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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
Al PttlNeiPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VCL. CIIL
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLXI.
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STORICO -ECCLESIASTICA
viv VIV
V.iy\EKS {Vivarien.). Glia con re- logo e del penitenziere : il canonico ar-
sicìeDza vescovile dellaGuascogna ioFran- ciprete, coadiuvato da un vicario, ammi-
cia, nel dipailimento cieli' Ardèche, ca- nistra pel capitolo la cura d'anime. Vi
poluogo di cantone nel circondario di Pri- sono di versi canonici onorari, e vari preti
vas, già capitale del basso Vivarese, an- che co'puerì de choro uffiziano la chie-
tico paesello della Francia che dalla città sa. Prima della rivoluzione il capitolo a-
traeva il nome, in oggi è quasi inlera- vea 6 dignità, cioè preposto, arcidiacono,
niente compreso nel detto dipartimento. precentore, sagrista , arciprete, vicario,
È situala fra gli scogli , sulla sommità con 4o canonici. Il palazzo vescovile è
d'uno de' quali vi èia cattedrale ^ sulla nobile edifizio, alquanto ampio e decen*
riva destra del Rodano, in aria salubre, te, parum ab cathedrali distai^ e tro-
distante 4 legbe dal Ponte s. Spirito, cir- vasi in buona condizione. Nella città vi
ca 5 da Privas, 9 da Valenza eiyS da è un'altra chiesa parrocchiale sagra a s»
Varese, definitivamente fu riunita alla co- scovo d'Alba il b. Ausonio quando Cro-
rona di Francia nel i 36 , e ne segui i de- co re de' vandali distrusse la città ( vi
stini. — La 1
trattano nel t. 4i p-i 173 : Vivarienses Albaricuni appellari voluil, auclore Tho-
Episcopi et Comiles. In diruta ruderi' ma Episcopo j Albamqiie postremas syl-
bus, pagus nomine Alpia, vulgo Aps, seu labas longitudinis taedio deterentibus
s. Petrus de Alpibus repositus est, lite- populis diu dixere. Gregorius VII anno
va b niuiafa in p ex more quem iani o- 1077 etiani vocavit Albani, Vivarium:
Uni faniiliareniflasse Gallis tradii Slra- et post s. Auxoniuni Episcopi ipsi sese
ho 1. 4)/«* verbis : Alpia prioribus sae- appellilaverunt nunc Albenses,nuncP'i-
culis vocabatur Albiae, et Alpes ìpsas varienses. Cautinus archidiaconus suuni
Albium nominant. Adverte auteni ne Al- Melanium dixit Albensem in
Anlistileni
hensem iirbem, parum exacte interpre- synodo Aurelìanensi 5° (fu celebrato nel
teris Albigensem in Aquitania seu Al- 54 1, e nel 549 '' ^' ) fj^^^"^^'^ •^- Venan-
benacuni. Qids vero primus Albani in- tius se in Aruernica vacasse t Vivarien-
V 1 V V I V 5
serri tredecirn ante annis. Porro series Pio nell'816 con largo diploma dato iu
Episcoporurn c/iii per aliquol cenlenos Aquisgrana, ab orniàiudiciaiia potestà -
della salmodia nel coro. Sul n»onte Al- no sedeva nelI'SSS, e foce l'invenzione
I
bavico, presso il Rodano, edificò un mo- del corpo di s. Andeolo neir865, trovalo
nastero di benedettini, e vi professò la re- per divina manifestazione, cui successero
gola, morendo a'5 agosto, quindi gli era- molti miracoli. Carlo I il Cfl/v'orede'fran-
pi eretici dispersero furiosamente le sue chi e imperatore gli donò l'isola Foreni-
reliquie. Dopo
governarono la s.
di lui caria , anche pe'successori. Eucherio II,
Chiesi! di Viviers, Firmino I, Eumachio a lui sostituito dallo stesso re.ottenne nel-
J, Agiipio, Melanio III, pel quale il sud- r 873 altro diploma, col quale concesse
detto arcidiacono Cantino nel 549 ^^ ^' allasua chiesa Puleli , conferuiandogli
concilio d' Orleans. Poscia Ardulfo, Ve- Dozera, Melate, l'isola Argentarla e altri
nanzio II, Longino, S.Luciano, s. Venan- beiti, tutti noverati nel prolisso atto. Il
mino ti, s. Eucherio I, s. Aulo cospicuo concilio di Pont Yoii, neir877 a' comizi,
per miracoli eletto da! clero,pieno.di vir- Ticinensibnsfi neir87g al sinodo di Mau-
tù, penitente, redentore degli schiavi, pro- Rostagno sedeva oeir884> ed è nomi-
lala.
lettore de' poveri , delle vedove e degli nato in una donazione della chiesa di s.
