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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
*AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA ,
CHIESA ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONl ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. LXXXVIL

IN VENEZIA
iJALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL Vili.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

ST OR CO -ECCLESI ASTICA
I

U
URG URG
u,
RGEL (Urgellen). Ci Uà con resi- le prebende del teologo e del penitenzie-
denza vescovile di Spagna nella Catalo- re , di 20 beneficiati , e di altri preti e
gna a 26 leghe da Lerida, 32 da Barcel- chierici addetti al servizio divino. Aderen-
lona eioda Puy, in bella pianura este- te alla cattedrale è l'episcopio. Tra le al-

sissima che si estende fino a Cordova, alle tre chiese della città una è parrocchiale
radici de'Pirenei, Ira la Balira e la Segre col s. fonte. Vi è un monastero di mona-
che riunisconsi un po' più sotto. Prende che, l'ospedale, il seminario, la casa de'
il suo nome di La Seii ifUrgel^ Urgel- trovatelli, e prima dell' ultime deplora-
liitniy da una montagna vicina, sulla (|ua- bili vicende polilicheeranvi due conventi
le sta un forte, ma in seguito dell' ultime di religiosi. I suoi abitanti, per la maggior
guerre, più non restano delle sue forti' parte agricoltori, trafficano di legname e
ficazioni che 4 porte. E però ancora un di grani. Nelle sue adiacenze trovasi una
punto importante di difesa, evie un go- considerevole miniera di vetriolo. Que-
vernatore militare colla guarnigione. La st'antichissima città, chiamata Orgelo ,

cattedrale, di gusto gotico, è dedicata alla UrgellOy Orgeliò\ 0/"g/<7,neira provincia


B. Vergine, ha il batlisterio e la cura d'a- Tarragonese di Lerida, principato di Ca-
nime amministrata dal canonico curalo, talogna, sulla sponda sinistra della Segre,
e vi sono in grandissima venerazione, fra fu da Carlo Magno compresa nella Set-
le ss. Reliquie, i corpi de'ss. Hermangau- timania o Marca di Spagna, e poi diven-
do o Ermengaldo e Odone vescovi d' Ur- ne capitale di polente contea, con signo-
gel. Secondo l'ultima proposizione conci- ria sopra città e castella. Avendo Carlo
storiale, il capitolo si compone (se anco- il Marca in due mar-
Cali'OL\ì\\s'd questa
ra non si è formalo quello stabilito nel chesati, venne Urgel colle sue dipenden-
concordalo ultimo colla Spagna e colle ze attribuito al marchesato o contea di
lettere apostoliche ad Vicariami de' 5 Barcellona^ ò.\ cui fui." signore eredita-
settembre! 85 j) di 7 dignità, essendone rio Wiffiedo il Filloso. Nell'884 al più
lai." il decauo, dii3 cauonici comprese tardi Suaifreddo Suniario, 3.° figlio di
4 une URG
Gutiiililde e di Wiffredo, da questi venne poi rammarico ; laonde nel 1 02G colla
pruvvediito della contea «l'tirgel. Aven- moglie Arsinde si presentò al capitolo
do sposato Richiide, con essa iielc)44^(^* d'Urgel, e in espiazione de'Ioro falli die-
ceuna ragguardevoledonazione alla chie- dero ciascuno un servo di loro terre e ca-
sa di Giroua , ed altra a quella di Bar- stella. NelioSo recatosi il conte dal ca-
cellona. Moiì vecchissimo Sunifreddo nel stello di Pons, ove risiedeva, pel s. Natale
gSo, e gli successe il primogenito Boirel, a Urgel, con Ermengaldo conte di Pai-
chei7 anni dopo divenne anche conte di Ihase di Guglielmo suo visconte d'Urgel,
Barcellona. Terminò di vivere nel ggS, ratificò le donazioni fatte da lui e suoi
ereditando il primogenito Hai mondo Bor- predecessori alla chiesa. Nelio4o intra-
re! la contea di Barcellona, e il secondo- preso il viaggio di Terra santa vi morì,
genito Ermengaldo I detto il Cordova- il figlio Ermengaldo III
lasciando detto
no quella d' Urgel insieme alla contea , Barbastro di 7 anni, in tutela della
il

d*Ausonne o Vich che divise col fratello. madre Costanza 2.' moglie del defunto.
Si distinse col suo valore principalmente Nel 1048 recatosi il conte con essa e con
contro i mori saraceni invasori delia Spa- Miron suo visconte a Urgel per celebrarvi
gna. Nel 996 portatosi in Roma, fu am- la Pasqua, fecero parecchi doni alla chie-
messo nel concilio celebralo da Papa Gre- sa e suoi ministri. Nel io58 essendo in
goi'io V alla presenza d'Ottone Ili im- guerra col moro Alchagil duca di Sara-
peratore, e sedè a'piedi di questi. Tra gli gozza , si alleò con Berengario conte di
argomenti che vi si discussero, due più i Barcellona, alla presenza de'dueGugliel-
importanti furono il matrimonio di Ro- mi vescovi d'Urgel e di Vich. Rinnovato
berto Il redi Francia con Berta, dichia* nel 1064 il trattato, partì il conte colle
rato nullo, e V ordinazione di Guudale, sue truppe , ed espugnò Barbastro non
che dopo essersi fatto ordinare vescovo senza molti sforzij ma poco dopo vi tro-
di Vich, vivente il vescovo Fruian, l'avea vò la morte in mezzo ad una vittoria e
fatto assassinare per le sue giuste lagnan- orrenda carnificina degl'infedeli. Gli suc-
ze. Il conte fece testimonianza contro l'u- cesse il figlio Ermengaldo IV detto Gcrb,
surpatore Gundale, che fu deposto. Nella il quale nel 1077 accolse in Urgel con
grande assemblea di prelati e signori, se- grandi onori Amato vescovo d' Oleron
guita nel 1009 in Barcellona, interveime- legato di s. Gregorio VII, e colla moglie
ro i fratelli Raimondo Borrel e Ermen- Lucia diedero opera alla riforma de'mo-
galdo I, e vi fu ristabilito l'ordine cano- nasteri delle loro giurisdizioni. Nel 1087
nicale di quella chiesa. Nel io io dispo- il conte con Adelaide di Provenza 2." mo-

nendosi il conte a marciar di nuovo con- glie, erede di Forcalquier, donarono alla
tro i mori , fece testamento e distribuì chiesa d'Urgel il castello di Foro Barbe-
parte de'suoi beni a diverse chiese. Par- rano, dal cui atto rilevasi che supremo
tito col fratello Arnoldo vescovo di Vich, signore della contea d'Urgel era Filippo
ed i vescovi Ezio di Barcellona e Ottone I re di Francia. Il conte faceva l'ordina-
di Girona, e parecchi signori, ciascuno ria residenza nel castello di Gerb, che for-
alla testa delle proprie milizie, vi peri il tificò per assalire i mori de'diutorni, e in
1.**
settembre co'vescovi che l'aveano ac- fatti tolse loro Balaguer. Nel 1092 morì
compagnato. In età d'un anno gli succes- il conte e gli successero nella contea d'Ur-
se nella contea d'Urgel il figlio Ermen- gel Ermengaldo V detto WBalearidc, na-
galdo 11 detto
Pellegrino sotto la tu-
il toda Lucia e in quella di Forcalquier
,

tela materna. Fatto adulto, idominii della Guglielmo nato d'Adelaide. Valoroso Er-
chiesa d'Urgel avendo destatola sua cu- mengaldo V con)e i suoi antenati, com-
pidigia, fece delle usurpazÌQui di cui senti battè i mori, e menile voleva toglier lo-
UR G URG 5
ro risole Balenìi, vi restò ucciso neh 102. che apparteneva dal lato dì sua ma-
gli

Ne fu successore il figlio ErmengflldoVr dre nipote di Raimondo Berengario IV


eletto li Castìglìaiio^ come nato da ma- conte di Barcellona, e la fendale dipen-
dre di Costiglia e perchè in tal regione denza dell'altra metà, a condizione di far
passò gran parte di sua vita. Alla contea eseguire il suo testamento. Ma Geraldo
d'Urgel unì la signoria di Lerida, ed a- figlio di Miraglia prelese dopo la morte
vendo commesso guasti a danno del mo- dello zio, che la contea d'Urgel dovesse

j,
nastero dis. Saturnino, poi ne die soddi- in lui ritornare a preferenza della cugina
sfazione all'abbate. Ne! i iT'4s'' successe.!! Aurembiax. Elvira madre di questa, im-
figlio Ermengaldo VII òe\.\oValenza^c\\e potente a resistere alle sue armi, cede gli

neh 162 maggiori rinun-


all'uso de'suoi slati della figlia a Pietro II re d' Arago-
ziò d'ioìpadronirsi de'mobili e immobili na, il quale obbligò Geraldo e la sua fa-

del vescovo d'Urgel in morte, riprovevo- miglia a rendersi prigioni. Dopo la morte
le usanza quasi generale tra'gran fenda* del re riuscì a Geraldo di riprendere pa-
tari, ed a ragione da lui pure riguardata recchie città e castella della contea d'Ur-
come una rapina; ma si riservò la custo- gel, e vicommise molte devastazioni, in-
dia de'caslelli e delTaltre possessioni del di perdonato dal re Giacomo I; ritenendo
vescovato durante la sede vacante. Nel questi però la contea d* Urgel col titolo
I 183 fece guerra a'mori di Valenza col di conte, la die in feudo a Geraldo, sal-
fratello Gaucerando, e ambedue periro- vi i reclami di Aurembiax. Questa nel
no avanti quella capitale. Il figlioErmen- 1228 li fece, offrendo in dono al re la

galdo Vili riportò d'Arnaldo visconte di città di Lerida, facendogliene omaggio ,

Castelbon e di Cerdagne il giuramento rimettendo al re 9 de'suoi castelli. Pren-


di fedeltà perla prima delle due signorie. dendo le difese di Geraldoil visconte Gu-
Nel I 198 il conte s'impegnò in guerra glielmo di Cardona suo cugino, il recol-
con Raimondo conte di Foix pe' confini l'armi portò la guerra nel la contea d'Ur-
de'Ioro stati e ne prese parte la Catalo» gel : presele cittàdi Abesaedi Agramont,
gna. Il conte di Foix assediò ed espugnò ed alcuni castelli conlpreso Pons, e in tal

TJrgel, la saccheggiò in uno alla cattedra- guisa la contessa fu ristabilita ne'suoi sta-
le, fece prigione i canonici da'quali tras- ti. Geraldo entrò allora Ira'teraplari, ce-

se grosso riscatto, e desolò tutto il paese; dendo le sue pretensioni al primogenito


ma poi Ermengaldo Vili se ne vendicò Pons II. Il re die per marito alla contes-
facendo prigioni nel 1234 •' conte di B'oix sa, come la piti ricca erede del suo rea-
e il viscontedi Castelbon suo alleato, che me, d. Pietro infante di Portogallo figlio
ritenne per 4 anni e rilasciò a mediazio- del re Sancio F. Morta Aurembiax nel
ne del re d'Aragona, generosamente som- i23i senza prole, lasciò al suo sposola
ministrando al conte a titolo di feudo contea d'Urgel, colla città di Vagliado-
2000 soldi melgorini fondati sulle sue lid e le signorie che le appartenevano nel

terre, e fidanzando al visconte la nipote regno di Galizia, con autorità di dispor-


Elisabetta con promessa di dargli i suoi ne a beneplacito. Ma siccome la contea
moriva senza figli. Seguitoli
dorainii se d' Urgel formava una parte ragguarde-
matrimonio, nel 2 o mori Ermengaldo
i i vole della Catalogna, il re temè che d. Pie-
Vili lasciando erede in tenera età la fi- tro cedesse suoi diritti alla casa di Ca-
i

glia AurembiaXj e in caso di stia morte brerà, perciò gli die in cambio la signo-
senza successione, sostituì la propria so- ria di Maiorica e dell'isole adiacenti ia
rella Miraglia Pons l visconte
moglie di feudo, con facoltà di trasmetterne la 3.^

di Cabrerà. Inoltre legò al Papa Innocen- parte a' suoi eredi, non ritenendo che
zo 111 la metà della cillàdi Vagliadolid, la cittadella della capitale, colle città e
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castelli d'Oleron e Palenca. Quindi cIM contro i co8litU7Ìonali_, venendo poi nel
1233 i re d'Arngona presero il titolo di I 823 per convenzione consegnala a'fran-
conti d'Urge!. Morendo nel 1243 PonslI, cesi in favore di Ferdinando VII.
lasciò al primogenito Ermengnldo IX i Urgel nel V secolo fu la sedo degli ar-
diritti sulla contea d'Urgel, e in sua man- civescovi di Tarragona, e nel medesimo
canza i fratelli, coll'obbligo di portare in isliluilo il vescovato d'Urgel, divenne se-
perpetuo il nonied'Ermengaldo. Ermen- de de'propri vescovi suiTraganei del me-
gnldo IX poco gli sopravvisse, egli succes- tropolitano di Tarragona e lo sono tut-
se il fratello Rodrigo detto Aharo^ a cui tora. Nella diocesi vi è il piccolo sialo del-
il padre avea lasciato castelli da lui e-
i la repubblica d'Andorre, nel regno d'A-
reditali, che gtierreggiò col re che gli a- ragona, sotto la prolezione della Francia

vea occupato parecchie piazze della con- e della Spagna, ed anticamente n'era si-
tea da lui ricuperate, il re conservando gnore il vescovo d'Urgel col conte di Foix.
sempre il titolo di conte d'Urgel. Succes- Lo descrissi nel voi. LXVIII, p. 27; e tut-
se il figlio Ermengaldo X nel 1267, non tora il vescovo d'Urgel n'è riconosciuto
5enza lurbolenza pe'diversi parenti aspi- principe sovrano con piccolo tributo, ed
ranti alla contea; morì senza successione ogni nuovo vescovo si reca a prendere
neli3i4, lasciando i suoi stali a disposi- possesso, con quelle formalità che dirò
zione del vescovo d'Urgel e degli altri e- in fine,narrando quello preso dall'odier-
secutori leslamenlari, o per restituirli al no vescovo. Ne furono primi vescovi Giu-
re d'Aragona. Perciò divenne conte d'Ur- sto che intervenne al concilio di Toledo,
gel e visconte d'Ager Jacopo I figlio del Simplicio che fu a'concilii di Toledo e di
re Alfonso IV, e nel 1
34? g'i successe il Barcellona, s. Ermengaldo, s. Odone, ed
figlio Pietro che sposò Margherita di Mon- il fnmoso Felice. Egli era stalo maestro
ferrato colla città d' Aqui per dote. Nel d'£'/?/7/7«r/o arcivescovo di Toìcclo^W qua-
i4o8 per sua morte divenneconte Jaco- le lo considlò in qual modo egli ricono-

po Il suo
che aspirando al trono
figlio, scesse Gesù quanto uomo, per
Cristo, in
^i procuròdal re Martino la luogotenenza Figlio di Dio; se lo credeva figlio ^rr Jia-
del regno, dignità che d'ordinario si con- fnrrTj o solamente per adozione. Felice

feiiva all'erede presuntivo della corona; rispose che Gesù Cristo, in quanto uo-
,

onde si ribellarono gli aragonesi e costrin- mo, o secondo la natura umana, non è
sero il conte alla fuga. Morto Martino nel che Figlio adollivo e noneupativo , cioè
i4i2, il conte fu unode'prelendentialla solamente di nome. Per questi errori e
corona, ed. Antonio de Luna, suo parti- per quelli contro il culto delle Imma-
ss.

giano esaltalo, trucidò l'arcivescovo di gini, quali Ncstoriani e leonorlaiti, am-


Saragozza che ne attraversava l'aspiro, bedue furono condannati da diversi con-
il quale detestabile assas<(SÌnio pregiudicò cilii, da'Papi Adriano I e s. Leone HI, e

gravemente il conte, e il regno fu aggiu- principalmente confutali da s. Paolino


dicato a Ferdinando I, contribuendovi patriarca d'Aquileia, e da Alenino, come
s. Vincenzo Ferreri. Il conte prese le ar- e meglio narrai ne'due indicali articoli.
mi, e il re douìò il vassallo, lo condannò Si dubita della sincerità della conversione
a prigionia perpetua, ne confiscò beni e i poiché alcuni vogliono che do-
di Felice,
riunì alla corona la contea, morendo Ja- po condanna de'suoi errori li rinunziò
la

copo II nel 1433. Il re maritò le figlie solo esteriormente. Essendo slato Felice
con proporzionate doli. Dipoi Urgel fu rilegato a Lione, dove visse circa 5 an- r

occupala da'francesi nel 1793 e nuova- ni, Agobardo che nel vescovato d'Urgel
mente nel (809. Nel 182 I vi stanziò la gli successe, assicura in uno scritto ch'egli

giunta, che dirigeva l'aroiala della fede fece contro Felice, di già morto, che a-
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vea avuto una conferenza con lui , nella Durand abbate di s. Cecilia nella stessa
quale 1' avea costrello a riconoscere la diocesi, intorno la chiesa di Curticile nella
verità , e che non avea mai pubblicalo parrocchia di Castelbon, di cui si conten-
questa sua confessione, sulla promessa che devano la proprietà. Il giudizio pronun-

f
Felice gli avea fallo di non insegnar più ziato dal conte, dopo aver maturamente
i non avea tra-
suoi errori; ciò ch'egli però pesate le ragioni delle parli, fu a favore
lascialo di fare segretamente. Mentre del vescovo. Il conte d'Urgel Ermengal-
lì' era vescovo Ingoberlo, verso 1*884 nn do III e sua moglie Clemenza, nel 1057
chierico spagnuoiodi nome Selva, ch'era- con Guglielmo vescovo d'Urgel e suoi
si ritirato in Guascogna, persuaso sopra canonici fecero lo scambio del castello
,

una falsa voce che Ingoberlo fosse mor- di Solsone contro la metà di quello di

to in un viaggio da lui intrapreso, si re- Saint-Lezinie. Ne! i348 da Utrecht fu

cò a visitare Sunifreddo conte d'Urgel, e trasferito ad Urgel Nicolò Capocci (f^.)

mercè la sua protezione si fece ordinare romano, nel 1 35o creato cardinale. Nel-
vescovo d'Urgel. Poco dopo essendo com- le Notizie di Roma sono registrali i se-

parso ingoberlo, dileguò colia sua presen- guenti vescovi d'Urgel, con l'epoca di lo-
za la voce della sua morte; ma Selva non ro promulga^ion»^ Nel 1788 d. Giorgio
volendo perdere il frullo della sua ordi- Curado. Nel 1747 d. Sebastiano de Vit-
nazione, discacciò il vero pastore e si po- toria girolamino d' Aspeizia diocesi di
se in sua vece nella cattedra episcopale. Pamplona. Nel 1707 Francesco Giusep-
Due anni dopo questo delitto un altro ne pe Catalan de Ocon di Ferror diocesi di
aggiunse, ordinando pel vescovato di Gi- Mal.Tga. Nel 1763 Francesco Fernandez
rona Hermeumire contro il voto del cle- de X'iliva de Casas Ibanes diocesi di Car-
ro e del popolo che aveano eletto un chie- lagena. Nel 1771 Giocchino Santiyan-y-
rico di buoni costumi di nomeServnsDer. Valdiavelso d'Arge diocesi di Santander.
Avendo Teoilardo arcivescovo di Narbo- Nel 1780 Giovanni Garcia Montenegro
na Papa Stefano V det-
fatto consapevole di Lugo. Nel 1785 fr. Giuseppe Ooltas
to VI due usurpazioni adunò
di quelle , minore osservante d'Orano arcidiocesi di
per suo ordine a' 7 novembre 887 un i Toledo. In tempo questo vescovo Pio
di

concilio a Pori sui confini di Maguelona e VI diresse al cardinil Vincenti Mareri


di Nimes. Si lesse la lettera pontifìcia che nunzio di Spagna il breve Decct Ronia-
dichiarava scomunicatiHermenmire eSel- nitni Pontifì,cem, de' 25 febbraio 1794»
va,e fu dall'assemblea confermata la con- Bull. Roni. cont. l.
9, p. 356, col quale
danna; ma Teodardo impedì che vi si av- confermò la transazione tra il detto ve-
viluppasse ilconteSunifreddo che avea fa- scovo d'Urgel e il suo capitolo, e l'abbate
voriti i due intrusi, e V esito fece vedere del regio monas-tero benedeltino di Ri-
ch'egli avea operato snggiamente;giacchè poli, sotto il titolo della B. Vergine di Ger-
recatosida Sunifreddo ottenne colle sue ii nullius dioecesisy nella provincia eccle-
rimostranze di slaccarlo dal partilo che a- siastica di Tarragona; sulla reciproca ces-
vea abbracciato. Hermenmire però trovò sione rispetto alle parrocchie di Caballe-
mezzo ài mantenersi sulla sededi Girona. ra, Aja, Benlola , Llus , e cappella di s.

Sunifreddo incorse poi per altre cose le Pietro della villa di Rivas, in favore de.'

censure ecclesiastiche, ma ne fu assolto vescovi d'Urgel, tranne s. Michele di Ca-


nel 909 da un concilio. Nel 1024 il con- ballerà da ritenersi dall' abbate di Ri-
te d'Urgel Ermengaldo II tenne nel ca- poli. Ed a questi si riconobbe la podestà
stello di Pons, situato nella sua contea, di conferire lai.'' clericale tonsura e i
4
un placito novembre sulla lite ver-
ili.** ordini minori a' secolari e regolari resi-
tente tra Ermengaldo vescovo d'Urgel e denti nella medesima parrocchìa,e di con-
--

8 U R G URG
cedt're le lettere dimissonoli per lutti e tanti d'Andorra, ch'erano andati ad in-
singoli gli onlini maggiori, ordinando contrarlo alla Seu d'Urgel ed erano stali
l'amministrazione della confermazione a pure
alloggiali nel palazzo vescovile; era
qualunque vescovo cattolico.Nel concisto- accompagnato dal governatore, dal capo
ro de*27 giugno iSaS fu preconizzato da battaglione del i ©."cacciatori di guarni-
Leone XI I abbate di detto monastero nul- gione alla Seu , dal giudice, dall' alcade
linSyi\. Antonio Guidel-y-Prinies, mo- ec. Un picchetto di cacciatori a cavallo
naco del medesimo, a presentazione del re precedeva il corteggio vescovile sparando
di Spagna. Ripiglio la serie de' vescovi che echeggiava-
fre(|uenti colpi di fucile,
d'Urgel. Nel 1797 Francesco Antonio de no per quelle valli. 11 limite del territo-
la Duana-y-Cisteros di Villanova de la rio d'Andorra è formalo dal torrente Rio
Fuente arcidiocesi di Toledo. Nel 18 17 Rune; dall'altra parte del torrente atten-
Bernardo Francesco Caballerodi Madrid. devano il vescovo tutti dignitari della i

Nel 1824 fr. Bonifazio Lopez domenica- Valle, vestili secondo il loro antico e pit-
no di Montchermoso diocesi diCoria. Leo- toresco costume, e sopra un poggio vici-
ne XII nel concistoro de'25 giugno 1827 no al cammino stavano 4o uomini orna-
dichiarò vescovo d'Urge! d. Simone de li d'arcobugio (Escopeleros); appena fi-

Guardiola di Mersias arcidiocesi di Tar- niti gli spari di questi, un silenzio impo-
ragona, già abbate cassinese di Monser- nente si slese su tutta la Valle. Il sinda-
rato e visitatore generale del suo ordine, co arringò il vescovo dichiarando, che le

lodatissimo nell' esercizio di tali ufiizi, Vjalli lo riconoscono per loro sovrano; ma
grave, prudente, dotto e pieno di probi che però era necessario, avanti d'enlrar-
tìì. Per sua morte il regnante Pio IX nel vi, che giurasse di rispettare e conserva-

concistoro de' io marzo 18 53 promulgò re i loro privilegi o fueros. Il vescovo a-


l'attuale vescovo mg/ Giuseppe Caixal-y- vendo fatto questo giuramento, il sinda-
Estradè di Velusell arcidiocesi di Taira- co e l'altre autorità gli baciarono la ma-
gona, dottore in s. teologia, parroco, ca- no ; allora il sindaco gridò: Viva il prin-
nonico della metropolitana di Tarragona, cipe d'Andorra 1 E la popolazione ripetè
dotto, grave^ prudente,di morale probità mille volte questo grido con entusiasmo,
e degno del vescovato (per sospetto d'a- si una sparata di facili e suonarono
fece
ver favorito i carlisti, fu poi rilegato all'i tutte le campane. Il torrente Rune è 3
sole Baleari, come notai nel vol.LXXVF, miglia distante d' Andorra. All' entrare
p. 253, brevemente cen-
nel proseguire i nella città d' Andorra fu apparecchiata
ni storici contemporanei della Spagna, una cappella ornata di rami e di fiori.
che compio a Valenza; indi restitui- Il vescovo vi fu ricevuto dal clero, e quin-
to alla sua sede). Riporta il Giorna- di andò alla chiesa principale denomina-
le di Roma del i853ap. 790. Andor- ta cattedrale, ove si canlò il Te Deiim.
ra città e la deliziosa Valle d' Andorra, Il corteggio poscia andò al palazzo del
è un territorio posto tra la Spagna e la consiglio , nella gran sala del quale il

Francia, al sud del dipartimento dell'Ar- principe vescovo prese possesso del suo
riege, indipendente da questi due stati, territorio,enefu redatto processo verba-
ed ha per suo principe e ordinario il ve- le da due notari con testimoni quindi vi ;

scovo d'Urgel, ed ecco come ne prese pos- fu un banchetto di 78 persone a tavola:


sesso l'encomiato prelato ili.°agosto con il sindaco offrì alcune monete d'argento
solennità secondo gli antichi costumi e in segno del tributo che paga Andorra.
l'antiche memorie. Il vescovo si mise in Il vescovo le accettò ordinando che fos-

viaggio per alla volta di sua diocesi e del sero dille al curato per distribuirsi a' po-
$uo regno insieme col sindaqo e due abi- veri. Furono fatti brindisi in verso ed in
U R G URG 9
prosa. Il vescovo principe sovrano deve ritirare determinata quantità di segala,

visitare tulle le popolazioni d' Andorra, alcuni capi di bestiame d'ogni specie e
ed amininisli'are la confermazione. Rica- diverse merci, senza soggiacere a pubbli-
vo da'geografl le seguenti notizie. Andor- che gravezze. Dopo che Enrico IV redi
ra, capitale della Valle di questo nome, ha Francia riunì alla corona la contea di
circa 3ooo abitanti, è compresa nella pro- Foix, e meglio nel 1617 l'esegui il suo
vincia di Saragozza, a 6 leghe d' Alcaniz figlio Luigi XV, i re esercitarono in po-
e I o da Foix. Andorra è la i Ira le 6 co- .'^
co variata foggia le prerogative degli an-
muni, che hanno diritto di eleggibilità; le tichi conti. Nel 1799 per la soppressione
altre 5 sono Canillo, Encarap, Ordino, d'ogni diritto feudale, terminò d'eman-
Massane e Saiut-Julien. I subalterni vil- cipare gli andorresi dal lato di Francia,
laggi giungono a 34- In mezzo alle piti e da quell'epoca, ad onta delle molle e
scoscese montagne de'Pirenei,conducono giavi politiche vicende , nulla si opera a

gli abitami vita libera e frugale, in angu- pregiudizio di loro libertà. Si può para-
sto territorio che non oltrepassa 7 leghe gonare la Valle d' Andorra all'esistente
quadrate. Gli andorresi parlano la lingua repubblica di s. Sfarino (V.)^ e nell'au-
ca^tigliana e costituiscono nell'insieme u- lica Grecia a quella di Petenisso o Pm-
na popolazione di quasi 3o,ooo indivi- diiiisso (T.). Ogni nuovo vescovo d'Ur-
dui. Il prodotto di loro possessioni forma gel è lassato ne'libri della camera aposto-
la principale loro rendita, e vi si aggiun- lica in fiorini 2000; quanto alla mensa,

ge una copiosa miniera di ferro, che tie- questa venne fissala dal ricordato concor-
ne in attività parecchie fucine, e quanti- dalo. La diocesi è vasta, e comprende cir-
tà di legname da lavoro. Gli andorresi ca! 5 leghe di latitudine, e più tli 26 di
nell'esercizio della pastorizia ,
per V ab- longitudine, conlenendo 4oo luoghi.
bondanza de'ioro pascoli, presentano dei Concini d* Urgel.
patriarcale nel politico reggimento. Im- III. "fu tenuto nel 799 da Leidrado ar-

perocché dalle 6 comuni principali eleg- civescovo di Lione, che Carlo Magno a-
gonsi 24 membri, 4 cioè per ogni comu- vea inviato a Felice vescovo d'Urgel ca-
ne, i quali compongono supremo consi- il duto nell'eresia, con Nifrido di Narbo-
glio di governo, e le funzioni de'raedesi* na. Benedetto abbate d'Aniano, e parec-
mi sono nomina due
a vita. Il consiglio chi altri tanto vescovi, che abbati. Per-
sindaci, i quali pub-
hanno il carico della suasero Felice d'Urgel di portarsi a tro-
blica amministrazione, e radunano al l'oc- vare il detto re de' franchi, prometten-
correnza r assemblee. Narra l'avv. Ca^ dogli un' intera libertà di produrre in
stellano, che la rivalità de* due più po- sua presenza i passi dell'opere de'Padri,
lenti vicini, il vescovo d' Urgel e il conte eh' egli pretendeva favorevoli alla sua
di Foix , negli antichi tempi giunse più opinione. Baluzio, In Notis ad Àgohar^
volle a turbar la pace anco fra questi ru- do. Il 2.° si adunò neirSoo, pure contro
casolari. S'interpose Pietro III re
stici l'eresia di Felice. G^///<2 chr. t. 6. Il 3."

d'Aragona, e regolò con un suo lodo nel nel 991 sulla disciplina ecclesiastica. A-
1278 le condizioni dell'alto dominio co- guirre, t. 3.
mune a'due padroni. Ambedue nomina- URGEL Giovanni, Cardinale. Spa-
vano il rispetti vo vicario per amministrar gnuolo crealo cardinale di s. Chiesa i\<\
la giustizia, e insieme concorrevano al- Urbano VI a' 18 o 28 settembre 1378.
l'elezione d'un giudice per 1' appellazio- Si portò a Pisa nel seguente gennaio, per
ni. 11 vescovo percepiva di tributo annui passare poi in Roma, ne altro si conosce
scudi 90, ed il conte 180. Da particola- di lui ; anzi Contelori riferisce non avei*
ri couveuzioui eia regolato il diiitlu di trovalo alcuQ monuoieoto del suo cardi*
IO UHI u as
iialato,però ricordalo dagli Annali Pi- cassa d'argento lo pose sopra l'altare. Si
sani, da Panvinio e Cìacconìo. assegna ordinariamente la missione di s.
URIM e THUMMIM. f\ Sacerdo- Ursino nel II secolo. Lisieux. pretese di
810, Tempio di Gerusalemme, Razionale, possedere le di lui reliquie, ma senza fon-
Tribù'. damento, giacciiè sono sempre rimaste a
URIM A ORIMA o SURIMA.Sede Bourges. La sua festa principale vienece-
-vescovile della provincia di Eufralesia lebrala 8*29 dicembre; però ne'marliro-
d'Antiochia, eretta nel secolo IV sotto la logi di Floro, di Adone e di Usuardoèia*
metropoli di Gerapoli. Ne furono vesco- dicata a'9 novembre.
vi: Abraamio, che nel 363 sottoscrisse la URSMARO{s.), vescovo regionario e
lettera del concilio d' Antiochia all' im- abbate di Lobes. Nacque presso Avesne
peratore Gioviano, relativamente alla nell'Hainaut. Fino dalla sua prima gio«
consiistanzialità ; Marns assistè al conci- vinezza mostrò un ardenlissimo amore
lio d'Antiochia, tenuto dal patriarca Do- per gli esercizi di pietà, e praticando o-
nino, in rignaido ad Atanasio vescovo di gni virtù, studiavasi d* inspu'are altrui
Perrha Davide occupava questa sede
; que' sentimenti medesimi ond'era egli a-
iieir 845. Oricns dir. t. 2, p. 946. Que- nimato. Avendo s.Landelino fondalo l'ab-
sta chiesa trovasi pure fra le sedi vesco- bazia di Lobes sulla Sambra, nella diocesi
vili soggette a' patriarchi giacobiti, e le di Cambiai, Ursmaro vi prese rabito>pei'
sono attribuiti i seguenti vescovi. Teodo- consagrarsi unicamente al servigio di Dio,
ro del 736, Gregorio suo successore, Da- e nel 686 ne fu fatto abbate. Questa di-
vide deir845. Oricns dir, t. 2, p. 1 529. gnità fu per lui motivo di raddoppiare il
URlTANA. F. Oria. fervore in tutti gli esercizi di religione e
URNE CINERARIE, r. Sepoltura. non
nelle austerità della penitenza. Egli
Ne riparlai ancora nel voi. LXXXIV, mangiava mai né carne,nè pesce, non be-
p.23o, e dicendo de' sepolcri antichi di vea che dell'acqua, e passò io anni senza
Toscana, Fejo^ Fuld ( ^.) ec. gustar pane, neppure dopo una perico-
URRACR Corrado, Cardinale. F. losa infermità che pali. Terminò l'abba-
Urach o Urrack. zia e la chiesa di Lobes, che s. Lan-
URRIES Carlo, Cardinale. Vedi il delino non avea potuto compire, e fondò
Tol. Ili, p. 23o, col. 2.^ vari monasteri, fra' quali quelli d' Anne
URSACIO. F. Valente. e di Wasler. Non potendo il suo zelo ri-

URSINO (s.),!." vescovo di Bourges. manere ristretto nel ricinto dell'abbazia


Ordinato vescovo da'discepoli degli Apo- deliberò d'uscirne per dedicarsi alla con-
stoli,si recòa spargere la luce della fede nel- versione de'peccatori, e predicare l'evan-
le Gallie;annunziò l'evangeloa Bourges, gelo agi' idolatri delle diocesi di Cam-
e vi fondò una chiesa di cui fu il i. "pasto- biai, Arras, Tournay,Noyon,Tei ouanne,
re. Dopo la sua morte fu seppellito nel Laon, Metz, Colonia, Treveri e Mastricht.
luogo ov'egli era usato di seppellire gli al- Fu consagrato vescovo, e ne esercitò le

Iri; ma a poco a poco si cessò d'onorare la funzioni in virtù di commissione della s.

sua tomba, e se ne perdeUe alfatto la Sede, continuando tuttavia a dirigere la

ricordanza. S.Gregorio di Tours, il (piale sua abbazia con molta saggezza. Senten-
ci riferisce questi particolari , aggiunge do avvicinarsi il suo fine, fece nominare
the circa il 56o si scoperse miracolosa- s. Ermino per governarla in suo luogo,
mente il suo corpo,e fu deposto nella chie- e non occupo'«si più d' altro che di ter-
sa di s. Sinforiano, che prese poscia il suo minare santamente la sua vita. Morì nel
nome. Filippo arcivescovo di Bourges nel 713, in età di 69 anni, il 18 aprile, nel
1239 lo diiotlerrò,e collocatolo in una qual giorno è onoralo come protettore di
UR3 • USE n
, Binclie,a Lobesea Luxeroburgo. Fu sep. partito di propinargli disperatamente un
pellito il dì susseguente, ed in tal giorno è potente veleno,cìel quale mori in Roma

nominato nel martirologio romano e in neli5i4j ed ebbe tomba nella chiesa na-
altri molti. Le sue reliquie si custodisco- zionale di s. Tommaso del collegio ingle-
no aBincbe,ch'è una piccola città distan- se, dove al manco lato della porta che
te 4 legbe da Mons. introduce in sagrestia si vede la statua
UUbOVICO Cristoforo, Cardinale. del cardinale espressa in marmo, in abi-
Inglese, cliiamato pure Ursuwike e Barn- ti pontificali e in piedi, con nobile epi-
bridge, insigne pei* scienza legale, non taflio. Scrisse con pari erudizitjue ed e-
senza taccia d'intemperante e pieno di leganza l'istoria di sue ambascerie, e al-
vanità, stretto in amicizia col cardinal cuni trattati di giurisprudenza, che dis-
IMorton arcivescovo di Cantorbery, soffrì graziatamente perirono. Quanto poi al
gravissimi disturbi e acerbe persecuzioni crudele fimigliare Rinaldo, posto in car-
fiotto Riccardo III d'ingbilterra, in dife- cere, si tolse la vita col veleno; ciò non
sa dell'immunitàecclesiastica, dalle qua- pertanto e ad /errore/w, squartato il suo
li felicemente scampato fu da Eurico VII cadavere, i brani furono appesi alle por-
eletto regio elemosiniere, e nominato ve- te esterne di Roma.
scovo d'alcune cliiese del regno, non che U RTELLO, Urteliim. Vescovato del-
ambasciatore all'imperalore Massimilia- l'Aruìenia maggiore, sotto il patriarcato
no I, a Carlo Vili re di Francia, a Fran- di Sis. Martire suo vescovo assistè e sot-
cesco duca di Bretagna, ed a Lodovico toscrisse il concilio di Sis. Oriens dir. t.

duca d'Ot leaus. Dopo queste ambascerie, i,p. i448.


in cui die saggio di se e del suo valore, USCAVANO o USCOVANCH o U-
venne trasferito all'arcivescovato di York, SCl. Vescovato dell'Armenia maggiore,
e da Alessandro VI dichiarato questore sotto il titolo di s. Sergio, con resilienza
o collettore apostolico nell' Inghilterra. nel monastero presso Erivan, del patriar-
Decorato nel i5ii del carattere di mi- cato d' Ezmiazin. Il celebre Uscan , che
nistro del re Enrico VIII presso la s. Se- seileva verso la metà del secolo XVII, si

de, in ten»po in cui ardeva fiera guerra qualificava ora vescovo di s. Sergio nel-
tra Luigi XII re di Francia e Papa Giu- l'Armenia maggiore, ed ora vescovo ar-
lio li ;
questi pel di lui mezzo avendo ot- meno ò! Erivan. Questo prelato essendo
tenuto dal re la difesa della Chiesa roma- ad Amsterdam nel 1666 e nel 1667 la-
na e guerra mossa a'francesi, in rico-
la memorie firmate di sua mano,
sciò molte
noscenza a' IO marzoiSi i lo creò in Ra- relative alla fede degli armeni sulla pre-
venna cardinale prete de* ss. Marcellino senza reale. Oriens dir. t. i_, p. i448-
e Pietro. Il lustro però della conseguita USELLl o USAL o USEL. K Ales
dignità non fu capace di correggere o e Terraiba.
frenare il ruvido e bestiale umore che USEZ o UZES, Ucetia seu Usecia.
talvolta lo predominava e che poi gli fu Città vescovile della Bassa Linguadocaia
fatale. Lasciandosi trasportare dall' im- Francia, nel dipartimento del Gard, ca-
peto d'un cieco e infrenabile furore, ta- poluogo di circondario e di cantone a cir-

lora insultava e percuoteva anche in pub- ca 5 leghe da Nimes e quasi 9 da Avigno-


blico, non solo propri famigliari dome-
i ne, sopra un'altura e sulla sponda destra
stici, ma
anche gli altri. Tra'molti da lui dell'Auzou. Ha tribunale di i.'' istanza,
maltrattati vi fu Rinaldo da Modena suo conservazione dell'ipotechejdirezione del-
servo, il quale fortemente sdegnato del- le contribuzioni indirette, società d'agri-
l'indegno trattamento ricevuto pubbli- coltura e collegio comunale. La catte-
camente, si abbandonò al riprovevole drale antica, dedicata al patrono s. Teo-
13 USE USE
ìlorito o Teoflorico piele e maiiire an- I ^(yQt in dignità di duca e pari, in favore
tiocheno d'Usez, fu regolare tie'canonici della nobile fmiiglia Cruceola. Gli abi-
di8. Agostino, cioè prima vi furono quel- tanti vi godevano de'privilegi straordina-
li della congregazione di cui parlai nel ri che perderono nelle fanatiche guerre
voi. VII, p. i5jf e poi quelli di s. Geno- religiose, alle quali presero grandissima
veffa in lenipo de*quali e nel i 726 fu se- parte nel secolo XVI. Avendo abbraccia»'
colarizzato il capitolo, ed allora siformò lo il calvinismo della setta degli ugonot-
di 4 ^igi^it^ e di iG canonici. Erano ri* ti, inalberarono con aperta ribellione il

inarcabili la collegiata di s. Lorenzo, le vessillo dell' indipendenza , sostenendosi


parrocchie di s. Stefano e di s. Giuliano, co! municipale reggimento sino al 1629,
jacasade'gesuiti, 3 conventi di francesca- in cui furono forzati a sottomettersi ed a
ni e 2 di monache. Ora 1' antico palazzo veder spianali i ripari della loro città. La
vescovile, e il bel terrazzo presso la chie- sede vescovile appartenne alla provincia
sa di s. Teodorico, donde godesi d'estesis- ecclesiasticaNarbonese i /,non però suffra-
sima vista, sono gli oggetti più osservabi- ganea della metropoli di Narbona.Tutta-
li della città, che in genelale è mal distri- volta pare che per un tempo lo Fosse, poi
buita e mal fabbricata. Al basso del pa- di Bourges,quindi d'Arles.Dice Com man-
lazzo vedesi l'abbondante sorgenled'Au- ville che vescovi ottennero da Papa s.
i

le, che traversa l'acquedotto del Gard per llaro del 461 una specie di diritto come
andare a Nimes. Vi hanno fabbriche di di metropolitano a pregiudizio di quello
berrettame di borra di seta e lìlugello,di di Narbona, ed in una Notizia antica si
panni comuni, di cartoni equivalenti a- legge, Castriim Ucetiense Melropolis*
gl'inglesi. Vi SI tralìlca di seta, vini, acqua- certo è che in seguito fu vescovato esen-
vile, olio e grani, tenendovisi 3 fiere an- te dalla giurisdizione del metropolita di
nue. Patria di diversi illustri , fra questi sua provincia. La Gallia Christiana y nel
si distinsero Mosè Charas chimico e mem- t. 4>p. I i44> lipoi'ta la serie de* vescovi,
bro dell' accademia delle scienze , Pietro e pel I ."registraCoslanzo o Costantino del
Costa scrittore istruitissimo, Giovanni Le 45 1, sebbene èassai probabile che abbia
Mercier dotto professore d' ebraico nel avuto predecessori, uno de'quali fu rap-
collegio diFrancia, e Giacomo iMarsollier. presentato da un Vincenzo sacerdote al
^^elle vicinanze è una sorgente minerale, concilio di Rieznel 4^9)6 per lui Io sotto-
appellata Fontana del Peyret, ed uber- Costantino intervenne nel 4^' a
scrisse.

toso n'è il territorio. A 6 miglia di distan- quello d'Arles, ed all'altro del 45> e ne
za si ammira un bell'avanzo del grandio- firmò gli atti. Nel 5o6 il vescovo Proba-
so monumento antico detto il ponte del zio fu al concilio d'Agde. Nella sua mor-
Gard, sulla strada tra Nimese Avignone. te il clero e il popolo elessero Norizio patri-
Gli antichi romani per dirigere una cor- zio, con sua ripugnanza; diligente pasto-
rente d'acqua aNimes,do ve in alcuni tem- re edotto predicatore. Divenuto vecchio,
pi la fontana resta assai bassa, fecero veni- nelle funzioni gli fu surrogato il suo disce-
re l'acqua fino dalle vicinanze d'Usez. Di polo Firmino (/^.), che in morte de-
s.

là cominciarono l'acquedotto i di cui a- gnamente gli successe e venne consagra-


vanzi furono giudicati tenere ili. "luogo to nel Sò^. Di nobilissima stirpe, era fra-
tra que'di Francia, dal marchese Maffei tello d'Aigulfo vescovo di Metz. Interven-
«elle sue Gallia anliquitates cjuaedaììi ne a diversi concilii con saggezza supe-
selectae , atqiie in plures Epistolas di- riore alla sua età, e pieno di meriti san-
sirihiUae. Antichissima questa città, fu tamente morì nel 553. In questo gli fu
dominala da'visigoti e poi ebbe de'parti- il nipote s. Ferreolo ^ che
sostituito per
colari vij»cooti , che Cario IX eresse nel lo zelo della conversione degli ebrei, la
USE USE i3

calunnia Io fece esiliare a Parigi, però ri- Paolo Antonio de Fay morì neh 632, e
conosciuto innocente venne reintegralo Nicola de Gidiié del 645 è l'ultimo re- 1

nella sede dopo 3 anni con grandissima gistralo nella Gallia Christiana i suc- ,

soddisfazione del suo popolo. Allora s. cessori essendolo nel l. 6 della nuova e-
Ferreolo, riunito un sinodo, stabilì d'ac- dizione, e gli ultimi" dalle Notizie di Ro-
cordo col suo clero alcune regole sul mo- ma. Questi furono, nelr737 Bonaventu-
do d'istruire gli ebrei, de' quali un gran ra Bauyn di Dijon, già canonico della me-
numero ricevè da lui il battesimo, esclu- tropolitana di Parigi; ed Enrico Benedet-
dendo dalla sua diocesi que' che persiste- to Giulio de Betesy deMezieres della dio-
rono ne* loro errori. Governò in seguito cesi d'Argentina, fatto vescovo 0^1779,

pacificamente la sua chiesa, ristabilendo- il quale fu uno di quelli che ricusarono di-
vi la disciplina, assai rilassata durante la mettersi nel 1 80 I dalle loro chiese, e sot-
sua assenza, e morì nel bacio del Signo- toscrisse le proleste de'medesimi vescovi
re a'4 gennaio del 58 1. Coll'assenso del contro il concordato che le soppresse in-
re divenne vescovo Giovino già rettore sieme a questa di Usez, e poi morì nel
della provincia; poi Marcello, Aureliano 18 16. Il vescovadi Usez godeva 25,ooo
e Audoeno del 660. Ricorderò i più ce- lire di rendila, e pagava 000 fiorini per 1

lebri successori. Raimondo de* signori di lesue bolle. In tutta la diocesi si contava-
Posquieres del 1 13o; Ebrardo morto nel no 281 parrocchie, divise in 9 decanati.
I i5o dopo avere riedificalo la cattedra- Il celebre cardinal Bartolomeo Pacca,
le rovinata dagli eretici, assai liniosinie- morto decano del sagro collegio, nelle sue
roj a Rainardo nel i 209 scrisse Innocen- importanti Memorie sloriche de' due
zo ni; Raimondo fu da tal Papa manda- viaggi in Francia e prigionia, nel l. 3,
to legato apostolico forse in Francia stes- cap. 9, descrive il suo viaggio da Fontai-
sa, il cui re Luigi Vili confermò alla chie- nebleaUjOve era deportalo Pio Vll,ad U-
sa d" Usez le donazioni fatte dal padre sez per rilegazione di Napoleone I ordi-
suo. In tempo d*Andrea Fredol del i3o8 nata a'i4 gennaioi8i4> dopo la revoca
Clemente V stabilì la residenza pontifìcia del famoso concordato ivi dettato da Na-
nella vicina Avignone, e vide due paren- poleone I e concluso col Papa. 11 cardina-
ti elevati al cardinalato. Anche il succes- leche energicamente avea con altri col-
sore Guglielmo de Mandagol del i326 leghi illuminato il Papa perabrogarlo, ra-
ebbe nel congiuntoGuglielmo già arcidia- gionevolmente perciò temendo nuova re-
cono d'Usez un cardinale. Nel 3/^5 fu ve- 1 clusione in qualche fortezza, ne restò con-
scovo Eredio di s. Elia, che nel 356 In- 1 tento. Quindi nel cap. io descrive il suo
nocenzo VI elevò alla porpora cardinali- soggiorno in Usez, ove fu ben accolto, al-

zia. Neil 357 gli successe Pietro d'Arfe- loggiando nella virtuosa e edificante casa
ville, sotto il quale Guglielmo Grimoardi d'Amoreux. Dichiara Usez piccola città,
fu vicario e utìllciale d' Usez e nel 1 362 allora unita alla diocesi d'Avignone, non
Papa Urbano V. Questi neh 370 confe- lontana dalle famose Cevennes montagne
rì il vescovato al Ru-
nipote Pietro de di Francia, con anguste strade e irrego-
vera, cui successe nel 37 Bernardo de i i lari edifizi. Conteneva poco più di 6000
Saint-Etienne. Guglielmo Soiberti nel abitanti, de' quali una 3.^ parte segue la
144^ fu traslato a Carpentrasso. Ga- sella di Calvino, ed è la più facoltosa del
briele du Chastel nipote del predecesso- paese, perchè occupatasi nel conunercio
re Oliverio, morendo in Roma neh 463 non avea falle le perdite, che hanno do-
fu tumulato in s. Prassede. Fr. Lodovico vuto soffrire nobili cattolici della città,
i

de Vigne carmelitano, neh6o3 fondò il che possedevano prima della rivoluzione


convento de' minimi di Ponte s. Spirilo, feudi e altri diritti signorili. Tali ugonol-
i4 USI uss
ti conservono ancora l'anlìca animosità e USINADA scu UsiDANA. Sede vesco-
il maltalenlo contro cattolici, e più vol- i viledelUiMauriliana Gesariana nell'Afri-
te in tempo dello rivoluzione sostenuti da- ca occidentale, sotto la metropoli di Giu-
gli abitanti de'conlorni del così detto Gar- lia Gesarea. Donaziano suo vescovo fu
donanche,e delle vici'ne Cevennes, che so- esiliato nel 484 <la Uiinerico re de' van-
no anch'essi in gran parte furiosi ugonot- dali,che favoriva gli errori de' donatisti,
ti, hanno travagliala la popolazione cat> contro de* quali parlò Donaziano nella
tolico, ed obbligali i sacerdoti, o a pren- conferenza di Gartagine. Morcelli, Afri-
der la foga in paesi stranieri, o a nascon- ca dir. 1. 1.

dersi ne'vicini boschi per salvarsi dal lo- USSERIO


Giacomo. Nacque a Dubli-
ro furore. Nel tempo del soggiorno del no neh 580 da famiglia nobile e antica,
cardinale non diedero alcun segno d* av- studiò nell'università di quella città d'Ir-
versione, anzi l'ebbero in grande concet- landa, e vi fece progressi rapidissimi, non
to, considerando la sua fermezza nella re- solamente nella lingua, nella poesia, nel-
sistenza da lui fatta nel suo segretariato l'eloquenza e nelle matematiche, ma al-
di stato agli ordini di Napoleone I tenu- liesì nella cronologia , nella storia sacra
to quasi onnipossente. Del resto trovò che e profana, e nella teologia. Nel 1 6 1 5 com -
i cattolici avevano conservalo la cattedra- pilo in un'assemblea del clero d'Irlanda
le di s. Teodorito ridotta a parrocchia, e alcuni articoli riguardanti la religione e
la chiesa di s. Stefano sua succursale. Glie la disciplina ecclesiastica, che furono ap-
gli ugonotti avevano trasformatoin tem- provati dal re Giacomo I, benché fossero
pio pel loro cullo erroneo la chiesa de'fra- differenti da quelli della chiesa anglica-
li minori. Si loda d'avervi passalo 70 gior- na, e ad onta che 1' Usserio fosse prote-
ni di sua fjuinquenne deportazione, che stante ossia anglicano. Indi il re gli con-
qualificò i più sereni e tranquilli e forse ferì nel 1620 il vescovato di Mealh in Ir-

i più felici eli sua vita; libero e sciolto da landa, e nel 1626 l'arcivescovato d'y^r-
ogni cura e pensiero di carica e di ufljzio, inach (avendo in quest'articolo citalo la
per la vita melodica che vi menò; per la sua biografia, scrivo la presente, ad onta
quasi generale coltura degli abitanti, spe- del protestalo parlando degli Scrittori
cialmente gii ecclesiastici e i nobili; perle ecclesiastici) e primate dello slesso re-
attenzioni, ossequio e riguardi che gli u- gno. Neli64o passò in Inghilterra a ca-
sarono, massime in chiesa ove gl'innalza- gione delle guerre civili, e dicesi che i cu-
rono un piccolo baldacchino , venendo ratori dell'università di Leida gli offrisse-
spesso visitato dal sotto-prefetto e dal ro una pensione considerevole col titolo
maire. A' 5 aprile in Usez proclamando-
1 di professore ordinario, se voleva recarsi
si governo del re Luigi XVIII, e la ca-
il in Olanda; e che il cardinal Richelieu gli

duta dal potere di Napoleone I, ed accia- mandò la sua medaglia, e gli olhì grossa
mando il Papa e il cardinale con parti- pensione, colla libertà di professare la sua
colari dimostrazioni, esso coli' insegne religione acattolica in Francia, se vole-
cardinalizie recossi a celebrare la messa va andarvi. Ma Usserio preferì di resta-
nella cattedrale con qualche solennità. re in Inghilterra, dove morì a*2i raar-
Celebrò pure nella parrocchia di s. Ste- zo I ^55
75 anni, lasciando di sé cele-
di
fiino, enella cappella dellesuore della ca- bre fama, come uno de'più grandi dotti
rità dette .?wo/r nere dall'abito: dapper- del secolo XVII, senza però poter cono-
tulio facendo numerose comunioni. Ono- scere che fuori della Ghiesa cattolica non
ralo il cardinale in più modi dagli stessi vi è la salute eterna, anche pel dichiara-
calvinisti, a'22 aprile partì da Usez per to nel voi. LXXIX , p. 73. Il protettore
r Italia e Roma. d'Inghilterra Cromwell, sapendo quanto
.

V ss U SS i5
era sialo amalo dal popolo, lo fece so- Esposizione sopra Bellarmino. 3.° Bi-
iennenienle seppellire nell' abbazia di blioteca teologica. L'ultima edizione de-
Westniinsler. Abbiarao di LJsserio un gli annali d'Usserio è quella di Ginevra
gran numero di dolle opere, lanlo in ia- 1722 e col i\{o\o: Annales T^eteris etlVo'
lino cbe in inglese, ma cogli errori pro- vi Testamenti a prima mundi origine
pri di sua falsa credenza. Le Ialine sono: deducti,unacum rerum Asialicaiitm et
Britannìcariim Ecclesiarum anli'
1." Aegfptiarumchronico,a temporis histo-
quìtales; quibns inserta estpestiferaea rici principia usque ad extremum teni'
Pelagio in Ecclesiam indiiclae haere- pli et reipublicae Judaìcae excidi uni
seoshistoria^\&Zi.^.''Gravissimaequae' producto: J. Usserio Arni, arch.etllib.
stionis de cliristianarnm ecclesiarum in prim. digestore. Accedunt tria ejusdem
Occidentis praesertim partihus ab a- , opuscola. Viene qualificato il più chiaro,
posto lieis temporibus con tifina succes' dotto ed esatto compendio della storia u-
sionCyet stata historica explicatìoy 1 6 1 3. niversale, poiché concilia colla s. Scrittu-
Ambedue quest'opere sono x\^\V Indice ra la storia delle grandi monarchie del-
de'libri proibiti. 3.° Storia di Gotescha- r Asia e dell' Egitto. Alcuni dotti sopra
quCy 63 1 .^.''Epistole di s. Ignazio mar-
1 diversi punti non crederono di seguirlo.
tire ^ di s. Barnaba e di s. Paolo con no- Tulli convengono che Usserio era un pro-
te, 1 645. 5.° De' simboli e formale dife- digio d'erudizione, e che avca molta cri-
de^ 1647. ^•" P^^ll'^niio solare de'Ma- tica ed una gran conoscenza dell'antichi-
1648. 7.° Gli annali dell'antico
cerZo/i/, tà sagra e profana; ciò non ostante alcu-
Teslame?itOyi65o. 8.° Una lettera sul- ni protestanti vogliono che non abbia a-
le differenti lezioni del testo ebraico, vuto sempre il discernimento fino , nel
i652. 9.° Gli annali del nuovo Testa- riconoscere genuini certi scritti dell' an-
mento, 1654. io.° Regola riguardante tichità ecclesiastica che non favoriscono
la versione de' Settanta, i655. i i.** Cro- la loro pretesa riforma. Riccardo Parr
nologia sacra, 1660. L'opere inglesi so- cappellano del prelato e depositario di
no:!." Tre discorsi, di cui uno sulla ge- tulle le sue carle,nel1 686 pubblicò la sua

neralità della Chiesa, pronunziato nel vita in inglese,con una raccolta di 3oo
1 624. 2." Risposta al p. Malone gesui- letlere che avea scritto agli uomini del
ta, i63i. 3.° Trattato sull'antica reli* suo tempo più illustri per erudizione, lu-
gione irlandese e inglese, 1 63 1 .4.° Trat- di Tommaso Smith pubblicò una nuo-
tato sulV Incarnazione, intitolato ImniU' va vita.
nuel, i63g. 5.° La
conferenza del giu- USSITI, Hir/^.?77^e. Eretici seguaci del-
dizio di Renauld,sulV Episcopato, 1 64 1 l'eresiarca Giovanni Huss, il quale prese
^J' Descrizione geografica dell'Asia mi- il cognome dal luogo ove nacque, villag-
«ore, 1643. ^° Dell'orìgine de' vescovi e gio diBoemia, circolodi Prachio sulla ri-

de* metropolitani, i644' 8.°P/rco/o Ca- va sinistra del Blanilz, detto pure Hus-
techismo, i644' Molle opere miste, cioè: senetze Hussinetz, vocabolo che significa
i." Riduzione de* doveri de' vescovi. 2.° oca, perciò somministrò frequenti allu-
Trattato suU* estensione de' meriti della quindi isuoi
sioni agli autori protestanti
;

morte di Gesù Cristo. 3° Trattato sul fanatici e crudeli settari si denominarono


sabato. 4 ." Dell'ordinazione de* ministri Ussiti e Flussi li. Di basso lignaggio, il

nell'altre chiese de' riformati. 5." Della cognome di sua famiglia è sconosciuto. Si
potenza del principe. Il lutlo stampato a vuole che il signore del borgo dove Gio-
Londra neh 638. Lasciò inoltre mss. tre vanni trasse i natali, gli abbia procuralo
trattali. 1 .° La censura de' Padri della i mezzi di studiare, annunziando egli fe-

Chiesa e degli scrittori ecclesiastici. 2.° lici disposizioni; ed in lai modo contri-
i6 USS USS
)ju\ .Vsuoì tlepIoral)ili progressi nel mon- il quale non pregiudicava al dogma; ma
do, poìclièil suo fanatismo e In mania questo .°punto
I di disputa mascherava al-

tiell* innovazioni politico-religiose gli a- tre fonti di errori, sovvertitrici della fe-
fjuislarono poi un'infelice fama superio- de, e che l'eresiarca non si curò di tenere
re a'suoi meriti. Fatto baccelliere e pro- lungamente buoni erano tutti
nascoste. I

fessore dell'università di Praga neh 393, indignati ne più ascoltare potevano a


,

ne divenne rettore nel 1409, quindi sa- sangue freddo spacciarsi da Giovanni
,

cerdote e confessore di Sofìa di Baviera Huss questo strano e perverso ragiona-


regina di Boemia; il che pose Giovanni mento. » Che non bisogna credere né alla
in relazione co'più ragguardevoli signori Madonna, ne a'Sanli, né alla Chiesa, ne
del regno. Alcuni giovani boemi, allievi al Papa, perchè bisogna credere solamen -

dell'università d'Oxford,nvendoneI i4o4 te a Dio, e perché la Madonna, Santi, i

propagato nel loro paese la perniciosa la Chiesa, il Papa non sono Dio. " Con

dottrina de* IVìclcfislì (F.) , Giovanni tali indegni sofismi, questo eresiarca ar-
Huss, eli' erasi tutto infettato del nuovo ditamente impugnava le verità fonda-
veleno, diffuse maggiormente gli errori mentali del cristianesimo. Altri princi-
di tali eretici e ne aggiunse de'nuovi co' pali suoi errori sono. Che la Chiesa non
suoi propri scritti ; osando altresì predica- è composta che di predestinati. Che mi- i

re in tutti i luoghi, e specialmente nella nistri i quali non sono giusti e predesti-
cappella di Beltlerame a Praga »> che il nati, non sono veri ministri. Che l'ubbi-
Papa era simoniaco, eretico, che non vi dienza ecclesiastica è una mera invenzio-
Bvea ordini nella Chiesa di Dio, ma nella ne degli uomini. Che tutti i preti hanno
società de'Demonii". Più tardi non esitò la podestà di predicare, e che non devo-
di leggere in pubblico una lettera che due no astenersene per timore della scomu-
studenti gli seri veano dall'Inghilterra, e di nica. Leggendoi frammenti dell'opera in-
raccomandare scandalosamente a'suoi u- titolata Della Chiesa, composta da Gio-
ditori l'opere dell'eresiarca Giovanni Wi- vanni Huss, destano stupore l'impronti-
clefcaposetta de'wiclefìsli, suo modello ed tudine, la rozzezza, la licenza e la durez*
oggettodi sua ammirazione; di quel Wi- za delle sue espressioni contro il clero,
clef contro cui la Chiesa, Gregorio XI, A- verso il mai misura
quale non serbò egli

]essandro V,e il governo inglese si erano alcuna, nessuna convenienza. Le circo-


uniti e accordati per combattere e dissi- stanze diedero rilievo al personaggio ch'e-
parne gl'infesti discepoli, conosciuti anco glirappresentava impunemente: non vi
sotto il nome di Lollardi [F.). Una tin- era più centro di unità nell'Europa pel ,

ta di fìlosofìa antica, sparsa nella novella lungo e grande Scisma (F.), divisa \' Ub-
eresia, la rendeva più pericolosa, mentre bidienza (F.) tra'diversi Papi e l'antipa-
si sosteneva in essa, che ogni creatura e pa ; riuscì egli quindi perfettamente nello
Dio, e vi si professava il sistema óeWani- scopo che si era prefisso, d' infiammare
ma itnh'ersale. False idee di libertà, di cioè ilrisentimentodella niollitudinecon-
iralernità, di eguaglianza si mescolarono tro gli ecclesiastici, di scatenare tutte le

all'idee di pretesa riforma religiosa e si passioni contro di essi e di farli trucida-


accreditarono rapidamente tra le persone re. Vivente lo stesso Huss, i suoi scritti
del popolo. I non
suoi progetti di riforma misero la Boemia (F.) in combustione,
si limitavano, come se lo immaginava il ed armarono il popolo del la capitale Pra-
•volgo, alla Comunione (^F.) che si dovea ga contro magistrali. Contento di su-
i

fare da tutti sotto le due specie il conci- : scitare gli animi , il novatore conservò
lio di Costanza, di cui riparlai aSvizzERA, l'apparenze della moderazione io mezzo
si mostrò assai indulgente su tale articolo, alle turbolenze, cui dava occasione la sua
US s U S S 17
eresia. Vcnceslao VI redi Boemia avreb* sis , e vi arrivarono quasi conlempora-
he di leggieri troncato il male dalie ra- neanienleadHnss,il quale dominato dal
dici e avrebbe risparmiato molle lagri- fanatismo e dall' orgoglio, nulla rispar-
me all'umanità se avesse voluto interpor- miò per irritare contro di lui non solo i

re il suo potere; ma quel monarca indo- padri del concilio, ma altresì gl'inviati di
non
lente, crudele e tutto dedito a'piaceri, tulli i principi d' Europa. A dispetto di
siprendeva troppa briga delle sventure lui le le censure di cui era allaccialo , di
che stavano per produrre le stravaganti propria autorità si sciolse da'Iegami del-
visioni del predicatore della cappella di l'interdizione, osò celebrare la messa, sta-
Dettlemme. Finalmente Stefano Paletz bilire conferenze segrete, soffiar la fiam-
professore di teologia e Michele de Cau- ma della discordia e sovvertire i principa-
sis giustamente sbigottiti de' progressi
,
li dogmi del cristianesimo , in una città
dell'eresia, denunziarono Giovanni IIuss scella per fortificai li e per depurar la fe-
allas. Sede. Il Papa Alessandro V nello de. Tanli eccessi d'audacia costrinse l'im-
scomunicarlo con bolla de' 20 dicembre peratore Sigisnìondo, incaricato dell'or-
1409 in Pistoia, gl'interdisse ogni eccle- dine di quell'augusta assemblea, a farlo
siastica funzione. Giovanni Huss a ppcilossi arrestare a' 9 ottobre i4i5i. Giovanni
al I ."concilio che doveasi tenere inCostan- Huss avendo tentalo di fuggire dal con-
za per fare cessare lo scisma. Neli4'2 la vento dov'era rinchiuso, fu trasferito una
flicoltà teologica di Praga condannò in lega e mezza lungi da Costanza, nella for-
globo 4^ articoli di Giovanni Huss, di- tezza svizzera di Groteleben. L'impera-
chiarandoli come ciascuno o eretico, oer- tore, i padri del concilio e principalmen-
ronco, o scandaloso, o tenente liingiìfe- te il cardinal Armet di Broniaco decano,
deli dal vero cammino della fede. Egli esaurirono tutti i mezzi di dolcezza e di
parli da Praga l'i i ottobre i4i4j p»'if^a persuasione; ebbero ricorso a tutte le in-
d'aver ricevuto il troppo famoso salva- gegnose industrie della carità evangelica
condotto, soggetto di questione tra'piii e- per piegare quel cuore ostinato, per a-
ruditi critici. Giovanni lo ricevè solo i5 prirgli gli occhi sui pericoli a' quali l' e-
giorni dopo la sua carcerazione, e s'igno- sponeva una pervicacia senza esempio, e
ra il tenore di quell'atto di sicurezza ; pro- per sottrarlo all'ultimo supplizio, con un
babilmente tale tenore non differiva da pronto pentimento e ritrattazione di lut-
quello che fu inserito nel salvacondotto ti i suoi errori. Giovanni era troppo or-

accordato a Girolamo da Praga , mae- goglioso volle acquistare una grande e


:

stro e baccelliere di teologia, suo furioso lagrirnevole celebrità a qualunque costo.


discepolo, più di lui dotto e sottile nella Palelz e de Causis, non meno che giu- i

disputa, ed in esso è detto formalmente dici scelli per verificare i caratteri de'si»,Oi

" salva nondimeno la giustizia e perquan- scritti, vollero procacciargli vie di ricon-
to dipende dal concilio e 1' esige la fede ciliazione e di salvezza; ma ninno fu ca-
ortodossa;" il che dava realmente la fa- pace di rimoverlo da'suoi vani sistemi di
coltà ai concilio di far catturare la per- religione. Pareva che insultasse alla mae-
sona dell' eresiarca. Costui quantunque stà dell'illustre adunanza ripetendo. Sto
percosso dalle censure maggiori della ad determinalionem ConciliijmewUe ri-
Chiesa, ribelle all'autorità legittima, pre- gettava ogni parola di pace dello stesso
dicò suoi errori lungo tutta la strada , li
i concilio, ascollando soltanto la voce
tradusse in lingua volgare, onde propa- d'un amor proprio inconcepibile. Un de-
garli più da lontano, seminò dappertut- siderio smoderato di farsi un nome tra-
to i funesti principii della sua dottrina. Si spariva a traverso di sì incredibile osti-
portarono a Costanza anche Paletz e Cau- nazione. Fino all'estremo momento si a-
VOL. LXXXVII.
i« u ss U S S
<lu|ii'<) con riiiti-omis&ìone de'suoi disce- pubblicale a Norimberga nel 1 558 con
poli n guaiiagi):>re pioselili : fino alTiiI- una prefazione degl'eresiarca Lutero^ fu
liiiiu istante palesò egli la più sfacciata ristampala neli7 i 5, coll'audace e insul-
vanità. I Pnihi del concilio prima di prò tante titolo: J. Huss ctHicronyin. Pia-
iiuuziaie Ih loro ultima decisione sulla gcns'h- confcssoruni Cliristi hisLoria et

dottrina di Giovanni Huss, gli propose ino nume Illa. Il laico Girolamo da Praga,
IO un formolario d'abbiura sì equo, che nativo di quella città, arrestato nella Sel-

un uomo più illuminato e d' animo ri- va Nera, fu condotto avanti il concilio di
posalo r avrebbe acceltalo con ricono- Costanza per esservi interrogato sulla sua
scenza, poiché tal formolario salvava il dottrina; nella sessione g.'^ egli condan- i

suo amor proprio; ma tutto inutilmente, nò gli errori di Wiclelfe di IIuss già suo
e lo rigettò , né [u possibile ammollirne maestro ma avendo in prigione fatto
;

l'animo. Piuttosto che piegarsi, egli disse: istanza d'essere ulteriormente inteso in
»» avrebbe voluto che gli fosse posta una pieno concilio, nella sessione 21." vi fu
mola al collo e che il gettassero in mare". ammesso: ivi in luogo di sottomettersi al-

Condannata la sua rea dottrina nella ses- le decisioni della Chiesa, arditamente ri-

sione i8.\ questo novatore dopo la scou- trattò la sua abbiurazione, parlò di Gio-
sagrazione dal grado sacerdotale, fu con- vanni Huss come d' un santo, e protestò
segnalo al braccio secolare l'S o a'i5 lu- ch'egli aderiva alla sua dottrina ed a quel-
glio i4i 5, e condotto in un sobborgo di la di Wiclelì. Fu allora anch'egli dichia-
Costanza al supplizio in uìezzo a un con- rato eretico e spergiuro ; consegnato al
coiso immenso di popolo d' ogni paese. braccio secolare, fu bruciato vivo come
Egli salì con tutta l'intrepidezza del fa- recidivo nel i4i6. Narra Novaes nella
natismo sul rogo, co;ne sul teatro del suo Storia di Martino F. Eletto questi l'i i
trionfo. Bruciato vivo, le sue ceneri si novembre 1417 nel concilio di Costanza,
gettarono nel fiume Reno. Gli ussiti rac- rimase poi estinto lo scisma, ma l'eresie
colsero la terra del luogo, in cui il loro ca- de* furiosi e crudelissimi ussiti insangui-
po eia stato arso, la portarono a Praga narono la Boemia^ e gli errori penetra-
e la distribuirono a'Ioro amici come una rono fatalmentenella or a^^'ia^uftW Un- M
terra sagra. Da quel fatale rogo, su cui gheria e nella Germania (V*)» H Papa
perì Giovanni Huss , si sparsero fino in colla bolla Inter cunctas pastoralis cu-
Boemia scintille, che accesero un sì vio- racy de'22 febbraio 4 ^> Bull. Roni. t. 3,
1 '

lento incendio di guerre intestine e reli- par. 2,p. 4 18: Damnatio errornni Joaii-
giose, che il sangue di più di 200,000 uo- nis TVicleff, Joannis IIuss Hieronynii ^

mini non bastò ad estinguerlo. La sua fi- dePraga^ et aliorwn.de SacranientisEc-


ne tragica ed suoi errori, gli avvenimen-
i clcsiae male sentientibus,eorumque com-
ti che ne furono il risultamento,
terribili plicunietfautorum.Acforma hacreticoSj
]o resero obbrobrio*)amente immortale, suspectosque de haeresi exatninandi.
più che suoi talenti, non poco mediocri,
i Contiene 4^ errori di Wiclelf, 3o artico-
anche nel secolo in cui visse. INella sua pri- li ereticali di Huss, e 5 interrogatorii da
i

gione scrisse alcuni trattali, sui Coman- farsi a'sospetti d'eresia. Mandò la bolla a
damenti di Dio, sull'Orazione domenica- tutto l'episcopato e agl'inquisitori contro
le, sul Peccato mollale, sul Matrimonio, l'eretica pravità, a'quali é diretta. Quin-
sulla Couoscenza e sull'amor di Dio, sui di dichiarò colla bolla Apostolicae Sae-
Tie nemici dell* uomo, sui Sette peccali dis praecellens auctoritas de' 25 gen- ,

niorlali, sulla Penitenza, e sul Sagramen- 458 De Sa-


naio 14^6, Bull, citato, p. :

io del Corpo e del Sangue di Gesù Cri- cramento Eucharistiae laicis sub una
sto. La raccolta delle sue erronee opere, tantum specie juxta Constantientis san-
V ss e ss ,9
cita Concilìì ministrando. I prinoi pa- audacissimo e valoroso, contro i crociati,
lierrori di Wicleifed Hnss, rimarcali dd e gli altri cattolici di Boemia^ Ungheria,
Novaes, sono: Sostenere come dogma di e Germania., nel 1
."
avendo nar-
articolo
fede la necessità ne'laici della cojnunio- ralo a qual grado eccessivo di fanatismo
ne sotto ambedue le specie e col Calice. giunse quel caposella.Dopola sua morte
Insegnare l'esistenza del Paneei\ii\ fi- i sanguinari seguaci si divisero in due ter-
«o{/^.), dopo fatta la consagrazione. Cre- ribili fazioni : una ritenendo il nome di
dere di niun valore l'amouinislrazionede' taboriti, elesse a capo Procopio il Raso,
Sagran)€/iti falla da'ministri dell'aliare così detto per la chierica che avea porta-
in peccato mortale. Ammettere a'sagi o to come pessimo prete; l'altra prendendo
santi Misteri che fossero in
tulli i laici , quello d'orfani, per non volersi sollomel-
grazia di Dio. Pretendere che la Chiesa tere ad alcun condottiero. Parte degli us-
non potesse avere Rendite e possedeie Z?c'- siti preseil nome d' Orchiti ^ Orehitae.pev

/i/len)porali. Atterrale Tordinedella Ge- ladimora che fecero in una monla^nache


rarchia, sostenendo l'eguaglianza di lut- chiamarono Ore/^, e dove vantavano d'a*
ti SacerdoliseuzH didérenza alcuna dal
i vere ricevuta !a loro legge da Dio, come
Papay dd Cardinali^ lW P'escovi. Anche Mosè. Un cattivo sacerdote denominalo
nel 1422 con mollo zelo e diligenza, Mar- Bedrei,iiato in Moravia, si fece capo di
tino V si applicò a reprimere i funesti questo ramo di ussiti, che professavano
progressi dell'eresie degli ussiti in Boemia gli stessi errori degli altri, distinguendosi
(P .)i i quali diretti e armati dall'ostina- per la loro crudeltà verso i sacerdoti e i

to e furioso ussita, l'ejnpio Giovanni Zi- religiosi. Gli ussiti nelle sanguinose guer-
sca, perseguitavano crudelmente i catto- re che fecero, anco coni ro l'impero, erano
lici, distruggevano le profanavano
chiese, armali d'un grande clipeo o scudo di le-
gli altari e le ss. Imniagini, bruciavano i gno, col quale interamente coprivano e
sacerdoti, olire altre iniquità. Gli ussiti difendevai»o il loro corpo. Ne'Ioro accam-

lacerando con furoie V inìmagini della pamenti lo collocavano in terra, e vi na-


Madonna de Sette Dolori ("^.jjil concilio scondevano l'intera persona. Venne con-
provinciale di Colonia, tenuto contro di servata per lungo tempo tale specie di
loro e contro i wiclefisli, ne ordinò la fe- difesa in molte città della Boemia, e fra
sta. Pertanto Martino V indusse l'impe- le altre a Praga. Con soddisfazione ili

ratore Sigismondo re di Boemia e d'Un- Nicolò V, neh." maggio i44S entrò ui


gheria, e gli elettori dell'impero a bandir Praga il celebre cardinal Carvajal lega-
la guerra crociala contro medesìnn e- i to apostolico, per ridurre gli esaltali boe-
relici. Di più nel 14^9 ordinò la celebra- mi al buon sentiero, al quale però non
zione della festa del Corpus Domini con li trovò disposti. Pretesero questi segua-
nuove indulgenze, anche ne'luoghi inter- cidell'eresia ussita, che confermasse Gio-
detti, e ciòper maggiormente promuove- vanni Rochizana primario cnposetta, da-
re il culto della ss. Eucaristia combal- gli scismatici del conciliabolo di Basilea
lula iniquamente dagli eretici Taboritl fatto arcivescovo di Praga; ma il cardi-
( V.), una delle principali diramazioni de- nale ricusò di farlo, e parli a'2 i maggio.
gli ussiti, derivali dal sanguinario e fana- Racconta Cardella nella biografia del
tico Zisca, dopo
morte del quale cnpo-
la cardinal Carvajal, che nemico acerrimo
sella in parte presero il nome di Orfani dell'eresia e valido sostegno della purità
(^/^.jy a vendo sigli uni che gli altri aggiun- della fede, per estirpare gli errori pio-
te altre eresie a quelle degli ussiti. Deplo- fessati dagli ussiti, fu sfidato a pubblica
rabili furono i danni che cagionarono ila- disputa da Rochizana, ed egli slimò di
boriti col forsennato Zisca, loro capitano acccllaila. per non dar motivo agli ere-
20 U S S U SS
liei dì vantnr vittoria in una causa, nclln munione del calice. Nel r45i7 morì La-
qualeerain vece per essi d'infallibile per- dislao I, e neli45'H venne eletto succes-
dita. Giunto il giorno stabililo per la di sore l'amministratore Podiebrado perle
sputa, conaparsi nella pubblica adunan- mene degli ussiti, che continuavano a
za il cardinale e Rochizana, piena es- straziare la Boemia colle guerre. Viven-
sendo de'personaggi più distinti del re- te Nicolò V, il suo nunzio Piccolomini,
gno, die principio alla dispula Rochiza- poi Pio 11, avea inutihnente dimostrato
na, ma
sebbene insigne e profondo teo- a Podiebrado, quanto avrebbe meritato
logo non potè pronunciare die le sole pa- colla Chiesa e col Papa, ed anco col suo
role Aeterni Patris P^erbnm; rima-
: giovine re, se avesse ridotti gli erranti
nendo così confuso e così ottenebrato boemi al culto cattolico. Inseguito il Pa-
nella mente, che quantunque per ben 3 pa Pio 11 neh 463 annullò i preliminari
volte tentasse con ogni sforzo di ripeter- di pace stabiliti fra' legati del concilia-

le e proseguire il discorso, non gli fu pos- bolo di Basilea ed i boemi allorché vi

sibile. Attoniti per alto stupore circo- i si portarono, in virtù de'quali essi avea»
stanti, e coperto di confusione l'eretico, no rinunziato a tutti gli errori, fuorché
il cardinale interrotto dopo convenevole allacomunione sotto ambedue le specie,
tempo il di lui vergognoso silenzio, die ciò che i padri scismatici accordarono.
principio al suo argomento colle stesse Continuando il re di Boemia Podiebra-
parole proferite da Rochizana, e le pro- do a favorire gli ussiti e perseguitai>e i

seguì con tale energia, eloquenza e co- cattolici, riuscite inutili te pontilìcie am-
pia d'erudizione, che molti di quell'as- Dionizioni, Paolo 11 nel 1
466 lo scomu-
semblea, detestato l'errore, abbracciaro- nicò e dichiarò decaduto dal regno, sen-
no le cattoliche verità. Nondimeno in tenza che confermò nel 1467. lo vece
Praga dipoi prevalsero gli ussiti, e ri- avendo il valoroso Mattia l Corvino, re

movendo Mainardo amministratore del d'Ungheria e genero di Podiebrado, ri-

regno, per Ladislao i di tenera età e poi portato vittoria sugli ussiti nel ì^'jOy il

degnissimo principe, gran difensore del- Papa gli mandò l'onorifico dono dello
ia cattolica religione, consegnarono la Stocco e Berrettone benedetti (P^.). Indi
città a Giorgio Podiebrado o Podielrna- Podiebrado fu deposto anche da Mattia
zio loro fautore ; onde il Rochizana I, e morì in mezzo a tali turbolenze nel

con maggior orgoglio si stabilì nell'usur- i47i' Sisto IV nel 1472 per estinguere
pato arcivescovato, con grave cordoglio l'eresia degli ussiti, concesse il regno di
del Papa. Nicolò V nel finire del i^ìn Boemia, comeché anticamente uno degli
mandò suo legato in Germania il celebre Stati tributari della s. Sede (^.), a
cardinal di Cosa, per riformare la disci- Mattia benemerito della Chiesa, ordi-
I

plina ecclesiastica corrotta dall'eresia us- nando a'boerai sotto pena di scomunica
sita,con ordine d'esercitare la legazione d'ubbidirlo e riconoscerlo per re, ed in-
anche sul reame di Boemia, dove essen- sieme assolvendoli dal giuramento fatto
do rimasti vincitori gli eretici, dopo aver a Ladislao II o Uladislao V, ma questi

preso Praga s' erano messi nuovamente prevalse. Ormai estinta l'eresia degli us-

a perseguitare i cattolici. Allorché nel siti, rincrudì neli474'n Praga, facendo


i4^2 Nicolò V coronò in Roma l'impe- gli eretici strage de'religiosi e spoglian-
ratore Federico III, questi non si comu- do i monasteri. Dopo pochi anni rinno-
nicò sotto ambo le specie, come in tal vò l'eresia Agostino Luciani, già vescovo
funzione pralicavasi, per non sembrare Santauriense e poi eretico. Innocenzo
di approvar l'errore sostenuto dagli us- Vili con tanto zelo si adoprò nel i486
siti, che propugnavano necessaria la co- per ridurlo al seno della Chiesa, che gli
V su UTE 21
riuscì,onde potè deprimere l'eresia. Nel se luterane o de' Protestanti (F.) alla
1493 Alessandro VI aderendo all'istan- vera Chiesa cattolica apostolica romana.
ze del re Ladislao li, fece promulgare Per altre notizie vedasi il Conlin, Di-
la crociata contro i turchi, e per meglio zionario delVeresic ,xìc^\ articoli Huss
prom uoverla creò legato Orso vescovo di e Vssitij Beigi er. Dizionario enciclope-
Trani, dandogli ancora autorità d'assol- dico, l'articolo f/^^z^zy Giovanni Coeleo,
vere e di riconciliare colla Chiesa roma- Storia degli ussiti, Magonza i549-
na i pragesi, stati lungamente infetti negli USULA o USILLA o USILAE o U-
errori di Huss, indi resi ubbidienti i per- ZALA. Sede vescovile dell' Africa occi-
tinaci daLadislao II dopoché nel 1490 era dentale nella provincia Bizaceua, sotto
divenuto re d'Ungheria. Ed è perciò che la metropoli di Adrumeto o Hadramito.
i pragesi sci isserò al Papa di comun con- Ne furono vescovi: Cassiano, che trovos-
senso, e condannando tutte le eresie, di- sinel 349 al concilio di Cartagine; Teo-
chiararono di volere ricevere tutti i riti doro fautore de*donatisti,i quali nel con-
cattolici, e osservarli perpetuamente; del- cilio 383 condanna-
Cabarsussitano del
la (|ual cosa il re stesso scrisse ad Ales- rono Primiano ; Privato, che interven-
sandro VI. Questi adunque ingiunse al ne nel 4'! alla conferenza di Cartagi-
legato Orso, di riunire i pragesi nella co- ne; Vittorino, esiliato nel 4^4 da Un-
munione cattolica, di pacificare i principi nerico re de' vandali ; Lorenzo sottoscris-
boemi, e di bandire la sagra guerra con- se la lettera del concilio Bizaceno, man-
tro gl'infedeli. In questa guisa, come piac- data nel 641 all'imperatore Eraclio Co-
que a Diojfu estirpata l'eresia boemica,re- stantino contro rnonoteliti. Morcelli,
i

slituendo il legato nella grazia dellaChie- Jfr. chr. t. r . Usula, Usulen, è ora un ti-

sa i pragesi, tranne alcuni, i quali pochi tolo vescovile inpartihus, che conferisce
anni dopo furono costretti da Ladislao II la s. Sede, trovandosi ne' registri conci-
ad abbiuràrgli errori per timore ancora storiali notata sotto titoli arcivescovili
i

di punizioni severe. Laonde nel 1499 ^"" in partihus di Cartagine e di Adrume-


rono assolti tutti quelli che si converti- to o Hadramito, il quale è il più ragione-
rono, venendo prosciolti dalle censure vole, per l'antica dipendenza ad essa quan-
fulminate da Paolo II; ed Alessandro VI do n'esistevano le chiese. Gregorio XVI
die piena autorità a* sacerdoti cattolici nel 1843 col vicarialo apostolico di Co'
boemi di riceverli nel seno della Chiesa. lombo lo attribuì all' attuale mg."^ Gae-
Allora in Boemia rifiorì il cattolicismo, tano Antonio, allora pro-vicario, indi vi-

e i pochi restati tultavolla ostinati fu- cariOjCome dissi nel voi. XXXI V, p. 260.
rono perseguitati dal zelante re. Però nel USUR.A. F. Monte di Pietà , e gli
seguente anno pullulò nella Moravia e altri relativi articoli.
nella Boemia la sozzissima eresia de* UTENSILI SAGRI, Utensilia sacra.
Valdesi (V.)y come la qualifica l'anna- Vocabolo generico e complessivo che com-
lista Rinaldi, la quale coH'alIeltamento prende sagri Arrediy Pannilinij Para-
i

di laidissimi piaceri perverti molti, di- mentii Festi, Fasi(F.) ed altre Suppel-
mentichi della propria eterna salute, con- lettili sagre (/^.), ed ornamenti sagri per

tro i quali Alessandro VI destinò inqui- uso della Chiesa o Tempio pel culto di-
sitori, abbracciando essi diversi errori de- vino, non che pe' suoi ministri e per la
gli ussiti. Poco dopo gli eretici Luterani Gerarchia ecclesiastica, Fcscovi (F.)
(/^.) rinnovarono la comunione sotto le ec. , quali sono soggetti agli Spogli ec-
i

due che dal concilio di Trento


specie, clesiastici, al modo riferito in quell'arti-
condannata, divenne un essenziale osta- colOjSu ciò vegliando i Succollcllori degli
colo per la riunione delle sedicenti chie- spogli (F.)^ sul quale argomento abbia-
U TE UTE
iiiu di G. Roiloni, De SpoUis Ecclcsia- *ità, vi troveranno sciolti lutti i did)bi
*//(•/>, Itoinae i585; ed in Ruoia per sidia prima inlroduzione de'sagri utensi-
gli utensili sagri ì\ìì Cardina li il prelato ^ li d'ogni specie , ed il loro pio e mistico
Sfigri.itn (f^.) per la St/grexlia della o simbolico significato; i teologi e i mo-
Cappella ponlìfìvia. Si può vedere l'ai- ralisti vi leggeranno qualunque questione
tioolo i^lcnsili.i nel Ferrari, Prompta circa le cose da credersi o la maniera di
Bihliotheca Canonica ec, sulla loro condursi riguardo a' medesimi; e finaU
somminislrazione, inanulen7Ìoiie, lasse, mentei giureconsulti, pe'(piali precipua-
padronali ec, rigtjardanli medesimi. i mente, dice l'estensore dell'articolo, sem-
iNel 1783 in Roma fu stampato dal bra essersi avuto in mira nella composi-
Giunchi: De Sacris Utcnsilibus Iracta- zione dell'opera, potranno consultarla in
tus^ SS. O. N. Pio f^f clicolus: aneto- tulli que'casi forensi, ne'quali sj dispute-
re Fabio de Alheriis pnlricio BUvaiia- rà della proprietà de'sagri utensili, e del
ti, Fabriani primuin, deinde Seiio^al- loro risarcimento. Si dice inoltre, l'opera
liae, mine vero Eecle.siae Fidginalia Fi- essere divisa in due vohuiìi in foglio, il i.'*

cario generali. Accessit Sacrae Roma- de'quali è destinalo all' esposizione della
nae Rotae deeisionuni ad nialeriam per- materia, ed il 1." ad una collezione di de-
tìnentiuni ejusdem in altero volu/ninc cisioni della s. Rota romana spettanti al-
colleclio^etin ntrocpie indices locuple- la medesima , e disposte per ordine cro-
tissinii. L'origine e il significalo delle au- nologico dal I )83 al I
777. Tutto l'argo-
guste Ceremonie e de'venerandi Riti c\\q mento si svolge nel i .** volume in 1 7 capi,
accompagnano Culto esleriore della
il lli.^e il 2.° parlano del nome e dell'uso,
nostra s. Religione formano certamente divisione ed origine de* sagri utensili; il

una delle più importanti e dilettevoli par- 3.** della loro necessità e utilità; il 4'** e
li della sagra Erudizione. Benché per al- 5." della loro materia e della loro forma
tro questo studio, conosciuto sotto il no- tanto antica che moderna; il 6° di loro
me di Liturgia, sia sialo con grandissi- consagrazione e benedizione; nel 7." della
mo studio e impegno coltivalo, con in- venerazione a'm edesimi dovuta; nell'8.**

numerabili e preziose opere che illustra- della preminenza competente per loro
no il vastissimo argomento nondimeno , ragione; nel g.° e io.** di loro custodia e
ninno in certo modo sino all'Albertis, sot- di loro visita; l'i 1." della loro sospensione
to il punto di vista che annunzia il titolo e inlerdizione; il 1
1° di que' a cui spetta
«lell'opera, se è giusto il ragguaglio che di provvederli, donde si prende molivodi
ne diede il n."3() deW Effemeridi di Roma parlare ancora di que'a'quali incombe la
del 1783, avea preso parlicolar cura per manutenzione e riparazione delle chiese,
la parte più interessante di siffatti studi, materia di tante liti nel foro; nel 1
3.° si a-
tioè la materia de'sagri utensili, l^erciò, gila la (juestione, se e in quali occasioni
soggiungelo scrittore di tal rivista , que- debba farsi copia de'sagri utensili a' ve-
stovuoto della scienza liturgica venne fi- scovi ed a'sacerdoti che vengono a richie-

nalmente riempilo, ed a suo giudizio e derli pe'sagri usi; nel 14.*' si disputa sulla
di tulli gì* inlendenli, com'egli assicura, contribuzione onerosa per la manuten-
degnamente completamente da non
e ,
zione o rifazione de'sagri utensili; nello."
lasciar nulla a desiderare. Dice quindi, si ricerca se i safari utensili vadano sosr-
che per la scelta e disposizione della ma- getti allo spoglio,ese di essi possa dispor-
quel- per contralto o ultima volontà; nel 16.**
teria, l'opera può soddisfare lutti si

li the ponno averne bisogno o bramino si esaminano i vari abusi che possono far-
consultarla. I filologi e que'che sono mos- si de'sagri utensili colla simonia, col fur-
si da semplice erudita e cristiana curio- to, colla superstizione, e si assegnano le
V T r U T I 23
proporzionale pene pe'rei «li simili abusi; UTICA. Sede vescovile della provin-
nel 17/ finalmente si sviscera la materia cia Cartaginese proconsolare nell'xlfrica
dell'alien azioue de'sagri utensili, e delle occidentale, e antica città marittima del-
pene degli alienanti. L'autore del com- la reggenza di Tunisi (T'.), tra Cartagi-
pendioso estratto dell'opera, dice avere ne e promontorio d'Apollo. Era un'an-
il

avuto presente nell* ollrire il breve prò» tica colonia de' tirii o fenicii, al dire di
spetto della medesima, di dare una prò Pomponio Mela e di Stefano di Bisanzio.
va dell'utilità grandissima che polranno l greci lachiamarono Itica,ed è da nota-

rilrarne i vescovi, i vicari generali, i par- re che quelli di detta nazione che scrisse-
rochi, i confessori, i canonici e ogni classe ro fra'Iatini, adoperarono tale ortografìa
infine di ecclesiastici, giusdicenti e giure- che dava il suono d'Utica de'latini stes-
consulti. Finisce col dichiarare , luttociò si. Questa città, per dignità e grandezza

oltre l'essere illustrato con copiosa erudi- non la cedeva che alla famosa Cartagi-
zione storico-liturgica, trovasi corrobo- ne, V emula di Roma, e dopo la distru-
rato dall'autorità delle costituzioni apo- zione di questa, divenne la capitale della
stoliche, de'concilii, de'ss. Padri e (le'più provincia. Strabone T indica sullo stessa
accreditati dottori, alle quali si aggiunge golfo con Cartagine, e si dice che ad essa

all'opportunità quella delle decisioni ro- fu di molto anteriore, e non mollo lungi
tali, de'decreti delle s. congregazioni, mas- l'ubicazione. Augusto diede a qtie'd'Utica
si :ue di quella del s. concilio di Trento. il titolo di cittadini romani, e nelle mone-

Siccome non mi fu dato conoscere opera te chiamasi Munìcipi ni n JuUiim. Nella


di tanta importanza, stimai non inutile spedizione dell' i«nperatore Carlo V di
dune un piccolo saggio sulla riferita con- Tunisi, nel 535 sbarcò a Porto-Farina,
I

tezza, onde renderne avvertito chi l'igno- ritenuta comunemente l'antica litica,»'
rasse, se gli piace di farne ricerca. Del «6 giugno. Spesso si fa di essa menzione
resto, se no»i m'illudo, per quanto il com- nella storia della guerra civile da Cesa-
porta l'essenziale natura di tutta questa re, e per la morte del rigiilo Catone di-
mia opera e la mia pochezza, comechè venne ancor più celebre. Marco Porcio
uscita unicamente da questa sola debole Catonesoprannominatod' lìtica, dd\ luo-
j.>enna ,
pure mi lusingo in buona parte, go dove morì, pronipote del fauìoso M.
almeno nella piti intrinseca , di avere e- P. Catone il Censore, fece la sua 1. "cam-
saurito l'ampio e fecondo argomento ne- pagna nella guerra degli schiavi, e al suo
gli innumerabili articoli, si speciali che ritorno fu fatto qtiestore. Si unì a Cice-
generici o relativi, che comprendono la rone contro Calilina, e si oppose a Cesare
descrizione di tutti gli utensili sagri. In- nel senato. Fece tutti gli sforzi per unire
tendo dire, della loro origine, diversità gli animi di Cesare e di Pompeo ma non ;

di nomi, differenti forme e materia , be- essendovi rilascilo, seguitò il partito di


nedizione e consagrazioue, usi diversi, in- Pom[)eo, che liguardava come il difenso-
terdizione e abusi; della parte mistica e re della repubblica. Finalmente ilopo la
simbolica, e dell'analoghe molteplici eru- battaglia di Farsaglia e la morte di
dizieni, in quanto special-
una parola di Pompeo, ritiratosi ad Utica,si trafisse con
mente li riguarda. Ragionai anche de'po- un pugnale per sottrarsi alla servitù l'an-
Hteriori decreti sui medesimijemaoati dal- no 45 avanti la nostra era. Nel sito dove
le s. congregHzioni e confermati da'piìi re- giaceva Ulica,trovan8Ì una quantità gran-
centi Papijinclusi Vii mente al regnante, sul de di vecchie mura, un acquedotto molto
delicato argomento dello spoglio ecolesia- largo, cisterne ed altri vestigi d'edifiziche
fclico, che pe'cardmali fino a pochi anm manifestano una magnilìca e granile cit-
addietro non era stato del lutto definito. tà.Al sud ovest di tali rovine si vedono
24 U T I U T I

i vasti campì che i romani resero famosi duto Vittore vescovo di Fila, in vece
colle loro gesta militari. La lappreseuta vescovo d* Ulica, celebre storico del-
ia oggi Porto-Faiiua, in vantaggiosa po- l' invasione e [)ersecuzione de' Manda-
sizione; altri dicono che fosse più vicina li (K). Utica, Uliccn, divenne un ti-

a Diserta: propriamenlesulTarea dell'an- tolo vescovile in partihus sotto il simi-


tica Utica si colloca il casale di Boosha* le arcivescovato di Cartagine, che con-
sthes o Satcor.Però quel i.°silo, stante il ferisce la s. Sede, ed alcuni che ne fu-

limo dal fiume Bagrada convogliato, tro- rono insigniti li notai a'ioro luoghi, Co-
vasi attualmente a più miglia dal mare, rnell cardinal Ann ibaldi morto nel 1367,
ove si [)escano con profitto i coralli ,
di riferito nel voi. XX VII, p. 173.
vhg si fa ampio comaiercio. Ulica ricevè UTIMMA o UTIlNUNA. Sede vesco-
iie'primi tempi della Chiesa il lun»e della vile d'Africa, nella provincia Proconsola-
fede, e nel secolo 111 divenne sede vesco- re, sotto la metropoli di Cartagine. Il ve-
metropoli di Cartagine. ili.°
vile sotto la scovo Ottavio si trovò alla conferenza di
vescovo che si conosca è Aurelio, che nel Cartagine del 4''* Morcelli , Jfrica
:t55 intervenne al concilio di Cartagine. dir. l. I.

Pare che a suo tempo, e certamente nel UTIMMIRA. Sede vescovile d'Africa,
258, durante la persecuzione di Valeria- nella provincia Proconsolare della metro-
no, vi furono uccisi 3oo cristiani, deno- poli di Cartagine. Ebbe a vescovi: Severo,
minali AJassa Candida, perchè le loro che trovossi alla conferenza di Cartagine
ceneri si mescolarono colla calce. Sono co' vescovi cattolici nel 4' i J e Beparato,
venerati a'24 agosto col nome di Martiri esiliato daUnnerico re de' vandali nel 484
di litica (F.), e resero perciò gloriosa li- per aver sostenuto nella conferenza di
tica ne'fasti ecclesiastici, il vescovo Ma
u-
Cartagine la fede cattolica contro i do-
ro vivea nel 3o3; Vittore I fu al concilio natisti. Morcelli, Africa chr. t. i.
d'Arles nel 3 14; Quinto si recò al conci- UTINA Uthina. Sede vescovile del-
,

lio di Cartagine nel 339; Vittore 11 fu l'Africa occidentale, nella provincia Pro-
alla conferenza diCartagiue nel 4 'J
^^'" 1 consolare, sotto la metropoli di Cartagi-
loniano trovossi al concilio di Cartagine ne. La città sorgeva presso il fiume Raga-
nel 4 1 9; s. Fiorentino intervenne alla con- di a, ed è illustre ne'fasti della Chiesa e
ferenza di Cartagine nel 484, e fu esilia- presso gli scrittori profani. Ne furono ve-
lo da Unnerico re de* vandali , e con s. scovi: Felice, che trovossi al concilio di
Vindemiale di Gopsa si recò a Trcviso(F.) Cartagine nel 255 Lampadio
; porlossi a
ove santamente morirono: tumulati nel- quello d'Arles nel 3i4; Isacco interven-
la chiesa di s. Gio. Battista , i corpi nel ne alla conferenza di Cartagine nel 4i » >

1 0^3 furono trasportati nella cattedrale Felicissimo fu l'ultimo vescovo d'Ulina ,

dal vescovo di Ti eviso Rotari. Faustinia- poiché alla sua epocaGeoserico rede'van-
«o vescovo d'Ulica, fu al concilio di Car- dali ne devastò la città. Morcelli, Africa
tagine nel 525; Junillo o Junilio fiori c/ir. t.i. Ulina, Utliinen,è un titolo ve-
verso il 55^ Flaviano
;
sottoscrisse la let- scovile in par tibus,(\eW eguale arcivesco-
tera mandata dal concilio proconsolare vato (li Cartagine, che conferisce la s.

d'Ahica, a Paolo patriarca di Costantino- Sede.


poli contro i monoteliti; Potentino, V ul- UTINlCA.Sede vescovile della provin-
timo vescovo d'Utica, rifugiossi nella Spa- cia Proconsolare d' Africa, della metro-
gna verso il 684, in conseguenza dell'in- poli di Cartagine, e chiamata pure Uti-
vasione falla in Africa da'sarnceni. Mor- ma o Parva Utina. Valerio suo vescovo
ylfriia dir. t. i. Per molto tem-
celli. si trovò co'cattolici nel 4'^ '»''» confe-

po suir autorità d'alcuni mss. fu cre- renza di Cartagine. Morcelli,^'. chr, 1. 1,


U T I U T R l'i

rXITI MUTITI. Erelici ùuW-Lute- scorgonsi circa 5o città. Notevole è an-


rani (f.), e discepoli di Giovanni Hult. cora il palazzo civico, come pure diver-
Dicevanoch'essi erano figli tVIsraele^ve' si stabilimenti di carità, il palazzo del
nuli per eslertuinare i cananei. Professa- re appellato Huis-van-Loo, la zecca ed
vano allresì la massima, che siccome il un collegio generale delle zecche del re-
giorno del giudizio universale si avvici- gno. Utrecht è rinomatissima ,
peichè i

nava, così bisognava prepararsi mangian- ducati d'oro d'Olanda ne'paesi esteri han-
do ebevendo senza limite. no corso più generale. Vi sono eziandio,
UTMA. Sede vescovile d'Africa, forse una biblioteca publ)lica un anfiteatro ,

della provincia di Numidia, e perciò soUo d'anatomia, un giardino botanico, un ga-


la metropoli di Cirta Giulia. Timiano, binetto di storia naturale, un osservato-
uno de'suoi vescovi, Irovossi co' cattolici rio astronomico, una scuola latina una ,

alla conferenza di Cfutagine del 4 1 i .Mor- società di poesia e più altre società lette-
celli, Jfrica dir. l.i. rarie. Vi sono pure belli e comodi pas-
UTRECHT (XJltrajccten). Città con seggi, e tra gli altri quello del Maglio, che
residenza arcivescovile, popolosa e bella aumenta 1' amenità de'dintorni. Distin-
dell'Olanda nel regno de'Paesi Bassi, ca- guesi l'università fondata neli63o,eche
poluogo della provincia omonima, nella ha professori di lingue classiche, di ma-
quale tiene il rango principale, di circon- tematiche, di medicina, di teologia e di
dario e di due cantoni a circa 8 leghe , legge. Utrecht contiene pure un museo e
da Amsterdam, ed a più di 12 dall' Aia scuola di belle arti, una scuola veterina-
capitale della monarchia. Se(\(i d'un tri- ria fondata dalla società agricola d' U-
bunale dii.'' istanza , d' un tribunale di trecht, eduna società provinciale, cioè vi
commercio della giiuisdizione della corte è un dipartimento della società del Bene
superiore di l'Aia^d'un'alta corte militare, Pubblico e un dipartimento della società
e anche d'un arcivescovo scismatico-gian- nazionale ecorjomica. Il regnante Gugliel-
senista. Trovasi situata in amena valle, in mo III re de'Paesi Bassi, con decreto de'
riva al Reno Vecchio ed al Vecht che da 3i gennaio i854 eresse un istituto reale
esso quivi si distacca, ed il Reno dividen- e centrale Neerlandese di meteorologia,
dola in due parti o rami, a'quali fu dato destinando sua sede Utrecht e incarican-
il nome di Vecchio e di Nuovo canale, i dolo: 1 .°Di fare osservazioni meteorologi-
quali bagnando la città si riuniscono do- che in diversi punti del regnoe delle pos-
po averla attraversata in tutta la sua lun- sessioni neerlandesi nell' altre parti del
ghezza. E' fabbricata all'antica, cinta da mondo, a bordo delle navi mercantili
terrapieni con anjpia fossa, torri e mura: d' Olanda durante loro lontani viag- i

quadrangolare n'è il recinto, che ad una gi. 2. "Di raccogliere e pubblicare periodi-
lega si distende. Niente pareggia la bel- caujenle i risultamenti dell'osservazioni
lezza dellesue vicinanze, soprattutto dalla meteorologiche che si farebbero ne'paesi
parte d'Amsterdam; nella sua forma qua- esteri. L' istituto dunque deve con uni-
si quadrata, le sue vie sono assai larghe formità d'osservazioni meteoiologicha su
e ritagliate da canali il cui livello sta cir- vari punti del regno, oe'possedimenti d'ol-
ca 20 piedi sotto il pavimento. L' edifi- tremare e sui vascelli de Ile flotte da guer-
cio più rimarcabile è la cattedrale di s. ra e mercantili, raccogliere e pubblicare
Marimo, da ultimo in parte cadente, con i-risiiltuli (li queste osservazioni e di quel-
superba torre alta 388 piedi, e secondo le che si fanno all'estero. Inoltre il re or-
il Castellano di 4^9, donde in tempo se- dinò la costruzione ad Utrecht d'un os-
reno si gode d' una magnifica prospetti- servatorio destinato all'uso speciale del-
va, ed iu mezzo u canali, fiumi e stagni l'islilulo centrale di luelcorolocia. Vi si
»6 UT R •
UT R
vede un molino per la spianatura del ra- he. Del suo monumento sepolcrale ne ri.

me; di poca importanza sono lemaiìifat- parlai nel voi. LXI V, p. 109. Esso fu e-
lure, ed il commercio poco considerabile, retto da Willelmo Enchem'oer braban-
benché favorito dal vantaggio d'una na- liuo, vescovo d'Utrecht, già preposto del-
vignzione interna facile; tuttavia vi si tro- la slessa chiesa , e fu 1' unico cardinale
vano fabbriche di panno nero, e rinoma- creato da Adriano VI. Ne' voi, LXVI, p,
te sono le pannine d'Utrecht; di velluti, 95, LXXI, i32, rilevai come antica-
p.
di calze, di relfe, di ceraspagna, d'inda- mente si scrivevano diplomi pontifìcii,
i

co, di lucerneeconomiche, di spille. Vi con caratteri detti impropriamente gotica


hanno pure rallìnerie di zucchero e di sa- o romano alterato, di cui nel voi. XXXI,
le, e purghi di tela; e net vicino villaggio p. 3oo, longobardo, sassonico e franco-
di Baarn è una Horente manifattura di gallico; e che l'attuale forma di scrittura
tappeti. La città conta quasi 40,000 a- usata nelle ^o//c^ apostoliche, fu introdot-
bitanti, elegge 6 deputali agli stali della ta in Roma nella Dataria apostolica, tW
provincia. Utrecht vanta parecchi illu- concittadini d'Adriano VI, e da questi ivi

stri, tra'quali primeggia il sommo Pon- chiamali e fatti venire da Utrecht , a di-
tefice Adriano /^YFlorenzi , sebbene il versi de'quali affidando la scrittura delle

Bellinlani senza fondamento lo pretese di bolle con carattere deforme e di forma


Sanzano Di cpiesto dotto e vir-
di Brescia. piuttosto olandese, quale usavano tra lo-
tuoso Papa, già professore e benemerito ro. Mg." Marini nella Diplomatica Poii-
dell' Unh'ersità di Loi'nnio (F.), vesco- tiftcia^ edizione 2-^ p. 64 dice che nel
,

vo di Tortosa (/ .) e cardinale, e gover- pontificato d' Adriano VI da que'd'U-


natore della Spugna (/'.) pel suo disce- t rechi s'introdusse nella dataria un assai
polo l'impeiatore Carlo V, non meno di j>ÌLi deforme carattere e scrittura della
sua dotlrina, virtù e opere, ragionai ne' precedente, e detta gotica volgarmente.
citati e altri articoli, comechè per un com- Che tloveliero le bolle pontifiicie questo
plesso di circostanze poco conosciuto e ,
loro deturpamento ad Utrecht ,
per la

assai calunniato. E quanto alla patria, il gente di colà passata in R.oma ; e tale
Buroianno nelle noie al Moringo, fltae scrittura fu appellata bollalica, liegese e
Jladriani F I^ dinjoslra sino all' eviden- lettera di s. Pietro. Tuttavia fa osserva-
ze», nacque in Utrecht,
ch'egli Urbe no- m re, che talee altri diversi caratteri, se pu-
.stia TrajeclOf ed ivi porta un lungo ca- re diversi, e non piuttosto modificati dal-
talogo della genealogia di questo Papa. le diverse nazioni possano dirsi, non che
È da avvertirsi che ne'Paesi Cassi si dan- tutte l'europee scritture, derivano dal ro-
no due Trajetli , uno superiore, V altro mano carattere, come sostenne Malfei^
inferiore: il i Mosa, ed è Masirichtj
.'*alla contro Mabillon e Papebrochio. Utrecht
il 2." al Reno, ed è Utrecht patria d'A- è principahnenle rinomata, perchè in es-
driano VI. Dall'essere Utrecht fabbrica- sa a'23 gennaioiSyg si strinsero in lega
ta da'roraani sul maggior guado del Re- con trattato di unione le 7 Provincie U-
no, da questo è venuto il nome di Traje- nile della repubblica d'Olanda. Così fu
cium poi Trerhtj in fine Utrecht j anti- scosso il giogo assoluto di Filippo 11 re
co passaggio del Reno o Utrajeciain^ va- di Spagna e sovrano de' Paesi Bassi, si

le a dire passaggio alla città di Volta, elfetluà la separazione dall'altre 10 pro-


per distinguerla dall'antica città di Ma*- vincie, ed in Utrechl fu solennemence pro-
sJricht, o sia passaggio della Mosa, Tra- clamata la propria indipendenza, dichia-
Jcctitni ad Mosani. ^^er^iscrizione sepol- randosi Guglielmo di Nassau principe I

crale siHadriano VI P. /)/. ex


It'gge : d'Orange Stadtholder o luogotenente di
Trajccto insigià infer. Gcr manine Ur- tutta la Bassa Alemagna, a cui Filippo
U T R UTR 27
1 1 nel 1 55^9 avea tlalo in governo le prò* Pordine Teutonico, secondo W promesso
vincie d'Uliecht, Olanda, Zelanda e Fri- a quell'articolo, cioè de* cavalieri di tal
sia. Nella guena del 1692, Ulrecht fu nome come oggi esistono nel regno de*
occupala colla provincia dall'esercito fran- Paesi Bassi. Il territorio d'Utrecht face-
cese per 3 anni. E inoltre famosa per es- va parie de'i 2 tcrrilorii dell'ordine Tea-
servi comincialo a' 29 gennaio 1712 il tonico in Germania, formando un baliag-
congresso della pace generale, per la guer- giodi esso con i4 commende. Esso pro-
ra della sticcesdione alla monarchia di cedeva in gran parte dalla donazione fal-
Spagna {^ ). li'di l'i 1 aiirileiyiS visi la nel i23i da Svedero gentiluomo di

concluse Ira gli alleali la celebre pace che Munster, signore di Dingete eRingem-
tranquillò 1' Europa^ tra la Francia e la burg, e dalla sua sposa Beatrice, a cui fu
Spagna, ringhiltei ra, la Savoia , il Por- poi unita la commenda di Schaluinen in
togallo, la Prussia e l'Olanda. La pace par- Olanda. Il cav. Antonio di Ledersake di
ticolare Ira la Spagna e il Portogallo vi Printhagen pel i.^fu nel 23 i eletto gran i

fu segnata a' 3 febbraio 7 5, e così eb-


i 1 1 commendatore di questo baliaggio. Al
l^e fine quel clamoroso congresso, che tempo della pretesa riforma fu questo
stabilì i nuovi destini d'Europa. Il Papa sottratto alla sovranità del gran maestro
Clemente XI avendo sa[)ulo che nel con- di Marienthal. Gli stati della provincia
gresso d' Utrecht i piincij/i eretici procu- d'Utrecht nel 1 58o presero questo baliag-
ravano con ogni sfojzo la ri vocazione di gio sotto la loro protezione, a patto che
lutto lo stabilito nulla pace di Riswick a il gran couìmendature r)on ubbidisse che
favore della cattolica religione, questa e- ad essi, escludesse dall'ordine preti, non i

nergicamenle in più modi difese, come a* ammettesse che i gentiluomini profes-


loro luoghi narrai, Utrecht eia provin- santi la sedicente riforma dello stato , e
cia fu il centro de'torbidi che precedette- invitasse i commendatori a prender mo-
ro la rivoluzione deliygS. Dopo la riu- glie. Vani tornarono gli sforzi del gran
nione air impero francese fece parte del maestro di Marienthal ,
per ricondurre
dipartimento del Zuider-zee. Nel 1 8 4 '^h- i il suodominio il baliaasiod'Utrechl,
sotto
venne parte del regno de'Pae-si Bassi, e Le ultime negoziazioni aperte nel 1791
lo è tuttora. La provincia d'Utrecht, di furono interrotte dalla guerra colla Fran-
cui è capoluogo la città, piano e sabbioso cia e dalla rivoluzione. Napoleone I sop-
ha il territorio, tranne dal lato australe, [jiesse r ordine nel territorio d' Utrecht;
ove s'innalzano graziose colline. Vi si re- con decreto de*27 febbraio 181 1. Dopo
Sj)ira l'aria più s.dubie e [)iù benigna, il ritorno della casa d'Orange, il re Gu-
che in lutto il licnanentedel regno. 1 dif- glielmo I propose agli stati generali di ri-

ferentirami del Pveuo irrigano copiosa- stabilirlo nel suo nuovo regno de' Paesi
mente il suolo, chedàsuUìciente raccolto Bassi, e ciò ebbe effetto con legge dell'8
di cereali e pascoli ubertosi. Vi si fa corn- agostoi8i5. Delle 4 commende stabili- 1

rnerciodi asportazione di gr.ujo, tabacco, te nel 23 I, ne restano ancoralo: le gran-


1

bovi e fornuiggio. i suoi abiianli ascen- di couìmende di Dieren, Maasland , Tiel,


dono a circa 1 60,000, ma sono nella mag- Rhene,Leida,Katwy,Schoten,Doesburg,
gior parte Protestanti. La sua storia si Schaluinen, Middelburg, Schoenhoveo.
compenelra con quella ile' vescovi, insie- Ilcomniendatoredi Dieren è tuttora coa-
me a quella della città, e questa vado diutore dell' ordine e viene immediata-
compendiosamente a riferire, dovendosi mente dopo il gran commendatore.I com-
tener presente l'articolo Paesi BASsi,tanto mendatori portano la croce smaltata ap-
per le notizie politiche e civili, (juanto per j>csa al collo, e ne usano un'altra di j'ica-

le religiose. Prima però debbo dire del- ujo sull'abito; i cavalieri però non porta-
a8 UTR UTR
no che L* 8 sellembre 182 7 fu con-
lui." teramente sconosciuto ,
quando giunse
cesso a'nobili che hanno ollentilo l'espet- nella Frisia s. U lUihrordo (/',) nel (i()0
XM'ìva e dato prove di nobiltà, di porta- o nel 6t) I
, con s. Swidberlo e 10 altri

re una crocetta alia bottoniera. Per es- monaci inglesi. Par certo che approdasse-
sere insignito dell'ordine (à d'uopo di dar ro a Calwick, poslo all' antiche foci del
prova di 4 f]tiai'ti di nobiltà. Reno, luogo ove sbarcavanogl'iiiglesi pel
Da' romani Utrecht riconosce la sua loro commercio. Di là si recarono a U-
fondazione. Prima si chiamò Urbs AnlO' trechtjCittà fabbricata da'romani sul mag-
ìlia vel Antoninnam^ sia perchè la espu- gior guado del Reno. Quivi furono be-
gnasse Marc' Antonio luogotenente di G. nissimo accolti da Pipino iV Heristal il
Cesure, sia peratoreMarco Pio
perchè l'ini Grosso^ maestro di palazzo d'Austrasia
A nlonino la Vllrajectum^
restaurasse; poi nella Francia, il quale poco tempo innan-
ovvero Trajectnm ad Rhcnuin. Il paese zi erasi impadronito d'una parte dellaFri-

apparteneva anticamente a quello de'ba- sia. Allora s. Willibronlo si recò in Ro-

tavi, ma nella decadenza dell'impero ro- ma a prendere l'apostolica benedizione


mano fu invaso in uno olla città da'fran- da Papa s. Sergio I, e l'autorità di pre-
chi e da'frisoni. 1 frisi abitavano antica- dicare la fede alle nazioni idolatre. Ven-
mente una vasta estensione di paese sulla ne paternamente accolto e ujunito delle
costiera dell'Oceano germanico. Essendo più estese facoltà. Tornalo con piìi ardo-
poi entrati nella Gallia Belgica, s'insigno- re nella Frisia, menti e s. Swiilberlo qtial
rirono delle proviijcie poste verso V im- vescovo regionario convertiva boruttua- i

boccatura del Reno, delle quali n'erano ri, s. Willibrordo cogli altri io mis>ionari
padroni calti, germani ancli'essi d'origi-
i predicò l'è vangelo ubertosamente nellu
ne. romani riguardarono catti, e pre-
I i parte della Frisia appartenente a'francc-
cipuamente i baiavi che ne formavano , si; e tanto fu il successo, che dopo 6 an-

parte, come i popoli più coraggiosi diOer- ni Pipino il Grosso rimandò il santo .1

loania. Essi essendosi stabiliti neh' isola Roma, pregantlo s. Sergio I d'insignirlo
posta fragrami del Reno, poi si fecero un del grado vocovile. Ad onta della ripu-
altro stabilimento tra' belgi, ma l'arri- gnanza di s. Willibrordo il Papa cam- ,

vo de'frisi fece loro perdere il nome, so- biatogli il nome in quello di Cleraenlc,
lo restalo ne'due villaggi appellati Cal- nel 696 lo consagrò arcivescovo de'fri-i
•wick. Al sopraggiungere de'frisi, i baiavi nella basilica di s. Pietro, egl'impose il

si rinchiusero in una piccola isola for- pallio, con facoltà di stabilire la sua se-
mala da' filimi in una pai le della Ghcl- de in quel luogo del paese che gli fosse
dria, presso Niiuega, la (|uale è ancora sembralo più opportuno. R.estiluitosi il
appellata dal loro nomeBetawe. Al dire santo in Frisia, pose la sua residenza nel
di Procopio, fra tutti i popoli di Germii- castello d'Utrecht, come afferma il ven,
nia, iiKuio seppe così bene mantenere la Reda, Ilist. lib. 5, e. i 2. Cluverio invece
sua libertà contro i romani come frisi. i crede che fosse Willembmgo, lungi di
Essi entrarono nella Gran Bretagna co- Utrecht 3 leghe e mezzo, la qual città o
gli anglo sassoni, e la situazione del pae- castello reale è nominala anco Vulla o
se loro non lascia dubitare eh' essi non città de' Volti, da Pipino donala al san-
fossero valenti ujariuari. Nella Frisia pe' to. Questi fece fabbricare in Utrecht la
primi sparsero 1' evangelo s. Swidberlo, chiesa delSalvalore,nppellata Onde Man- ,

co'jjuoi compagni, s. Eligio vescovo di No- sterj nella quale pose la sua sede metro-
yon,s. Wilfrido di York nel 678; ma que- politana, come narra s. Bonifacio nell'^-
sti lenlalivi non erano troppo bene riu- pìst. 98. Restaurò e consagrò anche quel-
sciti, per cui il vero Dio eravi quasi iu- la di s. Martino, chei pagani aveauoqua-
UT R U T R 29
si interamenle clislrulla, e vi pose ad uf- temporale della chiesa d'Uhecht. Il prin-
fìzìarla i canonici regolari. Si crede che cipato che la costituì, se si eccettui un
questa fosse quella di s. Tommaso siala piccolo distretto che confina a settentrio-
costruita da Dagoberto
li re di Francia, ne collo Zuyder-zee, era attorniato dal-
n richiesta di Wilfrido di Yoik, il qua-
s. l'Olanda e dalla Gueldria. Per diversi se-
le gli avea reso grandi servigi allorché cac- coli vescovi di questa illustre chiesa
i

cialodi Francia erasi ritirato in Irlanda e riunirono alla spirituale estesa giurisdi-
in Inghilterra. Qui devo far menzione del zione, anche la sovrana, essendo di loro
1.° concilio celebrato in Utrecht nel 697 slati, duca di Biabante gran coppiere,
il

o nel 7 19 da s. Willibrordo, per man- il conte d'Olanda gran maresciallo, il con-

dare tle' missionari nei settentrione. Re- te di Cleves gran ciamberlano, il contedi
gia 1. 1
7, Labbé t. 6,Arduino t. 3. Però av- Gueldria gran cacciatore, e il conte di
verte Lengletche questo concilio è incer- Bentheim gran portiere. Il santo non con-
to. Quando s. Wilfrido recandosi a Ro- tento d'aver così bene stabilito la fede
ma, i venti Io gettarono sulle coste del- nella Frisia conquistata da'franchi, si re-

la Frisia ,
gli abitanti del paese erano cò ove a propagarla e per tutta la Fri-
alti

immersi nelle tenebre dell' idolatria; vi sia, raggi unto nel 720 da fi.BoJìifarw(P'.)f

predicò la fede, e ne convertì e battezzò che passò 3 anni con lui prima d'andare
un gran numero, fra'quali persone d'al- nella Germania, di cui divenne l'aposto-

to aliare. In questa guisa egli cominciò a lo. Dopoaver s. Willibrordo co'suoicoui-

dissodare il cani pò che fu poscia coltiva- pagni spento il paganesimo nella maggior
lo da s. Willibrordo e dagli altri missio- parte della Zelanda e dell'Olanda, ed in
nari che seguirono il suo esempio. La chie- lutti i luoghi de'Paesi Bassi, aflinedi sban-
sa dunque di s. Tommaso, rifabbricala dire l'ignoranza e agevolar la propagazio-
e consugrala in onore di s. Martino, di- ne del cristianesimo , coli' illuminare gli

venne poscia la cattedrale d'Utrecht, e fu spiriti e raddolcire i costumi, stabilì a U-


uffiziata presto da'canonici stabditi da s. trecht delle scuole, che poscia divennero
Villibrordo. Pipino fu generosissimo con celebri. Mentre s. Bonifacio si affaticava
s. Willibrordo, e donòeziandio il vil- gli con Willibrordo nel paese de'frisoni,a-
s.

laggio di Sweslram , ora Suslerem , nel vendo saputo che il santo pastore d' U-
ducato di Juliers presso la Mosa, il quale trecht divisava di farlo suo successore,ab-
servì a dotare un monastero di religiose bandonò la missione per sottrarsi al ve-

che vi fu fabbricato. Nel n»orire. Pipino scovato, e corse l'Assia e la Sassonia, per
raccomandò al santo arcivescovo nipo- i lutto battezzando pagani, ealzando chie-
i

ti, senza nominare il padre loro Carlo se sulle rovine de' loro templi. Narra il

Martello suo figlio naturale. Questi di- 723 Papa s. Gregorio li lo


Boiler, che nel
venne tosto prefetto del palazzo, il i .''guer- consagrò vescovo, e gli mutò il nome di
riero e il più grand'uomo distato del suo Winfrido in quello di Bonifacio, il che
secolo. Nel 728 donò l'entrate dipei>den- altri credono contardata piùantica,o al-
ti dal suo palazzo d'Utrecht al monaste- meno già veniva chiamato BonifacioWal-
ro che s. Willibrordo vi avea fondalo, nel frido. Ritornalo s. Bonifacio in Germania
quale voleva stabilire la sua cattedra, ed continuò le sue apostoliche fatiche, e da
in appresso perciò fu secolarizzato. Carlo Papa s. Gregorio 111 ricevè il pallio ,
per
Martello fece molte altre donazioni a pa- servirsene nella celebrazione de'divini mi-
recchie chiese fondate dal santo arcive- steri e nella consagrazione de'vescovi, ed
scovo, e gli conferì la sovranità della cit- insieme lo dichiarò arcivescovo e primate
tà d'Utrecht colle sue dipendenze e per- di tutta l'Alemagna, con ampio poteredi

tinenze. Tale è l'origine della grandezza fondare vescovati. Intanto s. Willibrordo


3o UTR UTR
giunto ad un'eia mollo grave, al ilfeii. Magonza. Dice Commnnville che Utrecht
re del cilnto Buller, si tolse un coadiuto- fu eretta sotto Colonia nel 74^^> ed ebbe

re che consagrò vescovo per incaricarlo il diritto d'esenzione nel 7G0. Pel riferi*
del governo della sua diocesi; e prepara- tOj tali date non sono esatte. Più tardi ciò

tosi nel ritiro al passo deireternità, la rag- avvenne. Pare che s. Bonif.icio come pri-
giunse nel 788 o nel 7 39. Oli successe s. mate dell' Alemagna prendes*ie cura della
Bonifacio, il quale governò questa chiesa chiesa d'Utrecht, quando s. Willibrordo
per lo spazio di I 3 anni. Tuttavolla leg- per finir i suoi giorni nella solitudine
go nel Buller, che s. Bonifacio, quantun- abdicò; ma non che ordinasse s. Bonifa-
que vescovo da gran tempo, non avendo cio, come vuole il dottissimo agiografo
oDCora slabile sede, Pipino il Piccolo lo Buller sebbene esplicilameute non lo
,

nominò al vescovato di Ma^oiiza che , nomini, già essendo stalo consagralo iti
Pupa s. Zaccaria eresse nucjvamenle in Roma. Di s. Bonifacio si ha una lelteri
arcivescovato a favore dels. A postolo del- scritta nel 754 a Papa Slefuio 111, intor-

rAleroagnanel 751 .Stabilitasi nelle Gal- no allo stato della chiesa d' Utrecht do-
liela religione cristiana, il governo eccle- po la morte di s. Willibrordo. Ad onta
siastico formossi in generale sopra il go- delle cure che esigevano le chiese gover-
verno civile. Il vescovo della ujolropoli nate da s. Bonifacio, con allri zelanti ban-
civiledivenne metropolitano della pro- ditori del vangelo, si recò a predicarlo a'

vincia ecclesiastica, e avea per suIlVaga- popoli barbari che abitavano le più remo-
nei i vescovi delle città che componevano le coste della Frisia, e ne convertì e bat-
la provincia nell' ordine politico. Così le tezzòun gran numero. Indi gl'idolatri a*
chiese della primitiva Germania furono 5 giugno 755 lo tagliarono a pezzi, pro-
fino da' primi secoli soggette alla n)etro- curandogli la corona del cnartirio. Il suo
poli di Magonza. Ma questa città essen- corpo fu successivamente trasportato a
do stala distrutta nel 407 da' vandali, i Utrecht, a Magonza^ ed a Fulda abba-
vescovati che n' erano dipendenti furono zia da lui fondala. Compagno de' viaggi
tolti a questa metropoli, per essere com- di s. Bonifacio, e discepolo amato come
messi a quella di Trcvcri. Ristabilita la figlio, fus. Gregorio abbate (J-^.) i\e\ san-
metropoli Magonza, s. Zaccaria le sot-
di gue reale di Franiia, dal s. Apostolo qual-
tomise anche Utrecht, e Colonia eh' era che teu)po innanzi il suo martirio fatto

stalo arcivescovato e poco dopo fu ripri- abbate del monastero di fresco da lui
stinato. Quando Papa s. Sergio 1 avea di- fondalo in Utrecht. Ciò afferma Buller,
chiarato s. Willibrordo arcivescovo d'U- che però nella vita di s. Willibrordo lo
trecht e metropolitano della Frisia, il ve- dice abbate del monastero da tal santo e-
scovo di Colonia avea portato perciò le retto. Alcuni pretendono, che s. Bonif»-
sue querele Papa, come d' una ollesa
al cio aflidò pure a s. Gregorio l' ammini-
recala a'propri diritti, dacché pretèndeva strazione della chiesa d'Utrecht; ma il
appartenergli la porzione della Frisia più Buller dichiara, che restala la sede senza
prossima alla sua diocesi, e dovesse quin- pastore, Stefano 111 e Pipino il Piccolo
di soggiacere alla propria giurisdizione. obbligarono s. Gregorio a prendersene
Per questi d'Utrecht dopo
lagni, la sede cura, per cui alcuni scrittori gli diedero
la Dìorte di Willibrordo divenne pu-
s. il titolo di vescovo, ma è certissimo ch'e-
ramente vescovile, per più anni rimase gli restò semplice prete. La chiesa d' U-
vacante, e non ebbero fine che mercè l'e- trecht, che governò per 22 anni, divenne
spediente di nuovamente erigere Colonia [)er la sua vigilanza e per le sue predica-
in metropoli, e di sottoporle la chiesa d'U- zioni la più fiorente di tutto il paese. E-
trecht per sudraganea, sottraendola da gli visse fino al regno di Carlo Magno, da
tJTR UTR 3i
cui ottenne la conferoìa delle (ìonazioni lacria, una delle principali isole della Ze-
già fattesi alla chiesa d' Utrecht, con di- landa; e secondo la Gallìa Christiana,
ploma dato ad Aix-Ia Chapelle. Morì san- predicò pure contro l' ariana eresia, pe-
tamente a'5 agosto 776, venerandosi le netrata nella Frisia. L'imperatore avea
sue reliquie ad Utrecht nella chiesa di sposato in seconde nozze Giuditta di Ba-
s. Salvatore. Alberico o Adalberico di viera, ambiziosa e data a'piìi infami di-
York, divenuto canonico d' Utrecht , fu sordini, la quale pose in iscompiglio lo
incaricato dell' amministrazione di que- stalo, e fu cagione o almeno il pretesto
sta chiesa negli ultimi armi della vita del che indusse i 3 figli di Lodovico 1 a ribel-
sacerdote Gregorio, ed ollenne da Carla larsi due volle contro di lui , a imprigio-
Magno con di[)loma emanalo nel yy6 in narlo e a deporlo. Per avere s. Federico
INimega, un cantone appellalo Lisidim. avvertito l'imperatore degli eccessi del-
Leggo nella Gallìa Christiana ^ l. i
, p. la moglie, e questa con apostolica liber-
816 , Vltrnjectini Episcopi et Archie- tà ammonita di sua rea condotta, l'im-
piscopi: Totius ripalici inler Ehcnum peratrice lo fece assassinare a' 17 luglio

et LeccamJhivioSi Sembra che restasse deir838, mentre faceva il ringraziamen-


prete e morì nel 784' Teodardo, nella to nella cappella di s. Gio. Battista per la

lingua di Frisia detto Tiard nacque in , celebrata messa. 11 santo fu sepolto nel-
tal provincia governò 6 anni col titolo
,
la chiesa di s. Salvatore. Gli fu tosto so-
di vescovo la chiesa d'Utrecht, e morì nel siituilo il fratello Alfrico o Alfredo per ,

790, tumulato in s. Salvatore. Armaca- le cure di s. Odolfo; il suo vescovato fu


re o Ermocare gli successe nel 791 , e turbato dalle scorrerie de'danesi norman-
•visse i3 anni nel vescovato. Rixfrido o ni, che lo costrinsero ad abbandonare la
Rilfredo o Ricofredo, frisone di nascita, propria chiesa, alla quale il conte Rolga-

qual vescovo governava nell'816 allor- rio concesse diversi beni. Mancò a'vivi pri-
ché Papa Stefano V si recò in Francia. ma deir845 o in questo i5 agosto, e
a'

Ottenne dall'imperatoieLodovicoI WPio fu deposto presso il fratello. Ludgero o


nell'824,con diploma d'Aix-la-ChapelIe, Ungerò frisone circa 1'
854 S^'
successe,
la confer.ma delle donazioni già fatte dal- ed ollenne neir864 Ifi conferma de'beni
l'avo Pipino e dal padre Carlo Magno concessi alla chiesa d'Utrecht dall'impe-
alla cattedrale di s. Martino d' Utrecht. ratore Lodovico r.*'re di Germania, e do-

Ke fu successore s. Federico (/^.) nipo- nati dal padre Lodovico I. ]Neir8 r5 pe-
te di Ratbodo duca o re di Frisia non netrati nuovamente normanni i nella Fri-
nell' 820 come dice Boiler , ma verso sia, diedero alle fiamme Utrecht, salvan-
1*825, prima the i francesi compissero la dosi il vescovo presso l'imperatore Lota-
conquista del paese. Ludovico 1 che avea rio 1 nell'abbazia di Pruyu). Ollenne uel-
indotto il clero e il popolo ad eleggerlo, l'858 da Lotario re di Lorena il mona-
non senza sua ripugnanza, venendo con- steiodis. Pietro di Berg pre*.soRuremon-
sagrato tlal metropolitano di Magonza, da, in compenso delle |)erdife cagionate-
gli commise di estinguere il rinVanente gli da'normanni. ]\eir859 fu al concilio
dell'idolatria nella Frisia, ben disposta di Toni, ed encomialo qual vindice della
dalle suebeneficenze; ond'egli vi spedì al- disciplina ecclesiastica, e per averiridot*
cuni ministri evangelici, nel qual nove- lo il nobile Baldrico a far tiouazioni alla
ro trovossi s, Of/o//b (/^.) canonico d'U- sua chiesa; morì nell'866 e venne depo-
trecht, le cui fatiche sortirono un efjtelto sto nella chiesa dis. Salvatore. La Gai-

il più forltmalo, anche nella riforma de' Ita Christiana di Ludgero o Ungerò ne
costumi de'frisoni già cristiani. Altrettan- fa due vescovi, e del solo Ungerò scrive

to fece il vescovo cogli abitanti della Wa- VyJrtc di verificare le date, con maggio-
3a UTR U TR
re proì)aM|ità; f«)ise lìolla somiglinn/a del nodegl* infiMleli,imprese a caccinrneii e
nome, di uno si formò due vescovi. Nel- viriu-ici, coll'aiulodi persone potenti che
lo stesso 866 Odilbaido, che inlerveime avea fallo entrare nelle sue mire. Divenu-
fd concilio di Colonia nell'867, e fu mol- to signore d'Utrecht, ne islorò le rovine 1

to stimato da Zwentiboldo re di Lorena, e cinse di torri , rifabhriouidovi eziandio


il(|uaiegli concesse l'allVancazionee i'im- le due priiuMpali chiese, cioè quella cat-
monilà di tutte le tene fiscali comprese tedraledi'^.Martino glorioso patrono del-
nella sua diocesi. Morto nel 900, o me* la città, e aven-
l'allradis. Salvatore; ed
glio circa due anni prima, fu deposto iu done ricuperato le rendite statuì nuovi
s. Salvatore. Poco visse il successore E- canonici iu luogo degli estinti , com' egli
giboldooEylbolilo, volendosi morto nel riferisce in una letlera del 934- Ri più or-
dicembre 899, non 902. L* impera-
nel nò la cattedrale, e vi ripose diversi Corpi
tore Arnolfo nel fine deir899 contribuì santi. Inili otleruie nel 987 da Ottone l
all'elezione di s. Radbo(ìo[f .) vipiì^untì- '
un diploma con facoltà di batter mone-
te, nipotedallatomaternodìRatbodo ul- ta in Utrecht col suo proprio conio, e gli

timo re o principe deTiisoni, dotto sicco- conresse anco gli^ altri diritti e regalie
educato alla corte di Francia dal fìlo-
ITìe leali, coir assenso di Giselberto duca di
sofoNannonediSlaveren nello studio delle Lorena. Morì nel 977 vecchissimo e fu

7 arti liberali. Prese l'abito religioso, per- sepolto nella cattedrale. Nello stessoFolk-
chè la maggior parte de'suoi predecessori maro o Wolkmaro cancelliere dell'im-
erano stati monaci, e la chiesa d'Utrecht pero, e visse sino al 990. Nel seguente
crostata fondata da preti dell'ordine mo- Baldovino 1 d'Olanda, figlio di Sifrido o
nastico. Essendosi peròi danesi normanni Sifredo, che imperava nella provincia di
resi signori della città, egli trasferì la sua Kennemersda Harlem fino ad Alkmaer,
sede a Deventer, col fine di trovarsi vici- il Teodorico era il 3." conte
cui fratello
no a Utrecht, e di poter quindi con più d' Ohiuila. Si conosce ima sua moneta
agevolezza rannodare il suo popolo, che d'argento, su'la quale è l'edigie d'un ve-
il timore de'barbari avea disperso, il suo scovo senza mitra col nome Dalduiiius^
ritiro da Utrecht, Boiler V attribuì per e nel rovescio è una Croce colla parola
sottrarsi alla persecuzione mossagli da Trajectu/n.^e\ 994 finì i suoi giorni,e gli
alcuni peccatori ostinali. Modello di pe- successe Ansfrido o Goffredo di Lovanio,
nitenza, dolcezza e carità, non cessò mai non però conte e neppure discendente di
di edificare il suo popolo col sapei e e co- Carlo Magno. Siccome normanni cac- i

gli esempi. Per le sue istanze il re Corra- ciali da Utrecht non aveario perduta la
do nel 914 confermò con diploma le do- speranza di rientrarvi , così confidando
nazioni latte da'predecessori alla chiesa nella santità di questo vescovo, s'imma-
d'Utrecht. Il Butler colloca la sua mor- ginarono che convertiti al cristianesimo,
te a'29 novembre 9 18, laddove altri la fingendo di recarsi in questa città per
ritardtino d'un anno. In questo fu vesco- farvi le loro divozioni , il prelato ne a-
vo lìaldrico di Cleves il Pio, non però fi- vrebbe volentieri aperte le porte. Essi
glio del conte di Cleves, confermato e però s'ingannarono, e non trovandosi in
consagralo dall'arcivescovo di Colonia. forze bastanti per assediare la piazza, do-
Si vuole precetloie dell'imperatore Ot- vettero ritirarsi e abbandonar per sem-
tone I, certo è che ne godè grandenienle pre il brigantaggio .Avendo Ansfrido per-
il favore. Continuando la città di Deven- duto la vista nel ioo5, fondò nel 1006
ter ad esser la residenza de' vescovi d'U- presso Amersford un monastero, nel qua-
trecht, Baldrico essendo dolente di veder le vestì egli slesso l'abito religioso. Nota-
la capitale di sua diocesi e signoria in ma- bdmenle aumentò i redditi di sua chiesa
UTR
cn*l)pnì della propria famiglia o co'legnti prestò di mala voglia. T Sanrnartani di-
eli pie persone, che ne veneravano le vir- cono che ad AdeII)oldo si unirono gli ar-
tù: non poco abbeiPi L'trechl e vi ai!giun- civescovi di Colonia e di Treveri. Il ve-
se nuove forti{jcazioni,morentlo nel 009. 1 scovo non più avendo da far guerra, im-
Jn questo Adelboldo d'illuslre stirpe, già piegò le somme che la pace gli permi-
canonico Lobbes e poi cancelliere del-
di se di cumulare nell' erigere una nuo-
l' imperatore s. Enrico II. Le violenze e- va e magnifica cattedrale, in luogo della
sercitate da Tliierri conte di Frisia sulle distrutta da' danesi e cominciala da Bal-
terre de'suoi vicini, aprirono un campo al drico, Secondo alcuni ; la cui dedicazione
valore di questo prelato; imperocché a- venne onorata a'27 giugno i024da i-z ve-
vendo il conte cacciato dal proprio paese scovi non che da s. Enrico II impera-
,

Thierri Bavone signore d'un distretto ne' tore, il quale appimto in «juesla solennità
dintorni di Bodegrave, questi implorò il donò la contea di Drente alla chiesa d'U-
soccorso del vescovo, il quale presentò al trecht con diploma indi dato in Bamber-
conte due battaglie l'i i luglio 1018, in ga. Questa donazione venne ratificata nel
cui restò vinto e dal conte si uni il con- 1 025 dal successore Corrado II il Salico
trastato terreno a'propri dominii. li pre- in Tibur, il quale anzi fece di più, non
lato nell'assumere tal difesa, in pari tem- meno aiiezionalo del predecessore alla
po si adoperò anche per quella di sua chiesa d'Utrecht ;
poiché con diploma da-
chiesa. In fatti il conte di Frisia erasi re- to nel 1027 in Cremona confermò la do-
so signore della contrada situata lungo nazione d'Ottone 1 delia contea di Tei-
laMerwe e anche più oltre, appellata poi sterbant. Lodato Adelboldo per virtù ed
Pagus Flardingeji.fisjeò in seguitoNord- erudizione nelle divine e umane lettere,
Olanda; e per mantenersi nella medesima si ha di lui due libri della vita di s. En-
aveva eretto sulle rovine del forte di rico II, ed un trattato della Sfera dedi-
Durfos un altro forte, il quale die poi o- cato dottissimo Silvestro II Papa. Mor-
al
rigine alla città di Dordrecht. Ne di ciò to nel 1027, in esso o nel seguente suc-
ancora si rimase contento, ma istituì e- cesse Bernulfo o Bernardo già canonico
ziandio un pedaggio sopra tutte le barche d'Utrecht, pel favore di Corrado II. Dap-
che attraversa vano questa provincia. Allo- poiché capitoli delle due chiesa principali
i

ra l'imperatore, uditi i lagni de'mercanti d'Utrecht, cui spettava l'elezione del ve-
di Fieijdel vescovo d'Utrecht e di altri pre- scovo, non potendosi accordare sulla scel-
lati ed abbati, commise a Goffredo il Gib- ta del successore d'Adeiboldo, l'impera-
boso duca della Bassa Lorena di muove- tore credette opporlunodi trasferirsi nel-
re contro il conte Thierri ed avendolo ; la città per terminare il contrasto. Ma
Adelboldo accompagnato, innanzi al det- mentre egli si trovava per via, l'impera-
to forte essi ingaggiarono a' 27 luglio trice che accompagnavalo fu sorpresa da'
IO 18 un combattimento, ove il conte ri- sintomi del parto, ed obbligata quindi a
porlo nuova vittoria mercè lo stratagem- feruìarsi in una casa di campagna ad Oe-
ma d'alcuni armigeri appostali,i quali nel sterbeech , venne accolta dal canonico
bollor della mischia si posero a gridare: Bernulfo, il quale portò all'imperatore,
Salvai salvai che cagionò la fuga de'
il che continuava il viaggio, la notizia della
lorenesi. Così rimasto il duca abbando- nascita d'Enrico III. Allora l'imperatore,
nato, dovè rendersi prigioniero; il vesco- nel quale eransi rimessi canonici nella i

vo si salvò in un battello, ma fu preso nel contesa elezione, lo nominò vescovo d'U-


dì seguente. Liberato il duca dopo pochi trecht. Ma questo racconto patisce ecce-
giorni, si adoperò per la riconciliazione zioni, perchèEnrico III era nato nel IO i 7.
del vescovo col conte; ma Adelboldo si Si potrà congetturare, con anticipare l'av-
VOL. LXXXVII. 3
34 u T n UT R
veiiimento, che Corrado II gralo a Ber- se. Mane essi, ne VArte. di verificnrr le
iiulfo, fallo aibilmdel vescovato, con esso (late, non fanno parola della terribile mor-
volle rimunerarlo. Dipoi trovandosi Cor- ie di Guglielmo, da me riferita col dot-
rado in Ulrechl, vi morì a'4 giugno 1 089, to Voight nella biografia di s. Grego-
e il suo corpo fu trosporlalo a Spira. Nel rio FU. Qui dirò solo, che Guglielmo
1046 il vescovo inlrnprese una spedizio- era divenuto scismatico per seguir le

ne contro Tliierri IV conle di Frisia, e parlid'Enrico IV persecutore della san-


gli frullò il conquisto del suddetto Flar- ta Sede, e che questo principe dimoran-

dingen. In Utrecht edificò le due colle- do in Utrecht inlese che il Papa 1* avea
giale di s. Pietro e di s. Gio. Battista ; da scomunicato e interdette l'insegne regie.
s.Maria o s. Salvatore d'Utrecht traspor- Guglielmo dopo aver confortato Enrico
tò la metà del collegio canonicale colle IV, salilo sul pulpito, ruppe in fiera in-
rendile, nella chiesa che in onore del b. vettiva contro s. Gregorio VII, e fu to-
Lebuino costruì in Deventer. Terminò sto in modo spaventevole punito da Dio
di vivere nel o54, e fu deposto nella sua
i con deplorabile morte. Nel 1076 ne oc-
chiesa di s. Pietro. Nello stesso perven- cupò la sede il sassone svevo Corrado giù
ne a questa sede Gtiglielmo, nato da una cameriere dell' arcivescovo di Magonzn,
della prime famiglie di Gueldria, uomo e condusse a fine il forte d' Ysselmon-
risoluto edestro nel maneggio degli affari, de dal predecessore cominciato nell'isola
per cui salì in grande reputazione nella omonima. rimpello a Rotterdam; ma non
corte d'Enrico III; ne minor favore go- godè lungamente il frutto di queste sue
dè sotto il figlio e successore Enrico IV. fatiche, perchè Roberto conle di Fian-
I

Vedendo egli 1' Olanda governala dal dra, al quale il forte riusciva incomodo,
giovane Thierri V sotto la tutela di Gel- iujprese a rendersene signore con l'aiuto
Irude sua madre, tentò la domanda a ti- degl'inglesi e olandesi. Accorse il prelato
tolo di restituzione presso Enrico IV e del- con molti de'suoi vicini alla difesa delU
la sua madre lulrice, di tutta la contea si- piazza, ed all'imboccatura della Mosa se-
tuata nel Weslflingue, cioè del Renne- guì duplice cond^at limenlo per terra e pei»
merland, colla badia d'Egraondo e col- acqua, colla peggio degli episcopali. Cor-
l'Olanda;, il che tutto gli fece ottenere rado rifugiatosi con altri in Ysselmonde,
Annone autorevole cancelliere e arcive- sostenne in essa un accanito assedio, e do-
scovo di Colonia , con due diplomi nel vè rendersi prigione, indi liberato eoa
I o64- In questi atti de'29 aprile e 1 mag- diverse condizioni, fra cui la principale
gio, trovasi per la 1.^ volta il nome d'O- fu la cessione dell'Olanda meridionale al
landa sotto il significato di Frisia; con- conte Giovanni. I vincitori smantellaro-
trada che il prelato cede in seguito a Gof- no la piazza, ed all'area su cui innalza-
fredo duca della Bassa Lorena per tener- vasi fu dato il nome di Storni-polder o
lada esso in feudo. Ma il conte di Fian- terra d'assalto. Ma Enrico IV, il perse-
dra Roberto I il Frisone, avendo sposato cutore della Chiesa e di s. Gregorio VII,

la conlessa Geltrude, la ripose nel 1076 essendo a lui Corrado attaccalo, lo risar-
nel possesso di questo paese col far as- cì quasi subito di questa perdita col do-
sassinare lo slesso Golfredo. Alcuni pre- no cheglifecea'3 ottobre 1077 della con-
lesero che Guglielmo facesse un viaggio tea di Staveren, già da lui confiscata al
in Terra santa, e si vuole morto nel 1076 margravio Egberto capo de'sassoni ribel-
a'27 aprile o nel maggio. I Sanu)artnni lali contro di lui, alla quale poi aggiunse

dicono nel 1075, e riportano l'epistola di I* Oslergo e il W^eslergocon diploma del

Papa s.Gregorio VII sulla controver-, 1086, il quale con molti altri che vado
sia tra Guglielmo e il vescovo Noviomen- ricordando si ponno leggere nelfa Gal'
U T R UTR 35
Ha chrisllrtnn. Corrado era occupalo a no eTeodorico, e dotala dairimperatrice
coslruire in Utrecht a spese d'Enrico I V Matilde moglie d' Enrico V. Pose la i.'
una chiesa onore della B. Vergine, al-
in pietra alla badia benedettina di s. Loren-
lorché nel 098 venne assassinalo o d'or-
1 zo di Oesbroch, e vicino a morte vi volle
dine d'Egberlo, o dal frisone Ploberlo, professare il monacalo, terminando di vi-
sdegnato per avergli ciirpito il segreto da vere nel I 128. Ne fu successore Andrea
hii inventato, d'asciugare una fontana figlio del conte o burgravio di Cuyck e
scoperta ne'fondamenti della nuova chie- borgomastro d'Utrecht, preposto di Lie-
sa. Tale fi la misera fine d'un altro par- gi. Puntoal vivo della perdita fatta dalla
tigiano d'Enrico IV Bncardo
1 gli succes- sua chiesa dell' Ostergo e del Westergo,
se nello slesso anno, e non è conosciuto tentò indarno di ritorle a Fiorenzo. Que-
che per le sue fondazioni, e per le dona- sto terminata la guerra col fratello, bra-
zioni ricevute, terminando di vivere nel moso d'ingrandirsi, chiese la mano di Ed-
I I 12. In questo Godebal- il sostituito fu wige erede delta contea di Rechemj ma
do, che pel f.° vescovo d'Utrecht fece uso il tutore Ermanno d'Arensberg, il vesco-
della mitra, per concessione fatta da Pa- vo d' Utrecht e il signore diCuyck per
pa Calisto II nel concilio di Reims del ragioni di stalo si opposero a questo no-
del I I I c), e non 1 1 49 come leggo nell'^r- do. Però que'd'Utrecht favorevoli a Fio-
te di verificdrc le date, ma sarà fdlo ti- renzo r accolsero nella città, dalla quale
[>ografìco. Recatosi l' imperatore Enrico egli cacciò il prelato; ma i signori d* A-
V neli 1^3 ad Utrecht per passarvi l'in- rensberg e di Cuyck inetti a resistergli, lo

verno, durante il suo soggiorno sorse nel- fecero pugnalare in un bosco ov'erasi re-
la città, fra la nobiltà alemanna e i vas- cato alla caccia. La successamorte di Lo-
salli un contrasto che dege-
del vescovo, tario II valse a' colpevoli l'impunità, e il

nerò ammutinamento, ove non pochi


in «successore Corrado HI li ristabilì ne'Ioro
gentiluomini delle due parti vi perderò- doniinii confiscati dal predecessore. Il ve-
no la vita. Ora l'inìperalore, sospettan- scovo traendo partito da queste disposi-
do che il vescovo avesse eccitalo tale tur- zioni, con diploma del 11 38 ottenne la
bolenza, si assicurò di sua persona, né lo restituzione dell'Ostergo e del Westergo,
lasciò libero senza un forte riscatto. Gode- e pocodopo morì. Neh «39 gli successe
baldo non ebbe miglior trallamenlo sot- Erberto o Ardebertodi Gerente indi partì
to il regrjo seguente di Lotario II; poi- per Roma. Durante la sua assenza gli a-
ché Petronilla di lui sorella uterina, reg- bitanli di Groninga essendosi ribellati,
gente della contea d'Olanda, si giovò di cacciarono il suo luogotenente e altro ne
sua amicizia per riporre Thierri V^I suo sostituirono. Il vescovo al suo ritorno
contee di Ostergo e di Wester-
figlio nelle marciò contro di essi, e rimasto ucciso il
go, che Corrado a vea ricevuto da Enri- capo loro, donò il burgraviatodi Gronin-
co V. Godebaldo per mantenersi nel pos-
I ga a Lefferdo,e la castellania di Coevorden
sesso delle due contee suscitò west-fri- i a Lodolfo suoi fratelli. Inquieto Thierri
soni alla rivoluzione, e indusse Fiorenzo VI conte d'Olanda per vedere l'autorità
il Nero, fratello di Thierri, a porsi al- del vescovo accrescersi nella Frisia, in-
la loro testa. Donde avvenne, che né il dusse il proprio cognatoOltone ad irrom-
vescovo d'Utrecht, né il conte d'Olan- pere nella Drente, affine di liberare qua*
da restassero signori della West-Frisia, di Groninga, malcontenti del governo ve-
ma che Fiorenzo se la ritenesse per conto scovile; ma questi rimasto vinto e prigio-
proprio. Il vescovo confermò la fondazio- ne,il conte neh 146 si recò ad assediar
ne della chiesa della B. Vergine e di 8. Utrecht per liberarlo. Vicino la piazza ad
Salvatore, eominciata da'milili Erman- esser presa, il vescovp uscì adorno de'suoi
1

36 U TR U TU
abili pontlfìcnli alla testa ili tulio il clero, Goffredo die alla sua chiesa il proprio C0'
e inoltratosi alla volta del conte gli minac- stello di Uhenen clie avea ereditalo , ed
scomunica se non levava subilo il
ciò la eresse 4 munitissimi castelli per opporsi
campo. SbigoUilo da tale appareccbio ,
a'fìjsoni e all'imprese de'conli d'Olanda,
Thierri concluse la pace col vescovo, il uno de'quali costruito fortemente sopra
quale gli restituì suocognalo.Corrado ili una vicina montagna sulla riva sinistra
ottenne da Papa Eugenio 111 la nomina dell' Yssel, fuchiamato Monforde o Mont-
del vescovo d'Utreclil, e 3 diplomi spedì fori: questo castello divenne poi città, che
per questa cbiesa riportati dalla Gallia ingrandita successivamente e popolala ,

Christiana. Neh i5o alla morte d'Erber- ebbe il titolo di contea. Morì Goffredo
lo, ottenne Ermanno di Horn prevosto di neh 178, e in questo gli fu sui rogato Bal-
8. Cercone di Colonia, pel favore de'cotiti dovino d'Olanda figlio del conte Thierri
d'Olanda, di Gueldria e di Cleves, la pre- VI, ch'ebbe guerre co'conti di Gueldria
ferenza alla sede d'Utrecht sopra Federi- per la signoria dellaWeluve feudo del ve-
co de Ilavel. Ma cittadini d'Utrecht, che
ì scovato, le quali ebbero fine con suo van-
tenevano per quest'ullimo, si ribellarono taggio nel 1 88, mercè giudizio interinale
contro Ermanno; però i di lui parligiani di Federico I,deflnilivamenle conferma-
ricorsi all'imperatore Federico I, questi to neh 191 con sentenza di suo figlio En-
nella dieta di Nimega ne confermò l'eie- rico VI imperalore.Col conte Thierri suo
zione e l'investì eziandio della temporale fratello soggiogò i frisoni,ed essendosi poi
autorità del vescovato, il che ratificò il sollevati contro il prelato gli abitanti della
legalo apostolico. Debole fu il governo Drente, che avea lungo tempo pacifica-
d'Ermanno, che cessò di vivere nel i 1 56. mente governati, si recò a visitare l'impe-
Succedutogli nello slesso Goffredo di Rhe- ratore a Magonza per implorarne soccor-
nen preposto d'Utrecht, volle riunire al so; ed ottenuto un corpo di genti, men-
principato vescovile il burgraviato o ca- tre colle proprie lo conduceva nella pro-
stellania di Groninga dopo la morie di vincia nemica, la morte lo sorprese per
LelTerdo, ma fu costretto a prender l'ar- via a'21 aprilei 196. In questo fu eletto
mi contro i che aspiravano a
di lui nipoti Arnoldo d'Isemburgo preposto di Deven-
quel dominio. S'impadronì della piazza, ter, da'canonici della fazione del conte di
ma quasi subilo ne venne caccialo dal con- Gueldria,mentre l'altra parte del capitolo,
te dì Gueldria, che li prese a difendere. aderente al conte d'Olanda ,nominòThier'
Allora Fiorenzo 111 conte d'Olanda, pres- ri preposto d* Utrecht o meglio di Mae-
so di cui il vescovo erasi rifugiato , corse strichte fratello del vescovo defunto. Ma
ad assediarGronioga,che il conledi Guel- i due eletti essendosi dopo qualche reci-
dria difese per un anno, cessando l'ostilità proca ostilità trasferiti a Roma, Innocen-
per la mediazione di Rinaldo arcivescovo zo prima approvò Arnoldo, che ivi
III
di Colonia, il quale die la proprietà di morì a'6 aprile e fu sepolto; poi confermò
Groninga agli eredi di Lefferdo per 3oo Thierri, che tornando nel suo paese mo-
marchi d'argento. Comunque amici fra rì in Pavia a'3 agosto. Alla nuova della
loro, il vescovo e il conte d'Olanda, era- morte de'due competitori, nel medesimo
no io controversia siccome i loro prede- anno fu eletto Thierri I Van-Der-Aare
cessori rispetto alla proprietà della Frisia preposto di Maestricht che coll'imperato-
orientale.Essendo Federico I nel 1 1 65 en- re Irò va vasi in Sicilia. Restituitosi ne'Pae-
trato ne'Paesi Bassi, l'afiare fu portato a si Bassi e giunto io Utrecht, si die ogni cu-
lui, e per sua imperiai decisione ebbe ter- ra per acquistare un' esatta cognizione
roine in modo che la potenza e i redditi dello slato di sua chiesa; e siccome i suoi
furono tra loro divisi per eguali porzioni. predecessori aveano contralto molli debiti
UT R UTR 37
per difenderei propri diritti, delermiuato ziali lo compromise col conte di Gueldria;
di pagarli, e^li passò in Frisia affine di si venne all'armi, ma coll'inter vento del
levar colà in via di tributo le 8omme ne- legato apostolico Conone,o meglio il car-
cessariead eseguire il Ritto divisamento; Corrado d'Urrach, furono le discor-
dinal
ma Guglielmo conte di Frisia o meglio die sedate. Il vescovo ebbe poi un'altra
d'Olanda, punto da tale atto d'autorità, guerra col conte d'Olanda sulla proprie-
lo fece arrestare in un monastero,mentr'e- tà della Frisia ; e quest'affare ch'era sta-
gli usciva dal tempio, e Io cacciò in una lo deciso fin dal 1 i65 dall' imperatore,

prigione. Liberato poi da'frisoni, il vesco- lo fu allora di nuovo nel i225 da una
vo intimò la guerra al suo oppressore. Po- sentenza dello stesso legato, che con al-
co dopo morto Guglielmo, il vescovo pre- cune modificazioni confermò l' imperiai
se parte nella dissensione insorta fra il giudizio. Uscito Ottone II da tal impac-
conte di Loss e Guglielmo conte di Fri- cio, prese parte nella controversia fra'ca-
sia, relativamente alla reggenza d'Olan- stellani Egberto di Groninga e Rodolfo
da; ed abbracciato avendo il partito del di Coevorden e dichiaratosi peli.°por-
;

."
1 lo spalleggiò vigorosamente coH'armi. lò la guerra all'altro, coll'appoggio della
Si videro iu questa guerra que' d' U- piò parte de* vassalli della chiesa d' U-
trecht inoltrarsi fino a Leida, ove il con- Irecht.Il vescovo ebbe ad alleati i conti

te di Loss si recò a raggiungere il pre- d'Olanda, di Gueldria e di Cleves, oltre


lato, e con esso sottomise il Kennemer- il signore di Benthem, ed avendo a' ij
land. Guglielmo però quasi di subito luglio 1226 offerto battaglia al nemico,
riacquistata la superiorità delle armi, e fu preso nella mischia e trattato da'vin-
fattosi riconoscere conte d'Olanda, con- citori nel modo il più crudele. Immagi-
cluse col prelato la pace j anzi per mag- nando essi che il suo sagro carattere fosse
giormente consolidarla nel i3o4 strinse attaccato alla tonsura, gliela strapparono
con lui una convenzione per la quale re- colla cute, per non essere riputati sacri-
ciprocamente si cederono ministri e i i leghi nel dargli la morte ; ond'egli non
servi, per modo che dalle terre dell'uno sopravvisse che Ggiorni alai supplizio,an-
dovessero passare a stabilirsi in quelle zi pare che fosse trucidato con motte feri-

dell'altro. Thierri I quindi tutto si dedi- te. Nello stesso anno dalla sede di Pader-
cò al governo di sua chiesa, della quale bona con autorità di Gregorio IX passò
riscattò i dominii, ritenuti in pegno da' a questa, di cui era stalo preposto, Wil-
creditori: morì nel 12 12 a Deventer, lebraudo de'conti d'Oldemburgo, mercé
donde il suo cadavere fu trasferito nella le cure del congiunto Fiorenzo IV conte

cattedrale d'Utrecht. Di 24^""» ^^ ™*5" d'Olanda, mentre era in Italia per l'im-
desimo fu Ottone 1 preposto di
eletto peratore Federico II. Recatosi a Utrecht
Santen, figlio d'Ottone II conte di Guel- prese 1' armi per vendicar la morte dei
dria e cognato di quello d'Olanda, per suo predecessore contro Rodolfo di Coe-
opera de' vescovi di Munster e Osna- vorden, che l'avea cagionata. Impadro-
bruck. Nel 1 2 5 portandosi 1 in Roma per nitosi di sua persona, dopo una guerra

la dispensa dall'età, morì a Norlhusen. assai lunga,gli fece rinunziare la giurisdi-

