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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
*AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA ,
CHIESA ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VCL. LXXXVIL
IN VENEZIA
iJALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL Vili.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
ST OR CO -ECCLESI ASTICA
I
U
URG URG
u,
RGEL (Urgellen). Ci Uà con resi- le prebende del teologo e del penitenzie-
denza vescovile di Spagna nella Catalo- re , di 20 beneficiati , e di altri preti e
gna a 26 leghe da Lerida, 32 da Barcel- chierici addetti al servizio divino. Aderen-
lona eioda Puy, in bella pianura este- te alla cattedrale è l'episcopio. Tra le al-
sissima che si estende fino a Cordova, alle tre chiese della città una è parrocchiale
radici de'Pirenei, Ira la Balira e la Segre col s. fonte. Vi è un monastero di mona-
che riunisconsi un po' più sotto. Prende che, l'ospedale, il seminario, la casa de'
il suo nome di La Seii ifUrgel^ Urgel- trovatelli, e prima dell' ultime deplora-
liitniy da una montagna vicina, sulla (|ua- bili vicende polilicheeranvi due conventi
le sta un forte, ma in seguito dell' ultime di religiosi. I suoi abitanti, per la maggior
guerre, più non restano delle sue forti' parte agricoltori, trafficano di legname e
ficazioni che 4 porte. E però ancora un di grani. Nelle sue adiacenze trovasi una
punto importante di difesa, evie un go- considerevole miniera di vetriolo. Que-
vernatore militare colla guarnigione. La st'antichissima città, chiamata Orgelo ,
d*Ausonne o Vich che divise col fratello. madre Costanza 2.' moglie del defunto.
Si distinse col suo valore principalmente Nel 1048 recatosi il conte con essa e con
contro i mori saraceni invasori delia Spa- Miron suo visconte a Urgel per celebrarvi
gna. Nel 996 portatosi in Roma, fu am- la Pasqua, fecero parecchi doni alla chie-
messo nel concilio celebralo da Papa Gre- sa e suoi ministri. Nel io58 essendo in
goi'io V alla presenza d'Ottone Ili im- guerra col moro Alchagil duca di Sara-
peratore, e sedè a'piedi di questi. Tra gli gozza , si alleò con Berengario conte di
argomenti che vi si discussero, due più i Barcellona, alla presenza de'dueGugliel-
importanti furono il matrimonio di Ro- mi vescovi d'Urgel e di Vich. Rinnovato
berto Il redi Francia con Berta, dichia* nel 1064 il trattato, partì il conte colle
rato nullo, e V ordinazione di Guudale, sue truppe , ed espugnò Barbastro non
che dopo essersi fatto ordinare vescovo senza molti sforzij ma poco dopo vi tro-
di Vich, vivente il vescovo Fruian, l'avea vò la morte in mezzo ad una vittoria e
fatto assassinare per le sue giuste lagnan- orrenda carnificina degl'infedeli. Gli suc-
ze. Il conte fece testimonianza contro l'u- cesse il figlio Ermengaldo IV detto Gcrb,
surpatore Gundale, che fu deposto. Nella il quale nel 1077 accolse in Urgel con
grande assemblea di prelati e signori, se- grandi onori Amato vescovo d' Oleron
guita nel 1009 in Barcellona, interveime- legato di s. Gregorio VII, e colla moglie
ro i fratelli Raimondo Borrel e Ermen- Lucia diedero opera alla riforma de'mo-
galdo I, e vi fu ristabilito l'ordine cano- nasteri delle loro giurisdizioni. Nel 1087
nicale di quella chiesa. Nel io io dispo- il conte con Adelaide di Provenza 2." mo-
nendosi il conte a marciar di nuovo con- glie, erede di Forcalquier, donarono alla
tro i mori , fece testamento e distribuì chiesa d'Urgel il castello di Foro Barbe-
parte de'suoi beni a diverse chiese. Par- rano, dal cui atto rilevasi che supremo
tito col fratello Arnoldo vescovo di Vich, signore della contea d'Urgel era Filippo
ed i vescovi Ezio di Barcellona e Ottone I re di Francia. Il conte faceva l'ordina-
di Girona, e parecchi signori, ciascuno ria residenza nel castello di Gerb, che for-
alla testa delle proprie milizie, vi peri il tificò per assalire i mori de'diutorni, e in
1.**
settembre co'vescovi che l'aveano ac- fatti tolse loro Balaguer. Nel 1092 morì
compagnato. In età d'un anno gli succes- il conte e gli successero nella contea d'Ur-
se nella contea d'Urgel il figlio Ermen- gel Ermengaldo V detto WBalearidc, na-
galdo 11 detto
Pellegrino sotto la tu-
il toda Lucia e in quella di Forcalquier
,
tela materna. Fatto adulto, idominii della Guglielmo nato d'Adelaide. Valoroso Er-
chiesa d'Urgel avendo destatola sua cu- mengaldo V con)e i suoi antenati, com-
pidigia, fece delle usurpazÌQui di cui senti battè i mori, e menile voleva toglier lo-
UR G URG 5
ro risole Balenìi, vi restò ucciso neh 102. che apparteneva dal lato dì sua ma-
gli
j,
nastero dis. Saturnino, poi ne die soddi- in lui ritornare a preferenza della cugina
sfazione all'abbate. Ne! i iT'4s'' successe.!! Aurembiax. Elvira madre di questa, im-
figlio Ermengaldo VII òe\.\oValenza^c\\e potente a resistere alle sue armi, cede gli
del vescovo d'Urgel in morte, riprovevo- miglia a rendersi prigioni. Dopo la morte
le usanza quasi generale tra'gran fenda* del re riuscì a Geraldo di riprendere pa-
tari, ed a ragione da lui pure riguardata recchie città e castella della contea d'Ur-
come una rapina; ma si riservò la custo- gel, e vicommise molte devastazioni, in-
dia de'caslelli e delTaltre possessioni del di perdonato dal re Giacomo I; ritenendo
vescovato durante la sede vacante. Nel questi però la contea d* Urgel col titolo
I 183 fece guerra a'mori di Valenza col di conte, la die in feudo a Geraldo, sal-
fratello Gaucerando, e ambedue periro- vi i reclami di Aurembiax. Questa nel
no avanti quella capitale. Il figlioErmen- 1228 li fece, offrendo in dono al re la
TJrgel, la saccheggiò in uno alla cattedra- guisa la contessa fu ristabilita ne'suoi sta-
le, fece prigione i canonici da'quali tras- ti. Geraldo entrò allora Ira'teraplari, ce-
glia AurembiaXj e in caso di stia morte brerà, perciò gli die in cambio la signo-
senza successione, sostituì la propria so- ria di Maiorica e dell'isole adiacenti ia
rella Miraglia Pons l visconte
moglie di feudo, con facoltà di trasmetterne la 3.^
di Cabrerà. Inoltre legò al Papa Innocen- parte a' suoi eredi, non ritenendo che
zo 111 la metà della cillàdi Vagliadolid, la cittadella della capitale, colle città e
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castelli d'Oleron e Palenca. Quindi cIM contro i co8litU7Ìonali_, venendo poi nel
1233 i re d'Arngona presero il titolo di I 823 per convenzione consegnala a'fran-
conti d'Urge!. Morendo nel 1243 PonslI, cesi in favore di Ferdinando VII.
lasciò al primogenito Ermengnldo IX i Urgel nel V secolo fu la sedo degli ar-
diritti sulla contea d'Urgel, e in sua man- civescovi di Tarragona, e nel medesimo
canza i fratelli, coll'obbligo di portare in isliluilo il vescovato d'Urgel, divenne se-
perpetuo il nonied'Ermengaldo. Ermen- de de'propri vescovi suiTraganei del me-
gnldo IX poco gli sopravvisse, egli succes- tropolitano di Tarragona e lo sono tut-
se il fratello Rodrigo detto Aharo^ a cui tora. Nella diocesi vi è il piccolo sialo del-
il padre avea lasciato castelli da lui e-
i la repubblica d'Andorre, nel regno d'A-
reditali, che gtierreggiò col re che gli a- ragona, sotto la prolezione della Francia
vea occupato parecchie piazze della con- e della Spagna, ed anticamente n'era si-
tea da lui ricuperate, il re conservando gnore il vescovo d'Urgel col conte di Foix.
sempre il titolo di conte d'Urgel. Succes- Lo descrissi nel voi. LXVIII, p. 27; e tut-
se il figlio Ermengaldo X nel 1267, non tora il vescovo d'Urgel n'è riconosciuto
5enza lurbolenza pe'diversi parenti aspi- principe sovrano con piccolo tributo, ed
ranti alla contea; morì senza successione ogni nuovo vescovo si reca a prendere
neli3i4, lasciando i suoi stali a disposi- possesso, con quelle formalità che dirò
zione del vescovo d'Urgel e degli altri e- in fine,narrando quello preso dall'odier-
secutori leslamenlari, o per restituirli al no vescovo. Ne furono primi vescovi Giu-
re d'Aragona. Perciò divenne conte d'Ur- sto che intervenne al concilio di Toledo,
gel e visconte d'Ager Jacopo I figlio del Simplicio che fu a'concilii di Toledo e di
re Alfonso IV, e nel 1
34? g'i successe il Barcellona, s. Ermengaldo, s. Odone, ed
figlio Pietro che sposò Margherita di Mon- il fnmoso Felice. Egli era stalo maestro
ferrato colla città d' Aqui per dote. Nel d'£'/?/7/7«r/o arcivescovo di Toìcclo^W qua-
i4o8 per sua morte divenneconte Jaco- le lo considlò in qual modo egli ricono-
po Il suo
che aspirando al trono
figlio, scesse Gesù quanto uomo, per
Cristo, in
^i procuròdal re Martino la luogotenenza Figlio di Dio; se lo credeva figlio ^rr Jia-
del regno, dignità che d'ordinario si con- fnrrTj o solamente per adozione. Felice
feiiva all'erede presuntivo della corona; rispose che Gesù Cristo, in quanto uo-
,
onde si ribellarono gli aragonesi e costrin- mo, o secondo la natura umana, non è
sero il conte alla fuga. Morto Martino nel che Figlio adollivo e noneupativo , cioè
i4i2, il conte fu unode'prelendentialla solamente di nome. Per questi errori e
corona, ed. Antonio de Luna, suo parti- per quelli contro il culto delle Imma-
ss.
copo II nel 1433. Il re maritò le figlie solo esteriormente. Essendo slato Felice
con proporzionate doli. Dipoi Urgel fu rilegato a Lione, dove visse circa 5 an- r
occupala da'francesi nel 1793 e nuova- ni, Agobardo che nel vescovato d'Urgel
mente nel (809. Nel 182 I vi stanziò la gli successe, assicura in uno scritto ch'egli
giunta, che dirigeva l'aroiala della fede fece contro Felice, di già morto, che a-
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vea avuto una conferenza con lui , nella Durand abbate di s. Cecilia nella stessa
quale 1' avea costrello a riconoscere la diocesi, intorno la chiesa di Curticile nella
verità , e che non avea mai pubblicalo parrocchia di Castelbon, di cui si conten-
questa sua confessione, sulla promessa che devano la proprietà. Il giudizio pronun-
f
Felice gli avea fallo di non insegnar più ziato dal conte, dopo aver maturamente
i non avea tra-
suoi errori; ciò ch'egli però pesate le ragioni delle parli, fu a favore
lascialo di fare segretamente. Mentre del vescovo. Il conte d'Urgel Ermengal-
lì' era vescovo Ingoberlo, verso 1*884 nn do III e sua moglie Clemenza, nel 1057
chierico spagnuoiodi nome Selva, ch'era- con Guglielmo vescovo d'Urgel e suoi
si ritirato in Guascogna, persuaso sopra canonici fecero lo scambio del castello
,
una falsa voce che Ingoberlo fosse mor- di Solsone contro la metà di quello di
mercè la sua protezione si fece ordinare romano, nel 1 35o creato cardinale. Nel-
vescovo d'Urgel. Poco dopo essendo com- le Notizie di Roma sono registrali i se-
parso ingoberlo, dileguò colia sua presen- guenti vescovi d'Urgel, con l'epoca di lo-
za la voce della sua morte; ma Selva non ro promulga^ion»^ Nel 1788 d. Giorgio
volendo perdere il frullo della sua ordi- Curado. Nel 1747 d. Sebastiano de Vit-
nazione, discacciò il vero pastore e si po- toria girolamino d' Aspeizia diocesi di
se in sua vece nella cattedra episcopale. Pamplona. Nel 1707 Francesco Giusep-
Due anni dopo questo delitto un altro ne pe Catalan de Ocon di Ferror diocesi di
aggiunse, ordinando pel vescovato di Gi- Mal.Tga. Nel 1763 Francesco Fernandez
rona Hermeumire contro il voto del cle- de X'iliva de Casas Ibanes diocesi di Car-
ro e del popolo che aveano eletto un chie- lagena. Nel 1771 Giocchino Santiyan-y-
rico di buoni costumi di nomeServnsDer. Valdiavelso d'Arge diocesi di Santander.
Avendo Teoilardo arcivescovo di Narbo- Nel 1780 Giovanni Garcia Montenegro
na Papa Stefano V det-
fatto consapevole di Lugo. Nel 1785 fr. Giuseppe Ooltas
to VI due usurpazioni adunò
di quelle , minore osservante d'Orano arcidiocesi di
per suo ordine a' 7 novembre 887 un i Toledo. In tempo questo vescovo Pio
di
Sunifreddo incorse poi per altre cose le Pietro della villa di Rivas, in favore de.'
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cedt're le lettere dimissonoli per lutti e tanti d'Andorra, ch'erano andati ad in-
singoli gli onlini maggiori, ordinando contrarlo alla Seu d'Urgel ed erano stali
l'amministrazione della confermazione a pure
alloggiali nel palazzo vescovile; era
qualunque vescovo cattolico.Nel concisto- accompagnato dal governatore, dal capo
ro de*27 giugno iSaS fu preconizzato da battaglione del i ©."cacciatori di guarni-
Leone XI I abbate di detto monastero nul- gione alla Seu , dal giudice, dall' alcade
linSyi\. Antonio Guidel-y-Prinies, mo- ec. Un picchetto di cacciatori a cavallo
naco del medesimo, a presentazione del re precedeva il corteggio vescovile sparando
di Spagna. Ripiglio la serie de' vescovi che echeggiava-
fre(|uenti colpi di fucile,
d'Urgel. Nel 1797 Francesco Antonio de no per quelle valli. 11 limite del territo-
la Duana-y-Cisteros di Villanova de la rio d'Andorra è formalo dal torrente Rio
Fuente arcidiocesi di Toledo. Nel 18 17 Rune; dall'altra parte del torrente atten-
Bernardo Francesco Caballerodi Madrid. devano il vescovo tutti dignitari della i
Nel 1824 fr. Bonifazio Lopez domenica- Valle, vestili secondo il loro antico e pit-
no di Montchermoso diocesi diCoria. Leo- toresco costume, e sopra un poggio vici-
ne XII nel concistoro de'25 giugno 1827 no al cammino stavano 4o uomini orna-
dichiarò vescovo d'Urge! d. Simone de li d'arcobugio (Escopeleros); appena fi-
Guardiola di Mersias arcidiocesi di Tar- niti gli spari di questi, un silenzio impo-
ragona, già abbate cassinese di Monser- nente si slese su tutta la Valle. Il sinda-
rato e visitatore generale del suo ordine, co arringò il vescovo dichiarando, che le
lodatissimo nell' esercizio di tali ufiizi, Vjalli lo riconoscono per loro sovrano; ma
grave, prudente, dotto e pieno di probi che però era necessario, avanti d'enlrar-
tìì. Per sua morte il regnante Pio IX nel vi, che giurasse di rispettare e conserva-
Francia, al sud del dipartimento dell'Ar- principe vescovo prese possesso del suo
riege, indipendente da questi due stati, territorio,enefu redatto processo verba-
ed ha per suo principe e ordinario il ve- le da due notari con testimoni quindi vi ;
viaggio per alla volta di sua diocesi e del sero dille al curato per distribuirsi a' po-
$uo regno insieme col sindaqo e due abi- veri. Furono fatti brindisi in verso ed in
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prosa. Il vescovo principe sovrano deve ritirare determinata quantità di segala,
visitare tulle le popolazioni d' Andorra, alcuni capi di bestiame d'ogni specie e
ed amininisli'are la confermazione. Rica- diverse merci, senza soggiacere a pubbli-
vo da'geografl le seguenti notizie. Andor- che gravezze. Dopo che Enrico IV redi
ra, capitale della Valle di questo nome, ha Francia riunì alla corona la contea di
circa 3ooo abitanti, è compresa nella pro- Foix, e meglio nel 1617 l'esegui il suo
vincia di Saragozza, a 6 leghe d' Alcaniz figlio Luigi XV, i re esercitarono in po-
e I o da Foix. Andorra è la i Ira le 6 co- .'^
co variata foggia le prerogative degli an-
muni, che hanno diritto di eleggibilità; le tichi conti. Nel 1799 per la soppressione
altre 5 sono Canillo, Encarap, Ordino, d'ogni diritto feudale, terminò d'eman-
Massane e Saiut-Julien. I subalterni vil- cipare gli andorresi dal lato di Francia,
laggi giungono a 34- In mezzo alle piti e da quell'epoca, ad onta delle molle e
scoscese montagne de'Pirenei,conducono giavi politiche vicende , nulla si opera a
gli abitami vita libera e frugale, in angu- pregiudizio di loro libertà. Si può para-
sto territorio che non oltrepassa 7 leghe gonare la Valle d' Andorra all'esistente
quadrate. Gli andorresi parlano la lingua repubblica di s. Sfarino (V.)^ e nell'au-
ca^tigliana e costituiscono nell'insieme u- lica Grecia a quella di Petenisso o Pm-
na popolazione di quasi 3o,ooo indivi- diiiisso (T.). Ogni nuovo vescovo d'Ur-
dui. Il prodotto di loro possessioni forma gel è lassato ne'libri della camera aposto-
la principale loro rendita, e vi si aggiun- lica in fiorini 2000; quanto alla mensa,
ge una copiosa miniera di ferro, che tie- questa venne fissala dal ricordato concor-
ne in attività parecchie fucine, e quanti- dalo. La diocesi è vasta, e comprende cir-
tà di legname da lavoro. Gli andorresi ca! 5 leghe di latitudine, e più tli 26 di
nell'esercizio della pastorizia ,
per V ab- longitudine, conlenendo 4oo luoghi.
bondanza de'ioro pascoli, presentano dei Concini d* Urgel.
patriarcale nel politico reggimento. Im- III. "fu tenuto nel 799 da Leidrado ar-
perocché dalle 6 comuni principali eleg- civescovo di Lione, che Carlo Magno a-
gonsi 24 membri, 4 cioè per ogni comu- vea inviato a Felice vescovo d'Urgel ca-
ne, i quali compongono supremo consi- il duto nell'eresia, con Nifrido di Narbo-
glio di governo, e le funzioni de'raedesi* na. Benedetto abbate d'Aniano, e parec-
mi sono nomina due
a vita. Il consiglio chi altri tanto vescovi, che abbati. Per-
sindaci, i quali pub-
hanno il carico della suasero Felice d'Urgel di portarsi a tro-
blica amministrazione, e radunano al l'oc- vare il detto re de' franchi, prometten-
correnza r assemblee. Narra l'avv. Ca^ dogli un' intera libertà di produrre in
stellano, che la rivalità de* due più po- sua presenza i passi dell'opere de'Padri,
lenti vicini, il vescovo d' Urgel e il conte eh' egli pretendeva favorevoli alla sua
di Foix , negli antichi tempi giunse più opinione. Baluzio, In Notis ad Àgohar^
volle a turbar la pace anco fra questi ru- do. Il 2.° si adunò neirSoo, pure contro
casolari. S'interpose Pietro III re
stici l'eresia di Felice. G^///<2 chr. t. 6. Il 3."
d'Aragona, e regolò con un suo lodo nel nel 991 sulla disciplina ecclesiastica. A-
1278 le condizioni dell'alto dominio co- guirre, t. 3.
mune a'due padroni. Ambedue nomina- URGEL Giovanni, Cardinale. Spa-
vano il rispetti vo vicario per amministrar gnuolo crealo cardinale di s. Chiesa i\<\
la giustizia, e insieme concorrevano al- Urbano VI a' 18 o 28 settembre 1378.
l'elezione d'un giudice per 1' appellazio- Si portò a Pisa nel seguente gennaio, per
ni. 11 vescovo percepiva di tributo annui passare poi in Roma, ne altro si conosce
scudi 90, ed il conte 180. Da particola- di lui ; anzi Contelori riferisce non avei*
ri couveuzioui eia regolato il diiitlu di trovalo alcuQ monuoieoto del suo cardi*
IO UHI u as
iialato,però ricordalo dagli Annali Pi- cassa d'argento lo pose sopra l'altare. Si
sani, da Panvinio e Cìacconìo. assegna ordinariamente la missione di s.
URIM e THUMMIM. f\ Sacerdo- Ursino nel II secolo. Lisieux. pretese di
810, Tempio di Gerusalemme, Razionale, possedere le di lui reliquie, ma senza fon-
Tribù'. damento, giacciiè sono sempre rimaste a
URIM A ORIMA o SURIMA.Sede Bourges. La sua festa principale vienece-
-vescovile della provincia di Eufralesia lebrala 8*29 dicembre; però ne'marliro-
d'Antiochia, eretta nel secolo IV sotto la logi di Floro, di Adone e di Usuardoèia*
metropoli di Gerapoli. Ne furono vesco- dicata a'9 novembre.
vi: Abraamio, che nel 363 sottoscrisse la URSMARO{s.), vescovo regionario e
lettera del concilio d' Antiochia all' im- abbate di Lobes. Nacque presso Avesne
peratore Gioviano, relativamente alla nell'Hainaut. Fino dalla sua prima gio«
consiistanzialità ; Marns assistè al conci- vinezza mostrò un ardenlissimo amore
lio d'Antiochia, tenuto dal patriarca Do- per gli esercizi di pietà, e praticando o-
nino, in rignaido ad Atanasio vescovo di gni virtù, studiavasi d* inspu'are altrui
Perrha Davide occupava questa sede
; que' sentimenti medesimi ond'era egli a-
iieir 845. Oricns dir. t. 2, p. 946. Que- nimato. Avendo s.Landelino fondalo l'ab-
sta chiesa trovasi pure fra le sedi vesco- bazia di Lobes sulla Sambra, nella diocesi
vili soggette a' patriarchi giacobiti, e le di Cambiai, Ursmaro vi prese rabito>pei'
sono attribuiti i seguenti vescovi. Teodo- consagrarsi unicamente al servigio di Dio,
ro del 736, Gregorio suo successore, Da- e nel 686 ne fu fatto abbate. Questa di-
vide deir845. Oricns dir, t. 2, p. 1 529. gnità fu per lui motivo di raddoppiare il
URlTANA. F. Oria. fervore in tutti gli esercizi di religione e
URNE CINERARIE, r. Sepoltura. non
nelle austerità della penitenza. Egli
Ne riparlai ancora nel voi. LXXXIV, mangiava mai né carne,nè pesce, non be-
p.23o, e dicendo de' sepolcri antichi di vea che dell'acqua, e passò io anni senza
Toscana, Fejo^ Fuld ( ^.) ec. gustar pane, neppure dopo una perico-
URRACR Corrado, Cardinale. F. losa infermità che pali. Terminò l'abba-
Urach o Urrack. zia e la chiesa di Lobes, che s. Lan-
URRIES Carlo, Cardinale. Vedi il delino non avea potuto compire, e fondò
Tol. Ili, p. 23o, col. 2.^ vari monasteri, fra' quali quelli d' Anne
URSACIO. F. Valente. e di Wasler. Non potendo il suo zelo ri-
ricordanza. S.Gregorio di Tours, il (piale sua abbazia con molta saggezza. Senten-
ci riferisce questi particolari , aggiunge do avvicinarsi il suo fine, fece nominare
the circa il 56o si scoperse miracolosa- s. Ermino per governarla in suo luogo,
mente il suo corpo,e fu deposto nella chie- e non occupo'«si più d' altro che di ter-
sa di s. Sinforiano, che prese poscia il suo minare santamente la sua vita. Morì nel
nome. Filippo arcivescovo di Bourges nel 713, in età di 69 anni, il 18 aprile, nel
1239 lo diiotlerrò,e collocatolo in una qual giorno è onoralo come protettore di
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, Binclie,a Lobesea Luxeroburgo. Fu sep. partito di propinargli disperatamente un
pellito il dì susseguente, ed in tal giorno è potente veleno,cìel quale mori in Roma
nominato nel martirologio romano e in neli5i4j ed ebbe tomba nella chiesa na-
altri molti. Le sue reliquie si custodisco- zionale di s. Tommaso del collegio ingle-
no aBincbe,ch'è una piccola città distan- se, dove al manco lato della porta che
te 4 legbe da Mons. introduce in sagrestia si vede la statua
UUbOVICO Cristoforo, Cardinale. del cardinale espressa in marmo, in abi-
Inglese, cliiamato pure Ursuwike e Barn- ti pontificali e in piedi, con nobile epi-
bridge, insigne pei* scienza legale, non taflio. Scrisse con pari erudizitjue ed e-
senza taccia d'intemperante e pieno di leganza l'istoria di sue ambascerie, e al-
vanità, stretto in amicizia col cardinal cuni trattati di giurisprudenza, che dis-
IMorton arcivescovo di Cantorbery, soffrì graziatamente perirono. Quanto poi al
gravissimi disturbi e acerbe persecuzioni crudele fimigliare Rinaldo, posto in car-
fiotto Riccardo III d'ingbilterra, in dife- cere, si tolse la vita col veleno; ciò non
sa dell'immunitàecclesiastica, dalle qua- pertanto e ad /errore/w, squartato il suo
li felicemente scampato fu da Eurico VII cadavere, i brani furono appesi alle por-
eletto regio elemosiniere, e nominato ve- te esterne di Roma.
scovo d'alcune cliiese del regno, non che U RTELLO, Urteliim. Vescovato del-
ambasciatore all'imperalore Massimilia- l'Aruìenia maggiore, sotto il patriarcato
no I, a Carlo Vili re di Francia, a Fran- di Sis. Martire suo vescovo assistè e sot-
cesco duca di Bretagna, ed a Lodovico toscrisse il concilio di Sis. Oriens dir. t.
de, in ten»po in cui ardeva fiera guerra qualificava ora vescovo di s. Sergio nel-
tra Luigi XII re di Francia e Papa Giu- l'Armenia maggiore, ed ora vescovo ar-
lio li ;
questi pel di lui mezzo avendo ot- meno ò! Erivan. Questo prelato essendo
tenuto dal re la difesa della Chiesa roma- ad Amsterdam nel 1666 e nel 1667 la-
na e guerra mossa a'francesi, in rico-
la memorie firmate di sua mano,
sciò molte
noscenza a' IO marzoiSi i lo creò in Ra- relative alla fede degli armeni sulla pre-
venna cardinale prete de* ss. Marcellino senza reale. Oriens dir. t. i_, p. i448-
e Pietro. Il lustro però della conseguita USELLl o USAL o USEL. K Ales
dignità non fu capace di correggere o e Terraiba.
frenare il ruvido e bestiale umore che USEZ o UZES, Ucetia seu Usecia.
talvolta lo predominava e che poi gli fu Città vescovile della Bassa Linguadocaia
fatale. Lasciandosi trasportare dall' im- Francia, nel dipartimento del Gard, ca-
peto d'un cieco e infrenabile furore, ta- poluogo di circondario e di cantone a cir-
le, che traversa l'acquedotto del Gard per llaro del 461 una specie di diritto come
andare a Nimes. Vi hanno fabbriche di di metropolitano a pregiudizio di quello
berrettame di borra di seta e lìlugello,di di Narbona, ed in una Notizia antica si
panni comuni, di cartoni equivalenti a- legge, Castriim Ucetiense Melropolis*
gl'inglesi. Vi SI tralìlca di seta, vini, acqua- certo è che in seguito fu vescovato esen-
vile, olio e grani, tenendovisi 3 fiere an- te dalla giurisdizione del metropolita di
nue. Patria di diversi illustri , fra questi sua provincia. La Gallia Christiana y nel
si distinsero Mosè Charas chimico e mem- t. 4>p. I i44> lipoi'ta la serie de* vescovi,
bro dell' accademia delle scienze , Pietro e pel I ."registraCoslanzo o Costantino del
Costa scrittore istruitissimo, Giovanni Le 45 1, sebbene èassai probabile che abbia
Mercier dotto professore d' ebraico nel avuto predecessori, uno de'quali fu rap-
collegio diFrancia, e Giacomo iMarsollier. presentato da un Vincenzo sacerdote al
^^elle vicinanze è una sorgente minerale, concilio di Rieznel 4^9)6 per lui Io sotto-
appellata Fontana del Peyret, ed uber- Costantino intervenne nel 4^' a
scrisse.
toso n'è il territorio. A 6 miglia di distan- quello d'Arles, ed all'altro del 45> e ne
za si ammira un bell'avanzo del grandio- firmò gli atti. Nel 5o6 il vescovo Proba-
so monumento antico detto il ponte del zio fu al concilio d'Agde. Nella sua mor-
Gard, sulla strada tra Nimese Avignone. te il clero e il popolo elessero Norizio patri-
Gli antichi romani per dirigere una cor- zio, con sua ripugnanza; diligente pasto-
rente d'acqua aNimes,do ve in alcuni tem- re edotto predicatore. Divenuto vecchio,
pi la fontana resta assai bassa, fecero veni- nelle funzioni gli fu surrogato il suo disce-
re l'acqua fino dalle vicinanze d'Usez. Di polo Firmino (/^.), che in morte de-
s.
calunnia Io fece esiliare a Parigi, però ri- Paolo Antonio de Fay morì neh 632, e
conosciuto innocente venne reintegralo Nicola de Gidiié del 645 è l'ultimo re- 1
nella sede dopo 3 anni con grandissima gistralo nella Gallia Christiana i suc- ,
soddisfazione del suo popolo. Allora s. cessori essendolo nel l. 6 della nuova e-
Ferreolo, riunito un sinodo, stabilì d'ac- dizione, e gli ultimi" dalle Notizie di Ro-
cordo col suo clero alcune regole sul mo- ma. Questi furono, nelr737 Bonaventu-
do d'istruire gli ebrei, de' quali un gran ra Bauyn di Dijon, già canonico della me-
numero ricevè da lui il battesimo, esclu- tropolitana di Parigi; ed Enrico Benedet-
dendo dalla sua diocesi que' che persiste- to Giulio de Betesy deMezieres della dio-
rono ne* loro errori. Governò in seguito cesi d'Argentina, fatto vescovo 0^1779,
pacificamente la sua chiesa, ristabilendo- il quale fu uno di quelli che ricusarono di-
vi la disciplina, assai rilassata durante la mettersi nel 1 80 I dalle loro chiese, e sot-
sua assenza, e morì nel bacio del Signo- toscrisse le proleste de'medesimi vescovi
re a'4 gennaio del 58 1. Coll'assenso del contro il concordato che le soppresse in-
re divenne vescovo Giovino già rettore sieme a questa di Usez, e poi morì nel
della provincia; poi Marcello, Aureliano 18 16. Il vescovadi Usez godeva 25,ooo
e Audoeno del 660. Ricorderò i più ce- lire di rendila, e pagava 000 fiorini per 1
lebri successori. Raimondo de* signori di lesue bolle. In tutta la diocesi si contava-
Posquieres del 1 13o; Ebrardo morto nel no 281 parrocchie, divise in 9 decanati.
I i5o dopo avere riedificalo la cattedra- Il celebre cardinal Bartolomeo Pacca,
le rovinata dagli eretici, assai liniosinie- morto decano del sagro collegio, nelle sue
roj a Rainardo nel i 209 scrisse Innocen- importanti Memorie sloriche de' due
zo ni; Raimondo fu da tal Papa manda- viaggi in Francia e prigionia, nel l. 3,
to legato apostolico forse in Francia stes- cap. 9, descrive il suo viaggio da Fontai-
sa, il cui re Luigi Vili confermò alla chie- nebleaUjOve era deportalo Pio Vll,ad U-
sa d" Usez le donazioni fatte dal padre sez per rilegazione di Napoleone I ordi-
suo. In tempo d*Andrea Fredol del i3o8 nata a'i4 gennaioi8i4> dopo la revoca
Clemente V stabilì la residenza pontifìcia del famoso concordato ivi dettato da Na-
nella vicina Avignone, e vide due paren- poleone I e concluso col Papa. 11 cardina-
ti elevati al cardinalato. Anche il succes- leche energicamente avea con altri col-
sore Guglielmo de Mandagol del i326 leghi illuminato il Papa perabrogarlo, ra-
ebbe nel congiuntoGuglielmo già arcidia- gionevolmente perciò temendo nuova re-
cono d'Usez un cardinale. Nel 3/^5 fu ve- 1 clusione in qualche fortezza, ne restò con-
scovo Eredio di s. Elia, che nel 356 In- 1 tento. Quindi nel cap. io descrive il suo
nocenzo VI elevò alla porpora cardinali- soggiorno in Usez, ove fu ben accolto, al-
zia. Neil 357 gli successe Pietro d'Arfe- loggiando nella virtuosa e edificante casa
ville, sotto il quale Guglielmo Grimoardi d'Amoreux. Dichiara Usez piccola città,
fu vicario e utìllciale d' Usez e nel 1 362 allora unita alla diocesi d'Avignone, non
Papa Urbano V. Questi neh 370 confe- lontana dalle famose Cevennes montagne
rì il vescovato al Ru-
nipote Pietro de di Francia, con anguste strade e irrego-
vera, cui successe nel 37 Bernardo de i i lari edifizi. Conteneva poco più di 6000
Saint-Etienne. Guglielmo Soiberti nel abitanti, de' quali una 3.^ parte segue la
144^ fu traslato a Carpentrasso. Ga- sella di Calvino, ed è la più facoltosa del
briele du Chastel nipote del predecesso- paese, perchè occupatasi nel conunercio
re Oliverio, morendo in Roma neh 463 non avea falle le perdite, che hanno do-
fu tumulato in s. Prassede. Fr. Lodovico vuto soffrire nobili cattolici della città,
i
i più felici eli sua vita; libero e sciolto da landa, e nel 1626 l'arcivescovato d'y^r-
ogni cura e pensiero di carica e di ufljzio, inach (avendo in quest'articolo citalo la
per la vita melodica che vi menò; per la sua biografia, scrivo la presente, ad onta
quasi generale coltura degli abitanti, spe- del protestalo parlando degli Scrittori
cialmente gii ecclesiastici e i nobili; perle ecclesiastici) e primate dello slesso re-
attenzioni, ossequio e riguardi che gli u- gno. Neli64o passò in Inghilterra a ca-
sarono, massime in chiesa ove gl'innalza- gione delle guerre civili, e dicesi che i cu-
rono un piccolo baldacchino , venendo ratori dell'università di Leida gli offrisse-
spesso visitato dal sotto-prefetto e dal ro una pensione considerevole col titolo
maire. A' 5 aprile in Usez proclamando-
1 di professore ordinario, se voleva recarsi
si governo del re Luigi XVIII, e la ca-
il in Olanda; e che il cardinal Richelieu gli
duta dal potere di Napoleone I, ed accia- mandò la sua medaglia, e gli olhì grossa
mando il Papa e il cardinale con parti- pensione, colla libertà di professare la sua
colari dimostrazioni, esso coli' insegne religione acattolica in Francia, se vole-
cardinalizie recossi a celebrare la messa va andarvi. Ma Usserio preferì di resta-
nella cattedrale con qualche solennità. re in Inghilterra, dove morì a*2i raar-
Celebrò pure nella parrocchia di s. Ste- zo I ^55
75 anni, lasciando di sé cele-
di
fiino, enella cappella dellesuore della ca- bre fama, come uno de'più grandi dotti
rità dette .?wo/r nere dall'abito: dapper- del secolo XVII, senza però poter cono-
tulio facendo numerose comunioni. Ono- scere che fuori della Ghiesa cattolica non
ralo il cardinale in più modi dagli stessi vi è la salute eterna, anche pel dichiara-
calvinisti, a'22 aprile partì da Usez per to nel voi. LXXIX , p. 73. Il protettore
r Italia e Roma. d'Inghilterra Cromwell, sapendo quanto
.
V ss U SS i5
era sialo amalo dal popolo, lo fece so- Esposizione sopra Bellarmino. 3.° Bi-
iennenienle seppellire nell' abbazia di blioteca teologica. L'ultima edizione de-
Westniinsler. Abbiarao di LJsserio un gli annali d'Usserio è quella di Ginevra
gran numero di dolle opere, lanlo in ia- 1722 e col i\{o\o: Annales T^eteris etlVo'
lino cbe in inglese, ma cogli errori pro- vi Testamenti a prima mundi origine
pri di sua falsa credenza. Le Ialine sono: deducti,unacum rerum Asialicaiitm et
Britannìcariim Ecclesiarum anli'
1." Aegfptiarumchronico,a temporis histo-
quìtales; quibns inserta estpestiferaea rici principia usque ad extremum teni'
Pelagio in Ecclesiam indiiclae haere- pli et reipublicae Judaìcae excidi uni
seoshistoria^\&Zi.^.''Gravissimaequae' producto: J. Usserio Arni, arch.etllib.
stionis de cliristianarnm ecclesiarum in prim. digestore. Accedunt tria ejusdem
Occidentis praesertim partihus ab a- , opuscola. Viene qualificato il più chiaro,
posto lieis temporibus con tifina succes' dotto ed esatto compendio della storia u-
sionCyet stata historica explicatìoy 1 6 1 3. niversale, poiché concilia colla s. Scrittu-
Ambedue quest'opere sono x\^\V Indice ra la storia delle grandi monarchie del-
de'libri proibiti. 3.° Storia di Gotescha- r Asia e dell' Egitto. Alcuni dotti sopra
quCy 63 1 .^.''Epistole di s. Ignazio mar-
1 diversi punti non crederono di seguirlo.
tire ^ di s. Barnaba e di s. Paolo con no- Tulli convengono che Usserio era un pro-
te, 1 645. 5.° De' simboli e formale dife- digio d'erudizione, e che avca molta cri-
de^ 1647. ^•" P^^ll'^niio solare de'Ma- tica ed una gran conoscenza dell'antichi-
1648. 7.° Gli annali dell'antico
cerZo/i/, tà sagra e profana; ciò non ostante alcu-
Teslame?itOyi65o. 8.° Una lettera sul- ni protestanti vogliono che non abbia a-
le differenti lezioni del testo ebraico, vuto sempre il discernimento fino , nel
i652. 9.° Gli annali del nuovo Testa- riconoscere genuini certi scritti dell' an-
mento, 1654. io.° Regola riguardante tichità ecclesiastica che non favoriscono
la versione de' Settanta, i655. i i.** Cro- la loro pretesa riforma. Riccardo Parr
nologia sacra, 1660. L'opere inglesi so- cappellano del prelato e depositario di
no:!." Tre discorsi, di cui uno sulla ge- tulle le sue carle,nel1 686 pubblicò la sua
neralità della Chiesa, pronunziato nel vita in inglese,con una raccolta di 3oo
1 624. 2." Risposta al p. Malone gesui- letlere che avea scritto agli uomini del
ta, i63i. 3.° Trattato sull'antica reli* suo tempo più illustri per erudizione, lu-
gione irlandese e inglese, 1 63 1 .4.° Trat- di Tommaso Smith pubblicò una nuo-
tato sulV Incarnazione, intitolato ImniU' va vita.
nuel, i63g. 5.° La
conferenza del giu- USSITI, Hir/^.?77^e. Eretici seguaci del-
dizio di Renauld,sulV Episcopato, 1 64 1 l'eresiarca Giovanni Huss, il quale prese
^J' Descrizione geografica dell'Asia mi- il cognome dal luogo ove nacque, villag-
«ore, 1643. ^° Dell'orìgine de' vescovi e gio diBoemia, circolodi Prachio sulla ri-
de* metropolitani, i644' 8.°P/rco/o Ca- va sinistra del Blanilz, detto pure Hus-
techismo, i644' Molle opere miste, cioè: senetze Hussinetz, vocabolo che significa
i." Riduzione de* doveri de' vescovi. 2.° oca, perciò somministrò frequenti allu-
Trattato suU* estensione de' meriti della quindi isuoi
sioni agli autori protestanti
;
nell'altre chiese de' riformati. 5." Della cognome di sua famiglia è sconosciuto. Si
potenza del principe. Il lutlo stampato a vuole che il signore del borgo dove Gio-
Londra neh 638. Lasciò inoltre mss. tre vanni trasse i natali, gli abbia procuralo
trattali. 1 .° La censura de' Padri della i mezzi di studiare, annunziando egli fe-
Chiesa e degli scrittori ecclesiastici. 2.° lici disposizioni; ed in lai modo contri-
i6 USS USS
)ju\ .Vsuoì tlepIoral)ili progressi nel mon- il quale non pregiudicava al dogma; ma
do, poìclièil suo fanatismo e In mania questo .°punto
I di disputa mascherava al-
tiell* innovazioni politico-religiose gli a- tre fonti di errori, sovvertitrici della fe-
fjuislarono poi un'infelice fama superio- de, e che l'eresiarca non si curò di tenere
re a'suoi meriti. Fatto baccelliere e pro- lungamente buoni erano tutti
nascoste. I
ne divenne rettore nel 1409, quindi sa- sangue freddo spacciarsi da Giovanni
,
propagato nel loro paese la perniciosa la Chiesa, il Papa non sono Dio. " Con
dottrina de* IVìclcfislì (F.) , Giovanni tali indegni sofismi, questo eresiarca ar-
Huss, eli' erasi tutto infettato del nuovo ditamente impugnava le verità fonda-
veleno, diffuse maggiormente gli errori mentali del cristianesimo. Altri princi-
di tali eretici e ne aggiunse de'nuovi co' pali suoi errori sono. Che la Chiesa non
suoi propri scritti ; osando altresì predica- è composta che di predestinati. Che mi- i
re in tutti i luoghi, e specialmente nella nistri i quali non sono giusti e predesti-
cappella di Beltlerame a Praga »> che il nati, non sono veri ministri. Che l'ubbi-
Papa era simoniaco, eretico, che non vi dienza ecclesiastica è una mera invenzio-
Bvea ordini nella Chiesa di Dio, ma nella ne degli uomini. Che tutti i preti hanno
società de'Demonii". Più tardi non esitò la podestà di predicare, e che non devo-
di leggere in pubblico una lettera che due no astenersene per timore della scomu-
studenti gli seri veano dall'Inghilterra, e di nica. Leggendoi frammenti dell'opera in-
raccomandare scandalosamente a'suoi u- titolata Della Chiesa, composta da Gio-
ditori l'opere dell'eresiarca Giovanni Wi- vanni Huss, destano stupore l'impronti-
clefcaposetta de'wiclefìsli, suo modello ed tudine, la rozzezza, la licenza e la durez*
oggettodi sua ammirazione; di quel Wi- za delle sue espressioni contro il clero,
clef contro cui la Chiesa, Gregorio XI, A- verso il mai misura
quale non serbò egli
ta di fìlosofìa antica, sparsa nella novella lungo e grande Scisma (F.), divisa \' Ub-
eresia, la rendeva più pericolosa, mentre bidienza (F.) tra'diversi Papi e l'antipa-
si sosteneva in essa, che ogni creatura e pa ; riuscì egli quindi perfettamente nello
Dio, e vi si professava il sistema óeWani- scopo che si era prefisso, d' infiammare
ma itnh'ersale. False idee di libertà, di cioè ilrisentimentodella niollitudinecon-
iralernità, di eguaglianza si mescolarono tro gli ecclesiastici, di scatenare tutte le
fare da tutti sotto le due specie il conci- : scitare gli animi , il novatore conservò
lio di Costanza, di cui riparlai aSvizzERA, l'apparenze della moderazione io mezzo
si mostrò assai indulgente su tale articolo, alle turbolenze, cui dava occasione la sua
US s U S S 17
eresia. Vcnceslao VI redi Boemia avreb* sis , e vi arrivarono quasi conlempora-
he di leggieri troncato il male dalie ra- neanienleadHnss,il quale dominato dal
dici e avrebbe risparmiato molle lagri- fanatismo e dall' orgoglio, nulla rispar-
me all'umanità se avesse voluto interpor- miò per irritare contro di lui non solo i
re il suo potere; ma quel monarca indo- padri del concilio, ma altresì gl'inviati di
non
lente, crudele e tutto dedito a'piaceri, tulli i principi d' Europa. A dispetto di
siprendeva troppa briga delle sventure lui le le censure di cui era allaccialo , di
che stavano per produrre le stravaganti propria autorità si sciolse da'Iegami del-
visioni del predicatore della cappella di l'interdizione, osò celebrare la messa, sta-
Dettlemme. Finalmente Stefano Paletz bilire conferenze segrete, soffiar la fiam-
professore di teologia e Michele de Cau- ma della discordia e sovvertire i principa-
sis giustamente sbigottiti de' progressi
,
li dogmi del cristianesimo , in una città
dell'eresia, denunziarono Giovanni IIuss scella per fortificai li e per depurar la fe-
allas. Sede. Il Papa Alessandro V nello de. Tanli eccessi d'audacia costrinse l'im-
scomunicarlo con bolla de' 20 dicembre peratore Sigisnìondo, incaricato dell'or-
1409 in Pistoia, gl'interdisse ogni eccle- dine di quell'augusta assemblea, a farlo
siastica funzione. Giovanni Huss a ppcilossi arrestare a' 9 ottobre i4i5i. Giovanni
al I ."concilio che doveasi tenere inCostan- Huss avendo tentalo di fuggire dal con-
za per fare cessare lo scisma. Neli4'2 la vento dov'era rinchiuso, fu trasferito una
flicoltà teologica di Praga condannò in lega e mezza lungi da Costanza, nella for-
globo 4^ articoli di Giovanni Huss, di- tezza svizzera di Groteleben. L'impera-
chiarandoli come ciascuno o eretico, oer- tore, i padri del concilio e principalmen-
ronco, o scandaloso, o tenente liingiìfe- te il cardinal Armet di Broniaco decano,
deli dal vero cammino della fede. Egli esaurirono tutti i mezzi di dolcezza e di
parli da Praga l'i i ottobre i4i4j p»'if^a persuasione; ebbero ricorso a tutte le in-
d'aver ricevuto il troppo famoso salva- gegnose industrie della carità evangelica
condotto, soggetto di questione tra'piii e- per piegare quel cuore ostinato, per a-
ruditi critici. Giovanni lo ricevè solo i5 prirgli gli occhi sui pericoli a' quali l' e-
giorni dopo la sua carcerazione, e s'igno- sponeva una pervicacia senza esempio, e
ra il tenore di quell'atto di sicurezza ; pro- per sottrarlo all'ultimo supplizio, con un
babilmente tale tenore non differiva da pronto pentimento e ritrattazione di lut-
quello che fu inserito nel salvacondotto ti i suoi errori. Giovanni era troppo or-
disputa, ed in esso è detto formalmente dici scelli per verificare i caratteri de'si»,Oi
" salva nondimeno la giustizia e perquan- scritti, vollero procacciargli vie di ricon-
to dipende dal concilio e 1' esige la fede ciliazione e di salvezza; ma ninno fu ca-
ortodossa;" il che dava realmente la fa- pace di rimoverlo da'suoi vani sistemi di
coltà ai concilio di far catturare la per- religione. Pareva che insultasse alla mae-
sona dell' eresiarca. Costui quantunque stà dell'illustre adunanza ripetendo. Sto
percosso dalle censure maggiori della ad determinalionem ConciliijmewUe ri-
Chiesa, ribelle all'autorità legittima, pre- gettava ogni parola di pace dello stesso
dicò suoi errori lungo tutta la strada , li
i concilio, ascollando soltanto la voce
tradusse in lingua volgare, onde propa- d'un amor proprio inconcepibile. Un de-
garli più da lontano, seminò dappertut- siderio smoderato di farsi un nome tra-
to i funesti principii della sua dottrina. Si spariva a traverso di sì incredibile osti-
portarono a Costanza anche Paletz e Cau- nazione. Fino all'estremo momento si a-
VOL. LXXXVII.
i« u ss U S S
<lu|ii'<) con riiiti-omis&ìone de'suoi disce- pubblicale a Norimberga nel 1 558 con
poli n guaiiagi):>re pioselili : fino alTiiI- una prefazione degl'eresiarca Lutero^ fu
liiiiu istante palesò egli la più sfacciata ristampala neli7 i 5, coll'audace e insul-
vanità. I Pnihi del concilio prima di prò tante titolo: J. Huss ctHicronyin. Pia-
iiuuziaie Ih loro ultima decisione sulla gcns'h- confcssoruni Cliristi hisLoria et
dottrina di Giovanni Huss, gli propose ino nume Illa. Il laico Girolamo da Praga,
IO un formolario d'abbiura sì equo, che nativo di quella città, arrestato nella Sel-
un uomo più illuminato e d' animo ri- va Nera, fu condotto avanti il concilio di
posalo r avrebbe acceltalo con ricono- Costanza per esservi interrogato sulla sua
scenza, poiché tal formolario salvava il dottrina; nella sessione g.'^ egli condan- i
suo amor proprio; ma tutto inutilmente, nò gli errori di Wiclelfe di IIuss già suo
e lo rigettò , né [u possibile ammollirne maestro ma avendo in prigione fatto
;
l'animo. Piuttosto che piegarsi, egli disse: istanza d'essere ulteriormente inteso in
»» avrebbe voluto che gli fosse posta una pieno concilio, nella sessione 21." vi fu
mola al collo e che il gettassero in mare". ammesso: ivi in luogo di sottomettersi al-
Condannata la sua rea dottrina nella ses- le decisioni della Chiesa, arditamente ri-
sione i8.\ questo novatore dopo la scou- trattò la sua abbiurazione, parlò di Gio-
sagrazione dal grado sacerdotale, fu con- vanni Huss come d' un santo, e protestò
segnalo al braccio secolare l'S o a'i5 lu- ch'egli aderiva alla sua dottrina ed a quel-
glio i4i 5, e condotto in un sobborgo di la di Wiclelì. Fu allora anch'egli dichia-
Costanza al supplizio in uìezzo a un con- rato eretico e spergiuro ; consegnato al
coiso immenso di popolo d' ogni paese. braccio secolare, fu bruciato vivo come
Egli salì con tutta l'intrepidezza del fa- recidivo nel i4i6. Narra Novaes nella
natismo sul rogo, co;ne sul teatro del suo Storia di Martino F. Eletto questi l'i i
trionfo. Bruciato vivo, le sue ceneri si novembre 1417 nel concilio di Costanza,
gettarono nel fiume Reno. Gli ussiti rac- rimase poi estinto lo scisma, ma l'eresie
colsero la terra del luogo, in cui il loro ca- de* furiosi e crudelissimi ussiti insangui-
po eia stato arso, la portarono a Praga narono la Boemia^ e gli errori penetra-
e la distribuirono a'Ioro amici come una rono fatalmentenella or a^^'ia^uftW Un- M
terra sagra. Da quel fatale rogo, su cui gheria e nella Germania (V*)» H Papa
perì Giovanni Huss , si sparsero fino in colla bolla Inter cunctas pastoralis cu-
Boemia scintille, che accesero un sì vio- racy de'22 febbraio 4 ^> Bull. Roni. t. 3,
1 '
lento incendio di guerre intestine e reli- par. 2,p. 4 18: Damnatio errornni Joaii-
giose, che il sangue di più di 200,000 uo- nis TVicleff, Joannis IIuss Hieronynii ^
gione scrisse alcuni trattali, sui Coman- farsi a'sospetti d'eresia. Mandò la bolla a
damenti di Dio, sull'Orazione domenica- tutto l'episcopato e agl'inquisitori contro
le, sul Peccato mollale, sul Matrimonio, l'eretica pravità, a'quali é diretta. Quin-
sulla Couoscenza e sull'amor di Dio, sui di dichiarò colla bolla Apostolicae Sae-
Tie nemici dell* uomo, sui Sette peccali dis praecellens auctoritas de' 25 gen- ,
io del Corpo e del Sangue di Gesù Cri- cramento Eucharistiae laicis sub una
sto. La raccolta delle sue erronee opere, tantum specie juxta Constantientis san-
V ss e ss ,9
cita Concilìì ministrando. I prinoi pa- audacissimo e valoroso, contro i crociati,
lierrori di Wicleifed Hnss, rimarcali dd e gli altri cattolici di Boemia^ Ungheria,
Novaes, sono: Sostenere come dogma di e Germania., nel 1
."
avendo nar-
articolo
fede la necessità ne'laici della cojnunio- ralo a qual grado eccessivo di fanatismo
ne sotto ambedue le specie e col Calice. giunse quel caposella.Dopola sua morte
Insegnare l'esistenza del Paneei\ii\ fi- i sanguinari seguaci si divisero in due ter-
«o{/^.), dopo fatta la consagrazione. Cre- ribili fazioni : una ritenendo il nome di
dere di niun valore l'amouinislrazionede' taboriti, elesse a capo Procopio il Raso,
Sagran)€/iti falla da'ministri dell'aliare così detto per la chierica che avea porta-
in peccato mortale. Ammettere a'sagi o to come pessimo prete; l'altra prendendo
santi Misteri che fossero in
tulli i laici , quello d'orfani, per non volersi sollomel-
grazia di Dio. Pretendere che la Chiesa tere ad alcun condottiero. Parte degli us-
non potesse avere Rendite e possedeie Z?c'- siti preseil nome d' Orchiti ^ Orehitae.pev
to e furioso ussita, l'ejnpio Giovanni Zi- religiosi. Gli ussiti nelle sanguinose guer-
sca, perseguitavano crudelmente i catto- re che fecero, anco coni ro l'impero, erano
lici, distruggevano le profanavano
chiese, armali d'un grande clipeo o scudo di le-
gli altari e le ss. Imniagini, bruciavano i gno, col quale interamente coprivano e
sacerdoti, olire altre iniquità. Gli ussiti difendevai»o il loro corpo. Ne'Ioro accam-
sibile. Attoniti per alto stupore circo- i si portarono, in virtù de'quali essi avea»
stanti, e coperto di confusione l'eretico, no rinunziato a tutti gli errori, fuorché
il cardinale interrotto dopo convenevole allacomunione sotto ambedue le specie,
tempo il di lui vergognoso silenzio, die ciò che i padri scismatici accordarono.
principio al suo argomento colle stesse Continuando il re di Boemia Podiebra-
parole proferite da Rochizana, e le pro- do a favorire gli ussiti e perseguitai>e i
seguì con tale energia, eloquenza e co- cattolici, riuscite inutili te pontilìcie am-
pia d'erudizione, che molti di quell'as- Dionizioni, Paolo 11 nel 1
466 lo scomu-
semblea, detestato l'errore, abbracciaro- nicò e dichiarò decaduto dal regno, sen-
no le cattoliche verità. Nondimeno in tenza che confermò nel 1467. lo vece
Praga dipoi prevalsero gli ussiti, e ri- avendo il valoroso Mattia l Corvino, re
regno, per Ladislao i di tenera età e poi portato vittoria sugli ussiti nel ì^'jOy il
degnissimo principe, gran difensore del- Papa gli mandò l'onorifico dono dello
ia cattolica religione, consegnarono la Stocco e Berrettone benedetti (P^.). Indi
città a Giorgio Podiebrado o Podielrna- Podiebrado fu deposto anche da Mattia
zio loro fautore ; onde il Rochizana I, e morì in mezzo a tali turbolenze nel
con maggior orgoglio si stabilì nell'usur- i47i' Sisto IV nel 1472 per estinguere
pato arcivescovato, con grave cordoglio l'eresia degli ussiti, concesse il regno di
del Papa. Nicolò V nel finire del i^ìn Boemia, comeché anticamente uno degli
mandò suo legato in Germania il celebre Stati tributari della s. Sede (^.), a
cardinal di Cosa, per riformare la disci- Mattia benemerito della Chiesa, ordi-
I
plina ecclesiastica corrotta dall'eresia us- nando a'boerai sotto pena di scomunica
sita,con ordine d'esercitare la legazione d'ubbidirlo e riconoscerlo per re, ed in-
anche sul reame di Boemia, dove essen- sieme assolvendoli dal giuramento fatto
do rimasti vincitori gli eretici, dopo aver a Ladislao II o Uladislao V, ma questi
preso Praga s' erano messi nuovamente prevalse. Ormai estinta l'eresia degli us-
slituendo il legato nella grazia dellaChie- Jfr. chr. t. r . Usula, Usulen, è ora un ti-
sa i pragesi, tranne alcuni, i quali pochi tolo vescovile inpartihus, che conferisce
anni dopo furono costretti da Ladislao II la s. Sede, trovandosi ne' registri conci-
ad abbiuràrgli errori per timore ancora storiali notata sotto titoli arcivescovili
i
e i pochi restati tultavolla ostinati fu- cariOjCome dissi nel voi. XXXI V, p. 260.
rono perseguitati dal zelante re. Però nel USUR.A. F. Monte di Pietà , e gli
seguente anno pullulò nella Moravia e altri relativi articoli.
nella Boemia la sozzissima eresia de* UTENSILI SAGRI, Utensilia sacra.
Valdesi (V.)y come la qualifica l'anna- Vocabolo generico e complessivo che com-
lista Rinaldi, la quale coH'alIeltamento prende sagri Arrediy Pannilinij Para-
i
di laidissimi piaceri perverti molti, di- mentii Festi, Fasi(F.) ed altre Suppel-
mentichi della propria eterna salute, con- lettili sagre (/^.), ed ornamenti sagri per
tro i quali Alessandro VI destinò inqui- uso della Chiesa o Tempio pel culto di-
sitori, abbracciando essi diversi errori de- vino, non che pe' suoi ministri e per la
gli ussiti. Poco dopo gli eretici Luterani Gerarchia ecclesiastica, Fcscovi (F.)
(/^.) rinnovarono la comunione sotto le ec. , quali sono soggetti agli Spogli ec-
i
cario generali. Accessit Sacrae Roma- de'quali è destinalo all' esposizione della
nae Rotae deeisionuni ad nialeriam per- materia, ed il 1." ad una collezione di de-
tìnentiuni ejusdem in altero volu/ninc cisioni della s. Rota romana spettanti al-
colleclio^etin ntrocpie indices locuple- la medesima , e disposte per ordine cro-
tissinii. L'origine e il significalo delle au- nologico dal I )83 al I
777. Tutto l'argo-
guste Ceremonie e de'venerandi Riti c\\q mento si svolge nel i .** volume in 1 7 capi,
accompagnano Culto esleriore della
il lli.^e il 2.° parlano del nome e dell'uso,
nostra s. Religione formano certamente divisione ed origine de* sagri utensili; il
una delle più importanti e dilettevoli par- 3.** della loro necessità e utilità; il 4'** e
li della sagra Erudizione. Benché per al- 5." della loro materia e della loro forma
tro questo studio, conosciuto sotto il no- tanto antica che moderna; il 6° di loro
me di Liturgia, sia sialo con grandissi- consagrazione e benedizione; nel 7." della
mo studio e impegno coltivalo, con in- venerazione a'm edesimi dovuta; nell'8.**
numerabili e preziose opere che illustra- della preminenza competente per loro
no il vastissimo argomento nondimeno , ragione; nel g.° e io.** di loro custodia e
ninno in certo modo sino all'Albertis, sot- di loro visita; l'i 1." della loro sospensione
to il punto di vista che annunzia il titolo e inlerdizione; il 1
1° di que' a cui spetta
«lell'opera, se è giusto il ragguaglio che di provvederli, donde si prende molivodi
ne diede il n."3() deW Effemeridi di Roma parlare ancora di que'a'quali incombe la
del 1783, avea preso parlicolar cura per manutenzione e riparazione delle chiese,
la parte più interessante di siffatti studi, materia di tante liti nel foro; nel 1
3.° si a-
tioè la materia de'sagri utensili, l^erciò, gila la (juestione, se e in quali occasioni
soggiungelo scrittore di tal rivista , que- debba farsi copia de'sagri utensili a' ve-
stovuoto della scienza liturgica venne fi- scovi ed a'sacerdoti che vengono a richie-
nalmente riempilo, ed a suo giudizio e derli pe'sagri usi; nel 14.*' si disputa sulla
di tulli gì* inlendenli, com'egli assicura, contribuzione onerosa per la manuten-
degnamente completamente da non
e ,
zione o rifazione de'sagri utensili; nello."
lasciar nulla a desiderare. Dice quindi, si ricerca se i safari utensili vadano sosr-
che per la scelta e disposizione della ma- getti allo spoglio,ese di essi possa dispor-
quel- per contralto o ultima volontà; nel 16.**
teria, l'opera può soddisfare lutti si
li the ponno averne bisogno o bramino si esaminano i vari abusi che possono far-
consultarla. I filologi e que'che sono mos- si de'sagri utensili colla simonia, col fur-
si da semplice erudita e cristiana curio- to, colla superstizione, e si assegnano le
V T r U T I 23
proporzionale pene pe'rei «li simili abusi; UTICA. Sede vescovile della provin-
nel 17/ finalmente si sviscera la materia cia Cartaginese proconsolare nell'xlfrica
dell'alien azioue de'sagri utensili, e delle occidentale, e antica città marittima del-
pene degli alienanti. L'autore del com- la reggenza di Tunisi (T'.), tra Cartagi-
pendioso estratto dell'opera, dice avere ne e promontorio d'Apollo. Era un'an-
il
avuto presente nell* ollrire il breve prò» tica colonia de' tirii o fenicii, al dire di
spetto della medesima, di dare una prò Pomponio Mela e di Stefano di Bisanzio.
va dell'utilità grandissima che polranno l greci lachiamarono Itica,ed è da nota-
rilrarne i vescovi, i vicari generali, i par- re che quelli di detta nazione che scrisse-
rochi, i confessori, i canonici e ogni classe ro fra'Iatini, adoperarono tale ortografìa
infine di ecclesiastici, giusdicenti e giure- che dava il suono d'Utica de'latini stes-
consulti. Finisce col dichiarare , luttociò si. Questa città, per dignità e grandezza
oltre l'essere illustrato con copiosa erudi- non la cedeva che alla famosa Cartagi-
zione storico-liturgica, trovasi corrobo- ne, V emula di Roma, e dopo la distru-
rato dall'autorità delle costituzioni apo- zione di questa, divenne la capitale della
stoliche, de'concilii, de'ss. Padri e (le'più provincia. Strabone T indica sullo stessa
accreditati dottori, alle quali si aggiunge golfo con Cartagine, e si dice che ad essa
all'opportunità quella delle decisioni ro- fu di molto anteriore, e non mollo lungi
tali, de'decreti delle s. congregazioni, mas- l'ubicazione. Augusto diede a qtie'd'Utica
si :ue di quella del s. concilio di Trento. il titolo di cittadini romani, e nelle mone-
tezza, onde renderne avvertito chi l'igno- ritenuta comunemente l'antica litica,»'
rasse, se gli piace di farne ricerca. Del «6 giugno. Spesso si fa di essa menzione
resto, se no»i m'illudo, per quanto il com- nella storia della guerra civile da Cesa-
porta l'essenziale natura di tutta questa re, e per la morte del rigiilo Catone di-
mia opera e la mia pochezza, comechè venne ancor più celebre. Marco Porcio
uscita unicamente da questa sola debole Catonesoprannominatod' lìtica, dd\ luo-
j.>enna ,
pure mi lusingo in buona parte, go dove morì, pronipote del fauìoso M.
almeno nella piti intrinseca , di avere e- P. Catone il Censore, fece la sua 1. "cam-
saurito l'ampio e fecondo argomento ne- pagna nella guerra degli schiavi, e al suo
gli innumerabili articoli, si speciali che ritorno fu fatto qtiestore. Si unì a Cice-
generici o relativi, che comprendono la rone contro Calilina, e si oppose a Cesare
descrizione di tutti gli utensili sagri. In- nel senato. Fece tutti gli sforzi per unire
tendo dire, della loro origine, diversità gli animi di Cesare e di Pompeo ma non ;
i vasti campì che i romani resero famosi duto Vittore vescovo di Fila, in vece
colle loro gesta militari. La lappreseuta vescovo d* Ulica, celebre storico del-
ia oggi Porto-Faiiua, in vantaggiosa po- l' invasione e [)ersecuzione de' Manda-
sizione; altri dicono che fosse più vicina li (K). Utica, Uliccn, divenne un ti-
limo dal fiume Bagrada convogliato, tro- rono insigniti li notai a'ioro luoghi, Co-
vasi attualmente a più miglia dal mare, rnell cardinal Ann ibaldi morto nel 1367,
ove si [)escano con profitto i coralli ,
di riferito nel voi. XX VII, p. 173.
vhg si fa ampio comaiercio. Ulica ricevè UTIMMA o UTIlNUNA. Sede vesco-
iie'primi tempi della Chiesa il lun»e della vile d'Africa, nella provincia Proconsola-
fede, e nel secolo 111 divenne sede vesco- re, sotto la metropoli di Cartagine. Il ve-
metropoli di Cartagine. ili.°
vile sotto la scovo Ottavio si trovò alla conferenza di
vescovo che si conosca è Aurelio, che nel Cartagine del 4''* Morcelli , Jfrica
:t55 intervenne al concilio di Cartagine. dir. l. I.
Pare che a suo tempo, e certamente nel UTIMMIRA. Sede vescovile d'Africa,
258, durante la persecuzione di Valeria- nella provincia Proconsolare della metro-
no, vi furono uccisi 3oo cristiani, deno- poli di Cartagine. Ebbe a vescovi: Severo,
minali AJassa Candida, perchè le loro che trovossi alla conferenza di Cartagine
ceneri si mescolarono colla calce. Sono co' vescovi cattolici nel 4' i J e Beparato,
venerati a'24 agosto col nome di Martiri esiliato daUnnerico re de' vandali nel 484
di litica (F.), e resero perciò gloriosa li- per aver sostenuto nella conferenza di
tica ne'fasti ecclesiastici, il vescovo Ma
u-
Cartagine la fede cattolica contro i do-
ro vivea nel 3o3; Vittore I fu al concilio natisti. Morcelli, Africa chr. t. i.
d'Arles nel 3 14; Quinto si recò al conci- UTINA Uthina. Sede vescovile del-
,
lio di Cartagine nel 339; Vittore 11 fu l'Africa occidentale, nella provincia Pro-
alla conferenza diCartagiue nel 4 'J
^^'" 1 consolare, sotto la metropoli di Cartagi-
loniano trovossi al concilio di Cartagine ne. La città sorgeva presso il fiume Raga-
nel 4 1 9; s. Fiorentino intervenne alla con- di a, ed è illustre ne'fasti della Chiesa e
ferenza di Cartagine nel 484, e fu esilia- presso gli scrittori profani. Ne furono ve-
lo da Unnerico re de* vandali , e con s. scovi: Felice, che trovossi al concilio di
Vindemiale di Gopsa si recò a Trcviso(F.) Cartagine nel 255 Lampadio
; porlossi a
ove santamente morirono: tumulati nel- quello d'Arles nel 3i4; Isacco interven-
la chiesa di s. Gio. Battista , i corpi nel ne alla conferenza di Cartagine nel 4i » >
dal vescovo di Ti eviso Rotari. Faustinia- poiché alla sua epocaGeoserico rede'van-
«o vescovo d'Ulica, fu al concilio di Car- dali ne devastò la città. Morcelli, Africa
tagine nel 525; Junillo o Junilio fiori c/ir. t.i. Ulina, Utliinen,è un titolo ve-
verso il 55^ Flaviano
;
sottoscrisse la let- scovile in par tibus,(\eW eguale arcivesco-
tera mandata dal concilio proconsolare vato (li Cartagine, che conferisce la s.
nava, così bisognava prepararsi mangian- ducati d'oro d'Olanda ne'paesi esteri han-
do ebevendo senza limite. no corso più generale. Vi sono eziandio,
UTMA. Sede vescovile d'Africa, forse una biblioteca publ)lica un anfiteatro ,
alla conferenza di Cfutagine del 4 1 i .Mor- società di poesia e più altre società lette-
celli, Jfrica dir. l.i. rarie. Vi sono pure belli e comodi pas-
UTRECHT (XJltrajccten). Città con seggi, e tra gli altri quello del Maglio, che
residenza arcivescovile, popolosa e bella aumenta 1' amenità de'dintorni. Distin-
dell'Olanda nel regno de'Paesi Bassi, ca- guesi l'università fondata neli63o,eche
poluogo della provincia omonima, nella ha professori di lingue classiche, di ma-
quale tiene il rango principale, di circon- tematiche, di medicina, di teologia e di
dario e di due cantoni a circa 8 leghe , legge. Utrecht contiene pure un museo e
da Amsterdam, ed a più di 12 dall' Aia scuola di belle arti, una scuola veterina-
capitale della monarchia. Se(\(i d'un tri- ria fondata dalla società agricola d' U-
bunale dii.'' istanza , d' un tribunale di trecht, eduna società provinciale, cioè vi
commercio della giiuisdizione della corte è un dipartimento della società del Bene
superiore di l'Aia^d'un'alta corte militare, Pubblico e un dipartimento della società
e anche d'un arcivescovo scismatico-gian- nazionale ecorjomica. Il regnante Gugliel-
senista. Trovasi situata in amena valle, in mo III re de'Paesi Bassi, con decreto de'
riva al Reno Vecchio ed al Vecht che da 3i gennaio i854 eresse un istituto reale
esso quivi si distacca, ed il Reno dividen- e centrale Neerlandese di meteorologia,
dola in due parti o rami, a'quali fu dato destinando sua sede Utrecht e incarican-
il nome di Vecchio e di Nuovo canale, i dolo: 1 .°Di fare osservazioni meteorologi-
quali bagnando la città si riuniscono do- che in diversi punti del regnoe delle pos-
po averla attraversata in tutta la sua lun- sessioni neerlandesi nell' altre parti del
ghezza. E' fabbricata all'antica, cinta da mondo, a bordo delle navi mercantili
terrapieni con anjpia fossa, torri e mura: d' Olanda durante loro lontani viag- i
quadrangolare n'è il recinto, che ad una gi. 2. "Di raccogliere e pubblicare periodi-
lega si distende. Niente pareggia la bel- caujenle i risultamenti dell'osservazioni
lezza dellesue vicinanze, soprattutto dalla meteorologiche che si farebbero ne'paesi
parte d'Amsterdam; nella sua forma qua- esteri. L' istituto dunque deve con uni-
si quadrata, le sue vie sono assai larghe formità d'osservazioni meteoiologicha su
e ritagliate da canali il cui livello sta cir- vari punti del regno, oe'possedimenti d'ol-
ca 20 piedi sotto il pavimento. L' edifi- tremare e sui vascelli de Ile flotte da guer-
cio più rimarcabile è la cattedrale di s. ra e mercantili, raccogliere e pubblicare
Marimo, da ultimo in parte cadente, con i-risiiltuli (li queste osservazioni e di quel-
superba torre alta 388 piedi, e secondo le che si fanno all'estero. Inoltre il re or-
il Castellano di 4^9, donde in tempo se- dinò la costruzione ad Utrecht d'un os-
reno si gode d' una magnifica prospetti- servatorio destinato all'uso speciale del-
va, ed iu mezzo u canali, fiumi e stagni l'islilulo centrale di luelcorolocia. Vi si
»6 UT R •
UT R
vede un molino per la spianatura del ra- he. Del suo monumento sepolcrale ne ri.
me; di poca importanza sono lemaiìifat- parlai nel voi. LXI V, p. 109. Esso fu e-
lure, ed il commercio poco considerabile, retto da Willelmo Enchem'oer braban-
benché favorito dal vantaggio d'una na- liuo, vescovo d'Utrecht, già preposto del-
vignzione interna facile; tuttavia vi si tro- la slessa chiesa , e fu 1' unico cardinale
vano fabbriche di panno nero, e rinoma- creato da Adriano VI. Ne' voi, LXVI, p,
te sono le pannine d'Utrecht; di velluti, 95, LXXI, i32, rilevai come antica-
p.
di calze, di relfe, di ceraspagna, d'inda- mente si scrivevano diplomi pontifìcii,
i
stri, tra'quali primeggia il sommo Pon- chiamali e fatti venire da Utrecht , a di-
tefice Adriano /^YFlorenzi , sebbene il versi de'quali affidando la scrittura delle
assai calunniato. E quanto alla patria, il gente di colà passata in R.oma ; e tale
Buroianno nelle noie al Moringo, fltae scrittura fu appellata bollalica, liegese e
Jladriani F I^ dinjoslra sino all' eviden- lettera di s. Pietro. Tuttavia fa osserva-
ze», nacque in Utrecht,
ch'egli Urbe no- m re, che talee altri diversi caratteri, se pu-
.stia TrajeclOf ed ivi porta un lungo ca- re diversi, e non piuttosto modificati dal-
talogo della genealogia di questo Papa. le diverse nazioni possano dirsi, non che
È da avvertirsi che ne'Paesi Cassi si dan- tutte l'europee scritture, derivano dal ro-
no due Trajetli , uno superiore, V altro mano carattere, come sostenne Malfei^
inferiore: il i Mosa, ed è Masirichtj
.'*alla contro Mabillon e Papebrochio. Utrecht
il 2." al Reno, ed è Utrecht patria d'A- è principahnenle rinomata, perchè in es-
driano VI. Dall'essere Utrecht fabbrica- sa a'23 gennaioiSyg si strinsero in lega
ta da'roraani sul maggior guado del Re- con trattato di unione le 7 Provincie U-
no, da questo è venuto il nome di Traje- nile della repubblica d'Olanda. Così fu
cium poi Trerhtj in fine Utrecht j anti- scosso il giogo assoluto di Filippo 11 re
co passaggio del Reno o Utrajeciain^ va- di Spagna e sovrano de' Paesi Bassi, si
concluse Ira gli alleali la celebre pace che Munster, signore di Dingete eRingem-
tranquillò 1' Europa^ tra la Francia e la burg, e dalla sua sposa Beatrice, a cui fu
Spagna, ringhiltei ra, la Savoia , il Por- poi unita la commenda di Schaluinen in
togallo, la Prussia e l'Olanda. La pace par- Olanda. Il cav. Antonio di Ledersake di
ticolare Ira la Spagna e il Portogallo vi Printhagen pel i.^fu nel 23 i eletto gran i
ferentirami del Pveuo irrigano copiosa- stabilirlo nel suo nuovo regno de' Paesi
mente il suolo, chedàsuUìciente raccolto Bassi, e ciò ebbe effetto con legge dell'8
di cereali e pascoli ubertosi. Vi si fa corn- agostoi8i5. Delle 4 commende stabili- 1
le religiose. Prima però debbo dire del- ujo sull'abito; i cavalieri però non porta-
a8 UTR UTR
no che L* 8 sellembre 182 7 fu con-
lui." teramente sconosciuto ,
quando giunse
cesso a'nobili che hanno ollentilo l'espet- nella Frisia s. U lUihrordo (/',) nel (i()0
XM'ìva e dato prove di nobiltà, di porta- o nel 6t) I
, con s. Swidberlo e 10 altri
re una crocetta alia bottoniera. Per es- monaci inglesi. Par certo che approdasse-
sere insignito dell'ordine (à d'uopo di dar ro a Calwick, poslo all' antiche foci del
prova di 4 f]tiai'ti di nobiltà. Reno, luogo ove sbarcavanogl'iiiglesi pel
Da' romani Utrecht riconosce la sua loro commercio. Di là si recarono a U-
fondazione. Prima si chiamò Urbs AnlO' trechtjCittà fabbricata da'romani sul mag-
ìlia vel Antoninnam^ sia perchè la espu- gior guado del Reno. Quivi furono be-
gnasse Marc' Antonio luogotenente di G. nissimo accolti da Pipino iV Heristal il
Cesure, sia peratoreMarco Pio
perchè l'ini Grosso^ maestro di palazzo d'Austrasia
A nlonino la Vllrajectum^
restaurasse; poi nella Francia, il quale poco tempo innan-
ovvero Trajectnm ad Rhcnuin. Il paese zi erasi impadronito d'una parte dellaFri-
boccatura del Reno, delle quali n'erano ri, s. Willibrordo cogli altri io mis>ionari
padroni calti, germani ancli'essi d'origi-
i predicò l'è vangelo ubertosamente nellu
ne. romani riguardarono catti, e pre-
I i parte della Frisia appartenente a'francc-
cipuamente i baiavi che ne formavano , si; e tanto fu il successo, che dopo 6 an-
parte, come i popoli più coraggiosi diOer- ni Pipino il Grosso rimandò il santo .1
loania. Essi essendosi stabiliti neh' isola Roma, pregantlo s. Sergio I d'insignirlo
posta fragrami del Reno, poi si fecero un del grado vocovile. Ad onta della ripu-
altro stabilimento tra' belgi, ma l'arri- gnanza di s. Willibrordo il Papa cam- ,
vo de'frisi fece loro perdere il nome, so- biatogli il nome in quello di Cleraenlc,
lo restalo ne'due villaggi appellati Cal- nel 696 lo consagrò arcivescovo de'fri-i
•wick. Al sopraggiungere de'frisi, i baiavi nella basilica di s. Pietro, egl'impose il
si rinchiusero in una piccola isola for- pallio, con facoltà di stabilire la sua se-
mala da' filimi in una pai le della Ghcl- de in quel luogo del paese che gli fosse
dria, presso Niiuega, la (|uale è ancora sembralo più opportuno. R.estiluitosi il
appellata dal loro nomeBetawe. Al dire santo in Frisia, pose la sua residenza nel
di Procopio, fra tutti i popoli di Germii- castello d'Utrecht, come afferma il ven,
nia, iiKuio seppe così bene mantenere la Reda, Ilist. lib. 5, e. i 2. Cluverio invece
sua libertà contro i romani come frisi. i crede che fosse Willembmgo, lungi di
Essi entrarono nella Gran Bretagna co- Utrecht 3 leghe e mezzo, la qual città o
gli anglo sassoni, e la situazione del pae- castello reale è nominala anco Vulla o
se loro non lascia dubitare eh' essi non città de' Volti, da Pipino donala al san-
fossero valenti ujariuari. Nella Frisia pe' to. Questi fece fabbricare in Utrecht la
primi sparsero 1' evangelo s. Swidberlo, chiesa delSalvalore,nppellata Onde Man- ,
co'jjuoi compagni, s. Eligio vescovo di No- sterj nella quale pose la sua sede metro-
yon,s. Wilfrido di York nel 678; ma que- politana, come narra s. Bonifacio nell'^-
sti lenlalivi non erano troppo bene riu- pìst. 98. Restaurò e consagrò anche quel-
sciti, per cui il vero Dio eravi quasi iu- la di s. Martino, chei pagani aveauoqua-
UT R U T R 29
si interamenle clislrulla, e vi pose ad uf- temporale della chiesa d'Uhecht. Il prin-
fìzìarla i canonici regolari. Si crede che cipato che la costituì, se si eccettui un
questa fosse quella di s. Tommaso siala piccolo distretto che confina a settentrio-
costruita da Dagoberto
li re di Francia, ne collo Zuyder-zee, era attorniato dal-
n richiesta di Wilfrido di Yoik, il qua-
s. l'Olanda e dalla Gueldria. Per diversi se-
le gli avea reso grandi servigi allorché cac- coli vescovi di questa illustre chiesa
i
cialodi Francia erasi ritirato in Irlanda e riunirono alla spirituale estesa giurisdi-
in Inghilterra. Qui devo far menzione del zione, anche la sovrana, essendo di loro
1.° concilio celebrato in Utrecht nel 697 slati, duca di Biabante gran coppiere,
il
dare tle' missionari nei settentrione. Re- te di Cleves gran ciamberlano, il contedi
gia 1. 1
7, Labbé t. 6,Arduino t. 3. Però av- Gueldria gran cacciatore, e il conte di
verte Lengletche questo concilio è incer- Bentheim gran portiere. Il santo non con-
to. Quando s. Wilfrido recandosi a Ro- tento d'aver così bene stabilito la fede
ma, i venti Io gettarono sulle coste del- nella Frisia conquistata da'franchi, si re-
la Frisia ,
gli abitanti del paese erano cò ove a propagarla e per tutta la Fri-
alti
immersi nelle tenebre dell' idolatria; vi sia, raggi unto nel 720 da fi.BoJìifarw(P'.)f
predicò la fede, e ne convertì e battezzò che passò 3 anni con lui prima d'andare
un gran numero, fra'quali persone d'al- nella Germania, di cui divenne l'aposto-
dissodare il cani pò che fu poscia coltiva- pagni spento il paganesimo nella maggior
lo da s. Willibrordo e dagli altri missio- parte della Zelanda e dell'Olanda, ed in
nari che seguirono il suo esempio. La chie- lutti i luoghi de'Paesi Bassi, aflinedi sban-
sa dunque di s. Tommaso, rifabbricala dire l'ignoranza e agevolar la propagazio-
e consugrala in onore di s. Martino, di- ne del cristianesimo , coli' illuminare gli
laggio di Sweslram , ora Suslerem , nel vendo saputo che il santo pastore d' U-
ducato di Juliers presso la Mosa, il quale trecht divisava di farlo suo successore,ab-
servì a dotare un monastero di religiose bandonò la missione per sottrarsi al ve-
che vi fu fabbricato. Nel n»orire. Pipino scovato, e corse l'Assia e la Sassonia, per
raccomandò al santo arcivescovo nipo- i lutto battezzando pagani, ealzando chie-
i
ti, senza nominare il padre loro Carlo se sulle rovine de' loro templi. Narra il
re che consagrò vescovo per incaricarlo il diritto d'esenzione nel 7G0. Pel riferi*
del governo della sua diocesi; e prepara- tOj tali date non sono esatte. Più tardi ciò
tosi nel ritiro al passo deireternità, la rag- avvenne. Pare che s. Bonif.icio come pri-
giunse nel 788 o nel 7 39. Oli successe s. mate dell' Alemagna prendes*ie cura della
Bonifacio, il quale governò questa chiesa chiesa d'Utrecht, quando s. Willibrordo
per lo spazio di I 3 anni. Tuttavolla leg- per finir i suoi giorni nella solitudine
go nel Buller, che s. Bonifacio, quantun- abdicò; ma non che ordinasse s. Bonifa-
que vescovo da gran tempo, non avendo cio, come vuole il dottissimo agiografo
oDCora slabile sede, Pipino il Piccolo lo Buller sebbene esplicilameute non lo
,
nominò al vescovato di Ma^oiiza che , nomini, già essendo stalo consagralo iti
Pupa s. Zaccaria eresse nucjvamenle in Roma. Di s. Bonifacio si ha una lelteri
arcivescovato a favore dels. A postolo del- scritta nel 754 a Papa Slefuio 111, intor-
rAleroagnanel 751 .Stabilitasi nelle Gal- no allo stato della chiesa d' Utrecht do-
liela religione cristiana, il governo eccle- po la morte di s. Willibrordo. Ad onta
siastico formossi in generale sopra il go- delle cure che esigevano le chiese gover-
verno civile. Il vescovo della ujolropoli nate da s. Bonifacio, con allri zelanti ban-
civiledivenne metropolitano della pro- ditori del vangelo, si recò a predicarlo a'
vincia ecclesiastica, e avea per suIlVaga- popoli barbari che abitavano le più remo-
nei i vescovi delle città che componevano le coste della Frisia, e ne convertì e bat-
la provincia nell' ordine politico. Così le tezzòun gran numero. Indi gl'idolatri a*
chiese della primitiva Germania furono 5 giugno 755 lo tagliarono a pezzi, pro-
fino da' primi secoli soggette alla n)etro- curandogli la corona del cnartirio. Il suo
poli di Magonza. Ma questa città essen- corpo fu successivamente trasportato a
do stala distrutta nel 407 da' vandali, i Utrecht, a Magonza^ ed a Fulda abba-
vescovati che n' erano dipendenti furono zia da lui fondala. Compagno de' viaggi
tolti a questa metropoli, per essere com- di s. Bonifacio, e discepolo amato come
messi a quella di Trcvcri. Ristabilita la figlio, fus. Gregorio abbate (J-^.) i\e\ san-
metropoli Magonza, s. Zaccaria le sot-
di gue reale di Franiia, dal s. Apostolo qual-
tomise anche Utrecht, e Colonia eh' era che teu)po innanzi il suo martirio fatto
stalo arcivescovato e poco dopo fu ripri- abbate del monastero di fresco da lui
stinato. Quando Papa s. Sergio 1 avea di- fondalo in Utrecht. Ciò afferma Buller,
chiarato s. Willibrordo arcivescovo d'U- che però nella vita di s. Willibrordo lo
trecht e metropolitano della Frisia, il ve- dice abbate del monastero da tal santo e-
scovo di Colonia avea portato perciò le retto. Alcuni pretendono, che s. Bonif»-
sue querele Papa, come d' una ollesa
al cio aflidò pure a s. Gregorio l' ammini-
recala a'propri diritti, dacché pretèndeva strazione della chiesa d'Utrecht; ma il
appartenergli la porzione della Frisia più Buller dichiara, che restala la sede senza
prossima alla sua diocesi, e dovesse quin- pastore, Stefano 111 e Pipino il Piccolo
di soggiacere alla propria giurisdizione. obbligarono s. Gregorio a prendersene
Per questi d'Utrecht dopo
lagni, la sede cura, per cui alcuni scrittori gli diedero
la Dìorte di Willibrordo divenne pu-
s. il titolo di vescovo, ma è certissimo ch'e-
ramente vescovile, per più anni rimase gli restò semplice prete. La chiesa d' U-
vacante, e non ebbero fine che mercè l'e- trecht, che governò per 22 anni, divenne
spediente di nuovamente erigere Colonia [)er la sua vigilanza e per le sue predica-
in metropoli, e di sottoporle la chiesa d'U- zioni la più fiorente di tutto il paese. E-
trecht per sudraganea, sottraendola da gli visse fino al regno di Carlo Magno, da
tJTR UTR 3i
cui ottenne la conferoìa delle (ìonazioni lacria, una delle principali isole della Ze-
già fattesi alla chiesa d' Utrecht, con di- landa; e secondo la Gallìa Christiana,
ploma dato ad Aix-Ia Chapelle. Morì san- predicò pure contro l' ariana eresia, pe-
tamente a'5 agosto 776, venerandosi le netrata nella Frisia. L'imperatore avea
sue reliquie ad Utrecht nella chiesa di sposato in seconde nozze Giuditta di Ba-
s. Salvatore. Alberico o Adalberico di viera, ambiziosa e data a'piìi infami di-
York, divenuto canonico d' Utrecht , fu sordini, la quale pose in iscompiglio lo
incaricato dell' amministrazione di que- stalo, e fu cagione o almeno il pretesto
sta chiesa negli ultimi armi della vita del che indusse i 3 figli di Lodovico 1 a ribel-
sacerdote Gregorio, ed ollenne da Carla larsi due volle contro di lui , a imprigio-
Magno con di[)loma emanalo nel yy6 in narlo e a deporlo. Per avere s. Federico
INimega, un cantone appellalo Lisidim. avvertito l'imperatore degli eccessi del-
Leggo nella Gallìa Christiana ^ l. i
, p. la moglie, e questa con apostolica liber-
816 , Vltrnjectini Episcopi et Archie- tà ammonita di sua rea condotta, l'im-
piscopi: Totius ripalici inler Ehcnum peratrice lo fece assassinare a' 17 luglio
lingua di Frisia detto Tiard nacque in , celebrata messa. 11 santo fu sepolto nel-
tal provincia governò 6 anni col titolo
,
la chiesa di s. Salvatore. Gli fu tosto so-
di vescovo la chiesa d'Utrecht, e morì nel siituilo il fratello Alfrico o Alfredo per ,
qual vescovo governava nell'816 allor- rio concesse diversi beni. Mancò a'vivi pri-
ché Papa Stefano V si recò in Francia. ma deir845 o in questo i5 agosto, e
a'
Ke fu successore s. Federico (/^.) nipo- nati dal padre Lodovico I. ]Neir8 r5 pe-
te di Ratbodo duca o re di Frisia non netrati nuovamente normanni i nella Fri-
nell' 820 come dice Boiler , ma verso sia, diedero alle fiamme Utrecht, salvan-
1*825, prima the i francesi compissero la dosi il vescovo presso l'imperatore Lota-
conquista del paese. Ludovico 1 che avea rio 1 nell'abbazia di Pruyu). Ollenne uel-
indotto il clero e il popolo ad eleggerlo, l'858 da Lotario re di Lorena il mona-
non senza sua ripugnanza, venendo con- steiodis. Pietro di Berg pre*.soRuremon-
sagrato tlal metropolitano di Magonza, da, in compenso delle |)erdife cagionate-
gli commise di estinguere il rinVanente gli da'normanni. ]\eir859 fu al concilio
dell'idolatria nella Frisia, ben disposta di Toni, ed encomialo qual vindice della
dalle suebeneficenze; ond'egli vi spedì al- disciplina ecclesiastica, e per averiridot*
cuni ministri evangelici, nel qual nove- lo il nobile Baldrico a far tiouazioni alla
ro trovossi s, Of/o//b (/^.) canonico d'U- sua chiesa; morì nell'866 e venne depo-
trecht, le cui fatiche sortirono un efjtelto sto nella chiesa dis. Salvatore. La Gai-
il più forltmalo, anche nella riforma de' Ita Christiana di Ludgero o Ungerò ne
costumi de'frisoni già cristiani. Altrettan- fa due vescovi, e del solo Ungerò scrive
to fece il vescovo cogli abitanti della Wa- VyJrtc di verificare le date, con maggio-
3a UTR U TR
re proì)aM|ità; f«)ise lìolla somiglinn/a del nodegl* infiMleli,imprese a caccinrneii e
nome, di uno si formò due vescovi. Nel- viriu-ici, coll'aiulodi persone potenti che
lo stesso 866 Odilbaido, che inlerveime avea fallo entrare nelle sue mire. Divenu-
fd concilio di Colonia nell'867, e fu mol- to signore d'Utrecht, ne islorò le rovine 1
timo re o principe deTiisoni, dotto sicco- conresse anco gli^ altri diritti e regalie
educato alla corte di Francia dal fìlo-
ITìe leali, coir assenso di Giselberto duca di
sofoNannonediSlaveren nello studio delle Lorena. Morì nel 977 vecchissimo e fu
7 arti liberali. Prese l'abito religioso, per- sepolto nella cattedrale. Nello stessoFolk-
chè la maggior parte de'suoi predecessori maro o Wolkmaro cancelliere dell'im-
erano stati monaci, e la chiesa d'Utrecht pero, e visse sino al 990. Nel seguente
crostata fondata da preti dell'ordine mo- Baldovino 1 d'Olanda, figlio di Sifrido o
nastico. Essendosi peròi danesi normanni Sifredo, che imperava nella provincia di
resi signori della città, egli trasferì la sua Kennemersda Harlem fino ad Alkmaer,
sede a Deventer, col fine di trovarsi vici- il Teodorico era il 3." conte
cui fratello
no a Utrecht, e di poter quindi con più d' Ohiuila. Si conosce ima sua moneta
agevolezza rannodare il suo popolo, che d'argento, su'la quale è l'edigie d'un ve-
il timore de'barbari avea disperso, il suo scovo senza mitra col nome Dalduiiius^
ritiro da Utrecht, Boiler V attribuì per e nel rovescio è una Croce colla parola
sottrarsi alla persecuzione mossagli da Trajectu/n.^e\ 994 finì i suoi giorni,e gli
alcuni peccatori ostinali. Modello di pe- successe Ansfrido o Goffredo di Lovanio,
nitenza, dolcezza e carità, non cessò mai non però conte e neppure discendente di
di edificare il suo popolo col sapei e e co- Carlo Magno. Siccome normanni cac- i
gli esempi. Per le sue istanze il re Corra- ciali da Utrecht non aveario perduta la
do nel 914 confermò con diploma le do- speranza di rientrarvi , così confidando
nazioni latte da'predecessori alla chiesa nella santità di questo vescovo, s'imma-
d'Utrecht. Il Butler colloca la sua mor- ginarono che convertiti al cristianesimo,
te a'29 novembre 9 18, laddove altri la fingendo di recarsi in questa città per
ritardtino d'un anno. In questo fu vesco- farvi le loro divozioni , il prelato ne a-
vo lìaldrico di Cleves il Pio, non però fi- vrebbe volentieri aperte le porte. Essi
glio del conte di Cleves, confermato e però s'ingannarono, e non trovandosi in
consagralo dall'arcivescovo di Colonia. forze bastanti per assediare la piazza, do-
Si vuole precetloie dell'imperatore Ot- vettero ritirarsi e abbandonar per sem-
tone I, certo è che ne godè grandenienle pre il brigantaggio .Avendo Ansfrido per-
il favore. Continuando la città di Deven- duto la vista nel ioo5, fondò nel 1006
ter ad esser la residenza de' vescovi d'U- presso Amersford un monastero, nel qua-
trecht, Baldrico essendo dolente di veder le vestì egli slesso l'abito religioso. Nota-
la capitale di sua diocesi e signoria in ma- bdmenle aumentò i redditi di sua chiesa
UTR
cn*l)pnì della propria famiglia o co'legnti prestò di mala voglia. T Sanrnartani di-
eli pie persone, che ne veneravano le vir- cono che ad AdeII)oldo si unirono gli ar-
tù: non poco abbeiPi L'trechl e vi ai!giun- civescovi di Colonia e di Treveri. Il ve-
se nuove forti{jcazioni,morentlo nel 009. 1 scovo non più avendo da far guerra, im-
Jn questo Adelboldo d'illuslre stirpe, già piegò le somme che la pace gli permi-
canonico Lobbes e poi cancelliere del-
di se di cumulare nell' erigere una nuo-
l' imperatore s. Enrico II. Le violenze e- va e magnifica cattedrale, in luogo della
sercitate da Tliierri conte di Frisia sulle distrutta da' danesi e cominciala da Bal-
terre de'suoi vicini, aprirono un campo al drico, Secondo alcuni ; la cui dedicazione
valore di questo prelato; imperocché a- venne onorata a'27 giugno i024da i-z ve-
vendo il conte cacciato dal proprio paese scovi non che da s. Enrico II impera-
,
Thierri Bavone signore d'un distretto ne' tore, il quale appimto in «juesla solennità
dintorni di Bodegrave, questi implorò il donò la contea di Drente alla chiesa d'U-
soccorso del vescovo, il quale presentò al trecht con diploma indi dato in Bamber-
conte due battaglie l'i i luglio 1018, in ga. Questa donazione venne ratificata nel
cui restò vinto e dal conte si uni il con- 1 025 dal successore Corrado II il Salico
trastato terreno a'propri dominii. li pre- in Tibur, il quale anzi fece di più, non
lato nell'assumere tal difesa, in pari tem- meno aiiezionalo del predecessore alla
po si adoperò anche per quella di sua chiesa d'Utrecht ;
poiché con diploma da-
chiesa. In fatti il conte di Frisia erasi re- to nel 1027 in Cremona confermò la do-
so signore della contrada situata lungo nazione d'Ottone 1 delia contea di Tei-
laMerwe e anche più oltre, appellata poi sterbant. Lodato Adelboldo per virtù ed
Pagus Flardingeji.fisjeò in seguitoNord- erudizione nelle divine e umane lettere,
Olanda; e per mantenersi nella medesima si ha di lui due libri della vita di s. En-
aveva eretto sulle rovine del forte di rico II, ed un trattato della Sfera dedi-
Durfos un altro forte, il quale die poi o- cato dottissimo Silvestro II Papa. Mor-
al
rigine alla città di Dordrecht. Ne di ciò to nel 1027, in esso o nel seguente suc-
ancora si rimase contento, ma istituì e- cesse Bernulfo o Bernardo già canonico
ziandio un pedaggio sopra tutte le barche d'Utrecht, pel favore di Corrado II. Dap-
che attraversa vano questa provincia. Allo- poiché capitoli delle due chiesa principali
i
ra l'imperatore, uditi i lagni de'mercanti d'Utrecht, cui spettava l'elezione del ve-
di Fieijdel vescovo d'Utrecht e di altri pre- scovo, non potendosi accordare sulla scel-
lati ed abbati, commise a Goffredo il Gib- ta del successore d'Adeiboldo, l'impera-
boso duca della Bassa Lorena di muove- tore credette opporlunodi trasferirsi nel-
re contro il conte Thierri ed avendolo ; la città per terminare il contrasto. Ma
Adelboldo accompagnato, innanzi al det- mentre egli si trovava per via, l'impera-
to forte essi ingaggiarono a' 27 luglio trice che accompagnavalo fu sorpresa da'
IO 18 un combattimento, ove il conte ri- sintomi del parto, ed obbligata quindi a
porlo nuova vittoria mercè lo stratagem- feruìarsi in una casa di campagna ad Oe-
ma d'alcuni armigeri appostali,i quali nel sterbeech , venne accolta dal canonico
bollor della mischia si posero a gridare: Bernulfo, il quale portò all'imperatore,
Salvai salvai che cagionò la fuga de'
il che continuava il viaggio, la notizia della
lorenesi. Così rimasto il duca abbando- nascita d'Enrico III. Allora l'imperatore,
nato, dovè rendersi prigioniero; il vesco- nel quale eransi rimessi canonici nella i
dingen. In Utrecht edificò le due colle- do in Utrecht inlese che il Papa 1* avea
giale di s. Pietro e di s. Gio. Battista ; da scomunicato e interdette l'insegne regie.
s.Maria o s. Salvatore d'Utrecht traspor- Guglielmo dopo aver confortato Enrico
tò la metà del collegio canonicale colle IV, salilo sul pulpito, ruppe in fiera in-
rendile, nella chiesa che in onore del b. vettiva contro s. Gregorio VII, e fu to-
Lebuino costruì in Deventer. Terminò sto in modo spaventevole punito da Dio
di vivere nel o54, e fu deposto nella sua
i con deplorabile morte. Nel 1076 ne oc-
chiesa di s. Pietro. Nello stesso perven- cupò la sede il sassone svevo Corrado giù
ne a questa sede Gtiglielmo, nato da una cameriere dell' arcivescovo di Magonzn,
della prime famiglie di Gueldria, uomo e condusse a fine il forte d' Ysselmon-
risoluto edestro nel maneggio degli affari, de dal predecessore cominciato nell'isola
per cui salì in grande reputazione nella omonima. rimpello a Rotterdam; ma non
corte d'Enrico III; ne minor favore go- godè lungamente il frutto di queste sue
dè sotto il figlio e successore Enrico IV. fatiche, perchè Roberto conle di Fian-
I
Vedendo egli 1' Olanda governala dal dra, al quale il forte riusciva incomodo,
giovane Thierri V sotto la tutela di Gel- iujprese a rendersene signore con l'aiuto
Irude sua madre, tentò la domanda a ti- degl'inglesi e olandesi. Accorse il prelato
tolo di restituzione presso Enrico IV e del- con molti de'suoi vicini alla difesa delU
la sua madre lulrice, di tutta la contea si- piazza, ed all'imboccatura della Mosa se-
tuata nel Weslflingue, cioè del Renne- guì duplice cond^at limenlo per terra e pei»
merland, colla badia d'Egraondo e col- acqua, colla peggio degli episcopali. Cor-
l'Olanda;, il che tutto gli fece ottenere rado rifugiatosi con altri in Ysselmonde,
Annone autorevole cancelliere e arcive- sostenne in essa un accanito assedio, e do-
scovo di Colonia , con due diplomi nel vè rendersi prigione, indi liberato eoa
I o64- In questi atti de'29 aprile e 1 mag- diverse condizioni, fra cui la principale
gio, trovasi per la 1.^ volta il nome d'O- fu la cessione dell'Olanda meridionale al
landa sotto il significato di Frisia; con- conte Giovanni. I vincitori smantellaro-
trada che il prelato cede in seguito a Gof- no la piazza, ed all'area su cui innalza-
fredo duca della Bassa Lorena per tener- vasi fu dato il nome di Storni-polder o
lada esso in feudo. Ma il conte di Fian- terra d'assalto. Ma Enrico IV, il perse-
dra Roberto I il Frisone, avendo sposato cutore della Chiesa e di s. Gregorio VII,
la conlessa Geltrude, la ripose nel 1076 essendo a lui Corrado attaccalo, lo risar-
nel possesso di questo paese col far as- cì quasi subito di questa perdita col do-
sassinare lo slesso Golfredo. Alcuni pre- no cheglifecea'3 ottobre 1077 della con-
lesero che Guglielmo facesse un viaggio tea di Staveren, già da lui confiscata al
in Terra santa, e si vuole morto nel 1076 margravio Egberto capo de'sassoni ribel-
a'27 aprile o nel maggio. I Sanu)artnni lali contro di lui, alla quale poi aggiunse
Papa s.Gregorio VII sulla controver-, 1086, il quale con molti altri che vado
sia tra Guglielmo e il vescovo Noviomen- ricordando si ponno leggere nelfa Gal'
U T R UTR 35
Ha chrisllrtnn. Corrado era occupalo a no eTeodorico, e dotala dairimperatrice
coslruire in Utrecht a spese d'Enrico I V Matilde moglie d' Enrico V. Pose la i.'
una chiesa onore della B. Vergine, al-
in pietra alla badia benedettina di s. Loren-
lorché nel 098 venne assassinalo o d'or-
1 zo di Oesbroch, e vicino a morte vi volle
dine d'Egberlo, o dal frisone Ploberlo, professare il monacalo, terminando di vi-
sdegnato per avergli ciirpito il segreto da vere nel I 128. Ne fu successore Andrea
hii inventato, d'asciugare una fontana figlio del conte o burgravio di Cuyck e
scoperta ne'fondamenti della nuova chie- borgomastro d'Utrecht, preposto di Lie-
sa. Tale fi la misera fine d'un altro par- gi. Puntoal vivo della perdita fatta dalla
tigiano d'Enrico IV Bncardo
1 gli succes- sua chiesa dell' Ostergo e del Westergo,
se nello slesso anno, e non è conosciuto tentò indarno di ritorle a Fiorenzo. Que-
che per le sue fondazioni, e per le dona- sto terminata la guerra col fratello, bra-
zioni ricevute, terminando di vivere nel moso d'ingrandirsi, chiese la mano di Ed-
I I 12. In questo Godebal- il sostituito fu wige erede delta contea di Rechemj ma
do, che pel f.° vescovo d'Utrecht fece uso il tutore Ermanno d'Arensberg, il vesco-
della mitra, per concessione fatta da Pa- vo d' Utrecht e il signore diCuyck per
pa Calisto II nel concilio di Reims del ragioni di stalo si opposero a questo no-
del I I I c), e non 1 1 49 come leggo nell'^r- do. Però que'd'Utrecht favorevoli a Fio-
te di verificdrc le date, ma sarà fdlo ti- renzo r accolsero nella città, dalla quale
[>ografìco. Recatosi l' imperatore Enrico egli cacciò il prelato; ma i signori d* A-
V neli 1^3 ad Utrecht per passarvi l'in- rensberg e di Cuyck inetti a resistergli, lo
verno, durante il suo soggiorno sorse nel- fecero pugnalare in un bosco ov'erasi re-
la città, fra la nobiltà alemanna e i vas- cato alla caccia. La successamorte di Lo-
salli un contrasto che dege-
del vescovo, tario II valse a' colpevoli l'impunità, e il
36 U TR U TU
abili pontlfìcnli alla testa ili tulio il clero, Goffredo die alla sua chiesa il proprio C0'
e inoltratosi alla volta del conte gli minac- stello di Uhenen clie avea ereditalo , ed
scomunica se non levava subilo il
ciò la eresse 4 munitissimi castelli per opporsi
campo. SbigoUilo da tale appareccbio ,
a'fìjsoni e all'imprese de'conli d'Olanda,
Thierri concluse la pace col vescovo, il uno de'quali costruito fortemente sopra
quale gli restituì suocognalo.Corrado ili una vicina montagna sulla riva sinistra
ottenne da Papa Eugenio 111 la nomina dell' Yssel, fuchiamato Monforde o Mont-
del vescovo d'Utreclil, e 3 diplomi spedì fori: questo castello divenne poi città, che
per questa cbiesa riportati dalla Gallia ingrandita successivamente e popolala ,
Christiana. Neh i5o alla morte d'Erber- ebbe il titolo di contea. Morì Goffredo
lo, ottenne Ermanno di Horn prevosto di neh 178, e in questo gli fu sui rogato Bal-
8. Cercone di Colonia, pel favore de'cotiti dovino d'Olanda figlio del conte Thierri
d'Olanda, di Gueldria e di Cleves, la pre- VI, ch'ebbe guerre co'conti di Gueldria
ferenza alla sede d'Utrecht sopra Federi- per la signoria dellaWeluve feudo del ve-
co de Ilavel. Ma cittadini d'Utrecht, che
ì scovato, le quali ebbero fine con suo van-
tenevano per quest'ullimo, si ribellarono taggio nel 1 88, mercè giudizio interinale
contro Ermanno; però i di lui parligiani di Federico I,deflnilivamenle conferma-
ricorsi all'imperatore Federico I, questi to neh 191 con sentenza di suo figlio En-
nella dieta di Nimega ne confermò l'eie- rico VI imperalore.Col conte Thierri suo
zione e l'investì eziandio della temporale fratello soggiogò i frisoni,ed essendosi poi
autorità del vescovato, il che ratificò il sollevati contro il prelato gli abitanti della
legalo apostolico. Debole fu il governo Drente, che avea lungo tempo pacifica-
d'Ermanno, che cessò di vivere nel i 1 56. mente governati, si recò a visitare l'impe-
Succedutogli nello slesso Goffredo di Rhe- ratore a Magonza per implorarne soccor-
nen preposto d'Utrecht, volle riunire al so; ed ottenuto un corpo di genti, men-
principato vescovile il burgraviato o ca- tre colle proprie lo conduceva nella pro-
stellania di Groninga dopo la morie di vincia nemica, la morte lo sorprese per
LelTerdo, ma fu costretto a prender l'ar- via a'21 aprilei 196. In questo fu eletto
mi contro i che aspiravano a
di lui nipoti Arnoldo d'Isemburgo preposto di Deven-
quel dominio. S'impadronì della piazza, ter, da'canonici della fazione del conte di
ma quasi subilo ne venne caccialo dal con- Gueldria,mentre l'altra parte del capitolo,
te dì Gueldria, che li prese a difendere. aderente al conte d'Olanda ,nominòThier'
Allora Fiorenzo 111 conte d'Olanda, pres- ri preposto d* Utrecht o meglio di Mae-
so di cui il vescovo erasi rifugiato , corse strichte fratello del vescovo defunto. Ma
ad assediarGronioga,che il conledi Guel- i due eletti essendosi dopo qualche reci-
dria difese per un anno, cessando l'ostilità proca ostilità trasferiti a Roma, Innocen-
per la mediazione di Rinaldo arcivescovo zo prima approvò Arnoldo, che ivi
III
di Colonia, il quale die la proprietà di morì a'6 aprile e fu sepolto; poi confermò
Groninga agli eredi di Lefferdo per 3oo Thierri, che tornando nel suo paese mo-
marchi d'argento. Comunque amici fra rì in Pavia a'3 agosto. Alla nuova della
loro, il vescovo e il conte d'Olanda, era- morte de'due competitori, nel medesimo
no io controversia siccome i loro prede- anno fu eletto Thierri I Van-Der-Aare
cessori rispetto alla proprietà della Frisia preposto di Maestricht che coll'imperato-
orientale.Essendo Federico I nel 1 1 65 en- re Irò va vasi in Sicilia. Restituitosi ne'Pae-
trato ne'Paesi Bassi, l'afiare fu portato a si Bassi e giunto io Utrecht, si die ogni cu-
lui, e per sua imperiai decisione ebbe ter- ra per acquistare un' esatta cognizione
roine in modo che la potenza e i redditi dello slato di sua chiesa; e siccome i suoi
furono tra loro divisi per eguali porzioni. predecessori aveano contralto molli debiti
UT R UTR 37
per difenderei propri diritti, delermiuato ziali lo compromise col conte di Gueldria;
di pagarli, e^li passò in Frisia affine di si venne all'armi, ma coll'inter vento del
levar colà in via di tributo le 8omme ne- legato apostolico Conone,o meglio il car-
cessariead eseguire il Ritto divisamento; Corrado d'Urrach, furono le discor-
dinal
ma Guglielmo conte di Frisia o meglio die sedate. Il vescovo ebbe poi un'altra
d'Olanda, punto da tale atto d'autorità, guerra col conte d'Olanda sulla proprie-
lo fece arrestare in un monastero,mentr'e- tà della Frisia ; e quest'affare ch'era sta-
gli usciva dal tempio, e Io cacciò in una lo deciso fin dal 1 i65 dall' imperatore,
prigione. Liberato poi da'frisoni, il vesco- lo fu allora di nuovo nel i225 da una
vo intimò la guerra al suo oppressore. Po- sentenza dello stesso legato, che con al-
co dopo morto Guglielmo, il vescovo pre- cune modificazioni confermò l' imperiai
se parte nella dissensione insorta fra il giudizio. Uscito Ottone II da tal impac-
conte di Loss e Guglielmo conte di Fri- cio, prese parte nella controversia fra'ca-
sia, relativamente alla reggenza d'Olan- stellani Egberto di Groninga e Rodolfo
da; ed abbracciato avendo il partito del di Coevorden e dichiaratosi peli.°por-
;
."
