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==co
ini
VOLGAUI
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTE SU
I
TESTI A PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL.
IV.
FIRENZE
PER
IL
M AG
II
E RI
MDCCCXXVH.
:M*J
;..
i*
v.
Co/ benigno Sovrano rescritto del d 9 Giugno 18 26,fu conceduta ad Ignazio Moutier
la privativa per anni otto della stampa delle
PO
1
in
s/.f
ecawton
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO ED ILLUSTRATO
\s
&on SgtU
TOM.
ir.
%\rtnz<
FER
IL
MAGHRI
1827.
K.*>
f)
i.hP
?*
OSSERVAZIONI ISTORICHE
SOPRA
IL
DECAMERON
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
GIORNATA OTTAVA
PRO EM
IO
ovella I. Gulfardo In questa novella si fa menzione detta VII. della giorn. VI a conto di madonna Filippa di Rinaldo Pugliesi da Prato, Novella II. Il prete da Varlungo . Della ve.
No
rit di questo/atto
il i
avendo
il
Novella III.
dice cos
Calandrino.
,
Giorgio frasari,
venendo a Buffalmacco
,
Come uomo
,
burlevele
!
celebrato da
si
M,
Giovanni Boccaccio
decam. T. IV.
e che fu
come
sa
carissimo
vi
OSSERVAZIONI
di
compagno
essi faceti
Bruno e
.
d Calandrino
pittori
aucora
e piacevoli
,
del Boccaccio
onde non
Il
Manni ,
diligenf
crede
,
ma
3oi e
d' Orso
il
Dalla mite pena data da lui si vede eli ei lo avea creduto in gran parte punito essendosi scoperto aver giaciuto con
forraationem
"cleri
. ,
al proposto
la stomachevole Ciutazza
braccio
credendosi aver in
fiorentino
zevole
rattere
.
uomo
.
sollaz-
Ribifu un parasto di
corti
Questo ca-
d a Ribi Franco
3
vella
XL1X.
restieri
perche la mal
congegnata costituzione
fonti inesauste di par-
Novella VI. Bruno e Buffalmacco e Calandri^ lio sono enunciati nella III. novella di questa medesima giornata
era
cosi
s
.
La
,
sciocchezza di Calandrino
,
nota in Firenze
[STORICHE
tuo
vii
da per
tutto
Novella
ni. Uno
e.
di
che.
il
Corhaccio , soggiugnendo
averne fatto
ben
finse d'
la vendetta,
ma non
.
manti
il
Anco
il
luigi Groto
crede
mo
di fare anco noi Novella FUI. Due usano insieme Il marmi seguendo il parere del Fontanini , crede il fatto
. .
,
ite
realmente
Il Baldinucci
e nella Vita di
Bruno di
scrisse
li-
e di Nello di
Dino , ambi
,
Dai loro
,
altrettanto ridicolosi
il
quanto
strani
trovamenli
prese materia
suo Deca-
notizia di loro
Ne
che
la
mento
non
solo
sappiamo noi
,
riscontri
che furono
titi
al
OSSERVAZIONI
questi tali
mondo
non
ei
s'
parl
che
fos-
egli
elle
non
ma
ho
ritrovato essere
delle pi
propone nei
suoi racconti
come
ho dato
//
Manni non
il
.
ci
Boc-
LXXIII.
del Novellino
GIORNATA NONA
PROEMIO
N.ovella
non
ci
I.
Madonna Francesca
Il
Manni
non
Chiarmontesi e
le istorie che
erano
.
stati
//
Manni a
della no-
il titolo
,
espresso
come
Men-
segue
de Abbatissa
ISTORICI!-.
sa
*
a
e.
pliilosophica
optime
custos vlrtuflinis
Begli narum
,
69:
contigit in
quadam domo
multae
aline
quemdam
ubi ad ca-
im-ram
illks
convcmrunt ad videndum
il
comples-
Questa burla ,
stro
Simone al goffo Calandrino, il Manni la ere* de tanto vera , die giugne a calcolarne ^la data , cio verso V anno i3ao.
Novella IV* Cecco di m. Fortarrigo II Crescine
beni e
vella
,
f
il
il fatto
di questa no-
Ancitta-
giolier
figliuolo d'
Boccac-
a questo proposito
nomina
il
Di Ciac-
trov tra
golosi
Voi
cittadini
mi chiamaste
Ciacco.
OSSERVAZIONI
li
Ciacco:
a par,
lare di Biondello , et
cator,
quidam
,
alius jocdator
lec-
nomine Blon^llus
homo
parvulus de
,
persocaesarie
na
sed
multum
,
plitus et ornatus
cim
il
capillorum flava
fatto con-
il
,
Burchiello, alluden"
do alla
golosit di Ciacco
dice in un sonetto
Nondimen non
lasciar
1'
uso di Ciacco
luogo dove son
Dante
Lo
In s
medesmo
si
Il
li
,
Cavicciu-
E
sesto
Landino parlando nel suo commento al canto dell' Inferno di esso Dante , di Corso
il
della parte
il
motr a
i
cose tutte le
il fatto
ISTORICHE
Novella IX.
XI
Due Giovani
da apportar
A questa
novella
non ho
dice
il
io cosa
Manni
A modo
del rac-
Boccaccio di,
cendo
: 1'
altro
anno fu
il
a Barletta
unprete
d'
tanto
il
Alarmi quanto
Fontanini sono
.
opinione che
Noi ,
cht
maniera
il
povero villano
non
gli
fosse riescito
,
agevolmente
V eseguire
il
suo incantesimo
UNISCE
LA SETTIMA GIORNATA
DEL DECAMERON:
INCOMINCIA
V OTTAVA,
Nella quale sotto il reggimento di Lauretta
giona di quelle beffe che tutto na ad uomo , o uomo a donna
all' altro si fanno
.
si
ra-
il
,
giorno o dono
V utio uomo
alti
monti apparivano
,
domenica mattina
,
e o-
gni
sccano
gnia
,
ombra partitasi manifestamente le cose si conoquando la Reina levatasi colla sua compa,
primieramente su per
,
le
darono
e poi in su la
,
mezza
il
terza
una
chiesetta
lor
vicina visitata
in quella
ber mangiato
e apri-
oecm. T. IV.
2
posarsi
GIORNATA OTTAVA
pot
.
Ma
,
avendo
il
sol
gi
passato
,
il
cer-
chio di meriggio
come
alla
Reina piacque
al
no-
appresso
la bella
fontana a seder
cosi
per comandamento
della
Reina
Neifile
cominci:
NOVELLA
I.
Gulfardo prende da Guasparruolo denari in pree con la moglie ili lui accordalo ili stanza dover giacer con lei ]<<r quegli , s gliele da e
,
,
il vero
\^e
ed
el
cos
io
debba
alla pre-
mi
piace.
ne
agli
uomo
.ad
una don-
na mi
non
gi
1'
perche io intenfece,
uom
o di
di-
donna non
1'
fosse
bene
investito,
,
anzi
per
commendar
strai
uomo
gli
e biasimare la donna
e per
moIo-
die anche
essi,
io,
come
da cui
dw
i<
debbo nou
si
direbbe beffa
anzi
si
direbbe meri-
donna debbe
la
e la sua castit
come
sua vita
come
si
si
converrebbe
per
la fragilit
,
nostra ) all'ermo
pre7.7.o
colei esser
la
quale a ci per
le
sue for-
f Gli
editori del
7 leggono
tinti
merito, tenta
replica Ai si
direbbe
GIORNATA OTTAVA
,
ze grandissime, perviene
rigi,
do merita perdono
servato in Prato
come
ne
os-
stato in
madonna Filippa
al
Fu adunque
il
gi in
Melano un Tedesco
,
soldo
cui
nome
fu Gulfardo
mettea
.
il
che rade
perciocch egli
gli
erano lea-
gli
avrebber
,
Pose costui
in
Melan dimorando
l'amor
assai bella,
me
Guasparruol Cagastraccio
.
il
conoscente e amico
senza avvedersene giorno a parlare
d' essergli del
,
E amandola
marito n
il
le
mand un
dalla
pregandola che
,
le
dovesse piacere
comandas-
La donna
,
venne a questa
conclusione
che Gulfar-
do volesse
1'
altra
duera
,
che ricco
uomo
al
gliele donasse
e appresso
sempre sarebbe
suo servisdegnato
gio
costei,
per la vilt di
la
quale
egli
fervente
amo-
e mandolle dicendo
NOVELLA
egli potesse,
I.
*
altra
cosa
che
i
e perci mandasse^
che
porterebbe
,
alcun sentirebbe
egli
si
se
,
fidava molto
in ci
,
compagnia
e mandgli
ivi
,
andava
mina (i)
udendo questo
fu contenta
a
e
manderebbe per
Gulfardo
quando tempo
si gli
gli
pane
se
n'
and
a Guasparruolo e
fatto
li
disse
io
dugento d'oro,
utile
mi
presti
con quello
.
altri
Guasparruolo
i
che volentieri
.
de-
ui
,
va
come
li
per
lei
la
qua! cosa
la
donna mand
recare
Gulfardo che a
fiorin d'
dovesse venire e
,
dugento
,
oro
Gulfardo
della
,
preso
,
il
compagno suo
vatala
se n'
and a casa
,
donna
e tro,
che
1'
aspettava
questi
,
la
prima cosa
fiorin
:
che fece
,
le
mise
il
in
mano
dugento
si
d'oro
veggente
,
suo compagno
,
gli
disse
madonna
,
tenete
questi denari
sar tornato
.
quando
egli
La donna
prese
ma
si
credette che
(i)
Donna, anzi
il
cattiva
femmina
il
otc avverti
, ti
coin
j>i
Jiw'in
Bocc. ed
In donna e/em-
6
facesse
,
GIORNATA OTTAVA
acciocch:
'1
s'
accorgesse
.
che
egli a lei
:
desse
Per che
veder
ella disse
io
;
far volentieri
ma
io voglio
,
quanti sono
gli esser
e versatigli
,
e trovati-
dugeuto
,
n a Gulfardo
camera menato
altre, avanti
non
'1
ma
,
molte
che
di pre-
sente Gulfardo
moglie era
se
:
se n'
and
,
a lui
e in presenza di
lei dis-
Guasparruolo
,
denari
cio
,
li
dugento
fiorili
d' oro
che
1'
altrier
mi
prestasti
go
quale
alla
e perci io
s
.
gli recai
,
donna tua e
gliele diedi
e perci dannerai la
,
Guasparruolo
.
domand
gli
Ella
,
il
testimonio
ma
maisl che io
dirloti
ebbi
me
n' era
ancora ricordata di
:
Gulfardo
io
son contenla
che
io
acconcer bene
,
vostra ragione
Gulfardo
partitosi
il
e la
donna rimasa
scornata
cattivit
diede al marito
e cosi
il
god
donna
(i)
Per
via di prezzo
avverti
di dire,
Dannerai
NOVELLA
// prete
II.
da Varlungo
si
giace con
monna Belcolo-
rc
lasciale
lei
da
re
rende-
gli
Uomiui
ingorda
,
e lo
alla
mesor-
(vi)
g'
quando
la
Reina a Panfdo
el seguitasse:
voltatasi
la
ridendo
impose eh'
.
per
qual co6a
PanGlo incominci
re
Belle
Donne
me occorre di dili
una
quali continua-
mente
offesi
gli
,
cio contro
li
mo-
hanno bandita
la
croce (3)
il
e par loro
non
altra-
perdono di colpa e
di pena,
quando una
gnone (5)
lor fare
l'
,
se
lcssandria avessero
.
11
che
non possono a
che
come che
amiche
essi le lor
mogli assaliscano
vendichino
l'ire loro.
(i) (a)
(5)
del
i5a7la
Hanno
gi
bandita
la
la
guerra,
come
quando
(4)
proclamava
crociala contro
la
Turco.
* Preso
e legato,
(5)
il
Boc-
caccio scriver.
GIORNATA OTTAVA
uno amorazzo contadino
,
a' preti
non
sia
villa assai
vicina
qui
fu
come
un
vigi delle
donne,
,
il
quale,
come che
i
legger
non
sa-
pesse troppo
la
domenica a pi
suoi popolani
in alcuna parte
vi fosse stato
,
andavano
visitava
,
che prima
festa e dell'
acqua bene-
detta
sa
tra
,
dando loro
1'
sua benedizione
,
altre
sue popolane
tutte
che prima
,
eran piaciute,
una sopra
ne
gli
piacque
che aveva
nome monsi
faceva
la
pure una piacevole e fresca foresozza (1) brunazza e ben tarchiata (2), e atta a meglio saper macinar (3)
che alcuna
altra
il
che meglio
al-
sapeva sonare
la
borraua (4)
menare
la ridda
(5 ) e
il
ballon-
(1)
Foresozza diminutivo
di
Forese
si
contadina.
(2) (3)
Napoli e
Roma
chiamano
For etane
l'alto venereo.
Macinare: figuratamente
vale
anche usar
(4)
La
.
barrano , Mannelli.
;
ed era quella
una cauzone
alla vil-
Ridda:
ballo di
e riddane*
NOVELLA
chio (i)
,
II.
,
9
che vicina che
ella
mano: per
forte,
le
che
egli
ne menava smanie
poterla vedere
.
e tutto
'I
E
,
quando
domenica mattina
la
diceva un Kyrie e un Sanctus , sentiva in chiesa sforzandosi ben di mostrarsi un gran maestro di canto
la
,
non
vedeva
s
si
Ma
se
pure sapeva
Mazzo non
egli avesse.
E, per
monna
aveva
Belcolore,
(3)
la presentava
,
quando
le
i
mandava
pi belli
un mazzuol
mani
(i)
che
egli
della contrada in
,
un suo
quando un
e talora
Il
mettono con
le lor
donne
in
fila
prendendosi
per
mani, e una
l'altre
una
ballata, e fer-
matasi, tutte
il
e intanto
lata, colei
a'
aggirano intorno e
bal-
accenna l'amante, ed
si
ha fatto quelPal-
tro
nome ridda,
il
quasi rida
form Dante
fa
nella ridda,
CanU
7.
Come
Che
fa
l'onda
sovra Cariddi
a*
si
intoppa,
gente riddi.
ediaione de' Classici Ita-
Ove
vedi
Comment.
aiato
alla pag.
63.
v.
aa a4
liani.
()
Andare
il
lempo
, il
che diciamo
otta
a otta a ora
a ora, di
quando
in
quando.
GIORNATA OTTAVA
di cipolle malige (i) o di scalogni (2); e,
,
un mazzetto
quando
sco
,
si
vedeva tempo
guatatala
un poco
,
in cagneella co,
per amorevolezza
,
la
rimorchiava (3)
vista di
;
ed
tal salvatichetta
faccendo
non avvedersene
andava pure
te
oltre in contegno
Ora avvenne un
meriggio (4) per
,
di che
la
andando
il
prete di
l
fitto
contrada or
qua or
zazzeato (5)
scontr
domand
:
dava
fi)
gnaffe
(6)
se-
Malige. Spiega
Scalogno
sche di maggio,,.
(2)
:
spezie di cipolla
e produce le ra-
dici sottili.
(3)
Rimorchiare:
il
no. Vedi
(4)
Varchi
nell'
Ercolano
testi
hanno di
sotto
meriggio
(5)
Or qua
or l zazzeato
A. zazzeando. G. zazeando.
Il
Vocah.
L'Alunno
an da-
altro
di
zacconatof
). Asserisce in oltrech in
la
legge
zanzeando da zanzara
alla fine dell'edizione
quale va atal
verbo za-
zeare
la significazione di
.
zanzeare ,
ma non
Bembo
tacconato
(6)
Rolli
a f,
Gnaffe,
per mia f.
Il
lib.
lo spiega cos :
pari-
altro,
II
198
fe
(Annotaz. sopra
il
Vocab.
della
Cf usca
per
la
due parole e
l'affinit e facile
scambiamento
delle lettere v
ed/. Gnaffe
uomo
cosa simile.
Ma
il
Mena-
NOVELLA
n(i),
in
IL
citta
buona
verit io
vo iufino a
per
al-
cuna mia vicenda (a), e porto queste cose a ter Bonaccorri da Ginestreto
in'
,
che m'
aiuti di
non so
clic
ha
fatto
richiedere
giudice
fai,
fi-
(5).
Il
ben
,
gliuolo
tosto
;
or va* con
,
mia benedizione
,
e torna
se
ti
o Naldi-
no
non
t'
esca di
mento
di dir
li
lor
che mi rechino
.
<|nclle
coreggiati miei
.
Bentive-
si
il
tempo
:
d' andare
alla Belcolore
\i.i tra'
e messasi la
piedi
non
:
ristette si
Dio
ci
mandi bene
chi di qua?
gi (ima che
pirli.-
demi
al
pronunciava
suo tempo
il
ma /. Da ma /
fi
gnaffe facilissimo
passaggio
pittura,
()
die
il
Boccaccio
ilei
contrasto ec.,,.
Vicenda, faccenda.
Parentorio: perentorio.
Pericolvtor, procurator.
(3) (4)
(5) //
Giudice del
dificio
i
Giudice
Giudice del
nomi
storpiali in questa
guisa da Bentivcgna
di quel pae-
Masso,
lo
mura
di
Firense.
si
Gombina
congiunge
i
la
tetta
del coreg-
(come osservano
la
non ostante
comcom-
edisioni.
al
Non
ma
interisi-
pretedi Varlungo
ancora
tomo
GIORNATA OTTAVA
Belcolore, ch'era andata in balco (i), udendo!
;
La
disse
o sere
voi siate
il
ben venuto
?
Che andate
i
Il
prete rispose
a star
che
io
mi veniva
1
*
con teco
un pezzo
a
citt
.
perciocch io trovai
Belcolore scesa gi
uom tuo
s
,
che andava
,
La
pose a sedere
che
il
marito
Il
prete le incomin-
bene, Belcolore, de' mi (4) tu far sempre mai morire a questo modo ? La Belcolore cominci a
:
ridere e a dire
o che ve (5) fo
',
io ? Disse
il
prete
non mi
eh'' io
fai
nulla
,
vorrei
ma
a te quel
la
Belco-
lore
deh andate
andate
:
O fanno
?
cose
altri
? Il
prete rispose
si
uomini j o perch no
che noi
fac-
ciamo
maciniamo a
raccolta (6)
,
Ma
in verit,
.
bene a tuo
uopo
che
lora
se tu stai cheta
:
e lascimi fare
Disse la Bei-
colore
siete tutti
il
'1
fistolo
(7)
Al-
prete disse
io
non
so
chiedi
pur
tu,
o vuogli
(1)
si
Purg.
(2)
V. sopra zazzeato.
(5)
il
grano,
le
biade e
(5)
Che ve fo
il
per imitare
(6)
Macinare a raccolta:
tolta la
ma
aspettano
la
colta.
Pi
NOVELLA
un paio
di scarpette
,
II.
i3
o ci che tu vuogli
sta
,
Disse la Belcolore
coleste cose
j
frate
bene
io
me
n'
ho
,
tli
ma
se voi
ch
non mi
l'aie
\<i
un
il
.servigio
prete
di ci
ehe tu vuogli, e
io
il
far volentieri
La Belcolore
mi cone, ae
ri-
ho
voi
filata
e a far racconciare
,
il
filatoio
1'
mio:
mi
che so che
avete, io
da
d delle feste
ci posso
che
io recai a
ma
(l)
la
ila
fronte.
(a)
Perso,
purpureo
e'I
nero.
fibbia
.
(5)
Vedi
Dep.
t Gli
do
97 leggono scheggiale;
i
e veramente a questo
il
mo-
si
scrive;
ma
Deputali
si
a'
qual ha
come
ai
vede anche in
Mcnagio
fa
baro exeorigialis
Ci)
di cuoio.
t Questa voce fu
talora
dagli
falla
antichi
di
chiesa.
Donde
fosse
venula cos
denominazione
chiese,
si
ha
Parlando
che
fedeli
chiese, di una parte de' loro beni e delle loro ricchezze, nota
che non
glia, ma dalla sxnta vita insieme del clero e da una molto mra avuta allora delle chiese; onde con ragione non tanto
vano per l'obbligo collocarle
della
crede-
religione,
quanto
e'
vedevano negli
effetti di
qu.il
nome
(soggi tigne) si
.
Vedo-
medesimo senso
GIORNATA OTTAVA
,
perch
io
non
1'
ho
.
e io
Rispose
gli
,
prete
;
se
Dio mi dea
credimi
,
il
buono anno
io
non
ho
io
allato
ma
,
sia
far
che tu
gli avrai
molto volentieri
S
,
disse la
Belcolore
gran promettitori
e poscia
non
Dio non
che
ella
di-
fi) Il
ilei
Vocabolario
,
alla
V. Ceteratoio
allega
Forse suono di cetera, detto per ischerzo,e come oggi noi diremmo Sonata o Fischiata. Io non so rinvenire una comoda va per combinare i
discorsi del sere e della Belcolore
Decamerone
con ci che
si
la
quale se ne va con
la
fiscbiata,e che
di
non attenere
fischiala, che
come pu
alla
una
una
storpiatura contadinesca,
come
sor
il
prin-
Novella-
m' ha fatto richiedere per una comparizione del parentorio il giudice del dificio. Il perch, a mio avviso, Ceteratoio qui significa un precetto di sfratto o di comparigione
,
altra
E
le
pu benissimo un
,
foglio
tante eccelere
le
di che soloro,
gliono
legali,
riempiere
alla
scritture
Vocabolario stesso
V. Cetera paragr. 2.
prima
E
al
larga
anche nota
d'abbreviatura, che
si
fa da
chi
scrive: e di ci reca
appunto riguarda
Candido.
dall'
Ma un
dice
esempio, che
fa
anche pi
l\.
mio proposito,
traggo
S. 7.
ser
Alessio
procu-
ratore
1
Arzigogolo
conladino:
il
Non
mondo quando
il
la
stata pegnorata
adunque che
sia
me
si
possa
meno
stirac-
NOVELLA
venuta femmina di
ivttc
,
II.
i5
:
se voi
il
non
,
gli
prete
non
mi
che non
forse
e'
quand'
io ci tornassi ci
;
che
impaccerebbe
e io
non
.
so
quando
non
e'
:
mi
si
venga
j
cos
ben
fatto
come
,
ora
Ed
;
ella disse
,
l>ene sta
se
.
voi volete
Il
andar
andate
se
ve ne durate
non
non . La Biliuzza
affidala alle
magnfiche promesse
che
le
cjjer puleraai
la
protesione
in
svilupparla.
Andata perci
fumo
ogni promessa
ecco
la
lastrico,
si
il
le
quali
Varchi
dice
nella
nota
sia
quasi impossibile
toscani,
vocaboli
non-
dimeno
possiamo
approssimarci
alla
significazione
di
loro, giovandoci
dell' antotil d
scrittori
intelligenti
si
assai
nostra
lingua.
Nel Pa-
taffio attribuito a
Ser Brunetto
Egli mi porta
broncio, e non ha
Non
di
p.
ha
tav
Boccaccio
nella
si
ha
tazteato per
Gio.
il
Maria
C cechi
Lezione
Maestro
i583.
il
5l. scris-
petto
quando
caendo
ec.
il
altro
modo
si
dice
qua e
tu a
della Bclcolore:
si
lesse significare,
andar qua e
scioperato
(i)
Ventura
ruccBI membro
virile.
16
che
GIORNATA OTTAVA
gli piacesse
,
se
egli vo-
disse
ecco tu non
mi
,
credi
io
.
che
io te
gli
rechi
ti
mio tabarro
viso e disse
il
:
di sbiavato (i)
s
,
La
io
il
cotesto tabarro,
prete:
in
che
',
d che
te
,
mi
ben
set-
che
sai
,
che
,
si
conosce (5)
sie
(6)
disse
(1)
di color cilestro,
o azzurro, e se-
condo
(2)
ci
Ialino, ora
Dou,
U
(3)
Brabanle.
za del
(4)
panno
di
Duagio detto
di
di sopra.
Quattragio,
(5)
maniera
de'
Fi
ari-
cesi,
(6)
Salviati. Io
t A questo modo leggono gli editori dei 27 , i Deputati e il cav. non ho osalo qui toccar nulla u pur nella interpunzione;
o! sie? disse la Belcolore.
voci che
ma
la
io leggerei
alle
noto che
contadini del-
Toscana
hanno
1'
lettera e,
Un
vero
punto
La edizione
al
di
Lucca ha
(
si
e in
del che
mi
non
que' diligentissimi
s
sarebbe da leggersi o ?
eh? Questa
eli
lezio-
megli sarebbe
pie-
NOVELLAI!.
la liei col ore
.
17
Se Dio m'aiuti,
io
.
creduto
eli'
ma
datemelo in prima
la balestra
,
lo prete
,
aveva carica
trattosi
tabarro
gliele
diede.
Ed
;
ella,
che non
il
vi
,
vien
mai
i
E
,
quivi
,
prete
dandole
mondo
con
e faccendola parente
Domeneddio
lei
si
sol-
lazzo
Poscia partitosi
Qtmi
non valevan
,
la
meta
tabar-
modo
riaver lo
po-
setto
s'
,
come
verlo
e veunegli fatto
,
Perciocch
seguente
essendo festa
in casa questa
che
tra
,
le piacesse di prestargli
che desinava
la
che
egli voleva
.
far della
La Belcolore
,
gliele
il
mand
come
fu in su
prete ( 1 ) appost
quando Ben-
gio
il
tabarro
lei
che
usasi
Il
1
talora
la
della
particola
nella inlerrngasione
medesimo
ailtri
Nanni
nella slea
commedia
i
(alt.
1. se.
poderi nil
(l)
mondo che
suo eh?
la
lo ho qui ritenuta
17
e del "]3.
il
Il
ma ma
chiamato,
Il
che,
la
quanto
alla
Mannelli ha
vi
in amhidue
Sconcia
luoghi;
nell'
uno o
nell'altro essa
ridonda e
In antatai
decm. T. IV.
GIORNATA OTTAVA
Mazzo
e la Belcolore manicassero ( i )
, ,
tivegna del
chiamato
il
cherico suo
gli disse
,
togli
il
quel mortaio
sere che
'1
e di
dice
il
gran
fan-
merc
tabarro che
Il
della
e trovolla in.
Quivi posto gi
prete
.
il
mortaio
fece
1'
ambasciata del
il
La
tabarro
volle rispondere
se
:
ma
dunque
,
a Cristo
(3) tu ricordanza
zone (5)
nasca
3
,
te
mai
,
io dico
gli
,
s e' volesse
asino nostro
non eh'
ne
altro
si
non
lev
sia
detto di no
La
Belcolore brontolando
,
e an-
datasene
al
soppidiano (7)
,
trasse
il
tabarro e diel-
lo al cherico
e disse
da mia parte:
la Belcolore dice
sterete
si
che
fa
mai pi
1'
salsa in
suo mortaio
.
non
1'
avete voi
Il
tabarro e fece
ambasciata
,
al sere
cui
il
prete
ridendo disse
dira'le
quando tu
(1)
Manicassero
in
isti] villesco
mangiassero
si
(2)
(3)
.
Desco,
Toi per
mangia.
molto
toi
della
lingua. Petr.
fuggendo mi
(4)
(5)
l'
Fo
boto, fo volo.
:
Se rgozzone
si
d nella gola a
man
chiusa al-
ins.
(6) (7)
Canciola: detto
cos per
imprecazione in vece
di
canchero.
che
di cassa bassa,
anticamente
teneva intorno
a' lutti
NOVELLAI!.
non
che
ci
19
a
lui
il
prestcrrh
il
mortaio
io noti prestcrr
.
Denti veglia
,
si
credeva
egli
1'
perch
a-
veva garrito,
in iscrezio
;i
Ma la Belcolorc venne
il
vendemmia
mosto e con
,
castagne cal-
de
si
rappattum con
.
lui
e pi
poi gozzoviglia
fece
il
prete rincartare
,
souagliuzzo
ed
ella
fu contenta
(1) (3)
(.">
Tenere favella
f Parve
a'
Deputati
Annoi, pag. 70
io
che
la
tra e sia
dove disse
Ed
ivi
scorie
11
...
(*) I
Un
cerchio
il
si
rcovca
('):
Sig.
in
questo
cre-
luogo
particella
entro
sia
puramente
ma
egli
tratto
dall'Amo-
Colombo:
e solo aggiugnerei
una
leggeris-
sima routasione leggendo cosi; per bella paura, e'n tra col mosto a
con
le
castagne calde
si
ec. ed
usando
la
par-
ticella tra in
(Vi
cui son
queliti gli
esempi. G. 3. N.
I. 's
runa
cosa e per
io.
altra io
non
sonimene venuto. E G. 3. N.
atti il
La
giovane
tra
mostr loro.
ma
il
vero
che io cangio
la lettera
si falli
si
primo caso;
Sig.
Colombo, T.
3. p.
391.
ci
dice
c'ie:
37 ,aue' del
ao
GIORNATA OTTAVA
NOVELLA
III.
Mu-
l'clitropia (i),
a casa carico di pietre : la moglie il proverbia , 3 ed egli turbato la batte, e a suoi compagni racconta ci che
essi
sanno meglio di
lui.
Fiinita la novella
ne avevano tanto
Elisa
riso
,
di Panfilo
della quale le
,
Donri-
la
Reina ad
commise che
.
seguitasse
La
quale ancora
dendo incominci
egli
Io non so
piacevoli
Donne
se
mi
si
tanto ridere
quanto
;
con
la
sua
ma io me
ne ingegner
75, ed
si
il
da creder-
che
altro
se quella lettera
Un
non
pare al
7. p.
Si.
Colombo
manifestamente uella G. 8. N. 9. T.
202.
.
Se
che non
me
ne sar fatto rimprovero, sapendosi per ognuno che non fuori del
della lingua
huon uso
posto
dola, senza che per la tela del discorso vi sia necessaria. Il Boccaccio
lia
il
rappatturaamento
tempo
della
vendemmia
campagne
f>ir si
detto:
Or se Or
tu
mi
che ne viene
castagnacci, e
il
mosto,
E
(1)
il
mosto, e
castagnacci. FIACCHI.
NOVELLA III.
Nella nostra citta
,
la
e di nuove genti
,
.stata
abbondevole
,
fu,
ancora non
,
chiamato Calandrino
,
uom
il
quale
il
pi del
1'
tempo condite
Bruno
to
,
un
1'
altro Buffalmacco,
ma
Li quali con
Era
si-
milmente
allora in
astuto e avvcnevole
il
quale udendo alcune cose della simplicilh di Calandrino, propose di Voler prender diletto de'
col fargli
fatti
suoi
cosa
di
s.
Giovanni
tabernacolo,
,
il
quale
sopra
1'
altare della
,
detta chiesa
sua intenzione
e informato
,
insieme
;
accostarono l
si
sedeva
e faccendo vista di
non vederlo
mente parlava
lapidario
.
come
se stato fosse
(t)
Per
altro usa
il
vol-
Dato luogo,
Di sopra nel
fine della
VII.
demmo
zi
orecchie
,
GIORNATA OTTAVA
e
dopo alquanto
,
levatosi
si
il
in
pi
sentendo
.
Il
sue
fu da
Calandrili
si
domandato
.
dove
queste
trovassero
,
Maso
rispose che le
in
pi
si
trovavano in Berlinzone
si
legano le
un papero
giunta
ed eravi una
montagna
sopra
la
tutta di
van
e cuocergli in
brodo di capponi
chi pi ne pigliava
pi se n' aveva
,
reva
uno lumicel
si
di vernaccia
della
migliore che
mai
che
so
:
bevve
O,
,
disse Calandrino
si
cotesto
buon paese
tutti
ma dimmi
fa de'
mangiansegli
:
Baschi
drino
vi fu'
fostivi tu
si vi
di tu se io
mai?
Maso
notte
haccene pi di millanta
:
che
tutta
canta
l
le
Disse Calandrino
.
dunque dee
,
egli essere
,
pi
che Abruzzi
(3)
.
S bene
rispose
,
Maso
si
cavel-
Calandrino semplice
un
viso
fermo e senza
(1)
Non
tra loro.
Cos dir
tener credenza
(2)
Bengodi:
del Saggio,
uomo
(3)
semplici
Calandrino.
cosa
., , .
NOVELLA HI.
iole vi dava
iii.iiiil'ist.i
,
al
verit e pi
cho dar
eoli
1'
si
pu a qualunque
<
e di lutici
a' falli
miri
ma
se pi presso ci fosse
ben
ti
tomo (1)
.
a quei
maccheroni
,
e torie tu
,
menc una
satolla (>)
Ma dimmi
se
che
lieto
in queste contrade
non
?
cui
Maso
rispose
due ma-
niere di pietre ci
si
macigni da
,
e da Montisci
fatti, se
i de' quali
;
ne fa
,
farina
e perci
le grazie
e da Montisci le
si
ma-
Ma
,
appo noi
raldi
e poco prezzala
come appo
morello
vatli
con Dio
E sappi che
in anella
,
prima che
e portassele al
si
soklano
pietra
,
u'
L' altra
una
la (piale
lapidarli
;
appelliamo
elitro-
pia
perciocch qualun,
que persona
porta sopra di s
mentre
la tiene
.
non
ma
,
truova?
cui
Maso
rispose
(i)
il
mi
solo
quando
Onde
far
I'
Ariosto di
ilto-
cadendo
mo.,,
(a)
satolli.