In detto anno gli successe il prevosto d'U- zione della provincia, lo multò di 3ooo
trecht Ottone II de'conti di Lippe. Pre- uìarche d'argento, di fondare un capito-
so dalla divozione propria de'lempi, do- lo di i5 canonici nel luogo ov'era stato
po aver confidata la cura della civile au- commesso l'orribile delitto, e di costrui-
torità di sua chiesa al fratello Ermanno, re un monastero alle benedettine; indi ad
partì neli2i7 co'crociati alla volta d'o- istanza del popolo tumultuante, gli fece
rieule. Al ri torno, l'insolenza de*suoi ufC- espiare nel 1 2 3o il suo atroce defitto sotto
38 U TR UTR
la ruota. Morto nel i233 o neh a 36, fu a condizione di recarsi nella cattedrale a
stpollo nella chiesa di s. Servaziotlel mo- chiedere perdono al vescovo, colla testa
nastero delle cislerciensi da lui fondalo. nuda, non che a prestargli come vassalli
Ebbe a successore Ottone 111 d'Olanda giuramento di fedeltà. Restava al vesco-
conte della Frisia orientale, figlio cadet- vo di vendicarsi del conte di Gueldria,
to diGuglielmo I conte d'Olanda; poco the loro avea prestato soccorsi ; sicché
dopa dagli slati venne riconosciuto, iusìe- trovandosi coll'armi in mano, senz'indu-
me Guglielmo, tutore del con-
al fratello gio fece un'incursione nella WeIuve,pro-
te Guglielmo II loro nipote di 7 anni, ed vincia dipendente dalla Gueldria, e col
amminÌ!»tratoredeirOlanda. Seguitò poi a ricavato del riportato bottino edificò poi
reggere rOlanda,anclie dopo che il suo pu- il munitissimo castello di Vredeland, con-
pillo nel i 247 a'29 setleujbie fu eletto re tro i ribelli vicini. Siccome la cattedrale
de'roraanijd'ordinedi Papa Innocenzo IV d'Utrecht era per vetustà rovinosa, En-
peraverdeposto riniperatoreFederico II. rico imprese a rialzarla, e nel 1254 ne
Nel 1248 il re Guglielmo ^i recò a visi- gittò i fondamenti. Tre anni dopo die
lare lo zio in Utrecht, e si fece crear cit- nuove leggi e statuti alla città d'Amers-
tadino della medesima ; quindi mosse fort, la quale non era prima che un sem-
contro il conte di Goor vassallo ribelle plice castello. Fece donazioni al mona-
del vescovo, ed avendolo fatto prigione, stero delle monache presso Deventer, co-
lo spogliò d'ogni sua dignità e gli confi- stituì inSteenwick una collegiata di 12
scò tutti i beni a profitto della chiesa d'U- canonici, emorì nel 1267. In questo gli
Irecht. Il vescovo Ottone III terminò di successe Giovanni I de* conti di Nassau
vivere nel 1249 e fu sepolto nella catte- per la nobiltà de'uatali , ignaro dell'ec-
drale, lasciando Adelaide figlia naturale, cles'iastica disciplina e quasi illetterato,
poi mai itala a Baldovinodi JNordwyk. Fu per cuinon potè ottenere la pontificia
eletto a successore Goswino d' Amslel, conferma; mentre que'di Reiinemerland
preposto di Giovanni d' Utrecht, ma
s. ed i frisoni trovavansi in ribellione nel-
con tale negligenza si comportò nelle ve- l'Olanda contro la nobiltà che li tiran-
scovili funzioni, che Guglielmo d'Olan- neggiava. Gysbrecht d'Amstel, dagl'in-
da re de'romani, di concerto col cardi- sorti forzalo a porsi alla loro testa, li con-
nal legato Pietro Capocci, raccolto nel dusse fino alle porte d'Utrecht, e fece ri-

laSo il capitolo d'Utrecht, Io costrinse bellare il popolo contro il vescovo e ma-


a rinunziare. I collettori de' concilii ri- gistrati. Indarno il conte di Gueldria,
portano nel 1249 quello d'Utrecht, in presso di cui il prelato erasi rifugiato,
cui Goswino rinunziò alla dignità. Man- tentò di rimetterlo nella sede, solo potè
si, Siippl. l. 2, p. 1 163. Per le raccoman- prendere Amersfort. Intanto i cittadini
dazioni di Corrado arcivescovo di Colo- d' Utrecht, abolite le antiche magistra-
nia gli fu surrogato Enrico de' conti di ture, stabilirono un governo democrati-
Vianden, ed il re de' romani col pasto- co. Il vescovo, che da due anni era pas-
rale e l'anello l' investì della temporale sato a Deventer, sentendo come Utrecht
giurisdizione. I congiunti di Goswino pre- trovavasi in preda alle fazioni, cercò di
sero le armi, sdegnati per la sua destitu- rientrar nella città col favore delle tur-
zione, per vendicarlo; tua Enrico, uomo bolenze, col cav. Nicola di Kats. Questi
di senno e di mano, si pose in islalo di accompagnato da 5oo scudieri giunse
difesa, ed avendoli vinti in ordinala bat- improvvisamente innanzi le mura e ne
taglia, li trasse prigioni a Utrecht. Il re sforzò le porte; deposti i nuovi magistra-
de'romani Guglielmo, che si trovava in ti, ristabilì gli antichi, e restituì a Gio-
que'luoghi, otteone la loro liberazione, vanni I la propria sede nel 1279. Però
UTR UTR 39
le sventure non avendo prodotto alciiii sopra Monnikeiulan. Ma quelli del Ken-
migliora mento nel carattere del vescovo, nemerland, non sì tosto egli s'era appres-
iiempre ostinato a rifiutar gli ordini sa- sato, gli distrussero la fiotta e lo costrin-
gri, non ostante le rimostranze de' suoi sero a cercare un asilo nell'Over-Yssel.
diocesani, egli viveva nel lusso e nella Ritornato ad Utrecht si tirò addosso ,

mollezza, poco curandosi dei governo nuove sventure poiché essendosi rotto
,

temporale e spirituale di sua chiesa, ed co'nobili venne arrestato da 4 di loro che


alienando senza riguardo castelli e gli i l'affidarono alla custodia del borgoma-
antichi dominii della medesima per com- stro, il quale per un anno lo tenne pri-
piacere a* suoi partigiani. Quindi Papa gione. Avendolo poi alcuni paesani libe-
Martino IV, uditi lagni che s'innalza» i rato, egli recossi qualche tempo dopo a
vano contro l'indegno pastore, lo depose Roma coll'intenzione d'abdicare; ma Bo-
nel 1282. Ne'pazzi suoi dispendii, il ve- nifacio Vili non l'esaudì , ne rianisuò il
scovo avea dato in pegno a Gysbrecht il coraggio , commettendo al vescovo di
forte di Vredeland, il che produsse una Munsler di soccorrere il proprio confra-
guerra con Utrecht, che indignata ricor- tello contro i sudditi ribelli. GuQ[lielrao
se al conte d'Olanda, il quale lo fece pri- tornato in Olaiìda, fece leva di truppe, e
gione e liberò la piazza. Nel 1282 stesso recossiad assediar Utrecht; ma Jacopo di
il lorenese Giovanni II di Zirk gli suc- Lichtenberg, dopo averlo respinto, gli
cesse, sotto il quale fu ricuperato Vre- presentò battaglia presso Hegevard, nella
deland ; dopo pacifico governo, nel 1
296 quale restò ucciso a'4 luglio i3oi. Il ca-
fu trasferito alla sede di Toul. Gli suc- davere sepolto prima nella chiesa de' ca-
cesse n«l medesimo anno il preposto di valieri gerosolimitani di s. Giovanni, fu
Lovanio, Guglielmo Bertoldo de' signo- poi traslato nella cattedrale dal successo-
ri di Malines, mdto versato nel diritto ci- re. Questi fu tosto Guido d'Hainaut ni-
vile e canonico. Di carattere inquieto e pote del conted'Olanda, eletto a pieni vo-
turbolento, trasse partito dalle sedizioni canonico diCam-
ti,già tesoriere diLiegi e

che seguirono la morte del conte Fioren- bray; ma il suo competitore Adolfo di
zo V, per suscitare i west-frisoni a scuo- Valdeck s'impadronì d'alcune piazze del*
tere il giogo dell'Olanda, e per darne l'e- rOver-Yssel, dalle quali però venne su-
sempio imprese a ricuperare Muyden, cit- bito cacciato. Avendogli procacciato la
tà posta sul Wecht, cui già l'imperatore sua promozione il fratello Giovanni I(
avea donato alla di lui chiesa. Assediala conte d'Olanda, per gratitudine nel iBoS
la piazza, mal difesa capitolò senz* aspet- gli condusse alcune genti affine di cacciar
tare le truppe ausiliarie che il reggente i fiamminghi invasori.della Zelanda. Ap-
d'Olanda le conduceva. Invanitodel buon pena sbarcato col contea' 2 5 marzo nel-
successo, il vescovo immaginò di poter a- l'isola di Duveland fu fatto prigioniero, e

gevolmeute soggiogare tuUa l'Olanda; e nel tempo di sua cattività, fiamminghi i

dietro il disegno formatone in sua mente, profittando delle turbolenze suscitatesi ia


congiunse alle temporali l'armi spiritua- Utrecht, s'impadronirono della città e ne
li, e pubblicò una crociata contro il conte furono espulsi neliBo^. Liberatosi il ve-
d'Olanda e il suo popolo, accusandoli d'e- scovo nel 3o5 col cambio fatto con Gui-
1

resia. Siccome frisoni erano religiosi e


i do di Fiandra, tutte le sue cure dedicò
avidi d'indulgenze, nulla sembrò ad essi alla propria chiesa. Intanto il franoeseCle-
più meritorio ad acquistarle che il com- (nente V avendo stranamente fissato la

battere contro gli olandesi loro mortali residenza pontificia in Ai'ignone y


pro-
nemici. Il vescovo imbarcò la sua arma- mulgando nel i3i I il concilio generale
ta óullo Zuyder-zee, e corse a piene vele di Vienna v'invitò Guido. Questi com-
4o UTR U T R
iiiciiilubiic per suiitilù di vita, prudenza XXII e sostituire il Diesi. Il conle d'O-
e giustizia, facondia euilie virlii, fu ao- landa godè sotto di lui della stessa auto-
collu da'padri culla più alla venerazione, rità nella chiesa d'Utrecht die goduto a-
ad islan/a
«j di Filippo IV re di Francia il vea nel vescovato di Zierick. Fondò il col-
Papa nel 3 i i 7- gli olTrl la dignità cardina- legio d'Amersforl, terminò suoi giorni i

lizia; ma il virtuoso vescovo, ringraziato nel i34o e fu deposto nella cattedrale.


umilmente Clemente V, ricusò modesta- Benedetto Xll gli surrogò il romano Ni-
uieule Tesibitogii onore. Il re lo ritenne colò Capocci ( /^.), per la controversia in-
per alcun tempo alla sua corte, llicliia- sorta fra Giovanni IV d'Arkel canonico
mato ud Ulreclit dalla sollevazione in- della cattedrale scello da una parie del
dopo aver tranquillala
sorta tra' frisoni, capitolo a istanza del conle di Fiandra,
ugni turbolenza, si die tutto a liberare d e il suddetto Bronkhorst, al quale il con-

vescovato da'debili contralti dagli ante- te di Gueldria avea procuralo la plura-


ed a ristorare le piazze cb'essi a-
cessori, lità de' suffragi. U Capocci costretto ad
cader in rovina. Confer-
-«veano lascialo abdicare nel 1 34 ,ebbe ( poi la chiesa d'Ur-
mòenuovi privilegi concesse ad Utrecbt, gel e il cardinalato. A istanza di questi il

ed una malallia lo rapì a'vi venti nel iv^iy. Papa riconobbe Giovanni IV, che fu con-
Subilo ottenne il seggio vescovile il pre- sagrato a Roma, al dire deWArle di ve-
posto di s. Pietro d'Utreclit, Federico li rificar le daU'i ma io trovo piti probabi-
di Zierick, per le raccomandazioni del pa- le in Avignone ove dimoravano i Papi col-
rente Guglielmo 111 conte d' Olanda , e la curia romana, e cosi altri vescovi d'U-
com'erasi iuipegnato con lui, sotto la sua trecht. Allreltaulo per altri disse la Gal-
dipendenza resse la chiesa. L'episcopale liachristiana^ ma quantoa Giovanni IV
consagrazioue la ricevè in PLUiiia o meglio lo vuole tiaslato da Munsler. Il suo ze-
MI Avignone. Non pochi sudditi gli si ri- lo fu superiore ad ogni elogio, perchè io
bellarono, e fu aiutato contro di essi da due anni venne a capo di ricuperare mol-
parecchi vicini, quindi il conle li fece rien- ti castelli, e lutto il paese d'Over-Yssel,già
trare nel dovere per Giovanni d'Arkel. dato in pegno per debiti al conte di Guel-
L'eccelsa torredella cattedrale fu da lui rie- dria. Volendo egli fare risparmio delle
diiìcata da' fondamenti. Morto nel 1822 rendite, rilbrmò tutta la corte e limitos-
a' 20 luglio, nell'anno slesso a pluralilù si a vivere come semplice particolare a
Jacopo d'Oudshooro
di sulliagi fu eletto Grenoble, lasciato il governo civile del
d'Ouslborn decano d'Utrecht, conferma- vescovato al fratello Roberto d' Arkel.
to dall'arcivescovo di Colonia; ma cessò Durante l'assenza del prelalo,il conte d'O-
di vivere a' 20 settembre, non senza so- landa Guglielmo IV, seguito da quelli di
spetto di veleno, perchè al conte d'Olah- Cleves, e nel 1 345 assediò Utrecht, e sta-
da non era riuscito fargli anteporre Ja- va per impadronirsene quando giunto il

copo di Zuden preposto de' gerosolimi- vescovo, colla mediazione di Beaumont


laui. Fu lodalo per onestà, probità, reli- zio del conle ottenne tregua, a patto che
gione, scienza, amore alla sua chiesa e in- 100 cittadini si recherebbero a chieder-
signe pietà. Gli successe Giovanni III de gli grazia a capo, ginocchia e piedi nudi.
Diesi preposto d'Anversa e figlio di quel Avendo poi il nuovo conte Guglielmo V

castellano, quantunque i vescovi elellori ripigliale f armi contro il vescovo nel


altri a vesserò designalo a vescovo,cioèG io- I 355, queste furono incalzate dalle par-
vanni di Bionkborst preposto di s. Sal- ticon vigore incredibile; mail vescovo ve-
vatore d'Ulrechl; la quale elezione i con- dendosi abbandonare da' vassalli, chiese
tid'Olanda e di Gueldria e il duca di , e ottenne pace nel 356. D'allora in poi 1

Brabanle fecero auuullare da Giovauui egli 5ulo SI occupò di utili e pacifiche cu-
U T R UTR 4i
le, neliu cultedrale eresse lu oappeila ili i377 e vi ristabilì la papale residenza.
s. Gio. Evangelista, e ranicchì di prezio- Ivi morto neh 378, gli successe Urbano

se suppellettili, fondò varie scuole, formò V I, contro il quale poco dopo cardinali i

una biblioteca di codici e sparse nella francesi elessero scismaticamente l'anti-


diocesi il gusto che avea per le lettere. papa Clemente VII, che dando principio
Ollenne da Lodovico V il Bavaro pei* al grande Scisma d'occidente, si slabiFi
se e successorinuovamente il diritto di in Avignone: popoli furono divisi nel-
i

baller moneta con proprio conio, e dal- r Ubbidienza di Roma e d'Avignone, ma


l'imperatore Carlo IV la conferma e rin- laGermania e la Frisia seguì la i." JNel
novazione di tutti i privilegi di sua chie- medesimo 1 378Urbano V trasferì l'Horu l

sa. Trasferito nel 1 364 ^ Liegi da Urba- a Liegi, per morte d'Arkel, e nel i38i lo
no V, gli successe GiovanniV di Wirnem- creò cardinale, dignità che ricusò pel tur^
burgo. 11 suo governo fermo e vigoroso balenio scisma che divideva l'unità della
contenne nel dovere i cittadini, già dispo- Chiesa. Da Munslera'22 novembrei378
sti alla sedizione, ma a costo di molli do- fu Iraslato a Utrecht Fiorenzo di Weve-
minii del vescovato che fu obbligato a- lichoven, per le cure d' Ottone signore
lienare. 1 capitoli d' Utrecht, scorgendo d'Arkel, il quale di più costrinse l'Horna
tal deperimento nel temporale dominio rilasciare castelli della chiesa d'Utrecht
i

delta loro chiesa portarono successiva-


,
che pretendeva ritenere per un anno.Fio-
mente le loro querele in Avignone a Ur- renzo fu prelato di regolata condotta, e-
bano V e Gregorio XI. Mentre quest'ul- conomojsaggio e zelante pel mautenimeii-
timo pensava al modo di soddisfarli , lo lo de' suoi diritti. Ritirò dalle mani de*
sfortunato vescovo, soccombendo sotto il creditori del vescovato, per 7600 scudi,
peso de^ suoi disastri , intprovvisamente parecchi castelli e villaggi alienati da'pre-
morì a' 23 giugno Tosto la mag- i Sy i . decessori; e smantellò il castello d'Eer-
gior parte del capitolo scelse Arnoldo de' dem da dove Evrardo d' Eslem faceva
signori di Horn (^'.), il quale trovavasi in molle scorrerie sulle terre d'Utrecht. In
Koma, secondo le due ed io citate opere, questo mezzo Roberto di Viane brigò
ripelerò in Avignone, ove fu consagrato per soppiantarlo nel vescovato d'Utrecht,
da Gregorio XI , e recatosi al vescovato ed avendone ottenuta nel 38o la paten- 1

ne prese possesso 8 settembre. 1 citta-


a' 1 te d'ammissione o intrusione dall'antipa-

dini d'Utrecht, co'quali ebbe diverse di- pa Clemente VII, si apparecchiava a far-
spute intorno a'rispettivi loro diritti, ot- la valere. Fiorenzo però l'obbligò a de-
tennero finalmente da lui nel iSyS una sistere ed a chiedergli pace; iodi nel 1 382
dichiarazione, che riconosceva non aver ottenne dall' imperatore W^enceslao la
d'impor loro nuove tasse, né d'in-
facoltà conferma de'privilegi di sua chiesa. Sic-
traprendere veruna guerra senza l'appro- come poi Enrico burgravio di Montfort
vazione de'3 ordini, cioè del clero, de'no- voleva sostenere la sua indipendenza dal-
bili e de'citladiui. £d afnnchè tal diploma la chiesa d'Utrecht, venne nel 1387 as-
avesse perpetuo effetto , venne in esso in- salito dal vescovo e costretto coll'armi a
serito,che tutti i vescovi successivi nel pos- riconoscerne l'alto dominio. La Chrotii-
sesso ne giurerebbero l'esecuzione. Nello ca Bclg. nel i 39 1 riporta un concilio ce-
slesso aunoil vescovo fu assalito o minac- lebrato in Utrecht, contro Jacopo di
cialo di prossima guerra dal conte d' O- Giuliers francescano. Fiorenzo temuto
lauda, a motivo di certo canale che il pre- da'^uoi vicini e rispettato da' suoi vassal-
lato avea costruito; controversia ternii.r- come principe; quale vescovo fu probo,
li,

nalacon trattalo di pace nel i 375. Final* prudente e dotto. Morì nel venerdì santo
meolti Giegurio XI si recò lu Kuma ucl del 1 393 nel castello d'Haidcuberg, e fu
42 UTR UTR
trosporlato nella caUedraledi s. Martino tu che gli amministra v«
si il Viatico.Ro-
ila lui nnicclìila criilensili sagri. Diiila dolfo si pacificò col duca nel i43o, ed O"
»ede di Slrasburgo,a istanza del duca di j>erò tanto deslramenle nella cortedi Ro-
(iueidriii pe' voli del capitolo, passò in ma, che giunse a farsi a-^solvere dalle cen»
cpiesta Federico III di Blaiikenlieicn con- sm-e e confermare da Eugenio IV. Zvre*
fermato da Ijoniiacio IK, in onta alle der da tal giudizio si appellò al concilio
jorcomandazioni d' Alberlo dnca di Ba- di Basilea ove si recò, ma tu sorpreso dal-
viera e conte d* Olanda, che spalleggia- la morte pendendo il giudizio nel 1 433,
va Roggero di Bronkliorsl tesoriere di e restò sepolto nella certosa di Basilea.
Colonia. Federico III «li molto ingegno, CoM Rodolfo restò pacifico possessore del
ed esperto in ambo le leggi, sottomise nel vescovato d'Utrecht, non ostante l'elezio-
i3q5 alla propria chiesa il castello di ne che una parte del clero avea falla di

Coevorden e la pi»ovinoia di Drente, ch'e- Walerano di Meurs, e la conferma poi


ra stata tolta a'suoi antecessori; eie an- ottenuta dall' antipapa Felice V, eletto
nidopo, assedialo il c;iSlello d 'Eberstein, da' padri di Basilea divenuti scisin alici e
lilenulo il più forte della Germania infe- la loro conventicola concili ibolo. Se non
riore, lo prese e rovesciò d.i'fondamenti. che ,un' imposta che volle stabilire nei
]*arechearmalo punto marcias-
di tutto i447jP6r soddisfare a'debiti di sua chie-
.«.e ancora sul conte di Gueldria. Confer- sa, gli ammulinò contro una parte de'suoi

mò il collegio de' canonici di Gulenbur- canonici, alla cui lesta si trovava il deca-
go, istituito daUmberto signore del ca- no; e la discordia procedette a tal pun-
stello, e morendo nel 14^4 •" Willanha- to, che impadronitisi d'Ulrechl, costrin-
ven, con pompa fu portalo nella cattedra- sero il vescovo a ritirarsi ad Horst. Wa-
le e collocalo in elegante avello. Gli suc- lerano profittando della congiuntura vol-
cesse Zvveder de'signori di Gulenburgo e te far risorgere il suo partito; ma il car-
d'Egmond, per la pluralità de' voli del dinal di Cosa legato, recatosi nel i449
capitolo, con grande rammàrico de'uiol- sul luogo, combinò fra' due competitori,
ti candidati, che i potenti vicini avevano che Walerano rinunzierebbe il vescova-
proposti. Ma uno fra loro, Rodolfo di to d' Utrecht a Rodolfo, e che questi Io

Diephoul, patrocinato dal duca di Cle- jliuterebbea salire sulla sede di Munster
Tes, s'niipadron'i d'Utrecht, cacciandone allora vacante. Rodolfo in seguito ebbe
Zweder, il quale quindi trasferì il suo nuovi dissapori cu'suoi canonici, i quali
seggio a Dordrecht sotto la protezione di nel tempo ad Horst, cac-
ch'egli risiedeva
Filippo il Buono duca di Borgogna. Ora ciarono suoi amici e cambiarono
i Dia- i

avendo questo principe determinalo di gistrali delia città. Moiì Rodolfo di cre-

riporlo sulla sua sede, si recò ad assedia- pacuore nel 455 e fa sepolto nella cat-
e

re Utrecht in persona; respinto nell'as- tedrale. Dopo 4 giorni, mercè voti de'
1 i

salto dopo pugna di campo


5 ore, levò il 5 capitoli d' Utrecht, fu innalzalo al ve-
e tornò in Olanda. Frattanto Zwederim- scovato Gisberto de' signori di Bredero-
padrouitosi del castello di Gorst forzò gli de arcidiacono di s. Salvatore della me-
abitanti d'Amersfort non meno che quel- desima. Subito palesò l'odio suo contro
li di Ilhenen a riconoscerlo; dopo di che i partigiani di Rodolfo, colle deposizioni,
costrinse Rodolfo a sgombrare d'Utrecht, coll'esilio e colle proscrizioni, in tal mo-
ove fece il suo ingresso nel 425. Gli €- 1
do cagionò uno scisma perché perse- ,
i

siliati che l'aveano seguito, commìsero in guitati ritirali ad Amersfort procederono


questa città enormi eccessi, proc<;deoJo a nuova elezione, che cadde su David di
UiQl'ullre da pugnalare nel proprio letto Borgogna bastardo del duca Filippo, e al-
il buigoma&Uu Bareud Piovis, ud puu- lora vescovo diTerouaaae. 11 duca spe-
U TR VTR 45
tfi a Roma il vescovo d'Arras, per in- La morte duca Carlo, avvenuta a'5
del
durle Calisto \\\ a confermare quesla e- gennaio i477 diiuinuì 1' ascendente di
j

Jezione, e l'ollemie, benché avesse con- cui godeva il vescovo d'Utrecht, il qua-
fermala queila di Gisberto; e ciò perchè le incessantemente contrastato da qne*
il Papa attendeva soccorsi dal duca, per cittadini abbracciò il partito di ritirarsi
la guerra contro i turchi. Avendo il du- a Wyck nel 1481. Continuavano ogni
ca ottenuto le bolle, si dispose a collocar giorno le turbolenze in Utrecht, ove gli
il figlio sulla sede d'Utrecht. Dal canto Hoeckini davano la legge; e gli sforzi che
suo Gisberto, .sostenuto dal vescovo e da Massimiliano arciduca d' Austria, sposo
Rinaldo suoi fratelli, si apparecchiò alla di Maria di Borgogna erede di Carlo, po-
difesa; ma vedendo d duca, già divenuto se in opera per ristabilire il vescovo nel-
signore di molte piazze del vescovato, la sua sede, non valsero che a rendere piti
approssimarsi alla capitale, concluse con arditi e numerosi idi lui avversari. JNel-

lui un trattato di pace; cioè che rinunzie- r incursioni praticate dalle due parti,
rebbe in favore di David alla sua elezio- scorgendo il prelato l'ostinazione di que*
ne ricevendo dal duca per indennizzo
, d'Utrecht, scagliò contro la città sentenza
delle spese fatte 5o,ooo leoni d'oro di di scomunica e d' interdetto, che però
Borgogna; che resterebbe arcidiacono di venne proibito a'magislrati di riconosce-
s. Salvatore, e godrebbe di più la prepo- re. Tuttavia nel 14^2 fu determinato di
silura di s. Dunaziano di Bruges, col ti- richiamarlojalìine di ristabilir la pace; ma
tolo di I. "consigliere d'Olanda e cogli e- il suo ritorno non produsse quel bene
inolumeiiti doppi. Approvata la rinunzia che si sperava , trovandosi quasi prigio-
da que'd'LIlrecht, Gisberto nel i4^7 'i niero in nìezzo a un popolo sedizioso e
dichiarò sciolti dal giuramento di fedeltà mal placato. Allora l'arciduca Massiuri-
a lui prestato. David di Borgogna entrò liuno si recò alla testa di 12,000 uomini
allora in possesso del vescovato d' U- in .soccorso di David , ed insignoritosi
trechl; e sebbene Devenler avesse ricu- d' Utrecht si fece riconoscere dal senato
fealo di riconoscerlo, vedendo sotto le sue a'j settembre 1483 qual protettore tem-
mura le genti del duca si sottomise. La porale di questa chiesa. La storia delle
buona armonia regnò lungo tempo fra peripezie di David si può leggere nella
il vescovo ed i Brederode, \\ cui maggio- bolla Eocigltprotervorurn^eaìanataa fa-
re R.inaldovenne dichiarato governatore vore del prelato da Sisto IV, e riprodotta
d'Utrecht; ma il suo procedere e quello nella Gallia chrisliann. Il vescovo pas-
de'suoi congiunti li pose poi talmente iu sò quindi più tranquilli i suoigiorni,ch'eb-
discordia con David , che finalmente li bero termine a Wyck-te-Duerstede nel
fece arrestare, ed assoggettare più volte 1496. Assai dotto, interrogava egli me-
alla tortura Piinaido e Walerano suo fi- desimo que'che aspiravano agli ordini sa-
glio, per trarre da essi la confessione de' gri, ne loro li conferiva se non dopo rigo-

delitti onde gli accusavano loro nemici. i rose prove, ed un giorno di 3oo candi-
La violenza de'lorjnenli trionfò della co- dati 3 soli ammise agli ordini sagri. Ne
stanza del figlio , il quale si confessò col- fu successore Federico IV de' marchesi
pevole; ma però non produsse lo stesso di Bade, per in»pegno di polenti signori
effetto sul padre, la cui innocenza venne in nome dell'imperatore Massimiliano I,
riconosciuta nel 147^ per sentenza pro- ed il suo competitore Filippo de' duchi
nunziala da Carlo il Temerario duca di di Cleves ebbe il vescovato d' Amiens.
Borgogna, figlio e successore di Filippo Federico IV sostenne guerre con Alber-
il Buono, alla lesta de'cavalien del To- to di Sassonia sostenitore de' ribelli fii-

sun d' oro , di cui Biaaldo era membro. soui, e col duca di Gueldria pel posses-
1

44 u TR U TU
M> d'alcune fortezze, il quuie ne) 1 5 1 i fu (lam gli dedicò il suo commentario sul-
tlu'citladiui ti' Ulieclit, tnalcuiileuli del le due epistole di s. Paolo a Ti moteo.Ln*
vescovo, dichiarato loro piotcllore per rico di Baviera figlio deireletlore Pala-
fili le«la a Fiorenzo d' Ysseisleiu paili- tino, fu quello sul quale cadde la scelta
^iauo del pieialo. Ora avendo questi leu- de'capiloli d'Utrecht, sollecitati da casa
lalo luil iebUaio di scalar le mura del- d'Auatiia, per vescovo d'Utrecht. Di ma-
la città cuiruiiito del ghiaccio, le genti la voglia solfrivano que' cittadini che si

di Gueldiia glielo iutpediruno. Lo svi- trovasse fra le mani del duca di Gueldria
lito di sedizione cosi perseverante ne' l'altra diocesi di loro provincia, di cui
cittadini d'Uliecht, era fondato perchè erasi quasi impadronito durante la guer-
Federico IV tutto operava senza consul- ra della Frisia. Enrico pertanto si assun-
tale gli stati , onde il prelato divisò di se l' incarico di ricuperarla, e nel iSiy
rinunziare il vescovato, e nel i5i6 lo palleggiò amichevolmente col duca di
cedette a Filippo di Borgogna, altro na- riscattarla mediante l'osborso d'una som-
turale del deftjiito duca Filippo il Buo- ma di denaro. Ma que'd'Utrecht,a'quali
no, e fratello di David, mentre poco do- egli voleva imporre un tributo per que-
po Federico IV mori di vecchiaia nel Bra- st'oggetto, si rifiutarono di pagare pri-
banle e il cadavere fu trasferito a Baden. ma che non fosse eseguito il trattato ;

Fdippu era aumiiraglio d'Olanda, onde parimenti il clero, che il prelato tentò
contro la sua inclinazione e solo per d'aggravare con una particolare gabella,
«compiacere Massimiliano 1, acconsentì al manifestò la medesima opposizione, e ve-
cambiamento di slato , Leone X dispen* dendo che si minacciava costringerlo, su*
(>audulodagrillegitlimi natidi. I cittadini scilo una sedizione, dalla quale trasse
d'Utrecht videro questa nomina con ram- partito il duca di Gueldria per impadro-
marico, pei che prevedevano che alla fine nirsi d'Utrecht. Allora il vescovo ricorse
dovevano soggiacere alla dominazione all'imperatore Carlo V, ma le reciproche
austriaca; ma fu d'uopo piegarsi, e la ma- non ebbero fine che col trattalo
ostilità

gistratura accordò con buona pace quel- concluso a Gorinchem a*5 ottobre 1 528.
lo che non avrebbe potuto ricuperare Essendosi le nuove erronee opinioni re-
colla forza. Filippo quindi entrò in pos* ligiose rapidamente sparse nel paese, se-
Stesso di sua chiesa alla testa di i ooo ca- condale dalle turbolenze, gli eretici Pro-
valli, ma non ne fu coasagrato che nel- tes tanti spiegarono partito pel duca, e
l'anno seguente. Questo vescovo vide na- gli episcopali ricorsero al patrocinio del-
scere l'eresia di Lutero, e senza aperta- l'austriaco Carlo V. Onde ottenerlo fu
mente abbracciarla mostrossi disposto a mestieri di cedere a questo principe, an-
favorirla. I progressi dell'armi de' duchi che sovrano de'Paesi Bassi ossia duca di
di Gueldria nella Frisia l'indussero onde Brabante e conte d'Olanda, la tempora-
far loro fronte a chieder soccorsi a Mar- le sovranità della chiesa d'Utrecht, ch'e-
gherita d' Austria governatrice de'Paesi gli riunì alla contea d' Olanda, cioè le

Bassi; ma le genti da lei somministrate Provincie d'Utrecht e d'OverYssel. La


operarono in vece a vantaggio di casa cessione seguì con atto del vescovo in pre-
d'Austria, che resero inleramente signo- senza e col consenso de' capitoli a' 2
ra della Frisia a'iS oltobrei523. Il ve- ottobre 1 528, in mano d'Antonio di Sal-
scovo finì i suoi giorni a Duerstede a'7 vaiiig conte d'Hogslraten incaricato dal-
aprile i524 di 5^ anni. Questo prelato l'imperalpie Carlo V, e da lui accellala
era dotto, ma mollo equivoco nella sua a' 2 dicembre seguente. Dice V Arie di
dottrina, e di costumi poco regolali, pru- verificare le date^ che Papa Clemente
(ieute e assai pohtico. Erasmo di Uotter- VII ratificò rS maggio 1 53 1 la Iraslazio-
.

UTR u t;* R 45
ne della sovranità temporale della chie- ceduti ne* Paesi Bassi uniti, ed in par-
sa trUlrechl in Carlo V ed io aggiun-
; ticolare in Olanda, dagli antichi teni'
gerò come duca di Brabante e conte d'O- pi fino al ì'jSiy Amsterdam 1749: -^^<''
landa, colla bolla Romanus Poutìfcx^ moria sulla dignità dello Statolderato
presso la Gallia Christiana^ ma in data nelle Provincie Unite, Amsterdam 1787.
de'20 agosto i52g. Carlo V avea posio La Storia in parie fu riprodotta da Gof-
in Utrecht un presidio nella rocca mu- fredo Sellio e da Benigno Dnjardin nel-
nilissima da lui costruita, ed avea pro- r Histoire generale des Provincies- U-
messo dal canto suo con allo de* 3o set- nics, Pa ris 7 57 - 7 o
I

tembre i53o,che rinnoTÒ a'i2 novem- Arcivescovato d' Utrecht e scisma


bre successivo, di conservar tutti privi- i della Chiesa d' Utrecht.
legi della chiesa d'Utrecht, uno de'quali Carlo V d'Austria imperatore cede al
consisteva nel diritto de' capitoli d' eleg- suo figlio Filippo II la monarchia di Spa-
gere ed istituire il loro vescovo; ma dice gna (^^•), e la sovranità de' Paesi Bassi,
ìlNovaes, che poco dopo Clemente VH cioè V Olanda e il Belgio^ che fece gover-
accordò a Carlo V la nomina del vescovo nare dalla sua sorella naturale Marghe-
d'Utrecht. Enrico di Baviera, ristretto rita d'Austria; ma introducendovi l'as-
alla sola autorità spirituale, così poco se dominava la
soluta autorità colla quale
ne curò, che nel Sag rinunciò il vesco-
1 monarchia spagnuola, generando mal-
vato nelle mani del Papa, ritlrossi in Ger- contento, scoppiò poi in aperta ribellio-
mania, ove poco dopo ottenne il vescova- ne. Intanto penetrando sempre più ne'
to di Worms, di cui era coadiutore, e Paesi Bassi il veleno delle nuove eresie,
mori nel 1 552. Così terminò la potenza a sostenimento della cattolica religione,
temporale e sovrana della chiesa e de' ve- di cui era zelantissimo, Filippo ]i sup-
scovi d' Utrecht. Clemente VII nominò plicò Papa Paolo IV di aggiungere nella
i.^'vescovo d'Utrecht senza tale principato regione agli antichi vescovati altri, e di
il cardinale Willelmo Enchenvocr,c\ìe i dichiarare arcivescovati le chiese d' U~
Sanmarlani dicono|nalivo non d'Utrecht, trecht per l'Olanda, Camhray e Mali"
ma hrahantimis patriae Silvae Diicen- nes pel Belgio, il che eseguì eolla bolla
sis, ossia Bois-lc-Duc. Risiedendo in Ro- Super Universas Orhis Eeelesias, de*
ma, fece prendere possesso dal suo procu- 12 maggio 1559, Bull. Boni. t. 4> P»»*-
ratore, e morì in Roma nel 534 ove sem- 1 I, p. 359. Alla metropolitana d' Utrecht
pre era rimasto. Gli successe Giorgio de* assegnò per suffraganei vescovi di Har- i

conti d'Egmont, che pacificamente go- lenijGroninga, LeM'arden, Middelburg,


vernò, ornando la cattedrale; più coll'e- Deventer (T''.). Queste chiese costituiro-
seropio che colle parole istruì i fedeli, pio, no r episcopato d'Olanda. Peri." arcive-
limosiniero, diligente pastore, severo nel- scovo d'Utrecht Pio IV a'i3 novembre
l'ordinarei chierici che voleva idonei. Mo- I S^ I promulgò Federico Schenck de'ba-

rì nel 1559 nell'abbazia di s. Amando, di roni di Tautembergdi Frisia, preside del-


cui era amministratore e vi restò sepolto, la camera di giustizia di Spira, assai dot-
il cuore venendo tumulato nella catte- to nelle divine e umane lettere , ornato
drale d'Utrecht, di cui fu l'ultimo vesco- delle qualità richieste in un pastore, as-
vo. Si ponno vedere Batavìa sacra, h..
la siduo nel governo del gregge, esempio di
Malici, De nobilitate, de Advocatis Ec- pietà,erudito e facondo predicatore, scrit-
clesiae et de Comitatum Hollandiae tore e confutatore dell'eresie. Così la
et Dìoecesi Ultraj'ectina, Amstelodamii cattedrale d'Utrecht elevata a metropo-
1816. Giovanni Vagenaar, Storia della litana, tornò alla dignità in cui era sotto
patria^ che contiene ^li avvenimenti sue- il suo x.° pastore s. Willibrordo. Frat-
4G U T II U TR
Innlo tìiIflfnndo<»i ne* Pnesì Rassi 1* eresia vo. SasboldoVosmero arcivescovo di Fi-
dt Calvinisti Ugonotti, solloii nome di lippi. Giacomo della Torre arcivescovo
Jiiendichi o Geusi, la lihellione andava* d'Efeso. Giovanni Neerkassel vescovo di
si organizzando, cnpitanala da Guglielmo Casloria. Indi riporta la serie de'preposli
1 d'Or{in2;e, che orinata mano nel 1570 e tie'decani dell'antica chiesa d' Ulrecht.
entrò nell'Olanda e Zelanda, dalle quali La s. Sede colla morte dell' arcivescovo
Provincie fu proclamalo stadtholder. In- Federico riguardò come estinto l'arcive-
di nel gennaio iSyp in Utrecht, come scovato d* Utrectit e il suo capitolo me-
si formò la famosa unione delle
già dissi, tropolitano. Di quanto precedetle,accom-
Sette Provincie unite, formanti la repub- pagnò e seguì la soppressione dell* epi-
blica d'Olanda, una delle rp.iali fu quella scopato d'Olanda, non meno dell'origine
d'Utrecht, venendo solennemente dichia- e progressi dello scisma della chiesa d'U-
rato stadtholder Guglielmo I, e perdute trecht, per aver abbracciato il Giansrni'
per sempre daFilippo 1
1, succedendo nella stno (F.) con pseudo arcivescovo d' U-
maggior parte de'popoli la rinunzia alla trecht, e pseudi vescovi d'Harlem e De-
fedecatlolica per abbracciare l'eresia. Fu venter, ne trattai nel voi. L, p. 1 49 e seg.,
promesso che la religione cattolica ri- sino e inclusive al falso e scismatico Steen-
marrebbe libera e intatta, compresa la hovcn, tutti condannati successivamente
conservazione de'religiosi e delle morfa- da'Papi, come scismatici e come gianse-
che; per cui i' arcivescovo d' Utrecht Fe- nisti refiattari. Dappoiché i successori di
derico co'suoi 5 vescovi sulFraganei cele- Steemhoven, che poi riporterò, nell'esse-

brarono un sinodo provinciale, e forniro- re eletti da'pseudi canonici vengono con-


no di avvisi salutari il clero e il popolo, a dannati da'Papi, nel ricevere la parteci-
non fidarsi delle fallaci promesse, e tener- pazione da detto scismatico capitolo, che
si in guardia da' pestiferi errori che am- osa impudentemente chiederne la confer-
morbavano la regione d'Olanda. Malgra- ma. giansenisti da circa un secolo e
I

do le convenzioni e trattati , confermati mezzo spiccati come membra putride dal


nell'unione d'Utrecht, i protestanti pre- vivo corpo della Chiesa di Dio essi non- ,

sero la somma del governo, perseguitaro- dimeno s'infingono appartenerle. Appe-


no il clero, invasero conventi e monaste- na i pretesi arcivescovi e vescovi di tal

ri, s'impadronirono de'beni ecclesiastici, setta hanno ricevuto la scismatica con-


oppressero in più modi i cattolici. La per- sagrazione , s' alFreltano di scrivere al
secuzione tosto prese grandi proporzioni, sommo Pontefice parole di fedeltà , di
il clero secolare e regolare fu cacciato dal- sommissione e di ubbidienza. L'unica ri-

le Provincie unite all'Olanda; la sede ar- sposta di sì sfacciata impostura, è la di-


civescovile d'Utrecht e le chiese vescovili chiarazione dell' incorsa scomtmica, che
sufFraganee furono empiamente soppres- suol esser loro inviala con lettere apo-
se e distrutte, ed miseramente
i cattolici stoliche sottoscritte dal segretario de'bre-
dispersi, esiliali, calunniati, atrocemente vi a''principi, dopo pubblicate colle stam-
perseguitali.L'arci vescovo d'Utrecht Fe- pe e artisse dal maestro de'cursori apo-
derico, afflittissimo ivi morì a'25 agosto stolici ne'soliti luoghi in Roma, e princi-
i58o e fu sepolto nella sagrestia della palmente nelle pareli esterne delle basi-
metropolitana. Non ebbe successori, on- liche patriarcali Lateranensee Vaticana,
de Papi nominarono vicari apostolici
i della Cancelleria apostolica, della Curia
d'Ulrechtedell'Olanda, insigniti del gra- generale a Monte Citorio, della Piazza di
do di vescovi in partihus. La Gallia Campo de'fiori. In forma di breve dal
r/j/7>//V7«tì5 registra: IN. conte di Renebur- Papa si partecipava puvea'Dilectis Fi-
go. Giovanni Brukesio designato vesco- liis universis catholicis in Belgio Bata^
UT R UTR 4?
vo coìiinioranlihus. Atliinqitee come pro- al futuro concilio. Mori egli nel giugno
vado ad accennare
misi nel luogo cilalo, 1789 , e dopo ^\n mese gli fu siurogato
lacontinuazione dello seismo della chie- Gio. Pietro Meindarls, il quale Clemen-
sa d'Ulrechl, ripetendo quanto rignaida te XII col breve Magna nos, de'6 otto-
10 vSleenhoven. due pretesi capitoli iVX]"
I bre 1739, Bull. Rom. l. i4> p. 392, lo
liecht e d'Hailero dopo essersi usurpata dichiarò incorso nelle più severe censu-
la giurisdizione del vicariato apostolico re, irrita l'elezione, vietandone la consa-
dOlanda,quello sedicente d'Utrecht com- grazione in arcivescovo, e proibendogli
posto di 7 chierici refrattari giansenisti, l'esercizio dell'ordine. Ma a* 18 dello
nel I 723 elesse per proprio chifDerico ar- slesso mese fu consagrato arcivescovo
civescovo Cornelio Sleenhoven, che sa- d'Utrecht dal sacrilego Varlet vescovo di
crilegamente fu consagrafo nel 1724 da Babilonia. Indi Papa Benedetto XIV col
mg/ Domenico M.' Vailet vescovo di hveve Àuget Pastoralem, de'24 gennaio
liabilonia , il quale pure era interdetto 1 74 r Bull. Bened. XIV, l.
, p. 1 3, lo r
,

e scomunicato; ed invece di due vescovi sospeseda ogni esercizio dell'ordine e giu-


assistenti, che non poterono trovare, con- risdizione vescovile, dichiarò interdetto,
tro le regole ecclesiastiche supplirono due scomunicato e proscritto come sedutto-
falsi canonici. Papa Benedetto XIII sco- re, lupo insidioso e (ìglio d'iniquità. Mo-
miinirò il nuovo pseudo arcivescovo e ri frattanto il vescovo di Babilonia Var-
quelli che 1* aveano eletto e consagralo. let a'i4 n»fìggioi742, onde non restava
11 breve Qua so Ilici ludine, dal Papa e- alla setta giansenistica della falsa chiesa
manalo a'22 febbraio lyaS e diretto: d'Utrecht altro vescovo che ilMeindarts,
nili'ctisFiliisuniversis catholicis inFoc' ['uomo più perduto nello scisma. Egli
dcrato Belgio commorantibns, si legge dunque perchè non mancasse la succes-
pure nel Bull. Pont, de Propagandafi- sione de'vescovi scismatici della nuova
Appendi X, t. 2,p. i i. Sleenhoven pre-
<^/r, chiesa d'Olanda, ravvivò l'estinto vesco-
tendendo di stabilire la nuova chiesa vato d'Harlem, e ne creò e consngrò ve-
d'Utrecht die principio allo scisma tut- scovo a'2 settembre 174^ Girolamo de
tora esistente. Poco dopo morì a'3 apri- Bock, al qtiale Benedetto XIV prima col
le 1725 lo Steenhoven ed a' 16 dello , breve Quamquam inhaereuft, del (."set-
slesso mese fu da'refraltari giansenisti e- tembre, Bull, cit., p. 92 dichiarò nulla
,

letto per nuovo prendo arcivescovo d'U- l'elezione e illecita, proibendo la consa-
trecht Cornelio Berckmans Roitiers, il grazione;poi condannando la seguila,con-
quale sacrilegamente consagrato dallo Irò il consagranle e il consagrato fulmi-
scomunicalo Varlet vescovo di Babilo- nò scomunica col breve Obsurdescìt
la

nia, fu come il predecessore sospeso, in- quotidie magis, de' 20 dicembre , Bull.
terdetto e scomunicato da Benedetto XI I \ cit., p. o3. Girolamo essendo morto 1'
I i (

col breve Novis istic, dei3 agosto 725,


i dicembrei744> Meindarts gli sostituì a'
Bull. Rom. 1.12, p. 23. Morto repenti- 1 5 maggio 74^ Giovanni W^an Stiphout
I

namente il Berckmans a' 1 5 maggio 1 782, pseudo curato d'Amsterdam, e nel luglio
gli fu sostituito dagli scismatici canonici seguente lo consagrò, dandone parte con
Teodoro Wander Croon,che il suddet- temeraria arroganza a Benedetto XiV,
to vescovo di Babilonia consagrò a' 28 nel chiedergli la conferma del commesso
ottobre 1783 collo stesso sacrilego rito suo reato. Il Papa col breve Hieronymo
de'due precedenti. Clemente XII con bre- de Bock, de'26 giugno l'j^S, Bull, c'ìt.,
ve de* 17 febbraio 1735 dichiarò nulla p. 236, annullò l'elezione del pseudo ve-
l'elezione di lui, ed esecranda la sua con- scovo d'Harlem, e con censure gli vietò
sagrazione, il perchè Teodoro si appellò di farsi consagrare. Saputosi poi dal Pa-
48 UTR UTR
pa la seguila consagrazione, la con{!ann^ c^s^ d'accettare il trattato; ma prote-
con sentenza di scomunica pe'fhlsi con- stando gli scismatici con una dichiara-
sagratore e consagrato, mediante ii bre- zione de' 1 2 settembre, che non avrebbe-
-ve Tarn praeclaram, de'28 agosto 1 74^, ro acconsentito giammai alla sosci izione
Bull, 244- Di pii:i Benedetto XIV
cit., p. pura e semplice del formolario Alessan-
nello stesso giugno a vea condannato l'ap- drino , né mai accettata la costituzione
pellazione d'ambedue al futuro concilio, Unigenitus Dei Filiusy coWa quale Cle-
col breve /altissimo Divinac Provìden- mente XI condannò in globo o propo- f i

tiacy de'26 giugno, Bull, cit,, p. 287 : Quesnello contenenti il danna-


sizioni di
Damnatio et prohibitio libri yCiijus titu- lo giansenismo, per quante spiegazioni
lus est: Illustrissimorum, acRcverendis- venissero loro date, cosi la proposta ri-
siniorum Archiepiscopi Ultraj'ec tensile t conciliazione non
avanzò niente di più.
si

Episcopi Harleniensis instriimentwn Frattanto il sacrilego Meindarls nel 1 757


Appellalionis ad Concilium generalcm eresse nuovamente il vescovato di De-
futuriwit a diiobus brevìbus a Sanctis- venter, ed a'25 gennaio 1758 ne consa-
simo alias expcdilis ad Catholicos in grò vescovo Bartolomeo Byevelt, pseudo
Foederato Belgio. Questi brevi di Be- parroco di Rotterdam, di cui fu riprova-
nedetto XIV e de' stioi predecessori sa- la l'illegittima e incompetente elezione,
ranno nella storia ecclesiastica un perpe- come nuova erezione del ve-
altresì la
tuo monumento non meno della perfìdia scovato, da Benedetto XI V con breve de'
ostinata de'settari giansenisti d'Utrecht, 29 dicembre 758, col quale il Papa fece
I

che della pazienza e illuminata vigilan- conoscere agli scismatici, che non erano
za, come della energica e salutare severi- essi tanto audaci nell'avanzare lo scisma,
tà de'Papi in difesa della Chiesa e della quanto egli vigilante nell'abbatterlo.Cre-
purità della fede, onde preservare i cat- sciulo secondo il narrato il niuiìero de*
tolici olandesi dalie mani degli scismatici falsi vescovi della nuova chiesa d'Olan-
e da* loro errori. Finsero dipoi gli sci- da , il Meindarls essendosi arrogalo nel
smatici di volersi riconciliare colla s. Se- 1763 ildiritto di metropolitano, convo-
de, e però Benedetto XIV nel 1748 sta- cò e tenne a' 1 3 settembre un sinodo pro-
bill avanti di se una congregazione di vinciale nella sagrestia della chiesa par-
cardinali, dalla quale uscì il decreto de* rocchiale di s. Geltrude d* Utrecht, al
6 ottobre, in cui si dichiarava , che gii quale egli presiedè, coli' intervento de*
ultragettini sarebbero riammessi alia co- pseudo vescovi sufTraganei della falsa
munione della Sede apostolica e della s. chiesa d' Utrecht, cioè d* Harlem e di
Chiesa, quando essi sottoscrivessero pu- Deventer, di 6 canonici e 9 parrochi, tul-
ramente il formolario di Alessandro VII, li come giudici (ecco il fonte donde il

nel quale si condannano le 5 Proposi' Ricci poi vescovo di Pistoia attribuì a*


zioni(y.) cavate dal libro di Giansenio; curati l'eguaglianza de' vescovi nel giu-
e si sottomettessero sinceramente alle dicare al suo famoso sinodo, che Pio VI
pontifìcie costituzioni emanate contro gii condannò con bolla dogmatica), e di al-
errori di Giansenio e di Quesnello. Que- tri ecclesiastici, come teologi, che ne ven-
confermata con altro
sta sola richiesta fu nero fìno dalla Francia. In questo Conci-
decreto della stessa congregazione depu- liaholo^W scismatici slessi slabilironoca-
tata delr.**maggioi749;nia gli scismati- noni intorno alla fede, a' costumi e alla
ci stettero saldi alla negativa della richie- disciplina, come se perciò avessero l'au-
sta condizione, onde la s. Sede si vide erano privi. Il presidente
torità, di cui
necessitata a rigettare suo malgrado le ne pubblicò gli alti colla stampa, ed eb-
loro istanze. Nel 1752 Benedetto XIV ri- be ii temerario ardire di parteciparli
UTR U T R 49
con lettera (le'2 i settembre al Papa Cle- dissimulazione, che medesimi
i refrattari
mente XIII, adi domantiaine la confer- detestano in Libcrioed in Onorio I, e dal-
mn. Qiiesto vigilante pastore della Chie- l'altra parte non volevano piegar la men-
sa universale , dopo maturo e rigoroso te all'apostoliche ordinazioni; così questi
esame, e perfettamente consapevole del- nuovi tentativi andarono nuovamente a
le ree massiniedi questi scismatici, lo di- vuoto, non ostante la costanza e la dol-
chiarò nullo, illegittimo e detestabile; lo cezza, che in essi vi adoperarono succes-
chiamò conciliabolo d' Utrecht, ne re- sivan)ente i due nunzi apostolici di Brus-
scisse , irritò e cassò gli atti tutti , e ne selles, Busca e Zondadari, poscia cardina-
vietò severamente la lettura, la vendita li, de'quali tutte le savie e zelanti premu-
e la distribuzione. Ciò fece colla bolla Non re restarono inutili, pe' cavilli solili de*
sinc acerbo aiiinio, de'3o aprile 1765, giansenisti. Morì intanto nel dicembre
Bull, Ro/n. coni. t. 3, p. 67, e Bull. Pont, 1777 il falso vescovod'Harlem Van-Sti-
(le Prop. fule^ l. 4> P« 9^- bidi Clemen- phout, a cui dagli scismatici fu dato per
te Xi li col breve L'gregìatn a Nobis^ de* successore Adriano Broekman parroco ,

29 ottobre 1765, Bull. Boni. cont. l. 3, diCorleuJjurg. Il Nieuwenhysen pseudo


p. i4o: Colonienses Unù'ersilateni coin- arcivescovo d' Utrecht, dissimulando le
meiidat prò evulgato judìcio contra li- passale vicende, ne partecipò l'elezione a
bruni Justìnii Febronii^et Acta Pseudo- Pio VI, e con inaudita baldanza gliene
Synodi Ultrajeciinae. E col breve Pa- domandò l'approvazione. A questa sfac-
storaltm Epistolani , emanato in detto ciataggine inorridì il Papa, e seguendo le
giorno, Bull, cit., p. i/^w Cuni Episco- vestigia de' suoi predecessori diresse il

po Leodicnsi gratulatur prò pastorali breve Piane cognitmn vobìs, de'22 luglio
ab ilio edita, etevulgatione Apostolicae 1778, Bull. Boni. cont. t. 6, p. 20, a'

Constitutionis,(jua Pseudo-Synodus Ul- cattolici delle provincie unite d'Olanda,


trajectina proscrìbitur. Essendo morto in cui riprovò e dichiarò nulla, nefanda,
Meindarlspseudo arcivescovo d'Utrecht, illegiltima e sacrilega tale elezione, la re-
com'era vissuto, ostinato sempre nella sua scisseed abrogò il pseudo vescovo d'Har-
detestabile disubbidienza, i falsi canonici lem Broekman da ogni uso della giuris-
d'Utrecht gli surrogarono Gualtero Mi- dizione vescovile, e sotto pena delle più
chele Van-Nieuwenhysen, che il pseudo tremende censure vietò al pseudo arcive-
vescovo d' Harlem Van-Stiphout consa* scovo d'Utrecht Nieuwenhysen, ed a qua-
grò a'7 febbraio 1768. E Clemente XIII lunque altro ancorché legittimo vescovo
lo sospese, interdisse e scomunicò col bre- o arcivescovo di consagrarlo. Sperava Pio
ve Etsi satisj dell. ''giugno 1768, Bull. VI che questo rigore temperalo da e-
Boni. cont. l. 3, p. 5 1 7, e Bull, de Prop. spressioni amorevolissime, facesse torna-
fide , t.'4j pi i5. Si riaprirono tuttavia re ravveduti i refrattari giansenisti al suo
i trattati di riconciliazione nel pontifica- seno, ma
con indicibile»,suo rammarico
to di Clemente XIV, fra le risposte me- seppe, che a'2 luglio si passò alla con-
i

morabili del quale, dice Cancellieri nel- sagrazione dell'elello, dal quale lo stesso
la Storia de' possessi ù p. 4^4 > nierita Papa ricevè una lettera scrittagli nel dì
menzione distinta quella che die ad uno seguente, in cui gli partecipa l'avvenuto.
che gl'introdusse il discorso della riunio- A tanto eccesso di temerità stimò Pio VI
ne della chiesa d'Utrecht: Adorate, cjuae di dover fulminare nuove censure col
incendistis; incendile, quae adorastis. breve Dcdinius advos, de' 5 agosto, Bull.
Le trattative dell'unione
si proseguirono cit., p. 28, egualmente diretto agli stessi

col successorePio VI, ma siccome da cattolici dimoranti nelle provincie olan-


questi Papi volevano gli scismatici uaa desi, ed a ferire que* pertinaci colla sco-
VOL. LXXXVII. 4
2

5o UTR UTR
niunica,i quali insultavano la Sede con s. Ulrecbt clic negli altri luoglii d* Olanda,
lelteiedi simulata sommissiuno, accom- il numero di que* cbe da Roma ricono-
pagnate dagli atti della più ostinata disub- sciuti sono per cattolici e cbe vivevano
J>idienza. La nìorle del Dycvclt, clie si di- contentissimi sotto la direzione de'vicari
ceva vescovo di Devenler, die luogo ad apostolici, era molto maggiore dell'altro.
altra sacrilega elezione nella persona di 1 nollre del bergamasco Mozzi si ha la Sto*

Nicola Nelleman, parroco di s. Orsola di ria delle ris'oUizioni della chiesa d'I!-
33eUt e canonico d'CJlreclil, segnila a' trecìity Venezia 1787. Il Bercastel nella

settembre 778. I il IN'ieuwenliysen locon- Storia del Cristianesimo, l. 34, n.°i86


sagrò a'28 ottobre, e con nuovo insulto e seg., ragiona de'maneggi degli ultrajel-
j)rontameute partecipò l'elezione e la con- tini per riconciliarsi colla s. Sede, ripro-
sagrazionea Pio Vl,ilqualecol breve iW vando la costante avversione all' ubbi-
va- et in cìies dcleriora, de' 18 gennaio dienza ,
percliè lenendo sempre il lin-

1779, Bull, cil., p. 64, le riprovò e a- guaggio della rassegnazione, ricalcitrava-


natematizzò , rilavando in esso, die se no a[)ertamenfe alle voci del supremo pa-
alla cousagrazione di Broekman sedicen* store de'fedeli, e pretendendo di volerle
te vescovo d'Harlem vi fu solitudine, a seguire, conoscendo d'essere separali dal-
cagione del diinìnnìto numero de'settaii Cbiesa, e sforzan-
l'unità dellu cattolica
giansenisti, clie ogni giorno andava sce- dosi di fur credere cbe non ne erano
mando nelle [)rovincie olandesi, questa punto disgiunti. Riporta egli pure frat- i

del INelleman fu privala e clandestina, tali di riconciliazione con commendati-


per arrossire il consogranle di sua ulte- zia dell'imperatrice Maria Teresa, inta-
riore temerità. Indi l'erudito ex gesuita volati con Clemente XI V, onde concepite
canonico di Bergamo conte Luigi Mozzi buone speranze da' deputali baiavi in-
nel I 785 stampò in Ferrara: Storia coni- viati a Roma, tosto gli ultrojettini rima-
pcndiosn dello scisma della niiovachie- sero delusi dal riferito risoluto e brusco
sa d'L'tiechtf diretta a monsignor Ve- dilemma pronunziato dal P^pa: Adora
scovo di da D. A. D. C. All'egregioau-
... ciochehai abbruciato , abbrucia ciò che
lore Pio VI spedì un breve di congra- haiadorato. Intese dire: accettino prima
tulazione. Ne die ragguaglio il Giorna- gli ultrajeltini il formolario d'Alessandro
le. Ecclesiastico di Roma nel 1.
1, p. 23, VII e la bolla Unigenilus di Clemente
ilquale osserva e loda le riflessioni con XI, detestino la resistenza finora fatta al-
cuisi vendica la Cbiesa roo)ana dalle ca- l'uno e all'altra; pel resto ci presteremo
lunnie de'suoi nemici, quali pretendono i a lutto, ma senza di questo non occorre
tlie abbia esercitata tirannia contro gli di venire a parlamento, e li licenziò. Nar-
nllrajeltini, e s'impugna l'insussislente e ra pure tentativi falli dagli ultrajetlini
i

infame parallelo fatto dal conte di Trauts- con Pio VI, andati a vuoto per ostinarsi
inandorf della condotta della Cbiesa ro- nelle loro erronee privale opinioni per ,

mana riguardonglinllrojettini medesimi, orgoglio ricusando sollometlersi a' giu-


con (|uelia tenuta da' vescovi africani a dizi della Berca-
Cbiesa. Parla ancora il

riguardo (ìe Donatisti. Sì osserva altresì stel de'pseudo arcivescovi e vescovi d'U-

dall'autore della Storia, cbe la Cbiesa di Irecbt, Harlem e Devenler, degli scismi
Francia è andata su ciò coslanlemenle di quelle cbiese, e de'brevi di riprovazio-
d'accordo colla romana, e cbe molte ne di Pio VI. Nel i833 fu stampata in
volle è stata quella lai." a esercitare al- Fermo l'Allocuzione tenuta in Utrecht
cuni alti d' ecclesiastico rigore contro nel tempio cattolico di s. Martino a'RB,
quella tal cbiesa , e molte altre cose si Pastori delle sagre missioni d'Olanda
avvcilonu; precipuameiile, cbe tanto in il dì 20 settembre i'jc)i dall'apostolico
UTR UTR Si
superiore arch>escovo di Nixihi Cesare questo scisma, deplorando che allora fra*
Brancadoro, allora nunzio di Crusselles gallicani emigrati e fra' preti esuli da
e poi cardinale, veramente degna di quel Francia ,
per la fede de* padri loro e la
retante e dotto principe della Cliiesa ro- fedeltà ai re, frequentavano le chiese sci-
mana. In essa ricorda la visita fatta ne* smatiche e nelle cose divine comunicava-
luoghi delle missioni apostoliche «l'Olan- no coU'arcivescovo interdetto, con pub-
da, l'amministrazione de'sagramenti del- blico scandalo. Esortando i cattolici o-
IaConfermazione,deirEucnrislia,deirOr- landesi a vivere separali e lontani dagli
dine, del suo amore e sollecitudine ver- scismatici e da' loro seguaci, ma di non
so il gregge afìldatogli, lo slato progressi- mai perseguitarli co'detti o co' fatti, con
vo e lodevole delle missioni; e si ammira- ingiurie o contumelie, dovendo esser be-
no l'esortazioni evangeliche con facon- nigni e compassionevoli, e piegare Dio
dia pronunziate. Ricordò a* detti parrò- perchè si ravvedino, secondo le paterne
chi ecooperatori. «Che dall'infausto prin- pontificie esortazioni. Gli successe nella
cipio di cpieslo deplorabile scisnja sino a' soprintendenza interina delle missioni in-
dì nostri, tulle le volte che o la temerità glesi, e qual superiore delle missioni d'O-
si avanzò ad e-
del capitolo ultrajettino landa, mg."^ Annibale della Genga arcive-
un arcivescovo, o l' intruso anti-
lensersi scovo di Tiro e nunzio di Colonia, poi glo*
canonicamente a tal grado pretese di de- riosoLeone XII. A suo tempo essendo
stinare de'pseudo vescovi in Harlein o a morto il pseudo arcivescovo d* Utrecht
Deventer, la s. Sede apostolica con let- Nieuwenhysen, a*io maggio 797 gli fu i

tere in forma di breve di rette a'fedeli del- dato in successore Gio. Giaconìo Van-
la federazione del Belgio, solennemente Rhyn,checonsogròil falso vescovo d'Har-
dichiarò così fatta elezione e designazio- lem Broekinan; laonde Pio VI col breve
ne illecita, nulla, irrita, invalida allatto, Ferlaiiis ad Nos y de' 26 agosto «797,
e la susseguitane consagrazione nefaria, Bull. Rom. coiit. t.io, p. i (6, ne con-
sacrilega, esecranda , scomuniche fulmi- dannò l'elezione e la consagrazione , di-
nando ed anatemi, e della cattolica co- chiarandolo sospeso e scomunicato vi-
munione privando, e denunciando come tando. Il successore Pio VII ne rinnovò
vitandi eletti insieme ed elettori , consa- la sentenza, anche per aver consagrato »

grali e consagranti, e tutti coloro, che co- vescovo d'Hailem e suo pseudo suHraga-
munque prestato a vesserò aiulo,consigl io, neoGiovanniNieuwenhysen, condannan-
consentimento ed opera in tali elezioni e do e scomunicando ambedue col breve
consagrazioni: non ignorate che la mede- Dani urgente univcrsif del i.** ottobre
sima s. Sede gli eletti e consagrati , de* 1802, Bull, cit., t. r, p. 4^2. Elettosir

quali parliamo, pronunziò sos[)esi da qua- a vescovo di Deventer Gisberto de Jong,


lunque esercizio tanto dell' ordine quan- Tarcivescovo Rhyn lo consagrò assistito
to della giurisdizione , e che tutte le de- dall'altro scismatico vescovo d' Harletn,
stinazioni da loro fatte e da farsi per contro lo statuito da' sagri canoni e dal
qualsivoglia officio al regime dell'aninje pontificale romano, e de Jong ebbe l'ar-

appartenente, decretò irrite e di nessiui dire di parteciparlo a Pio VII con lettera.
tralore, e stabilì, che si avesse a riguardar Il Papa col breve Perlatae ad Nos-^iìtì
come sospesi, ed anche irregolari se a- , 1 4 dicembre i8o5, Bull, cit., t. 12, p.
vessero esercitalo gli ordini, tutti coloro 4oo, condannò tale elezione e consagra-
che per l'autorilà di tali vescovi ricevu- zione, i falsi arcivescovo e vescovi e chiun-
to avessero l' imposizione delle mani". que vi avesse cooperato, dichiarandole ir-
Rammenta i sunnoniinati Papi ch'ebbe- rite, nefande, sacrileghe, illegittime, per-
ro il costante iuteudimeuto d' estirpare chè fatte contro le leggi della Chiesa, e
52 UTR UTR
che fossero riconosciuti per scismniici e codice giansenistico. Riporta il n.T) del
scomunicali vitandi. Il pseuilo de Jong 1 Hai io di Homa del i82(), che essendo
vescovo di Devenler,dopo over conlribiii- morto lo scomunicato e scismatico Van
lo all'elezione di Willibroido Vai» ()s a Os arcivescovo d' Ulreclil, gli scismatici
scismatico arcivescovo d'Utrecht, locon- di sua setta, sempre costanti nella loro

sagrò a' 24 api ilei 81 4; e Pio VII nello perlinacia, siurogorono a lui con crimi-
slesso anno col breve Inter niaximns, nosa illegalità Giovanni Van Santen; il
de'7 settembre, Bull, cit., I.i3, p. 827, quale unendo l'insolenza alla colpa, con
condannò l'elezione e 1' ordinazione , di- audacissima lettera osò annunciare In sua
chiarandole illecite, nulle, illegittime, sa- elezione e consagrazione alla s. Sede, ri-
crileghe, fuhnininidu l'anatema conlro i cercando da Leone XII d'essere ricono-
sedicenti vescovo e arci vescovo,non meno sciuto per legittimo pastore delia chiesa
conlro quelli clie vi cooperarono. Narra d'Ulrecli l.Non poteva il Papa in tale cir-
il n.° 67 del Diario di Roma del 1825, costanza dimenticare, siccome quegli sci"
che gli ostinali scismatici d' Utrecht a- scismatici avrebbero voluto, la sua digni-
\endo proclamato di recente vescovo di tà di supremo Gerarca, l'autorità della
Deventer GuglielmoVet,-il quale con let- Sede apostolica, e le prescrizioni de'sagri
tera de'i3 giugno 1825 non arrossì di canoni: onde con lettera apostolica de'i3
rendere consapevoledi sua elezionee con- gennaio 1826, diretta a tutti i cattolici
sagrazioneil Papa Leone XII; penetrato del Belgio Baiavo, nella pienezza de 'suoi
il santo Padre da quest'esempio di per- pontificii poteri, sottopose rigorosamen-
tinacia negli errori giansenistici, e nella te Giovanni Van Santen alle medesime
disunione dal centro dell'ortodossa uni- censure ecclesiastiche di i.^ classe, delle
tà, a' 19 agosto diresse un breve aposto- quali era stato gravato da Pio VII il pre-
lico a tulli i cattolici dimoranti nel Bel- decessore Van Os. Il Santo Padre nondi-
gio Datavo per avvertirli della nullità di meno, in mezzo a'suoi giusti rigori, non
tal promozione, e dell'ecclesiastiche cen- volle chiudere allo scismatico le vie del
sjue da cui Irovansi innodati tanto il pro- ravvedimento, ne toigli la speranza del
clamato quanto quelli i quali nella sacri- perdono; per cui si degnò far sapere pa-
lega inaugurazione sua avevano avuto ternamente, colla lettera apostolica, che
parte; e paternamente gli esortò a fuggir- se il Van Santen abiurava il suo scisma,
ne il consorzio, e rimanere costanti nel- ubbidiva alle leggi di s. Chiesa, veneras-
la cattolica comunione. Terminando il se i decreti della s. Sede, egli lo accoglie-
breve con mostrare il più vivo deside- va cou»e figlio carissimo fra l'amorevoli
rio del ravvedimento de'traviati, che es- sue braccia, contento di poter esclamare:
so implora con fervide preci al Signore. Abbiamo curato la Babilonia^ ed ella
Dice l'Arlaud nella Storiadi Leone XII^ e sanata. Sia benedetto il santo nome di
che essendo l'Olanda agitala dalle tur- 7>^/o.GregorioXVI (che da cardinale qual
bolenze che vi suscitava una riunione co plenipotenziario di Leone XII avea con-
iiosciuta sotto il nome di piccola Chie- cluso col re de' Paesi Bassi il concorda-
sa^ Leone XII col dello breve si rivolse to che riporta il Bull. Rom. cont. nel l.

a'caltolici d'Olanda, gemendo nel veder 1 90, che il Papa approvò colla bol-
7, p.
la Chiesa cattolica turbata dallo scisma la Quodj'aindiu maximis^ de* 6 agosto 1

d'Utrecht; ed osando Guglielmo Vet ap- 1827, e promulgò nel concistoro de' 17
pellarsi vescovo di Deventer, con aver a setlefnbre coll'allocuzione Quas prò in-
con lettera
hii notificato la sua elezione, staurandisy loco cit., p. 94; quindi altre
che r intruso avea studiatamente inor- cose dovè operare sotto Fio FIIIj e ri-
pellala di adulazioni, secondo i canoni del ferii il tulio ne'qui ricordali articoli) col
5

UT R UTU 53
breve In Snncta hac Pi- tri iSer/^,de'4 set- Ristabilimento della Gerarchia eccle-
tembre 843,coiidannò l'elezione e la con*
1 siastica nella Neerlandia o Paesi
sagrazione d'Enrico Giovanni Van Bimt Bassi.
nuovo vescovo falso d'Harlem, consiigia- Conviene che anzi tutto faccia un fu-
lo da Vaii Sanlen arcivescovo scismatico gacissimo cenno del riferito da me al-
d'Utrecht, pronto di ricevere ambedue I'articoloPAESiBASsi,per meglio compren-
nel grembo della Chiesa cattolica seab- dere quanto precedette il glorioso avve-
biiirassero i loro errori. Nel i853 Er- nimento, e quali cose lo prepararono e
manno Heykamp divenne nuovo vesco- maturarono. Grande fu il male che pro-
To settario di Devenler, ed imitando l'u- dusse a'cattolici l'infelice, deplorato e o-
so degli scismatici suoi maggiori, scrisse stinato scisma della sedicente chiesa d'U-^
le soli le frasi alla s. Sede. Il regnante Pio trecht, infinite le vessazioni e le violenze
IX in virtù del potere apos^tolico scomu- patite, sì pe'giansenisti e sì pe'dominanti
nicollo, e con lui quanti concorsero alla protestanti; mirabile ed edificante la co-
nomina e alla consagrazione del mede- stanza nella vera fede de' medesimi cat-
simo, ordinando ne' termini più formali tolici. In conseguenza dell'insurrezione
che tutti i cattolici abbiauli in conto di del 1787 de'Paesi Bassi contro Giuseppe
scomunicati. Nel voi. LXXIlljp. 4^, nar- Il imperatore d' Austria, i cattolici della
rai quanto precede, accompagnò e segui repcdjblica d'Olanda doveano ricuperare
il decretalo dogma dell'Immacolato Con- la libertà religiosa; ma quantunque la

cepimento di Maria Vergine, nel dicem- chiesa cattolica fosse annoverata tra !e
bre 1 854 promulgato dal medesimo Pio religioni tollerale dallo stato, soltanto nel
IX; e uell'accennare le dimostrazioni so- I
798 ricuperarono esse le chiese e altri
lenni e universali di giubilo religioso per loro edilizi, tranne i , che però
cattolici
slcomuiovente avveiémento, ricordai pu- nel resto furono emancipati, prima essen-
re quelle de'catlolici del Belgio e dell'O- do malamente tollerato il loro culto. An-
landa. Quindi osarono gli attuali 3 falsi zi nell'Olanda settentrionale che a'catto-

arcivescovo d' Utrecht, e vescovi d' Har- lici per la loro immensa maggioranza si

lem e Deventer , scismatici e giansenisti doveano restituire tutte le chiese e altro,


della provincia d'Utrecht, tulli scomuni- poco essi ottennero. Nel 1806 1' Olanda
cali e già condannati dalla s. Sede, di pub- da Napoleone I imperatore de'francesi fu
blicare una riprovevole pastorale col ti- eretta in regno a favore del fratello Lui-
tolo: Ondcrrìgit van den
l'ierderliik gi, padre di Napoleone III regnante im-

Aertshisscop van Utrecht , en de Bìss» peratore de'francesi, indi nel 1 809 la riu-
choppcn van Ilaarlenien Deventer over nì al suo impero, ed i cattolici provaro-
de Oubevelekte Ontvangenis der IL no alcuni miglioramenti. Però nel 181
Maaagd 31aria(\L\e&\.: Instruclio Pasto- nell'erezione del regno de'Paesi Bassi, in
ralis Archiepiscopi Ultrajecti ac Episco- cui fu compresa, nuovamente la chiesa
porum Harlemensis, et Daventriensis su- cattolica fu posla sotta una specie di tu-
per Immnculata Couceptione D. Mariae tela, e quindi dal governo neerlandese si

Virginis). Te Utrecht, By J. z\.Van Woe- operò sempre a danno de'catlolici. Il per-


slenbergi856. Con decreto della s. r. In- chè Pio VII, ch'era entralo in trattative
quisizione de' 4 dicembre i856 fu con- col governo per organizzarvi l'ecclesiasti-
dannata e proibita di stamparsi, ritenersi ca gerarchia, non ebbe la consolaziooedi
e leggere da' cattolici l'iniqua Pastorale vederne il progresso, restando troncate.
con grave censura , e posta nell' Indice II riportato concordato tra Leone XII Pa-
de' libri fìToibitiy il tutto approvando il pa e re GuglielTno I, concluso dal cardi-
Papa Pio IX. nal Cappellari e dal coute di Cellus nel
54 UTR UTR
1827 , che riparlai n Umvebsita di
ili the, con Delden capoluogo, risiedendo
LovAKio e nella hiogialia ili Pio Fllly l' arciprete in Vasse presso Almeloo. 5."
per volere del governo non recò a Inlli Dell'arciprelura di Salland e Drenlhe,co'
i cntlolici del regno, e spccialmenle alla capoluoghi Zwolle della 1.' provincia, e
chiesa d'Olanda, qne'vanloggi ch'erano Assen tiella 2.* residenza dell'arciprete.
siali slipolali. Leone XI 1 e il cardinal Gap- 6. ''Dell'arciprelura di Frisia o Friesland,

pellari ebbero con tale allo precipuamen' con Lewarden capoluogo e residenza del-
le in mira il rislabilin^ento delld gerar- l'arcijìrete. 7.° Dell' arcipretura di Gro-
chin cailolica per tulio il regno, ina nel- ninga,con Groninga capoluogo e residen-
l'esecuzione del concordalo la sola parie za dell' arcip) eie. Queste provincie cosi
meridionale del regno, ossia il Belgio, ne divise costituiscono 7 arciprelure o di-
provò gli ellelli. Finainienle neh 83 i la stretti, a ciascuno de' quali presiede un
rivoluzione del Belgio, da'Paesi Bassi se- arciprete, che sotto di se ne' decanati in
parò affatlo le provincia meridionali, co* cui sono riparlile l' arciprelure hanno
stituite nel nuovo regno del Belgio^ ri- molti parrochi, con 4 06 parrocchie e 4^0
conosciuto da Gregorio XVI col manda- chiese. La missione dipende per la s. Se-
re un nunzio apostolico in Brusselles, re- de iuimediatamenle dalla cardinalizia
stando le Provincie settentrionali sollo lo congregazione di Propaganda ^/V/c. L'in-
scettro diGuglielmo l,col nome di regno caricalo d'affari inleruunzio apostolico
INcerlandese o óe' Paesi Bassi. Dopo a- del Papa all' Aja, per decreto di Grego-
vere riferito nel ricordalo articolo una rio XVI nel i83i fu dichiarato vice-su-
rassegna storica intorno allo sialo della periore delle medesime missioni d'Olan-
religione cattolica in Olanda e altre prò- da. Inoltre riportai la statistica del clero
vincie settentrionali, dalla fatalissima pre- secolare e regolare, degli stabilimenli s\

tesa riforma sino al 1 840, aggiunsi le no- di pubblico insegnPnìento che di pia be-
tizie sino ali85o; e passai indi a descri- neficenza. Dissi che nel 1834 il governo
vere la ^fissione delle ^ Arcipretured' O- regio offri uno stipendio al clero cattolico,
landa o settentrionali de'Paesi Bassi, che cioè un 3." dell' assegnato al protestante,
per loro eterna sventura con ribellarsi a facendo il confron lo numerico de'catto-
Filippo li abbandonarono la religione liei cogli acattolici. Dal 1840 in poi, os-
cattolica per abbracciare l'eidetica sella sia dal re Guglielmo II soltanto si verificò
del calvinismo. Pertanto descrissi le mis- la libertà del culto cattolico. Siccome il

sioni,! decanali e loro luoghi. i.° Dell'ar- il re Guglielmo 11 pel suo regno d'Olan-
cipreture ^'Olanda e di Zelandayhi.* da o Paesr Bassi nel 1840 voleva attua-
con Amsterdam capitale dell'Olanda, già re il concordato elaboralo dal cardinale
costello d'Amslel, residenza dell'aicipre- che allora governava la Chiesa col nome
le d'Olanda, da Napoleone 1 dichiarata di Gregorio XVI, per le gravi opposizioni
la 3.^ cillà dell'impero francese, dopo Pa- che trovò ne'prolestanli, si contentò che
rigi e Roma; la 2/ con residenza dell'ar- intanto ilPapa istituisse i discorsi vicariati
ciprete di Zelanda all'Aja capitale del apostolici e meglio stabilisse i preesisten-
regno de'Paesi Bassi, coulenenle l'arci- ti. Finaluìente tiescrissi i 5 vicariali apo-
prelura anche Harlem, lacui cattedrale stolici de'Paesi Bassi del Brabanle setten-
è la più grande dell'Olanda, non che Mid- trionale, i, ''Il vicariato apostolico di Bois-
delburgo. a.'^Deirarcipretura d'Utrecht, le-Duc, dicui neh 83 I Gregorio XVI fe-

colla residenza dell'arciprete in Utrecht. ce amministratore apostolico d. Enrico


S.** Dell' arcipretura di Gueldria, con Den-Dubbelden, indi nel 1842 lodichiarò
Arohem 4"
residenza del suo arciprete. vicario apostolico e vescovo d' Emmaus
Pell'arciprelura di Over Yssel oXhweu- in parlibusj e nello stesso tempo gli as-
UTR UTR 55
segnò per coadiutore mg/ Giovanni Zuy- modo che vado a narrare, avendone io

sen (alluale arcivescovo tl'Utreclil) e ve- già fallo cenno nel più vulte citato articolo
scovo ili Gena in parlibus , dappoiché pubblicato nel i S5 ,con
r dire delle copiose
iti tulli i vicariali aposloiici d'OIamla, co- suppliche indirizzategli da'cattolici d*0-
me in Inghilterra eaIlrove,quel Papa vol- landa per ottenere de' vescovati come in
le porre de'vescovi, pel da lui vagheggialo nntico. Perciò raccontai, che neldicem-
proponimento e vasto concetto di ripristi- bre i85o governo acattolico d'Olandii
il

narvi la gerarchia ecclesiastica. 2." il vica- del reGugliehno 111 regnante, mentreera
riato apostolico di Grave, Ravestein e Me- internunzio apostolico e vice-superiore
gen, eretto neh 83 i daGregorio XVI, e lo delle «nissioni d'Olanda mg.XarloBelgra-
dièinainmiiiistrazioiieal precedente vica- do (ora vescovo d'Ascoli, e di cui nel voi.
rio apostolico con residenza in Grave. 3." 11 LXXzMI, p. io5), avea manifestalo un
vicariato apostolico di 13reda, istituto nel profondo rispello alle libertà religiose,
i8o3 da Pio VII, e meglio stabilitone! col dichiarare che vedrebbe colla mag-

1842 daGregorio XVI,e vi pose un vesco- gior soddisfazione il ristabilimento della


vo a vicario apostolico, con residenza in gerarchia della Chiesa cattolica ne'Paesi
Creda. ^° 11 vicaiiato apostolico di Liin- Bassi, coerentemente al principio e alla
bargo,neli84o istituito da Gregorio XVI GOtnunicazione nel 84*2 1 latta sotto il pon-
con estensione grandissima, e nominò un tilìcato di Gregorio XVI, al sinodo della
vescovo a vicario apostolico, con residenza sedicente chiesa riformata Neerlandese
in Limburgo. 5.° Il vicariato apostolico di de* Paesi Bassi, per la libera organizza-
Lussemburgo, istituito da Gregorio XVI zione delle dilferenti comunioni religio-
nel 1840, dichiarantlo un vescovo vicario se; principio confermato poi nel 1848
apostolicOjCon residenza in Lussemburgo. nella revisione delle leggi fondamentali.
Oltre la descrizione tle'luoghi de'mento- Ora colla Civiltà CaUoiica e l' udiciale
vati vicariati, ragionai dello sluto religio- Giornale di Roma vado a narrare il gran-
so di ciascuno, e notai che tali vicari apo- de alto pontilìcioesua ammissione, che
stolici furono consagrati damg."^ Cornelio Iddio operò per via di ragionévole discus-
Lodovico barone di W^kersloolh e di sione nell'Olai da acattolica, da prima
Schalkwyk, da Gregorio XVI tanto sti- infuriata di veder rimessa ne'propri stati
mato enei 832 1 fatto vescovo di Curiuni, l'ecclesiastica gerarchia de'cattolici ;
gri-

il i.° vescovo olandese che dopo piti di dò irragionevolmente come nuove usur-
100 anni fece residenza in Olanda, e si pazioni, d'invasione papale, d'ambizione,
recò in Roma a*3i gennaio i84o. L'in- di rei disegni. Ma queste grida non eb-
defesso zelo religioso di Gregorio XVI bero nemmeno il merito della novità del-
per la propagazione ed esaltazione della l' oggetto al quale furono applicale, ed
Chiesa universale non si limitò alle cure ebbero dall'altra parie il grande vantag-
paterne delle 7 arcipreture delle missio- gio d'essere già stale cor»futate di recen-
ni d'Olanda, ed allo stabilimento de' 5 te da'falti d'Inghilterra nella restaurala
accennali vicariati apostolici della slessa gerarchia cattolica con J^Vestniinster(f'' .)

ede'Paesi Bassi, ma come narra ancora per melvopolitana. L'Olanda acattolica,


ing."^ Fabi-Montaoi a p. 6, // Semina- condotta a più ragionevoli cousigli, rico-
rio Pio , moltissimo caldeggiò e sospirò nobbe poi come legittimo l'operato dal
la restituzione alla Neerlandia e Paesi Bas- Papa, e couje richiesto dal bene stesso
si della sua gerarchia ecclesiastica, il che de' suoi nazionali ; n)entre colla creazio-
pure dichiarò il venerando successore Pio ne della nuova provincia ecclesiastica
iX coll'allocuzione Curii placucrit,\\(\uiì' d'Olanda regno de' Paesi Cassi cessa-
ebbe la gloria di poterla cifettuure nel rono le missioni delle 7 arcipreture ed i
56 U T a UTR
vicariali apostolici, tranne quello di Lus- alquanto, finché si calmassero gli animi
seiiibiirgu che lo leggo ancora registrato inaspriti. Intanto rimanendo le altre pru-
nelle nOìciali Notizie di Roma del i JS "Jy e viiicie inistalo di missione, si eressero (ila

dell 858, ina senza il vicario apostolico, (Gregorio XVI)Brabante selleiilrio-


pel
perchè wg/Laurent vescovo di Chersona naie e per il Lind)urgo 3 vicariali apo-
e l'alto da Gregorio XVI morì neh 856. stolici, che durarono (ino all'aprile 853. 1

Tultavolla posso io qui dichiarare, che Sopraggiunse il 1 848, anno n»alaugui alo
venne tosto dichiarato pro-vicario aposto- a tante nazioni, meno fmieslo [)erò a'cat-
lico il presente mg/ D. N. Adanies. Narra lolici olandesi; perché la nuova costitu-
la Civiltà Cattolica^ 2." serie, t. 2, p. 344 zione che riconfermava il princi[)io del-
e 4^3, che a ben comprendere la que- la separazione dello sialo dalla Chiesa at-
stione agitala nell'Olanda per la ripristi- tribuì a tulle leconumioni religiose il di-
Dazione della gerarchia cattolica, è ne- ritto di ordinarsi secondo le leggi del pae-
cessario accennare alcuni preliminari. se. Quindi ebrei e proteslanli tolsero a
>i Nel i8i5 dopo assestati gli aifari po- riorganizzare i loro culli. Anche i catto-
litici d'Europa entrò la s. Se(Je(o l^ioVU) lici protetti dulia legge che noi divieta
in trattazioni col governo de'Paesi Dossi inviarono al S. Padre (Pio IX) nnu»erose
per organizzarvi l'ecclesiaslica gerarchia; suppliche pel riordinamento della tanto
ina ogni fatica tornò vana e i negoziati sospirata gerarchia. Le Iraltalive ebbero
rimasero per allora iudeljniti. Questi si luogo,e noi ne accenneremo le principali,
ripresero 12 anni dopo (da Leone XII) dopo indicato brevemente quali siano i

con esito più fortunato in quanto allo sla^ nemici contendenti a' cattolici quella li-

bilire il diritto e conchiudere il patto (il bertà che loro concede la costituzione.
concordato suddetto) ; l'esecuzione però Mollissiuji sono in Olanda i partili acat»
non rispose che in parte alle promesse. lolici; possono però ridursi a 3 principa-
Poiché, sendo decretato che tutto il re- li, abbraccianti ciascuno buon numero
gno formerebbe una sola provincia eccle- di peculiari frazioni, e sono : i sedicenli
siastica avente il metropolita a Malines Ortodossi, le Società segrete, etl i Con-
nel Belgio, e due vescovi suliraganei ad seri'alori. 111. "degli or/or/o.y?/, capitana-
Amsterdam e Bois-le-Duc nell'Olanda, to da Groen vanPrinslerer membro del-
il decreto non fu tradotto alla pratica la 2.^catnera, aspira a ripristinare la dot-
che nella parte meridionale del regno. trina formolala nel sinodo diDordrecht
Indi a 3 anni sopraggiunsero le rivolu- (eretico) l'anno 1618, perciò vorrebbe
zioni che travagliarono per un decennio tornar le cose com'erano avanti il 1798,
llnchè il Belgio nel 1840
l'infelice paese, epoca dell' emancipazione de' cattolici
venne decisamente riconosciuto padrone neerlandesi, quando cioè la religione di
di se e staccato dall'Olanda. Allora il re stato era la calvinistica e malamente tol-
Guglielmo II mise mano all' esecuzione lerato ogi»i altro cullo. All'antico ordine
dei patto che dal 827 ancor restava ad
1 governativo bramerebbe accoppialo il si-

attuare nella porzione a lui rimasta del stema costituzionale, ch'esso dice poter-
regno. Ma i protestanti ed i nemici di glisi benissimo accordare. Questo parti-

Roma, coloro stessi che aveano semina- to nelle sue tendenze é implacabile av-
to tanti mali alla patria, levarono cosi versario del 2.° : le società segrete^ nu-
alle le grida e le minacce, che il sovrano merosissime nell'Olanda e non per anco
intimorito pensò di soprassedere ancora tulle conosciute. Le principali sono VJj-
di vantaggio, e fu convenulo col nunzio niias fondata da protestanti appartenen-
(di Gregorio XVI
che poi lo creò cardi- ti alla magistratura o all'alio commer-
nale) mg.' Capacciui di temporeggiare cio j ha per iscopo di nou favorire^ uè
U T II UT R 57
proteggere se non il proteslanlesimo per quistarli ; odia pertanto V articolo della
mezzo ilella fiirza maleriale \' Assisten- : costilu/Zione che favorisce la libertà de*
za cris Liana ^dìQ mira a conservare pri- i cattolici, e qualsiasi ministero si mostri
\ilegi religiosi trasmessile d;igli avi, e inclinalo a volerlo osservare. A* conser-
data occasione, [)rocaccia pervertire con vatori appartengono per ordinario i Do-
tlcnaro poveri cattolici traendoli all'a-
i mine o sian ministri del cullo prote-
postasia in \\\\ co'Ioro figli : la Tucuda stante. Questi percepiscono di grasse pre-
intesa a comprare l)eiii stabili tra'calto* bende ; an>ano la tranquillila e la pa-
lieiper innalzare parrocchie e stabilirvi ce, l'erciò guai se arrivano
subodo- a
ministri protestanti : quella del Be/i es- rare una qualche riforma che metta
sere istituita per sovvenire i protestanti in pericolo l'invidiabile loro slato! Non
miserabilijspeciidmente per ispegnere lo- sono alfallo avversi a' cattolici, guar-
ro qualsiasi desiderio d' abbracciare il tlavano però coll'occhio del prefàzio, co-
catlolicisnjoj tiene l'occhio a'fanciulli na- me si suol dire, il ministero Thorbecke
ti di matrimonio misto, cerca d'istruirli per certo suo progetto di legge ni lima-

fin da'primi anni, li soccorre bisognosi, mente proposto. Temevano che il prov-
li raccoglie orf.melli : fìnalmenle la più vedere a'poveri non dilfalcasse loro le pro-
sfacciata di tutte appellasi Pliylaclerion, pine; era più che probabile che volendo
la quale, oltre allo spiiito [)articolare di riformare l' università non introducesse
proselitismo che la informa, promette, un qualche articolo a danno delle catte-
salve rarissime eccezioni, di non far ma- dre protestanti, e infine che il loro culto
trimoni co* cattolici, né torli al servizio, non fosse più lutelatoedirelloda un mi-
uè contrattar con loro, uè dar loro alcun nistro speciale. I 3 partiti suddetti, quale
lucro ec. E ciò basti delle società segre- per un titolo, quale per l'altro, aveano in
te e de'loro scopi peculiari esternamen- ui'C'ia
OD il ministero '. il n.° 58 delGior-
te professati. Che poi oltre a' fini sopra naledi /io//7<^i del 1 853, riporta l'allocu-
enunciati esse non ne abbiano degli altri zione fatta al sagro collegio dal Pa()a f*io
più rei e nascosti sarebbe stoltezza il non IK nel concistoro de'y marzoi853, Cam
supporlo: tuttavia egli è fuor di propo- placnerit niisericordiaruni Palri^ sulla
sito lo scrutinarli in questo luogo. Di- instaurazione dell'ordinaria gerarchia e-
eia m solo che le Società segrete sono ge- piscopale nel regno d'Olanda e del Bra-
neralmente avverse agli ortodossi^ per- banìe settentrionale. Do[)o aver dello co-
chè democratiche e naturali alleate della me Papa s. Sergio 1 istituì la sede vesco-
più pura democrazia d' ogni paese, fo- vile d' Utrecht « come vi pose al gover-
mentano in patria e fuor di patria la. ri- no Wilhbrordo, encomiato s. lionifacio
s.

voluzione e l'anarchia. Né amano punto e gii altri insigni pastori della medesima,
il protestantesimo se non in quanto ser- O averla Paolo IV
souiiiuiiKe
DO decorala del
ve loro di arma raicitliale a danno del grado di metropolitana con vescovi sulfra-
catlolicismo. Vogliono libertà piena e in- ganei. Pticorda la luttuosa perturbazione
tera, e fingendo divozione alla casa d'O- recalale da'novalori per far abbandonare
rani'easo'inanoal ristabilimentodell'an- al popolo il catlolicismo per seguire i loro
lica repubblica olandese. Leggono nelle errori, quindi dell'eresia che la soppresse,
tendenze degli ortodossi un ritorno al e quanto fecero senza intermissione prov-
dispotismo oligarchico, a cui esse hanno vidajnente e sapientemente pel manteni-
giurato eterna guerra. II 3." parlilo è il mento della fede caitolica nella regione
Conservatore^ il quale rimpiangendo i d'Olanda e del Brabanle Papi Gregorio i

molti privilegi perduti dopo remancipa- Xin,CiemenleYIll,Alessandro VII, Cle-


zioae de'cattolici, fa suoi bfurzi per riac- mente 1 X, Innocenzo XII, Benedetto XIII
-

58 U TR U T R
t: Beiieiletto XIV; siiigolai mente colle sue movcnda esse confidimns oh illoruni ae-
sollecilnclmi: « Gregoritts A'/'/ Pniede- qnitaiein et justitiani^ qui illius gubernii
cessar JVoster omneiii operainail religio- rei moderanttir,atque administrant. Ac-
nis ncgolìd inillis regionibus tnagii ma- cedit etiam , ut non soluni feiierabiles
gisniie coiiinonenda^ et tid tcclcsuisticani P^ratres,qui Ficarii Apostolici mane re
(liscipUiinin inslaiirandani conliderit. Et- ibifunguittur, veruni etiam nniversus ille
si vero Pracdectssor Nosler,Seretiissimo clerus, et quamplurimi laici viri ciijusquc

ìlio Rege ftiverUCy haud omiscrit nmlla ordinis et condiiiouis enixii iteratisque
piovide sapieiìlerque consiilutre,nc prue preci bus a Nobis cfJlagìLarinli ut ibi coni-
oculis habert- exoplnlaniEpiscopalis ilie- memoratam Episcoporum Hierarchiani
rarchiac imUitiratioiietn, tiifne'i ob leni- restituere vellemus. Fos ipsi inlelligitis ,

poruin adjuncla ìuijusniodi opus lune Fenerabiles/<'ralres/fuo lubenti lacloque


minime urgenditni tsse duxit, hac Fieri' animo lias poslulaliones exceperinms ,

rios aposloUcos Episcopali dignilnle or- cum Nostrae omnescurae, soUicitudines,


ualos in Brabanlia augendos censuit. /- studia, Consilia eo semper spectaveritit,
taqtie veìieintiiter laetamur^cufii Nos di- ut ejusmodi res ad optatum exìliun poS'
i'inu clcuìcnlia, licei imintrilos^ reservas- set adduci. Qua propler^ andito cotisilio
se K'ideatur adilludopuspcr/icicnduui, in FF.FF. NIV.S. R. E. Cardinali u/ncon-
quo Praedectssorts Nostri tanta cura et grcgalionis Fi dei Propagandae preposi
studio tlaboraverant. Equulein ubi in- tae, quibus gravissimum hoc negati wn e-
scrutabili Deijudicto ad liane subliniein xaminandutn convnisimus , nilul Nobis
Principis Aposioloruin Caihedrani evecti gratius, nihiloptabilius cssepoterat^ quani
fuimusy dlico suinina alacritatCy omnique utinflollandiae^acBrabantiaeRegnoEpl-
soUiciluduie curas, cogitationesque IVo- scopaletn Hierarchiam juxta ardentissi-
stras ad ecclesiastica illius Hegai negolia ma Nostra desidcria instauraremas. In ìl-
convertiinus. Acpro apostolici Noslmni- io itaqueRegno ecclesiastici regiminis fot'"
nisterii inunerCy etsmguLiri dia cliarilate^ mani ad euni piane moduui restiluimus,
qua ejusdein Regni Jidtles prosequiniur, qui libere vigetapud alias excultas prae-
ndiil e erle antiquius ìiabuiinus^ quain ea sertim gentes^ in quibus nulla peculiaris
omnia peragercj quae et saticiissimae no- adsil causa j ut exlraordiiiario ilio Fica-
strae Religionis rationibuSj et eoruuuleui rioruni Apostolicorum ministerio regan-
fidelium uldUali maxime conducere pos- tur. Quocirca ecclesiasticani ibi proviti-

seni. Incredìbdi igilur animi nostri con- ciani insliluenles decrevimus^quinque E-


solalione perspeximus tandem advenisse piscopalesSedes in praesentia esse erigeii*
illud lem pus tantopere exoptatutn, quo das^nempe Ultra/e.ctenseniy liarlemensem^
ibi cuni maxiino rei catholicae emolu- Boscoducensem^Bredananiy et Ruremun-
mento^ elillorunifidelium bonoEpiscopa- densem. Ac memoria repetcnlcs velerà
lis Ilierarcliia ex comniumbus Ecclesiae illuslria sane facla^ et monumenta ejus-
regulis possit instaurari. Namque ani- dem Ultrajeclensis Sedisj quae, velati
madverlimuSyCalkolicam in co Regno re* diximus, a Paulo IF Decesso re Nostro
ligionem^Deo bene /uvaute^/nagis in diem Archiepiscopalis Ecclesiae hoiioribus et
progredi , et permagnum cat/iolicoruut privilegiis fuit decorata^ ac sanclisslmae

ibidegeulium numerum passim augeri, et nostrae Rtligionis rat ione Sj et alia gra-
benevolam ac propensam esse illius Se- vissima rerum adjuncla serio conside-
renissimi Regis erga calholicos ipsos sibi rantes, piane non dubilavimus, eamdeni
subjectos voLuntalem^et quoti die magisea Vltrajectensem Sedeni ad pristinam Me-
amover i impcdimenta, quae rei catholicae tropolitanae Ecclesiae dignitalem ac
olim advcrsabanLur , quaequepeuitus a- splendoreni evchere et restilucrc, eiquc ti-
U T R UT R *
59
lias commernoratas qtialuor Suffraga' /Jowrt.Dicbiarc) vescovo d'Hnrlem il pre-
neas Episcopales Sedcs aUrihtiere. Ha- sente ms».*^ Francesco GiacomoVan-V ree.
helis,Penerabiles Fratres^quae Fobis Alla sede vescovile di Bois-le-Duc die per
non sìne mn^na animi ISl ostri tactilìa eie provvisorio amministratore l'arcivescovo
Epìscopnlis in Hollandiae ac Braban- d'Utrecht, e lo è luttora. Dalla chiesa d'I-
tìaeRegno Ilierarcìiiae instnuralionebre- rinaedal vicariato apostolico di Lwnbur-
vìter raptimqne significanda exislinia- go traslalò alla sede di liuremoiida 1' o-
vinius. Aposiolicas vero de line re Lille- dierr>omg.' Gio. Augusto Pareilis. Final-
ras Jani prò ferri illasqiie vobis exhi be-
y mente dalla chiesa di Dardania e dal vi-
ri mandai'iniuSy ut clnrius et plenius ea carialo apostolico di Breda trasferì alla
omnia noscere possilis qnae ad ìianc
,
stessanuova sede di Breda l'alluale mg.'
ìpsam rem pertinent". Co^ì gloriosamen- Giovanni Vau-Honyonk confermando ,

te fu islituila e riprislinata una provili- a suo coadiutore uig."^ Giovanili Van-


da ecclesiastica in regno acattolico , e Genk, chea'a'S marzo i85o a vea fallo ve-
gl'incren>ei)li progressivi clie faceva il cat- scovo d*Adram^i«r7/Z»«.? e coadiutore nel
tolicisino, cessate l'anliclie e ingiuste tlif- vicarialo. Il vicarialo sollantodi Lussem-
ficollà che alla sua propagazione si oppo- burgo conservò sotto governo del vica-
il

nevano, ricevessero ila questo nuovo or- rio apostolico mg."^ Laurent il qtiale fu ,

tlinanienfo vieminaggiore impulso ; ed succeduto dal prelato suniioujinalo. A


esso coronò in buon punto le tante pie non interrompere quanto mi resta a di-
preghiere falle per ottenerlo, anche da re, ripeterò col Giornale di Roma , p.
Gregorio XVI, e le tante istanze e tanti i
434» t^he nel seguente mese, cioè 18 a- a'

mezzi adoperali per acceleiare un sì for- prile i853, il P. Deschnmp, qual procu-
tunato e ardentemente bramalo momeu- ratore dell' internunzio apostolico resi-
lo. Già il Papa Pio IX colla bolla Ex dente all' A ja presso la realcorle,mg/ Bel-
qua die arcano, de'4 marzo 853, a^ea 1 grado, pose la i/{)ietra fondamentale al-
ristabilito l'arcivescovato d'C/frec/i^, ed i la chiesa de'pp. Uedentoristi (de'quali ri-
vescovati d*IIarlem, Bois-le-Duc e Ru- parlai nel voi. LXXX, p. 56), la quale si

renionda, e nuovamente istituito la sede erige in Amslerdatn. Si aggiunge: Tutto-


vescovile di Breda, dichiarandoli sulFra- ciò ch'evvi di piò nobile e distinto in quel-
ganci della metropolitana e dell'arcive- la città fra ogni classe della popolazione,
scovo di Utrecht. Dell' arcivescovato e e specialmeiUe nel clero e negli ordmi re-
vescovati scrissi gli articoli, e come notai ligiosi francescano, domenicano ed ago-
ne riparlai descrivendo le ora cessate 7 ar- stiniano, intervenne a quella solenne e in
ciprelure d'Olanda e gli egualmente ces- pari tempo edificante ceremoiiia. Tale
sali vicariali apostolici del Drabanle set- nuovo tempio si costruiva nello stile ad
trionale. Quanto a Breda, non essendo angoli acuti, a somiglianzi della uìagui-
prima stata sede vescovile, la descrissi nel fìca chiesa che gli stessi pp. Hedenlori-
vicariato apostolico del suo nome. Collo sti hanno in Mons, e sarebl)e il i.** edi-
stesso allo de'4 marzo Pio IX provvide ficalo con tale architettura ne'Paesi Bas-
alle ristabilite e nuovamente creile sedi si dopo il medio evo. Giunta i»ell'01au-
episcopali de'propri pastori. Dalla chiesa da la notizia della ristorata gerarchia ec-
di Gerra trasferì a questa d'Utrecht l'at- clesiastica, narra la Civiltà Cattolica^un-
tuale mg.*^ arcivescovo Giovanni Zwysen, mensaraenle esilarò il cuore a'buoni cat-
ch'era succeduto per coadiuloria al vica- tolici, cui fecero giubilante eco quelli di
riato apostolico di Bois-le-Duc; e dipoi a' tutto 1' orbe; ma in quel paese destò le
27 giugno gli concesse il pallio arcivesco* ire proleslantiche e provocò calde discus-
vile^eloiifeiisce iin.°i43 deìGiornale di siuai ueli' assemblea degli stati generali.
6o UTR UTR
iVnN il ministero sostenne nulla essersi ne. Intanto i rimeslatori scribacchiavano
fatto ilalla s. Stiìe che non Fosse confoiine suppliche al re Guglielmo 111, perchè vo-
alla costilnzione; e questo quasi consen> lesse degnarsi di scongiurar la tempesta
livano anche i più fieri opposi tori, i quali eccitata di) [\oma. Che scandalo, vi ì»i di-
si richiamavano piuttosto della forma e ceva, se nella patria dello slalolder Gu-
ilei non essere precedule comunicazioni glielmo I il Taciturno \m redi casa O-
uiliciali, cui la «lessa s. Scile non era in range ammettesse ulìicialmcnte costitui-
dovere, né avea promessodi fare. I nemi- ta r ecclesiastica
gerarchia che ollraco- !

ci de' cattolici edel ponlilìcato fecero un tanza pa[)ale dar nome d'eresie a tul-
il

finimondo. Tutti parliti acattolici, com-


i le le dottrine che non sono della sua
poste in breve tempo le scissmeche li divi- Chiesa e mentre procaccini giravano a
! i

devanOjs'alIraleliaronoe strinsero in uno scroccare sottoscrizioni, ali citando all'uo-


per umiliare la restituita j^erarchia eccle- po e impaurendo con fmissim'arle, alcu-
siastica, combatterla e sperperarla. Il me- ni che aveano seggio in parlamento aguz-
no che si proposero fu la caduta del mi- 7.avanogli strali da accoccare al ministe*
iiisterOy e si gettarono perdutamente al- ro. Infatti a' i3 aprile, dopo scauibiato
l'irragionevole e ingiusta ìq) presa. Comin- qualche colpo di scaramuccia, si venne al-
ciarono con un diluvio di caltnmie con la tenzone. Van l*)oorn lanciossi ili.** nel-
iscalpore e strepito ne'convegni, ne* fon- l'arena, movendo gravi interpellanze al
dachi, per le piazze, ne'libelli e ne'gior- ministero intorno alla gerarchia nuova-
nali, invocando tutli gli speltri e le be- mente stabilita. Lungo sarebbe il ripor-
fane mille Volte in simili circostanze invo- tare minutamente le risposte de'mimstri
cale.Fate i vostri fardelli o protestanti, e le nuove istanze degli avversari, che si
gridavano gli ortodossi^ oggi mai non vi avvicendarono in quella e nella seduta
limane che 80 anni di sforzi de'
l'esilio; de' 18 seguente. Tuttavia il discorso tiel

vostri padri, per domare T idolatria e la mmislro della giustizia incaricato pure
superstizione romana, sono caduti a vuo- del culto cattolico, sia pel carattere oHi-
to. Le società segrete rinfocolandosi a vi- ciale ond'è vestito, sia per la chiarezza in
cenda motto: ora,o non mai, non so-
col che pone le trattative che precedettero il

lo infestarono il paese d'un numero stra- decreto pontifìcio, merita almeno in par-
grande di libelli fino a 8 darne alla luce te essere riprodotto. Egli adunque dopo
010 ciascun giorno, teme- ma spinsero la aver ricordalo alla camera che nel de-
rità a segno di minacciare nelle pagine teratinarsi il bilancio per gli anni i85i,
di qualche giornale che » la casa d'Oran- 52, 53, fu detto dal governo e non con-
ge è rovinala se non vendica l'insulto fat- trastalo dagli stali generali, aver la Chie-
to dal Papa di Roma; ch'essa incontrerà sa cattolica piena libertà di regolare da
la sortede'Borboni e de' Stuard se per- se le cose sue, passò ad enumerare le dif-
metterà che Thorbecke metta in esecu- ferenti note che per tale all'are vennero
zione il decreto che dà morte all' Olanda scambiate con mg."^ Belgrado, nel seguen-
€C." Anch'essi i moderati k specialmente te modo.» Una lettera dell' internunzio
i Domine trassero fuori la versiera del- della s. Sede presso la nostra corte il
q
l'inquisizione e fecero credere al popolo dicenìbrei85i avvisò il gabinetto, chea-
trattarsi nientemeno che <li togliere le vendo giudicato Papa, dopo le comu-
il

chiese a'protestanti per darle acattolici. nicazioni fitte dal governo agli slati ge-
Insomma l'agitazione arrivò a segno che nerali e favorevolmente da quelli accolte,
parecchi giornali eziandio acattolici tolse- potersi venire all'esecuzione di organizza-
ro a pubblicare articoli pacifici e istruen- le la Chiesa cattolica, era d'avviso esser
ti gl'iuesperli del vero stato della questio- giuulo il tempo di potersene occupare;
UTR UTR 61
desiderare perciòili conoscere le intenzio- esponendo con dignità e schiettezza, che
ni del governo riguardo al Concordalo gli fece onore, il vero stato della questio-
del 1827 riniaslolullora senz'esecuzione. ne. Aggiunge inoltre la C'wiUìi Cattoli-
li 24 marzo i852 fu risposto dal mini- ca. «Di quante osservazioni non sarebbe
stro degli aiVari esterni, che secondo la feconda questa storia ! Bastici osservare
Jegge fondamentale poteva ogni comu- che : dunque
Sede per ottenere in
la s.

nione stabilire la sua propria gerarciiia, modo pacifico e di buon accordo lo sta-
purché essa si assoggettasse alle leggi del- bilimento della sua gerarchia non solo si
lo slato; ma che nel momento in cui la contenne rigorosamente ne'suoi diritti e
corte di Roma usasse di tale libertà, lo non urlò neppure leggermente le leggi
stato si reputava svincolato dalie obbli- olandesi, ma s'abbassò perfin a sagrifica-
gazioni contralte nelConcordato del 1 827. re un Concordato ch'essa
fu sempre pron-
Le altre lettere versarono interamente ta ad osservare, e che quel governo ne'25
sopra (juest'ullimo punto. Rispose I' in- anni dacché fu concluso non volie mai
ternunzio 23 giugno 1 852
il alla lettera ridurre in pratica. Eppure ciò nullaostan-
de'24 marzo proponendo di scartare il te si dice ancora da certi giornali spudo-
Concordato, senza però dichiararlo abro- rati che Roma |;etlò nell'Olanda la face
gato. In una sua de'24 agosto seguente, della discordia". Non potendosi appiglia-
il ministro degli affari esterni rispose, che re alla legalità troppo evidente, si atten-
avvenendo un'organizzazione della Chie- nero gli avversari a denigrar la s. Sede per
sa cattolica era necessario d* abrogare il qualche mancanza di forma accidentale.
Concordalo; non bastare lo scartario; do- Dissero che l'internunzio pontificio avea
lersi annullare definitivamente l'obbliga- promesso d'avvertire il governo del tem-
zioni che ne risultavano; domandaradun* po e del modo con che si procederebbe
cjue a questo scopo una dichiarazione ca- al ripristinamento della gerarchia e noa
tegorica da Roma. La dichiarazione ven- fé' nulla. Ria l' illustre, prudente e bene-
ne data il 7 setlembi e passato dall'inler-
I merito prelato proteslòdel contrario. Due
nunzio per ordine espresso del Papa, e il ministri convennero nell' affermare noa
16 del mese seguente il governo accetlol- aver la s. Sede violato alcun diritto, con-
la.Cosi terminarono questi negoziati. 11 servando profondo silenzio alle replicate
governo ricevette non è guari la comu- domande sopra questo punto. Anzi nella
nicazione della lettera apostolica del 4e seduta del 18 Van Zuylen van Nyevelt
l'allocuzione del Papa del 7 marzo. Da disse aperto e sonante: che la s. Sede non
questi documenti risulla che il Papa de- fecemai somigliante promessa. Ecco dun-
cretando l'organizzazione definitiva del- que formalmente purgala la s. Sede da
la Chiesa cattolica ne' Paesi Bassi v' ha quest'unica taccia che le seppero rimpro-
istituito 4 vescovati e un arcivescovato. 1 verare. Di più si afferma, che sebbene nul-

3 vicariali apostolici attualmente esisten- la fosse promesso offìcialmente, il gover-


ti di Boìs-le-DuCf Breda e Riiremorìda, no olandese fu per tempo e officiosamen-
formeranno 3 vescovati; le altre parti del te istruito di quanto a tale proposito si vo-
regno che appartennero alla missione o* leva fare. Il ministero procede lealmente
landese saranno abbracciali dagli alili 2, e mirabilmente , chiuse la bocca a' suoi
cioè: le provincie d'Utrecht, della Guel- nemici e riuscì nella lolla vincitore. Si
dria, d'Over Yssel, di Brenta, di Gronio- mitigarono le diatribe contro Roma, e
ga e di Frisia dall' arcivescovato d' TJ- parve per un momento appianata la tem-
tvechtj K\ue\\e. dell'Olanda settentrionale pesta. Il re però nelle risposte che diede

e meridionale e della Zelanda dal vesco- alla deputazione d'Amsterdam, e ad al-


vato ^IIaìlcin\ Così disse il ministro, tre rimostranze piotestauliche, contro il
62 UTR UTR
rislnbilimenlo della gerarchia ,
pronun- Irnnquillilà il divino soccorso , che im-
ciò qualche frase di uiaicontenlo cuntro plorarono con fervide preghiere.Formau-
In cosliliizioue, dolendosi del vedersi le- li due quinte parti della popolazione o-
galo e tincolato da essa, e contro il mi- landese, perciò inferiori in numero a lut-
nisiero di non esser contento per avergli ti i rimasero superiori a
partili, tuttavia
dato dispiaceri. 11 ministero non avendo qualunque fazione particolare. I buoni
ottenuto soddisfacenti e benigne spiega- cattolici e i saggi sperarono, che la guer-
zioni di quelle parole , si ritirò e licenziò ra rotta contro i cattolici in Olanda per
senza indugio a* 17 aprile, quantunque la restituita gerarchia, avrebbe lo slesso
avesse per se la maggioranza dell'assem- effetto ch'ebbe in Inghilterra, ad onta di
blea, e godesse la piena fiducia del paese. sua eclalanza; un ravvicinamento cioè di
Jlnuovo gabinetto, formato dal re, si molti protestanti di buona fede alla Chie-
compose di Van Reenen borgomastro sa romana, per finalmente conoscere che
d'Amsterdam agli affari interni Van , fuori di essa non trovasi l' eterna salute,
Doorn alle finanze, Donker-Curtius alla pel ripetuto nel voi. LXXIX,p. 78. In-
giustizia,Van Lechteuveldt cattolico pel fatti alcuni onorevoli e savi ministri di va-
cullocattolico, e Van Hall agli altari stra- rie confessioni, protestarono di non par-
nieri. Questo ministero fu giudicato con- tecipare agli eccessi de'loro correligiona-
trario e in parte ostile a'catlolici;dal suo ri; ed alcuni ministri protestanti all' Aja
programma apparì lo spirito die l'infor- raccomandarono una limosina pe'catto-
mava, vale a dire di nulla mutare della lici poveri, con pieno gradimento del re.

costituzione, ma interpretarla in altra gui- Da 'campi della poesia , delle belle arti e
sa che non fecero ministri predecesso-
i della letteratura del medio evo, a soste-
ri; dicendo che la legge la quale accorda nere i diritti della vera Chiesa contro l'e-

la libertà de'culti, per manlener la pace sorbitanze degli avversari, enicacemenle


del regno, ne confida al re la sorveglian- scese nell' arenail dolio cattolico J. A.

za; e che nel rispettare i diritti de'catto- Alberdingk Thijm coU'applaudito opu-
lici, doversi calmare il paese in gran par- scolo: La CalloUca organizzazione del-
ie irritato, con giusta soddisfazione! Cora- la Chiesa della nostra patria. Frattan-
posto il ministero degli elementi i più e- to il zelante mg.*^ Belgrado internunzio
Icrogenei, 3 di essi appartennero al pre- pontifìcio, con sua circolare avvisò i cat-

cedente; Van Hall e Donker-Curtius fu- tolici del riprislinamento dell'ecclesiasti-


rono in tutta loro vita arrabbiati nemi- ca gerarchia, con documento pregevole
ci. Riconoscendo lutto il diritto de'catto- per la saggezza e moderazione col quale
lici, di questi nelle correnti dissensioni fu concepito. Esso dice: » E nostro vivo
non seppero riprovare se non la maniera desiderio, è nostra volontà che la vostra
di farne uso; e intanto si tolsero l'odioso letizia, o fedeli, sia letizia nel Signore; per
incarico di disconoscere, di vilipendere, la qual cosa vi disdiciamo foru»almente
d'abolire gli stessi diritti tante volte e co- qualsiasi dimostrazione di gioia esterna e
sì solennemente a loro lavore riconosciu- fragorosa che potesse ledere chicchessia".
ti. I cattolici ne restarono amareggiali : Quindi il prelato annunziando la cessa-
essi aveano per loro il diritto, i protestan- zione della missione olandese, di cui egli
ti la forza e le passioni popolari , e calpe- era superiore, confortò i cattolici con e-
stando la costituzione che concede libertà nergiche parole a quello spirilo di carità
di culto, fecero ogni sforzo per riuscire fraterna che forma la vera divisa de'se-
iieiriulento. Degni figli della pazientissi- guaci di Cristo. Colla cessazione del pre-
ma loro madre la s. Chiesa, i cattolici, sen- cedente ministero furono chiusi gli stati

za puulo avvdirsi, aspellarouo iu pace e generali e sciolta la camera de' deputali,


.

UTR UTR 63
per cui poi si procede all'eleiione deMe- de*minlsfri,combaltula da'princjpali pe-
pulali per la nuova assemblea la quale , riodici, ad accrescere vieppiìi i timori e
per l'indole pacifica della nazione, seguì l'incertezzesopravvenne il discorso tlel re
senza disturbo della pubblica quiete, recitato alla camera degli stati generali
quantunque nulla si risparmiò per ecci- a'i4 g'"g"o dello slesso 853, riportalo 1

tare le più irritabili e più tenibili passio- dalla Ch'il là Cattolica, 2." serie, t. 3, p.
ni della plebe. Ma la calunnia seppe sff- 216. In esso si legge che il re colpita ,

fattamente ridestare l'odio religioso, che vivamente allorché parecchie migliaia


non pochi si crederono tornati al secolo de' suoi sudditi offesi ne' loro sentimenti
XVI di deploranda meaioria. »S' incari- nazionali e inquieti sopra i loro più cari
carono della biasimevole missione sedi- i interessi, si rivolsero a lui per provvede-
centi ministri dell'Evangelo puio ossia , re a' loro timori ; conscio il re del suo
i Domine, e chiusa {)er qualche tempo la dovere di proleggerei vantaggi e i diritti

loro Bibbia , lanciaronsi coraggiosi ne' di ciascuno, riputò non doversi appiglia-
can)pi della politica, sebbene a dir vero, re agli avvisi dati da'consiglieri della co-
come osserva la Civiltà Cattolica yiìnche rona, i ministri ,
per aver compreso che
ivi combattessero colla Bibbia traendone seguitandone i consigli non avrebbe po-
spauracchio e indignazione del popo- tuto Far cessare l'eccitala inquietezza, ne
lo e la bestia dell'Apocalisse e la prosti- calmare l'inconlraslabile agitazione degli
tuta Babilonia di cui dicevano esser ve- animi. Secondo il desiderio de* ministri,
nuta l'ora di schiacciarle il capo. Riusci- aver concesso ad alcuni la dimissione, sur-
rono a intorbidare la quiete, a divide- rogando altri di sua fiducia; dopo il qual
re la 2.* camera in 4 parlili, di cui niuno provvedimento aver sciolto in parte la
ottenne sull'altro la prevalenza , e tutti rappresentanza nazionale, per lasciar a-
con particolari pretensioni. I reaziona- gio agli elettori di manifestar le loro opi-
ri coilegalisi allora cogli ortodossi ^ vo- nioni intorno alle attuali circostanze. Non
levano il movimento retrogrado, e preva- essendosi ancora potuta rimuovere la ca
lendo si sarebbero separali dagli o/Vo^o^- gione della doglianza , aver procuralo
si^ dispulando la preminenza e l'oligar- schiarimenti, essendo persuaso il governo

chia; poiché sebbene volevano l'esclusio- che molle dilIJcollà non si potevano al-
ne de'caltolici e degli altri dissidenti, o- trimenti evitare fuorché con «uia legge.
diano la pretesa chiesa riformata quale Il 6.° capo della costituzione fondamen-
uscì dalpseudo sinodo di Dordrecht, per tale assicura de'dirilli alle comunioni re-
sostenere dover esser libera d'ogni im- ligiose, ma nello stesso tempo impone la-
paccio, libera da certe formole di dirillo li obblighi al governo chea sdebilarsene
canonico a cui l'avvinsero con manifesta non si poteva prescindere dall' autorità
innocenza padri di quel conciliabolo ne-
i d'una h'gge. Essere sua intenzione invo-
gandole il libero esame, ch'è quanto di- cale la cooperazione degli slati generali,
re quel grande principio d' onde ebbe i onde sostenere al pari di lui con energia
natali la chiesa proteslanle. 1 cattolici u- il principio della lolleranza religiosa ra-
nili a'cosliluzioDali in detta camera, qua- i dicalo da gran tempo nel regno, ed evi-
li non richiedevano altro, fuoichè la pu- tar lutlociò che potesse far nascere divi-
ra e semplice osservanza delia costituzio- sione e scisma fra'figli dello slesso paese.
ne decretata nel 1848: era questo il par- Così esser possibile ordinar le cose per
tilo del ministero anteriore, rimasto vit- modo the possa lo stalo accordare a tut-
tin)a della tenacità de'suoi principi!, e non te le credenze religiose la slessa prolezio'
di qualche sbaglio personale. Tra le di- ne; e queste sottoponendosi egualmente
visioni de'parlili, l'accennata incoerenza alla medesima legge giusta e iinpaiziale,
e

64 UTR UTR
vi trovernnno guaienllgie per In loro re* vo con circa ìfooo giansenisti, inviò un.i
cipi'ocn libertà e ìmlipeiicleiiza. Quindi il ileputazione al vescovo nominato dal Pa«
re ilicliiaiò nperta InsseiubleQ. Da que- paad oilrirgli l'illimitata sua ubbidienza
sta allocuzione, la Civiltà Catloìira %i come a legittimo pastore. Nondimeno
rilevò governo giltarsi dal In parie di que'
il nella dolorosa condizione e vessazioni pa-
nialcontenli, che non poteva a meno di lile da'buoni cattolici neerlandesi, le ri-
non conoscere indignali senza ragione; ci sposte della I
."*
e della 7,.' camera al discor-
\ide giudicato come contrario ul voler so del re, tranne (|ualche formola meno
nazionale l'esercizio della libertà religio- moderata, furono piene di dignità e con-
sa concessa dalla costituzione; elle in so- trarie alle mire del gabinetto per bocca
stanza il ristabilimento della cattolica gè* del signore loro manifestate. Finalmen-
lorchiff non è altro fiiorcliè V uso della te la Civiltà Cattolica de'3i oltobre al
facoltà guarentita dalle leggi del 1798, i4 novembre i853 , gode di accennare
più volle riconfermata nel i8i4, iHi5, che dopo tante paure de' buoni e tanti
1840 e 848. Vi si dice che la libertà re-
1 soprusi de'malvagi, era piaciuto alla di«
ligiosa è radicala nel paese , e intanto si vina Provvidenza di serenare la burra-
voleva togliere o ohneno incatenare. Un sca, e quando meno s'attendeva dar vin-
altro punto che feri profondamente l'a- ta la causa alia giustizia. La notizia con-
nimo patriottico di molti cittadini , è il solantissima, e per la quale tutti i buoni
supporsi che que'soltanto i quali disfoga- cattolici furono compresi di santa alle-
rono negli ultimi mesi gli antichi odji e grezza, trovasi compendiala nelle seguen-
isenarono immenso scalpore abbiano sen- ti parole del Nce ria tuie r, foglio ullìciale
timento naziouide; come se il sentimen- d'Amsterdam.»» U ministro del re incari-
to nazionale fosse il sentimento anticat- cato degli alfari che riguardano il culto
tolico, il sentimento di rabbia contro due cattolico ha fatto sapere agi' impiegati
quinte parti del paese, e quanti disdegna* provinciali di S. M. aver avuto notizia of-
rono i brogli e le trame, cioè quasi la me- ficiale dell'essersi eretti da S. S. il Papa
tà de'6 1,000 elettori, eh' è quanto dirli (nell'Olanda) un arcivescovato e quattro
privi di sentimenti nazionali. Fiultosto vescovati, e nominati un arcivescovo e
doversi ritenere, che governo era sgra- il quattro vescovi,co'quali si potrà per con-
ziatamente persuaso di non poter caliga- seguenza corrispondere uflicialmente ,

re gl'irritati colla semplice osservanza del- purché i nomi della famiglia siano ag-
la costituzione, e bisognare altre leggi giunti a'titoli de* prelati". Seguì quindi
modificanti il capo 6.^ della costituzione la circoscrizione delle parrocchie delie
che adombra i nemici de'cattolici; ma le nuove conservando regolari le
diocesi, i

nuove leggi avrebbero probabilmente di- loro chiese; e quanto ad Amsterdam iu


sgustalo l'altra metà della nazione. Intan- modo che si uniscono nella stessa par-
to i cattolici furono tenuti in conto di ri- rocchia le due chiese che ha ciascuno de'
fiuto della società, a loro danno lavoraro- 3 ordini de'domenicani,de*fraucescani e
no le sette segrete con singoiar attività, de'gesuiti. L'arcivescovo d'Utrecht mg.*^
il partilo della ribellione si sforzava d'im- Zwysen nel 1 854 comprò un ampio ter-
pedire ogni amichevole ravvicinamento; reno per erigervi il seminario, e si recò in
i nuovi vescovi e i loro atti non erano Roma per assistere alla solenne promul-
riconosciuti dal governo, bensì confortati gazione del decreto dog malico sopra l'Im-
dalla divozione de'.Ioio buoni diocesani, macolato Concepimento della D. Vergi-
anzi l'antico e rispetlabilecapitolo d'Har- mg." Van-Genk ve-
ne; altrettanto fece
lem,chesenza fondamentosi credeva gian- scovo d'Adi a e coadiutore del vescovo di
senista, perchè ivi tal setta ha uu vesco- Breda. Quando uel regno de'Paesi Bussi

I
UTR UTR 65
giunse la consolante novella delLi segni- lai occasione i loro fedeli di confessori
la definizione , la gioia fu immensa ne* straordinari ; il che die luogo per ogni
cattolici; indi alla pubblicazione della dove ad esercizi e funzioni che poterono
bolla solennemente festeggiarono il gran- quasi paragonarsi a missioni, dalle quali
de avvenimento sì caro a tulli i catloii- derivò grandissimo vantaggio spirituale.
ci, e sì glorioso pel pontificato di Pio IX. Il clero tanto secolare quanto regolare
La Civiltà Cattolica^ feiie 2/, t.r2, p. fu infaticabile. Amsterdam, l'Aja, Utrecht,

704, del dicembre i855, riferisce »ne- Bois-le-Duc e le terre principali furono
diante una sua corrispondenza dell* O- evangelizzale , accordandosi tulli i mis-
landa, e ulteriori vessazioni de'protestan- sionari neir assicurare che il successo fu
ti verso i cattolici, ad onta che l'edifizio straordinario. 1 protestanti restarono
ÙQ Protestanti (F.)^ come altrove, si va tranquillissimi.Se ne vedevano anzi qua
sfasciando e minaccia sftinpre più di ca- e là di quelli che assistevano alle sagre
dere sopra se stesso schiaccialo dal pio- funzioni de'caltolici, il che fa loro gran
priopeso.>»Oh che confusione tra'pocliis* bene. In Utrecht un proleslante pianse a
simi zelanti che accorrono a puntellarlo! calde lagrime udendo predicare sul pul-
Quante teste altrettante opinioni, o a pito sì liberamente e di/votaraente la di-

meglio dire, religioni. Toltane la concor- vinila di Gesù Cristo. Indi passa a ripor-
dia comune nel dar noia a'cattolici, nel tare, dalla sua corrispondenza d'Olanda,
resto è molto se ne trovi una qualche de- i seguenti importanti e autorevoli dati
cina che consentano in parecchi punti statistici. Nel i854 le varie diocesi già
fondamentali". Narra quindi, che l'arci- aveano il seguente numero di parrocchie
vescovo d'Utrecht avea gettato la i .^ pie- udicialmente riconosciute. L'arcivescovo
Ira del suo gran seminario che alzava d'Utrecht 2 36, il vescovo d'Harlera 98, 1

in Ryscoyek,uno de'più deliziosi dintor- quellodi Bois-le-Duc 222, qijello di Bre-


ni d'Utrecht città metropolitana. Fin qui da 77, quellodi Ruremondar 78: totale
i suoi preti erano stali educali nel semi- 911 parrocchie. Il numero de' preti in
nario di Warmond, il quale d'or innan- attività è di 371 per 1' arcidiocesi d* U-
zi sarà destinalo esclusivamenle agii a- trecht, di 333 per le diocesi d'Harletn, di
lunni della diocesi d' Harlem. Frattanto 43 1 per quella di Bois-le-Duc , di i5.6>

però la scuola teologica si faceva nel pic- per quella di Breda, e 358 per quel- di
colo seminario dell'arcidiocesi in Culem- la di Ruremonda totale 1648 preti. A :

burgo. « Mg.' Belgrado internunzio del- questi conviene aggiungerne 86 che per
la s. Sede presso la nostra corte ci ab- varieragioni d'infermità, di vecchiezza ec«
bandonerà tra breve per recarsi ad A- sono fuori di servizio, e quelli che vivono
scoli di cui è stato eletto vescovo. Esso in istituti privali, il cui numero non cuo-
•vivrà in ogni tempo nel cuore negli an- io. Sopra il bilancio del 1 855 sono iscrit-

nali cattolici degli olandesi per le bellis- te le seguenti spese pel culto cattoli-
sime doti dell'animo suo e per la gran co: per l'arcivescovo d'Utrecht 2 5oo fio-

parte ch'ebbe nel ristabilimento dell'ec- rini de'Paesi Bassi, per ciascuno de'4 ve-
clesiastica gerarchia nella nostra patria". scovi sufTraganei altrettanti fiorini; 800
Aggiungerò, che gli successe l'attuale in- per un vicario generale, 2000 per 5 se-
ternunzio apostolico all' Aja, mg." Setti- gretari, e 5322 per le spese d'ufficio: to-
mio Maria Vecchiotti. La medesima Ci- tale fiorini 20,622. Quanto a' seminari
viltà Cattolica, serie 2.^ l.
9, p. 4^7> *'^c- vi hanno 800 fiorini per un professore,
conta il giubileo celebralo da 'cattolici nel 600 per quattro, e 4oo per undici; 1200
i855 con mollo fruito. I vescovi racco* fiorini per borse gratuite: in tutto 9400
mandarono a* parrochi di provvedere in fiorini. Per 686 curali rettori fiorini
VOI. LXXXVH.
1

66 U TR U Z I

357,293;per 548 vicari ec. fior .84,4 "ii: bliche, i^C) privale. Nel luglio dello sles-
lolnle fiorini 44 j7 4- IVcappellani del-
' ^ so anno 240,567 allievi frequentavano le

le carceri, 3357 fiorini per 86 sacer- ; scuole. Si vede che i»on mancano nella
<loli cmerili 37.276. Rimangono sussi* i NeerUmdia i mezzi d'istruirsi, e die sono
dii perlechiese Ecco un quadro com-
ec. ainpiamenle messi a profitto.
parativo, il quale è meglio vederlo nel- UTZIPPAUUA UZIPPIRA o U-
o
la Giviltàf mancando lo spaiio per ri- Zll^l^A II ITA. Sede vescovile d'Africa nel-
produrlo una colonna. Confessioni
in : la provincia procon>olare,sollo la metro-
Callolica romana, ministri pagali 388, i poli di Cartagine. Ebbe a vescovi: Ma-
anime !,i66,256. Rirornìala, ministri riano, die trovossi alla conferenza di Car-

1434, animei, 677,585. Evangelica Lu- tagine nel 4 ' e al concilio nel 4'9 5 ^i^*
'

terana, ministri 58, anime 53,66o. Lu- genzo o Augenzio, mandato in esilio nel
terana ristabilila,minislri7,anime8877. 484 da Unnericd re de'vandali ; Semen-
Anabattista, ministri 3o, anime 38,575. zio, che sottoscrisse il concilio di Carla-

Rimostrante, ministri 25, anime 4909- tagine del 52 5. Morcelli, Afr. dir. t. i.

Totale de'prolestanli, ministri i554, a- UXALI, Uzdlis, Usalisj Uszalis. Se-


nime 1,783,606. Giansenistica, ministri de vescovile d'Africa vicina a Utica,r[7-
i8,anime 5668. Giudaica, ministri 5, a- 1 zan di Tolomeo, nella Zciigilana medi-
nime 5,626. Si avverte die ali .^gennaio
1 terranea. Erano di questa città ss. Feli- i

1 853 il numero legale de'cattolici era di ce e Gennadio martiri^ di cui mostrava-


1,196,672, reale 1,21 3,346: quello de' si la tomba nel sobboigo della città, la

giudei , legale 59,365, reale 60,192: memoria de' quali celebrasi nel martiro-
non cattolici 1,868,432 reale
, legale , logio della Cbiesa romana a* 5 giugno. i

1,894,468. Si aggiungono 647 anglica- Furono suoi vescovi Saturnino del 388, :

ni, 295 framuiassoni 4 quaqueri 39 ,


, diiamato uomo santo e di beata memoria
greci, un arnieno, 4o,5o8 separatisti , e da s. Agostino; gli successe Evodio, coe-
1429 di culto incoguilo: totale 47,723, taneo di s. Agostino, il quale gli scrisse una
ecosì si lia un totale peli.*'gennaioi85o lettera ; Sanonio da Unnerico
fu esiliato
di 3,056,879 abitanti. JNel i852 il nu- re de'vandali, per non aver voluto sot-
mero legale degli abitanti era 3,073, i 73, toscrivere l'erronee proposizioni de' do-
il reale 3,i 19,160. ]Neli853 il legale era natisti nella conferenza di Cartagine del
3,124,409) il leale 3,168,006. 11 Gior- 484 ; IMuslolo si trovò nel 525 al con-

naie di Roma del 856 a p. 227, riporta1 cilio di Cartagine; Vittoriano nel 649
in data dell'Aja 23 febbraio. Il governo intervenne al concilio di Lateraiio con-
ha pubblicato la statistica djel regno fi- tro i monolelili. Morcelli, Africa dir,
no a'3i dicembre i854. Ammontava a l. I.

3,228,753 abitanti, di cui 1,599,382 uo- UZES. V. UsEz.


mini, 61,639,37 1 donne: nello stesso an- UZITA. Sede vescovile d'Africa nella
no le nascite furono 1 09, 563,cioè 56,35 provincia Bizacena , sotto la metropoli
maschi, e 53,2 12 fenjmine; decessi fu* i d' Iladramito. Me fu vescovo Paolo che
jono 81,794, di cui 4' 446 uomini e , Irovossi co'cattolici alla conferenza di Car-
4o,338 donne. Una relazione ufilciale fa tagine nel 4 1 i,in presenza del conte Mar-
conoscere che neli85r si contavano nel cellino,per lo scisma de'doufatisli. Morcel-
regno 3389 scuole primarie, 2480 pub- li, Africa chr. l.i.
,

V AB V AB
V ABRES, Vahrae, Castrwn Fa- menti di Cantal,Gnrd, e Alla Loira, e il
hrcnse in Riitenis^Pagus Vabrensis^Va- borgo Vabres de Senegats di piirtimento
di
hra^ Fahrincum^ Fabrium.Cilia vesco- del Tarn. La città di Vabres ebbe origi-
vile di Francia, della vice-prefettura di ne da un* abbazia di benedettini fondata
Saiul-Alfiique,parte orientale delIaGuien- da Raimondo I contedi Tolosa, che re-
na, nell'anlico paese di Rouergue, di cui gnò dair852 air854, secondo la Gallia
Khodez n'era la capitale, che li'ae il nome Christiana, t. 4> p-i 107 Fabrenses E- •

da'iulenisuoi antichi abitatori, ecol qua- piscopi et Comitesj mentre il Dictiow


le si formò l'attuale dipartimento dell'A- naire itniverseld'i Aynés l'attribuisce er-
veyrou. Giace al confluente del fiumicello roneamente a Raimondo II che regnò dal
Dourdou e della Sorgues che si gettano 918 al 9^3, come vado a provare. Però
un po'più basso nel Tarn. E piccola, ha il paese di Roiiergue ebbe de'conli ere-

quasi l'aspetto di villaggio, dopo la ces- ditari indipendenti, di cui Ugo lo cede
sazione della residenza vescovile e le an- neh 167 ad Alfonso II re d'Aragona, ma
teriori e successive politiche vicende. Tro- neli258 s. Luigi IX lo riunì delìnitiva-
vasi distarle quasi I 2 leghe al sud-sud-est mente alla corona di Francia. In Vabres
da Pihodez sede del vescovato alla cui , hanno luogo 3 annue fiere, e conta circa
diocesi ora appartiene, ed una lega sol- 1000 abitanti, fra'quali fiorì qualche il-
tanto al sud-ovest dalla città di Saint-Af- onorò la patria. L'abbazia e
lustre che
frique, chegode il primato del circonda- monastero dipendeva da s. Vittore di
rio non solamente perchè vi risiede il vi- Marsiglia, cluniacense, esente ecelebratis-
ce-prefelto, ma ancora per la sua popo- sima; fu sotto l'invocazione di s. Maria,
lazione e tribunali di I.' istanza e di com- la chiesa in quella di s. Pietro principe
mercio, de'suoi importanti lavoratori! di degli Apostoli, divenne celebre e vi fiori-
filatura, tessitura e tintura, suo spedale rono cluniacensi di santa vita, della quale
pubblico, e de'suoi stabilimenti d'istru- e del luogo scrisse (diversi da quelli, co-
zione e di carità, tra'quali si distingue il me avverte la Gallia Christiana, ossia
collegio Saint-Gabriel, recentemente co- di Vabres di cui parla s.GregoriodiTours,
struito ed affidalo ai pp. della compagnia Hist. 1. 9, e. 9), s. Odone cluniacense
di Gesù, il cui edilìzio è riuscito unode* nella vita di s. Geraldo (/^.);poichèque-
più belli del mezzogiorno della Francia. sto santo vi fece prosperare la monastica
Vabres non va confusa con Vabre vil- disciplina, e neinformò nobili giovani
i

laggio di Francia, nello stesso dipartimen- di cui amava prender cura e dirigere nel-
to dell'Aveyron, presso Mur-de-Barres, la morale senza professare la vita religio-

né con altre 4 Vabres della stessa Fran- sa, ben>ì la virtuosa e penitente, benché

cia ^ cioè 3 villaggi esisteuti ne' diparti- conte ebarone d'Aurillac E siccome egli
-

68 V A B V A B
sautamonle morì nel 909, così la fonda- me famìglie deirAlvernia, ncciocchè vi si

zione dell' abbazia di Vubres devesi at- formassero al vero spirito religioso. Quel
tribuire a Raimondo I.ConiQ)aiivillc, ///'- f«lto di s. Geraldo prova in che opinio-
stoirf ih toits Ics lù'cschcz^iVìce Vabies ne di sanlilà era in quel tempo l'abbazia
lidia Lingiiadoca, ma non sembra giusto dì Vabres. Però, come suole avvenire, il

nel civile, piuttosto nell'ecclesiastico per- primitivo fervore poscia si ralfreddò,e nel
chè fu snffioganea di due metropoli si- 1062 l'abbate Deusdedit si sottomise al-
tuate nella Linguadoca. Dice ancora, che l'abbate di s. Vittore di Marsiglia, che
l'abba/ia di s. Agostino nel 3 7 fu eretta 1 1 y\ mandò religiosi specchiatissimi e abili

in Tescovato. Ecco di lutto la vera sto- a rendei e a Vabres la sua antica riputa-
ria. Sotto li regno di Carlo I il Calvo^ i zione. Questo slato durò finché Vabres
normanni colte loro scorrerìe sulle coste venne elevala a sede vescovile colla bolla
dell' Aquilania , avenilo costretto molti diPapa G'iovanmXXWj Salvator nostcr^
monaci ad abbandonare loro monasteri i data in Avignone a' 1 3 agosloiSiy,/^^//.
per solltarsi alla schiavitù, BaÌQìondo I Hom. t. 3, par. 2, p. 1 53 : Erectìo Epi-
conte di Tolosa si airreltò d'ollrire ad A- scopatus Fahrensis,m cui si dice chi ara
dagnsio abbate benedettino di Pannai o mente, che la chiesa e raonaslero della
Paluial nel Perigord, di cui conosceva il Filla di Fabro del ss. Salvatore OriU-
grande merito, un asilo per se ed suoi i nis s. Benedicti, l'esentava dall' abbazia
a Vabres, che allora faceva parte de'suoi di Marsiglia. 11 Papa eresse Vabres in
doniinii. Quest'offerta fu fatta ed accetta- città, la chiesa del monastero in cattedra-
ta nell'86i, e l'anno seguente Raimondo le,compose il capitolo regolare di monaci,
1 ottenne dal detto re Carlo 1 la conferma con smembramenti della diocesi di
altri

del nuovo monastero e la speciale prote- Rhodez formò il vescovato Fahrensis, e


zione tiella me-
corte a favore di esso. Nel l'assegnò in sulfraganeo alla pur da lui isti-

desimo tempo cedette colla sua consorte tuita metropolitana di Tolosa, dalla qua-
Berlhesia o Berlhays, ad Adagasio, il qua- le passò poi sotto quella diBourges. Quin-
le avea già cominciato a costruire il mo- di nello slesso iSiy nominò i.° vescovo
nastero, le terre di Bias, Bedos, la Bes- l'ultimo abbate fr. Pietro de Olargio, e
sière, Broquiès, ed in seguilo con molle gli assegnò per mensa episcopale 20,000
altre donazioni accrebbero Timportanza lire annue. 11 Chenu, Epìscoporum Gal-
dell'abbazia, e le quali sono mentovale in lìae chronologìca historìa ^ ritarda al ai

una Papa Pasquale 11 del 1 16 di


bolla ili 1 i320 l'elezione dell'abbate in vescovo, e 1
conferma. Dopo la morte del conte Rai- conviene che morì nel 32g. Gli suc- 1

mondo I, uno de'suoi figli vesti 1* abito cesse Raimondo de Olargio, il quale sta-
monastico a Vabres. Adagasio ebbe anche bilì inSaint-Affriqtie una comunità di4o
la consolazione di vedere venire a met- sacerdoti, e fu amico del celebre fr. Teo-
tersi sotto la sua direzione un sauto reli- dato de Gozon gran maestro gerosolimi-
gioso dell' abbazia di Conques, di nome tano e nato nelle vicinanze di Vabres.
Giorgio, ornalo di scienza e di virili,!! qua- Morto neh 3 47) indi e nell'istesso annoio
ledopo 5 anni fu fatto vescovo di Lodeve
1 fuGuido de'signori di Veutadour, morto
nell'Byy, dove morì pieno di meriti e in neli35i. PoidaClermont vi fu trasferito
concetto di sanlilà, e tuttora viene invo- Pietro d' Agrifoglio, fratello del vescovo
calo qual pastore diletto a Dio ed agli uo- di Rhodes. Nel i353 Bertrando de Pe-
mini. Non molto dopo, cioè nell'Bgg, s. brach già i." priore di Veutadour, e poi
Geraldo conte d' Aurillac, volendo sta- di s. Martino de'Campi di Parigi. Gli suc-
bilire un'abbazia nelle sue terre, mandò cesse il cardinal Gus^WgUwo Brngosc {F.)y

a Vabres alcuni giovani scelti tra le pri- morto in Roma nel 1 36'/ 1 369 e sepolto
V AB V A B 69
in s. Lorenzo Lucina suo titolo, a cui
in bres a Fiancesco I de la Vallette Cor-
lasciò la sua eredità, in pentimento degli nusson nobile di Cahors, fratello di Gio-
ioìproperii e imprecazioni scagliate con- varmi gran maestro di Malta isola che ,

tro Urbano V, sdegnato per aver questi ri- contro i strenuamente di-
turchi avea così
parato alla stravaganza de'suoi predeces- fesa, che Pio IV, se non mori va, erasi pro-
sori stabilitisi in Avignone, nel l'abbando- posto crearlo cardinale. Trovasi nomina-
narla per restituire a Roma la residenza to nel concilio di Trento, non che v'in-
pontificia; gloria die però conseguii il suc- tervenne come pretende Chenu, ed a suo
cessore GregorioXLll vescovo Stefano de tempo Gregorio Xlll secolarizzò il capi-
Vassignac, mandò un deputato al famo- tolo che ancor era regolare monastico nel
so Sinodo di Pisa nel 1409, e terminò di 1577. Mentre tutto il territorio della sua
vivere nel ì^ii. Guglielmo de Baslidos preda alle guerre suscitate
diocesi era in
morì nel 1421. Da Berito a 10 giugno dagli ugonotti, gli sarebbe stato facile dì
i45:x vi fu trasferito Giovanni Pelri , e ottenere delle truppe da suo padre si-

nello stesso giorno deli 4^3 gli successe niscalco di Tolosa, ma qual degno mini-
Bernardo Bianchi morto nel i4B5. Nel stro del Sigtiore non volle mai ricorrere
seguente Antonio Pietro di Narbona de* a mezzi violenti, ed in sì calamitosi tem-
baroni di Taleyrand, eletto da' canonici pi la carità, la dolcezza, una sincera di-
di comune consenso, già monaco abbate vozione furono la sua lodevole condotta.
commendatario di Grandeselva e Fonte- Soltanto quando vide il disordine giunto
freddo, nella cui chiesa di s. Maria fu tu- all'estremo, si ritirò nel castello di Saint-
mulato nel iSog. Gli successe il fratello Izaire, dove fu assediato da' calvinisti , i

Lodovico di Narbona, com'esso abbate di quali però furono dispersi da'cattolici ac-
detta badia, ed egualmente col suffragio corsi per difendere il loro vescovo. Que-
di tutto il capitolo : costruì l'episcopio e sti con somministrare per tempo de* ca-
il coro della cattedrale, la quale abbellì valli alla badessa e monache di Nonen-

e arricchì di preziosi vasi e ornamenti, e que, ebbe la consolazione di metterle in


per molti altri benefizi lasciò preclara la sicuro, prima che giungessero i calvini-
sua memoria, passando di vita neliSiQ. sti, che distrussero e ridussero in cenere
In virtù del concordato tra Leone e X quell'antica abbazia. Gli successe Tom-
Francesco F, quest'ultimo nominò vesco- maso de Lauro. Nel 1600 ne fu consa-
vo di Vabres, Reginaldo di Martigny , grato vescovo Francesco II de la Vallette
fratello del vescovo di Castres; neliSsS Gornusson abbate di Moissac nella dio-
intervenne alla solenne assemblea tenuta cesi di Cahors, e pronipote del preceden-
innanzi al re, e morì in Montpellier nel te Francesco. Aflidò il santuario di No-
i536. Il re gli sostituì Giorgio d'v^rmtìs- traSignora d'Orient,celebre pel gran con-
gnac (P^.) suo oratore a' veneti e vesco- corso di popolo e pe'miracoliche vi si ope-
vo di Khodez,da Paolo III dichiarato per- ravano, a'cappuccini che vi fecero un be-
petuo amministratore di Vabres e creato ne immenso, e ridussero nel seno della
poi cardinale. Per altre chiese lasciò que- vera Chiesa molti protestanti. Nel 16 14
sta, che per sua rassegna nel i56o col ve- intervenne in Parigi all'assemblea del cle-

scovato di Rhodez fu conferita a Giaco- ro gallicano, e morì nel 6 1 8. Ne occupò r

mo de Corneilhan di lui nipote, il quale la sede il nipote e coadiutore Francesco

mostrò un gran zelo contro la propaga- IH de la Vallette, fratello del signore di


zione del calvinismo, e pubblicò due o- Gornusson e di Parisot, siniscalco di To-
pere di pietà che a tempo suo furono mol- losa e d'Alby, ch'era stèzoso in ]>artibus'
lo celebri. Nel 1 565, col consenso del car- di Filadelfia: nel 164 1 si recò a* comizi
dinale, Giacomo rassegnò la sede di Ya- (\q\ clero gallicano iu Medontac, e mori
e

70 V A B V AC
nel 1 645.1 n questo gli fu «oslUullo Isacco fu sostituito Lodovico de Baradat, già co-
Hilbert iliPui igi,caiionìco teolugo di quel* nosciuto pe'suoi dotti scritti in prosa e
Ja chiesa e lej^io predicalore; intervenne poesia, ed oratore sagromollo elo(picu-
Del i65o airusseinblea del clero in della le. A suo tempo, il Papa Innocenzo X[

città, lodato per dottrina equale ornauien- colla bolla Triumphans Paslor aeler-
lo dell'episcopato francese,a vendo pubbli- nus, de'3 ottobre 1678, Bull. Roni. l. 8,
cato diverse opere encomiate. Esse sono: p. 61, elevò ad arcivescovile la chiesa
1. Tre Discorsi da Ini pronunciali con- d' Alby, e le assegnò per vescovati suf-
tro il fanìoso bbro V Aiigustìnus di Gian- fiaganei diversi di quelli dismembrali
senio. 2. Difesa della fede. 3. Traduzio- dalla metropoli di Courges, fra' quali
ne latina del l'onlilìcale della chiesa gre- questo di Vabres. due ultimi ve-
1 suoi
ca con lunghe note. 4* De justiiia coii' scovi seguenti sono registrali anche nel-
nuhìali edicti, per provare che l'ordinan- le Nolizic di Roma. Clemente XI nel

ze di Luigi Xlll sul matrinr)onio non so- 1 7 I o preconizzò Carlo Alessandro leFd-
no contrarie al concilio di Trento. 5. De leul de la Chnpelle, della diocesi di Li-
consensu llierarchiae et Monarchiac : sieux, che i suoi talenti e le sue virtù fe-

fu tradotta in francese col titolo d'Unio- cero eleggere più volte deputalo delia
ne della Chiesa collo Stalo. 6. De Cathe- provincia ecclesiastica d'Alby all'assem-
lira, scu Primatn s. Pctn. 7. Difesa del- blea generale del clero di Francia. Ot-
la teologia de' Padri greci sulla Grazia. tenne che l'ospedale di Saint-AlTrique
8. Spiegazione dell'Epistole di s. Paolo a fosse eretto in ospedale generale. Cle-
Timoteo, a Tito ed aFdemone. 9. Rac mente XI li 1764 promulgò Giovan-
nel
colla di poesie Ialine, molte delle quali ni de
Croix de Castries, della diocesi
la

in onore di Luigi Xlll, col liloJo di Pie- d'Uzes, il quale pure più volte fu scelto
tas Hegia, raccolta stampata a Parigi. a deputalo all'assemblea generale del cle-
IO. Parafrasi sui Salmi della Bibbia de' ro ; venne carcerato nella deplorabile ri-

Settanta. 1 i. Inni sulla festa di s. Luigi. voluzione, e prima di morire egli fece
Questo celebre e benemerito vescovo di distribuire a' poveri e alle chiese di sua
Vabres morì nel 668 d'un colpo d'apo-
1 diocesi quanto gli rimaneva in denaro e
plessia a Pont de Salaras, mentre si re- in mobili. Restata vacante la chiesa ve-
cav-a a Parigi da Luigi XIV che voleva scovile diVabres neh 796, dipoi pel con-
farlocapo del suo consiglio. Il di lui cor- cordalo del 1801 Pio VII la soppresse,
po, riportato a Vabres, fu sepolto nella ne unì la diocesi al vescovato di Rliodez
cattedrale a piedi dell' altare maggiore o Rodez (F.).
che avea fatto ricostruire,sebbene nel suo VACABILI E VACABILISTI DEL-
testauiento avesse dichiarato di voler es- LA CORTE E CURIA ROMANA, Of-
sere deposto nel cimilerio de' poveri. Si Jlcioriim Venalium et VacahiVmm Ro-
legge sopra la pietra sepolcrale quell'e- manae Ciiriae. Uflìzi vitalizi vacabili e
pitalfio da lui composto mentre viveva: venali ossia vendibili della Corte eCu-
Isaaei Habcrli XX.mi Epis. Vahr. ria Romana, principalmente della Ca^
quod mortale fuit, hic resurrectionem mera apostolica, deWa Cancelleria apo-
expectaty quam heatam precare, pie stolica, della Dataria apostolica, oltre
vìalor^et novissima memorare. \ succes- quelli Capitolini^ nella più parie cosli-
sori si ponno vedere nella nuova edizio- luili in collegi. Questi udizi vacando, ri-

ne Gallia Christiana, cioè 4 se-


della i cadono a profitto della camera aposto-
guenti: Lodovico 11 de Lavergne de Mon- lica e si tornano a vendere, se a tempo
lenard de Tressan, nominato nel 1669, debito il proprietario non ne ha disposto
indi liasferilo a Le Maas nel 1671. Gii a favore d'altri. Tali ullizi si dissero per-
VA e V A G 7»
ciò Placabili, e yacabiliòù o P^acah! li- rirono nella Curia lìomaiut^ i quali per-
sta qae'clie gli acquistavano, e (jue' che vennero ad eminenti cariche e dignità
li possiedono lultorn, tli qiie'vaoabili su- colla comprita de' vacabili , e persino al
perstiti cioè, s^i riconosciuti che li(|uidali. cardinalato. Allorché Papi conferirono i

Siccome gh ulìui Tacabili furono da'Pa- i principali uffici vacabili, od anche mi- i

pi istituiti pe'hisogni urgenti della s. Se- nori, senza prezzo, si dicevano vacabili
lle, o del tesoro o erario pontificio, così donati. Molti vacabili degli uffizi minori
le somme che s'introitavano dalla came- di 2.° ordine, se i vacabilisti non erano
ra apostolica, per l'occorrenze dell'una o in grado di fungerli, si facevano esercita-
dell' altro si eiogavano e impiegavano. re dall'intestatario con l'opera personale,
Altre somme di frequente servirono a ossia da altri abili sostituti a'medesimi e
soccorrere le chiese cattoliche estere, ed forniti de' richiesti requisiti , mediante

anche i principi cristiani. Dunque lode- congruo compenso o in società. Altri va-
volissimo e commendevole ne fu il preci- cabili di 3." specie erano puramente sta-
puo scopo. 11 cardinal De Luca distinse biliti sul trarre dalle Tasse (J^.) impo-

in tre specie e generi diversi gli uflizi ste la quota loro assegnata, del qual ge-
venali e vacabili, i
.**
0/^C7<^ PraclatÌLìa nere di vacabili e vacabilisti tuttora ne
et primi ordiiiis. 2.* De Offlciis seciuidi esistono non poclai. La rendita degli uffi-
generis f quae non siuit Praelaiitia, sed zi vacabili esistenti deriva e previene da*
aliquain habent adniinìstrationeni. 3.° mensili o annui fruitati di emolumenti e
Da Offlciis tcrtìae classi^^ quae mdlani tasse stabilite pe'medesimi da' Papi die
habent adininistrationeni. \ vacabili del- l'istituirono, in compenso degl' intestata-
la I." specie si acquistavano dalla camera ri ossia di chi T esercitava e degli acqui-
apostolica, mediante pagamento d'una renti proprietari secondo la loro natura,
somma, anche cospicua e ragguardevole eil in generale quanto all' annuo incasso
in proporzione del reddito e dell'auto- rende un congruo e pur anco convenien-
rità e onorificenze annesse, che relativa- te compenso proporzionato alla somma

mente variò secondo i tempi. Imperoc- pagata, non meno dell'S ovvero del io
ché tra'detti uffizi vacabili eranvi anche per 100, ragguagliato cioè sul capitale
quelli di tale i .°ordÌQe,avendo annesso l'e- somministrato, anzi molli vacabili arric-
sercizio di diverse primarie cariche car- chirono i vacabilisti. Con quest'aulicolo
dinalizie e prelatizie, come andrò enume- io non pretendo alFatto di dare un trat-
rando, per promozione alle quali vaca- talo sulle diverse specie de'vacabili, non
va il vacabile. ]Ma per gli uffizi principa- solo perla mia relativa insufficienza, ma
li da chi gli acquistava, oltre la
vacabili, ancora come vasto e complicato argo-
somma che dovevano sborsare, richiede- mento, che in generale assai poco si cono-
vasi che ne fossero onniaamenle degni, sce. Adunque mi limiterò a tentare di dar-
colla corrispondente piena idoneità e in- ne una semplice indicazìone,richiamando
tegrità. Siffatti vacabilisti maggiori , sia inumerosi articoli che vi hanno relazione,
pe'natali,virttiecognlzioni,dovevanopm' coU'intendimento di possibilmente spar-
essere d'intera soddisfazione e gradi mea* gere alquanto lume sopra materie inte-
te de'Papi, pe'gelosi e alti uffizi di cui ve- ressanti,ma molto oscure, di cui appena
nivano investiti: dovevano es*i aver pri- alcuno n'è pienamente istruito.Dopo tan-
tua meritato la pontifìcia estimazione e ti mutamenti, non furono stampate opere

benevolenza, altrimenti non bastava l'of- che ci possano illuminare. Se nella defi-
frire le somme stabilite. Prova lumino- nizione o in altro non riuscirò del tutto
samente la storia , i grandi ed eccellenti esatto, mi lusingo che i tanti articoli che
prelati e cardinali, dotti e virtuosi che flo- gli apparlctìgono, almeno in buona parte
71 VAC VAC
siipplirnnnoa cìiiarire questa riunione di lario. Se lo intesta a 3.' persona , egli
nozioni. La caratteristica degli udizi ve- (l'acquirente del vacabile) dicesi ed è il

nali vacabili della corte e curia romana, proprietario, durante la vita del suo in-
Officia vena Ha vacabilia, si è che essi testatario, e fa sua la rendila dell'uffizio.
vengono posseduti sotto il pericolo di vi- Qualora al vacabile sia annesso un eser-
ta della persona, alla quale gli ullìzi in cizio, il quale esercizio è anche fruttife-
Dataria sono inscritti ossia intestati; per ro, la rendita dell'esercizio
non è del pro-
cui alla morte naturale dell' intestatario prietario,ma dell'intestatario del vacabi-
Tuffizio venale vaca, e se ne devolve ini* le. Non vi è dilferenza fra gli uffizi colle-
mediatamente l'assoluta proprietà al giali e non collegiali per ragione dell' in-
principe o camera apostolica , a conto testatario, poiché tutti debbono essere in-
della quale la dataria apostolica Io ri- testati onde [)otere percepire il frutto. L'a-
vende al prezzo reperibile , versandone zienda degli ufiizi vacabili venali è stata
Ja somma ricevuta alla medesima. La mai senqjre di esclusiva pertinenza del
vacanza di tal genere di uffizi venali vie* Tribunale della Dataria apostolica
ne impedita quando l'uflìziale, ossia l'in* (/^.), senza che mai abbiavi avuto la mi-
tèstatario del vacabile ne è insieme il pro- nima ingerenza la camera apostolica, né
prietario, e il vende ad altra persona, la i suoi ministri. 11 Datario o pro-datario
quale vendita dicesi Rasscgnaj come an« è il difensore nato de' vacabilisti , ed in
che quando chi ha la proprietà di un virtù di pontificii chirografi rappresenta
uffizio in sua testa non iscritto, trasferi* tutti gli uffizi vacabili che mancano, e
sce la inscrizione a suo beneplacito , os- finché mancano comunque del vero uffi-
sia trasferisce il pericolo di vita nel suo ziale. La persona dalla dataria deputata
uffizio ad un'altra persona. Nel caso l'in- privativamente alla partita degli uffizi
testatario sia assente da Roma, richiede- sopraddetti è Taraministratore delle com*
si che il proprietario dell'uffizio dia una ponende, il quale anticamente, quando
cauzione alla dataria del prezzo del vaca- l'uffizio delle componende era anche ve-
bile, qualora il detto intestatario non so- nale,dicevasi l'uffiziale delle componende.
pravviva 4o giorni alla seguita Trasla- Gli uffiziali vacabilisti se sono riuniti ìu jj
zione. Dalle traslazioni del pericolodi vi- collegio diconsi FacabilistiCollegialiyùì'
ta di persona in persona in un uffizio va- trimenti si chiamano f^acabilisti Singo-
cabile deriva, che alcune famiglie hanno lari. I tenevano pe-
vacabilisti collegiali
di essi conservato per qualche secolo la riodiche congregazioni, nelle quali tratta-
proprietà. L'uffizio vacabile, quando sia vano liberamente e indipendentemente
intestato nella persona medesima del pro- da chiunque altro gli affari economici de*
prietario, non può essere lasciato in te- loro collegi; nominavano persuffiagi al»

.stamenlo, né conseguirsi per eredità ab Guni (le greniio a sostenere varie incom-
intestalo, solo ciò può accadere quando benze nel rispettivo collegio piti o meno
il proprietario di un vacabile intestato lo lucrose e dette uiliziature, talune trime-
tiene in altra persona. Per altro deve ve- strali, talune semestrali, talune annue;
rificarsi all'epoca dell'apertura del tesla- come anche per suffragi eleggevano i lo-
menlOjOdel possesso dell'eredità, che l^in- ro ministri, cioè il segretario (detto pure
tèstatario sia vivente. Chi acquista un uffi- computista),comunemente chiamato cap-
zio venale vacabde della curia romana, os- pellano (perché come dissi nel voi. LXIf,
sia di quelli attinenti alla dataria e cancel- p. SoQ, anticamente il cappellano che la-
ieria apostolica, può intestarlo a se slesso ro quotidianamente celebrava la messa,
oa terza persona. Se lo intesta a se stesso, n'era pure il segretario, e come tale avea
esso ne è insieme proprietario e intesta? la cura e custodia de'iibri e scritture dei
V AC VAC 73
proprio collegio; i collegi avencìo poi co* ti dal datano. 3.* Che oltre a ciò ad alcu-
iiiincialo ad eleggere per segretario uà ni proprietari degli uffizi non liquidati, i

secolare, questo ritenne l'antica denomi- quali procuravano di essere assicurati del
nazione di cappellano), il depositario ed possesso de'loro uffizi in caso di morte de*
il procuratore , i quali 3 individui erano loro intestatari, fu accordato per organo
amovibili ad nutuni de' nominanti. Le della dataria un pontifìcio rescritto de-
congregazioni degli ufliziali vacabilisti col- claratorio: Quod interini tempus et lem-
legiali ebbero luogo fino alla chiusura del poranon curranf. In questa disposizione
Tribunale della Cancellerìa apostolica s'intese poi comprendere qualunque pro-
(P^.) avvenuta nel gennaioi8io. Duran- prietario di vacabile non liquidato, quan-
te l'intruso governo francese, dal mede- tunque non si fosse munito di simile re-
simo fu proposta la liquidazione de' vaca- scritto. Ma non ostante il divieto di ras-

bili, e venne eileltuala per 7/9 parli circa segnare vacabili non liquidati, si è veri-
i

dell' intero loro numero. Ripristinalo il ficalo il caso di qualche vendita, concor-
pontiHcio governo nel 1 8 f 4j^s*^"f'^^' ^'^' rendovi però la pontifìcia annuenza. Pa-
'vaio in assai ristretto numero gli ufliziali rimenti i Papi, di alcuni vacabili de'qua-
Tactibilisli di ciascun collegio, il Papa Pio li erasi disposto per testamento, hanno
VII a proposta del cardinal Malici pro-da- confermato le testamentarie disposizioni
lario stabili una speciale congregazione a favore degli eredi de'possessori defun-
sotto la presidenza di esso cardinale, onde ti. In questi casi però la dataria non ha
'esaminare l'affare degli uffizi vacabili e richiesto che venisse effettuata la voltu-
de'rimasti vacabilisti, che non vollero li- ra del vacabile dall'antico al nuovo pos-
quidare, per proporre quindi quello che sessore. Siccome molti uffizi vacabili a-
air oggetto e alla circostanza repulavasi vevano annesso un esercizio, e gli emolu-
espediente. Fra le proposizioni che il det- menti di questo esercizio spettavanoesclu-
to Papa in modo provvisorio approvò il sivamente a'rispetlivi intestatari; cos\ ia
i.°ollobrei8i4 furonvi le seguenti: Che seguito delle suaccennate provvisorie di-
non si tenessero da' superstiti collegiali sposizioni pontificie, gli esercenti agli uf-
vacabilisti le periodiche congregazioni. fìzi vacabili, aggregati tanto alla dataria,
Che non avessero luogo le deputazioni quanto alla cancelleria apostolica, ven-
alle ufììzialure (pe'vacabili l'uflìzialura è gono ora deputali dal cardinal pro-data-
una carica lemporaria ne' collegi degli rio, senza però essere dichiarati formal-
ufliziali vacabilisti, come sono gli ufli- mente intestatari. Finche i collegi de'va-
ziali de'sodalizio confraternite). Che non cabilisli hanno conservalo i' intero loro
si ammettessero rassegne, ne vendile de- numero de' collegiali, ne' nominati prò
gli uflìzi non liquidati. Da queste dispo- tempore alle ufììzialure era richiesta una
sizioni è derivalo. i."Che vennero tolte cognizione di ciò che si riferiva al proprio
ne'collegi tulle le ufljzialure, a riserva di collegiojtanlo per le tasse spellanti ad es-
alcune ne'collegi degli Scrittori (F'.) di so nelle singole spedizioni delle bolle a-
bolle, tanto di maggiore quanto di mi- posloliche, quanto nella divisione del de-
nor grazia, troppo necessarie per le spe- naro esatto. I segretari, ad eccezione de*
dizioni delle bolle apostoliche , alle quali segretari de'suddelli scrittori di bolle, e-
rispetto a* primi ora nomina trimestral- rano quelli che registravano ne'hbri le
mente il cardinal Fice- Cancelliere ^cà in somme da esigersi in ciascuna spedizione,
sua assenza Oìg.'^ reggente della cancelle- tulli poi conoscevano le norme onde fa-
ria, e rispetto a'secondi il segretario de- re mensuali riparti delle rendile, o redi-
i

pula a vita gl'individui. 2.° Che i mini- gevano uno scritto mensuale, nel quale a
stri de'vacabilisli collegiali sono uumiua* ciascun uffiziale era assegnata la compe-
-

74 V A e V A C
lente qnolo, qiinle scritto detto Lisia o fra gli ufTiziali di cancelleKÌa (perchè tale
ripailo veniva approvato (lu' deputali di lochiaina anche il Ciairipini, Z^d S.R./i.
ctascuii collegio, avanti die d» esso si fa* FicecancellariOyCt Ofjìcialihas Cancri'
cesse trasinissiooe al proprio depositario, lariae t/po^olicae^ &ec\'ìo wii)^ non può
onde questi dasse a ciascun uiliziale o per alcun titolo o ragione esser chiamalo
proprieluiio l'assegnala porzione. Dal uflìziale di cancelleria né di dataria il de-
i8»4'" ' detti segretari lianno le no- positario de'vacabilijch'c veramente il 2.°
P*^'
tizie de'rispettivi collegi e delle loro las- de'depositari. Il 3." depositario è il pioni
se, e fanno i riparti, che trasmettono a' balore ossia il custode del sigillo ponti-

depositari, e quanto altro narrai nel voi. ficio di Le Notizie di Roma del
piotnbo.
VII, p.i 58. I depositari pertanto de' col- i833 per lai." dopo il deposi-
volta, e
non debbono avere e
legi ile' vacabilisti lario generale del piombo e il piomba-

non hanno alcuna cognizione delle di- tore, registrò nelT articolo Cancri leria
verse tasse de'singoli collegi, né del mo- y^postolica tra gli ulìiziali della medesi-
do di fare riparli delle rendile; ma so-
i ma, il Depositario de* f^acahili ed anche
lo hanno la responsabilità del denaro che con l'aggiunto di generale, e tuttora con
essi hanno esatto e de' pagamenti che , esso prosiegue a riportarlo; e dal 8 J2 re- 1

funnoa termine delle liste de'segrelari col- gistra suo coadiutore. Ripeto, che
pure il

legiali. Essendo dal ib*i4 lislietti a 3 i niuno de' 3 depositari del denaro prove-
depositari de'collegi de'vacabilisli, e cia- niente da' vacabili amministra vacabili,
scuno indipendente dall'altro, da ciò ri- né fa alcun riparto delle rendite di essi.