1 lo spalleggiò vigorosamente coH'armi. lò la guerra all'altro, coll'appoggio della
Si videro iu questa guerra que' d' U- piò parte de* vassalli della chiesa d' U-
trecht inoltrarsi fino a Leida, ove il con- Irecht.Il vescovo ebbe ad alleati i conti
dell'altro. Thierri I quindi tutto si dedi- te. Nello stesso anno dalla sede di Pader-
cò al governo di sua chiesa, della quale bona con autorità di Gregorio IX passò
riscattò i dominii, ritenuti in pegno da' a questa, di cui era stalo preposto, Wil-
creditori: morì nel 12 12 a Deventer, lebraudo de'conti d'Oldemburgo, mercé
donde il suo cadavere fu trasferito nella le cure del congiunto Fiorenzo IV conte
cattedrale d'Utrecht. Di 24^""» ^^ ™*5" d'Olanda, mentre era in Italia per l'im-
desimo fu Ottone 1 preposto di
eletto peratore Federico II. Recatosi a Utrecht
Santen, figlio d'Ottone II conte di Guel- prese 1' armi per vendicar la morte dei
dria e cognato di quello d'Olanda, per suo predecessore contro Rodolfo di Coe-
opera de' vescovi di Munster e Osna- vorden, che l'avea cagionata. Impadro-
bruck. Nel 1 2 5 portandosi 1 in Roma per nitosi di sua persona, dopo una guerra
In detto anno gli successe il prevosto d'U- zione della provincia, lo multò di 3ooo
trecht Ottone II de'conti di Lippe. Pre- uìarche d'argento, di fondare un capito-
so dalla divozione propria de'lempi, do- lo di i5 canonici nel luogo ov'era stato
po aver confidata la cura della civile au- commesso l'orribile delitto, e di costrui-
torità di sua chiesa al fratello Ermanno, re un monastero alle benedettine; indi ad
partì neli2i7 co'crociati alla volta d'o- istanza del popolo tumultuante, gli fece
rieule. Al ri torno, l'insolenza de*suoi ufC- espiare nel 1 2 3o il suo atroce defitto sotto
38 U TR UTR
la ruota. Morto nel i233 o neh a 36, fu a condizione di recarsi nella cattedrale a
stpollo nella chiesa di s. Servaziotlel mo- chiedere perdono al vescovo, colla testa
nastero delle cislerciensi da lui fondalo. nuda, non che a prestargli come vassalli
Ebbe a successore Ottone 111 d'Olanda giuramento di fedeltà. Restava al vesco-
conte della Frisia orientale, figlio cadet- vo di vendicarsi del conte di Gueldria,
to diGuglielmo I conte d'Olanda; poco the loro avea prestato soccorsi ; sicché
dopa dagli slati venne riconosciuto, iusìe- trovandosi coll'armi in mano, senz'indu-
me Guglielmo, tutore del con-
al fratello gio fece un'incursione nella WeIuve,pro-
te Guglielmo II loro nipote di 7 anni, ed vincia dipendente dalla Gueldria, e col
amminÌ!»tratoredeirOlanda. Seguitò poi a ricavato del riportato bottino edificò poi
reggere rOlanda,anclie dopo che il suo pu- il munitissimo castello di Vredeland, con-
pillo nel i 247 a'29 setleujbie fu eletto re tro i ribelli vicini. Siccome la cattedrale
de'roraanijd'ordinedi Papa Innocenzo IV d'Utrecht era per vetustà rovinosa, En-
peraverdeposto riniperatoreFederico II. rico imprese a rialzarla, e nel 1254 ne
Nel 1248 il re Guglielmo ^i recò a visi- gittò i fondamenti. Tre anni dopo die
lare lo zio in Utrecht, e si fece crear cit- nuove leggi e statuti alla città d'Amers-
tadino della medesima ; quindi mosse fort, la quale non era prima che un sem-
contro il conte di Goor vassallo ribelle plice castello. Fece donazioni al mona-
del vescovo, ed avendolo fatto prigione, stero delle monache presso Deventer, co-
lo spogliò d'ogni sua dignità e gli confi- stituì inSteenwick una collegiata di 12
scò tutti i beni a profitto della chiesa d'U- canonici, emorì nel 1267. In questo gli
Irecht. Il vescovo Ottone III terminò di successe Giovanni I de* conti di Nassau
vivere nel 1249 e fu sepolto nella catte- per la nobiltà de'uatali , ignaro dell'ec-
drale, lasciando Adelaide figlia naturale, cles'iastica disciplina e quasi illetterato,
poi mai itala a Baldovinodi JNordwyk. Fu per cuinon potè ottenere la pontificia
eletto a successore Goswino d' Amslel, conferma; mentre que'di Reiinemerland
preposto di Giovanni d' Utrecht, ma
s. ed i frisoni trovavansi in ribellione nel-
con tale negligenza si comportò nelle ve- l'Olanda contro la nobiltà che li tiran-
scovili funzioni, che Guglielmo d'Olan- neggiava. Gysbrecht d'Amstel, dagl'in-
da re de'romani, di concerto col cardi- sorti forzalo a porsi alla loro testa, li con-
nal legato Pietro Capocci, raccolto nel dusse fino alle porte d'Utrecht, e fece ri-
mollezza, poco curandosi dei governo nuove sventure poiché essendosi rotto
,
che seguirono la morte del conte Fioren- bray; ma il suo competitore Adolfo di
zo V, per suscitare i west-frisoni a scuo- Valdeck s'impadronì d'alcune piazze del*
tere il giogo dell'Olanda, e per darne l'e- rOver-Yssel, dalle quali però venne su-
sempio imprese a ricuperare Muyden, cit- bito cacciato. Avendogli procacciato la
tà posta sul Wecht, cui già l'imperatore sua promozione il fratello Giovanni I(
avea donato alla di lui chiesa. Assediala conte d'Olanda, per gratitudine nel iBoS
la piazza, mal difesa capitolò senz* aspet- gli condusse alcune genti affine di cacciar
tare le truppe ausiliarie che il reggente i fiamminghi invasori.della Zelanda. Ap-
d'Olanda le conduceva. Invanitodel buon pena sbarcato col contea' 2 5 marzo nel-
successo, il vescovo immaginò di poter a- l'isola di Duveland fu fatto prigioniero, e
ed una malallia lo rapì a'vi venti nel iv^iy. Papa riconobbe Giovanni IV, che fu con-
Subilo ottenne il seggio vescovile il pre- sagrato a Roma, al dire deWArle di ve-
posto di s. Pietro d'Utreclit, Federico li rificar le daU'i ma io trovo piti probabi-
di Zierick, per le raccomandazioni del pa- le in Avignone ove dimoravano i Papi col-
rente Guglielmo 111 conte d' Olanda , e la curia romana, e cosi altri vescovi d'U-
com'erasi iuipegnato con lui, sotto la sua trecht. Allreltaulo per altri disse la Gal-
dipendenza resse la chiesa. L'episcopale liachristiana^ ma quantoa Giovanni IV
consagrazioue la ricevè in PLUiiia o meglio lo vuole tiaslato da Munsler. Il suo ze-
MI Avignone. Non pochi sudditi gli si ri- lo fu superiore ad ogni elogio, perchè io
bellarono, e fu aiutato contro di essi da due anni venne a capo di ricuperare mol-
parecchi vicini, quindi il conle li fece rien- ti castelli, e lutto il paese d'Over-Yssel,già
trare nel dovere per Giovanni d'Arkel. dato in pegno per debiti al conte di Guel-
L'eccelsa torredella cattedrale fu da lui rie- dria. Volendo egli fare risparmio delle
diiìcata da' fondamenti. Morto nel 1822 rendite, rilbrmò tutta la corte e limitos-
a' 20 luglio, nell'anno slesso a pluralilù si a vivere come semplice particolare a
Jacopo d'Oudshooro
di sulliagi fu eletto Grenoble, lasciato il governo civile del
d'Ouslborn decano d'Utrecht, conferma- vescovato al fratello Roberto d' Arkel.
to dall'arcivescovo di Colonia; ma cessò Durante l'assenza del prelalo,il conte d'O-
di vivere a' 20 settembre, non senza so- landa Guglielmo IV, seguito da quelli di
spetto di veleno, perchè al conte d'Olah- Cleves, e nel 1 345 assediò Utrecht, e sta-
da non era riuscito fargli anteporre Ja- va per impadronirsene quando giunto il
Brabanle fecero auuullare da Giovauui egli 5ulo SI occupò di utili e pacifiche cu-
U T R UTR 4i
le, neliu cultedrale eresse lu oappeila ili i377 e vi ristabilì la papale residenza.
s. Gio. Evangelista, e ranicchì di prezio- Ivi morto neh 378, gli successe Urbano
se suppellettili, fondò varie scuole, formò V I, contro il quale poco dopo cardinali i
sa. Trasferito nel 1 364 ^ Liegi da Urba- a Liegi, per morte d'Arkel, e nel i38i lo
no V, gli successe GiovanniV di Wirnem- creò cardinale, dignità che ricusò pel tur^
burgo. 11 suo governo fermo e vigoroso balenio scisma che divideva l'unità della
contenne nel dovere i cittadini, già dispo- Chiesa. Da Munslera'22 novembrei378
sti alla sedizione, ma a costo di molli do- fu Iraslato a Utrecht Fiorenzo di Weve-
minii del vescovato che fu obbligato a- lichoven, per le cure d' Ottone signore
lienare. 1 capitoli d' Utrecht, scorgendo d'Arkel, il quale di più costrinse l'Horna
tal deperimento nel temporale dominio rilasciare castelli della chiesa d'Utrecht
i
dini d'Utrecht, co'quali ebbe diverse di- pa Clemente VII, si apparecchiava a far-
spute intorno a'rispettivi loro diritti, ot- la valere. Fiorenzo però l'obbligò a de-
tennero finalmente da lui nel iSyS una sistere ed a chiedergli pace; iodi nel 1 382
dichiarazione, che riconosceva non aver ottenne dall' imperatore W^enceslao la
d'impor loro nuove tasse, né d'in-
facoltà conferma de'privilegi di sua chiesa. Sic-
traprendere veruna guerra senza l'appro- come poi Enrico burgravio di Montfort
vazione de'3 ordini, cioè del clero, de'no- voleva sostenere la sua indipendenza dal-
bili e de'citladiui. £d afnnchè tal diploma la chiesa d'Utrecht, venne nel 1387 as-
avesse perpetuo effetto , venne in esso in- salito dal vescovo e costretto coll'armi a
serito,che tutti i vescovi successivi nel pos- riconoscerne l'alto dominio. La Chrotii-
sesso ne giurerebbero l'esecuzione. Nello ca Bclg. nel i 39 1 riporta un concilio ce-
slesso aunoil vescovo fu assalito o minac- lebrato in Utrecht, contro Jacopo di
cialo di prossima guerra dal conte d' O- Giuliers francescano. Fiorenzo temuto
lauda, a motivo di certo canale che il pre- da'^uoi vicini e rispettato da' suoi vassal-
lato avea costruito; controversia ternii.r- come principe; quale vescovo fu probo,
li,
nalacon trattalo di pace nel i 375. Final* prudente e dotto. Morì nel venerdì santo
meolti Giegurio XI si recò lu Kuma ucl del 1 393 nel castello d'Haidcuberg, e fu
42 UTR UTR
trosporlato nella caUedraledi s. Martino tu che gli amministra v«
si il Viatico.Ro-
ila lui nnicclìila criilensili sagri. Diiila dolfo si pacificò col duca nel i43o, ed O"
»ede di Slrasburgo,a istanza del duca di j>erò tanto deslramenle nella cortedi Ro-
(iueidriii pe' voli del capitolo, passò in ma, che giunse a farsi a-^solvere dalle cen»
cpiesta Federico III di Blaiikenlieicn con- sm-e e confermare da Eugenio IV. Zvre*
fermato da Ijoniiacio IK, in onta alle der da tal giudizio si appellò al concilio
jorcomandazioni d' Alberlo dnca di Ba- di Basilea ove si recò, ma tu sorpreso dal-
viera e conte d* Olanda, che spalleggia- la morte pendendo il giudizio nel 1 433,
va Roggero di Bronkliorsl tesoriere di e restò sepolto nella certosa di Basilea.
Colonia. Federico III «li molto ingegno, CoM Rodolfo restò pacifico possessore del
ed esperto in ambo le leggi, sottomise nel vescovato d'Utrecht, non ostante l'elezio-
i3q5 alla propria chiesa il castello di ne che una parte del clero avea falla di
mò il collegio de' canonici di Gulenbur- canonici, alla cui lesta si trovava il deca-
go, istituito daUmberto signore del ca- no; e la discordia procedette a tal pun-
stello, e morendo nel 14^4 •" Willanha- to, che impadronitisi d'Ulrechl, costrin-
ven, con pompa fu portalo nella cattedra- sero il vescovo a ritirarsi ad Horst. Wa-
le e collocalo in elegante avello. Gli suc- lerano profittando della congiuntura vol-
cesse Zvveder de'signori di Gulenburgo e te far risorgere il suo partito; ma il car-
d'Egmond, per la pluralità de' voli del dinal di Cosa legato, recatosi nel i449
capitolo, con grande rammàrico de'uiol- sul luogo, combinò fra' due competitori,
ti candidati, che i potenti vicini avevano che Walerano rinunzierebbe il vescova-
proposti. Ma uno fra loro, Rodolfo di to d' Utrecht a Rodolfo, e che questi Io
Diephoul, patrocinato dal duca di Cle- jliuterebbea salire sulla sede di Munster
Tes, s'niipadron'i d'Utrecht, cacciandone allora vacante. Rodolfo in seguito ebbe
Zweder, il quale quindi trasferì il suo nuovi dissapori cu'suoi canonici, i quali
seggio a Dordrecht sotto la protezione di nel tempo ad Horst, cac-
ch'egli risiedeva
Filippo il Buono duca di Borgogna. Ora ciarono suoi amici e cambiarono
i Dia- i
avendo questo principe determinalo di gistrali delia città. Moiì Rodolfo di cre-
riporlo sulla sua sede, si recò ad assedia- pacuore nel 455 e fa sepolto nella cat-
e
re Utrecht in persona; respinto nell'as- tedrale. Dopo 4 giorni, mercè voti de'
1 i
Jezione, e l'ollemie, benché avesse con- cui godeva il vescovo d'Utrecht, il qua-
fermala queila di Gisberto; e ciò perchè le incessantemente contrastato da qne*
il Papa attendeva soccorsi dal duca, per cittadini abbracciò il partito di ritirarsi
la guerra contro i turchi. Avendo il du- a Wyck nel 1481. Continuavano ogni
ca ottenuto le bolle, si dispose a collocar giorno le turbolenze in Utrecht, ove gli
il figlio sulla sede d'Utrecht. Dal canto Hoeckini davano la legge; e gli sforzi che
suo Gisberto, .sostenuto dal vescovo e da Massimiliano arciduca d' Austria, sposo
Rinaldo suoi fratelli, si apparecchiò alla di Maria di Borgogna erede di Carlo, po-
difesa; ma vedendo d duca, già divenuto se in opera per ristabilire il vescovo nel-
signore di molte piazze del vescovato, la sua sede, non valsero che a rendere piti
approssimarsi alla capitale, concluse con arditi e numerosi idi lui avversari. JNel-
lui un trattato di pace; cioè che rinunzie- r incursioni praticate dalle due parti,
rebbe in favore di David alla sua elezio- scorgendo il prelato l'ostinazione di que*
ne ricevendo dal duca per indennizzo
, d'Utrecht, scagliò contro la città sentenza
delle spese fatte 5o,ooo leoni d'oro di di scomunica e d' interdetto, che però
Borgogna; che resterebbe arcidiacono di venne proibito a'magislrati di riconosce-
s. Salvatore, e godrebbe di più la prepo- re. Tuttavia nel 14^2 fu determinato di
silura di s. Dunaziano di Bruges, col ti- richiamarlojalìine di ristabilir la pace; ma
tolo di I. "consigliere d'Olanda e cogli e- il suo ritorno non produsse quel bene
inolumeiiti doppi. Approvata la rinunzia che si sperava , trovandosi quasi prigio-
da que'd'LIlrecht, Gisberto nel i4^7 'i niero in nìezzo a un popolo sedizioso e
dichiarò sciolti dal giuramento di fedeltà mal placato. Allora l'arciduca Massiuri-
a lui prestato. David di Borgogna entrò liuno si recò alla testa di 12,000 uomini
allora in possesso del vescovato d' U- in .soccorso di David , ed insignoritosi
trechl; e sebbene Devenler avesse ricu- d' Utrecht si fece riconoscere dal senato
fealo di riconoscerlo, vedendo sotto le sue a'j settembre 1483 qual protettore tem-
mura le genti del duca si sottomise. La porale di questa chiesa. La storia delle
buona armonia regnò lungo tempo fra peripezie di David si può leggere nella
il vescovo ed i Brederode, \\ cui maggio- bolla Eocigltprotervorurn^eaìanataa fa-
re R.inaldovenne dichiarato governatore vore del prelato da Sisto IV, e riprodotta
d'Utrecht; ma il suo procedere e quello nella Gallia chrisliann. Il vescovo pas-
de'suoi congiunti li pose poi talmente iu sò quindi più tranquilli i suoigiorni,ch'eb-
discordia con David , che finalmente li bero termine a Wyck-te-Duerstede nel
fece arrestare, ed assoggettare più volte 1496. Assai dotto, interrogava egli me-
alla tortura Piinaido e Walerano suo fi- desimo que'che aspiravano agli ordini sa-
glio, per trarre da essi la confessione de' gri, ne loro li conferiva se non dopo rigo-
delitti onde gli accusavano loro nemici. i rose prove, ed un giorno di 3oo candi-
La violenza de'lorjnenli trionfò della co- dati 3 soli ammise agli ordini sagri. Ne
stanza del figlio , il quale si confessò col- fu successore Federico IV de' marchesi
pevole; ma però non produsse lo stesso di Bade, per in»pegno di polenti signori
effetto sul padre, la cui innocenza venne in nome dell'imperatore Massimiliano I,
riconosciuta nel 147^ per sentenza pro- ed il suo competitore Filippo de' duchi
nunziala da Carlo il Temerario duca di di Cleves ebbe il vescovato d' Amiens.
Borgogna, figlio e successore di Filippo Federico IV sostenne guerre con Alber-
il Buono, alla lesta de'cavalien del To- to di Sassonia sostenitore de' ribelli fii-
sun d' oro , di cui Biaaldo era membro. soui, e col duca di Gueldria pel posses-
1
44 u TR U TU
M> d'alcune fortezze, il quuie ne) 1 5 1 i fu (lam gli dedicò il suo commentario sul-
tlu'citladiui ti' Ulieclit, tnalcuiileuli del le due epistole di s. Paolo a Ti moteo.Ln*
vescovo, dichiarato loro piotcllore per rico di Baviera figlio deireletlore Pala-
fili le«la a Fiorenzo d' Ysseisleiu paili- tino, fu quello sul quale cadde la scelta
^iauo del pieialo. Ora avendo questi leu- de'capiloli d'Utrecht, sollecitati da casa
lalo luil iebUaio di scalar le mura del- d'Auatiia, per vescovo d'Utrecht. Di ma-
la città cuiruiiito del ghiaccio, le genti la voglia solfrivano que' cittadini che si
di Gueldiia glielo iutpediruno. Lo svi- trovasse fra le mani del duca di Gueldria
lito di sedizione cosi perseverante ne' l'altra diocesi di loro provincia, di cui
cittadini d'Uliecht, era fondato perchè erasi quasi impadronito durante la guer-
Federico IV tutto operava senza consul- ra della Frisia. Enrico pertanto si assun-
tale gli stati , onde il prelato divisò di se l' incarico di ricuperarla, e nel iSiy
rinunziare il vescovato, e nel i5i6 lo palleggiò amichevolmente col duca di
cedette a Filippo di Borgogna, altro na- riscattarla mediante l'osborso d'una som-
turale del deftjiito duca Filippo il Buo- ma di denaro. Ma que'd'Utrecht,a'quali
no, e fratello di David, mentre poco do- egli voleva imporre un tributo per que-
po Federico IV mori di vecchiaia nel Bra- st'oggetto, si rifiutarono di pagare pri-
banle e il cadavere fu trasferito a Baden. ma che non fosse eseguito il trattato ;
Fdippu era aumiiraglio d'Olanda, onde parimenti il clero, che il prelato tentò
contro la sua inclinazione e solo per d'aggravare con una particolare gabella,
«compiacere Massimiliano 1, acconsentì al manifestò la medesima opposizione, e ve-
cambiamento di slato , Leone X dispen* dendo che si minacciava costringerlo, su*
(>audulodagrillegitlimi natidi. I cittadini scilo una sedizione, dalla quale trasse
d'Utrecht videro questa nomina con ram- partito il duca di Gueldria per impadro-
marico, pei che prevedevano che alla fine nirsi d'Utrecht. Allora il vescovo ricorse
dovevano soggiacere alla dominazione all'imperatore Carlo V, ma le reciproche
austriaca; ma fu d'uopo piegarsi, e la ma- non ebbero fine che col trattalo
ostilità
gistratura accordò con buona pace quel- concluso a Gorinchem a*5 ottobre 1 528.
lo che non avrebbe potuto ricuperare Essendosi le nuove erronee opinioni re-
colla forza. Filippo quindi entrò in pos* ligiose rapidamente sparse nel paese, se-
Stesso di sua chiesa alla testa di i ooo ca- condale dalle turbolenze, gli eretici Pro-
valli, ma non ne fu coasagrato che nel- tes tanti spiegarono partito pel duca, e
l'anno seguente. Questo vescovo vide na- gli episcopali ricorsero al patrocinio del-
scere l'eresia di Lutero, e senza aperta- l'austriaco Carlo V. Onde ottenerlo fu
mente abbracciarla mostrossi disposto a mestieri di cedere a questo principe, an-
favorirla. I progressi dell'armi de' duchi che sovrano de'Paesi Bassi ossia duca di
di Gueldria nella Frisia l'indussero onde Brabante e conte d'Olanda, la tempora-
far loro fronte a chieder soccorsi a Mar- le sovranità della chiesa d'Utrecht, ch'e-
gherita d' Austria governatrice de'Paesi gli riunì alla contea d' Olanda, cioè le
UTR u t;* R 45
ne della sovranità temporale della chie- ceduti ne* Paesi Bassi uniti, ed in par-
sa trUlrechl in Carlo V ed io aggiun-
; ticolare in Olanda, dagli antichi teni'
gerò come duca di Brabante e conte d'O- pi fino al ì'jSiy Amsterdam 1749: -^^<''
landa, colla bolla Romanus Poutìfcx^ moria sulla dignità dello Statolderato
presso la Gallia Christiana^ ma in data nelle Provincie Unite, Amsterdam 1787.
de'20 agosto i52g. Carlo V avea posio La Storia in parie fu riprodotta da Gof-
in Utrecht un presidio nella rocca mu- fredo Sellio e da Benigno Dnjardin nel-
nilissima da lui costruita, ed avea pro- r Histoire generale des Provincies- U-
messo dal canto suo con allo de* 3o set- nics, Pa ris 7 57 - 7 o
I
letto per nuovo prendo arcivescovo d'U- l'elezione e illecita, proibendo la consa-
trecht Cornelio Berckmans Roitiers, il grazione;poi condannando la seguila,con-
quale sacrilegamente consagrato dallo Irò il consagranle e il consagrato fulmi-
scomunicalo Varlet vescovo di Babilo- nò scomunica col breve Obsurdescìt
la
nia, fu come il predecessore sospeso, in- quotidie magis, de' 20 dicembre , Bull.
terdetto e scomunicato da Benedetto XI I \ cit., p. o3. Girolamo essendo morto 1'
I i (
namente il Berckmans a' 1 5 maggio 1 782, pseudo curato d'Amsterdam, e nel luglio
gli fu sostituito dagli scismatici canonici seguente lo consagrò, dandone parte con
Teodoro Wander Croon,che il suddet- temeraria arroganza a Benedetto XiV,
to vescovo di Babilonia consagrò a' 28 nel chiedergli la conferma del commesso
ottobre 1783 collo stesso sacrilego rito suo reato. Il Papa col breve Hieronymo
de'due precedenti. Clemente XII con bre- de Bock, de'26 giugno l'j^S, Bull, c'ìt.,
ve de* 17 febbraio 1735 dichiarò nulla p. 236, annullò l'elezione del pseudo ve-
l'elezione di lui, ed esecranda la sua con- scovo d'Harlem, e con censure gli vietò
sagrazione, il perchè Teodoro si appellò di farsi consagrare. Saputosi poi dal Pa-
48 UTR UTR
pa la seguila consagrazione, la con{!ann^ c^s^ d'accettare il trattato; ma prote-
con sentenza di scomunica pe'fhlsi con- stando gli scismatici con una dichiara-
sagratore e consagrato, mediante ii bre- zione de' 1 2 settembre, che non avrebbe-
-ve Tarn praeclaram, de'28 agosto 1 74^, ro acconsentito giammai alla sosci izione
Bull, 244- Di pii:i Benedetto XIV
cit., p. pura e semplice del formolario Alessan-
nello stesso giugno a vea condannato l'ap- drino , né mai accettata la costituzione
pellazione d'ambedue al futuro concilio, Unigenitus Dei Filiusy coWa quale Cle-
col breve /altissimo Divinac Provìden- mente XI condannò in globo o propo- f i
che della pazienza e illuminata vigilan- conoscere agli scismatici, che non erano
za, come della energica e salutare severi- essi tanto audaci nell'avanzare lo scisma,
tà de'Papi in difesa della Chiesa e della quanto egli vigilante nell'abbatterlo.Cre-
purità della fede, onde preservare i cat- sciulo secondo il narrato il niuiìero de*
tolici olandesi dalie mani degli scismatici falsi vescovi della nuova chiesa d'Olan-
e da* loro errori. Finsero dipoi gli sci- da , il Meindarls essendosi arrogalo nel
smatici di volersi riconciliare colla s. Se- 1763 ildiritto di metropolitano, convo-
de, e però Benedetto XIV nel 1748 sta- cò e tenne a' 1 3 settembre un sinodo pro-
bill avanti di se una congregazione di vinciale nella sagrestia della chiesa par-
cardinali, dalla quale uscì il decreto de* rocchiale di s. Geltrude d* Utrecht, al
6 ottobre, in cui si dichiarava , che gii quale egli presiedè, coli' intervento de*
ultragettini sarebbero riammessi alia co- pseudo vescovi sufTraganei della falsa
munione della Sede apostolica e della s. chiesa d' Utrecht, cioè d* Harlem e di
Chiesa, quando essi sottoscrivessero pu- Deventer, di 6 canonici e 9 parrochi, tul-
ramente il formolario di Alessandro VII, li come giudici (ecco il fonte donde il
po Leodicnsi gratulatur prò pastorali breve Piane cognitmn vobìs, de'22 luglio
ab ilio edita, etevulgatione Apostolicae 1778, Bull. Boni. cont. t. 6, p. 20, a'
morabili del quale, dice Cancellieri nel- sagrazione dell'elello, dal quale lo stesso
la Storia de' possessi ù p. 4^4 > nierita Papa ricevè una lettera scrittagli nel dì
menzione distinta quella che die ad uno seguente, in cui gli partecipa l'avvenuto.
che gl'introdusse il discorso della riunio- A tanto eccesso di temerità stimò Pio VI
ne della chiesa d'Utrecht: Adorate, cjuae di dover fulminare nuove censure col
incendistis; incendile, quae adorastis. breve Dcdinius advos, de' 5 agosto, Bull.
Le trattative dell'unione
si proseguirono cit., p. 28, egualmente diretto agli stessi
5o UTR UTR
niunica,i quali insultavano la Sede con s. Ulrecbt clic negli altri luoglii d* Olanda,
lelteiedi simulata sommissiuno, accom- il numero di que* cbe da Roma ricono-
pagnate dagli atti della più ostinata disub- sciuti sono per cattolici e cbe vivevano
J>idienza. La nìorle del Dycvclt, clie si di- contentissimi sotto la direzione de'vicari
ceva vescovo di Devenler, die luogo ad apostolici, era molto maggiore dell'altro.
altra sacrilega elezione nella persona di 1 nollre del bergamasco Mozzi si ha la Sto*
Nicola Nelleman, parroco di s. Orsola di ria delle ris'oUizioni della chiesa d'I!-
33eUt e canonico d'CJlreclil, segnila a' trecìity Venezia 1787. Il Bercastel nella
infame parallelo fatto dal conte di Trauts- con Pio VI, andati a vuoto per ostinarsi
inandorf della condotta della Cbiesa ro- nelle loro erronee privale opinioni per ,
riguardo (ìe Donatisti. Sì osserva altresì stel de'pseudo arcivescovi e vescovi d'U-
dall'autore della Storia, cbe la Cbiesa di Irecbt, Harlem e Devenler, degli scismi
Francia è andata su ciò coslanlemenle di quelle cbiese, e de'brevi di riprovazio-
d'accordo colla romana, e cbe molte ne di Pio VI. Nel i833 fu stampata in
volle è stata quella lai." a esercitare al- Fermo l'Allocuzione tenuta in Utrecht
cuni alti d' ecclesiastico rigore contro nel tempio cattolico di s. Martino a'RB,
quella tal cbiesa , e molte altre cose si Pastori delle sagre missioni d'Olanda
avvcilonu; precipuameiile, cbe tanto in il dì 20 settembre i'jc)i dall'apostolico
UTR UTR Si
superiore arch>escovo di Nixihi Cesare questo scisma, deplorando che allora fra*
Brancadoro, allora nunzio di Crusselles gallicani emigrati e fra' preti esuli da
e poi cardinale, veramente degna di quel Francia ,
per la fede de* padri loro e la
retante e dotto principe della Cliiesa ro- fedeltà ai re, frequentavano le chiese sci-
mana. In essa ricorda la visita fatta ne* smatiche e nelle cose divine comunicava-
luoghi delle missioni apostoliche «l'Olan- no coU'arcivescovo interdetto, con pub-
da, l'amministrazione de'sagramenti del- blico scandalo. Esortando i cattolici o-
IaConfermazione,deirEucnrislia,deirOr- landesi a vivere separali e lontani dagli
dine, del suo amore e sollecitudine ver- scismatici e da' loro seguaci, ma di non
so il gregge afìldatogli, lo slato progressi- mai perseguitarli co'detti o co' fatti, con
vo e lodevole delle missioni; e si ammira- ingiurie o contumelie, dovendo esser be-
no l'esortazioni evangeliche con facon- nigni e compassionevoli, e piegare Dio
dia pronunziate. Ricordò a* detti parrò- perchè si ravvedino, secondo le paterne
chi ecooperatori. «Che dall'infausto prin- pontificie esortazioni. Gli successe nella
cipio di cpieslo deplorabile scisnja sino a' soprintendenza interina delle missioni in-
dì nostri, tulle le volte che o la temerità glesi, e qual superiore delle missioni d'O-
si avanzò ad e-
del capitolo ultrajettino landa, mg."^ Annibale della Genga arcive-
un arcivescovo, o l' intruso anti-
lensersi scovo di Tiro e nunzio di Colonia, poi glo*
canonicamente a tal grado pretese di de- riosoLeone XII. A suo tempo essendo
stinare de'pseudo vescovi in Harlein o a morto il pseudo arcivescovo d* Utrecht
Deventer, la s. Sede apostolica con let- Nieuwenhysen, a*io maggio 797 gli fu i
tere in forma di breve di rette a'fedeli del- dato in successore Gio. Giaconìo Van-
la federazione del Belgio, solennemente Rhyn,checonsogròil falso vescovo d'Har-
dichiarò così fatta elezione e designazio- lem Broekinan; laonde Pio VI col breve
ne illecita, nulla, irrita, invalida allatto, Ferlaiiis ad Nos y de' 26 agosto «797,
e la susseguitane consagrazione nefaria, Bull. Rom. coiit. t.io, p. i (6, ne con-
sacrilega, esecranda , scomuniche fulmi- dannò l'elezione e la consagrazione , di-
nando ed anatemi, e della cattolica co- chiarandolo sospeso e scomunicato vi-
munione privando, e denunciando come tando. Il successore Pio VII ne rinnovò
vitandi eletti insieme ed elettori , consa- la sentenza, anche per aver consagrato »
grali e consagranti, e tutti coloro, che co- vescovo d'Hailem e suo pseudo suHraga-
munque prestato a vesserò aiulo,consigl io, neoGiovanniNieuwenhysen, condannan-
consentimento ed opera in tali elezioni e do e scomunicando ambedue col breve
consagrazioni: non ignorate che la mede- Dani urgente univcrsif del i.** ottobre
sima s. Sede gli eletti e consagrati , de* 1802, Bull, cit., t. r, p. 4^2. Elettosir
appartenente, decretò irrite e di nessiui dire di parteciparlo a Pio VII con lettera.
tralore, e stabilì, che si avesse a riguardar Il Papa col breve Perlatae ad Nos-^iìtì
come sospesi, ed anche irregolari se a- , 1 4 dicembre i8o5, Bull, cit., t. 12, p.
vessero esercitalo gli ordini, tutti coloro 4oo, condannò tale elezione e consagra-
che per l'autorilà di tali vescovi ricevu- zione, i falsi arcivescovo e vescovi e chiun-
to avessero l' imposizione delle mani". que vi avesse cooperato, dichiarandole ir-
Rammenta i sunnoniinati Papi ch'ebbe- rite, nefande, sacrileghe, illegittime, per-
ro il costante iuteudimeuto d' estirpare chè fatte contro le leggi della Chiesa, e
52 UTR UTR
che fossero riconosciuti per scismniici e codice giansenistico. Riporta il n.T) del
scomunicali vitandi. Il pseuilo de Jong 1 Hai io di Homa del i82(), che essendo
vescovo di Devenler,dopo over conlribiii- morto lo scomunicato e scismatico Van
lo all'elezione di Willibroido Vai» ()s a Os arcivescovo d' Ulreclil, gli scismatici
scismatico arcivescovo d'Utrecht, locon- di sua setta, sempre costanti nella loro
sagrò a' 24 api ilei 81 4; e Pio VII nello perlinacia, siurogorono a lui con crimi-
slesso anno col breve Inter niaximns, nosa illegalità Giovanni Van Santen; il
de'7 settembre, Bull, cit., I.i3, p. 827, quale unendo l'insolenza alla colpa, con
condannò l'elezione e 1' ordinazione , di- audacissima lettera osò annunciare In sua
chiarandole illecite, nulle, illegittime, sa- elezione e consagrazione alla s. Sede, ri-
crileghe, fuhnininidu l'anatema conlro i cercando da Leone XII d'essere ricono-
sedicenti vescovo e arci vescovo,non meno sciuto per legittimo pastore delia chiesa
conlro quelli clie vi cooperarono. Narra d'Ulrecli l.Non poteva il Papa in tale cir-
il n.° 67 del Diario di Roma del 1825, costanza dimenticare, siccome quegli sci"
che gli ostinali scismatici d' Utrecht a- scismatici avrebbero voluto, la sua digni-
\endo proclamato di recente vescovo di tà di supremo Gerarca, l'autorità della
Deventer GuglielmoVet,-il quale con let- Sede apostolica, e le prescrizioni de'sagri
tera de'i3 giugno 1825 non arrossì di canoni: onde con lettera apostolica de'i3
rendere consapevoledi sua elezionee con- gennaio 1826, diretta a tutti i cattolici
sagrazioneil Papa Leone XII; penetrato del Belgio Baiavo, nella pienezza de 'suoi
il santo Padre da quest'esempio di per- pontificii poteri, sottopose rigorosamen-
tinacia negli errori giansenistici, e nella te Giovanni Van Santen alle medesime
disunione dal centro dell'ortodossa uni- censure ecclesiastiche di i.^ classe, delle
tà, a' 19 agosto diresse un breve aposto- quali era stato gravato da Pio VII il pre-
lico a tulli i cattolici dimoranti nel Bel- decessore Van Os. Il Santo Padre nondi-
gio Datavo per avvertirli della nullità di meno, in mezzo a'suoi giusti rigori, non
tal promozione, e dell'ecclesiastiche cen- volle chiudere allo scismatico le vie del
sjue da cui Irovansi innodati tanto il pro- ravvedimento, ne toigli la speranza del
clamato quanto quelli i quali nella sacri- perdono; per cui si degnò far sapere pa-
lega inaugurazione sua avevano avuto ternamente, colla lettera apostolica, che
parte; e paternamente gli esortò a fuggir- se il Van Santen abiurava il suo scisma,
ne il consorzio, e rimanere costanti nel- ubbidiva alle leggi di s. Chiesa, veneras-
la cattolica comunione. Terminando il se i decreti della s. Sede, egli lo accoglie-
breve con mostrare il più vivo deside- va cou»e figlio carissimo fra l'amorevoli
rio del ravvedimento de'traviati, che es- sue braccia, contento di poter esclamare:
so implora con fervide preci al Signore. Abbiamo curato la Babilonia^ ed ella
Dice l'Arlaud nella Storiadi Leone XII^ e sanata. Sia benedetto il santo nome di
che essendo l'Olanda agitala dalle tur- 7>^/o.GregorioXVI (che da cardinale qual
bolenze che vi suscitava una riunione co plenipotenziario di Leone XII avea con-
iiosciuta sotto il nome di piccola Chie- cluso col re de' Paesi Bassi il concorda-
sa^ Leone XII col dello breve si rivolse to che riporta il Bull. Rom. cont. nel l.
a'caltolici d'Olanda, gemendo nel veder 1 90, che il Papa approvò colla bol-
7, p.
la Chiesa cattolica turbata dallo scisma la Quodj'aindiu maximis^ de* 6 agosto 1
d'Utrecht; ed osando Guglielmo Vet ap- 1827, e promulgò nel concistoro de' 17
pellarsi vescovo di Deventer, con aver a setlefnbre coll'allocuzione Quas prò in-
con lettera
hii notificato la sua elezione, staurandisy loco cit., p. 94; quindi altre
che r intruso avea studiatamente inor- cose dovè operare sotto Fio FIIIj e ri-
pellala di adulazioni, secondo i canoni del ferii il tulio ne'qui ricordali articoli) col
5
UT R UTU 53
breve In Snncta hac Pi- tri iSer/^,de'4 set- Ristabilimento della Gerarchia eccle-
tembre 843,coiidannò l'elezione e la con*
1 siastica nella Neerlandia o Paesi
sagrazione d'Enrico Giovanni Van Bimt Bassi.
nuovo vescovo falso d'Harlem, consiigia- Conviene che anzi tutto faccia un fu-
lo da Vaii Sanlen arcivescovo scismatico gacissimo cenno del riferito da me al-
d'Utrecht, pronto di ricevere ambedue I'articoloPAESiBASsi,per meglio compren-
nel grembo della Chiesa cattolica seab- dere quanto precedette il glorioso avve-
biiirassero i loro errori. Nel i853 Er- nimento, e quali cose lo prepararono e
manno Heykamp divenne nuovo vesco- maturarono. Grande fu il male che pro-
To settario di Devenler, ed imitando l'u- dusse a'cattolici l'infelice, deplorato e o-
so degli scismatici suoi maggiori, scrisse stinato scisma della sedicente chiesa d'U-^
le soli le frasi alla s. Sede. Il regnante Pio trecht, infinite le vessazioni e le violenze
IX in virtù del potere apos^tolico scomu- patite, sì pe'giansenisti e sì pe'dominanti
nicollo, e con lui quanti concorsero alla protestanti; mirabile ed edificante la co-
nomina e alla consagrazione del mede- stanza nella vera fede de' medesimi cat-
simo, ordinando ne' termini più formali tolici. In conseguenza dell'insurrezione
che tutti i cattolici abbiauli in conto di del 1787 de'Paesi Bassi contro Giuseppe
scomunicati. Nel voi. LXXIlljp. 4^, nar- Il imperatore d' Austria, i cattolici della
rai quanto precede, accompagnò e segui repcdjblica d'Olanda doveano ricuperare
il decretalo dogma dell'Immacolato Con- la libertà religiosa; ma quantunque la
cepimento di Maria Vergine, nel dicem- chiesa cattolica fosse annoverata tra !e
bre 1 854 promulgato dal medesimo Pio religioni tollerale dallo stato, soltanto nel
IX; e uell'accennare le dimostrazioni so- I
798 ricuperarono esse le chiese e altri
lenni e universali di giubilo religioso per loro edilizi, tranne i , che però
cattolici
slcomuiovente avveiémento, ricordai pu- nel resto furono emancipati, prima essen-
re quelle de'catlolici del Belgio e dell'O- do malamente tollerato il loro culto. An-
landa. Quindi osarono gli attuali 3 falsi zi nell'Olanda settentrionale che a'catto-
arcivescovo d' Utrecht, e vescovi d' Har- lici per la loro immensa maggioranza si
Aertshisscop van Utrecht , en de Bìss» peratore de'francesi, indi nel 1 809 la riu-
choppcn van Ilaarlenien Deventer over nì al suo impero, ed i cattolici provaro-
de Oubevelekte Ontvangenis der IL no alcuni miglioramenti. Però nel 181
Maaagd 31aria(\L\e&\.: Instruclio Pasto- nell'erezione del regno de'Paesi Bassi, in
ralis Archiepiscopi Ultrajecti ac Episco- cui fu compresa, nuovamente la chiesa
porum Harlemensis, et Daventriensis su- cattolica fu posla sotta una specie di tu-
per Immnculata Couceptione D. Mariae tela, e quindi dal governo neerlandese si
pellari ebbero con tale allo precipuamen' con Lewarden capoluogo e residenza del-
le in mira il rislabilin^ento delld gerar- l'arcijìrete. 7.° Dell' arcipretura di Gro-
chin cailolica per tulio il regno, ina nel- ninga,con Groninga capoluogo e residen-
l'esecuzione del concordalo la sola parie za dell' arcip) eie. Queste provincie cosi
meridionale del regno, ossia il Belgio, ne divise costituiscono 7 arciprelure o di-
provò gli ellelli. Finainienle neh 83 i la stretti, a ciascuno de' quali presiede un
rivoluzione del Belgio, da'Paesi Bassi se- arciprete, che sotto di se ne' decanati in
parò affatlo le provincia meridionali, co* cui sono riparlile l' arciprelure hanno
stituite nel nuovo regno del Belgio^ ri- molti parrochi, con 4 06 parrocchie e 4^0
conosciuto da Gregorio XVI col manda- chiese. La missione dipende per la s. Se-
re un nunzio apostolico in Brusselles, re- de iuimediatamenle dalla cardinalizia
stando le Provincie settentrionali sollo lo congregazione di Propaganda ^/V/c. L'in-
scettro diGuglielmo l,col nome di regno caricalo d'affari inleruunzio apostolico
INcerlandese o óe' Paesi Bassi. Dopo a- del Papa all' Aja, per decreto di Grego-
vere riferito nel ricordalo articolo una rio XVI nel i83i fu dichiarato vice-su-
rassegna storica intorno allo sialo della periore delle medesime missioni d'Olan-
religione cattolica in Olanda e altre prò- da. Inoltre riportai la statistica del clero
vincie settentrionali, dalla fatalissima pre- secolare e regolare, degli stabilimenli s\
tesa riforma sino al 1 840, aggiunsi le no- di pubblico insegnPnìento che di pia be-
tizie sino ali85o; e passai indi a descri- neficenza. Dissi che nel 1834 il governo
vere la ^fissione delle ^ Arcipretured' O- regio offri uno stipendio al clero cattolico,
landa o settentrionali de'Paesi Bassi, che cioè un 3." dell' assegnato al protestante,
per loro eterna sventura con ribellarsi a facendo il confron lo numerico de'catto-
Filippo li abbandonarono la religione liei cogli acattolici. Dal 1840 in poi, os-
cattolica per abbracciare l'eidetica sella sia dal re Guglielmo II soltanto si verificò
del calvinismo. Pertanto descrissi le mis- la libertà del culto cattolico. Siccome il
sioni,! decanali e loro luoghi. i.° Dell'ar- il re Guglielmo 11 pel suo regno d'Olan-
cipreture ^'Olanda e di Zelandayhi.* da o Paesr Bassi nel 1840 voleva attua-
con Amsterdam capitale dell'Olanda, già re il concordato elaboralo dal cardinale
costello d'Amslel, residenza dell'aicipre- che allora governava la Chiesa col nome
le d'Olanda, da Napoleone 1 dichiarata di Gregorio XVI, per le gravi opposizioni
la 3.^ cillà dell'impero francese, dopo Pa- che trovò ne'prolestanli, si contentò che
rigi e Roma; la 2/ con residenza dell'ar- intanto ilPapa istituisse i discorsi vicariati
ciprete di Zelanda all'Aja capitale del apostolici e meglio stabilisse i preesisten-
regno de'Paesi Bassi, coulenenle l'arci- ti. Finaluìente tiescrissi i 5 vicariali apo-
prelura anche Harlem, lacui cattedrale stolici de'Paesi Bassi del Brabanle setten-
è la più grande dell'Olanda, non che Mid- trionale, i, ''Il vicariato apostolico di Bois-
delburgo. a.'^Deirarcipretura d'Utrecht, le-Duc, dicui neh 83 I Gregorio XVI fe-
sen (alluale arcivescovo tl'Utreclil) e ve- già fallo cenno nel più vulte citato articolo
scovo ili Gena in parlibus , dappoiché pubblicato nel i S5 ,con
r dire delle copiose
iti tulli i vicariali aposloiici d'OIamla, co- suppliche indirizzategli da'cattolici d*0-
me in Inghilterra eaIlrove,quel Papa vol- landa per ottenere de' vescovati come in
le porre de'vescovi, pel da lui vagheggialo nntico. Perciò raccontai, che neldicem-
proponimento e vasto concetto di ripristi- bre i85o governo acattolico d'Olandii
il
narvi la gerarchia ecclesiastica. 2." il vica- del reGugliehno 111 regnante, mentreera
riato apostolico di Grave, Ravestein e Me- internunzio apostolico e vice-superiore
gen, eretto neh 83 i daGregorio XVI, e lo delle «nissioni d'Olanda mg.XarloBelgra-
dièinainmiiiistrazioiieal precedente vica- do (ora vescovo d'Ascoli, e di cui nel voi.
rio apostolico con residenza in Grave. 3." 11 LXXzMI, p. io5), avea manifestalo un
vicariato apostolico di 13reda, istituto nel profondo rispello alle libertà religiose,
i8o3 da Pio VII, e meglio stabilitone! col dichiarare che vedrebbe colla mag-
il i.° vescovo olandese che dopo piti di dò irragionevolmente come nuove usur-
100 anni fece residenza in Olanda, e si pazioni, d'invasione papale, d'ambizione,
recò in Roma a*3i gennaio i84o. L'in- di rei disegni. Ma queste grida non eb-
defesso zelo religioso di Gregorio XVI bero nemmeno il merito della novità del-
per la propagazione ed esaltazione della l' oggetto al quale furono applicale, ed
Chiesa universale non si limitò alle cure ebbero dall'altra parie il grande vantag-
paterne delle 7 arcipreture delle missio- gio d'essere già stale cor»futate di recen-
ni d'Olanda, ed allo stabilimento de' 5 te da'falti d'Inghilterra nella restaurala
accennali vicariati apostolici della slessa gerarchia cattolica con J^Vestniinster(f'' .)
Tultavolla posso io qui dichiarare, che Sopraggiunse il 1 848, anno n»alaugui alo
venne tosto dichiarato pro-vicario aposto- a tante nazioni, meno fmieslo [)erò a'cat-
lico il presente mg/ D. N. Adanies. Narra lolici olandesi; perché la nuova costitu-
la Civiltà Cattolica^ 2." serie, t. 2, p. 344 zione che riconfermava il princi[)io del-
e 4^3, che a ben comprendere la que- la separazione dello sialo dalla Chiesa at-
stione agitala nell'Olanda per la ripristi- tribuì a tulle leconumioni religiose il di-
Dazione della gerarchia cattolica, è ne- ritto di ordinarsi secondo le leggi del pae-
cessario accennare alcuni preliminari. se. Quindi ebrei e proteslanli tolsero a
>i Nel i8i5 dopo assestati gli aifari po- riorganizzare i loro culli. Anche i catto-
litici d'Europa entrò la s. Se(Je(o l^ioVU) lici protetti dulia legge che noi divieta
in trattazioni col governo de'Paesi Dossi inviarono al S. Padre (Pio IX) nnu»erose
per organizzarvi l'ecclesiaslica gerarchia; suppliche pel riordinamento della tanto
ina ogni fatica tornò vana e i negoziati sospirata gerarchia. Le Iraltalive ebbero
rimasero per allora iudeljniti. Questi si luogo,e noi ne accenneremo le principali,
ripresero 12 anni dopo (da Leone XII) dopo indicato brevemente quali siano i
con esito più fortunato in quanto allo sla^ nemici contendenti a' cattolici quella li-
bilire il diritto e conchiudere il patto (il bertà che loro concede la costituzione.
concordato suddetto) ; l'esecuzione però Mollissiuji sono in Olanda i partili acat»
non rispose che in parte alle promesse. lolici; possono però ridursi a 3 principa-
Poiché, sendo decretato che tutto il re- li, abbraccianti ciascuno buon numero
gno formerebbe una sola provincia eccle- di peculiari frazioni, e sono : i sedicenli
siastica avente il metropolita a Malines Ortodossi, le Società segrete, etl i Con-
nel Belgio, e due vescovi suliraganei ad seri'alori. 111. "degli or/or/o.y?/, capitana-
Amsterdam e Bois-le-Duc nell'Olanda, to da Groen vanPrinslerer membro del-
il decreto non fu tradotto alla pratica la 2.^catnera, aspira a ripristinare la dot-
che nella parte meridionale del regno. trina formolala nel sinodo diDordrecht
Indi a 3 anni sopraggiunsero le rivolu- (eretico) l'anno 1618, perciò vorrebbe
zioni che travagliarono per un decennio tornar le cose com'erano avanti il 1798,
llnchè il Belgio nel 1840
l'infelice paese, epoca dell' emancipazione de' cattolici
venne decisamente riconosciuto padrone neerlandesi, quando cioè la religione di
di se e staccato dall'Olanda. Allora il re stato era la calvinistica e malamente tol-
Guglielmo II mise mano all' esecuzione lerato ogi»i altro cullo. All'antico ordine
dei patto che dal 827 ancor restava ad
1 governativo bramerebbe accoppialo il si-
attuare nella porzione a lui rimasta del stema costituzionale, ch'esso dice poter-
regno. Ma i protestanti ed i nemici di glisi benissimo accordare. Questo parti-
Roma, coloro stessi che aveano semina- to nelle sue tendenze é implacabile av-
to tanti mali alla patria, levarono cosi versario del 2.° : le società segrete^ nu-
alle le grida e le minacce, che il sovrano merosissime nell'Olanda e non per anco
intimorito pensò di soprassedere ancora tulle conosciute. Le principali sono VJj-
di vantaggio, e fu convenulo col nunzio niias fondata da protestanti appartenen-
(di Gregorio XVI
che poi lo creò cardi- ti alla magistratura o all'alio commer-
nale) mg.' Capacciui di temporeggiare cio j ha per iscopo di nou favorire^ uè
U T II UT R 57
proteggere se non il proteslanlesimo per quistarli ; odia pertanto V articolo della
mezzo ilella fiirza maleriale \' Assisten- : costilu/Zione che favorisce la libertà de*
za cris Liana ^dìQ mira a conservare pri- i cattolici, e qualsiasi ministero si mostri
\ilegi religiosi trasmessile d;igli avi, e inclinalo a volerlo osservare. A* conser-
data occasione, [)rocaccia pervertire con vatori appartengono per ordinario i Do-
tlcnaro poveri cattolici traendoli all'a-
i mine o sian ministri del cullo prote-
postasia in \\\\ co'Ioro figli : la Tucuda stante. Questi percepiscono di grasse pre-
intesa a comprare l)eiii stabili tra'calto* bende ; an>ano la tranquillila e la pa-
lieiper innalzare parrocchie e stabilirvi ce, l'erciò guai se arrivano
subodo- a
ministri protestanti : quella del Be/i es- rare una qualche riforma che metta
sere istituita per sovvenire i protestanti in pericolo l'invidiabile loro slato! Non
miserabilijspeciidmente per ispegnere lo- sono alfallo avversi a' cattolici, guar-
ro qualsiasi desiderio d' abbracciare il tlavano però coll'occhio del prefàzio, co-
catlolicisnjoj tiene l'occhio a'fanciulli na- me si suol dire, il ministero Thorbecke
ti di matrimonio misto, cerca d'istruirli per certo suo progetto di legge ni lima-
fin da'primi anni, li soccorre bisognosi, mente proposto. Temevano che il prov-
li raccoglie orf.melli : fìnalmenle la più vedere a'poveri non dilfalcasse loro le pro-
sfacciata di tutte appellasi Pliylaclerion, pine; era più che probabile che volendo
la quale, oltre allo spiiito [)articolare di riformare l' università non introducesse
proselitismo che la informa, promette, un qualche articolo a danno delle catte-
salve rarissime eccezioni, di non far ma- dre protestanti, e infine che il loro culto
trimoni co* cattolici, né torli al servizio, non fosse più lutelatoedirelloda un mi-
uè contrattar con loro, uè dar loro alcun nistro speciale. I 3 partiti suddetti, quale
lucro ec. E ciò basti delle società segre- per un titolo, quale per l'altro, aveano in
te e de'loro scopi peculiari esternamen- ui'C'ia
OD il ministero '. il n.° 58 delGior-
te professati. Che poi oltre a' fini sopra naledi /io//7<^i del 1 853, riporta l'allocu-
enunciati esse non ne abbiano degli altri zione fatta al sagro collegio dal Pa()a f*io
più rei e nascosti sarebbe stoltezza il non IK nel concistoro de'y marzoi853, Cam
supporlo: tuttavia egli è fuor di propo- placnerit niisericordiaruni Palri^ sulla
sito lo scrutinarli in questo luogo. Di- instaurazione dell'ordinaria gerarchia e-
eia m solo che le Società segrete sono ge- piscopale nel regno d'Olanda e del Bra-
neralmente avverse agli ortodossi^ per- banìe settentrionale. Do[)o aver dello co-
chè democratiche e naturali alleate della me Papa s. Sergio 1 istituì la sede vesco-
più pura democrazia d' ogni paese, fo- vile d' Utrecht « come vi pose al gover-
mentano in patria e fuor di patria la. ri- no Wilhbrordo, encomiato s. lionifacio
s.
voluzione e l'anarchia. Né amano punto e gii altri insigni pastori della medesima,
il protestantesimo se non in quanto ser- O averla Paolo IV
souiiiuiiKe
DO decorala del
ve loro di arma raicitliale a danno del grado di metropolitana con vescovi sulfra-
catlolicismo. Vogliono libertà piena e in- ganei. Pticorda la luttuosa perturbazione
tera, e fingendo divozione alla casa d'O- recalale da'novalori per far abbandonare
rani'easo'inanoal ristabilimentodell'an- al popolo il catlolicismo per seguire i loro
lica repubblica olandese. Leggono nelle errori, quindi dell'eresia che la soppresse,
tendenze degli ortodossi un ritorno al e quanto fecero senza intermissione prov-
dispotismo oligarchico, a cui esse hanno vidajnente e sapientemente pel manteni-
giurato eterna guerra. II 3." parlilo è il mento della fede caitolica nella regione
Conservatore^ il quale rimpiangendo i d'Olanda e del Brabanle Papi Gregorio i
58 U TR U T R
t: Beiieiletto XIV; siiigolai mente colle sue movcnda esse confidimns oh illoruni ae-
sollecilnclmi: « Gregoritts A'/'/ Pniede- qnitaiein et justitiani^ qui illius gubernii
cessar JVoster omneiii operainail religio- rei moderanttir,atque administrant. Ac-
nis ncgolìd inillis regionibus tnagii ma- cedit etiam , ut non soluni feiierabiles
gisniie coiiinonenda^ et tid tcclcsuisticani P^ratres,qui Ficarii Apostolici mane re
(liscipUiinin inslaiirandani conliderit. Et- ibifunguittur, veruni etiam nniversus ille
si vero Pracdectssor Nosler,Seretiissimo clerus, et quamplurimi laici viri ciijusquc
ìlio Rege ftiverUCy haud omiscrit nmlla ordinis et condiiiouis enixii iteratisque
piovide sapieiìlerque consiilutre,nc prue preci bus a Nobis cfJlagìLarinli ut ibi coni-
oculis habert- exoplnlaniEpiscopalis ilie- memoratam Episcoporum Hierarchiani
rarchiac imUitiratioiietn, tiifne'i ob leni- restituere vellemus. Fos ipsi inlelligitis ,
ibidegeulium numerum passim augeri, et nostrae Rtligionis rat ione Sj et alia gra-
benevolam ac propensam esse illius Se- vissima rerum adjuncla serio conside-
renissimi Regis erga calholicos ipsos sibi rantes, piane non dubilavimus, eamdeni
subjectos voLuntalem^et quoti die magisea Vltrajectensem Sedeni ad pristinam Me-
amover i impcdimenta, quae rei catholicae tropolitanae Ecclesiae dignitalem ac
olim advcrsabanLur , quaequepeuitus a- splendoreni evchere et restilucrc, eiquc ti-
U T R UT R *
59
lias commernoratas qtialuor Suffraga' /Jowrt.Dicbiarc) vescovo d'Hnrlem il pre-
neas Episcopales Sedcs aUrihtiere. Ha- sente ms».*^ Francesco GiacomoVan-V ree.
helis,Penerabiles Fratres^quae Fobis Alla sede vescovile di Bois-le-Duc die per
non sìne mn^na animi ISl ostri tactilìa eie provvisorio amministratore l'arcivescovo
Epìscopnlis in Hollandiae ac Braban- d'Utrecht, e lo è luttora. Dalla chiesa d'I-
tìaeRegno Ilierarcìiiae instnuralionebre- rinaedal vicariato apostolico di Lwnbur-
vìter raptimqne significanda exislinia- go traslalò alla sede di liuremoiida 1' o-
vinius. Aposiolicas vero de line re Lille- dierr>omg.' Gio. Augusto Pareilis. Final-
ras Jani prò ferri illasqiie vobis exhi be-
y mente dalla chiesa di Dardania e dal vi-
ri mandai'iniuSy ut clnrius et plenius ea carialo apostolico di Breda trasferì alla
omnia noscere possilis qnae ad ìianc
,
stessanuova sede di Breda l'alluale mg.'
ìpsam rem pertinent". Co^ì gloriosamen- Giovanni Vau-Honyonk confermando ,
nevano, ricevessero ila questo nuovo or- rio apostolico mg."^ Laurent il qtiale fu ,
mezzi adoperali per acceleiare un sì for- prile i853, il P. Deschnmp, qual procu-
tunato e ardentemente bramalo momeu- ratore dell' internunzio apostolico resi-
lo. Già il Papa Pio IX colla bolla Ex dente all' A ja presso la realcorle,mg/ Bel-
qua die arcano, de'4 marzo 853, a^ea 1 grado, pose la i/{)ietra fondamentale al-
ristabilito l'arcivescovato d'C/frec/i^, ed i la chiesa de'pp. Uedentoristi (de'quali ri-
vescovati d*IIarlem, Bois-le-Duc e Ru- parlai nel voi. LXXX, p. 56), la quale si
ci de' cattolici edel ponlilìcato fecero un tanza pa[)ale dar nome d'eresie a tul-
il
vostri padri, per domare T idolatria e la mmislro della giustizia incaricato pure
superstizione romana, sono caduti a vuo- del culto cattolico, sia pel carattere oHi-
to. Le società segrete rinfocolandosi a vi- ciale ond'è vestito, sia per la chiarezza in
cenda motto: ora,o non mai, non so-
col che pone le trattative che precedettero il
lo infestarono il paese d'un numero stra- decreto pontifìcio, merita almeno in par-
grande di libelli fino a 8 darne alla luce te essere riprodotto. Egli adunque dopo
010 ciascun giorno, teme- ma spinsero la aver ricordalo alla camera che nel de-
rità a segno di minacciare nelle pagine teratinarsi il bilancio per gli anni i85i,
di qualche giornale che » la casa d'Oran- 52, 53, fu detto dal governo e non con-
ge è rovinala se non vendica l'insulto fat- trastalo dagli stali generali, aver la Chie-
to dal Papa di Roma; ch'essa incontrerà sa cattolica piena libertà di regolare da
la sortede'Borboni e de' Stuard se per- se le cose sue, passò ad enumerare le dif-
metterà che Thorbecke metta in esecu- ferenti note che per tale all'are vennero
zione il decreto che dà morte all' Olanda scambiate con mg."^ Belgrado, nel seguen-
€C." Anch'essi i moderati k specialmente te modo.» Una lettera dell' internunzio
i Domine trassero fuori la versiera del- della s. Sede presso la nostra corte il
q
l'inquisizione e fecero credere al popolo dicenìbrei85i avvisò il gabinetto, chea-
trattarsi nientemeno che <li togliere le vendo giudicato Papa, dopo le comu-
il
chiese a'protestanti per darle acattolici. nicazioni fitte dal governo agli slati ge-
Insomma l'agitazione arrivò a segno che nerali e favorevolmente da quelli accolte,
parecchi giornali eziandio acattolici tolse- potersi venire all'esecuzione di organizza-
ro a pubblicare articoli pacifici e istruen- le la Chiesa cattolica, era d'avviso esser
ti gl'iuesperli del vero stato della questio- giuulo il tempo di potersene occupare;
UTR UTR 61
desiderare perciòili conoscere le intenzio- esponendo con dignità e schiettezza, che
ni del governo riguardo al Concordalo gli fece onore, il vero stato della questio-
del 1827 riniaslolullora senz'esecuzione. ne. Aggiunge inoltre la C'wiUìi Cattoli-
li 24 marzo i852 fu risposto dal mini- ca. «Di quante osservazioni non sarebbe
stro degli aiVari esterni, che secondo la feconda questa storia ! Bastici osservare
Jegge fondamentale poteva ogni comu- che : dunque
Sede per ottenere in
la s.
nione stabilire la sua propria gerarciiia, modo pacifico e di buon accordo lo sta-
purché essa si assoggettasse alle leggi del- bilimento della sua gerarchia non solo si
lo slato; ma che nel momento in cui la contenne rigorosamente ne'suoi diritti e
corte di Roma usasse di tale libertà, lo non urlò neppure leggermente le leggi
stato si reputava svincolato dalie obbli- olandesi, ma s'abbassò perfin a sagrifica-
gazioni contralte nelConcordato del 1 827. re un Concordato ch'essa
fu sempre pron-
Le altre lettere versarono interamente ta ad osservare, e che quel governo ne'25
sopra (juest'ullimo punto. Rispose I' in- anni dacché fu concluso non volie mai
ternunzio 23 giugno 1 852
il alla lettera ridurre in pratica. Eppure ciò nullaostan-
de'24 marzo proponendo di scartare il te si dice ancora da certi giornali spudo-
Concordato, senza però dichiararlo abro- rati che Roma |;etlò nell'Olanda la face
gato. In una sua de'24 agosto seguente, della discordia". Non potendosi appiglia-
il ministro degli affari esterni rispose, che re alla legalità troppo evidente, si atten-
avvenendo un'organizzazione della Chie- nero gli avversari a denigrar la s. Sede per
sa cattolica era necessario d* abrogare il qualche mancanza di forma accidentale.
Concordalo; non bastare lo scartario; do- Dissero che l'internunzio pontificio avea
lersi annullare definitivamente l'obbliga- promesso d'avvertire il governo del tem-
zioni che ne risultavano; domandaradun* po e del modo con che si procederebbe
cjue a questo scopo una dichiarazione ca- al ripristinamento della gerarchia e noa
tegorica da Roma. La dichiarazione ven- fé' nulla. Ria l' illustre, prudente e bene-
ne data il 7 setlembi e passato dall'inler-
I merito prelato proteslòdel contrario. Due
nunzio per ordine espresso del Papa, e il ministri convennero nell' affermare noa
16 del mese seguente il governo accetlol- aver la s. Sede violato alcun diritto, con-
la.Cosi terminarono questi negoziati. 11 servando profondo silenzio alle replicate
governo ricevette non è guari la comu- domande sopra questo punto. Anzi nella
nicazione della lettera apostolica del 4e seduta del 18 Van Zuylen van Nyevelt
l'allocuzione del Papa del 7 marzo. Da disse aperto e sonante: che la s. Sede non
questi documenti risulla che il Papa de- fecemai somigliante promessa. Ecco dun-
cretando l'organizzazione definitiva del- que formalmente purgala la s. Sede da
la Chiesa cattolica ne' Paesi Bassi v' ha quest'unica taccia che le seppero rimpro-
istituito 4 vescovati e un arcivescovato. 1 verare. Di più si afferma, che sebbene nul-
costituzione, ma interpretarla in altra gui- Da 'campi della poesia , delle belle arti e
sa che non fecero ministri predecesso-
i della letteratura del medio evo, a soste-
ri; dicendo che la legge la quale accorda nere i diritti della vera Chiesa contro l'e-
za; e che nel rispettare i diritti de'catto- Alberdingk Thijm coU'applaudito opu-
lici, doversi calmare il paese in gran par- scolo: La CalloUca organizzazione del-
ie irritato, con giusta soddisfazione! Cora- la Chiesa della nostra patria. Frattan-
posto il ministero degli elementi i più e- to il zelante mg.*^ Belgrado internunzio
Icrogenei, 3 di essi appartennero al pre- pontifìcio, con sua circolare avvisò i cat-
UTR UTR 63
per cui poi si procede all'eleiione deMe- de*minlsfri,combaltula da'princjpali pe-
pulali per la nuova assemblea la quale , riodici, ad accrescere vieppiìi i timori e
per l'indole pacifica della nazione, seguì l'incertezzesopravvenne il discorso tlel re
senza disturbo della pubblica quiete, recitato alla camera degli stati generali
quantunque nulla si risparmiò per ecci- a'i4 g'"g"o dello slesso 853, riportalo 1
tare le più irritabili e più tenibili passio- dalla Ch'il là Cattolica, 2." serie, t. 3, p.
ni della plebe. Ma la calunnia seppe sff- 216. In esso si legge che il re colpita ,
loro Bibbia , lanciaronsi coraggiosi ne' di ciascuno, riputò non doversi appiglia-
can)pi della politica, sebbene a dir vero, re agli avvisi dati da'consiglieri della co-
come osserva la Civiltà Cattolica yiìnche rona, i ministri ,
per aver compreso che
ivi combattessero colla Bibbia traendone seguitandone i consigli non avrebbe po-
spauracchio e indignazione del popo- tuto Far cessare l'eccitala inquietezza, ne
lo e la bestia dell'Apocalisse e la prosti- calmare l'inconlraslabile agitazione degli
tuta Babilonia di cui dicevano esser ve- animi. Secondo il desiderio de* ministri,
nuta l'ora di schiacciarle il capo. Riusci- aver concesso ad alcuni la dimissione, sur-
rono a intorbidare la quiete, a divide- rogando altri di sua fiducia; dopo il qual
re la 2.* camera in 4 parlili, di cui niuno provvedimento aver sciolto in parte la
ottenne sull'altro la prevalenza , e tutti rappresentanza nazionale, per lasciar a-
con particolari pretensioni. I reaziona- gio agli elettori di manifestar le loro opi-
ri coilegalisi allora cogli ortodossi ^ vo- nioni intorno alle attuali circostanze. Non
levano il movimento retrogrado, e preva- essendosi ancora potuta rimuovere la ca
lendo si sarebbero separali dagli o/Vo^o^- gione della doglianza , aver procuralo
si^ dispulando la preminenza e l'oligar- schiarimenti, essendo persuaso il governo
chia; poiché sebbene volevano l'esclusio- che molle dilIJcollà non si potevano al-
ne de'caltolici e degli altri dissidenti, o- trimenti evitare fuorché con «uia legge.
diano la pretesa chiesa riformata quale Il 6.° capo della costituzione fondamen-
uscì dalpseudo sinodo di Dordrecht, per tale assicura de'dirilli alle comunioni re-
sostenere dover esser libera d'ogni im- ligiose, ma nello stesso tempo impone la-
paccio, libera da certe formole di dirillo li obblighi al governo chea sdebilarsene
canonico a cui l'avvinsero con manifesta non si poteva prescindere dall' autorità
innocenza padri di quel conciliabolo ne-
i d'una h'gge. Essere sua intenzione invo-
gandole il libero esame, ch'è quanto di- cale la cooperazione degli slati generali,
re quel grande principio d' onde ebbe i onde sostenere al pari di lui con energia
natali la chiesa proteslanle. 1 cattolici u- il principio della lolleranza religiosa ra-
nili a'cosliluzioDali in detta camera, qua- i dicalo da gran tempo nel regno, ed evi-
li non richiedevano altro, fuoichè la pu- tar lutlociò che potesse far nascere divi-
ra e semplice osservanza delia costituzio- sione e scisma fra'figli dello slesso paese.
ne decretata nel 1848: era questo il par- Così esser possibile ordinar le cose per
tilo del ministero anteriore, rimasto vit- modo the possa lo stalo accordare a tut-
tin)a della tenacità de'suoi principi!, e non te le credenze religiose la slessa prolezio'
di qualche sbaglio personale. Tra le di- ne; e queste sottoponendosi egualmente
visioni de'parlili, l'accennata incoerenza alla medesima legge giusta e iinpaiziale,
e
64 UTR UTR
vi trovernnno guaienllgie per In loro re* vo con circa ìfooo giansenisti, inviò un.i
cipi'ocn libertà e ìmlipeiicleiiza. Quindi il ileputazione al vescovo nominato dal Pa«
re ilicliiaiò nperta InsseiubleQ. Da que- paad oilrirgli l'illimitata sua ubbidienza
sta allocuzione, la Civiltà Catloìira %i come a legittimo pastore. Nondimeno
rilevò governo giltarsi dal In parie di que'
il nella dolorosa condizione e vessazioni pa-
nialcontenli, che non poteva a meno di lile da'buoni cattolici neerlandesi, le ri-
non conoscere indignali senza ragione; ci sposte della I
."*
e della 7,.' camera al discor-
\ide giudicato come contrario ul voler so del re, tranne (|ualche formola meno
nazionale l'esercizio della libertà religio- moderata, furono piene di dignità e con-
sa concessa dalla costituzione; elle in so- trarie alle mire del gabinetto per bocca
stanza il ristabilimento della cattolica gè* del signore loro manifestate. Finalmen-
lorchiff non è altro fiiorcliè V uso della te la Civiltà Cattolica de'3i oltobre al
facoltà guarentita dalle leggi del 1798, i4 novembre i853 , gode di accennare
più volle riconfermata nel i8i4, iHi5, che dopo tante paure de' buoni e tanti
1840 e 848. Vi si dice che la libertà re-
1 soprusi de'malvagi, era piaciuto alla di«
ligiosa è radicala nel paese , e intanto si vina Provvidenza di serenare la burra-
voleva togliere o ohneno incatenare. Un sca, e quando meno s'attendeva dar vin-
altro punto che feri profondamente l'a- ta la causa alia giustizia. La notizia con-
nimo patriottico di molti cittadini , è il solantissima, e per la quale tutti i buoni
supporsi che que'soltanto i quali disfoga- cattolici furono compresi di santa alle-
rono negli ultimi mesi gli antichi odji e grezza, trovasi compendiala nelle seguen-
isenarono immenso scalpore abbiano sen- ti parole del Nce ria tuie r, foglio ullìciale
timento naziouide; come se il sentimen- d'Amsterdam.»» U ministro del re incari-
to nazionale fosse il sentimento anticat- cato degli alfari che riguardano il culto
tolico, il sentimento di rabbia contro due cattolico ha fatto sapere agi' impiegati
quinte parti del paese, e quanti disdegna* provinciali di S. M. aver avuto notizia of-
rono i brogli e le trame, cioè quasi la me- ficiale dell'essersi eretti da S. S. il Papa
tà de'6 1,000 elettori, eh' è quanto dirli (nell'Olanda) un arcivescovato e quattro
privi di sentimenti nazionali. Fiultosto vescovati, e nominati un arcivescovo e
doversi ritenere, che governo era sgra- il quattro vescovi,co'quali si potrà per con-
ziatamente persuaso di non poter caliga- seguenza corrispondere uflicialmente ,
re gl'irritati colla semplice osservanza del- purché i nomi della famiglia siano ag-
la costituzione, e bisognare altre leggi giunti a'titoli de* prelati". Seguì quindi
modificanti il capo 6.^ della costituzione la circoscrizione delle parrocchie delie
che adombra i nemici de'cattolici; ma le nuove conservando regolari le
diocesi, i
I
UTR UTR 65
giunse la consolante novella delLi segni- lai occasione i loro fedeli di confessori
la definizione , la gioia fu immensa ne* straordinari ; il che die luogo per ogni
cattolici; indi alla pubblicazione della dove ad esercizi e funzioni che poterono
bolla solennemente festeggiarono il gran- quasi paragonarsi a missioni, dalle quali
de avvenimento sì caro a tulli i catloii- derivò grandissimo vantaggio spirituale.
ci, e sì glorioso pel pontificato di Pio IX. Il clero tanto secolare quanto regolare
La Civiltà Cattolica^ feiie 2/, t.r2, p. fu infaticabile. Amsterdam, l'Aja, Utrecht,
704, del dicembre i855, riferisce »ne- Bois-le-Duc e le terre principali furono
diante una sua corrispondenza dell* O- evangelizzale , accordandosi tulli i mis-
landa, e ulteriori vessazioni de'protestan- sionari neir assicurare che il successo fu
ti verso i cattolici, ad onta che l'edifizio straordinario. 1 protestanti restarono
ÙQ Protestanti (F.)^ come altrove, si va tranquillissimi.Se ne vedevano anzi qua
sfasciando e minaccia sftinpre più di ca- e là di quelli che assistevano alle sagre
dere sopra se stesso schiaccialo dal pio- funzioni de'caltolici, il che fa loro gran
priopeso.>»Oh che confusione tra'pocliis* bene. In Utrecht un proleslante pianse a
simi zelanti che accorrono a puntellarlo! calde lagrime udendo predicare sul pul-
Quante teste altrettante opinioni, o a pito sì liberamente e di/votaraente la di-
meglio dire, religioni. Toltane la concor- vinila di Gesù Cristo. Indi passa a ripor-
dia comune nel dar noia a'cattolici, nel tare, dalla sua corrispondenza d'Olanda,
resto è molto se ne trovi una qualche de- i seguenti importanti e autorevoli dati
cina che consentano in parecchi punti statistici. Nel i854 le varie diocesi già
fondamentali". Narra quindi, che l'arci- aveano il seguente numero di parrocchie
vescovo d'Utrecht avea gettato la i .^ pie- udicialmente riconosciute. L'arcivescovo
Ira del suo gran seminario che alzava d'Utrecht 2 36, il vescovo d'Harlera 98, 1
però la scuola teologica si faceva nel pic- per quella di Breda, e 358 per quel- di
colo seminario dell'arcidiocesi in Culem- la di Ruremonda totale 1648 preti. A :
burgo. « Mg.' Belgrado internunzio del- questi conviene aggiungerne 86 che per
la s. Sede presso la nostra corte ci ab- varieragioni d'infermità, di vecchiezza ec«
bandonerà tra breve per recarsi ad A- sono fuori di servizio, e quelli che vivono
scoli di cui è stato eletto vescovo. Esso in istituti privali, il cui numero non cuo-
•vivrà in ogni tempo nel cuore negli an- io. Sopra il bilancio del 1 855 sono iscrit-
nali cattolici degli olandesi per le bellis- te le seguenti spese pel culto cattoli-
sime doti dell'animo suo e per la gran co: per l'arcivescovo d'Utrecht 2 5oo fio-
parte ch'ebbe nel ristabilimento dell'ec- rini de'Paesi Bassi, per ciascuno de'4 ve-
clesiastica gerarchia nella nostra patria". scovi sufTraganei altrettanti fiorini; 800
Aggiungerò, che gli successe l'attuale in- per un vicario generale, 2000 per 5 se-
ternunzio apostolico all' Aja, mg." Setti- gretari, e 5322 per le spese d'ufficio: to-
mio Maria Vecchiotti. La medesima Ci- tale fiorini 20,622. Quanto a' seminari
viltà Cattolica, serie 2.^ l.
9, p. 4^7> *'^c- vi hanno 800 fiorini per un professore,
conta il giubileo celebralo da 'cattolici nel 600 per quattro, e 4oo per undici; 1200
i855 con mollo fruito. I vescovi racco* fiorini per borse gratuite: in tutto 9400
mandarono a* parrochi di provvedere in fiorini. Per 686 curali rettori fiorini
VOI. LXXXVH.
1
66 U TR U Z I
357,293;per 548 vicari ec. fior .84,4 "ii: bliche, i^C) privale. Nel luglio dello sles-
lolnle fiorini 44 j7 4- IVcappellani del-
' ^ so anno 240,567 allievi frequentavano le
le carceri, 3357 fiorini per 86 sacer- ; scuole. Si vede che i»on mancano nella
<loli cmerili 37.276. Rimangono sussi* i NeerUmdia i mezzi d'istruirsi, e die sono
dii perlechiese Ecco un quadro com-
ec. ainpiamenle messi a profitto.
parativo, il quale è meglio vederlo nel- UTZIPPAUUA UZIPPIRA o U-
o
la Giviltàf mancando lo spaiio per ri- Zll^l^A II ITA. Sede vescovile d'Africa nel-
produrlo una colonna. Confessioni
in : la provincia procon>olare,sollo la metro-
Callolica romana, ministri pagali 388, i poli di Cartagine. Ebbe a vescovi: Ma-
anime !,i66,256. Rirornìala, ministri riano, die trovossi alla conferenza di Car-
1434, animei, 677,585. Evangelica Lu- tagine nel 4 ' e al concilio nel 4'9 5 ^i^*
'
terana, ministri 58, anime 53,66o. Lu- genzo o Augenzio, mandato in esilio nel
terana ristabilila,minislri7,anime8877. 484 da Unnericd re de'vandali ; Semen-
Anabattista, ministri 3o, anime 38,575. zio, che sottoscrisse il concilio di Carla-
Rimostrante, ministri 25, anime 4909- tagine del 52 5. Morcelli, Afr. dir. t. i.
giudei , legale 59,365, reale 60,192: memoria de' quali celebrasi nel martiro-
non cattolici 1,868,432 reale
, legale , logio della Cbiesa romana a* 5 giugno. i
1,894,468. Si aggiungono 647 anglica- Furono suoi vescovi Saturnino del 388, :
naie di Roma del 856 a p. 227, riporta1 cilio di Cartagine; Vittoriano nel 649
in data dell'Aja 23 febbraio. Il governo intervenne al concilio di Lateraiio con-
ha pubblicato la statistica djel regno fi- tro i monolelili. Morcelli, Africa dir,
no a'3i dicembre i854. Ammontava a l. I.
V AB V AB
V ABRES, Vahrae, Castrwn Fa- menti di Cantal,Gnrd, e Alla Loira, e il
hrcnse in Riitenis^Pagus Vabrensis^Va- borgo Vabres de Senegats di piirtimento
di
hra^ Fahrincum^ Fabrium.Cilia vesco- del Tarn. La città di Vabres ebbe origi-
vile di Francia, della vice-prefettura di ne da un* abbazia di benedettini fondata
Saiul-Alfiique,parte orientale delIaGuien- da Raimondo I contedi Tolosa, che re-
na, nell'anlico paese di Rouergue, di cui gnò dair852 air854, secondo la Gallia
Khodez n'era la capitale, che li'ae il nome Christiana, t. 4> p-i 107 Fabrenses E- •
quasi l'aspetto di villaggio, dopo la ces- ditari indipendenti, di cui Ugo lo cede
sazione della residenza vescovile e le an- neh 167 ad Alfonso II re d'Aragona, ma
teriori e successive politiche vicende. Tro- neli258 s. Luigi IX lo riunì delìnitiva-
vasi distarle quasi I 2 leghe al sud-sud-est mente alla corona di Francia. In Vabres
da Pihodez sede del vescovato alla cui , hanno luogo 3 annue fiere, e conta circa
diocesi ora appartiene, ed una lega sol- 1000 abitanti, fra'quali fiorì qualche il-
tanto al sud-ovest dalla città di Saint-Af- onorò la patria. L'abbazia e
lustre che
frique, chegode il primato del circonda- monastero dipendeva da s. Vittore di
rio non solamente perchè vi risiede il vi- Marsiglia, cluniacense, esente ecelebratis-
ce-prefelto, ma ancora per la sua popo- sima; fu sotto l'invocazione di s. Maria,
lazione e tribunali di I.' istanza e di com- la chiesa in quella di s. Pietro principe
mercio, de'suoi importanti lavoratori! di degli Apostoli, divenne celebre e vi fiori-
filatura, tessitura e tintura, suo spedale rono cluniacensi di santa vita, della quale
pubblico, e de'suoi stabilimenti d'istru- e del luogo scrisse (diversi da quelli, co-
zione e di carità, tra'quali si distingue il me avverte la Gallia Christiana, ossia
collegio Saint-Gabriel, recentemente co- di Vabres di cui parla s.GregoriodiTours,
struito ed affidalo ai pp. della compagnia Hist. 1. 9, e. 9), s. Odone cluniacense
di Gesù, il cui edilìzio è riuscito unode* nella vita di s. Geraldo (/^.);poichèque-
più belli del mezzogiorno della Francia. sto santo vi fece prosperare la monastica
Vabres non va confusa con Vabre vil- disciplina, e neinformò nobili giovani
i
laggio di Francia, nello stesso dipartimen- di cui amava prender cura e dirigere nel-
to dell'Aveyron, presso Mur-de-Barres, la morale senza professare la vita religio-
né con altre 4 Vabres della stessa Fran- sa, ben>ì la virtuosa e penitente, benché
cia ^ cioè 3 villaggi esisteuti ne' diparti- conte ebarone d'Aurillac E siccome egli
-
68 V A B V A B
sautamonle morì nel 909, così la fonda- me famìglie deirAlvernia, ncciocchè vi si
zione dell' abbazia di Vubres devesi at- formassero al vero spirito religioso. Quel
tribuire a Raimondo I.ConiQ)aiivillc, ///'- f«lto di s. Geraldo prova in che opinio-
stoirf ih toits Ics lù'cschcz^iVìce Vabies ne di sanlilà era in quel tempo l'abbazia
lidia Lingiiadoca, ma non sembra giusto dì Vabres. Però, come suole avvenire, il
nel civile, piuttosto nell'ecclesiastico per- primitivo fervore poscia si ralfreddò,e nel
chè fu snffioganea di due metropoli si- 1062 l'abbate Deusdedit si sottomise al-
tuate nella Linguadoca. Dice ancora, che l'abbate di s. Vittore di Marsiglia, che
l'abba/ia di s. Agostino nel 3 7 fu eretta 1 1 y\ mandò religiosi specchiatissimi e abili
in Tescovato. Ecco di lutto la vera sto- a rendei e a Vabres la sua antica riputa-
ria. Sotto li regno di Carlo I il Calvo^ i zione. Questo slato durò finché Vabres
normanni colte loro scorrerìe sulle coste venne elevala a sede vescovile colla bolla
dell' Aquilania , avenilo costretto molti diPapa G'iovanmXXWj Salvator nostcr^
monaci ad abbandonare loro monasteri i data in Avignone a' 1 3 agosloiSiy,/^^//.
per solltarsi alla schiavitù, BaÌQìondo I Hom. t. 3, par. 2, p. 1 53 : Erectìo Epi-
conte di Tolosa si airreltò d'ollrire ad A- scopatus Fahrensis,m cui si dice chi ara
dagnsio abbate benedettino di Pannai o mente, che la chiesa e raonaslero della
Paluial nel Perigord, di cui conosceva il Filla di Fabro del ss. Salvatore OriU-
grande merito, un asilo per se ed suoi i nis s. Benedicti, l'esentava dall' abbazia
a Vabres, che allora faceva parte de'suoi di Marsiglia. 11 Papa eresse Vabres in
doniinii. Quest'offerta fu fatta ed accetta- città, la chiesa del monastero in cattedra-
ta nell'86i, e l'anno seguente Raimondo le,compose il capitolo regolare di monaci,
1 ottenne dal detto re Carlo 1 la conferma con smembramenti della diocesi di
altri
desimo tempo cedette colla sua consorte tuita metropolitana di Tolosa, dalla qua-
Berlhesia o Berlhays, ad Adagasio, il qua- le passò poi sotto quella diBourges. Quin-
le avea già cominciato a costruire il mo- di nello slesso iSiy nominò i.° vescovo
nastero, le terre di Bias, Bedos, la Bes- l'ultimo abbate fr. Pietro de Olargio, e
sière, Broquiès, ed in seguilo con molle gli assegnò per mensa episcopale 20,000
altre donazioni accrebbero Timportanza lire annue. 11 Chenu, Epìscoporum Gal-
dell'abbazia, e le quali sono mentovale in lìae chronologìca historìa ^ ritarda al ai
mondo I, uno de'suoi figli vesti 1* abito cesse Raimondo de Olargio, il quale sta-
monastico a Vabres. Adagasio ebbe anche bilì inSaint-Affriqtie una comunità di4o
la consolazione di vedere venire a met- sacerdoti, e fu amico del celebre fr. Teo-
tersi sotto la sua direzione un sauto reli- dato de Gozon gran maestro gerosolimi-
gioso dell' abbazia di Conques, di nome tano e nato nelle vicinanze di Vabres.
Giorgio, ornalo di scienza e di virili,!! qua- Morto neh 3 47) indi e nell'istesso annoio
ledopo 5 anni fu fatto vescovo di Lodeve
1 fuGuido de'signori di Veutadour, morto
nell'Byy, dove morì pieno di meriti e in neli35i. PoidaClermont vi fu trasferito
concetto di sanlilà, e tuttora viene invo- Pietro d' Agrifoglio, fratello del vescovo
calo qual pastore diletto a Dio ed agli uo- di Rhodes. Nel i353 Bertrando de Pe-
mini. Non molto dopo, cioè nell'Bgg, s. brach già i." priore di Veutadour, e poi
Geraldo conte d' Aurillac, volendo sta- di s. Martino de'Campi di Parigi. Gli suc-
bilire un'abbazia nelle sue terre, mandò cesse il cardinal Gus^WgUwo Brngosc {F.)y
a Vabres alcuni giovani scelti tra le pri- morto in Roma nel 1 36'/ 1 369 e sepolto
V AB V A B 69
in s. Lorenzo Lucina suo titolo, a cui
in bres a Fiancesco I de la Vallette Cor-
lasciò la sua eredità, in pentimento degli nusson nobile di Cahors, fratello di Gio-
ioìproperii e imprecazioni scagliate con- varmi gran maestro di Malta isola che ,
tro Urbano V, sdegnato per aver questi ri- contro i strenuamente di-
turchi avea così
parato alla stravaganza de'suoi predeces- fesa, che Pio IV, se non mori va, erasi pro-
sori stabilitisi in Avignone, nel l'abbando- posto crearlo cardinale. Trovasi nomina-
narla per restituire a Roma la residenza to nel concilio di Trento, non che v'in-
pontificia; gloria die però conseguii il suc- tervenne come pretende Chenu, ed a suo
cessore GregorioXLll vescovo Stefano de tempo Gregorio Xlll secolarizzò il capi-
Vassignac, mandò un deputato al famo- tolo che ancor era regolare monastico nel
so Sinodo di Pisa nel 1409, e terminò di 1577. Mentre tutto il territorio della sua
vivere nel ì^ii. Guglielmo de Baslidos preda alle guerre suscitate
diocesi era in
morì nel 1421. Da Berito a 10 giugno dagli ugonotti, gli sarebbe stato facile dì
i45:x vi fu trasferito Giovanni Pelri , e ottenere delle truppe da suo padre si-
nello stesso giorno deli 4^3 gli successe niscalco di Tolosa, ma qual degno mini-
Bernardo Bianchi morto nel i4B5. Nel stro del Sigtiore non volle mai ricorrere
seguente Antonio Pietro di Narbona de* a mezzi violenti, ed in sì calamitosi tem-
baroni di Taleyrand, eletto da' canonici pi la carità, la dolcezza, una sincera di-
di comune consenso, già monaco abbate vozione furono la sua lodevole condotta.
commendatario di Grandeselva e Fonte- Soltanto quando vide il disordine giunto
freddo, nella cui chiesa di s. Maria fu tu- all'estremo, si ritirò nel castello di Saint-
mulato nel iSog. Gli successe il fratello Izaire, dove fu assediato da' calvinisti , i
Lodovico di Narbona, com'esso abbate di quali però furono dispersi da'cattolici ac-
detta badia, ed egualmente col suffragio corsi per difendere il loro vescovo. Que-
di tutto il capitolo : costruì l'episcopio e sti con somministrare per tempo de* ca-
il coro della cattedrale, la quale abbellì valli alla badessa e monache di Nonen-
70 V A B V AC
nel 1 645.1 n questo gli fu «oslUullo Isacco fu sostituito Lodovico de Baradat, già co-
Hilbert iliPui igi,caiionìco teolugo di quel* nosciuto pe'suoi dotti scritti in prosa e
Ja chiesa e lej^io predicalore; intervenne poesia, ed oratore sagromollo elo(picu-
Del i65o airusseinblea del clero in della le. A suo tempo, il Papa Innocenzo X[
città, lodato per dottrina equale ornauien- colla bolla Triumphans Paslor aeler-
lo dell'episcopato francese,a vendo pubbli- nus, de'3 ottobre 1678, Bull. Roni. l. 8,
cato diverse opere encomiate. Esse sono: p. 61, elevò ad arcivescovile la chiesa
1. Tre Discorsi da Ini pronunciali con- d' Alby, e le assegnò per vescovati suf-
tro il fanìoso bbro V Aiigustìnus di Gian- fiaganei diversi di quelli dismembrali
senio. 2. Difesa della fede. 3. Traduzio- dalla metropoli di Courges, fra' quali
ne latina del l'onlilìcale della chiesa gre- questo di Vabres. due ultimi ve-
1 suoi
ca con lunghe note. 4* De justiiia coii' scovi seguenti sono registrali anche nel-
nuhìali edicti, per provare che l'ordinan- le Nolizic di Roma. Clemente XI nel
ze di Luigi Xlll sul matrinr)onio non so- 1 7 I o preconizzò Carlo Alessandro leFd-
no contrarie al concilio di Trento. 5. De leul de la Chnpelle, della diocesi di Li-
consensu llierarchiae et Monarchiac : sieux, che i suoi talenti e le sue virtù fe-
fu tradotta in francese col titolo d'Unio- cero eleggere più volte deputalo delia
ne della Chiesa collo Stalo. 6. De Cathe- provincia ecclesiastica d'Alby all'assem-
lira, scu Primatn s. Pctn. 7. Difesa del- blea generale del clero di Francia. Ot-
la teologia de' Padri greci sulla Grazia. tenne che l'ospedale di Saint-AlTrique
8. Spiegazione dell'Epistole di s. Paolo a fosse eretto in ospedale generale. Cle-
Timoteo, a Tito ed aFdemone. 9. Rac mente XI li 1764 promulgò Giovan-
nel
colla di poesie Ialine, molte delle quali ni de
Croix de Castries, della diocesi
la
in onore di Luigi Xlll, col liloJo di Pie- d'Uzes, il quale pure più volte fu scelto
tas Hegia, raccolta stampata a Parigi. a deputalo all'assemblea generale del cle-
IO. Parafrasi sui Salmi della Bibbia de' ro ; venne carcerato nella deplorabile ri-
Settanta. 1 i. Inni sulla festa di s. Luigi. voluzione, e prima di morire egli fece
Questo celebre e benemerito vescovo di distribuire a' poveri e alle chiese di sua
Vabres morì nel 668 d'un colpo d'apo-
1 diocesi quanto gli rimaneva in denaro e
plessia a Pont de Salaras, mentre si re- in mobili. Restata vacante la chiesa ve-
cav-a a Parigi da Luigi XIV che voleva scovile diVabres neh 796, dipoi pel con-
farlocapo del suo consiglio. Il di lui cor- cordalo del 1801 Pio VII la soppresse,
po, riportato a Vabres, fu sepolto nella ne unì la diocesi al vescovato di Rliodez
cattedrale a piedi dell' altare maggiore o Rodez (F.).
che avea fatto ricostruire,sebbene nel suo VACABILI E VACABILISTI DEL-
testauiento avesse dichiarato di voler es- LA CORTE E CURIA ROMANA, Of-
sere deposto nel cimilerio de' poveri. Si Jlcioriim Venalium et VacahiVmm Ro-
legge sopra la pietra sepolcrale quell'e- manae Ciiriae. Uflìzi vitalizi vacabili e
pitalfio da lui composto mentre viveva: venali ossia vendibili della Corte eCu-
Isaaei Habcrli XX.mi Epis. Vahr. ria Romana, principalmente della Ca^
quod mortale fuit, hic resurrectionem mera apostolica, deWa Cancelleria apo-
expectaty quam heatam precare, pie stolica, della Dataria apostolica, oltre
vìalor^et novissima memorare. \ succes- quelli Capitolini^ nella più parie cosli-
sori si ponno vedere nella nuova edizio- luili in collegi. Questi udizi vacando, ri-
Siccome gh ulìui Tacabili furono da'Pa- i principali uffici vacabili, od anche mi- i
pi istituiti pe'hisogni urgenti della s. Se- nori, senza prezzo, si dicevano vacabili
lle, o del tesoro o erario pontificio, così donati. Molti vacabili degli uffizi minori
le somme che s'introitavano dalla came- di 2.° ordine, se i vacabilisti non erano
ra apostolica, per l'occorrenze dell'una o in grado di fungerli, si facevano esercita-
dell' altro si eiogavano e impiegavano. re dall'intestatario con l'opera personale,
Altre somme di frequente servirono a ossia da altri abili sostituti a'medesimi e
soccorrere le chiese cattoliche estere, ed forniti de' richiesti requisiti , mediante
anche i principi cristiani. Dunque lode- congruo compenso o in società. Altri va-
volissimo e commendevole ne fu il preci- cabili di 3." specie erano puramente sta-
puo scopo. 11 cardinal De Luca distinse biliti sul trarre dalle Tasse (J^.) impo-
in tre specie e generi diversi gli uflizi ste la quota loro assegnata, del qual ge-
venali e vacabili, i
.**
0/^C7<^ PraclatÌLìa nere di vacabili e vacabilisti tuttora ne
et primi ordiiiis. 2.* De Offlciis seciuidi esistono non poclai. La rendita degli uffi-
generis f quae non siuit Praelaiitia, sed zi vacabili esistenti deriva e previene da*
aliquain habent adniinìstrationeni. 3.° mensili o annui fruitati di emolumenti e
Da Offlciis tcrtìae classi^^ quae mdlani tasse stabilite pe'medesimi da' Papi die
habent adininistrationeni. \ vacabili del- l'istituirono, in compenso degl' intestata-
la I." specie si acquistavano dalla camera ri ossia di chi T esercitava e degli acqui-
apostolica, mediante pagamento d'una renti proprietari secondo la loro natura,
somma, anche cospicua e ragguardevole eil in generale quanto all' annuo incasso
in proporzione del reddito e dell'auto- rende un congruo e pur anco convenien-
rità e onorificenze annesse, che relativa- te compenso proporzionato alla somma
mente variò secondo i tempi. Imperoc- pagata, non meno dell'S ovvero del io
ché tra'detti uffizi vacabili eranvi anche per 100, ragguagliato cioè sul capitale
quelli di tale i .°ordÌQe,avendo annesso l'e- somministrato, anzi molli vacabili arric-
sercizio di diverse primarie cariche car- chirono i vacabilisti. Con quest'aulicolo
dinalizie e prelatizie, come andrò enume- io non pretendo alFatto di dare un trat-
rando, per promozione alle quali vaca- talo sulle diverse specie de'vacabili, non
va il vacabile. ]Ma per gli uffizi principa- solo perla mia relativa insufficienza, ma
li da chi gli acquistava, oltre la
vacabili, ancora come vasto e complicato argo-
somma che dovevano sborsare, richiede- mento, che in generale assai poco si cono-
vasi che ne fossero onniaamenle degni, sce. Adunque mi limiterò a tentare di dar-
colla corrispondente piena idoneità e in- ne una semplice indicazìone,richiamando
tegrità. Siffatti vacabilisti maggiori , sia inumerosi articoli che vi hanno relazione,
pe'natali,virttiecognlzioni,dovevanopm' coU'intendimento di possibilmente spar-
essere d'intera soddisfazione e gradi mea* gere alquanto lume sopra materie inte-
te de'Papi, pe'gelosi e alti uffizi di cui ve- ressanti,ma molto oscure, di cui appena
nivano investiti: dovevano es*i aver pri- alcuno n'è pienamente istruito.Dopo tan-
tua meritato la pontifìcia estimazione e ti mutamenti, non furono stampate opere
benevolenza, altrimenti non bastava l'of- che ci possano illuminare. Se nella defi-
frire le somme stabilite. Prova lumino- nizione o in altro non riuscirò del tutto
samente la storia , i grandi ed eccellenti esatto, mi lusingo che i tanti articoli che
prelati e cardinali, dotti e virtuosi che flo- gli apparlctìgono, almeno in buona parte
71 VAC VAC
siipplirnnnoa cìiiarire questa riunione di lario. Se lo intesta a 3.' persona , egli
nozioni. La caratteristica degli udizi ve- (l'acquirente del vacabile) dicesi ed è il
nali vacabili della corte e curia romana, proprietario, durante la vita del suo in-
Officia vena Ha vacabilia, si è che essi testatario, e fa sua la rendila dell'uffizio.
vengono posseduti sotto il pericolo di vi- Qualora al vacabile sia annesso un eser-
ta della persona, alla quale gli ullìzi in cizio, il quale esercizio è anche fruttife-
Dataria sono inscritti ossia intestati; per ro, la rendita dell'esercizio
non è del pro-
cui alla morte naturale dell' intestatario prietario,ma dell'intestatario del vacabi-
Tuffizio venale vaca, e se ne devolve ini* le. Non vi è dilferenza fra gli uffizi colle-
mediatamente l'assoluta proprietà al giali e non collegiali per ragione dell' in-
principe o camera apostolica , a conto testatario, poiché tutti debbono essere in-
della quale la dataria apostolica Io ri- testati onde [)otere percepire il frutto. L'a-
vende al prezzo reperibile , versandone zienda degli ufiizi vacabili venali è stata
Ja somma ricevuta alla medesima. La mai senqjre di esclusiva pertinenza del
vacanza di tal genere di uffizi venali vie* Tribunale della Dataria apostolica
ne impedita quando l'uflìziale, ossia l'in* (/^.), senza che mai abbiavi avuto la mi-
tèstatario del vacabile ne è insieme il pro- nima ingerenza la camera apostolica, né
prietario, e il vende ad altra persona, la i suoi ministri. 11 Datario o pro-datario
quale vendita dicesi Rasscgnaj come an« è il difensore nato de' vacabilisti , ed in
che quando chi ha la proprietà di un virtù di pontificii chirografi rappresenta
uffizio in sua testa non iscritto, trasferi* tutti gli uffizi vacabili che mancano, e
sce la inscrizione a suo beneplacito , os- finché mancano comunque del vero uffi-
sia trasferisce il pericolo di vita nel suo ziale. La persona dalla dataria deputata
uffizio ad un'altra persona. Nel caso l'in- privativamente alla partita degli uffizi
testatario sia assente da Roma, richiede- sopraddetti è Taraministratore delle com*
si che il proprietario dell'uffizio dia una ponende, il quale anticamente, quando
cauzione alla dataria del prezzo del vaca- l'uffizio delle componende era anche ve-
bile, qualora il detto intestatario non so- nale,dicevasi l'uffiziale delle componende.
pravviva 4o giorni alla seguita Trasla- Gli uffiziali vacabilisti se sono riuniti ìu jj
zione. Dalle traslazioni del pericolodi vi- collegio diconsi FacabilistiCollegialiyùì'
ta di persona in persona in un uffizio va- trimenti si chiamano f^acabilisti Singo-
cabile deriva, che alcune famiglie hanno lari. I tenevano pe-
vacabilisti collegiali
di essi conservato per qualche secolo la riodiche congregazioni, nelle quali tratta-
proprietà. L'uffizio vacabile, quando sia vano liberamente e indipendentemente
intestato nella persona medesima del pro- da chiunque altro gli affari economici de*
prietario, non può essere lasciato in te- loro collegi; nominavano persuffiagi al»
.stamenlo, né conseguirsi per eredità ab Guni (le greniio a sostenere varie incom-
intestalo, solo ciò può accadere quando benze nel rispettivo collegio piti o meno
il proprietario di un vacabile intestato lo lucrose e dette uiliziature, talune trime-
tiene in altra persona. Per altro deve ve- strali, talune semestrali, talune annue;
rificarsi all'epoca dell'apertura del tesla- come anche per suffragi eleggevano i lo-
menlOjOdel possesso dell'eredità, che l^in- ro ministri, cioè il segretario (detto pure
tèstatario sia vivente. Chi acquista un uffi- computista),comunemente chiamato cap-
zio venale vacabde della curia romana, os- pellano (perché come dissi nel voi. LXIf,
sia di quelli attinenti alla dataria e cancel- p. SoQ, anticamente il cappellano che la-
ieria apostolica, può intestarlo a se slesso ro quotidianamente celebrava la messa,
oa terza persona. Se lo intesta a se stesso, n'era pure il segretario, e come tale avea
esso ne è insieme proprietario e intesta? la cura e custodia de'iibri e scritture dei
V AC VAC 73
proprio collegio; i collegi avencìo poi co* ti dal datano. 3.* Che oltre a ciò ad alcu-
iiiincialo ad eleggere per segretario uà ni proprietari degli uffizi non liquidati, i
secolare, questo ritenne l'antica denomi- quali procuravano di essere assicurati del
nazione di cappellano), il depositario ed possesso de'loro uffizi in caso di morte de*
il procuratore , i quali 3 individui erano loro intestatari, fu accordato per organo
amovibili ad nutuni de' nominanti. Le della dataria un pontifìcio rescritto de-
congregazioni degli ufliziali vacabilisti col- claratorio: Quod interini tempus et lem-
legiali ebbero luogo fino alla chiusura del poranon curranf. In questa disposizione
Tribunale della Cancellerìa apostolica s'intese poi comprendere qualunque pro-
(P^.) avvenuta nel gennaioi8io. Duran- prietario di vacabile non liquidato, quan-
te l'intruso governo francese, dal mede- tunque non si fosse munito di simile re-
simo fu proposta la liquidazione de' vaca- scritto. Ma non ostante il divieto di ras-
bili, e venne eileltuala per 7/9 parli circa segnare vacabili non liquidati, si è veri-
i
dell' intero loro numero. Ripristinalo il ficalo il caso di qualche vendita, concor-
pontiHcio governo nel 1 8 f 4j^s*^"f'^^' ^'^' rendovi però la pontifìcia annuenza. Pa-
'vaio in assai ristretto numero gli ufliziali rimenti i Papi, di alcuni vacabili de'qua-
Tactibilisli di ciascun collegio, il Papa Pio li erasi disposto per testamento, hanno
VII a proposta del cardinal Malici pro-da- confermato le testamentarie disposizioni
lario stabili una speciale congregazione a favore degli eredi de'possessori defun-
sotto la presidenza di esso cardinale, onde ti. In questi casi però la dataria non ha
'esaminare l'affare degli uffizi vacabili e richiesto che venisse effettuata la voltu-
de'rimasti vacabilisti, che non vollero li- ra del vacabile dall'antico al nuovo pos-
quidare, per proporre quindi quello che sessore. Siccome molti uffizi vacabili a-
air oggetto e alla circostanza repulavasi vevano annesso un esercizio, e gli emolu-
espediente. Fra le proposizioni che il det- menti di questo esercizio spettavanoesclu-
to Papa in modo provvisorio approvò il sivamente a'rispetlivi intestatari; cos\ ia
i.°ollobrei8i4 furonvi le seguenti: Che seguito delle suaccennate provvisorie di-
non si tenessero da' superstiti collegiali sposizioni pontificie, gli esercenti agli uf-
vacabilisti le periodiche congregazioni. fìzi vacabili, aggregati tanto alla dataria,
Che non avessero luogo le deputazioni quanto alla cancelleria apostolica, ven-
alle ufììzialure (pe'vacabili l'uflìzialura è gono ora deputali dal cardinal pro-data-
una carica lemporaria ne' collegi degli rio, senza però essere dichiarati formal-
ufliziali vacabilisti, come sono gli ufli- mente intestatari. Finche i collegi de'va-
ziali de'sodalizio confraternite). Che non cabilisli hanno conservalo i' intero loro
si ammettessero rassegne, ne vendile de- numero de' collegiali, ne' nominati prò
gli uflìzi non liquidati. Da queste dispo- tempore alle ufììzialure era richiesta una
sizioni è derivalo. i."Che vennero tolte cognizione di ciò che si riferiva al proprio
ne'collegi tulle le ufljzialure, a riserva di collegiojtanlo per le tasse spellanti ad es-
alcune ne'collegi degli Scrittori (F'.) di so nelle singole spedizioni delle bolle a-
bolle, tanto di maggiore quanto di mi- posloliche, quanto nella divisione del de-
nor grazia, troppo necessarie per le spe- naro esatto. I segretari, ad eccezione de*
dizioni delle bolle apostoliche , alle quali segretari de'suddelli scrittori di bolle, e-
rispetto a* primi ora nomina trimestral- rano quelli che registravano ne'hbri le
mente il cardinal Fice- Cancelliere ^cà in somme da esigersi in ciascuna spedizione,
sua assenza Oìg.'^ reggente della cancelle- tulli poi conoscevano le norme onde fa-
ria, e rispetto a'secondi il segretario de- re mensuali riparti delle rendile, o redi-
i
pula a vita gl'individui. 2.° Che i mini- gevano uno scritto mensuale, nel quale a
stri de'vacabilisli collegiali sono uumiua* ciascun uffiziale era assegnata la compe-
-
74 V A e V A C
lente qnolo, qiinle scritto detto Lisia o fra gli ufTiziali di cancelleKÌa (perchè tale
ripailo veniva approvato (lu' deputali di lochiaina anche il Ciairipini, Z^d S.R./i.
ctascuii collegio, avanti die d» esso si fa* FicecancellariOyCt Ofjìcialihas Cancri'
cesse trasinissiooe al proprio depositario, lariae t/po^olicae^ &ec\'ìo wii)^ non può
onde questi dasse a ciascun uiliziale o per alcun titolo o ragione esser chiamalo
proprieluiio l'assegnala porzione. Dal uflìziale di cancelleria né di dataria il de-
i8»4'" ' detti segretari lianno le no- positario de'vacabilijch'c veramente il 2.°
P*^'
tizie de'rispettivi collegi e delle loro las- de'depositari. Il 3." depositario è il pioni
se, e fanno i riparti, che trasmettono a' balore ossia il custode del sigillo ponti-
depositari, e quanto altro narrai nel voi. ficio di Le Notizie di Roma del
piotnbo.
