiose e di singoiar fermezza, do- in tutte le novità che arrogavasi di fare
versi piuttosto attribuire a'suoi ministri e nell'alma città dominante governo fran-
il
consiglieri, perciòcurò isolarlo per ottene- cese, ed anche pel Giuramento (V.) che
re suoi intenti e dominarlo, con richieste
i esigeva. Per celebrare il concilio nazio-
accompagnate da promessee lusinghe, ed nale di Parigi (f^.)^ fu in Savona nel 1 8 i i
insieme da tentativi eda minacele; peròe- a'9 maggio inviata al Papa una commis-
gli trovò maggior resistenza di quello che sione di prelati per accordare l'istituzio-
si era immaginato, salda costanza, buon ne canonica, che Pio VII accordò con-
senso e finodiscernimento. Voleva l'impe- dizionatamente e poi protestò contro: di
ratore che vescovi e arcivescovi da se già
i lutto parlai nel voi. XXVII, p. 127 e 128,
nominati alle chiese vacanti diFrancia ri- ed altrove. I vescovi deputali furono de
cevessero dalPapa l'istituzione canonica,e Barrai arcivescovo di Tours,Duvoisin ve-
per ottenerla commise al cardinal Capra ra scovo di Nantes,Mannay vescovo di Tre-
arcivescovo di Milano di pregarne Pio VII veri ad essi si unì ancora il vescovo di
:
coH'espressa protesta: che il Papa non di- Faenza Bonsignorì nominato alla sede pa-
chiarasse nelle bolle che quella istituzio- triarcale di Venezia, e ne avea preso pos-
ne fosse di suo moto- proprio, né fatta sul- sesso qual vicario e amministratore capi-
la nomina dell'imperatore. A questa do- tolare. Questi prelati se ottennero l'isti-
manda rispose Pio VII a'26 agosto 1809, luzione canonica condizionata, lo fu pel
con ricusare coslantementedi condiscen- quadro lagrimevole che fecero delle chie-
dere per gravissime ragioni. Allora fu con- se prive dei pastori, e per le loro quoti-
sigliato l'imperatore, che capitoli eleges-
i diane insislenze, per cui ebbero ezian-
sero a vicario capitolare il soggetto da lui dio la piomessa, di estendere il Concor-
nominato al vescovato, che in tal modo- dato del 1801, alle chiese di Toscana, di
ne rimaneva per diritto investito; quindi Parma e di Piacenza. Indi in Parigi ebbe
nominò il cardinalil/^wry (f^.)autoredel luogo il così detto concdio nazionale. E-
sotterfugio, arcivescovo di Parigi, onde gualraenle a Pio VII parlai dell'abboc-
dal capitolo fu eletto vicario capitolare. camento ch'ebbe in Savona colcav. Leb-
Altamente Pio VII reclamò da Savona zellero, per gli allari dell'impero ausliia-
SAV SAV 43
co; ivi pure ed a Francia, rncconlai la de- vi fosse. Avendo poi la batttaglia di Lipsia
pulazione di cardinali e di vescovi a Sa- in Sassonia posto fine alla formidabile
vona, e come il cardinal Roverella (/^.) potenza di Napoleone I,ed avvicinandosi
compilò e fece soltoscri vere il famoso bre- a Fontainebleau, per marciare
gli alleati
e dovette Pio VII con dolci parole quie- fiaccole.Entrato Pio VII nella chiesa cat-
tarli; quindi a' io giugno segretamente fu tedrale, dopo la benedizione col ss. Sagra-
travestito di nero e sotto il nome del ve- mento, comparlila dalcardinal Spina ar-
scovo d'Albenga trasportato al nuovo de- civescovo di Genova, il Papa benedì so-
stino, facendogli trovare a Stupinigimg.' lennemente l'immensa moltitudine com-
Bertazzoli per tenergli compagnia. A' sa- mossa di tenerezza filiale, ed alloggiò co-
vonesi si nascose la partenza acciò non l'im- me lai.' volta nell'episcopio. iNapoleone
pedissero, per l'afletto e venerazione che 1 sebbene avesse dello che il Papa si ricon-
aveano pel Papa, continuandosi nell'epi- ducesse in Roma, nondimeno volle tratte-
scopio a praticarsi tutte quelle cose come nerloa Savona, finché pei rapidi progres-
44 SAV SA V
si delle armate alleate, si vide costretto a la Relazione del i^iaggio dì Pio T'IT n Ge-
resliliiirgii eireltivamente la sua libertà, nova j l'ab. Semeria, Storia ecclesiastica
ed i tJoiTiiiiutidorainii ecclesiastici con de- della Liguria j con notizie sulla chiesa e
creto dei o marzo. A'1 1 7 marzo mentre vescovi di Savona. Del ritornodi Pio V 1 1
tutta la città era illuminata per l'immi- per la 3.^ volta a Savona, e della coro-
nente solennità dell'apparizionedella Ma- nazione della Madonna, anche io ne trat-
donna Savona, e mentre le pubbliche
di tai allasua biografia, e nel voi. XVII, p.
strade e piazze risuouavano di cantici e 244} "°" che a Genova. Nel 1 8 1 5 Napo-
invocazioni divote, giunse da Parigi una leone I dall'isola dell'Elba si recò di nuo-
stad'elta con letteredel governo imperia- vo in Francia per riprenderne l'impero,
le, al prefetto del dipartimento marchese mentre Murat re di Napoli minacciava lo
Antonio Brignole Sale,ealcolonnello La- stato pontificio, per impadronirsi della
gorse, colle quali si annunziava che sua persona di Pio VII, il quale partì diKoma e
Santità era libero di recarsi in Roma, in- sì rifugiò in Genova per savie considera-
caricando il 2.° d'accompagnarlo sino a- Sardegna Vittorio
zioni, accolto dal re di
gli avamposti delle armate alleate. Par- Emanuele I con tutte le distinzioni. Qual-
tecipatosi subito il contenuto aPio VH, che giorno dopo il suo arrivo nella me-
e pregatolo de'suoi ordini per la parten- tropoli ligure , vennero alcuni deputati
za nel giorno seguente, rispose il Papa : della città di Savona a cooiplimentare il
domani non si parte, è la festa di Nostra santo Padre , e per pregarlo di onorare
Signora della Misericordia protettrice di nuovamente colla sua presenza la loro pa-
questa città, vogliamo celebrarlo in Savo- tria, e dar loro la consolazione di veder
na, e si partirà il giorno dopo. Partì real- da esso eseguita la funzione tanto deside-
mente nella mattina seguente, alla vol- rata d'incoronare la statua della miraco-
ta di Piacenza con dispiacere de'savonesi, losa Madonna della Misericordia, che si
a cui dichiarò la sua paterna all'ezione e venera 4 miglia lungi dalla città nella val-
benedì replicalaraente, quindi con viag- le di s. Bernardo. Il Papa gli accolse be-
gio trionfale rientrò in Roma a'24 mag- nignamente, e con grande amorevolezza
gio con isplendidissima pompa. Nel i ."con- dimostrò quanto ciò bramava. Avendo su
cistoro L^io VH altamente lodò la pietà ciò il cardinal Pacca interpellato il re, se
lunga e più grave è stata la cattività, che viaggio fu un continuato e solenne reli-
abbiamo sopportato presso di loro ".Nes- gioso trionfo, poiché tutto il littorate fu
sun conquistatore col terrore delle armi pieno di popolo, tutte le finestre delle ca-
ottenne giammai segni maggiori di osse se ne' molti villaggi che traversò erano
quiodi quelli, che la divozione de'popoli riccamente addobbate. S'incontravano di
tributò a Pio VII prigioniero. La storia tratto in tratto archi trionfali, e lunghi
interessante del lungo soggiorno di Pio viali d'alberi appositamente piantati. Gli
VII a Savona, e di quanto ivi operò, co- applausi e la gioia della moltitudine chie-
me del suo ritorno per coronarvi la B. dente la benedizione, assordava l'aria ec-
Vergine deilaMisericordia,ollrei suoi bio- cheggiante dalle musiche, dal suono del-
gralì, la fecero l'ab. Bellomo, Continua- le campane, dal rimbombo de'spari. Sei
zione della storia del cristiane Simo ;'\\ car- cardinali precederono il Papa al santua-
dmal Pacca uellc Memorie slorichey e nel- rio, 4 lo seguivano, eoo 8 prelati, olirei
SAV SAV i9
ceremonleii; il pontificio treno di 4 car- nova processionalmenle portò dall'altare
rozze era accompagnatoclaileguardie rea- maggiore la preziosa corona d'oro gem-
li. La guardia nobile formata a Savona, mala, eil Papa la benedì col consueto ri-
con alla testa il governatore, incontrò to,che descrissi a ConoNAzmNE delle sa-
Pio VII a Varazze. Giunto il Papa pres- gre IMMAGINI, e quindi la pose in capo alla
so il convento de'cappuccini, 60 ciltadi* statua marmorea della ss. Vergine, tra il
ni vestiti di nero staccati cavalli colle i suono delle campane e de'musicali stro-
braccia trassero la carrozza alla catledra- mentl, e le salve de'mortari. Pio VII in-
le,essendoalle porle diSavona archi trion- tuonato il Te Deuììiy piangendo di tene-
fali colle statue de'ss. Pietro e Paolo, col rezza, singhiozzando recitò le orazioni tut-
pontificio slemma. All'ingresso della chie- to commosso. Indi il sagrìsta mg.' Meno-
sa i 6 cardinali riceverono Pio VII, che chio celebrò la messa, che ascoltarono il
poi die la benedizione col ss. Sagramen* Papa, reali personaggi^ cardinali, pre-
i i i
lo. Passò quindi all'episcopio sua antica lati. Pio VII benedì l'immenso popolo
ri legazione,e comparti la solenne bene- nella chiesa e nella piazza, e passalo nel
dizione apostolica dalia tribuna o loggia contiguo ospizio de'poveri coi nominati
che sovrasta la piazza. Nel dì seguente ac- principi, ricevè dal presidente del luogo
compagnato da 8 cardinali e dai prelati, una medaglia d'oro e un libro esprimen-
col figlio poi duca di Lucca , e la figlia per la notizia che Murai sconfitto dagli
ora principessa di Sassonia. Nel presbite- austriaci fuggente avea sgombralo i do-
rio a destra dell'altare maggiore era il tro- minii della Chiesa. Neldì seguente il Pa-
no pontificio, alla cui sinistra presero luo- pa celebrò la messa dalle monache ago-
go io cardinali e dietro prelati, e la cor- i stiniane, e visitò il porto di Vado. Savo-
te papale nel resto del presbiterio, in uno na con replicate illuminazioni e in altri
al capo anziano e al governatore della cit- modi, entusiaslata solennizzò questo ul-
tà. A. sinistra di questo si collocarono la teriore soggiorno del sovrano Pontefice,'
regina col figlio e la lìglia, fuori della ba- le cui virili avea lungamente ammirale
laustra, il re, la duchessa e il principe no- nel tempo della prova, ed a'i 2 giorno di
minati. Dopo celebrata dal Papa la mes- sua partenza restò afflitta pel suo ritorno
sa, tutti s'avviarono alla nobilissima cap- a Genova, solo confortata dalle ripetute
pella sotterranea della Madonna di Savo- benedizioni. Tornato a Roma, Pio VII
na. Il cardinal Spiua arcivescovo dì Ge- celebrò la coronazione con allocuzione e
46 SAV SAV
con quelle parole che riprodussi nel voi. Nel 4^0 fu vescovo
Frodonio , nel 4^3
XXVllI,p. 332, e colla coniazione d'u- Annecio al cui tempo e nel 486 Gondi-
na medaglia monumentale, in cui da un baldo redi Borgogna infestando la Ligu-
Jalo è l'etìigie del Pontefice, e sotto l'epi- ria, s'impadronì di Savona, ed al quale
grafe : Dedit glorìam in loco islo. Nell'e- dopo le depradazionifu tolta nel 489 da
sergo è inciso: Deiparae Simulacrum Sa- Teodorico re de'goli, che quasi la distrus-
vonae solemnl rilu Coronavit. Nel rove- se, indi soggiacque alle altre barbariche
scio si vede la Religione genuflessa con tri- irruzioni, di cui fu segno la riviera ligu-
legno, in allo d'ofliire la corona alla B. re. II vescovo Pastore nel 5oi interven-
Vergine di Savona, ed ha nella sinistra ne al concilio romano, Pietro lo era nel
la croce. Il tipo e le epigrafi sono del cav. 547Ì forse a suo tempo e nel 558 respi-
Gio. Gherardo de Rossi. rò Savona quando Narsete per l'impera-
La fede cristiana riferisce Monti fu pre- tore greco la ricuperò; fu riparata e re-
dicata in Savona, nell'anno 46 di nostra stituita al suo lustro, ma nel 566 Alboi-
era da s. Siro discepolo di s. Pietro apo- no re de'iongobardi se ne impossessò e la
mincia la serie de* vescovi con Imerio nel gio riportalo dà Ughelli, confermò beni i
3i2j che trovasi sottoscritto in un mss. della chiesa. Pisano del 963, Giovanni del
Inierius peccator Episc. Savonensis. In- 967, Bernardo savonese del 992 ottenne
di nel 347 377 Bonoso, nel
Anello, nel privilegi e donazioni da Ottone III. Nel
spogliò delle rendite i ripugnanti, finché rodeMans francese domenicano, nel i3o5
dopo 3 anni ripresero la vita comune, se- Giacomo Caradengo di Niella, neh3i7
condando lo zelo del pastore; il b. Otta- Federico Cibo nobile genovese, neh 34^
viano assai limosiniero morì nel 1 128 e fr. Gerardo Vascone di Bergamo agosti-
si venera nella cappella dis. Stefano nella niano, che giovò non poco alla sua chie-
cattedrale, ed i savonesi ne sperimenta- sa ed al popolo, massime nell'orribile pe-
rono, nelle pesti e altre calamità, senjpre stilenza deU348; egli trasse dalla soli-
l'efficace patrocinio. Il lodato can. Pale- tudine di s. Bartolomeo del Bosco gli a-
mone Luigi Bima pubblicò nel 1846 in gostioiani romiti, collocandoli in s. Ste-
Asti : Brevi cenni sulla vita del beato Ot- fano fuori della porla Guarda, e fu glo-
taviano vescovo diSavona.^eì i i 28 sles- riosonon meno per dottrina, che pel can-
so divenne vescovo Idizioo Ardizio, cui dore de'costumi. Antonio de'marchesi di
successe Vidone Lomello che fu al
il b. Saluzzo, e di Leonora di Savoia, fu poi
concilio di Laterano deli 179; nel i i83 arcivescovo di Milano; indineh 876 fr.
Ambrosio del Carretto figlio del conte En- Domenico de Lagne, domenicano teolo-
rico il Gae/c/o,chefuda Papa Urbano IH go insigne; nel i384 Antonio Viale ge-
delegalo a ridurre a migliore osservanza novese, nel 1894 Giovanni Firmano di
il rilassato monastero di s. Quintino di Fermo chiamalo Ugucciolo e traslato da
Spingo, la quale abbazia poi soppressa ne Sinigaglia, ottenne da Bonifaccio IX in-
vennero applicati i beni alla mensa ve- dulgenze per la cattedrale, e passò ad A-
scovile, con diverse obbligazioni alle par* scoli nel Piceno. Neli4o5 F. Filippo O-
rocchie adiacenti del monastero. A Uro sa • gerio francese,fu al concilio di Pisa e tras-
Tonese neh 198 fu vescovo, Bonifazio del lato a Damasco; per cui da Alesqui venne
CarrellOjche cede popolo il gius su Si-
al PielroSpinola nobile genovese, poscia dal-
gno; neh 199 Guala, neh 200 Elumosi- l'antipapa Benedetto XI lì nominato ar-
no già prevosto d'Asti, ed eletto dalla più civescovo di Cagliari. Neh4i3 Vincen-
parte del capitolo; neh 202 Antonio Sa- zo Viale genovese lodatissimo pastore, al
luzzo nobile savonese, trasferì nella cat- cui tempo Eugenio IV con diploma con-
tedraleil corpo delb. Ottaviano. Neh 206 fermò leimmuuilà del prepostoe capitolo
Pietro virtuosissimo, neh 221 il b. Bar- di Savona. Da Sagona vi fu trasferito nel
tolomeo di Novara a cui Onorio III per- 1443 Giambattista Calderiui, genovese
mise di ritenere la prebenda che godeva o savonese, prudente, erudito, giurecon-
per la povertà in che era caduta la chiesa sulto, .governatore di Todi e altre città
di Savona, che djovette difendere ne'suoi pontifìcie, passò poi ad Albenga. Paolo
diritti.Mortoneh2 3ogli fu sosti tuìtoEn- Il nel 1467 a'25 aprile nominò Giam-
rico, indi nel 124? Bonifacio, nel laSi battista Cibo genovese, da Sisto IV tra-
Corrado d'Ancisa, sotto il quale Innocen- sialo neh 47 2 a Molfetta secondo alcu-
zo IV disgiunse la plebania di Noli dal- ni, meglio al due di altri di JMelfi, e suo
48 S A V SAV
successore nel pontificalo col nomed'/«- re* Per sua rinunzia neh 58 7 gli succes-
nocenzo Vili. Gli surrogò Sisto 1 V il suo se Pietro Francesco Costa patrizio d'Al-
parente fr. Pietro Gara savonese dome- benga che restaurò decorosamente l'epi-
Grimaldi patrizio genovese trasferito a muceuo. Nel 1755 Ottavio M." de'Masi
Cavaillon e poi ad Avignone. Da Moriana patrizio genovese, dotto somasco, valen-
vi passò nel 1 584 Gio. Battista Centurio- te predicatore, limosiniero a segno che si
ni uobile genovese, vigilantissimo pasto- spogliò di tulio, uou lasciuudo che il mi-
SA V SAV 49
sero letlo in cui giaceva, perciò da lutti aptid Saponaria/I e Tnllense, in presen-
amato e compianto. Nel 1776 Domenico za di Carlo 1 il Calvo re di Francia, e dei
Gentile, patrizio genovese, saggio e be- suoi nipoti Lotario e Carlo figli dell'im-
nemerito per avere sontuosamente risto- peratore Lotario I, e perciò de' sovrani
rato l'episcopio e riedificato il seminario de' 3 regni, assistendovi i vescovi di 12
che ampliò e rese elegante. Per sua ri- Provincie. Furono fitti 3 canoni, la mag-
1
nunzia nelj8o5 Pio VII trasferì da Sar- gior parte de'quali riguardano affari par-
zana fr. Vincenzo M.* Maggioli patrizio ticolari. 11 i.° ebbe per iscopo di procu-
genovese e domenicano, dinante il cui go- rare che fosse conclusa la pace tra Carlo 1
verno il Papa qua! prigioniero dimorò in il Calvo e suo padre Luigi II imperato-
Savona. Pio V 1 colla bolla Dominici gre-
1 re e re di Germania. Il 1° ordina l' u-
gis^ÓQ^W 8 dicembre %io,Biill.Rom.cont. 1 nione tra' vescovi, e che si tengano si- i
t. i5, p. 35f , essendo in tale anno per nodi interrotti da qualche tempo per la
lui fatto vescovo Giuseppe Vincenzo Ai- discordia che regna tra'principi. Nel 3.**
renti di Dulcedo, unì a Savona il vesco- si felicitano detti Carlo I e nipoti Lo-
i
vato di Noli (^.), onde il vescovo s'inti- tario e Carlo, per la concordia e pace tra
tola di Savona e di Noli : nella sala del- loro. Nel 4-° viene rimesso al giudizio di
l'episcopio, Papa celebrava la mes-
ove il Venilone arcivescovo di Sens e di 3 ve-
sa, per ricordare memorabite sua di-
la scovi, l'affare di Tortoldo già diacono di
mora, gli eresse un busto marmoreo con Sens, che avea voluto ingerirsi di fare le
analoga iscrizione. Trasferito neli83oa funzioni vescovili a Bayeux. Il 5.° Ordinai
Genova, nel 833 Gregorio XVI gli sur-
1 che il suddiacono Anscario,che avea vo-
rogò A gostino M.^de Masi nobile genovese, luto prender possesso della chiesa di Lan-
che fu amato dal clero e dal popolo. Per di gres, essendone ancor vivo il vescovo, do-
lui morte nel concistoro de' 24 gennaio manderebbe perdono e sarebbe ammesso
1 84^p»*econizzò l'odierno vescovo mg.^A- a prestar giuramento che non lenlerebbe
lessandro de'conti Riccardi di Netro,nato mai più nulla di simile. Nel 6. "sull'accusa
inBiella,cav. de'ss. Maurizio eLazzaro,ca- falla dal re Carlo I contro l'aicivescovo
nonico della metropolitana di Torino, ed Venilone come ribelle, venne ordinato che
elemosiniere del re Carlo Alberto. Le due gli sarebbero fatti i processi a norma dei
diocesi di Savona e Noli si estendono in canoni. Il 7.° ordina che si citerà innan-
circa 34 miglia di territorio, e contengo- zi al i.** concilio Attone, il quale di sem-
no più di 28 luoghi. Ogni nuovo vesco- plice monaco dell'abbazia di s. Germana
vo è tassato ne'libri della camera aposto- d'Auxerre,era stato fatto vescovo di Ver-
lica in fiorini 235, ascendendo le rendite dun, elezione non regolare. L'8.° e il 9."
a più di 1900 scudi. La Civillà cattolica riguardano i bretoni : viene proibito a'io-
nel t. g,p. 543, parla òeWa Storia del co- ro vescovi di sottrarsi alla giurisdizione
mune di Savona scritta daFrancescoTor- dell'arcivescovo di Tours loro metropo-
teroli savonese, Savona 1849- ^^ critica litano, avvisandoli altresì di non aver co-
la biasima, la qualifica scritta con ispirilo munione cogli scomunicati, e di esorlare
di parte, per un suo fine particolare, in il loro re Salomone a mantenersi fedele al
breve la chiama diceria della grandezza re Carlo L Sono pure avvisati gli scomu-
d'Italia una e indivisa. nicati, che viene loro accordato tempo di
SAVONNIERES. Antico luogo di dopo il quale
pentirsi fino al i.° concilio,
Francia presso Tool nella Lorena , nel verranno fulminati col più terribile ana-
quale più non rimane che una chiesa dedi- tema. Nel 0.° furono letti 6 capitoli del
1 i
I o canoni del recente concilio diLangres. so, che fu annoverato Ira'più insigni teo-
Nell'i 1° si scongiurarono Carlo I e Ro- logi e i più famosi oratori del suo tem-
dolfo arcivescovo, per la croce e pel san- po. Siccome poi ad una profonda erudi-
gue di Gesù Cristo, di conservare il pri- zìoneaccoppiava una soda pietà, gran pru-
vilegio d' un'abbazia di s. Benedetto, di denza e pari 7elo per la purità della fede,
cui quell'arcivescovo erasi impadronito. il suo merito fu conosciuto nella corte di
Nel 12.° fu data commissione ad alcuni Roma, e Clemente Vili lo nominò inqui-
vescovi di compilare degli statuti partico- sitoreed incaricò d'invigilare sulla con-
lari per le diocesi. Finalmente nel 1
3." fu dotta degli eretici nelle diocesi di Pavia,
stabilito che vescovi,! quali hanno assisti-
i di Cremona e di Milano. In quest'in) pie-
tempo hanno contrat-
lo al concilio,in pari go egli si diportò con una saviezza e vi-
to un'unione di suffragi comuni agli tmi gilanza che gli fecero onore. Paolo V chia-
e agli altri, durante la loro vita edopo la matolo a R.oma io fece commissario del
loro morte, ed ordina che celebreranno la s. offizio.' In questo nuovo posto die al-
messa gli uni per gli altri nel mercoledì di tre prove di sua abilità, e si fece de'po-
ciascuna settimana. Cowc/V/or. t. 8,p.647' tenti amici nel sagro collegio. Colla sua
SAXO, Cardinale. V. Sasso. vigilanza potè impediieche nel luogo det-
SAXOLO, Cardinale. Tra'cardinali to leSelle sale presso il Colosseo, alcuni
che si trovarono al concilio celebrato da empi sagrifìcassero un innocente bambi-
s. Paolo I nel 761, vi fu il cardinal Sa- no al demonio per averlo propizio, facen-
xolo dell'ordine de'preli e del titolo di s. do arrestare gl'iniqui neli' atto di com-
Ciriaco. mettere l'orribile delitto, quindi furono
SBlDAoZUDA. Sede vescovile d'Isau- impiccati. Pe'servigi resi alla religione co-
ria nel patriarcato d'Antiochia, sotto la gli scritti e con l'impegno onde esercita-
metropoli di Seleucia, eretta nel V secolo. va il grave suo uffizio. Paolo V agli 1
Conone suo vescovo sottoscrisse la lettera gennaio 1621 lo creò cardinale prete di
sinodale del concilio di Calcedonia all'im- s. Clemente e vescovo di Melfi e Rapol-
peratore Leone, sulfassassinio di s. Pro- la, dove celebrò il sinodo, stabilì la con-
tero d' Alessandria. Oriens christ. t. 2 ,
gregazionedeila dottrina crisliana,accreb-
p. 1027. be le rendile della mensa episcopale e so-
SCIRRO. F. Cirro, Milizia e Fran- stenne con sacerdotale intrepidezza i di-
cniGiE. ritti di sua chiesa, a cui in gran numero
SCABlNO,iSrrtZ'/««5. Antico magistra- compartì altri benefizi. Nel 1622 Grego-
to,Giudiceo Governatore (F.) delle città rio XV lo trasferì a Como, che rinunziò
e Provincie, ed anche officiale del Alimi' per potersi tutto applicare alle congrega-
cipio [F.) incaricato dell'ordine pubbli- zioni e agli alluri di Roma, dove sid ter-
co e dell'amministrazione della città. In minare del 1626 fu chiamato da Urbano
Germania vi ebbero scabini anche nelle Vili. Intervenne a'conclavi di questi due
università, ed in altre civiche corporazio- Papi, ed all'elezione del 2." si mostrò co-
ni. A'. Conte, Comunità' Comune, Placi- .stantemenle contrario. Fu uomo di men-
debiti, non meno che dall'età e dalle fa- fanno provenzale, fondatore o i.° rettore
tiche, finì di vivere settuagenario in Ro- dell'ospedale dell'insigne ordine Ceroso^
ma nei 1609, e fu sepolto nella chiesa di limitano [F.). Di più, fu in questa città
s. Carlo a| Corso con nobile epitaflio, po- che s. Alfonso di Liguori nel 1782 istituì
stovi dal suo nipote Deodato Scaglia ve- la benemerita congregazione del ss. Re-
scovo d'Alessandria, che l'aveva succedu- dentore (y.). L'evangelio fu predicato dai
to nella chiesa di Melfi. discepoli degli apostoli nel i ."secolo di no-
SCALA, Scalae. Città vescovile del stra era,ed i fedeli costruirono per i .' chie-
regno di Napoli, nella provincia del Prin- sa quella che dedicarono a Dio onore di in
negli antichi tempi Caniam^pev cui si pre- sotto di lui Federico II le immunità e
tese edificata da Cam figlio diNoè;dai ro« grazie concesse dal duca Ruggero; con-
mani fu denominata Scala,eda loro fu rie- sagrò la chiesa di s. Eustachio, e al suo
templi, il teatro e altri edifizi di cui si ve- Teodoro Scacciavento di Cava; nel i328
dono gli avanzi. Fu munitissima, popola- fr. Guglielmo Lombardo domenicano in-
ta e splendida. Venne distrutta sotto Lota- tegro; neh 342 fr. Guglielmo francesca-
rio 1 imperatore e nuovamente rifabbri- no; nel 1349 ^*'' Giacomo Sazali o Ser-
cata dai pisani. Appartenne in seguito al sale di Sorrento domenicano dotto e assai
ducato di Amalfi, ed a Ruggero normau- illustre. L'antipapa Clemente VII v'in-
no, ed a' tempi di s. Bernardo era opu- truse fr. Guglielmo. Bonifacio IX elesse
lente e forte. Soggiacqiu^ a nuove rovine Andrea traslato a Ravello; nel 1 897 Pie-
sotto Federico 1 1 imperalore,e solloFerdi- tro, trasferito a Termoli; fr. Pietro Pie-
52 SeA SCA
truccio de Peoni domenicano
grande in dal purgatorio a chi avesse celebralo nel-
esliniazione a Ladislao redi Napoli; da lui maggiore del Nome di Gesù nella
l'altare
ro a tulli, efu sepolto avanti l'altare di s. siastica con utilissimi decreti, unì diversi
Paolo da lui eretto in cattedrale. Gli suc- benefìzi al capitolo,eresse l'archivio dell'e-
cesse, neli45o fr. Evangelista Firiolo di piscopio,abbeHì la cattedrale;coireserapio
Amalfi, commendatore dell'ospedale di e colle parole edificò il popolo, divotissi-
s. Maria de'crociferi; indi neh 465 Mat- mo della B. Vergine fece una lascila ac-
teo de Dote d'Amalfi n'era vicario e ar- ciò nelle sue vigilie solenni si cantasse la
cidiacono, lasciò bella fama di se, e de'be- Salve Regina .'adornò magnificamente la
dì al capitolo per la celebrazione d'un an- cappella di Paolo eretta dal predeces-
s.
niversario in suo suffragio, e per la cele- sore Natale, ed ivi con esso volle essere
brazione di una messa cantata nelle do- sepolto. Clemente Vili neh594a'7 gen-
meniche all'altare maggiore della catte- naio gli sostituì fr. Gio. Battista Serigna-
drale. NeliSoo Giacomo Pisanello d'A- ni della diocesi di Salerno, insigne teo-
malfijcd ivi arcidiacono, di singolari virtù logo domenicano; per la breve sua vita ai
ornato; nel i5i i Ferdinando di Castro 7 novembre nominò Floriano Nanni del-
spagnuolo di Cordova, fu al concilio di la diocesi di Bologna, canonico regolare
Lalerano e abdicò nel 5 5; onde Leone j 1 Iateranense,dotto ed erudito, insigne pre-
Xgli sostituì Baldassare del Rio spagnuo- dicatore, autore d'opere, lodato pastore,
lo canonico e arcidiacono di Siviglia, al fu benefico colla cattedrale, cui donò di-
cui tempo Scala fu desolata dalla peste. versi sagri utensili. Nel 1598 Clemente
Clemente VII neli53o lo nominò gover- Vili creò vescovo di Scala fr. Francesco
natore di Roma, e pare che lo fosse sino Benni de'servi di Maria di Budrio, enco-
all'agosto i532 ; morì in tale metropoli miato per pietà e dottrina, in tempo del
nel i54o,fu sepolto nellachiesa di s.Giaco- quale il Papa a' 3i luglio i6o3 unì in
mo degli spagnuoli,incuiil fratelloFran- perpetuo a Scala la sede e diocesi vesco-
cesco o fr. Genuino gli celebrò i funerali, vile di ^tì!v'e//o( A'.), con questo però, che
e pose al suo sepolcro un epitaffio. Paolo Scala continuerebbe ad essere suifraga-
Ili neli54i fece vescovo Lodovico Van- nea di Amalfi, e Ravello resterebbe im-
nino deTheodoli nobile forlivese, canoni- mediatamente soggetto alla s. Sede. Il ve-
co regolare del ss. Salvatore, molto dot- scovo Benni morì in Scala, e fu sepolto
to e poi (raslato a Certinoro. Nel i548 nella cattedrale; il 2.° vescovo di Scala
fr. Gaspare de Fossa di Cosenza generale e Ravello fu fr. Michele Bonsi minore ri-
nel 1 55
A IfonsoRomero spagnuolo dei
1 fr. ve pur notai, che Pio VII neliS 18 sop-
minioii; nel i552 fr. Costantino Veltro- presse le sedi vescovili di Scala e Ravello
ni di Monte s. Savino agostiniano, esimio e le riunì all'arcivescovo d'y^wi^//? (^.).
teologo, traslato a Cortona; nel iSSy fr. SCALA. Congregazione di religiosi o-
Feliciano Niguarda di Como, domenica- spedalieridellaMadonna della Scala a Sie-
no e insigne teologo, già vescovo di s. A- na. Alcuni ne fanno fondatore il b. Ago-
gata de'Goli, a cui Gregorio XIII concesse stino Novello, il quale dopo essere stato
il privilegio della liberazione d'un'auima cancelliere o giudice supieaiOj prefetto
SCA SCA 53
di tutti i tribunali di Manfredi re di Si- Madonna della Scala, cos'i detto, perché
cilia, sì fece dell'ordine degli eremiti di s. nello scavar la terra si trovarono 3 gra-
Agostino, poi Sagrista (F.)(\e\ Papa yiaov- dini di marmo creduti avanzi
di un tem-
maggioiSog nel romitorio di s.
to a'19 pio pagano.Compiuto il suo spedale e ,
persuaso Restauro ricco di Siena, a lascia- unirono al b.Sorore per la caritatevole as-
re tutti i suoi beni all'ospedale della cit- sistenza de'poveri, egli prescrisse partico-
tà, al quale nel 1 3oo il b. Agostino otten- lare vestito e alcune regole riguardanti la
ne dal Papa Bonifacio Vili molti privi- loro direzione,il serviziodenl'infermi.l'ac-
legi ed esenzioni, onde quelli che Io ser- celtazione de'pellegrini, e l'elezione degli
vivano presero il nome di religiosi, ed e- uffiziali. Allre regole riguardavano il ret-
gli prescrisse loro il tenore di vita e de- tore,altrelesuore.Tutlefurono approva-
terminò l'abitodel priore.Secondo ilTem- te dal vescovo di Siena Gualterano, e con-
Diasi nella Storia diSiena l'ospedale già fermate più tardi da Celestino III e altri
a vea religiosi neh 29-2, ai quali era slato Papi, facendosi in diversi tempi opportu-
affidato neh ig4 coll'autorità di Celesti- ne variazioni, pel vantaggio del pio luogo.
no III il governo dell'ospedale, rimoven- Tale fu la fama dell'ospedale della Scala
done canonici della cattedrale, e altri che
i di Siena, che diversi d'Italia adottandone
non bene Tarn ministravano, e sottomet- i regolamenti a lui si sottoposero, rico-
tendolo governo della repubblica sane-
al noscendolo per capo. I principali ospeda-
se, la quale forse a mezzo del b. Novello li dipendenti da quello di Siena furono
cui non pochi mandarono al b. Sorore ri- nanni e altri, quest* ultimo descrivendo
levanti somme, onde si trovò in grado di l'abito nero che usavano e riportandone
innalzare spaziosa fabbrica per ricevere la figura nel Catalogo degli ordini reli-
un più gran numero di poveri, gettando giosi 1. 1, p.i4o, ove si vede nella parte
le fondamenta del celebre ospedale della sinistra della mezzetta una scaletta di se-
54 sex SCA
la gialla, sovrastata dalla croce, insegna lantìuni. Il can.*' del Sodo nelle Chiese di
dell'ospedale. Ronia^ di quella de'ss. Michele e Magno,
SCALAoSCALEA yScalae^Scalarum dice: Vi è una scala la quale si sale in gi-
grachis. Ordine di gradi avanti a Chiese o nocchio, conforme a quella di Giovan- s.
altro edifjc'o. Ne trattai a Chiesa, e descri* ni in Laterano o Scala santa. Che cosa
vendo i sa^v'i 2''empii rimarcai e descrissi le la si sia, non lo si sa. Solo vi è gran di-
scale più maestose di Roma e di altrove. vozione. L'AI veri, Roma in ogni stato t.