(3)
Non
la
modo
mostra
14
GIORNATA OTTAVA
.
Disse Ca?
o che
il
suo
Rispose Maso
ella
di varie gros-
meno
ma
tutte
come nero
da Maso
$
Calandrino avendo
si
part
ma
.
diliber di
non volerlo
,
spezialissimamente
di costoro
,
Bruuo amava
e di Buffalmacco
li
quali
Diessi
adunque
,
a cercar
al-
prima che
il
.
cuno
altro
e tutto
rimaUlti,
mamente
essendo gi
essi
l'
ri-
donne di Faenza
simo
n'
,
quantunque
correndo
and a costoro
,
e chiamatigli
com-
pagni
quando voi
i
vogliate credermi
noi possiamo
,
divenire
io
si
perciocch
ho
inteso
da
uomo degno
,
di fede
la
che in Mugnone
porta sopra
,
la
qual chi
:
non
paraltra
la
per che a
,
me
.
prima che
andasse
v'
,
andassimo a cercare
io la
Noi
',
perciocch
,
conosco
e tro,
avremo
non mettercela
de' cambiatori
,
vorremo
niuno
,
ci
vedr
subitamente
d a schiccherare le
NOVELLA
mura
re, e
III.
.
modo che
1'
fa la
lumaca
Bruno e Buffalmacco
a ridevi
udendo
costui, fra so
medesimi cominciarono
1'
guatando
un verso
consiglio di Calan-
drino;
avesse
ma domand
.
Bulialuiacco
,
come
questa pietra
,
nome A Calandrino che era di grossa pasta era gi il nome uscito di mente ; per che egli rispose: che abbia m noi a far del nome poich noi sappiam
,
irt
A me
.
senza sur pi
ta ? Calandrili
Or ben
dine
:
:
disse
Bruno come
,
ella fat-
eyli
ne son d'ogni
fatta
,ma
tut-
te
per che a
me
;
mo a
che noi
abbattiamo ad
,
essa
non perdiaor
t'
andiamo
A cui
,
Bruii disse
:
aspet-
a Buffalmacco
;
disse
me
ma non mi
il
perciocch
sole alto e
d per lo Mugno,
ne enU'o ed ha
paion
tina.,
per che
la
tali
test
mat-
anzi che
sole
l'
tre a ci
di lavorare,
perloMugnone, li quali (i) vedendoci si potrebbono indovinare quello che noi andassimo fac,
cendo
le
1'
mani
avremmo perduto
pare
,
trotto
,
per che
anibiadura (a)
A me
li
se pare a voi
(i)
genere e di numero; e tuttavia non hvi errore, perciocch li quali concorda con uomini che l'autore ha nel pensiero ed accenna con la toc* gente
(a)
Ambiadura
ambio: andatura
di cavallo, aaino, o
mulo a
patti
a6
questa
sia
GIORNATA OTTAVA
opera da dover fare da mattina
le
,
che
si
co-
noscon meglio
e in d di festa,
.
che non
lod
il
vi sar persona
che
,
ci
vegga
Buffalmacco
vi
s'
consiglio di
Bruno e Calandrino
accord,
tutti
e ordinarono che
la
ma sonon
pra ogni
preg Calandrino
che
essi
mondo
ragiona.
E
la
perciocch a lui era stata posta in credenza (2) ragionato questo , disse loro ci che udito avea delcontrada di Bengodi
. ,
cosi era
essi
quello
che
ordinarono fra s
la
Domesi
La qual venuta
i
,
le-
e chiamati
,
compagni per
discesi
,
usciti
nel
Mugnon
cominciarono ad andare
.
Calandrino andava
,
come pi
or
si
volonteroso, avanti
,
e prestamente or
qua e
,
saltando
,
dovunque alcuna
,
gittava
e quella ricogliendo
metteva in seno
e quan-
quando una
do un'
ne ricoglievano
,
ma
il
Calandrino non fu
che
egli
che
al-
si
dice
Avremmo
perduto
trotto
per V ambiadura,
volerlo procurare
a'
quali si
pu
mal;.-
la lor
che
(1)
si
tratto per
V ambio
di segreto.
(a)
mette
alle vesti
NOVELLA
la
IH.
gli cinjii.'-
| in
ailito
do-
pi) ;il(|iianto
grembo,
(inol-
io di pietre
man-
avvicinava
i
secondo
1'
Bruno
macco, clic
l'i.
e or la riguardando, rispose: io
fa
non
so,
ma
egli era
par poco
fa
poco (a), a
me
prende per
Alla nitida
da qualche persona
di casa Naldi.
(a)
Doveva
essere
una
Io leggo ben
che in quasi
(
stampe.
Il Salviali
H*gTi
t.
I.
cap.
8) afferma che
in
tulli gli
bench,
la
qual cosa
si
egli
parole,
; e
segnando,
oggi ugne
die' egli,
V apostrofo sopra f h
il
l'intendeva.
Ma se in
quali
vengono appresso,
la
e,
la
bench,
l'accento grave, ha
la
medesimo
endosi
voce
egli
'
alla
ne avrrhhe
piuttosto
e',
poco? Sarehhe
il
stato
da porvi
ci
segno
dell'
riempitivo
edizione
che non
Ciccarelli nella
del
1718.
nella a
Ma
sia lasciarci
benil
ch
stessa guisa
antichi
Che che ne
dica
Salviati,
me sembra
un senso
assai naturale.
Bruno
domanda Buffalmacco: Calandrino dov' f Buffalmacco risponde: in non so, ma era pur poco fa qui dinanii da noi e Bruno ripiglia ben: :
ch fa poco, o
noi), a
(*)
sta
bench poco
me
Consacrando
28
GIORNATA OTTAVA
,
a casa a desinare
e noi
ha
lasciati
dar cercando
alla localit,
le pietre
nere gi per lo
il
Mugnone
il
Deh
ove
si
suppone essere
sia passalo
fatto
accaduto. Bench
citt,
Magnolie
che
antichissimamenle
pure
egli certo
tiene al pre-
novellatore
menzionata
si
pu
d si levo, e chiamati
compagni , per
a san Gallo
fiume
usciti,
nel
Mugnone
discesi,
cercando.
se
di
la
huon
bur-
mattino, quando
Ja,
compagni s'avvisarono
di fare a
Calandrino
perch
aver percorso
lo spazio
da per-
correre tornando indietro nel fiume, quello che dal fiume alla porta, e
al
Canto
alla
macina,
si
viene a fare
in
non
potersi divorare
n pure
il
a corsa
un momen-
Orpare
me
detto di Buffalmacco,
egli gi era a
poco
fa
si
suol dare
a casa
della
all'
espression
al
poco
fa, Calandrino
alla
volato dal
soddisfatto
il
Mugnone
adunque
Can'o
macina.
tentato di
Poco
spiegazione surriferita, ho
volgere
cos:
me par e
egli
me
par detta
poco
fa.
B. Benissimo: che
io
Quedel
comune. In Calandrino
disse
gentilotti che ci
la stessa
ironia, che
ho supposta
XVI.
un
alla
il
si
dir da
un
altro
nell'Introduzione
prima Cena
Lasca
no
le favole di
Boccadoro:
sogghign
.
mi piacque,
FIACCHI
NOVELLA
come
egli
III.
aa
Buffalmacco
,
ha ben
fatto
disse allora
,
d' asi
fummo
gli
credemmo
<-s.se
Sappi
chi sarebb
stolto
che
a\
creduto che in
,
Mugnone
altri
si
?
che noi
mari
,
la
virt
noi vedes-
sero. Lieto
adunque
modo
e volti
ci
passi indietro
se
ne cominci a venire
Vedendo
cui
Bruno
rispose: andian-
ma
io giuro a
me
ciot-
ne far pi ninna; e se
sono tutta mattina
,
come stato
(i) di questo
che
:
egli si
il
ricorderebbe forse
1'
un mese
e
'1
di questa beffa
dir le parole e
aprirsi
il
pie e
.
ma
pur
Iiiilalinacco, recatosi in
mano uno
:
che
,
raccolti atea
disse a
Bruno
ciottolo
;
e la-
andare
gli
una gran
con una paintino alla
percossa.
Mugnone
(l)
lisse
il
Bocc, e talmente n
il
1W e.
(3)
Petr.
non
ltssrr
mai.
In
hrie\'c
usa spesso
il
somma
e finalmente.
.,
3o
GIORNATA OTTAVA
il
vennero lapidando
,
Quindi in
,
alquanto
con
ristettero
-vista
le quali pri-
ma
da loro informate
faccendo
di
non vedere,
risa
del
mondo
sua
,
Il
quale
senza arrestarsi
al
se
ne venne a casa
.
la
in
che
mentre
,
la citt
gli
fece motto,
la
,
moglie di lui
la
me monna Tessa
della scala
ra
,
bella e valente
donna
in
capo dimo-
mai
frate
il
diavol
ti ci
reca
sinato
quando tu
,
torni a desinare
Il
landrino
pieno di cruc-
mina
di
eri
tu cost
tu
.
m' hai
diserto (i)
ma
in f
Dio
io te
ne pagher
salito in
una sua
saletta
e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso (i) corse verso la moglie
la si gitt a' piedi, e quivi
,
quanto
menar
le
braccia
e'
piedi
fosse
(3)
(1)
(2)
(3)
Diserto, rovinato.
Nequitoso, irato.
f L'ottimo
testo
ha : quanto
la
egli
pot
menar
NOVELLA
le
il
III.
.
3i
Buffalraac
co e Bruno
p
capello
putali
ri assicurano (pag.
167) che coti si legge anche ne* due altri che apparisce non altramente avereacrillo il Boccacegli
(
Ben
la
chiaro eh'
siccome osservano
medesimi
I'
aeriate
le
diede
avea gi scritto
prima; e per
pertanto
il
che in vece
diede
si
dehha leggere
diece e
,,
soltintriiilcrri volte
soggiugnendo che
uh
re la
parole di
le
pii
d'una
volta e di due,
)
XXV,
forse
3l
Onde
cessar
la
Sotto
Ma
purissima congettura
a
e non havvi n
la
mano, che
avvalori (*).
Mannelli
scrisse in
37
Deputati nelle loro stampe tolsero via qinsta voce, e cos fece
Salviati.
Aggiugnero che
di essa
voce,
lascia
ma
dell'altre antecedenti
le altre
che
macero
il
secondo
pure
o osso
addosso, e
Il
ter-
ma non
ha, che
perch a
si
me
cottici
raaglialx-chiani
sa da fare
treno in questo
luogo
fattamente
imbrogliati, che
non
Dionisi
si
abbandonata,
di
che
resti
ch'io
ardiscs
oppormi
ai
pensamenti
d'
tanti grand'
Dir pertanto
il
l'avtiso
menar
le
traccia
e'
piedi,
ec. Il
per
tutta la
di
la
la
persona,
n v' bisogno
bo
il
andare a cercare
pugna
seguente
petiodo,
penna pucciano
piccato
scritto nel
1578.
95.
il
detto vassoio
ani ap-
istette in
3a
GIORNATA OTTAVA
,
li-
moglie dava
il
chiamarono
si
rosso ed af-
fannato
vessero andare
daron suso
de' canti la
un
donna
stracciata
tutta livida
te
e rotta nel viso dolorosamente piagnere, e d* altra parCalandrino scinto e ansando , a guisa d' uom lasso
,
.
sedersi
Dove
riguardato
,
dissero
che questo
Calandrino
pietre?
vuoi tu murare
Ed
e*
oltre a questo
ha?
bi battuta
donna
la
quale per-
gli
me
che
il
molto
sia somigliatile al
i
periodo del^Decamerone.
i
Calandrino appar-
tengono
slelle, e
due verbi
pendette appiccalo.
il
se
ro e distinto
medesimo
servigio prestare
Il
volgarizzamento puc-
di S.
Roma
nel
1764 come ho
Il
.
Trattato di
Tullio
dell'amicizia.
passo da
me
recato a pag.
68
dell'edizione
si
romana,
ma
e
vario assai
legge: e insino
questi tempi,
mi nasce
tali
pensiero che
si
a pugna
calci; perciocch
Deputatesti
ti,
ed
altri,
senza che
la
buona lezione
dei
a
questo
le
mani
e'
piedi tante
pugna
NOVELLA
|
III.
ci.-
formare intera
la
>o|n.i-
tu
non
ci
dovevi straziare
come
fiuto
qb
Dio n
a diavolo, a guisa di
,
ci lasciasti
:
e venistitenc
il
ma
.
mai
queste parole
vi tur.
T opera
Io
e volete udire
vero
l'
quando
altro
,
voi
primieramente di
presso a
n
di
domandaste
lice
un
1'
io v' era
men
e braccia
non mi vedavate
e continuamente
.
me
ne son venuto
comincianci
un
In- essi
fatto e detto
il
dosso e
,
le
calcagna
i
come
ciotti
avessero
e poi
tutte
ito
ninna cosa
mi
fu detta
che sapete quanto esser sogliano spiaceque' guardiani e volere ogni cosa vedere;
voli e noiosi
ho
travati
li
quali
,
sempre mi soglion
motto e
invi-
tarmi a bere
mezza
come
fine giunto
qui a casa
si
come
voi sapete
le
femmine fanno
per-
ii)
La
settata, rullimi.
DECM. T. IV.
34
der
dire
il
GIORNATA OTTAVA
la virt
il
ad ogni cosa
di
che
io
che mi poteva
,
pi avventurato
;
uom
di Firenze
1'
sono rimaso
tanto
pi sventurato
e per
questo
ho
,
battuta
non
so a quello
che
io
mi tengo che
,
io
non
io
.
le sego le veni
la vidi e
(i)
che
ella
maladetta
sia
Y ora che
prima
quand'
si
mi venne
macco
e
in questa casa
,
vo-
leva levare
Buffal-
Bruno queste
,
udendo
facevan vista di
maravigliarsi forte
Calandrino diceva
e avevano
;
ma
aver
la
donna
ma
egli
facevano perdere
to
non le aveva
det-
che
.
ella si
no
11
aveva
tolto
o per-
ciocch
suoi
compagni
,
a'
qua-
come
,
s'
,
avvedeva
il
doveva pafatica
lesare
la dolente
con esso
e lascian,
si
para-
rono.
(i)
f Nella stampa
del
dietto alla
nel"
regola, cos
ves->e a stare
si
il
Salviali)
minor numero
dice vena, e
non v;ne.
Ma
osserva egli
essere questo
uno
da'
ti
che
escono
nomi
Ha
esso
una
minor
numero, e due
nel
numero
del pi.
35
NOMILA
fi
l\.
proposto di Fiesole
non
vii
i^iace
amato da lei, e cmlt -ritinsi giacer con Iti, con una sua fante, e i fratelli della donna
trovare al vescovo
.
fanno
(ine;
non
tema gnu
ont.t.i
,
quando
che
Reina ad Emilia
la
voltatasi, le
mo-
str voler
ella
appresso d'Elisa
cosi cominci.
sua raccontasse.
La qual prestamente
(pianto
i
Valorose Donne,
mi
ricorda es-
ma
tanto
io oltre a quelle
,
un proposto
o no
il
quale mal
grado di tutto
gli volesse
i
il
mondo
il
bene, o volesse
,
La quale
era
il
s
.
co-
tratt
come egli
,
degno
di voi sa
Fiesole,
come che
alla
,
n perci
mai
Quivi vicino
donna vedova
un suo pomagfra-
mondo non
,
era, quivi la
lei
.
anno dimorava
e cou
due suoi
giovani assai
dabbene e
cortesi
Ora avvenne
36
die
,
GIORNATA OTTAVA
usando questa donna
alla
chiesa
maggiore
ed
innamor
forte
il
pi qua n pi
medesimo
que-
donna
il
amar
lui
come
egli lei
,
d' anni
gi vecchio
,
ma
di senno giovianissimo
baldanzoso e altiero
di so
modi
e costumi
e tanto sazievogli
volesse
e se alcuno
voleva poco
gli
questa donna
,
voleva punto
del capo
.
ma
che
ella ella
1'
mal
Per
come
savia
gli sispose:
,
debbo amar
amerovvi
volentieri
ma
tra
'1
vostro
amore e
Voi
siete
mio niuna
mai
mio padre
molto bene
e gi v' appressate
le
quali cose vi
debbono
fan-
non son
modo che
mi
richiedete io
non
.
v'
amer
non
falla
mai, n
amata da voi
Il
proposto
,
lei altro
(1)
f Nel
lesto
si
cavi da cos
e
27
vedeva,
il
ad essa in quei
Deputati, e parimente
affettazioni.
cav. Salviali.
NOVFXLA
f<
(
IV.
3?
;
-e
come
la
sbigottito
tra.se- 11 tata
u vinto
al
primo colpo
,
mn
usati*
\
do
te
sua
prontezza
la solli< ito
molle
egli
ul-
e con lettera
ooti
ambasciate e ancora
la
stesso
vedeva venire.
IVr
In;
pa-
donna,
si
pen.s
la
li
per
({nella
maniera
quale
;
meritava
poscia die
ma
'1
non volle,
detto loro
che prima
ci che
rile
liecn/.ia
il
cu'
"rateili
no
proposto verso
lei
ella
da loro,
alla
chiesa,
,
come il proposto vide COS se ne venne verso lei e come far soleva , per un modo parentevole seco entr in parole. La donna vedencome
osata era.
La
ijuaie
,
gli
il
una parte
tiratasi
avendole
,
proposto mul-
parole dette al
:
modo
,
usato
io
la
sospiro disse
mo-ere
si
ho udito
che
egli
non
che
alcun cartello
forte
b itulo,
io
non venga
in mi' essere
avvenuto. Tanto
con uu'
altra
mi
siete
il
in' a-
poscia che
.
stra
Il
;
madonna
gran
merco
vero, io
mi son
,
forte maravigliato
come
di niuna
anzi
ho
to, se le
femmine
.
nou varreb-
bon
dei
iai.
38
lo
.
GIORNATA OTTAVA
Ma
lasciamo andare ora questo: quando e dove
essere insieme
,
potrem noi
signor
cui la
donna rispose
mio dolce
il
quando potrebbe
essere qualora
ini
pi
ci
no marito a cui
j
ma
io
non
so pen-
dove. Disse
.
il
proposto:
come no?
,
o, in casa
vostra
Rispose
fratelli
la
donna : messer
,
voi sapete
che
io
ho due
gono
giovani
li
in casa
,
e la casa
si
mia non
,
trop-
potrebbe
salvo ( i )
non
volesse starvi a
zitto
modo
buio a
,
di
mutolo
senza far
;
motto o
alcuno e
,
al
modo
di ciech i
essi
si
vo-
si
potrebbe
perciocch
,
non
ma
la loro
si
J
allato
alla
s
il
cheta non
non
proposto
intanto
altra parte
con pi
agio.
:
pure a voi
La donna disse messere questo ma d' una cosa vi priego che questo
:
, ,
stea
stea
segreto, che
se
ne sappia
Il
proposto
se
madonna
fate
non dubitate
1'
di ci; e,
.
puoie
disse
che
istasera noi
siamo insieme
ordine
donna
piacemi ; e datogli
,
La come e quan.
do venir dovesse
sta
si
la
giovane,
ma
ella
aveva
il
pi brutto viso e
(1) Sali>o
il
Bocc,
anzi
sempre
quando non
il
nome
fuori,
ma
cos senza
nome
appresso,
come
qui, dir quasi sempre safao, perciocch eccetto non disse egli mai,
quantunque
dicesse eccezioni.
NOVELLA
iralTatto clie si valesse
l\
ella
3(,
mai
ch
e
aveva
il
naso
Minacciato Iurte e
i
la
borra
torl.i
le labbr.i
(lenii
Fiesole
ma
,
aSinigaglia avesse
E oltre
lato destro
il
suo
nome
,
era
da ogni
uomo
bench
ella fosse
ella era
La quale
la
donna chiam
doner una
nuova
disse
:
La Ciutazza
,
u-
dendo ricordar
camiscia
ia
,
,
madonna
se voi
,
mi che
date una
altro
.
camix
io
mi
gitter nel
fuoco
non
Or ben
faccia
disse la
donna
io voglio
il
che tu
uomo
,
entro
letto
mio, e
far
che tu
gli
,
carezze
e guarditi
ben
di
non
,
motto
sai
si
ti
che tu non
fossi sentita
,
che
che
.
dormono
a Unto
:
e poscia io
dar
sei,
la carni-
Mia
la Ciutazza
,
disse
si
.
dormir
io
con
non che
la sera
,
con uno
s' e'
bisogner
Venuta adunque
(j)
Nella stampa
ilei
r
i
>a7
si
legge
di e feri;
ma
un
ai
d'ebano
qnadrerehbono
que-
sto |)sso
un monte
giaw
in
Cinta, diminutivo
di
Bencivenuta.
4o
GIORNATA OTTAVA
,
come
la
ordinato
gli
era sta*
t
due giovani
come
al
per che
il
na entratosene,
se n'
and come
,
ben
dalla
donna
infor-
mata
di ci
Messer
,
lo proposto cre-
si
rec in braccio la
,
il
proposto a sollazzar
con
la possession
disiderati .
Quando
,
la
fatto
impo-
se a' fratelli
che facessero
andarono verso
la piazza,
e fu lor la fortuna in
essi
medecaldo
perciocch
il
essendo
il
grande
giovani
aveva domandato
con loro
Ma come
,
venir
gli
vide
cosi
,
detto loro e in
il
suo desiderio
con loro
si
mise in via
una
lor
d'
aven-
do bevuto
dissouo
giovani
,
messer
poich tanto
visitar
che degnato
,
siete di
alla
mo
ad invitarvi
Il
Per che
1'
un
de' gio-
un
torchietto acceso in
il
mano
e messosi in,
nanzi
seguitandolo
vescovo e
si
di-
NOVELLA
6 verso la
1\.
lo
4
proposto giacer
camera
d<>\<-
metter
p-r-
il
caldo, la Ciu-
braccio
, si
riposava.
lume
in
mano
la
il
vescovo
il
appresso e poi
posto con
gli
fu
mostrato
pro-
m esser
lo
proposto e veduto
,
dattorno*
mise
il
capo sotto
panni
,
Al quale
il
il
gran villania
e fecegli trarre
Il
ganno
della
donna
si
per quello e
m per lo
il
vituperio,
ohe aver
gli
pi doloroso
uomo
scovo
a patir gran
Volle
il
come questo
fosse a
avvenuto che
.
con
la
Ciutazza
giacere andato
giovani
il
gli
dissero ordinatamente
ogni cosa
la
Il
i
che
vescovo udito,
,
commend molto
senza volersi del
lui
s
donna e
giovani altres
che
le
.
mani,
come
gli
egli
il
Questo peccato
;
fece
vescovo piagnere
gliele fece
(pi a rati fa d
ma amore
,
isdegno
piagnere pi di quarantanove
egli
senza che
poi ad
un gran tempo
non
:
quali dicevano
, ,
4*
tazza
in su
.
GIORNATA OTTAVA
Il
che
gli
era
.
gran noia
che
egli
ne fu quasi
valente
l'
impazzare
tolse
,
donna
si
da dosso
proposto
buona
notte
NOVELLA
V.
Tre giovani traggono le Brache ad un giudice marchigiano in Firenze, mentre che egli essen~
F
mente
atto
al
suo ragionamento
tutti
:
commendata da
disse
quando
la
a te
viene ora
il
Per
la
e cominci
Dilettose
min
una
cio
Donne Maso
, ,
il
del Saggio
mi
una novella
la
per dirne
ancora
compagni
la quale,
usano
nondimeno
.
ella tanto
che
io la
pur dir
Come
citt
nella nostra
,
marchigiani
li
(1)
NOVELLA
ugni lor fatto
sta loro
,
V.
:
P
e por queseco e giudici
mcnan
e notai
tro
levati
,
o
.
tratti
leggi
gli altri
il
Ora csscndovcnc vcnulu uno p-r podest tra molti giudi ebfl seco mono, ne meno uno,
i ,
piale si facca
il
pidio,
tro
,
che
al-
ad
udire
tmSttioa criminali.
i
E, come
spesso
fare
avviene
cosa del
ehe
bench
a
cittadini
,
non abbiano a
talvolta vi
,
mondo
Maso
co
,
palagio
pur
del Saggio
una mattina
v'
and
tutto
il
il
venne considerando
E come
gonnella
elio
un pennaiuolo
che
la
a cintola e pi lunga la
,
(2)
guarnaeca (3)
uomoj
tra queste
una
(i)
t U vaio
un animale
Irli
chiama
altres la
sua pelle,
quale
fanno
vestiti
Qui
|>oln-l)l>e
(a)
f Gonnella
la
la
ma
t Guarnaeca, dicono
si
lunga che
porta
di sopra
Menagio ne deriva
il
nome
R. lesse da ordinato.
col sesto caso uislo
f Strano
volta.
44
ne
(
gli
GIORNATA OTTAVA
vide
;
e ci fu
,
un paio
di brache
le
quali
sedendo
egli
gamba
gli
,
guardarle
in-
de' quali
1'
suoi
l'
compaMat-
altro
meno
sollazzevoli
che Maso
e disse loro
se vi cai di
me
venite
il
meco
pi nuo-
vo squasimodeo ()
brache sue
con loro
andatosene in palagio
le
.
e fattisi
poteva andare
si
poteva mettere
disse a'
la
mano
:
braccio
allora
Maso
compagni
,
io voglio
che noi
e' si
gli
traiamo quelle
perciocch'
pu troppo bene.
:
Aveva
che
,
gi
ciascun de'
per
fra s ordinato
la se-
guente mattina
vi ritornarono
,
Ed
essendo la corte
molto piena
d'
uomini
(1)
Squasimodeo
si
ilice in
isclierza, in vece
tir
minchione
e uccel-
lacelo, a
(2)
uomo
di
poco senno.
.
del
f Giudicio per giudice qui <lello per ischerno Nella slampa 27 videro rotta l'asse, sopra la quale messer lo giudice teneva
piedi
NOVELLA V.
e
45
piedi.
il
lotto
dall'
luogo dote
lati
il
giudice teneva
a
Ma so
,
un de*
accostatosi
raesser lo giudice
,
il
prese per lo
lembo
della gunrnaeca
il
e Ribi
accosta-
e fatto
simigliaute
cominci Ma.so a
Dio
,
che
che v'e
costi dallato,
rendere im mio
e
m'ha imbolate,
dine pur
,
no
e io
il
vidi
.
che
le
faceva risolare
Ribi
gridava forte]
messere, non
gli
un gbiottODCeUo:
ed
in
,
che
io son
venuto a richiamarmi
,
d'una
valigia, la
,
egli test
venuto e dice
j
uosa che
io
m' aveva
CMC
la
e, se voi
la
non mi credeste
io vi posso
spaz-
vide
quando
lasciava
.
tornava di villa.
,
Maso
,
non
dire a Ribi
anzi gridava
E
la
mentre che
il
e loro pi vicino
per
tempo, mise
mano
il
Le brache ne venner
il
giudice era
magro
,
e sgroppato (3)
Il
non
(1)
Uosa: TOCt
di
due
prima, spesi* di
sti-
rai,.
Vf
(3)
Giit.10,
edii. del
37.
.
46
GIORNATA OTTAVA
si
sappiendo che ci
fosse
volendosi tirare
panni di-
Maso
dall'
un
lato
di cosi piccola
ter-
come
questa
non
si
da libello in questa
il
ra (2),
tennero per
li
panni,
che quanti
tratte le
s'
brache.
Ma
.
tenute
1'
ebbe
lasciatele
io fo
sindacato
,
E
:
Mpso
no
,
lasciatagli la
,
guarnacca
io
disse
io ci
pur verr
,
tante volte
che
non
vi trover-
r cos impacciato
1'
come
stamane j e
uno
in
qua e
.
1'
altro in l,
come pi
,
tosto poterono,
si
partirono
Messer lo giudice
tirate in
su
le
brache
levas-
in presenza d'ogni
uomo, come
se
da dormir
si
se
domand dove
cominci a
giu-<
van quistione
ma non
ritrovandosi
e' gli
Dio che
fi)
\ La
ellissi della
voce diceano,
la
qual vi
s'
intende, ,
l'
al
parer nar-
di
affrettarsi a
parole di
Maso
e di Ribi
fa
meglio sentir
il
al lettore la fretta
con
giudice.
Non
Mart.
si
non
si
d luogo a scritture;
trattano
sommariamente, udite
parli in
voce
(3)
(4)
del
testo
e di
Milano;
fos-.
che gli,
Deputati.
Il Salviati
nel testo
Mann.
se scritto per la rozzezza dell' ortografia luti' insieme per e' gli.
NOVFXL V.
gnosctTc e saper e egli
s'
47
al
brache
gione
.
a'
Il
giudici
quando sedevano
de schiamazzio
questo non
gli
era fatto
se
dove
egli
doveva aver
menati giudici
egli
,
ne miglior mercato
per lo miglior
si
.
tacque
n pi
NOVELLA
VI.
Bruno e Buffalmacco imbolano un porco a Calandrino y f annoili fare la sperienza da ritrovar' e a lo con galle di gengiovo e con vernaccia
,
lui
l'altra,
di quel-
le del
/'
cane confettate in alo, e pare che (1) abbia axmto egli stesso : annoio ricompera-
re (a)
se egli
il
dicano
fine, del-
quale molto
si rise
che
la
(l)
(a)
"T
CKe\
il
Salviali.
in
Hicuiiipi'i.u'f
si
come
il
spiega
poico iiuboUto.
a
Bruno e Buffalmacco
lui:
ap-
pongono
Calandrino afer
donalo
alla
il
moglie di
liberi
da
tsle
due paia
p.'i-'gr.
di
ra|>|>>ni.
Il
significalo del
titubi
48
se
ziose
GIORNATA OTTAVA
.
Donne
come
Filostrato fu dal
men son
tirata io
qual
come
io credo
vi piacer
Mi
passo
si
dice intorno a
,
il
seguente:
Aveva Calandrino
il
la
mai-
d, uccso
si
porco
ec. Io penso
il
che in
la
voce di non
il
tempo, in
che corte
espression
che illumina
dal
lei
il
sole
nostro
orizzonte,
ma
piuttosto quello
1'
mezzo giorno
Boccaccio
il
alla notte.
Con
di
uccise
usano
1'
altra.
Noi diciamo
di
in d, ed lo
stesso che dire di giorno in giorno. Sul far del d vale precisamente sul
far
del
giorno.
Ma
giorno in
si
diverse clausole
I'
pu
significar
s'
tempi di
il
lunghezza diversa. Se
corso di 24- ore. Se
significa
il
dice
intende
si
pone correlativo
il
tempo
in che rischiara
sole
relativo a
manina, come
il
tempo di luce,
sole
ha valicatoli meridiano.
e
la
hene l'ultimo d
uso familiare
il
del
mese,
notte e
il
il
d:
dire, la mattina e
io
d.
Non
perci abbandono
mia
conghieltura, comecch
non
la
reputi di
mi
fa
credere
che possano
la
gli
scrittori
me
Con
altro
un
luogo
Novella
Infatti
si
trova
Disse
Buffalmac-
co:
ma
lire.
che sei
der
riferire si
che ne avesti, sozio, alla buona f? avestine sei? Si crede debba a galle: ma per me indubitato doversi inten-
porco, n
fa
che asserisce
essergli slato
rubato; onde
il
domanda: avestine
sei lire?
Termina
poi di convincermi
NOVELLA
ma che
udito
:
VI.
49
avete di sopra
,
che
assai
l'
dico clic
laminilo aveva
Firanae
che
1'
in dote
del
quale
tra
altre rose
che su
vi ricoglieva
anno un porco: ed era sua usanza sempre cola di dicembre d' andarsene la moglie ed egli in
quivi farlo salare.
villa,
e ucciderlo e
non essendo
la
solo ad uccidere
porco.
andava
se n'
mo
d
il
.
con
alcun
Aveva Calandrino
ucciso
il
la
mattina
d,
chia-
d isse
voi siate
ben venuti
;
e menatigli in casa
il
Videro costoro
porco
famiglia sua
il
voleva salare
cui
Brun
i
disse:
deh
,
come
disse:
tu se' grosso!