VII, p.i 58. I depositari pertanto de' col- i833 per lai." dopo il deposi-
volta, e
non debbono avere e
legi ile' vacabilisti lario generale del piombo e il piomba-
non hanno alcuna cognizione delle di- tore, registrò nelT articolo Cancri leria
verse tasse de'singoli collegi, né del mo- y^postolica tra gli ulìiziali della medesi-
do di fare riparli delle rendile; ma so-
i ma, il Depositario de* f^acahili ed anche
lo hanno la responsabilità del denaro che con l'aggiunto di generale, e tuttora con
essi hanno esatto e de' pagamenti che , esso prosiegue a riportarlo; e dal 8 J2 re- 1
funnoa termine delle liste de'segrelari col- gistra suo coadiutore. Ripeto, che
pure il
legiali. Essendo dal ib*i4 lislietti a 3 i niuno de' 3 depositari del denaro prove-
depositari de'collegi de'vacabilisli, e cia- niente da' vacabili amministra vacabili,
scuno indipendente dall'altro, da ciò ri- né fa alcun riparto delle rendite di essi.
sulla che niuno de' depositari può rite- Il depositario, che nelle Notizie di Ro-
nersi per depositario generale degli uf- ma e qualificato depositario generale
fìzi vacabili (onde tale aggiunto »a tolto de' vacabili, é depositario degli scrittori
dagli articoli Cancelleria A.fostoliga e delle bolle tanto di maggiore, quanto di
Datari A Apostolica, sebbeneio l'aggiun- minor grazia; degli abbreviatori del par-
to lo destmsi dalle ulUziali e annuali No- co di maggiore e di minore presidenza;
tizie di Roniay ed i due articoli gli appro- de' procuratori delle spedizioni di bolle
"varono i primari ufliziali de'due tribuna- di minor grazia; de'presidenli di annona;
li). Difalli l'esattore camerale riscuole da' de'cavalieri del Giglio; de'cavalieri Pii ;
celliere; poiché nelle sue mani deve farsi te beneficiali, quali sono correttori e
i i
per intero il pagamento di tuttociò che scrittori d' archivio, i cavalieri di s. Pie-
in ciascuna spedizione va sotto il titolo tro, i cavalieri di s. Paolo, 1 cubiculari e
di tasse del Piombo e registro delle gli scudieri apostolici,ed i porzionari diRi-
lolle y e al medesimo devono rivolgersi pa. Lo stesso depositario è eziandio de-
anche gli altri due depositari per esigere positario di qualche altro vacal>ile singo-
la rata spettante al collegio cui servono. lare. Il depositario del piombo, rappre-
£ mentre il depositario o cassiere del sentalo in tutto dal cassiere, oltre l'esse-
stri e de' porzionari del piombo, e de' vacabili, più o meno secondo le circostan-
Penitenzieri di s. Pietro^ come parteci- ze, rende annui scudiì5oo. Gli uffizi ve-
panti delle lasse del sigillo poiUitlcio di nali vacabili ponno essere classificali in
piombo. E qui devesi avvertire, che la uffizi della Cancelleria Apostolica , ed
Penitenzieria apostolica entra a parte uffizi della Dataria apostolica, secondo-
di alcune lasse solle spedizioni delle bol- che l'esercizio di essi deve prestarsi o
le, ma che vengono spedite per
di quelle l'aggregazionede'medesinii si riferisce al-
1' uffizio denominato di minor grazia, la Cancelleria o Dataria medesi-
alla
nelle quali tasse è compresa quella pe' me. I vacabili Camerali poi sono quelli
suddetti penitenzieri. Per gli udlzi vaca- di diversi collegi, a'quali nella loro istitu-
bili singolari vengono deputali dal car- zione furono assegnati in porzione di ren-
dinal pro-datario persone idonee onde e- dile alcuni annui provenli della camera
sercilare le incombenze del vacabilisla, e apostolica, e perciò denominali aJcuni di
ad esigerne le rendite che vengono depo- tali vacabilisli anche Porzionari, ridotti
sitate al depositario per versarle nell' e- indi ad annui pagamenti; qual rendita
rario della camera apostolica ossia al suo (che tuttora luparie pagasi a'singoli col-
esattore. Niuna deposileria degli u/lìzi va- legi) dicesi rendita certa del vacabile,
cardinal prodalario, nominò uno specia- davano a contrarre de'debili,così per sicu-
le Depositario de' vacabili , ed è il cav. rezza della restituzione del deuaro banuu
76 VAC VAC
ipotecato a non)e loro e dellu camera a- gli scudieri apostolici, quello de'cavalieri
poslolica i beni e reiuliie Jeihì camera di s. IMelro, quello de'cavalieri di s. Pao-
iiieclcsiina.Quindi può dirsi, die furono lo, quello de' cavalieri del Giglio, quello
vendute, non già ipotecale, alcune ren- de'cavalieri Pii, quello de'cavalieri Lau-
dite che provenivano dalla cancelleria a- retani ,
quello degli scrittori di bolle di
postolica. Si vuole che la camera aposlo- minor grazia, quello de'procuratori del-
Jica ritragga da'vacaUili non li(|uidali an- le bolle, quello degli scrittori de'brevi a-
lini scudi sette, otto o nove mila, e ne pa* postolici,(pjello de' registratori delle bol-
ghi circa 72,000 , cioè per gli assegna- le di uiiiggior grazia, cjuello de' maestri
menti a'collegi de'vacabilisti denounnati del registro, quello de'collettori del piom-
cavalieri di s. Pietro, cavalieri di s. Pao* bo ec. De'Ioro onorari e stipendi, coii»e
lo, cavalieri l*ii,cavalieri del Giglio, cubi- di quelli degli altri ufllziali dellu stesso
culari e scudieri apostolici ,
porzionari tribunale, si può vedere a p. 68 la Sta-
di Ripa, presidenti di annona, correttori tis licci (li tutti gli uffizi al impiccili del
e scrittori di archivio, protonotari apo- dominio della s. Sede all' epoca del
stolici, ed è perciò che tali uffìzi vacabili 184B, Roma 1849. A p. 73 sono ripor-
(per distinzione degli altri che nulla rice- tati gli onorari e stipendi degli udìzialidel
\ono di assegnamento dalla camera) so- tribunale della dataria apostolica. Lessi iu
no cldamati camerali. Vi sono tuttavia un antico documento: Il cavalierato del
de' vacabili che non si amministrano da' Giglio importava T acquisto dell' ulllzio
summentovati depositari, ma da'proprie- scudi I i5o, più do veasi pagare per la spe-
tari rispettivi, come nell'università roma- dizione e l'ammissione scudi 84,f''"ttau-
na, nella quale uno de'bidelli è vacabile do certi annui scudi 66. Il collegio aduna-
spettante ad un principe qua- romano, il vasi in congregazione una odue volte l'an-
Je cogli emolumenti e stipendio che ne no, con premio incerto. Il cavalierato Pio
trae, ne fa partecipe quello cui fa eser- importava l'acquisto dell* uflizio scudi
citare r ulllzio. Vi furono de' collegi, gSo, più doveasi pagare per la spedizio-
come dirò, di vacabilisti decorati di or- neerammissionescudi82, fruttando cer-
dini equestri e onorati di privilegi. An- ti annui scudi 54- H collegio adunavasi
che altri vacabiltsti singolari goderono tre oquattro volte l'anno, con premio in-
prerogative ed esenzioni. Di questi, delle certo. I cardinali potevano avere in pro-
quanto essi rendevano , ne ragionai ne* que' vacabili inerenti a ufiìiji di dignità e
loro articoli che poi ricorderò. vacabili- 1 all'esercizio di cariche non potevansi da
sti Scrillori aposlolici, i cavalieri Lau- loro ritenere, e colla promozione al car-
retani\i\e\ G/^'//o, di s. Pietro ^ò'xi.Paolo, dinalato cessavano. Talvolta i cardinali
ed i cavalieri À'//Y^.j,oltrealtri erano pu- ebbero la proprietà de' vacabili intestati
re ProLoiiolai'i (y) titolari. I vacabilisli sotto altro nome. In seguito fu loro con-
collegiali, che attualmente hanno nella cessa la ritenzione. Dice il Lunadoro, nel-
V AC V A C 77
luoghi di monte furono di due specie, va- te rileva, che quanto tempi presenti,
a*
cabili e non vacabili, ossia azioni divise ciò che si manda fuori sorpassa mollo ciò
in luoghi di loo scudi 1' una con annuo che d'altronde ritirano il I^apa, la came-
frullato , corrispoudenle alle circoslanze ra apostolica per Tasse e altro, i vaca hi
de'tempi, e di essi il prelato tesoriere fu listi, e i ministri maggiori e minori, preso
dichiarato soprintendente. Si può vede- tutto insieme. Parlando poi dell'impiego
re il moto-proprio d'Innocenzo XI, Cam delle componende, dopo averne enume-
recai. lueni. Clemens VIII^ de'6 giugno rata r erogazione benefica, riguardo al-
1689, Bull. Rom. t. 8, p. 535 Conflr- : V Annate e altri emolumenti per materie
manturT/iesaiirariprovisiones, et ordì' riguardanti i Benefìzi ecclesiastici , di-
nationes taxae prò hono Montium
, et ce. M Tutti sanno, che sono entrate ven-
Jxomanae Ciiriae regimine. Anche luo- i dute a particolari persone, che impronta-
ghi di monte furono istituiti da'Papi pe* rono somme determinate in occasione di
bisogni della s. Sede e de' suoi doininii urgenza della s. Sede , depauperata spe-
temporali, e principalmente per aiutarci cialmente (come prova nel decorso del li-
Sovrani nelle guerre contro gli eretici e bro ampiamente) per sussidii dati alle
la Turchia {V')y ch'è quanto dire in di- chiese estere. Si raccolsero allora delle
fesa della cattolica religione e della cristia- somme necessarie, ipotecando i proventi
nità, non meno che per altre loro grandi della dataria e della cancelleria, in mo-
necessità. Di che trattò egregiamente il do che, per esempio, chi somministrava
cardinal Gio. Battista De Luca: De Lo- duemila scudi avesse a percepire una
,
cis Montium non Vacahilium Urbis Ro- ^ porzione di quel!' entrate, finché viveva
niaei682. Abbiamo pure di Fabrizio E- esso acquirente, o chi altro egli avesse so-
\angelista: Opus de Locis Montium Ca» stituito dentro il prescritto termine di 4o
meralium non Vacahilium, in quo per giorni prima di morire. E siccome moren-
materias distinctas ex professo agitar: do il creditore senz'aver trasferito il suo
De erectione Locorum Montium, de eo- credilo, questo vaca a profitto della ca-
rum suppressionCyde eleclione admini' mera apostolica, che torna a vendere quel
stratoris, ejusque officio, de officialihus posto, questi perciò si dicono Uffizi Pla-
et curis ad eos pertinenlibus, de clauso- cabili, e J^acahilisli quelli che li possie-
la dummodo etc, Romaei 767. 1 luoghi dono. Nel qual ritorno però de'fondi al-
di monte vacabili erano quelli che in de- la camera ninno s'immaginerà quel pro-
terminato tempo doveaosi estinguere con fitto, che a prima vista apparisce, se si
fondi ad hoc assegnali, per ammortizzar- consideri, che il caso della vacanza non è
li mediante la restituzione delle somme poi frequentissimo, perchè ognuno cerca
cavate ila'montisti. Di questo argomento di stare attento sul suo, e di trasferire in
con diffusione ne riparlai a Tesoriere ge- tempo abile il suo credilo: e la probabili-
nerale, nel quale articolo vi sono altre- tà della vacanza viene a essere compensa-
sì nozioni sugli uffizi vacabili e sui vaca- ta col frutto esorbitante dell'otto e dieci
hilisti. Interessa che io qui pure ricordi: per cento, che si ragguaglia sul capitale
Del denaro straniero che viene a Roma, somministrato. Quindi è che molli p-o-
e die ne va per cause ecclesiastiche, cal- bi nummularii credono meglio impiega-
co lo ragionato del prete dott. Giovan- to il loro denaro in quella sorte di uffizi
ni M archetti, iSoo. Nelcap.6 tratta : Co- vacabili, che non in luoghislabili di mon-
me Romani
i Pontefici hanno impiegato te sul fruttalo del tre per cento. Laonde
et! impiegano in aiuto delle chiese stra- si riduce a
tutto questo affare de'vacabili
nieue, somme maggiori di quelle, che so- una speculazione di finanza, per cui po-
no provenute loro d'allronde.Priiiiamen- co piùj poco meno alla camera apostoli-
78 V AC VAC
ca torna lo slesso interesse In avere ipo- rilevarsi dall'opera del cardinal De Luca
tecale così queste renJilea sì grave frut- sopra (pieslo argomenlo , che le somme
talo, come un più discrelo le avesse
se a si presero, in buona parte, in occasione di
alienale per sempre. Ne è una tlimoslra- difesa dello sialo pontificio, o per guerre,
zionc il celebre concordalo di Spagna carestie ec,che si può dire riguardassero
(y.Ji che si fece sollo Benedelfo XI V, e o soltanto o specialmente il nostro terri-
per cui volendo il re di Spagna, che i be- torio". Quanto al concordato di Spagna
nefizi non concistoriali non avessero a pas- del 1753 dirò, che fece cessare le spedi-
sare allrinienli per la dalaria , olfrendo zioni delle bolle per la collazione de'bene-
il proporzionalo compenso allo scapilo, fizi ecclesiastici minori, esistenti nellechie-
che quindi venivanea risultare, fu faci- se de' regni della Spagna. Siccome i va-
lissima la risposta: che non vi era com- cabilisti unitamente ad altri partecipan-
penso alcuno da olfrire al Ponlefice, trat- ti nelle spedizioni mentovate andavano
tandosi unicamente d'interesse non suo, perciò a risentire un pregiudizio nella
ma de'vacabilisli, a* quali non si poteva rendita de'loro ufìlzi e de' loro impieghi;
togliere il loro credilo senza compenso. così la corte regia per la porzione del
E di fatto l'agguagliando il profìllo, che compenso da darsi a' delti vacabilisti e
poteva venire per (juelle spedizioni di parlecipanli sborsò la somma di scudi
Spagna, furono pagali goOjOoo scudi per 320,000 che al 3 peri 00 ed anno avreb»
una volta, da restituire loro capitali prO'
i bero l'annuo frullalo di scudi 9600,
tlalo
porzionatamenle a tanti vachbili.Nli a , quanto cioè fu calcolato il prodotto an-
quanti venisse quindi a cessare il dovuto nuotli tali spedizioni. Questa rendita che
frullalo. Il Papa rinunziòauche pergiuri- va sollo il titolo di Compenso di Spa-
la la parlila Spogli ecclesiastici (f^.); e glia, è ancora a'vacabilisli partecipanti,
il negozio fu terminalo così. Quasi dun- in parte pagata dalla camera apostolica,
que tulio l'aiTare dell'inlroilo pontificio, la quale essendosi servila della riferita
per affari beneficiali, si può considerare somma degli scudi 320,ooo obbligossi
come finito, e asserir Irancamenle che pagarne a'vacabilisli e parlecipanli prò
nulla o quasi nulla fruttano in oggi al- tempore^ inscritti in una tabella, il frut-
lacamera. Efìnalmeule Qidndeniii ^cìoè i to annuo negli scudi 9600. Laonde moq
annate sotto altro titolo imposte a'berie- si checo'denari dati dalla
verifica alfatlo,
fjzi uniti a chiese e luoghi pii, cedono (o Spagna furono restituiti capitali a* va- i
tazione del Sagro Collegio^ che separata- Concordato fra Benedetto XIP^ e Fer-
mente se gli animinflslra per mezzo del- dinando F/y riparlai nel voi. LXVIII,
la congregazione concistoriale, e si divi- p. i5o, col JNovaes e altri. Il celebre car-
dono fra qtie'cardinali, che risiedono in dinal Gio. Ballista De Luca Ira le dottis-
curia a faticare in servizio dellaChicsa cat- sime molte sue opere ci diede: Tracta-
e
tolica , e questa distribuzione si chiama tus Officiis Fenalihus Romanae Cu-
de
rotolo, da cui poche centinaia di scudi an- riacy Romae 1682. L'ampiezza dell'ar-
nui riceve ciascun cardinale per suo sus- gomento m'impedisce di darne un sunto.
.sidio. INe partecipano anche alcuni vaca- In buona parte si può sopperire con quan-
bilisli, e se ne cava porzione pel mante- to mi resta a dire, e co'già ricordali nu-
nimento de'ministri della cappella ponli- merosi articoli riguardanti i vacabilisti, e
appartenente al trattamen-
ficia,ch'è cosa cogli altri che andrò rammentando in se-
to del Papa, in qualilàdi capo della Chie- guito. Dell'opera del cardinal De Luca
sa... Kella vendila degli uffizi vacabili,8en- dovrò limitarmi a riferire gli argomenti
za dissimulare, ho trovalo, e può sempre de'capiloli, con uu brano deli. "pioemia-
V A e V A C 79
/e, e dell'altro che lo segue, cioè ilei più riparlando della Milizia de'romani, dis-
intrinseco. Gap. i. Occasio scribendi^ ci si che Ira loro acccnsi si dissero gli ag-
de qua specie 0//Iciorit/n agitar. § 3. giunti oltre il numero stabilito, perciò a-
De quihus qffìciis agitar. § 4* Offlciorani scritti per aspettare ed entrare alle va-
i'cnalìuiìi asus apacl antfqaos roinanos canze , con diritto di succedere al vaca-
sai) nomine militiarum.^ 5. Sani de re- bile posto o ulllzio, come l'auliche A-
ga libasse t extra prii'a tani coninicrciam. spettative, delle quali tornai a ragionare
f Quidquid autemsitde huiusmodi prae- a Dataria e articoli relativi, equivalen-
ludiis, circa qnae ad praefatos, aliosque ti alle sopravvivenze laicali; e della diffe-
similes scriptores remillo lectoreo), pro- renza che passa al coadiutore investilo
posito non est ogeie de o/ììciis in gene- della Coadiatoria.y il quale diviene Sue-
re , et per consequens de omnibus illis cessare del coadiulo. Rimarcherò inol-
lìiunerdjus publicis, etpiivatis, ecclesia- tre, che r imperatore Marc' Aurelio non
slicis, et saecularibus, civilibus, et mili- soffrii mai che gli Uffizi e le Cariche ^ i
taribus, adminislralioncm, ne iiirisdictio- quali davano un certo potere di fare il
iiem annexam habenlibus, vel ilia caren- bene o il male, fossero venduti, essendo
libus etc. ; sed solum de Olìlciis Venali- Solilo dire:Essere una necessità di vcn-
l)us, ci Vacabilibns, non quidem in ge- dere al minato quello che si e compra-
nere, ndeo ut omnium regionum, vel io al£ ingrosso). Quamvis aulem inler
principatuum otllcia luiiusuiodi veniant, Regalia [V.) enumerala in iila capitu-
sed solum de illis curiae romanae, seu lalione, quae iu pace Constanliae inita
pontificiae, a quibus, ex ralionis ide^nli- fuit inler imperatorem Federicum I, et
tale, quando isU inlret atque aliorum , confetleralas Civilates Lombaidiae, regi-
piincipatuum, vel civilalum leges , vel strata inler leges feudales, ideoque utii-
slyii non obstent, ncque diversitafrem in- ca Regnlium lex, et norma repul-ata (cap.
ducnnt in casuum contingenlia inferri va* unico: Quae sint lìcgaliainasibus Facn-
leat. solum insinuala generalitale,
Illa dorum)^\ì\ aliorum lumen maiorum rega-
quae commun'is est omnibus regiionibus, lium euumeralione manca(.yrr), ut in suis
et principalibus , in quibus vivilur cum adverlilur sedibus factdlas creandi odl-
ilio romanorum iure, quoti civile com- ciales, et magislratus ad iusliliae adtni-
niune dicilur, ut huiusmodi oflìcioruin nistralioncj et lleipidjlicae regimen re-
usus non sit novus, dum apud anliquos censeatur (In samnia Regaliani i et seq.
lomauos quoque cognitus fuit, sub di- in alio opere italici idiouialis, cui litulus
Terso lameu vocabolo 31ilitiarani,c[\ì'ae est: // Dottor Folgarc, codiai lit. i De
idem sonanl,acista noslrorum temporuni Regalia in genere j et in opu^culo eius-
ollicia venalia, iileoque id quod in prae- dem italici idiomatis, cui litulus est : //
falo iure de n»ililiis dispositum legilur, Prencipe pratico, cap. i3. Delle Regalie
bis odiciis regulariler congruit, quando riparlai a Tributo). JN'ihilominus de hac
particulares leges, vel slyli diversimode specie otllciorum ad solam ulililatein,oii-
non suadeant, a quibus tanien , ut plu- litiarum ad instar, vere isla lex non loqui-
rimum huius maleiiae regulalio pendei. tur adhuc tamen ex communi docloruiii
Quioimo in plerisque liuius Curiae oiìi- sensu, et principaluum praxi receptuni
ciis,adhucidem continuai anliquum mi- est, huiusmodi Officio rum fienali ani
ul
liliarum vocabulum, quamvis eorum e- erectio,et dispositio si etiam de servatis
recliosit rccens, quia militiae, vulgo Ca- supremo principi, et per consequens de
v'allierati nuncu[)anlur, ul in eorumdem liegaldjuSjadeo ulde unoiuallerum,quo
officiorura serie lecensita in cap. sequeo- ad subslanliam transferri non valeant,
,
possessori degli uffìzi venali alcune sov- giore 95,480; e quella di tenente co-
venzioni, queste non si restituivano, ben- lonnello 123,000. Queste cifre sono sta-
ché denaro era entralo nella slessa ca-
il bilite ufficialmente, ma da lungo tempo
mera regia, che però molto meno non si il prezzo reale è aumentalo quasi del
non vi era entrato.
restituiva quello che doppio, ed in ciò appunto sta il più gran
Koterò che in Inghilterra tuttora si fa male di questa disposizione. Venditori e
mercato delle cariche nell'esercito, nel compratori devono assicurare sulla loro
seguente modo riferito dal Giornale di parola d' onore che non fu pagato più
Roma del i855, p. 234- *» L' uso della di quanto prescrive la tariffa ufficiale, ciò
vendila delle cariche non esiste che pres- che é sempre contrario alla verità ". Il
so la fanteria e la cavalleria. Ciò che pri- medesimo Giornale a p. 240 riprodusse
ma avveniva, che cioè anco l*uomo più il discorso pronunziato in Londra da lord
incapace e fors* anche più indegno po- Palmerston alla camera de' comuni, per
d'una compagnia
tesse trovarsi alla testa combattere la mozione di lord Goderich
da lui comprata, fu reso in seguito me- relativa all'avanzamento militare. Disse
no agevole dalle riforme introdotte dal fra le altre cose. »> Lo spirito bellicoso
duca di York. Non è già il governo che della nazione si ridesta e 5' infìamma
faccia commercio di gradi, ma ogni in- senza badar mollo oè poco alle coudizio-
V AC VAC 8i
ni dell'avanzamento. Ne'momenti di pe- ri te voli. governo vuole che V avanza-
Il
ricolo, voi vedrete sempre il nostro spi- mento sia la ricompensa del vero merito.
rito nazionale mostiaisì pari alla gran- Io spero che in considerazione di questo
dezza de' fatti, e la fibra della nazione lodevole e utile pensiero del governo,
agitarsi più fortemente. La compra e la lord Goderich non insisterà per la sua
vendita de' gradi sono il resto d' un si- mozione, e lascierà libero il governo di
stema ornai ne convengo sotto mol-
vieto, continuare ad offrire al bravo militare
ti altri Certamente, esso è un
rispetti. che sì è segnalato sul campo di battaglia
male; ma, come sempre, questo male è la ricompensa nazionale della sua bella
accompagnato da alcuni vantaggi che ne condotta ". Aggiungerò per analogia.
compensano gì' inconvenienti. Per abo- Pretendono gì' inglesi il primato sulla
lire del tutto questo sistema, bisogne- civiltà delle nazioni, ma il severo e illu-
certe qualità essenzialmente richieste; to, e persino ritiene non lontano il suo
nozioni speciali,capacità, esperienza, ecco grande sfacelo; perciò sarà nuovo, so-
quanto deve trovarsi riunito in un ulH- lenne e memorabile esempio della cadu-
ziale ; ecco quello che gli dà il diritto al cità dell'umane istituzioni, delle quali
rispetto e all' ubbidienza del soldato. Da feci cenno anche a Uomo parlando della
altra parte tra la nostra armata e quel- società umana. Nel cap. i6: Esercito
la del continente è una differenza note- inglese, osserva l' autore dell' opuscolo,
vole. L'armate continentali si reclutano che gli avvenimenti recenti della guerra
mediante la coscrizione che mette insie- di Turchia , chiaramente mostrarono
me uomini d'ogni classe; ma tutti que- qual sia l' Inghilterra per questo lato,
sti uomini non sono idonei al comando. dall'opinione pubblica collocata fra le
La posizione d' uffiziale, oltracciò, trae potenze di 3.° ordine. Essa in pochi me-
seco alcune spese. Se voi fate un uffizia- si perde un esercito bello in apparenza,
le d* un sergente, e se questi non possa ma male agguerrito, mal provveduto.
sostenere con lustro il suo grado, egli Colle asserzioni degli stessi inglesi deplora
sarà ferito ne* suoi sentimenti più inti- lacondizione de* generali e dello slato
mi ; e tuttavia ammetto che l'avanza- maggiore. Col riferito da'medesimi pro-
mento deve rappresentarsi come lo sti- duce schiarimenti sull* ordinamento in-
molo d'una ricompensa meritata a colui felice dell' esercito inglese, e come si re-
che si distingue dagli altri per la sua buo- cluta e si forma il soldato inglese. » Le
na condotta bravura sul campo
e la sua promozioni nell'armata inglese fanno si
la pace vive da gentiluomo; sulcampo ullizi militari venali, sì della Milìzia che
di battaglia ùih uccidere da gentiluo-
si della Marina pontificia, e quelli di i
° e
mo. Figlio di famiglia, egli compra un di 2.° ordine si concessero colle condizio-
brevetto per costumanza, egli non si ni suindicate, ed altre che riferirò, del
crede tenuto ad altri doveri militari che tutto idonee. Ritornando al cardinal De
a combattere valorosamente giunto in Luca, egli ragiona ne'successivi capitoli
faccia al nemico... Così nell'armata in- le parti del suo dotto trattalo. Nel cap. 2.
glese i soldati si comprano i gradi ; e le De speciebus,etniialitalihus Venaliuni
cognizioni necessarie, che non si ponno Officioruni Vacahiliwn Curiae Roma-
comprare, mancano ... Ad onta delle più nacy et praesertim de Praclatitiis, et de
compra dei gradi,
vive discussioni sulla requisitis necessariis ad Praelaturoni
le camere non vollero concedere nulla obtinendamAw questo nuovamente si fa
al buon senso, che comanda si diano i la distinzione degli uffizi venali dal Papa
gradi in premio al merito ed al corag- concessi, e denominali Camerali, g della
gio ". M' arresto, ali rimenti vi sarebbe Cancelleria o della Dataria^etYi loro tri-
assai da riportare d'un paese, ove non si plice specie, qualità e ordine diverso; da
fa conto che del denaro e del parentado, quelli Capitolini ossìa del Senato Roma-
ove neir esercito sono chiusi i passi ad no e Tribunale di Campidoglio (^^.),
ogni uomo capace di comandare, se non perciò qualificati Uffìzi Papali e Capi^
possa pagare a carissimo prezzo il suo i.° tolinì, di cui glande fu il numero antica-
grado, e comprare successivamente tutte mente. Quanto agli uffizi Papali dice.
le promozioni. IVIa la camera rigettò o- "Primi namque generis sunt ea,quae ma-
gni saggia proposta contro la comprila iora, vel primi ordinis essedici merentur
de'brevetti e de'gradi n)ilitari. Il sistema quamvis inter se quoque aliqua nolabilis
della vendita non è il solo vizio dell'or- adsit disparas, nipote annexam habenlia
dinamento militare nell'lnghillei ra ;
gli l^aelalura, adeout non conferautur nisi
altri li sviluppa l'autore del famigerato praelatis, vel quod per eorum assecutio-
opuscolo, che nell'universale produsse la nem praelati afficiantur, ac eliam babenl
più profonda sensazione. Dipoi mede- il annexam iustiliae, vel alteriusqualilicati
simo Giornale di Roma del iSSy, nel muneris administrationem ac maiores ,
n.** 1^^ riferì col giornale francese PaySy praeerainentias, unde propterea con ferri
protestando contro la militare suprema* non solent, nisi viris iam benemeritis, si-
VA e V A C 83
ve quod ex natalium qualilate, aul ex fé del Piombo (di cui anco a Sigilli pon-
virlule, el animi dolibus, Sedis apostoli- tificii). Alia oìllcia praelalilia Singula-
condonazione del prezzo, il quale d'ordi- quae media dici merentur, utpote quid
nario soleva essere di scudi 60,000, al- medium constituentia inter Praelatitia
tre cifre avendo riportate al suo articolo. primi ordinis, de quibus supra, et infe-
Il prelato Uditore generale della Carne' riora popolarla tertii generis, vel ordinis,
ra apostolica, eà il prelato Tesoriere ge- de quibus infra, ex eo quod annexam lia-
sidente della Camera apostolica. Reg- ordinandis, sive in illis exequeudis, onde
gente della Cancelleria apostolica, U- propterea in eis re(juiritur aliqna idonei-
ditore delle Contraddette, Uditore del- tas, et liUeratura, et in plerisque iuxta
le Confidenze, Correttore delle Con- legem fundationis, requiritur eliam gra-
traddette (di cui air articolo Uditore dus doctoratus, istaque prò malori parte
DELLE Contraddette), Prefetto delle sunt Gollegialia, eorumque pretium est
minute de' Brevi apostolici, Revisore varium, mai US, vel minus prò temporum,
delle minute (\e Brevi apostolici, Vx-q- et emolumenlorum varietale , et quali-
sidente de' Sollecitatori delle lettere a- tale. Collegiaiia vero sunt , nempe ( ed
postoliche detti Giannizzeri, Presiden- hanno tulli i propri articoli ne par-
t
84 VAC VAC
lai ne'relalivi che indicherò in corsivo): quamplures Depositariae aliquorum ex
Scrittori apostolici xn numero di loo. Collegiis. Ex his aulem, de quibus supra,
Scrittori de Brevi 8 1 . Scrittori del Tri- oc etiam ex iis, de quibus infra , aliqui
bunale della Penitenzieria delti di mi- Officiales exercere solent per se ipsos, et
nor grazia 27. Procuratori della Peni- alii prò maiori parte exercent per sub-
tenzieria delti di minor grazia 24, oltre 3 stitulos, ut adverlitur infra cap.19.De-
Procuratori e 3 Scrittori di detto Tri- mum terlii minora
generis sunt Officia
bunale della Penitenzieria pel foro pe- magispopularia ,quae nullaui habentan-
nitenziale cum ista officia non sint ve-
, nexam administralionem, ideo non exi-
nalia. Ahhreviatori di parco mmore del gunt induslriam, vel idoneitateni perso-
Tribunale della Cancelleria apostolica nae, sed illorum sunt capaces etiam idio-
60. Sollecitatori detti Giannizzeri 100. tae, et ìnfantes, utpote ad solum emolu-
Correttori dell'archivio di detto Tribù- mentuo),quinimo in aliquibusexi$tis,ac
lamo della Caritàj Notari i pe'processi stodi della i.^ e della 2.^ catena 5. Mili-
de'promoveodi ai Fescovato,àe quali tor- tes vulgo Cavalieri Laure tani33o', del
:
so Tommasi Gualleruzzi, Jiira et pri- Pauli. Cap. 32. De Mililibus Piis.Cap. 33.
vilegia Seeretariontm apostolicoriim, De Mililibus Laurelanis. Cap. 34- De Mi-
lioniae 1087. Cap. i5. Praesupposita le- litibus de Lilio nuncu[)atis. Cap. 35. De
gitima soppressione CoUegii, de quo ca- Praesidenlibus, et Porlionariis Piipae Ur-
pitulo praecedenti, quid restituendum es- bis. Cap. 36. De Summalore Literarutn
set Ollicialibusex legibus particularibus Aposlolicarutn. Cap. 37. De Datario Pa*
eiusdem Collegii. Cap. 16. De eadem re- pae. Cap. 38. De varia Vice-Gancellarii
stilutione prelii,dequo in capitulo prae- nomenclatura; quive hanc dignitateui
cedenti, facienda tribus locis Piis ,
quae oblinuerint. Questi scrittori, e gli analo-
habebaul Officia in perpeluum. Cap. i
7. gl»i miei articoli , mi dispensano da lun-
De eadem materia suppressionis Officio- ghi e minuti dettagli.
rum, et quid in eiuscasu reficiendum sit Moltissime notizie sugli ufilzi vacabi-
illorum possessoribusin genere, iuxta ter- li e sopra i vacabilisli riportò Novaes nel-
minos, et dispositionenj iuris communis. la Storia de' Pontefici^ le quali io debi-
Cap.iS.Deelf'ectibus, tara f'avorabilibus, tamente collocai a'Iuoghi loro. Egli cre-
quam odiosis, veldecommodis, et incom- de che l'origine de' vacabili e de'vacabi-
iiiodis,quaeremanent in Ofììciorum pos- listi possa nsalirea Martino V,come quel-
sessoribus,eliani postdimissumOfficium, lo che creò, o meglio sistemò gli uffizi
vice-canceliiere, il quale nella vacabdità listo III nel 1455 elevato alla cattedra a-
poteva disporre a suo beneplacito, ossia postolica, tosto ebbe in cima de'suoi pen-
donare o vendere, nel modo slesso die fa- sieri d' infrenare le deplorabili conquiste
cevano i Papi; ed il prezzo degli uffizi va- de'turchi, a'(juali subito mosse guerra, e
cabili in discorso, allorché vendevano, si pe'dispendii fu costretto vendere e impe-
era senjpre quello reperibile. Questa pre- gnare gran parte degli ornamenti ponti-
rogativa del cardinal vice-cancelliere ri- ficii, e di alienare alcune terre del domi-
irocò e soppresse Innocenzo XI col molo- nio della s. Sede. Probabilmente pe'bi-
proprio Divina disponente^ de' 1 4 dicem- sogni urgenti in cui trovossi, per propu-
bre 1679, /?«//. ^om.i. 8, p. 127: Revo- gnare impavido la difesa della cristianità,
catur concessio facta Vìce-cancellario peli vendè segretaria ti apostolici a per-
.^^
i
tuuntur. Gli uffizi vacabili tolti dalla no- me cristiano. Veramente il Pan vinio, con-
mina del vice-cancelliere furono: Reggen- tinuatore di Platina, ìxqW Historia della
leldellaCancelleria, 1 5 abbreviatori di par- vita di Sisto IV ^ che a Paolo li succes-
co minore, 6 abbreviatori di parco mag- se nel 1471J lasciò scritto: >» Ritrovan-
giore, 25 sollecitatori detti giannizzeri, 2 i dosi il Papa colle spese di tante guerre
iiotari delle cause del palazzo apostolico, (co'turclii, col re di Napoli, co'fiorentini)
ad unum dunitaxaiper ree. me. Clemen- bisognoso d'un gran denaio, fu il 1."Pon-
te PP. X praedeeessoreni nostrum redii- tefice, che ritrovasse nuovi uffizi da po-
c/^, Scubiculari, 7scud ieri partecipanli,2G ter vendere. Datone dunque il carico a
cavalieri di s. Pietro, 1 3 cavalieri di s.Pao- Sinolfo di Castro Otterico, protonotario e
lo,2 cavalieri delGiglio, 20 cavalieri Pii,il persona molto diligente, restituì gli ufti-
custode della cancelleria, il notaro, il por- zi degli abbreviatori minori già creali da
tiere della medesima, un notaro delle con- Pio II, e poi da Paolo li, il quale uf-
tolti
traddettee un notaro delle confidenze^zVe fizio vendè molto bene. 11 medesimo fe-
De consuetis nuncupatum, nonnullaque ce degli uffizi de'sollecitatori delle lettere
far san alia Officia huiusmodi vaeabi- apostoliche. Introdusse anche l'uffizio
lia, quae pariter in pr aesenti lìlotu pro- d'alcuni,che intervenivano a quante scrit-
prio prò plenC) et suffìeienter expressis ture pubbliche si celebravano, e senza lo-
liaberi volumus. Calisto ili trovando ro non se ne poteva alcuna fare. Ma que-
che il numero de'segrelari apostolici, del- sto uffizio fu da Innocenzo Vili suo suc-
l'introduzione de'quali non si ha certa no- cessore estinto. Introdusse ancora gli uffi-
tizia, al dire di De Luca , non erasi mai zi de'giannizzeri, degli strudiotti ede'ma-
stabilito, lo prefìsse a 6, il che confermò malucchi. Ma quest' ultimo fu da Inno-
il successore Pio 11, insieme a'ioro privi- cenzo Vili annullato (anco quello degli
legi ed emolumenti, negli atti de' quali si strazioti, senza restituir laro il denaro, e
legge che fossero uffizi venali, uno de'qua - alle loro querele corrispose con ricever-
li col pagamento del suo prezzo Pio li li benignamente: ciò rilevai nel voi. LI,
concesse al famoso storico Platina, il qua- p. 49). Ordinò fiaalmente 9 notari del-
88 V A C V AC
la camera apostolien, a'quali assegnò tut' ti pe'bisogni della s. Sede), i quali denari
te reulrate, ch'erau prima d'un solo, il non spese vanamente, poiché primi due i
quale era capo degli altri. Sisto IV fu an- anni del pontificato, essendo il turco for-
cora il primo, che vendè gli uffìzi del prò* midabile per infiniti danni fatti a'cristia-
curatore della camera, del notariato apo- ni, spesei5o,ooo scudi a mandar all'ar-
slolico, del protouotario del Campidoglio, mata contro quello per reprimere il fu-
del notariato dello studio (quanto pregiu- ror suo, come in buona parte ne segui ef-
dizio resea'professori ògW' Università ro- fetto, di che ne riportò infinita lode ...
mana, in queir articolo lo dissi; mentre Sgravò la Chiesa e insieme il palazzo e
,
nella biografia lo difesi dall'imputazione sua corte di tutte le spese superflue; e le-
di complicità nella tragica congiura de' vò l'uffizio de' matnalucchi, non gli pa-
Pazzi),della mensuratura del sale,e del ca- rendo necessario". Il De Luca dice che
meratorio della città. Ritrovò nuovi Da- Innocenzo VI Il,estinli 6 antichi segreta- i
quel tempo stato Pontefice ne d' animo gno e altri papali ornamenti, per libera-
più generoso uè più pronto nel be-
di lui, re Roma dall'insolenze e delitti d'alcuni
neficar altrui". Nel gli fu surrogato
1484 uomini armati; disponendo in caso di re-
Innocenzo Vili, del quale narra Io stesso voca degli uffizi la restituzione delle som-
Panvinio nella sua Fita.*» Ha vendo ritro- me a' vacabilisti , riservandosi l' elezione
vato la Sede apostolica esausta per le d'un segretario domestico per le spedizio-
grosse spese fatte dal suo antecessore (per ni segrete. E perchè alcuni poco idonei
difendere il dominio della Chiesa) fu co- pretendevano acquistare tali uffizi nel ,
stretto apparecchiandoseli molti trava- 1488 dichiarò con breve, che ninno si
gli, di creare ^5 ufHziali delle bolle di ammettesse senza precedente esame e ap-
piombo (Novaesdice 5i piombatori delle provazione del collegio stesso. Quindi il
bolle, da' quali ricavò 26,000 ducati d'o- De Luca narra gli uffizi donati: uno da
ro, vendendosi ciascun uffizio sSoo duca* Alessandro VI all'ospedale del ss. Salva-
ti), e 26 segretari (cioè ne ampliò il col- tore; altroda Paolo III a quello di s. Spi-
legio con altri 24, in tutti 3o , da' quali rito, mediante permuta di casali e tenu-
uffizi ricavò 62,400 fiorini o scudi d'oro, te, ed anche altro, il quale pervenuto ia
secondo Novaes: la bolla Non debet^de' possesso del cardinal Farnese, questi col
3i dicembre 1487 sottoscritta dal Papa beneplacito di Pio IV lo die al capitolo
e da 16 cardinali, presso il Bull. Rom, t. di s. Eustachio, in pagamento di parte
3, par, 3, p. 212, dichiara Anipliatìo : del prezzo d'un casale chiamato Torre
Collega Sex Secretariorum apostolico- Vergata , che comprò dal capitolo per
rum ad numeruni vigint{(juatuor : Et 1 5,000 scudi, col patto in caso di soppres-
praejinitio Officii unius Secretarii do- sione degli uffizi, il cardinale fosse tenuto
mestici:Cu7nemolum.entorum tam ipsius restituire ovvero ii,ooo scudi.
il casale,
Secretarii, quani totius Collegii, privi- Moltissimi scrittori affermano che Ales-
legiorumfjiuc concessione), e 3iO presiden- sandro VI nel 5oo creasse un nuovo col-
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VA e V AC 89
ciUprudenSy deli.° dicembre i^ioy, sot- d^oro, ed i motivi di tali aumenti e crea-
toscritta da hxìymann propria subscripsi\ zione di vacabili. Paolo 111 nel 1 545 isti-
ficis^ de'3i ottobrei537, Bull. Rom, l. quisto de'vacabili contribuirono 25, 000
4, par. I, p. i52: celar alio et amplia-^ D scudi d'oro alla camera apostolica, asse-
tiofacultatem Collegii Scriptorum Ar- gnando loro dalle rendite della provin-
chivii romanae Curiae, in legitimandis cia di Viterbo annui scudi 3ooo d' oro.
bastardis. Di più Giulio li eresse il col- E finalmente nel i547 Paolo III istituì
legio de'i4i vacabilisti denominati Prc' il collegio di 200 vacabilisti cavalieri o
sidenti o Porzionari di Ripa o dicW An- soldati di s. P^o/o, i quali somministra-
nona, e rannoveiò alla Cancelleria a- rono 200,000 scudi: il Bovio scrisse che
poslolica: ricavò 91,000 scudi d'oro,
ci pagarono 00,000 scudi d'oro di stampa,
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e loro ne assegnò dal sale 10,000, col- e che furono assegnati sull'annate e sul-
Tincarico di procurar l'abbondanza delle le dogane il 20 perioo. Paolo IV a' va-
vettovaglie, massime provenienti per ma- cabilisti cavalieri del Giglio aggiunse al*
re. Leone X l'aumentò con altri 6 2 pre- 1 tri 3oo al collegio loro, da'quali la came*
sidenti porzionari di ripa, da'quali trasse ra apostolica introitò i5o, 000 scudi d'o-
286,000 ducati d'oro. Inoltre Leone X ro , assicurandogli l' annua rendita di
istituì il collegio de'vacabilisti cavalieri o 18,000 scudi. Pio IV neh 559 eresse il
ro rendeva 90,000 fiorini, ed a'secondi zione di quest'altri vacabili. Nel 1 572 di-
1 2,000 fiorini,comealtestaNovaes.Dis- venuto Papa Gregorio XIII sgravò tosto
sta CANCELLERIà APOSTOLICA, COl Bovio, in parte i sudditi pontificii dalle pubbli-
altre analoghe notizie, cioè che i cavalie- che gravezze, e ricomprò con generale
ri di s. Pietro pagaroao 44»>ooo fiorini soddisfazione 1' uffizio dell' avvocato del
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7'7*ro,eliJlli i Fiscaiatidi Ro«naj5ni ven- bili e luoghi di monle, ma quanto a'nuo-
duti dati' autecessorti s. Pio V a diversi, vifurono pochi e non quanti pretesero
acquali tulli restituì il prezzo che aveano l'anonimo Vallicelliano e nitri che lo se-
«boritalo. Nel 1 585 gli il gran Si-
successe guirono; e nel crearli il fece per minor
sto V. 11 p. u). Casimiro Teinpesli dello aggravio de'sudditi, per molivi utilissimi,
stesso suo ordine e di lui benemerito sto- per l'abbellimento maestoso di Roma, e
riografo ne vendicò le calunnie colla per grandi necessità. Nel riformare gli
Storia (lidia vita e gesta di Sisto Vdcl' antichi uflì/.i vacabili e luoghi di monte
t ordine de minori conventuali. Nel 1. 1, lo fece per estirpare abusi e [>er liberare
lib. i6, svolse l'argonieato : Sisto V per la camera apostolica da tanti debili, con-
supplire a' bisogni della Cliiesa imitò i tratti speciahiienlepe'luoghi di monte ca-
suoi predecessori e nel creare e nel rifor- merali non vacabili. La biografia che di
mare gli ufilzi vacabili. Avanti il p. Tem* lui scrissi, tolti i numerosi articoli riguar-
pesti era voce volgare e comune, clie Si- danti i vacabili e i monti, e le sue grandi
sto V avesse aggravato straordiuai^iamen- opere meravigliose e monumentali giu-
le i sudditi, e fosse slato di pregiudizio stificano l'incomparabile fedeltà sull'uso
grande, ancor dopo la sua morte, a tut- lodevole del denaro raccolto in breve spa-
to il dominio ecclesiastico con lauti luo- zio di tempo. Anzi tutto^ col p. Tempe-
ghi di monte da lui eretti, con tante ga- sti, conviene formare il seguente esalto
comu*
belle da lui imposte; e questa voce catalogo degli uffizi vacabili , cioè degli
ne ebbe origine da alcuni malcunlenti, uffìzi che passando da una persona all'al-
a'quali tolse di mano quello ch'era della tra, o si esercitavano dalle medesime, eb-
s. Sede e di tutti sudditi della mede- i bero il nome di J^acabili. Quando Si-
sima in generale. L'anonimo Vallicellia* sto V maggiore de'troni,
fu sollevato al
no nel dusi cortigiano di Sisto V non , gli uffizi vacabili erano da gran tempo iu
confessò ch'egli pure era uno de'malcon- uso, cioè seguenti, de'quali tulli aven-
i
teuli, nello scrivere che non si condannò do trattato negli articoli di sopra citati,
la causa per radunare denaro, ma il mo- non mi rimane che descriverli con po-
do, avendo angariate le Provincie con l'a- che parole, per dare qui una semplice i-
cerbità delle gabelle e con lauti luòghi dea dell'operato da Sisto V; mentre del-
di monte. A tante strane opinioni, ripe- l'uso fallo del ritratto dagli uffizi vaca-
Uile successivamente sino al p. Tempe- bili, e da' nuovi Luoglii di Monte isti-
sti ,
questi mostrò che Sisto V non im- tuiti, ne' medesimi articoli li riportai, e
pose die una sola gabella d' un quattri- così notabilmente accorderò il riferito
no delta deila foglietta per ciascuna di dal p. Tempesti, coli* autorità del quale j
vino a minuto, la quale lolsedopo un an- in essi pure procedei. Segretari aposto-
^
no, e che se le sue provvide leggi si fosse- liei. Canierlengato. Uditore generale del-
ro conservale inviolabili, non solo non a- la Camera. Tesoriere generale. Prcsiden"
vrebbero portalo [uegiudi/io alcuno, ma te della Camera. Reggente di Cancelle-
sarebbero stale anzi t'ecomle di pubbli- ria. Uditore delle Contraddette. Udito-
che utilità. Certamente egli non fu iu- re delle Confidenze. Correttore delle Con-
veulore degli ufQzi vacabili, de'luoghi di iraddette. Prefetto delle minute de' Brevi.
monte vacabili e de'luoghi di monle ca- Revisore delle minute de' Brevi. Presiden-
merali non vacabili, perchè lutti già e- te de' Sollecitatori chiainaiiGiannizzeri,
rano in uso anticoi benché maligni e gl'i- i Presidente del Piombo. Chierici di Ca-
gnoranti spacciarono o crederono il con- mera 1 1. Protonotari apostolici parteci-
trario. Sisto V ad imitazione de' prede- panti ii. Abhreviatori di parco mags^io-
cessori riformò o creò nuovi ufilzi vaca- r£ di Cancelleria 1 2. Se r ilio ri apostolici
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100. Scrittori di Brevi 8r. Scrittori di la cura di depularlo,perc) coll'approvazio-
Penitenzicrici di minor grazia if. Pro- ne del Papa, al collegio, il quale per sov-
curatori di Penileiizieria di minor gra- venire alle gravi necessità della s. Se-
stratori di Suppliche 20. Registratori di Enrico Gaetani per 5o,ooo scudi cioè ,
Cavalieri Lauretani 33o. Cavalieri del gò 70,000 ducati, e che morendo poco
Giglio 35o. Cavalieri Pil 67 i. Cavalie- dopo, Gregorio XIV nel 59 senza prez- 1 1
ri dis. Pietro 601. Cavalieri di s. Paolo zo l'attribuì al fratello del defunto Ca-
200. Dopo questo calalogo, il p. Tempe- millo, poi Paolo V. Chierici di Camera:
stipassa ad esaminate quali e quanti de' ristabilì il numero di 12, da 7 cui eran-»
nominati uffizi vacabili fossero istituiti o si ridotti, stabilendone il prezzo di ciascu-
liformati da Sisto V, notando che il loro no a 4'2,ooo scudi, e senz'aggravare l'e-
Dìaggior numero, come fissalo sulle spedi- rario assegnò la suddetta rata di scudi
zioni delle lettere e grazie apostoliche di 2200 del camerlengato a'novelli 5 chie-
Dataria, Cancelleria ^Segreteria de' Bre- rici di camera, da' quali ricavò scudi
che rappresentavano risalgo-
vi, ^\\ uffizi 2 I o,ooo.Commissario generale deliaca-
no a remota antichità. Collegio dii'segre- mera apostolica (che per supplire nell'as-
tari apostolici: colla bolla Romani Pon- senza e impotenza del Tesoriere genera^
tificis, del i.° aprile i586, Bull. Rom. I. le, non poco ne riparlai in quell'articolo):
rio e prelato domestico, colla bolla Ad riparlai a Scriniari): l'istituì colla bolla
excelsitni, de* 1 2 ottobre 1 5S6,ButLRotn. Solicitudo pastoralis, del i ."agosto 588, 1
ì.4j par. 4> P' 259, il quale pagò 20,000 Bull. Boni. t. 5, par. i , p. 1 5; e colla bol-
scudi in sovvenimento de' bisogni di s. la Solicitudo ministeriiy de* 3i ottobre
Chiesa. Tesoreria della Dataria aposto- i588, Bull, 17, Io dichiarò uffi-
cit., p.
lica: Io dichiarò uffizio vacabile colla bol- zio vacabile, e l'assegnò pel prezzo di scu-
laUt ingens tiel 585, e V accordò per
i di 25,000 a Fabio Orsini referendario di
34,000 scudi n Girolamo Rustici roma- numero, coir emolumento di scudi 100
no, vescovo di Tropeo,assegnaudogli per mensili. Notari Capitolini o del Senato
appannaggio 5 scudi d'oro per ogni 100 Romano (U.): di questo collegio ne fu ri-
stri delle spedizioni, onde annualmente il nuuìero a 3o, de'quali i 5 per ciascun
«e traevano grosso lucro. Uditore delle collaterale, li dichiarò uffizi vacabili col
Confidenze: cvtòVu(\\[oi'e delle confiden- prezzo di 5oo scudi l'uno, onde la came-
ze beneficiali in giudice perpetuo degli a- ra introitò 1 5,000 scudi. Alle vacanze poi
busi simoniaci, e colla bolla Divina Dei stabilì, che la collazione appartenesse per
•providenlia, del 1 ."novembre 1 586, Bull. lai .'volta al datario, indi a'conservatori
cit., p. 270,10 dichiarò uffizio vacabile, e priori de'caporioni. Assegnò in dote al
e lo conferì al degnissimo Alessandro Ca- collegio la 4.'' parie di lutti e singoli gli
talani romano, abbreviatore e referenda- emolumenti, mercedi ec, la quale si do-
rio, per 2000 ducati d'oro pari a 33oo vea dividere tra' notari ogni mese; e. la
tura di giustizia (^.), con 3o sopratmu- nemici divulgarono 1' ingiuriosa taccia,
meri j roa non trovo propriamente che per aver giovato all'erario pubblico eoa
fossero dichiarali uffizi venali, né l'asse- togliere ad alcuni pochi particolari quan-
gna lo prezzo. Ct;i^<7//er/Xrt?/re/rz/i/': gli au- to a suo danno e senza ragione ampia-
mentò di 260 e ne ritrasse 3o,ooo scu- i mente lucravano, onde non pochi dive-
di, assegnando a questi uffizi vacabili 200 nivano più ricchi del principe. Clemente
scudi per ciascuno, sulle spedizioni di da- Vili colla costituzione Aequuni reputa-
taria e cancelleria, specialmente delie nu- y/j«.y, de'9 febbraio 1593, Bull. Rom. t.
gli emolumenti ricavandosi dalle tasse e mente, che il prezzo degli uffizi venali va-
rendite ecclesiastiche impegnale da* Papi cabili veramente nella sostanza non co-
Scudieri apostolici i3oo; Segretari apo- la legge nelle cose vitalizie ha fatto una
alta ragguagliazione si restringe dentro na fede, tuttavia per questa ragione cessa
lo spazio dii5 anni, per quel che c'inse- in gran parte questa equità a loro favo-
gna la pratica notoria e comune, de'quin- re, e maggior ecjuità assiste alla Camera
denni spirituali e profani. E da ciò na- lauto danneggiala che non debba soggia-
scono due cose. Una del gran pregiudi- cere a quest'altro danno. Ed in quarto
zio e della gran lesione che risulta alla luogo si deve presupporre, che quando
camera nella niaiigior parte di questi uf- un contratto nel progresso del tempo si
fìzi, che essendo venduti per quel prez- scuopre notabilmente ingiusto e lesivo, *
mentesi deve presuppone, che l'aumen- tempo moderno, col pre/zo corrente al-
to notabile degli emolumenti non è nato terato,hanno compro l'ufilziodallaCa me-
dalla diligenza degli uffiziali, ovvero dal ra, e ne hanno percetto poco fruito, sic-
benefìcio del tempo, ma dal fatto del me- cbé non si adattano le suddette ragioni;
desimo Principe e de'suoi uflìziali, collo e da ciò si può scorgere con quanta e-
spedire molli negozi per questa segreteria quità e circospezione si sia proceduto,
de'brevi, che per avanti si spedivano per piuttosto aggravando Camera. Da tut- la
che per gli ordinari de' luoghi. Dunque che devono le donazioni de'principi esse-
ninno si può dolere se il Principe toglie re ferme e stabili, poiché ciò cammina
quel beneficio, che ad esso è piaciuto di bene, quando senza giusta causa si fac-
concedere. In terzo luogo si deve presup- cia la rivocazione d'una donazione parti-
porre, che particolarmente pe'donatari, colare, in modo che l' atto di sua natura
ed anche per quelli i quali ne'tempi più sia illecito e proibito dalle leggi, non già
antichi hanno comprato questi uffizi a quando ne'casi particolari I' allo sia le-
prezzo «nollo inferiore, si è fatto un gua- cito, conforme particolarmente al nostro
dagno troppo eccessivo del i Qs e del f5, proposito segue, quando donatore di -il
ed anche del 20 e più per cento nello venti povero, e il donatario sia ricco, mol-
spazio di molti anni, dimodoché si sono to più e fuori d'ogni dubbio, quando l'at-
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to è universale ordinalo ad altro fine pei per aver Papi condonato il prezzo «'car-
i
beneficio pubblico, dal quale perindiiel- dinali camerlenghi, per nominarvi ordi-
lo, ovvero per conseguenza segue che la nariamente cardinali nipoti, a'quali an-
i
tre altre molte ". Prima di lasciare In- bliche strade, le forze marittime e milita-
nocenzo XI, non sarà forse del tutto su- ri dello stato pontificio ec, colla bolla Ad
perfluo che io ricordi, di trovarsi nel Dull. hoc unxitDeus,dei'ó ottobre 1692, /?«//.
^ Hom. t. 8, p- 58, in data del i." ottobre Boni. l. 9, p. 277; Aboletur venalitns
* 1678, la Tassa Jnnocenzìana per ilfo- Offìciorum Auditoris generalis causa-
ro ecclesiastico , ovvero dichiarazioni rum Curiae Camerae ApostoUcac^ ejus-
"per li emolumenti y che trarre si posso» dem Camerae Thcsaurari generalis ^
no dalle cause o materie ecclesiastiche duodecim Clericorum , et Praesiden-
o spirituali. Neil' Italia fu di nuovo co- tis. Quindi Innocenzo XII fece a'prelati
da Benedetto XI 11 nel concilio romano, stose somme da loro sborsate per acqui-
al tit. De Foro compet., cap. unico. Il starle, ne soppresse in perpetuo la vena-
glorioso Innocenzo XII, dopo aver aboli- lità, onninamente volle che soltanto i
e
to il Nepotismo dopo aver abolito lutti
, meriti personali, e non il denaro, aprisse-
i tribunali ed i giudici de' Tribunali di ro in avvenire l'adito a chiunque per ot-
Roma particolari, eziandio rivolse il suo tenerle. Il ^ovaesneWa Storia d' Innocen-
animo e sollecitudine ad eliminare per zo X/ìy celebra quest'altra sua gloria im-
sempre un altro gravissimo abuso. Consi- mortale, e dice d'aver ordinalo la resti-
derando che pe'pubblici bisogni della s. tuzione de'denaii sborsati all'uditore, te-
Seée e del suo principato temporale, non soriere, 12 chierici e presidente della ca-
meno per soccorrere più volte la cristia- mera, il che ammontò poco meno d'un mi-
nità, aveano i Papi suoi predecessori re- lione di scudi, perchè le cariche d'uditore
so vendibili e vitalizi molti primari ufìì- e di tesoriere costavano ciascuna 100,000
zi della etnia e corte romana; che poteva scudi circa, ed ogni chiericato 80,000,
passar la cosa rispetto agli uffizi vacabili fruttando ogni anno 1*8,0 ilio per 100;
secondari e minori, che davano un mero e die Sisto V avendo reso vendibili tali
titolo d'onorificenza, o avevano un eser- uffizi camerali, Innocenzo XII nel proibir-
cizio non concernente amministrazione ne la vendita, e nel reintegrare dello sbor-
di giustizia; ed egli bramando che fosse salo quelli che allora l'occupavano, pro-
amministrala colla più scrupolosa inte- testò non più denaro ma reali meriti esige-
grila ed esattezza, in che era oltremodo re per conseguirli. Sebbene anche il No-
geloso, e vigilantissimo sulla condotta e vaes nella Storia di Sisto F procede col
scella de'magisti ali, percui in diverse oc- p. Tempesti, in quella d'Innocenzo XI l si
casioni die pubblici esempi di salutare ri- mostrò alquanto inesatloe un poco in con-
gore. Adunque tra' primari uflìzi di tal traddizione, sia coll'afTermare che detti i
rire il tulio, e quanto alle somme reinte- zionari estratti riprendere il loro denaro
grate, la bolla Innocenzianain parole e in in contanteo in luoghi di monte fra ^o
cifre dice: ascendens in toliun ad sum~ giorni dopo l'estrazione. Indi con chiro-
mani decies centenoriim, et viginti mil- grafo de'7 maggio, Benedetto XIV fece
liunt scptingentornm scxdecim scutorani la nuova erezione di porzioni vacabili del-
monetac romanae^ sivc 120,716 sento- le legazioni e altre provincie dello slato
rum. Già il Papa con bolla ile'3 febbraio, ecclesiastico, di scudi 100 l'uno, coli' an-
secondo il Novaes, avea prescritto, die nuo frutto certo di scudi 5 per porzione,
nell'avvenire gli uffizi e luoghi di monte oltre il godimenlo de'privilegi degli uffizi
Tacabili non si perdessero per la promo* vacabili della dataria. Pe'bisogni del te-
zione al cardinalato, ma a vantaggio della soro pontifìcio Benedetto XIV impose di-
catuera apostolica attribuì il risparmio di verse pubbliche gravezze, e sopra gli uf-
molte propine che appartenevano a'com- fìzi vacabili di 1 000 scudi dì capitale,paoli
pratori. Ed a benefìzio della stessa dimi- 10 annui. Glemente XlII nel 1761 abolì
nuì le rendite de' cardinali vice-cancel- e soppresse la venalità degli uffizi vaca-
liere e vicario di Roma. Indi Innocenzo bili de'notari degli Uditori di Rota, vQ'
XII colla bolla Circiimspecta Romani stituendo a'proprietari i loro capitali; e
Pontifìcis,óe% dicembre 1693, Bull. cit. nel r 762 parimenti estinse i notariali va-
p. 335, confermò le disposizioni de'pre* cabili del tribunale àé\' Uditore del Pa-
clecessori sulle Sportale (F,) ,
pe' giu- pa. Per la carestia del 1764 Clemente
dici e tribunali di Roma. Morendo nel XIII sui frutti de' vacabili impose la tassa
1697 il cardinal Paluzzi Altieri nipote già ordinala dal predecessore per altre
diClemente X e camerlengo di s. Ghiesa, pubbliche necessità. Divenuto Papa Pio
Innocenzo XII vietò affatto la vendita di VI neli775, rivocòcon moto-proprio le
tale uffizio, applicando parte degli emo- sopravvivenze sugli uffizi vacabili, accor-
lumenti del camerlengato alla camera a- date da Clemente XIV a varie persone,
poslolica, e parte all'ospizio apostolico di nominate a p. 4della Storia imparziale
s. Michele. Per la guerra navale contro i del Papato di Pio VI. Indi col chirogra-
turchi, sostenuta da s. Pio V, avea que- fo Cam Sanctissinnis, de i5 settembre
sto Papa imposto a diverse congregazio- 1775, Bull. Rom. cont. t. 5, p. 1 34: ^^-
ni monastiche annue somministrazioni , tinctio et respectiva concessio Vacali"
colle quali si eresse il luogo di monte Fe- liuni inclyti Populi romani, earumque
de, poi detto Religione. Denedetto XIV, regaliarum Salis. Ne darò 1' estratto.
al modo che narrai anco nel vol.LXXIV, Siccome nella sede vacante, per morte
p. 3 1 2, abilitò le congregazioni ad affran- del duca d. Carlo Cesi erano vacali 5 uf-
carsi da tale gravezza, con isborsare V e- fìzi vacabili capitolini , ciò produsse alla
quivalenle pagavano
al capitale di cui i camera capitolina un risparmio di circa
vistosi frutti. Per dare poi alla camera a- scudi 25o annui. Erano i vacabili gli uf-
postoììca un compenso del danno che ne fizi : dell' agente del popolo romano , il
risentiva, con moto-proprio dell' 8 gen- i.° custode della statua di Sisto V (in
naio 1
744. le concesse la facoltà di poter bronzo di Taddeo Landini ), il com-
"venire all'estrazione degli uffizi vacabili missario dell'acqua del Circo massimo, il
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mn egli con raccennalo chirografo volle Pio VI, fecero il simile con Pio VII. L'im-
che i delti vacabili si repiilnssero esfiiili peratore Napoleone I quindi stabilì, che
a hcneficio della camera capitolina, in il debito pubblico romano fosse dichia-
conformila del chirografo d' Imioceu/o rato debito dell' impero francese , e nel
XII de' f) giugno 1 694. Ma
r gli uffizi d'a- 1 8 1 o fu deputato un consiglio a liquidarlo
gente del popolo romano e di maestro co'beni nazionali. Si legge nel n.°3i del
delle mosse avendo il loro esercizio, il l^a- Giornale del Campidoglio di Roma del
pa li conservò, ordinando a' conservatori 18 IS. M. I. e R. con suo decreto de*
I . j-»
lutti gli emolumenti soliti percepirsi nel sizioni del noslroamatissimoSovrano han-
carnevale e per le corse. Considerando no sparsola gioia in una classe numerosa
che cumulando due ullìzi in una persona,
i di cittadini, e tulli vi riconoscono l'inte-
questa percepirebbe annui scudi 4o, la- resse che prende S. M. al benessere de*
collizzò i conservatori a fai lo, concedendo dipartimenti di R.oma e del Trasimeno
ad essi le 3 regalie annesse airuf(l7Ìo di (cioè dello stalo pontifìcio, dopo la ridu-
maestrodelle mosse e a* due sostituti, con zione del trattato imposto a Tolentino)."
autorità di disporne a beneplacito. Lo sta- Oltre il riferito superiormente in argo-
to deplorabile delle finanze nel pontifi- mento, credo opportuno di aggiungere a
cato di Pio VI, come pure quello degli al- ulteriore suo schiarimento. L* ammini-
tri Papi lo descrissi a Tesoriere, dicen- strazione francese de'beni ecclesiastici de-
do che i soli vacabili ascendevano a scudi nominala Demanio, invitò tulli i vacabi-
1,89'^, 4^0* N*^l principio del pontificato listi proprietari a liquidare i loro vaca-
tli l^io VII , calcolate 1' annue rendite a bili, ma con notabile diminuzione del ca-
circa 4 «nilioni di scudi, perchè colhi fa- pitale impiegato per l'acquisto di ciascun
tale pace di Tolentino i repubblicani fran- vacabile. Quelli che liquidarono riceven-
cesi era usi prese le provincie delle Lega- do una determinata somma di denaro
zioni e lo stato d'Avignone, si pagavano rinunziarono agi' inerenfi diritti , come
anche 4 qoioti de' vacabili. Nel
1809 gl'im- rilevai nel voi. VII, p. 178. Quindi il De-
periali francesi completamente consuma- manio acquistò tali diritti e di venne il pro-
rono la nuova invasione dello stalo pon- prietario de* vacabili liquidali. Però buo»
tificio, e come prima aveano deportalo uà parte de'vauabilisti o non bisognosi di
VOL. LXXXVK. 7
1 - ,
9» VAC V A C
timorata coscienza, non volendo allenare biliper dare a*n)edesimi una sisleQiazio-
e iiquichire loro vacubili, ripugnando
i ne e richinntarne in osservanza le aiiti'
loro di transigere con un governo ille- che leggi conciliabili colle presenli circo*
gitlimo e d'occnpnzione, restarono prò* stanze, per fare quindi a lui rapporto di
prietari de' vacabili. Il maggior numero tutto. La morte d'un antico vacabilìsta ,
di sillalli vacabili non liquidali spellava* il quale con indulto poulifìcio percepiva
no alla camera apostolica, ed a'corpi mo- durante sua vita la rendita di esercizio
rali, i quali tuttora li possiedono (sicco- del suo vacabilesenza che esercitasse l'uf-
me i corpi morali raramente sono sog- fizio, die impulso a dover esaminare que-
getti a perire, e perciò la vacanza ordi- sto rilevante affare de' vacabili. La con-
naria non si verifica , occorre loro spe> gregazior)e si compone di mg.' France-
ciale facoltà nelT acquisto di vacabili), e sco Vici sollo-datario, facente le veci di
la camera apostolica in quantità nume- datario; mg.' Stefano Bruti reggente del*
rosa, per quanto vado a dire. Nel i8i4 la cancelleria apostolica; mg.' Antonio
Pio V 1 ricuperò colla libertà il dimidialo Pagnoncelli commissario generale della
suo dominio, e nel 8 5 anche le Lega- 1 1 rev. camera apostolica; cav. Pio Folchi
zioni. Avendo il Papa nel suo ritorno in uffiziale della dataria apostolica col titolo
Koma trovalo che i collegi de* vacabili di amministratore generale delle compo-
sii, già formati ciascuno di più ceulinaia iu;nde, e insieme sosliUilo de'prelali ab-
di persone, perla seguita liquidazione o brevialori nella cancelleria apostolica; e
per movie ab inlesta lo erano ridotti a po- di Andrea Santini nfiìciale delia medesi-
chi individui, cioè di quelli die aveano ma dataria col titolo di sohlitolo nell'uf-
ricusato liquidare i vacabili, il Papa e- fizio delle vacanze beneficiali comune-
mano quelle provvidenze narrate in prin- mente dello per obitiim, e insie-
uffìzio
cipio di quesl' articolo. La camera apo- me decano de'nominali prelati
sostituto
slolica, che vendeva vacabili e li ripren-i abbrevialori, non che sostituto di mg.*^
deva alle vacanze, se proprietari non ne i reggente della cancelleria. Inoltre il San-
aveano dcbilamenle disposto, a della e- tini, siccome peritissimo in questa mate-
Iute, il regnante Pio IX stabilì uno spe- proprietari vacabilisli o i da loro sostitui-
ciale congregazione incaricala a prende- ti ossia intestatari erano obbligati, vestiti
V A e VAG 99
ed in nÌDlfo talare e lungo se ecclesiastici, vano alla processione in discorso, soleva-
d'intervenire con torcia di ceia accese alla no indossare l'abito de' conversi cister-
solenne Processione óeì Corpus Domini ciensi, in memoria di essi. Giunti vaca- i
dila della torcia. Incedevano nella proces- processione da lui celebrata nel 1725,
sione 4 per 4 > dopo il clero romano e v'intervennero 998 vacabilisti. Il contem-
ing.*^ vicegerente, seguiti da* procuratori poraneo Cecconi nel suo Diario istorico,
de'principi e de'baroni , o dagli scudieri registrò seguenti che incederono nella
i
pontificii e da'procuralori generali degli I." processione del medesimo nel 1723.
ordini religiosi. Otto chierici vacabilisti Dopo il clero e mg.' Vicegerenle, veniva-
per un tratto di strada sostenevano 1' a- no i vacabilisti che hanno uffici vacabili,
ste del baldacchino, sotto il quale proce- con torcie. Sensali di Ripa. Porzionarl
deva il Papa. Dissi pure, che siccome au- di Ripa. No tari Capitolini. No taro di
licamente due frali cistcrciensi aveano l'uf- Tor di Nona. Nolaro de' Pro tono tari a-
fizio di bollare Diplomi col
i pontifìcii postolici partecipanti. No tari del car-
piombo, onde venivano denominali Fra- dinal Ficario, No tari del Fìce Camer-
tres de PlumhOy Fralres de Balla, Fra- lengo governatore di Roma. Scrittori
tres Barbati, e lavavano il Cadavere del dell'Archivio. Collettori delPiombo.Sol-
Papa(^f''.),c\ò che ora fanno penitenzieri
i lecitatori apostolici. No tari dell' Udito-
di s. Pietro; trasferito l'uffìzio ne'chierici re della Camera.Scrittori e Chierici del
Ciam-
secolari e ne'laici (da Sisto V,dice il registro delle suppliche. Scrittori del
pini,z«eorum locum^unus praelatus sur- registro di bolle. No tari degli Uditori
rogatusfait, qui idem munus^per substi- di Rota. Procuratori delle lettere apo-
tuluni cxercere valerci. Ciò deve iuten* stoliche di minor grazia. Uditore e Reg-
dersi de'due cisterciensi superstiti, perchè gente della Penilenzieria. No taro e O-
eranvi anche altri piombalori delle bolle stiario della Cancelleria de Consuetis.
contemporaneamente. Il celebre Bastia- Cavalieri Laure ta ni. Cavalieri Pii. Ca-
no Luciano veneto pittore, morto circa il valieri del Giglio.. Cavalieri di s. Pao*
i546, avendolo Clemente VII premiato lo. Cavalieri di s. Pietro insieme cogli
^
eoo l'uffizio di Frate del Piombo^ avuto Scudieri senz'abito. Scrittori apostolici
il quale non più si trovò in bisogno di la- togati.Rescribendario con due difensori.
\orare, volle vivere a Roma in pace, efu Maestro dell'uno e dell'altro Registro.
denominato P^ra Bastiano del Piombo Custode della Cancelleria. Reggente
ebbe pure l'uffizio il celebre architetto della Cancelleria. Piombatori. Maestro
Bramante, il quale fece un ordigno inge- del Piombo. Gli altri uffiziali vacabilisti
gnoso per improntare le bolle, e lo rile- incedevano ne'Iuoghi che vado a riferire,
vai nel voi. LXVl, p. gS, ove riparlai de* con relazione anteriore e più minuta. Nel
sigilli pontifìcii, e de'caralteri co'quali si i653 il Cohellio pubblicò in Roma, iVb-
scriTouo le bolle)) quando questi si reca- titia Romanae Aulac OJJìcialibus. Nel
,
loo V A e V A C
cap. 37 : De Datario Papa, fra Tallre non porla ni ìbns, Scriptoret Apostolici
cose tlichinra: Et quoniniii si non omiies, to'j^oti. Rescribendarius rum duobus de-
non interrompere il suo racconto, le ri ctuario, qui non potest cedere fructum
ferisco per ultimo. Cum autem lii vel nisi proprietario, ex iure civili ; ita di-
per resignationem in manibus S. D. N. cendum de huiusmodi Officiis scribit
Papae, vel per morlem tales esse desi- cardi naiis Tuscus, quia horum Ofticio-
nant, ut scribunl Gabrielius, et Rolan- rum Papa est proprietarius, et ila serva-
dus a Valleex quo Leo X in ereclione
: tur in Curia. Et cessai hodie in hoc
seuampliationecollegii Praesidentium et omnis omnino difficultas per ea, quae
Porlionariorum Ripaeairirmare non du- sancita leguntur a Sixto V, qui neduni
bilavit assignationes redditutii Camerae, alienaliones et resignationes huiusmodi
et Sedis apostolicae, (|uae fiunt huius- vetuit, sed eliam factas irritavit; quod
roodi Ofllciis, et Collegiis, non esse pro- etiam a me. Urbano Vili, conflrma-
sa.
prie alienaliones, sed polius contractus tus invenies anno 1624. Et quoad Mi-
localionis ad breve tempus propler liii- lites de Lilio, et aliorum Collegia in prò-
manae quid-
conditionis fragiiitateni; vinciis iMarchiae Romandioliae, Umbriae
quid enioi Olììcialibus (ut ipse ait) per et Patrimonii erecta, ut supra relatis
dominio, ut quotidie sit in Curia, si Ti- sua deportazione, v'intervennero >* tutti
pretium d. Ollìcii erit ne
tius raoriatur, gli uftlciali della Cancelleria e degli al-
an haeredeni Titii? Dicas esse hae-
Caii, tri Vacabili de'diversi collegi, e questi in
redem Tilii, quia Caius liabet solum numero di più centinaia con torcie ac-
nomen, uldecisum invenies in Rota ro- cese ". Occupata poi Roma da' francesi
mana iater decisioues, quas vocant uu- nel 1 8o8j la solt:nae processione papale
J02 VAC V AC
fu celel)rato dal cnidiiinl Antonclli de- regnimi. Clic vaca senza possessore; e an-
cano del sagro collegio, e da' n. /\c)e 5o che si dice per similitudine d'nltrecose;
del Diario di Roma che la nolilicono, e di vuoto, secondo l'idea relativa. In
ron si nomina 1* intervento de' vocabili- materia di Carica^iìì Dignità^ di Bene-
sti. Bensì dopo vari anni sì tornarono ad ficio ecclesiastico, significa che non è
esporre gli arazzi di Rofiaello, ove passò "occupato da un Titolare (F.). Un bene-
la precessione. Nel 1809 il n.° 44 ^'^^ ficio é riputato vacante in Curia romana^
Diario di Roma appena dice, che nel quando il titolare muore in Roma, od a
1.** giugno la solennità
del Corpus Do- 20 leghe o 2 diete da Roma, benché non
mini fu celebrata con processioni dalle si trovi m Italia se non per caso. È il
patriarcali e altre chiese. Nel mese se- Papa che nomina a' benefìzi vacanti in
guente il Papa fu deportato, ed vacabi- i corte di Roma per morte. Dicesi Sede
lisli non più intervennero alla detta pro- P'acante (F.), la vacanza del Pontifica^
cessione pe' surriferiti motivi. Nel i855 to (V.)i del Vescovato (V.) e simili. Va-
ilCimento^ Rivista di Torino, scrisse e cano benefizi non solo per Morte, ma
i
lica nel t. I della serie 3.', uno ad uno, sospensione di Scuola e di Tribunale
capo per capo, li confutò con opportune (F.). Per vacanza di scuola particolare o
disquisizioni lodaleda'saggi. Nell'art. 7.*^ di Università si óìceferiorj e vacanza di
il Cimento prese di mira i Vacabili^ 3 giorni, Scholae vacant in triduum.
qualificandoli soggetto d' ilarità 1 e con Per vacanza di affari forensi, de' Tribu-
ridere di alcune denominazioni de' me- nali <7//?o/7z<t, massime degli Uditori di
desimi, che disse misteri sepolti in re- Rota, sono a vedersi tali articoli per le
condili ripostigli ; dimenticando che ogni diverse denominazioni. Presso gli antichi
paese del mondo ha propri nomi d'ul-
i romani eranvi due sorta di vacanze, una
fìcio, i quali talvolta agli altri sembrano ordinaria, e l'altra straordinaria. La i.*
strani, come inusitati dal comune lin- avea luogo per certo numero di giorni
guaggio. Ed allernando il riso, co' frizzi dell'anno, ch'erano da tutti conosciuti.
e lo scherno, dichiarò il Debito Pubblico La straordinaria non avea luogo che in
pontificio, arbitrio, dilapidazione e peg- tempo di turbolenze e di guerre civili ;
gio; oltre in cadere in molti spropositi, allora il senato stabiliva che tulli gli af-
su quanto si credeva pienamente infor- fari cessassero, e non si dovesse più am-
mato. Anche su quesl' articolo ragione- ministrar la giustizia finche non fosse ri-
volmente rispose la Civiltà Cattolica. stabilita la tranquillità. Così avvenne al-
Quanto a* Facahili ed ai Vacabilisti^ lorché Cesare passò Rubicone. Tale so- il
pare che il Cimento innanzi d* erigersi in spensione chiamavasi anche rerum prò-
severo censore fosse in debito d* erudirsi latio e judiciorum indictio. La deriva-
ne' notissimi tratlatisti, fra' quali Cohel- zione del vocabolo Facanza, la riportai
lio e De Luca sono d* universale cogni- nel voi. LX, p. 64 e altrove. Abbiamo
zione; e così non si sarebbe esposto ad Feriae Juveniles Petri Servii, nelle Mi-
esser segno di rimproveri e di biasimo, scellaneae Antiqui tatum Romanorum,
qual prosuntuoso Aristarco. p. 1881. Feriae Aestivales Petri Fri'
VACANTE. Facans^f^acuuSy Inter' dericiArpii, sive suorum scriptorum hi-
V AC VAC io3
storia^ Hambiirgi 1726. Ferine Aatii- Inoltre ò\Faccarizia^\ li-alla dall'Ughel-
mnalcs Jos. Ant, de Januarìo post rcdi- li nel t. I, p. i335, in un documento dei
turn a Repuhlicafurisconsultoriim,NQa' vescovi di Troia, in cui si assegnano i cou-
|)oIi 1752 e 1 767. flni di tal città colle seguenti parole. Ita-
VACCARiZiA o VICCARr, Facca- que nec Faccaricienses Trojanis^ nec
ri ria. Sede vescovile del regno di Nnpoli, Trojani Faccariciensihus herhaticuni
nella provincia di Ca[)il.inata, nella Dau- vel dent, vel accipiantj vel quicunique
iiia, a 4 miglia lungi da Troia, come vuo- extraneusfuit Trojae,fuit Faccariciae^
le il Sainelli, Memorie degli arcivescovi ad hahitanduni sit sub eodemjure, et de
di Benevento, p. 258. Egli dice essere omni herbatico ejctraneoruniy quod est
stata l'antica città nel luogo die i paesa- commune in ter Tr o/ano s, et Faccari'
ni chiamano Caslellaccio,e che si vedono cienses, haheant ec.Osserva SarQelli,cbe
le vestigia della rocca e di sue muraglie. se dalla distrutta Vaccarizia passassero
dinale colla ritenzione del vescovato, seb- brogio Ferdinando arciduca d' Austria,
bene destinato a viceré di Napoli, dove nato nel 794, cioè di 1 2 anni con dis[)en-
i
celebrargli il funerale, colie formalità e Cenni storico critici sull^ antica sede di
che raccontai.
intere.ssanti particolarità ì a do nella. Liguria da servire di schia-
Pio IX regnante nel concistoro de'5 set- rimento alle notizie relative alla sede di
lembre i85i <liè termine alla sede va- Savona, senza però in nulla derogare a
cante, con preconizzare vescovo di Vac- cpianlo avea scritto nella serie de'vescovi
cia r attuale mg/ Agostino Roskovany di Savona , che io in parte seguii e col
di Szinne diocesi di iSzalmar, <lotlore in s. Monti. Si dichiara grato alcau. Domeni-
teologia, già rettore e prelielto degli slu- co Navone d'Albenga per le memorie a
di del seminaiio d'Agria, vice-notaro di lui trasmesse, ed estratte dall'opera mss.
cpieila metropolitana e assessore del con- del p. Pietro Paganelli e da altri autori
cistoro, segielario e cancelliere arcivesco- eruditissimi, le quali servirono ad agevo-
vile, prefello della biblioteca diocesana, lare le sue ricerche per chiarire e illu-
cappellano aulico onorario, abbate di s. strare un punto di storia ecclesiastica pa-
Andrea deSaary, canonico lettore di det- tria, senza però in tutto seguirlo, lo poi
ta metropolitana e nella sede vacante vi- mi professo gralissimo ad ambedue, per
cario capitolare; dotto, prudente, pieno l'estratto che mi propongo darne, senza
d'esperienza , degnissimo del vescovato. fatica. La situazione dell'antica Vado in
Ogni ntiovo vescovo è tassalo ne' libri sito per natura paludoso, le die il nome
della camera apostolica in fiorini 5oo. di Sabbatum, e da vari scrittori antichi
Savona, oggi ridotta a piccola vdla, fu un Pavia debbano recarsi alla scuola di Dun-
giorno cillà fiorentissima ed ebbe alcun gaio da Milano, Brescia, Lodi, Bergamo,
tempo la sede vescovile. Il eh. prete Se- JNovara, Vercelli, Tortona, Acqui, Geno-
meria nella Storia ecclesiastica di Ge- va, Asti e Como; in Ivrea, che lo stesso
nova e della LigJiria, la chiama picco» vescovo faccia la scuola a'chierici; in To-
la terra, famosa a'iempi della romana re- rino, che concorrano da Venti miglia, da
pubblica per accampamenti militari, pa- Albenga, da Vado, da Alba. In Cremo-
ti ia di somnìi personaggi, sede episcopa- na iinparino que'di Reggio, di Piacenza,
le ne'primi secoli della Chiesa. 1 geografi di Parma, di Modena ec". A questo de-
l'appellano Jado Sabatìa^ borgo e pic- creto o edillo appoggialo Muratori , af-
colo porlo degli slati sardi, divisione di ferma che le ciltà in esso ricordate fu-^
Genova, sulla costa occidentale del golfo rono le più illustri, e rallegrossi con Va-
diGenova, con rada eccellenle.l suoi 2000 do che in que'tempi fosse città fiorentis-
e abitanti sono quasi tulli pescatori.
pili sima. Sia comunque di loro opulenza, è
Si vedono nello spazio fra Savona etpie- certo che tutte le nominale ciltà erano
slo borgo molli ruderi, vestigio d'antica vescovili. Nell'alto di fondazione del mo-
grandezza. Sopra una rupe torreggia ia nastero di Spingo, seguilo nel 991 nel
,o6 VAD VAD
castello di Visone, si prescrive all'abbai scovo di Savona (e per tale l' avea regi-
le di ricevere la consagrazioiie e il crisma strato nella Cronoloi^ia dr^est'ovi di Sa-
dal vescovo della chiesa di Vado, KpiscO' vonn), e che non debba confondersi con
pi s. Fadensìs Ecclesine. Mg/ Domeni- Martino vescovo d' Aleria, uè con Mar-
co Giorgio nell'aureo libro, De antiqui- tino predecessore di Montano nella sede
tiileltaliaeMetropolihus^ exercitatìo hi- savonese. Avvertì l'Ughelli, nel dire Mon-
;r/or/c^,Roniae 1 722, nel cap. 22 forman- tano .°vescovoconosciuto di Savona, che
I
do un catalogo delle sedi vescovili sog- questa sede era già celebre a'tempi di s.
gf-tte alla metropolitica giurisdizione di Ambrogio, e per conseguenza provvista
Milano, estratto dal codice Tuano com- di pastore. Il can. Bima concorda con
pilato tra il 989 e il 1000 annovera Ac- esso che non lo sia stalo di Vado , cioè
qui, Alba, Albenga, Asti, Bergamo, Bre- che non abbia fissato la sede in Vado.
scia , Coirà , Cremona , Genova , Ivrea, Pisano trovasi registrato negli atti del
Lodi, Novara, Parma, Reggio, Torino, conciliabolo tenuto in Roma nel 963
Tortona, Vado, Vercelli, Venliiniglia. contro Giovanni XII, solloscrillo ve-
Il che di più comprova l'esistenza della scovo di Soana fia' vescovi di Tosca-
città e vescovato di Vado in delta epo- na ; e lo slesso Ughelli afferma che die-
ca. Il can. Navone, con l'Ughelli, Italia tro inchiesta della serie de* vescovi di
sacra, l. 4^ p-oo3 (o p. 780 dell' ediz.
» Soana gli venne notato anche Pisano,
del 1719), Smonenses Episcopi, diceche e può darsi che il Baronio, fìdandosi
sederono sulla cattedra di Vado: Monta- di edizione poco accurata degli atti di
le, dice Semeria, nel 994 venne traslo- dicesi vescovo Sanese, e non di Vado o
cata la sede episcopale di Vado a Savona), Savona: ma per escludere Pisano dalla
Giovanni 111 e Giovanni IV, con cui con- serie de' vescovi di Savona, fa ostacolo la
corda Verzellino nelle Memorie di Sa* sottoscrizione fatta in Genova dal sacer-
vona. Il Risso, altro storico di Savona, dote Decupis munito di procura dal ve-
pelle sue Memorie Savonesi, ne aggiun- scovo di Cislerone del 964, in cui si sot-
ge 4^5. Eugenio, Adniando, Berardo, Fe- toscrisse: Ego Pisanus liwnilis episc. Sa^
lice; così sarebbero slati 12 vescovi di i vonensis. Giusta l'asserto dal can. Navo-
Vado. Il can. Bima ritiene in vece, ap- ne, esclusi i detti due vescovi fra'pastori
poggialo a più certi documenti, che s. di Vado, sarebbe Benedetto il i." vesco-
Eugenio, Montano, Amando, Berardo, vo che si abbia certezza dell' antica Va-
Felice, Pisano, non furono mai vescovi do, e il can. Bima ci si accorda quanto
di Vado, perchè crede di non errare ri- a Vado, sebbene in alcuni rass. si trovino
ducendoli a'seguenli. i.** nel 680 Bene- alterati nomi propri della sede de' ve-
i
detto; 2.°nel 940 Giovanni I; 3.° nel 967 scovi sottoscritti al detto sinodo , massi-
Giovanni II; 4."nel 992 Bernardo; S.^nel me stampata dell'Arduino, in cui
la serie
999 Giovanni III; 6."* nel 1004 Giovanni si fa vescovo della chiesa Valvense , e
JV. Il Coleti vuole Montano vescovo di rOlstenio lo fa vescovo Albense; ma Val-
Aleria o Sagona in Corsica, e non di Sa- va o Balva, città dell'antico ducato di
vona. Ma il can. Bima ha argomenti per Spoleto, avea il suo vescovo Chiarenzo
riteoere che Monlauo fu realmente ve- sottoscritto allo stesso concilio romutio
V A D VAD 107
con alili vescovi del ducato; Benedetto longobardi e s' irapadroiù del regno , il
poi è solloscrilfo con Mansueto metro- che seiidiia pih probabile poiché da* ,
polita milanese e gli altri vescovi di Li- franchi venne distrutto anche T antico
guria , hnmilis Episcopìis s. Ecclesiae castello Savo. Caduta così la potenza lon-
Falvensìs^ ma nel codice Valicano leg- gobarda, fu l'antica Vado unita alla vi-
gesi Vadensifì^ come notò Ughelli, ef<i cina Savona, e come opina il can. Bima,
imperizia de'copisti di scrivere Falvensc. il vescovo tra'^feri la sua sede in Savona,
11 Yerzeiiiiio assicura, che collazionati i a cui le sventure di Vado diedero incre-
mss. del concilio romano si trovò Vadca- mento di popolazione, di splendore e di
mere il titolo di Vado. 11 3.° sarebbe quin- monastero dell'isola di Lerins in Proven-
di Giovanni 11 longobardo, che in più luo- za. Al successore Giovanni III, espulso
ghi si soltoscrisse Episcopus Fadensìs et dalla sede,fu sosliluitoGiovanni IV d'or-
Savonensisj e l'Ughelli asserisce averne dine di Arduino re d'Italia, perchè mal
trovato il nome ne'registri Vaticani. Di- soffriva che si fosse associato al metropo-
strulla poi l'antica Vado, sia da Lotario lita di Milano nel riconoscere lìurico re
re de' longobardi (non esiste tal nome, d'Italia, e questo essendo tulio dedito ad
forse dovrà dire Luilperlo e meglio Liut- Arduino, pose fine ad ogni vertenza in-
prando) «spugnalore delle città restate sorta tra'vadesi ed i nolesi relativa a'con-
fedeli all'impero d'oriente, come preten- fìni di terreno. Conclude il can. Bima, col
de taluno; sia da Carlo Magno per pu- Monti nel suo Compendio di memorie di
nire i vadesi della resistenza a lui fatta, Savona, che la città di Sabazia (cioè Va-
quando coTiauchi sccsu iu Italia vinse i do de'Sabazi, e diverso da Sabazia etru-
io8 VAD V AD
scn succeduta da Trevignano, di cui nel na n*i6 luglio, giorno fe-
cele!)i'a la festa
voi. LVIII, (>. I iS), alilo più non avea nato pe'savonesi a tempo di Verzellino.
die il nome e il (itolo di capo di questa Il che fa credere al can. Dima, che circa il
lua, premesse queste critiche osservazio- can.Navone vorrebbe escludere ogni ve-
ni sulla città di Vado, e sui vescovi che scovo sia a Vado, che a Savona prima di
ivi (issarono la loro residenza, pare oppor- tale epoca. Invece il can. Bima, convenen-
tuno dare qualche notizia sulla sua chie- do che nel secolo VI esistessero vari ido-
sa. In quasi tutta la Liguria, e specialmen- latri nella popolosa città di Vado e paesi
te in Vado, città popolalissima, molli e- circonvicini,non nega la gloria a'ss. Eu-
lano gli adoratori delle false divinità sul genio e Vindemiale d' averli richiamati
cominciare del secolo VI, e narra il Uui- alla vera fede, in uno a'traviati; ma che
iiart neir istoria della persecuzione van- non avesse Vado il suo vescovo, ed i pae-
dalica, riferito dal can. Navone, che i re si circostanti nella persona del vescovo ti-
*\t\'andali ilominalori dell'Africa, setta- tolare di Savona , nel cui dislretto era il
ri ariani e nemici de'cattolici, cacciarono Caslrum P^adense, e che tale fosse la di-
in esilio sul principio di detto secolo (da- sciplina della Chiesa occidentale nell'isti-
ta contrastata pel riferito nel voi. LXXX, tuzione ì\g Fescovati^ dice esistere trop-
p. 87, e in tanti articoli), i vescovi della pi argomenti per opinare diversamente.
regione fedeli all'ortodossia, fra' quali i Quanto alla Liguria (Ino da' tempi apo-
gloriosi ss. Eugenio e Viudemiale (il JVIon* stolici era provvista di vari vescovi , per
ti vi aggiunge s. Fiorenzo o riorentino deputazione dell'apostolo s. Barnaba che
d' Utica), che dopo d' essere stati alcuni ivi predicò la fede di Cristo, e la stessa
anni in Corsica passarono in Vado, e qui- sede di Savona l' avea ricevuto nel 3 2 i
vi convertita alla fede gran parte del po- da Papa s. Melchiade nella persona d' I-
polo, Viudemiale ritornò in Corsica, ed merio , e l' imperatore Costantino I nel
Eugenio si ritirò in un'isuletla distante 3 3 la dotò; ed è perciò che Vado e pae-
I i
quale esiste divisa dalla villa Berzezzi, di di Savona, sotto la cui giurisdizione tro-
cui porla il nome, per un piccolo tratto va vansi. Vero è però, che infierendo il
di mare, in cui tuttora esistono le rovine furore degli ariani, e mal sicuro trovan-
d'un antico monastero ancora celebre pel dosi il vescovo di Savona, ricorse Nata-
soggiorno che in essa vi fece s. Eugenio, nallo a Papa Benedetto V per trasferire
divenuto proiettore della vicina IVoU che la sua residenza io Vado, città ben dlfe-
V A D V A H 109
sa e pnpnlnta , e ne ottenne facoltà ,
per serie da Montano, circa 3ooann» prima
i;iii ellelhiò la iraslocazione. Siuna lia del Zuccarello, e 3oo dopo la pubblica-
convenzione falla in A- Vado con certo ta dallo stesso can. Rima; ma, come dissi,
lipi andò diacono, a'5 agosto 588, per un afferma che già altri esistevano prima di
fondo rustico, senza die il vescovo avesse lui, ignorandone il nome, il che prova ia
assunto il luogo re?idenziale,rite-
titolo del qual conto abbiasi a tenere il catalogo
nendo quello diSavona, come fecero suc- i del Zuccarello.
cessori suio a BenedeltOjche sarebbe stalo VAGARSCIARAT o VALASCIA-
il I assumere il l'\io\o iV Episcopus Fa-
.°hd BAT. /^. EzMiAziN e Patriarcato Ar-
densis^ e ad unirlo all'altro di Savoncn- meno.
sis. Riferiscono Sanmartani, che i suc-
i VAHABITI VECABITI. Setta ara-
cessori di Benedetto, Annecio, Remo e I- ba maomettana , numerosa e bellicosa,
giulfo, passarono gran parte del loro go- della quale ragionai a Maomettismo e
verno in Genova, da dove provvedevano Turchia. Quanto a'Ioro usi e costumi si
a'bisogni della chiesa Savonese e Vadese, legge un erudito e interessante articolo
e ciò per evitare l'eretico furore degli a» n^WAlhmn di Romciy
1. 14> p- ^3, di cui
scovo titolare e sul popolo. Che poi ìlZuc- fece molli danni all' impero degli arabi
carello abbia nel i533 col catalogo de* nel secolo 111 e IV dell' Era della Egira
\escovi savonesi da lui collocato ne'regi- Maomettana. Tale caposetta si nominava
stri capitolari, cominciata la sua serie da Hamdan,efu soprannominato Carmath,
Giovatali 11, perchè ili. "che al titolo P'a- dagli occhi rossi o da' piedi corti. Nato
densis uni il Savonenfis , ciò altro non in bassa condizione nel li secolo dell' E-
proverebbe se non che esso non conobbe gira, e Vili di nostra era, abbracciò la
idocumenti consultati dal can. Rima nel dottrina degli ismaeliti o islamiti e la ,
trodurre fra essi la comunanza de' beni, deismo : e negano pertinacemente di ri-
ed anche quella delle mugli. Andò poi in* conoscerein Maometto le qualità di pro-
segnando non occoirere digiuni, preghie- Le loro moschee sono prive intera-
feta.
re, limosine, né gli altri dovei i imposti a' mente di decorazioni; non vi si vedono
luussuimaui seguaci di Mao(nello; di piìi» né cupole, né torricelle; abborriscono pro-
potersi impunemente abbandonar senza fondamente i seguaci di Maometto, e la
freno a tulle le proprie passioni , truci- loro avversione per questi è assai maggio-
dare nemici della propria credenza, sac-
i re di quella che sentono pe'crisliani e pei
che^jgiare i loro beni, calpestare tulle le giudei; deridono la memoria de' sceik e
leggi, ec. Una società fondala su tale as- degl'i mani maomettani, e distruggono
soluta licenza ispirò terrore a tulli quel- da'fondamenli gliedifizi che mussulma-
i
li che non appartenevano a (piesla forini- ni hanno eretto a que'defunti che vene*
dabile scita; i missionari crederono indi- rano quali santoni. 1 vecubiti seppellisco-
spensabile erigere un forte che servisse no loro morti senza alcuna pompa, e
i
versaria, ossia de' maomettani. La sua verso il loro capo una rozza famigliari-
morte o scomparsa si pone intorno al- tà, quantunque prontamente e ciecamen-
l'anno 285 dell'Egira, o 900 di nostra e- te ne eseguiscano i cenni. Ponno divider-
ra. JVeir Irak- Arabi presso di Rufu vi è si i vecabiti in 3 classi : i guerrieri, gli a-
il villaggio di Cannatila rimarcabile per gricollori e gli artigiani. Lungi dal di*
aver dulo il suo nome alta persiana di- sprezzar l'agricoltura, come gli arabi del
nastia de'Carmalhes, che regnò circa per deserto, essi l'apprezzano e vi si dedicano
uw 3.° del secolo X. L'aulore dell'artico- volenlieri ; coltivano l'arti meccaniche,
lo iìtW Jlhiim^ dice che a'discendenli de* ed i loro tessuti di lana e di cotone, non
Carfnali si unirono 5o anni adilielro(ora che i loro lavori di cuoio e di ferro, non
60) fra le diverse tribù, che hanno co- sono punto inferiori a quelli degli altri
minciato a mostrarsi nella storia moder- arabi. Vivono sotto povere tende, o iu
na, insieme col promotore della scissione meschine casipole assai mal costruite, e
religiosa u)ussulmana , lo sceik Abd-el- non hanno altre suppellettili che tappeti
\ahab o Vehab, del quale tali tribù a- grossolani, stuoie e vasi di legno o di
dottarono nome, i il seguaci avendo ri- creta. 1 vecabiti sono in generale estre-
dotto il maoniettismo alla sua più gran- mamente sobri , non si nutrono che di
de semplicità. 11 suddetto pascià d'Egit- pane d'orzo, di datteri e di pesce; di ra-
to per 3o anni guerreggiò contro ve- i do si pascono di riso e di carne. Come gli
cabili, dal b 1 ali 842, e non potè mai
I I altri orientali, mangiano assisi per terra,
ìuterameute sollomellerli; dopo le villo- colle gambe iocroeiate iotoruo ad un
VA H VAI I f I
cuoio circolare, che serve loro di mensa. nnaierosa, non impegna nella zuffu, e
s'
II caffè e il tabacco sono loro inlerdelti. solo comparisce dopo la vittoria, per sac-
JN'elle loro spedizioni portano seco soltan- cheggiare e spogliare i morti. Gli emiri
to due uno di farina e l' altro
otri pieni, ed i sceik portano Telmo, ed una lunga
d'acqua. Quando hanno fame, stemprano e larga spada a due tagli, o una sciabo-
in un poco d'acqua un pugno di farina, la turca, una lunga lancia , un piccolo
e senz'aicuna preparazione l'inghioltono. scudo e un ricco pugnale alla cintola,
Induriti alle privazioni e alla fatica, pon- talvolta anche la mazza. Due grandi scu-
ilo sopportar la fame e la sete per gior- di bislunghi attaccati a'fianchi del caval-
ni interi. Semplice è altresì il loro vestia- lo, lo difendono in singoiar modo dalle
rio. Portano un' ampia camicia di tela lancie e da* pugnali nemici. I vecabiti
giallastra, che avvolge quasi tutto il lo- combattono con somma intrepidezza, ed
ro corpo, e sopra di essa indossano un affrontano con incredibile coraggio i lo*
semplice mantello di lana, rozzamente ro nemici, massime quando si tratta tteU
I
tessuto ; la loro testa rasa è coperta da la loro religione, che accorda la gloria
una specie di berretta di colore, serrata del martirio a coloro che periscono cooi-
intorno ni capo da una funicella di pelo by: tendo per la sua difesa.
di cammello,© da un cerchio di legno or- VAISON, Vasio. Città vescovile di
nato d'intagli di stagno e di madreperla: Francia del contado Venaissino in Pro-
altra calzatura non hanno che sandali. ì venza, dipartimento di Valchiusa, reso
Gli emiri ed sceik mostrano più lusso
i celebratissimo pegli immortali versi del
nelle loro vesti ma non ponno far uso
, Petrarca, pel riferito nel voi. LXKV,
d'oro e di seta. In tempo di guerra veca- i p. i33, circondario, distante 5 leghe e
biti portano una cintura di cuoio, cui ap- mezza da Grange e 9 d'Avignone, capo«
pendono un pugnale ricurvo arma ter- , luogo di cantone. Giace sopra m\ moute,
ribile nelle n)ani loro, che scagliano eoa a pie del tpiale scorre il fiume Ouveze o
Somma forza e destrezza, e col quale fe- Lovcze L' antica cattedrale è dedicala
riscono mortalmente e da mollo lungi il alla B. Vergine, e vi sono altre chiese. Ha
nemico. Siccome mancano di pietre fo- alcuni stabilimenti. Si rese rinomata l'u-
caie e di piombo, si servono ordinaria- niversità degli sludi eretta da PapaNicolò
mente di micce per scaricare i loro mo- V il .^'maggio 45o,a cui concesse prero-
I 1
schetti, ed invece di palle lanciano per lo gali ve e privilegi. I suoi abitanti ascendo-
più piccoli ciottoli rotondi, avvolti in pez- no a circa 2000, e vi tengono 4 fie»*e
zetti di cuoio, aflìnchè empiono esatta- r anno. Nella sommità è un forte castel-
mente il calibro dell' archibugio. Le fe- lo. Ha le sue terme e bagni chiamali Dar*
rite prodotte da tali ciottoli sono senipre gus Balneoliy presso un sobborgo della
pericolosissime. Al pari di tutti gli ambi, città, mentovali nella bolla da Pasqua-
d'un arsenale d'armi e di munizioni, chiu- suoi illustri vanta d'aver dato i natali
se in sacchetti ed in giberne ornali di sta- all'antico storico latino Trogo Pompeo,
gno, coralli e cuoio, di effetto [)ittoresco. che fu segretario di Giulio Cesare. E fab-
Coujbattono ordinariamente a piedi j o bricala presso l'antichissima ^rt^/o,graa-
assisi sui cammelli, soli capi avendo ca- i de e opulente città de' galli, di cui s'im-
valli. Su'cammelli siedono due vecabiti su puta la distruzione a* longobardi. Di sue
doppie selle, e volgendosi le spalle. Uno magnificenze sono testimonio le vestigia,
•
combatte, l'altro carica il moschetto e di- e i monumenti scavati, iscrizioni, meda-
rige il cammello o per inseguire il nemico glie, sepolcri, statue e altri marmi. L'an-
o per fuggire. La loro cavalkria è poco tica Vasio fu capitale de* Vacoulii, come
113 VAI V A I
Lue al dire di Plinio, della provincia e Vaison, r' i4 settembre 1791 furono
Viennese nel poese de' Ti icastini, e prese riuniti alla Francia. Nel disastroso tratta-
il suo nome di Casone e poi Vaison dal to di Tolentino fu costretto Pio VI di ce-
tiello (iuuie, cliiamato anclie Ovasico. To- derli alla medesima Francia , contro di
lomeo riferisce che superò in isplendore che il successore Pio VII emise solenne
Lue. e Pomponio Mela l'annoverò Ira protesta. Della chiesa vescovile di Vai-
le città principali delia Gallia Narbone* son, Fanloni nella Storia cV /lvi»no*
il p.
se, e la preferì ad altre inclusi vamenle ad ne e del contado Fenesino^ stato della
Avignone. Fu una delle principali colo* Sede apostolica, nel riferire la serie de*
nie romane, e città federata de' romani suoi vescovi, fece menzione prima dell'al-
la chiama Plinio. Siccome erano di due tre del Venaissino, perchè di esso la più
specie, si crede che Vasio fosse della i^ antica e più cospicua , cominciando le
fece parte de' polenti conti tolosani, si- assegnò vi comprese Vaison. Il [."vescovo
gnoreggiandola anche propri vescovi, i che si conosca è Dafno o Da mas, il qua-
tranne quando ne usurparono il dominio leintervenne nel i.° concilio che dopo il
ì medesimi conti. In punizione di Rai- sinodo rouìano celebralo in Laterano da
inondo VII conte di Tolosa (/^.), fau- Papa s. Melchiade, si adunò in Arles nel
tore degli eretici albigesi, decaduto dai 3 14 per la causa de' donatisti. Di che
suoi stati, la contea del Fenaissino (/^.) scrisse poi s. Agostino nell' Epist. 162 a
venne con Vaison devoluta in sovranità Glorio e ad altri vescovi, che Dafno vi si
della s. Sede nel 228, in compenso del- i portò, cani Fictore esorcista decidila-'
le gravissime spese sostenute per avere te Fasensi. Da questo argomentò il p. Co-
guerreggiato crudeli e fanatici eretici
i al- lombi, che avesse Dafno ricevuto da'suoi
bigesi, per la pace e prosperità di quel- maggiori una chiesa già fornita di chiari
l'ampie contrade; e Gregorio IX dopo a- soggetti, mentre tra gli esorcisti , ullinio
ver assolto il già scomunicato conte, r)el grado del clero, conlavasi Vittore degno
1229 ne assunse il governo. Papa Cle- d'aver luogo in quella ragguardevole sa-
mente V, stabilita la residenza pontificia gra adunanza de' vescovi d'occidente. Chi
neli3o5 in Provenza, passò a dimorare a Dafno successe, s' ignora; né si conosce
in Avignone, assumendo il titolo di con- se o Dafno, com'è credibile, o altro vesco-
te del Fenaissino, al quale dominio nel vo, reggesse (|uesta chiesa (|unndo fu ce-
1348 Clemente VI uni Avignone (F.)^ lebrato il I
." concilio in Vaison, poco do-
avendola acquistata da Giovanni, e con- po il i." concilio generale di Nicea. Dopo
giunta al Venaissino si formò lo stato l'intervallo di più d'un secolo trovasi Au-
d'Avignone. Questo stalo lo fece occu- spicio vescovo di Vasone nel concilio te-
pare Luigi XIV ne'pontificali d'Alessan- nuto aUiez nel 4^9» •'* quello d' Grange
dro VII e Innocenzo XI per rappresa- del 440, e nel 2.°di Vaison del 44'^'- ^^''""
glia , e nuovamente fece il simile Luigi no credulo alcuni, che quest'ultimo con-
XV Clemenle XI li. Indi per la ri-
sotto cilio debba dirsi Fasatensc, come tenuto
voluzione di Francia occupali da'repnb- in Hazas città vescovile di Guascogna; ma
bliconi Avignone , il contado Venaissino ciò è lontano dal verosimile, mentre e
VAI VAI n3
cerio che i vescovi intervenuti erano deU curatore suo, regnando allora nel Ve-
lei provincia ecclesiastica d'Arles. Inoltre naissino e in Avignone Childeberto 1 re
questo prelato è senza dubbio quell'Au- de'franchi residente in Parigi. Invecchia-
spicio, che con ahri vescovi delia metro- tosi il vescovo, per le viilìi di s. Quinidio
poli d'Arles consagiòRavennio arcivesco- e il desiderio del popolo lo prese a coadiu-
vo di quel la chiesa nel 449» <^<^'^» cui scris- tore, e gli aflìdò l'amministrazione della
se Papa s. Leone I. In quest'ultimo anno diocesi. Il servo di Dio fu chiaro per emi-
sticcessead Auspicio il vescovo Fonteio, nenti virtù ; aveano precorso la sua na-
lodato per umanità e dottrina da Sido- scita celesti apparizioni e profezie, onde
nio Apollinare nei lib. 7, Epist. ^idì lui la madre prima che venisse alla luce l'of-
si fa pur menzione nel ^ji: l'assedio che frì a Dio; e fu tale che riempì colla ce-
a suo tempo fece Genserico re de'vandali lebrità del suo nome non meno Vaison,
alla città Vasalense, meglio si deve rife- che le città vicine e le regioni Alpine ma-
rire a Bazas, la quale dicendosi in latino Poco dopo, morto s. Teodosio nei
rittime.