Delle scale delle chiese, notai nel voi. XI, 2, p. 243, trattando di detta chiesa nar-
p, 229, che di alcune le scale furono og- ra che fu chiamata anco in Cappella, per-
getto di particolare divozione, come le se- chè soleva pagareal palazzo pontificio cer-
guenti. La Chiesa di s. Pietro in /fatica- ta somma di denaro ogni anno. Che leg-
no (^,), i fedeli inclusivamenle a Carlo gesi sulla porta della chiesa, cioè di quel-
Magno solevano salire in ginocchio suoi i la per la quale si sale in essa con 33 sca-
24 antichi gradini postivi da Costantino lini, la seguente memoria, che ivi scris-
dini sopra il rimanente del coro, ragionai aveadatopacealla Chiesa e donato ai Pa-
a Pulpito ove riparlai óeU' Ambone, l'u- pi per loro abitazione il Palazzo Lalera"
no e l'altro avendo scale, e nel voi. XI, nense(P^.)y chiamato ^01 Patriarchio, vev-
p. 226. I Papi anticamente si facevano so il 326 in cui trovò in Gerusalemme
coronare sulle scale della basilica Vatica- la vera Croce (^.)j tolse dal palazzo di
na, il che riportai a Coronazione de'Papi Pilato i 33 gradini della scala, due co-
e artìcoli relativi. A Salmi Graduali dis- lonne e tre porte, e con altre importanti
si che furono così detti perchè venivano e preziosememorie di vote ne arricchì Ro-
cantati nel salire i i5 gradini del tempio ma, inviandole a Costantino I. La scala fu
di Gerusalemme. Delle più magnifiche dal Papa s. Silvestro I collocata colle tre
scale de'palazzi e altri edilizi, non mancai porte nel palazzo di Laterano, alferman-
parlarne a'iuoghi loro. do M. Attilio Serrano, Delle sette chiese
SCALA SANTA e Insigne Santuario di Roma, p. 72: Has secunduni majoruni
ri Sancta Sanctorum, o ss. Salvatore al- traditioneni accepimus quibus
ìlla esse,
ia Scala santa. Santuario, con chiesa o Christus praesidis domum tempore Pas'
oratorio e cappelle nel rione Monti di Pio- sìonis ascenditi quare ob ejus niemoriuni
ma, situato incontro alla basilica Latera- flexis genihus maxima pietate viri^ac mu-
nenseyUeWiì Piazza clis. Giovanni in La- lieres quotidie ascendunt. Qiiod quani
terano (V.), già contiguo al Palriarchio piuni sitfactu, quamque laudabile, uni-
Laleranense, e ad esso unito tanto l'ora- cuìque satis persuaderi potesl.^o\a^% lìiiì'
torio che la Scala santa. Nella metropoli la Storia di Sisto Elena po-
/^, dice che s.
della Giudea j\a celebre Gerusalemme i\\ se la scala santificata dal Redentore nel
era un gran palazzo destinato per abita- portico del palazzo di Laterano, presso la
zionedel preside, con iscala corrisponden- scala che conducevaal patriarchio del Pa-
te formata da gradini di marmo bianco pa. Il Marangoni e altri, riproducendo la
venato di Tiro. Per questa Gesìc Cristo Relazione della scala di Pilato, scritta nel
nella sua Passione [F.) salì e discese più IX secolo da Megisto monaco e abbate
volte spettacolo di pazienza sublime, es- del monastero di s. Gregorio al Celio, indi
sendo condotto nel pretorio innanzi Pon- nel pontificatod'Urbano V verso ili 36/
zio Pilato governatore romano della Giu- ritrovata nell'archivio della basilica La-
dea, cioè quando a lui fu portato dai giu- teranense, dal suo canonico Nicolò Pro-
dei con diverse accuse, ma trovato inno- cessi, il quale vi aggiunse altre memorie
cente l'adorabile Salvatore, da venne lui antiche, riferiscono che la Scala santa fu
mandatoad Erode re di Galilea, che allo- bagnata da Gesù Cristo nella sua passio-
ra trovavasi inGerusalemme,il quale prin- ne col suo prezioso sangue , che ancora
cipe lo rimandò a Pilato, ed allora risalì in pili luoghi di essa si vede, non senza
e nuovamente discese le memorabili sca- miracolo dopo sì lungo spazio di secoli,
le, dopo la Flagellazione (F.) e corona- il quale viene indicalo sotto alcune croci
56 se A SC A
ivi afllsse. Che ad istanza di s. Elena, s. &to artìcolo lo riportai. Novaes nella Sto-
Silvestro I concesse a tulli quelli che a ria di Sergio II racconta che nell' 844
capo scoperto avessero fatta orazione per in cui fu eletto Papa, dispose in forma di
ciascun gradino, un anno della remissio- scala con un. portico a più archi, avanti
ne de'Ioropeccati, indulgenza che vuoisi le porle della basilica Lateranense, i 28
confermala da s. Gregorio I e accresciuta gradini santi fi cali iiiGerusalemmedalSal-
a due anni per ogni scalino. Questo Pa- valore Gesù Cristo, mentre saliva in casa
pa tutte le volte che passava innanzi a que- deiromano preside Pi lato, quali traspor- i
sta scala, piangeva la passione del Salva- tati in Roma da s. Elena giacevano oc-
a' peuilenti di far la pubblica loro Peni- feceun'ottima opera avanti le porte di
tenza ^ come si legge di Fabiola, la quale questa veneranda chiesa, perocché espo-
inginocchiata su quesli gradini, e nella ba- se alla divozione di tulli i sagri liminari,
sìlica del Salvatore, fra gli altri pubblici che stavano prima nascosti, edificandovi
penitenti, a vista di tutta Roma fece la dai fondamenti begli archi, e adornan-
i
sua penitenza nel 3go,pel pubblico scan- doli di varie pitture ". Il Rinaldi opina,
dalo dato nel prendere il 2.° maritoj qui- che l'Anastasio intendesse pei sagri limi-
vi ella comparve vestila di sacco col capo bari, quella che oggidì si chiama Porta
asperso di cenere, sgorgando dagli occhi .vrt/?tó(/'^.),ovverocheegli impropriamen-
gran copiadilagrime.il Panvinio, Dese- te pigliasse i liminari in cambio di scale;
ptem Urbis ecclesiae,ci'edelie dì trovare imperocché non si trova che per antico
menzione della Scala santa nella vila d'A- fossero altri liminari che quelli degli a-
driano I dèi 772, di Anastasio Bibliole- posloli s. Pietro e s. Paolo, i quali erano
cai io, il quale riferisce : che il Papa or- dai fedeli frequentemente visitali e bacia-
dinò di riunire ogni giorno 1 00 e piti po- ti; laddove si sa, che la basilica Latera-
veri nel Patriarchio Lateranense 3 e pre- nense fu illustrata per la scala santa. Si
cisamente nel portico, il quale è presso la legge nella Relazione dì Me^xsio pubbli-
scala, che mette nel patriarchio. Allequa- cata dal citalo Marangoni, che questa sca-
li parole d'Anastasio, aggiunge Panvinio, la fu salita di votamente da Pelagio li del
quani nane sanclain dicimus. Più di tale 578, portando le reliquie di s. Andrea a-
testimonianza ha maggior valore il se- poslolo e di s. Luca evangelista, che col-
guente passo della vita di Sergio li. « E locò nell'oratorio di s. Lorenzo, coll'assi-
fece un'allra opera veramente ottima a- stenza di tutti gli ordini della curia, ve-
vanti le porte di questa veneranda basi- scovi ecardinali. Papa s. Sergio l del 687
lica,che situò in luogo a potersi vedere salì a piedi scalzi questa scaia, portando
da tulli sacri Liniini, i quali pria erano
i il legno della vera Croce, che pose nel-
nascosti, costruendovi di pianta bellissimi l'oratorio dis. Lorenzo. Stefano III del
archi, i quali adornò elegantemente con 752 nudi calò per questa scala,
a piedi
Tarie pitture". Il Soresino, De scala sari' portando sulle proprie spalle con altri sa-,
day si propose dimostrare, che qui per cerdoli l'immagine Acheropita. Anche A-
Sacra Liinina si devono intendere le sca- driano I del 772 fu veneratore di que-
le sante, le quali essendo confuse e scom- sta scala, e spesso fu veduto salirla a pie-
poste, furono da Sergio II neir844 ^^'' di nudi, lo che fece il successore s. Leone
dinate e coperte di archi. Veramente ciò III nel
795 in ginocchione per la gran
che debbasi ioteuderepei* Liiniiuif a que- divozione che le prolcssava. Nelle sue Ui-
se A SCA 57
boinzioni s. Leone IV (leir847 , unendo lato avanti il palazzo Lateranense pres-
all'orazione la meditazione della passio* so il portico di tal nome, circondando il
ne del Signore, saFi spesso la scala di Pi- luogo di porte di metallo. Lo stesso Pa-
lato a piedi scalzi, particolarmente pro- pa nel giorno dell'Esaltazione della Cro-
strandosi su quel gradino che si ruppe , ce, a piedi nudi processionalmenle calò
quando il Redentore cadde sopra, e io vi per la medesima scala, mentre cardina-
i
bagnava di tenere lagrime, onde concesse li ancora portando il legno delia s. Cro-
3 anni d'indulgenza a quelli che la sali- ce, e le teste de'ss. Pietro e Paolo, discen-
vano meditando la passione del Salvato- dendo per essa si recarono alla basilica
re, e d'allora in poi più frequenti furono Lateranense. Celestino Ili più volte salì
le visite di quesla scala. Narra pure Me- la scala inginocchioni. Inoltre Novaes pu-
gislo, e il can. Processi, che a ten)po di re dichiara, cheCeleslino III dell 191 tra-
Stefano VII nell'Sgy, essendo caduta a sferì la scala santa in un altro luogo ap-
cagione d'un terremoto la basilica Late- presso il portico della basilica o Chiesa di
ranense dall'altare sino alia porla, la sca- s. Giovanni in Zrt/er<z/2o(/^'.).AngeloMas-
avanti le porle della medesima chiesa, in 111fedi palaliuni apud s. Petruni, por»
segno della sua divozione persi venerato tas aereas LateranensisPalriarchii^etan^
monumento. Il Papa s. Gregorio VII del te sacro s gradus fecit. Panvinio per sa-*
da Innocenzo li, sul giadino di questa sca- dai cardinali,come il consueto, ed essen-
la di Pilato fece il giuramento, avanti al- do giunto al Colosseo rimandò alla città
le porle della basilica Lateranense. Ripor- i cardinali, ed egli co'suoi pernottò presso
ta Marangoni, che per la gran moltitu-r il Laterano; nondimeno non entrò allora
dine di uomini e di donne, che salivano in chiesa, ma entrò in palazzo per le sca-
ginocchioni i gradi di questa scala, ren- le sagre, che volgarmente chiamansi di
dendosi molto diflìcile l'ingresso alla ba- Pilato ". Laonde ne' primi anni del seco-
silica Lateranense, e particolarmente nei lo XVI la Iradizionedellascojasanta con-
giorni di venerdì e per tutta la settimana tinuava ad essere comnnissima, e non da-
santa, Celeslinolll trasferì la scala di Pi- va luo2q ad alcun dubbio, chiamandola
58 . • SCA SC/V
Paride in altro luogo Scala sancia^ove gne,antichissima ecelebralissima cappel-
dice: »> Ho notato la divozione di Leone la, che sino dai primi tempi della crescen-
X,poichèa vendo salito \e Scale sante vo]- leChieSa, per la somma venerazione dei
garmente delle di Pilato, le quali dalle nostri maggiori, si appella SanctaSanclo-
donne non si ascendono se non ginocchio- n^Wj,- quale per la sua religiosità e divo-
ne, col capo scoperto e facendo sempre zione abbiamo voluto conservare atfatto
orazione, giinilo alia cima domandò in intatta, senza che fosse mossa dall'antica
certo modo a Dio perdono del non aver- sua sede,anìnchè le predette óV/i/e sante,
le salile inginocchiato". Allora la scala come in luogo mollo più decente e più
santa continuava ad esistere nel patriar- santo, lontano da ogni strepito, eccitasse-
chio Lateranense, Papa s. Pio Vera sì di- ro a maggiormente venerarle la divozio-
voto e bramoso di visitare la scala santa, ne de'fedeli. Ove appunto coloro, i quali
che riavutosi da una mortale malattia, ai genuflessi ascendono i di lei gradi, con-
2 1 aprile 1572 volendo fare l'ultima vi- forme è solito, orando, non avessero al-
sita delle sette chiese di Roma, giunto a cun oggetto, che divertire potesse la loro
s. Giovanni in Laterano tentò di ascende- divozione". Racconta il Fontana, prepo-
re la scala santa, ma trovandosi senza il sto alla costruzione del palazzo e del san-
necessario vigore, si contentò di baciare tuario delle scale sante o edifizio fatto in-
l'ultimo gradino.Frattanto il patriarchio, torno alla cappella di Sancla Sanctorum:
sede antichissima de'Papi, indebolito da- >» Quando si trasportò detta Scala santa,
volgendo
gl'incendi, screpolato ne'muri, che fu Tanno i58c), con canonici di li
nimo grande di Sisto V volendo rifabbri- sera di notte, facendo divotissime proces-
carlo, prima atterrò gli avanzi rispetta- sioni, si tenne quest'ordine, che comincios-
bili del venerando edifizio, tranne le cap- sia Ievarerultimoscalinodisopra,seguen-
pelle di s. Silvestro, di SancUi Sanctorum, do a basso, tenendo il medesimo ordine
e di s. Lorenzo in vicinanza alla scala san- quandosi mettevano in opera, al contra-
ta, delle quali fabbriche formò un edifi- rio di quello, che ordinariamente far si
zio separato al modo che si vede, incon- suole, acciocché non vi si dovesse cammi-
tro alla basilica di s. Giovanni, ed al Pa- nare con li piedi sopra, giacché Pontefici i
lazzo apostolico Lateranense (^F.)^ da lui stessi van salendo quelle inginocchione,e
con architettura del cav. Domenico Fon- celebre Segretario apostolico Antoniano
tana, allro non fu se non di ri porle in luo- poi cardinale. A Medaglie benedette de-
go più tranquillo e lontano dallo strepi- scrissi quelle tl'oro trovate ne' fondamenti
lo, acciocché fedeli con raccoglimento
i dell'antico edifizio delle scale sante, che
neir ascenderle potessero eseguirlo eoa Sisto V benedì con indulgenza plenaria
particolare divozione. Nella bolla Cw/«^i«- concessa colla bolla Laudenius del 1 587,
giilarem rerum, de'24 maggio Sqo, che i edonò con distinzione. Il Severano, Me-
si riporta dal Ricci, De Giubilei univer' morie sacre, p. 543, descrivendo l'antico
sali p. 283, Sisto V come si espres-
ecco patriarchio e le scale sante, riferisce che
se: « In tal guisa abbiamo determinalo di queste si vedevano passato l'oratorio di
collocare le Scale satUe presso quell'insi- s.Sil veslro 1, ed arri va vano allo stesso cor-
SCA se A 59
ridere; per le quali scale, secondo Tantica il culto della celeberrima immagine A-
e conlinuata Iradizione, passò il Salvato- cheropi la {cioè fatta o dipinta senza ma-
re quando fu condotto per la i/ volta a no o ministero degli uomini) del ss. Sal-
Pilato, quando vi fu rimandato da Ero- vatore, di origine solenne, antica e arca-
de, e la 3/ volta quando condannato a na, sino ^^ tìtrtf/co denominata con tal vo-
morte, coronato di spine, ecollacroce sul- cabolo; ed anche aumentare venerazione
la spalla piovendo sangue la scese per
,
alla tanto famigerata cappella o oratorio
andare al Calvario: onde ne' due scalini di s. Lorenzo appellata dì Sancta Sancto-
di essa segnali colle croci d'ottone si vede- n/r/i, demolito il crollante antico patriar-
vano i segni delle goccie del suo prezio- chio, daquesto ead altra sua vicina par-
sissimo sangue. Aggiunge Severano, che te trasportò la scala santa, precisamente
queste scale mutate dal luogo ov' erano avanti la medesima cappella, acciò servis-
anticamente, cioè vicino alla porta del pa- se come di vestibolo a sì gran santuario,
lazzo nuovo Lateranense, che guarda ver- incominciando gradini dal suo piano, e
i
do, in cui erano nell'antico patriarchio, rum, a cui l'unì Sisto V, e della celebre
11 Marangoni tratta della scala santa, nel- immagine del ss. Salvatore che ivi si ver-
V Istoria delC antichissimo oratorio cap' nerà.
pella di Lorenzo nel Patriarchio Late'
s. DopoaverCostantino lil Grande do»
ranense comunemente appellato Sancta nato pe'Papi l'imperiai palazzo Latera-
Sanctorum, e della celebre immnginedel nense ^ al; modo che dissi pure nel voi.
ss. Salvatore detta Acheropila,cAe/Vi con- LVIIl, p. 2 29 e 2 3o, acciò fossero rispet-
servasi^ colle notizie del cullo j e vari riti tati da tutti nell'esercizio del loro sublime
rano, può riconoscersi ocularmente il si- e nel quale i Papi eressero oratorii, cap-
lo preciso, ove la scala santa fu traspor- pelle, triclini e basiliche, per celebrarvi
tata da Celestino HI, avanti al portico del- agiatamente le sagre funzioni , special-
lo stesso palazzo sopra la piazza incontro mente nel sontuosissimo portico del pa*
a tramontana, dimodoché era situata ap- lazzo, situato sopra la piazza verso tra-
punto alcune poche canne distante che montana, e ne'siti dell'oratorio di s. Lo-
per retta linea si stende verso il portico renzo fino al portico orientale della ba-
della basilica Lateranense,eperalUa ret- silica, il quale oratorio dalla sua remota
ta linea veniva a corrispondere al sito ove edificazione fu sempre nel sito che occu-
trovasi presentemente,benchè rivolta ver- pa al presente, e corrispondente nell'estre-
so occidente. Osserva ancora Marangoni, ma parte del palazzo Lateranense che de-
che Sisto V, per accrescere la maestà e molì Sisto V serbando l'oratorio e unen»
6o SCA SCA.
dovi la scala santa. Indagando Marango- chio sinoalToratorio di s. Lorenzo. In que-
ni,con quei che scrissero sull'origine del sto già S.Sergio I del 687 vi avea collo-
santuario di Sancta Sancloritm , l'opinio- cato quell'insigne pezzo della Croce vera
ne sul suo principio, rigettando quella che ornata di gemme preziose da lui trovata
lo vuole eretto da s. Pietro nel larario de- nella basilica Vaticana, ed a questa data
gì' idoli della famiglia dei Lateranì, non a' nostri giorni in custodia da Gregorio
crede come vuole Panvinio che possa es- XVI, come dissi nel voi. VIII, p. 3i4de-
sere slato consagrato Papa da Teodoro I scrivendola. Come ancora si ha che Ste-
del 642 poiché sostiene eh' esisteva 5o
,
fano II detto III del 752, con solenne pro-
anni innanzi, e fosse già in uso a tempo di cessione portò la sagra immagine del Sal-
Pelagion,il qualeavendo mandato apo- vatore Acheropita alla basilica Liberia-
crisario a Costantinopoli Gregorio I che na, che si s. Lo-
venerava nell'oratorio di
gli successe, questi nel 583 ottenne in do- renzo, Io che fece pure Leone IV del- s.
per lai.Nolla fa menzione dell'oratorio magine del ss. Salvatore, l'altro dedicalo
di S.Lorenzo nella vita diStefano III detto al titolare s. Lorenzo arcidiacono della
IVjOve narrando l'intrusione dell'antipa- chiesa romana e martire, e nel 3.° si ve-
pa Costantino j dice che si fece ordinare neravano le teste de' ss. Pietro e Paolo.
diacono e suddiacono nell'oratorio di s. Le funzioni pertanto che vi si celebrava-
Lorenzo entro il patriarchio Lateranen- no dal Papa sono descritte negli Ordini
se nel 768. iVella vita di Gregorio IV e Cerenioniali della chiesa romana, e da
deir82 7, racconta che fabbricò una stan- me a Cappelle pontificie, ed in tulli gli
za comedi riposo presso quest'oratorio articoli relati vi) per cui mi limiterò a sem-
di s. Lorenzo, dalla quale si potesse pas- plicemente ricordare, che in questo rino-
sarvi co'suoi chierici a salmeggiare, aven- matissimo oratorio il Papa nel giovedì
do pure ristorato le antiche fabbriche, le santo faceva la Lavanda de*piedi (F.) a
quali oscuravano quella parte delpatriar- 1 2 suddiaconi,cappellaui del Papa vesti-
se A SCA 6t
ti di rocchello e colla, e compreso il Prio- la cìtlàedel cristianesimo, quanto a quel-
re del santuario, passando poi nella vici- la per l'Assunta riferisce le diverse rela-
na basilica di Papa s. Zaccaria a fare la zioni e modi con cui fu eseguita in diver-
2.^ lavanda de'piedi aia poveri; nel gior- si tempi, lavandosi sino a 6 volte i piedi
no di Pasqua si vesliva ponlificalmente dell'immagine acheropita, che traspor-
sino alia dalmatica, e apriva l'immagine tala nella vigilia di delta festa in s. Maria
del Salvatore e le baciava i piedi, cantan- Maggiore , vi reslava la notte e il dì se-
do 3 volle: Surrexil Dotninus de septil- guente, quindi dopo la messa circa l'ora
chro: Alleluja. Hispondevano tutti: Qui di terzacon altra processione si riportava
prò nohis pependii in Ugno : Alleluja. Di- nel Sancta Sanctorum. Siccome afferma-
poi ritornalo alla sua sedia dava la pace no diversi storici che la sagra Tavola nei
all'arcidiacono e al i° diacono, i quali piedi dell'immagine faceva un miracolo-
la passavano agli altri per ordine gerar- so trasudamento, coll'aspersione del qua-
chico; il che terminatosi era vestito il Pa- le guarivano gl'infermi; cessalo quel pro-
pa con pianeta bianca, pallio e mitra, e digio, si volle lavare piedi della ss. Im-
i
scendendo dal palazzo in Cavalcata (P\) magine nelle processioni, colla quale ac-
processionalmenteandava a celebrar mes- qua si aspergeva il popolo, e bevuta da-
sa in s. Maria Maggiore. Narra Marango- gl'infermi, questi ricuperavano la sanità.
ni a p. 1 , che nella vigilia dell'Assunzio- Nel giornodell'Esallazione dellaCroce(di
ne della B. Vergine, il Papa e i cardinali cui nel vol.XVlIl, p. 236),da questa cap-
portavansi scalzi a questa cappella,ove do- pella il Papa a piedi nudi col sagro colle-
po 7genuflessioni ilPapa apriva l'immagi- gio, processionalmenle portavasi alla ba-
ne del Salvatoreelebaciavai piedi, intuo- silica di s. Giovanni, ed i cardinali por-
nando il Te Deurn laudamuSy e calava la tavano il Pr^^z^s/o taglialo nella Circoti'
medesima in luogo più basso, aHinchè o- cisione di Gesù Cristo (f^.)y poi rubato
gn uno potesse vederla e adora ria. Nel gior- e portato a Calcata nella delegazione di
no poi dell'Assunta, dopo di avere il Pa- Viterbo (V.)j i suoi Sandali^ e la s. Cro-
pa celebrati vesperi e le vigilie notturne
i ce ivi collocata da s. Sergio I suddetto.
in s. Maria Maggiore, ritornava al Late- Della funzione che ivi faceva il Papa nel
rano, e presa dalla stessa cappella la sa- venerdì santo, estraendo dall'altare le Te-
gra icona del Salvatore, che si portava da ste de ss. Paolo (V.) che si cu-
Pietro e
cardinali e diaconi, da vasi principio alla stodivano in questa cappella, e due Cro-
solennissima processione di lunghissimo ci, parlai nel voi. Vili, p. 3o5; ed a p.
giro sino a s. Maria Maggiore, con mae- 3 1 8 ricordai che nel sabbaio santo si rin-
stosa pompa trionfale, lavandosi i piedi novava il Fuoco[P'.)f colle lampade na-
dell'immagine con acqua rosata e d'erba scoste nel Sancta Sanctorum. Molte altre
odorosa di basilico, che descrissi nel voi. funzioni sicelebravano dni Papi io que-
LV,p. 25g,coirinter vento del 6e/ifif/o/o- sta cappella, che notai a'ioro luoghi; gran-
Wfl«o(/^.), e del popolo scompartito nel- de fu sempre verso di essa |a venerazio-
le sue arti e confraternite, o Università ne del clero e popolo romano, come dei
artistiche {f^-), di che si ha memoria nel- Pellegrini (F.) che reca usi a visitare san- i
la gran tavola di marmo affissa in Cam- tuari di Roma. Marangoni descrive la ce-
pidoglio a pie delle scale del palazzo dei leste apparizione seguila nell'oratorio, dì
Conservatori.Debbo a vverlire,che lo stes- s. Pietro che vi celebrò messa solenne, a-
so Marangoni a p. i 12 e seg. trattando vendo per ministri i ss. Lorenzo e Vin-
delle processioni e trasporti della sagra im- cenzo, e coli' assistenza della B. Vergine
magine del Salvatore a varie basiliche e circondala dagli Angeli e di molti santi,
chiese di Roma, ue'maggiori bisogni del- riportando il codice Lateraneose quanto
Gì se A SCA
piodiglosanienle vide un uomo di vita cipresso è unode'Pani della cena del Si-
molto lodevole. Giovanni Diacono e ca- gnore, e 3 grani di h^nte della medesima
I
nonico Laleranense, nel codice trascritto cena; e parte della Carma, e della Spon-
da altro anlichissimodella basilicaLalera- ga die inzuppala d'aceto fu accostata al-
nense d'ordine d'Alessandro 111 deh iSg, la bocca del Signore; edel legno sicomo-
nel cap. i4- Della Chiesa di s. Lorenzo ro, sopra di cuisaliZaccheo. E sopra que-
;ze/Prt/^g'/o, fa memoria dellereliquie po- sto altare è rimniaginedel Salvatore mi-
stevi da S.Leone III del 795, e dice così: rabilmente dipinta in una tavola che di-
» Nel sagro Palagio è l'oratorio di s. Lo- segnò s. Luca, ma perfezionala fu dalla
renzo, nel qualesi contano 3 santissimi al- divina virtù per angelico ministero: sot-
tari. lli.° con un'arca di cipressi», entro to i piedi della quale, in una linea o fi-
cuiPapaLeone HI ripose 3 casse. In una scia di pietre preziose, vi sono altre reli-
di essa serbasi la Croce d'oro purissimo, quie, i nomi delle quali sono i seguenti :
adornata di gemme, giacinti e smeraldi. Pietra sulla quale sedette s. Maria, Pie-
In mezzo della Croce ècollocatoTOmbel- tra di Betlemme, Pietra del monte Oli-
lieo (Prepuzio) di N. S. Gesù Cristo, ed veto ove orò il Signore, Pietra santa ove
è »u»to col balsamo, e questa unzione o- sedette l'Angelo al sepolcro, della s. Co-
gnianrjosi replica, quando il Papaco'car- lonna a cui fu legato e flagellato il Signo-
dinali nel giorno dell'Esaltazione di s.Cro- re, del sepolcro del Signore ove riposò il
ce portasi processionalmente da questa suo ss. Corpo, della Lancia con cui gli fu
chiesa nella basilicaLateranense oCostan- traforato il fianco, del legno della Croce
tiniana. Nell'altra cassa d'argento dorato del Signore, del luogo detto Littostrato
con istorie, è una Croce con ismalti, e nel (o litostrotoopavimentodipietradel luo-
fondo di essa serbasi della Croce di N. S. go in cui Pilato sedeva allorché pronun-
Gesti Cristo. Nella 3.^ eh* è di argento, ziò la sentenza contro Gesù Cristo), del
.sono i sandali cioè le scarpe di N. S. Ge- luogo del Calvario, Pietra del monteSion,
sù Cristo. \'ba un'altra cassa dorata, ov'è Pietra del luogo della Trasfigurazione dei
partedi quel legno della s. Croce, ch'E- Signore, legno del Presepio del Signore,
raclio imperatore dopo aver superalo Co- Pietra ove fu data la legge agli ebrei sul
sroe II re di Persia, portò di là col corpo monte Sinai, Pietra del sepolcro della B.
di s. Anastasio martire, egiace nell'alta- Vergine. Nell'altro altare del medesimo
re marmoreo di s. Lorenzo. I vi ancora so- oratorio sono Pietro e Pao-
le leste de'ss.