orfani; accrebbe il numero delle chiese, Filippo in Valle Viuaria. Indi succede
eresse un ospizio a'pellegrini, laudato an- una lacuna di vescovi sino a Pietro I del
cora come assai misericordioso e benigno. 993, che approvò la fondazione del mo
Dio operò molti prodigi al suo sepolcro. uastero di s. Pietro de Podio. Ermanno
Degnosuccessore fu Eumachio W^virnia- Armanno, fu alla consagrazione della
grius, et ainalor pUbis sanctae j indi s. chiesa di s. i o 5, intervenne
Vittore nel 1
Longino II, Eribaldo memorato in una a'comizi di Lione nel o32. Indi Gerardo
i
carta d'infeudazioni de'beni di sua chiesa, 1 del 1037. Gebonardo governò dopo di
e s. Arcon7Ìo,che per la libertà di sua chie- lui dal 1 061 al 1073. iN'el 1070 era vesco-
sa pali ujolti oltraggi e colla decapitazio- vo Geraldo II, ma qui certamente vi ègra-
ne ebbe la gloriosa corona del martirio: ve errore di data ; nel 1073 Giovanui li
ilsuo corpo intero si venera nella catte- cardinale di s. Romana Chiesa, assunse
drale, accanto la cappella di s. Martino. per suffragaueo divario decano d'Am-
Il Martirologio di Viviers ne fa menzio- brun, e neli 106 assistè Pasquale II nel-
ne all'8 gennaio. Gli fu surrogato Tom- la benedizione della basilica di Viviers,
squale 1 1 ne consagrò la chiesa. Nel i 1 08 pago diCornilonum. Nel 1222 sedeva Ber-
donò a' canonici di s. Piufo il priorato di nardo l de' signori d'Aoduse, e neh 22 3
Borgo s. Andeolo, ed altre chiese ad al- istituì le minori prebende canonicali :
tri. Intervenne neh 1 17 al concilio Tre- nel 1282 si pacificò col re Luigi Vili
norchiaoo (sic), e restaurò le rovinose pe'suoi diritti. Bernoino II neha35 eb-
mura della cattedrale. Hato sedeva nel be varie possessioni, e neh 238 approvò
Il 19, e colla sua erudizione mirabil- le costituzioni de' canonici per la recita
mente rispose alle sottili questioni mos- dell' uffizio della B. Vergine ogni saba-
se da' vescovi nel concilio di Reims. Pie- to nel coro maggiore, dairS.' di Pente-
tro H di Borgogna, cluniacense sempli- coste all' Avvento, e Epi- dall' 8." dell'
dunensis in monte. Jaucerano neh i34 mo eoa altri vescovi della sua provincia
si trovò presente all'assoluzione data da di Vienna, scrisse a Papa Alessandro IV
Ugone arcivescovo di ReioisaGuigues MI per la canonizzazione di s. Stefano ve-
Delfino diVienna: viveva pure nel i 1 46. scovo di s. Diez ; e nel seguente fece una
Il vescovo Guglielmo I consanguineo donazione al barone d' Alba. Ugo de la
dell'imperatore Corrado III, a quo ac- Tour nel 1263, in unione a' vescovi di
cepil dono Fivariuin iirbem, con diplo- Ginevra e di s. Dies sostenne guerra, e
ma del 1 47. Tommaso 1 1 venne loda- nel 1265 unito co' canonici stipulò una
to per avere raccolto i nomi de'suoi pre- transazione per la giurisdizione di Vi-
decessori, di cui erasi perduta la memo- viers e del Borgo s. Andeolo; nel 1268
ria, e molle antiche carte delle ragioni ebbe luogo la fondazione della maggior
di sua chiesa: fioriva pure nel t i53. In prebenda della cattedrale, nel 1 289 con-
tal anno il successore Guglielmo II in- venne co'canonici sul pedaggio e inter-
tervenne alla convenzione di Puy, e nel venne al sinodo del suo metropolitano di
1 I 54 die' alcune chiese alla badessa di Vienna. Raimondo II de Falgario scien-
s. Andrea di Vienna. Raimondo I nel ziato e generoso, nel 1 296 esentò dal pe-
1 158 ricevè dall'arcivescovo d'Ambrun daggio di Dunzeiaa Guido di Chàteau-
la villa di Valle Vinaria colle sue chie- Neur,ed ilcasteilodìOunzeraaGuglielmo
se. Rotbeito Alba nel 1171 concesse al di Donzera. Il vescovo AdelbertodePeyie
priore di s. Medardo la chiesa di s. Ma- nobilissimo, neh 3oo si pacificò col re Fi-
ria di Montano. Nel 177 Nicola ricevè
i lippo IV il BellOy e con esso nel i3o5
dall' imperatore Federico I un diploma convenne de terra et teniporalilale E-
sulle libertà de'suoi dominii : nel 1 198 piscopi ac Capitali, ò\ Vi viers e suo ter-
venne a patti col suo avversario conte ritorio, io uno a' sudditi, essere soggetti
di Tolosa, cedendogli due castelli, e al- al redi Francia, dovendo 1 vescovi giù-
V I V VI V 7
rare fedeltà al re, e tenere a suo nome Lione.AynaaroIlIdela Voute,de'signor»
Je lene e gli allodiali, però non poten- di tal nome, già vescovo di Valenza e d'
do i re affacciare altre pretensìooi, sen s. Diez, gli successe nel 1 336. Unì alla sa-
di Poitiers, che nel seguente venne ad ne dietro nel i366(il Cardella rilarda
alcuni patti con Filippo IV. A suo tem- il vescovato al i373) Pietro IV de Sar-
po successe lo strano Irasferiinenlo del- cenas o meglio Sortcnac {V.), poi arci-
la residenza ponlidcia in Francia, ove il vescovo d'Arabrun, cardinale di Greno-
francese Clemente V invitò i cardinali rio XI, indi scismatico anticardinale del-
a farvi Viaggio (^.), q<iindi si stabilì l'antipapa ClementeVll, e pseudo-vesco-
in Avignone e nel contado Fenaissino vo suburbicario di Sabina. E' intrinseco
{V.), ove continuarono 6 successori, con anco il vedere vol.IU,p.2i i,LX,p. 86.