Vasatiirn e Basatimi ,
più volte dagli 5SQ o nel 56 1, s. Quinidio divenne ve-
scrittori fu confusa con Vasio o Vaìson^ scovo della patria, e assistè al concilio di
la quale anche detta Vasense , e nel
fu Parigi del 572 0578. Governava Avigno-
diploma di Pietro IH di donazione alla ne colle sue dipendenze il patrizio Ennio
chiesa di Nizza, leggo Petro J^asensis E- Mommolo, figlio di Penio conte d'Auxer-
piscopus. Ethilio o Sestilio vescovo in- re, il quale con A nsberto era nato da Fer-
tervenne al 3.** concilio d'Orleans: non si reolo e da Industria o Deuteria figlia di
conosce se fu immediato successore di Clodoveo I re de' franchi. Ansberto di-
Fonteio. Bensì nel 5o9 occupò la sua se- venne duca d'Austrasia, e dal suo figlio
de GemellojSecondo Sanmartani,il qua- i Arnoaldo nacque s. Arnoldo padre d'Ar-
le nel 5i 7 sottoscrisse il concilio d'Epao- segiso, avo di Pipino da cui ebbe natali i
ria, nel qual tempo essendo morto iuVai- Cai lo Martello avo di Carlo Magno. Ora
son il prete Euiipiodi 27 anni, da que- Mommolo recandosi in Vaison reduce ,
sto rilevasi essere ancora la città sotto il dalla vittoria ottenuta sui longobardi nel
dominio degli ostrogoti che l'aveano oc- Delfìnato ,
per lungo tratto s. Quinidio
cupata, perchè il concilio d'Agde aduna- r incontrò con gran pompa e ossequio.
lo nel regno de' visigoti, esigeva3o anni L' orgoglioso Mommolo nel congresso
per ordinarsi sacerdote. E verosimile che ch'ebbe luogo nella città si oifese , non
questo vescovo di Vaison fosse quello tro- credendosi abbastanza onorato,e montato
vatosi nel 524 al 4-° concilio d'Arles, re- infuria aspramente maltrattò il santo pa-
gnando l'ostrogoto re Teodorico. Alethio store. Questi temendo piìi pel gregge, che
che gli successe, probabilmente assistè nel per la propria vita, si ritirò nella sua ca-
528 al S.** concilio di Vaison: inoltre è re- mera e con umili e fervide preghiere si
gistralo il suo nome negli atti del 2.° con- rivolse a Dio. L'inseguiva Mommolo con
cilio d'Oiange del 529, e in quelli d'Or- animo ostile, quando s'intese tocco dalla
leans del 54 Di S.Teodosio suo successo-
1 . mano divina, compreso di terrore, man-
re altra memoria non resta, se non che per car le forze e i sensi. Caduto io mortale
l'eccellenza dell'integrità de'suoi costumi, agonia, cede la sua superbia al timore di
e per la copia de'miracoli in cui risplen- mancar di vita , e fattosi portare nella
dè dopo morte, venendo ascritto Ira'san- stanza di s. Quinidio, gli domandò perdo-
iiah immemorabili. SoUoscnsse il con- no e ricupero della sanità. L'uno e l'al-
il
idrtS/P/irvt/ì^. t'osi.
ii4 V A ! VA I
saceiiloli e non più gli oltraggiasse. Mo- nitro Umberto , essendo impossibile che
vi s. Quinidio, celebre per insigni mira- un medesimo vescovo governasse 78 an-
coli, per vigilanza, 7elo e carità pastora- ni. Benedetto I vivea nel 996, essendo ri-
le, n' i5 f«!l)|jraio 578 o T79, nel qual cordalo nelle lettere di Benetletto Vili a
giorno se ne celebra la festa, ed i conoil- favore del monastero di Monte Maggio-
tidini l'assunsero a loro comprotettore. A re. Almerado nel 1 oo3, Pietro I nel 1 009,
suo onore fu fondata iiu'obba/ia subnr- Imbeito nel 1026: ne'calaloghi episcopa-
bana. E chiamato anco Gcncsiì in una li si leggono i soli loro nomi. Ad Imber-
bulla di Pasquale II , e in altri monu- to successe Pietro 11 , e di lui si fa me-
successe è nominalo nel concilio di Ma- lungo tempo già apparteneva a'vescovi di
^on del 58 1, in quello di Valenza del Vaison. Benedetlo 11 sticcesse a Pietro II,
VA I VAI ii5
bra merlo nel 1 098 circa, die hai. scpt.y la sua chiesa, e insieme altentatorio alla
dopo esserrieslalo uno de'lulori d'Ernien- giurisdizione episcopale, ne vietò i lavori
gaudo possente conte d'Urgeljfjglio d'Er- alle genti del conte; ma non ostante il di-
niengaudo del Gerbo. Rosfagno gover- vieto, d'ordine del conte continuando es-
nava questa chiesa neli io8, com'è ma- si a lavorare, il vescovo fulminò la scomu-
nifesto dalla bolla di Papa Pasquale If, nica contro di loro. Allora cessarono gli
dalla quale rilevasi che la cattedrale di operai dal lavoro, ed abbandonarono il
Vaison era dedicata alla B. Vergine Ma- luogo. Il vescovo fece trasportare al suo
ria ; e che la badia di s. Quiiiidio esisteva palazzo legnami ammassali per la
tutti i
fuori della città. Nel 1 1 1 7 Roslagno donò costruzione onde valersene a far fuoco.
,
Raimondo V conte di Tolosa nel 60 lo i 1 preti della diocesi, ivi scomunicò il con-
cacciò da Vaison e lo spogliò del dominio te Raimondo V,ed interdisse con senten-
della città, e di tutte V altre terre e ca- za tutte le terre che possedeva nella dio-
stella che appartenevano alla sua chiesa, cesi di Vaison. Morto Berengario nel 1 9 1
1
anzi deformò la città medesima con al- il successore Guglielmo I di Landuno, di.
cuni incendi.Bertrando I deLambesco,di casa potentissima dell' Occilania o Lia-
stirpe chia rissima jdi gran potenza e d'am- guadoca, ricuperò la città e le terre del
pie facoltà in Provenza, sedeva neli 178 vescovato, ma è incerto se coli' armi , o
e fu testimonio dell'atto pubblico con cpi col credilo della famiglia, ch'era in clien-
r imperatore Federico I concesse a R.ai- tela de'conti di Tolosa. Morto Guglieluio
iDondo arcivescovo d'Arles, a'suoi cano- neliigS, mentre con pianto universale
nici e clero V immunità ed esenzione da della città si portava il cadavere alla cat;-
ogni peso civico e municipale. Egli ricu- tedrale, sopravvennero le milizie lolosane
però alla sua chiesa quanto avea usur- di Raimondo V, e prima occupalo a vi-
palo il conte di Tolosa, e colla forza del- va forza il palazzo vescovile, indi s'impos-
l'armi al riferire del Colombi. Tali ricu- sessarono di tutta la città e dell'altre ter-
acciocché in sua vece ecome più vicino quale pe'gradi di varie prelature nel 1 265
prendesse ledebiteinformazioni. Avendo divenne Papa Clemente IV. In lui dun-
Guglielmo esaminati io8 testimoni, so- que si compromisero il conte Alfonso e
pra tutto il corso della persecuzione de' il vescovo Faraudo, a tale effetto trasfe-
tri vescovi ad Innocenzo Ili , onde Rai- zi, tranne quello del piombo, e d* un* er-
mondo era già morto. Guido era vesco- ba tingente in rosso i panni, della quale
vo nel 1 24 1^ come testifica l'atto dell'o- dichiarò appartenere la gabella al vesco-
maggio, che alla sua presenza rese in quel- vo. A questi inoltreaggiudicò l'intera giu-
l'anno Raimondo Vii contedi Tolosa al risdizione del mero e misto impero, nelle
vescovo d'A Iby.Faraudo da canonico del- cause civili e criminali, in quella parte
la chiesa di Vaison, fattone pastore do- della città eh* era chiamala Regione del
po la morte di Guido ,i25o eresse
nel f^cscovo, esclusone allatto il conte. Al-
nella cattedrale di Vaison un altare in o- l'incontro nella parte della città che no-
nore di s. Quinidio. E perchè tra' vesco- minavasi Regione del Conte distinse la
vi di Vaison e i conti di Tolosa, antichi giurisdizione, con attribuirgli quanto ap-
signori del Venesino, irbn era ancora com- partiene al mero impero, cioè la cogni-
posta la controversia intorno al dominio zione de'delitti capitali, di quelli pe' qua-
della cillà di Vaison e di 3 altri castelli, li il diritto ingiunge mulilazione d'al-
Alfonso conte di Poitiers , fratello di s. cun membro, e d' ogni altro delitto ove
Luigi IX re di Francia, che in virtù del- concorra l'effusione del sangue e la frat-
la pace di Parigi era succeduto nella con- tura dell'ossa. Al vescovo die inoltre 0-
tea di Jb/o^^ (articolo che va tenuto pre* gni altra giurisdizione contenziosa « vo-
VA I VAI 117
lontaria. Di più ordinò, che se nelle cau* due lo prestarono in piedi al vescovo, pa-
se riservate alla giurisdizione del conte, rimenti stando dritto, dandogli il bacio
ossia nella sua regione , si procedesse ad di fedeltà in bocca: essi furono Guglielmo
alcuna confisca, fossero i beni mobili del- Artaud e Guglielmo Catalan di Vaison.
la caoaera del conte, e gl'immobili della Gli altri fecero i' omaggio in ginocchio,
camera del vescovo. Inllne, dopo alcuni sedendoli vescovo, e gli baciarono il pol-
altri regolamenti, coneluse con sentenzia- lice della mano destra; dilFerenzadi nota-
re, che il vescovo terrebbe in feudo ono- bile prerogativa. Per ultimo comparve a
rario dal conte tutta la signoria e giuris- fare la medesima prestazione Leonetto
dizione di Vaison, di Cresteto, di Rastel- ebreo abitante di Vaison, giurando però
10 ed'Entrechaux. Così Guido Gross ter- come leggesi nell' atto, super s. Legein
minò a'3o dicembrei25i l'anticae gra- Moysis ab ipso corporaliter propria ma-
ve controversia in Parigi. Tentò d'infran- mi tactam. Neli3oo procede Raimondo
gere questa composizione il siniscalcoGio* contro gli eretici valdesi di Vaireas. Sot-
vanni Arsisio, successore del Gaucelino, to suo vescovato eletto Papa neli3o5
il
se il principe, più giusto che il suo mini- con istupore universale fissò la sua resi-
stro nel Venesino_,econ l'opera di fr. Pie- denza in Avignone, per essere vicina al
tro Ruzato domenicano, da lui delegato contado Venaissino, con funeste conse-
come pieno d' integrità e sapere, resiò guenze; indi visitò il contado Venaissino
prontamente spenta quella scintilla di e Vaison, facendo coniarmonete col nome
scissura, e con sua risoluzione confermò di Clemente F
conte del Fenaissin. Nel
e convalidò il Guido Gross.
decretato da i33o divenne vescovo Giovanni di Co-
Nel 1262 il vescovo Feraudocomposean- iardano, traslato ad Avignone residenza
cora una divergenza, che intorno ad al- papale neh 335. Nel seguente già lo era
cune decime verteva tra il suo vescovato Gozio B attaglia o Battaglini (ì^.) rimi-
e monaci di Vaireas, e stabilì la pace col
i nese ,
poi creato cardinale. Nel i336 gli
capitolo della cattedrale, mediante l' ar- successe Raterio, il quale vendè ad Um-
bitrato di Giovanni Ili vescovo d' Avi- berto Delfino di Vienna due quarte par-
gnone. Il successore Giraudo o Geraldo I lidella terra di Propiac, chetale principe
de Libra, compose anch'esso nel 27 al- 1 i teneva in feudo dalla chiesa di Vaison fi-
cuni litigi co'cavalieri gerosolimitani, che no dal 1296. All'incontro Umberto costi-
avevano nella diocesi di Vaison due pre- tuì per cambio a Raterio e suoi succes-
cettorie o commende, Tuna di s. Romano sori sul dazio della terra di Nione, uà
,
11 sedeva nel 1280. Giraudo o Geraldo Benedetto XII inviò Raterio, con Rober-
li gii sHiccesse dal 1287 al 295, il quale 1 to patriarca di Costantinopoli, a Roberto
nel 1292 fece una convenzione con Richa- il Saggio re di Sicilia di qua dal Faro,
no commendatore o piecellore de'cava- ed a Pietro IV re d' Aragona occupalore
lieri templari in R.oays, per la deviazione della Sicilia di là dal Faro, per compor-
<leir acqua dell^ Ouveza o Ovasio ossia re tra loro la pace: ma venendo da'mes-
Loueze, nel luogo di Raslello. Nel 1296 sinesi respinti dal porlo i nunzi pontifìcii,
fucollocalo nella sede Raimondo I di Bei- questi ripassato il Faro fulminarono con-
monte, ed allora per tutti i beni immo- tro di essi l'interdetto. Indi a' io ottobre
bili esigette e ricevè l'omaggio da nobili 1341 Raterio fu traslato al vescovato di
e da'ciltudiui del suo dominio, tia'quaU MonU Cassino. Ebbg a successore fr. Pie-
ii8 VAI VA I
tro de Casa o de Cesis di Limoges giù ge- za del psendo Clemente VIL Radolforeg-
nerale de* carmelitani , caro a Clemeiile geva la sede nel i
397 e nel 1 4" • nelTan-
VI per suhliinilà didoUrinn, vigor d'elo- tipontificatodi Benedetto Xili. Neli4oi
quenza e salitila di costumi, onde io pro- è pure registrato Guglielmo 11. Il falso Be-
iiìossea patriarca di Genisalemme, e mo- nedetto XllI a* 26 luglio i4o6 dichiarò
rì a*3 agosto 1348, illustrando Dio la sua vescovo fr. Guglielmo Ili di Passeraio re-
tond)a con gran copia di miracoli. Il Sua- ligioso d'ordine incerto. Nel Diario Va-
lez, poi di Ini successore, attesta essere di- licano di qtiell'antipapa, si narra che di-
voto costume del popolo diocesano, di ra- morando egli in Villafranca,co'due anli-
dere la polvere di sua statua e sepoltura, cardinali di Pamplona e Fiesco, vi tenne
per servirsene di potente rimedio in di- concistoro e provvide di prelati le chie-
versi morbi. Da Grasse di Provenza vi se vacanti di Cavaillone di Vaison, dan-
ili trasferito Pietro di Berretto della Gal- do a questa per pastore Guglielmo III.
lia Narbonese, ond'esser più vicino ad A- Per l'eleiione d'Alessandro V seguila in
vignone, qual confessore di Gleraenle VI. Pisa nel i4<^9> ^^ istituita la legazione
Senza dubbio fu atich' egli carmelitano, apostolica ù' Avignone, che comprese il
slato Pietro Borrio della Gallia Narbo- Morto nel i^i i^ trovasi vescovo nel i4' 2
nese. Ebone fu creato vescovo di Vaison Ugo di Theysiacoodi Theriaco savoiar-
nel1372 nel 1375 da Gregorio XI, il do, ed in quell'anno, giusta il costume e
quale Papa partendo d' Avignone, a' 17 l'obbligo de'nuovi vescovi ,
prestò omag-
gennaio 1377 '"'stabilì la residenza ponti- gio e giuramento di fedeltà a Giovanni
ficia in Roma. Ma nel 378 contro il suc- 1 XXIII, nelle mani di Giovanni vescovo
cessore Urbano VI, insorti cardinali fran- i di Valenza e rettore del Venaissino, per
cesi contro di lui, perchè acerbamente gli la città di Vaison e per altri castelli di
an»moniva, mentre sospiravano il delizio- giurisdizione temporale del vescovo. Sul
so soggiorno di Provenza, a'20 settendjre principio dell' amministrazione, Ugo fu
scismaticamente elessero in Fondi l'anti- agitato dalie pretensioni di Gnrcioto de
papa Clemente VII. Questi portatosi co* Seriis, fratello del defunto Bernardo-
ribelli cardinali in Avignone vi stabilì una
o ne; ma compose opportunamente le dif-
perniciosa cattedra di pestilenza, che die ferenze il legalo d'Avignone e del Ve-
origine e sostenne il deplorabile e grande nesino Francesco arcivescovo di Narbo-
Scisma (/' .) d'occidente, e divise i fedeli na. Possedeva la chiesa di Vaison da più
Tìt\i' Ubbidienza (F.), Ira'Papi di Roma di 3oo anni addietro la mela della ter-
e gli antipapi d'Avignone. La Francia, la ra d'Enlrechaux, ma neli4i9 il vesco-
Provenza, il Venaissino seguirono l'avi- vo U^o non per la chiesa ma per se stes-
gnonese. Raimondo 11 si vuole che fosse so ne comprò il domiuio dell'altra metà
vescovo di Vuisou uel 38o,ueirubbidiea- 1 da Giovauui du l^uy o del Poggio per
V A I V A I 119
2024 d'oro: questa metà si de-
fiorini sti lo tenne per alcun tempo in suo con-
volse al Papa Martino V, essendo morto fessore e per nuiggiordomo del palazzo
Ugo senza eredi; indi dopo 8 anni, d'or- apostolico, nel quale articolo lo celebrai
dine di Eugenio IV, fu venduta dal le- pel da lui operato nel terribile sacco di
gato cardinal de Foix a Bernardo Gof- Roma,im piegato dal Papa in gravissime
fredi poi passò nel dominio di casa Fo-
; nunziature, e nel 1539 nella Spagna al-
gasse,che ne possedeva la mela come , l'imperatore Callo Y
per la pace e per
feudatari del Papa, essendo per l'altra stabilire 1' abboccamento con Clemente
mela sub-feudaJari del vescovo di Vai- VII in Bologna, con pieno e felice e(Fello.~
son.Ebbe Ugo in commenda o ammini- Tornato in Roma, n»entre il Papa ne
strazione il vescovato di s. Paul Trois voleva premiate le grandi benemerenze
Chateaux, eneli44o ottenne da Euge- colla porpora, morì nel 532 e il cadave- 1
nio IV che fosse unito alla chiesa di Vai- re fu trasportato in Vicenza, e sepolto
son, unione che durò poco. Morto Ugo con onorifica iscrizione riferita dal p.
in Creslelo neli44^> S'' successe subito Fan toni. Questi'inoltre rileva, che ne' fu-
Ponzio de Sade nobile d'Avignone, pre- nerali di Roma, mentre il cadavere era
posto di quella cattedrale e vicegerente esposto, volle Papa che due servi lo di-
il
della medesima cillà, poiché vuoisi che fendessero dalle mosche con ventagli, co-
ne fosse coadiutore. Neli44^ interven- me praticasi co'cardinali defunti. In Vai-
ne con molti altri vescovi alla celebre in- son restaurò il culto divino sommamente
venzione de'sagri corpi di s. Maria ma- divenuto negletto nella cattedrale per ne-
dre di s. Giacomo e di s. Maria Sa lume, gligenza del capitolo, e dopo vari contra-
alla presenza del conte di Provenza Pie- sti lo riordinò col consenso e soddisfazio-
nato d'Angiò, re pretendente del reame ne degli slessi canonici. Neh 533 Tom-
di Napoli, e del cardinal de Foix legato masoCortesi da Prato, e resse questa chic*
d'Avignone, che la promosse. Assistè nel sasino al I 55 1, in tempi difficili che ri-
14^7 al concilio d'Avignone, e terminò chiedevano operosa vigilanza per tener
di vivere neli46g. Ne fu successore Gio- lontanigli errori serpeggianti (\t cnhi-
vanni di Montemirabile, referendario e nìstì-iigo no t li, cvin\e\'i eretici. Egli sicom-
abbreviatole apostolico, celebrò nel 147^ pose con Girolamo Giuramando, a cui
ilsinodo diocesano in Vaison, e fu ili.° il vescovo Paganoti avea venduto, con
vescovo di questa chiesa sulFraganeo d'A- approvazione di Giulio II, la metà epi-
vignone eretta in metropolitana nel i^'/5. scopale d'Entrechaux , onde ricevè per
Visse Giovanni per lo più in Roma , e la lesione del contratto il compenso di
vi morì a'3 giugno i479>^enendo sepolto 700 scudi d'oro. Giulio III gli sostituì il
in s. Maria del Popolo con epitaffio ri- (iglio Giacomo Cortesi, nato da legittimo
prodotto dal p. Fanloni. Nello stesso an- matrimonio di Tommaso prima del sa-
no Sisto IV surrogò Amalrico, che nel
gli cerdozio. Per essere cresciute le calamità
1482 rassegnò il vescovato, e lo slesso Pa- de'tempi, ebbe d'uopo di attentamente
pa lo conferì a Odone. Indi da altra chie- vegliare per difendere i suoi popoli dal-
sa ignota vi fu trasferito Rolando, che l'eresia armata e sanguinaria degli ugo-
a'28 ottobre 1 485 rinunziò, ed allora fu notti. Onorato ancora del titolo di patriar-
assunto al vescovato fr. Benedetto de Pa- ca d'Alessandria in partihus^ intervenne
ganoti fiorentino domenicano, morto nel con tali gradi al concilio di Trento. Res-
i52i e tumulato nella chiesa del suo se la chiesa di Vaison sino al 1570 incoi
ordine in Vaison. Girolamo Scledo o morì avendolo preceduto nella tomba
,
Schio di Vicenza, che gli successe, die tali Ir. Raniero Ceuli domenicano, figlio di
prove di virtù a Clemeule Vii, che que- sua sorella, ch'egli per grazia di Pio IV
120 VAI VAI
area nel i56o preso a coodiulore. Nel pò avere rassegnalo nel 1666 il vescova-
medesiino amio fu provveduto di que- to. Morì in Roma nel 1677 e fu sepolto
sule per la fede cattolica dalla sua sede historiae. synlaxini et auctoribu<: grae-
e dalla patria, pel lacrimevole scisma cis nondiim editis exhib('ljPav\iì'\<i 1 6 )o.
d'Inghilterra e di Scozia. Prelato di spec- 2. Descrizione Ialina della città d'Avigno-
chiata pietà, la resse con santità e pru- ne edellii contea Venaissinii,Lioiìei6 j>8.
si, descritta elegantemente in metro la- promosse Lodovico Alfonso Suarez, ni-
tino, ed immortalò il suo nome colle pote de'precedenti. ch'era coadiutore, co-
sue opere, massime snll* antichità eccle- me lo era dell' altro zio Lodovico M.'
siastica. Ilitiralosi in Roma presso il car- preposto della metropolitana, ed ezian-
dinal Barberini, quesù quale arciprete dio del padre Francesco signore d'Aula n,
Vaticana lo nominò vicario
della basilica decano della Rota d'Avignone. Con esso
della medesima b'5 giugno i665, con- il p. Fanloni termina la sua serie de've^
fermandolo il nipol« cardinal Carlo, do- «covi di Vaison. Si ponno vedere Diooi-
.
V A I V A I 121
sioSammartanijG^///^ Christiana: Pro- son, che altri attribuiscono a quello del
vìncia ecclesiastica Avenionensis con- 52C). Dice il p. Fantoni aver dato occa-
tinens cUoeceses Ai'enionensem, Carpen- sione a questo canone il tenore del mede-
toractcnseni , Vasionenseniy ec. Luigi simo. in Sede apò*
Et quìa non solum
A osel mo Boyer, Histoire de l'Eg lise Ca- stolica, scd.etiam per lotum Orienlem,
thcdrale de Maison avec une chronolo- et totani Africani, vel lialiam propier
gie de E^'cques qui Uontgouver-
toiis les haereticorumastutiam,qua Dei Fdiiun
«ee, et une chorograpkie, ou descrip' non semper cuni Patrefuisse, sed a leni'
tion en vers latins, etfrancois des villes, pore caepisse hlasphemant, in omnibus
bourges, villa ges^ paroisses, et chapel- clausulis post Gloria Patri Sicut e- . .
les^qui compose /it se diocèse, Avigtion rat. Amen dicitur: etiam et nos in u-
. .
i^Si. Giovanni Colombi, De rebus ge- niversis Ecclesiis nostris hoc ila dicen-
stisEpiscoporum Fasìoiiensìuin, Liig- dum esse decernimus. Il 2.** concilio fu
dunii 656. Le Notizie di Roma y\^o\'ì?\' tenuto nel 44^ ^ 44^ ^'^^ novembre ,
noi seguenti ultimi vescovi. Neil 708 ma ripeto anche su questo non vi è cosa
Giuseppe Francesco Giiallerocli Carpen- di certo, per essere in uno confusi gli alti
canto del Trisagio, e che in tutte le chie- sa loro i giovani lettori, che sono mari-
se si canti o reciti al termine de' Salmi tati, per educarli e formarli come buoni
r inno della glorificazione della ss. Tri- padri, facendo loro impararci salmi, leg-
nità: Gloria Patri et Filio, et Spiri- y gere la s. Scrittura, e istruendoli soda-
lui Saneto, con l'appendice: Sieuterat mente nella legge di Dio per prepararsi
in princìpio, et mmc^ et semper, et in de' degni successori. Meglio già ne par-
saecula saeculorum. Amen. Aggiunta lai nel voi. LXllI,p. 3i3. IlNovaes nella
ordinata dal Niceno,e quanto al dirsiilo- Storia di s. Damaso /, corregge quelli
po i salmi prescritta dal concilio di Vai- che ullribuirono a tale Papa il doversi
122 VAI V A I
\ernalore principesco, come l'antico vai- ospodari o Despoti {F.). Gli stessi ospo-
\oda di Transihania.CU'ì'ómù^amì Vai- dari di Moldavia e di Valacchia talvol-
s'odico Foìvodie in Polonia,\Palatinali ta presero titolo di ^/ev/;o^rtr. La dignità
il
dm'ia, Valacchia e Servia (f^.) si chia- alla 1* persona dell'impero, senza che
mano pure Ospodarati, come sinoni- l'imperatore lasciasse di portarlo anch'es-
mi di Vaivodali. Anzi il governo impe- so. Però questi Augusti colleglli dovea-
riale d'Austria da alcuni anni olllcialmen- no esserprima dichiarati Cesari. Il titolo
le die al bauato di Temeswar il nome di Cesare si attribuiva all'erede dell'im-
di Vaivodia, per compiacere un senti- pero, e divenne titolo d'onore, senza che
mento nazionale perchè nella popola-
,
l'imperatore tralasciasse d* usarlo con-
zione predomina l'elemento serviano, e giuntamente a quelli (\* Imperatore e
per averla aiutata in tulle le lolle con- d'Augusto. Gl'imperatori greci portaro-
tro V insurrezione de' magiari in Un- no pure il titolo di Basilévs o Vasileus,
gheria. Il Macii, nel Hicrolexicon, ar- e con questo equivalente anche di Re
VAL VAL 123
(P'^.)^ chiamavano gP imperntoi i Ialini Provincia del nord della Turchia euro-
d'occitleiile, negantlo loro l'altro tl'irape- pea con titolo di principato e di ospoda-
l'atoie. Noiuliineno leggo nella Nolizia rato o vaivodatOj come la Moldavia (F\
de vocaboli del Macri, che Vasileus o colla quale anticamente fece parte della
Re, titolo proprio del solo imperatore Dacia (V.),^mhQf\we chiamate principa-
greco, per privilegio singolare fu conces- ti Danubiani, le notizie delle quali sono
slavo adottato da'turchi, che corrispon- (/^.). Oltre la somiglianza de' due paesi,
volgarmente li chia mano i?<y, nome cor- dotti, i loro abitantijChe secondo alcuni so-
ii>pondente a principe; ma lo slesso tito- no tulli d'origine rumena e di tjuella che
lo di Bey dà la Porta al principe di Ser- dirò, i loro costumi , le loro abitudini e
via (/^.), non meno che a quello di Tu- la lingua sono in molle cose identiche in
nisi (^.)j nel qual articolo dissi che quel- modo che ne' loro rapporti politici col-
lo di Algeri si chiamava /9(y dalla Por- r Europa, fa sì che tutta
la regione che
o Pascià , vocaboli tutti di cui riparlai te col nome di Moldo- Valacchia, co-
a Turchia. Inoltre la Porta chiama col me ancora questi principali prendono il
nonie di bey, secondo il detto scrittore, nome di Moldo- Valacchia egli abitan-
i ministri residenti in Costantinopoli, ed ti moldo-valacchi. Non mancano alcuni
i pascià lo danno a'consoli delle potenze di osservare, che sebbene i due popoli non
estere. Aggiunge che la corte di Vienna sono l'uno dall'altro separati che da un
a' vaivoda Moldavia e Valachia dà i
di ruscello, questo basta tuttavia, malgrado
titoli d' Altezza e di Principe^ e quella tanta affinità di sangue , d' origine e di
di Russia li chiama Gospodar , parola destino, a stabilire tra'figli d'una stessa
slava corrispondente a Signore o Padro- madre molte differenze di linguaggio e
ne, e tralasciandosi la lettera iniziale, di- di carattere, t moldavi sono generalmen-
cesi co Qiun emente Ospodar e Ospoda- te più gravi de'valacchi, e siffatta carat-
ros» Essi poi ne' loro diplomi in islavo teristica differenza che li distingue da'val-
usano questa formola: Io per la grazia lachi loro vicini, viene in gran parteattri-
di Dio Gospodar dell'impero Falaco o buita al continuo contallo in cui si sono
Moldavo, lo NN. Vojvoda. ti ovati co'russi già loro protettori. La po-
V alacchi A o VALACHIA oVAL- polazione generale di questo paese, secon-
LACHIA, io turco Ac-Iflac o hlac (e do teceoli calcoli, è di circa 4 it'ilioni, di
anticamente Carahogdana o paese del cui2,5oo,oooper la Valacchia e ,5oo,ooo i
grano nero, per la quantità che ne pro- per la Moldavia; enumerazione die sem-
duceva, e Tolomeo la disse pevcìb Negra brando eccedente, poi parlerò di loro sta-
Bogdonia o regione del Bogdano) in
, , tistiche, le quali però sono quasi tulle dif-
valacco Zara-Rumaaaska , o Zara Pio- formi, e secnbra che ancora non si cono-
manesca (vale a dire paese de' lomani). scano perfellameule le cihc positive. I
ii4 VAL VAL
principati in discorso sono limitali al nord parte centrale ed al sud védonsi pingui e
e tiii'esl dalla ctttena de'nionti Etcinio* vaste pianure, ritagliate da fertili valli e
Carpazi, situali fra loro e leprovincie au- romantiche. Poche contrade vi sono più
slri.'iclie di Temeswar, di Transilvonia favorite dalla natura, e potiebbero pre-
e di Biikovina. Il Pruth serve loro di con- sentare più estesa coltura se più vi ve-
fine dalla parte della Russia , e il Danu- gliasse il governo, e le proprietà fossero
bio, cine II bagna al sud, e li unisce olla più rispellate , il che è da sperarsi per
Turchia più di quello die li divida. Egli quanto si va ad operare nella sua poli-
è questo in generale un paese di pianura tica sistemazione. Non
deve tacere, che si
solcato da nioltu fiumi che corrono dal negli ullimi anni l' agricoltura vi avea
nord al sud per gettarsi nel Danubio^ il non poco avvantaggiato, poiché si os-
più gran fiume d'Europa dopo il Volga, servò che produceva il doppio di prima.
il clima (Ielle provincie Danubiane è mol- Il fiume principale si è il Danubio,!! qua-
to variabile: tuttavia le loro risorse sono le scorre dapprima lambendo i confini
assai considerevoli; le terre vi sono ferii* meridionali, poi si volge e ban:na alcune
lissime, e grande la quantità del bestiame. parti dell' oriente e dell' occidente della
Basta gettare gli occhi sulla carta geo- provincia. In lui fiume si scaricano tutti
grafica per esser convinto, che per que- gli altri che scorrono nella Valacchia. Le
sti paesi stretti fra'Carpazi, il Mar Nero loro regolari inondazioni e traripamen-
e il Danubio , la libera navigazione di ti,nella maggior parte, formarono ad am-
questo fiume è una questione di vita o be le sponde paludi che rendono l* aria
di morte. Premesso questo rapido e ge- malsana nelle vicinanze; abbandonale, fi-
nerico cenno, indispensabile agii inlimi nora non si pensò a prosciugarle. Acco-
rapporti tra' due pruicipali, e per le al- glie il Danubio in questo paese gran nu-
tre comuni notizie che dovrò riferire, sì mero d' affluenti, i più considerabili fra*
antiche e moderne, torno all'argomen-
sì quali sono l'Alt, il Chyl, l'Ardijk ingros-
to che mi propongo compendiosamente sato dalla Dumbovitza; la J.ilovitza e il
d'un elissi allungala dall'est all'ovest, del- del nord corrisponde alla natura monta-
la lunghezza di circa loo leghe, con 4^ gnosa del paese; nelle pianure e valli del
leghe di larghezza media e la superficie sud è in generale pingue e ferace. Ma non
di 3ooo leghe quadrate. Altri notabil- occupandosi i valacchi che pochissimo
ineule diminuiscono l' estensione a i 200 dell'agricoltura, sì privilegiate campagne
miglia quadrate; ma il celebre Balbi seuibrano abbandonate, e mostrano ap-
dice che la Valacchia si forma da una pena alcuna traccia della coltura europea.
superficie di 21,600 miglia quadrate. Nondimeno sui campi crescono le biade
Vuriatissiraa è la faccia di questa con- senza fatica e concime; 1' ubertosità e la
trada; montuosa nel nord, dove i Carpa- fertilità del terreno principalmente pro-
;ii aggettano copiose ramificazioni; nella duce gran quantità di grano turco , mi-
VAL VAL ìi^
glio, orzOjlegumi; del maiz gli abitanti del- sego, lino, canapa ec. Il suo commercio,
ie campagne formano la base del loro a- in rilardo quanto la sua agricoltura e in-
liroento. Si abbonda di frutti di varie spe» dustria, è precipuamente in mano degli
eie, e si ricava copiosa qnanlilìi di vino ebrei, de'greci e degli armeni. La Valac-
comune e in parte buono. Più confacen* chia non conia monete, però vi hanno va-
te all'indole del popolo valacco, amante lore quasi tulle lemonete de'principi re-
di libertà, si è la pastorizia. I pascoli sono gnanti d'Europa. L'arma del paese è uà
ottimi e vastissimi, ed alimentano nume- Corvo nero con un anello nel becco o Lu-
rosi ed eccellenti armenti di bestie bovi- na e la Croce, sopra un colle in mezzo al
ne e pecorine, né mancano i buffali : le sole. Le armi di Moldavia esprimono una
pecore sono di 3 specie, le quali poi dan- testa di Bove. Braila olbraila e Galatz so-
no origine alle 3 differenti qualità di la- no le due città, in cui maggiormente vi
ne che vengono messe in commercio. I ha commercio: esse sono la scala com-
cavalli sono in generale di bella razza, e merciante della Valacchia , ed ivi sono
molto somiglianti agli ungheresi ; nelle grandi depositi di grani sì nazionali che
selve delle parti più incolte inconlransi stranieri. Nelle medesime la maggior par-
nello slato selvatico. Visi trova una quan- te de' negozianti sono tedeschi e
greci,
tità prodigiosa di selvaggina d'ogni spe- italiani. Galatz è sempre frequentato da
cie, massime cinghiali, cervi e orsi. Fra buon numero di navi nel suo porto. Il
gli uccelli primeggiano le cicogne, tenu- movimento commerciale di Brai-
florido
te di buon augurio, per cui si lasciano ni- la e di Galatz è in notabilissimo e pro-
dificare sopra tutte le case: vi sono inol- gressivo incremento ne' loro porti, come
tre beccacce, galli d'Jndia,colombi, anitre può da quello del i852, riferito
rilevarsi
e oche. Le locuste sono la rovina de'cam- dui Giornale di Roma del 1 853, a p. 9 5. 1
che poco d'oro nell'arene de'fìumi. 1 bo- Nella Valacchia le strade non hanno qua-
schi contengono legname da costruzione, si traccia; si attraversano quelle spaziose
che nell'Europa si va sempre facendo più campagne alla ventura, ed i carri benché
raro. I rapporti del paese furono finora leggeri sono tirati da molle paia di bovi.
molto sfavorevoli all' industria. Non po- Le poste sono affatto singolari ,
perchè
lendo vantare notabili manifatture, e la consistono in una specie di carro, basso e
fabbricazione d'oggetti grossolani occu- angusto, che appena contiene una perso-
pando una gran parte de* 100,000 boe- na, unito insieme alla meglio con chiodi
mi circa che vi stanziano, tuttavia il va* di legno, le cui parli sembrano ogni mo-
lacco colle proprie mani soddisfa a tulli mento volersi separare; le ruote non han-
i bisogni interni del paese. Oggetti prin- no cerchi di ferro, ed un po'di paglia ser-
cipali co'quali commerciasi, sono cereali, ve di cuscino per sdraiarsi. Quattro bel-
animali, talco, lana, seta, formaggi , re- lissimi cavalli corrono a rompicollo. La
sine, pelli, corna, cera, miele, pesci, pelli Valacchia, di cui la capitale èEucharest,
di lepre, sale, nitro, tabacco, It^gQa, vino, dividci^i in Grande e l'iccola Valacchia.
ii6 VAL VAL
Ln Grande o maggiore Fdlacchia al- lai nome in modo pittoresco. La grande
l'est, è divisa in parie superiore all'est o e piccola Valiicchia è divisa ne' 18 nomi-
occidentale, o Zara de Sitss; ed in par* nati distretti, che in tutto contengono 2Ci
le inferiore all'ovest o orientale, o Zara città,!5 borghi, e 356o villaggi formati
de Choss. La i
."
coniprenile i distretti se- nella piìi parte in capanne di legno, e
j^uenli; Ardjicli, Dumbovil^a o DuQibro- situate in mezzo a vaste campagne, nel-
\vic, IMiuilchel o Munstoliel, Olloul o la maggior parte incolte. Ogni distretto
inferiore contiene i distretti seguenti: Bu- lora l'esigono le circostanze: ogni anno
zeo o lìouzeo , con città di tal nome per però egli deve sottoporre a' ministri lo
capoluogo, residenza d'un vescovo greco slato attivo e passivo della sua ammini-
scismatico; Brankilow oBraila o Ibraila, strazione. 1 membri componenti il corpo
situata sul Danubio e tenuta la più com- municipale vengono scelli fra* cittadini
merciante della Valacchia, con porto fre- possessori almeno d'immobili del valore
quentatissimo. Ola con case di legno co- , di 2800 franchi, e sono nominali da u-
me lo sono le sue numerose chiese, tra le na deputazione, che viene formala di no-
quali primeggia quella di s. Nicolò, innal- bili e di proprietari d'uno stabile per lo
zata in mezzo ad una piazza da INicolò I menod'800 franchi. L'autore delle Os-
imperatore delleRussie; llfow, il cui ca- sensazioni storico-naturali e politiche
poluogo èBucharest, Jalomnitza o Jalo- intorno la Malachia e Moldavia, Na-
\ilza,Rimnik, Prohova e Sekujen. La poli 1788, che fece lunga dimora negli
Piccola o minore Valacchia, ch'è all'e- stati ottomani, colla cognizione della mag-
stremo lato occidentale della Grande ^ e gior parte delle lingue antiche e moder-
dicesi pure Transalpina, ha per capoluo- ne parlale da'popoli, e stanzialo per i i
letti di tavole. Nel recinto de' mercati sì nato o assemblea costituita del metropo-
trovano de'convenli cinti di buone mura, litano che n'era presidente, di due vesco-
che nel chiostro porticato hanno diverse vi diocesani, di 20 boiardi e di 18 depu-
botteglie o magazzini per le merci piìl tati de'dislretti, oltre i rappresentanti del-
ragguardevoli. Di Bucharest o Bukarest la città di Craiova. A tale assemblea ap^
dirò in fine, parlando del vicarialo apo- parleneva il controllo degli atti del gover-
stolico. Quanto a Jassy, notizie recenti la no, l'autorità di suprema corte di giusti-
dicono edificata principalmente in legno, zia e di ultima istanza in tutti gli alfaridi
tranne alcuni grandi edifizi, ed abitata da stato, la sanzione delle leggi, e l'approva-
4o,ooo anime, altri dicono meno; mol- zione de' diversi ministri che il principe
to commerciante, e mercè l'accademia e- destinava alle incombenze dello stato. La
8 4> il Basilianum riaperto nel
relta nel 1 1 legislazione, confrontata con quella de*
i83r per le scienze di diritto e per lo paesi civilizzati d'Europa, era ancora im-
studio di lingue, non che pe'floridi istitu- perfetta, nondimeno negli ultimi anni a-
ti letterari, !e sue tipografie e le gazzette vea migliorato di condizione.il codice pro-
che vi si pubblicano, ha acquistata un'im- mulgalo nel 18 18 ricevè molte modifica-
portanza letteraria piuttosto grande nel- zioni ne'successivi anni, a segno che dal
la regione. Gli abitanti della bella città di 1834 in poi moltissiini cambiamenti si
Jassy sono scalili e pieni d'intelligenza; operarono. Le leggi civili furono la mag-
il loro vesliario nazionale è mezzo polac- gior parte desunte dalle Pandette e dal
co e mezzo turco; le doime moldave, pe' codice Napoleonico. Il codice di commer-
vezzi del volto e per l'eleganza delle ma- cio è il francese senza veruna modifica-
niere, si accostano tanto al tipo della bel- zione. L'antico divano per amministrare
tà polacca, quanto quelle di Valacchia si la giustizia si componeva di quelle cari-
avvicinano al tipo<lella bellezza delle fem- che descritte dall'autore dtìU'Ossen'azio-
mine orientali. Dell'antico governo del ni, di cui era presidente e tenuto quasi
principato parlerò in progresso, dirò qui oracolo della legge l'arcivescovo metro-
soltanto di quello ultimo, mentre ora si politano di Bucharest , come del divano
sta operando la sua riorganizzazione, in di Moldavia era quello di Jassi, ed ve- i
ri follali. Le pubbliche carceri sono a lUi dell'entrala dello slato: ogni annosoglion-
cburest, a Giiirgevoeil a Craiova. 1 con- si spedire fuori da circa \i milioni dV j
dannali a'publ)lici lavori sono irnpie£»ali che di sale, e nel paese ne vengono consti-
alle saline, lavoro penosissimo, che mol- ujale da 4 milioni. I beni stabili che pos-
ti ne rinmn^ono villima. Ulliniainenle si siede lo stato sono allìtlali , perchè ser-
diniiniiiiono nofabibnenle i delitti, e me- vano di pascolo o perchè siano messi a
no frequenti e quasi rari gli assassinii e i coltura: oyarit si chiama quell'imposizio-
furli; beneficio grandissimo, dovuto prin- ne , che pagasi pel pascolo. Gli oggetti
cipalmente a^li inestimabili sforzi del ge- d'impori'azione pagano il 3 per 100, e co-
nerale russo RisselelF, per condurre i va* muneme ite sono sottoposte alla gabella
lacchi a qualche civiltà. Vi dovea essere le cose dette di consumo. In maniera tal
eguaglianza di diritti per lutti , ma gli lo stalo ebbe nell'anno 1827 un reddi-
sforzi dell'uUin)oospodaro non poterono to di 1 4,633,1 18 piastre, e nel 1840 di
svellere del tulio gli abusi, che esistenti 19,500,000; la qual somma serve a pa-
da tanti anni hanno preso forza di con- gare l'annuo tributo di 1,400,000 pia-
suetudine. I boiari sono in possesso de'po stre al gran sultano, e a coprire le spese
sti più in»porlanti e che rendono di più. della nazione, le quali a detta epoca era-
All'ospodaro era fìssala una listacivile di no sempre minori dell'entrata; e per tal
700,000 piastre, ed il tributo, chiamalo modo, non essendovi a fronte di tanti ,
dono annuo, ch'egli paga alla Turchia è mali sollerti, nessun debito pubblico, o-
di 600 borse, ossia 3o,ooo fiorini (1' o- gni anno vi avea un avanzo, che veniva
spodaro di Servia vassallo indipendente impiegato nell'abbellire la capitale e nel-
della Porta, iodipendeiica acquistata dal- l'eseguire lavori di pubblica utilità. Quan-
la nazione a prezzo di sangue , è tenuto to alla milizia, riferisce l'encomialo ab.
all'annuo tributo di 2,3oo,ooo piastre . Zanelli, che tutta l'armata si componeva
turche): altri liporlano diverse cifre, co- di 4 reggimenti di fanteria e d'uno di ca-
lue duo. Il eh. ab, Domenico Zanelli nel valleria , che in tutto formavano 5, 000
t. 8 AeW Album di Roma yCow 3 articoli uomini. Pel servigio militare le comuni
pubblicò nel i%/y\ Cenni storici della
: dovevano dare un numero determinato
Moldavia e della ^«/^cr/im. Egli dichia- di uomini, passando una mercede a' de-
rò: » La Moldavia e la Valacchia sono stinali pel medesimo, le famiglie de'quali
due stati di cui poco o nulla si conosce
, si esentavano dal testatico. Il vestiario de'
presso noi; per cui volontieri e minuta- soldati mollo somigliava al russo, ed i
mente ci occuperemo di loro in questo comandi usali nelle manovre erano una
giornale, esponendo in appositi articoli le abbreviazione del linguaggio russo. Ol-
vicende e lo stalo attuale di questi paesi, tre la truppa di linea era vi ancora la
tala da 5oo scolari, i quali vi op[)rendo- nale in valacco, e due a Jassy; ma molti
no la grammatica delia lingua valacca. la erano costretti a trattenersi dal pubbli-
lingua francese, la greca moderna eanti* care loro scritti pel gran dispendio della
i
cinano all'italiano (altri la dicono ricchis- delle di scuola greca, che ci sono ancora
sima di elementi slavi e latini, un miisto rimaste o che risalgono a'secoli XI e XI F,
di latino corrotto e di slavone; altri la Il principe Alessandro Ghika , amatore
dicono derivata dal latino, come l'italia- delle belle arti, pensò inviare alcuni gio«
na, la linguadoca e la catalana. I valac- vanijChe ad esso mostrarono disposizioni,
chi delle classi elevate hanno una gran in luoghi ove esistonograndi modelli e va-
predilezione per la lingua italiana, ed al- lenti maestri, come Migulich a Parigi, e
cuni di loro mandano i figli a studiare a Tommaso Constanzin a Roma. In tal ma-
Padova. L'idioma francese è poco stu- niera, é da sperare, essi potranno dilfon-
diato, ed il tedesco trovasi sparso nella dere la coltura dell'arti sovrane ove mai
sola classe mercantile). Essa fu sempre esistette. Leggo nel t. 17, p. 267 , dello
negletta e sono pochi anni che venne
, stesso Album di Roma del i85o la de-
scritta una grammatica (in islavo valac- scrizione sopra un dipinto a olio di Gior-
co nel iBSy fu stampato a Rermanstadt gio Tattarescko di Valacchia, col disegno
da A ndreaClemen*;: A/e/^/V.y TVaLadiisch- inciso,esprimendo laReligione fondamen-
Df.Htschy and Deutòch-I F^alachìsches to d'ogni civiltà. Imperocché la Dacia,
werlerbuch). Ora però viene assai colti- oggi Romania o Valacchia, dopo l'incur-
vata, e molti uomini d'ingegno non più sioni de'traci cadde in uno stato di squal-
in greco o in francese, ma in valacco a- lore;e di modo che suoi popoli, perden- i
mano esprimere, scrivendo, i loro pensie- do vincoli sociali, trassero dispersi una vi-
i
ri: e in tal maniera hanno dato vita al- ta agreste in tante piccole famiglie e tri-
la letteratura nazionale, che agradi a gra- bù. Le sue città erano atterrate, il suo
di andrà progredendo. Già si sono fatte culto , le sue leggi , il suo commercio e
alcune traduzioni in valacco di qualche osni mezzo di civiltà estinto* La luce del-
dramma, d'alcuni romanzi e di poesie. la religione rivelata apparve su questa
Una società di dame di lassi, capitale del- terra, e per lei rifiorirono le scienze e le
la Moldavia , dove si parla egualmente arti, e quanl'alUo può prosperare e ren-
VOL. LXXXVII. 9
i3o VAL V A L
dere cullo e felice un popolo. Luigi Ab* quietò una gran quantità d'anelli in di.i^
bali, autore della desciiz/ione, encomia il manti e ne rivestì le sue 4o dita. L'ef-
pittore \alacco, peicliè ue'5 anni di sua fetto di quelita riunione di brillanti è ma-
residenza in Roma seppe arricchirsi di gico ,
poiché muovendo le 4 luani sulla
queVaii pregi che leniiono illustri mae- i tastiera di ebano, si vedono miriadi di
stri dell'arte; lodando pure 1' accuratez- scintille; e per un'innovazione bizzarra,
za del disegno, la vaghezza del colorilo, ha costrutto in ebano i tasti del proprio
la nobiltà delle fjgure,primeggiando quel- pianoforte,! cui tuoni minori al contra<
le della Religione e della Rumonia per- 1 io sono La sicurezza
costruiti in avorio.
mani; il più strano si è che ciascuna di preti greci valacchi dividono col popolo
queste mani ha io dita. Educato nell'età l'ignoranza e la dissolutezza, la quale è
di i5 anni da un russo che gl'uisegnò a penetrata per anco ne'chiostri de'mona-
suonar l'organo, indi egli lavorando da ci e delle monache. INella Valacchia essi
se solo giunse ad un grado straordinario erano i referendari politici del czar di ]*ie-
peratore, dopo avere udito suonar da lui conventi sono ricchissimi, e questi sono
il suo strumento, lo ricolmò delle mag- dipendenti, altri dal patriarca scismati-
gioriprove di generosa bontà. II suo e- co di Gerusalemme, altri dal monastero
ducalore morendo nel i85o gli legò una del monte Sinai parimenti greco scisma-
piccola fortuna, colla quale Roltz si ac- tico (per la disciplina e per reconomico).
VAL VAL i3r
I cosUimi sono generalmente depravali : scovo di Buzeo. Quattro sono quelle di
noco o nessun sentimento di pudore sia Moldavia, cioè l'arcivescovo metropolita-
nel boiaro sia nel plebeo; nel paese è do- no di Jassi (anticamente, come ripeterò
vunque prostituzione e peggio (è sempre in fine , la metropoli era Solzaha)^ ed i
l'ab. Zanelli die parla di cose vedute co* vescovi di Zernauci, di Rommano o Ro-
propri occhi, e conosciute sul luogo da lui manivvaivar, e di Falci. La religione do-
visitalo). Nelle città presso i fiumi il luo- minante greca, per la generale ignoranza,
go de'bagni è il (lume stesso, dove uomi- nel popolo non ha altri principii che quel-
ni e donne, e non quelle del popolo sol- lo d'un cullo esterno e superstizioso. L'ar-
chiunque. Fanciulli già grandicelli , che mana. I confessori sono preti ammo-
appartengono a* Zìngari (f'\)i alF.ilto nu- gliali, ed a'prelati, scelli sempre da'mo-
di corrono dietro a domandar limosina. nasteri de' monaci basiliani, non è per-
Per lutto questo ben a ragione esclama messo il confessare, restando nello slato
l'ab. Zanelli: Oh misero quel popolo che monastico. Il penitente deve dare una li-
incredibile è il numero delle chiese e con- ad «ma Siigra immagine, che al sagramen-
venti che trovansi nelle città e fuori. Tut- lo dell'Eucaristia. In ogni chiesa dicesi
ti i principi e molti particolari ebbero la una sola messa sul fir del giorno, e nel-
vanità di fabbricarne per conservare la la cappella de'principi a tne/za mattina.
loro memoria, e non trascurarono di far La quantità delle feste è inuumerabile,
dipingere internamente sulle pareli i pro- ed in Valacchia si celebra fin anco quel-
pri ritratti e quelli di loro famiglia. Le la del Demonio il 2.° mercoledì dopo l;*a-
chiese sono molto oscure,dipinte interna* squa con infinite superstizioni. Oltre i ve-
mente ed esternamente con figure di san- scovi nazionali , ve ne sono molti altri ia
ti, e colla rappresentazione de'Ioro mira- parlibiis residenti in Valacchia e in Mol«
coli, che non fanno molto onore né al pen* davia, e vivono lautamente colle limosi-
nello, né alla fantasia del pittore. Vi è uà ne de'fedeli, i quali rig^uardano per infe-
solo altare nella cappella in fondo, la cui deli tutti quelli ohe non sono del rito loro.
vista è impedita da cortine, e da un ta- Grande venerazione del popolo pe'
è la
volato dipinto e dorato , come praticasi vescovi. L'uffizio divino celebra vasi anti-
nelle chiese di rito greco. Lungo le mura camente in lingua slava, ignota ài sacer-
vi sono i sedili come ne'cori. Nelle chie^ dote e al popolo, perciò il principe Co-
se principali vi è il trono pel principe, ed stantino Maurocordalo lo fece cambiare
uno minore per la principessa. Nell'ingres- nella lingua valacca, che essendo molto
so s' incontrano i depositi in marmo de* scarsa di termini, la traduzione riuscì ri-
fondatori, ed i loro discendenti vi hanno dicola e poco gustala. I due fratelli Gre-
il diritto di farsi seppellire. La plebe e ciano tradussero in valacco la Bibbia, di-
gli altri si contentano del vicino cimile- venuta rara. La scienza d'un prete con-
rio. Tre sono le diocesi in Valacchia, l'ar- siste in saper leggere mediocremente nel-
goghe. Tornando all'ab. Zanelli, ragiona rini). L'altra classe è quella de' paesani,
ancora della divisione, carattere e costu- la cuicondizione è veramente miserabi-
manze de' valacchi. I valacchi si divido* le.Eglino ricevono da'boiardi una certa
no couìunemenle in due classi, boiardi e quantità di terreni, a condizione che diano
paesani: i vi formerebbero la
negozianti loro il I
0.° del raccolto, i 2 giornale di la-
media, ma sono pochi e la maggior par- voro con un paio di bovi,e senza questi 36.
te stranieri (altri dividano valacchi in 3 i Cbese il paesano non può o non vuol dare
classi: la nobiltà ossia i boiari.il clero,i con- queste giornate, deve darne il valore ia
tadini delti rum un). La parola boiardo denaro, compenso che non viene calco-
significa guerriero e corrisponde alla la- lato dal capriccio del padrone,ma da una
tina parola miles^ titolo d'alto onore ne' deputazione esistente in ogni comune. Il
secoli di mezzo per Europa, ed al-
tutta paesano è ignorante, superstizioso ; crede
trettanto riferisce l'anonimo nell'O^^er- non solo alle streghe,alle fatlucchierie,ma
vazioni. I boiardi sono divisi in 4 classi, al malocchio. 11 valacco è di color bruno,
delle quali 1' ultima è forse la più ricca, in generale d'alta statura, massime nelle
ma la meno considerata; dall'una si può montagne, per lo più d'aspetto fiero, di
passare all'altra in meglio, mediante me- modi rozzi (ordinariamente di costituzio-
rito di servigi prestati. Un soldato fatto ne robusta e coraggiosi, ma abitanti d'uà
uffiziale, un cittadino insignito d'un gra- paese fertile e barbaro sono pigri al- ,
ne poi usano una camicia che stretta al de'loro vicini ungheri e polacchi, come
collo tocca i piedi , sulla quale portano rileva Anton M/ del Chiaro, Rìvoluzio'
due stretti grembiali, utio dinanzi e l'al- ni moderne della Valacliia, libro stam-
tro di dietro, facenti Tuiìicio di gonna ; pato nel principio del secolo decorso; ma
sul capo una specie di berretto di paglia l'I parte generosa e magnifica cambiòcol
e di crine tessuto; al collo e alle orec- consorzio e dominio de'greci,i quali per
chie pochi o nessuni ornamenti. I boiar- signoreggiarli procurarono distruggere
di sono orgogliosi^ trattano con asprez- ogni seme di virtù. Dopo l'occupazione
za i loro dipendenti, guardano di mal oc- de'russi, i valacchi mostrarono migliori
chio un loro eguale e con disprezzo gl'in- disposizioni. 1 moldo-valacchi prendono
feriori : tutto annuncia la boria non più moglie in tenera età, a scelta della propria
voluta e sopportata a'tempi nostri d'una madre, le nozze essendo accompagnate da
malintesa aristocrazia. Coiranonimo po- usiche la civiltà introdotta avrà elimina-
trei dare maggiori notizie, ma appuulo lo. Non mancano tra'moldo-valacchi ri-
avendo sorpassato le debite proporzioni spettabili famiglie, e persone di merito in
pel riflesso che poco si conosceva la sto- mezzo a tanti disordini pubblici e privati,
ria e i costumi de'moldo-valacchi,ne rac- anco uomini di stato. Il Muratori crede
colsi le nozioni derivale pure dall' ulti- che in Valacchia originarono i zingari
ma guerra d'oriente e dalle loro attua- o zingani, di cui riparlai a Superstizio-
lità sulle quali si stanno occupando le ne, a Servia e ne'luoghi ove sono. Non-
grandi potenze d'Europa, e per qtianlo dimeno, udiamo dall'ab. Zanelli, che li
altromi resta a dire, specialmente sui vide, cosa essi sono in questo paese. « l
tempi ultimi e correnti, con esso riferi- zingani nella Valacchia e Moldavia sono
rò solo. Che i difetti e i vizi di questa na- nientemeno che più di 25o,ooo. lo non
zione deiivavano dal governo dispotico mi arresto a tracciarne l'origine: chi ne
e già tirannico, e da una pessima pubbli- avesse vaghezza consulti l'opera ora pub-
ca educazione, la quale essendo in buona blicala in Milano da Francesco Predar!;
parte in mano del clero, questo era ed è a me basta il dire che nella Moldavia e
biasimevole. Tutte le arti meccaniche e- Valacchia sono segnati fino dal 417, e 1
rano in mano de'forastieri delle vicine che sono tuttora condannali ad una vita
contrade ode'zingari, esercitandole pro- errante e misera. Quivi essi vivono di-
fìcuamente. Le donne si applicavano al la- visi in due classi: tulli però schiavi, altri
voro più degli uomini, preparando pan- i del governo, altri de' boiardi. Gli schia-
ni e le tele per uso della famiglia. Le ca- vi del governo prendono il nome di aii-
se de'nobili erano piene di schiavi e schia- rariy itrsarl e lingurari o artigiani. La
ve zingari, applicali a tulli i servizi do- classe la più compassionevole è quella
mestici, l zingari ritenerli la più vile e de'vagabondi, che passano da un luogo
la più sucida razza d'Europa, ladri, ma- all'altro a maniera di carovane, elemo-
liziosi e dati alla libidine dall'età più te- sinando, rubacchiando o anche suonau-
nera. Un fanciulloeducato tra simil gen- do qualche musicale stromento, essendo
te, non può che divenir depravato. no- I nella musìcaabilissimi. Glizinganischia-
bili procuravano far apprender il greco vi de' boiardi esercitano il mestiere del
linguaggio da qualche n)onaco gre-
a'figli cuoco, del barbiere, del calzolaio e di al-
co stanco del chiostro, per parlarsi nella tri ancora, secondo che vuole il capriccio
corte de'principi. La nazione ama molto del padrone. Gli zingani conducono una
il ballo, i festini, i pranzi tumultuosi, gli vita veramente brutale; noa conoscono
i34 VAL VAL
|iuilore, non hanno religione, non cono- fredda, è divisa in i3 distretti che con-
scono legge ili Djati imonio, tranne quel- tengono 7 città, con Jassy per capitale,
la iteliu natura : se qualcuno di essi si fa più bella e ricca di Bucharest, ma più pic-
distiano, lo fa pei l'ingoitligia tl'un re- cola, imperocché nella Moldavia vi sono
galo; quindi avviene die Si fa alle volte boiardi assai doviziosi. A 3us>y un
vi è
battezzare più fìate. E' pur lagriuievule teatro francese, un liceo, una società di
cosa che in un secolo, in cui tanto si è scienze e lettere, due collegi e molte altre
gridato e altamente si grida ancora in- scuole, meglio dirette di quelle di Va-
torno alla tratta de' negri, tuttavia si lacchia. popolo moldavoèpiù educalo
11
sopporti la schiavili! de* zingani. Un se- del valaccoeconla molti distimi letterati.
colo di lumi e di carità non pensa an- A cagione della popolazione n)oggiore
cora a liberare tanti infelici! lo intan- della Valacchia, avuto riguardo all'esten-
to faccio voli che il principe regnante sione del pae^ie, l'agricoltura vi è assai col-
della Valacchia possa pienamente effet- tivala, e grande quantità di grani è man-
tuare la nobilissima idea di emancipare data all'estero. A oche la pastorizia foruja
ne'suoi stati gli zingani, di sollevarli alla un ramo d'industria maggiore di quella
condizione de' paesani, e quindi di sotto* della Valacchia,li principe che allora
porli alle leggi comuni a'suoi sudditi. In regnava era dotato d'uno spirilo d'in-
tal maniera sarà di assai migliorala la dustria e di trafììco; come sommamente
condizione civile e morale di tanti ntise- ricco, d'anno in anno migliorava la con-
II". Quanto alla statistica, l'ab. Zanelli dizione del proprio paese, in cui fra l'in-
6200 cattolici latini, e 5ooo ebrei, gli ca 10,000,000. Di recente e nel 1857 il
altri protestanti. Il reddito pubblico nel eh. Luciano Scarabelli, nell'utile e inte-
1767 fu di 2,175,000 piastre, nel 1782 ressante Enciclopedia contemporanea
fu di 3,55o,ooo,nel 1 887 di 1 4*824, 95, 1
di i^tìr/zo, pubblicò nel l. 33 un'assai im-
nel 1839 17,494)000, e nel 1840 di
di portante e distinta Statistica e Notizie
19,500,000. JNel 1840 le spese furono de^ Principati Danubiani. Ne darò ap-
nimuri dell'entrata. La cifra del totale pena un qualche cermo. Pel grande a fare
della popolazione pubblicata nel i854 che ha la diplomazia ad assestare la cosa
drate di 28 e mezza al grado, con una conomia, e quindi dare alcuna notizia del
popolazione d' un milione, maggiore di commercio di que'paesi che può giovare
assai in proporzione a quella della Va- a chi dì essi studia, tanto più che essen-
lacchia. Le vicende storiche de'due prin- dosi sparsi di essi teste in vari fogli d'I-
cipati essere molte volte comuni all'uno talia conti più fallaci, può essere che qual-
e all'altro; ambedue spesso si ribel- cuno abbia accettato per verità quegli
larono alla Porta, ed ambedue ebbe- errori che per ventura esso può correg-
ro per vaivoda tiranni nel Fanar. La gere. Sì attribuirono testé a' piiucipati
Moldavia, più montuosa e alquanto più Danubiani ettari 3,700,000 di superll-
VAL VAL i35
eie; in vece la sola Moldavia, senza gli et- vellarsi. Si parlò anche d'una strada fer-
tari che le si resero colla parie di Oessa- rata che da Orsova lungo il litorale ar-
rabia in vii Iti del traltato di Parigi, che riverebbe a Braila, con uu braccio da
sono 1,1 2 5,000, ne tiene 4,700,000, ed Giurgevo a Bucharest. Nel declinar del
è già più vasta del Belgio e del regno 1854 fu eretto il telegrafo da Cronstadt
dì Sassonia : la Valacchia si ritiene di a Bucharest, la quale così fa compresa
7,696,601; quindi la superficie gene- nella vastissima rete di telegrafiche com-
rale si può ricevere per chilometri qua- prende l'Europa civilizzata. Rilevo dalle
drali 1 35,2 IO ed una popolazione di
,
notizie correnti. Da molto tempo trovasi
430,000 abitanti (qui la stampa pare in costruzione la ferrovia da Bucharest
errala). Poco fa erano principali slrelli i a Giurgevo, ma il lavoro non procede di
fra il Prulh, il Danubio, Carpazi; ora i molto. Una linea telegrafica da tal città a
scendono al mare, e chiudendo in se le Craiova,edi là aOrso va, va per essere uni-
bocche del Danubio con 5 ciuà si pren- ta alle linee dell'Austria, ed è quasi termi-
dono Ismail, Rilia e Reni, porli Danu- nala; icui lavori erano slati sospesi nella
biani diesi erano guadagnata buona par- primavera del 1857. Nel gennaio 18 53
te del commercio intermedio de'grani. Il il sultano ha ordinalo la costruzione d'u-
ria di climi, di fertilità, di prodotti ec. zione con Monaco, Varsavia, Trieste, Ve-
indi passa a parlare de* prodotti, le es- nezia, Milano, Torino, Vienna, Parigi e
portazioni e le importazioni, le rendi- Londra. Anche quello con Pietroburgo
te del 1857 della Valacchia in franchi e col resto dell'Italia e coli' Algeria può
6,349,774» e 7,163,828; il
le spese in essere attivato facilmente.
tributo alla Porta della Moldavia in Tulli quelli che hanno parlato della
180,000, doppio essere quello della Va- Valacchia e della Moldavia si sono in-
lacchia. Le cifre de* principati Danubia- gegnali di trovare l'origine di questi no-
ni avere un bilancio di circa io uiilio- mi, dicendo che la 2.' lo prese dal fiu-
ni e mezzo di franchi. Segue la statisti- me omonimo, eh' é molto insìguificante.
ca dell'agricoltura e del commercio, l'es- In quanto alla i.*è certo che in islavo
portaziotii e l'importazioni, l'arrivo delle Ulach significa italìanOy e la Valaechia
navi e la loro capacità ne' porli de' due dicesiVolosca Semghij che letteralmen-
principali a lutto il i853,e nozioni sulla te corrisponde a Terra de Bovi. Se gli
verebbe a Mihaileiii sulla frontiera della mati Ulossi o Ulassi\ o prima cono-
Bucowina, linea che traverserebbe tut- scevano romani, e li chiamavano Casi
i
ta la Moldavia dal sud-est al nord-est, per puro caso, l'aaonimo delle Osser^
distanze di 22 poste, cioè 17 di qua a Jas- ^'azioni lo lascia decidere agli eruditi.
sy, e 5 dalla capitale alla frontiera austria- Scrivono i geografi. Il nome Falaco ^
ca. Osservano gì' intendenti, che se vi è che significa pastore in lingua slava, lor
paese indicato dalla natura per ferrovie, fu dato al tempo in cui, co'loro armenti,
esso è positivamente la Moldavia e an- emigrarono dall'altra parte delDanubio.
cor più la Valacchia ,
poiché tutto pia- Fondarono parecchie colonie in alcuni
nura, e le rare elevazioui faciUssime u li- cantoni della Macedonia e della Tracia,
j
coloni, pnslori e guerrieri come loronn. i sistere ad un principe così possente e pro-
fenati, sono ancora indicali soUo il no- de, si uccise da se slesso nelT anno 106
me Mescalo Vnlachì , cioè Grandi*
di di nostra era. Traiano convertì la Dacia
Valachi. Avevano fabbricalo in Mucedo- in provincia romana, e per lui chiamala
iiia una cillà chiamala Voscopolis^ che Daeia Traiana , al nord del Danubio
nel secolo scorso fu distrutta e sncclieg- di>lribuendo in ricompensa le terre a*
giata dagli albanc&i; i suoi abitatori ri- suoi soldati, e trapiantandovi numerose
parando in Uiighcriay dove la popola- colonie; il che servì a promuovere al-
zione componesi in gran parte di valac- quanto l'agricollura e a dirozzare feroci i
dalTemigrazione degl'iberi, antichi abi - lata,la quale benché corrotta tiene molta
latori della Betica e della Spagna , ca- somiglianza colla latina, al modo però che
gionata da Nabucodònosor, e che puòes- narrai, sotto forma di dialetto Ialino mi-
sere avvenuta circa i primi anni del suo sto. Il po(K)lo tuttora nel darsi e ricevere
regno, cioè negli anni del mondo 3398 il nome fra ter
saluto, suol chiamarsi col ^
Secondo Scaligero, o 35go secondo K.ir- e Zara romanesca^ paese romano, suole
kerio. Dice l'anonimo delT Osservazio- denominarsi questa regione. La lingua
ni intorno la Moldavia^ la
Falachia e latina, appena romani ne divennero li-
i
V A L VAL 187
e l'antico nome di Dacia si convertì in loro invasioni la IMesia. Quando ebbe re-
cjuelio (li f' alarcliia, che per lanino tem- calo le sue ormi vincitrici fino al Pruth,
po abbrucciò anche la Moldavia^ dii cui vale a dire nellaMoldo- Valacchia, e ri-
poi in seguilo fu (hslaccata. Nella metà dotta la regione a colonia mercè legioni
del 18:17 dichiarò la Gazzella JUirica romane, Traiano le volle proteggere con-
ili Zagabria, L'incivilimento e la coltu- tro i daci e i geli fuggiaschi, siccome pu-
ra ogni giorno qui progrediscono di be- re contro i sarmati e altri popoli barbari
ne in ateglio. Ciascuno, secondo stie for- die aveano stanza lunghesso le sponde
ze, si presta all'opera santa di dirozzare, dell'odierno Dniester. Ad ottenere I' in-
illuminare e ingentilire la nazione; i ric- lento fece erigere sopra una lunghezza
chi col denaro, collo scrivere i dotti. Nuo- di 20 leghe un nuovo baluardo, di cui
ve scuole s' istituiscono, nuovi libri si tuttora sussiste il rilievo, e che chiude
con)pongono o si tradùcono, i giornali si tutta la regione del basso Prulh e del
Diolliplicano, non pochi giovani si man- basso Danubio. Inoltre da* romani si
61 Tallra riuscirà loro piuttosto malage- bro curioso su tali Qìiniere. Dalle colonie
vole; poiché, se tutte le parole slave vor- romane sicuramente ne derivarono altri
ranno scambiale con dovranno la altre, vantaggi, perchè si vuole che furono mol-
lingua loro privare d'un buon terzo della lo munerose. L'imperatore Adriano poi,
sua ricchezza; e d'altronde non saràfli- immediatosuccessore di Traiano neh 17,
lica indifferente il cambiare ad un Iralto distrusse il suo ponte perimpedire il pas-
una tanta quantità di parole. In quanto saggio a'barbari della Mesia, che proba
airnlfabelo, vi troveranno diflìcolià non l)il mente era no slavi. LaMolda via, appel-
poche, mentre l'alfabeto Ialino non è da lata anche il Deserto Gelo, dopo essere
se sullicienle ad esprimere tutti i suoni stala scorsa e conquistala a vicenda da'
della lingua loro; e poi gli scrittori non re persiani, sciti e macedoni ,
più tardi
seguono il modo degl'illirici nello scrive- ridotta a colonia greca , fece anch'essa
re; ma a rappresentare un suono unico parte dell' impero fondalo da Decebalo,
pongono due lettere, ciò che al semplice e venne eziandio soltocnessa da Traiano.
alfabeto Cirilliano allatto contrasta. Tra- Di essa (pii dirò in breve. Durante l' e-
tiano prima di conquistare il paese de'daci, migrazione de' popoli barbari e dopo di
^ oltre il Danubio costruì il vallo dir Ru- questa occuparono il paese geli unni, i ,
terrotinmente fjiio ali 526 e si eslinsero sembra che altri popoli siano sopravve-
colla iDorte di Stefano VI. Essi vissero nuti, prima che la Dacia prendesse l' at-
in continue lotte cu'Ioro vicini, in guisa tuai nocne di Valacchia. Nel periodo tra-
rlie doverono ora porsi sotto la prole- scorso dal 111 al Xljl secolo altri voglio-
zione della Polonia , ora dell' Ungheria, no che alla loro volta signoreggiarono la
ora della Sublime Porta, sotto la (piale contrada goti , gepìdi, avari
i bulgari, ,
rimasero sino al principio del XVI seco- cuiTiani, tartari, veneti, slavoni, caccian-
lo. Dopo la morte di Stefano VI, prima dosi reciprocamente e conquistando una
i boiari scelsero il principe dal grembo terra imbevuta sangue umano
di tanto
loro, poi venne eletto dal gran sultano, per le successive stragi. 11 regnò de'bul-
e per ultioiola dignità fu occupata da un gali durò dal 680 al QiS: sotto uno di
greco sino al 1821. moldo-va lacchi fu* I questi re del paese i discendenti de'fug-
rono chiamali anche Biada e la Mol- ^ genti dalla Dacia romana si stabilirono
davia MoldoBlachia. 11 Nardi, Z)e'^i7o- nelle vicinanze di Severinopoli e fonda-
li del re delle due Sicilie ^ dicemlo che rono una specie di principato, al cui ca-
portò pure quelli di Gallicia e Cumania, po diedero il nome di Bano. Neil' 870,
credechelaGallicia oHallicia fd cesse par- quando cioè i bulgari si ridussero al cri-
ledella Valacchia, e prendersi per la sles- stianesimo, esso si diifuse fra quelli sta-
sa Valacchiajechela Cumania fosse parte biliti nel paese, ed è questa lai. ''epoca in
ancl/essa della Valacchia. Cotilinùù la cui si vuole registrato propriamente il no-
Valacchia sotto il nome di Dacia Traia- me di P'alacchia e di Moldavia nella
na o romana ad essere provincia roma- storia, che altri ritardano sino e verso il
na dal I o5 al 275, allorché le romane le- secolo XIII circa. Ne'secoli X, XI e Xlf,
gioni l'abbandonarono, non potendo più nel principio del quale si ritiene fonda-
sostenere 1' urlo dell'irrompenti orde di ta Bucharest, sostennero guerre co'cuma-
barbari. A'romani quindi, durante la de- ni e co'palzineki, durante le quali Gio-
cadenza dell'impero, toccando al paese la vanni A lexis fondò un regno alle due spon-
sorledell'altre Provincie di frontiera, suc- de del Danubio,che avea percapitale Cra-
cesse ralternata dominazione degl'impe- iova o Crajowa, che già dissi capitale at-
ratori greci di Costantinopoli e de' bar- tuale della piccolaValacchia e tuttora po-
bari, di quell* orde cioè che abbando- polata e importante. L'epoca accennata,
nali i loro focolari, si sparsero per tutta ecco come la riferisce l'a utore dell' 0.y^er-
Europa in traccia di più bel paese e di i'az/oAi/. avendo cominciato a far
Gli slavi
miglior fortuna. Attila, il terribile cou- le loro incursioni nell'Europa, ed attac*
dutlore degli unni, invase la Dacia e ne care l'impero romano, sembra che aves-
restò per qualche tempo dominatore: a il loro quartiere generale nel»
sero fissalo
lui soltentrarono altri popoli, non meno la Valacchia e Moldavia, e nella Bessa-
barbari, tulli congiurati a distruggersi gli rabia, comode per la posizione e vantag-
uni e gli altri, e a scacciarsi vicendevol- giose per la facilità e abbondanza della
mente dalle usurpate sedi. Dal VII (ino sussistenza. Pare che le moltissime orde
al secolo 1 X fu occupata laDacia da'bulga- o tribù di questa numerosa nazione^ a-
ri edagli slavi, sotto de'quali, secondo l'o- vanzandosi di tratto in tratto verso il
pinione d'alcuni, il pa^se venne chiamato mezzogiorno per genio di nuove conqui-
J^alacchia^ forse dall'essere i romani co- ste, cedessero il luogo ad altre truppe di
nosciuti col nome solamente di idacchi. barbari, mosse dallo slesso principio e sol-
Ma siccome ooq ha foudamealo sloiico lecitate dal medesimo bisogno, le quali
VAL VAL 139
crnno spesso obbligate a cederlo a* più sunsero il titolo di principi di Cumania e
ferii. Cerio è cbe per più secoli gli abi- Valaccbia,e mandavano i loro giudici per
tanti della Valcìccbia e Moldavia, uniti reggere gli avanzi di que' po[)oli. Batù-
agli slavi bulgari, fecero le loro esclusioni Kan nipote di Gengis-Kan, succeduto»
sino ad Adrianopoli e Costantinopoli, co- suo padre neh 228, fu quello cbe portò
me si Ila dalla Storia Bizantina. Uile- la guerra in Bùssiaedi là in Polonia, Un-
Tasi dagli storici di quella , i quali con- gheria, Bulgaria, Valaccbia e Moldavia,
servarono per incidenza qualcbe nìenio- ovunque recando la desolazione, e mori
ria di questa nazione , cbe fosse unica- neli255. Questa terribile irruzione tar-
mente occupata nelle guerre e nella pa- tara, che si pretende l'ultima calala de'
storizia ; cosiccbè si rende impossibile e tartari nella Moldo- Valacchia, avvetme
sarebbe poco interessante il voler tesse- in tempo di BelaIV re d'Ungheria. Qua-
re una storia di gente, cbe per più secoli si tulli gli abitanti cercaroi»o un rifugio
dedita all'ozio o alla rapina, non poteva nel paese Trans-Carpazio, ove formaro-
avere altro carattere cbe quello cbe pro- no sotto la protezione ungarica i ducali
duce tal genere di vita, e cbe un clima di Fogaras nella Transilvania e Mara-
mollo freddo e umido rendeva più alta mosch. Allorché alcuni anni dopo gli a-
alle falicbe corporali, cbe alla coltura del- bilanti ritornarono a poco a poco nel
lo spirito. Del regno di Bulgaria, Blacbia paese nativo, fondarono vari piccoli prin-
e Valaccliia,in cui si rese famoso Giovan- cipali, tra'quali il Banalo Severino oCra-
ni o Calogianni, fallo coronare da Inno- iova,assumendo il titolo slavo di Vai^O'
cenzo 1 1 1 nel I 204, parlerò in fine dicen- da. Indila Moldavia e la Valacchia co-
il nome di Tartari(P\)t
conosciuta sotto tardi Dragosc Bogdam o Bogden da-
cbe quasi quale rapido torrente inondò ca di Maramosch sotto gli auspicii di
,
Je parti meridionali dell' Asia, e penetrò Luigi re d'Ungheria, nel 1 354 si portò
1
sino a'confiui dell'Italia, cogli scili e gli nella parte appellata Cuuìania co* suoi
famoso Gengis-Kan mongolo, do-
slavi. 11 valacchi, che poi prese da lui il nome di
po aver conquistato l'India e la maggior Bogdania,cioè la'Molda via, come la chia-
parte dell'Asia, rivolse all'Europa le sue mano i turchi, e fabbricò variecillà,fia le
mire, dove spedì forti stuoli di guerrieri, quali Jassy, Saroccae Romanolf. Così co-
cbe sotto i suoi successori fecero due ir- minciossi a vedere una specie di gover-
ruzioni, cioè nel 1228 e neli2 36,neirUu- no, che rese meno dolorosa la condizio-
gheria e nella Dacia. Tanto la Valacchia ne di que'popoli. Da
due principi questi
che la Moldavia, in que'tempi delta Cu- comincia la sloria interrotta della Va-
mania, aveano i loro particolari princi- lacchia e della Moldavia che arriva fino
pi o capi di nazione, i quali spesso erano a'nostri giorni, e non offre che un conti-
io guerra co'vicini ungberi. Per sottrar- nuo intreccio d'infelici avvenimenti, mo-
si dalla schiavitù e dai temuto giogo de' tivati principalmente dall'elezione de'
nuovi barbari, essi si rifugiarono co' lo- principi. De'tanli che vi dominarono nel-
ro popoli e bestiami negli stali e sotto la la Valacchia non si ricordano che pochis-
prolezione de' re d' Unglieria , che as- simi falli geuerosi : il valore iuualo del
i4o VAL VAL
popolo diede luogo ad una sempre cre- ed ì hoiari o nobili , fossero slavi discen-
scente deoioralizzuzione, che raggiunse il denti dagli ultimi conquistatori, ed i sud-
suo colmo sollo i così delti principi Fa- diti valacchi oriundi da' romani e dagli
narioti o greci di Costantinopoli. Uaddo anticlìi duci. Da' ritratti esistenti nelle
ilNegro fu I.'' a stabilirsi co'suoi tra il
il chiese da loro fabbricate in memoria di
Danubio e il Seret o Siret, o comeallri di* qualche vittoria, apparisce che usavano
cono occupò quel terreno posto tra* fiu- vestire all'ungarese. Benché due vaivodi i
zione, e lo tramandò a'suoi posteri. Da' vado a narrare. Nel declinare del secolo
loro nomi si conosce eh' erano slavi , e XIV, regnando sul trono ungarico Ma-
della lingua slava si servirono ne'Ioro di- ria, Stefano vaivoda di Valacchia giudi-
plomi. Si vedono alle porte della chiesa cando indegno di sua nazione 1' ubbidire
fabbricata da Niagul Bassaraba in Curii a una donna ne scosse il giogo. Alaria ma-
d'Argis neli5i8,due iscrizioni lapidarie, ritatasi a Sigismondo, questo re nel 1387
una in islavo, l'altra in valacco. In islavo entrò nella Valacchia con poderoso eser-
esistono altre iscrizioni lapidarie, e nella cito e costrinse Stefano alla sommissione.
liturgia comune a tutta la nazione valac- Suscitati o secondali da Bajazet I gran
ca si usa lo slavo. Nel palazzo arcivescovi- sidtano de'turchi, i valacchi ripresero le
le di Bucharest si conserva il registro de* armi, ma Sigismondo tosto gii affrontò e
diplomi.accordati a'monasteri, tutti scrit- ne fece carnlficina, e s'unpadronì di Ni-
ti io islavo. Laonde pare, che i principi copoli. Indi insorse feroce guerra tra il
VAL VAL i4i
grnn sultano Bajnzet I e Sigismondo re e sostener Tindipendenza della Valacchia,
iJ'Unglu'iia, Questi bisognevole di soccor- in tempo de'sultani Maometto I del 141 3
si, strinse nnovamenle amicizia col vai- e Amurai II che gli successe nel i4^'>
voda della Valacchia, al quale dannosa contro gli ambasciatori del quale commi-
riuscì la regia alleanza. Impeioccliè ve- se feroci rappresaglie il vaivoda Dracula.
nuti i belligeranti a battaglia campale, il I valacchi domandarono soccorso agli un-
re sul principio riporlo vittoria, la qua- gheresi; l'ottennero, ma inutilmente, an-
si tramutò in isconfìtta
le indi per la zi in progresso di tempo furono ridotti a
,
3ooo piastre d'oro del paese, o 5oo pia- di proteggere la Valacchia contro tutti i
slie d'argento della nostra moneta (altri nemici, senza esigere altro in riguardo al-
esemplari dicono Sodo ducali). Quest'ul- la sua supremazia sopra la sovranità del
timo articolo pare che stabilisca per la principato. Il vaivoda sarà obbligalo di
Porta Ottomana un diritto di sovranità pagare alla Sublime Porla un tributo di
anziché di feudalità. Altri ci videro nei 6000 piastre(allre versioni dicono 0,000 1
trattato 1' autonomia dell' indipendenza ducali). 2. La Porla non interverrà nel-
della Valacchia stipulala contro il tribu- l'amminislrazione de' principali , e niun
to, cioè il diritto di governarsi colle pro- turco potrà entrare nella Valacchia sen-
prie leggi per le città e luoghi del prin- za un motivo ostensibile. 3. Tutti gli an-
cipato, esente da ogni dominio turco e al- ni sarà dalla Porla inviato un ufliziale per
tro straniero. Grandissimi e per lungo ricevere il tributo, col permesso del prin-
tempo furono gli sforzi de'valacchi perli- cipe. Un impiegato di questi l'accompa-
berarsi dal tributo e soggezione a'turchi, gnerà siDoaEucharest. Dopo ricevuto la
i4^ VAL V AL
somma egli s«tj;i scortato cìa'valncclii sì* gio internazionale. Perfino la formola,
no a lUistcliuk, sul qual luogo il denaro che dev' esser preposta a tulli gli atti
inam. 4> H voivoda piotessa In leligione sto paeseche gode la piena libertà e dei
oiiodossa, e saia eletto dal meliopolila- suo personale governo, è diviso dall' im-
no, da 'vescovi e da 'boia ri, e la sua eiezio- pero ottomano , e retto solo secondo il
ne sarà riconosciuta dalla Porta. 5. La bisogno e i suoi usi ". Narra l'annalista
nazione valacca avrà leggi proprie. 1 vai- Rinaldi all'anno 1462, ch'era signore di
\odi avranno il diritto della vita e della Valacchia Dlado o Valado o Dracole, che
morte sui loro sudditi, e il diritto di fa* forse sarà il suddetto Vladimiro V,uomo
re la pace o la guerra senza alcuna spe- più fiero di qualunque fierezza, il quale
cie di responsabilità dinanzi la Porta. 6. cercanilo di stabilire la sua tirannia ri-
Tutti ì cristiani che passati all'islamismo cevuta da Maometto li, chiamò a se con
ritorneranno al paese loro e alla loro re- piacevole modo tulli i baroni della pro-
ligione, restano intaccabili, e laTurcUia vincia a se sospetti j e feceli colle mogli
non deve fare alcun benché minimo re- e figli insieme morire col supplizio del
clamo delie loro persone. 7. 1 valacchi, palo, da così fatti barbari usalo, e diede
andando in qualunque parte del territo- le loro dignità e ricchezze a'suoi masna-
rio ottomano, non pa«gheranno l'imposta dieri. Sì grande fu il numero di uomini,
haratsch, a cui sono tenuti tutti gli altri di donne che furono allo-
e di fanciulli,
rajas. Fonno a loro beneplacito ritenere ra d'ordine suo uccisi,che arri vòa2o, eoo.
la loro carica, ne sono solloposli in alcun Dipoi avendo egli paura di Maometto II,
modo a'iegolamenti stabiliti per tutti gli fece contro di lui lega con Mattia re d'Un-
altri sudditi turchi. 8. Le litiche ponno gheria, e coli' aiuto degli ungheri e colla
insorgere fra'sudditi turchi e valacchi sa- gente d'arme da se raccolta fece in più
ranno appianate dal divano del principa- volte molla uccisione; ma finalmente re-
tOjin conformità delle leggi del medesimo; stò ucciso in battaglia e la sua testa fu
e riguardo al giudizio non vi sarà luogo mandata in dono come trofeo a Mao-
all'appello, g. 1 mercanti turchi andando metto Di sue crudeltà si raccontano
li.
nel principato con appositi permessi, per cose orrende. Fece inchiodare il turban-
\endervi o con)prarvi le mercanzie, an- te sul ca[)0 agli ambasciatori turchi, che
nunzieranno all'autorità la durata del lo- non se lo avevano tolto per ossequiarlo.
ro soggiorno, e lascieranno il paese nel Soleva adornarci suoi banchetti con un
giorno preciso stabilito da essi. Le loro cerchio di turchi impalali, deliziandosi a
merci ponno venderle solo all' ingrosso. contemplarne lo strazio, ed a' prigioni
10. Kiun turco potrà condurre con se usava di scorticare la pianta de' piedi,
servi valacchi de'due sessi. Ninna moschea stropicciandovi Impor-
poscia del sale.
turca verrà costruita nella Valacchia, né taole è il neli5i3 fra
trattalo concluso
altro luogo pel culto e ceremouie mao- il gran sultano Selim 1, e Dogdan princi-
^.Niun maomettano possedei à vere pro- suo vastissimo dominio, che da quell'epo-
prietà nella Moldavia. 8. Il commercio ca conserva tanto sulla Moldavia che sul-
colla Moldavia sarà aperto a tulle le na- la Valacchia. La Porta accortamente co*
zioni; ma turchi avranno la preferenza,
i accordò a'bo-
riferiti trattati e altri atti,
te le lettere indiiizzate dalla Porta al prin- si fecero del privilegio, costò la libertà
cipe. 10. 1 turchi portando al principe alle due nazioni, e la vita a molli prin-
letteredella Porla, resteranno nella spon- cipi. Pel corso di due secoli la compe-
da sinistra del Danubio. 11 governatore tenza del trono cagionò una continua
di Calata manderà a prendere la lettera guerra civile, e basti il dire che in tal pe-
dall'altra jìarte del fiume, e la farà giun- riodo di tempo nella sola Valacchia si
gere al principe.! I. Il principe della Mol- mutarono da /\o principi, e quasi allrel-
davia sarà eletto dalla nazione, e ricono- tanti in Molduvitj. La Porta non volen-
sciuto dalla Porta senz'alcuna diflicolià. do ingelosire gl'imperatori re d'Unghe-
12. Il paese sarà protetto dalla Turchia, ria e la Polonia, o per altre cagioni, nou
quando la nazione moldava domanderà credè polilican»ente d'impossessarsi inte-
aiuto o assistenza. i3. Per lutti questi ramente delle due provincie, e si conten-
vantaggi il paese farà alla Porta un pre- tò più meno d' opprimerle e d'averle
sente di 4ooo ducati. Tuttavolla, cotne tributarie; è da osservare che i lenlalivi
già indicai supen9rmente, non tardò la e le incursioni in dilìerenli lempi fatteda*
Moldavia a divenir feudo dell'impero ot- turchi, furono poco fortunate. La Porla
tomano neh 526, sottomessa da'generali per meglio dotninare, invece d'impedire
di Solimano 11. Essendosi questo propo- il disordine cagionato dall'ambizione de'
sto di conquistare anche V Ungheria, in pretendenti al trono, la foraenlò,mai>dan-
detto anno venne a campale battaglia in do l'investitura al vincitore nel conflitto,
Mohacz, e vi perì a'29 agosto il re Luigi che consisteva in una clamide, cimiero,
11. Allora rCJngheria trovandosi senza il due code, la spada, ed il lopus o oiazza
sovrano, ed occupala seriamente da'suoi ferrala. Vedendo la Porta finalmente spo-
domestici e gravi affari , non curò più. polate e desolate la Valacchia e la Mol-
que'de'vicini, ne quelli della Valacchia. davia, si risolse dopo la deposizione del
1 boiari valacchi in particolare, non a- Brancovano, nominare ella un principe
"Vendo più questo freno, e the già da po- senza consultare i boiari, come poco pri-
chi anni prima erano opposti alle di-
si ma avea fallo in Moldavia. Questi fu ve-
sposizioni teslamentariedi Niagul Cassa- ramente valacco, ma poco dopo gli tolse
raba che lasciava il trono al suo figlio la vita e il trono, che die a un greco di
Teodosio ancora faQciuUo^ aspirarono a Costantinopoli, e continuò a darlo fino
i44 VAL VAL
all'epoca die dirò. Per un tempo la Por- respinto, correndo anco gravissimo peri-
to, -al cominciar del secolo XVI soslilnl colo della vita. Tuttavia non avvilito, il
nel governo della Valacchia un pascià al copitano turco, marciò alla volta di lìii-
voivoda, conservando però a'valacchi la charest capitale della Valacchia, vi si di-
nazionalità, gli statuti e il libero esercizio fese dentro, formnmlo baluardi e iinial-
del culto greco; ne migliore divenne la zando barricale di legno. Intanto il voi-
condizione del principato, quando fu lo- voda Mikal corse a Tergowit/., la strinse
ro restituito il vaivoda scelto dalla na- con assedio, la prese e a morte ne man-
zione. P'amoso per crudeltà si rese il vai- dò tutta la guarnigione, non la perdo-
voda UIad, elevato dalla Porta. Cose or- nando allo stesso capitano ATi pascià, che
rende si raccontano di lui: banchettava fece abbruciare a lentissimo fuoco. Mos-
tra gli uomini impalali e boccheggianti. se indi contro BucharestjCui Sinai» pascià,
Inventò ordigni e macchine per trincia- dopo 5 giorni di vana resistenza, dovet-
1
no Selim II a terminare tanta ferocia nel dipendenza; ma per troppo breve tempo,
i574, '"''» con maggiormente opprimere poiché il suo liberatore IMikal, che avendo
la Valacchia. Tanto narra il Castellano rianimato il so[)ilo coraggio de'valacchi,
e alili; ma io credo, quanto alle barbarie vittorioso dovunque avea vinto e sotto-
che si siano confuse con quelle del
di Uliid, messo la Moldavia e la Transilvania, do-
suddetto Valado o Vladimiro V. Il cre- minato dall'ambizione intendeva di riu-
dito «legl* inetti principi andò sempre più nirle al suo icnpero; ma nel mezzo di sua
decadendo: essi vennero costretti a spedi- splendida carriera fu vittima del tradi-
re per ostaggio a Costantinopoli i loro mento. Nel 1601 venne ucciso da un si-
propri figli; mentre i turchi tenevano oc- cario di Basta, generale dell'armata im-
cupate le fortezze d'ibraila, Giurgevo e periale di Rodolfo 1 1. Il vaivoda avea guer-
Turn, e andavano esercitando ogni sor- reggiato insieme col Dista, contro il car-
ta d'angherie. Piiuscendo a'valacchi trop- dinal Bathori, a cui il cugino Sigismon-
po pesante la servitù mussulmana , im- do Il avea ceduto il principato di Tran-
potenti a più oltre solfrire, si ribellarono silvania,e nello sconfiggerlo 5 valacchi gli
fiutandosi di pagare alla Porta l' annuo tano Maometto IV ordinò di demolire
tributo, aumentato come dissi a 10,000 tutte l'abitazioni costruite da'turchi sul-
piastre o ducati, o come altri vogliono la riva sinistra del fiume , e l' ordine fu
1000 fiorini. Da ciò nacque guerra con- eseguito. Nondimeno rinnovatesi le ves-
ilo ilAmurat 111, e nell'agosto
sultano sazioni, intollerante di sì penosa servitù,
iSgS Mikal venne a battaglia campale la Valacchia nuovamente ribelloSìi. Il
col hooinioalo òiiiao pascià, il quale fu vaivoda Michnè, pieno di libertà e di ar-
VAL VAL t4^
dire, mise a morte tulli que'boiardi, cui poli, come ad un pubblico incanto, giac-
conobbe parlilanli dell'io) pero turco: in- ché ne investiva quel greco che piìi a-
cendiò le città di Braila e di Giurgevo, vesse offerto. Laonde prescelti, per rein-
i
dove eravi mussulmana guarnigione, e tegra rsi delle pagate somme, tiranneggia-
a fil di spada fece passare ([uanli ne in- vano gì' infelici sudditi, perciò ridotti a
contrò a Tergowilz. Ma quel valoroso, pessima condizione; ed il più delle volle
dopo un anno soltanto di felici tentativi, esacerbali a non più poter soffrire, mise-
venne sconfìtto e morì nella fortezza di ro a morte i principi inviali, per cui dal
Varadino: e la Valacchia colla Moldavia 17 16 ali trucidali 3. Ap-
796 ne furono 1
trono valacco, che nel 1701 accrebbe il di vaivoda, fu Nicolò Maurocordato, che
tributo a 4 milioni di piastre , ossia avendo già governala la Moldavia avea
400,000 fiorini annui. In quel tempo era dato prove di sua ferocia , onde poi fu
fio dal1688 vaivoda oospodaro Costan- cognominato il iVe7'0«e di Falacchia.^-
tino Brankowa o Brancovano, uno de' gli era figlio del celebre Alessandro, che
migliori principi di Valacchia , il quale pel suo ingegno e sapere era stalo pleni-
col suo savio operare rimise in prospero potenziario della Porta alla pace di Car-
stato la Valacchia; venne però strascina- lowitz, e 2.° interprete della medesima,
to a Costantinopoli, e nel 1714 crudel- carica occupata in prima da un qualche
mente ucciso insieme a tutta la sua fa- rinegato europeo, e che passata poi ne*
miglia e 4 figli, dopo l'infelice battaglia greci , fu per loro di grande eccitamento
del Pruth. Costantino era entrato in i- allo studio e sicura via a elevali onori. Ni-
con Pietro I il Grande
strette relazioni colò, o pegli ordini ricevuti o pel suo cat-
imperatore di Russia , e con Carlo VI tivissimo animo , estinse ogni avanzo di
imperatore che gli avea conferito il tito- libertà, che malgrado 1' oppressioni sof-
lo di Priiiceps Imperii Romani. Due an- ferte tuttavia in parte godevano i boiari
ni dopo cominciarono gli eccessi de'prin- valacchi e moldavi, con levar loro la vi-
cipi greci di Fanar o Fauarioli ,
greci di ta e gli averi. Costui essendo in Moldavia
Costantinopoli , i quali nel periodo di avea fatto fortificare l'antico castello di
io5 anni che regnarono nella Valacchia, Chotlin sulle rive del Nistro. Dopo la
cioè dal 1 7 6 al 82 I ,si acquistarono una
1 1 sua morte ebbe a successore il figlio Co-
indelebile macchia per le loro angarie, stantino giovinetto, ma regnò poco, sbal-
prepotenze, oppressioni, corruzioni, e pel zato da un allro partilo di grecidetlo del
servile loro conlegno. La Porta tolse alla Fanale, che avevano cominciato a gusta-^
Valacchia, come di recente avea fatto col* re il dolce del governo e delle dovizie na-
la Moldavia, il privilegio concesso a'boia- turali della Valacchia e Moldavia. Sog-
ri di crearsi il vaivoda ; perchè tali ele- giunge l'anonimo, la nazione greca dive-
zioni dava sempre argomento a'cittadioi nuta schiava de'turchi, ed avvilita da più
di discordie e guerre civili, e perchè vol- di due secoli, avea perduto ogni idea di
le vendicarsi di questi paesi, i quali avea- nobiltà e gentilezza, e si contentava d'e-
no invocato la protezione di Pietro l il sercitare in Costantinopoli la mercatura
Grtì!/2<^e imperatore delle R.ussie. La scel- meccaniche. Per una strana com-
e le arti
ta de'fanarioti a'principati moldo-valac- binazione e pe* servizi resi al gran visir
co fu cagione di funesti mali, poiché per Chiuperli sotto Candia, come interprete
conseguirli si ricorreva a'più nefandi rag- della lingua italiana , il greco Panajotti
giri; e il gran sultano condannò i due pò- fu ili. "ad esser dichiarato interprete del-
VOL. LXXXVH. io
140
\a l'orla Ollomana;e per
VAL
com« un'altra Bogdano discendente
VAL
da'prlnclpi di Mol-
I
hinarione gii successe alla sua morte Tal- davia, fitto decapitare dal principe M«i-
Iro greco Alessandro Maurocortlalo o- rusi in Jassy con un compagno. Neh 786
riundo di Scio e suwmenlovalo, capace Petracchi della Zecca decollato. I boiari,
e dotto nella medicina e nelle lingue eu- in particolare i valacchi, presero i vizi de'
ropee, ma ambizioso; si guadagnò presso greci, che copiavano i ttuchi, senza ave-
i grandi credilo e protezione. Il posto re il loro genio e spirilo. 1 principi e i lo-
d'interprete e l'aspiro al vaivodato de* ro ministri per impedire a'boiari dì por-
due principali, risxegliarono l'ambizione tare doglianze alla Porta Ottomana, non
e lo spirilo d'intrigo naturale ne' greci. solo proibirono ogni corrispondenza co*
Molti fecero istruire i loro figli, e li po- foraslieri,ma non permettevano loro nep-
sero al seguilo de'nuovi principi greci di pure d'uscire dalla residenza del gover-
A^niacchia e Moldavia. Acquistala cos*i ca- no per vedere le loro terre, temendo che
pacità e reputazione, si procurarono l'uf- fuggissero a Costantinopoli; accordarono
fìzio d' interprete, per poi concorrere a* la libertà a'contadini, ch'erano servi de'
principali , che si aHidavano al maggior boiari e de'numerosi monaci, non per u»
titlerenle. Non è a dire quindi i raggiri e manità, ma per averli interamente loro
l'iniquità usaleda'greci fanarioti per pro- divoli. Venne proibito a'boiari anche di
iiìuoveie al principato le creature e gl'i- leggere le gazzelle, e di sapere le notizie
stromenli de'furbi; ma se desolarono l'in- estere. I boiari moldavi, siccome più ar-
felici due Provincie colla loro dominazio- dili e uniti, non si lasciarono tanto oppri-
ne, molti finirono col laccio e niun greco mere, e conservarono il diritto di vivere
divenne ricco. L'anonimo enumera gre- i quando non avevano im-
nelle loro terre,
ci valaccbi e moldavi nel decorso secolo pieghi pubblici. Ecco come la Valacchia
impiccali e decollali ,
per causa de' due e la Moldavia, da uno slato monarchico
principali. Nel 1714 il suddetto principe indipendente, passato prima a quello d'o-
Brancovano con 4 figli» e il bolaro Va- ligarchia feudale, nel secolo passato era-
caresculo. Nel 17 16 il principe Cantacu- no cadute sotto il duro giogo del più di-
zeno col padre, e l'arcivescovo di Ijucha- strullivo dispotismo de'principi forestie-
rest annegalo. Nel 17 19 Giovanni Mau- ri, schiavi d'un governo assurdo e tiran-
rocordalo principe di Valacchia avvele- nico, come lo qualifica l'autore dell' O5-
nalo dal fratello Nicolò. Nel 1787 Jana- servazìoni intorno la Valachiaela Mal'
chi Ypsilanti capo dell'arte de'pellicciai davìa. Inoltre riferisce che non conosce-
in Costantinopoli, pro-zio del principe vasi governo più dispotico di quello e-
Alessandro Ypsilanti, impiccato. Nel 740 1 sercilalo da' principi di Moldavia e Va-
CostanlinoGhicca dragomanno dellaPor- lacchia, tuttoché i despoti fossero preca-
ta decollato. Nel 1760 Janachi Suzzo fra- ri, e spesso uomini senza nascita e talen-
tello maggiore del principe Michele im- ti, che l'intrigo greco, il denaro e il favo-
piccalo. Nel 1765 Slauracchi agente di re della Porla esaltavano, mentre da al-
Valacchia e Moldavia impiccato: per suo tri intrighi venivano deposti e ritornati al
ordine due boiari valacchi erano siati am- nulla. Ostentavano tanta fiera gravità,
mazzati, e 3 del popolo uccisi dagli arnau- che i boiari tremavano nel comparir lo-
manno della Porta. Nel 1777 Gregorio lembo della veste. I principi erano dive-
Chicca principe di Moldavia scannalo da nuti padroni della vita e delle sostanze
un capigi a Jassy, Nel 1778 llvestiar» de'sudditi, disponendo a talento de' loro
VAL VAL i47
beni. Ogni principe fanariolo conduceva compagnatoda tm capigi bascì della Por-
seco gran numero di greci, a*quali di pre- ta e da 4 guardie del sultano. A' confini
ferenza conferivano i posti più lucrosi e del principato era ricevuto dalla nobiltà e
tutte lecariclieclie godevano assai copiosi corteggiato sino a un monastero subur-
emolumenti. La pena di morte venne qua- bano della capitale, dove ponevasi all'or-
si abolita dagli ultimi principi del secolo dine per indi fue il solenne ingresso. Que-
passalo, generalmente umani eabborren- sto veniva preceduto dalle milizie urba-
ti le crudeltà, particolarmente il principe ne, da' boiari e dagli uffìziali, cavalcando
Alessandro Ypsilanti cbe si studiò di fa- l'ospodaro sul detto cavallo col capigi e
re la felicità de'valacclii. Se era indispen- le guardie, co' paggi e camerieri, termi-
sabile l'estremo supplizio, in 3di versi tem- nandosi il treno da numerosa musica tur-
pi s'interrogava il principe se persisteva ca, e dalla carrozza della principessa cor-
nel permettere l'esecuzione della senten- teggiata dalle dame. 11 principe snionla-
za. Veramente i gravi delitti erano rari, Ta alla cappella di corle, ricevuto dall'ar-
ad eccezione de'rubamenti eassassinii de* civescovo, da'vescovi e clero, che 1' unge-
zingari. Non essendovi codice di leggi vano coli'olio santo. Passato nel divano,
scritte, poiché le romane e imperiali che si assideva in trono, e stando in piedi si
dicevansi osservare, non erano né inte- leggeva dal divan effendi il diploma im-
se né studiate, piuttosto seguivasi l'uso periale, col quale veniva costituito prin-
tradizionale del paese, il che dava luogo cipe col formolario: «L'inclito tra'princi-
a capricci, secondo la volontà del princi- pi della nazione del Messia, essendo una
pe, il cui successore spesso annullava il de- pianta aromatica coltivata colle nostre
cretalo, quindi generale confusione nella mani (ovvero un cereo acceso da noi),
proprietà de'beni. L'Ypsilanti fece un co- V abbiamo destinato per vostro vaivoda,
"
dice succinto o piuttosto urj'istruzionepe* cioè generale, onde dovete ubbidire ec.