ossa di s. Gio. Battista, ed uno di s. Gi- e oltre le sue vesti) e Eufemia vergini. Nel
rolamo, una spalla di s. Dionisio Arco- 3.'*altare sonode'carboni aspersi del san-
pagita, un osso della gamba di s. Stefano gue tli s. Lorenzo, e del grasso colato dal
1 Papa, e delle reliquie di s. Daraaso Pa- 1 di lui corpo. Sonoeziandio nel medesimo
pa, e de' ss. Primo e Feliciano : la testa oratorio le reliquie de'ss. Quaranta mar-
di s. Prassede (assai conservata), e delle tiri, e di molti altri". Fin qui Giovanni
reliquie di s. Anastasia, con altre molte, Diacono, mi siccome poi alcune reliquie
e delle ss. Agape, Chionia, Irene, Piste mancarono in progresso di tempo, ed al-
ed Elpis vergini (in vece di queste 3 ul- tre non furono da lui nominate o in se-
time Marangoni corregge poi colle reli- guito aggiunte, dirò poi delle esistenti. 11
quie delle ss. Fede, Speranza e Carila, ver- Panvinio riprodusse il catalogo delle ri-
gini e martiri), e de'ss. Nereo ed Achilleo, portate reliquie, ed il Severano delle sole
Prisca e Aquila. Parimenti vi sono le re- principali, e congetturò che tra le innomi-
liquie del ginocchio di s. Tiburzio figlio nate vi ponno essere le reliquie de'ss. Cri-
diCromazio. Il) questa medesima arca di sanlo e Daria che neli't)8G vi pose Slefa-
SCA SCA 63
no VF, delle quali parlai nel voi. LVII, ni celebratevi dai Papi, questi sempre ri-
p. I i5, e quelle cle'ss. Diodoio, Mariano conobbero il santuario pel più venerabi-
e compagni martiri collocalevi da Slcfu' le di tutto il mondo; e per invitare tutti
no VII neirSgy pel sum mentovato lene- i fedeli a particolarmente venerarlo, ed a
moto che rovinando la basilica Latera- parteciparne gli effetti della più tenera
nense, fu necessario di trasportare nella compunzione, vi collocarono la seguente
cappella di Sancta Sauctontm tutte le re- iscrizione, rinnovata da Nicolò III sull'ar-
liquie postevi da s. Silvestro 1, fra le qua- chitrave del portico interiore sopra l'al-
li le teste de' ss. Pietro e Paolo, secondo tare, a caratleri grandi d'oro: Non est in
l'opinamenlo del p. Janningo, Bollando tota sanctior orbe locus. Fev tale consi-
^cia ss. ^^j'imii. Tuttavia Giovanni Dia- derazione proibirono eziandio, che in que-
cono scrisse che già a tempo di s. Leone sto santuario non mai fosse dato l'inares-
HI esistevano in detto oratorio. Il Pan vi- so a donne di qualsiasi condizione, le qua-
nio trattando delle reliquie poste da S.Leo- li ponno conseguire le grandi indulgenze
ne III sotto l'altare di questo santuario, che dagli slessi Papi sono concesse a chi lo
Federico II, da questa cappella portò pro- ed alcuni vescovi col pallio, la B. Vergine
cessionalmente a s. Maria Maggiore, per col Bambino, alcune vergini colle corone
implorare il di vino aiulo,le teste de'ss. Pie- radiate in capo e altre nelle mani. Inte-
tro e Paolo, il che fece altresì per la stessa ressante poij e forse la più conservata, è
ragione, portandole alla basilica Vatica- la pitturache rappresenta, secondo la tra-
na, Gregorio IX a piedi scalzi nel 1289, dizione, che la ss. immagine approdas-
e poscia restituendole a Sancta Sancto- se per mare alla riva, vedendosi la sagra
runij come notai a Processione. Il risar- tavola con due candelieri con candele
cimentooperatodaOnorioIII sembra non accese ed il Papa che sta per riceverla.
fosse di molta considerazione, poiché e- Inoltre dalle osservazioni praticale, i rto-
Ietto nel1277, Nicolò III, giudicò neces- minati investigatori furono di parere, che
sario quasi da'fondamenti di rinnovarla. Nicolò 111 non toccò il sotterraneo, ma
Per tale effetto narra il contemporaneo piuttosto fortificò fondamenti sopra gli
i
Tolomeo da Lucca vescovo di Torcello, stessi muri , sui quali e sui pilastri sta-
che il Papa tolse dai 3 altari le teste dei bilì la nuova cappella, ma restringendo-
principi degli apostoli, il prepuzio di N. laalquanto più dell'antica forma che pri-
S.,i capelli della B. Vergine, il capo di s. ma avea laonde non propriamente dai
;
Agnese, e per conseguenza anche le altre fondamenti Nicolò III la rinnovò, ma di-
reliquie, e le depositò in altra parte del roccata tutta la cappella superiore antica,
palazzo Lateranense, sotto la custodia di sopra i fondamenti di essa ristorati, tutta
persone religiose e degne di tutta la fede, la rinnovò. L' architettura è totalmente
finché fosse terminata la nuova basilica, del così deltostilegotico,dicendoTitiche
indi fece diroccare l'antica cappella sino ne fu architetto il celebre marmoraio A-
al snolo, e la fortificò d'ogni intorno con deodato Cosmati. L'antica cappella, sic-
fianchi di marnjo; ed erigendo le nuove come al presente, avea la sua porta e in-
pareti, anch'esse al di dentro vestite per gresso rivolto all'occidente, ove poi Nico-
ogni parte di vari marmi, e nella testu- lò HI aprì la finestra di mezzo, con due
dine o volta che la ricopre, l'adornò con altre dai lati, per le quali potesse vedersi
bellissime pitture. Finalmente ridotto a tutta la parte interiore, e la sagra imma-
perfezioneiltutlo,egli alla presenza di mol- gine del Salvatore elevata dietro l'aliare,
li prelati, del popolo romano e altre gen- aprendovi nel lato meridionale un nuovo
ti coucorse, persuualmcule riporlo le btes- ingresso cuu 6ua porta di lj eia Ilo corintio,
SCA SCA 65
per cui entrasi nel vesliho]o,con cine gros- s'introduce l'aria e la luce : quella della
si catenacci esteriori con loro serra Iure di parte occìdeniale venne poi chiusa dalla
ferro. Questa porta resta a destra dell'al- fabbrica di Sisto V sopra la scala santa.
porfido e marmi d'altri colori. Sopra l'in- collacima elevata tabernacoletti sono
: i
l'ultima cena co'suoi discepoli e istituì il altre due laterali alle medesime vengono
sagramento dell'Eucaristia, la quale af- occupate da due porticine o finestre chiu-
finchè fosse esposta alla pia venerazione se con due grate di ferro, le quali entrano
de'fedeli, nel 1825 fu collocata nel mezzo in una camera sopra l' altare ripiena di
della parete settentrionale della cappella. sagre reliquie, ed anche sotto le accenna te
Avanti arde continuamente una lampa- ferrate sono altre pitture sagre piìi pic-
da che illumina il vestibolo. Da questo si cole. In quello ch'è vicino al re Davide,
passa nella s. cappella, la quale rimanen- nella parte superioreèdipinto un angelo,
do come divisa dall'altare e tribuna con indi vi ha la porticina di legno con sua
un gradino, è perfettamente quadrata in serratura e chiave, ricoperta colla ferrata
eguale spazio di palmi 3i per ogni lato, dorata in mezzo, ov'è un gran lucchetto
compresivi anche i seditoi dimarmo,che e catenaccio dorati; sotto di questa si ve-
sono ne' soli due lati settentrionale e di dono le seguenti figure. Un chierico ia
mezzogiorno il pavimento è tutto va-
: cotta con cereo ardente nella mano destra;
gamente intarsiato di marmi coloriti di dopo di esso è una cassa aperta ripiena
varie sorti. In ciascuno de'4 angoli s'in- d' ossa e teste di santi che ivi si colloca-
nalzano 4 colonne formatedi pezzi di mar- no da un vescovo o Papa vestito di pi-
mo, alte palmi 25 e dorate: sopra i loro viale e mitra; dopo di esso altro simile
capitelli seguono i 4 cordoni o profili di vescovo in atto di tenere altra cassa, e fi-
marmo fino al centro della volta supe- nalmente segue la figura di donna col ca-
riore, ove formano la crociera con 4 archi po coperto. Nell'altro tabernacolo presso
acuti, fra' quali sono dipinti i 4 animali l'immagine d'Isaia profeta, nella cima è
che figurano gli Evangelisti, in campoaz- dipinto un braccio ch'esce dalle nuvole,
zurro seminato di stelled'oro. Divise per- e colla mano tiene pendente la forma di
tanto in questa maniera le 4 P^^'l» late- un canestro con due candidi pani;segue
rali, nella più alta parte e mezzo di cia- lo sportello di legno e ferrata, come nel-
scuna di esse è aperta una stretta e lun- l'altro tabernacolo, sotto di cui nello spa-
ga finestra, anch'essa acumiuata^per cui lio a destra sono 6 teste umane rivolte
VCL. LXII.
66
al cielo, di
se A
dove cade una pioggia come
di dalloli. Nell'estremo l.nbernacolo a de-
ga
I.**
scettro d'oro nella
quadrato dalla parte
SCA
mano sinistra. Nel
di mezzodì è rap-
n
lira è dipinto Isaia, tieirullimo a sinistra presentato l'apostolo s. Pietro crocefisso
Davide. JN'e'segiienli 7 tabernacoli della col capo verso la terra, e'con altre figure
parte meridionale sono dipinti 7 apostoli esprimenti quel martirio; e nel seguente
e per j." s. Pietro con lunga croce, indi quello di s. Paolo colla testa troncata. Sul-
seguono le altre 6 figure, e queste come la parte occidentale nel i
.°
quadrato si ve-
l'altre 7 dipinte ne'labernacoli della pa- de il martirio di s. Stefano lapidalo dai
rete settentrionale opposta, crede Maran- giudei, e nel seguente quel di s. Lorenzo
goni che rappresentino i 12 apostoli co*ss. arrostito sopra la graticola alla presenza
Marco e Luca evangelisti. Negli altri 7 del tiranno in trono. Finaltnenle nella 4-'
tabernacoli della parte occidentale di rin- parete settentrionale nel i.° quadrato è
contro all'altare, in quel di mezzo appa- figurata come una stanza con due letti,
risce un s. Papa con barba folla, con abito in uno de' quali giacciono due persone,
pontificale e tiara, forse s. Silvetro I; nel ed una sola nell'altro, coll'apparizionedi
vicino a sua mano destra è un altro Pa- un santo nell'aria, e fuori di essa stanza
pa similmente vestito, ma senza barba, e altra apparizione d'un santo ad un uomo
pare the sia s. Gregorio I: nel tabernacolo che esce dalla porta, colla epigrafe S.Nt' :
gini de'ss. Pietro e Paolo, con in mezzo slauri del 1572, 1600, 1625 e 1704, falli
un Papa genuflesso con tiara, in alto di nella cappella di ty^^/c/rt ^^«c/orww, mas-
ofl'rire una chiesa a s. Pietro, il qualesten- sime ne'musaici e dorature, ne fa parola
de la mano per riceverla, e questo senza Io stesso Marangoni, col quale passo a de-
e tbbio esprime Nicolò 111 che presenta scrivere in breve la parte interiore del san-
la cappella da se rinnovata, donde si ar- tuario, consistente nel portico e altare col-
gomenta ch'egli dedicasse, oltre al Sal- la tribuna, ove si conserva la tavola colla
vatore, ai principi degli apostoli la stes- s.immagine del Salvatore, poiché il fin
sa basilica. Nel quadrato a sinistra è di- qui narrato può appellarsi il vestibolo di
pinta una venerabile immagine di Gesù questo santuario.
Cristo sedente in maestoso trono, con ver- Dal pavimento del vestibolo dividesi
se A SCA 67
Io parte interiore del santuario con un so- ove termina il musaico, tutte le pareli sino
lo gradino, e restringendosi quivi le pareli a terra sono vestile di tavole di marmo
laterali poco più di due palmi per parte, di vari colon. Nel prospello di mezzo, che
stendesi il vano alla larghezza di palmi i i, formasi dalle due colonne di porfido, s'in-
e formasi un portico sostenuto da due co- nalza l'altare isolalo per ogni parte, sicché
lonne di porfido, le quali lasciano divisa slaccalo rimane dulia tribuna, ov'èsituata
in 3 parli la facciala alquanto più larga la sagra tavola del Salvatore in disianza
nel QiezzOjche tutta aperta rimane nel suo di 4 palmi e più, e sopra di esso sono col-
prospetto esterno sopra le colonne posa : locatidue angeli al naturale dorali, in atto
l'architrave di marmo, in cui a caratteri di venerarla ginocchiati uno per parte. La
quasi palmari leggesi scritto in oro : Noa mensa come tulio l'aliare formasi di gros-
e.st in loto sancLior Sopra que- orbe /oci^5. se tavole di marmo, fuorché nel prospetto
sto architrave s'innalza la parete, con cui anteriore, ove due porticine di metallo fi-
resta formalo lo stanzino che occupa tut- gurano il paliollo a custodia delle sagre
to il sito superiore del portico, colle 7 nic- reliquie che vi sono depositate. Tutto que-
"chic eolio cui serbasi gran numero di sa- stoaltare, dalla mensa sino alla base, viene
gre reliquie, e sopra tali nicchie segue l'e- circondalo da una grossa grata di ferro,
levazione della parete colla finestra orien- che per ogni parte lo cinge, la quale ha
tale nelmezzo, per cui entra la luce nella pure il suo sportello con catenacci e ser-
cappella co'due quadrali dipinti e già de- rature. Questo venerabile altare fu coa-
scritti. Tutta la volta di questo portico sagralo da Nicolò III insieme con tutta la
falla a crociera e lavorata a musaico. E basilicao santuario, e quando essa anti-
primieramente nel mezzo, che corrispon- camente avea il proprio clero, vi si cele-
de sopra l'altare entro un gran circolo so- brava il divin sagrifìzio, e ciò anche fa-
stenuto da'4 lati da altrettanti angeli colle cevano canonici di s. Giovanni in La-
i
ali slese, efligiata si vede in grandezza gi- terano, dopo che Martino Va quel capi-
gantesca la venerabile immagine del Sal- medesima.
tolo assegnò l'ufiiciatura della
vatore. Nel prospetto poi della parete, ove Nullameno riferisce Marangoni a p. 35,
termina il convesso della volta, sono for* che nel moto-proprio deli 52 di Leone i
Per la scarsa raccolta fatta nello stato in conseguenza le sagre reliquie che ivi
pontificio, questo fu colpito da gravissi- si venerano. L" da sapersi, che le teste dei
Ca-
ma carestia, per cui Clemente XI li il I. ss. Pietro e Paolo prima che Nicolò HI ri-
destra questa, a sinistra l'altra del santua- lese dal fuoco che sotto Clemente V nel
rio, e fuori di esso secondo la prescrizio- 1 3o8 bruciò la basilica Lateranense e tut-
ne Leone X. Avanti l'altare del san-
di te le propinque fabbriche, con gran dan-
tuario pendono diverse lampade arden- no e perdite. Anche la scala santa restò
ti dinanzi la s. Immagine nel mezzo delie intatta dal furioso incendio, che distrus-
due colonne principalmente. Sopra il gra- se ancora il Pa-
portico che guidava al
dino dell'aitai e eranvi 6 candeliieri d'ar- triarchio. In seguiloUrbano V il ."marzo i
gento fatti nel 1698 dal senato romano, 1 368 celebrò la messa nel Sancta Sanato-
e le statue simili de'ss. Pielro e Paolo fat- rum, ricercò le Teste de'ss. Pietro e Pao»
SCA SCA 69
lo,e trovatele sotto l'altare, le trasferì con 1699 con approvazione de* superiori, e
preziosissimi ornamenti nella basilica La- del quale pure vi è la tabella fuori della
teranense maestoso tabernacolo che
, sul cappella, non senza qualche errore stori-
euifìcò sopra l'altare m;iggiore, ove tut- co corretto da Marangoni, nel riprodurla
tora le veneriamo, e nel modo nobilissi- a p. 4o. Qui mi limiterò a ricordare so-
mo che dirò a tale articolo, per munifi- lo quelle reliquie non mentovate da Gio-
cenza del regnante Pio IX. Pare che sino vanni Diacono, il cui elenco riportai di so-
da Urbano V le s. Teste sieno stale chiu- pra. JVella finestra I." dello stanzolino so-
se con 4 chiavi, le quali furono concedu- pra l'altare, vi sono de'corpi de'ss. Inno-
te una ai conservatori del popolo romano, centi, ed una cassa ripiena di vasi pieni
una agli ostiari e poi ai guardiani d'iSancta di reliquie de'ss. Martiri. Nell'altra fine-
Sanctorunìy 3/ la a chi poi fu succeduto stra contigua all'immagine del re Davide,
dal maggiordomo del Papa, la ^.^ ai ca- molte reliquie de'ss. Martiri, fra le qua-
nonici della basilica Lateranense. Le al- li una lesta meravigliosa intatta -.delle ve-
tre reliquie della cappella dipoi neli5i3 stidi «. Pietro apostolo, e di s. Stefano pro-
furono vedute da Leone X, nella quale tomartire asperse del suo sangue,edi quel-
occasione si può credere, che alcune di es- le di s. Lorenzo, oltre i memorati carboni
se fossero eslratte di sotto all'altare e ri- co'quali fu bruciato: un calice con patena,
poste in altri reliquiari. Oltre a ciò nar- ed i sacerdotali paramenti, lasciati sull'al-
ra Panvinio, che neh 52 7 pel funesto sac- tare di Sancla Sancloruni da s. Pietro al-
cheggio di Roma parte delle reliquie fu- lorché nella notte fra rS.^ dell' Assunta ce-
rono levate dal luogo, parte rubate, come lebrò la messa, nell'apparizione superior-
il Prepuzio di Gesù Cristo che con altre mente narrata. Sotto l'immagine Ache-
reliquie si custodiva in cassetta d'acciaio il mento di s. Bartolomeo aposto-
ropita,
e non più nella sua croce d'oro, mentre Io, la mascella di s. Matteo a postolo ed e-
parte restaronodal tempo consumate. Vi- vangelista, de'capelli di s. Gio. Evange-
cino alla tribuna e accanto alla custodia lista la Guida Angelica^ ma non
(secondo
dell' olio santo della basilica Lateranen- ricordati nel Sommario)^ un dente di s.
se , ossia nel portico Leoniano dietro la Gio. Battista. In una cassa di ebano so-
stessa tribuna, vi è la tavola magna La- no molte reliquie di santi diversi, cioè dei
teranense^ coH'indice o catalogo delle re- ss. sette Fratelli, de'ss. Processo e Marti-
liquie che sono in questa sagra cappella niano, de'ss. Abdon e Sennen, Felice e A-
di Sancla Sanclovum della di s. Lorenzo, daucto, Ireneo e Abondio,Pigmenio e Sa-
cioè le vedute e moslrate a Leone X, che turnino, de'ss. Damaso I e Felice I Papi,
Marangoni riporta a p. 89. Ma quest'an- delle vesti di s. Gio. Evangelista, delle re-
tica tavola espone piuttosto vasi che con-
i liquie di s. Sebastiano, de'ss. Aquila e Pri-
tengono le reliquie, che le reliquie mede- scilla, Marco e Marcel Iiano,ePonziano Pa-
sime, essendo probabile che delle reliquie pa. In una cassetta d'argento, la testa di
venera te daLeoneX ne fosse fatto a Uro più s. Barbara, delle reliquie di s. Eulalia, di
distinto catalogo, esprimendosi i nomi dei s. Brigida, e molte sponghe colle quali s.
santi delle reliquie ivi esistenti. In fatti nel Prassede raccoglieva sangue de'ss. Mar-
il
vestibolo del santuario è un'antica label- tiri, ed un'ampolla piena di loro sangue
renzo nel suo glorioso martirio, ed un col- re a lui quelle ceremonieche descrissi in
tello di ferroconsumato. In una cassetta quello e altri articoli , e di consegnargli
di legno vi sono 3 Agnus Dei con molte le chiavi di questa basilica di s. Lorenzo
reliquie, molte ossa di santi infasciate in e del palazzo Lateranense, equivalenti a
panni bianchi. Entro un panno rosso ev- a dargli il possesso, dopo di che il Papa en-
viuna croce con carne, grasso e sangue; trava in detta basilica, e fatta orazione a-
molte saccoccie e cassette di reliquie dei vanti il Sanata Sa nctoruni^riiuavasi nel-
santi, con frammenti di vesti, sponghe,os- le proprie stanze. Quanto ai canonici di
sicelli e ceneri. Di altre reliquie che si ser- questa basilica la più antica memoria la
bavano in questa sagra cappella, che più riporlo Millino, ed èdeli323di Giovan-
non vi sono, discorre Marangoni a p. i5o. nicanoniciis basilicae ad Sancla Sancto-
Peressere questa basilica e cappella luogo riiniy sepolto nella chiesa di s. Eustachio :
da molto tempo somministravano del pro- 1479 con la bolla ^"''^ i/Z/ws". Continuan-
prio! lumi alla cappella di i^fl^c/^ t5<3;2c/o- do la custodia promiscua del santuario
rwm, stabilì e ordinò che detti guardia- i de'guardiani e ostiari, ridotti questi a 4,
ni e compagnia fossero ammessi alla cu- AlessandroVI con moto-proprio del 1 49^
stodia della sagra Immagine e in morte intieramente unì ai guardiani la custodia
degli ostiari li succedessero, con tulli i pe- con tutte le sue ragioni e emolumenti, e
si ed emolumenti annessi; e cheogni mese loro la cederono i detti ostiari. Così tutte
fossero dai guardiani e compagnia eletti lechiavidelsantuario pervennero in mani
due della medesima, quali i fossero obbli- della compagnia,tranne l'ultima chechiu-
gati a risiedere vicinoall'allare della cap- de gli sportelli del tabernacolo, già per-
personalmente ogni giorno nelle
pella, e venuta nel capitoloLateranense,ed al qua-
ore congrue custodire la sagra Immagi- le conveniva, poiché secondo il disposto
ne.Marangoni inoltre corresse l'erronea di Martino V deli 4^3, spettava al capi-
mente asserto dal Rasponi, nelT Istoria tolo il canto di antifone e orazioni, ne'ri-
della basilica Laleranense. Per le cala» ti dell'apertura e chiusura dell'immagi-
mila de'tempi e malizia umana, nel prin- ne Acheropita. Essendo anche guardiani i
cipio del secolo XV diminuito nella ba- dellacompagnia delle famiglie senatorie
silica Laleranense il culto di vi no per man- romane, continuò il senato e popolo ro-
canza di rendite ai suoi canonicati. Mar- mano la sua comunicazione e corrispou'
lino V ad istanza de'canonici per rimet- denza in ordine alla custodia dell'imma-
tere il suo capitolo nell'antico splendore, gine del ss. Salvatore, come se fosse un
colla bolla Cunctis Orbis Ecclesiis , nel solo corpo, intervenendo i conservatori di
1423 soppresse il prioratoeiS canoni- R.oma nelle più onorifiche funzioni della
cati di Sancta Sanctoriim^ unì e incorpo- compagnia e fino all'elezione degli stessi
rò le loro rendite e ragioni a quelli di s. guardiani prò tempore j'x quali vestivano
Gio. in Laterano, anche pel riflesso che come i conservatori la veste senatoria, cioè
rjl S C A. SCA
di damasco nero nell' estate e di velluto sta primaria compagnia, che sono l*im-
nejrinverno, esclusa quella d'oro. Più tar- niagine del ss. Salvatore esposta sopra un
di Clemente XI si riserbo i' elezione di altare Ira due candellieri con candele ar-
questi guardiani. Prima che essi da Mar- denti, alcune delle quali prodigiosamente
tino V fossero sostituiti agli osliari ,
già non consumarono, e perciò lo rilevai a
si
esisteva la loro corrispondenza col senato Candela. Ad Ospedale del ss. Salvatore,
romano, giacché durante il gran scisma notai che il cardinal Colonna crealo da
e neh 386 invigilando il senato al buon Onorio III nel li 6, fondò un ospizio pei
1
governo della città, una quantità di mal- pellegrini presso il Laterano, ed un ospe-
viventi essendosi annidata per le vie che dale pegl'infermi contiguo alla chiesa di
dal Co /oJ5eo (al quale articolo indicai S.Giacomo presso il Colosseo, llcav. An-
quanto meglio qui dico) portano al La- drea Belli, a p.iyS del 1. 17 (ìtW'Jlbitfit
lerano, le aveano tajmente desolate che di /?o/7z^, pubblicò l'interessante lìJernO'
sembravano spelonche di ladri. Il senato ria islorica della demolita chiesa di s.
la vigilanza colla quale estirpando quei re del Giotto o della sua scuola e disce-
malviventi, ridussero quella parte della poli, prima che la chiesa fosse atterrata
pitali riservati all'udienza del senatore di la cura di detta chiesa unitamente all'o-
Roma; dichiarando che per la via Lale- spedale ch'erale annesso fra gli archi stes-
ranense dovesse intendersi dall'arco situa- si del Colosseo, che si dividevano in lun-
to dietro la cappella di Sancla Sancto- ghi corridori, ilqualeospedalefu traspor-
rww, sinoa tutto il Colosseo, compresavi talo e riunito dopo molti anni in quello
anche la piazza del Lalerano ove trovasi di Laterano, cioè dopo il i5i8. Riporta
l'ospedaje; e per premio dell'opera sud- la Memoria (\{\òn\.o ho narralo con l'au-
detta donò ai guardiani eziandio la 3." torità diMarangoni, non senza però om-
parte del Colosseo. I capitoli e le ordina- missioni e alterazioni; dice ancora, che a-?
zioni furono in varie epoche successiva- vendo questo primario sodalizio la cura
mente confermati in Campidoglio dai se- della chiesa dis. Giacomoal Colosseo, ivi
nuto inRoma nel i 084 per liberare s. Gre- emolumenti cheaveano, finche fossero no-
gorio FU
(F.) assediato da Enrico IV, minati ad altri canonicati e vescovati. Pe-
pose a ferro efuoco diverse parti della cit- rò Sisto IV mosso a compassione dalle
tà,equantoeravi d'abitalo fra il Colosseo querele de' romani che vedevano i loro
e il Luterano, nel modo die deplorai nel figli privati de'canonicati Laleranensi i-
voi. LVIII, p. 266; e Marangoni crede stituiti dai loro maggiori, nel 1472 vi ri-
che propriamente il Colosseo ne restò il- stabiPi i canonici secolari, quali pel di- i
leso, ed è perciò che la compagnia de'ma* ritto acquistato sulla detta basilica di s.
celiai vedendo abbandonata la regioneLa* Lorenzo, seguitarono ad usare le insegne
leranense, presa la sagra immagine del e prerogative della medesima, e perciò il
tenere la calca del popolo, allìnchè non re- ranensi ed guardiani della compagnia
i
casse impedimento a quelli che la por- di Sancta Sanctorum, massime sulla ce-
tavano, e da que'bastoni infuocati furono lebrazione delle messe e altri divini ulìi-
appellati gli Suzzi e \a Compagnia degli zi, e sulla distribuzione e conservazione
Stizzi. Per tale benemerenza fu pure ad dell'elemosine, Leone X le con<pose e ri-
essa accordato di liberare ogni anno un stabilì la concordia ne)i52i colla citata
condannalo a morie. Conosciutosi dipoi, bolla Ex iiìjunclis. Lungo poi sarebbe il
risse e tumulti scandalosi, massime nella l'immagine Acheropita del ss. Salvatore
processione del 1 55o, con poco decoro del- che si venera in questo santuario, per cui
la sagra funzione, la compagnia del ss. Sal- senza entrare ne'particolari dettagli dirò
vatore decretò alla Compagnia degli Sliz- soltanto le cose principali, potendosi nel-
zi tW non più intervenire alla processio- l'encomiato storico conoscere le varie opi-
ne, e che invece de'macellai, la s. Irama*» nioni, e tutte quante l'erudizioni ivi rac-
giue fosse accompagnata da 89 nobili ro- colte.
mani, colla stessa incombenza da prati- Oltre i tesori delle sagre reliquie e le
carsi con modi convenienti. Tuttonel 55 1 1 cospicue memorie ecclesiastiche che ren-
approvò Giulio III col moto-proprio IVu- dono insigne, venerandoe celebralissimo
per^ trasferendo i privilegi e prerogative il santuario di Sancta Sanctorum a tutto
perciò godute dai macellai, alla compa- il mondo, certamente in esso primeggia
gnia d^l ss. Salvator^. Qui mi sembra opi*» l'elligie del ss. Salvatore Gesù Cristo A-
74 Se A SCA
cheropila ossia non fatta per mano umn- pore e di vota allegrezza della sagra adu-
ua, diverse essendo le opinioni di sua pii» nanza, e tulli resero molte grazie al Si-
ma origine e autore. Molli de'piì^i antichi gnore per avvenimento sì prodigioso. Ma-
storici sono concordi in riconoscere la pit- niaculio crede che l'immagine restata nel-
tura Aclieropita, altri tengono che sia o- la camera della B. Vergine, e dopo la sua
pera di s. Luca Evangelista nel suo con- morte gloriosa in Gerusalemme, fosse po-
torno, ma che avanti di colorirla, ritro- scia da Tito portata in Roma, donde poi si
vata fosse dipinta per mano angelica e per collocò nella basilica Lateranense, e quin-
divina virtù. Altri dissero che fu portata di fu trasferita nell'altare di s. Lorenzo
in Roma da s. Pietro, altri da Tito colle ad Snuda Sanctoriun. Gli annotatori ap-
spoglie dell'espugnata Gerusalemme; al- posero diverse critiche su tale racconto,
tri che miracolosamente venne in Pioma e pungenti il Millino : invece Marangoni
per mare da Costantinopoli , inviala al- riporta gravi testimonianze e la tradizio-
l'alma città da s. Germano patriarca di ne de' fedeli d'oriente, che s. Luca deli-
Costantinopoli, per sottrarla diiU'empio neasse quest'opera sovraumana, e dichia-
furore des}' Iconoclasti (f^.) : ciascuna di ra non improbabile che gli apostoli pen-
queste opinioni incontra le sue dillicollà, sassero a conservare la memoria dell'ef-
ma quanto al suo titolo di Acheropila e fìgie del Salvatore a consolazione de'fede-
alla di lei venerazione in Roma sino dal- li, senza occultare che varie furono le an-
pila a s. Maria Maggiore, ed a piedi scal- cullo de'fedeli non si fermi nella bellez-
zi con tutto il clero e popolo. Dalla rela- za della figura, ma passi alla santità del
zione di questa sagra Immagine fatta nel figurato; ed è ben vero, che in quell'istes-
secolo XII da Nicolò Maniaculio canoni- sa rozzezza di somiglianti opere campeg-
co regolare della basilica Lateranense, si gia una certa maestà, la quale cagiona non
rileva che essendo nel cenacolo gli apo- poca riverenza e venerazione ne' riguar-
stoli colla B. Vergine, dopo l'Ascensione danti. In breve, delle di ver-;e opinioni, pa-
al cielo del Sai valore, per appagare le bra- re la più probabile, quella che narra la
me di molti fedeli che desidera vano di con- spedizione per mare della sagra Tavola,
servare e venerare le umane fattezze di fatta da s. Germano, e che prodigiosamen-
Gesù Cristo, risolvettero di farne dipin- te in i/\ ore giunse alla foce del Tevere,
gere l'immagine che in loro ben impres- ove per divina rivelazione si recò a pren-
sa ritenevano; pertanto ne appoggiarono derla il Papa s. Gregorio li nel 726 cir-
al discepolo del divin maestro s. L»jca l'e- ca. La sagra Tavolasi vuole di cedro, di
secuzione, il quale si contentò di accinger- palma, di olivo, è lunga 7 palmi, larga
si all'impresa, previo un triduano digiu- 3. La figura del Sai valore è al naturale,
no Vergine
e fervorose orazioni della B. con lunga barba, ed in piedi, benché di
e degli aposloli.Quindi preparata egli una essa poco o nulla si veda, dopoché l«»no-
tavola di palma, su di essa fece primi i cenzo HI la fece tutta ricoprire con lami-
lineamenti del suo disegno, ma prima di ne d' argento, tranne la faccia e piedi. i
cuni, ne ordinasse tal copertura, per im- dinariamente a qualche gran- personaggio,
pedire ulteriore tarlatura, onde poi Inno- come fece Clemente VI nell'anno santo
cenzo III coprì con dette lamine il resto i35o per Arnaldo visconte diCaramagn.