Vendilo e godiamei
ti
denari
e a
sia stato
imbolato. Calandrino
no
casa
Non
impacciate
,
che io noi
farei
mai
Le
ma
no
a
g'
s
.
che costoro
Disse Bruno
non
vi vollon
(a)
Molinin
mobile tua,
alla tua
moglie.
DECM. T. IV.
5o
Disse Bruno
:
GIORNATA OTTAVA
il
come ho
io
.
ben veduto
se egli
noi
muta
di l
,
ove
Adunque
disse Buffal?
macco facciamlo : perch noi faremo cel goderemo qui insieme col domine.
che
gli
noi
Il
e poscia
prete disse
si
,
vuo-
le usare
un poco
paga
Buffalmacco
come
e
Calandrino avaro
come
egli
do
altri
il
taverna
quivi
ciurmer (a)
ben
fatto poi
Come Brun
il
veggendo che
sul bere (3)
,
prete
non
lasciava pagare
gli
si
diede in
,
bench non ne
bisognasse troppo
pur
si
buona ora
di notte
quando
cenare
1'
,
parti
,
uscio
il
Buffalmac-
co e Bruno se n andarono
come
Calandrino (4) l onde Bruno aveva divisato, l chetamente n andarono | ma trovando aperto 1 uscio
, ,
entrarono dentro
e ispiccato
il
porco
mire. Calandrino
si
essendogli
,
il
lev
la
mattina e
come
scese gi
guard e non
(1)
Meniallo, meniamolo.
1'
scelse
Seghezzi
(5)
(4)
"t
bella e
piena di
t'orza.
NOVKU.\
\idc
il
\l.
:
porco suo
e vide
1'
uscio aperto
mandalo questo e
s'
porco
il
avesse avuto
e
:
a fare
romore grande
ois
.
dolcute se (i)
che
il
porco
,
gli
Bruno e Buffalmacco
quale
,
levatisi
se
vj)\
come
:
gli
vide
quasi pia-
disse
e stato
pianamente
.
disse:
Unta
dico
Oime,
,
disse
Calandrino
,
ehe
io
si,
da dovero
Cos di
diceva Bruno
.
grida forte
che
pi forte e diceva
al
da
:
dovero che
egli
m'
,
slato imbolato
Bruno diceva
,
ben di
l'aiti
ben
e' si
,
grida forte,
ben sentire
:
che dar
!
vero
al
sia
Disse Calan.
drino
tu
mi
faresti
anima
nimico
Io dico
la
se io
non
impiccato per
che
egli
m'
come dee
.
io
il
vidi
Mie ieri
Bru-
cost
Credimi tu
:
che
ti
se Calandrino
egli e
come
Per
io
dico
Deh,
disse
no
pu
j
egli essere ?
e cos
a casa
di.
:
che
io
come io mi
il
torni
e, se ella
mi pur
.
crede
allora
non avr uguanno (3) pace con lei Disse Bruno se Dio mi salvi questo mal fatto se
:
,
mio
(i) (*) (3)
ma
tu sai
Calandrino, che
ieri io
t'
insegnai
Oiti t dolente s, radono lo iteso die ne miserimi! Chiamali: penso clic dovrebbe leggerai chiamatili. Rolli.
51
dir cos
;
GIORNATA OTTAVA
io
ti
facessi beffe
di mogliata e di noi
e a dire
re Iddio
deli
e' santi
Io vi dico che
il
porco
m'
Buffalmacco:
se egli
pur
.
cosi
se noi
,
sappiamo
di riaverlo
che via
disse
Calandrino
potrem noi
non
venuto
d' India
niuno a
torti il
j
porco
alcuno di
e per certo , se tu
ragunare
,
pane
1'
e del formaggio
vederemmo
,
ha
avuto
.'
disse
Bruno
ben
che
farai
ci
maggio a
certi gentilotti
l'
ha dattorno
che son
ha avuto,
e avvederebbesi (2)
.
del fatto
Come
dunque
vorreb-
da fare
Buffalmacco
Rispose Bruno
vernaccia
e invitargli a bere
cos
si
Essi
non
sei
pensereble galle
bono e verrebbono ; e
del gengiovo,
possono benedire
Disse Buffalmac-
co
per certo tu di
vero
e tu
Calandrino, che d ?
(1) (2)
Di
botto, subito.
si
f Qui
numero
del
meno awederebbesi
fa tuli' e
riferirne
il
primo ad alcuno e il
zeuma
(3)
al
pepe.
Si avverta che
la
parola di
gengiovo
stata aggiunta in
margine da
altra
mano.
NOVELLA
vogliamlo (i) fare
?
VI.
53
vene
pricI'
go
io
pur chi
lui
avuto,
se
dis-
Bruno
io
se tu
mi
dai
li
denari.
Aveva Calandrino
gli
forse
quaranta soldi,
quali egli
diede
co speziale
giovo
li
,
le
qua-
uno
come ave,
van V
altre
fece
lor fare
un
bene
le
conoscea
,
vernaccia
gli
:
se
ne torn in
inviti
Calandrino
e disse-
farai
che tu
egli festa
a casa
e per tuo
111
amore
ci che
da dire e da
che per
mat-
fatti
() (a)
Mannelli.
di altra
suede
di gengioTO
distintivo del
(3)
specie
di'
alo
lai
fegato, secondo
ma, secondo
Mcn..g.o,
54
disse
GIORNATA OTTAVA
Bruno
:
signori
e'
,
mi
non
vi
convien dir
,
la
cagione
,
siete
qui
,
acciocch
v'
se altro avvenisse
che non
di
vi piacesse
voi
,
abbiate a rammaricar
,
me
Calandrino
che qui
un suo
gliele
abbia
non
tolto, esso,
to
l'
ha
.
vi
bere
infino
il
e sputeralla
e perci
anzi
in presenza di tanti,
1'
avesse
di
in penitenzia
e io
mi
ritrarr
questo fatto
Ciascun che
:
che ne voleva
volentier mangiare
cominciatosi
la
all'
sua
e,
gliele
pose in
(1)
(2)
:A
voce contadinesca
.
si
suole adoperare
pi nel senso di
rimpelto
la
L'usa
il
Boccaccio scherzevolmente
si fa
in
mezzo
a que'vil-
mei
frate Cipolla
di
lamente
to diversi
al
contado.
n
s'
io saprei darle
a [tutti gli
esempi che
ce
trovano
adattasse.il Vocabolario
,
Per,
dice che
NOVFXLA
ni iiu-i
VI.
16
ma
to6to
come
alle
la
lingua sent
ragiona.
ficile clie
mani
sari lien
ci ti
dif-
esempio che
gli
para
Mei
ne allega pare
me
venuto
in pensiero
meme
,
avverimi
(Itila
ed aggiunta-
vi la
per istrascico,
come
c|ueslo caso
mei avrehhe
valuto
medesimamente, anche,
il
ctiarulio
ma
dalla
ili
ci
non
numero
Il
Dollari nella
Nota 97.
lettere
Guidone ha
osservato che
gli
antichi
me
prori-
obliqui,
come
Me'xa
Beila
meglio
BfM
l'ir.
nelle
Rimr
p.
antiche aggiunte
alla
Mano
si
di
Giusto dc'Conti
1715.
li.')
Dunque
s'io posso, il
la
dell'Ambra
da
me
per
da me-
glio,
come
ai
dice da pi'
,
Io son da
me
di te
vecchio disutile.
la
Ma
rispetto a
mei
e per
mei non
significazione pi
generale
metodo pi
si
profittevole di raccogliere
lutti
il
pu, e prendendogli
Il
insieme in
nulla
perch senza
decidere, aggiugner un
numero d'esempi,
patte
comunalmente conoil
rac-
da
me
fra
tralasciati
nella
Prediche di
tesero; imperocch la
ma e' non la' aleser bene; che mei Santo Joanni dice, che non intese di ci. Preti, di Fra Giordano p 70. Uh come dwremmo temere, e avere vergogna di/are i peccati! Se tuli narrhhe mai, e che rimanesse in vita ;
tcondi, e fai
genti non
ti
il
ne vergogni infra
:
te
le
mecose
desimo? Decani. G.
che non
si
perdute son
to ? Decani.
G.
6.
N. IO.
E in
andava fiutando
s'
se
e cosi
andando
Il
qtude era
il
giovinetto.
56
l'alo, cos
GIORNATA OTTAVA
Calandrino
.
so-
uno
all'
altro
non
non faeceneh
ia,
do sembianti d'intendere a
Calandrino
,
te rivolto, e
tata
disse
forse
che alcuna
ili
No-
blicate dal
Stefani:
Ed
chiesa di
Marehionne di Coppo papa nel Renaio, ove oggi la S. Gregorio, per me' ove sono oggi le mulina , fece fare
8. p. 16. Storia di
il
Padre IldefonsoT.
(Ceti
due di luglio
tutta la
baroniu, e cardinali, e
die la sentenza.
di faccia alle
La
non
ria
gran
Cridella
tempo, era
sto, testo a
mulina. Meditazioni
del
Ges
parla
penna pucciano
buon secolo
car.
66. ove
si
Lavanda
di
G. C.
or lavi tu
me ? In
un mio amico
si
manoscritto contenente
forche di Valenza
si legge a car. 73. a tergo: Alle avea un die impiccato un uomo : sicch un pazzo se n'andoe nel tramontare del sole a quelle Jor che , e salivvi suso a cavalcione Sicch uno cavaliere si andava a Valen-
za,
tutto solo.
vie' le forche
eh* era
a cavalcione
Pinastro
ec.
In una Commedia
intitolala
Pornona
scritta ia ottava
rima da Niccol
villano
nel
Sa/J.
dice:
Non piagnar di' io so vivo; so quifuora: Non l'ho detto a chivei; ancor ho'l guscio. La spalla l'ho me' qui; apremi V uscio. E in altro luogo dice lo stesso Pinastro:
Vea: uno
sia
bocca d'un villano son favorevoli all'opinione del Sig. Colombo, che mei
voce contadinesca
.
La voce
chivei
che
si
trova nel
primo
di questi
nominala commedia
si
legge:
Ecci
chivei
NOVELLA
le
di!
VI.
57
loco sputare
,
Tenne (1)
in
gliele
mise
.
Locca
1'
altre
che
dar a\ea
Calandrino
gif
ima
;
li
<'ra
parata
amara
questa
pMPVt amatissima
,
ma
pur vergola
gnandosi di sputarla
in
alquanto masticandola
gitlar le lagi
tenne
une che
(uevan
si ci ;ni
grosse; e ultimamente,
,
non
fal-
potendo pi
lo
li
.
la gili fuori
come
la
prima aveva
ijuali
insieme con
gli altri
piolo vedendo,
1'
tutti dis-
che aspramente
si
ri-
pi
>
Ma
pur, poich
partiti
furono
,
rimasi
Bruno
che tu
die
ti
1'
incominci
avevi avuto tu
fosse stato
imbolato
Calandrino
il
quale
incominci
se
il 11
l'I
a giurare
:
che
egli
Dis-
Ima eco
sei
ma
?
che n'
avesti
sozio
alla
buona
s'in-
f?
w e.stiiie
,
(3)
cominci a disperare
intendi sa,
namente Calaudrino
vi quinci su
che
una
giovinetta
e che egli
:
avevi
(1)
(a)
(^)
Tenne,
Boccaccio.
+ Cio:
ilei
|)orco
(4)
inaiente
radunando.
58
tu
si
GIORNATA OTTAVA
hai apparato ad esser beffardo
volta gi per lo
.
Tu
ci
menasti
una
Mugnone
e quando tu
ci avesti
,
tu te ne venisti
avessi trovata
e ora similmente
altres
,
ti
che
il
porco
ti
sia stato
,
imbolato
:
Noi
si sia-
mo usi
delle
tue beffe
.
e conosciamle
,
tu
,
non ce ne
noi ci ab-
potresti far pi
perci
a dirti
il
vero
fatica in far
ci
1'
arte
se
non
Calandri-
gli
era
parendogli aveil
riscaldamento
quali
avendo
porco
renze
danno e con
NOVELLA VII.
/
Uno
scolare
la quale
innamorata d' altnd , una notte di verno il fa stare sopra la neve ad aspettarsi : la quale egli poi con
gnuda
tutto
lTJLolto avevan le
Donne
landrino
cappola
il
porco
Ma
poich
NOVELLA
fine fu vomita, In
In
VII.
clic
Sq
diceva
Reina
Pampinea impose
che
il
sua
Ed
essa
Donne, spesse
nita
}
volte avviene
dall'arte scherdi
dilettarsi
schemi re
riso
altrui
mol-
vendetta
io
ma
(1)
intenda
una
,
giusta realla
quale
t
essendo beila
ritorn sopra
utiliih di voi
,
capo.
guarderete
renze fu una giovane del corpo bella e d' animo altiera e di legnaggio assai gentile
,
e nominata Ele,
na
la
mai pi
rimaritar
non
si
volle
un
;
giovinetto
e da ogni
con
,
1'
fante
di cui ella
si
fidava
molto
con maraviglioso
diletto si
no-
uomo
diato a Parigi
sua scienza a
la
minuto
come
ma
per sapere
ragion
sta
che ottimamente
(i)
+ WW,
il
7,
Drput. e
il
SW.;
mo
tUI Ut.
Mo-
do
),
tetto
Mannelli.
6o
in gentile
GIORNATA OTTAVA
uomo
(i ) ), torn
si
da Parigi a Firenze
la
e
la
quivi
onorato molto
,
per
sua nobilt e
.
si
,
per
sua scienza
cittadinescamente viveasi
,
Ma
come
spesso avviene
coloro
,
Al quale,
es-
nero
come
le nostre
vedove vanno
piena di tanta
ne
gli fosse
e seco
al
quale Iddio
.
una
e cono-
scendo che
si
possono senza
fatica acquistare
ac-
(1)
il
Boccaccio
i
fa dello scolare,
pare
il
mo-
dello di
(2)
come dovrebbero
essere tutti
gentili
uomini. Mari.
mano
postee di
Livorno
altri
Mitesti
lano. Egli
ci
sia
n pure negli
buoni
del-
82
(3)
e dell'
87
Nell'edizione del
ci
XXVII
i
si
ma
Deputati
,,
doag-
lore,
piglia
il
Salviali
lungamente
a Parigi,,.
me
la fatica
per
lo
la
biano
metonimia, anche
guisa che usarono
e
il
italia-
verbo
gli
avverbi
a mala pena
a gran
pezza per
NOVELLA
feSocche per lo piacerle
il
VII.
61
Questo
li
il
Le giovane donna
in
occhi
futi
inferno,
nrtili.
ma,
-iosamentc
inibendogli
si
guardava dintorno
la
e prestamente co.
riguardava
:
accortasi di
ci
in so stessa
j
ridendo disse
,
io
,
non
sar oggi
venuta invano
che
se io
.
non erro
io
avr preso mi
la
cominciatolo con
coda
ella
poteva
lesse
j
s'
the
,
ie
e massimamente a colui
1'
quale
ella
aveva data
Il
animo
,
rivolse a costei
,
e credendosi doverle
davanti v' incominci
1'
piacere
andate. Al
di ci
qual
stessa
sai
la
donna
per
la
cagion gi detta
,
seco
vanamente
:
gloriandosi
la
volentieri
,
per
do
s'
il
suo amor
le scosi
donna operasse
che
avere.
il
l'
La
raccont
ascolt
il
,
la
quale con
le
maggior
risa
del
mondo
?
senno che
ha
va
or via
di tire
i
che
il
(trito
iill.-i
provengale e
frinu-ete aniicli IP
il
diana,
sciocco o sci (.ilo
si
dice
d'uomo
$a
cercando
.
GIORNATA OTTAYA
Dira'gK
,
qualora egli
egli
1'
ti
parla pi
che
io
amo
non ama
onest
me
s
ma
$
che a
me si
Y
egli
,
convien di guardar
mia
che io con
di che
altre
se cos savio
.
come
si
,
dice
mi dee molto pi
non sapeva
cara avere
Ahi
cattivella
,
cattivella! ella
Donne mie che cosa il mettere in aia con gli scolari (i) La fante trovatolo, fece quello che dalla
ben
,
.
donna sua
le
fu imposto
Lo
ma
e in
.
indietro
non venivan
il
,
ri-
se
non
generali
questa guisa
tenne
Ultimamente
avendo
egli essendo-
sene con
e alcuna gelosia
lei sospi-
presane
casse
,
sollicitandola la scolare
,
molto
la
sua fante
ella
gli
mand
la
gli disse
che
tempo
far cosa
che
,
gli piacesse,
V aveva
s'
certa
,
se
non che,
sperava
Natale che
appressava
ella
di notte
,
se gli piacesse
ne
an-
venisse
dove
ella
per lui
come prima
potesse
,
drebbe
Lo
uom
,
lieto
al
tempo
e messo dalla
serratovi,
,
quivi la donna
cominci ad aspettare
sera fatto venire
il
La donna
,
avendosi quella
suo amante
(x)
M.
;
f Tenere
in
leneie a bada
NOVELLA
vendo
^li
VII.
63
vedere quanto e
a co-
cenato
mule
lui del
amore
1'
il
quale
io
ho portato e porto
d'
Queste
di-
prole
animo,
dava ad intendere
di
poco
nella
che
egli
che voluto non avrebbe j ma aspettando di pur pazicnt emente il sosteneva . La donna
inante disse
suo a-
dopo alquanto
andiameene in camera, e
,
da una
se'
finestrella
di cui tu
divenuto geloso
,
fa
alla fante
la
quale io
gli
ho mandata a
favellare.
An-
datisene
finestretta,
e veggenaltra
fa-
do senza
dolente
udiron
:
la fante
,
da un'
Rinieri
,
madonna
e la pi
femmina
clic
mai
fosse
perciocc ho egli ci
Morra venuto un
u'
con
lei
e ancora
non
:
se
andato
ma
io
credo che
egli se n'
audr tosto
,
ella
ti
ma
tosto
incresca l'aspet-
Lo
scolare
dirai alla
ni
>
nire
ma
ella faccia
pu
.
La
La
(i)
t Cosi
le i-ili*,
del
37:
il
Manticlli e
il
64
donna
di tu che io
ferissi
GIORNATA OTTAVA
allora disse al suo amante: ben,
,
che
dirai? cre,
se quel
ben
gli volessi
che tu temi
sof-
che
,
ad agghiacciare?
,
que-
sto detto
con
se n'
l'
amante suo
al
contento
and
letto
,
n dove fuggire
sereno
mora
che uscio
aprisse
ma
invano sperava
mezza notte
ti
che
pare, ani-
ma mia
il
qual
ti
par maggiore o
?
suo senno o
amore
entr
,
faratti
il
fred-
do, che io
li
gli fo patire,
t'
miei motti vi
altr' ieri ?
si
il
,
assai
come
e
mio bene
or
mio
cosi
riposo e
la
mio
.
diletto
tutta la
mia speranza
,
sono io
tua
Adunque,
a veder
diceva la donna
se tu di vero
.
mi
bascia
Per
la
qual cosa
,
amante, abbraccian-
dola
stretta
.
ma
:
pi di cento milia la
stati
basciava
E
,
furo,
no alquanto
donna
'1
e andiamo a vedere se
nel
mi scrivea
andaro-
che ardeva
levati
no
trita ( i ) al
suon
d'
un
bat-
(l)
Un
ballo
aminuzzato.
NOVELLA
(ir
ili
VII.
65
(Itali
,
sa e ratta
che egli faceva per troppo freddo si spesche mai simile veduta non aveano. Alloia
,
disse la
donna
che dirai
parti
che
di
ri-
innube o
spose
glio
:
di
cornamusa
A
,
cui
.
1'
amante ridendo
la
diletto
mio grande
parler
si
Disse
all'
donna
.
io vostarai
j
uscio
Tu
ti
cheto e io
vederlo.
v' era
chiam. Lo
,
udendosi chiamare
:
lod Iddio
credendosi
uscio dis,
e accostatosi
.
all'
eccomi qui
di freddo
madonna
.
che
io
muoio
La donna disse o s che io so che tu se' uno assiderato (i)!e anche il freddo molto grande perch costi sia un poco di neve gi so io
, !
ohe
elle
Io non
ti
posso
ancora aprire
tello
,
che
ierscra ci
,
non
se ne
va ancora
ma
egli se n'
tanente ad aprirti. Io
mi son
test
con gran
aspet-
non
ti
rincresca
Disse lo scolare
deh madonna,
,
,
io vi priego
ni' apriate
,
acciocch io
perciocch da poco
qua
s'
mondo
e nevica
Dis*.
quanto
vi sar a
grado.
(i) (a)
Attiderato
agghiaccialo.
alla tfuggil
DECAM. T. IV.
66
se la
GIORNATA OTTAVA
donua : oim
,
apre,
se io
aprissi
ma
io voglio
un buon fuoco acciocch, come io entrer dentro, io mi possa riscaldare; che io son tutto divenuto s freddo che appena sento di me Disse la donna questo
.
essere
se quello vero
scritto,
ma
io son certa
che tu
spettati(a) e sia di
che tutto
udiva e aveva
tosi
,
sommo
piacere
con
,
lei
consumarono.
s
,
Lo
scolare cattivello
i
forpi.
te batteva
volte tent
e riguard se
il
n vedendo
,
come
la
fac-
cendo
del
le volte del
,
leone (3)
maladiceva
qualit
tempo
la
con
il
la
sua simplicit
e sdegnato
modo
,
alla vendetta
la
(i)
Fratelmo,
t
fratel
mio.
si
leggono
le
parole e sia,
ma
come
sola-
Faccendo
andando
in su e in gi
fa
il
leone
NOM-'.LL\
la
MI.
notte
disiato.
La
6j dopo molla e
l'ali) i
I
al d e
cominci
della
,
Por
,
la
qual cosa
gii
,
la
fante
maestrata
d' aver
scesa
aperse la corte
,
compassion di costui
,
disse
malaventura pos.
sa egli avere
che
iersera ci
venne
ha
;
fatto agghiacciare;
sta-
ma
!)i
sai
che
e.
portatelo in pace
,
ch quello che
.
notte
non
,
potuto essere
So
io
no che
to fosso dispiaciuta a
s
madonna
Lo
scolare sdegnoso,
le
come
savio
il
mi-
serr dentro al
s'
ingegna-
va di
mandar
fuori, e
to mostrarsi crucciato
disse
ho avuta la
perinlin
mai
ma
bene ho cono,
non ha
,
la
s
come
me
:
me
.
come
raccomandalemi
(a)
,
fatti
,
con Dio
quasi tut-
to rattrappato
come pot
di
gitt a
dormire
donde
si
gambe
manda-
medico e
dettogli
voa
alla
(l)
(a)
Rattrappato,
l'
isteaao
che attrailo.
68
che
GIORNATA OTTAVA
il
p alquanto di tempo
far s
si
distendessero, e, se
il
non
,
fosse
che
egli era
giovane e sopravveniva
caldo
egli
avrebbe avuto
troppo a sosteuere
il
Ma
,
vie pi che
.
mai
si
mostrava
,
in-
Ora avvenne
dopo certo
tempo
che
la fortuna
apparecchi caso di
poter lo scolare
essendosi
il
al
amore da
lei
portatogli)
n molto dire n
far cosa
che a
lei fosse
si
a piacere
consumava.
Ma
la
sua fante,
la
le
portava,
non trovanIo
do modo da levar
perduto amante per
la
,
vedendo
,
modo
usato
contrada passare
,
entr in
della
uno
sciocco- pensie-
ro ; e ci fu
che
,
l'
amante
come
far solea
si
La
donna poco
be, pose
savia
se lo scolare
1'
per s adoperata
avreb-
animo
mente
le disse
volesse
sicuramente
gli
La fante fece 1' ambaLa quale udendo lo scolare tutto lieto seco medesimo disse lodato Iddio sie tu: venuto il tempo che io far col tuo aiuto portar pena alla malvagia femmina della ingiuria fattami
bene e diligentemente
.
in
io le portava.
alla
NOVELLA
fante d'isso
:
VII.
di questo
69
non
,
(limi alla
che
suo aman
in Indi
domandar merc
fatto.
,
di ci
che contro
Ma il moattendo di
,
do
che
dire a lei
quando
e <lo\r pi Ir piaceri
.
e cosi le di
La
me. Quivi
venuta
la
che
lui
madonna
egli
si
il
funigromau/.ia,
;
che
n'
ma
percioc,
ch
ella e di
io
avea
giuralo di
mai n per
1'
me
il
il
vero che
,
amore
quale
io
porto di tanta
forza
che
io
non so come
io faccia
:
mi
vi nieghi cosa
che
vni vogliate
che
e perci, se io ne dovessi
si
son presto
poich
vi
piace
Ma
io vi ricordo
che
ella
rivocare
pu far,
;
se
propria
fa sia di sicuro
animo
con-
.solitari!
cose io non so
come
A cui
la
donna
sprona per
7o
io
GIORNATA OTTAVA
non
facessi
;
donata
ma tuttavia
se
ti
piace
mostrami
,
in
che mi
convenga
esser sicura
,
Lo
scolare
:
disse
madonna
me
converil
una imagine
di stagno in
nome
di colui
qual
ar
La quale quando io
v'
mandata
ma
con lei
vi
bagnate
e appresso cos
che casa
gine
in
disabitata
mano
parole che io
vi dar'scritte: le quali
come
voi
si
due damigelle
faccia
A queste
i
farete
che voi
datevi che
non
vi venisse
1'
nominato un per un
elle si
come
detto
avrete
al
partiranno,
i
e voi ve
ne potrete scendere
lasciati e rivestirvi e
luogo dove
vostri
.
panni avrete
tornarvene a casa
la
E
che
per certo
il
egli
non
sar
mezza
seguente notte
vostro
amante piangendo
per alcuna altra
vi verr
il
suo
amante
disse
:
mezza
lieta divenuta,
non-dubitare
efho
il
io
troppo
bene
(1)
mente; e
>cch ..nchepifl-
namenle ,
NOVELLA
lui
VII.
,
71
il
un podere verso
il
Valdarno di sopra
piale
luglio,
li
che sar
esser
il
bagnarsi dilettevole
ancora mi ricorda
dal fiume
una
torricella disa,
bitata
vi
se
1
che
sono
pastori sopra
un
battu-
to (1),
sopra
la
quale io sagli-
e quivi
il
meglio del
.
mondo
,
Lo
scolare
la torricella,
,
disse
madonna
non so
non
fu'
mai
il
podere ne
la torricella
ma,
se cosi sta
.
come
perci,
voi dite,
non pu
essere al
,
mondo
migliore
la
quando
tempo
ben
sar
vi
mander
,
imagine e
il
1'
orazione;
ma
vi priego
che
cpiando
che
vi ricor-
me
,
cui la
donna
e preso da lui
comuna
mi.io
il
se
ne torn a casa
Lo
fece (2)
(l)
[t)
Wl 37.
.
(3)
Con
La
nostra
la lettura del
Vocah.
nel
tal
roce e quel-
la di caratteri
detti
editori facessero
ca-
ratiere voce
femminina
quando
ella
mascolina terminante in
il
ix
distinliro di caratteri
r segni magici
Rolli
t Nota
hurlesca
il
72
GIORNATA OTTAVA
,
per orazione e
alla
quando tempo
gli
parve
la
mand
1'
donna
notte vegnente
avea;
un suo
fante se n'
and a
casa d'
cella,
per dovere
La donal
,
na
con
sua fante
e
,
si
mise in via e
come
,
la notte
fu venuta
al letto
la fante
ne
,
mand
di casa
a dormire
e in su
,
1'
chetamente uscita
d'Arno
se n'
spogliatasi e
suoi panni
la
un
cespuglio nascosi
,
sette volte
la
con
imagine
bagn
imagine in mail
no verso
la torricella n'
and
Lo
scolare ,
quale in
sul fare della notte col suo fante tra salci e altri alberi
vedute
con
la
e appresso riguar-
dandole
belle
,
il
petto e
1'
corpo e vedendole
piccol termine doal-
vean divenire,
compassione: e d'
subitamente e
si
giaceva, e confortavalo
che
egli d'
aguato uscisse e
lei
andasse a prendere e
tra
il
dall'uno
egli
Ma
nella
e la compassione e
il
NOVELLAMI.
fermo (i) e
la
73
lasciolla
cominci a dire
le
pa-
Il
>i
icella entrato
chetamente, a poco
la scala
donna era e
,
fare
La donna
cominci
1*
ad aspettare
due damigelle
e fu
lungo
aspet-
che voluto
.
ella
vide
1'
aurora apparire
Per
avea
seco disse
io
ni' ab;
ma
questo
ni'
ha
fatto
s'
saputo vendicala
re
stata
sua
il
Mimchfl
il
perch
ma ella
se
il
Allora, quasi
come
mondo
,
piedi le fos-
se
il
venuto
meno
le fuggi
.
l'
animo e
poich
le forze le ritornaro$
no
assai
stata
opera
dello scolare
altrui offeso
lui
il
,
quale
ella
e in ci
stette
via alcuna
da scender
il
non veggendola
rin-
cominciato
pianto
entr in
uno amaro
penste-
(1)
Qui mostra
il
Boce. quanto
il
74
ro
,
GIORNATA OTTAVA
a s stessa dicendo
fratelli
,
o sventurata
che
si
dira
da' tuoi
da' parenti e
i
ralmente da
tu
sii
,
tutti
Fiorentini
?
quando
sapr che
stata
La
tua onest
co-
tanta
e
,
se tu
bugiarde
,
che pur
i
ce ne avrebbe
tuoi sa
,
il
maladetto scolare
.
che
tutti
fatti
,
non
ti
lascer mentire
il
Ahi misera
te
che
il
E
il
Ma
essendosi
parti pi al
muro
guardando se
mandare per
d'
avendo a pie
un
buon
di
da-
migelle ?
La donna vedendolo
e udendolo , rincomin-
Lo
scolare le fu di
La donna
il
cone sopra
il
battuto,
,
di quello (i)
te , se io
ti
e piagnendo disse
Rinieri
ti se*
sicuramen-
diedi la
mala notte
,
tu
ben di
me ven,
dicato, perciocch
quantunque
,
di luglio sia
,
mi
ti
so:
no
stando ignuda
l'
assiderare
inganno che io
,
feci
che
ti
credetti
che maraviglia
.
come
(1)
gli
occhi
mi sono
tra' vari
in capo rimasi
E perci io
e scendere
.
f La voce cateratta
fiitta ne'
mouUre
NOVELLA
ti
VII.
la
75
priego,
i
di
me,
de
ma
por
amor
di te
che
se' gentile
la
uomo
,
che
ti
,
li.i.sti
(j
nello
fallo hai
ine -cimi
io possa di
quass discendere;
e non
mi
vole r
cio
1'
onor mio
notte
,
che se io
tolsi
esser
ti
io ogni
ora che
a grado
Baciti
assai
l'
fia te
adunque questo,
come
a valente
l'
uomo,
sieti
scere:
citare.
Niuna
gloria
me Lo
.
animo seco
nell'
animo ; piacere
disidei aia
che
altra cosa
avea
e noia sentiva
movendolo
la
Ma
umanit vincere
la
rispose
madonna Elena
se
miei prieghi (
li
quali io nel
come
tuoi )
m'
avessero impetrato la
che
,
freddo
messo da
pur un poco
al
sotto al coperto
i
leggier cosa
mi serebbe
grave
presente
tuoi esaudire
ma
ti
se cotanto or pi
onor
cale
ed
etti
cost su
ignuda
(a)
leggono
bui Deputati
tetti:
si )
tenta abbia
un
76
dimorare
cia
,
GIORNATA OTTAVA
porgi cotesti prieghi a colui nelle cui brac,
non
t'
che tu
stessa ricordi,
i
ignuda stare
me
J
e a lui
ti
ti fa'
aiu-
a lui
ti
fa
fa'por la
in lui
t'
ingegna di met-
ora e mille
periglio
.
al
re volte
in
Come
venga ad aiutare?
?
tu
se'
sua
se egli
se',
non guarda
e pruova se
ti
amore
il
quale tu
gli porti e il
lui
domandasti quale
gli
pareva maggli
portadisi-
N
,
essere a
me
il
dero
n negare
mi puoi
,
se io
il
disiderassi
Al tuo
amante
qui viva
d'
se egli avviene
che tu di
parti.
Tue
una
una
volta schernito
t'
ancora
ingegni
,
col
commendarmi
gentile
mia benevolenza
e valente
,
acquistare
chiamimi
io
uomo
e tacitamente, che
come magnanimo mi
,
malvagit
t'
ingegni di fare
ora
gli
ma
le tue lusinghe
non
m' adombreranno
n tanto di
come
Io
mi
conosco,
me
stesso apparai
()
do
gli
27.
NOVELLA
rigi
VII.