1
chiesa. Poscia fu riconosciuto per vero car- drale gli ornamenti vescovili. A nomina
dinale. A'21 ottobre 1 385 l' antipapa gli d'Enrico II re di Francia, sottentrò Si-
surrogò OlivarioI de Martreuil, poi tras- mone de Maillé, poi trasferito all'arcive-
lato a Chàlons sur Saone. Nel 1 887 am- scovato di Tours. Gli successe nel i556,
ministratore Pileo de Praia {F.) prima secondo la Gallia Christiana, Giacomo
nuovamen-
cardinale, poi anlicardinale e Maria Sala bolognese, prolegalo d! Avi-
te cardinale. Nel seguente i388 Giovan- gnone dominio della s. Sede; in tempi ca-
ni IV, indi Pietro VI A'Aylll{F.) o Ail- lamitosissimi, confermò privilegi de' vi- i
bre 1407 altroscismatico Giovanni V de specie, e benché gli fosse data facoltà di
famoso maresciallo di
Liniers, nipote del restituirsi alla sua diocesi, nel 1^)62 fu
Francia Boucìcault, poscia terminato lo ritirala. Nella stessa Storia del Concilio
Scisma [V.) d'Occidente, legittimo pa- di Trento leggo, che fu fatto vescovo a*
Nel 144? sedeva Guglielmo VII de Poi- leggi, dotto e versato negli affari forensi,
liers, compose col capitolo e co* cittadi-
si e celebre per esperienza negli affari, mor-
morì nel i454' ^Q questo
ni di Viviers, e to in R.oma a' i o aprile 569, sepolto nel-
i
farvi l'organo, e donandole ricchi orna- re a' 5 gennaio 1571 e fu sepolto nella
menti, vesti e utensili sagri. Morì nel 1542 chiesa di s. Agricola, con bello epitaHlo
a Dunzera, donde il corpo fu portato nel- in versi, Comes et Praesul Fivariensis.
la basilica di Viviers, assistendo a'solenni Pietro VII d' Urre che gli successe, mori
funerali 7 vescovi. Fu deposto nel sepol- poco dopo nel 1572. Nel seguente Gio-
cro ch'erasi preparato, con onorifìcoepi- vanni VII de l'Hostel, e visse sino a'
taflìo in versi, che racconta il di lui mol- aprile 1621, avendo 94 anni, //js/'u,? ini-
lipliceoperalo.Gli successe il parente Car- pensis ac Capitalo ^ curante Francisco
lo de Tournon abbate di Casa di Dio, ar- Monerio praecentore, anno 1 599 restila-
ciprete e preposto di Viviers, e dal 1 536 San- Fincentiana. Fin dal
la est basilica
suo coadiutore nell'episcopali funzioni, i6i8 eragli slato dato a coadiutore col
riteDeudo eoo indulto oposlolico la pi epo- titolo di vescovo di Pou»peiopoli in parti'
V I V VI V ,j
bus, Lodovico Francisco la Baurae de Su- vede fondo del mio cuore, sa che io
il
se, di nobilissima famiglia, e prese posses- non ho avuto altro (Ine che la gloria di
so nel giorno del transito del predecesso- Lui ". Il prelato, stupefatto d'una rispo-
re,divenendo vescovo e conle di Viviers, sta sì umile e sì modesta, sospettò d'es-
principe di Dunzera e di Chuteau-Neuf, ser stato ingannato; in ciò assicucandulo
barone d' Argenlaria, toparca di s. An- gii schiarimenti che gli furono dati di poi.