della figura, ed altrettanto fece Nicolò 111, Aumentata la divozione de'fedeli per la
riportandone il disegno di molta elegan- ss. Im-magine, fu stabilito dai Papi che si
za, in uno a quello degli sporteili,il Maran- aprisseinalcuni tempidell'annoaila pub-
goni insieme alla descrizione delle lastre blica venerazione, e questi sono: Nella vi-
d'argento figurate e degli altri preziosi or- gilia di Natale dopo la compieta cantata
namenti. La cicatrice chesotto l'occhio de- nella basilica Lateranense, e rimane aper-
stro del l'immagine apparisce, si crede sen- ta sinoalla domenica più prossima alla fe-
zadubbioesistereanche nell'originale,che sta di Antonio abbate, in cui dopo no-
s.
empi e furibondi eretici iconoclasti. Ma ché prima, con pena de'pellegrini, si apri-
rangoni non segue il racconto di Millinoe va solo nel giorno di Pasqua), e chiudesi
Soresino, che nel i 55o insorto tumulto nelladomenica fra l'ottava del Corpus
nella processione colla Immagine, un s. Domini, dopo la processione del ss. Sa-
macellaio della suddetta C ompn ani a de- gjamen to e ostensione del le leste de'ss. Pie-
gli Stizzi per ferire alcuno, tirando un col- tro e Paolo, che si fanno indetta basili-
po colse la sagra Immagineecheneuscì vi- ca. Nella vigilia dell'Assunta siapr-edopo
vosangue.MdlinoeCasella opinanociòdo- compieta, e si chiude dopo recitata nona
versimeglio attribuire ad un ebreo, quan- neila.domenica dopo l'ottava della stessa
do scagliò nel venerando volto un pezzo solennità. Negli anni santi si apre nella
di mattone, in occasione che per miglio- vigilia di Natale in cui cominciano, dopo
rare gli ornamenti della sagra Immagi- la solenne messa cantata nella basilica La-
ne, era stata portata nella cappella di s. teranense, e resta aperta per tutto il ri-
ora con con veniente e di volo rito; dappoi- venerano in Roma, e delle eflìgialene'sa-
ché a suo tempo v'intervenivano solenne- gri cimiteri. Del costume de'primi tempi
mente la nobile compagnia del ss. Salva- di dedicarsi principalmente le chiese al
tore non più esistente, gli alunni del col- Salvatore, benché erette in memoria e o-
legio Capranica da essa governato, e due i nore di qualche santo; del suo efllgiarsi
Priori di Smicla Snticlorum con piviale, in mezzo alla tribuna earchi trionfati del-
unode*quali benefiziato Laterane.nse elet- le chiese, e di molte chiese di Roma uni-
to dal capitolo, l'altro parroco di Roma camente erette colla denominazione del
eletto dai guardiani, insieme al capitolo ss. Salvatore, che io descrissi nella mag-
e clero Lateranense. Questo poi soltanto gior parte. Del culto verso il ss. Salvatore
si porta processionalmente nelle feste di esue immagini propagato nellefondazioni
s. Lorenzo e di s. Silvestro I al Stincla eziandio di abbazie e monasteri, col pren-
S.'inctonini jCawiando messa solenne nelle dersi la suaimmagine per stemma, o il
ca[)pelle esteriori laterali, dedicate a tali da alcun ordine religioso. Delle im-
titolo
come meglio dirò. Quindi erudita-
santi, magini del Salvatore, appellate comune-
mente Marangoni descrive le processioni mente UìPietà, e delle insegne e sigillo as-
e trasporlamenti della s. Immagine del sunti dai sodalizi e luoghi pii. Di altre si-
Salvatore a varie basiliche e chiese di R.0- mili imrnagmi esistenti in Roma, e del
ma, fatte da diversi Papi antichi ne'mag- costume di effigiarsi sui cenolafi e sepol-
giori bisogni del cristianesimo. L'ordine ture degli antichi fedeli. Delle immagini
dell'annua processione della s. Immagine delss. Sai valore effigiate negli anelli, nelle
per la festa dell'Assunta, soppressa da s. medaglie
o e monete antiche. Di due altre
Pio V del i566 per l'avvenuto neli55o,e immagini acheropite del Salvatore, che
pegli abusi rilevanti e sconcerti introdotti, in Roma si venerano nella Chiesa di s.
terminandosi di notte; poi parla delle pro- Silvestro in Capile (di cui trattai anche
cessioni e trasporti della sagra Immagine nel voi. LI, p. 809), e nella basilica Va-
ad altre chiese negli ultimi secoli, e [)arti- ticana nel Folto Santo (F.). Come nella
colarraente sotto Clemente XI; e di quelle cappella di Sanala Sanclorm/i si conser-
che per memoria Fanno alcune città e ter- vava r immagine della B. Vergine, che
re. Però s. Pio V ad esempio di altri pre- orasi venera nella Chiesa di s. Maria del
decessori donò al santuario, oltre le con- Popolo (F.); trattando pure di altre im-
suete coltri tessute d' oro che i Papi so- magini di Roma credule operedis. Luca.
levano mandare perla piocessione, la A'o- Della nobilissima Compagnia o /Ircicoìi-
ó'iic/^o/'o(/''.), al quale articolo parlai pure fralernila de' Raccomandati dfl ss. Sai-
delle altre 3 regalate al santuario dagli valore ad Sancta Sanctorum : sua origi-
altri Papi, e custodite a parte dai cano- ne nel secolo XIII per opera del cardinal
nici Lateranensi. Passa poi Marangoni col- Giovanni Colonna (F.) del 2 6, pi ima- r 1
la sua bella opera a trattare del titolo di rio fondatore dell' ospizio indi trasferito
Salvatore, ed a quali immagini di Gesù ove trovasi conie Ospedale che poi prese
Cristo propriamente si adatti, di sue fat- il nome del ss. Salvatore, e dell'ospedale
tezze corporali, della persecuzione degli di s. Giacomo contiguo al oper
Colosseo;
iconoclasti pruicipalmente diretta contro quella del cardinal Pietro Colonna (^.),
le immagini delSalvatore,e perchè ne'pri- che almeno ottenne da Nicolò IV la ca-
mi tempi si usassero più frequentemente uuuica erezione della compagnia; suo sta
SCA SCA 77
bllimentojprimi statuti e suo fervore nella Paolo. Edeccomi a riprendere la narra-
pratica della s. ospitalità, avendo in cura zione di quanto riguarda la scala santa
l'ospizio presso il Laterano fondato dal e sue dipendenze, da Sisto V trasportata
cardinal Colonna, l'ospedale di s. (ìiaco- avanti la cappella di Stincla Sanciorum^
ino, e quello da lei edificato nel i 348 solfo con altre notizie spettanti a questo san-
il titolo di s. Michele Arcan"elo
o odis. An- tuario e luogo santissimo.
gelo presso la chiesa di s. Andrea, stabi- Sisto V per aumento di maestà e ve-
limenti benefici riuniti poi nel ricordato nerazione all'imniagine Acheropita ed al-
del ss. Salvatore ed esistente per le don- la cappella di Sancla Sanciorum ^ì\\ùx\\\
ne, in uno a quello espressamente per esse a questa avendo trasferito la scala santa,
eretto dal sodalizio e ingranditone! iGSj. acciò come di vestibolo servisse a sì gran
Come fu derogatoallo statuto del numero santuario, e ne facesse ben degna parte,
de'ioo fratelli, per la copia di quelli che pel decoro di questo sagro e prezioso mo-
bramavano d'essere ascritti alla compa- numento, e per difesa dalle pioggie e dal
gnia, per godere del fruito delle grandi sole, dal suddetto architetto Fontuna fe-
Delle aggregazioni a se fatte dalla com- due altri laterali, l'uno a mezzooiorno e
pagnia di altre adunanze, compagnie, con- l'allro a settentrione, tulli aperti e ripa-
fraternite, luoghi pii e religiosi, comuni- rati negl'ingressi con cancelli di ferro, i
relli, dalla quale poscia passò nella Sfor- Nelle pareti della cappella di s. Lorenzo
za-Cesarini, nel cui archivio si conserva sono dipinle le figure di 8 dottori, cioè i
la pergamena originale, come attesta il ss. Ambrogio, Agostino, Girolamo, Gie-
Ralti, Della famiglia Sforza, t. i,par. gorio I, Gio. Crisostomo, Basilio, Tom-
2.", p. 355. A tal fine Sisto V fece fab- maso d'Aquino e Bonaventura, oltre le
bricare delle stanne sopra il maestoso por- figure di 4 profeti. Anche la volta e pa-
lieo, nel 2.° piano decorato da un ordine reti della cappella di s. Silvestro I ha pit-
ionico, per abitazione de'delti sagri mini- ture a fresco. Adornò poi Sisto V il por-
stricon 7 fìneslre, e per memoria fece scol- tico, le parli laterali della sanla scala, sua
pire nel fregio, e sopra dello stesso 2.° or- volta e prospetto superiore colle istorie
dine della facciata questa iscrizione: Si- della Passione di Gesù Ciislo in 7 qua-
xlus F fidi Sanclioriqne locOj Scalani drati per ciascun lato di essa, che furono
sanclam posuit iSS^.Pont.ir. Inoltre in eccellentemente dipinti da Paris Nogari,
ambedue lati della cappella di Sancta
i e vi lavorò anche Vincenzo Conti roma-
Sanctonim il Papa fabbricò due altre no; nella volta vi dipinsero altri egregi
cappelle o oratori!, lai.'' a destra di chi pittori, e nel prospetto sopra la finestra
guarda il prospetto del santuario o parte che guarda entro la sagra cappella si ve-
meridionale, dedicata a s. Lorenzo arci- nerano le Gesù Croce-
pitture esprimenti
diacono e martire, con l'altare poggiato fisso, colla B. Vergine e s. Giovanni che
al muro del medesimo santuario, e Tal- stanno in piedi presso il medesimo, per
Ira nella parte opposta verso il settentrio- promuovere in quelli che salgono la sca-
iiededicata a S.Silvestro Papa, con altare la sanla, colla meditazione de' patimenti
similmente collocato, ne'quali due altari del Sai valore, sentimenti di compunzio-
si potesse celebrare la messa dal prepo- ne commessi peccati. Similmente le
pe'
sto e cappellani, poiché nell'altare del san- altre due scale laterali alla santa, furo-
tuario, essendo pontificio, al solo Papa è no adornale da storie della divina Scrit-
lecito celebrarvi. Nel quadro dell'altare tura siinboleggianli la passione del Si-
di S.Lorenzo è rappresenlatoquesto san- gnore. Si segnalarono in tulle quesle o*
to con dalmatica; quello di s. Silvestro pere e dipinti dell'antico e nuovo Testa-
1 in piviale e triregno: ambedue sono co- mento, oltre nominati, pittori Andrea
i i
mealtestano anche il Marlinellijcd il Se- colarniente negli ^nnì sa/ili, ne'quali ar-
verano, il quale dice ch'erano nella ba- ticoli parlai di tali visite e della frequen-
silica Leoniana appellala eziandio sala za con che l'ascesero i Papi, conservando
del concilio, e che fedeli quali dalla
i i le indulgenze a questa divozione conces-
basilica Lateranense salivano in questa se. Oltre iPapi ricordali in principio,sin'
scala di votanienle passavano per tali por- golarmente furono di voti della scala san-
te: il Tiepolo nel catalogo delle reliquie ta, baciandone gradini, e salendola gi-
i
della passione del Salvatore aflerina al- nocchioni, Gregorio XI li, che più volle
trettanto. OsservaMarangonijche tutti gli ciò fece nell'anno sanloi575, Sisto V in
scalini della scala santa si vedono molto modospeciale,Gregorio XI Vchenel 1 5go
scavati, e quasi nel loro labbro logori, co- dopo aver preso possesso della basilica
niunemenleciòattriboendosi al continuo Lateianense, andò a fare orazione al ss.
salirvi ginocchioni de' fedeli, in venera- Salvatore e scale sante. Cancellieri dice
y.ione di essere stati santificati dal con- che il nuovo Papa anticamente entrava
tatto del Redentore, poiché salendovi dal- nel Sancta Sanclorum ad orarvi, e la-
l'uno all'altro, nel fermarsi le punte del- sciarvi l'oblazione, e per ultimo lo pra-
le scarpe, massime della gente di campa- ticò Sisto V che poi separò il santuario
gna, siano a poco a poco andati scavan- del patriarchio. Clemente Vili nel 1592
dosi con notabile detrimento, e forse an- dopo la funzione del possesso si recò al-
che per le scaglie o raschiature tolte per la scala sar»ta, fece orazione sopra un cu-
divozione dai fedeli, come rilevasi dalle scino posto sopra un tappeto a piedi di
loro ineguaglianze. Ad impedire moggio- detta scala, indi baciò la croce d' ottone
ri rovine il preposto del collegio Sistino eh 'è scolpita sul 1 .^gradino, si alzò e per
Marco Gigli d'Anagni,
della scala santa la scala sinistra andò alla cappella ài San-
persuase Innocenzo XI II a far coprire gli da Sanclorum ove orò sul faldistorio, e
scalini da grossi tavoloni di noce, lascian- poi scese per la scala a mano diitta; nel-
do nel davanti d'ognuno un'apertura ac- l'anno santo 1600 la salì 60 volte ginoc-
ciò si vedessero gradini, laonde nel yiS
i i chioni, come riporta Ricci, ad onta di sua
fu effettuata tale copertura con esito van- grave età e incomodi, e vi fu pure pei bi-
taggioso per la conservazione de' sagri sogni di s. Chiesa, come praticarono al-
marmi, e pel maggior comodo di quelli tri Papi. Replicate volte la salirono Ur-
che salgono inginocchioni. Il medesimo bano Vili, Innocenzo X, Clemente IX e
preposto fece collocare due vasi di mar-
i altri successori. Clemente XI l'ascende-
mo per l'acqua benedetta, a pie dell'in- va col capo scoperto, e nel 1709 ordinò
gresso della medesima scala santa, ed una una processione bolenne,colla quale ac*
8o se A SCA
compagno l'immagine Aclieropila, da la funzione potesse vedersi da tutto il po-
questo snnliiariolra>()()rlnta allndiiesadi polo situato sulla piazza che resta davan-
s. Maria sopra Mineiva,nlla basilica Vati- ti, fu innalzato un altare fuori di detta
cana, ove restò esposta suiraltai e papale cappella in cima alla scala santa; e quivi
per 8 giorni, con immenso concordo elei coll'intervento del Papa e del sagio col-
fedeli; quindi con altra processione la fe- legio, recitate le preci prescritte coll'ac-
ce trasportare alla basilica Lateranense, compagnamento del canto de'cappellani
e da questa alla sua cappella di Scinda pontifìcii, fu compartita la benedizione
Sanctoriim, come ricordai a Processio- col ss. Sagramento, le prime due sere dal
ne. Benedetto XI 11 nefuegualmente di vo- cardinal Soniaglia come arciprete Late-
lo, e compì la copertura di noce incomin- ranense, e la 3."* dal Papa dopo aver con
ciata dal predecessore Innocenzo Xlll. somma divozione salito in ginocchioni la
Alcune volte fra l'anno Benedetto XIV santa scala. Una dellesagre memorie del-
praticò di salire ginocchioni esemplar- la passione di Gesù Cristo è la scala san-
inenle la passando poi ad o-
scala sant/i, ta, ed è degna d'ogni atto di religione e
rare nel santuario, avanti l'immagine sco- di divozione, poiché non una volta sola
perta del ss. Salvatore. Questo i^apa re- fu salita dallo stesso nostro divinoReden-
staurò il propinquo Triclinio Leoniano, tore, e fu consagrata dal di lui sangue
riunendo il suo muro esterno a quello del- prezioso nelle ultime ore di sua vita; quin-
la cappella di s.^ Lorenzo. NeliyyS Cle- di frequentissima sempre fu ed è la pie-
inente XIV visitòginocchioni la scala san- tà de'fedeli d' oqni ceto e condizione in
ta, indi si recò a fare orazione nel San- salirla divotamente in ginocchioni. Il me-
da Sandorum. Nelle pubbliche calami- todo pratico di visitare con frullo la scala
la, per guerre, terremoti, pestilenze, i- santa, per viemmaggiormenle risveglia-
iìondazioni,i Papi straordinariamente fe- un santuario
re la pietà cristiana verso
cero scoprire l'immagine Acheropita, ac- tanto ragguardevole, da ultimo lo pub-
ciò i maggior numero accorres-
fedeli in blicò il can. Leonardo Mazzucconi pre-
sero a visitar santa, ciò che pure
la scala posto del ven. collegio Sistino della scala
praticò Pio VI. Il successore Pio VI 1, ad santa, colle lìlemorie storiche della sca-
istanza del capitolo Lateranense, con de- la santa f e dell'insigne santuario di San'
creto della s. congregazione delle indul- da Sandorum, Pioma 84o. In questo li-
1
genze de' 1 settembre 1817, confermò bro riprodusse il modo proposto dal Se-
l'indulgenza concessa da Pasquale 1 d'an- 1 verano, per visitare degnamente la scala
ni 9 per salire ginocchioni ciascun gra- santa con orazioni e meditazioni divotis-
dino, a chi ciò eseguisce orando e medi- sime, anche per le reliquie e immagine
tando la passione di Gesìi Cristo con cuo- del ss. Salvatore, che sono nella cappella
re contrito de' propri peccati, ed inoltre di Sanala Sandorum. Altri scrittori che
dichiarò potersi anche applicare alle ani- fecero la storia di questo santuario sona
nie del purgatorio. Leone XII nell'anno i seguenti: Gaspare Bambi, Memorie sa-
santo 182 5 salì genuflesso la scala santa, predella cappella diSanda Sandorum^
ed entrò a pregare nel Sancta Sando- e della scala del palazzo di Pilato delta
rum. Nel voi. Vili, p. 21 1 narrai, come volgarmente scala santa, con una notizia
Leone XII pei bisogni di s. Chiesa fece delle indulgenze e modo pratico di salir-
nel 826 una novena distribuita in 3 tri-
1 la divotamente, Iloma 775.GiuseppeM.*
1
santa^ele teste de ss. apostoli Pietro ePao- nella visita della chiesa Lateranense, e fi-
loj conun sommario delle reliquie e in- nalmente da Alessandro VII elevata al
dulgenze che sono nel Sane ta Sanctorum, grado d'arciconfraternita con breve dei
Koma 1684. Benedetto Stella, Ristretto 1 7 luglio 656, Questo Papa nel 66 gli
1 1 1
che delle sagre Teste. Nella Storia de' pos- tirio del santo, onde Panciroli errò nel di-
sessi de' Pontefici, a p. 1.48 riporta l'opi- re che Teodoro I edificò l'oratorio pro-
nione che dietro la scala santa vi sieno pinquo di Sancta Sanctorum. L'odierno
de'lesori nascosti. Molti monasteri di Ro- oratorio fu costruito e ornato colle limo-
ma hanno una scala, nel far la quale ac- sine di molti divoti, fra i quali i cardina-
quistano tutte l'indulgenze, cheacquiste- li Alfonso Litta e Francesco Barberini,
rebbero se visitassei'o la scala santa, per splendidamente contribuironoalla costru-
pontificie concessioni. A destra del por- zione dell'altare di pietre commesse, nel
tico della scala santa e contiguo all'edi- quale è collocata la miracolosa immagine
fìzio è l'ora torio dell'arciconfiaternita del della B. Vergine Maria delle Gioie, che
ss. Sacramento Giovanni in Lutera-
di s. anticamente si venerava nella Basilica La-
no, la cui storia apprendo da Piazza, £'a- teranense e consegnala dal capitolo al-
,
cellino e Pietro, dopo aver conseguito le- ss. Gio. Battista e Gio. Evangelista tito-
gati pii pel mantenimento del culto, pas- lari della basilica Lateranense. Ha per i-
VOL. LXH. 6
Si SCA SCA
stìtulodi accompagnare il ss. Viatico a- Roma sagra di Panciroli, si dice T arci-
gl'infermi, d'intervenire alle processioni confraternita istituita per la parrocchia
del ss. Sograraenlo,e quandoè esposto nel- Lateranense, echecelebralefeste dell'As-
la basiIicaLateranense,ed alla solenne prò* sunta, e de'ss. Gio. Battista ed Evange-
cessione della domenica fra rS.^'del Cor- lista. Il Bombelli, Raccolta delle imma-
pus Domini come notai
y nel voi. IX, p. gini della B. Vergine ornate della coro-
65, e nella quale interviene il Papa col na d oro, nel t. 2, p. i\ ragiona della
sagro collegio. I cohfrati visitavano gl'in- Madonna delle Gioie nelV oratorio del ss.
fermi neir ospedale Laleranense, prima Sagramento contiguo alla scala santa,
che fosse stabilito esclusivamente per le dipinta in tavola col Bambino in braccio,
donne, a tale effetto avendo lasciato due ed ottenuta dal capitoloLateranense dal
luoghi di monte il benefico lodato For- suddetto beneficialo Fortunali perdeco^
tunati,il quale dispose ancora 3 vesti bian- rare l'oratorio di cui fu zelantissimo pro-
che annue da consegnarsi dal sodalizio al motore, il quale indusse il capitolo Vati-
capitolo Lateranense per concederle a 3 cano a coronare con corone d'oro del va-
zitelle, due della parrocchia, una di altre lore di 190 scudi la B. Vergine, e il divin
di Roma, figlie oparenlidegliassiduicon- F'iglio,permezzo de'canonici Palagi e Ric-
fratij le quali zitelle ordinò che facessero ci, dopo che il pio sacerdote ne avea spe-
la comunione nella basilica fra detta 8.", rimentato il patrocinio, quando ivi cadu-
intervenissero alla processione, e visitas- to dal terrazzo distante dalla terra 33 pal-
sero la scala santa. In ogni anno santo il mi che precipitò, ne invocò il possente a-
pioFortunati dispose che dalcapitolo ere- iuto che lo fece restare illeso, prodigioso
desidasseall'arciconfraternila il frutto di avvenimento che produsse altre grazie a
sua eredità. Inoltre Piazza riporta il di- quelli che ricorsero a questa divota im-
scorso di Fioravanti Martinelli, sopra il magine di s.Maria delle Gioie. Nel n.^107
sito delToratorio di questa arciconfrater- del Diario di Roma del 1802, si riporta
nita, secondo Panvinìoed altri già por- la descrizione del possesso preso dal car-
tico Lateranense,ove Adriano I ogni gior- dinal Leonardo^ Antonelli arciprete della
no faceva nutrirei co e più poveri e di- basilica Lateranense: di questa è Interes-
stribuire limosine, ciò che fu rappresen- sante, che dopo la venerazione delle ss.
talo con pitture nelle pareli, dicendosi e- Teste,e l'oblazione lasciata sull'altare pa-
sisterne avanzi in quelle dell'oratorio. Si pale, prese possesso della magnìfica cap-
vuole che propinqua fosse la basilica di pella Corsini come protettore, in man-
Papa s. Zaccaria, ove
Papi ricevevano le
i canza d'un cardinale di tal famiglia. Indi
jicclamazionie Laudi, essenóo\eueiìovse che si trasferì a prendere possesso della
memoria dai superstiti muri, e vi si ce- protettoria dell'arciconfralernita del ss.
lebravano quelle funzioni che notai a'Io- Sagramento alle scale sante, ricevuto dal
ro luoghi. Venerabile è l'antica immagi- prelato primicerio, dai maestri di ceremo-
ne del Salvatore ivi dipinta; altre vetuste nie e dalla fratellanza.
pitture sono quelle del martirio di s. Se- Leggo nella Ci\>illà cattolica t. 7, p.
bastiano, il Padre Eterno, lo Spirilo san- 390 e 509, e t, 9, p. y I che il regnante
I ,
to, la creazione del mondo e dell'uomo, Pio IX stabilì di fare col suo privalo pe-
i profeti GeremiaeOsea, ed altro. Ripor- culio grandiose riparazioni, segnalameli te
tate da Martinelli le accennate diderenli nel tetto, con analoghe decorazioni e ab-
opinioni, nel rigettarle conclude con ri- bellimenti, al venerabileedifizioditS'^7/ic/fi
tenere, chequesto ora torio successe a quel- Sanclorum e della scala santa. A tale ef-
lo di Papa Teodoro 1, dedicato al ss. Sal- ne incaricò il valente architetto ro-
fetto
vatore e in onore di s. Sebasliauo. Nella mano cav. Giovanni Azzurri professore
SCA SCA 83
di architelliira pratica dell'insigne e pon- denti alla loggia scoperta di recente co-
tificia accatlemia di s.Luca, perchè vieppiìi struzione,superate le difficoltà che presen-
leberrimo di ecclesiastica antichità, e nel diante degli archi basati sui muri divisorii
quale si riuniscono tante memorie augu- delle medesime scale. Tutte questestanze
ste di nostra religione e del celeste suo si riuniranno poi e si porranno in comuni-
fondatore. Oltre a ciò il Papa con oppor* cazione colla casa che va ad edificarsi. Ri-
limo provvedimento, destinando alla cu- porta il n.° 'j5 del Giornale di Roma del
stodia del santuario e della scala santa gli i853. « Da tempi antichissimi romani i
edificanti religiosi Passionìsti (F.)^ com- Pontefici nel sabato in Àlbis sogliono ba-
mise per loro abitazione all'encomiatoar- gnare e consagrare ceri detti Agnus Dei
i
fondamenti d'una
chitetto, l'erezione dai lavorati dai RR. monaci della congrega-
casa claustrale, dalia parte e contigua alla zione benedettina cistcrciense, che gode
cappella di s. Silvestro I. Già sono stati di questo privilegio.L'augustaceremonia
° anno
chiusi i 5 archi di prospetto del portico suole praticarsi nel i del pontifica-
e gli altri due laterali con muri, lasciando to, equindi ripetersi in ogni settennio. Es-
a ciascuno de'y archi aperte le estremità sendo questo appunto il 7.° anno del pon-
delle parti semicircolari degli archi e ri- tificato della Santitàdi Nostro SignorePa-
parate con cristalli, così venendo intiera- pa Pio IX, sua Beatitudine nello scorso
mente difeso il portico dalle intemperie sabato (2 aprile) alle ore 8 del mattino
de'tempi a difesa del santuario e de' di- partì dal Vaticano,si recòalla cappella in-
voti visitanti. Nell'arco rispondente alla terna di Sancla Sanclorum presso s. Gio.
scala santa, e nei due che sono imme-
gli in Laterano, e vi offrì privatamente l'in-
diatamente laterali sono state formate tre cruentosagrificio (dipoi ascoltò la s. messa
porte d'ingresso, leggendosi sui loro ar- celebrata da un cappellano segreto). Ac-
chitravi queste epigrafi: Anno Domini costatosi quindi alle acque benedette an-
i853 Piiu IX Pontifex Maximus In- ticipatamente da mg.'' sagrista, v'infuse
slaurmnl Pe^^a/.Già colle riparazioni dei balsamo e crisma; recitò le orazioni pre-
tetti è stato rimosso il grave danno cagio- scritte, ed assunto un grembiale, e presa
nato ai muri e alle pitture; già sono state una cucchiaia, incominciò il bagno. Mg.'^
rinnovate le due scale di travertino, late- Macioti arcivescovo di Colossi elemosinie-
rali alla scala santa ; e già si sono inco- re coadiutore, emg.^ Castellani dell'ordi-
minciate le escavazioni de'fondamenti per ne romitano di s.Àgostino sagrista, unita-
la casa religiosa de'passionisti, che ne sa- mente a due abbati cistcrciensi, gli reca-
ranno i custodi, e quando prenderanno vano gli Agnus Dei, la Sanfità sua l'im-
in cura tutto il santuario cesserà di esi- mergeva, ed estraendoli li consegnava ai
stere il collegio Sistino col suo preposto, monaci cistcrciensi, i quali li collocavano
ed i due terziari francescani eremiti cu- su tavole appositamente preparate eguar-
stodi delle scale sante. A taleeffettoilduca bianchissimi lini. LaSantità suane
iiite di
padronato di sua nobilissima famiglia, sul- i rimanenti (funzione che compirono nel
la nomina degli ecclesiastici di detto col- loro non lontano monastero di s. Croce
legio. Per detta casa religiosa, delle tre io Gerusalemme), benedigli astanti, par-
grandi cameresovrastanti il portico, sono tì e ritornò al Vaticano". Inoltreaggiun-
stateformaleS camere dalla parte del pro- gerò,che in tale giorno per la prima vol-
spetto esterno, ed altrettante da quella di ta fu posto innanzi 1' altare del santua-
dietro,divise da un corridore e corrispon- rio il paliotlodi lama d'oro e ricamalo^
84 se A se A
tionodel Papa, il quale prima di partire santo, veslilo di dalmatica calla presenza
die a baciare un reliquiario colia s. Spi« del Papa nel Laterano, e talvolta si fa-
na e olire reliquie, a quelli che avea am- ceva dai Papi medesimi che poi si riser-
messi nel santuario. A vendodi sopra det- varono la funzione in uno alla loro distri-
to delle sagre ceremonie eseguile da'Pa- buzione, togliendo alle chiese la facoltà
pi nell'oratorio di Sancta Sanctorum^ o- di distribuire le particelle del cereo Pa-
ra die vi si è fatta la narrata, mi sia per- squale foggiate a somiglianza d'agnelli (di
messo qui a compimento un breve riepi- questi trattai a Pallio, Pasqua, Pastore),
logo di quanto ho pubblicalo sugli /égniis senza la quale immagine tullora tali par-
Dei di cera lenedellì (^.), anche nel voi. ticelle si distribuiscono inMalta nella chie-
]X, p. 35 sulla loro benedizione, quindi sa di s. Giovanni dell'ordine gerosolimi-
sulla loro distribuzione nel sabato in Al- tano. Quando la funzione nella basilica
bis, ed in tulli gli articoli relativi, anche Lateranense la faceva l'arcidiacono nel sa-
per essere funzioni per molli secoli ese- bato santo, egli forideva le cere in un vaso
guite nel Laterano. L'origine e antichità mondo, vi mescolava l'olio, quindi forma-
degli Agnus Dei di cera benedetti, che si va gli Agnus Dei da distribuirsi nell'S.'
vogliono sostituiti alla Superstizione [V .) di Pasqua, dopo la messa e la comunione
degli amuleti de'gentili, è tuttora avvolta del popolo. Nel secolo XI l'all'arcidiacono
nelle tenebre. Nullameno non mancano fu sostituito l'accolito alla formazione de-
scrittori che alfermano, l'uso di benedire gli Agnus Dei; l'arcidiacono solo vi me-
gli Agnus Dei di cera introdotto ne'lempi scolava oltre ['Olio anche il Crisma ari'
vicini aquelli degli apostoli. lIMolano di- notino di Pasqua, coi\\\rì\\Bi\òo^\ a farla
ce che nell'epoca di Costantino I il Gran- funzione nel sabato santo e in s. Gio. in
É?c,già erano in uso tali cere nella chiesa Lalerano, distribuendoli il Papa. Verso
romana pare indubitato che nel secolo
: il fine di detto secolo gli Agnus Dei si fe-
IV (nel quale sembra introdotta la cera cero avanti all'altare di s. Pietro dagli ac-
come dissi a Lume, il cui più antico ali- coliti pontificii, e nel tempo del pranzo
mento è l'Olio) o almeno nel V già si co- de! Papa nel palazzo Lateranense, a lui
stumava di benedire e distribuire queste si presentavano acciò li distribuisse a'suoi
sagre cere. Anticamente forma vansi col C<?- cappellani e famigliari, ed impiegandovisi
reo Pasquale (/'.) che Papa s. Zosimo nel IO libbre di cera. Pietro Mallio nell'Or-
417 sembra di essere stato l'autore non dine romano XI dice Iteni Douiinus
: Pa-
di sua benedizione che già esisteva, e pare pa deceni libras ccrae prò Agnis in s.