sulla che niuno de' depositari può rite- Il depositario, che nelle Notizie di Ro-
nersi per depositario generale degli uf- ma e qualificato depositario generale
fìzi vacabili (onde tale aggiunto »a tolto de' vacabili, é depositario degli scrittori
dagli articoli Cancelleria A.fostoliga e delle bolle tanto di maggiore, quanto di
Datari A Apostolica, sebbeneio l'aggiun- minor grazia; degli abbreviatori del par-
to lo destmsi dalle ulUziali e annuali No- co di maggiore e di minore presidenza;
tizie di Roniay ed i due articoli gli appro- de' procuratori delle spedizioni di bolle
"varono i primari ufliziali de'due tribuna- di minor grazia; de'presidenli di annona;
li). Difalli l'esattore camerale riscuole da' de'cavalieri del Giglio; de'cavalieri Pii ;

singoli 3 depositari la rendita de' vacabili de'cavalieri Lauretani ; de'registratori e


liquidati, che per disposizione pontifìcia de' maestri del registro delle suppliche;
è versata nell'erario della camera aposto- de' protonotari apostolici; de* mazzieri
lica. Che se dovesse darsi V aggiunto di pontifìcii; e degli altri uOTiziali venali del
generale ad uno de' depositari de' vaca- palazzo apostolico; come anche de* solle-
bili, gì' istruiti di queste materie sosten- citatori delle bolle apostoliche di maggior
gono, che tale aggiunto si apparterreb- grazia, comunemente denominati gian- m
be al depositario o cassiere delle tasse del nizzeri; e de* restanti collegi degli anna- ^
piombo nominato dal cardinal vice-can- listi, ossia partecipanti delle mezze anna-

celliere; poiché nelle sue mani deve farsi te beneficiali, quali sono correttori e
i i

per intero il pagamento di tuttociò che scrittori d' archivio, i cavalieri di s. Pie-
in ciascuna spedizione va sotto il titolo tro, i cavalieri di s. Paolo, 1 cubiculari e
di tasse del Piombo e registro delle gli scudieri apostolici,ed i porzionari diRi-
lolle y e al medesimo devono rivolgersi pa. Lo stesso depositario è eziandio de-
anche gli altri due depositari per esigere positario di qualche altro vacal>ile singo-
la rata spettante al collegio cui servono. lare. Il depositario del piombo, rappre-
£ mentre il depositario o cassiere del sentalo in tutto dal cassiere, oltre l'esse-

piombo può io qualche modo ascriversi re depositario e cassiere iu g<iucre e in


V A e V A C 75
generale delle lasse del piombo, è in par- Agostino Rempicci; a cui il Papa Pio IX
licoloie dcposilaiio de'collegi de'cojlello- ha dato in coadiutore il suo scalco se-
li del piombo , de* maestri del registro greto cav. Benedetto Filippani. Deposi-
delle bolle spedite per la via di cancel- tario del piombo è il conte Castore di
leria, e degli scrittori del registro mede- Marscianoje Piombatore, Francesco Le-
simo. Il pioiidjatoreédepositariode'mae- pri. Dicesi che l'uffizio di depositario de'

stri e de' porzionari del piombo, e de' vacabili, più o meno secondo le circostan-
Penitenzieri di s. Pietro^ come parteci- ze, rende annui scudiì5oo. Gli uffizi ve-
panti delle lasse del sigillo poiUitlcio di nali vacabili ponno essere classificali in
piombo. E qui devesi avvertire, che la uffizi della Cancelleria Apostolica , ed
Penitenzieria apostolica entra a parte uffizi della Dataria apostolica, secondo-
di alcune lasse solle spedizioni delle bol- che l'esercizio di essi deve prestarsi o
le, ma che vengono spedite per
di quelle l'aggregazionede'medesinii si riferisce al-
1' uffizio denominato di minor grazia, la Cancelleria o Dataria medesi-
alla

nelle quali tasse è compresa quella pe' me. I vacabili Camerali poi sono quelli
suddetti penitenzieri. Per gli udlzi vaca- di diversi collegi, a'quali nella loro istitu-

bili singolari vengono deputali dal car- zione furono assegnati in porzione di ren-
dinal pro-datario persone idonee onde e- dile alcuni annui provenli della camera
sercilare le incombenze del vacabilisla, e apostolica, e perciò denominali aJcuni di
ad esigerne le rendite che vengono depo- tali vacabilisli anche Porzionari, ridotti
sitate al depositario per versarle nell' e- indi ad annui pagamenti; qual rendita
rario della camera apostolica ossia al suo (che tuttora luparie pagasi a'singoli col-
esattore. Niuna deposileria degli u/lìzi va- legi) dicesi rendita certa del vacabile,

cabili è annessa alla carica di amministra- a diffijrenza di quella incerta ed even-


tore delle componende. Pel narralo nel tuale proveniente dall'esazione delle tas-
•voi. XiX, p. i57 , e pel fallimento del se nelle spedizioni delle bolle e brevi
Tartaglia, dalla più parte de'collegi va- pontifìcii. Non ponno dirsi camerali que-
cabilisti eletto loro depositario, Pio VI gli uffizi vacabili, la cui rendita è stata ap-
nel 1790 deputò depositario interino de' plicala con chirografi pontificii per di-
medesimi l'ab. Ghignardi amministrato- versi titoli allacamera apostolica. Essen-
le generale delle componende. Morto que- do vacabili un debito della camera apo-
i

sti 1794 gli successe il rispettabile ab.


nel stolica, non si può esaltamente per questo
Domenico Sala, che sin dal 79 si legge 1 i titolo dirsi che essa ne sia la proprietaria
nelle Notizie di Roma suo coadiutore. diretta, il che corrisponderebbe alla pro-
3VoD solamente occupò la carica delle posizione che i debili sono una proprietà.
componende, ma
anche a lui affida-
fu JXella istituzione di alcuni uffizi vacabili
ta tale deposileria, ed ambedue gli uf- collegialivennero cedute alcune incerte
fizi ritennesinoali832 epoca di sua mor- rendile della cameia apostolica, come le
ie, e lasciando preziose notizie mss. su mezze Annate beneficiali ec. Le mezze
questo argomento, non meno che sul- annate però non formano l'introito del-
la Dataria e Cancelleria. Tanto l'ab- la componenda della dataria, ma dopo
bate Ghignardi, che l'abbate Sala ìu la cessione formano rendila de' vacabili-
tutte le annuali successive Notizie di Ro- sli, e cessarono quindi d'essere introito
ma, solamente sono registrati quali am- pontificio o meglio un provento del pon-
ministratori delle componende. Nello tificato. Siccome nella istituzione di lut-
slessoi832 Gregorio XVI, a mezzo del ti gli uffizi romani Pontefici an-
vacabili i

cardinal prodalario, nominò uno specia- davano a contrarre de'debili,così per sicu-
le Depositario de' vacabili , ed è il cav. rezza della restituzione del deuaro banuu
76 VAC VAC
ipotecato a non)e loro e dellu camera a- gli scudieri apostolici, quello de'cavalieri
poslolica i beni e reiuliie Jeihì camera di s. IMelro, quello de'cavalieri di s. Pao-
iiieclcsiina.Quindi può dirsi, die furono lo, quello de' cavalieri del Giglio, quello
vendute, non già ipotecale, alcune ren- de'cavalieri Pii, quello de'cavalieri Lau-
dite che provenivano dalla cancelleria a- retani ,
quello degli scrittori di bolle di
postolica. Si vuole che la camera aposlo- minor grazia, quello de'procuratori del-
Jica ritragga da'vacaUili non li(|uidali an- le bolle, quello degli scrittori de'brevi a-
lini scudi sette, otto o nove mila, e ne pa* postolici,(pjello de' registratori delle bol-
ghi circa 72,000 , cioè per gli assegna- le di uiiiggior grazia, cjuello de' maestri
menti a'collegi de'vacabilisti denounnati del registro, quello de'collettori del piom-
cavalieri di s. Pietro, cavalieri di s. Pao* bo ec. De'Ioro onorari e stipendi, coii»e
lo, cavalieri l*ii,cavalieri del Giglio, cubi- di quelli degli altri ufllziali dellu stesso
culari e scudieri apostolici ,
porzionari tribunale, si può vedere a p. 68 la Sta-
di Ripa, presidenti di annona, correttori tis licci (li tutti gli uffizi al impiccili del
e scrittori di archivio, protonotari apo- dominio della s. Sede all' epoca del
stolici, ed è perciò che tali uffìzi vacabili 184B, Roma 1849. A p. 73 sono ripor-
(per distinzione degli altri che nulla rice- tati gli onorari e stipendi degli udìzialidel
\ono di assegnamento dalla camera) so- tribunale della dataria apostolica. Lessi iu
no cldamati camerali. Vi sono tuttavia un antico documento: Il cavalierato del
de' vacabili che non si amministrano da' Giglio importava T acquisto dell' ulllzio
summentovati depositari, ma da'proprie- scudi I i5o, più do veasi pagare per la spe-
tari rispettivi, come nell'università roma- dizione e l'ammissione scudi 84,f''"ttau-
na, nella quale uno de'bidelli è vacabile do certi annui scudi 66. Il collegio aduna-
spettante ad un principe qua- romano, il vasi in congregazione una odue volte l'an-

Je cogli emolumenti e stipendio che ne no, con premio incerto. Il cavalierato Pio
trae, ne fa partecipe quello cui fa eser- importava l'acquisto dell* uflizio scudi
citare r ulllzio. Vi furono de' collegi, gSo, più doveasi pagare per la spedizio-
come dirò, di vacabilisti decorati di or- neerammissionescudi82, fruttando cer-
dini equestri e onorati di privilegi. An- ti annui scudi 54- H collegio adunavasi

che altri vacabiltsti singolari goderono tre oquattro volte l'anno, con premio in-
prerogative ed esenzioni. Di questi, delle certo. I cardinali potevano avere in pro-

somme richieste pe'dilferenli vacabilijdi prietà vacabili della curia romana, ma


i

quanto essi rendevano , ne ragionai ne* que' vacabili inerenti a ufiìiji di dignità e
loro articoli che poi ricorderò. vacabili- 1 all'esercizio di cariche non potevansi da
sti Scrillori aposlolici, i cavalieri Lau- loro ritenere, e colla promozione al car-
retani\i\e\ G/^'//o, di s. Pietro ^ò'xi.Paolo, dinalato cessavano. Talvolta i cardinali
ed i cavalieri À'//Y^.j,oltrealtri erano pu- ebbero la proprietà de' vacabili intestati
re ProLoiiolai'i (y) titolari. I vacabilisli sotto altro nome. In seguito fu loro con-
collegiali, che attualmente hanno nella cessa la ritenzione. Dice il Lunadoro, nel-

cancelleria apostolica i segretari cappel- la Relazione della Corte di [ionia, esse-

lani, sono i seguenti; cioè il segretario re il prelato Pesoriere generale (V.) il


cappellano degli scrittori delle bolle di conservaloredegli obblighi Cìq Luoghi di
maggior grazia, il segretario cappellano Tlio/i^d
(^/^J, degli ullizi vacabili camera-
degli id)brevialori,il segretariocappella- li, e de' deposili di denaro della camera

no de'sollecitalori apostolici, quello degli apostolica, provenienti da' Pributi (/^.) e


scrittori d'archivio, quello de' porzionari dal complesso di sue rendite, a seconda
di Iiipa, (jueliode'presidenti dell'annona, della bolla di Benedetto XIV, Ronianae
quello de'cubiculari apostolici, quello de* Curiae, de'2i dicembre 1745». Anche i
-

V AC V A C 77
luoghi di monte furono di due specie, va- te rileva, che quanto tempi presenti,
a*
cabili e non vacabili, ossia azioni divise ciò che si manda fuori sorpassa mollo ciò
in luoghi di loo scudi 1' una con annuo che d'altronde ritirano il I^apa, la came-
frullato , corrispoudenle alle circoslanze ra apostolica per Tasse e altro, i vaca hi
de'tempi, e di essi il prelato tesoriere fu listi, e i ministri maggiori e minori, preso
dichiarato soprintendente. Si può vede- tutto insieme. Parlando poi dell'impiego
re il moto-proprio d'Innocenzo XI, Cam delle componende, dopo averne enume-
recai. lueni. Clemens VIII^ de'6 giugno rata r erogazione benefica, riguardo al-
1689, Bull. Rom. t. 8, p. 535 Conflr- : V Annate e altri emolumenti per materie
manturT/iesaiirariprovisiones, et ordì' riguardanti i Benefìzi ecclesiastici , di-
nationes taxae prò hono Montium
, et ce. M Tutti sanno, che sono entrate ven-
Jxomanae Ciiriae regimine. Anche luo- i dute a particolari persone, che impronta-
ghi di monte furono istituiti da'Papi pe* rono somme determinate in occasione di
bisogni della s. Sede e de' suoi doininii urgenza della s. Sede , depauperata spe-
temporali, e principalmente per aiutarci cialmente (come prova nel decorso del li-

Sovrani nelle guerre contro gli eretici e bro ampiamente) per sussidii dati alle
la Turchia {V')y ch'è quanto dire in di- chiese estere. Si raccolsero allora delle
fesa della cattolica religione e della cristia- somme necessarie, ipotecando i proventi
nità, non meno che per altre loro grandi della dataria e della cancelleria, in mo-
necessità. Di che trattò egregiamente il do che, per esempio, chi somministrava
cardinal Gio. Battista De Luca: De Lo- duemila scudi avesse a percepire una
,

cis Montium non Vacahilium Urbis Ro- ^ porzione di quel!' entrate, finché viveva
niaei682. Abbiamo pure di Fabrizio E- esso acquirente, o chi altro egli avesse so-
\angelista: Opus de Locis Montium Ca» stituito dentro il prescritto termine di 4o
meralium non Vacahilium, in quo per giorni prima di morire. E siccome moren-
materias distinctas ex professo agitar: do il creditore senz'aver trasferito il suo
De erectione Locorum Montium, de eo- credilo, questo vaca a profitto della ca-
rum suppressionCyde eleclione admini' mera apostolica, che torna a vendere quel
stratoris, ejusque officio, de officialihus posto, questi perciò si dicono Uffizi Pla-
et curis ad eos pertinenlibus, de clauso- cabili, e J^acahilisli quelli che li possie-
la dummodo etc, Romaei 767. 1 luoghi dono. Nel qual ritorno però de'fondi al-
di monte vacabili erano quelli che in de- la camera ninno s'immaginerà quel pro-

terminato tempo doveaosi estinguere con fitto, che a prima vista apparisce, se si

fondi ad hoc assegnali, per ammortizzar- consideri, che il caso della vacanza non è
li mediante la restituzione delle somme poi frequentissimo, perchè ognuno cerca
cavate ila'montisti. Di questo argomento di stare attento sul suo, e di trasferire in
con diffusione ne riparlai a Tesoriere ge- tempo abile il suo credilo: e la probabili-

nerale, nel quale articolo vi sono altre- tà della vacanza viene a essere compensa-
sì nozioni sugli uffizi vacabili e sui vaca- ta col frutto esorbitante dell'otto e dieci
hilisti. Interessa che io qui pure ricordi: per cento, che si ragguaglia sul capitale
Del denaro straniero che viene a Roma, somministrato. Quindi è che molli p-o-
e die ne va per cause ecclesiastiche, cal- bi nummularii credono meglio impiega-
co lo ragionato del prete dott. Giovan- to il loro denaro in quella sorte di uffizi
ni M archetti, iSoo. Nelcap.6 tratta : Co- vacabili, che non in luoghislabili di mon-
me Romani
i Pontefici hanno impiegato te sul fruttalo del tre per cento. Laonde
et! impiegano in aiuto delle chiese stra- si riduce a
tutto questo affare de'vacabili
nieue, somme maggiori di quelle, che so- una speculazione di finanza, per cui po-
no provenute loro d'allronde.Priiiiamen- co piùj poco meno alla camera apostoli-
78 V AC VAC
ca torna lo slesso interesse In avere ipo- rilevarsi dall'opera del cardinal De Luca
tecale così queste renJilea sì grave frut- sopra (pieslo argomenlo , che le somme
talo, come un più discrelo le avesse
se a si presero, in buona parte, in occasione di
alienale per sempre. Ne è una tlimoslra- difesa dello sialo pontificio, o per guerre,
zionc il celebre concordalo di Spagna carestie ec,che si può dire riguardassero
(y.Ji che si fece sollo Benedelfo XI V, e o soltanto o specialmente il nostro terri-
per cui volendo il re di Spagna, che i be- torio". Quanto al concordato di Spagna
nefizi non concistoriali non avessero a pas- del 1753 dirò, che fece cessare le spedi-
sare allrinienli per la dalaria , olfrendo zioni delle bolle per la collazione de'bene-
il proporzionalo compenso allo scapilo, fizi ecclesiastici minori, esistenti nellechie-
che quindi venivanea risultare, fu faci- se de' regni della Spagna. Siccome i va-
lissima la risposta: che non vi era com- cabilisti unitamente ad altri partecipan-
penso alcuno da olfrire al Ponlefice, trat- ti nelle spedizioni mentovate andavano
tandosi unicamente d'interesse non suo, perciò a risentire un pregiudizio nella
ma de'vacabilisli, a* quali non si poteva rendita de'loro ufìlzi e de' loro impieghi;
togliere il loro credilo senza compenso. così la corte regia per la porzione del
E di fatto l'agguagliando il profìllo, che compenso da darsi a' delti vacabilisti e
poteva venire per (juelle spedizioni di parlecipanli sborsò la somma di scudi
Spagna, furono pagali goOjOoo scudi per 320,000 che al 3 peri 00 ed anno avreb»
una volta, da restituire loro capitali prO'
i bero l'annuo frullalo di scudi 9600,
tlalo
porzionatamenle a tanti vachbili.Nli a , quanto cioè fu calcolato il prodotto an-
quanti venisse quindi a cessare il dovuto nuotli tali spedizioni. Questa rendita che
frullalo. Il Papa rinunziòauche pergiuri- va sollo il titolo di Compenso di Spa-
la la parlila Spogli ecclesiastici (f^.); e glia, è ancora a'vacabilisli partecipanti,
il negozio fu terminalo così. Quasi dun- in parte pagata dalla camera apostolica,
que tulio l'aiTare dell'inlroilo pontificio, la quale essendosi servila della riferita
per affari beneficiali, si può considerare somma degli scudi 320,ooo obbligossi
come finito, e asserir Irancamenle che pagarne a'vacabilisli e parlecipanli prò
nulla o quasi nulla fruttano in oggi al- tempore^ inscritti in una tabella, il frut-
lacamera. Efìnalmeule Qidndeniii ^cìoè i to annuo negli scudi 9600. Laonde moq
annate sotto altro titolo imposte a'berie- si checo'denari dati dalla
verifica alfatlo,
fjzi uniti a chiese e luoghi pii, cedono (o Spagna furono restituiti capitali a* va- i

servono) inleramciite in parte di sosten- cabilisti, come asserisce il Marchetti. Del

tazione del Sagro Collegio^ che separata- Concordato fra Benedetto XIP^ e Fer-
mente se gli animinflslra per mezzo del- dinando F/y riparlai nel voi. LXVIII,
la congregazione concistoriale, e si divi- p. i5o, col JNovaes e altri. Il celebre car-
dono fra qtie'cardinali, che risiedono in dinal Gio. Ballista De Luca Ira le dottis-

curia a faticare in servizio dellaChicsa cat- sime molte sue opere ci diede: Tracta-
e
tolica , e questa distribuzione si chiama tus Officiis Fenalihus Romanae Cu-
de
rotolo, da cui poche centinaia di scudi an- riacy Romae 1682. L'ampiezza dell'ar-
nui riceve ciascun cardinale per suo sus- gomento m'impedisce di darne un sunto.
.sidio. INe partecipano anche alcuni vaca- In buona parte si può sopperire con quan-
bilisli, e se ne cava porzione pel mante- to mi resta a dire, e co'già ricordali nu-
nimento de'ministri della cappella ponli- merosi articoli riguardanti i vacabilisti, e

appartenente al trattamen-
ficia,ch'è cosa cogli altri che andrò rammentando in se-

to del Papa, in qualilàdi capo della Chie- guito. Dell'opera del cardinal De Luca
sa... Kella vendila degli uffizi vacabili,8en- dovrò limitarmi a riferire gli argomenti
za dissimulare, ho trovalo, e può sempre de'capiloli, con uu brano deli. "pioemia-
V A e V A C 79
/e, e dell'altro che lo segue, cioè ilei più riparlando della Milizia de'romani, dis-
intrinseco. Gap. i. Occasio scribendi^ ci si che Ira loro acccnsi si dissero gli ag-
de qua specie 0//Iciorit/n agitar. § 3. giunti oltre il numero stabilito, perciò a-
De quihus qffìciis agitar. § 4* Offlciorani scritti per aspettare ed entrare alle va-
i'cnalìuiìi asus apacl antfqaos roinanos canze , con diritto di succedere al vaca-
sai) nomine militiarum.^ 5. Sani de re- bile posto o ulllzio, come l'auliche A-
ga libasse t extra prii'a tani coninicrciam. spettative, delle quali tornai a ragionare
f Quidquid autemsitde huiusmodi prae- a Dataria e articoli relativi, equivalen-
ludiis, circa qnae ad praefatos, aliosque ti alle sopravvivenze laicali; e della diffe-

similes scriptores remillo lectoreo), pro- renza che passa al coadiutore investilo
posito non est ogeie de o/ììciis in gene- della Coadiatoria.y il quale diviene Sue-
re , et per consequens de omnibus illis cessare del coadiulo. Rimarcherò inol-
lìiunerdjus publicis, etpiivatis, ecclesia- tre, che r imperatore Marc' Aurelio non
slicis, et saecularibus, civilibus, et mili- soffrii mai che gli Uffizi e le Cariche ^ i
taribus, adminislralioncm, ne iiirisdictio- quali davano un certo potere di fare il

iiem annexam habenlibus, vel ilia caren- bene o il male, fossero venduti, essendo
libus etc. ; sed solum de Olìlciis Venali- Solilo dire:Essere una necessità di vcn-
l)us, ci Vacabilibns, non quidem in ge- dere al minato quello che si e compra-
nere, ndeo ut omnium regionum, vel io al£ ingrosso). Quamvis aulem inler
principatuum otllcia luiiusuiodi veniant, Regalia [V.) enumerala in iila capitu-
sed solum de illis curiae romanae, seu lalione, quae iu pace Constanliae inita
pontificiae, a quibus, ex ralionis ide^nli- fuit inler imperatorem Federicum I, et
tale, quando isU inlret atque aliorum , confetleralas Civilates Lombaidiae, regi-
piincipatuum, vel civilalum leges , vel strata inler leges feudales, ideoque utii-
slyii non obstent, ncque diversitafrem in- ca Regnlium lex, et norma repul-ata (cap.
ducnnt in casuum contingenlia inferri va* unico: Quae sint lìcgaliainasibus Facn-
leat. solum insinuala generalitale,
Illa dorum)^\ì\ aliorum lumen maiorum rega-
quae commun'is est omnibus regiionibus, lium euumeralione manca(.yrr), ut in suis
et principalibus , in quibus vivilur cum adverlilur sedibus factdlas creandi odl-
ilio romanorum iure, quoti civile com- ciales, et magislratus ad iusliliae adtni-
niune dicilur, ut huiusmodi oflìcioruin nistralioncj et lleipidjlicae regimen re-
usus non sit novus, dum apud anliquos censeatur (In samnia Regaliani i et seq.
lomauos quoque cognitus fuit, sub di- in alio opere italici idiouialis, cui litulus
Terso lameu vocabolo 31ilitiarani,c[\ì'ae est: // Dottor Folgarc, codiai lit. i De
idem sonanl,acista noslrorum temporuni Regalia in genere j et in opu^culo eius-
ollicia venalia, iileoque id quod in prae- dem italici idiomatis, cui litulus est : //
falo iure de n»ililiis dispositum legilur, Prencipe pratico, cap. i3. Delle Regalie
bis odiciis regulariler congruit, quando riparlai a Tributo). JN'ihilominus de hac
particulares leges, vel slyli diversimode specie otllciorum ad solam ulililatein,oii-
non suadeant, a quibus tanien , ut plu- litiarum ad instar, vere isla lex non loqui-
rimum huius maleiiae regulalio pendei. tur adhuc tamen ex communi docloruiii
Quioimo in plerisque liuius Curiae oiìi- sensu, et principaluum praxi receptuni
ciis,adhucidem continuai anliquum mi- est, huiusmodi Officio rum fienali ani
ul
liliarum vocabulum, quamvis eorum e- erectio,et dispositio si etiam de servatis
recliosit rccens, quia militiae, vulgo Ca- supremo principi, et per consequens de
v'allierati nuncu[)anlur, ul in eorumdem liegaldjuSjadeo ulde unoiuallerum,quo
officiorura serie lecensita in cap. sequeo- ad subslanliam transferri non valeant,
,

li habetur (oell'arlicolo Soì'Rawjsumero, absque eiusdeiiìpriucipis, vel illius^quecu


So VAC VAG
ipse tleputaverit, licentia, ut pnlel et iis, dividuo pub vendere il «uo, quando gli
qiiae sparsim in enunciato Thcalriy. lib. piaccia di uscir alfatto dall'armata od an-
De Kfgalibtis liabentur, ac eliam infra che solamente dal servizio altivo. In que-
in plerisque locis, praeserlim occasione st'ultimo caso egli vende (solitamente pei*
agendi de commercio, et conlraclalione, la sola metà del prezzo stabilito) il suo
cap. 6 et seq. Et licet aliquae subdilae posto ad un uffizinle dello stesso grado
magi-
civitates, vel subditi, et inf'eriores che trovasi a mezza paga, e gli subentra
slraluseundem usum liaberesoleant, ut nella stessa coudizione. Non si può acqui-
eliam in Urbe habetur in Oflìciis l^pu- stare che una carica di un solo grado
li romani seu Capilolinis, adhuc lamen superiore a quella che si copre lino a
ex Papae supremi principis concessione, quella di tenente colonnello inclusiva-
et potestate id sequitur.Ideoque lyroni- dopo un lasso di tempo sta-
niente, e ciò
cum potius esset in assumpto passim re- comandante del reggimento del
bilito. Il
capto, et controversiam non recipiente, compratore fa rapporto di ogni propo-
se di(rundere,atquecliartas inutiiiter im- sta all'autorità superiore, ed il coman-
plere super ratione, ob quam sintde re- dante in capo decide se il contratto sia
galibus, et extra privatum commercium, da accettare o no. Guardie a piedi, reg-
ulpote in iure praesupponendo". Lo sles- gimenti di guardie del corpo,
linea,
so cardinal De Luca nel Discorso circa guardie a cavallo, cavalleria di linea han-
la soppressione delcollcgio de Segreta- no diverse tarille che qui sarebbe lungo
riaposlolici, parla degli uffìzi venali che l'enumerare: perciò non faremo men-
esistevano in Francia, ove si costumava zione che delle più frequenti. Nella fan-
nella soppressione di tali ufìizi di resti- teria di linea la carica di porta-insegna
tuire a'possessoride'medesimi solamente costa franchi 9900; quella di tenente
ili.° prezzo che effetlivamenteera entra- 1 3,600; quella di capitano 37,000;
to nella camera
non curandosi l'au-
regia, quella di maggiore 70,000; e quella di
mento sopravvenuto; e benché posses- i tenente colonnello 88,000. Nella caval-
sori gli avessero comprati da altri a mag- leria di linea quella di cornetta costa
gior prezzo, a tal segno, che essendo soli- 18,200; quella di tenente 24,600 quel- ;

lo il re nelle sue occorrenze esigere da* la di capitano 58,700; quella di mag-

possessori degli uffìzi venali alcune sov- giore 95,480; e quella di tenente co-
venzioni, queste non si restituivano, ben- lonnello 123,000. Queste cifre sono sta-
ché denaro era entralo nella slessa ca-
il bilite ufficialmente, ma da lungo tempo
mera regia, che però molto meno non si il prezzo reale è aumentalo quasi del
non vi era entrato.
restituiva quello che doppio, ed in ciò appunto sta il più gran
Koterò che in Inghilterra tuttora si fa male di questa disposizione. Venditori e
mercato delle cariche nell'esercito, nel compratori devono assicurare sulla loro
seguente modo riferito dal Giornale di parola d' onore che non fu pagato più
Roma del i855, p. 234- *» L' uso della di quanto prescrive la tariffa ufficiale, ciò
vendila delle cariche non esiste che pres- che é sempre contrario alla verità ". Il
so la fanteria e la cavalleria. Ciò che pri- medesimo Giornale a p. 240 riprodusse
ma avveniva, che cioè anco l*uomo più il discorso pronunziato in Londra da lord

incapace e fors* anche più indegno po- Palmerston alla camera de' comuni, per
d'una compagnia
tesse trovarsi alla testa combattere la mozione di lord Goderich
da lui comprata, fu reso in seguito me- relativa all'avanzamento militare. Disse
no agevole dalle riforme introdotte dal fra le altre cose. »> Lo spirito bellicoso
duca di York. Non è già il governo che della nazione si ridesta e 5' infìamma
faccia commercio di gradi, ma ogni in- senza badar mollo oè poco alle coudizio-
V AC VAC 8i
ni dell'avanzamento. Ne'momenti di pe- ri te voli. governo vuole che V avanza-
Il

ricolo, voi vedrete sempre il nostro spi- mento sia la ricompensa del vero merito.
rito nazionale mostiaisì pari alla gran- Io spero che in considerazione di questo
dezza de' fatti, e la fibra della nazione lodevole e utile pensiero del governo,
agitarsi più fortemente. La compra e la lord Goderich non insisterà per la sua
vendita de' gradi sono il resto d' un si- mozione, e lascierà libero il governo di
stema ornai ne convengo sotto mol-
vieto, continuare ad offrire al bravo militare
ti altri Certamente, esso è un
rispetti. che sì è segnalato sul campo di battaglia
male; ma, come sempre, questo male è la ricompensa nazionale della sua bella
accompagnato da alcuni vantaggi che ne condotta ". Aggiungerò per analogia.
compensano gì' inconvenienti. Per abo- Pretendono gì' inglesi il primato sulla
lire del tutto questo sistema, bisogne- civiltà delle nazioni, ma il severo e illu-

rebbe esaminar prima profondamente la minato autore dell'eclatante recente o-


questione. A ogni modo, un uomo non puscolo tanto diffuso : Un occhiata al-
ottiene già un grado, solo perchè può l'Inghilterra , Torino i856, non solo
pagarlo: il comandante in capo ha un apertamente lo nega, perchè non può ad
potere discrezionale per apprezzare gli essi darlo la sola potenza dell'industrio-
altri titoli del medesimo candidato. Non so mercantaggio di traffico delle loro
v'ha paese in cui gl'individui a' quali manifatture; ma inoltre vuole ampia-
si preferisce un altro per l'avanzamento, mente dimostrare e provare con docu-
non sì credano vittime d' una ingiusti- menti. Che avendo la pretesa riforma
zia : allora si grida contro il capriccio e religiosa prodotto l' imbrutimento fisico
il favoritismo. Tuttavia, è uopo dire, e morale dì due terzi del popolo de' tre
che pel comando militare più che per regni uniti, crede che la sua colossale
qualsiasi altra posizione sociale, esistono potenza ormai vicina al suo tramon-
sia

certe qualità essenzialmente richieste; to, e persino ritiene non lontano il suo
nozioni speciali,capacità, esperienza, ecco grande sfacelo; perciò sarà nuovo, so-
quanto deve trovarsi riunito in un ulH- lenne e memorabile esempio della cadu-
ziale ; ecco quello che gli dà il diritto al cità dell'umane istituzioni, delle quali
rispetto e all' ubbidienza del soldato. Da feci cenno anche a Uomo parlando della
altra parte tra la nostra armata e quel- società umana. Nel cap. i6: Esercito
la del continente è una differenza note- inglese, osserva l' autore dell' opuscolo,
vole. L'armate continentali si reclutano che gli avvenimenti recenti della guerra
mediante la coscrizione che mette insie- di Turchia , chiaramente mostrarono
me uomini d'ogni classe; ma tutti que- qual sia l' Inghilterra per questo lato,
sti uomini non sono idonei al comando. dall'opinione pubblica collocata fra le

La posizione d' uffiziale, oltracciò, trae potenze di 3.° ordine. Essa in pochi me-
seco alcune spese. Se voi fate un uffizia- si perde un esercito bello in apparenza,
le d* un sergente, e se questi non possa ma male agguerrito, mal provveduto.
sostenere con lustro il suo grado, egli Colle asserzioni degli stessi inglesi deplora
sarà ferito ne* suoi sentimenti più inti- lacondizione de* generali e dello slato
mi ; e tuttavia ammetto che l'avanza- maggiore. Col riferito da'medesimi pro-
mento deve rappresentarsi come lo sti- duce schiarimenti sull* ordinamento in-
molo d'una ricompensa meritata a colui felice dell' esercito inglese, e come si re-
che si distingue dagli altri per la sua buo- cluta e si forma il soldato inglese. » Le
na condotta bravura sul campo
e la sua promozioni nell'armata inglese fanno si

di battaglia. In Crimea sono stati costan- comprando le rinunzie di chi avea il


temente promossi sotto uQìziali più me-
i grado superiore al proprio ; sistema assai
VOL. LXXXVII. 6
St V A e VAC
lucroso al governo, che non deve calco- zia de' soldati vantata da lord
inglesi,
lare fra le sue spese le pensioni di riti- Palmerston con tanto strepito. »> I gradi
rOf e cangiaun soldato invecchiato in e le cariche dell' armata inglese sono dati
un giovane senza dover guiderdonare i in parte mediante pagamento, non alla
lunghi e penosi servigi del i.° Altrimen- istruzione ed ai servigi resi: le compa-
ti si ascende per anzianità alla morte de* gnie, i battaglioni, i reggimenti anche
possessori di gradi superiori; ma per ef- oggi si conipiano come da noi 1*
udìcio
fetto del sistema esposto, questo avanza- di notaio". E
parlando delle stranezze
re è così lungo che diviene una ciancia; dell* amministrazione e di sue anomalie
giacché appena un udiciale si avvicina a aggiunge.»» Così un ulììciale
può essere ad
morte, si aifretta a vendere il suo bre- un ten)po maggiore dell'armata e capita-
vetto per lasciarne il prezzo alla fami- no nel suo reggimento. L'esercito inglese
glia.. . L' inglese non considera lo stato trae dietro a sé, in ogni corpo, centinaia
militare come una professione, ma come di dormee di fanciulli, e non vi ha armata
un passatempo: T ulliziale inglese è il in Europa che abbia altrettanti bagagli",
dilettante dell' arte militare. Durante biella curia romana non vi furono mai

la pace vive da gentiluomo; sulcampo ullizi militari venali, sì della Milìzia che
di battaglia ùih uccidere da gentiluo-
si della Marina pontificia, e quelli di i
° e
mo. Figlio di famiglia, egli compra un di 2.° ordine si concessero colle condizio-
brevetto per costumanza, egli non si ni suindicate, ed altre che riferirò, del
crede tenuto ad altri doveri militari che tutto idonee. Ritornando al cardinal De
a combattere valorosamente giunto in Luca, egli ragiona ne'successivi capitoli
faccia al nemico... Così nell'armata in- le parti del suo dotto trattalo. Nel cap. 2.
glese i soldati si comprano i gradi ; e le De speciebus,etniialitalihus Venaliuni
cognizioni necessarie, che non si ponno Officioruni Vacahiliwn Curiae Roma-
comprare, mancano ... Ad onta delle più nacy et praesertim de Praclatitiis, et de
compra dei gradi,
vive discussioni sulla requisitis necessariis ad Praelaturoni
le camere non vollero concedere nulla obtinendamAw questo nuovamente si fa

al buon senso, che comanda si diano i la distinzione degli uffizi venali dal Papa
gradi in premio al merito ed al corag- concessi, e denominali Camerali, g della
gio ". M' arresto, ali rimenti vi sarebbe Cancelleria o della Dataria^etYi loro tri-
assai da riportare d'un paese, ove non si plice specie, qualità e ordine diverso; da
fa conto che del denaro e del parentado, quelli Capitolini ossìa del Senato Roma-
ove neir esercito sono chiusi i passi ad no e Tribunale di Campidoglio (^^.),
ogni uomo capace di comandare, se non perciò qualificati Uffìzi Papali e Capi^
possa pagare a carissimo prezzo il suo i.° tolinì, di cui glande fu il numero antica-
grado, e comprare successivamente tutte mente. Quanto agli uffizi Papali dice.
le promozioni. IVIa la camera rigettò o- "Primi namque generis sunt ea,quae ma-
gni saggia proposta contro la comprila iora, vel primi ordinis essedici merentur
de'brevetti e de'gradi n)ilitari. Il sistema quamvis inter se quoque aliqua nolabilis
della vendita non è il solo vizio dell'or- adsit disparas, nipote annexam habenlia
dinamento militare nell'lnghillei ra ;
gli l^aelalura, adeout non conferautur nisi

altri li sviluppa l'autore del famigerato praelatis, vel quod per eorum assecutio-
opuscolo, che nell'universale produsse la nem praelati afficiantur, ac eliam babenl
più profonda sensazione. Dipoi mede- il annexam iustiliae, vel alteriusqualilicati
simo Giornale di Roma del iSSy, nel muneris administrationem ac maiores ,

n.** 1^^ riferì col giornale francese PaySy praeerainentias, unde propterea con ferri
protestando contro la militare suprema* non solent, nisi viris iam benemeritis, si-
VA e V A C 83
ve quod ex natalium qualilate, aul ex fé del Piombo (di cui anco a Sigilli pon-
virlule, el animi dolibus, Sedis apostoli- tificii). Alia oìllcia praelalilia Singula-

cae, ac Reipublicae servitium, ac benefi- ria, collegium nonconstituentia,aliquam


ci iim exeorura opera probabiliterspeiari iurisdictionen» annexam babentia ....
valeat, cuiii ad bunc flnem ordinata sit istorumque officioruin pretium non est
praelatura , tamquam quaedam species fixum, sed varium, ac respective maius,
primariae militiae, ex qua duces, aliique vel minus ad mensuram emolumen-
praefecti, et oflìciales exercitus eligi de- torum. Il collegio de' 12 Chierici della
beant; atque boc pritnum genus dividi- Camera apostolica^ ónscimo con ptezzo
tur in pliires species, quod scilicet alii fìsso e invariabile di 42,000 scudi d'oro.
sunt OJfìcìales Camerales^ alii Cancel- Il collegio de'i 2 (com'era anticamente)
lariae, vel Dalariae, et alii, quibus di- Protonotari apostolici partecipanti (ne
versa alia miinera incumbunt, ut infra, LXXI, p. 8), pretium ve-
riparlai nel voi.
acetiam alia intrat dislinclio, quod alii ro non est fìxum, sed varium iuxla tem-
costiluunt Collegìimu et alii consideian- porum contingenlias. Il collegio de'i2 /éL-
i. "ordine breviatori di parco maggiore (de' quali
lur Sifìgulariter'. Vacabili di
e maggiori erano i seguenti, i quali tutti riparlai negli articoli spettatiti al T'rihu-
hanno articoli, i prelati venendo quali- naie della Cancelleria apostolica cui
ficati dal De Luca de secunda specie. 11 appartengono), et pariter pretium est va-
cardinalCamerlengo dis. Chiesa (di cui rium iuxta temporum, et ecnolumento-
stato attuale, a Uditore
riparlai, per lo rum variationem. Istorumque Abbrevia-
DEL CaMEBLEIVGATO 6 UNIVERSITÀ ROMA- torum medietas prius pertinebat ad car-
wa),! come principalmente appartenente dinalem Fice Cancellariam (/^.), qui ea
al principato temporale qual primaria vendebatjSed perlnnocenliumXldismem-
dignità, bencbè avesse molte giurisdizio- brata fuerunt, omniaque applicata Ca-
ni anco su quello spirituale, e quale ulfi- merae, ut in motu proprio, Divina dispo-
zio cbe anticamente rendeva moltissimi ncnte clementia, xix kal. januarii anno
emolumenti; fìncbè fu vacabile ordina- IV, 1679, riportato in fine del presente
riamente si soleva concedere gratis colla capitolo. Secundi generis sunt Officia ,

condonazione del prezzo, il quale d'ordi- quae media dici merentur, utpote quid
nario soleva essere di scudi 60,000, al- medium constituentia inter Praelatitia
tre cifre avendo riportate al suo articolo. primi ordinis, de quibus supra, et infe-
Il prelato Uditore generale della Carne' riora popolarla tertii generis, vel ordinis,
ra apostolica, eà il prelato Tesoriere ge- de quibus infra, ex eo quod annexam lia-

nerale della Camera apostolica: W prez- bent aliquam administralionem negotio-


zo ordinario d' ambedue era di 56,ooo rum Cancellariae npostolicae, et in lit-

scudi d'oro, e fu anco pagalo di piti, co- lerarum apostolicarum expeditioiiibus,


me notai n'i'loro articoli. I prelati Pre- aut in actis iudicialibus conscribendis, et

sidente della Camera apostolica. Reg- ordinandis, sive in illis exequeudis, onde
gente della Cancelleria apostolica, U- propterea in eis re(juiritur aliqna idonei-
ditore delle Contraddette, Uditore del- tas, et liUeratura, et in plerisque iuxta
le Confidenze, Correttore delle Con- legem fundationis, requiritur eliam gra-
traddette (di cui air articolo Uditore dus doctoratus, istaque prò malori parte
DELLE Contraddette), Prefetto delle sunt Gollegialia, eorumque pretium est
minute de' Brevi apostolici, Revisore varium, mai US, vel minus prò temporum,
delle minute (\e Brevi apostolici, Vx-q- et emolumenlorum varietale , et quali-

sidente de' Sollecitatori delle lettere a- tale. Collegiaiia vero sunt , nempe ( ed
postoliche detti Giannizzeri, Presiden- hanno tulli i propri articoli ne par-
t

84 VAC VAC
lai ne'relalivi che indicherò in corsivo): quamplures Depositariae aliquorum ex
Scrittori apostolici xn numero di loo. Collegiis. Ex his aulem, de quibus supra,
Scrittori de Brevi 8 1 . Scrittori del Tri- oc etiam ex iis, de quibus infra , aliqui
bunale della Penitenzieria delti di mi- Officiales exercere solent per se ipsos, et
nor grazia 27. Procuratori della Peni- alii prò maiori parte exercent per sub-
tenzieria delti di minor grazia 24, oltre 3 stitulos, ut adverlitur infra cap.19.De-
Procuratori e 3 Scrittori di detto Tri- mum terlii minora
generis sunt Officia
bunale della Penitenzieria pel foro pe- magispopularia ,quae nullaui habentan-
nitenziale cum ista officia non sint ve-
, nexam administralionem, ideo non exi-
nalia. Ahhreviatori di parco mmore del gunt induslriam, vel idoneitateni perso-
Tribunale della Cancelleria apostolica nae, sed illorum sunt capaces etiam idio-
60. Sollecitatori detti Giannizzeri 100. tae, et ìnfantes, utpote ad solum emolu-
Correttori dell'archivio di detto Tribù- mentuo),quinimo in aliquibusexi$tis,ac

naie 8. Di questo inoltre: Chierici del etiam in illisser.undaeclassiSjde qua supra,


Registro 6 ; Registratori delle Suppli- sunterectaequaedam portiones, quarum
che 20; Registratori delle Bolle i/\\ sunt capaces etiam raulieres, et infantes,
Maestri del Registro delle Suppliche 8; atque infra CI i explicatur quidnamistae
Maestri del Registro delle Bolle 6 Cubi- ; portiones importent, illaeque portio-
culari 60 ; Procuratori presso l' Uditore nes, quae Ripac dìcuntur sunt in nuoi.
delle Contraddette ^.NotarideW Udito-
i 364 ultra plures alias portiones recen-
re della Camera o. Notari o segretari
i ler erectas super aliquibus ofticiis, de
del Tribunale della Camera apostoli- quibus supra, et infra. Istaque Officia
ca 4- Notari degli Uditori di Rota 4* constituunt etiam Collegia, atque eorum
Notari del cardinal Vicario di Roma ^. pretio est varium iuxla teraporum qua-
Cursori apostolicHanche a Uditore del- litatem, ac magis, vel minus, ad meosu-
la Camera ne trailo) ig. Mandatari ònì- rara emoiumentorura, eaque sunt vide-
la curia e Tribunale del Governatore licet. Anche de' seguenti scrissi articoli
di Roma 7. Maestri del Piombo pe' Si- speciali, o ne tenni proposito negli arti-
gilli 3. Notari della provincia della Mar- coli che ricorderò. Collettori del Piombo
ca.... Adsunt etiam aliqua Officia Ve- deìlVibunale della Cancelleria aposto-
nalia habentia annexam aliquam admi- lica 104. Scrittori deW /archivio 91.
nistrationem, vel exercitium, quae sunt Scudieri apostolici i4o. Presidenti del-
singularia, et non effbrmant Collegium : V Annona i4i' Mazzieri del Papa 25.
vale a dire i civili del Governato-
Notari Maestri O s tiari deil'ì Firga rubea 16.
re di Romaj i Notari criminali del me- Ostiariocusloóì delia i.^ catena del Pa-
desimo appartenenti aW Arciconfrater- lazzo apostolico Valicano 3 ; Ostiari o
nita della Carità^ detta pure di s. Giro- custodi della 2." catena 2 Ostiari o cu- ;

lamo della Caritàj Notari i pe'processi stodi della i.^ e della 2.^ catena 5. Mili-
de'promoveodi ai Fescovato,àe quali tor- tes vulgo Cavalieri Laure tani33o', del
:

nai a parlare nel vol.LXXXIl, p. 98; del 1


Giglio 35o ; Pii 67 1; di s. Pietro 4o IJ
Tribunale e Dogana di Ripaj del Tri- di s. Paolo 200. Aggiunge il De Luca,
bunale dì Borgo; óe Maestri di Strada; forse ne saranno esistili altri a lui ignoti,
deW Università de' Mercanti; del Tribu- non essendo in ciò esatti gì' istorici. De
nale del Protomedico ; dell' Uditore delle Offìciis Capitolini non agilur, nisi inci-
Contraddette; del Tribunale e Universi- denter, tum quia diversa habere solent
tàartìstica dell' Agricoltura ; degli E- naturam,cum aliqua sint haereditaria,et
brei e Neofiti; Tuttìzio dell'assessore de' transitoria, etiam ad extraneos, cum sola
maestri delle Strade di Roma, et suo obligalioue reuovaudi expeditiones, ut
V AC V AC 85
sunl praeseiiim officia Notaiiorum fori Collegium Cardinalium. Cap. G.Quomo-
Capitolini, et aliqua solent esse ad lineas, do Officia Venalia acquirantur, et quid
Tel generationes ; turn quia pene anni- ubi acquisitio in persona unius fiat per
hilata videntur, atque in dies suppri- alterum de istius pecunia. Et de prae-
inuntur,eo quia magnumcausabant gra- sumpta donatione, ac imputatione in le-
varaen Camerae, populi autenì nullum gitimam. Et de materia reservationisde-
levamen, et benefìcium, dura contingen- cretis. Cap. 7. De Officiorum resignatio-
te vacalione,perConservatores prò tem- De,et alienatione, vel translatione de uno
pore concedi soiebant gratis eorum con- in alium, vel eorum obligatione, et quo-
iunctisjvel benevolis,aut si mediante pie- modo esse dicantur in commercio, in sub-
tio, istud ad eoiura privatum tendebat stantia,vel in pretio,sivein commoditate,
comwodum, quinìmo prorogationes, ac etquandoresignationisadmissio denegar!
praeventivas concessiones de facili facere possit.Cap. 8. De eadem materia resigna-
solebaut unde propterea Innocentius
; X tionis Officiorum, quale ius tribuat Re-
niagnam quidem eorum fecit suppiessio- signatario, ubi ex sola partium cooven-
nem, quam successive alii Ponlifices con- tione, ante illam admissam, conclusa sit,
tinuarunt, ut actu continuai Innocentius et cuius nam sit damnum,velpericulum,
XI. Ac etiam quia tiactatio est de ofìì- quod interim contingat.Et an post illara
ciis Pk.omanae Curiae sub cuius nomine admissam Resignatarius reddatur lutus
venit Curia Papae, ubicumque iste resi- quamvis ob mandatum falsura, velinsuf-
dentiam habeat, unde quando longam re- ficiens, aut ob invalidum factum Judicis
sidenliam habuit in Gallia, adhucRoma- resiguatio sequuta sit. Cap. q. De Resi-
na Curia dicebatur ; e converso autem goatione, sive de extenaone, et proroga-
Curia Capitolina, est Curia paiticularis tione Officii de una persona in aliam, ia
Romanae Civitatisconstitutaeex proprio quo dilFerant, et an expediat praclicare
populo, et districtualibus, ad instar cu- slylura admittendi passim resignaliones
iublibet alterius Civitatis. Tribunali di
1 absque aliquo pretio; et quando iusle as-
Roma {F.) del Campidoglio ora più non sensus resignalioni denegari valeat.Etde
esistono. Riporta quindi il De Luca i pri- coadiutoria ac etiam de Officiis haeredi-
vilegi di alcuni collegi vacabilisti, che io tariis, vel transmissibilibus. Cap.io. De
descrissi a' loro luoghi. Cap. 3. An pre- creditoribus Officialis quale ius habeant
tium Ollìciorum Vacabilium habeat na- de illorum concursu,et potio-
in officio, et
turam sortis,eiusque iure censendum sit, de eadem materia reservationis
ritale, et

ì Tel potius fructuum, et reddituum ; et


quid proprie isla Ofllcia importent, et de
decreti,de qua sopra cap. óetseq.Cap. 1 1.
De capacitate necessaria ad obtinendum>
eorumdem Oflìciorum emolumentis, an et retinendum Officia Venalia, et an mu-
sortis, vel fructuum naturam habeant. lieres, infanles, et idiotae sint capaces.
Cap. 4. An huiusmodi Officiorum vena- Et quid in Officiis non Vacabilibushae-
lilas, et respeclive vacatio per promolio- reditariis, quibus haeredibus deferantur
nem ad Cardinalaluui, eorumque dispo- Officia, quae exerceri possint per substi-
silio aiiquam redoleaut simoniacam la- tutum, ac etiam locari. Cap. 12. De Of-
bera, vel aliam turpiludinem, seu rem il- ficio assignato in dotem, vel possesso ia
Cap.5. An Papa licite possit con*
licitam. commoditate per virum tamquam re ex-
donare emolumenta expeditionum et , tradotali, ad quid vir teneatur erga mu-
demandare expeditiones gratis, et per lierem. Et de Officio possesso per haere-
Tiam secreta ni iu praeiudicium Ofllcia- dem fideicommisso gravatum, sive obli-
lium, qui oblinent Ollìcia ex causa one- gatura reddere rationes creditoribus hae-
rosa, et qualem potestateai iu hoc habeat reditai'iis, vel per usufructuarius, et si-
86 V A G V AC
niiles. Cap. 1 3. De Ofiìciorum Venalium ProlhonotariisAposlolicis.Cap. iQ.DeAu-
vacalione, quomoclo seqiialui*. Hi clepri- ditoribus Uotae. Cap. 20. De Cancella-
vnlioiieOr(icialium,an, et exquibuscau- Cap. 21. De Cancellaria
ria A[)ostoiica.
sis in pai'ticulat'i, absque OriìcioiMun siq)» Regente. Cnp. 22. De Abbreviatoribus
pressione, fieri valeat. Ctip. 14. Ari Papa utriusque Parci. Cap. 23. De Secrelariis
vel alter Princej)s possit suppiiinere, ia- Apostolicis. Cap. 24- De Scriptoribus A-
vilis Ofììcialibus, aliipjod geuus Ofdcio- poslolicis Rrevium Archi vii, et uiinores
l'um , istaqiie occasiune enarratur Facti gratiae. Cap. 25. De Solicitatoribus, sive
series suppressionis Collegi! Secretario- Jannizzeris, et illorum l'raefecto.Cap. 26.
rum Aposlolicoriun, quae Imic operuin DeUegistratoribuSjMagislrisIlegistriBul-
iiiotiviun tieilil. Segretario
Nell'articolo larum,et Custode Registri. Cap. 27. De
Ai'osTOLico parlai dell'altra opera appo- Bullatoribus, seu Plumbatoiibus, et Col*
sitamente sctilla dal De Luca, per i'e- lecloribus Plumbi, Cap. 28. De Senescal-
stiuzione di tali udizi vacabili , e trovasi cOjSive Custode Cancellariae. Cap. 29. De
dopo il Tractatus de Ofjlcns Penali- Cubicularii.s,etSculift'ris.Cap.3o.De Mi-
bus Vacahilihus. Abbiamo di Tomma- lilibus s. Petri. Cap. 3i. De Mililibus s.

so Tommasi Gualleruzzi, Jiira et pri- Pauli. Cap. 32. De Mililibus Piis.Cap. 33.
vilegia Seeretariontm apostolicoriim, De Mililibus Laurelanis. Cap. 34- De Mi-
lioniae 1087. Cap. i5. Praesupposita le- litibus de Lilio nuncu[)atis. Cap. 35. De
gitima soppressione CoUegii, de quo ca- Praesidenlibus, et Porlionariis Piipae Ur-
pitulo praecedenti, quid restituendum es- bis. Cap. 36. De Summalore Literarutn
set Ollicialibusex legibus particularibus Aposlolicarutn. Cap. 37. De Datario Pa*
eiusdem Collegii. Cap. 16. De eadem re- pae. Cap. 38. De varia Vice-Gancellarii
stilutione prelii,dequo in capitulo prae- nomenclatura; quive hanc dignitateui
cedenti, facienda tribus locis Piis ,
quae oblinuerint. Questi scrittori, e gli analo-
habebaul Officia in perpeluum. Cap. i
7. gl»i miei articoli , mi dispensano da lun-
De eadem materia suppressionis Officio- ghi e minuti dettagli.
rum, et quid in eiuscasu reficiendum sit Moltissime notizie sugli ufilzi vacabi-
illorum possessoribusin genere, iuxta ter- li e sopra i vacabilisli riportò Novaes nel-
minos, et dispositionenj iuris communis. la Storia de' Pontefici^ le quali io debi-
Cap.iS.Deelf'ectibus, tara f'avorabilibus, tamente collocai a'Iuoghi loro. Egli cre-
quam odiosis, veldecommodis, et incom- de che l'origine de' vacabili e de'vacabi-
iiiodis,quaeremanent in Ofììciorum pos- listi possa nsalirea Martino V,come quel-
sessoribus,eliani postdimissumOfficium, lo che creò, o meglio sistemò gli uffizi

et quando successor teueatur ad debita, della Cancelleria apostolica con oppor-


vel ouera,et facla praedecessores.Cap. i
g. tune regole e stabilimento delle lasse,me-
An,et quando Officiales teneauturde fa- dianle la bolla In Apostolicae dignità-
cto substituti. Cap. 20. DeSocietale Of- tis, del I ." settembre 1 4 ' ^j Bull. Roin. t.

fici). In argomento scrissero ancora: Ber- 3, par. 2, p. 4^8 : De Officio et quali-


nardino Dmarelli, Uffici de Ila Cor te Ro- tatibus Scriptorum Abbrevlatoruni , et
manay eretti da diversi Pontefici^ dove li te ramni apostolicarum Caslodisque ,

notato iCjuanto sogliono vendersi^e quan- Cancellariatj ac Exaniinatoruni^ Bui-


to/ruttano ogni a nìio, Boìo^ììii 162.1. latoruni et Registratoriini^ Auditoruni'
Gio. Antonio Ferrajuolo, Il Monte Fa- c/uCf Procuratoru/n, et Notarioriun Ro-
cabile e non Vacabile^ Roma 1 642. Jaco- tae,etAdvocatoruniconsistorialiuni.Pev
bi CohelliojiTo////^ Cardinalatns et Ro- gli altri della dataria apostolica Sisto IV,
manae AidaeOfficialibus ^omd^e: 653. 1 Leone X e Paolo IH stabilirono le rego-
Cap. 7. De Yice-Cancellario. Cap. 8. De
1 1 le e le tasse, non solo per la rassegna, ma
V A e VAC 87
net' gli emoIutnenti,ddtuio a ciascun vaca- le ne fu privalo da Paolo H che nel 1464
bilista i) proprio disliulo esercizio pei* im- gli successe, accusato di congiura contro
pedire gli abusi di confidenza simoniaca di lui;ma egli dolendosene acerbamente
e di spedizione volontaria. Gli slessi Pa- ne riportò travagli e triennale carcere,
pi, e Sisto V il confermò assegnarono e , per cui sfogò poi il riprovevole suo risen-
donarono una porzione di vacabili della timento nella vita di quel Papa, colla qua-
cancelleria, per appannaggio del cardinal le terminò le sue Vite de' Pontefici. Ca-

vice-canceliiere, il quale nella vacabdità listo III nel 1455 elevato alla cattedra a-
poteva disporre a suo beneplacito, ossia postolica, tosto ebbe in cima de'suoi pen-
donare o vendere, nel modo slesso die fa- sieri d' infrenare le deplorabili conquiste
cevano i Papi; ed il prezzo degli uffizi va- de'turchi, a'(juali subito mosse guerra, e
cabili in discorso, allorché vendevano, si pe'dispendii fu costretto vendere e impe-
era senjpre quello reperibile. Questa pre- gnare gran parte degli ornamenti ponti-
rogativa del cardinal vice-cancelliere ri- ficii, e di alienare alcune terre del domi-

irocò e soppresse Innocenzo XI col molo- nio della s. Sede. Probabilmente pe'bi-
proprio Divina disponente^ de' 1 4 dicem- sogni urgenti in cui trovossi, per propu-
bre 1679, /?«//. ^om.i. 8, p. 127: Revo- gnare impavido la difesa della cristianità,
catur concessio facta Vìce-cancellario peli vendè segretaria ti apostolici a per-
.^^
i

(luaniplurium Officioriuri Vacabilium^ sone idonee, impiegando le somme ritira-


ijuae deano Camerae opostolicae resti- te per combattere feroci nemici del no-i

tuuntur. Gli uffizi vacabili tolti dalla no- me cristiano. Veramente il Pan vinio, con-
mina del vice-cancelliere furono: Reggen- tinuatore di Platina, ìxqW Historia della
leldellaCancelleria, 1 5 abbreviatori di par- vita di Sisto IV ^ che a Paolo li succes-
co minore, 6 abbreviatori di parco mag- se nel 1471J lasciò scritto: >» Ritrovan-
giore, 25 sollecitatori detti giannizzeri, 2 i dosi il Papa colle spese di tante guerre
iiotari delle cause del palazzo apostolico, (co'turclii, col re di Napoli, co'fiorentini)

ad unum dunitaxaiper ree. me. Clemen- bisognoso d'un gran denaio, fu il 1."Pon-
te PP. X praedeeessoreni nostrum redii- tefice, che ritrovasse nuovi uffizi da po-
c/^, Scubiculari, 7scud ieri partecipanli,2G ter vendere. Datone dunque il carico a
cavalieri di s. Pietro, 1 3 cavalieri di s.Pao- Sinolfo di Castro Otterico, protonotario e
lo,2 cavalieri delGiglio, 20 cavalieri Pii,il persona molto diligente, restituì gli ufti-

custode della cancelleria, il notaro, il por- zi degli abbreviatori minori già creali da
tiere della medesima, un notaro delle con- Pio II, e poi da Paolo li, il quale uf-
tolti

traddettee un notaro delle confidenze^zVe fizio vendè molto bene. 11 medesimo fe-
De consuetis nuncupatum, nonnullaque ce degli uffizi de'sollecitatori delle lettere
far san alia Officia huiusmodi vaeabi- apostoliche. Introdusse anche l'uffizio

lia, quae pariter in pr aesenti lìlotu pro- d'alcuni,che intervenivano a quante scrit-
prio prò plenC) et suffìeienter expressis ture pubbliche si celebravano, e senza lo-
liaberi volumus. Calisto ili trovando ro non se ne poteva alcuna fare. Ma que-
che il numero de'segrelari apostolici, del- sto uffizio fu da Innocenzo Vili suo suc-
l'introduzione de'quali non si ha certa no- cessore estinto. Introdusse ancora gli uffi-
tizia, al dire di De Luca , non erasi mai zi de'giannizzeri, degli strudiotti ede'ma-
stabilito, lo prefìsse a 6, il che confermò malucchi. Ma quest' ultimo fu da Inno-
il successore Pio 11, insieme a'ioro privi- cenzo Vili annullato (anco quello degli
legi ed emolumenti, negli atti de' quali si strazioti, senza restituir laro il denaro, e
legge che fossero uffizi venali, uno de'qua - alle loro querele corrispose con ricever-
li col pagamento del suo prezzo Pio li li benignamente: ciò rilevai nel voi. LI,

concesse al famoso storico Platina, il qua- p. 49). Ordinò fiaalmente 9 notari del-
88 V A C V AC
la camera apostolien, a'quali assegnò tut' ti pe'bisogni della s. Sede), i quali denari
te reulrate, ch'erau prima d'un solo, il non spese vanamente, poiché primi due i

quale era capo degli altri. Sisto IV fu an- anni del pontificato, essendo il turco for-

cora il primo, che vendè gli uffìzi del prò* midabile per infiniti danni fatti a'cristia-

curatore della camera, del notariato apo- ni, spesei5o,ooo scudi a mandar all'ar-
slolico, del protouotario del Campidoglio, mata contro quello per reprimere il fu-
del notariato dello studio (quanto pregiu- ror suo, come in buona parte ne segui ef-
dizio resea'professori ògW' Università ro- fetto, di che ne riportò infinita lode ...
mana, in queir articolo lo dissi; mentre Sgravò la Chiesa e insieme il palazzo e
,

nella biografia lo difesi dall'imputazione sua corte di tutte le spese superflue; e le-
di complicità nella tragica congiura de' vò l'uffizio de' matnalucchi, non gli pa-
Pazzi),della mensuratura del sale,e del ca- rendo necessario". Il De Luca dice che
meratorio della città. Ritrovò nuovi Da- Innocenzo VI Il,estinli 6 antichi segreta- i

zi (/ V, et accrebbe gli antichi. Riscosse ri , formò il collegio di 24


compresi essi

non senza macchia d' avarizia di molte con assegnazione di emolumenti, ed il


Decime (^.) da'prelati. Ma queste cose nuovo collegio gli pagò 62,400 scudi
si debbono, al parer mio, a necessità at- d'oro di camera, che in quel tempo im-
tribuire, oParenti (^ .),e ministri suoi
ii portavano circa 85, 000 scudi, per estin-
piuttosto massime non essendo sino a
, guere debili contratti co'pegni del trire-
i

quel tempo stato Pontefice ne d' animo gno e altri papali ornamenti, per libera-
più generoso uè più pronto nel be-
di lui, re Roma dall'insolenze e delitti d'alcuni
neficar altrui". Nel gli fu surrogato
1484 uomini armati; disponendo in caso di re-
Innocenzo Vili, del quale narra Io stesso voca degli uffizi la restituzione delle som-
Panvinio nella sua Fita.*» Ha vendo ritro- me a' vacabilisti , riservandosi l' elezione
vato la Sede apostolica esausta per le d'un segretario domestico per le spedizio-
grosse spese fatte dal suo antecessore (per ni segrete. E perchè alcuni poco idonei
difendere il dominio della Chiesa) fu co- pretendevano acquistare tali uffizi nel ,

stretto apparecchiandoseli molti trava- 1488 dichiarò con breve, che ninno si
gli, di creare ^5 ufHziali delle bolle di ammettesse senza precedente esame e ap-
piombo (Novaesdice 5i piombatori delle provazione del collegio stesso. Quindi il
bolle, da' quali ricavò 26,000 ducati d'o- De Luca narra gli uffizi donati: uno da
ro, vendendosi ciascun uffizio sSoo duca* Alessandro VI all'ospedale del ss. Salva-
ti), e 26 segretari (cioè ne ampliò il col- tore; altroda Paolo III a quello di s. Spi-
legio con altri 24, in tutti 3o , da' quali rito, mediante permuta di casali e tenu-
uffizi ricavò 62,400 fiorini o scudi d'oro, te, ed anche altro, il quale pervenuto ia

secondo Novaes: la bolla Non debet^de' possesso del cardinal Farnese, questi col
3i dicembre 1487 sottoscritta dal Papa beneplacito di Pio IV lo die al capitolo
e da 16 cardinali, presso il Bull. Rom, t. di s. Eustachio, in pagamento di parte

3, par, 3, p. 212, dichiara Anipliatìo : del prezzo d'un casale chiamato Torre
Collega Sex Secretariorum apostolico- Vergata , che comprò dal capitolo per
rum ad numeruni vigint{(juatuor : Et 1 5,000 scudi, col patto in caso di soppres-
praejinitio Officii unius Secretarii do- sione degli uffizi, il cardinale fosse tenuto
mestici:Cu7nemolum.entorum tam ipsius restituire ovvero ii,ooo scudi.
il casale,
Secretarii, quani totius Collegii, privi- Moltissimi scrittori affermano che Ales-
legiorumfjiuc concessione), e 3iO presiden- sandro VI nel 5oo creasse un nuovo col-
1

ti Ripa (Novaes aggiunge che creò più


di legio di 80 Scrittori de brevi yiifCm vaca-
di 3oo ufflziali, ognuno de'quali compra- bili che ciascuno si pagava ySo scudi d'o-
va l'ufluio per 200 pesi d'oro, incamera- ro, 11 successore Giulio li colla bolla Si*
1

VA e V AC 89
ciUprudenSy deli.° dicembre i^ioy, sot- d^oro, ed i motivi di tali aumenti e crea-
toscritta da hxìymann propria subscripsi\ zione di vacabili. Paolo 111 nel 1 545 isti-

e da 27 cardinali, ciascuno de'quali pii* tuì i cavalieri Lauretani, de'qnali ripar-


re al nome aggiunse maini propria sub- lai nel voi. XXXIX, p. 244» collegio di
scripsi, Bull. Rom. t. 3, par. 3, p. 299 : vacabilisti poscia aumentati daSistoV pri-
Jnstilutio Collega Scriptorum Archivii ma con 200 per la somma di 100,000
romanae Curiae Notariorum in causis scudi, indi con altri 60 col pagamento
Commissarìis in Urbe ^apucljudices prò- per ciascuno di 5oo scudi, assegnando
prios notarios non liabcntes. Etconces' loro rate di fi'utti sulle spedizioni della
sia facultatis creandi alios Notarios^ dataria e cancelleria apostolica. In segui-
ac legitiniandi bastardos. Lo costituì lo i Lauretani si accrebbero
vacabilisti
di I o I Scrittori d'Archivio, compresi i o fino a33o, pe'70 aumentali neli656 da
maestri correttori, e stabiliti gli eoiolu» Alessandro VII in occasione di traslata-
menti ordinò che ciascun uffìzio vacabile re ecommutare le spese de' luoghi di
si pagasse 5oo ducali d' oro di camera; monte vacabili, per minorazione di frut-
destinando a prolettori del collegio i car- ti alla camera apostolica e restituzione de*
dinali Fice-cancclliere e Camerlengo, capitali a'montisti.LostessoPaoloIII nel
ed il prelato Uditore della camera. Di- i546 eresse il collegio de' vacabilisti di
poi Paolo III colla bolla Romani Ponti- 5o cavalieri del Giglio, quali per l'ac- i

ficis^ de'3i ottobrei537, Bull. Rom, l. quisto de'vacabili contribuirono 25, 000
4, par. I, p. i52: celar alio et amplia-^ D scudi d'oro alla camera apostolica, asse-
tiofacultatem Collegii Scriptorum Ar- gnando loro dalle rendite della provin-
chivii romanae Curiae, in legitimandis cia di Viterbo annui scudi 3ooo d' oro.
bastardis. Di più Giulio li eresse il col- E finalmente nel i547 Paolo III istituì
legio de'i4i vacabilisti denominati Prc' il collegio di 200 vacabilisti cavalieri o
sidenti o Porzionari di Ripa o dicW An- soldati di s. P^o/o, i quali somministra-
nona, e rannoveiò alla Cancelleria a- rono 200,000 scudi: il Bovio scrisse che
poslolica: ricavò 91,000 scudi d'oro,
ci pagarono 00,000 scudi d'oro di stampa,
1

e loro ne assegnò dal sale 10,000, col- e che furono assegnati sull'annate e sul-
Tincarico di procurar l'abbondanza delle le dogane il 20 perioo. Paolo IV a' va-

vettovaglie, massime provenienti per ma- cabilisti cavalieri del Giglio aggiunse al*

re. Leone X l'aumentò con altri 6 2 pre- 1 tri 3oo al collegio loro, da'quali la came*
sidenti porzionari di ripa, da'quali trasse ra apostolica introitò i5o, 000 scudi d'o-
286,000 ducati d'oro. Inoltre Leone X ro , assicurandogli l' annua rendita di
istituì il collegio de'vacabilisti cavalieri o 18,000 scudi. Pio IV neh 559 eresse il

soldati di s. Pietro^ composto di 4o i per- collegio di 375 cavalieri Pu' partecipan-


sone, ciascuna delle quali p;ìgarono 1 000 ti, vacabilisti cheneli56o aumentò d'al-
fiorini d' oro, e gli assegnò dalle dogane tri 160: in corrisposta agli acquistati va-
di Ripa e altre l'annua rendita di 5 scu- cabili, a tulli assegnò l'annua pensione di
di per 1 00, oltre i privilegi che loro accor- scudi 34,5oo, poi forse accresciuti a scu-
dò. Accrebbe il collegio ì\q Cubiculari al di 73,000. Essendo l'erario pontificio ag-
numero di 60, e degli Scudieri a ^o,àQ \ gravalo di molti debiti, il Papa preferì al-
quali i primi compravano l'uffizioche lo- l' imposizione di nuove gabelle, l* istitu-

ro rendeva 90,000 fiorini, ed a'secondi zione di quest'altri vacabili. Nel 1 572 di-
1 2,000 fiorini,comealtestaNovaes.Dis- venuto Papa Gregorio XIII sgravò tosto
sta CANCELLERIà APOSTOLICA, COl Bovio, in parte i sudditi pontificii dalle pubbli-
altre analoghe notizie, cioè che i cavalie- che gravezze, e ricomprò con generale
ri di s. Pietro pagaroao 44»>ooo fiorini soddisfazione 1' uffizio dell' avvocato del
9° V A C V AC
7'7*ro,eliJlli i Fiscaiatidi Ro«naj5ni ven- bili e luoghi di monle, ma quanto a'nuo-
duti dati' autecessorti s. Pio V a diversi, vifurono pochi e non quanti pretesero
acquali tulli restituì il prezzo che aveano l'anonimo Vallicelliano e nitri che lo se-
«boritalo. Nel 1 585 gli il gran Si-
successe guirono; e nel crearli il fece per minor
sto V. 11 p. u). Casimiro Teinpesli dello aggravio de'sudditi, per molivi utilissimi,
stesso suo ordine e di lui benemerito sto- per l'abbellimento maestoso di Roma, e
riografo ne vendicò le calunnie colla per grandi necessità. Nel riformare gli
Storia (lidia vita e gesta di Sisto Vdcl' antichi uflì/.i vacabili e luoghi di monte
t ordine de minori conventuali. Nel 1. 1, lo fece per estirpare abusi e [>er liberare
lib. i6, svolse l'argonieato : Sisto V per la camera apostolica da tanti debili, con-
supplire a' bisogni della Cliiesa imitò i tratti speciahiienlepe'luoghi di monte ca-
suoi predecessori e nel creare e nel rifor- merali non vacabili. La biografia che di
mare gli ufilzi vacabili. Avanti il p. Tem* lui scrissi, tolti i numerosi articoli riguar-
pesti era voce volgare e comune, clie Si- danti i vacabili e i monti, e le sue grandi
sto V avesse aggravato straordiuai^iamen- opere meravigliose e monumentali giu-
le i sudditi, e fosse slato di pregiudizio stificano l'incomparabile fedeltà sull'uso
grande, ancor dopo la sua morte, a tut- lodevole del denaro raccolto in breve spa-
to il dominio ecclesiastico con lauti luo- zio di tempo. Anzi tutto^ col p. Tempe-
ghi di monte da lui eretti, con tante ga- sti, conviene formare il seguente esalto
comu*
belle da lui imposte; e questa voce catalogo degli uffizi vacabili , cioè degli
ne ebbe origine da alcuni malcunlenti, uffìzi che passando da una persona all'al-
a'quali tolse di mano quello ch'era della tra, o si esercitavano dalle medesime, eb-
s. Sede e di tutti sudditi della mede- i bero il nome di J^acabili. Quando Si-
sima in generale. L'anonimo Vallicellia* sto V maggiore de'troni,
fu sollevato al
no nel dusi cortigiano di Sisto V non , gli uffizi vacabili erano da gran tempo iu

confessò ch'egli pure era uno de'malcon- uso, cioè seguenti, de'quali tulli aven-
i

teuli, nello scrivere che non si condannò do trattato negli articoli di sopra citati,
la causa per radunare denaro, ma il mo- non mi rimane che descriverli con po-
do, avendo angariate le Provincie con l'a- che parole, per dare qui una semplice i-
cerbità delle gabelle e con lauti luòghi dea dell'operato da Sisto V; mentre del-
di monte. A tante strane opinioni, ripe- l'uso fallo del ritratto dagli uffizi vaca-
Uile successivamente sino al p. Tempe- bili, e da' nuovi Luoglii di Monte isti-

sti ,
questi mostrò che Sisto V non im- tuiti, ne' medesimi articoli li riportai, e
pose die una sola gabella d' un quattri- così notabilmente accorderò il riferito
no delta deila foglietta per ciascuna di dal p. Tempesti, coli* autorità del quale j
vino a minuto, la quale lolsedopo un an- in essi pure procedei. Segretari aposto-
^
no, e che se le sue provvide leggi si fosse- liei. Canierlengato. Uditore generale del-
ro conservale inviolabili, non solo non a- la Camera. Tesoriere generale. Prcsiden"
vrebbero portalo [uegiudi/io alcuno, ma te della Camera. Reggente di Cancelle-
sarebbero stale anzi t'ecomle di pubbli- ria. Uditore delle Contraddette. Udito-
che utilità. Certamente egli non fu iu- re delle Confidenze. Correttore delle Con-
veulore degli ufQzi vacabili, de'luoghi di iraddette. Prefetto delle minute de' Brevi.
monte vacabili e de'luoghi di monle ca- Revisore delle minute de' Brevi. Presiden-
merali non vacabili, perchè lutti già e- te de' Sollecitatori chiainaiiGiannizzeri,
rano in uso anticoi benché maligni e gl'i- i Presidente del Piombo. Chierici di Ca-
gnoranti spacciarono o crederono il con- mera 1 1. Protonotari apostolici parteci-
trario. Sisto V ad imitazione de' prede- panti ii. Abhreviatori di parco mags^io-
cessori riformò o creò nuovi ufilzi vaca- r£ di Cancelleria 1 2. Se r ilio ri apostolici
V AC VAC 91
100. Scrittori di Brevi 8r. Scrittori di la cura di depularlo,perc) coll'approvazio-
Penitenzicrici di minor grazia if. Pro- ne del Papa, al collegio, il quale per sov-
curatori di Penileiizieria di minor gra- venire alle gravi necessità della s. Se-

zia 24* Abbrevialori di parco minore di de , spontaneamente sborsò alla camera


Cancelleria 60. Sollecitatori apostolici 25,000 scudi d'oro. Canierlengato: col-
delti Giannizzeri 100. Correttori d' Ar- la bolla Praeclara tui generis nobilitaSy
chivio 8. Chierici del Registro 6. Regi- de'23 marzo 588, lo conferì al cardinal
1

stratori di Suppliche 20. Registratori di Enrico Gaetani per 5o,ooo scudi cioè ,

Bollei^. Maestri delleSuppliche ^.Mae- 10,000 di meno da quanto l'avea paga-


stri delle Bolle S. Cubiculari 60. Procu- lo il cardinal Vastavillani sotto Gregorio
rotori delle Contraddette 1 3. Notari del- XIII, e non in tempo di s. Pio V, come
V Uditore della Camera i o. Segretari di vuole il p. Tempesti. Da tale uffizio ave-
Camera 4- Notari Ro-
degli Uditori di va smendjrato 6,000 scudi d'annua ren-
ta 4. ISotari del carduial Sicario di Ro- dita per assegnarne 2200 a'5 nuovi chie-
ma 4- Cursori del Papa rg. Mandatari rici di camera, e co'residuali 38oo crea-
del Tribunale del Governo fj. Maestri del re il Luogo di Monte Canierlengato va-
Piombo 3. Notaro pe'processi de Fesco- cabile, coTrutti del
9 per 100 a ciascun
vi. Notaro delle Ripe. Notaro di Borgo luogo, col disposto della bolla Non secus
civile e criminale. Notaro de^ Maestri di ac prudenSj de' 12 settembre 1587. Te-
strada. Notaro de' Mercanti. Notaro de soriere generale : restituì 1 5,000 scudi
Protomedici. Notaro delle Contraddet- d'oro all'ingannato tesoriere Duonfiglioli,
te. Notaro dell'agricoltura. Notaro de- e per 5o,ooo scudi conferì l'uffizio a Be-
gli Ebrei e Neofiti. Officio dell' Assesso- nedetto Giustiniani, dopo avere riserva-
re delle strade. Depositeria de' Collegi to da'frutti dell'uffizio annui scudi 5ooo,
de^Facabili. Porzioni di Ripa 364. Col- che applicò al nuovo Luogo di Monte
lettori del Piombo i^. Scrittori d^ Archi- Tesoreria. Uditore generale della Ca-
vio.
9 1 . Scudieri apostolici i o4- Presi- mera: allorché vacò la carica, per l'an-
denti dell' Annona 1
4 1 Mazzieri 1 4- Of-
. teriore prezzo di 60,000 scudi, colla bol-
ficiali della verga rossa 6. Custodi del-
1 la Ad tui generis nobilit., unendovi le cor-
lai.'' catena 3. Custodi della 1." catena rettorie dell'archivio, la conferì ad Ora-
1. Porzionari della i." e 2.' catena 5. zio Borghese. 11 Novaes disse che lo pa-

Cavalieri Lauretani 33o. Cavalieri del gò 70,000 ducati, e che morendo poco
Giglio 35o. Cavalieri Pil 67 i. Cavalie- dopo, Gregorio XIV nel 59 senza prez- 1 1

ri dis. Pietro 601. Cavalieri di s. Paolo zo l'attribuì al fratello del defunto Ca-
200. Dopo questo calalogo, il p. Tempe- millo, poi Paolo V. Chierici di Camera:
stipassa ad esaminate quali e quanti de' ristabilì il numero di 12, da 7 cui eran-»
nominati uffizi vacabili fossero istituiti o si ridotti, stabilendone il prezzo di ciascu-
liformati da Sisto V, notando che il loro no a 4'2,ooo scudi, e senz'aggravare l'e-
Dìaggior numero, come fissalo sulle spedi- rario assegnò la suddetta rata di scudi
zioni delle lettere e grazie apostoliche di 2200 del camerlengato a'novelli 5 chie-
Dataria, Cancelleria ^Segreteria de' Bre- rici di camera, da' quali ricavò scudi
che rappresentavano risalgo-
vi, ^\\ uffizi 2 I o,ooo.Commissario generale deliaca-
no a remota antichità. Collegio dii'segre- mera apostolica (che per supplire nell'as-
tari apostolici: colla bolla Romani Pon- senza e impotenza del Tesoriere genera^
tificis, del i.° aprile i586, Bull. Rom. I. le, non poco ne riparlai in quell'articolo):

4, par. 4) p. 201 lo riformò, no stabili


, pe'cospicui lucri che traeva, volendo Si-
gli emolumenti con lasse, soppresse Tuffi- sto V che parte ne fruisse la cauìera, pro-
zio del segretai'iu domestico e ne ultribuì mosse il comuiissario Gio. Bernardino
9!i VAC VAC
Piscìhn nlln prefettura ili Norcia, dicliia- vacabile conferendola a Paolo Biadi, per
rò l'iifìfizio venale e vacabile, ed unendo- 23oo «codi d'oro, pari n romani scudi
vi Tamoìinistrazione delle scritture del- 3795. Reggente dell^ Archivio generale
l'archivio, lo concesse all'ottimo curiale (U.) per le pubbliche scritture di lutto
GollVedo Lomelliui genovese, referenda- lo stato e per vegliare sui TVo/^n (di cui

rio e prelato domestico, colla bolla Ad riparlai a Scriniari): l'istituì colla bolla
excelsitni, de* 1 2 ottobre 1 5S6,ButLRotn. Solicitudo pastoralis, del i ."agosto 588, 1

ì.4j par. 4> P' 259, il quale pagò 20,000 Bull. Boni. t. 5, par. i , p. 1 5; e colla bol-
scudi in sovvenimento de' bisogni di s. la Solicitudo ministeriiy de* 3i ottobre
Chiesa. Tesoreria della Dataria aposto- i588, Bull, 17, Io dichiarò uffi-
cit., p.

lica: Io dichiarò uffizio vacabile colla bol- zio vacabile, e l'assegnò pel prezzo di scu-
laUt ingens tiel 585, e V accordò per
i di 25,000 a Fabio Orsini referendario di

34,000 scudi n Girolamo Rustici roma- numero, coir emolumento di scudi 100
no, vescovo di Tropeo,assegnaudogli per mensili. Notari Capitolini o del Senato
appannaggio 5 scudi d'oro per ogni 100 Romano (U.): di questo collegio ne fu ri-

di tal moneta, quali per abusiva con-


i formatore e creatore colla bolla Utlitiuni
suetudine si spartivano tra loro i mini- diuturnitati, de'29 dicembre 586. Fissò 1

stri delle spedizioni, onde annualmente il nuuìero a 3o, de'quali i 5 per ciascun
«e traevano grosso lucro. Uditore delle collaterale, li dichiarò uffizi vacabili col
Confidenze: cvtòVu(\\[oi'e delle confiden- prezzo di 5oo scudi l'uno, onde la came-
ze beneficiali in giudice perpetuo degli a- ra introitò 1 5,000 scudi. Alle vacanze poi
busi simoniaci, e colla bolla Divina Dei stabilì, che la collazione appartenesse per
•providenlia, del 1 ."novembre 1 586, Bull. lai .'volta al datario, indi a'conservatori
cit., p. 270,10 dichiarò uffizio vacabile, e priori de'caporioni. Assegnò in dote al
e lo conferì al degnissimo Alessandro Ca- collegio la 4.'' parie di lutti e singoli gli
talani romano, abbreviatore e referenda- emolumenti, mercedi ec, la quale si do-
rio, per 2000 ducati d'oro pari a 33oo vea dividere tra' notari ogni mese; e. la

sciuVìi'omanì.Protonotari apostolici par- 3.' parte degli emolumenti provenienti


tecipanti: òa 7 gliatuTientòai2 colla bol- dalla mercede degli slromenli transunti
la Romnnus Fonti/ex, de' 16 uovembre de' notari defunti tanto nell'archivio,
i585, Bali, cil.jp. i6r, mediante il pa- quanto altrove, non però esistenti ne'me-
gamento di scudii2,5oo per ciascun uf- desimi uffizi notarili; e 1' intera parte di
fìzio, in tutti introitandola camera scudi tutti e singoli gli emolumenti che prove-
62,500; e perciò aggiunse all'ampliato nivano dalla mercede degli atti e dalle
collegio l'annua rendila di 1980 scudi. scritture de' notari defunti, trasferite e
Referendari dell'una e V altra Segnatu- da Tribunale Ca-
trasferirsi alla curia del

ra (U.): ridusse il collegio a 70 prelati pitolino. Termina il p. Tempesti la di-


per la Segnatura di grazia e la Segna- fesa di Sisto V con osservare, che suoi i

tura di giustizia (^.), con 3o sopratmu- nemici divulgarono 1' ingiuriosa taccia,
meri j roa non trovo propriamente che per aver giovato all'erario pubblico eoa
fossero dichiarali uffizi venali, né l'asse- togliere ad alcuni pochi particolari quan-
gna lo prezzo. Ct;i^<7//er/Xrt?/re/rz/i/': gli au- to a suo danno e senza ragione ampia-
mentò di 260 e ne ritrasse 3o,ooo scu- i mente lucravano, onde non pochi dive-
di, assegnando a questi uffizi vacabili 200 nivano più ricchi del principe. Clemente
scudi per ciascuno, sulle spedizioni di da- Vili colla costituzione Aequuni reputa-
taria e cancelleria, specialmente delie nu- y/j«.y, de'9 febbraio 1593, Bull. Rom. t.

merose matrimoniali di minor grazia. 5, par. i,p. Ualidatio erectionis Of-


4 1 5;
Stamperia Camerale (F.J: la rese uilìzio ciiPraesidis Cancellariae prò expedien-
VAC VAC 93
dis lìterìs quorumcumqiie OfJlciornmVa' per racquislo di ciascun vaoibile, anche
cahìlium. Urbano Vili del r623 tolse de'compeiisi proporzionali agli aumenta-
la facoltà di dispone degli uffizi vacabili ti frutti che ne traeva, olire altre esigen-
della curia romana, coaie moderò il po- ze. Si fece causa nel tribunale della Rota,
tei' trasferire le Pensioni ecclesiastiche^ e nel riferito trattalo del cardinal De Lu-
e nella sua Storia lo riferisce Novaes. Il ca, che tutto riporta, vi è pure sulla que-
Lunadoro nella Retatio ne della Corte di stione il Discorso aif ami le dispute Ro-
Roma pubblicata nel 16^6, riporta di- tali, circa la soppressione del collegio de'
verse notizie sulle rendite desili uffìzi va- segretari apostolici fatta dallaSantilà di
cabili, registrando a parte i seguenti uf- N. S. Innocenzo XI. Quanto al § 3o: Se
fizi venali,i quali non esercilavanogiuris* il prezzo degli uffizi vacabili sia capitale
dizione, acquistandosi pe'prezzi che dirò; o frullo, opina il De Luca. » Primiera-

gli emolumenti ricavandosi dalle tasse e mente, che il prezzo degli uffizi venali va-
rendite ecclesiastiche impegnale da* Papi cabili veramente nella sostanza non co-

ne'bisogni della s. Sede. I quali ufiizi e- stituisce capitale, ma è un'anticipata per-


i*ano lutti a vita de'possessori, e vacando cezione di que'frutli ed emolumenti, che
si vendevano di nuovo, ed il prezzo che se per altro in ciascun anno si otterrebbe-
ne ricavava era considerabile ed a disposi- ro dal Principe, quando gli uffizi noa
zione de'Papi; sebbene nelle dette vacan- fossero venduti; sicché come per una spe-
ze alcuni vacabili liberamente spettavano cie di censo vitalizio regolando la vita
al cardinal vice-cancelliere. Scrittori di dell' uomo
con un lenjpo verosimile, si
penitenzieria ducati 2900; Scrittori apo- stabilisceun prezzo proporzionato a que-
stolici 1800; Cubiculari apostolici 1700; sta verosìmilitudine, in quel modo che

Scudieri apostolici i3oo; Segretari apo- la legge nelle cose vitalizie ha fatto una

stolici 9ooo;Scrittori de'brevi 8oojGian- tassa generale ed uniforme a guisa del-


nizzeri oSol lecitalori yoojPiombo 900;
1 1
le vendile o cessioni dell'usufrutto, ovve-
Cavalieri di s.i5oo; Cavalieri di
Pietro ro delle pensioni o anche delle vendite
s. Paolo 1600; Cavalieri del Giglio 5oo; delle case e degli altrf beni stabiliti a vi-
Cavalieri Pii 5oo; Cavalieri Lauretani ta, conlenendosi in tal modo la compra e
5oo; Archivio 2200; Porzioni 800; Pre- la vendita d'un'alea (sic) incerta, parago-
sidente 600. Offizi del palazzo apostolico: nata alla rete che si butta nel mare, la
Prima catena ducati 3oo; Seconda cate- quale contiene egualmente il comodo e
na 3oo; Porta ferrea 3oo; Custode del- l'incomodo, ovvero la perdita e il gua-
le pitture 1000; Verghe rubee 600; Maz- dagno d'ambo i contraenti; imperciocché
zieri 600. Innocenzo XI non polendo quella vita la quale da principio si valu-
tollerare che nella corte pontificia si ven- ta per un cerio spazio verosimile di tem-
dessero per denaro gli uffizi, benché que- po, può essere molto breve, sicché il com-
sti nulla avesserodi ecclesiastico, soppres- pratore faccia una perdita notabile, e il
se il suddellocollegiode*segrelari aposto- venditore un notabile guadagno, e all'in-
lici nel 1678, e per equità restituì a cia- contro può esser mollo lunga , in modo
scuno de' segretari vacabilisti quanto a- che il venditore faccia una gran perdila,
veano sborsato. E siccome sul collegio e il compratore un gran guadagno, per lo
godeva una rendita 1' Ospedale del ss. che il prezzo di queste vendile viene sti-

Salvatore^ in quest'articolo notai il com- mato come un frutto annuo delIaDalaria,


penso che gli die il Papa. Il collegio de' e come tale si consuma negli usi corren-
segretari apostolici non solamente si op- ti, in modo che non può dirsi estante nel-

pose alla sua soppressione, ma pretese, la specie, ovvero nell'equivalente, sicché


oltre la restituzione delle somme pagale la Camera di presente lo possieda , con-
94 VAC VAC
forme di sua nalurn sej^ne nel prezzo di rinfrancali del prezzo nel capitale du-
quelle robe o ragioni, delle quoli se ne plicatamenle e di vantaggio. Onde quan-
vende in perpetuo la sorte principale. E do anche ad alcuni possessori degli uffi-
questa valutazione di vita, secondo la più zi assista l'ecpiità pel motivo della buo-

alta ragguagliazione si restringe dentro na fede, tuttavia per questa ragione cessa
lo spazio dii5 anni, per quel che c'inse- in gran parte questa equità a loro favo-
gna la pratica notoria e comune, de'quin- re, e maggior ecjuità assiste alla Camera
denni spirituali e profani. E da ciò na- lauto danneggiala che non debba soggia-
scono due cose. Una del gran pregiudi- cere a quest'altro danno. Ed in quarto
zio e della gran lesione che risulta alla luogo si deve presupporre, che quando
camera nella niaiigior parte di questi uf- un contratto nel progresso del tempo si

fìzi, che essendo venduti per quel prez- scuopre notabilmente ingiusto e lesivo, *

zo, che verosiofiilmente imporla e si sti- benché da principio fosse giusto , se ne


ma la vita d'un uomo, ciò non ostante può pielendere la rescissione, anche col-
per mezzo delle rassegne si sono fatti la restituzione, ovvero coli' imputazione
quasi perpetui, a segno che molti di essi de'frutti notabilmente eccessivi, e parti-
passano un secolo intero, e di vantaggio, colarmente quando si o tratta di pupilli,
conforme di sopra nella narrazione del di Chiese,odi altri, quali non potendo
i

fatto si è detto. E altra che il prezzo


1'
, amministrare il suo per se medesitni, vi-
non può dirsi estante, e per conseguenza vono sotto l'altrui legale necessaria am-
non vi entra l'equità naturale, la quale ministrazione, mentre la legge presume
proibisce il ritenere la roba ed il prez- una mala fede in quelli, quali con essi i

zo. Per che senza violazione della giu-


lo facciano siffatti eccessivi guadagni. Che
stizia, col rigore legale, avrebbe potuto però stante questi quattro assunti, par-
e potrebbe la Camera pretendere, a gui- te di fatto e parte di ragione, quando an-
sa del pupillo e della Chiesa, di non es- che non si restituisse cos'aicuna, ciò non
ser tenuta a restituzione alcuna del prez- sarebbe lontano dalla giustizia e dall' e-
zo pagato, come non estante. Secotidaria- quità, eccettuatone que'pochi, quali da i

mentesi deve presuppone, che l'aumen- tempo moderno, col pre/zo corrente al-
to notabile degli emolumenti non è nato terato,hanno compro l'ufilziodallaCa me-
dalla diligenza degli uffiziali, ovvero dal ra, e ne hanno percetto poco fruito, sic-
benefìcio del tempo, ma dal fatto del me- cbé non si adattano le suddette ragioni;
desimo Principe e de'suoi uflìziali, collo e da ciò si può scorgere con quanta e-
spedire molli negozi per questa segreteria quità e circospezione si sia proceduto,
de'brevi, che per avanti si spedivano per piuttosto aggravando Camera. Da tut- la

la penitenzieria e per la cancelleria, ov- tociò risulta la risposta al fondamento


vero per le sagre congregazioni, ed an- de' donatari immediati possessori cioè ,

che per gli ordinari de' luoghi. Dunque che devono le donazioni de'principi esse-
ninno si può dolere se il Principe toglie re ferme e stabili, poiché ciò cammina
quel beneficio, che ad esso è piaciuto di bene, quando senza giusta causa si fac-
concedere. In terzo luogo si deve presup- cia la rivocazione d'una donazione parti-
porre, che particolarmente pe'donatari, colare, in modo che l' atto di sua natura
ed anche per quelli i quali ne'tempi più sia illecito e proibito dalle leggi, non già
antichi hanno comprato questi uffizi a quando ne'casi particolari I' allo sia le-
prezzo «nollo inferiore, si è fatto un gua- cito, conforme particolarmente al nostro
dagno troppo eccessivo del i Qs e del f5, proposito segue, quando donatore di -il

ed anche del 20 e più per cento nello venti povero, e il donatario sia ricco, mol-
spazio di molti anni, dimodoché si sono to più e fuori d'ogni dubbio, quando l'at-
V AC VAC 95
to è universale ordinalo ad altro fine pei per aver Papi condonato il prezzo «'car-
i

beneficio pubblico, dal quale perindiiel- dinali camerlenghi, per nominarvi ordi-
lo, ovvero per conseguenza segue che la nariamente cardinali nipoti, a'quali an-
i

donazione rimanga inutile, imperciocché zi talvolta donarono altri vacabili di mi-


altriroenli ingiuste e irragionevoli sareb- nor entità), cioè di Uditore generale^ di
bero le celebri e approvate costituzioni Tesoriere generale , di 2 Chierici di 1

ri vocatorie delle i'^rtì'/ic/i/^/e di Bonifacio Camera^àe\ Presidente àtiW^ medesima;


IX, Martino V, Innocenzo Vili, Adriano i quali prelati amministravano la giusti-
VI, Pio IV, Paolo V e Urbano Vili, ol- zia, l'erario e le finanze, l'annona, le pub-

tre altre molte ". Prima di lasciare In- bliche strade, le forze marittime e milita-
nocenzo XI, non sarà forse del tutto su- ri dello stato pontificio ec, colla bolla Ad
perfluo che io ricordi, di trovarsi nel Dull. hoc unxitDeus,dei'ó ottobre 1692, /?«//.
^ Hom. t. 8, p- 58, in data del i." ottobre Boni. l. 9, p. 277; Aboletur venalitns
* 1678, la Tassa Jnnocenzìana per ilfo- Offìciorum Auditoris generalis causa-
ro ecclesiastico , ovvero dichiarazioni rum Curiae Camerae ApostoUcac^ ejus-
"per li emolumenti y che trarre si posso» dem Camerae Thcsaurari generalis ^
no dalle cause o materie ecclesiastiche duodecim Clericorum , et Praesiden-
o spirituali. Neil' Italia fu di nuovo co- tis. Quindi Innocenzo XII fece a'prelati

mandata l'osservanza di questa Tassa possessori di tali cariche restituire le vi-

da Benedetto XI 11 nel concilio romano, stose somme da loro sborsate per acqui-
al tit. De Foro compet., cap. unico. Il starle, ne soppresse in perpetuo la vena-
glorioso Innocenzo XII, dopo aver aboli- lità, onninamente volle che soltanto i
e
to il Nepotismo dopo aver abolito lutti
, meriti personali, e non il denaro, aprisse-
i tribunali ed i giudici de' Tribunali di ro in avvenire l'adito a chiunque per ot-
Roma particolari, eziandio rivolse il suo tenerle. Il ^ovaesneWa Storia d' Innocen-
animo e sollecitudine ad eliminare per zo X/ìy celebra quest'altra sua gloria im-
sempre un altro gravissimo abuso. Consi- mortale, e dice d'aver ordinalo la resti-
derando che pe'pubblici bisogni della s. tuzione de'denaii sborsati all'uditore, te-

Seée e del suo principato temporale, non soriere, 12 chierici e presidente della ca-
meno per soccorrere più volte la cristia- mera, il che ammontò poco meno d'un mi-
nità, aveano i Papi suoi predecessori re- lione di scudi, perchè le cariche d'uditore
so vendibili e vitalizi molti primari ufìì- e di tesoriere costavano ciascuna 100,000
zi della etnia e corte romana; che poteva scudi circa, ed ogni chiericato 80,000,
passar la cosa rispetto agli uffizi vacabili fruttando ogni anno 1*8,0 ilio per 100;
secondari e minori, che davano un mero e die Sisto V avendo reso vendibili tali

titolo d'onorificenza, o avevano un eser- uffizi camerali, Innocenzo XII nel proibir-
cizio non concernente amministrazione ne la vendita, e nel reintegrare dello sbor-
di giustizia; ed egli bramando che fosse salo quelli che allora l'occupavano, pro-
amministrala colla più scrupolosa inte- testò non più denaro ma reali meriti esige-
grila ed esattezza, in che era oltremodo re per conseguirli. Sebbene anche il No-
geloso, e vigilantissimo sulla condotta e vaes nella Storia di Sisto F procede col
scella de'magisti ali, percui in diverse oc- p. Tempesti, in quella d'Innocenzo XI l si

casioni die pubblici esempi di salutare ri- mostrò alquanto inesatloe un poco in con-
gore. Adunque tra' primari uflìzi di tal traddizione, sia coll'afTermare che detti i

indole comprendendosi i pnncipalissiuìi vacabili Sisto V rese vendibili , sia pel


componenti Tribunale della Camera
il maggior prezzo che attribuì a ciascuno,
apostolica (d camerlengalo era di fatto sia in fine nel credere che il restituito a-
cebsalo d'esser uffizio vendibile e venale ,
scese a poco meno d'un milione di scudi
96 V A G V A C
mentre il riferito superiormente ptio cìiia- al servizio della s. Sede, dovendo por-
i

rire il tulio, e quanto alle somme reinte- zionari estratti riprendere il loro denaro
grate, la bolla Innocenzianain parole e in in contanteo in luoghi di monte fra ^o
cifre dice: ascendens in toliun ad sum~ giorni dopo l'estrazione. Indi con chiro-
mani decies centenoriim, et viginti mil- grafo de'7 maggio, Benedetto XIV fece
liunt scptingentornm scxdecim scutorani la nuova erezione di porzioni vacabili del-

monetac romanae^ sivc 120,716 sento- le legazioni e altre provincie dello slato
rum. Già il Papa con bolla ile'3 febbraio, ecclesiastico, di scudi 100 l'uno, coli' an-
secondo il Novaes, avea prescritto, die nuo frutto certo di scudi 5 per porzione,
nell'avvenire gli uffizi e luoghi di monte oltre il godimenlo de'privilegi degli uffizi
Tacabili non si perdessero per la promo* vacabili della dataria. Pe'bisogni del te-
zione al cardinalato, ma a vantaggio della soro pontifìcio Benedetto XIV impose di-
catuera apostolica attribuì il risparmio di verse pubbliche gravezze, e sopra gli uf-

molte propine che appartenevano a'com- fìzi vacabili di 1 000 scudi dì capitale,paoli
pratori. Ed a benefìzio della stessa dimi- 10 annui. Glemente XlII nel 1761 abolì
nuì le rendite de' cardinali vice-cancel- e soppresse la venalità degli uffizi vaca-
liere e vicario di Roma. Indi Innocenzo bili de'notari degli Uditori di Rota, vQ'
XII colla bolla Circiimspecta Romani stituendo a'proprietari i loro capitali; e
Pontifìcis,óe% dicembre 1693, Bull. cit. nel r 762 parimenti estinse i notariali va-
p. 335, confermò le disposizioni de'pre* cabili del tribunale àé\' Uditore del Pa-
clecessori sulle Sportale (F,) ,
pe' giu- pa. Per la carestia del 1764 Clemente
dici e tribunali di Roma. Morendo nel XIII sui frutti de' vacabili impose la tassa
1697 il cardinal Paluzzi Altieri nipote già ordinala dal predecessore per altre
diClemente X e camerlengo di s. Ghiesa, pubbliche necessità. Divenuto Papa Pio
Innocenzo XII vietò affatto la vendita di VI neli775, rivocòcon moto-proprio le
tale uffizio, applicando parte degli emo- sopravvivenze sugli uffizi vacabili, accor-
lumenti del camerlengato alla camera a- date da Clemente XIV a varie persone,
poslolica, e parte all'ospizio apostolico di nominate a p. 4della Storia imparziale
s. Michele. Per la guerra navale contro i del Papato di Pio VI. Indi col chirogra-
turchi, sostenuta da s. Pio V, avea que- fo Cam Sanctissinnis, de i5 settembre
sto Papa imposto a diverse congregazio- 1775, Bull. Rom. cont. t. 5, p. 1 34: ^^-
ni monastiche annue somministrazioni , tinctio et respectiva concessio Vacali"
colle quali si eresse il luogo di monte Fe- liuni inclyti Populi romani, earumque
de, poi detto Religione. Denedetto XIV, regaliarum Salis. Ne darò 1' estratto.
al modo che narrai anco nel vol.LXXIV, Siccome nella sede vacante, per morte
p. 3 1 2, abilitò le congregazioni ad affran- del duca d. Carlo Cesi erano vacali 5 uf-
carsi da tale gravezza, con isborsare V e- fìzi vacabili capitolini , ciò produsse alla
quivalenle pagavano
al capitale di cui i camera capitolina un risparmio di circa
vistosi frutti. Per dare poi alla camera a- scudi 25o annui. Erano i vacabili gli uf-
postoììca un compenso del danno che ne fizi : dell' agente del popolo romano , il

risentiva, con moto-proprio dell' 8 gen- i.° custode della statua di Sisto V (in
naio 1
744. le concesse la facoltà di poter bronzo di Taddeo Landini ), il com-
"venire all'estrazione degli uffizi vacabili missario dell'acqua del Circo massimo, il

specialmente del collegio de' presidenti custode delle misure di Campidoglio, il


dell' annona, de'porzionari di ripa, e del maestro delle mosse per le corse de'bar-
collegio de'cavalierì di s. Pietro; i quali beri con due sostituti. Pio VI era stalo
vacabili fossero posseduti dagli estcri,cioè pregato di concederli con proroga vita-
che ooQ fossero domiciliati in Roma , o lizia ai duca Federico figlio del defunto.
,

V AG V A C 97
mn egli con raccennalo chirografo volle Pio VI, fecero il simile con Pio VII. L'im-
che i delti vacabili si repiilnssero esfiiili peratore Napoleone I quindi stabilì, che
a hcneficio della camera capitolina, in il debito pubblico romano fosse dichia-
conformila del chirografo d' Imioceu/o rato debito dell' impero francese , e nel
XII de' f) giugno 1 694. Ma
r gli uffizi d'a- 1 8 1 o fu deputato un consiglio a liquidarlo
gente del popolo romano e di maestro co'beni nazionali. Si legge nel n.°3i del
delle mosse avendo il loro esercizio, il l^a- Giornale del Campidoglio di Roma del
pa li conservò, ordinando a' conservatori 18 IS. M. I. e R. con suo decreto de*
I . j-»

del popolo romano


deputare u«ja o di 4 febbraio scorso ha ordinato, che il con-
due persone per esercitare da per loro e siglio di liquidazione lifjuidasse i diversi
non per altri l'uffizio. All'ogente del po- Vacabili costituiti dall' antico governo
polo romano incombendo d'accompagnar pontifìcio. I Vacabili di Dataria e Came-
nelle funzioni pubbliche, in qualità di fa- rali,ad eccezione del collegio de' proto-
migliare nobile, i delti conservatori, e ri- notari apostolici (partecipanti), saranno
cevere l'armi dall'armeria Vaticana rjella rimborsati in azioni sul Demanio in ra-
sede vacante e di custodii le, il Papa as- gione della metà del capitale, che ha for-
segnò l'emolumento d' annui scudi "2.5
,
mato l'ultimo prezzo di compra degli uf-
dovendo cessare gli altri, in uno a' 8 1 scu- fìzi e azioni, senza che le spese di ammis-
di che in compenso della casa del palazzo sione sieno comprese. Quelli del collegio
di Campidoglio gli pagava il palazzo a- de'protonotari apostolici saranno rimbor-
poslolico. Al maestro delle mosse spet- sali come sopra in ragione di io volle la
tando far aggiustare il canapo, armare rendila conosciuta. 1 Vacabili Capitolini
la balestra e tuli' altro che concerne la a qualunque titolo concessi, le regalie che
corsa de'barberi, custodire i ferramenti, ne dipendono, e quelle possedute isolata-
legnami , canapi e altro riguardante la mente saranno pur anco rimborsate sul
mossa, il Papa volle che gli assegnassero piede di o volle la rendita. Queste dispo-
i

lutti gli emolumenti soliti percepirsi nel sizioni del noslroamatissimoSovrano han-
carnevale e per le corse. Considerando no sparsola gioia in una classe numerosa
che cumulando due ullìzi in una persona,
i di cittadini, e tulli vi riconoscono l'inte-
questa percepirebbe annui scudi 4o, la- resse che prende S. M. al benessere de*
collizzò i conservatori a fai lo, concedendo dipartimenti di R.oma e del Trasimeno
ad essi le 3 regalie annesse airuf(l7Ìo di (cioè dello stalo pontifìcio, dopo la ridu-
maestrodelle mosse e a* due sostituti, con zione del trattato imposto a Tolentino)."
autorità di disporne a beneplacito. Lo sta- Oltre il riferito superiormente in argo-
to deplorabile delle finanze nel pontifi- mento, credo opportuno di aggiungere a
cato di Pio VI, come pure quello degli al- ulteriore suo schiarimento. L* ammini-
tri Papi lo descrissi a Tesoriere, dicen- strazione francese de'beni ecclesiastici de-
do che i soli vacabili ascendevano a scudi nominala Demanio, invitò tulli i vacabi-
1,89'^, 4^0* N*^l principio del pontificato listi proprietari a liquidare i loro vaca-
tli l^io VII , calcolate 1' annue rendite a bili, ma con notabile diminuzione del ca-
circa 4 «nilioni di scudi, perchè colhi fa- pitale impiegato per l'acquisto di ciascun
tale pace di Tolentino i repubblicani fran- vacabile. Quelli che liquidarono riceven-
cesi era usi prese le provincie delle Lega- do una determinata somma di denaro
zioni e lo stato d'Avignone, si pagavano rinunziarono agi' inerenfi diritti , come
anche 4 qoioti de' vacabili. Nel
1809 gl'im- rilevai nel voi. VII, p. 178. Quindi il De-
periali francesi completamente consuma- manio acquistò tali diritti e di venne il pro-
rono la nuova invasione dello stalo pon- prietario de* vacabili liquidali. Però buo»
tificio, e come prima aveano deportalo uà parte de'vauabilisti o non bisognosi di
VOL. LXXXVK. 7
1 - ,

9» VAC V A C
timorata coscienza, non volendo allenare biliper dare a*n)edesimi una sisleQiazio-
e iiquichire loro vacubili, ripugnando
i ne e richinntarne in osservanza le aiiti'
loro di transigere con un governo ille- che leggi conciliabili colle presenli circo*
gitlimo e d'occnpnzione, restarono prò* stanze, per fare quindi a lui rapporto di
prietari de' vacabili. Il maggior numero tutto. La morte d'un antico vacabilìsta ,

di sillalli vacabili non liquidali spellava* il quale con indulto poulifìcio percepiva
no alla camera apostolica, ed a'corpi mo- durante sua vita la rendita di esercizio
rali, i quali tuttora li possiedono (sicco- del suo vacabilesenza che esercitasse l'uf-
me i corpi morali raramente sono sog- fizio, die impulso a dover esaminare que-
getti a perire, e perciò la vacanza ordi- sto rilevante affare de' vacabili. La con-
naria non si verifica , occorre loro spe> gregazior)e si compone di mg.' France-
ciale facoltà nelT acquisto di vacabili), e sco Vici sollo-datario, facente le veci di
la camera apostolica in quantità nume- datario; mg.' Stefano Bruti reggente del*
rosa, per quanto vado a dire. Nel i8i4 la cancelleria apostolica; mg.' Antonio
Pio V 1 ricuperò colla libertà il dimidialo Pagnoncelli commissario generale della
suo dominio, e nel 8 5 anche le Lega- 1 1 rev. camera apostolica; cav. Pio Folchi
zioni. Avendo il Papa nel suo ritorno in uffiziale della dataria apostolica col titolo
Koma trovalo che i collegi de* vacabili di amministratore generale delle compo-
sii, già formati ciascuno di più ceulinaia iu;nde, e insieme sosliUilo de'prelali ab-
di persone, perla seguita liquidazione o brevialori nella cancelleria apostolica; e
per movie ab inlesta lo erano ridotti a po- di Andrea Santini nfiìciale delia medesi-
chi individui, cioè di quelli die aveano ma dataria col titolo di sohlitolo nell'uf-
ricusato liquidare i vacabili, il Papa e- fizio delle vacanze beneficiali comune-
mano quelle provvidenze narrate in prin- mente dello per obitiim, e insie-
uffìzio
cipio di quesl' articolo. La camera apo- me decano de'nominali prelati
sostituto
slolica, che vendeva vacabili e li ripren-i abbrevialori, non che sostituto di mg.*^
deva alle vacanze, se proprietari non ne i reggente della cancelleria. Inoltre il San-
aveano dcbilamenle disposto, a della e- tini, siccome peritissimo in questa mate-

poca ne possedeva un buon numero , il ria, degnamente venne deputalo segreta-


quale nella restaurazione del governo rio di essa congregazione,alla quale presie-
^nlifjcio di assai si aumentò, per essere dè il sullodalo cardinal Spinola qual pro-
naluraln)enle succeduta a'dirilli del De- datario, quando era presente in Uoma.
titanio, ed in conseguenza nell'acquisto Quanto Luoghi eli 3J on-
all'operalo sui
eziandio di tutti i vacabili liquidati. E- ice altri credili, in quell'articolo, a Roma
gli è per tutto questo, die la camera a- ed a Tes(jriere ne ragionai, con noti-
postolica ha la maggiore e principale par- zie pure de' vacabili e de* vacabilisli, nel
te de* vacabili , e ne ritrae il prodotto. riferire l'origine della direzione generale
Jndi Pio VII col moto-proprio, Quando del Debito Pubblico. Anticamenie a' ca-
per ammirabile, de' 6 luglioiBi 6, rico- valieri di s. Pietro ed a'cavalieri di s. Pao-
nobbe come debito delio stato vacabili i lo vacabilisli, negli ^nni SanU\ i Pa-
non liquidati, che sono superstiti ed e- ì pi affidavano la custodia delle Porte
sistenti, cioè nel ricordalo modo riferito Sanie (F.). Narrai ne'vol. IX, p. 62, X LI,
superiorn>ente. Nell'agosto 1 856, essendo p.174» ® altrove, che sino e inclusive a*
assente da Roma il cardinal Pietro Ugo pi imi anni del secolo corrente, coll'aller-
Spinola pro-dalaiio, per cura di sua sa» nativa d* un anno sì e l'altro no, tulli i

Iute, il regnante Pio IX stabilì uno spe- proprietari vacabilisli o i da loro sostitui-
ciale congregazione incaricala a prende- ti ossia intestatari erano obbligati, vestiti

re cognizione dello stalo de'singoli vaca- deoeulemeule in abito da città se laici


j

V A e VAG 99
ed in nÌDlfo talare e lungo se ecclesiastici, vano alla processione in discorso, soleva-
d'intervenire con torcia di ceia accese alla no indossare l'abito de' conversi cister-
solenne Processione óeì Corpus Domini ciensi, in memoria di essi. Giunti vaca- i

che celebra il Papa. Adunatisi i vacabi* bilistio i loro rappresentanti processio-


listi nel gran cortile di Delvedere del Va- nalmente nella basilica Vaticana, si schie-
ticano, ivi erano esaminali sulla conve- ravano lateralmente in due linee nella
nienza dell'abito e della persona, da mg/ nave di mezzo, dalla porla maggiore sino
reggente della cancelleria apostolica e dal- alla Confessione o altare papale con lor-
l' amministratore generale delle compo- de elevale, aspettando l'arrivo del ss. Sa-
tiende della dataria apostolica , destinati gramento portato dal Papa. Ricevuta la
a presiedere al buon regolamento di que- benedizione, i vacabilisti restavano in lo-
sti vacabilistl, i quali se non erano vestili ro libertà e partivano. Rilevò Novaes nel-
dccenten)enle,veuivano respinti colla per- la Storia di Benedetto XIII, che nella

dila della torcia. Incedevano nella proces- processione da lui celebrata nel 1725,
sione 4 per 4 > dopo il clero romano e v'intervennero 998 vacabilisti. Il contem-
ing.*^ vicegerente, seguiti da* procuratori poraneo Cecconi nel suo Diario istorico,
de'principi e de'baroni , o dagli scudieri registrò seguenti che incederono nella
i

pontificii e da'procuralori generali degli I." processione del medesimo nel 1723.
ordini religiosi. Otto chierici vacabilisti Dopo il clero e mg.' Vicegerenle, veniva-
per un tratto di strada sostenevano 1' a- no i vacabilisti che hanno uffici vacabili,
ste del baldacchino, sotto il quale proce- con torcie. Sensali di Ripa. Porzionarl
deva il Papa. Dissi pure, che siccome au- di Ripa. No tari Capitolini. No taro di
licamente due frali cistcrciensi aveano l'uf- Tor di Nona. Nolaro de' Pro tono tari a-
fizio di bollare Diplomi col
i pontifìcii postolici partecipanti. No tari del car-
piombo, onde venivano denominali Fra- dinal Ficario, No tari del Fìce Camer-
tres de PlumhOy Fralres de Balla, Fra- lengo governatore di Roma. Scrittori
tres Barbati, e lavavano il Cadavere del dell'Archivio. Collettori delPiombo.Sol-
Papa(^f''.),c\ò che ora fanno penitenzieri
i lecitatori apostolici. No tari dell' Udito-
di s. Pietro; trasferito l'uffìzio ne'chierici re della Camera.Scrittori e Chierici del
Ciam-
secolari e ne'laici (da Sisto V,dice il registro delle suppliche. Scrittori del
pini,z«eorum locum^unus praelatus sur- registro di bolle. No tari degli Uditori
rogatusfait, qui idem munus^per substi- di Rota. Procuratori delle lettere apo-
tuluni cxercere valerci. Ciò deve iuten* stoliche di minor grazia. Uditore e Reg-
dersi de'due cisterciensi superstiti, perchè gente della Penilenzieria. No taro e O-
eranvi anche altri piombalori delle bolle stiario della Cancelleria de Consuetis.
contemporaneamente. Il celebre Bastia- Cavalieri Laure ta ni. Cavalieri Pii. Ca-
no Luciano veneto pittore, morto circa il valieri del Giglio.. Cavalieri di s. Pao*
i546, avendolo Clemente VII premiato lo. Cavalieri di s. Pietro insieme cogli
^

eoo l'uffizio di Frate del Piombo^ avuto Scudieri senz'abito. Scrittori apostolici
il quale non più si trovò in bisogno di la- togati.Rescribendario con due difensori.
\orare, volle vivere a Roma in pace, efu Maestro dell'uno e dell'altro Registro.
denominato P^ra Bastiano del Piombo Custode della Cancelleria. Reggente
ebbe pure l'uffizio il celebre architetto della Cancelleria. Piombatori. Maestro
Bramante, il quale fece un ordigno inge- del Piombo. Gli altri uffiziali vacabilisti
gnoso per improntare le bolle, e lo rile- incedevano ne'Iuoghi che vado a riferire,
vai nel voi. LXVl, p. gS, ove riparlai de* con relazione anteriore e più minuta. Nel
sigilli pontifìcii, e de'caralteri co'quali si i653 il Cohellio pubblicò in Roma, iVb-
scriTouo le bolle)) quando questi si reca- titia Romanae Aulac OJJìcialibus. Nel
,

loo V A e V A C
cap. 37 : De Datario Papa, fra Tallre non porla ni ìbns, Scriptoret Apostolici
cose tlichinra: Et quoniniii si non omiies, to'j^oti. Rescribendarius rum duobus de-

nìaiorcin lanicn, et nobilioieui [)arlem fcnsoribus. Magistri ìitrinsquc Registri.


Oifìcialium S. 1). N. Pupae, ac Eniiiien* Custoi Cancellariae. Regens Cancella-
D. Card. Vice Ciuicellario iiiseivien-
tiss. riae. Plumhatores I\]
n gisti i plumbiScu-
lem, qua potuimiis brevitate, ac fide le- tifi ri Papae porta ntes habituni, et Sol-
tulìmus ; quibus etiam cerliim locurn ia daniis. Procuratores Oidinum. Procu-
ptdjlicis actibus assigiialutn uovimtis ralores Principuin. Prociiralor Fiscalis.
praecipuae ìu l^iocessione ss. Corporis Afh'ocati CoiisisiorìnU's. Sumniista. Se-
Cbristi a fel. ree. Gregeiio XIII non in- cretarii. Cubicularii extra Carne ram.
iucundum pittavi bnnc etiam ordinem Cubicularii Apostolici partecìpantes.
refene ; ut bine, si quid in ninnerò, et Clerici Sacri Collega. Cubicularii se-
ordine a nobis peccalum fuerit, correctio creti. Cubicularii^seu Capellaniportan-
desumalur. Gregorius igilurXIll ad tol- tes AJitras. Nobìles, qui sedenl in gra-
lcndasdifllcullales,el dissensiones, quae dtbus Solii. Conservatores Urbis. Ora-
possenl exoriri in bis publicis actibus, iores Princìpuni. Seuator. Oralor Cae»
ac elìam et veneratione condigna tanti saris. Principes stanles in Solio. Can-
Sacramenli, ipsius l^ontificis quieti, et tores Papae. Abbreviatores, et Accoliti
celeri expeditione, actus ante augmen- cuni coitis. Clerici Camerae. Audilores
tnin caloris, sub poena excouimunicalio- Rotae^ cani Magistro sacri Palatiì. Sub-
i)is eo ipso incurrendae, banc poinpam diaconi. Accoliti cum candclabris se-
per Olliciales Komanae Curiae, et Gan- pteni. Subdiaconus paratusportans Crii-
ctllariae Apostulicae ila explendainedi- cenij ad eius latera duo Ostìarìi ciini
xit anno salulis iSyS. Praecedenlibus virgis. Praelati parali. Poenitentiarii»
reiigìosis, et clero ordine suo, sequantur. Abbates. Episcopi et Archiepiscopi. O-
Projcenctae Riparuin (ne riparlai nel ratores Praelati. Assistentes Papae. Car*
voi. LXXXIV, p. 159 e 218: quanto dinales Diaconi, Praesbyteri, Episco-
a' seguenti, ne' rispettivi vocaboli e ne* pi. Duo Diaconi assistentes. Scutiferi
tanti cbe vi lianno relazione,ne ragio- cum fanalibus accensis. Milites aliquot
no). Portionarii Hipac. Notarius Turris s. Petri supplentes ad Baldacchinum»

JNonae.Notarius Prothonolariorum par- Accolìtus cum Navicula. Caerenionia-


ttcìpanlìuin. Notarli Ficarii Papae. rii. Accoliti duo cum duobus turribu^
Notarli Vice Camerarii. Scrìptores Ar- lis. Servientes armorum quatuor (Maz-
chivii. Scrìptores Brevium. Collectores zieri). PAPA sub baldacchino. Auditor
Pltinibi. Solicitatores Apostolici. No- de mitra medius inter duos Cubicula»
tarii Auditoris Camerae. Scriptores, et ri OS. Secretarius Papae. Medici. Pro-
Clerici Registri Supplìcado luim. Scrì- thonotarii cum cappis. Generales Or-
ptores Registri Dullariun. Notarii Au- clinum. Refercndarii. Servientes armo-
tlìloruin Procuratores litera-
Rotae, rum, et Cursores cum suis maziis a por-
rum Aposlolicarum inìnorìs gratiae. ta Palata per viam Processioni s usque
Procuratores Contradictarum. Abbre- ad portata s. Petri custodiant Proces»
viatores de minori. Scrìptores literaruni sionem, et horteniur ad proccdendiim.
Apostolicanwì minor ìs gratiae. Audi- Ostiarii siniiliter cum suis virgispur-
tor Poenitentìariae. Regens Poenitentìa- pureis, et cum eis Offìciales de porta
riae. Notarius Cancellariae. Ostìarius Ferrea, et de Catena a porta s. Petri
Cancellariae. de Consuetis. Milites Pii. usque ad Altare similUer custodiant^
Mìliles Lilii. lìli/ites s. Pauli. Milites et non perni ittant aliquos ex ire e uni
s. Pclri sima l cuni Scutiferis habiluin loriiisj ucc eas extingucre^ nisi reposito
V A e VAC loi
Sacramento super Aliarì per Ponlìft- qnae licet loqnatur in locis
vissìmas,
cem. Cneremoniarnm Magislcr, ciim Montium Vacabilium, eadem quoque
lin'erendiss. DD. Cardìiialiuni^ Diaco- ratio viget in Oiiiciis, ut in alia decisio-
noritm Priore^ et Vice Camerario prae- ne Uomana Scriptoriae i3 maii i583
missiim ordinem ab servar i faciani ^ et coram Pamphilio, et in alia Romana
exequo mar. j4lque linee de Offìcialibus^ Ofìjcii lauizeratus coram Cavalerio de-
et Miiiistris inservienlibus Emincntiss. cis. 6o3 Alque haec si vacent
per tot.
D. Card. Vice Cancellario^ et Can- Officia per obitum. Si vero vacent per
cellariac Apostolicae dieta sufflciant. resignationem, quaerilur,an huiusmodi
Quindi conlinua il Cohellio colle seguen- re^ignalionis fieri possint sine consensu,
ti nozioni, che sebbene non siano pro- et licentia Papae? Negative respondeas,
priamente da me poste al luogo loro, per quia Ofliciales isti aequiparantur usuFru-

non interrompere il suo racconto, le ri ctuario, qui non potest cedere fructum
ferisco per ultimo. Cum autem lii vel nisi proprietario, ex iure civili ; ita di-
per resignationem in manibus S. D. N. cendum de huiusmodi Officiis scribit
Papae, vel per morlem tales esse desi- cardi naiis Tuscus, quia horum Ofticio-
nant, ut scribunl Gabrielius, et Rolan- rum Papa est proprietarius, et ila serva-
dus a Valleex quo Leo X in ereclione
: tur in Curia. Et cessai hodie in hoc
seuampliationecollegii Praesidentium et omnis omnino difficultas per ea, quae
Porlionariorum Ripaeairirmare non du- sancita leguntur a Sixto V, qui neduni
bilavit assignationes redditutii Camerae, alienaliones et resignationes huiusmodi
et Sedis apostolicae, (|uae fiunt huius- vetuit, sed eliam factas irritavit; quod
roodi Ofllciis, et Collegiis, non esse pro- etiam a me. Urbano Vili, conflrma-
sa.

prie alienaliones, sed polius contractus tus invenies anno 1624. Et quoad Mi-
localionis ad breve tempus propler liii- lites de Lilio, et aliorum Collegia in prò-

manae quid-
conditionis fragiiitateni; vinciis iMarchiae Romandioliae, Umbriae
quid enioi Olììcialibus (ut ipse ait) per et Patrimonii erecta, ut supra relatis

Sedem apostolicam hoc modo concedi- constilutionibus, in manibus Pontifici-


tur, brevi manu ad eandem redite vide- bus tantummodo resignari, et ab ipso
mus: non inutiliter igiturquaeri poterit impetrar! posse, novosq. Milites a Col-
primo circa vacationem per obitum^ si legio in Urbedumtaxat admitlendosesse
quis morte naturali non moriatur, sed sancivit Julius III. An autem supposita
cavili tantum, puta quia condemnatus est licentia Papae, huiusmodi resignationes
ad triremes? Et dicas Ofticium vacare, Olliciorum, et Locorum Montium factae
quia per huiusmodi poenam status ci- per minorem suslineantur, atlentis pri-
vdis hominum mulatur, it aut non re- vilegiis concessis in erectione Motìtium,
maneat subiectum, in quo Ollìcium per- et Otficiorum ? Negative respondet Rota
sistal: ita Castrensis et facit texlus iuris apud Seraphiuum, quae loquitur in Mon-
civilis; alque ita servari in practica seri- te Novennali. Leggo nel n.*' 44 ^^^ ^^^'
bitCherubinus iunior. Quid autem uris i rio di Roma del 1807, che nella pro-
Tilius emat Officium huiusmodi
erit, si cessione solenne del Corpus Domim\ e
vacabile in personam Gaii, reservato sibi fu l'ultima celebrata da Pio VII avanti la

dominio, ut quotidie sit in Curia, si Ti- sua deportazione, v'intervennero >* tutti
pretium d. Ollìcii erit ne
tius raoriatur, gli uftlciali della Cancelleria e degli al-
an haeredeni Titii? Dicas esse hae-
Caii, tri Vacabili de'diversi collegi, e questi in
redem Tilii, quia Caius liabet solum numero di più centinaia con torcie ac-
nomen, uldecisum invenies in Rota ro- cese ". Occupata poi Roma da' francesi
mana iater decisioues, quas vocant uu- nel 1 8o8j la solt:nae processione papale
J02 VAC V AC
fu celel)rato dal cnidiiinl Antonclli de- regnimi. Clic vaca senza possessore; e an-
cano del sagro collegio, e da' n. /\c)e 5o che si dice per similitudine d'nltrecose;
del Diario di Roma che la nolilicono, e di vuoto, secondo l'idea relativa. In
ron si nomina 1* intervento de' vocabili- materia di Carica^iìì Dignità^ di Bene-
sti. Bensì dopo vari anni sì tornarono ad ficio ecclesiastico, significa che non è
esporre gli arazzi di Rofiaello, ove passò "occupato da un Titolare (F.). Un bene-
la precessione. Nel 1809 il n.° 44 ^'^^ ficio é riputato vacante in Curia romana^
Diario di Roma appena dice, che nel quando il titolare muore in Roma, od a
1.** giugno la solennità
del Corpus Do- 20 leghe o 2 diete da Roma, benché non
mini fu celebrata con processioni dalle si trovi m Italia se non per caso. È il

patriarcali e altre chiese. Nel mese se- Papa che nomina a' benefìzi vacanti in
guente il Papa fu deportato, ed vacabi- i corte di Roma per morte. Dicesi Sede
lisli non più intervennero alla detta pro- P'acante (F.), la vacanza del Pontifica^
cessione pe' surriferiti motivi. Nel i855 to (V.)i del Vescovato (V.) e simili. Va-
ilCimento^ Rivista di Torino, scrisse e cano benefizi non solo per Morte, ma
i

pubblicò 8 articoli maligni intorno alle per Promozione, Rinunzia^ Rassegna,


Finanze Pontificie. Considerali come Deposizione (V.) ec.
accuse contro governo papale, gior-
il i VACANZA, Facatio. Si prende per
nali libertini, come li chiama la Civiltà benefizio P'acante (P^.) e j)er difetto di
Caltolica j ne menarono trionfo. Questo Titolare (P^.) legittimo^ anco in una ca-
fu breve, imperocché la Civiltà Catto- rica. Eprende per Ferie e Feste (F.),
si

lica nel t. I della serie 3.', uno ad uno, sospensione di Scuola e di Tribunale
capo per capo, li confutò con opportune (F.). Per vacanza di scuola particolare o
disquisizioni lodaleda'saggi. Nell'art. 7.*^ di Università si óìceferiorj e vacanza di
il Cimento prese di mira i Vacabili^ 3 giorni, Scholae vacant in triduum.
qualificandoli soggetto d' ilarità 1 e con Per vacanza di affari forensi, de' Tribu-
ridere di alcune denominazioni de' me- nali <7//?o/7z<t, massime degli Uditori di
desimi, che disse misteri sepolti in re- Rota, sono a vedersi tali articoli per le
condili ripostigli ; dimenticando che ogni diverse denominazioni. Presso gli antichi
paese del mondo ha propri nomi d'ul-
i romani eranvi due sorta di vacanze, una
fìcio, i quali talvolta agli altri sembrano ordinaria, e l'altra straordinaria. La i.*
strani, come inusitati dal comune lin- avea luogo per certo numero di giorni
guaggio. Ed allernando il riso, co' frizzi dell'anno, ch'erano da tutti conosciuti.
e lo scherno, dichiarò il Debito Pubblico La straordinaria non avea luogo che in
pontificio, arbitrio, dilapidazione e peg- tempo di turbolenze e di guerre civili ;
gio; oltre in cadere in molti spropositi, allora il senato stabiliva che tulli gli af-
su quanto si credeva pienamente infor- fari cessassero, e non si dovesse più am-
mato. Anche su quesl' articolo ragione- ministrar la giustizia finche non fosse ri-
volmente rispose la Civiltà Cattolica. stabilita la tranquillità. Così avvenne al-
Quanto a* Facahili ed ai Vacabilisti^ lorché Cesare passò Rubicone. Tale so- il

pare che il Cimento innanzi d* erigersi in spensione chiamavasi anche rerum prò-
severo censore fosse in debito d* erudirsi latio e judiciorum indictio. La deriva-
ne' notissimi tratlatisti, fra' quali Cohel- zione del vocabolo Facanza, la riportai
lio e De Luca sono d* universale cogni- nel voi. LX, p. 64 e altrove. Abbiamo
zione; e così non si sarebbe esposto ad Feriae Juveniles Petri Servii, nelle Mi-
esser segno di rimproveri e di biasimo, scellaneae Antiqui tatum Romanorum,
qual prosuntuoso Aristarco. p. 1881. Feriae Aestivales Petri Fri'
VACANTE. Facans^f^acuuSy Inter' dericiArpii, sive suorum scriptorum hi-
V AC VAC io3
storia^ Hambiirgi 1726. Ferine Aatii- Inoltre ò\Faccarizia^\ li-alla dall'Ughel-
mnalcs Jos. Ant, de Januarìo post rcdi- li nel t. I, p. i335, in un documento dei
turn a Repuhlicafurisconsultoriim,NQa' vescovi di Troia, in cui si assegnano i cou-
|)oIi 1752 e 1 767. flni di tal città colle seguenti parole. Ita-
VACCARiZiA o VICCARr, Facca- que nec Faccaricienses Trojanis^ nec
ri ria. Sede vescovile del regno di Nnpoli, Trojani Faccariciensihus herhaticuni
nella provincia di Ca[)il.inata, nella Dau- vel dent, vel accipiantj vel quicunique
iiia, a 4 miglia lungi da Troia, come vuo- extraneusfuit Trojae,fuit Faccariciae^
le il Sainelli, Memorie degli arcivescovi ad hahitanduni sit sub eodemjure, et de
di Benevento, p. 258. Egli dice essere omni herbatico ejctraneoruniy quod est
stata l'antica città nel luogo die i paesa- commune in ter Tr o/ano s, et Faccari'
ni chiamano Caslellaccio,e che si vedono cienses, haheant ec.Osserva SarQelli,cbe
le vestigia della rocca e di sue muraglie. se dalla distrutta Vaccarizia passassero

f Perciò non crede che Vaccarizia sia Vie-


cari o Biccarij luogo pure situalo nulla
gli abitanti

lungi da Troia verso


a edificar Biccari
i monti, non è nolo,
6 miglia

diocesi di Troia, capoluogo di cantone ma verosimilissimo. Ignoransi i nomi dei


con collegiata e molte altre chiese. Nella vescovi che occuparono la sede di Vacca-
bolla emanata nel gennaio io58 in Mon- rizia, e solo si conosce che la sede vesco-v
te Cassino da Papa Stefano X, nel dichia- vile e la diocesi furono unite a quelle di
rare suiFraganea di Benevento la chiesa Troia.
di 7Voirf(nel quale articolo ho parlato VACCI A (Faccien). Città con resi-
del recente smembramento di Foggia e denza vescovile dell'alta Ungheria, nel
sua erezione in vescovato), vi aggiunse circolo Cisdanubiano, capoluogo di co-
anche Ficcari, Leandro Alberti nella mitato, circa 8 leghe al nord di Pesth, o
Descritione di tutta //(^^//V/, rimarcando i secondo 5 miglia da Buda, nella
altri
bioghi presso Lucerà e gli Apennini all'o- marca del suo nome. È situala itt amena
riente, riferisce esservi Viccari e detto da e piana situazione, sulla sponda sinistra
lui Biccarino. Di Faccaritias\ parla nella del Danubio, che in queista parte forma
Cronaca di s. i^o^f^, e riferita neW Anec- r isola di s. Andrea mille et sexcentwii
;

dota Ughelliana nel t. io, p. 4i5dell'/- enunierat domos,atque aduodecini cir»


talia sacra j e Ira* vescovati deperiti et citer minibus inhabitatur catholicis in-
antiquati, nello stesso 1. o, p. 1 8 VaC'
1 r : colis,come leggo nell'ullima proposizione
cariciensis seuBaccariciensisEpiscopa- concistoriale. Tra* suoi edifìzi distingue-
tuSf riportando un atto di Roffrido o Gof- si la cattedrale di magnifica ed elegante
fredo arcivescovo di Benevento del 099, 1 struttura, sotto l'invocazione dellaB. Ver-
ragionando del monastero di s. Aroncio gine Maria e di s. Michele Arcangelo, ia
martire, in cui si legge: (juod constra- ottima condizione. Ha il fonte battesima-
cium est prope CasteLlum Baccarici ju- le e la cura d'anime amministrata dal
xta fluviam, qui nominarla maioruni proprio parroco. Il capitolo si compone
nostrorum tempore, ah omnibus solehat di 5 dignità, la i. 'delle quali è il prepo-
Jlunien Acelonis, moderno auteni tem- sto maggiore, 1' altra dell'arcidiacono e-
pore nominatur /lumen Tirenuni. Nella sercitala prebenda penitenziale, e di altri
stessa Cro/ififc^ si nomina Faccaricia, in 7 canonici compreso il prebendato teo-
UQ diploma di Pasquale U a Madetmo ab- logo, e di due cappellani inservienti al-
bate di s. Sofìa di Benevento, emanato ia l' uffiziatura divina. Non molto distante
Capua a' 27 ottobre 1 102, nel quale tra* dalla cattedrale è il magnifico episcopio,
luoghi soggetti alla badia si ricorda apud bisognoso di riparazione. Vi é un'altra
Faccariciam monasterum s, Bencdicti. chiesa parrocchiale col batlisterio,diverse
io4 V A e V A C
altre 3 conventi di reìiglos»,iin rag-
cìiiei^e, Iccitndlnee vigilanza, n fine di lenere da
gnarilevole seminario, l'ospedale, scuola essa lontani gli errori degli «'retici e sci-
di sordo-muti e altri slabilimeiiti. La casa sinnlici confinanti colla medesima , ac-
del comune è riinnrclievole. Vi è stabilita compagnata da uno ^elo incomparabile
un' eecellente scuola militare^ una car- <li n)antenere e ddalare la cattolica re-
tiera e grandi inercali di besliatne, per- ligione. Egli eracomprotettore delloGer-
chè esercita un conveniente traHìco per Uìania, de' regni e duminii di casa d'Au-
l'abbondanti produzioni del feracissiuio stiia, presso la s. Sìiì\{ì\ come pure del-
suolo, e per T eccellente bestiame bovino l'ordine di s. Paolo 1 eremita, e di s. Ma-
e cavallino, che nudresi nel suo territo- ria di Camposanto delle nazioni teutoni-
rio. Da' molti armenti si trae la lunga e ca e (ìannninga. Intervenne a'conclavi pei'
ruvida lana, che dicesi schiax^ina^ e serve r elezioni d' Innocenzo XIII , BenedeLlo
])er grossolane coperte e mantelli. Vaccia XIII eClenienle XII. Morì in Vaccia a' 18
o WailzenoWaatzeno Wals, in unghe- giugnoi734 e fu sepolto onorevolmente
rese Wacz, ed in latino P^aciuni, secon- nella sua cattedrale. Ivi erasi ritirato a
do alcuni fu edificala nel 1076 dal re di menar vita mortificala e penitente, sin-
Ungheria Geysa 1, e presa da' turchi nel golarmente per lo scrupolo che gli era ri-
i<]84 la rovinarono e quasi distrussero. masto fitto nel cuore, per aver datoin no-
Ma siccome la sede vescovile vuoisi eret* me dell'imperatore l'esclusiva al pontifi-
la verso ili 000 dal res. Slefano I, e quin- calo contro il cardinal Paolucci. Le No-
di fatta sudraganea della metropolitana tizie di Roma registrano i seguenti suoi
di Strigonia o Gran, e lo è lultora, così successori nel vescovato di Vaccia. Nel
sembra meglio allribuirne l'edificazione J735 Michele Carlo d' Althann, proba-
al duca Geysa padre di s. Stefano I, ver- bilmente nipote del precedente, di Rlo-
so la fine del precedente secolo X. Fra' schlanarcidiocesidi Praga, trasferito dal-
primi vescovi merita special menzione l'arcivescovato di Bari. Nel 1757 Paolo
JJtefano de'conli Vancha{V.) unghere- Stefano Foignch di Cseitha arcidiocesi di
se, nominalo dal re Bela IV, che governò Strigonia, tiaslatoda Varadino.Nel i 760
la diocesi per 12 anni con mirabile zelo, Carlo Esterhazy de Galanlha di Pre-
indi da Papa Innocenzo IV nel 1244^1*^' sburgo arcidiocesi di Strigonia, Nel 1762
sferito all'arci vescovato di Slrigonia, edal cardi nalCristoforo ileyi//g^tì5zzz(^.)arci ve-
medesimo crealo cardi tiale circa il 1 2 52. scovo di Trento, dichiaralo amministra-
Il vescovo Stefano Broderico nel i526 tore. A suo tempo Pio VI emanò la bolla
coir arcivescovo di Slrigonia coronò in Ex injuncto Nohisy degli 8 agosto 17 87,
re d'Ungheria Giovanni Zapolski. Sigi- Bull. Roin. cont. t. 6, p. 75: Approha-
smondo de'conli di Kollonitz (^^.)fu ve- tio et coìifirmalio nonnullorum dccre'
scovo di Vaccia , indi i." arcivescovo di loriun a cardinal iVìgazzi archiepisco-
Vienna e cardinale. Michele Federico de' po episcopo J^accicnsi adininislrator,
conti iVAllliann (^.), neliyiS fatto da prò nicliori giibcrnio siiae dioecesls. Nel
Clemente XI uditore di Rota e poi vesco- 1788 Francesco Saverio Spleny di Fer*
vo di Vaccia , indi nel 1719 lo creò car- naye diocesi d'Agria. Nel 806 Carlo Am- i

dinale colla ritenzione del vescovato, seb- brogio Ferdinando arciduca d' Austria,
bene destinato a viceré di Napoli, dove nato nel 794, cioè di 1 2 anni con dis[)en-
i

con apostolica intrepidezza si oppose al sa apostolica. Nel 1 808 Ladislao Raman-


regio tribunale , che pretendeva di so- hazy di Nilria. Nel 1823 Francesco di
spendere l'esecuzione delle bolle e brevi Paola de'conli Nadasdy de Fogaras di
pontificii senza il Regio cxcqiialiir. Por- Vienna, nel i845 traslato all'arci vesco-
tatosi alla sua chiesa^ mostrò grande sol- vato di Colgcza.Narrai nel vol.LXXXlII,
V A D V AD io5
p.i/\2,c\ìe ricevè nel giugno 1 85 1 solen- ciUadelIfi che ne difende T ingresso. Il
nemente in Colocza il nunzio eli V^ienna, benemerito d. Palenìone Bima canonico
Ola cardinal Viale Prelà; ma l'arcive- della cattedrale d' Asti, nella Serie cro-
scovo essendo poco dopo morto, mg.' nologica degli arcivescovi e vescovi del
lìonzio nel sellendu e tornò in Colocza a regno di Sardegna^ pubblicò a p. 1 4 1
*•

celebrargli il funerale, colie formalità e Cenni storico critici sull^ antica sede di
che raccontai.
intere.ssanti particolarità ì a do nella. Liguria da servire di schia-
Pio IX regnante nel concistoro de'5 set- rimento alle notizie relative alla sede di
lembre i85i <liè termine alla sede va- Savona, senza però in nulla derogare a
cante, con preconizzare vescovo di Vac- cpianlo avea scritto nella serie de'vescovi
cia r attuale mg/ Agostino Roskovany di Savona , che io in parte seguii e col
di Szinne diocesi di iSzalmar, <lotlore in s. Monti. Si dichiara grato alcau. Domeni-
teologia, già rettore e prelielto degli slu- co Navone d'Albenga per le memorie a
di del seminaiio d'Agria, vice-notaro di lui trasmesse, ed estratte dall'opera mss.
cpieila metropolitana e assessore del con- del p. Pietro Paganelli e da altri autori
cistoro, segielario e cancelliere arcivesco- eruditissimi, le quali servirono ad agevo-
vile, prefello della biblioteca diocesana, lare le sue ricerche per chiarire e illu-
cappellano aulico onorario, abbate di s. strare un punto di storia ecclesiastica pa-
Andrea deSaary, canonico lettore di det- tria, senza però in tutto seguirlo, lo poi
ta metropolitana e nella sede vacante vi- mi professo gralissimo ad ambedue, per
cario capitolare; dotto, prudente, pieno l'estratto che mi propongo darne, senza
d'esperienza , degnissimo del vescovato. fatica. La situazione dell'antica Vado in

Ogni ntiovo vescovo è tassalo ne' libri sito per natura paludoso, le die il nome
della camera apostolica in fiorini 5oo. di Sabbatum, e da vari scrittori antichi

La diocesi occupa lo spazio oh' è fra il chiamasi J'ado Sahbatuni.Vnr\^2V?i\o\e


Danubio e il TiI)isco, e si protende in Lotario 1 e re d' Italia ne fa special men-
lunghezza per 3o miglia, e più luoghi e zione nell'editto pubblicato nellSSo, on-
molle parrocchie comprende. de far eseguire nel suo regno il decreto del
VADO SABAZIO, CasLnim Vaden- concilio romano, celebralo da Papa Eu-
scy Vaduni Sabbati uni. C'ìUlx vescovile genio II neir826 per le pubbliche scuo-
antica della Liguria, lungi 3 miglia da le de'giovani chierici, ordinando che:« a

Savona, oggi ridotta a piccola vdla, fu un Pavia debbano recarsi alla scuola di Dun-
giorno cillà fiorentissima ed ebbe alcun gaio da Milano, Brescia, Lodi, Bergamo,
tempo la sede vescovile. Il eh. prete Se- JNovara, Vercelli, Tortona, Acqui, Geno-
meria nella Storia ecclesiastica di Ge- va, Asti e Como; in Ivrea, che lo stesso
nova e della LigJiria, la chiama picco» vescovo faccia la scuola a'chierici; in To-
la terra, famosa a'iempi della romana re- rino, che concorrano da Venti miglia, da
pubblica per accampamenti militari, pa- Albenga, da Vado, da Alba. In Cremo-
ti ia di somnìi personaggi, sede episcopa- na iinparino que'di Reggio, di Piacenza,
le ne'primi secoli della Chiesa. 1 geografi di Parma, di Modena ec". A questo de-
l'appellano Jado Sabatìa^ borgo e pic- creto o edillo appoggialo Muratori , af-
colo porlo degli slati sardi, divisione di ferma che le ciltà in esso ricordate fu-^
Genova, sulla costa occidentale del golfo rono le più illustri, e rallegrossi con Va-
diGenova, con rada eccellenle.l suoi 2000 do che in que'tempi fosse città fiorentis-
e abitanti sono quasi tulli pescatori.
pili sima. Sia comunque di loro opulenza, è
Si vedono nello spazio fra Savona etpie- certo che tutte le nominale ciltà erano
slo borgo molli ruderi, vestigio d'antica vescovili. Nell'alto di fondazione del mo-
grandezza. Sopra una rupe torreggia ia nastero di Spingo, seguilo nel 991 nel
,o6 VAD VAD
castello di Visone, si prescrive all'abbai scovo di Savona (e per tale l' avea regi-
le di ricevere la consagrazioiie e il crisma strato nella Cronoloi^ia dr^est'ovi di Sa-
dal vescovo della chiesa di Vado, KpiscO' vonn), e che non debba confondersi con
pi s. Fadensìs Ecclesine. Mg/ Domeni- Martino vescovo d' Aleria, uè con Mar-
co Giorgio nell'aureo libro, De antiqui- tino predecessore di Montano nella sede
tiileltaliaeMetropolihus^ exercitatìo hi- savonese. Avvertì l'Ughelli, nel dire Mon-
;r/or/c^,Roniae 1 722, nel cap. 22 forman- tano .°vescovoconosciuto di Savona, che
I

do un catalogo delle sedi vescovili sog- questa sede era già celebre a'tempi di s.
gf-tte alla metropolitica giurisdizione di Ambrogio, e per conseguenza provvista
Milano, estratto dal codice Tuano com- di pastore. Il can. Bima concorda con
pilato tra il 989 e il 1000 annovera Ac- esso che non lo sia stalo di Vado , cioè
qui, Alba, Albenga, Asti, Bergamo, Bre- che non abbia fissato la sede in Vado.
scia , Coirà , Cremona , Genova , Ivrea, Pisano trovasi registrato negli atti del
Lodi, Novara, Parma, Reggio, Torino, conciliabolo tenuto in Roma nel 963
Tortona, Vado, Vercelli, Venliiniglia. contro Giovanni XII, solloscrillo ve-
Il che di più comprova l'esistenza della scovo di Soana fia' vescovi di Tosca-
città e vescovato di Vado in delta epo- na ; e lo slesso Ughelli afferma che die-
ca. Il can. Navone, con l'Ughelli, Italia tro inchiesta della serie de* vescovi di
sacra, l. 4^ p-oo3 (o p. 780 dell' ediz.
» Soana gli venne notato anche Pisano,
del 1719), Smonenses Episcopi, diceche e può darsi che il Baronio, fìdandosi
sederono sulla cattedra di Vado: Monta- di edizione poco accurata degli atti di

no 601 primo Sa^'onensis Episco-


(del detto conciliabolo, leggesse fra* vescovi
pus), heueàeUo (Episcopns Vadensis, toscani anche Pisano vescovo di Savo-
quod idem est,acSavouensis,fIorui tan- na , invece di Soana (la quale in latino
no 680 per tale Io riconosce pure il Se-
: dicesi Soanen, e Savona Savonen), tan-
nieria), Giovanni I, Pisano, Giovanni H, to più che in diverse accurate edizioni si
Bernardo (per la cui opera singolaruìen* del Baronio che del conciliabolo, Pisano

le, dice Semeria, nel 994 venne traslo- dicesi vescovo Sanese, e non di Vado o

cata la sede episcopale di Vado a Savona), Savona: ma per escludere Pisano dalla
Giovanni 111 e Giovanni IV, con cui con- serie de' vescovi di Savona, fa ostacolo la

corda Verzellino nelle Memorie di Sa* sottoscrizione fatta in Genova dal sacer-
vona. Il Risso, altro storico di Savona, dote Decupis munito di procura dal ve-
pelle sue Memorie Savonesi, ne aggiun- scovo di Cislerone del 964, in cui si sot-
ge 4^5. Eugenio, Adniando, Berardo, Fe- toscrisse: Ego Pisanus liwnilis episc. Sa^
lice; così sarebbero slati 12 vescovi di i vonensis. Giusta l'asserto dal can. Navo-
Vado. Il can. Bima ritiene in vece, ap- ne, esclusi i detti due vescovi fra'pastori
poggialo a più certi documenti, che s. di Vado, sarebbe Benedetto il i." vesco-
Eugenio, Montano, Amando, Berardo, vo che si abbia certezza dell' antica Va-
Felice, Pisano, non furono mai vescovi do, e il can. Bima ci si accorda quanto

di Vado, perchè crede di non errare ri- a Vado, sebbene in alcuni rass. si trovino
ducendoli a'seguenli. i.** nel 680 Bene- alterati nomi propri della sede de' ve-
i

detto; 2.°nel 940 Giovanni I; 3.° nel 967 scovi sottoscritti al detto sinodo , massi-
Giovanni II; 4."nel 992 Bernardo; S.^nel me stampata dell'Arduino, in cui
la serie

999 Giovanni III; 6."* nel 1004 Giovanni si fa vescovo della chiesa Valvense , e
JV. Il Coleti vuole Montano vescovo di rOlstenio lo fa vescovo Albense; ma Val-
Aleria o Sagona in Corsica, e non di Sa- va o Balva, città dell'antico ducato di
vona. Ma il can. Bima ha argomenti per Spoleto, avea il suo vescovo Chiarenzo
riteoere che Monlauo fu realmente ve- sottoscritto allo stesso concilio romutio
V A D VAD 107
con alili vescovi del ducato; Benedetto longobardi e s' irapadroiù del regno , il

poi è solloscrilfo con Mansueto metro- che seiidiia pih probabile poiché da* ,

polita milanese e gli altri vescovi di Li- franchi venne distrutto anche T antico
guria , hnmilis Episcopìis s. Ecclesiae castello Savo. Caduta così la potenza lon-
Falvensìs^ ma nel codice Valicano leg- gobarda, fu l'antica Vado unita alla vi-
gesi Vadensifì^ come notò Ughelli, ef<i cina Savona, e come opina il can. Bima,
imperizia de'copisti di scrivere Falvensc. il vescovo tra'^feri la sua sede in Savona,
11 Yerzeiiiiio assicura, che collazionati i a cui le sventure di Vado diedero incre-
mss. del concilio romano si trovò Vadca- mento di popolazione, di splendore e di

sisj Badensis, Bandenns scambiala la ^


autorità, non essendo ammissibile l' opi-
lettera F colla
B, perciò doversi ricono- nione d'alcuni che vogliono far credere
scer Fado^ che il Natali nel suo catalo- i vadesi fondatori di Savona, la quale già
go dice essersi chiamato Castrimi Fa- esisteva a'iempi d'Augusto, ed assai rino-
dense o Fandense. codici Vaticani chia-
1 mata pel suo castello ricordato da T. Li»
ramente riportando P^adeiise non vi è , vio e da Slrnbone; bensì era pochissimo
dubbk) che Benedetto sia il i.^vescovo di popolala, riferendo P. Forte nelle Noti-
Vado, che con sicurezza si possa all'erma- zie diSavona: Augmentiim coepit Savo-
re aver ivi fissata la sua residenza e as- na ex civilatis^qiiae dicehatnr Fadoruni
sunto tal titolo. Stando alle nominale me- Sabba tioriitn. La città di Vado, già sì po-
morie sarebbe il 2.** Giovanni l che a-
,
tente, venne ridotta a piccolo paese , e
Trebbe seduto nel 94^? trovasi però sot- passò la sua gloria e potenza a Savona,
toscritto in antichissima pergamena del per cui chiamasi anco Sabazia, perchè
gyy E^opeccator liumìlisJoannes Epì-
: succeduta a VadoSabazio. In tale circo-
scopus Fadensìs et Savonen, ratificando stanza il vescovo Giovanni 11 pensò di
una donazione o privilegio del piedeces- traslocare la sede vescovile in Savona nel-
sore Pietro. Duncjue non Denedetlo, ma la chiesa di s. Maria di Castello, e prose-

Pietro sarebbe il predecessore a Giovan- guì nondimeno a intitolarsi Episcopus


ni I, e questo il i.** che fissò la sede in Fadensiscome nota Ughelli Ali-
^ e l' :

Vado e ne assunse il titolo congiunto a quando appellatur Fadi Episcopus, a-


quello di Savonaj dunque sarà vero che liquando Savonensis^ nonnumquani «-
eell'intervallo di circa 3oo anni, tra Be- troque titulo insignitur. Gli successe il
oedelto e Giovanni I, sia stata la chiesa savonese Bernardo, che dotò il monastero

Vadense governala dal proprio vescovo di S.Eugenio sull'isoletla di Ber/ezzirinrj-

di Savona, nel cui distretto trovavasi, e petlo a V^o,


ove vi costituì una quan-
che non abbia a'raedesimi piaciuto assu- tità monaci che chiamò dal celebre
d^i

mere il titolo di Vado. 11 3.° sarebbe quin- monastero dell'isola di Lerins in Proven-
di Giovanni 11 longobardo, che in più luo- za. Al successore Giovanni III, espulso
ghi si soltoscrisse Episcopus Fadensìs et dalla sede,fu sosliluitoGiovanni IV d'or-
Savonensisj e l'Ughelli asserisce averne dine di Arduino re d'Italia, perchè mal
trovato il nome ne'registri Vaticani. Di- soffriva che si fosse associato al metropo-
strulla poi l'antica Vado, sia da Lotario lita di Milano nel riconoscere lìurico re
re de' longobardi (non esiste tal nome, d'Italia, e questo essendo tulio dedito ad
forse dovrà dire Luilperlo e meglio Liut- Arduino, pose fine ad ogni vertenza in-
prando) «spugnalore delle città restate sorta tra'vadesi ed i nolesi relativa a'con-
fedeli all'impero d'oriente, come preten- fìni di terreno. Conclude il can. Bima, col
de taluno; sia da Carlo Magno per pu- Monti nel suo Compendio di memorie di
nire i vadesi della resistenza a lui fatta, Savona, che la città di Sabazia (cioè Va-
quando coTiauchi sccsu iu Italia vinse i do de'Sabazi, e diverso da Sabazia etru-
io8 VAD V AD
scn succeduta da Trevignano, di cui nel na n*i6 luglio, giorno fe-
cele!)i'a la festa

voi. LVIII, (>. I iS), alilo più non avea nato pe'savonesi a tempo di Verzellino.
die il nome e il (itolo di capo di questa Il che fa credere al can. Dima, che circa il

diocesi; che Uernaido vescovo da Saba- G-20 Vindemiale ed Eugenio chiamasse-


zio trasferì la sua leììidcnza a Savona e , ro alla fede cristiana gli abitanti di Va-
nel 995 ottenne da Gregorio V (ma que- do ed i vicini paesi. Soggiunge, che da tal
sti fu eletto a' 3o maggio 996) che eoo epoca indietro non par credibile che i
suo diploma fosse dichiarata Savona ca- vadesi fossero prowisli di sede vescovile,
pò e residenza del vescovato, essendo ces- perchè in tanta copia non vi sarebbero
sati i motivi che indussero IVatanalio nei statii gentili, ed iss. Eugenioe Vindemia-
575 a chiedere da Savona la traslazione le non avrebbero assunto l'apostolico mi-
a Vado da Papa benedetto I, ed a poco a nistero in un luogo provveduto di pasto-
poco andò in disuso la denominazione di re legittimo, perchè giusta l'antica di-
rado^ ritenendo solamente la / e antica 1 sciplina della Chiesa d'occidente, soleva-
(li Savona imanendo a Vado un solo
, 1 si spedire zelanti ecclesiastici a promul-
«uciprete, che con autorità precaria sotto garrEvangelo,e formato un numero rag-
la giurisdizione del vescovo di Savona guardevole di cristiani loro davasi un
governava quella chiesa. Dice ilcan. Bi- vescovo proprio. Da questo racconto, il

lua, premesse queste critiche osservazio- can.Navone vorrebbe escludere ogni ve-
ni sulla città di Vado, e sui vescovi che scovo sia a Vado, che a Savona prima di
ivi (issarono la loro residenza, pare oppor- tale epoca. Invece il can. Bima, convenen-
tuno dare qualche notizia sulla sua chie- do che nel secolo VI esistessero vari ido-
sa. In quasi tutta la Liguria, e specialmen- latri nella popolosa città di Vado e paesi
te in Vado, città popolalissima, molli e- circonvicini,non nega la gloria a'ss. Eu-
lano gli adoratori delle false divinità sul genio e Vindemiale d' averli richiamati
cominciare del secolo VI, e narra il Uui- alla vera fede, in uno a'traviati; ma che
iiart neir istoria della persecuzione van- non avesse Vado il suo vescovo, ed i pae-
dalica, riferito dal can. Navone, che i re si circostanti nella persona del vescovo ti-
*\t\'andali ilominalori dell'Africa, setta- tolare di Savona , nel cui dislretto era il

ri ariani e nemici de'cattolici, cacciarono Caslrum P^adense, e che tale fosse la di-
in esilio sul principio di detto secolo (da- sciplina della Chiesa occidentale nell'isti-
ta contrastata pel riferito nel voi. LXXX, tuzione ì\g Fescovati^ dice esistere trop-
p. 87, e in tanti articoli), i vescovi della pi argomenti per opinare diversamente.
regione fedeli all'ortodossia, fra' quali i Quanto alla Liguria (Ino da' tempi apo-
gloriosi ss. Eugenio e Viudemiale (il JVIon* stolici era provvista di vari vescovi , per
ti vi aggiunge s. Fiorenzo o riorentino deputazione dell'apostolo s. Barnaba che
d' Utica), che dopo d' essere stati alcuni ivi predicò la fede di Cristo, e la stessa
anni in Corsica passarono in Vado, e qui- sede di Savona l' avea ricevuto nel 3 2 i

vi convertita alla fede gran parte del po- da Papa s. Melchiade nella persona d' I-
polo, Viudemiale ritornò in Corsica, ed merio , e l' imperatore Costantino I nel
Eugenio si ritirò in un'isuletla distante 3 3 la dotò; ed è perciò che Vado e pae-
I i

circa 1 miglia dal castello di Vado, la si convicini aveano il vescovo in quello

quale esiste divisa dalla villa Berzezzi, di di Savona, sotto la cui giurisdizione tro-
cui porla il nome, per un piccolo tratto va vansi. Vero è però, che infierendo il

di mare, in cui tuttora esistono le rovine furore degli ariani, e mal sicuro trovan-
d'un antico monastero ancora celebre pel dosi il vescovo di Savona, ricorse Nata-
soggiorno che in essa vi fece s. Eugenio, nallo a Papa Benedetto V per trasferire
divenuto proiettore della vicina IVoU che la sua residenza io Vado, città ben dlfe-
V A D V A H 109
sa e pnpnlnta , e ne ottenne facoltà ,
per serie da Montano, circa 3ooann» prima
i;iii ellelhiò la iraslocazione. Siuna lia del Zuccarello, e 3oo dopo la pubblica-
convenzione falla in A- Vado con certo ta dallo stesso can. Rima; ma, come dissi,
lipi andò diacono, a'5 agosto 588, per un afferma che già altri esistevano prima di
fondo rustico, senza die il vescovo avesse lui, ignorandone il nome, il che prova ia
assunto il luogo re?idenziale,rite-
titolo del qual conto abbiasi a tenere il catalogo
nendo quello diSavona, come fecero suc- i del Zuccarello.
cessori suio a BenedeltOjche sarebbe stalo VAGARSCIARAT o VALASCIA-
il I assumere il l'\io\o iV Episcopus Fa-
.°hd BAT. /^. EzMiAziN e Patriarcato Ar-
densis^ e ad unirlo all'altro di Savoncn- meno.
sis. Riferiscono Sanmartani, che i suc-
i VAHABITI VECABITI. Setta ara-
cessori di Benedetto, Annecio, Remo e I- ba maomettana , numerosa e bellicosa,
giulfo, passarono gran parte del loro go- della quale ragionai a Maomettismo e
verno in Genova, da dove provvedevano Turchia. Quanto a'Ioro usi e costumi si
a'bisogni della chiesa Savonese e Vadese, legge un erudito e interessante articolo
e ciò per evitare l'eretico furore degli a» n^WAlhmn di Romciy
1. 14> p- ^3, di cui

riani, divenuti più fanatici e crudeli. Ne credo opportuno di darne un cenno. Le


vale a confermare la contraria opinione tribù arabe denominate vahabiti o veca-
il dire, che non trovasi la chiesa di Savo- bili,occupano tutta l'Arabia centrale, va*
na ricordala nel concilio di Milano del sta regione poco conosciuta agli europei
45 1, e neppure farsene menzione nel ca- prima delie guerre del celebre Mehcmet-
talogo Tuano. Diifatti Frodonio litolare Alì viceré tV Egitto (F,).S\ crede che la
della sede savonese nel 4^ non potè in- i , principale tribù de' vecabili derivi diret-
tervenire a detto sinodo, perchè secondo tamente iWcannalij popolo intrepido e
la testimonianza dell'archivio Valicano, *he nato ne'deserli e animalo
guerriero,
chiaoìato in Roma da s. Leone I, vi rima- dallo spirito medesiuio, fu già sotto i ca-
se due interi anni nel disimpegno di va- liffi Abassidi il flagello deW Islamismo o
rie incumbenze. Nel detto catalogo e nel- Maomettismo^ ed il terrore dell' Arabia.
l'editto di Lotario I non si fa menzione di Sulla derivazione de' vahabiti o vecabili
Savona, oltreché in ambedue sonovi non cWcarmatiy veramente il eh. e benemeri»
poche ommissioni; in essi trovasi bensì to Bazzarini non conviene, e la chiama
nominata la sede di Vado, ch'è lo slesso congettura poco fondata, nel suo supplì-
di quella di Savona. La mutazione del mento al Dizionario Enciclopedico^ nel-
titolo si operò insensibilmente, e senza che l'articolo Carmath. Questi dichiara fon-
producesse la menoma influenza sul ve- datore d'una setta ^v^' Mussulmani^ch^

scovo titolare e sul popolo. Che poi ìlZuc- fece molli danni all' impero degli arabi
carello abbia nel i533 col catalogo de* nel secolo 111 e IV dell' Era della Egira
\escovi savonesi da lui collocato ne'regi- Maomettana. Tale caposetta si nominava
stri capitolari, cominciata la sua serie da Hamdan,efu soprannominato Carmath,
Giovatali 11, perchè ili. "che al titolo P'a- dagli occhi rossi o da' piedi corti. Nato
densis uni il Savonenfis , ciò altro non in bassa condizione nel li secolo dell' E-
proverebbe se non che esso non conobbe gira, e Vili di nostra era, abbracciò la
idocumenti consultati dal can. Rima nel dottrina degli ismaeliti o islamiti e la ,

compilar la serie de'vescovi savonesi, e lo propalò ne' dintorni di Rufa. I capi di


slesso si contraddirebbe nel porre a capo questa setta nutrendo mire ambiziose, che
dì sua serie Giovanni li , non potendosi coprivano col velo della religione, usava-
dire secondo se non fu preceduto da al- no ogni specie di seduzione onde aumen-
tra omouimo. Anche UgheUi priocipiò la tare i loro adereuli. HamdaD divenne
no VAH V AH
subito uno de* più fanatici e zelanti fra rie del Ibrahìm pascià, essi
suo figlio
essi, e fu fallo capo o Dai ótiWa missione propriamente non formano una nazione;
isinaelìtuin parte della Mc<«opulainia. In- nondimeno sono ognora pronti a ricom-
siiuiaute e (ecunito iu es[)oilic'uli, iiun tar- parire ulla prima favorevole occasione, ed
ilo od allirare gran uiimetu di uomini a rivendicarci loro diritti, e di recente
al suo partito, e su di essi uttemie tale tornarono a guerreggiare contro i turchi.
ascendente, che potè intraprendere d'in- La religione de'valuibili o vecabiti è il

trodurre fra essi la comunanza de' beni, deismo : e negano pertinacemente di ri-
ed anche quella delle mugli. Andò poi in* conoscerein Maometto le qualità di pro-

segnando non occoirere digiuni, preghie- Le loro moschee sono prive intera-
feta.

re, limosine, né gli altri dovei i imposti a' mente di decorazioni; non vi si vedono
luussuimaui seguaci di Mao(nello; di piìi» né cupole, né torricelle; abborriscono pro-
potersi impunemente abbandonar senza fondamente i seguaci di Maometto, e la
freno a tulle le proprie passioni , truci- loro avversione per questi è assai maggio-
dare nemici della propria credenza, sac-
i re di quella che sentono pe'crisliani e pei
che^jgiare i loro beni, calpestare tulle le giudei; deridono la memoria de' sceik e
leggi, ec. Una società fondala su tale as- degl'i mani maomettani, e distruggono
soluta licenza ispirò terrore a tulli quel- da'fondamenli gliedifizi che mussulma-
i

li che non appartenevano a (piesla forini- ni hanno eretto a que'defunti che vene*
dabile scita; i missionari crederono indi- rano quali santoni. 1 vecubiti seppellisco-
spensabile erigere un forte che servisse no loro morti senza alcuna pompa, e
i

loro di capitale e d'asilo all'occorrenza. non innalzano loro alcun monumento.