cesco Rfgis [f.) gesuita, poiché la sui de'gesuili una lettera, in cui l'.iceva gran-
diocesi da 5o anni era il centro del cal- di elogi della virtù eprudenza del degno
vinismo,' la sede di sanguinosa guerra, ed operatore che avea tanto ubertosamente
il teatro delle più crudeli persecuzioni. faticato nella sua diocesi; ove poi ritor«
nelle sue visite. Il santo fece da per tut- colla serie de' vescovi di Viviers con La
to delle missioni, che produssero frutti Baume, nuova edizione la continua
e la
meravigliosi: fu di grande aiuto a que- eoa alcuni^ compiendola le annue Noli-
sto uomo veramente apostolico il gen- zie di Roma, ed ecco que'che riporta. A.*
tiluomo de la Suchere, già stato suo di- ì6 settembre 1748 Giuseppe Ilolin du
scepolo. Iddio permise a maggior glo- Morel de Mons, della diocesi d' Acqs. Il
ria del santo, come collo stesso fine i.° giugno 1778 Carlo de la Font de
più volte lo ha permesso eziandio alla di Savine dell' arcidiocesi d'Embrun, con-
lui veneranda e benemerita compagnia, sagrato a'26 luglio: fu membro degiista-
chesi suscitasse una violenta procella con- ti generali del sempre infausto 1789, ed
tro lo zelo mirabile di quest'apostolo. E- uno de' vescovi che miseramente presta-
gli fu accusalo di turbare il riposo delle rono il loro giuramento alla riprovata
famiglie con un zelo indiscreto, e di riem- Cotlituzione Civile del Clero di Fran-
pire i suoi discorsi d'ingiurie e d'invet- cia ; tutta volta morì confessando il suo
tive contrarie alla decenza. Il vescovo La errore. Era vacante quando Pio
la sede
Baume prima ne prese le parti, ma poi VII la soppresse pel concordato del 180 i,
dando retta finalmente alle querele che colla bolla Qui Clirisli Domini, de' 2q
gli venivano fatte, e che credeva non fos- novembre, ad istanza deli." console dell*
sero prive di qualche fondamento, scrisse repubblica francese Napoleone Bonspar-
al superiore de' gesuiti, che richiamasse te; quindi Papa, per quelle del
lo stesso
vauli di sé, e dopo averlo severamente dell'i I giugno 181 7, abrogò il preceden-
rimproverato, gli disse ch'era costretto te e ripristinò tutte le diocesi di Francia
ro de' 24 gennaio iS^^ promulgò suc- e nello stesso gli surrogò nel vescovato di
cessore mg/ Giuseppe l[)polito Guibert Viviers l'odierno ms'.'^ Lodovico Declu-
o
lY Aix, lodatissimo e idoneo ecclesiastico, sy, di Andeiat diocesi di s. Flour, già par-
d'ottima fama e morale, rettore del se- roco zelante prima di Murat, poi di s.
minario e vicario generale del vescovo Geraud ad Auriliac della medesima dio-
d'Aiaccio, grave, prudente e dotto. Scris- cesi, assiduo missionario, lodandone la
se di questo prelato la Civiltà CalloUca, dottrina, la gravità, la prudenza, la pro-
de'28 marzo i853, serie 2.', t. 3, p. bità e altre doti. Ogni nuovo vescovo è
S^. »» Leggiamo con pKicere nelle recen tassito camera apostolica
ne' libri della
tissime pastorali de' prelati dì Parigi in fiorini Syo. Prima avea di rendita
(mg/ Sibour) e di Viviers, le consolanti 3o,ooo lire, e pagava per tasse e spedi-
asseveranze che il così detto gallicani- zione delle bolle 4>4oo fiorini. La dio-
smo più non esiste in Francia, che oggi- cesi oggi comprende il dipartimento del -
discordie che nella Chiesa di Dio una e se degli eroici e nella città di Monte s.
timamente avvenuti, piiono indicare che ducazione. Dotato liberalmente dalla na-
l'antico fuoco malgrado la vigilanza de' tura di rara modestia e candore d'ani-
pastori non sia del tutto spento. Lo mo, di singolare riservatezza e sottile in-
scalpare v. g. menato da parecchi scrit- gegno, rapidi furono progressi che fece i
tori per la recente condanna del Biilly negli studi nel seminano di Veroli, ove
(Lodovico, per la sua opera della Theo- distinguendosi tra gli alunni suoi com-
logia dogmatica et moralis ad itsuni p^jgiii nelle belle lettere e nelle filosofi-
iSeniinariorum, con decreto della s. con- che disciplina, tuttora in esso viene ri-
gregazione dell' Indice de' 7 dicembre cordato a modello di virtù, di diligenza
l852, Donec corrigatar), a cui però e di profitto. Volentlo perfezionarsi nel-
con tanta lode si assoggettò l'Episcopato; l'apprese scienze e nell'acijulslo di uiag-
il progetto di erigere proprio in questi giori cognizioni, si recò in Roma a stu-
tempi un monumento al gran vescovo diare divinità, come a istruirsi nel diritto
di Meaux [Oossuet Jacopo Benigno), e civile e canonico, e con tale tnirabile sue-
V I z VI Z ,1
cesso che nelle due facoltà consegu'i il cariche da lui egregiamente sostenute.