77
facesti
onoscere
,
Ma
se'
magnanimo
penilenzia
fossi
non
tu
quelle in cui
.
la
magnanimit deb-
ba
suoi
effetti
mostrare
La
tu
fine della
se',
come
e similmente delle
che tu
,
dicesti
Per che
,
quantunvelenosa
que
io
te
non colomba
ma
eerpe conoscendo
la
di perseguire intendo,
con
fo non
si
ma
pi tosto gastigainento,
1'
inquanto
la
offesa
e questo
non
lessi
v'
,
aggiugner
perciocch
se io vendicar
1'
mi voanima
,
mia
rei
non
ini
basterebbe togliendolati
,
perciocch, io uccide-
una
da che diail
qua-
se' tu
pi
dove per
te
non rimase
di far
come
lia
tu
la
potr pi in un
tue pari
neretti
essere utile al
che cote
adunque con questa noia che tu sostieni, ne lo schernir gli uomini che hauno alcun
sia lo
schernir
gli
materia di giammai pi in
tal follia
non cader,
campi
re
,
Ma
non
et tu
cli
te
ne
gitti
lo
collo
pena
78
GIORNATA OTTAVA
ti
pare e
io
me
ti
farai
il
pi
lieto
uo-
mo
pi
del
mondo. Ora
non
tanto
feci
,
salire
Sappi
tu
ne scenda
come
e
il
mi
di-
ceva
la
tempo
.
se n' andava
sngliendo
senti tacer
la
tuttavia
,
il
sol
,
pi alto
crudele
,
Ma
poich
se egli
il
ella
ti
il
disse:
deh
uomo
fu tanto
cos
e parveti
fallo
mio
grande
che n
ti
posson muovere a
,
pietate alcuna la
le
amare
la-
grime n
gli
umili prieghi
mio
nuovamente
mio
ho dato
che
senza fidarmi io di
te a poterti di
me
.
vendicare
',
il
Deh
ira tua e
perdonami ornai
Io sono
quando
tu perdonar
mi
il
disleal
,
giovane
e te solo aver
la
quantunque tu molto
mia
la: la
bellezza biasimi
tre
si sia
}
pur so che
se
da aver
cara
si
non
se'
vecchio.
quantunque
(1)
io
crudelmente da
te trattata sia,
non pos-
Parte che
mentre che.
disposta, son risoluta,
(2)
quantunque
la
accomodata.
NOVELLA
nesta
VII.
79
morte
come sarebbe
cri,
il
a* quali, se
non
come
se' diventato,
gi piacqui
cotanto
Deli increscati di
me
Il sole s'
come
il
il
caldo
m' incomincia a
lare
,
far
cui lo sco:
che a
,
rispose
ma-
donna
la
tua fede
non
si
mie mani
ma
per racquistare
altro
e mattamente credi
,
se tu
credi
ta
vendetta da
me
opportuna
stata. Io
n'aveva mille
intorno
a' piedi
,
che di necessita
veniva in
no
ti
che
a
,
in
fi
caduta non
,
e questo presi
volarti
ma
mancati mi fossero
quale tante e
si fatte
non mi fuggiva
la
penna
con
si
la
fatta
che l'avresti,
mai non
,
esser
uata
Le
che
Io giuro a
Dio
( e se (2) egli
ili
(1)
(
t T
// troppo
fresco ,
la eJ!.
il.-l
fj.
.
80
GIORNATA OTTAVA
,
questa vendetta
che
io di te
prendo
mi
faccia alle-
gro iiiun la
fine,
come
che
che
non che
dell' altre
persone,
ma
non poterti
occhi; e perci
il
non rimpro-
verare al
letto.
mare
piccol ruscel-
me
al
gi dissi
alcuna cura
Sieti
pur
di colui
di
,
cui
cosi
stata se', se tu
puoi
Il
quale come
io gi
odiai
so te operato
Voi
v'
barbe pi nere
i
gli
re e carolare e giostrare
ebber co-
sanno
mate miglior
nate
fesso
,
gior-
che che
,
gli
Certo io
i
con-
essi
pilliccio,
ni (2)
ma
attempati
in
si
come
esperti
sanno
d'
Tr.
Am,
,,(
Or dimmi, se colui 'n pace vi guide E mostrai '1 duca lor ), che coppia
( ,
questa
Pastor fido
att.
1, se.
.
(1)
Ma
se
li
guardi
'l
ciel
cortese Ergasto
Non mi
tacer ecc.
di logica
non
far
mai chequalsisiadon
na non
amore un inesperto
il
alferino a
qualunque famosis-
35
(2)
Scuotere
il
dice figurata-
mente per
ricoprir la disonest.
il
t Pilliccone,
pelliccione
la
testo
Mann,
e le
due
del
Vocabolario;
73.
NOVELLA
meglio
i
VII.
:
81
e di gran lunga
il
da eleggere
sipido
;
che
molto e
,
in-
e
sia
il
trottar forte
;
rompe
il
e stanca altrui
quan-
tunque
giovane
dove
meni
allo albergo
vi
conduce almeu riposato. Voi non v'accorgesenza intelletto, quanto di male sotto quelsta
(.*)
la
i
nascoso
Non sono
:
ma
ne disiderano
essere
di tante par
stabile
il
non pu
loro
amore e
,
tu ora ne puoi
perpruova
n
le
altra gloria
il
che
noi ridicono
i
il
tuoi
sai
che
la tua fante
.
e io
tu
La sua contrada
;
ma
le
pi
gono
Essi ancora
.
vi
rubano
v' donato
Tu
ti
adundesti:
sieti
,
di colui a cui tu
me
ho
il
quale schernisti
lascia stare
ad altrui; che
se'
,
trovata
che
accioc-
(i)
(a)
la
stampa
ilei
v],
(3)
far
catene,
(4) Dare
desideri
i^
l'anima,
sajli
tedi, non
ma
DECAM. T. IV.
,,
82
GIORNATA OTTAVA
mondo
tua
portare
gittati
,
gi
F anima
come
,
io
credo
gi ricegli
potr vedere se
oc-
saranno turbati o no
Ma
,
di tanto
ti
non mi vorrai
far lieto
ti
dico che
se
il
sole
comincia a scaldare
facesti patire
il
che tu a
me
mescolerai,
senza fallo
sol sentirai
temperato.
La
sconsolata don-
ec-
co
me
,
a piet
ti
muove
,
muovati
amore
il
che
pi savia di
me
,
e da cui tu di (1) e
i
che
se'
amato
amor
di lei
mi perdona
miei
rivestir
mi
possa, e quinci
mi
,
smontare.
Lo
veggendo che gi
rispose
:
terza era di
buona ora
,
passata
per
tal
donna
me
Insegnamegli (2)
scendere
.
e io andr per
ci creil
La donna
dendo, alquanto
dove aveva
i
si
confort, e insegngli
.
luogo
panni posti
Lo
si
comand
al fante
partisse, anzi
che
and a
,
e appresso
quando ora
gli
(1) (2)
per In dici,
lesto
si
trova
sempre in
tutti
migliori Bocc.
e cos pure nelle edizio-
Nel
Mannelli ed insegnamegli,
ni di Livorno e di Milano.
,,
NOVELLA
parve
,
VII.
la
K .1
s'and
ione n-
masa
li.n.iia
Mn
ri
bra era
ora pensando e or
piagnendo
I.ik
) e or
,
oo' panni
CODM
il
la
s*
addorment
al
Il
sole gior-
mezzo
il
no
tene,
testa
da
che non
sola,
mente
le cosse le
carni
ma
co-
aperse; e fu
la cot,
strinse a destarsi.
mo-
pelle
come veggiamo
,
avvenire
tira
.
una tarla
eli
pecora abbruciata
s
se altri la
forte la testa
spezzasse
il
E
,
il
bat-
n eon altro
star
vi
per che
senza
.
ferma
or qua or Ih
,
tramutava piagnendo
di vento
,
oltre a questo
v'
erano
mosche e
abbondati
(*) (a)
t L'edii.
del
27
in vece di
piagnendo
li*
sperando:
ratto ratto ed altri
certo Iijuuo
clteto eliclo,
tuli avverili
una
Iona, che
non
I'
ha
tale
ne'auoi.
84
li
GIORNATA OTTAVA
,
quali
fiera-
mente
tura d'
la
le
ella di
,
menare
,
le
mani
la
sua vita
il
suo a-
mante
e lo scolare
sempre maladicendo.
,
cos essen-
do
dalle
mosche e
da'
,
tafani e
ma
molto pi dalla
sete
molata e
trafitta
in pie dirizzata
cominci a guarda,
di-
le dovesse
di
Ma
anche questo
I
,
partiti da'
ivi
campi per
lo caldo
niuno
gli
a lovorare, s
come que:
che
biade battevano
altra cosa
no
il
iscemava
sete
ancora in
mente
1*
erano angoscia
disiderando
Che direm pi
il
della sventurata
donna
? Il
sol di sopra e
fervor del
e de' tafani
,
mosche
,
per tutto
1'
avean concia
che
ella
dove
la
come
labbia (i)
e tutta di san-
gue chiazzata
mondo
cos
,
dimorando
pi
la
costei
morte aspet-
i Rabbia o
il
stizza
vanno
soggetti
cani
ed
lupi,
la pelle e tutta
scabbiosa.
NOVELLA
scolaro di
dosi
,
VII.
85
donna ricordan-
dormir
il
suo fante
.
ne
mand
mangiare
Il
quale avendo
donna
sentito, debole e
la cateratta,
:
8
i,
Rimci
ben
la
ti
se' oltre
misura vendico
che
,
so io feci te nel-
mia corte
di notte agghiacciare
tu hai
me
di
gior,
no sopra questa
oltre a ci di
fame e
ti
pie-
go per solo Iddio che quass salghi e poicli a me non soflcra il cuore di dare a me stessa la morte dal,
lami tu
tale
il
ch
io la disidero
tanto e
tormento che
fare,
io sento
E,
non mi vuoi
venire
,
almeno un bicchier
bagnarmi
,
acqua mi
,
fa'
che
io possa
le
la
bocca
l'
alla
quale
non bastano
mie lagrime
tanta e
asciugaggine e
lo sco-
V
il
Don conobbe
per
le
quali cose e
gli
per
venne di
na
,
ma non
pertanto rispose
malvagia don-
delle
,
gij tu
morrai pur
delle tue
ne verr
da
me
quanto fuoco io
tanto
col
ebbi da
ad
mio freddo. Di
convenne curare
mi dolgo
({nella del
forte
che
1'
infermit del
si
mio freddo
,
ove
rosa si curer
nervi e la per,
sona fui
ti
non
altra monil
vec-
86
cliio
cuoio
queste bel-
ma
tu,
pi crudele che
come
?
mi
a questa
maniera
,
che pi doveva
il
io aspettar
da
te
o da alcuno altro
se io tutto
Certo io non so
si
un
tra,
una
citta
che quella
al sole e
alla
manicare
mosche
oltre a
,
questo non
un
li
morte,
purch
ne doman-
dino
Ora
fermo
nelin
la
la tua
mia passione
parte alcuna
muovere
,
morte ricevere
dell'
anima mia.
operazion riguardi
queste parole
il
si
trasse
mezzo
del
battuto
campare
gendo
non una
volta
ma
mille
suoi dolori, credette di sete ispasimare, tuttavia pianforte e della sua sciagura dolendosi.
Ma
essen-
do
gi vespro, e
parendo
fatti
prendere
,
panni di
del fante
(1)
particella
che invece
di
quando
stranissimo,
olii,
(2)
dalla giustizia.
NOVELLA
In trov sopra la porta sedersi
,
\ll.
alla
87
anale
<
tgli
disse
la
buona Illumina,
riapote: messere
trovarla nel
1
-
In-
della
donna ina?
cui
laute
io
dova isser
me
era
parola
ve,
line andare,
ma
Ma
io
non
la
,
ne so
clic si aia
divenuti
voi
,
che
io \i\<>
con grandis-
simo dolore.
te
lei
si
?
con
insieme l dove io
ho
lei
come
io
ho
lei della
,
sua.
Ma
io
che
non
}>n-lii s
,
mo
ili
farai beffe
,
che di
me
:
non
ti
ricordi
questo
,
ito
disse al
suo fante
lei,
:
e
il
dille
s'ella vuole. Il
fante fece
suo comandamento
sciutigli,
per che
forte
:
non
1'
avessero uccisa
e appena di gridar
,
si
ritenne
e subitamente piagnendo
tito
,
con
<[iu -^li
verso la torre
va per isciagura
un
dopo
ne: e
andando guataudoper
il
lutto se
sent
vaj per che salito su, quanto pot grid: chi piange lass?
matol per
fante
,
La donna cognobbe la voce del suo lavoratore, nome gli disse deh vammi per
, :
e chiala
mia
.
fa'
che
ella
possa qua su a
:
me
venire
,
Il
oim
orli'
madonna
,
o chi
or qui,
(i)
Dalle \*r
liti
lei
Unto
dice
iinp ralTO
come
quanto oel
iliiiiostmlivo.
88
vi
GIORNATA OTTAVA
port costass
:
La
andata cercando
ma
E presi
star
.
dovea
ritorte
bastoni a traverso
,
in questo la
,
sopravvenne
la
non poten,
do pi
la
:
voce tenere
,
battendosi a
,
palme cominci
ove
siete voi ?
:
a gridare
La
donna udendola
chia mia
tosto
i
,
come pi
quass
.
.
siroc-
io son
panni miei
sali
su per
,
la scala
gi presso
,
e aiutata da lui
in sul
non corpo
umano ma
parere
,
tutta vinta
tutta spunta
e giacere in terra
non
altra menti
Ma
la
donna
la
.
vestire aiutasse
avendo da
lei
se
panni portati
v' era
,
1'
aveano e
lavoratore
che
,
al
presente
alquanto di ci racconsolata
gli
preg per
di ci niente dicessero.
levatasi la
donna in
collo
la torre la
La
fante cattivella
che di dietro
era rimasa
scendendo
(1)
Cepperello
dira, di
:
ceppo
base e piede
dell'
albero.
(2)
Innarsiccialo
anche diciamo
abljruciatircio.
NOVELLA VII.
dandole
il
89
,
e rup-
pesi la coscia
mug-
un leone
,
Il
lavoratore
posata la
and
a vedere
,
che avesse
similmente
.
La
ella
suoi mali
avvenuto
da cui
modo
rincominci
il
il
non
la
pot rac.
consolare
ma
il
,
egli altres
cominci a piagnere
Ma
essendo gi
se la notte
sol basso,
gli coglies-
come
,
alla sconsolata
d
la
e quivi chiamati
due suoi
,
fratelli
moglie
Ih tornati
su
v'
acconcia-
rono
ta la
portarono^ e riconfortafresca e
,
con buone
parole
di
levatalasi
il
lavoratore in collo
nella
camera
lei la
port.
La moglie
man,
giar
portate a
e cosi fu fatto
Quivi
,
la
donna
che aveva
tutta
fatta
fuor
la
dell'
di so e
del-
e allesirocchie e ad ogni
pie, sdruci ioland
(1)
il
pie, sdrucciolandole
la
il
(l)
(3)
C.
t Nota
il
palliceli
sia in
ree di cio
(
egli
Inf.
13)
Orni'
Rispose ecc.
il
Venturi.
go:
altra
GIORNATA OTTAVA
persona credere che per indozzamenti (i) di defosse avvenuto. I
medici furon
presti,
na
che tutta
,
la pelle
lenzuola
lei d'
,
una
fiera
accidenti
.
guerirono
Per
la
in-
qual cosa
la
donna, dimenticato
il
suo amante, da
E
,
lieto
ne pass
un
altro
avrebbe
tutti
,
fatto
la
essi,
il
non dico
dal bef-
ma
diavolo tien
,
la
coda (3)
,
Donne
fare
(1)
Indozzamento : persecuzione o
fattura diabolica.
Indozzare
ili-
nota l'esser degli animali, quando per principio di soprav vegnente indisposizione intristiscono,
non crescono
si
la
baia
scaltrito, diccsi
proverbialmente ch'egli
sa dove
91
NOVELLA
/hir usano insieme
tro si giace
:
Vili.
altro
awedulosene
serrato in
fa con
,
la
,
sua moglie
che
,
V uno
una cassa
sopra la quale
standovi
si
V un
giace
dentro
.
altro
G,
Travi e noiosi
erano
,
stati
casi d'
Elcna ad ascol-
tare alle
Donne ; ma
gli
avvenutigli
ioli gli
Stante fieramente
Ma
alla
la
Reina
seguitasse.
traftto v'
abbia
la severit
sia
dello
offeso scolare
con alcuna
luti
cosa pi dilettevole
rammorbidare
g'
innacci
spi-
gio-
ricevette (i)
vebdie. Per
la
se
piale asino
da
in parete
la
con-
ingiuriare,
dove
.
1'
uomo
io
mette a
la
come
(i)
penna, e pi pia-
, . ,
92
nelloccio
GIORNATA OTTAVA
,
famiglie popolane
de' quali
1'
Tanena
altro
amenduni eran
sti
che mostrassono
stati fosser fratelli
cos
s'
amavano o pi
come
se
una donna
assai bella
usando molto
in casa
,
e non essendovi
del
per
si
fatta
maniera con
la
moglie
Zeppa
lei
si
;
con esso
buona pez-
Pure a lungo
,
andare
essendo
la
un
giorno
,
il
Zeppa
in casa
non
sappiendolo
donna
La donna
non era
in casa: di
che (2)
veggendo che
altri
non
v' era^
abbraccia-
cominci a baciare ed
,
ella lui. Il
,
Zeppa, che
si stette
;
questo vide
non
fece motto
il
ma
nascoso
e brie-
vemente
bracciati andarsene in
camera e
.
di
che
egli si
turb forte
Ma
romore n per
nore
,
diede a pensar
,
che
che senza
.
sapersi dattorno
1'
il
mo-
(1)
(2)
di casa, avvertilo.
si
Di che
trova in
que-
sto libro,
quantunque
Di che
turb furto
ed
infiniti altri
, ,
NOVELLA
do
la
,
Vili.
p3
ne fu
cos egli
donna
Il
quale
come andato
,
se
nella
camera
s'
se n' entr
dove trov
la
ra
li
non
aveva cadere
e disse
donna
?
che
il
fai
tu
?
:
A
s
cui la
donna rispose
,
noi vedi tu
Disse
Zeppa
non
bene
;
ho
io
veduto
anche
altro
che
io
vorrei
e con
lei
delle cose
stile entr in
dopo molte novelle quello avendogli confessato che acconciamente della sua dimestichezza con Ispiuelloccio
M0U non
perdono
.
potea
piagnendo
il
g'
incominci a chieder
:
Alla quale
,
Zeppa
disse
vedi
donna
ti
tu
il
io
perdoni,
che
questo
che domattina
in su
che cagione
di partirsi
da
me
e venirsene qui a
,
te: e,
quando
cos
il
come
il
tu
mi
senti
fa' entrare in
quando questo
na,ch
fatto avrai, e io
dir
rimanente che
prometto che
per sodisfargli
io
,
non
gli
la donna
disse di farlo
e cos fece.
Venuto
il
d seguente (3)
essendo
,
il
Zeppa e Spinel,
Spinelloccio
che pro-
fi)
S era
1
altri tali
Bocc. invece
li
andr
tutti
ferma
(a)
la
regola che ne d
Bembo
Prose
(3) Si avverta
nelli
il
Man-
di
precedente.
94
messo aveva
disse al
GIORNATA OTTAVA
alla
:
donna
d'
andare a
lei
a quella ora
Zeppa
al
io
amico
perci
fatti
con Dio
Disse
il
Zeppa
egli
non
ora
:
Spinelloccio disse
non
ora
fa forza
,
(2)
egli
io
ho
d'un mio
fatto
.
che
mi
vi convien
pure
essere a
buona
,
Partitosi
adunque
,
Spinelloccio dal
Zeppa data
guari che
,
una sua
volta
non
stette
il
Zeppa torn
il
quale
come
la
donna
sent
mostratasi
il
11
disse
:
donna,
.
egli otta di
desinare
il
La donna
rispose
oggimai
Disse allora
Zeppa: Spinelloccio
,
andato a desinare
la
stamane
:
ed ha
donna sua
lasciata sola
con
esso noi
La donna
temendo, e perci
il
marito
impose
La moglie
di Spinelloccio
,
pregata molto
Zeppa
vi
venne
.
non
il
vi
doveva desinare
le
,
quando
venula
fu
Zeppa faccendole
carezze grandi
e presala
alla
dimesticamente per
mano
comand pianamente
ne me-
Di
(2)
NonJ'ajorza
hanno
^li
antichi
cio
di dir
popolaresco.
{ Alcuni
cio
non mi
i
ritenere,
non impe-
ma
tutti
la reca lezione
i
, dicono
testi
migliori, ed
modo
prio della lingua, com' essi provauo con esempi di approvati scrittori
NOVELLA
d in camera
lo
la
,
Vili.
95
donna vide serrar
,
camera dentro,
oim, Zeppa
voi latta
Ora
pa
lei
ti
e questo
1'
portate a Spinelloccio e
la leale
,
gli fate ?
Alla quale
il
il
-Zep-
marito di
donna
io
ti
imprima che tu
.
rammarichi
e
ascolta ci
che
vo' dire
;
Io ho a,
mato
che
io
la
amo
Spinelloccio
,
come
fratello
e ieri
la
come
quale
io trovai
che
la fidanza
ho
di lui
mia donna
1'
giace
come con
stata
1'
reco
Ora per,
cocche io
amo
,
non intendo
vendetta (i)
la
se
non quale
,
Egli
ha
tu
j
Dove
non
(l)
per certo
converr che io
il
ci colga
II
la
voce vendetta
ri-
chiestavi
ilal
la
Confessarono
essa
non
n pure
il
io ijuell' altro
1'
testo,
chiamalo
ta
ila
loro
il
Boccaccio
avesse lasciaaltre
avvisatamente
che
essi
com-
IV)
Quivi, secondo che per ascoltate,
Non
vale a dire
avea pianto,
secondo
cie
per ascoltare
si
poteva comprendere
non
essi nella
stampa
gli
del
73 omisero
Ma
parve
al
al Salviali
che
esempi da loro
allegati
non quadrasil
sero affatto
clic
non
sia facile
96
e perciocch
GIORNATA OTTAVA
io
non intendo
gli
ta impunita (i), io
rete
La donna udendo questo, e dopo molte riconfermazioni fattelenedal Zeppa credendo!, disse:
mai
lieti.
Zeppa mio poich sopra me dee cadere questa vendetta , e io soa contenta si veramente che tu mi fac,
ci di questo
la tua
che
,
far
donna
fatto
:
,
come
io
non
m* ha
A cui
il
Zepti
pa rispose
doner un
sicuramente
far
e oltre a questo
,
come niun
altro
che tu
n'
abbi
E
,
cosi detto
la distese
abbracciatala e comin-
ciatala a basciare
le era
il
marito di
lei si
lei serrato
piacque con
che nella
cassa era
Zeppa
sentita la
ta gli era,
che sopra
il
capo
fat-
che
se
non
fosse
alla
che
egli
temeva
Zeppa
egli
avrebbe detta
come
era.
che da
che
,
il
Zeppa
che
egli faceva
e che verso
,
umanamente
quando
gli
era portato
Zeppa
quanto
volesse
,
Zeppa
stato
,
con
la
donna
piacque
domandando
debba leg-
(1)
patini che
gersi offesa e
Rolli
(a)
Danza
meno che
o Treviso
NOVELLA
l.i
Vili.
,
<
>7
donna
In
il
gioiello
la
promesso
npertala camera
fece
venir
moglie,
,
disse, se
non:
;
madonna
voi
m'
e
:
Zeppa
quale
il
disse
ed
il
ella
il
fece: nella
Zeppa
mostr
alla
donna
suo Spinelloccio.
lungo sareb-
be a
cio
due
si
vergogn, o Spinellocegli
vedendo
fatto
sapeva ci
che
aveva
la
donna vedendo
il
suo marito e
el-
conoscendo che
ln
egli
sopra
il
capo fatto
il
aveva
Alla quale
ti
il
Zeppa
disse:
,
disse: ecco
gioiello
quale io
dono. Spinelloccio
uscito
della
,
Zeppa
t'i
e perci
,
buono
come
mia donna
e
non essendo
,
che
le
mogli
Il
divisa
comunichiamo.
pace del mondo
Zeppa
tutti
quistionc o zuila
(1)
listi,
e-
cerlo, disse
gli altri
Rase,
vi
un prima, e
l'altro poi.
Come
alla
maniera
sani-se.
DEC\M. T. IV.
98
GIORNATA OTTAVA
NOVELLA IX.
Maestro Simone medico da Bruno e Buffalmacco, per esser fatto d' una brigata che va in corso ,
fatto andar di notte in alcun luogo, da Buf-
e la-
Jtoich
accomunar
alla
le le
cianciato
,
dello
,
due Sanesi
la
Reina
Dioneo
cominci
Assai bene
amorose Donne
che
si
guadagn Spinelloccio
la beffa
Zeppa j per
sia
la
do o che
la
si
guadagna. Spinelloccio
1'
la si
guadagn^
,
and cercando
fecero
.
non da
biasi-
mare
fatta
,
ma
da commendar sieno
fu colui, a cui fu
,
un medico che
,
a Firenze da Bologna
essendo
.
una pecora
Si
come
di
nostri
,
cittadini
da Bologna
tornano
qual giudice
e quel medico,
gli scar-
e co'vaii (2) e
con
altre assai
apparenze grandis-
(1)
Vaia: animale
questo animale e
all'
a-
Con
NOVELLA
sime
,
IX.
) f)
alle quali
coin
.
gli effetti
giamo
Villa
,
tutto giorno
non
ha gran tempo
talo
vestito di scarlatto e
,
(i)
dottor di medicine
,
secondo che
medequa-
simo diceva
le
ci ritorn
la
noi oggi
chiamiamo
la \ia del
cocomero
,
Questo
come Odet-
me
atti
di
a' suoi
infermi
comporre
mente e
raccoglievagli.
pintori
de' quali
s*
oggi qui
la
due
volte ragionato
Bruno e Buffalmacco,
tinua
,
meno
lieti
che alcuni
,
altri
del
moudo
curassero e pi
vivessero
si
come
essi
.
mand
di lor condizione
udendo da
,
tutti
costoro
essere poveri
uomini e dipintori
gli
al
i5oo.
Il
/:
pur
il
noi
il
ve-
profusione,
al
e se
le
veslimenta facessero
ben
che per
usanu
Baialo e batolo:
il
t Crede
Menagio che
le spalle, e
del cappuccio si
chiamasse batolo
si
perch batlea
lice
per at>
madura
batte
il
colo.
Ma per
questa ragione
ioo
GIORNATA OTTAVA
essere
che
essi
ma
s'
avvis per ci
d' alcu-
che
astuti
non saputa
dovesser
se esso potesse
:
Bruno.
Bruno conoscen-
dolo (2) in poche di volte, che con lui stato era, questo
medico
il
essere
uno animale
cominci ad avere di
lui
il
ma-
la viglioso -piacere.
Ed
ron
egli
gli disse la
maraviglia che
,
essendo
poveri uomini
e pregollo
che
g'
insegnasse
medico, e
che e
come facevano Bruno , udendo il parendogli la domanda dell' altre sue scioc(3)
,
dissipite
(1)
(2)
dolo
pronome
lo
v'
superfluo.
la
Il
che
mi
parata la migliore.
Mannelli
l''
ma
io
non
un
addietlivo.
di
A me
sia scritto
scioc-
chezze in luogo
ma
mande
(4)
vi
s'intende.
la
t Infra se
comincio a ridere;
stampa
del 27,
NOVELLA
nivi
,
IX.
si
mi
conve-
come
.
noi facciamo
ma
di dirlo a voi
,
perdio
siete
amico
.
non mi guarder
io
Egli
vero che
cosi
'
lmio compagno ed
,
viviamo
cosi lieta-
mente e
traiamo
bene
come
vi
avremmo da
:
logoriamo
andiamo ad imbolare
ma
noi
andiamo
in corso, e di
,
Il
medico
udendo questo
si
si
fosse,
credendolo,
il
direb-
be
Oim
disse
Bruno
maestro
che mi domanda-
te voi? egli
mondo,
anzi da farmi
Gallo (i)
(i) Il
se altri
risapesse (a)
Ma
si
grande
Lucifero da san Gallo dovea essere qualche spaventoso diain quella chiesa.
nella
volo
(3)
tli|>inlo
f Dopo risapesse
io
stampa
del
37
si
role:
e per
non ve
lo
direi
mai. Disse
il
medico: Bruno,
sii
certo
io.
cui
il
Bruno, dopo
assai
Unto
I Deputali
ne' qustlro
migliori testi a
penna,
e per
sospettarono che
mano;
02
GIORNATA OTTAVA
io
V amore che
voi
ho
in
che
io
vogliate
la
e perci io
vi dir
mi
il
giurerete che
direte.
Il
mai
come
promesso avete, a
mimo
maestro afferm
mio
che in questa
il
fu
quale ebbe
nome Michele
a ci che io
si
mi
dovessi fare.
Per
esse
il
dialogo tra
Bruno
e'1
medico
al
pi
suo.
al
naturale
dall'
che tutto
Ma
altra
s'
parte, se appartenessero
veramente
al
Boccaccio,
avrebbono
que-
non da
dirsi
si
al
primo
copista
perciocch, dove
far
bene, d'uopo
ma
sostituire or
il
partito di lasciamele
in pie di pagina,
lesto e se
affinch a questo
tenesse
(1)
la
modo
si
ne man-
integrit nel
medesimo tempo.
rinomato per buoni melloni.
Mellonaggine, sciocchezza.
(3)
Da
Di
Legnaia,
castello
(3)
(4)
Montesone: nome
costui parla
una croce.
Inferno.
Quell'altro, che ne' fianchi cos poco, Michele Scotto fu, che veramente
Delle magiche
Crist.
frodi seppe
il
gioco.
versi di
Dante, scrive
di
questo
Michele ci che segue: alcuni vogliono che questo Michele fosse Spa gnuolo, la consuetudine lei quali era in quei tempi portare vesti-
menti molto
,,
.,
fu del-
ma
tutti con-
NOVELLA
Soocia ora
,
IX.
io3
partire,
ci lasci
due
a' (piali
Costoro adunque
di certi loro inna.
servivano
predetti gentili
uomini
moramenti e
cendo lorla
Poi
pia-
citta e
ci si dispo-
essi fossero,
pi
che non
gentili
te
una
due
volte al-
meno il meseinsicrae si dovessero ritrovare in alcun luogo da loro ordinato, e quivi essendo, ciascuno a costoro
il
ed
essi
notte
ed
brigata
fummo
messi e
siamo
raccogliamo
capoletti
(i) intorno
alla
dove mangiamo
chiudono che
fosse
spesso convitava
del
vivande, e
di poi
in sull'ora
manIn-
Vedi, o
lettore,
doveva
esser quello
(i)
alle
mura
.
camere per
lo
menta
GIORNATA OTTAVA
,
cos
femmine
tal
co-
me
gnia
maschi
,
al
compa1
bacini
gli orciuoli
fiaschi e le
coppe e
altro vasellamento
d'oro e d'argento
',
mangiamo
beiamo (i)
,
varie vivande
che re-
mai
dolci suo-
canti pieni di
melodia
la
i i
che che
vi vi
s'
s'
odono
vi potrei dire
,
quanta
sia
cera
n quanti sieno
sieno preziosi
confetti
che
vi
si
vi si
consumano
.
come
,
vini
che
beono
E
ci
non
vorrei
zucca mia da
sale,
che voi
panni che
vedete
egli
non ve
n'
,
niuno
s
cat-
tivo
che non
vi paresse
uno imperadore
.
siamo di
Ma
sopra tutti
che
vi
sono
,
si
ne
le quali
il
subitamente
di
la
tutto
mondo
vi son recate.
,
la reina de'
Baschi (3) , la
,
la
,
la
Ciancianfera di Nornieca
la Semistante di Berlinzo.
ne e
la
Scalpedra di Narsia
Che
vi
vo
io
annoveran-
(1)
lutti
gli
antichi migliori,
il
1'
beviamo
moe
derni.
L'uno
1'
altro
pu
stare,
ma
primo pi fiorentino,
per
27 e del j5. nomi tutti immaginari! o storpiati da' veri nomi, come JSornieca per Norvegia, Presto Giovanni per Preteianni: il che vi serva di regola per altri simili in questa uoveU
(2)
le ediz. del
f Strumenti,
Barbanicchi
(3)
Baschi
ec.
la
Rolli.