dal secolo V fino a noi. Ne'primi eseguili quali si davano ai re se vi erano, ed agli
dalla chiesa ronìana, la benedizione si fa- alui, tutti questi baciando il piede del Pa-
ceva dair arcidiacono di essa nel subalo pa nel riceverli. Dopo la messa tornalo
sex SCA , 83
il Papa al palazzo Lateranense, ivi ese- nisce Tuinzio di segreto maestro di casu
guiva la Jisti'ìbuzione ai suoi cappellani del Papa, riscuotendo la Rendita eccle-
€ lacuiglian cle'medesimi Agnus Dei. Ì!{e\ siastica [T.) e sovrana pel mantenimento
declinar dello stesso secolo XI V all'acco- e propria del Papa, provvedendo quanto
lito fu surrogalo il sagrista^ nel fare e be- occorre alla sua sagra persona, ed eseguen-
nedir gli Jgiius Deiy dispensandoli Ur- do quelle privale commissioni che riceve
bano VI in s. Maria in Traslevere, per dal medesimo Pontefice. Dappoiché è or-
abitare il palazzo contiguo alla basilica. dinaria consuetudine, che il cardinale e-
Nel secolo XV il Papa non delegava il sa- levato al pontificato per lo più suole no-
crista, egli slesso eseguiva la benedizione, minare scalco segreto il suo maestro di
die avea luogo però nel giovedì santo, il casa o agente di all'ari. Gode decente abi-
che si continuò a praticare nel heguenle tazione nel palazzo apostolico, V uso del
secolo ogni setlennio,rincbè Paolo li come frullone palatino, ed il mensile onorario
Urbano Vie altri suoi predecessori, ri- di scudi 5o,ed alcune propine come nella
pristinò la benedizione fi a l'B/ di Pasqua, canonizzazione. Prima avea la cosi detta
e la distribuzione nel sabato in Albis^os- parte di palazzo^ di pane, vino e altro,
servata sinoa'noslri giorni, e praticata dal che dichiarai in più luoghi e nel voi. L,
Papa che regna 1847. Clemente Vilinel p. 2o5. Nella distribuzione delle medaglie
die la gli Agnus Dei ai
cura di formare d'argento ne riceve due dal prelato mae-
Cisltrciensi Foglianti (^.), ciò che con- stro di camera, e fino al declinar del se-
fermarono Leone X 1 e Paolo V, eseguen- colo passato n'ebbe pure due d'oro. Usail
dola tuttora cistcrciensi, a cui si unirono
i completo abilodi mantellone paoDazzo,e
i foglianti nel 1802. Gregorio XVI a*22 la cappa rossa con pelli d'armellino,come
aprile! 842, dopo cioè il sabato in A Ibis i delti camerieri segreti e come gli aiu-
che cadde a' 2 aprdc (perchè la benedi-
1 tanti di camera, co'quali siede nelle cap-
zione degli y^g'/if^òZ^e/, oltre ogni settennio pelle pontificie, se c'interviene. Nella Tie-
si fa a beneplacito de'Papi, e straordina- Lazione della corte di Ronia^ del Luna-
riamente pure quanto al Consuelo tempo), doro accresciuta da Zaccaria, si legge nel-
si recò a benedirli nella sala grande pian- 2o3,che tutte le volte che il
la par. i.^p.
terrena del chiostro delta basilica e mo- Papa celebra solennemente, lo scalco se-
nastero cistcrciense di s. Croce in Geru- greto fa parte di quelli che si recano al
saleomie, a tale efletto decorosamente re- trono per la Lavanda delle mani (^.).
staurata. Per altre nozioni si può leggere: Riferisce Cancellieri, Descrizione de' fon-
Notizie storico morali sopra gli Agnus tifìcali paragr. V, che lo scalco segreto di
DeijiW d. A mbrogioCeresole cistcrciense, sua Santità,in abito rosso e cappuccio, ac-
Koma i 845. compagna quelli che si portano dal Papa
SCALCO SEGRETO DEL Papa, (ntimocu- per lavanda delle mani. Trovo nel Dia-
la
biculano pontificio, appartenente alla no- rio mss. del maestro di ceremonie di Cle-
bile famiglia palatina. Questo onorevole mente XI Cassina, che nella benedizione
ufljzio bi conferiscea beneplacito del Papa che feceil Papa degli Agnus Dei nel 1707,
ad un ovvero ad un ecclesiastico
secolare, vi assisterono li due camerieri segreti di
e allora ha Monsignore. An-
il titolo di servigio, e lo scalco segreto con le vesti e
ticamente era pure quasi sempre Came- cappucci rossi. Qualche volta intervenne
riere segreto partecipante (f'^.)', sotto Pio alla cavalcata del possesso de'Papi, come
Yl de Bussolanti (/^.)del
fu della classe dirò con Cancelleri parlando di molti scal-
Papa. Soprintende alla cura di quanto ri- ad altre funzioni palatine,
chi segreti, e
guarda la mensa pontifìcia domestica, vi che poi accennerò con l'autorità de'Z^/Vz/t
assiste a piacere del Papa; e talora riu- di Romaj e de' ruoli palatini da me letti ;
86 SCA SCA
ma in altre opere stampate o scritte, non particolarità ed erudizieni. Feci menzio-
mi riuscì trovare altre testimonianze oltre ne degli antichi uffizi del ISotnenclatore e
le ricordale : forse saranno stati compresi del Saccellario{F.)^Q}[ie invitavanoquelU
o Ira* camerieri segreti, che molte volte che il Papa ammetteva nelle solennità al-
lo furono,o tra' Cubiculari (F'.)^ vocabolo la sua mensa ; e del notaro del Vicedo-
generico col quale gli scrittori indicarono mino (F.) che invitava alla di lui tavola
gl'intimi e particolari domestici famiglia- commensali. Parlai de' dapiferi del
altri
ri de'Papi. Anticamente presiedeva alle Papa e della s. Sede, e de'paraceilari che
provvisioni e spese dellamensa pontifìcia distribuivanoa'/'oi^en(/^.) gli avanzi del-
ilMaestro del sagro Ospizio ( V,)^ ed a vea la mensa papale. Notai ch'eranvi pure i
dere le porte del palazzo apostolico, e po- che alla cura de'cibi. Che sotto Adriano I
neva le chiavi sulla mensa. Assisteva il del 772 si chiamava Paracellarium la
Papa finché durava la mensa, e presiede- dispensa pontificia; e de' paracellari di-
va all'assaggio delle vivande e delle be- spensieri feci eziandio menzione nel voi.
Taiide prima che si presentassero alla ta- XXr, p. i58. Che l'acqua ne'pranzi so-
vola pontificia, ciò che dicevasi probae. lenni la versa sulle mani del Papa il ca-
Osserva Renazzi,7Vb//z;/e degli antichi Vi- meriere segreto partecipante coppiere, ov-
cedonnni p. 20, che alle molte incomben- vero un cardinale,il maggiordomo,il mae-
ze di tali ministri era succeduto il mae- stro di camera, o un principe, ed antica-
stro del sagro ospizio, e le cui attribuzioni mente sovrani, comenotai anche nel voi.
i
za si togliesse ogni sospetto d'insidie na- Papa (F,) dissi che due di questi colle
scoste. Talvolta il coppiere eseguì in tem- mazze accompagnavano ne'pranzi solenni
pi a noi meno lontani la pregustazione lo scalco e il coppiere, ed altrettanto pra-
del vino e dell' acqua che dovea bere il ticavano ne'primi 9 giorni del pontificato
Papa. Ne'ponlifìcali il Sagrista (F.) con- del nuovo Papa. Ciò lo confermo col p,
suma primadel Papa l'ostie che (leve con- Bonanni, La Gerarchia ecclesiastica p.
sagrare, e fa la pregustazione dell'acqua 45 1 , ove dice due mazzieri accom pagna-
:
e del vino. All'articolo Pranzo trattai an- no mg.*' scalco e mg.** coppiere con la maz-
cora di quelli domestici, e di quelli pub- za in ispalla, quando il Papa mangia in
blici e solenni de'Papi, e come ebbero ed pubblico. L'opera la pubblicò neli72o,
Jiauno luogo, insieme a tutte le relative mentre lo scalco di Clemente XI eraec^
SCà se A 87
clesiastico. Inoltre a Pranzo nel riportare stolico due porzioni di pane e vino, e l'uso
tutte le nozioni, eziandio sugli odierni sì- d'un cavallo. Ebbe nella sua coronazione
stemi riguardanti la naensa privata e pub- per vestiario : panno rosato o paonazzo,
blica del Papa, dissi ancora chesealiasua canne 4 e palmi 2, velluto nero 3 canne,
mensa si ammettonocardinali, prelati, per- raso cremesino una canna e 2 palmi. Nel
sonaggi laici e gl'intimi cubiculari del ce- i56o quello di Pio IV era il i.° degli
to nobile, in questi pranzi lo scalco e il officiali minori palatini. Nel 562 quello 1
coppiere prestano qualche assistenza in di detto Papa era prima del credenziere,
principio a piacere del Papa, presentan- del bottigliere e del soprastante ai cuochi,
do il 1° la minestra, il 2.** versando del ed altrettanto trovo ne'ruoli di Sisto V,
vino nel bicchiere, indi il Papa li fa assi- Clemente Vili e altri Papi si può vedere :
dere a mensa, ed in tutto il resto per la Famiglia pontificia. Devesa persi, che pri-
sua sola sagra persona serve l'aiutante di ma lo spenditore segreto del Papa acqui-
camera in lutto come ne'pranzi domestici. stava tutto ciò che serviva alla mensa del
JVe'pranzi poi solenni, il coppiereeloscal* Papa,e per ultimo così faceva quello diPio
co prestano particolare servigio alla per- VII: ora spende lo stesso cuoco, e lo scalco
sona del Papa, in tutto il tempo che dura segreto lo reintegra. Io e il Bultrini facem-
la mensa, coadiuvati dall'aiutante di ca- mo parte delle spese particolari, dispen-
mera, il quale è assistito dai famigliari sammo elemosine, regalie, raancie e altro.
pontifìcii detti impropriamente Scopato- Nel ruolo di Pio lì del 1460, che riportai
ri segreti (/^.). I Papi oltre loscalco segre- nel voi. XXIII, 55, leggo registratoli
p.
to, per le spese private e altre particolari provveditorede'viveripel palazzo aposto-^
incombenze che piace loro commettergli, lieo, ed altro provvisioniere delle vettova*
hanno l'altro intimo famigliare chiamato ambedue nobili personaggi. Antica-
glie,
Spenditore segreto, il quale eziandio eser- mente, come poi dirò, anche cardinali i
cita l'uffizio a vita del Papa, gode l'abi- avevano lo scalco, ed eziandio lo spendi-
tazione nel palazzo apostolico, l'onorario tore. A Famiglia de' cardijtali e prelati
di scudi 3o mensili, il compenso di scudi parlai pure de'loro coppieri, scalchi, cre-
5o pel vestiario, ed una propina quando denzieri e cuochi, e de'sodalizi di questi
i cardinali ricevono il cappello cardina- ultimi, ciò che ricordai nel voi. LV,p. 43-
lizio, la dispensa di cera nella loro morte, Le prime memorie dello Pa- scalco del
edaltri emolumenti. Rice ve le candele, pal- pa e di quelli del palazzo apostolico, de-
me ed Agnus Dei benedetti, e due me- vono essere certamente fra'nominati nei
daglie d'argento nelle dispense, una delle ruoli di Nicolò III del 1277 e di Pio li
quali prima di Pio VII era d'oro. Anti- deli46o, che riprodussi nel XXllI, voi.
camente eravi ancora il sotlo-spenditore p. 4o e 54: nelle seguenti pagine pub-
segreto del Papa. Pio FUI (/^.) conferì blicai diversi ruoli di tutti i famigliari pon-
questo incarico al suor.° aiutante di ca- tificii, e quindi vi sono compresi gli scal-
mera CandidoBultrini.GregorioXVI ap- chi segreti, gli scalchi palatini e gli speu-
pena eletto, dopo avermi dichiarato suo ditori. Nel ruolo di Nicolò HI si le"£ce:
I ." aiutante di camera, da mg.'^ maggior- Coquina parva ^ et magna: archicoqusj
domo mi fece scrivere biglietto di nomi- magìsterNicolaas supracoqus. Appren-
na di spenditore segreto di NostroSignore. do da Cancellieri ne Possessi p. 60, che
11 regnante Pio IX elesse suo spenditore in quello del i5o3 di Giulio II, nel so-
segreto Pietro Baladelli, ch'era suo mi- lenne convito: Magister donius,et Ma-
nistro nel vescovato d'Iraola.Lessine'ruo* gisier aidae, siveScalcus, bacidiim in ma-
li di Paolo 1 V del 1 555 che lo spenditore nibus tenentes in habitii statiti suo con-
segreto del Papa riceve dal palazzo ape- decenti deducimi Procurato res ferculo-
88 S C 4 se A
rum coopcrtorutn ad Papam tantum, a- cameriere segreto co' suoi compagni, in
liis vero detecta, et simUiter vinum. Dal vesti paonazze e cappe rosse. Lunadoro
suddetto ruolo di Paolo IV ricavai, die nell'edizione che pubblicò sotto Innocen-
lo scalco segreto ricevè per la sua coro- zo X, avverte che il Papa non dava mai
nazione a titolo del vestiario: saia rosala il titolo di scalco, coppiere, maestro di ca-
o paonazza, canne due e palmi 4j l'ascia sa, ma di sotto scalco ^ sotto coppiere, sot'
paonazza con pelo, canne due e un pal- to maestro di casa. Narrando poi le fun-
mo raso leonato, canne 4 e due palmi ;
;
zioni della coronazione d' Innocenzo X,
damasco rosso per le mostre grandi, una dice che dopo l'ora di terza e dopo lette
mato. M.Matteo daFoligno coppiere. M. remonie avanti. Alessandro VII neh 655
Domenico Fanciullo primo aiutante di tra' suoi cinque camerieri segreti com-
e dieci, chiamati sotto camerariL huÓQ' piere nel cardinalato, mentre il maestro
vico Ceruso, spendi tore segreto, confer- di camera di esso lo fece coppiere, sicco-
mato. Giovanni cuoco segreto, confer- me registrai nel voi. XXI 11, p. 83 e 84.
niato. Nel 585 Sisto V dopo la sua ele-
1 Dice il Cartari, La Rosa d'oro p.
58, che 1
zione nominò Antonio Maria Galli (r''.)^ ilCiaia fu poi fatto priore gerosolimita-
ch'era slato segretario nel cardinalato, a no d'Irlanda, e quando Alessandro VII
fiuo scalco segreto e tesoriere privalo, del mandò la Rosa d' oro [F.) a Siena sua
quale uffizio parlai a Cameriefii del Pa- patria dal cameriere segreto e guardaro-
pa, ed a Famiglia pontificia, e fra le sue ba mg.^Bonzi, questi fu alloggiato dal cav.
incombenze distribuiva i donativi e le e- Ciaia scalco di sua Santità. Nella relazione
lemosine il Papa ben presto lo fece ca-
: del possesso diClementelXdeli 667 Ira 'ca-
nonico Valicano, vescovo e cardinale. Nel merieri segreti cavalcò mg.^Paolo Strada
ruolo di Sisto V, dopo il maestro di ca- che lo era,e scalco del Papa,cx.n abiti rossi
mera è registralo 2." cameriere segreto e pelliccie d'armellino. In quello diil 1670
lo scalco: questo era pure cameriere se- di Clemente X incedette a cavallo il ca-
greto in tempo di Paolo V nel i6o5, e meriere segreto e scalco mg.** Gentile di
di Urbano Vili deli 62 3: nota il Piazza Camerino, riportato pure dai ruoli pala-
nella Gerarchia cardinalizia p. 1 08, che tini: il Papa gli die due odici capitolini,
nel 1 689 nominòa cameriere segreto mg.r 11 tutto riportano in.i 801 7e8o2 5del£^/a-
Giuseppe Tempeslini romano. Nella lista rio di /i*ow/rt 1768-69. A Pranzo, nel de»
delle regalie e vesti pagale per ciascuno scrivere quello solenne dato da Clemente
cle'5 santi canonizzati da Alessandro Vili XIII nel 1758 per la consagrazione del
leggo perle vesti dati scudi 5oalloscalco, cardinal York, rimarcai che il Papa dalla
e scudi 120 5 aiutanti di camera del
ai sua tavola mandò a quella de' cardinali
Papa, oltre scudi 3o per le regalie: di- pel suo scalco segreto e accompagnalo dal
minuiti questi emolumenti, ne'5santi ca- coppiere, un bacile di sturione e altro di
nonizzati da Gregorio XVIj gii aiutanti di fagiani portali dai bussolanti, quali i som-
camera riceverono 5o scudi, e lo scalco ministravano le vivande trinciate. Cle-
segreto mi pare altrettanto, e per tutti mente XIII nel 1760 benedì nella chiesa
i detti santi. Nel ruolo di Clemente XI di Castel Gandolfo una campana, serven-
Io scalco era tra' camerieri segreti, e fu dolo da diacono e da suddiacono nì^S
annoverato ne' privilegi dal Papa con- Fantini cameriere e scalco segreto, e Mal-
cessi a' suoi cubiculari. Nel possesso del ici gtjardaroba e cameriere segreto. Pio
1721 d'Innocenzo Xlli, mg.^* Olinipio VI nel 775 ebbe a scalco segreto e della
1
questi con vesti rosseecappucci. Nel pon- aiutante di camera. Il maestro di casa par*
stro di cosa particolare, e fu dallo slesso modestia e quiete, e questo si chiamò Ar-
Papa fatto beneficiato Vaticano e mae» chitriclino. E che non altro fosse l'im-
ste anche come maestro di casa partico- saggio. Nel Dizionario delle origini, si de-
lare. Benemerito per quanto indicai nel finisce il vocabolo Siniscalco, maggiordo-
Tol. Llll,p. 2o3,il Papa Io ha creato ca- mo o maestro di casa, e anche talora que-
valiere e fatto coadiutore del depositario gli che ha cura della mensa e la imban-
generale de' vacabili. Ora passerò a dire disce. Nel secolo XIII il siniscalco in Italia
qualche cenno generico sullo scalco, su e massime in Toscana, era ancora titolo
quello degl'imperatori, de'cardinali e del che si da va a chi imbandi va la mensa, com-
palazzoaposlolico, anche con altre nozio- parendo ne'banchetli collegonnelleecol-
ni analoghe al riportato. ìa vivanda. Fu poi titolo di onore attac-
gli uffizi della corte, narra che nella leg- grandissimo potere. S'introdusse poi l'u-
ge A lemannica e nelle memorie degli an- so di chiamare siniscalchi i governatori
tichi re dei franchi , viene rammentato d'alcune provincie,e Siniscalcato si disse
l'uffizio di SeniscalcOj a cui si crede spet- la provincia che avea il governatore con
tasse la cura della casa e famiglia de'cor- quel titolo: abbiamo perciò nelle vecchie
tigiani, quasi eh' egli fosse il maestro di storie il siniscalco di Provenza, quello di
casa. In un diploma dell'imperatore Lo- Tolosa, di Napoli e dì altre parti;in Italia
dovico I deirS 1 7 s'incontra Jdalbertiun specialmente il Tesoriere fu anche detto
Seniscalcuni nostriunj ed in altro del re siniscalco. In Francia la carica di siniscal-
Pipino suo figlio, Erlaldus
è nom\xì?^\.o co, sino da Lotario dell'8 7, diventò e-
I i
gruitoris nostri Seniscaleus. Più d'uno ne reditaria ne'conti d'Angiò in que' tempi :
era diverso dai Dapiferi (F.), dal prefet- conte d'Angiò, fu stabilito che nelle ce-
to de* cuochi appellato pmcep.9 cocquo- remonie di gran solennità, allorché il re
rnni^ ossia il soprintendente ai cuochi (co- pranzava in pubblico, il conte dovea ri-
me vi h\ quellosopra fornai) o gran mae-
i nianei e seduto sino al momento che s'im-
stro delle cucine, e ìÌìxW Architriclinus de- bandiva la mensa; allora egli dovea ri-
gli antichi, i.° scalco e regolatore della cevere i piatti delle vivande per collocarli
mensa, o capo del luogo ove erano 3 Ietti sulla tavola, e dopo il pranzo doveva ri-
sui quali giacevano i convitati : fu costu- tirarsi e recarsi alla sua abitazione, mon-
me degli ebrei assegnare ne' ^tìf'2cAe«/(F.) talo su d'un cavallo di battaglia, del quale
delle no^ze un capo, acciò colla sua pre- faceva dono al cuoco del re, e questi gli
SCA SCA. 91
mandava in vece un pezzo di carne, al qua* no il coppiere, lo scalco e lo scudiere, per
le il panettiere del re aggiungeva due pie* le quali si addomanda il grado nobile. Già
coli pani con tre misure di vino. In oc- a Elettori dell' Impero ( f^.) dissi che il con-
casione di guerra il gran siniscalco dovea te Palatino (F.) era lo scalco e l'arcida-
far disporre pel re un padiglione che po- pifero che portava le vivande in tavola: il
tesse contenere loo persone. Alla parten- re di Boemia aveiì l'uffizio di gran coppie-
za dell'esercito, questo dignitario coman- re. Anche la 4S'cozm(^.) ebbe gran sini- il
la retroguardia. Qualunque suo giudizio gran Stwart, dignità che avendola eserci-
non poteva essere riformato : le sue de- tata la famiglia Stwart prese il titolo per
cisioni avevano il vigore di legge. In so- proprio cognome ora è gran Stwart l'e-
:
stanza il siniscalco, ora col nome di mae- rede del trono d'Inghilterra. Anticamente
stro, governatore, prefetto, e principe del l'elettore di ^^^Wertìteral'arcidapiferonei
palazzo di Francia, ora con quello di duca solenni banchetti, e pel i." portava alla
de'francesi, era ili." ufficiale della coro- mensa imperiale 4 scodelle d'argento coi
na, il I
." grado della coite; comanda va gli cibi. L'elettore di BrandcburgOjCiivdìeav-
eserciti, amministrava la giustizia e le ren- cicameriere ne'conviti solenni porgeva da
dite della casa del re. Divenuta la sua po- lavare le mani
imperatore. Notai di
al!'
tenza oggetto di gelosia ne' re di Francia, sopra che anco Papi antichi ebbero da-
i i
deir Araldica cap. io, discorre della ca- legittimi. Convien dire che fosse carica
dere dalla magistratura; nondimeno di- 1227 e altri. Ne' voi. XIX, p. 3i, XXI,
chiara più probabile l'opinione, che sini- p. i6o er6i, narrai, che quando Papa il
scalco significhi tra gli ufficiali e cariche nel giorno di Pasqua da s. Pietro torna-
mense, e non
di corte, soprintendente alle va al Laterano, lo seguiva il Siniscalco
diverso dai dapiferi portanti le vivande e faceva il gettito qW Denari(F.), per im-
alla mensa reale, citando in conferma il pedire alla moltitudine d'affi>llarsi intor-
diploma ricordato da Muratori del reCar- no alPapa; inoltre dissi, chi altri poi sub-
lomannochefìorinel 768.Inquestosenso entrarono a fare tale gettito e dispensa di
egli conclude, non viene a dill'erire dalla denari. Ivi, ed a Cancelleria apostolica,
significazione attribuita a scalco, che è ap- pallai del Senescalco o custode di essa.
punto quello che ordina la tavola, la mette Nel Palazzo Apostolico {y.) anticamen-
in ordine e trincia. Fra grandi ufficiali
i te essendovi le mense pei famigliari pon-
creati nel 1 8 1 5 dall'imperatore d'Austria tificii e per la foresteria, eran vi gli scalchi
Fraocescol, pel regnolombardo- veneto, vi del tinello maggiore e del tinello minore,
è il gran siniscalco; le altre cariche uìinori significando il vocabolo tinello^ anche il
si può vedere il numero nelle diverse epo- ni (F.) nipote di Clemente Vili di cui ,
p. io5, ed anche a Pranzo. Pio VI con se slata la sua persona. Al cardinale ver-
moto-proprio del i.° luglio I
797 abolì le sava l'acqua sulle mani il coppiere, e lo
parti di pane e vino che somuiinislrava scalco presenta va con due piallila salviet-
il palazzo apostolico. Pio VII col moto- ta per asciugarsi. Nel porsi a tavola, il Irin-
proprio de'20 novembre 800 confermò I ciante gli metteva la sedia distinta sotto,
tale abolizione, ed abolì tutti gli assegna lo scalco scopriva la posala, la quale ti-
menti iu generi che dal medesimo palaz- rava nella mano manca il trinciante, e il
e del palazzo; quindi abolì la cantina pa - lati e altri commensali davano l'acqua al-
latina e (juella del carbone, le officine di le mani gli aiutanti di camera, e le salviet-
cucina, credenza e bottiglieria della fore- te per asciugarsi venivano presentale dai
steria, econseguentemente gli uffiziali di gentiluomini o scudieri, i quali poi servi-
esse; disponendo, che per qualche straor- vano ciascuno a mensa. Tutti stavano coi
dinaria occorrenza saranno tenuti a sup- capo coperto, tranne gli aiutanti di came-
plire a tali uffici soppressi, lo spenditore, ra; chi dava da bere si scopriva e tutti ,
alcuna straordinaria ricognizione. Quan- che lo scalco con un piatto gli copriva la
do cardinali sono in conclave, con for-
i pietanza che avea innanzi, e dopo bevu-
jnalità portano ad essi le vivande i Dapi- to ogni volta gli presentava tra due piatti
feri {^F.). Dallo stesso Lunadoro a 3o4 p. una salvietta pulita, che ricevea da un aiu-
\iene narralo il modo come a suo tempo si tante di camera. Allo scalco toccava far
recava il pranzo ai cardinali in conclave, fare la credenza della vivanda al cuoco in
da due palafrenieri,dal mazziere con maz- cucina, e al credenziere in credenza; ed
za d'argento, e da'gentiluoraini dopo se- 2 il coppiere la faceva fare al bottigliere del
guiva lo scalco col tovagliolo sulla spalla, vino e acqua in bottiglia, ogni volla che
seguilo da due palafrenieri, ed altri por- portava da bere al cardinale. In tavola si
tando le vivande,lebotliglie,i vasi. Inoltre portava con quest'ordine prima veniva :
a p. i85 e seg. da Lunadoro pure si ap- un palafreniere colla spada, senza ferra-
pieudc il modo come anticumcnlc i cai* iuolocca|)pcllo,poi loscalco colla salvici-
SCA. SCA 93
la in ispalln, seguiva il sotto scalco colla Vj4ve Maria odi Regina Cor// gliela ri-
minestra del cardinale, di due o 3 specie; poneva in capo. Mg.r Bonifacio Va nnozzi
appresso tutti i gentiluomini o scudieri nel t. 2 delle sue £,f //ere, trattò delle buo-
portavano il resto delle vivande in tavo- ne creanze della mensa. Il Lunadoro fu
la, con ispada, cappa e cappello in testa; segretario de'memoriali e d'ambasciata,
gli altri gentiluomini in abito lungo non e perciò istruitissimo delle ceremonie del-
portavano ne servivano mai a tavola. Poi le corti. Nella biografìa del cardinal Pa*
gli aiutanti di camera in busto, discoper- teologo raccontai che morì per una leg-
ti. Il solo scalco metteva in tavola i piatti gera ferita fallagli inavvedutamente dal-
delle vivande. maestro di casa veglia-Il lo scalco. A Bussolanti notai che fino ai
va per l'ordine; il cappellano benediceva nostri giorni tra essi eranvi lo scalco della
la tavola, e faceva dopo terminata il rin- foresleiia e il trinciante; prima eranvi pu-
graziamento a Dio; il caudatario leggeva re il sotto scalco e lo spendilore.
qualche libro spirituale, finche il cardi- SCALONA o ASCALONA.Sede ve-
nale avea bevulo lai." volta, ed allorabe- scovile e titolo in parlibus solio Gerusa-
"vevano commensali un aiutante di ca-
i : lemme, di cui parlai ad Ascalona, /éxca-
mera levata la tovaglia, la poneva sopra lonen,ed a Satrapo, come già tma delle
un bacile e portava alla credenza, rice- salrapie de'fìlislei. Per morte dell'ultimo
vendola dallo scalco, al quale e al sotto- litolare, il Papa Pio IX nel concistoro di
scalco spettava lo sparecchiare la tavola, Portici del 28 settembre 1849» con ferì '^
aiutando i paggi : il coppiere levava la titolo a mg.r Ignazio de'marchesi de Bi-
temio che sottoscrisse la lettera del con- fatica. Delloscapulare, habitus monacha'
cilio di sua provincia all'imperatore Leo- lis, traila lo Scappo, De B ir reto rubeo,
ne, sull'assassinio di s. Prolero, e Troio p. 72. A similitudine dello scapolare re-
che ne occupava la sede nel pontificalo ligioso, fu stabilito lo Scapolare di divo-
di s. Ormisda del 5i4- Oriens dir. t. 2, zione detto volgarmenle y^Z»/7mo. Negli ar-
p. 247. ticoli degli ordini religiosi e delle religio'
SCANNABECCHI DI FAGNANO se, parlai de'loro scapolari e particolari-
hkMBE^To, Cardinale. /'.Onorio II Papa. tà. F. Religioso, Religiosa.
SCAPOLARE, Scapulare. Parte del SCAPOLARE o ABITINO.Immagi-
vestito de' diversi ordini religiosi, detto ni di Gesù Nazareno, e della B. Vergme
anche Pazienza. Consiste due liste di
irt Maria del Carmine, della Concezione e
stoffa di lana o altro drappo, una delle Addolorata che si appendono al collo (co-
quali sul peflo e l'altra sul dorso o sul- me il ss. Rosario j Fedi) con due f^ttuccie
le spalle, o scapttle, dal chedeiivò il no- a guisa di piccolo Scapolare (F.), e be-
me di Scapolare^e fu detlo ancora Cap- nedette con particolari orazioni dai reli-
puccio (F.) e Cuculio, Cuculio, Cucullus^ giosi della Mercede, Trinitari, Carme li'
come notai a Cocolla. Ordinariamente taniy Ser\'i di Maria (F.)eÀ altri con in-
i religiosi professi l'usano lungo fino ai dulto de'Papi, i quali concessero a chi li
piedi, ed alcuni//Y7f/7rt/c/ più corlo. L'ab. portava e adempie le pie opere ingiunte,
Fleury ne indicò l'origine nel trattato sui indidgenzee grazie spirituali. Vi sono al-
re come la parte la più essenziale del lo- bino Gesù, per l'adorabile Gesù Nazare-
ro abito. Il p.Bonanni, Catalogo degli or- no, lodevolmente praticano col medesi-
dini religiosi, par. 2, p. i3, nel riportare mo, oper la sua ss. Madre, altre religiose
la figura delle monache basiliane, riferi- e religiosi, pii istituti, congregazioni e so-
sce. » La veste di esse per lo più era ne- dalizi. Notorii sono gli ellelli provali da
ra, non tinta con arte, ma di colore na- quelli i quali divotamente indossano sif-
tivo. Il maforio, cioè un jo^///o angusto, fatti abitini, con mirabili prodigi operati
che volgarmenle si à\ce. scapulare o pa- dalla potenza divina, in premio della fe-
zienza, era del colore medesimo; le ma- de de'buonicristiani, veri edellicaci pre-
niche della veste coprivano le braccia, e servativi contro il peccalo, ed a preser-
quasi tulle le mani ". Il Borgia, Memorie vazione di disgrazie. La Snperstizione(F.)