maggior premio e insieme la laurea di Quanto al fratello Carlo, il Papa nel
onore. Data sì manifesta prova del suo i832 lo promosse alla gelosa carica di
talento, sin d'allora si acquistò l'estima- segretario delle lettere latine, anche
zione generale di chi lo conobbe. Ordi- per la purezza ed eleganza cui scrivea
nalo sacerdote, fu esempio di pietà e di nel latino idioma; lo fece pure came-
saviezza, e vieppiù si dedicò ad appro- riere segreto soprannumerario, e ca-
fondirsi nella dottrina, per cui meritò nonico Liberiano, mostrandosi quindi il
ancor giovane d'essere scelto a pubblico prelato diligente a' divini udìzi e nell'e-
professore di diritto ecclesiastico nella co- sercizio dell'incfMnbenzeche gli affidò il
spicua università di Bologna, ove guada- suo capitolo sebbene laboriose. Disimpe-
gnatasi la benevolenza de'citladini fua- gnnndo egregiamente, e con diligente
scritto nel collegio legale. Non andò gua- precisione il segretariato, per conoscerne
ri che fu trovato degno d'essere trasferito eziandio la rilevante importanza, giusta-
nell'università romana per insegnare nel- mente entrò maggiormente nella grazia
la stessa facoltà, con cpieil' esilo che di- e nell'estimazione del Papa,il quale lo
mostrarono con som aia lode i suoi di- decorò della prelatura domestica e per
scepoli, avendo loro sapulo istillare le distinzione nommb prò tonala rio aposto-
cose più astruse della scienza di cui era lico partecipante, dopo averne ristabilito
le virtù che il sapere e massime nel gius 1847 secondo le Notizie di Roma del
canonico, dallo stesso Papa promosso a i85i e seguenti anni ) lo creò cardinale
quelle cariche ed a quegli onori, di cui dell'ordine de' preti nel concistoro de'
17
parlai ne'vol. XXVII,
286, dicendo p. gennaio 1848, come riporta il n. 2 del-
di loro patria elevata da lui al grado di la Gazzetta di /ìooirt, pubblicandolo eoa
città, LIVj p, 277, e LIX, p. 147, ol- quello splendido elogio che pronunzi^
tre il sostitutato della segreteria de' brevi nell'allocuzione stampata dagli Annali
a'piincipi; poiché da essi visitato frequen- delle scienze religiose, 2.' serie, t. 6, p.
temente alla di lui residenza nel cardina- I 16, a cui fece eco di plauso l'universa-
lato, appieno ne conosceva molti me- i le per r intemerata fama eh' erasi pro-
riti. morì a'3o aprile» 846,
Mg."^ Stefano cacciato colle preclare sue doti, l'eccellen-
e il u.° 36 del Diario di Roma ne ri- za ('elle cognizioni, l'integrità della vi(a
portò il degno elogio, col novero delle operosissima e laboriosa. Quindi il Papa
la VIZ V f Z
gli assegnò pei tìtolo la chiesa e basilica e riparare oell'ospitalissimo regno di Na-
di s. Pancrazio, lo annoverò alle congre- poli, nel quale corse il sagro collegio a
gazioni (le'vescovi e regolari, degli adari fargli nobde corona; mentre Roma ri-
degli studi. Inoltre lo prepose a protetto- die tutti sanno. Anche il cardinal Viz-
re dell'accademia teologica nell'universi- zardelli non valutando i disagi della vita
tà romana, e della città di Monte s. Gio- e l'affranta sua sanità, seguì l'esempio
vanni. Subito il cardinale volse l'animo, degli eminenti colleghi, ed io Gaeta e
senza rispatmiare cura e industrie, ad Portici giammai si distaccò dal pontificio
eccitare i professori del pubblico inse- fianco, impiegando l'opera sua io tutto-
gnamento per l'ottima istruzione morale ché occorse in quel procelloso sconvolgi-
e scientifica de'giovani, in un deplora- mento. Restaurato il dominio temporale
bile tempo menti e-
in cui quasi tutte le della s. Sede, tornò in Roma, tutte ripren-
l'uno stravolte,ad estirpare le molte ma- dendo le sue primiere occupazioni. Quin-
le piante cbe potevano le altre corrom- di, come narrai nel voi. LXXXIX, p. ya
pere col loro venefico spirito; in una pa- eseg.,(|uandoil Papa rientrò nel suostatò,
rola l'interessò a procedere alacremente si recò ad incontrarlo a Fresinone, e lo
nella miserabile epoca al miglior lustro accompagnò nella gita in Alatri, e poscia
e decoro, ed alla prosperità delle uni- lo precede a Roma. Ma la lenta tisi per
versità e de'licei dello stato. Proseguen- soverchia applicazione contratta, da più
do il cardinale con fiducia ad essere stra- anni il meno, e so-
travagliava, or più or
ordinariamente impiegato nella tratta- venti volte fecetemere de'suoi giorni. As-
zione di adari, il Papa lo deputò suo salito con più violenza dal mule nel mar-
le ferocia colla quale nel novembre di x-xnXtX Gio male di Roma, '\nà\'\\ o. 122
detto anno, fu in^raolato tragicamente il ne descrisse i solenni funerali tenuti nel-
conte Ptossi ministro pontificio, per ispe- la basilica di Lorenzo in Damaso, e
s.