NOVELLA
do?
e' vi
IX.
io5
,
sono tutte
le rcine del
mondo
io dico in,
fino alla
che ha
.
per
me
'1
Or
Douna
fatta
danza o due
fatta venire, se
E sappiate che
,
un paradiso
a vedere
tanto son
i
e sono non
meno
bossoli
quando
vi
,
voi fate
pestare
belli
il
cornino: ed havvi
letti
che
parrebberpi
e in quegli a
riposar se ne
vanno
Or che menar
,
di calcole
il
(4)
e
,
di tirar le casse
(5) a s
,
per fare
panno
serrato
.
faccian le tessitrici
tra gli altri
Ma
parer mio,
siam Buffalmacco ed
perciocch Buffalmacco le
reina di Francia
le quali
ed
io
per
me
son due
pur
le
mondo j
altro
abbiamo sapu-
to fare
che
elle
non hanno
noi
(i)
ConJvUare;
vale
:
(a)
cui starniti
ad iatania di cui
i
(3)
Calcole:
la
con funicelle
pettine,
tela, in su
quali
il
tessitore tiene
le
piedi, ed or abtela
bassando
atane
il
l'uni)
fila Iella
e for-
panno.
le calcole: aiutarsi nelF atto venereo
i
Menare
(5)
il
"t"
Cassa chiamano
quale puss.m
tessitori
accomandato
il
(iettine pel
le fila
dell'orditura
quando
la
tessitore
ha
il
batterne
trama e fare
panno
serrato.
.,
106
uomini,
GIORNATA OTTAVA
,
due
senzadio
fiorini
un
l'
mille o
.
un dumilia
da
non
gli
ab-
biamo (i)
questa cosa
5
andare in corso
perciocch
,
come
corsari tolgono
:
la
uomo
la
se
non che
da
loro,
nonk
dies-
rendono, e noi
Ora
avete, maestro
mio dabbene,
;
inteso ci
che noi
ciamo l'andare
ser segreto voi
in corso
il
ma
vi potete
.
vedere
e perci pi noi \i
dico n ve ne priego
si
Il
lattime (2)
quanta
si
saria
e in
tanto desiderio
gata ricevuto
siderabile
si
quanto di qualunque
,
pi di-
Per
la
qual cosa a
se
Bruno
lieti
rispose che
;
andavano
e a gran
si
temper in
,
riservarsi
vi fecesse
gli
infino a tanto
prieghi suoi
usanza e ad aver-
smisurato amore.
loro usanza, che
Ed
era
grande e
continua questa
il
maestro
(1)
Noi
gli
abbiamo prestamente
Ruscelli.
j Questa
(2)
f Lattime,
vengono
talora
a'
bambini
NOVELLA IX.
potesse ne sapesse vivere
ni
,
107
parendogli star
Bruno
be-
togli dal
medico
gli
Dei
all'entrar della
,
camera %
sapesse-
1'
uno
orinale
acciocch colo,
il
ro riconoscere dagli
in
una sua
la
quale
questo
E oltre a
,
quando con
lui
non
avea cenato
ed essen-
domi un poco
foci venire la
d'Inghilterra rincresciuta,
del gran
mi
Gumedra
Can
va
il
Gumedra ?
,
non
g' in,
O maestro
io
io
ho bene udito
dire
che
il
no
gnaffe io
uon
so
stri
uomi come
Ma
la
Gumedra
la lingua del
O ella vi parrebbe la
che
ella vi
bella
fem-
minaccia
Beu
vi so dire
gli
farebbe dimenti-
care le medicine e
che ( parendo a messer lo maestro una sera a vegghiarc, parte (3) che il lume teneva a Bruno, e (4)
(1)
il
lesto
Jd
07.
,
(a)
Argomento:
ti
rimedio e semaiale.
(3)
A vegghiarc
parte che;
il
R. non inlese
la
\erliialmenle posta per mentre,;c disse ch'era popolar frase vezglar parte.
('1}
A. e R. ne
la tolsero.
io8
che
GIORNATA OTTAVA
la battaglia de' topi e delle gatte dipignea,
si
bene a-
animo suo j
,
e soli essendo
gli disse
Bruno co,
me
co
,
Iddio sa
egli
come
io farei
per
te
e per po,
mi
dicessi
v'
che
;
io andassi di
qui a Peretola
tu
credo che io
andrei
te
e perci
ti
maravigli se io
r
sti
.
Come
de'
mi
ragionas
modi
di
che
gran
mai niuna
altra co-
E questo
ti
tu vedrai
se
ne
sia
che iufino ad
se io
facci beffe di
me
non
vi
buona
,
1'
altr'
anno a Gacavincigli
che
ed (i)
,
el-
la
mi
s'
acconsentisse
,
volle
per
quanto
pi posso
ti
priego che
m'
che
io vi sia
me buono
e fedel
compagno
Tu
,
vedi in-
una
me-
dicina
abbiate niunoj e
(1)
E qui
vale
acciocch
(2)
(3)
sconciamente
il
Medico e
|
La
vera iiase
opo-
mi
sta
NOVELLA
IX.
,
109
e votene
Bruno avemae-
va
si
r.i|)(-\.i.
ma
pur
si
tenne.
E finita
la
canzone, e
il
stro disse:
che
te
mente (a)
fin- tu
to.
il
maestro: iodico
non
disse
;
Bruno. Disse
il
mae-
stro io so
bene anche
dell' altre
ma
come
tu
uomo bench
egli stesse in
e io altres
E, come
pi
ho pure i pi
di
be'libri e le
f di
medico
,
Firenze
In
,
Dio
io
ho
sia;
e in
Dio, se tu
di
il fii
sie
pure infermo se
ti
,
tu, sai,
che
mai
mio mestiere
costui
gli era,
,
io
uon
torr
si
udendo
panilo
e parendogli
un poco
che
io
.
di
maestro
fate
abbia fatte
le
der Fomite
disse
maestro mio
gran
(1)
lica.
di saggina
ilalle
meliga
me-
Qmste
si
fanno per
Laminai luto
persone di campagna.
Ma.t.
() jdrtagoticamente
:
miracolosamente
1 1
GIORNATA OTTAVA
,
il
conosco
quantunque
,
sia piccola
pure
,
me
mondo
s
mi
facessi, se io
non
la facessi
perch
v'
amo
quanto
si
conviene e
per
no
usatti ( i),
dicovi ancora
che
se altro
non mi
vo'
cos
bella cosa
come diceste Ma
.
non
e per
(1)
Pinzochere hanno
tutti
testi
al
dendo bene
degli usatli,
difendere la
il
parlare,
pinzochere,
di
le
forme
ma hanno
gamba
dall'
cuoio per
vali e le
comune cavar leforme degli stimonache del monistero per esprimere cose difficili. Qui il proverbii, Boccaccio facendo che Bruno uccelli il maestro, confonde
cavalcare, oggi stivale. Il proverbio
i
e di due ne fa
chi vede tutto
uno dicendo trarrebbono le pinzochere degli usatti, il resto del parlar di Bruno a questo medicastro conoscer
il
quanta pi grazia ha
dir qui
le
il
le
^ Se
de'
monache
me
re,
(
insieme,
uno,
le
al
egli
pinzochepinzochere
ma trarrebbe
quali
si
monache
secolo)
le
stanno
non hanno
proverhioirar-
re le
gine del maestro, accozza insieme qui due madornali spropositi, sic-
come sono
alla
non ne
porla, e trarre,
non
gli stivali
persona
la
ma
la
non
erro,
(2)
f Cio
tanto pi;
ellissi
dell'avverbio.
NOVELLA
adoperare
ii. nule
j
IX.
ni
la
ma
vostra
dar
modo che
a tenere avrete
cosi be' libri e
panni esser
certo che
(avendo voi
altre cose
che
cui
di sopra detti
il
maestro disse
sicuramente
,
mi conosci bene
segreto
.
non
sai
ancora
come
io so
tenere
che
egli
non
me
le
mandas-
io fui
il
primo uomo a
disse
Or bene
,
sta
dunque
Bruno
io. Il
si
ne fidava
bea
me
,
ne posso fidare
questo
.
mulo che
biamo
due
fia
Noi
ab-
consiglieri
li
mutano; e
e cosi fermato
far
chi capitano
pu
molto in mettervi e
che messo
(1)
1
Calleritajede
G.
scalterta.
Vocab.
11
me
sembra, dice
ami
il
contrario: ed
trasportala la
io credo
siasi
paiticola ta
,
non
non
Mcnagio che
giac,
fede grande
e calpestata
altro
Bruno per
prendersi giuoco
questo scioccone.
(a)
1 1
GIORNATA OTTAVA
me parrebbe
la
.
e per ci a
ste
,
che voi
prendeste
stegli
s'
l'
onore
Egli
uomo
che
innamorer
di' voi
incontanente
quando voi
cose,
buone
che
$
avete
egli
un poco dimesticato
vi
voi
il
potrete richiedere
non
,
gli
ho
:
gi ragionato di
voi
e vuoivi
meglio del
lasciate far
mondo
quando
voi ail
me
con
lui.
Allora disse
e, se egli
uomo che si
,
diletti
un poco
cando
,
io far
ben che
m* andr sempre
,
cerio
che
.
ne
potrei fornire
una
citt
e rimarrei savissimo
Ordi-
nato questo
Bruno
Buffalmacco per
andava cercando
Il
medico
,
che
oltre
modo
,
diside-
mente
con
venne
i
fatto
E
si
comincigli a
dare le pi
belle cene e
lui altres
,
ed
essi
carapignavano (4)
come
,
que' signori
grossi
li
e di
capponi e d'
buone cose
assai
gli si tene-
vano
assai di presso
(1)
Scipa: nome
Forse
il
Boccaccio
il
form
dalla
(2)
Mollare:
finare, ristare.
(3)
(4)
di cavarne
N0VFXLA1X.
sempre, che con un altro ci non farebhono
)
si
1.3
rimaal
uevan con
maestro
richiese
,
lui
Ma
pure
Buffalmacco
Di che Buffalmacco
to
o fece a Bruno
all' alto
,
un gran romoro
io
dicendo
io
,
io fo boto
che
mi
che
tengo a poco
il
che
non
ti
do
,
tale in su la testa
naso
ti
traditor
altri
maestro.
,
Ma
il
dicendo e giurando
pure
:
pacefc
Buffalmacco
egli si
ri-
maestro mio
,
par bene
che voi
siete stato a
Bologna
bocca chiusa
e ancora vi
1'
abbici
in
su
mela
come
dome-
nica (3)
E come
me
fi)
in
ilio dipinta
ned* chiesa
ilei
castello
l'iissigrui'io
(a)
alle
pro-
verbi, ile
I'
di
aignificasione
i|ui
nefatto
fanda;
il
ma
io dico
die
autore ne ba
di paiola alla
sciocchn*a di rues-
Lo
tocca
perchi
in
sale
domenica
chi
non bn
il
gli
luogo dote
vende
il
onde
si
(4) <*
R. l tu medicina.
DBCAM. T. IV.
GIORNATA OTTAVA
uomini
j
il
che
stro
altro
uomo
che
io vidi
mai
.
Il
medico rompen:
che
to-
Chi avrebbe
mio sentimento,
te
come ha
miga
uomo
tu
non
ne avvedesti
,
che
io valeva
come ha
quando
fatto eglij
ma
di
io
ti
dissi
tu
mi
.
dicesti
che Buffalmacco
mini
glio
.
Parti che io
V abbia fatto
Disse Bruno
:
medove
Allora
,
il
altro a,
vresii detto
se tu
m'
avessi
veduto a Bologna
meglio del
mondo
si
tutti
gli
.
dirotti
pi
che
io
non
vi dissi
,
io
non
del
uomo
si
quando
io
me
,
ne
maggior pianto
vi
,
mondo
pur
rimanessi
e fu a tanto la cosa
lasciare a
perch' io vi
io leggessi io
,
stessi
che vollono
me
solo
che
:
veva
le
medicine
ma
a
non
volli
che
io era
ci
pur
ho,
disposto a venir
state
qua
sempre
di quei di casa
mia
:
e cosi feci
ti
Disse
allora
Bruno
a Buffalmacco
io il
ti
che
.
pare
tu noi
egli
mi
non
credevi
quando
diceva
Alle gnagnere
s'
a costui
e fermamente tu non ne
(1)
f Rompere f Cos
altrui le parole in
il
di-
5
. .
NOVFXL^
resti
IX.
1 1
un
Va',
li enti
e'
vuole
ci
Disse
il
medico
.
Bruti dice
siete anzi
il
vero
ma
,
io
non
;
sono
io
conosciuto
Voi
ma
mi vedeste
tra' dottori
:
come
,
io soglio
veramente
avrei
maestro,
non
mai creduto:
a'savi,
come
si
vuole parlare
come
dal
medico
fatti
mondo
che
si
donna
la
con-
quale era
la
pi bella cosa
trovasse in tutto
.
il
Culattario dell'
,
umana
gene-
razione
tessa
.
Domand
ella
il
medico
chi
:
fosse
questa con-
Al quale Buffalmacco
,
disse
me
(4)
e poche case
ha per
lo
mondo
;
giurisdizione
non che
le
ma
.
frati
minori a
sutm di nacchere
rendon tributo
,
E sovvi dire
sentire
,
che
quando
ch
ella
va dattorno
il
ella si fa
ben
ben-
ella sica
pi rinchiusa:
ma
(l)
(a)
Cavalcare la capra:
un'altra.
lasciarsi
com per
(3)
La
luoghi
comuni e
le
persone che
le
li
puliscono, esprcs-
voce
Conte
(4)
Celriuolo maturo
minto
per
semema
6
ella vi
GIORN4TA OTTAVA
pass innanzi
a lavarsi
i
che
all'
che an-
dava ad Arno
d' aria
;
ma
la
di lei portano
si
la
verga e
piombino
s
veggon per
tutto assai
come
,
il
Tamagnin
di scopa
Manico
li
(3)
lo
Squacche-
ma
que
ora
,
non ve ne ricordate
cos
da Gacavincigli
nelle dolci
se
'1
pensier
.
non
e'
inganna
,
vi
metteremo
braccia
,
Il
medico
non
intendeva
vocaboli di
costoro
.
donna
(1)
Crusca,
.
ma
itovasi
Ricchezze
della lingua
compilate dall'Alunno
Egli dice
uom
picciolo che
e che significa
ancora
(gli si
perdoni
il
ha pi anni termine un
putti ed
altra gentaglia
depongono
il
tamagnino un
a di notare scher-
tam magnus? In
s
1'
tal
una che
due cose
f Secondo il medesimo autore meta, con l' chiusa, cumulo di sterco Jalto in guisa di piramide; e, secondo il Vocabolario della Crusca, quella quantit che V animale ne fa in una volta. popolaccio con cui egli (5) f Manico di scopa un altro gergo dal dinota lo sterco umano quando piglia in qualche modo la forma del
manico
(4)
della
acopa
f Squacchera
.
la
quando
esce liquida,
forse
suono che
fa nell'escire
correnza
(5)
Bologna nato
R. dice aver
letto in
si
disse
buon medico
NOVELLA IV
novello
\11fo.
gli
117
era
recarono
per rice
si
che
la
notte seguente
l
dovetti
gli
ebbe amenduni
,
domare, e
gli
conveniva tenere
IhiHalmacco diate
vedete
:
maestro
,
esser
perciocch
se voi
non
molto sicuro
impedimento
,
e lare
a noi grandissimo
danno
e quello
voi
si
con-
modo che
uno
in sul
primo
sonno
po
in su
Ita si
una
voi per la
alla brigata
e
,
detto ne fosse
siete gentile
non
fummo
,
nomo
(3)
la
contessa
intende di farvi
.
COIVI v'a-
deremo
egli
non
(1)
Egli ebbero:
esempio
(a) (3)
non deve
A.
lesse
e questa n'
(4)
1
la
tempi in granin
ii
uso e riputasione, e
si
conscersvano
cavalieri,
bagnandoli
un
bagno che
(5)
t Alle sue
Deputali che
si
dava questo
grado
con grandissima
pompa,
alla
dalla
1 1
GIORNATA OTTAVA
,
molto grande
ma
si
poi
voi
non
vi spaac-
pianamente : quando
costata vi
come
cosi a
al
modo che
petto
,
vi recate le
.
mani
mente
ora
,
ma
infino ad
,
se voi ricordaste
irj
',
e perci, se
non
il
cuore
fareste
il
danno
Allora
medico
lunghi
voi non
mi
conoscete ancora.
i
Voi guare'
date forse
.
perch
io porto
guanti in
io
mano
panni
ho
gi fatto di
co'
.
notte a Bologna
quaudo
,
io andava
talvolta
miei
In
f
compagni
di
alle
femmine
tal notte
voi vi maravlgliereste
noijj a7t,lendone
,
Dio
egli
fu
che ,
una venir
con noi
non era
un sommesso (3) )
, ,
di molte
pugna poscia
che
presala di
credo che
io la portassi presso
ad una balestrata
e
.
pur conven-
ne
si
feci
ella
un' altra
volta
mi
ricorda che io
,
senza esser
l'
meco
altri
che un
mio
(1)
fante
col
un poco dopo
avemaria
starai colle
passai al-
braccia avvolte
insieme, appoggiale
(2)
petto
A. e R. lessero e peggio
(5)
Sommesso,
la
lunghezza
ilei
pugno
NOVELLA
lato al cimitero de' frati
stata sotterrata
IX.
,
-j il
minori
,
ed cra\i
stesso
una femmina
na
dicovi che io
la
per venirvi
bene orrevole
con
la
mi metter
la
quale
si
io fui
vedere (i)
,
.se
brigala
rallegrer (piando
a
mi vedr
.
e se io sar
fatto a
l'
mano
man
(3) capitano
io vi sar slato
da che
non
si
ella s*
di
me
che
ella
mi vuol
mi
star cosi
male
saprolla cos
far
lascerete
,
pur
me
Buffalmacco disse
ma
ci faceste la beffa
non
veni-
o non
vi foste trovato
,
quando per
egli fa
.
voi
,
manderemo;
e voi, signor
e questo dico
perciocch
freddo
medici
disse
il
ve ne guardate molto
io
Non
piaccia a
Dio
(.{)
,
medico j
non sono
:
di questi assiderati
io
1'
io
mi
levi
fa
la notte cosi
tal volta
,
come
il
uora
mi metta
',
altro
che
pelliccione
mio sopra
(i)
farsetto
Contentare: dar
le
all'
E vedente ha
si
la
stampa
del
97 con
altri testi a
citi
penna
Ma
mutolo da
am
pi (ilicon es-
in cui
e imperfetti (soggiungono) sono pi ra ghi e vivaci, che quel parlar pianissimo e stiettsmentc lerolli
legge a vedere.
Colai modi
gato e
(3)
come impastoiato
*f
ma
talora
esiandio,
come
prontamente, spacciatamene
(4) Assiderati
agghiacciati
tao
Partitisi
GIORNATA OTTAVA
adunque
costoro,
come
notte
si
venne faccenla
do,
il
moglie
parve
messalasi in dosso
;
e sopra quegli
,
sendo
stia
.
il
freddo grande
,
cominci ad aspettar
la
be-
Buffalmacco
il
una
di queste
,
maschere
che usare
si
si
li
fanno
,
e messosi in dosso
s'
un
scio
in quello
,
acconci in guisa
la
un
orso
se
non che
.
maschera aveva
,
ed era cornuta
appresso
,
cos acconcio
venendogli Bruno
per vedere
come
l'
nella piazza
nuova
di santa
Maria novella
E come
,
egli si fu accorto
v' era
cosi
a sufolare e
ad urlare e a
.
Il
quale cos'
me
lui
il
cos tutti
peli gli
,
arric-
come
co-
e fu ora,
,
che
vorrebbe essere
che
,
quivi
si
Ma
tanto
il
desiderio di
.
giugnere a vedere
Ma
s'
come
quale era
il
maestro e
{1) (2)
Mante:
NOVELLA
stette
IX.
quegli
,
lai
he tulio Ur-
fermo.
Il
,
maestro
noti
come
inava di paura
sapeva che
farsi
se su vi salisse
gli
ose
si
stesse.
facesse
male
la
se su
:
non
con
la
,
prima
pianamente dicendo
,
m' aiuti su vi sali e acconciossi molto bene e sempre tremando tutto si rec con le mani a star
Iddio
,
cortese
come
s'
Allora Buffalmacco
pianamente
ria della
Madon-
Scala, e
andando carpone
.
infiu presso le
ne di
Ili poi e il
f
trada fosse
\;in
nelle quali
la
lavoratori di que'
illari
campi
i
face-
votare
.
contessa a Ci\
per ingrassare
cam,
pi loro
Alle quali
come Buffalmacco fu
vicino
,
acla
costatosi alla
messa
mano
in essa
all'
un
medico, e con
capo innanzi
il
essa
gitt
sospiulolsi
,
da dosso
di uetto col
Siala verso
il
fuggito
si
s'
era
misero a ve-
facesse.
Messer
cos
abbominecapo
vole,
ne
e ora in
qua e ora
in Ih ricadendo
tutto dal
al pi
(l)
(a)
il
cani
di
quando
mostrati
i Impattato;
2 t.
GIORNATA OTTAVA
ingozzate , pur n' usc fuori e lasciovvi il cap.
dramme
puccio
E spostandosi
con
le
mani
come poteva
,
il
se
che aperto
gli fu.
,
N prima
fu
ivi
1'
uscio riserrato
per udire
.
come
il
colto
dirgli la
tristo ,
villania
che mai
dicesse a niun
!
dicendo
altra
sta
Tu
ti
eri ito a
qualche
Or non
,
bastava io?
te
io sarei sofficiente
t'
ad un popolo
non che a
Deh
Ih
or
av essono
eri
essi affogato,
come
essi ti
.
gittarono
dove tu
degno
Ecco medico
femmine
,
al-
faccendosi
notte
medico
infino alla
.
mezza
la
non
rifin la
te
donna
di tormentarlo
Poi
mattina seguen-
Bruno
soppanno (i)
titure, se
le bat-
gi levato
putirvi,
ed
che non
a lui,
il
E sentendo
si
buon
come
diciam noi a
voi,
(i)
f Soppanno,
sotto
panni
..
NOVELLA IX.
t.tnti
i3
ri
siate
il
come
pi disleale e
maggior
che viva
ingegnandoci
stati
morti
come
cani
per
la vostra
dislealt
abbiamo
che
di
asino a
Roma
a pericolo
compagnia
di farvi ricevere
,
E se voi
apertisi
i
non
ponete mente
come
pan,
elle
stanno.
,
ni dinanzi
gli
medico
si
volea
scu-
come
Al qual Buffalmacco
disse: io vorrei
che
Disse
,
il
medico :
in f di
Co-
me
disse
ricordate molto
che ne disse
il
tremavate
(i)
come
oltre
il
Ghindo:
ai
L'
a ghiadi
(a)
(3)
a stento.
Avevamo.
A. G. e R. Ietter alle carni:
il
diresi meglio
por mente
a. Rolli
il
t Set ondo
tigli
modo
di puntare,
Sal-
il
non ha
a far
nulla
con por
Rolli,
ma
L'ordine
le carni nostre; e [a
un
diciamo le tavole elle son messe: le vivande elle tono imdi favellare
autori.
Barlume ,
Sapevate.
tra
lume
e Inno.
<*4
GIORNATA OTTAVA
Or
voi ce
}
foste
1
,
ma mai
pi perso-
na non
la ci far
Il
medico cominci a
chieder perdono e a pregargli per Dio che noi dovessero vituperare : e con le miglior parole, che egli pot,
s'
ingegn di paceficargli
E per paura
,
che
essi
que-
sto vitupero
rati gli
non
,
palesassero
gli
se
avea
molto pi
onor e careggi
.
con
,
da
indi innanzi
s'
Cosi adunque
come
par a Bologna
NOVELLA
Una
X.
ad un mer:
portato
il
quale
le lascia
acqua e capecchio
\/uanto
facesse le
la
Donne
non da domandare
Niuna
poich
Ma
ebbe
,
line ,
Dioneo
la
volta
disse:
l'
graziose
,
Donne, manifesta
cosa
tanto pi
arti
piacere
quanto pi
.
sottile artefice
perci
quan-
(l)
ec.
V. sopra.
NOVELLA
tunqne bellissime cose
iutendo di
i
X.
ia5
,
tutte
raccontate abbiate
io
al-
ra<
ti
ltcffata
Maggior maestra di
bell'are altrui
che
ornate
,
una usan,
tutte le terre
cosi
fatta
che
tutti
mercatanti
,
che
in quelle
,
con mer
in
eatanzie capitano
faccendole scaricare
tutte
un
le
fondaco
il
tenuto per lo
comune o per
lo signor della
,
terra
portano
che sopra ci
il
so-
no per
,
iscritto tutta la
li
mercatanzia e
pregio di quel-
la
dato per
la
li
detti al
quale esso
eli
lave
sul
libro
Iella
tutta la sua
merche
catanzia
dogana
traesse
E da
i
gana
assai volte s*
iuformano
sensali e della
li
quali
essi
mano
ragionano
I
i
di
cambi
quale usanza
si
come
,
era
Palermo
souo
assai
in [Cicilia
femmine
.
ma
nimiche
della onest
Le
quali da chi
non
le
conosce sarebbo-
Ed
esscu-
ia6
del tutto
GIORNATA OTTAVA
ma
s'
,
come un mercatante
dogana
fare
veggono
egli
informano di ci che
ha e di quanto. pu
amorosi
s'
voli e
atti
mercatanti
ingegnano
amore
e gi molti ve n'
hanno
tratti
a'
quali
buona
mani
tratta, e
(3)
'1
tuttaj e di quelli vi
sono
l'
stati,
che la mer-
catanzia e
navilio e le polpe e
no
si
.
ha soavemente
,
la barbiera
saputo menare
,
il
ra-
soio
Ora
con
tanti
che
Salerno
gli
erano avanzati
che potevan
dato
il
valere
un cinquecento
fiorin d'
,
oro
gli
legag-
mise in un magaz-
zino
cio
,
s'
per
la terra.
,
Ed
dro molto
e standogli
ben
,
la vita
si
(5)
avvenne che
una
fi)
di queste barbiere
che
faceva chiamare
ma-
Essendo date:
lo,
(a)
Radere
per
metai
danari destramente e
trargli
mow
(lassai. A. corresse e
ad
assai.
(4)
La
nota, la
lista
che
si
d a' do-
ganieri. Alunno
(5)
persona
modo lombardo
'
NOVELLA
donna JancoGore (1)
de'
latti
,
X.
137
sentita
suoi
gli
pose
1'
Di che egli
t'osse
na
s'
piacesse
menar
questo a,
more
inco.
minci a far
La
occhi acceso
mostrando
ella di
consumarsi per
lui,
segretamente
1'
gli
ottimamente
arto
occhi
che
egli
s
con
la
la
ella
non
a lui
quando
con
lui
questo, trattosi
uno anello
.
di borsa
donna
pi
gliele
don
Salabaetto,
fosse
,
udendo (mesto
l'
fu
il
lieto
e preso
,
anello e fre-
sci
mise in dito
se
ch
egli
andare dovunque a
lei fosse a
do
alla
a Salabaetto fu a
mano
man
detto a qual
bagno
.
il
di seguente, passato
vespro
la dovesse aspettare
11
quale
senza dirne
all'
cosa del
mondo
a persona
prestamente
ora impo-
(t)
Biancofiore.
a8
and
,
GIORNATA OTTAVA
e trov
il
stagli v'
bagno per
guari che
la
donna
esser
veri-
preso.
Dove
:
egli
1'
non
istette
due schiave
di
ner cariche
bambagia
panie-
altra
un grandissimo
re pien di cose
una ca-
mera
del
miser su un paio
una
coltre
ori-
due
appresso questo
tutto lavarono
spogliatesi
e spazzarono ottimamente.
stette
na
con due
altre schiave
Dove
do
ella, conia
fece a Salabaetto
grandissima
,
festa, e,
dopo
disse
non
altro
so chi
mi
s'
couduall'
cere
che
tuj tu
ar-
ma
(1)
sorla di tela.
(2)
a maraviglia
che a maraviglie in forza d'avverbio nel numero del
\ Pare
pi non
me
sono indeclinabili
le
di lor
migliori edizioni.
sorta
assai
Laonde
che quesla
d'
di lavoro
vaghi colori: quindi lavorati a maraviglie avrebbe potuto forse significare che sopra quegli origlieri erano bellissimi ricami di queste maraviglie.
in
\ Messo ha la slampa del 27. I Deputati, i quali hanno avuto mano l'esemplare che s' era adoperato nella detla stampa, asseriscono che v'era miso: ma essendo quella voce forse parula allo stampatore
(3)
il
Boccaccio
a bello
Modo
di parlare siciliano
non
'
so chi
mi
il
s'
tuto
condurre
altri
che
tu:
tu
hai messo
scano canino.
vaglia crudele
NOVELLA
.1
X.
i*9
lei
piacque
ignudi
por
mano
addosso ad
altrui, ella
medesima
e appresso
.
E
,
fatto
questo
e
recaron
,
le
sottili
ciu-
una invilupp
nell'
uno
Salabaetto e
vatigli
,
1'
donna
e in collo le.
amenduni
quivi
dalle
scliinxc
altri.
E
ci
,
tratti
appresso
simi vini
e preziosis-
alquanto
si
confortarono.
,
Salabaetto pa-
ti)
clic
ha odore di muschio,
f
passo
Ricchnte
ge moscolealo
egli
liocil
per contraffare
ci-
Oreanno:
odorifere.
(3)
Nanfa
In alcuni
testi
penna trovo
ora
dice
nanfa, vd
altri
nanfa. Rusc.
Il
Vocah,
alla
Mcnagio avverte
si
\ E il acqua nanfa
in
dice in
Lombardia
che
si
chiama lanfa
Toscana
DECAM. T. IV.
3o
GIORNATA OTTAVA
quale era in vero bellissima, e cento anni
ta costei, la
gli
ritrovasse.
,
Le
lasciato
un
fuori
egli lei
con
al
amore
dimorarono
Ma
bevendo e confettando
il
riconfortarono alquan-
viso e le
mani
di quelle
,
tisi ,
e volendosi partire
disse la
,
donna a Salabaetto
quando
a te fosse a grado
me
sarebbe grandissima
go meco. Salabaetto,
il
credendosi
fermamente da amato
,
lei
;
essere,
,
come
il
rispose
madonna
;
m'
sommamente
fin
a grado
mi
ca->
comandato
Tornatasene adunque
la
donna a casa
mera sua
l se n'
aspett
Salabaetto
Il
,
quale
come alquanto fu
,
fatto
oscuro
and
e lietamente ricevuto
.
con gran
festa e
,
ben
servito
cen
senti
e d' uccellet-
cipriani vide
il
letto ricchissimo e
.
su per le stanghe
Le
e cia-
scuna per s
gli
fecero stimare
costei
dovere essere
in contrario
una grande e
ricca donna.
quantunque
NOVELLA
del
X.
( i)
,
i3i
per cosa
mondo
se
,
pure alquanto
per cosa del
lui interve-
u credeva
con esso
tina
,
ella
gli cinss
d' argento
disse
Salabaet-
to
mio dolce
io
al
mi
ti
raccomando
e cos
ci
come
e
,
la
persona mia
e ci
che per
me si pu
comando
,
lieto abbracciatala
stei
e basciatala
con
costei
senza costargli
,
mondo
.
avven-
ne che
egli
vend
che
ne bene
Il
la
senti incontanente.
una
lui
lui
,
sera, costei
a basciarlo e abbracciarlo
mostrandosi
si
forte di
ella gli
dovesse d'
amor
nappi
d' argento
li
come
colui che da
una
da
lui
Al-
la fine
cesa e liberale
come
ella
(l)
(a)
ul tuo
comando.
3-a
GIORNATA OTTAVA
la
aveva ordinato,
chiam
,
camera
sopra
il
e stata alquanto
letto gittatasi
boccone
cominci a
.
fare
il
pi
Salabaet-
piagner con
lei e
a dire:
cos
subitamente? che
,
cagione di
deh ditemelo
anima mia
ed
Poich
la
donna s'ebbe
signor
dire
.
ella disse:
oim,
mio dolce
fratello
io
non so n che mi
far
n che mi
,
e scrive-
mi mio
abbia fra
se
non che
non
so quello che io
mi
:
debba
che
fare
che io
gli
se io avessi spazio
pur quindici
d, io troverei
mo-
do da civirne (i)
donde
io
ne debbo
ma non
clie quella
detto questo
non
restava di piagnere
Salabaetto
al
quale
1'
credendo quelle
,
verissime lagrime
disse:
madonna,
io
non
ma di cin-
e questa vostra
i
mi vennero venduti
panni mieij
vi potrei prestare
un
gros-
(t)
NOVELLA
so.
X.
i33
hai tu patito disarichiedevi tu? per-
Oim
io
disse la
donna
dunque
in:
ob
io
dugenlo da
Tu
baldanza
proffer.
da dovere da
te ricevere
servigio che
mi
madonna
che
,
me come egli
,
fa a voi
,
io
Oim,
disse la
donna
Salaba-
mio ben conosco che il tuo vero e perfetto amore verso di me, quando, senza aspettar d'esser
moneta
in cos fat-
mi
sovvieni.
per certo io
sarh
mai che
io
non riconosca da
Iddio che io mal
se'
mio
fratello.