giudici come dovevano regolarsi ne* casi Terminata la lettura, ritiratisi turchi, il i
la Valacchia; ed i successori furono ob- deposizione del principe, questi era tosto
bligali a conservarlo. Quando la Porla da tutti abbandonato e sovente anche in-
creava un principe, questi recavasi poi sultato, e tornato a Costantinopoli ivi vi-
con numeroso seguilo a cavallo dal sul- veva privatamente. Sino a Nicolò Mau-
tano, il quale lo riceveva sedente in tro- rocordalo , principi erano trattati con
i
no e nella stanza in cui accoglieva gli am- molto maggiore distinzione dalla Porta,
basciatori esteri. In presenza del sultano e portavano sul berrettone un gioiello
eragli posta in capo la cucca o cimiero di con piume d'airone, simile a quello del
feltro ricoperto di velluto cremisi e da un sultano; prerogativa ch'egli rinunziò, glo-
lato con gran pennacchio di penne di riandosi d' esser vile schiavo della Porta.
struzzo; veniva vestito della cabauizza, ve- Limitandosi i turchi a mantenere alcuni
ste usata nelle funzioni dal solo sultano e presidii nelle città principali, lasciavano
da'magnali. Tornava alla sua abitazione agli ospodari lacura di riscuotere il tri-
sul cavallo donatogli dalsùltano e barda- buto destinato per Costantinopoli, e di
to riccamente, avendo attaccate alla sella opprimere per loro proprio conto pae- i
gelosa dell'influenza che esercitava in Po- cinanze d* Ibraila, Chotin, Render ec, e
lonia. La guerra riuscì disastrosa per la che attualmente si chiamano Paradli,
Turchia, e fra le conquiste de'russi vi fu 4. Gli ecclesiastici saranno trattali con gli
la Moldavia e buona parte della Valac- onori é distinzioni dovute al loro caratte-
chia, oltre la Crimea, ad onta degli sforzi re. 5. Sarà accordata la permissione alle
del sultano Muslafà III e del fratello e , famiglie che vorranno lasciare la loro pa-
successore Abdul-Hamed. Ecco il tratta- tria, di trasportarsi in altri paesi con tut-
to di pace concluso traCaterina IleAbdul- to quello che posseggono, ed a fine che
Hanied a Kainargik a'2 luglio 1774»
, i queste famiglie possano aver la ficilità di
ciocia parte che riguarda i principati; del- disporre de' loro beni, si concede loro il
varsi questi due paesi, e la sublime Por- teneva alla Moldavia, avendola reclama-
ta prouìette d'avere in questo caso per ta l'imperatore Giuseppe li, perchè situa-
loro tutta l'attenzione ed i riguardi do- ta tra le sue provincie di Gallizia e Tran-
vuti a potenze alleate e rispettabili". Ri- silvania, e come antica dipendenza del
marca r autore dell' Osservazioni , che suo regno d'Ungheria, i russi nello sgom-
quasi nessuno di questi io articoli è stato brarla consegnarono agli austriaci. Il
la
osservato e posto in pratica per la con- sultano credè prudente dissimulare, e poi
naturale disposizione della sublime Por- la cede formalmente. Indi la Porta co-
non aver avuto principi i e le due nazioni priccio senza saputa della Russia, e gra-
coraggio d' insistere sulla esecuzione , e vare i principali di eccessive contribu-
per non essersi curati i ministri russi dal zioni, soprattutto in commestibili. La cor-
bel principio di far valere il trattato; in te imperiale di Pietroburgo, unitamente
somma per tutte le altre ragioni che pro- a quella di Vienna, fece delle doglianze
dussero una nuova guerra colla Russia, contro questa ingiusta e illegale condot-
dopo quella sorda fatta da questa poten- ta, ed ottenne un nuovo privilegio simi-
za ai medesimo sultano, per la nuova in- le air.", nella nuova pace per la Crimea
vasione della Crimea. Inoltre riferisce,che però ritenuta da'russi. Nel seguente hatli-
in conseguenza del trattato di pace, ed in scerilfa favore de'principati di Valacchia
virtù del convenuto a favore de'due prin- e Moldavia rinnovato nel 1784? il sulta-
cipati, il colonnello Peteisou ministro di no Abdul-Hamed vi scrisse di suo pugno:
Russia a Costantinopoli, fece dare a'due In conformità si operi.»» Inclito fra'prin-
nuovi principi di Valacchia e Moldavia cipi seguaci di Gesù, Scherlet-Zade Ales-
i5o VAL VAL
Sandro Vaivodacìi Moldavia , clie il tuo troveranno colà, procurando un accomo-
fine sia felice. Giungendoli questo allo damento che contenti entrambi; ma se
j
segno imperiale^ ti sia noto, che 1' anno la sua mediazione non produrrà il bra- a
1 188 (dell' Egira) nella luna di Scewal malo effetto, si chiami il cadì d'ibiuila,
furono emanali due alli comandameuli ilquale giudicherà , e terminerà la lite
sopra ornali col nostro imperiale polen- con somma integrità, e senza opprime-
te carattere, fatti paiiicolarmente per la re il sùddito, essendo nostra ferma vo-
Valacchia e Moldavia, i quali conteneva* lontà, che il suddito non debba essere ci-
no quanto segue. Che i sudditi di queste tato ad altri tribunali fuori del paese. Che
due Provincie che sono le Canove dei po- essendo emanata una sagra decisione o
tente mio impero, non diano in avveni* fefta in cause le quali fossero per eredi-
re dopo aver pagato il fissato tributo,
, tà con testamento, o per parentela, è ac-
altre contribuzioni sotto vari nomi, come cettabile la testimonianza di Pietro gre-
si praticava prima delTultima guerra.Che co contro Omer turco, in quelle cause
i loro vai vedi non siano deposti fino a però che fossero avanti la giustizia fuori
tanto che non apparisca qualche.segno po- di parentela, o testamento, la testimo-
tente di ribellione; e che un tale regola- nianza contro il turco non sia accettabi-
mento sia osservato stabile in perpetuo le, sicché a tenore dell' alto fefla segua
senza cambiamento o deposizione, confor- ec. Che quanti de' ministri o altri com-
me i trattati già fatti fra il potente nostro mettessero qualche delitto nel paese del-
impero e la corte di Russia; che per que- la Moldavia, siano presi e mandati nel-
sl'oggello debbano darsi a'principi Berat le vicine fortezze per essere castigati da'
ornati col mio sagro caraltere, e accompa- loro comandanti. Che essendo slati spe-
gnati da clemenza, acciò gli abitanti viva- diti in passato diversi fìrmani intorno ad
no consolati e tranquilli, ed i loro princi- alcuni militari delle fortezze, ed abitanti
pi con sicurezza e quiete d'animo. Che delle rive delDanubio, che contro no- i
del tributo che i sudditi sono obbligati di striregolamenti entra vano senza permes-
dare,se ne faccia ogni due anni una volta so ne'dne principati facendo risse ucci- ,
Costantinopoli per mezzo del loro agen- riscatto del sangue muovevano liti, e do-
te. Che i sudditi di Moldavia e Valacchia mandavano denari a'sudditi di Moldavia
siano liberi dal tributo ed altre imposi- recando loro altri disturbi; come pure in-
zioni,cominciando dall'anno 1 188 e la torno all'estirpazione degli uomini cattivi,
luna di Gemasiul-Ewel, fino al termine i quali scorrevano il paese,ed alla distru-
de'due anni. Che dopo terminati sud- i zione (secondo i prelodali regolamenti)
detti due anni, si debba pagare, come si delle possessioni ed abitazioni, che que-
è detto, ogni due anni una volta il tribu- sti costruivano sul terreno della Molda-
to, che dalla somma pietà e misericordia via. Ora non essendo lontano dal crede-
\erso di loro sarà determinato, e che si re, che tali malviventi possano aver in-
spedisca per roano dell'agente nominato tenzione di fare lo stesso, intendiamo che
dal principe appresso la nostra sublime il descritto regola n»enlo negli emanati
Porta. Che per i conti e debiti vecchi alli ordini si pratichi ed eseguisca inal-
non si faccia veruna ricerca sì di denari, terabilmente, e che in avveuire non deb-
che di qualsiasi altro genere. Che succe- ba entrare in Moldavia, che un dato nu-
dendo Ira lurco e cristiano suddito qual- mero di negozianti conosciuti d'ogni for-
die contesa debba esaminarsi dal prin-
, tezza, i quali debbano aver la licenza in
cipe di Moldavia 1' aliare unitamente al iscritto da'ioro comandanti per presen-
suo divan etì'endi, ed altri turchi che si tarla al vaivoda di Moldavia, o al suo uf-
VAL VAL tSt
flziale, e riceverne da essi il permesso in siano molestati da chi che sia intorno olla
carta; che non acquistino case ne'distret- loro maniera di vestire. Che riguardo al
li, non seminino, non moleslino suddi- i caso, che abbracciando un suddito la fe-
ti, e non diano denaro ad usura. Che per de maomettana non possa cercare por-
simili fraudolenti cause, i coman-
visir, i zione di eredità; essendo questa una ma-
danti ed i giudici non permettano che teria oscura in legge, si esamini perciò il
uute,o pascolare animali inlMoldavia.Che figlio padre non l' eredita. Il turco
, il
i sudditi non vengano danneggiali in ve- Mecmet, dopo aver dato la libertà al suo
run modo da' visir e pascià, o dalle loro schiavo Pietro cristiano, se morisse Pie-
genti che escono dal retto cammino per tro senza farsi turco, Mecmet non lo e-
entrare Moldavia, e prendere da' sud-
in redita. Gli accennati 4 sagri fefta siano
diti provvisione d'ogni sorte senza paga* dunque eseguiti. Che dovendosi compra-
mento, o disturbarli con altre domande. re per mano de* commissionati del capo
Similmente, che le persone che vanno e macellaio la nota quantità di pecore nel-
vengono per importanti affari in alcune la Moldavia, avendo questi cagionato
parti, non entrino nella Moldavia, uscen- danni e ingiustizie a'poveri, Noi usando
do dal retto cammino, e quelli che ven- clemenza verso medesimi, abbiamo a- i
gono per affari in Moldavia non cerchino bolilo l'antico di compra: ma poi-
modo
alle poste più cavalli di quelli che sono ché è inevitabile e necessario, che si con-
fissati nel loro firmano di posta. E poi- ducano pecore dal custodito mio stalo
ché furono emanati altri ordini contenen- per le porzioni di carne dispensate dal
ti l'accennate prescrizioni, non segua iu mio tesoro, e per rali(nento degli abitan-
avvenire la menoma mancanza nell'im- ti mia dominante
dell'alta sudditi di , i
tributo e da altri uffiziali di quelle par- la Moldavia essendo la Canova del felice
ti, con domande di tributo o testatico, o mio ed essendo determinatala ve-
soglio,
per verun'altra causa; che quelli delle ri- nuta delle necessarie vettovaglie da Va-
ve del Danubio non enlrmo in Moldavia lacchia e Moldavia, i sudditi di Moldavia
con pretesto di ricercare i loro sudditi, e per contraccambiare alla contribuzione iu
per quest'oggetto saranno spedili altri fir- grani che per nostra clemenza fu levata
,
mani a chi spelta, con ordini positivi e mi- poco fa; devono far pervenire abbondan-
«acce. Che i sudditi e abitanti della Mol- temente alla scala del Danubio grani e i
ni delle u»vi del mercato dello Capan di necessario nitro venga procurato dal prin-
Coslaiilinopoli, non dandoli ad aliti luo- cipe, ed il trasporlo e costo di esso si de-
ghi, e sul riflesso d'essere slata levala det- falcherà dal tributo, ed egli darà avviso
ta contribuzione, che non cessino di semi- alla nostra ricca zecca, acciò lo faccia ri-
nare, o per fine monopolio non na-
di cevere alla scala, che sarà prevenuta, per
scondino grani che hanno e che raccol-
i trasportarlo in Costantinopoli. Slantechè
gono. In lai modo e^si potranno vantag- finoranon è stata commessa veruna man-
giarsi, e gli abitanti del nostro felice so- canza per parte de'suddelli paesi nell'a-
gliosaranno liberi dalla carestia; e di ciò dempimento a'dovuti obblighi di servitù,
ne abbia cura il vaivoda ed boiari in i si sono aggiunti a' suddetti capitoli i se-
perpetuo. Che qualunque mancanza o guenti punti dettali dalla nostra impe-
delitto de'snddili e boiari, della Valacchia riai misericordia, onde sì guardino in av-
e Moldavia, che apparve di uecessilà nel venire dalla menoma mancanza, ed usi-
tempo delle guerre, sia loro lutto perdo- no prontezza e diligenza, per quanto oc-
nalo , e posto in una totale dimeutican* corre al nostro imperiale servizio, e pre-
za;che non si pensi né a castigare, né a stino intera ubbiilienza a' loro principi,
rimproveiare le loro passate procedure, non mancando d'un atomo alla dovuta
e siano certi in avvenire, lino a tanto che fedeltà e servitù. E perciò si fa nolo, che
non travici anno dal centro dell'ubbidien- in avvenire non si ricerchi dalla Valacchia
za, dall'adempimento del tributo, dal for- che borse 6 9,e dalla Moldavia borse 3 5
1
i
viso a'principi, ed in tal modo si traspor- suo contenulo dettalo dalla giustizia , si
tino a'confini delle due provincie, e da' conservi presso di loro, e che in avvenire
commissari a ciò destinatisi paghi a'sud- si osservino tutti i suddetti punti del fis-
dili in contanti tanto il valore, che il tra- sato sistema nel modo si è spiegato e fat-
sporlo di detti legnami, né si usi violen- to noto, e sia tua cura scrivere e parte-
za per farglieli trasportare fuori de'con- cipare alla clemente nostra Porta, se mai
fìni;e quando si ricerca dagli abitanti de' veruno agirà in contrario, acciò subilo ne
óue luoghi lavoro e fatica , si dia loro il sia fatta vendetta. Quando poi i boiari
consueto pagamento senza din»inuzioneo di Valacchia e Moldavia condurranno si
rilardo. Che non si ^ìermetla l'entrata ne' verso il polente nostro impero con fedel-
delti luoghi a veruno de' circonvicini a- tà, e verso i loro principi con ubbidien-
bilanti militari, o altri che vi si recassero za e sommissione, restino ad essi le loro
ad oggetto di far danno a'sudditi, ma sol- terre e possessioni , e quanto hanno in
tanto si conceda a'mercanti che hanno fìr- prima ottenuto in virtù di diplomi, uflì-
mani; come pure s'impedisca, che altri 2Ì e gladi , siccome precedentemente fu
venga a seminare o a pascolare animali comandato. In seguito si abbia cura, che
in terre appartenenti agli abitanti de'luo- si osservino in perpetuo nominati pre- i
chi ardirà d'operare dolosamente contro to felice, perché dalla loro felicità dipen-
questo sistema, sarà castigato. Che se do- de l'alimento de'nobili; che questi viva-
po la pace sono slati usurpali da' vicini no quietamente e non facciano intrighi,
luvchi alcuQÌ terreui nelle due pioviucie, prestino ubbidienza a'principi^ e colla io-
54 VAL VAL
ro suborilinnzione si reiulino degni iV ot« indubitabile, che nell'ora stessa in cui ci
tenere , secondo gli nnliclu costumi de' sarà nolo, chequnlcunodegli abitanti del-
luoghi, i gradi e i lucri spettanti a loro. le rive del Danubio e delle fortezze gran-
Se poi alcuno de'nobili ardisse di far do- di e piccole anlirà d'opporsi a
questo sta-
mande irragionevoli, e che sogliono por- bilimento, sarà fatta contro di lui ven-
tar confusione nello stabilito sistema, co- detta. E sarà invigilato con perpetua cu-
n)e da un tempo in qua hanno costuma- ra e gelosa attenzione dalla nostra so-
to di fare, o molestassero i sudditi contro vranità, e da'gran visir e onorati pascià,
i<t nostra volontà, e dopo che saranno co- sul riposo e privilegi che furono accor-
mandati di aslcncrsene, non prestassero dati in tempo del giustissimo impero del
ubbidienza e si muovessero contro vo* i Nostro avo sultan Maometto IV". Ad
lei i di quel principe, che dalla potente no- onta di questo diploma, narra ranonimo
stra sovranità sarà eletto e destinato a che lo riporta, nello stesso 1784 il sulta-
governarli, e che ha permissione, piena no Abdul-Hamed , cambiò il suddetto
autorità e arbitrio di castigare tali teme- principe di Moldavia, soggetto slravagan-
rari colle meritate pene. Tu che sei prin- techeper tutti i riguardi non doveva mai
cipe attuale, devi sempre invigilare alla la Porta promuovere al vaivodalo; e po-
correzione di tal gente, usando tutta la co dopo Michele Suzzo vaivoda di Va-
cura pel mantenimento del buon ordine; lacchia, uomo dabbene e di eccellente con-
e perchè il povero suddito viva con tran- dotta, per sostituire una creatura del ca-
quillità, che la distribuzione del tributo pitan pascià, contro l'uso di non nomi-
si faccia egualmente, senz'aggravare più nare che i figli de'passati principi, o gli
uno che l'altro per impegni, e si pratichi attuali dragomanni o interpreti di lingue.
il giusto. Con altrettanta attenzione devi Il surrogato non solo divenne il tiranno
raccomandare e insinuare a tulli i nobili della Valacchia, ma si pretende che pel
e sudditi, di porgere voti per la conser- suo fondato mallaleuto contribuì molto
vazione della nosli a vita e per la durevo- colle sue istigazioni e falsi rapporti a ri-
le gloria e felicità della nostra potenza, scaldare la testa del furioso gran visir, e
Fa che infendano tutti il senso dell'alto indurlo a dichiarare la guerra alla Russia
nostro ordme , cioè che tanto i nobili, nel 1788. Prima della sua deposizione,
quanto sudditi di Moldavia, non tra-
i Alessandro vaivoda della Moldavia avea
viando nella retta strada d'osservare do- i accordato a'mercanti armeni sudditi del-
veri di subordinazione agl'imperiali no- l'imperatore Giuseppe li, il seguente Gri-
stri decreti, eh' esiger devono una rasse- sovolo o diploma. »j E' dovere de'prudeu-
gnata ubbidienza, e non ommetteudo ti sovrani vegliare sempre per ([uegli uo-
giammai la consueta fedeltà e rettitudi- mini, che si danno la premura e si a(ia-
ne, e la purità de'costumi, siano certi di licano per l'utile de'Ioro stessi sudditi, ed
godere infinita quiete e riposo, non di- aumentano con l'industria del commer-
sgiunto dagli effetti della nostra imperiai cio l'agricoltura. Siccome in questo prin-
clemenza e misericordia. Tu e i tuoi suc- cipato si trova da molto tempo una quan-
cessori prestando servitù e gratitudine al- tità di mercanti armeni sudditi austriaci
hi potente nostra sovranità ed all'infini- di Gallizia con bovi cavalli e altro be-
,
ta nostra imperiai ajunificenza, ed osser- stiame, ed essendo notorio, che non poco
vando i suddetti non avrai ti-
comandi , utile fanno agli abitanti di questo stato,
more non
d'essere deposto fin tanto che accrescendo il prezzo del bestiame e di
apparisca in te patente delitto che dia mo- altre cosecon contento degli abitanti, ed
tivo al cambiamento, ma resterai fermo essendo anche dagl'illustris-
stati favoriti
uel principato di Moldavia; ed è certo e sìmi nostri antecessori con qualche gru-
VAL VAL i55
zia, come si vede da*[)rivilegi, massima- proprio uso delloro bestiame. Per il fie-
titente da quello del nostro defuiilo zio no che vorranno fare per l'uso proprio,
Joan Nicolai vaivoda, che Ita loro accor- o sostentamento del bestiame loro, a vran-
dato benefìzi esclusivi, il qual privilegio no la facoltà di accordarsi cogli uomini
tengono nelle loro mani; così dunque ab- di quel luogo che troveranno, che siano
biamo giudicato giu^»to, non solamente di o paesani di qui a loro piaci'
stranieri ,
rinnovare e confermate li pristini bene- mento. Intorno a'bovi che comprano per
fìzi, ma di aumentarli con qualche nuo- negozio,paglierannodicornarilonna pia-
va grazia per il loro miglior stabilimen- stra,ed un polronic moneta vecchia, per
to secondoehè per mezzo di questo no- ogni bove, secondo l'uso, cioè dovranno
stro diploma determiniamo. Per li terre- ancora pagare per tutta la u»andra , al-
ni che questi mercanti hanno bisogno, e lorché passeranno li confini, una piastra
ailìltano annualmente, avendo inteso che e 60 denari a'doganieri de' limili, come
qualcuno de'proprietari delle terre volen- pure pe'bovi che si staccano dalle man-
do alzar li prezzi di queste, trovano vari dre e fuggono, dovranno pagare a quegli
mezzi fiod olenti, cioè si uniscono co'Ioro uomini che li troveranno, due piastre per
vicini, fingono d'afllttarli a maggior prez- un tale distaccamento di buona mano.
zo di quello li aveano già mer-
ailìltati i Ma ogni volta che si staccasse poi dalie
canti, e così questi si vedono cosUelti o mandre uno o due soli bovi, dovranno
di tramutarsi co' loro bestiami sopra al- pagare buona mano,secondo l'uso, d'u-
la
giustizia e buona regola, ogni qual volta cioè vacche, cavalli, giumenti, laConitza
che sarà palesata una tal azione, non so- a 4o aspri per uno, secondo l'uso; ma per
lamente quel vicino che agirà con tal li poledri e vitelli, che non siano mole-
frode per danneggiare li mercanti, si ca- Come anche intorno al bestiame
slati.
stigherà con tutta la giustizia ma anco , che con)prano alle fiere, volendo essi do-
il proprietario sarà giudicato dal nostro po due mesi di tempo esportare quesli e
divano. Li mercanti che sono da più an- farli passar i confini, in questo spazio di
una terra col loro be-
ni stabiliti sopra due mesi che li terranno qui al pascolo,
stiame che occupano col consenso del
, che non siano incomodali per la Conilza,
proprietario, non ardirà nessuno de' vi- ma tenendoli più, che paghino. Pe'ca val-
cini di molestarli o cacciarli colla parola li che sortono dalle loro stesse e proprie
di Protimissis o sia di priorità. Li beni razze, allorché li faranno passare nella Po-
poi che venderanno an-
in avvenire si lonia, non sarà da loro esatta la dogana;
nuahiìente, aliai. 'vendila il vicino avrà ma per altri cavalli, bestiami e ogni al-
la priorità. Dopo poi, che una volta un tra cosa che compreranno di questo pae-
suddito austriaco ha ottenuto la posses- faranno esportare da'confini, co-
se, e la
sione sopra una terra e l'ha occupala per me anche per qualsiasi altri capi, che con-
qualche anno, facendo e fabbricando so- ti urranno e meneranno da altre parti in
pra questa cose necessarie pel suo com- queste, dovranno pagare la dogana se-
mercio, allora non può inquietarlo in nes- condo gli articoli sigillali della nostra can-
sun modo il vicino sotto titolo di Proti- celleria, che in quest'anno sono siali rego-
missis. Nessuno de'viciui abbia la facoltà lali e fatti, ne'quali si dimostra per tutti
di arare, seminare o tagliare l'erba per i sudditi austriaci come deve pagarsi la
forza sopra una terra eh 'è adìttata an- dogana, cioè il 3 per 100 secondo l'ordi-
nualmente da questi mercanti esteri per ne. Se avranno e tenauuu api e atuiali
i56 VAL VAL
qui il) Mok1rtvia,pngheiannoIaDesjellnn desima una sua memoria nel contenuto
a IO denari vecchi per tanti quanti ne della cui traduzione espone, che per pro-
avranno. Li loro cavalli non oserà nessu- curare l'assistenza e protezione de'mer-
no prenderli per T olac ossia posta , ne canti sudditi di S. M. V imperatore de*
quelli dalle loro abitazioni, né dalle loro romani, che a cagion del commercio con-
razze , né dalla strada. Ed intorno alle tinuamente vanno e vengono per le prò-
dispute e liligi die alcuno di questi iiier- vincie della Valacchia e Moldavia, e per
canti, o i loro uomini avessero con qual- le vie del Danubio, fu da canto della suc-
che nostro suddito paesano, non conten- cennata sua I. M. l'anno passato manda-
tandosi castialmente della giustizia degli to in que'contorni V illustre tra'primati
spravnìci ,
possa ap[)ellarsi al nostro di- della nazione del Messia Piaicewich at-
vano, ed in tal occasione li litiganti de- tuai segretario della corte imperiale, la
vono essere mandali dagli spravnìci a- di cui sngacltà sia aumentata. £ siccome
vanti di noi per fare la totale delìnizio- ilcommercio va vieppiù sempre crescen-
ne. Accadendo poi che alcuno di questi do ed aumentandosi, così per il buon or-
nominati sudditi commettesse qualche dine degl'interessi del commercio, per la
delitto, gli spravnìci non abbiano la fa- sicurezza de'mercanti tedeschi che vanno
coltà sopia costoro di cnrcerarli o altri- e vengono, e che quivi si ritrovano; co-
menti castigarli, ma di mandorli subito me per accudire ed attendere a'Ioro af-
qua, denunciando il fatto del loro delit- fari e negozi, è stato egli dall' accennata
to, per potere procedere a tenore degli imperiai corte destinato per suo agente;
antichi trattali, che sono eseguiti in Co- e che quantunque V assistenza e buoa
stantinopoli, e si osservano anche qui per trattamento usato finora da' vaivoda di
Jestesse ragioni. Ricerchiamo dunque con Volacchia e di Moldavia, verso la perso-
an)ore anco da altri principi^ nostri fra- na del succennato segretario, dia motivo
telli e successori che Dio sostituirà dopo di esserne soddisfatti, ciò non ostante per-
di noi in questo principato, di non alte- chè non si abbia ad usare verun man-
rare questa grazia e privilegio, ma ben- camento nella protezione ed osservanza,
sìconfermarla per loro proprio onore e che secondo il costume esige il suo ca-
eterna memoria. Dato questo diploma rattere, la suddetta corte imperiale richie-
nella residenza nostra di Jassy, del i
.**
no- de amichevolmente, che sia ordinato tan-
stro principato di Moldavia l'anno 2.*' to a voi che siete il sopraccennato vaivo-
da. Janacki Canlakuzeno gran vestiar. ciocché tutti (jue' trattamenti, immunità
L. S. " Precedeuten)ente a qtiesto diplo- e privilegi, concessioni ed usanze stipula-
ma, fu emanalo per contando del sulta- te dell'imperiali capitolazioni verso i con-
no Abdul-Hameil l'ordine che segue, di- soli ed agenti della riferita imperiai cor-
retto al principe di Valacchia. »»Airiucli- te, abbiano ad essere osservate anche ver-
to Ira'principi della nazione del Messia, so il sopraccennato; facendo il summen-
ilvaivoda di Valacchia Mikal vaivoda,li tovato ministro sapere, che questa requi-
cui eslreuìi siano felici. Pervenuto che vi sizione tende unicamente a confermare
sarà il mio supremo eiuìperial
presente e vieppiìi rassodare il commercio e l'a-
comandan)enlo saprete qualmente ilpiìi micizia, che sussiste fra lì rispettivi sud-
cospicuo signore fra' grandi delia nazio- diti,ed il vantaggio d'ambedue le corti;
ne cristiana il signor l)arone Herbert ed a tal oggetto ha richiesto l'emanazio-
Kathkeal internunzio cesareo residente ne separatamente di due miei nobili co-
presso la n)ia sublime Porta, il di cui mandamenti diretti l'uno a voi, e l'altro
termine aia felice, ha preseuluto alla tue- al sopraccitato vaivoda di Moldavia. Laou-
e
tresì chiaro ed evidente, esser di mia im- corrisponde a' 16 ottobre 1783 ". Final-
periai brama e intenzione, che deferendo, mente nel I
784 il sultano Abdul Hamed
giusta il tenore dell'imperiali capitolazio- pubblicò il seguente Sened, contenente le
ni, a' di lei desideri! e richieste, venga prerogative in favore del commercio de*
l dato corso al loro commercio, ch'è il frut- sudditi imperiali e reali negli slati dell'im-
to dell'alma pace, e che i di lei sudditi e pero ottomano. » In Nome dell'Ente Su-
mercanti che vanno e vengono, sieno se- premo. La ragione per la quale il presen-
condo il tenore dell'imperiali capitolazio- te islrumenlo è stalo spedito si è, che il
piegherete con tutta la premura ogni vo- stantemente dell'inimuni là e privilegi che
stro studio , e la più grande attenzione godono relativamente al commercio le na-
nell'onorare e stimare la dignità del so- zioni più favorite, ed anche al di là. La
praccennato agente, che ha l'ordine d'ac- sublime Porta eseguendo sempre colla
cudire à'negozi e interessi de'mercanti im- massima sincerità le obbligazioni contrat-
periali, come pure nel prestargli in virtù te in virtù de'traltali, ed essendo costu-
dell'imperiali capitolazioni tutta l'assi- mata provvedere alleolameotea'mez-
a
stenza e protezione. Al qua! eflielto fu e- zi più propri per dare alla corte imperia-
roanatoil presente mio supremo coman- le sua antica amica e vicina prove non
da mento,col quale voglio e comando,per- equivoche della sincerità de' suoi senti-
venuto che vi sarà, d'uniformar l'opera- menti e delia sua perfetta amicizia, hfi
zioni vostre, giusta il tenore di questo mio risoluto d'impeguarsi e prendere sopra di
i58 VAL VAL
se nella sopracldella maniera col presen- te in lutti gli stati dell'impero ottomano.
te Sened, dì osservare religiosamenle i Art. 3. I sudditi e negozianti imperiali
seguenti punti e miicoli, i cpinli serviran- goderanno anche tanto all'introduzione e
no d' ora in avanti di regola invariabile all'estrazione di tutte le merci non proi-
al trattamento da farsi alla nazione tede* bite, che nel vendere e comprare, d'una
sca, ed avranno la stessa forza che il Irat- hbertà piena ed intera e non sarà per- ,
talodi Belgrado. Àrt.i. Il trattatodi coni* messo in verun modo alle corporazioni,
mercio segnato presso di Passa rowit?. l'an- compagnie e monopolisti, o a chi si vo-
noi 32 dell'Egira, ed adottato per base
1 glia, di porvi il menomo ostacolo aperta-
del detto articolo 2.° del trattalo di Bel- mente o clandestinamente, né tnolestare
grado, sarà, com'è di dovere, mantenu- o punire i sudditi della sublime Porta a
to e osservato in tutto e per lutto negli causa di queste vendite o compre, né inco-
slati dell' impero ottomano a favore de' modare o vessare chi che sia de'mercanli
sudditi e mercanti dell' imperatore, e la o sudditi ottomani, sotto pretesto o pei*
sublime Porta non permetterà e non au- causa che ha comprato qualche elTello o
torizzerà la menoma trasgressione su di mercanziede'negozianli tedeschi. Per que-
questo; e per fjuello che riguarda il com- sta ragione l'esecuzione del presente Se-
nìercio per mare e pe' fiumi, si procederà ned sarà ordinala a'capi e magistrati del-
in conformità di quello che sarà regolato le Provincie, del mare e delle coste , ed
nell'articolo 6° del piesenfe Sened. Ari. agli ufijziali delle dogane con firmani mol-
2. In quanto a' diritti della dogana che lo positivi ed energici , contenenti le re-
dovranno pagarci sudditi e mercanti im- gole sopra il modo con cui dovranno con-
periali, la sublime Porta riconosce qui di dursi verso i sudditi imperiali che van-
nuovo leanlicheconvenzionijCioècbenon no e vengono, o dimorano in tutti gli sta-
pagheranno più del 3 per 100 di dogana ti dell'impero ottomano. Nel tempo stes-
ima volta solamente, sia nel luogo del- so saranno date copie di questi firmani
l'introduzione, o in quello della destina- alla corte imperiale, afìlnchè i suoi mi-
zione di tulle le merci che compreranno nistri, consoli e agenti, come pure i co-
per esportarle, e che non saranno della mandanti de' confini possano esserne in-
natura delle proibite, dimodoché il com- formali per dirigersi in conformità. Art.
mercio de' mercanti tedeschi specificalo 4. Per prevenire ogni dubbio e sospetto
qui sopra tanto d' introduzione che d'e- che potrebbe nascere a'comandanli, ma-
strazione, sarà libero da ogni altra e qua- gistrali e inipiegali delle provinole otto-
lunque imposizione , e specialmente di mane, soprintendenti al commercio per
quelle chiamate Mastarie, Cassabie, Bi- mare e pe'fiumi, la sublime Porta dichia-
daat, Resmi-hudamie, Refi, Badch-Jas- ra, che in virtù de'lratlali é permesso a*
saculi ec. Abbenchè le disposizioni rela- sudditi e mercanti imperiali muniti de'
tive a ciò siano chiaramente ed evidenle- loro passaporti d'andare e venire libera-
menle spiegale nel suddetto Irallato di mente per mare e pe'fiumi dovunque sa-
commercio di Passarowitz, aveiìdo per rà loro di convenienza, approdare e sca-
altro dichiarato l'internunzio, che col de- ricare le loro merci, e caricare quelle che
corso del tempo si sono introdotti, a ri- sono proibite, pagando i diritti che devo-
guardo di questo stabilimento, dillerenti no. Art. 5. La sublime Porta riconosce,
abusi contrari alla regola fìssala nelle pro- che la corte imperiale ha diritto in virtù
"vincieoltomane,e principalmente in quel- del trattato di Belgrado , e di quello di
ledella Valacchia e Rlohlavia, la sublime commercio di Passarowitz, come anche
Porta conferma qui formalmente per
le in conformità della sincera e perfetta a-
essere osservate d'ora in avanti intcramen- micizia che sussiste tra le due corti , di
VAL VAL 1%
reclamare pe'j3ropri sutltlili e mercanti i Nascendo delle difficoltà nel-
ritto. Art. 8.
favori, privilegi e vantaggi nel commer- l'esecuzione di qualche punto del presen-
cio senzaveruna eccezione, che godono te Sened, e specialmente intorno le mer-
e goderanno in avvenire lelativamenle , ci proibite così nel trattato di l^assero-
al commercio le alUe nazioni franche,
, witz, che in quello di commercio di Bel-
speciain)enle i francesi, gì' inglesi, gli o- grado, la sublime Porta condiscenderà a
ianclesi , i russi, ed altre nazioni le più spianarle di comun consenso, e di manie
favorite. Ali. 6. 1 sudditi e mercanti ra amichevole e giusta. Per altro, se non
imperiali potranno liberamenle, e senza si potrà terminare in tal modo, Ella con-
che l'eccezione inserita nel detto trattalo sente che questo punto di dilìlcollà sia
,
dogana per le mei ci introdotte ed estrat- li 24 febbraio 1784. Colui che implora
te. Art. 7. li transito per le coste, canali il soccorso dell'Ente supremo ff amid fi-
e dominazione ottomana e
stretti della , glio di Halilgran visir, ed a canto il suo
nominatamente pel canale del mar JN'éro, grande ".
sigillo
sarà libero per tutti i sudditi e meicanli il sultano Selim IH, d' elevali spiriti,
imperiali che verranno jier niare e pe' mal solfrendo che la Crimea si riteneva
fiumi con bandiera imperiale dalle pro- dallaPi.ussia,si propose ricuperarla. Rup-
vincie tedesche, e saranno esenti da ogni pe quindi guerra a'russi collegati cogli
e qualunque diritto, e non saranno ves- austriaci, contro i consigli di Francia, de-
sati, molestati e forzati a scaricare le lo- ferendo a quelli d'Inghilterra, Prussia e
ro merci; ben in leso che le merci, le qua- Svezia, per a vere il vaivoda di Valacchia
li saranno scaricate, cammin fticendo di Suzzo, con falsi rapporti, riscaldato la te-
loro propria volontà per venderle, siano sta del furioso gran visir. Il suo protet-
franche da ogni altra in) posizione, fuor- tore Hassan, valoroso capitan pascià, ve-
ché da'dirilli ordinari di dogana , e che nendo presso Focziani in Moldavia as-
i suddetti bastimenti mercantili non sia- salilo dall'armata combinala de'russi e
no più grandi che quelli permessi a'russi. austriaci, comandati da Suwarow e dal
] suddetti sudditi e mercanti imperiali principe di Coburgo, restò del tutto scon-
saranno anche assistiti e soccorsi amiche- fino a'21 luglio 1789. 11 gran visir vo-
volmente nel corso del loro soggiorno nel- lendo ristabilir l'onore dell'armi ottoma-
le provincia ottomane , come apparte- ne, marciò contro gli austriaci; ma russi i
nenti alla corte la più amica di quest'im- avendolo raggiunto presso Martinistia
pero.Dovendosi considerare che basti- i sul Rimnick nel momento che principia-
menti mercantili che navigatìo sopì a fiu- i va il conflitto, i turchi rimasero sangui-
mi non sono punto propri alla naviga-
, nosamente vinti. Tosto principe diCo- il
zione marittima, sarà loro libero, che ar- burgo entrò in Valacchia e s'impadronì
rivando bastimenti ne' luoghi vicini al
i di Bucharest, mentre Laudon in breve
mare, le merci che avranno a bordo sia- sottomise la Servia. In |3olere quindi de'
no trasportale sopra altri bastimenti , i russi caddero Render, Akermann, la pro-
quali frequentano il mare Nero , ed in vincia d'Oczakow, la Moldavia, la Bes-
qnesto caso non si dotiiaoderà verun di- sarabia ec. ; ridussero in cenere Galatz,
i6o VAL V A L
e sul Danubio minaccinrono in piìncìpale lessa ndro I li riunisse poscia ai suo im-
foilezzn d'Ismail. Nel i 7C)oclivemilo im- pero. Indi col pretesto d'alciuie correrie
peraloie Leopoldo 11 si pacificò poi colla de'turchi, i russi continuarono a occu-
l*oiia, ma la Ri^ssia continuò la guerra, pare i principati Danubiani. Nel luglio
finché fece altiellanlo nell'agosto; le cose I 808 rilegato in prigione il sultano Mn-
riuìaseio com'erano innanzi la guerra. slafà IV, gli fu sostituito Mahmud li,
TuHavolta l'Austria nell'accordo di Si- portando sul trono l'idee di riforma del-
stow ebbe una fortezza vantaggiosa sul- l'illuminato Selim HI. Intanto Napoleo-
rUnn, e la vecchia Orsowa dalla parie ne I nell'autunno rinnovò ad Alessan-
di Valacchia; e la Russia oltre la Crimea dro I la promessa, che non si sarebbe op-
conser\ò Oczakow, e il territorio fra il posto all'unione della Valacchia e della
Bog e il Dniester, ove subito costruì O- Moldavia all'impero russo. Nel 18 09 A-
dessa, in conseguenza del trattato di Jassy lessandro I prorogò colla Porta l'armi-
de'9 gcnnaioi792. Inoltre Selim II! ac- stizio, e trattò in Jassy nelle conferenze
consentì a lasciar nel principato i vai- per la pace, la cessione de'due principati.
vodi di Valacchia e Moldavia per 7 anni, Non essendosi conclusa, i russi ricomin-
e di non dimetterli in tal tempo senza ciata la guerra impadronirono total-s'
l'adesione de' russi. Neh 794 •' famoso mente delle due provincie. Progreden-
ribdle Passwan Ogiou minacciò la Ser- do ne' conquisti, Mahmud II fu costret-
bia e la Valacchia, e obbligò la Porta a to a domandar la pace. Questa sareb-
riconoscerlo quasi indipendente nell'oc- be riuscita meno pregiudizievole, sen-
cupate Orsowa e Tirlowa.Nel 806 con- 1 za la guerra che immediatamente seguì
tro le minacce russe e inglesi, Selim Ili tra la Russia e la Francia. In fatti nel-
accolse in Costantinopoli l'ambasciatore la pace segnata a Bucliarest a' 28 mag-
di Napoleone I imperatore de'francesi, e gio 18 12, Alessandro I solo potè esten-
depose gli ospodari di Valacchia e Mol- dere i suoi confini fino al Prulh, con che
davia , come ligii della Russia, in onta unì al suo immenso impero la Bessara-
del trattato di Jassy. Avendo questa po- bia, ed un 3." della Moldavia, regioni in-
tenza invaso la Valacchia e la Moldavia, teressanti, ma non proporzionate a'van-
col pretesto di sostenere i diritti degli o- taggi riportati da' russi. In tal modo la
spodari, a istanza de' francesi i turchi Turchia perdette una superficie di 85o
chiusero il Bosforo a'russi e inglesi colle- miglia quadrate e le fortezze di Choczim,
gali. Mentre l'impero ottomano minac- AkermaUjBender, Ismail e Rilia, che re-
ciava dissolversi, nel 1807 Selim III fu starono in potere della Russia; oltreBraila
deposto e gli successe il cugino Muslafà sulla sponda sinistra del Danubio con cir-
IV, figlio d'Abdul-Hamed, e il gran vi- ca 25,000 abitanti con porto franco, con-
sir che comandava l'esercito di Valac- siderata la prìncipal piazza di commer-
chia contro russi, venne trucidato da'se-
i cio della Valacchia, e Giurgevo pure su
diziosi. Il nuovo sultano rinnovò la dichia- tal sponda assai commerciante e di cui
sto fiume, presso la sua imboccaliira nel tati. Sì querelò pure che contro i trat-
Danubio, verso Galatz , meltendoli così tati si fossero mandate truppe a stanzia-
a pie pari nella Valacchia. Neh 8 14 es- re ne' principati moldo-valacchi. Perciò
sendosi formata la società segreta degli nacquero tra le due potenze calde que-
eteri sti, scopo era di liberar la Gre-
il cui stioni, non senza minacce di guerra. Col
eia dal giogo ottomano, neliS^i si sol- riferito trattato di Kainargi del 1774 si
levarono greci contro i turchi. Dopo al-
i die alla Russia il diritto d'intercedere in
cuni brevi e infelici movimenti suscitati favore de'reclami che potesse muovere
da'greci stabiliti nella Valacchia e Mol- la popolazione di Valacchia e Moldavia;
davia, la rivoluzione scoppiò nel Pelo- ma nel 1826 col trattato d'Akermann ,
tare a'iurchi, venne ucciso da'propri com- principe Ghika si ritirò dagli affari e visse
pagni. Le legioni però vennero annien- da semplice privato. Inoltre la Russia nel
te presso Galatz, e il solo Ypsilanti potè 1829 con Francia e Inghilterra deter-
sfuggire all'ira turca, ricoverandosi in minò i confini della Grecia libera, quin*
Transilvania. Fu allora che gl'inaspriti di per le vittorie del suo generale Die*
turchi saccheggiarono devastarono e , bitsch, prese Adrianopoli, antica metro-
bruciarono l'infelice paese; impalarono poli di Tracia e dell'impero ottomano,
e decapitarono gli abitanti sospetti , e minacciando seriamente Costantinopoli,
commisero le più orribili crudeltà. Alla dopo aver superato Balkan, famosa ca- i
fine s'interpose la Piussia, e nel luglio tena di montagne. Fu allora che le altre
1822 il sultano si vide costretto di no- grandi potenze, per conservare l'impero
minare due ospodari scelti tra'naziouali ottomano all'equilibrio politico europeo,
de'principati, cessando così i' oppressiva indussero Mahmud II alla pace a' 1 4 set-
dominazione de' principi fanarioli. La tembre in Adrianopoli. Fra le altre cose
scella dell'ospodaro di Valacchia cadde il sultano fu costretto cedere alla Russia
su Gregorio Ghika. Nella Moldavia tut- le fortezze sulla riva sinistra del Danu-
ti i vennero allontanati da* pub-
greci bio, ammettere il protettorato della Va-
blichi impieghi , fu eletto ospodaro il lacchia e di Moldavia, e di promettere a
boiaro Giovanni Slourdza, al quale nel tali principati un governo costituzionale
1834 successe Michele Slourdza. L'im- o nazionale e indipendente, libero eser-
peratore Alessandro I disapprovò la ri- cizio di religione, intera libertà commer-
bellione de' greci, ma fece forti rimo- ciale, e che il diritto della designazione
iilianze alla Porla sugli eccessivi di lei e uoiuiaa de'due ospodurì a vita dovesse
VOI. LXXXVU.
-
indipendente di Grecia. Quindi la na- isole appartenenti alla sponda sinistra del
zione greca fece giganteschi progressi sot- Danubio formeranno parte integrante
to r attuale suo reale governo: basti il de'principali, e il mezzo del fiume, dal
dire che la popolazione è cresciuta quasi suo ingresso negli stati ottomani fino al
del doppio, giacché essa si componeva confluente col Prulh, formerà la frontie-
28 anni fa di 6 2,608 anime, mentre ne
1 ra de' principali. La Porta promette di
conta presentemente 1,200,000 (gli al- non mantenere alcuna fortezza o stabi*
tri immensi vantaggi si ponno leggere a limenlo militare sulla sponda sinistra del
p. 1 34 del Giornale di Ho ni a del 1 858). Danubio. Niun maomettano più risiede-
Kel i833 Jbrahim pascià, figlio di Me- rà sulla riva sinistra del fiume, e niun
hemel-Ari viceré d'Egitto, ostilmente mercante turco potrà entrare nel paese
si aiivicinò a Costantinopoli, onde Mah* senza di averne ottenuto un permesso
mud II dovè chiedere o accettare soc- ì speciale, o per venirvi a comprare le mer-
corsi de' russi, i quali poi nel ritirar- canzie per proprio conto o per quello del
si non tralasciarono di trarne profit- governo ottomano. 1 due principali a-
to col trattato d' Unkiar-Skelessi d'al- vendo un'amministrazione interna indi-
leanza fra le due potenze; ma venne qua- pendente, potranno stabilire quarantene
lificalo quasi prolettorato di Turchia e cordoni sanitari lungo il Danubio, e
della Russia, di cui Francia e Inghilter- dovunque giudicheranno piìi necessarie
ra impedirono l'attuazione. Neli834uo queste precauzioni. In compenso delle
regolaaieulo organico stabilito di coucer- concessioni sopra espressela Valacchia si
VAL VAL i63
obbliga di pagare un tributo annuale di za della Russia onde avea nominato suo
;
4ooo borse, e la Moldavia di 2000". Nel ministro Wakaresko, inviso a quella po-
1839 morì JNlalimud II e gli successeli tenza e poco gradilo alla Turchia stessa,
figlioregnante Abdul Medijd, seguace del il quale noa si mantenne in posto se non
avveduto mercante". Ma quanto al suo quale tosto pose in opera ogni mezzo on-
contegno colla Uussia, tutl' altro riferi- de trarre il paese da quello stato di roz-
rono pubblici fogli dello slesso 1842.
i zezza nel quale erano cadute le classi alte
i64 VAL V A L
che questa prospettiva gli era gralissi- no richiamalì,ed egli si rimise alla lesta del-
ma.A'23 giugno 1848 in Bucharesl nac- l'amministrazione. Il governo russo pub-
que grave insurrezione per una nuova blicò una memoria giustificativa del suo
costituzione, al grido singolare di Viva : intervento ne'principati, massime in Va-
ìa Turchia, ed abbasso Russi; che pro-i lacchia, a seconda de'trattati e d'accordo
dusse l'espulsione o ritiro dell'ospodaro colla Porta, perciò non essere aggressione |
Bibesko. 11 console russo de Kotzebru a' contro la Turchia, ma per aiutarla a rista-
25 trasmise al principe una protesta e bilir l'ordine ne'principati e \o stata quo
partì insieme col commissario imperia- nella Valacchia. A'25 settembre in Bucha-
le. L'ospodaro per non aver voluto sot- rest ebbe luogo una contro-rivoluzione.
toscrivere certi decreti, quindi abdicò e Richiamatosi Soliman pascià, 1' energico
partì nella sera stessa, tutto divoto alla Fuad effendi ^ altro commissario della
Kussia. Da'rivoltosi si passò quindi a Do- Porta, entrato nella città alla testa del-
minare un governo provvisorio, col me- ie truppe turche, e in compagnia del ge-
tropolita per presidente, nuovi ministri nerale russo Duhamel, depose gli anzia-
e nuovo capo della municipalità. Dal bal- ni e fece pubblicare nuovamente l'anti-
cone del palazzo arcivescovile, tutti no- i co regolamento organico. Il principe Co-
tabili e gran dignitari promisero fedel- stantino Cantacuzeno fu nominato a cai-
tà alla nuova costituzione; ma parecchi macait solo, in sostituzione del luogote-
vecchi, tra'quali il Filippesco, gran ba- nente del principato eletto dal paese e ri-
ro della Valacchia e perciò ili.° perso- conosciuto dalla Porta il i.° agosto, per
naggio politico dopo il principe, dichia- la forza delle circostanze, l boiardi rima-
rò a capo scoperto ch'egli riuunziava ad sero oltremodo soddisfatti, ma la fervida
ogni suo grado. Quindi russi nel luglio i gioventù ne fu rattristata nel vedere co-
entrarono ne'principati moldo valacchi, sìimprovvisamente distrutta l'opera sua.
ed altrettanto fecero i turchi, e la Por- Si fece una rivolta a favore dell'ordine;
la v'inviò Soliman pascià ed Emin effen- sotto il comando d' Oaier pascià si con-
di. 1 russi domandarono che il principe dussero le numerose truppe ottomane nel-
Bibesko riprendesse le redini del gover- la città: queste militarmente occupale le
no, mentre un partito voleva ristabilire caserme, con sanguinoso combattimen-
Alessandro Ghika. Sparsasi la notizia to portarono morte fra le truppe va-
la
li questi principati devono esser gover- ta, non potendo più tollerare una specie
nati sulle basi degli esistenti trattati, ne di giogo impostole da'russi, era pronta a
all'esistenza politica accordata a' medesi- far la guerra, offesa eziandio perl'inva»
mi, così S. M. l'impeitòtore di tutte le sione delle frontiere di Transilvania, on-
Russie d* accordo con S. M. il Sultano, de aiutare l'Austria contro gli ungheri ;
ha determinato di porre un sollecito fine il gabinetto di Pietroburgo pensò che per
a tali disordini, e di ristabilire nella Va- rendere inutile una tale negoziazione bi-
lacchia un governo legittimo fondato so- sognava affrettare un trattato colla Tur-
pra solide basi. In seguito di che, io rice- chia, ma lo iniziò con articoli che furo-
d'occupare militarmente la
vetti l'ordine no respinti, massime per l'esclusiva al-
Valacchia di concerto colle truppe del leanza offensiva e difensiva che pretende-
Sultano, all'edetto di porre un argine a' va colla medesima, e per esigere sui prin-
progressi della propaganda rivoluziona- cipali moldo-valacchi la stessa autorità
ria, e di ristabilire nel vostro paese il go- sovrana della Porta. Intanto un gran nu-
verno legittimo. Pieno di fiducia che voi, mero di famiglie fuggite dalla Transil-
abitanti della Valacchia, animati da biio* vania, si rifugiarono nella Valacchia, per
ni sentimenti, riconoscerete in questo pas- salvarsi dagl'imminenti orrori della guer-
so una nuova ed incontrastabile prova ra. Indi cominciarono a manifestarsi sen-
dell'alta cura presa da S. M. l'imperato- timenti vicendevolmente ostili fra'russi e
re per la felicità della vostra patria , io turchi, ed in questi ultimisi risvegliò l'an-
vi esorto d' unire i vostri sforzi onde fa- tico ardore militare; onde la Porta ve-
cilitarecon lutti mezzi quest'opera che
i dendo probabile la guerra ,
per non ri-
mi venne affidata dall'eccelso Autocrata ". tirarsi i russi da' principati in onta alle
Ne'principati entrarono circa 4o,ooo rus- sue replicate istanze, pose l'esercito in gra-
si, con 80 pezzi di cannoni e forte treno, do di sostenerla, nel timore ancora di ve-
ed occuparono pure Bucharest e Jassy ;
der invadere la Turchia, secondo qualche
questa il
i.
"ottobre, l'altra a'y; e doma- minaccia fatta, traendo profitto dalla di-
le le commozioni politiche
recenti fu , sastrosa condizione della miglior parte
completamente ristabilito l'antico gover- degli stati europei. La Russia inoltre mo-
no e la pubblica tranquillità. La Russia slravasi malcontenta di non veder la Por-
guarnì i principati anche per protegger- ta aderire alle sue pretensioni sui princi-
li da un'invasione de'ribelli d'CZ/zg^/ter/Vz, pati, avendo chiesto che gli jospodari non
e per l'aspetto allarmante degli affari ge- fossero più nominati a vita, come prescri-
nerali d'Europa; ed entrò in sospetti su veva il trattato di Adrianopoli , ma per
d'Omer pascià quale apostata ungherese, 7 anni, secondo il precedente d'Aker-
soli
han:^e] per giudicare i ribelli. Essendosi russi di non potere riuscire ne'loro pro-
conosciuto dalla Russia , che per la sua getti, cambiarono interamente di politica,
zionari saranno nominati da S. M. il Sul- ne, l'uno a Jassy e 1' altro a Bucharest,
tano, dietro un modo specialmente con- composti de'boiardi più ragguardevoli pel
certalo per questa volta fra le due corti, loro carattere e capacità, a'quali sarà de-
nello scopo di confidare l'amministrazio- ferito l'incarico di rivedere i regolamen-
ne di queste provincie a' più degni can- ti esistenti, e segnalare le modificazioni
didali, e godenti la miglior faiiìa fra'lo* pili alte a dare all' amministrazione del
10 coropatriotti. Per questa volta egual- paese la regolarità e l'armonia che le so-
mente, due ospodari non saranno no-
i no spesso mancate. Il lavoro di questi co*
minati che per 7 anni, le due corti riser- n)itali sarà sottomesso, nel più breve ter«
bandosi, un anno innanzi lo spirare del mine possibile, all'esame del governo ot-
termine fissato dalla presente transazio- tomanOjche dopo essersi inteso colia corte
ne, di prendere in considerazione lo stalo di Russia, ed avere così constato l'appro-
interiore de' principali e i servigi che a- vazione scambievole, accorderà alle dette
\rebbero reso i due ospodari, per sugge- modificazioni la sua sanzione definitiva,
rire di comune accordo determinazioni che sarà pubblicata mediante la forma
ulteriori. Art. 2. 11 regolamento organi- solita d'un hattiscerifF di S. M. il Sulta-
co accordato a'principati neh 834 conti- no. Art. 4 Le turbolenze che hanno te-
nuerà ad essere in vigore , salvo i cam- ste così profondamente agitato princi* i
plorabili, e perfino a degli atti d'aperta in- pe russe e ottomane che occupano adesso
subordinazione, la loro convocazione re- il paese; e segnatamente per preservare
d'intendersi al loro ristabilimento su ba- dagli accidenti dal di fuori, è stato deciso
si combinate con tutta la maturila ri- che vi sarebbero lasciati per il momento
chiesta, all'epoca in cui esse giudicheran- da 2.5 a 35,ooo uomini da ciascuna delle
uu che ciò potrebbe esser messo ad ese- due parli. Dopo il ristabilimento della
VAL VAL 167
Iranquillilà delle delle fronliere, de'(3aesi li, e pili alle ad assicurare per un lungo
confinanti d'Ungheria e Transilvania, vi avvenire il benessere e la tranquillità di
resteranno ne* due paesi 10,000 uomini queste provincie. Art. 7. E ben inteso che,
da ciascuna parte, fino al termine de'la* col presente allo, motivato da circostan-
Tori di niiglioramenlo organico, e la con- ze eccezionali e concluso per un termine
solidazione del riposo interno delle due limitato, non è derogato ad alcuna delle
Provincie. In seguito le truppe delle due stipulazioni esistenti tra le due corti ri-
potenze evacueranno completamente i spetto a'principatidi Valacchia e di Mol-
principati; ma resteranno ancora in gra- davia, e che tulli i trattati anteriori, cor-
do di rientrarvi immediatamente, nel ca- roborati dall' atto separato del trattalo
so in cui circostanze gravi sopravvenute d'Adrianopoli, conservano tutta la forza
ne' principali reclamassero di nuovo l'a- e valore. 7 articoli che precedono es-
1
abuso o qualche misura nociva alla tran- Gregorio Alessandro Ghika. Per la Va-
quillità del paese, l delti commissari lacchia fu nominalo ospodaro il boiardo
straordinari saranno muniti d'istruzioni Barbo Demetrio Stirbey fratello dell'ex
identiche concretate fra le due corti,e che principe Bibesko. A' 16 giugno partiro-
tracceranno ad essi i loro doveri e il gra- no da Costantinopoli commissari Kia- i
do d'ingerenza che dovranno esercitare mil bey e Nurrediu bey, onde condurre
negli affari de' principali. I due commis- a Jassy e Bucharest due nuovi ospoda- i
sari dovranno parimenti intendersi sulla ri ; e consegnali loro corri spondeo ti fir-i
i68 VAL V A t
durala. Nel maggioi85 1 l'ospotlnro cìlMcil eie, dotandole di benevole riforme, non
(iavia Gregorio Alessandro Ghika comu- perdettero di vista la necessità d'assicu-
nicò udlcialmente al consiglio ammini- rare in avveni re questa tranquillità, u-
strativo il iìrmano emanato dalla sti- nica sorgente del loro benessere. Quan-
blime Porla, ed il manifesto de'commis- to a noi persuasi de' buoni sentimenti
,
170 V A L VAL
poslo loro, che la percezione dell'i m po- de'difficili avvenimenti, divenuta incom-
ste non fosse inlenolla, e che si mante- patibile la sua posizione collo stato delle
nesse il servizio delle dognne. /\*i8 giu- cose, riteneva suo dovere affidare le re-
gno Halcinski console generale di Uussia dini del governo nelle mani di detto oon-
nella Valacchia, parli per la Moldavia siglio, invitandolo insieme ad ailempiere
per incontrare le truppe russe del corpo le relative cure sia colletlivaraenle e sia
comandalo dal principe Gorlschukoll individualmente sotto lu loro responsa-
rhe avevano ricevuto l'ordine di passare il bilità, fino ad ulteriori disposizioni. Al
Prulh da quella parte,e d'occupar la Mol* logoteta poi Basilio Ghika ministro delle
do-Valacchia sino al Danubio. Comin- lìnan/e, l'ospodaro diresse un'ordinanza,
ciò l'ingresso de' russi del corpo man- hidandone la gestione e i vantaggi recali
dato dal general Danneherg in Molda- al tesoro e al paese; gli manifestò la sua
via a*2ea'3 luglio presso Skuleny e Leo- principesca soddisfazione, e conferman-
•wna, con proclama del principe Gort- dolo con particolare decreto in logoteta^
schakoir, dichiarante lo scopo dell'occu- espose la piena convinzione che avrebbe
pazion*e, e il mantenimento dell'ammini- conlinuato ad amministrare col medesi-
si razione degli ospodari. A* 7 co« altro mo zelojtaientie attività nel posto in cui
allrocorpoi russi occuparono ancora Ol- lo avea collocato. Si disse che l'impera-
tenitz sul Danubio della Valacchia, pun- tore delle Russie accordò a' principi Stir-
to assai iujportanle , dirigendosi sopra bey e Ghika 10,000 franchi al mese per
I3ucharest. Così due corpi d'armale russe ciascuno, con tratlauienlo di disponibili-
occuparono la Moldo-Valacchia. La Por- tà ; e che pagò 5o,ooo ducati pe' debiti
ta (jualificò l'invasione un' usurpazione, formati dall'ospodaro Ghika. Il sultano
e doversi respingere coll'armi, e ne fece con un manifesto istruì di tutto i suoi
gravi rimostranze alla Russia. Molti della sudditi, e vi eccitò il patrio bellicoso eu-
A'alncchia e Moldavia volendosi conser- tusiasujo, ricevendo poi a propria difesa e
vare Fedeli al sultano , ne parliiono; il dellaTurchiaavantiCostanlino[)oli le flot-
simile fecero in seguilo gli ospodari Stir- te francese e inglese. Decisa dal sultano la
bey e Ghika, abbandonando Bucharest guerra contro la Russia, ingiunse a Omer
e Jassy nel declinar di ottobre , recan- pascià d'intimare al principeGortschakol!
dosi a Vienna dopo aver ambedue ema- Io sgombro de'principali ini 5 giorni, e
nalo un rescritto al consiglio straordina- quindi incominciare le ostilità; ed Omer
rio d'amministrazione. In quello dell'o- rS ottobre formalmente eseguì l'intima-
spodaro di Valacchia Stirbey è detto. v.ione. Rispose il principe nel dì seguente
Che lo slato attuale delle cose richiede- non aver poteri per trattare della pace,
va da l^ui il temporaneo allontanamento della guerra o dello sgombro de' princi-
dal principato, e perciò aftìtiare d gover- pati colle truppe alGdate al suo comando.
no al consiglio generale d' amministra- Non solamente il comandante russo si ri-
zione di Valacchia, lino ad altre misu- cusò di partire, ma occupò le fortezze che
re; incaricando ili." boiaro e gran bano sino allora guarnivano le truppe raol-
Giorgio Filippesko, di procedere co'capi do-valacche,ed d principe Menzikoff ven-
de'dipartimeutiii corso degli affari, i casi ne nominato governatore civile e mili-
medesima, si legge. Che eiseado, in forza legge marziale, ordinato a tutti i luao-
VAL VAL 171
mettani di parlile senz'indugio cla'prin* più punti, è da evitarsi il dettaglio rife-
cipali, e proibita a'molilo-valacchi sotto rito dal giornalismo cojjlemporaneo, so-
pena di morte qualunque relazione co' vente contraddittorio o per lo meno ine-
turchi. Buchaiest divenne quartiere ge- satto.Gortschakolf incorporò al suo eser-
nerale de'russi. Nella notte de' 23 otto- ne fece encomi.
cito la milizia valacca, e
bre, essendo spirato il termine stabilito Quella regolare ascendeva a 10,000 uo-
da Omer pascPa al principe GortschakolF mini, quella detta de'conHnari era d'un
per l'evacuazione de' principali, le osti* numero maggiore; tulle le forze che la
lilà cominciarono sul Danubio, il quale Valacchia teneva sotto le armi , al più
era vietalo di rimontarlo a'russi con na« si calcolarono a 24,000 uomini. Princi-
TÌ guerresche dal trattato d'AdrianopoIi, piò i combattimenti la Turchia con di-
oltre la foce del Pruth. Quindi nella sles- versi prosperi eventi in Europa e in A-
sa notte i turchi passalo il Danubio a sia ; ma poi indietreggiò, solo occupan-
Turlukai, aggredirono i russi nel cam- do una piccola porzione della Valac-
po e fecero alcuni prigioni , altrettanto chia. Tale era in generale lo stato delle co-
operarono gli arabi nell'isola di Tscetal, se allo spirar del 853. Cominciò il nuo-
1
rono le ostilità fra'lurchi e i russi, altac- russi co'rinforzi della grande Valacchia vi
a vapore sforzarono il passo del Danu- gio di Csetale, che divenne celebre per le
ma soli 40,000 ne introdusse in princi- cupazione russa de'principa ti, ebbero pei*
pio nel paese, potendo essere rinforzato iscopo l'occupazione del mar Nero, fiu-
da un giorno all'altro; cosi russi lo po- i che i russi non si ritirassero al di là del
modo gli sventurati principali divenne- vizio le flotte di riserva del mar Baltico,
ro il teatro dell'esordio della gigantesca temendo che questo fosse attaccato. Ni-
guerra, e ne provarono tutte le calami- colò I si preparò sempre più alla formi-
norma delle circostanze e della loro di- uomini di truppa regolare, la cavalleria
vozione , ulteriori prove della sovrana era mal montala e sproporzionala al nu-
mia benevolenza. Quest'ordine del mio me ro de'fanti, e l'artiglieria avea quasi
imperiai divano è stato emanato onde 2 00 bocche da fuoco. Gì' irregolari si
palesare e notificare pubblicamente che battevano male, e forse si resero piti no-
ella è mia ferma deliberazione di man- cevoli che utili, insofferenti d'ogni disci-
tenere intatti, come fin'ora, gli esistenti plina. Con tale truppa, nella quale sem-
privilegi della Serbia , che è una parte bra va concentrala la vita dell'impero tur-
del mio impero. Tostochè V avrai rice-< co iu Europa, Omer dovea provvedere
VAL VAL 173
dì guarnigioni le fortezze di Vlddino e Lo Czar non reputa conveniente che nel-
Silistrìa, e quelle situate fra questi punti| le presenti circostanze i correligionari di
cioè Nicopoli, Sistowa e altre. Dovea S. M. un governo che
sieno sottomessi ad
inoltre difendere la 2/ linea delle città non è cristiano. Se valacchi non lo com- i
Danubio a Kassova per unirsi al passato, principio del suo gì orioso regno, ed ora
sommava a circa 140,000 uomini. Sili- è giunto il tempo in cui S. M. porrà in
stria fece un'insuperabile resistenza a Pa- esecuzione questo suo proponimento sta-
skewitch e Liiders, ed ili.° per contu- bilito da tanto tempo, e ad onta del-
sione ricevuta si ritirò a Jassy, indi parli l'opposizione degli alni impossenti stati
da essa e riprese il supremo comando dell'Europa eretica. ]\oi siamo con Dio
GortschakofF. Dopoché sul Danubio si e Dio con noi , la vittoria sarà dunque
agglomerò un potente esercito anglo- dal lato nostro. S.M. lo Czar ordina che
francese, l'Austria cominciò a minacciar voi sig. Barone rimproveriate acerba-
la Russia, insistendo sullosgombero de' mente gl'impiegati superiori valacchi per
principati, per non voler tollerare som- il loro sleale contegno verso le nostre
mosse a' suoi confini ; anche la Prussia truppe. Verrà presto il tempo in cui que-
fece mostra d'imporre altrettanto a'russi sti renitenti valacchi che provocarono la
per non dichiarar loro la guerra. I nobili collera di S. M. dovranno espiare la loro
valàcchi e la popolazione niostrandosi av- slealtà. Siate Barone con-
severissimo sig.
versi alla Russia, Nicolò I ordinò al baro- tro questi libertini valacchi ; quanto più
ne di Budberg di rimproverarli, prima di severo sarete, tanto meglio. Questa è la
recarsi al quartiere generale del princi- volontà di S. M. lo Czar. Nesselrode". I
pe GortschakofF. barone convocò prin-
Il i russi battuti sul Danubio, vincevano iu
cipali boiari e impiegati per comunicar Armenia. Nel luglio Nicolò I ordinò, che
loro gli ordini da eseguirsi durante la per breve tempo le truppe si ritirassero
sua assenza. La maggior parte si scusò dalle posizioni insalubri del Danubio ver-
dicendosi ammalali, laonde il barone do- so le più sane de'monti, inquieto per l'in-
vette contentarsi di Irasmeller loro co- credibile resistenza fatta da'turchi a Si-
pia d'un rescritto del ministero imperia- listria e nell'improvvisata fortezza di Ka-
le dato a Pietroburgo l'i i giugno 1 854- lafat ; di più i turchi avendo sempre tor-
Eccone il tenore, che inoltre svela quali mentato i russi con frequenti assalii, ri-
risposta della Francia, dalla quale rile- to ; dappoiché le corti tedesche aveano
vasi non voler più le grandi potenze il dichiarato l'occupazione russa de'princi-
protettorato russo sui principati Moldo- pati e la sua durala essere inconciliabile
Valacchi e diServia; esigere libera la na- cogl'interessi d' Austria e di Germania,
vigazione del Danuliio a'suoi sbocchi, e e che un attacco diretto dalla Russia con-
Ja revisione del trattato de' i3 luglio tro l'Austria, in seguilo dell'occupazione
1841 per r interesse dell' equihbrio eu- de'principati, chiamerebbe all'armi tut-
ropeo, e nel senso d'una limitazione del- ta laConfederazione Germanica. Così
la potenza della Russia nel marNero. En- venne evitato un conflitto Ira'due impe-
tralo Halim pascià in Bucharest a'9 ago- ri, fu rimosso il pericolo d' uno scontro
sto, ricevuto dal bano o gran logot(ita fi a le milizie austriache e le russe, e que-
Cantacuzeno capo del consiglio d'ammi- ste poterono accorrere alla difesa della
nistrazione, pubblicò un proclama, in cui Crimea e di Sebastopoli presa di mira
assicurò che sarebbero mantenute tutte dagli alleali. Per tutto ciò la Valacchia
le istituzioni del paese, e che con tutte e laMoldavia stale tanto crudelmente fla-
le sue forze avrebbe difeso la quiete e l'or- gellate dalle guerresche azioni, rimasero
dine. Vi giunse pure in Bucharest Der- preservale da nuovi disagi e da sovrab-
"vvisch pascià, nominato commissario del- bondanza di prestazioni. Già a' i3 ago-
la Porla ne'principati Danubiani, il qua- sto si recò in Bucharest il quartier ma-
le notificò ufficialmente al consiglio d'am- stro generale dell' esercito austriaco, i!
oiinisti azione valacco,che tulli i trattati quale cominciò a fare il suo ingresso ne*
relativi ai principali che esistevano fra la principati a' 20, mentre il conte Gio-
B ossia e la Porta sono sciolti. Omer pa- vanni Coronini entrò in Bucharest a' 6
scià fece il suo ingresso a Bucharest so- settembre ricevuto da Ouìer pascià. Gli
lennemente a'22, incontralo da gran nu- austriaci furono accolti da* moldo-va-
mero di boiari alla testa di 25,ooo uo- lacchi con pubbliche e festive dimostra-
mini e di 3o cannoni, emanando un pro- zioni e plauso. Il comandante del 3. e
clama tranquillante, di dimenticanza al 4.° corpo d* armata generale d' artiglie-
passalo, e anuuuciaudo la prossima ve- lia barone de Hess, rilasciò in occasio-
VAL VAL 175
ne dell'ingresso delle (ruppe auslriaclie Moldo-Valacchia, come di potenza ami-
il seguente proclama a* moldo-valacchi. ca e alleata della Porta, ed a seconda del
« ALitanti della Valacchia e Moldavia ! trattato speciale tra loro concluso, in se-
In seguito d' una convenzione conclusa quela di quello convenuto co'governi in-
colla Sublime Porla da Sua Maestà il raio glese e francese. Che esse non saranno di
graziosissimo Signore e Imperatore, l'im- verun aggravio, pagando puntualmente
periali truppe austriacheenlraoo ne'Prin- e in contanti quanto loro farà bisogno
cipali. Esse devono riportarvi le benedi- di comprare. E che siccome russi avea- i
levadori della futura vostra quiete e si- cipali, così doversi ristabilire lo stato an-
curezza, con aujore e fiducia, essi si me- teriore del paese, e S. A. il principe Ghi-
riteranno questo coir ottimo contegno, ka aver ricevuto l'ordine di riprender le
coll'ordine e colla disciplina sempre di- redini di sua amministrazione. Gli anti-
mostrala. I privilegi a voi assicurati dal- chi privilegi e diritti esser mantenuti dal-
la Sublime Porta rimangono in pieno vi- la benevola e paterna premura di S. M.
gore, però attendo da parte delle vostre L il Sultano,e non doversi piìistarea'lrat-
autorità ogni coopcrazione, acciò venga- tati ormai annullati. Deplorò le molte
no alloggiate e provvedute in modo sod- sofferenze patite dal paese, il quale sotto
disfacente le truppe, pe'cui bisogni sarà l'egida protettrice del sovrano Sultano,
sempre dato l'indennizzo. M'attendo pu- in breve ritornerebbe nello stato nor-
re quiete ed ordine per parte della po- male, e l'invitò a proseguire nell* osser-
polazione, imperciocché ogni perturba- vanza delle leggi vigenti, nell* ordine e
zione o anche una semplice minaccia per nella pubblica tranquillità. Già sino da'
parte di uomini o partili sediziosi verrà 1 3 dello stesso settembre il commissario
punita con tutto il rigore della legge. Si Derwisch avea diretto la seguente nota
indica con ciò in pari tempo a tutte le al consiglio d'amministrazione del prin-
autorità, di rivolgersi da oggi in poi in cipato di Valacchia. « Ho l'onore d' an-
lutti gli adari al tenente maresciallo con- nunziare al consiglio d'amministrazione,
te Coronini, che sta sotto i miei ordini, che in seguito alla ritirala de'russi il go-
e venne nominato da Sua Maestà a co- verno di S. M. 1. il Sultano è intenzio-
mandante di tutte le truppe ne'due prin- nato di ristabilire nel principato di Va-
cipatiDanubiani,o agli organi militari da lacchia lo stato anteriore di cose, e che
lui autorizzali". Quindi il baronede Hess Sua Serenità il principe Slirbey ricevet-
si recò a'23 settembre in Bucharest, con te l'ordine di ritornare a Bucharest. L'i in-
ricevimenlo solenne e brillante, accollo periale governo ottomano, fedele agli ob-
con distinzioni da 0«ner pascià e da Der- blighi assuntisi, di cointelligenza col go-
wisch pascià ; indi ispezionò le truppe, I. R. Apostolica, amico ed
verno di S. M.
gli alloggi e i viveri, e fece poi allrettaii» Sublime Porta, prese le mi-
allealo della
toin Jassy, ricevuto col maggior entusia- sure necessarie onde ristabilire nel prin-
smo dalla popolazione. Omer pascià par- cipato di Valacchia il legale slato di cose,
li da Bucharest alla fine di settembre, a' quale risulta da'privilegi che furono ac-
29 del qualeDerwisch pascià emanò aJas- cordati dal governo di S. M. I. il Sulta-
sy un proclama diretto a'moldavi. Loro no, in quanto concerne l'amministrazio-
notificò averlo il sultano nominalo com- ne di questo paese". Il principe Slirbey
missario imperiale de'due principali, per da Vienna con un piroscafo si condusse
vegliare al loio benessere e ristabilirvi a Giurgevo, ricevuto solennemente da'
l'ordine. iVon doverli inquietare l'ingres- boiari, munito dell'appoggio materiale
so delle forze militari austriache ueila (£ morale de'due goverui oltomauo e au-
176 VAL VAL
sti iacOj i quali non ìstiniarono cosa pru- vostri patimenti. Noi conosciamo la gran-
dente digellarsi in braccio a'nialoii d'ti- dezza e la dillìcollà di nostra missione 1
nn nuova elezione de' due ospodari. lì Siate sicuri che tutti i nostri sforzi ten-
principe Slirbey a* 5 oltobie fece il suo deranno a ristabilire l'ordine ed a cura-
ingresso a Bucbarest, formalmente accol- re che lutto vada in bene. Noi non guar-
to nel suo palazzo dal conte Coronini col deremo a fatiche o sagrifizi, eredititelo ,
suo stato maggiore,e dalle autorità civili e onde dar forma e vita all'amate e bene-
militali luicbe;essendoscbiei'atealla pur* fiche intenzioni del nostro amato prolet-
tadel palazzo guardie d'onore auslriacbe tore. A raggiungere ciò noi raccogliere-
e volaccbe. Il principe Stirbey emanò una mo a braccia aperte, senza eccezione,lut.
notificazione agli abitanti del principato ti coloro che ci vorranno aiutare con fe-
di Valacchia. In essa ricordò loro il di- deltà ed onoratezza. Quanto più diflìcile
sero allora ad abbandonare il paese, i do- paese tanto sofferto, tanto più sapremo
lorosi sentimenti perciò provali nel se- riconoscere il zelo e il merito d'ogni sin-
pararsi per veder interrotta l'opera del- golo, come d'altra parte dirigeremo la
l' organizzazione, alla quale egli consa- nostra più seria attenzione a sopprime-
grava le notti, mentre il paese trova vasi re ogni conato il cui scopo fosse il di-
iu una criticissima posizione. Ora coU'a- sordine, o che tendesse ad allontanarsi
iuto di Dio e per ordine della sublime dalla via del retto. In questo modo la
truppe ottomane, erano un nuovo pegno tenutesi dalle corti austriaca e ottomana
di pace e di sicurezza pel paese.>i Rumeni 1 necessario per ristabilir ne'due principati
Miei amali compatriotti ! Noi ci cono- lo stato normale di cose, di richiamare i
sciamo da lungo tempo. Voi sapete con legittimi principi de' medesimi, e porre
quale cura noi percorremmo il paese iu nelle mani loro il governo;avere d'accordo
tutte le direzioni per imparare a cono- con Derwisch pascià, diretto invito a S.
scere i vostri bisogni e per soddisfarli A. il principe Ghika, pregandolo d' ab-
con tulli i mezzi stanti in nostro potere. bandonar Vienna e tornare al suo poslo
Voi sapete in quali dillicili tempi noi ab- in Jassy. L' ospodaro Ghika licenziatosi
biamo vissuto, specialmente negli anni dall'iujperalore Francesco Giuseppe in
1 849 e 1 85o. Voi sapele che noi vi ab- Vienna, parli per laMoldavia,e fece la sua
biamo amato sempre con amore pater- formale entrala a Jassy l' 1 i novembre.
no! Voi non avete dimenticato la tran- Seguì quindi un gran nmvimento di nu-
quillila e la felice prosperità che il paese merose truppe turche ne' principali, ove
godette negli ultimi anni. Noi torniamo la loro presenza non era necessaria, per
a voi qual padre a'fìgir. Noi ci sentiamo marciare Prnth, onde passare nella
sul
liei più profondo del cuore commossi pc' Bessarabia e nella Crimea, ove si com-
VAL VAL 177
batteva accanitamente grande guerra, la go rilevò i sono de-
vantaggi di cui essi
suoi agenti, e di porre in avvenire sotto merdati della capitale; che il commercio
la garanzia collettiva delle 5 grandi po- non vi era libero né all'interno, né al-
tenze i privilegi accordati da* sultani a' l' estero ; che sotto un cattivo governo
principati, che dipendono dal loro impe- crebbe l'immoralità e la miseria; ed ac-
ro. Era indicala anche la libera naviga- cennò miglioramenti introdotti ne'me-
i
zione del Danubio, uno de'piìi magnifici desimi principati dalla paced'Adrianopo-
sbocchi del mondo, vincolato da 20 an- li. La missione che avea la Russia da a-
ni,con vantaggio immenso per la Ger- dempiere nel duraturo interesse nel be-
mania, e la revisione del trattato de'i3 ne de'principati Danubiani fu compiuta,
luglio 1 84 onde stringere l'impero ot-
1 , conclude il Giornale russo, nel momen-
tomano all'equilibrio europeo e metter to in cui il governo privilegiato, eh' essi
fine alla preponderanza russa sul mar godono sotto la supremazia della Porta,
Nero. Ma ad onta che ardesse sotto Se- ebbe la sanzione nel diritto internaziona-
bastopoli la guerra con indicibile vigore, le europeo mediante una garanzia col-
,
tenersi in Vienna per discùterli però ; padroni di quel terribile baluardo della
colpito da repentino male, moria'2 mar- potenza russa nel mar Nero e regina di
zo, e gli successe il primogenito regnan- questo. Nel dicembre i855 il principe
te Alessandro II ; inatteso avvenimento Ghika ospodaro di Moldavia prese l'ini-
che accrebbero alquanto le vagheggiate ziativa d' un provvedimento che dimo-
speranze di pace, anche per essersi aper- stra sempre più quali siano suoi nobili i
te in Vienna a'y marzo le corrisponden- e alti sentimenti, e che a lui assicura una
ti conferenze dagli ambasciatori delle po- pagina onorevole nella storia; cioè l'abo-
tenze. Oltre il doversi sempre tener pre- lizione in massima della schiavitù in Mol-
sente l'articolo Turchia come già avver- davia, ed da operarsi dallo sta-
il riscatto
tii, le cui notizie si compenetrano con to, di coloro che non verranno affrancati
quelle che in questo vado accennando, da'loro padroni. Nel 844» «otto '' regno 1
può vedersi il n." i25 del Giornale di del principe Michele Stourdza, una leg-
Roma del i855, in cui si legge la rela- ge votata dall' assemblea generale avea
tiva risposta del ministro degli affari e- già affrancalo i zingari appartenenti al-
sleri diFrancia Droùyn de Lhùys alla lo stato e al clero, ed aveva risoluto che
circolare de' io maggio del conte di Nes- i fondi provenienti dalle contribuzioni
selrode in nome della Rùssia. Non deb- pagate da que'boemi emancipati fossero
bo quanto a' principali Moldo-
lacere, destinali al riscatto degli schiavi de'pri-
Valacchi, che il Giornale di Pietrohur- vati, cosi da 6 o 700 individui poterono
VOL. Lxxxvn. 12
78 VAL VAL
essere riscattati sino al i855. Appena il non fu-
sicurezza nell* interno del paese
principe Gliika fuassiinlo all'ospodara- rono turbate neppure per un istante, e
to, sioccupò dell'abolizione della schia- pel consolidamento loro non cessare di
-vitìi Moldavia, e se avesse potuto
nella adoperarsi in ogni modo. Che la regola-
non dare ascollo che alla voce del cuor zione e l'esame de* bilanci consuntivi de-
suo generoso, da lungo tempo già egli a- gli anni 854 e 1855, come pure il bilan-
1
vrebbe potuto compiere l'opera del suo cio preventivo dell' entrate e uscite del
predecessore; ma le complicazioni delle i856, il che coslituisce la vera missione
tristi circostanze cbe per molli anni si ag- del divano generale, forniranno al con-
gravarono sui principati, non gli permi- gresso la prova di non essersi risparmia-
sero di estirpare prima questa piaga so- ta fatica per migliorar le condizioni fi-
tranquillali, ed ogni ben pensante va- nostra patria in gradodi seguire l'immen-
lacco essere pienamente convinto che l'u- so impulso provocato negli altri paesi
nione e la sincera cooperazione di ciascu- dalla costruzione di ferrovie e da altri
no, sono le condizioni indispensabili per stabilimenti d'utilità pubblica, attrasse a
un migliore avvenire della patria sì du- se anche la nostra speciale attenzione.
ramente bersagliata. Che la quiete e la Quantunque noi non dissimuliamo che
I
VAL VAL 179
soltanto la conclusione d'una pace desi- minalo sultano AbduI Medijd pubblicò
tieiala da lutti può render possibile l'e- il celebre Hatti-Humayoun sull'emanci-
secuzione di tali intraprese atte a dare uno pazione de'crlsliani esistenli nell'impero
straordinario inìpulso a tutte le risorse di Turchia (^.), equiparandoli a'turchi
della nostra nullameno rilenem-
patria, ne'diritti civili, il quale segnò un'era no-
mo per nostro dovere di prendere in- vella per le cose religiose d'oriente, non
tanto le disposizioni preliminari, affinchè senza rancore de'mtìssulmani ingiusti, e
inseguito non accada verun indugio, e non senza malcontento de' greci scismati-
di appianare 1' eventuali difficoltà. Per ci. La tanto desideratissima pace fu sot-
conseguenza nominanomo un delegalo, toscritta da' plenipotenziari in Parigi a'
incaricandolo d' assumere offerte e di 3o marzo i856, eia riportai nel citalo
mettersi in relazione con delle societàche articolo, precisamente nel voi. LXXXf,
fossero intenzionate d'imprendere nella p. 454 e seg. Gli articoli i5, 16, r7, r8,
Valacchia la costruzione di ferrovie e l'il-
19, riguardano la regolazione della na-
luminazione a gaz. Confidando nella vo- vigazione del Danubio, da eseguirsi da
stra cooperazione, preghiamo Iddio che una commissione di delegati delle poten-
benedica a'nostri comuni lavori nell'in- ze, fra'qualidovranno aver luogo com- i
teresse del benessere generale. Dichiaro missari de'4 principati Danubiani. La li-
apertala sessione del divano generale del bera navigazione del Danubio fu così
i856". India' 7 febbraio fu decisa dal- consagrata, eduna commissione euro-
l'assemblea generale di Btìcharest l'è» pea venne preposta alla vigilanza e al
mancipazione de'zingariconi i contro 10 nettamento delle bocche del fiume , che
voti. Si calcolò trovarsi allora nella Va- i ingombre di sabbia,
russi lasciavano
lacchia 70,000 zingari; la sola casa Bran- con grave danno della Germania centra*
kovan ne possedeva 5ooo, e altrettanti i le, con politica per essi vantaggiosa. L'ar-
fratelli Baìianu. Peronella Moldavia l'a- ticolo 20 contiene la rettificazione della
bolizione della schiavitù e l'introduzio- frontiera di Bessarabia, per la libertà di
ne del bollo ne' contralti ,
contestando detta navigazione; cioè tutta la parte del-
l'attribuzioni del divano generale, chia- la Bessarabia vicina al fiume , fu tolta
ramente fissate dall'ospodaro Ghika con alla Russia, perchè il basso Danubio col-
allo de' 17 febbraio i85o nell'occasione le sue 3 bocche scorreva sul territorio
della I.* tornata di sua apertura, provo- da essa conquistato nel 1828. L'articolo
carono una sconsiderala rimostranza in 2 I dichiara, che il territorio ceduto dal-
iscritto da parte del metropolita di Jassy la Ptussia sarà annesso alla Moldavia. Gli
e di vari boiari, alla Porta. Questa sen- 23, 24, ^5, 26, 27, 28 29,
articoli 22, ,
formarsi dalle potenze,da riunirsi senz'in- uno scopo identico a quello di Traiano.
dugio a Bucharest; la quale commissio- La cessione del territorio richiesta si vol-
ne dover preparare le basi per l'orga- le qualificare nel trattato, col vocabolo
nizzazione de* principati medesimi ,
pel urbano di Rettificazione del confine rus-
riordinamento politico e amministrativo. so in Bessarabia; con che la Russia perde
Promise la Porta di subito convocare un un 4-° della provincia con circa 25o,ooo
divano ad hoc
per la Valacchia e si
sì abitanti, comprese diverse città che avea
per la Moldavia, composti in modo da fortificate sulle sponde del Danubio e del
formare la rappresentanza più esatta de- Prulh, massime Israaìl, tenuta per lungo
gl'interessi di tutte le classi della società tempo inespugnabile e costata a'russi ri-
raoldo-valacca, onde esprimerei voti del- vi di sangue, quando nel 1789 la con-
principati. Si stabilirono le loro principa- Russia dal Prulh e dal Danubio, l'indi-
ta. Merita leggersi l'articolo riprodotto tenzione del pubblico, non meno che del-
dal n.° 128 del Giornale di Roma del la diplomazia , e dura ancora. Imperoc-
] 856, intorno alle bocche del Danubio, ché formarono della questione de'prin-
si
alla Bessarabia, ed al territorio tolto al- cipati Danubiani 3 questioni, cioè: i. "Re-
la Russia in forza del discorso trattato di golazione de'confioi.2.'* Bocche delDanu-
pace; poiché la guerra del 1828-29 e il bio.3.°Riorganizzazione interna ed ester-
conseguente trattato estese i confini russi na la quale tosto risvegliò le più serie
,
dal Dniester al Prutb, onde die alla Rus- inquietudini e fece prevedere maggiori i
sia il possesso delle bocche del Danubio. conflitti, che tuttora prosieguono. Sicco-
bio, costruì il Vallo di confine o baluar- rapporti esterni de'principati non meno
do di Kustendie volle proteggere la , verso la Porta che verso l'Europa. Le
Moldo-Valacchia,da lui ridotta a colonia potenze che vogliono 1' unione sono la
romana, contro i daci, ì geti, i sarmati e al- Francia, la Russia , la Prussia e la Sar-
tri popoli barbariche abitavano lunghesso degna: quelle che vogliono la separazio-
1
VAL VAL 181
ne e lo stata quo, quanto all'esterno, so* l'unione, anco co* mezzi estremi di armi
no rinf]hilteiTa, l'Austria e la Porta. Os- e di guerra, sì che non sarebbe a stupi-
terra insieme. La Sardegna poi , come con parte della Bessarabia formeranno ,
incaricata ora di proteggere le grandi i« uno slato unico sotto la mallevaria delle
dee di libertà in lutto il mondo, favori- grandi potenze. 2. La nazione avrà il di-
sce l'unione senza voler saper altro. Ciò ritto di scegliere il suo principe nel pro-
non ostante, come dicemmo, pare che si prio seno, od io una delle famiglie prin-
pensi ora ad un disegno proposto dal- cipesche d'Europa jil sultano riconosce-
l'Inghilterra, il quale i giornalinon dico- rà la trasmissione ereditaria del potere
no ancora chiaro che cosa voglia essere, nella famiglia di quel principe , sotto la
ma non sarà favorevole all'unione:
certo mallevaria delle grandi potenze. 3. Al
aggi ungesi che anche la Francia vi abbia principe eletto ed al suo governo sarà
consentito. Ma il P<2y5, giornale france- riserbato d'introdurre nel paese le rifor-
se che è io voce di semi-ufficiale,protesla me e le istituzioni necessarie, conforme-
che la Francia segue a volere l'unione de' mente alle massime stabilite dalla Porla,
priucipali. Altri dicono che il disegno di d'accordo colle grandi potenze, cioè: l'a-
unione proposto dall' Inghilterra è ipo- bolizione della servitìi, l'emancipazione
tetico; cioè nel caso in cui i divani voti- de'contadini, il proporzionale riparto del-
no per la separazione. In tal caso, per l'imposte su tutte le classi, l'introduzio-
conciliare in qualche modo le diverse o- ne di codici e di leggi simili a quelle che
pinioni, si proporrà, dicono, un'unione, esistono ne'paesi civili d Europa. Ma tor-
non politica, maamminis trativa".lnoltre nando all'epoca che seguì la pace, si dis-
aggiunge la Civiltà Cattolica a p. 636. se da'pubblici giornali, che appena nel fi»
due gli ospodari abdicuruuu iu loro rap- inncania deve durare quanto l'elabora-
presentanza. 11 principe Slirbey depose il zione delle nuove riforme, e sino all'ele-
potere e l'annunziò a' 7 luglio con pro- zione d'un nuovo vaivoda. La presenza
clama agli abitanti della Valaccbia ri- , del corpo di[>lomalico, di tutte le nota-
mettendo al consiglio straordinario d'am- bilità civili e militari indigene, di tutti i
tana di Bucbarest,dinanzi a numerosa as- sto partì dal suo quartier generale di Bu-
se n>b!ea, si lesse il firmano che conferiva charest, ot»de ritornare a Temeswar, la-
tatore del firmano. 11 caimacan rispose in circolare e la noia del governo ottoma'
modo degno e fern»o. Nel firmano la Por- no a'suoi diplomatici per parteciparla ,
ta sovente ripetè la parola sovranità , e alle rispettive corti alleate ov' erano ac-
aoounzio l'arrivo de'commissari e T at- creditali, sulla riorganizzazione de'priu-
VAL VAL i83
ci pati Moldo-Valacclii, sulla convocazio- là della popolazione di Valacchia e due
ne de'dlvaoi ad IioCy e sulla coui missio- terzi di quella di Moldavia , e vive col-
ne europea da recarsi sul teatro de'suoi le sue leggi felice e pacifica, con a ca-
lavori col delegato ottomauo, nelT inten- po un governo forte e nazionale. Creder-
dimento di spiegarsi sulla questione; poi- si quindi dal governo ottomano che la ,
ché la riorganizzazione de'principati con- riunione de' due principati non sia una
venuta dalla Porta per promuovere le condizione essenziale del benessere loro,
loro prosperità ,
posta sotto la guarenti- ed un bisogno reale per essi. La riunio-
gia delle potenze seguatarie del trattato ne non offrire vantaggi, ne per l'impero
de'3o marzo, entra nel diritto pubblico e uè pe'moldo-valacchi, ma produrrà in-
europeo, quindi si sviluppa come dover- convenienti per le due parti, e per conse-
si operare. Fero il governo ottomano nel- guenza complicazioni per l'Europa inte-
la circolare e nella nota^ geloso de'diritti ra. Il trattato de'3o marzo avere stabi-
del sultano sovrano de* medesimi, com- lito per le riforme da introdursi ne'prin-
batte l'opinione d'una minoranza esisten- cipali, il principio di consultare i voti de*
te ne'principali che li vorrebbe riuniti in due popoli, che la Porta intende per una
un un solo prin-
solo stato e governati da revisione di regolamenti organici, o mi-
cipe; opinione che avendo trovato un e- glioramento dell'istituzioni de'due paesi,
co in alcuni gabinetti alleati della Porta, per rendere i loro governi forti e stabi-
questa co'due scritti in discorso volle il- li, e le loro amministrazioni giuste e rego-
luminarli sulle conseguenze che ne
fatali lari. Desiderare il governo ottomano che
deriverebbero, e rimuovere la divergen- sul regime del governo de'principati nel
za d'opinione, non conforme all'idee con- rapporto col proprio impero, di cui sono
servatrici delle stesse grandi potenze di vassalli, non si debba rimettersi all' as-
Europa, d'integrità e indipendenza del- semblea de'due paesi, che ponno preferi-
l' impero ottomano, che fu loro guida je le utopie alle verità e alle realtà, ma
nelle stipulazioni di Parigi. Perciò, chia- ad un serio esame delle potenze alleate.
mò la loro seria attenzione sulle gravi e Ad ognuna delle provincie doversi assi-
perniciose conseguenze di tale sisteuìa, curare un'amministrazione indipendente
spiegando loro il proprio modo di vedere e nazionale; però la forma del loro go-
stinti ; l' incorporarli insieme, produrre ti litigi, si convenne alla riunione d'un'
immancabilmente la rovina de' vantaggi altra conferenza a Parigi , e chiarite le
del 1857. In esso fra le altre cose già e- di loro nomineranno un deputato pel di-
sposte, quanto al line e allo scopo, sulla vano. 1 comuni rurali di conladini man-
revisione delle leggi e statuti,si dice: avere dei anno ciascuno 2 deputati di ." grado, 1
il sultano per stabilire un accordo perfetto i quali nomineranno Ira di loro 2 per e-
io tale revisione, convenuto colie poten- grado , e questi nel capo*
iettori di 2."