In esso Carniath fissò la sua residenza. Sono egualmente semplici i loro costumi;
Egli in seguilo ruppe ogni commercio regna fra essi una perfetta eguaglianza,
cogl'ismaeliti, ma s'ignora cosa avvenne uè conoscono distinzioni; non ammetto-
in (ine di lui; forse perì vittima della ven- no titoli, e si salutano reciprocamente col
detta del capo supremo della sella av- nome di fratello e di sorella ed usano ,

versaria, ossia de' maomettani. La sua verso il loro capo una rozza famigliari-
morte o scomparsa si pone intorno al- tà, quantunque prontamente e ciecamen-
l'anno 285 dell'Egira, o 900 di nostra e- te ne eseguiscano i cenni. Ponno divider-
ra. JVeir Irak- Arabi presso di Rufu vi è si i vecabiti in 3 classi : i guerrieri, gli a-
il villaggio di Cannatila rimarcabile per gricollori e gli artigiani. Lungi dal di*
aver dulo il suo nome alta persiana di- sprezzar l'agricoltura, come gli arabi del
nastia de'Carmalhes, che regnò circa per deserto, essi l'apprezzano e vi si dedicano
uw 3.° del secolo X. L'aulore dell'artico- volenlieri ; coltivano l'arti meccaniche,
lo iìtW Jlhiim^ dice che a'discendenli de* ed i loro tessuti di lana e di cotone, non
Carfnali si unirono 5o anni adilielro(ora che i loro lavori di cuoio e di ferro, non
60) fra le diverse tribù, che hanno co- sono punto inferiori a quelli degli altri
minciato a mostrarsi nella storia moder- arabi. Vivono sotto povere tende, o iu
na, insieme col promotore della scissione meschine casipole assai mal costruite, e
religiosa u)ussulmana , lo sceik Abd-el- non hanno altre suppellettili che tappeti
\ahab o Vehab, del quale tali tribù a- grossolani, stuoie e vasi di legno o di
dottarono nome, i il seguaci avendo ri- creta. 1 vecabiti sono in generale estre-
dotto il maoniettismo alla sua più gran- mamente sobri , non si nutrono che di
de semplicità. 11 suddetto pascià d'Egit- pane d'orzo, di datteri e di pesce; di ra-
to per 3o anni guerreggiò contro ve- i do si pascono di riso e di carne. Come gli
cabili, dal b 1 ali 842, e non potè mai
I I altri orientali, mangiano assisi per terra,
ìuterameute sollomellerli; dopo le villo- colle gambe iocroeiate iotoruo ad un
VA H VAI I f I

cuoio circolare, che serve loro di mensa. nnaierosa, non impegna nella zuffu, e
s'

II caffè e il tabacco sono loro inlerdelti. solo comparisce dopo la vittoria, per sac-
JN'elle loro spedizioni portano seco soltan- cheggiare e spogliare i morti. Gli emiri
to due uno di farina e l' altro
otri pieni, ed i sceik portano Telmo, ed una lunga
d'acqua. Quando hanno fame, stemprano e larga spada a due tagli, o una sciabo-
in un poco d'acqua un pugno di farina, la turca, una lunga lancia , un piccolo
e senz'aicuna preparazione l'inghioltono. scudo e un ricco pugnale alla cintola,
Induriti alle privazioni e alla fatica, pon- talvolta anche la mazza. Due grandi scu-
ilo sopportar la fame e la sete per gior- di bislunghi attaccati a'fianchi del caval-
ni interi. Semplice è altresì il loro vestia- lo, lo difendono in singoiar modo dalle
rio. Portano un' ampia camicia di tela lancie e da* pugnali nemici. I vecabiti
giallastra, che avvolge quasi tutto il lo- combattono con somma intrepidezza, ed
ro corpo, e sopra di essa indossano un affrontano con incredibile coraggio i lo*
semplice mantello di lana, rozzamente ro nemici, massime quando si tratta tteU

I
tessuto ; la loro testa rasa è coperta da la loro religione, che accorda la gloria
una specie di berretta di colore, serrata del martirio a coloro che periscono cooi-
intorno ni capo da una funicella di pelo by: tendo per la sua difesa.
di cammello,© da un cerchio di legno or- VAISON, Vasio. Città vescovile di
nato d'intagli di stagno e di madreperla: Francia del contado Venaissino in Pro-
altra calzatura non hanno che sandali. ì venza, dipartimento di Valchiusa, reso
Gli emiri ed sceik mostrano più lusso
i celebratissimo pegli immortali versi del
nelle loro vesti ma non ponno far uso
, Petrarca, pel riferito nel voi. LXKV,
d'oro e di seta. In tempo di guerra veca- i p. i33, circondario, distante 5 leghe e
biti portano una cintura di cuoio, cui ap- mezza da Grange e 9 d'Avignone, capo«
pendono un pugnale ricurvo arma ter- , luogo di cantone. Giace sopra m\ moute,

ribile nelle n)ani loro, che scagliano eoa a pie del tpiale scorre il fiume Ouveze o
Somma forza e destrezza, e col quale fe- Lovcze L' antica cattedrale è dedicala
riscono mortalmente e da mollo lungi il alla B. Vergine, e vi sono altre chiese. Ha
nemico. Siccome mancano di pietre fo- alcuni stabilimenti. Si rese rinomata l'u-
caie e di piombo, si servono ordinaria- niversità degli sludi eretta da PapaNicolò
mente di micce per scaricare i loro mo- V il .^'maggio 45o,a cui concesse prero-
I 1

schetti, ed invece di palle lanciano per lo gali ve e privilegi. I suoi abitanti ascendo-
più piccoli ciottoli rotondi, avvolti in pez- no a circa 2000, e vi tengono 4 fie»*e
zetti di cuoio, aflìnchè empiono esatta- r anno. Nella sommità è un forte castel-
mente il calibro dell' archibugio. Le fe- lo. Ha le sue terme e bagni chiamali Dar*

rite prodotte da tali ciottoli sono senipre gus Balneoliy presso un sobborgo della
pericolosissime. Al pari di tutti gli ambi, città, mentovali nella bolla da Pasqua-

i vecabiti compiacciono nel caricarsi


si le H diretta al vescovo Ilostagno. Tra*

d'un arsenale d'armi e di munizioni, chiu- suoi illustri vanta d'aver dato i natali
se in sacchetti ed in giberne ornali di sta- all'antico storico latino Trogo Pompeo,
gno, coralli e cuoio, di effetto [)ittoresco. che fu segretario di Giulio Cesare. E fab-
Coujbattono ordinariamente a piedi j o bricala presso l'antichissima ^rt^/o,graa-
assisi sui cammelli, soli capi avendo ca- i de e opulente città de' galli, di cui s'im-
valli. Su'cammelli siedono due vecabiti su puta la distruzione a* longobardi. Di sue
doppie selle, e volgendosi le spalle. Uno magnificenze sono testimonio le vestigia,

combatte, l'altro carica il moschetto e di- e i monumenti scavati, iscrizioni, meda-
rige il cammello o per inseguire il nemico glie, sepolcri, statue e altri marmi. L'an-
o per fuggire. La loro cavalkria è poco tica Vasio fu capitale de* Vacoulii, come
113 VAI V A I

Lue al dire di Plinio, della provincia e Vaison, r' i4 settembre 1791 furono
Viennese nel poese de' Ti icastini, e prese riuniti alla Francia. Nel disastroso tratta-
il suo nome di Casone e poi Vaison dal to di Tolentino fu costretto Pio VI di ce-

tiello (iuuie, cliiamato anclie Ovasico. To- derli alla medesima Francia , contro di
lomeo riferisce che superò in isplendore che il successore Pio VII emise solenne
Lue. e Pomponio Mela l'annoverò Ira protesta. Della chiesa vescovile di Vai-
le città principali delia Gallia Narbone* son, Fanloni nella Storia cV /lvi»no*
il p.
se, e la preferì ad altre inclusi vamenle ad ne e del contado Fenesino^ stato della
Avignone. Fu una delle principali colo* Sede apostolica, nel riferire la serie de*
nie romane, e città federata de' romani suoi vescovi, fece menzione prima dell'al-
la chiama Plinio. Siccome erano di due tre del Venaissino, perchè di esso la più
specie, si crede che Vasio fosse della i^ antica e più cospicua , cominciando le

perchè vaconzìì non più guerreggiaro-


i memorie di sua conversione al cristiane-
no contro romani, in uno co' popoli Sa-
i simo ne' primi secoli della Chiesa. Fece
lii^ dopo che di essi trionfò il proconsole parte della provincia ecclesiastica Vien-
M. Fulvio Fiacco. Vaison, chiamala anco nese nell'esarcato de' Gauli, divenne suf-
f'^asoiu't soggiacque al dominio degli o- fraganea dell'arcivescovo d'Arles, finche
slrogoti nella decadenza del romano im« Sisto IV nel!' elevare Avignone al grado
pero, indi fu occupata da' franchi e poscia metropolitico, fra le sulfraganee che gli

fece parte de' polenti conti tolosani, si- assegnò vi comprese Vaison. Il [."vescovo
gnoreggiandola anche propri vescovi, i che si conosca è Dafno o Da mas, il qua-
tranne quando ne usurparono il dominio leintervenne nel i.° concilio che dopo il
ì medesimi conti. In punizione di Rai- sinodo rouìano celebralo in Laterano da
inondo VII conte di Tolosa (/^.), fau- Papa s. Melchiade, si adunò in Arles nel

tore degli eretici albigesi, decaduto dai 3 14 per la causa de' donatisti. Di che
suoi stati, la contea del Fenaissino (/^.) scrisse poi s. Agostino nell' Epist. 162 a
venne con Vaison devoluta in sovranità Glorio e ad altri vescovi, che Dafno vi si
della s. Sede nel 228, in compenso del- i portò, cani Fictore esorcista decidila-'
le gravissime spese sostenute per avere te Fasensi. Da questo argomentò il p. Co-
guerreggiato crudeli e fanatici eretici
i al- lombi, che avesse Dafno ricevuto da'suoi
bigesi, per la pace e prosperità di quel- maggiori una chiesa già fornita di chiari

l'ampie contrade; e Gregorio IX dopo a- soggetti, mentre tra gli esorcisti , ullinio
ver assolto il già scomunicato conte, r)el grado del clero, conlavasi Vittore degno
1229 ne assunse il governo. Papa Cle- d'aver luogo in quella ragguardevole sa-
mente V, stabilita la residenza pontificia gra adunanza de' vescovi d'occidente. Chi
neli3o5 in Provenza, passò a dimorare a Dafno successe, s' ignora; né si conosce
in Avignone, assumendo il titolo di con- se o Dafno, com'è credibile, o altro vesco-
te del Fenaissino, al quale dominio nel vo, reggesse (|uesta chiesa (|unndo fu ce-
1348 Clemente VI uni Avignone (F.)^ lebrato il I
." concilio in Vaison, poco do-
avendola acquistata da Giovanni, e con- po il i." concilio generale di Nicea. Dopo
giunta al Venaissino si formò lo stato l'intervallo di più d'un secolo trovasi Au-
d'Avignone. Questo stalo lo fece occu- spicio vescovo di Vasone nel concilio te-
pare Luigi XIV ne'pontificali d'Alessan- nuto aUiez nel 4^9» •'* quello d' Grange
dro VII e Innocenzo XI per rappresa- del 440, e nel 2.°di Vaison del 44'^'- ^^''""
glia , e nuovamente fece il simile Luigi no credulo alcuni, che quest'ultimo con-
XV Clemenle XI li. Indi per la ri-
sotto cilio debba dirsi Fasatensc, come tenuto
voluzione di Francia occupali da'repnb- in Hazas città vescovile di Guascogna; ma
bliconi Avignone , il contado Venaissino ciò è lontano dal verosimile, mentre e
VAI VAI n3
cerio che i vescovi intervenuti erano deU curatore suo, regnando allora nel Ve-
lei provincia ecclesiastica d'Arles. Inoltre naissino e in Avignone Childeberto 1 re
questo prelato è senza dubbio quell'Au- de'franchi residente in Parigi. Invecchia-
spicio, che con ahri vescovi delia metro- tosi il vescovo, per le viilìi di s. Quinidio
poli d'Arles consagiòRavennio arcivesco- e il desiderio del popolo lo prese a coadiu-
vo di quel la chiesa nel 449» <^<^'^» cui scris- tore, e gli aflìdò l'amministrazione della
se Papa s. Leone I. In quest'ultimo anno diocesi. Il servo di Dio fu chiaro per emi-
sticcessead Auspicio il vescovo Fonteio, nenti virtù ; aveano precorso la sua na-
lodato per umanità e dottrina da Sido- scita celesti apparizioni e profezie, onde
nio Apollinare nei lib. 7, Epist. ^idì lui la madre prima che venisse alla luce l'of-
si fa pur menzione nel ^ji: l'assedio che frì a Dio; e fu tale che riempì colla ce-
a suo tempo fece Genserico re de'vandali lebrità del suo nome non meno Vaison,
alla città Vasalense, meglio si deve rife- che le città vicine e le regioni Alpine ma-
rire a Bazas, la quale dicendosi in latino Poco dopo, morto s. Teodosio nei
rittime.
Vasatiirn e Basatimi ,
più volte dagli 5SQ o nel 56 1, s. Quinidio divenne ve-
scrittori fu confusa con Vasio o Vaìson^ scovo della patria, e assistè al concilio di
la quale anche detta Vasense , e nel
fu Parigi del 572 0578. Governava Avigno-
diploma di Pietro IH di donazione alla ne colle sue dipendenze il patrizio Ennio
chiesa di Nizza, leggo Petro J^asensis E- Mommolo, figlio di Penio conte d'Auxer-
piscopus. Ethilio o Sestilio vescovo in- re, il quale con A nsberto era nato da Fer-
tervenne al 3.** concilio d'Orleans: non si reolo e da Industria o Deuteria figlia di
conosce se fu immediato successore di Clodoveo I re de' franchi. Ansberto di-
Fonteio. Bensì nel 5o9 occupò la sua se- venne duca d'Austrasia, e dal suo figlio
de GemellojSecondo Sanmartani,il qua- i Arnoaldo nacque s. Arnoldo padre d'Ar-
le nel 5i 7 sottoscrisse il concilio d'Epao- segiso, avo di Pipino da cui ebbe natali i

ria, nel qual tempo essendo morto iuVai- Cai lo Martello avo di Carlo Magno. Ora
son il prete Euiipiodi 27 anni, da que- Mommolo recandosi in Vaison reduce ,

sto rilevasi essere ancora la città sotto il dalla vittoria ottenuta sui longobardi nel
dominio degli ostrogoti che l'aveano oc- Delfìnato ,
per lungo tratto s. Quinidio
cupata, perchè il concilio d'Agde aduna- r incontrò con gran pompa e ossequio.
lo nel regno de' visigoti, esigeva3o anni L' orgoglioso Mommolo nel congresso
per ordinarsi sacerdote. E verosimile che ch'ebbe luogo nella città si oifese , non
questo vescovo di Vaison fosse quello tro- credendosi abbastanza onorato,e montato
vatosi nel 524 al 4-° concilio d'Arles, re- infuria aspramente maltrattò il santo pa-
gnando l'ostrogoto re Teodorico. Alethio store. Questi temendo piìi pel gregge, che
che gli successe, probabilmente assistè nel per la propria vita, si ritirò nella sua ca-
528 al S.** concilio di Vaison: inoltre è re- mera e con umili e fervide preghiere si

gistralo il suo nome negli atti del 2.° con- rivolse a Dio. L'inseguiva Mommolo con
cilio d'Oiange del 529, e in quelli d'Or- animo ostile, quando s'intese tocco dalla
leans del 54 Di S.Teodosio suo successo-
1 . mano divina, compreso di terrore, man-
re altra memoria non resta, se non che per car le forze e i sensi. Caduto io mortale
l'eccellenza dell'integrità de'suoi costumi, agonia, cede la sua superbia al timore di
e per la copia de'miracoli in cui risplen- mancar di vita , e fattosi portare nella
dè dopo morte, venendo ascritto Ira'san- stanza di s. Quinidio, gli domandò perdo-
iiah immemorabili. SoUoscnsse il con- no e ricupero della sanità. L'uno e l'al-
il

cilio d' Arles del 552 o 554 P?^'


mezzo tra tosto ottenne dal misericordioso pre-
di s. Quinidio [F .) di Vaison arcidiaco-
, lato , bensì ammonendolo, che in avanti
no di sua chiesa, che vi assistè come prò- venerasse Cristo nella persona de' suoi
VCL. LXXXYII. 8

idrtS/P/irvt/ì^. t'osi.
ii4 V A ! VA I

saceiiloli e non più gli oltraggiasse. Mo- nitro Umberto , essendo impossibile che
vi s. Quinidio, celebre per insigni mira- un medesimo vescovo governasse 78 an-
coli, per vigilanza, 7elo e carità pastora- ni. Benedetto I vivea nel 996, essendo ri-

le, n' i5 f«!l)|jraio 578 o T79, nel qual cordalo nelle lettere di Benetletto Vili a
giorno se ne celebra la festa, ed i conoil- favore del monastero di Monte Maggio-
tidini l'assunsero a loro comprotettore. A re. Almerado nel 1 oo3, Pietro I nel 1 009,
suo onore fu fondata iiu'obba/ia subnr- Imbeito nel 1026: ne'calaloghi episcopa-
bana. E chiamato anco Gcncsiì in una li si leggono i soli loro nomi. Ad Imber-
bulla di Pasquale II , e in altri monu- to successe Pietro 11 , e di lui si fa me-

iTienli Clinidìo. 11 p. Fantoni lo dice ca- moria nell'antiche scritture di s. Vittore


nonizzato da Innocenzo HI con solenne di Marsiglia sotto gIianniio4o, io43 e
Canonizzazione. In tale articolo ripor- io44- J^gli acquistò per se e pe' vescovi
tando il catalogo de' santi solennemente successori il dominio lecnporale della me-
canonizzati da'Papi, noi trovai compreso. tà di Vaison, per donazione di Goffredo
Il bealo Barsio o Bartlio ne fu successo- e di Bertrando conti di Provenza, come
re , per lesti «nonianza del Breviario di riferisce la bolla di Pasquale 11 neh 108
l'aison. Le sue virtuose ge^la, come quel- diretta al vescovo Rostaguo, nella quale
le di s. Teodosio, restano ignorale, solo inoltre si attesta, che il dominio dell'altra
essendone gloriosi i nomi. Artemio che gli metà di Vaison, prima di Pietro II e da

successe è nominalo nel concilio di Ma- lungo tempo già apparteneva a'vescovi di
^on del 58 1, in quello di Valenza del Vaison. Benedetlo 11 sticcesse a Pietro II,

584,eneirahrodi Macon del 585.Petro- indifiorìPielro 111 cognominaloPiaimbal-


Ilio che segue, non si sa se immediatamen- do,nelio56intervenne al concilio di S.Gil-
te gli fu sosliluilo, e se ne fa menzione les o Egidio sul Rodano, e nel 1 060 donò
nel concilio di Chalons del 65o. Perdu- a'monaci di Marsiglia la badia de'ss. Pie-
ti i monumenti de' successivi vescovi di tro e Vittore posta nella sua diocesi. Di
Vaison, s' ignorano per 200 anni. E fa- questo Pietro 111 diverse notizie si ponno
Jiia che la chiesa cattedrale Maria
<li s. leggeienel t. 4 delle Monumenta Histo-
«liVaison l'edificasse Carlo Magno, pro- riac Patriae. Ivi si dice figlio di Raim-
babilmenle per aver l'antica colla città baldo oriundo di Nizza , il quale per de-
palilo il furore de'saraceni, dal quale ec- naro procurò al figlio in età molto ver-
cidio credono ancora perdute le scrit-
si de il vescovato di Sisleron, come ricco e
tine. Secondo il p. Ctilouìbi, ueir853era polente parente de' conti di Forcalquier
vescovodi Vaison SÌQ)plicio,in teaq)0 del e di Provenza; dipoi passò alla sede di
quale Carlo redi Borgogna e di Proven- Vaisou. Di più, che a' i5 ottobre i o4o
za si recò a Vaison e vi fece una dona- intervenne co'vescovi dell'Alpi marini me
zione. Egli regnava uell'868, per cui al- alia consagrazione della riedificata chie-
cuni voglionocheciò avvenisse sotloil ve- sa di s. Villoredi Marsiglia, onorala dal-
scovo successore Elia, il quale assistè nel- la presenza di Papa Benedetlo IX. Nel
r87f) al sinodo di Montala nell'arcidio- 1 073 donò al vescovo di Nizza Raimon-
cesi di Vienna, in cui si concesse a liosone do e successori il castello e pertinenze di
il titolo di re del nuovo regno della Bor- DrappOjil quale lo goderono con titolo di
gogna Cisjurana e d'Arles. Umberto se- conti, esistendo una lega e mezza da Niz-
deva nel 911, come scrive il Colombi, e za, e ciò per lasciar di se benefica memo-
da'oìonumenti della chiesa d'Arles si rac- ria nella patria cattedrale. In segno poi di
coglie,che ancora reggeva la chiesa di Vai- gralitudine, Pietro 111 ricevèda Baimon-
son nel 985 e nel 989; ma osserva il p. do due cappe vescovili ed un bastone pa-
Euutoni, che conviene credere che fosse storale probabilmente d'argento. Sem-
,

VA I VAI ii5
bra merlo nel 1 098 circa, die hai. scpt.y la sua chiesa, e insieme altentatorio alla
dopo esserrieslalo uno de'lulori d'Ernien- giurisdizione episcopale, ne vietò i lavori
gaudo possente conte d'Urgeljfjglio d'Er- alle genti del conte; ma non ostante il di-
niengaudo del Gerbo. Rosfagno gover- vieto, d'ordine del conte continuando es-
nava questa chiesa neli io8, com'è ma- si a lavorare, il vescovo fulminò la scomu-
nifesto dalla bolla di Papa Pasquale If, nica contro di loro. Allora cessarono gli
dalla quale rilevasi che la cattedrale di operai dal lavoro, ed abbandonarono il

Vaison era dedicata alla B. Vergine Ma- luogo. Il vescovo fece trasportare al suo
ria ; e che la badia di s. Quiiiidio esisteva palazzo legnami ammassali per la
tutti i

fuori della città. Nel 1 1 1 7 Roslagno donò costruzione onde valersene a far fuoco.
,

alcune chiese a s. Vittore di Marsiglia. Perciò irritato il conte, occupò coU'armi


Ne fu successore Berengario 1 di Mornas, Vaison, Cresleto e Rastello. L'espulso ve-
nativo o signore di quel luogo del Vene- scovo rilirossi in Enlrechaux, altra terra
sino, ed è nominato dal lyS 1 i5i al i : del vescovato , ft riunitivi i canonici e i

Raimondo V conte di Tolosa nel 60 lo i 1 preti della diocesi, ivi scomunicò il con-
cacciò da Vaison e lo spogliò del dominio te Raimondo V,ed interdisse con senten-
della città, e di tutte V altre terre e ca- za tutte le terre che possedeva nella dio-
stella che appartenevano alla sua chiesa, cesi di Vaison. Morto Berengario nel 1 9 1
1

anzi deformò la città medesima con al- il successore Guglielmo I di Landuno, di.
cuni incendi.Bertrando I deLambesco,di casa potentissima dell' Occilania o Lia-
stirpe chia rissima jdi gran potenza e d'am- guadoca, ricuperò la città e le terre del
pie facoltà in Provenza, sedeva neli 178 vescovato, ma è incerto se coli' armi , o
e fu testimonio dell'atto pubblico con cpi col credilo della famiglia, ch'era in clien-
r imperatore Federico I concesse a R.ai- tela de'conti di Tolosa. Morto Guglieluio
iDondo arcivescovo d'Arles, a'suoi cano- neliigS, mentre con pianto universale
nici e clero V immunità ed esenzione da della città si portava il cadavere alla cat;-

ogni peso civico e municipale. Egli ricu- tedrale, sopravvennero le milizie lolosane
però alla sua chiesa quanto avea usur- di Raimondo V, e prima occupalo a vi-

palo il conte di Tolosa, e colla forza del- va forza il palazzo vescovile, indi s'impos-
l'armi al riferire del Colombi. Tali ricu- sessarono di tutta la città e dell'altre ter-

perali dominii godè pacificamente per


li re della chiesa di Vaison; prepotente fat-
tutta la sua vita, e nel 1 18 confermò la i to riprovevole, solo proprio del segreto
donazione della terra di Manosco, falla fautore degli eretici alhìgesi. Benché fos-
allo spedale di s. Gio. Gerosolimitano da se eletto vescovo Raibaldo Flotta d'illu-

Guglielmo conte di Forcalquier. Beren- stresangue, stretto parente di Guglielmo


gario II di Reilane, della i.' e più poten- conte di f'^orcalquier, tanto Raimondo V,
te nobiltà del contado di Forcalquier, gli quanto Raimondo VI suo figlio e suc-
successe intorno al i i85; continuò da cessore nel f 195, e peggiore del padre,
principio nel pacifico possesso di Vaison, continuarono a ritenere tirannicamente
ma verso il 1 187 ne fu espulso da Rai- il possesso delle terre vescovili e l'episco-
mo V conte diTolosa, che ne riprese di pio; di più osarono edificare nell'alto del
prepotenza il dominio, e ciò avvenne pel monte una torre, la quale ingrandì o for-
seguente caso. Avea mandato il conte o- mò il castello di Vaison, e ciò fecero col
perai in Vaison per fabbricare sulla som- denaro che ritrassero dal grano e dal vi-
mità del monte ov'era il castello di Vai- no che R.aimondo V avea trovato in det-
son una fortificazione chiamata Escar* , to palazzo dopo la morte di Guglielmo»
razonata. Essendo riguardato da Beren- Dipoi nel 1209 il conte Raimondo VI fu
gario lai fallo di pregiudizio e danno al- coslrello di restituire al vescovo Raibaldo
ii6 VAI VAI
le terre usurpale, ma non sodilisfece a' sente per chiarire quanto vado narran-
danni recati da lui e dal padre a' beni do, altrimenti sembrerebbe che la s. Se-
del vescovo e de'canonici; ad onta die nel- de non dominasse più laconica Venaissi-
l'atto deli'assotuzionee liconciliazione del na) al suocero Raimondo VII, ed in vir-
òonte culla chiesa, seguila in s. Gilles, glie- tù del diritto ereditario di Giovanna sua
ne Milune legalo d'in*
fosse dal cardinal consorte, nel dominio del Venesino, con-
lìoccuzo 111 espressamente ingiunta la seguilo per investitura vitalizia concessa
soddisfazione. Quindi per provvedervi da Papa Innocenzo IV, volle piamente
giuridicamente, il Papa deputò Raimon- terminarla col voto e arbitraggio d'alcun
do vescovo d'Usez, ed allo stesso effetto soggetto per integrità d'animo e per dot-
r imperatore Ottone IV deputò Michele trina riputalissimo. Tale in quel tempo
arcivescovo d' Arles. Il vescovo d' Usez era sopraltulti ammirato nella Gallia
subdelegò Guglielmo vescovo d'Orange, Guido di Fulcodio Gross di s. Gilles, il

acciocché in sua vece ecome più vicino quale pe'gradi di varie prelature nel 1 265
prendesse ledebiteinformazioni. Avendo divenne Papa Clemente IV. In lui dun-
Guglielmo esaminati io8 testimoni, so- que si compromisero il conte Alfonso e
pra tutto il corso della persecuzione de' il vescovo Faraudo, a tale effetto trasfe-

conti di Tolosa, ne trasmise le deposizio- ritisi in Mimes il vescovo stesso , e Rai-


ni al vescovo d'Usez, il quale come lega- mondo Gaucelino siniscalco del Venesi-
to ponlifìcio le mandò all'arcivescovo di no per parte del principe. Assunto da
Arles delegato imperiale, riportando l'at- Guido Gross l'arbitrato, ordinò che il ve-
to ilFantoni nel t. 2, p. 355. Scrisse il
p. scovo fosse messo in possesso del forte di
p. Colombi, che Raimondo Flotta eletto Vaison e d'ogni altra cosa contenziosa, vo-
"vescovo di Vaison neli2i2 intervenne ai lendo forse così soddisfare alle violenze
concilio di Lavaur, nella causa di Pietro per r addietro usale da' conti tolosani a*
11 re d'Aragona prolettore di Raimondo vescovi predecessori. Indi discusse matu-
VI; ma la qualilica di eletto è erronea, ramente le ragioni dell' una e dell'altra
perchè già era ordinato da parecchi an- parie, e decretò poi definitivamente. Che
ni. Rinaldo Flolta è l'eletto di Vaison che il vescovo rimettesse nelle mani del con-
trovossi in detto concilio, e scrisse cogli al- te il forte di Vaison. Assegnò al conte da- i

tri vescovi ad Innocenzo Ili , onde Rai- zi, tranne quello del piombo, e d* un* er-
mondo era già morto. Guido era vesco- ba tingente in rosso i panni, della quale
vo nel 1 24 1^ come testifica l'atto dell'o- dichiarò appartenere la gabella al vesco-
maggio, che alla sua presenza rese in quel- vo. A questi inoltreaggiudicò l'intera giu-
l'anno Raimondo Vii contedi Tolosa al risdizione del mero e misto impero, nelle
vescovo d'A Iby.Faraudo da canonico del- cause civili e criminali, in quella parte
la chiesa di Vaison, fattone pastore do- della città eh* era chiamala Regione del
po la morte di Guido ,i25o eresse
nel f^cscovo, esclusone allatto il conte. Al-
nella cattedrale di Vaison un altare in o- l'incontro nella parte della città che no-
nore di s. Quinidio. E perchè tra' vesco- minavasi Regione del Conte distinse la
vi di Vaison e i conti di Tolosa, antichi giurisdizione, con attribuirgli quanto ap-
signori del Venesino, irbn era ancora com- partiene al mero impero, cioè la cogni-
posta la controversia intorno al dominio zione de'delitti capitali, di quelli pe' qua-
della cillà di Vaison e di 3 altri castelli, li il diritto ingiunge mulilazione d'al-
Alfonso conte di Poitiers , fratello di s. cun membro, e d' ogni altro delitto ove
Luigi IX re di Francia, che in virtù del- concorra l'effusione del sangue e la frat-

la pace di Parigi era succeduto nella con- tura dell'ossa. Al vescovo die inoltre 0-
tea di Jb/o^^ (articolo che va tenuto pre* gni altra giurisdizione contenziosa « vo-
VA I VAI 117
lontaria. Di più ordinò, che se nelle cau* due lo prestarono in piedi al vescovo, pa-
se riservate alla giurisdizione del conte, rimenti stando dritto, dandogli il bacio
ossia nella sua regione , si procedesse ad di fedeltà in bocca: essi furono Guglielmo
alcuna confisca, fossero i beni mobili del- Artaud e Guglielmo Catalan di Vaison.
la caoaera del conte, e gl'immobili della Gli altri fecero i' omaggio in ginocchio,
camera del vescovo. Inllne, dopo alcuni sedendoli vescovo, e gli baciarono il pol-
altri regolamenti, coneluse con sentenzia- lice della mano destra; dilFerenzadi nota-
re, che il vescovo terrebbe in feudo ono- bile prerogativa. Per ultimo comparve a
rario dal conte tutta la signoria e giuris- fare la medesima prestazione Leonetto
dizione di Vaison, di Cresteto, di Rastel- ebreo abitante di Vaison, giurando però
10 ed'Entrechaux. Così Guido Gross ter- come leggesi nell' atto, super s. Legein
minò a'3o dicembrei25i l'anticae gra- Moysis ab ipso corporaliter propria ma-
ve controversia in Parigi. Tentò d'infran- mi tactam. Neli3oo procede Raimondo
gere questa composizione il siniscalcoGio* contro gli eretici valdesi di Vaireas. Sot-
vanni Arsisio, successore del Gaucelino, to suo vescovato eletto Papa neli3o5
il

attentando sulla giurisdizione vescovile Clemente V de Goth arcivescovo di Bor-


colla fabbrica d'un molino. Ma se ne dol- deaux, chianjò cardinali in Francia e
i

se il principe, più giusto che il suo mini- con istupore universale fissò la sua resi-
stro nel Venesino_,econ l'opera di fr. Pie- denza in Avignone, per essere vicina al
tro Ruzato domenicano, da lui delegato contado Venaissino, con funeste conse-
come pieno d' integrità e sapere, resiò guenze; indi visitò il contado Venaissino
prontamente spenta quella scintilla di e Vaison, facendo coniarmonete col nome
scissura, e con sua risoluzione confermò di Clemente F
conte del Fenaissin. Nel
e convalidò il Guido Gross.
decretato da i33o divenne vescovo Giovanni di Co-
Nel 1262 il vescovo Feraudocomposean- iardano, traslato ad Avignone residenza
cora una divergenza, che intorno ad al- papale neh 335. Nel seguente già lo era
cune decime verteva tra il suo vescovato Gozio B attaglia o Battaglini (ì^.) rimi-
e monaci di Vaireas, e stabilì la pace col
i nese ,
poi creato cardinale. Nel i336 gli
capitolo della cattedrale, mediante l' ar- successe Raterio, il quale vendè ad Um-
bitrato di Giovanni Ili vescovo d' Avi- berto Delfino di Vienna due quarte par-
gnone. Il successore Giraudo o Geraldo I lidella terra di Propiac, chetale principe
de Libra, compose anch'esso nel 27 al- 1 i teneva in feudo dalla chiesa di Vaison fi-
cuni litigi co'cavalieri gerosolimitani, che no dal 1296. All'incontro Umberto costi-
avevano nella diocesi di Vaison due pre- tuì per cambio a Raterio e suoi succes-
cettorie o commende, Tuna di s. Romano sori sul dazio della terra di Nione, uà
,

di Malegarde e l'altra di Villadio, ambe- censo annuo di io fiorini d'oro delfinesi


due nel contado Venaissino. Bertrando da pagarsi il giorno d'Ognissanti. Nel 34o i

11 sedeva nel 1280. Giraudo o Geraldo Benedetto XII inviò Raterio, con Rober-
li gii sHiccesse dal 1287 al 295, il quale 1 to patriarca di Costantinopoli, a Roberto
nel 1292 fece una convenzione con Richa- il Saggio re di Sicilia di qua dal Faro,
no commendatore o piecellore de'cava- ed a Pietro IV re d' Aragona occupalore
lieri templari in R.oays, per la deviazione della Sicilia di là dal Faro, per compor-
<leir acqua dell^ Ouveza o Ovasio ossia re tra loro la pace: ma venendo da'mes-
Loueze, nel luogo di Raslello. Nel 1296 sinesi respinti dal porlo i nunzi pontifìcii,
fucollocalo nella sede Raimondo I di Bei- questi ripassato il Faro fulminarono con-
monte, ed allora per tutti i beni immo- tro di essi l'interdetto. Indi a' io ottobre
bili esigette e ricevè l'omaggio da nobili 1341 Raterio fu traslato al vescovato di
e da'ciltudiui del suo dominio, tia'quaU MonU Cassino. Ebbg a successore fr. Pie-
ii8 VAI VA I

tro de Casa o de Cesis di Limoges giù ge- za del psendo Clemente VIL Radolforeg-
nerale de* carmelitani , caro a Clemeiile geva la sede nel i
397 e nel 1 4" • nelTan-
VI per suhliinilà didoUrinn, vigor d'elo- tipontificatodi Benedetto Xili. Neli4oi
quenza e salitila di costumi, onde io pro- è pure registrato Guglielmo 11. Il falso Be-
iiìossea patriarca di Genisalemme, e mo- nedetto XllI a* 26 luglio i4o6 dichiarò
rì a*3 agosto 1348, illustrando Dio la sua vescovo fr. Guglielmo Ili di Passeraio re-
tond)a con gran copia di miracoli. Il Sua- ligioso d'ordine incerto. Nel Diario Va-
lez, poi di Ini successore, attesta essere di- licano di qtiell'antipapa, si narra che di-
voto costume del popolo diocesano, di ra- morando egli in Villafranca,co'due anli-
dere la polvere di sua statua e sepoltura, cardinali di Pamplona e Fiesco, vi tenne
per servirsene di potente rimedio in di- concistoro e provvide di prelati le chie-
versi morbi. Da Grasse di Provenza vi se vacanti di Cavaillone di Vaison, dan-
ili trasferito Pietro di Berretto della Gal- do a questa per pastore Guglielmo III.
lia Narbonese, ond'esser più vicino ad A- Per l'eleiione d'Alessandro V seguila in
vignone, qual confessore di Gleraenle VI. Pisa nel i4<^9> ^^ istituita la legazione
Senza dubbio fu atich' egli carmelitano, apostolica ù' Avignone, che comprese il

anzi il Gesiiero erroneamente lo vorrebbe contado Venaissino, mentre il deposto


maestro del s. palazzo, uffizio proprio de' antipapa Benedetto XI II si ritirò in Pa-
tloQienicani : la sua dottrina e altri pregi niscolaj perchè la Francia^ la Proven-
resero cbiara la sua memoria. Nel i356 za, Avignone e il Venaissino, abbando-
Lorenzo d' Aibiac, cui successe nel i362 nalo lo scisma, ritornarono all'ubbidien-
Giovanni Morelli. A questi ed a Giovan- za del Papa. Intanto Guglielmo III nel
ni arcivescovo d'Aix commise Urbano V i4io per gran somma di denaro impe-
di compilare il processo informativo del- gnò tutta la giurisdizione temporale, e
la santità di vita ede'roiracoli della bea- tulle le reudite e frulli de' beni di sua
ta Delfina conlessa d'Ariano. Nel 1376, chiesa, aBernardone de Seriis signore di
secondo 1' Ugbelli , da Orvieto vi fu tra- Malaucene di che fu assai biasimato.
,

slato Pietro Borrio della Gallia Narbo- Morto nel i^i i^ trovasi vescovo nel i4' 2
nese. Ebone fu creato vescovo di Vaison Ugo di Theysiacoodi Theriaco savoiar-
nel1372 nel 1375 da Gregorio XI, il do, ed in quell'anno, giusta il costume e
quale Papa partendo d' Avignone, a' 17 l'obbligo de'nuovi vescovi ,
prestò omag-
gennaio 1377 '"'stabilì la residenza ponti- gio e giuramento di fedeltà a Giovanni
ficia in Roma. Ma nel 378 contro il suc- 1 XXIII, nelle mani di Giovanni vescovo
cessore Urbano VI, insorti cardinali fran- i di Valenza e rettore del Venaissino, per
cesi contro di lui, perchè acerbamente gli la città di Vaison e per altri castelli di
an»moniva, mentre sospiravano il delizio- giurisdizione temporale del vescovo. Sul
so soggiorno di Provenza, a'20 settendjre principio dell' amministrazione, Ugo fu
scismaticamente elessero in Fondi l'anti- agitato dalie pretensioni di Gnrcioto de
papa Clemente VII. Questi portatosi co* Seriis, fratello del defunto Bernardo-
ribelli cardinali in Avignone vi stabilì una
o ne; ma compose opportunamente le dif-

perniciosa cattedra di pestilenza, che die ferenze il legalo d'Avignone e del Ve-
origine e sostenne il deplorabile e grande nesino Francesco arcivescovo di Narbo-
Scisma (/' .) d'occidente, e divise i fedeli na. Possedeva la chiesa di Vaison da più
Tìt\i' Ubbidienza (F.), Ira'Papi di Roma di 3oo anni addietro la mela della ter-
e gli antipapi d'Avignone. La Francia, la ra d'Enlrechaux, ma neli4i9 il vesco-
Provenza, il Venaissino seguirono l'avi- vo U^o non per la chiesa ma per se stes-
gnonese. Raimondo 11 si vuole che fosse so ne comprò il domiuio dell'altra metà
vescovo di Vuisou uel 38o,ueirubbidiea- 1 da Giovauui du l^uy o del Poggio per
V A I V A I 119
2024 d'oro: questa metà si de-
fiorini sti lo tenne per alcun tempo in suo con-
volse al Papa Martino V, essendo morto fessore e per nuiggiordomo del palazzo
Ugo senza eredi; indi dopo 8 anni, d'or- apostolico, nel quale articolo lo celebrai
dine di Eugenio IV, fu venduta dal le- pel da lui operato nel terribile sacco di
gato cardinal de Foix a Bernardo Gof- Roma,im piegato dal Papa in gravissime
fredi poi passò nel dominio di casa Fo-
; nunziature, e nel 1539 nella Spagna al-
gasse,che ne possedeva la mela come , l'imperatore Callo Y
per la pace e per
feudatari del Papa, essendo per l'altra stabilire 1' abboccamento con Clemente
mela sub-feudaJari del vescovo di Vai- VII in Bologna, con pieno e felice e(Fello.~
son.Ebbe Ugo in commenda o ammini- Tornato in Roma, n»entre il Papa ne
strazione il vescovato di s. Paul Trois voleva premiate le grandi benemerenze
Chateaux, eneli44o ottenne da Euge- colla porpora, morì nel 532 e il cadave- 1

nio IV che fosse unito alla chiesa di Vai- re fu trasportato in Vicenza, e sepolto
son, unione che durò poco. Morto Ugo con onorifica iscrizione riferita dal p.
in Creslelo neli44^> S'' successe subito Fan toni. Questi'inoltre rileva, che ne' fu-
Ponzio de Sade nobile d'Avignone, pre- nerali di Roma, mentre il cadavere era
posto di quella cattedrale e vicegerente esposto, volle Papa che due servi lo di-
il

della medesima cillà, poiché vuoisi che fendessero dalle mosche con ventagli, co-
ne fosse coadiutore. Neli44^ interven- me praticasi co'cardinali defunti. In Vai-
ne con molti altri vescovi alla celebre in- son restaurò il culto divino sommamente
venzione de'sagri corpi di s. Maria ma- divenuto negletto nella cattedrale per ne-
dre di s. Giacomo e di s. Maria Sa lume, gligenza del capitolo, e dopo vari contra-
alla presenza del conte di Provenza Pie- sti lo riordinò col consenso e soddisfazio-
nato d'Angiò, re pretendente del reame ne degli slessi canonici. Neh 533 Tom-
di Napoli, e del cardinal de Foix legato masoCortesi da Prato, e resse questa chic*
d'Avignone, che la promosse. Assistè nel sasino al I 55 1, in tempi difficili che ri-
14^7 al concilio d'Avignone, e terminò chiedevano operosa vigilanza per tener
di vivere neli46g. Ne fu successore Gio- lontanigli errori serpeggianti (\t cnhi-
vanni di Montemirabile, referendario e nìstì-iigo no t li, cvin\e\'i eretici. Egli sicom-
abbreviatole apostolico, celebrò nel 147^ pose con Girolamo Giuramando, a cui
ilsinodo diocesano in Vaison, e fu ili.° il vescovo Paganoti avea venduto, con
vescovo di questa chiesa sulFraganeo d'A- approvazione di Giulio II, la metà epi-
vignone eretta in metropolitana nel i^'/5. scopale d'Entrechaux , onde ricevè per
Visse Giovanni per lo più in Roma , e la lesione del contratto il compenso di
vi morì a'3 giugno i479>^enendo sepolto 700 scudi d'oro. Giulio III gli sostituì il

in s. Maria del Popolo con epitaffio ri- (iglio Giacomo Cortesi, nato da legittimo
prodotto dal p. Fanloni. Nello stesso an- matrimonio di Tommaso prima del sa-
no Sisto IV surrogò Amalrico, che nel
gli cerdozio. Per essere cresciute le calamità
1482 rassegnò il vescovato, e lo slesso Pa- de'tempi, ebbe d'uopo di attentamente
pa lo conferì a Odone. Indi da altra chie- vegliare per difendere i suoi popoli dal-
sa ignota vi fu trasferito Rolando, che l'eresia armata e sanguinaria degli ugo-
a'28 ottobre 1 485 rinunziò, ed allora fu notti. Onorato ancora del titolo di patriar-
assunto al vescovato fr. Benedetto de Pa- ca d'Alessandria in partihus^ intervenne
ganoti fiorentino domenicano, morto nel con tali gradi al concilio di Trento. Res-
i52i e tumulato nella chiesa del suo se la chiesa di Vaison sino al 1570 incoi
ordine in Vaison. Girolamo Scledo o morì avendolo preceduto nella tomba
,

Schio di Vicenza, che gli successe, die tali Ir. Raniero Ceuli domenicano, figlio di

prove di virtù a Clemeule Vii, che que- sua sorella, ch'egli per grazia di Pio IV
120 VAI VAI
area nel i56o preso a coodiulore. Nel pò avere rassegnalo nel 1666 il vescova-
medesiino amio fu provveduto di que- to. Morì in Roma nel 1677 e fu sepolto

sta chiesa Guglielmo Cheisoldi nobilis- nel cimiteriode'canonici Vaticani. Di lui


simo Dublino ed e-
scozzese, vescovo di abbiamo: i Diatriba qune um\'crsalis
.

sule per la fede cattolica dalla sua sede historiae. synlaxini et auctoribu<: grae-
e dalla patria, pel lacrimevole scisma cis nondiim editis exhib('ljPav\iì'\<i 1 6 )o.
d'Inghilterra e di Scozia. Prelato di spec- 2. Descrizione Ialina della città d'Avigno-
chiata pietà, la resse con santità e pru- ne edellii contea Venaissinii,Lioiìei6 j>8.

denza sino al i5cS4,irtCui rinunziò la mi- 3. Dissertazione sul nome di Tracala,


tra per la cocolla certosina : governò sa- che un antico autore die a Costantino,
pientemente la certosa di Lione, e morì Roma &^'j. 4. Pracnestcs aiitiquac^Ko-
I

priore di quella di Roma nel 1 593. Gu- maei655. 5..Con/cctura de libris de 1-


glielujo Cheisoldi, nipote del precedente, mitatioìie Chris ti , eorumqae auclorì-
iieli584 per assenso di Gregorio XIll bus. Pretende in quest'opera che cia-
ne occupò la sede, e gli fu ancora com- scun libro di essa abbia il suo autore par-
messo il carico di rettore del Venaissi- ticolare. 6. Quattro dissertazioni: lai.*
no. Essendo stato destinalo nunzio al re contiene la cronologia delle opere di s. A-
di Scozia Giacomo VI, die in luce un dot- gostino; la 2." in cui pretende ohe l'o-
to libro contro i calvinisti-ugonotti, e mo- pera di quel s. dottore contro Giuliano,
rì nel 1629. Gii successe il coadiutore che chiamasi 0/)iis i/nperfectum,s\a per-
Michele Dalmerasdi Linguadoca, vesco- fetta, e che debbnsi chiamare 0/)(is per-

vo di Filadelfia in partìbiis, e morì in fectumj la 3." tratta dell'abito che i car-


sua patria a' 16 aprile 633. Ne occupò la
1 dinali portano in conclave, e dell'etimo-
cattedra il dotto ed eruditissimo Giusep- logia del nome Fcslis Crocea j nel la 4.*
pe M." Suarez nobile avignonese, d'illu- parla del cardinale Lahorante intorno
stre origine di Cordova, e già vicegeren- alla sua collezione de'Canoni col titolo
le d'Avignone. Egli era allora coadiuto- di Compiialio decretorum. 7. La tradu-
re della patria metropolitana e camerie- zione degli opuscoli di s. Nilo, con note
re segreto d'Urbano Vili, a cui era caris- in greco e latino, Roma 1673. 8. Tutto-
simo, non che al nipote cardinal Fran* ciò che trovasi nel Salterio chiamato di
Cesco Barberini legato d' Avignone; ri- di s. Pietro, nella dissertazione sugli E-
spettabile non meno per illibati costumi d'Origene del p.Rives cap-
sapli e Ottapli
che per la perfetta conoscenza delle lin- puccino. Carlo Giuseppe Suarez fratello
gue greca e latina, e per la profonda eru- del precedente e canonico della metro-
dizione sagra e profana. Riparò le chie- politana d'Avignone, d' esempi a rissi ma
se, restaurò la disciplina regolare ne'mo- vita, in riguardo de'meriti del fratello,
iiasteri di monache, difese dal conta- Alessandro VII nel 1666 lo fece vescovo
gio eretico la sua chiesa, e tolse molti di Vaison, e passò a miglior vita nel 670. i

abusi nella diocesi. Illustrò ancora la Allora Clemente X volendo ccntiiiuaro


sua chiesa colla corografia della dioce- questa dignità nella famiglia Suarez, vi

si, descritta elegantemente in metro la- promosse Lodovico Alfonso Suarez, ni-
tino, ed immortalò il suo nome colle pote de'precedenti. ch'era coadiutore, co-
sue opere, massime snll* antichità eccle- me lo era dell' altro zio Lodovico M.'
siastica. Ilitiralosi in Roma presso il car- preposto della metropolitana, ed ezian-
dinal Barberini, quesù quale arciprete dio del padre Francesco signore d'Aula n,
Vaticana lo nominò vicario
della basilica decano della Rota d'Avignone. Con esso
della medesima b'5 giugno i665, con- il p. Fanloni termina la sua serie de've^

fermandolo il nipol« cardinal Carlo, do- «covi di Vaison. Si ponno vedere Diooi-
.

V A I V A I 121
sioSammartanijG^///^ Christiana: Pro- son, che altri attribuiscono a quello del
vìncia ecclesiastica Avenionensis con- 52C). Dice il p. Fantoni aver dato occa-
tinens cUoeceses Ai'enionensem, Carpen- sione a questo canone il tenore del mede-
toractcnseni , Vasionenseniy ec. Luigi simo. in Sede apò*
Et quìa non solum
A osel mo Boyer, Histoire de l'Eg lise Ca- stolica, scd.etiam per lotum Orienlem,
thcdrale de Maison avec une chronolo- et totani Africani, vel lialiam propier
gie de E^'cques qui Uontgouver-
toiis les haereticorumastutiam,qua Dei Fdiiun
«ee, et une chorograpkie, ou descrip' non semper cuni Patrefuisse, sed a leni'
tion en vers latins, etfrancois des villes, pore caepisse hlasphemant, in omnibus
bourges, villa ges^ paroisses, et chapel- clausulis post Gloria Patri Sicut e- . .

les^qui compose /it se diocèse, Avigtion rat. Amen dicitur: etiam et nos in u-
. .

i^Si. Giovanni Colombi, De rebus ge- niversis Ecclesiis nostris hoc ila dicen-
stisEpiscoporum Fasìoiiensìuin, Liig- dum esse decernimus. Il 2.** concilio fu
dunii 656. Le Notizie di Roma y\^o\'ì?\' tenuto nel 44^ ^ 44^ ^'^^ novembre ,

noi seguenti ultimi vescovi. Neil 708 ma ripeto anche su questo non vi è cosa
Giuseppe Francesco Giiallerocli Carpen- di certo, per essere in uno confusi gli alti

trasso. Nei 1 724 Lodovico de Goliorn de come notò Baronio all'an-


di tutti e tre,
Lapaiun di Carpentrasso. Nel 748 Pao- 1 no 825. Alcuni, come rimarcai di sopra,
lo Lupo de Sallleies de Fausseian d'A- vogliono che debba dirsi Vasense , altri

vignone. Nel 758 Francesco de Feles*


I Fasalensey per essersi eziandio confusi
sier de Saint-Ferreol di Visano diocesi i canoni con quello di Bazas, al dire di
di s. Paul. Nel 1786 Stefano Andrea de Lenglef, poiché Bazas in latino si chia-
Fallotde Beaupié de Beaumout d'Avi- mò pure Fasatum j ct[[o è però che
gnone, succeduto per coadiutoria avuta v'intervenneAuspicio vescovo di Vaison,
nel 782 col titolo in partihus di vescovo
f cogli altri della metropoli d'Arles. A que-
di Sebastopoli. Neil 801 Pio VII pel con- sto piuttosto devesi riferire la presiden-
cordato soppresse la sede vescovile di za di Nettario vescovo di Vienna. Egli
Vaison. vi Che il Padre,
predicò pubblicamente :

Concila di Vaison. il Santo non han-


Figliuolo e lo Spirilo
Il i." secondo il Baronio ha confusi gli no che una Natura, una Potenza, una
atlicon(|uellidel 2.°edel 3.°,forse fu cele- Divinità e una Virtù. Inoltre questo con-
brato nel 337 al dire di Adone a tale an- cilio fece IO canoni per la disciplina ec-
no, poco dopo ih." concilio generale di clesiastica. Il 3 .**
concilio fu adunato nel
Nicea, da Nettario vescovo di Vienna, o 528 o meglio nel 52^ a'7 novembre. Do-
meglio nel seguente, per pubblicar nella dici vescovi fia'quali eravi s. Cesario d'Ar-
sua provincia le sue definizioni, portate les,ed anche probnbilmente Alethio di
nella Gallia da Nicasio vescovo di Die, Vaison, vi fecero 5 canoni. Vi si ordinò
che vi assistè mandatovi da'vescovì gal- che, secondo il costume d'Italia, tutti i
licani. Tra le altre cose fu ordinato il sacerdoti di campagna riceveranno in ca-

canto del Trisagio, e che in tutte le chie- sa loro i giovani lettori, che sono mari-
se si canti o reciti al termine de' Salmi tati, per educarli e formarli come buoni
r inno della glorificazione della ss. Tri- padri, facendo loro impararci salmi, leg-
nità: Gloria Patri et Filio, et Spiri- y gere la s. Scrittura, e istruendoli soda-
lui Saneto, con l'appendice: Sieuterat mente nella legge di Dio per prepararsi
in princìpio, et mmc^ et semper, et in de' degni successori. Meglio già ne par-
saecula saeculorum. Amen. Aggiunta lai nel voi. LXllI,p. 3i3. IlNovaes nella
ordinata dal Niceno,e quanto al dirsiilo- Storia di s. Damaso /, corregge quelli
po i salmi prescritta dal concilio di Vai- che ullribuirono a tale Papa il doversi
122 VAI V A I

dite nel fine de' snimi la dossologia del Fnyvoda^ lo defini-


ticolo Va'ìK'oda \>ul
Gloria Filtri [V.), a cui il Niceiio ag- sce colle PwìdcUe Tiircico di Leoncla-
giunse il Sicut eratj pei* opporsi agli a- vio: raivodae nomen genera lilcr signi-
riani; ed aggiunge:» Ma il dirlo tulio fica t Praefectiun milìlum^ quem Capi-
nel line de'saijni non fu slabilmente co- tancuni vulgo vocant. Sed apiid hitti'
mandalo dalia Cliiesasì preslo couìc al- garos ut clini sic etìani hodic duae
, ,

cuni credono; forse non fu ordinato pri- sunt appellatìones administralionwii


ma del concilio di Vaison in Francia, ca- maxiniaruni. Una Frani, altera Fai-
libralo nel 529, nel quale se ne Irova la vodae. Faivodae vero Praeses dicilur^
j /volta il decreto'Mnoltre nel concilio di loco Regis administrationeni hahens in
Vaison si ordinò che in lulte le chiese aliqua Provincia^ pula Transilvania ,
delle Galliesi dicesse nella messa la pre- Valacliia niajori, Malachia minori^ ec.
ghiera o introito Kyrie elcison (^'.), ed Nella Russia dicevansi vaivodi i Cover-'
eziandio al mattutino e al vespero; il che natori delle principali città dell'impero.
meglio slcibili nelle Gallie il concilio di Si chiamavano altresì vaivodi i palatini
Uazas neli'istesso anno, e non nel 1.529, governatori delle provincie di Polonia.
come per fallo numerico Tipografico si 1 principi o ospodari di Valacchia e di
legge nel citato articolo. Ed anche per Moldavia non erano riguardali se non
questo il concilio di Vaison fu confuso come vaivodi da'polacchi,i quali preten-
con quello di Dazas. dono che queste provincie, ora dell'im-
o VOIVODA o WAI-
VAIVODA pero di Turchia^ e denominate Princi-
W^ODA, o MlllTZA, oOSPODAROS pati Danubiani, sieno statesoltralte dalla
oOSPODOROS,rmVo^rtc. Titolo ono. repubblica di Polonia dagli antichi go-
lifico slavo di principe o signore, o go- vernatori le allre potenze li chiamano
:

\ernalore principesco, come l'antico vai- ospodari o Despoti {F.). Gli stessi ospo-
\oda di Transihania.CU'ì'ómù^amì Vai- dari di Moldavia e di Valacchia talvol-
s'odico Foìvodie in Polonia,\Palatinali ta presero titolo di ^/ev/;o^rtr. La dignità
il

o Provincie, lequali erano divise inObvo- di despola fu creala dall'imperatore gre-


die, cioè governi o circondari. Nel 1842 co Alessio 111 l'Angelo de'Comneni, che
perc>,uella flessa Polonia, essendo i gover- regnò dali igS al i2o3 in cui fu depo-
ni un tempo detti Vaivodie, divisi in di- sto. Egli stabifi che i despoti sedessero
stretti o Obvodie e questi in circoli o
,
pe' primi presso 1' ioaperatore, al di so-
Powiaty, per ordinanza di Nicolò I im- pra eziandio Augusto e <\A Cesare.
(\e.\V

peratore delle Russie furono cambiate Sebljene il titolo di Augusto fu propria


tali denominazioni: le grandi suddivisio- de'soli injperatori, ed anche dell'impe-

ni chiamarono PoAvialy, le minori


si ralrici loro spose, talvolta fu dato al col-

Okrengi. principati Danubiani di Mol-


I lega ed all'associato impero, ossia all'

dm'ia, Valacchia e Servia (f^.) si chia- alla 1* persona dell'impero, senza che
mano pure Ospodarati, come sinoni- l'imperatore lasciasse di portarlo anch'es-
mi di Vaivodali. Anzi il governo impe- so. Però questi Augusti colleglli dovea-
riale d'Austria da alcuni anni olllcialmen- no esserprima dichiarati Cesari. Il titolo
le die al bauato di Temeswar il nome di Cesare si attribuiva all'erede dell'im-
di Vaivodia, per compiacere un senti- pero, e divenne titolo d'onore, senza che
mento nazionale perchè nella popola-
,
l'imperatore tralasciasse d* usarlo con-
zione predomina l'elemento serviano, e giuntamente a quelli (\* Imperatore e
per averla aiutata in tulle le lolle con- d'Augusto. Gl'imperatori greci portaro-
tro V insurrezione de' magiari in Un- no pure il titolo di Basilévs o Vasileus,
gheria. Il Macii, nel Hicrolexicon, ar- e con questo equivalente anche di Re
VAL VAL 123
(P'^.)^ chiamavano gP imperntoi i Ialini Provincia del nord della Turchia euro-
d'occitleiile, negantlo loro l'altro tl'irape- pea con titolo di principato e di ospoda-
l'atoie. Noiuliineno leggo nella Nolizia rato o vaivodatOj come la Moldavia (F\
de vocaboli del Macri, che Vasileus o colla quale anticamente fece parte della
Re, titolo proprio del solo imperatore Dacia (V.),^mhQf\we chiamate principa-
greco, per privilegio singolare fu conces- ti Danubiani, le notizie delle quali sono

so al re óe Bulgari e defalaccld {^-) quasi comuni, poiché non formatìo ,


per
Pietro, quando uno di essi sposò la figlia così dire,che un medesimo stato, sebbe-
dell'imperatore. I despoti erano ordina- ne governato da due diversi principi,e for-
riamente i figli o i generi degl' impera- male lulte e due dall'antica Dacia conqui-
tori di Costantinopoli. L'autore delle stata da Traiano, essendo entrambe par-
Osservazioni intorno la Malachia e la li integranti dell'impero Ottomano. Cia-

che la Porta Otto-


liJoldavia riferisce , scuna di queste due provincie ha la sua
mana a'piincipi di Valachia e di Mol- politica costituzione , e il suo principe
davia dà il titolo di Foivoda, termine chiamasi Ospoda /'o jsi n on m o di Vaivo da i

slavo adottato da'turchi, che corrispon- (/^.). Oltre la somiglianza de' due paesi,

de in italiano a condottiero d'armata e ; quanto all'aspetto naturale, ed loro pro- i

volgarmente li chia mano i?<y, nome cor- dotti, i loro abitantijChe secondo alcuni so-
ii>pondente a principe; ma lo slesso tito- no tulli d'origine rumena e di tjuella che
lo di Bey dà la Porta al principe di Ser- dirò, i loro costumi , le loro abitudini e
via (/^.), non meno che a quello di Tu- la lingua sono in molle cose identiche in
nisi (^.)j nel qual articolo dissi che quel- modo che ne' loro rapporti politici col-
lo di Algeri si chiamava /9(y dalla Por- r Europa, fa sì che tutta
la regione che

ta, come appella quello di Tripoli [F.) li comprende,denomini ordinariamen-


si

o Pascià , vocaboli tutti di cui riparlai te col nome di Moldo- Valacchia, co-
a Turchia. Inoltre la Porta chiama col me ancora questi principali prendono il
nonie di bey, secondo il detto scrittore, nome di Moldo- Valacchia egli abitan-
i ministri residenti in Costantinopoli, ed ti moldo-valacchi. Non mancano alcuni
i pascià lo danno a'consoli delle potenze di osservare, che sebbene i due popoli non
estere. Aggiunge che la corte di Vienna sono l'uno dall'altro separati che da un
a' vaivoda Moldavia e Valachia dà i
di ruscello, questo basta tuttavia, malgrado
titoli d' Altezza e di Principe^ e quella tanta affinità di sangue , d' origine e di
di Russia li chiama Gospodar , parola destino, a stabilire tra'figli d'una stessa
slava corrispondente a Signore o Padro- madre molte differenze di linguaggio e
ne, e tralasciandosi la lettera iniziale, di- di carattere, t moldavi sono generalmen-
cesi co Qiun emente Ospodar e Ospoda- te più gravi de'valacchi, e siffatta carat-
ros» Essi poi ne' loro diplomi in islavo teristica differenza che li distingue da'val-
usano questa formola: Io per la grazia lachi loro vicini, viene in gran parteattri-
di Dio Gospodar dell'impero Falaco o buita al continuo contallo in cui si sono
Moldavo, lo NN. Vojvoda. ti ovati co'russi già loro protettori. La po-
V alacchi A o VALACHIA oVAL- polazione generale di questo paese, secon-
LACHIA, io turco Ac-Iflac o hlac (e do teceoli calcoli, è di circa 4 it'ilioni, di
anticamente Carahogdana o paese del cui2,5oo,oooper la Valacchia e ,5oo,ooo i

grano nero, per la quantità che ne pro- per la Moldavia; enumerazione die sem-
duceva, e Tolomeo la disse pevcìb Negra brando eccedente, poi parlerò di loro sta-
Bogdonia o regione del Bogdano) in
, , tistiche, le quali però sono quasi tulle dif-
valacco Zara-Rumaaaska , o Zara Pio- formi, e secnbra che ancora non si cono-
manesca (vale a dire paese de' lomani). scano perfellameule le cihc positive. I
ii4 VAL VAL
principati in discorso sono limitali al nord parte centrale ed al sud védonsi pingui e
e tiii'esl dalla ctttena de'nionti Etcinio* vaste pianure, ritagliate da fertili valli e
Carpazi, situali fra loro e leprovincie au- romantiche. Poche contrade vi sono più
slri.'iclie di Temeswar, di Transilvonia favorite dalla natura, e potiebbero pre-
e di Biikovina. Il Pruth serve loro di con- sentare più estesa coltura se più vi ve-
fine dalla parte della Russia , e il Danu- gliasse il governo, e le proprietà fossero
bio, cine II bagna al sud, e li unisce olla più rispellate , il che è da sperarsi per
Turchia più di quello die li divida. Egli quanto si va ad operare nella sua poli-
è questo in generale un paese di pianura tica sistemazione. Non
deve tacere, che si

solcato da nioltu fiumi che corrono dal negli ullimi anni l' agricoltura vi avea
nord al sud per gettarsi nel Danubio^ il non poco avvantaggiato, poiché si os-
più gran fiume d'Europa dopo il Volga, servò che produceva il doppio di prima.
il clima (Ielle provincie Danubiane è mol- Il fiume principale si è il Danubio,!! qua-
to variabile: tuttavia le loro risorse sono le scorre dapprima lambendo i confini
assai considerevoli; le terre vi sono ferii* meridionali, poi si volge e ban:na alcune
lissime, e grande la quantità del bestiame. parti dell' oriente e dell' occidente della
Basta gettare gli occhi sulla carta geo- provincia. In lui fiume si scaricano tutti
grafica per esser convinto, che per que- gli altri che scorrono nella Valacchia. Le
sti paesi stretti fra'Carpazi, il Mar Nero loro regolari inondazioni e traripamen-
e il Danubio , la libera navigazione di ti,nella maggior parte, formarono ad am-
questo fiume è una questione di vita o be le sponde paludi che rendono l* aria
di morte. Premesso questo rapido e ge- malsana nelle vicinanze; abbandonale, fi-
nerico cenno, indispensabile agii inlimi nora non si pensò a prosciugarle. Acco-
rapporti tra' due pruicipali, e per le al- glie il Danubio in questo paese gran nu-
tre comuni notizie che dovrò riferire, sì mero d' affluenti, i più considerabili fra*
antiche e moderne, torno all'argomen-
sì quali sono l'Alt, il Chyl, l'Ardijk ingros-
to che mi propongo compendiosamente sato dalla Dumbovitza; la J.ilovitza e il

svolgere. La Valacchia propriamentedet- Serelh, che si accresce col Bulzeo. Breve


la confina al nord colla Transilvania, da è l'iuverno, ma in generale rigido e tal-
cui la separano Carpazi; al nordest col-
i volta molto freddo, il che si può attribui-
la Moldavia, con cui ha per limitili Mitku re alle regioni fredde del nord, non meno
ed il Serelh; all'est ed al sud colla Bul- alla condizione trascurata dell'agricoltu-
garia, dalla quale trovasi disgiunta me- ra; il caldo iiell'eslale è sensibile, massi-
diante il Danubio; all'ovest colla Servia, me ne'paesi in pianura. L'aria è salubre,
•verso cui la limita lo slesso fiume; e col- per cui poche sono le malattie, le più co-
r Ungheria dove la C/.eriia forma una muni essendo le febbri intermittenti e bi-
parte del confine. La forma sua é quella liose. Nou sono rari terremoti. Il suolo i

d'un elissi allungala dall'est all'ovest, del- del nord corrisponde alla natura monta-
la lunghezza di circa loo leghe, con 4^ gnosa del paese; nelle pianure e valli del
leghe di larghezza media e la superficie sud è in generale pingue e ferace. Ma non
di 3ooo leghe quadrate. Altri notabil- occupandosi i valacchi che pochissimo
ineule diminuiscono l' estensione a i 200 dell'agricoltura, sì privilegiate campagne
miglia quadrate; ma il celebre Balbi seuibrano abbandonate, e mostrano ap-
dice che la Valacchia si forma da una pena alcuna traccia della coltura europea.
superficie di 21,600 miglia quadrate. Nondimeno sui campi crescono le biade
Vuriatissiraa è la faccia di questa con- senza fatica e concime; 1' ubertosità e la
trada; montuosa nel nord, dove i Carpa- fertilità del terreno principalmente pro-
;ii aggettano copiose ramificazioni; nella duce gran quantità di grano turco , mi-
VAL VAL ìi^
glio, orzOjlegumi; del maiz gli abitanti del- sego, lino, canapa ec. Il suo commercio,
ie campagne formano la base del loro a- in rilardo quanto la sua agricoltura e in-
liroento. Si abbonda di frutti di varie spe» dustria, è precipuamente in mano degli
eie, e si ricava copiosa qnanlilìi di vino ebrei, de'greci e degli armeni. La Valac-
comune e in parte buono. Più confacen* chia non conia monete, però vi hanno va-

te all'indole del popolo valacco, amante lore quasi tulle lemonete de'principi re-
di libertà, si è la pastorizia. I pascoli sono gnanti d'Europa. L'arma del paese è uà
ottimi e vastissimi, ed alimentano nume- Corvo nero con un anello nel becco o Lu-
rosi ed eccellenti armenti di bestie bovi- na e la Croce, sopra un colle in mezzo al
ne e pecorine, né mancano i buffali : le sole. Le armi di Moldavia esprimono una
pecore sono di 3 specie, le quali poi dan- testa di Bove. Braila olbraila e Galatz so-
no origine alle 3 differenti qualità di la- no le due città, in cui maggiormente vi
ne che vengono messe in commercio. I ha commercio: esse sono la scala com-
cavalli sono in generale di bella razza, e merciante della Valacchia , ed ivi sono
molto somiglianti agli ungheresi ; nelle grandi depositi di grani sì nazionali che
selve delle parti più incolte inconlransi stranieri. Nelle medesime la maggior par-
nello slato selvatico. Visi trova una quan- te de' negozianti sono tedeschi e
greci,
tità prodigiosa di selvaggina d'ogni spe- italiani. Galatz è sempre frequentato da
cie, massime cinghiali, cervi e orsi. Fra buon numero di navi nel suo porto. Il
gli uccelli primeggiano le cicogne, tenu- movimento commerciale di Brai-
florido
te di buon augurio, per cui si lasciano ni- la e di Galatz è in notabilissimo e pro-
dificare sopra tutte le case: vi sono inol- gressivo incremento ne' loro porti, come
tre beccacce, galli d'Jndia,colombi, anitre può da quello del i852, riferito
rilevarsi
e oche. Le locuste sono la rovina de'cam- dui Giornale di Roma del 1 853, a p. 9 5. 1

pi seminati, le zanzare sono il tormento Il commercio valacco va ora sempre più

degli abitanti, specialmente alle rive del prosperando, mediante la navigazione a


Danubio, dove Ilaria è malsana. I boschi vapore sul Danubio introdotta, la quale
offrono ricco pascolo di ghiande pe'ma^ sarebbe compita se i bastimenti potessero
iali. Ogni casa ha i suoi alveari, e tiene montare le cataralte, che incontransi a

mollo pollame. I primarijDrodolti mine- Scaladova ed a Neu-Orsova. Si progettò


rali consistono in sale e nitro; oltre le sor- un canale, ma l'impresa è gigantesca; in-
genti minerali, visi trovano metalli d'o- tanto anni addietro si andò facendo luti»

g»»i qualità, e si è talvolta trovalo qual- ghesso fiume un comodissimo stradale.


il

che poco d'oro nell'arene de'fìumi. 1 bo- Nella Valacchia le strade non hanno qua-
schi contengono legname da costruzione, si traccia; si attraversano quelle spaziose
che nell'Europa si va sempre facendo più campagne alla ventura, ed i carri benché
raro. I rapporti del paese furono finora leggeri sono tirati da molle paia di bovi.
molto sfavorevoli all' industria. Non po- Le poste sono affatto singolari ,
perchè
lendo vantare notabili manifatture, e la consistono in una specie di carro, basso e
fabbricazione d'oggetti grossolani occu- angusto, che appena contiene una perso-
pando una gran parte de* 100,000 boe- na, unito insieme alla meglio con chiodi
mi circa che vi stanziano, tuttavia il va* di legno, le cui parli sembrano ogni mo-
lacco colle proprie mani soddisfa a tulli mento volersi separare; le ruote non han-
i bisogni interni del paese. Oggetti prin- no cerchi di ferro, ed un po'di paglia ser-
cipali co'quali commerciasi, sono cereali, ve di cuscino per sdraiarsi. Quattro bel-
animali, talco, lana, seta, formaggi , re- lissimi cavalli corrono a rompicollo. La
sine, pelli, corna, cera, miele, pesci, pelli Valacchia, di cui la capitale èEucharest,
di lepre, sale, nitro, tabacco, It^gQa, vino, dividci^i in Grande e l'iccola Valacchia.
ii6 VAL VAL
Ln Grande o maggiore Fdlacchia al- lai nome in modo pittoresco. La grande
l'est, è divisa in parie superiore all'est o e piccola Valiicchia è divisa ne' 18 nomi-
occidentale, o Zara de Sitss; ed in par* nati distretti, che in tutto contengono 2Ci
le inferiore all'ovest o orientale, o Zara città,!5 borghi, e 356o villaggi formati
de Choss. La i
."
coniprenile i distretti se- nella piìi parte in capanne di legno, e
j^uenli; Ardjicli, Dumbovil^a o DuQibro- situate in mezzo a vaste campagne, nel-
\vic, IMiuilchel o Munstoliel, Olloul o la maggior parte incolte. Ogni distretto

OltidoOllos,Teliorman,Vla'>ka. Ardjicli ha una magistratura speciale di gover-


ha per capoluogo il borgo omonimo, il natori, i cui membri sono eletti dall ospo-
quale era un tempo la residenza de'prin- daro, che suole scegliere il più degno de*
cipi del paese. Dumbovilza o Duuìbrowic candidati a lui proposti: questa magistra-
pare che abbia preso il nome dal Oiune co- tura si compone di 3 boiardi o nobili,!
sì chiamalo, celebre non solo perchè seco quali prendono il nome d'ispravniki, e so-
trascina de' granelli d' oro, ma pel buon no neir anìminislrazione attentamente
pesce che somministra e per la dolcezza sorvegliali da un giudice e da un sa-
di sue acque : nel suo distretto è Tergo- messi o ispettore. Ogni distretto poi è
M'/7r. (/^.), sede arcivescovile e metropo- suddiviso in comuni denominale plaza, in
litana della Valacchia superioie, già ca- ciascuna delle quali vi è un esattore del-
pitale di tutto il principato e residenza del le contrUiUzioni. Ciascuna città ha pari-

voivoda sino al1698, la quale fu allora menti un consiglio municipale composto


trasferita a Ducharest; perciò la piccola di 4 individui, il quale deve amministrare
città decadde successivamente. La parte il paese, quindi può imporre aggravi,(pia-

inferiore contiene i distretti seguenti: Bu- lora l'esigono le circostanze: ogni anno
zeo o lìouzeo , con città di tal nome per però egli deve sottoporre a' ministri lo
capoluogo, residenza d'un vescovo greco slato attivo e passivo della sua ammini-
scismatico; Brankilow oBraila o Ibraila, strazione. 1 membri componenti il corpo
situata sul Danubio e tenuta la più com- municipale vengono scelli fra* cittadini

merciante della Valacchia, con porto fre- possessori almeno d'immobili del valore
quentatissimo. Ola con case di legno co- , di 2800 franchi, e sono nominali da u-
me lo sono le sue numerose chiese, tra le na deputazione, che viene formala di no-
quali primeggia quella di s. Nicolò, innal- bili e di proprietari d'uno stabile per lo

zata in mezzo ad una piazza da INicolò I menod'800 franchi. L'autore delle Os-
imperatore delleRussie; llfow, il cui ca- sensazioni storico-naturali e politiche
poluogo èBucharest, Jalomnitza o Jalo- intorno la Malachia e Moldavia, Na-
\ilza,Rimnik, Prohova e Sekujen. La poli 1788, che fece lunga dimora negli
Piccola o minore Valacchia, ch'è all'e- stati ottomani, colla cognizione della mag-
stremo lato occidentale della Grande ^ e gior parte delle lingue antiche e moder-
dicesi pure Transalpina, ha per capoluo- ne parlale da'popoli, e stanzialo per i i

go Craiova o Crajowa, grande e regolar- anni nella Valacchia e Moldavia , e ne


mente f d)bricata a pie de'monti, e abbrac- raccolse le nozioni più interessanti, rife-
cia i distretti seguenti: Chyl mferiore od risceche a suo tempo le città principali
Ollzi o Doltzi, con Craiova per capoluo- Bucharest capitale della Valachia, e/<r/55t
go; Chyl superiore oGorlzi, Mehendilzi, (F.) capitale della Moldavia, si potevano
liomautzi,e Vulcia o Voultcha. Altra cit- piuttosto chiamare grandi villaggi che
ta nolabiledella Valacchia è Giurgevo sul città, essendo composte di case e casuc»
Danubio, già con buona fortezza, ma è eie, con grandi giardini e cortili occupan-
turca perchè appartiene al sangiacato di ti grande spazio :dopo la guerra colla
Huslchuk, sorgendo iu fucciu alla città di llussio,Qclle due citlà si fabbricarono moi-
VAL VAL 127
(i palazzi e case di pietra, vaste e comode, trattalo concluso tra la Porta e la Russia
un solo piano senza siiniiìetria e
n»a d* e segnato a Pietroburgo a'ag luglio 1 834»
ordine. Prima usavano tetti formali di i questo paese venne governato costituzio-
tavolette, poi si formarono di tegole di nalmente da un valacco, il (juale era no-
terra cotta ad angoli acuti, afììne di faci- minato a vita dall'assemblea nazionale
litare lo scolo delle nevi, onde non soc- composta di 5o boiardi della i.'' classe, di
combere ai loro peso, ed in tutte le stan- 60 della 2.', di due vescovi diocesani e di
re si posero stufe per riscaldarsi T inver- due deputati di ciascun distretto, non che
no. Nel centro delle città vi sono i mer- da'delegati delle città. Il penultimo prin-
cati air uso di Turchia, dove si vendono cipe però venne direttamente nominato
merci ordinarie e commestibili; le botte- ospodoros o ospodaro della Valacchia dal
ghe per lo più erano di legno e terra in- gran sultano di Turchia e dal czar delle
tonacate con calce, e le strade coperte con Russie. L'ospodaro era subordinato al se-

letti di tavole. Nel recinto de' mercati sì nato o assemblea costituita del metropo-
trovano de'convenli cinti di buone mura, litano che n'era presidente, di due vesco-
che nel chiostro porticato hanno diverse vi diocesani, di 20 boiardi e di 18 depu-
botteglie o magazzini per le merci piìl tati de'dislretti, oltre i rappresentanti del-
ragguardevoli. Di Bucharest o Bukarest la città di Craiova. A tale assemblea ap^
dirò in fine, parlando del vicarialo apo- parleneva il controllo degli atti del gover-
stolico. Quanto a Jassy, notizie recenti la no, l'autorità di suprema corte di giusti-

dicono edificata principalmente in legno, zia e di ultima istanza in tutti gli alfaridi
tranne alcuni grandi edifizi, ed abitata da stato, la sanzione delle leggi, e l'approva-
4o,ooo anime, altri dicono meno; mol- zione de' diversi ministri che il principe
to commerciante, e mercè l'accademia e- destinava alle incombenze dello stato. La
8 4> il Basilianum riaperto nel
relta nel 1 1 legislazione, confrontata con quella de*
i83r per le scienze di diritto e per lo paesi civilizzati d'Europa, era ancora im-
studio di lingue, non che pe'floridi istitu- perfetta, nondimeno negli ultimi anni a-
ti letterari, !e sue tipografie e le gazzette vea migliorato di condizione.il codice pro-
che vi si pubblicano, ha acquistata un'im- mulgalo nel 18 18 ricevè molte modifica-
portanza letteraria piuttosto grande nel- zioni ne'successivi anni, a segno che dal
la regione. Gli abitanti della bella città di 1834 in poi moltissiini cambiamenti si

Jassy sono scalili e pieni d'intelligenza; operarono. Le leggi civili furono la mag-
il loro vesliario nazionale è mezzo polac- gior parte desunte dalle Pandette e dal
co e mezzo turco; le doime moldave, pe' codice Napoleonico. Il codice di commer-
vezzi del volto e per l'eleganza delle ma- cio è il francese senza veruna modifica-
niere, si accostano tanto al tipo della bel- zione. L'antico divano per amministrare
tà polacca, quanto quelle di Valacchia si la giustizia si componeva di quelle cari-
avvicinano al tipo<lella bellezza delle fem- che descritte dall'autore dtìU'Ossen'azio-
mine orientali. Dell'antico governo del ni, di cui era presidente e tenuto quasi
principato parlerò in progresso, dirò qui oracolo della legge l'arcivescovo metro-
soltanto di quello ultimo, mentre ora si politano di Bucharest , come del divano
sta operando la sua riorganizzazione, in di Moldavia era quello di Jassi, ed ve- i

lino a quello della Moldavia, discutendo- scovi di Rimnico e di Buzeo ne facevano


si anche suH' unione de'due principati e parte. Regnando il principe Alessandro
quanto altro accennerò a suo luogo. La Ghika, ninno venne condannato a morte,
Valacchia essendo governata da un vai- e da ciò alcuni vollero dedurre, che nel-
voila, che mandava la Turchia, sceglien- la Valacchia la pena di morte fosse abo-
dolo fra'greci del Fanar; indi in virtù del lita; il che proveaae dall'essersi tramuta-
laS VAL V A L
ta In penn cnpitnle pionunziala su diver- no gli uhimi di essere immuni dal servi-
si rei, in mi caroeie |)ei|jeluo o nc'lavo- zio cnilitart*. Le saline costituiscono il 3.

ri follali. Le pubbliche carceri sono a lUi dell'entrala dello slato: ogni annosoglion-
cburest, a Giiirgevoeil a Craiova. 1 con- si spedire fuori da circa \i milioni dV j
dannali a'publ)lici lavori sono irnpie£»ali che di sale, e nel paese ne vengono consti-
alle saline, lavoro penosissimo, che mol- ujale da 4 milioni. I beni stabili che pos-
ti ne rinmn^ono villima. Ulliniainenle si siede lo stato sono allìtlali , perchè ser-
diniiniiiiono nofabibnenle i delitti, e me- vano di pascolo o perchè siano messi a
no frequenti e quasi rari gli assassinii e i coltura: oyarit si chiama quell'imposizio-
furli; beneficio grandissimo, dovuto prin- ne , che pagasi pel pascolo. Gli oggetti
cipalmente a^li inestimabili sforzi del ge- d'impori'azione pagano il 3 per 100, e co-
nerale russo RisselelF, per condurre i va* muneme ite sono sottoposte alla gabella
lacchi a qualche civiltà. Vi dovea essere le cose dette di consumo. In maniera tal

eguaglianza di diritti per lutti , ma gli lo stalo ebbe nell'anno 1827 un reddi-
sforzi dell'uUin)oospodaro non poterono to di 1 4,633,1 18 piastre, e nel 1840 di
svellere del tulio gli abusi, che esistenti 19,500,000; la qual somma serve a pa-
da tanti anni hanno preso forza di con- gare l'annuo tributo di 1,400,000 pia-
suetudine. I boiari sono in possesso de'po stre al gran sultano, e a coprire le spese
sti più in»porlanti e che rendono di più. della nazione, le quali a detta epoca era-
All'ospodaro era fìssala una listacivile di no sempre minori dell'entrata; e per tal
700,000 piastre, ed il tributo, chiamalo modo, non essendovi a fronte di tanti ,

dono annuo, ch'egli paga alla Turchia è mali sollerti, nessun debito pubblico, o-
di 600 borse, ossia 3o,ooo fiorini (1' o- gni anno vi avea un avanzo, che veniva
spodaro di Servia vassallo indipendente impiegato nell'abbellire la capitale e nel-

della Porta, iodipendeiica acquistata dal- l'eseguire lavori di pubblica utilità. Quan-
la nazione a prezzo di sangue , è tenuto to alla milizia, riferisce l'encomialo ab.
all'annuo tributo di 2,3oo,ooo piastre . Zanelli, che tutta l'armata si componeva
turche): altri liporlano diverse cifre, co- di 4 reggimenti di fanteria e d'uno di ca-

lue duo. Il eh. ab, Domenico Zanelli nel valleria , che in tutto formavano 5, 000
t. 8 AeW Album di Roma yCow 3 articoli uomini. Pel servigio militare le comuni
pubblicò nel i%/y\ Cenni storici della
: dovevano dare un numero determinato
Moldavia e della ^«/^cr/im. Egli dichia- di uomini, passando una mercede a' de-
rò: » La Moldavia e la Valacchia sono stinali pel medesimo, le famiglie de'quali
due stati di cui poco o nulla si conosce
, si esentavano dal testatico. Il vestiario de'
presso noi; per cui volontieri e minuta- soldati mollo somigliava al russo, ed i

mente ci occuperemo di loro in questo comandi usali nelle manovre erano una
giornale, esponendo in appositi articoli le abbreviazione del linguaggio russo. Ol-
vicende e lo stalo attuale di questi paesi, tre la truppa di linea era vi ancora la

che pure cominciano a incivilirsi".


essi guardia civica e i soldati destinati a cu-
Parlando delle finanze, dice che nella Va- stodire i confini dalla parte dell'Austria,
lacchia costituisce il pubblico reddito il oltre le stazioni del cordone sanitario.
testatico, i beni dello stalo, le saline e le Passando a parlare dell' istruzione pub-
gabelle. Al testatico sono sottoposti tutti blica, della lingua e della letteratura, ri-
i paesani e i mansili o boiardi, della 4- porla le seguenti notizie. L'istruzione è
classe; colla dilferenza però che i primi dilTosa dappertutto; ogni grosso villaggio
pagano per ciascuno 3o piastre all'anno, ha mia scuola per imparare a leggere,
isecondi 45; la quale differenza viene pe- scrivere e far di conti, sostenuta a spese
lò ricompensala dal privilegio che haa- del comune.Uucharest avea 4 scuole pub-
V A L VAL 139
hliolie, moltissime private, sia pe'flinciul- valacco, imprese a tradurre Topere irre-
li, sia per le fanciulle: vi ha un liceo det- ligiose e immorali di Giorgio Sandl A
to anche accademia, la quale era frequen- Bucharest viene pubblicato anche un gior-

tala da 5oo scolari, i quali vi op[)rendo- nale in valacco, e due a Jassy; ma molti
no la grammatica delia lingua valacca. la erano costretti a trattenersi dal pubbli-
lingua francese, la greca moderna eanti* care loro scritti pel gran dispendio della
i

ca, la geografia, la storia^ la matematica, stampa. A Bucharest vi è una tipografia,


la filosofia, apprendono anche
e alcuni vi la qua le comunemente si occupava d'ope-
lei'f'i e vi ricevono la laurea. L'ab. Za- re greche (stabilita nel principio del secolo
nelli, che la visitò, se ne dichiarò malcon- passato da un arcivescovo greco, ed i tor-
tento. I giovani che amano fare un corso chierano principalmente impiegali nel
compilo di studi passano alle celebrale
,
stampare libri liturgici,cheogni prete era
i

università di Germania e a Parigi, ed al- obbligato acquistar a caro prezzo di quan-


cuni vi sono mandati a spese del gover- do in quando). Né le arti belle sono di-
no. Anche a Craiova vi è wx collegio, ch'è menticale, qualche giovane vi ha mostra-
tenuto in qualche stima. L'amore del- to vocazione, ma indarno avrebbe potu-
l'imparare si dilFonde nel paese eziandio to trovar una guida nella sua patria, do-
ne'campagnoli adulti. La lingua de'va- ve non si vede un quadro o una st'jtua
lacchi è povera e rozza; nondimeno tie- d'un mediocre artista.Le slesse chiese non
ne della soD3Ìglianza col latino, col gre- presentano che piccole immagini di santi,
co e col tedesco; alcune parole si ravvi- le quali in nulla differiscono da quelle

cinano all'italiano (altri la dicono ricchis- delle di scuola greca, che ci sono ancora
sima di elementi slavi e latini, un miisto rimaste o che risalgono a'secoli XI e XI F,
di latino corrotto e di slavone; altri la Il principe Alessandro Ghika , amatore
dicono derivata dal latino, come l'italia- delle belle arti, pensò inviare alcuni gio«
na, la linguadoca e la catalana. I valac- vanijChe ad esso mostrarono disposizioni,
chi delle classi elevate hanno una gran in luoghi ove esistonograndi modelli e va-
predilezione per la lingua italiana, ed al- lenti maestri, come Migulich a Parigi, e
cuni di loro mandano i figli a studiare a Tommaso Constanzin a Roma. In tal ma-
Padova. L'idioma francese è poco stu- niera, é da sperare, essi potranno dilfon-
diato, ed il tedesco trovasi sparso nella dere la coltura dell'arti sovrane ove mai
sola classe mercantile). Essa fu sempre esistette. Leggo nel t. 17, p. 267 , dello
negletta e sono pochi anni che venne
, stesso Album di Roma del i85o la de-
scritta una grammatica (in islavo valac- scrizione sopra un dipinto a olio di Gior-
co nel iBSy fu stampato a Rermanstadt gio Tattarescko di Valacchia, col disegno
da A ndreaClemen*;: A/e/^/V.y TVaLadiisch- inciso,esprimendo laReligione fondamen-
Df.Htschy and Deutòch-I F^alachìsches to d'ogni civiltà. Imperocché la Dacia,
werlerbuch). Ora però viene assai colti- oggi Romania o Valacchia, dopo l'incur-
vata, e molti uomini d'ingegno non più sioni de'traci cadde in uno stato di squal-
in greco o in francese, ma in valacco a- lore;e di modo che suoi popoli, perden- i

mano esprimere, scrivendo, i loro pensie- do vincoli sociali, trassero dispersi una vi-
i

ri: e in tal maniera hanno dato vita al- ta agreste in tante piccole famiglie e tri-

la letteratura nazionale, che agradi a gra- bù. Le sue città erano atterrate, il suo
di andrà progredendo. Già si sono fatte culto , le sue leggi , il suo commercio e
alcune traduzioni in valacco di qualche osni mezzo di civiltà estinto* La luce del-
dramma, d'alcuni romanzi e di poesie. la religione rivelata apparve su questa
Una società di dame di lassi, capitale del- terra, e per lei rifiorirono le scienze e le
la Moldavia , dove si parla egualmente arti, e quanl'alUo può prosperare e ren-
VOL. LXXXVII. 9
i3o VAL V A L
dere cullo e felice un popolo. Luigi Ab* quietò una gran quantità d'anelli in di.i^

bali, autore della desciiz/ione, encomia il manti e ne rivestì le sue 4o dita. L'ef-
pittore \alacco, peicliè ue'5 anni di sua fetto di quelita riunione di brillanti è ma-
residenza in Roma seppe arricchirsi di gico ,
poiché muovendo le 4 luani sulla
queVaii pregi che leniiono illustri mae- i tastiera di ebano, si vedono miriadi di
stri dell'arte; lodando pure 1' accuratez- scintille; e per un'innovazione bizzarra,
za del disegno, la vaghezza del colorilo, ha costrutto in ebano i tasti del proprio
la nobiltà delle fjgure,primeggiando quel- pianoforte,! cui tuoni minori al contra<
le della Religione e della Rumonia per- 1 io sono La sicurezza
costruiti in avorio.

sonificala e abbattuta, le vive espressio- e una migliore legislazione hanno mollo


ni, l'armonia, la diligenza e lo studio del giovato alla sorte de'contadini; da 20 an-
detto quadro, ^'otizie più recenti riferi- ni sono innumerevoli i progressi della
scono: L'istruzione rapidamente svi-
si è coltivazione, dell'industria e dell'incivi-
luppata nella classe ricca de' moldo-va- limento. Sulla religione e costumi , rac-

lacchi, quali quasi (ulti sanno il france-


i conta l'ub. Zanelli. 1 valacchi professano
se e l'italiano, e vanno in grande nume- la religione greco scismatica ; e le loro
io a fare i loro studi in Parigi, o in altre ])ratiche religiose sono grossolane, senza
Giornale di Roma del 85i,
capitali. Il 1 scopo morale , superstiziose. Moltissime
a 892, narra che fu presentato all'im-
p. sono le chiese, e alcune le fece innalzare
peratore INicolò 1 un fenomeno musica- r iu)peratore delle Russie defunto, che
le de'più straordinari, cioè Federico Roltz amava farsi conoscere il sostenitore del-
giovane valacco il quale è nato con 4
, la chiesa greca separata dalla cattolica. I

mani; il più strano si è che ciascuna di preti greci valacchi dividono col popolo
queste mani ha io dita. Educato nell'età l'ignoranza e la dissolutezza, la quale è
di i5 anni da un russo che gl'uisegnò a penetrata per anco ne'chiostri de'mona-
suonar l'organo, indi egli lavorando da ci e delle monache. INella Valacchia essi

se solo giunse ad un grado straordinario erano i referendari politici del czar di ]*ie-

d'ingegno e di forza. Questo sorprenden- Iroburgo. Tutto il clero valacco dipende

te pianista si fece meccanico e potè, mer- da un sinodo composto dell' arcivescovo


cè combinazioni, aumentar d'un' ottava di Bucharest e de'vescovi, quali sono ol- i

e mezza l'estensione della tastiera de'pia- Iremodo ricchi. All'assemblea nazionale


iioforli ordinari. L'istrumento da se co- appartiene la nomina de'vescovi, che di
strutto è un vero capolavoro. Roltz cam- recente eiansi emancipati dalla dipen-
biò con vantaggio le corde acute del pia- denza del patriarca loro di Costantino-
noforte, facendole da fili d'acciaiocom'e- poli, facendosi dipendenti dell'arcivesco-
lano, in fili di platina galvanizzali. La sua \odiBucharest,il quale ha l'annuo reddi-
costituzione è eccellente, e niente nel suo to di 20,000 ducali d'oro per se, e 7000
esterno rivela la strana conformazione pe'poveri: tutti i vescovi sono pagati dal
de'suoi avambracci. Soltanto dal gomito governo. 1 papaso preti inferiori sono po-
in giù il braccio Ciasctmo de'
si biforca. verijda'proprietari ricevono una porzione
4 avambracci è perfettamente conforma- di terre, che coltivate danno loro con che
to, e composti d'un radio e d'un cubi- vivere; e per vivere meglio fanno un traf-
to,come nell'uomo meglio formalo. L'im- fico indegno del loro ministero. Anche i

peratore, dopo avere udito suonar da lui conventi sono ricchissimi, e questi sono
il suo strumento, lo ricolmò delle mag- dipendenti, altri dal patriarca scismati-
gioriprove di generosa bontà. II suo e- co di Gerusalemme, altri dal monastero
ducalore morendo nel i85o gli legò una del monte Sinai parimenti greco scisma-
piccola fortuna, colla quale Roltz si ac- tico (per la disciplina e per reconomico).
VAL VAL i3r
I cosUimi sono generalmente depravali : scovo di Buzeo. Quattro sono quelle di
noco o nessun sentimento di pudore sia Moldavia, cioè l'arcivescovo metropolita-
nel boiaro sia nel plebeo; nel paese è do- no di Jassi (anticamente, come ripeterò
vunque prostituzione e peggio (è sempre in fine , la metropoli era Solzaha)^ ed i

l'ab. Zanelli die parla di cose vedute co* vescovi di Zernauci, di Rommano o Ro-
propri occhi, e conosciute sul luogo da lui manivvaivar, e di Falci. La religione do-
visitalo). Nelle città presso i fiumi il luo- minante greca, per la generale ignoranza,
go de'bagni è il (lume stesso, dove uomi- nel popolo non ha altri principii che quel-
ni e donne, e non quelle del popolo sol- lo d'un cullo esterno e superstizioso. L'ar-

tanto, si bagnano contemporaneamente, ticolo principale nel quale i moldo valac*


distanti pochi passi gli uni dalle altre. A chi fauno consistere la religione, è il fare
Bucharesl di frequente nelTaltraversare i
4 quaresime all'anno mollo rigorose per
ponti di legno, si vedono nuotar pubbli- riguardo alla qualità, non la quantità dei
camente uomini , e sotto le finestre di cibi, edigiunare due giorni della setti-
il

chiunque. Fanciulli già grandicelli , che mana. I confessori sono preti ammo-
appartengono a* Zìngari (f'\)i alF.ilto nu- gliali, ed a'prelati, scelli sempre da'mo-
di corrono dietro a domandar limosina. nasteri de' monaci basiliani, non è per-
Per lutto questo ben a ragione esclama messo il confessare, restando nello slato
l'ab. Zanelli: Oh misero quel popolo che monastico. Il penitente deve dare una li-

vive in una religione impotente a reniler- mosina al che non trascura


confessore ,

lo morale Ragionando di questa Tanoui-


! di racconiandiirgli di far dire ^o messe

mo autore óeW'Osseri'azioni^ narra che in sulìragio de'morli. Si piota pm cullo

incredibile è il numero delle chiese e con- ad «ma Siigra immagine, che al sagramen-
venti che trovansi nelle città e fuori. Tut- lo dell'Eucaristia. In ogni chiesa dicesi
ti i principi e molti particolari ebbero la una sola messa sul fir del giorno, e nel-
vanità di fabbricarne per conservare la la cappella de'principi a tne/za mattina.
loro memoria, e non trascurarono di far La quantità delle feste è inuumerabile,
dipingere internamente sulle pareli i pro- ed in Valacchia si celebra fin anco quel-
pri ritratti e quelli di loro famiglia. Le la del Demonio il 2.° mercoledì dopo l;*a-

chiese sono molto oscure,dipinte interna* squa con infinite superstizioni. Oltre i ve-
mente ed esternamente con figure di san- scovi nazionali , ve ne sono molti altri ia
ti, e colla rappresentazione de'Ioro mira- parlibiis residenti in Valacchia e in Mol«
coli, che non fanno molto onore né al pen* davia, e vivono lautamente colle limosi-
nello, né alla fantasia del pittore. Vi è uà ne de'fedeli, i quali rig^uardano per infe-
solo altare nella cappella in fondo, la cui deli tutti quelli ohe non sono del rito loro.
vista è impedita da cortine, e da un ta- Grande venerazione del popolo pe'
è la

volato dipinto e dorato , come praticasi vescovi. L'uffizio divino celebra vasi anti-
nelle chiese di rito greco. Lungo le mura camente in lingua slava, ignota ài sacer-
vi sono i sedili come ne'cori. Nelle chie^ dote e al popolo, perciò il principe Co-
se principali vi è il trono pel principe, ed stantino Maurocordalo lo fece cambiare
uno minore per la principessa. Nell'ingres- nella lingua valacca, che essendo molto
so s' incontrano i depositi in marmo de* scarsa di termini, la traduzione riuscì ri-

fondatori, ed i loro discendenti vi hanno dicola e poco gustala. I due fratelli Gre-
il diritto di farsi seppellire. La plebe e ciano tradussero in valacco la Bibbia, di-
gli altri si contentano del vicino cimile- venuta rara. La scienza d'un prete con-
rio. Tre sono le diocesi in Valacchia, l'ar- siste in saper leggere mediocremente nel-

civescovo metropolitano di Bucharesl^ il la propria lingua, e cantare. I dottori so-


Tescovo di Craiova o Rimnico, ed il ve- no ignoranti, negano la validità del bai-
i3i VAL V A L
tesimotìegli altri cristiani, e li obblignno, zoni de'ca valli venivano tramutati in bo-
r|iian(lo abbracciano il loro rito, a sogget- iari; trattandosi Ira loro colle parole Ce-
tarsi airimmei'sione.I più mmlerati si con- stili Bojar in valacco, o con quella di
tentano d'ungerli coll'olio santo, facendo J'\'irni{ish in greco, cioè /astra Nobil-
loro sempre cambiare il nome. Alcuni uo- tà. Deplorando l'eccessivo lusso sì degli
mini dabbene istituirono degli ospedali, uomini, che delle donne, e le immorali
principalmente pel morbo venereo; ma i conseguenze, rimarca che la rovina del-
nazionali, quantunque poveri, ci vanno le case nasceva dalle superfluità vane del
con gran dillìcoltìi. Ogni setta e religio- Iraltamenlo. A Natale, a Pasqua e all'As-
ne è tollerata in Valaccbia e in Molda- sunzione , ogni donna dovea vestirsi di
"via, esercitando pubblicamente le proprie nuovo. Si vestivano di stoffa d'Imlia, eoa
sagre funzioni. A tempo dell'autore del- iscialli di cascemir foderalo di zibellini
l' O5^crtv/s/o«z, in Ikjcbarest era vi una o altre pelli preziose russe, e sopra tut-
chiesa luterana, e la sinagoga degli ebrei, te le cuciture ed estremità erano posti
i quali essendo numerosi in Moldavia ot- galloni d'oro o ricami di Vienna : ordi-
tennero in più luoghi di stabilir le sina- nariamente tal vestiario costava 3ooo fio-

goghe. Tornando all'ab. Zanelli, ragiona rini). L'altra classe è quella de' paesani,
ancora della divisione, carattere e costu- la cuicondizione è veramente miserabi-
manze de' valacchi. I valacchi si divido* le.Eglino ricevono da'boiardi una certa
no couìunemenle in due classi, boiardi e quantità di terreni, a condizione che diano
paesani: i vi formerebbero la
negozianti loro il I
0.° del raccolto, i 2 giornale di la-

media, ma sono pochi e la maggior par- voro con un paio di bovi,e senza questi 36.
te stranieri (altri dividano valacchi in 3 i Cbese il paesano non può o non vuol dare
classi: la nobiltà ossia i boiari.il clero,i con- queste giornate, deve darne il valore ia
tadini delti rum un). La parola boiardo denaro, compenso che non viene calco-
significa guerriero e corrisponde alla la- lato dal capriccio del padrone,ma da una
tina parola miles^ titolo d'alto onore ne' deputazione esistente in ogni comune. Il
secoli di mezzo per Europa, ed al-
tutta paesano è ignorante, superstizioso ; crede
trettanto riferisce l'anonimo nell'O^^er- non solo alle streghe,alle fatlucchierie,ma
vazioni. I boiardi sono divisi in 4 classi, al malocchio. 11 valacco è di color bruno,
delle quali 1' ultima è forse la più ricca, in generale d'alta statura, massime nelle
ma la meno considerata; dall'una si può montagne, per lo più d'aspetto fiero, di
passare all'altra in meglio, mediante me- modi rozzi (ordinariamente di costituzio-
rito di servigi prestati. Un soldato fatto ne robusta e coraggiosi, ma abitanti d'uà
uffiziale, un cittadino insignito d'un gra- paese fertile e barbaro sono pigri al- ,

do accademico sono considerali boiardi quanto, ed insieme ospitali e franclii ; i

dell'ultima classe. grande privilegio de*


Il soldati indisciplinali, ma prodi). Il pae-
boiardi delle 3 prime classi è quello d'es- sano si ciba di pane senza lievito, colto
sere immuni da qualunque imposizione; sotto la cenere, di legumi, di carne di pe-
essi sono eccessivamenle dedili al lusso, cora e di latte o cacio agro, di pesce sa-
amano avere molle livree e belle, e gran lato, di cui sono molto ghiotti; è avido
ìsfarzo nelle carrozze, di maniera che vi delie bevande spiritose e beve il cracquit
ha fra loro una gara, la quale finisce poi oacquavila di frumento con tale ingor-
con ridurli in povertà (l'autore dell'O.?- digia, cbe tosto si vede ubbriaco. Egli
sen>azìo?n\ pubblicate nel 1788, riferisce in generale è amante della fatica, pazien-
che nella Valacchia e nella Moldavia Tuo. te,con lento del poco, e di poche parole.
mo il più vile con un poco di denaro era Gli uomini indossano calzoni di latia, una
fallo nobile^e talvolta i facchini e gli scoz- lunga veste di pelle di pecora col pelo;
VAL VAL i33
un bonetto alla cosacca dì pelle d'agnel- spettacoli, i giuochi d'azzardo. In que-
io, e scarpe di pelle non conciata. Le don- conservano ancora costumi antichi
sto i

ne poi usano una camicia che stretta al de'loro vicini ungheri e polacchi, come
collo tocca i piedi , sulla quale portano rileva Anton M/ del Chiaro, Rìvoluzio'
due stretti grembiali, utio dinanzi e l'al- ni moderne della Valacliia, libro stam-
tro di dietro, facenti Tuiìicio di gonna ; pato nel principio del secolo decorso; ma
sul capo una specie di berretto di paglia l'I parte generosa e magnifica cambiòcol
e di crine tessuto; al collo e alle orec- consorzio e dominio de'greci,i quali per
chie pochi o nessuni ornamenti. I boiar- signoreggiarli procurarono distruggere
di sono orgogliosi^ trattano con asprez- ogni seme di virtù. Dopo l'occupazione
za i loro dipendenti, guardano di mal oc- de'russi, i valacchi mostrarono migliori
chio un loro eguale e con disprezzo gl'in- disposizioni. 1 moldo-valacchi prendono
feriori : tutto annuncia la boria non più moglie in tenera età, a scelta della propria
voluta e sopportata a'tempi nostri d'una madre, le nozze essendo accompagnate da
malintesa aristocrazia. Coiranonimo po- usiche la civiltà introdotta avrà elimina-
trei dare maggiori notizie, ma appuulo lo. Non mancano tra'moldo-valacchi ri-
avendo sorpassato le debite proporzioni spettabili famiglie, e persone di merito in
pel riflesso che poco si conosceva la sto- mezzo a tanti disordini pubblici e privati,
ria e i costumi de'moldo-valacchi,ne rac- anco uomini di stato. Il Muratori crede
colsi le nozioni derivale pure dall' ulti- che in Valacchia originarono i zingari
ma guerra d'oriente e dalle loro attua- o zingani, di cui riparlai a Superstizio-
lità sulle quali si stanno occupando le ne, a Servia e ne'luoghi ove sono. Non-
grandi potenze d'Europa, e per qtianlo dimeno, udiamo dall'ab. Zanelli, che li
altromi resta a dire, specialmente sui vide, cosa essi sono in questo paese. « l

tempi ultimi e correnti, con esso riferi- zingani nella Valacchia e Moldavia sono
rò solo. Che i difetti e i vizi di questa na- nientemeno che più di 25o,ooo. lo non
zione deiivavano dal governo dispotico mi arresto a tracciarne l'origine: chi ne
e già tirannico, e da una pessima pubbli- avesse vaghezza consulti l'opera ora pub-
ca educazione, la quale essendo in buona blicala in Milano da Francesco Predar!;
parte in mano del clero, questo era ed è a me basta il dire che nella Moldavia e

biasimevole. Tutte le arti meccaniche e- Valacchia sono segnati fino dal 417, e 1

rano in mano de'forastieri delle vicine che sono tuttora condannali ad una vita
contrade ode'zingari, esercitandole pro- errante e misera. Quivi essi vivono di-
fìcuamente. Le donne si applicavano al la- visi in due classi: tulli però schiavi, altri
voro più degli uomini, preparando pan- i del governo, altri de' boiardi. Gli schia-
ni e le tele per uso della famiglia. Le ca- vi del governo prendono il nome di aii-
se de'nobili erano piene di schiavi e schia- rariy itrsarl e lingurari o artigiani. La
ve zingari, applicali a tulli i servizi do- classe la più compassionevole è quella
mestici, l zingari ritenerli la più vile e de'vagabondi, che passano da un luogo
la più sucida razza d'Europa, ladri, ma- all'altro a maniera di carovane, elemo-
liziosi e dati alla libidine dall'età più te- sinando, rubacchiando o anche suonau-
nera. Un fanciulloeducato tra simil gen- do qualche musicale stromento, essendo
te, non può che divenir depravato. no- I nella musìcaabilissimi. Glizinganischia-
bili procuravano far apprender il greco vi de' boiardi esercitano il mestiere del
linguaggio da qualche n)onaco gre-
a'figli cuoco, del barbiere, del calzolaio e di al-
co stanco del chiostro, per parlarsi nella tri ancora, secondo che vuole il capriccio

corte de'principi. La nazione ama molto del padrone. Gli zingani conducono una
il ballo, i festini, i pranzi tumultuosi, gli vita veramente brutale; noa conoscono
i34 VAL VAL
|iuilore, non hanno religione, non cono- fredda, è divisa in i3 distretti che con-
scono legge ili Djati imonio, tranne quel- tengono 7 città, con Jassy per capitale,
la iteliu natura : se qualcuno di essi si fa più bella e ricca di Bucharest, ma più pic-
distiano, lo fa pei l'ingoitligia tl'un re- cola, imperocché nella Moldavia vi sono
galo; quindi avviene die Si fa alle volte boiardi assai doviziosi. A 3us>y un
vi è
battezzare più fìate. E' pur lagriuievule teatro francese, un liceo, una società di
cosa che in un secolo, in cui tanto si è scienze e lettere, due collegi e molte altre
gridato e altamente si grida ancora in- scuole, meglio dirette di quelle di Va-
torno alla tratta de' negri, tuttavia si lacchia. popolo moldavoèpiù educalo
11

sopporti la schiavili! de* zingani. Un se- del valaccoeconla molti distimi letterati.
colo di lumi e di carità non pensa an- A cagione della popolazione n)oggiore
cora a liberare tanti infelici! lo intan- della Valacchia, avuto riguardo all'esten-
to faccio voli che il principe regnante sione del pae^ie, l'agricoltura vi è assai col-
della Valacchia possa pienamente effet- tivala, e grande quantità di grani è man-
tuare la nobilissima idea di emancipare data all'estero. A oche la pastorizia foruja
ne'suoi stati gli zingani, di sollevarli alla un ramo d'industria maggiore di quella
condizione de' paesani, e quindi di sotto* della Valacchia,li principe che allora
porli alle leggi comuni a'suoi sudditi. In regnava era dotato d'uno spirilo d'in-
tal maniera sarà di assai migliorala la dustria e di trafììco; come sommamente
condizione civile e morale di tanti ntise- ricco, d'anno in anno migliorava la con-
II". Quanto alla statistica, l'ab. Zanelli dizione del proprio paese, in cui fra l'in-

riporta quella che in parie riprodurrò. tera populazìone si contavano 1,010,000


Chiese SySy , monasteri 62 , case nel greci scismati^ci, 40,000 cattolici, 5o,ooo
1840 numero 34o,5oo; la popolazione ebrei. L'annuo tributo che il paese paga-
Del 889 ascese ad ,g50j000, la quale si
i 1 va alla Porla consisteva in 740,000 pia-
compone dii.g35.ooo greci scismatici ,
stre, e l'entrala pubblica ascendeva a cir-

6200 cattolici latini, e 5ooo ebrei, gli ca 10,000,000. Di recente e nel 1857 il

altri protestanti. Il reddito pubblico nel eh. Luciano Scarabelli, nell'utile e inte-
1767 fu di 2,175,000 piastre, nel 1782 ressante Enciclopedia contemporanea
fu di 3,55o,ooo,nel 1 887 di 1 4*824, 95, 1
di i^tìr/zo, pubblicò nel l. 33 un'assai im-
nel 1839 17,494)000, e nel 1840 di
di portante e distinta Statistica e Notizie
19,500,000. JNel 1840 le spese furono de^ Principati Danubiani. Ne darò ap-
nimuri dell'entrata. La cifra del totale pena un qualche cermo. Pel grande a fare
della popolazione pubblicata nel i854 che ha la diplomazia ad assestare la cosa

la riferii in principio, cioè 2,5oo,ooo. pubblica delia Moldavia e della Valac-


Nell'Appendice l'ab. Zanelli discorre del- chia, tutta Europa è in attenzione conti-
ia Moldavia, la dice divìsa dalla Valac- nua dì ciò che sia per nascere; quindi di-
chia per mezzo del Danubio, conìpren- ce l'encomiato scrittore, non volersi me-
dere una superfìcie di 2,67 i miglia qua- scolare né disputare di politica, ma di e-

drate di 28 e mezza al grado, con una conomia, e quindi dare alcuna notizia del
popolazione d' un milione, maggiore di commercio di que'paesi che può giovare
assai in proporzione a quella della Va- a chi dì essi studia, tanto più che essen-
lacchia. Le vicende storiche de'due prin- dosi sparsi di essi teste in vari fogli d'I-
cipati essere molte volte comuni all'uno talia conti più fallaci, può essere che qual-
e all'altro; ambedue spesso si ribel- cuno abbia accettato per verità quegli
larono alla Porta, ed ambedue ebbe- errori che per ventura esso può correg-
ro per vaivoda tiranni nel Fanar. La gere. Sì attribuirono testé a' piiucipati
Moldavia, più montuosa e alquanto più Danubiani ettari 3,700,000 di superll-
VAL VAL i35
eie; in vece la sola Moldavia, senza gli et- vellarsi. Si parlò anche d'una strada fer-
tari che le si resero colla parie di Oessa- rata che da Orsova lungo il litorale ar-
rabia in vii Iti del traltato di Parigi, che riverebbe a Braila, con uu braccio da
sono 1,1 2 5,000, ne tiene 4,700,000, ed Giurgevo a Bucharest. Nel declinar del
è già più vasta del Belgio e del regno 1854 fu eretto il telegrafo da Cronstadt
dì Sassonia : la Valacchia si ritiene di a Bucharest, la quale così fa compresa
7,696,601; quindi la superficie gene- nella vastissima rete di telegrafiche com-
rale si può ricevere per chilometri qua- prende l'Europa civilizzata. Rilevo dalle
drali 1 35,2 IO ed una popolazione di
,
notizie correnti. Da molto tempo trovasi
430,000 abitanti (qui la stampa pare in costruzione la ferrovia da Bucharest
errala). Poco fa erano principali slrelli i a Giurgevo, ma il lavoro non procede di
fra il Prulh, il Danubio, Carpazi; ora i molto. Una linea telegrafica da tal città a
scendono al mare, e chiudendo in se le Craiova,edi là aOrso va, va per essere uni-
bocche del Danubio con 5 ciuà si pren- ta alle linee dell'Austria, ed è quasi termi-
dono Ismail, Rilia e Reni, porli Danu- nala; icui lavori erano slati sospesi nella
biani diesi erano guadagnata buona par- primavera del 1857. Nel gennaio 18 53
te del commercio intermedio de'grani. Il il sultano ha ordinalo la costruzione d'u-

territorio valacco scende al sud, e il mol- na linea telegrafica da Scolari a Basso-


davo al sud-est, e per valli e monti che rah per Bagdad. 11 telegrafo turco, che
dalla catena Carpazia inoltransi piti in- finora comunicava solamente con Bucha-
nanzi che a mezzo lo spazio del paese va- rest, sta al presente iu diretta congiun-

ria di climi, di fertilità, di prodotti ec. zione con Monaco, Varsavia, Trieste, Ve-
indi passa a parlare de* prodotti, le es- nezia, Milano, Torino, Vienna, Parigi e
portazioni e le importazioni, le rendi- Londra. Anche quello con Pietroburgo
te del 1857 della Valacchia in franchi e col resto dell'Italia e coli' Algeria può
6,349,774» e 7,163,828; il
le spese in essere attivato facilmente.
tributo alla Porta della Moldavia in Tulli quelli che hanno parlato della
180,000, doppio essere quello della Va- Valacchia e della Moldavia si sono in-

lacchia. Le cifre de* principati Danubia- gegnali di trovare l'origine di questi no-
ni avere un bilancio di circa io uiilio- mi, dicendo che la 2.' lo prese dal fiu-
ni e mezzo di franchi. Segue la statisti- me omonimo, eh' é molto insìguificante.
ca dell'agricoltura e del commercio, l'es- In quanto alla i.*è certo che in islavo
portaziotii e l'importazioni, l'arrivo delle Ulach significa italìanOy e la Valaechia
navi e la loro capacità ne' porli de' due dicesiVolosca Semghij che letteralmen-
principali a lutto il i853,e nozioni sulla te corrisponde a Terra de Bovi. Se gli

navigazione del Danubio. Nel 18 56 si slavi entrando nella Dacia le hanno


parlò di proposito d'un progetto di stra- dato questo nome per aver tro vaio mol-
da ferrala, che partendo da Galatz arri- ti romani abitatori hanno chia-
bovi, ed i

verebbe a Mihaileiii sulla frontiera della mati Ulossi o Ulassi\ o prima cono-
Bucowina, linea che traverserebbe tut- scevano romani, e li chiamavano Casi
i

ta la Moldavia dal sud-est al nord-est, per puro caso, l'aaonimo delle Osser^
distanze di 22 poste, cioè 17 di qua a Jas- ^'azioni lo lascia decidere agli eruditi.
sy, e 5 dalla capitale alla frontiera austria- Scrivono i geografi. Il nome Falaco ^

ca. Osservano gì' intendenti, che se vi è che significa pastore in lingua slava, lor

paese indicato dalla natura per ferrovie, fu dato al tempo in cui, co'loro armenti,
esso è positivamente la Moldavia e an- emigrarono dall'altra parte delDanubio.
cor più la Valacchia ,
poiché tutto pia- Fondarono parecchie colonie in alcuni
nura, e le rare elevazioui faciUssime u li- cantoni della Macedonia e della Tracia,
j

Ì36 VAL VAL


e nelle gole del Piiulo; dlscendenli eli lali
i il quale vedendosi li op pò debole per re-

coloni, pnslori e guerrieri come loronn. i sistere ad un principe così possente e pro-
fenati, sono ancora indicali soUo il no- de, si uccise da se slesso nelT anno 106
me Mescalo Vnlachì , cioè Grandi*
di di nostra era. Traiano convertì la Dacia
Valachi. Avevano fabbricalo in Mucedo- in provincia romana, e per lui chiamala
iiia una cillà chiamala Voscopolis^ che Daeia Traiana , al nord del Danubio
nel secolo scorso fu distrutta e sncclieg- di>lribuendo in ricompensa le terre a*
giata dagli albanc&i; i suoi abitatori ri- suoi soldati, e trapiantandovi numerose
parando in Uiighcriay dove la popola- colonie; il che servì a promuovere al-
zione componesi in gran parte di valac- quanto l'agricollura e a dirozzare feroci i

clii, che conservarono un idioma e co- costumi degli abilant i. Monuuìenlo in


stumi distinti da quelli degli slavi e de' queste contrade delia romana domina-
inagyari, che costituiscono il fondo del- zione, sono glid' un ponte di
avanzi
la popolazione ungherese. Il Martinelli pietra, che presso Seveiino fece gettare
nel Tesoro dell' andcìàtà crede, che l'o- Traiano attraverso il Danubio, che uni-
rigine de' valacchi,de'bulgan, de'bosnia- va le iiixe Mesie, oggi Bulgaria, col ha-
ci, de'transilvani, e di altre nazioni che nato di Craiova, ed ora sono slati me-
iaiid)iscono il mar Nero e si avvicinano glio ammirali ; molte medaglie qua e
alle foci del Danubio, debba ripetersi là trovate, e la lingua attualmenle [)ar-

dalTemigrazione degl'iberi, antichi abi - lata,la quale benché corrotta tiene molta

latori della Betica e della Spagna , ca- somiglianza colla latina, al modo però che
gionata da Nabucodònosor, e che puòes- narrai, sotto forma di dialetto Ialino mi-
sere avvenuta circa i primi anni del suo sto. Il po(K)lo tuttora nel darsi e ricevere
regno, cioè negli anni del mondo 3398 il nome fra ter
saluto, suol chiamarsi col ^

Secondo Scaligero, o 35go secondo K.ir- e Zara romanesca^ paese romano, suole
kerio. Dice l'anonimo delT Osservazio- denominarsi questa regione. La lingua
ni intorno la Moldavia^ la
Falachia e latina, appena romani ne divennero li-
i

Transilvania, la Valachia e la Moldavia t)eri dominatori, in poco tempo di venne la

furono da'rouiani comprese sotto il no- comune e unica di queste contrade. Si


me di Dacia, e gli abitanti riguardali crede, che nell'abbigliamento de' valac-
come bellicosi e arditi. Se questi fossero chi si ricordi il vestire degli antichi ro-
indigeni o oriundi da popoli più lontani, mani, ad onta che gli abitanti, oltre l'es-
ed a qual grado di civiltà arrivali, con- sere nella massima parte valacchi, sono
fessa di non poterlo dichiarare. Avverte misti a'daci,mesii, bulgari, slavi ec. I va-
che in dette Provincie trovansi molte mo- lacchi prendonoanche ilnome di ruma-
nete antiche d'argento, d'A minta e Fi- ni o rumniasti e più comunemente ni'
lippo re di Macedonia. Il paese dunque nieniy probabilmente per corruzione della
conosciuto sotto il nome di Valacchia e voce romani, comesi chiamarono quali
Moldavia, formò parte dell'an li caD<7c/rt discendenti dalle legioni che Traiana ,

edell'imperodel valoroso reDiicebalo. l stabilì al nord del Danubio dopo la con-


popoli barbari che 1' abitavano, venuti quista del paese de'daci. Secondo ilCa-
inguerra co'romani, ne furono vincitori, stellano, fu Fiacco che d'ordine di Tra-
e costrinsero ad una vergognosa pace iaiìo vi dedusse una colonia di 3o,ooo
i generali dell* imperatore Domiziano. individui per ridurre il paese di sua na-
Però riaccesa la guerra,dopo lunghi e o- tura ferace a coltura, e divenne il gra-
«linali combattimenti, l'imperatore Tra- naio dell' armata romana nelle guerre
iano vendicò il danno e la patita umilia- contro gli scili ed i saroiati. Quindi di-
zione del popolo romano, vinse Decebalo, ce che la provincia si chiamò tacciaF
-

V A L VAL 187
e l'antico nome di Dacia si convertì in loro invasioni la IMesia. Quando ebbe re-
cjuelio (li f' alarcliia, che per lanino tem- calo le sue ormi vincitrici fino al Pruth,
po abbrucciò anche la Moldavia^ dii cui vale a dire nellaMoldo- Valacchia, e ri-
poi in seguilo fu (hslaccata. Nella metà dotta la regione a colonia mercè legioni
del 18:17 dichiarò la Gazzella JUirica romane, Traiano le volle proteggere con-
ili Zagabria, L'incivilimento e la coltu- tro i daci e i geli fuggiaschi, siccome pu-
ra ogni giorno qui progrediscono di be- re contro i sarmati e altri popoli barbari
ne in ateglio. Ciascuno, secondo stie for- die aveano stanza lunghesso le sponde
ze, si presta all'opera santa di dirozzare, dell'odierno Dniester. Ad ottenere I' in-
illuminare e ingentilire la nazione; i ric- lento fece erigere sopra una lunghezza
chi col denaro, collo scrivere i dotti. Nuo- di 20 leghe un nuovo baluardo, di cui
ve scuole s' istituiscono, nuovi libri si tuttora sussiste il rilievo, e che chiude
con)pongono o si tradùcono, i giornali si tutta la regione del basso Prulh e del
Diolliplicano, non pochi giovani si man- basso Danubio. Inoltre da* romani si

dano all'estero ad educarsi ed erudirsi. costruì la via consolare che traversava


Ciò tulio prova chiaramente che la Va- i Carpazi al passo oggi detto Terra Ros-
lacchia di buon passo procede incontro sa, viache nel 17 18 restaurò Carlo VI
al suo incivilimento. Gli scrittori valac- dopo la conqtiista di Craiova, e fu pro-
chi si sono fitti in mente, e questa loro lungala fino a Render, come apparisce da*
opinione è diffusa, essere i valacchi veri ruderi esistenti, forse gli unici superstiti
discendenti de'roniani; ed è perciò che a monumenti di fabbriche romane in det-

tutto potere si adoperano a svellere dalla te contrade. La Dacia fu divisa in 3 pro-


lingua loro tutte le parole slave che vi vincie, cioè in Dacia Montana, Ripense e
sono, alle (|uali altre ne sostituiscono di Mediterranea. Le abbandonale miniere
francesi e italiane. Inollre sono nell'inten- de'iì)etalli che sono racchiuse nelle visce-
zione d'abbandonare l'alfybetoCirilliano, re de'Carpazi, furono scavate da' roma-
del quale per tanto tempo fecero uso, e ni e se ne incontrano in diversi luoghi le
d'adottare il latino. Però sì i'una cosa e vestigia, ed un transilvano scrisse un li-

61 Tallra riuscirà loro piuttosto malage- bro curioso su tali Qìiniere. Dalle colonie
vole; poiché, se tutte le parole slave vor- romane sicuramente ne derivarono altri

ranno scambiale con dovranno la altre, vantaggi, perchè si vuole che furono mol-
lingua loro privare d'un buon terzo della lo munerose. L'imperatore Adriano poi,
sua ricchezza; e d'altronde non saràfli- immediatosuccessore di Traiano neh 17,
lica indifferente il cambiare ad un Iralto distrusse il suo ponte perimpedire il pas-
una tanta quantità di parole. In quanto saggio a'barbari della Mesia, che proba
airnlfabelo, vi troveranno diflìcolià non l)il mente era no slavi. LaMolda via, appel-
poche, mentre l'alfabeto Ialino non è da lata anche il Deserto Gelo, dopo essere
se sullicienle ad esprimere tutti i suoni stala scorsa e conquistala a vicenda da'
della lingua loro; e poi gli scrittori non re persiani, sciti e macedoni ,
più tardi
seguono il modo degl'illirici nello scrive- ridotta a colonia greca , fece anch'essa
re; ma a rappresentare un suono unico parte dell' impero fondalo da Decebalo,
pongono due lettere, ciò che al semplice e venne eziandio soltocnessa da Traiano.
alfabeto Cirilliano allatto contrasta. Tra- Di essa (pii dirò in breve. Durante l' e-
tiano prima di conquistare il paese de'daci, migrazione de' popoli barbari e dopo di
^ oltre il Danubio costruì il vallo dir Ru- questa occuparono il paese geli unni, i ,

da quello che chiude la


stendie, diverso bulgari, avari, cumani, mongoli, tartari
Dobrudscia da Rossova fino al porlo di e valacchi, finché da Ulmo Bogilano I e
Kusleudie, onde pone a coperto dalle suo figlio Dragosch vi fondarono uu priu»
i38 VAL VAL
cipato ereditario, i cui reggitori, sotto il siffatta opinione, e già da tempo notabi-
I itolo tli Vaivoilao Miriza, regnarono iii- le avea cessalo la dominazione romana,

terrotinmente fjiio ali 526 e si eslinsero sembra che altri popoli siano sopravve-
colla iDorte di Stefano VI. Essi vissero nuti, prima che la Dacia prendesse l' at-
in continue lotte cu'Ioro vicini, in guisa tuai nocne di Valacchia. Nel periodo tra-
rlie doverono ora porsi sotto la prole- scorso dal 111 al Xljl secolo altri voglio-

zione della Polonia , ora dell' Ungheria, no che alla loro volta signoreggiarono la
ora della Sublime Porta, sotto la (piale contrada goti , gepìdi, avari
i bulgari, ,

rimasero sino al principio del XVI seco- cuiTiani, tartari, veneti, slavoni, caccian-
lo. Dopo la morte di Stefano VI, prima dosi reciprocamente e conquistando una
i boiari scelsero il principe dal grembo terra imbevuta sangue umano
di tanto

loro, poi venne eletto dal gran sultano, per le successive stragi. 11 regnò de'bul-
e per ultioiola dignità fu occupata da un gali durò dal 680 al QiS: sotto uno di
greco sino al 1821. moldo-va lacchi fu* I questi re del paese i discendenti de'fug-
rono chiamali anche Biada e la Mol- ^ genti dalla Dacia romana si stabilirono
davia MoldoBlachia. 11 Nardi, Z)e'^i7o- nelle vicinanze di Severinopoli e fonda-
li del re delle due Sicilie ^ dicemlo che rono una specie di principato, al cui ca-
portò pure quelli di Gallicia e Cumania, po diedero il nome di Bano. Neil' 870,
credechelaGallicia oHallicia fd cesse par- quando cioè i bulgari si ridussero al cri-

ledella Valacchia, e prendersi per la sles- stianesimo, esso si diifuse fra quelli sta-
sa Valacchiajechela Cumania fosse parte biliti nel paese, ed è questa lai. ''epoca in
ancl/essa della Valacchia. Cotilinùù la cui si vuole registrato propriamente il no-
Valacchia sotto il nome di Dacia Traia- me di P'alacchia e di Moldavia nella
na o romana ad essere provincia roma- storia, che altri ritardano sino e verso il

na dal I o5 al 275, allorché le romane le- secolo XIII circa. Ne'secoli X, XI e Xlf,
gioni l'abbandonarono, non potendo più nel principio del quale si ritiene fonda-
sostenere 1' urlo dell'irrompenti orde di ta Bucharest, sostennero guerre co'cuma-
barbari. A'romani quindi, durante la de- ni e co'palzineki, durante le quali Gio-
cadenza dell'impero, toccando al paese la vanni A lexis fondò un regno alle due spon-
sorledell'altre Provincie di frontiera, suc- de del Danubio,che avea percapitale Cra-
cesse ralternata dominazione degl'impe- iova o Crajowa, che già dissi capitale at-
ratori greci di Costantinopoli e de' bar- tuale della piccolaValacchia e tuttora po-
bari, di quell* orde cioè che abbando- polata e importante. L'epoca accennata,
nali i loro focolari, si sparsero per tutta ecco come la riferisce l'a utore dell' 0.y^er-
Europa in traccia di più bel paese e di i'az/oAi/. avendo cominciato a far
Gli slavi
miglior fortuna. Attila, il terribile cou- le loro incursioni nell'Europa, ed attac*

dutlore degli unni, invase la Dacia e ne care l'impero romano, sembra che aves-
restò per qualche tempo dominatore: a il loro quartiere generale nel»
sero fissalo
lui soltentrarono altri popoli, non meno la Valacchia e Moldavia, e nella Bessa-
barbari, tulli congiurati a distruggersi gli rabia, comode per la posizione e vantag-
uni e gli altri, e a scacciarsi vicendevol- giose per la facilità e abbondanza della
mente dalle usurpate sedi. Dal VII (ino sussistenza. Pare che le moltissime orde
al secolo 1 X fu occupata laDacia da'bulga- o tribù di questa numerosa nazione^ a-
ri edagli slavi, sotto de'quali, secondo l'o- vanzandosi di tratto in tratto verso il

pinione d'alcuni, il pa^se venne chiamato mezzogiorno per genio di nuove conqui-
J^alacchia^ forse dall'essere i romani co- ste, cedessero il luogo ad altre truppe di

nosciuti col nome solamente di idacchi. barbari, mosse dallo slesso principio e sol-
Ma siccome ooq ha foudamealo sloiico lecitate dal medesimo bisogno, le quali
VAL VAL 139
crnno spesso obbligate a cederlo a* più sunsero il titolo di principi di Cumania e
ferii. Cerio è cbe per più secoli gli abi- Valaccbia,e mandavano i loro giudici per
tanti della Valcìccbia e Moldavia, uniti reggere gli avanzi di que' po[)oli. Batù-
agli slavi bulgari, fecero le loro esclusioni Kan nipote di Gengis-Kan, succeduto»
sino ad Adrianopoli e Costantinopoli, co- suo padre neh 228, fu quello cbe portò
me si Ila dalla Storia Bizantina. Uile- la guerra in Bùssiaedi là in Polonia, Un-

Tasi dagli storici di quella , i quali con- gheria, Bulgaria, Valaccbia e Moldavia,
servarono per incidenza qualcbe nìenio- ovunque recando la desolazione, e mori
ria di questa nazione , cbe fosse unica- neli255. Questa terribile irruzione tar-
mente occupata nelle guerre e nella pa- tara, che si pretende l'ultima calala de'
storizia ; cosiccbè si rende impossibile e tartari nella Moldo- Valacchia, avvetme
sarebbe poco interessante il voler tesse- in tempo di BelaIV re d'Ungheria. Qua-
re una storia di gente, cbe per più secoli si tulli gli abitanti cercaroi»o un rifugio
dedita all'ozio o alla rapina, non poteva nel paese Trans-Carpazio, ove formaro-
avere altro carattere cbe quello cbe pro- no sotto la protezione ungarica i ducali
duce tal genere di vita, e cbe un clima di Fogaras nella Transilvania e Mara-
mollo freddo e umido rendeva più alta mosch. Allorché alcuni anni dopo gli a-
alle falicbe corporali, cbe alla coltura del- bilanti ritornarono a poco a poco nel
lo spirito. Del regno di Bulgaria, Blacbia paese nativo, fondarono vari piccoli prin-
e Valaccliia,in cui si rese famoso Giovan- cipali, tra'quali il Banalo Severino oCra-
ni o Calogianni, fallo coronare da Inno- iova,assumendo il titolo slavo di Vai^O'
cenzo 1 1 1 nel I 204, parlerò in fine dicen- da. Indila Moldavia e la Valacchia co-

do del vicariato apostolico di Valaccbia, minciarono in due epoche diverse ad es-


e delle relazioni de' Fapi colla nazione. sere governate, egualmente col titolo di
Esaurita l'Asia di tante nazioni bellicose, vai voda,da due capitani e condottieri del-
particolarmente di slavi, deV|uali ora non la nazione moldo-valacca , cioè gli slavi
esistono le tracce in quelle contrade, co- transilvani, Baddo o Rado lo o Radollb
minciò ad avvicinarsi all'Europa un'al- Bassaraba il Nero, duca di Fogaras che
numerosissima,
tra nazione più lontana e fermò la sua dimora in Valacchia ; e più

il nome di Tartari(P\)t
conosciuta sotto tardi Dragosc Bogdam o Bogden da-
cbe quasi quale rapido torrente inondò ca di Maramosch sotto gli auspicii di
,

Je parti meridionali dell' Asia, e penetrò Luigi re d'Ungheria, nel 1 354 si portò
1

sino a'confiui dell'Italia, cogli scili e gli nella parte appellata Cuuìania co* suoi
famoso Gengis-Kan mongolo, do-
slavi. 11 valacchi, che poi prese da lui il nome di
po aver conquistato l'India e la maggior Bogdania,cioè la'Molda via, come la chia-
parte dell'Asia, rivolse all'Europa le sue mano i turchi, e fabbricò variecillà,fia le
mire, dove spedì forti stuoli di guerrieri, quali Jassy, Saroccae Romanolf. Così co-
cbe sotto i suoi successori fecero due ir- minciossi a vedere una specie di gover-
ruzioni, cioè nel 1228 e neli2 36,neirUu- no, che rese meno dolorosa la condizio-
gheria e nella Dacia. Tanto la Valacchia ne di que'popoli. Da
due principi questi
che la Moldavia, in que'tempi delta Cu- comincia la sloria interrotta della Va-
mania, aveano i loro particolari princi- lacchia e della Moldavia che arriva fino
pi o capi di nazione, i quali spesso erano a'nostri giorni, e non offre che un conti-
io guerra co'vicini ungberi. Per sottrar- nuo intreccio d'infelici avvenimenti, mo-
si dalla schiavitù e dai temuto giogo de' tivati principalmente dall'elezione de'
nuovi barbari, essi si rifugiarono co' lo- principi. De'tanli che vi dominarono nel-
ro popoli e bestiami negli stali e sotto la la Valacchia non si ricordano che pochis-
prolezione de' re d' Unglieria , che as- simi falli geuerosi : il valore iuualo del
i4o VAL VAL
popolo diede luogo ad una sempre cre- ed ì hoiari o nobili , fossero slavi discen-
scente deoioralizzuzione, che raggiunse il denti dagli ultimi conquistatori, ed i sud-
suo colmo sollo i così delti principi Fa- diti valacchi oriundi da' romani e dagli
narioti o greci di Costantinopoli. Uaddo anticlìi duci. Da' ritratti esistenti nelle
ilNegro fu I.'' a stabilirsi co'suoi tra il
il chiese da loro fabbricate in memoria di
Danubio e il Seret o Siret, o comeallri di* qualche vittoria, apparisce che usavano
cono occupò quel terreno posto tra* fiu- vestire all'ungarese. Benché due vaivodi i

mi Seret e Aiuta, oggi detto Valacchia. di Valacchia e Moldavia fossero da prin-


Bogdam si stabilì tra il Seret e il I^rulh. cipio come vassalli tributari de're d'Un-
Osserva il p. l^rny nelle sue Disserta- gheria, da'qùali riconoscevano la conser-
zioni storico-critiche sopra gli Unni3 che vazione della loro nazione, pure acqui-
uo altro piccolo distretto fu governato da stando il loro stabilimento qualche con-
un altro vaivoda valacco , ma non durò sistenza e forza, cominciarono a scuoter-
molto ad essere incorporato nella porzio- ne il giogo, e resistere coll'armi alla ma-
ne maggiore e più forte. Il banato di no, collegati tra di loro o con altri vicini
Craiova, che oggi forma la bassa Valac- popoli rivali degli ungheri. La Polonia
chia, reslò dipendente dal regno d' Un- tanto vicina alla Moldavia, procurò sem-
gheria, e fu da que're dato in commen- pre d'influire nel suo governo in oppo-
da a'cavalieri gerosolimitani, che ne di- sizione all'Ungheria; dall'altra parte cre-
venuero bani o viceré, coli' obbligo di
i sciuta la potenza turca , dopo la distru-

proteggere pellegrini, che dalla Germa-


i zione dell' impero greco, il suo genio di
nia passavano per la Valacchia onde re- conquista si estese al di là dal Danubio,
carsi in Terra Santa e a Gerusalemme. e cominciò ad aspirare al possesso della
Difatli si trovano molte lapidi dov'è scol- Valacchia e Moldavia , come una preda
pita la Croce di quel benemerito e sovra- facile e vantaggiosa. I principi e i nobili
no ordine. Raddoeisuoi successori edi- di delle due provincie, poco ac- di genio
ficarono o restaurarono varie città che corto e incostante, profittarono di que-
successivamente furono residenze de' vai* st'occasione per sottrarsi del tutto dalla
vodi, come Campolungo, Curii d'Argis, soggezione della Polonia e dell' Unghe-
Tergowilz e Cucharest. che E' probabile ria; co\mnc\avono a collegarsi colla Tur-
Raddo il Negro fosse della stirpe deWe- chia (i quali 3 articoli per questo vanno
spoti o principi della Servia, perchè uno tenuti presenti), pagando loro il tributo:
de' suoi immediali successori chiamato l'ambizione de'nobili contribuì moltissi-
DanBassaraba di lui nipote, venne assun- mo alla totale sommissione di questi due
to al trono della Valacchia senz'opposi- principati alla potenza ottomana, che il

zione, e lo tramandò a'suoi posteri. Da' vado a narrare. Nel declinare del secolo
loro nomi si conosce eh' erano slavi , e XIV, regnando sul trono ungarico Ma-
della lingua slava si servirono ne'Ioro di- ria, Stefano vaivoda di Valacchia giudi-

plomi. Si vedono alle porte della chiesa cando indegno di sua nazione 1' ubbidire
fabbricata da Niagul Bassaraba in Curii a una donna ne scosse il giogo. Alaria ma-
d'Argis neli5i8,due iscrizioni lapidarie, ritatasi a Sigismondo, questo re nel 1387
una in islavo, l'altra in valacco. In islavo entrò nella Valacchia con poderoso eser-
esistono altre iscrizioni lapidarie, e nella cito e costrinse Stefano alla sommissione.
liturgia comune a tutta la nazione valac- Suscitati o secondali da Bajazet I gran
ca si usa lo slavo. Nel palazzo arcivescovi- sidtano de'turchi, i valacchi ripresero le
le di Bucharest si conserva il registro de* armi, ma Sigismondo tosto gii affrontò e
diplomi.accordati a'monasteri, tutti scrit- ne fece carnlficina, e s'unpadronì di Ni-
ti io islavo. Laonde pare, che i principi copoli. Indi insorse feroce guerra tra il
VAL VAL i4i
grnn sultano Bajnzet I e Sigismondo re e sostener Tindipendenza della Valacchia,
iJ'Unglu'iia, Questi bisognevole di soccor- in tempo de'sultani Maometto I del 141 3
si, strinse nnovamenle amicizia col vai- e Amurai II che gli successe nel i4^'>
voda della Valacchia, al quale dannosa contro gli ambasciatori del quale commi-
riuscì la regia alleanza. Impeioccliè ve- se feroci rappresaglie il vaivoda Dracula.
nuti i belligeranti a battaglia campale, il I valacchi domandarono soccorso agli un-
re sul principio riporlo vittoria, la qua- gheresi; l'ottennero, ma inutilmente, an-
si tramutò in isconfìtta
le indi per la zi in progresso di tempo furono ridotti a
,

vergognosa fuga a cui si abbandonò il tristissima condÌ7.ione,come a omento del-


vaivoda. Per tal maniera Bajazet I, mar- l'annuo tributo. Imperocché il gran sul-
ciando di vittoria in vittoria, invase l'Un- lanoMaomelto 1
1, espugnala nel 1 453 Co-
gheria, occupò parecchie piazze forti, e stantinopoli , estinse il greco impero , e
Ja Valacchia
egualmente sottomise e in quella metropoli fissò la sede dell'im-
le impose annuo tributo, mediante il se- pero ottomano. 11 citato p. Pray narra,
guente trattalo nel i SgS stipulato a Ni- che dopo la presa di Costantinopoli , i

copoli tra la Torchia e la Valacchia, di- turchi mandarono a governare la Molda-


chiarando con esso il sultano. i. Il prin- via e la Valacchia da'piincipi greci di-
cipato recenlemente sottomesso dalla no- scendenti dagli ultimi imperatori, per con-
stra invincibile forza, sarà governalo col- solarli in parte del perduto impero. Ma il
ie proprie leggi, ed il principe avrà il th- più volte ricordalo anonimo osserva che
litto della vita e della morte de'suoi sud- di ciò non vi è traccia nelle storie. Solo
diti. 2. Ogni cristiano che avendo abbrac- Del secolo XVII regnarono due greci o
cialo il maomettismo andasse nella Va- piultoslo albanesi, il Ducca e il Chicca,
lacchia e ritornasse alla sua antica fede, gente tli uniile origine ingranditasi ser-
non sarà molestato e punito. 3. 1 valac- vendo i line principati, e i due Cantacu-
chi i quali andranno una parte qual-
in zeno nati in Valacchia da parenti greci
siasi del nostro territorio, saranno esenti cheaveano preso questo nome illustre.Di-
da ogni tassa e capitazione. 4- I princi- poi continuando Maometto li lesue vaste
pi cristiani saranno eletti dal metropoli- conquiste, mosse guerra alla Valacchia, la
tano e da'boiari. 5. In riguardo però di occupò e ne cacciò figlio del principeUla-
il

sì grande clemenza, e consideralo che noi dislao o Uladimiro IV Dracula, sostituen-


abbiamo iscritto il principe rajà sulla lista dogli il fratello Uladimiro V , mediante
degli altri nostri sudditi, pagherà esso in trattato concluso nel r 460 in Adrianopo-
ogni anno al nostro tesoro la somma di li. Eccone il testo, i. Il sultano s'impegna

3ooo piastre d'oro del paese, o 5oo pia- di proteggere la Valacchia contro tutti i
slie d'argento della nostra moneta (altri nemici, senza esigere altro in riguardo al-

esemplari dicono Sodo ducali). Quest'ul- la sua supremazia sopra la sovranità del
timo articolo pare che stabilisca per la principato. Il vaivoda sarà obbligalo di
Porta Ottomana un diritto di sovranità pagare alla Sublime Porla un tributo di
anziché di feudalità. Altri ci videro nei 6000 piastre(allre versioni dicono 0,000 1

trattato 1' autonomia dell' indipendenza ducali). 2. La Porla non interverrà nel-
della Valacchia stipulala contro il tribu- l'amminislrazione de' principali , e niun
to, cioè il diritto di governarsi colle pro- turco potrà entrare nella Valacchia sen-
prie leggi per le città e luoghi del prin- za un motivo ostensibile. 3. Tutti gli an-
cipato, esente da ogni dominio turco e al- ni sarà dalla Porla inviato un ufliziale per
tro straniero. Grandissimi e per lungo ricevere il tributo, col permesso del prin-
tempo furono gli sforzi de'valacchi perli- cipe. Un impiegato di questi l'accompa-
berarsi dal tributo e soggezione a'turchi, gnerà siDoaEucharest. Dopo ricevuto la
i4^ VAL V AL
somma egli s«tj;i scortato cìa'valncclii sì* gio internazionale. Perfino la formola,
no a lUistcliuk, sul qual luogo il denaro che dev' esser preposta a tulli gli atti

sarà nuovamente conlato dal cadì e da relativi al principato , indica chiaro e


lui fatta Fa quietanza col mezzo d' un i- specificalo
il diritto. Essa dice » Que- :

inam. 4> H voivoda piotessa In leligione sto paeseche gode la piena libertà e dei
oiiodossa, e saia eletto dal meliopolila- suo personale governo, è diviso dall' im-
no, da 'vescovi e da 'boia ri, e la sua eiezio- pero ottomano , e retto solo secondo il
ne sarà riconosciuta dalla Porta. 5. La bisogno e i suoi usi ". Narra l'annalista
nazione valacca avrà leggi proprie. 1 vai- Rinaldi all'anno 1462, ch'era signore di
\odi avranno il diritto della vita e della Valacchia Dlado o Valado o Dracole, che
morte sui loro sudditi, e il diritto di fa* forse sarà il suddetto Vladimiro V,uomo
re la pace o la guerra senza alcuna spe- più fiero di qualunque fierezza, il quale
cie di responsabilità dinanzi la Porta. 6. cercanilo di stabilire la sua tirannia ri-

Tutti ì cristiani che passati all'islamismo cevuta da Maometto li, chiamò a se con
ritorneranno al paese loro e alla loro re- piacevole modo tulli i baroni della pro-
ligione, restano intaccabili, e laTurcUia vincia a se sospetti j e feceli colle mogli
non deve fare alcun benché minimo re- e figli insieme morire col supplizio del
clamo delie loro persone. 7. 1 valacchi, palo, da così fatti barbari usalo, e diede
andando in qualunque parte del territo- le loro dignità e ricchezze a'suoi masna-
rio ottomano, non pa«gheranno l'imposta dieri. Sì grande fu il numero di uomini,
haratsch, a cui sono tenuti tutti gli altri di donne che furono allo-
e di fanciulli,
rajas. Fonno a loro beneplacito ritenere ra d'ordine suo uccisi,che arri vòa2o, eoo.
la loro carica, ne sono solloposli in alcun Dipoi avendo egli paura di Maometto II,
modo a'iegolamenti stabiliti per tutti gli fece contro di lui lega con Mattia re d'Un-
altri sudditi turchi. 8. Le litiche ponno gheria, e coli' aiuto degli ungheri e colla
insorgere fra'sudditi turchi e valacchi sa- gente d'arme da se raccolta fece in più
ranno appianate dal divano del principa- volte molla uccisione; ma finalmente re-
tOjin conformità delle leggi del medesimo; stò ucciso in battaglia e la sua testa fu
e riguardo al giudizio non vi sarà luogo mandata in dono come trofeo a Mao-
all'appello, g. 1 mercanti turchi andando metto Di sue crudeltà si raccontano
li.

nel principato con appositi permessi, per cose orrende. Fece inchiodare il turban-
\endervi o con)prarvi le mercanzie, an- te sul ca[)0 agli ambasciatori turchi, che
nunzieranno all'autorità la durata del lo- non se lo avevano tolto per ossequiarlo.
ro soggiorno, e lascieranno il paese nel Soleva adornarci suoi banchetti con un
giorno preciso stabilito da essi. Le loro cerchio di turchi impalali, deliziandosi a
merci ponno venderle solo all' ingrosso. contemplarne lo strazio, ed a' prigioni
10. Kiun turco potrà condurre con se usava di scorticare la pianta de' piedi,
servi valacchi de'due sessi. Ninna moschea stropicciandovi Impor-
poscia del sale.
turca verrà costruita nella Valacchia, né taole è il neli5i3 fra
trattalo concluso
altro luogo pel culto e ceremouie mao- il gran sultano Selim 1, e Dogdan princi-

mettane.! La Sublime Porta si obbli-


I. pe regnante della Moldavia, il cui tenore
ga di non arrestare giammai alcun sud- è il seguente, i. Il sultano riconosce che
dito valacco in Costantinopoli, in qual- laMoldavia prometterà liberamente e vo-
sivoglia altra parte del suo territorio, e lonlariamente ubbidienza all'impero ot-
di sottoporlo alla giustizia turca. Una tomano. 2. La nazione moldava godrà
grande quantità di fìrmani e di hallisce- di lutti i privilegi e la Porta promette
,

rif confermarono e consagrarono succes- di non mai ridurli in qualsivoglia guisa.


sivameole questa cousistcoza del privile- 3. 1 principi governerauno il paese, e la
V A L VAL 143
Porta non interverrà nel loro governo ne gara ni principato, e per conseguirlo eb-
ilirettatnenle, ne indireltamente. 4* La bero alcuni de'più ambiziosi l'impruden-
Torta non interverrà nelle differenze fra* za di ricorrere alla protezione della Por-
particolari. 5. Le frontiere della Molda- la ottomana, divenuta sempre più pre-
via rimarranno intatte. 6. La religione ponderante nella regione, la quale con
maomettana è proscritta nelln Moldavia. piacere colse l'occasione per estendere il

^.Niun maomettano possedei à vere pro- suo vastissimo dominio, che da quell'epo-
prietà nella Moldavia. 8. Il commercio ca conserva tanto sulla Moldavia che sul-
colla Moldavia sarà aperto a tulle le na- la Valacchia. La Porta accortamente co*
zioni; ma turchi avranno la preferenza,
i accordò a'bo-
riferiti trattati e altri atti,

se desiderano di con)prare i prodotti del iari valacchi emoldavi il privilegio di no-


paese. 1 turchi però dovranno fare le lo- minare nelle vacanze loro principi va-
i : i

ro transazioni commerciali a Calata ,


!• lacchi lo goderono sino alla decapitazione
smail o Kilia, purché non vengano auto- di Costantino Brancovano, seguita in Co-
rizzati dal principe ad internarsi nel pae- stantinopoli nel 17 i4,ed i n)oldavi presso
se. 9. La Moldavia conserverà il titolo a poco sino alla ribellione e foga in Rus-
ù^indiptìidente^ che le verrà dato in tut- sia di Cantimiro nel 7 i 1 L'abuso ch'es-
i .

te le lettere indiiizzate dalla Porta al prin- si fecero del privilegio, costò la libertà
cipe. 10. 1 turchi portando al principe alle due nazioni, e la vita a molli prin-
letteredella Porla, resteranno nella spon- cipi. Pel corso di due secoli la compe-
da sinistra del Danubio. 11 governatore tenza del trono cagionò una continua
di Calata manderà a prendere la lettera guerra civile, e basti il dire che in tal pe-
dall'altra jìarte del fiume, e la farà giun- riodo di tempo nella sola Valacchia si

gere al principe.! I. Il principe della Mol- mutarono da /\o principi, e quasi allrel-
davia sarà eletto dalla nazione, e ricono- tanti in Molduvitj. La Porta non volen-
sciuto dalla Porta senz'alcuna diflicolià. do ingelosire gl'imperatori re d'Unghe-
12. Il paese sarà protetto dalla Turchia, ria e la Polonia, o per altre cagioni, nou
quando la nazione moldava domanderà credè polilican»ente d'impossessarsi inte-
aiuto o assistenza. i3. Per lutti questi ramente delle due provincie, e si conten-
vantaggi il paese farà alla Porta un pre- tò più meno d' opprimerle e d'averle
sente di 4ooo ducati. Tuttavolla, cotne tributarie; è da osservare che i lenlalivi
già indicai supen9rmente, non tardò la e le incursioni in dilìerenli lempi fatteda*
Moldavia a divenir feudo dell'impero ot- turchi, furono poco fortunate. La Porla
tomano neh 526, sottomessa da'generali per meglio dotninare, invece d'impedire
di Solimano 11. Essendosi questo propo- il disordine cagionato dall'ambizione de'
sto di conquistare anche V Ungheria, in pretendenti al trono, la foraenlò,mai>dan-
detto anno venne a campale battaglia in do l'investitura al vincitore nel conflitto,
Mohacz, e vi perì a'29 agosto il re Luigi che consisteva in una clamide, cimiero,
11. Allora rCJngheria trovandosi senza il due code, la spada, ed il lopus o oiazza
sovrano, ed occupala seriamente da'suoi ferrala. Vedendo la Porta finalmente spo-
domestici e gravi affari , non curò più. polate e desolate la Valacchia e la Mol-
que'de'vicini, ne quelli della Valacchia. davia, si risolse dopo la deposizione del
1 boiari valacchi in particolare, non a- Brancovano, nominare ella un principe
"Vendo più questo freno, e the già da po- senza consultare i boiari, come poco pri-
chi anni prima erano opposti alle di-
si ma avea fallo in Moldavia. Questi fu ve-
sposizioni teslamentariedi Niagul Cassa- ramente valacco, ma poco dopo gli tolse

raba che lasciava il trono al suo figlio la vita e il trono, che die a un greco di
Teodosio ancora faQciuUo^ aspirarono a Costantinopoli, e continuò a darlo fino
i44 VAL VAL
all'epoca die dirò. Per un tempo la Por- respinto, correndo anco gravissimo peri-
to, -al cominciar del secolo XVI soslilnl colo della vita. Tuttavia non avvilito, il

nel governo della Valacchia un pascià al copitano turco, marciò alla volta di lìii-
voivoda, conservando però a'valacchi la charest capitale della Valacchia, vi si di-
nazionalità, gli statuti e il libero esercizio fese dentro, formnmlo baluardi e iinial-
del culto greco; ne migliore divenne la zando barricale di legno. Intanto il voi-
condizione del principato, quando fu lo- voda Mikal corse a Tergowit/., la strinse
ro restituito il vaivoda scelto dalla na- con assedio, la prese e a morte ne man-
zione. P'amoso per crudeltà si rese il vai- dò tutta la guarnigione, non la perdo-
voda UIad, elevato dalla Porta. Cose or- nando allo stesso capitano ATi pascià, che
rende si raccontano di lui: banchettava fece abbruciare a lentissimo fuoco. Mos-
tra gli uomini impalali e boccheggianti. se indi contro BucharestjCui Sinai» pascià,
Inventò ordigni e macchine per trincia- dopo 5 giorni di vana resistenza, dovet-
1

re e cuocere a lesso gli uomini vivi. Si te abbandonare, e la sua ritirala tn peg-


dilettava di far recidere le uiammelle al- giore d'una strage e d' una intera scon-
le donne, e afllggere i al materno seno fitta; imperocché nel varcare il Danubio

capi tronchi de'loro bambini, e costringe- venne l'artiglieria interamente disfalla


va figli a divorare arrostite lecarni del-
i dagli accanili valacchi, che per itnpedirle
le loro madri ! Fu un vero mostro di bar- il passaggio aveano rollo il ponte. Cosi
barie e di fierezza. Il che Qìosse il sulta- potè Valacchia spirare un'aura d'in-
la

no Selim II a terminare tanta ferocia nel dipendenza; ma per troppo breve tempo,
i574, '"''» con maggiormente opprimere poiché il suo liberatore IMikal, che avendo
la Valacchia. Tanto narra il Castellano rianimato il so[)ilo coraggio de'valacchi,
e alili; ma io credo, quanto alle barbarie vittorioso dovunque avea vinto e sotto-
che si siano confuse con quelle del
di Uliid, messo la Moldavia e la Transilvania, do-
suddetto Valado o Vladimiro V. Il cre- minato dall'ambizione intendeva di riu-
dito «legl* inetti principi andò sempre più nirle al suo icnpero; ma nel mezzo di sua
decadendo: essi vennero costretti a spedi- splendida carriera fu vittima del tradi-
re per ostaggio a Costantinopoli i loro mento. Nel 1601 venne ucciso da un si-
propri figli; mentre i turchi tenevano oc- cario di Basta, generale dell'armata im-
cupate le fortezze d'ibraila, Giurgevo e periale di Rodolfo 1 1. Il vaivoda avea guer-
Turn, e andavano esercitando ogni sor- reggiato insieme col Dista, contro il car-
ta d'angherie. Piiuscendo a'valacchi trop- dinal Bathori, a cui il cugino Sigismon-
po pesante la servitù mussulmana , im- do Il avea ceduto il principato di Tran-
potenti a più oltre solfrire, si ribellarono silvania,e nello sconfiggerlo 5 valacchi gli

sotto il proprio principe e concittadino troncarono il capo. Da quel tempo cessa-


Mikal o Michele, già generalissimo del- rono del tulio gli sforzi degli ospodari
rimperalore Rodolfo 11. Questo celebre valacchi onde rendersi indipendenti, an-
e prode guerriero, d'elevati sensi, caldo co per non vedersi secondali dalla forza
d'amor patrio, secondò l'impulso nazio- della nazione. Nel 1666 il pascià di Sili-
nale nello scuotere il giogo oltoniano, ri- stria, avendo molestato I valacchi, il sal-

fiutandosi di pagare alla Porta l' annuo tano Maometto IV ordinò di demolire
tributo, aumentato come dissi a 10,000 tutte l'abitazioni costruite da'turchi sul-
piastre o ducati, o come altri vogliono la riva sinistra del fiume , e l' ordine fu
1000 fiorini. Da ciò nacque guerra con- eseguito. Nondimeno rinnovatesi le ves-
ilo ilAmurat 111, e nell'agosto
sultano sazioni, intollerante di sì penosa servitù,
iSgS Mikal venne a battaglia campale la Valacchia nuovamente ribelloSìi. Il

col hooinioalo òiiiao pascià, il quale fu vaivoda Michnè, pieno di libertà e di ar-
VAL VAL t4^
dire, mise a morte tulli que'boiardi, cui poli, come ad un pubblico incanto, giac-
conobbe parlilanli dell'io) pero turco: in- ché ne investiva quel greco che piìi a-
cendiò le città di Braila e di Giurgevo, vesse offerto. Laonde prescelti, per rein-
i

dove eravi mussulmana guarnigione, e tegra rsi delle pagate somme, tiranneggia-
a fil di spada fece passare ([uanli ne in- vano gì' infelici sudditi, perciò ridotti a
contrò a Tergowilz. Ma quel valoroso, pessima condizione; ed il più delle volle
dopo un anno soltanto di felici tentativi, esacerbali a non più poter soffrire, mise-
venne sconfìtto e morì nella fortezza di ro a morte i principi inviali, per cui dal
Varadino: e la Valacchia colla Moldavia 17 16 ali trucidali 3. Ap-
796 ne furono 1

continuarono sotto il dispotismo ottoma- prendo dall'autore dell' 055eri'<2zzo«7,che


no che andò talmente aumentando in
, il r.** greco mandalo dal sultano Acmet

seguito della concorrenza de'candidnli al III al governo della Valacchia in qualità

trono valacco, che nel 1701 accrebbe il di vaivoda, fu Nicolò Maurocordato, che
tributo a 4 milioni di piastre , ossia avendo già governala la Moldavia avea
400,000 fiorini annui. In quel tempo era dato prove di sua ferocia , onde poi fu
fio dal1688 vaivoda oospodaro Costan- cognominato il iVe7'0«e di Falacchia.^-
tino Brankowa o Brancovano, uno de' gli era figlio del celebre Alessandro, che
migliori principi di Valacchia , il quale pel suo ingegno e sapere era stalo pleni-
col suo savio operare rimise in prospero potenziario della Porta alla pace di Car-
stato la Valacchia; venne però strascina- lowitz, e 2.° interprete della medesima,
to a Costantinopoli, e nel 1714 crudel- carica occupata in prima da un qualche
mente ucciso insieme a tutta la sua fa- rinegato europeo, e che passata poi ne*
miglia e 4 figli, dopo l'infelice battaglia greci , fu per loro di grande eccitamento
del Pruth. Costantino era entrato in i- allo studio e sicura via a elevali onori. Ni-
con Pietro I il Grande
strette relazioni colò, o pegli ordini ricevuti o pel suo cat-
imperatore di Russia , e con Carlo VI tivissimo animo , estinse ogni avanzo di
imperatore che gli avea conferito il tito- libertà, che malgrado 1' oppressioni sof-
lo di Priiiceps Imperii Romani. Due an- ferte tuttavia in parte godevano i boiari
ni dopo cominciarono gli eccessi de'prin- valacchi e moldavi, con levar loro la vi-
cipi greci di Fanar o Fauarioli ,
greci di ta e gli averi. Costui essendo in Moldavia
Costantinopoli , i quali nel periodo di avea fatto fortificare l'antico castello di
io5 anni che regnarono nella Valacchia, Chotlin sulle rive del Nistro. Dopo la
cioè dal 1 7 6 al 82 I ,si acquistarono una
1 1 sua morte ebbe a successore il figlio Co-
indelebile macchia per le loro angarie, stantino giovinetto, ma regnò poco, sbal-
prepotenze, oppressioni, corruzioni, e pel zato da un allro partilo di grecidetlo del
servile loro conlegno. La Porta tolse alla Fanale, che avevano cominciato a gusta-^
Valacchia, come di recente avea fatto col* re il dolce del governo e delle dovizie na-
la Moldavia, il privilegio concesso a'boia- turali della Valacchia e Moldavia. Sog-
ri di crearsi il vaivoda ; perchè tali ele- giunge l'anonimo, la nazione greca dive-
zioni dava sempre argomento a'cittadioi nuta schiava de'turchi, ed avvilita da più
di discordie e guerre civili, e perchè vol- di due secoli, avea perduto ogni idea di
le vendicarsi di questi paesi, i quali avea- nobiltà e gentilezza, e si contentava d'e-
no invocato la protezione di Pietro l il sercitare in Costantinopoli la mercatura
Grtì!/2<^e imperatore delle R.ussie. La scel- meccaniche. Per una strana com-
e le arti
ta de'fanarioti a'principati moldo-valac- binazione e pe* servizi resi al gran visir
co fu cagione di funesti mali, poiché per Chiuperli sotto Candia, come interprete
conseguirli si ricorreva a'più nefandi rag- della lingua italiana , il greco Panajotti
giri; e il gran sultano condannò i due pò- fu ili. "ad esser dichiarato interprete del-
VOL. LXXXVH. io
140
\a l'orla Ollomana;e per
VAL
com« un'altra Bogdano discendente
VAL
da'prlnclpi di Mol-
I
hinarione gii successe alla sua morte Tal- davia, fitto decapitare dal principe M«i-
Iro greco Alessandro Maurocortlalo o- rusi in Jassy con un compagno. Neh 786
riundo di Scio e suwmenlovalo, capace Petracchi della Zecca decollato. I boiari,
e dotto nella medicina e nelle lingue eu- in particolare i valacchi, presero i vizi de'
ropee, ma ambizioso; si guadagnò presso greci, che copiavano i ttuchi, senza ave-
i grandi credilo e protezione. Il posto re il loro genio e spirilo. 1 principi e i lo-
d'interprete e l'aspiro al vaivodato de* ro ministri per impedire a'boiari dì por-
due principali, risxegliarono l'ambizione tare doglianze alla Porta Ottomana, non
e lo spirilo d'intrigo naturale ne' greci. solo proibirono ogni corrispondenza co*
Molti fecero istruire i loro figli, e li po- foraslieri,ma non permettevano loro nep-
sero al seguilo de'nuovi principi greci di pure d'uscire dalla residenza del gover-
A^niacchia e Moldavia. Acquistala cos*i ca- no per vedere le loro terre, temendo che
pacità e reputazione, si procurarono l'uf- fuggissero a Costantinopoli; accordarono
fìzio d' interprete, per poi concorrere a* la libertà a'contadini, ch'erano servi de'
principali , che si aHidavano al maggior boiari e de'numerosi monaci, non per u»
titlerenle. Non è a dire quindi i raggiri e manità, ma per averli interamente loro
l'iniquità usaleda'greci fanarioti per pro- divoli. Venne proibito a'boiari anche di
iiìuoveie al principato le creature e gl'i- leggere le gazzelle, e di sapere le notizie
stromenli de'furbi; ma se desolarono l'in- estere. I boiari moldavi, siccome più ar-
felici due Provincie colla loro dominazio- dili e uniti, non si lasciarono tanto oppri-
ne, molti finirono col laccio e niun greco mere, e conservarono il diritto di vivere
divenne ricco. L'anonimo enumera gre- i quando non avevano im-
nelle loro terre,
ci valaccbi e moldavi nel decorso secolo pieghi pubblici. Ecco come la Valacchia
impiccali e decollali ,
per causa de' due e la Moldavia, da uno slato monarchico
principali. Nel 1714 il suddetto principe indipendente, passato prima a quello d'o-
Brancovano con 4 figli» e il bolaro Va- ligarchia feudale, nel secolo passato era-
caresculo. Nel 17 16 il principe Cantacu- no cadute sotto il duro giogo del più di-
zeno col padre, e l'arcivescovo di Ijucha- strullivo dispotismo de'principi forestie-
rest annegalo. Nel 17 19 Giovanni Mau- ri, schiavi d'un governo assurdo e tiran-
rocordalo principe di Valacchia avvele- nico, come lo qualifica l'autore dell' O5-
nalo dal fratello Nicolò. Nel 1787 Jana- servazìoni intorno la Valachiaela Mal'
chi Ypsilanti capo dell'arte de'pellicciai davìa. Inoltre riferisce che non conosce-
in Costantinopoli, pro-zio del principe vasi governo più dispotico di quello e-
Alessandro Ypsilanti, impiccato. Nel 740 1 sercilalo da' principi di Moldavia e Va-
CostanlinoGhicca dragomanno dellaPor- lacchia, tuttoché i despoti fossero preca-
ta decollato. Nel 1760 Janachi Suzzo fra- ri, e spesso uomini senza nascita e talen-
tello maggiore del principe Michele im- ti, che l'intrigo greco, il denaro e il favo-
piccalo. Nel 1765 Slauracchi agente di re della Porla esaltavano, mentre da al-
Valacchia e Moldavia impiccato: per suo tri intrighi venivano deposti e ritornati al

ordine due boiari valacchi erano siati am- nulla. Ostentavano tanta fiera gravità,
mazzati, e 3 del popolo uccisi dagli arnau- che i boiari tremavano nel comparir lo-

una sollevazione.' Neil 769 Gregorio


ti in ro innanzi , in atteggiamento il più ser-
Rallimachi principe di Moldavia decolla- vile, invocando il permesso di baciare la
to, e lo fupure Nicolacchi Suzzo drago- mano, d'ordinario baciando piedi o il i

manno della Porta. Nel 1777 Gregorio lembo della veste. I principi erano dive-
Chicca principe di Moldavia scannalo da nuti padroni della vita e delle sostanze
un capigi a Jassy, Nel 1778 llvestiar» de'sudditi, disponendo a talento de' loro
VAL VAL i47
beni. Ogni principe fanariolo conduceva compagnatoda tm capigi bascì della Por-
seco gran numero di greci, a*quali di pre- ta e da 4 guardie del sultano. A' confini
ferenza conferivano i posti più lucrosi e del principato era ricevuto dalla nobiltà e
tutte lecariclieclie godevano assai copiosi corteggiato sino a un monastero subur-
emolumenti. La pena di morte venne qua- bano della capitale, dove ponevasi all'or-

si abolita dagli ultimi principi del secolo dine per indi fue il solenne ingresso. Que-
passalo, generalmente umani eabborren- sto veniva preceduto dalle milizie urba-
ti le crudeltà, particolarmente il principe ne, da' boiari e dagli uffìziali, cavalcando
Alessandro Ypsilanti cbe si studiò di fa- l'ospodaro sul detto cavallo col capigi e
re la felicità de'valacclii. Se era indispen- le guardie, co' paggi e camerieri, termi-
sabile l'estremo supplizio, in 3di versi tem- nandosi il treno da numerosa musica tur-
pi s'interrogava il principe se persisteva ca, e dalla carrozza della principessa cor-
nel permettere l'esecuzione della senten- teggiata dalle dame. 11 principe snionla-
za. Veramente i gravi delitti erano rari, Ta alla cappella di corle, ricevuto dall'ar-
ad eccezione de'rubamenti eassassinii de* civescovo, da'vescovi e clero, che 1' unge-
zingari. Non essendovi codice di leggi vano coli'olio santo. Passato nel divano,
scritte, poiché le romane e imperiali che si assideva in trono, e stando in piedi si

dicevansi osservare, non erano né inte- leggeva dal divan effendi il diploma im-
se né studiate, piuttosto seguivasi l'uso periale, col quale veniva costituito prin-
tradizionale del paese, il che dava luogo cipe col formolario: «L'inclito tra'princi-
a capricci, secondo la volontà del princi- pi della nazione del Messia, essendo una
pe, il cui successore spesso annullava il de- pianta aromatica coltivata colle nostre
cretalo, quindi generale confusione nella mani (ovvero un cereo acceso da noi),
proprietà de'beni. L'Ypsilanti fece un co- V abbiamo destinato per vostro vaivoda,
"
dice succinto o piuttosto urj'istruzionepe* cioè generale, onde dovete ubbidire ec.
giudici come dovevano regolarsi ne* casi Terminata la lettura, ritiratisi turchi, il i

pili frequenti; il quale per la chiarezza e principe ammetteva al baciamano gli a-


semplicità riuscì di molto giovamento al- stanti. Quando poi il sultano mandava la

la Valacchia; ed i successori furono ob- deposizione del principe, questi era tosto
bligali a conservarlo. Quando la Porla da tutti abbandonato e sovente anche in-
creava un principe, questi recavasi poi sultato, e tornato a Costantinopoli ivi vi-
con numeroso seguilo a cavallo dal sul- veva privatamente. Sino a Nicolò Mau-
tano, il quale lo riceveva sedente in tro- rocordalo , principi erano trattati con
i

no e nella stanza in cui accoglieva gli am- molto maggiore distinzione dalla Porta,
basciatori esteri. In presenza del sultano e portavano sul berrettone un gioiello
eragli posta in capo la cucca o cimiero di con piume d'airone, simile a quello del
feltro ricoperto di velluto cremisi e da un sultano; prerogativa ch'egli rinunziò, glo-
lato con gran pennacchio di penne di riandosi d' esser vile schiavo della Porta.
struzzo; veniva vestito della cabauizza, ve- Limitandosi i turchi a mantenere alcuni
ste usata nelle funzioni dal solo sultano e presidii nelle città principali, lasciavano
da'magnali. Tornava alla sua abitazione agli ospodari lacura di riscuotere il tri-
sul cavallo donatogli dalsùltano e barda- buto destinato per Costantinopoli, e di
to riccamente, avendo attaccate alla sella opprimere per loro proprio conto pae- i

la sciabola e la mazza ferrata. Lo precede- sani e i boiari. Questi principi flìnarioti


vano due code di cavallo, e lo seguiva la impiegavano a istrumento delle loro esa-
musica militare turca, la quale seguitava zioni soldati albanesi formanti la loro
a suonar nel cortile dopo il pranzo. Collo guardia, conosciuti sotto il nome di ar-
stesso treno partiva da Costantinopoli, ac- nauti.
i48 VAL VAL
Frollanlo per ambiziose mire Cateri- niera che possa essere, alla professione
uà 11 ini pelatrice delie Russie prese à pro- della religione cristiana , la quale sarà
teggere la Valacchia e la Moldavi;!, e col perfettamente libera, uè alla fabbrica di
trattalo di Kaiuargik la Russia acquistò nuovi templi, o alla restaurazione degli
il diritto d'intercedere a favore deceda- antichi, com'è stato praticato per l'avan-
mi che potesse muovere la popolazione. ti. 3. Saranno restituiti a' conventi e a'
Questo trattato fa la conseguenza della particolari le terre e beni, i quali loro ap-
guerra che la Francia nel i jSS avea fatto partenevano anticamente e sono loro sta-
dichiarare dalla Porta contro la Russia, ti usurpati contro ogni giustizia nelle vi-

gelosa dell'influenza che esercitava in Po- cinanze d* Ibraila, Chotin, Render ec, e
lonia. La guerra riuscì disastrosa per la che attualmente si chiamano Paradli,
Turchia, e fra le conquiste de'russi vi fu 4. Gli ecclesiastici saranno trattali con gli

la Moldavia e buona parte della Valac- onori é distinzioni dovute al loro caratte-

chia, oltre la Crimea, ad onta degli sforzi re. 5. Sarà accordata la permissione alle
del sultano Muslafà III e del fratello e , famiglie che vorranno lasciare la loro pa-
successore Abdul-Hamed. Ecco il tratta- tria, di trasportarsi in altri paesi con tut-
to di pace concluso traCaterina IleAbdul- to quello che posseggono, ed a fine che
Hanied a Kainargik a'2 luglio 1774»
, i queste famiglie possano aver la ficilità di
ciocia parte che riguarda i principati; del- disporre de' loro beni, si concede loro il

l'altra Turchia^ in quel*


umiliante per la tempo d' un anno intero per profittare
Tarticolo ne parlai. «L'impero della Rus- di questa libertà di sortire dal paese, da
sia rende alla sublime Porta tutta la Bes- contarsi dal giorno della permuta del pre-
sarabia, colle città d'Akerman, Rilia, I- sente trattalo. 6. Non sarà domandata,
smail, e tutti gli altri borghi, villaggi eluo- ne ricercata agli abitanti veruna somma
ghi situati in queste provincie. Le rende di denaro, né tassa a titolo di antiche im-
similmente la fortezza di Render. Di più posizioni di qualunque natura siano. 7.
l'impero della Russia rende alla sublime Non si esigerà parimenti da loro alcuna
Porta due ducati di Valacchia e Molda-
i contribuzione o tassa per tutto il tempo
via, con tutti i castelli , città, borghi, vil- che ha durato la guerra; ma al contrario
laggi e tultociò che vi si trova. La subli- in considerazione del gran numero di
me Porta da parte sua li riceve alle se- disgrazie e perdite che hanno solferto nel
guenti condizioni che promette nella più corso della guerra, saranno ancora fran-
solenne maniera di santamente osservare. chi e liberi da ogni imposizione e contri-
I. Sì osserverà verso tutti gli abitanti di buzione per lo spazio di due anni da con-
questi ducati, di qualunque dignità, ran- tarsi dal giorno della permuta del presen-
go, condizione , carattere o nazione che te trattato. 8. Dopo il detto termine di
siano , senza la menoma eccezione , una dueanni, la sublime Porta promette d'os-
perfetta amnistìa, ed eterna dimentican- servare nell'imposizione del tributo pecu- j
za, com'èstato convenuto, a favore di tut- niario sopra questi popoli, tutta l'umani- '|
ti quelli, i quali realmente si sono resi col- tà e magnanimità possibile. Ella farà ri-
pevoli di qualche mancanza, o che siano scuotere questo tributo per mezzo di de-
guardati come sospetti d'essere stati con- putati ogni due anni, e se in tempo della
trari agl'interessi della sublime Porta; sa- scadenza gli abitanti lo soddisferanno e-
ranno ristabiliti in tutte le dignità, ranghi satlamente, ne pascià, ne governatore e
e beni che possedevano per i'a vanti, e sa- altro uffiziale potrà vessarli con modo op-
rà loro restituito tùtlociò che godevano pressivo , né esigerà da loro alcun* altra
prima della guerra presente. 2. Non si pensione o imposizione, sotto qualunque
porrà veruD ostacolo, di qualunque ma* titolo o pretesto che sia, ma permetterà
VAL VAL 149
loroalconlrariodi godere degli slessi van- un hatliscerifF segnalo dallo stesso sulta-
taggi (reclamati da'nazionali senza docu- no, nel quale oltre molti privilegi, vi era
menti, e perciò ignorati, dice Tanonimo, quello espressamente dichiarato, che la
da cui ricavo il testo del presente tratta- Porta non avrebbe cambiato i principi
to), de'quali hanno goduto sotto il regno senza grave colpa loro, e senza l'intelli-
del sultano Acmel IH di gloriosa memo- genza della Russia. Tre anni dopo la sles-

padre di S. M. il sultano regnante. 9.