1. 1, p. 3 r5, dice che la Pianeta (f\) dei pagana degl' idolatri costumò indossare
latini odierna, essendo stata a poco a po- gli Amuleti (F.), e altre Fdatterie (F.)
co ristretta e scortala, fu ridotta quasi a usate dagli ebrei, come preservativi dai
foggia dello scapolare mouaslico, ordina- Malcfizi {F.). La Chiesa condannando
se A se A 9^
questi abusi, e riprovandoli come falsi e rì- s. Maria del Carmine; e si racconta, che
clicoli,sostituì le veneìai\deImmagim(P^.) il Simone guarì molti malati con dar
b.
di Gesù Cristo, della B. Vergine, e de'san- loro lo scapolare. Edoardo I re d'Inghil-
ti; le Reliquie (F.) sn^vcjìe Medaglie be- terra, e s. Luigi IX re di Francia, si as-
nedette [P" .), gli Scapolano Abitini, nc\' sociarono alla nuova confraternita. Nel
l'intendimento lodevole e pio di destare Tol. X, p.57e inallri relativi luoghi par-
sentimenti religiosi ne'fedeli, onde meri- lai della celebre bolla detta Sabbntina
tare la divina e onnipolenla protezione. che si attribuisce a Giovanni XXII , di
I religiosi della Mercede, i Trinitari per quelle di Papi d' indulgenze e pri-
altri
promuovere la divozioneal nostro ss. Re- vilegi concessi agli ascritti alla divozione
dentorcy coll'immagine di Gesù Nazareno dello scapolare e abitino del Carmine, nel
ne formarono piccoli scapolari; come fe- quale come gli altri di questo genere la
Tando la castità del loro slato , recitalo 2,cap.6;edal p. Cosimo Villiers, Bibliot.
l'ufCziobreve della Madonna ogni gior- Carnielit. t.2,p. 753; ambedue citando
no, ovvero 7 Pater, Ave e Gloria jasle- la testimonianza di molli antichi autori
nendosi dalla carne il mercoledì, vener- carmelitani. Tulli i passi prodotti sulU
dì e sabbaio, e se impotenti recitare al- visione del b. Simone furono raccolti da
Iretlanli 7 Pater, Ave e Gloria j laonde Filippo R.iynaud x\t\ si\o Sca pula re Ma-
il b. Simone istituì la confialernila dello rianutn, OpA, 7. Ve n'ha uno del p. Pie-
Scapolare, afilue di riunire come in un tro Swaynton, che fu compagno e diret-
sol corpo , con esercizi regolati di pietà, tore del b. Simone per molli anni, e il
lutti quelli che volessero specialmente o- i.*'che scrisse la sua vita.Mosheim da ze-
iiorare la ss. Vergine. Si dice inoltre che lante protestante, sommamente prevenu-
la B. Vergijie promise al b. Siujone di to contro il culto della B. Vergine, con-
levare dal purgatorio, i\e\i° sabbato do- siderò la visione del b. Simone come una
po la loro morte, tulli quelli che fossero favola superstiziosa. Invece la sua reallà
ascritti alia fratellanza o confraternita di \enne stabilita non solo dalla bolla Sab-'
96 sex se A
Ialina i ma dall' approvazione die delle per insegna un Calice con TOstia, e cele-
confraternite del Carmine e dello Sca- bra la festa della Madonna del Carmine
polare fecero con bolle i Papi Clemente consolennissima processione. Nel pontifì-
VII, Paolo III, Gregorio XIII, Paolo V calodiClemente Vili fu eretta simile con-
e.Clemente X principalmente. Benedetto fraternita in ss. Martino e Silvestro a'Mon-
XIII eslese a tutta la Chiesa a'i6 luglio ti, con tutte le grazie e privilegi concessi
Ja festa della B. Vergine del Carmine e dai Papi alla divozione dello Scapolare
dello Scapolare Mariano. Vari autori Mariano. Iqpnfrati assunsero sacchi di co-
dotti e pii scrissero intorno a questo ar- lor lionato o tanè, con mozzelta bianca e
gomento, fra i quali si ponno consultare, cintura di cuoio nero, quindi edificarono
il p. Daniele della Vergine Maria: J^inea un decente oratorio o chiesa presso la con-
Carmeli. Il p. Gio. Feyxon de Villalbos : trada delle tre Cannelle e vi si trasferi-
His lorica -sacra el iheologico dogmatica rono, a motivo della lontananza della sud-
eiisserlatio, \n ciì\ stabilisce la realtà del- delta chiesa. Il Piazza discorrede'mento-
la visione del b. Simone Stock. Il p. Ire- vati sodalizi, anche neW Eusevologio Ro'
neo di s. Giacomo Tractalus tìieologi-
: mano, trat. 6, cap. 1 3. Innumerabiii sono
CHS de singulari Imniaculalae Virglnis poi le pie unioni della Madonna del Car-
protedione. Paolo Segeri, dir o nologià vi mine e suo Scapolare Mariano,nelle chie-
tae Simonis Stock. Daniele Papebro-
b. se dell'ordine carmelitano de'religiosi cal-
chio. De
b. Simone Stock yCommenlarius zati e scalzi, i quali benedicono gli scapo-
hrevis^ 3 maii Bolland. 653, VII,p. 790. lari, che gli ascritti debbono portare sem-
Il Piazza nelle Opere piedi Roma, trat. pre per godere de* privilegi e indulgenze
5,cap. I 2,parla delle arciconfraternite del annesse. Tanto queste pie unioni, come t
della Chiesa, quindi tornò ad avere il ve- i cardinali dell'ordine de'preti, i vescovi,
scovo nel I i26j allorché vi fu trasferita gli abbati regolari e altri ecclesiastici che
quella di Belgrado,e fatta suffraganea del* ne hanno l'indulto» Queste scarpe e cal-
l'arcivescovo ó'\ Spala Irò (^.). Sebbene zari cumulativamente sono appellati san-
poi la sede di Belgrado fu ripristinata, dali, distinguendosi quelli del Papa per
quella di Scardona continìiò a sussistere^ la maggiore ricchezza e ornati, e pel se-
finche Leone XII colla bolla Locuni B. gno della croce espressa sulle scarpe. Inol-
Petri, de'3o giugno iBaS» per la nuova tre a Sandali parlai de'Ioro misteriosi si-
circoscrizione delle diocesi di Dalmazia, gnificati. Risalendo a'tempi più antichi,
la soppresse mentre era da molti anni va- veggonsi gli uomini camminare a piedi
cante. A SEMRiyDRiA,nel parlare di questa nudi. L'uso ch'era in vigore presso gli e-
sede vescovile unita a Belgrado, riportai brei di presentare a'viaggiatori, oltre l'O-
col p. Parlato, che ne tratta nel t. 4» i ve- spìZÌo[F.) per ospitalità, l'acqua oppor-
scovi di Belgrado, dell'origine di sua se- tuna per la Lavanda de'piedi [ì^.), ci som-
de vescovile, della sua unione con Scar- ministra una prova di tale asserzione. I
dona, e di quelli avuti dopo che se ne se- greci e i romani ne'secoli più remoti a-
parò, e gli ebbe comuni con Semendria. veano e non ben cono-
la stessa pratica;
Laonde in quell'articolo riportai tutti i scendosi prima origine de'calzamenti,
la
««sola, oltre molte notizie civili ed eccle- e la mollezza introducessero l'uso di mu-
siastiche riguardanti Scardona. I seguenti nire i piedi di scarpe. Ma senza supporre
ultimi vescovi di Scardona, li leggo nelle il lusso e la mollezza come origini imme-
Notizie di Roma, ySS fr.VincenzoBraga-
i diate di quell'uso, potrebbe immagi- si
degli animali : in questo conviene anche de dicesi venne il vocabolo stivali. I cal-
il Baldovini, De caliga velerum. A riguar- zolai diRoma antica riconoscevano qual
do forma delle scarpe, questa variò
della fondatore dell* arte loro un cerio Ticino
moltissimo secondo l' indole e costumi i della Beozia. Ne'primi secoli di Roma po-
delle diverse nazioni. Le scarpe deglia- chi progressi fece l'arte del calzolaio, co-
teniesi erano di cuoio preparalo, o di pel- me pochi ne fecero le altre professioni;
li conciate. 11 colore uniformedelle scarpe più tardi però essa giunse ad un alto gra-
pergli uomini era ilnerojledonne le por- do di perfezione,allorchè leconquiste por-
tavano di diversi colori, e talvòlta le ar- tarono ilLM5^o(/^.)nella capitale del mon-
ricchivano con ornamenti d'oro, d'argen- do. Laonde negli storici di que* tempi st
to, d'avorio e persino di gemme. In Ro- trova un gran numero di nomi, applica-
ma la materia più comune delle scarpe ti a specie particolari di calzature : Pe-
era parimenti il cuoio nero concialo o pre- rones, phoecasia^ caligae, soleae, crepi-
parato. Questo genere di calzamento era daeySandalia^ec.Vev moholewpoìehol'
quello de'senalori e de' magistrati, colla teghe de' calzolai si aprirono indifferen-
differenza però che questi portavano le temente ne' vari quartieri diRoma, appog-
scarpe rosse nelle ceremonie, e più alle giati a'muride'lempli, e degli altri monu-
di tomaio che non quelle degli altri. Le menti pubblici. Più lardi peròfiuono de-
donne portavano le scarpe come gli uo- finitivamente stabilite nell' A rgileto,quar.
mini, ma le adornavano talvolta di rica- tiere che faceva partedella regioneXI. A-
mi, di piccole punteggiature d'oro a gui- lessandro Severo costituì i calzolai in cor-
sa di chiodi,e qualche volta ancora di per- porazione, e diede loro difensori o magi-
le e di gemme. Secondo Winckelmann, strati particolari. Nella Roma papale i cal-
le persone più distinte di Roma portava- zolai si costituirono in Universitàartistica
no scarpe di cuoio rosso, che veniva dal (r'.),ed elessero a protettori i ss. Crispino
regno del Ponto -.quelle scarpe si chiama- e Crispiniano. Ma s. Deodato esercitò di
vano Mitllei, ed erano talvolta ricamate cerio l'arte del calzolaio, e del quale scris-
d'oro e d'argento, ed a Gemma narrai che se s. Gregorio I ne Dialoghi, che tutlo-
quali con sandali o zoccoli visitano 7 le raitazione di Traiano, rifiutò tale osse-
chiese. A'canonici Preniostrattnsi [m'ono quio. Si possono vedere: Jos. Gar. Wie-
prescritte le scarpe rosse. Dice Torrigio, seuha ver, De idolatria imperatorum ^WW-
Grolle J^aticaney p. 74? che la scarpa al- deph. 1743. Joh. Ottlob. Brehmius, Di^
l'apostolica detta sandalo, era formata di spiUatio de pedum deosculatione impe-
una suola per la pianta del piede, ed al- raloribiis romanorum quondam praesli-
cunefìbbie di sopra la fermavano. 11 Bor- ta, Lipsiae 757. 1
p. 3o3, delle scarpe degl'indiani. Zacca- date, loro disse, le mie scarpe esse sono :
gni nelle noie agli Atti d' Archelao ^ pro- belle e ben fatte; ma ciò non ostante bi-
"vò con Strabene, che i persiani adopera* sogna che le getti via, perchè niuoo fuor
rono scarpe moltoalle; e che l'eretico Ma di me sa, dove mi fanno male. Avverte
nete si serviva d'una specie di scarpa chia- Baluzio, Capitul. 1. 1 1, p.i53,che la scar-
mala quadrisolea. Presso gli eretici valde- pa nella Scrittura è presa per un segno di
si v'erano gl'insabbata ti oz«Z>tìt/e/25e^, che dominio, leggendosi ne' salmi extendam
si riconoscevano fra loro per un seguo che calceamentum meum super Idunieam. Si
portavano in zabata^ swesotulari.Mun- legge poi in s. Gregorio di Tours, che nel-
kero nelt.i, p. 3o della Mitografia^ à\- le Gallie eravi il curioso uso di presen-
ce: siquism'onocrepiSfidest unopede cai- tare le scarpe alle spose, coU'anello e eoa
cealus supervenissetj morteni appropin- un bacio. Tra gli ebrei, se un uomo mo-
quare responsum estyes]p\e^a la vera qua- riva senza figli, suo fratello era obbliga-
slato uno de'suoi talari a Perseo, che vo- vivere il suo nome; se ricusava di farlo,
Eranvi servi e serve destinate alla cura lino alla Regola : anche Rinaldi all'anno
delle scarpe e de'sandali, lo che rimarcai 861, n.° 62 attesta che i sandali di Gesù
eziandio a Sandali. Per accrescere la sta- Cristo fossero nel detto santuario) e dei
tura, massime le attrici nella scena, come suoi apostoli, sono composti d'una suola,
talvolta facevano i sacerdoti ne' sagrifìzi, a cui viene attaccata una calcagnata, le-
solevano servirsi del sughero sotto le scar- gala al collo del piede con due coreggiuo-
pe: ma nelle loro camere usavano anche le, e con una terza, che passando sul so-
le pianelle. Le scarpe rosse solevano por- pra piede e fra le due prime dita, ferma-
tarsi dalle cortigiane. Abbiamo d'Angelo si alla parte anteriore della detta suola.
delli Oldradi, Capitolo sopra le pianelle ]Vei musaico poi di s. Prassede, i sandali
alla sua donna, Roma i55o. Fu celebre delle medesime figure hanno lecalcagna-
la risposta di Paolo Emilioagli amici, che te, le quah oltre il di dietro del piede,
sex SC A ìoi
abbracciano anche ia parte anteriore del ze a seconda del loro capriccio e della in-
collo senza indizio di coreggiuola. Soltan- dustriosa speculazione di chi inventa le
to vi è una porzione del cuoio che pro- mode, ovvero ingegnosamente riproduce
lungasi e passa pure fra le due prime di- le antiche costumanze modificate o am-
sia slica, aip. 91 : Delle scarpe ponli/lcìe, scirono notabili, come si vede non solo
pubblicò le forme d'un piede con sanda- nelle scarpe, maanche nelle altre sagre
lo e croce d'un antico marmo, e le scar- vesti e utensili: se la varietà non è sostan-
pe di s. Silvestro I, di s. Martino I, edi ziale, lo è accidentale, ma in modo, che
Onorio I in cui vi è la crocetta. La fog- facendosi i confronti di quelle eseguite in
gia delle scarpe de'secoli più antichi, per diversi tempi, presentano rimarchevoli
quelle posteriormente iulrodottedai bar- differenze. Non solo, come si rileva dalle
bari, in seguito produssero forme che par- tavole prodotte dal p. Povyard, variaro-
tecipavano d' ambo gli usi, e poi forme no le figure delle scarpe pontificie, ma
affatto nuove che soggiacquero a molte anche i loro ornati e le stesse croci eoa
variazioni. Il p. Povyard combinò una se- diflferenti disegni. Altrettanto si può dire
rie precisa, eprodotta in figure delineate della materia di che si formarono le scar-
e dilucidate col più esatto scrupolo, del- pe, e del numero delle stringhe e fettuc-
le scarpe de'Papi da Silvestro l ai nostri eie colle quali si legavano, dovendosi di-
tempi. Che se non potè produrre i dise- stinguere le scarpe usate da' Papi nelle
gni delle scarpe e loro ornati di ciascun sagre ceremonie, da quelle adoperale do-
Papa, in una
completa e cronologi-
serie mesticamente, l'une e l'altre di poi deco-
ca, sviscerò tanto bene questa parte del rate del salutifero segno della croce; an-
vestiario pontificio, che in certo modo vi che vescovi usarono e costumarono scar-
i
«upph. 1 Papi non furono leggieri e vo- pe comuni, e sandali con calzari pe'sagrì
lubili come le femmine, che appassionate riti. Riguardo al colore delle scarpe dei
per l'immorale e sempre rovinoso lusso, Papi antichi, non si può stabilire cosa di
cambiano frequentemente mode ed usan- preciso, e con fondamento storico. Se si
102 SCA SCA
dovesse ragionare sull'uso inlrodollo nel- non avea egli ancora adottalo il colore u-
la Chiesa ne'secoli posteriori, si potrebbe salo dagl'imperatori, ecomunicalo daCo-
dire che il colore delle scarpe almeno nel- stantino Grande ai Papi per la loro
I il
zo 111 non v'ha chi numeri i diversico- fedeli, i quali viveano sconosciuti nelle
lori de'paramenti, com'egli ne conta 5; grotte e caverne della terra, nelle cata-
non si può perciò asserire con giusta cri- combe, che sei secondi viveano in pub-
tica, che ne'pnmi secoli delia Chiesa si blico incogniti, è indubitato che per il lo-
dono in varie chiese di Roma, i loro pa- vestro I, nella frugalità e santità della vi-
ramenti sono di color giallo a guisa d'o- ta, avranno usato scarpe semplicissime,
ro, e le scarpe all'incontro di color nero, senza squisitezza d' ornati e di singolari
con ornali bianchi, sino a Innocenzo II, colori; non avendo bisogno di distinzioni
che nella sua eHigie,la quale si osserva nel- esterne e delle scarpe speciali, per riscuo-
la tribuna di s. Maria in Trastevere, pre- tere venerazione da'devotissimi fedeli coi
senta le scarpe rosse fenestrate e ornate quali viveano, persuasi dell'ossequio che
di perle.Che però, non potendosi aver era loro dovuto, come successori del prin-
una ragione da provare, da che sia deri- cipe degli Apostoli, e come vicari di Ge-
valo posteriormente l'uso del colore ros- sù Cristo; conoscendo abbastanza le pe-
so nelle scarpe de'Papi, espresso nelle lo- corelle del loro ovile la preziosità de'pie-
ro pitture, si potrà dire col Baldovini, De di di chi evangelizza, e i beni spirituali,
calceo antiquo et mystico, cap. i o, p.8 1
indicati già da s. Paolo nella sua lettera
rubeorum ejusniodi calceorum usum ah ai romani, quam speciosi pedes evange-
Jmperatoribus ad. summos Pontifices lizanliuni paceni. Finite le persecuzioni
fiiìsse traductum. Che se esiste la scarpa e ridonata ai cristiani la pace, conveniva
di «. Silvestro I del 3i4 di color verde pur troppo che il supremo Gerarca, u-
oscuro e non rosso, si può concludere, che scendo dai nascondigli e dalle spelonche,
essendo egli il primo Papa a cui fu per- assiso nella prima cattedra del cristiane-
messo di spiegare al pubblico la sua au- simo, spiegasse con più decoro la maestà
torità, a differenza de'suoi predecessori, della sua divina rappresentanza, ed allo-
sex SCA io3
ra pare che sia nelle scarpe come in tulio sono traforale e longitudinalmente aper-
il resto, si cominciasse a introdurre qual- te, m^^mc ad summitni pollicem pedis , se-
che variazione, la quale come essere do- condo l'uso de'calcei longobardici. Gor-
vea lontana da qualunque ombra di va- diano essendo regionario è vestito eccle-
nità, dovesse servire soltanto ad accre- $iasticamente,e lesue scarpe saranno pu-
scerne la maestà e la venerazione, special- re come quelle degli ecclesiastici di quei
mente de'divini misteri e delle ecclesia- tempi; perchè di poi e in più secoli si tro-
blidie funzioni. vano pure indistintamente le medesime
11 p. Povyard per istabilire l'antichità scarpe pei Papi, pei vescovi, pei sacerdoti,
del bacio de' piedi de' Papi auteriore di diaconi e suddiaconi ne' monumenti sa-
molto all' introduzione della croce sulle gri. Siccome s. Gregorio I, coetaneo dei
loro scarpe o sandali, e tentare di rinve- longobardi, si fece dipingere viventecolle
nire qual è l'epoca più verosimile di lale scarpe longobardiche,con tal nomesi chia-
introduzione, fece incidere le diverse for- marono dal p. Povyard le scarpe de'se-
me, colori ed ornati delle medesime scar- guenti Papi, che offrono traccie di tale
pe, e le illustrò tanto nella citata sua bel- usanza. Tali sono quelle di Onorio l del
la dissertazione, che nella Leltera di: ri- 625, e di s. Martino Idei 649, con quegli
sposta al cardinal Brancadoro. Principiò ornati e variazioni rimarcate dal dotto
dali'esaminarei monumenti di Gesù Cri- religioso, ordinariamente di trifoglio e di
sto e degli apostoli, già ricordali; la scar- giglio, abbellimento che prevalse nelle
pa di s. Silvestro I, i calcei cavi di s. Ip- scarpe o sandali pontificii e vescovili sino
polito vescovo di /^o/Vo del secolo III, che a Innocenzo II del i i3o. Queste scarpe
imitano un cuoio o una stoffa sottilissi- per lo più figurano nere ne'monumenti.
ma, poiché sopra la tomara trasparisce Pertanto viene asserito, che da Onorio l
la forma delle dita de'piedi, scarpe sem- a Calisto li del 1 1
19, gli ecclesiastici di
plicissime e senza ornato. Pertanto crede qualunque rango eordine,inclusivamen-
che uguali sieno state le scarpe de'Papi tea'Papi, usarono scarpe nere anche nel-
con tempora nei di s. Ippolito, cioè s. Ur- le funzioni sagre; e quantunque possa es-
bano I del 226, s. Ponziano del 233, co- servi qualche esempio in contrario ne'ri-
me lo furono quelle di s.Anteio del 237. ti degli antichi Ordini romani, non ostan-
Silvestro I, ai calcei cavi e semplici so- che per quasi 6 secoli tutti gli ecclesia-
stituì altri più preziosi per la materia e stici non offrono che scarpe di color ne-
per gli ornati. Ma le scarpe pontifìcie su- ro e simili coreggiuole, e gli ornati però
birono mutazioni nella forma e negli or- bianchi. Anche santi personaggi secola-
i
nati, quando dopo la metà del VI secolo rine'medesimi monumenti sono rappre-
i longobardi calati in Italia, i costumi si sentati con iscarpe longobardiche nere. A-
alterarono con vicendevoli imitazioni. Pa- vendo Aureliano nel divieto agli uomini
re che i romani fra le altre cose, ne imi- comprese le scarpe rosse, turchine, bian-
tassero le scarpe, e che il clero sebbene in che e verdi, le lasciò portare alle donne,
ogni tempo più tenace ne' suoi usi, non le sembra preferissero il colore ros-
quali
potè sottraisi da tale influenza, a giudi- so,mantenendone l'uso per molti secoli;
carnedallescarpe dis.Gregorio I del ^90, onde così musaicisti rappresentarono la
i
zia ebbe le calze colle pianelle rosse nel M.'in Trastevere nel musaico, con iscar-
principio della repubblica dagl'impera- pe delia forma del calceo cavo de'primi
tori di Costantinopoli. Anche i patriarchi, tempi, cogli ornati introdotti successiva-
gli arcivescovi,! vescovi ottennero la stes- mente, con ricamo d'oro, e fila di perle
sa facoltà ; poiché nelle pitture greche cheornanoilcollodellalomara, alla pun-
de'secoli XI e XII si vedono i santi pre- ta della quale vi è uno scudetto d'oro e 3
lati della chiesa greca rappresentati colle trafori o fenestrature finte, quasi tonde in
scarpe rosse, uso adottato dal patriarca ciascuna parte della lomara, segnale col
di Costantinopoli, come afferma Valen- rosso più oscuro e con un bordo d'oro.
lini. De osculatione pedum Bom.Pont. A Uri esempi anteriori di scarpe ornate di
Tulli i prelati greci vestiti pontificalmen- perle di s. Martino l e di Gregorio IV si
te hanno calcei rossi simili alle pianelle vedono in un codice Vaticano, ma può
odierne, senza verun ornato; onde la di- essere arbitrio del miniatore. L'uso delle
versità fra le scarpe sagre e civili sarà in perle sulle scarpe, benché più frequente
ciò, che prime saranno state pianelle,
le in seguito del commercio del levante, do-
e le seconde niaximo formatii expollti, po le crociale reso più facile, era tutta-
saranno stali forse stivaletti rossi. Da que- via assai praticato dagli antichi, essendo-
sta differenza non si può credere che Pa- i vene esempi degl' imperatori romani e
pi abbiano voluto imitare prelati greci, i greci. Interessanti sono le scarpe degli al-
nell'assumerei calcei rossi. Piuttosto è ve- tri Papi, rappresentati con Innocenzo II
rosimile cheì detti patriarchi perle loro in della chiesa. Altre simili scarpe sono
orgogliose pretensioni, che in tanti luo- nel monumento d'Adriano V I del i 1
54»
ghi enumerai, si arrogassero anche le scar- COSI d'Innocenzo III deli 198, ma senza
pe rosse da loro stessi, o per concessione ornati e rosse. Questo dottissimo Papa,
degl' imperatori invidiosi della signoria parlando de'sandali fenestrati, nel cap. 1
dello stato romano conseguita dai Papi, di sue opere, lo dice d'uso comune a tut-
i quali quanto al temporale erano dive- ti i vescovi, e che egli suppone già da mol-
nuti successori degl'imperatori romani, to tempo stabilito. Ono» io Miche gli suc-
laonde a loro esempio a veano preso per cesse venne dipinto con iscarpe ro>se nel
calceameuto le scarpe rosse, come attri- portico di s. Lorenzo fuori delle mura;
buto principesco; ciò che forse essi fece- ma descrivendo l'elezione del Papa noq
ro, quando presero il Camauro {F.) con parla del colore delle scarpe o sandali pa-
bordi diarinellinOjbordi che Irovansi nei pali, benché dica del bacio del piede dei
vestimenti degli antichi e moderni sovra- cardinali all'eletto: però e come notai a
ni. Da alcuni scrittori si apprende, che le Calze, nell'Ordine romano XIII compo-
scarpe rosse furono comuni agli altri ve- sto d'ordine di Gregorio X del 127 i e ri-
scovi, Q per concessione pontificia, o per guardante la pontificia elezione, souq
SCA SCA io5
menzionate le scarpe rosse e prescritte; gorio XI eletto nel 1 370, le scarpe pon-
pare che vi fossero due sorte di scarpe ros- tificie principiarono ad essere meno acu-
se, cioè le sotto calzette che si aggiunge- te e piti accomodate alla forma naturale
vano alle calige de panno sine pedalibus del piede, come si vede ne* monumenti
e le altre saranno state le scarpe o Scin- de'3 suoi immediati successori. Le stesse
dali pontificali. Nel monumento sepolcra- forme portarono le scarpe degli altri Pa-
le d'Onorio IV deli 285, la statua ha il pi; e niente di particolare offrono quelle
calceo cavo con indizio di feiiestraturejSe* degli altri posteriori sino a Paolo IV, le
gnate con galloni d'oro, con semicircoli cui scarpe hanno forma semicircolare nel-
sulla punta e altro intero in amheduele la punta,quale è quasi quadrata, forse
la
parti della tomara, la quale come il re- per opporsi all'uso che regnava negli ec-
stante delle scarpe è d'una stoffa ricca con clesiastici, di portare scarpe lunate o cor-
disegni rabescati la lista o fregio di mez-
; nute con punta aguzzissima; in seguito i
zo è ornato con gemme, come anche le secolari passando da un estremo all'altro,
suole, né vie traccia di coreggiuole: mi adottarono la punta quadrata, che [)ati
sembra la scarpa più ornata degli anti- poche alterazioni. Le più antiche scarpe
chi monumenti, come si può vedere nel sono quelle di color verde di s. Silvestro
p. Povyard. Ricche furono pure le scar- T, di cuoio rosso oscuro di s. Martino I,
dette polacche, rostrate e cuspidate, cor- del bacio de'piedi del Papa, all'introdu-
nule, pei secolari d'ambo i sessi, armate zione della crocesulle loroscarpe, a fion-
con lunghe punte di ferro o d'argento, te d'una folla di gravi autori che cita, i
che parevano gran rostri d'uccello: e le quali nelle loro opere prelesero di vedei^
donne ricche le portavano almeno d'un la croce sopra le scarpe de' monumenti
palmo e mezzo, le principesse di 2 o di 3, pontificii più antichi, laonde dislintameu-
e durò tal moda nonostante gli sforzi dei esaminò, mostrando che gli orna-
te gli
principi, e la proibizione di vari concilii menti a guisa di fiori non furono croci,
per farla sparire, sino al secolo XVI. Il come motti creiletteroe soslennero, men-
clero regolare e secolare n'ebbe proibi- tre le croci de'palii furono benissimo e-
zione e pene da vari concilii, riportando- spressein que'Papi che si suppose averne
spi essa col gallone,occupando tutta la lun- quale sono fermati da una cucitura. Coa
ghezza e la larghezza della tomara, e sarà galloni leggiadri sono le croci della statua,
\erosiniilmentestataimitata,couiepurele di Benedetto XIV;
Clemente in quella di
scarpe, da quelle che usava q^uesto Papa; e XIV non occupano tutta la to-
i galloni
quando fu aperto il di lui sepolcro fu tro- mara, formano una croce greca, ornata
«ala l'immagine eguale alla marmorea,ed di raggi negli angoli, come l'usò Pio VL
in conseguenza che le scarpe colla croce so- 11 p. Povyard riprodusse pure le scarpe
no dell'islesso tempo del restante dell'efli- e le croci di Pio VII, tanto delle scarpe
gie. Con forma di croce sono le
l'islessa usuali che de' sandali o scarpe pontificali,
scaipe di Martino V morto nel i43i nella e sono eseguite con ricami, con lustrini,
sua edìgie in bassorilievo di bronzo nella e pagliette d'oro, dette dagli antichi cri-
basilica Lateranense. Simile alla medesi- socia vi. Pare che le prime croci fossero
ma è la croce, ch'è sullescarpediEugenio ben visìbili e di cuoio forse indorato, poi
IV nella statua del suo deposito in s. Sal- con galloni d'oro, indi con ricamo e lu-
vatore in Lauro. Nel monumento sepol- stri ni, e al tre industrie de'rica ma tori. Con-
crale di Nicolò V eletto nel i447> ^^^'l'c clude il p. Povyard, che non è certo, che
grotte valicane, si vede sulle scarpe del- r uso della croce sulle scarpe o sandali
la statua la stessa croce di quelle d'In- de* sommi Pontefici, sia egualmente, o
nocenzo VII. Sotto questo Papa abbia- poco meno antico dell'uso di baciar loro
mo un esempio luminosissimo dell' uso i piedi, attestando i monumenti pontifi-
della croce sulle scarpe ponlifìcali, il qua- cii d' una maniera chiarissima, essere il
le è che nell'abdicazione del pseudo-pon- bacio de' piedi de'Papi di molti secoli an-
tificato dell'antipapa FtUce V^ il legitti- teriore all'introduzione della croce sulle
mo Nicolò V
accordò molte preroga-
gli loro scarpe o sandali. In che pienamente
tive e insegne pontificie, ma fra quelle che conviene il cardinal Brancadoro, nella ci-
espressamente gli proibì, fu 1' uso della tata sua Lettera^ dichiarando l'uso del ba-
cruce sulle scarpe. Leggo in Gritio, Isto- cio del piede molto più antico dell' uso
rie di Jtsi p.72, che recandosi in essa della croce sopra le scarpe o sandali Pa-
nel 1464 Pio II, il popolo per divozione pali, e più antico on-
di secoli e secoli ;
gli andò a baciar le croci d'oro che il Pa- de senza alcun dubbio si può e si deve
pa suole portare sopra le scarpe. Passa asserire, che da tutt'altro, fuorché dalla
cjuindi il p. Povyard ad indicare le for- croce, avesse origine tale bacio. I sommi
me delle croci poste sulle scarpe de'Papi Pontefici come vicari di Gesù Cristo, e
ne'Ioromonumenti, quelle cioè che offro- come successori di s. Pietro, hanno in tutti
no qualche mutazione o qualche parti- i secoli riscossa la più alla venerazione da
colarità. Nella statua del n)agnifico Paolo tulli i fedeli, anzi dal I. ''secolo dellaChies.i,
]l le croci sono di galloni più larghi di ed introdotto per la somma venerazione
quelli delle croci de'precedenli Papi, or- e amore che primi fedeli portavano al
i
nate con perle o pietre preziose. Più sem- primo Gerarca di s.Chiesa. E siccome es«
sex se A. 107
sì dopo rigenerali alla grazia col mezzo croce sulle loro scarpe e sandali, intito-
delleacque salutifere del battesimo, pian- landosi Servo de servi di Dio (^.). Spie-
gevano ciò non ostante le colpe dell'uo- gò i misteri che comprende tale bacio, il
mo vecchio, così prostrati ai piedi di chi colore rosso, la croce ricamata, e l'intes-
teneva qui in terra le veci di Gesù Cristo, suto d'oro di cui si forma, in significalo
l'esempio imitarono della penitente Mad- della maestà e sublimità del suo grado
dalena, che prostrata a' piedi del Salva- sopra ogni altro della terra, come l'oro
tore, non contenta dell'intimo suo pen- sormonta ogni preziosità di metalli. On-
timento, e dell'interno amore del cuore, de il Papa portando nella cima del Tri'
esternava il primo colle copiose lagrime, regno (^.)e nella superficie de'sandn li la
e il secondo col baciare i piedi di colui, croce, fa vedere al popolo cristiano, ch'e-
da cui soltanto sperar poteva il perdono. gli è tutto intieramente da capo a piedi
Sul bacio de' piedi del Papa, abbiamo ; professore della dottrina e della vita di
di VCxcójD e giubilei cap. 6 yBacio de pie- r Cristo. Anche
IVIarangoni,Oe//e cose gen-
di antico e moderno praticalo da'perso- tilesche e profane trasportate aduso sa-
naggi. Riporta l'uso de'popoli antichi che gro, a p. i57 nel riportare che Pontefici i
Papi per duplice rispetto, con attribuire Stefano Va lenti ni De osculatione pedani
:
tuzzare r eretiche maldicenze, posero la che si presentò a Gregorio XVI gli volle
I o8 SC A SCA
baciare umilmente il piede. Loda il Cenni ciò del piede al Papa, e s. Gregorio VII
l'antichissimacostumanza ed il virtuoso nel 077 decretò Quo solius Papae pedes
1 :
contegno de'Papi, quali schivando sem- i omnes principes deosculentur^ anzi dissi
pre ciò che ridondai* potesse in loro pri- altrove che alcuni aggiungono che proibì
vata venerazione, adottarono la croce sui a' vescovi e a'preti ricevere simile distin-
calceamentì pontifìcii, affinchè l'omaggio zione, i quali portavano i calcei crucigeri,
rispettoso fosse tutto indirizzato a Gesù asserzione confutata dal padre Povyard.