Dorme per le liste elettorali. I deputati principati erano del tutto evacuati dagli
delle varie provincie riunite in assemblea austriaci. Eseguite dalla Russia e dal-
generale costituiranno il divano ad hoCy l'Austria le loro obbligazioni, lord Lyons
convocato per esprimere i desideri! del abbandonò colla squadra inglese l'acque
principato riguardo agli statuti e regola- del mar Nero e del Bosforo. A'28 marzo
menti in vigore. Tali voli saranno pri- il sultano Abdul Medjid ,
giorno prece-
ma esaminati dalla commissione, coai po- dente alla partenza della flotta , si recò
sta de'delegati della Porta e delle suddet- formalmente a visitare il vascello ammi-
te potenze, e discussi poi tra la Porta e i raglio Pioyal Albert, portante la bandie-
suoi alleati. Il presidente del divano sarà ra dell'ammiraglio Lyons, e fu lai.^ vi-
il metropolitano, assistito da un vice-pre- sita fatta da un sovrano ottomano ad uq
sidente eletto fra'boiari dii." classe dalla vascello straniero, perciò ricevuto eoa
maggioranza de'voti in assemblea genera- grandi onorificenze; esprimendo il sulta-
le. 1 segretari, in numero eguale a quel- no l'alta sua soddisfazione per la mira-
lo delle classi che sono rappresentate, sa- bile disposizione del magnifico vascello,
ranno pur nominati a maggioranza di tra'suoni delle bande, le salve d'artiglie-
voli. Ciascun comitato, formato da' de- ria e gli urrah de' marinari. A misura
putali di ciascuna classe per studiare le che le truppe austriache si ritirarono da*
diverse questioni riguardanti i loro inte- principati una divisione ottomana di
,
ressi, eleggerà il suo presidente a mag- 10,000 uomini e comandata dal muscir
gioranza di voti. La Porta accordò ad o- Halim pascià gli occupò all' effetto di
,
gni divano 6 mesi a tercninare suoi lavo- i mantenere il buon ordine e la pubblica
ri, i non dovere attentare aVliritli
quali tranquillità durante l'elezione de'divani
di sua sovranità,onde operarsi l'ordina- e le altre operazioni necessarie al riorga-
menlo definitivo. Continuò intanto la nameoto. Tostochè il nuovo ordine di co-
discorsa questione dell'unione politica e se sarà definitivamente stabilito, queste
amministrativa de' principati, avversata truppe evacueranno il territorio moldo-
dall'Austria, dall'Inghilterra e dalla Tur- valacco. Intanto la Porta concesse a Jas-
chia; la gazzetta di Colonia tultavolta fe- sy la banca nazionale moldava; e per la
ce noto, che desse sarebbero disposte a morte del gran vornic ocaimacan di Mol-
stabihr ne'principati l'unità delle dogane, davia Teodoro Balsach, con firmano d'in-
deir esercito e della suprema autorità vesti tura, riferito a p. 33o del Giorna-
giudiziaria, non che dell'organizzazione le di Roma, nella luogotenenza dell' o-
amministrativa; concessioni cui non mo- spodarato di Moldavia gli die a succes-
strarono di contentarsi Francia, Russia, sore il principe Nicolò Conaki Vogori-
.°
Prussia e Sardegna. Hi marzo seguì la des , antico ministro de' lavori pubblici
cousegna della parte della Dcssurabiu alla sotto l'ospodaro Ghika, con elogio di sue
i86 VAL VAL
idunee qualità raccomandandogìi una
, trarla ha il disopra in Valacchia. In tale
condotta e^senzialaiente coiifonne a' re» stato di cose, la Francia procurò di di'
goinmenti in vigore, nell'aHìdaigli l'am- sospendere l'operazioni elellorali in Mol-
fiiinistrazione provvisoria del principato, davia, aHinchè avessero luogo simulta-
a seconda del firmano sul divano ini* neamente con quelle di Valacchia, men-
periate precedentemente emanato, e di tre la Porta aveva interesse che si faces-
farlo rispettare con sagace fedeltà. Fu se il contrario, e voleva la riunione del
osservato, die caimacan Vogorides, a*
il divano di Jassy non dovesse essere me-
iiialo nella Moldavia esceilo per rinfluen- nomamente subordmala a quella del di-
la di Rescliid pascià, trovò grande oppo- vano di Bucharest. Mentici lavori pre-
sizione nel consiglio, per aver inaugura- paratorii per l'elezioni erano compiuti in
to un principio di repressione contro i Moldavia, incominciali appena in Valac-
vagheggiatori delTunioiie de' principali; chia, si elevarono reclami per le misure
mentre caimacan di Valaccliia Gliika
il prese a Jassy dal principe Vogorides, da
lanciò completa libertà alle opinioni del qualcuno qualificandosi la sua condotta
popolo, da far travedere che il divano va- arbitraria e attenlaloria alla libertà d'o-
lacco si dichiarerà unanimemente per pinione. L'ambasciatore francese si fece
Funioue. Di più nel maggio si considerò l'eco di queste lagnanze; e diresse una
da alcuni, che il firmano di convocazio- 1.^ nota alla Porta, domandando la de-
ne de' divani venne redallo quasi sul re- stituzione del Vogorides e 1* aggiorna-
golamento organico della Moldavia, con mento dell'elezioni moldave, finche fos-
poco riguardo a quello dtlla Valacchia, sero dichiarali alcuni punti oscuri o dub-
profondamente diverso dall' altro così biosi del firmano di convocazione. Ricor-
nella furn)a cotne nella sostanza. Perfet- dò che queste oscurità e dubbiezze si ri-
tamente adatto, per conseguenza, a'biso- ferivano unicamente alla Valacchia, di-
gni civili e politici dell' istituzioni mol- cendosi da lui, che del suo regolamento
dave, il firmano fu taccialo di presenta» organico nel firtnano di con vocazione noa
re delle didicoltà d'applicazioue riguar- erasi tenuto conto. La Porta rispose al-
do alla Valacchia. Da ciò nacque che le la nota francese, ch'ella non vedeva nel
liste elettorali e i lavori preparatorii per firmano nulla d'incerto o d'oscuro; che
erano termi-
l'elezioni de' rappresentanti d'altronde esso era stalo elaborato e di-
nati a Jussy, quando a Buchaiest non e- scusso dalla conferenza tenuta in Costan-
rano ancora cominciati. Questo risulta- tinopoli da'ministri delle potenze segna-
to, sia che fosse stato calcolato e prepa- tarie del trattato di Parigi , conferenza
rato appositamente dalla Porta e dalle di cui lo slesso ambasciatore Thouvenel
potenze che l'appoggiano fino dall'epoca faceva parte; perciò le recava sorpresa
della redazione del firmano, come pen- ch'egli trovasse ora delle dillìcoltà in un
sano alcuni , sia che fosse uu semplice documento alla cui redazione avea con-
effetto del caso,come vogliono altri, non corso; tutta volta avrebbe acconsentito di
venne sentilo dall'ambasciatore francese sottoporre l'emergente ad una imo va con-
Thouvenel, se non quando passò allo ferenza, e siccome lutti i segnatari al trat-
stalo di fatto compiuto, e non fu più pos- tato di Parigi aveano dato vita al firma-
sibile di non vedere le conseguenze che no, il comune accordo di tutti soltanto
ne sarebbero derivate in disfavore del poteva decidere, se e come si dovesse iu-
partito dell' unione che la Frauda so- lerpretare. Furono intanto consultati gii
stenne con tanto calore. In effetto egli è altri rappresentanti esteri. Quelli d'Au-
noto che il pensiero anli-unionista pre« stria e Inghilterra risposero in senso con-
vale iu Moldavia, mentre la fazione con- forme alle dichiarazioni del governo ot-
VAL VAL 187
tornano, aggiùngendo che alla sola Por- le questioni elettorali che potessero sor-
la spelta il tliiillo di dare oidiui e deci- gere, e che alle sue decisioni il caitnacau
dere quanto meglio conviene sull'elezio- di Moldavia dovesse cedere. Che si prò*
ni , mentre la parte dell'altre potenze cederebbe attivainenle in Valacchia alla
doversi unicamente limitare a sindacai* formazione delle liste elettorali, e 3o gior-
l'operazioni ed emettere de' consigli. 11 ni dopo la pubblicazione loro si darebbe
rappresentante della Prussia disse do- principio all'elezioni. Nondimeno il con-
mandar isti uzioni al suo governo; quel di flitto e la discrepante questione s'inasprì
Bussia si riservò d'accedei e all'opinione tanto, da far perfino quasi dimenticare
della maggioranza; quello solo di Sarde- la terribile e feroce sollevazione dell' In-
gna si dichiarò in senso favorevole all'o- die orientali contro gl'inglesi. L'8 luglio
pinar di Francia. Avute queste risposte, la Porta ordinò che si so[)rassedesse al-
la Porla mandò istruzioni al caitnacau moldave, con approvazione di
l'elezioni
Vogorides, che cominci l'elezioni, e in- Francia, colla condizione che intanto si
sieme ordinò al proprio commissario rivedessero le liste elettorali. Frattanto
d'abbcindonar Jassy, acciò non si taccias- gli ambasciatori delle potenze ostili all'u-
mò, perchè non erano simultanee ne'due lo inglese e dell' interounzio austriaco
principati e non ancora chiariti punti i Prokesck, che la Porta, slimandosi sicu-
da lui tenuti oscuri del Hi mano benaì ; ra per le loro promesse, fece risoluta-
accettò la proposta conferenza ,
perchè mente e con fermezza procedere all'ele-
non eravi altro modo di porsi d' accor- zioni, le quali stabilite pe' 1 1 luglio e pro-
do. Dopo qualche opposizione da parte tratte a' 18, si compirono prima del tem-
di lord de Redclifle, la riunioneebbe luo- po assegnalo, pronunziandosi la maggio-
go a' 3o maggio iSSy. L'ambasciatore ranza degli elettori contro il progetto
francese propose che si decidesse a mag- d' unione ; non rimanendo alle potenze
gioranza contando sui voti di Russia,
, desiderose di migliori elezioni, altro ri-
Prussia e Sardegna; ma tal proposta fu medio che il protestare contro la loro va-
subilo rigettata, perchè il decidere tocca lidità. Protestarono infalli tanto energi-
solo alla Turchia, gli altri non potendo camente, che Porta dovette cambiare
la
che esprimere il loro parere e consiglia- il ministero, lasciando cadere il gran vi-
re. Dopo parecchie discussioni, e senz'af- sir Pieschid pascià, a cui sostituì Aah pa-
fallo biasimare il Vogorides, si concluse. scià suo rappresentante al congresso di
Che l'elezioni di Moldavia non sarebbe- Parigi. Ma il licenziamento del minislro
ro aggiornate. Che si rimetterebbe al non bastava alla Francia e alle potenze
caimacan di Valacchia l'incarico d'inter- a lei unite nella questione. Esse voleva-
pretare fedelmente e lealmente gli i i no r annullamento intero dell'elezioni
punti, riconosciuti dubbi nel firmano, e moldave; il che ricusando di fare la Por-
di modificarne l'applicazione a secoiida ta, la rottura diplomatica era in sul pun-
dell'esigenze speciali del paese. Che si co- to di scoppiare. Stando ferma la Francia
municherebbe al caimacan Vogorides ta- nel chiedere l'annullamento dell'elezioni
li con ordine d'uniformarvisi,
istruzioni, moldave, anche dopo la caduta del mini-
salvo casi propri della Moldavia. Che
i stro che le sosteneva, né la Porta, confor-
si richiamerebbe l'attenzione de'commis- tala da'rappresentanli inglese e austriaco,
sari europei di Bucharest sughi i punti mostrandosi disposta a piegare, il nodo
oscuri del firmano, e di dovere sciogliere diplomatico era tale che già si prognosLi-
88 VAL VAL
cavano guerre e sangue , per aver inler- ropn di liberarsi dagli eterni agitatori, di
lulto osili punto (l'interrompere del tut- cui r Inghilterra é il rifugio (e da dove
to le loro relazioni col sultano, i rappre- partirono anche per 1* infernale aggres-
sentanti francese, russo, pi assi ano e sar- sione, a' i4 gennaio i858 avvenuta in
do. Ma il viaggio e visita dell' imperato- Parigi contro la vita dell* imperatore e
re Napoleone III, fatta ad Osborne alla imperatrice). La rivoluzione ha avu-
regina d'Inghilterra, acconciò ogni cosa, to un gran colpo sul continente a ca-
e la mala intelligenza delle parli, col suo gione degl'imbarazzi che l'India ha su-
ministro degli aifari esteri che T accom- scitato a' nostri vicini : questo mede-
pagnava, ponendosi d'accordo coi gover- simo colpo tocca anche la propaganda
no iiigle.«.e, col riconosce» si le elezioni mol- protestante, alleata più o meno volonta-
dave alquanto viziose e irregolari, o al- ria della rivoluzione! L'equilibrio euro-
meno apparentemente. Il gabinetto au- peo va a cauìbiare la sua base; entriamo
striaco convenne ne'risiiilati delle confe- in nuovo periodo politico I Così VUnivers
renze d' Osborne. Le 6 potenze quindi si del settembre 1857. Ma nuovi avveni-
concertarono per chiedere alla Porta l'an- menti si successero, io questi correnti
nullamento dell'elezioni moldave, e fu la tempi Mentre
così di essi tanto fecondi.
soluzione della differenza che l'avea divi- a' 16 settembre si aprì al pubblico la fer-
de. Quindi l'Austria e l'Inghilterra con- rovia da SzegheJino a Temeswar in Un-
sigliarono la Porla di rivedere le liste elet- gheria, ne'conflui della Turchia; in que-
torati, ed'intraprenderenuove eiezioni in sta a* 2 2 seguì la solenne inaugurazione
I\lulda via, permettendolo la sua diguitùe de'Iavori della strada ferrata da Smirne
i suoi interessi per l'unanime domande ad Aidin, e il governatore Mustafà pa-
di tutte le potenze, conservandosi Vogo- scià con una pala d'argento mosse la ter-
rides nelle funzioni di caioiacan. Di con- ra per dare cominciamenlo alla prima
seguenza nel declinar d'agosto la Porta ferrovia di Turchia, pronunziandio ana-
ordinò che l'elezioni moldave fossero an- logo discorso. Quanto alla questione eu-
nullate, e dopo 1 5 giorni si procedesse al- ropea de'priocipali ed alle nuove elezio-
le nuove elezioni; e fu detto, dopo esser- ni , queste procederoao in senso ftivore-
si assicurala che il progetto di riunione vole alla causa dell'unione della Valac-
non avrebbe più luogo. A* 3o agosto i chia e Moldavia in uno stato solo, concor-
rappresentanti delle potenze ripresero le rendovi alle moldave il clero, che nelle
loro relazioni uQìcialì colla Porta, dopo precedenti elezioni erasi astenuto di vo-
aver rialzato le loro bandiere. Disse al- tare. Anche in Valacchia una considere-
lora ì'Univers queste gravi parole: La vole maggioranza si pronunziò per ia cau-
tremenda rivolta dell' India ha prodotto sa dell'unione sotto un principe straniero
il sì pronto scioglimento del conflitto di di dinastia occidentale (si dissero preten-
Costantinopoli pe' principati; 1' India ha denti della nuova corona Daco-Rumena
fatto perdere all'Inghilterra la preponde- il principe Murat e il principe Nicolò di
ranza che aveva sugli affari d'Europa; Leuchteidjerg di i4 anni), un governo
l'India va a togliere l'ultimo ostacolo al rappresentativo e slato neutrale. Tanto
taglio dell'Istmo diSuez, di cui riparlai nel proclamarono divani di Valacchia e
i
le quali erano slate formate, invocarono zioni e l'esistenza politica del principato,
le politiche, con manifesto attentato olla alla testa del quale era il presidente del
sovranità della Porta. Questa impugnan- senato Stefano Slefanovich. Il principe
do virilmente la prelesa unione politica però si mostrò indulgente mitigando la
mente compromessa. Alcune potenze che congresso che deve adunare in Parigi
si
ritto pubblico europeo, mentre questo è però liberi grandi potentati europei so-
i
Avendo tenuto dietro a questo grave dificò con A'alì pascià di nuovo granvi-
argomento, dal punto in che inviai il mio sir, Fuad pascià ebbe gli affari esteri,
IDS. di questo articolo, fino ad oggi che Riprisli Mehemet pascià divenne presi-
lo ricevo impresso nelle provedi stampa, dente del Tanzimat. Ildivano di Valac-
ecco quanto mi fu dato raccogliere. Nel chia nel suo voto a favore dell'unione
declinar di dicembre iSSy, si ripristina- colla Moldavia, stabilì che dovea essere
rono le relazioni fra Thouvenel e il gran subordinato alla possibilità d'ottenere un
visir Reschid. Ma quest'ultimo genio in- priucipe straniero ereditario, altrimenti
morì intendere far da se. La Porta si occupò
telligente a' 7 gennaio i858, per-
dendo in lui la Porta il suo i.° uomo di di proporre una costituzione moldo-va-
stato. Egli avea compreso, che il gover- Iacca,da presentarsi all'approvazione del
no tuico dovea risolutamente gettarsi congresso di Parigi, bramando un prin-
nella via delle riforme scritte nell'Hatt- cipe per ciascun principato scelto a vita
Humayoum 854, e con perseveran-
deli tra le principali famiglie del paese e con-
za instancabile altuava; la morie pe-
le fermato dal sultano. Secondo tale costi-
rò lo colpì prima di compiere la sua mis- tuzione, dueospodari o vaivodi avran-
i
la metà di dicembre. I due divani invece hoc, poiché gli agitatori che seppero por-
d'occuparsi delle leggi amministrative, si alla direzione delle cose, si occuparo-
anzi rifiutandosene innanzi d'ottenere nodelle ideali in una serie di sedute tem-
l'unione, sioccupaiono con ardore di pestose. Le notabilità de' divani, strepi-
quelle di persecuzione contro la Chiesa tanti esaltati, dierono la loro dimissio-
cattolica, facendo con ciò intendere da ne e partirono in il che fu ma-
congedo,
quale spirilo erano mossi, cioè anticat- prossimo scioglimen-
nifesto indizio del
tolici di cuore. In fatti il divano molda- to del parlamento sovrano della Valac-
vo decise che fosse nullo il matrimonio chia e Moldavia, come segm. La Porla
d'una moldava con un cattolico. Che 20 vide con piacere che i diversi governi ne
anni di soggiorno nel paese non ballasse conobbero la necessità, tolto che la com-
a' cattolici per ottenere la cittadinanza, missione europea avesse fitto il suo rap-
ed altrettali leggi d'intolleranza religio- porto finale, a seconda del trattalo. Ne*
sa, voluta a nome del liberalismo spal- primi dell 858 dalla Francia, Inghilter-
leggiatore della causa de' rumeni. Pare ra, Prussia e Russia fu stabilita la mas-
che colla 18 Sy cessassero ne'prin-
fine del sima , che la convenzione elaborata a Ga-
cipati tutte l'illusioni e simpatie per l'u- latz ed a Vienna dalla commissione de-
nione e per la politica in generale fer- : gli slati rivieraschi del Danubio, per re-
rovìe, linee telegrafiche, iniprese di na- golare la navigazione de'fìumi che toc-
vigazione a vapore del Danubio, non si cano vari stati e sancirne la libertà del
fanno senza denari. A'25 gennaio i858 commercio, per essere applicata al Danu-
in Jassy fu dal principe caimacan solen- bio e alle sue foci, abbisogna prima di far
nemente pubblicato il firmano del sul- parte del diritto pubblico europeo della
tano chediscioglie il d'iMauo ad hoc. Quel- sanzione della conferenza di Parigi, da
lo che sciolse il divano di Valacchia si adunarsi forse nel declinar di febbraio,
legge a p. 1 28 del Giornale di Roma. per regolare la questione de' principati
La proposta ambiziosa de'principi stra- Danubiani. L'Austria però inerendo alla
nieri fu sempre respinta dalla Porta ; navigazione sui fiumi detti
libertà^ di
indi venne abbandonala dalle potenze Convenzionali, proclamala nel congres-
soscrittrici del trattato di pace di Parigi, so diVienna del 181 5, sostenne l'opinio-
come del tutto impraticnbile. Quelle po- ne contraria, cioè che il congresso debba
tenze nel trattato ebbero per scopo prin* semplicemente prendere notizia della
cipale, oltre di assicurare l'indipenden- convenzione preparala dalla commissio-
za dell'impero ottomano, e migliorare la ne, e pare che la Turchia pure fosse di
sorte delle popolazioni cristiane dalla sua tale avviso. A'23 gennaio furono pubbli-
alla sovranilà dipendenti,eziandiodi por- cali a Vienna io articoli de'47 dell'atto
192 VAL V A L
della libera navigazinne del Dannino fi- tà universnle,e mettendo l'Europa civiliz-
no ni mar Nero, e contengono i principii zata in continuo e facile contatto con po-
direttori di esso: sono riportati nel n.°27 poli abbrutiti nell'ignoranza, senza cono-
del Giornale di Ronia, e nel n.° 29 an- scenza di Dio e della verità, coopererà a
che altri 5 articoli importanti del docu- far loro arrivare i benefizi del cristiane-
mento. Nel partire da Costantinopoli di simo e della civilizzazione. Neil' accade-
lord Statford de Redclifle, fu ammesso a mia delle scienze di Vienna degli 8 gen-
far visita di comminto anche al principe naio 18 58 il barone di Czoering tenne
imperiale Murad Effendi Hasredleri, non nn discorso intorno al taglio dell' Istmo
che al principe imperiale AbduI Aziz Ef- di Suez. Disse, che fin dall'epoca de'Fa-
fendi Hasredleri erede presuntivo della raoni avrebbe esistitoli piano dell'unio-
corona. Questa è la prima volta che il ne de'due mari, e negli ultimi tempi es-
prìncipe ereditario ricevè la visita d* un so sarebbe stato l'oggetto degl* interessi
ambasciatore europeo. E il sultano ora generali. Il grande Bosforo di Suez riu-
ha ricevuto anche dalla Prussia l'ordine scirebbe di massimo vantaggio per l'Au-
dell'Aquila Nera. Intanto la Russia pro- stria, specialmente pe'porti di Trieste e
testò in Londra e in Costantinopoli con- Venezia, i quali situati per così dire alla
tro l'occupazione fatta dagl* inglesi della porta dell'oriente, ne trarrebbero i più
compagnia Anglo-Indiana, dell' isola di prossimi utili. Le merci patrie ora tro-
Perim, chiave del mare Rosso e dell'esi- vano smercio in Nubia e nell'Abissinia;
stenza de'dominii del sultano nell' Egit- scavato che sia il Bosforo, esse lo trove-
to, come contraria all'integrità dellaTur- ranno anche nell' Indie orientali e nella
chia, aprendo una breccia sulla Raaba Cina. Anche per le città di Germania me-
della Mecca, ch'é la preziosa gemma del ridionale ritornerà un'epoca di prospe-
califfato del sultano; la cui importanza rità come durante la floridezza di Ve-
si connette cogl' interessi universali del nezia. A ciò contribuirà 1' agevolato si-
canale di Suez. I popoli de'luoghi vicini stema doganale dell' Europa centrale ,
n Perim, allarmati dell' imponente ap- non meno che la ferrovia e il telegrafo.
parecchio militare degl'inglesi, indiriz- Il trattato relativo al confine fra la Rus-
zarono una petizione alla Porta sotto- sia e la Turchia in Bessarabia, al Delta
scritta da lutti i loro capi civili e reli- del Danubio e all' Isola de* Serpenti, sti-
giosi per l'espulsione di essi che minac- pulato a Parigi a'r9 giugno 1857, quia-
ciano invadere Moka, tutto il Yemen, e di successivamente ratificalo, lo pubbli-
di avviluppare la città di Mecca, sede del cò ancora Giornale dì Roma del 1 858,
il
Giun-
sceriffato e del califfato del sultano. a p. I convenne in esso, che l'iso-
IO. Si
to in Costantinopoli Lesseps promotore le comprese fra' differenti rami del Da-
del taglio dell'Istmo di Suez, onde otte- nubio alla sua imboccatura e formanti
nerne la definitiva sanzione dalla Porta, il Delta del fiume, in vece d'esser an-
trovò buon'accoglienza per la sua pro- nesse al principato di Moldavia, fossero
gettata unione del Mediterraneo col ma- ricollocale sotto la sovranità immediata
re Rosso o Oceano Indiano, ma doversi della Porta, cui appartenevano antica-
prima di trattarlo ricuperare l' isola di mente. E che r Isola de' Serpenti fosse
Perim, altrimenti sarebbe una chimera considerala una dipendenza di detto Del-
la neutralità del canale. Anche il taglio ta, ed ove la Porta manterrà un faro a
del loro impero, se non eseguiscono leal- la dignità di primate, ma poi ritornò al-
mente le promesse fatte nell'ultimo trat- lo scisma de'greci, i quali gli diedero il
tato di Parigi, le delle provincie sono titolo di Cattolico (V.) o primate o ca-
forse destinate a divenireun pomo fa- po ecclesiastico della nazione. Il p. Le
non si poono pre-
tale di discordia, di cui Quien registra 3 metropolitani greci di
vederne le conseguenze. La Bosnia e il V^alacchia, cioè Teodosio, Valachiae me»
Monle Negro non sono quieti. tropolita seti Ungro-Blachiaeyàeì 70 1 1
siastica della diocesi di Tracia, la qua- tri vescovi di Bacow. Le Notizie di Ro*
le occupata da'Blachi fu delta gran par- ma riferiscono gli ultimi vescovi di Ba-
ie de'Blachi, e Blachia Valaclda. Fu eow, e sono i seguenti, ma li dice uelh|
VOL. LXXXVH. i3
194 \ AL VAL
Molduvia. Nel 733 fr. Toniroaso Zaieski
1 (Tolomeo perciò dice la Bulgaria qtìasi
domenicano. Nel 17 35 fr. Rnimontlo Je- Volgaria), s'era nel tempo della grande
ziei i»ki domenicano di Cracovia. Nel 744 1 trasmigrazione de' popoli stabilito sulle
gli fu dato in coailiu loie con fuluia suc- sponde del Dmubio, nell'antica Mesia,
cessione fr. Domenico Pietro Korwo- spargendo dipoi bene spesso sotto l'impe-
siecki minore conventuale di Zamoski ro di Giustiniano 1, colle sue rapine, i
piii descritto nelle Notizie di Roma. Al co; e questa conquista contro i bulgari
vicario apostolico di Moldavia mg/ Sar- divenne la dote di Margherita, figlia di
di, il Papa Pio IX die in successore a' 28 Bela in re d'Ungheria, e il pegno della
agosto 1849 ^'olluale mg.' Antonio de riconciliazione dell'imperatore Isacco U
Stefano de'iuinori conventuali, fatto ve- l'Angelo verso il fine del secolo XII. Quel-
scovo Bendeme inpar iibns e visitatore l'imperatore, per supplire agli smodali
apostolico. 11 p. Le Quien registra a p. dispendi! della sfarzosa sua corte, olire i
I25i per 8.* provincia ecclesiastica del- risarcimenti in denaro co»)tanl« che il re
la diocesi di Tracia la Provincia HJoldO' d'Ungheria esigeva, volle imporre a'suoi
BlachiaCf con Solzaba (F.) per metro- sudditi straordinari e arbitrari balzelli, e
poli ed esarcato dì Moldavia, avente per chiese a'bulgari e a'valacchi una tassa sui
suffi aganei i vescovati di Cusium, Rataut- bovi e sui porci non castrali; e i bulgari,
zium e Romanum, riportandone i ve- popolo dedicato alla pastorizia, si sdegna-
scovi. Nel novembre 1848 l'arcivescovo rono al vedersi condurre via a forza i lo-
di Servia si dichiarò patriarca degli sla- ro bestiami. Qualche tempo dopo il suc-
vi: della diocesi di Servia il p. Le Quien cessore Alessio III l'Angelo con insolen-
tratta nel l. 2, p. 3 19, e della metropo- te e tirannico capriccio non volle più da-
si couspenetrano colle civili, T ecclesia- ratore fatto dare uno schiaffo ad Azao.
stiche e le religiose. Narra il eh. Hur- Da questo giorno cominciò nelle provin-
ter nella Storia di Papa Innocenzo IIJ^ eie a vacillare l'autorità dell'imperatore:
ed il Rinaldi negli Annali ecclesiasti' Pietro ed Azan, non altro respirando e
ciyche tale Papa nell'anno 11 99 pro- meditando che vendetta, corsero alla pa-
mosse la sommissione alla s. Sede del si- tria loro; ma occorrevano mezzi ben più
gnore de* bulgari e de' valacclii, che un efficaci delle semplici persuasioni a sol-
popolo proveniente dalle rive del Volga levare il popolo. Osserva il medesiaio ea-
VAL V A L 195
comiafo Huitei : La religione fu in ogni me ostaggio a Costantinopoli, ma dopo
teuìpo il più valido impulso a muover 4 anni che la tregua durava fuggì , e
le masse, e colà dove questo supremo a* congiuntosi nuovamente con Pietro e A-
genie della vila universale ancora sussi- zan, tornò a scoppiar la guerra con mi-
sta, chi sn metterlo in opera può condur- glior fortuna di prima pe' bulgari e va-
re ad elFetlo e la più nobile e la più dan- lacchi. La negligenza e la vanitosa fidan-
nosa dell'imprese. I due fratelli edifica- za del generale contribuirono alla rolla
rono una chiesa a s. Demetrio, avuto in de'greci assai più che il valore de' solle-
gran venerazione in quelle contrade; ed vati, i quali perciò parlavano con disprez-
ecco che il giorno della consagiazione di zo d'un imperatore sì malamente servi-
detta chiesa, alcuni come inspirati, ven- to. bulgari facevano pubbliche preci per
I
gono a bandire che questo principe del Isacco II e per la sua famiglia, perchè di-
cielo ha per seuìpre abbandonato i gre- cevano essi, finche regnino di siffatti im-
^ ci, ed essere volere di Dio che il popolo peratori le nuovo regno valac-
cose del
^ -de'bulgari e de'vaiacchi sia sgravato dal co non ponno che prosperare. Azau in-
giogo e torni libero; s. Demetrio mede- tanto, nel bello di liberareil suo popolo
zio e prometter loro il suo aiuto. Alf ar- ucciso dallo zio Ivanco o Giovanni nel
mi diniq ne contro i Bizantini ! A questo I 195, in punizione dell'avergli disonora-
grido la moltitudine corse lietamente a ta la cognata; né contento costui del com-
schiararsi sotto le bandiere de'prodi suoi messo omicidio, tentò anche, col soccor-
principi ereditari, e Azan fu loro condot- so de'greci, d'impadronirsi del governo.
nonché una massa indisciplinata
tiero; se Ma Pietro fratello di Azan l'assediò in
mal seppe a un esercito guidato
resister Ternova, da cui l'omicida fuggì travesti-
dall'imperatore in persona, ed Azan me- to. L'amor di Pietro per la pace non val-
desimo fu costretto ricovrarsi al di là del se a frenar l'ardor guerriero del suo po-
Danubio presso i cumaui. Ma non sì to- polo; ma poco durò nel suo governo, poi-
Co-
sto Isacco 11 l'Angelo fu ristabilito in ché non appena cavato dal suo ricovero
stantinopoli, egli co'greci ricomparve di il fratello Giovanni, altrettanto bellicoso
nuovo nel paese. L'improvvido disprez- quanto crudele, e nominatolo suo collega
zo de' greci verso questo nemico, le loro nel reggimento dello sfato, fu pur egli
intestine discordie, per le quali anche le ammazzato. Giovanni, che nelle lettere
forze militari venivano meno, la manie- d'Innocenzo HI è chiamato Gioannicio, e
ra di guerreggiare de'bulgari e de'valac- Calogiovanni dagli scrittori, s'impossessò
chi, che quella è di tutti i popoli tartari, del supremo potere a danno de'due figli
cioè d'andar sempre scorrazzando qua e d'Azan, e cercò, più per politica che per
là , continuamente tribolando nemici; i convincimento religioso, di collegarsi col
tutte queste ragioni insieme indussero Papa per averne la protezione contro
l'imperatore, che non voleva più a lungo l'imperatore bizantino, e di soggettare la
lasciare i suoi piaceri per le fatiche d'una sua chiesa a quella d'occidente, onde far
spedizione, a concedere a* sollevati una riconoscere la legittimità di sua usurpa-
tregua, che loro diede agio a far nuovi zione. Negli ultimi anni perciò di Papa
apparecchi di guerra. La codardia de* Celestino III spedì deputati a R.oraa a
greci loro malgrado die a conoscere, es- chieder la corona per se, ed un patriarca
ser più facile offendere un popolo che pel suo paese; ma eglino caddero in po-
domarlo. Un 3° fratello di nome Giovau- tere dell'imperatore greco, tranne un so-
ui,cuuosciuto megliocon quello di Gioan- lo che giunse alla sua destinazione, hi
nìcio e Calogio vanni, dovette leudersico- questo mezzo divenuto Papa lunuceitzo
igO V A L V A L
111, la pryJenza sua gli suggerì di ordi- nnldi h chiamo Basilio vescovo Brandi-
nare investigazioni sulla sincerità di que* zuberense, e col p. Le Quien parlai del
sta ofTei te e sullo stato delle cose; al qual \e<^Q.o\'à\o Brandiziiheriiim evtlXo in me-
uopo, prima di spedire , secondo l'uso tropoli da Innocenzo III, di cui fuL^ar-
dellas. Sede in sicuiglianti occasioni, una ci vescovo Biagio) e l'arciprete Domenico
ambasciata solenne, contentossi d'inviare di Brindisi, per assicurarlo della mia gra-
colà Tarcipretedi Brindisi Domenico, co- titudine, dell'acnicizia mia e della mia di-
me versalo nella cognizione della lingua vozione". Pregò inoltre Innocenzo III di
greca e latina. Recò egli a Gioannicio u- concedergli la corona e gli onori di cui
Da Papa, in cui era detto: «A-
lettera del godettero gli antichi principi suoi prede-
ver sapulo Sanlo Padre ch'egli faceva
il Simeone, Pietro e Samuele,
cessori, couje
discender la sua origine da .Roma, onde ed ancora di mandargli la solenne am-
avrà ereditato da'suoi padri qualche par- basceria che gli promise; la qual doman-
te del loro alFelto verso la s. Sede; che da fu presentata e raccomandata dall'or-
per questo era venuto fin da prima in civescovo di Debeltus Basilio, come con-
deliberazione di scrivergli , ma esserne corde al desiderio del popolo, che sareb-
sempre stalo impedito dall'altre molte- be lietissimo per simil favore. Il Papa fu»
plici e più gravi sue cure. Ma di presente ce accompagnare 1' inviato bulgaro, da
il principal suo dovere esser quello di Giovanni suo cappellano, con commissio-
raffermare il re nella sua commendevo- ne di vedere se le cose concordavano col-
le risoluzione d'unirsi colla s. Sede; per la relazione di Caloiannì, a cui Innocen-
la qualcosa gli manda un deputato, pre- zo III scrisse.»» Secondo l'istanza tua, noi
gandolo a fargli buona accoglienza e : abbiamo fatto fare indasrine
o ne'nostri ar-
quando questi l'avrà veramente informa- chi vi, e trovalo che v'ebbe effetti va men-
lo della sincerità di sue intenzioni ,
gli un re coronalo nel paese a te
te pili d'
manderà un legato per assicurarlo della soggetto. A'ierapi di Papa Nicolò I, e per
benevolenza pontificia ". Innocenzo III merito delle sue istruzioni, un re de'bul-
\ide certo chiaramente di quale impor- gari si fece battezzare insieme con tutto
tanza riuscir potesse questa lega col nuo- il suo popolo, e chiese che gli fosse man-
vo principe de'bulgari de' blachi e de'
, dato un arcivescovo. Un re Michele die
valacchi, nel caso d'una nuova Crocia- pur commissione ad un ambasciatore di
ta in Terra Santa, e il sussidio che nelle portarsi con doni alla corte di Papa Adria-
sue Provincie potrebbe trovar l'esercito no II per pregarlo d' inviar ne'suoi stati
latino. Gioannicio ricevè onorevolmente un cardinale, con facoltà di eleggere e
l'arcipretedi Brindisi e la pontificia lette- consagrare un arcivescovo; ma i greci al-
ra, e rispose al Papa mes-
nel 1202. » I lora si opposero a questo disegno. Ond'è
saggeri e le lettere del Romano Ponte- che noi oggi, per precauzione, ti mandia-
fice hanno maggior pregio per me che mo non già un cardinale, ma si Giovan-
l'oro e le gemme. I miei fratelli vollero ni nostro cappellano e confidente, in qua-
già inviare a Roma ambasciatori, ed io lità di legalo, dandogli pieni poteri eia-
stesso tentai due volte dì farlo, ma i mìei caricandolo di recare il pallio all' arcive-
inviati giuuger non poterono al luogo scovo, di fare indagini nell'antiche per-
destinato. Ora che la Santità Sua ha, co- gamene circa il conferimento della coro-
me un padre al figlio, mandato negli sla- na a* tuoi predecessori per parte della
ti miei uno de'suoi legali, col ritorno di Chiesa romana, e di riferire in proposi-
questo a Roma le invio l'arcivescovo di to". Innocenzo III confortò poi l'arcive-
Branizzowa (questo vocabolo non Io trovo scovo a mostrarsi sempre di voto alla s.
ne'geografi sagri, né ne' profani : il Ri- S^àQf e gli pose sotto gli occhi, w Che la
VAL VAL 197
Chiesa formanclo un sol corpo, aver non re l'eresia de'patarini, e il re li fece solen-
poteva piti capi (quesl' avvertimento fu nemente giurare di dare una scoria a ta-
dato senza dubbio per insegnare a quel- le legalo perchè potesse giungere sicura-
li ch'eran passali alla chiesa greca, non mente al signore loro. L'arcivescovo di
poter essi riguardare il patriarca di Co- Debellus Basilio, invialo a Roma dal re
sta ntinopoli con»e il vero capo della Chie- de'bulgari e de' valacchi, giunse infatti fe-
sa; anzi sino a Innocenzo 111, Papi non i licemente fino a Durazzo, dove trovò aL
lo riguardarono per patriarca). Il nostro cuni messaggeri del conte di Brienne che
legato ha facoltà di far ordinare da' ve- volevano fare il tragitto insieme con lui;
scovi cattolici circonvicini i preti e ve- ma avendo un greco, ch'era in loro com-
scovi di cui è bisogno. Quanto ni resto, pagnia, rappresentalo governatore di al
i'(J (nel qual articolo, nella colonna a.' per consolazione di questo nuovo accresci-
fallo invece d'arcivescovo di Bulgaria è mento della Chiesa, e deliberò, dopo ma-
dello di DiirazzOy per ooimissione della turo consiglio, di proclamare Gioaunicio
parola richiamato^ dopo quella à* arci' re de' V^alacchi, de'BIachi e de'Bulgari, e
vescovo) stabilita a residenza priraaziale. mandare colla corona e lo scettro,ad im-
Dopo di che il re,conaltoaulenticatocon gerlo il cardinal Leone Brancaleone le-
r aureo sigillo, dichiarò Che seguendo: gato apostolico. A questi il Papa die pu-
1 orme degli avi suoi, poneva il suo re- re il pallio pel nuovo primate patriarca
gno nella comunione della Chiesa roma- della gran chiesa di Trinova o Ternova,
na, promettendo per se e successori suoi, prima città di tutta la Bulgaria, arcive-
eterna divozione alla s. Sede; e prescris- scovo di tutta la Bulgaria e Blachia, e per
se al primate, agli arcivescovi, a* vescovi gli arcivescovi colle debile istruzioni, or-
ed a'preli del suo regno di conformarsi dinando al primate, nella lettera che gli
alla quale egualmente promise sottopor- li suggeriti dal cardinale. «Poiché a quel
re tutti i paesi cristiani che avesse con- modo che tu ti sei sottomesso al supremo
quistato. Pregò Papa che si stabilisse
il vescovo e pastore dell'anime a le confi-
la santa e gran chiesa di Ternova per fa- date, così fa di conformarti alla dottrina
re la cresima e pel battesimo de'crislia- di colui al quale il Signore ha confida-
ni, perchè quando i greci sapranno ch'e- lo reggimento della Chiesa, la quale è
il
gli e i suoi popoli hanno ricevuto la con- saldamente piantata sulla pietra su cui ha
sagrazione dalla s. S^Ae^ non gli daranno edificato il suo tempio". Di più gl'impo-
la cresima, il vescovo di Braoizzova (Ri- se la seguente formola di giuramento.«lo
naldi io chiama Biagio e Basilio, mentre giuro d'esser fedele e ubbidiente a s. Pie-
V kh V AL 199
tìo, alla Chiesa lomana, ad Innocenzo gìe insegne, con flicoltà al cardinale di
mio signore, ed a lutli i suoi cattolici suc- consagrarlo dopo il giuramento di som-
cessGni; di non mai commetter cosa con* missione alla Chiesa romana. 11 Papa
li'o la vita o itbertà loro; di nondarea niu- concesse inoltre al re Gioannicio il di-
uo consigli a danno loro; di difender To- ritto di batter moneta in proprio nome,
Doreja dignità e diritti della Sedia pon-
i e gli fece presentare uno stendardo colle
tificia; di portarmi a* concilii ogni volta figure della Croce e delle Chiavi di s.
che io vi sia chiamato; di farmi dare un Pietro; l'una a ricordargli che a Dio e
giuramento simile da tutti vescovi ch'io i non a se stesso il re dovea le sue villo-
fossi chiamato a consagrare, e di far pari- rie; le altre come simbolo della pruden-
menti giurare a're che io avrò ad unge- za e della forza; l'una e l'altra congiunte
re, divozione per se e pe*suddili loro alla poi, coinè segno della salute pe'patimenli
s. Sede'*. Questa formok si legge abbre- delRedentoree per merito della suaChie-
viata in Hurler, e più dilìusa e particola- sa. A tale Hurler sog-
traduzione dell* ,
reggiata in Rinaldi , indi pronunziata da giungo quella del Rinaldi, che riporta
Basilio arcivescovo Trinovilano odi Ter* quasi per intero le lettere pontificie e re-
nova, primate di tutta la Bulgaria e Bla- gie.»» Mandiamo a tua Serenità pel nostro
chia. Promise ancora di visitare i sagri venerabile fratello B. vescovo Brandi-
Limina Jpostoloriim ogni 4 anni , o di zuberese, lo stendardo che tu userai con-
persona o per messo se impedito. Termi- tro di quelli li quali onorano colle labbra
nando il giuramento colle parole. Così il Crocifìsso, ma il cuore è lutto rimoto
m' aiuti Dio e questi santi Evangeli nel da lui. Contiene non sen/,a mistero la
vuto nella sua consagrazione l'unzione sto,che vince, regna e impera, ha supe-
secondo il rito romano, Innocenzo III rato le podestà aeree, e nel quale per-
lo fece ungere alla sua presenza da uà dendo la preda il predatore, morendo Id
cardinale assÌ!>tito da due vescovi, ordi- vita, assorbì la morte, e prese Beemot,
nando che in appresso nessuno del rea- quasi con amo negli occhi suoi. Anche
me potesse essere innalzato al sacerdozio rappresenta due Chiavi, l'una della di-
o all' episcopato senza la pratica iunan- screzione e l'altra della podestà, accioc-
zi di questo rito, di cui ne spiegò le ra- ché mentre tu discernerai discretamente
gioni in lunga lettera all'arcivescovo di tra il bene e il male, tra la luce e le te-
Ternova, colle citazioni di moltissimi e- nebre, tra il santo e il profano , tu ado-
sempi tratti dall'antico e dal nuovo Te- peri la spada materiale commessati ad
stamento. Il cardinale partì d'Anagni pei* vindlctam^ come si legge scritto, male-
la legazione nel declinar di febbraio 1 2o4, far.toriim^ laudem vero boiioruni; e tu
e probabilmente in compagnia del vé- prendi l'arme e lo scudo contro quelli, che
scovo di Branizzova; e giunto dal re gli non ponierunt Dewn adiutoriiun sibi".
consegnò la bolla Rex Regam^ddla in Una lettera particolare del E'apa faceva
Ana^i a' 24 febbraio, Bull, Roni. ì. 3, conoscere al principe le commissioni del
par. I, p. 107, nella quale il Papa con legato, le piene facoltà di cui era fornito,
passi della sagra Scrittura e le parole gli onori e i privilegi concessi a* vescovi
del Salvatore, espose le prerogative di del suo paese, e confortavalo ad accO'
s. Pietro e de' suoi successori , in virtù glierlo rispettosamente, ed a provvedere
delle quali appunto gli mandava le re- altresì che si prestasse ubbidienza agUor-
300 VAL VAL
ilini suol in ItiUo i) regno. Il privilegio forza. Ne ondò guari che lo provò co'
d' incoronare il re fu da Innocenzo ili futti.I grandi signori bizantini, punti al
iji dignità al patriarca. Innocenzo 111 brezza della vittoria aveano risposto a*
quindi annunciò al clero e a'popoli del • suoi ambasciatori ad offrir loro amicizia:
rUnglieria e dellaServia la fortunata con- «Non dover egli tener con essi il linguag-
giunzione de' valacchi e de' bulgari alla gio d'un re co'suoi pari, ma sì d'uno schia-
Chiesa romana. Ad onta degl'impedi- vo col suo signore, altrimenti gl'insegne-
iMcnti frapposti dal ve lVUngheria (/^.), rebbero con 1' armi a più acconciamente
il cardinal legato giunse a Ternova (F.) parlare, e lo tornerebbero bentosto nella
a' 5 ottobre, ed a'y novembre vi consa-
1 condizione di prima". Alle quali parole
grò primate Basilio , per le provincie
il Gioannicio fece rispondere.» Posseder e-
di Bulgaria, Blachia o Valacchia, già ar- gli il proprio reame a più buon diritto che
civescovo di Debeltus, il quale ordinò poi non essi Costantinopoli; aver egli ricupe-
i suoi metropolitani e vescovi , i primi rato il retaggio de' suoi maggiori e non
de'quali riceverono il pallio dal cardinale. altro; eglino aver occupato Costantino-
Nel d'i seguente questi in nome del Papa poli senza che ci avessero ragione alcu-
procede alla coronazione del re Giovan- na ; portarlegittimamente una co-
egli
ni in mezzo alle festose grida del popolo, rona avuta dal Papa, laddove colui che
e partì a*i5. Il re gli allìdò due fanciul- porta il titolo di re di Costantinopoli a-
li per farli istruire in Roma nell'idioma verla qrbilrariamenle usurpata , onde
latino, onde servirsene nella traduzione questo reame esser dovuto a se meglio
delle lettere; e pel Papa ne consegnò u- che a lui. Moverebbe lutto confidente aU
iia, nella quale significò la propria con- la pugna, sotto il vessillo di s. Pietro, in
tentezza per aver conseguilo quanto più cui risplendouo le due chiavi, contro co-
desiderava; dichiarando però di non vo- loro che portano sull'omero la falsa in-
ler concedere alla s. Sede altra podestà nel segna della Croce". Cosi essendo le co-
suo regno, se non quella riferibile alte se, iu buon punto adunque i grandi si-
rifugiaiono a Costantinopoli , non osan- cuvfdli de'crociati stanchi dal peso de'ca-
do restar più chiusi nella città. Baiilovi- valieri ad un tratto si rivolsero e man-
,
il fratello Enrico di Fiandra colle sue gen- cumani scannavano cavalli, troncavano i
tida Adramitto; tutto fu in moto fra* con falci il capo a'cavalieri, o gittavano
crociati per combattere greci, e questi i lacci sopra di loro per tirarli giù d' ar-
per alfronlarli si riunirono in massa ad cione e ucciderli. Finalmente la vittoria
Adrianopoli per aspellar i crociali. Bal- fu per loro. I più de'crociati rimasero e-
dovino 1 al tutto sfornito di gente, sen- stinti sul campo, fra'quali diversi signo-
za attendere appena arrivò da
il fratello, ri capitani. Nel numero de'prigionieri fu
JVicomedia Sainte-Menehouid co'suoi i co Baldovino I, che venne condotto alla cor-
cavalieri, nel marzo mosse contro Adria- te di Gioannicio a Ternova , un anno e
nopoli, mentre anco Gioannicio entrava due giorni dopo il suo ingresso trionfale
in campagna coir eseicito segretamente in Costantinopoli. Per buona ventura de*
armato. 1 crociali abituali a restar vitto- crociati cumani, i valacchi ed greci si
, i i
riosi de'greci, minor slima fecero de'bul- ritirarono senza rinnovare l'assalto. Però
gari , blaclii e valacchi non avvezzi al il re inseguì con ardore crociati, che da i
per guardare il campo, l'altra, guidata no il paese fin sotto le mura di Costanti-
dall'imperatore, per sostener l'assalto se nopoli; laonde il reggente e il doge fu-
Gioannicio volesse venir a giornata. Avea rono costretti , lasciato un forte presidio
costui preso gh alloggiamenti a 5 leghe in UodoslOjdi recarsi colle genti loro nel-
distante, ordinò a'cumani, agili ed usi a la metropoli, che sola quasi reslava a*
nocenzo III, che mandava l'aiuto delle ce cavar gii occhi a i5,ooo bulgari pri-
sue cure e de'suoi consigli in tutte le par- gioni, risparmiando un solo per centinaio,
ti, per soccorsi e per la liberazione del nfrinchè conducesse gli altrinella loro pa-
linlello. Tosto il Papa scrisse al re de* tria: s[)ettacolo sì miserando cagionò la
bulgari, che avendo ricevuto dalia Ghie* morte del re) , co^l ora Gioannicio volle
sa romana il diadema e lo stendardo mi- cancellarlo con quello di Ammazzatore
litare, dovesse restituire la libertà a Bal- de* romani o feiidìcatore del sito popò*
dovino 1 e far pace co'latini, altrimenti lo. Anche greci d'Adrianopoli e di De-
i
vincie come appartenenti all'impero gre- di prodi nel giorno di s. Gio. Battista si
crociati di Natòlia nel pericolo d' esser dusse l'esercito in Bulgaria^ nel quale ar-
sconfitti da Lascarls, se accorreva all'a- ticolo riferisco altre successive notizie. In
iulo di Adrianopoli, quando Dio in mo- seguito Enrico sposò in seconde nozze la
do al tutto inopinalo salvò gli assediali. figlia di Gioannicio,assicurandosi così l'a-
I cumani, tornali carichi di bottino da' micizia di sì poderosi vicini; e la sua mor-
contorni di Costantinopoli, avendo otte- te avvenuta a'3 giugno 12 16 in Tessalo-
nuto r intento della loro spedizione, ne- nica con sospetto d* avvelenamento pei*
,
garono di più lungamente rimanere; on- parte della moglie, riuscì fatale alla do-
de Gioannicio, non volendo continuar minazione de'Ialini io oriente. Frattanto
l'assedio senza di loro, fece ritorno ne* morto Basilio arcivescovo e primate di
suoi stati quando appunto la città stava Ternova, Germanoche gli successe, si se-
per cadere. Indi Enrico entrò in Bulga- parò dalla Chiesa romana, e ricorse al pa-
ria, e per combatterla si unì col suocero triarca greco di Costantinopoli che risie-
marchese Bonifacio di Monferrato signo- deva a Nicea, da cui ottenne la conferma
re di Tessalonica; ma questi rivolto a i- de'privilegi per la sua chiesa. Così i bul-
sligazione de'greci in una spedizione ver* gari, i blachi, i valacchi tornarono age-
so le montagne di Rodope , fu sorpreso volmente allo scisma de' greci; massime
da'bulgari, che mozzarono il capo e lo
gli dopoché il re Giovanni, nipote di Gioan-
mandarono al re, con estremo dolore del* nicio e figlio d'Azan,si separò dalla Chie-
l'imperatore e di lutti i latini d'oriente. onde Pa-
sa latina per riunirsi alla greca,
]Neli207 Innocenzo III tentò nuovamen- pa Gregorio IX eccitò Andrea II re d'Un-
te d'indurre il re de'bulgari alla pacco al- gheria a guerreggiarlo. Alquanti anni pri-
meno a tregua , cercando pur di persua* ma s. Domenico fondatore dell' ordine
derlo non dover egli attribuir la vittoria de'predicatori, mandò fr. Paolo, uno de*
senon a Dio.» Se tu sei così divoto alla suoi religiosi, a convertire gl'idolatri di
s.Sede come dici, che per lei daresti an- Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ser-
che la vita, tu dei darle prova di questa \ia e regioni circostanti, e solFrì il marti'
tua divozione col conchiudere pace o rio con 90 religiosi del benemerito suo
tregua coU'imperatore Etnico e cogli al- ordine. Papa Nicolò IV del 1288 esorlò
tri Ialini che sono nell'impero romano". inutilmente il successore Gioacchino a
Ma neppure quest' ultime rimostranze tornare alla comunione romana; miglior
del Papa fecero maggior effetto delle pre- successo ebbe il suo zelo colla Schiu vonia,
cedenti. morte del marchese Bo-
Per la la Servia e la Tarlarla. Nel i29[ invitò
nifacio e liberato di sì formidabile nemi- Giorgio imperatore o re de'bulgari, ecou
co, credette il re essergli venuto il tempo gravissime sentenzegli propose 1' abiura
propizio di conquistare i suoi stati, quin- dello scisma, esponendogli la vera e sin-
di si recò con grosso esercito sotto Tes- cera fede tenuta dalla Chiesa romana, la
salonica;ma quivi ebbe morte inattesa, quale non può essere contaminata da er-
avendolo Manastrete capitano supremo rori, né ablialtuta per forza o violenza al-
del suo esercito, trovato una notte nella cuna, e fuori della quale non vi è salute.
sua leuda trafitto di più colpi e immerso Nella lettera che gli scrisse, gli mandò
ao4 VAL V AL
pure la regola del credere. Confortò il sma, a venire al seno della Chiesa roma*
dello arcivescovo de' bulgari a tenere e na, onde il Papa propose loro la confes-
a predicare ai suo popolo l' istessa fede. sione di fede. In Valacchia, Chiara vedo-
Fu Elena regiiin catlolica di Sorvia che , va del defunto principe Alessandro, rice-
pel suo ambasciatore indusse il Papa a vè la lede cattolica, e indusse a fare il me-
scrivere tali lettere, proponendosi d'ab- desimo una delje due figlie dell* impera-
boccarsi col re Giorgio per ridurlo all'ub- trice di Bulqaria. Del che Urbano V mol-
bidienza della Chiesa romana. Il Papa Ur- to si rallegrò con Chiara, e la pregò a vo-
bano V bandì la crociata contro i turchi, lere usare del suo potere per trarre dal-
in favore de'greci, ed esortò l'imperatore lo scisma anche T altra figlia e regina di
G iovanni I Paleologo a tornare al grembo Servia, e altre persone de' due sessi con-
della Chiesa cattolica, ed indurre i greci taminate di scisma e di varie eresie. Si-
ad abbandonare lo scisma. L'imperatore milmente il duca di Moldavia Latzko, co-
n mezzo del suo ambasciatore si dichiarò nosciuta la verità cattolica predicata a
proi»tissimo all'abiura de'siioi errori, on- lui e a' suoi da alcuni frati minori , avea
de il Papa propose a lui ed a'greci la re- con essi cotidannato lo scisma; e pregalo
gola cattolica del credere e la forma del il Papa di fare città la nobile terra di Ce-
giuramento nel condannare lo scisma,am- reto del suo ducato, situato nella diocesi
monendolo a non più indugiare opera sì d'Haliese, occupata da un vescovo sci-
gloriosa. Nel 1867 ricevè in Viterbo gli smatico, e di dargli un vescovo cattolico,
ambasciatori greci per trattar 1* unione il cpiale ammaestrasse e mantenesse lui e
delle chiesegreca e latina, e per reprime- lasua gente nella fede cattolica. A sì pia
re l'impeto de'tarchi; indi per 8 nobilis- domanda acconsentì Urbano V, e ne com-
simi ambasciatori, Urbino V ricevette in mise l'esecuzione all'arcivescovo di Pra-
Roma Giovanni I che
l'assicurazione da ga, ed a'vescovi di Vralislavia e di Craco-
sarebbe venuto ad elFellaarla avendovi , via, a'quali anche ingiùnse, che ordinas-
consentito figli Andronico e Mannello,
i sero vescovo di Moldavia Andrea da Cra-
inuno a'patriarchi di Gerusalemme, A- covia frate minore, maestro in divinità e
Jessandria e Costantinopoli, co'quali lut- ornato di singolari virtù. Del quale ordi-
Papa paternamente si congratulò.
ti il ne mandò 4 vescovi in Albania e vicine
Giunto l'unperalore in Roma nel 1869, Provincie, per dilatare la religione catlo-
a' 8 ottobre abiurò lo scisma nelle mani
1 lica. Per simil modo Urbano V inviò Ni-
del Papa, il quale gli concesse diverse cola di Melsac con autorità di spargere
grazie, e sollecitò tutti i greci a fare al- per la Lituania e Valacchia 25 frati mi-
trettanto. Fiorendo in Bosnia il caltoli- nori per ammaestrare que'popoli nella
cismo pel bano Stefano, il Papa ne prese fede cattolica. Si legge nel p. Le Quien,
la protezione, contro il fratello vecchio parlando di Tergowilz e di Ternova i
bano scismatico; e siccome da tale regio- Fraedpuis aulem illis Jarihiis, {juìhus
ne gli eretici passavano in Dalmazia, ec- potiehalur adeìnptis , utraque f^ala-
citò gli arcivescovi dalmati e loro sulFra- chia ConslantinopoUfano ilerwn vclut
ganei a impedirlo. Nel 1870 Urbano V oliin ihrono obnoxia facta
est. CactC'
attese con ogni studio a confermare gre- i rum anno Syo i Ladislaus Va^
circiter^
ci nell' ubbidienza della Chiesa romana, lacliiae princeps rcgionem suamgraeco
e di allettare a venir ad essa i valacchi, i schismate laboranteni ad catholicaiii
iDoldavi, gli albanesi, i russi, i glorgiani, unita teni revocare meditatus est, atqiie
e d'illuminare colla luce evangelica i tar- lileras de conimunione cuni Romana Se-^
tari. L'esempio di Giovanni I mosse altri de incunda Urbano f^ per nobìlem lìlol-^
principi, sino allora involti nel greco sci- daviensem dfCdit f cui per inde Ponti/ex
VA L VAL 2o5
rcsrrìp^jtj' sed cassus utriusqiie cona- principe di Valacchia, che a mezzo del
tHsfait. f^alachìac metropolita illustris- re di Francia, impegnalo da Gregorio
simo TTierosolymorum patriarcliae ut y Xlll, a cui avea ricorso, ricuperò i suoi
Jìloldoblachìac Exarchus Plcrgenanim stali. Egli era di costumi assai virtuosi,
appellatur; ccii totus ille tracina Pla^ e governando con amore di padre sud- i
genae dicatiirj quo etiam nomine ap- diti, chiamò nella Valacchia religiosi e
pellatur in Notitia Codini Curopalatae. parrochi dottissimi ed esemplari per la
Poslerisy inquity temporibus constituti riforma di molli cattolici e per la con-
sunt in V ngarohlachia duo metropo- versione alla fede degli scismatici. Noa
litae, quorum alter tenet locum Ni- potendo tollerare i lui chi tanta pietà, lo
saputosi da'nobili valacchi andarono in- stolico di Valacchia, per tulio il princi-
contro al vaivoda, e lo ricondussero in pato, ed alììdarono l'amministrazione del
trionfo sul trono, dopo averlo il re Ste- medesimo nelle due Valacchia, maggio-
fano colla sua autorità rimesso in grazia re e minore, al vescovo prò tempore di
d' A murai 111, il quale era ammiratore Nicopoli {F.)i citlà vescovile di Bulga-
di Sisto V, ed anco lo temeva. Ricupe- ria distante 3o leghe da Bucharest. la
ralo principato, con più di fervore Pie-
il tale articolo nel riferire gli ultimi suoi
tro dedicò a governare i sudditi, a rie-
si vescovi , ìnclusivamente al passionista
dificar chiese, a chiamare io Valacchia mg/ Parsi, ch'è tuttora amministratore
religiosi^ e colle più esemplari industrie aposlolicu delia Valacchia^ uaiiai qÌìh il
,
VAL V AL 207
predecessore mg.' Molajoni, pel feiribi- li e occidentali. In una piazza fu innal-
je incendio scoppiato in Eticharest nel zala una statua marmorea a Kisselelf
giorno di Pasqua 1847, ^'* perdette co' per gratitudine de' grandi benefizi che
suoi effetti la propria casa di residenza, quel prode generale russ.o rese alla Va-
in cui avea istituita a sue spese una scuo- lacchia, nel tempo che
governò per la la
e 10,000 foraslieri. Essi abitano ne'67 fino al 18 12, dal 1828 fino al 1829 e
quartieri in cui è divisa la ciMà, oltre a e più avanti fino Qli85i,e nella descrit-
12,000 case di varie forme e grandezze, ta guerra d'oriente. Bucharesl può esser
nella più parte costrutte in legno e ges- d'importanza in riguardo commerciale,
so, d'ordinario basse e con corteegiar. politico e altro, ma in fallo di strategia
dino : la città però dopo 1* ultimo e ac- essa è priva di significanza. E vero che
cennato disastroso incendio del 1847 ^^^ ci sono nella città alcuni edifizi fabbri-
di mollo guadagnalo in solidità e bellez- cati a modo di fortezze, ma nessun ge-
za con nuovi edifizi che si estendono per nerale vorrà mai esaurire le sue forze
la lunghezza d'intere contrade. Magnifi- nella difesa di punti che non potrebbe a
co è l'aspetto che essa offre veduta da lungo conservare. Dopo che nel 1698 la
sud-est o da sud-ovest, monotono all'in- qualità di capitale della Valacchia da ,
contro veduta dal nord-est o dal nord- 'Tergowilzfu trasferita in Ducharest, qui-
ovest. Quattro lunghissime contrade vi risiederono i vaivoda o ospodari, l'ar-
nente per la massa che pel finito delle lo- ropea, gran isfarzo negli abiti delle don-
ro parti, raramente questi edifizi sono ne,nelle livree,ne'cavallieloro fornimen-
costruiti di pietra, facendosi uso gene- ti , delle moltissime carrozze e vetture.
ralmente di mattoni coperti di gesso; ed Non mancano stabilimenti di pubblica
in conseguenza gli ornati non ponno ave- beneficenza, d'ospedale militare. Per la
re sullicienle solidità. La stessa osserva- pubblica istruzione, olire il suddetto col-
zione va fatta sugli altri edìfizi di JUu- legio di s. Sava, denominato il Liceo, vi
churest e di parecchie altrecitlà del prin- sono alcune pensioni private, le scuole
cipato, i quali a prima vista fanno sfog- lancastricane, una biblioteca provveduta
gio e pompa di decorazioni, ma passato di circa 8000 volumi, \\r\ museo di sto-
un inverno o due, si vedono spogliati de' ria naturale, ed un seminario per l'istru-
loro appariscenti ornati. La chiesa di s. zione del giovane clero. 11 metropolita
Giorgio ha un ampio portico con pre- Ignazio nel 18 io eresse una società di
gevoli pitture di siile bizantino, fra le scienza, letteratura e lingue. Molli so-
quali sono effigiali molti falli della vita no i monaci e le monache, per lo più as-
del santo titolare. L' Album di Roma sai ricchi, molti de'quali dipendenti da'
produsse i disegni della cattedrale di Bu- greci scismatici di Palestina. Vi sono
charest nel t. 8, p. 32i,edella facciata fabbriche di vetri, di tele, tappeti, sac-
di s. Giorgio nel t. 21, p. 69. In Bucha- chi, collane di foglie di rose, distillerie
rest evvi ancoradaantico tempo la chie- d'acquavite e altre manifatture. Questa
sa de'protestanti di buona architetlura,e città si può chiamare il deposito di tulio
la sinagoga. Altri considerabili fabbricali le merci di Valacchia. Vi si fanno gran-
sono: l'ospedale fondato nel i835 dalla di all'ari in panni, vetri, chincaglie pro-
nobile Brancovana, e capace per 60 ma- venienti di Germania, grani, lane, tabac-
iali, la casa abitata dal console d'Austria, co, miele, cera, sego, burro, pelli e bestia-
quella del console russo, la camera de' me. Gli artisti vi formano 49 corpora^
rappresentanti, ed il collegio di s. Sava. zioni. Nella relazione dei funesto incen-
Vi sono moltissimi grandi alberghi pub- dio del giorno di Pasqua 1847, scoppia^
blici occupati principalmente da ricchi to a mezzodì nel centro della città sotto
mercanti che trafficano di tulle le der- l'azione d'un vento gagliardo, si legge
rate del mondo commerciante. Alcune che perirono 3 vittime, e restarono con-
1
comode case degli ereganli quartieri han- sumale dal fuoco più migliaia di case ,
no magazzini in cui si pongono in bella ovvero 1798, comprese le casipole e le
moslra merci d'ogni geneie; altri sono capanne; ma sventuratamente la [)erdi*
iu uu basar, e di oolle si chiudono eoa la maggiore colpii! commercio^essenda
Val 109
siale distrutte gran numero di botteghe a farne cessare le distruzioni, e del pater-
e di magazzini colle merci in essi cuslo- no amore con cui aveva poi procacciato
diti, circa i5oo mngazzini o khan, fm- di rimediare alle disastrose conseguenze
perocchè a farsi un'idea della quantità del desolante infortunio. Bucharest si
di merci e derrate d'ogni specie ch'erano vuole edificata nel principio del secolo
raccolte ne'fondachi della capitale della Xil. Di sue principali vicende già ragio-
Valacchia, conviene avvertire ch'essa è nai. Solo qui ricorderò:Checeduta all'Au-
come l'emporio di tutti gli opiflcii di ma- stria nel I 718, fu restituita a'turchi nel
nifatture e di lusso per l'Europa orien- j
789 per la pace di Belgrado. Occupata
tale, e che ìndi ne vengono fornite non da'russi a' 17 noveo)brei769, fu resti-
solo tutta la Valacchia, la Moldavia, ma tuita alla Porla nel 1774- Gli austriaci
ancora la Bessarabia, la Uomelia, la Ser- la presero pure nel 1789, indi la resero
via, e persino una parte della Transilva- alla pace di Christowa. Successivamente
nia. danno fu stimato approssimativa-
11 i russi l'occuparono le narrate volte. Due
mente ad un 4o milioni di franchi. Le congressi vi furono tenuti, il i
."
dall'ot-
perdite colpirono specialmente varie ca- tobre [772 al marzo I 778 ; il
2.° nel 1812
se di Vienna, massime israeiite, di Pest in cui a'28 maggio fu ceduta a'russi la
e Berlino. Il principe Bibesko si trovò Bessarabia. Le notizie più recenti sul vi-
per lutto colle pompe idrauliche per fre- cariato apostolico della Valacchia, di
nare l'elemento divoratore, e quindi in- cui è amministratore il vescovo di Nico-
cessantemente si occupò di mitigare la poli, sono le seguenti. Bucharest, residen-
generale miseria, con energiche provvi- za del vescovo amininistratore del vica-
videnze e benigne disposizioni. Aprì una riato, ha cliiesa e convento de'francesca-
soscrizione in tutta la Valacchia per soc- ni minori osservanti riformati di Bul-
correre i danneggiati dall'incendio, po- garia e di Transilvania, con vicario ge-
nendosi a capo di essa per 6000 zecchi- nerale e parroco. Il vescovo ha le facol-
ni. S'accordò col metropolitano e col con- tà dalla propaganda^z-
congregazione di
siglio amministrativo d'impiegar in soc- de^ da cui dipende della formola 2."* e ,
corso de'bisognosi la 4-^ parte delle ren- altre straordinarie. Benctè in Bucharest
dite d'un anno, o circa 5oo,ooo pia'stre; e nel resto del principato la religione do-
dalia cassa centrale 200,000, dopo aver minante è la greca scismatica, il metro-
provveduto agl'istituti di beneficenza su politano ultimamente col suo clero ave-
di essa fondati; la doppia decima delle vano sentimenti cattolici. Istruiti nella
rendite annue de'chioslri giovevoli al s. storia ecclesiastica, conoscono bene l'e-
Sepolcro, tranne quello di s. Giorgio che poca, gli autori e le cause dell' allonta-
patì l'incendio, di circa 700,000 piastre; namento de' greci e de* valacchi dalla
il fondo di riserva della cassa Wessiarie, Chiesa romana, e non sembravano alie-
di 3oo,ooo una mesata a tutti
piastre; ni dal ritornarvi. Il vescovo amministra-
gl'impiegati civili e militari, che ricevono tore mg." Arduini scrisse alla s. congre-
più di 3oo piastre, per 3oo,ooo piastre, gazione, che se il vescovo di Wicopoli ri-
del vivo zelo da lui mostrato durante zioni del 1 882 ascendevano a circa 6000,
l'iucendio, pe'prowedimenti opportuni Mg/Bosali che pubblicò nel 1 848 la No*
VOL. LXXXVII. i4
-
quindi molto e progressivo è l'accresci jest, alla sinistra di Tergo witz, con alcu-
]Nel doloroso incendio del 1847 i'^^ucha- de il guardiano, il parroco e qualche lai-
rest arsero! 3 chiese, compresa la calteli* co. Crajova capitale della Valacchia mi-
ca. Nel chiostro de' francescani e nella nore e talvolta residenza del principe o
casa del vescovo amminislratgre periro- del suo caimacan vi sono de' cattolici.
,
no oroamenti di chiesa
nel fuoco lutti gli Dell'antica chiesa e convento ora diruto e
ed i vasi sagri, onde divini ufijzi con- i abbandonato, vi restano le mm-a e il re-
venne celebrarli temporaneamente nella cinto abitato da'zingari. Ciò non ostante
casa del console austriaco, sotto l'imme- vi risiede un religioso , ma nulla ritrae
diata prolezione del quale è la chiesa cat- dall'antiche rendite della chiesa ch'era-
tolica di Hucharest. Che fu riedificala, no vistose, poiché possedeva molte terre,
«e ho prova d'aver letto, che a'24 aprile e molte case della città pagavanoalla chie-
1854 nella chiesa parrocchiale vi fu ce- sa il canone. Il vescovo Molajoniavea ot-
lebrato un solenne uffizio divino in occa- tenuto dall'ospodaro promessa della la
sione del matrimonio dell* imperatore restituzione delle del convento e mura
d'Austria Fiancesco Giuseppe. Mg/ Mo- chiesa, e dell'annesso recinto che i zin-
litjoni vescovo amministratore, che tro- gari ridussero a loro abitazione. La cillà
vavasi a Bucharest nella deplorabile vi- di Crajova è distante 43 leghe da Bu-
cenda, riparò a Ciopple,allra sua residen- charest, e 127 da Coslanlinopoli: è gran-
za, ov'era un missionario romano e una de, con chiese, conventi e mollo belle
chiesa callolica; e come già dissi, dopo a* botteghe. Piiranik, città sulla sinistra
ver perdtJlo co'suoi elfetti la propria ca- sponda del fiume del suo nome, ha po-
sa, in coi a sue spese avea istituito una chi cattolici, e vi é un convento di fran
scuola di fanciulle. I! parroco e il guar- cescani ben provveduto. Ma a'ig aprile
diano de' francescani furono accolli dal 1847 "0 incendio, reso estesissimo dal
console austriaco, e gli altri 4 francesca- vento turbinoso, fece perire Sq edifizi ,
ni si ospitarono da altre famiglie catto- fra'quali il seminario vescovile, le scuole,
liche. 11 loro convento colla chiesa allo il tribunale e molle altre case di valore.
svilupparsi dell'incendio fu ravvolto nel- Rimnik o Ribnik nel 1 789 vide dappres*
le fiamme e distrulli in meno di 1 6 minu- so la compiuta vittoria riportata sui tur-
ti, di maniera che nulla si potè salvare chi, dagli austriaci sotto gli ordini del
degli arredi della chiesa e delle masse- principe di Coburgo, e da'russi coman-
rizie del convento; per non perirvi do- dati da Souvarow, che fece dare a
il
hci sono i seguenti. Bucharest, forse con cattolicierano buoni, frequentanti sa- i
rono che venissero loro accordali nuovi ve fra'prelali che recaronsi ad ossequiar-
locali. Il metropolita greco non unito die lo vi fu [)ure mg."^ Angelo Parsi di Ci-
quindi loro un terreno sufficiente e per vitavecchia, vicario e amministratore de!
costruirvi un istituto e per erigervi dap- vicariato apostolico di Valacchia, parli-
presso un giardino. Pel vitto, alloggio ec. lo appositamente da Bucharesl, col ve-
ogni fanciulla della classe agiata paga 60 scovo di Va radino assistendolo alla con-
zecchini all'anno, e le fanciulle povere sagrazione de'nuovi vescovi di Lugos e
9
a 1 1 lire austriache al mese. Le monache di Armenopoli. Di recente a mg."^ Par- /
vate da alcune pie elargizioni, esse nel conferito l'ordine imperiale austriaco del-
febbrafo di detto anno erano ormai in la Corona dì ferro di 2.' classe.
grado di far costruir la casa per l'istitu- VALCARIO (s.), canonico regolare di
to nella prossima primavera, e mi giova Limoges. Era di Meuian, città limitrofa
ritenere che l'abbiano efiettuato, e le con- del Vessinese francese. In età di 18 anni
seguenze saranno feraci e prospere alla lasciò il proprio paese,e ritirossi nel Limo-
religione, alla morale, all'incivilimento. sino, ove sifermò in un luogo solitario, che
Terminerò questo ai licolo col rammen- dipoi fu chiamalo Chavagiiac. Ivi visse
tare una gloria del pontificato romano, tre anni nell'esercizio della preghiera e
ed un immenso benefizio per la chiesa di della penitenza, con un compagno per
rito greco cattolico de' valacchi esistente in nome Germone, il quale avea con lui ab-
Tranfih'ctma^ /''.),per la nuova arcidioce- bandonata la patria. Ambedue passaro-
si e provincia ecclesiastica di Fogaras,con no in seguito nel vicino bosco di Aureil,
arcivescovo omonimo e d'Alba Giulia, e e vi edificarono due monasteri, uno di
per le nuove sedi vescovili suffraganee di uomini e l'altro di donne, sotto la re-
Logos e Armenopoli, oltre l'altra suf- gola de'canonici regolari di s. Agostino,
ali VAL VAL
la quale ern sialaapprovata da Papa A- desi. Tulle queste ridicole e sfrontate ipo-
lessantlio li nel io63. S. Valcario rese i lesi sono state trionfalmente confutate dia-
SUOI discepoli sommamenle perfetti co* gli scrittori cattolici che celebrerò. La
."
i
suoi discorsi e co' suoi esempi. Egli era loro origine è fìssala dal Fleury, Storia
stretto in santa amicizia co' canonici di ecclesiastica lib. 73, n.° 55, all' anno
,
no questo santo Gaiwherioo Gauchie' nel 1 170. Il p. Moneta nacque nel me-
ro y ed il simile feci io nel voi. VII, p. desimo secolo in cui coniparvero i val-
3o8 ; ma seguendo il Butler, in questo desi, ed enlrò nell'ordine di s. Domenico
articolo ho usato la sua denominazione. qualche anno prima che il santo fonda-
VALDESI o POVERI DI LIONE, tore cessasse di vivere nel 22 i. Bernar- 1
loro origine in Lione di Francia, poco scriveva sulla fine del secolo XII, fu ao-
dopo la metà del secolo XII, e perciò da ch'egli contemporaneo della prima com-
principio furono detti poveri di Lione i parsa de' valdesi; e tanto esso che molti
(ed anco L.eonisti, da Lione, città già det- altri scrittori di quel secolo non lasciano
ta Leona), per la stretta povertà volon- alcun dubbio della primitiva loro origi-
taria che si proposero professare: furono ne. L' autentiche loro testimonianze si
anche denominati Salatatij Inciahatta' ponno leggere nell' opera del dottissimo
//ed Lisahatati i\a.\U foggia di formarsi attuale arcivescovo di Genova, e già ve-
le scarpe o sandali con sopra una croce, scovo prima di Pinerolo e poi di Sebaste,
per scuoprire la nudila de'piedi in guisa istitutore de'reali duchi di Savoia (ora re
che sembrava andassero scalzi. Con tali Vittorio Emanuele li) e di Genova, cioè
nomi furono chiamati ritenuti più per- i ing."^ Andrea Charvaz, Origine de* Val'
fetti, gli altri sen)plicemente appellando- desi e carattere delle primitive loro dot-
sifedeli o credenti. Essi rinnovarono gli trine , versione del prof. Murato ri, To-
errori degli apostolici (/^'.) e degli Ar- rino i838. Furono conosciuti e si dira-
contici (T'^.)t eretici de'primi secoli della mai ono sotto Valdesi per-
il nome di ^
Chiesa, e ne aggiunsero altri. E falsissi- chè Pietro Valdo (da allri detto pure di
mo il riferito dagli scrittori valdesi o lo- Vaud e perciò
, suoi seguaci chiamati i
settari discendano dugli apostoli s. Pao- di Vaux o Vaud sulle rive del Rodano
lo o s. Giacomo, o da'loro discepoli o al- nel Delfinato, provincia di Francia), ric-
meno da'discepoli di quest'ultimi. Si giun- co mercante lionese, si costituì loro capo
se a sognare, nel viaggio di s. Paolo nel- e maestro, in quella stessa maniera, che
la Spagna (intrapreso secondo alcuni e da Ario eresiarca trassero il nome gli a-
da altri contrastato, su di che può ve- rianiy da Donato donatisti, da Lutero i
dersi il voi. LXVl 11, p. 66), il suo pas- i luterani. Il p. Helyot, Storia degli or-
saggio per le valli di Piemonte, nel se- dini monastici, t. 3, cap. ^: Dell'ordine
colo Xlll cominciate ad abitare du'val- de' Poveri cattolici diLÀone unito a quel-
VAL VAL 2i3
lo degli eremiti di s. Agostino^ dichiara il vestire fosse modesto , usando scarpe
che Pietro sensibiloiente commosso dal- al di sopra aperte, ma differenti da quel-
l'improvvisa morte d'un amicoj risolvè le de' Valdesi. Che nelle loro case for-
di mutar vita, e letteralmente spiegando merebbero società di vita regolare, lavo-
le parole di Gesti Cristo contro i ricchi, rando gli uni colle loro mani, gli altri
dispensò tutti ì suoi beni a'poveri di Lio- predicando e dispulando contro gli ere-
ne , per vivere in volontaria povertà e sici. Questi sono i principali articoli del-
rinnovare la maniera di vita tenuta da- la regola che Innocenzo III approvò eoa
gli apostoli, com'egli protestavasi. I suoi due bolle de' 18 dicembre 1208, una di-
discepoli appellaronsi i Poderi di Lione retta all'arcivescovo di Tarragona, e l'al-
per la povertà che professavano, Zeo/zz- tra a Durando d'Huesca ed a'suoi frati
sti dal nome della citlà di Lione, In- detti Poveri di Lione, he lettere scritte
ciabattali a riguardo de'sandali che por- perciò da Innocenzo III agli arcivescovi
tavano, e Valdesi dal luogo nativo del di Milano, Narbona e Tarragona, ed a'
loro Durando d'Huesca nel 1208 si por- sostenere alcuni de'suoi, non esser lecito
tarono da Innocenzo III, il quale li rico- ad alcun magistrato secolare esercitare
nobbe per cattolici dopo giuramento e giudizio di sangue , senza farsi reo di
professione compieta delle verità e cre- colpa mortale. A motivo di queste que-
denze cattoliche , tutto riportandosi dal rele Innocenzo III scrisse a Durando e
loro avversione. Che se poi avesse di- mente molestati, nuovamente Innocenzo
le loro salutari ammonizioni,
sprezzato HI scrisse a loro favore a' vescovi di Mar-
\iavrebbe applicalo opportuno rimedio. siglia, Barcellona, fluesca e ad altri pre-
Sembta molto verosimile che Durando lati. Inoltre racconta il p. Helyot, che più
e i suoi ubbidissero, poiché a' 12 maggio di 3o anni innanzi altri valdesi converti-
1210 Innocenzo III mandò agli arcive- ti, i Bernardo IVimo e Gu-
cui capi erano
scovi di JNarbona eTarragona, ed a'Ioro glielmo Arnoldo, avendo altresì formalo
suffraganeì, giuramento ortodosso e la
il una società, presentatisi a Lucio III per
professione di fede cattolica emessi da l'approvazione dell'i slitulo loro, furono
Durando e da'compagni; non senza mo- rigettati, peravere il Pupa trovalo alcune
strarsi sorpresi ch'eglino tergiversavano pratiche superstiziose, e per incedere ve-
a ricevere l'abiura degli errori da' valdesi stili con cappe di religiosi con donue, col-
che bramavano riconciliarsi colla Chie- le quali alloggiavano e anco dormivano.
sa, premessi il giuramento e la professio- Innocenzo 1 1 però a'
4 g'Ug»o 2 1 o ap-
1 1 1
ne di fede. Con altre lettere dello slesso provò la società di Bernardo Primo, do-
giorno esortò gli stessi prelati a trattare i po aver loro falla emettere un'abiura si-
Poveri cattolici QQw amorevolezza, e di mile a quella di Durando, e con bolla de'
non impedire che le persone caritatevoli 23 luglio confermò la loro regola, poco
facessero loro del bene, scomunicando diversa dall'osservala dalla società di Du-
coloro che vi si opponessero. A'i3 poi rando, notandosi solanìente che vi erano
scrisse a Durando, a Guglielmo di s. An- delle donne dell' istituto di Bernardo I.
tonino ed a'Ioro frati di perseverare nel- Ma in tale regola era proibito a'frati e al-
la fede cattolica, e proibì di riconoscere le suore la convivenza, l'abitare la stessa
per superiore se non che quello da loro casa, il mangiare nella medesima tavo-
eletto col consenso del vescovo diocesa- la, né i fiali potevano parlare alle suore
no. Nel 12 u Durando d' Huesca, Du- se non in presenza d' altre persone. La
rando di INajaco, Guglielmo di s. Antoni- società di Bernardo non si obbligò che
no e gli altri poveri cattolici, informaro- a' digiuni delle diocesi ove dimoravano,
no Innocenzo 111 d'aver convertito mol- vestivanoabilo abbietto e modeslo,calza-
ti della diocesi d' EIna nel Rossiglione vano scarpe comuni d'ordine del Papa,
(sede trasferita a Perpignanoneli6o4)a per togliere morinorazione e scandalo ne*
\ita esemplare sotto la loro direzione, ve- cattolici che allora avversavano Sari' i
stendo abili bianchi o bigi, con quel te- dati (F.) usati dagli eretici valdesi. La
nore di vivere riferito dal p. Helyot; che società esleudevasi pure in Italia , come
soprattutto volevano consagrarsi al ser- in Cremona, e col nome di Poveri cat-
\izio de'poveri, ed uno bramar nella sua tolici. Seuibra credibile al p. Helyot, che
casa aprire un ospedale pegli uomini e per le due società di Durando e di Bernardo,
le donne poveri, in luoghi separali, e di così conformi nelle loro osservanze, facil-
porla Orientale poi Renza. Peiò l'oiiìine Agostino, a cui questi poveri cattolici ce-
(Je'poveri cattolici osservanti la regola di derono di bel nuovo il loro monastero
s. Agostino, nuli fu ili quelli che entra» di s. Agostino, e riconobbero il loro er-
rono subilo nell'unione generale fatta da- rore con alto pubblico notarile de' 3 a-
gli J^ostinìanì [P^.) nel i256, che for- goslo. Il priore di s. Marco restituì loro
mò il rispettabile e benemerito ordine l'abito d'eremiti di s. Agostino; però te-
(ìorenle degli eremiti di s. Agostino; ma mendo che a questi poveri cattolici ve-
bensì vi fu unito nello stesso anno, a- nisse nuovamente il desiderio di ritorna-
\endo il p. iNicola provinciale de' pove- re al convento di s. Agostino, unì i suoi
ri cattolici, ceduti i ccnvenliche il suo or- b(^ni a quello di s. Marco e poi lo sop-
dine avea in Lombardia, al p. Giacomo presse. Dice il p. Torelli, Secoli Agosti'
di Cremona procuratore generale degli nìatiìy ovvero storia generale del s. Or-
eremitani agostiniani, il quale li ricevet- dine di s. Agostino^ l. 4» t:he c|uesti pove-
te a nome del suo generale p. Lanfran- ri aveano degli altri conventi a
cattolici
co Sellalano. Apparisce che ciò egli fa- Como e a Cremona, e che il convento di
cesse d'ordine d'Alessandro IV e del car- s. Martino di Tortona poteva altresì es-
non volessero essi trovarsi in iioma nel fabbricarvi il convento, come eseguirono,
convento di s. Maria del Popolo, in cui il quale poscia fu incorporato all'ordine
milani di s. Agostino e professalo que- quell'articolo ivi parlai non poco di que-
st'ordine, dimoranti di famiglia nel cou- sti ragionando nel lib. i, § (36: O-
eretici,
vento di s. Mfirco, rigettando d'aver con rigine e propagazione de' Faldesi, ripro-
troppa ficilità consentito all'unione co' duce il seguente narrato da Stefano Bor-
romilani agostiniani , di nottetempo u- bone ossia di Bella villa.»» Che questo ric-
scirono dal convento, avendo alla loro le- co mercante di Lione, per nome Valdo,
sta fi. Gaspare, ricordato nello sirumen- udendo un giorno leggere Vangeli, sic- i
lo d' unione, e portaronsi con mano ar- come colui che poco letterato era, ne po-
mata all'antico loro convento, da cui teva intendere che cosa volessero signifi-
cacciarono i religiosi. Vi dimorarono per care,bramoso di saperne, fece patto eoa
16 anni, rivestili dell'antico abito e rice- due sacerdoti, di pagare una somma al-
verono de'novizi. Ma nel 1272 eletto per l' uno, perchè glieli recasse di latino iu
loro priore fr. Anselmo di Gardano, li volgare, all'altro perchè scrivesse quello
consigliò a liloraaie fra' romitaui di s. che il i.°deltava. La qualcosa fu fatta.
ai6 VAL VAL
non «olo intorno a* Vongeli, ma di più ciò comandato, e non agli apostoli, e co-
pei-niolii Hitii libri della Bil)bÌH, e di pas» me se gli apostoli avessero predicalo pri-
si scelli dalle opere lie'ss. Pudii, ordinati ma di ricevere la virtù dall' allo e il do-
per che chiamavano sentenze. Le
titoli, no delle lingue. Ver la qual cosa dunquti
quali cose leggendo il dello mercante, e Valdo e seguaci suoi, colpevoli primie-
i
tiposloli, ed ntlribuì a se slesso ed a'suoi de'più minuti ragguagli di ciò che spet-
discepoli d'ambo i sessi il diritto d'ao» ta all'origine della setta de* valdesi, e te-
iiunziare la Vangelo e
parola di Dio. 11 stimonio di que'tempi, comesi può ap-
le alire cose che aveva imparato per le , prendere dallEchard, Scriptorcs eccle-
strade e le pubbliche piazze predicava, siastici ordinis Praedicaf. Cacciato Val-
n)olti uuuiini e molle femmine riduceva do da Lione, rilirossi nelle montagne del
fare il somigliante, convocando ognuno Delfinato e del Piemonte, da dove suoi i
a se, e fortificandoli col Vangelo. 1 (piali settari discepoli si dilfusero in tutta l'Eu'-
pure mandava innanzi per le città a pre- ropa con diversi nomi; si moltiplicarono
dicare, e si serviva di uomini addetti a'piii in Provenza, in Linguadoca , ne' Paesi
vili mestieri, senza dìllerenza ne di uomi- Bassi e in Germania, assumendo costu- i
e nelle chiese eziandio, e spronavano gli nella loro comunione, sebbene la loro
altri che il medesimo volessero fare. La erronea credenza sia differente in molli
temerità, baldanza ed ignoranza loro
la articoli ,
particolarmente sulla presenza
niun ostacolo trovando , n)olti errori e reale di Gesù Cristo nel sagramento del-
scandali in ogni parte disseminarono, per l'Eucaristia. 1 valdesi, sterminati nel ri-
foggia che Giovanni (Bolesmanis prela* manente dell'Europa, non si mantenne-
lo distinto) arcivescovo diLione (dal i 1 8o ro che a grande stento nelle valli del Pie-
al 1 1
94)..5»'avvide del pericolo di permette- monte, dove s' erano dapprima stanziati,
re che dassero pubbliche istruzioni, e vie- SecoudoMallia Fiacco Ilhrico protestante
tò loro d'immischiarsi più olire nell' in- e iniquissimo i.° cenluriatore di Magde-
terpretare le Scritture e nel predicare. borgo, Valdo era uomo istruito, ed a lui
Ma ricorrendo alla risposta degli apostoli si pretende attribuire la .'traduzione del- i
che si legge al cap. 5 degli AUi\ì\ mae- la Bibbia in lingua volgare; ma tal versio-
stro loro r ufficio di Pietro si arrogò, e ne, di coi non si conosce più veruna co-
siccome colui rispose al principe de'sacer- pia, era di Stefano d'Acusa. Alano de l'is-
sua Storia generale delle chiese Evan- a cui tempo ancor non esistevano? Forse
geliche delle Falli del Piemonte o Fai- il Claudio di Seyssel, che eruditamente li
desi, stampata in Leida nel 1669, pretese ha confutati (col ììbi'o: Àdversits errores,
fare risalire l'origine de' valdesi all' Vili V
e t sectam aldensiwn disputa tiones^tra-
secolo, mostrandosi di essi parzialissiino, ctatus, Parisiisi 520, opera encomiala da
mendace e calunniatore. Tale opera ven- Bossuet, da JNatale Alessandro e da altri
ne riprovata dalla s. Sede, la quale inol- insigni letterali?) Neppur so capire, co-
tre pose all'indice de'libri proibiti quella me ùeW Istoria della real casa
l'autore
di Mattia Fiacco Illirico. La vera origine di Savoia (Bertolotti), stampata in Tori-
de' valdesi è narrata dal p. Bellavilla.
la no a'giorni nostri, abbia potuto asserire
Ora tale essendo, soggiunge il eh. Seme- nel t. 2, p. I 8. - Si dice che i valdesi tol-
ria, incontrastabilmente l'origine de' val- sero il nome da un certo Valdo lionese,
desi, non si sa comprendere come Carlo capo di setta nel secolo XII ma la setta
,
Cotta, scrittore tanto applaudito da molti loro e molto pili antica. Esimili baie -
de'giorni nostii (nella Storia d^ Italia a\- troveranno credito? Se questi due scrit-
V anno 15^1-^2), abbia potuto scrivere tori nazionali, invece di adottare cieca-
che»» viveano da tempi antichissimi nelle mente grossolani
i errori di alcuni valde-
valli del Piemonte, sopra Pinerolo, val- i si e protestanti, avessero per pochino con-
desi, anzi sin da' primi secoli della Chie- sultato l'opera dell'arcivescovo eruditis-
sa ... che ebbero a' tempi di Carlo Magno simo Seyssel, si sarebbero disingannati.
per seguace e prolettore un Claudio arci- Mentono a' semplici, scrive Polichdorf,
vescovo di Torino, ec." Osserva quindi il quelli che osano alFermare la pretesa ori-
Semeria (dopo averlo confutato anche gine de' valdesi ne' tempi di s. Silvestro I.
colle Osservazioni sopra la storia d' I^ AJcntiuntiir corani simplicihus ... men-
tnlia, scritta da Carlo Botta, Torit»o tiuntiir ergo qiiod ex tempore Sylvestri
i833. Altri scrittori corressero di lui er- i Papae scctae eorwn dnraverinl ". Da
rori sopra ancora altri punti storici). «Pos- Claudio l'iconoclasta non furono mai am-
sibile, che uno -storico nato nel nostro maestrati valdesi, bensì da Valdo, la cui
i
paese, sotto il colore di sciivere una sto- origine di più secoli è posteriore , come
ria spregiudicata e imparziale, abbia da- dimostrò nelle Osservazioni rencoinia-
to fuori una simile asserzione? E dove im- lo Semeria, contro Botta; e meglio anco-
parò mai, che a' tempi di Carlo Ma-
egli ra provò con l'ultima evidenza il piissi-
gno vescovi di Torino fossero arcivesco-
i mo e dotto mg.' Charvaz nelle Ricerche
vi, se appena ebbero questa dignità dopo storiche. Il Semeria non nega che alla
il i5oo? E qual Claudio di Torino ha morte di Claudio l'iconoclasta, siansi tro-
mai protetto valdesi? Forse i' iconocla-
i vati alcuni seguaci de' suoi stessi errori;
sta delTSao, discepolo di Felice vescovo ma questi tali presto si estinsero, né for-
d'Urgcl, spregevole anco per ignoranza, marono certissimamente una setta né ,
morto impenitente neir83o (come ogget- giammai si proverà che vi siano stati gli
to di scandalo e di odio a tutto il suo gì eg- eretici Claudiani. Che cosa dunque pre-
gè, il suo cadavere pubblicaiuenle ubbru- teodooo valdesi di aver ia comune eoa
i
ai8 VAL V A L
Chiutìio? Forse la meilcsima dollrina? do, ftuono condannali nel 1 184) come
Falsissiiua asserzione, perchè come mg/ riporta il Mansi, Sac. Cane, no^'a et am-
Charvaz lui fallo chiarameiile vedere nel plìssima collcctiOyi.'Xit p. 492-93. Non
ca|). I 3, Clautlio non negò mai la presen- atterriti per questa condanna, anzi nella
la I caie ili Gej.vi Ci islo e la trnusiislanzia- loro disubbidienza falli più contumaci, si
zioneneiriùicarislia, neppure un solo ile* renarono nell'i i 2 ad implorare l'appro-
7 sagian)enli egli negò, eil essi come gli vazione di Papa Innocenzo III, il quale
autmeltono? Non negò mai la primazia ben conosciuta l'indole e la dottrina de'
tie' romani Pontefici , comunque voglia nuovi settari , severamente proibì loro
dirsi averne talvolta parlalo con poco ogni unione ed insegnamento, nel 1 199
rispetto. Finalmente Claudio non conob* come si ha dal p. Moneta. Anche que-
he l'autorità dello spirilo o senso privalo sta supreum condanna fu disprezzata con
civescovo di Lione, cercarono una prole- il quale riferisce, che essi erano senza dub-
zione nel Papa Lucio III, che governò la bio cattivi, ma in confronto degli altri e-
Chiesa daliiBi al 1 185. Questo Papa, reliei meno perversi, convenendo in più
conosciuta la somma loro temerità , la cose con noi, e in altre discordavano (poi-
promiscuità di uomini e di femmine che ché vogliono alcuni, che in origine i val-
andavano vagando per insegnar al mon- desi non fossero separali dalla Chiesa
do la povertà evangelica, la presunzione cattolica da altro fuorché dall'usurpazio-
intollerabile che avevano di essere man- ne che facevano de'diritli de'paslori le-
dali, siccome gli apostoli, alla predicazio- gittimi , e che d' altronde animeltevano
ne, e quindi d'essere approvali ; non so- quasi tutti gli altri punti di sua credenza.
lamente si ricusò rimproverando loro le Ma presto sentiremo dallo slesso Valli-
pratiche superstiziose e scandalose , ma sernese, ne'loro stessi inizi il rifiuto della
eziandio fece radunare un concilio a Ve- fede cattolica, i loro riti diabolici^ le lo-
cresima nel petto, e nelie spalle, e nel ca- il p. Ricchiui. Mg."^ Charvaz osserva che
po? Rispondeva : Rifiuto la. Cvedì tu che 1*ignorante , caparbio e quindi eretico
quell'acqua li cagioni la salute? Piispou- Valdo, volle interpretare la s. Scrittura,
deva: Non lo credo. Rifiuti tu quei velo, predicare e rinnovare la vita apostolica a
che il sacerdote ti pose in lesta poiché dispello de' Papi e de* vescovi. Pose pei'
l'ebbe battezzato? Rispondeva: // rijuito. principio che ciò potessero fare i laici, e
Cosi colui riceve il battesimo degli ereti- siccome i Papi, i vescovi e il clero posse-
ci , e nega il battesimo della Chiesa. Al- devano beni temporali non erano mi- ,
lora tulli gli pongono le mani sulla testa; nistri di Gesù Cristo; dunque nulli erano
e da quel punto innauzi egli è reputalo i loro poteri ei sagramenti amministrati.
come uu di loro. Continuarono pertan- IVI a i laici pur possedevano! Dunque non
to i ad interpretare santi libri col
valdesi i era vi più Chiesa, i valdesi soltanto la for-
privalo loro senso, ad esercitare a loro mavano, essi soli pretendevano d'aver
capriccio il ministero della predicazione, poteri e funzioni di apostoli. Dopo la con-
senza alcuna dipendenza dalla Chiesa; né danna del concilio Laleranense, in segui-
solo i semplici laici osavano predicare, to adottarono molli errori di altri ereti-
senza missione e senza dottrina, ma le ci, a* quali successivamente si unirono,
donne altresì s'erano arrogate questo uf- formandone quasi un grottesco musaico,
fizio. E siccome la Chiesa romana e i ve- ove spiccavano principalmente l'eresie di
va quella di Gesù Cristo. Il Segarelli e- 14B7 si lagnò non solo del disprezzo con
scluso dall'ordine francescano, si veslì in cui i valdesi braveggiavano le censure ec-
quella maniera che diceva aver vestitogli clesiastiche, ma de'lutnulli, omicidiie al-
apostoli; e spacciava, che fiuahnenle era tri misfatti detestabili con cui funestava-
giunto il tempo dello Spirilo Santo e del- no qne'paesi. Riporta il Rinaldi all'anno
la Carilà;che tullele cose erano comuni, i5oo, n." 60 e 61, che nella Moravia e
e perciò uomini e donne poteva-
tulli gli nella Boemia pullulò la sozzissima eresia
no indistintamente vivere maritalmente de'valdesi, la quale coli* allettamento di
insieote, perchè la carità esigeva che tut- laidissimi piaceri pervertiva molti dimen-
te le cose fossero comuni; che il Papa, i tichi della propria saluOe eterna. Contro
cardinali e prelati non erano veri posto- a' quali Alessandro VI creò inquisitori e
ri della Chiesa, perchè non facevano vita nunzi in Germania, cioè il preposto Clo-
apostolica , onde egli solamenle era vero sternunburg per pietà e dottrina chiaris-
apostolo di Cristo e degno del papato. fr. Eurico domenicano nominalis-
simo, e
J3ulcino poi fu brucialo vivo nel 1 3 o
i in si(no teologo. Di più narra, che caddero
Parigi, colla sedicente moglie Margheri- nell'empietà degli antichi valdesi, opicar-
ta Porretla deli'Haynaul: insegnava co* di che dir vogliamo, molli Calistini (/ .)
suoi seguaci, ha'quali i beguardi e le be- o forse Calici s ti (F.)^ quali per non la-i
ghine, che raiiima giunta ad annichilir- sciar la Comunione sotto le due specie,
si da se slessa nell' amor di Dio, non pec- rilìiilarono di ritornare nel seno di s. Chie-
casse più, uè crescesse in grazia, e che po- sa. Fu cosa certamente mostruosa , che
tesse imj)unemenle lasciar operare la par* coloro i quali per ipocrisia si davano a
te inferiore, allorquando la superiore fos- vedere tanto divoti della ss. Eucaristia e
se attaccala a Dio; quindi disprezzavano dell'uso del calice, in ultimo empiamente
tulli gli esercizi della religione , le peni- e follemente negassero contenersi Cristo
tenze, il ralFrenamentodegli appetiti, pre- in ni una delle due specie sagramentali.
tendendo di non applicarsi che alla con- Dissi in principio che i valdesi rinnova-
ten)plazione,quanlunque si dasseroad ec- rono tutti gli errori degli Apostolici e
cessi di tale lascivia, che la prudenza di degli Jrconticfy e che poi altri ne aggiun-
Clemente V non permise che fossero ri- sero. Comunemente furonoe sono ad es-
feriti nella bolla di loro condanna. Tali si particolari Però devesi av-
i seguenti.
errori furono rinnovati poi dal condanna- vertire, che primitivi valdesi, ed anche
i
to Molinismo (F.) o (Quietismo. 11 Papa sino al secolo XVI circa, non professava-
VAL VAL 221
ìio tulli gli errori de'moder ni, come cìì- il D/g'/V/^oeTaslinenza delle carni non so-
lò in seguito. Progredirono nell'errore e no d'alcun merito innanzi a Dio. y. Che i
sicché i valdesi presenti meritamente sa- Canto ecclesiastico. iZ. Ch'è perdere il
rebbero maledetti, come antagonisti, da* tempo a recitar le preghiere del Brevia-
loro primi antenati. I pp. Pvichard e Gi- rio o Uffizio divino e le Ore Canoniche,
raud nella Biblioteca sacra^ o loro atn- i 24. Ch' è contro la perfezione cristiana
plialori, compendiarono ne'segueuti 35 AeWeMani. 25.Che
l'occuparsi del lavoro
capi gli errori principali de' moderni e- non devesi amroetlere altra formola di
retici che portano il nome di valdesi, i. preghiera fuorché quella del Pater no-
Ch'é permesso a qualunque laico di pre- ster. 26. Che la consagrazione dell' Eu-
dicare r Ei'angelo. 2. Che i laici ponno caristia non dev' essere falla che bene-
consagrar V Eucaristia. 3. Che il Batte- dicendo il Pane ed il Fino , dopo aver
Simo non è che una ceremonia esteriore. 7 volte recitato il Pater noster. l'j. Che
4. Che qualunque laico in istato di gra- r Eucaristia profilla di più allorché la
zia può assolvere da* Peccati. 5. Che il consagrazione è stala fatta nella Messa
cullo de' Santi è idolatrico.G.Che l'uso de* del giovedì santo, e che bisogna couser-
Templi è una conseguenza di quello de* vare pe'malali le Ostie che furono con-
pagani (altri poi in seguilo con aperta con- sagrate nel suddetto giorno privilegiato.
traddizione li vollero innalzare alla loro 28. Che nella Chiesa vi sono 3 soli Or-
foggia), y. Che la Salutazione Angeli- dini, il diaconato cioè, il sacerdozio e l'e-
Che non vi è Purgatorio, e che le Pre- i^e.9/ro / (alcuni fja'difensori della setta
ghiere o Suffragi ^)e morti sono inutili. de'valdesi sparsero la favola ch'essa de-
1 3. Che Vescovi non hanno
i alcuna di- rivi da Leoue uomo religiosissimo de*
gnità, ne podestà di sopra a* preti, i^. tempi dell'imperatore Costantino 1, scan-
Che la Chiesa non ha podestà di far le dalezzato dall'avarizia di s. Silvestro J :
leggi. i5.Che non devesi alcuna Ubbi- nulla di più insulso e di peggio poteva
dienza uè al Papa^ oè a' Fescovi. 6. Che 1 invetitarsij poiché non mai da tal Leone
I
222 VAL VAL
immoginorìo, ma
soltnnlo da Valdo, sta- qiielle mentile apparenze dercarono di
bilitosi in Lione, trassero origine valde- i farsi largo, trovar creilito, sedurre i sem-
si. I loro scritlori ripetono ad essi die plici, qualificarsi i nuovi missionari, suc-
discendono dal suddetto Claudio l'ico- cessori e imitatori tlegli apostoli, che ve-
lioclnsla; a* cattolici poi gridano , che i nivano a disingannare il mondo troppo
Leonisti vengono dal nominolo Leone, creduloall'iguoranza e alla malvagitàde*
il quale testimonio sdegnoso de'doni fat- sacerdoti. Con questi artifizi si propaga-
ti da Costantino I a Papa s. Silvestro I, rono in molti luoghi, e propagandosi, si
sole. Ormai più non crcdesi alle dona- cendevolmente propri errori, riferiti dal
i
cato il seguir la voluttà carnale, quando ritenuto, non per adorarle, ma per onora-
la concupiscenza vi spinge. 35. Che nes- re i santi servi e amici di Dio, nella per-
sun Tribunale, Giudice e nessun Sovra- sona che rappresentano. Si radicarono
ìw può condannare un C/owo alla morte. questi errori specialmente in que'valde-
Le risposte e confutazioni a lutti gli e- si, che furtivamente insinuali nelle valli
sposli 35 errori, assurdi e hestemmie e- sopra Pineroloy ivi quasi in propria sede
reticali, si ponno trovare negli articoli si stabilirono; ed appunto di queste e di
che indicai in corsivo e ne'molleplicì re- alcune altre perverse dottrine li ritrovò
lativi. Dice il Semeria, con questi erro- imbevuti l'arcivescovo di Torino Seys-
ri fìssi in cape, i valdesi si dispersero in sei nel i5i 7, allorché in quelle valli in-
\arie parti della Francia, dell'Italia e di trapresa la visita pastorale, usò la più di-
altre regioni d'Europa, alcune squadre ligente indagine, com'egli afierma, per
ondando inBoemia, altre nella Puglia, scuoprire sino nella radice ogni loro er-
alcune in Lombardia, ed altre si trafu- rore, per cui migliore teslimonianza noa
garono nelle valli dell'Alpi Cozie che di-* può trovarsi. Delle valli de' valdesi ren-
bidono il Piemonte dalla Francia, molti- dono ragione Cenni intorno a'fatti sto-
i
li, l'aspelto de'luoghi principali, quali so- ri prevenuti a loro vantaggio,o non istrui-
no Lucerna, la Torre, Angrogna, la Pe- ti abbastanza di loro storia, o per aver
rosajil romoreggiar dell'acque, l'ombra comuni gli errori e la contrarietà al cat-
delle piante, i vaghi casamenti, le scene tolicismo. rissi contano 1 3 parrocchie del-
Alpine che vi s'incontrano ad ogni passo le vallale in discorso, nella divisione di
e principalmente nella valle di Pelice, Torino, provincia di Pinerolo,ed a più di
tutto colà ricorda i quadri piti graziosi 20,000 ascendono. La magnifica catte-
della Svizzera. E tale giudizio ne porta- drale di Sal lizzo (V,) in eretta dalla pie-
no pure i viaggiatori che spesse volte vi tà del marchese Lodovico II e dalla mo-
si recano o per diletto o per motivi di re- glie Margherita, nel declinar del secolo
ligione. Cresce poi ancora la somiglian- XV, per dare uno splendido segno di loro
za quando vi si os«;erva la numerosa po- religione, ed anco per raffermare il zelo
polazione, di cui la maggior parte non religioso de'caltolici, poiché ne'confini del
cattolica, ha un certo che di ginevrino Saluzzese e in alcuni angoli più remoli del-
perchè annunlo
e di svizzero, pe ppi a Ginevra andava si occultamente spar-
la pi ovincia
e nella Svizzera simanda ordinariamen- gendo il germe degli errori de'valdesi. Ve-
te a educar la gioventù. Presero nome i dasi M.Aurelio Rorenco o Worento^ Breve
valdesi da'segoaci di Pietro Valdo, che narrazione delV introduzione desili ere-
scacciali da Lione e dal Delfinato per ere- tici nelle Falli del Piemonte Torino ,
sia, in parte simile a quella degli albige- i632 Memorie his loriche dell' introdu-
:
si , rifuggirono in queste valli sul finire zione delVheresie nelle Fa Ili di Lucerna
del secolo XII (o ne'primi anni del XIII: marchesato di Saluzzo ec, Torino 649- 1
neh 220 uno statuto della cillà di Pine- Osserva il sacerdote Seuìeria, che i val-
rolo poneva ammenda di 12 soldi, corri- desi sino quasi alla metà , o almeno sino
spondenti a circa 3oo franchi, a chi ri- al cominciamento del secolo XVI, ossia
coverasse alcun di loro in ospizio, il che sino al 1 5f 7 in cui 1' arcivescovo Seyssel
dimostra eh' erano ancor nuovi ed erran- portossi alla visita delle valli di Lucerna,
S'accostarono poscia alle pretese rifor-
ti). di
DO
An»ro«na edi Pra<jfel!ato,'
D sebbene con
ine protestanti, e furono quindi protetti intollerabile temerità presumessero d'in-
dalle corti che le professavano. «Ora è de- tendere e interpretare secondo le loro
bito il soggiungere , che se talvolta il fa- proprie idee la s. Bibbia, tuttavia non ri-
natismo ed il bollore della vendetta ac- gettavano dalla medesima veruno de'san-
cese fra questa gente fiere sommosse, che ti libri che essa contiene, riconoscendo
il governo, da cui era sol tollerata, ebbe anzi co'cattolici tutti i libri ispirati, nin-
a reprimere con rigori straordinari, e se no escluso,confbimeal canone del con-
in alcuni tempi una malvagia parte di cilio di Trento, che sulla forma de' ca-
essa valendosi del furore delle fazioni, noni antichi venne dipoi rinnovato. Co-
trasse il biasimo e l'odio sopra suoi i sì pure ne'rili e nell'atnministrazione de'
iole,afrermando però non essere utile, giorno lungo tratto si sono allontanali
né necessario abbambini. Per quello che dalle dottrine de'primi loro settari e de'
appartiene alla contermazione, dice Rei- discepoli di Valdo, ossia sono più oltre
nero, contra Valdcnscs^ essi si mcravi- assai progrediti nell'errore e nelle novi-
gliavono che a* soli vescovi fosse lecito tà, in modo tale , che neppure un solo,
l'amministrarla^ onde tal facoltà esten- dice lo stesso p. Ricchinì, può trovarsi
devano anche a'Iaici. In quanto all'Eu- oggidì che contengasi ne' limiti , entro i
caristia, non negavano in essa la presen- quali Valdo loro capo si contenne. E per-
za reale di Gesù Cristo e la transustan- ciò sono valdesi di solo nome, unifor-
ziazione; ma errarono in questo, che cre- mi agli eretici degli ultimi secoli, inco-
devano non potersi far questo sagramen- stanti e varianti siccome gli altri tut-
to da'caltivì sacerdoti. Inuna parola, niu- ti. Insorte V eresie di Lutero e di Gal-
no di quelli che a fondo conobbe le dot- vino, e sulle loro orme fattisi ardimen-
trine de'valdesi non iscrisse mai ch'eglino tosi altri novatori, si studiarono di tro-
dannassero In Chiesa romana, perchècre- vare nella setta valdese un'anteriorità
deessa che l'Eucaristia offerta sull'altare o antichità de'perversi loro insegnamen-
siail sagrifizio delia nuova alleanza. Nel ti. A questo fine Bucero ed Ecolampa-
sagramento della penitenza non abroga- dio, oìinistri iW Sagramentari, ricevu-
vano l'uso e la necessità della confessio- tauna solenne deputazione di valdesi,
ne auricolare; ma solamente ammoniva- usarono di ogni sforzo neli53o per riu-
no, secondo Polichdorf, Contra haere- nirli alla setta de' Zuingliani, ossia de-
sim 1 aldensinm Iractalus^ che scrisse gli svizzeri, insistendo particolarmente,
nella metà del secolo XIII, loro creden- i perché volessero affatto abolire la sagra-
ti che Jion confessassero i peccali piti gra- mentale confessione delle colpe. E molti
vi a'sacerdoli della romana Chiesa, ac- si arresero, e quindi ne nacque un mi-
ciocché scoperti 7WIÌ fossero mandati al' scuglio ; ma Barbati (o Barbelti o an-
i
ammettevano il settenario numero de* sti nel 536 per mezzo di Guglielmo Fa-
I
zamento, mentre che, lasciata a se sola, sori non dimenticarono mai di applicar-
sarebbe rimasta sempre avvilita e neglet- si a questa infetta porzione del gregge
ta ; e queste speciose ragioni seppe cosi adoperando tutte quell'efficacissime
loroj
ben colorire l'uomo scaltro, che alla fi- maniere che al Vangelo sono più confor-
ne, cambiata dottrina, ossia alla propria mi, cioè persuasione, conferenze, esorta-
setta accresciutaed inserita 1' altra, de' zioni e limosine ; e Giglio medesimo,
loro maggiori non ritengono più che una scrittore della setta, non potè negare tal
Tana apparenza. E mentre calvinisti si i verità. Or mandavano in quelle valli sa-
lusingavano con questa scambievole u- cerdoti illuminati e edificanti, ora sagre
nione di massime e di sentimenti, di mol- missioni di zelanti cappuccini e di ge-
to guadagnare, gli uni e gli altri resta- suiti, or eglino medesimi andavano in
rono miseramente delusi, e fecero prati- persona in que'Iuoghi orridissimi, espo-
camente conoscere che, scossa l'autorità nendosi a penosissime fatiche, per tirarli
della Chiesa cattolica, sostegno e firma- sul retto sentiero. Cosiappunto fecero i
mento d'ogni verità, si corredi precipi- vescovi Giovanni di Rivalla, Lodovico
zio in precipizio. Ora col sacerdote Se- Romagnano, Giovanni di Compeys, gli
meria dirò ciò che di particolare i pre- arcivescovi Claudio di Seyssel, Antonio
lati della diocesi di Torino (oltre il rife- Provana, Carlo Broglia e più altri mol-
rito de'valdesi in tale articolo), ed i so- tissimi. Dalle gesta de'quali si rileva con,
vrani del Piemonte intrapresero, affin- prove indubitabili, che mentre pastori i
chè i loro errori non si dilatassero, con della cattolica religione operavano pel
danno della fede cattolica. 11 i.° vescovo ravvedimento degli eretici con zelo vera-
torinese che a questo Hne usò tutto il suo mente paterno, i ministri della setta in-
zelo fu Giacomo L Essendo egli andato vece colla malafede che mostravano,
nel i^og alla corte imperiale d'Ottone colle ingiurie con cui rispondevano, col-
IV, il quale in quel tempo era venuto in la durissima pervicacia con cui resiste-
Lombardia e in Homa,per avere solenne- vano ad ogni soavissimo invito, si tira-
mente la corona da Innocenzo III, gli rap- vano addosso quel rimprovero, già dello
presentò che certa razza d'eretici, i quali da s. Stefano f^os Spiritili Sancto re-
:
nella sua diocesi eran>i di fresco insinua- sisdtisj sicut patres vestrij ita et vos.