gnere in lui lo statuto romano e procla- ne'quali cantò messa il cardinal Bri-
la
mare la repubblica, da'furibnndi dema- gnole camerlengo del sagro collegio, alla
goghi, i quali macchinavano l'ultimo ec- presenza de'cardinali e altri personaggi
cidio al principato temporale del Papa. secondo il consueto, ed eziandio del Pa-
Lumeggiai io breve le fatali conseguen- pa che vi si recò per ulteriore attestato di
ze di tale assassinio, e il torrente della stima e amorevolezza, il quale fece poi le
rivoluzione che traboccò da ogni parte assoluzioni sul cadavere. Il n. i4^ dello
di Roma e del suo stato, impunemente stesso Giornale, pubblicò di G. B. una
con baldanza vittorioso. II Pontefice as- bellissima necrologia del cardinal Viz-
salito nel sagro palazzo, sopraffatto dal- zardelli, di cui profittai per la sua vera-
l'iuaudile violenze de'ribelli, fu condotto il che posso affermare siccome am-
cità,
all'estremo partilo di evadere da Pvuaia miratore iulirao delle virtù che rispleo-
VIZ VIZ i3
devano io latito esìmo porporato, ch'ebbe be fine nn tale non solito ricevimento col
ladegnazione di riguardarmi con bene- canto funebre della religiosa famiglia, e
volenza. L'encomiala necrologia termi- col pregar tacitamente ognuno requie a
na con questo giusto ed eloquente elogio. quel loro benefattore. Ricorrendo poi die
M Così cessò di vivere fra noi un Porpo- scptinta della sua morte, quel superiore
rato di s. Chiesa che tutta spese la vita e per effetto di religiosa carità, e per gra-
in servigio di DioSede: umi-
e della s. titudine ancora, perchè l'Em." Vizzar-
le nella sua dottrina, e nello splendore delli fu quegli che altamente avea pere-
delle dignità conferitegli. Tutto a lutti, rato presso l'Em." pro-segretario di stato
astinente, e del suo corpo severo custo- ed altri riguardevoli personaggi a prò
de; rassegnato ed invitto nella lunga in- della ristaurazione di quella sua basilica,
fermità; difensore acerrimo de'diritti del- avendo fatto addobbare a lutto tutta la
Sede ; pazientissimo della fatica ;
lo s. chiesa, colTintervento di 3comunità del
minuto osservatore delle cose; pronto e suo ordine, e fra'lugubri melodiaci con-
cauto a risolvere, di mente penetrante, centi de' cantori della cappella Sistina,
di memoria tenacissima. Nello scrivere celebiò messa solenne, dopo la quale
la
preciso e chiaro. Negli affari più ardui si pas^ò all'assoluzione sid tumulo, di non
tificio del Quirinale), della Vittoria, e del scrizione de' solenni funerali celebratigli
medesimo collegiodi S.Pancrazio, ed eb- nella chiesa dell'Università romana, col-
l4 V L A V L A
l'assistenza de* professori in abito di for- dichiarando egli pure di non voler ossei**
malità, ne' quali il prof, Francesco O- vare il celibato, nel 1832 conseguì dalla
rioli pronunziò il suo elogio, con ele- Russia il titolo di principe di Monte Ne-
te di civilizzazione, da circa 5oo anni pro- tere sovrano dal potere religioso, conti-
pugnatrice della propria indipendenza. Si nuando però Danilo investito del i.° a
fauno ascendere, giusta diversi calcoli, i intitolarsiVladika e principe. Quindi nel
a circa 1 20,000, altri dissero 1 4o, 000, al- i855 sposò Darinkt» figlia d'un mercan-
tri 200,000, de'quali 3o,ooo almeno atti te oriundo di Cattaro. Egli oltre la pro-
alle armi. Antica mente l'autor ila ci vi le era tezione e la pensione della Russia, l'una
separala dalla spirituale, ma Giorgio si- e l'altrasi procurò dalla Francia. Intan-
gnore del Monte Negro nel i5i6 lasciò to continuando di tempo in tempo le in-
l'autorità civile al proprio fratello Ger- terminabili guerre de'montenegrini con-
luano,allora metropolita della Cernagora, tro i turchi loro perpetui nemici, si pro-
riunendosi così nel Vladika il potere prin- gettò di fare del Monte Negro un gran
cipesco e l'ecclesiastico. Sino al 1 85o go- principato, colla città di Scutari perca-
"vernò il Monte Negro il Vladika, riunen- pitale. Imperocché, sterile il suolo del
do la giurisdizione spirituale e la tempo- gruppo di montagne della Cernagora, do-
rale,con diritto dì nominare un nipote po essere stali montenegrini allontanati
i
a successore, U quale veniva educato in dal mare, quando loro nel 181 5 fu tolto
Hussia, ed ivi riceveva la sua istituziqne il litorale di Cattaro (non deve confon-
Ala Giorgio Petrovich, dalla cui dinastia colia sua capitale Cattaro si die'alla re-
discendevano i Vladika, trovandosi in pubblica di Venezia, cui fu tolta dalla
Russia rinunziò alla (uiura dignità, per repubblica francese nel 1797 e data al-
mancanza di vocazione, dovendo il Vla- l'Austria; questa perdutala nel i8o5, la
dika osservare il celibato. In conseguen- ricuperò neli8i5. Tuttavolta, delle cor-
za di che, Vladika Pietro li inviò in
il relazioni de' veneziani col Monte Negro fe-
Russia l'altro nipote Danilo o Daniele ci cenno nel XClI,p. 1 74>con altre no-
voi.