Cristo di cui fanno le veci in terra. Molto A Elezione de'Papi e ad Ubbidienza, par-
meno nacque costume da imitazione di
il lando de' riti praticati col nuovo Papa,
fasto imperiale, oda consuetudine una vol- parlai del bacio del piede come adorazio-
ta comune a' vescovi, che anzi gli uni e ne e rito antichissimo. Cenni confuta To-
gli altri, da che vi è memoria, adorarono massini,che nella Feter. et nov.eccles.di'
il Pontefice, Prova Cenni l'antico e gene- sciplina, sostenne che il bacio de'piedi an-
rale costume del bacio de' piedi, princi- ticamente fu generalmente usato coi ve-
piando da quello reso al 1.° Papa s. Pie- scovi, ed anche coi sacerdoti, che porta-
tro, rimarcaitdo la sua antichissima statua vano impressa nella scarpa la croce; di-
di bronzo che si venera nella sua basilica cendoche per venerazione alla santità d'al-
Vaticana, in alto di dare il piede a ba- cuno soltanto ciò fu fatto, e si praticò an-
ciare, ed il quale con somma divozione che con s. Bernardo monaco e abbate seb-
baciano tutti i fedeli e lo stesso successore bene non vescovo, quando d'ordine d'In-
il Pontefice; del quale venerando simu- nocenzo li andò in Milano per riconci-
lacro parlai ancora ne'vol. LIV, p. 220, liare il clero e il popolo; termina Cenni
LVlll,p. 25o.NeiranticoOrdine romano, con provare la singolarità dell'adorazione
che si crede raccolto da s. Gelasio I del e bacio de'piedi al Papa, non convenendo
49*2, in cui si contengono i riti de'primi con chi la credette anticamente comune
secoli, si dicecheil diacono prima di leg- a tutti i vescovi. Degli autori che scrisse-
gere l'evangelo, osculans pedes Pontifi' ro sul bacio del piede, ne trattai purea Ge-
cis j laonde non solo nel IV secolo quan- NUFLEssioNE, nel quale atto si rende l'os-
tore al Papa, e ciò per tradizione aposto- Panciroli parlando della visita che Inno-
lica introdotto anche nelle sagre liturgie. cenzo IV fece nel 253 1 in Asisi a s. Chiara
Frequente poi ne' monumenti successivi vicina a morire, dice che avendo questa
si trova menzione di tale ossequio,ora con domandata la grazia di baciargli i piedi
nome di Adorazione (^^), ora di saluta- e non potendo la moribonda alzarsi, il Pa-
zione, ed ora di bacio del piede. Di Giu- pa sali sopra d'uno sgabello, ed accostò
stino imperatore abbiamo che nel 57.5^
I il piede alla di lei bocca. Alle messe dei
le fiancate, cosa mirabile per chi conside- fedeli di tutti i gradi e anche sovrani. Le
ra la difficoltà del ricamo su tale pellecom- scarpe de'Papi sono tenute in pregio più
patta. Le scarpe di seta e precipuamente diqualunque altro indumento pontifìcio,
di velluto ebbero ornati tanto belli, ricchi esempre se ne fecero premurose ricerche:
e nobili, che io durava fatica citando eru- mollo più quelle di seta o di panno ch'es-
diti esempi in persuadere l'umile Grego- si indossano nelle sagre funzioni, che ce-
rio XVI a qualche rara volta adoperarle, lebrano o a cui assistono. La venerazione
almeno per mostrare gradimento al do- per le scarpe de'santì personaggi derivò
natore, e sebbene egli nella sua profonda dai prodigi operati per l'intercessione dei
virili soleva dirmi: tutti quest'indumenti santi che l'usarono. Alcune chiese di Ro-
chemiricoprono,lecrocisullescarpe, nul- ma si gloriano di avere fra le loro reliquie
la merita la mia persona, solo doversi alla le scarpe di alcuni Papi santi; di quelle di
rappresentanza augusta di supremo capo s. Silvestro I e di s. Martino I, la loro chie-
della Chiesa, ch'egli stesso venerava nella sa n'é la custode; di quelle di s. Pio V ne
semplicità religiosa de'suoi costumi in tut- sono nelle chiese di s. Lorenzo in Pane e
to veramente mirabili. Però non mi riu- Perna, e di s. Maria in Vallicella, oltre
scì fargli calzale le scarpe di seta rossa, quella che possiede la nobile famiglia Bo-
con tanta divozione offerte dalla regina nelli parente di quel Papa. Riferisce Ca-
vedova di Sardegna M.' Cristina di Bor- tena, Fila di Pio Fj p. 2 38, che dopo la
bone, perché con preziose croci di bril- sua morte, da molti personaggi furono do-
lanti e rose d' Olanda, di molto valore mandate scarpe, berrettini, ealtre sue co-
(circa mille e duecento scudi), come di se, che il nipote cardinal Bonelli concesse.
gentile e nobilissimo lavoro; le quali a In venerazione sono pure tenute le scar-
senso dell' olografo testamento mi ap- pe de'Papi, benché la Chiesa non veneri
partenevano e liberamente poteva appro- per santi, ma per la sublime dignità di
priarmi, e per moderazione e delicatezza cui furono rivestiti, e per le virtù che e-
noi feci. Lo sappiano i detrattori, e se han- sercitarono. Delle scarpe chiamate San-
no pudore ne restino confusi : di altro par- dali a questo articolo ne trattai, in uno
lerò francamente e con dettagli in più va- ai calzari delti calze de' sandali, e dello
sto campo; qui la carta è misurata, co- stesso drappo e colore di queste scarpe
non si sogliono fìire a quelli degli altri, i l'articolo, ma non convengo che per san-
quali adoperano sandali e calzari bianchi, dali si debbano intendere le scarpe di vel-
rossi, paonazzi, rosacei e verdi. Chetante luto rosso, poiché mai si usa il velluto nel-
al Papa, quanto al vescovo convengano le scarpe pontificali con proprio vocabolo
scarpe particolari, cioè i sandali, qualun- denominate sandali, ma sempre di seta e
que volta devono celebrare, lo persuade sebbene il velluto sia consideralo simile
la ragione, poiché leggo in Bonanni, Del- alla seta. Errò pure nel dire, che il co-
le scarpe del vescoi'O cap. 7 i : Che se ap- lore delle scarpe segue quello del Berret-
presso gentili era costume l'usarle, quan-
i tiitOf il quale invece non varia mai ed è
do offrivano sacrifizi alle false deità, e ciò sempre bianco; piuttosto ciò devesi in-
per riverenza verso quelle, molto più si tendere pel Camauro (^.), quando l'u-
deve professare quest'ossequio al veroDio. sano i Papi. Inoltre il Bonanni, come al-
Riporta Erodiano nel lib. 5, che Antoni- tri, pretese più antica la gestazione della
no imperatore more vatum e/'iis regionis croce sulle scarpe de'Papi dall'epoca as-
ubi sactrdotiofungebatur calceos candid segnata dal bel trattalo del p. Povyard,
dissiinos ex lino pestasse j che perciò s. onde con Rocca dice che s. Grego- l'usò
Bernardo, Epist. 42, afferma che tra le ve- rio I del 5,90, e Giovanni VII del 7o5,
sti sagre del romanoPonf efice devono nu- ed altri Papi. A questo Giovanni VII al-
merarsi anche le scarpe, e lo slesso con- tri attribuirono la prescrizione,che al so-
fermò Rupcrto abbate, né ciò si deve in- lo Papa dovea baciarsi il piede, e che al
tendere delle scarpe continuamente usate suo tempo vescovi portavano le scarpe
i
dal Papa, le quali però devono essere in crociate. Diversi eretici biasimarono mali-
somma venerazione per il segno della s. gnamente il portare la croce sulle scarpe
Croce con cui sono fregiate. Aggiunge Bo- dai Papi, come inconveniente il porre in
nanni, che a questa pia e misteriosa con- luogo sordido il segnoadorabileanclie agli
suetudine non si può opporre Tuso con- Angeli. Nullameno, come osservò il cita-
trario del sommo sacerdote della legge to Valenlini, tal costume é lodevole, si
antica, il quale sagrificando con piedi af- perché la dignità pontificia lo ricerca, co-
fatto scalzi, seguiva Tordinamentodi Dio me per la riverenza dovuta ad essa dai
nelle sagre vesti, tra le quali nona vea pre- popoli. In ciò apparisce l'umiltà dei Po-
scritto le scarpe; perciò tra gli ebrei l'an- pi, che dovendo essere adorali dai fedeli
dare scalzo era segno di umiltà e som- prostrati a'ioro piedi, vollero che tale o-
missione, onde così procedevano ne' gior- nore si rendesse alla croce; ed essendo i
ni di digiuno. Nella legge nuova poi, a ven- Papi guida sicura nel propagare il van-
do Dio commessa la cura al suo vicario gelo, ben doveano colla guida della croce
in terra di governar laChiesa, con quelle portarlo in tutto il mondo. Siccome la cro-
leggi che più avesse giudicato opportune ce si pone in fronte ai cristiani, per ren-
a conciliar venerazione verso Dio e mae- derli formidabili al demonio, così il Papa
stà ne'sagri minislri,quindi tolta ogni om- r usa sui piedi, acciò avvalorato dal sa-
bra di antica superstizione, si sono stabi- lutifero segno, posvi sicuramente caauni-
lite altre leggi e riti diversi pieni di mi- nare e guidare i popoli nella via delia sa-
ìli sex se A.
Iute. Che se nnlicamente era lodevole il piace al Papa d'intimare che alle Cap»
pone la croce sulle porte, e sui piedi dei pe (F.) si levino le pelli d'armellino, se
morihondi si fa il suo segno con l'olio san- vorrà usare vesti di seta, depone le scar-
to, ed anche le bestie si segnano colla cro- pedi vellutoeassumequelle di seta. Quan-
ce, molto più è lodevole porre la croce do si dice, il Papa vestirà di seta^ sebbe-
sulle scarpe del Papa. Mazzaroni inipu- ne sia inverno o usi sottana di panno o
gnò il malevoloCuspiniano, provando tale cascemir, allora la mozzetta e le scarpe
usanza antica e non interrotta nellaChìe- sono di velluto, il quale vuoisi equivalen-
sa : lo stesso fecero Bosio, De signis Ec- te alla seta. Quando poi è prescritto, che
clesiae ci\p. 5j Grel8ero,Genebrardo,CoC' il Papa vestirà di lana, sia primavera,
cio,Suarez,e Stapletooio, De magnitudi- estale o autunno, e che la sottana è di se-
ne rom. Ecclexiae cap. 4- Il Papa come ta, allora la mozzetta e le scarpe dovran-
rappresentante di Cristo permette l'esse- no essere di saia ociambellotlo. Quando
re adorato, ed a suo esempio fa la La- nella stagione invernale devesi dal Papa
vanda de' piedi (f^.) ai poveri, ed umil- vestire di lana^ s'intende che dovrà as-
mente glieli bacia : come uomo si prostra sumere le scarpe e la mozzetta di panno.
a' piedi del Confessore del Papa (/'.), e Il vestiario di lana dal Papa si deve usare;
scalzo nel venerdì santo recasi all'adora- dalla settuagesima al sabbato santo sino
zione della Croce (^.), nel modo che de- dopo la funzione; e dnlla i.' domenica
scrissi ne' voi. 3o9,XVni,p. 23g,
VlII,p. dell'avvento ai primi vesperi esclusi ve del-
mentre si cantano ^V Improperi {^P^ .). O- la vigilia di Natale. Si devono però eccet-
gnianno il prefetto delle ceremonie con- tuare i seguenti giorni e circostanze in
segna al r." aiutante di camera del Pa- cui ha luogo la mozzetta e le scarpe di
pa un libretto, con questo titolo: Nola velluto. Se nella settuagesima ricorrela
de'giorni ne* quali il sommo Pontefice xV. festa della cattedra di s. Pietro. Se in tem-
N. userà gli abiti di seta o di lana nel cor- po di carnevale il Papa va a visitare il ss.
rente anno. Avendo esaminati tutti quelli Sagramento esposto, o altre chiese, mo-
stampati nelpontifìcatodi Gregorio XVI, nasteri e luoghi. Se nella quaresima ca-
vi ho trovato diverse inesattezze e con- de la festa dell' Annunziata. Se nell'av-
traddizioni. Ecco dopo tale studio e tenen- vento e nella vigilia dell'Immacolata Con-
do presente il prescritto dalle rubriche, cezione, nelle ore pomeridiane si reca alla
quanto posso dire sull'uso delle scarpe dei basilica de'ss. XII Apostoli, a compartire
l^api, circa alla materia e al colore. Il co- la benedizione col ss. Sagramento egual- J
lore rosso si usa in tutto l'anno, tranne mente nel dì seguente per tal festa, il Pa-
dal sabbato santo a quello in Albis^ che è pa usa mozzetta e scarpe di velluto. Se
bianco, anche nel camauro, nella stola e l'anniversario della creazione e corona-
nella mozzetta. Le scarpe bianche sono zione del Papa ricorre nella quaresima,
di lana o panno, e di seta usano le pri- : si nell'avvento, o in altri tempi in cui è pre-
me se la stagione è fredda, le seconde se scritta la lana, non ostante userà la moz-
temperata. Il Papa dopo la fimzione del zetta e le scarpe di velluto, e di seta se
sabbato santo, deposta \aFalda(f^.), nel- gli altri tempi sieno nelle stagioni in cui
la stanza chiamata con tal nome, depone si adoperi la seta. Di lana il Papa veste
le scarpe di panno rosso, e l'aiutante di nelle vigilie di Natale ede'ss. Pietro e Pao-
camera gli calza quelle bianche. Nel sab- lo, ma nella sola mattina, che se cadono
batoin /4lbis dopo la funzione, nella stes- in domenica ciò si osserva nel sabbato pre-
sacamera levatasi la falda, l'aiutante di cedente. Nelle vigilie della Purificazione,
camera gli toglie le dette scarpe, e gli po- dell' Annunziata e dell' Assunzione si usa
ne quelle di velluto rosso. Quando poi pure la lana nella sola muUiua, poiché la
sex SCA ii3
I.* festa (alvolla si celebra prima di set- toli e diaconie, per le feste de' ss. titolari
tuagesima,e la 2/ dopo Pasqua. Nel 83 i 1 di tali loro chiese. Ne' medesimi libretti
la lana per la sola visita dellastazionenel- lana, che sembrami non doversi attende-
la basilica Vaticana. La lana userà nella re : si leggano e quindi si giudichi. 1 riti
manina della vigilia d'Ognissanti, e delle e le sagre ceremonie, come i colori eccle-
vigilie de' ss. apostoli Andrea, Simone e siastici, e le materie delle sagre vesti sono
Giuda, Barnaba, Giacomo, Bartolomeo; invariabili; vi sono delle eccezioni, ma le
le vigilie degli altriopostoli cadono in tem- conosco : tuttavia non potei ragionevol-
pi in cui si adopera la lana, come d'or- mente registrare altro.
dinario avviene per quella di s. Matteo De Sandali de' cardinali degli ordini
nelle tempora d'autunno. Eziandio de* de'vescovi e de'preti, ne feci cenno di so-
vesi assumere la lana ossia la mozzetla e pra e trattai all'indicato articolo, e l'usa*
le scarpe di saia, come estate, nelle mat- noquandocelebrano pontificalmente nel-
tine delle vigilie di s. Gio. Battista e di s. la cappella pontificia o altrove, e quando
Lorenzo martire. Ne'tre giorni delle quat- fanno ordinazioni eallresolenni funzioni^
tro tempora egualmente è prescritta la tranne il venerdì santo e nelle messe di
lana, come nella vigilia e ore pomeridia- requie : i loro cadaveri si seppelliscono coi
ne dell'anniversario de'fedeli defunti, co- sandali; non quelli de' cardinali diaconi,
me ne' successivi anniversari de' Papi e a'quali non è concesso l'uso de' sandali.
cardinali nelle mattine in cui si celebra- Anzi, benché cardinali diaconi hanno i
no, adoperandosi altresì la lana negli al- l'uso delle scarpe rosse, i loro cadaveri si
tri anniversari de'Papi, sia nella cappella espongono e si tumulano con iscarpe ne-
pontificia, sia nella basilica Vaticana, co- re, sebbene vestiti de'sagri paramenti lo-
me ancora nell'esequie che il Papa fa ce- ro propri. I cardinali vescovi, preti e dia»
lebrare nella cappella pontifìcia ai sovra- coni usano comunemente scarpe nere con
ni cattolici defunti, cioè re ed imperato- tacchi filettati di pellerossa,e fermate da
ri; e ne' funerali che si celebrano ai car- fibbie d'oro o dorate. Nel venerdì santo
dinali quando muoiono. Qualora il Papa tulli i cardinali per l'intiero giorno usano
nel giorno della commemorazione de'de- scarpe senza tacchi rossi, e fibbie d'argen"
funti vada a visitare la chiesa di s. Gre- lo o d'acciaro. Nella sede vacante prati*
gorio I al Monte Celio, per suffragio dei cano altrettanto finché dura, i soli cardi-
morti, incederà con mozzelta e scarpe di nali creati dal Papa defunto* Per l'ado-
lana. Ne'suddetli libretti non trovai no- razione della Croce in detto venerdì san-
tate, ne le vigilie di Pentecoste, né de' ss. to, come dissi ne' voi. citati di sopra, i car-
Filippo e Giacomo minore che apostoli, dinali incedono scalzi, avendo loro leva-
mi sembra doversi usare la lana nella mat- te le scarpe i propri camerieri, che poi gli
tina trovo però nel Seslini, Il maestro
: ricalzano: anticamente per questa fun-
£ficflmerrt,cap.8,che nella vigiliadi Pen- zione i cardinali si recavano alla cappel-
tecoste deve farsi un'eccezione sul colore la pontifìcia in pianelle, come riferisce Lo-
delle vesti de' cardinali, dovendosi usare nigo, Delle vesli purpuree ^ p. 8, per le-
il rosso, ma non parla della mattina, che varsele subito al punto dell'adorazione e
è ii punto in cui credo doversi usare la lasciarle a'Iorostalli, eseguita la quale col-
lana; pei vesperi convengo che si deve a- la stessa facilità ricalzarle. Anticamente
doperare la seta e il colore rosso dai car- nella funzione dell'adorazionedellaCroce,
dinali. Inoltre i cardinali assumono il co- non entravano i camerieri de' cardinali
loie rosso ne'tempi vietati, ne'propri ti- nella quadratura della cappella pontificia
VOL. IXII. 8
ICeòewM^ CdU/^
P.rnK^MVii^iii h A
ii4 sex SCA
per levare le scarpe a'Ioro cartllnaìi, ciò pe nere e non mai le rosse. Gli altri car-
che ha hiogo come descrissi a tale cappel- dinali assumono la i
.^ volta le scarpe ros-
la, ma ogni Caudatario (F.) levava al suo se, nella mattina che si recano al conci-
cardinale le scarpe, come leggo nel p. Bo- sloro pubblico per ricevere il cappellocar-
naiinì a p. 44^* Inoltre cardinali vesco-
i dinalizio, se del colore rosso sono le ve-
vi, preti e diaconi usano ancora come di- sti, come avvertii nel voi. XV, p. 252 e
stintivo le scarpe di pelle rossa, colle fib- altrove; altrimenti se il giorno cade nel-
bied'oroo doraleicd anticamente anche l'avvento, quaresima, tempora, vigilie, ec.
le scarpe di pelle paonazza queste ulti- : dovranno paonazze portare le
colle vesti
me erano della forma comune, con fìbbie scarpe nere, ora che non più si usano le
d'oro o dorate, e si assumevano dai car- paonazze. Le scarpe nere e non le rosse
dinali colie calze e vesti paonazze, poiché indossanoi cardinali nelle ore pomeridia-
come Lutto, con l'au-
notai a Calze ed a ne del giorno in cui hanno ricevuto il det-
Lunadoro, Relazione della corte
torità di tocappellocardinalizio, visitando la basi-
dìRoma^^. 8(ma dell'edizione del 1 646),
1 licaVaticana e poi il cardinal decano. Le
prima le scarpe doveano seguire il colo- altre volte poi che i cardinali assumono
re delTabito, altrettanto dicasi delle cal- le scarpe rosse, insiemeai sagri paramen-
ze, le quali come pure ivi avvertii si por- ti del colore corrente, sono le feste solen-
tarono sino al pontificato di Pio VI se- ni di Pasqua, processione del Corpus Do
condo il colore dell'abito, per cui la ge- miniy vigilia e festa de'ss. Pietro e Paolo,
rarchiaepiscopaleela prelatura, ne'lem- vigilia efesia di Natale. Qualora poi nel-
pi in cui i cardinali vestivano tutto di pao- le fesle in cui Papa celebra pontifical-
il
nazzo, indossa vano calze e vesti nere, cioè mente ciò non facesse, non avendo per-
in que'tempi e inciusivamenteall'avven- ciò luogo i sagri paramenti, ma le sole cap-
to che rimarcainel voi. VI, p. 287 e 288 pe rosse, non si calzano le scarpe rosse,
parlando dellecalze, ed ove rilevai che a- tranne la detta processione in cui cardi- i
dottate dai cardinali lecalze rosse con l'a- nali le usano coi paramenti, sebbene non
bito paonazzo, i vescovi ealtri prelati con- intervenga il Papa. Tuttavolta Pio VI e
tinuarono a portare le vesti e le calze pao- Pio Vili pe'ss. Pietro e Paolo solo assi-
nazze ne'tempi Le scarpe paonaz-
vietati. sterono alla funzione, e per decoro della
ze de'cardinali, sembrano andate in disu- solennità fecero indossare ai cardinali i
so per tale variazione. I cardinali frali e paramenti sagri e le scarpe rosse. Queste
monaci che non hanno 1' uso del colore eziandio e coi paramenti sagri si usano dai
rosso, paonazzo e rosaceo (questo colore cardinali nelle funzioni straordinarie del-
che si usa nella domenica Laelaree nel- l'apertura echiusura dellePortó5rt«fe(/^.),
la domenica Gaudete^se'xn tali giorni pe- della Canonizzazione, óeWa Consagrazio-
rò s'incontra l'anniversario della creazio- nCyCoronazione e Possesso{^V .) del nuovo
ne o coronazione del Papa, ed in quare- Papa.DebboricordarecheClementeXIV
sima lu festa dell'Annunziata, e ne' due nel giorno che si fece consagrare non si fe-
tempi qualche straordinaria solennità o cecoronare, indi non permise nella i. 'fun-
kiipurea Religioso, massime per l'usodel le stampate, che il prefetto delle ceremo-
RocchetlQ (^.), adoperano soltanto scar- nie, d'ordine del Papa, manda a'cardina-
SCA SCE n5
lì e altri, per le feste solenni in cui si u- pazia; dal che ne venne il nome di mare
sano le scarpe rosse, è a vvertilocolle paro- Carpazio, nel dipartimento del regno di
le cani calceamenlis rubri coloris. Quan-
: Grecia delle isole Cicladi orientali : é pie-
do le scarpe rosse si debbano usare, non na di montagne e di scogli, con cave di
mancai notarlo nella descrizione delie fun- marmo, miniere di ferro, e parecchi pie*
insieme a luti' altro che riguarda
zioni, coli porti. La città di Scarpanto era l'an-
i 83, e XXXV,
cardinali. Ne' voi. IX, p. 1 tica capitale, ora Audemo sulla costa o-
p. 193, narrando l'ingresso solenne dei rientale è il sito principale.La città di Scar-
nuovi cardinali in Roma, dissi che lo face- panto fu pure della Carpato (F.), Car-
vano con abito viatorio paonazzo con i* pathen^^m sede vescovile, poi arcivesco-
scarpe senza tacco rosso. A Lutto procu- vile e metropoli delle Cicladi, ed ora ti-
rai di riunire tutte le notizie riguardanti tolo vescovile in partibus sotto Rodi, che
quello eziandio de'cardinali, ma non tro- conferisce la s. Sede. Inoltre i Ialini vi eb-
vai propriamente specificale le scarpe. La bero i seguenti vescovi residenziali : Ni-
gerarchia vescovile, olirei Sandali {K.), cola morto in Venezia nel i 326; gli suc-
usa scarpe di pelle nera della forma co- cesse NicolòMachi noia francescano nomi-
mune, con fibbie d'oro o dorale o di ar- nato da Giovanni XXII, indi Nicola Sor-
gento, che nel venerdì santo per l'adora- bole veneziano e carmelitano morto nel
zione della Croce depongono in cappella i368, Nicola d'Abrarao domenicano e-
pontificia(come fanno nelle loro cattedra- letto da Bonifaccio IX nel i4oo. Oriens
li, che celebrano tale funzione),
e gli altri chr. t. 3, p. io58.
al modo che dissi ne' voi. VI li, p. 3 1 o (ove SCARPIA o SCARPHIA. Sede vesco-
notai che in della cappella incedono scal- vile della provincia d'Ellade,solto la me-
zi all'adorazione della Croce, anche ge- i tropoli di Corinto, nella diocesi dell'llliiia
nerali degli ordini religiosi), XXXII, p. orientale. Zoilo, uno de'suoi vescovi, sot-
3o, ove megliodichiarai, che vescovi non i toscrisse la lettera sinodale di sua provin-
assistenti al soglio per tale funzione si u- cia all'imperatore Leone,suirassassinio di
niscono agli assistenti, come quando in- s. Prolero; trovasi pure negli atti del con-
dossano le sagre vesti mentre nel voi.
, cilio di Calcedonia, col titolo di vescovo di
XVIll, p. 339 riportai quanto lessi ne'ro- Carsia o Carfia,che credesi essere la stessa
toh o ceremoniali che regolano l'accesso che Scarpia. Oriens chr. l. 2, p. 212.
gerarchico all'adorazione, in cui i prela- SCEiNE oSCE^AE.IÌIandraeoMan-
ti di fiocchetli hanno la precedenza sui drorum. Sede vescovile della provincia
vescovi non assistenti : si può vedere Pro- Augustamnica 2.'', sotto il patriarcato di
TONOTARt apostolici. Finalmente gli altri Alessandria, fra A frodile e Babilonia, e-
ecclesiastici, oltre quatìlo già notai e con retta nel V secolo, sullraganea della me-
quelle avvertenze che riguardano i rego- tropoli di Leonlopoli. Pietro suo vescovo
lari, usano scarpe di pelle nera della for- sottoscrisse la lettera de'prelati d'Egitto
ma comune,allacciale con fibbied'oro, do- all'imperatore Leone, relativamente al-
rale, d'argento o d'acciaio. Le scarpe con l' assassinio di s. Prolero d' Alessandria,
fìbbie ancora l'usano gl'individui com- Oriens dir. t. 2, p. 563. Scene, vSb«f«ef/,
SCARPAiNTO. Isola del mare Egeo, secolo, nel quale o poco dopo fu unita al
tra Rodi e Creta, chiamata altre volte Car* vescovato diXroade; chiese che furono poi
ii6 SCE SCE
separate, e nel 4^' ciascuna avea il suo le di Neil Lublan. L'industria è molto o-
vescoTO particolare, come apparisce dagli perosa nelle miniere, nelle fabbriche di
atti del concilio di Calcedonia. Enea abitò tela, terraglie e in numeroseconcie di pel-
alcun tempo nellacittà di Scepsi, la quale li. comitato è diviso in 4 niarche, Leut-
Il
riesce : il paese è ricco d'orzo, lino, frut- dislao Pyrker cistcrciense d'Alba Reale,
ti, legname, bestiame, sei vaggina,polIami, poi nel 1820 patriarca di Venezia, indi
pesci, ferro, rame; vi sono parecchie sor- arcivescovo d'Agria o Erlau; nel1828 e
genti minerali^ e tra le più rinomate quel- dopo sede vacante^ Giuseppe de Belik di
SCE SCE 117
Nilriaj regnante Pio IX
per sua morte il che si pose anche in mano degli dei, co-
nel concistoro de*3o settembre i85o di- me de're per divisa di loro potestà; dei
chiarò vescovo l'attuale mg/ Ladislao governatori di provincia, de'capi del po-
Zaboisky di Eperies diocesi di Cassovia, polo, de'primari magistrati e dignitari in
già parroco, decano del distretto di Leiit- segno d'autorità e giurisdizione. In origi-
schau, ispettore delie scuole elementari e ne non era che una Cannai una Bacchet'
canonico onorario della cattedrale.La dio- ta^ un Bastone (^.), di cui i re, duci o i
Iigi4»ne, e che sostiene in seguilo che sono tavano quando andavano a sagrificare,&i
desse insufficienti, od almeno bilanciate chiamò secondo le Conimen-
varie lezioni,
da obbiezioni d'un peso eguale, e che e- tacolo , o Comniotacolo,
Coninietacolo ,
gli ha diritto di restare nel proprio dub- Credè Pesto che fosse per rimuovere la
bio fino a che abbia trovato argomen- ciurma della gente, ma pare che vi en-
ti invincibili, ai quali non siavi più nulla trasse qualche più recondito fine, e fosse
da opporre. Eglièevidente, cheunsifTat- con essa inleso alcun rito arcano di reli-
to dubbio cos'i pensato è un' irreligione gione. Col ministero d' una verga gl'in-
formale un incredulo abbraccia un tal
: cantatori e i maghi esercitarono la Ma-
dubbio a fine di essere dispensato dal ren- già (V.), Nella sagraScritlura diverse vol-
dere a Dio un qualunqueculto,eper non te si parla dello scettro. Giacobbe predi-
adempire così alcun dovere di religione. ce a Giuda che lo scettro non sortirà dal-
Ma simile modo di procedere non è sola- la sua tribù,finoalla venuta di Colui che
mente un'empietà, ma altresì un'assurdi- dev'essere l'aspettato delle nazioni. Ba-
tà, com'esprimesi Bergier, parlando del laam, predicando la venuta del Messia,
Scetticismo. Gl'increduli di tutte le sette dice che sortirà uno scettro da Israele.
non seppero mai far altra cosa, fuorché ri- Baruch parla dello scettro chei babilone-
volgere controil cristianesimo in generale si mettevano in mano de'Ioro dei. I pro-
ie obbiezioni chei protestanti fecero con- feti discorrono spesso dello scettro della
tro il oaltolicismo. Dice Bergier,non ispet dominazione, ed Amos designa il sovrano
ta dunque a questi ultimi di rimproverar- potere per colui che tiene lo scettro. Lo
ciche il nostro sistema, o il nostro meto* scettro nel prende per verga di
salmo si
do, guidino al dubbio universale in ma- correzione, per l'autorità sovrana che col-
teria di Religione (^.). pisce e abbassa. Lo scettro fu preso per
SCETTPiO, Sceptrwn. Bacchetta rea- una tribù, nel senso che patriarchi o prin-
i
Cristo, per ischerno nella sua Passione, o bastone di comando. Anche senatori i
gli fu posta in mano per isceltro una Can- usarono lo scettro d'avorio oltre fasci : i
no sopra tutte le altre cose più sagre un Giovenale chiamato Sceptro eburno^ an-
bastone cbe cbiamavano lo scettro di corché non consoli,essendo precipuacnen-
Giove e degli Alridi. Secondo Giustino, le insegna consolare, per cui l'adottaro-
la lancia fu riguardata anticamente come no gl'imperatori romani pel consolato che
lo scettro degli eroi, che V una o l'altro riunivano. Tanto trionfatori che gl'im-
i
tro fu riguardato come il simbolo della dell' Ortatore Nautico, presso Calogerà
verità, e per esso i monarchi giuravano t. 29. Gl'imperatori romani conservaro-
d'essere sempre giusti. Fino da principio nosino agli ultimi tempi dell'impero que-
fu vestito d'ornamenti d'oro, d'argento,
ri stodislintivodi potere, che i re eallri mo-
di rame, o d'avorio, e di figure simboli- narchi usano tuttora nellegrandi ceremo-
che. ^cWIllade d'Omero i principi gre- nie. Il Senatore di Roma (/^.) riceve dal
ci collegati alla espugnazione di Troia, Papa lo scettro d'avorio, dopo avere pre-
portano scettri d'oro. Quello d'Agamen- stato il giuramento di fedeltà. Lo scettro
none era un'opera impareggiabile di Vul- divenne anche insegna accademica e di
cano, che dato Io avea al figlio di Satur- supremazia artistica, poiché narrai nel voi.