ria, sa Porta, amezzo d'un suo emissario, fe-
La sublime Porta permette o'principi di ce proditoriamente assassinare Gregorio
questi due ducati d'avere presso ad essa Ghicca principe di Moldavia, ch'era sta-
ognuno di loro un incaricato d'affari che to nominato a istanza di Caterina 11 , a
professi la legge cristiana, i quali avran- tradimento e mentre in buona fede, anzi
no cura degl'interessi de' suddetti ducati, in onta agli avvisi del principe di Valac-
e saranno trattati dalla sublime Porta chia e di altri di riguardarsi, erasi recato
con bontà e distinzione, imperciocché, solo a visitare il capigi basci fintosi ma-
malgrado la mediocrità della loro condi- lato, il quale lo fece pugnalare alla sua
zione relativamente ad essa, sono pure presenza. Subito troncatagli la testa fu
persone che devono godere di tutti pri- i inviata a Costantinopoli, ove restò espo-
vilegi del diritto delle genti, e per conse- sta per 3 giorni alla porta del serraglio.
guenza non essere esposti a veruna vio- Il corpo fu lasciato a' parenti, ma la ro-
lenza. o. La sublime Porta consente an-
( ba e i denari, che molli ne avea fatti con
cora, che i ministri della corte imperia* intrighi, li confiscò il sultano. Si colorì
le di Russia che risiederanno presso di l'operato da'turchi, pe'sospetli formati su
essa, possano impiegarsi a favore dell'u- Gregorio, ne'torbidi cominciali nella Cri-
no e dell' altro di questi ducati, secondo mea, per la succennata 2." invasione rus-
le circostanze nelle quali potranno tro- sa. La Bukovina, che fino al 1777 appar-

varsi questi due paesi, e la sublime Por- teneva alla Moldavia, avendola reclama-
ta prouìette d'avere in questo caso per ta l'imperatore Giuseppe li, perchè situa-

loro tutta l'attenzione ed i riguardi do- ta tra le sue provincie di Gallizia e Tran-
vuti a potenze alleate e rispettabili". Ri- silvania, e come antica dipendenza del
marca r autore dell' Osservazioni , che suo regno d'Ungheria, i russi nello sgom-
quasi nessuno di questi io articoli è stato brarla consegnarono agli austriaci. Il
la

osservato e posto in pratica per la con- sultano credè prudente dissimulare, e poi
naturale disposizione della sublime Por- la cede formalmente. Indi la Porta co-

taOttomana in mancar di parola, per minciò a cambiare principi a suo ca- i

non aver avuto principi i e le due nazioni priccio senza saputa della Russia, e gra-
coraggio d' insistere sulla esecuzione , e vare i principali di eccessive contribu-
per non essersi curati i ministri russi dal zioni, soprattutto in commestibili. La cor-
bel principio di far valere il trattato; in te imperiale di Pietroburgo, unitamente
somma per tutte le altre ragioni che pro- a quella di Vienna, fece delle doglianze
dussero una nuova guerra colla Russia, contro questa ingiusta e illegale condot-
dopo quella sorda fatta da questa poten- ta, ed ottenne un nuovo privilegio simi-
za ai medesimo sultano, per la nuova in- le air.", nella nuova pace per la Crimea
vasione della Crimea. Inoltre riferisce,che però ritenuta da'russi. Nel seguente hatli-
in conseguenza del trattato di pace, ed in scerilfa favore de'principati di Valacchia
virtù del convenuto a favore de'due prin- e Moldavia rinnovato nel 1784? il sulta-
cipati, il colonnello Peteisou ministro di no Abdul-Hamed vi scrisse di suo pugno:
Russia a Costantinopoli, fece dare a'due In conformità si operi.»» Inclito fra'prin-
nuovi principi di Valacchia e Moldavia cipi seguaci di Gesù, Scherlet-Zade Ales-
i5o VAL VAL
Sandro Vaivodacìi Moldavia , clie il tuo troveranno colà, procurando un accomo-
fine sia felice. Giungendoli questo allo damento che contenti entrambi; ma se
j
segno imperiale^ ti sia noto, che 1' anno la sua mediazione non produrrà il bra- a
1 188 (dell' Egira) nella luna di Scewal malo effetto, si chiami il cadì d'ibiuila,
furono emanali due alli comandameuli ilquale giudicherà , e terminerà la lite
sopra ornali col nostro imperiale polen- con somma integrità, e senza opprime-
te carattere, fatti paiiicolarmente per la re il sùddito, essendo nostra ferma vo-
Valacchia e Moldavia, i quali conteneva* lontà, che il suddito non debba essere ci-

no quanto segue. Che i sudditi di queste tato ad altri tribunali fuori del paese. Che
due Provincie che sono le Canove dei po- essendo emanata una sagra decisione o
tente mio impero, non diano in avveni* fefta in cause le quali fossero per eredi-
re dopo aver pagato il fissato tributo,
, tà con testamento, o per parentela, è ac-
altre contribuzioni sotto vari nomi, come cettabile la testimonianza di Pietro gre-
si praticava prima delTultima guerra.Che co contro Omer turco, in quelle cause
i loro vai vedi non siano deposti fino a però che fossero avanti la giustizia fuori
tanto che non apparisca qualche.segno po- di parentela, o testamento, la testimo-
tente di ribellione; e che un tale regola- nianza contro il turco non sia accettabi-
mento sia osservato stabile in perpetuo le, sicché a tenore dell' alto fefla segua
senza cambiamento o deposizione, confor- ec. Che quanti de' ministri o altri com-
me i trattati già fatti fra il potente nostro mettessero qualche delitto nel paese del-
impero e la corte di Russia; che per que- la Moldavia, siano presi e mandati nel-
sl'oggello debbano darsi a'principi Berat le vicine fortezze per essere castigati da'
ornati col mio sagro caraltere, e accompa- loro comandanti. Che essendo slati spe-
gnati da clemenza, acciò gli abitanti viva- diti in passato diversi fìrmani intorno ad
no consolati e tranquilli, ed i loro princi- alcuni militari delle fortezze, ed abitanti
pi con sicurezza e quiete d'animo. Che delle rive delDanubio, che contro no- i

del tributo che i sudditi sono obbligati di striregolamenti entra vano senza permes-
dare,se ne faccia ogni due anni una volta so ne'dne principati facendo risse ucci- ,

il pagamento al nostro imperiai tesoro in dendosi fra di loro, e dopo ricercando il

Costantinopoli per mezzo del loro agen- riscatto del sangue muovevano liti, e do-
te. Che i sudditi di Moldavia e Valacchia mandavano denari a'sudditi di Moldavia
siano liberi dal tributo ed altre imposi- recando loro altri disturbi; come pure in-
zioni,cominciando dall'anno 1 188 e la torno all'estirpazione degli uomini cattivi,
luna di Gemasiul-Ewel, fino al termine i quali scorrevano il paese,ed alla distru-
de'due anni. Che dopo terminati sud- i zione (secondo i prelodali regolamenti)
detti due anni, si debba pagare, come si delle possessioni ed abitazioni, che que-
è detto, ogni due anni una volta il tribu- sti costruivano sul terreno della Molda-
to, che dalla somma pietà e misericordia via. Ora non essendo lontano dal crede-
\erso di loro sarà determinato, e che si re, che tali malviventi possano aver in-
spedisca per roano dell'agente nominato tenzione di fare lo stesso, intendiamo che
dal principe appresso la nostra sublime il descritto regola n»enlo negli emanati
Porta. Che per i conti e debiti vecchi alli ordini si pratichi ed eseguisca inal-
non si faccia veruna ricerca sì di denari, terabilmente, e che in avveuire non deb-
che di qualsiasi altro genere. Che succe- ba entrare in Moldavia, che un dato nu-
dendo Ira lurco e cristiano suddito qual- mero di negozianti conosciuti d'ogni for-
die contesa debba esaminarsi dal prin-
, tezza, i quali debbano aver la licenza in

cipe di Moldavia 1' aliare unitamente al iscritto da'ioro comandanti per presen-
suo divan etì'endi, ed altri turchi che si tarla al vaivoda di Moldavia, o al suo uf-
VAL VAL tSt
flziale, e riceverne da essi il permesso in siano molestati da chi che sia intorno olla
carta; che non acquistino case ne'distret- loro maniera di vestire. Che riguardo al

li, non seminino, non moleslino suddi- i caso, che abbracciando un suddito la fe-

ti, e non diano denaro ad usura. Che per de maomettana non possa cercare por-
simili fraudolenti cause, i coman-
visir, i zione di eredità; essendo questa una ma-
danti ed i giudici non permettano che teria oscura in legge, si esamini perciò il

sia danneggiato il suddito con ispedizio- fefta,de*quali ne sono emanali i 4 seguen-


ni di cotunìissari. Che le possessioni e ter« ti : Pietro cristiano, dopo che sarà santi-
re che altre volle spettavano a* mona-
, ficato colla santità del mussnlmanismo,
steri o a'boiari, e poi ingiustamente sono ossia vera fede, se morisse Paolo suo pa-
ad essi, ed al presente vengo-
state tolte dre cristiano, non lo
egli eredita. Pietro
no nominati rajà, siano a suo tempo re- cristiano marito di Maria cristiana, fatto

stituite a'rispellivi proprietari, dopo un turco, moiendo Maria cristiana, Pietro


giusto esame. Che non sia lecito a'nego* non i' eredita. Paolo cristiano padre di
prendere possessioni e te-
zianti turchi di Pietro cristiano, fatto turco, morendo il

uute,o pascolare animali inlMoldavia.Che figlio padre non l' eredita. Il turco
, il

i sudditi non vengano danneggiali in ve- Mecmet, dopo aver dato la libertà al suo
run modo da' visir e pascià, o dalle loro schiavo Pietro cristiano, se morisse Pie-
genti che escono dal retto cammino per tro senza farsi turco, Mecmet non lo e-
entrare Moldavia, e prendere da' sud-
in redita. Gli accennati 4 sagri fefta siano
diti provvisione d'ogni sorte senza paga* dunque eseguiti. Che dovendosi compra-
mento, o disturbarli con altre domande. re per mano de* commissionati del capo
Similmente, che le persone che vanno e macellaio la nota quantità di pecore nel-
vengono per importanti affari in alcune la Moldavia, avendo questi cagionato
parti, non entrino nella Moldavia, uscen- danni e ingiustizie a'poveri, Noi usando
do dal retto cammino, e quelli che ven- clemenza verso medesimi, abbiamo a- i

gono per affari in Moldavia non cerchino bolilo l'antico di compra: ma poi-
modo
alle poste più cavalli di quelli che sono ché è inevitabile e necessario, che si con-
fissati nel loro firmano di posta. E poi- ducano pecore dal custodito mio stalo
ché furono emanati altri ordini contenen- per le porzioni di carne dispensate dal
ti l'accennate prescrizioni, non segua iu mio tesoro, e per rali(nento degli abitan-
avvenire la menoma mancanza nell'im- ti mia dominante
dell'alta sudditi di , i

preteribile esecuzione e osservanza delle Moldavia non devono nascondere le pe-


medesime. Se taluno si mostrerà disub- core vendibili, ma venderle a'negozianti
bidiente si prenda cura della sua
,
im- di carne, ed il vaivoda di Moldavia non
mediata corre/.ione. Che sudditi di Mol- i deve mancar d' attenzione acciò le peco-
davia, i quali passano per negozio ne' vil- re sienodalea'suddetti negozianti che do-
laggi, terree mercati sulle rive del Danu- vranno trasportarle in Costantinopoli, ne
bio, non siano molestali dagli esattori del venderle in altra parte. Che paese del-
il

tributo e da altri uffiziali di quelle par- la Moldavia essendo la Canova del felice
ti, con domande di tributo o testatico, o mio ed essendo determinatala ve-
soglio,
per verun'altra causa; che quelli delle ri- nuta delle necessarie vettovaglie da Va-
ve del Danubio non enlrmo in Moldavia lacchia e Moldavia, i sudditi di Moldavia
con pretesto di ricercare i loro sudditi, e per contraccambiare alla contribuzione iu
per quest'oggetto saranno spedili altri fir- grani che per nostra clemenza fu levata
,

mani a chi spelta, con ordini positivi e mi- poco fa; devono far pervenire abbondan-
«acce. Che i sudditi e abitanti della Mol- temente alla scala del Danubio grani e i

davia, a tenore de'privilegidelluogo,noa le biade che acquistano seminando , e


i5i VAL VAL
vender tulio al prezzo corrente a'copila- fa d'uopo alla nostra ricca zecca , ma il

ni delle u»vi del mercato dello Capan di necessario nitro venga procurato dal prin-
Coslaiilinopoli, non dandoli ad aliti luo- cipe, ed il trasporlo e costo di esso si de-
ghi, e sul riflesso d'essere slata levala det- falcherà dal tributo, ed egli darà avviso
ta contribuzione, che non cessino di semi- alla nostra ricca zecca, acciò lo faccia ri-
nare, o per fine monopolio non na-
di cevere alla scala, che sarà prevenuta, per
scondino grani che hanno e che raccol-
i trasportarlo in Costantinopoli. Slantechè
gono. In lai modo e^si potranno vantag- finoranon è stata commessa veruna man-
giarsi, e gli abitanti del nostro felice so- canza per parte de'suddelli paesi nell'a-
gliosaranno liberi dalla carestia; e di ciò dempimento a'dovuti obblighi di servitù,

ne abbia cura il vaivoda ed boiari in i si sono aggiunti a' suddetti capitoli i se-
perpetuo. Che qualunque mancanza o guenti punti dettali dalla nostra impe-
delitto de'snddili e boiari, della Valacchia riai misericordia, onde sì guardino in av-
e Moldavia, che apparve di uecessilà nel venire dalla menoma mancanza, ed usi-

tempo delle guerre, sia loro lutto perdo- no prontezza e diligenza, per quanto oc-
nalo , e posto in una totale dimeutican* corre al nostro imperiale servizio, e pre-
za;che non si pensi né a castigare, né a stino intera ubbiilienza a' loro principi,
rimproveiare le loro passate procedure, non mancando d'un atomo alla dovuta
e siano certi in avvenire, lino a tanto che fedeltà e servitù. E perciò si fa nolo, che
non travici anno dal centro dell'ubbidien- in avvenire non si ricerchi dalla Valacchia
za, dall'adempimento del tributo, dal for- che borse 6 9,e dalla Moldavia borse 3 5
1
i

nire le provvisioni, e dagli altri doveri di e piastre 444» P^^'


'^''^ tributo, che sarà
sudditi, di non esperimenlare altro che alla fine di ciascun anno contribuito al
benignità e clemenza. Che stando in ar- felice mìo soglio, nel caso non fosse sta-
bitrio de* principi di Valacchia e Molda- to impiegato in commissioni. Che pel re-
via il dare gl'inipieghi del paese a' sog- galo del Dairam si esigano dalla Valacchia
getti distinti fru'nazionali, ed a' greci ed piastre 90,000 in contanti e robe, e pia-
a quanti di essi sono fedeli e degni di go- stre 4o,ooo periIRichiabie; e dalla Mol-
vernare, resti in libertà de'principi di pre- davia si esigano piastre 90,000 in con-
valersi pel loro servizio ,seconde il biso- tanti e robe [>el Bairam, e piastre 25,ooo
gno, tanto de* greci ,
quanto de* paesani, per il Richiabie, e non si domandi altro.
preferendo peiò i signori del paese ne- Che da'principi non si esiga denaro per
gl'impieghi che sono propri a loro. Che conferma, e non si depongluno fin tanto
le qualità de*legnami che occorrono per che non si commettesse da loro qualche
le fortezze situale nella Romelia , si se- delitto evidente. Che non sia ricercato da*
guitino a tagliare come per l'addietro, e nuovi principi per diritti e regali un obo-
si trasportino da' monti della Valacchia lo più del solilo,e questi non si esigano da'
e Moldavia , mediante le giuste mercedi, sudditi, ma si diano dalle rendite partico-
per il taglio e trasporto che si pagheran- lari de'principi. Che non si tollera dal no-

no da'tribuli di Valacchia e Moldavia, a stro potente soglio, che i pascià , cadì o


tenore delle ricevute degl'intendenti del- altri comandanti che si tiovinoinque'conr
le fabbriche senza la diminuzione d' un torni, prelendino iributoo ricerchino re-
obolo. Che si usi diligenza acciò in avve- gali dalle due provincie , ricadendo ciò
nire non sìa mandato senza necessità un in danno del suddito, o dicessi spedisca-
doganiere in Galatz, tanto per parte del no in loro nome commissari fuori del so-
governatore di Chiri,c!ie d'Isachcia.Che lo eunico caso di ritirare denaro del Iri-
non vada alcuno in Moldavia a nomedcl- buio da noi ordinato. Che non siano i
V appaltatore per ricercare il nitro, che principi obbligali a dare regali quando
VAL VAL i53
seguono eerabiamenli nel ministero del siano questi restituiti a'proprielari. Che
nosho polente impero. Glie il nostro po- senza urgente bisogno non si spedisca com-
tenteimpero esiga provvisione d'ogni sor- missario dal nostro potente soglio nelle
te, ma in grado clie queste non portino due Provincie , e quando verrà spedilo,
angustia agli abitanti delie due provin- che non debbano i sudditi pagare la sua
quando le domanderà il tesoro, sia-
cie, e commissione, né egli dilungare la sua di-
no pagate in denaro contante, senza ag- mora inventando prelesti e molivi. E
gravare gli abitanti delle spese del ira- dunque nostra clemente e imperiai vo-
sporto, equando saranno comprale da' lontà, che siano osservati ed eseguiti i

mercanti debbano pagarsi in contanti al suddetti capitoli unitamente alle prime


prezzo corrente sul luogo. Che essendo- condiziotii del sistema; e poiché la mise-
ci note le ingiustizie e oppressioni , die ricordia verso de'poveri e impotenti, e la
succedono nelle compre dt^lle pecore cUe clemenza verso i soggetti é proprio attri-
si fanno per mezzo degli uomini del ca- buto di segnalata giustizia del nostro go-
po macellaio, si è tolta tal forma di com- verno, che spande abbondantissime gra-
pre di pecore; ma perchè è necessario che zie sopra i sudditi di Valacchia e Molila-
gli abitanti di Costantinopoli siano prov- via, acciò siano preservati da qualunque
veduti dal custodito nostro impero; i sud- sorte d'ingiustizia, e stabili nella loro fe-
diti delle due provincieche vogliono ven- licità e tranquilla permanenza sotto l'om-
dere le loro pecore/le vendano a'mercaa- bra del nostro impero; così si è dato il pre-
li al prezzo corrente, ed i principi abbia- sente noslro alto ordine ornalo dell' im-
no cura, che non si faccia mancanza nel- periai nostio carattere, comandando, che
lo spedirle al nostro felice soglio. Che dopo aperto e letto alla presenza gene-
quando sarà nostra volontà di esigersi rale di lutti i metropoliti, vescovi, abba-
dalle due provincie legnami o allro per ti, boiari, boiarnasci, capitani, ulliziali, a-
le fabbriche pubbliche, si dia previo av- bitanti e sudditi, e fallo ad essi palese il

viso a'principi, ed in tal modo si traspor- suo contenulo dettalo dalla giustizia , si

tino a'confini delle due provincie, e da' conservi presso di loro, e che in avvenire
commissari a ciò destinatisi paghi a'sud- si osservino tutti i suddetti punti del fis-

dili in contanti tanto il valore, che il tra- sato sistema nel modo si è spiegato e fat-

sporlo di detti legnami, né si usi violen- to noto, e sia tua cura scrivere e parte-
za per farglieli trasportare fuori de'con- cipare alla clemente nostra Porta, se mai
fìni;e quando si ricerca dagli abitanti de' veruno agirà in contrario, acciò subilo ne
óue luoghi lavoro e fatica , si dia loro il sia fatta vendetta. Quando poi i boiari
consueto pagamento senza din»inuzioneo di Valacchia e Moldavia condurranno si

rilardo. Che non si ^ìermetla l'entrata ne' verso il polente nostro impero con fedel-
delti luoghi a veruno de' circonvicini a- tà, e verso i loro principi con ubbidien-
bilanti militari, o altri che vi si recassero za e sommissione, restino ad essi le loro
ad oggetto di far danno a'sudditi, ma sol- terre e possessioni , e quanto hanno in
tanto si conceda a'mercanti che hanno fìr- prima ottenuto in virtù di diplomi, uflì-
mani; come pure s'impedisca, che altri 2Ì e gladi , siccome precedentemente fu
venga a seminare o a pascolare animali comandato. In seguito si abbia cura, che
in terre appartenenti agli abitanti de'luo- si osservino in perpetuo nominati pre- i

ghi, o ad impadronirsi dellemedesime; e celti, e che paesi si mantengano in ista-


i

chi ardirà d'operare dolosamente contro to felice, perché dalla loro felicità dipen-
questo sistema, sarà castigato. Che se do- de l'alimento de'nobili; che questi viva-
po la pace sono slati usurpali da' vicini no quietamente e non facciano intrighi,
luvchi alcuQÌ terreui nelle due pioviucie, prestino ubbidienza a'principi^ e colla io-
54 VAL VAL
ro suborilinnzione si reiulino degni iV ot« indubitabile, che nell'ora stessa in cui ci

tenere , secondo gli nnliclu costumi de' sarà nolo, chequnlcunodegli abitanti del-
luoghi, i gradi e i lucri spettanti a loro. le rive del Danubio e delle fortezze gran-
Se poi alcuno de'nobili ardisse di far do- di e piccole anlirà d'opporsi a
questo sta-
mande irragionevoli, e che sogliono por- bilimento, sarà fatta contro di lui ven-
tar confusione nello stabilito sistema, co- detta. E sarà invigilato con perpetua cu-
n)e da un tempo in qua hanno costuma- ra e gelosa attenzione dalla nostra so-
to di fare, o molestassero i sudditi contro vranità, e da'gran visir e onorati pascià,
i<t nostra volontà, e dopo che saranno co- sul riposo e privilegi che furono accor-
mandati di aslcncrsene, non prestassero dati in tempo del giustissimo impero del
ubbidienza e si muovessero contro vo* i Nostro avo sultan Maometto IV". Ad
lei i di quel principe, che dalla potente no- onta di questo diploma, narra ranonimo
stra sovranità sarà eletto e destinato a che lo riporta, nello stesso 1784 il sulta-
governarli, e che ha permissione, piena no Abdul-Hamed , cambiò il suddetto
autorità e arbitrio di castigare tali teme- principe di Moldavia, soggetto slravagan-
rari colle meritate pene. Tu che sei prin- techeper tutti i riguardi non doveva mai
cipe attuale, devi sempre invigilare alla la Porta promuovere al vaivodalo; e po-
correzione di tal gente, usando tutta la co dopo Michele Suzzo vaivoda di Va-
cura pel mantenimento del buon ordine; lacchia, uomo dabbene e di eccellente con-
e perchè il povero suddito viva con tran- dotta, per sostituire una creatura del ca-
quillità, che la distribuzione del tributo pitan pascià, contro l'uso di non nomi-
si faccia egualmente, senz'aggravare più nare che i figli de'passati principi, o gli
uno che l'altro per impegni, e si pratichi attuali dragomanni o interpreti di lingue.
il giusto. Con altrettanta attenzione devi Il surrogato non solo divenne il tiranno
raccomandare e insinuare a tulli i nobili della Valacchia, ma si pretende che pel
e sudditi, di porgere voti per la conser- suo fondato mallaleuto contribuì molto
vazione della nosli a vita e per la durevo- colle sue istigazioni e falsi rapporti a ri-
le gloria e felicità della nostra potenza, scaldare la testa del furioso gran visir, e
Fa che infendano tutti il senso dell'alto indurlo a dichiarare la guerra alla Russia
nostro ordme , cioè che tanto i nobili, nel 1788. Prima della sua deposizione,
quanto sudditi di Moldavia, non tra-
i Alessandro vaivoda della Moldavia avea
viando nella retta strada d'osservare do- i accordato a'mercanti armeni sudditi del-
veri di subordinazione agl'imperiali no- l'imperatore Giuseppe li, il seguente Gri-
stri decreti, eh' esiger devono una rasse- sovolo o diploma. »j E' dovere de'prudeu-
gnata ubbidienza, e non ommetteudo ti sovrani vegliare sempre per ([uegli uo-
giammai la consueta fedeltà e rettitudi- mini, che si danno la premura e si a(ia-
ne, e la purità de'costumi, siano certi di licano per l'utile de'Ioro stessi sudditi, ed
godere infinita quiete e riposo, non di- aumentano con l'industria del commer-
sgiunto dagli effetti della nostra imperiai cio l'agricoltura. Siccome in questo prin-
clemenza e misericordia. Tu e i tuoi suc- cipato si trova da molto tempo una quan-
cessori prestando servitù e gratitudine al- tità di mercanti armeni sudditi austriaci

hi potente nostra sovranità ed all'infini- di Gallizia con bovi cavalli e altro be-
,

ta nostra imperiai ajunificenza, ed osser- stiame, ed essendo notorio, che non poco
vando i suddetti non avrai ti-
comandi , utile fanno agli abitanti di questo stato,
more non
d'essere deposto fin tanto che accrescendo il prezzo del bestiame e di
apparisca in te patente delitto che dia mo- altre cosecon contento degli abitanti, ed
tivo al cambiamento, ma resterai fermo essendo anche dagl'illustris-
stati favoriti

uel principato di Moldavia; ed è certo e sìmi nostri antecessori con qualche gru-
VAL VAL i55
zia, come si vede da*[)rivilegi, massima- proprio uso delloro bestiame. Per il fie-
titente da quello del nostro defuiilo zio no che vorranno fare per l'uso proprio,
Joan Nicolai vaivoda, che Ita loro accor- o sostentamento del bestiame loro, a vran-
dato benefìzi esclusivi, il qual privilegio no la facoltà di accordarsi cogli uomini
tengono nelle loro mani; così dunque ab- di quel luogo che troveranno, che siano
biamo giudicato giu^»to, non solamente di o paesani di qui a loro piaci'
stranieri ,

rinnovare e confermate li pristini bene- mento. Intorno a'bovi che comprano per
fìzi, ma di aumentarli con qualche nuo- negozio,paglierannodicornarilonna pia-
va grazia per il loro miglior stabilimen- stra,ed un polronic moneta vecchia, per
to secondoehè per mezzo di questo no- ogni bove, secondo l'uso, cioè dovranno
stro diploma determiniamo. Per li terre- ancora pagare per tutta la u»andra , al-
ni che questi mercanti hanno bisogno, e lorché passeranno li confini, una piastra
ailìltano annualmente, avendo inteso che e 60 denari a'doganieri de' limili, come
qualcuno de'proprietari delle terre volen- pure pe'bovi che si staccano dalle man-
do alzar li prezzi di queste, trovano vari dre e fuggono, dovranno pagare a quegli
mezzi fiod olenti, cioè si uniscono co'Ioro uomini che li troveranno, due piastre per
vicini, fingono d'afllttarli a maggior prez- un tale distaccamento di buona mano.
zo di quello li aveano già mer-
ailìltati i Ma ogni volta che si staccasse poi dalie
canti, e così questi si vedono cosUelti o mandre uno o due soli bovi, dovranno

di tramutarsi co' loro bestiami sopra al- pagare buona mano,secondo l'uso, d'u-
la

tri , o di dare il maggior prezzo of-


beni na piastra. Parimenti pagheranno per
ferto da costoro, e così loro viene cagio- lutto il bestiame ch'essi avranno qui nel
nato danno; il che essendo conilo ogni paese, eccelluati bovi di commercio,
i

giustizia e buona regola, ogni qual volta cioè vacche, cavalli, giumenti, laConitza
che sarà palesata una tal azione, non so- a 4o aspri per uno, secondo l'uso; ma per
lamente quel vicino che agirà con tal li poledri e vitelli, che non siano mole-
frode per danneggiare li mercanti, si ca- Come anche intorno al bestiame
slati.

stigherà con tutta la giustizia ma anco , che con)prano alle fiere, volendo essi do-
il proprietario sarà giudicato dal nostro po due mesi di tempo esportare quesli e
divano. Li mercanti che sono da più an- farli passar i confini, in questo spazio di
una terra col loro be-
ni stabiliti sopra due mesi che li terranno qui al pascolo,
stiame che occupano col consenso del
, che non siano incomodali per la Conilza,
proprietario, non ardirà nessuno de' vi- ma tenendoli più, che paghino. Pe'ca val-
cini di molestarli o cacciarli colla parola li che sortono dalle loro stesse e proprie

di Protimissis o sia di priorità. Li beni razze, allorché li faranno passare nella Po-
poi che venderanno an-
in avvenire si lonia, non sarà da loro esatta la dogana;
nuahiìente, aliai. 'vendila il vicino avrà ma per altri cavalli, bestiami e ogni al-
la priorità. Dopo poi, che una volta un tra cosa che compreranno di questo pae-
suddito austriaco ha ottenuto la posses- faranno esportare da'confini, co-
se, e la
sione sopra una terra e l'ha occupala per me anche per qualsiasi altri capi, che con-
qualche anno, facendo e fabbricando so- ti urranno e meneranno da altre parti in
pra questa cose necessarie pel suo com- queste, dovranno pagare la dogana se-
mercio, allora non può inquietarlo in nes- condo gli articoli sigillali della nostra can-
sun modo il vicino sotto titolo di Proti- celleria, che in quest'anno sono siali rego-
missis. Nessuno de'viciui abbia la facoltà lali e fatti, ne'quali si dimostra per tutti
di arare, seminare o tagliare l'erba per i sudditi austriaci come deve pagarsi la
forza sopra una terra eh 'è adìttata an- dogana, cioè il 3 per 100 secondo l'ordi-

nualmente da questi mercanti esteri per ne. Se avranno e tenauuu api e atuiali
i56 VAL VAL
qui il) Mok1rtvia,pngheiannoIaDesjellnn desima una sua memoria nel contenuto
a IO denari vecchi per tanti quanti ne della cui traduzione espone, che per pro-
avranno. Li loro cavalli non oserà nessu- curare l'assistenza e protezione de'mer-
no prenderli per T olac ossia posta , ne canti sudditi di S. M. V imperatore de*
quelli dalle loro abitazioni, né dalle loro romani, che a cagion del commercio con-
razze , né dalla strada. Ed intorno alle tinuamente vanno e vengono per le prò-
dispute e liligi die alcuno di questi iiier- vincie della Valacchia e Moldavia, e per
canti, o i loro uomini avessero con qual- le vie del Danubio, fu da canto della suc-
che nostro suddito paesano, non conten- cennata sua I. M. l'anno passato manda-
tandosi castialmente della giustizia degli to in que'contorni V illustre tra'primati
spravnìci ,
possa ap[)ellarsi al nostro di- della nazione del Messia Piaicewich at-
vano, ed in tal occasione li litiganti de- tuai segretario della corte imperiale, la
vono essere mandali dagli spravnìci a- di cui sngacltà sia aumentata. £ siccome
vanti di noi per fare la totale delìnizio- ilcommercio va vieppiù sempre crescen-
ne. Accadendo poi che alcuno di questi do ed aumentandosi, così per il buon or-
nominati sudditi commettesse qualche dine degl'interessi del commercio, per la
delitto, gli spravnìci non abbiano la fa- sicurezza de'mercanti tedeschi che vanno
coltà sopia costoro di cnrcerarli o altri- e vengono, e che quivi si ritrovano; co-
menti castigarli, ma di mandorli subito me per accudire ed attendere a'Ioro af-
qua, denunciando il fatto del loro delit- fari e negozi, è stato egli dall' accennata
to, per potere procedere a tenore degli imperiai corte destinato per suo agente;
antichi trattali, che sono eseguiti in Co- e che quantunque V assistenza e buoa
stantinopoli, e si osservano anche qui per trattamento usato finora da' vaivoda di
Jestesse ragioni. Ricerchiamo dunque con Volacchia e di Moldavia, verso la perso-
an)ore anco da altri principi^ nostri fra- na del succennato segretario, dia motivo
telli e successori che Dio sostituirà dopo di esserne soddisfatti, ciò non ostante per-
di noi in questo principato, di non alte- chè non si abbia ad usare verun man-
rare questa grazia e privilegio, ma ben- camento nella protezione ed osservanza,
sìconfermarla per loro proprio onore e che secondo il costume esige il suo ca-

eterna memoria. Dato questo diploma rattere, la suddetta corte imperiale richie-
nella residenza nostra di Jassy, del i
.**
no- de amichevolmente, che sia ordinato tan-
stro principato di Moldavia l'anno 2.*' to a voi che siete il sopraccennato vaivo-

1784 II 9 marzo. Noi Alessandro Vaivo- da quanto al vaivoda di Moldavia , ac-


,

da. Janacki Canlakuzeno gran vestiar. ciocché tutti (jue' trattamenti, immunità
L. S. " Precedeuten)ente a qtiesto diplo- e privilegi, concessioni ed usanze stipula-
ma, fu emanalo per contando del sulta- te dell'imperiali capitolazioni verso i con-
no Abdul-Hameil l'ordine che segue, di- soli ed agenti della riferita imperiai cor-
retto al principe di Valacchia. »»Airiucli- te, abbiano ad essere osservate anche ver-
to Ira'principi della nazione del Messia, so il sopraccennato; facendo il summen-
ilvaivoda di Valacchia Mikal vaivoda,li tovato ministro sapere, che questa requi-
cui eslreuìi siano felici. Pervenuto che vi sizione tende unicamente a confermare
sarà il mio supremo eiuìperial
presente e vieppiìi rassodare il commercio e l'a-
comandan)enlo saprete qualmente ilpiìi micizia, che sussiste fra lì rispettivi sud-
cospicuo signore fra' grandi delia nazio- diti,ed il vantaggio d'ambedue le corti;
ne cristiana il signor l)arone Herbert ed a tal oggetto ha richiesto l'emanazio-
Kathkeal internunzio cesareo residente ne separatamente di due miei nobili co-
presso la n)ia sublime Porta, il di cui mandamenti diretti l'uno a voi, e l'altro
termine aia felice, ha preseuluto alla tue- al sopraccitato vaivoda di Moldavia. Laou-
e

VAL VAL 1^7


eie essendoci! dovere compiacere la cor- il imperiale mandato, al quale è dovuta o-
te di Germanio, eh' è una corte inagnifi- gni sommissione, rispetto e ubbidienza,
centissìma, antica e sincera amica, e vi- astenendovi onninamente da qualunque
cina colla fulgida mia Porla, e che la per* azione contraria al medesimo, e temendo
fetta sincerità e candore che Iia per la di contravvenirvi. Così saprete operare,
medesima è evidente; come pure è di preslarete piena fede alla mia nobile ci-
massima importanza l'appianare ossia fa- fra imperiale. Dato dalla custodita resi-
cilitare, secondo esigono l'imperiali capi- denza di Costantinopoli verso la metà
tolazioni, i di lei interessi; ed essendo al- della luna Zilcadeade l'anno 197, che i

tresì chiaro ed evidente, esser di mia im- corrisponde a' 16 ottobre 1783 ". Final-
periai brama e intenzione, che deferendo, mente nel I
784 il sultano Abdul Hamed
giusta il tenore dell'imperiali capitolazio- pubblicò il seguente Sened, contenente le
ni, a' di lei desideri! e richieste, venga prerogative in favore del commercio de*
l dato corso al loro commercio, ch'è il frut- sudditi imperiali e reali negli slati dell'im-
to dell'alma pace, e che i di lei sudditi e pero ottomano. » In Nome dell'Ente Su-
mercanti che vanno e vengono, sieno se- premo. La ragione per la quale il presen-
condo il tenore dell'imperiali capitolazio- te islrumenlo è stalo spedito si è, che il

ni protetti e assistiti; e rilevandosi ancora signor iuternunzio dell'imperatore nostro


dal contenuto della sopraddetta memo- amicOjin una memoria presentata per par-
ria del succennato ministro, che il buon te della sua corte, ed appoggiandosi so-
ordine del loro conimercio dipenderà dal pra le clausole dell'articolo 2.° del trat-
buon trattamento e riguardo che si use- tato di Belgrado, ha domandato dilferen-
rà al sopraddetto segretario. Così voi che ti disposizioni e stabilimenti a favore de*
siete il sopraddetto vaivoxla, essendo di mercanti sudditi dell'imperatore ne'paesi
mio imperiai ordine, che abbiate ogni cu- del dominio ottomano. La sublime Por-
ra e usiate ogni diligenza per tutto quel- ta avendo esaminato il contenuto di que-
lo che secondo il tenore dell'imperiali ca- sta memoria, ha trovato che il detto ar-
pitolazioni riguarda il buon tiattamento, ticolo serve di base alle proposizioni del-
la stima e osservanza della dignità e ca- la corte in)periale intorno a questo sog-
rattere del succennato agente, non occor- getto; in conseguenza di che, e sopra \e
rendo dichiarare e spiegarvi ulteriormen- positive asservanze date nella suddetta
te a che segno sia d'impegno, intenzione memoria, che li bastimenti , mercanti e
e volontà mia imperiale , il compiacere sudditi delia sublime Porta che auderan-
la sopraccennata cesarea corte, e il dare no everranno esercitando il commercio
esecuzione alle condizioni stipulate fra le per terra e per mare, e pe'fìumi io tulli
due corti nell'imperiali capitolazioni, im- gli stali dell'imperatore, goderanno co-

piegherete con tutta la premura ogni vo- stantemente dell'inimuni là e privilegi che
stro studio , e la più grande attenzione godono relativamente al commercio le na-
nell'onorare e stimare la dignità del so- zioni più favorite, ed anche al di là. La
praccennato agente, che ha l'ordine d'ac- sublime Porta eseguendo sempre colla
cudire à'negozi e interessi de'mercanti im- massima sincerità le obbligazioni contrat-
periali, come pure nel prestargli in virtù te in virtù de'traltali, ed essendo costu-
dell'imperiali capitolazioni tutta l'assi- mata provvedere alleolameotea'mez-
a
stenza e protezione. Al qua! eflielto fu e- zi più propri per dare alla corte imperia-
roanatoil presente mio supremo coman- le sua antica amica e vicina prove non
da mento,col quale voglio e comando,per- equivoche della sincerità de' suoi senti-
venuto che vi sarà, d'uniformar l'opera- menti e delia sua perfetta amicizia, hfi
zioni vostre, giusta il tenore di questo mio risoluto d'impeguarsi e prendere sopra di
i58 VAL VAL
se nella sopracldella maniera col presen- te in lutti gli stati dell'impero ottomano.
te Sened, dì osservare religiosamenle i Art. 3. I sudditi e negozianti imperiali
seguenti punti e miicoli, i cpinli serviran- goderanno anche tanto all'introduzione e
no d' ora in avanti di regola invariabile all'estrazione di tutte le merci non proi-
al trattamento da farsi alla nazione tede* bite, che nel vendere e comprare, d'una
sca, ed avranno la stessa forza che il Irat- hbertà piena ed intera e non sarà per- ,

talodi Belgrado. Àrt.i. Il trattatodi coni* messo in verun modo alle corporazioni,
mercio segnato presso di Passa rowit?. l'an- compagnie e monopolisti, o a chi si vo-
noi 32 dell'Egira, ed adottato per base
1 glia, di porvi il menomo ostacolo aperta-
del detto articolo 2.° del trattalo di Bel- mente o clandestinamente, né tnolestare
grado, sarà, com'è di dovere, mantenu- o punire i sudditi della sublime Porta a
to e osservato in tutto e per lutto negli causa di queste vendite o compre, né inco-
slati dell' impero ottomano a favore de' modare o vessare chi che sia de'mercanli
sudditi e mercanti dell' imperatore, e la o sudditi ottomani, sotto pretesto o pei*
sublime Porta non permetterà e non au- causa che ha comprato qualche elTello o
torizzerà la menoma trasgressione su di mercanziede'negozianli tedeschi. Per que-
questo; e per fjuello che riguarda il com- sta ragione l'esecuzione del presente Se-
nìercio per mare e pe' fiumi, si procederà ned sarà ordinala a'capi e magistrati del-
in conformità di quello che sarà regolato le Provincie, del mare e delle coste , ed
nell'articolo 6° del piesenfe Sened. Ari. agli ufijziali delle dogane con firmani mol-
2. In quanto a' diritti della dogana che lo positivi ed energici , contenenti le re-

dovranno pagarci sudditi e mercanti im- gole sopra il modo con cui dovranno con-
periali, la sublime Porta riconosce qui di dursi verso i sudditi imperiali che van-
nuovo leanlicheconvenzionijCioècbenon no e vengono, o dimorano in tutti gli sta-
pagheranno più del 3 per 100 di dogana ti dell'impero ottomano. Nel tempo stes-

ima volta solamente, sia nel luogo del- so saranno date copie di questi firmani
l'introduzione, o in quello della destina- alla corte imperiale, afìlnchè i suoi mi-
zione di tulle le merci che compreranno nistri, consoli e agenti, come pure i co-
per esportarle, e che non saranno della mandanti de' confini possano esserne in-
natura delle proibite, dimodoché il com- formali per dirigersi in conformità. Art.
mercio de' mercanti tedeschi specificalo 4. Per prevenire ogni dubbio e sospetto
qui sopra tanto d' introduzione che d'e- che potrebbe nascere a'comandanli, ma-
strazione, sarà libero da ogni altra e qua- gistrali e inipiegali delle provinole otto-
lunque imposizione , e specialmente di mane, soprintendenti al commercio per
quelle chiamate Mastarie, Cassabie, Bi- mare e pe'fiumi, la sublime Porta dichia-
daat, Resmi-hudamie, Refi, Badch-Jas- ra, che in virtù de'lratlali é permesso a*

saculi ec. Abbenchè le disposizioni rela- sudditi e mercanti imperiali muniti de'
tive a ciò siano chiaramente ed evidenle- loro passaporti d'andare e venire libera-
menle spiegale nel suddetto Irallato di mente per mare e pe'fiumi dovunque sa-
commercio di Passarowitz, aveiìdo per rà loro di convenienza, approdare e sca-
altro dichiarato l'internunzio, che col de- ricare le loro merci, e caricare quelle che
corso del tempo si sono introdotti, a ri- sono proibite, pagando i diritti che devo-
guardo di questo stabilimento, dillerenti no. Art. 5. La sublime Porta riconosce,
abusi contrari alla regola fìssala nelle pro- che la corte imperiale ha diritto in virtù
"vincieoltomane,e principalmente in quel- del trattato di Belgrado , e di quello di
ledella Valacchia e Rlohlavia, la sublime commercio di Passarowitz, come anche
Porta conferma qui formalmente per
le in conformità della sincera e perfetta a-
essere osservate d'ora in avanti intcramen- micizia che sussiste tra le due corti , di
VAL VAL 1%
reclamare pe'j3ropri sutltlili e mercanti i Nascendo delle difficoltà nel-
ritto. Art. 8.

favori, privilegi e vantaggi nel commer- l'esecuzione di qualche punto del presen-
cio senzaveruna eccezione, che godono te Sened, e specialmente intorno le mer-
e goderanno in avvenire lelativamenle , ci proibite così nel trattato di l^assero-
al commercio le alUe nazioni franche,
, witz, che in quello di commercio di Bel-
speciain)enle i francesi, gì' inglesi, gli o- grado, la sublime Porta condiscenderà a
ianclesi , i russi, ed altre nazioni le più spianarle di comun consenso, e di manie
favorite. Ali. 6. 1 sudditi e mercanti ra amichevole e giusta. Per altro, se non
imperiali potranno liberamenle, e senza si potrà terminare in tal modo, Ella con-

che l'eccezione inserita nel detto trattalo sente che questo punto di dilìlcollà sia
,

di commeicio di Passarowilz possa esse- spianato,regolalo e deciso amichevolmen-


re di verun impedimento, passare percati- te a tenore delle disposizioni falle nel
sa del commercio da'iìumi al mare e vi- commercio concluso con l'im-
trattalo di
ceversa, con navi, bandiere ed equipag- pero della Russia, l'anno passato e di ,

gi tedesthi, e non saranno obbligali ad al- modo convenienteal commercio tedesco.


tra cosa senoncliè a pagare, come si è det- Dato in Costantinopoli li 2 della lunaRa-
to qui sopra, una sola volta i diritti di biul-ahir dell'anno dell'Egira 1 98, cioè
1

dogana per le mei ci introdotte ed estrat- li 24 febbraio 1784. Colui che implora
te. Art. 7. li transito per le coste, canali il soccorso dell'Ente supremo ff amid fi-
e dominazione ottomana e
stretti della , glio di Halilgran visir, ed a canto il suo
nominatamente pel canale del mar JN'éro, grande ".
sigillo

sarà libero per tutti i sudditi e meicanli il sultano Selim IH, d' elevali spiriti,

imperiali che verranno jier niare e pe' mal solfrendo che la Crimea si riteneva
fiumi con bandiera imperiale dalle pro- dallaPi.ussia,si propose ricuperarla. Rup-

vincie tedesche, e saranno esenti da ogni pe quindi guerra a'russi collegati cogli
e qualunque diritto, e non saranno ves- austriaci, contro i consigli di Francia, de-
sati, molestati e forzati a scaricare le lo- ferendo a quelli d'Inghilterra, Prussia e
ro merci; ben in leso che le merci, le qua- Svezia, per a vere il vaivoda di Valacchia
li saranno scaricate, cammin fticendo di Suzzo, con falsi rapporti, riscaldato la te-
loro propria volontà per venderle, siano sta del furioso gran visir. Il suo protet-
franche da ogni altra in) posizione, fuor- tore Hassan, valoroso capitan pascià, ve-
ché da'dirilli ordinari di dogana , e che nendo presso Focziani in Moldavia as-
i suddetti bastimenti mercantili non sia- salilo dall'armata combinala de'russi e
no più grandi che quelli permessi a'russi. austriaci, comandati da Suwarow e dal
] suddetti sudditi e mercanti imperiali principe di Coburgo, restò del tutto scon-
saranno anche assistiti e soccorsi amiche- fino a'21 luglio 1789. 11 gran visir vo-
volmente nel corso del loro soggiorno nel- lendo ristabilir l'onore dell'armi ottoma-
le provincia ottomane , come apparte- ne, marciò contro gli austriaci; ma russi i

nenti alla corte la più amica di quest'im- avendolo raggiunto presso Martinistia
pero.Dovendosi considerare che basti- i sul Rimnick nel momento che principia-
menti mercantili che navigatìo sopì a fiu- i va il conflitto, i turchi rimasero sangui-
mi non sono punto propri alla naviga-
, nosamente vinti. Tosto principe diCo- il

zione marittima, sarà loro libero, che ar- burgo entrò in Valacchia e s'impadronì
rivando bastimenti ne' luoghi vicini al
i di Bucharest, mentre Laudon in breve
mare, le merci che avranno a bordo sia- sottomise la Servia. In |3olere quindi de'
no trasportale sopra altri bastimenti , i russi caddero Render, Akermann, la pro-
quali frequentano il mare Nero , ed in vincia d'Oczakow, la Moldavia, la Bes-
qnesto caso non si dotiiaoderà verun di- sarabia ec. ; ridussero in cenere Galatz,
i6o VAL V A L
e sul Danubio minaccinrono in piìncìpale lessa ndro I li riunisse poscia ai suo im-
foilezzn d'Ismail. Nel i 7C)oclivemilo im- pero. Indi col pretesto d'alciuie correrie
peraloie Leopoldo 11 si pacificò poi colla de'turchi, i russi continuarono a occu-
l*oiia, ma la Ri^ssia continuò la guerra, pare i principati Danubiani. Nel luglio
finché fece altiellanlo nell'agosto; le cose I 808 rilegato in prigione il sultano Mn-
riuìaseio com'erano innanzi la guerra. slafà IV, gli fu sostituito Mahmud li,
TuHavolta l'Austria nell'accordo di Si- portando sul trono l'idee di riforma del-
stow ebbe una fortezza vantaggiosa sul- l'illuminato Selim HI. Intanto Napoleo-
rUnn, e la vecchia Orsowa dalla parie ne I nell'autunno rinnovò ad Alessan-
di Valacchia; e la Russia oltre la Crimea dro I la promessa, che non si sarebbe op-
conser\ò Oczakow, e il territorio fra il posto all'unione della Valacchia e della
Bog e il Dniester, ove subito costruì O- Moldavia all'impero russo. Nel 18 09 A-
dessa, in conseguenza del trattato di Jassy lessandro I prorogò colla Porta l'armi-
de'9 gcnnaioi792. Inoltre Selim II! ac- stizio, e trattò in Jassy nelle conferenze
consentì a lasciar nel principato i vai- per la pace, la cessione de'due principati.
vodi di Valacchia e Moldavia per 7 anni, Non essendosi conclusa, i russi ricomin-
e di non dimetterli in tal tempo senza ciata la guerra impadronirono total-s'

l'adesione de' russi. Neh 794 •' famoso mente delle due provincie. Progreden-
ribdle Passwan Ogiou minacciò la Ser- do ne' conquisti, Mahmud II fu costret-
bia e la Valacchia, e obbligò la Porta a to a domandar la pace. Questa sareb-
riconoscerlo quasi indipendente nell'oc- be riuscita meno pregiudizievole, sen-
cupate Orsowa e Tirlowa.Nel 806 con- 1 za la guerra che immediatamente seguì
tro le minacce russe e inglesi, Selim Ili tra la Russia e la Francia. In fatti nel-
accolse in Costantinopoli l'ambasciatore la pace segnata a Bucliarest a' 28 mag-
di Napoleone I imperatore de'francesi, e gio 18 12, Alessandro I solo potè esten-
depose gli ospodari di Valacchia e Mol- dere i suoi confini fino al Prulh, con che
davia , come ligii della Russia, in onta unì al suo immenso impero la Bessara-
del trattato di Jassy. Avendo questa po- bia, ed un 3." della Moldavia, regioni in-
tenza invaso la Valacchia e la Moldavia, teressanti, ma non proporzionate a'van-
col pretesto di sostenere i diritti degli o- taggi riportati da' russi. In tal modo la
spodari, a istanza de' francesi i turchi Turchia perdette una superficie di 85o
chiusero il Bosforo a'russi e inglesi colle- miglia quadrate e le fortezze di Choczim,
gali. Mentre l'impero ottomano minac- AkermaUjBender, Ismail e Rilia, che re-
ciava dissolversi, nel 1807 Selim III fu starono in potere della Russia; oltreBraila
deposto e gli successe il cugino Muslafà sulla sponda sinistra del Danubio con cir-
IV, figlio d'Abdul-Hamed, e il gran vi- ca 25,000 abitanti con porto franco, con-
sir che comandava l'esercito di Valac- siderata la prìncipal piazza di commer-
chia contro russi, venne trucidato da'se-
i cio della Valacchia, e Giurgevo pure su
diziosi. Il nuovo sultano rinnovò la dichia- tal sponda assai commerciante e di cui

razione di guerra alla Russia, e Napoleo- furono abbattute le fortificazioni. La pos-


ne I si decise sostenere la Turchia. Però sessione della Bessarabia produsse a'russi
inconseguenza della pace di Tilsit fra diversi vantaggi nelle future questioni
Napoleone I e Alessandro I imperatore che potevano rumovarsi co'turchi. Nulla
delle Russie, de'7 luglio1807, cessatele loro impedendo di penetrar direttamen-
ostilitàmediante la tregua, russi pro- i te nella provincia di ^ilistria ; dall'altra
misero lo sgombero de'priucipati di Va- passando il Pruth potevano prendere a
lacchia e Moldavia. Ma con articolo se- tergo la Moldavia, essendo Jassydistaiite
greto, Napoleone 1 si contentò, che A- solo 4 leghe; di più la loro situazione lua-
VAL VAL 161
go il Pi'uth permise ad essi di passare que- rigori, contrari all'umanità ed a* trat-

sto fiume, presso la sua imboccaliira nel tati. Sì querelò pure che contro i trat-

Danubio, verso Galatz , meltendoli così tati si fossero mandate truppe a stanzia-
a pie pari nella Valacchia. Neh 8 14 es- re ne' principati moldo-valacchi. Perciò
sendosi formata la società segreta degli nacquero tra le due potenze calde que-
eteri sti, scopo era di liberar la Gre-
il cui stioni, non senza minacce di guerra. Col
eia dal giogo ottomano, neliS^i si sol- riferito trattato di Kainargi del 1774 si
levarono greci contro i turchi. Dopo al-
i die alla Russia il diritto d'intercedere in

cuni brevi e infelici movimenti suscitati favore de'reclami che potesse muovere
da'greci stabiliti nella Valacchia e Mol- la popolazione di Valacchia e Moldavia;
davia, la rivoluzione scoppiò nel Pelo- ma nel 1826 col trattato d'Akermann ,

ponneso e quindi comunicossi alla Gre- tra Nicolò I e Mahmud II ,


quella con-
cia e vicine regioni. Nella Valacchia pu- cessione fu trasformata in diritto di rap-
re la tanto diramata congiura greca si presentanza. Nel 1827 avendo inutil-
manifestò sotto la direzione d' Alessan- mente Russia, Francia e Inghilterra in-
dro Ypsilanti. Il paese cadde nella più timato a' greci e turchi di desistere dal-
orribilesituazione, quando morì improv- l'ostilità, nel porto di Navarino distrus-
visamente Alessandro Souzzo, e Teodo- sero la poderosa flotta turco-egizia, il che
ro VViadìmiresko alzò lo stendardo della confermò la greca indipendenza. Nel 1828

ribellione, intorno al quale si adunaro- Nicolò I imperatore diRussia ruppe guer-


no migliaia d'uomini. D'altra parte so- ra al sultano, sì per la questione greca e
praggiunseAlessandro Ypsilanti colle così sì per quelle sull'esecuzione del trattato
dette legioni. Que'due capi non potero- diBucharest del 18 12, impadronendosi
no andar d'accordo, e allorquando Wla- dimolte piazze ed occupando militar- ,

dimiresko fece motto di volersi sogget- mente la Valacchia e la Moldavia il :

tare a'iurchi, venne ucciso da'propri com- principe Ghika si ritirò dagli affari e visse

pagni. Le legioni però vennero annien- da semplice privato. Inoltre la Russia nel
te presso Galatz, e il solo Ypsilanti potè 1829 con Francia e Inghilterra deter-
sfuggire all'ira turca, ricoverandosi in minò i confini della Grecia libera, quin*
Transilvania. Fu allora che gl'inaspriti di per le vittorie del suo generale Die*
turchi saccheggiarono devastarono e , bitsch, prese Adrianopoli, antica metro-
bruciarono l'infelice paese; impalarono poli di Tracia e dell'impero ottomano,
e decapitarono gli abitanti sospetti , e minacciando seriamente Costantinopoli,
commisero le più orribili crudeltà. Alla dopo aver superato Balkan, famosa ca- i

fine s'interpose la Piussia, e nel luglio tena di montagne. Fu allora che le altre
1822 il sultano si vide costretto di no- grandi potenze, per conservare l'impero
minare due ospodari scelti tra'naziouali ottomano all'equilibrio politico europeo,
de'principati, cessando così i' oppressiva indussero Mahmud II alla pace a' 1 4 set-
dominazione de' principi fanarioli. La tembre in Adrianopoli. Fra le altre cose
scella dell'ospodaro di Valacchia cadde il sultano fu costretto cedere alla Russia
su Gregorio Ghika. Nella Moldavia tut- le fortezze sulla riva sinistra del Danu-
ti i vennero allontanati da* pub-
greci bio, ammettere il protettorato della Va-
blichi impieghi , fu eletto ospodaro il lacchia e di Moldavia, e di promettere a
boiaro Giovanni Slourdza, al quale nel tali principati un governo costituzionale
1834 successe Michele Slourdza. L'im- o nazionale e indipendente, libero eser-
peratore Alessandro I disapprovò la ri- cizio di religione, intera libertà commer-
bellione de' greci, ma fece forti rimo- ciale, e che il diritto della designazione
iilianze alla Porla sugli eccessivi di lei e uoiuiaa de'due ospodurì a vita dovesse
VOI. LXXXVU.
-

i62 VAL VAL


spellare alia Russia e alla Porta. Così la to tra la Russia e la Porta, con impor>
Kussìa ottenne il diritto formale eli gua- tanti cambiamenti, die ima costituzione
rentigia verso i diritti e privilegi della a'principati di Valacchia e Moldavia, con
nazione moldo-valacca, regolando i rap- senato per controllare gli alti del go-
porti de' due principali sulle basi delle verno; confermandosi che idue ospodari
condizioni di pace stipuiatein Akern)ann, sarebbero a vila, ma eletti da'boiari e
con)plelamente emancipando i principa- dui clero coU'approvazione della Russia,
^
ti. Indi vi venne introdotta una costitu- ricevendo l'investitura dalla Porla me- M
zione sotto la direzione del general Kis* diante il pagamento di moderalo tributo.
seleffjchevenne riconosciuta da'gabinelti Nello stesso anno di fatto elessero ospo-
turco e russo cpiale legge fondamentale darò della Valacchia Alessandro Glnka
de'principali. Questi da'russi furono te- fratello del ritiratosi Gregorio. Si disse
nuti occupati per parecchi anni e sino al animalo dal miglior volere, ma posse-
1834, finché la Porta ebbe totalmente pa- dere poca energia onde porre un argine
gata la contribuzione di guerra, cb'erale alla corruzione e alla parzialità de' suoi
slata imposta,oItre la cessione di vari luo- impiegati. Il sultano a tale eifello etna-
ghi. In sostanza laRussia restituì poi la Va- nò il seguente rimarchevole hattisce- *

lacchia e la Moldavia, ma lasovranitàsu riff. » Essendoci sembrato necessario di


di esse e sulla Servia del sultano fu li> stabilire sopra una base più solida l'am-
cnitata alla nomina degli ospodari,i quali ministrazione interna de' due paesi, ab-
doveauo pagargli un discreto tiibuto, e biamo risoluto che i principi di Molda-
la Russia vi aggiunse la guarentigia o via e di Valacchia saranno nominati a
prolettorato per la prosperità delle pro- vila. Amministreranno d'accordo co'lo
"vincie. Il Pruth fu determinalo come il ro divani gli affari interni del proprio
confine nord-est tra la Russia e la Tur- paese, senza l'intervento d'alcuno, e sen-
chia. Nel i83o Russia, Francia e In- za che alcun ordine possa mettere osta-
ghilterra riconobbero lo stato e regno colo all'esercizio de'loro diritli. Tutte le

indipendente di Grecia. Quindi la na- isole appartenenti alla sponda sinistra del
zione greca fece giganteschi progressi sot- Danubio formeranno parte integrante
to r attuale suo reale governo: basti il de'principali, e il mezzo del fiume, dal
dire che la popolazione è cresciuta quasi suo ingresso negli stati ottomani fino al
del doppio, giacché essa si componeva confluente col Prulh, formerà la frontie-
28 anni fa di 6 2,608 anime, mentre ne
1 ra de' principali. La Porta promette di
conta presentemente 1,200,000 (gli al- non mantenere alcuna fortezza o stabi*
tri immensi vantaggi si ponno leggere a limenlo militare sulla sponda sinistra del
p. 1 34 del Giornale di Ho ni a del 1 858). Danubio. Niun maomettano più risiede-
Kel i833 Jbrahim pascià, figlio di Me- rà sulla riva sinistra del fiume, e niun
hemel-Ari viceré d'Egitto, ostilmente mercante turco potrà entrare nel paese
si aiivicinò a Costantinopoli, onde Mah* senza di averne ottenuto un permesso
mud II dovè chiedere o accettare soc- ì speciale, o per venirvi a comprare le mer-
corsi de' russi, i quali poi nel ritirar- canzie per proprio conto o per quello del
si non tralasciarono di trarne profit- governo ottomano. 1 due principali a-
to col trattato d' Unkiar-Skelessi d'al- vendo un'amministrazione interna indi-
leanza fra le due potenze; ma venne qua- pendente, potranno stabilire quarantene
lificalo quasi prolettorato di Turchia e cordoni sanitari lungo il Danubio, e
della Russia, di cui Francia e Inghilter- dovunque giudicheranno piìi necessarie
ra impedirono l'attuazione. Neli834uo queste precauzioni. In compenso delle
regolaaieulo organico stabilito di coucer- concessioni sopra espressela Valacchia si
VAL VAL i63
obbliga di pagare un tributo annuale di za della Russia onde avea nominato suo
;

4ooo borse, e la Moldavia di 2000". Nel ministro Wakaresko, inviso a quella po-
1839 morì JNlalimud II e gli successeli tenza e poco gradilo alla Turchia stessa,
figlioregnante Abdul Medijd, seguace del il quale noa si mantenne in posto se non

genitore neirinlendimenlo di civilizzare per l'eccellente reputazione che godeva.


con utili riforme la Turcbia. Quando Da queir epoca in poi la Russia si con*
lab. Zanelli nel febbraio 1842 pubblicò dusse in modo da far sentire al principe
i suoi Cenni SiìWa Valaccbia, ci die pure Ghika quanto incautamente adoperasse
quello sull' ospodaro con queste parole. nel sorgere contro il protettorato di lei.
» L'ospodaro attualmente regnante è A- Dal canto suo la Porta non era malcon-
lessandro Ghika, principe valacco, del- tenta del suo reggimento. 11 destino vol-
l'età di 46 anni; il quale veniva educato le che la Porta avesse bisogno d'accarez-

inGermania e in Francia. Egli sortiva zare il gabinetto di Pietroburgo, e Ghi-


animo pio; amante de*8uoi sudditi, tutto ka fu sagriflcato. 11 principe deposto a'
siadopra pel bene loro egli ba diffuso : 26 ottobre partì per laTransilvania, do-
ovutique le scuole lancaslriane, in Bu- po aver posta la sua autorità nelle njani
cbarest ba fatto erigere un ospedale, una del governo temporaneo detto Cairaaca-
casa per le partorienti, e una per quelle nia, stabilito dal regolamento organico,
donne di mala vita, cbe vengono levale e composto dal gran bano di Valacchia
al pericolo di peggiorare. Amante delle Giorgio Filippesco, dal gran dvornick
lettere e delle arti, accarezza e protegge Teodoro Wakaresko, e dal gran logote-
cbi le coltiva ; alcuni artisti e artigiani ta Michele Kornesko. Andarono in pre-

mantiene a sue spese all'estero percliè vi dicamento per succederloFilippesco prin-


apprendiuo l'arti e mestieri, e dipoi con
i cipalmente, Slirbey e Vilaras. Convocali
esse sieno utili alla nazione. Egli però è i deputali ad una tornata straordinaria,
ligio eccessivamente alla corte di Russia, si procede all' elezione del nuovo ospo-
cosiccbè sembra da quella governato; né daro di Valacchia, nel modo e tempo
ha quella fina avvedutezza politica dei prescritto dal regolamento, ed eseguite
principe di Moldavia, cbe è assai più ric- con rigore le norme ne uscì eletto il ca«-

co, eche mostra d'essere abile politico e pò dell'opposizione Giorgio Bibesko, il

avveduto mercante". Ma quanto al suo quale tosto pose in opera ogni mezzo on-
contegno colla Uussia, tutl' altro riferi- de trarre il paese da quello stato di roz-
rono pubblici fogli dello slesso 1842.
i zezza nel quale erano cadute le classi alte

Primieramente CI dissero, che nell'assem- e il basso popolo; tuttavolta non potè


blea generale si formò, per la sua poca svellere del tutto gli abusi, che esistenti
energia, un grande partito dell' opposi- da tanti anni,avevano preso forza di con-
zione a lui sfavorevole, le cui lagnanze suetudine, né stabilire l'eguaglianza de'
occasionarono nel medesimo anno la sua diritti per tatti ,piescritti dal regolamen-
dimissione. JNell'ottobre quindi Porla la to organico. A'Si gennaio 1848 il prin-
depose l'ospodaro Ghika. Essa stimò di cipe Ribesko aprì la sessione dell'assem-
dover fare qualche grata cosa alla Rus- blea generale de'deputati di Valacchia:
sia, per indurla a non opporsi al nuovo nel discorso che pronunziò, felicitò i de-
ordine di cose nella Servia,per la sosti- putati d'aver nel corso della sessione ul-
. tuzione d'Alessandro Georgewitch al tima resa la libertà a 10,000 famiglie,
principe Michele fuggilo dopo esser stato le quali perciò godevano del benefizio
scunfitto dagl'insorti. Imperocché l'ospo- prezioso della libertà. Soggiunse, che fra
daro Ghika faceva di tutto per francare pochi anni non vi sarebbero più che uo*
la Valacchia e la Moldavia dairin£luea> luiui hberi sul suolo della Valacchia, e
7

i64 VAL V A L
che questa prospettiva gli era gralissi- no richiamalì,ed egli si rimise alla lesta del-
ma.A'23 giugno 1848 in Bucharesl nac- l'amministrazione. Il governo russo pub-
que grave insurrezione per una nuova blicò una memoria giustificativa del suo
costituzione, al grido singolare di Viva : intervento ne'principati, massime in Va-
ìa Turchia, ed abbasso Russi; che pro-i lacchia, a seconda de'trattati e d'accordo
dusse l'espulsione o ritiro dell'ospodaro colla Porta, perciò non essere aggressione |
Bibesko. 11 console russo de Kotzebru a' contro la Turchia, ma per aiutarla a rista-
25 trasmise al principe una protesta e bilir l'ordine ne'principati e \o stata quo
partì insieme col commissario imperia- nella Valacchia. A'25 settembre in Bucha-
le. L'ospodaro per non aver voluto sot- rest ebbe luogo una contro-rivoluzione.
toscrivere certi decreti, quindi abdicò e Richiamatosi Soliman pascià, 1' energico
partì nella sera stessa, tutto divoto alla Fuad effendi ^ altro commissario della
Kussia. Da'rivoltosi si passò quindi a Do- Porta, entrato nella città alla testa del-
minare un governo provvisorio, col me- ie truppe turche, e in compagnia del ge-
tropolita per presidente, nuovi ministri nerale russo Duhamel, depose gli anzia-
e nuovo capo della municipalità. Dal bal- ni e fece pubblicare nuovamente l'anti-
cone del palazzo arcivescovile, tutti no- i co regolamento organico. Il principe Co-
tabili e gran dignitari promisero fedel- stantino Cantacuzeno fu nominato a cai-
tà alla nuova costituzione; ma parecchi macait solo, in sostituzione del luogote-
vecchi, tra'quali il Filippesco, gran ba- nente del principato eletto dal paese e ri-
ro della Valacchia e perciò ili.° perso- conosciuto dalla Porta il i.° agosto, per
naggio politico dopo il principe, dichia- la forza delle circostanze, l boiardi rima-
rò a capo scoperto ch'egli riuunziava ad sero oltremodo soddisfatti, ma la fervida
ogni suo grado. Quindi russi nel luglio i gioventù ne fu rattristata nel vedere co-
entrarono ne'principati moldo valacchi, sìimprovvisamente distrutta l'opera sua.
ed altrettanto fecero i turchi, e la Por- Si fece una rivolta a favore dell'ordine;
la v'inviò Soliman pascià ed Emin effen- sotto il comando d' Oaier pascià si con-
di. 1 russi domandarono che il principe dussero le numerose truppe ottomane nel-
Bibesko riprendesse le redini del gover- la città: queste militarmente occupale le
no, mentre un partito voleva ristabilire caserme, con sanguinoso combattimen-
Alessandro Ghika. Sparsasi la notizia to portarono morte fra le truppe va-
la

dcH'avviciuarsi i russi a Bucharest, l'ii lacche, che tosto si disarmarono e disciol-


luglio i membri del governo provvisorio sero; uccisero chiunque loro preseolossi
fuggirono, indi ebbe luogo una comple- nelle strade , saccheggiarono le case ne'
ta reazione, per la quale Baliano o Bai- sobborghi, e nella sera tennero un graa
leano e Wakaresko presero le redini del mercato delle cose rubate. Tutto venne
governo in qualità di caimacan, e reinte- disapprovato dal rappresentante russo
grarono nelle loro funzioni tutti gli an- commissario Duhamel, e questo bastò a
tichi impiegati, venendo abbassata la guadagnargli una certa popolarità. A '2
bandiera rivoluzionaria, li metropolita- settembre il generale Liiders cotnandan-
no pubblicò un proclama, in cui tacciò te supremo del 5.*^ corpo d'annata gene-
di ribelli i suoi colleghi del governo prov- rale d'infanteria russa, entrando nella Va-
visorio fuggiti, invitando popolo a sot-
il lacchia, emanò il seguente proclama. «A-
tomettersi a'russi. Ciò produsse nuova e bitanti della Valacchia ! Siccome l'anar-
deplorabile insurrezione nel dì seguente, chia, prodotta nel vostro paese da'fazio-
che costrinse il metropolita con altro pro- si che s' impadronirono delle redini del

clama a ritrattare l'epiteto di ribelli a' governo, può prendere un'estensione da


merabridelgovernoprovvisorio,chefuro- mettere in pericolo l'avvenire della Va-
VAL VAL i65
locchin, esiccome le operazioni di que- ed a Londra si trattava d'assumere una
sto governo improvvisato non sono con- attitudineconcorde relativamente agli af-
formi, né alle istituzioni secondo le qua* fari de'principatiDanubiani, e che la Por-

li questi principati devono esser gover- ta, non potendo più tollerare una specie
nati sulle basi degli esistenti trattati, ne di giogo impostole da'russi, era pronta a
all'esistenza politica accordata a' medesi- far la guerra, offesa eziandio perl'inva»
mi, così S. M. l'impeitòtore di tutte le sione delle frontiere di Transilvania, on-
Russie d* accordo con S. M. il Sultano, de aiutare l'Austria contro gli ungheri ;
ha determinato di porre un sollecito fine il gabinetto di Pietroburgo pensò che per

a tali disordini, e di ristabilire nella Va- rendere inutile una tale negoziazione bi-
lacchia un governo legittimo fondato so- sognava affrettare un trattato colla Tur-
pra solide basi. In seguito di che, io rice- chia, ma lo iniziò con articoli che furo-
d'occupare militarmente la
vetti l'ordine no respinti, massime per l'esclusiva al-
Valacchia di concerto colle truppe del leanza offensiva e difensiva che pretende-
Sultano, all'edetto di porre un argine a' va colla medesima, e per esigere sui prin-
progressi della propaganda rivoluziona- cipali moldo-valacchi la stessa autorità
ria, e di ristabilire nel vostro paese il go- sovrana della Porta. Intanto un gran nu-
verno legittimo. Pieno di fiducia che voi, mero di famiglie fuggite dalla Transil-
abitanti della Valacchia, animati da biio* vania, si rifugiarono nella Valacchia, per
ni sentimenti, riconoscerete in questo pas- salvarsi dagl'imminenti orrori della guer-
so una nuova ed incontrastabile prova ra. Indi cominciarono a manifestarsi sen-
dell'alta cura presa da S. M. l'imperato- timenti vicendevolmente ostili fra'russi e
re per la felicità della vostra patria , io turchi, ed in questi ultimisi risvegliò l'an-
vi esorto d' unire i vostri sforzi onde fa- tico ardore militare; onde la Porta ve-
cilitarecon lutti mezzi quest'opera che
i dendo probabile la guerra ,
per non ri-

mi venne affidata dall'eccelso Autocrata ". tirarsi i russi da' principati in onta alle
Ne'principati entrarono circa 4o,ooo rus- sue replicate istanze, pose l'esercito in gra-
si, con 80 pezzi di cannoni e forte treno, do di sostenerla, nel timore ancora di ve-
ed occuparono pure Bucharest e Jassy ;
der invadere la Turchia, secondo qualche
questa il
i.
"ottobre, l'altra a'y; e doma- minaccia fatta, traendo profitto dalla di-
le le commozioni politiche
recenti fu , sastrosa condizione della miglior parte
completamente ristabilito l'antico gover- degli stati europei. La Russia inoltre mo-
no e la pubblica tranquillità. La Russia slravasi malcontenta di non veder la Por-
guarnì i principati anche per protegger- ta aderire alle sue pretensioni sui princi-
li da un'invasione de'ribelli d'CZ/zg^/ter/Vz, pati, avendo chiesto che gli jospodari non
e per l'aspetto allarmante degli affari ge- fossero più nominati a vita, come prescri-
nerali d'Europa; ed entrò in sospetti su veva il trattato di Adrianopoli , ma per
d'Omer pascià quale apostata ungherese, 7 anni, secondo il precedente d'Aker-
soli

sebbene si mostrasse zelante mussulma- mann. In Costantinopoli la politica fran-


no. L'ordine sempre più consolidandosi cese e inglese guadagnò il sultano, onde
ne'principatiDanubiaui,roccupazione pe- formare un'alleanza per fare evacuare la
rò turco-russa si aggravò di giorno in gior- Valacchia e la Moldavia dall'invasione
no sul paese; il principe Bibesko risieden- russa, ivi stanziata per particolari motivi,
do in Fosckhani, secondo suoi i desiderii essendo da molto tempo cessato quello
procedeva la commissione istituita da Du- di ristabilire la tranquillità. Vedendo i

han:^e] per giudicare i ribelli. Essendosi russi di non potere riuscire ne'loro pro-
conosciuto dalla Russia , che per la sua getti, cambiarono interamente di politica,

protratta dimora ne'principati, a Parigi a Bucharest ed a Costantinopoli mostran-


im VAL V A L
dosi coni piacenti, e dinielfentlo il tuono cuzìone senza inconveniente per la con-
dell'anteriori minacce, usando docilità e servazione della pubblica (juielene'prin-
buone maniere, benché le loro forze ne' cipali. Le loro funzioni deliberative sa-
pt'incipnti eransi aumentate a quasi ranno provvisoriamente confidate a de*
100,000 nomini, anco per gli aiuti che consigli o divatn adhoCy foruiati de'bo-
davano alTAustria per comI)attere ri- i iardi più notabili e più degni di fiducia,
voltosi armati d'Ungheria. Finalmente la come ancora di alquanti membri dell'al-
Bussia e la Turchia, mediante il general to clero. Le attribuzioni principali di que-
Grabbe, convennero nella conclusione del sti consigli saranno la distribuzione del-
seguente trattato di Balta Liman.»Art.i. l'imposte e r esame del bilancio anntio
Viste le circostanze eccezionali indotte da- delle due provincie. Art. 3. Onde proce-
gli ultimi avvenimenti, le due corti im- dere con tutta la maturità necessaria al-
periali sono conveiujle, che invece di se- le migliorie organiche, che reclamano la
guire il modo stabilito dal regolamento situazione attuale de'principati egli abu-
del 1834 per l'elezione degli ospodari di si amministrativi che vi sono introdotti,
Moldavia e di Valacchia, questi alti fun- saranno stabiliti due comitali di revisio-

zionari saranno nominati da S. M. il Sul- ne, l'uno a Jassy e 1' altro a Bucharest,
tano, dietro un modo specialmente con- composti de'boiardi più ragguardevoli pel
certalo per questa volta fra le due corti, loro carattere e capacità, a'quali sarà de-
nello scopo di confidare l'amministrazio- ferito l'incarico di rivedere i regolamen-
ne di queste provincie a' più degni can- ti esistenti, e segnalare le modificazioni
didali, e godenti la miglior faiiìa fra'lo* pili alte a dare all' amministrazione del
10 coropatriotti. Per questa volta egual- paese la regolarità e l'armonia che le so-
mente, due ospodari non saranno no-
i no spesso mancate. Il lavoro di questi co*
minati che per 7 anni, le due corti riser- n)itali sarà sottomesso, nel più breve ter«
bandosi, un anno innanzi lo spirare del mine possibile, all'esame del governo ot-
termine fissato dalla presente transazio- tomanOjche dopo essersi inteso colia corte
ne, di prendere in considerazione lo stalo di Russia, ed avere così constato l'appro-
interiore de' principali e i servigi che a- vazione scambievole, accorderà alle dette

\rebbero reso i due ospodari, per sugge- modificazioni la sua sanzione definitiva,
rire di comune accordo determinazioni che sarà pubblicata mediante la forma
ulteriori. Art. 2. 11 regolamento organi- solita d'un hattiscerifF di S. M. il Sulta-

co accordato a'principati neh 834 conti- no. Art. 4 Le turbolenze che hanno te-
nuerà ad essere in vigore , salvo i cam- ste così profondamente agitato princi* i

biamenti e le modificazioni di cui l'espe- pati, avendo mostralo la necessità di pre-


rienza ha provato la necessità, segnata- slare a'ioro governi l'appoggio d'una for-
mente per quel che concerne le assemblee za militare capace di reprimere pronta-
ordinarie e straordinarie de' boiardi, nel mente ogni moto insurrezionale e di fare
modo d'elezione e di composizione tenu* rispettare l'autorità stabilite, le due corti
to fin qui. Queste riunioni avendo dato imperiali sono convenute di prolungare
luogo più d'una "volta a de' confitti de- la presenza d'una certa parte delie trup-

plorabili, e perfino a degli atti d'aperta in- pe russe e ottomane che occupano adesso
subordinazione, la loro convocazione re- il paese; e segnatamente per preservare

sterà sospesa, e le due corti si ri serba no la frontiera di Valacchia e di Moldavia

d'intendersi al loro ristabilimento su ba- dagli accidenti dal di fuori, è stato deciso
si combinate con tutta la maturila ri- che vi sarebbero lasciati per il momento
chiesta, all'epoca in cui esse giudicheran- da 2.5 a 35,ooo uomini da ciascuna delle
uu che ciò potrebbe esser messo ad ese- due parli. Dopo il ristabilimento della
VAL VAL 167
Iranquillilà delle delle fronliere, de'(3aesi li, e pili alle ad assicurare per un lungo
confinanti d'Ungheria e Transilvania, vi avvenire il benessere e la tranquillità di
resteranno ne* due paesi 10,000 uomini queste provincie. Art. 7. E ben inteso che,
da ciascuna parte, fino al termine de'la* col presente allo, motivato da circostan-
Tori di niiglioramenlo organico, e la con- ze eccezionali e concluso per un termine
solidazione del riposo interno delle due limitato, non è derogato ad alcuna delle
Provincie. In seguito le truppe delle due stipulazioni esistenti tra le due corti ri-
potenze evacueranno completamente i spetto a'principatidi Valacchia e di Mol-
principati; ma resteranno ancora in gra- davia, e che tulli i trattati anteriori, cor-
do di rientrarvi immediatamente, nel ca- roborati dall' atto separato del trattalo
so in cui circostanze gravi sopravvenute d'Adrianopoli, conservano tutta la forza
ne' principali reclamassero di nuovo l'a- e valore. 7 articoli che precedono es-
1

dozione di questa misura. Indipendenle- sendo stali fissati e conclusi , la nostra


inenle da ciò, avrà cura di completare firma e il sigillo delle nostre armi sono
senza ritardo la riorganizzazione della siali apposti al presente atto ch'è rimesso
milizia indigena, in modo ch'essa offra, allasublime Porla in iscnmbio di quello
colla sua disciplina e il suo eft'eltivo, una che ci è rimesso da S. A. il gran visir e
garanzia sullìcienle pel mantenimento da S. E. il ministro degli affari esteri.
dell'ordine legale. Art. 5. Nella durata Fatto a Balta Liraan il 19 aprile ([ mag-
dell'occupazione le due corti continue- gio)1849, ® dell'Egira l'S Djemaziul-A-
ranno a far risiedere ne'principati, allato khiri 265. Firmalo Vladimir TitolFin-
degli ospodari, un commissario straordi- vialo straordinario e ministro plenipo-
nario russo ed un commissario straordi- tenziario di S. M. l'imperatore di Rus-
nario ottomano. Questi agenti speciali sia presso sublime Porla Ottoma-
la

sararuio incaricali di sorvegliare l'anda- na ". Fu stabilita ancora la dimissione di


metJto degli affari, e d'offrire in comune Stourdza ospodaro di Moldavia, concessa
figli ospodari i loro pareri ed i loro con- dal general Grabbe dopo una viva di-
sigli ogni qual volta noteranno qualche scussione, e venne dato a successore
gli

abuso o qualche misura nociva alla tran- Gregorio Alessandro Ghika. Per la Va-
quillità del paese, l delti commissari lacchia fu nominalo ospodaro il boiardo
straordinari saranno muniti d'istruzioni Barbo Demetrio Stirbey fratello dell'ex
identiche concretate fra le due corti,e che principe Bibesko. A' 16 giugno partiro-
tracceranno ad essi i loro doveri e il gra- no da Costantinopoli commissari Kia- i

do d'ingerenza che dovranno esercitare mil bey e Nurrediu bey, onde condurre
negli affari de' principali. I due commis- a Jassy e Bucharest due nuovi ospoda- i

sari dovranno parimenti intendersi sulla ri ; e consegnali loro corri spondeo ti fir-i

scelta de'membri de'comilati di revisio- mani imperiali, quindi li condussero ia


ne da stabilirsi ne'principali com'è stato Costantinopoli a ricevere la solenne in-
detto all'art. 3. Renderanno conto alle vestitura di loro funzioni. Ambedue pre-
loro corti rispettive del lavoro di questi sero i titoli di Vaivoda, per la grazia di
comitali, unendovi le proprie loro osser- Dio,regnante di tutta la Valacchia,o Mol-
vazioni. Art. 6 . La durata del presente davia. Dopo la soluzione degli affari della
atto è fissata al termine di 7 anni, allo Valacchia e Moldavia, e l'istallazione de'
spirar del quale le due corti si riservano due principi , il gabinetto ottooiano ri-
di prendere in considerazione la situa- pigliò il corso de' suoi lavori, occupan-
zione nella quale i principati si troveran- dosi delle riforme amministrative e de*
no allora, e di prendere quelle ulteriori provvedimenti propri per la prosperità
misure che giudicheranno più convenieu- dell'impero; però la calma non ebbe lunga
,

i68 VAL V A t
durala. Nel maggioi85 1 l'ospotlnro cìlMcil eie, dotandole di benevole riforme, non
(iavia Gregorio Alessandro Ghika comu- perdettero di vista la necessità d'assicu-
nicò udlcialmente al consiglio ammini- rare in avveni re questa tranquillità, u-
strativo il iìrmano emanato dalla sti- nica sorgente del loro benessere. Quan-
blime Porla, ed il manifesto de'commis- to a noi persuasi de' buoni sentimenti
,

sari imperiali ottomano e russo, pubbli- de'nostri compatriotti,chenon monche-


cati in debita forma, in occasione dell'e- ranno certo di essere sensibili in fac-
vacuazione de' principati che si andava cia alla niagnanima sollecitudine impe-
lìnalmenleeiretluando. 1 russi che si tro- riale e a* veri interessi del paese, voglia-
vavano in Galatz. partirono scortando il mo sperare die non saremo nel caso di
commissario di sanità russo, stato aggiun- far uso de'poteri conferitici all'ell'elto di
to al dipartimento della quarantena. Il garantire la sicurezza ed il benessere \^w\}'

general Liiders ritornò da Biicharest al hWco.- Pubblicazione inserita nelle Gaz-


suo quarlieregeneralein Bessarabia, do- zette ufficiali della Moldo-Falacchiay
po alcuni colloqui tenuti col commissario per parte de* commissari imperiali. Le
imperiale ottomano Ahmed Wedìck ef- loro Maestà imperiali il Sultano e l'Ini-

fendi,relativamcnte all'evacuazione della peratore di Russia ritirano in questo mo-


Valacchia per parte delle truppe turche. mento le rispettive loro truppedalla Va-
Si convenne tra loro,chene'principali non lacchia e dalla Moldavia. Gli Ospodari
doveva rimanere un soldato russo e tur- in virtù delle loro attribuzioni, secondo
co. Sì pubblicarono parecchi firmani e le leggi e l' immunità guarentite in fa-
lettere visiriali riguardanti l' ammini- vore delle due provincie, restano esclu-
strazione interna del principato diMol- sivamente incaricati e responsabili di
davia, il governo venne autorizzato
cui mantenervi l'ordine pubblico. Durante
dalla Porta di riscuotere, per una sola il soggiorno de'corpi di truppe ottoma-

volta e straordinariamente, la metà del- no e russo, i nuovi Ospodari, in presen-


l'imposta annua ripartita in 8 rate, da pa- za de'commissari straordinari nominati
garsi dagli abitanti trimestralmente in per parte de'due augusti Sovrani, si so-
due anni in estinzione del debito con- no occupati del miglioramento della di-
tratto negli ultimi 3 anni, per le vicende rezione de'di versi dipartimenti del ser-
politiche,ascendente a piastre 3, i 72,42 t vizio, non che di riunire e riorganizzare
corso di Jassy. « U/Ticio elei principe re- le milizie, consolidando cosi le basi d'una

Moldavia al consiglio animi-


gnar, te di tranquillità permanente. All'oggetto di
/e/i^r^f/fO.ComunJcandoal consiglio am- meglio tutelare i diritti de'propri etari di
ministrativo traduzione del firmano im- terra e di favorire i coltivatori, delle ri-
periale che viene a me diretto in occa- forme sono state introdotte ne' regola-
sione dell'evacuazione de'principati, co- menti organici. Tutto il mondo sa che J
me pure d'una dichi arazione trasmessa- l'occupazione militare di queste contra- J
n>i per parte de'commissari imperiali per de è stata motivata dagli avvenimenti
esser pubblicata nelle gazzette uHìciali deplorabili che nel 1848 ebbero luogo
io l'invito di portare i loro contenuti a nella città di Bucharest e in altre parti
notorietà pubblica. Prendendone couot della Valacchia. I rivoluzionari vi per-
scenza ognuno, non v'è dubbio, sarà pe- vennero allora ad ingannare per un mo-
netrato de'sentimenti pieni di clemenza mento la buona fede d'un certo numero
di S. M. il Sultano y nostro augusto so- di creduli, ed hanno in conseguenza con-
vraHo, e della sollecitudine paterna delle tato sulla riuscita de' loro intrighi. Ma
due alte corti, le (juali dopo d'aver ri- completamente disparve all'ap-
l'illusione
stabilita la tranquiiUlà nelle due provine parizione delle truppe, e si è rilevato ad
VAL VAL 169
«n tratto quanto fosse pericolosa la via Fecahiti (V.), ed il Monte Negro tutela-
nella quale si voleva trascinare il paese. to e «ostenulo da' russi contro il pascià di
Che la recente esperienza del passalo il- S(Utarì[F.) e la Porta. L'imperatore di
lutuini adunque ognuno ne'suoi doveri. RussiaNicolò 1 nel marzoi 853 dal general
Pastori spirituali, funzionari pubblici, uf- Menzikoff fece chiedere al sultano Abdul
ficiali e soldati delie tnilizie,Bbitanli delle Medjid cose inammissibili, che aveano
città e campagne, che veruno fra voi non relazione pure co* Oìoldo-valacchi. Alle
si lasci più sedurre ed intimidire da in- negative sdegnato il principe Menzikoff,
trighi e fallaci suggestioni. Che gli one- a'i4 maggio abbandonò Costantinopoli,
sti cittadini si abbandonino tranquilla- ed a'22 s'avviò per Odessa. III. "segre-
mente a'ioro lavori, certi conae sono del- tario della legazione russa Balobine, an-
Talta e tutelare autorità che vigila alla ch'egli ù5 giugno partì per Odessa, in-
loro sicurezza. Le due truppe inoperiali di a'9 tornò a bordo del vapore Jeni-Rale
d'occupazione lasciano i principali in ][ioyÌHtìóoV ultimatum di Nicolò I, eduna
una tianquillilà perfetta. Spetta ormai sua nota confermatoria dell'operalo con
a tulli gli onesti abitanti del paese di alterezza dal Menzikoff. In essa si*accor-
sostenere l'autorità legittima nella mis- davano 8 giorni per sottoscrivere il trat-
sione die l'è imposta di con^olidarequesla tato sulla guarentigia de'dirilti e privi-
tranquillità, e di vigilare al progresso del- legi della chiesa greca-eterodossa; scorso
la proprietà di tutte le classi della società. il qual tempo le ostihtà sarebbero comin-
Se, malgrado ogni aspettativa e per no- ciate dall'occupazione delle provinole da-
stra più grande disgrazia, de'malfattori nubiane della Valacchia e Moldavia. Ma
trovassero i mezzi di turbare la tranquil- la sublime Porta restò ostinatissima nel
lità di cui si gode, noi possiamo dichia- rifiuto, perchè il domandato essa avea
rare da questo momento e nella manie- già accortamente concesso a tutte le re-
ra più positiva, che la repressione sarà ligioni esistenti nel suo impero con fir-
non meno iramediala che severa, men- mano de'6 dello slesso mese, non poten-
tre ci è slato notificalo che si avviserà do con concessione speciale porre più di
alle misure più ellìcaci da impiegarsi al 9 milioni di sudditi greci sotto la prote-
primo pericolo che minaccerebbe seria- zione esclusiva degl* imperatori russi, i

mente la quiete pubblica". quali perciò avrebbero influenzato in tut-


La tranquillità de'principatiDanubia- to l'impero turco. Pertanto l'ii giugno
ni fu brevcjper essere sopraggiunta la me- ilgoverno russo avvisò gli ospodari Slir-
morabile e disastrosa gran guerra perla bey di Valacchia e Ghika di Moldavia ,
clamorosa questione d'oriente, sostenuta che nel caso probabile in cui la Porta ri-
dalla potente Russia, contro la Tarchiaj gettasse Vultimatiuìiy le truppe russe do-
nel quale articolo m'ingegnai di accen- vevano passar la frontiera, e perciò do-
nare il più essenziale di tutto quanto la vessero preparare viveri e carri. In que-
promosse e precedette, 1' accompagnò e sto avviso ufficiale inoltre si dichiarò for-
seguì. Quanto mi resta a dire, per avere malmente l'imperatore di Russia non
:

la Moldo-Valacchia occupato una parte mandare le sue truppe in Valacchia e


importante nella questione orientale, n'è Moldavia per farvi la guerra, ma soltan-
una conseguenza, e tuttora tiene l'atten- to per costringere la Porta ad accettare
zione del mondo politico a se rivolta. Vultimalumj che tale occupazione mi-»
Né tacqui gli altri guai, interni ed ester- litarenon doveva aver alcun carattere
ni, che in pari tempo minacciarono l'e- d'invasione, perciò raccomandare di nul-
sistenza dcH'iaipero ottomano, inclusi va- la cambiare nell' amministrazione de'
inenle a quanto riguarda i Fahahid o principati; che i funzionari restassero al
,

170 V A L VAL
poslo loro, che la percezione dell'i m po- de'difficili avvenimenti, divenuta incom-
ste non fosse inlenolla, e che si mante- patibile la sua posizione collo stato delle
nesse il servizio delle dognne. /\*i8 giu- cose, riteneva suo dovere affidare le re-
gno Halcinski console generale di Uussia dini del governo nelle mani di detto oon-
nella Valacchia, parli per la Moldavia siglio, invitandolo insieme ad ailempiere
per incontrare le truppe russe del corpo le relative cure sia colletlivaraenle e sia
comandalo dal principe Gorlschukoll individualmente sotto lu loro responsa-
rhe avevano ricevuto l'ordine di passare il bilità, fino ad ulteriori disposizioni. Al
Prulh da quella parte,e d'occupar la Mol* logoteta poi Basilio Ghika ministro delle
do-Valacchia sino al Danubio. Comin- lìnan/e, l'ospodaro diresse un'ordinanza,
ciò l'ingresso de' russi del corpo man- hidandone la gestione e i vantaggi recali
dato dal general Danneherg in Molda- al tesoro e al paese; gli manifestò la sua
via a*2ea'3 luglio presso Skuleny e Leo- principesca soddisfazione, e conferman-
•wna, con proclama del principe Gort- dolo con particolare decreto in logoteta^
schakoir, dichiarante lo scopo dell'occu- espose la piena convinzione che avrebbe
pazion*e, e il mantenimento dell'ammini- conlinuato ad amministrare col medesi-
si razione degli ospodari. A* 7 co« altro mo zelojtaientie attività nel posto in cui
allrocorpoi russi occuparono ancora Ol- lo avea collocato. Si disse che l'impera-
tenitz sul Danubio della Valacchia, pun- tore delle Russie accordò a' principi Stir-
to assai iujportanle , dirigendosi sopra bey e Ghika 10,000 franchi al mese per
I3ucharest. Così due corpi d'armale russe ciascuno, con tratlauienlo di disponibili-
occuparono la Moldo-Valacchia. La Por- tà ; e che pagò 5o,ooo ducati pe' debiti
ta (jualificò l'invasione un' usurpazione, formati dall'ospodaro Ghika. Il sultano
e doversi respingere coll'armi, e ne fece con un manifesto istruì di tutto i suoi
gravi rimostranze alla Russia. Molti della sudditi, e vi eccitò il patrio bellicoso eu-
A'alncchia e Moldavia volendosi conser- tusiasujo, ricevendo poi a propria difesa e
vare Fedeli al sultano , ne parliiono; il dellaTurchiaavantiCostanlino[)oli le flot-

simile fecero in seguilo gli ospodari Stir- te francese e inglese. Decisa dal sultano la
bey e Ghika, abbandonando Bucharest guerra contro la Russia, ingiunse a Omer
e Jassy nel declinar di ottobre , recan- pascià d'intimare al principeGortschakol!
dosi a Vienna dopo aver ambedue ema- Io sgombro de'principali ini 5 giorni, e
nalo un rescritto al consiglio straordina- quindi incominciare le ostilità; ed Omer
rio d'amministrazione. In quello dell'o- rS ottobre formalmente eseguì l'intima-
spodaro di Valacchia Stirbey è detto. v.ione. Rispose il principe nel dì seguente
Che lo slato attuale delle cose richiede- non aver poteri per trattare della pace,
va da l^ui il temporaneo allontanamento della guerra o dello sgombro de' princi-
dal principato, e perciò aftìtiare d gover- pati colle truppe alGdate al suo comando.
no al consiglio generale d' amministra- Non solamente il comandante russo si ri-

zione di Valacchia, lino ad altre misu- cusò di partire, ma occupò le fortezze che
re; incaricando ili." boiaro e gran bano sino allora guarnivano le truppe raol-
Giorgio Filippesko, di procedere co'capi do-valacche,ed d principe Menzikoff ven-
de'dipartimeutiii corso degli affari, i casi ne nominato governatore civile e mili-

speciali dovendosi assoggettare al consi- tare de'principali Danubiani. Questi pe-


glio. Questo poi pubblicò analoghe di- rò furono governati dal barone di Bud-
sposizioni. Nel rescritto dell'ospodaro di berg. Bucharest, Jassy e tutte le città de'
JMoldavia Ghika, diretto al consiglio principati Daruibiani furono dichiarate
straordinario d' amministrazione della in istato d'assedio; venne promulgata la

medesima, si legge. Che eiseado, in forza legge marziale, ordinato a tutti i luao-
VAL VAL 171
mettani di parlile senz'indugio cla'prin* più punti, è da evitarsi il dettaglio rife-
cipali, e proibita a'molilo-valacchi sotto rito dal giornalismo cojjlemporaneo, so-
pena di morte qualunque relazione co' vente contraddittorio o per lo meno ine-
turchi. Buchaiest divenne quartiere ge- satto.Gortschakolf incorporò al suo eser-
nerale de'russi. Nella notte de' 23 otto- ne fece encomi.
cito la milizia valacca, e
bre, essendo spirato il termine stabilito Quella regolare ascendeva a 10,000 uo-
da Omer pascPa al principe GortschakolF mini, quella detta de'conHnari era d'un
per l'evacuazione de' principali, le osti* numero maggiore; tulle le forze che la
lilà cominciarono sul Danubio, il quale Valacchia teneva sotto le armi , al più
era vietalo di rimontarlo a'russi con na« si calcolarono a 24,000 uomini. Princi-
TÌ guerresche dal trattato d'AdrianopoIi, piò i combattimenti la Turchia con di-
oltre la foce del Pruth. Quindi nella sles- versi prosperi eventi in Europa e in A-
sa notte i turchi passalo il Danubio a sia ; ma poi indietreggiò, solo occupan-
Turlukai, aggredirono i russi nel cam- do una piccola porzione della Valac-
po e fecero alcuni prigioni , altrettanto chia. Tale era in generale lo stato delle co-
operarono gli arabi nell'isola di Tscetal, se allo spirar del 853. Cominciò il nuo-
1

varcato il Carussù. Contemporaneamen- vo anno con avvenimenti importanti nel-


te in Asia nello stesso giorno comincia- la Valacchia, che ne fu teatro, e dove i

rono le ostilità fra'lurchi e i russi, altac- russi co'rinforzi della grande Valacchia vi

cando primi i il forte di Chekvetil e lo riunirono un3o,ooo uomini. ìVon lungi da


presero. Inoltre a'2 3 i russi con battelli Ralafat verso Craiova è l'ignobile villag-

a vapore sforzarono il passo del Danu- gio di Csetale, che divenne celebre per le

bio, resistendo all'artiglierie della fortez- battaglie che vi combatterono, di cui


si

za d'Isaklcha. A'27 i turchi entrarono fu campo sanguinoso le sue pianiu'e; gli


nella piccola Valacchia , e presero Ka- scontri furono terribili con gravi perdi-
jafat. Questi furono i principii delle o- te de'belligeranli, durando parecchi gior-
slililà per cominciar la sanguinosa lotta. ni la lolla. Quasi lutti conventi della i

Nondimeno a consiglio della Francia e Valacchia vennero trasformati in ospe-


dell'Inghilterra, la Porla si dichiarò an- dali, continuamente riempiendosi di fe-

cora pronta a trattative di pace , ma a riti e di malati. Constando da'lratlali che

condizione.!. Dell'immediata evacuazio- l'integrità della Turchìa è sotto la gua-


ne da parte della Piussia.
de' principati rentigia delle 5 grandi potenze europee,
2. Che le potenze europee dassero alla dopo la battaglia navale di Sinopc^ per
Porta dellegaranzie per impedire nuo- impedire altri simili disastri, il naviglio
ve invasioni della Valacchia e della Mol- anglo-francese entrò nell'Eusino a'3 gen-
davia. Si calcolò l'armata occupalrice de' naio , con flotta combinata superiore a
russi a 100,000 uomini; quella d'Oraer pa- quella de'russi per numero di navi e abi-
scià entrato inValacchia a circa 160,000, maneggio. A contrappeso dell'oc-
lità di

ma soli 40,000 ne introdusse in princi- cupazione russa de'principa ti, ebbero pei*
pio nel paese, potendo essere rinforzato iscopo l'occupazione del mar Nero, fiu-

da un giorno all'altro; cosi russi lo po- i che i russi non si ritirassero al di là del

tevano coU'esercito di Bessarabia, In tal Pruth. Essi invece richiamarono in ser-

modo gli sventurati principali divenne- vizio le flotte di riserva del mar Baltico,
ro il teatro dell'esordio della gigantesca temendo che questo fosse attaccato. Ni-
guerra, e ne provarono tutte le calami- colò I si preparò sempre più alla formi-

tà che ne sono inevitabile conseguenza. dabile tenzone, vedendo laTurchia soste-


Finché la storia non avrà stabilito e chia- nuta dalle possenti Francia e Inghilter-
rito i fatti d' arali che si successero la ra, non solo quanto al materiale, ma cb-
172 VAL VAL
be cura pure del morale, sia colle pre- vuto, sarà tua cura che il contenuto di
ghiere ordinate anche ne'princìpali Da- quest'ordine vengaa cognizione,con tutte
nubiani, sia con pastorali encicliche del» le sue particolarità, di tutti quelli a cui
l'episcopato all'esercito, per indammar* è diretto; tu applicherai tutta la premu-
]oa guerra di patria e di religione. L'Au- ra ch'esige la tua carica e la tua pruden-
stria inviò a' confini della Valacchia un za nel mantenere il benessere, la tran-
considerabile corpo di milizie, a tutela quillità e la pace generale de'sudditi della
delle Provincie di frontiera del suo ini- mia sublime Porla, e tu farai tutto il

pero. La Servia si dichiarò neutrale, e tuo possibile per eseguire esattamente


fu assicurala di sua benevolenza da Ni- tutti questi punti." Il passaggio del Da-

colò I, ed a'i3 gennaio fece altrettanto nubio si operò da Ibraila e di fronte a


il sultano col seguente firmano, riguar» Galalz, a '2 3 marzo a Ma Ischi n, Isaktcha
dante eziandio Moldo- Valacchia. » A
la Tulcha, da'generali GortschakofF e Lii-
te, Alessandro Georgewitch bey, altuaie ders, quali si recarono nella Bulgaria
i

principe di Serbia, cui voglia esserti du- e nella Dubruska, colTintendimento di


ratura tua dignità, ordino: Io mi ho
la tentare l'occupazione di Costantinopoli.
io ognitempo data sollecitudine pel per* Però a'2 ymarzo la Francia e l'Inghilterra
manente mantenimento de'privilegi, in dichiararono definitivamente la guerra
quanto concerne l'amministrazione in- alla Russia, per prestare assistenza attiva
terna delia Serbia, della Valacchia e del- al sultano Abdul-Medjid loro alleato, alla
la Moldavia, provincieche sono parti in- cui difesa poi si aggiunse il redi Sarde-
tegranti del mio impero. E sebbene in gna. Indi le potenze di Germania ammi-
seguito alla guerra scoppiata tra la mia sero l'inviolabile integrità della Turchia
sublime Porta e la Russia siano abrogati e lo sgombro della Valacchia e Molda-
i trattati tra le due corti, pure le premu- via. Frattanto eletto comandante supre-
re della mia sublime Porta pella conser- mo di tutte le truppe russe sul Danubio
vazione del benessere e della trancpjillità il celebre feld-maresciallo principe Pa-
de'miei fedeli sudditi del mio impero so- skewitch,a'24 aprile arrivò aRucharest,
no una garanzia pel mantenimento de' e tosto fece evacuar la piccola Valacchia,
medesimi. Del resto essendo la conserva- poiché cambiando i piani politici e stra-
zione di disposizioni di tale natura una tegici, voi le concentrare le forze IraRust-
conseguenza de'fermi princìpii della mia sciuk e Silislria. Mentre gli alleali ne'
sublime Porta, che essa stessa se li ha mari Nero e Baltico andavano iu caccia
fìssati, ed essendone interessata la sua di- delle flotte russe, queste ebbero ordine
ho la sincera intenzioue di man-
gnità, io d'evitare qualunque scontro. 1 russi in-
tenere continuamente privilegi di que- i tanto sulla riva del Danubio continua-
ste 3 Provincie, e lungi dal volerne toglie- vano ad esser superiori di mollo a'tur-
re qualche menoma particella , non mi chi comandati da Oiner pascià, imperoc-
rìstarrò, al contrario, di dare ad esse, a ché sebbene questi avesse circa 10,000 i

norma delle circostanze e della loro di- uomini di truppa regolare, la cavalleria
vozione , ulteriori prove della sovrana era mal montala e sproporzionala al nu-
mia benevolenza. Quest'ordine del mio me ro de'fanti, e l'artiglieria avea quasi
imperiai divano è stato emanato onde 2 00 bocche da fuoco. Gì' irregolari si

palesare e notificare pubblicamente che battevano male, e forse si resero piti no-
ella è mia ferma deliberazione di man- cevoli che utili, insofferenti d'ogni disci-
tenere intatti, come fin'ora, gli esistenti plina. Con tale truppa, nella quale sem-
privilegi della Serbia , che è una parte bra va concentrala la vita dell'impero tur-
del mio impero. Tostochè V avrai rice-< co iu Europa, Omer dovea provvedere
VAL VAL 173
dì guarnigioni le fortezze di Vlddino e Lo Czar non reputa conveniente che nel-
Silistrìa, e quelle situate fra questi punti| le presenti circostanze i correligionari di
cioè Nicopoli, Sistowa e altre. Dovea S. M. un governo che
sieno sottomessi ad
inoltre difendere la 2/ linea delle città non è cristiano. Se valacchi non lo com- i

che stendono da Sofia a Varna. Più


si prendono, perchè troppo dominati dal-
difender Kalafat , e far fronte a' russi. l'influenza dell* eretica Europa occiden-
Questi in vece erano forti di 1 90,000 fan- tale non pertanto lo Czar non può la-
,

ti,25,000 cavalli, 12,000 artiglieri, il sciar incompiuta la missione affidatagU


che portava l'esercito russo a 227,000 dal cielo come a supremo capo de'fedeli
uomini, oltre 25,ooo cosacchi,con 55o cristiani , eh' è quella di strappare per
bocche da fuoco. Il corpo della Dobru- sempre i seguaci della vera religione cri-
ska era di 60,000 russi, onde l'esercito stiana, la greca, dal dominio ottomano.
che nel alaggio si preparava a passare il S. M. Czar ha pensato a ciò sin dal
lo

Danubio a Kassova per unirsi al passato, principio del suo gì orioso regno, ed ora
sommava a circa 140,000 uomini. Sili- è giunto il tempo in cui S. M. porrà in
stria fece un'insuperabile resistenza a Pa- esecuzione questo suo proponimento sta-
skewitch e Liiders, ed ili.° per contu- bilito da tanto tempo, e ad onta del-
sione ricevuta si ritirò a Jassy, indi parli l'opposizione degli alni impossenti stati
da essa e riprese il supremo comando dell'Europa eretica. ]\oi siamo con Dio
GortschakofF. Dopoché sul Danubio si e Dio con noi , la vittoria sarà dunque
agglomerò un potente esercito anglo- dal lato nostro. S.M. lo Czar ordina che
francese, l'Austria cominciò a minacciar voi sig. Barone rimproveriate acerba-
la Russia, insistendo sullosgombero de' mente gl'impiegati superiori valacchi per
principati, per non voler tollerare som- il loro sleale contegno verso le nostre
mosse a' suoi confini ; anche la Prussia truppe. Verrà presto il tempo in cui que-
fece mostra d'imporre altrettanto a'russi sti renitenti valacchi che provocarono la
per non dichiarar loro la guerra. I nobili collera di S. M. dovranno espiare la loro
valàcchi e la popolazione niostrandosi av- slealtà. Siate Barone con-
severissimo sig.

versi alla Russia, Nicolò I ordinò al baro- tro questi libertini valacchi ; quanto più
ne di Budberg di rimproverarli, prima di severo sarete, tanto meglio. Questa è la
recarsi al quartiere generale del princi- volontà di S. M. lo Czar. Nesselrode". I
pe GortschakofF. barone convocò prin-
Il i russi battuti sul Danubio, vincevano iu
cipali boiari e impiegati per comunicar Armenia. Nel luglio Nicolò I ordinò, che
loro gli ordini da eseguirsi durante la per breve tempo le truppe si ritirassero
sua assenza. La maggior parte si scusò dalle posizioni insalubri del Danubio ver-
dicendosi ammalali, laonde il barone do- so le più sane de'monti, inquieto per l'in-

vette contentarsi di Irasmeller loro co- credibile resistenza fatta da'turchi a Si-
pia d'un rescritto del ministero imperia- listria e nell'improvvisata fortezza di Ka-
le dato a Pietroburgo l'i i giugno 1 854- lafat ; di più i turchi avendo sempre tor-
Eccone il tenore, che inoltre svela quali mentato i russi con frequenti assalii, ri-

erano l'intenzioni dell' imperatore. « S. ducendoli alla difensiva ed a fortificarsi


M. lo Czar desidera che facciate compren- inBucharest ed in Giurgevo, dalla qua!
dere a'valacchi il disgusto prodotto in S. ullima posizione riuscirono a valorosa-
M. pel loro strano conlegno, e special- mente cacciarli a'7 luglio. Nel declinar di
mente perquello de'boiari riguardo alle tal mese alla fine i russi, per difender le
truppe russe che entrarono ne'principatl coste del mar Nero e la Crimea, e col
coli' intenzione di liberarli per sempre pretesto di molivi strategici, comincia-
dall' insopportabile giogo maomettano. rono a rilirarsì dalla Valacchia e Mol-
174 VAL V A L
davia, immeilialnmente nelTiigoslo occu- nula degli austriaci per 1* occupazione
pale prima da'Uirchi coiuantlali da IJa- temporanea de'principati, secondo il trat-
lini pascià e da Meliiiied Sadyk pascià tato austro-turco de' \f\. giugno, e che
coinaiidaule de' cosacclii, dichiaralo co- l'Austria d accordo colla Porta effettue-
mandante della cillà di Bucliaiest ; le rebbe l'organizzazione de'principati e la
quali milizie mussulmane, generalmen- sua amministrazione, non che difenderli
te furono con entusiasmo festeggiate e da una seconda invasione russa. L'Austria
massime in Bucliarest, con rancore de* nominò capitano generale delle truppe
russi. Indi le provincie si occuparono dal- d'occupazione della Moldo-Valacchia,il
l'Austria, in conseguenza delle sue rimo- luogotenente feld-maresciallo conte Gio-
stranze, dell'inipegno preso in faccia al- vanni Coronini, con residenza in Bucha-
le potenze col protocollo de' 9 aprile, e rest. 11 barone di Bach fu eletto commis-
de'posteriori accordi colla Porta ; aven- sario civile ne'principati per ristabilirvi
do dovuto insistere colla corte di Piussia l'ordine e la fiducia, inipedire e sopire
per lo sgombro de' principati, la quale qualunque controversia. Così l* Austria
annuendovi, esigeva convenienti garan- vi ristabilì l'autorità della Porta, assicu-
zie, come può vedersi dalla nota del con- rò le foci del Danubio, e francò il com-
te di JN'esseIrode, riportata dal n.° 87 del
1 mercio degli stali federali gernìanici so-
Giornale di Roma del 1 854> in "uo alla pra il mar Nero, da essi lauto desidera-

risposta della Francia, dalla quale rile- to ; dappoiché le corti tedesche aveano
vasi non voler più le grandi potenze il dichiarato l'occupazione russa de'princi-
protettorato russo sui principati Moldo- pati e la sua durala essere inconciliabile
Valacchi e diServia; esigere libera la na- cogl'interessi d' Austria e di Germania,
vigazione del Danuliio a'suoi sbocchi, e e che un attacco diretto dalla Russia con-
Ja revisione del trattato de' i3 luglio tro l'Austria, in seguilo dell'occupazione
1841 per r interesse dell' equihbrio eu- de'principati, chiamerebbe all'armi tut-
ropeo, e nel senso d'una limitazione del- ta laConfederazione Germanica. Così
la potenza della Russia nel marNero. En- venne evitato un conflitto Ira'due impe-
tralo Halim pascià in Bucharest a'9 ago- ri, fu rimosso il pericolo d' uno scontro
sto, ricevuto dal bano o gran logot(ita fi a le milizie austriache e le russe, e que-
Cantacuzeno capo del consiglio d'ammi- ste poterono accorrere alla difesa della
nistrazione, pubblicò un proclama, in cui Crimea e di Sebastopoli presa di mira
assicurò che sarebbero mantenute tutte dagli alleali. Per tutto ciò la Valacchia
le istituzioni del paese, e che con tutte e laMoldavia stale tanto crudelmente fla-
le sue forze avrebbe difeso la quiete e l'or- gellate dalle guerresche azioni, rimasero
dine. Vi giunse pure in Bucharest Der- preservale da nuovi disagi e da sovrab-
"vvisch pascià, nominato commissario del- bondanza di prestazioni. Già a' i3 ago-
la Porla ne'principati Danubiani, il qua- sto si recò in Bucharest il quartier ma-
le notificò ufficialmente al consiglio d'am- stro generale dell' esercito austriaco, i!

oiinisti azione valacco,che tulli i trattati quale cominciò a fare il suo ingresso ne*
relativi ai principali che esistevano fra la principati a' 20, mentre il conte Gio-
B ossia e la Porta sono sciolti. Omer pa- vanni Coronini entrò in Bucharest a' 6
scià fece il suo ingresso a Bucharest so- settembre ricevuto da Ouìer pascià. Gli
lennemente a'22, incontralo da gran nu- austriaci furono accolti da* moldo-va-
mero di boiari alla testa di 25,ooo uo- lacchi con pubbliche e festive dimostra-
mini e di 3o cannoni, emanando un pro- zioni e plauso. Il comandante del 3. e
clama tranquillante, di dimenticanza al 4.° corpo d* armata generale d' artiglie-
passalo, e anuuuciaudo la prossima ve- lia barone de Hess, rilasciò in occasio-
VAL VAL 175
ne dell'ingresso delle (ruppe auslriaclie Moldo-Valacchia, come di potenza ami-
il seguente proclama a* moldo-valacchi. ca e alleata della Porta, ed a seconda del
« ALitanti della Valacchia e Moldavia ! trattato speciale tra loro concluso, in se-
In seguito d' una convenzione conclusa quela di quello convenuto co'governi in-
colla Sublime Porla da Sua Maestà il raio glese e francese. Che esse non saranno di
graziosissimo Signore e Imperatore, l'im- verun aggravio, pagando puntualmente
periali truppe austriacheenlraoo ne'Prin- e in contanti quanto loro farà bisogno
cipali. Esse devono riportarvi le benedi- di comprare. E che siccome russi avea- i

zioni della pace. Accogliete quindi i mal- no definitivamente abbandonato prin- i

levadori della futura vostra quiete e si- cipali, così doversi ristabilire lo stato an-
curezza, con aujore e fiducia, essi si me- teriore del paese, e S. A. il principe Ghi-
riteranno questo coir ottimo contegno, ka aver ricevuto l'ordine di riprender le
coll'ordine e colla disciplina sempre di- redini di sua amministrazione. Gli anti-
mostrala. I privilegi a voi assicurati dal- chi privilegi e diritti esser mantenuti dal-
la Sublime Porta rimangono in pieno vi- la benevola e paterna premura di S. M.
gore, però attendo da parte delle vostre L il Sultano,e non doversi piìistarea'lrat-
autorità ogni coopcrazione, acciò venga- tati ormai annullati. Deplorò le molte
no alloggiate e provvedute in modo sod- sofferenze patite dal paese, il quale sotto
disfacente le truppe, pe'cui bisogni sarà l'egida protettrice del sovrano Sultano,
sempre dato l'indennizzo. M'attendo pu- in breve ritornerebbe nello stato nor-
re quiete ed ordine per parte della po- male, e l'invitò a proseguire nell* osser-

polazione, imperciocché ogni perturba- vanza delle leggi vigenti, nell* ordine e
zione o anche una semplice minaccia per nella pubblica tranquillità. Già sino da'
parte di uomini o partili sediziosi verrà 1 3 dello stesso settembre il commissario
punita con tutto il rigore della legge. Si Derwisch avea diretto la seguente nota
indica con ciò in pari tempo a tutte le al consiglio d'amministrazione del prin-
autorità, di rivolgersi da oggi in poi in cipato di Valacchia. « Ho l'onore d' an-
lutti gli adari al tenente maresciallo con- nunziare al consiglio d'amministrazione,
te Coronini, che sta sotto i miei ordini, che in seguito alla ritirala de'russi il go-
e venne nominato da Sua Maestà a co- verno di S. M. 1. il Sultano è intenzio-
mandante di tutte le truppe ne'due prin- nato di ristabilire nel principato di Va-
cipatiDanubiani,o agli organi militari da lacchia lo stato anteriore di cose, e che
lui autorizzali". Quindi il baronede Hess Sua Serenità il principe Slirbey ricevet-
si recò a'23 settembre in Bucharest, con te l'ordine di ritornare a Bucharest. L'i in-
ricevimenlo solenne e brillante, accollo periale governo ottomano, fedele agli ob-
con distinzioni da 0«ner pascià e da Der- blighi assuntisi, di cointelligenza col go-
wisch pascià ; indi ispezionò le truppe, I. R. Apostolica, amico ed
verno di S. M.
gli alloggi e i viveri, e fece poi allrettaii» Sublime Porta, prese le mi-
allealo della
toin Jassy, ricevuto col maggior entusia- sure necessarie onde ristabilire nel prin-
smo dalla popolazione. Omer pascià par- cipato di Valacchia il legale slato di cose,
li da Bucharest alla fine di settembre, a' quale risulta da'privilegi che furono ac-
29 del qualeDerwisch pascià emanò aJas- cordati dal governo di S. M. I. il Sulta-
sy un proclama diretto a'moldavi. Loro no, in quanto concerne l'amministrazio-
notificò averlo il sultano nominalo com- ne di questo paese". Il principe Slirbey
missario imperiale de'due principali, per da Vienna con un piroscafo si condusse
vegliare al loio benessere e ristabilirvi a Giurgevo, ricevuto solennemente da'
l'ordine. iVon doverli inquietare l'ingres- boiari, munito dell'appoggio materiale
so delle forze militari austriache ueila (£ morale de'due goverui oltomauo e au-
176 VAL VAL
sti iacOj i quali non ìstiniarono cosa pru- vostri patimenti. Noi conosciamo la gran-
dente digellarsi in braccio a'nialoii d'ti- dezza e la dillìcollà di nostra missione 1

nn nuova elezione de' due ospodari. lì Siate sicuri che tutti i nostri sforzi ten-
principe Slirbey a* 5 oltobie fece il suo deranno a ristabilire l'ordine ed a cura-
ingresso a Bucbarest, formalmente accol- re che lutto vada in bene. Noi non guar-
to nel suo palazzo dal conte Coronini col deremo a fatiche o sagrifizi, eredititelo ,

suo stato maggiore,e dalle autorità civili e onde dar forma e vita all'amate e bene-
militali luicbe;essendoscbiei'atealla pur* fiche intenzioni del nostro amato prolet-
tadel palazzo guardie d'onore auslriacbe tore. A raggiungere ciò noi raccogliere-
e volaccbe. Il principe Stirbey emanò una mo a braccia aperte, senza eccezione,lut.
notificazione agli abitanti del principato ti coloro che ci vorranno aiutare con fe-
di Valacchia. In essa ricordò loro il di- deltà ed onoratezza. Quanto più diflìcile

spaccio de' 1 4 ottobre 853, nel quale ma-


1 si è la nostra missione a motivo dell'at-
nifestò a'medesimi i motivi che l'indus- tuale condizione di cose, e per avere il

sero allora ad abbandonare il paese, i do- paese tanto sofferto, tanto più sapremo
lorosi sentimenti perciò provali nel se- riconoscere il zelo e il merito d'ogni sin-
pararsi per veder interrotta l'opera del- golo, come d'altra parte dirigeremo la

l' organizzazione, alla quale egli consa- nostra più seria attenzione a sopprime-
grava le notti, mentre il paese trova vasi re ogni conato il cui scopo fosse il di-
iu una criticissima posizione. Ora coU'a- sordine, o che tendesse ad allontanarsi
iuto di Dio e per ordine della sublime dalla via del retto. In questo modo la

Porla,essere tornato nella residenza prin- benedizione dell'Altissimo verrà a posar-


cipesca, ed avere ripreso le redini del si sui nostri sforzi comuni, e si aprirà al-

governo. 11 ristabilimento del legale go- la nostra patria un brillante avvenire".


verno del paese essere nuova prova del- Ilconte Coronini dopo essere stato a Jas-
l'amore paterno di S. i\l. I. il Sultano; il sy, e consegnato il comando al general
quale amato nostro protettore, onde me- Paar, qual comandante in capo delle
glio assicurare la tranquillità del paese, truppe austriache di stazione nella Mol-
concluse con S. M. l' imperatore d' Au- davia e Valacchia, l' i i ottobre diresse
stria speciale convenzione suU' inviate al consiglio provvisorio d' anmiinistra-
truppe, le quali in unione alle vittoriose zione valacco la comunicazione : Che ri-

truppe ottomane, erano un nuovo pegno tenutesi dalle corti austriaca e ottomana
di pace e di sicurezza pel paese.>i Rumeni 1 necessario per ristabilir ne'due principati
Miei amali compatriotti ! Noi ci cono- lo stato normale di cose, di richiamare i

sciamo da lungo tempo. Voi sapete con legittimi principi de' medesimi, e porre
quale cura noi percorremmo il paese iu nelle mani loro il governo;avere d'accordo
tutte le direzioni per imparare a cono- con Derwisch pascià, diretto invito a S.
scere i vostri bisogni e per soddisfarli A. il principe Ghika, pregandolo d' ab-
con tulli i mezzi stanti in nostro potere. bandonar Vienna e tornare al suo poslo
Voi sapete in quali dillicili tempi noi ab- in Jassy. L' ospodaro Ghika licenziatosi
biamo vissuto, specialmente negli anni dall'iujperalore Francesco Giuseppe in
1 849 e 1 85o. Voi sapele che noi vi ab- Vienna, parli per laMoldavia,e fece la sua
biamo amato sempre con amore pater- formale entrala a Jassy l' 1 i novembre.
no! Voi non avete dimenticato la tran- Seguì quindi un gran nmvimento di nu-
quillila e la felice prosperità che il paese merose truppe turche ne' principali, ove
godette negli ultimi anni. Noi torniamo la loro presenza non era necessaria, per
a voi qual padre a'fìgir. Noi ci sentiamo marciare Prnth, onde passare nella
sul
liei più profondo del cuore commossi pc' Bessarabia e nella Crimea, ove si com-
VAL VAL 177
batteva accanitamente grande guerra, la go rilevò i sono de-
vantaggi di cui essi

per la memorabile espugnazione di Seba- bitori all'intervento della Russia. Fatto


stopoli. A'28 dicembre fu comunicato il un quadro delle condizioni, in che furo-
memorandum all'ambasciatore russo a no poste le Provincie Danubiane per vir-
Vienna, da'ministri d'Austria, di Fran- ili di antichi trattati sotto la Porta, rife-
cia e d'Inghilterra. In questo memoran- risce come gii ospodari erano scelli fra
duìiìy diviso in 4 a'ticoli, era indicata la le greche famiglie di Costantinopoli , e
Éiecessità di sopprimere il protettorato che dessi spesso compravano la carica a
esclusivodeila Russia sulla Moldavia, Va- spese poi de' sudditi de' principali; fece
lacchia e Servia, per l'abusiva influenza conoscere altres'i, che a spese de* princi-
che vi esercitava quasi governandole co' pali la Porta provvedeva a' bisogni de*

suoi agenti, e di porre in avvenire sotto merdati della capitale; che il commercio
la garanzia collettiva delle 5 grandi po- non vi era libero né all'interno, né al-
tenze i privilegi accordati da* sultani a' l' estero ; che sotto un cattivo governo
principati, che dipendono dal loro impe- crebbe l'immoralità e la miseria; ed ac-
ro. Era indicala anche la libera naviga- cennò miglioramenti introdotti ne'me-
i

zione del Danubio, uno de'piìi magnifici desimi principati dalla paced'Adrianopo-
sbocchi del mondo, vincolato da 20 an- li. La missione che avea la Russia da a-

ni,con vantaggio immenso per la Ger- dempiere nel duraturo interesse nel be-
mania, e la revisione del trattato de'i3 ne de'principati Danubiani fu compiuta,
luglio 1 84 onde stringere l'impero ot-
1 , conclude il Giornale russo, nel momen-
tomano all'equilibrio europeo e metter to in cui il governo privilegiato, eh' essi
fine alla preponderanza russa sul mar godono sotto la supremazia della Porta,
Nero. Ma ad onta che ardesse sotto Se- ebbe la sanzione nel diritto internaziona-
bastopoli la guerra con indicibile vigore, le europeo mediante una garanzia col-
,

l'imperatore di Russia Nicolò I neli855 lettiva di tutte le grandi potenze. Final-


accettò tali famosi 4 articoli per trattare mente espugnata 1*8 settembre Sebasto-
la pace, convenendo alla conferenza da poli nel di seguente gli alleati furono
,

tenersi in Vienna per discùterli però ; padroni di quel terribile baluardo della
colpito da repentino male, moria'2 mar- potenza russa nel mar Nero e regina di
zo, e gli successe il primogenito regnan- questo. Nel dicembre i855 il principe
te Alessandro II ; inatteso avvenimento Ghika ospodaro di Moldavia prese l'ini-
che accrebbero alquanto le vagheggiate ziativa d' un provvedimento che dimo-
speranze di pace, anche per essersi aper- stra sempre più quali siano suoi nobili i

te in Vienna a'y marzo le corrisponden- e alti sentimenti, e che a lui assicura una
ti conferenze dagli ambasciatori delle po- pagina onorevole nella storia; cioè l'abo-
tenze. Oltre il doversi sempre tener pre- lizione in massima della schiavitù in Mol-
sente l'articolo Turchia come già avver- davia, ed da operarsi dallo sta-
il riscatto
tii, le cui notizie si compenetrano con to, di coloro che non verranno affrancati
quelle che in questo vado accennando, da'loro padroni. Nel 844» «otto '' regno 1

può vedersi il n." i25 del Giornale di del principe Michele Stourdza, una leg-
Roma del i855, in cui si legge la rela- ge votata dall' assemblea generale avea
tiva risposta del ministro degli affari e- già affrancalo i zingari appartenenti al-
sleri diFrancia Droùyn de Lhùys alla lo stato e al clero, ed aveva risoluto che
circolare de' io maggio del conte di Nes- i fondi provenienti dalle contribuzioni
selrode in nome della Rùssia. Non deb- pagate da que'boemi emancipati fossero
bo quanto a' principali Moldo-
lacere, destinali al riscatto degli schiavi de'pri-
Valacchi, che il Giornale di Pietrohur- vati, cosi da 6 o 700 individui poterono
VOL. Lxxxvn. 12
78 VAL VAL
essere riscattati sino al i855. Appena il non fu-
sicurezza nell* interno del paese
principe Gliika fuassiinlo all'ospodara- rono turbate neppure per un istante, e
to, sioccupò dell'abolizione della schia- pel consolidamento loro non cessare di
-vitìi Moldavia, e se avesse potuto
nella adoperarsi in ogni modo. Che la regola-
non dare ascollo che alla voce del cuor zione e l'esame de* bilanci consuntivi de-
suo generoso, da lungo tempo già egli a- gli anni 854 e 1855, come pure il bilan-
1

vrebbe potuto compiere l'opera del suo cio preventivo dell' entrate e uscite del
predecessore; ma le complicazioni delle i856, il che coslituisce la vera missione
tristi circostanze cbe per molli anni si ag- del divano generale, forniranno al con-
gravarono sui principati, non gli permi- gresso la prova di non essersi risparmia-
sero di estirpare prima questa piaga so- ta fatica per migliorar le condizioni fi-

ciale del suo paese. 1 r«issi eVano


die vi nanziarie del paese. 11 bilancio prevenli-
siali onnipolenli, si sarebbero certamen- vo presentare nell' entrale un maggior
te opposti, com'essi fecero neh 844» ^^ imporlo, il quale coprendo il disavanzo
senza successo, all'adempimento d'un at- cagionalo dalle spese straordinarie del
to che avrebbe richiamato su queste Pro- i855, forniva pure un civanzo di due
vincie uno sguardo simpatico dell' Eu- milioni e mezzo, il quale doveva coprire
ropa, Ora eh' è cessata la forza della lo- le spese della medesima categoria straor-
ro influenza, il principe Ghika, i cui po- dinaria pel servizio deli 856. Essersi au-
erano prossicni a spirare, ed il
teri cui rin • mentali diversi redditi per ammortizza-
iiovamento egli pareva deciso di non re il debito pubblico, che senza i soprag-
più acceltare se gli venisse olferto, volle giunti avvenimenti sarebbe stato quasi
prima di ritirarsi collegare il suo nome del tutto pagato neh 853. 1 fondi di ri-
alla soppressione d'un ordine di cose cosi serva posseduti da' pubblici stabilimenti
vecchio e cos'i vergognoso pel suo paese. sin dah849, essere utibnenle servili pe*
E"li pe ciò indirizzò al suo consiglio de' prestiti al ministero delle finanze , onde
nunistri un messaggio, per incai icario di sopperire a'bisogni straordinari. La libe-
elaborare su questa questione un proget- ra esportazione vietata da due anni, esse-
to di legge j)er soltoporsi al divano o con- re riuscita un vero benefizio pel paese.
Questo messaggio fu ac-
siglio generale. » L'assoluta soppressione della schiavila
colto con entusiasmo dal consiglio de' de' zingari, iniziala già dalla legge del
ministri. Si sperava che simile accogli- 1847, la quale mise allora elletlivamen-
mento sarebbe fallo a questa benefica ri- te in libertà i zingari ch'erano proprietà
soluzione dal di vano generale. A'i4 gen- dello stalo e del clero, era divenuta una
naioi856 la sessione del divano genera- necessità cui non si poteva più a lungo
le di Valacchia, per lale anno fu aperta differire. Noi raccomandiamo al serio vo-
in Bucharest , ed il ministro Plangino stro esame il progetto di legge riguardan-
lesse il discorso d'apertura del principe te questa importantissima disposizione
regnante Stirbey al divano generale. Di- che fu elaborata dal consiglio d' ammi-
chiarò considerevolraenle migliorato lo nistrazione, e non dubitiamo che il diva-
stato del paese, in paragone di quello de- no lo considererà di somma urgenza.
gli ultimi mesi del 8 54;
gli animi essersi
1 L'indispensabile necessità di mettere la

tranquillali, ed ogni ben pensante va- nostra patria in gradodi seguire l'immen-
lacco essere pienamente convinto che l'u- so impulso provocato negli altri paesi
nione e la sincera cooperazione di ciascu- dalla costruzione di ferrovie e da altri
no, sono le condizioni indispensabili per stabilimenti d'utilità pubblica, attrasse a
un migliore avvenire della patria sì du- se anche la nostra speciale attenzione.
ramente bersagliata. Che la quiete e la Quantunque noi non dissimuliamo che

I
VAL VAL 179
soltanto la conclusione d'una pace desi- minalo sultano AbduI Medijd pubblicò
tieiala da lutti può render possibile l'e- il celebre Hatti-Humayoun sull'emanci-
secuzione di tali intraprese atte a dare uno pazione de'crlsliani esistenli nell'impero
straordinario inìpulso a tutte le risorse di Turchia (^.), equiparandoli a'turchi
della nostra nullameno rilenem-
patria, ne'diritti civili, il quale segnò un'era no-
mo per nostro dovere di prendere in- vella per le cose religiose d'oriente, non
tanto le disposizioni preliminari, affinchè senza rancore de'mtìssulmani ingiusti, e
inseguito non accada verun indugio, e non senza malcontento de' greci scismati-
di appianare 1' eventuali difficoltà. Per ci. La tanto desideratissima pace fu sot-
conseguenza nominanomo un delegalo, toscritta da' plenipotenziari in Parigi a'
incaricandolo d' assumere offerte e di 3o marzo i856, eia riportai nel citalo
mettersi in relazione con delle societàche articolo, precisamente nel voi. LXXXf,
fossero intenzionate d'imprendere nella p. 454 e seg. Gli articoli i5, 16, r7, r8,
Valacchia la costruzione di ferrovie e l'il-
19, riguardano la regolazione della na-
luminazione a gaz. Confidando nella vo- vigazione del Danubio, da eseguirsi da
stra cooperazione, preghiamo Iddio che una commissione di delegati delle poten-
benedica a'nostri comuni lavori nell'in- ze, fra'qualidovranno aver luogo com- i

teresse del benessere generale. Dichiaro missari de'4 principati Danubiani. La li-
apertala sessione del divano generale del bera navigazione del Danubio fu così
i856". India' 7 febbraio fu decisa dal- consagrata, eduna commissione euro-
l'assemblea generale di Btìcharest l'è» pea venne preposta alla vigilanza e al
mancipazione de'zingariconi i contro 10 nettamento delle bocche del fiume , che
voti. Si calcolò trovarsi allora nella Va- i ingombre di sabbia,
russi lasciavano

lacchia 70,000 zingari; la sola casa Bran- con grave danno della Germania centra*
kovan ne possedeva 5ooo, e altrettanti i le, con politica per essi vantaggiosa. L'ar-
fratelli Baìianu. Peronella Moldavia l'a- ticolo 20 contiene la rettificazione della
bolizione della schiavitù e l'introduzio- frontiera di Bessarabia, per la libertà di
ne del bollo ne' contralti ,
contestando detta navigazione; cioè tutta la parte del-
l'attribuzioni del divano generale, chia- la Bessarabia vicina al fiume , fu tolta
ramente fissate dall'ospodaro Ghika con alla Russia, perchè il basso Danubio col-
allo de' 17 febbraio i85o nell'occasione le sue 3 bocche scorreva sul territorio
della I.* tornata di sua apertura, provo- da essa conquistato nel 1828. L'articolo
carono una sconsiderala rimostranza in 2 I dichiara, che il territorio ceduto dal-
iscritto da parte del metropolita di Jassy la Ptussia sarà annesso alla Moldavia. Gli
e di vari boiari, alla Porta. Questa sen- 23, 24, ^5, 26, 27, 28 29,
articoli 22, ,

za far calcolo di tale indirizzo ,


dettato riguardano principati di Valacchia e di
i

da animosità e spirito di parte confer- , Moldavia , non che quello di Servia , i


mò la misura presa dal principe Ghika. quali continuando nella sovranità della
I documenti di grave biasimo contro 1' o- Porta ottomana, il godimento de'privi-
peralode'boiari, sedotti dagli agitatori del legi e immunità si pose sotto la guaren-
paese, si leggono a p. 2 38 del Giornale tigia delle potenze contraenti Francia,
di Roma del i856. L'indole pacifica del- Austria, Inghilterra, Russia, Sardegna e
l'imperatore Alessandro II agevolò la so- Prussia; vietandosi il protettorato esclu-
spirata pace , i cui preliminari si sotto- sivo d'una delle potenze garanti. La Por-
scrissero ili.° febbraio, in uno alla con- ta s'impegnò a conservare a' due princi-
venuta Tregua (F^.) o armistizio, ed u- pali Molclo-Valacchi l'amministrazione
niversali furono le allegrezze, tranne po- indipendente nazionale, piena lil^ertà di
che non curabili eccezioni. A' 2 l'dlu- i cullo, di legislazione, di commercio e di
i8o VAL VAL
navigazione; così il principato di Servìa. il Dniester. Fu quindi osservato, che nel
Si convenne la revisione delle leggi raol- 1 856 lo stesso confine venne imposto a'di-
do-valacche mediante commissione da scendenti de'sarmati e sciti, russi, per i

formarsi dalle potenze,da riunirsi senz'in- uno scopo identico a quello di Traiano.
dugio a Bucharest; la quale commissio- La cessione del territorio richiesta si vol-
ne dover preparare le basi per l'orga- le qualificare nel trattato, col vocabolo
nizzazione de* principati medesimi ,
pel urbano di Rettificazione del confine rus-
riordinamento politico e amministrativo. so in Bessarabia; con che la Russia perde
Promise la Porta di subito convocare un un 4-° della provincia con circa 25o,ooo
divano ad hoc
per la Valacchia e si
sì abitanti, comprese diverse città che avea
per la Moldavia, composti in modo da fortificate sulle sponde del Danubio e del

formare la rappresentanza più esatta de- Prulh, massime Israaìl, tenuta per lungo
gl'interessi di tutte le classi della società tempo inespugnabile e costata a'russi ri-
raoldo-valacca, onde esprimerei voti del- vi di sangue, quando nel 1789 la con-

le popolazioni sull' organizzazione de' quistò SouwarolF. Allontanata così la

principati. Si stabilirono le loro principa- Russia dal Prulh e dal Danubio, l'indi-

li norme, dovendo l'organizzazione esse- pendenza de'principati Dauubiani fu as-


re sotto la garanzia collettiva di tutte sicurata contro ogni protettorato esclu»
le potenze segnatarie. Si convenne l'esi- sivo della Russia : insieme venne eretto
stenza d'una forza armata nazionale ne' un argine territoriale e politico tra essa
due principati, per mantener la loro si- e l'impero ottomano; laonde il piano se-
curezza interna e quella delle frontiere, colare della Russia contro l'Oriente fu
dovendo respingere qualunque aggres- rovesciato , o almeno per lungo tempo
sione straniera d'accordo colla Porta. La prorogato. Quindi però non tardarono a
quiete interna de'principati se minaccia- convergere tutte le preoccupazioni poli-
ta, dover la Porta intendersi colle poten- tiche quasi esclusivamente verso le pro-
ze contraenti sulle misure da prendersi. vincieMoldo-Valacche: questo fu il pun-
Si conservòjl diritto di presidiodella Por- to di mira in cui si concentrò tutta l'at-

ta. Merita leggersi l'articolo riprodotto tenzione del pubblico, non meno che del-
dal n.° 128 del Giornale di Roma del la diplomazia , e dura ancora. Imperoc-
] 856, intorno alle bocche del Danubio, ché formarono della questione de'prin-
si

alla Bessarabia, ed al territorio tolto al- cipati Danubiani 3 questioni, cioè: i. "Re-
la Russia in forza del discorso trattato di golazione de'confioi.2.'* Bocche delDanu-
pace; poiché la guerra del 1828-29 e il bio.3.°Riorganizzazione interna ed ester-
conseguente trattato estese i confini russi na la quale tosto risvegliò le più serie
,

dal Dniester al Prutb, onde die alla Rus- inquietudini e fece prevedere maggiori i

sia il possesso delle bocche del Danubio. conflitti, che tuttora prosieguono. Sicco-

Quindi le venivano agevolati i mezzi di me il i.^'e principale capo della que-


sturbare e impedire a norma de'propri stione consiste nel progetto di riunione
interessi il commercio che inclinava a di- delle due provincie in una sola, sotto un
rigersi per quella grande arteria fluvia- sol governo e sotto 1' alta sovranità del
le dell' Europa. Traiano prima di con- sultano, ne consegue che siffatta propo-
quistare il paese de'daci, oltre il Danu- sta tende a modificare essenzialmente i

bio, costruì il Vallo di confine o baluar- rapporti esterni de'principati non meno
do di Kustendie volle proteggere la , verso la Porta che verso l'Europa. Le
Moldo-Valacchia,da lui ridotta a colonia potenze che vogliono 1' unione sono la
romana, contro i daci, ì geti, i sarmati e al- Francia, la Russia , la Prussia e la Sar-
tri popoli barbariche abitavano lunghesso degna: quelle che vogliono la separazio-

1
VAL VAL 181
ne e lo stata quo, quanto all'esterno, so* l'unione, anco co* mezzi estremi di armi
no rinf]hilteiTa, l'Austria e la Porta. Os- e di guerra, sì che non sarebbe a stupi-

serva la Civiltà Cattolica^ serie 3/, t.