Petrovich Njegus oNjegosch, per istruir- zioni che lo riguardano) per darsi all'Au-
si ed esservi consagralo vescovo. Però, stria, Quu ostante che l'avessero acquista-
V L A VOC t^
lo a prezzo del Imo sangue,
si trovaiono vich presidente del senato e fratello del-
cfcslietli o ad tmigrare frequenfemente, l'uccìso, dichiarando al senato e popolo
cv*eio a procacciarsi il sostentamento presente, esser lui il designato a succes-
colle scorrerìe armate, sopra doviziosi i sore dal principe morto. Il senato col po-
territcrii vicini della Bosnia, dell'Erzego- polo adunato in assemblea a Cettigne, l<i
vina e dell'Albania, eziandio a danno de' proclamò principe del Monte Negro. Il
caltolici. Per tali bisogni il Vladika Da- principe è nato nel i84i, «^^1 era uscito
nilo altamente insistette l'ingrandimento nell'antecedente aprile dal liceo imperia-
del suolo, colle prcpinqne pianure del- le dì Parigi, in cui era stato 4 ^ou\: si
gli accademici della Crusca, edora niiO'- siliberamente a piacere, spero rendere
vamcale corretto ed accresciuto dall' ab- ragione di questo mio lavoro erudito e
bate Giuseppe Manitzzi. In questo clas- pratico, a cui consagrai gran parte di
sico Focabolario si definisce il Dizio- mia vita, sia del vasto concepiaiento, sia
nario: Libro ove sono raccolte ed espo- del]* arduo sviluppo e costosa pubblica-
ste, per lo più in via d'alfabeto, varie zione, già accennata nel voi. C,a p. 180
dizioni spiegate succintamente nella stes- con unica nota, oltre il sagrificare l'ele-
sa lingua, ed anche in lingua diversa; ganza tipografica per non lasciare spazi
Vocabolario, Diclionarium. Aggiunge- vuoti, e in vece con lunghissimi periodi,
rò col benemerito AntonioBarzarini, O/- e tutto questo colle circostanze dilFicili
"zionario Enciclopedico: Dizionario dice- che sempre l'accompagnarono} nondime-
si altresì di varie altre raccolte alfabeti- no superate mediante il divino aiuto, eoa
canienle ordinate sopra materie d'arti e una volontà coraggiosa e tenace, e singo-
di scienza onde Dizionario geografico,
; larmente pel conforto generoso e lusin-
storico j enciclopedico ec. Così questa mia ghiero del pubblico gradimento. Uomo,
opera ha il titolo di Dizionario di erudi- potei essere indotto io errore; appena
zione storico^ecclesiastica, sul quale non però me n' avvidi, ne' luoghi corrispon-
devesi dimenticare quanto qua e là notai denti, prontamente confessai gli abbagli
per la Storia (^.), e nel voi. LXXIV, p. e rettificai le asserzioni, sin anco rilevan-
2636270. Inesso compilai innumerevoli do falli della Stampa {V.), e se ve ne
i
nari. Sono li dizionari utili e tante volte nel 469 Gemma vocabulorum,tìe\ 5o2
1 1
indispensabili anco agli uomini più gran- Gemma gemmarunt, un'altra opera di
di, a risparmio di tempo, trovando in quel- Dionisio Nestore fmncescano j ma era
li riunite in piccola rete le nozioni che con riservalo nel «577 a Gerardo Vossio, di
lunga lena dovrebbero andare cercando lui potersi dire nella prefdzione di sue o-
in tante opere qua e là disparate, e so- pere, nemo qui vel a limine musas sala-
irenle difficili a rinvenir nelle più vaste bi- tavityinfìcias iverit Fossil tractatus esse
Per noi romani, che da' latini
blioteche. omnimodae eruditionis, pena longe in-
nascemmo, risale la prima idea del Foca' structissimuniytanta argumenti varietale
holario e del Dizionario nulla meno che abundanSf tanta perspicuilate, metho'
all'aureo secolo d'Augusto, vogliam dire do concinna, omnibusque quibus studiis
al fortunato cominciameiito dell'era cri- honestiora promoveri queunt adiunctis
sliana. Si sa che Marco Yerrìo Fiacco, il conditum, ut singuli tractatus sectoreni
quale, a delta di Svetonio, fìori quando cuicumque generi studiorum addiclum,