no; da Giove era passato a Mercurio, po- XI, p.17, che nel 1 593 eletto il Zuccari
a Pelope, ad Atreo, a Tieste
scia fe final- principedeW accademia romana dis. Lu'
mente ad Agamennone: questo era lo scet- cay pel I." usò lo scettro accademico, il
tro oggetto di quotidiani sagrifizi a Che- conlePaolino Mastai Ferretti, /Vb//z/e del'
ronea. Tra le 7 cose fatali di Roma, dalla l'accademie d* Europa, p. 44 riferisce.
conservazione delle quali superstiziosa- wL'origine degli scettri, che indicano giu-
mente si facevano dipenderei destini del- risdizione,nou vi fu ne' primi secoli né tra
l'alma città, e qual pegno d'impero, era- gii ebrei, né tra i romani, ma l'abbiamo
vi il famoso scettro di Priamo re di Tro- dalle costituzioni degl'uiiperalori cristia-
ia, ucciso nella suddetta guerra da Pirro ni nel secolo XII, e lai. ^ costituzione so-
figlio d'Achille. suo scettro fu portato
Il pra ciò fu emanata da Federico I annes-
ìu Roma e conservato poi religiosamen- sa al codice di Giustiniano 1, tit. ne filius
te. Virgilio neWEneide fa presentare in prò patrel. F.,dovesi accorda agli scola-
Lavinio al re Latino, per parte di Enea, ri il privilegio del foro. Vedendo dunque
Io scettro e il diadema di Priamo, che pri- i romani, cbe lo scettro indicava giurisdi-
ma avea offerti a Didoue. Alcuni preten- zione, e vedendo altresì l'utile di tale e-
dono che Tarquinio Prisco peli.** portò senzione per attendere con più quiete agli
iu Roma lo scettro sormontato da uu'u- studi, vollero anch'essi aver l'iusegna di
SCE SCE 119
giurisdizione ... Nel secolo XV le accade- ed ilche pose sul globo la croce, come
I
."
mie si distinguevano solo pel diverso no* si apprende dalle medaglie, fu Vaienti-
me del loro fondatore; ma parve poscia, niano I del 364, P^i si scorge tal pio u*
che ciò non bastasse,enel secolo XVI cia- so in Teodosio II del4o8 col motto Glo-
scuna di essa volle avere il suo proprio ria Orbis Terrae, perchè nell'estremità
nome, e poscia ancora l'impresa sua pro- era vi un piccolo globo e sopra di esso la
pria, e lo scettro". Quest'insegna per pro- croce, simile alla posteriore verga pasto-
muovere l'emulazione, colla corona di al- rale de* vescovi Ruteni (^.), e de' vescovi
loro e altre imperiali,e col tìtolo d'impera- maroniti; indi nelle medaglie di Lucinia
tore ed una specie di trono, nelle scuole fu Eudos&ia, d' Anastasia, di Giustino I, di
data al migliore degli scolari che si distin- Giustiniano I e de' seguenti imperatori,
gueva non solo nelle cose che s'insegnava- non vedesi mai la croce impressa nel glo-
no, ma anche persaviezza; anzi vi è l'im- bo slesso, ma sovrastante. Cesare Augu-
peratore e con isceltro dorato dell'arci- sto fu il i.°che usasse tale globo tra i suoi
confra terni fa della Dottrina Cristiana segni di sovranità, e come dices. Isidoro
(/^.), vincitore nella sua disputa genera- lib. S^cap.3, propternationessibi in cun-
I
le, sulla quale ora si eseguisce con quel ctoorbesuhjeclaSyUtniagis (in veceLipsio
metodo, che indicai nel voi. LI li, p. 233. lesse rnalis)Jìgurarn Orbis ostenderet.^eV'
De'bastoni insegna d'autorità ne'dignita- ciògli Augusti talvolta appella vansiflec/o-
ri della Chiesa, secondo i loro uffìzi par- res mundi, e Costantino I nell' obelisco
lai a' loro articoli, come tuttora l'usa il di Roma viene chiamato Dominus mun-
cardinal i.° diacono nelle pontificie fun- c?/,siccome Valentinianol Orbis terraruni
zioni, che notai a Priore. Il Pastorale
il Dominus si dice presso Ammiano. Que-
(^.) fu chiamatolo scettro de' vescovi, la sti vedono sovente nelle medaglie,
globisi
/er«/«(/^.) scettro pontifìcio, Sceptrurn e spesso con delle piccole vittorie, le qua-
Pontificiuniy verga che veniva anticamen- li porgono agl'imperatori corone d'alloro,
ronazionee Possesso{P^.)3da\ Priore (P^,) Egli però avea posto il segno salutifero
di Sancta Sanctorum (^.). H Papa non della croce sul labaro, ne'fori e sullaCo-
usò mai il Bacolo Pastorale^ il quale col- rona (^.). Gl'imperatori cristiani in luo-
la sua estremità curva signtfìca limitata go dello scettro consolare, ch'era d'avo-
giurisdizione, ma la semplice Croce con rio o anche d'oro, aveano una lunga cro-
una traversa, segno d'illimitata autorità, ce, e Foca del 602 fu ilr.° ad introdurre
e non altrimenti, per quantoavvertii an- questo di voto costume. Come l'usò per
che nel voi. LI, p. 298,onde impedire gra- isceltro Alessio Coraneno, si può vedere
vi abbagli. nella Dissert. diBricherio presso Caloge-
Il ^.Co%idiàQXì\^Osservazioni sopra una rà t. 37, p. 2 1 1. Oltre però la croce u-
tai'ola grecay t. 3 Opuscoli del p. Calo- savano la verga osia lo scettro, che poi
gerà, nel cap. 8 tratta del globo e dello dai greci fu chiamata «rtr/ece. L'annota-
scettro segni imperiali,e dice che gli anti- tore del Magri, alla Notizia de' vocaboli
chi imperatoriromani portavano il globo ecclesiastici f al vocabolo IVarlheXy ferula
nudo denotante il mondo, senz'altro or- o luogo assegnato nella Chiesa(l^.)a'pub-
namento ; ma quelli cristiani, molto do- blici Penitenti (f^.), ed anche un vaso, coa-
da credere che nella primitiva Chiesa si vol.LVII,p. 77, narrandoil rito della con-
ponessero in Penitenza(P^.)\ peccatori che sagrazionedel redi Francia, dissi che l'ar-
si chiamavano penitenti, con adoprare la civescovo di Reinis gli poneva nella ma-
re i scomuniche
penitenti pubblici dalle sua materia, forma, uso, e talvolta impu-
(e utWe assoluzioni deWe Censure ecclc' gnata colla destra. Sotto lai. ^dinastia dei
siasùche. Fedi, ma Giulio li nell'assol- re di Francia, lo scettro o il bastone reale
vere solennemente veneti avanti la porta
i era una verga d'oro, alquanto ricurva ad
di s. Pietro, non volle usare le verghe)con una estremità, come a un dipresso il pa-
batter ad essi le spalle con verghe; laon- storalede'vescovi, e quella verga era d'or-
de ove si adopravano le narlicio bacchet- dinario tanto lunga,quanto era alta la per-
te fu chiamato nartece,e ritenne il nome sona del re. Lo scettro di cui si serviro-
anche dopo che più non si adoperavano. no i re successivi nella loro consagrazio-
"Varie erudizioni sullo scettro leggo inVet- ne, e che sino all'epoca della rivoluzione
tori, // Fiorino d oro^ tratte principal- era custodito nel tesoro dell'abbazia di s.
mente dalle monete e da gravi autori, co- Dionisio, era un bastone assai lungo, alla
me Bulengero, Fabretti, Bonarroti e ab cui estremità vedevasi una piccola figura
Iri : ne indicherò le principali. Nel fiori- d'imperatore, che secondo alcuni rappre-
no della repubblica di Firenze fu rappre- sentava Carlo Magno. Come variarono le
sentato s. Gio. Battista suo patrono, te- formeegli ornamenti di altre insegne rea-
nendo nella mano sinistra una verga o li,così di molto variarono gli scettri; quel-
sia scettro, che termina in una croce lun- lo i\e^V Imperatori di Germania e di Rus-
ga. Lo scettro di Basilio console del 54 1, sia, è sovrastato da un'aquila con due te-
ha una croce in vece dell' aquila. Parla ste, della quale parlai a tali articoli. Lo
dellecrociusatedagrimperatoridiCoslan- scettro del gran signore de' turchi termi-
tinopoli invece di scettro , e altrettanto na in una mezzaluna. À Corona IMPERIA-
fecero poi i usarono scet-
re, vale a dire DUCALE,a Coronazione degl'im-
LE, REALE,
tri con la croce sopra , come Riccardo I peratori, de're, de'duchi, e negli altri ar-
re d'Inghilterra deli iSgj e prima di lui ticoli riguardanti le insegne della sovra-
l'imperatore GiovanniComneno dell i i8 nità, non che a Imperatore, Re, Duca e
nel suo trionfo, portando in mano la cro- altri Principi, parlai ancora degli scettri,
ce a piedi, seguendo il cocchio trionfale di chi li poneva nelle mani del sovrano,
ove fece porre
l'immagine della B. Ver- ed a chi spettava portarli innanzi alla sua
gine. I re di Francia, ed i re Angioini del- presenza. Solo qui genericamente ricor-
la medesima stirpe passati al dominio di derò: che a Coronazione IMPERIALE notai
C^apoli, hanno usato lo scettro terminan- che Papa Benedetto Vili formò lo scetr
do col fiore d'un giglio sopra, ed primi i tro imperiale, il pomo d'oro o globo cin-
anche un altro scettro con in cima la fi- to di gioie colla croce sulla parte superio-
gura d'una mano taglìnta (forse secondo re : che gì' imperatori vollero un tempo
il ^stiinìe de'lougobardi); questo stringe- daveìeinveslilure ecclesiasùcUe de'feudi
SCE SCE 121
e\e Regalie {F.), col bacalo e con Vanel- cipì dell'impero baciando la croce gli re-
loj ossia come alcuni pretendono, col ba- sero omaggio, e ricevendo con detto scet-
stone regio o scettro reale, sceptruni te- tro l'investitura de'feudi, gli fecero il de-
lale, in uno ai vescovati e alle abbazie, bito giuramento, come narrano Eberar-
ossia regalie ecclesiastiche anche di domi- do arcidiacono di Ratisbona, e Baronio
nii temporali, per cui insorse la gravissi- anno 1273, n.° 8. Papa Clemente V
all'
II e l'imperatore Enrico V, in cui si con- sagrasse , e che gli altri cardinali legati
tenne che le investiture si dessero soltan- gl'i
m ponessero la corona, dessero lo scet-
to collo scettro, lasciando quelle del ba- tro imperiale, la spada e il resto. In mol-
colo e dell'anello. Del preteso diritto sui ti luoghi descrissi Coronazione reale
la
beni di chiesa dalla podestà secolare, ol* e imperiale fatta da Clemente VII in Bo-
Ire il detto a Piegalia.ovc feci la debita logna su Carlo V; nel ricevere la reale Co-
distinzione di essa colle Investiture ecch' ro/2ri yèrre^, l'imperatore genuflesso in-
sìastic/ie, si può vedere Rendita ecclesia- nanzi alPapa, questi gli pose l'anello in di-
stica, ove ragionai sull'origine e suo pro- to,gli diede laspadajlosceltroe il globo, con
gresso ne'due cleri secolare e regolare. Ad queiieorazioni che riportai a Imperatore,
esempio de'suoi predecessori, Innocenzo indi la corona longobarda e le altre regie
III neli2o4creòiirede'bulgari,egliman- insegne, dichiarandolo re de'Iongobardi,
dò lo scettro e corona reale; indi coronò Nella coronazioneimperiale,Clemenle VII
in Roma Pietro II re d'Aragona, dando- die a Carlo V la spada, lo scettro e il glo-
gli pure lo scettro e il pomo reale. Elet- bo d'oro, essendo l'imperatore genufles-
to nel 1278 rede'romaniRodolfoId'Hab- so; l'uno fu preso da lui nella destra e nel-
sburgo, capostipite dell'augusta casa di la sinistra l'altro, perseguo del suo supre-
Austria o Habsburgo Lorena, durante la mo dominio temporale sulla terra, acciò
ceremonia di sua coronazione nella cat- fosse per lui retta con equità e giustizia,
tedrale di s. Maria A' Àquisgrana (cele- dicendogli il Papa:flcc/^ei'iV^rt/7J,ec.,rtc-
bre per averla edificata con architettura cipe poniitm ec; e finalmente gl'mipose
bizantina romana Carlo Magno che vi fu il sagro imperiai Diadema, e per esso ven-
sepolto, secondo il Oìodellodis. Vitale che ne Carlo V
ad acquistare il vero e real
descrissi aRavenna, consagrata da s. Leo- possesso del romano impero, e il privile-
ne ed ove furono poi coronati gl'im-
111, gio di poter usare giuridicamente il titolo
peralori successori del fondatore sino a d'Jiigusto, e con queste insegne baciò il
decorazione dell'ordine una medaglia d'o- un padrone, sia per mezzo delle sostanze
ro rappresentante il sole raggianle,circon- o della guerra, sia per qualche altra di-
dato da una corona d'alloro, avente al- sposizione del diritto civile. Vi erano più
l'intorno il mollo: Sola ubiquetriurnphat. sorte di schiavi; quelli che venivano pre-
Questa medaglia era appesa ad una catena si erano schiavi, detti in lati-
in guerra,
d'oroformata a foggia di braccialetto, la no o bello capti, e potevano es-
ctìf^Zm,
quale dalle cavalieresse si portava nel sere come tali venduti; quelli, ch'essendo
braccio al di sopra del gomito ne'giorni di rati liberi vendevano la loro libertà, ce-
qualche mentre negli
stabilita solennità, rano venduti perdebili, divenivanoegual-
altri giorni usavano solamente una sem- rnente schiavi, e chìamavansì mancipia. l
plice medaglia piccola pendente da un na- figli degli schiavi erano anche schiavi per
stro nero. Ebbe per fine l'istitutrice nel- nascita: appartenevano a' padroni de'lo-
la fondazione dell'ordine, di mostrare che ro genitori, e chiamavansi in latino ver-
anco le donne sono amanti della gloria, nae o vernacidi. Gli schiavi erano il do-
che vantano i progressi della virtù, non minio e la possessione del loro padrone,
già rendendosi schiave e prive di libertà e non potevano acquistare e conservare
riell'esercitarla. L'insegna del sole si adot- per se stessi che le gratificazioni che loro
tò perchè siccome quel grande astro raf- si facevano, e quel che potevano levare e
fina l'oro nelle viscere della terra, cosi la risparmiare sul loro vitto, ciò che si disse
virtù nell'animo si perfezione. Per la co- peculiiim. Autorizzata dalle leggi fu la
rona di lauro si volleesprimere il premio schiavitù, per la quale tanta parie del ge-
dovuto alle fatiche virtuose, che sempre nere umano venne sottoposta all'altra,
verdeggia in testa di chi l'esercita, obbli- qual vile gregge di bruti. A vendo padroni i
gandosi così le dame dell'ordine a sem- illimitato potere sugli schiavi, pareggiati
pre operare virtuosamente. Prometteva- dalla legge alle cose, pur troppo frequen-
no le cavalieresse di osservare le regole e ti ne furono più barbari abusi, che ia
i
e delle loro conquiste; quel prepolente e nel d\ 16 delle calende di settembre ri-
odioso diritto trovasi tuttavia stabilito sia correva una gran festa detta Scea in Ba-
quasi da tempi immemorabili. Origina* bilonia, che durava 5 giorni e nella quale
riamente in generale non si accordava eravicostumeche servi o schiavi coman-
i
che trova accesso anche negli animi più ammanto, che deno-
stola simile a regio
feroci e sanguinari, venne in soccorso del- mioavasi zogana, sortiva come in trionfo
l' umanità. I vincitori non tardarono ad dalla sua casa. Cadendo in quel tempo le
aprire gli occhi sul loro interesse più rea* vendemmie, confondevano servi coi
si i
je e sul vantaggio che trarre potevano dal- padroni, il che imitarono anche altre na-
le loro vittorie. Essi dovettero bentosto zioni, massime persiani^ greci, ed ro-
i i i
impiegarli in lutti i diversi lavori ai qua- cembre, con allegrie, facezie e banchetti,
li si giudicherebbero opportuni. Altronde per rappresentare la libertà che si gode-
quegli schiavi diventavano una specie di va nel secolo d'oro di Saturno, donde poi
merce, perchè potevano prigionieri ven- i derivò la Festa de* Pazzi (^.). Secondo
dersi,se8Ì trovavano in troppo gran nume- Plinio, lacedemoni furono primi trai
i i
ro perchè convenisse il custodirli. L'abu- greci che introdussero l'uso degli schiavi,
so poichesi fece crudelmente della schia- o almeno furono quelli che cominciarono
vitù, ebbe luogo allorché al tempo stesso a ridurre in servitù i greci che nelle guer-
riguardossi la servilii come personale e re aveano falli prigionieri. Essi progre-
reale. Di questa natura era presso gli e- dirono ancora più oltre; trattarono colla
brei la servitù degli sti-anieri,cheIVlosè più maggior barbarie gl'iloti, popoli del ter-
d'una volta si studiò di addolcire co'suoi ritorio slesso di Sparta , eh' essi aveano
consigli, e della quale egli fu Hnatmente vinti e soggiogati, e che colla discendenza
costretto di moderare il rigore col mezzo lorocondannaronoad una perpetua schia-
delle sue leggi. Le nazioni però colle qua- vitù. Non era però questo il costume de-
ligli ebrei venivano sovènte in guerra non gli altri popoli della Grecia; il giogo del-
erano punto diverse ne'Ioro principii in- la servitù era grandemen-
presso di essi
torno alla schiavitù, esi vedeche gli schia- te alleggerito, e Plutarco e' insegna che
vi fitti da esse erano Iraltati colla mas- gli schiavi troppo duramente trattati dai
lima crudeltà. Sansone prigioniero de'fi- loro padroni potevano chiedere libera-
lislei e ridotto alla schiavitù, era condan- mente di essere venduti ad un altro. Gli
nato a girare una macina , dopo averlo ateniesi in particolare trattarono i loro
accecato. La schiavitù incominciò pro- schiavi con molta dolcezza. Essi puniva-
babilmente presso gli assiri : ili.° popolo no con molta severità, e talvolta ancora
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colla morte chiunque avesse maltrallalo pravanoda*mercanti,i quali facevanotraf-
Io schiavo di un altro; quindi è che non flco degli schiavi ne'pubblici mercati. Vi
si vide mai, che gli schiavi turbassero in avea ancora un'altra specie di schiavi, e
qualche tempo tostato politico d'Atene, questa era composta di coloro che essen-
mentre scossero dalle fondamenta la re- do liberi si vendevano volontariamente,
pubblica di Sparta. In Grecia si aumen- o ridotti erano in servitù dai loro credi-
tò talmente il numero degli schiavi, che tori; giacche una delle leggi di Roma per-
dia, non poterono rientrare in patria si- scienze, e in appresso confidavano loro l'e-
te del padrone si uccidevano degli schia- fabeto; laonde gli die 24 schiavi, ciascu-
vi, cosi alla morte de'sovrani, come a s. no de'quali avea una lettera dell'alfabeto
Salvatore diCongo ho detto, parlando del dipinta sul petto: a forza di vederli e di
re di Congo, e di altri in diversi articoli. chiamarli, quell'imbecille conobbe l'alfa-
specie degli schiavi tra i romani erano i schiavi contribuivano a rendere in Roma
nati da genitori esistenti in ischiavitù o generalmente la servitù più dolce ne'pri-
servitù; la 3.^ essendo di quelli che com- mi tempi, e non visi usavano trattamenti
126 SCH SCH
crudeli come TuUavolta
in altri luoghi. si trovò la repubblica nella guerra obbro-
gli schiaviromani non mancarono di am- briosa di Spartaco, moderò il numero dei
mutinarsi e insorgere, due essendo slate gladiatori, e ordinò che solo due volte si
le loro formali guerre, la 2.^ delle quali facessero gli spettacoli delle lotte;ma in se-
più terribile e in cui il famoso Spartaco guito altri imperatori meno prudenti o
gladiatore e schiavo fazioso, in Capua ri- più barbari ne aumentarono degli uni e
bellò quanto più potè di schiavi e gladia* il numero, con eccidio pure dei
delle altre
tori romani, e si fece l'autore e
contro i combattenti schiavi, finche Costantino il
capo d'una lunga guerra, dai romani li- Grande, Onorio e Teodorico abolirono
beri digni (osamente intitolata gwerrrt^er- questo crudelissimocostume e deplorabi-
wYe.Spartaco fu uomostraordinario, vis- le Giuoco (F.),combattendosi anche con-
se neiroscurità, tranne gli ultimi suoi 3 tro le fiere. Lo spettacolo de'gladialori,
anni, in cui appena si mostrò alla testa il più gradevole al popolo, traeva la sua
dell'insurrezione, che si acquistò fama, u- origine dai Funerali (A^.) per celebrarsi
iniliandoi roaiani nel momento appun- in onore de'morti, perchè un tempo era
to del maggiore loro orgoglio, e attentan- in uso, come ho indicato, di scannare dei
do a crollarne la grandezza. Le sue vit- prigionieri sulla tomba di quelli ch'era-
torie e i suoi proclami gli guadagnarono no stati uccisi inguerra, nella credula su-
sino a 70,000 seguaci, fra quali ger- i i perstizione di placare le anime loro. I gla-
mani galli guidati da Crisso eEnomao.
e i diatori da principio erano quegli schiavi
Corse e derubò tutta l'Italia, fermandosi condannati adluduni o ai giuochi, o^c^
alla sponda del Po a celebrare i funerali gladium. Questi ultimi doveauo essere
del perito Crisso, ed obbligando 4oo P»»- messi a morte nel corso dell'anno. Quegli
gionieriromani a combattersi intorno al schiavi poi, ch'erano stati condannati so-
suo rogo a guisa di gladiatori. Il popolo lamente ad /«^w/7/, per divertireil popo-
romano atterrito pei progressi di Spar- lo negli spettacoli e giuochi, potevano es-
taco, e pei vinti consoli e pretori, il solo sere dopo qualche tempo liberati. Pote-
Crasso osò di assumere il comando di 6 vano scegliersi i gladiatori da'prigionieri
legioni e degli avanzi delle legioni conso- dati da un generale d'armata o compra-
lari,onde impedì disegni che su Roma i ti. Coll'andar del tempo anche uomini li-
in ginocchio, finché rimase sepolto tra i quali vestivano la tunica. Nella formali-
morti e moribondi, non trovandosi più
i tà della manomissione o liberazione dalla
il suo corpo. La maggior parte de' suoi servitù, di cui riparlerò poi, il pretore toc-
perì sul campo di battaglia, egli avanzi cava lo schiavo con una bacchetta chia-
dispersi vennero in vari luoghi distrutti. mata vindì'cta, e gli dava un berretto di
Augusto fatto accorto del pericolo incoi lana bianca delto^i/ew^^ simbolo di liber-
SCH SCH 127
tà, e della forma di quello che scorgesi gli schiavi in vendita,si sospendeva loroal
nelle medaglie di Bruto.Non era però pi-oi- coUoun cartello, enunciantel'arleo il me-
bito ai padroni di dare agli schiavi altri stiere che ognuno di essi esercitava. Uno
vestiti, e di lasciarli co' capelli. Il vestito schiavo vignaiuolo pagavasiSooo sesterzi,
delle schiave eia pochissituo diCferente da ebastava a coltivare 7 iugeri di vigna, o-
quello delle cittadine, vale a dire ch'esse gnuno de'quali rendeva almeno un culeo
portavano una o due tuniche corte, ma di vino, che vendevasi circa 3 00 sesterzi a
senza mantello. Al principio però del se- tempo di Columella, De re rustica lib. 3,
colo nidi nostra era i diversi vestimenti cap. 3. Aggiunge questo scrittore nel lib.
erano talmente confusi dal Lusso (/^ •), I ijCap. I, che se lo schiavo parcamente
che più non si distinguevano con questi nutrilariceveva nelle malatliequalclieas-
le persone libere dagli schiavi; del resto, sistenza, se a questo uso nelle case de'ric-
siccome questi erano in maggior numero chi erano privale infermerie, come va- i
gli abili, onde non servisse a farconoscere trae vantaggio, come già rimarcai nel voi.
agli schiavi la numerica loro superiorità! LV, p.io. Ciascuno degli schiavi in Ro-
Numerosissimi furono gli schiavi presso i ma suo peculio cioè la sua pic-
Qvea il ,
romani; ne aveano in gran copia nelle de- cola provvisione di denaro, che ognuno
liziose villeggiature, quali vi dimorava-
i possedeva sotto le cor>dizioni imposte dal
no sempre ; ed eranvi schiavi per la cu- padrone. Ciascuno si serviva di quel pe-
cina, per gli atrii,per le scale, per le ca- culio nel modo a cui loportavala sua in-
mere, per acconciarsi per servire a ta-
,
clinazione o il suo ingegno; l'uno faceva
vola, per le stalle, per gli orli, pel corteg- il cambio del denaro, l' altro dedicavasi
gio, perla vanità, pel libertinaggio, per al traffico; alcuni si applicavano alle arti
pravansi quelli delle più remote nazioni, ti di riscattare i loro padroni se presi in
o quelli che per qualche abilità, o spirito guerra. Un padrone che voleva far libe-
butfonesco, ovvero per bellezza avessero ro il suo schiavo, si presentava al pre/o-
potuto servire a'piaceri più infami de'si- re dichiarando il motivo che lo determi-
^nori del mondo. Allorché si esponevano nava a dargli la libertà, metteva una ma-
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no sulla lesta del suo schiavo, o lo teneva gi terribili e inesorabili per istabilire la
per il braccio, e dandogli colla mano un sicurezza degli schiavi , come quella dei
leggero colpo sulla guancia, diceva ch'e- padroni che ormai viveano tra di essi co-
gli era libero e ciltadino romano. Dopo me in mezzo a nemici. Roma che da prin-
di che il pretore toccava lo schiavo colla cipio erasi mostrata umana verso i suoi
suddetta verga, ed avendolo dichiarato prigionieri, e per lungo tempo seppe com-
libero faceva registrare il suo nome nel primere ne'suoi abitanti la tendenza che
catalogode'cilladini romani. Vi eranoan* spingevali alla durezza e alle barbarie, ia
Cora altri modi
di mettere gli schiavi in seguito disprezzò gli schiavi come la par-
libertà, ed
padroni potevano farlo sen-
i te più vile della nazione, per cui la loro
ta presentarsi al pretore, o facendo sede- condizione generalmente poco differiva
re seco loro a mensa gli schiavi, e dichia- dalle bestie da soma. Gl'impiegatialla col-
rando in presenza d'amici o nel testamen- tivazione delle terre portavano i ferri ai
to, ch'essi lasciavano loro la libertà di vi- piedi. Vili e scarsi alimenti erano loro sona-
\ere come volessero, e di fare ciò che lo- ministrati e durante la notte si caccia-
,
ro meglio piacesse. Come la libertà era vano da molti in sotterranei umidi o in-
il più gran compenso che i padroni aves- fetti. Talvolta gli schiavi della città, vit-
sero potuto dare ai loro schiavi, così que- time de'capricci di crudeli padroni, invi-
già liberi, riguardavano e vene-
sti fatti diavano quelli della campagna, ad onta
ravano come divinità quelli che li avea- della vita più laboriosa. I romani aveano
lìo messi in libertà. Non mancano però e- il diritto di vita e di morte sopra loro i
era la schiavitù presso i romani, e tale con- senon dopo un giudizio. Autonino Pio
tinuò ad essere finche essi conservarono confermò le ordinazioni d'Adriano. Ma
i loro costumi virtuosi e la loro probità. non contenti que'principi di aver messo
IVla quando essi s'ingrandirono col mezzo la vita degli schiavi in sicuro contro la
delle conquiste, e diventarono ricchi del- violenza del loro padrone, vollero altresì
le spoglie di tutte le nazioni che soggio- porre de'limili alla sua violenza e bruta-
garono, gli schiavi loro non furono più i lità; templi si aprirono per servir d'asi-
i
compagni de' loro lavori, ma bensì gl'i- lo alle vittime; la statua del principe lo-
stromenti del loro lusso e del loro orgo- ro benefattore ch'essi, andavano ad ab-
glio. Siccome perduti erano icoslunii af- bracciare nella lorodisperazione, stende-
fatto, ebbe bisogno di leggi intorno al-
si va una manoprotettrice su di essi. Allor-
la servilù;si ebbe persino bisogno di leg- ché i germani ebbero fatta la conquista
SCH SCH 1
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mandaionoglì schiavi lo-
delle Gallie,essi brava dover nascere, vivere, morite sol-
ro a coltivare terreni, che dopo fatta la
i tanto per soddisfare capricci di alcuni i
divisione erano loro toccati in sorte; e da esseri privilegiati, quali fondavano ogni
i
questi schiavi e servi vuoisi che in molte loro diritto nella forza brutale, ed aveano
piirli sia stala popolala laFrancia.La loro attinto il loro odioso potere nel sangue.
moltiplicazione formò quasi altrettanti vii- Era questo il diritto comune di tutte
iaggi de'poderi ch'essi colti vavano,e quel- le nazioni, era questo il triste stato della
le terre ritennero il nome latino di P^il- società, quando comparve sulla terra Co-
/czeche romani a veano loro imposto,don-
i lui chedovea rinnovarne la civilizzazio-
de vennero le denominazioni di villa, di ne, quando venne promulgalo il Vange-
villaggio, che si mantennero tanto in I- lo, nel quale il divin legislatore Ge5w Cri-
talia, quanto in Francia, e quella di vil- sto (^^.), colle sue massime di soave cari-
lani che indica persone della campagna tà, di dolcezza, di fraternità fra gli uomi-
dunque in Francia due specie di schiavi, vitù, come era allora, feriva la legge di
quelli de'franchi e quelli de' galli. Quegli umanità. E' alia Chiesa, ai suoi ministri
schiavi appartenevano di diritto a' loro e al cristianesimo, che i popoli vanno de-
padroni, ma col tempo diventarono più bitori della mitigazione dapprima, ed in
infelici, poiché furono assoggettati a gran- seguito dell'abolizionedeila schiavitù; he*
di lavori, e così strettamente attaccali alle nefizio questo operato dalla/ie%/o/2e(/^.)
terrede'padronilorOjChesembra vano far- cattolica, edegno della riconoscenza del-
ne parte, onde non potevano stabilirsi al- umana. Per l'enorme mol-
l'intiera società
trove e neppure ammogliarsi nella terra titudine degli schiavi non potè la Chiesa
d'un altro padrone senza pagarne il di- ad un tratto pretendere l'abolizione della
ritto di matrimonio al di fuori; e anche schiavitù; se ciò avesse ordinato, si sareb-
i figli provenienti dall'unionedi due schia- be rovesciato tutto l'ordine sociale, ed a-
vi di diverso sesso, che appartenessero a vrebbe messo sossopra tutto il mondo. Se
diversi padroni, si dividevano,© anche av- ad un tempo si fosse posto in libertà uu
veniva che uno de'padroni, affine di evi- numeio innumerabile di schiavi, siccome
tare quella divisione, desse in cambio un la loro condizione li rendeva incapaci di
altro schiavo. Attesta Giulio Cesare nei riconoscere nella liberazione un beneficio,
suoi Commenlarl lib. 6, come il numero o almeno di valersi di questo in proprio
degli schiavi abbondava ancora uellaGal- vant