7, re se una guerra d'Occidente dovesse se-
p. i5^'. Principati Danubiani. ^ha Por- guire come effetto della guerra d'Orien-
ta perchè non ama avere uno stato che tel Ma non conviene, come dice il pro-
di fatto sarebbe poi da lei indipendente: verbio italiano, farle vigilie de'guai". Fi-
1' Austria perchè vede che 1' unione de' nalmente osserva la Civiltà Cattolica a
principati è cosa tutta liberale alla mo- p. 753. I Moldo-Valacchi so-
principati
derna , e non ama avere alle sue porte no situati sul Danubio e sulla via di Co-
un nuovo Piemonte ed una nuova Sviz- stantinopoli; di che il padrone de''princi-
zera : l'Inghilterra perchè essa non ama pati sarà il padrone del Bosforo e del
il liberalismo se non quando l'è utile: e commercio del Danubio. Quinci si spie-
le è inutile nella Moldo-Valacchia, anche ga perchè da due secoli l'Europa si sia
perchè fa disservìgio all'Austria con cui occupata sì premurosamente di questo
l'Inghilterra è ora alleata. La Russia in- territorio. Quelli che pretendono l'unio-
vece pare che favorisca l'unione per dar ne de'principati, si dice che principalmen-
noia air Austria, alla Porta e all' Inghil- te esigono. I La Valacchia e la Moldavia,
.

terra insieme. La Sardegna poi , come con parte della Bessarabia formeranno ,

incaricata ora di proteggere le grandi i« uno slato unico sotto la mallevaria delle
dee di libertà in lutto il mondo, favori- grandi potenze. 2. La nazione avrà il di-
sce l'unione senza voler saper altro. Ciò ritto di scegliere il suo principe nel pro-
non ostante, come dicemmo, pare che si prio seno, od io una delle famiglie prin-
pensi ora ad un disegno proposto dal- cipesche d'Europa jil sultano riconosce-
l'Inghilterra, il quale i giornalinon dico- rà la trasmissione ereditaria del potere
no ancora chiaro che cosa voglia essere, nella famiglia di quel principe , sotto la
ma non sarà favorevole all'unione:
certo mallevaria delle grandi potenze. 3. Al
aggi ungesi che anche la Francia vi abbia principe eletto ed al suo governo sarà
consentito. Ma il P<2y5, giornale france- riserbato d'introdurre nel paese le rifor-
se che è io voce di semi-ufficiale,protesla me e le istituzioni necessarie, conforme-
che la Francia segue a volere l'unione de' mente alle massime stabilite dalla Porla,
priucipali. Altri dicono che il disegno di d'accordo colle grandi potenze, cioè: l'a-
unione proposto dall' Inghilterra è ipo- bolizione della servitìi, l'emancipazione
tetico; cioè nel caso in cui i divani voti- de'contadini, il proporzionale riparto del-
no per la separazione. In tal caso, per l'imposte su tutte le classi, l'introduzio-
conciliare in qualche modo le diverse o- ne di codici e di leggi simili a quelle che
pinioni, si proporrà, dicono, un'unione, esistono ne'paesi civili d Europa. Ma tor-
non politica, maamminis trativa".lnoltre nando all'epoca che seguì la pace, si dis-
aggiunge la Civiltà Cattolica a p. 636. se da'pubblici giornali, che appena nel fi»

^> Tutti i d'Europa desiderano l'u-


liberali nir di giugno 1 856 Aalì pascià rientrò nel-
nione de'principati Moldo-Valacchi ; la le sue funzioni di gran visir, il i.^suo atto
quale la Riis<^ia, la Sardegna eia Prussia fu quello di sottoscrivere in nome della
vogliono parimenti per fiu* dispetto all'Au- Porta ottomana un'energica protesta as-
stria , e r Inghilterra non vuole per hv sai esplicita, contro ogni progelto'.che ab-
dispetto alla Russia. L'Austria poi la te- bia per iscopo di fare della Moldavia e
me assaissimo perchè porterebbe seco u« della Valacchia uno stato solo. Il divano
no stalo liberale alle sue porte. Né man- imperiale intanto pareva disposto di pro-
cano politici quali pretendono essere
i rogare a tutto agosto prossimo i poteri
l'Austria e la Porta disposte ad impedir di Ghika ospodaro di Moldavìa,e di Stir-
i82 VAL VAL
bey ospodaro di Valaccbio; poteri th'e- funzione del prossimo riordinamento con
jano già spirati giusta la uota coi)veii>
, tanta impazienza atteso dalle popolazio-
zioiiede'i4 o 24 gi"o'^^> (piando ambe- ni. Secondo il tenore del firmano la cai-

due gli ospodari abdicuruuu iu loro rap- inncania deve durare quanto l'elabora-
presentanza. 11 principe Slirbey depose il zione delle nuove riforme, e sino all'ele-
potere e l'annunziò a' 7 luglio con pro- zione d'un nuovo vaivoda. La presenza
clama agli abitanti della Valaccbia ri- , del corpo di[>lomalico, di tutte le nota-
mettendo al consiglio straordinario d'am- bilità civili e militari indigene, di tutti i

minislrazione, l'amministrazione provvi- ministri in funzione e d'un gran numero


soria del paese , sotto la presidenza del di boiari, accrebbe lo splendore della so-
bano Emanuele Dalleano. Ammoni i va- lennità. A' 24 luglio Teodoro Balcbe o
laccbi alla concordia e all'unione, pel ben Balsacb in Jassy diresse all'armata un or-
essere della patria comune, per corri- dine del giorno, nel quale dichiarò: Che
spondere alle magnanime intenzioni del avendo il principe Gregorio Gbika com-
sultano protettore e a quelle nobili delle pito il suo mandalo, la Porta erasi de-
grandi potenze. Fincbè commissario ot- il gnata nominarlo caimacan del principa-
tomano e i commissari di dette potenze to di Moldavia, e di afìidargli il gover-
in Bucharest conosceranno desiderii e i i no provvisorio del paese. Esortò le trup-
bisogni del paese, fu risoluto d' aflidar- pe d'ogni arma dell'esercito moldavo al-
si in tjuest' intervallo la direzione degli l'esemplare disciplina e alia divozione al
alTari di Valaccbia e di Moldavia all'am- governo, promettendogli un migliore av-
ininistrazione provvisoria di due speciali venire quando ne sarà aumentato il nu-
caimacani, luogotenenti o vice-principi, mero e migliorala l'organizzazione. Co-
da durare Hncbè entri in vigore la nuo- me soldato uscilo dalle sue fila, promise
\a organizzazione cbe verrà garantita a di saper valutare imparzialmente i servi-
ciascuno ile'principati. Ad ogni caimacan gi e i meriti di ciascuno, e di curare e-
fu fissata la slessa lista civile degli ospo- nergicamente che venissero soddisfatti
dari , cioè annui 60,000 ducati , corri- tutti bisogni dell'armala. Ne'primi d'a-
i

spondenti a più di 700,000 franchi. A* 16 gosto il coiileCoronini,comandanle il cor-


luglio il bano Valaccbia Balleano no-
di po austriaco d'occupazione, comunicò uf-
tificò agli abitanti del paese, cbe la Porta ficialmente alle serenità de'principi cai-
gli avea comunicato 1' elezione al cai ma- macani regnanti di Valaccbia e Molda-
canato valacco di Sua Serenità il princi- via , cbe la sua missione era compita , e
pe Alessandro Demetrio Gbika, figlio del che d'ordine del suo imperatore ritorna-
giù ospodaro di Moldavia, e di dovere ad va in Austria , succedendolo nel coman-
esso trasmettere governo del piincipa-
il do dell'imperiali truppe, finche restavano
to il consiglio straordinario d'ammini- nel paese, il tenente maresciallo barone
strazione. A' 29 luglio nella metropoli- Marziani. Indi il conte Coronini a'g ago-

tana di Bucbarest,dinanzi a numerosa as- sto partì dal suo quartier generale di Bu-
se n>b!ea, si lesse il firmano che conferiva charest, ot»de ritornare a Temeswar, la-

ol principe A. Gbika la dignità di cai- sciando di se ne' principali ouoratissirna


tnacan del principato valacco, prima in memoria, dopo averne ricevute pubbli-
lingua turca e poi in lingua rumena, se- che dimostrazioni. 1 n.i 22 5 e 247 del
guendo l'allocuzione di Riamilbey por- Giornale di Roma del 856 riportano la 1

tatore del firmano. 11 caimacan rispose in circolare e la noia del governo ottoma'
modo degno e fern»o. Nel firmano la Por- no a'suoi diplomatici per parteciparla ,

ta sovente ripetè la parola sovranità , e alle rispettive corti alleate ov' erano ac-
aoounzio l'arrivo de'commissari e T at- creditali, sulla riorganizzazione de'priu-
VAL VAL i83
ci pati Moldo-Valacclii, sulla convocazio- là della popolazione di Valacchia e due
ne de'dlvaoi ad IioCy e sulla coui missio- terzi di quella di Moldavia , e vive col-
ne europea da recarsi sul teatro de'suoi le sue leggi felice e pacifica, con a ca-
lavori col delegato ottomauo, nelT inten- po un governo forte e nazionale. Creder-
dimento di spiegarsi sulla questione; poi- si quindi dal governo ottomano che la ,

ché la riorganizzazione de'principati con- riunione de' due principati non sia una
venuta dalla Porta per promuovere le condizione essenziale del benessere loro,
loro prosperità ,
posta sotto la guarenti- ed un bisogno reale per essi. La riunio-
gia delle potenze seguatarie del trattato ne non offrire vantaggi, ne per l'impero
de'3o marzo, entra nel diritto pubblico e uè pe'moldo-valacchi, ma produrrà in-

europeo, quindi si sviluppa come dover- convenienti per le due parti, e per conse-
si operare. Fero il governo ottomano nel- guenza complicazioni per l'Europa inte-
la circolare e nella nota^ geloso de'diritti ra. Il trattato de'3o marzo avere stabi-
del sultano sovrano de* medesimi, com- lito per le riforme da introdursi ne'prin-
batte l'opinione d'una minoranza esisten- cipali, il principio di consultare i voti de*
te ne'principali che li vorrebbe riuniti in due popoli, che la Porta intende per una
un un solo prin-
solo stato e governati da revisione di regolamenti organici, o mi-
cipe; opinione che avendo trovato un e- glioramento dell'istituzioni de'due paesi,
co in alcuni gabinetti alleati della Porta, per rendere i loro governi forti e stabi-
questa co'due scritti in discorso volle il- li, e le loro amministrazioni giuste e rego-
luminarli sulle conseguenze che ne
fatali lari. Desiderare il governo ottomano che
deriverebbero, e rimuovere la divergen- sul regime del governo de'principati nel
za d'opinione, non conforme all'idee con- rapporto col proprio impero, di cui sono
servatrici delle stesse grandi potenze di vassalli, non si debba rimettersi all' as-

Europa, d'integrità e indipendenza del- semblea de'due paesi, che ponno preferi-
l' impero ottomano, che fu loro guida je le utopie alle verità e alle realtà, ma
nelle stipulazioni di Parigi. Perciò, chia- ad un serio esame delle potenze alleate.
mò la loro seria attenzione sulle gravi e Ad ognuna delle provincie doversi assi-
perniciose conseguenze di tale sisteuìa, curare un'amministrazione indipendente
spiegando loro il proprio modo di vedere e nazionale; però la forma del loro go-

a questo riguardo, discutendo due pun-


i verno non deve stare in opposizione col-
ii de'fautori dell'unione, i . Erigere uno la costituzione dell'mipero da cui dipen-
stato assai forte per servire di barriera dono; altrimenti saranno una continua
air impeto. 2. Creare un governo per la sorgente d'imbarazzi pel corpo a cui sono
Moldo- Valacchia, che colla sua unità d'a- legale, e non avrebbero una vita solida e
zione possa sviluppare il benessere de' durevole. Frattanto insorsero complica-
suoi abitami. Quanto al i." punto si so- zioni e dissapori in alcune parli dell'ese-
stiene, che l'unione non sarà barriera al- cuzione del trattato, come sullo sgombro
l' impero, ma un
imbarazzo e un conti- de'principati Danubiani dalle truppe au-
nuo pericolo, anco ne' suoi rapporti co* striache, sul prolungato soggiorno della
vicini. Quanto al 2.° punto si dichiara, flotta inglese nel Bosforo e nel mar Nero
che da io secoli due principati furono
i oltre i 28 ottobre, sui confini tra la Rus-
due nazionalità separale, due corpi di- sia e la Turchia, ec. Ad eliminare siffat-

stinti ; l' incorporarli insieme, produrre ti litigi, si convenne alla riunione d'un'
immancabilmente la rovina de' vantaggi altra conferenza a Parigi , e chiarite le

goduti da ciascuno per le particolari lo- controversie, fu firmato il suo protocollo


ro istituzioni. LaServia esserne un esem- a'6 gennaio 1857 (non a'7, come seguen-
pio palpabile: essa non conta che la me^ do la diligeolissimaCfVz7/à Cattolica^ dis-
i84 VAL VA L
si sugli slampuiiidel voi. LXXXI, p.47 i» polazioni riguardo all'ordinamenlo defi-
L>eutiiè ne'giurtiaii leggessi la data del G, nitivo de'principati, il sultano ordinò che
acceuuaiidu la conclusione del nuovo i divani fossero costituiti su basi che com-
congresso degli alleati e delle potenze iu- pendierò. Oltre i metropolitani e i vesco-
teiesiiate nel tiatlato), stabilendosi fra le vi di ciascuna provincia, che saranno di
altre cose: per la nuova frontiera, seguen- diritto membri del divano, i superiori e
do il Vallo Traiano fino al fiume Yal-
di amministratori de' conventi, la cui pro-
pouk, di lasciarsi Bolgrad e Tocbak alla prietà non ha la stessa destinazione, e-
Moldavia; l'isola de' Serpenti considerar- leggeranno ciascuno separatamente 2 de-
si come una dipendenza delle bocche del putati originari del paese e laici, 4 ^'^

Danubio; nuovi lerrilorii all'ovest del-


i tutto; e i preti delia sede di ciascun ve-
la nuova delimitazione, doversi aggrega- scovo, da questi convocali , eleggeranno
le alhi Moldavia, fuori del Delta del Da- tra loro un deputalo per diocesi per far
nubio, restituito alla Turchia; e che a'3o parte del divano. Tutti i boiari e i loro
inalzo la delimitazione sarebbe coiupilu, figli, purché di 3o anni, nati nel paese o
e gli austriaci e gl'inglesi avrebbero ri- naturalizzati, e in possesso de'Ioro diritti
speliivamente evacualo i principali Da- civili, si riuniranno nel capoluogo del
nubiani e il mar Nero. A' io in Coslanti- distretto in cui sono domiciliati o possie-
uopuli finalmente ebbero termine le con- dono una proprietà di 100 fuUhe alme-

ferenze relative al fiiuianodi convocazio- no. Essi amaggioranza di voli vi eleg-


nede'divani moldo-valacchi, la cui reda- geranno 2 deputati pel divano ti a colo-
zione fu lungamente combattuta, pel rior- ro che posseggono almeno 5oo falshe. I
ganautento de'principati. Il firmano dal- soli grandi boiari che soddisferanno a que-
ia Porta fii indirizzato a'caimacan di Va- st' ultima condizione saranno eleggibili
lacchia e Moldavia per la convocazione per qiie' distretti ove non hanno domi-
de'divani ue'due principati, per esprime- cilio. Tutti i proprietari in età di 3o an-
re i desiderii di quelle popolazioni riguar- ni, godenti i diritti civili e possidenti da 5
do alle riforme da introdurre nelle loro a gg falshe, riuniti nel capoluogo del cir-
costituzioni. Il firmano si ripro-
testo del condario loro doQiicilio eleggeranno tra
dusse dal iì° 32 del Giornale di Roma loro 5 elettori di 2." grado, quali tra i

del 1857. In esso fra le altre cose già e- di loro nomineranno un deputato pel di-
sposte, quanto al line e allo scopo, sulla vano. 1 comuni rurali di conladini man-
revisione delle leggi e statuti,si dice: avere dei anno ciascuno 2 deputati di ." grado, 1

il sultano per stabilire un accordo perfetto i quali nomineranno Ira di loro 2 per e-
io tale revisione, convenuto colie poten- grado , e questi nel capo*
iettori di 2."

ze che guai entirouo mar-


il trattato de'3o luogo del distretto nomineranno tra di
zo, che una commissione speciale, com- se un deputato pel divano. La città, sede
posta de'Ioro delegati, si riunisca a Bu- del governo, nominerà 4 deputati pel di-
charest, col commissario e delegato del- vano; le 2 città di 2.° ordine ciascuna 2
la Porta Mehemed Essaad Saafat, mu- deputati; e le altre città capoluoghi di
slechar del gran visir, afline d'esamina- distretto, un deputato ciascuna. Le ele-
re lo stato attuale de'principati, e di pro- zioni saranno fatte sulle basi indicate, e
porre le basi del futuro loro ordinamen- su altre contenute nel firmano, e saran-
to. L quanto alla riunione in ciascuna no candidali a questa deputazione. Gli
delledue provincie d'un divano «fi /toc, abitanti possidenti, oltre i nominali, case
composto il) guisa da rappresentare gl'in- non minori del valore di 20,000 piastre
teressi di tutte le classi della società , e per la capitale, e d'Booo per le altre cit-
iu'caricalu d'esprimere i desiderii delle pò* tà. Gli esercenti professioni liberali, come
VAL VAL i85
professori di scuole dello stato , membri Moldavia,com presa nella nuova delimita-
d'accademie o società letterarie e scienli- zione, ed russi passato il Pruth lasciaro-
i

£cbe riconosciute, medici, uomini di leg- no il nuovo territorio della Moldavia. Al


ge, ingegneri civili, mercanti di 3/ classe cominciar dello stesso marzo gli austriaci
iscritti nelle liste municipali ,
prevosti principiarono a ri|,irarsi da' principati;
delle diverse corporazioni acquali saran- dalla Moldavia a' i6 partirono i super-
no aggiunti 3 delegali eletti dalla corpo- stiti di Jassy, tranne i malati nello speda-
razione. Tutti i nominali elettori nella se- le di s. Spirito; nella Valacchia a'24 ab-
de di loro municipalità eleggeranno nel bandonarono Bucharest, e nel di seguen-
proprio seno i deputali che ciascuna cit- te parli il lenente maresciallo Marziani
tà dovrà mandare al divano. Seguono le col quartiere generale. Al 3o marzo i

Dorme per le liste elettorali. I deputati principati erano del tutto evacuati dagli
delle varie provincie riunite in assemblea austriaci. Eseguite dalla Russia e dal-
generale costituiranno il divano ad hoCy l'Austria le loro obbligazioni, lord Lyons
convocato per esprimere i desideri! del abbandonò colla squadra inglese l'acque
principato riguardo agli statuti e regola- del mar Nero e del Bosforo. A'28 marzo
menti in vigore. Tali voli saranno pri- il sultano Abdul Medjid ,
giorno prece-
ma esaminati dalla commissione, coai po- dente alla partenza della flotta , si recò
sta de'delegati della Porta e delle suddet- formalmente a visitare il vascello ammi-
te potenze, e discussi poi tra la Porta e i raglio Pioyal Albert, portante la bandie-
suoi alleati. Il presidente del divano sarà ra dell'ammiraglio Lyons, e fu lai.^ vi-
il metropolitano, assistito da un vice-pre- sita fatta da un sovrano ottomano ad uq
sidente eletto fra'boiari dii." classe dalla vascello straniero, perciò ricevuto eoa
maggioranza de'voti in assemblea genera- grandi onorificenze; esprimendo il sulta-
le. 1 segretari, in numero eguale a quel- no l'alta sua soddisfazione per la mira-
lo delle classi che sono rappresentate, sa- bile disposizione del magnifico vascello,
ranno pur nominati a maggioranza di tra'suoni delle bande, le salve d'artiglie-
voli. Ciascun comitato, formato da' de- ria e gli urrah de' marinari. A misura
putali di ciascuna classe per studiare le che le truppe austriache si ritirarono da*
diverse questioni riguardanti i loro inte- principati una divisione ottomana di
,

ressi, eleggerà il suo presidente a mag- 10,000 uomini e comandata dal muscir
gioranza di voti. La Porta accordò ad o- Halim pascià gli occupò all' effetto di
,

gni divano 6 mesi a tercninare suoi lavo- i mantenere il buon ordine e la pubblica
ri, i non dovere attentare aVliritli
quali tranquillità durante l'elezione de'divani
di sua sovranità,onde operarsi l'ordina- e le altre operazioni necessarie al riorga-
menlo definitivo. Continuò intanto la nameoto. Tostochè il nuovo ordine di co-
discorsa questione dell'unione politica e se sarà definitivamente stabilito, queste
amministrativa de' principati, avversata truppe evacueranno il territorio moldo-
dall'Austria, dall'Inghilterra e dalla Tur- valacco. Intanto la Porta concesse a Jas-
chia; la gazzetta di Colonia tultavolta fe- sy la banca nazionale moldava; e per la

ce noto, che desse sarebbero disposte a morte del gran vornic ocaimacan di Mol-
stabihr ne'principati l'unità delle dogane, davia Teodoro Balsach, con firmano d'in-
deir esercito e della suprema autorità vesti tura, riferito a p. 33o del Giorna-
giudiziaria, non che dell'organizzazione le di Roma, nella luogotenenza dell' o-
amministrativa; concessioni cui non mo- spodarato di Moldavia gli die a succes-
strarono di contentarsi Francia, Russia, sore il principe Nicolò Conaki Vogori-

Prussia e Sardegna. Hi marzo seguì la des , antico ministro de' lavori pubblici
cousegna della parte della Dcssurabiu alla sotto l'ospodaro Ghika, con elogio di sue
i86 VAL VAL
idunee qualità raccomandandogìi una
, trarla ha il disopra in Valacchia. In tale
condotta e^senzialaiente coiifonne a' re» stato di cose, la Francia procurò di di'
goinmenti in vigore, nell'aHìdaigli l'am- sospendere l'operazioni elellorali in Mol-
fiiinistrazione provvisoria del principato, davia, aHinchè avessero luogo simulta-
a seconda del firmano sul divano ini* neamente con quelle di Valacchia, men-
periate precedentemente emanato, e di tre la Porta aveva interesse che si faces-
farlo rispettare con sagace fedeltà. Fu se il contrario, e voleva la riunione del
osservato, die caimacan Vogorides, a*
il divano di Jassy non dovesse essere me-
iiialo nella Moldavia esceilo per rinfluen- nomamente subordmala a quella del di-
la di Rescliid pascià, trovò grande oppo- vano di Bucharest. Mentici lavori pre-
sizione nel consiglio, per aver inaugura- paratorii per l'elezioni erano compiuti in
to un principio di repressione contro i Moldavia, incominciali appena in Valac-
vagheggiatori delTunioiie de' principali; chia, si elevarono reclami per le misure
mentre caimacan di Valaccliia Gliika
il prese a Jassy dal principe Vogorides, da
lanciò completa libertà alle opinioni del qualcuno qualificandosi la sua condotta
popolo, da far travedere che il divano va- arbitraria e attenlaloria alla libertà d'o-
lacco si dichiarerà unanimemente per pinione. L'ambasciatore francese si fece
Funioue. Di più nel maggio si considerò l'eco di queste lagnanze; e diresse una
da alcuni, che il firmano di convocazio- 1.^ nota alla Porta, domandando la de-
ne de' divani venne redallo quasi sul re- stituzione del Vogorides e 1* aggiorna-
golamento organico della Moldavia, con mento dell'elezioni moldave, finche fos-
poco riguardo a quello dtlla Valacchia, sero dichiarali alcuni punti oscuri o dub-
profondamente diverso dall' altro così biosi del firmano di convocazione. Ricor-
nella furn)a cotne nella sostanza. Perfet- dò che queste oscurità e dubbiezze si ri-
tamente adatto, per conseguenza, a'biso- ferivano unicamente alla Valacchia, di-
gni civili e politici dell' istituzioni mol- cendosi da lui, che del suo regolamento
dave, il firmano fu taccialo di presenta» organico nel firtnano di con vocazione noa
re delle didicoltà d'applicazioue riguar- erasi tenuto conto. La Porta rispose al-
do alla Valacchia. Da ciò nacque che le la nota francese, ch'ella non vedeva nel
liste elettorali e i lavori preparatorii per firmano nulla d'incerto o d'oscuro; che
erano termi-
l'elezioni de' rappresentanti d'altronde esso era stalo elaborato e di-
nati a Jussy, quando a Buchaiest non e- scusso dalla conferenza tenuta in Costan-
rano ancora cominciati. Questo risulta- tinopoli da'ministri delle potenze segna-
to, sia che fosse stato calcolato e prepa- tarie del trattato di Parigi , conferenza
rato appositamente dalla Porta e dalle di cui lo slesso ambasciatore Thouvenel
potenze che l'appoggiano fino dall'epoca faceva parte; perciò le recava sorpresa
della redazione del firmano, come pen- ch'egli trovasse ora delle dillìcoltà in un
sano alcuni , sia che fosse uu semplice documento alla cui redazione avea con-
effetto del caso,come vogliono altri, non corso; tutta volta avrebbe acconsentito di
venne sentilo dall'ambasciatore francese sottoporre l'emergente ad una imo va con-
Thouvenel, se non quando passò allo ferenza, e siccome lutti i segnatari al trat-
stalo di fatto compiuto, e non fu più pos- tato di Parigi aveano dato vita al firma-
sibile di non vedere le conseguenze che no, il comune accordo di tutti soltanto
ne sarebbero derivate in disfavore del poteva decidere, se e come si dovesse iu-
partito dell' unione che la Frauda so- lerpretare. Furono intanto consultati gii
stenne con tanto calore. In effetto egli è altri rappresentanti esteri. Quelli d'Au-
noto che il pensiero anli-unionista pre« stria e Inghilterra risposero in senso con-

vale iu Moldavia, mentre la fazione con- forme alle dichiarazioni del governo ot-
VAL VAL 187
tornano, aggiùngendo che alla sola Por- le questioni elettorali che potessero sor-
la spelta il tliiillo di dare oidiui e deci- gere, e che alle sue decisioni il caitnacau
dere quanto meglio conviene sull'elezio- di Moldavia dovesse cedere. Che si prò*
ni , mentre la parte dell'altre potenze cederebbe attivainenle in Valacchia alla
doversi unicamente limitare a sindacai* formazione delle liste elettorali, e 3o gior-
l'operazioni ed emettere de' consigli. 11 ni dopo la pubblicazione loro si darebbe
rappresentante della Prussia disse do- principio all'elezioni. Nondimeno il con-
mandar isti uzioni al suo governo; quel di flitto e la discrepante questione s'inasprì
Bussia si riservò d'accedei e all'opinione tanto, da far perfino quasi dimenticare
della maggioranza; quello solo di Sarde- la terribile e feroce sollevazione dell' In-

gna si dichiarò in senso favorevole all'o- die orientali contro gl'inglesi. L'8 luglio
pinar di Francia. Avute queste risposte, la Porta ordinò che si so[)rassedesse al-
la Porla mandò istruzioni al caitnacau moldave, con approvazione di
l'elezioni

Vogorides, che cominci l'elezioni, e in- Francia, colla condizione che intanto si
sieme ordinò al proprio commissario rivedessero le liste elettorali. Frattanto
d'abbcindonar Jassy, acciò non si taccias- gli ambasciatori delle potenze ostili all'u-

se d'influenzar l'elezioni elettorali. Allo- nione fecero di tutto in Costantinopoli


ra l'anibasciator francese emise proteste perchè l' elezioni fossero subito fatte , e
contro l'elezioni illegali, come le chia- dicesi che tali furono l'insistenze di quel-

mò, perchè non erano simultanee ne'due lo inglese e dell' interounzio austriaco
principati e non ancora chiariti punti i Prokesck, che la Porta, slimandosi sicu-
da lui tenuti oscuri del Hi mano benaì ; ra per le loro promesse, fece risoluta-
accettò la proposta conferenza ,
perchè mente e con fermezza procedere all'ele-
non eravi altro modo di porsi d' accor- zioni, le quali stabilite pe' 1 1 luglio e pro-
do. Dopo qualche opposizione da parte tratte a' 18, si compirono prima del tem-
di lord de Redclifle, la riunioneebbe luo- po assegnalo, pronunziandosi la maggio-
go a' 3o maggio iSSy. L'ambasciatore ranza degli elettori contro il progetto
francese propose che si decidesse a mag- d' unione ; non rimanendo alle potenze
gioranza contando sui voti di Russia,
, desiderose di migliori elezioni, altro ri-

Prussia e Sardegna; ma tal proposta fu medio che il protestare contro la loro va-
subilo rigettata, perchè il decidere tocca lidità. Protestarono infalli tanto energi-
solo alla Turchia, gli altri non potendo camente, che Porta dovette cambiare
la

che esprimere il loro parere e consiglia- il ministero, lasciando cadere il gran vi-
re. Dopo parecchie discussioni, e senz'af- sir Pieschid pascià, a cui sostituì Aah pa-
fallo biasimare il Vogorides, si concluse. scià suo rappresentante al congresso di
Che l'elezioni di Moldavia non sarebbe- Parigi. Ma il licenziamento del minislro
ro aggiornate. Che si rimetterebbe al non bastava alla Francia e alle potenze
caimacan di Valacchia l'incarico d'inter- a lei unite nella questione. Esse voleva-
pretare fedelmente e lealmente gli i i no r annullamento intero dell'elezioni
punti, riconosciuti dubbi nel firmano, e moldave; il che ricusando di fare la Por-
di modificarne l'applicazione a secoiida ta, la rottura diplomatica era in sul pun-

dell'esigenze speciali del paese. Che si co- to di scoppiare. Stando ferma la Francia
municherebbe al caimacan Vogorides ta- nel chiedere l'annullamento dell'elezioni
li con ordine d'uniformarvisi,
istruzioni, moldave, anche dopo la caduta del mini-
salvo casi propri della Moldavia. Che
i stro che le sosteneva, né la Porta, confor-
si richiamerebbe l'attenzione de'commis- tala da'rappresentanli inglese e austriaco,
sari europei di Bucharest sughi i punti mostrandosi disposta a piegare, il nodo
oscuri del firmano, e di dovere sciogliere diplomatico era tale che già si prognosLi-
88 VAL VAL
cavano guerre e sangue , per aver inler- ropn di liberarsi dagli eterni agitatori, di

lulto osili punto (l'interrompere del tut- cui r Inghilterra é il rifugio (e da dove
to le loro relazioni col sultano, i rappre- partirono anche per 1* infernale aggres-
sentanti francese, russo, pi assi ano e sar- sione, a' i4 gennaio i858 avvenuta in
do. Ma il viaggio e visita dell' imperato- Parigi contro la vita dell* imperatore e
re Napoleone III, fatta ad Osborne alla imperatrice). La rivoluzione ha avu-
regina d'Inghilterra, acconciò ogni cosa, to un gran colpo sul continente a ca-
e la mala intelligenza delle parli, col suo gione degl'imbarazzi che l'India ha su-
ministro degli aifari esteri che T accom- scitato a' nostri vicini : questo mede-
pagnava, ponendosi d'accordo coi gover- simo colpo tocca anche la propaganda
no iiigle.«.e, col riconosce» si le elezioni mol- protestante, alleata più o meno volonta-
dave alquanto viziose e irregolari, o al- ria della rivoluzione! L'equilibrio euro-
meno apparentemente. Il gabinetto au- peo va a cauìbiare la sua base; entriamo
striaco convenne ne'risiiilati delle confe- in nuovo periodo politico I Così VUnivers
renze d' Osborne. Le 6 potenze quindi si del settembre 1857. Ma nuovi avveni-
concertarono per chiedere alla Porta l'an- menti si successero, io questi correnti
nullamento dell'elezioni moldave, e fu la tempi Mentre
così di essi tanto fecondi.
soluzione della differenza che l'avea divi- a' 16 settembre si aprì al pubblico la fer-
de. Quindi l'Austria e l'Inghilterra con- rovia da SzegheJino a Temeswar in Un-
sigliarono la Porla di rivedere le liste elet- gheria, ne'conflui della Turchia; in que-
torati, ed'intraprenderenuove eiezioni in sta a* 2 2 seguì la solenne inaugurazione

I\lulda via, permettendolo la sua diguitùe de'Iavori della strada ferrata da Smirne
i suoi interessi per l'unanime domande ad Aidin, e il governatore Mustafà pa-
di tutte le potenze, conservandosi Vogo- scià con una pala d'argento mosse la ter-
rides nelle funzioni di caioiacan. Di con- ra per dare cominciamenlo alla prima
seguenza nel declinar d'agosto la Porta ferrovia di Turchia, pronunziandio ana-
ordinò che l'elezioni moldave fossero an- logo discorso. Quanto alla questione eu-
nullate, e dopo 1 5 giorni si procedesse al- ropea de'priocipali ed alle nuove elezio-
le nuove elezioni; e fu detto, dopo esser- ni , queste procederoao in senso ftivore-
si assicurala che il progetto di riunione vole alla causa dell'unione della Valac-
non avrebbe più luogo. A* 3o agosto i chia e Moldavia in uno stato solo, concor-
rappresentanti delle potenze ripresero le rendovi alle moldave il clero, che nelle
loro relazioni uQìcialì colla Porta, dopo precedenti elezioni erasi astenuto di vo-
aver rialzato le loro bandiere. Disse al- tare. Anche in Valacchia una considere-
lora ì'Univers queste gravi parole: La vole maggioranza si pronunziò per ia cau-
tremenda rivolta dell' India ha prodotto sa dell'unione sotto un principe straniero
il sì pronto scioglimento del conflitto di di dinastia occidentale (si dissero preten-
Costantinopoli pe' principati; 1' India ha denti della nuova corona Daco-Rumena
fatto perdere all'Inghilterra la preponde- il principe Murat e il principe Nicolò di
ranza che aveva sugli affari d'Europa; Leuchteidjerg di i4 anni), un governo
l'India va a togliere l'ultimo ostacolo al rappresentativo e slato neutrale. Tanto
taglio dell'Istmo diSuez, di cui riparlai nel proclamarono divani di Valacchia e
i

voi. LXXXIV, p. 22, insieme all'occu- di Moldavia, interamente influenzati da-


pazione dell'isola di Perim, che la Porta gli antichi agitatori e corifei delle rivo-
possiede dal 1 535,per signoreggiarlo; l'In- Kizioiii del 1 84B. Nel Giornale di Roma
dia ha impedito che si rompessero le di- del 1837 si leggono: nel n.*'26i il rappor-
plomatiche relazioni fra Napoli e il Pie- to della commissione del divano di Va-
monte; l'India certo permetterà all'Eu- lacchia; nel a.°265 il volo ancora di più
VAL VAL 189
esigente del divano di Moldavia; e nel sliane ; mentre oggi sta con egual diritto
n.^iG/l il dispaccio contrario della Por- nel numero degli altri stali d* Europa,
ta a'iappresenlanli delle potenze segnata- pel convenuto ne'congressi di Vienna e
ne del trattato di Parigi, acciocché nel- di Parigi. Finalmente si sottoscrisse Tat-
la conferenza da tenersi ad hoc da* me- to rS novembre 1857, non però da'com-
desimi in quella metropoli, si combat- missari de' principati di Servia (contro il

tessero le domande nazionali dell'assem- qual principe fu scoperta la congiura,


blee moldo-valacclie , le quali invece di ordita orribilmente per ucciderlo a'bagni
domandare le riforraeamministrative,pei' di Brestowatz, non meno contro l'istitu-

le quali erano slate formate, invocarono zioni e l'esistenza politica del principato,
le politiche, con manifesto attentato olla alla testa del quale era il presidente del
sovranità della Porta. Questa impugnan- senato Stefano Slefanovich. Il principe
do virilmente la prelesa unione politica però si mostrò indulgente mitigando la

e nazionale de'princìpati, soltanto si mo- sentenza emanata contro i rei, e riferita


stra di convenire a quella amministrati- a p. 1089 del Giornale di Roma), Va-
ve, giudiziaria, finanziaria e militare, se- lacchia e Moldavia, essendovisi opposto
condo ancora le viste della confinante l'ottomano per considerare i detti 3 prin-

Austria e dell'Inghilterra. Altrimenti l'in- cipati Danubiani sottomessi alla Turchia


dipendenza e l'integrità dell'impero ot- e non essere sovrani indipendenti. Per
tomano sarebbe incompatibile e alta- cui i proposero ricorrere al
3 governi si

mente compromessa. Alcune potenze che congresso che deve adunare in Parigi
si

favoriscono 1' unione, toglierebbero un per regolare definitivamente la grave e


valido baluardo allaTurchia, mentre dal- complicata questione Moldo-Valacca. l
l'altro canto presero e prendono tanto in- Danubiani parlano dell'auto-
principati
teresse per la sua conservazione. Il sulta- nomia da
de' diritti che possiedono già
no per dichiararsi meglio e più aperta- 600 anni, secondo il tenore delle loro
mente contro l'unione, ripristinò nel vi- antiche capitolazioni colla Porta conclu-
sirato Reschid pascià , che avea sagrifi- se nel 1393, 1460, i5i I, 1634 , e non
calo a'Iamenti delle 4 potenze unioniste, vogliono rispellare i diritti della Porta
dopo essere andato da lui formalmente a garantiti da latte le potenze segnalarie
pranzo ed a passar con esso un'intera se- nel trattato di Parigi deli 856. A Bucha-
rata, contro ogni uso della severa etichet- rest ed a Jassy si espresse il voto politico
ta de'sultani. 11 ministero si ricompose a' nel reggimento de'principali, bramando-
22 ottobre, venendo pure reintegralodel- si uniti inuno stalo soloda chiamarsi ^o-
la carica di gran maestro dell' artiglieria mania,e retto da un principe straniero e-
Ahmet Fethi pascià. Eransi fatti de' ri- reditario, da scegliersi Ira le dinastie re-
marchi sull'indugiare della Porta alla ra- gnanti d'Europa, i cui figli siano educati
tifica del trattato concluso per la libera nella religione del paese; che il territorio

navigazione del Danubio abilmente a del nuovo stato sia neutrale;einfinecheil


Vienna, dalla commissione degli slati ri- potere legislativo sia affidato ad una sola
\ieraschi di dettofiume. Fece meravi- assembleagenerale.il qual voto, dato dal-
gliare tal dilazione sopra un allo di di- le due assemblee moldo-valacche, lascia

ritto pubblico europeo, mentre questo è però liberi grandi potentati europei so-
i

il i." trattato al quale partecipa la Porla pra il decidere se convenga o no effet-


nella nuova sua posizione nel concerto tuarlo. E questi sono
finora ben lontani
europeo. Questa è lai." volta in cui essa dall'essere d'accordo sopra il conto che
esce dall' isolamento nel quale la lascia- si debba fare di tale volo. Speriamo che
l'ono uè' tempi anteriori le potenze cri- il fili uro congresso di Parigi acconceià
igo VAL VAL
pacificamente lulle le narrate difTerenze si rimarca che nelle sue diverse amba-
e pretensioni. Tale unione, voluta ila spi- d'Euro-
scerie presso le principali corti
rili allucinati, esaltali e anibiziosi , sa- pa, passò per Roma ov'ebbe un'udienza
rebbe il segnale dello scioglimenlo del- da Gregorio XVI. Era questa una cosa
l'impero turco, non volendo essi circo- nuova nella storia dell* impero ottoma-
scrivere i loro temerari progetti ne' soli no. La stia perdita fu compianta in Tur-
due principati, ma estenderli median- chia come pubblica sciagura. La trista
te cioè la fì)rmazione d' ini regno Rume- nuova fu dal sidlnno ricevuta con pro-
no, d'un regno della Servia, tV un gran fonda commozione, e mandò le sue con-
ducato di Bulgaria, d'un ducalo della Bo- doglianze alla di lui famiglia. La Civil-
snia, e d' un gran principato del Monte tà CatfnlicajUeWa dispensa de'6 febbra-
^^egro e per capitale Sciitari (F.). Non io i858 riporta a p. 382 nozioni atialo-
mancarono moldo-valacchi di presentare ghe e interessanti. Dice che Reschid for-
alla Porta e alle potenze europee unme' se non avea di turco che la nascita e il
morandunij in cui gli apparenti vantaggi nome. Egli era oslile alla Russia, ed a-
d'una unione vengono posti nella vera lu- Hiicissimo dell'Inghilterra, ch'egli crede-
ce,enumerandone prevalenti svantag- i va necessaria al mantenimento dell'im-
gi e futuri pericoli, raccomandando cal- pero. Perciò a Pieschid doversi in gran
damente i due
veri e solidi interessi delle parte la potenza del suo ambasciatore ia
Provincie. Arroge quanto pubblicò il Costantinopoli, la guerra contro la Rus-

(^70/'A7<7/r^//?omflap. io88.1ntantonon sia equanto ne seguì. L'avvenire dirà se


senza qualche apprensione si osserva da Picschid fu buon politico. Era suo desi-
taluno, in generale non esserci maomet- derio mutar poco a poco la Turchia in
tani riconoscenli a' soccorsi prestali alla uno stato veramente europeo; e si slava
Turchia ; dappoiché non è nell' Indie o- occupando sopra un disegno che doveva
rientali snlaa»enle che da'maomellani si rendere realmente liberi i cristiani dalle
corra all'armi, rinìarcandosi un arma- prepotenti vessazioni de' pascià. Egli fu
mento quasi generale, anco de' più paci- ministro 6 volte, benché non sia morto
mussulmani nell'Asia minore,
fici nella che dell'età di circa 5o anni. Il gabinet-
Siria, nell'Egitto e in altre regioni. to ottomano quindi l'i i gennaio si mo-

Avendo tenuto dietro a questo grave dificò con A'alì pascià di nuovo granvi-
argomento, dal punto in che inviai il mio sir, Fuad pascià ebbe gli affari esteri,
IDS. di questo articolo, fino ad oggi che Riprisli Mehemet pascià divenne presi-
lo ricevo impresso nelle provedi stampa, dente del Tanzimat. Ildivano di Valac-
ecco quanto mi fu dato raccogliere. Nel chia nel suo voto a favore dell'unione
declinar di dicembre iSSy, si ripristina- colla Moldavia, stabilì che dovea essere
rono le relazioni fra Thouvenel e il gran subordinato alla possibilità d'ottenere un
visir Reschid. Ma quest'ultimo genio in- priucipe straniero ereditario, altrimenti
morì intendere far da se. La Porta si occupò
telligente a' 7 gennaio i858, per-
dendo in lui la Porta il suo i.° uomo di di proporre una costituzione moldo-va-
stato. Egli avea compreso, che il gover- Iacca,da presentarsi all'approvazione del
no tuico dovea risolutamente gettarsi congresso di Parigi, bramando un prin-
nella via delle riforme scritte nell'Hatt- cipe per ciascun principato scelto a vita
Humayoum 854, e con perseveran-
deli tra le principali famiglie del paese e con-
za instancabile altuava; la morie pe-
le fermato dal sultano. Secondo tale costi-
rò lo colpì prima di compiere la sua mis- tuzione, dueospodari o vaivodi avran-
i

sione. Si legge la biografia del grand'uo- no un corpo deliberante per l* interna


mo a p. 5o del Giornale dì Roma, ove amminislrazione, la quale dovendo es-
VAL VAL 191
sere comune a'tlue paesi, i corpi delibe- re le franchigie e privilegi antichi de'prin-
ranti si aduneranno ora a Jassy e ora a cipali Danubiani sotto la guarentigia del
Bucliarest per trattare insieme gli affa- diritto europeo, per trovarvi nuovi ele-
ri. Sembra dunque che la sorte futura menti d'ordine e di prosperità, senza le
de' principati sia, d'esser separati politi- quali non sarebbe mai ve-
la loro sorte

camente, ed uniti solo amministrativa- ramente migliorata. La Francia in so-


mente ; se pure non tornino nelle pre- stanza proclamò la fusione meramente
cedenti condizioni. I divani essersi occu- amministrativa, e che invece di due o-
pati più d' utopie politicbe, che dello spodari uno solo la Porta nominasse al
scopo per cui furono convociili, il valac- governo della Valacchia e della Molda-
co chiuse sue tornate nel principio di
le via. Nacque quindi prima discordia fra

novembre, e il moldavo si sciolse verso la commissione europea ed divani ad i

la metà di dicembre. I due divani invece hoc, poiché gli agitatori che seppero por-
d'occuparsi delle leggi amministrative, si alla direzione delle cose, si occuparo-
anzi rifiutandosene innanzi d'ottenere nodelle ideali in una serie di sedute tem-
l'unione, sioccupaiono con ardore di pestose. Le notabilità de' divani, strepi-
quelle di persecuzione contro la Chiesa tanti esaltati, dierono la loro dimissio-
cattolica, facendo con ciò intendere da ne e partirono in il che fu ma-
congedo,
quale spirilo erano mossi, cioè anticat- prossimo scioglimen-
nifesto indizio del
tolici di cuore. In fatti il divano molda- to del parlamento sovrano della Valac-
vo decise che fosse nullo il matrimonio chia e Moldavia, come segm. La Porla
d'una moldava con un cattolico. Che 20 vide con piacere che i diversi governi ne
anni di soggiorno nel paese non ballasse conobbero la necessità, tolto che la com-
a' cattolici per ottenere la cittadinanza, missione europea avesse fitto il suo rap-
ed altrettali leggi d'intolleranza religio- porto finale, a seconda del trattalo. Ne*
sa, voluta a nome del liberalismo spal- primi dell 858 dalla Francia, Inghilter-
leggiatore della causa de' rumeni. Pare ra, Prussia e Russia fu stabilita la mas-
che colla 18 Sy cessassero ne'prin-
fine del sima , che la convenzione elaborata a Ga-
cipati tutte l'illusioni e simpatie per l'u- latz ed a Vienna dalla commissione de-
nione e per la politica in generale fer- : gli slati rivieraschi del Danubio, per re-

rovìe, linee telegrafiche, iniprese di na- golare la navigazione de'fìumi che toc-
vigazione a vapore del Danubio, non si cano vari stati e sancirne la libertà del
fanno senza denari. A'25 gennaio i858 commercio, per essere applicata al Danu-
in Jassy fu dal principe caimacan solen- bio e alle sue foci, abbisogna prima di far
nemente pubblicato il firmano del sul- parte del diritto pubblico europeo della
tano chediscioglie il d'iMauo ad hoc. Quel- sanzione della conferenza di Parigi, da
lo che sciolse il divano di Valacchia si adunarsi forse nel declinar di febbraio,
legge a p. 1 28 del Giornale di Roma. per regolare la questione de' principati
La proposta ambiziosa de'principi stra- Danubiani. L'Austria però inerendo alla
nieri fu sempre respinta dalla Porta ; navigazione sui fiumi detti
libertà^ di
indi venne abbandonala dalle potenze Convenzionali, proclamala nel congres-
soscrittrici del trattato di pace di Parigi, so diVienna del 181 5, sostenne l'opinio-
come del tutto impraticnbile. Quelle po- ne contraria, cioè che il congresso debba
tenze nel trattato ebbero per scopo prin* semplicemente prendere notizia della
cipale, oltre di assicurare l'indipenden- convenzione preparala dalla commissio-
za dell'impero ottomano, e migliorare la ne, e pare che la Turchia pure fosse di
sorte delle popolazioni cristiane dalla sua tale avviso. A'23 gennaio furono pubbli-
alla sovranilà dipendenti,eziandiodi por- cali a Vienna io articoli de'47 dell'atto
192 VAL V A L
della libera navigazinne del Dannino fi- tà universnle,e mettendo l'Europa civiliz-
no ni mar Nero, e contengono i principii zata in continuo e facile contatto con po-
direttori di esso: sono riportati nel n.°27 poli abbrutiti nell'ignoranza, senza cono-
del Giornale di Ronia, e nel n.° 29 an- scenza di Dio e della verità, coopererà a
che altri 5 articoli importanti del docu- far loro arrivare i benefizi del cristiane-
mento. Nel partire da Costantinopoli di simo e della civilizzazione. Neil' accade-
lord Statford de Redclifle, fu ammesso a mia delle scienze di Vienna degli 8 gen-
far visita di comminto anche al principe naio 18 58 il barone di Czoering tenne
imperiale Murad Effendi Hasredleri, non nn discorso intorno al taglio dell' Istmo
che al principe imperiale AbduI Aziz Ef- di Suez. Disse, che fin dall'epoca de'Fa-
fendi Hasredleri erede presuntivo della raoni avrebbe esistitoli piano dell'unio-
corona. Questa è la prima volta che il ne de'due mari, e negli ultimi tempi es-
prìncipe ereditario ricevè la visita d* un so sarebbe stato l'oggetto degl* interessi
ambasciatore europeo. E il sultano ora generali. Il grande Bosforo di Suez riu-
ha ricevuto anche dalla Prussia l'ordine scirebbe di massimo vantaggio per l'Au-
dell'Aquila Nera. Intanto la Russia pro- stria, specialmente pe'porti di Trieste e
testò in Londra e in Costantinopoli con- Venezia, i quali situati per così dire alla
tro l'occupazione fatta dagl* inglesi della porta dell'oriente, ne trarrebbero i più
compagnia Anglo-Indiana, dell' isola di prossimi utili. Le merci patrie ora tro-
Perim, chiave del mare Rosso e dell'esi- vano smercio in Nubia e nell'Abissinia;
stenza de'dominii del sultano nell' Egit- scavato che sia il Bosforo, esse lo trove-
to, come contraria all'integrità dellaTur- ranno anche nell' Indie orientali e nella
chia, aprendo una breccia sulla Raaba Cina. Anche per le città di Germania me-
della Mecca, ch'é la preziosa gemma del ridionale ritornerà un'epoca di prospe-
califfato del sultano; la cui importanza rità come durante la floridezza di Ve-
si connette cogl' interessi universali del nezia. A ciò contribuirà 1' agevolato si-
canale di Suez. I popoli de'luoghi vicini stema doganale dell' Europa centrale ,

n Perim, allarmati dell' imponente ap- non meno che la ferrovia e il telegrafo.
parecchio militare degl'inglesi, indiriz- Il trattato relativo al confine fra la Rus-
zarono una petizione alla Porta sotto- sia e la Turchia in Bessarabia, al Delta
scritta da lutti i loro capi civili e reli- del Danubio e all' Isola de* Serpenti, sti-

giosi per l'espulsione di essi che minac- pulato a Parigi a'r9 giugno 1857, quia-
ciano invadere Moka, tutto il Yemen, e di successivamente ratificalo, lo pubbli-
di avviluppare la città di Mecca, sede del cò ancora Giornale dì Roma del 1 858,
il

Giun-
sceriffato e del califfato del sultano. a p. I convenne in esso, che l'iso-
IO. Si
to in Costantinopoli Lesseps promotore le comprese fra' differenti rami del Da-
del taglio dell'Istmo di Suez, onde otte- nubio alla sua imboccatura e formanti
nerne la definitiva sanzione dalla Porta, il Delta del fiume, in vece d'esser an-
trovò buon'accoglienza per la sua pro- nesse al principato di Moldavia, fossero
gettata unione del Mediterraneo col ma- ricollocale sotto la sovranità immediata
re Rosso o Oceano Indiano, ma doversi della Porta, cui appartenevano antica-
prima di trattarlo ricuperare l' isola di mente. E che r Isola de' Serpenti fosse
Perim, altrimenti sarebbe una chimera considerala una dipendenza di detto Del-
la neutralità del canale. Anche il taglio ta, ed ove la Porta manterrà un faro a

dell'Istmo di Corinto fu proposto in Gre- vantaggio della navigazione de'bastimen-


cia durante presenza di Lesseps, e tro-
la ti che si recano nel Danubio e nel porto

vò subito favore e approvazione in mas- d'Odessa. Ora sono insorte turbolenze


sima. Quello poi di Suez è di grande utili- neir Erzegovina turca. Le popolazioni
5

VAL VAL 193


cristiane si lagnano delle truppe indisci- anticamente la regione divisa in due par-
plinate, e domandano l'applicazione del- ti, quella vicina all'Ungheria si disse Uii'
le riforme enunciale nell' Halt-IInma- garo Blachia, l'altra fiome Mol- presso il

youoo. Vi è chi ci vede in tale movimen- do venne denominala Moldo- Blachia.


to la mano de'liberali de'principati Da- Primieramente i valacchi furono nella
nubiani, i quali con questi tumulti da lo- giurisdizione dell'arcivescovo d'Ocrida o
ro eccitati, vogliono ad ogni modo far Àcrida{ ^.),metropoli dell'esarcato diDa*
toccar con mano alle potenze la neces- eia, nellaBulgaria; poscia dell'arcivescovo
sità di separare le Provincie cristiane dal- d Nicopoli, che
i fu Ivaskv'ilo a Marciano-
l'impero turco. La ribellione de* cristia- poli, indi dell'arcivescovo di Debeltus, la
ni,specialmente greci scismatici, sembra cui sede stabilita aTernova,fu quindi det-
avere qualche segreta unione colle que- Trimonitano di Trinovia o
to arcivescovo
Danubiani, se non
stioni de* principali Trinoba o Tornoba o Ternova [V,),óii\x
anche per avventura con quella prelesa della Bulgaria e capitale di essa nel seco-
tendenza d' unione slava, ch'è una delle lo IX, indi nel X arcivescovato dipenden-
molle ora più usale dalla democrazia te dal patriarca di Costantinopoli, ed e-
cosmopolita per sommuovere il mondo. sarcalo di Bulgaria. Innocenzo IH lo riu-

Se turchi non tralasciano di far da pa-


i nì alla Chiesa cattolica, dichiarò il vesco*
droni despoti delle provincie cristiane vo metropolita, e gli concesse il pallio ei

del loro impero, se non eseguiscono leal- la dignità di primate, ma poi ritornò al-
mente le promesse fatte nell'ultimo trat- lo scisma de'greci, i quali gli diedero il

tato di Parigi, le delle provincie sono titolo di Cattolico (V.) o primate o ca-
forse destinate a divenireun pomo fa- po ecclesiastico della nazione. Il p. Le
non si poono pre-
tale di discordia, di cui Quien registra 3 metropolitani greci di
vederne le conseguenze. La Bosnia e il V^alacchia, cioè Teodosio, Valachiae me»
Monle Negro non sono quieti. tropolita seti Ungro-Blachiaeyàeì 70 1 1

Roma \Q febbraio i858. Antimo dell'ordine di s. Basilio, Unga*


ro-Blachiae metropolita, del 1 7 i o- 1 7 1 4?
Vicarialo apostolico di Valacchia.
Daniele metropolita Ungaro- Valachiae,
La fede cristiana fu introdotta nella del 1719-1721. Coramanville dice che
Dacia ne'primi secoli della Chiesa, e nel l'arcivescovo onorario di Valacchia s'in-
declinar del IV secolo già avea il suo ve- Ungaro-Blachid
titolava dal secolo XIII
scovato la confinante Moldavia. Sino da siveUngro-Blachiae con residenza in ,

dello secolo, dominanti i goti, missiona- Tergowitz.U p. Mirco pone in Valacchia


ri greci cominciarono a predicare il cri- il vescovato di Bacow o Bakow ( V.), ve-
stianesimo nella Moldavia, tosto annien- ramente confinante col principato, ed ap-
tato dagli unni. Allorché poi la Bulga- partenente alla Moldavia;ovveroClemen-
ria (V.)s\ ridusse al cristianesimo, si dif- te Vili che l'istituì, forse gli die in cura
fuse anche nella Valacchia. Questa pro- i valacchi cattolici, perchè ancoComman-
vincia nel secolo V era una di quelle chia- villechiama Bacovia città di Valacchia,
mate barbare, che il concilio di Calcedo- eretta in vescovato da Clemente Vili in
nia nel ^Si soggettò al vescovo poi pa- favore de* cattolici di questi paesi. Il ve-
triarca di Costantinopoli. Il p. Le Quien scovo fr. Giovanni Rosa domenicano pe-
neir Oriens chrislianus,t. i ,p. 1 247> li'^it* rì nella persecuzione contro i cattolici, co-*'

la della Provincia Valachiae, 7." eccle- me Moldavia, io cui parlar di al^


dissi a

siastica della diocesi di Tracia, la qua- tri vescovi di Bacow. Le Notizie di Ro*

le occupata da'Blachi fu delta gran par- ma riferiscono gli ultimi vescovi di Ba-
ie de'Blachi, e Blachia Valaclda. Fu eow, e sono i seguenti, ma li dice uelh|
VOL. LXXXVH. i3
194 \ AL VAL
Molduvia. Nel 733 fr. Toniroaso Zaieski
1 (Tolomeo perciò dice la Bulgaria qtìasi
domenicano. Nel 17 35 fr. Rnimontlo Je- Volgaria), s'era nel tempo della grande
ziei i»ki domenicano di Cracovia. Nel 744 1 trasmigrazione de' popoli stabilito sulle
gli fu dato in coailiu loie con fuluia suc- sponde del Dmubio, nell'antica Mesia,
cessione fr. Domenico Pietro Korwo- spargendo dipoi bene spesso sotto l'impe-
siecki minore conventuale di Zamoski ro di Giustiniano 1, colle sue rapine, i

diocesi di Clielma,col titolo vescovile m guasti, le stragi, il terrore in tutte le Pro-


partibus di Biblo. (ili successe e visse lun- vincie settentrionali dell'impero greco e
gamente sino al 1807. Nel solo 1826 vie- fin sotto le mura di Costantinopoli. Que-
ne riportato fr. Bonaventura Ziiberroni sto popolo fondò quindi un regno che si
de'minori conventuali, fatto vescovo di estese dal Danubio alle montagne della
Ellenopoli inpartibus 19 luglio 1825,
a* Macedonia e della Tracia^ il quale dopo
e visitatore apostolico di Moldavia. Do- più di 4*^0 a"»' ^^ di nuovo da Basilio
po il 1840 il vescovato di Bacow non fa li sottomesso al dominio dell'im pero gre-^

piii descritto nelle Notizie di Roma. Al co; e questa conquista contro i bulgari
vicario apostolico di Moldavia mg/ Sar- divenne la dote di Margherita, figlia di

di, il Papa Pio IX die in successore a' 28 Bela in re d'Ungheria, e il pegno della
agosto 1849 ^'olluale mg.' Antonio de riconciliazione dell'imperatore Isacco U
Stefano de'iuinori conventuali, fatto ve- l'Angelo verso il fine del secolo XII. Quel-
scovo Bendeme inpar iibns e visitatore l'imperatore, per supplire agli smodali
apostolico. 11 p. Le Quien registra a p. dispendi! della sfarzosa sua corte, olire i

I25i per 8.* provincia ecclesiastica del- risarcimenti in denaro co»)tanl« che il re
la diocesi di Tracia la Provincia HJoldO' d'Ungheria esigeva, volle imporre a'suoi
BlachiaCf con Solzaba (F.) per metro- sudditi straordinari e arbitrari balzelli, e
poli ed esarcato dì Moldavia, avente per chiese a'bulgari e a'valacchi una tassa sui
suffi aganei i vescovati di Cusium, Rataut- bovi e sui porci non castrali; e i bulgari,
zium e Romanum, riportandone i ve- popolo dedicato alla pastorizia, si sdegna-
scovi. Nel novembre 1848 l'arcivescovo rono al vedersi condurre via a forza i lo-

di Servia si dichiarò patriarca degli sla- ro bestiami. Qualche tempo dopo il suc-
vi: della diocesi di Servia il p. Le Quien cessore Alessio III l'Angelo con insolen-
tratta nel l. 2, p. 3 19, e della metropo- te e tirannico capriccio non volle più da-

li diPecA/rtjCo'vescovali suffraganei. L'ar- re i gradi nell'esercito al valore e al co-


ci vescovo di Tergowilz trasferì la sua se- raggio, ma a'soli natali; onde Pietro ed
de Buchai est, dopoché la città nel 698
a 1 Azan, due capi tributari che discendeva-
lo divenne pure del vaivoda, qual nuo- no dagli antichi sovrani della nazione, e
va capitale del principato di Valacchia, secondo alcuni oriundi nobili romani, of-
e insieme assegnata residenza del vicario fesi da questo procedere , si videro co-
apostolico. Di questa città ne parlerò per stretti, dopo d' essere slati ignominiosa-
ultimo , e prima riferirò alcune notizie niente licenziati, a inghiottirsi pure una
riguardanti Papi ed valacchi, in cui
i i pubblica olìesa, avendo lo zio dell'impe-

si couspenetrano colle civili, T ecclesia- ratore fatto dare uno schiaffo ad Azao.
stiche e le religiose. Narra il eh. Hur- Da questo giorno cominciò nelle provin-
ter nella Storia di Papa Innocenzo IIJ^ eie a vacillare l'autorità dell'imperatore:
ed il Rinaldi negli Annali ecclesiasti' Pietro ed Azan, non altro respirando e
ciyche tale Papa nell'anno 11 99 pro- meditando che vendetta, corsero alla pa-
mosse la sommissione alla s. Sede del si- tria loro; ma occorrevano mezzi ben più
gnore de* bulgari e de' valacclii, che un efficaci delle semplici persuasioni a sol-
popolo proveniente dalle rive del Volga levare il popolo. Osserva il medesiaio ea-
VAL V A L 195
comiafo Huitei : La religione fu in ogni me ostaggio a Costantinopoli, ma dopo
teuìpo il più valido impulso a muover 4 anni che la tregua durava fuggì , e
le masse, e colà dove questo supremo a* congiuntosi nuovamente con Pietro e A-
genie della vila universale ancora sussi- zan, tornò a scoppiar la guerra con mi-
sta, chi sn metterlo in opera può condur- glior fortuna di prima pe' bulgari e va-
re ad elFetlo e la più nobile e la più dan- lacchi. La negligenza e la vanitosa fidan-
nosa dell'imprese. I due fratelli edifica- za del generale contribuirono alla rolla
rono una chiesa a s. Demetrio, avuto in de'greci assai più che il valore de' solle-
gran venerazione in quelle contrade; ed vati, i quali perciò parlavano con disprez-
ecco che il giorno della consagiazione di zo d'un imperatore sì malamente servi-
detta chiesa, alcuni come inspirati, ven- to. bulgari facevano pubbliche preci per
I

gono a bandire che questo principe del Isacco II e per la sua famiglia, perchè di-
cielo ha per seuìpre abbandonato i gre- cevano essi, finche regnino di siffatti im-
^ ci, ed essere volere di Dio che il popolo peratori le nuovo regno valac-
cose del
^ -de'bulgari e de'vaiacchi sia sgravato dal co non ponno che prosperare. Azau in-
giogo e torni libero; s. Demetrio mede- tanto, nel bello di liberareil suo popolo

simo guardarli cima del sagro edifì-


dalia e di rassodarsi corona sul capo, venne
la

zio e prometter loro il suo aiuto. Alf ar- ucciso dallo zio Ivanco o Giovanni nel
mi diniq ne contro i Bizantini ! A questo I 195, in punizione dell'avergli disonora-
grido la moltitudine corse lietamente a ta la cognata; né contento costui del com-
schiararsi sotto le bandiere de'prodi suoi messo omicidio, tentò anche, col soccor-
principi ereditari, e Azan fu loro condot- so de'greci, d'impadronirsi del governo.
nonché una massa indisciplinata
tiero; se Ma Pietro fratello di Azan l'assediò in
mal seppe a un esercito guidato
resister Ternova, da cui l'omicida fuggì travesti-
dall'imperatore in persona, ed Azan me- to. L'amor di Pietro per la pace non val-
desimo fu costretto ricovrarsi al di là del se a frenar l'ardor guerriero del suo po-
Danubio presso i cumaui. Ma non sì to- polo; ma poco durò nel suo governo, poi-
Co-
sto Isacco 11 l'Angelo fu ristabilito in ché non appena cavato dal suo ricovero
stantinopoli, egli co'greci ricomparve di il fratello Giovanni, altrettanto bellicoso

nuovo nel paese. L'improvvido disprez- quanto crudele, e nominatolo suo collega
zo de' greci verso questo nemico, le loro nel reggimento dello sfato, fu pur egli
intestine discordie, per le quali anche le ammazzato. Giovanni, che nelle lettere
forze militari venivano meno, la manie- d'Innocenzo HI è chiamato Gioannicio, e
ra di guerreggiare de'bulgari e de'valac- Calogiovanni dagli scrittori, s'impossessò

chi, che quella è di tutti i popoli tartari, del supremo potere a danno de'due figli

cioè d'andar sempre scorrazzando qua e d'Azan, e cercò, più per politica che per
là , continuamente tribolando nemici; i convincimento religioso, di collegarsi col
tutte queste ragioni insieme indussero Papa per averne la protezione contro
l'imperatore, che non voleva più a lungo l'imperatore bizantino, e di soggettare la

lasciare i suoi piaceri per le fatiche d'una sua chiesa a quella d'occidente, onde far
spedizione, a concedere a* sollevati una riconoscere la legittimità di sua usurpa-
tregua, che loro diede agio a far nuovi zione. Negli ultimi anni perciò di Papa
apparecchi di guerra. La codardia de* Celestino III spedì deputati a R.oraa a
greci loro malgrado die a conoscere, es- chieder la corona per se, ed un patriarca
ser più facile offendere un popolo che pel suo paese; ma eglino caddero in po-
domarlo. Un 3° fratello di nome Giovau- tere dell'imperatore greco, tranne un so-
ui,cuuosciuto megliocon quello di Gioan- lo che giunse alla sua destinazione, hi
nìcio e Calogio vanni, dovette leudersico- questo mezzo divenuto Papa lunuceitzo
igO V A L V A L
111, la pryJenza sua gli suggerì di ordi- nnldi h chiamo Basilio vescovo Brandi-
nare investigazioni sulla sincerità di que* zuberense, e col p. Le Quien parlai del
sta ofTei te e sullo stato delle cose; al qual \e<^Q.o\'à\o Brandiziiheriiim evtlXo in me-
uopo, prima di spedire , secondo l'uso tropoli da Innocenzo III, di cui fuL^ar-
dellas. Sede in sicuiglianti occasioni, una ci vescovo Biagio) e l'arciprete Domenico
ambasciata solenne, contentossi d'inviare di Brindisi, per assicurarlo della mia gra-
colà Tarcipretedi Brindisi Domenico, co- titudine, dell'acnicizia mia e della mia di-
me versalo nella cognizione della lingua vozione". Pregò inoltre Innocenzo III di
greca e latina. Recò egli a Gioannicio u- concedergli la corona e gli onori di cui
Da Papa, in cui era detto: «A-
lettera del godettero gli antichi principi suoi prede-
ver sapulo Sanlo Padre ch'egli faceva
il Simeone, Pietro e Samuele,
cessori, couje
discender la sua origine da .Roma, onde ed ancora di mandargli la solenne am-
avrà ereditato da'suoi padri qualche par- basceria che gli promise; la qual doman-
te del loro alFelto verso la s. Sede; che da fu presentata e raccomandata dall'or-
per questo era venuto fin da prima in civescovo di Debeltus Basilio, come con-
deliberazione di scrivergli , ma esserne corde al desiderio del popolo, che sareb-
sempre stalo impedito dall'altre molte- be lietissimo per simil favore. Il Papa fu»
plici e più gravi sue cure. Ma di presente ce accompagnare 1' inviato bulgaro, da
il principal suo dovere esser quello di Giovanni suo cappellano, con commissio-
raffermare il re nella sua commendevo- ne di vedere se le cose concordavano col-
le risoluzione d'unirsi colla s. Sede; per la relazione di Caloiannì, a cui Innocen-
la qualcosa gli manda un deputato, pre- zo III scrisse.»» Secondo l'istanza tua, noi
gandolo a fargli buona accoglienza e : abbiamo fatto fare indasrine
o ne'nostri ar-
quando questi l'avrà veramente informa- chi vi, e trovalo che v'ebbe effetti va men-
lo della sincerità di sue intenzioni ,
gli un re coronalo nel paese a te
te pili d'

manderà un legato per assicurarlo della soggetto. A'ierapi di Papa Nicolò I, e per
benevolenza pontificia ". Innocenzo III merito delle sue istruzioni, un re de'bul-
\ide certo chiaramente di quale impor- gari si fece battezzare insieme con tutto
tanza riuscir potesse questa lega col nuo- il suo popolo, e chiese che gli fosse man-
vo principe de'bulgari de' blachi e de'
, dato un arcivescovo. Un re Michele die
valacchi, nel caso d'una nuova Crocia- pur commissione ad un ambasciatore di
ta in Terra Santa, e il sussidio che nelle portarsi con doni alla corte di Papa Adria-
sue Provincie potrebbe trovar l'esercito no II per pregarlo d' inviar ne'suoi stati
latino. Gioannicio ricevè onorevolmente un cardinale, con facoltà di eleggere e
l'arcipretedi Brindisi e la pontificia lette- consagrare un arcivescovo; ma i greci al-
ra, e rispose al Papa mes-
nel 1202. » I lora si opposero a questo disegno. Ond'è
saggeri e le lettere del Romano Ponte- che noi oggi, per precauzione, ti mandia-
fice hanno maggior pregio per me che mo non già un cardinale, ma si Giovan-
l'oro e le gemme. I miei fratelli vollero ni nostro cappellano e confidente, in qua-
già inviare a Roma ambasciatori, ed io lità di legalo, dandogli pieni poteri eia-
stesso tentai due volte dì farlo, ma i mìei caricandolo di recare il pallio all' arcive-
inviati giuuger non poterono al luogo scovo, di fare indagini nell'antiche per-
destinato. Ora che la Santità Sua ha, co- gamene circa il conferimento della coro-
me un padre al figlio, mandato negli sla- na a* tuoi predecessori per parte della
ti miei uno de'suoi legali, col ritorno di Chiesa romana, e di riferire in proposi-
questo a Roma le invio l'arcivescovo di to". Innocenzo III confortò poi l'arcive-
Branizzowa (questo vocabolo non Io trovo scovo a mostrarsi sempre di voto alla s.
ne'geografi sagri, né ne' profani : il Ri- S^àQf e gli pose sotto gli occhi, w Che la
VAL VAL 197
Chiesa formanclo un sol corpo, aver non re l'eresia de'patarini, e il re li fece solen-
poteva piti capi (quesl' avvertimento fu nemente giurare di dare una scoria a ta-
dato senza dubbio per insegnare a quel- le legalo perchè potesse giungere sicura-
li ch'eran passali alla chiesa greca, non mente al signore loro. L'arcivescovo di
poter essi riguardare il patriarca di Co- Debellus Basilio, invialo a Roma dal re
sta ntinopoli con»e il vero capo della Chie- de'bulgari e de' valacchi, giunse infatti fe-
sa; anzi sino a Innocenzo 111, Papi non i licemente fino a Durazzo, dove trovò aL
lo riguardarono per patriarca). Il nostro cuni messaggeri del conte di Brienne che
legato ha facoltà di far ordinare da' ve- volevano fare il tragitto insieme con lui;
scovi cattolici circonvicini i preti e ve- ma avendo un greco, ch'era in loro com-
scovi di cui è bisogno. Quanto ni resto, pagnia, rappresentalo governatore di al

aspettiamo le convenienti informazioni colà che all'imperatore di Costantinopo-


si dal nostro legalo e sì da* messaggeri li dispiacerebbe di vederli uniti coll'arci-
dell'arcivescovo". I principi di quella re- vescovo (giacché l'imperatore avea fallo
gione, seguendo l'esempio del re, entra- di lutto per impedire a Gioannicio d'u-
rono co'loro soggetti nella comunione del- nirsi alla Chiesa romana), fu loro negato
la Chiesa romana , e mandate dichiara- di passare innanzi, e il clero Ialino di Du-
zioni conformi a quelle del capo supremo razzo ebbe da fare assai per impedire che
dello sialo, n'ebbero egualmente le assi- i greci invidiosi non gettassero l'arcive-
curazioni deiralìello e benevolenza della scovo in mare; consigliandolo intanto di
s. Sede. Verso la metà del i2o3 Gio- non volersi esporre a nuovi pericoli, ma
vanni re de'bulgari ede'valacchi fece a- sì a far conoscere per mezzo di qualche
vere al Papa una dichiarazione , colla fidalo messo questi suoi pericoli al Pa-
quale lo riconobbe pel successore di s. pa; il quale ormai cerio dell'ortodosse
Pietro, a cui si appartiene quaggiù lega- opinioni del re de'bulgari e de'valacchi,
re e sciogliere, e gli scrisse. >» Calo Gio- circa la podestà de'successoridis. Pietro,
vanni imperatore de'Bulgari e de'Blachi scrisse all'arcivescovo aver già mandalo
al Santissimo Signore patriarca della fe- in Bulgaria il suddetto Giovanni di Ca-
de de'crisliani dall'oriente insino all' oc- samario cappellano, legalo anche in Bo-
cidente Papa romano. Già da 6 anni in snia,con piena facoltà d'ordinare le cose
qua, io volli per ben tre volte mandarli ecclesiastiche, di consagrare i vescovi e i

questa dichiarazione; ma non potè mai preti, di dare il pallio a un arcivescovo,


venir fatto a'raiei ambasciatori d'ai riva- e di far investigazioni sul punto della di-
re fino a Boma. La commissione da te gnità regia che si avessero in antico i pre-
data all'arciprete di Brindisi mi prova decessori del re. Tuttavia, siccome que-
che io li sto pur sempre a cuore, e il mio sl' ultimo avea dato incarico all'arcive-
proposto è del pari irremovibile onde : scovo di portarsi a Roma in persona, co-
il mio arcivescovo, nelTatlo che viene a sì il Papa Io confortò a lasciar indietro
Roma con vari doni da parte mia, è in- lutto il suo seguito e mettersi in punto
caricalo di pregarti di mandar qualche di venirvi, assicurandolo che avrebbe
cardinale per coronarmi imperatore e provveduto affinchè il suo ritorno tanto
coiisagrare un patriarca pel mio popolo". per terra quanto per mare fosse piena-
Verso il medesimo tempo alcuni amba- mente sicuro, e dandogli eziandio spe-
sciatori bulgari si recarono da Emericore ranza di farlo ac<:ompagnare da un le-
ò' Ungheria, presso il quale io que' gior- galo che seconderebbe le intenzioni tut-
ni dimorava il legalo Giovanni da Casa- te del re , al quale scrisse ne' medesimi
marìo cappellano del Papa, cui era com- termini , non senza significargli essere
messo di passare in Bosnia per reprima.- desiderio suo di vederlo per prima cossk
198 VAL VAL
conci luler la pace con VnJcnno gran lupa •
Biagio lo disse il p. Le Quien, e vescovo
no o^iupanocli Servia, che poi fece coro* Brandizuberense) e il ca[)pellano Giovan-
naie re. Il legalo Giovanni postosi in cam* ni portarono a Roma la dichiarazione
ininoperlaBuIgat'ia,menlregiàil reavea del re, i suoi ringraziamenti, le doman-
incontanente da un villaggio vicino a Du> de dell'arcivescovo di Ternova, per l'e-

lazzo, (love tuttavia soggiornava, richia- lezione e consagrazione del patriarca, e


malo il suo arcivescovo di Bulgaria, que- finalmente d'invocar l'invio d'un cardi-
sti poi potè nel giorno della Nalivilà di nale colla corona e lo scettro reali, au-
Maria Vergine, prestato prima il giura- torizzandolo con boi la col sigillo d'oro, da
mento d'ubbidienza alia s. Sede, riceve- conservarsi nella chiesa diTernovn in per-
re il pallio, l'anello e la mitra pastorale, petuo, a procedere alla coronazione del
essendo stato Basilio trasferito dalla se- re. Questi inoltre lasciò in arbitrio del
de di Debcltus a quella di Terno va. Il Papa la sua controversia col le d'Unghe-
legalo, tl'accordo col re, creò quindi due ria, col desiderio che per essa non più si

nuovi arcivescovati (di BrandiziiberiurUy spargesse sangue d'alcun cristiano, ed


il

e di i\Iarcianopoli\ la quale sede fu a in conferma di sue promesse mandò a


meglio dire ristabilita nella dignità ar> Innocenzo III donativi divoti e preziosi,
civescovile, venendo chiamata pure Pre- Nella lettera regia al Papa si legge que-
slaw. Altra metropoli istituita da Inno- sto indirizzo. Al Santissimo dominatore
cenzo 111 fu Belesbiigd nella diocesi di e Papa universale sedente nella sede del
Tracia e non Francia come per menda B. Pietro, e Signor padre del mio regno
tipografica è detto in tale articolo) , e Innocenzo 111 Papa della Sede apostolica
conferì la dignità di primate agli arcive- delia Chiesa romana e Maestro di tutto
scovi di Debcllus o Zagora, e di Terno- il mondo. Il Papa mostrò grandissima

i'(J (nel qual articolo, nella colonna a.' per consolazione di questo nuovo accresci-
fallo invece d'arcivescovo di Bulgaria è mento della Chiesa, e deliberò, dopo ma-
dello di DiirazzOy per ooimissione della turo consiglio, di proclamare Gioaunicio
parola richiamato^ dopo quella à* arci' re de' V^alacchi, de'BIachi e de'Bulgari, e
vescovo) stabilita a residenza priraaziale. mandare colla corona e lo scettro,ad im-
Dopo di che il re,conaltoaulenticatocon gerlo il cardinal Leone Brancaleone le-

r aureo sigillo, dichiarò Che seguendo: gato apostolico. A questi il Papa die pu-
1 orme degli avi suoi, poneva il suo re- re il pallio pel nuovo primate patriarca
gno nella comunione della Chiesa roma- della gran chiesa di Trinova o Ternova,
na, promettendo per se e successori suoi, prima città di tutta la Bulgaria, arcive-
eterna divozione alla s. Sede; e prescris- scovo di tutta la Bulgaria e Blachia, e per
se al primate, agli arcivescovi, a* vescovi gli arcivescovi colle debile istruzioni, or-
ed a'preli del suo regno di conformarsi dinando al primate, nella lettera che gli

a'canoni della medesima romana Sede, scrisse, d'eseguireforme e ord na men •


le ri i

alla quale egualmente promise sottopor- li suggeriti dal cardinale. «Poiché a quel

re tutti i paesi cristiani che avesse con- modo che tu ti sei sottomesso al supremo
quistato. Pregò Papa che si stabilisse
il vescovo e pastore dell'anime a le confi-
la santa e gran chiesa di Ternova per fa- date, così fa di conformarti alla dottrina
re la cresima e pel battesimo de'crislia- di colui al quale il Signore ha confida-
ni, perchè quando i greci sapranno ch'e- lo reggimento della Chiesa, la quale è
il

gli e i suoi popoli hanno ricevuto la con- saldamente piantata sulla pietra su cui ha
sagrazione dalla s. S^Ae^ non gli daranno edificato il suo tempio". Di più gl'impo-
la cresima, il vescovo di Braoizzova (Ri- se la seguente formola di giuramento.«lo
naldi io chiama Biagio e Basilio, mentre giuro d'esser fedele e ubbidiente a s. Pie-
V kh V AL 199
tìo, alla Chiesa lomana, ad Innocenzo gìe insegne, con flicoltà al cardinale di
mio signore, ed a lutli i suoi cattolici suc- consagrarlo dopo il giuramento di som-
cessGni; di non mai commetter cosa con* missione alla Chiesa romana. 11 Papa
li'o la vita o itbertà loro; di nondarea niu- concesse inoltre al re Gioannicio il di-
uo consigli a danno loro; di difender To- ritto di batter moneta in proprio nome,
Doreja dignità e diritti della Sedia pon-
i e gli fece presentare uno stendardo colle
tificia; di portarmi a* concilii ogni volta figure della Croce e delle Chiavi di s.

che io vi sia chiamato; di farmi dare un Pietro; l'una a ricordargli che a Dio e
giuramento simile da tutti vescovi ch'io i non a se stesso il re dovea le sue villo-
fossi chiamato a consagrare, e di far pari- rie; le altre come simbolo della pruden-
menti giurare a're che io avrò ad unge- za e della forza; l'una e l'altra congiunte
re, divozione per se e pe*suddili loro alla poi, coinè segno della salute pe'patimenli
s. Sede'*. Questa formok si legge abbre- delRedentoree per merito della suaChie-
viata in Hurler, e più dilìusa e particola- sa. A tale Hurler sog-
traduzione dell* ,

reggiata in Rinaldi , indi pronunziata da giungo quella del Rinaldi, che riporta
Basilio arcivescovo Trinovilano odi Ter* quasi per intero le lettere pontificie e re-
nova, primate di tutta la Bulgaria e Bla- gie.»» Mandiamo a tua Serenità pel nostro
chia. Promise ancora di visitare i sagri venerabile fratello B. vescovo Brandi-
Limina Jpostoloriim ogni 4 anni , o di zuberese, lo stendardo che tu userai con-
persona o per messo se impedito. Termi- tro di quelli li quali onorano colle labbra
nando il giuramento colle parole. Così il Crocifìsso, ma il cuore è lutto rimoto
m' aiuti Dio e questi santi Evangeli nel da lui. Contiene non sen/,a mistero la

presente secolo e nel futuro. Amen. la Croce e le Chiavi, perchè il B. Pietro


Dimorando il Papa in Anagni, sicco- Apostolo, e sostenne la Croce per Cristo,
me il vescovo di Branizzova, al pari dei e ricevè le Chiavi tla Cristo. R.appreseuta
sacerdoti del suo paese, non avea rice- dunque il segno della Croce, perchè Cri-

vuto nella sua consagrazione l'unzione sto,che vince, regna e impera, ha supe-
secondo il rito romano, Innocenzo III rato le podestà aeree, e nel quale per-
lo fece ungere alla sua presenza da uà dendo la preda il predatore, morendo Id
cardinale assÌ!>tito da due vescovi, ordi- vita, assorbì la morte, e prese Beemot,
nando che in appresso nessuno del rea- quasi con amo negli occhi suoi. Anche
me potesse essere innalzato al sacerdozio rappresenta due Chiavi, l'una della di-
o all' episcopato senza la pratica iunan- screzione e l'altra della podestà, accioc-
zi di questo rito, di cui ne spiegò le ra- ché mentre tu discernerai discretamente
gioni in lunga lettera all'arcivescovo di tra il bene e il male, tra la luce e le te-
Ternova, colle citazioni di moltissimi e- nebre, tra il santo e il profano , tu ado-
sempi tratti dall'antico e dal nuovo Te- peri la spada materiale commessati ad
stamento. Il cardinale partì d'Anagni pei* vindlctam^ come si legge scritto, male-
la legazione nel declinar di febbraio 1 2o4, far.toriim^ laudem vero boiioruni; e tu
e probabilmente in compagnia del vé- prendi l'arme e lo scudo contro quelli, che
scovo di Branizzova; e giunto dal re gli non ponierunt Dewn adiutoriiun sibi".
consegnò la bolla Rex Regam^ddla in Una lettera particolare del E'apa faceva
Ana^i a' 24 febbraio, Bull, Roni. ì. 3, conoscere al principe le commissioni del
par. I, p. 107, nella quale il Papa con legato, le piene facoltà di cui era fornito,
passi della sagra Scrittura e le parole gli onori e i privilegi concessi a* vescovi
del Salvatore, espose le prerogative di del suo paese, e confortavalo ad accO'
s. Pietro e de' suoi successori , in virtù glierlo rispettosamente, ed a provvedere
delle quali appunto gli mandava le re- altresì che si prestasse ubbidienza agUor-
300 VAL VAL
ilini suol in ItiUo i) regno. Il privilegio forza. Ne ondò guari che lo provò co'
d' incoronare il re fu da Innocenzo ili futti.I grandi signori bizantini, punti al

iiUnbuilo alla dignità di primate, giù vivo d'esser licenziati da'latini,a'quali e-


conferita all' arcivescovo di Tcrnova , e rnnsi arresi, olIVirono segretamente i lo-
ordinò al clero di riconoscere il primate ro servigi a Gioannicio, il quale temeva
stesso per capo, dappoiché egli era pari e odiava latini , perchè questi nell' eb-
i

iji dignità al patriarca. Innocenzo 111 brezza della vittoria aveano risposto a*
quindi annunciò al clero e a'popoli del • suoi ambasciatori ad offrir loro amicizia:
rUnglieria e dellaServia la fortunata con- «Non dover egli tener con essi il linguag-
giunzione de' valacchi e de' bulgari alla gio d'un re co'suoi pari, ma sì d'uno schia-
Chiesa romana. Ad onta degl'impedi- vo col suo signore, altrimenti gl'insegne-
iMcnti frapposti dal ve lVUngheria (/^.), rebbero con 1' armi a più acconciamente
il cardinal legato giunse a Ternova (F.) parlare, e lo tornerebbero bentosto nella
a' 5 ottobre, ed a'y novembre vi consa-
1 condizione di prima". Alle quali parole
grò primate Basilio , per le provincie
il Gioannicio fece rispondere.» Posseder e-
di Bulgaria, Blachia o Valacchia, già ar- gli il proprio reame a più buon diritto che
civescovo di Debeltus, il quale ordinò poi non essi Costantinopoli; aver egli ricupe-
i suoi metropolitani e vescovi , i primi rato il retaggio de' suoi maggiori e non
de'quali riceverono il pallio dal cardinale. altro; eglino aver occupato Costantino-
Nel d'i seguente questi in nome del Papa poli senza che ci avessero ragione alcu-
procede alla coronazione del re Giovan- na ; portarlegittimamente una co-
egli
ni in mezzo alle festose grida del popolo, rona avuta dal Papa, laddove colui che
e partì a*i5. Il re gli allìdò due fanciul- porta il titolo di re di Costantinopoli a-
li per farli istruire in Roma nell'idioma verla qrbilrariamenle usurpata , onde
latino, onde servirsene nella traduzione questo reame esser dovuto a se meglio
delle lettere; e pel Papa ne consegnò u- che a lui. Moverebbe lutto confidente aU
iia, nella quale significò la propria con- la pugna, sotto il vessillo di s. Pietro, in
tentezza per aver conseguilo quanto più cui risplendouo le due chiavi, contro co-
desiderava; dichiarando però di non vo- loro che portano sull'omero la falsa in-
ler concedere alla s. Sede altra podestà nel segna della Croce". Cosi essendo le co-
suo regno, se non quella riferibile alte se, iu buon punto adunque i grandi si-

cose spirituali, non volendo egli inimicar •


gnori greci si rivolsero a lui. Gioannicio
si l'imperatore greco, per solloporsi a u- li consigliò a tornar nel loro paese, e di
na maggior soggezione di quella che già far quanto più male potessero al nemi-
lo gravava (il Rinaldi traduce in altro co; troppo non tarderebbe a venire il mo-
senso la lettera del re, il quale con un mento di soccorrerli scopertamente. Ve-
editto comandò, che tutte le terre del dendo i greci che Baldovino I non pote-
suo impero fossero sottoposte nelle cose va far uso di forze ragguardevoli, poiché
sagre alla Chiesa romana). Inviò altri do- i capi dell'esercito e i cavalieri attendeva-
ni al Papa per sua memoria, e volere spes* no a custodire o a conquistare le provin-
so mostrare d'averlo in cuore coll'inviar- cie toccate in parte a ciascuno di essi, nel
gli frequenti ambasciate. Intanto avendo i2o5 fecero sollevare a un tratto le città
i crociati latini conquistato Costautinopo* della Tracia e della Macedonia, e truci-
lì, ed eletto imperatore Baldovino I , il darono ©cacciarono latini, il che ven- i

cardinal Brancaleone scrisse al Papa di ne loro fatto princi[)alraente in Adriano-


raccomandare ad essi il re, di non turbare poli, confine de'popoli blachi, donde i ver
iu modo alcuno i suoi stati, altrimenti e- ueziani ed altri si gettarono in Filippopo-
gli ayiehhe saputo opporre la lofza alla lii che pelerenieule fortificaroao. 1 gi'eci
VAL VAL 201
rinseguii'ono anche colà, e tulio il paese cavalli nemici, che si lasciarono insegui-
intorno parfeggiantlo per Gioannicio, si re per (juasi due leghe, e quando videro i

rifugiaiono a Costantinopoli , non osan- cuvfdli de'crociati stanchi dal peso de'ca-
do restar più chiusi nella città. Baiilovi- valieri ad un tratto si rivolsero e man-
,

no 1 vedendo la sollevazione diirondersi dando , invilupparono


alte grida come
per tutta la contrada, di concordia col tempestosa nube latini che colti alla
i ,

doge di Venezia e cogli altri capi dell'e- sprovveduta si disordinarono. Il conflit-


sercito, risolvè pel meglio di rinunziare to durò lungo tempo e in un modo a cui
alla conquista dell' Asia, e di richiamare non erano latini accostumati; perchè
i ì

il fratello Enrico di Fiandra colle sue gen- cumani scannavano cavalli, troncavano i

tida Adramitto; tutto fu in moto fra* con falci il capo a'cavalieri, o gittavano
crociati per combattere greci, e questi i lacci sopra di loro per tirarli giù d' ar-
per alfronlarli si riunirono in massa ad cione e ucciderli. Finalmente la vittoria

Adrianopoli per aspellar i crociali. Bal- fu per loro. I più de'crociati rimasero e-
dovino 1 al tutto sfornito di gente, sen- stinti sul campo, fra'quali diversi signo-
za attendere appena arrivò da
il fratello, ri capitani. Nel numero de'prigionieri fu
JVicomedia Sainte-Menehouid co'suoi i co Baldovino I, che venne condotto alla cor-
cavalieri, nel marzo mosse contro Adria- te di Gioannicio a Ternova , un anno e
nopoli, mentre anco Gioannicio entrava due giorni dopo il suo ingresso trionfale
in campagna coir eseicito segretamente in Costantinopoli. Per buona ventura de*
armato. 1 crociali abituali a restar vitto- crociati cumani, i valacchi ed greci si
, i i

riosi de'greci, minor slima fecero de'bul- ritirarono senza rinnovare l'assalto. Però
gari , blaclii e valacchi non avvezzi al il re inseguì con ardore crociati, che da i

modo di guerreggiare degli occidentali. Adrianopoli si ritiravano a Rodosto , ove


L' imperatore si credè forte abbastanza arrivarono in mezzo a mille pericoli e
per assalir quell' orde selvagge senz' a- , continuamente combattendo. In tale for-
speltare l'altre soldatesche, ed a'39 mar- te città crearono Enrico fratello dell'im-
ciò a pie d' Adrianopoli, sulle cui torri peratore, reggente dell' impero, imperii
sventolavano le bandiere bulgare, rag- haillìvani. Sperava Gioannicio che A-
giunto con pochi dal vecchio doge veneto, drianopoli gli avrebbe aperto le porle per
ma penuriando pure di vettovaglie. Fat- gratitudine della fedele alleanza e per pre-
ti gli apparecchi per atterrare le mura mio della vittoria; ma resistendo i greci
della città, avanzò Gioannicio con for-
si e non essendo bulgari meglio i esperti
ze ragguardevoli composte di bulgari, , nell'assediare le città che nel combattere
di valacchi e di 1 4,000 cumani o popoli in aperta campagna, passò a impossessar-
tartari.Al piccolo stuolo di latini fu for- si delle ciltà grecheche prima erano ia
za quindi dividersi in due schiere, l'una mano de'lalini, mentre cumani correva- i

per guardare il campo, l'altra, guidata no il paese fin sotto le mura di Costanti-
dall'imperatore, per sostener l'assalto se nopoli; laonde il reggente e il doge fu-
Gioannicio volesse venir a giornata. Avea rono costretti , lasciato un forte presidio
costui preso gh alloggiamenti a 5 leghe in UodoslOjdi recarsi colle genti loro nel-
distante, ordinò a'cumani, agili ed usi a la metropoli, che sola quasi reslava a*

saettare il nemico fuggendo , di trava- crociali di tanti possessi, poiché il re de*


gliare armati alla greve. I crocia-
i latini bulgari avea sottoniesso tutto il paese di
ti essendo appena un
a loro confronto qua dallo stretto. Pertanto i più zelanti
decimo, sebbene si fossero proposti d' a- crociati sempre più si persuasero che il
spellarli a pie fermo, ripetutamente pro- castigo divino fu provocato dalla loro
'VQicali,imprudeutemeute piombar ono sui arroganza e leggerezza iq loro prodotte
201 VAL VAL
dalia vittoria, e che la conquista deirini- vincie e bottino, continuò le sue incur-
peiogrecoavea impedito quella di Oeru- sioni nel i 20 6 co'valacchi e ciunnui, con-
Stilemiue. Crescendo frattanto calori del> i tro i latini e i greci per la loro doppiezza.
Testate, cumani si separarono da'bulga-
i Si preci ()itarono nel paese e lutto distrus-
l'i e se ne tornarono al paese loro; ma sero, cillà, uomini e. messi; fece tremare
Cìioannicio condusse tuttavia i suoi con» Costantinopoli, e ridusse per 5 giornate
Irò Tessalonica e se n' inipadrom, e do- di cammino intorno, lutto silenzio e de-
po aver guastato il paese, i pauliziani o serto. A quel modo che l' imperatore Ba-
turchi paizineki gii agevolarono la con- silio Il assunse il %o[)Vi\niìomGd' Ammaz-
quista di Fiiippopoii,che agguagliò ai suo* zatore, de* btilgari (battuto dal re loro
lo. Intanto il conte Enrico reggente del« Samuele, vinto poi (juesto in parecchie
l'iuìpero si rivolse tutto confidente a In- pugne, nel IO 3 con orribile crudeltà fe-
I

nocenzo III, che mandava l'aiuto delle ce cavar gii occhi a i5,ooo bulgari pri-
sue cure e de'suoi consigli in tutte le par- gioni, risparmiando un solo per centinaio,
ti, per soccorsi e per la liberazione del nfrinchè conducesse gli altrinella loro pa-
linlello. Tosto il Papa scrisse al re de* tria: s[)ettacolo sì miserando cagionò la
bulgari, che avendo ricevuto dalia Ghie* morte del re) , co^l ora Gioannicio volle
sa romana il diadema e lo stendardo mi- cancellarlo con quello di Ammazzatore
litare, dovesse restituire la libertà a Bal- de* romani o feiidìcatore del sito popò*
dovino 1 e far pace co'latini, altrimenti lo. Anche greci d'Adrianopoli e di De-
i

questi e gli ungiieri avrebi:)ero rivolto le motica vedendosi prossimi a soggiacere a


loro anni contro di lui; e di aver esorta- Gioannicio, si accostarono a' latini, onde
to Enrico a por fine ali* ostilità e pacifi- l'imperatore Enrico con 4oo de'suoi ac-
carsi con lui. Gli rispose il re, avere im- corsead Adrianopoli, per poi rivolgersi a
preso la guerra contro i latini, per avere Demotica assediata dal re con 4o,ooo ca-
ricusato la pace e per esigere le sue Pro- valli ed innumerabili fanti. Quel pugno

vincie come appartenenti all'impero gre- di prodi nel giorno di s. Gio. Battista si

co; e che Dioaveagii conceduto gloriosa confessarono e comunicarono. Gioanni-


vittoria, la quale attribuiva, non alla po- cio preso da spavento si ritirò da Demo-
tenza di sue armi, ma ai patrocinio di s. tica, bruciando le macchine d'assedio, e
Pietro col cui stendardo era marciato; e si restituì nel suo paese senza voler ac-
quanto a Baldovino era morto. Natu- I cettar la battaglia offerta da' latini. Di-
ralmente dicono alcuni in prigione, ove poi tornato su Demotica l'espugnò e di-
Tavea trattato onorevolmente. Altri lo strusse. Enrico inseguì il nemico, ricupe-
negano, e narrano con più probabilità, rò un grosso numero di prigioni, ed una
che carico di cater»e in Terno va, gli fura- gran quantità di bottino, altro facendone
no mozzali piedi e le mani, indi preci-
i nell'invasione del paese de' bulgari di
pitato in una valle, ove mori dopo 3 gior- qua dal mare. Teodoro Lascaris impe-
ni pasto degli uccelli. Altri lo dicono de- ratore di Nicea avvisò il re trovarsi la
capitato, e tuttociòper la ribellione d'A- maggior parte delle forze Ialine al di là
spiete greco unitosi a' latini, il che fece del mare nell'Asia minore, l' imperatore
montare in furore il re. In Costantinopoli Enrico aver intorno pochissime milizie,
la sua morte si seppe dopo 6 mesi, e al- 1 onde dover profittare della bella occasio*
lora gli fu dato a successore il fratello. ne per vendicarsi. A quest'avviso Gioan-
Inoltre Innocenzo MI ordinò al primate mentre cu-
nicio irruppe nella Tracia; e i

de* bulgari di disporre il re a sentimenti mani, suoi fedeli alleati, spingevano le


più pacifici; ma egli di genio bellicoso^ loro correrie fin sotto a Costanliuopoii,
allettalo dalla speranza d'acquistar prò* egU tornò a stringer d' assedio Adriauo'
VAL VAL 2o3
poli, IravngHandola continuamente colle nel proprio sangue; né sebbene avesse u-
ince-^sanli batterie di 33 baliste, colle mi- dito gridare, ^^c l'assassino ì ^ si potè mai
ne sotten ance e con replicati assalli.l g^ie- scoprire da chi ucciso; onde gli abitanti
ci ed latini che la dijfendevano, chiama-
i tennero dover questa inaspettata loro
di
rono Enrico a difender la 2.' città del- salvezza al patrocinio di s. Demetrio, le
l'impero e baluardo della capitale. L'ud- cui reliquie si veneravano nella loro chie-
peralore trovavasi nel bivio di lasciar i sa. Manastrete sciolse l* assedio e ricon-

crociati di Natòlia nel pericolo d' esser dusse l'esercito in Bulgaria^ nel quale ar-
sconfitti da Lascarls, se accorreva all'a- ticolo riferisco altre successive notizie. In
iulo di Adrianopoli, quando Dio in mo- seguito Enrico sposò in seconde nozze la
do al tutto inopinalo salvò gli assediali. figlia di Gioannicio,assicurandosi così l'a-

I cumani, tornali carichi di bottino da' micizia di sì poderosi vicini; e la sua mor-
contorni di Costantinopoli, avendo otte- te avvenuta a'3 giugno 12 16 in Tessalo-
nuto r intento della loro spedizione, ne- nica con sospetto d* avvelenamento pei*
,

garono di più lungamente rimanere; on- parte della moglie, riuscì fatale alla do-
de Gioannicio, non volendo continuar minazione de'Ialini io oriente. Frattanto
l'assedio senza di loro, fece ritorno ne* morto Basilio arcivescovo e primate di
suoi stati quando appunto la città stava Ternova, Germanoche gli successe, si se-
per cadere. Indi Enrico entrò in Bulga- parò dalla Chiesa romana, e ricorse al pa-
ria, e per combatterla si unì col suocero triarca greco di Costantinopoli che risie-
marchese Bonifacio di Monferrato signo- deva a Nicea, da cui ottenne la conferma
re di Tessalonica; ma questi rivolto a i- de'privilegi per la sua chiesa. Così i bul-
sligazione de'greci in una spedizione ver* gari, i blachi, i valacchi tornarono age-
so le montagne di Rodope , fu sorpreso volmente allo scisma de' greci; massime
da'bulgari, che mozzarono il capo e lo
gli dopoché il re Giovanni, nipote di Gioan-
mandarono al re, con estremo dolore del* nicio e figlio d'Azan,si separò dalla Chie-
l'imperatore e di lutti i latini d'oriente. onde Pa-
sa latina per riunirsi alla greca,
]Neli207 Innocenzo III tentò nuovamen- pa Gregorio IX eccitò Andrea II re d'Un-
te d'indurre il re de'bulgari alla pacco al- gheria a guerreggiarlo. Alquanti anni pri-
meno a tregua , cercando pur di persua* ma s. Domenico fondatore dell' ordine
derlo non dover egli attribuir la vittoria de'predicatori, mandò fr. Paolo, uno de*
senon a Dio.» Se tu sei così divoto alla suoi religiosi, a convertire gl'idolatri di
s.Sede come dici, che per lei daresti an- Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ser-
che la vita, tu dei darle prova di questa \ia e regioni circostanti, e solFrì il marti'
tua divozione col conchiudere pace o rio con 90 religiosi del benemerito suo
tregua coU'imperatore Etnico e cogli al- ordine. Papa Nicolò IV del 1288 esorlò
tri Ialini che sono nell'impero romano". inutilmente il successore Gioacchino a
Ma neppure quest' ultime rimostranze tornare alla comunione romana; miglior
del Papa fecero maggior effetto delle pre- successo ebbe il suo zelo colla Schiu vonia,
cedenti. morte del marchese Bo-
Per la la Servia e la Tarlarla. Nel i29[ invitò
nifacio e liberato di sì formidabile nemi- Giorgio imperatore o re de'bulgari, ecou
co, credette il re essergli venuto il tempo gravissime sentenzegli propose 1' abiura

propizio di conquistare i suoi stati, quin- dello scisma, esponendogli la vera e sin-
di si recò con grosso esercito sotto Tes- cera fede tenuta dalla Chiesa romana, la
salonica;ma quivi ebbe morte inattesa, quale non può essere contaminata da er-
avendolo Manastrete capitano supremo rori, né ablialtuta per forza o violenza al-
del suo esercito, trovato una notte nella cuna, e fuori della quale non vi è salute.
sua leuda trafitto di più colpi e immerso Nella lettera che gli scrisse, gli mandò
ao4 VAL V AL
pure la regola del credere. Confortò il sma, a venire al seno della Chiesa roma*
dello arcivescovo de' bulgari a tenere e na, onde il Papa propose loro la confes-
a predicare ai suo popolo l' istessa fede. sione di fede. In Valacchia, Chiara vedo-
Fu Elena regiiin catlolica di Sorvia che , va del defunto principe Alessandro, rice-
pel suo ambasciatore indusse il Papa a vè la lede cattolica, e indusse a fare il me-
scrivere tali lettere, proponendosi d'ab- desimo una delje due figlie dell* impera-
boccarsi col re Giorgio per ridurlo all'ub- trice di Bulqaria. Del che Urbano V mol-
bidienza della Chiesa romana. Il Papa Ur- to si rallegrò con Chiara, e la pregò a vo-
bano V bandì la crociata contro i turchi, lere usare del suo potere per trarre dal-
in favore de'greci, ed esortò l'imperatore lo scisma anche T altra figlia e regina di
G iovanni I Paleologo a tornare al grembo Servia, e altre persone de' due sessi con-
della Chiesa cattolica, ed indurre i greci taminate di scisma e di varie eresie. Si-
ad abbandonare lo scisma. L'imperatore milmente il duca di Moldavia Latzko, co-
n mezzo del suo ambasciatore si dichiarò nosciuta la verità cattolica predicata a
proi»tissimo all'abiura de'siioi errori, on- lui e a' suoi da alcuni frati minori , avea
de il Papa propose a lui ed a'greci la re- con essi cotidannato lo scisma; e pregalo
gola cattolica del credere e la forma del il Papa di fare città la nobile terra di Ce-
giuramento nel condannare lo scisma,am- reto del suo ducato, situato nella diocesi
monendolo a non più indugiare opera sì d'Haliese, occupata da un vescovo sci-

gloriosa. Nel 1867 ricevè in Viterbo gli smatico, e di dargli un vescovo cattolico,
ambasciatori greci per trattar 1* unione il cpiale ammaestrasse e mantenesse lui e
delle chiesegreca e latina, e per reprime- lasua gente nella fede cattolica. A sì pia
re l'impeto de'tarchi; indi per 8 nobilis- domanda acconsentì Urbano V, e ne com-
simi ambasciatori, Urbino V ricevette in mise l'esecuzione all'arcivescovo di Pra-
Roma Giovanni I che
l'assicurazione da ga, ed a'vescovi di Vralislavia e di Craco-
sarebbe venuto ad elFellaarla avendovi , via, a'quali anche ingiùnse, che ordinas-
consentito figli Andronico e Mannello,
i sero vescovo di Moldavia Andrea da Cra-
inuno a'patriarchi di Gerusalemme, A- covia frate minore, maestro in divinità e
Jessandria e Costantinopoli, co'quali lut- ornato di singolari virtù. Del quale ordi-
Papa paternamente si congratulò.
ti il ne mandò 4 vescovi in Albania e vicine
Giunto l'unperalore in Roma nel 1869, Provincie, per dilatare la religione catlo-
a' 8 ottobre abiurò lo scisma nelle mani
1 lica. Per simil modo Urbano V inviò Ni-
del Papa, il quale gli concesse diverse cola di Melsac con autorità di spargere
grazie, e sollecitò tutti i greci a fare al- per la Lituania e Valacchia 25 frati mi-
trettanto. Fiorendo in Bosnia il caltoli- nori per ammaestrare que'popoli nella
cismo pel bano Stefano, il Papa ne prese fede cattolica. Si legge nel p. Le Quien,
la protezione, contro il fratello vecchio parlando di Tergowilz e di Ternova i

bano scismatico; e siccome da tale regio- Fraedpuis aulem illis Jarihiis, {juìhus
ne gli eretici passavano in Dalmazia, ec- potiehalur adeìnptis , utraque f^ala-
citò gli arcivescovi dalmati e loro sulFra- chia ConslantinopoUfano ilerwn vclut
ganei a impedirlo. Nel 1870 Urbano V oliin ihrono obnoxia facta
est. CactC'

attese con ogni studio a confermare gre- i rum anno Syo i Ladislaus Va^
circiter^
ci nell' ubbidienza della Chiesa romana, lacliiae princeps rcgionem suamgraeco
e di allettare a venir ad essa i valacchi, i schismate laboranteni ad catholicaiii
iDoldavi, gli albanesi, i russi, i glorgiani, unita teni revocare meditatus est, atqiie
e d'illuminare colla luce evangelica i tar- lileras de conimunione cuni Romana Se-^
tari. L'esempio di Giovanni I mosse altri de incunda Urbano f^ per nobìlem lìlol-^
principi, sino allora involti nel greco sci- daviensem dfCdit f cui per inde Ponti/ex
VA L VAL 2o5
rcsrrìp^jtj' sed cassus utriusqiie cona- principe di Valacchia, che a mezzo del
tHsfait. f^alachìac metropolita illustris- re di Francia, impegnalo da Gregorio
simo TTierosolymorum patriarcliae ut y Xlll, a cui avea ricorso, ricuperò i suoi
Jìloldoblachìac Exarchus Plcrgenanim stali. Egli era di costumi assai virtuosi,
appellatur; ccii totus ille tracina Pla^ e governando con amore di padre sud- i

genae dicatiirj quo etiam nomine ap- diti, chiamò nella Valacchia religiosi e
pellatur in Notitia Codini Curopalatae. parrochi dottissimi ed esemplari per la
Poslerisy inquity temporibus constituti riforma di molli cattolici e per la con-
sunt in V ngarohlachia duo metropo- versione alla fede degli scismatici. Noa
litae, quorum alter tenet locum Ni- potendo tollerare i lui chi tanta pietà, lo

comediensisy alter dicitur metropoli' misero in sospetto di novatore inmate-


la partisUngaroblachiae, geritque vi' ria di stato col vicino pascià di Buda; il
ces Amaseni. P^alachiae metropolis , quale argomentando chedalla disgrazia
seu primaria civilas est Tergovitzium^ di Pietro poteva accrescere la sua fortu-
eique nulla subest episcopalis altera. na, se gli finse amico per poi tradirlo; e
Probabilmente ne* pontificali di Euge- lo tradì con tanta perfidia, che il sultano
nio IV e di Nicolò V si rinnovarono le Amurat 111 lo condannò alla prigione.
relazioni Ira la s. Sede ed i inoldo-va- Però Pietro ne fu avvisalo a tempo, e con
lacchi.Imperciocché Eugenio IV per la precipitosa fuga si rilirò in Transilvania,
celebrazione del concilio generale di Fer- del cui vaivoda Cristoforo Bathori era
rara e di Firenze, invitò all'unione col- amico. Ma restò ingannato, perchè mor-
la Chiesa Ialina lulta la Chiesa di Grecia to Cristoforo, nella minorità del figlio

ed i principi de'popoli che ne seguivano Sigismondo governavano i ministri, i qua-


lo scisma, ed operatasi l'unione coli* in- li cacciarono Pietro in orrido carcere, si
tervento e consenso nel concilio dell'im- per mal animo e sì per timore del sul-
peratore Giovanni III Paleologo, e con tano. Perciò lo trattarono tanto crudel-
Giuseppe patriarca di Costantinopoli nel mente, che si proposero farlo morire di
1439, certamente anche moldo-valac- i fame e di stento. Il sultano infuriatosi,
chi co' loro pastori dipendenti dal pa- per la fuga del vaivoda, lo fece cercare
triai'calo avranno abbracciato l'unione. dappertutto, ed ancora in Transilvania;
E siccome per confermare in essa greci i ma ivi per la segretezza cui era stato im-
o convertire i dissenzienti Nicolò V nel prigionato, gli fecero credere eh' erasi ri-

1447 e seguenti anni mandò


nun- i suoi coverato altrove. Correva ormai un an-
zi e missionari apostolici ne' paesi con- no dell' obbrobriosa prigionia, quando
termini di Bulgaria, Tracia, Servia, Bo- Pietro guadagnatasi l'amicizia del custo-
snia, Transilvania e Ungheria, sarà lecito de, ottenne da lui in grazia di scrivere
congetturare, che il simile facesse anche due lettere. Una la diresse ad un signore
colla Valacchia e la Moldavia. Ma per valacco e l'altra a Papa Sisto V, al qua-
l'accanita contrarietà del detestabile Mar- le pregò farla giungere. In essa gli narrò
co d'Efeso, ben presto i greci tornarono quanto eragli avvenuto, e la dolorosis-
alto scisma, in cui miseiamenle vivono, sima prigionia che pativa, scusandone gli
tranne gli ubbidienti cattolici veneratori autori ; quindi non domandò al Papaia
della Chiesa romana. Fra' Papi più sol- ripristinazione sul trono, ma semplice-
leciti e benefici co'cattolici inoldo-valac- mente il ricupero della libertà, che po-
chi e Iransilvani, devesi celebrare Gre- teva intercedergli dal re di Polonia Stefa-
gorio XIII. Neil 585 gli successe Sisto V, no Bathori tutore del vaivoda Sigismon-
al quale, come riferisce il p. Tempesti nel- do suo nipote. I valacchi avendo sapulo
la sua Storia, ricorse Pietro cattolico dal nobile loro couciltadiuo le brame
ao6 VAL VAL
tlell'infelice loro ornalo principe, vollero procurò la gloria di Dio e il bene de* va-
nieciianle onorali ambascìalori presen- lacchi. Quindi Sislo V nel i588 al vai-
tare al Pupa colla lettera le loro fervo- voda di Transilvania indirizzò il breve:
rose suppliche. Giunli in Roma gli am- Trans ih'ano Principi contnicndat Prin-
basciatori adempirono la commissione cipe vi Pctruni Falachiae^ ut res siiae
col Papa,e piangendo enumerarono e ce- ipsi rcstiluantur. Di quando in quan-
lebrarono le paterne virtù del signore lo- do i Papi inviarono missionari aposto-
ro amalissimo, tanto fervoroso nel fare lici in Sbatacchia, massime dopo V isti-

istruire popolo nelle verità cattoliche.


il tuzione della congregazione di propa-
Rappresentarono inoltre a Sisto V la tri- ganda //dfc, e nel suo collegio Urbano
ste condizione della Valacchia priva del più volte sono slati istruiti per le mis-
suo vaivoda, impegnandolo ad ottene- sioni alcuni moldo-valacchi. Il cardinal
re la sua liberazione, colla quale avreb- Leopoldo di Kollonitz ungherese , ar-
be ricuperalo anche il trono. Commos- civescovo di Slrigonia, nel mirabile suo
so il Pontefice da si aireltuose perorazio- zelo religioso, giunse a riunire alla Chie-
ni, scrisse al re di Polonia il breve: Ste- sa cattolica circa 200,000 valacchi di
pJuììioRegi Poloniae conimendatiir Pe- Transilvania, de'quali feci parola supe-
trus f^alachìae princeps tenliis a turca riormente e riparlerò in fine, che vive-
in carcere. Espose al re, che Pietro ami- vano nello scisnia greco. Notai nel voi.
co grande della s. Sede e vaivoda di Va- LXXIX, p. ic^, che l'imperatore Car-
lacchia, era ingiustamente carcerato in lo VI provvide onde 3 greci valacchi di
Transilvania e trattato inumanamente, Transilvania fossero mantenuti quali a-
per essere vero cattolico e generoso di- luniii in Roma nel collegio di Propagan-
fensore della fede; quindi l'esortò per l'o- da. Narra il contemporaneo diarista Cec-
iiore di Dio, per la giustizia e per la ri- coni, che nel pontificato di Clemente XI
verenza dovuta alla s. Sede, ad eflìcace- e nel 1716, proveniente da Napoli giun-
mente adoperarsi per la pronta sua libe- se in Roma per passare a Vienna la ve-
razione, e allenderlo dall' amore che gli dova principessa di Valacchia, con due
portava. In pari tempo Sisto V coman- suoi figli j,
fuggila dalla tirannide della.
dò al suo nunzio in Polonia, che unisse Porta ottomana. La principessa per es-
col re i suoi energici uflizi a favore del- sere di greco rito, si portò ad udire la
l'innocenza perseguitata che patrocinava messa nella chiesa di s. Anastasio del col-
la Sede apostolica. Il re di Polonia avea legio greco, nella quale per vederla ac-
altra volta ordinata la liberazione del corse gran quantità di popolo. Tale prin-
vaivoda, senza che fosse stato ubbidito; cipessa deve essere stata la vedova del
ma ora in ossequio delle calorose premu- vaivoda Brancovano,che deplorai più so-
re di Sisto V, volle che non più s'indu- pra. 1 Papi a vantaggio spirituale de'cal-
giasse, restituendo a Pietro la libertà. Ciò lolici valacchi istituirono il vicario apo-

saputosi da'nobili valacchi andarono in- stolico di Valacchia, per tulio il princi-
contro al vaivoda, e lo ricondussero in pato, ed alììdarono l'amministrazione del
trionfo sul trono, dopo averlo il re Ste- medesimo nelle due Valacchia, maggio-
fano colla sua autorità rimesso in grazia re e minore, al vescovo prò tempore di
d' A murai 111, il quale era ammiratore Nicopoli {F.)i citlà vescovile di Bulga-
di Sisto V, ed anco lo temeva. Ricupe- ria distante 3o leghe da Bucharest. la
ralo principato, con più di fervore Pie-
il tale articolo nel riferire gli ultimi suoi
tro dedicò a governare i sudditi, a rie-
si vescovi , ìnclusivamente al passionista
dificar chiese, a chiamare io Valacchia mg/ Parsi, ch'è tuttora amministratore
religiosi^ e colle più esemplari industrie aposlolicu delia Valacchia^ uaiiai qÌìh il
,

VAL V AL 207
predecessore mg.' Molajoni, pel feiribi- li e occidentali. In una piazza fu innal-
je incendio scoppiato in Eticharest nel zala una statua marmorea a Kisselelf
giorno di Pasqua 1847, ^'* perdette co' per gratitudine de' grandi benefizi che
suoi effetti la propria casa di residenza, quel prode generale russ.o rese alla Va-
in cui avea istituita a sue spese una scuo- lacchia, nel tempo che
governò per la la

la di fanciulle. Come residenza Bucha- Kussia. Cento e trenta cliiese, monasteri


lest del vicario apostolico, ne darò un e conventi innalzano i loro letti oltre
cenno. quelli comuni delle case, ma in lutla la
Bucarest o Bukaresl o Biicharesf^ città non ci sono che due altezze strate-
capitale e metropoli della Valacchia, ca- gicamente importanti, la melropolitana
poluogo del distretto d'Ilfow,è distante dov'è la grandiosa e bella residenza ar-
ì5 leghe da Ruslchuck, più di 20 da Si- civescovile, e Cuelea arsa ossia l'arso pa-
lislria, e 100 da Costantinopoli. Aperta lazzo principesco, che venne riedificalo
da ogni banda, giace in vasta pianura pa- sulle rovine di quello abbruciato nel
ludosa, sulle rive della Duml->ovitza,che 18 r 3. Altri dicono che l'antico palazzo
si atlraveisa sopra un ponte. Essa ha era nel centro della città e che in miglior
una circonferenza non minore di quella forma si rifabbricò presso la cattedrale.
di Vienna, giacché la massima parte deJ- Da due punti Bucharest polieb-
questi
le case de* boia ri è secondo l'uso orien- be bensì venir bombardata, ma non mai
tale e per ragione di salute, circondata difesa. Dal tempo della sua fondazione
da vasti giardini. Il numero degli abi- fino al discorso 1^53 questa città dovè
tanti pub 100,000, cioè:
salire a circa albergare per ben 5 volte le armate rus-
c)0,ooo originari rumeni ossia valacchì, se, cioè dal 669 fino al 1 774» dal 806
1 1

e 10,000 foraslieri. Essi abitano ne'67 fino al 18 12, dal 1828 fino al 1829 e
quartieri in cui è divisa la ciMà, oltre a e più avanti fino Qli85i,e nella descrit-
12,000 case di varie forme e grandezze, ta guerra d'oriente. Bucharesl può esser
nella più parte costrutte in legno e ges- d'importanza in riguardo commerciale,
so, d'ordinario basse e con corteegiar. politico e altro, ma in fallo di strategia
dino : la città però dopo 1* ultimo e ac- essa è priva di significanza. E vero che
cennato disastroso incendio del 1847 ^^^ ci sono nella città alcuni edifizi fabbri-
di mollo guadagnalo in solidità e bellez- cati a modo di fortezze, ma nessun ge-
za con nuovi edifizi che si estendono per nerale vorrà mai esaurire le sue forze
la lunghezza d'intere contrade. Magnifi- nella difesa di punti che non potrebbe a
co è l'aspetto che essa offre veduta da lungo conservare. Dopo che nel 1698 la
sud-est o da sud-ovest, monotono all'in- qualità di capitale della Valacchia da ,

contro veduta dal nord-est o dal nord- 'Tergowilzfu trasferita in Ducharest, qui-
ovest. Quattro lunghissime contrade vi risiederono i vaivoda o ospodari, l'ar-

principali, Mogosota, Serbanu Vodao o civescovo greco scismatico, i consoli eu-


Beilucu, Tei gula de afarà, e Caliti, sono ropei e Tautorilà amn)inistrative e mi-
tagliate da innumerevoli pìccole strade e litari del principato. Tra'pubblici edifi-
viottoli. In generale le strade sono dirit- zi primeggiano il palazzo abitato dal prin
te e assai larghe, e quasi tutte guarnite cipe ; la torre del fuoco, sulla cui cima
d'un pavimento di tavoloni, in luogo di vigila di continuo un guardiano per dar
lastricato, il che le rende incomodissi- l'avviso negli incendii ; e la chiesa me-
me. La città ha un aspetto che sembra tropolitana situata in un' altura, donde
un immenso villaggio, per la separazio- lo sguardopiacevolmenle spazia sulla sot-
ne in alcune parti delle case franiezzate toposta città e sopra un'estesa pianura,de-
da'giardiui; partecipa delie città oricnla- nudata nella maggior patte di piaule.La
2o8 VAL VAL
chiesa ha un aspetto elegante, è sormon- porle di ferro. Vi è un piccolo lenirò te-
tata ci<i 3 belle torri e da una cupola, co* desco ed altro francese, pel quale i valac-
perle dì metallo dipinto n verde: ha 3 na- i chi hanno mollo trasporlo, essendo i no-
vale, ma strette e cariche di troppi orna- tabili educati alla francese. Luogo di con-
noenli ; il vestibolo é elegante e da pochi vegno ne'giorni festivi sono: Cherestre*
anni mediocremente dipinto a fresco. Le vo che giace quasi un miglio dalla cillìi^
altre chiese sono tutte costruite sullo sles- in cui non vedonsi che boiardi parlanli
so ordine, e tutte hanno intorno le case il francese, e vi si recano con carrozze di

in cui abitano i preti. Però la chiesa di lusso di Germania e Pietroburgo; e il


s. Giorgio è un bellissimo esempio delia giardino che trovasi vicino alla Dumbo-
pianta e dello generalmente adot*
stile vitza, dove son bagni, musica militare >
tato per gli edilìzi religiosi di qualche danze e giostra, hi questi due convegni
importanza nella Valacchia. Più impo- si vede molto lusso, tutti vestono all'eu-

nente per la massa che pel finito delle lo- ropea, gran isfarzo negli abiti delle don-
ro parti, raramente questi edifizi sono ne,nelle livree,ne'cavallieloro fornimen-
costruiti di pietra, facendosi uso gene- ti , delle moltissime carrozze e vetture.
ralmente di mattoni coperti di gesso; ed Non mancano stabilimenti di pubblica
in conseguenza gli ornati non ponno ave- beneficenza, d'ospedale militare. Per la
re sullicienle solidità. La stessa osserva- pubblica istruzione, olire il suddetto col-
zione va fatta sugli altri edìfizi di JUu- legio di s. Sava, denominato il Liceo, vi
churest e di parecchie altrecitlà del prin- sono alcune pensioni private, le scuole
cipato, i quali a prima vista fanno sfog- lancastricane, una biblioteca provveduta
gio e pompa di decorazioni, ma passato di circa 8000 volumi, \\r\ museo di sto-

un inverno o due, si vedono spogliati de' ria naturale, ed un seminario per l'istru-
loro appariscenti ornati. La chiesa di s. zione del giovane clero. 11 metropolita
Giorgio ha un ampio portico con pre- Ignazio nel 18 io eresse una società di
gevoli pitture di siile bizantino, fra le scienza, letteratura e lingue. Molli so-
quali sono effigiali molti falli della vita no i monaci e le monache, per lo più as-
del santo titolare. L' Album di Roma sai ricchi, molti de'quali dipendenti da'
produsse i disegni della cattedrale di Bu- greci scismatici di Palestina. Vi sono
charest nel t. 8, p. 32i,edella facciata fabbriche di vetri, di tele, tappeti, sac-

di s. Giorgio nel t. 21, p. 69. In Bucha- chi, collane di foglie di rose, distillerie
rest evvi ancoradaantico tempo la chie- d'acquavite e altre manifatture. Questa
sa de'protestanti di buona architetlura,e città si può chiamare il deposito di tulio
la sinagoga. Altri considerabili fabbricali le merci di Valacchia. Vi si fanno gran-
sono: l'ospedale fondato nel i835 dalla di all'ari in panni, vetri, chincaglie pro-
nobile Brancovana, e capace per 60 ma- venienti di Germania, grani, lane, tabac-
iali, la casa abitata dal console d'Austria, co, miele, cera, sego, burro, pelli e bestia-
quella del console russo, la camera de' me. Gli artisti vi formano 49 corpora^
rappresentanti, ed il collegio di s. Sava. zioni. Nella relazione dei funesto incen-
Vi sono moltissimi grandi alberghi pub- dio del giorno di Pasqua 1847, scoppia^
blici occupati principalmente da ricchi to a mezzodì nel centro della città sotto
mercanti che trafficano di tulle le der- l'azione d'un vento gagliardo, si legge
rate del mondo commerciante. Alcune che perirono 3 vittime, e restarono con-
1

comode case degli ereganli quartieri han- sumale dal fuoco più migliaia di case ,
no magazzini in cui si pongono in bella ovvero 1798, comprese le casipole e le
moslra merci d'ogni geneie; altri sono capanne; ma sventuratamente la [)erdi*
iu uu basar, e di oolle si chiudono eoa la maggiore colpii! commercio^essenda
Val 109
siale distrutte gran numero di botteghe a farne cessare le distruzioni, e del pater-
e di magazzini colle merci in essi cuslo- no amore con cui aveva poi procacciato
diti, circa i5oo mngazzini o khan, fm- di rimediare alle disastrose conseguenze
perocchè a farsi un'idea della quantità del desolante infortunio. Bucharest si
di merci e derrate d'ogni specie ch'erano vuole edificata nel principio del secolo
raccolte ne'fondachi della capitale della Xil. Di sue principali vicende già ragio-
Valacchia, conviene avvertire ch'essa è nai. Solo qui ricorderò:Checeduta all'Au-
come l'emporio di tutti gli opiflcii di ma- stria nel I 718, fu restituita a'turchi nel
nifatture e di lusso per l'Europa orien- j
789 per la pace di Belgrado. Occupata
tale, e che ìndi ne vengono fornite non da'russi a' 17 noveo)brei769, fu resti-
solo tutta la Valacchia, la Moldavia, ma tuita alla Porla nel 1774- Gli austriaci
ancora la Bessarabia, la Uomelia, la Ser- la presero pure nel 1789, indi la resero
via, e persino una parte della Transilva- alla pace di Christowa. Successivamente
nia. danno fu stimato approssimativa-
11 i russi l'occuparono le narrate volte. Due
mente ad un 4o milioni di franchi. Le congressi vi furono tenuti, il i
."
dall'ot-
perdite colpirono specialmente varie ca- tobre [772 al marzo I 778 ; il
2.° nel 1812
se di Vienna, massime israeiite, di Pest in cui a'28 maggio fu ceduta a'russi la
e Berlino. Il principe Bibesko si trovò Bessarabia. Le notizie più recenti sul vi-
per lutto colle pompe idrauliche per fre- cariato apostolico della Valacchia, di
nare l'elemento divoratore, e quindi in- cui è amministratore il vescovo di Nico-
cessantemente si occupò di mitigare la poli, sono le seguenti. Bucharest, residen-
generale miseria, con energiche provvi- za del vescovo amininistratore del vica-
videnze e benigne disposizioni. Aprì una riato, ha cliiesa e convento de'francesca-
soscrizione in tutta la Valacchia per soc- ni minori osservanti riformati di Bul-
correre i danneggiati dall'incendio, po- garia e di Transilvania, con vicario ge-
nendosi a capo di essa per 6000 zecchi- nerale e parroco. Il vescovo ha le facol-
ni. S'accordò col metropolitano e col con- tà dalla propaganda^z-
congregazione di
siglio amministrativo d'impiegar in soc- de^ da cui dipende della formola 2."* e ,

corso de'bisognosi la 4-^ parte delle ren- altre straordinarie. Benctè in Bucharest
dite d'un anno, o circa 5oo,ooo pia'stre; e nel resto del principato la religione do-
dalia cassa centrale 200,000, dopo aver minante è la greca scismatica, il metro-
provveduto agl'istituti di beneficenza su politano ultimamente col suo clero ave-
di essa fondati; la doppia decima delle vano sentimenti cattolici. Istruiti nella
rendite annue de'chioslri giovevoli al s. storia ecclesiastica, conoscono bene l'e-
Sepolcro, tranne quello di s. Giorgio che poca, gli autori e le cause dell' allonta-
patì l'incendio, di circa 700,000 piastre; namento de' greci e de* valacchi dalla
il fondo di riserva della cassa Wessiarie, Chiesa romana, e non sembravano alie-
di 3oo,ooo una mesata a tutti
piastre; ni dal ritornarvi. Il vescovo amministra-
gl'impiegati civili e militari, che ricevono tore mg." Arduini scrisse alla s. congre-
più di 3oo piastre, per 3oo,ooo piastre, gazione, che se il vescovo di Wicopoli ri-

eccettuati i pregiudicati dal fuoco ; i sussi- siedesse stabilmente in Bucharest, e a-


dii dalle casse di riserva di tutti i magi- vesse seco due ecclesiastici dotti, pruden-
strali della Valacchia, per 180,000 pia- ti e zelanti, si potrebbe col divino aiuto
stre, ec. ec. perchè numerose deputa-
Il giungere al desiderato fine. Tuttavia i
zioni di negozianti
si presentarono all'o- cattoHci chene'primi anni del secolo cor-
spodaro per solennemente ringraziarlo rente erano quasi 1000, secondo le rela-

del vivo zelo da lui mostrato durante zioni del 1 882 ascendevano a circa 6000,
l'iucendio, pe'prowedimenti opportuni Mg/Bosali che pubblicò nel 1 848 la No*
VOL. LXXXVII. i4
-

210 VAL VAL


tizia statistica delle Missioni cattai i- vano un convento con magnifica chiesa,
che^ legisliò in quelle di Valacchia e Mo 1- ma tutto perì. Resta una vigna, un orto,
davia 38 preti, 85 chiese, 74,000 cat- un albereto, una casa abitabile, con ren-
tolici, che saranno accresciuti; poiché in dile per due persone. lu Calnuovo o fab-
Buchaiest e altrove le conversioni de'lu- brica di velri, alla destra di Tergowitz,
terani e calvinisti sono frequentissime , vi risiedeva im missionario. Plejes o l'Io-

quindi molto e progressivo è l'accresci jest, alla sinistra di Tergo witz, con alcu-

mento de'caltolici. In generale, i greci sci • ni cattolici. Campolongocon chiesa econ*


smalici in Valacchia vivonoqunsi da atei. vento ossia casa parrocchiale, ove risie-

]Nel doloroso incendio del 1847 i'^^ucha- de il guardiano, il parroco e qualche lai-
rest arsero! 3 chiese, compresa la calteli* co. Crajova capitale della Valacchia mi-
ca. Nel chiostro de' francescani e nella nore e talvolta residenza del principe o
casa del vescovo amminislratgre periro- del suo caimacan vi sono de' cattolici.
,

no oroamenti di chiesa
nel fuoco lutti gli Dell'antica chiesa e convento ora diruto e
ed i vasi sagri, onde divini ufijzi con- i abbandonato, vi restano le mm-a e il re-
venne celebrarli temporaneamente nella cinto abitato da'zingari. Ciò non ostante
casa del console austriaco, sotto l'imme- vi risiede un religioso , ma nulla ritrae
diata prolezione del quale è la chiesa cat- dall'antiche rendite della chiesa ch'era-
tolica di Hucharest. Che fu riedificala, no vistose, poiché possedeva molte terre,
«e ho prova d'aver letto, che a'24 aprile e molte case della città pagavanoalla chie-
1854 nella chiesa parrocchiale vi fu ce- sa il canone. Il vescovo Molajoniavea ot-
lebrato un solenne uffizio divino in occa- tenuto dall'ospodaro promessa della la

sione del matrimonio dell* imperatore restituzione delle del convento e mura
d'Austria Fiancesco Giuseppe. Mg/ Mo- chiesa, e dell'annesso recinto che i zin-
litjoni vescovo amministratore, che tro- gari ridussero a loro abitazione. La cillà
vavasi a Bucharest nella deplorabile vi- di Crajova è distante 43 leghe da Bu-
cenda, riparò a Ciopple,allra sua residen- charest, e 127 da Coslanlinopoli: è gran-
za, ov'era un missionario romano e una de, con chiese, conventi e mollo belle
chiesa callolica; e come già dissi, dopo a* botteghe. Piiranik, città sulla sinistra
ver perdtJlo co'suoi elfetti la propria ca- sponda del fiume del suo nome, ha po-
sa, in coi a sue spese avea istituito una chi cattolici, e vi é un convento di fran
scuola di fanciulle. I! parroco e il guar- cescani ben provveduto. Ma a'ig aprile
diano de' francescani furono accolli dal 1847 "0 incendio, reso estesissimo dal
console austriaco, e gli altri 4 francesca- vento turbinoso, fece perire Sq edifizi ,
ni si ospitarono da altre famiglie catto- fra'quali il seminario vescovile, le scuole,
liche. 11 loro convento colla chiesa allo il tribunale e molle altre case di valore.
svilupparsi dell'incendio fu ravvolto nel- Rimnik o Ribnik nel 1 789 vide dappres*
le fiamme e distrulli in meno di 1 6 minu- so la compiuta vittoria riportata sui tur-
ti, di maniera che nulla si potè salvare chi, dagli austriaci sotto gli ordini del
degli arredi della chiesa e delle masse- principe di Coburgo, e da'russi coman-
rizie del convento; per non perirvi do- dati da Souvarow, che fece dare a
il

vettero fuggire, il che avvenne ad un fa- questi il titolo di Rimnikskow. Cioppe o


miglio, il quale voleva sottrarre alla di- C^iopple è un villaggio con un 700 catto-
struzione le robe sue. l luoghi del vica- lici, per esservi 1' esercizio della religio-
rialo ove principalmente esistono calto- ne interamente e pienamente libero: i

hci sono i seguenti. Bucharest, forse con cattolicierano buoni, frequentanti sa- i

un centinaio di cattolici. Tersowitzcon gramenti, e coltivati da un religioso pas-


pochi cattolici : i francescani vi possedè- sionisla, giacché passionisli sono am-
i
VAL VAL 111
messi Ira 'cooperatori missiotiari valacchi, fraganea di Varadìno smembrata dal
ed uno di loro è vescovo di Nicopoli. metropolitano di vStrigonia. Avendo lut-
In tutto il vicariato vi è una provincia to quanto narrato nel fine del cita-
di minori osservanti riformati, con 8 to articolo, mi limiterò ad accennare.
conventi, compresi quelli di Transilva- Gregorio XV i stendendo la pastora-
nia e del banato di Temeswar. Vi sono le vigilanza e sollecitudine apostolica a*
molli ospedali, alcune scuole elementa- popoli V alacchi di rito greco cattolico
ri. I conventi di questi luoghi però non stanziali nella Transilvania,volle per con-
sono che piccole case, ed è quasi impos- fortarli e consolarli e confermarli nella
sibile osservarvi la clausura. Anni sono cattolica fede, istituire per loro una par-
l'attuale vescovo amministratore mg/ ticolar gerarchia ecclesiastica di rito gre-
Parsi fece venire dall'Austria alcune mo- co; ma la difficoltà de'tetupi e altre mala-
nache, onde erigere in Bucharesl uno sta- gevoli circostanze avendone impedito
3)ilimento per le fanciulle, per sopperite l'elfetluazione, questa attuò e felicemen-
al distrutto dal fuoco. A spese sue fu co- te compì il Papa successore Pio IXa'26
struita la scuola e l'abitazione per le me- novembre 853 contribuendovi il zelan-
1 ;

desime. Di questa lodevole intrapresa tissimo arcivescovo di Slrigonia cardinal


profittarono specialmente le famiglie te- Scitowski,edil nunzio apostolicodiVien-
desche ivi domiciliale. Il numero delle na mg.' Viale-Prelà, ora cardinal arci-
fanciulle che nel principio del 856
1 vole- vescovo di Bologna, lume e ornamento
vano entrare nelT istituto era già cosi della Chiesa catloMca, che con trionfale
grande, che non tutte vi poterono essere viaggio si recò in Transilvania ad istal-
accettale, per cui le monache domanda- larvi solennemente nuovi pastori, edo- i

rono che venissero loro accordali nuovi ve fra'prelali che recaronsi ad ossequiar-
locali. Il metropolita greco non unito die lo vi fu [)ure mg."^ Angelo Parsi di Ci-
quindi loro un terreno sufficiente e per vitavecchia, vicario e amministratore de!
costruirvi un istituto e per erigervi dap- vicariato apostolico di Valacchia, parli-
presso un giardino. Pel vitto, alloggio ec. lo appositamente da Bucharesl, col ve-
ogni fanciulla della classe agiata paga 60 scovo di Va radino assistendolo alla con-
zecchini all'anno, e le fanciulle povere sagrazione de'nuovi vescovi di Lugos e
9
a 1 1 lire austriache al mese. Le monache di Armenopoli. Di recente a mg."^ Par- /

hanno già tanto risparmialo\;he coadiu si r imperatore Francesco Giuseppe l ha ^

vate da alcune pie elargizioni, esse nel conferito l'ordine imperiale austriaco del-
febbrafo di detto anno erano ormai in la Corona dì ferro di 2.' classe.
grado di far costruir la casa per l'istitu- VALCARIO (s.), canonico regolare di
to nella prossima primavera, e mi giova Limoges. Era di Meuian, città limitrofa
ritenere che l'abbiano efiettuato, e le con- del Vessinese francese. In età di 18 anni
seguenze saranno feraci e prospere alla lasciò il proprio paese,e ritirossi nel Limo-

religione, alla morale, all'incivilimento. sino, ove sifermò in un luogo solitario, che
Terminerò questo ai licolo col rammen- dipoi fu chiamalo Chavagiiac. Ivi visse
tare una gloria del pontificato romano, tre anni nell'esercizio della preghiera e
ed un immenso benefizio per la chiesa di della penitenza, con un compagno per
rito greco cattolico de' valacchi esistente in nome Germone, il quale avea con lui ab-
Tranfih'ctma^ /''.),per la nuova arcidioce- bandonata la patria. Ambedue passaro-
si e provincia ecclesiastica di Fogaras,con no in seguito nel vicino bosco di Aureil,
arcivescovo omonimo e d'Alba Giulia, e e vi edificarono due monasteri, uno di
per le nuove sedi vescovili suffraganee di uomini e l'altro di donne, sotto la re-
Logos e Armenopoli, oltre l'altra suf- gola de'canonici regolari di s. Agostino,
ali VAL VAL
la quale ern sialaapprovata da Papa A- desi. Tulle queste ridicole e sfrontate ipo-
lessantlio li nel io63. S. Valcario rese i lesi sono state trionfalmente confutate dia-

SUOI discepoli sommamenle perfetti co* gli scrittori cattolici che celebrerò. La
."
i

suoi discorsi e co' suoi esempi. Egli era loro origine è fìssala dal Fleury, Storia
stretto in santa amicizia co' canonici di ecclesiastica lib. 73, n.° 55, all' anno
,

Limoges, e con s. Stefano di Muret ossia 1160. Il domenicano eruditissimo fr.


di Grandmont,la cui solitudine non era Tommaso Agostino Piicchini, nell'edizio-
lunge d'Aurei). Morì d'una caduta a*
9 ne: P'enerahilis p, Monetae cremoncn-
aprile 1 1 3o, in età di 80 anni. Papa Ce- siSfOrdinispraedicat., adversus Catha-
lestino III lo canonizzò nel 194, ed o> i ros et Valdenses, libri 5, quo ex marni'
uorasi ad Auieil ed a Meulan nel giorno scriptis mine priniwn edidit , Romae
del beato suo transito. I Bollandisti,/^^^^ 1743, è di avviso che la prima appari-
Sanclorum aprilìs, t. 2, p. 853, chiama- zione di questi poveri Leonisti sia stata

no questo santo Gaiwherioo Gauchie' nel 1 170. Il p. Moneta nacque nel me-
ro y ed il simile feci io nel voi. VII, p. desimo secolo in cui coniparvero i val-
3o8 ; ma seguendo il Butler, in questo desi, ed enlrò nell'ordine di s. Domenico
articolo ho usato la sua denominazione. qualche anno prima che il santo fonda-
VALDESI o POVERI DI LIONE, tore cessasse di vivere nel 22 i. Bernar- 1

Valdenses. Eretici, ch'ebbero la prima do abbate Fontecaldo, che fioriva e


di

loro origine in Lione di Francia, poco scriveva sulla fine del secolo XII, fu ao-
dopo la metà del secolo XII, e perciò da ch'egli contemporaneo della prima com-
principio furono detti poveri di Lione i parsa de' valdesi; e tanto esso che molti
(ed anco L.eonisti, da Lione, città già det- altri scrittori di quel secolo non lasciano
ta Leona), per la stretta povertà volon- alcun dubbio della primitiva loro origi-
taria che si proposero professare: furono ne. L' autentiche loro testimonianze si

anche denominati Salatatij Inciahatta' ponno leggere nell' opera del dottissimo
//ed Lisahatati i\a.\U foggia di formarsi attuale arcivescovo di Genova, e già ve-
le scarpe o sandali con sopra una croce, scovo prima di Pinerolo e poi di Sebaste,
per scuoprire la nudila de'piedi in guisa istitutore de'reali duchi di Savoia (ora re
che sembrava andassero scalzi. Con tali Vittorio Emanuele li) e di Genova, cioè
nomi furono chiamati ritenuti più per- i ing."^ Andrea Charvaz, Origine de* Val'
fetti, gli altri sen)plicemente appellando- desi e carattere delle primitive loro dot-
sifedeli o credenti. Essi rinnovarono gli trine , versione del prof. Murato ri, To-

errori degli apostolici (/^'.) e degli Ar- rino i838. Furono conosciuti e si dira-
contici (T'^.)t eretici de'primi secoli della mai ono sotto Valdesi per-
il nome di ^

Chiesa, e ne aggiunsero altri. E falsissi- chè Pietro Valdo (da allri detto pure di
mo il riferito dagli scrittori valdesi o lo- Vaud e perciò
, suoi seguaci chiamati i

ro partitanti, le supposizioni e le conget- ancora Vaudesif^ Vodesi, ed in france-


ture affastellate senza prove che questi se Vaudoisy siccome nato nel villaggio

settari discendano dugli apostoli s. Pao- di Vaux o Vaud sulle rive del Rodano
lo o s. Giacomo, o da'loro discepoli o al- nel Delfinato, provincia di Francia), ric-
meno da'discepoli di quest'ultimi. Si giun- co mercante lionese, si costituì loro capo
se a sognare, nel viaggio di s. Paolo nel- e maestro, in quella stessa maniera, che
la Spagna (intrapreso secondo alcuni e da Ario eresiarca trassero il nome gli a-
da altri contrastato, su di che può ve- rianiy da Donato donatisti, da Lutero i

dersi il voi. LXVl 11, p. 66), il suo pas- i luterani. Il p. Helyot, Storia degli or-
saggio per le valli di Piemonte, nel se- dini monastici, t. 3, cap. ^: Dell'ordine
colo Xlll cominciate ad abitare du'val- de' Poveri cattolici diLÀone unito a quel-
VAL VAL 2i3
lo degli eremiti di s. Agostino^ dichiara il vestire fosse modesto , usando scarpe
che Pietro sensibiloiente commosso dal- al di sopra aperte, ma differenti da quel-
l'improvvisa morte d'un amicoj risolvè le de' Valdesi. Che nelle loro case for-
di mutar vita, e letteralmente spiegando merebbero società di vita regolare, lavo-
le parole di Gesti Cristo contro i ricchi, rando gli uni colle loro mani, gli altri
dispensò tutti ì suoi beni a'poveri di Lio- predicando e dispulando contro gli ere-
ne , per vivere in volontaria povertà e sici. Questi sono i principali articoli del-

rinnovare la maniera di vita tenuta da- la regola che Innocenzo III approvò eoa

gli apostoli, com'egli protestavasi. I suoi due bolle de' 18 dicembre 1208, una di-
discepoli appellaronsi i Poderi di Lione retta all'arcivescovo di Tarragona, e l'al-

per la povertà che professavano, Zeo/zz- tra a Durando d'Huesca ed a'suoi frati
sti dal nome della citlà di Lione, In- detti Poveri di Lione, he lettere scritte
ciabattali a riguardo de'sandali che por- perciò da Innocenzo III agli arcivescovi
tavano, e Valdesi dal luogo nativo del di Milano, Narbona e Tarragona, ed a'

loro istitutore. Questi spiegando loro in vescovi di Marsiglia, Barcellona ed Hue-


"volgareil Testamento nuovo, s'invoglia- sca, a riguardo di questi particolari po-
rono ancora di predicare e d'insegnare, veri di Lione, dimostrano che tale socie-
<juantunque laici a ciò non destinali. Con- tà eslendevasi in Francia, Italia, Arago-
tinuarono adonta della proibizione d'A- na e Catalogna. Durando, prima di con-
lessandro III e della scomunica di Lucio Terlirsi, faceva scuola in Milano per gua-
IH, anzi s' impegnarono a sostenere di- dagnare discepoli, e siccome 1' arcivesco-
versi errori. Alfonso II re d' Aragona li vo per la scomunica l'avea fatta demo-
condannò nel 194 j e 1' arcivescovo di
i lire e quindi riedificare, Innocenzo III
Narbona Bernardo li cacciò, dopo aver- ordinò a* 3 aprile 1209 di restituirla a
li convinti d'eresia in una conferenza te- Durando e suoi compagni. Il Papa rice-
nuta con essi. Alcuni si convertirono e nel vette accuse da diversi vescovi contro
1207 rinunziarono all'eresia, e col capo Durando sopra diversi punti, massime il

loro Durando d'Huesca nel 1208 si por- sostenere alcuni de'suoi, non esser lecito
tarono da Innocenzo III, il quale li rico- ad alcun magistrato secolare esercitare
nobbe per cattolici dopo giuramento e giudizio di sangue , senza farsi reo di
professione compieta delle verità e cre- colpa mortale. A motivo di queste que-
denze cattoliche , tutto riportandosi dal rele Innocenzo III scrisse a Durando e

p. Helyot. Quindi aspirando alla perfe- compagni, esorlandoli a correggersi dal-


zione cristiana, composero una regola in le cose loro imputate, e soprattutto riget-
cui dichiararono, che dopo avere rinun- tare l'errore, che il braccio secolare non
ziato al secolo e aver dispensato a'pove- potesse esercitare giudizio di sangue, so-
ri quanto aveano, erano risoluti d'essere pra di che non mancò di addurre la dot-
eglino stessi poveri non prendersi
, di trina delle due spade; ed ordinò che la-
pensiero pel di seguente, e di non accet- sciassero i sandali e non piìi usassero si-
tare che soltanto il vitto e il vestito ne- mili calzari, per togliere ogni occasione
cessario per ciascun giorno, non però in di censura. Quindi a'5 luglio 209 scris- i

denari. Di volere studiare per disputare se a'vescovi reclamanti, che se Durando


contro tulle le sette degli eretici, e pre- operava con frode, in questa resterebbe
dicar nelle loro scuole la parola di Dio avviluppalo ; ma se conservava qualche
a' loro confratelli e amici , colla licenza reliquia dell'antica sua superstizione per
de'propri prelati. Che osserverebbero la più facilmente guadagnare gli eretici vai-
continenza, e digiunerebbero due quare- desijbisognava tollerarlo per qualche tem-
sime, seguendo le regole della Chiesa. Che po, e finché da'frutti si conoscesse l'albe-
ai4 VAL VAL
ro, purché però sana fosse la dì luì fede vescovo d'Elna, ingiungendogli d'appro-
quanto all'esseuziule del dogma. Gli esor- varla se erano veramente cat'
le [>ersoue

tò ancora a trattare Durando eoo dol- con tulle le convenienti precau-


toliche, e
cezza, e a procurare di cattivarselo, anzi* zioni a riguardo de'due sessi. Nondime-
che inasprirlo e far concepire contro di no poveri cattolici essendo continua^
i

loro avversione. Che se poi avesse di- mente molestati, nuovamente Innocenzo
le loro salutari ammonizioni,
sprezzato HI scrisse a loro favore a' vescovi di Mar-
\iavrebbe applicalo opportuno rimedio. siglia, Barcellona, fluesca e ad altri pre-
Sembta molto verosimile che Durando lati. Inoltre racconta il p. Helyot, che più
e i suoi ubbidissero, poiché a' 12 maggio di 3o anni innanzi altri valdesi converti-
1210 Innocenzo III mandò agli arcive- ti, i Bernardo IVimo e Gu-
cui capi erano
scovi di JNarbona eTarragona, ed a'Ioro glielmo Arnoldo, avendo altresì formalo
suffraganeì, giuramento ortodosso e la
il una società, presentatisi a Lucio III per
professione di fede cattolica emessi da l'approvazione dell'i slitulo loro, furono
Durando e da'compagni; non senza mo- rigettati, peravere il Pupa trovalo alcune
strarsi sorpresi ch'eglino tergiversavano pratiche superstiziose, e per incedere ve-
a ricevere l'abiura degli errori da' valdesi stili con cappe di religiosi con donue, col-
che bramavano riconciliarsi colla Chie- le quali alloggiavano e anco dormivano.
sa, premessi il giuramento e la professio- Innocenzo 1 1 però a'
4 g'Ug»o 2 1 o ap-
1 1 1

ne di fede. Con altre lettere dello slesso provò la società di Bernardo Primo, do-
giorno esortò gli stessi prelati a trattare i po aver loro falla emettere un'abiura si-
Poveri cattolici QQw amorevolezza, e di mile a quella di Durando, e con bolla de'
non impedire che le persone caritatevoli 23 luglio confermò la loro regola, poco
facessero loro del bene, scomunicando diversa dall'osservala dalla società di Du-
coloro che vi si opponessero. A'i3 poi rando, notandosi solanìente che vi erano
scrisse a Durando, a Guglielmo di s. An- delle donne dell' istituto di Bernardo I.

tonino ed a'Ioro frati di perseverare nel- Ma in tale regola era proibito a'frati e al-
la fede cattolica, e proibì di riconoscere le suore la convivenza, l'abitare la stessa

per superiore se non che quello da loro casa, il mangiare nella medesima tavo-
eletto col consenso del vescovo diocesa- la, né i fiali potevano parlare alle suore

no. Nel 12 u Durando d' Huesca, Du- se non in presenza d' altre persone. La
rando di INajaco, Guglielmo di s. Antoni- società di Bernardo non si obbligò che
no e gli altri poveri cattolici, informaro- a' digiuni delle diocesi ove dimoravano,
no Innocenzo 111 d'aver convertito mol- vestivanoabilo abbietto e modeslo,calza-
ti della diocesi d' EIna nel Rossiglione vano scarpe comuni d'ordine del Papa,
(sede trasferita a Perpignanoneli6o4)a per togliere morinorazione e scandalo ne*
\ita esemplare sotto la loro direzione, ve- cattolici che allora avversavano Sari' i

stendo abili bianchi o bigi, con quel te- dati (F.) usati dagli eretici valdesi. La
nore di vivere riferito dal p. Helyot; che società esleudevasi pure in Italia , come
soprattutto volevano consagrarsi al ser- in Cremona, e col nome di Poveri cat-
\izio de'poveri, ed uno bramar nella sua tolici. Seuibra credibile al p. Helyot, che
casa aprire un ospedale pegli uomini e per le due società di Durando e di Bernardo,

le donne poveri, in luoghi separali, e di così conformi nelle loro osservanze, facil-

ammettere pure fanciulli trovatelli o e-


i mente si unissero e abbracciassero in pro-
sposli, e le donne partorienti, con chiesa gresso la regola di s. Agostino. Erano ia
per l'ulfiziatura de' frati ,
perciò suppli- Francia e nella Spagna, ed il priucipal
carlo di permettere tale fondazione. Il monastero d'Italia era quello in Milano,
Papa a'26 maggio ne rimise l'esame al sotto il titolo di s. Agostino fuori della
VAL VAL II")

porla Orientale poi Renza. Peiò l'oiiìine Agostino, a cui questi poveri cattolici ce-
(Je'poveri cattolici osservanti la regola di derono di bel nuovo il loro monastero
s. Agostino, nuli fu ili quelli che entra» di s. Agostino, e riconobbero il loro er-
rono subilo nell'unione generale fatta da- rore con alto pubblico notarile de' 3 a-
gli J^ostinìanì [P^.) nel i256, che for- goslo. Il priore di s. Marco restituì loro
mò il rispettabile e benemerito ordine l'abito d'eremiti di s. Agostino; però te-
(ìorenle degli eremiti di s. Agostino; ma mendo che a questi poveri cattolici ve-
bensì vi fu unito nello stesso anno, a- nisse nuovamente il desiderio di ritorna-
\endo il p. iNicola provinciale de' pove- re al convento di s. Agostino, unì i suoi
ri cattolici, ceduti i ccnvenliche il suo or- b(^ni a quello di s. Marco e poi lo sop-
dine avea in Lombardia, al p. Giacomo presse. Dice il p. Torelli, Secoli Agosti'
di Cremona procuratore generale degli nìatiìy ovvero storia generale del s. Or-
eremitani agostiniani, il quale li ricevet- dine di s. Agostino^ l. 4» t:he c|uesti pove-
te a nome del suo generale p. Lanfran- ri aveano degli altri conventi a
cattolici

co Sellalano. Apparisce che ciò egli fa- Como e a Cremona, e che il convento di
cesse d'ordine d'Alessandro IV e del car- s. Martino di Tortona poteva altresì es-

dinal Pvìccardo Annibaldeschida quel I^a- sere membro di questa congregazione,per


pa deputalo a far l'unione generale.Quin- concessione fatta dal vescovo della città
di è verosimileche poveri cattolici fos- i e dal capitolo della cattedrale a Gugliel-
sero citalida questo cardinale, egual- mo priore provinciale dell'ordine de'po-
mente che le altre congregazioni, che en- veri cattolici, cioè della chiesa suburba-
trarono nella unione generale; ma che na diMartino, acciò accanto potesse
s.

non volessero essi trovarsi in iioma nel fabbricarvi il convento, come eseguirono,
convento di s. Maria del Popolo, in cui il quale poscia fu incorporato all'ordine

radunossi l'assemblea e fece^i quest'unio- de'romilani agostiniani nella generale u-


ne. Il p. Helyol riporlo, quindi per in- nione. Questo couvenlo in seguilo fu tra-
tero l'istrumenlo della cessione de' con- sferito in città, con nuova bella fabbrica
venti de'poveri cattolici, il quale fu inse- e chiesa dedicala alla ss. Trinità. L'abi-
rito nella bolla colla quale Alessandro IV to de' poveri cattolici consisteva in una
nel 1 156 confermò tale unione; bolla che veste bigia, serrata con una cintura di
fu depositala nell'archivio del convento cuoio;porlavano cappa dello stesso co-
la
di s. Marco degli agostiniani di Milano. lore, ed erano calzati. Il sacerdote G. B.
Nondimeno alcuni di questi poveri cat- Semeria, Storia dcllaChiesa metropoli'
che avevano vestito gli abili de'ro-
tolici, tana di Torino col quale procedendo ia
^

milani di s. Agostino e professalo que- quell'articolo ivi parlai non poco di que-
st'ordine, dimoranti di famiglia nel cou- sti ragionando nel lib. i, § (36: O-
eretici,

vento di s. Mfirco, rigettando d'aver con rigine e propagazione de' Faldesi, ripro-
troppa ficilità consentito all'unione co' duce il seguente narrato da Stefano Bor-
romilani agostiniani , di nottetempo u- bone ossia di Bella villa.»» Che questo ric-
scirono dal convento, avendo alla loro le- co mercante di Lione, per nome Valdo,
sta fi. Gaspare, ricordato nello sirumen- udendo un giorno leggere Vangeli, sic- i

lo d' unione, e portaronsi con mano ar- come colui che poco letterato era, ne po-
mata all'antico loro convento, da cui teva intendere che cosa volessero signifi-
cacciarono i religiosi. Vi dimorarono per care,bramoso di saperne, fece patto eoa
16 anni, rivestili dell'antico abito e rice- due sacerdoti, di pagare una somma al-
verono de'novizi. Ma nel 1272 eletto per l' uno, perchè glieli recasse di latino iu
loro priore fr. Anselmo di Gardano, li volgare, all'altro perchè scrivesse quello
consigliò a liloraaie fra' romitaui di s. che il i.°deltava. La qualcosa fu fatta.
ai6 VAL VAL
non «olo intorno a* Vongeli, ma di più ciò comandato, e non agli apostoli, e co-
pei-niolii Hitii libri della Bil)bÌH, e di pas» me se gli apostoli avessero predicalo pri-
si scelli dalle opere lie'ss. Pudii, ordinati ma di ricevere la virtù dall' allo e il do-
per che chiamavano sentenze. Le
titoli, no delle lingue. Ver la qual cosa dunquti
quali cose leggendo il dello mercante, e Valdo e seguaci suoi, colpevoli primie-
i

procuranilo di scolpirle nella mentoria, ramente di presunzione e di usurpazione


fermò in cuor suo di osservare la pei fé- del ministero apostolico, caddero in dis-
zioiie evangelica come gli apostoH futlo ubbidienza, quindi in contumacia, fìnal-
avevano, e d'imitarne in lutto la loro vi- mente fu pronunciata contro di loro sen-
ta, l^eiloccliè , venduto ogni suo avere, tenza di scomunica, e vennero poscia cac*
seguendo povertà e spregiando- il mondo, ciati dalla città di Lione". Cosi il p. Ste»
lutto il suo denaro gettò via nel fango a' fanodi Bella villa, il quale erasi già levalo
poveri, e pigliando consiglio solo dalla ingran credito a Lione, esercitando il sa-
sua presunzione, si usurpò l'udìzio degli gro minislero nel 1 223, informatissimo ,

tiposloli, ed ntlribuì a se slesso ed a'suoi de'più minuti ragguagli di ciò che spet-
discepoli d'ambo i sessi il diritto d'ao» ta all'origine della setta de* valdesi, e te-

iiunziare la Vangelo e
parola di Dio. 11 stimonio di que'tempi, comesi può ap-
le alire cose che aveva imparato per le , prendere dallEchard, Scriptorcs eccle-
strade e le pubbliche piazze predicava, siastici ordinis Praedicaf. Cacciato Val-
n)olti uuuiini e molle femmine riduceva do da Lione, rilirossi nelle montagne del
fare il somigliante, convocando ognuno Delfinato e del Piemonte, da dove suoi i

a se, e fortificandoli col Vangelo. 1 (piali settari discepoli si dilfusero in tutta l'Eu'-
pure mandava innanzi per le città a pre- ropa con diversi nomi; si moltiplicarono
dicare, e si serviva di uomini addetti a'piii in Provenza, in Linguadoca , ne' Paesi
vili mestieri, senza dìllerenza ne di uomi- Bassi e in Germania, assumendo costu- i

ni né di ienimine, né d'idioti e illetterati. mi e altri errori di varie selle. I prote«^


Questi vagando per le ville, e nelle case stanti riguardano Valdo come uno de'lo-
penetrando e nelle piazze, predicavano, ro precursori, ed ammisero suoi seguaci i

e nelle chiese eziandio, e spronavano gli nella loro comunione, sebbene la loro
altri che il medesimo volessero fare. La erronea credenza sia differente in molli
temerità, baldanza ed ignoranza loro
la articoli ,
particolarmente sulla presenza
niun ostacolo trovando , n)olti errori e reale di Gesù Cristo nel sagramento del-
scandali in ogni parte disseminarono, per l'Eucaristia. 1 valdesi, sterminati nel ri-
foggia che Giovanni (Bolesmanis prela* manente dell'Europa, non si mantenne-
lo distinto) arcivescovo diLione (dal i 1 8o ro che a grande stento nelle valli del Pie-
al 1 1
94)..5»'avvide del pericolo di permette- monte, dove s' erano dapprima stanziati,
re che dassero pubbliche istruzioni, e vie- SecoudoMallia Fiacco Ilhrico protestante
tò loro d'immischiarsi più olire nell' in- e iniquissimo i.° cenluriatore di Magde-
terpretare le Scritture e nel predicare. borgo, Valdo era uomo istruito, ed a lui
Ma ricorrendo alla risposta degli apostoli si pretende attribuire la .'traduzione del- i

che si legge al cap. 5 degli AUi\ì\ mae- la Bibbia in lingua volgare; ma tal versio-
stro loro r ufficio di Pietro si arrogò, e ne, di coi non si conosce più veruna co-
siccome colui rispose al principe de'sacer- pia, era di Stefano d'Acusa. Alano de l'is-

doti, pure ei disse: Ubbidire piti a


cos'i le, in uno libro scritto contro questi ere-
Dio conviene die non agli uomini , ac- tici, gli appella Valdesi da Valdo loro
ciocché si adempia il precetto fallo agli fondatore, filosofo senza criterio^ profe-
apostoli: Predicale il Fangelo ad ogni ta senza visione^ apostolo senza ìnissio-»
creatura j come se il Signore loro avesse ne^ dottore senza dottrina. Lo storica
VAL VAL 217
principale de' valdesi è Giovanni Léger, ciato, le sueceneri furono disperse al ven-
ma non devesi a lui credere interameule, to: le valli poi abitate da'valdesi, a'iempi
come fanalico eretico ribelle,che implorò di Claudio erano ancora selve pressoché
in favore de' valdesi la prolezione di Lui- inabitate, o rifugio de'mori saraceni.Ba-
gi XIV redi Francia, la quale già propen- snagio e Mosheim, fra gli storici prote-
deva per essi a mezzo di Lesdiguierese di stanti, facendo in ciò causa comune co*
Cromwell protettore d'Inghilterra. Nella valdesi, lo innalzarono pure alle stelle),

sua Storia generale delle chiese Evan- a cui tempo ancor non esistevano? Forse
geliche delle Falli del Piemonte o Fai- il Claudio di Seyssel, che eruditamente li
desi, stampata in Leida nel 1669, pretese ha confutati (col ììbi'o: Àdversits errores,
fare risalire l'origine de' valdesi all' Vili V
e t sectam aldensiwn disputa tiones^tra-
secolo, mostrandosi di essi parzialissiino, ctatus, Parisiisi 520, opera encomiala da
mendace e calunniatore. Tale opera ven- Bossuet, da JNatale Alessandro e da altri
ne riprovata dalla s. Sede, la quale inol- insigni letterali?) Neppur so capire, co-
tre pose all'indice de'libri proibiti quella me ùeW Istoria della real casa
l'autore
di Mattia Fiacco Illirico. La vera origine di Savoia (Bertolotti), stampata in Tori-
de' valdesi è narrata dal p. Bellavilla.
la no a'giorni nostri, abbia potuto asserire
Ora tale essendo, soggiunge il eh. Seme- nel t. 2, p. I 8. - Si dice che i valdesi tol-
ria, incontrastabilmente l'origine de' val- sero il nome da un certo Valdo lionese,
desi, non si sa comprendere come Carlo capo di setta nel secolo XII ma la setta
,

Cotta, scrittore tanto applaudito da molti loro e molto pili antica. Esimili baie -

de'giorni nostii (nella Storia d^ Italia a\- troveranno credito? Se questi due scrit-
V anno 15^1-^2), abbia potuto scrivere tori nazionali, invece di adottare cieca-
che»» viveano da tempi antichissimi nelle mente grossolani
i errori di alcuni valde-
valli del Piemonte, sopra Pinerolo, val- i si e protestanti, avessero per pochino con-
desi, anzi sin da' primi secoli della Chie- sultato l'opera dell'arcivescovo eruditis-
sa ... che ebbero a' tempi di Carlo Magno simo Seyssel, si sarebbero disingannati.
per seguace e prolettore un Claudio arci- Mentono a' semplici, scrive Polichdorf,
vescovo di Torino, ec." Osserva quindi il quelli che osano alFermare la pretesa ori-
Semeria (dopo averlo confutato anche gine de' valdesi ne' tempi di s. Silvestro I.

colle Osservazioni sopra la storia d' I^ AJcntiuntiir corani simplicihus ... men-
tnlia, scritta da Carlo Botta, Torit»o tiuntiir ergo qiiod ex tempore Sylvestri
i833. Altri scrittori corressero di lui er- i Papae scctae eorwn dnraverinl ". Da
rori sopra ancora altri punti storici). «Pos- Claudio l'iconoclasta non furono mai am-
sibile, che uno -storico nato nel nostro maestrati valdesi, bensì da Valdo, la cui
i

paese, sotto il colore di sciivere una sto- origine di più secoli è posteriore , come
ria spregiudicata e imparziale, abbia da- dimostrò nelle Osservazioni rencoinia-
to fuori una simile asserzione? E dove im- lo Semeria, contro Botta; e meglio anco-
parò mai, che a' tempi di Carlo Ma-
egli ra provò con l'ultima evidenza il piissi-
gno vescovi di Torino fossero arcivesco-
i mo e dotto mg.' Charvaz nelle Ricerche
vi, se appena ebbero questa dignità dopo storiche. Il Semeria non nega che alla
il i5oo? E qual Claudio di Torino ha morte di Claudio l'iconoclasta, siansi tro-
mai protetto valdesi? Forse i' iconocla-
i vati alcuni seguaci de' suoi stessi errori;
sta delTSao, discepolo di Felice vescovo ma questi tali presto si estinsero, né for-
d'Urgcl, spregevole anco per ignoranza, marono certissimamente una setta né ,

morto impenitente neir83o (come ogget- giammai si proverà che vi siano stati gli
to di scandalo e di odio a tutto il suo gì eg- eretici Claudiani. Che cosa dunque pre-

gè, il suo cadavere pubblicaiuenle ubbru- teodooo valdesi di aver ia comune eoa
i
ai8 VAL V A L
Chiutìio? Forse la meilcsima dollrina? do, ftuono condannali nel 1 184) come
Falsissiiua asserzione, perchè come mg/ riporta il Mansi, Sac. Cane, no^'a et am-
Charvaz lui fallo chiarameiile vedere nel plìssima collcctiOyi.'Xit p. 492-93. Non
ca|). I 3, Clautlio non negò mai la presen- atterriti per questa condanna, anzi nella

la I caie ili Gej.vi Ci islo e la trnusiislanzia- loro disubbidienza falli più contumaci, si
zioneneiriùicarislia, neppure un solo ile* renarono nell'i i 2 ad implorare l'appro-
7 sagian)enli egli negò, eil essi come gli vazione di Papa Innocenzo III, il quale
autmeltono? Non negò mai la primazia ben conosciuta l'indole e la dottrina de'
tie' romani Pontefici , comunque voglia nuovi settari , severamente proibì loro
dirsi averne talvolta parlalo con poco ogni unione ed insegnamento, nel 1 199
rispetto. Finalmente Claudio non conob* come si ha dal p. Moneta. Anche que-
he l'autorità dello spirilo o senso privalo sta supreum condanna fu disprezzata con

nell'interprelare le divine Scrilture; ed è invincibile ostinazione. Tre anni dopo nel


forse questa la noruia che segtiitano i concilio generale di Laterano IV , cele-
valdesi e i pioteslanli? Tulio al più pò- bralo neh 2 15 dallo stesso Innocenzo III,
Irasiti dire, che di comune eoo lui hanno ìvaldesi vi furono condannali nel canone
eglino l'odio alle Immagini, la mede-
ss. fatto conlro gli eretici , che sotto prete-
sima pertinacia nell'errore, l'abbandono sto di pietà attribuivansi senza missione
dèlia Chiesa callolic.» , la quale tulle si- l'autorità di Predicare. Altra condanna
niilmeule condanna le selle e Tei esie an- l'ebbero dall'arcivescovo di Narbona. De*
liche e moderne. 1 valdesi medesimi, nel* valdesi il Rinaldi negli Annali ecclesia-
le più solenni circostanze , confessarono sticine ragiona all'anno i2o4, n." 64»
apertamente di non avere un'origine au- dicendo che furono delti anco Pigardr,
lica, ossia prima del secolo XI; e di falli e che originarono dagli Albigesi, i quali
nella lettera o supplica che nel i SyS pre- eretici avendo desolalo Tolosa e AvignO'
sentarono al conte di Birago, luogoleneo- ne y ili tali articoli più di proposito ne
te di Carlo IX re di Francia al di qua triillai. Conviene che valdesi presero ili

de'monli, dicevano. « 1 valdesi supplica- nome da Valdo di Lione, procedendo nel


no S. E. di rappresentare al re come e- racconto con Pietro Vallisernese (questi
rano passali più di ^5o anni che il loro è Pietro monaco di Vaux de Cernay ci-
popolo da padre in figlio insino ad essi slerciense, che avendo molto faticalo al-
aveva professalo questa religione, ed e- la conversione degli albigesi, con Guido

sercilata pubblicamente da lunga serie suo abbate, d'ordine d'Innocenzo 111 ne


di anni ec". Condannati i valdesi dall'ar- scrisse la storia e la dedicò a quel Papa),

civescovo di Lione, cercarono una prole- il quale riferisce, che essi erano senza dub-

zione nel Papa Lucio III, che governò la bio cattivi, ma in confronto degli altri e-

Chiesa daliiBi al 1 185. Questo Papa, reliei meno perversi, convenendo in più
conosciuta la somma loro temerità , la cose con noi, e in altre discordavano (poi-
promiscuità di uomini e di femmine che ché vogliono alcuni, che in origine i val-

andavano vagando per insegnar al mon- desi non fossero separali dalla Chiesa
do la povertà evangelica, la presunzione cattolica da altro fuorché dall'usurpazio-

intollerabile che avevano di essere man- ne che facevano de'diritli de'paslori le-
dali, siccome gli apostoli, alla predicazio- gittimi , e che d' altronde animeltevano
ne, e quindi d'essere approvali ; non so- quasi tutti gli altri punti di sua credenza.
lamente si ricusò rimproverando loro le Ma presto sentiremo dallo slesso Valli-
pratiche superstiziose e scandalose , ma sernese, ne'loro stessi inizi il rifiuto della

eziandio fece radunare un concilio a Ve- fede cattolica, i loro riti diabolici^ le lo-

iooa, ed i nuovi erclici, seguaci di Vai- ro orrende besteinmie, il solenne rifiuto


VAL VAL 219
tle'sogra menti). I loro errori consiste va- didarloro limosine in suffragio de'defun-
no principalQienle in 4 cose: in pollare i ti, per essere inutili l'orazioni pe' morti.
sandali al modo usato dagli apostoli, nel Won contenti a ciò, dopo il predicare vol-
dire non esser mai lecito in verun caso lero udire le confessioni, i peccali assolve-
il giurare uè l'uccider persona, e qualun* re e r Eucaristia consagrare, semprechè
quedi loro poter in caso di necessità con- avessero i sandali a'piedi, e innanzi a Dio
sagrare il Corpo di Cristo senza gli ordi- si potessero in islalo di grazia e di san-
ni ricevuti dal vescovo, purché avesse i tità riputare.Perciò ancora insegnavano
sandali. Ma
eoa qual empio rito que'pes- dover essere migliore la confessione sa-
simi ipocriti , che chiamavano se stessi gramenlale falla a un laico, il ((uale fos-
Buoni Uomini^ ne'cui apparenti meriti se santo, che non (juella che altri facesse
la stolta plebe poneva la .speranza della a un prete che fosse conosciuto reo d'al-
sua salute, ricevessero tra loro persone cun peccalo. Proibivano ogni giuramen-
sedotte, si descrive dal Vallisernese così : lo, e reputavano delitto il giusto potere
Quando alcuno si rende eretico, chi lo ri* che esercitano i legittimi gimlici di con-
ce ve gli dice:Amico, se tu vuoi esser de* dannare nella vita chicchessia. Tal è pre-
nostri, egli fa mestiere che tu rifiuti tut- cisamente la somma degli errori che in-
ta la fede che tiene la Chiesa romana. Pii- segnavano primi discepoli di Pietro Val-
i

spondeva: Jo la rifiuto. Dunque tu ricevi do sino al 12 IO ovvero al 12 i2,e tulio-


lo Spirito Santo (\a Buoni uomini; e gli ciò chiaramente si scorge dalle diverse
soHìava 7 volte in faccia. Dicevagli anco- lettere di Papa Innocenzolll, specialmen-
ra: Rifiuti tu la Croce, che il sacerdote te la 196 del iib. xi, la 69 del hb. xii, la
quando li battezzò ti fece coll'olio e colla 94 del lib. xiii, lai 37 del xv, presso
lib.

cresima nel petto, e nelie spalle, e nel ca- il p. Ricchiui. Mg."^ Charvaz osserva che
po? Rispondeva : Rifiuto la. Cvedì tu che 1*ignorante , caparbio e quindi eretico
quell'acqua li cagioni la salute? Piispou- Valdo, volle interpretare la s. Scrittura,
deva: Non lo credo. Rifiuti tu quei velo, predicare e rinnovare la vita apostolica a
che il sacerdote ti pose in lesta poiché dispello de' Papi e de* vescovi. Pose pei'
l'ebbe battezzato? Rispondeva: // rijuito. principio che ciò potessero fare i laici, e
Cosi colui riceve il battesimo degli ereti- siccome i Papi, i vescovi e il clero posse-
ci , e nega il battesimo della Chiesa. Al- devano beni temporali non erano mi- ,

lora tulli gli pongono le mani sulla testa; nistri di Gesù Cristo; dunque nulli erano
e da quel punto innauzi egli è reputalo i loro poteri ei sagramenti amministrati.
come uu di loro. Continuarono pertan- IVI a i laici pur possedevano! Dunque non
to i ad interpretare santi libri col
valdesi i era vi più Chiesa, i valdesi soltanto la for-
privalo loro senso, ad esercitare a loro mavano, essi soli pretendevano d'aver
capriccio il ministero della predicazione, poteri e funzioni di apostoli. Dopo la con-
senza alcuna dipendenza dalla Chiesa; né danna del concilio Laleranense, in segui-
solo i semplici laici osavano predicare, to adottarono molli errori di altri ereti-
senza missione e senza dottrina, ma le ci, a* quali successivamente si unirono,
donne altresì s'erano arrogate questo uf- formandone quasi un grottesco musaico,
fizio. E siccome la Chiesa romana e i ve- ove spiccavano principalmente l'eresie di

scovi cattolici riprovavano tanta temeri- Donalo^ di Fi^ilanziOy (\q^X Iconoclasti^


tà, cominciarono perversi a blaterare i de' Petro Brussiani, degli Arnaldisti,
contro la Chiesa medesima, dicendo non degli Albigesi ec. Onorio IV (P.) con-
esser più quella che fu fondata da Gesù dannò gli eretici e fanatici denominati
Cristo, contro i vescovi ed sacerdoti, de- i Fraticelli e Apostoli o Apostolici, se-
uigrauduli cou euGimi ingiurie, vietando guaci deli' eretico Segaielli parmigiano,
210 VAL VAL
e tiegli errori degli olbigesi e de* valdesi; Giovanni XXTI, che successe a Clemente
il loro autore fu bruciato nel i 3oo. Il suo V nel 3 H, altamente si dolse de'valdesi,
I I

discepolo Dulcino fu capo^ietta i\e*Dttlci' the moltiplicatisi principalmente nell'Al-


ìiìsti (nel quale articolo Novara sua pa- pi, tenevano pubbliche assemblee nume-
tria per fallo tipografico è detta Ma var- rosissime, insorgevano contro 1'
autorilù
rà), eretici condannali nel i 3 i i da Cle- della Chiesa, e giunsero ad uccidere il ret-
mente V nel concilio generaledi Vienna, tore Guglielmo, e ad avventarsi contro
insieme agli eretici Deguardi (V.) e all'è- l'inquisitore Alberto. Laonde il Papa con-
l'tùdit Beghine (F.), derivali iW Frati» dannò e scomunicò i valdesi con bolla
celli e apostolici. In sostanza i d(dcini< diretta a Giovanni de Badis frale mino-
sti,cuu)e il Segarelli primo loro maestro, Ma poco profit-
re, anch'egli in(juisilore.
sotto un esteriore religioso e composto, si tò il provvedimento, imperoc-
pontifìcio
permettevano ogni maggioreccesso di li- ché Innocenzo Vili inviando fr. Alberto
bei tiuaggio, e pretendevano che la loro de Capitani nuovo inquisitore negli slafi
dutlrina fosse la 3." legge che perfeziona- di Savoia e nel Delfìnato con bolla del ,

va quella di Gesù Cristo. Il Segarelli e- 14B7 si lagnò non solo del disprezzo con
scluso dall'ordine francescano, si veslì in cui i valdesi braveggiavano le censure ec-
quella maniera che diceva aver vestitogli clesiastiche, ma de'lutnulli, omicidiie al-
apostoli; e spacciava, che fiuahnenle era tri misfatti detestabili con cui funestava-
giunto il tempo dello Spirilo Santo e del- no qne'paesi. Riporta il Rinaldi all'anno
la Carilà;che tullele cose erano comuni, i5oo, n." 60 e 61, che nella Moravia e
e perciò uomini e donne poteva-
tulli gli nella Boemia pullulò la sozzissima eresia
no indistintamente vivere maritalmente de'valdesi, la quale coli* allettamento di
insieote, perchè la carità esigeva che tut- laidissimi piaceri pervertiva molti dimen-
te le cose fossero comuni; che il Papa, i tichi della propria saluOe eterna. Contro
cardinali e prelati non erano veri posto- a' quali Alessandro VI creò inquisitori e
ri della Chiesa, perchè non facevano vita nunzi in Germania, cioè il preposto Clo-
apostolica , onde egli solamenle era vero sternunburg per pietà e dottrina chiaris-
apostolo di Cristo e degno del papato. fr. Eurico domenicano nominalis-
simo, e
J3ulcino poi fu brucialo vivo nel 1 3 o
i in si(no teologo. Di più narra, che caddero
Parigi, colla sedicente moglie Margheri- nell'empietà degli antichi valdesi, opicar-
ta Porretla deli'Haynaul: insegnava co* di che dir vogliamo, molli Calistini (/ .)
suoi seguaci, ha'quali i beguardi e le be- o forse Calici s ti (F.)^ quali per non la-i

ghine, che raiiima giunta ad annichilir- sciar la Comunione sotto le due specie,
si da se slessa nell' amor di Dio, non pec- rilìiilarono di ritornare nel seno di s. Chie-
casse più, uè crescesse in grazia, e che po- sa. Fu cosa certamente mostruosa , che
tesse imj)unemenle lasciar operare la par* coloro i quali per ipocrisia si davano a
te inferiore, allorquando la superiore fos- vedere tanto divoti della ss. Eucaristia e
se attaccala a Dio; quindi disprezzavano dell'uso del calice, in ultimo empiamente
tulli gli esercizi della religione , le peni- e follemente negassero contenersi Cristo
tenze, il ralFrenamentodegli appetiti, pre- in ni una delle due specie sagramentali.
tendendo di non applicarsi che alla con- Dissi in principio che i valdesi rinnova-
ten)plazione,quanlunque si dasseroad ec- rono tutti gli errori degli Apostolici e
cessi di tale lascivia, che la prudenza di degli Jrconticfy e che poi altri ne aggiun-
Clemente V non permise che fossero ri- sero. Comunemente furonoe sono ad es-
feriti nella bolla di loro condanna. Tali si particolari Però devesi av-
i seguenti.
errori furono rinnovati poi dal condanna- vertire, che primitivi valdesi, ed anche
i

to Molinismo (F.) o (Quietismo. 11 Papa sino al secolo XVI circa, non professava-
VAL VAL 221
ìio tulli gli errori de'moder ni, come cìì- il D/g'/V/^oeTaslinenza delle carni non so-
lò in seguito. Progredirono nell'errore e no d'alcun merito innanzi a Dio. y. Che i

nelle novità, coiruniformnrsi ngli eretici YEstrema Unzione non è im sagramen-


insorti ne' primi anni di dello secolo e to. 18. Che lo slato di /lfo«tìfco o mona-
massime de' Cali'inistì. Dichiara mg/ cale fu inventato dal demonio, ig. Che
Charvaz, poco prima della pretesa rifor- non devesi credere ad alcun Miracolo.
ma il catalogo degli errori de'valdesi di- 20. Che gli Esorcismi falli dalla Chie-
venne più esteso, ma restò conforme in sa non sono che usi inventati per ingan-
gran parte a quello de'Ioro primi tempi, nare i semplici; cos\ dicasi di luttele Be^
e lo comprova con diversi autori. Molti nedizioni sopra qualunque siasi materia.
però contrari a quelli ne abbracciarono 21. Che 1* anima non riceve alcun pro-

in grazia della sedicente riforma. Quindi fìtto quando si dà Sepoltura al corpo in


usanze, culto ,
pretensioni contrarie , co- luogo santo. 22. Che devesi sprezzare il

sicché i valdesi presenti meritamente sa- Canto ecclesiastico. iZ. Ch'è perdere il

rebbero maledetti, come antagonisti, da* tempo a recitar le preghiere del Brevia-
loro primi antenati. I pp. Pvichard e Gi- rio o Uffizio divino e le Ore Canoniche,
raud nella Biblioteca sacra^ o loro atn- i 24. Ch' è contro la perfezione cristiana
plialori, compendiarono ne'segueuti 35 AeWeMani. 25.Che
l'occuparsi del lavoro
capi gli errori principali de' moderni e- non devesi amroetlere altra formola di
retici che portano il nome di valdesi, i. preghiera fuorché quella del Pater no-
Ch'é permesso a qualunque laico di pre- ster. 26. Che la consagrazione dell' Eu-
dicare r Ei'angelo. 2. Che i laici ponno caristia non dev' essere falla che bene-
consagrar V Eucaristia. 3. Che il Batte- dicendo il Pane ed il Fino , dopo aver
Simo non è che una ceremonia esteriore. 7 volte recitato il Pater noster. l'j. Che
4. Che qualunque laico in istato di gra- r Eucaristia profilla di più allorché la
zia può assolvere da* Peccati. 5. Che il consagrazione è stala fatta nella Messa
cullo de' Santi è idolatrico.G.Che l'uso de* del giovedì santo, e che bisogna couser-
Templi è una conseguenza di quello de* vare pe'malali le Ostie che furono con-
pagani (altri poi in seguilo con aperta con- sagrate nel suddetto giorno privilegiato.
traddizione li vollero innalzare alla loro 28. Che nella Chiesa vi sono 3 soli Or-
foggia), y. Che la Salutazione Angeli- dini, il diaconato cioè, il sacerdozio e l'e-

ca Maria è una superstizione. 8. Che


di piscopato (contraddizione manifesta nel-
bisogna distruggere le Unzioni ianie c\\q la loro stessa dottrina, poiché sosteneva-
si fanno a'bambini battezzandoli, g. Che no che Prete o Sacerdote é eguale al
il

la Cresima non è un sagramento , ma P^escovo). 29. Che qualunque podestà


una semplice ceremonia che può essere secolare od ecclesiastica perde la sua giu-
falla da qualunque prete, io. Che la Con- risdizione col Peccato mortale. 3o. Che
fessione auricolare è un uso criminal- gli Ecclesiastici non ponno possedere
mente inventalo da'preli. 11. Che V In- Beni o Rendita e nulla in proprio. 3i.
dulgenze non sono d'alcun valore, ma Che la Chiesa romana cessò d' esser la
artifizi inventali da'Papi per lucrare. 12. vera dopo pontificalo del !*apa s. iSzY-
il

Che non vi è Purgatorio, e che le Pre- i^e.9/ro / (alcuni fja'difensori della setta
ghiere o Suffragi ^)e morti sono inutili. de'valdesi sparsero la favola ch'essa de-
1 3. Che Vescovi non hanno
i alcuna di- rivi da Leoue uomo religiosissimo de*
gnità, ne podestà di sopra a* preti, i^. tempi dell'imperatore Costantino 1, scan-
Che la Chiesa non ha podestà di far le dalezzato dall'avarizia di s. Silvestro J :

leggi. i5.Che non devesi alcuna Ubbi- nulla di più insulso e di peggio poteva
dienza uè al Papa^ oè a' Fescovi. 6. Che 1 invetitarsij poiché non mai da tal Leone