,
Ma
sallo
volcnticr
tante
,
gli
prendo
considerando che tu
tutti
i
mercaloro:
falli
ma, perciocch
1'
bisogno
,
mi
io
stringe
pur
gli
avanzo
se pi presta via
uon trover
impegner
tulle queste
mie cose(i): e
si
sopra
la
il
viso di Salabaetto
cominci a confortare: e
stato la notte
con
lei,
per
cuna richiesta di
be'
li
lei
li
li)
t Alcuni
testi
il
Sal-
*iati;
che l'impegnare
case
par cosa,
die' egli,
34
GIORNATA OTTAVA
gli
gnendo con
semplice promessione
,
Come
la
donna
(2) a
ebbe
denari
:
cosi
s'
incominciarono
1'
le indizioni
mutare
e,
cos incole
qua-
non
gli
,
1'
una
fatto
il
potervi
entrare
pi
gli
il
eran
che prima
due
suoi danari
dell'
arte
femmina
lei
^co-
noscendo che di
niuna cosa pi
che
le si piaces-
come
s
colui che di
ci
si
non aveva n
scritta
n testimonio, e vergognando,
di rammaricai'sene
con alcuno
s
sta-
per
le
beffe le quali
,
me-
dolente ol-
modo
seco
medesimo
la
(1)
Attenere pi volle
di
sopra
a'
Attenendo-
he indizioni:
alla
R. e G.
lessero
toglien-
do molta grazia
metaforica espressione
Indizioni qui
entrare
nella
L'Alunno
si
legge condizioni;
ma
Deputati
ci assicurano
che
migliori libri
hanno indizioni;
e certo
cos si trova
zione di
si
tempo, ed usavasi
testa
delle scritture
(
ch'esi
come osservano
gli giovasse
hanuo alcuni
testi
la s.
NOVKLLA
I.
\.
lettere
non faccendolo
non
egli,
il
6 in su
a Pisa,
come dovea, ma
a Napoli se ne ven-
compar
CaaigiM
tidMiiier di
,
madama
1'
iinperadrice di Co-
Maulinopoli
uomo
di grande
come con
il
discretissimo
,
uomo* dopo
al-
raccont ci che
(alto
aveva e
intendeva di ritornare.
mal
ti
se'
portato}
male
hai
ad un tratto
ma
che?
E,
si
presta-
mente
baetto
in
disse.
Al quale piacendo
seguirei
e
fallo
si
mise
avventura di volerlo
il
avendo alcuuo
denaio l
ben legate
(1)
Stile.
il
t Maravighoso
scrittore
il
queste in
si
poche
parole
(a)
f Magliaie. L'Alunno
Magliaio non
spiega battute
con maglio
maio credo
la
ch'egli erri.
stessa cosa
deriva da maglio,
ma
da maglia, ed
le Italie delle
36
GIORNATA OTTAVA
botti
comperale da venti
cato ogni cosa
,
da
olio
ed empiutele e cari:
se
ne torn in Palermo
e
il
il
legaggio
costo delle
,
quelle
altra
,
mer-
la
non veniva
quelle
sentito questo,
o pi,
parendole
cinquecento,
la
Al quale
ella
s'
faccendo
ci che recato
ren-
(1) (2)
apostrofare in
vera lettura, e
non so per-
ch
D. leggessero
Rolli.
S tu fossi
1
uno
sproposito
bestiale
il
Deputati, e non
^3 un
il
pa. S'egli
ai
fosse preso
il
pensiero di leggere
Avvertimento so-
pra questo luogo, avrebbe veduto ch'essi furono anzi sostenitori dell'antica lezione
Ecco
hanno
pi
quanto
il
essi
let-
suo ragionare, e
a soddisfar-
e delle
i
anche
altre cose in
le tagli
si
cono
ter
Deputati)
astutamente
per po-
concepulo
Ma
non s'avvide
dell' artifizio
NOVELLA
de' ( i ) cos ni termine
i
X.
.
i3 7
Salahaelto co-
tuoi denari
come
a colui
mi dimi trarche
egli
io credrs-si
piarmene; ma
io
1*
vendere
la
ho
al
oltre a
duomilia
fiorini
che varr
terra
oltre a tremilia
un fondaco e
che
stea
:
di starmi qui
A cui
mi
donna
disse
s
vedi
piace forte,
come
,
quale io
amo
dimento (3) di
re
ma
io
,
mi
ti
voglio
un poco
che tu
potesti,
te n'andasti,
alcune volte
venire e
non
e alcune
ci venisti e
,
non
fosti cos
lietamente veduto
come
solevi
promesso non
rende'
tuoi denari
Tu
dei sapere
me
mut
il!
uo arbitrio
e,
per renderne
il
sento pi
ili
piano, ne guast
bellezsa.
(a)
f Mannelli che
stia
alcuno:
la
altro.
(3)
(4)
Qui Jancofiore
i
ripiglia
)
il
discorso che
ssmeote osservato
Deputati
i38
GIORNATA OTTAVA
;
ma
afflizione
tiinque egli
pu
far cos
buon
:
come
colui vorrebbe
mlto malagevole ad
,
una
donna
il
il
e sonci tutto
non
e'
menpoco
tiamo
altrui; e di
i
quinci venne
non da
altro difetto,
che
io
tuoi denari
non
i
ti
rendei :
,
ma
io gli ebbi
se io avessi
saputo dove
te gli avrei
man-
ma
l'
ho
te gli
ho
guardati.
E
se
fattasi
mano
e dis-
annovera
s' e'
son cinquecento
Salabaetto
non fu
mai s lieto; e
postigli, disse*
madonna,
io
ma Voi
lo amore, che
non ne
me per
che io
potessi fa-
non ve ne
servissi; e,
come
io ci sar ac-
E in questa guiSa
-
in parole, rincominci
maggiori piacri e
mondo e a mo-
strargli il
maggiore amore.
la ediz.
Ma
(1)
+ Mandargliti,
del 27.
,
trovare, avere.
Osservisi
come, parlandosi
di danari, usasi
raccorrei
ma non
Onde non
luti' altro),
medaglie, raccor
(3)
libri,
pezzatamente, piacevolmente.
NOVELLA X.
suo inganno punire
di (i)
1'
139
,
inganno di
lei
avendogli ella
il
mandato che
,
egli a
lei
andasse
egli
v'
che
dolo
o basciandolo
domandare, pcr-
buona pezza
to;
s*
ebbe
perciocch
il
legno, sopra
quale
la
mercatanzia
che
Monaco, e
riscattasi
diecimila
fiorili
gare a
me
mille, e io
cinquecento che mi
Napoli ad investire
vorr
al
se io
ho
qui, perciocch
le
non
io
abbia delsi
due derrate
(?.)
un denaio;
non so
sono
ancosov-
ra conosciuto,
che
mi
venisse
e perci io
che mi
i
fare n
,
che mi di-
re
se io
non mando
tosto
denari
la
mercatanzia
ne
fia
portata a
La donna
do
ella
,
come
colei alla
quale lutto
pareva perdere
,
avvisando che
moan-
dovesse tenere
:
acciocch a
Monaco non
dasse
disse
;
Dio
il
sa
che ben
il
me
ne incresce per
?
tuo amore
ma che
,
giova
,
tribolarsene tanto
se io
sallo Iddio
che
.
io gli
ti
presterrei
incontanente
ma
,
io
il
non
gli
ho
il
alcuna persona
quale Y
altr' ieri
,
mi
ma grossa
usura ne vuo-
Alcuni
lesti
danno un di.
sorli di
Cio
delle
due
mercatanti
che eiano
le
4o
;
GIORNATA OTTAVA
non ne vuol meno che
:
le
cli egli
a ragione di trenta
gli
per centinaio
si
,
se
volesio
buon pegno
egli ci
per
me sono
re
,
quanto
j
vorr su prestail
ma
sicurerai tu
Conobbe Salabaetto
cagione che
mo-
e accorsesi che di
:
dovevano essere
,
denari prestati
,
il
che piacendo-
gli
prima
la ringrazi
strignendolo
il
biso-
gno
il
dogana
faccendola scrivere
denar
gli prestasse
?
',
ma
si
che
egli voleva
guardar
la
la
chiave de magazzini
,
sua mercatanzia
gli
acciocch
niuna cosa
biata.
assai
ella
La donna
buona
sicurt
come
il
di fu
si
venuto
mand per un
oro
li
sensale
di cui
ella
,
confidava
die mille
fatto
gli
quali
il
to
e fece in suo
nome
dogana ci che
e conattesero
insieme
fatti
.
e in concordia rimasi
,
loro altri
Salabaetto
come pi
tosto
pot
fio-
Na-
Firenze
dato
:
1'
avevan man-
e
,
doveva
pi di col Canigiano
si
die
buon tempo
dello
ROTELLA X.
incanno
fatto alla
.fi
,
Ciriliana
Poi di quindi
non vo-
Jancofiore
s'
in
Pa
formo
spettosa (a): e
fece che
'1
sensale fece
tastate
,
magazzini
primieramente
le
che
si
trov
manna, avendo
tutte
in ciascu-
na
forse
(3)'.
un
me
e
a
(5)
che
v' era
non valeva
oltre
dugento
ta
,
fiorini
lungamente pianse
i
pi
mille prestati
chi ha a far
danno e con
to
altri
.
le beffe, trov
quan-
la
sua novella
finita
cosi
al
Lau-
conoscendo
il
quale
commendato
il
consiglio di
effetto
buono
e la sagacita di Salabaetto
darlo ad esecuzione
testa
levatasi
,
di capo
in
ad Emilia
la
pose
(i)
t
il
Virente
.
la ediiiooe del
altri libri
sUropa; e cos
Dionigi
(2)
(3)
37.
la
Luca
d'
onde
s'
empie
la
botte, ed anco
buca atessa
(4)
del lino.
(5) li
*4*
donna
voi
,
,
GIORNATA OTTAVA
io
ma
bella la pure
l'
non so corno piacevole Reina noi avrem. di avrem noi Fate adunque che
.
donne sogliono
,
esser
pi vaghe
un po-
chette
si
vergogn
P aurora son
ebbe
luogo
gli
,
le novelle rose
Ma
pur
poich tenuti
il
rossore dato
pertinenti
;
fatti
cosi
cominci a parlare
dilet,
tose
Donne,
i
assai
poi-
ch
giogo
,
sciolti
boschi
lasciati
sono andare
alla
,
pastura
E
,
veggiamo ancora
i
non
esser
men
belli
,
ma
i
molto pi
boschi
,
giardini di va
che
querce veggiamo
',
per
avendo
che
come
a'
bisoguosi di vagare
alil
quanto
giogo
,
non solamente
,
ma
opportuno
il
per-
ci quello
vostro dilettedi
ristri,
vole ragionare
sia
da dire
,
non intendo
ma
,
secondo che
gli
piace
ragioni
fermamente tenendo
diranno
,
che
che
si
non meno
:
graziosa ne fa che
e cos
,
avendo
fatto
chi appresso di
me
nel
reame verr
(1)
f Cosi
, ,
. ,
NOVELLA
come pi
forti
,
X.
143
infino all' ora
detto questo
Commend
savia; e in
si
come
chi ad un
diletto e chi
ad un
altro
,
diede
Le Donne
ora
la
quale venuta
intorno alla
bella fontana
la
con
festa
E dopo
trastul-
cena
.
al
modo
larono
cessori lo stile
non
ostanti quelle
(2)
comand
Il
cominci
Tanto
Ch'
Ch'
i'
Amore
son
il
bene
e
l'
per
te sento
felice
allegrezza e
'1
gioco
io
Non potendo
capervi
esce di fore
Mostra
mio
lieto stato
mi
fa lo star dov' io
mi coco
ma
4
i Marsiglia
clic
il
Rolli
in
la slessa
eh
egli
a-
i44
GIORNATA OTTAVA
Io noi so col
s'
io sapessi se
'1
me '1
,
convien celare
Che
fosse sentito
Torneria in tormento
Ma
i'
son
si
contento
fioco
.
un poco
le
mie braccia
L La
dov' io P
ho tenute
giunger la mia faccia
accostai
?
E eh' io dovessi
dov' io
1'
tutto
io
m' infoco
m'
allegro e gioco
La canzone
tunque per
alla
quale quan,
tutti fosse
compiutamente
risposto
,
niun
lui
che a
,
non apparteneva
non
in-
quantunque
varii
imaginando
*
niun perci
,
alla vela
pervenne
Ma
,
la
Reina
poich vide
canzone di Panfilo
finita,
e le giovani
Donne
e gli
Uo-
comand che
ciascuno se
dormire
FINISCE
L*
OTTAVA GIORNATA
DEL DECAMERON:
INCOMINCIA
LA NONA,
Nella quale sotto
che pi gli
il
reggimento d* Emilia
clic
si
ra-
aggrada
T luco J_ja
gi
1'
il
cui splendore la
notte fugge
aveva
mutato
levar
tutto
e cominciavansi
fioretti
,
per
li
prati a
suso
quando Emilia
levatasi
{eoe le sue
.
compagne
Li quali venuti e
avviatisi, ini ino
,
appresso
passi della
al
Reina
ad
si
un
boschetto
:
non guari
palagio lontano
,
se n' an,
darono
videro
gli
animali
come
tori
cavriuoli
per
la soprastante pistolcnzia
non altramente
a-
spcttargli
che
se senza
nuti
masi giugnere
saltare
,
dovessero
faccendogli correre e
.
Ma
IO
gin-
DECAM. T. IV.
i46
rialzando
tutti di
il
GIORNATA NONA
sole
,
parve a
tutti di ritornare
,
Essi eran
le
con
mani
niuna
altra cosa
dosene
vennero
sposta
,
li
lor famigliar
riposatisi
sei
rono. Quivi
alquanto
,
andarono
l'
che
canzonette
una che
altra
data
1'
condo
vola
,
il
gli
,
mise
il
siniscalco a tatutti
dove
vivande venute
(2)
,
allegri
mangiarosonare (3)
no
si
E da quello levati
,
al carolare e al
:
e poi
comandandolo
la
Reina
chi volle
,
s'
and a riposare
Ma
gi
s
1'
ora
usitata venuta
usato
adun a
disse
.
ragionare
Dove
presente giorno
:
La qual
(i)
(2)
Festeggiatiti, Mannelli.
detto che
il
f Essendosi
mise a tavola
semtutti
a leggere
da quella
levali: e
si
non pertanto
testi
riferirsi.
Tavola qui
che
alla
significa
al significato,
Parecchie
perch io
il
di dare
una
con cos
fatte trascuranze
Al
carolare e a sonare,
il
testo
Mannelli e
le
edizioni del
27
e del 75. Io
relli
,
e del Cicca-
la
quale pi regolare
i;
NOVELLA
I.
Madonna Francesca amata da uno Hinuccio e da uno Alessandro , e niuno amandone, col fan- entrare V un per morto in una sepoltura, e
,
V altro
non potendo
essi venire al
cautamente se gli
M
<lie
.adonna
assai
vi piace (i),
la
per questo
campo
il
del novellare
:
d' es-
che corra
primo aringo
,
il
quale
se
ben
far
e meglio
Molte volte
s'
o vez-
Donne
ne'nostri ragionamenti
le
mostralo quante
e mali
Mimo
forze
pienamente se ne
sia detto,
se
di
:
di
dover
morire
gli
amanti conduce
ma
m' aggrada
,
di ci raccontarvi
oltre a quelle
una
novella
nella quale
,
comprenderete
ma
che contro
al
suo pince-
P amavan
\
()
cognosceretc
,
Dico adunque
che nella
citt di Pistoia fu gi
una
1 Poich'
e" vi
piace,
le
due
di.
tj%
bellissima
tini
GIORNATA NONA
donna vedova,
la
l
1'
dimoravano,
altro Alessan,
chiamati
dro Chiarmontesi
senza sapere
l'
un
dell' altro
per
ope-
sommamente amavano,
lui si
poteva
amor di
,
costei acquistare.
Ed
essendo que-
donna
,
il
cui
nome
fu
madonna Francesca
de' Lazzari
assai
men
saviamente pi volte
gli
,
e vo-
non polendo
le
venne,
,
acciocch
addosso
un
un
servi-
tunque
essi
,
nou faccendolo
'1
non
questo
Era
il
giorno
venne
morto
sero
i
in Pistoia
uno,
il
quale, quantunque
stati
il
fos-
uomini
era reputato
,
pegil
uomo che non che in Pistoia ma mondo fosse ; e oltre a questo vivendo era
giore
fatto e di s divisato
l'
in tutto
si
contraf-
avesse
(4) viso , che chi conosciuto non vedendol da prima, n' avrebbe avuto paura;
ed era
(1)
lire
stato sotterrato in
uno
Di
egli
usa di
preso
amor
(2)
modo
di
dire.
(3)
(4)
{
Ragione,
il
lesto
Mannelli.
.
Vedilo
aa-;
NOVF.T.LA
de' frati minori
:
T.
i/fo
il
quale
olla
proponimento. Per
:
tu sai la noia
1'
angoscia
la
quale
io tutto
il
d
,
ricevo dall'
am-
da Rinuncio e da
Alessandro Ora io non son disposta a dover loro del mio amore compiacere: e, per torglimi d' addosso
,
m' ho posto
no, di
in
cuore
per
le grandi profferte
che fancerta
;
come Tu
.
sai
al
luogo
frati
reo
uomo
dicemmo)
del quale
non che
morto,
sta terra
ma
vivo (t)
drai segretamente
prima ad Alessando e
ti
gli
dirai
madonna Francesca
ora ve,
suo amore
lei,
il
qual
ed esser con
dove tu von
questa forma
,
lei
un suo pa-
ed
ella, s
come
,
morto, come
ella
ti
egli ,
paura
che
ti
debbia
metterti
fossi
,
come
se tu desso
,
iati
te sia
venuto
senza
(1)
i
Non
|>i
ma
wVo,
detto donneacamcnlc
i
parendole che
morti
(a)
iti.
i5o
GIORNATA NONA
,
di quella trarre
ti
ti
lasci
dove
ella
ti
ricever
e con lei
,
poi
ti
starai
e a tua posta
il
potrai partire
.
lasciando
del rimanente
lerlo fare
s gli
,
pensiero a
sta
:
lei
bene
di
,
da mia parte
e
,
che pi dove
io sia
non apche pi
parisca
come
egli
ha cara
la vita, si guardi
E appresso questo te
dirai
:
s gli
madonna
fa-
dove tu a
lei facci
un gran
servigio, cio,
che tu
sta-
notte in su la
mezza
dove
e lui
Quivi perch
;
ella
e di lei avrai
,
il
piacer tuo
dove
le
questo non
piaccia di fare
La
fante n'
,
and
e ordinatamente a ciascuno
,
secondo
le fu
disse
ognuno
ma
s
in inferno
andrebber
alla
zi
,
quando
le piacesse
La
fante f la risposta
fosser paz-
che
essi
il
facessero
Venuta adunque
la notte, es-
(a)
le
man-
ro; perciocch,
come hanno osservato Deputati , si riferisce a donna Francesca dice , che di sopra In altri testi si legge,, e dove questo non ti piaccia di fare, ella infino ad ora i' impone che tu ecc., e cos ha la slampa del 27. Ed certo che quelle parole ella infino ad
i .
ora
il
favellare: ad ogni
modo
Deputati
s'attennero all'ottimo testo, in cui esse non sono, eie omisero siccome
superflue;
di
il
il
Livorno e
Milano.
NOVELLAI.
scndo gih
il
i5i
spogliatosi in farsetto
stare in luogo di
per andare a
gli
animo, e cominf
deh
clic bestia
sono io
dove vo
io
che so
io
io
,
se
Y amo
credendo
le
fanno far
? Il
che se avve-
io
m* avrei
il
danno
mondo se
,
ne saprebbe, che
lor nocesse
O che
so io
se forse
il
quale
amando di questo il vuol servire ? e poi die che : ma pognam che niuna di queste cose sia cca pure suoi parenti a casa di lei portar mi debbano, io
,
essi
il
anzi
si
si
essi
ne voglia
qualche
strazio,
come
cuna cosa
io senta
,
gli
che
di cosa
che
non
motto
i
O se
,
essi
mi
cacciasser gli
le
occhi
o mi traessero
5
denti
o mozzasscmii
giuoco
,
,
mani,
o facessermi alcuno
rc' io
?
a che sa,
come
se io favello
o
,
mi conosceranno e per avventura mi faranno male o come che essi non me ne facciano, io non avr fatto nulla che essi non mi lascieranno con la donna e
, : ,
la
io
abbia rotto
il
suo comanda.
mento e non
cendo
(1)
()
piaccia
:
cos di-
ma
pure
il
di
l'.iasi
, .
i5a
grande amore
trarii Il
GIORNATA NONA
il
e di tanta forza
,
che
allo avello
il
condussero
to
Scaunadio e s
rivestito
avello sopra s
,
ri-
g'
,
incomine le cose
non che
i
ma
ancora al-
trove, tutti
ad arricciare adsi
dosso
do-
Ma
fosse
da fervente
amore
cendo
,
aiutato
stando
come
morto
cominci
Pinuccio
, ,
ad aspettare che di
per
gli
era stato
mandato a
dire,
ed andando in molti e
come
di poter col
alle
corpo sopra
le spalle di
Scannadio venire
mani
al fuo-
della siguoria
co
o di dovere
se egli si risapesse
venire in odio
de' suoi parenti, e d' altri simili (i), da' quali (2) tutto
Ma
deh
di,
amo m' ha
,
richiesto
e spezialmente dovendone
non
me
ne met-
la
(3) (4)
pur ne do-
vessi di certo
NOVELLAI.
s.-indro
i53
se, stette
dosi
il
prese Alessandro
e in su le spalle levatoselo,
verso
cosi
la
Volte
il'
la notte era
che
gi
egli
s'andava.
gentil
Ed essendo
,
donna
la
da
so
armata in
la
venne che
ripostasi e
contrada
chetamente standosi
aspettando di dover
pigliare
subitamente
tratto fuori
i
u lume
si
fare e
pavesi (a)
noscendo
liberazione
lasciatosi
cadere Alessandro
quanto
gambe
viti
,,
and
-si
promesso
lio
animo
ri-
pos to e tranquillo.
ril)ollimento
il< -II'
Ma
in quel
primo
risolversi
il
impri-sa e
in quel
animo,
egli precipita
favellare,
ne inverte l'ordine e
non
dice
non
1
nel
remimi. micnto, e
di se
ne doves io in vece
io
pur
di
una
fotta e di
una
E gi
rotella
(5)
f Troppa hanno
ai
Richiederebbe
;
la re-
diceste
ma per
i54
avesse in dosso,
via altres
.
GIORNATA NONA
li
La donna per
alle spalle
lume
tratto fuori
dalla
sandro dietro
ma
con
Ed
essendo
impaccio di costoro
tolta
,
1'
se
ne torn dentro
la fante
e andossene in camera
affermando con
senza
,
po-
fatto
.
come appariva
che
ella loro
aveva imposto
ma
cominci
brancolone a cercare se
il
egli
il
ritrovasse
per fornire
suo servigio
ma non
senza aver
Y avesse,
n'
gura
and
La
mattina
1'
aveva Alessandro
la
figura
quantun-
que
essa cada
siili*
addiellivo lunga
Non
rinomanza, fossero decorati d'un nome greco o posti nel novero delle
figure gramaticali.
(1)
il
A. e R. Poscia che',
.
altre
volte
Bocc. soppresse
che
iu tale occasione
Rolli
NOVELLAI.
voltato
,
i55
tutta Pistoia
gli
ne fu in
mando
via
alla
.
Nondimeno
donna
,
significato
nuto
pienamente
suo comandamento
.
la
sua grazia e
il
poich
fatto
,
essi ci
che
essa
addo-
NOVELLA II.
Levasi una badessa in fretta e al buio
vare
,
,
per tro-
una sua monaca , a lei accusata col suo amante nel letto } ed essendo con lei un prete ,
credendosi
il
capo
le
quali
vedendo
.
accusata
e faltalane accorgere , fu
VJTi
torsi d'
tutti
si
tacea
Filomena
,
il
addosso coloro
li
quali
,
amar non
1'
volca
da
era stato
commendato
e cosi in contrario
tutti
non
amor ma
ardita pre-
quando
,
la
zosamente disse
Elisa
segui
La quale prestamente
(i)
Recisa qui
Salter
tal
taglia T*ia
ogni replica.
Voceb. breve.
(a)
ilieeai
anche
i I
in capo le
monache.
i56
incominci
.
GIORNATA NONA
Carissime
,
Donne
saviamente
si
seppe
madonna Francesca
sua
s
:
come
ma una
.
giovane monaca
,
aiutandola
la
fortuna,
da un soprastante pericolo
,
leggiadramente parlan,
do
diliber
come
,
voi sapete
assai
sono
li
quali,
essendo stoltissimi
stigatori
:
maestri degli
si
,
altri si
fanno e ga-
li
quali
come
per
la
mia novella
,
la
mente vitupera j
monaca
della quale
debbo
dire.
altre
una
chiamata, essendo
un
di ad
un
suo parente
alla grata
s'
venuta
.
d'
un
con
lui era
il
innamor
Ed
',
esso lei
veggeudo
bellis-
sima, gi
gli
occhi concetto,
di
similmente di
s'accese
frutto sosollicito,
alla
Ultimamente
essendone ciascun
venne
al
sua
con-
di
che
ella
non una
volta
ma
ciascuno la visit .
Ma
continuandosi questo
avvenentro
egli
dall' Isabetal-
ta partirsi e
andarsene
.
Il
tre
alla
comunic
badessa
,
d' accusarla
la
me
la
opinione delle
:
donne monache e
chiunque
conoscea
poi pen-
NOVELLA
sarono
,
IL
i5 7
tra se le vigilie e le
partirono
l'
dandoci
una Dotta
vel fece
il
Le qua-
quando a
loro parve
,
tempo
essendo gi buona
pezza di notte
in
due
si
mise a guardia
e
,
e picchiando
sero
:
1'
uscio
,
a lei
che gi rispondeva
,
dis-
su
madonna
levatevi tosto
trovato che
Isabetla
ha un giovane
una
,
Era
,
un
prete
il
quale
cassa
si
faceva venire.
forse le
mo-
fretta
aprisse
spacciatamenvesti al
te si
come
il
il
meglio seppe
,
si
buio,
e credendosi tor
li
tano e chiamatigli
del
saltero
le
prete
senza avvedersene,
,
giit in
prestamente V uscio
si
riserr dietro
?
dicendo: dove
,
e con
1'
altre
che
si
fo-
si
attente erano a
in fallo l'Isa-
clic di cosa
,
che
avvedicno
(i)
giunse
all'
sta posto
trovalo
(a)
i58
GIORNATA NONA
:
ed entrate dentro
nel
letto
trovarono
due amanti
abbracciati. Li quali da
storditi
,
cos fatto
soprapprendimento
,
non sappiendo
che
farsi
stettero fermi
dall' altre
monache presa
Il
giovane
s'
era rimaso
vestitosi
con intenzione di
ne potesse se
,
un mal giuoco
a quante giugner
alla
La
monache,
le quali sola-
mente
la
alla colpevole
come
sapesse
contaminate avea
e dietro alla
minacce. La giovane
,
vergognosa e timida
come
colpevole
,
non sapeva
compas-
che
si
rispondere
:
ma
tacendo
di s metteva
e multiplicando
pur
il
la
badessa in no-
venne
alla
giocane alzato
,
viso e veduto ci
che
la] badessa
aveva in capo
.
qua e
di l pendevano
,
Di che
:
avvisando ci
,
che era
v' aiuti
annodatevi la cuffia
.
e poscia
voi volete
La
rea
disse
che
cuffia
?
femmina
giare
che
motti ci abbian
(i)
si
legano
le
brache,
o simili cose
t Oli
careili
del
27
il
Cic-
NOVELLA II.
luogo? Allora
la
i5 9
:
madon,
na
io vi pricgo
che voi
vi piace
v'
.
annodiate la cuffia
poi
dite a
me ci
che
il
Laonde molte
maui
la
delle
mo-
nache levarono
viso al
ella si-
milmente ponendovisi
le
s'
accorsero perch
Di che
suo medesimo
era
,
mut sermone,
il
e in tutta
altra
come
desse
s'
era
disse
che ciascuna
si
potesse.
E liberata
l'
,
la giova-
ne
si
torn a dormire e
Isabella col
suo amante
11
in dispetto di
quelle che di
lei
avevano invidia
,
vi f venire. L'altre,
il
meglio
se-
NOVELLA HI.
Maestro Simone ad instanz ia di Bruno e di Buffalmacco e di Nello fa credere a Calandrino die egli pregno: il quale per medicine d
a' predetti capponi e denari
,
e guarisce senza
partorire
Aoich
da
tutte
Elisa
ebbe
la
sua novella
la
finita
essendo
giovane mouaca
(i)
vccullumento
i6o
aveva con
GIORNATA NONA
lieta uscita
,
tratta
compagne
tasse
.
la
Il
quale
.
senza pi
comandamento
,
aspettare
incominci
Bellissime
,
Donne
lo scostumato giudice
,
marchigiano
mi
trasse di
boc-
la
si
pu
che multiplicar
bench di
,
compagni
ieri
fos-
che una
mori e
dugento
egli
un podere:
se
come
al
da spen-
fiorili
il
quale sempre
si
si
guastava quando
.
poder domandato
perveniva
,
Bruno e Buffalmacco,
gli
che
egli
,
farebbe
il
me
1'
come
se egli avesse
essi
non
voles-
una
ta d'esse
che avea.
nome
(1)
Nello
dipintore
vai tolse
bocca
vai
NOVELLA
trovar nuxlo da ugnerai
il
III.
.<<
Calantra se
drino
avendo
fare ;t\i'ssrn. la
seguente mat-
Calandrino
,
di casa uscisse,
non
essendo
disse:
egli guari
andato
gli si fece
incontro Nello e
gli
.
buon
gli
,
Calandrino. Calandrino
il
rispose che
Iddio
desse
buon
di e
'1
buono anno
,
Appresso
questo
lo
incominci a
:
che guati
E
?
Nello disse a
tu
hai tu
ninna
non mi par
oim
:
come
,
che
ti
che
io
abbia
Disse Nello
deh
,
io
noi dico
perci
ma
tn
mi
.
fia
forse altro;
,
e lasciollo andare
non
.
mondo
and avanti
Ma
,
gli si fece
incontro
e salutatolo
il
domand
io
se egli
si
sentisse niente.
Calandrino
,
rispose:
test
.
mi diceva Nello
Potrebbe
si
che
,
va tutto cambiato
si
egli essere
che
Tu
Calandrino
la
prima che
Che
ti
senti tu?
Calan-
tutto
sgomentato
te
domand: che
io? Disse
Bruuo:a
me
pare che lu
(i)
Ugneni
il
ili
Li>ono.
(a)
DECAM. T. IV.
,. ,
162
GIORNATA NONA
mandi
il
e che tu
ne
come
tu
sai.
Egli
ti
dir ine,
niuna
noi la faremo.
se
con
lo-
ro aggiuntosi Nello
con Calandrino
ne tornarono a
cameche io
disse alla
moglie
vieni e
cuoprimi bene
mi
sto
sento
,
a giacer poal
il
mand
mae-
stro
Simone,
all'
vecchio
E Bruno
lui, e io
disse a'
compagni: voi
voglio an-
medico dir
e, se
bisogno sar^ a
s, compagno mio vavvi e sappimi ridire come il fatto sta, che io mi sento non so che dentro. Bruno andatosene al mae-
stro
Simone
,
vi fu
prima che
la fanticella
che
il
segno
fatto
il
portava
il
maestro veduto
se-
vattene e di a Calandrino
,
egli si tenga
ben caldo
La
stette
il
guari che
se-
maestro e Brun
g'
vennero: e postoglisi
il
medico a
,
dere allato,
incominci a toccare
ivi
polso
,
e
:
dopo
vedi
alquanto
essendo
presente la moglie
disse
(1)
Segno o segnale
manda
vedere
al
me-
dico.