li, per errore traviali e per ostinazione Non minore sollecitudine mostrarono in
inflessibili, sol temeva la forza j ed Ot- ogni tempo i sovrani che governarono il
tone IV alle domande del vescovo accon- Piemonte, per estirpare dagli stati loro
discendendo, gli fece subito spedire il di- l'eresia, ben persuasi che coloro quali i
ploma che riporta il Semeria. In esso si scuotono l'ubbidienza alla Chiesa, si ri-
dice, volere estinguere l'eretica pravità, voltano ancora audacemente contro il
punirla severamente e dal consorzio de* Irono, ogni qualvolta l'occasione sia loro
fedeli per tutto l'impero separare. Per- propizia, e solo temono la giustizia del
tanto gli die autorità di espellere ed es- principe ed affettano sommissione per-
purgare la diocesi di Torino dalla zizza- chè mancano d'armi e di forza. La real
nia seminata falsamente dagli eretici val- casa di Savoia non era ancor ben fer-
desi. S'ignora l'operato di Giacomo 1 in ma in Piemonte, allorché dal Lionese e
VOL. Lxxxvir. i5
326 VAL V A L
dal DelHnnto nascostamente s' insinua- pò ne forza per distruggere la zizzania
rono valdesi nell'Alpi Cozie ; anzi in di-
i che d'ogni parte opprimeva i cattolici; ed
verse marche stando continuamente agi- i decurioni di Toiino sostennero non po-
tali e divisi i popoli subalpini, poterono ca fatica e sollecitudine in preservar la
quelli radicarsi ed estendersi in ({nell'or- città dall'infezione. In questo slato di co-
rido paese, tanto più facilmente, inquan- se ritornò ne' suoi dominii trionfatore il
to che, essendo poveri, laboriosi e rinta- dùca Emanuele Filiberto, e non sì tosto
nati, non solevano uscire a recar mole- ascese il trono de'suoi maggiori, che rin-
stia. Però subilo che ben li riconobbero tuzzò l'orgoglio de'religionari, per modo
i principi d'Acaia (ramo delia casa di Sa- tale, che li tollerava nel suo territorio,
voia che dal lagS al i4«B signoreggiò se volevano vivere pacifici sudditi, ed
una pai te del Piemonte, da Rivoli sino al inesorabilmentn li puniva, se faziosi. Pro-
Po e alla Maira, limite allora del mar- misero allora d'osservar le leggi, e non
chesato di Saluzzo, comprese le città di oltrepassare i giusti confini che loro ve-
Torino, Pinerolo e Carignano, cui s'ag- nivano assegnali; ma presto audacemen-
giunse quella di Sa vigliano nel 32o) ed 1 te trasgredirono le prime e violarono i
lidamente opporsi alla propagazione del- nalzato alla propria sella nel secolo se-
l'errore; e difatti il principe Giacomo nel guente. Carlo Emanuele I suo figlio, vo-
i354 avendo scoperto che alcuni val- lendo ridurli al dovere, fu costretto a im-
desi eransi insinuati nella valle di Lucer- pugnar le armi per ispogliare gli armati
na^ ordinò che incontanente fossero car- eretici, sedicenti sempre valdesi ; e loro
cerati. Altre severe precauzioni pratica- malgrado dovettero fremendo restrin-
rono Fdippo, pur principe d' Acaia, la Nel memoriale da'val-
gersi e contenersi.
duchessa Jolanda vedova del b. Amedeo desi diretto a Carlo Emanuele I nel 1 585,
IX nel 1476» Carlo I duca di Savoia nel protestarono che professarono il loro cul-
1484» e il duca Filippo II nel 1496. Oc- to da alcune centinaia di anni segreta-
cupale dall'armi francesi nel i535 To- mente, e da 3o anni circa palesemente.
rino, Possano, Pinerolo, Chivasso, Lavi- £ nuovamente insorsero, vantando di-
guano, Mondovi e altre piazze, si riem- ritti che non avevano, e pretensioni e
pirono le valli non solo d' Angrogna e privilegi che per tolleranza, e non pei*
di Lucerna, ma quasi tulle le terre del giuslizia,erano stati loroconceduti. Quin-
marchesato di Saluzzo e dell' adiacenze di il successore suo Vittorio Amedeo I,
di Castel Delfino, d'ogni sorla di eretici ; cercò pure di mortificarli; così pur fece
e quello che peggio fu, di moltissimi a- dopo di lui la duchessa vedova M." Cri-
poslati che dal seno d'Italia là accorre- stina, reggente gli stali ; ma erano qua'
vano per vivere impunemente in ogni tempi scabrosi ed agitali da guerre stra-
più sordido libertinaggio. Cosi ingrossali niere e domestiche, e gli eretici sapevano
e frammischiati traviati e i religionari,
i profittarne. La meraviglia è, che i fazio-
alzarono tanto la fronte audace, che edi- si volevano negoziare e pattuire co'pro-
ficarono il I ."loro tempio nel 1 555 in An- pri sovrani, come se principi fossero pur
grogna, e là cominciarono ad esercitare eglino indipendenti; ed il peggio ancora,
in pubblico quello che vantavansi d'aver che ogni volta ch'erano costretti a cede-
fallo centinaia d'anni con maggior pu- re alla forza imperante, giacché non vo-
rità e rispetto de' supremi. Carlo IH il levano soggettarsi per dovere, altamente
^MO/20, espulso da Torino per l'usurpa- si lamentavano, quasi a torto fossero per-
2Ìone de'francesi, e ritiratosi in Vercelli, seguitali da'duchì di Savoia, e spediva-
ed ivi molto nel 1 553, non ebbe più tem- no ambasciate alle corti de'priocipi stra*
VAL VAL 227
nieri, con nera calunnia rappresentando li d'Inghilterra e di Olanda, guidati da
di essere violentati nella coscienza e nel un parente di Cromwell,detto Moreland,
pacifico esercizio della loro religione; es- i quali interposero i loro uffici in favor
sere una tirannia il tirarli coli* armi al de'valdesi, e dove pigliarono origine que-
calfolicismo, e frandolentemenle taceva- gli annuì sussidii che questi religiouari
no le conventicole, l'assemblee, i sinodi, tuttora ricevono dagli Anglicani**. Ag-
gli ammutinamenti che tenevano contro giungerò solamente, che i valdesi alteri
ogni buon ordine dello slato, e senza la per l'aperta protezione straniera loro ac-
giustissima sorveglianza del principe. E cordata, e profittando dell'imbarazzo in
ilSemeria che ciò narra, ed il Roreneo cui era il Piemonte, oppresso da lungo
o llorenconel cap. xxii ne adduce le prò* tempo da guerre intestine ed esterne, era-
ye di fatto innegabili. Il recentissimo no divenuti più che mai temerari. Di-
scrittore della Storia della monarchia dì strussero il forte della Torre, si sparse-
Sa^'oia^per uso delle regie scuole^ stam- ro per le valli di Susa e di Saluzzo, né
pata a Torino nel 1 835,racconla a p. 1 08. dissimularono il progetto diformareuna
« Le popolazioni de* valdesi, non conte- repubblica indipendente rinchiusa nel
nendosi ne*limiti già stati loro assegnati Piemonte, lusingandosi che tutti gli slati
da Emanuele Filiberto, andavano esten- protestanti dell'Europa armati si sareb-
dendo le loro possessioni sopra altri ter- iDcro in loro favore. Il duca di Pianezze,
ritori!, come nelle valli di Lucerna, di incaricalo di sottometterli, mostrò un ri-
s. Martino e di Perosa : vi seminavano gore eccessivo ; de'reggi menti bavaresi e
le loro dottrine, vi facevano orribili in- ungheresi agli stipendii del duca di Sa-
sulti al culto cattolico, non volendo che voia, i quali duranti le guerre del Pie-
si esercitasse tra loro. Scacciarono per- monte si erano avvezzati all'indisciplina,
fino i cappuccini dal convento di Villa- si abbandonarono a non poche crudel-
ro, e ne misero in fiamme il convento e tà. 1 valdesi dal canto loro si difesero
la chiesa. Comandati dal duca Carlo E- con un coraggio incredibile : delle botti
manuele il di ritirarsi entro gli antichi vuote, empiute di borra internamente,
loro confini, non vollero ubbidire, essen- formavano loro de' baluardi mobili cui
do istigati alla sollevazione dal Léger, facevano rotolare dinanzi ad essi quando
ministro del loro culto ( cioè lo storico andavano all'assaltOjC cui si strascinavano
summenlovato, e secondo Bossuet il più dietro ritirandosi. Finalmente l'ultima lo-
ignorante e il più prosontuoso degli uo- ro trincera, cui chiamavano la loro Ro-
mini; era pastore di s. Giovanni, succe- chelle (ultimo propugnacolo in Francia
duto nell'uffizio allo zio Antonio,del qua- de'calvinisti ugonotti), nella sommità del-
le si ha un'arringa, De TValdensiuni la valle d'Aiigrogna,venne presa d'assalto.
ortu et progresso)y uomo fanatico e per- Si può vedere le Memorie storiche sul-
verso, che, come fu il perfido eccitatore la casa di Savoia^ di Costa de Beaure-
di quella ribellione, così ne fu lo storico gard, t.213-219. Léger scampato
2, p.
malignoecalonniatore, per astio che por- si salvò in Francia, dove
a tante stragi,
tava contro il duca di Savoia. Una fune- compilò una 3Iemoria, nella quale con
sta guerra si accese, ed enormi crudeltà molte falsità cercò di discolpare i suoi
si commisero da ambe le parti. Piisuona- fratelli religionari dall'accuse mosse con-
vano di gemiti e di strida quelle valli ri- tro di essi, e fu autorizzatoa fare in Fran-
poste, solite in prima ad echeggiar de' cia una colletta a loro favore, avendone
canti e suoni pastorali. Sangue, fame e Cromwell fatte premure a Luigi XIV.
desolazione le coutristarono,ec.... Furono Le'ger intervenne in nome de'valdesi nel
allora veduti calar in Piemonte deputa- i655 alle confeienze di Pinerolo, la cui
ii8 VAL VAL
si regolarono le ricliieste de'protcstanti; des roiSf avec un precis sur les Vnu^
fu loro accordato un perdono generale, dois, et une notice sur les BarbetSj par
e sotto diverse condizioni il libero eser< AIaranda,\\ c\\ia\e inoltre falsamente af-
cizio del cullo loro. Dopo la morte di Car- fermò che l'eresia de'valdesi fu condan-
ioEmanuele li nel 67 5, gli successe Vit-
1 nata ne' due concilii di Vercelli nel se-
torio Amedeo li, il quale dolalo di co* colo XI, e di Tours nel 1 165 o 1 167,
raggio imperterrito, non temeva nessu- ne' quali non furono neppur nominati.
na potenza d'Europa. Inasprito pur egli JN'è qui risleltero i valdesi: violando i
armato nel-
da'sediceuli valdesi, portossi confini assegnati, uscirono a diramarsi e
le loro valli nella primavera del 1686, e coabitare fra' cattolici; così mostrarono
sì terribilmente gli sconfisse, con levar la propria loro indole; così de* governi
loro anche i teneri fnnciuUi, che data Io* stranieri in Piemo nle profiltarono a dan-
ro una legge, non ebbero più baldanza no dello Stalo e della Chiesa ; così pro-
di violarla ne in quel secolo, e neppure varono che la presenza della real casa di
nel seguente (dipoi a vantaggio de'calto- Savoia sol temerono per la forza, e mai
lici di Lucerna e altre valli, vi mandò il non amarono per dovere, ne mai l'ub-
suo confessore b. J^alfrc^ il quale vi ope- bidirono per sentimento. Il tutto aller-
rò quel bene che ricorderò nella sua bio- ma lo storico Semeria, terminando il suo
grafia). Anzi nelle guerre del successore dire. « Ma finalmente, per le cure della
Carlo Emanuele Ili, prestarono il de- città di Pinerolo, quell'ospizio è stato
bito soccorso alia sua casa. Questo ma- rivolto ad un collegio di pubblica e cat-
gnanimo re, con provvida munificenza tolica istruzione;ed altro pio ricovero è
fece fabbricare nel 1754 in Pinerolo un slato aperto a benefizio de* catecumeni,
grandioso ospizio, onde quelli chetante e sperasi ancora qualche asilo o stabili-
volte tralasciano d'abiurare l'eresia pel mento maggiore ". Ciò però egli
assai
timore di non ricevere più verun sussi" scriveva nel 1840.
dio da' parenti, volendo ritornare alla L'imperatore de'francesi Napoleone!,
Chiesa cattolica, trovassero un aperto ri- ebbe col pastore de'valdesi un colloquio,
covero gratuito, colta istruzione, un'ar- dopo il quale i ministri del culto valdese
te o civil mestiere, per cui intuito il tem- furono salariati come quelli degli altri
po di loro vita non fossero esposti alla culti dell'impero; assegnando a loro so*
mendicità. Benefico e sapientissimo di- slentamento delle terre per la rendita di
visa mento. Fremeva d'indignazione, ma 1000 franchi, ed aggiungendovi dal te-
taceva, la vicina eresia in vedere erigersi soro 200 franchi, quali trattamenti fu-
i
questo pio e generoso monumento, de- rono neli8i4 soppressi alla restaurazio-
gno della religione de' sovrani del Pie- ne del reale governo sardo. Però con or-
monte; ed esultò di allegrezza, quando dinanza del re Carlo Felice, de* o gennaio 1
i francesi usurpalo il Piemonte sulla fine 1824, fu data a'valdesi facoltà di costrui-
del secolo passato, ottenne quel sagro e re un ospedale pe' loro poveri malati, e
beneficentissimo asilo a sua disposizione. di farlo amministrare da un oiedico e
Ciò avvenne nel 1800 con un decreto da chirurghi della loro credenza. Leggo
della Commissio fi executive duPiemont^ nel Memorandum storico politico (idi ri-
art. 4> per cui l'ospizio, tolto a'catlolici, spettabile conte Solaro della Margherita,
fu dato a' valdesi ! ed il ministro prole- già ministro e i.° segretario di stalo per
stante Mondone, io nome de'raedesimi, gli a Ila ri esteri del re di Sardegna Carlo
ne prese formale possesso. Fu poco dopo Alberto, che l' Inghilterra, allora al go-
saccheggialo interamente, conie si legge verno sardo così poco favorevole, a mo«
nel Tableau du Picmont sous le regime tivo che propugnava la legittimità nella
VAL V A L 229
Spagna, volle nel iSSy intervenire a so- da, e nel Irallalo di Torino del 1704 f«a
stegno de'valdesi delle valli di Piemonte, ilmedesimo sovrano e la regina d'Inghil-
che non avevano ragione alcuna dì lagnar- terra Anna, vi furono articoli segreti ri-
si del generoso modo coti cui erano dai guardanti i valdesi. lli.° trattato aveva
re trattati. S'incaricò l'inviato britanni* per oggetto di far loro perdonare le ri-
co Foster di trasmettere all'encomiato bellioni di cui eransi resi colpevoli i val-
conte accompagnata da una sua nota, u- desi , di tar cessare le misure di guerra
na rappresentanza d'alcuni sudditi vaU prese in loro odio, e di restituir loro il
A tale effetto ebbe il conte ordine di ri- momento a scegliere dall'inviato inglese
spondere ufficialmente all'inviato inglese, per richiamarne la memoria. Nel seguen-
essere il che alcuni fra' suoi
re sorpreso te 1 838 il re Carlo Alberto promulgò uà
sudditi avessero cercato un intermedio codice di leggi civili^ in cui primamente
sori; che non era di sua dignità far caso gione cattolica apostolica romana è la so-
dell'epiteto di odioso, dato agli editti che la religione dello stato. Gli altri culti ora
i di lui antenati avevano emanatoin tem- esistenti , sono tollerati conformemente
po di guerre civili e di ribellione per par- alle leggi. Neh 836 vennero alla luce ia
te de'sudditi valdesi, editti d'altronde as- Parigi l'anonime e già celebrate: Recherà
saimen severi a riguardo de' protestanti, ches historiques sur la véritable origi-
die non lo fossero quelli emanati a ri- ne des P'audoisy et sur le caractère de
guardo de' cattolici in altri stati. Questa leurs doctrines priniitives. Il venerando
risposta e specialmente per l'ultima allu- autore rog.*^ arcivescovo Charvaz vi po-
sione potè spiacere all' inviato inglese, se per epigrafe quanto nell'articolo J^al-
ma chiuse la discussione e non si cedette desi disse il Bergier nel suo Dizionario
alle rimostranze del possente governo an- enciclopedico della Teologia^ dell'Ere-
glicano. Eravi inoltre una circostanza as- sie ec. Non esservi forse netta alcuna^
:
sai pungente, che il conte della Marghe- di cui V origine sia stata piti contestata
rita dichiara non convenirsi esprimere di quella de Faldesi^ che abbia dato luo-
nella risposta ufficiale alla nota del Fo- go a racconti piìi opposti e a maggior ^
ster, in cui si rammentavano trattati che i numero di calunnie contro la Chiesa ro*
guarentivano a'valdesii loro privilegi, ma mana. L' illustre e dotto prelato si pro-
che potè benissimo essere enunziata sen*' pose di decidere perentoriamente una
z'aria di recriminazione ne'discorsi ver- contesa, con tanta ostinazione e si ingiu-
bali. Nel trattato concluso all' Aia nel stamente sostenuta, che sembra perfino
1690 fra il duca Vittorio Amedeo li, da quando a quando irritarlo, e vi ha ra-
riughilterra e gli stali generali d'Qlaa- giouedi giudicare, ch'egli sia riuscito pie-
%Zo VAL VAL
nomenfe nel suo intento, siccome propu- fantastiche, discopre la verità che li con-
gnatore zelantissimo della Cliieiia cattoli- danna, e gl'invita nel teuìpo stesso a ri-
ca; poiché è dinìcile immaginare in qual tornare alla grande unità ch'ebbero tor-
maniera i valdesi e i loro sostenitori pos- to d'abbandonnie. È grande pure sotto
sano resistere e contraddire alle autorità il rapporto politico, perchè giustifica mol-
e agli argomenti co* quali gì* incalza , e te disposizioni della casa sovrana di Sa«
uuovamenle involgere nelT oscurità de' voia verso di quale, non che gli
essi, la
secoli precedenti la loto origine, ch'egli abbia trovati, avendoli anzi ammessi ne*
mette in chiara luce, colla storia e co' suoi dominii a certe conilizioni, doveva
documenti pazientemente ricercati e fe- esigerne 1' adempimento , e pt»nirne le
delniente riferiti, e fissa con incontrasta* violazioni. Jacopo Gretsero tratta di fa-
bile autorità ad evidenza al secolo XII, vola assurda le pretese dell'antichità de*
come già raccontai in principio. Di si valdesi, nelle Pv olegomena in Se ripio ves
pregievole libro se ne legge il più inte- contra Sectain Faldensium^ e. i. H lo-
ressante per sonimi capi, nel t. 5, p. 76, dato compeudiatore delle Ricerche stori-
degli ylunali delle scienze religiose, il che sulla origine de' Faldesi^[evm\niì con
cui dolio autore del compendio vi pre- dire, w Percorso, sulle tracce sicure del-
mise sapienti e utili osservazioni sulla l'autore mg.' Charvaz, il tortuoso labe-
Chiesa di Gesù Cristo, e sulle pretensio- riuto delle supposizioni e de' sistemi da
ni de'sedicenti riformatori. 1 valdesi ri- essi immagmali per provare la discen-
tengono, che la loro storia sia grande e denza apostolica di loro setta , bisogna
importante, e che sia // monumento più poi e fermarsi al secolo Xll, e riconoscer-
imporlanle di quella del Cristianesi- ne in esso la vergognosa generazione da
mo jeù inoltre assicuri loro la gloria d'es- Valdo. La quale sua origine sfpiega come
sere siali trascelti dalla Provvidenza a questa setta, nudrita di menzogne e di
conservare intutte le delirine evangeli- errori, riprovata dalla Chiesa , cresciuta
che, di avere fedelmente compiuto una nella nudità e nell'ignoranza, sia giunta
sì solenne missione con solhire crudeli ad olfiirsi quale schiava, e vendersi con
persecuzioni, e del sangue loro bagnan- ignominiosa prostituzione al Calvinismo!
do le monlague e le valli deh' Alpi, e di Oh ! potesse ella ormai squarciare il ve-
avere così formato Vanello d' unione tra lo di sua funesta illusione , e rompendo
la prinntiva Chiesa e la Riforma^ conìe le catene che la ritengono, sorgere, per
òóiHistoire des
scrissero, prinìa l'autore ritornare all'unità cattolica, da cui non
Vaudois^ ou des hahitans des Falléts avrebbe mai dovuto allontanarsi! Oh! vo-
occidentales du Piemonte Paris 796, at- 1 glia il cielo, chela storia dell' origine de*
tribuita ad un ministro della setta chia- valdesi, possa , come luce di salutare ri-
mato Guido Brez; poi l'altro valdese nel- velazione, penetrar nelle valli, e risplen-
Vllistoìre des Vaudois des Fallées du dere così agli occhi loro che riscuoten-
,
Piemont par A. i)7f/5/oAi Paris 1834. , dosi alfine dal lungo affascinamento io
Grande è veramente questa importanza cui giacciono, rendano omaggio a quel-
sotto il rapporto religioso, perchè la sto- la fede ch'è l'unico mezzo di salute, e la
ria chiarisce essere recente la loro origi- sola sorgente di ben fondate speranze |
ne, e perciò vane e ridicole le loro pre- Serva loro d'incitamento a questo fine ii
tensioni; perchè dichiara l'assurdità di lo- vedere le stesse comunioni protestanti,
ro dottrine, e i cambiamenti ch'esse su- nelle quali si afildano, ormai prive di fe-
birono in vari tempi, i brogli de' valdesi de ne'lorodogmi,e ridotte nelle loro cre-
presso i pretesi riformatori e viceversa; e denze ad un vago Razionalismo , che
perchè dissipata l' illusione di loro frasi soffoca i sentimenti come confonde l' i-
VAL VAL 23r
dee .... Questo voto è pur quello che ci del successore di s. Pietro, ed eletta dal
nasceva in cuore nel percorrere, che uoi cielo a diffondere fino all'estremità della
facemmo, le Falli de P^aldesi. Possia- terra la luce della divina rivelazione, sia-
mo uoi nutrire qualche speranza di veder- no ancora venti e più mila infelici, che
lo un giorno compiuto? Due grandi o- sotto il nome di J^aldesi ^ protestano
staceli a nostro avviso si oppongono, i. contro l'autorità e V insegnamento della
La ignoranza de'più di loro, che non po- Chiesa di Gesù Cristo, impediscono all'I-
tendo andare in traccia della verità da talia di conseguire il primo e più bel van-
se stessi, non ne sono istruiti da'loro pa- to , di cui possa andar superba in faccia
stori, a'quali questa ignoranza dà luogo a tutte le nazioni, Tunità cioè di creden-
di tener viva neglianimi Tantìpalia ver- za e di culto, e giacciono profondamente
so le credenze cattoliche, il perchè po- avvolti nell'ignoranza e nell'errore (egli
chissimi leggeranno le Ricerche storiche è per questo, che deplorando anch'io sif-
sulla loro origine. 2. Lo interesse de* vai* fatta eccezione, in quest'articolo alquan-
desi:imperciocché non si tosto si move- to più mi diffusi, in proporzione di quel-
rebbero a riconciliazione colla Chiesa ro- li di tale genere). Nel mentre che la Chie-
mana, che verrebbero loro meno i sussi- sa ha cagione di rallegrarsi di molte lon-
dii, che straniere nazioni protestanti co- tane popolazioni di Asia, di America, del-
me a terra santa mandano nelle valli, e l'isole de'mari australi o Oceania, cheen-
cesserebbero gli slipendii, che ne ricevo- tratedi recente nella sua comunione ne
no i ministri del culto. Stravagantissimo riconoscono l'autorità e la salutare loro
rivolgimento di cose! Col pretesto di se- salvatrice e madre, e per cui si eressero
guire la povertà evangelica e per tenere e si vanno erigendo tanti Vescovati e tan-
in abbom inazione i beni terreni, nel Xll ti Vicariati apostolici (/^.), non può a
secolo si separarono dalla Chiesa cattoli- meno di gemere sopra i valdesi , che po-
ca, ed ora non vogliono ritornare al suo tendo esperimentare dappresso gli elfelti
seno per tema di perdere i beni che posse- delmaterno suo amore^ ributtano ogni
dono e col desiderio di accuuìularne ogno- mezzo di persuasione e di riconciliazione
ra de'maggiori ! 11 cuore a silFatte riflessio- con lei (E opportuno che io qui con re-
ni resta oppresso da sentimenti di pietà ligiosa gioia aggiunga, che il desidera-
e di dolore, ma l'animo trova un confor- tissimo ristabilimento della gerarchia ec-
to in pensare, che Dio permette così l'o- clesiastica cattolica d* Inghilterra e d'O-
perazione dell'errore per fare ognor me- landa, cioè in regni acattolici, colle metro-
gliocomprendere a'popoli a quale accie- politane di IVcstinìnster ed' Utrecht^ ol-
camento e termine miserando si giunga tre l'erezione della provincia ecclesiasti-
quando si è scosso una volta il giogo del- ca pe'valacchi greco-cattolici in Transil-
la legittima autorità della Fede. U. R. D. Vania, preparate nel pontificato di Gre-
S. P. " Questo medesimo zelante e dotto gorio XVI , in questo del regnante Pio
scrittore ci diede poi neli844» "c'mede- IX pel suo zelo e con tanta sua gloria
simi /4 finali delle scienze religio se ^
19, 1. ebbero felicissimo effetto, nel modo co-
p. 1 81 : Riflessioni in occasione di due di- me lo celebrai con riverente animo in ta-
scorsi detti nella cattedrale di Pinerolo li articoli). Oltre le Alpi sono città e pro-
per l'abbiura di ventiquattro P^aldesi, e vincie, che dopo avere dato dentro all'e-
stampati col titolo di - Considerazioni resie del secolo XVI , alla fine dal duro
sul Protestantesimo. Comincia sapiente- giogo per propria loro virtù si riscossero,
mente con dire: Pviesce cosa ad un ani- o ne furono redente per opera di evan-
mo cattolico troppo piti dolorosa il vede- gelizzatori cattolici; ma i seguaci di Val-
re, che io Italia^ stabile e gloriosa sede do da 7 secoli perseverano nel loro sci-
a3a VAL V A L
sinH) ^entóno ancora rinfelicilù e il pe-
riè probabilmente ameranno meglio a-
lica,
ricolo del loro stato, fuori della Chiesa dollarne ciecamente gli errori. Frattan-
non essendovi la salute eterna, anche pel to in Italia, e in uno degli stati d' Italia,
riferito nel voi. LXXIX, p. 73. In In- ove i popoli furono sempre figli docilissi-
ghilterra, e in talune parti di Germania nti della Chiesa, ove i principi si recaro-
e di Svizzera, gl'ingegni più elevali sono no sempre a dovere ed a gloria di farsi, fi-
orinai compresi dal bisogno di sottomet- no dagli avi loro antichissimi, sostenitori
tere la ragione alla fede, imperocché per- delle doltrine e del cullo cattolico, i val-
corse tutte le fusi del razionalismo, pa- desi continuano nel loro religioso dissidio.
dre funesto d'ogni errore possibile, senza Singolarissima ed affliggente condizione l
trovarvi il riposo degli animi, ben avvisa- Sorsero già uomini che per tra-
iti Italia
reiteravano per mezzo di Bert, uno de' perché tutti, alfine di dare sfogo all'intem-
loro ministri: Le livre de Faniillcy Genè- peranza de'Ioro pensieri, esularono dal-
ve i83o, di consentire nella sana dot- lapatria, e in seno d'altre nazioni, giù
trina con tutte le chiese Riformate di traviate e meglio disposte a seguire gli
Francia^ d' Inghilterra^ de. Paesi Bassi, empi delirii, versarono la piena di nuovi
d'Alemagna, di Svizzera, di Boemia, di E una mano di stra-
perniciosi errori,
Polonia, di Ungheria ed altre, quale e nieri,un pugno di fanatici, un drappello
espressa nellaConfes sione d'Ausburgo, di uomini denominati anche insabaltati,
secondo la dichiarazione che ne ha data 4oo anni prima dell' eresiarca Lutero,
V autore, e promettono inviolabilmente muove da Lione, traversa le Alpi, ripara
di perseverarvi in vita ed in morte. nelle valli presso le sorgenti del Po, recan-
Ora, come e quanto queste chiese pretese dovi tutte le colpevoli e grossolane inno-r
riformate, alle quali valdesi miseramen-
i vazioni di Valdo; di colà sfida gli anate-
te sono ligi, sieno concordi fra loro, cia- mi de'Papi e de'concilii, resiste del pari a*
scuno lo conosce: basii il dire con Esslin- caritatevoli inviti, alle minacce e all'armi
ger, Entretiens familiers , p. 45> che i de' principi, e dopo lungo seguito di vif
membri della medesima setta, che si a- cende, dura tutta via e cresce in quell'an-
dunano nel tempio medesimo, non con- golo remoto, ma pure osservabilissimo
vengono punto fra loro, e coloro che si d'Italia: tribù italiana sì, ma che per lin^
occupano più della religione, i dottori e guaggio(il valdese Muston nel falso siste-
i ministri sono divisi sopra tutti i punti ma d'antichità di sua setta, contro il ver
di loro erronea credenza. E' dunque giu- ro pure pretende ,
giudicandone da soli
stamente a temere, che ove Dio non soc- 34 vocaboli da lui trascelti e fatti elastici,
corra colla sua misericordia, fino a che che il dialetto valdese si scosti meno dal
saranno di qualsivoglia maniera eresie e latino degli altri dialetti piemontesi. Ma
selle nel mondo, i valdesi, anziché porsi osserva l'autore del sunlo delle Ricerche,
da per se stessi con sincera disposizione e col quale vado discorrendo, che sarebbe
alla ricerca del vero, e muover passo per dare al rustico linguaggio valdese un'as-
l'iqopgiungersi alla grande famiglia caltQ- sai più probabile, comechè troppo glorio-
VAL VAL 233
sa, parentela col Ialino, facendolo semplì- rose sollecitudini, che per tener inceppa-
ceoiente derivare dal celtico latino usato li i valdesi nell' errore si danno i prote-
iu Francia, o dal Ialino molto usato in I- stanti d'inghillerra e di Prussia, d'Olan-
talia anche posteriormente al secolo X, o da e diSvizzera.Tengono eglino nelle valli
da quello della Chiesa cattolica e roma- un loro emissario,che vegli di conti nuo so-
na, a cui le valli appartennero fino al se- pra di essi, somministri buone pensioni a*
colo XIII, come antica signora dell' Alpi ministri de'medesimi, provveda a'ioro bi-
Cozze, già uno degli Stati della s. Secle)^ sogni, prevenga i loro desiderii, alimenti i
per credenza, per cullo dissente da tutta loro pregiudizi contro i cattolici, e ponga
Italia, e ad essa in certa guisa insulta, se in opera tuttociò che giovi a distogliere
non per proposito deliberato, almeno per dall'occasione e dal pensiero di conoscere
consueludine antica; imperocché si oppo- e ripudiare gli errori di loro setta, allea-
ne e maledice alla verità e alle pratiche no di essi fece ne'Iuoghi più comodi eri-
religiose nelle quali sono riposti I onore, gere spedali, scuole e collegi. Quelle na-
il bene, la vita d'Italia, ed accoglie impu- zioni lontane non perdono un istante di
nemente tulle le menzogne e le idee, che vista i valdesi: luterani, calvinisti, angli-
in ordine alla morale e al dogma sono al- cani pongono ogni studio in tenerseli ligi
l'italiche, eh' è quanto a dire alle cattoli- e ben disposti ad ogni loro volere, e noi
che verità, più contrarie. Un fenomeno cattolici potremo rimanerci spettatori
di questa natura, sì durevole, e che per indifferenti e inoperosi di vedere perpe-
le circostanze dalle quali è accompagnato tuarsi in Italia una generazione di uomi-
può dirsi unico negli annali della storia ni sempre pronti ad ammettere come ve-
ecclesiastica, merita certamente 1' atten- rità incontrastabili, senza pur compren-
zione di tutti coloro a'quali sta a cuore la derne il senso, senza discussione e senz'ec-
salute eterna de'fratelli, l'incremento del cezioni, tutte l' invenzioni, le novità, le
corpo mistico di Gesti Cristo, e 1' unità teorie arbitrarie e proteiformi che piace
medesima dell'Italia ; quella unità cioè loro importarvi! Poiché sia pur vero, che
che più monta, quella che soprattutto de- i valdesi non agognino di far proseliti, il
ve sperarsi e che sola può conseguirsi, che può esser effetto di loro ignoranza, non
l'unità di dottrina e di fede , condizione che dell'inutilitàde'loro tentativi, ma per
essenziale performare degl'italiani un sol lo contrario si rendono loro proseliti doci-
popolo raccolto in un solo ovile, sotto un fissimi di qualsiasi innovatore, cui riesca
solo pastore , e stretto dal vincolo più aver qualche influenza nelle valli. T)e\^
santo, più fratellevole, più forte che pos- r antiche loro dottrine più non serbano
sa esservi, dal vincolo della stessa reli- che il nome e principio di ribellione alla
gione e dello stesso culto. Quindi l'au- Chiesa; essi ammisero quasi tutti gli er-»
tore delle Bijles.sioni ragiona sul conse- rori d'oltremare e d' oltremonti. Rmfac-
guimento dell'unità cattolica dell'Italia, ciarono al clero cattolico di possedere be-
mancare il ritorno alla Chiesa della popo- ni terreni, adottarono una povertà volon-
lazione valdese, senza la quale non sarà taria per rinnovare i tempi apostolici, ed
mai integralmente costituita, ed essere o- al presente subentrò negli animi loro af-
pera meritevole de' maggiori sforzi della fetto grandissimo alla ricchezza e somma
carità cattolica per procacciarla, pe'senti- avidità a' guadagni. Non riconoscono ge-
rnenti di religioso zelo che l'informa, de- rarchia, per avere ciascun valdese potere
plorando la perdita di tante anime, men- e qualità di sacerdote, e non ammettono
tre per una sola geme la Chiesa per la ca- il sagramentodelTordine. In appresso se-
rità da cui è sempre e vivamente anima- guendo i luterani e i calvinisti, non volle^
ta. E dall'altro canto osserva le premu- ro più di due o tre sagramenti j a' nostri
3.34 VAL VAL
giorni rimisero in voga quello cieli' oihIì- noscere Perrore è la prima condizione in-
ii« oiule nel 1841 consagiarono un loro dispensabile ad abbiurarlo, e come il co-
n^inislro, e discussero il progetto di far noscere la verità è il primo passo a tener-
consograre un vescovo olla foggia ungli- la in pregio, e il pregiarla conduce ad a-
cnna. Una volta non avevano cullo pub- marla. A'valdesi non è dato conoscere la
blico, e di presente hanno templi, ceremo» fallacia dciriusegnamento de' loro mini-
iiie e liturgia stampata nel 1 887 a Edim- stri, l'inganno deplorabile di cui sono vit-
burgo, ristampando il loro catechismo. time, perchè gli stessi ministri pongono
Trovano lodatori i quali mandano a cie- ogni studio in mantenere la loro igno-
lo, con quanta verità lo sa Dio, la bontà ranza, come principal fondamento di lo-
di loro indole e di loro costumi, le loro ro autorità. Vegliano di continuo, affin-
credenze e il loro culto, come da ultimo chè nelle valli non s'introduca alcun li-
frammisti a'valdesi, in molti luoghi han- giose, e che volgono segretamente uno
no la chiesa accanto al tempio protestan- sguardo di desiderio a quel raggio di lu-
te. 11 pia sovente sono essi poveri e dere- ce , che vedono in lontananza trapelare
lilli, che dà a'valdesi una cattiva idea
ciò dal cattolicismo, che sospirano nell'ansia
della nostra religione che non provvede d'un bene, di cui sentono la mancanza,
a sufllcieuza i La maggior
suoi seguaci. massime in diverse donne giovani inchi-
parte de'parrochi cattolici hanno appena nale naturalmente a pietà , che videro
con che sostentare la vita, e mancano spes- tornar fra loro compagne divenute cat-
so ancora con the provvedere al decoro, toliche per convincimento, o furtivamen-
perciò impotenti di soccorrere i poveri te lessero qualche libretto di preghiere
cattolici e di allettare con largizioni i pro- cattoliche.Se l'aureo libro delle Ricer-
testanti. Le chiese stesse poco fornite di che storiche di rag.'Charvaz ordinario di
sagri arredi ed anco rovinose, sono ri-
, Pinerolo, fosse ito perle mani de' valde-
guardate con amaro sogghigno dagli ere- si,ed avessero compreso la forza dell'ar-
tici, lo tanta desolazione di cose,non pon- gomento, bastava a convincerli di non es-
no i cattolici allettare i dissidenti collo sere che settari ingannati, d'esser fuori
splendore del culto e colla maestà solen- della vera Chiesa e contro di essa; ma
ne dell'ecclesiastiche ceremonie, che suo- l'interesse de'ministri e l'ignoranza degli
le essere tanto efiicace a scuotere l'imma- altri uè furono i più forti ostacoli. Si co-
cilmente può operarsi sulla loro ragione. te indicava il bisogno d'un libro elemen-
L'autore dopo avere ragionato sulle ca- tare,ove fossero esposti e ad uno ad uno
gioni della costante variabilità de' valde- combattuti pregiudizi e gli errori della
i
Ili a studiare la religione. Faceva meslìe- spedali in luogo ove potevano riuscire di
li in secondo luogo d'aprire un rifugio, comodo e vantaggio maggiore. Indi nar-
ove i valdesi desiderosi d'istruzione e di- ra, come a'y gennaio 844 "ella 1 cattedra-
sposti ad abbiuraie l'errore, potessero ri- le di Pinerolo abbiurarono l'errore la
parare ed in quiete operaie con tutta li- valdesi istruiti nell'ospizio de' catecume-
ijerlìi, secondo la persuasione, la coscien- ni, rientrando nel grembo della Chiesa
za e l'ispirazione della grazia. Raccontai cattolica. Altrettanto feceroi2 aìlri val-
più sopra che un tale slabiliineulo e^ì- desi a*27 del seguente marzo. Tutte l'au-
sleva in Pinerolo col nome d'ospizio de' torità e le persone più ragguardevoli del-
colecumeni, fondatovi da' principi di ca- la città assisterono alla ceremonia solen-
sa di Savoia, ma era stalo soppresso nel ne , che ricolmò di giubilo tulli i cuori
1800 dopo l'invasione francese in Pie- cattolici. Vi accorsero pure in buon nu-
monte. Mg.' Charvaz ricorse dunque per mero dalle propinque valli i valdesi, sia
riaprirlo alla pietà e munificenza di re per curiosità o sia per altra più lodevo-
Carlo Alberto, il quale secoridò i dise- le disposizione. In ciascuno di que' due
gni del prelato, e con regio cuore e ge- giorni solenni il padre e pastore mg."
nerosa mano lo soccorse nel giusto e op- Charvaz esprimeva il suo giubilo a'ricu-
portuno suo divisanienlo. Fu pertanto perali figli , e die loro i paterni suoi av-
con lieti auspicii e con dolci speranze ria- vertimenti con due Discorsi y
pieni di
pei lo r ospizio presso Pinerolo in con- quella eloquenza, die nasce dall' abbon-
venientissimo luogo e poco dopo nel , danza degli affetti del cuore, e di quella
1840 Charvaz cominciò a pubbli-
mg.*^ maschia forza di ragionamento eh' era
care due primi volumi della sua Gui-
i tutta propria a confermarli e avvalorarli
da del Catecumeno Valdese ^ossia Cor- ognor meglio nella comunione de' santi,
so d' istruzioni destinato a far gli cono- nella quale erano stati ricevuti. E quasi
scere la verità della religione cattolica a perpetuare la memoria del fausto av-
a cui ben presto venne dietro il 3. ; nel venimenlo,pegno di più abbondante frut-
4.'' trattando della disciplina e del culto, to , di cui i neofiti sono come preziose
e raccogliendo i principali capi della sua primizie, fece egli impiimere i Discorsi
opera in un compendio, lo ridusse a forma con molte note relative a' protestanti in
d'un catechismo di controversia. Ne ciò generale, e a'valdesi e alle loro dottrine.
appagava ancora il desiderio e lo zelo in- L'autore indi ne diede un sugoso estrat-
stancabile del prelato. AllaTorre diLucer- to, che può leggersi ne'citali Annali, uon
na,continua a dire l'autore (ìtWtRiJlessio- senza religiosa commozione. Nel i° di*
niy si doveva aprire ben presto una casa, scorso il venerando vescovo di Pinerolo
ove si sarebbe accolto un discreto nume- spiega le giuste cagioni della gioia de'neo-
ro di giovani sacerdoti, i quali collo stu- fili e della sua propria; il 2.° può riguar-
dio e colla preghiera si preparassero nel darsi un breve trattato sulla redola
o della
ritiro alla predicazione , e si rendessero fede, ed è pieno d'opportunissiuia erudi-
capaci a dar missioni egualmente nelle zione, poiché quanto vi si afferma a lode
parrocchie miste delle valli, e nel rima- della Chiesa cattolica, e a condanna del
nente della diocesi, e a tenere conferenze protestantesimo, è pressoché lutto rica-
in materia di controversia religiosa, a i- vato dall'asserzioni de'prolestauli, e rife-
slruzionede'protestanli. Già era disposto rito colle stesse loro parole. Termina l'au-
non senza molla spesa e sufficiente dota- tore delle Riflessioni colle seguenti pa-
zione il locale, già si forniva di convenevo- role. « Ci è dolce il pensare, ed una lieta
le biblioteca. Inoltre a prò de'poveri cat- speranza accompagna un tal peusiere, che
tolici delle Talli, vi sarebbero fondati due questi due discorsi, ne'quali ogni parola.
a36 VAL VAL
ogni argomento spira ia carila evangelica loro ministro quella buona tana dell' a^
ed una ineliillabile persuasione, ossia che postata De Per tali discordie si
Sanctis.
da' valligiani siano stali uditi dalla bocca ralleulòd'assai ia forza che mettevasi nel
dei pastore, che stende ad essi le braccia compiere l'edilìcio o tempio valdese, e ia
per accoglierli al suo seno, ossia che pe- Gazzetta del popolo cessò di cantarne
netrino nelle valli, e li leggano, faranno le glorie. Ma, a peggio andare, dice la
forza agli animi loro, e desteranno una Civiltà^ la questione s'aggiusterà con un
2.*^ tempio, lasciando all'arbitrio di cia-
saiutare inquietitudìne nella loro cosciea*
za. E la grazia divina avvalorerà queste scuno di silfalti fcdcdi il raccogliere ie
prime disposizioni, ed abbrevierà il tem- ispirazioni divine dalla bocca del De San-
po della dura schiavitù de'valdesi, acce- ctis o da quella del Beri. E non ci sarà
lerando l'epoca felice di loro ritorno al- nel fondo gran divario. Tali dissensioni
la Chiesa di Gesù Cristo, non che il com- non impediscono tuttavia la propaganda
pimento de' voli di ogni vero italiano, di eterodossa, e le sue pratiche sono cos'i in-
cedere ia patria tutta quanta senza ec- calzanti e pericolose, che già parecchi in-
cezione raccolta intorno alla cattedra di signi prelati, e segnatamente rag/ Char-
s. Pietro, e alla pietra fondamentale del- vaz arcivescovo di Genova e mg."^ d'An-
l'unico e vero tempio di Dio e nel cen- gennes arcivescovo di Vercelli, dovettero
tro dell'uuilà". Ma le succes^sive vicende con opportune pastorali e omelie far avvi-
politiche del regno di Sardegna e ótWiì sali i cattolici a star bene in guardia per
capitale Torino, che accennai vn tali arti- non esser illusi, sedotti e traditi. Sopra
coli, resero i valdesi più audaci, siccome tutto è mirabile per una scolpita impron-
opertaniente protetti , nun mancando ta di caldissimo zelo e d' atta sapienza
giornali che ne predicano ie dottrine. religiosa la pastorale di mg.'^Charvaz in-
Più volte la Civiltà CaUolica tultociò torno al fatale proselitismo protestante
deplorò. Nel 853, serie a/, 1 t. 3, p. 4^4» in Italia, e vi sì ravvisa tosto il grave ed
discorrendo delle scissure tra gli etero- erudito scrittore dell' Origine de Val^
dossi negli stali sardi, fa le seguenti gra- desi, e della Guida del catecumeno
vi osservazioni. Favoriti dal principio valdese. Nel t.
4, ?• 55o, la Civiltà Cat-
della tolleranza politica in fatto di reli^ tolica nel riprovare l' edizione di Lon-
gione, ch'è apertamente proclamato da* dra e altrove : //iV^fiOt^o Testamento tra^
ministri, gli eterodossi esercitano in Pie- dotto in lingua italiana, dall'empio ere-
monte una propaganda attivissima, sic-» tico Giovanni Diodati, termina con que-
che a trarre il novero de' cristiani acat- sta osservazione curiosa. I valdesi di To-
tolici venuti di fuori, o comprali a de^ rino, convinti già altre volle da'giornali
«aro sonante da' sedicenti apostoli an- piemontesi di spargere Bibbie falsificale,
glicani, se ne hanno anche in Torino pa- credettero far di se una buona difesa al-
recchie migliaia. Or come era da aspet- legando nel giornale loro, La Buona No-
tarsi incominciano a venir in gara fra Io- vella, ch'essi non ispargono solamente le
io le varie selle, e lo scoppio della discor- versioni proibite, ma ancora le appro-
dia ebbe per occasione la nomina del mi-^ vale essendo loro molto indifferente che
:
Distro o predicante, da cui dev' essere altri legga la versione di mg." Martini o
nfiiciato il nuovo tempio protestante in quella del Diodati. Ma pur troppo si ve-
Torino. Le fazioni precipue sono due : rifica anche qui il proverbio Ovidiauo :
l'una de'valdesi, che vorrebbe conferito Causa patrocinio non bona peior erit.
quell' onore e quell' incarico ^l suo A. Giacche da tale ridicola scusa che cosa
Beri ; l' altra degli evangelici anglicani, sì ricava? Che pe' valdesi è cosa indiffe-
j)russiani ec, che vorrel^iero avere per reule che si legga la parola di Dio o quel-
VAL VAL 2i37
la delTuomo die o* vaklesi poco impor-
: rispettabile autore parla de'valdesi. Im-
ta che Dio abbia detto di sì, e nondime- perocché dice d'esser certo, che i valde-
no gii si faccia dire di no e viceversa ; si medesimi non oseranno fiatare contro
pientemente decretò che si dividesse fra n.** a85 del Giornale di Roma del 856 i
loro in duepezzi, per cui la vera madre notificò. Nella s. congregazione ordina-
cominciò a strillar alto, che piuttosto si 24 novembre venne rico-
ria de' rili de'
desse intero all'altra donna^ la quale o- nosciuto, e quindi a' 4 dicembre appro-
stinala mente voleva che il bambino sì vato il culto tributato da tempo imme-
dimezzasse, e cosi il re conobbe di chi morabile a'beali martiri Pietro Cambia-
dovesse esser il figlio. Il caso nostro è mol- no di Ruffia, ed Antonio Favonio dell'or-
to simile. Abbiamo da un lato la Chiesa dine de'predicatori. III. "di essi, nato dal-
cattolica che non ammette altra Bibbia la nobile famiglia Cambiano signora di
che l'intera, e tutte le monche e false di- Ruffia, e resosi per virtù e dottrina in-
vieta. Dall'altro abbiamo la setta valde- signe nel lodalo ordine, fu costituito in-
se ch'è indiiferenle ad ogni Bibbia an- quisitore generale del Piemonte. In a-
corché dimezzala e tronca, e di tal sa- deu)pimenlo del quale ufficio recandosi
crilega indilferenza fa pompa e profes- egli a combattere colla predicazione l'e-
sione nella Buona Novella^ nobilissimo resia de' valdesi nella valle di Pragela-
organo di sue savie determinazioni. Q ual lo, ed avendo a tale oggetto presa stan-
è la vera madie? facile è il darne giu- za nel prossimo convento de'frati minori
dizio. La Chiesa ammette la Bibbia in- di Susa, fuvvi prodiloriamente ucciso da
tera, ed è falsa la vecchia canzone de' val- un sicario speditovi nel giorno della Pu-
desi, che la Chiesa proibisce la Bibbia. rificazione di Maria ss. deli 365. Perla
Inoltre la Civillà Cattolica nel l. 6, qual cosa fu venerato come martire del-
p. 3io, dando ragguaglio del Catechismo la fede, in odio di cui aveva subito la
nica in A ll)is del I 3^4 a*c)apiiIe,dopoaver e per quanto s'ingegnasse nel difendere
egli ceU'hralo l'incruento sagrifi/io, falti- e ristorare quella fede che tanlo odio sof-
glisi alla vita y degli eretici valdesi con friva dalla parte valdese, dovette salite
diverse sorti d'armi barbaramente lo lace- al cielo per le vie d'una virtù eroica, non
rarono e trucidarono nella pubblica piaz- di una morte violenta, 149^, solleva- nel
za. Un così patente martirio gli procac- tovi dal coro degli angeli che lo invita-
ciò quel pubblico culto ecclesiastico cb'è vano ad esultare co'santi, non dal pugna-
giunto sino a noi, e cbe meritò quindi le degli eretici che insidiarono indarno
l'approvazione della s. congtegazione e la 4 "
vittima. Il suo culto immemoiabile
la sanzione pontifìcia ne'gioi ni sopra in- fu confermalo dalla s. Sede a'^g febbra-
dicati. Un secolo dopo un altro inquisi- io i856, avendo a' 16 riconosciuto quel-
tore cadde vittima de'medesimi valdesi. lo del b. Stefano. La Civiltà Cattolica,
Il b. Bartolomeo, nato dalla famiglia pa- serie 3.\ 87, con interessante ar-
l. 3, p.
trizia saviglianese de'Cerveri, signora di ticolo erudito su quanto riguarda mas- i
assieme riunite era stato anch'egli eletto quel parlilo, che in un coll'ordine cerca
inquisitore. Nella qual carica poslo, men- di manomettere la sua coscienza; ed an-
tre recavasi a predicare contro l'eresia in nunziargli lietamente, che dall' oracolo
Cerverè (o Cervasco a una lega e mezza del Valicano un antico suo patrizio, il b.
da Cuneo) fu per la strada da 5 eretici Aimone, venne proposto a modello del
"Valdesi crudelmente ucciso, a' 21 aprile popolo credente, il quale ah immemora-
1466. Il culto però di questo beato, che bili lo appellava e venerava Beato. Sa-
per ordine cronologico è il 3.°, fu già san- per pur troppo essere ora in Piemonte
zionalo dalla s. Sede fin da' 11 settem- uno stuolo di miscredenti ben diverso
bre i853. Ma allo stesso suddetto i 856 dall' encomialo popolo, cui tanto preme
si riferisce l'approvazione del culto di de'Beati incielo, quanto della Religione
due luminari dell'ordine de'predi-
altri in terra; uno stuolo di schiavi, che si
catori cbe illustrarono la diocesi di To- assidono o si alzano al tocco de' dischi
rino. lli.°di essi è il b. Sfefai»o Bandel- metallici d'occulti agitatori; uno sluolodi
lo, morto nel 1 4^0, e protellore di Saluz- fuorusciti senza patria e di anime venali
487 da un pros-
zo per averla salvata nel r senza coscienza ; un popolo la cui pub'
simo eccidio de'nemici cbe l'assediavano blica opinione, al dir del conte Cavour,
strettamente. Il 1° è il b. Aimone Tapa- non vuole conciliazione conRoma e nie*
relli de'conli d' Azeglio e signori di La- ^f^ ogni principio di libertà alla Chic»
gnasco, già feudo e tuttora posseduto dal- saj un popolo che toglie beni a'calto- i
la sua illustre famiglia. Lettore di s. teo- liei per largire sussidii ad innalzar tem-
logia nell'università di Torino, econfes- pli alla setta valdese. Que* valdesi stessi
soredelb. Amedeo IX duca diSavoia, co- che mercè degli anglomani oggi trionfa-
stituito dipoi inquisilor generale de'sub- no, tiranneggiarono mercè dell' Inghil-
alpini, rispleudè per santità di vita e per terra, alUavolla sosleuuli dall' eiopio e
VAL VAL 239
furbo pi'olellore Croii.well, che fin nelle simo raulenticità di quel culto che giù
nostie valli inseguiva accanito i piofiighi preslava a* santi suoi concittadini". F^u
irlandesi, iti a cercarvi un asilo contro la tratto della Provvidenza regolatrice del-
colui tirannia. Celebrate le insigni virtù la Chiesa che le venerande ossa de'suoi
del b.Aimone, soggiunge la Civiltà, ecco Apostoli, rinvigorite in qualche modo
il nuovo modello di virtù eroica che vie- da' decreti del Vaticano, dalla pietà de'
ne oggi presentalo sugli altari dalla Mae- fedeli e dalle loro anime beale che scen-
stra di verità a' fedeli tutti, olire i sul» deranno dall'empireo a visitarle, rechi-
lodati martiri uccisi da' valdesi in odio no al cattolico subalpino quel conforto
della fede che difendevano, e specialmen- di che tanto abbisogna nelle trepide vi-
te a' tribolatissimi cattolici del Piemon- cende che per lui si volgono. Gli ricor-
te. Essi alzando all'immagine del santo dino qual fu contro di loro la ferocia di
loro concittadino splendente di novella que' valdesi che cercano oggidì blandire
aureola lo sguardo e il cuore, e veden- le passioni del popolo odi comprarne le
do con qual vnlore affrontasse per la Chie- coscienze; gli raccontino con quale accor-
sa ogni pericolo, comprenderanno come tezza essi ne scernessero le fraudi , eoa
sarà anche oggi invincibile il cattolico, qual dottrina ne sciogliessero sofismi, i
se adoprerà quell'armi stesse di viva fe- con qual fortezza ne affrontassero pu- i
de, d'unità nell'amore, di zelo operoso e gnali, con quale unità ne respingessero
imperterrito a fronte d' ogni umano ri- gli assalti. Óltre altre gravissime e veri-
guardo, d'ogni perdita, d'ogni cimento. diche osservazioni, la Civiltà Cattolica^
w Ed opportunissirao per fermo è che 5 massime sul favore che si prodiga sopra
doQienicani piemontesi vengano beatifi- un branco di miscredenti, che 5 milioni
cati nel momento appunto in cui i loro di cattolici dovrebbero regnar sopra di
tanno portando ra-
confratelli ed eredi loro, quali irrompono nuovamente sul-
i
minghi nel Piemonte l'obbrobrio di Cri- le nostre pianure con l'errore di Valdo,
sto sotto i colpi dell' eterodossia gover- dall'anguste valli ove lo confinarono i
scannarono gli eretici^ si presenti a'fi- sua unità religiosa, la sola che ci sia ri-
zione^ da Roma ottenga il popolo mede- cese per le giunte fattevi dai suo dotto
24o VAL VAL
autore. Essa è diretta propriamente a' riuscì a svellere da quelle contrade le su-
valdesi die poco hanno di comune al perstizioni del paganesimo. Dopo 4o ^^'
presente cogli altri protestanti : ha la for- ni del più faticoso apostolato, sentendosi
ma del dialogo, che è tonto acconcia nel- omai affievolito, disegnò a suo successo-
le controversie religiose. Dividesi in 6 li- re il prete Maurusione, e deposto il ve-
bri : il 1.° indaga le disposizioni che deb- scovato, ritirossi, giusta un'antichissima
bonsi recare nella ricerca della vera reli- tradizione di quel paese, nella solitudine
gione, ed espone l'origine della setta val- di Scicy, nella diocesi di Coutances, sulla
dese; il 2." dimostra la necessilìi per sal- spiaggia del mare. Ivi passò gli ultimi an-
varsi di appartenere alla vera Chiesa isti- ni di sua vita negli esercizi della più su-
tuita da Gesù Cristo; il 3.° stabilisce le blime contemplazione, e moiì nel 491»
note o i caratteri di questa vera Chiesa ; Fu sepolto neir oratorio di s. Paterno^
il 4'° espone la regola della fede; il
5.** fi- col quale avea faticato alla conversione
nalmente parla del Papa. Sotto ciascuno degl'idolatri di quel paese. Questo ora*
di questi titoli vengono discusse molte di torio divenne poi la chiesa parrocchiale
quelle questioni religiose che sogliono al di San-Pairr-sur-Mer, e vi si conservano
presente essere cosi falsale da' libertini, le reliquie di s. Valdo, che furono sco-
come per esempio l'indifferenza religio- perte nel I 3 I, alcune parli delle quali
I
peratore rilegò s. Atanasio a Treveri, che alfaccendò per aggiustare a suo modo le
i suoi perversi nemici volevano morto. controversie già decise nel 325 nel con-
Per questa condanna tutta la Chiesa cat- cilio di Nicea. Per guadagnarsene il fa-
tolica restò scossa, e la pietà di Costan- vore, finse che l'Angelo gli avesse rivela-
tino I fu molto ecclissata , sebbene non ta la vittoria riportala dalle sue armi
volle cedere agli ariani che lo sollecita- contro il ribelle Magnentio; ed il credu-
vano a mandar in Alessandria altro pa- lo principe confessò d' averla ottenuta
store. Dipoi ad istanza di s. Atanasio nel pe* meriti di Valente. Questi se ne gio-
347 fu celebrato nella Dacia il concilio vò con mettere di più in credito gli aria-
di Sardica (/^.), nel quale tra'principa- ni presso l'imperatore, il quale l'incaricò
li suoi nemici intervennero Valente e de'suoi ordini per perseguitare i cattolici;
riani. Allora essi, come facili a volger- insolenze nel conciliabolo di Milano , e
si secondo il vento che traeva, porse- con Ursacio fu cagione dell'eccesso com-
ro libelli supplichevoli al concilio, do- messo contro i legati della s. Stàe. Co-
mandando misericordia e perdono del stanzo che avea chiamato in Milano Pa-
grave fallo commesso contro s. Atana- pa s. Liberio (P^-), ripugnando questi al-
sio. E siccome vagavano fuori delle loro la condanna di s. Atanasio, fu segno al-
sedi co'compagni dell'empietà, il concilio le di lui violenze e venne rilegato nella
per riparare a simili inconvenienti, ordi- Tracia. Inutilmente Oslo di Cordova e-
nò che i vescovi non potessero allonta- sorlò Costanzo a non dare orecchio a Va-
narsi dalla loro chiesa senza urgente ne- lente e ad Ursacio perfidi calunniatori,
cessità. Mentre essi si sforzavano di spar- venendo riconosciuto Valente pel peggio-
gere gli errori dell' arianesimo in occi- re di tutti gli eretici ariani. Si trovarono
dente, vedendo che l'imperatore Costan- ambedue ne'successivi concilii di Sirmio,
te 1 proleggeva s. Atanasio, e consideran- di Rimini e di Nicea (/^.), e figurarono
do ormai il partilo degli ariani come ro- dappertutto come due furbi per le loro
vinato, nel 349 si recarono al concilio maliziose espressioni. Fu intendimento
di Milano. Ivi per politica fintamente di Valente e Ursacio, e de'loro compa-
abbiurarono l'arianesimo, ma il concilio gni, di dividere i vescovi tra' concilii di
secondo il consueto gl'indirizzo alla s. Se- Rimini e di Seleucia (^.), e vi fecero
de, a cui ne riservò il giudizio, e se me- un'empia petizione intorno alla fede, op-
ritassero d'essere ammessi alla comunio- ponendosi perchè non fosse condannata
ne. Valente e Ursacio, scritto a s. Atana- r ariana eresia. Essi furono i principali
sio in maniera onorevolissima qual zelan- autori della sorpresa fiuta a' vescovi cat-
te difensore della fede, e passali a Roma tolici a Rimini, sostituita nel 359 ^ ^'"
nel 35o, presentarono a Papa s. Giulio I cea per gli occidentali, gli orientali adu-
ariano di Milano e da 3 alili, allorché mente dopo questo colloquio avvenne che
cominciavasi a trallat- della fede, si fece- gli eretici ed cattolici si radunarono
i
abrogassero tutte le formoledi fede scrit- nuova lettera dell' imperatore che vie- ,
te fino a quel punto; quella sola fosse au- tando loro d'occuparsi nelle cause de* ve-
torevole, ciie si era scritta a Sirmio, la scovi orientali, ripetè 1' ordine di man-
quale, secondo le scritture, insegnava al dargli IO legali, i quali potrebbero confe-
clivin Paiire il Figlio esser simile j non rire cogli orientali. Ed avendo con pro-
doversi fare affatto menzione alcuna di messa di consolato , mandato a Rimini
sostanza^ parlandosi di Dio : la formola Tauro prefetto del pretorio d'Italia, gl'm-
indicata essere slata appiovata dall' im- giunse di non lasciar partire i vescovi, se
peratore, e necessariamente doversi ac- prima non si accordavano io una formo-
cettare dal concilio; meglio essere, con la di fede. I vescovi cattolici s'avvidero
semplicità favellando, rellamenledi Dio che ciò non era possibile, senza esser te-
sentire, che introdurre novità somiglian- nuti per vili e prevaricatori, onde unani-
ti all'arguzie de'dialeltici. Questa formo- mi definirono: Doversi tenere e professa-
la di Sirmio non conteneva espressa ere- re intera la formola Nicena; nulla a que-
sia; era peraltro iusunìcieute ed equivo- sta esser da togliere o d' aggiungere; e
ca. Si voleva questa sostituire al Siniho' quella ad essi bastare. Condannarono e
lo Niceno, ed escludere la voce consu- segregarono dalla Chiesa cattolica Ursa-
slnuzialc, che dichiarava una medesima cio, Valente e gli allri oppositori, e eoa
ia sostanza del divin Padre e del suo Fi- particolari anatematismi confermarono
glio Unigenito, e perciò esser questo t^e- le condanne contro l'eiesiarca Ario e le
ro Dio le voci simile al Padre e DiOy
: sue bestemmie, e contro le altre eresie.
si anatematizzasse colTaltre l'eresia aria- portatori della lettera, giovani d'età e po-
na. JNon acconsentendo questi due e i lo- co accoi ti, prevenuti da Valenle e da Ur-
ro associati, fu manifesta la perversa lo- sacio ch'eransi alfretlati di giungere dal-
ro mente d' annullare ta fede Nicena e riinperatore, per l'indignazione di que-
propagare l'errore. Onde fu risposto ad sto miseramente con (rande lasciaronsi
,
essi:Noi non siamo qui venul; per biso- persuadere che non dovevasi per amore
gno di fede, che sana in noi la serbiamo, d'un vocabolo perpetuar la discordia; ri-
ma per confondere coloro,! quali alla veri- conobbero come sinceri cattolici quelli cui
tà ripugnano e macchinano novità. Se voi in Riininì avevano condannali, condan-
queste cose avete scritte, quasi ora a cre- narono quant'erasi ivi fallo, e sottoscris-
dere cominciaste, vi dichiarale neppur sero l'insufficiente ed equivoca formola
chierici, come quelli che ora primumen- di Sirmio. Cosi oltrepassarono e Irasgre-
VAL VAL 243
direno il mandato del concilio: Costan- tniterio di Priscilla nella via Salaria. Nel
zo fu soddisfatto, e gli ariani esultarono. precedente anno Valente ed Ursacio, fec-
Tornando i legati a Riniini, venne di nuo- cia degli ariani, co' colleghi nella perfi-
vo ingiunto a Tauro di non lasciar par- dia, fecero in Singedon, sede d'Ursacio e
tire vescovi, se prima tutti non sotto-
i chiamata pure Samandria, una conventi-
scrivessero alla sua formola di fede, con cola o conciliabolo contro i cattolici ed i
pena d'esilio a' renitenti se in numero non Scnii-Jrianiy onde scrissero una lettera
più dii5. 1 vescovi cattolici, malconten- a Germinio vescovo di quella setta per
ti de'legati, negarono loro la comunione; trarlo alla loro parte; ma invano andaro-
ma a poco a poco, meno forse per le mi- no l'industrie loro, per la risposta di Ger-
nacce e preghiere di Tauro, che per V a- niìnio.Nel 36g Papa s. Damaso 1 nel con-
stuzia di Valente e de' suoi, i più si an- cilio di Roma[F.) nuovamente condan-
darono piegando, e sottoscrissero con es- nò Valente, Ursacio, Aussenzio di Mila-
siuna formola che reputarono cattoli- , no, ed i loro aderenti ariani, con senten-
ca. Non seppero sospettar frode, e quel- za di scomunica, confermando la fede di
r ultimo passo fu scandalo pe' deboli, Nicea e dichiarando nullo l'operato in
trionfo pegli eretici; la Chiesa ne pianse Rimini. Il Rinaldi, che mollo scrisse de*
e con s. Liberio riprovò, restando a que- due infestissimi eretici Valente e Ursacio,
st'ultima parte del sinodo riminese l'ap- non parla più di loro dopo tal nuovo
pellativo di conciliabolo. Zelanti vescovi anatema.
cedettero allorché dulia lingua versatile VALENTI Erminio, CardinaleJùòYvQ'
diValente ricevettero dichiarazioni tali, vi nell'Umbria, facendo buon uso dell'in-
che didlcile era non restassero ingannati. gegno ricevuto dalla natura, si formò con
Alcuni tultavolta ricusarono sottoscrive- esso una solida base alla sua fortuna. Qua-
re, in uno a Vincenzo di Capua legato a- si da fanciullo npplicossi allo studio della
postolico , rifugiandosi in quel luogo di giurisprudenza, nella quale fece progres-
cui riparlai nel voi. LXXXVI,p. i53. Pa- si così rapidi, che riportatane la laurea,
pa s. Liberio^che dall'esilio era tornato in con singoiar applauso degli uomini dotti
Roma, avendo fulminato colla scomuni- e scenziati, fece di lui concepire liete spe-
ca la nuova formola, fu cacciato da Va- ranze. Datosi quindi in Roma alla pro-
lente dalla città, per aver quest'ariano ri- fessione d'avvocalo, fu animesso nella cor-
cevuto da Costanzo podestà di cacciar te del cardinal Aldobrandini, che dive-
dalle proprie sedi chiunque avesse ricu- nulo Clemente Vili, 1' assegnò con feli-
salo sottoscrivere il sinodo' riminese. Il ce riuscita per segretario al suo nipote
Papa fu costretto nascondersi ne'subur- cardinal Pietro Aldobrandini, che l'ebbe
bani cimiteri, chia mali dall'annalista Ri- in luogo di compagno e se ne servi per
naldi, di Novello e di Ostiiano,ove s. Da- iscrivere le lettere a'prlncipi, in che volle
niaso I che avea lascialo in Roma suo vi- da lui solo essere aiutalo, onde perciò
cario, e poi fu suo successore, e gii altri lo lodai come più per pratica che per i-
del clero romano andavano a trovarlo, studio in tale materia, nel voi. LXIII, p.
evi restò fino alla morte di Costanzo, av- 248 ("la al secolo XVII fu omn»essoil nu-
venuta nel 36 1, dopo la quale i vescovi mero 1, dicendosi XVI). Dotato Erminio
sbandeggiati fecero ritorno alle loro se- di meravigliosa affabilità, unicioso all'ec-
di, venendo restituita la pace alla Chie- cesso unicamente contristavasi quando
,
sa. Però il Novaes, nella Storia di s. Li- ilsuo impegno non riusciva efìicace col
herìOf scrive ch'egli dimorò in detti luo- cardinale suo signore. D'altronde il suo
ghi sino alla preziosa sua morte,a* 9 set- ministero l'esercitava con mirabile assi-
tembre 367, essendo stato sepolto nel ci- duità e integerrima fede, per cui guada-
3
ria in Trastevere , e siccome erasi pro- si vanto d' essere stato il principale
il
e zelo governò la diocesi peri 3 anni, nel quale fu sollecita in curare la sua dili-
corso de'quali non mancò di celebrare il gente educazione e istruzione, poiché si-
sinodo e darlo alla pubblica luce per van- no dalla tenera età die riprove di saviez-
taggio del suo clero. Synodus Favcntina za, di talento e di amore allo studio.
anno 6 1 1 Acerrimo difenso-
5, Faventiae. Questo imparò regolarmente, massime
re della giurisdizione ecclesiastica, non nelle materie ecclesiastiche e legali, co-
perdonò ne a fèìtiche, né a spese per difen- mechè sentivasi assai inclinato alla voca-
derla e mantenerla illesa; e nel tempo zione chiericale, ed a servire la
s. Sede.
stesso non lasciò d'essere liberale e pro- Neil 721 divenne coadiutore del suo zio
fuso co' poveri, non meno che colle chie- Ferdinando avvocato concistoriale, indi
se, delle quali una ne fondò in onore di Benedetto XIII glielo sostituì nella cari-
s. Paolo apostolo, oltre la cappella ch'e- ca di avvocato fiscale della camera apo-
resse nella cattedrale alla memoria di s. stolica. Clemente XII io ascrisse tra'pre-
Carlo Borromeo canonizzalo a suo tem- lati domestici, e surrogò a mg.' Caval-
po. Ad imitazione del proprio pastore, chini nel rilevante impiego di promoto-
il magistrato pubblico di Faenza fececo- re della fede, non che fece consultore de'
struire incontro a detta cappella altra no- riti e del s. offizio, votante della segna-
bilissima dedicata alla B. Vergine. Oltre a tura di grazia e protonotario apostolico
ciò il cardinale fece edificare un mona- soprannumerario, come si ha dalle Noti-
stero per le religiose convertile, e accor- zie diRoma. Nel 1787 dal collegio de*
dò di buon grado la penitenzieria della suoi avvocati concistoriali a'22 novem-
cattedrale a' gesuiti. Dopo aver col suo bre fu eletto rettore Università Ro-
dell'
ria nativa la salute alquanto alfranta, vi dell'anno scolastico a'25 novembre, festa
perde la vita nel 1618, di 54 anni non di s. Caterina. Nel 1740 fu elevato al pon-
compiti, ed ebbe sepoltura nella chie- tificato Benedetto XIV già suo collega
sa di s. Maria delle Lagrime, col solo no- e predecessore nel promolorato e nel
me inciso sulla lapide sepolcrale, a cui in rettorato, ed egli die pubblici e ripetuti
appresso fu eretto nobile e sontuoso avel- segni di letizia, anche per incontrarne il
lo, ornalo del busto del cardinale e d'una genio, siccome conoscitore del mondo e
Questa si legge a p. 1
prolissa iscrizione. della corte, e non alieno dagli onori e
del libro: Le antichità Valentine^osQ dall'incremento di fortune, come osser-
VAL VAL ^4^
va Renazzi, Storia dell' Unwersìtà di sanna, donde poi lo trasferì a quello di
Romani, ^j p. 68. A tal fine subito ideò s. Croce in Gerusalemme; lo annoverò
di combinare un piano di riforma e di alle congregazioni del concilio, dell'esa-
ampiianjento dell'università, che capiva me de'vescovi, de'rili, de' vescovi e rego-
Papa assai gustato e che in-
sarebbesi dal lari,dell'indulgenze e reliquie; e lodi-
sinuato avrebbelo nella di lui pontificia chiaro protettore di Narni e del capitolo
grazia. Per ivìggiungeie il suo scopo chia- di quella cattedrale, di sua patria Trevi
mò in suo aiuto i professori della stessa e della chiesa de' ss. Benedetto e Scola-
università dimaggior credito e rinoman- stica di Norcia io Roma. Neil* articolo
za ; ma
sebbeoedestroe sottile, non pose RiMiNi, narrai le grandi benemerenze
niente che gli altri avvocati concistoriali che si acquistò il cardinale con quella
aveano al par di lui e fors* anche mag- città e diocesi, siccome generoso pastore.
gior desiderio cPi figurare nelle cose uni- Il n.** 7224 del Diario di Roma del 1 763
versitarie, e insieme di conciliarsi la be- racconta , che il cardinale dopo lunga
nevolenza del Papa. Scopertosi da' col- raalattia,essendo stato assalito da gagliar-
leghi avvocati quanto da lui si combina- da febbre, spedì il suo maestro di came-
va,dissimuIarono, e arrivato il mesed'a- ra a Castel Gandolfo a chiedere a Cle-
gosto 174'» convocatosi il collegio de'me- mente XIII l'apostolica benedizione per
desimi avvocali per la conferma o nuova trovarsi in pericolo di vita. Aumentatosi il
elezione del rettore, a pieni voti scelsero roale,morì inRoma d'anni 69 non finili,a'
l'avv. ''Tommaso Antamori, escludendo- 1 8 ottobre, festa di
s. Luca, rimarco che fci
ne il Valenti con colpo inaspettato. Sva- il Renazzi, pel detto di sopra, in casa del
nì per allora l'ideato progetto di riforma, suo cognato Nicolò M.'deVecchi romano,
e dipoi riassunto da altri avvocati, ebbe decano degli avvocati concistoriali
,
po-
((uel felice esito in parle,che accenno nella sta in via della Catena di Borghese. Ivi
biografia àaì cavàìnaìSììvio FalentiGori' fu decorosamente esposto, giusta il co-
zaga. Il prelato non per questo si smar* stume, vestito degli abiti cardinalizi, ove
il, e collo splendore de'propri meriti con» per le messe di suffragio, oltre la cap-
tinuò io Roma a far buona figura, e da pella domestica, furono innalzati due al-
Benedetto Xi V fu vieppiù promosso, co- tari dichiarati dal Papa privilegiati, ad
me leggo nelle Notizie di Roma, In fatti istanza di mg.' Filippo Valenti da Trevi
successivamente lo fece prelato della rev. prelato votante della segnatura di giu-
fabbrica di s. Pietro, esaminatore de've* stizia e canonico Liberiano ,
probabil-
scovi in sagri canoni, gli die in coadiu- mente suo parente, in occasione ch'erasi
tore quale avvocato concistoriale Gio. portato a Castel Gandolfo a notificarne
Battista dal Corno di Ravenna , e nel la morte. Colla solita pompa e per di-
1755 l'esaltò all'importante carica d'as- sposizione del defunto, i funerali furono
sessore del s. ofiìzio e canonico Vaticano. celebrati nella chiesa di s. Andrea delle
Clemente XIII nel concistoro de'9.4 set- Fratte, per esservi sepolti alcuni de'suoi
tembre 1759 lo creò carduiale dell'ordi- illustri antenati. Pontificò la messa il car-
ne de* preti e vescovo di Rimini. A*i4 dinal Gentili camerlengo del sagro col-
ottobre gli conferì l'episcopale consagra- legio, terminata la quale e le assoluzioui,
zione nella chiesa principale di Castel in esecuzione del disposto nel testamento,
Gandolfo, in uno al cardinal Erba Ode- il cadavere rinchiuso nelle 3 casse nella
scalchi suo vicario, e li tenne seco a men- sera fu trasportato nel titolo di s. Cro-
sa con solenne y[:)r^/2Zo imbandito nel pa- ce in Gerusalemme e ivi tumulato, re-
lazzo apostolico del luogo. Poscia diede stando il suo cuore nella detta chiesa e-
al cardiuale per titolo la chiesa di s. Su- spouente, sotto una lapide che sovrasta
i46 VAL VAL
il suo slemma genlilitio formalo di mar- delle molle cognizioni e de'suoi vasti la-
mi colorati e col cappello cartlinnlizio ,
lenli, mosse l' animo di Clemente XI a
nella nave principale o mezzo della ba- speriuìentarne l'abilità in una gravissima
silica e poco lungi dall'ingresso maggio- circostanza. Ad oggetto di procurare la
re della medesima, come trovai nel re* restituzione alla s . Sede della città di Co-
carvimi apposilan)ente. macchio occupata dagl'imperiali, fu in-
VALEiMI GONZAGA Silvio, Car- vialo a Vienna Alessandro Albani ni-
(lìnalc. De*mnrchesi del suo nome, nac- pote del Papa. D opo lo spazio di vari
que in Mantova d'antica e illustre fami- mesi il Valenti, già dichiarato camerie-
glia, e prevenne l'età col progresso negli re segreto, dovette recarsi colà per por-
studi che fece nel collegio floridissimo de* tare la berretta al cardinal Althann: in
gesuiti di Parma, ne'quali fu aiutato da quell'occasione ebbe particolari istruzio-
una memoria così felice, che avea quasi ni relaii ve all' affare imporlanle che si
del prodigioso.Sapeva a mente una quan- maneggiava, ond'egli col favore de'suoi
tità innumerabile de'piìi belli prodotti amici e colla sua fina destrezza seppe in
dell'italiana poesia, e i tratti più gravi ed breve tempo appagare le premure del
eloquenti de'ss. Padri greci che avea pro- Papa, il quale contento del felice succes-
fortune. E"li si arrese al di lei savio e ze- pio del pontificato di Benedetto XIII ,
lnn!e consiglio, ed ebbe la sorte di vede- che nel 724 1 lo ascrisse tra il numero de'
re in se avverato il suo felice presagio. prelati, indi fu fallo consultore del s. of-
Nella fieschissima sua gioventù partì da fizio, come leggo nella dedica che gli fe-
Mantova per Roma, dove compi con lo- ceil cav. Pecci della Storia del vesco-
de i suoi studi, e si die con indicibile cu- vato di Siena, con grandi encomi. Cle-
ra ad apprendere le lingue latina, greca e mente Xll lo spedì nunzio a Brusselles,
francese,e divenne sì franco nell'usodelle dove la sua prudente e savia coiido tta gli
medesime, che dettava lettere in ciascu- fece ottenere alcune cose in fìivore della
na. Sotto la direzione del dolio mg.'^Gal- s. Sede, che sino a quel tempo aveano a*
liani si erudì nella storia ecclesiastica e vuto dell'impossibile. Si ricusavano nelle
nelle più gravi discipline. Cominciò sin Fiandre brevi facoltativi del Papa, e
i
d' allora a raccogliere libri, che poi in questo era l'affare più importante che
piogres«;o d'eia, di mezzi e di onori, creb- allora colasi agitasse. A questo diresse le
be a tal segno di opere scelte e di rare e- sue prime cure e i suoi maneggi, i quali
dizioni,che in Roma divenne una delle per l'alta stima e il favore che si conciliò
più complete e pregievoli private biblio- presso Caterina arciduchessa d'Austria e
teche del suo tempo. La fama intanto governatrice di quegli stati, ebbero prò-
VAL VAL 247
spero e felice successo; Imperocché gli intima benevolenza, gli donò un quadro
riuscì, che i brevi pontificii si accettasse- da lei dipinto ed esprimente s. Caterina.
ro nella stessa maniera in cui erano slati ]l re poi gli regalò un quadro che
altro
soliti a riceversi quando le Fianulie era- ornava la camera del suo letto, capo d'o-
no soggette alla monarchia Spagna.
di pera di Correggio e rappresentante s. M."
Ottenne ancora di più, e con gran me- Maddalena. Inoltre Fdippo V lo amò e
raviglia, che persino nelle terre de'pro- distinse con islraordinarie dimostrazioni,
testanti dell'Olanda e in Amsterdam si l'ammise alla sua confidenza, lo consultò
promulgasse la bolla del giubileo ordi- negli affari più importanti del reame, e
nario di Clemente XII , per implorare lo voleva trattenere
in Ispagna per suo
dall'Altissimo la pace universale d'Eu- I.*' ministro che forse si sarebbe ef-
, il
ropa, e rendergli poi i ringraziamenti fettuato, se per la morte del Papa, avve-
quando si fosse ottenuta e conclusa dalle nuta a'6 febbraroi74o, non si fosse do-
potenze belligeranti. Dopo aver con sa- vuto sollecitamente portare a Roma pel
viezza^ abilità e somma lode per lo spa- conclave. Contribuì all'elezione di Be-
zio di circa 3 anni esercitata la nunzia- nedetto XIV, il quale con generale ap-
tura di Brusselles, fu avanzato a quella plauso subito lo nominò segretario di
di Spagna, vacata per morte del nunzio stato, eminente carica che esercitò il car-
Alemanni. Se non chea motivo d'alcu- dinale finché gli durò la vita, non poten-
ne dillereiize insorte tra il Papa e Filip- dosi più recare alla legazione di Bologna,
persuadere a deporre qualunque sinistro Chiesa, e dipoi nel 703 vescovo subur- i
sospetto concepito de'ministri del nuovo bicario di Sabina. Sul principio di sua
re Filippo V, di trattarli con maggior fi- amministrazione dello stalo pontificio,
ducia e tornare in Madrid. Il che ese- con ijidicibile sperlezza e meravigliosa
guito dalla regina, che inoltre fece il suo prudenza, le sue premure si rivolsero a
testamento a favore di Filippo V, venne pace esterna
restituire la tranquillità e la
il nunzio ani messo all' esercizio del suo allaSede apostolica. Le vertenze conti-
ministero, durante il quale godè la s. Se- nuale per molti anni tra essa e le corti di
de in quel regno una perfetta pace, con Portogallo, di Sicilia e di Sardegna fu-
sua gran reputazione. In premio di ave- rono in virtù de'suoi negoziati vinte e su-
re sostenute le suddette nunziature apo- peiale con reciproca soddisfazione delle
con tanto plauso e decoio, e di
sloliclie parli. Si riaprirono quindi le nunziatu-
aver accomodale le controversie con re- re di Lisbona, Napoli e Torino, e la da-
ci[iroca soddisfazione delle parti, passa- teria apostolica per tali stati riassunse
to appena un triennio nella nunziatura sua
l'esercizio delle sue spedizioni, e colla
d'Europa- Secondò il genio del gran Pon- 1776, n.° i5y vi è un sunto óeW Elogio
tefice e il suo proprio, con tanto lustro del cardinal Sih'io talenti Gonzaga
del suo memorabile pontificato, sia per dedicato a Pio FI^ Roma 1776. Ne fu
le leltereche colle arti. Contribuì all'au- l'autore mg."^ Claudio Todesclii ministro
mento delle cattedre nell'università ro- in Koma di Ferrara sua patria. Lo ce-
Diana, come alla formazione della carta lebra come uno de'piìi illuminati cardi-
topografica dello stato pontificio, o map- nali che a'suoi giorni regolò gli allari del
pa geografica, eseguita da'gesuili Bosco- principato della romana Chiesa. Dotto,
vich e Maire. Senza crescere l* imposte penetrante, ed occupatissimo senza pa-
cooperò al miglioramento delle finanze, rerlo, seppe egli reggere tutti in un tem-
ad onta delle tante spese iinpiegale in po e solidamente, non meno gli allari che
nuovi edifizi e pel restauro di altri ; fa- si estendono per tutto il mondo cattoli-
vorì il commercio, e riformò vari abusi, co, che politici, gli economici, lettera-
i i
uè. Quando voleva riposarsi dalle cure to ciò i grandi talenti e il genio di Bene-
sirecava in un luogo solitario della città, detto XIV, cambiando in Ironia il me-
ove un scello numero d'amici delle let- todo e la natura degli studi con iscuole
tere, alcune raccolte di piante esolicbe, nuove nella fisica, geometria, chimica, bo-
degli strumenti di fisica e d'astronomia, tanica, storia naturale e gius pubblico;
una scelta biblioteca e vari capolavori aprendovi inoltre nuove accademie let-
d'arte,rendevano quella casa un liceo, ed terarie. Sotto i di lui auspicii fu pid)bli-
ove trattava suoi ospiti con amabile af-
i cato in Roma il periodico Giornale de*
fabilità, lo questa villa, emula dell' an- letterati^ che durò sino alla sua morte
."
ticheromane, fece germogliare per la i e informò l'Italia degli altrui studi e de*
volta non solo molte piante esotiche, ma nostri. Per
furono disegnate, incise e
lui
eziandio per lai." volta fece gustare l'a- colorate leLogge diRaffaele egregiamen-
nanas. Sorpreso da un accidente apople- te. Si rese amiche le armate belligeranti
lieo, nel piti bel corso di sua gloriosa vi- che si accostarono a Roma, nella quale
ta, non fu possibile che ricuperasse giam- fece regnare l'abbondanza in tempo di
mai perfetta salute quantunque a tal ,
carestia. Nella prefettura di propaganda
uopo si adoperarono tutti rimedi del- i dilatò nell'Indie la religione. E per non
l'arte salutare. Portatosi a'bagni di Vi- dire altro, fu pel cardinal Valenti che
terbo per ricuperare la sanità, caduto in Benedetto XIV conobbe il Braschi, che
cronicismo,vi moiì nel ^56 di 66 anni, i incominciata sotto tanto patrocinio la sua
con vivo rammarico del Papa. Trasferi- sublime carriera, pervenne alla cattedra
to il cadavere a Koma, fu sepolto nella dis. Pietro col nome di Pio VI. Altre ma-
chiesa di s. Bonaventura alla Polverie- gnifiche lodi pubblicò dell' insigne por-
ra nel Monte Palatino, innanzi l'altare porato il Renazzi, nella Storia deW U'
maggiore, sotto una semplice e disador- nivcrsità di Roma,4» p- 2 36, rimar-
t.
na lapide, che il cardinale vivente era- cando le principali sue memorabili azio-
\ii\6 cioè della stanza che precede la sa- wuovo teatro fisico fuforuilodi slromeu-
VAL V AL 249
ti macchine moderne pegli sperimenll.
e Iato della fabbrica di s. Pietro, protono-
Nola che il suo impegno pel pubblico in- tario apostolico suprannumerario ,
pre-
segna menlo,non derivò da vanità, ina da sidente della camera apostolica. Indi Cle-
gran fondo di erudizione e di finissima mente XIII lo fece prelato dell'immu-
intelligenza. Riguardo alle belle arti, fu nità ecclesiastica e chierico di camera ,
egli che persuase Benedetto ad isti- XIV mentre il cardinal Alessandro Albani lo
tuire 1' accademia del nudo nella gran deputò vicario della sua diaconia e basi-
sala di Campidoglio per iscuola pubblica lica di s. Maria in Cosmedin. Quindi il
del disegno. Eppure dopo tanti alti en- Papa a'g luglio i
y64 lo preconizzò arci-
comi, dopo tante benemerenze, il popolo vescovo di Cesarea in partibus, e lo no-
fu malcontento di lui nel declinar di sua minò nunzio apostolico della Svizzera. I
vita, annoiato di vederlo costantemente suoi aurei costumi e le sue dolci manie-
nella più intima conlidetiza e favore del re, non che le sue virtù religiose gli con-
Papa, e perchè tutto poteva sul suo ani- ciliarono la slima e Talfezione non solo
mo, su diche può leggersi il voi. LXIlI,p. massime di Lucer-
de* cantoni cattolici,
lyy. Il lungo godimento della benevo- na ove risiedeva ma sibbene di quelli ,
lenza de'sovrani, nelle loro corti e preci- protestanti. Pertanto Clemente XIV nel
puamente in quelle de'principi elettivi 1 yyS lo promosse alla nunziatura diSpa-
,
suole produrre gelosie e nimicizie, non gna, nella quale pure si meritò pubbli-
volendosi che il potere venga esercitato che e singolari testimonianze di lode e di
a lungo esclusivamente da uno o da po- ammirazione dal re Carlo IIÌ. In pre-
chi stabili individui, poiché tutti aspira- mio di SI nobile carriera. Pio VI nel con-
no di pervenire a dominare alla loro vol- cistoro de'iS aprile 1776 lo creò cardi-
ta, e se non succedono le vagheggiale va- nale dell'ordine de'preli, riservandolo ia
riazioni restano delusi. La storia è piena petto; indi in quello de' 20 maggio lo
disilfalti esempi. Gli si rimproverò più di pubblicò, inviandogli per ablegato apo-
tutto famoso concordato colla Spagna
il stolico colla berretta cardinalizia il suo
(/^.); e se non fosse premorto al Papa, nipote m2^,^ Guerrieri Gonzaga [F.) poi
egli avrebbe patito umiliazioni e forse ol- cardinale. Tornalo in Roma il cardinale,
traggi Tanto rilevo dalla storia mss. e
I il Papa l'ornò col cappello cardinalizio,
contemporanea del conclave per l'elezio' gli die per titolo la chiesa de* ss. Nereo
uè del successore di Benedetto XIV. ed Achilleo, e successivamente gli con^
VALElNTl GOiNZAGA Luigi, Car- ferì le congregazioni del s. odizio, de've-
dinale. Nipote del precedente cardinal scovi e regolari , del concilio, di propa-
Silvio, nacque dalla celebre e nobilissi- ganda, dell'indulgenze e reliquie, dell'in-
ma sua famiglia in Revere,città della dio- dice, dell'acque, della correzione de'libri
cesi diMantova, a' 5 ottobre I 7*25. Col-
1 della chiesa orientale, e nel 1778 lo fece
la direzione di un tanto zio ricevè accu- prefetto di quella dell' immunità eccle-
rata e compita educazione, corrisponden- siastica, e poi dell'economia di propagan-
do col suo talento e buona volontà a'ri- da. Gli attribuì le proteltorie de' cano-
cevuti insegnamenti, per cui si rese an- nici regolari Lateranensi, del monastero
ch'egli illustre per le virtù di cui andò di s. Marta, del collegio germanico-un-
adorno, e pel suo amore non meno per garico, dell' arcicoufralernita di Gesù e
le scienze, che per le belle arti. Dedica- Maria, delle monache del Corpus Do^
tosi allo stato ecclesiastico , s' iniziò nel mini di Forh, e di Castel Madama. Inol-
servizio della s. Sede, e Benedetto XIV tre nel 1778 lo dichiarò legato apostoli»
Io annoverò tra' suoi catnerieri segreti co di Ravenna, nel quale articolo notai
ì»opratiaumei'arij coaàullure de'rili^pr^- come vi lasciò celcbve e ludevolissimu
ajo VAL V A L
fuenioria^ per le benemerenze esercita- tigna chiesa di s. Apollinare, dichiarali
tevi, e per avere nobilmente restaurato per tale elFello privilegiati dal Papa. Gii
e abbellito con leggindre forme il se- ordini mendicanti in detti giorni vi si
polcro (li Dcinte Alighieri, come insigne portarono per cantarvi a vicenda rulli-
protettore ile'dotli. Dimesso il titolo car- zio de'defunti. Nella sera dell'idtimo gior-
diiuilizio, Pio Vi nel concistoro deli." no il suo corpo fu trasportalo in s. A-
giugno 1 795 lo procliiinò vescovo snbur- pollinare apparata maestosamente a lut-
bicario d'Albano. Nel 1
798 occupata Ro- to, ricevuto sulla porta della chiesa dal
Uia e tostalo papale da'repubblicani fran- clero per farvi la consueta assoluzione.
cesi detronizzato e imprigionalo Pio Y\, Nella seguente mattina si vide esposto
sparpaglialo il sagro collegio , il cardi- su elevato letto ricoperto di ricco drap-
nale per un tempo restò in Roma con po funerario e circondalo da 100 cerei e
altri I scolleghi, quali non tralasciando
i i 4 torcie, a'iati essendovi le 4 banderuo-
consueti ullizi di religione,nel dì delle Ge- le sostenute da'suoi piìi antichi palafre-
neri, e nel lai. "e 2.'' domenica di quare- nieri vestili a lutto. Di buon'ora vi ri-
sima fecero cappella nel coro della ba- tornarono i detti religiosi a ripetere l'uf-
silica Vaticana, finché agli 8 marzo fu- fizio de'morti, e poi vi fu cappella papa -
la quale narra l'Artaud nella Storia di ordinalo, e dipoi gli fu collocata sopra
Pio TlI^ che si pensò anche al cardinal semplice e onorevole lapide marmorea.
Valenti efu tra'candidali al sommo pon- Amico delle lettere e fautore de'suoi cul-
tificalo. All' articolo Bibliotecario di s. tori , fu benefico pastore. Ne' vescovati
Chiesa, dichiarai che il Papa nel 1802 lo d'Albano, e di Porto e s. RufTina sarà
elesse a quella dignità, e che arricchì la sempre accompagnato il suo nome dalle
biblioteca di diversi preziosi mss. Dive- benedizioni de' popoli, per la costante pre-
nulo sotto-decano del sagro collegio, Pio mura colla quale indefesso si occupò dello
VII nel concistoro de'3 agosto 1807 lo stabilimento del seminario e delle pub-
trasferì al vescovato suburbicario di Por- bliche scuole, air ornamento delle sue
to e s. Il n.°io5 del Diario di
Rufllna. chiese, alla coltura degli ecclesiastici, ed
1808, col più vivo dolore ne
B-Oììia del al sollievo de'poveri. Ne' n.i 48 e 49 ^^^'
Il suo cadavere vestito degli abiti cardi- zioso monumento, scritto con nobile det-
nalizi fu esposlosopra alto letto nel gran- tato sulla importante storia e origine del-
de oratorio del collegio di cui era pro- la celeberrima fimiglia Gonzaga, che in
lettore, e nelle 3 seguenti mattine furo- tante linee sovrane divisa, forma sì gran
no di continuo celebrale delle messe sì parte della storia di Mantova che prin-
Jieiroralorio, che negli altari della coa- cipalmente signoreggiò, e d'Italia ancora.
VAL VAL 25i
VALENTINA (s.), vergine e mailiie. mente ryllios , cioè profondità. Da vagli
r. Tea (s.). per moglie Eunoì'o, od il pensiero, che
VALENTINIANI. Eretici dell'nntica chiamava anco charìsy grazia, e sige^ si-
della fede. Umilialo il suo orgoglio, pie- primi, nel numero de'cjuali essi si mette-
no di dispetto formò il pravo disegno di vano, dovevano infallibilmente essere sal-
condjaltere la dottrino della Chiesa, e di vati iti anima e in corpo, per qualunq<ie
divenire il capo d'una nuova selta,uu ere- delitto commettessero. 1 psichichi pote-
siarca. Per lo studio che aveva fallo de'li- vano altresì salvarsi colla semplice fede e
bri greci,e particolarmente de'principii di colle buone azioni, però colla sola anima;
Platone e di Pitagora, mischiò la dottri- ma per i materiali o carnali, non dove-
na dell'idee ed i misteri de'uumeri^ col- vano sperare salute, né anche colle ope-
la teogonia d'Esiodo e coll'Evaugelo di re sante. Negavano in generale la risur-
s. Giovanni, il solo ch'esili considerava rezione de'corpi; e la fine del mondo do-
come autentico, e fabbricò un sistema so- veva avvenire, dicevanoessi, quando tut-
femmine, di cui componeva la divinità, dalle loro anime, e diventati puri spiriti,
che chiamava Plerorna o Pienezza invi- entreranno anch'essi nel Pleroina^ e sa-
sibile e spirituale. Il Rinaldi dice, che ranno le spose degli angeli che circonda-
Valentino ad imitazione d' Esiodo finse no il Salvatore. L'autore del mondo pas-
3o Dei, che nominò secoli, i5 maschi e serà alla regione media, dove era sua
i5 femmine, Eoni e Eone. III." di que- madre, e sarà seguilo dall'anime de'giu-
sti Eoni ed il più perfetto, era un essere ma nulla di animale entrerà nel Pie-
sli;
invisibile, eterno, non generato, incom- roma. Allora il fuoco eh* è nel mondo
prensibile , che chiamava più comune- comparirà, si accenderà, consumerà lut-
a52 VAL VAL
la la materia, e si consumerà con essa insegnali da altri entusiasti, ciascuno de*
fino atl annullarsi. Malgrado rassurtlità (piali li ordinò secondo il suo gusto. Scris-
ili sua dottrina, Valentino trovò in E- sero contro Valentino : Tertulliano col li-
gillo moltissimi discepoli. In seguilo an- bro De boni I\larlfrìi\ o contro gno- i
dò a Roma verso ili 54, sotto il ponlilì- stici, col quale nome volevano esser chia-
calo di s. Igino, sperando di poter quivi n)ali anco i valentiniani per essersi ad
trovare de'faulori; ma dopo d'essere sla- essi uniti, perchè l'eresiarca con grave
to ripetutamente escluso dalTasserablea danno della Chiesa spargeva non dover-
de'fedeli, fu scomunicatodefinitivamenle si patire il martirio; Giustino ed Ireneo
dopo 3 anni , secondo la cronaca di s. martiri, e Proculo, a'quaUTeodoreto ag-
Girolamo. INarra Rinaldi all'anno i55, giunge Teofilo antiocheno, Filippo ve-
che Valentino, e Cerdone caposetla de' scovo di Cortina, Modesto, Origene, Ro-
Cerdoniani, nefandissimi eresiarchi ve- done, ppoli lo, ed EusebioEinisseno; con-
1
fatto. Valentino ben lontano dal ricono- vista di tutti; e non solo a luce chiara,
scere ed abbiurare i suoi errori, tentò al ma co' lumi accesi, imperciocché la ve-
nelle quali appariva un eccessivo orgo- P'ittore /del 1 94, che lo condannò, oltre
glio. Gli furono pure attribuiti alcuni ad altri errori, per ammettere molti Dei
salmi, un Vangelo che conteneva l'infan- e per insegnare che il corpo di Cristo era
zia del Salvatore, un libro intitolato So' celeste. I discepoli di Valentino, sorliti
phia, e raccolse una infinità di cose apo- dallo slesso tronco, si divisero in molle
crife. Non pare che Valentino propria- selle d' eretici, fra le quali gli jédarniti,
mente sia stalo il I." autore delsuccen- i Selhiani, ì Cainid, i Doceli, i Severia-
nato mostruoso sistema di sua setta; ma ni, gli apostolici, gli Ofiti [V,) ec, che
che prima di lui lo avessero insegnato si sparsero fino nelle Gallie, dove trova-
molli capi de' gnostici, e che Valentino rono in s. Ireneo vescovo di Lione mi
soltanto lo dispose a suo modo. Prima e formidabile avversario, dopo aver dispu-
dopo di lui tulli i riferiti errori furono tato in Roma contro lo stesso Valentino
VAL VAL 2^13
ed i suoi discepoli Fiorino e Bastie, col- ci. Il dottore s. Ireneo si fece come uno
la voce e cogli scritti. Altri più famosi studio particolare di combattere Valen-
discepoli che turbarono co'Ioro eiioii la tino, articolo per articolo, e di riportare
s. Chiesa, furono Tolomeo, Secondo, E- tutti gli errori, ed eziandio le massime
radione, e Marco peggiore che
di tutti, che lamodestia e il pudore non permet-
alTeresie aggiunse l'arie magica, adope- te di qui riferire. Il santo confutò la
rando cose che parevano miracoli dal , falsa dottrina nella sua opera de Cinque
quale derivarono 3Iar e iti. Mai co ingan-i libri contro V eresie^ e fece vedere eh' è
nò più persone, specialmente donne, col- un compostodi capricci, d'assurdi, di con-
le quali sfogava la sua sfrenata volontà, traddizioni, di errori sciocchi, un vero po-
come somigliantemente eseguivano i di liteismo, il sistema di V.ilenlino. Questo
Jui discepoli, che portando nome di cri- il eretico riguardossi da molti come un
stiani rendevano colle sozzure loro odio- profeta ed un filosofo de' più dotli, ma
sa e oltremodo spiacevole a'gentili la no- le sue opere non più esistono. I suoi di-
Marco certo Colarbasio, di cui fa altresì memoria di Valentino e de' suoi simili,
menzione Tertulliano, ed appresso Fila- fecero ogni sforzo per trovare la ragione
strio chiamato anche Basso. Aggiunge e il buon senso in un caos di capricci che
Teodoreto a' Marciti o Marcasi ti gli e- iPadri della Chiesa riguardarono cotne
relici Àrcontici ed Ascodruti che ripro- traviamento di spiriti deliranti. Beauso-
vavano sagramenli, e furono più astu-
i bre in particolare nella sua Stona clelMa-
ti degli altri per i ngannare, perché viven- nicheisnio , tentò questa intrapresa; so-
dosolitari mostravano d'essersi spropria- stiene che il sistetna di Valentino non è
ti d'ogni cosa. Finalmente riferisce Ter- tanto ridicolo come sembra a prima giun-
lullianOjfra tulli questi discepoli dell'ere- ta, che era un metodo mistico ed allego-
siarcaValentino doversi riconoscere pu- rico di spiegare gli attributi e le opera-
re Teotimo. Sebbene lutti derivassero zioni di Dio, che questo eretico le per-
da Valentino, nondimeno con altri erro- sonificò secondo il costume de'filosofi di
ri si discoslarono dalle sue riprovate pro- quel tempo, che sono le stesse idee di Pi-
posizioni.costumi de'valentiuiani era-
I tagora e di Platone, i quali potevano a-
no molto corrotti. Oltre alle massime verle prese da'caldei. Pretende che i Pa-
de'primi Nicolai ti (^.), avevano molto dri non abbiano inleso il vero senso di
aumentato con quelle de' Gnostici , sul ciò che dicevano i valentiniani, eche fuor
soggetto degl'impuri piaceri della volut- di ragione cercarono di rendere odiosa
tà carnale, dicendo che abbisognava da- questi» dottrina. Non fu di questa opinio-
re alla carne ciò che la carne deside- ne l'altro prolestanle Mosheun; dopo a-
rava, e. COSI pure allo spirito ciò che lo verla ben esaminata, neir///57.C7tr/.vY.,se-
spirito può desiderare. E perciò i valen- colo II, e nella Storia /scc/., secolo II, ac-
iiuiaui furono sovente confusi co'gnosti- cordò che in qualunque modo si riguar-
254 VAL VAL
i)i questa dottrina, non si potrà mai mo- duli superiori, anco in materia di teolo-
strarvi un'apparenza di buon senso ne gia, non solo al clero che in quel tempo
di ortoclossia,e che tulli quelli i quali vi si insegnava, ma a'dottori cattolici di tulli
cimentarono, hanno gettala la fatica. Con i secoli. Con tultociò prevalse l'amiiìae-
hinsja e dotta discussione Io prova il dot- slra mento pubblico, costante, rmiforme
to Bergier, nei Dizionario enciclopt di- della Cliiesa a tutti gli sforzi degli anti-
co della teologia^ dell'eresie ec., nell'ar- chi eretici; venti sette più recenti invano
ticolo /^'alentiniani y facendo pure 1' e- 1' attaccarono da quel tempo, sempre si
slrallo i]e5 libri di s. Ireneo , ed oppor- sostiene e persevera come nel il secolo,
tune riflessioni sulla detestabile morale l'asta questo fenomeno per farci com-
de' valentiniani e de' gnostici. Conclude prendere dove si trovi la vera dottrina
col dire. L'adeltazione de' protestanli di di Gesù Cristo.
voler giudicare tutti gli eretici a spese VALENTlNlANOI^OLl.Sede vesco-
de' Padri della Chiesa, dimostra che il ca- vile della I
." provincia d'Asia, nell'esarca-
rattere dell'eresia è sempre lo stesso, ne to del suo nome, sotto la metropoli d'E-
da XVIi secoli ha cambiato. Quando si feso, chiamata altresì Oulico/ne, Aure-
esamini da vicino, scorgesi esservi una liconie ed Aurcliopoli, di cui furono
grandissima differenza tra la condotta vescovi Eusebio, che occupava que-
:
dell'antica sei la tie'gnoslici, nata sul prin- sta sede nel 4^0 > 6 Tommaso, che assi-
cipio del li secolo, e quel la i\e Protestan- stette ali." concilio d'Efeso, e in seguito
ti (^.). I primi, in virtù de' lumi supe- a quello di Costantinopoli, dove Euti-
riori che si arrogavano, vantaronsi d'in- chio fu convinto d'eresia. Oriens chr.,
tendere e spiegare la s. Scrittura meglio l. I, p. 712.
che pastori della Chiesa cattolica; i se-
i VALENTINO (s.), martire. Era pre-
condi pretendono d'avere lo stesso privi- te della chiesa romana, ed insieme con
legio coH'aiuto della grazia dello Spirito 5. Mario e tutta la sua famiglia adopra-
Santo, che non manca mai ad alcun par- vasi in servigio de'confessoridi Gesù Cri-
ticolare di loro setta. I valentiniani, de- sto,che pativano per la fede sotto l'im-
rivati da' gnostici nello stesso secolo, per [>erntore Claudio ii. I pagani perciò lo
trina della Chiesa cattolica. I gnostici si Popolo, portava anticamente il suo no-
gloriavano delle filosofiche loro cognizio- me. Della chiesa e cimiterio di s. Valen-
ni, anteponevano l'autorità de* filosofi a tino parlai in diversi articoli, come ne
quella degli apostoli e de' loro discepoli; voi.LIV, p. 176, LXXIV, p. 27. La
i pretesi riformatori fecero pomposa mo- maggior parte delle sue reliquie si custo-
stra d'erudizione che avevano acquistata disce nella chiesa di s. Prassede di R.oma.
collo studio delle lingue, della critica, del- Egli è nominato come martire illustre
ia storia e delle belle lettere, furono ere- nel Sagrauientariodi s. Gregorio i Ma-
VAL VAL a55
gno, nel Messale romano di Tommasi, delle fazioni, secondo le costituzioni ema-
nonché in diversi calendari e marliro- nate da Eiigenio II e dall'imperator Lo-
logi. tario I, come dichiarai nel voi. XKl, p.