I
222 VAL VAL
immoginorìo, ma
soltnnlo da Valdo, sta- qiielle mentile apparenze dercarono di
bilitosi in Lione, trassero origine valde- i farsi largo, trovar creilito, sedurre i sem-
si. I loro scritlori ripetono ad essi die plici, qualificarsi i nuovi missionari, suc-
discendono dal suddetto Claudio l'ico- cessori e imitatori tlegli apostoli, che ve-
lioclnsla; a* cattolici poi gridano , che i nivano a disingannare il mondo troppo
Leonisti vengono dal nominolo Leone, creduloall'iguoranza e alla malvagitàde*
il quale testimonio sdegnoso de'doni fat- sacerdoti. Con questi artifizi si propaga-
ti da Costantino I a Papa s. Silvestro I, rono in molti luoghi, e propagandosi, si

sì separò immediatamente dalla comu- congiunsero ad altri eretici, specialmente


nione cattolica. La contraddizione, per Catari ossia Jlbigesi$ ed altri eretici fe-
dirla con frase di Léger, è più chiara del cero società con essi, comunicandosi vi-

sole. Ormai più non crcdesi alle dona- cendevolmente propri errori, riferiti dal
i

zioni di Costantino 1, come raccontai in p. Ricchini. Quindi adottarono l* eresie


tanti luoghi; quindi mg.*^ Chorvaz a ra- ile* Dona tistij per quello che appartiene
gione conclude: Cinmera la clonazione : olia natura della Chiesa e nullità de' sa-
chimera la separazione fondata sopra gramenti amministrali da'catlivi preti, le
questo motivo: chimem l'esistenza stes- dottrine di Figilanzio sopra il culto e
sa di questo Leone). 32. Che non si deve le reliquie de' santi e la gerarchia della
prestare alcuna fede al Simbolo degli A- Chiesa, e finalmente l'empietà degl'/co-
postoli. 33. Che qualunque Giuramento noclasti che volevano abolito l'uso delle
è proihitoa'crisliani. 34- Che non è Pec- ss Immagini che la Chiesa ha sempre
,

cato il seguir la voluttà carnale, quando ritenuto, non per adorarle, ma per onora-
la concupiscenza vi spinge. 35. Che nes- re i santi servi e amici di Dio, nella per-
sun Tribunale, Giudice e nessun Sovra- sona che rappresentano. Si radicarono
ìw può condannare un C/owo alla morte. questi errori specialmente in que'valde-
Le risposte e confutazioni a lutti gli e- si, che furtivamente insinuali nelle valli

sposli 35 errori, assurdi e hestemmie e- sopra Pineroloy ivi quasi in propria sede
reticali, si ponno trovare negli articoli si stabilirono; ed appunto di queste e di
che indicai in corsivo e ne'molleplicì re- alcune altre perverse dottrine li ritrovò
lativi. Dice il Semeria, con questi erro- imbevuti l'arcivescovo di Torino Seys-
ri fìssi in cape, i valdesi si dispersero in sei nel i5i 7, allorché in quelle valli in-
\arie parti della Francia, dell'Italia e di trapresa la visita pastorale, usò la più di-

altre regioni d'Europa, alcune squadre ligente indagine, com'egli afierma, per
ondando inBoemia, altre nella Puglia, scuoprire sino nella radice ogni loro er-
alcune in Lombardia, ed altre si trafu- rore, per cui migliore teslimonianza noa
garono nelle valli dell'Alpi Cozie che di-* può trovarsi. Delle valli de' valdesi ren-
bidono il Piemonte dalla Francia, molti- dono ragione Cenni intorno a'fatti sto-
i

plicandosi e facendo nuovi proseliti in o- ricif monumenti notevoli e particolarità


gni parte. Né ciò deve far meraviglia, im- naturali del Piemonte^ che vado a ripro-
perocché nelle vestimenta loro aifetlava- durre. Le due valli del Chisone e del Pe-
no una grande povertà, severa temperan- lice, che giù scendendo dall'Alpi finitime
za de'costumi, ed aperto disprezzo delle della Francia sboccano l'una a Pinerolo,
ricchezze; portavano indosso delle cappe, e r altra più a meriggio in poca distan-
quasi fossero persone date particolarmen- za, sono per ogni riguardo oggetto di cu-
te al servizio di Dio; e come era quello il riosità e di osservazione. Poiché, se si ba-
secolo in cui facevano rapido progresso da a'fenomeni naturali, furono queste val-
gli un»ili figliuoli e i poveri seguaci di s. li ne'secoli passati e più che mai nell'apri-
Francesco, così i seguaci di Valdo eoa le! 808, teatro di spaventevoli lerremo-
VAL VAL ai3
li, le cui traccescorgono ancora.vi si che, guerreggiando da miliziolli negli e-
Che se a più liete scene si vuol rivolge- sercili savoiardi, come narra la storia'*.

re il guardo, convien diie che fra le Inu- Ma andrò io dicendo alcune


colla storia
le pilloresche regioni del Piemonte ulti- cose, che certamente diminuiranno tut-
ma non sia quesla certamente. Infalli il to il roseo contenuto in quest'ultimo pe-
contrapposto delle minacciose rupi cogli riodo, alquanto parziale, come in favore
ameni praticelli e co' verdeggianti pasco- de'valdesi lo sono non pochi altri scritto-

li, l'aspelto de'luoghi principali, quali so- ri prevenuti a loro vantaggio,o non istrui-
no Lucerna, la Torre, Angrogna, la Pe- ti abbastanza di loro storia, o per aver
rosajil romoreggiar dell'acque, l'ombra comuni gli errori e la contrarietà al cat-
delle piante, i vaghi casamenti, le scene tolicismo. rissi contano 1 3 parrocchie del-
Alpine che vi s'incontrano ad ogni passo le vallale in discorso, nella divisione di
e principalmente nella valle di Pelice, Torino, provincia di Pinerolo,ed a più di
tutto colà ricorda i quadri piti graziosi 20,000 ascendono. La magnifica catte-
della Svizzera. E tale giudizio ne porta- drale di Sal lizzo (V,) in eretta dalla pie-
no pure i viaggiatori che spesse volte vi tà del marchese Lodovico II e dalla mo-
si recano o per diletto o per motivi di re- glie Margherita, nel declinar del secolo
ligione. Cresce poi ancora la somiglian- XV, per dare uno splendido segno di loro
za quando vi si os«;erva la numerosa po- religione, ed anco per raffermare il zelo
polazione, di cui la maggior parte non religioso de'caltolici, poiché ne'confini del
cattolica, ha un certo che di ginevrino Saluzzese e in alcuni angoli più remoli del-
perchè annunlo
e di svizzero, pe ppi a Ginevra andava si occultamente spar-
la pi ovincia

e nella Svizzera simanda ordinariamen- gendo il germe degli errori de'valdesi. Ve-
te a educar la gioventù. Presero nome i dasi M.Aurelio Rorenco o Worento^ Breve
valdesi da'segoaci di Pietro Valdo, che narrazione delV introduzione desili ere-
scacciali da Lione e dal Delfinato per ere- tici nelle Falli del Piemonte Torino ,

sia, in parte simile a quella degli albige- i632 Memorie his loriche dell' introdu-
:

si , rifuggirono in queste valli sul finire zione delVheresie nelle Fa Ili di Lucerna
del secolo XII (o ne'primi anni del XIII: marchesato di Saluzzo ec, Torino 649- 1

neh 220 uno statuto della cillà di Pine- Osserva il sacerdote Seuìeria, che i val-
rolo poneva ammenda di 12 soldi, corri- desi sino quasi alla metà , o almeno sino
spondenti a circa 3oo franchi, a chi ri- al cominciamento del secolo XVI, ossia
coverasse alcun di loro in ospizio, il che sino al 1 5f 7 in cui 1' arcivescovo Seyssel
dimostra eh' erano ancor nuovi ed erran- portossi alla visita delle valli di Lucerna,
S'accostarono poscia alle pretese rifor-
ti). di
DO
An»ro«na edi Pra<jfel!ato,'
D sebbene con
ine protestanti, e furono quindi protetti intollerabile temerità presumessero d'in-
dalle corti che le professavano. «Ora è de- tendere e interpretare secondo le loro
bito il soggiungere , che se talvolta il fa- proprie idee la s. Bibbia, tuttavia non ri-

natismo ed il bollore della vendetta ac- gettavano dalla medesima veruno de'san-
cese fra questa gente fiere sommosse, che ti libri che essa contiene, riconoscendo

il governo, da cui era sol tollerata, ebbe anzi co'cattolici tutti i libri ispirati, nin-
a reprimere con rigori straordinari, e se no escluso,confbimeal canone del con-
in alcuni tempi una malvagia parte di cilio di Trento, che sulla forma de' ca-

essa valendosi del furore delle fazioni, noni antichi venne dipoi rinnovato. Co-
trasse il biasimo e l'odio sopra suoi i sì pure ne'rili e nell'atnministrazione de'

compaesani, ciò non deve far dimentica- sagramcnti quantunque discordassero


,

re le molte prove di fedeltà e di valore dalla Chiesa cattolica, nondimeno gliam-


che diedero i valdesi uclle guerre anti- cueltevano tutti uell'essenza e nel preciso
224 VAL VAL
nun)ero di 7. Animeltevono il sngra- e mg.' Charvaz. Inoltre osserva il lodalo
luenlo del battesimo con l'ucqua nalu» Semeria, che valdesi moderni e d'oggi-
i

iole,afrermando però non essere utile, giorno lungo tratto si sono allontanali
né necessario abbambini. Per quello che dalle dottrine de'primi loro settari e de'
appartiene alla contermazione, dice Rei- discepoli di Valdo, ossia sono più oltre
nero, contra Valdcnscs^ essi si mcravi- assai progrediti nell'errore e nelle novi-
gliavono che a* soli vescovi fosse lecito tà, in modo tale , che neppure un solo,
l'amministrarla^ onde tal facoltà esten- dice lo stesso p. Ricchinì, può trovarsi
devano anche a'Iaici. In quanto all'Eu- oggidì che contengasi ne' limiti , entro i

caristia, non negavano in essa la presen- quali Valdo loro capo si contenne. E per-
za reale di Gesù Cristo e la transustan- ciò sono valdesi di solo nome, unifor-
ziazione; ma errarono in questo, che cre- mi agli eretici degli ultimi secoli, inco-
devano non potersi far questo sagramen- stanti e varianti siccome gli altri tut-
to da'caltivì sacerdoti. Inuna parola, niu- ti. Insorte V eresie di Lutero e di Gal-
no di quelli che a fondo conobbe le dot- vino, e sulle loro orme fattisi ardimen-
trine de'valdesi non iscrisse mai ch'eglino tosi altri novatori, si studiarono di tro-
dannassero In Chiesa romana, perchècre- vare nella setta valdese un'anteriorità
deessa che l'Eucaristia offerta sull'altare o antichità de'perversi loro insegnamen-
siail sagrifizio delia nuova alleanza. Nel ti. A questo fine Bucero ed Ecolampa-
sagramento della penitenza non abroga- dio, oìinistri iW Sagramentari, ricevu-
vano l'uso e la necessità della confessio- tauna solenne deputazione di valdesi,
ne auricolare; ma solamente ammoniva- usarono di ogni sforzo neli53o per riu-
no, secondo Polichdorf, Contra haere- nirli alla setta de' Zuingliani, ossia de-
sim 1 aldensinm Iractalus^ che scrisse gli svizzeri, insistendo particolarmente,
nella metà del secolo XIII, loro creden- i perché volessero affatto abolire la sagra-
ti che Jion confessassero i peccali piti gra- mentale confessione delle colpe. E molti
vi a'sacerdoli della romana Chiesa, ac- si arresero, e quindi ne nacque un mi-

ciocché scoperti 7WIÌ fossero mandati al' scuglio ; ma Barbati (o Barbelti o an-
i

la podestà de'vescovi. L'estrema unzio- ziani ; e secondo il Bazzarini, i popoli del


ne non cancellavano del lutto dal nu- Piemonte, abitatori delle vallale di Lu-
mero de'y sagramenti, ma solo biasima- cerna, Angrogna, Perosa e s. Martino, a*
vano certi abusi, che sognavano essersi piedi dell' Alpi, verso Pinerolo, e sulle
introdotti nell'amministrazionedella me- frontiere del Delfinato,così nominali da*
desima. Andarono più errati intorno al loro ministri, ch'essi chiamano Barbes,
sagramento dell'ordine, poiché insigniva- per la maggior parte di religione piote-
no del ministero e della podestà sacer- stante. Il p. Ricchini spiega, Barbati, hoc
dotale qualunque laico dabbene. E final- est Valdensium ministri)^ più accorti,
mente non riprovavano il sagramento del non furono d' accordo in tulio, rispon-
matrimonio se non che in questo senso,
, dendo appunto, che con aderire alle
che asserivano peccare mortalmente i nuove propo!>te dottrine, venivano a de-
coniugi, ove abbiano commercio carnale cadere del proprio loro pregio di anti-
senza speranza di prole. Malgrado que- chilà, e coslanlemente ripugnarono. Ma
sti gravissimi errori, sarà sempre vero che ciò che non poterono ottenere gli svizze-
i valdesi sino aliSiy e più olire ancora, ri, lo conseguirono poco dopo Calvini- i

ammettevano il settenario numero de* sti nel 536 per mezzo di Guglielmo Fa-
I

sagramenti, e la vera sostanza de'mede- rei, uomo astuto e profondo raggirato-


simi, né censuravano per questo la Chie- re, da' pochi e deboli valdesi, che si po-
sa cattolica, e lo atTermaoo il p. Ricchiui sero sotto la tutela de'calviuisti, de'quu-
VAL VAL 2x^
li adollatìdo con amore molti errori, re- conseguenza di tal diploma, quantunque
carono loro in dono 4 secoli d'antichità. non possa dubitarsi, ch'essendosi inter-
posto per reprimere 1' ardimento
Trattando co'ministri Borbetti fece loro loro,
intendere che, alìratellandosi Co'calvini- non abbia realmente usato d'ogni giusto
sti, avrebbe trovato la setta valdese più mezzo che a ciò gli convenisse. Certissi-
autorevole protezione e più rapido avan- ma cosa poi è, che vescovi suoi succes-
i

zamento, mentre che, lasciata a se sola, sori non dimenticarono mai di applicar-

sarebbe rimasta sempre avvilita e neglet- si a questa infetta porzione del gregge
ta ; e queste speciose ragioni seppe cosi adoperando tutte quell'efficacissime
loroj

ben colorire l'uomo scaltro, che alla fi- maniere che al Vangelo sono più confor-
ne, cambiata dottrina, ossia alla propria mi, cioè persuasione, conferenze, esorta-
setta accresciutaed inserita 1' altra, de' zioni e limosine ; e Giglio medesimo,
loro maggiori non ritengono più che una scrittore della setta, non potè negare tal
Tana apparenza. E mentre calvinisti si i verità. Or mandavano in quelle valli sa-
lusingavano con questa scambievole u- cerdoti illuminati e edificanti, ora sagre
nione di massime e di sentimenti, di mol- missioni di zelanti cappuccini e di ge-
to guadagnare, gli uni e gli altri resta- suiti, or eglino medesimi andavano in
rono miseramente delusi, e fecero prati- persona in que'Iuoghi orridissimi, espo-
camente conoscere che, scossa l'autorità nendosi a penosissime fatiche, per tirarli

della Chiesa cattolica, sostegno e firma- sul retto sentiero. Cosiappunto fecero i
mento d'ogni verità, si corredi precipi- vescovi Giovanni di Rivalla, Lodovico
zio in precipizio. Ora col sacerdote Se- Romagnano, Giovanni di Compeys, gli
meria dirò ciò che di particolare i pre- arcivescovi Claudio di Seyssel, Antonio
lati della diocesi di Torino (oltre il rife- Provana, Carlo Broglia e più altri mol-
rito de'valdesi in tale articolo), ed i so- tissimi. Dalle gesta de'quali si rileva con,

vrani del Piemonte intrapresero, affin- prove indubitabili, che mentre pastori i

chè i loro errori non si dilatassero, con della cattolica religione operavano pel
danno della fede cattolica. 11 i.° vescovo ravvedimento degli eretici con zelo vera-
torinese che a questo Hne usò tutto il suo mente paterno, i ministri della setta in-
zelo fu Giacomo L Essendo egli andato vece colla malafede che mostravano,
nel i^og alla corte imperiale d'Ottone colle ingiurie con cui rispondevano, col-
IV, il quale in quel tempo era venuto in la durissima pervicacia con cui resiste-
Lombardia e in Homa,per avere solenne- vano ad ogni soavissimo invito, si tira-
mente la corona da Innocenzo III, gli rap- vano addosso quel rimprovero, già dello
presentò che certa razza d'eretici, i quali da s. Stefano f^os Spiritili Sancto re-
:

nella sua diocesi eran>i di fresco insinua- sisdtisj sicut patres vestrij ita et vos.
li, per errore traviali e per ostinazione Non minore sollecitudine mostrarono in
inflessibili, sol temeva la forza j ed Ot- ogni tempo i sovrani che governarono il

tone IV alle domande del vescovo accon- Piemonte, per estirpare dagli stati loro
discendendo, gli fece subito spedire il di- l'eresia, ben persuasi che coloro quali i

ploma che riporta il Semeria. In esso si scuotono l'ubbidienza alla Chiesa, si ri-
dice, volere estinguere l'eretica pravità, voltano ancora audacemente contro il
punirla severamente e dal consorzio de* Irono, ogni qualvolta l'occasione sia loro
fedeli per tutto l'impero separare. Per- propizia, e solo temono la giustizia del
tanto gli die autorità di espellere ed es- principe ed affettano sommissione per-
purgare la diocesi di Torino dalla zizza- chè mancano d'armi e di forza. La real
nia seminata falsamente dagli eretici val- casa di Savoia non era ancor ben fer-
desi. S'ignora l'operato di Giacomo 1 in ma in Piemonte, allorché dal Lionese e
VOL. Lxxxvir. i5
326 VAL V A L
dal DelHnnto nascostamente s' insinua- pò ne forza per distruggere la zizzania
rono valdesi nell'Alpi Cozie ; anzi in di-
i che d'ogni parte opprimeva i cattolici; ed
verse marche stando continuamente agi- i decurioni di Toiino sostennero non po-
tali e divisi i popoli subalpini, poterono ca fatica e sollecitudine in preservar la
quelli radicarsi ed estendersi in ({nell'or- città dall'infezione. In questo slato di co-
rido paese, tanto più facilmente, inquan- se ritornò ne' suoi dominii trionfatore il

to che, essendo poveri, laboriosi e rinta- dùca Emanuele Filiberto, e non sì tosto
nati, non solevano uscire a recar mole- ascese il trono de'suoi maggiori, che rin-
stia. Però subilo che ben li riconobbero tuzzò l'orgoglio de'religionari, per modo
i principi d'Acaia (ramo delia casa di Sa- tale, che li tollerava nel suo territorio,
voia che dal lagS al i4«B signoreggiò se volevano vivere pacifici sudditi, ed
una pai te del Piemonte, da Rivoli sino al inesorabilmentn li puniva, se faziosi. Pro-
Po e alla Maira, limite allora del mar- misero allora d'osservar le leggi, e non
chesato di Saluzzo, comprese le città di oltrepassare i giusti confini che loro ve-
Torino, Pinerolo e Carignano, cui s'ag- nivano assegnali; ma presto audacemen-
giunse quella di Sa vigliano nel 32o) ed 1 te trasgredirono le prime e violarono i

i magistrali di Pinerolo, procurarono va- secondi ; e 12 e più templi avevano in-

lidamente opporsi alla propagazione del- nalzato alla propria sella nel secolo se-
l'errore; e difatti il principe Giacomo nel guente. Carlo Emanuele I suo figlio, vo-
i354 avendo scoperto che alcuni val- lendo ridurli al dovere, fu costretto a im-
desi eransi insinuati nella valle di Lucer- pugnar le armi per ispogliare gli armati
na^ ordinò che incontanente fossero car- eretici, sedicenti sempre valdesi ; e loro
cerati. Altre severe precauzioni pratica- malgrado dovettero fremendo restrin-
rono Fdippo, pur principe d' Acaia, la Nel memoriale da'val-
gersi e contenersi.
duchessa Jolanda vedova del b. Amedeo desi diretto a Carlo Emanuele I nel 1 585,
IX nel 1476» Carlo I duca di Savoia nel protestarono che professarono il loro cul-
1484» e il duca Filippo II nel 1496. Oc- to da alcune centinaia di anni segreta-
cupale dall'armi francesi nel i535 To- mente, e da 3o anni circa palesemente.
rino, Possano, Pinerolo, Chivasso, Lavi- £ nuovamente insorsero, vantando di-
guano, Mondovi e altre piazze, si riem- ritti che non avevano, e pretensioni e

pirono le valli non solo d' Angrogna e privilegi che per tolleranza, e non pei*
di Lucerna, ma quasi tulle le terre del giuslizia,erano stati loroconceduti. Quin-
marchesato di Saluzzo e dell' adiacenze di il successore suo Vittorio Amedeo I,

di Castel Delfino, d'ogni sorla di eretici ; cercò pure di mortificarli; così pur fece
e quello che peggio fu, di moltissimi a- dopo di lui la duchessa vedova M." Cri-
poslati che dal seno d'Italia là accorre- stina, reggente gli stali ; ma erano qua'
vano per vivere impunemente in ogni tempi scabrosi ed agitali da guerre stra-
più sordido libertinaggio. Cosi ingrossali niere e domestiche, e gli eretici sapevano
e frammischiati traviati e i religionari,
i profittarne. La meraviglia è, che i fazio-
alzarono tanto la fronte audace, che edi- si volevano negoziare e pattuire co'pro-
ficarono il I ."loro tempio nel 1 555 in An- pri sovrani, come se principi fossero pur
grogna, e là cominciarono ad esercitare eglino indipendenti; ed il peggio ancora,
in pubblico quello che vantavansi d'aver che ogni volta ch'erano costretti a cede-
fallo centinaia d'anni con maggior pu- re alla forza imperante, giacché non vo-
rità e rispetto de' supremi. Carlo IH il levano soggettarsi per dovere, altamente
^MO/20, espulso da Torino per l'usurpa- si lamentavano, quasi a torto fossero per-
2Ìone de'francesi, e ritiratosi in Vercelli, seguitali da'duchì di Savoia, e spediva-
ed ivi molto nel 1 553, non ebbe più tem- no ambasciate alle corti de'priocipi stra*
VAL VAL 227
nieri, con nera calunnia rappresentando li d'Inghilterra e di Olanda, guidati da
di essere violentati nella coscienza e nel un parente di Cromwell,detto Moreland,
pacifico esercizio della loro religione; es- i quali interposero i loro uffici in favor
sere una tirannia il tirarli coli* armi al de'valdesi, e dove pigliarono origine que-
calfolicismo, e frandolentemenle taceva- gli annuì sussidii che questi religiouari
no le conventicole, l'assemblee, i sinodi, tuttora ricevono dagli Anglicani**. Ag-
gli ammutinamenti che tenevano contro giungerò solamente, che i valdesi alteri
ogni buon ordine dello slato, e senza la per l'aperta protezione straniera loro ac-
giustissima sorveglianza del principe. E cordata, e profittando dell'imbarazzo in
ilSemeria che ciò narra, ed il Roreneo cui era il Piemonte, oppresso da lungo
o llorenconel cap. xxii ne adduce le prò* tempo da guerre intestine ed esterne, era-
ye di fatto innegabili. Il recentissimo no divenuti più che mai temerari. Di-
scrittore della Storia della monarchia dì strussero il forte della Torre, si sparse-
Sa^'oia^per uso delle regie scuole^ stam- ro per le valli di Susa e di Saluzzo, né
pata a Torino nel 1 835,racconla a p. 1 08. dissimularono il progetto diformareuna
« Le popolazioni de* valdesi, non conte- repubblica indipendente rinchiusa nel
nendosi ne*limiti già stati loro assegnati Piemonte, lusingandosi che tutti gli slati
da Emanuele Filiberto, andavano esten- protestanti dell'Europa armati si sareb-
dendo le loro possessioni sopra altri ter- iDcro in loro favore. Il duca di Pianezze,
ritori!, come nelle valli di Lucerna, di incaricalo di sottometterli, mostrò un ri-
s. Martino e di Perosa : vi seminavano gore eccessivo ; de'reggi menti bavaresi e
le loro dottrine, vi facevano orribili in- ungheresi agli stipendii del duca di Sa-
sulti al culto cattolico, non volendo che voia, i quali duranti le guerre del Pie-
si esercitasse tra loro. Scacciarono per- monte si erano avvezzati all'indisciplina,
fino i cappuccini dal convento di Villa- si abbandonarono a non poche crudel-
ro, e ne misero in fiamme il convento e tà. 1 valdesi dal canto loro si difesero
la chiesa. Comandati dal duca Carlo E- con un coraggio incredibile : delle botti
manuele il di ritirarsi entro gli antichi vuote, empiute di borra internamente,
loro confini, non vollero ubbidire, essen- formavano loro de' baluardi mobili cui
do istigati alla sollevazione dal Léger, facevano rotolare dinanzi ad essi quando

ministro del loro culto ( cioè lo storico andavano all'assaltOjC cui si strascinavano
summenlovato, e secondo Bossuet il più dietro ritirandosi. Finalmente l'ultima lo-
ignorante e il più prosontuoso degli uo- ro trincera, cui chiamavano la loro Ro-
mini; era pastore di s. Giovanni, succe- chelle (ultimo propugnacolo in Francia
duto nell'uffizio allo zio Antonio,del qua- de'calvinisti ugonotti), nella sommità del-
le si ha un'arringa, De TValdensiuni la valle d'Aiigrogna,venne presa d'assalto.
ortu et progresso)y uomo fanatico e per- Si può vedere le Memorie storiche sul-
verso, che, come fu il perfido eccitatore la casa di Savoia^ di Costa de Beaure-
di quella ribellione, così ne fu lo storico gard, t.213-219. Léger scampato
2, p.
malignoecalonniatore, per astio che por- si salvò in Francia, dove
a tante stragi,
tava contro il duca di Savoia. Una fune- compilò una 3Iemoria, nella quale con
sta guerra si accese, ed enormi crudeltà molte falsità cercò di discolpare i suoi
si commisero da ambe le parti. Piisuona- fratelli religionari dall'accuse mosse con-
vano di gemiti e di strida quelle valli ri- tro di essi, e fu autorizzatoa fare in Fran-
poste, solite in prima ad echeggiar de' cia una colletta a loro favore, avendone
canti e suoni pastorali. Sangue, fame e Cromwell fatte premure a Luigi XIV.
desolazione le coutristarono,ec.... Furono Le'ger intervenne in nome de'valdesi nel
allora veduti calar in Piemonte deputa- i655 alle confeienze di Pinerolo, la cui
ii8 VAL VAL
si regolarono le ricliieste de'protcstanti; des roiSf avec un precis sur les Vnu^
fu loro accordato un perdono generale, dois, et une notice sur les BarbetSj par
e sotto diverse condizioni il libero eser< AIaranda,\\ c\\ia\e inoltre falsamente af-
cizio del cullo loro. Dopo la morte di Car- fermò che l'eresia de'valdesi fu condan-
ioEmanuele li nel 67 5, gli successe Vit-
1 nata ne' due concilii di Vercelli nel se-
torio Amedeo li, il quale dolalo di co* colo XI, e di Tours nel 1 165 o 1 167,
raggio imperterrito, non temeva nessu- ne' quali non furono neppur nominati.
na potenza d'Europa. Inasprito pur egli JN'è qui risleltero i valdesi: violando i

armato nel-
da'sediceuli valdesi, portossi confini assegnati, uscirono a diramarsi e
le loro valli nella primavera del 1686, e coabitare fra' cattolici; così mostrarono
sì terribilmente gli sconfisse, con levar la propria loro indole; così de* governi
loro anche i teneri fnnciuUi, che data Io* stranieri in Piemo nle profiltarono a dan-
ro una legge, non ebbero più baldanza no dello Stalo e della Chiesa ; così pro-
di violarla ne in quel secolo, e neppure varono che la presenza della real casa di
nel seguente (dipoi a vantaggio de'calto- Savoia sol temerono per la forza, e mai
lici di Lucerna e altre valli, vi mandò il non amarono per dovere, ne mai l'ub-
suo confessore b. J^alfrc^ il quale vi ope- bidirono per sentimento. Il tutto aller-
rò quel bene che ricorderò nella sua bio- ma lo storico Semeria, terminando il suo
grafia). Anzi nelle guerre del successore dire. « Ma finalmente, per le cure della
Carlo Emanuele Ili, prestarono il de- città di Pinerolo, quell'ospizio è stato
bito soccorso alia sua casa. Questo ma- rivolto ad un collegio di pubblica e cat-
gnanimo re, con provvida munificenza tolica istruzione;ed altro pio ricovero è
fece fabbricare nel 1754 in Pinerolo un slato aperto a benefizio de* catecumeni,
grandioso ospizio, onde quelli chetante e sperasi ancora qualche asilo o stabili-
volte tralasciano d'abiurare l'eresia pel mento maggiore ". Ciò però egli
assai
timore di non ricevere più verun sussi" scriveva nel 1840.
dio da' parenti, volendo ritornare alla L'imperatore de'francesi Napoleone!,
Chiesa cattolica, trovassero un aperto ri- ebbe col pastore de'valdesi un colloquio,
covero gratuito, colta istruzione, un'ar- dopo il quale i ministri del culto valdese
te o civil mestiere, per cui intuito il tem- furono salariati come quelli degli altri
po di loro vita non fossero esposti alla culti dell'impero; assegnando a loro so*
mendicità. Benefico e sapientissimo di- slentamento delle terre per la rendita di
visa mento. Fremeva d'indignazione, ma 1000 franchi, ed aggiungendovi dal te-
taceva, la vicina eresia in vedere erigersi soro 200 franchi, quali trattamenti fu-
i

questo pio e generoso monumento, de- rono neli8i4 soppressi alla restaurazio-
gno della religione de' sovrani del Pie- ne del reale governo sardo. Però con or-
monte; ed esultò di allegrezza, quando dinanza del re Carlo Felice, de* o gennaio 1

i francesi usurpalo il Piemonte sulla fine 1824, fu data a'valdesi facoltà di costrui-
del secolo passato, ottenne quel sagro e re un ospedale pe' loro poveri malati, e
beneficentissimo asilo a sua disposizione. di farlo amministrare da un oiedico e
Ciò avvenne nel 1800 con un decreto da chirurghi della loro credenza. Leggo
della Commissio fi executive duPiemont^ nel Memorandum storico politico (idi ri-
art. 4> per cui l'ospizio, tolto a'catlolici, spettabile conte Solaro della Margherita,
fu dato a' valdesi ! ed il ministro prole- già ministro e i.° segretario di stalo per
stante Mondone, io nome de'raedesimi, gli a Ila ri esteri del re di Sardegna Carlo
ne prese formale possesso. Fu poco dopo Alberto, che l' Inghilterra, allora al go-
saccheggialo interamente, conie si legge verno sardo così poco favorevole, a mo«
nel Tableau du Picmont sous le regime tivo che propugnava la legittimità nella
VAL V A L 229
Spagna, volle nel iSSy intervenire a so- da, e nel Irallalo di Torino del 1704 f«a
stegno de'valdesi delle valli di Piemonte, ilmedesimo sovrano e la regina d'Inghil-
che non avevano ragione alcuna dì lagnar- terra Anna, vi furono articoli segreti ri-
si del generoso modo coti cui erano dai guardanti i valdesi. lli.° trattato aveva
re trattati. S'incaricò l'inviato britanni* per oggetto di far loro perdonare le ri-
co Foster di trasmettere all'encomiato bellioni di cui eransi resi colpevoli i val-
conte accompagnata da una sua nota, u- desi , di tar cessare le misure di guerra
na rappresentanza d'alcuni sudditi vaU prese in loro odio, e di restituir loro il

desi al re, quali richiamavano contro


i beneficio degli editti di tolleranza; nel
l'applicazione degli editti antichi in vigo* 1° trattato nulla di più si stipulò a fa-
re a loro riguardo. Il re Carlo Alberto, vore de'valdesi; ma è questo trattato me-
a fronte di si potente avvocato, e delle desimo quello in cui l'Inghilterra s'im-
circostanze del momento ,
giustamente pegnava a guarentire alla casa di Savo-
non piegò nel sostenere i suoi diritti , e ia la successione eventuale alla corona di
cosÌL respinse la straniera in-tervenzione. Spagna, e sembrò al conte non essere il

A tale effetto ebbe il conte ordine di ri- momento a scegliere dall'inviato inglese
spondere ufficialmente all'inviato inglese, per richiamarne la memoria. Nel seguen-
essere il che alcuni fra' suoi
re sorpreso te 1 838 il re Carlo Alberto promulgò uà
sudditi avessero cercato un intermedio codice di leggi civili^ in cui primamente

straniero per sottomettergli le loro rap- dichiarò: La religione cattolica apostoli-


presentanze; che quanto al modo con cui ca romana è la sola dello stato. Gli al-
erano trattati i valdesi , il re dacché era tri culti attualmente in esso esistenti, so-

trono non aveva emanato alcu-


salito al no semplicemente tollerati. Indi nello
na disposizione che restringesse le con- statuto costituzionale che nel 1848 Car«
cessioni loro accordate da'suoi predeces- lo Alberto die al regno, ripetè: La reli-

sori; che non era di sua dignità far caso gione cattolica apostolica romana è la so-
dell'epiteto di odioso, dato agli editti che la religione dello stato. Gli altri culti ora
i di lui antenati avevano emanatoin tem- esistenti , sono tollerati conformemente
po di guerre civili e di ribellione per par- alle leggi. Neh 836 vennero alla luce ia

te de'sudditi valdesi, editti d'altronde as- Parigi l'anonime e già celebrate: Recherà
saimen severi a riguardo de' protestanti, ches historiques sur la véritable origi-
die non lo fossero quelli emanati a ri- ne des P'audoisy et sur le caractère de
guardo de' cattolici in altri stati. Questa leurs doctrines priniitives. Il venerando
risposta e specialmente per l'ultima allu- autore rog.*^ arcivescovo Charvaz vi po-

sione potè spiacere all' inviato inglese, se per epigrafe quanto nell'articolo J^al-
ma chiuse la discussione e non si cedette desi disse il Bergier nel suo Dizionario
alle rimostranze del possente governo an- enciclopedico della Teologia^ dell'Ere-
glicano. Eravi inoltre una circostanza as- sie ec. Non esservi forse netta alcuna^
:

sai pungente, che il conte della Marghe- di cui V origine sia stata piti contestata
rita dichiara non convenirsi esprimere di quella de Faldesi^ che abbia dato luo-
nella risposta ufficiale alla nota del Fo- go a racconti piìi opposti e a maggior ^

ster, in cui si rammentavano trattati che i numero di calunnie contro la Chiesa ro*
guarentivano a'valdesii loro privilegi, ma mana. L' illustre e dotto prelato si pro-
che potè benissimo essere enunziata sen*' pose di decidere perentoriamente una
z'aria di recriminazione ne'discorsi ver- contesa, con tanta ostinazione e si ingiu-
bali. Nel trattato concluso all' Aia nel stamente sostenuta, che sembra perfino
1690 fra il duca Vittorio Amedeo li, da quando a quando irritarlo, e vi ha ra-
riughilterra e gli stali generali d'Qlaa- giouedi giudicare, ch'egli sia riuscito pie-
%Zo VAL VAL
nomenfe nel suo intento, siccome propu- fantastiche, discopre la verità che li con-
gnatore zelantissimo della Cliieiia cattoli- danna, e gl'invita nel teuìpo stesso a ri-
ca; poiché è dinìcile immaginare in qual tornare alla grande unità ch'ebbero tor-
maniera i valdesi e i loro sostenitori pos- to d'abbandonnie. È grande pure sotto
sano resistere e contraddire alle autorità il rapporto politico, perchè giustifica mol-
e agli argomenti co* quali gì* incalza , e te disposizioni della casa sovrana di Sa«
uuovamenle involgere nelT oscurità de' voia verso di quale, non che gli
essi, la

secoli precedenti la loto origine, ch'egli abbia trovati, avendoli anzi ammessi ne*
mette in chiara luce, colla storia e co' suoi dominii a certe conilizioni, doveva
documenti pazientemente ricercati e fe- esigerne 1' adempimento , e pt»nirne le
delniente riferiti, e fissa con incontrasta* violazioni. Jacopo Gretsero tratta di fa-

bile autorità ad evidenza al secolo XII, vola assurda le pretese dell'antichità de*
come già raccontai in principio. Di si valdesi, nelle Pv olegomena in Se ripio ves
pregievole libro se ne legge il più inte- contra Sectain Faldensium^ e. i. H lo-
ressante per sonimi capi, nel t. 5, p. 76, dato compeudiatore delle Ricerche stori-
degli ylunali delle scienze religiose, il che sulla origine de' Faldesi^[evm\niì con
cui dolio autore del compendio vi pre- dire, w Percorso, sulle tracce sicure del-
mise sapienti e utili osservazioni sulla l'autore mg.' Charvaz, il tortuoso labe-
Chiesa di Gesù Cristo, e sulle pretensio- riuto delle supposizioni e de' sistemi da
ni de'sedicenti riformatori. 1 valdesi ri- essi immagmali per provare la discen-
tengono, che la loro storia sia grande e denza apostolica di loro setta , bisogna
importante, e che sia // monumento più poi e fermarsi al secolo Xll, e riconoscer-
imporlanle di quella del Cristianesi- ne in esso la vergognosa generazione da
mo jeù inoltre assicuri loro la gloria d'es- Valdo. La quale sua origine sfpiega come
sere siali trascelti dalla Provvidenza a questa setta, nudrita di menzogne e di
conservare intutte le delirine evangeli- errori, riprovata dalla Chiesa , cresciuta
che, di avere fedelmente compiuto una nella nudità e nell'ignoranza, sia giunta
sì solenne missione con solhire crudeli ad olfiirsi quale schiava, e vendersi con
persecuzioni, e del sangue loro bagnan- ignominiosa prostituzione al Calvinismo!
do le monlague e le valli deh' Alpi, e di Oh ! potesse ella ormai squarciare il ve-
avere così formato Vanello d' unione tra lo di sua funesta illusione , e rompendo
la prinntiva Chiesa e la Riforma^ conìe le catene che la ritengono, sorgere, per
òóiHistoire des
scrissero, prinìa l'autore ritornare all'unità cattolica, da cui non
Vaudois^ ou des hahitans des Falléts avrebbe mai dovuto allontanarsi! Oh! vo-
occidentales du Piemonte Paris 796, at- 1 glia il cielo, chela storia dell' origine de*
tribuita ad un ministro della setta chia- valdesi, possa , come luce di salutare ri-
mato Guido Brez; poi l'altro valdese nel- velazione, penetrar nelle valli, e risplen-
Vllistoìre des Vaudois des Fallées du dere così agli occhi loro che riscuoten-
,

Piemont par A. i)7f/5/oAi Paris 1834. , dosi alfine dal lungo affascinamento io
Grande è veramente questa importanza cui giacciono, rendano omaggio a quel-
sotto il rapporto religioso, perchè la sto- la fede ch'è l'unico mezzo di salute, e la
ria chiarisce essere recente la loro origi- sola sorgente di ben fondate speranze |

ne, e perciò vane e ridicole le loro pre- Serva loro d'incitamento a questo fine ii
tensioni; perchè dichiara l'assurdità di lo- vedere le stesse comunioni protestanti,
ro dottrine, e i cambiamenti ch'esse su- nelle quali si afildano, ormai prive di fe-
birono in vari tempi, i brogli de' valdesi de ne'lorodogmi,e ridotte nelle loro cre-
presso i pretesi riformatori e viceversa; e denze ad un vago Razionalismo , che
perchè dissipata l' illusione di loro frasi soffoca i sentimenti come confonde l' i-
VAL VAL 23r
dee .... Questo voto è pur quello che ci del successore di s. Pietro, ed eletta dal
nasceva in cuore nel percorrere, che uoi cielo a diffondere fino all'estremità della
facemmo, le Falli de P^aldesi. Possia- terra la luce della divina rivelazione, sia-
mo uoi nutrire qualche speranza di veder- no ancora venti e più mila infelici, che
lo un giorno compiuto? Due grandi o- sotto il nome di J^aldesi ^ protestano
staceli a nostro avviso si oppongono, i. contro l'autorità e V insegnamento della
La ignoranza de'più di loro, che non po- Chiesa di Gesù Cristo, impediscono all'I-
tendo andare in traccia della verità da talia di conseguire il primo e più bel van-

se stessi, non ne sono istruiti da'loro pa- to , di cui possa andar superba in faccia
stori, a'quali questa ignoranza dà luogo a tutte le nazioni, Tunità cioè di creden-
di tener viva neglianimi Tantìpalia ver- za e di culto, e giacciono profondamente
so le credenze cattoliche, il perchè po- avvolti nell'ignoranza e nell'errore (egli
chissimi leggeranno le Ricerche storiche è per questo, che deplorando anch'io sif-
sulla loro origine. 2. Lo interesse de* vai* fatta eccezione, in quest'articolo alquan-
desi:imperciocché non si tosto si move- to più mi diffusi, in proporzione di quel-
rebbero a riconciliazione colla Chiesa ro- li di tale genere). Nel mentre che la Chie-
mana, che verrebbero loro meno i sussi- sa ha cagione di rallegrarsi di molte lon-
dii, che straniere nazioni protestanti co- tane popolazioni di Asia, di America, del-
me a terra santa mandano nelle valli, e l'isole de'mari australi o Oceania, cheen-
cesserebbero gli slipendii, che ne ricevo- tratedi recente nella sua comunione ne
no i ministri del culto. Stravagantissimo riconoscono l'autorità e la salutare loro
rivolgimento di cose! Col pretesto di se- salvatrice e madre, e per cui si eressero
guire la povertà evangelica e per tenere e si vanno erigendo tanti Vescovati e tan-
in abbom inazione i beni terreni, nel Xll ti Vicariati apostolici (/^.), non può a
secolo si separarono dalla Chiesa cattoli- meno di gemere sopra i valdesi , che po-
ca, ed ora non vogliono ritornare al suo tendo esperimentare dappresso gli elfelti

seno per tema di perdere i beni che posse- delmaterno suo amore^ ributtano ogni
dono e col desiderio di accuuìularne ogno- mezzo di persuasione e di riconciliazione
ra de'maggiori ! 11 cuore a silFatte riflessio- con lei (E opportuno che io qui con re-
ni resta oppresso da sentimenti di pietà ligiosa gioia aggiunga, che il desidera-
e di dolore, ma l'animo trova un confor- tissimo ristabilimento della gerarchia ec-
to in pensare, che Dio permette così l'o- clesiastica cattolica d* Inghilterra e d'O-
perazione dell'errore per fare ognor me- landa, cioè in regni acattolici, colle metro-
gliocomprendere a'popoli a quale accie- politane di IVcstinìnster ed' Utrecht^ ol-
camento e termine miserando si giunga tre l'erezione della provincia ecclesiasti-
quando si è scosso una volta il giogo del- ca pe'valacchi greco-cattolici in Transil-
la legittima autorità della Fede. U. R. D. Vania, preparate nel pontificato di Gre-
S. P. " Questo medesimo zelante e dotto gorio XVI , in questo del regnante Pio
scrittore ci diede poi neli844» "c'mede- IX pel suo zelo e con tanta sua gloria
simi /4 finali delle scienze religio se ^
19, 1. ebbero felicissimo effetto, nel modo co-
p. 1 81 : Riflessioni in occasione di due di- me lo celebrai con riverente animo in ta-
scorsi detti nella cattedrale di Pinerolo li articoli). Oltre le Alpi sono città e pro-
per l'abbiura di ventiquattro P^aldesi, e vincie, che dopo avere dato dentro all'e-

stampati col titolo di - Considerazioni resie del secolo XVI , alla fine dal duro
sul Protestantesimo. Comincia sapiente- giogo per propria loro virtù si riscossero,
mente con dire: Pviesce cosa ad un ani- o ne furono redente per opera di evan-
mo cattolico troppo piti dolorosa il vede- gelizzatori cattolici; ma i seguaci di Val-
re, che io Italia^ stabile e gloriosa sede do da 7 secoli perseverano nel loro sci-
a3a VAL V A L
sinH) ^entóno ancora rinfelicilù e il pe-
riè probabilmente ameranno meglio a-
lica,

ricolo del loro stato, fuori della Chiesa dollarne ciecamente gli errori. Frattan-
non essendovi la salute eterna, anche pel to in Italia, e in uno degli stati d' Italia,
riferito nel voi. LXXIX, p. 73. In In- ove i popoli furono sempre figli docilissi-

ghilterra, e in talune parti di Germania nti della Chiesa, ove i principi si recaro-
e di Svizzera, gl'ingegni più elevali sono no sempre a dovere ed a gloria di farsi, fi-
orinai compresi dal bisogno di sottomet- no dagli avi loro antichissimi, sostenitori
tere la ragione alla fede, imperocché per- delle doltrine e del cullo cattolico, i val-
corse tutte le fusi del razionalismo, pa- desi continuano nel loro religioso dissidio.
dre funesto d'ogni errore possibile, senza Singolarissima ed affliggente condizione l

trovarvi il riposo degli animi, ben avvisa- Sorsero già uomini che per tra-
iti Italia

no che sarebbe follia il ricominciare il viamento d'animo e abuso d'ingegno non


ciclo delle mostruose sue trasformazioni. furono da meno de'più famosi fondato-
I valdesi invece, per loro sventura, inca- ri e capi della sedicente riforma, che niu-
paci d'innalzarsi di per se all'altezza di ri- no ignora di qual tempra furono Pucci,
flessione che si richiede, sono tuttavia, Cellino , due Socini, Gentili e altretlali.
com' erano molle generazioni passate , Ma le loro prave dottrine non poterono
schiavi di deplorabili pregiudizi, e dura- a lungo radicare in Italia, né eglino stes-
no costanti nella protesta, che nel i83o si sperarono di vedervele trapiantate. Il

reiteravano per mezzo di Bert, uno de' perché tutti, alfine di dare sfogo all'intem-
loro ministri: Le livre de Faniillcy Genè- peranza de'Ioro pensieri, esularono dal-
ve i83o, di consentire nella sana dot- lapatria, e in seno d'altre nazioni, giù
trina con tutte le chiese Riformate di traviate e meglio disposte a seguire gli
Francia^ d' Inghilterra^ de. Paesi Bassi, empi delirii, versarono la piena di nuovi
d'Alemagna, di Svizzera, di Boemia, di E una mano di stra-
perniciosi errori,
Polonia, di Ungheria ed altre, quale e nieri,un pugno di fanatici, un drappello
espressa nellaConfes sione d'Ausburgo, di uomini denominati anche insabaltati,

secondo la dichiarazione che ne ha data 4oo anni prima dell' eresiarca Lutero,
V autore, e promettono inviolabilmente muove da Lione, traversa le Alpi, ripara
di perseverarvi in vita ed in morte. nelle valli presso le sorgenti del Po, recan-
Ora, come e quanto queste chiese pretese dovi tutte le colpevoli e grossolane inno-r
riformate, alle quali valdesi miseramen-
i vazioni di Valdo; di colà sfida gli anate-
te sono ligi, sieno concordi fra loro, cia- mi de'Papi e de'concilii, resiste del pari a*
scuno lo conosce: basii il dire con Esslin- caritatevoli inviti, alle minacce e all'armi
ger, Entretiens familiers , p. 45> che i de' principi, e dopo lungo seguito di vif
membri della medesima setta, che si a- cende, dura tutta via e cresce in quell'an-
dunano nel tempio medesimo, non con- golo remoto, ma pure osservabilissimo
vengono punto fra loro, e coloro che si d'Italia: tribù italiana sì, ma che per lin^

occupano più della religione, i dottori e guaggio(il valdese Muston nel falso siste-
i ministri sono divisi sopra tutti i punti ma d'antichità di sua setta, contro il ver
di loro erronea credenza. E' dunque giu- ro pure pretende ,
giudicandone da soli
stamente a temere, che ove Dio non soc- 34 vocaboli da lui trascelti e fatti elastici,
corra colla sua misericordia, fino a che che il dialetto valdese si scosti meno dal
saranno di qualsivoglia maniera eresie e latino degli altri dialetti piemontesi. Ma
selle nel mondo, i valdesi, anziché porsi osserva l'autore del sunlo delle Ricerche,
da per se stessi con sincera disposizione e col quale vado discorrendo, che sarebbe
alla ricerca del vero, e muover passo per dare al rustico linguaggio valdese un'as-
l'iqopgiungersi alla grande famiglia caltQ- sai più probabile, comechè troppo glorio-
VAL VAL 233
sa, parentela col Ialino, facendolo semplì- rose sollecitudini, che per tener inceppa-
ceoiente derivare dal celtico latino usato li i valdesi nell' errore si danno i prote-
iu Francia, o dal Ialino molto usato in I- stanti d'inghillerra e di Prussia, d'Olan-
talia anche posteriormente al secolo X, o da e diSvizzera.Tengono eglino nelle valli
da quello della Chiesa cattolica e roma- un loro emissario,che vegli di conti nuo so-
na, a cui le valli appartennero fino al se- pra di essi, somministri buone pensioni a*
colo XIII, come antica signora dell' Alpi ministri de'medesimi, provveda a'ioro bi-
Cozze, già uno degli Stati della s. Secle)^ sogni, prevenga i loro desiderii, alimenti i

per credenza, per cullo dissente da tutta loro pregiudizi contro i cattolici, e ponga
Italia, e ad essa in certa guisa insulta, se in opera tuttociò che giovi a distogliere
non per proposito deliberato, almeno per dall'occasione e dal pensiero di conoscere
consueludine antica; imperocché si oppo- e ripudiare gli errori di loro setta, allea-
ne e maledice alla verità e alle pratiche no di essi fece ne'Iuoghi più comodi eri-
religiose nelle quali sono riposti I onore, gere spedali, scuole e collegi. Quelle na-
il bene, la vita d'Italia, ed accoglie impu- zioni lontane non perdono un istante di
nemente tulle le menzogne e le idee, che vista i valdesi: luterani, calvinisti, angli-
in ordine alla morale e al dogma sono al- cani pongono ogni studio in tenerseli ligi
l'italiche, eh' è quanto a dire alle cattoli- e ben disposti ad ogni loro volere, e noi
che verità, più contrarie. Un fenomeno cattolici potremo rimanerci spettatori
di questa natura, sì durevole, e che per indifferenti e inoperosi di vedere perpe-
le circostanze dalle quali è accompagnato tuarsi in Italia una generazione di uomi-
può dirsi unico negli annali della storia ni sempre pronti ad ammettere come ve-
ecclesiastica, merita certamente 1' atten- rità incontrastabili, senza pur compren-

zione di tutti coloro a'quali sta a cuore la derne il senso, senza discussione e senz'ec-
salute eterna de'fratelli, l'incremento del cezioni, tutte l' invenzioni, le novità, le
corpo mistico di Gesti Cristo, e 1' unità teorie arbitrarie e proteiformi che piace
medesima dell'Italia ; quella unità cioè loro importarvi! Poiché sia pur vero, che
che più monta, quella che soprattutto de- i valdesi non agognino di far proseliti, il

ve sperarsi e che sola può conseguirsi, che può esser effetto di loro ignoranza, non
l'unità di dottrina e di fede , condizione che dell'inutilitàde'loro tentativi, ma per
essenziale performare degl'italiani un sol lo contrario si rendono loro proseliti doci-
popolo raccolto in un solo ovile, sotto un fissimi di qualsiasi innovatore, cui riesca
solo pastore , e stretto dal vincolo più aver qualche influenza nelle valli. T)e\^
santo, più fratellevole, più forte che pos- r antiche loro dottrine più non serbano
sa esservi, dal vincolo della stessa reli- che il nome e principio di ribellione alla
gione e dello stesso culto. Quindi l'au- Chiesa; essi ammisero quasi tutti gli er-»
tore delle Bijles.sioni ragiona sul conse- rori d'oltremare e d' oltremonti. Rmfac-
guimento dell'unità cattolica dell'Italia, ciarono al clero cattolico di possedere be-
mancare il ritorno alla Chiesa della popo- ni terreni, adottarono una povertà volon-
lazione valdese, senza la quale non sarà taria per rinnovare i tempi apostolici, ed
mai integralmente costituita, ed essere o- al presente subentrò negli animi loro af-
pera meritevole de' maggiori sforzi della fetto grandissimo alla ricchezza e somma
carità cattolica per procacciarla, pe'senti- avidità a' guadagni. Non riconoscono ge-
rnenti di religioso zelo che l'informa, de- rarchia, per avere ciascun valdese potere
plorando la perdita di tante anime, men- e qualità di sacerdote, e non ammettono
tre per una sola geme la Chiesa per la ca- il sagramentodelTordine. In appresso se-
rità da cui è sempre e vivamente anima- guendo i luterani e i calvinisti, non volle^
ta. E dall'altro canto osserva le premu- ro più di due o tre sagramenti j a' nostri
3.34 VAL VAL
giorni rimisero in voga quello cieli' oihIì- noscere Perrore è la prima condizione in-
ii« oiule nel 1841 consagiarono un loro dispensabile ad abbiurarlo, e come il co-
n^inislro, e discussero il progetto di far noscere la verità è il primo passo a tener-
consograre un vescovo olla foggia ungli- la in pregio, e il pregiarla conduce ad a-
cnna. Una volta non avevano cullo pub- marla. A'valdesi non è dato conoscere la
blico, e di presente hanno templi, ceremo» fallacia dciriusegnamento de' loro mini-
iiie e liturgia stampata nel 1 887 a Edim- stri, l'inganno deplorabile di cui sono vit-

burgo, ristampando il loro catechismo. time, perchè gli stessi ministri pongono
Trovano lodatori i quali mandano a cie- ogni studio in mantenere la loro igno-
lo, con quanta verità lo sa Dio, la bontà ranza, come principal fondamento di lo-
di loro indole e di loro costumi, le loro ro autorità. Vegliano di continuo, affin-
credenze e il loro culto, come da ultimo chè nelle valli non s'introduca alcun li-

più di recente il Fcch'ral,^\o\'-


JVlustol, e bro alto a illuminarli. Usano ogni arte
naie di Ginevra, con 3 articoli, celebran- per impedire la dimestichezza co' preti
do i valdesi qual popolazione scelta dal- cattolici, laonde que'poveri vallegiani cre-
la divina Provvidenza a conservar la ve- dono ciò che loro ministri affermano
i

ra religione di Cristo e delia primitiva autorevolmente. Ad onta di tutloquesto,


Chiesa pura e inlatta, la sola rimasta fe- nelle valli non nìancano de'cuori che ge-
dele al Vangelo ! I cattolici delle valli mono di trovarsi senza convinzioni reli-

frammisti a'valdesi, in molti luoghi han- giose, e che volgono segretamente uno
no la chiesa accanto al tempio protestan- sguardo di desiderio a quel raggio di lu-
te. 11 pia sovente sono essi poveri e dere- ce , che vedono in lontananza trapelare
lilli, che dà a'valdesi una cattiva idea
ciò dal cattolicismo, che sospirano nell'ansia
della nostra religione che non provvede d'un bene, di cui sentono la mancanza,
a sufllcieuza i La maggior
suoi seguaci. massime in diverse donne giovani inchi-
parte de'parrochi cattolici hanno appena nale naturalmente a pietà , che videro
con che sostentare la vita, e mancano spes- tornar fra loro compagne divenute cat-
so ancora con the provvedere al decoro, toliche per convincimento, o furtivamen-
perciò impotenti di soccorrere i poveri te lessero qualche libretto di preghiere
cattolici e di allettare con largizioni i pro- cattoliche.Se l'aureo libro delle Ricer-
testanti. Le chiese stesse poco fornite di che storiche di rag.'Charvaz ordinario di
sagri arredi ed anco rovinose, sono ri-
, Pinerolo, fosse ito perle mani de' valde-
guardate con amaro sogghigno dagli ere- si,ed avessero compreso la forza dell'ar-
tici, lo tanta desolazione di cose,non pon- gomento, bastava a convincerli di non es-
no i cattolici allettare i dissidenti collo sere che settari ingannati, d'esser fuori
splendore del culto e colla maestà solen- della vera Chiesa e contro di essa; ma
ne dell'ecclesiastiche ceremonie, che suo- l'interesse de'ministri e l'ignoranza degli

le essere tanto efiicace a scuotere l'imma- altri uè furono i più forti ostacoli. Si co-

ginazione , e di cui animi de' valdesi


gli nobbe quindi ch'era d'uopo di maggiori
ìianno tanto piii bisogno, quanto più difìi- sforzi, e lo stato delle cose primieramen-

cilmente può operarsi sulla loro ragione. te indicava il bisogno d'un libro elemen-
L'autore dopo avere ragionato sulle ca- tare,ove fossero esposti e ad uno ad uno
gioni della costante variabilità de' valde- combattuti pregiudizi e gli errori della
i

si nelle cose e credenze religiose, e della setta, e chiariti i principii e le credenze


persistenza nell'avversione al culto catto- della Chiesa cattolica, il quale libro fosse
lico, cioè l'interesse per una parte e l'i- scritto in modo da tutti subito
di essere
gnoranza per l'altra, la quale ritiene for- inteso, e di servire di facile guida a colo-
se più efficace cagione; spiega come il co* roj che si facessero eoa buone disposizio-
y

VAL VAL 23.)

Ili a studiare la religione. Faceva meslìe- spedali in luogo ove potevano riuscire di
li in secondo luogo d'aprire un rifugio, comodo e vantaggio maggiore. Indi nar-
ove i valdesi desiderosi d'istruzione e di- ra, come a'y gennaio 844 "ella 1 cattedra-
sposti ad abbiuraie l'errore, potessero ri- le di Pinerolo abbiurarono l'errore la
parare ed in quiete operaie con tutta li- valdesi istruiti nell'ospizio de' catecume-
ijerlìi, secondo la persuasione, la coscien- ni, rientrando nel grembo della Chiesa
za e l'ispirazione della grazia. Raccontai cattolica. Altrettanto feceroi2 aìlri val-

più sopra che un tale slabiliineulo e^ì- desi a*27 del seguente marzo. Tutte l'au-
sleva in Pinerolo col nome d'ospizio de' torità e le persone più ragguardevoli del-
colecumeni, fondatovi da' principi di ca- la città assisterono alla ceremonia solen-
sa di Savoia, ma era stalo soppresso nel ne , che ricolmò di giubilo tulli i cuori
1800 dopo l'invasione francese in Pie- cattolici. Vi accorsero pure in buon nu-
monte. Mg.' Charvaz ricorse dunque per mero dalle propinque valli i valdesi, sia
riaprirlo alla pietà e munificenza di re per curiosità o sia per altra più lodevo-
Carlo Alberto, il quale secoridò i dise- le disposizione. In ciascuno di que' due
gni del prelato, e con regio cuore e ge- giorni solenni il padre e pastore mg."
nerosa mano lo soccorse nel giusto e op- Charvaz esprimeva il suo giubilo a'ricu-

portuno suo divisanienlo. Fu pertanto perali figli , e die loro i paterni suoi av-
con lieti auspicii e con dolci speranze ria- vertimenti con due Discorsi y
pieni di
pei lo r ospizio presso Pinerolo in con- quella eloquenza, die nasce dall' abbon-
venientissimo luogo e poco dopo nel , danza degli affetti del cuore, e di quella
1840 Charvaz cominciò a pubbli-
mg.*^ maschia forza di ragionamento eh' era
care due primi volumi della sua Gui-
i tutta propria a confermarli e avvalorarli
da del Catecumeno Valdese ^ossia Cor- ognor meglio nella comunione de' santi,
so d' istruzioni destinato a far gli cono- nella quale erano stati ricevuti. E quasi
scere la verità della religione cattolica a perpetuare la memoria del fausto av-
a cui ben presto venne dietro il 3. ; nel venimenlo,pegno di più abbondante frut-
4.'' trattando della disciplina e del culto, to , di cui i neofiti sono come preziose
e raccogliendo i principali capi della sua primizie, fece egli impiimere i Discorsi
opera in un compendio, lo ridusse a forma con molte note relative a' protestanti in
d'un catechismo di controversia. Ne ciò generale, e a'valdesi e alle loro dottrine.
appagava ancora il desiderio e lo zelo in- L'autore indi ne diede un sugoso estrat-
stancabile del prelato. AllaTorre diLucer- to, che può leggersi ne'citali Annali, uon
na,continua a dire l'autore (ìtWtRiJlessio- senza religiosa commozione. Nel i° di*
niy si doveva aprire ben presto una casa, scorso il venerando vescovo di Pinerolo
ove si sarebbe accolto un discreto nume- spiega le giuste cagioni della gioia de'neo-
ro di giovani sacerdoti, i quali collo stu- fili e della sua propria; il 2.° può riguar-
dio e colla preghiera si preparassero nel darsi un breve trattato sulla redola
o della
ritiro alla predicazione , e si rendessero fede, ed è pieno d'opportunissiuia erudi-
capaci a dar missioni egualmente nelle zione, poiché quanto vi si afferma a lode
parrocchie miste delle valli, e nel rima- della Chiesa cattolica, e a condanna del
nente della diocesi, e a tenere conferenze protestantesimo, è pressoché lutto rica-
in materia di controversia religiosa, a i- vato dall'asserzioni de'prolestauli, e rife-

slruzionede'protestanli. Già era disposto rito colle stesse loro parole. Termina l'au-
non senza molla spesa e sufficiente dota- tore delle Riflessioni colle seguenti pa-
zione il locale, già si forniva di convenevo- role. « Ci è dolce il pensare, ed una lieta
le biblioteca. Inoltre a prò de'poveri cat- speranza accompagna un tal peusiere, che
tolici delle Talli, vi sarebbero fondati due questi due discorsi, ne'quali ogni parola.
a36 VAL VAL
ogni argomento spira ia carila evangelica loro ministro quella buona tana dell' a^
ed una ineliillabile persuasione, ossia che postata De Per tali discordie si
Sanctis.
da' valligiani siano stali uditi dalla bocca ralleulòd'assai ia forza che mettevasi nel
dei pastore, che stende ad essi le braccia compiere l'edilìcio o tempio valdese, e ia
per accoglierli al suo seno, ossia che pe- Gazzetta del popolo cessò di cantarne
netrino nelle valli, e li leggano, faranno le glorie. Ma, a peggio andare, dice la

forza agli animi loro, e desteranno una Civiltà^ la questione s'aggiusterà con un
2.*^ tempio, lasciando all'arbitrio di cia-
saiutare inquietitudìne nella loro cosciea*
za. E la grazia divina avvalorerà queste scuno di silfalti fcdcdi il raccogliere ie
prime disposizioni, ed abbrevierà il tem- ispirazioni divine dalla bocca del De San-
po della dura schiavitù de'valdesi, acce- ctis o da quella del Beri. E non ci sarà
lerando l'epoca felice di loro ritorno al- nel fondo gran divario. Tali dissensioni
la Chiesa di Gesù Cristo, non che il com- non impediscono tuttavia la propaganda
pimento de' voli di ogni vero italiano, di eterodossa, e le sue pratiche sono cos'i in-
cedere ia patria tutta quanta senza ec- calzanti e pericolose, che già parecchi in-
cezione raccolta intorno alla cattedra di signi prelati, e segnatamente rag/ Char-
s. Pietro, e alla pietra fondamentale del- vaz arcivescovo di Genova e mg."^ d'An-
l'unico e vero tempio di Dio e nel cen- gennes arcivescovo di Vercelli, dovettero
tro dell'uuilà". Ma le succes^sive vicende con opportune pastorali e omelie far avvi-
politiche del regno di Sardegna e ótWiì sali i cattolici a star bene in guardia per
capitale Torino, che accennai vn tali arti- non esser illusi, sedotti e traditi. Sopra
coli, resero i valdesi più audaci, siccome tutto è mirabile per una scolpita impron-
opertaniente protetti , nun mancando ta di caldissimo zelo e d' atta sapienza
giornali che ne predicano ie dottrine. religiosa la pastorale di mg.'^Charvaz in-
Più volte la Civiltà CaUolica tultociò torno al fatale proselitismo protestante
deplorò. Nel 853, serie a/, 1 t. 3, p. 4^4» in Italia, e vi sì ravvisa tosto il grave ed
discorrendo delle scissure tra gli etero- erudito scrittore dell' Origine de Val^
dossi negli stali sardi, fa le seguenti gra- desi, e della Guida del catecumeno
vi osservazioni. Favoriti dal principio valdese. Nel t.
4, ?• 55o, la Civiltà Cat-
della tolleranza politica in fatto di reli^ tolica nel riprovare l' edizione di Lon-
gione, ch'è apertamente proclamato da* dra e altrove : //iV^fiOt^o Testamento tra^
ministri, gli eterodossi esercitano in Pie- dotto in lingua italiana, dall'empio ere-
monte una propaganda attivissima, sic-» tico Giovanni Diodati, termina con que-
che a trarre il novero de' cristiani acat- sta osservazione curiosa. I valdesi di To-
tolici venuti di fuori, o comprali a de^ rino, convinti già altre volle da'giornali
«aro sonante da' sedicenti apostoli an- piemontesi di spargere Bibbie falsificale,

glicani, se ne hanno anche in Torino pa- credettero far di se una buona difesa al-
recchie migliaia. Or come era da aspet- legando nel giornale loro, La Buona No-
tarsi incominciano a venir in gara fra Io- vella, ch'essi non ispargono solamente le
io le varie selle, e lo scoppio della discor- versioni proibite, ma ancora le appro-
dia ebbe per occasione la nomina del mi-^ vale essendo loro molto indifferente che
:

Distro o predicante, da cui dev' essere altri legga la versione di mg." Martini o

nfiiciato il nuovo tempio protestante in quella del Diodati. Ma pur troppo si ve-
Torino. Le fazioni precipue sono due : rifica anche qui il proverbio Ovidiauo :

l'una de'valdesi, che vorrebbe conferito Causa patrocinio non bona peior erit.
quell' onore e quell' incarico ^l suo A. Giacche da tale ridicola scusa che cosa
Beri ; l' altra degli evangelici anglicani, sì ricava? Che pe' valdesi è cosa indiffe-
j)russiani ec, che vorrel^iero avere per reule che si legga la parola di Dio o quel-
VAL VAL 2i37
la delTuomo die o* vaklesi poco impor-
: rispettabile autore parla de'valdesi. Im-
ta che Dio abbia detto di sì, e nondime- perocché dice d'esser certo, che i valde-
no gii si faccia dire di no e viceversa ; si medesimi non oseranno fiatare contro

che valdesi tengono in conio di nulla


i l'evidenza di qne'fatli e di quegli argo-
che gli uomini siano ingannati nella re- menti. Degli altri poi, essa ritiene, niu-
hgione e nella morale the infine val- : i no certamente sarà tentalo, dopo quella
desi sono appunto come quella donna lettura, di pur pensare che questa sella
che aveva rubato il figliuoletto alla sua possa essere almeno tollerabile ad un
vicina. Salomone che ne fu giudice, sa- uomo, non dice di fede ma di senno Il !

pientemente decretò che si dividesse fra n.** a85 del Giornale di Roma del 856 i

loro in duepezzi, per cui la vera madre notificò. Nella s. congregazione ordina-
cominciò a strillar alto, che piuttosto si 24 novembre venne rico-
ria de' rili de'
desse intero all'altra donna^ la quale o- nosciuto, e quindi a' 4 dicembre appro-
stinala mente voleva che il bambino sì vato il culto tributato da tempo imme-
dimezzasse, e cosi il re conobbe di chi morabile a'beali martiri Pietro Cambia-
dovesse esser il figlio. Il caso nostro è mol- no di Ruffia, ed Antonio Favonio dell'or-
to simile. Abbiamo da un lato la Chiesa dine de'predicatori. III. "di essi, nato dal-
cattolica che non ammette altra Bibbia la nobile famiglia Cambiano signora di
che l'intera, e tutte le monche e false di- Ruffia, e resosi per virtù e dottrina in-
vieta. Dall'altro abbiamo la setta valde- signe nel lodalo ordine, fu costituito in-
se ch'è indiiferenle ad ogni Bibbia an- quisitore generale del Piemonte. In a-
corché dimezzala e tronca, e di tal sa- deu)pimenlo del quale ufficio recandosi
crilega indilferenza fa pompa e profes- egli a combattere colla predicazione l'e-
sione nella Buona Novella^ nobilissimo resia de' valdesi nella valle di Pragela-
organo di sue savie determinazioni. Q ual lo, ed avendo a tale oggetto presa stan-
è la vera madie? facile è il darne giu- za nel prossimo convento de'frati minori
dizio. La Chiesa ammette la Bibbia in- di Susa, fuvvi prodiloriamente ucciso da
tera, ed è falsa la vecchia canzone de' val- un sicario speditovi nel giorno della Pu-
desi, che la Chiesa proibisce la Bibbia. rificazione di Maria ss. deli 365. Perla
Inoltre la Civillà Cattolica nel l. 6, qual cosa fu venerato come martire del-
p. 3io, dando ragguaglio del Catechismo la fede, in odio di cui aveva subito la

intorno al Protestantesimo, e del Ca- morie. A questa 1. 'vittima dell'odio de-


iechismo intorno alla Chiesa Cattali- gli eretici valdesi, un'altra ne succede 9
ca, ad uso delpopoloy del doltissinjo p. anni dopo nella persona del b. Antonio
Perrone gesuita, rileva che fra'moltissimi Pavonio. Uomo anch'esso d'esimie vir-
argomenti che gli somministrava un cam- venne e-
tù, dolio e zelante predicatore,
po così vasto, seppe con isquisito senso letto inquisitore di tutta Lon)bardia la

d' opportunità scegliere appunto quelli superiore e Marca genovese. 11 vescovo


che a' nostri tempi e a'nostri bisogni po- di Torino Giovanni Orsini da Rivalla ,
tevano riuscir più adatti. Quindi la Ci- desiderando valersi dello zelo di tant'uo-
viltà non dubita d'affermare, essere im- mo contro l'eresia de* valdesi che grandi
possìbile che un chicchessiasi li legga sen- guasti menava, lo spedì a Bricherasio,
za ricavarne per certo frullo, una gran meno di due leghe da Pinerolo; ma que-
compassione pe' poveri protestanti, un gli eretici ben prevedendo quanto pe'ioro

grande odio al protestantesimo, ed un errori fosse a temere la sua predicazio-


filiale aifetto alla Chiesa cattolica. Spe- ne, ben presto pensarono a disfarsene.
cialmente vorrebbe che fossero pubbli- Per celeste rivelazione conobbe i loro con-
cate a parte quelle pagine nelle quali il sigli il b. Antonio lungi però
: dali'inli^
238 VAL VAL
morirsenp, assai se ne rallegrb, e niiste- insigne dottrina; ed arriccbilodi singo-
riosonienfe predisse d'essere invitato a lari celesti favori, l'aureola del martirio
rozze. Wè esse tardarono: clie la dome- potè ben meritarla, ma non conseguii la J

nica in A ll)is del I 3^4 a*c)apiiIe,dopoaver e per quanto s'ingegnasse nel difendere
egli ceU'hralo l'incruento sagrifi/io, falti- e ristorare quella fede che tanlo odio sof-
glisi alla vita y degli eretici valdesi con friva dalla parte valdese, dovette salite
diverse sorti d'armi barbaramente lo lace- al cielo per le vie d'una virtù eroica, non
rarono e trucidarono nella pubblica piaz- di una morte violenta, 149^, solleva- nel
za. Un così patente martirio gli procac- tovi dal coro degli angeli che lo invita-
ciò quel pubblico culto ecclesiastico cb'è vano ad esultare co'santi, non dal pugna-
giunto sino a noi, e cbe meritò quindi le degli eretici che insidiarono indarno
l'approvazione della s. congtegazione e la 4 "
vittima. Il suo culto immemoiabile
la sanzione pontifìcia ne'gioi ni sopra in- fu confermalo dalla s. Sede a'^g febbra-

dicati. Un secolo dopo un altro inquisi- io i856, avendo a' 16 riconosciuto quel-
tore cadde vittima de'medesimi valdesi. lo del b. Stefano. La Civiltà Cattolica,
Il b. Bartolomeo, nato dalla famiglia pa- serie 3.\ 87, con interessante ar-
l. 3, p.
trizia saviglianese de'Cerveri, signora di ticolo erudito su quanto riguarda mas- i

Rossano, era entralo nell'ordine de'pre- sacri operati da'valdesi,ed intitolato Un


dicalori. E mentre per la sua dottrina nuovo beato Piemonte^ cioè il b. Ai-
in
era stato ricevuto nel collegio de'dottori mone Taparelli, prende motivo di rivol-
teologi dell'università di Torino, per la gersi al popolo gentile che a pie dell'Al-
santità sua si era reso cospicuo nella sua pi serba tuttavia illibata la fede eredita-
religiosa famiglia, e per ambedue le doli ta da'padri suoi, non ostante gli sforzi di

assieme riunite era stato anch'egli eletto quel parlilo, che in un coll'ordine cerca
inquisitore. Nella qual carica poslo, men- di manomettere la sua coscienza; ed an-
tre recavasi a predicare contro l'eresia in nunziargli lietamente, che dall' oracolo
Cerverè (o Cervasco a una lega e mezza del Valicano un antico suo patrizio, il b.
da Cuneo) fu per la strada da 5 eretici Aimone, venne proposto a modello del
"Valdesi crudelmente ucciso, a' 21 aprile popolo credente, il quale ah immemora-
1466. Il culto però di questo beato, che bili lo appellava e venerava Beato. Sa-
per ordine cronologico è il 3.°, fu già san- per pur troppo essere ora in Piemonte
zionalo dalla s. Sede fin da' 11 settem- uno stuolo di miscredenti ben diverso
bre i853. Ma allo stesso suddetto i 856 dall' encomialo popolo, cui tanto preme
si riferisce l'approvazione del culto di de'Beati incielo, quanto della Religione
due luminari dell'ordine de'predi-
altri in terra; uno stuolo di schiavi, che si

catori cbe illustrarono la diocesi di To- assidono o si alzano al tocco de' dischi
rino. lli.°di essi è il b. Sfefai»o Bandel- metallici d'occulti agitatori; uno sluolodi
lo, morto nel 1 4^0, e protellore di Saluz- fuorusciti senza patria e di anime venali
487 da un pros-
zo per averla salvata nel r senza coscienza ; un popolo la cui pub'
simo eccidio de'nemici cbe l'assediavano blica opinione, al dir del conte Cavour,
strettamente. Il 1° è il b. Aimone Tapa- non vuole conciliazione conRoma e nie*
relli de'conli d' Azeglio e signori di La- ^f^ ogni principio di libertà alla Chic»
gnasco, già feudo e tuttora posseduto dal- saj un popolo che toglie beni a'calto- i

la sua illustre famiglia. Lettore di s. teo- liei per largire sussidii ad innalzar tem-

logia nell'università di Torino, econfes- pli alla setta valdese. Que* valdesi stessi

soredelb. Amedeo IX duca diSavoia, co- che mercè degli anglomani oggi trionfa-
stituito dipoi inquisilor generale de'sub- no, tiranneggiarono mercè dell' Inghil-
alpini, rispleudè per santità di vita e per terra, alUavolla sosleuuli dall' eiopio e
VAL VAL 239
furbo pi'olellore Croii.well, che fin nelle simo raulenticità di quel culto che giù
nostie valli inseguiva accanito i piofiighi preslava a* santi suoi concittadini". F^u
irlandesi, iti a cercarvi un asilo contro la tratto della Provvidenza regolatrice del-
colui tirannia. Celebrate le insigni virtù la Chiesa che le venerande ossa de'suoi
del b.Aimone, soggiunge la Civiltà, ecco Apostoli, rinvigorite in qualche modo
il nuovo modello di virtù eroica che vie- da' decreti del Vaticano, dalla pietà de'
ne oggi presentalo sugli altari dalla Mae- fedeli e dalle loro anime beale che scen-
stra di verità a' fedeli tutti, olire i sul» deranno dall'empireo a visitarle, rechi-
lodati martiri uccisi da' valdesi in odio no al cattolico subalpino quel conforto
della fede che difendevano, e specialmen- di che tanto abbisogna nelle trepide vi-
te a' tribolatissimi cattolici del Piemon- cende che per lui si volgono. Gli ricor-
te. Essi alzando all'immagine del santo dino qual fu contro di loro la ferocia di
loro concittadino splendente di novella que' valdesi che cercano oggidì blandire
aureola lo sguardo e il cuore, e veden- le passioni del popolo odi comprarne le

do con qual vnlore affrontasse per la Chie- coscienze; gli raccontino con quale accor-
sa ogni pericolo, comprenderanno come tezza essi ne scernessero le fraudi , eoa
sarà anche oggi invincibile il cattolico, qual dottrina ne sciogliessero sofismi, i

se adoprerà quell'armi stesse di viva fe- con qual fortezza ne affrontassero pu- i

de, d'unità nell'amore, di zelo operoso e gnali, con quale unità ne respingessero
imperterrito a fronte d' ogni umano ri- gli assalti. Óltre altre gravissime e veri-
guardo, d'ogni perdita, d'ogni cimento. diche osservazioni, la Civiltà Cattolica^
w Ed opportunissirao per fermo è che 5 massime sul favore che si prodiga sopra
doQienicani piemontesi vengano beatifi- un branco di miscredenti, che 5 milioni
cati nel momento appunto in cui i loro di cattolici dovrebbero regnar sopra di
tanno portando ra-
confratelli ed eredi loro, quali irrompono nuovamente sul-
i

minghi nel Piemonte l'obbrobrio di Cri- le nostre pianure con l'errore di Valdo,
sto sotto i colpi dell' eterodossia gover- dall'anguste valli ove lo confinarono i

nante e trionfante ; opportunissimo, che padri nostri ; esclama che se i rappre-


mentre una plebaglia di fuoruscili priva sentanti servissero in verità al Dio de'pa-
la Chiesa d'ogni autorità e vuol sepa- dri loro, V Italia serbar potrebbe tran-
rarne ad ogni costo lo Stato, si ricordi a' quilla quell'urilà che sola le resta, l'u-
piemontesi che gl'inquisitori e difensori nità cattolica ; ed opportunamente scris-
della fede venivano dagli avi loro vene- se l'Azeglio, illustre rampollo della fa-
rati per santi e sollevati jigli altari ap- miglia del b. Aimone, Ultimi casi di
pena morti ; opportunissimo, che mentre Romagna, p. Sy: Slimerei l'ultiina del-
si grida contro \\ fanatismo defrati che le sventure per l'Italia, se si turbasse la

scannarono gli eretici^ si presenti a'fi- sua unità religiosa, la sola che ci sia ri-

sii della storia il fanatisaio degli eretici masta Finalmente


1 la Civiltà Cattolica^
che assassinavano frati; opporlunissi-
i l. 98, fra gli annunzi bibliografici
7, p.
mo, che mentre si esalta la moderazio- vi comprese." Charvaz Andrea, Giada
ne d'una civiltà che amalgama Valde- del Catecumeno Valdese^ ossia difesa
si e Cattolici^ e appende il ciondolo della del Cattolicismo contro gli errori de'
croce ad ebrei e mussulmani, si ricordi al protestanti, di mg.'' A.C. arcivescovo
Piemonte qual fu un giorno lo zelo del di Genova. Traduzione dal francese
popolo per l'unità del callolicismo; op- con aggiunte dell'autore, Torino 857. 1

portunissimo, che mentre si fa di tulio Quest'opera fu stampata nel 1840, e la


per troncare con Pioma ogni comunica- presente edizione italiana supera la fran-'

zione^ da Roma ottenga il popolo mede- cese per le giunte fattevi dai suo dotto
24o VAL VAL
autore. Essa è diretta propriamente a' riuscì a svellere da quelle contrade le su-

valdesi die poco hanno di comune al perstizioni del paganesimo. Dopo 4o ^^'
presente cogli altri protestanti : ha la for- ni del più faticoso apostolato, sentendosi
ma del dialogo, che è tonto acconcia nel- omai affievolito, disegnò a suo successo-
le controversie religiose. Dividesi in 6 li- re il prete Maurusione, e deposto il ve-
bri : il 1.° indaga le disposizioni che deb- scovato, ritirossi, giusta un'antichissima
bonsi recare nella ricerca della vera reli- tradizione di quel paese, nella solitudine
gione, ed espone l'origine della setta val- di Scicy, nella diocesi di Coutances, sulla
dese; il 2." dimostra la necessilìi per sal- spiaggia del mare. Ivi passò gli ultimi an-
varsi di appartenere alla vera Chiesa isti- ni di sua vita negli esercizi della più su-
tuita da Gesù Cristo; il 3.° stabilisce le blime contemplazione, e moiì nel 491»
note o i caratteri di questa vera Chiesa ; Fu sepolto neir oratorio di s. Paterno^
il 4'° espone la regola della fede; il
5.** fi- col quale avea faticato alla conversione
nalmente parla del Papa. Sotto ciascuno degl'idolatri di quel paese. Questo ora*
di questi titoli vengono discusse molte di torio divenne poi la chiesa parrocchiale
quelle questioni religiose che sogliono al di San-Pairr-sur-Mer, e vi si conservano

presente essere cosi falsale da' libertini, le reliquie di s. Valdo, che furono sco-
come per esempio l'indifferenza religio- perte nel I 3 I, alcune parli delle quali
I

sa, l'intolleranza, il progresso, la Bibbia, furono in seguilo donate ad altre chic*


la lingua Ialina nella liturgia, l'insegna- se. Egli è onorato a'3i gennaio a Cou*

mento Quindi l'utilità


della Chiesa, ec. tances e ad Evreux.
del libro non è ristretta a' soli valdesi, ed VALENTE Cardinale.Yxon nel pon-
è tanto maggiore per ogni sorla di let- tificato di s. Gelasio I, e vivea nel 494
tori, quanto maggiore è la dottrina, l'e- prete cardinale di s. Sabina nel Monte
loquenza e la chiarezza di mg.*^ Charvaz Aventino.
che lo scrisse". Già l' illustre 1' 8 aprile VALENTE. Vescovo ariano di Mur-
1854 avea pubblicato i pastorali : j4v- sa capitale della Pannonia inferiore, già
vcrlimenli a cattolici intorno alle mene colonia romana fondala sotto Adriano,
de^ protestanti. Li riprodussero gli An- sede vescovile nel 335 nella provincia ec-
nalidelle scienze religiose^i.^ serie, 1. 1
2, clesiastica di Colocza, restò soppressa ver-
p. 342, ed a p. 379 si leggono le Note so la fine del V secolo : si crede che ne
agli Avvertimenti a' cattolici Tanto gli é occupi Esseck o Eszek, capoluogo
il silo
Avvertimenti^ quanto le Note^ conten- della Schiavonia civile. Valente, ed tJr-
gono molle nozioni riguardanti val- i sacio vescovo di Singedon, altro vescovato
desi. di detta provincia, eretici ariani fanati-
VALDO (s.), vescovo di Evreux. Do- cie de'più famosi di tale empia sella, si
po lungo tempo che la chiesa d' Evreux dichiararono apertamente contro il pro-
era priva del suo pastore, a cagione delle pugnacolo del catlolicismo, il gran s. A-
scorrerie de'barbari, ne fu eletto vescovo tanasio patriarca d'Alessandria d'Egittoj
s. Valdo. Non sembra ch'egli fosse nato e furono cosi audaci sino a farlo condan-
nel territorio d'Evreux: il nome di Wal- nare nel 335 dal conciliabolo di 7"/ro(K.),
dus^ che non è ne romano, ne gallo, fa- benché innocenlissimo, co' presidenti di
rebbe piuttosto credere che fosse nato tal conventicola i perfidi due Eusebi di
nella bassa Bretagna, o almeno che di- Nicoraedia e di Cesarea, restando da lo-
scendesse da genitori bretoni. Poiché s. ro ingannato iMmperatore Coslaulino 1,
Valdo fu investito del pastorale ministe- che li riteneva amatori della pace e ze-
ro, si dedicò a predicare quotidianamen- lanti del catlolicismo. Ricorse s. Atana-
te la fede nelle città e nelle borgate^ e sio all'imperatore, il quale ad onla che fos*
VAL VAL 241
se mal prevenuto, scrisse a'vescovt adu- riatta, confessando esser falso quanto a-
untisi iu Tiro di portarsi a Costantino* vevano detto e fatto contro il santo, ma
poli. Vi andarono dueEusebì, proletti i non tardarono a fare ritorno a' loro er-
da Costanzo Cesare, Teognide di Nicea, rori. Valente ingannò l'imperatore Co-
Patrofìlo di Scitopoli, Valente e Ursacio stanzo, fautore degli eretici ariani, inva-
vescovi della Pannonia e Mesia nell'Illi- so dalla mania teologica, che non fu ra-
rico occidentale: gli altri non osarono pre- ra negl'imperatori bizantini, amando di
sentarsi avanti al principejrimordeudo lo- tener sempre in moto i vescovi per la
ro la coscienza. Per nuove calunnie, l'im- celebrazione di nuovi concilii,e molto si

peratore rilegò s. Atanasio a Treveri, che alfaccendò per aggiustare a suo modo le

i suoi perversi nemici volevano morto. controversie già decise nel 325 nel con-
Per questa condanna tutta la Chiesa cat- cilio di Nicea. Per guadagnarsene il fa-
tolica restò scossa, e la pietà di Costan- vore, finse che l'Angelo gli avesse rivela-
tino I fu molto ecclissata , sebbene non ta la vittoria riportala dalle sue armi
volle cedere agli ariani che lo sollecita- contro il ribelle Magnentio; ed il credu-
vano a mandar in Alessandria altro pa- lo principe confessò d' averla ottenuta
store. Dipoi ad istanza di s. Atanasio nel pe* meriti di Valente. Questi se ne gio-
347 fu celebrato nella Dacia il concilio vò con mettere di più in credito gli aria-
di Sardica (/^.), nel quale tra'principa- ni presso l'imperatore, il quale l'incaricò
li suoi nemici intervennero Valente e de'suoi ordini per perseguitare i cattolici;

Ursacio, e vi restarono deposti e scomu- commissione che fu troppo bene da es-


nicati dopo esserne fuggiti con altri a-
, si adempita. Nel 355 Valente commise

riani. Allora essi, come facili a volger- insolenze nel conciliabolo di Milano , e
si secondo il vento che traeva, porse- con Ursacio fu cagione dell'eccesso com-
ro libelli supplichevoli al concilio, do- messo contro i legati della s. Stàe. Co-
mandando misericordia e perdono del stanzo che avea chiamato in Milano Pa-
grave fallo commesso contro s. Atana- pa s. Liberio (P^-), ripugnando questi al-
sio. E siccome vagavano fuori delle loro la condanna di s. Atanasio, fu segno al-
sedi co'compagni dell'empietà, il concilio le di lui violenze e venne rilegato nella
per riparare a simili inconvenienti, ordi- Tracia. Inutilmente Oslo di Cordova e-

nò che i vescovi non potessero allonta- sorlò Costanzo a non dare orecchio a Va-
narsi dalla loro chiesa senza urgente ne- lente e ad Ursacio perfidi calunniatori,
cessità. Mentre essi si sforzavano di spar- venendo riconosciuto Valente pel peggio-
gere gli errori dell' arianesimo in occi- re di tutti gli eretici ariani. Si trovarono
dente, vedendo che l'imperatore Costan- ambedue ne'successivi concilii di Sirmio,
te 1 proleggeva s. Atanasio, e consideran- di Rimini e di Nicea (/^.), e figurarono
do ormai il partilo degli ariani come ro- dappertutto come due furbi per le loro
vinato, nel 349 si recarono al concilio maliziose espressioni. Fu intendimento
di Milano. Ivi per politica fintamente di Valente e Ursacio, e de'loro compa-
abbiurarono l'arianesimo, ma il concilio gni, di dividere i vescovi tra' concilii di
secondo il consueto gl'indirizzo alla s. Se- Rimini e di Seleucia (^.), e vi fecero
de, a cui ne riservò il giudizio, e se me- un'empia petizione intorno alla fede, op-
ritassero d'essere ammessi alla comunio- ponendosi perchè non fosse condannata
ne. Valente e Ursacio, scritto a s. Atana- r ariana eresia. Essi furono i principali
sio in maniera onorevolissima qual zelan- autori della sorpresa fiuta a' vescovi cat-
te difensore della fede, e passali a Roma tolici a Rimini, sostituita nel 359 ^ ^'"
nel 35o, presentarono a Papa s. Giulio I cea per gli occidentali, gli orientali adu-

una ritrattazione, detestando l'eresia a- nandosi in Seleucia d' ordine di Costan-


VOl. LXXXVII. 16
a42 VAL VAL
zo, questi facendola da Papa ne'medesi- te apprendete i priucipii della fede. Se
mi. li concilio ticinese nel principio fa poi coH'animo stesso con cui noi venim-
ortodosso e callolico; ma indi Valente e mo, voi qui vi recaste, accordiamoci tut-
Ursacio, secondali da A nssenzio vescovo ti ed anatematizziamo l'eresie. Probabil-

ariano di Milano e da 3 alili, allorché mente dopo questo colloquio avvenne che
cominciavasi a trallat- della fede, si fece- gli eretici ed cattolici si radunarono
i

ro in mezzo a'padri, richiedendo; Che si separatamente. Presto padri riceverono i

abrogassero tutte le formoledi fede scrit- nuova lettera dell' imperatore che vie- ,

te fino a quel punto; quella sola fosse au- tando loro d'occuparsi nelle cause de* ve-
torevole, ciie si era scritta a Sirmio, la scovi orientali, ripetè 1' ordine di man-
quale, secondo le scritture, insegnava al dargli IO legali, i quali potrebbero confe-
clivin Paiire il Figlio esser simile j non rire cogli orientali. Ed avendo con pro-
doversi fare affatto menzione alcuna di messa di consolato , mandato a Rimini
sostanza^ parlandosi di Dio : la formola Tauro prefetto del pretorio d'Italia, gl'm-
indicata essere slata appiovata dall' im- giunse di non lasciar partire i vescovi, se
peratore, e necessariamente doversi ac- prima non si accordavano io una formo-
cettare dal concilio; meglio essere, con la di fede. I vescovi cattolici s'avvidero
semplicità favellando, rellamenledi Dio che ciò non era possibile, senza esser te-
sentire, che introdurre novità somiglian- nuti per vili e prevaricatori, onde unani-
ti all'arguzie de'dialeltici. Questa formo- mi definirono: Doversi tenere e professa-
la di Sirmio non conteneva espressa ere- re intera la formola Nicena; nulla a que-

sia; era peraltro iusunìcieute ed equivo- sta esser da togliere o d' aggiungere; e
ca. Si voleva questa sostituire al Siniho' quella ad essi bastare. Condannarono e
lo Niceno, ed escludere la voce consu- segregarono dalla Chiesa cattolica Ursa-
slnuzialc, che dichiarava una medesima cio, Valente e gli allri oppositori, e eoa
ia sostanza del divin Padre e del suo Fi- particolari anatematismi confermarono
glio Unigenito, e perciò esser questo t^e- le condanne contro l'eiesiarca Ario e le
ro Dio le voci simile al Padre e DiOy
: sue bestemmie, e contro le altre eresie.

erano diversamente inlese da' cattolici e Finalmente scrissero ia lettera sinodica,


dagli eretici, quali non ammettevano la
i rispettosa e prudente, ma ferma e petfet-
consustarizialilà, né potevano perciò quel- lamenle cattolica; accennando l' operalo
le voci stabilire se non un'apparente con- da loro, lo supplicarono a lasciar intatte
cordia di parole, lasciando la discordia le cose stabilite a Nicea, ed a permette-
nella fede e la libertà all'eresia. 1 vesco- re il ritorno alle loro sedi. Il concilio
vi cattolici non sì acquietarono alle paro- sembrava terminato, ma fatalmente noi
le di Valente e di Ursacio. Proposero che fu e terminò male. I io vescovi legali

si anatematizzasse colTaltre l'eresia aria- portatori della lettera, giovani d'età e po-
na. JNon acconsentendo questi due e i lo- co accoi ti, prevenuti da Valenle e da Ur-
ro associati, fu manifesta la perversa lo- sacio ch'eransi alfretlati di giungere dal-
ro mente d' annullare ta fede Nicena e riinperatore, per l'indignazione di que-
propagare l'errore. Onde fu risposto ad sto miseramente con (rande lasciaronsi
,

essi:Noi non siamo qui venul; per biso- persuadere che non dovevasi per amore
gno di fede, che sana in noi la serbiamo, d'un vocabolo perpetuar la discordia; ri-
ma per confondere coloro,! quali alla veri- conobbero come sinceri cattolici quelli cui
tà ripugnano e macchinano novità. Se voi in Riininì avevano condannali, condan-
queste cose avete scritte, quasi ora a cre- narono quant'erasi ivi fallo, e sottoscris-
dere cominciaste, vi dichiarale neppur sero l'insufficiente ed equivoca formola
chierici, come quelli che ora primumen- di Sirmio. Cosi oltrepassarono e Irasgre-
VAL VAL 243
direno il mandato del concilio: Costan- tniterio di Priscilla nella via Salaria. Nel
zo fu soddisfatto, e gli ariani esultarono. precedente anno Valente ed Ursacio, fec-
Tornando i legati a Riniini, venne di nuo- cia degli ariani, co' colleghi nella perfi-
vo ingiunto a Tauro di non lasciar par- dia, fecero in Singedon, sede d'Ursacio e
tire vescovi, se prima tutti non sotto-
i chiamata pure Samandria, una conventi-
scrivessero alla sua formola di fede, con cola o conciliabolo contro i cattolici ed i

pena d'esilio a' renitenti se in numero non Scnii-Jrianiy onde scrissero una lettera
più dii5. 1 vescovi cattolici, malconten- a Germinio vescovo di quella setta per
ti de'legati, negarono loro la comunione; trarlo alla loro parte; ma invano andaro-
ma a poco a poco, meno forse per le mi- no l'industrie loro, per la risposta di Ger-
nacce e preghiere di Tauro, che per V a- niìnio.Nel 36g Papa s. Damaso 1 nel con-
stuzia di Valente e de' suoi, i più si an- cilio di Roma[F.) nuovamente condan-
darono piegando, e sottoscrissero con es- nò Valente, Ursacio, Aussenzio di Mila-
siuna formola che reputarono cattoli- , no, ed i loro aderenti ariani, con senten-
ca. Non seppero sospettar frode, e quel- za di scomunica, confermando la fede di
r ultimo passo fu scandalo pe' deboli, Nicea e dichiarando nullo l'operato in
trionfo pegli eretici; la Chiesa ne pianse Rimini. Il Rinaldi, che mollo scrisse de*
e con s. Liberio riprovò, restando a que- due infestissimi eretici Valente e Ursacio,
st'ultima parte del sinodo riminese l'ap- non parla più di loro dopo tal nuovo
pellativo di conciliabolo. Zelanti vescovi anatema.
cedettero allorché dulia lingua versatile VALENTI Erminio, CardinaleJùòYvQ'
diValente ricevettero dichiarazioni tali, vi nell'Umbria, facendo buon uso dell'in-

che didlcile era non restassero ingannati. gegno ricevuto dalla natura, si formò con
Alcuni tultavolta ricusarono sottoscrive- esso una solida base alla sua fortuna. Qua-
re, in uno a Vincenzo di Capua legato a- si da fanciullo npplicossi allo studio della
postolico , rifugiandosi in quel luogo di giurisprudenza, nella quale fece progres-
cui riparlai nel voi. LXXXVI,p. i53. Pa- si così rapidi, che riportatane la laurea,
pa s. Liberio^che dall'esilio era tornato in con singoiar applauso degli uomini dotti
Roma, avendo fulminato colla scomuni- e scenziati, fece di lui concepire liete spe-
ca la nuova formola, fu cacciato da Va- ranze. Datosi quindi in Roma alla pro-
lente dalla città, per aver quest'ariano ri- fessione d'avvocalo, fu animesso nella cor-
cevuto da Costanzo podestà di cacciar te del cardinal Aldobrandini, che dive-
dalle proprie sedi chiunque avesse ricu- nulo Clemente Vili, 1' assegnò con feli-
salo sottoscrivere il sinodo' riminese. Il ce riuscita per segretario al suo nipote
Papa fu costretto nascondersi ne'subur- cardinal Pietro Aldobrandini, che l'ebbe
bani cimiteri, chia mali dall'annalista Ri- in luogo di compagno e se ne servi per
naldi, di Novello e di Ostiiano,ove s. Da- iscrivere le lettere a'prlncipi, in che volle
niaso I che avea lascialo in Roma suo vi- da lui solo essere aiutalo, onde perciò
cario, e poi fu suo successore, e gii altri lo lodai come più per pratica che per i-

del clero romano andavano a trovarlo, studio in tale materia, nel voi. LXIII, p.
evi restò fino alla morte di Costanzo, av- 248 ("la al secolo XVII fu omn»essoil nu-
venuta nel 36 1, dopo la quale i vescovi mero 1, dicendosi XVI). Dotato Erminio
sbandeggiati fecero ritorno alle loro se- di meravigliosa affabilità, unicioso all'ec-
di, venendo restituita la pace alla Chie- cesso unicamente contristavasi quando
,

sa. Però il Novaes, nella Storia di s. Li- ilsuo impegno non riusciva efìicace col
herìOf scrive ch'egli dimorò in detti luo- cardinale suo signore. D'altronde il suo
ghi sino alla preziosa sua morte,a* 9 set- ministero l'esercitava con mirabile assi-

tembre 367, essendo stato sepolto nel ci- duità e integerrima fede, per cui guada-
3

244 VAL VAL


guatasi giustamente la grazia del cardi* si riportano gli scrittori che celebraro-
naie e del zio Papa, questi prima lo fece no il cardinale. Fu questo porporato
canonico di s. Pietro, e poi a' 9 giugno nomo d' insigne prudenza, e perito nel
i6o4 Io creò cardinale prete di s. Ma- maneggio de' grandi affari, e potè dar-

ria in Trastevere , e siccome erasi pro- si vanto d' essere stato il principale
il

cacciata l'universale benevolenza, la sua autore della concordia seguita tra la s.


promozione fu intesa con gran gioia da Sede e la casa d'Este, dopo che questa per-
tutta Roma. Ma il Papa morendo poco de il ducalo di Ferrara, e di aver anco-
dopo, il cardinale restò affatto senza prov- ra composte le vertenze ch'erano in di-
vista, Io che mosse Paolo V nel i6o5 a battimento tra quelle di Francia e Sa-
conferirgli una pingue abbazia e il ve- voia.
scovato di Faenza, dove introdusse i car- VALENTI LoDOvico,Ctìfr^/W/c. No-
melitani scalzi, avendo loro accordata la bile dell'Umbria, nacque in Trevi a* 27
chiesa di s. Tommaso. Con singoiar pietà aprileiGgS da rispettabile famiglia, la

e zelo governò la diocesi peri 3 anni, nel quale fu sollecita in curare la sua dili-

corso de'quali non mancò di celebrare il gente educazione e istruzione, poiché si-

sinodo e darlo alla pubblica luce per van- no dalla tenera età die riprove di saviez-
taggio del suo clero. Synodus Favcntina za, di talento e di amore allo studio.
anno 6 1 1 Acerrimo difenso-
5, Faventiae. Questo imparò regolarmente, massime
re della giurisdizione ecclesiastica, non nelle materie ecclesiastiche e legali, co-
perdonò ne a fèìtiche, né a spese per difen- mechè sentivasi assai inclinato alla voca-
derla e mantenerla illesa; e nel tempo zione chiericale, ed a servire la
s. Sede.

stesso non lasciò d'essere liberale e pro- Neil 721 divenne coadiutore del suo zio
fuso co' poveri, non meno che colle chie- Ferdinando avvocato concistoriale, indi
se, delle quali una ne fondò in onore di Benedetto XIII glielo sostituì nella cari-
s. Paolo apostolo, oltre la cappella ch'e- ca di avvocato fiscale della camera apo-
resse nella cattedrale alla memoria di s. stolica. Clemente XII io ascrisse tra'pre-

Carlo Borromeo canonizzalo a suo tem- lati domestici, e surrogò a mg.' Caval-
po. Ad imitazione del proprio pastore, chini nel rilevante impiego di promoto-
il magistrato pubblico di Faenza fececo- re della fede, non che fece consultore de'
struire incontro a detta cappella altra no- riti e del s. offizio, votante della segna-
bilissima dedicata alla B. Vergine. Oltre a tura di grazia e protonotario apostolico
ciò il cardinale fece edificare un mona- soprannumerario, come si ha dalle Noti-
stero per le religiose convertile, e accor- zie diRoma. Nel 1787 dal collegio de*
dò di buon grado la penitenzieria della suoi avvocati concistoriali a'22 novem-
cattedrale a' gesuiti. Dopo aver col suo bre fu eletto rettore Università Ro-
dell'

fufifragio favorite l'elezioni di Leone XI mana {^.), ed ottenne che si trasaudasse


e di Paolo V, condottosi in Trevi sua pa- in essa l'anlichissi ma festa di s.Luca,e che
tria per ricuperare col beneficio dell'a- si trasferisse l'orazione pel riaprimento

ria nativa la salute alquanto alfranta, vi dell'anno scolastico a'25 novembre, festa
perde la vita nel 1618, di 54 anni non di s. Caterina. Nel 1740 fu elevato al pon-
compiti, ed ebbe sepoltura nella chie- tificato Benedetto XIV già suo collega
sa di s. Maria delle Lagrime, col solo no- e predecessore nel promolorato e nel
me inciso sulla lapide sepolcrale, a cui in rettorato, ed egli die pubblici e ripetuti
appresso fu eretto nobile e sontuoso avel- segni di letizia, anche per incontrarne il

lo, ornalo del busto del cardinale e d'una genio, siccome conoscitore del mondo e
Questa si legge a p. 1
prolissa iscrizione. della corte, e non alieno dagli onori e
del libro: Le antichità Valentine^osQ dall'incremento di fortune, come osser-
VAL VAL ^4^
va Renazzi, Storia dell' Unwersìtà di sanna, donde poi lo trasferì a quello di
Romani, ^j p. 68. A tal fine subito ideò s. Croce in Gerusalemme; lo annoverò
di combinare un piano di riforma e di alle congregazioni del concilio, dell'esa-
ampiianjento dell'università, che capiva me de'vescovi, de'rili, de' vescovi e rego-
Papa assai gustato e che in-
sarebbesi dal lari,dell'indulgenze e reliquie; e lodi-
sinuato avrebbelo nella di lui pontificia chiaro protettore di Narni e del capitolo
grazia. Per ivìggiungeie il suo scopo chia- di quella cattedrale, di sua patria Trevi
mò in suo aiuto i professori della stessa e della chiesa de' ss. Benedetto e Scola-
università dimaggior credito e rinoman- stica di Norcia io Roma. Neil* articolo
za ; ma
sebbeoedestroe sottile, non pose RiMiNi, narrai le grandi benemerenze
niente che gli altri avvocati concistoriali che si acquistò il cardinale con quella
aveano al par di lui e fors* anche mag- città e diocesi, siccome generoso pastore.
gior desiderio cPi figurare nelle cose uni- Il n.** 7224 del Diario di Roma del 1 763
versitarie, e insieme di conciliarsi la be- racconta , che il cardinale dopo lunga
nevolenza del Papa. Scopertosi da' col- raalattia,essendo stato assalito da gagliar-
leghi avvocati quanto da lui si combina- da febbre, spedì il suo maestro di came-
va,dissimuIarono, e arrivato il mesed'a- ra a Castel Gandolfo a chiedere a Cle-
gosto 174'» convocatosi il collegio de'me- mente XIII l'apostolica benedizione per
desimi avvocali per la conferma o nuova trovarsi in pericolo di vita. Aumentatosi il

elezione del rettore, a pieni voti scelsero roale,morì inRoma d'anni 69 non finili,a'
l'avv. ''Tommaso Antamori, escludendo- 1 8 ottobre, festa di
s. Luca, rimarco che fci

ne il Valenti con colpo inaspettato. Sva- il Renazzi, pel detto di sopra, in casa del
nì per allora l'ideato progetto di riforma, suo cognato Nicolò M.'deVecchi romano,
e dipoi riassunto da altri avvocati, ebbe decano degli avvocati concistoriali
,
po-
((uel felice esito in parle,che accenno nella sta in via della Catena di Borghese. Ivi
biografia àaì cavàìnaìSììvio FalentiGori' fu decorosamente esposto, giusta il co-
zaga. Il prelato non per questo si smar* stume, vestito degli abiti cardinalizi, ove
il, e collo splendore de'propri meriti con» per le messe di suffragio, oltre la cap-
tinuò io Roma a far buona figura, e da pella domestica, furono innalzati due al-
Benedetto Xi V fu vieppiù promosso, co- tari dichiarati dal Papa privilegiati, ad
me leggo nelle Notizie di Roma, In fatti istanza di mg.' Filippo Valenti da Trevi
successivamente lo fece prelato della rev. prelato votante della segnatura di giu-
fabbrica di s. Pietro, esaminatore de've* stizia e canonico Liberiano ,
probabil-
scovi in sagri canoni, gli die in coadiu- mente suo parente, in occasione ch'erasi
tore quale avvocato concistoriale Gio. portato a Castel Gandolfo a notificarne
Battista dal Corno di Ravenna , e nel la morte. Colla solita pompa e per di-
1755 l'esaltò all'importante carica d'as- sposizione del defunto, i funerali furono
sessore del s. ofiìzio e canonico Vaticano. celebrati nella chiesa di s. Andrea delle
Clemente XIII nel concistoro de'9.4 set- Fratte, per esservi sepolti alcuni de'suoi
tembre 1759 lo creò carduiale dell'ordi- illustri antenati. Pontificò la messa il car-
ne de* preti e vescovo di Rimini. A*i4 dinal Gentili camerlengo del sagro col-
ottobre gli conferì l'episcopale consagra- legio, terminata la quale e le assoluzioui,
zione nella chiesa principale di Castel in esecuzione del disposto nel testamento,
Gandolfo, in uno al cardinal Erba Ode- il cadavere rinchiuso nelle 3 casse nella
scalchi suo vicario, e li tenne seco a men- sera fu trasportato nel titolo di s. Cro-
sa con solenne y[:)r^/2Zo imbandito nel pa- ce in Gerusalemme e ivi tumulato, re-
lazzo apostolico del luogo. Poscia diede stando il suo cuore nella detta chiesa e-
al cardiuale per titolo la chiesa di s. Su- spouente, sotto una lapide che sovrasta
i46 VAL VAL
il suo slemma genlilitio formalo di mar- delle molle cognizioni e de'suoi vasti la-
mi colorati e col cappello cartlinnlizio ,
lenli, mosse l' animo di Clemente XI a
nella nave principale o mezzo della ba- speriuìentarne l'abilità in una gravissima
silica e poco lungi dall'ingresso maggio- circostanza. Ad oggetto di procurare la

re della medesima, come trovai nel re* restituzione alla s . Sede della città di Co-
carvimi apposilan)ente. macchio occupata dagl'imperiali, fu in-
VALEiMI GONZAGA Silvio, Car- vialo a Vienna Alessandro Albani ni-
(lìnalc. De*mnrchesi del suo nome, nac- pote del Papa. D opo lo spazio di vari
que in Mantova d'antica e illustre fami- mesi il Valenti, già dichiarato camerie-
glia, e prevenne l'età col progresso negli re segreto, dovette recarsi colà per por-
studi che fece nel collegio floridissimo de* tare la berretta al cardinal Althann: in
gesuiti di Parma, ne'quali fu aiutato da quell'occasione ebbe particolari istruzio-
una memoria così felice, che avea quasi ni relaii ve all' affare imporlanle che si

del prodigioso.Sapeva a mente una quan- maneggiava, ond'egli col favore de'suoi
tità innumerabile de'piìi belli prodotti amici e colla sua fina destrezza seppe in
dell'italiana poesia, e i tratti più gravi ed breve tempo appagare le premure del
eloquenti de'ss. Padri greci che avea pro- Papa, il quale contento del felice succes-

fondamente studiati. Se nel dettare le let- so di sì delicata negoziazione, chiamollo


tere veniva a caso interrotto, dopo lun- a Roma colla mira di spedirlo a Torino
go intervallo la memoria pronta gli sur- per sedare alcune turbolenze, che presso
gerivB il luogo, il sentimento e le parole quella corte vertevano; uìa la morte del
the avea lasciate, e quanto dovea dire in Papa fece svanire questa 2.' commissio-
appresso. Una dama di Mantova fornita ne. L'oggetto più grave che l'occupò poi,
di buon senso e di finissimo discernimen- fu il procurare a suo fivore la rinunzia
to, la cui grata conversazione usato egli dell'archimandritato di Sicilia , che da
era di frequentare , sorpresa dall' alta vari anni avea determinato di fare A-
meraviglia che le recava il di lui vivissi- scanio Gonzaga di lui parente: tutta volta
mo ingegno, gli suggerì di recarsi in Ro- questo all'are, sebbene si fosse recato in
ma, dove tutte le carriere sono aperte al quell'isola, non sortì il bramato elfetlo,
talento, presagendogli le piti luminose se non con estrema difficoltà nel princi-

fortune. E"li si arrese al di lei savio e ze- pio del pontificato di Benedetto XIII ,

lnn!e consiglio, ed ebbe la sorte di vede- che nel 724 1 lo ascrisse tra il numero de'
re in se avverato il suo felice presagio. prelati, indi fu fallo consultore del s. of-
Nella fieschissima sua gioventù partì da fizio, come leggo nella dedica che gli fe-

Mantova per Roma, dove compi con lo- ceil cav. Pecci della Storia del vesco-
de i suoi studi, e si die con indicibile cu- vato di Siena, con grandi encomi. Cle-
ra ad apprendere le lingue latina, greca e mente Xll lo spedì nunzio a Brusselles,
francese,e divenne sì franco nell'usodelle dove la sua prudente e savia coiido tta gli

medesime, che dettava lettere in ciascu- fece ottenere alcune cose in fìivore della
na. Sotto la direzione del dolio mg.'^Gal- s. Sede, che sino a quel tempo aveano a*
liani si erudì nella storia ecclesiastica e vuto dell'impossibile. Si ricusavano nelle
nelle più gravi discipline. Cominciò sin Fiandre brevi facoltativi del Papa, e
i

d' allora a raccogliere libri, che poi in questo era l'affare più importante che
piogres«;o d'eia, di mezzi e di onori, creb- allora colasi agitasse. A questo diresse le

be a tal segno di opere scelte e di rare e- sue prime cure e i suoi maneggi, i quali
dizioni,che in Roma divenne una delle per l'alta stima e il favore che si conciliò
più complete e pregievoli private biblio- presso Caterina arciduchessa d'Austria e
teche del suo tempo. La fama intanto governatrice di quegli stati, ebbero prò-
VAL VAL 247
spero e felice successo; Imperocché gli intima benevolenza, gli donò un quadro
riuscì, che i brevi pontificii si accettasse- da lei dipinto ed esprimente s. Caterina.
ro nella stessa maniera in cui erano slati ]l re poi gli regalò un quadro che
altro
soliti a riceversi quando le Fianulie era- ornava la camera del suo letto, capo d'o-
no soggette alla monarchia Spagna.
di pera di Correggio e rappresentante s. M."
Ottenne ancora di più, e con gran me- Maddalena. Inoltre Fdippo V lo amò e
raviglia, che persino nelle terre de'pro- distinse con islraordinarie dimostrazioni,
testanti dell'Olanda e in Amsterdam si l'ammise alla sua confidenza, lo consultò
promulgasse la bolla del giubileo ordi- negli affari più importanti del reame, e
nario di Clemente XII , per implorare lo voleva trattenere
in Ispagna per suo

dall'Altissimo la pace universale d'Eu- I.*' ministro che forse si sarebbe ef-
, il

ropa, e rendergli poi i ringraziamenti fettuato, se per la morte del Papa, avve-
quando si fosse ottenuta e conclusa dalle nuta a'6 febbraroi74o, non si fosse do-
potenze belligeranti. Dopo aver con sa- vuto sollecitamente portare a Roma pel
viezza^ abilità e somma lode per lo spa- conclave. Contribuì all'elezione di Be-
zio di circa 3 anni esercitata la nunzia- nedetto XIV, il quale con generale ap-
tura di Brusselles, fu avanzato a quella plauso subito lo nominò segretario di
di Spagna, vacata per morte del nunzio stato, eminente carica che esercitò il car-
Alemanni. Se non chea motivo d'alcu- dinale finché gli durò la vita, non poten-

ne dillereiize insorte tra il Papa e Filip- dosi più recare alla legazione di Bologna,

po V, non potè giungere ad averne su- a cui lo avea destinalo il predecessore.


bilo l'esercizio, per cui fu obbligato a Divenne pure prolettore dell'ordine be-
trattenersi a'confìni di quel regno in Bajo- nedettino, de'collegi greco, e germanico-
na, ove Irovavasi Anna M." diNeoburgo, ungarico, dell'ospizio apostolico dis. Mi-
vedova di Carlo 11 re di Spagna, alla chele; prefetto della congregazione di
quale riuscì destramente il nunzio di propaganda, nel 747 camerlengo di s.
1

persuadere a deporre qualunque sinistro Chiesa, e dipoi nel 703 vescovo subur- i

sospetto concepito de'ministri del nuovo bicario di Sabina. Sul principio di sua
re Filippo V, di trattarli con maggior fi- amministrazione dello stalo pontificio,
ducia e tornare in Madrid. Il che ese- con ijidicibile sperlezza e meravigliosa
guito dalla regina, che inoltre fece il suo prudenza, le sue premure si rivolsero a
testamento a favore di Filippo V, venne pace esterna
restituire la tranquillità e la

il nunzio ani messo all' esercizio del suo allaSede apostolica. Le vertenze conti-
ministero, durante il quale godè la s. Se- nuale per molti anni tra essa e le corti di
de in quel regno una perfetta pace, con Portogallo, di Sicilia e di Sardegna fu-
sua gran reputazione. In premio di ave- rono in virtù de'suoi negoziati vinte e su-
re sostenute le suddette nunziature apo- peiale con reciproca soddisfazione delle
con tanto plauso e decoio, e di
sloliclie parli. Si riaprirono quindi le nunziatu-
aver accomodale le controversie con re- re di Lisbona, Napoli e Torino, e la da-
ci[iroca soddisfazione delle parti, passa- teria apostolica per tali stati riassunse
to appena un triennio nella nunziatura sua
l'esercizio delle sue spedizioni, e colla

di JNladrid, Clemente XII a' 19 dicem- profonda prudenza e conciiiante conte-


bre 17 38 lo creò cardinale prete di s. Pri- gno seppe rendeisi amiche le araiata
sca,reslando peralcun tempo pro-nunzio, sp;ignoole, napoletane e austriache tra
iinchè il Papa lo nominò legato apostoli- loro belligeranti ne'dominii della s. Sede,
co di Bologna; ma la sua partenza riuscì e pervenute sino alle porte di Roma. Do-
dispiaceutissima a tutta la corte. La re- talo il cardinale di mente vasta e di ta-
gina Elisabetta Farn.ese,p"er segno di sua lento superiore a qualunque grave UC'
248 VAL VAL
gozio , li guadagnò il credilo di degno grestìa, in memoria degl'insigni benefizi
ministio primario d'un Beiiedetlo XI V, compartiti dal cardinale a quell'ordine.
da'ptìi savi e avveduti ininislri delle corti ^aW Effemeridi letterarie di Roma l\g\

d'Europa- Secondò il genio del gran Pon- 1776, n.° i5y vi è un sunto óeW Elogio
tefice e il suo proprio, con tanto lustro del cardinal Sih'io talenti Gonzaga
del suo memorabile pontificato, sia per dedicato a Pio FI^ Roma 1776. Ne fu
le leltereche colle arti. Contribuì all'au- l'autore mg."^ Claudio Todesclii ministro
mento delle cattedre nell'università ro- in Koma di Ferrara sua patria. Lo ce-
Diana, come alla formazione della carta lebra come uno de'piìi illuminati cardi-

topografica dello stato pontificio, o map- nali che a'suoi giorni regolò gli allari del
pa geografica, eseguita da'gesuili Bosco- principato della romana Chiesa. Dotto,
vich e Maire. Senza crescere l* imposte penetrante, ed occupatissimo senza pa-
cooperò al miglioramento delle finanze, rerlo, seppe egli reggere tutti in un tem-
ad onta delle tante spese iinpiegale in po e solidamente, non meno gli allari che
nuovi edifizi e pel restauro di altri ; fa- si estendono per tutto il mondo cattoli-

vorì il commercio, e riformò vari abusi, co, che politici, gli economici, lettera-
i i

migliorando la pubblica am ministrazio- ri e quelli delle bellearti. Secondò in tut-

uè. Quando voleva riposarsi dalle cure to ciò i grandi talenti e il genio di Bene-
sirecava in un luogo solitario della città, detto XIV, cambiando in Ironia il me-
ove un scello numero d'amici delle let- todo e la natura degli studi con iscuole
tere, alcune raccolte di piante esolicbe, nuove nella fisica, geometria, chimica, bo-
degli strumenti di fisica e d'astronomia, tanica, storia naturale e gius pubblico;
una scelta biblioteca e vari capolavori aprendovi inoltre nuove accademie let-
d'arte,rendevano quella casa un liceo, ed terarie. Sotto i di lui auspicii fu pid)bli-
ove trattava suoi ospiti con amabile af-
i cato in Roma il periodico Giornale de*
fabilità, lo questa villa, emula dell' an- letterati^ che durò sino alla sua morte
."
ticheromane, fece germogliare per la i e informò l'Italia degli altrui studi e de*
volta non solo molte piante esotiche, ma nostri. Per
furono disegnate, incise e
lui

eziandio per lai." volta fece gustare l'a- colorate leLogge diRaffaele egregiamen-
nanas. Sorpreso da un accidente apople- te. Si rese amiche le armate belligeranti
lieo, nel piti bel corso di sua gloriosa vi- che si accostarono a Roma, nella quale
ta, non fu possibile che ricuperasse giam- fece regnare l'abbondanza in tempo di
mai perfetta salute quantunque a tal ,
carestia. Nella prefettura di propaganda
uopo si adoperarono tutti rimedi del- i dilatò nell'Indie la religione. E per non
l'arte salutare. Portatosi a'bagni di Vi- dire altro, fu pel cardinal Valenti che
terbo per ricuperare la sanità, caduto in Benedetto XIV conobbe il Braschi, che
cronicismo,vi moiì nel ^56 di 66 anni, i incominciata sotto tanto patrocinio la sua
con vivo rammarico del Papa. Trasferi- sublime carriera, pervenne alla cattedra
to il cadavere a Koma, fu sepolto nella dis. Pietro col nome di Pio VI. Altre ma-
chiesa di s. Bonaventura alla Polverie- gnifiche lodi pubblicò dell' insigne por-
ra nel Monte Palatino, innanzi l'altare porato il Renazzi, nella Storia deW U'
maggiore, sotto una semplice e disador- nivcrsità di Roma,4» p- 2 36, rimar-
t.

na lapide, che il cardinale vivente era- cando le principali sue memorabili azio-

visi fatta collocare, ed in cui fu incisa ni, e particolarmente come camerlengo


breve iscrizione; altra più diffusa e ben l'operato in favore del singolare incre-
concepita gli fu eretta nel 1757 da' be- mento dell'università degli >.tudi ;
poiché
nedettini nella basilica Ostiense, nella pa- oltre l'accennato con mg.*^ Todeschi , il

\ii\6 cioè della stanza che precede la sa- wuovo teatro fisico fuforuilodi slromeu-
VAL V AL 249
ti macchine moderne pegli sperimenll.
e Iato della fabbrica di s. Pietro, protono-
Nola che il suo impegno pel pubblico in- tario apostolico suprannumerario ,
pre-
segna menlo,non derivò da vanità, ina da sidente della camera apostolica. Indi Cle-
gran fondo di erudizione e di finissima mente XIII lo fece prelato dell'immu-
intelligenza. Riguardo alle belle arti, fu nità ecclesiastica e chierico di camera ,

egli che persuase Benedetto ad isti- XIV mentre il cardinal Alessandro Albani lo
tuire 1' accademia del nudo nella gran deputò vicario della sua diaconia e basi-
sala di Campidoglio per iscuola pubblica lica di s. Maria in Cosmedin. Quindi il

del disegno. Eppure dopo tanti alti en- Papa a'g luglio i
y64 lo preconizzò arci-
comi, dopo tante benemerenze, il popolo vescovo di Cesarea in partibus, e lo no-
fu malcontento di lui nel declinar di sua minò nunzio apostolico della Svizzera. I

vita, annoiato di vederlo costantemente suoi aurei costumi e le sue dolci manie-
nella più intima conlidetiza e favore del re, non che le sue virtù religiose gli con-
Papa, e perchè tutto poteva sul suo ani- ciliarono la slima e Talfezione non solo
mo, su diche può leggersi il voi. LXIlI,p. massime di Lucer-
de* cantoni cattolici,
lyy. Il lungo godimento della benevo- na ove risiedeva ma sibbene di quelli ,

lenza de'sovrani, nelle loro corti e preci- protestanti. Pertanto Clemente XIV nel
puamente in quelle de'principi elettivi 1 yyS lo promosse alla nunziatura diSpa-
,

suole produrre gelosie e nimicizie, non gna, nella quale pure si meritò pubbli-
volendosi che il potere venga esercitato che e singolari testimonianze di lode e di
a lungo esclusivamente da uno o da po- ammirazione dal re Carlo IIÌ. In pre-
chi stabili individui, poiché tutti aspira- mio di SI nobile carriera. Pio VI nel con-

no di pervenire a dominare alla loro vol- cistoro de'iS aprile 1776 lo creò cardi-
ta, e se non succedono le vagheggiale va- nale dell'ordine de'preli, riservandolo ia
riazioni restano delusi. La storia è piena petto; indi in quello de' 20 maggio lo

disilfalti esempi. Gli si rimproverò più di pubblicò, inviandogli per ablegato apo-
tutto famoso concordato colla Spagna
il stolico colla berretta cardinalizia il suo
(/^.); e se non fosse premorto al Papa, nipote m2^,^ Guerrieri Gonzaga [F.) poi
egli avrebbe patito umiliazioni e forse ol- cardinale. Tornalo in Roma il cardinale,
traggi Tanto rilevo dalla storia mss. e
I il Papa l'ornò col cappello cardinalizio,
contemporanea del conclave per l'elezio' gli die per titolo la chiesa de* ss. Nereo
uè del successore di Benedetto XIV. ed Achilleo, e successivamente gli con^
VALElNTl GOiNZAGA Luigi, Car- ferì le congregazioni del s. odizio, de've-
dinale. Nipote del precedente cardinal scovi e regolari , del concilio, di propa-
Silvio, nacque dalla celebre e nobilissi- ganda, dell'indulgenze e reliquie, dell'in-
ma sua famiglia in Revere,città della dio- dice, dell'acque, della correzione de'libri
cesi diMantova, a' 5 ottobre I 7*25. Col-
1 della chiesa orientale, e nel 1778 lo fece
la direzione di un tanto zio ricevè accu- prefetto di quella dell' immunità eccle-
rata e compita educazione, corrisponden- siastica, e poi dell'economia di propagan-
do col suo talento e buona volontà a'ri- da. Gli attribuì le proteltorie de' cano-
cevuti insegnamenti, per cui si rese an- nici regolari Lateranensi, del monastero
ch'egli illustre per le virtù di cui andò di s. Marta, del collegio germanico-un-
adorno, e pel suo amore non meno per garico, dell' arcicoufralernita di Gesù e
le scienze, che per le belle arti. Dedica- Maria, delle monache del Corpus Do^
tosi allo stato ecclesiastico , s' iniziò nel mini di Forh, e di Castel Madama. Inol-
servizio della s. Sede, e Benedetto XIV tre nel 1778 lo dichiarò legato apostoli»
Io annoverò tra' suoi catnerieri segreti co di Ravenna, nel quale articolo notai
ì»opratiaumei'arij coaàullure de'rili^pr^- come vi lasciò celcbve e ludevolissimu
ajo VAL V A L
fuenioria^ per le benemerenze esercita- tigna chiesa di s. Apollinare, dichiarali
tevi, e per avere nobilmente restaurato per tale elFello privilegiati dal Papa. Gii
e abbellito con leggindre forme il se- ordini mendicanti in detti giorni vi si

polcro (li Dcinte Alighieri, come insigne portarono per cantarvi a vicenda rulli-
protettore ile'dotli. Dimesso il titolo car- zio de'defunti. Nella sera dell'idtimo gior-
diiuilizio, Pio Vi nel concistoro deli." no il suo corpo fu trasportalo in s. A-
giugno 1 795 lo procliiinò vescovo snbur- pollinare apparata maestosamente a lut-
bicario d'Albano. Nel 1
798 occupata Ro- to, ricevuto sulla porta della chiesa dal
Uia e tostalo papale da'repubblicani fran- clero per farvi la consueta assoluzione.
cesi detronizzato e imprigionalo Pio Y\, Nella seguente mattina si vide esposto
sparpaglialo il sagro collegio , il cardi- su elevato letto ricoperto di ricco drap-
nale per un tempo restò in Roma con po funerario e circondalo da 100 cerei e
altri I scolleghi, quali non tralasciando
i i 4 torcie, a'iati essendovi le 4 banderuo-

consueti ullizi di religione,nel dì delle Ge- le sostenute da'suoi piìi antichi palafre-
neri, e nel lai. "e 2.'' domenica di quare- nieri vestili a lutto. Di buon'ora vi ri-
sima fecero cappella nel coro della ba- tornarono i detti religiosi a ripetere l'uf-
silica Vaticana, finché agli 8 marzo fu- fizio de'morti, e poi vi fu cappella papa -

rono imprigionali, tranne cardinali Va- i le coll'inlervenlo de' cardinali, prelati e


lenti e Rezzonico gra veniente infermi. altri soliti, cantando la solenne messa di
Continuando il cardinale a dimorare in requiem il cardinal Malici vescovo di
Iloma, appena guarito ne partì, e dopo Paiestrina, che fece in seguito V assolu-
)a gloriosa morie del Papa in Valenza , zione. Fu poscia amato nella stessa chie-
si recò a Venezia e co' suoi colleglli nel sa innanzi la cappella dis. Luigi Gonza-
1800 procedèall'elezionedi Pio VII, nel- ga, ch'è lai." a destra, come avea in vita

la quale narra l'Artaud nella Storia di ordinalo, e dipoi gli fu collocata sopra
Pio TlI^ che si pensò anche al cardinal semplice e onorevole lapide marmorea.
Valenti efu tra'candidali al sommo pon- Amico delle lettere e fautore de'suoi cul-
tificalo. All' articolo Bibliotecario di s. tori , fu benefico pastore. Ne' vescovati
Chiesa, dichiarai che il Papa nel 1802 lo d'Albano, e di Porto e s. RufTina sarà
elesse a quella dignità, e che arricchì la sempre accompagnato il suo nome dalle
biblioteca di diversi preziosi mss. Dive- benedizioni de' popoli, per la costante pre-
nulo sotto-decano del sagro collegio, Pio mura colla quale indefesso si occupò dello
VII nel concistoro de'3 agosto 1807 lo stabilimento del seminario e delle pub-
trasferì al vescovato suburbicario di Por- bliche scuole, air ornamento delle sue
to e s. Il n.°io5 del Diario di
Rufllna. chiese, alla coltura degli ecclesiastici, ed
1808, col più vivo dolore ne
B-Oììia del al sollievo de'poveri. Ne' n.i 48 e 49 ^^^'

annunziò la morte avvenuta nel palazzo V Effemeridi letterarie di Roma de i 791


del collegio germanico-ungarico, presso si rende ragione della magnifica eduio-
s. Apollinare, da lui abitato e in etàd'84 ne a lui intitolata , colla continuazione
anni , la mallina de' 29 dicembre verso Giuseppe Mariolti: Sci-
dell'ex gesuita
leore 16. Quindi il n.' i del Diario del pionis Gonzaga Card. Commentario-
1809, riporla funerali e ne fa l'elogio.
i rum rerum suarum, Romae 79 1 Pre- 1 •

Il suo cadavere vestito degli abiti cardi- zioso monumento, scritto con nobile det-
nalizi fu esposlosopra alto letto nel gran- tato sulla importante storia e origine del-
de oratorio del collegio di cui era pro- la celeberrima fimiglia Gonzaga, che in
lettore, e nelle 3 seguenti mattine furo- tante linee sovrane divisa, forma sì gran
no di continuo celebrale delle messe sì parte della storia di Mantova che prin-
Jieiroralorio, che negli altari della coa- cipalmente signoreggiò, e d'Italia ancora.
VAL VAL 25i
VALENTINA (s.), vergine e mailiie. mente ryllios , cioè profondità. Da vagli
r. Tea (s.). per moglie Eunoì'o, od il pensiero, che
VALENTINIANI. Eretici dell'nntica chiamava anco charìsy grazia, e sige^ si-

sella de' Gnostici [f^.)^coù chiamali da lenzio. Ammetteva fino a 3o coppie di


Valentino filosofo lorocnpo,clie compar- Eoni (e figuranti ancora i 3o anni della
ve verso l'anno i 34- Credesi die fosse di vita ritirala del Salvatore), a'quali limi-
rbrebon o di Pharbè, cillà situata sulle lava tutla la pienezza della divinità. Ag-
coste dell'Egillo; di Fehonite lo dice il P«.i- giungeva che tutti gli Eoni avevano con-
lìaldi iì€^\'iJfinaliecclcsiastici.Frecivien~ tribuito alla produzione del Solerò o Sal-
tò le lezioni della scuola d'Alessandria, vatore, che non aveva fatto che passare
dove si distinse nella letteratura e nelle negli interiori della Vergine , come per
scienze de* greci. Applicossi dapprima a un canale, senza prendervi cartie. Oltre
predicar la fede nell'Egitto, ciò che fece a questi sogni e molti altri simili, i valen-
anco inRoma, come alferma s. Epifa- tiniani distinguevano 3 sorla di uomini,
nio. Avendo brigato l'episcopato, che il gli spirituali , i psichichi (o animali: psi-
suo spirito e la sua eloquenza gli avevano chico o animale è un nome odioso che
fallo sperare, ebbe il dispiacere di vede- Tertulliano die a' cattolici, dopo averli
re a lui preferito un semplice confessore abbandonali), ed i materiali o carnali. L

della fede. Umilialo il suo orgoglio, pie- primi, nel numero de'cjuali essi si mette-
no di dispetto formò il pravo disegno di vano, dovevano infallibilmente essere sal-

condjaltere la dottrino della Chiesa, e di vati iti anima e in corpo, per qualunq<ie
divenire il capo d'una nuova selta,uu ere- delitto commettessero. 1 psichichi pote-
siarca. Per lo studio che aveva fallo de'li- vano altresì salvarsi colla semplice fede e
bri greci,e particolarmente de'principii di colle buone azioni, però colla sola anima;
Platone e di Pitagora, mischiò la dottri- ma per i materiali o carnali, non dove-
na dell'idee ed i misteri de'uumeri^ col- vano sperare salute, né anche colle ope-
la teogonia d'Esiodo e coll'Evaugelo di re sante. Negavano in generale la risur-
s. Giovanni, il solo ch'esili considerava rezione de'corpi; e la fine del mondo do-
come autentico, e fabbricò un sistema so- veva avvenire, dicevanoessi, quando tut-

migliante a quello di Basilide d'Alessan- ti gli uomini spirituali sarebbero forcna-


dria discepolo di Simon Mago e caposel- ti o perfezionati da gnosi o dalla vera
ta degli eretici Basilidìani (F.)^ e somi- scienza (gnosa significò pure spiritualità,
gliante pure a quello de'guoslici. Fabbri- e da tal vocabolo presero il nome gli e-
cò un nuovo sistema di religione , che retici Gnosimachi). Allora ja semente
consisteva in una genealogia favolosa di spirituale avendo ricevuto la sua perfe-
molli Eoni od Eone (nome greco che si- zione, Hachamelh, loro madre, passerà
gnifica secolo, e che Valenlino dava al nella regione media nel Pleronia e sarà
suo Dio ed a tutte le sue produzioni, di maritala col Salvatore, formalo da tutti
cui faceva altrettante persone), maschi o gli Eoni. Gli uomini spirituali, spogliati

femmine, di cui componeva la divinità, dalle loro anime, e diventati puri spiriti,
che chiamava Plerorna o Pienezza invi- entreranno anch'essi nel Pleroina^ e sa-
sibile e spirituale. Il Rinaldi dice, che ranno le spose degli angeli che circonda-
Valentino ad imitazione d' Esiodo finse no il Salvatore. L'autore del mondo pas-
3o Dei, che nominò secoli, i5 maschi e serà alla regione media, dove era sua
i5 femmine, Eoni e Eone. III." di que- madre, e sarà seguilo dall'anime de'giu-
sti Eoni ed il più perfetto, era un essere ma nulla di animale entrerà nel Pie-
sli;

invisibile, eterno, non generato, incom- roma. Allora il fuoco eh* è nel mondo
prensibile , che chiamava più comune- comparirà, si accenderà, consumerà lut-
a52 VAL VAL
la la materia, e si consumerà con essa insegnali da altri entusiasti, ciascuno de*
fino atl annullarsi. Malgrado rassurtlità (piali li ordinò secondo il suo gusto. Scris-
ili sua dottrina, Valentino trovò in E- sero contro Valentino : Tertulliano col li-

gillo moltissimi discepoli. In seguilo an- bro De boni I\larlfrìi\ o contro gno- i

dò a Roma verso ili 54, sotto il ponlilì- stici, col quale nome volevano esser chia-
calo di s. Igino, sperando di poter quivi n)ali anco i valentiniani per essersi ad
trovare de'faulori; ma dopo d'essere sla- essi uniti, perchè l'eresiarca con grave
to ripetutamente escluso dalTasserablea danno della Chiesa spargeva non dover-
de'fedeli, fu scomunicatodefinitivamenle si patire il martirio; Giustino ed Ireneo
dopo 3 anni , secondo la cronaca di s. martiri, e Proculo, a'quaUTeodoreto ag-
Girolamo. INarra Rinaldi all'anno i55, giunge Teofilo antiocheno, Filippo ve-
che Valentino, e Cerdone caposetla de' scovo di Cortina, Modesto, Origene, Ro-
Cerdoniani, nefandissimi eresiarchi ve- done, ppoli lo, ed EusebioEinisseno; con-
1

nuti in Roma ^ volendo spargervi pro- i futandolo eziandio i nominati Clemente


pri errori vi cagionarono de'tumulli. Vi Alessandrino e s. Epifanio. Ma la pro-
rimase Valentino ne'ponlificati di s. Igi- tervia de' valentiniani fu tanto grande, che
no, di 8. Pio 1, di s. Aniceto , di s. Sole* disse Tertulliano: Cotmnci possunt, scd
ro, ed anche di s. Eleulero del 179 se- iuacleri non possiint. Dice di più, che i

condo Tertulliano. Dappoiché prima si


mostrò cattolico,
te sbigottito dalla
essendo restalo talmen-
maestà della Chiesa
valentiniani imitavano ne'rili loro i segre-
ti Eleusini,' usando «ran dilÌ2;enza in oc-
cullare quel che predicavano; e facendo
DO
romana , che non ardì di proferire sco- le cose con segretezza, avevano molle por-
pertamente le sue pazzie e bestemmie, le coperte con più veli, osservandovi per-
indi lo fece segretamente. Professò fìnta- petuo Quindi crede il Rinaldi,
silenzio.
mente la fede cattolica, ma poi scoperto essere avvenuto che in Roma, ove Va-
fu caccialo. Ritornando audacemente in lentino buon tempo dimorò, non si ce-
Roma, die a vedere d'essersi corretto, ma lebrasse con veli tirali, com'è usanza nel-
alla fine conosciutosi, fu condannato af- la Chiesa orientale, ma palesemente ed a

fatto. Valentino ben lontano dal ricono- vista di tutti; e non solo a luce chiara,

scere ed abbiurare i suoi errori, tentò al ma co' lumi accesi, imperciocché la ve-

contrario di maggiormente propagarli, e rità d'altro non si vergogna, che d'esser


la sua sella eslendevasi già in molle prò- nascosta. Adunque a dilFerenza di questi
•vincie dell' oriente, quando morì verso eretici, volle la Chiesa romana, che i sa-
l'anno 161. Scrisse un libro di epistole ed grosanli misteri fossero aperti a tutti. An-
omelie pe'suoi nefandi dogmi, citate da che dopo morto Valentino fu condanna-
Clemente Alessandrino e da s. Epifanio, to, dicendo il Novaes nella Storia di v.

nelle quali appariva un eccessivo orgo- P'ittore /del 1 94, che lo condannò, oltre
glio. Gli furono pure attribuiti alcuni ad altri errori, per ammettere molti Dei
salmi, un Vangelo che conteneva l'infan- e per insegnare che il corpo di Cristo era
zia del Salvatore, un libro intitolato So' celeste. I discepoli di Valentino, sorliti
phia, e raccolse una infinità di cose apo- dallo slesso tronco, si divisero in molle
crife. Non pare che Valentino propria- selle d' eretici, fra le quali gli jédarniti,

mente sia stalo il I." autore delsuccen- i Selhiani, ì Cainid, i Doceli, i Severia-
nato mostruoso sistema di sua setta; ma ni, gli apostolici, gli Ofiti [V,) ec, che
che prima di lui lo avessero insegnato si sparsero fino nelle Gallie, dove trova-
molli capi de' gnostici, e che Valentino rono in s. Ireneo vescovo di Lione mi
soltanto lo dispose a suo modo. Prima e formidabile avversario, dopo aver dispu-
dopo di lui tulli i riferiti errori furono tato in Roma contro lo stesso Valentino
VAL VAL 2^13

ed i suoi discepoli Fiorino e Bastie, col- ci. Il dottore s. Ireneo si fece come uno
la voce e cogli scritti. Altri più famosi studio particolare di combattere Valen-
discepoli che turbarono co'Ioro eiioii la tino, articolo per articolo, e di riportare
s. Chiesa, furono Tolomeo, Secondo, E- tutti gli errori, ed eziandio le massime
radione, e Marco peggiore che
di tutti, che lamodestia e il pudore non permet-
alTeresie aggiunse l'arie magica, adope- te di qui riferire. Il santo confutò la
rando cose che parevano miracoli dal , falsa dottrina nella sua opera de Cinque
quale derivarono 3Iar e iti. Mai co ingan-i libri contro V eresie^ e fece vedere eh' è
nò più persone, specialmente donne, col- un compostodi capricci, d'assurdi, di con-
le quali sfogava la sua sfrenata volontà, traddizioni, di errori sciocchi, un vero po-
come somigliantemente eseguivano i di liteismo, il sistema di V.ilenlino. Questo
Jui discepoli, che portando nome di cri- il eretico riguardossi da molti come un
stiani rendevano colle sozzure loro odio- profeta ed un filosofo de' più dotli, ma
sa e oltremodo spiacevole a'gentili la no- le sue opere non più esistono. I suoi di-

stra religione secondochè narra diiTu-


, scepoli fecero de' cambiamenti nel suo
samenfes. Ireneo. Fecero maggior dan- sistema sugli Eoni. Alcuni rigettarono il

no alla Chiesa questi scellerati di perdu- battesimo e tutte ceremonie esterne;


le

ta salute, che persecutori stessi, massime


i altri le amministravano in un modo
pegli allettamenti; poiché tutti i valenli- straordinario e profano. Gli errori de*
niani, come scrive Tertulliano,asserivano valentiniani si sparsero non solamente in
non doversi confessar Cristo ,nè patire il Europa, ma anche in parte dell' Asia e
martirio, laonde erano sicurissimi tra le dell' Africa , con perniciosissiaie conse-
persecuzioni mosse dagl'imperatori con- guenze. Nel passato secolo si trovarono
tro i cristiani. Congiunge s. Ireneo con alcuni critici che vollero fare risorgere la

Marco certo Colarbasio, di cui fa altresì memoria di Valentino e de' suoi simili,
menzione Tertulliano, ed appresso Fila- fecero ogni sforzo per trovare la ragione
strio chiamato anche Basso. Aggiunge e il buon senso in un caos di capricci che
Teodoreto a' Marciti o Marcasi ti gli e- iPadri della Chiesa riguardarono cotne
relici Àrcontici ed Ascodruti che ripro- traviamento di spiriti deliranti. Beauso-
vavano sagramenli, e furono più astu-
i bre in particolare nella sua Stona clelMa-
ti degli altri per i ngannare, perché viven- nicheisnio , tentò questa intrapresa; so-
dosolitari mostravano d'essersi spropria- stiene che il sistetna di Valentino non è
ti d'ogni cosa. Finalmente riferisce Ter- tanto ridicolo come sembra a prima giun-
lullianOjfra tulli questi discepoli dell'ere- ta, che era un metodo mistico ed allego-
siarcaValentino doversi riconoscere pu- rico di spiegare gli attributi e le opera-
re Teotimo. Sebbene lutti derivassero zioni di Dio, che questo eretico le per-
da Valentino, nondimeno con altri erro- sonificò secondo il costume de'filosofi di

ri si discoslarono dalle sue riprovate pro- quel tempo, che sono le stesse idee di Pi-
posizioni.costumi de'valentiuiani era-
I tagora e di Platone, i quali potevano a-
no molto corrotti. Oltre alle massime verle prese da'caldei. Pretende che i Pa-
de'primi Nicolai ti (^.), avevano molto dri non abbiano inleso il vero senso di
aumentato con quelle de' Gnostici , sul ciò che dicevano i valentiniani, eche fuor
soggetto degl'impuri piaceri della volut- di ragione cercarono di rendere odiosa
tà carnale, dicendo che abbisognava da- questi» dottrina. Non fu di questa opinio-
re alla carne ciò che la carne deside- ne l'altro prolestanle Mosheun; dopo a-
rava, e. COSI pure allo spirito ciò che lo verla ben esaminata, neir///57.C7tr/.vY.,se-
spirito può desiderare. E perciò i valen- colo II, e nella Storia /scc/., secolo II, ac-
iiuiaui furono sovente confusi co'gnosti- cordò che in qualunque modo si riguar-
254 VAL VAL
i)i questa dottrina, non si potrà mai mo- duli superiori, anco in materia di teolo-
strarvi un'apparenza di buon senso ne gia, non solo al clero che in quel tempo
di ortoclossia,e che tulli quelli i quali vi si insegnava, ma a'dottori cattolici di tulli
cimentarono, hanno gettala la fatica. Con i secoli. Con tultociò prevalse l'amiiìae-
hinsja e dotta discussione Io prova il dot- slra mento pubblico, costante, rmiforme
to Bergier, nei Dizionario enciclopt di- della Cliiesa a tutti gli sforzi degli anti-
co della teologia^ dell'eresie ec., nell'ar- chi eretici; venti sette più recenti invano
ticolo /^'alentiniani y facendo pure 1' e- 1' attaccarono da quel tempo, sempre si

slrallo i]e5 libri di s. Ireneo , ed oppor- sostiene e persevera come nel il secolo,
tune riflessioni sulla detestabile morale l'asta questo fenomeno per farci com-
de' valentiniani e de' gnostici. Conclude prendere dove si trovi la vera dottrina
col dire. L'adeltazione de' protestanli di di Gesù Cristo.
voler giudicare tutti gli eretici a spese VALENTlNlANOI^OLl.Sede vesco-
de' Padri della Chiesa, dimostra che il ca- vile della I
." provincia d'Asia, nell'esarca-
rattere dell'eresia è sempre lo stesso, ne to del suo nome, sotto la metropoli d'E-
da XVIi secoli ha cambiato. Quando si feso, chiamata altresì Oulico/ne, Aure-
esamini da vicino, scorgesi esservi una liconie ed Aurcliopoli, di cui furono
grandissima differenza tra la condotta vescovi Eusebio, che occupava que-
:

dell'antica sei la tie'gnoslici, nata sul prin- sta sede nel 4^0 > 6 Tommaso, che assi-
cipio del li secolo, e quel la i\e Protestan- stette ali." concilio d'Efeso, e in seguito
ti (^.). I primi, in virtù de' lumi supe- a quello di Costantinopoli, dove Euti-
riori che si arrogavano, vantaronsi d'in- chio fu convinto d'eresia. Oriens chr.,
tendere e spiegare la s. Scrittura meglio l. I, p. 712.
che pastori della Chiesa cattolica; i se-
i VALENTINO (s.), martire. Era pre-

condi pretendono d'avere lo stesso privi- te della chiesa romana, ed insieme con
legio coH'aiuto della grazia dello Spirito 5. Mario e tutta la sua famiglia adopra-
Santo, che non manca mai ad alcun par- vasi in servigio de'confessoridi Gesù Cri-
ticolare di loro setta. I valentiniani, de- sto,che pativano per la fede sotto l'im-
rivati da' gnostici nello stesso secolo, per [>erntore Claudio ii. I pagani perciò lo

appoggiare i loro comnsentari citavano arrestarono, e lo trassero dinanzi al pre-


una tradizione occulta e conservata tra fetto di Roma, il quale dopo avere in-
xm piccolo numero d'illuminati; prote- i vano tentato colle più lusinghiere pro-
stanti sostennero ciie in ogni secolo era- messe di fargli rinnegare la fede, ordinò
"vi stato nel seno della Chiesa un certo nu- che fosse crudelmente batlulOj indi de-
mero di partigiani segreti della verità, ma capitalo. Per tal modo s. Valentino ri-
che non ardivano dichiararsi né professa- portò la corona del martirio, a' i4 feb-
re pubblicamente la loro credenza; indi l^raio dell'anno 270. Dicesi che Papa s.
chiamarono in loro soccorso Manicheiy i Giulio I del 336
fece riedificare una chie-
gli Jlhi^esi^ i Valdesi^ ^\\ Ussiti,ì JVi- sa intitolata a s. Valentino presso il Pon-
clejìti (V.)^ tutti ribelli com'essi alla dot- te Molle, e la porta oggidì chiamata del

trina della Chiesa cattolica. I gnostici si Popolo, portava anticamente il suo no-
gloriavano delle filosofiche loro cognizio- me. Della chiesa e cimiterio di s. Valen-
ni, anteponevano l'autorità de* filosofi a tino parlai in diversi articoli, come ne
quella degli apostoli e de' loro discepoli; voi.LIV, p. 176, LXXIV, p. 27. La
i pretesi riformatori fecero pomposa mo- maggior parte delle sue reliquie si custo-
stra d'erudizione che avevano acquistata disce nella chiesa di s. Prassede di R.oma.
collo studio delle lingue, della critica, del- Egli è nominato come martire illustre

ia storia e delle belle lettere, furono ere- nel Sagrauientariodi s. Gregorio i Ma-
VAL VAL a55
gno, nel Messale romano di Tommasi, delle fazioni, secondo le costituzioni ema-
nonché in diversi calendari e marliro- nate da Eiigenio II e dall'imperator Lo-
logi. tario I, come dichiarai nel voi. XKl, p.
VALENTINO , Papa CHI. Ebbe la 2o5 e seg., legge che non attese Valen-
culla in Bouia da nobilissima prosapia, tino, e lo rimarcai nel voi. XVI, p. 3 i4«
figlio di Pier Leonzio, uomo assai pio, a- 1 riti eseguili per la consagrazione e in-
bitanle nella lei^ione Via Lata. Fino dal- tronizzazione di Valentino, ed in vigore
la sua prima età fu allevalo e visse eoo alla sua epoca, col donativo Preshile-
costumi immacolati, nemico de* giuochi rioy li descrissi ne'vol.VIII,p. i68,XLVI,
e degli altri tlivagamenti solili ne'giova- p. I IO, ove dissi che lo dispeusòal senato
iii. Alcuni scrivono c(»e fu affidalo a un e popolo roujano quando glibaciò i pie-
dolio maestro, sotto la disciplina del qua- di, e che poi batlè moneta d'argento, di-

ìe rivolse tutti i suoi studi alla divina leg- scorrendo d'una moneta di lui esistente

ge, della quale procurò penetrare i sensi in Roma nella biblioteca Vaticana, per
più profondi, tenendoli poi presenti col quanto riportai nel voi. L, p. 272,^06
favore d' una felicissima memoria. Per della rara collezione del cav. Andrea Belli,
lo svegliato suo ingegno ed eloquenza, e- il quale eiuditamente illustrò la Moneta
ragli agevole il persuadere e dissuadere inedita del sommo Ponte/ice romano
quanto voleva benché non proponesse
, Valentino. Di questa moneta d'argento
giammai non fosse mode-
cosa che slata ben conservata del diametro di 22 mil-
sta e lodevole. A malore de'poverijCOgl'in- limetri, ne trattai a Monete Pontificie,
segnamenli ed esempi de'sanli Pontefici ed il cav. Belli crede che non esista in
s. Pasquale I ed Eugenio il si perfezionò altra collezione, è che niono autore prima
nelle virtù e nella sana dottrina. Laonde di lui ne abbia fatta menzione; provando
s. Pasquale I lo sollevò al grado di sud- con altri esempi, che la brevità del suo
diacono, e poi di diacono come vuole l'au- pontificato non gl'im[)edì di far coniare
tore del libro Pontificale^ ed in fine alia monete, come non l'impedì a Marcello
dignità cardinalizia col grado di arcidia- li e Leone XI per le medogiie, iquali vis-

cono di s. romana chiesa. Quindi per fanti sero meno di Valentino. Avendo Euge-
suoi meriti e per morte d'Eugenio II, do- nio II per le accuse contro s. Catello ve-
po 4 giorni, nel i ."settembre 827, fu per scovo di Stabia[F.), ora Castellamare,
comune e generale consentimento del cle- fattolo porre nelle prigioni di Roma, co-
ro e del popolo elelfo in romano Ponte- nosciutasi da Valentino la sua innocen-
fice. Sebbene secondo consueti riti se- i za , ne ordinò la liberazione. Papa Va-
guisse comunemente prima Vordinazio- lentino governò la Chiesa universale 4»
ne nella basilica Vaticana, e poi l'/«//o- giorni, degno però di più lungo ponti-
nizzazioìie, che per consueto avea luogo ficalo, per la sua cospicua pietà, clemen-
nella basilica Laterenense, tuttavia Va- za e benigna liberalità. Mori a'io otto-
lentino fu prima intronizzalo che con- bre dell'827, e fu sepolto nel Vaticano.
sagratOjCome notò il p. Mabillon,mCom- Vacò la romana chiesa 3 giorni.
uìcn. ad Ord. Rom., e. 1
8, p. i 1 7, come VALENTINO (s.), Cardinale. Nato
erasi praticato con Conone, e poi si fece in Terni, per l'ardente zelo da lui nudri-
da Benedetto HI. JXegli Annali Berti- to verso la religione cattolica, meritò di
niani si dice Valentino eletto da*romani essere creato cardinale arciprete del tito-
e consagrato, senza farsi menzione del lo di s. Eusebio, da s. Gelasio Idei 49*2»
consenso dell'imperatore, cioè l'assisten- come affermano rUghellieilPalazzi. Pe-
za de'suoi ambasciatori alla consagrazio- rò rOldoino, seguendo Panvinio, dimo-
ne, per ovviare a' tumulti e prepotenze stra che s. Valentino fu arciprete di s.
256 VAL V A L
Eusebio, mcnlre n' era carcìinale prete sporlare in lettiga a Venezia, e indi alla
titolare Probiano. Verso il 5x3 s. Va- sua chiesa, dove appena giunto cessò di
lentino fu vescovo di sua patria, ripor- vivere nel i4o8, o con minor probabilità
tò la corona del Q)artirio, ed ebbe ono- neli4io. Fu sepolto in quella basilica
revole sepoltura nella chiesa di s. Ze- di s. PietrOj in cui gli fu eretto un bel-
none fuori della città, dove Iddio a sua lissimo monumento di marmo colla sua
intercessione operò molli prodigi. Ne statua, nella [.'^cappella del destro lato ,

parla a lungo V Ughelli , Jlalia sacra col suo nome e lilolo. Il Timon nell'Ap-
1. 1, p. j5o. Altrettanto feci io nell'arti- pendice della sua Porpora Pannonica^
colo Terni, per cui è meglio vedere quel- riporta quanto di lui avea ommesso nel-
l'articolo. l'opera.
\ ALE^Tll^O.Cardinale. F.Yalevi- VALENZA {Valentin). Città con re-
TINO Papa. sidenza arcivescovile di Spagna xA^o\yxQ'
VALENTINO, Cardinale. Marino o go della vasta provincia del suo nome si-
Martino 11 lo creò cardinale vescovo di tuata nell' est della monarchia col titolo
Porto, die neir883 sottoscrisse come bi- di regno, di cui fa la capitale, compresa
bliotecario della s. Sede un privilegio ac- nella corona d' Aragona. Trovasi a ^o
cordato da quel Papa al monastero di leghe nord-est da Marcia, a 67 est-sud-
Soligny nella diocesi di Limoges. Forse est da Madrid e ad eguale distanza sud-
cessò di vivere in detto anno, allorquan- est da Barcellona; in fiorente e pingue
do Formoso fu restituito al vescovato di pianura ed estesissima per circa 3o le-

Porto. ghe, lungi mezza lega dal Mediterraneo,


VALENTINO, Cardinale. Nato da e sulla sponda destra del Guadalaviar,
nobili parenti in Ungheria , si recò in che la disgiunge da' suoi 5 sobborghi, co*
Francia e in Italia per attendere a'gravi quali comunica mediante 5 bei ponti, a
studi della giurisprudenza civile e cano- due leghe nord-nord-ovest del bel lago
nica. Ritornato in patria,quantunque gio- d'Albufera che ha una circonferenza di
,

"vinelto, insegnò in Strigonia, e divenuto IO leghe^ e viene per un argine o lingua


insigne per dottrina ed eloquenza, si gua- di terra separato dalle acque del Medi-
dagnò l'amore diLodovico Ijche nel 1 3^5 terraneo, colle quali però comunica per
lo fece pro-cancelliere regio, e neh 876 un angusto canale. Sede d'un'udienza re-
vescovo di Cinque Chiese. Entrato in di- nonché
gia e d'una capitaneria generale,
sputa coH'arcivescovo di Strigonia a tor- delle supreme magistrature provinciali
lo, Papa Urbano VI lo richiamò al do- d'ogni ordine, non ha che una cinta mu-
vere. Il re nel 1879 l'inviò ambasciatore rata senza fortificazioni, interrotta da 9
in Roma per confermare la sua ubbidien- porte, una delle quali chiamata la Citta-
za alla s. Sede nello scisma che divide- della, è fiancheggiata da due grosse tor-
va i fedeli, ed ivi a'g febbraio Urbano ri rotonde. Forse è quel monumento di
VI, pedi luì meriti e in grazia del suo stilemoresco, costruito nel i444>^PP""^o
sovrano, lo creò cardinale prete di s. Sa- con dette o simili torri, formandoli prin-
bina, nella cui tribuna, secondo Cardella, cipale ingresso della cillà,e viene appella-
si conserva il suo stemma gentilizio. Pie- lo comunemente del Cuarte, e pel i.° si

no di zelo per l'estinzione dello scisma, ofhe a chi da Madrid per la strada della
quantunque nonagenario, si recò da Gre- Castiglia nuova recasi a Valenza. Ebbe
gorio XII in Siena, dove caduto infer- già importanti fortificazioni j ma ora noa
mo e accortosi che si agognava alla sua si vedono che logori avanzi, e la stessa

eredità, senza farne motto con alcuno e cattiva cittadella viene "trascurata. Que-
benché nella rigida stagione, si fece Ira- sta città è di figura bislunga, divisa io
VAL VAL 257
quattro grandi quartieri , e ciascuno di statue e di trofei militari. Le case di Va-
essi riparlili in 8 minori ; vi si contano lenza non sono nobili per X architettura,
9600 case , e nell' uiliraa proposizione ma poche sono le città che contengono al-
concistoriale del 1 848 si legge, et in suo trettanti palazzi e edifizi pubblici, fra'pri-
uniiLs cìrcllcr Iciicae ambita a 0,0 fere mi notandosi soprattutti que' del con-
ìnìllihas inìiahitatur mco//.?.Le strade so- te Cerbelloujdel marchese di DosArguas,

no slrettej corte, tortuose, frastagliale in del conte di Parsent e altri; e fra gli edifi-
non insiniciate, e co-
un'infinità di viottoli, zi pubblici la cattedrale metropolitana, il

perte di sola incomoda arena; la maggior palazzo dell'arcivescovo, il Tempio o pa-


parte hanno scoli sotterranei che condu- lazzo reale costruito da Carlo HI per es-
cono l'acque al fiume, a grande distanza sere utj capoluogo di ordine militare, la
inferiormente alla città; epretendesi che dogana, il consolato, il tribunale di com-
que'sotlerranei, bene fabbricati e solida- mercio, la scuola Esculapia, la casa regia
mente, sieno opera de'romani. Tutte le di Misericordia, il collegio di s. Pio V, il

si rade nella notte sono illuminate, e con- monastero di s. Michele de'Re, le ricor-^

fidate per la polizia notturna a guardie date torri di Cuarle e di Serranos, che
chiamate serenos, che le battono conti- servono di carcere, il grande spedale re-
nuamente. Vi hanno molle piazze pub- gio, il convento de'domenicani il colle- ,

bliche, ma quasi tutte irregolari e poco gio del Corpus Chris ti^ e la borsa. La
rimarcabili. Vi si contano 9000 pozzi metropolitana jd'ottima ed elegante strut-
d'acqua bevibile,ed una sola fontana pub- tura, è dedicata alla B. Vergine Assunta
blica che di sovente manca d* acqua. Le incielo, tra le cui sagre reliquie si vene'
riviere di pietra che contengono il fiu' ra con granile venerazione quasi 1' inte-
me, cominciano mezza lega sopra la cit- ro corpo di s. Lodovico arcivescovo di To-
tà e terminano mezza lega sotto, presso losa. Vi è il fonte battesimale e la cura
la sua foce in mare; costruite di pietra d'anime amministrata da due vicari, de*
lavorata, guernite di belle case e pianta- quali uno è perpetuo. Alquanto prossimo
le d'alberi, formano una delle più. vaghe è l'arciepiscopio, bisognoso da ultimo di
parti della città; quanto agli altri passeg- restauri. L'antico capitolo si componeva
gi, tutti gli aditi ne (ormano di bellissimi, di 7 dignità,?.' delle quali era l'arcidia-
essendo il più notabile quello che conilu- cono, di 23 canonici comprese le preben-
ce al porto di Gran lontano mezza lega, de del teologo e del penitenziere, d' 80
ornalo non solo da bellissimi viali d'albe- beneficiati, e di altri preti e chierici in-
ri, ma eziandio dalle case di villeggiatura servienliall'uffiziatura divina. PioVIlI col
e da'giardiniameni che lo fiancheggiano breve Ecclesiasiicos ritiis^ de' 22 mag-
e ne fanno un sito incantato. Era antica- gio 1829, Bull. Ronii cont. t. 18, p. 16:
mente fuori delle mura un bellissimo pa- Ahrogatio consuetudinis existentis iti
lazzo che serviva di residenza a'capitani Ecclesia metropolitana Valentina recl*
generali; fu demolito, e poi nel suo luo* tancli Matutinum cum Laudibus in cho-
go formò uno de' più graziosi giardini
si ro liora noctis xir. Il Papa regnante Pio
delia cillà, ed anche la gran piazza irre- IX nel concordato del 1 85 concluso col- 1
,

golare di s. Domingo fu nei 7 i 7- 8 con- i 1 la Spagna e riferito in quell'articolo, for-


vertila in un giardino pubblico d'ottimo mò il capitolo come le altre metropoli-
gusto, dove si osservano di belle statue di tane del regno, cioè delle dignità del de-
marmo, quali due giardini si devono al
i cano I
.* dignità, dell' arciprete, deli' arci-
capitano generale F. Saverio Elio , alla diacono, del cantore e prefetto della scuo-
memoria del quale si è vicino alla città la, e del tesoriere; di 4 canonici chiama-
eretta una magnifica piramide adorna di ti de offìcioj ossia il magistrale , il dot-
VOI. LXXXVIf. »7
258 VAL VAL
forate, il lellornle, il penitenziere; non clic tua in perpc fuor uniprò manutentìone
d'un numero di canonici delti de gracia^ CoUegii Pncroriim ex genere MaurO'
e d'un numero di 6 beneficiati. Al dire rum. nnper conversorum, et erectione Se-
della citata proposizione, nella città eran* minariiPuellarum ejusdem generis.Vac-
vi altre 12 cliiese parrocchiali munite del cennate vicende politiche distrussero, ol-
s. fonte, (\y\G collegiate e altre chiese. Fra tre altri benefìci stabilimenti, il monte di
qoesle ultime una è militare. Fra'suoi 22 pietà, in cui si prestava senza interesse a-
oratorii, quello di Nostra Donna de los gli agricoltori e fittaiuoli. Esistono 4 ba-
Desemparados è il più bello, tanto per gni pubblici, il teatro, le caserme pe'sol-
conto dell'architettura e quanto per la sua dali e varie carceri. Gli alberghi, le trat-
grandezza; contiene la divota immagine torie, i cade sono numerosi e
genera- in
della Madonna venerata assai come pro- le pulitamente tenuti, come ben provve-

tettrice delia città e di sua provìncia. No- duti sono mercati, viveri e altro essen-
i i

tasi pure l'oratorio di s. Vincenzo mar- do a discreti prezzi più che altrove. Gli
tire, parimente venerato protettore della stabilimenti d'istruzione pubblica di Va-
città. Prima delle deplorabili vicende po- lenza ponno gareggiare con tutti quelli
litiche della tijp^g^/z^. Valenza si pregia- del resto della Spagna, per lo studio del-
va di 22 conventi e monasteri religiosi, le scienze e dell'arti. L' università degli
oltre due case d'ordini militari, due ca- studi ebbe origine per lo zelo del Valen-
se di gesuiti, ed una de'chierici regolari tino Vincenzo Ferreri, dipoi conferma-
s.

minori le monache vi possedevano 22


; ta dal re Ferdinando V, ed eretta cano-
monasteri ed ora sono non poco dimi-
, nicamente con prerogative e privilegi dal
nuiti. Vi è il seminario, diversi sodalizi, Valentino Papa Alessandro VI. In segui-
la casa penitenziale per le donne, la ca- to Sisto V colla bolla Copiosus in mise-
sa d'asilo pe' delinquenti. Generalmente ricordia DominuSy de'3o ottobre 585, i

parlando , le case e chiese religiose sono BulL Rom. t. 4, pai'- 4> ?• 53: De regimi' •

osservabili per gli ornamenti di tulli i ne studii generalis Valentin, ah Alexan-


generi e per quantità di pitture, gran nu- dre VI institutìy et applicntione benefl'
mero delle quali opere di artisti nativi di ciorum ecclesiasticorum. Nel 1786 il re
questa città: talune chiese e altri edìfizi Carlo III die novella forma all'universi-
sono di gusto gotico e moresco. Di più tà, ed il Papa Pio Vili col breve StudiO'
Ti sono 5 spedali, ne'quali sono medicale rum Universitati Valentìae , de' 5 feb-
ogni sorte di malattie, compresa la paz- braio i83o, 5m//./?o/7z. 1. 18, p. 86: Coni'
zia; l'ospedale della Maternità per le don- municatioprivìlegiorum,aliorumqueju''
ne incinte, l'orfanotrofio, l'ospizio de'lro- riunì Univcrsitatis regni, cum reserva-
vatelli. Avendo Carlo V fondato in Va- tìone activi patronatus favore regisHi'
lenza un collegio per l'istruzione cattoli- spaniae prò Universitate studioruni ci'
ca de'mori maomettani convertiti al cri- vitatis P'alentiae. Questa università si
stianesimo, Filippo Ili volle ampliarlo in vuole che sia lai.* della Spagna. Ha 60
favore delle more maomettane venute professori che v'insegnano la teologia, la
alla fede,ed ottenne da Clemente VII! e filosofia, il diritto canonico, il diritto ci-
diretto all'arcivescovo Giovanni, il breve medicina pratica e teorica, la chi-
vile, la