(2)
stesso a cui
vvlla
f Allude l'autore alla mellonaggine del maestro. costui quegli Bruno e Buffalmacco avean fatta la luffa narratasi nella uo-
NOVELLA
Calandrino
tro
,
HI
,
i63
tu noti hai al-
a parlarli
come ad amico
pregno
.
male
se
non
,
clic tu se'
Come
Calandri-
no ud questo
dire
:
dolorosamente cominci
,
a gridare e a
,
oime, Tessa
questo
in'
.
hai fatto tu Io
il
che non
.
ti
diceva bene
La donna, che
dire al marito
ta la
,
assai onesta
tutta di
fronte,
usc
della
suo rammarichio,
io
?
oim
tristo
me come
,
far
come
?
par-
onde uscir
la
egli
ben veg-
go
che
,
io sdii
morto per
la faccia
moglie
che tanto
Iddio
quanto
io
io vo-
ma
come
stea
non
so-
no, che
io
mi
la
io la
romperei
tutta
avvegna che
egli
mi
molto bene,
.
che io non
per certo
,
doveva mai
Ma
se io
campo
.
di questa
ella se
ne potr ben
Bruno
e Buffalmacco e Nello
do
le
il
parole di Calandrino
ma pur
si
se
ne tenevano
s
ma
squacchera.
tamente che
denti gli
Ma
al
glio
che tu
li
mo s tosto
chi d
ti
e in po-
dilibercr;
:
se Calandrino
oim
maestro mio
per
1'
amor
di
(l)
Scimmione
Simone.
i64
Dio
.
GIORNATA NONA
Io
ho qui dugento
:
lire
di
che
,
io
voleva comtoglie-
perare un podere
te
,
se tutti
bisognano
,
tutti gli
purch
io
io
che
io
non
so
come
si
mi
facessi
alle
femmine un
,
con
,
tutto
che
io
che
credo
che
io
:
mi morrei
non aver
stillata
prima che
pensiero
.
Disse
il
medico
Io
ti
far fare
una
certa
bevanda
in tre
,
mat-
e rimarrai pi sano
che pe-
sce
',
ma
farai
che tu
sii
poscia savio e pi
ci
non incappi
in queste sciocchezze
Ora
tre paia di
buon capponi
,
bisognan dattorno
di piccioli
,
darai ad
un
che
le
,
nome
di
,
Dio domattina
Calandrino
ti
mander
e comincera'ue a
.
disse
maestro mio
ci siane in voij e
lire
poni
il
rasse fatica
Il
medico
partitosi
.
un poco
i
di chiarea ( 1 )
e mondgliele
Bruno
godere
comperati
,
al
insieme col
.
medico e
no bevve
a lui e
i
co'
tre
se gli
mangi
il
Calandri-
medico venne
,
suoi
,
toccatogli
il
polso
,
gli disse:
Calandrino
fi)
e per sicura-
NOVELLA
monto ogftimai
star
i
III.
.'.>
,
tuo fatto
no per questo
l'aod
a fare
pi in casa
suoi
,
Calandrino
,
lieto levatosi
l'aiti
lodando molto
,
parlar s'avveniva
la
bella cura
maestro
d lenza
Simone aveva
fatta, d'averlo
.
in
tre
Bruno
Buffalmacco e
avarizia di Calandrino
quantunque monna
Tessa
avvedendosene
.
tolasse
NOVELLA
IV.
Angiulieri
V avea,
il
panni di
lui si veste e
V_Jon grandissime
state ascoltate le parole
risa di
tutta la
brigata erano
moglie
ma
tacendosi Filostrato
Neifile
come
la
Reina volle, incominci. Valorose Donne, se non fosse pi malagevole agli uomini il mostrare
trui
il
egli al'I
senno e
invano
parole
la virt
si
:
loro
che
sia la
sciocchezza o
vizio
alle lor
tizia di
e questo v'
,
ha
Calandrino
al (piale di
faccxa
166
a credere
,
GIORNATA NONA
che
egli
avesse
segreti
.
diletti
della sua
donna
in pubblico a
dimostrare La qual
cosa
cio
una a
con
s contraria nella
mente
me
n'
ha recata
d'
,
come la
il
senno soperchiasse
un
altro
il
che mi piace
passati
in Siena
due
uomini
co
ma
1'
uno
.
di
messer Angiulieri
altro di
messer
Fortarrigo
altre cose
,
male insieme
vano
si
convenissero , in uno
cio
che amenduni
,
lr padri
odiavano tanto
,
si
conveni-
n'
usavano
insieme
Ma
parendo
era
all'
,
Angiulieri
il
quale e bello
e costumato
uomo
mal dimorare
gli
in Siena della
,
provisione
la
era
sentendo nel-
Marca
Ancona
papa venuto
si
un
dispose a
credendone
la
sua condizione
migliorare
fatto
mesi
gli
do-
si
cercando
,
d'
alcuno
il
al
.
suo servigio
Il
venne questa
al,
qual di presente fu
il
Angiulieri
e cominci
il
come
meglio seppe
,
dovesse menare
cosa
e senza alcun
Al quale
1'
ma
perciocch egli
.
NOVELLA
die
il
IV.
dell'
167
uno e
dell'altro
Fortarrigo
risposo
che
che
Angiulieri
entrati
si
come
vinto, disse
in
Ed
una mattina
ed essendo
il
conciare
1.
un
letto nello
,
albergo e spogliatosi
dissegli
dal For-
irrigo aiutato
s'and a dormire e
chiamasse.
Il
nona sonasse,
il
Fortarrigo,
,
come dormendo
ohe,
e quivi
al-
r
re
Angiulieri
se n'
and
,
in su la taverna
a giura-
che
egli
avea
nveva in dosso
scuotersi
,
vinsero
onde
cos in camiscia
come era
se n'
and
la dove
dormiva
l'
e al giuoco tornato-
lev e vestissi
,
come gli altri L' Angiulieri destatosi domand del Fortarrigo Il quale
.
lui in
alcuno luogo
come
Perche
sella
la valigia
andarsene
il
1'
oste pagare
,
non
si
trov danaio
di
che
romore fu grande e
l'
bazione, dicendo
stato
Fortarrigo,
1)
i Sacramenti
la stiu;>u
ilei
7.
168
il
GIORNATA NONA
i
panni
1'
come
fatto
aveva
denari
veniva
car
,
E
:
veggendo
Angiulieri in concio di
>
caval-
disse
che questo
?
Angiulieri
voglianocene
.
deh
aspettati
un poco
il
Egli dee
farset-
mio
trentacinque
pagandol
il
duranti ancora le
l'
jiarole,
lieri
,
sopravvenne uno,
Angiuche
il
suoi denar
gli
aveva
egli
aveva perduti
Per
la
avrebbe
la gola
fargli
.
mont
a cavallo
lui
Il
Fortarrigo,
altro dicesse
non come
,
se
1'
Angiulieri a
,
ma
ad un
diceva
deh
Angiulieri
in
stare ora
costette
(a) parole
meno
di trentotto,
,
come egli me ne
io gli
prest, e
fammene
,
questo piacere
perch
ci
Deh
(i)
perch non
Testeso:
lo stesso
avanti.
(2)
Cos dice
il
leggi.
M.
Dep.
Montare, importare,
Cornile: V
lia
rilevare.
alla
islesso
che cavelle,
del
(5)
27 Io
cavelle.
gli misi
io
li
posi,
gli
arrischiai a
una po-
sta, o tratto,
secondo che
li
mi consigli ch'io
gli
mettessi, eperch
lascia tre soldi.
per
tal
suo consiglio io
me ne
NOVELLA
IV.
,
*t
si
V An
g al ieri
ndendol
cos parlare
disperava
massi ma monte
dintorno
li
non che
il
Fortarrigo
ma
:
che
1'
e dicevagli
che ho
per
il
la gola,
,
mio
ma
fai
anche
ti
me.
11
come se a lui non dicesse , e diceva: deh perch non mi vuo' tu migliorar qui tre soldi ? non credi tu che
io te gli possa
fallo, se
ti
cai di
me:
Sap-
stasera a Torrenieri (
).
non ve ne trover:
uno che
io
il
cosi
mi
stesse
che
lasciassi a costui
,
ancor quaranta
o pi,
si
che tu mi piggiorresti in
,
due modi
senza pi rispondergli
,
afreno
il
prese
,
il
cammin
una
verso Torrenieri
Al quale
,
Fortarrigo
in
sottil
malizia entrato
cosi
in
farsetto
pregando
andan-
dagli orecchi
in
venner veduti
al
Fortarrigo lavoratori
all'
un campo
(1)
Angiulieri,
(a)
ta\
la edia.
del fj.
da
altra
mauo rubato.
170
a' quali
il
GIORNATA NONA
Fortarrigo gridando forte incominci a dire:
piagatelo
.
pigliatel
Per che
essi
marra (1)
ritennero e presono
Al
egli fosse e
come il
fatto stesse,
un mal come io non t' uccido ladro disleale che ti fuggivi col mio E a' villani rivolto disse: vedete, signori, come egli m' aveva lasciato nello
il
poco giovava.
viso
disse
,
Ma
io
non
so
albergo in arnese
ta.
Ben posso
Dio e per
io
cotanto racquistato
di
che
sempre
,
altres
ma
5
le
erano ascoltate
Il
Fortarrigo con
pan-
e a cavai
,
montato
lasciato
1'
Angiulieri
in camiscia e scalzo
a Siena se ne torn
e'
per tutto
all'
dicendo
giulieri
.
. il
pallafreno
,
An-
L* Angiulieri
che ricco
credeva andare
si
al cardinal nella
Marca
,
povero e in camiscia
a'
torn
a Buonconvento
n per vergogna
:
di tornare a Siena
ma
statigli
panni prestati
,
in sul
a'
ronzino
se n'
and
,
suoi
si stette
tanto
che da
cos la
malizia del
buono
quantunque da
impunita
-
lui
non
fosse a
(1)
stato pi regolare, e
tuttavia forse
non
si
a quel parapiglia
mal
, ,
NOVELLA
Calandrino
ella
s*
V.
al quale
Bruno fa un brieve
come
egli la tocca
,
va con
lui
ha
M_
inlta la
la
Reina
co-
Fiammetta
.
rivolta
che
ella seguitasse le
mand
La
.
cominci
Gentilissime
,
Donne
,
si
come
e
io
si
il
credo che
,
voi sappiate
niuna cosa
,
di cui tanto
il
parli
che
dove
,
tempo
luogo, che
si
debitamente eleggere
E
,
perci
se
io
riguardo quello per che noi siam qui (che per aver
Irsi a
buon tempo
,
ci
siamo)
sti-
mo
che
ne
fosse
altro
.
che
la
dilettar
,
non debbia
altrettanto parlandone
sai volte de' fatti di
Per
qual cosa
si
Calandrino detto
sia tra
ri-
guardando
essi
si
come poco
,
che
son
tutti piacevoli
,
la
quale
mi
fossi scostare
voluta o volessi
avrei
ben saputo e
;
nomi comporta e
raccontarla
ma
perciocch
il
state
nel
72
GIORNATA NONA
forma
,
in propria
la vi dir
mo,
lo
una
bella n'
ebbe in
Camerata sopra
casamento
,
la
e con
Bruno
si
e con Buffalmacco
li
che
convenne:
quali, percioc-
Dove, bench al
>
cuna camera
ne
fosse
,
un
,
che avea no
me Filippo
nar talvolta
un
te
d o
via
Ora
avvenne che
,
ve ne
men
tristo
nome
il
la Niccolosa
la
quale
un
Mangione
doli
,
prestava a vettura
Aveva
ed era ben
costumata
e ben parlante.
la
Ed
un guarnello (i) bianco e co' capelli ravvolti al capo e ad un pozzo che nella corte era del casamento lavandosi le mani e '1 viso, avvencamera
uscita in
,
ne che Calandrino quivi venne per acqua e dimesticamente la salut. Ella rispostogli il cominci a guata,
un nuovo uomo,
che per
altra
vaghezza
(1)
i Propriamente panno
ma
dicesi an-
NOTtflX
lei
.
V.
173
e parendogli bolla
ni (1), e
ma non
he av-
conoscendola, ninna
veduta
s'
na volta guatava
s'imbard (a)j
da Filippo
che
ella fu
camera richiamata
altro
rare
che
soffiare
di che
Bruno
mente
allo
ma-
s
,
come
disse:
suoi
tu, sozio
Calandrino?
disse
:
tu
non
,
fai altro
che
cui Calandrino
,
sozio
io starei
bene
e'
Come?
si
Bruno
A
.
non
,
la
quale e
si for-
t Notisi bel
modo
che Calandrino
'
infin-
ge v
(a)
di vere quivi
faccenda
Imbardare, metter
le
barde
a' cavalli
NeuL
pass, pec
Inna-
morarsi.
(3) Soffiare
(f\)
,
animo
fami-
(5)
f Aiutassi
Lasca,
il
Nello
stile
liare, e
ili,
il
(6)
Lommia:
'
La li ni fam:
mi.
un animale con
femmina e
,
co
a'
Buse.
quando
farci lieffe
in contrario
mia:
non
la la
come
altri la
sua druda
(*).
1
d'
uopo ricorrere ne
alla
ali
ironia, n
all'
e-
quivoco
Calandrino
Il
Vocabolario
il
174
te
GIORNATA NONA
me
,
innamorata di
che
ti
parrebbe un gran
io andai
ella
il
fatto
io
me n'
,
avvidi test
quando
per
1'
acqua
Oim
egli la
disse
.
Bruno
guarda che
non
sia la
moglie
di Filippo
Disse Calandrino: io
ella se n'
credo, perciocch
lui nella
chiam, ed
and a
camera;
ma
io la freghrrei (1)
ti
vero
sozio , ella
mi
quale
si
nome lammia, ma
Nella
una ninfa;
non
intende
come una
Pietro .
Tancia.
Eh
Ove
dice
il
Salvini:
non accetta
ella
il titolo
di Ninfa,
ma seneburla
si
La
trova
pure nella
St.
Marrini
Lamia
in significato di strega ha
Redi
nel
Son. 39.
Strigi,
Lamie,
Il
Maestro Barlolino
belle
ec.
Fir. i583. p.
Boccaccio pare che nel Filocopo abbia adoperato questo vocabolo per
significare statue
p.
110. Permansi
<T oro,
posti
pavimento
si
posano
ec.
Ed
ivi
pag. 206.
La
natura, maestra di
,
tutte
le
si
posava.
ghi, u perci
bioso su
la
legge.
Dubdi-
citata,
ma non
ho trovato alcuna
Fregare
no o senza
carla
,
accoc-
NOVELLA
ti
V.
sozio, io
ti
75
potrei
din. Disse
tuoi in
.
allora
Bruno:
spier
cer
fatti
ella
molto
mia domestica
noi sappia
.sia
.
Ma come
non
le
io
eh'
e'
non
di
Buffalmacco non mi
,
curo io
la
1><
ma
),
guardiamei di Nello
Tessa ( 1
u d
.
Or
come
co-
lui
che veduta
.
avea venire
aveva detto
Bruno
disse
gli
suo innamoramento
E
:
come
egli ritornato fu
f
disse
Bruno pianamente
:
vedeslila
Rispose Calan-
drino
oliar
.s,
ella
m'ha morto.
Disse Bruno: io
se cos sar
,
me
Sceso adunque
Bruuo giuso
lor detto
che
egli
aveva
namoramento
sene
,
di
Calandrino
,
Ea
Calandrino tornatosi
,
disse
bene dessa
;
e perci
perciocch
se Filippo se
ci
ne
tutta l'acqua
io le dica
d'Arno non
laverebbe.
egli
Ma
le
da tua parte, se
avvien
eh.- io le favelli?
dirai
moggia
(l)
Cio
Idia moglie di
76
GIORNATA NONA
buon beue da impregnare
, ,
di quel
e poscia
:
che io
ha'mi bene
Disse Bruno
lascia far
me
Venuta
l'
ora
avendo
corte discesi
al.
posero a stare
a guardare la Niccolosa e
,
pi nuovi
atti
del
mondo
tali
e tanti, che se
secondo
glior
la
informazione avuta
del
da Bruno
de'
il
mi-
tempo
,
mondo prendendo
(li
modi di Cagli
landrino
altri
non avvedersi
,
di que-
Ma
con grandissi.
ma
ti
noia di Calandrino
,
partirono
venendo:
disse
Bruno
a Calandrino
ben
fai
struggere
,
come
ghiaccio al so-
le
se tu ci rechi la ribeba (i )
essa di quelle tue
tua e canti
un poco con
canzoni in-
namorate, tu
venire a te
io la rechi
se: tu
.
per
Disse Calandrino
?
parti
.
sozio
parti
che
rispose
Bruno
diceva
Per
al-
certo
tro
uomo
che
far ci
io far
che
io voglio
altri
cos tosto
?
innamorare una
otta
1'
donna come
costei
buona
avrebber saputo
'1
,
Ribeba, strumento
.
ili
ribeca
(2)
Dal sonar
il
la
tromba
di
dalle
011
ne. Mart.
NOVELLA
d
\
V.
77
ouno
in gi c in su
mau
di noccioli (i)
la
Ora
$
io
vorr
ribella
vedrai bel
me
ne
so
:
ti
bene accorta
ellaj
la
,
ma altramente
branca addosio le
la
li
far io accorgere, se io le
pongo Gr isto
che
far
al
giuoco
che
ella
mi
verr dietro
te la
come va
pazza
figliuolo.
O,
disse
Bruno, tu
griferai (2).
E' mi
fatti
manicarlati
,
quanta
gli
pareva essere
Ma
tutta
,
l'
altro di
recata la ribeba
con gran
diletto di
la brigata
in brieve
,
in tanta
fe-
che
egli
non
lavo-
(l) Ifoeeioli
ciulli clic
chiamano
Tosami
ogai orlo
4,
fan-
nu-
K
il
man
(a)
di noccioli Im
si
comune che
"f
Grifare , secondo
il
grifo
e, secondo
gli Accad. della Crusca, stropicciare con Mcnsgio, stropicciare grifo con grifo. A me semsenso non consuoni con la parole precedenti. Ca landrino
Bruno risponde: o
o tu
le
uccelli
tu
mio, come
se gli dicesse:
pigliata dagli
metterai
:
di rapina
laonde io credo che questo verbo grifare derivi dalla toc* grifagno aggiunto che si d a cosi falli uccelli . Grifare varrebbe dunque propria-
artigli, ci io sen-
liuto.
DBCAM. T.
8
,
GIORNATA NONA
ma
mille volte
il
rava punto
d ora alla
finestra
ora
:
la
1'
ammaestramento
gli
di
.
Bruno adoperando
Bruno
te
,
molto bene ne
dava cagione
ambascia-
quando
faceva
ella
non
v' era
che era
lei
,
il
pi del tempo
gli
venir lettere
da
grande
fosse
mostrando che
eyli allora
ella
dove
non
la pote,
va vedere
in questa guisa
al fatto
,
Bruno
e Buffalmacco
fatti
traevano de'
,
di
Ca-
faccendosi tal-
volta dare
do un
un
all'
incontro recandogli
,
cotali anelletti
di ni un valore
festa
.
de' quali
E oltre a questo
.
avevan da
lui di
buone merende
a' latti
acciocch
solliciti fossero
suoi
Ora avendol
,
senza
si
pi aver
fatto
il
lavorio
se egli
non
recasse
il
ad
rio
effetto
,
il
finito fosse
,
lavo-
mai pi
non
gli
potesse venire
cominci
la
molto a strignere e a
TaWolte hanno
sollicitare
Bruno
Per
qual
(1)
i"
tutte
le
in alcune scritto in due voci disgiunte lai volle, io credo per errore di
tali nel
numero
del pi
non
soffre
troncamento di
Essendo
l'
primiera
il
numero ;
che
avverbio
NOVELLA
cosa
,
V.
,
7! ,
avendo Bruno
pri-
ma
fare
disse a
Calandrino
sozio
questa donna
e poscia non ne
lo
nulla
,
ti
naso
e perci
fa,
Come
ella
ella
promette, noi
o voglia
si
o no,
se tu vorrai. Rispose
Calandrino: deh
tosto.
da-
r? Disse Calandrino:
fa'
bene.
Adunque,
disse
Bruno,
che tu mi rechi un poco di carta non nata (3) e un vispistrcllo (4) vivo e tre granella d'incenso e una
candela benedetta
tutta la sera
,
e lascia far
me
Calandrino
slette
artificii,
per pigliare un
il
vispistrcllo
port
Bruno
quale
tiratosi in
una camera
scrisse in
su
(5)
e portogliele e disse
Calandrino
sappi che
(i)
1 Ci meni,
ilei te
stampa
del
17;
il
prole,
so
ce.
(a)
e pol-
lasi al collo
altro.
Mari.
(3)
non nato,
delta
carta
(5)
tulli i
e*
lo
buoni
.
testi
il
ma
egli
inganna
V.
Vocab.
t Anche nella nov. 7. della giorn. 8 adoper l'autore questa voce nel medesimo senso l dove disse: lo scolar lieto ecc. fece fare una immagine
Stiili
marono
180
GIORNATA NONA
eoa questa
scritta
,
se tu la toccherai
ella
ti
verr in-
E per
accostaleti in qual-
che
modo
e toccala
ci sia,
perelt'
tu vedrai che
verr
.
quando
ella v
il
:
tu
sai
ben
ci
che tu
del
hai a fare
',
Calandrino fu
la scritta
,
pi
lieto
,
uomo
mon-
do e presa
lo
,
disse
si
sozio
lascia far
me. Nel-
da cui Calandrino
che
guardava
sa quel diletto
gli altri ,
s
mano
dinato
a beffarlo, e perci,
,
come Bruno
alla
gli
aveva or-
se n'
:
and a Firenze
Tessa
il
,
moglie di Calandriti
no e
dissele
Mugnone
amico
ella
e, se tu noi fai,
.
Egli
s s'
tanto trista
,
che
e
ella si
va rinchiudendo assai
poco
(i)je
ven-
costetie in
vece
Ai filosofo,
palude
coleste;
ma
io
Una
suono
della pa-
Che
il
ste o costelte,
sempre
lo stesso i|
numero.
ver cambiato
numero
di singo-
lare in plurale?
io,
non
gi
una
sola profferita
un
dipresso
i
come
il
Panciatichi in vece
dire
(l)
gli
crepuscoli di Plutarco,
NOVELLA
j;hi
V.
18
Come
la
donna ud
questo
non
le
parve giuoco
,
ma
levatasi in pi co-
alla
che
io
non
ne paghi.
,
E
La
compagnia
s n' and
.
vie pih
qual
:
come Bruno
ecco
1*
amico nostro
Per
la
qual
voravano
disse
,
maestri
me
.
a Firenze
partitosi
s'
and a
egli poteva,
come
ne
dove
ed
entrato con
lei in
ben ci che
un poco
.
di pi dimestichezla
za
gli fece
Donde Calandrino
dove
tocc colla
volse
sa gli
i
come
chiuso
,
uscio
abbracci Calandrino
in terra
,
e in su la paglia
che era
:
ivi
il
gitt e saligli
addosso a cavalcione
e te-
nendogli le mani in su
pressare al viso
,
gli
omeri senza
lasciarlosi apil
quasi
:
come un suo
ben mio
grau desiderio
,
guardava dicendo
cuor del
corpo mio
anima mia
(1)
f Che
tu vi
venga,
il
(tato
Mannelli.
Pistoiesi niello
venga
(3)
Dijorut,
quanto pi pote-
i8 2
GIORNATA NONA
io desiderato d' averti e di poterti tenere a
.
tempo ho
mio senno
Tu
m'
pu
esser vero
che
io
tenga
:
diceva
deh
lasciamiti basciare
La
Niccolosa diceva
o tu hai
la
,
gran
fretta
lascia-
miti
Bruno
Ed
11
quale
come
giunse
all'
disse
io fo
eh'
e'
sono insieme; e
,
pervenuti, la donna
ni
,
il
mand
oltre
ed entrata dentro
.
vide la Nicco-
La
,
quale
come
la
donna
vide
subitamente levatasi
e presolo per
capelli
e in
qua
e in la tirandolo
rato,
cominci a dire
fai
il
dunque mi
sia
che maladetto
ben che
ho voluto
,
Dunque
ti
non
ti
che
vai in!
namorando per
altrui ?
Or
())
Trarre
il
filo della
camicia ad uno
vale in
al
modo
proverbiale
suo desiderio.
credi;
Aggratigllare
incatenare, imprigionare,
f L' Alunno
che
per
che da alcuni
pigliasi
il
mente per
beffar Calandrino.
NOVELLA
non
ti
V.
conosci tu
,
i83
dolente
,
conosci tu
tristo?
,
non
ti
non
che
una
salsa
t'
la fac-
cia trista
chiunque
ella
dee ben
sicura-
monte
come tu se'. Calandrino vedendo venir la moglie non rimase u morto n vivo n ebbe ardibolla gioia
,
,
ma pur
il
cos graffialo
ricolto
cappuccio suo e
la
moglie che
fosse tagliato
non
gridasse
se ella
tutto a pezzi
perciocch colei
che con
lui
era
era
sia,
,
casa. La donna
.
disse:
che Iddio
le
dea
il
mal' anno
la
Bruno e Buffalmacco
quasi al
romor venendo
rappacificata
,
donna
che a
accioc-
Ti renze se n* andasse
e pi non vi tornasse
ch Filippo
facesse
non
gli
male
tristo e catti-
vo ne
tornatose,
il
di e la
,
notte molestato e
al
suoi
compagni e
alla Niccolosa e a
(1)
Questo
ilice,
<li
non
j84
GIORNATA NONA
NOVELLA
Due
si
VI.
3
de quali l'uno
e la moglie di
.
lui
Que-
padre
credendosi dire al
.
La donna
,
ravvedutasi entra nel letto della figliuola quindi con certe parole ogni cosa pacefica %
V>4alandrino
ridere
,
che
aveva fatta
fatti
fece
,
de'
del
tacquero
la
.
Reina imLaudevoli
Il
qual disse
Donne il nome della Niccolosa amata da Calandrino m' ha nella memoria tornata una novella d' un' altra Niccolosa la quale di raccontarvi mi piace perciocch in essa vedrete un subito avvedimento d'una buona donna avere un grande scandolo tolto via Nel pian di Mugnone fu , non ha guari un buono
,
, .
uomo il
quale
;
a'
man-
giare e bere
de
ma
Ora aveva
femmina,
gio-
altro era
,
un
iuneiu] piccolino
, ,
NOVELLAVI.
U quale
posto
la
i85
madre
stessa allattava
gli
,
cevole
e gentile
uomo
la
della
nostra citt
il
quale
della
si
che d'
esser
,
da un
cosi
fatto
giovane amata
forte
gloriava
mentre
di
ritenerlo
con piacevoli
amor
si
innamor
parti
avrebbe
amore avuto
il
'1
effetto
se Pinuccio
(che
il
cosi aveva
nome
suo
,
Ma
pur
di giorno in
giorno multiplicando
ardore
e caddcgli
modo
si
bergare
avvisando
come
che
se questo falei
,
gli
senza
come nell' animo gli venne cos senza indugio mand ad effetto Esso insieme con un suo fidato compagno , chiamato Adriano il quale questo amor sapeva tolti una sera al tardi due
e
,
.
avvedersene persona
due
di Firenze uscirono
sopra
il
pian di
$
essendo gi notte
gna tornassero
vennero e
quale
,
data la volta
verso la casa se ne
il
si
come
vedi
scuno
cio disse
ci
credemmo dover
siamo
s
e non
ci
186
a cosi fatta ora
GIORNATA NONA
,
come
,
tu vedi
giunti.
cui
1'
oste
rispose: Pinuccio
tu
sai
,
bene come
io sono agiato di
poter cos
fatti
uomini
come
ma
n
pur
tempo
io v' albergher
i
volentieri
come
io potr
Ismontati adunque
,
due
i
primieramente
,
e appresso
1*
portato da cena
insieme con
oste
Ora
nella
non avea
1'
oste
assai piccola
il
quale eran
avea saputo
,
tre letticeli!
:
come
meglio V oste
ri-
v' era
dall'
una
came-
potesse
Di
fece
1'
oste
il
men
due commostras-
dormendo alcun
sero
,
di loro,
un
ricar la figliuola
e nell' altro
sua
La quale
dove dormiva
fi
pose
.
la culla nella
quale
suo piccolo
g iole ilo
teneva
Ed
uomo addormentato
se n'
pia-
namente
levatosi
and
al letticello
dove
la gio-
vane amata da
(dalla quale
,
il
facesse, fu
di quel piacere,
.
che
pi desideravano
Pinuccio con
la
prendendo
,
si stette
standosi cos
giovane
donna
NOVELLAVI.
che temendo non
,
187
buio levatasi coil
me
era, se n'
,
and
dove
sentilo avea
1'
romore
Adriano
animo
si
per avventura
MC alcuna opportunit
non potendo
,
naturai
donna: e
presala, la
senza levarla
oltre passare
dormiva ; e
,
che levato
,
s'
era e
tornandosene
n' entr. lo
nel letto se
La donna, avendo
che caduto era non era tal cosa (1) non si cur d'
al-
ta
nella cameretta se
,
te al letto
dove
il
Ma non
stessa:
fattasi
un
poco
pi l'i avanti
quale
Adriano
sentendo questo,
al
be-
trameni motto, da
una
fi)
prole dette
in
t Cio quella com ch'ella aveva creduto. Ci si riferisce a quelle li aopra temendo non fosse altro. I Deputali trovarono
testo a
un
ma
giudicarono eh
il
del testo
Anche
il
Mannelli
si
go; nientedimeno
nel margine
,
egli
content di avvertire
ma
,
ma-
lamente stesse.
{*)
all'
albergatore
ma
anche all'albergato.
188
na
.
GIORNATA NONA
cosi stando,
il
il
sonno
coj
la sua giovane
8oprapprendesse
,
a dormire le
culla
,
si
per ohe
si
fattosi
un poco pi
avanti
cori-
c.
Il
dest. Pinucdisse
:
ad Adriano
ben
ti
come la
maggior
dicoti
Niccolosa.
diletto
Al corpo
andato da
ti*
di
Dio
ho avuto (i)
su in
il
che
mai uomo
avesse con
femmina , e
villa
,
che
io
sono
par-
sei volte in
poscia che io
mi
quinci. L'oste
,
doli troppo
stui
prima
che diavol
fa co-
qui
cio
la tua stata
t'
una gran
;
villania
non so perch
pi savio
tu
te
mi
ma
giori-
vane del
corse ad
se
;
mondo
ma dis?
di
che mi pagherai
dell' oste
:
,
che mi potrest
si
far tu
La
donna
se
ad Adriano
oim
odi
che hanno
disse
essi
:
la-
che Iddio
.
gli
bev-
La donna parendole
e con cui
,
avere udito
marito garrire
l
nobbe
via
,
dove
stata era
per che
come
si
sa,
subitamente
,
lev
(j)
i Avuto con
lei; la
stampa
ilei
27.
NOVELLAVI.
me nella
si
il
189
la
camera non
si
vedesse
porlei
t allato al letto
dove dormiva
la figliuola
con
eoric
romor
del marito,
egli avesse
con Pi-
nuccio.
che
egli
ha
fatto
La donna
la
disse
che con
che
io
mi
ci coricni io in
una
bestia,
la sera
Ih
gnate la notte
e andate in qua e in
non
fiaccate
il
collol
ma
che
fa egli cost
?
Pinuccio? per-
ch non
si sta egli
D'
altra parte
Adria-
ho
che
ti
la
ma.
ventura
,
torna qua
che Dio
la
dea
la
mala
notte
L* oste
la spalla
era , cominci
a guisa d'
:
uom
1'
che sognasse
ad entrare
in altri farnetichi
di
che
oste faceva le
maggior
risa del
mondo
(1)
memoria,
co-
me
chi ad
ra non con
gli
ma
190
GIORNATA NONA
disse: egli
s,
mando Adrian
mi? Adriano
si,
disse:
e mostrandosi (1)
beh sonnocchioso
al fine si lev
.
Adriano
ve-
nuto
il
giorno e levatisi
1'
de'suoi sogni.
i
cos d'
uno
in altro
motto
acconci
due giovani
lor valigie e
bevuto con V
meno
contenti del
modo in
che
la
che dello
altri
cosa.
la Niccolosa si ritrov
la
quale
alla la
madre affermava
qual cosa la don,
lui
na ricordandosi
sola seco
NOVELLA
ta la gola e
viso alla
VII.
tut-
JLJssendo
la
e
,
1'
avvedi-
mento
della
donna commendato da
che dicesse
la sua,
tutti
la
Reina a
Pampinea
disse
La quale
allora co-
minci. Altra volta, piacevoli Donne, delle verit dimostrate da' sogni
fra noi ragionato
;
,
le quali
,
molte scherniscono
detto ne sia
s'
e per
come che
non
(1)
il
medesimo, comeail
come mostrandosi , ma
gua.
NOVELLA
lascer io
,
VII.
assai brieve io
191
non
vi narri (jiiello
vicina,
ri,
rito
addivenne
veduto.
dal
ma-
uomo assai
glie presa
,
chiamata Margarita
1'
altre
,
per mo-
ma
spiacevole
(1}
t Ecco un diro
avendo
l'
il
del verbo;
in vece di
costruitone
gli scrit-
(*) Il Sig.
Colombo ha
Decamerone si
fatto
modo
Ma
le
tentasse togliere
con
miglior consiglio.