VALENTINO , Papa CHI. Ebbe la 2o5 e seg., legge che non attese Valen-
culla in Bouia da nobilissima prosapia, tino, e lo rimarcai nel voi. XVI, p. 3 i4«
figlio di Pier Leonzio, uomo assai pio, a- 1 riti eseguili per la consagrazione e in-
bitanle nella lei^ione Via Lata. Fino dal- tronizzazione di Valentino, ed in vigore
la sua prima età fu allevalo e visse eoo alla sua epoca, col donativo Preshile-
costumi immacolati, nemico de* giuochi rioy li descrissi ne'vol.VIII,p. i68,XLVI,
e degli altri tlivagamenti solili ne'giova- p. I IO, ove dissi che lo dispeusòal senato
iii. Alcuni scrivono c(»e fu affidalo a un e popolo roujano quando glibaciò i pie-
dolio maestro, sotto la disciplina del qua- di, e che poi batlè moneta d'argento, di-
ìe rivolse tutti i suoi studi alla divina leg- scorrendo d'una moneta di lui esistente
ge, della quale procurò penetrare i sensi in Roma nella biblioteca Vaticana, per
più profondi, tenendoli poi presenti col quanto riportai nel voi. L, p. 272,^06
favore d' una felicissima memoria. Per della rara collezione del cav. Andrea Belli,
lo svegliato suo ingegno ed eloquenza, e- il quale eiuditamente illustrò la Moneta
ragli agevole il persuadere e dissuadere inedita del sommo Ponte/ice romano
quanto voleva benché non proponesse
, Valentino. Di questa moneta d'argento
giammai non fosse mode-
cosa che slata ben conservata del diametro di 22 mil-
sta e lodevole. A malore de'poverijCOgl'in- limetri, ne trattai a Monete Pontificie,
segnamenli ed esempi de'sanli Pontefici ed il cav. Belli crede che non esista in
s. Pasquale I ed Eugenio il si perfezionò altra collezione, è che niono autore prima
nelle virtù e nella sana dottrina. Laonde di lui ne abbia fatta menzione; provando
s. Pasquale I lo sollevò al grado di sud- con altri esempi, che la brevità del suo
diacono, e poi di diacono come vuole l'au- pontificato non gl'im[)edì di far coniare
tore del libro Pontificale^ ed in fine alia monete, come non l'impedì a Marcello
dignità cardinalizia col grado di arcidia- li e Leone XI per le medogiie, iquali vis-
cono di s. romana chiesa. Quindi per fanti sero meno di Valentino. Avendo Euge-
suoi meriti e per morte d'Eugenio II, do- nio II per le accuse contro s. Catello ve-
po 4 giorni, nel i ."settembre 827, fu per scovo di Stabia[F.), ora Castellamare,
comune e generale consentimento del cle- fattolo porre nelle prigioni di Roma, co-
ro e del popolo elelfo in romano Ponte- nosciutasi da Valentino la sua innocen-
fice. Sebbene secondo consueti riti se- i za , ne ordinò la liberazione. Papa Va-
guisse comunemente prima Vordinazio- lentino governò la Chiesa universale 4»
ne nella basilica Vaticana, e poi l'/«//o- giorni, degno però di più lungo ponti-
nizzazioìie, che per consueto avea luogo ficalo, per la sua cospicua pietà, clemen-
nella basilica Laterenense, tuttavia Va- za e benigna liberalità. Mori a'io otto-
lentino fu prima intronizzalo che con- bre dell'827, e fu sepolto nel Vaticano.
sagratOjCome notò il p. Mabillon,mCom- Vacò la romana chiesa 3 giorni.
uìcn. ad Ord. Rom., e. 1
8, p. i 1 7, come VALENTINO (s.), Cardinale. Nato
erasi praticato con Conone, e poi si fece in Terni, per l'ardente zelo da lui nudri-
da Benedetto HI. JXegli Annali Berti- to verso la religione cattolica, meritò di
niani si dice Valentino eletto da*romani essere creato cardinale arciprete del tito-
e consagrato, senza farsi menzione del lo di s. Eusebio, da s. Gelasio Idei 49*2»
consenso dell'imperatore, cioè l'assisten- come affermano rUghellieilPalazzi. Pe-
za de'suoi ambasciatori alla consagrazio- rò rOldoino, seguendo Panvinio, dimo-
ne, per ovviare a' tumulti e prepotenze stra che s. Valentino fu arciprete di s.
256 VAL V A L
Eusebio, mcnlre n' era carcìinale prete sporlare in lettiga a Venezia, e indi alla
titolare Probiano. Verso il 5x3 s. Va- sua chiesa, dove appena giunto cessò di
lentino fu vescovo di sua patria, ripor- vivere nel i4o8, o con minor probabilità
tò la corona del Q)artirio, ed ebbe ono- neli4io. Fu sepolto in quella basilica
revole sepoltura nella chiesa di s. Ze- di s. PietrOj in cui gli fu eretto un bel-
none fuori della città, dove Iddio a sua lissimo monumento di marmo colla sua
intercessione operò molli prodigi. Ne statua, nella [.'^cappella del destro lato ,
parla a lungo V Ughelli , Jlalia sacra col suo nome e lilolo. Il Timon nell'Ap-
1. 1, p. j5o. Altrettanto feci io nell'arti- pendice della sua Porpora Pannonica^
colo Terni, per cui è meglio vedere quel- riporta quanto di lui avea ommesso nel-
l'articolo. l'opera.
\ ALE^Tll^O.Cardinale. F.Yalevi- VALENZA {Valentin). Città con re-
TINO Papa. sidenza arcivescovile di Spagna xA^o\yxQ'
VALENTINO, Cardinale. Marino o go della vasta provincia del suo nome si-
Martino 11 lo creò cardinale vescovo di tuata nell' est della monarchia col titolo
Porto, die neir883 sottoscrisse come bi- di regno, di cui fa la capitale, compresa
bliotecario della s. Sede un privilegio ac- nella corona d' Aragona. Trovasi a ^o
cordato da quel Papa al monastero di leghe nord-est da Marcia, a 67 est-sud-
Soligny nella diocesi di Limoges. Forse est da Madrid e ad eguale distanza sud-
cessò di vivere in detto anno, allorquan- est da Barcellona; in fiorente e pingue
do Formoso fu restituito al vescovato di pianura ed estesissima per circa 3o le-
no di zelo per l'estinzione dello scisma, ofhe a chi da Madrid per la strada della
quantunque nonagenario, si recò da Gre- Castiglia nuova recasi a Valenza. Ebbe
gorio XII in Siena, dove caduto infer- già importanti fortificazioni j ma ora noa
mo e accortosi che si agognava alla sua si vedono che logori avanzi, e la stessa
eredità, senza farne motto con alcuno e cattiva cittadella viene "trascurata. Que-
benché nella rigida stagione, si fece Ira- sta città è di figura bislunga, divisa io
VAL VAL 257
quattro grandi quartieri , e ciascuno di statue e di trofei militari. Le case di Va-
essi riparlili in 8 minori ; vi si contano lenza non sono nobili per X architettura,
9600 case , e nell' uiliraa proposizione ma poche sono le città che contengono al-
concistoriale del 1 848 si legge, et in suo trettanti palazzi e edifizi pubblici, fra'pri-
uniiLs cìrcllcr Iciicae ambita a 0,0 fere mi notandosi soprattutti que' del con-
ìnìllihas inìiahitatur mco//.?.Le strade so- te Cerbelloujdel marchese di DosArguas,
no slrettej corte, tortuose, frastagliale in del conte di Parsent e altri; e fra gli edifi-
non insiniciate, e co-
un'infinità di viottoli, zi pubblici la cattedrale metropolitana, il
si rade nella notte sono illuminate, e con- monastero di s. Michele de'Re, le ricor-^
fidate per la polizia notturna a guardie date torri di Cuarle e di Serranos, che
chiamate serenos, che le battono conti- servono di carcere, il grande spedale re-
nuamente. Vi hanno molle piazze pub- gio, il convento de'domenicani il colle- ,
bliche, ma quasi tutte irregolari e poco gio del Corpus Chris ti^ e la borsa. La
rimarcabili. Vi si contano 9000 pozzi metropolitana jd'ottima ed elegante strut-
d'acqua bevibile,ed una sola fontana pub- tura, è dedicata alla B. Vergine Assunta
blica che di sovente manca d* acqua. Le incielo, tra le cui sagre reliquie si vene'
riviere di pietra che contengono il fiu' ra con granile venerazione quasi 1' inte-
me, cominciano mezza lega sopra la cit- ro corpo di s. Lodovico arcivescovo di To-
tà e terminano mezza lega sotto, presso losa. Vi è il fonte battesimale e la cura
la sua foce in mare; costruite di pietra d'anime amministrata da due vicari, de*
lavorata, guernite di belle case e pianta- quali uno è perpetuo. Alquanto prossimo
le d'alberi, formano una delle più. vaghe è l'arciepiscopio, bisognoso da ultimo di
parti della città; quanto agli altri passeg- restauri. L'antico capitolo si componeva
gi, tutti gli aditi ne (ormano di bellissimi, di 7 dignità,?.' delle quali era l'arcidia-
essendo il più notabile quello che conilu- cono, di 23 canonici comprese le preben-
ce al porto di Gran lontano mezza lega, de del teologo e del penitenziere, d' 80
ornalo non solo da bellissimi viali d'albe- beneficiati, e di altri preti e chierici in-
ri, ma eziandio dalle case di villeggiatura servienliall'uffiziatura divina. PioVIlI col
e da'giardiniameni che lo fiancheggiano breve Ecclesiasiicos ritiis^ de' 22 mag-
e ne fanno un sito incantato. Era antica- gio 1829, Bull. Ronii cont. t. 18, p. 16:
mente fuori delle mura un bellissimo pa- Ahrogatio consuetudinis existentis iti
lazzo che serviva di residenza a'capitani Ecclesia metropolitana Valentina recl*
generali; fu demolito, e poi nel suo luo* tancli Matutinum cum Laudibus in cho-
go formò uno de' più graziosi giardini
si ro liora noctis xir. Il Papa regnante Pio
delia cillà, ed anche la gran piazza irre- IX nel concordato del 1 85 concluso col- 1
,
tettrice delia città e di sua provìncia. No- duti sono mercati, viveri e altro essen-
i i
tasi pure l'oratorio di s. Vincenzo mar- do a discreti prezzi più che altrove. Gli
tire, parimente venerato protettore della stabilimenti d'istruzione pubblica di Va-
città. Prima delle deplorabili vicende po- lenza ponno gareggiare con tutti quelli
litiche della tijp^g^/z^. Valenza si pregia- del resto della Spagna, per lo studio del-
va di 22 conventi e monasteri religiosi, le scienze e dell'arti. L' università degli
oltre due case d'ordini militari, due ca- studi ebbe origine per lo zelo del Valen-
se di gesuiti, ed una de'chierici regolari tino Vincenzo Ferreri, dipoi conferma-
s.
parlando , le case e chiese religiose sono BulL Rom. t. 4, pai'- 4> ?• 53: De regimi' •
Exponi Nobis, de'6 maggio 1602, BulL mica, la botanica, l'anatomia, le mate-,
Rom. i. 5, par. i^^. ^i^'.Facultas Ar- maliche e le lingue orientali: possiede un
chiepiscopo Valentin, conver tendi sum- giardino botanico, un anfiteatro anatomi-
mam 60 mìUiimi libraruni ex pensioni' co , il laboratorio chimico, la biblioteca
bus impositìs prò erectione et dotatio- , pubblica. Inoltre Valenza ha 6 collegi, tra
ng Parochialium, in emplionem reddi- i quali si distingue quello di s. Paolo , e
VAL VAL 2%
parecchi altri grandi slabilimentì cristru* magazzini, in cui risiedono de*negozianli,
zioiie secondaria pe'gìovani d'ambo i ses- insieme co' consoli e vice-consoli (inda-
si; un'accademia regia di belle arti, sotto sivamenle al console pontificio) di parec-
il titolo di s. Carlo , dove si fìjrmano a- chie nazioni. Diede questa città i natali
lunni nella scultura, nell'architettura e a un gran numero di peisonaggi celebri
nella pittura , ed ogni anno distribuisce in santità di vita, nelle dignità ecclesia-
premi; una scuola di disegno frequenta- stiche, nell'armi, nelle scienze e nelle ar-
tissima, e nella quale parimente si distri- ti. In sanlilà di vita ricorderò soltanto: il
cotanto fiorenti, sono in oggi sommamen- terremoti ne' regni di Granata, Portogal-
te decadute, ma pur oggi stesso formano lo , Napoli e di Paleroìo. Nelle dignità
ancora uno de'primari rami d'industria ; ecclesiastiche rammenterò i seguenti. Pa-
le altre fabbricano cappelli, panni, india- pa Calisto III (V.) Borgia , eletto nel
ne (ossia tele stampate e dipinte che an- 1 4^5», secondo la predizione di s. Vincen-
ticamente facevansi soltanto nell' Indie), zo che canonizzò. Si rese celebre pel sin-
biancherie da tavola, tele fine e comuni, golarissimo suo zelo nel frenare anche
veli, galloni d'oro e d'argento, corami, coll'armi navali proprie i formidabili ot-
cordami di canepa e di sparlo (pianta che tomani , che pretendevano sottomettere
spontanea cresce in gran copia nelle pia- il cristianesimo all' impero di Turcìiia
nure meridionali della Spagna), lavori di (F.). Tra'cardinali che creò vi comprese
stipettaio, fiori artificiali, oggetti confet- due valentiiii e suoi nipoti, Gio. Lodovi-
tati, paste d'Italia, acquavite e liquori, co Milano {F.)^ e Roderigo Lenzoli Bor-
candele, sapone, carte da giuoco, vetra- gia che nel 1492 divenne Papa Alessaii'
mi, oggetti di bronzo, di rame e d'otto- dro F1{^V.). Egli fu biasimato pe'P^rc/i-
ne, aghi, terraglie fine e comuni ec. La // (/^.), e celebralo per grandi azioni. Se
caccia de'numerosi uccelli acquatici e la denigrato dagli scrittori nemici della
copiosa pescagione offrono considerevole Chiesa e del romano Pontificato , e da
profitto. 11 commercio, che in altri tempi que'che per malignità sfogarono la loro
estendevasi fino nella Barbaria, nell' Ar- bile su quanto era da biasimare e con
cipelago, in Siria e nell'Egitto, ebbe mol- eccesso, non deve uno scrittore cattolico
to a soifrire dalle corse de'barbareschi, e cumulare contro Alessandro VI quanto
fu in breve limitato ad alcune potenze può rattristare e deformare la Chiesa sua
d'Europa ed alleprovincie della Spagna ; madre, con ciò che disonora quello che
dopo l'indipendenza dell'America meri- nella fede fu padre ,
precipuamente ne*
dionale, quasi totalmente cessarono le nostri infelici tempi.romano Pontefice Il
sue relazioni col nuovo continente. Noa è monarca supremo come della Chiesa, e
avendo Valenza né porto ne rada, le e- tale nel governo della medesima e pei
sportazioni e importazioni fanno sopra si suo Primato (V.) non può esser giudi-
una cattiva spiaggia inferiormente al vil- cato da nessuno ; neppure da' Concilii
laggio di Gran a mezza lega dalla città, (F.) o Sinodi (F.). Nel narrare la storia
dove si sono stabilite alcune batterie e de' grave d' Alessandro VI si deve osservare
260 VAL VAL
iiìodei'azione,poichè egli fu Pontefice /7- degli Annali delle scienze religiose^ nel
rario di Gesìi Cristo^ il quale ha dello t. a, a p. a 1 6, die contezza del libro d'Eu-
colla sua divina bocca : Qui non est me- genio Aroux, quale seguendo le matte
il
nini cotitra 7uc est. Conviene poi distin- interpretazioni che Ugo Foscolo e Gabrie-
guere il Sommo Pontefice, indcfellibile e le Rosselli appiccarono alla Divina Com-
divino e la sua persona sagra, dalla con- media ed altre opere di Dante, per farlo
dizione mortale e fragile di cui è rivesti* comparire un eretico caporione, lo pub-
lo l'uomo. Non premier di mira questo blicò neh 854 a Parigi dedicalo al Papa
o quel Papa sulle relazioni politiche, poi- Pio IX^, senza che questi l'avesse accetta-
ché in generale 1* influenza politica de* lo, e col titolo: Dante hérélìqiic révoln-
Papi fu salutare, benefica e conservatri- tionnaire et socialiste, Rcvclations d'un
ce, ed ebbe quasi sempre a scopo la pace catoVujue sur le Moyen-age. Ne confutò
o la prosperità pubblica, per tacciare d'al- in parte le stranezze di cui è pieno zeppo
cun eccesso, secondo le circostanze de* il libro, e lo qualificò la stravaganza mag-
tempi, e quindi censurare tutti Papi in- i giore di cui è ferace il nostro tempo, di-
giustamente. Non si deve accennare da fendendo il gran poeta che merilossi il ti-
nu lato per menare dalTaltro, di cui Vin- tolo poeta teologo^ il quale Ira'suoi au-
f\'\
cenzo Gioberti fu sì perito maestro! Un rei versi cantò: Avete il vecchio! e 'l nuo-
di cattolici, serbando il rlspello alla sede S^de^ onde si riguarda come il i.° Papa
di Pietro, e a quello di figliuoli riverenti che mise i suoi successori in istatodi figu-
costretli dalla verità a scoprire le vergo- rare nel mondo come sovrani, principal-
gne del padre comune. Senza andar tan- mente control feudatari e i vicari tempo-
to per le lunghe si veda il Muratori ed il rali della sovranità papale. Se talvolta ne
Baronio ne'loroy^/i/2«//,odancheil Man- superò i limiti, devesi attribuire air in-
si nella suaConcilionim antpUssima col' fluenza di Cesare Borgia bellicoso, e alla
lectioy ove a ciascun Papa pone la biogra- sua insaziabile ambizione. Fatalmente il
fia tratta da autori, per quanto è possibi- calunnioso e inverecondo Diario del ce-
le, veri, e tutti cattolici. Vedasi per esem- remoniere Burcardo acquistò riprovevo-
pio al 1. 18 la biografia di Giovanni XI lefama per 1* indegne e strabocchevoli
e Giovanni XII (/^.), ove non tace gli sozzure onde l'interpolarono i protestan-
scandali di que'lempi. E quivi trovere- ti,minuziosamente narrando e commen-
te questa rìfiessione gravissima tolta da tando gli atti privati e domestici di Ales-
Ambrogio Morales, che; La navicella di sandro VI. A quanto fu criticabile in tal
Pietro, agitaladajlalii^ ove Cristo seni- Papa, si può contrapporre quelle lodevoli
brava dormire^ fu tuttavia dal medesi' gesta che celebrai in tanti luoghi, la giu-
mo liberata non solo da irifinite eresie^ stizia, la mn-gnanìmità. Io zelo. Per lui si
Pietro; cioè, che i falli de'Pontefici inve- autorevole alto da lui esercitato tra' di-
ce di nuocere alle prove della divitia assi- scordi Isabella I e Ferdinando V sovrani
stenza che sostiene la Cattedra romana,
, di Spagna, e Giovanni II redi Portogal-
ne sono anzi uno de'piìi splendidi argo- lo, che lo fecero arbitro nelle loro gravis-
menti. Perchè non solo gli uomini e de- i sime differenze. Scopertosi da'portoghe-
monii insieme collegati non poterono ro- si il passaggio all' Indie orientali, ed a-
vesciarla, ma neppure i vizi personali de* vendo Cristoforo Colombo scoperta l'A^
Pontefici. Dal che deduce non essere
si merica pe* monarchi spagnuoli, e ricor-
quella opera umana, ma divina. Dante rendo rispettivi sovrani nelle loro con-
i
perciò potè essere calunniatore o maledi- troversie ad Alessandro VI, questi con
co cacciaudo dai paradiso uell' iufeiuo i'aulorilk d' uua bolla segnando una li-^
262 VAL VAL
Deu sul mappamotiilo, ussin tiranilo colla Valenza (V.) Francia ; nipoti Gio-
di i
penna un graflìo sull' Oceano, divise le vanni seniore, Giovanni giUuiore, e Pier
conquiste cle'due regni e il campo de'lo* Luigi, tutti di sua famiglia Borgia (V.);
IO conquisti, e le due corone riverenti al* il cugino Francesco Borgia (f\) (iglio di
l'operato dal Vicario di Cristo, vi si uni- Calisto III; Barlolomeo/l/<:ir /////( /.),Gio-
formarono e quietarono. Così Alessandro \amì'\ (\\ Castro (F.)f Jacopo Casaiio\>a
VI impedì che mari si facessero
i novelli (F.), Francesco de Loris (/'.), Giovan-
rossi di sangue cristiano, obbligando stret- ni /era (F.) d'Arcilla diocesi di Valenza,
tamente ed edìcacemenle monarchi di i Giovanni Castellar (F.) ì\v.\\ì\ tliocesidi
Spagna e di Portogallo a spedire nelle Valenza, nella quale citlà morì, oltre al-
nuove terre zelanti missionari apostolici, tri spagnuoli pel suo amor nazionale. Il
sicché fosse ad tasx legittimo titolo a con* Paovinio riferisce che di 43 cardinali da
quistarle al regno di Cristo. Alessandro VI luicreati,i8 furono spagnuoli. Inoltre fe-
si ammalò a* 12 agosto i5o3 di febbre ce successivamente duca di Gandia, nel
maligna, contratta nella campagna di Ro- regno e diocesi di Valenza, i propri figli
ma, la quale si convertì in terzana dopo Pier Luigi , e Giovanni che fu avo a s.
cavalo sangue a*i5; prese medicina a'
7, 1 Francesco Borgia. Di santo Paolo III tal
nel dì seguente verso lei 3 ore si confes- fece cardinali Roderico ed En-
i fratelli
sò da mg.*^ Pietro vescovo Cui mese, il rico Borgia^ de'duchi di (iandiaje Pao-
quale disse messa innanzi a lui , e dopo lo V creò cardinale il pronipote del san-
la sua comunione diede al Papa sedente to, Gaspare Borgia de'duchi di Gandia.
in -sul letto la ss. Eucaiistia, alla presen- Altri due cardinali discendenti del santo
za di 5 cardinali. Nell'ora del vespero ri- e de' duchi di Gandia, furono Francesco
cevuta l'estrema unzione da detto vesco- Borgia e Carlo Borgia Centella Ponce
vo, trapassò pie-enle il datario e il mede- de Leon. Tra' più rinomati guerrieri di
simo vescovo. Questo è il diario del u)e- Valenza, oltre Cesare Borgia, sono a no-
dico pontificio, che tratto dall'archivio mijiarsi Ugo di Moncada, col quale ebbe
Vaticano pubblicò il Rinaldi col quale , a trattare Clemente Vii, innanzi il fune-
resta confutala la scandalosa favola, che sto sacco di Roma^ J. de Argullo, e F.
Alessandro VI morì in breve senza rice- di Moncada. Tra'legislatori fiorirono Bel-
vere alcun ecclesiastico sagramento. Es- luga, Crespi eBojas. Tra'letteratiJ. L. Vi-
sendosi poi disfigurato il suo cadavere, ves, P. J. Nugnez-y-Martorell. Tra'poe-
die origine alia diceria , che morì di ve- Gaspare di Aguillar, Guillen de Castro,
ti
leno. Le sue ossa e quelle dello zio Ca- Micer Andres Rey de Artieda Antonio ,
listo 111 , si trovano presso la chiesa na- Folcb-y-Cardona. Tra gli storici Beuter,
zionale di s. Mai ia di Monserrato di Ro- Escolano, Mignana. Oltre a'quali Valen-
ina,al modo e pel narrato nel vol.LXVlU, za si pregia del botanico Cabanilles , e
p. 46) ed aspettano che i nobilissimi ed de'pittori Espinosa, Rib^^lta, Juanez, Za-
opulenti duchi d'Ossuna, loro discenden- rignena, March, Lopez, Soto-Mayor. Gli
ti ,
gli erigano un decoroso monumento abitanti sommano
a più di 80,000 e su*
in quel tempio. Alessandro VI fu anche perano 00,000 compresi quelli delTe-
il
rosi cardinali valentini da lui creati. Ce- venti d'est e d'ovest che frequenlemenle
sare Borgia (V.)^ suo figlio, nato io Ro- vi regnano; l'inverno vi si fa appena sen-
ma, poi duca del Valenlinois, nel dipar- tire; la primavera riesce assai piovosa e
limenlo della Drómc, di cui è capoluogo l'estate caldissima; uoudimetio l'umidità
VAL VAL 263
elle trovasi nelle campagne, e certi venti- di cinabro, d' argento vivo, rame , zolfo,
celli d'est vi rinfrescano l'atiuosfera; Tau- arsenico che diverse considerazioni noa
» tunno è la più bella stagione e prolunga- permisero di Murviedro ed a
scavare: a
si quasi fino al teiaiine eli dicembre. Va- Segorbia vi èdel piombo mistoad argen-
lenza, nobile città,ha dintorni pittoreschi to, ed io più siti del ferro di diverse qua-
e seducenti , straordinariamente fertili e lità. Si scoprirono ancora minieredi car-
coltivati con multa cura, quindi è questo bon fossile, ed in alcune parti delle mon-
paese da (juasi tutti i viaggiatori descrit- tagne trovansi cave di gesso, di marmi di
to come un nuovo Eden. Posta in mezzo più colori e d'alabastro; né raro vi é il sa-
a fecondissimi campi, che bene irrigati leche si ricava dalle sorgenti salate. Vi-
in ogni settimana mercé un sistema di vaci , ingegnosi e industri sono i valea-
canali immaginato ed attuato da' mori Zani , di carattere gaio , benché buona
saraceni, sotto l'azione del calore e del- parte non siano felici; l'immaginazione
l'umidità danno sino a 4 raccolte all'an- n'é ardente^ ma volubile; tuttavia hanno
no, e da per tutto ordinariamente 2. Ha molta tenacità nell'esecuzione de'Ioro di-
inoltre il vanto di conservare ancora fa- segni, massime in ciò che coucerne a' lo-
mosi monumenti di stilfi moresco e sor- ro interessi. Coltivano le lettere, le scien-
prendenti, che ricordano la lunga domi- ze e l'arti con ardore; hanno portato l'ar-
nazione maomettana. Il regno e la provin- te dell'agricoltura al più alto grado di
cia di Valenza è lungo 100 leghe e largo splendore, né mai trascurano veruna co-
20. Le acque del Segura, del Xucar e del sa cui credano che la debba migliorare.
Guadalaviar si versano in mare sulla sua Le donne sono belle, di statura alta e
costa, ed il Murviedo, il Paleucia, il Me- snella e di piacevolissima fisionomia ; la
jares vi fluiscono con altri minori torren- carnagione loro é fra le più belle della
ti. Il territorio ha molte eslese pianure, Spagna; l'adornamento semplice, ma e-
sel)bene de'monti l'attraversino, ma non leganle, il carattere amabile, la compa-
vi ha punto in cui non appariscano se- gnia graziosa. In generale i valenzani a-
gni di fertilità esuberante. La purezza mano le feste sommamente, e l'adunanze
dell'aria e la dolcezza del clima sono fa- pubblit;he, per te quali niente risparmia-
talmente controbilanciate da frequenti no, soprattutto se si tratti di feste religio-
uragani, da vorticosi terremoti, dalla pe- se. Meravigliosa é la loro maestria nel
stifera influenza del Solano, che sovente cavalcare. Il dialetto è formato d'un mi-
va soflìando dalle spiaggie africane. 1 ter- sto di catalano e castigliano. Nella divi-
reni paludosi d'Oropesa, e d'alcune par- sione decretata dalle Cortes nel 1822, il
rinomati vini d' Alicante, di Benicarlo e principali città del reame Morviedro o
della Torre, co! riso, colle olive, le frutta Sagunto, Muri Veteres^ che espugnata
secche, il lino, la canapa, la seta. L'indu- da' cartaginesi, ne parlai in più luoghi;
stria non vi è generalizzala, ma non lascia Castellone della Plana, Cas Lilio ^ nella
di far progressi. iVon vi mancano miniere quale di recente fu trasferita la sede ve-
a64 VAL VAL
scovile di Segorve {P".); Panìscoln (F,)^ dogli edetani sino alla Betica , od alme-
lesa famosa dal soggiorno e morte del- no sino all'eslremilà della Tarragonese,
J'aulipapa Beueilelto X\\\; SegorlnjXiì' ove Irovdvansi luoghi dipendenti tla'ba-
li va, SctahiSf o san Gilippoo Felipe, Hib- stitani,che stavano in parte nella Betica
biicata su d'una rupe con castello di di- orientale. Vuoisi che la contrada da lo-
fesa, già sede vescovile eretta nel V seco- ro abitala e denominala Conlcstan'ui^
lo, poi sufliHganea di Valenza; Gandia, cortisponda in gran parie a quella che
ducato de* Borgia die vi fondarono un modernamente dicesi regno di Valenza,
distinto collegio e fabbricarono il bel pa- avendo pure portato nomi di lìJai'ita' i
lazzo, coA piccolo porlo e rimarcbevole nia e di Deitauia. Questa grande e an-
chiesa collegiata; Denia , Dianum^ riiio* tica città dicesi edificala 240 anni innan-
mala perla vetusta origine, con buon zi la nostra era; distrutta nella guerra di
porto custodito da forte castello, già se- Pompeo Magno, fu ristabilita da Giulio
de vescovile eretta nel VI secolo, poi suf- Cesare. Dipoi la ciltà di Valenza e la re-
fraganea di Valenza; Alicante, nella qua- gione passò da'romani a' goti conquista-
le come rilevai nel voi. LXVIII, p. 200, tori, e da mori saraceni nel 7 5,
essi a' 1
\ièstata traslocata la sede vescovile d'O- iquali pressoché distrussero Valenza ver-
rihudaj Elea (F.), Illicis^ antica e con- so il 761, ed cristiani trasportarono le
i
siderevole città, presso al capo di s. Po- sagre ossa di s. Vincenzo [F.) martire
la, già sede vescovile, poi sulFraganea di nell'estremilà del Porlogallo, in un luogo
Valenza; ed Or Untela (F.). Sulle nomi- che dal suo nome s'intitolò poscia pro-
nale sedi vescovili si può vedere il voi. montorio di s. Vincenzo, e cominciaro-
LXVIII, p. 83. Il governo pontificio tie- no a fabbricare in Oviedo l'insigne mo-
ne in Valenza, come in Cadice, un conso- nastero in onore del sauto , al liferire
le residente, ed ora lo è Francesco Fer- dell'annalisla Rinaldi. Narrano il Biiller
rer y-Valles: però il console generale sog- e suo annotatore, ches. Vincenzo, uno
il
giorna a Barcellona. Alcuni calcolarono de'più illustri mai tiri, da Saragozza sua
a circa 900,000 gli abitantidel reame patria fu portato in Valenza e rinchiuso
di Valenza, altri a più d'un milione. 11 in orribile prigione, indi dopo crudelis-
maresciallo Narvaez porta il titolo di du- simi tormenti fu cadavere giltato nel il
mente alla parte seltentrionale del regno tunque l'espugnò pel re di Castiglia o di
di Valenza. 1 conteslani, popoli della Spa- Leon Alfonso VI, la ritenne e governò
jgua pit^ripre, ati'Uavaao il pae^e al sud fiucl^è visse ip un'intera dipendenza. La
VAL VAL 26j
sua ve<lova, la celebre Chimene o Xiine- ragondy perciò seguì lo Scisma d' occi-
ne, la consegnò al re di Castiglia, quale il dente cagionalo dall' antipapa Clemente
gliene confidò il governo; assaltala Va- VII, che stabilitosi in Avignone molli ,
lenza nel 1 loo (ìa'mori di Cordova , ella popoli ingannati ne seguirono V Ublfidien'
con vigorosa resislenzu gli obbligò a levar zrt (^/^.J credendolo legittimo, e perciò ne
l'assedio; nondimeno Valenza fu presa restò inviluppato lo stesso valenziano s.
r anno appresso, e lornò in poleie de' Vincenzo Ferreri, che nell' università di
niussubnani re di Cordova a' quali era , Lerida ricevè il dottorato dall' anticardi-
slata tolta; ({ualche tempo dopo divenne nale de Luna legato del pseudoPapa.
capitale del particolare regno di Valenza. Questi nel 1890 inviando l'anticardinale
Giacomo 1 il Conquisiatoreyied'A.vdQO' suo legato in Francia, recatosi a Valenza,
Da, conquistò la città con islrepitosa vit- volle che il santo l'accompagnasse. Mor-
toria, che gli procacciò il titolo di Fitto- to l'antipapa, gli successele Luna col no-
n'oso , insieme col regno del suo nome me di Benedetto XIII nel i 394> e tosto
nel 1238, e la popolò di catalani e fran- chiamato a Avignone il santo lo fe-
se in
cesi delle provincie meridionali, avendone ce Maestro del Palazzo (F.), e poi suo
s.
to mai ne fu contento, e perchè si potesse vestire del regno di Napoli Giovanni se-
ritenere e difendere il regno di Valenza condogenito di Ferdinando I red'Ai'ago-
da'cristiani, stimolò ad andarvi a stabilir- na, alla sua presenza e della regina, do-
si i catalani, i francesi, i lombardi, propo- po aver insieme ascoltalo la messa. L'ari-,
ri e conlaminate colla bai bara supersti- sendo il principe genuflesso. Giovanni ba-
zione maomettana, vi eresse molte chie- ciò i piedi e la mano a Benedetto XllI,
se, ed il Papa per gradimento gliene con- e questi l'ammise al bacio del volto; poi
cesse il padronato. Quindi Valenza col baciò la mano al re padre, il quale pure
SMo reauie seguì le viceUde di quello d'A- l'ammise al bacio dei volto. Fialtanto di-
266 VAL VAL
\enutos. Vincenzo confessore e pretlica- i mori stabiliti nel regno di Valenza, di
lore tli Ferdinando I, lo consigliò di sol- partire dalla monarchia di Spagna in ter*
trRi'ji dall'ubbidienza dell' ostinato anti* mine di 3o giorni, questa espulsione re-
|)ii()a, qualora non si folesse sottomettere cò gravissimo pregiudizio alla città e al
ni concilio che celebra vasi in Costanza per reame di Valenza poiché perdette più ,
dare la pace alla lacerata Chiesa , onde della metà di sua popolazione, ma ci gua-
il le con editto de'6 gennaioi4i6 ma- tlfignò nella morale e nella religione , il
iiifestu a'suoi sudditi di rimettersi all' o* che piò importa. Tuttavia al presente la
perato del sinodo. Nello stesso giorno s. popolazione valenziana è più numerosa
Vincenzo predicò pubblicamente , che di delta epoca,raddoppiandosi altresì le
Pietro di Luna era un perfido inganna- sue produzioni. Durante la guerra della
tore del popolo di Dio, onde re di Ca- i successione alla monarchia spagnuola,
sliglia e Leon, e d' Aragona eransi ri- per morte di Carlo 11 d'Austria, Valen-
tirati dalla sua ubbidienza con altri prio* za riconobbe sulle prime Filippo V di
cipì. Continuando l'antipapa nella sua Borbone, ma poco stante aprì le porle a*
caparbietà, neli4i7 fu deposto e scomu- generali di Carlo arciduca d'Austria. Pe-
nicato dal concilio^di Costanza. Indi riti- rò, dopo la battaglia d' Almanza , com-
ratosi in Paniscola (Z^), Martino V e» battuta sulle frontiere del regno di Va-
letto in detto concilio pubblicò contro di lenza a'25 aprilei707, ed ove in memo-
lui la crociata, anche nel regno di Va- ria della decisiva vittoria riportata da*
lenza, ma non si elFeltuò per averlo im- francesi e spagnuoli, comandati dal ma*
pedito il re Alfonso V. Morto l'antipa- resciallo di Berw^ick, sugli austriaci e al-
pa gli successe il falso Clemente Vili nel condotta dell'arciduca Car-
leati sotto la
iinliuente nel i4^9 terminò lo scisma menza del re, al quale avea mancato di
colla sua rinunzia. Il Pontefice Nicolò V fedeltà. Filippo V portatosi nella città
per la guerra contro i turchi, avendo punì i ribelli col supplizio di gran nume-
concesso ad Alfonso V re d' Aragona le ro di loro, colla perdita di tutti i privi-
decime e altri sussidii ecclesiastici, sul legi notabili goduti da essa e dal suo re-
modo di pagarle essendo nata discor- gno, e coll'obbligazionedi seguire gli sta-
dia negli stali del re, fra il clero e i tuti di Casliglia; altrettanto subì il regno
regi ministri, Papa per estinguerla a*
il d'Aragona, egualmente conquistato. Nel
i3 novembre i4^o deputò il cardinal secolo progrediente i francesi se neimpa*
Jeun vescovo Morinense ossia di Te- dronirono n' 9 luglioi8i2, sotto il ma-
rouanne suo legato a latore nel regno di resciallo Suchet, e l'evacuarono in giù-
Valenza e altri dominii, e con breve de* gnoi8i3, cessando il loro precario pos-
ig conferì al cardinale 1* opportune fa- sesso. Ferdinando VII ricuperò quindi
coltà per sedare silfatte diderenze, in che tutta la monarchia di Spagna , ed alla
pienamente riuscì, ed il Papa l'approvò sua morte toccando la successione di es-
a'25 gennaioi45i. Ferdinando V re di sa al fratello Carlo V, restò posposto, ad
Castiglia edi Leon, pel suo matrimonio onta che per lui si dichiararono i regni
colla regina Isabella I, divenuto nel 1479 di Valenza, Aragona, Castiglia ec. Nella
re d'Aragona e poi di Granata neli493 guerra di questa sua successione, si distin-
e di Na varrà neli5[2, fu ili.° re di tut- se nelregno di Valenza il valoroso ge-
ta la Spagna (/^.), onde Valenza col re- neral Cabrerà; ma il re non potendosi
gno fu riunita alla monarchia e ne seguì più sostenere, Carlo V rinunziò i suoi di-
i destini. Nel 1609 '' ''*^ Filippo III aven- ritti alla Spagna al suo degno
corona di
in seguito de'posleriori al luglio 1 854 P^^' to in sul serio la faccenda che vi spedi ,
iniquo spogliamento), che lesive al con- non esser stato imitato il suo esempio da
cordato concluso colla s. Sede neh 85 1, altre città, fece cessar il disordine e quie-
allaoienle furono riprovate dal Papa Pio tar il rumore. I capi de'faziosi arrestati
IX col riferito nel citato articolo. L'enor- dalle milizie,mercè potenti protezioni riu-
me debito pubblico della Spagna alla fi- scirono a sottrar la loro causa dal giudi-
ne del luglio i855 montava a più di j5 zio militare, e sottometterla a' tribunali
mila milioni di reali, con circa 4 n^il^t ini- ordinari, quali da lungo tempo erano co-
i
lioni di reali in carta. Frattanto la Spa- stumati a usare ogni riguardo a tali se-
gna fu in preda a desolanti condizioni. dicenti coraggiosi difensori della libertà.
Peste, fame, incendii, assassinamenti, ri- 11 movimento Valenza smascherò mol-
di
volture, inondazioni, supplizi; dappertut- ti, e svelò l' organizzazione
tutta pode-
to guerra, in tutti i cuori spavento, in tut- rosa del vandalico Socialismo [P^.) nella
ti gli animi incertezza e inquieti indine. Spagna, specialmente nelle provincie o-
La tremenda crisi fu preceduta dali'um- rienlali. 1 giornali progressisti, senza al-
268 VAL VAL
cun rilegno, pubblicarono clocnmenli da* moderati, i carlisti, e massimaraente il
quali risultò, che in tutta la regione det- clero cotne c.igione prima di tanti disor-
ta la Coronilla de Aragona^ e più spe- dini. O' Donnell sdegnato di tanta men-
cialmente in Valenza e Barcellona, v'ha zogna e arditezza, si levò immantinenti
un gran numero eli società segrete che di consiglio e die la sua dimissione. Espar-
giurano col pugnale in mano l'esterminio lero e gli altri dilfidando di reggersi soli
degli aristocratici e il livellamento delle « tante catastrofi rinunziarono anch'essi.
proprietà. L'operato in Valenza e tali La regina accettò queste riiumzie, e ab
manifestazioni, fu preso per una vera mi- cune ore appresso si rivolse fiduciosa-
naccia all'ordine pubblico d'Europa. La mente ad O' Donnell, perchè questi com-
lotta delie due
cominciò quindi
fazioni ponesse un nuovo ministero, e fu allora
quando Espartero incoraggialo da'demo- che arditamente contro la regia preroga-
cralici e spinto eziandio da' progressisti tiva faziosi declamarono in Madrid, fin-
i
puri, volle ripetere l'antico tentativo d'i- che il popolo corse all' armi. O' Donnell
solare il suo collega ed emulo ministro tenne fermo, vinse la ribellione di Madrid,
Lucena Leopoldo
della guerra e conte di e decretò lo stato d'assedio per tutta la pe-
O' Donnell, allontanandogli dal fianco i nisola. Tutto egregiamente venne com-
generali collocali ne'gradi più imporlun* pendialo dalla Civiltà Cattolica, massi-
ti. E^parlero si cinse dell'armi delle mi- me nella serie 3.", t. 3, p. ^5o. Il suo cor-
lizie nazionali, eO' Donnei! delle schiere rispondente definì Esparlero ed O'Don-
dell'esercito, meditante un colpo di sta- nell: Espartero capo, vessillo e guida na-
to. Successivamente insorsero Vallado- turale di tutte le fazioni ultra li'berline, di
lid, Rioseco, Valencia, Badajoz, Mojados, tutti i principii dissolventi. O'Donnell ca-
Camillac, Maracena, Lillo, Oviedo, Due- po casuale e speranza unica delle frazio-
iias, Triana, Eslella, Duron, Aranjuez, ni conservatrici e de'principii d' ordine.
Toledo, Zamora, Linares, Vidi , Siviglia, Tutte e le città più importan-
le capitali
prese dal luogotenente generaleZapatero, con pace che non fosse riparato dal no-
che riprodussi nel voi. LXXXIV, p.54e vello ministero ogni aggravio e ingiuria
55. A' 5 settembre dello stesso 856 si ri-
I 1 dolorosa recata alia Chiesa in detto ulti-
ve modificazione d'un atto addizionalejsi liale della regina verso il Papa, esigeva
dispose di riunire il senato a vita de'com- da'suoi ministri che gli si desse un'intera,
ponenti, come vìgeva avanti tal politica efficace e pronta soddisfazione, de'violati
commozione, e d' aumentarlo con alcuni diritti della s. Sede e della conculcata di-
nuo vi senatori; di convocare comizi per
ì gnità del clero. Or dovendosi pure secon-
1' elezione generale de' deputati alle Cor- dare la giusta espettazione del popolo, e
tes, secondo il sistema elettorale della co- far ragione alla volontà della regina, bi-
stituzione del 1837; di sospendere la leg- sognava dall'una parte cominciar appun-
ge degli Ayuntamientos votata dalle Cor- to dal rimuovere l'ollesa più grave, qua-
tes costituenti, e intanto porre in atto al- le si era la disammortizzazione de' beni
tri regolamenti perle deputazioni provin- municipali, dì Chiesa e de' luoghi pii; e
ciali. Arrogeche io ricordi l'importante non poteva fare quel
dall'allra parte ciò
articolo che si legge nell'encomiata Civil' Cantero che pochi dì innanzi erasene mo-
tà Cattolica j\, 4> P-i45'. e intitolato: Le strato cos'i passionato partigiano. Laonde
Cortes costituenti e la Milizia cittadina visto il mal punto, al quale erasi tal mi-
in Ispagnaj non che le gravi parole pro- nistro ridotto, rinunziò all'uflizio e vide
nunziate dal giornale di Madrid l'iT^^re/- sul fatto accettata la sua rinunzia a' 18
la, sulla condizione fatale da cui fortu- settembre. Gli fu destinato a successore
natamente uscì la Spagna, e ripetute da' Salaverria, antico e probo uffiziale cospi-
n.i 21o e 227 del Giornale di Roma del cuo dello stalo, il quale si recò ad ono-
i856. Indi \a Civiltà nel citalo voi. ri- re l'inaugurare la sua nuova carriera col-
parlando delle cose di Spagna a p. 246, l'apporre la firma al real decreto che so-
quanto alla questione ecclesiastica, la ri- spende la vendita de'beni del clero seco-
conosce la più spifiusa e più diUiciledie lare, sospende l'esecuzione delia legge del
270 VAL V A L
disammoilizzamenlo, e annulln ogni di- no alle Cortes coslituenli, e queste la pas-
sposizione contraria. Così fu fallo il i.° sarono alla risoluzione del governo, nel-
passo per rannodare le intenotle relazio- la <piale si domandava che fosse restitui-
ni della Spagna coi Padre comune de'fe- to a Loyolacollegio de* pp. della com-
il
deli,da'iuinistri d'una reginaed'una na* pagnia di Gesù, che così graia memoria
zione sinceramente cattolica. L' enorme aveva lasciato fra qtie'leali e morigerali
deficit lascialo ne' bilanci, e per conse- abitanti. Considerando diverse comuni-
guenza nell'erario, dagli sconcerti econo- cazioni de' governatori generali dell' An-
mici della dominazione progressista, an- tille, mostrando al governo l'urgente ne-
che con aver le Cortes costituenti soppres- cessità di collegi de*pp. gesuiti , e consi-
so il dazio di consumo che formava la derando ancora, i. Che l'esperienza ha
base principale delle pubbliche entrale, dimostrato la legittimità delle grandi spe-
invano si volle riparare colla spogliazione ranze, che furono concepite determinan-
della Chiesa e de' poveri de'Ioro legittimi dosi nell'isola di Cuba la fondazione di
beni, poiché disammorlizzazione non
la collegi de' pp. gesuiti per migliorare l'e-
riuscì ad incassare che un meschinissimo ducazione religiosa e l'istruzione morale
pugno di reali, presto assorbito da'biso- ed ÌMtellelluale,che riceveva prima la gio-
gni urgenti come stentatamente inlroita- ventù di quella provincia. 2. Che questi
to. La G azzelta di Madrid noli fìch il de- medesimi risultati finora conseguili, co-
creto che ristabilì la casa centrale de'ge- me anche quelli che si hanno a sperare,
suiti a Loyola nella provincia di Guipu» svanirebbero completamente, se i sud-
scoa, fondala neh 85 1 sotto il ministero delti gesuiti fossero privati de'mezzi op-
BravoMiuillo, e chiusa nella rivoluzio- portuni per provvedere alla continuazio-
ne del 1854 colla relegazione de'gesuiti ne e all'auuiento di una casa matrice nel-
all'isole Baleari. Perciò il GiomalediRo' la capitale. 3. Che la situazione di Pal-
ma^ 972, pubblicò la seguente ordi-
a p. ma diMaiorca e le circostanze delle ca-
nanza del ministro d' Oltremare Colla- se ivi stabilite, rendono impossibile il con-
do de'2 ottobre 856. «Considerando l'e-
1 seguimento de*fìni alli e necessari, il cui
sposizione falla a questo dipartimento dal compimento dovrebbesi facilitare. 4* Che
prociM'alore delle missioni della compa- la Iraslocazione della casa matrice da
gnia di Gesti, colla quale manifestava Palma a Loyola, per nulla innova essen-
l'iropossibilità che il collegio situato og' zialmente il mandato
oggi vigente. 5.Che
gi a PalmaMaiorca possa corrispon»
di col ritorno a Loyola della casa matrice
dere al sagro fine di sua istituzione, op- non si producono le spese che suppone-
ponendosi l'eccentrica situazione del pun- va la creazione di quella in qualunque
to del suo stabilimento e l'insufficienza altra città della penisola. 6. Che essen-
del locale destinato, dove non è possibi- dosi ristabilita con ordine reale de*rg ot-
le ammettere i necessari novizi, ne pro- tobre i852 la compagnia di Gesù, uni-
porzionare agli ammessi l'indispensabili camente per le nostre provincie trans-
condizioni per compiere un giorno il lo- atlantiche, non può riconoscersi come cor-
ro scopo. Considerando l' esposizione fat- porazione religiosa soggetta alla compe-
ta nel novembre 854 1 ^'''^ presidenza del tenza della amministrazione penisolare,
consiglio de' ministri, nella quale esposi- ma alia centrale oltremarina. 7. Checer-
zione s; sollecitava che i
pp. della compa- to al ministero di V. S. corrisponde il
gnia diGesìi continuassero inLoyola.Con- dispaccio o per lo meno l' intervento in
siderando un* altra esposizione , che più ogni assunto, che più o meno direlta-
d*8ooo cittadini, rappresentanti la pro- luente involgono questioni di polizia ge-
vincia di Guipuscoa,fecerouellostessoaa- nerale ammiuiàlrativa della penisola: S,
VAL VAL 271
M. Reginn (raccordo col consiglio de*
la no<?ciiili i servigi prestati al paese dal ga-
tuinistri ha ordinalo che missionari del- i binetto O' Donnell, ne saranno dimenti-
la compagnia di Gesù siano autorizzati cati dalla regina e dalla nazione: le cir-
a riportare a Loyola la casa matrice al costanze e i bisogni politici, che caratte-
presente stabilita a Palma di Maiorca. rizzarono il suo punto di partenza , fu-
Per ordine reale lo dico a V. S. per sua rono quelli che produssero la fine di su^
norma e per gh elfetli corrispondenti. Dio onorevole e patriottica missione, al dire
tì salvi per molli anni". 1 giornali spa- del Parlamento. Fra le cause che produs-
gnuoli riportano i decreti della regina I- sero la caduta del ministero O' Donnell,
sabeila, de'i2 ottobre i856 sulla accet- si disse la principale la disammorlizza-
tazione della dimissione del ministero O* zione, che la regina voleva prontamente
Donnell e della nomina del nuovo, rife- e interamente abolita, sì civile e sì eccle-
riti dal Giornale di Roma a p. 976. Per- siastica, reclamala ad urgenza dalle po-
tanto la regina dichiarò, che consideran- polazioni, che vedevano passare le loro
do i meriti e le qualità del capitano ge- proprietà, quelle del clero e degristiluli
nerale dell'esercito Ramon M." Narvaez di beneficenza in mano di specidatori, che
duca di nominava presiden-
Valenza, lo all'ombra d' una falsa libertà tentavano
te dei suo consiglio de'ministri. Era sta« d'arricchirsi. Si credette, col nuovo mini-
to ministro dal 1844 ^''^4^> e dal 1847 stero, cominciare per la Spagna un'epo-
ali85i: nel 1848 era stato detto il salva- ca di felicità, nella quale il trono, l'ordi-
tore della Spagna, per aver combattuto ne pubblico e il principio d' autorità si
nelle prerogative della corona; ma anche 6 magnanimo della regina a favore del-
nel dovere in che si trova questa di chia- la Chiesa, così perseguitala e maltratta-
iTìare al potere uomini che rappresenti- la nella persona de'suoi pastori e mini-
no principii opposti a quelli che hanno stri ne'due ultimi anni. Sentire compia-
dominalo anteriormente, quando questi cenza anche nel vedere che sono scotn-
principii sono stali quelli de'parlili, Vin- parse dalle regioni del potere elementi
to il progressista a' i4 luglio 1 854, era discordanti d'opinioni e di dottrine, che
naturale cl»e venisse a rimpiazzarlo nel per forza dovevano farsi vicendevoli con-
governo dello stalo il parlilo conservalo- cessioni per giungere all' uniformila vo-
re di cui è capo il duca di Valenza, e
, luta da' mezzi e dalle disposizioni che si
lo ha pagato im tributo alla pubblica o- che non seppe o non potè apprezzare
pinione, ma ha compiuto uno de'suoi al- quanto conveniva 1' esigenza della (pie-
ti doveri. Noudimeuo non furono disco- stione polilica^ nella situazione in che e-
4
Udir nel n.° 247 ed a p. C)85 riprodus- livi ministeri mi proporranno subito le
portantissima dello slato ed un atto, a- Art. I. E' sospesa d'ora in poi dal giorno
veiido tulio il valore d'un trattalo inter- d' oggi la esecuzione della legge (\\ dis-
nazionale. Sotto fjuesl' ultimo rapporto, ammortizzazione in data del i." moggio
le sue disposizioni non possono essere va- i85i. Art. 2. Perciò non saranno posti
lidamente abrogale ne alterale senza il in vendila i beni di coloro che la delta
concorso e l'assistenza delle due alte par- legge ordinava di vendere : né saranno
li contraenti. Nondimeno, nel corso del- approvale le aste ancora pendenti. Art.
le ultime agitazioni, sono slate adottale 3. Il governo proporrà alle Cortes la de-
misure, che, più o meno direttamente, finitiva risoluzione riguardante l' esecu^
abrogano od alterano alcuni arlicob di zione di delta legge. Dato dal palazzo 1
fede e la santità de' trattati non sono da Giornale di Roma a p. i45. Nel prin- i
lei a debito modo custodite e rispellale. cipio di dicembre il barone d' Uxola^ ac-
Questa sola considerazione, Madama, sen- compagnalo dal conle di Cervellon e m :ir-
za porre in campo altre ragioni della più chese della Romana, conle d' Altrodova
grantle importanza, delle quali il gover- e marchese diJura Rea!, ebbero l'onoi e
no di V. M. terrà sempre conio, obbliga di porre in mano di S. M. la regina, qual
i segnatari del presente espostoa sottopor- degna successora di Filippo IV e Carlo
re immediatameule alla suprema appro- III, l'esposizione che presenta al trono
vazione della M. V. il decreto cb'eghno la città di Valenza, chiedendo che si de-
hanno l'onore di rimettere nelle vomire creti una festa solenne e uu'ulUzialedimo»
reali mani". Seguono le firme de* mini- strazione con giusta e dovuta celebrità^
stri, e il decreto reale che annulla le di- in lutti i dominii delle Spagne, in onore
sposizioni contrarie e richiama in pieno vi- della dogmatica dichiarazione e procla-
gore il concordalo: eccolo. « Consideran- n»azione dell'Immacolata Concezione di
do le ragioni esposte dal mio consiglio Maria Vergine (della divozione della Spa-
de' ministri, ho decretato quanto segue. gna a tale insigne prerogativa della gran
Art. 1. Sono e restano senza elTetto tutte Madre di Dio, riparlai nel voi. LXXVI,
le dispo&iziuai di qualunque oaUua, che p. 267)) fcsla che gli spago uoli celebri»-
VAL VAL 273
rono innanzi die fosse diramala la cor- sacerdozio callolico. 2.° L* apertura de'
rispondente bolla lìieffahilis Deus per ^ concorsi pubblici giusta le prescrizioni
sìcaro e glorioso avvenimento, come de' tridentine per la provvisione de'curati e
più antichi e distinti divoti fia tutte le dell'alti e prebende ecclesiastiche. 3. "L'or-
nazioni della B. Vergine e dell'inedabi- ganizzazione della censura de'teatri, di-
Je mistero di sua pura Concezione. Di- retta a purgare le scene dallo sozzure che
vozione dagli spagnuoli manifestata e con- da parecchi anni le rendevano immen-
fermata mille volte con alti piti solenni i samente pericolose e detestabili. 4-° L'in-
ed uflìziali, singolarmente nelle sempre vito fatto dal governo a' prelati del regno
ìmmoitaii Cortes del 162 e del 1760, co- [ perchè celebrassero con tutta la pompa
me a loro venerata Patrona particolare la solennità dell'Immacolata Concezione.
e universale delle Spagne, e oggetto dol- 5." L'intero annullamento delle clausole
cissimo dell'amore e delle speranze d' o- empie e barbaramente restrittive che il
gni spagnuolo. L' edificante petizione si regalismo ateo de' progressisti avea po-
ammira a p. 1 148 del Giornale. S. JVI. sto al placet della suddetta bolla Incf-
accolse quell' idea in modo assai favore- fahilis Deus ; e per la quale neh' enco-
vole, lodando Valenza per la gloria d'a- miata petizione di Valenza era stato ri-
verla iniziata. Indi la nobile deputazione chiesto alla regina riparazione all'ope-
manifestò, che sottoscritti alla petizione
i ralo dall'anteriore governo, che conside-
desideravano innalzare una statua in ono- rò >i come non necessaria ogni dimostra -
re dell'Immacolata Concezione in una zione ufliziale, ed a far circolare la citala
piazza di Valenza, essendo firmatala pe- bolla col solo Regio Exeqnalur, conces-
tizione da 987 persone. Frattanto il go- so con restrizioni poco convenienti al ca-
verno ricuperando di giorno in giorno il rattere e air indole del suddetto docu-
principio d'autorità e di forza, dopo che mento ". Gli ultimi due provvedimenti
si chiusero le porte principali per le qua- dinotano la soddisfazione che il governo
li entrava l'anarchia; cessando la stampa dovette dare alla generale indignazione,
sboccala che audacemente stimolava di con cui gli spagnuoli videro le profana-
continuo alla rivolta, nella Spagna ezian- zioni che lademagogia accumulò per o-
dio riacquistandosi il bene fondamenta- scurare e avvelenare la pura allegrezza e
le toltole negli anni precedenti di per- ilfervido entusiasmo col quale la Spa-,
alcune leggi lodevoli della stessa indole parare gì' insulti bestiali, stam-
che la
de' templi, 1' orcliestre, le luminarie eie re degli uomini batteva colla regolarità
processioni erano In manifestatiune ve- propria della vita cristiana, era bastan-
rissima de'Ioro profondi sentimenti d'a- te la voce del dovere a guidare i popoli
nimo religioso. Ne'primi mesi del 1857 sulle vie dell;» pace, della rassegnazione e
sì cominciarono l'elezioni pel nuovo par- dell' ubbidienza : oggi svenluratamenle
lamento oCortesda inau gui arsi il .°mag- 1 bastano appena gli eserciti e la polizia,
gio. E importante e veritiero quanto ri- moltiplicati senza numero, a mautenere,
produsse il o.** 76 del Giornale di Ro- non diremo l' ordine morale dove non ,
ma del 1857, cioè l'indirizzo agli eletto- giunge la f jiza , n)a 1* ordine materiale
Granata, in cui sono
li dell.** distretto di de'popoli. Ora come curare questa gran-
egregiamente esposti pensamenti e de- i i de e dolorosa piaga? Il governo di S. M.
siderii, da cui sono animatigli elettori re* lo ha detto : ridonando al trono il suo
ligiosi monarchici , tali e altri savi elet- splendore e vendicando la religione dagli
tori, sull'elezione del loro rappresentan- oltraggi ricevuti.Grandioso concello a ,
te nel congresso de'deputati, per la glo- cui devono associarsi tutti gli uomini di
riosa rigenerazione delia Spagna." Dopo buona volontà. E coloro che osteggiano
molti anni di sventure e di mali sempre questo bel pensiero, non ci dicano che io
crescenti, il popolo spagnuolo ha udito esso non sono espressi nomi di libertà e i
ra della religione ed al brillante diadema catene, in che gemeva, la bella e pura li-
de'nostri monarchi, e che nella tremenda bertà, che per nulla si distingue dalla ci-
lem[)esta, da cui è minacciala la ci vile Eu- viltà cristiana, noi dobbiamo dire che a.
ropa, offrono agli occhi del popolo le due niiamo la libertà e desideriamo che regni
uniche vie di salvezza: CalloUcisino clìlo- nella cara nostra patria con tatti gli splen-
uarchia.Yi finché questi alti fini procla- dori e gli che ha ricevuto dalla
attributi,
mati dal governo di S. M. non siano con- Chiesa cattolica, unica istituzione che ha
seguiti, la società , tocca nel cuore da can- la gloria d'aver incivilita 1' umanità. Ri-
grime, cadrà in fine nel funesto abisso a- lo splendore della luce e della verità ne-
perto sotto i suoi piedi dalla rivoluzione, cessaria alla salvezza del mondo, dal cui
e sarà cancellata dal numero delle nazio- splendore sono derivate luce e verilà per
ni civili. E nel dire, che la società è in- lescienze, belle/za d'inspirazione per l'ar-
ferma, non pronunci amo una parola vuo- ti, bontà pe' costumi , e più specialmente
ta di senso: visibili
sono sintomi di sua i quel retto sentire, quel sicuro giudizio,
infermità,ene fanno testimonianza i mez- che hanno gli animi religiosi, e che vaie
zi di che abbisognano governi per fre- i più di tutta quella coltura di vane parole
nare il male e salvare la società da' suoi e di falsi splendori. E nell' ordine male-
VAL VAL ^75
riale, chi non vede, che non solo è in ar« 3.* riscossa. Si dice ancora del real decre-
inuuia, ma uecessaiiamente legata al re- to d'aprile che concesse piena amnistia
gno della pace e dell'ordine religioso e a tutti coloro che in qualsivoglia modo
morale? Da
qualche tempo si va procla- avevano preso parte ne' due ultimi an-
mando come bene supremo il pensiero ni all' insurrezioni e cospirazioni carli-
de'beni materiali, non interamente però ste, in favore del conte di Monlemoliu
attuato noi vorremmo che questi beni
: o Carlo VI ditnorante IranquillajTienle
materiali si realizzassero senza violenta- nella corte de' suoi reali parenti di Na-
re quell'ordine che loro segnala un luo- poli, in piena estimazione. Si parla pu-
go inferiore e subordinato a' beni che re del nuovo ambasciatore straordina-
hanno per oggetto costumi. Donde pro- i rio e plenipotenziario della regina di Spa-
cede poi che bene materiale non è rea-
il gna presso la santa Stde^ gitmto in Ro-
lizzato da quelli che lo chiamano supre- ma, S. E. Alessandro Mon già ministro
mo, e che bisogna secondar le mire di di gabinetto, il quale presentò al Pontefi-
quelli che lo pongono in luogo inferiore? ce le sue credenziali a'4 aprile iSSy con
Avviene, perchè primi non coulano sul-
i liete speranze per le riprese relazioni, e
la pace, sull'ordine, sulle virtù religiose, con quella di presto rivedere il nunzio
mezzi senza cui anche l'imprese inferio- apostolico in Madiid , e quindi provve-
ri sono sempre illusorie, e non escono dal- dere alle tante sedi vescovili vacanti; es-
le labbra loro tali pronvesse con quella sendo generale la religiosa impazienza de'
sincerità propria de'cuori veramentecat- buoni spagnuoli di godere quanto prima
tolici.Ecco la bandiera, che deveguidare compita la ristorazione e l'organamento
chi ama il bene della sua patria con quel- della afflittissima e illustre loro Chiesa.
l'amore inlimo e fervido, che tutti strin- Grande bisogno che sentono gli
essere il
governo e suoi ministri, con discreta op- za di un* opera di recente stampata in
posizione di progressisti temperati e d'al- Ispagna, a cagione di sua grande impor-
cun partitanle dell' unione liberale. Per tanza per quanti studiano la storia ec-
cui si osservò,che il ministero non avreb- clesiastica, il diritto canonico, l'antichità
be aviitoa lottarecontro ropposizioue,ma cristiane, i costumi, la disciplina e le tra-
colla maggioranza parlamentaria. Che sa- dizioni cattoliche delle nazioni. L'opera è
rebbe pei ò guerra domestica, questione intitolata: Co leccio n des Canones y de
di famiglia, nella quale niuno riporterà todos los Coiicilios de la Iglesia de E-
la vittoria, se non fosse la democrazia, la spanay America cu latin y castellano
quale, secondo l'uso, è tornata a seppel- per d, Juan Tejada y Ramiro^ Madrid
lirsi nelle sue caverne per prepararsi alla 1849-1B56. Sotto gli auspicii della si-
27G VAL V AL
curezza pubblica e della tranquillila gè- mi, che ne'lempi passali e presenlemente
iieiale^ non solo con lulla libertà e sen- hanno servilo e recalo lustro alla patria.
f.a |)ertui'!)nzione seguirono l'elezioni de' Che sarebbero presentali provvedi-
gli i
deputali alle Cortes, ma anco l'elezioni menti adottati pel ristabilimento delle leg-
delle magistrature municipali. A p. 434 gi invigore nel 1854, ed bilanci per le i
tore, il quale in mio nome deve stringe- portanti, per dare all'insegnamento pub-
re vincoli sagri che uniscono la monar-
i blico la stabilità legale; e per rimuove-
chia spagnuola al Padre comune de' fe- re gli ostacoli che si oppongono alla ra-
deli". Annunziò pure le ristabilite rela- pida esecuzione de' lavori pubblici; non
zioni coll'imperatore delle Russie, anti- che per unire alle grandi strade di co-
co alleato della Spagna. Le relazioni di- municazione d'ogni sorla, le strade pro-
plomatiche colla repubblica del Messico, vinciali e municipali, tanto necessarie al-
interrotle percasideplorabili,sperarecbe lo svolgimentodell'agricoltura e del com-
l'interruzione non avrà lunga durala. Lo mercio. Della legge sul regime ipoteca-
stato interno della monarchia essere per rio, anche per diminuire 1' interesse de'
quanto possibile soddisfacente; la tian- prestiti , divenuto eccessivo. In armonia
quillilà pubblica e la sicurezza interna furono i discorsi di risposta de'corpi le-
essere pienamente consolidale. Le Pro- gislativi del senato e de'deputali. Essen-
vincie d' oltremare in America e in Asia dosi presentato alle Cortes il progetto di
trovarsi in via di prosperità. Il concor- legge sulla pubblica istruzione, vari ora-
dato concluso colla s. Sede essere slato tori parlarono, fra'quali Orobio e Teia-
ristabilito in tutta la sua forza e vigore; do, col riferito dal Giornale dì Roma a
inoltre essersi adottate altre disposizioni p. 592. Disse il primo. » In Ispagna, fino
iieirinlendimentodi restituire alla Chie- da'più remoti tempi, la Chiesa è stala la
sa la libertà, ch'ebbe in dote dal suo di- direttrice del pubblico insegnamento; a
\io Fondatore e fu in ogni tempo sì ri- leidobbiamo non solo la conservazione
spettata dal religioso popolo spagnuolo dellebuone dottrine, ma in molte epo-
e da'gloriosi antenati della regina. Disse che progressi d'ogni ramo dell'umano
i
ni snll'aperla via. Fino a Carlo Ili è ri- male, preferisco, che vi sia ignoranza;
masta divisa dallo quan-
sialo, e fu allora perocché se questa è somigliante alla fa-
do la nomina venne a dare al-
de'rellori me, l'istruzione anti-religiosa è eguale al
lo stalo sopra 1' università una direzione veleno: la fame si estingue con un pezzo
fissa e permanente. E non ho mestieri di di pane; ma se diventa veleno non so se
favellare de'vari progetti proposti dal go- arriveremo a ten)po coli' antidoto. Ogni
verno, ne dello ristabilimento della com- nuova dottrina si riduce all' immodera-
pagnia di Gesù, che venne ad avere tan- to desiderio de'godinjenli materiali, e al-
ta importanza in una parie dell' istruzio- la ribellione contro l'autorità. 11 deside-
ne, a mio credere con tanto utile, perchè rio de'godimenti materiali soltanto può
luttociò è abbastanza noto a' signori de- esser frenato colle niassime religiose, che
putali. Ma dal 1820 si osserva una spe- obbligano allo slesso modo il ricco e il
ciale tendenza nell'introdnrre nel ramo povero: ed oggi che la insubordinazione
della pubblica istruzione idee rivoluzio- è un fitto perpetuo giornaliero, oggi che
narie, come nella politica e nel!' ammini- si vanta chi si ribella, non sarà per tulli
strazione: e questo è deplorabile, perchè un bene l'insegnare alanciulli delle scuo-
con queste idee sorgono nuovi pericoli per le, come insegnamenlo di fede, che si
la società e per lo stato, i quali non si deve rispettare l'autorità? " Termina l'e-
ponno combattere se non colle idee re- loquente Orobio. col dire Queste ragio- :
dissolventi e antireligiose crescono tanto, non essere venuto a ciò preparalo; tocca-
non possiamo lasciare disarmata la Chie- re al governo di ridurre alla pratica l'i-
sa, e procurare dobbiamo, che il clero dee enunciate nel preambolo del proget-
abbia un intervento necessario a ripara- to, mediante un articolo, il quale deter-
re questi mali, E credo che lo stalo non mini che il clero debba avere un inter-
può di per se trattenere il veleno di que- vento in ogni ramo d'insegnamento, in
ste idee, e che per combatterle dobbia- conformità di ciò che previene il concor-
mo appoggiarci all' influenza del clero dato, e di ciò che si è sempre praticato
sopra h gioventù. Queste idee che cauì- nella Spagna. Sarebbe una grande sod-
minano costantemente co'fucili della ri- disfazione pegli spagnuoli tulli, che fos-
voluzione non si provano, ne si altaccano se fissala fra le basi dell' insegnatnento,
se non con 1' altre idee del tutto contra- una che determinasse la direzione del
rie. Ciò eloquentemente ha espresso l'uo- clero in questo insegnamento. Dipoi par-
mo che in questo secolo ha significato lò il non meno eloquente Teiado, dichia-
più l'idee della forza; Napoleone l nell'a- randosi sorpreso in dovere ragionare do-
pogeo di sua potenza dicea al capo del- po un discorso, che in sostanza aveva e-
l'università di Francia, il sig/ Fontanes: spresso le sue idee. La questione essere
In questo mondo non vi sono piìi che due di somma importanza e tale che a suo
forze j quella della spada e quella del- credere nessun'allra ve n'ha eguale (di-
lo spirito: non so come avvenga che lo videndo con lui il senlimento,di preferen-
spirito vinca sempre la spada. Ma se il za ad altre nozioni, di questa ragionai a
governo, il quale, o signori, ha la forza, Università e in altri articoli, ed anche
non si appoggia ne! sostegno della Chie- qui amai riparlarne);dtrppoichè non pon-
sa, come potrà combattere (juesle idee? no paragonarsi con essa né la riforma po-
lo pel mio paese desidero una grande i- lilica, né un completo mutamento di pò-
278 VAL VAL
liliche istiliizioni. » Lo rngìone è più chia- nell'uomo la verità nel principio, che de-
ra: ui tniltarst U' min riforma politica si ve dirigere la sua ragione e la sua memo-
tialterebhe ci' interessi tratisitorii, come ria, gli ha ispirato rerrore,ed il male è pe-
ogni iuleiesse politico; e anche quanilo netrato in tutti i pori. Da questa regola ge-
fosse risoluto con errore, sarebbe questo nerale si vanno certo eccettuando molti :
transitorio e non nuocerebbe che ad una CI edo molti, credo che il mondo in genere,
generazione: ma nella questione della e la Spagna in ispecie,sia in via di reazione:
pubblica istruzione si traila non solo de- credo che i grandi n^ali prodotti dall' in-
gl'interessi della presente generazione,ma terne rivoluzioni abbiano aperto gli oc-
delle generazioni future l Che cosa è uà chi a molti uomini dabbene, e distruggen-
progetto di pubblica istruzione? Un pro- do il principio dell'idee assolute hanno a
getto, incoisi fissano i principii che devo- poco a poco ristabilito ciò che direi equi-
no servire a dirigere la mente e la volontà librio della ragione. E qual è il fonda-
dell'uomo: istruire e insegnare ciò che si mentale principio proclamato dalla rivo-
deve credere: istruire e insegnare ciò che luzione nella pubblica istruzione? Il Ra-
si deve pensare in ordine alle verità , che zioiialismo (^.), cioè la sovranità assolu-
hanno da dirigere la vita e la mente del- ta della ragione, la quale dalla pretesa ri -
ruomo. Ebbene: l'uomo non sa che ciò forma luterana in primo luogo e dalla ri-
che gli è insegnato, e non opera che in voluzione francese in secondo, ha preso
conformità di quanto sa: per conseguenza un carattere spaventevole, perchè consi-
Finterà vita dell'uomo dev'essere in ar- derato come una dottrina e una teoria
monia con ciò che gli viene insegnato : e conosciuta dal comune della gente ; ma
siccome la società è l'unione degl'indivi- non sono note le sue conseguenze, e que-
dui, ciò che è l'individuo sarà la società, sto vengo adesporvi. Il che conferma che
e ciò che sarà la presente società, lo sa- la ragione è sovrana, che uno non si tie-
rà anche la futura. Dico che la pubblica ne obbligato a credere, se non ciò che pa-
istruzione si occupa de'priucipii, che han- re alla sua ragione, e da ciò la guerra con-
no da dirigere l'individuo in tutti i diffe- tro la religione, tutte le idee protestanti
renti ordini di verità. Perciò fra gli ordi- e l'eresie 1 Ciò nell'ordine religioso: e nel-
ni di verità stanaturalmente l'ordine della r ordine politico, se la mia ragione è so-
verità religiosa: perciò dico che gl'interes- vrana, non vi ha per me alcuna vera po-
si di questo assunto non solo sono di que- litica, se non quella che io amo: da ciò
sto mondo, ma riguardano l'altro ancora: cjuella perturbazione, quell' agitarsi de*
onde r unica cosa che io vengo a combat- partiti, ne'(juali nessuno ha principii cer-
tere, come il sig."^ Orobio è la rivoluzio- , ti : quel pervertimento del sentimento
ne. La rivoluzione, sventuratamente ab- artistico e letterario, que'romaozi assur-
bastanza previdente, ha ben conosciuto, di e immorali del secolo presente (che
che dove dovea agire per allargare il suo meglio deplorai nel voi. LXX.XI1I , p.
dominio era ne'progetti della pubblica i- 292) da ciò l'assoluta sovranità della
:
pubblica, cbe nel congresso delle Cortes fese i suoi principia Insulti, sarcasQìi, ca-
sollevò un caldo dibaltimentOjViene chia- lunnie, tutto si avventò contro i 62 de-
corrispondente della Ci-
rita dall'istruito putati della minorità: il liberalismo stril-
viltà cattolica a p. 867 del t. 7 di que- lò, e la Chiesa per lai." volta dopo ili 854
sta. Dice che vi presentò francamente il spiegò la sua bandiera nel parlamento
pensiero cattolico contro l'ommissione del spagnuolo in una questione concreta. I
tolicisnuo secundum quicl degli ammo- legge non è ottima, certo è molto mi-
dernatori e de'moderati. Cercò il gover- gliore di quella che le circostanze pre-
no di pace colle sue timide di-
porre la senti facevano sperare. Si pone un limi-
chiarazioni , e con vaghe promesse che te alla libertà de'professori hello sceglie-
non soddisfaceva ninna delle parli, e fu re i testi per le lezioni. 1 libri destinati
cedere al governo per attuare nel fatto pressione e di castigo a' professori che
il principio cattolico ammesso del pari insegnano cattive dottrine; viene intro-
dal governo e da'deputati. Il dibattimen- dotto in ogni giunta provinciale e mu-
to non fu certamente inutile: esso chiarì nicipale d'istruzione pubblica un eccle-
una questione la quale veniva malamente siastico designalo dal rispettivo dioce-
sciolta senza alcuna opposizione dagli u- sano ; e finalmente si dà facoltà agli or-
niversilari hbei tini, e destò V alteuzio- dini i'elip[iosi de' due sessi di fondare e
^|8o: VAL V AL
tìirigere istituii d' iiisegiia mento secon- ri le urne elettorali, mentre mazzinia- i
dario, senza essere soggetti a ispezioni lai- ni tentavano ne' giorni 7,9 e 3o giugno
toli accademici che sono necessari pe'se* oltre l'allentare alla vita di Napoleone 11 [
colari. Vengono separali e divisi i corsi e (indi a' 1 4 gennaio 858 si rinnovò infer-
1
domato, mentre al tempo slesso la de- ad altri 5o fucilati, dopo d' essere stati
mocrazia francese agita vasi intoruoe fuo- presi coirurmi in mano, e ad allri puniti
7 3
a'conquistatori dell' America o agli eroi na M.' Cristina di Spagna, madre della
di Lepanto. È questo un tributo che pa- regina Isabella II. Riporta poi il n.° 20
gasi alla statisticomania, e fa pensare a' del Giornale di Roma
1857, e leggo
del
popoli doversi essi credere ricchi e felici nel rituale di cui menzione^
vado a far
allorché sono bene contali e bene clas- aggiùngendovi le debile a vvertenze.Com-
sificati". Per la celebrala divozione degli pilo il pubblico monumento ricco e no-
spagnuoli e di Valenza verso V Imma- bilissimo, per perpetuare in Roma la
colata Concezione,trovo opporlunodi qui solenne definizione dogmatica dell' Im-
riferire quanto avvenne nel di seguente macolata Concezione, alla quale opera
in Roma. Nel voi. LXXllI per omaggio concorsero con pie offerite i fedeli d'ogni
YOL. LXXXVIf. »9
28a VAL VAL
Inaile del mondo, per le spese nccrssnrie qiicsla un dipinto a bassorilievo rappre-
(avvenimento di altìssimo signincolo, sentava le varie provincie della cattolica
dappoicliè si scorse in qnelT orcasione Spagna, che porgono le loro congratu-
una nuova evidentissima dimostrazione lazioni ed esternaiio la loro esultanza al
della unità e verità di nostra s. fede, e sommo Pontefice, per avere definito il
g^. Amen. Terminata questa orazione, alla sua residenza in Vaticano. A perpe-
il Papa riprese la mitra e sedendo pose tua memoria di sì fausto avvenimento,
l'incenso nel tmibolo, indi depostala mi- l'ambasciatore in nome di S. M. la regina
tra s' alzò^ per 3 volte^ rivolto alla sta- fece collocare sul 1° ripiano della grau
5t8i VAL VAL
scala del palazzo una marmorea ìsciizio- e riverenti dimostrazioni festeggiò Ro-
ne, clellata come tutte le altre dall'aurea ma benedizione e V inaugurazione di
la
penna del eh. p. Marchi gesuita. Roma un altro pubblico monumento sagro alla
vide colla più viva e religiosa compia- gran Madre di Dio. Nei concistori de' 3
cenza la solenne benedizione e inaugu* agosto e 25 settembre 1857, * comuni
razione del grandioso monumento in- voti furono esauditi con essersi provve-
nalzato in onore dell' Immacolata Ver- duto alle vacanti sedi vescovili e arcive-
gine. E a segno di letizia la sera antece- scovili con nuovi pastori o con traslazioni.
dente alla medesima e in quella della fe- Nel i.° furono dal Papa preconizzati gli
sta della solennità della Natività, ogni arcivescovi di Toledo, Siviglia, Tarra-
pubblico stabilimento e le case tutte era* gona e Valladolid. Nel 2.° 1' arcivescovo
no illuminate con grandissima copia e di Burgos, ed i vescovi di Tortosa, Oren-
ricchezza di lumi. Il Monte di pietà e la se, Jaen, Barcellona, Cordova, Salaman-
gradinata della chiesa della ss. Trinità ca,Oviedo, Lugo, Mondonedo, Guadix
de'Monti, adiacente alla piazza di Spa- e Segovia. I processi de'nuovi pastori fu-
gna, lo erano a fiaccole ; l'insigne acca- rono fatti dall'encomiato mg.' Simeoni
demia di s. Luca e la via del Corso si praelato domestico^ ntque negotiorum
distinguevano soprattutto, essendosi in Sedis Apostolicae in Hispaniarum re-
tale strada dalTintraprendente dell' illu- gnis ad interim Gestore j e nelle sue ma-
minazione a gaz rinnovata la sorpren- ni e in quelle delle dignità ecclesiastiche
dente illuminazione delle precedenti se- da lui deputate, ciascuno emise la pro-
re del 5 e del 6, eseguita per festeggiare fessione di fede, come leggo nelle pro-
il ritorno del Papa in Roma dal trion- posizioni concistoriali de' due concistori
fale suo Piaggio, dove dispose, in ve- di Bologna e Roma. Dipoi insorsero dif-
ce di lampioni, migliaia di fiammelle, ferenze ben gravi fra la regina ed isuoi
che fecero un magnifico effetto. Nella ministri, come narra il corrispondente
stessa piazza di Spagna poi si distinsero il della Civiltà Cattolica^ e principalmen-
palazzo dell' ambasciatore di Spagna, e te per esigere ministri, di togliere il co-
i
Urbano, i cui allievi hanno per missione capi più notevoli della supposta parte mo-
la predicazione della cattolica religione derata; suddetto corrispondente quali-
il
duca di Valenza. Ma essendo durato ap- principe dell'Asturie. Ivi sono riportati i
pena un anno, tirarsi la conseguenza per corrispondenti discorsi falli alla regina e
poiché dal 1840 fino al presente
gli altri, poi al re da mg."^ Barili, e le analoghe ri-
\\ sono in Ispagna 28 ministeri. Il
stati sposte degli augusti sposi. Prima del ve-
nuovo ministero, a'25 ottobre lo pubbli- spero della festa dell'Immacolata Conce-
cò come segue la Gaceta di Madrid : se- zione, seguì con gran pompa la ceremo-
gretario di stato e ministro degli affari nia, descritta dal Giornale di Roma a p.
esteri IVIartinez de la Rosa, grazia e giu- 1152, e nel n." 288, del battesimo del
stizia Giuseppe Casaus, finanze Mon, ma» principe dell'Asturie nella cappella reale,
rina Buslillos, dell'interno EraanueleBer- celebrata dall'arcivescovo di Toledo mg.""
mudez de Castro, lavori pubblici Sala- fr. Cirillo de Alameda-y-Brea de'mioori
irerria,guerra Armerò e presidente del osservanti (iraslato da Burgos, e presto di-
consiglio dei ministri, il quale formò que- cesi sarà cardinale); e gli furono imposti
sto gabinetto. I giornali quindi pubblica- i nomi di Alfonso, Francesco d'Asisi, Fer-
rono, essere il programma del nuovo mi- dinando, Pio , Mariano della Concezio-
nistero la costituzione del 184 5, colle leg- ne, Giacomo e Pelagio. Il nunzio fece da
gi organiche, e comporsi di elementi con- padrino in nome del Papa Pio IX, te-
cie, che io accreditano in qualità di nua- l'arme del principato deli' Asturie, colia
1
presentante genuino della politica mi- sere il programma del nuovo ministero;
tìcolosa, indecisa e perciò funesta. Indi L'osservanza della costituzione del 845, 1
rivoluzione; e se viene considerato nel- tiva dice fìjndata nel V secolo, mentre le
l'idee che rappresentano i suoi membri, altre lo furono nel seguente. De Lagna,
non è in alcun modo la soluzione deside- annotatore di Ortiz, nel 790 i scrisse suf-
rata del nodopolitico che ci siringe. Dun- Fraganee di Valenza, Segorve, Temei,
que ripeterò ancora una volta, Dio aiuti Orihuela, Majorica e Jaca. Negli ulti-
Ja cattolica Spagna: dirigendola ad uno mi anni, come rilevasi da'registri conci-
stato fermo e tranquillo, che la nazione storiali, erano Segorve^ Orihuela,
lo
sede vescovile, indi sutfraganea della me- ca^ Minorca, OriJuiela con residenza in
tropolitana di Toledo. Cessò il vescova- Alicante, e di Segorve con residenza iu
ragonesi e de'valenziani che con que' di dre di più figli. Narra Cardella nelle Me*
Paniscola ne seguivano in buona parte morie storiche de' Cardinali, ed altri
l'ubbidienza. Chiamato Alfonso al con- scrittori, che divenne successivamente nel
cilio di Basilea, non volle in conto alcuno 1457 per Marca, e poi
lo zio legato della
condurvisì, per aver saputo che que'pa- di Sisto IV Ara-
pe* regni di Castiglia e
dri eransi ribellati al Papa Eugenio IV, gona, e di Portogallo, a motivo delle pre-
ad onta delle replicate istanze fattegli da tensioni de're d'Aragona e di Portogallo
Alfonso V re d'Aragona e Valenza, che pel reame di Castiglia j ma si fece censu-
^c^vev^ stÌDip|alo a portarvisi ; aqzi non rare pel fasto mondano, pel lusso, per l'a-
,
roba, nell'altra ne'lidi di Pisa poco man- castellano della medesima. Allorché Ce-
cò ch'egli stesso naufragasse; poiché al- sare fii innalzato alla sede di Valenza, era
tra galera, ov'erano molti de' suoi, do- vescovo amministratore di Pamplona
po molte ore di angustie si perde, restan- alle quali chiese Alessandro VI aggiunse
do sommersi 180 uomini, fra'quali 3 ve- nel 1493 quella di Castres e nel i^^^
scovi e alcuni dottori di legge. A tali lega- quella di Perpignano, né manca chi a Ce-
zioni successe quella a Ferdinando 1 re sare attribuì pure la sede di Nantes, ma
di Napoli, d'ordine di SistoIV, per assi- non è sicuro, altri aggiungendovi quel-
stere alle sue seconde nozze colla (jglia la di Elna. Già nell' agosto o settembre
di Giovanni II re d'Aragona, ed impose 1493 il Pontefice lo aveva creato car-
alla novella sposa la corona reale, come dinale diacono, ma giammai fii insignito
notai ne' voi. LXV,
224, e LXVIII,
p. d'alcun ordine sagro: secondo il costu-
p. 109. Perlo spazio di 22 anni fu abba- me si Cardinal di Valenza,
chiamò il
niere, dignità possedute dal fratello. Gli e possedette una eloquenza persuasiva.
fu promesso dal redi Francia d'assister- Il famoso Macchia velli nel suo libro Del :
done feudatari
i e vicari temporali della ralo e riprovalo in tanti luoghi. In que-
«tuila Sede, in uno allo slato di Urhi- sti però egualmente non tacqui colla sto-
;ìo(/^.), alcuni de'quali privòdi vita» mo- ria, quanto qui meglio riferirò. Il cav.
lestando Siena e occupando Piombino. Belli nella sua descrizione tUW Ospedale
Di più Luigi XII gli die in moglie a'io della Consolazione (^.) di Roma, e nel-
dina. Riuscì a fuggire e recarsi presso il marito PiRjno, il terzo per 1' anima di
cognato re diNavarra,ma guerreggian do Carlo Canale suo 2.° niarilo. Anche
•valorosamente con esso contro 1 casti- iìtW Ospedale del ss. Salvatore (^.) di
gliani, nella battaglia di Mondavia, di- Roma, Vannozza Caiani fu benefattri-
rimpetto al castello di Viane, nella dio- ce e si apprende da una iscrizione esi-
cesi di Pamploìia, vi restò ucciso da uua stente uel medesimo. Nel 1499 Alessau-
VAL VAL 291
dio VI dalla chiesa di Melfi trasferì al- slesso tempo il suo arcivescovo di Tole-
l'arcivescovato di Valenza sua patria, il do e parecchie altre persone di allo ran-
nipote cardinal Giovanni Borgia^ restato go gli fecero intimare dal suo p. provin-
vacante per la cessione di Cesare Borgia, ciale, in virtù d* ubbidienza religiosa e
ilquale poi per rapirgli le sue ricchezze sotto pena
scomunica, che dovesse sot-
di
cardinal Pier Luigi Borgia (\\ Valenza, Valenza. Sua madre, che vivea ancora,
nipote del Papa e cugino di Cesare, iu lo fece pregare che volesse passare per
CI 5 12, ov' erasi ritirato. Dipoi divenne di vederlo prima di morire; ma il santo
arcivescovo Giorgio arciduca d'Austria, consultalo Dio su tal domanda, credette
zio dell'imperatore Carlo V, che rinun- di doversi recare, senza fi-ammettere al-
ziando colla riserva di 2000 ducati di tro ritardo, alla sua arcidiocesi, e prefe-
pensione, per passare all'arcivescovato di rire il dovere suo a qualunque altra con-
Liegi, ebbe a successore s. Tommaso di siderazione. Fece il viaggio a piedi, e col
Villano<^a (F.), ornamento delia chiesa suo abito assai logoro e da lui rattoppato,
di Spagna negli ultimi tempi. Quest'in- poiché il portava fino dalla sua profes-
signe religioso agostinieino accettò l'ar- sione, la quale aveva fatta a'25 novein-
civescovato per comando de* suoi supe- brei5i7, in compagnia d'un religioso e
riori, e vi fece il suo ingresso ili." gen- due douiestici. Fu insigne modello di u-
naio 1 545'. Avendo egli precedentemen- miltà, d'ogni virtù, eccellente esemplare
te ricusato l'arcivescovato diGranata of- de'vescovi, magnanimo padre de'poveri e
fertogli da Carlo V,questi non pensò a no- degli orfani, a'quali tutto dava, acceso di
minarlo alla vacata sede, per cui nell'a- carità pel pressi mo,d'a more versoDio.Ze-
gosto i544 ordinò di stendere il brevetto lante a'doveri di vigilante pastore, visitò
di nomina in favore di un girolamino. l'arcidiocesi, predicando dappertutto cou
Tuttavia il brevetto fu segnato col no- tanto ardore ed elfusioue, clie ciascuna
me del santo, di che meravigliato l'im- parola che usciva dalla sua bocca era
peratore, ne chiese ragione al segretario. come uno strale infuocato che penetrava
Questi gli rispose d' avergli sembrato u- i cuori; venendo riguardato come un a-
dire il nome di Tommaso di Villano va; postolo e un profeta suscitato dal cielo
che però gli sarebbe agevole di correg- per la riforma de'costumi del popolo di
gere il suo sbaglio. No, no, rispose Carlo Dio. Finita la visita celebrò il concilia
V; riconosco in ciò una provvidenza di- provinciale, con ubertosi effetti. Essen-
vina particolare, e conviene unifortnarsi dosi accorto che i suoi domestici, per ti-
alla celeste volontà. Sottoscrisse subilo more d' interrompere i suoi esercizi di
il brevetto di nomina e lo mandò al san- pietà, facevano aspettare le persone che
to, ch'era allora priore in Valladolid. li venivano per consultarlo; raccomandò
sauto ne restò sommamente sgomentato, ad essi d'avvertirlo senza ritardo^ quan-
emise in opera tutti que'mezzi per esen- do alcuno si presentava nelle sue stanze
tarsene ch'erangli riusciti altra volta. Ma per parlargli,e ne rese questa ragione. Che
il principeFilippOjche governava iu assen- il suo amore pel ritiro e per la solitu-
za dell'imperatore suo padre,oon ebbe ah dine doveva cedere al suo dovere; e die
cuQ riguardo alle SiUe ragioni 3 e nello poscia che aveva accettato 1^ episcopato
1
ìli il mìo spirito. Fu sepolto, come avea PraesuliSf et notae studio, et labore p,
desiderato , nella chiesa de' suoi agosti- Laurentii a s. Barbara fr. discalceati,
iiiuni di Valenza. Abbiamo di lui deSer- Mediolanii76o. Neh 567 fu nominato
moni e Predicìie fatte al suo popolo in arcivescovo di Valenza Ferdinando di
ispagnuolo, e da lui stesso scritte in lati- Loazes d'Alicante, gran teologo e giure-
no, ed una Spiegazione del libro de' Can- consulto. Nel 1 569 fu consagrato arcive-
tici. Stamparonsi la 58 per
i .'volta nel 1 1 scovo di Valenza il b. Giovanni di Ribe-
cura dell' agostiniano Mugnautonio nel ra (V.) di Siviglia, traslato dalla sede
j556 fatto vescovo di Segorbe, già suo di Badajoz a cui era stato nominato, e in
discepolo. La santità della vita e la copia pari tempo ebbe pure il titolo di patriar-
de'miracoli co'quati Dio lo glorifìcò,mos- ca in partibus d'Antiochia, il tulio a i-
se Filippo Illa domandarne la canoniz- stanza di Filippo II e non ostante la sua
zazione. Paolo V colla bolla I/i Sede lo modesta ripugnanza per l'alta idea che
beatificò a'7 otlobrei6i8, permettendo giustamente avea per Tepiscopato e pe*
che dalla metropolitana e dagli agostiuia- doveri che impone, a'quali corrispose mi-
ui di Valenza si facesse memoria di lui con rabilmente , massime in un' arcidiocesi
uffizio e messa in suo onore a' 8 settem- 1 che richiedeva particolari cure a motivo
bre; indi col breve In Suprem0y(ìe2i^ de'numerosi superstiti mori. A suo tem-
settembre 16 10, volle che da tutti gli a* po Gregorio XIV col breve Quae prò
gostinìani di Spagna fosse venerato collo indemnitate,de 1 4 settembre 59 1 ,BulL
1
(i56, a*
7 giugno 1 659
I estendendo a tut- suoi beni , ricchezze, costumi, religio-
ta la Chiesa ad libitum con rito semi- ne maomettana, come dipenden- fosse
doppio l'uffizio e messa, che nel 1694 fu te da'suoi re saraceni, eandavano sem-
ordinato con precetto, e Clemente XIV pre notabilmente crescendo. Un gran nu-
trasportò la sua festa da' 18 settembre a' mero popolava Valenza, in cui, come al-
22 dello stesso mese, per introdurre in trove, la mescolanza del maomettismo
detto gioruoi8 quella di s. Giuseppe da coi cattoiicismo produceva deplorabili e
VAL VAL 293
indicibili mali. Le cose erano giunte a ta da una compagnia di letterati inglc-
tali estremi che destarono serie appren- si, t. 6, p. 53, ecco come in una nota sul
sioni al governo,le ragioni politiche e re- fallo iti discorso si espresse. « A tre pon-
ligiose facevano bramare la conversione no ridursi le ragioni principali del clero,
al cristianesimo de'inori; egli è perqiie- e particolarmente del cardinal arcivesco-
sto che si volle elevare il beato sulla se- vo di Toledo e dell' arcivescovo di Va-
de di Valenza, per affrettarne il compi- lenza, per l'espulsione de'mori o more-
mento colla sua prudente pietà, ingegno schi. La I." perchè sono infedeli ostinati
e fervore. Egli fece ogni sforzo per abo- e non correggibili, sull'animo de' quali
lire i gravi disordini che ne conseguiva- nulla producevano ragionamenti, ed a
i
e con dolcezza persuaderli della vera re- invitavano ad invadere il regno, con pro-
ligione, li successo fu poco fecondo co* messa di dar loro mano , e che quante
convertili sinceramente, a segno che or- volle si presentava l'incontro, vendevano
mai disperò della riuscita, per cui scris- o consegnavano a' loro eompalriotti di
se al re Filippo III, come aveva fatto a Barbaria de'crisliani ; talché per propria
suo padre Filippo li il valenziano s. Lo- sicurezza era necessario di liberarsene. la
dovico Bertrando, affinchè gl'infedeli fos- terzo luogo, perchè siccome di continuo
sero espulsinon meno da Valenza e suo si moltiplicavano, ed in molli luoghi in-
regno, che dalla Spagna. Il re animato cominciavano ad avere mollo credilo fra*
da religioso zelo, prese in profonda con- loro vicini, era da temersi che non cor-
siderazione l'esposizione de! b. Giovan- rompessero la fede ed costumi de'cri- i
ni e risolvette abbracciarne il consiglio. 11 sli«ni,ed cravi egual pericolo che non di-
decreto fu sottoscritto 1' i i settembre venissero forti a grado di prendere so-
1609, e subito dopo eseguilo prima nel pra di essi una superiorità: che dunque
regno di Valenza, e successivamente nel- per evitare lutti questi mali era assolu-
l'Andalusia, nella Catalogna, nell'AragO' ta mente necessario di discacciarli senza ri-
DO, e in tutte le altre provincie della Spa- lardo". Ed in vero eziandio nell' accen-
gna come si legge nelle Croniche de*
, nato decreto di Filippo IH si dice che
xMori di Spagna del Bleda, e presso Mi- avevano essi sollecitalo ilgran sultano de'
chele Geddas che scrisse la Storia deh turchi ed il re di Marocco a invadere la
l'espulsione de* Mori dalla Spagna sot- Spagna, ove troverebbero ben 5o,ooo
to il regno di Filippo III. Molti sono armali e caldi maomettani quanto dar se
gli che per sì fatta risoluzione bia-
storici nepotesseroin Asia ed in Africa. Le quali
simano Filippo 111 , e di qui prendono polenti e gravi ragioni quanta forza do-
occasione di spargere il loro veleno con- vessero avere, nessuno è che non vegga,
tro gli ecclesiastici ,
quasi che avessero se con occhio imparziale e retto mirar
eglino a ciò indolto il re, col timore su- coglia ogni cosa. Invano però nella ri-
persiizioso ispiratogli da pretesi mira- prodotta nota dopo esposti molivi de*
, i
coli e daprofezic supposte come auda- , baroni e grandi di Spagna per la con-
cemente scrive qualche autore. Forse u- traria sentenza, si aggiunge che:»» lire
no di essi, nella Storia universale scrit' ed i suoi ministri adunque non doveva-
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no piesfar fede ne agli uni né agii altri" riccamente e lo fornì d'idonei professori.
e propongousi vari mezzi che erano da Egli desiderò sì vivamente la propaga-
seguirsi. Ma quelli che pensano in tal zione della fede, che diceva sovente di
inolio, ad altro non ebbero l'occhio che esser pronto a versare lutto il suo sangue
aii'un»ana polilica, e adducendo i mali per la conversione de' protestanti. Gran-
che ne polevaiio venircj dioienlicando de fu la sua pietà, e tenera la sua divo-
pur troppo recava-
quelli esistenti e che zione alla Madre
di Dio, e la promosse
no mori nella Spagna, ed alla purità
i ne'diocesani.An)ato da Dio e dagli uomi-
della tede. Ogni re deve provvedere alla ni, compì il corso mortale a' 6 gennaio
felicità de'suoi popoli, ed ogni re cristia- i6i I. La città di Valenza onorò la sua
no deve proteggere la religione che pro- memoria con magnifici funerali, a' quali
fessa, e difenderla da'pcricoli che per al- accorse una moltitudine di poveri che
trui perfìdia le vengono minacciati, mas- benedicevano il suo nome proclamando i
sime il re di Spagna che si vanta del glo- suoi benefizi, e pregando Dio pel riposo
rioso litolodi He Cattolico. Ma se per di sua anima. Avendo per virtù divina
adempiere questo santissimo obbligo ve- operati parecchi miracoli, Pio VI lo bea-
de riuscir vana ogni dolce maniera e , tificòa'3o agosto 1796, assegnando il rito
mira dall'altra parte crescerne ognor più col quale dovea esser venerato. Abbia-
il pernicioso contagio, e svanire ogni spe- mo di F. Escriva, Fita del ven. servo
ranza migliore, non dovrà egli forse met- di Dio d. Giovanni di Ribcra, patriar-
tere il ferro alle radici, e con un colpo ca d* Antiochia e arcivescovo di Valen-
franco e deciso schiantare il inale fino za^ in italiano e spagnuolo, Roma 696. 1
dalla sua origine? A mali estremi si ri- Del p. Vincenzo Castrillo de'minimi, po-
chiedono rimedi energici ed estremi. I stulatore di sua causa, P^ita del h. Gio-
\escovi che sono posti a custodia delle vanni di Ribera^ Roma 796. Quanto a-
1
chiese devono adoperarsi in ogni guisa gli altri arcivescovi di lui successori, si può
sto, se pur vuoisi credere veramente u- niano di Binazordi Tortosa, vescovo d'A-
lile alla società quella gente eh' è tanto dramito in partibus. Nel 17 70 Tommaso
dannosa alla religione medesima. E que- Azpura di Saragozza, continuando il pre-
ste poche parole siano dette in giustifi- cedente ad essere suffraganeo. Nel 1773
cazione dis. Lodovico Bertrando e del b. Francesco deFabian-y-Fuerodi Terzaga
Tuberà che promossero, e di Filippo III di Siguenza,traslato da Tlascala.Nel 1 793
che operò la cacciata definitiva de'mori Gio. Francesco XimenesGalinsoga d'O-
maomettani dalsuocatlolicoregno.il Pa- neala di Gal aborra, traslato da Segovia
pa Paolo V encomiò l'operato di Filippo da Pio VI. Questo Papa ne sperimentò
111. Il beato arcivescovo si meritò che il l'animo magnifico e generoso nella sua
re Io dichiarasse viceré di Valenza , di- rilegazione in Valenza di Francia. Il vir-
gnità importante ch'egli disimpegnò e- tuoso arcivescovo imitatore del re Carlo
gregiamente. In Valenza istituì il colle- IV e dell'arcivescovo di Siviglia Despuig,
gio denominato Corpus Chris ti,\o dolo riserbandobi per se poca porzione di sue
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