Exponi Nobis, de'6 maggio 1602, BulL mica, la botanica, l'anatomia, le mate-,
Rom. i. 5, par. i^^. ^i^'.Facultas Ar- maliche e le lingue orientali: possiede un
chiepiscopo Valentin, conver tendi sum- giardino botanico, un anfiteatro anatomi-
mam 60 mìUiimi libraruni ex pensioni' co , il laboratorio chimico, la biblioteca
bus impositìs prò erectione et dotatio- , pubblica. Inoltre Valenza ha 6 collegi, tra
ng Parochialium, in emplionem reddi- i quali si distingue quello di s. Paolo , e
VAL VAL 2%
parecchi altri grandi slabilimentì cristru* magazzini, in cui risiedono de*negozianli,
zioiie secondaria pe'gìovani d'ambo i ses- insieme co' consoli e vice-consoli (inda-
si; un'accademia regia di belle arti, sotto sivamenle al console pontificio) di parec-
il titolo di s. Carlo , dove si fìjrmano a- chie nazioni. Diede questa città i natali
lunni nella scultura, nell'architettura e a un gran numero di peisonaggi celebri
nella pittura , ed ogni anno distribuisce in santità di vita, nelle dignità ecclesia-
premi; una scuola di disegno frequenta- stiche, nell'armi, nelle scienze e nelle ar-
tissima, e nella quale parimente si distri- ti. In sanlilà di vita ricorderò soltanto: il

buiscono premi d'incoiaggiamento; una taumaturgo s. Vincenzo Fcrreri[]^.) do-


società regia economica, ed un* altra bi- menicano', s. Lodovico Bertrando (V.)
blioteca pubblica nell'arcivescovato. Va- dello stesso ordine; il b. Andrea Hìher-
lenza ha il vanto d'essere slata la i / cit- non [V^ francescano della stretta osser-
tà della Spagna in cui fu introdotta la vanza; il b. Gasparo Bon (/^.) religioso
stampa neli474> ^ "^1 suo seno meglio de' minimi; e s. Francesco Borgia (F.)
riuscì questa mirabirarle. Le manifattu- duca di Gandia, indi gesuita e 3.° genera-
re di stoffe di seta che vi furono un tempo le di sua compagnia, protettore contro i

cotanto fiorenti, sono in oggi sommamen- terremoti ne' regni di Granata, Portogal-
te decadute, ma pur oggi stesso formano lo , Napoli e di Paleroìo. Nelle dignità
ancora uno de'primari rami d'industria ; ecclesiastiche rammenterò i seguenti. Pa-
le altre fabbricano cappelli, panni, india- pa Calisto III (V.) Borgia , eletto nel
ne (ossia tele stampate e dipinte che an- 1 4^5», secondo la predizione di s. Vincen-
ticamente facevansi soltanto nell' Indie), zo che canonizzò. Si rese celebre pel sin-
biancherie da tavola, tele fine e comuni, golarissimo suo zelo nel frenare anche
veli, galloni d'oro e d'argento, corami, coll'armi navali proprie i formidabili ot-
cordami di canepa e di sparlo (pianta che tomani , che pretendevano sottomettere
spontanea cresce in gran copia nelle pia- il cristianesimo all' impero di Turcìiia
nure meridionali della Spagna), lavori di (F.). Tra'cardinali che creò vi comprese
stipettaio, fiori artificiali, oggetti confet- due valentiiii e suoi nipoti, Gio. Lodovi-
tati, paste d'Italia, acquavite e liquori, co Milano {F.)^ e Roderigo Lenzoli Bor-
candele, sapone, carte da giuoco, vetra- gia che nel 1492 divenne Papa Alessaii'
mi, oggetti di bronzo, di rame e d'otto- dro F1{^V.). Egli fu biasimato pe'P^rc/i-
ne, aghi, terraglie fine e comuni ec. La // (/^.), e celebralo per grandi azioni. Se
caccia de'numerosi uccelli acquatici e la denigrato dagli scrittori nemici della
copiosa pescagione offrono considerevole Chiesa e del romano Pontificato , e da
profitto. 11 commercio, che in altri tempi que'che per malignità sfogarono la loro
estendevasi fino nella Barbaria, nell' Ar- bile su quanto era da biasimare e con
cipelago, in Siria e nell'Egitto, ebbe mol- eccesso, non deve uno scrittore cattolico
to a soifrire dalle corse de'barbareschi, e cumulare contro Alessandro VI quanto
fu in breve limitato ad alcune potenze può rattristare e deformare la Chiesa sua
d'Europa ed alleprovincie della Spagna ; madre, con ciò che disonora quello che
dopo l'indipendenza dell'America meri- nella fede fu padre ,
precipuamente ne*
dionale, quasi totalmente cessarono le nostri infelici tempi.romano Pontefice Il

sue relazioni col nuovo continente. Noa è monarca supremo come della Chiesa, e
avendo Valenza né porto ne rada, le e- tale nel governo della medesima e pei
sportazioni e importazioni fanno sopra si suo Primato (V.) non può esser giudi-
una cattiva spiaggia inferiormente al vil- cato da nessuno ; neppure da' Concilii
laggio di Gran a mezza lega dalla città, (F.) o Sinodi (F.). Nel narrare la storia
dove si sono stabilite alcune batterie e de' grave d' Alessandro VI si deve osservare
260 VAL VAL
iiìodei'azione,poichè egli fu Pontefice /7- degli Annali delle scienze religiose^ nel
rario di Gesìi Cristo^ il quale ha dello t. a, a p. a 1 6, die contezza del libro d'Eu-
colla sua divina bocca : Qui non est me- genio Aroux, quale seguendo le matte
il

nini cotitra 7uc est. Conviene poi distin- interpretazioni che Ugo Foscolo e Gabrie-
guere il Sommo Pontefice, indcfellibile e le Rosselli appiccarono alla Divina Com-

divino e la sua persona sagra, dalla con- media ed altre opere di Dante, per farlo
dizione mortale e fragile di cui è rivesti* comparire un eretico caporione, lo pub-
lo l'uomo. Non premier di mira questo blicò neh 854 a Parigi dedicalo al Papa
o quel Papa sulle relazioni politiche, poi- Pio IX^, senza che questi l'avesse accetta-
ché in generale 1* influenza politica de* lo, e col titolo: Dante hérélìqiic révoln-
Papi fu salutare, benefica e conservatri- tionnaire et socialiste, Rcvclations d'un
ce, ed ebbe quasi sempre a scopo la pace catoVujue sur le Moyen-age. Ne confutò
o la prosperità pubblica, per tacciare d'al- in parte le stranezze di cui è pieno zeppo
cun eccesso, secondo le circostanze de* il libro, e lo qualificò la stravaganza mag-
tempi, e quindi censurare tutti Papi in- i giore di cui è ferace il nostro tempo, di-

giustamente. Non si deve accennare da fendendo il gran poeta che merilossi il ti-
nu lato per menare dalTaltro, di cui Vin- tolo poeta teologo^ il quale Ira'suoi au-
f\'\

cenzo Gioberti fu sì perito maestro! Un rei versi cantò: Avete il vecchio! e 'l nuo-

tempo il Pontefice romano stringeva in vo Testamento, - EU


Pastor della Chie-
pugno le fila maestre della politica euro- sa che vi guida: - Questo vi basti a vo-
pea. Finché In grande fìimiglia occiden- stro salvamento. La quale terzina r A-
tale corrispondeva al suo appellativo di roux interamente tacque! Fra le altre co-
cristianità , ed i Papi n' erano 1' oracolo, se arroge al mio argomento che io riferi-
questi non mancarono mai a'doveri im- sca un brano dell' encomiato prof. Arri-
posti loro dalla fiducia Aq Sovrani (P^.) ghi. « E questa persuasione dell' interez-
e de'popoli, nell'arbitraggio de' loro più ze della fede di Dante fu tale che tulli an-
gravi affari e bisogni. Ma poiché quella darono a gara per lavare la reputazione
grande unità sociale del moudo cristiano di lui da quelle lacche, di cui la sua bile
fu scissa; poiché gli siali e regni eziandio contro le azioni dì alcuni Papi sembrava
ortodossi dichiararono di non aver biso- averla mricchiata. Gl'inlerpreli fecero os-
gno che di Dio e della loro spada, i Pa- servare eoa quanta diligenza Dante dislin-
pi si nobilmente nell'ammi-
circoscrissero gue le azioni personali de' Papi dal loro
nistrazione temporale de'propristali,con- potere, dalle loro dignità e da' loro inse-
tinuando col medesimo zelo nel governo gnamenti. E qualunque sia il giudiz io che
spirituale della Chiesa. Che se non pote- si voglia fare delleimputazioni da lui fal-
rono far trionfare lutti i suoi diritti, per le a' Papi che pone all'inferno, egli è cer-
amor Pace^ a mezzo i\t Concorda-
della to che per nulla offende la purezza della
ti ne salvarono il piìi meglio che potero- fede l'ammettere pecche personali più o
no. Il governo temporale de'P.ipi, che re- meno gravi ne' Pontefici. Giacché fino i

gnano nel Faticano (/'.), fu ed é sempre bimbi sanno distinguere l'/w


fia 'cattolici
lui buon governo, ad onta delle lagrime- fallibilità nell'insegnare daW'impeccabi»
\oli condizioni in che lo ridussero le rivo- lilà nell'operare: quella fu sempre rico-
luzioui; e che se pure talvolta vi si scon- nosciuta ne^Papi, non mai questa. Anzi,
trano le imperfeziotii e gli abusi insepara- quando gli etnpi, per isvillaneggiar la re-
bili dalle cose umane, la gravità n'é sem- ligione cattolica, vanno rozzolando ne*
pre minore degli altri siali e più agevole mondezzai della storia per trovarvi qual-
ne é il raddrizzamento. Il eh. prof. d. Gia- che raro Papa, che non rispose coli' inte-
como Arrighi compilatore della i." serie grità della vila alla sanlità della tiara.
VAL VAL a6t
non Fanno alito che copiare autori catto- quanti Papi voleva, ma non per ciò solo
lici, preti, monaci, vescovi e cardinali, che diventava eretico". Miserefurono le con-
ci tramandarono ne'lorolihri, insieme col- dizioni di Roma e anche di tutta Italia
le gloriose gesta de'ronoianì Pontefici, i nei sul finire del secolo XVI, in cui spesso la
che talora resero meno splendida quella forza e la prepotenza soverchiava il di-
ss. Sede. E que* tristi non fecero che ap- ritto, e iavevano sovverso la ragio-
sensi
piccar loro frange alle schiette narrazio- ne;ma pure fra tanti vizi, regnarono gran-
ni de'nostri storici, i quali soddisfacendo di virtù. Alessandro VI si trovò in tali
al debito di veritiero, quale deve essere condizioni, e perciò nella necessità di fare
lo storico , non vennero meno al dovere rispettare il principato temporale della s.

di cattolici, serbando il rlspello alla sede S^de^ onde si riguarda come il i.° Papa
di Pietro, e a quello di figliuoli riverenti che mise i suoi successori in istatodi figu-
costretli dalla verità a scoprire le vergo- rare nel mondo come sovrani, principal-
gne del padre comune. Senza andar tan- mente control feudatari e i vicari tempo-
to per le lunghe si veda il Muratori ed il rali della sovranità papale. Se talvolta ne
Baronio ne'loroy^/i/2«//,odancheil Man- superò i limiti, devesi attribuire air in-
si nella suaConcilionim antpUssima col' fluenza di Cesare Borgia bellicoso, e alla
lectioy ove a ciascun Papa pone la biogra- sua insaziabile ambizione. Fatalmente il
fia tratta da autori, per quanto è possibi- calunnioso e inverecondo Diario del ce-
le, veri, e tutti cattolici. Vedasi per esem- remoniere Burcardo acquistò riprovevo-
pio al 1. 18 la biografia di Giovanni XI lefama per 1* indegne e strabocchevoli
e Giovanni XII (/^.), ove non tace gli sozzure onde l'interpolarono i protestan-
scandali di que'lempi. E quivi trovere- ti,minuziosamente narrando e commen-
te questa rìfiessione gravissima tolta da tando gli atti privati e domestici di Ales-
Ambrogio Morales, che; La navicella di sandro VI. A quanto fu criticabile in tal
Pietro, agitaladajlalii^ ove Cristo seni- Papa, si può contrapporre quelle lodevoli
brava dormire^ fu tuttavia dal medesi' gesta che celebrai in tanti luoghi, la giu-
mo liberata non solo da irifinite eresie^ stizia, la mn-gnanìmità. Io zelo. Per lui si

ma la sostenne contro gravissimi scan- deve il migliore stabilimento delle Portó


dali^a segno che^per quella stessa ra- Sante ( V.) del Giubileo (F,) o AnnoSaw
gione per cui gli eretici novatori , da
^
/o.Facile fu nell'accordare l* Udienza^ V.)
quelli empi che sono bestemmiano s. , a lutti per rendere giustizia, massime ne*
Chiesa, per quella i figliuoli della stes- primi tempi del pontificato. Soleva por-
sa Chiesa^ pieni di riconoscenza, lodano tare seco in una scatola d'oro la ss. Eu-
Dio e lo benedicono. Argomento lumino- caristia, e lo dissi nel voi. LI, p. 128. Am-
sissiujo trattato da Paolo Segneri nella pliò e abbellì il Palazzo apostolico Fa-
magnifica orazione sulla Cattedra di s. ticano (F.). Già altrove notai il grande

Pietro; cioè, che i falli de'Pontefici inve- autorevole alto da lui esercitato tra' di-

ce di nuocere alle prove della divitia assi- scordi Isabella I e Ferdinando V sovrani
stenza che sostiene la Cattedra romana,
, di Spagna, e Giovanni II redi Portogal-
ne sono anzi uno de'piìi splendidi argo- lo, che lo fecero arbitro nelle loro gravis-
menti. Perchè non solo gli uomini e de- i sime differenze. Scopertosi da'portoghe-
monii insieme collegati non poterono ro- si il passaggio all' Indie orientali, ed a-

vesciarla, ma neppure i vizi personali de* vendo Cristoforo Colombo scoperta l'A^
Pontefici. Dal che deduce non essere
si merica pe* monarchi spagnuoli, e ricor-
quella opera umana, ma divina. Dante rendo rispettivi sovrani nelle loro con-
i

perciò potè essere calunniatore o maledi- troversie ad Alessandro VI, questi con
co cacciaudo dai paradiso uell' iufeiuo i'aulorilk d' uua bolla segnando una li-^
262 VAL VAL
Deu sul mappamotiilo, ussin tiranilo colla Valenza (V.) Francia ; nipoti Gio-
di i

penna un graflìo sull' Oceano, divise le vanni seniore, Giovanni giUuiore, e Pier
conquiste cle'due regni e il campo de'lo* Luigi, tutti di sua famiglia Borgia (V.);
IO conquisti, e le due corone riverenti al* il cugino Francesco Borgia (f\) (iglio di

l'operato dal Vicario di Cristo, vi si uni- Calisto III; Barlolomeo/l/<:ir /////( /.),Gio-
formarono e quietarono. Così Alessandro \amì'\ (\\ Castro (F.)f Jacopo Casaiio\>a
VI impedì che mari si facessero
i novelli (F.), Francesco de Loris (/'.), Giovan-
rossi di sangue cristiano, obbligando stret- ni /era (F.) d'Arcilla diocesi di Valenza,
tamente ed edìcacemenle monarchi di i Giovanni Castellar (F.) ì\v.\\ì\ tliocesidi
Spagna e di Portogallo a spedire nelle Valenza, nella quale citlà morì, oltre al-
nuove terre zelanti missionari apostolici, tri spagnuoli pel suo amor nazionale. Il

sicché fosse ad tasx legittimo titolo a con* Paovinio riferisce che di 43 cardinali da
quistarle al regno di Cristo. Alessandro VI luicreati,i8 furono spagnuoli. Inoltre fe-
si ammalò a* 12 agosto i5o3 di febbre ce successivamente duca di Gandia, nel
maligna, contratta nella campagna di Ro- regno e diocesi di Valenza, i propri figli
ma, la quale si convertì in terzana dopo Pier Luigi , e Giovanni che fu avo a s.
cavalo sangue a*i5; prese medicina a'
7, 1 Francesco Borgia. Di santo Paolo III tal

nel dì seguente verso lei 3 ore si confes- fece cardinali Roderico ed En-
i fratelli

sò da mg.*^ Pietro vescovo Cui mese, il rico Borgia^ de'duchi di (iandiaje Pao-
quale disse messa innanzi a lui , e dopo lo V creò cardinale il pronipote del san-
la sua comunione diede al Papa sedente to, Gaspare Borgia de'duchi di Gandia.
in -sul letto la ss. Eucaiistia, alla presen- Altri due cardinali discendenti del santo
za di 5 cardinali. Nell'ora del vespero ri- e de' duchi di Gandia, furono Francesco
cevuta l'estrema unzione da detto vesco- Borgia e Carlo Borgia Centella Ponce
vo, trapassò pie-enle il datario e il mede- de Leon. Tra' più rinomati guerrieri di
simo vescovo. Questo è il diario del u)e- Valenza, oltre Cesare Borgia, sono a no-
dico pontificio, che tratto dall'archivio mijiarsi Ugo di Moncada, col quale ebbe
Vaticano pubblicò il Rinaldi col quale , a trattare Clemente Vii, innanzi il fune-
resta confutala la scandalosa favola, che sto sacco di Roma^ J. de Argullo, e F.
Alessandro VI morì in breve senza rice- di Moncada. Tra'legislatori fiorirono Bel-
vere alcun ecclesiastico sagramento. Es- luga, Crespi eBojas. Tra'letteratiJ. L. Vi-
sendosi poi disfigurato il suo cadavere, ves, P. J. Nugnez-y-Martorell. Tra'poe-
die origine alia diceria , che morì di ve- Gaspare di Aguillar, Guillen de Castro,
ti

leno. Le sue ossa e quelle dello zio Ca- Micer Andres Rey de Artieda Antonio ,

listo 111 , si trovano presso la chiesa na- Folcb-y-Cardona. Tra gli storici Beuter,
zionale di s. Mai ia di Monserrato di Ro- Escolano, Mignana. Oltre a'quali Valen-
ina,al modo e pel narrato nel vol.LXVlU, za si pregia del botanico Cabanilles , e
p. 46) ed aspettano che i nobilissimi ed de'pittori Espinosa, Rib^^lta, Juanez, Za-
opulenti duchi d'Ossuna, loro discenden- rignena, March, Lopez, Soto-Mayor. Gli
ti ,
gli erigano un decoroso monumento abitanti sommano
a più di 80,000 e su*
in quel tempio. Alessandro VI fu anche perano 00,000 compresi quelli delTe-
il

benefico e benemerito colla Spagna e con sterno circondario. La temperatura di


Valenza sua patria, alla quale per singo- Valenza e della bella campagna che la
iar propensione diede i seguenti nume- circonda è dolce ed amena, malgrado i

rosi cardinali valentini da lui creati. Ce- venti d'est e d'ovest che frequenlemenle
sare Borgia (V.)^ suo figlio, nato io Ro- vi regnano; l'inverno vi si fa appena sen-
ma, poi duca del Valenlinois, nel dipar- tire; la primavera riesce assai piovosa e
limenlo della Drómc, di cui è capoluogo l'estate caldissima; uoudimetio l'umidità
VAL VAL 263
elle trovasi nelle campagne, e certi venti- di cinabro, d' argento vivo, rame , zolfo,
celli d'est vi rinfrescano l'atiuosfera; Tau- arsenico che diverse considerazioni noa
» tunno è la più bella stagione e prolunga- permisero di Murviedro ed a
scavare: a
si quasi fino al teiaiine eli dicembre. Va- Segorbia vi èdel piombo mistoad argen-
lenza, nobile città,ha dintorni pittoreschi to, ed io più siti del ferro di diverse qua-
e seducenti , straordinariamente fertili e lità. Si scoprirono ancora minieredi car-
coltivati con multa cura, quindi è questo bon fossile, ed in alcune parti delle mon-
paese da (juasi tutti i viaggiatori descrit- tagne trovansi cave di gesso, di marmi di
to come un nuovo Eden. Posta in mezzo più colori e d'alabastro; né raro vi é il sa-
a fecondissimi campi, che bene irrigati leche si ricava dalle sorgenti salate. Vi-
in ogni settimana mercé un sistema di vaci , ingegnosi e industri sono i valea-
canali immaginato ed attuato da' mori Zani , di carattere gaio , benché buona
saraceni, sotto l'azione del calore e del- parte non siano felici; l'immaginazione
l'umidità danno sino a 4 raccolte all'an- n'é ardente^ ma volubile; tuttavia hanno
no, e da per tutto ordinariamente 2. Ha molta tenacità nell'esecuzione de'Ioro di-
inoltre il vanto di conservare ancora fa- segni, massime in ciò che coucerne a' lo-
mosi monumenti di stilfi moresco e sor- ro interessi. Coltivano le lettere, le scien-

prendenti, che ricordano la lunga domi- ze e l'arti con ardore; hanno portato l'ar-
nazione maomettana. Il regno e la provin- te dell'agricoltura al più alto grado di
cia di Valenza è lungo 100 leghe e largo splendore, né mai trascurano veruna co-
20. Le acque del Segura, del Xucar e del sa cui credano che la debba migliorare.
Guadalaviar si versano in mare sulla sua Le donne sono belle, di statura alta e
costa, ed il Murviedo, il Paleucia, il Me- snella e di piacevolissima fisionomia ; la
jares vi fluiscono con altri minori torren- carnagione loro é fra le più belle della
ti. Il territorio ha molte eslese pianure, Spagna; l'adornamento semplice, ma e-
sel)bene de'monti l'attraversino, ma non leganle, il carattere amabile, la compa-
vi ha punto in cui non appariscano se- gnia graziosa. In generale i valenzani a-
gni di fertilità esuberante. La purezza mano le feste sommamente, e l'adunanze
dell'aria e la dolcezza del clima sono fa- pubblit;he, per te quali niente risparmia-
talmente controbilanciate da frequenti no, soprattutto se si tratti di feste religio-

uragani, da vorticosi terremoti, dalla pe- se. Meravigliosa é la loro maestria nel
stifera influenza del Solano, che sovente cavalcare. Il dialetto è formato d'un mi-
va soflìando dalle spiaggie africane. 1 ter- sto di catalano e castigliano. Nella divi-
reni paludosi d'Oropesa, e d'alcune par- sione decretata dalle Cortes nel 1822, il

ti sponde del Jucar, ivi rendono il


delle regno di Valenza formò le provincie di
clima malsano. Si deve all'operosità e Castellou della Plana, quasi tutta quella
alla perizia agraria de'campagnoli valeo- di Valenza, quella di s. Felipe o Jativa
zaui grandi elogi, non essendo tali 1 vici- o Xativa, la massima parte di quella d'A-
ni. Non vi è luogo alpestre o arido, che licante, e piccole porzioni di quelle di
la loro marra non ingegnosamente
arrivi Teruel e Murcia. Attualmente il regno
a l'ertilizzare, e prodiga la natura vi cor- di Valenza si compone delle 4 provincie
risponde con abbondanti e raddoppiati di Valenza, Castellone, Xativa e Alicau-
raccolti. Le esportazioni si effettuano co' le. Oltre l'antica capitale Valenza, sono

rinomati vini d' Alicante, di Benicarlo e principali città del reame Morviedro o
della Torre, co! riso, colle olive, le frutta Sagunto, Muri Veteres^ che espugnata
secche, il lino, la canapa, la seta. L'indu- da' cartaginesi, ne parlai in più luoghi;
stria non vi è generalizzala, ma non lascia Castellone della Plana, Cas Lilio ^ nella
di far progressi. iVon vi mancano miniere quale di recente fu trasferita la sede ve-
a64 VAL VAL
scovile di Segorve {P".); Panìscoln (F,)^ dogli edetani sino alla Betica , od alme-
lesa famosa dal soggiorno e morte del- no sino all'eslremilà della Tarragonese,
J'aulipapa Beueilelto X\\\; SegorlnjXiì' ove Irovdvansi luoghi dipendenti tla'ba-
li va, SctahiSf o san Gilippoo Felipe, Hib- stitani,che stavano in parte nella Betica
biicata su d'una rupe con castello di di- orientale. Vuoisi che la contrada da lo-
fesa, già sede vescovile eretta nel V seco- ro abitala e denominala Conlcstan'ui^
lo, poi sufliHganea di Valenza; Gandia, cortisponda in gran parie a quella che
ducato de* Borgia die vi fondarono un modernamente dicesi regno di Valenza,
distinto collegio e fabbricarono il bel pa- avendo pure portato nomi di lìJai'ita' i

lazzo, coA piccolo porlo e rimarcbevole nia e di Deitauia. Questa grande e an-
chiesa collegiata; Denia , Dianum^ riiio* tica città dicesi edificala 240 anni innan-

mala perla vetusta origine, con buon zi la nostra era; distrutta nella guerra di
porto custodito da forte castello, già se- Pompeo Magno, fu ristabilita da Giulio
de vescovile eretta nel VI secolo, poi suf- Cesare. Dipoi la ciltà di Valenza e la re-
fraganea di Valenza; Alicante, nella qua- gione passò da'romani a' goti conquista-
le come rilevai nel voi. LXVIII, p. 200, tori, e da mori saraceni nel 7 5,
essi a' 1

\ièstata traslocata la sede vescovile d'O- iquali pressoché distrussero Valenza ver-
rihudaj Elea (F.), Illicis^ antica e con- so il 761, ed cristiani trasportarono le
i

siderevole città, presso al capo di s. Po- sagre ossa di s. Vincenzo [F.) martire
la, già sede vescovile, poi sulFraganea di nell'estremilà del Porlogallo, in un luogo
Valenza; ed Or Untela (F.). Sulle nomi- che dal suo nome s'intitolò poscia pro-
nale sedi vescovili si può vedere il voi. montorio di s. Vincenzo, e cominciaro-
LXVIII, p. 83. Il governo pontificio tie- no a fabbricare in Oviedo l'insigne mo-
ne in Valenza, come in Cadice, un conso- nastero in onore del sauto , al liferire
le residente, ed ora lo è Francesco Fer- dell'annalisla Rinaldi. Narrano il Biiller
rer y-Valles: però il console generale sog- e suo annotatore, ches. Vincenzo, uno
il

giorna a Barcellona. Alcuni calcolarono de'più illustri mai tiri, da Saragozza sua
a circa 900,000 gli abitantidel reame patria fu portato in Valenza e rinchiuso
di Valenza, altri a più d'un milione. 11 in orribile prigione, indi dopo crudelis-
maresciallo Narvaez porta il titolo di du- simi tormenti fu cadavere giltato nel il

ca di Valenza dal i843. mare; miracolosamente lo ricuperarono


Va-
Valenza, Valencia, Fahntia^ è la due cristiani , e lo seppellirono in una
lentia Edetanorum seu Contestanorutn piccola cappella fuori delle mura di Va-
de'romani, ed i primi popoli della regio- lenza; indi le sue reliquie furono traspor-
uè, che si conoscono, furono gli Edetani tale da Valenza alla badia di Caslres nel-
e i Conteslani. Gli edetani ebbero il no- r864 pei* sottrarle dal furore de* mori, e
me da Edeta o Lìria, città antichissima n'ebbero porzione altre chiese, come l'ab-
eretta da'pri.milivi abitanti della Spagna, bazia di s. Germano de'Prati, Valenza di
e surse a qualclie distanza del fiume Tu- Linguadoca e Lisbona . ES'el voi. LXVIII,
ria, ora Guadalaviar, al cui nord fu e- p.85, riparlai delle gloriose gesta del pro-
dificata Valenza. Gli edetani furono uo de Cid o Rodrigo Diaz di Bivar di Bur-
popolo possente, che dominarono diver- gos, il quale nel 1094 conquistò sui mo?
se ciltà più considerabili della contrada, ri Valenza, ove si stabilì e mori nel 1099,
ed il paese abitato da essi ebbe il nome La porta per la quale fece il suo ingres-
di Edctanìa, che corrisponde pi esente- so nella città prese suo nome, e quan- il

mente alla parte seltentrionale del regno tunque l'espugnò pel re di Castiglia o di
di Valenza. 1 conteslani, popoli della Spa- Leon Alfonso VI, la ritenne e governò
jgua pit^ripre, ati'Uavaao il pae^e al sud fiucl^è visse ip un'intera dipendenza. La
VAL VAL 26j
sua ve<lova, la celebre Chimene o Xiine- ragondy perciò seguì lo Scisma d' occi-
ne, la consegnò al re di Castiglia, quale il dente cagionalo dall' antipapa Clemente
gliene confidò il governo; assaltala Va- VII, che stabilitosi in Avignone molli ,

lenza nel 1 loo (ìa'mori di Cordova , ella popoli ingannati ne seguirono V Ublfidien'
con vigorosa resislenzu gli obbligò a levar zrt (^/^.J credendolo legittimo, e perciò ne
l'assedio; nondimeno Valenza fu presa restò inviluppato lo stesso valenziano s.

r anno appresso, e lornò in poleie de' Vincenzo Ferreri, che nell' università di

niussubnani re di Cordova a' quali era , Lerida ricevè il dottorato dall' anticardi-
slata tolta; ({ualche tempo dopo divenne nale de Luna legato del pseudoPapa.
capitale del particolare regno di Valenza. Questi nel 1890 inviando l'anticardinale
Giacomo 1 il Conquisiatoreyied'A.vdQO' suo legato in Francia, recatosi a Valenza,
Da, conquistò la città con islrepitosa vit- volle che il santo l'accompagnasse. Mor-
toria, che gli procacciò il titolo di Fitto- to l'antipapa, gli successele Luna col no-

n'oso , insieme col regno del suo nome me di Benedetto XIII nel i 394> e tosto
nel 1238, e la popolò di catalani e fran- chiamato a Avignone il santo lo fe-
se in
cesi delle provincie meridionali, avendone ce Maestro del Palazzo (F.), e poi suo
s.

espulso moltissimi mori. Racconta il Ri- confessore. Ormai s. Vjnceozo avveduto-


naldi,che Giacomo assediò la città con I si dello spirito dell'antipapa, tralasciò di
numerosi e poderosi stuoli de' suoi, e si difenderlo e favorirlo col suo credito, ed
ancora di francesi ed inglesi, i quali pre- afflitto per lo scisma che divideva la Chie-
sa la croce futta bandire e predicare da sa, con velo procurò d'indurre Benedet-
Papa Gregorio IX, passarono nella Spa- to XllI a porvi fine; ma egli ambizioso
gna e cinsero d'assedio Valenza, respin- fece promesse che mai effettuò. Gli offrì
gendo valorosamente i mori nelle loro vescovati e il cardinalato, ma il santo
sortite con grande loro uccisione. Indi i non volle accettare, e preferì di recar-
crociali vinta 1' armata maomettana di si a fare il missionario apostolico. L'an-
Tunisi , accorsa in aiuto co' loro correli- tipapa l'invilo a portarsi in Genova ov'e-
gionari, costrinsero Zaeno re moro a ce- rasi recato ,
promettendo di rinunziare
dere la città per estreaia penuria di vet- alle sue pretensioni sul papato; il santo
da Valenza per accor-
tovaglie. Partirono ubbidì, ma non furono ascoltali i suoi
do 5o,ooo maomettani, indi Giacomo l animonimenti di far cessare il pernicioso
fece puigareco'rili cristiani i sagri templi scisma. Benedetto XIll dovette abbandor
profanali da' mori, vi ristabilì il vescovo, nare .Avignone e ritirarsi a Perpignano,
e succederono nuovi abitatori cristiani. essendosi la Francia sottratta dalla sua
Pervenuta la lieta novella a Gregorio IX ubbidienza, da dove passò in Paniscola.
ne'priini del i 2 89, non si può due quan- JXeli4i5 condusse a Valenza, per in-
si

to mai ne fu contento, e perchè si potesse vestire del regno di Napoli Giovanni se-
ritenere e difendere il regno di Valenza condogenito di Ferdinando I red'Ai'ago-
da'cristiani, stimolò ad andarvi a stabilir- na, alla sua presenza e della regina, do-
si i catalani, i francesi, i lombardi, propo- po aver insieme ascoltalo la messa. L'ari-,

nendo premi delle sagre indulgen-


loro i lipapa co'solili riti benedisse il che
vessillo
ze. 11 re Giacomo nelle terre del regno I Giovanni doveva portale nel reame, e di
di Valenza, tenute sì lungamente da'mo- questo l'investì nel consegnarglielo, es-.

ri e conlaminate colla bai bara supersti- sendo il principe genuflesso. Giovanni ba-
zione maomettana, vi eresse molte chie- ciò i piedi e la mano a Benedetto XllI,
se, ed il Papa per gradimento gliene con- e questi l'ammise al bacio del volto; poi
cesse il padronato. Quindi Valenza col baciò la mano al re padre, il quale pure
SMo reauie seguì le viceUde di quello d'A- l'ammise al bacio dei volto. Fialtanto di-
266 VAL VAL
\enutos. Vincenzo confessore e pretlica- i mori stabiliti nel regno di Valenza, di
lore tli Ferdinando I, lo consigliò di sol- partire dalla monarchia di Spagna in ter*
trRi'ji dall'ubbidienza dell' ostinato anti* mine di 3o giorni, questa espulsione re-
|)ii()a, qualora non si folesse sottomettere cò gravissimo pregiudizio alla città e al
ni concilio che celebra vasi in Costanza per reame di Valenza poiché perdette più ,

dare la pace alla lacerata Chiesa , onde della metà di sua popolazione, ma ci gua-
il le con editto de'6 gennaioi4i6 ma- tlfignò nella morale e nella religione , il

iiifestu a'suoi sudditi di rimettersi all' o* che piò importa. Tuttavia al presente la
perato del sinodo. Nello stesso giorno s. popolazione valenziana è più numerosa
Vincenzo predicò pubblicamente , che di delta epoca,raddoppiandosi altresì le
Pietro di Luna era un perfido inganna- sue produzioni. Durante la guerra della
tore del popolo di Dio, onde re di Ca- i successione alla monarchia spagnuola,
sliglia e Leon, e d' Aragona eransi ri- per morte di Carlo 11 d'Austria, Valen-
tirati dalla sua ubbidienza con altri prio* za riconobbe sulle prime Filippo V di
cipì. Continuando l'antipapa nella sua Borbone, ma poco stante aprì le porle a*
caparbietà, neli4i7 fu deposto e scomu- generali di Carlo arciduca d'Austria. Pe-
nicato dal concilio^di Costanza. Indi riti- rò, dopo la battaglia d' Almanza , com-
ratosi in Paniscola (Z^), Martino V e» battuta sulle frontiere del regno di Va-
letto in detto concilio pubblicò contro di lenza a'25 aprilei707, ed ove in memo-
lui la crociata, anche nel regno di Va- ria della decisiva vittoria riportata da*
lenza, ma non si elFeltuò per averlo im- francesi e spagnuoli, comandati dal ma*
pedito il re Alfonso V. Morto l'antipa- resciallo di Berw^ick, sugli austriaci e al-
pa gli successe il falso Clemente Vili nel condotta dell'arciduca Car-
leati sotto la

1424, riconosciuto da Alfjuso Vj fi- Valenza fu forzata ad implorare la cle-


lo,

iinliuente nel i4^9 terminò lo scisma menza del re, al quale avea mancato di
colla sua rinunzia. Il Pontefice Nicolò V fedeltà. Filippo V portatosi nella città
per la guerra contro i turchi, avendo punì i ribelli col supplizio di gran nume-
concesso ad Alfonso V re d' Aragona le ro di loro, colla perdita di tutti i privi-
decime e altri sussidii ecclesiastici, sul legi notabili goduti da essa e dal suo re-
modo di pagarle essendo nata discor- gno, e coll'obbligazionedi seguire gli sta-

dia negli stali del re, fra il clero e i tuti di Casliglia; altrettanto subì il regno
regi ministri, Papa per estinguerla a*
il d'Aragona, egualmente conquistato. Nel
i3 novembre i4^o deputò il cardinal secolo progrediente i francesi se neimpa*
Jeun vescovo Morinense ossia di Te- dronirono n' 9 luglioi8i2, sotto il ma-
rouanne suo legato a latore nel regno di resciallo Suchet, e l'evacuarono in giù-
Valenza e altri dominii, e con breve de* gnoi8i3, cessando il loro precario pos-
ig conferì al cardinale 1* opportune fa- sesso. Ferdinando VII ricuperò quindi
coltà per sedare silfatte diderenze, in che tutta la monarchia di Spagna , ed alla
pienamente riuscì, ed il Papa l'approvò sua morte toccando la successione di es-
a'25 gennaioi45i. Ferdinando V re di sa al fratello Carlo V, restò posposto, ad
Castiglia edi Leon, pel suo matrimonio onta che per lui si dichiararono i regni
colla regina Isabella I, divenuto nel 1479 di Valenza, Aragona, Castiglia ec. Nella
re d'Aragona e poi di Granata neli493 guerra di questa sua successione, si distin-
e di Na varrà neli5[2, fu ili.° re di tut- se nelregno di Valenza il valoroso ge-
ta la Spagna (/^.), onde Valenza col re- neral Cabrerà; ma il re non potendosi
gno fu riunita alla monarchia e ne seguì più sostenere, Carlo V rinunziò i suoi di-
i destini. Nel 1609 '' ''*^ Filippo III aven- ritti alla Spagna al suo degno
corona di

do ordioalo sullo pena di morte a tulli primogenito conte di Moulemoliu , che


VAL VAL 267
prese i! nome di Ca; lo VT, e ritiratosi in mutinaraenlo di varie citta. Quello di Va-
l^rieste ivi terminò i suoi giorni. In ta- lenza fu qualificato come la mostra prin-
le articolo, dopo aver narrato altre noti- cipale data nella Spagna dalla demagogia
zie riguardanti lo sventurato e virtuoso delle proprie forze organizzate; appunto
Carlo \ e gli ultimi anni di sua vita, perciò in quest'articolo mi proposi dare
promisi in questo di accennare i princi- un'indicazione delle notizie di Spagna,
pali avvenimenti di Spagna accaduti do- ritenute da me indispensabili per le pre-
po la pubblicazione di quell'articolo, cioè cedenti pubblicale. governo prese tan-
Il

in seguito de'posleriori al luglio 1 854 P^^' to in sul serio la faccenda che vi spedi ,

la rivoluzione militare scoppiata a Ma- a reprimerei ribelli il general Zabala mi-


drid e sue rovinose conseguenze ,
già il nistro di slato. L'indagini falle scopriro-
tutto deplorato e riportato a Toledo, il no che tutta la milizia nazionale di Va-
cui defunto arcivescovo presenlò in no- lenza fu complice dell'attentato; che il

me Papa Pio IX un pre-


della regina al capitano generale della provincia Vdla-
ziosissimo Triregno (f^.y, onde in breve longa fu costretto a capitolare con essa
\ado qui ad elFeltuario. Se lo scrivere è per mancanza di sudicienti forze a resi-
considerato tra le più gravi e diilicili fa- stere, e per trovarsi le autorità senza la
tiche toccate in retaggio a' figli di Atla- coscienza e il coraggio di opporsi. Abile
iDo; lo scrivere la storia contemporanea, ed energico il Villalonga , la sua azione
ed inoltre ridurre in brevi proporzioni si disse impedita dall'istruzioni private di
un complesso di copiose nozioni, è assai lenità e ntitezza verso i sollevati, del pre-
ardua e angustiosa impresa, e nella qua» sidente de'ministri Esparlero, ilqualegià
le di frequente mi devo accingere in epo- aveva concesso l'impunità a tutti i pub-
che fecondissime di rapidi e svariati gra- blici perturbatori degli ultimi tempi, an-
vissimi avvenimenti. Divenula la Spagna zi dagli onori e da'premi decretati or dal-
per la suddetta rivoluzione il convegno l'assemblea delle Cortes, di cui pure era
di molti rivoluzionari del continente, pas- presidente, or dal governo che dirigeva,
sò un periodo violento d'anarchia legale ad ogni sorta di cospiratori. Nondimeno,
e di dispotismo rivoluzionario, d'ogni ge- e sembrò strano, si affettò sdegno contro
nere di persecuzioni sistematiche contro i queli." colpo, colla destituzione del Vil-
moderati, ogni classe di savie persone e il lalonga, operata dal Zabala e ad onta che
clero, di usurpazioni religiose con porsi sul luogo aveva ben potuto g^iiidicare de'
eziandio in vendita i beni ecclesiastici (le fatti. Per allora il pronto accorrer delle
sole ProvincieBasche resìsterono a tale soldatesche nella ribellata Valenza , e il

iniquo spogliamento), che lesive al con- non esser stato imitato il suo esempio da
cordato concluso colla s. Sede neh 85 1, altre città, fece cessar il disordine e quie-
allaoienle furono riprovate dal Papa Pio tar il rumore. I capi de'faziosi arrestati
IX col riferito nel citato articolo. L'enor- dalle milizie,mercè potenti protezioni riu-
me debito pubblico della Spagna alla fi- scirono a sottrar la loro causa dal giudi-
ne del luglio i855 montava a più di j5 zio militare, e sottometterla a' tribunali
mila milioni di reali, con circa 4 n^il^t ini- ordinari, quali da lungo tempo erano co-
i

lioni di reali in carta. Frattanto la Spa- stumati a usare ogni riguardo a tali se-
gna fu in preda a desolanti condizioni. dicenti coraggiosi difensori della libertà.
Peste, fame, incendii, assassinamenti, ri- 11 movimento Valenza smascherò mol-
di
volture, inondazioni, supplizi; dappertut- ti, e svelò l' organizzazione
tutta pode-
to guerra, in tutti i cuori spavento, in tut- rosa del vandalico Socialismo [P^.) nella
ti gli animi incertezza e inquieti indine. Spagna, specialmente nelle provincie o-
La tremenda crisi fu preceduta dali'um- rienlali. 1 giornali progressisti, senza al-
268 VAL VAL
cun rilegno, pubblicarono clocnmenli da* moderati, i carlisti, e massimaraente il
quali risultò, che in tutta la regione det- clero cotne c.igione prima di tanti disor-
ta la Coronilla de Aragona^ e più spe- dini. O' Donnell sdegnato di tanta men-
cialmente in Valenza e Barcellona, v'ha zogna e arditezza, si levò immantinenti
un gran numero eli società segrete che di consiglio e die la sua dimissione. Espar-
giurano col pugnale in mano l'esterminio lero e gli altri dilfidando di reggersi soli
degli aristocratici e il livellamento delle « tante catastrofi rinunziarono anch'essi.
proprietà. L'operato in Valenza e tali La regina accettò queste riiumzie, e ab
manifestazioni, fu preso per una vera mi- cune ore appresso si rivolse fiduciosa-
naccia all'ordine pubblico d'Europa. La mente ad O' Donnell, perchè questi com-
lotta delie due
cominciò quindi
fazioni ponesse un nuovo ministero, e fu allora
quando Espartero incoraggialo da'demo- che arditamente contro la regia preroga-
cralici e spinto eziandio da' progressisti tiva faziosi declamarono in Madrid, fin-
i

puri, volle ripetere l'antico tentativo d'i- che il popolo corse all' armi. O' Donnell
solare il suo collega ed emulo ministro tenne fermo, vinse la ribellione di Madrid,
Lucena Leopoldo
della guerra e conte di e decretò lo stato d'assedio per tutta la pe-
O' Donnell, allontanandogli dal fianco i nisola. Tutto egregiamente venne com-
generali collocali ne'gradi più imporlun* pendialo dalla Civiltà Cattolica, massi-
ti. E^parlero si cinse dell'armi delle mi- me nella serie 3.", t. 3, p. ^5o. Il suo cor-
lizie nazionali, eO' Donnei! delle schiere rispondente definì Esparlero ed O'Don-
dell'esercito, meditante un colpo di sta- nell: Espartero capo, vessillo e guida na-
to. Successivamente insorsero Vallado- turale di tutte le fazioni ultra li'berline, di
lid, Rioseco, Valencia, Badajoz, Mojados, tutti i principii dissolventi. O'Donnell ca-
Camillac, Maracena, Lillo, Oviedo, Due- po casuale e speranza unica delle frazio-
iias, Triana, Eslella, Duron, Aranjuez, ni conservatrici e de'principii d' ordine.
Toledo, Zamora, Linares, Vidi , Siviglia, Tutte e le città più importan-
le capitali

Barcellona, nuovamente contumaci di i ti monarchia, principalmente Bar-


della
Valenza, Murcia, Saragozza, ec. ec. Tut- cellona e Saragozza , si pronunziarono
te queste sollevazioni ebbero l'indole so- contro il gabinetto ministeriale del gene-
cialistica, guerra alla proprietà e all'au- rale presidente e ministro della guerra O*
torità, con bruciauìento delle fabbriche Donnell : ma fortunatamente la ribellione
manifatturiere, e domande sfrenate d'au' da'fedeli militari, nel ilifendere costante-
mento di salario giornaliero per gli ope- mente la monarchia e l'ordine sociale, fa
rai. Siffatto violento e lagrimevole stato soffocala per tulio, di guisa che al comin-
di cose finalmente ebbe la sua terribile ciar del seguente agosto non rimasero
crisi ,
principalmente ne'snnguinosi e o- delle scorse vicende che le molle lagrime
stinati combattimenti di Madrid , nelle versale sopra il sangue largamente spar-
desolanti e famose giornale de'i4> i5 e so in (ma lolla cosi generale; e vinta dal-
j6 luglio 856, che iniziarono le ultime
1 le coraggiose e fedeli milizie della regina
mostre che dell'anarchia uvea per ora di- Isabella 11, e dal gran numero di perso-
visato di fare la demagogia spagnuola. ne dabbene che si unirono alle forze del
Ne'3 giorni precedenti radunati a consi- governo per salvare se e lo stalo dal ter-
glio i ministri per prendere energiche ribde vandalismo che desolò la Spagna
provvidenze sulla desolante condizione con disastrosi incendii de'socialisti o pro-
di tutta la Spagna, ebbero luogo discus- gressisti puri, saccheggi e uccisioni senza
sioni vivissime alla presenza delia regina. modo né freno. O' Donnell ne uscì vilto-
)1 ministro Escosura propose la pubbli- rioso,e formò tm nuovo ministero alquan-
pa^iooe della costituzione , ipcolpaqdo i to moderato e iadulgeale, molli individui
VA L VAL 269
de! quale mostrarono clisposlissimi a ri-
SI si presentò al nuovo ministero, perchè co-
parare al danno che la religione aveva stò la breve vita ministeriale al ministro
sofferto sino allora nella Spagna; essendo delle finanze Cantero , a motivo della
ciò pure ardenlissimo desiderio della re- fretta inopportuna in raccomandare a*
gina, mentre il popolospagnuolo in tutta suoi dipendenti la rapida e puntuale e-
la penisola domandò altamente la ricon- secùzione della biasimevole legge di dis-
ciliazione colla Chiesa, per cui in favore ammortizzazione votatasi dalle Cortes co-
di questa sì concepirono liete speranze. stituenti, contro i beni del clero. Volle e-
Quindi in tutta la monarchia fu sop- gli senza dubbio farsi con tale zelo un me-
pressa la guardia nazionale (nel modo in- rito presso la fazione progressista , che
teressante riferito dallo slesso Giorna- professava aperta ostilità a danno del cat-
le (li Roma del i856, p.8o8e n.*'2o4), tolicismo e perciò contro la s. Sede, con-
sciolte le magistrature municipali, licen- tro la quale erasi sostenuta deplorabile
ziate le Cortes costituenti, sciolte le società con politica biasimevolecheper lun-
lotta,
di fabbricanti e operai del principato di go tempo oltraggiò laChiesa,e specialmen-
Catalogna, e poi anche le loro casse di soc» te ne'due precedenti anni. Gli uomini o-

COI si e associazioni, con quelle disposizioni prudenti non potevano tollerare


iioratì e

prese dal luogotenente generaleZapatero, con pace che non fosse riparato dal no-
che riprodussi nel voi. LXXXIV, p.54e vello ministero ogni aggravio e ingiuria
55. A' 5 settembre dello stesso 856 si ri-
I 1 dolorosa recata alia Chiesa in detto ulti-

pristinò la costituzione promulgata per la mo periodo, di tempo, e l'offesa al senti-


Spagna a* 23 maggio i845, e quale re* mento religioso del popolo invece di ces-
guava allo scoppiar delia rivoluzione del sare fosse aumentata. La grande solleci-
ricordalo luglio 1 854, e con qualche lie- tudine e l'impegno fianco della pietà fi-

ve modificazione d'un atto addizionalejsi liale della regina verso il Papa, esigeva
dispose di riunire il senato a vita de'com- da'suoi ministri che gli si desse un'intera,
ponenti, come vìgeva avanti tal politica efficace e pronta soddisfazione, de'violati
commozione, e d' aumentarlo con alcuni diritti della s. Sede e della conculcata di-
nuo vi senatori; di convocare comizi per
ì gnità del clero. Or dovendosi pure secon-
1' elezione generale de' deputati alle Cor- dare la giusta espettazione del popolo, e
tes, secondo il sistema elettorale della co- far ragione alla volontà della regina, bi-
stituzione del 1837; di sospendere la leg- sognava dall'una parte cominciar appun-
ge degli Ayuntamientos votata dalle Cor- to dal rimuovere l'ollesa più grave, qua-
tes costituenti, e intanto porre in atto al- le si era la disammortizzazione de' beni
tri regolamenti perle deputazioni provin- municipali, dì Chiesa e de' luoghi pii; e
ciali. Arrogeche io ricordi l'importante non poteva fare quel
dall'allra parte ciò
articolo che si legge nell'encomiata Civil' Cantero che pochi dì innanzi erasene mo-
tà Cattolica j\, 4> P-i45'. e intitolato: Le strato cos'i passionato partigiano. Laonde
Cortes costituenti e la Milizia cittadina visto il mal punto, al quale erasi tal mi-
in Ispagnaj non che le gravi parole pro- nistro ridotto, rinunziò all'uflizio e vide
nunziate dal giornale di Madrid l'iT^^re/- sul fatto accettata la sua rinunzia a' 18
la, sulla condizione fatale da cui fortu- settembre. Gli fu destinato a successore
natamente uscì la Spagna, e ripetute da' Salaverria, antico e probo uffiziale cospi-
n.i 21o e 227 del Giornale di Roma del cuo dello stalo, il quale si recò ad ono-

i856. Indi \a Civiltà nel citalo voi. ri- re l'inaugurare la sua nuova carriera col-
parlando delle cose di Spagna a p. 246, l'apporre la firma al real decreto che so-
quanto alla questione ecclesiastica, la ri- spende la vendita de'beni del clero seco-
conosce la più spifiusa e più diUiciledie lare, sospende l'esecuzione delia legge del
270 VAL V A L
disammoilizzamenlo, e annulln ogni di- no alle Cortes coslituenli, e queste la pas-

sposizione contraria. Così fu fallo il i.° sarono alla risoluzione del governo, nel-
passo per rannodare le intenotle relazio- la <piale si domandava che fosse restitui-
ni della Spagna coi Padre comune de'fe- to a Loyolacollegio de* pp. della com-
il

deli,da'iuinistri d'una reginaed'una na* pagnia di Gesù, che così graia memoria
zione sinceramente cattolica. L' enorme aveva lasciato fra qtie'leali e morigerali

deficit lascialo ne' bilanci, e per conse- abitanti. Considerando diverse comuni-
guenza nell'erario, dagli sconcerti econo- cazioni de' governatori generali dell' An-
mici della dominazione progressista, an- tille, mostrando al governo l'urgente ne-

che con aver le Cortes costituenti soppres- cessità di collegi de*pp. gesuiti , e consi-
so il dazio di consumo che formava la derando ancora, i. Che l'esperienza ha
base principale delle pubbliche entrale, dimostrato la legittimità delle grandi spe-
invano si volle riparare colla spogliazione ranze, che furono concepite determinan-
della Chiesa e de' poveri de'Ioro legittimi dosi nell'isola di Cuba la fondazione di
beni, poiché disammorlizzazione non
la collegi de' pp. gesuiti per migliorare l'e-
riuscì ad incassare che un meschinissimo ducazione religiosa e l'istruzione morale
pugno di reali, presto assorbito da'biso- ed ÌMtellelluale,che riceveva prima la gio-
gni urgenti come stentatamente inlroita- ventù di quella provincia. 2. Che questi
to. La G azzelta di Madrid noli fìch il de- medesimi risultati finora conseguili, co-
creto che ristabilì la casa centrale de'ge- me anche quelli che si hanno a sperare,
suiti a Loyola nella provincia di Guipu» svanirebbero completamente, se i sud-
scoa, fondala neh 85 1 sotto il ministero delti gesuiti fossero privati de'mezzi op-
BravoMiuillo, e chiusa nella rivoluzio- portuni per provvedere alla continuazio-
ne del 1854 colla relegazione de'gesuiti ne e all'auuiento di una casa matrice nel-
all'isole Baleari. Perciò il GiomalediRo' la capitale. 3. Che la situazione di Pal-
ma^ 972, pubblicò la seguente ordi-
a p. ma diMaiorca e le circostanze delle ca-
nanza del ministro d' Oltremare Colla- se ivi stabilite, rendono impossibile il con-
do de'2 ottobre 856. «Considerando l'e-
1 seguimento de*fìni alli e necessari, il cui
sposizione falla a questo dipartimento dal compimento dovrebbesi facilitare. 4* Che
prociM'alore delle missioni della compa- la Iraslocazione della casa matrice da
gnia di Gesti, colla quale manifestava Palma a Loyola, per nulla innova essen-
l'iropossibilità che il collegio situato og' zialmente il mandato
oggi vigente. 5.Che
gi a PalmaMaiorca possa corrispon»
di col ritorno a Loyola della casa matrice
dere al sagro fine di sua istituzione, op- non si producono le spese che suppone-
ponendosi l'eccentrica situazione del pun- va la creazione di quella in qualunque
to del suo stabilimento e l'insufficienza altra città della penisola. 6. Che essen-
del locale destinato, dove non è possibi- dosi ristabilita con ordine reale de*rg ot-
le ammettere i necessari novizi, ne pro- tobre i852 la compagnia di Gesù, uni-
porzionare agli ammessi l'indispensabili camente per le nostre provincie trans-
condizioni per compiere un giorno il lo- atlantiche, non può riconoscersi come cor-
ro scopo. Considerando l' esposizione fat- porazione religiosa soggetta alla compe-
ta nel novembre 854 1 ^'''^ presidenza del tenza della amministrazione penisolare,
consiglio de' ministri, nella quale esposi- ma alia centrale oltremarina. 7. Checer-
zione s; sollecitava che i
pp. della compa- to al ministero di V. S. corrisponde il
gnia diGesìi continuassero inLoyola.Con- dispaccio o per lo meno l' intervento in
siderando un* altra esposizione , che più ogni assunto, che più o meno direlta-
d*8ooo cittadini, rappresentanti la pro- luente involgono questioni di polizia ge-
vincia di Guipuscoa,fecerouellostessoaa- nerale ammiuiàlrativa della penisola: S,
VAL VAL 271
M. Reginn (raccordo col consiglio de*
la no<?ciiili i servigi prestati al paese dal ga-
tuinistri ha ordinalo che missionari del- i binetto O' Donnell, ne saranno dimenti-
la compagnia di Gesù siano autorizzati cati dalla regina e dalla nazione: le cir-
a riportare a Loyola la casa matrice al costanze e i bisogni politici, che caratte-
presente stabilita a Palma di Maiorca. rizzarono il suo punto di partenza , fu-
Per ordine reale lo dico a V. S. per sua rono quelli che produssero la fine di su^
norma e per gh elfetli corrispondenti. Dio onorevole e patriottica missione, al dire
tì salvi per molli anni". 1 giornali spa- del Parlamento. Fra le cause che produs-
gnuoli riportano i decreti della regina I- sero la caduta del ministero O' Donnell,
sabeila, de'i2 ottobre i856 sulla accet- si disse la principale la disammorlizza-
tazione della dimissione del ministero O* zione, che la regina voleva prontamente
Donnell e della nomina del nuovo, rife- e interamente abolita, sì civile e sì eccle-
riti dal Giornale di Roma a p. 976. Per- siastica, reclamala ad urgenza dalle po-
tanto la regina dichiarò, che consideran- polazioni, che vedevano passare le loro
do i meriti e le qualità del capitano ge- proprietà, quelle del clero e degristiluli
nerale dell'esercito Ramon M." Narvaez di beneficenza in mano di specidatori, che
duca di nominava presiden-
Valenza, lo all'ombra d' una falsa libertà tentavano
te dei suo consiglio de'ministri. Era sta« d'arricchirsi. Si credette, col nuovo mini-
to ministro dal 1844 ^''^4^> e dal 1847 stero, cominciare per la Spagna un'epo-
ali85i: nel 1848 era stato detto il salva- ca di felicità, nella quale il trono, l'ordi-
tore della Spagna, per aver combattuto ne pubblico e il principio d' autorità si

decisamente e con senno la rivoluzione stabilissero su piùferme basi. Il gabinet-


che dominava l'Europa, intorno a que- to formato dal duca di Valenza può a-
sto cambiamento ministeriale, nel citato spirare a tuttociò, perchè rappresenta i
Juogo si legge. Il ministero O' Donnell « patriottici sentimenti della regina, e per-
caduto, essendo sostituito da un altro as- chè è r espressione del partito popolare
sai più conforme a'bisogni della situazio* della Spagna. La /?e^'e/7e/-^r/o/z, giorna-
ne politica e a'diritti del parlilo modera- le eminentemenlecaUolicOjdis^edi più in
to. Questo successo è un bel trionfo del- favore del seguito cambiamento, compia-
la pubblica opinione, del sentimento co- cendosi della caduta del ministero ante-
mune. Il cambiamento politico, che si è riore ,
per aver fallo cosi poco, perchè
verificalo, ha la sua spiegazione natura* venisserocompletamente soddisfatte l'in-
le e logica non solo nelle attribuzioni e tenzioni e desiderii nutriti dal cuore pio
i

nelle prerogative della corona; ma anche 6 magnanimo della regina a favore del-
nel dovere in che si trova questa di chia- la Chiesa, così perseguitala e maltratta-
iTìare al potere uomini che rappresenti- la nella persona de'suoi pastori e mini-
no principii opposti a quelli che hanno stri ne'due ultimi anni. Sentire compia-
dominalo anteriormente, quando questi cenza anche nel vedere che sono scotn-
principii sono stali quelli de'parlili, Vin- parse dalle regioni del potere elementi
to il progressista a' i4 luglio 1 854, era discordanti d'opinioni e di dottrine, che
naturale cl»e venisse a rimpiazzarlo nel per forza dovevano farsi vicendevoli con-
governo dello stalo il parlilo conservalo- cessioni per giungere all' uniformila vo-
re di cui è capo il duca di Valenza, e
, luta da' mezzi e dalle disposizioni che si

la regina,chiamando ne'suoi consigli gl'in- prenilevano. Neil' encomiare le beneme-


dividui dei partito conservatore, non so- renze del general O' Donnell aggiunge ,

lo ha pagato im tributo alla pubblica o- che non seppe o non potè apprezzare
pinione, ma ha compiuto uno de'suoi al- quanto conveniva 1' esigenza della (pie-
ti doveri. Noudimeuo non furono disco- stione polilica^ nella situazione in che e-
4

272 VAL VAL


rasi pos!o;e ch'era impossibile conlinua- hanno aìirogato in quidunque nìodo, a-
le Ufi potere. Tutto riportasi dal dar- lienalo e modificalo ciò eli' è stalo con-
vale tli Roma a p. 980, insieme alle lo- venuto nel Concordalo concluso colla s.
di de'imovi ministri. Il medesioto Gior' Sede il 16 marzo i85i. Ari. 2. rispel- I

Udir nel n.° 247 ed a p. C)85 riprodus- livi ministeri mi proporranno subito le

se seguenti rapporto de'niinistn e de-


i misure spellanti al line di dare iuìmedia-
creto della regina, in ordine al concorda- lamenle pieno ed intero elicilo al pre>ieii-
lo della 5. Sede. « Madan»a. Concor-
Il te decreto. Dato dal palazzo i3 ottobre
dalo concluso colla s. Sti\ià dal governo i856. La Regin.i". Nel dì seguente ema-
di V. M., debitamente sancito dalla legge nò quesl' altro decreto. »* In conlòrmità
degli 8 maggio 1849 e ratificato ili. 'Ca- dì ciò che mi è slato esposto dal consi-
prile 85 1 è ad un tempo una legge im-
1 , glio de'ministri, decreto quanto segue :

portantissima dello slato ed un atto, a- Art. I. E' sospesa d'ora in poi dal giorno
veiido tulio il valore d'un trattalo inter- d' oggi la esecuzione della legge (\\ dis-
nazionale. Sotto fjuesl' ultimo rapporto, ammortizzazione in data del i." moggio
le sue disposizioni non possono essere va- i85i. Art. 2. Perciò non saranno posti
lidamente abrogale ne alterale senza il in vendila i beni di coloro che la delta
concorso e l'assistenza delle due alte par- legge ordinava di vendere : né saranno
li contraenti. Nondimeno, nel corso del- approvale le aste ancora pendenti. Art.
le ultime agitazioni, sono slate adottale 3. Il governo proporrà alle Cortes la de-
misure, che, più o meno direttamente, finitiva risoluzione riguardante l' esecu^
abrogano od alterano alcuni arlicob di zione di delta legge. Dato dal palazzo 1

questa solenne stipulazione. I consiglieri ottobre! 856. La Regina".


o Tale decreto
responsabili di V. M., onorali della vostra fi-i accollo con plauso dal popolo calloli-
augusta fiducia, non hanno potuto esi- co di Spagna, non avendo più a temere
mersi dal riconoscere, portando la loro per l'esercizio del cullo, che gli sta lanlot

alleiizione sopra questa q«ìestione si de- a cuore, e le popolazioni videro assicu-


licata,che sarebbe pregiudizievole e al- rata l'esistenza delle pie istituzioni ,
che
la monarchia ed allo slesso governo se si loro aprono le porle nell* iuf^inzia, nelle
partisse da quel punto per credere che la malattie e nella decrepitezza. Narra il

fede e la santità de' trattati non sono da Giornale di Roma a p. i45. Nel prin- i

lei a debito modo custodite e rispellale. cipio di dicembre il barone d' Uxola^ ac-
Questa sola considerazione, Madama, sen- compagnalo dal conle di Cervellon e m :ir-
za porre in campo altre ragioni della più chese della Romana, conle d' Altrodova
grantle importanza, delle quali il gover- e marchese diJura Rea!, ebbero l'onoi e
no di V. M. terrà sempre conio, obbliga di porre in mano di S. M. la regina, qual
i segnatari del presente espostoa sottopor- degna successora di Filippo IV e Carlo
re immediatameule alla suprema appro- III, l'esposizione che presenta al trono
vazione della M. V. il decreto cb'eghno la città di Valenza, chiedendo che si de-
hanno l'onore di rimettere nelle vomire creti una festa solenne e uu'ulUzialedimo»
reali mani". Seguono le firme de* mini- strazione con giusta e dovuta celebrità^
stri, e il decreto reale che annulla le di- in lutti i dominii delle Spagne, in onore
sposizioni contrarie e richiama in pieno vi- della dogmatica dichiarazione e procla-
gore il concordalo: eccolo. « Consideran- n»azione dell'Immacolata Concezione di
do le ragioni esposte dal mio consiglio Maria Vergine (della divozione della Spa-
de' ministri, ho decretato quanto segue. gna a tale insigne prerogativa della gran
Art. 1. Sono e restano senza elTetto tutte Madre di Dio, riparlai nel voi. LXXVI,
le dispo&iziuai di qualunque oaUua, che p. 267)) fcsla che gli spago uoli celebri»-
VAL VAL 273
rono innanzi die fosse diramala la cor- sacerdozio callolico. 2.° L* apertura de'
rispondente bolla lìieffahilis Deus per ^ concorsi pubblici giusta le prescrizioni
sìcaro e glorioso avvenimento, come de' tridentine per la provvisione de'curati e
più antichi e distinti divoti fia tutte le dell'alti e prebende ecclesiastiche. 3. "L'or-
nazioni della B. Vergine e dell'inedabi- ganizzazione della censura de'teatri, di-
Je mistero di sua pura Concezione. Di- retta a purgare le scene dallo sozzure che
vozione dagli spagnuoli manifestata e con- da parecchi anni le rendevano immen-
fermata mille volte con alti piti solenni i samente pericolose e detestabili. 4-° L'in-
ed uflìziali, singolarmente nelle sempre vito fatto dal governo a' prelati del regno
ìmmoitaii Cortes del 162 e del 1760, co- [ perchè celebrassero con tutta la pompa
me a loro venerata Patrona particolare la solennità dell'Immacolata Concezione.
e universale delle Spagne, e oggetto dol- 5." L'intero annullamento delle clausole
cissimo dell'amore e delle speranze d' o- empie e barbaramente restrittive che il
gni spagnuolo. L' edificante petizione si regalismo ateo de' progressisti avea po-
ammira a p. 1 148 del Giornale. S. JVI. sto al placet della suddetta bolla Incf-
accolse quell' idea in modo assai favore- fahilis Deus ; e per la quale neh' enco-
vole, lodando Valenza per la gloria d'a- miata petizione di Valenza era stato ri-

verla iniziata. Indi la nobile deputazione chiesto alla regina riparazione all'ope-
manifestò, che sottoscritti alla petizione
i ralo dall'anteriore governo, che conside-
desideravano innalzare una statua in ono- rò >i come non necessaria ogni dimostra -
re dell'Immacolata Concezione in una zione ufliziale, ed a far circolare la citala

piazza di Valenza, essendo firmatala pe- bolla col solo Regio Exeqnalur, conces-
tizione da 987 persone. Frattanto il go- so con restrizioni poco convenienti al ca-
verno ricuperando di giorno in giorno il rattere e air indole del suddetto docu-
principio d'autorità e di forza, dopo che mento ". Gli ultimi due provvedimenti
si chiusero le porte principali per le qua- dinotano la soddisfazione che il governo
li entrava l'anarchia; cessando la stampa dovette dare alla generale indignazione,
sboccala che audacemente stimolava di con cui gli spagnuoli videro le profana-
continuo alla rivolta, nella Spagna ezian- zioni che lademagogia accumulò per o-
dio riacquistandosi il bene fondamenta- scurare e avvelenare la pura allegrezza e
le toltole negli anni precedenti di per- ilfervido entusiasmo col quale la Spa-,

secuzione sistematica contro la Chiesa, gna accolse la definizione dogmatica del-


non avendo più luogo la prolezione cal- l'Immacolata Concezione. Quindi vivissi-
colata di tutti gl'interessi rivoluzionari e mo fu il giubilo destatosi nell'anime cat-
di sfacciato propagamento d'ogni più li- toliche al mirare l'universale e spontanea
cenziosa sfrenatezza. Alla reintegrazione pietà colla quale tutte le classi di perso-
del Concordato colla s. Sede, seguirono ne, 18 dicembre 1 856, cooperarono a ri-

alcune leggi lodevoli della stessa indole parare gì' insulti bestiali, stam-
che la

e tendenza, fra le quali hanno un'impor- pa libertina, le Cortes costituenti e il go^


tanza maggiore le seguenti, che ricavo verno stesso scagliarono impunemente,
dalla Civiltà Cattolicciyi. 5^^. 244- '«^ due anni addietro, contro l'augusta Ma-
La derogazione della legge delle Cortes dre di Dio. Dal reale palazzo fino al più
costituenti, relativa alle pappellanie col- povero abituro del manovale, dalle pom-
lative : il governo restituì la loro condi- pose assemblee degli ordini militari fino
zione canonica a queste pie fondazioni, alle ultime confraternite de'poveri gior-
le quali il liberalismo tentò d'aniiichila- nalieri, tutti concorsero airatlo di ripa-
re insieme con lutto quello che mena o razione. L'orazioni, le limosina, le gene-

che giova a nìanleucre iudipeudenle il rali comuaioui, la frequenza divola de*


VOL. LXXXVII. j8
9.74 VAL VAL
fedeli mostrarono, che gli addobbamenti propri eccessi. Ne' bei tempi in cui il ciio-

de' templi, 1' orcliestre, le luminarie eie re degli uomini batteva colla regolarità
processioni erano In manifestatiune ve- propria della vita cristiana, era bastan-
rissima de'Ioro profondi sentimenti d'a- te la voce del dovere a guidare i popoli
nimo religioso. Ne'primi mesi del 1857 sulle vie dell;» pace, della rassegnazione e
sì cominciarono l'elezioni pel nuovo par- dell' ubbidienza : oggi svenluratamenle
lamento oCortesda inau gui arsi il .°mag- 1 bastano appena gli eserciti e la polizia,
gio. E importante e veritiero quanto ri- moltiplicati senza numero, a mautenere,
produsse il o.** 76 del Giornale di Ro- non diremo l' ordine morale dove non ,

ma del 1857, cioè l'indirizzo agli eletto- giunge la f jiza , n)a 1* ordine materiale
Granata, in cui sono
li dell.** distretto di de'popoli. Ora come curare questa gran-
egregiamente esposti pensamenti e de- i i de e dolorosa piaga? Il governo di S. M.

siderii, da cui sono animatigli elettori re* lo ha detto : ridonando al trono il suo
ligiosi monarchici , tali e altri savi elet- splendore e vendicando la religione dagli
tori, sull'elezione del loro rappresentan- oltraggi ricevuti.Grandioso concello a ,

te nel congresso de'deputati, per la glo- cui devono associarsi tutti gli uomini di
riosa rigenerazione delia Spagna." Dopo buona volontà. E coloro che osteggiano
molti anni di sventure e di mali sempre questo bel pensiero, non ci dicano che io
crescenti, il popolo spagnuolo ha udito esso non sono espressi nomi di libertà e i

dal labbro di S. M. con somma esultan- di progresso intellelluale e materiale de*


za, ch'è assolutamente necessario riven- popoli. Se con quella parola si espresse la
dicare al trono il suo splendore e difen- libertà demagogica, non potremo mai mi-
dere la religione de'padri nostri dagli ol- rarla come un diritto, ma come un'arma
traggi dell'empietà: parole, che chiara- micidiale contro le cose più sagre : però
mente esprimono il prò fondo e necessa- se s'intende ad indicare la vera libertà, la
rio legame, che stringe, come aurea cate- libertà per il bene, la libertà data all'uo-
na, la pace e tutti i beni sociali all' anco- mo dalla Chiesa cattolica per rompere le

ra della religione ed al brillante diadema catene, in che gemeva, la bella e pura li-

de'nostri monarchi, e che nella tremenda bertà, che per nulla si distingue dalla ci-

lem[)esta, da cui è minacciala la ci vile Eu- viltà cristiana, noi dobbiamo dire che a.
ropa, offrono agli occhi del popolo le due niiamo la libertà e desideriamo che regni
uniche vie di salvezza: CalloUcisino clìlo- nella cara nostra patria con tatti gli splen-
uarchia.Yi finché questi alti fini procla- dori e gli che ha ricevuto dalla
attributi,
mati dal governo di S. M. non siano con- Chiesa cattolica, unica istituzione che ha
seguiti, la società , tocca nel cuore da can- la gloria d'aver incivilita 1' umanità. Ri-

crena mortale , seguirà un cammino di guardo al progresso intellettuale , busta


perdizione: profondamente agitata da po' dire che questa civiltà, nel cui seno corse
litiche convulsioni, lacerala dalla discor- per non pochi secoli con glorioso proce-
dia , talvolta inondata di sangue e di la- dere la monarchia spagnuolu, portò in se

grime, cadrà in fine nel funesto abisso a- lo splendore della luce e della verità ne-
perto sotto i suoi piedi dalla rivoluzione, cessaria alla salvezza del mondo, dal cui
e sarà cancellata dal numero delle nazio- splendore sono derivate luce e verilà per
ni civili. E nel dire, che la società è in- lescienze, belle/za d'inspirazione per l'ar-

ferma, non pronunci amo una parola vuo- ti, bontà pe' costumi , e più specialmente
ta di senso: visibili
sono sintomi di sua i quel retto sentire, quel sicuro giudizio,
infermità,ene fanno testimonianza i mez- che hanno gli animi religiosi, e che vaie
zi di che abbisognano governi per fre- i più di tutta quella coltura di vane parole
nare il male e salvare la società da' suoi e di falsi splendori. E nell' ordine male-
VAL VAL ^75
riale, chi non vede, che non solo è in ar« 3.* riscossa. Si dice ancora del real decre-
inuuia, ma uecessaiiamente legata al re- to d'aprile che concesse piena amnistia
gno della pace e dell'ordine religioso e a tutti coloro che in qualsivoglia modo
morale? Da
qualche tempo si va procla- avevano preso parte ne' due ultimi an-
mando come bene supremo il pensiero ni all' insurrezioni e cospirazioni carli-
de'beni materiali, non interamente però ste, in favore del conte di Monlemoliu
attuato noi vorremmo che questi beni
: o Carlo VI ditnorante IranquillajTienle
materiali si realizzassero senza violenta- nella corte de' suoi reali parenti di Na-
re quell'ordine che loro segnala un luo- poli, in piena estimazione. Si parla pu-
go inferiore e subordinato a' beni che re del nuovo ambasciatore straordina-
hanno per oggetto costumi. Donde pro- i rio e plenipotenziario della regina di Spa-
cede poi che bene materiale non è rea-
il gna presso la santa Stde^ gitmto in Ro-
lizzato da quelli che lo chiamano supre- ma, S. E. Alessandro Mon già ministro
mo, e che bisogna secondar le mire di di gabinetto, il quale presentò al Pontefi-
quelli che lo pongono in luogo inferiore? ce le sue credenziali a'4 aprile iSSy con
Avviene, perchè primi non coulano sul-
i liete speranze per le riprese relazioni, e
la pace, sull'ordine, sulle virtù religiose, con quella di presto rivedere il nunzio
mezzi senza cui anche l'imprese inferio- apostolico in Madiid , e quindi provve-
ri sono sempre illusorie, e non escono dal- dere alle tante sedi vescovili vacanti; es-
le labbra loro tali pronvesse con quella sendo generale la religiosa impazienza de'
sincerità propria de'cuori veramentecat- buoni spagnuoli di godere quanto prima
tolici.Ecco la bandiera, che deveguidare compita la ristorazione e l'organamento
chi ama il bene della sua patria con quel- della afflittissima e illustre loro Chiesa.
l'amore inlimo e fervido, che tutti strin- Grande bisogno che sentono gli
essere il

ge: Cattolicìsmo e Monarchia : e in for- spagnuoli d'un gagliardo sacerdozio che


za di questi due gran fatti e principii, pa- segua il compito di combattere l'inditfe-
ce, ordine, virtù religiose, progresso nel renlismo delle classi agiate ed il profondo
Tero, soccorso ne' bisogni, giusta libertà pervertimentocagionato nello spili to cat-
per tutti, e infine benessere materiale e- tolico del popolo per le predicazioni del
steso possibilmente ne' membri della so- protestantesimo; il quale venne nel pae-
cielù". Come procederono 1' elezioni de' se inoculato non sotto l'esterna forma
deputati alle Cortes, e de'dilFerenli parti- del suo culto di tolleranza ec, ma indi-
ti politici, lo dice e ne rende rag ione il cor- rettamente per mezzo d'una cotale spe-
rispondente della Civiltà Cattolica nel cie di propaganda politica e letteraria, la
l. 6, p. 499 ^ ^"^^ della medesima. Si cui malignità riesce tanto più terribile
compirono l'elezioni in pace, e fu grazia ed efficace, quando più occulta e insidio-
grande di Dio; riuscirono in favore del sa. Per ultimo annuncia e da contez-
si

governo e suoi ministri, con discreta op- za di un* opera di recente stampata in
posizione di progressisti temperati e d'al- Ispagna, a cagione di sua grande impor-
cun partitanle dell' unione liberale. Per tanza per quanti studiano la storia ec-
cui si osservò,che il ministero non avreb- clesiastica, il diritto canonico, l'antichità
be aviitoa lottarecontro ropposizioue,ma cristiane, i costumi, la disciplina e le tra-
colla maggioranza parlamentaria. Che sa- dizioni cattoliche delle nazioni. L'opera è
rebbe pei ò guerra domestica, questione intitolata: Co leccio n des Canones y de
di famiglia, nella quale niuno riporterà todos los Coiicilios de la Iglesia de E-
la vittoria, se non fosse la democrazia, la spanay America cu latin y castellano
quale, secondo l'uso, è tornata a seppel- per d, Juan Tejada y Ramiro^ Madrid
lirsi nelle sue caverne per prepararsi alla 1849-1B56. Sotto gli auspicii della si-
27G VAL V AL
curezza pubblica e della tranquillila gè- mi, che ne'lempi passali e presenlemente
iieiale^ non solo con lulla libertà e sen- hanno servilo e recalo lustro alla patria.
f.a |)ertui'!)nzione seguirono l'elezioni de' Che sarebbero presentali provvedi-
gli i

deputali alle Cortes, ma anco l'elezioni menti adottati pel ristabilimento delle leg-
delle magistrature municipali. A p. 434 gi invigore nel 1854, ed bilanci per le i

del Giornale di Roma si riproduce il di- riforme e modificazioni necessarie ad e-


scorso del trono, pronunzialo a nome del- qnilibrare l'entra te colle spese pulìbliche.
la regina Isabella dal maresciallo Narvaez, La stampa, da lungo tempo rella dadi-
nellapertura delle Cortes, a' senatori e sposizioni transitorie, richiedere una leg-
a'deputali. Tra le altre cose ivi si riferi- ge fìssa e slabile, la quale sarebbe sotlo*
sce.'» Colla più grande consolazione del posta alla loro approvazione , e che pur
mio cuore io vi annunzio il ristabilimen- permettendole la più semplice discus-
to delle relazioni colla s. Sede. Le dilli- sione delle cose pubbliche, dovesse trat-
collà che si opponevano a questo avve- tenerla da quegli abusi e traviamentiche
nimento tanto desideiato essendo rimos- r hanno così sovente compromessa. Che
se,, io ho mandato a Roma un ambascia- gli sarebbero proposte disposizioni im-

tore, il quale in mio nome deve stringe- portanti, per dare all'insegnamento pub-
re vincoli sagri che uniscono la monar-
i blico la stabilità legale; e per rimuove-
chia spagnuola al Padre comune de' fe- re gli ostacoli che si oppongono alla ra-
deli". Annunziò pure le ristabilite rela- pida esecuzione de' lavori pubblici; non
zioni coll'imperatore delle Russie, anti- che per unire alle grandi strade di co-
co alleato della Spagna. Le relazioni di- municazione d'ogni sorla, le strade pro-
plomatiche colla repubblica del Messico, vinciali e municipali, tanto necessarie al-
interrotle percasideplorabili,sperarecbe lo svolgimentodell'agricoltura e del com-
l'interruzione non avrà lunga durala. Lo mercio. Della legge sul regime ipoteca-
stato interno della monarchia essere per rio, anche per diminuire 1' interesse de'
quanto possibile soddisfacente; la tian- prestiti , divenuto eccessivo. In armonia
quillilà pubblica e la sicurezza interna furono i discorsi di risposta de'corpi le-
essere pienamente consolidale. Le Pro- gislativi del senato e de'deputali. Essen-
vincie d' oltremare in America e in Asia dosi presentato alle Cortes il progetto di
trovarsi in via di prosperità. Il concor- legge sulla pubblica istruzione, vari ora-
dato concluso colla s. Sede essere slato tori parlarono, fra'quali Orobio e Teia-
ristabilito in tutta la sua forza e vigore; do, col riferito dal Giornale dì Roma a
inoltre essersi adottate altre disposizioni p. 592. Disse il primo. » In Ispagna, fino
iieirinlendimentodi restituire alla Chie- da'più remoti tempi, la Chiesa è stala la

sa la libertà, ch'ebbe in dote dal suo di- direttrice del pubblico insegnamento; a
\io Fondatore e fu in ogni tempo sì ri- leidobbiamo non solo la conservazione
spettata dal religioso popolo spagnuolo dellebuone dottrine, ma in molte epo-
e da'gloriosi antenati della regina. Disse che progressi d'ogni ramo dell'umano
i

dell'imperiosa necessità di contrarre un sapere. L'istruzione diretta da'principii


prestito; de'provvedimenli sulla riforma ha continuato in Ispagna da'
religiosi
costituzionale del senato, e dell' unione tempi più remoti fino a noi: e in tempo
della dignità di senatore alle piti alte ca- de' re cattolici abbiamo veduto fiorire
riche della Chiesa e dello stalo , con in- grandi uomini in ogni scienza; il che pro-
trodursi l'eredità a' senatori nati grandi va, che tale influenza religiosa era alta-
di Spagna come un nuovo elemento di mente provvida nella pubblica istruzio-
forza e di stabilità, e come mezzodì man- ne. Signori ,
questa pubblica istruzione
tenere in modo permanente gloriosi no- i ha un grande numero d'istituti intenti
VAL VAL 277
a darla gi'ahiìlatnenle, e perciò gran nu- slrnzione: ma se i maestri non mi oliro-
mero di professori hanno la necessaria no la garanzia di moralità e di religione
vocazione, perchè sia provvida e camoli- necessarie perchè non sia insegnalo il

ni snll'aperla via. Fino a Carlo Ili è ri- male, preferisco, che vi sia ignoranza;
masta divisa dallo quan-
sialo, e fu allora perocché se questa è somigliante alla fa-
do la nomina venne a dare al-
de'rellori me, l'istruzione anti-religiosa è eguale al
lo stalo sopra 1' università una direzione veleno: la fame si estingue con un pezzo
fissa e permanente. E non ho mestieri di di pane; ma se diventa veleno non so se
favellare de'vari progetti proposti dal go- arriveremo a ten)po coli' antidoto. Ogni
verno, ne dello ristabilimento della com- nuova dottrina si riduce all' immodera-
pagnia di Gesù, che venne ad avere tan- to desiderio de'godinjenli materiali, e al-
ta importanza in una parie dell' istruzio- la ribellione contro l'autorità. 11 deside-
ne, a mio credere con tanto utile, perchè rio de'godimenti materiali soltanto può
luttociò è abbastanza noto a' signori de- esser frenato colle niassime religiose, che
putali. Ma dal 1820 si osserva una spe- obbligano allo slesso modo il ricco e il
ciale tendenza nell'introdnrre nel ramo povero: ed oggi che la insubordinazione
della pubblica istruzione idee rivoluzio- è un fitto perpetuo giornaliero, oggi che
narie, come nella politica e nel!' ammini- si vanta chi si ribella, non sarà per tulli
strazione: e questo è deplorabile, perchè un bene l'insegnare alanciulli delle scuo-
con queste idee sorgono nuovi pericoli per le, come insegnamenlo di fede, che si

la società e per lo stato, i quali non si deve rispettare l'autorità? " Termina l'e-
ponno combattere se non colle idee re- loquente Orobio. col dire Queste ragio- :

ligiose. Onde, o signori quando 1* idee ,


ni e questi molivi non isviluppava, per

dissolventi e antireligiose crescono tanto, non essere venuto a ciò preparalo; tocca-
non possiamo lasciare disarmata la Chie- re al governo di ridurre alla pratica l'i-
sa, e procurare dobbiamo, che il clero dee enunciate nel preambolo del proget-
abbia un intervento necessario a ripara- to, mediante un articolo, il quale deter-

re questi mali, E credo che lo stalo non mini che il clero debba avere un inter-
può di per se trattenere il veleno di que- vento in ogni ramo d'insegnamento, in
ste idee, e che per combatterle dobbia- conformità di ciò che previene il concor-
mo appoggiarci all' influenza del clero dato, e di ciò che si è sempre praticato
sopra h gioventù. Queste idee che cauì- nella Spagna. Sarebbe una grande sod-
minano costantemente co'fucili della ri- disfazione pegli spagnuoli tulli, che fos-
voluzione non si provano, ne si altaccano se fissala fra le basi dell' insegnatnento,
se non con 1' altre idee del tutto contra- una che determinasse la direzione del
rie. Ciò eloquentemente ha espresso l'uo- clero in questo insegnamento. Dipoi par-
mo che in questo secolo ha significato lò il non meno eloquente Teiado, dichia-
più l'idee della forza; Napoleone l nell'a- randosi sorpreso in dovere ragionare do-
pogeo di sua potenza dicea al capo del- po un discorso, che in sostanza aveva e-
l'università di Francia, il sig/ Fontanes: spresso le sue idee. La questione essere
In questo mondo non vi sono piìi che due di somma importanza e tale che a suo
forze j quella della spada e quella del- credere nessun'allra ve n'ha eguale (di-
lo spirito: non so come avvenga che lo videndo con lui il senlimento,di preferen-
spirito vinca sempre la spada. Ma se il za ad altre nozioni, di questa ragionai a
governo, il quale, o signori, ha la forza, Università e in altri articoli, ed anche
non si appoggia ne! sostegno della Chie- qui amai riparlarne);dtrppoichè non pon-
sa, come potrà combattere (juesle idee? no paragonarsi con essa né la riforma po-
lo pel mio paese desidero una grande i- lilica, né un completo mutamento di pò-
278 VAL VAL
liliche istiliizioni. » Lo rngìone è più chia- nell'uomo la verità nel principio, che de-
ra: ui tniltarst U' min riforma politica si ve dirigere la sua ragione e la sua memo-
tialterebhe ci' interessi tratisitorii, come ria, gli ha ispirato rerrore,ed il male è pe-
ogni iuleiesse politico; e anche quanilo netrato in tutti i pori. Da questa regola ge-
fosse risoluto con errore, sarebbe questo nerale si vanno certo eccettuando molti :

transitorio e non nuocerebbe che ad una CI edo molti, credo che il mondo in genere,
generazione: ma nella questione della e la Spagna in ispecie,sia in via di reazione:
pubblica istruzione si traila non solo de- credo che i grandi n^ali prodotti dall' in-
gl'interessi della presente generazione,ma terne rivoluzioni abbiano aperto gli oc-
delle generazioni future l Che cosa è uà chi a molti uomini dabbene, e distruggen-
progetto di pubblica istruzione? Un pro- do il principio dell'idee assolute hanno a
getto, incoisi fissano i principii che devo- poco a poco ristabilito ciò che direi equi-
no servire a dirigere la mente e la volontà librio della ragione. E qual è il fonda-
dell'uomo: istruire e insegnare ciò che si mentale principio proclamato dalla rivo-
deve credere: istruire e insegnare ciò che luzione nella pubblica istruzione? Il Ra-
si deve pensare in ordine alle verità , che zioiialismo (^.), cioè la sovranità assolu-
hanno da dirigere la vita e la mente del- ta della ragione, la quale dalla pretesa ri -

ruomo. Ebbene: l'uomo non sa che ciò forma luterana in primo luogo e dalla ri-

che gli è insegnato, e non opera che in voluzione francese in secondo, ha preso
conformità di quanto sa: per conseguenza un carattere spaventevole, perchè consi-
Finterà vita dell'uomo dev'essere in ar- derato come una dottrina e una teoria
monia con ciò che gli viene insegnato : e conosciuta dal comune della gente ; ma
siccome la società è l'unione degl'indivi- non sono note le sue conseguenze, e que-
dui, ciò che è l'individuo sarà la società, sto vengo adesporvi. Il che conferma che
e ciò che sarà la presente società, lo sa- la ragione è sovrana, che uno non si tie-

rà anche la futura. Dico che la pubblica ne obbligato a credere, se non ciò che pa-
istruzione si occupa de'priucipii, che han- re alla sua ragione, e da ciò la guerra con-
no da dirigere l'individuo in tutti i diffe- tro la religione, tutte le idee protestanti
renti ordini di verità. Perciò fra gli ordi- e l'eresie 1 Ciò nell'ordine religioso: e nel-
ni di verità stanaturalmente l'ordine della r ordine politico, se la mia ragione è so-
verità religiosa: perciò dico che gl'interes- vrana, non vi ha per me alcuna vera po-
si di questo assunto non solo sono di que- litica, se non quella che io amo: da ciò

sto mondo, ma riguardano l'altro ancora: cjuella perturbazione, quell' agitarsi de*
onde r unica cosa che io vengo a combat- partiti, ne'(juali nessuno ha principii cer-
tere, come il sig."^ Orobio è la rivoluzio- , ti : quel pervertimento del sentimento
ne. La rivoluzione, sventuratamente ab- artistico e letterario, que'romaozi assur-
bastanza previdente, ha ben conosciuto, di e immorali del secolo presente (che
che dove dovea agire per allargare il suo meglio deplorai nel voi. LXX.XI1I , p.
dominio era ne'progetti della pubblica i- 292) da ciò l'assoluta sovranità della
:

struzione. La rivoluzione ha conosciuto volontà; perocché dal momento che pos-


assai bene, che avvelenando la fonte, sa- so pensare ciò che voglio, posso anche
sebbe avvelenalo il canale, e naturalmen- fareciòche voglio, posto che quanto pen-
te dilatandosi il male, il mondo sarebbe so è certo: da ciò lo scandalo insorto nel-
suo, perchè la rivoluzione cerca sempre le scuole, dove si dice male il bene, bene
il male. Onde da 80 anni a questa par- ilmale. Dio un male, la proprietà un fur-
te si è visto che la rivoluzione ha avvele- to! " Frattanto si annunziò dalla CiviUà
nato la filosofia col razionalismo, la sto- Cattolica l'universale contento, che nel
ria colla nicuzogua, e così distruggendo roaggio già in Madrid era stalo ricono-
VAL VAL 279
sciuto mg.' Giovanni Simeoni. Questo ne negli animi indilferenti sui pericoli del
prelalo tlonieslico del Papa vi fu irivialo cattivo insegnamento. La prova che la
quale incaricalo d'adìiri, e fu già uditore discussione fu opportuna, e la difesa de-
delia nunziatura in quella del cardinal gl'interessi cattolici ben diretla, si ha dal-

Krunelli. La questione dell' istruzione la rabbia ^oUa quale il razionalismo di-

pubblica, cbe nel congresso delle Cortes fese i suoi principia Insulti, sarcasQìi, ca-
sollevò un caldo dibaltimentOjViene chia- lunnie, tutto si avventò contro i 62 de-
corrispondente della Ci-
rita dall'istruito putati della minorità: il liberalismo stril-

viltà cattolica a p. 867 del t. 7 di que- lò, e la Chiesa per lai." volta dopo ili 854
sta. Dice che vi presentò francamente il spiegò la sua bandiera nel parlamento
pensiero cattolico contro l'ommissione del spagnuolo in una questione concreta. I

governo, il quale sopra così importante dibattimenti sopra l'istruzione pubblica


materia nelle basi da lui presentate niu- presentarono il conlrapposlo delle be-
lìB consagrava l'ingerenza uell' insegna- steaimie scagliate impunemente da' co-
mento pubblico imposta alla Chiesa dal- stituenti demagoghi deli 854 nel discu-
2."'
la fede cattolica e dalle tradizioni degli tersi la celebie base della loro costi-
spagnuoli,'e dal concordato; e contro il tuzione nonnata. Dipoi a' io settembre
giusto mezzo della commissione del con- scrisse il corrispondente della Cì^'iltà
gresso incaricata d'informare sul proget- Catlolica, 1.8, p. II 7, che la Gacela
to, che riparando a ommissione sì stra- avea pubblicato la legge dell'istruzione
na e ingiusta, volle ripararvi nel pream- pubblica, composta dal governo in for-
bolo della legge benché la tralasciasse
, za dell'autorità datagliene dalle Cortes.
nelle basi. Così fu intavolata la lolla tra I richiami de'deputati cattolici non ri-
il catlolicismo sincero e assoluto, e ilcat- masero fuori d'elTelto si può dire se la ;

tolicisnuo secundum quicl degli ammo- legge non è ottima, certo è molto mi-
dernatori e de'moderati. Cercò il gover- gliore di quella che le circostanze pre-
no di pace colle sue timide di-
porre la senti facevano sperare. Si pone un limi-
chiarazioni , e con vaghe promesse che te alla libertà de'professori hello sceglie-

non soddisfaceva ninna delle parli, e fu re i testi per le lezioni. 1 libri destinati

necessario venire a battaglia finita afil- all'insegnamento della religione e della


dando il ddoaltimenfo ad una votazione morale devono ottenere la sanzione ec-
noniinale, nella quale l'opposizione cat- clesiastica; per tutti gli altri testi d'ogni
tolica ottenne 62 voti, contro poco più dì facoltà pubblica occorre l'approvazio-
iqo. JNon si creda però die questa mag- ne del consiglio dell' istruzione pubbli-
glorila sia anticattolica ; ciò sarebbe ine- ca, nel quale entrano qua'membri pro-
salto e ingiusto. Ciò che si posea'voli non pri il fiscale della Rota e il vicario ec-
fu già se la Chiesa dovesse o no interveni- clesiaslico di Madrid. Non bastando l'a-
re nell'inseguamenlo pubblico , nel che ver buoni testi se sono uìale spiegati, si

erano tutti pienamenled'accordo. La vo- lascia a' prelati compiutamente libera


tazione riguardava bensì l'estensione e la la vigilanza sopra l'insegnamento, e ven-
natura della confidenza che doveasi con- gono determinati prudenti modi di re-

cedere al governo per attuare nel fatto pressione e di castigo a' professori che
il principio cattolico ammesso del pari insegnano cattive dottrine; viene intro-
dal governo e da'deputati. Il dibattimen- dotto in ogni giunta provinciale e mu-
to non fu certamente inutile: esso chiarì nicipale d'istruzione pubblica un eccle-
una questione la quale veniva malamente siastico designalo dal rispettivo dioce-
sciolta senza alcuna opposizione dagli u- sano ; e finalmente si dà facoltà agli or-
niversilari hbei tini, e destò V alteuzio- dini i'elip[iosi de' due sessi di fondare e
^|8o: VAL V AL
tìirigere istituii d' iiisegiia mento secon- ri le urne elettorali, mentre mazzinia- i

dario, senza essere soggetti a ispezioni lai- ni tentavano ne' giorni 7,9 e 3o giugno

cali, e senza ricliiedersi da loro qiie' ti- di sommovere Livorno,Genova e Napoli,

toli accademici che sono necessari pe'se* oltre l'allentare alla vita di Napoleone 11 [
colari. Vengono separali e divisi i corsi e (indi a' 1 4 gennaio 858 si rinnovò infer-
1

i programmi di teologia e di diritto cu* la spaguuo-


nale tentali vo,conlro di esso e
iionico, e si riuniscono nuovamente, co- la appunto in quegli stessi
iujperalrice);
m'erano ab antico, quelli di diritto civile giorni levaronsi nella Spagna, e propria-
e canonico, imponendo di studiar ambe- mente al settentrione delie provincie di
due a chi si dedica alla giurisprudenza. Andalusia, vari gruppi di faziosi armali.
Questo è il lato buono della legge. Il la- Cominciarono col fermare e rompere la

to cattivo lo deriva dalla doppia smania corrispondenza pubblica, seguitarono col


di secolarizzare l'insegnamento, e di ren- penetrare nelle borgate, commettendo o-
dere r istruzione enciclopedica. Quindi gni genere di delitti e di eccessi. Particolar-
disposizioni, classificazioni, ordinamenti mente la fazione capitanata da un tal Ca-
molteplici, i quali non avranno altro ef- ro, formatasi in Siviglia q<iasi alla piena
fetto che di crescere il numero degl'in- luce del giorno, ed organizzatasi impune-
diderenti nella religione e dei^li ambi- mente come una società in-
se fosse slata
ziosi pedanti nelle scienze, e per conse- dustriale, corse, senza impedimento al-
guenza d'indebolire la forza generale del- cuno ne ostacolo, per lo spazio di 8 gior-
la nazione, la qual forza diaiora in una ni interi, terre e città di molto rilievo, co»
eletta d'uomini veramente dotti, in cui me Otrera e Arahal, ed in esse si abban-
i forti sentimenti sono pari a*grandi pen- donò al saccheggio e all'incendio, impa-
sieri. Vi sarà una nuova accademia di dronendosi degli archivi pubblici e pri-
scienze morali e polilicbe, la quale riu- vali, imponendo contribuzioni pecunia-
scirà forse col tempo qualche cosa di so- rie, rubando cavalli, il denaro e tutti i
migliante alla famosa scuola normale di mobili di valore ch'erano nelle case, dis-
filosofia di Parigi. A*3o settembre la re- onorando le donne e ferendo ed ammaz-
gina la fondò in Madrid, eguale in cate- zando gli uomini. Finora non s'era mai
goria alle4esistentispa^nuola,di storia, veduto nella Spagna che 200 fuoruscili,
di belle arti, e di scienze esalte, fìsiche e in nome di una bandiera politica, violas-
naturali. La compose di 36 accademici, sero con tanta vi Uà e barbarie tutte le
e intanto ne nominò la metà, e per pre- leggi divine ed umane. Ma ciò che fa più
sidente il marchese di Pidal ministro de- orrore in si lagrimevoli casi, si è che la
gli affari esteri. Frattanto la città diTor- parte più feroce vi fu sostenuta dalle fem-
tosa avea ottenuto la facoltà di stabilire mine del popolaccio, le quali furono le pri-
entro le sue mura un collegio di chieri- me a indicare a'faziosi le case agiate di lo-
ci regolari delle scuole pie; Daroca ne le prime a gettarsi al saccheggio,
ro terre,
inaugurò altro; e nell'isola di Cuba re- leprime a provocare gli ammazzamenti.
caronsi medesimi religiosi ad aprire una
i Fortunatamente le milizie reali, secon-
scuola normale. Per una coincidenza, la dando r energia de' medesimi cittadini
quale non può tenersi per fortuita da chi onorali di quelle terre, riuscirono a di-
studia la cagione inlima e universale e lo struggere quelle fazioni, dopo combatti-
stroraento iojraediato delle rivoluzioni menti tenaci e sanguinosi. Nelle diverse
moderne, è avvenuto che mentre il re- scaraoauccie nella Serrania de Ronda,
cente incendio politico del Belgio era mal morirono circa 3o faziosi, quali unitii

domato, mentre al tempo slesso la de- ad altri 5o fucilati, dopo d' essere stati
mocrazia francese agita vasi intoruoe fuo- presi coirurmi in mano, e ad allri puniti
7 3

VAL VAL 281


pure òi morte, formarono un notabile di filiale e affettuosa divozione alla B.
numero ; vittime tutti dell'indegne pre- Vergine Maria celebrai quanto prece-
dicazioni fatte loro nel biennio progres- dette, accompagnò e seguì i' immortai
sista, e delle suggestioni infernali onde decreto promulgato dal Papa Pio IX sul
sono mossi dalle società segrete organiz' di lei Immacolato Concepimento; ed a
za tesi e dipendenti da'due centri di Lon- p. 76 e seg. descrissi la colonna monu-
dra e di Lisbona. Questo spiega la coin* mentale eretta dal medesimo Pontefice^
cidenza rilevata, tra 'casi d'Italia e di Spa- coll'ofFerlede'fedeli d'ogni parte del mon-
^na.LaGazzetta di Madridde'j sellem- do (dichiarò poi il Giornale di Roma
bre pubblicò gli stati della popolazione dì avere le somme raccolte bastato oltre al
Spagna, la quale ascende a I7,5i8,5i6 bisogno allo scopo di ossequio pel santo
abilanli,ossia 3,755,664 più che nel cen- dogmaj il quale è una nuova solenne ma-
so ufficiale, che serve di base alla mag- nifestazione del religioso consenso del-
gior parie degli atti d' amministrazione. l'orbe cattolico pel medesimo. La som-
Ì5u questo proposito si legge del corrispon- ma raccolta essere stata di scudi 57jigo^
dente della Civiltà Cattolica^. 8, p. 1 7. 1 e quella spesa di scudi 54, 1 85^ non com-
*»Si è pubblicata la statistica del censo preso il valore de'materiali donati e nolo
fattosi della nostra popolazione, l dati d'attrezzi egualmente condonato in scu-
ufljzialì fanno giungere a i5 milioni e di 2291, il residuo di scudi 3oo5 ero-
mezzo gli abitanti della nostra penisola gato parte a favore e rimunerazione di
; senoncbè
e dell'isole adiacenti la me- alcuni artefici del monumento,e parte per
desima commissione centrale di statisti- opere pie e per gli scavi di catacombe)^
ca, per certi suoi argomenti, opina che e commemorativa nobilissima del solen-
quel numero debba montare fino a 1 ne atto, a perpetua testimonianza del-
milioni. Sia checche si voglia di questo l' uni versai con lento per quella conso-
fatto,il certo è che la mania statistica ha lante definizione, nella Piazza di Spa-
fatto commettere e dire molle strava- gnaydìnanzì al palazzo della Congrega-
ganze in tutta l'Europa, e non credo che zione di Propaganda fide, e a quello
ia Spagna faccia un'eccezione alla regola nazionale della legazione di Spagna, so-
comune. Fra gli altri argomenti che ho vrastala dalla statua colossale in bronzo
per formare questo giudizio così severo, dorato, fusa nella fonderia del Pratica'
me ne porge uno la funzione che deve no (^.), ed esprimente la Madre di Dio,
compiersi in questo giorno stesso che la quale vi fu innalzata a'5 agosto 1857,
scrivo. S. M. la Piegina deve recarsi di con l'opera de'pompieri pontificii. 11 di-
persona a render grazie alla commissione segno del magnifico e artistico monu-
centrale di statistica pel grande atto da lei mento, e la sua descrizione la pubblicò
compiuto di notare il numero degli spa- ancora il n." ^S del t. 23 àeWAlbum di
gnuoli, quasi si trattasse di render grazie Roma, volume dedicato a S. M. la regi-

a'conquistatori dell' America o agli eroi na M.' Cristina di Spagna, madre della
di Lepanto. È questo un tributo che pa- regina Isabella II. Riporta poi il n.° 20
gasi alla statisticomania, e fa pensare a' del Giornale di Roma
1857, e leggo
del
popoli doversi essi credere ricchi e felici nel rituale di cui menzione^
vado a far
allorché sono bene contali e bene clas- aggiùngendovi le debile a vvertenze.Com-
sificati". Per la celebrala divozione degli pilo il pubblico monumento ricco e no-
spagnuoli e di Valenza verso V Imma- bilissimo, per perpetuare in Roma la
colata Concezione,trovo opporlunodi qui solenne definizione dogmatica dell' Im-
riferire quanto avvenne nel di seguente macolata Concezione, alla quale opera
in Roma. Nel voi. LXXllI per omaggio concorsero con pie offerite i fedeli d'ogni
YOL. LXXXVIf. »9
28a VAL VAL
Inaile del mondo, per le spese nccrssnrie qiicsla un dipinto a bassorilievo rappre-
(avvenimento di altìssimo signincolo, sentava le varie provincie della cattolica
dappoicliè si scorse in qnelT orcasione Spagna, che porgono le loro congratu-
una nuova evidentissima dimostrazione lazioni ed esternaiio la loro esultanza al
della unità e verità di nostra s. fede, e sommo Pontefice, per avere definito il

della sempre crescente divozione univer- dogma dell' Immacolato Concepimento


sale alla S^ergine Immacolata, tutta pu- di Maria, e solto leggevasi l'iscrizione,
ra e tutta santa), stabilì il Pontefice di checolle altre si riportano dal Giornali';
benedirlo secondo i riti della Chiesa 1*8 altra essendo sotto la cornice del timpa-
settembre, giorno sagro alla Natività del- no, nel mezzo fra le colonne. Alla destra
la ss.Vergine (con apposite orazioni stam- di essa iscrizione vedevasi un bassorilie-
pate nello slesso iBSy in Roma dalla ti- vo rappresentante Pio IX nel momen-
pografia della camera apostolica con que- to che alla presenza degli augusti re-
sto titolo : Ixitus a SS. D. N. Pio Papa gnanti di Toscana e di Modena favel-
IX serva ndits in hcuedictioiie Jenei Si- la air Episcopato de* loro siali, di re-
mulacri B. rirginis Mariae sine labe cente da luì visitati, e alla sinistra un
originali Conceptae^ ab ipso Sumnio altro bassorilievo, nel quale venne effi-

Pontifici splendido monumento erecto giato il Pontefice che visita ed acco-


apudAedess. Consilii Catholicae Fi- glie i "voli delle Provincie de' suoi stati.
dei Propaganda e). L'arnhascìaìa di Spa- A' lati dì questi bassorilievi altri vede-
gna ebbe la somma soddisfazione di ve- vansi allusivi alle principali virtù del me-
dere compiersi questa memorabile e fe- desimo Papa. Oltre ciò, l'ambasciatore
stevole ceremonia dal suo palazzo. E ben fece tutto rinlerno del palazzo ornare
degna ne era, considerando che la Spa- con una tale magnificenza, che tutto cor-
gna fu una delle prime nazioni cattoli- rispondesse air onore che ricevea nel-
che che ha onorato con pubblico cullo l'accogliere in esso il supremo Gerarca
l'Immacolata Concezione, che la Vergi- della Chiesa in una circostanza così so-
ne invocata sollo questo titolo assunse a lenne. Il Papa dopo avere assistilo alla
proteggitricedi lutto il regno couside- : solita cappella papale nella chiesa di s.
landò ancora che cattolici suoi monar-
i Maria del Popolo, avendo seco in car-
chi fondarono perfino col titolo della rozza gli Emi. cardinali Malici solto de-
Concezione ordini cavallereschi, e che cano del sacro collegio e Barnabò pre-
nelle università chiunque nel ricevere un fetto della congregazione di propaganda,
grado accademico giurava di difendere si portò colla sua corte e gli altri perso-
questo gran mistero. Onde S. E. il sig/ naggi che avevano assistilo alla cappella
Alessandro Mon, enìbasciatore straordi- a Piazza di Spagna, seguilo dagli Emi.
nario di S.M. Isabella li presso la s. Se- cardinali intervenuti alla medesima per
de, colla maggior sollecitudine e con una assistere alla sagra ceremonia. Ricevuto
magnificenza degna della pietà della na- a' piedi delle scale del palazzo dell'amba»
zione e della regina che rappresenta, di- sciala di Spagna dall' encomiato amba-
sponeva quanto meglio conveniva per la sciatore di S.M. Cattolica, ascese nell'ap-
solennità. Con disegno pertanto dell' e- partamento. Nella sala espressamente
gregio architetto prof. Antonio cav. Sarti disposta, depose la stola e la mozzelta, ed
•venne eretta quasi per incanto sopra del- assunse l'amilto, il camice, che cinse coi
l'ingresso del palazzo una grande e mae- cingolo, la stola, il piviale bianco, il for-
stosa loggia, lunga quanto l* intera fac- male e la mitra di lama d'oro ; mentre
da colonne e pilastri, e
ciata, sostenuta tulli i cardinali tollesi le mozzette e le
sormontala da un timpano. Nel fondo di mantellette rosse, presero le cappe e le
VAL VAL 283
Lenelle rosse. Indi il Papa si condusse tua deirimmiacolata Concezione, la be-
processionalniente, co' prelati che dove- nedisse coll'aspersorio dell'acqua santa, e
vano prender parte alla sagra funzione 3 volte l'incensò. Dopo di che in ginoc-
e col sagro collegio, alla gran loggia, pres- chio intuonò l'inno :Ave lìlaris Stella,
so la fjuale stavano già in grande uni- ed alzatosi fu proseguito da'cantori. Ter-
forme reccellentissiino corpo diplomati- minato l'inno, il Papa intuonò cantan-
co, i principi romani, e altri personaggi do l'antifona Immaculata Conceplio
:

espressamente invitati dall'ambasciatore tua, continuata da'cantori. Poscia il Pa*


di Spagna. Ascesa Sua Santità nel deco- pa cantò Oremus: Deus qui per Ini-
l'

roso trono, deposta la mitra, si alzò e in- maculatam Virginis Conceplìouemj e


luonò il ^^. Àdjiilorìum nostrum in no- V Oremus: Defende, quaesumus Domi-
mine Dominiy al quale e all'altre preci ne.Finalmente il Papa pose fine alla com-
risposero i cantori della cappellp ponti- movente ceremonia, con cantare le preci
ficia. Detto il ^. Dominiis i^ohiscnni^ve- della benedizione solenne: Sancti Apo-
citò V Oremus: Deus già de B. Mariae stoli: Precibus jet meritis B. Mariae:
f^irginis utero Verbum tuum. Indi al- Indulgentiam^ absolu^'^ tionem: Et be-
tro apposito Oremus: Omnìpotens sem- »ie<i/c//oelc.,compartendocon indulgenza
piterne Deus^ clemcniissime cujus di- plenaria l'apostolica benedizione aduna
spensatione cwicta creantur ex nihiloj straordinaria e imponcntissima moltitu-
hanc Imaginem honorem piissimae
in dine di popolo divoto e giubilante, sti-

Genitricis Filii tui D.


N. Jesu Christi pato sulla piazza, nelle loggie e finestre,
venevahiliter adaptatam hene^ dicere come nelle vie circostanti. Dopo la be-
ficare dìgnerisj et praesta^
et sancii 4|f nedizione i due cardinali diaconi assi-
misericordissìme Pater, per invocatio- slenti lessero ciascuno in latino e in ita-
neni nominis tui,atque ejusdem Unige- liano la formula dell'indulgenza plena-
niti Filii tui Domini Nostri Jesu Chri- ria concessa agli astanti, e quindi getta-
sti, quempro salute generis humani in- rono nella piazza le due carte che la con-
tegritate J^irginis Mariae servata in- tenevano, secondo la consuetudine pro-
carnari voluistìj quatenus precibus e- pria delle Benedizioni solenni del Som-
j'usdem sacratissimae Firginis, quicuni' mo Pontefice. Deposti gli abili pon li fi-
que eamdem mìsericordiae Reginani et cali, e ripresa la mozzelta e la stola, il

gratiosissimani Dominam nostram co- Papa degnossi aderire alla preghiera u-


ram hac Effigie suppliciter honorare minatagli dall' ambasciatore di passare
studuerint, et de instantibus periculis nell'appartamento, ov' era stato prepa-
eruantur, et in conspectu divinae ma- rato un lautissimo rinfresco. E lì raccol-
jestatis tuaede commissis et omissis ve- tosi anche il sagro collegio, il Papa si
niam impetrentj ac mereantur in prae- compiacque ammettere al bacio del pie-
senti gratiam quam desiderant adipi- de il prefato ambasciatore con tutte le
scij et in futuro perpetua salvatione persone a lui addette, e poscia 1' eccel-
cum eleclis tuis valeant gratulari. Per lentissimo corpo diplomatico, unitamen-
eumdem Dominum Nostrum Jesum te a vari altri distinti personaggi e mol-
Chris tum Filium tuum^ qui tecum vivit te dame. Infine esternatosi dal Papa l'al-
et regnai in unitate Spiritus Sancii to suo gradimento all'ambasciatore, par-
Deus per omnia saecula saeculorum. tì co'due sullodati cardinali, e si restituì

g^. Amen. Terminata questa orazione, alla sua residenza in Vaticano. A perpe-
il Papa riprese la mitra e sedendo pose tua memoria di sì fausto avvenimento,
l'incenso nel tmibolo, indi depostala mi- l'ambasciatore in nome di S. M. la regina
tra s' alzò^ per 3 volte^ rivolto alla sta- fece collocare sul 1° ripiano della grau
5t8i VAL VAL
scala del palazzo una marmorea ìsciizio- e riverenti dimostrazioni festeggiò Ro-
ne, clellata come tutte le altre dall'aurea ma benedizione e V inaugurazione di
la
penna del eh. p. Marchi gesuita. Roma un altro pubblico monumento sagro alla
vide colla più viva e religiosa compia- gran Madre di Dio. Nei concistori de' 3
cenza la solenne benedizione e inaugu* agosto e 25 settembre 1857, * comuni
razione del grandioso monumento in- voti furono esauditi con essersi provve-
nalzato in onore dell' Immacolata Ver- duto alle vacanti sedi vescovili e arcive-
gine. E a segno di letizia la sera antece- scovili con nuovi pastori o con traslazioni.
dente alla medesima e in quella della fe- Nel i.° furono dal Papa preconizzati gli
sta della solennità della Natività, ogni arcivescovi di Toledo, Siviglia, Tarra-
pubblico stabilimento e le case tutte era* gona e Valladolid. Nel 2.° 1' arcivescovo
no illuminate con grandissima copia e di Burgos, ed i vescovi di Tortosa, Oren-
ricchezza di lumi. Il Monte di pietà e la se, Jaen, Barcellona, Cordova, Salaman-
gradinata della chiesa della ss. Trinità ca,Oviedo, Lugo, Mondonedo, Guadix
de'Monti, adiacente alla piazza di Spa- e Segovia. I processi de'nuovi pastori fu-

gna, lo erano a fiaccole ; l'insigne acca- rono fatti dall'encomiato mg.' Simeoni
demia di s. Luca e la via del Corso si praelato domestico^ ntque negotiorum
distinguevano soprattutto, essendosi in Sedis Apostolicae in Hispaniarum re-
tale strada dalTintraprendente dell' illu- gnis ad interim Gestore j e nelle sue ma-
minazione a gaz rinnovata la sorpren- ni e in quelle delle dignità ecclesiastiche
dente illuminazione delle precedenti se- da lui deputate, ciascuno emise la pro-
re del 5 e del 6, eseguita per festeggiare fessione di fede, come leggo nelle pro-
il ritorno del Papa in Roma dal trion- posizioni concistoriali de' due concistori
fale suo Piaggio, dove dispose, in ve- di Bologna e Roma. Dipoi insorsero dif-
ce di lampioni, migliaia di fiammelle, ferenze ben gravi fra la regina ed isuoi
che fecero un magnifico effetto. Nella ministri, come narra il corrispondente
stessa piazza di Spagna poi si distinsero il della Civiltà Cattolica^ e principalmen-
palazzo dell' ambasciatore di Spagna, e te per esigere ministri, di togliere il co-
i

quello della s. congregazione di propa- mando dell'isola di Cuba a De la Concha^


ganda fide, che brillava di varie migliaia l'allontanamento di alcune persone dal-
di lumi collocati a disegno, e vedendosi la corte, e la nomina dì alcuni senatori.
a trasparente l'effigie del Papa Pio IX, e Alle negative della regina, il ministero
sopra di esso il monogramma del ss. No- nella metà di settembre le presentò due
mB di Maria coll'epigrafe: Cunctas hae- volte la sua dimissione, senza che fosse
reses itiLereinisti in universo inimdo. accettata, e finalmente lo fu a*2 ottobre,
%Sullacima dell'edifizio innalzavasi una pubblicandosi a*i5. Intanto la regina a-
gran Croce sostenuta dalle figurate 4 par- vea in tutta fretta chiamato a Madrid da
ti mondo, e sotto leggevansi le parole
del Parigi Bravo Murillo,da Roma Alessan-
di Cristo Euntes in universo mundum
: droMon,e dall'Andalusia il capitanogene-
praedicate Evangelium. Parole conve- rale Francesco Armerò, onde consultar-
nienti al propinquo e contiguo collegio li e formare il nuovo ministero, come i

Urbano, i cui allievi hanno per missione capi più notevoli della supposta parte mo-
la predicazione della cattolica religione derata; suddetto corrispondente quali-
il

in ogni contrada dell'Orbe. L'illumina- ficando moderati, partigiani del dottri-


i

zione riuscì di mirabile effetto, e una narismo liberalesco.Cìrca all'odierno mi-


straordinaria folla vi accorse, rallegrala nistero egli ne fa la biografia nella Civil-
anche dalle armonie de 'musicali concerti tà Cattolica, t. 8, p. 6 1 9. Osservò la Re-
che stavano sulla piazza. Con tali modi generacion, giornale cattolico monar-
VAL VAL 285
cliico, che nel partilo chiamalo conser- zìo presso S. M. la regina, e di delegalo
vatore era impossibile formare un mi- straordinario per levare al s. fonte a nome
nistero più forte di quello presieduto dal di Sua Santità S. A. R. Serenissima il

duca di Valenza. Ma essendo durato ap- principe dell'Asturie. Ivi sono riportati i

pena un anno, tirarsi la conseguenza per corrispondenti discorsi falli alla regina e
poiché dal 1840 fino al presente
gli altri, poi al re da mg."^ Barili, e le analoghe ri-
\\ sono in Ispagna 28 ministeri. Il
stati sposte degli augusti sposi. Prima del ve-
nuovo ministero, a'25 ottobre lo pubbli- spero della festa dell'Immacolata Conce-
cò come segue la Gaceta di Madrid : se- zione, seguì con gran pompa la ceremo-
gretario di stato e ministro degli affari nia, descritta dal Giornale di Roma a p.
esteri IVIartinez de la Rosa, grazia e giu- 1152, e nel n." 288, del battesimo del
stizia Giuseppe Casaus, finanze Mon, ma» principe dell'Asturie nella cappella reale,
rina Buslillos, dell'interno EraanueleBer- celebrata dall'arcivescovo di Toledo mg.""
mudez de Castro, lavori pubblici Sala- fr. Cirillo de Alameda-y-Brea de'mioori
irerria,guerra Armerò e presidente del osservanti (iraslato da Burgos, e presto di-
consiglio dei ministri, il quale formò que- cesi sarà cardinale); e gli furono imposti
sto gabinetto. I giornali quindi pubblica- i nomi di Alfonso, Francesco d'Asisi, Fer-
rono, essere il programma del nuovo mi- dinando, Pio , Mariano della Concezio-
nistero la costituzione del 184 5, colle leg- ne, Giacomo e Pelagio. Il nunzio fece da
gi organiche, e comporsi di elementi con- padrino in nome del Papa Pio IX, te-

servatori. Frattanto Papa nominò nun-


il nendo colle braccia al battisterio il prin-
zio apostolico di Spagna mg."^ Lorenzo Ba- cipe destinato ad essere re cattolico del-
rili già delegalo apostolico della Nuova la Spagna col nome d'Alfonso XII. Fra
Granata(della cui opera mi giovai nell'ar- gl'intervenuti alla funzione sagra, oltre il

ticolo Umana), il r. "novembre consagrato re colla divisa di capitano generale, e la


arcivescovo eli Tiana nella cattedrale di sua figlia infanta d. Isabella, finora prin-
Ancona sua patria, dal cardinal Brunelli cipessa dell'Asturie, v'intervennero il du-
vescovo di Osimo e Cingoli, assistito da ca e la duchessa di Monlpensier, gli ar-
mg.' Antonucci vescovo d'Ancona ed U- civescovi di Siviglia, Burgos, Valladolid,
mana(F.)eda mg/ Gio. Francesco Ma- il patriarca dell'Indie, ec. Di più in appo-
gnani vescovo di R.ecanati e Loreto. La sita tribuna eravi il tribunale della Ro-
regina Isabella 11 3*28 novembre iSSy ta; e vi furono presenti i deputati del
die alla luce d. Alfonso principe dell' A- principato dell'Asturie, secondo l'antiche
sturie ed erede della corona di Spagna. disposizioni, nella nascita del suo princi-
Questo fausto avvenimento eccitò il più pe. Al popolo furono gettate monete d'o-
grande entusiasmo in Madrid e in lutto ro, d'argento e di rame, quando il nunzio
il resto dellaSpagna,per cui si fecero gran- collo slesso treno di corte si restituì alla

di e solenni dimostrazioni d' universale sua residenza. Dipoi la deputazione del-


gioia da'popoli veramente cattolici e mo- l'Asturie offrì al suo principe l'insegne in
narchici. E indispensabile poi, che sugli brillanti, previo discorso di Mon i.°di
stamponi aggiunga un fugace cenno del essa, ed al quale rispose il re. L' insegne
posteriormente e di recente avvenuto in rappresentano la famosa Croce, che il re
Ispagna. L'encomiato nunzio giunto op- Pelagio ed i suoi successori innalzarono
portunamente in Madrid a' 5 dicembre, come bandiera contro i mori, e che ora
nel di seguente con quel treno reale che si conserva nel santuario d'Oviedo. Tale
descrive il Giornale di Roma a p.i 149, Croce fin da que' remoti tempi fu chia-
presentò solennemente le lettere pontifi- mata la Croce della P^ittoria, e forma

cie, che io accreditano in qualità di nua- l'arme del principato deli' Asturie, colia
1

a86 VAL VAL


leggenda: la hoc tigno \>mcitur inimicos. rnnnia ipocrita del bberalìsmo , abbia e
ludi il iiconalo principe lu insignito de- goda vera libertà. L'elezione falla da'de-
gli ordini civili del regno, cioè di cavalie- putati o Cortes V 1 1 gennaio di Bravo
re gran croce del Toson d'oro, di Carlo Murillo in presidente di sua camera, fu
111 e d'Isabella Callolica, e di s. Giovan- cagione della dimissione del ministero
ni di Gerusalemme. Le decorazioni gli Armero-Mon. Chiama BravoMurillo ini-
furono imposte dal re suo padre. A'4 gen- ziatore e capo de'riformisli, cioè di quel-
naio! 858 ebbe luogo la presentazione in li che desiderano finirla colle tradizioni
grande formalità della regina, per la i.' rivoluzionarie perchè rappresenta la ten-
Tolta dopo il suo parlo, nella cappella del denza di riformare nel senso opposto al
palazzo reale, per ringraziare Dio, e vi si parlamentarismo la costituzione di Spa-
recò col re, col principe delTAsturie, col gna. Dopo tale elezione, il ministero pre-
nunzio. Indi la regina col re, dinanzi l'ai* sentò alla regina il dilemma o la dimis-
tare pregarono per l'erede del trono. Nel- sione del gabinetto o lo scioglimento del-
l'olFertorio della messa, la regina fece pre- le Cortes; per quest'ultimo propendendo
sentare al Signore per oblazione, due la regina ,
pur tuttavia meglio pensan-
]jianche tortorelle. L'8 gennaio imban-
s' do, accettò la dimissione de' ministri a'

dì gran banchetto reale in


il onore del i3 gennaio. Così il vero partito conser-
nunzio apostolico, il quale prelato riuja- vatore deironizzò il recente ministero.
se soddisfattissimo dal complesso dell'af- Nel dì seguente il nuovo si compose de'se-
fettuosa e filiale accoglienza che ha rice- guenti ministri. Saverio Isturiz già presi-
iruto dalla corte e da tutto il regno per dente de' ministri nel i836 e nel 1846,
rispetto verso la s. Sede. La regina si por- reduce dall'ambasciata di Russia per oc-
tò al santuario d'Atocha a presentargli cupare la presidenza del senato , come
il reale suo figlio, e poi gli donò i piùiic- sempre appartenente al partito conserva-
chi ornamenti che a vea indossato in cpiel- tore, venne rieletto presidente del consi-
la solenne circostanza, facendo molte li- glio de'ministrì, ministro di stato e d'ol-
niosine e altre opere di carità. A* i o gen- tremare. Il tenente generale Firmino Ez-
naio la regina pronunziò alle Cortes quel peleta , ministro della guerra; Ventura
discorso, ragionando pure delia nascila Diaz, dell'interno: l'ammiraglio Giusep-
del principe dell* Asturie, di cui riferisce pe M." Quesada, della mai+na; Giuseppe
lai .^ parte il Giornale di Roma del 858 1 M.' Fernandezde la Hoz, di grazia e giu-
a p. 47» Ma d corrispondente della Civil- stizia; Giuseppe Sanchez Ocano, delle

tà Cattolica, l. 9, p. 1 1, dopo avere ri- finanze; Gioacchino Ignazio Mencos, del


portato le notizie del descritto avveni- commercio o fomento ec. A p. 75 del
mento, cominciò a lamentare l'inerzia e Giornale di Roma sono nominati tutti i
i pericoli del nuovo ministero Armero- presidenti del ministero di Spagna dal
]VIon,di tendenze liberali, narrando pri^ i i833 ah 858, e si osserva che in tali 25
mi sintomi di sua vicina caduta, andan* anni si cambiarono ^1
ministeri Indi a !

do perciò in fumo le speranze concepite p. 78 fanno alcuni cenni biografici di


si

da'liberlini ; l'opposizione essendo ormai ciascuno de'detti nuovi ministri. A' 1 5 il


divenuta generale, come gabinetto rap- presidente Isturiz dichiarò al senato, es-

presentante genuino della politica mi- sere il programma del nuovo ministero;
tìcolosa, indecisa e perciò funesta. Indi L'osservanza della costituzione del 845, 1

dice queste gravi e notabili parole : La laquale guarentisce le prerogative della


Spagna essere stanca delle farse, volere corona e le ben intese libertà pubbliche; j
uu governo che governi, un re che re- e lo svolgimento dell'idee e de'principii
gni, e un popolo che sottratto dalla li- espressi da S. IVI. la regina uell'oprire le
VAL VAL 287
Cortes, senza pregiudizio delle modifica» 7 1 5 circa, i quali poi espulsi nel 2 38 fu
1

aloni che vi si devono intiodurre, quan- ripristinala la cattedra vescovile e dichia-


do giunga il caso delle contestazioni per rata suffraganea della metropoli diXar-
la risposta delle Goi'tes, al discorso della ragona. Narra il portoghese Novaes nella
Corona. Di questa se ne legge il proget- Storia d' Alessandro K/,che eletto que-
to nel detto Gianiale a p. 126 e nel n.° sti Papa l'i I agosto ijg^, subito elevò

29, tutto quanto conservatore e favore- al grado metropolitico la cattedrale di


vole alla Chiesa; nutrendo speranze, che sua patria Valenza, e già sua sede vesco-
quanto prima saranno sciolti con soddi- vile, ed a'26 agosto giorno di sua inco-

sfazione i negoziati pendenti colla s. Se-* ronazione ne confermò l'erezione. Lospa-


de anco colla restituzione de' beni alla
, gnuolo Orliz che scrisse la Descrizione
Chiesa che sono sue proprietà; progetto del viaggio di Adriano F'Ismo signore
dettato da sentimenti eguali e comuni a del 1 522, dice che air arcivescovato di
quelli del senato.Il nuovo ministero^ in Valenza furono assegnati per suffraga-
una parola, propone tenere una via
si uei i vescovati di Segorve^ di Orihnela
conservatrice, e può confidare nelle Cor- e di Majorica. Il p. Mirco che nel 16 3 j

tes che rappresentano il partito


attuaU , pubblicò la Notitia Episcopatiium, ci-
conservatore. A.*i8 gennaio mg. nunzio "^
tando Gaspare Escolano, Historia Va-
prese formalmente possesso con gran so- lentina^ Valentiae i6io, dice che Ales-
lennità della chiesa pontificia e dell'o- sandro VI gli die per sufFraganee le sedi
spedale degl' italiani in Madrid. Lodalo di Majorica e Cartagena, ma che allo-
fu il camera de'de-
discorso tenuto alla ra lo erano Segorbe, Ori/mela e Majo-
putati a' 3o dal presidente Bravo Mu- rica. In seguito furono aumentati, poi-
rillo, e lo riprodusse il Giornale nel n.° ché Commanville neW'Histoire de tous
37. L' I febbraio la regifia nominò S.
i les Archeveschez et Eveschez, stampata
A. il. il cognato duca di Montpensier, nel 1700, registra'per sufFraganei di Va-
capitano generale dell'esercito. Il veritie- lenza vescovati di Orihucla, a ciii erau-
i

ro corrispondente della Chiltà Cattoli- si uniti qtielli antichi diDenia,Xaliva ed


ca, t.
g, p. 367, chiama il presente mi- Elche; e di Mr/yorctìr col l'antiche e unite
nistero, un ministero di transizione tem- sedi di Minorca ed Evusum o Juica os-
poranea, per non ricadere in mani della come l'altra di Xa-
sia /^'/zrt(/^.), ch'egli

rivoluzione; e se viene considerato nel- tiva dice fìjndata nel V secolo, mentre le
l'idee che rappresentano i suoi membri, altre lo furono nel seguente. De Lagna,
non è in alcun modo la soluzione deside- annotatore di Ortiz, nel 790 i scrisse suf-
rata del nodopolitico che ci siringe. Dun- Fraganee di Valenza, Segorve, Temei,
que ripeterò ancora una volta, Dio aiuti Orihuela, Majorica e Jaca. Negli ulti-
Ja cattolica Spagna: dirigendola ad uno mi anni, come rilevasi da'registri conci-
stato fermo e tranquillo, che la nazione storiali, erano Segorve^ Orihuela,
lo

da molti anni ha perduto, come si espres- Majorca ma da ultimo Ma-


e Minorica,
se Bravo Murillo nel suo discorso al con- jorca e Minorica erano state soggettate a
gresso, di cui ragiona la Civiltà Cattali» Tarragona. Finalmente il Papa Pio IX,
ca a p. 6iS. col concordato delr85i, promulgò colla
La fede fu predicata in Valenza ne' bolla Ad Ficariam, de'g settembre, che
primi tempi della Chiesa, e fiorendovi il la metropolitana di Valenza avesse per
cristianesimo nel V secolo vi fu eretta la sutfiaganee le chiese vescovili di Major-

sede vescovile, indi sutfraganea della me- ca^ Minorca, OriJuiela con residenza in
tropolitana di Toledo. Cessò il vescova- Alicante, e di Segorve con residenza iu

to coll'invasione de' mori saraceni nei CastelloQ de la Plana, assegnando all'ar-


a68 VAL VAL
cìvescovo per mensa non menodì 3o,ooo 1 avendo avuto difTicoUà di resìstere in mol-
monete Dice Novaes,
di reali d'argento. te occasioni in faccia a quel sovrano, di
die prima l'arcivescovo di Valenza ave* cui era segretario e consigliere, quando
va la rendita annua di 3o,ooo ducati, da lui richiedeva cose che non fossero
secondo alcuni, e 4o,ooo secondo altri, giuste e ragionevoli. In premio di tali e
ossia 19,500 scudi, come calcolarono al- altre benemerenze, e di essere stato ar-
tri. Nella Biblioteca sacra de* pp. Ri- bitro nella pace tra Alfonso V, come re
cliard e Gìraud, e ampliata, si nota che di Napoli, ed Eugenio IV, questi
lo creò
l'arcivescovo ha diritto di portare l'abi- cardinale nel i444' Nel cardinalato an^
to de'cardinali, ed i canonici quello de' Cora non volle possedere altro benefìzio o
vescovi. Ih." vescovo di Valenza, che si commenda, ripetendo d' esser contento
conosca, fu Giustiniano che sottoscrisse d'una sola sposa, come ordinava il dirit-
al concilio tenutosi nella sua chiesa a'
^ to pontifìcio, cioè di Valenza; e quindi
dicembre 546; il vescovo Musila sio in- fu sublimato al triregno nel 1 455 col no-
tervenne al 4-° concilio di Toledo. I suc- me di Calisto HI. il suoConferì tosto
cessori occuparono la sede fino a Girola- vescovato di Valenza giovane nipote al

mo Vischio monaco benedettino, il qua- Roderico Lenzuoli o Lanzol tesoriere


le a motivo dell'invasione de' saraceni della chiesa di Valenza, gli die il suo co-
venne trasferito a Salamanca. Espulsi i gnome e stemma, e neli456 lo pubblicò
saraceni da Valenza e suo regno, fu no- cardinale. Altri scrivono che fu fatto ve-
minato vescovo Ferrerio di s. Martino, scovo di Barcellona nel 147^, e che nel
già arcidiacono di Tarragona; Papa Gre- 1479 soltanto ^" trasferito a Valenza, da
gorio IX lo confermò nel luglior24o, e Innocenzo Vili eretta in arcivescovato.
poco dopo morì nel 1 24*2- Fra' suoi suc- Educato dallo zio nell'umane lettere, ne
cessori ricorderò seguenti. Alfonso Bor-
i aveva profittato col suo sottile e pene^"
gia diXaliva diocesi e regno di Valen- trante ingegno, e fatto tali mirabili pro-
za, commendabile per la sua modestia, gressi che sino dall' adolescenza mostrò
giustizia e carità verso i poveri, e per la gran facondia e perspicacia nell' espri-
sua profonda scienza nell'uno e nell' al- mere i propri sentimenti, atta a persua-
tro diritto, essendo amministratore della dere, e ninno forse fu meglio di lui nel
chiesa di Majorca nel 1429 Martino V gli sapersi accomodare con tutti. In seguito si
conferì il vescovato di Valenza, per ri- cumularono in lui pingui benefìzi eccle-
guardo al molto che operò per indurre siastici, le commende delle chiese di Car-
l'antipapa Clemente Vili Mugnoz, suc- tagena e Majorca, e diverse dignità, fra le
cessore del falso Benedetto XIII, a rinun- quali di vice-cancelliere di s. Chiesa e di
ziare il fantastico e immaginario ponti- i.^'diacono, acquistandosi l' affetto della
ficato, ed invece nominando al vescova- curia romana. Ma vivente lo zio, pel rife-
to di Majorca il Mugnoz, avendo così de- rito nel voi. LVII I, p. 1 27,contrasse quel-

iìnitivamente termine lo scisma degli a- la deplorabile relazione che lo fece pa^

ragonesi e de'valenziani che con que' di dre di più figli. Narra Cardella nelle Me*
Paniscola ne seguivano in buona parte morie storiche de' Cardinali, ed altri
l'ubbidienza. Chiamato Alfonso al con- scrittori, che divenne successivamente nel
cilio di Basilea, non volle in conto alcuno 1457 per Marca, e poi
lo zio legato della
condurvisì, per aver saputo che que'pa- di Sisto IV Ara-
pe* regni di Castiglia e
dri eransi ribellati al Papa Eugenio IV, gona, e di Portogallo, a motivo delle pre-
ad onta delle replicate istanze fattegli da tensioni de're d'Aragona e di Portogallo
Alfonso V re d'Aragona e Valenza, che pel reame di Castiglia j ma si fece censu-
^c^vev^ stÌDip|alo a portarvisi ; aqzi non rare pel fasto mondano, pel lusso, per l'a-
,

VAL VAL 289


varìzìa, e senza aver nulla coualuso in Tili e Venuti V allribuiscono a Luigi
quelle legazioni per le quali era slato in- Garzi, per cui si deve intendere il nuo-
viato. Tuttavia adunò un concilio a Ma^ vo. Alessandro VI da cardinale indetta
drid{F.) e lo presiedette. Nel ritornare chiesa fece Tornamento di marmi sopra
a Roma sulle galere de*veneziani, assali- l'antico altare maggiore e intorno la mi-
to da fiera tempesta di mare, presso a Li- racolosa immagine della Madonna, e da
vorno, poco mancò che non rimanesse Papa fece l'organo e più volte visitò la
preda de'flutti, avendo perduto yS per- chiesa celebrandovi la messa. Aggiunge
sone di sua comitiva, compresi 3 vescovi Degli Effetti, che Cesare Borgia fu scol-
e ahri personaggi di conto, oltre 3o,ooo pito nella statua marmorea del Salvato-
e più scudi di valsente. 11 Panvinio scri- re, collocata nelle mura della fortezza di
ve nelle Fìtede' Pontefici^ che pati due Civita Castellana (^.), rifabbricata e
tempeste, in una perde tutta la guarda- ingrandita dal Papa,
il quale lo dichiarò

roba, nell'altra ne'lidi di Pisa poco man- castellano della medesima. Allorché Ce-
cò ch'egli stesso naufragasse; poiché al- sare fii innalzato alla sede di Valenza, era
tra galera, ov'erano molti de' suoi, do- vescovo amministratore di Pamplona
po molte ore di angustie si perde, restan- alle quali chiese Alessandro VI aggiunse
do sommersi 180 uomini, fra'quali 3 ve- nel 1493 quella di Castres e nel i^^^
scovi e alcuni dottori di legge. A tali lega- quella di Perpignano, né manca chi a Ce-
zioni successe quella a Ferdinando 1 re sare attribuì pure la sede di Nantes, ma
di Napoli, d'ordine di SistoIV, per assi- non è sicuro, altri aggiungendovi quel-
stere alle sue seconde nozze colla (jglia la di Elna. Già nell' agosto o settembre
di Giovanni II re d'Aragona, ed impose 1493 il Pontefice lo aveva creato car-
alla novella sposa la corona reale, come dinale diacono, ma giammai fii insignito
notai ne' voi. LXV,
224, e LXVIII,
p. d'alcun ordine sagro: secondo il costu-
p. 109. Perlo spazio di 22 anni fu abba- me si Cardinal di Valenza,
chiamò il

te commendatario di Siibiaco, ove edifi- Alessandro VI avendo impiegato le sue


cò una torre che prese il suo nome di prime cure in favore della sua nazione
Borgia ; ed in Roma fece edificare non spagnuola e del re Ferdinando V, questi
lungi da Campo de* Fiori due magnifici per riconoscenza donò il ducato diGandia
palazzi, della cui splendidezza parla il al di lui figlio primogenito Pier Luigi. Al-
Ciacconio, Fitae Ponlificum ci Cardi- lorchèCarlo Vili re diFrancia si recò alla
naliuuiy t. 2, p. 991; cioè l'odierno Pa- conquista del regno di Napoli, entrando
lazzo Cesarini Sforza (F.), e il compi- in Roma nel finir deli 494 obbligò il Pa-
mento del Palazzo della Cancelleria pa a diversi accordi, e nel partire vol-
apostolica^ del quale riparlai nel voi. le il cardinal Cesare per ostaggio, sotto
LXXXII,p. 25o e altrove. Eletto Papa colore d' accompagnarlo quale legato ;
col nome d' Alessandro Vi nell'agosto onde partì da Roma avendo al suo lato
1492, subito dichiarò metropolitana la sinistroilcardinale,il quale giunto a Fel-
sua chiesa di Valenza, ela conferì al suo letri^V.) fuggì e tornò in Roma. Il Papa
figlio Cesare Borgia di 1 7 anni, nato da incaricò quindi il cardinal Cesare della
Caterina Vannozza di Rignano, la cui legazione d'Orvieto, e nel 1 497 di quella
effigie, al dire di Degli ^iìeXù^ Memorie ove coronò Ferduiandoll so-
di Napoli,
di s. Nonnoso abbate del Soratte e de* lennemente, egli consegnò lo Stendardo
luoghi circonvicini, p. 62, fij da Giaco- della Chiesa romana inviatogli dallo stes-
mo Palma Vecchio dipinta nel quadro
il so Papa. Neli498 divenuto re di Fran-
di s. Lucia nella chiesa di s. Maria del cia Lodovico XII, pretese oltre il regno
Popolo di Roma : noterò che tal quadro di Napoli il ducato di Milano, e cou le-
ago VAL VAL
ga a Ilalia funesta si confedeiò col Papa, palla di moschetto nel giorno annfVcr-
co'fioienlini, i veneziaui e il re di Spa- sario in cui avea preso possesso di quella
gna, contro il te di Napoli e il duca di chiesa, e dal suo scudiere trasportato so-
Milano. Cesare Borgia dopo aver ucciso pra un cavallo a Pamplona, ivi ebbe se-
i) fralelloduca di Gandia, e vissuto 5 an- poltura senza alcun onore. Questo rao-
ni nel cardinalato, aveva rinunziato alla s(ro d' ambizione e di crudeltà, di co-
porpora ed a tulle le dignità ecolesiasti- stumi corrotti, accusato d' incesto colla
clie, e datosi al mestiere dell'arnii fu fat- sorellaLucrezia morta duchessa di Ferra-
to generale di s. Chiesa e suo gonfalo- ra, amò e prolesse le lettere, scrisse versi

niere, dignità possedute dal fratello. Gli e possedette una eloquenza persuasiva.
fu promesso dal redi Francia d'assister- Il famoso Macchia velli nel suo libro Del :

lo nell'occupazione della ^larcajdQÌ- Principe, prese Cesare Borgia per esem-


VU/nbria^ della Romagna (/^.), che di plare: sceglierenon poteva un eroe che
fallo conquistòcrudelmente spoglian- , maggior orrore ispirasse, anche pel nar-

done feudatari
i e vicari temporali della ralo e riprovalo in tanti luoghi. In que-
«tuila Sede, in uno allo slato di Urhi- sti però egualmente non tacqui colla sto-

;ìo(/^.), alcuni de'quali privòdi vita» mo- ria, quanto qui meglio riferirò. Il cav.

lestando Siena e occupando Piombino. Belli nella sua descrizione tUW Ospedale

Di più Luigi XII gli die in moglie a'io della Consolazione (^.) di Roma, e nel-

maggio 1 499 la s"2i parenteCarlotlad'Al- la raccolta di Monumenti lapidari del


bret sorella di Giovanni d'Albret re di medesimo, riporta quelli che dichiara-
]Vavarra,con /^^/e/2Sfl5 di Francia per do- no Cesare Borgia benemerito per avere
te, secondo il Panvinio, o meglio conie neli5o3 col suo peculio fondala la cor-
irogliono altri del ducato di Valentinois sia dell' ospedale delle donne : A Duce
o Valeiitinese nel basso Delfinato, di cui P^alentino excifatam ad sanandas ae-
fu un tempo capitale la delta f^alcnza , gras avidneribus midieres. Di più fu be-
e residenza prima de'conli e poi de'suoi nefattrice dello stesso ospedale sua madre
duchi,dicui meglio ragionerò nel seguen- Vanozza Catanea, detta pure una la- in
te articolo. Il Valentioese die il titolo pide del 1.527 ^' f^annotia Catani Bor-
a Cesare di duca f^alentino^ col quale gia da Carignano (il Novaes nella Sto-
è comunemente appellalo. L'insaziabile ria d^ A lessa/idro P^I chiatna l'avvenen-
ambizione di Cesare travagliò baroni i te e seducente madre del Borgia, Lucre-
romani Colonna^ Orsini, Caetani [V.) zia Fannozia^ cortigiana famosa e da-
e altri, li spogliò de' loro-stati e diversi ma romana, moglie di Domenico Ari'
De fece perire. Da Luigi XII ebbe inol- gnani, uno de'grandi di Roma), poiché
tre una pensione di 20,000 lire^ ed una si legge in un'altra iscrizione che con at-
compagnia di 00 soldati. Morto Alessan-
1 to del«otaroCarosode'i5 gennaio 517 1

dro VI nell'agosto 5o3,svauì ad uu trat-


1 gli donò parte d'alcune case in Campo
to la potenza di Cesare, che spogliato da di Fiore , ove allora era l* osteria [
della
Giulio li delle fortezze che aveva occu- Vacca, col peso di far celebrare 3 anni-
pale, fu inviato in Ispagna, ove per due versari l'anno: uno per l'anima propria,
anni fu tenuto prigione nel castello di Me- l'altro per l'anima di Giorgio Croce suo

dina. Riuscì a fuggire e recarsi presso il marito PiRjno, il terzo per 1' anima di
cognato re diNavarra,ma guerreggian do Carlo Canale suo 2.° niarilo. Anche
•valorosamente con esso contro 1 casti- iìtW Ospedale del ss. Salvatore (^.) di
gliani, nella battaglia di Mondavia, di- Roma, Vannozza Caiani fu benefattri-
rimpetto al castello di Viane, nella dio- ce e si apprende da una iscrizione esi-
cesi di Pamploìia, vi restò ucciso da uua stente uel medesimo. Nel 1499 Alessau-
VAL VAL 291
dio VI dalla chiesa di Melfi trasferì al- slesso tempo il suo arcivescovo di Tole-
l'arcivescovato di Valenza sua patria, il do e parecchie altre persone di allo ran-
nipote cardinal Giovanni Borgia^ restato go gli fecero intimare dal suo p. provin-
vacante per la cessione di Cesare Borgia, ciale, in virtù d* ubbidienza religiosa e
ilquale poi per rapirgli le sue ricchezze sotto pena
scomunica, che dovesse sot-
di

fu incolpato di averlo avvelenato a' 17 tomettersi alla volontà dell'imperatore.


gennaio DOG inUrbino,o mentre passato
I
Essendo pertanto giunta In bolla di Paolo
in Fossonibrone recavasi a Forlì, e mo« IH, egli fu consagrato a Valladolid dal

rendone il cadavere fu portato a Roma, cardinale Tavera arcivescovo di Toledo,


Gli successe nell'arcivescovato il fratello e nel dì seguente si pose in viaggio per

cardinal Pier Luigi Borgia (\\ Valenza, Valenza. Sua madre, che vivea ancora,
nipote del Papa e cugino di Cesare, iu lo fece pregare che volesse passare per

età giovanile,morto in Napoli nel i5i r Villanova onde avere la consolazione


,

CI 5 12, ov' erasi ritirato. Dipoi divenne di vederlo prima di morire; ma il santo
arcivescovo Giorgio arciduca d'Austria, consultalo Dio su tal domanda, credette
zio dell'imperatore Carlo V, che rinun- di doversi recare, senza fi-ammettere al-

ziando colla riserva di 2000 ducati di tro ritardo, alla sua arcidiocesi, e prefe-
pensione, per passare all'arcivescovato di rire il dovere suo a qualunque altra con-
Liegi, ebbe a successore s. Tommaso di siderazione. Fece il viaggio a piedi, e col
Villano<^a (F.), ornamento delia chiesa suo abito assai logoro e da lui rattoppato,
di Spagna negli ultimi tempi. Quest'in- poiché il portava fino dalla sua profes-
signe religioso agostinieino accettò l'ar- sione, la quale aveva fatta a'25 novein-
civescovato per comando de* suoi supe- brei5i7, in compagnia d'un religioso e
riori, e vi fece il suo ingresso ili." gen- due douiestici. Fu insigne modello di u-
naio 1 545'. Avendo egli precedentemen- miltà, d'ogni virtù, eccellente esemplare
te ricusato l'arcivescovato diGranata of- de'vescovi, magnanimo padre de'poveri e
fertogli da Carlo V,questi non pensò a no- degli orfani, a'quali tutto dava, acceso di
minarlo alla vacata sede, per cui nell'a- carità pel pressi mo,d'a more versoDio.Ze-
gosto i544 ordinò di stendere il brevetto lante a'doveri di vigilante pastore, visitò
di nomina in favore di un girolamino. l'arcidiocesi, predicando dappertutto cou
Tuttavia il brevetto fu segnato col no- tanto ardore ed elfusioue, clie ciascuna
me del santo, di che meravigliato l'im- parola che usciva dalla sua bocca era
peratore, ne chiese ragione al segretario. come uno strale infuocato che penetrava
Questi gli rispose d' avergli sembrato u- i cuori; venendo riguardato come un a-
dire il nome di Tommaso di Villano va; postolo e un profeta suscitato dal cielo
che però gli sarebbe agevole di correg- per la riforma de'costumi del popolo di
gere il suo sbaglio. No, no, rispose Carlo Dio. Finita la visita celebrò il concilia
V; riconosco in ciò una provvidenza di- provinciale, con ubertosi effetti. Essen-
vina particolare, e conviene unifortnarsi dosi accorto che i suoi domestici, per ti-

alla celeste volontà. Sottoscrisse subilo more d' interrompere i suoi esercizi di
il brevetto di nomina e lo mandò al san- pietà, facevano aspettare le persone che
to, ch'era allora priore in Valladolid. li venivano per consultarlo; raccomandò
sauto ne restò sommamente sgomentato, ad essi d'avvertirlo senza ritardo^ quan-
emise in opera tutti que'mezzi per esen- do alcuno si presentava nelle sue stanze
tarsene ch'erangli riusciti altra volta. Ma per parlargli,e ne rese questa ragione. Che
il principeFilippOjche governava iu assen- il suo amore pel ritiro e per la solitu-

za dell'imperatore suo padre,oon ebbe ah dine doveva cedere al suo dovere; e die
cuQ riguardo alle SiUe ragioni 3 e nello poscia che aveva accettato 1^ episcopato
1

2^2 VAL VAL


egli Don ern più padrone di se stesso, ma Cuperlino del suo ordine de'convenluali.
servo del suo gregge. Quotidianamente Si ha la Series Actorum omnium in Cu"
dispensando tutte le rendile per elemo- nonizatione s. Tliomae a Villanova ,
sine, giunto al punto estremo, e volendo Romae 658. Il Novaes
1 nella ^tórzVz^/'^'
partire alFatto nudo da questa terra, fe- lessandro V11^ riporta un bel numero
ce distribuire a'poveri della pHrrocchia di Vite di s. Tommaso in diversi idiomi,
il denaro che aveva, donò quanto pos- dovendosi a tutte preferire quella intito-
sedeva al rettore del collegio, tranne il lala :Tliomae a Villanova Opera
S.
letto che dispose a favore de' carcerati, omniajiocest Conciones in Dominicis
pregando però il custode loro a lasciar- totius anni, et feriis quadrages. necnon
gliene Tuso sino alla morte, che avvenne ìnfestis D. N. J. C, B. Mariae V., et
l'8 settembrei 555, pronunziando le pa- Sanctorum. Editio recentior, omnium
role: Signore io rimetto nelle vostre ma- locupleiior... Item Praefatto Vita s, ,

ìli il mìo spirito. Fu sepolto, come avea PraesuliSf et notae studio, et labore p,
desiderato , nella chiesa de' suoi agosti- Laurentii a s. Barbara fr. discalceati,
iiiuni di Valenza. Abbiamo di lui deSer- Mediolanii76o. Neh 567 fu nominato
moni e Predicìie fatte al suo popolo in arcivescovo di Valenza Ferdinando di
ispagnuolo, e da lui stesso scritte in lati- Loazes d'Alicante, gran teologo e giure-
no, ed una Spiegazione del libro de' Can- consulto. Nel 1 569 fu consagrato arcive-
tici. Stamparonsi la 58 per
i .'volta nel 1 1 scovo di Valenza il b. Giovanni di Ribe-
cura dell' agostiniano Mugnautonio nel ra (V.) di Siviglia, traslato dalla sede
j556 fatto vescovo di Segorbe, già suo di Badajoz a cui era stato nominato, e in
discepolo. La santità della vita e la copia pari tempo ebbe pure il titolo di patriar-
de'miracoli co'quati Dio lo glorifìcò,mos- ca in partibus d'Antiochia, il tulio a i-
se Filippo Illa domandarne la canoniz- stanza di Filippo II e non ostante la sua
zazione. Paolo V colla bolla I/i Sede lo modesta ripugnanza per l'alta idea che
beatificò a'7 otlobrei6i8, permettendo giustamente avea per Tepiscopato e pe*
che dalla metropolitana e dagli agostiuia- doveri che impone, a'quali corrispose mi-
ui di Valenza si facesse memoria di lui con rabilmente , massime in un' arcidiocesi
uffizio e messa in suo onore a' 8 settem- 1 che richiedeva particolari cure a motivo
bre; indi col breve In Suprem0y(ìe2i^ de'numerosi superstiti mori. A suo tem-
settembre 16 10, volle che da tutti gli a* po Gregorio XIV col breve Quae prò
gostinìani di Spagna fosse venerato collo indemnitate,de 1 4 settembre 59 1 ,BulL
1

stesso rito, ampliando la medesima fa- Rom. t. 3 2:Confirmatio de-


5, par. i ,
p.
coltà agli ecclesiastici di Villanova. Gre- ere ti in synodo provinciali Valentin,
gorio XV col breve /ilias^de' i^ "leg- circa legata in Testamento, seu alias a
gio 162 i, eslese lo stesso uffizio e messa defunctis relicta,et quartamfuner aleni.
a tulio l'ordine di s. Agostino. Nella festa Benché da secoli nella Spagna già occu-
d'Ognissanti deli 658 Alessandro Villo pata da' mori fosse distrutto il governo
canonizzò colla bolla SanctissiniumRe- mauro e il popolo del tutto soggiogato;
gem, presso il Ball. Rom. 6, par. 4>P'
t. questa nazione conservava pe' trattati i

(i56, a*
7 giugno 1 659
I estendendo a tut- suoi beni , ricchezze, costumi, religio-
ta la Chiesa ad libitum con rito semi- ne maomettana, come dipenden- fosse
doppio l'uffizio e messa, che nel 1694 fu te da'suoi re saraceni, eandavano sem-
ordinato con precetto, e Clemente XIV pre notabilmente crescendo. Un gran nu-
trasportò la sua festa da' 18 settembre a' mero popolava Valenza, in cui, come al-
22 dello stesso mese, per introdurre in trove, la mescolanza del maomettismo
detto gioruoi8 quella di s. Giuseppe da coi cattoiicismo produceva deplorabili e
VAL VAL 293
indicibili mali. Le cose erano giunte a ta da una compagnia di letterati inglc-
tali estremi che destarono serie appren- si, t. 6, p. 53, ecco come in una nota sul
sioni al governo,le ragioni politiche e re- fallo iti discorso si espresse. « A tre pon-
ligiose facevano bramare la conversione no ridursi le ragioni principali del clero,
al cristianesimo de'inori; egli è perqiie- e particolarmente del cardinal arcivesco-
sto che si volle elevare il beato sulla se- vo di Toledo e dell' arcivescovo di Va-
de di Valenza, per affrettarne il compi- lenza, per l'espulsione de'mori o more-
mento colla sua prudente pietà, ingegno schi. La I." perchè sono infedeli ostinati
e fervore. Egli fece ogni sforzo per abo- e non correggibili, sull'animo de' quali
lire i gravi disordini che ne conseguiva- nulla producevano ragionamenti, ed a
i

no e desolavano l'arcidiocesi, e reinte- riguardo de'quali erano gettate al vento


grarvi i morali e religiosi costumi. Gran- tutte le istruzioni, dimodoché era inutile
di furono le sue laboriose fatiche pel be- l'usare a più lungo indulgenza verso di
ne spirituale e ten^porale di sua gregge, essi. In secondo luogo, perchè erano tra-
pel clero, pe*poveri, per le vìsite episco- ditori, che esultavano delle disgrazie del-
pali, nel dedicarsi con zelanti coopera- l' armi del re, amavano suoi nemici, i

tori all'istruzione de'mori per convertirli mantenevano con essi corrispondenza, li

e con dolcezza persuaderli della vera re- invitavano ad invadere il regno, con pro-
ligione, li successo fu poco fecondo co* messa di dar loro mano , e che quante
convertili sinceramente, a segno che or- volle si presentava l'incontro, vendevano
mai disperò della riuscita, per cui scris- o consegnavano a' loro eompalriotti di
se al re Filippo III, come aveva fatto a Barbaria de'crisliani ; talché per propria
suo padre Filippo li il valenziano s. Lo- sicurezza era necessario di liberarsene. la
dovico Bertrando, affinchè gl'infedeli fos- terzo luogo, perchè siccome di continuo
sero espulsinon meno da Valenza e suo si moltiplicavano, ed in molli luoghi in-
regno, che dalla Spagna. Il re animato cominciavano ad avere mollo credilo fra*
da religioso zelo, prese in profonda con- loro vicini, era da temersi che non cor-
siderazione l'esposizione de! b. Giovan- rompessero la fede ed costumi de'cri- i

ni e risolvette abbracciarne il consiglio. 11 sli«ni,ed cravi egual pericolo che non di-
decreto fu sottoscritto 1' i i settembre venissero forti a grado di prendere so-
1609, e subito dopo eseguilo prima nel pra di essi una superiorità: che dunque
regno di Valenza, e successivamente nel- per evitare lutti questi mali era assolu-
l'Andalusia, nella Catalogna, nell'AragO' ta mente necessario di discacciarli senza ri-
DO, e in tutte le altre provincie della Spa- lardo". Ed in vero eziandio nell' accen-
gna come si legge nelle Croniche de*
, nato decreto di Filippo IH si dice che
xMori di Spagna del Bleda, e presso Mi- avevano essi sollecitalo ilgran sultano de'
chele Geddas che scrisse la Storia deh turchi ed il re di Marocco a invadere la
l'espulsione de* Mori dalla Spagna sot- Spagna, ove troverebbero ben 5o,ooo
to il regno di Filippo III. Molti sono armali e caldi maomettani quanto dar se
gli che per sì fatta risoluzione bia-
storici nepotesseroin Asia ed in Africa. Le quali
simano Filippo 111 , e di qui prendono polenti e gravi ragioni quanta forza do-
occasione di spargere il loro veleno con- vessero avere, nessuno è che non vegga,
tro gli ecclesiastici ,
quasi che avessero se con occhio imparziale e retto mirar
eglino a ciò indolto il re, col timore su- coglia ogni cosa. Invano però nella ri-
persiizioso ispiratogli da pretesi mira- prodotta nota dopo esposti molivi de*
, i

coli e daprofezic supposte come auda- , baroni e grandi di Spagna per la con-
cemente scrive qualche autore. Forse u- traria sentenza, si aggiunge che:»» lire
no di essi, nella Storia universale scrit' ed i suoi ministri adunque non doveva-
294 VAL VAL
no piesfar fede ne agli uni né agii altri" riccamente e lo fornì d'idonei professori.
e propongousi vari mezzi che erano da Egli desiderò sì vivamente la propaga-
seguirsi. Ma quelli che pensano in tal zione della fede, che diceva sovente di
inolio, ad altro non ebbero l'occhio che esser pronto a versare lutto il suo sangue
aii'un»ana polilica, e adducendo i mali per la conversione de' protestanti. Gran-
che ne polevaiio venircj dioienlicando de fu la sua pietà, e tenera la sua divo-
pur troppo recava-
quelli esistenti e che zione alla Madre
di Dio, e la promosse
no mori nella Spagna, ed alla purità
i ne'diocesani.An)ato da Dio e dagli uomi-
della tede. Ogni re deve provvedere alla ni, compì il corso mortale a' 6 gennaio

felicità de'suoi popoli, ed ogni re cristia- i6i I. La città di Valenza onorò la sua
no deve proteggere la religione che pro- memoria con magnifici funerali, a' quali
fessa, e difenderla da'pcricoli che per al- accorse una moltitudine di poveri che
trui perfìdia le vengono minacciati, mas- benedicevano il suo nome proclamando i
sime il re di Spagna che si vanta del glo- suoi benefizi, e pregando Dio pel riposo
rioso litolodi He Cattolico. Ma se per di sua anima. Avendo per virtù divina
adempiere questo santissimo obbligo ve- operati parecchi miracoli, Pio VI lo bea-
de riuscir vana ogni dolce maniera e , tificòa'3o agosto 1796, assegnando il rito
mira dall'altra parte crescerne ognor più col quale dovea esser venerato. Abbia-
il pernicioso contagio, e svanire ogni spe- mo di F. Escriva, Fita del ven. servo
ranza migliore, non dovrà egli forse met- di Dio d. Giovanni di Ribcra, patriar-
tere il ferro alle radici, e con un colpo ca d* Antiochia e arcivescovo di Valen-
franco e deciso schiantare il inale fino za^ in italiano e spagnuolo, Roma 696. 1

dalla sua origine? A mali estremi si ri- Del p. Vincenzo Castrillo de'minimi, po-
chiedono rimedi energici ed estremi. I stulatore di sua causa, P^ita del h. Gio-
\escovi che sono posti a custodia delle vanni di Ribera^ Roma 796. Quanto a-
1

chiese devono adoperarsi in ogni guisa gli altri arcivescovi di lui successori, si può

per guarentirle da ogni pericolo,ed ezian- leggere la Storia ecclesiastica di Valen-


dio rivolgersi alla podestà secolare qua- za, e le Memorie ricavate da'migliori au-
lora l'armi che loro die Gesù Cristo non tori spagnuoli e compilate dal p. Vincen-
\aIgano a frenare nemici contumaci. Il
i zo Valaguer, priore de'domenicani di Va-
più grande vantaggio per uno stato cri- lenza.Le Notizie di Roma riferiscono i
stiano è che la religione cattolica trionfi, seguenti. Nel 1738 Andrea Mayoral di
e sono da tenere per falsi tutti gli altri Molacillo di Zamora, traslato da Ceula: fu
vantaggi mondani confronto di que-
in suo sutliaganeofr. Raffaele de Sala agosti-

sto, se pur vuoisi credere veramente u- niano di Binazordi Tortosa, vescovo d'A-
lile alla società quella gente eh' è tanto dramito in partibus. Nel 17 70 Tommaso
dannosa alla religione medesima. E que- Azpura di Saragozza, continuando il pre-
ste poche parole siano dette in giustifi- cedente ad essere suffraganeo. Nel 1773
cazione dis. Lodovico Bertrando e del b. Francesco deFabian-y-Fuerodi Terzaga
Tuberà che promossero, e di Filippo III di Siguenza,traslato da Tlascala.Nel 1 793
che operò la cacciata definitiva de'mori Gio. Francesco XimenesGalinsoga d'O-
maomettani dalsuocatlolicoregno.il Pa- neala di Gal aborra, traslato da Segovia
pa Paolo V encomiò l'operato di Filippo da Pio VI. Questo Papa ne sperimentò
111. Il beato arcivescovo si meritò che il l'animo magnifico e generoso nella sua
re Io dichiarasse viceré di Valenza , di- rilegazione in Valenza di Francia. Il vir-
gnità importante ch'egli disimpegnò e- tuoso arcivescovo imitatore del re Carlo
gregiamente. In Valenza istituì il colle- IV e dell'arcivescovo di Siviglia Despuig,
gio denominato Corpus Chris ti,\o dolo riserbandobi per se poca porzione di sue
VAL VAL 2q'>

rendile, tulio il linianenle dedico a soc- clioecesìToletana, et praecipue Ma tri li y

correre gran Pio VI, e promosse ancO'


il cjusque pertinentiisy cum onere se trans-
ra unacollelta, la qunle molilo a somma ferendi adOranumqiioties nccessitas id
molto grande, onde fu depositata ne'bnn- requiraty atque assignatione congniae
chi di Madrid per somministrarsi al Pa- 3oo ducatorum auri de camera super
pa prigioniere. Nel 1800 fr. Gioacchino mensa Toleiana. Indi meritò che Gre-
Campany minore osservante di Paraqui- gorio XVI a' 1 5 aprile 1 833 lo Iraslatas-
le arcidiocesi Valenzajliaslalo da Sara- Calahorra e Calzada,
se alle sedi unite di
gozza. Neli8i4d. Vercmondo Arias-y- dalle quali passò alla metropolitana che
Teyeiro monaco benedettino Cavane-
di governa. Ogni arcivescovo di Valenza è
las diocesi d'Orense, Iraslato da Pam» lassato ne'libri dalia camera apostolica
plona. Nel i8?.4 Simone Lopez filippino a fiorini 5ooo. L'arcidiocesi si estende
di Nerpio diocesi di Carlagena, travialo in larghezza a circa 16 leghe, ed oltre a
da Orihuela. Per sua morte, Gregorio 1 o in lunghezza, conlenendo più di 3oo
XVI nel concistoro de*24 febbraio i832 parrocchie munite del batlisterio, e com-
preconizzò Gioacchino Lopez y-Sicilia, di prendendo più città e luoghi.
Cubel diocesi diTarazona: Leone XII Concila di Valenza.
B*i7. luglioi824 l'avea dichiarato vesco- lli.°fu tenuto nel 5^4 sotto il regno
vo di Coria, e Pio Vili a'i8 mar70i83o di Teodorico re de' goti. Vi assisterono
l'avea trasferito all'arcivescovato di ìhw» 6 vescovi, e vi fecero 6 canoni riguardan-
gos, come leggo nelle proposizioni con- ti l'abluzioni e i catecumeni; beni la-
i

cistoriali. Morì neli835 e per le vicende sciati da'vescovi, e sì regolarono le cose

politiche dellaSpagna la metropolitana da osservarsi in tempo «li sede vacante;


di Valenza restò vacante sino al 1848. i doveri de' vescovi verso i loro confi atelli
In questo il Papa Pio IX nel concistoro malati; più fu ordinalo che vengano pri-
de' 17 gennaio promulgò 1' attuale arci- vali della comunione gli ecclesiastici va-
vescovo mg. Paolo Garcia Abeila della
'' gabondi, e che un vescovo non possa or-
congregazione dell'oratorio, nato in Ma- dinare un chierico dipendente dalla giu-
drid. Rilevo dagli atti concistoriali, che risdizione diun altro vescovo. Regia t.
LeoneXII, mentre esso era prepositode'fi- I ijLabbé t. 4, Arduino t. 2. Il 2." con-
lippini di Madrid, perla sua gravità, pru- cilio si adunò nel 546sulla disciplina ec-

denza, esemplarità ed esperienza, nel con- clesiastica, e lo sottoscrisse Giustiniano


cistoro de'17 settembre 1827 lo dichia- vescovo di Valenza. Aguirre t. 2. 113."
rò vescoTo inpartibiis di Tiberiopoli e si celebrò nel 1240 egualmente sulla di-
e lo die a sufFraganeo dell'arcivescovo di sciplina ecclesiastica. Marleuue The' ,

Toledo, ad cxerccnda pontifica Ha in saur. l. 4«

FINE DEL VOLUME OTTANTESIMOSETTIMO.


2860-0
- R-n
BX 841 .M67 1840
SMCR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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