Ho
confrontato
Mannelli 17O1.,
1718. di Livorno 17S9. e tulle interpungono cos. I soli Deputali pongono punto e virgola avanti alle parole, il che. Io interpungo tutto questo luogo cos, e non mi pare che
del Salviati 1578., di Napoli
vi reali alcun vizio di costruitone.
mala Margarita,
na persona voleva Jare alcuna cosa, n altri far la poteva a suo ( il che aunnlunifue gravissimo Josse a comportare a Talano) non potendo altro fare, sc'l sofferiva. Con simile correzione aarei d'avviso di
racconciare
un luogo
N.
4- della
G.
il
7.
E vomodi,
d bevuto,
il
pi ebbro
uomo
che fosse mai [il che la donna credendo, n eslimando che pi bere a ben dormire)
il
le edisiooi
il
il
primo
alnilto sospeso
Il
Sig.
Co-
lombo
bo. Io considerando
vecchi manoscritti,
mancanza assoluta
la
della
mi tengo
A me poi non
Per
ai fatta
pare pun-
duro dopo
le
parole
i7
mise prettamente
il
sottintendete
.
a dormire,
ragione ho
iga
GIORNATA NONA
mima
( i ) persona vo. ,
altri far la
poteva a suo
Il
fosse a
,
comportare a Tasofferiva
.
non potendo
,
altro fare
se
'1
Ora avdormen-
garita in contado
do
egli
gli
per un bosco
alla lor casa
gli
il
quale
essi
avevano
mentre
cosi
e fiero lupo
alla
si
gola
sfor-
zava di
e
'1
bocca
viso pareva
avesse guasto
II
quale la mattina
;
moglie
donna, ancora
che
io
che
la tua ritrosia
sofferto
,
abbia
pur
,
sarei dolente
qnando mai
t'
,
avvenisse
tu
e perci
se tu crederra* al
:
mio
consiglio
non
domanil
dato da
lei del
.
perch
ordinatamente
il
le
cont
:
sol
chi
ma-
vuole
mal
ti
sogna
Tu
ti fai
me pietoso:
farti
ma
tu sogui di
me
certo io
me
n di questo n
allora
allegro .
Disse
,
Talano
ma
credi
(1)
Niuna
(ju sia
negativamente; pi Tolte
si
cuna .
(2)
ti
Pettinar tigna
dice in
modo
tal
luogo e con
tai
persone.
Con-
NOVELLA
che
<
MI.
l$3
o almeno
disse:
ti
piace, io per
me
il
i|)o te
ne consiglio
clic tu
o^i
ti
stea in casa,
.
ti
Ln donna
a
bene, io
far.
poi seco
stessa
cominci
si
dire-
nai veduto,
come
costui maliziosamente
creile a\ ci?
mi
mcvs.j
p.iura d'
andare oggi
al
bosco nostro
Ih
dove
tiva
,
vi truovi
,
O
j
egli
avrebbe
,
buon manicar
non
gli
se io noi conoscessi e se io
e'
ma
per certo
verr fatto
e'
io vegga, se es-
E come
(mesto eb,
be detto
uscito
il
ed
.
e,
come pi nascosamente
v' era
si
pot
che
nascose
stando at\<
guardando or qua or
Ih se
alcuua persona
nir vedesse.
E mentre
di
al-
cun sospetto
lupo
ed ecco vicino a
lei uscir V
una
ella,
macchia
che
la
folta
un lupo grande e
,
terribile,
n pot
appena
dire,
Domine
aiutami,
lupo
le si fu
no piccolo
la
,
agnelletto
stretta
,
s
;
aveva
gola
n in
il
maniera
aiutarsi
per che
por-
tandoseuela
lupo, senza
fallo strangolata
,
l'avrebbe
piali sgri.
se in certi pastori
non
il
si
fosse scontrato
li
dandolo a
lasciarla
ii-
motln
li
dire pi
,
ipiel'o YI Pi-u.
.
di
Manicar
lontu tuo.
1
DECAM. T. IV.
94
GIORNATA NONA
dopo
,
ma non
si
che
viso
s fat,
maniera guasta
che
non
Laonde
,
assai
volte
miseramente pianse
la
sua ritrosia e
il
non volere
in quello,
rito voluto
che niente
le costava, al
.
NOVELLA Vili.
Biondello fa una beffa (2) a Ciacco aV un desinare , della quale Ciacco cautamente si vendica
,
faccendo
lui
sconciamente battere
U
scuno
,
lieta
compagnia
disse quello
ma
,
visione
appunto
.
senza al-
era avvenuto
alla
Ma
tacendo cia.
impose
disse
.
la
Reina
La qual
oggi davanti a
che
alcu-
stati
a ragionare
cos
me
muove
che
la rigida
vendetta
,
ieri
raccontata da Pampinea,
f lo scolare
una
assai
grave a co-
fi)
ila
il
non
avere voluto
(a) Il
Bccc. usa
voce
il
la
iliciamW-
la,
la crual
NOVELLA
lui
MI.
mi
fosse perci tanto
che
.
la
sostenne
quantunque non
lici.l
tulli
.-li-
chiamato Ciacco
tro fosse
;
uomo
,
quanto alcun
sua
i.-iinniai
e non posseudo
la
possibilit
assai
ili
belli e
di piacevoli motti,
si
del tutto
colori
si
uom
di corte,
ma
<
diclic
.
non
andava
in
assai
sovente
il
Era similmente
le
in quei
tempi
,
Firenze uno,
qua.
piccoletto della
penosa
,
leggiadro
con
su.\
cuffia in capo
senza
un
il
11
quaresima andato
grossi
la
dove
pesce
si
vendi
<
comperando due
de' Cerchi
,
me
ieri
fu veduto
:
da Ciacco,
quale avvicinatosi
?
a Biondello disse
dello rispose
:
cui
Bion-
iersera
altre trop-
po pi
belle
e uuo storione a
,
le
quali
non bastandogli
per
fatte
uomini
m' ha
?
comperare quest'
Ciacco: ben
sai
altre
due: non
vi verrai tu
Rispose
gli
che
io vi verr.
quando tempo
,
parve
and
e trovollo
con
a desina,
che an-
dasse faccendo
rispose
messere
io
vengo a desinar
96
tu sie
'1
la vostra brigata
messer Corso
ben venuto
.
po andianne
sce d'
Pstisi
dunque a
(
1
primieramente
Arno
fritto
ganno
di Biondello
e in s
.
passar molti d
che
scontr
.
il
fatti ri,
Biondello vedutolo
clienti fossero
salut
ridendo
il
domand
.
state le
lamprede
:
di messer Corso
A cui
,
a-
tu
il
saprai molto
al fatto,
mepar-
me E
.
da Biondello
(4) si
,
e datogli
un
bottaccio di vetro
,
men
e mostrgli
in quella
un
cavalier
genti
uomo
sdegnoso
:
e dissegli
tu te ne
mi manda Biondello
vin vermiglio
e mandavi pre-
gando che
del vostro
sollazzar
buon
che
si
:
vuole alquanto
e sta
(1)
di pesce.
(2)
{ Sorra Alunno
la
tonnina,
il
presciutto
Barattiere: che
vendendo lecose
a prez-
il
il
come
il
rubino
Zanzero: giovane da
sollazzo.
Questa erudizione combina molto con quella dell'Inno d'Omero sopra Bacco quaudo giovanetto viaggi in Toscana. Mait.
NOVELLA
egli
VIIL
,
197
perciocch egli
fatti
ti
non
ti
il
ponesse
inni d
,
le
mani addosso
i
(l.nchhe
il
e avresti guasti
mici
:
Di.w
'
barattiere:
,
ho
IH
io a dire altro?
liai
Disse Ciacco
,
no, va
piuv e
OOBM
questo detto
torna qui a
il
me col
fiasco, e io
barattiere, fece
do che Biondello
belle di lui
,
il
si
:
facesse
dicendo
?
che arru-
metta Iddio
te
e lui
si
lev in pi e distese
il
bracbarat-
mano
barattiere
,
ma
il
il
come
fu presto e fuggi
,
via
quale ogni
aveva detto
ripos
barattiere, e
,
non
qua-
mai
al
Ca-
Rispose Biondello
tu? disse Ciacco
ti
:
mai no
perch
ti
me
ne
domandi
le
perciocch io
so dire che
e' si
messer Filippo
.
fa
vuo,
bene
io
vo verso
gli
.
Ih
io
gli far
and ap-
presso
per vedere
come
si
il
fatto
andasse
Messer Fi-
(1)
talento
f
stui
ita
questa
la
Egli crede che quelle parole piccola levatura avea significhino che co-
falla spiegazio-
ne meglio convenga
cagio.
ne
I'
autore avesse
il
a far
mensione
del
Dire
dunque
98
GIORNATA NONA
il
barattiere, era
s
medesimo
si
non
cosa del
mondo trarre,
che
rodeva
zia di cui
in questo
che
egli cos si
me
(1) incontro,
gli
Messer Filippo
presolo per
il
capelli
cappuccio
che arrubinatemi
me ?
cosi
paioti io
dicendo
con
to
il
le
pugna
le
tut-
viso gli
gli
ruppe n
;
ben
volesse (3)
panni in dosso
gli stracci j
a questo fatto
si
studia-
li)
(2) (3)
il
lesto
Mannelli.
,
Che ben
figuratamene
e vale
che beio
ne
gli slesse in
mente
sa di raffinamento e
1
un canto ohe questo modo voler bene per islare acconciamolto non si confa con lo slil del Boccacnon sono rade
si
le ellissi,
non
1'
troinfi-
vo
affatto irragionevole
il
possa sottintendere
ci si
qual verbo
v'
prima, e per
pu ingli
si
tendere facilmente
come
,
se
era avventato
a' capelli
sciare in capo.
NOVELLA
gli pot.
Vili.
199
domandar por
arvo-
elio
questo
Aveva
egli
ma udnaip
ci
si
del
mondo gliele trasscr di mano casi rahbuUato m a concio come era e dissergli perch m esser Filippo
<
gli
avea dicendo
bene oggi-
mo
da motteggiar con
lui.
Biondello piangendo
scu-
mai
.
a messer Filippo
,
non aveva
fu rimesso
,
Ma
poich un poco
si
tristo e
avvisan-
do questa po molti
sa
poich do-
partiti
,
cominci di cail
ad uscire
:
trov e ridendo
il
domand
le
Biondello
?
chetilo
ti
parve
:
vino di mesparute a
te
ser Filippo
Rispose Biondello
tali fosscr
disse
Ciacco: a
te
oramai
mangiare come
e io
,
dar a
te casi
ben da bere
come
( li
avesti
Biondello
da
indi innanzi
si
guar-
di
mai pi non
bollarlo.
(1)
dalla
prima infuori
tirilo la
uoo
GIORNATA NONA
NOVELLA
IX.
Due giovani domandano consiglio a Salamone , Vuno come possa essere amato, l'altro come gastigar possa (i) la moglie ritrosa. All' un ri-
vada
al ponte
oca
Niiuno
altro
,
che
la
Reina
volendo
il
privilegio
servare a Dioneo
La
qual
riso dello
sventurato
Don^
ne
1'
ordine delle
cose
assai
leggiermente
si
e secondo
e perci ciascuna
che quiete
consolazione e riposo
a'
quali
s'
,
appartiene
paziente e ubbidiente
il
che
sommo
na savia
quando a questo
le quali
il
ben
comune riguardano
in tutte le cose
non
ci
ammae-
la
quale
ci
ha
morbide
ed
(1)
f Gastigare debba,
"t
la
slampa
del 27.
(2)
27
alcuni
testi
penna, appresso
parole negli
al-
NOVELLA
lincei
IX.
,
aoi
le voci piacevoli
date
le
chi ha biso-
gno
E cui
se
non
gli
uomini
mo sommamente
,
questo
si
parte
ma
come che
altra volta
avuta
abbia
pur poco
fa
mi
ricondusse ci che
,
Pampinea
Talano raccont
al-
mand che il marila e per nel mio giudicio to dare non aveva saputo cape tutte quelle esser degne come gi dissi di riquale Iddio quel gastigamento
,
, ,
che
la
nivolc e pieghevoli
si
come
natura
1'
usanza e le
Ittp vogliono,
raccontarvi
un
consiglio renduto da
,
Salamone
che
cos
si
co-
me
te
,
utile
son fat-
da cotal male
Il
,
quale niuna
che di
letto
tal
medico-
sia
reputi ci
MMf
,
per
lei,
:
BM
che
i
gli
uomini un
buon
.i\.ill<>
buona femmina
con-
e mala
lesse
sollazzevolmente interpetrare
di leggieri
si
benigne e pietose:
e a cui
ma
il
Sarviati, the
non
le
lo
ha Irow,
Oltiiiio
le
premimi!
le
provar che
governo,
ontmiae, so-
Livorno
e cine' di
Milano.
202
GIORNATA NONA
Ma pur
vogliendole
,
moralmente intendere
naturalmente
le
Sono
,
femmine
che troppo
,
lasciano andare
si
con-
viene
il
bastone che
,
le
dell' altre
il
lascino ,
si
conviene
Ma lascian-
do ora
predicare
,
ho
nello
Essendo
il
mondo
l'
altissima fa-
ma
Salamone discorsa
per 1'
universo, e
tore a
mondo
si
che a ci andavano
fu Melisso
zo
l
,
part
un giovane
il
cui
nome
Laiaz-
onde
egli era e
dove
egli abitava
verso Geru-
un
altro giovane
chiamato Giosefo
i 1
,
qual
ca-
quel medesimo
cammin
come costume
de'
cam-
minanti
to
.
con
lui
cominci ad entrare in
gi
,
ragionamencondizione
e per che
,
Avendo Melisso
da Giosefo di sua
egli andasse
,
dove
disse
che a Salamone
andava, per aver consiglio da lui, che via tener dovesse con
ritro-
sa e perversa
la
(i)
D'Antiochia.
NOVELLA
poteva.
IX.
ao3
ritrai-
ri-
spose
zia
,
io soii di
Laiazzo, e
come
tu hai
una disgra-
cosi n'
il
ho
io un' altra
spondo
tadini,
mio
miei
cit-
tutto questo io
glia
j
non posso
trovare
vo-
come
Camminarono
adunque
in
Gerusalem per-
d'uno
.
mone
te
A cui
se:
ama E detto
.
questo
Al
quale Salamone
all'
se
non
va'al ponte
oca
Il
che detto
avuto
indietro enu-arono in
cammino
poich alquante
un Gumc
sopra
il
Ed
()
Per
introdotto:
cio
per
per.
204 come
sovente
GIORNATA NONA
il
si
veggiam
fare
la
prima
assai
'1
temperatamente lo inco.
passasse
Ma
il
mulo ora
mulattiere oltre
momag-
do adirato
g'
incominci con
la stecca a
dare
mondo
groppa
li
e ora sopra
la
ma
Per che
Melisso e Giosefo',
dere
deh
cattivo
t'
che
farai
vuo
'1
tu uccidere
perch
non
?
inge-
gni tu di menarlo
bene e pianamente
fai
.
egli verr
pi
tosto
A' quali
il
mulattiere rispose
voi conoscete
lasciate far
vostri cavalli e io
conosco
sto detto
il
,
mio mulo j
ne
gli die,
me
con
lui.
que-
te e d'altra
il
che
il
mulo
.
pass avanti,
s
i
che
Essendo adunque
due
mo
qui
il
quale a
chiamasse. Al quale
si
il
buono uomo
all'oca. Il
rispose
messere
chiama
,
il
ponte
be udito
consiglio
cos
si
e
il
or
ti
dico io
compagno che
,
esser
buono e
(1)
Adombr:
Son, 19 3.
Cora' animai che spesso adombre e incespe.
,,
NOVELLA
vero
,
IX.
ao5
questo mulattie-
perciocch assai
la
donna mia ;
ma
dopo alquanti
di divenuti ad Antioccia
ritenne Gio-
Kd
essendo assai
rial
le disse
.
che
Il
cos
facesse far
quale
in
poche parole
lo passato era
La donna
si
come per
,
usata
il
divisato avea
ma
,
quasi tutto
contrario fece.
turbato dis-
se:
sta
non
li
cena fare
La donna
rivoltasi
con orgoglio
,
disse
se tu
vuoi
cenare
cos; se
se
ti
mi
fu detto altramenti , a
si ti
me
parve da far
piace,
piaccia, se non,
si te
ne sta'.Mara-
vigliossi
assai.
tu
E a Melisso
il
te sia stato
consiglio di
Salamone
ma
io
ti
priego
non
ti
sia
un
E
e'
acciocch tu non
m' immulat-
che
ci fece
.
il
quando
:
del suo
mulo
increbbe
,
Al (male Meio
lisso disse
io
(l)
"t
Ferialmente;
e'
alla trascurala
ai
f* eli' ci
caro (piando
ta ila'
li
un lungo
feriali in riti si
(a)
Boccaccio
ao6
non intendo
dove
GIORNATA NONA
di
mutarmi. Giosefo
trovato
un baston
donna per
istizza
,
do
la si gitt
a' piedi
bastone.
a gridare e poi a
tutto ci Giosefo
minacciare
ma
egli
non
ristava
gi tutta rotta
non
l'
uccidesse
dicendo oltre a ci
.
partirsi
che
per
altra or
l'
anche
e ora su
ri-
F andava
,
le costure
trovando (2)
in brieve
della
fatto,
n prima
ristette
buona donna
fatto
fosse.
E questo
ne venne a Melisso e
il
pruova avr
consiglio del
Melisso cen
e,
quando fu tempo
cattivella a
gitt
,
s'
andarono a
si
posare
La donna
la
gran fatica
lev di teril
ra e in sul letto
posatasi
si
,
,
si
meglio
ri-
facesse
da desinare
lisso
,
Me-
il
divis
e poi
quando fu ora
1'
tornati
ottima-
ordine dato
trovaron
lor
il
consiglio
prima da
male
(1)
(2)
tolta
la
che
dopo cucita
nare
il
picchiano, perispia-
rilevato di essa.
NOVELLA IV
<>
ao 7
di par-
sommamente
lodarono.
E dopo alquanti
titosi
che savio
avea
.
uomo
era disse ci
:
11
quale
ti
gli disse
.
miglioro
potr de
Tu
,
die
in
na
gli
onori
e' servigi
quali lu lai,
non
altrui porti,
ti
ma
,
per
pompa.
amagiovane
Ama
to
.
disse, e sarai
Cos adunque
fu gastigata la ritrosa
il
amando
NOVELLA
X.
Donno Gianni ad distanzia di compar Pietro fa lo incantesimo per far diventar la moglie una cavalla, e quando viene ad appiccar la coda compar Pietro dicendo che non vi voleva co da , guasta tutto lo incantamento
,
\Juesta
un poco
da mormorare
Donne e da
Dioneo
infra
ridere a* Giovani;
ma
cosi
cominci a parlare.
Leggiadre Donne
be un candido cigno; e
volta
cos
tra
molli savi
alcuna
un raen
savio
ma
ancora di-
Per
la
qual cosa
alcuna
volta
un meo
savio
e'
J|iIvikIv>-
> f
c ecc.
3o8
discretissime e
GIORNATA NONA
moderate
,
io
il
la vostra virt
mio
difetto
pi valore quella
e pi pazientemente dee
io pi
adunque
nella quale
compren-
si
convengano osservare
commesso ogni
L'
altr'
Gianni di Barolo
avea
,
il
qual
per sostentar
la vita
a portar mercatanzia in
glia
,
qua
Pupre-
e a comperare e a vendere.
E cos andando
si
uno che
chiamava Pie-
da Tresanti
uno suo
asino faceva
par Pietro
pre
sem-
alla chiesa
,
e quivi
.
il
teneva seco
Pie-
ad albergo e
come poteva
1'
onorava
,
Gompar
e avendo
una
(1)
Ecco
il
debbo
io
e dicendo
non
piccola casetta in
lui e
309
bastevole (1) a
all'
asino
T resami
,
capitava,
menava
a casa
e
,
come
poteva
in ricono-
che da
lui in
Barletta rice-
liuti, voce
usata
pi spesso
dal
Bembo, che
(a) Si avverta
Bocc.
il
il
Mannelli lasciato
mano
citalo
mano ha soggiunto
ci
11 Salviati
il
Mannelli
par*
n chi
tic
vi
fona
di quella
ola
die,
quale sia
(*)
ivi
.
per di ci che, ed
modo untalo,
die' egli,
nell'idioma toscano
(*) Il
pres<oso
frammento roaglishechiano,
il
la
ti.
Novella di
Donno Gianni, ci toglie di dubbio, e fa contro il Esso legge: e come poteva, in riconoscimento deir onore,
f onorava
.
da
Affidato
al
i
frammento
Deputati
(
io
non ho
hanno
p. il a. )e
Salviati
Aw.
V.
si
\. p.
possa
che
il
.;ran
Il
numero
di variet, e talvolta
medesimo
Salviati nella
Lesione quinta
Questa
un prato
Che'l serpente
osserva che
riferisce,
la
e f erba giace,
d'
si
si
come, Era
scoloraro ec.
ma
fuor
che in
vocalioli di
tempo non
parlar
1 7.
trova
Ed
io
sono un di
la
Ed
io pure confesso
ili
dovesse curare l'auto riti del frammento, direi piuttosto col Mannel-
che fosse
il
deficit nell'originale,
,
ma
lo supplirei
leggendo di che
uccui.
DECAM. T. IV.
l4
aio
veva
,
GIORNATA NONA
l'
onorava
Ma
pure
se
non
nel
non un piccol
conveniva che
come
voleva
ma
,
essendo in
una sua
la di
donno Gianni
si
cbe
egli allato
sopra al-
quanto di paglia
nor che
volte
il
giacesse.
La donna sappiendol'o,
era pi,
quando
acciocch
dormisse nel
to
,
letto
ma
egli
e tra
ti
altre volte
una
che
le disse
cornar
,
Gemmeta non
,
tribolar di
me,
io sto
bene
perciocch quando
mi
piace io fo
bella zittella e
stommi
cavalla
si
;
con
essa
e poi quando
voglio la fo diventar
e perci
non mi
partirei
,
da
lei
La
giovane
,
mara:
vigli e credettelo
e al marito
il
disse
aggiugnendo
ti
come
tu di
,
che non
fai
tu inse-
me
e fare
i fatti
tuoi con
mi potresti
,
rifar
femmina come
Compar
credette
Pietro
uom
che no
come me,
cominci a
gli
sollicitar
.
donno Gianni
che
s'in-
questa cosa
dovesse insegnare
Donno Gianni
,
gegn
ma
disse
,
ecco
volete,
leveremo
come
si
noi sogliamo
anzi d
ed
io vi
mosterr
come
fa
il
NOVELLA
pi malagevole in questa cosa,
X.
si
in
ap-
l'appiccar la coda,
come
tu vedrai.
levarono (i) e
il
io
non
mondo
non
a voi
e perri(S
far vi
poich
vi
pur piace
io
il
far
,
vero
che
se
che
egli dicesse
il
preso un lu-
me,
ta
pose in
mano
compar
ben come
io dir
,
io far, e
me
gia
]a
,
e guardati
,
coda
,
non dica una parola sola e priega Iddio che Compar Pietro preso il lus' appicchi bene
.
,
che ben lo farebbe. Appresso, donno Gianme ui fece spogliare ignuda nata (a) cornar Gemmata e
disse
,
fecela stare
con
le
,
mani e
che
ammaestrandola similmente che di cosa che avvenisse motto non facesse ; e con le mastanno le cavalle
ni cominciandole a toccare
ci a dire
:
il
viso e la testa
j
comin-
e toccan-
dole
disse
gambe
petto
(a)
Ignuda nata ,
Della
considera
di dire
si
sa
intro-
messo
come
ella
nacque.
aia
era chiamato
,
GIORNATA NONA
e su levandosi
;
,
disse
petto di cavalla
alle
te
,
groppe e
gambe.
,
ultimamenla
se
non
coda
le-
uomini (2)
,
per ci
messolo
disse
Compar
disse
o donno Gianni
io
l'
non
vi
io
non
vi voglio
coda
le
Era
gi
s'
umido
,
radicale
piante
appiccano
venuto
oim
compar
che hai tu
non ti
diss' io
?
che tu non
facessi
La
ma
ogni cosa, n pi ci ha
modo da
bene
Compar
la
Pietro disse
:
sta, io
non
vi voleva quelfalla
coda
io
1'
tu
e anche
ni
:
perch tu non
si
avresti
per
la
prima
volta saputa
appiccar
com' io
,
La giovane queste
f
parole udendo,
:
levatasi in pie
di
buona
be->
(1)
tare,
l'
il
quale
si ficca in terra
per pian-
Mart.
Piantava
la
gli
uomini,
tolto da
Diogene,
il
blico con
hominem pianto
(3)
Di buona f ,
questo
si
falli della
gi
donno Gianni
la
NOVELLA
feti*
,
v
ttl
uri
piasti
li
(l) che tu
le'
pnriii- bit
tuoi fatti
e'
Sem'a-
tilt
Dio, tu
v 'poter ma
,
egli
modo
dotar
te
le parole
che detsi
ella
dolente e uialinconosa
rivesti
compar
n'
Pietro con
il
uno
asino
come
usalo
era
attese a fare
e con donno
,
Gianni insieme
pi di
tal
and
il
n mai
servigio
richiese.
Quanto
donne
l tu
di rjeata
novella
si
ridesse,
meglio dalle
sei pensi
intesa
che
il
ora ne rider
Ma
sole gih
cominciando ad
il
e la Reina cono-
scendo
venuto, in pie
a
levatasi e trattasi la
Paniilo
il
norare
resta
,
mio
gran carico
ti
si
come
e l'avere
il
mio
difetto e degli
altri
che
1'
il
ultimo
a
ad emendare
di
che Iddio
ti
presti grazia,
li-
come
te
1'
me
che
io
come
li altri
sono
stati
E
27
se'
seeondo
il
fi)
i La
eds. del
': ma
chi
l>n
pua
ma
ilicono
Deputati)
rolla bestia
che tu
sema
ad ogni
modo
mio
le partisi
esprimere
gagliardi
quelle parole.
2i4
sposto
alle
GIORNATA NONA
opportune avendo
rivolse e disse
:
di-
donne
,
aspettanti
si
inna-
morate Donne
stata
la discrezion d'
,
Emilia
nostra
Reina
questo giorno
,
alle vostre
forze
bene
il
domane
sto
,
dubbio
animi
vostri
j
ben
disposti a
adoperare accender
brieve esser non
che
la vita nostra
(che
si
altro
che
)
,
perpetuer
al
che ciascuno
che
ventre
,
le bestie
,
dee
non solamente desiderare ma con ogni studio cercare e operare La tma piacque alla lieta brigata, la qua.
le
Re
tutta levatasi
da sedere
diede
e ser-
viti
la si
levarono
,
a' balli
costumati (i)
,
zonette
pi sollazzevoli di parole
strevoli,
avendo cantate
comand
Re
a Neifile che
(2) Io
mi son
giovinetta
e volentieri
stata
una pittura
nella
le
bocca
tante
ili
Saf-
fo,
innamor tanlo
idee de-
,,
, ,
NOVELLA
M'
Merae
d'
X.
,
ai
amore e
ed
1
vermigli
i
Le
rose in su le spini ( ) e
tutti
bianchi gigli
E
Al
quanti
gli
,
vo somigliando
che
viso di colui
me amando
,
Ha
Ch'
come
quella
piaceri.
sia
non ha
in disio
chV suoi
c*i
De' quai
quand'
io
colgo e bacio
,
com'
io so
gli
cos
anima mia
'1
Tututta
apro e ci che
altri
il
cor disia
Quindi con
Legato
metto in ghirlandella
E quel piacer
che di natura
,
il
Core
,
Che s' io vedessi la propria persona Che m' ha accesa del suo dolce amore : Quel che mi faccia pi il suo odore
Esprimer noi
potrei -con la favella
.
Ma
Come
dell' altre
donne
aspri n gravi
,
quai
come
ti
gli
sente
a dar diletto
lcate
e peregrine che
la Tolle
lolctxw del
metro, che
il
der
quale
(t)
vi riescilo
maravigliosamente
Mail,
t Coti
2i6
Di
s a
GIORNATA NONA
me
si
muove
:
e viene in quella
i'
non
disperi.
Re
da
Donne commencomand
il
Re
al
giorno
s'
andasse a
ri-
posare
INDICE
DELLR NOVELLE
CONTENUTE
nm.
QUARTO VOLUMI:
la
Giornata
v
ottava
Osservazioni Storiche
sopra
la
Giornata
nona
vm
GIORNATA OTTAVA
il
gior-
no o donna ad uomo , o uomo a donna , o l' uno uomo all' altro si fanno pg.
.
ai8
INDICE
NOVELLA
I.
Gulfardo prende da Guasparruolo denari in prestanza , e con la moglie di lui accordato di dover giacer con
gliele
lei
per quegli
d
il
lo dice die
lei gli
diede
ed ella dice
che
vero
NOVELLA
II.
// prete
pegno un suo tabarro ; e accattato da lei un mortaio , il rimanda e fa domandare il tabarro lasciato per ricordanza : rendelo proverbiando la buona
colore
lasciale
donna
NOVELLA
III.
vata
la
moglie
proverbia
ed
egli turbato la
essi
sanno meglio di
lu
20
IV.
NOVELLA
J7 proposto di Fiesole
vedo-
INDICE
va
f
119
i
non
amato da
,
lei
e credendosi gia-
fanno
trovare al
vescovo
35
NOVELLA V.
Tre giovani traggono le brache ad un giudice marchigiano in Firenze , mentre che . . egli essendo al banco teneva ragione
.
4*
ROVELLA
TI.
Bruno e Buffalmacco imbolano un porco a Calandrino , fanno gli fare la sperienza da ritrovarlo con galle di gengiovo e con vernaccia
,
,
V una dopo
altra
t
aloe
e pare che
alla moglie
dicano
47
VII.
NOVELLA
Uno
le
scolare
,
vedova, la qua-
verno
si
:
fa
ad aspettar-
una
torre alle
mosche e
a' tafani
al sole
58
aao
INDICE
NOVELLA
Vili.
Due usano insieme V uno con la moglie del" V altro si giace V altro avvedutosene , fa
:
:
l'
uno
,
serrato
in
la quale
standosi
V un
si
V altro
9
NOVELLA
IX.
macco , per
esser fatto
va in corso , fatto andar di notte in alcun luogo 3 da Buffalmacco gittata in una fossa di bruttura e lasciatovi
NOVELLA
98
x.
Una
il
ad un
faccendo
,
da
lei accattati
denari
le lascia
acqua e
capecchio
.......124
GIORNATA NONA
Nella quale
sotto il
si
aggrada
4*
INDI'
NOVELLI
I.
* ai
Madonna
v <la
uno Alessandro
ninno amandone,
se-
V un
poltura , e V altro quello trarne per morto, non potendo essi venire al fine imposto
,
47
li.
Levasi una badessa in fretta e al buio , per trovare una sua monaca , a lei accusata ,
col suo
lei
amante nel
,
letto
ed essendo con
saltero de' veli
un prete
credendosi
,
il
aver posto in capo le brache del prete vi si pose : le quali vedendo l'accusata, efattalanc accorgere, fu diliberata ed ebbe
agio di starsi col suo amante
NOVELLA
*55
III.
Maestro Simone ad instanzia di Bruno e di Buffalmacco e di Nello fa credere a Calandrino che egli pregno : il quale per medicine d a* predetti capponi e denari
e guarisce senza partorire
.
59
NOVELLA
IV.
an2
INDICE
i
denari di Cecco
camiscia cor-
di messer Angiulieri
e in
V a-
vea ,
di lui
il
fa pigliare a
veste e
villani
panni
i65
si
monta sopra
il
palla/reno,
.
. .
NOVELLA. V.
Calandrino
s'
al
va con
lui, e,
dalla mo-
glie trovato
stione
171
NOVELLA. VI.
Due
uno
si
moglie di
V altro
Fanno
ro~
pace fca.
VII.
.,.,...
184
NOVELLA
che se ne guardi
90
INDICE
ROTELLA
YIII.
aa3
Biondello fa una beffa a Ciacco d'un desinare , della quale Ciacco cautamente si
vendica,/accendo lui sconciamente battere.
I
94
KOVIXLA
IX.
De giovani domandano
,
consiglio
a Salamo~
l'altro
.
come gastigar possa, la moglie ritrosa All' un risponde che ami , all' altro che 100 vada al ponte all' oca
.
rovelli
x.
Donno Gianni ad instanzia di compar Pietro fa lo incantesimo per far diventar la moglie una cavalla, e quando viene ad appiccar la coda , compar Pietro dicendo che non vi voleva coda, guasta tutto lo incan
,
lamento
207
^yc
PQ 4266
Al
1827
PLEASE
DO NOT REMOVE
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THIS
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