imperava appunto Augusto, fu il primo alliciant. Dunque, conclude l'autore, l'o-
che a maniera di serie alfabetica, e per pera di Pesto possiamo, senza tema di an-
conseguenza di dizionario, compose un'o- dare errati, chiamarla il punto dal quale
pera : De Ferboruni signiftcatione, e in processo di tempo si allungarono in va-
questa collo stesso metodo fu rifusa da Se rio senso le linee per li più prolissi e ra-
stoPompeio Pesto d'epoca incerta, ma gionati vocabolari o dizionari, de' quali
contemporaneo di Marco Valerio Marzia- oggimai nella immensità dello scibile u-
le, celebre poeta epigrammatico latino, mano ne siamo a dovizia forniti, e co'soli
I secolo della Chiesa, e morto
fiorito nel dizionari (non computando la traduzione^
dopo l'anno 100 o io3 più che sessage- se ne potrebbero acconciare un'ampia se-
nario. A Paolo Diacono longobardo, se- rie in uomo di voto alle scienze, al-
aula di
gretario di Desiderio ultimo re de' longo- le lettere ed alle arti. Già il celebre ex
bardi, morto monaco di Monte Cassino al gesuita Giovanni Andres nella classica o-
principiar del IX secolo, venne il ghiribiz- pera, Dell'origine, progressi e stalo at-
zo di rifar l'opera di Fiacco e di Feste tuale d* ogni letteratura, nei ragionare
(delle opere di Paolo Diacono, bene da nel 1. 1 , cap. 1 5, Della letteratura del se-
ultimo scrisse il p, ab. Tosti, Storia del- colo XFIIIy e parlando delle sue lette-
la Badia di Monte Cassino, t.iy p. 99) ; rarie dovizie e di quanto può facilitare lo
ma a giudizio de'migliori fallì Dell'impre- studio, alleviare la fatica, e rendere a mi-
sa, ed asserisce il Dacier che niulilavity nor costo universali le cognizioni, tutto e
corrupil lioc scriptum^ qui utilius lingua grandemente in uso alla moderna lettera*
latina non habet,foede laniavit, et inho- tura, soggiunge: « I Dizionari, che sem-
nestis vulneribus confecit, ut cadavere pre sono stati di moda dove hanno fìorito
prò homineytruncum prò corpore^ semia- le lettere, e sempre pure sono stati messi
VCL. CHI.
IC&Sfwvawi? ^m/t/^^
i8 V O C V OC
loto non i^ocheEnciclopediechìioW-
e di qui
in discredilo da'seveii leUerali (forse
ti:
dispiacendo della troppa facilità di erudir- che particolarmente nella prima metà
pressoché in ogni argooieolo, esigendo di questo secolo videro la luce in Fran-
ai
profonda, cia ed in Italia sotto diversi nomi, fra'
di preferenza un'istruzione più
quali citeremo con onore Dizionario di
con assidua applicazione, e non così a
il
Bomare, di Chimica del Macquer, di Fi- delie enciclopedie cattoliche si possa eoa
sica òt\ Paulian, di Musica del Rousseau, qualche ragione mettere m dubbio. Ma
e di non pochi altri simili, mercè singo- forse non altrettanto può dirsi della u-
l'eccesso, si veggono saliti a tanto onore, sa di colali opere porli e quasi richieda
che vengono rispettati come libri classici che lequestioni anche più gravi, più pro-
e magistrali ". Arroge e per l'argomento fonde, più complicate, vi si trattino sem-
e per l'epoca del secolo passato, il riferito pre più o men leggermente e superfi-
dalla Civiltà Cattolica, serie 2.', t.
7, cialmente, perchè ridotte ad un punto
p. 667; che se si compiacque benigna- di vista assai ristretto. E poniamo ancora
mente nominarmi sponlaneamenle, mi che la valentia degli scrittori pervenisse
giova l'autorevole opinamento sulla mo- o congiungere la necessaria brevità e chia-
ralità di mia opera^ con ferma costanza rezza colla conveniente profondità e pon-
guidata dal sentimento sinceramente cat- derazione di giudizio, la poca applicazio-
tolico, per l'accennalo nel pronunziare ne di mente, con cui generalmente par-
un giocondo J'^iva {f'-), e gli serve di va- lando si scorre da'leggitori un articolo,
lido appoggio; egli è per questo che non è più che bastevole a fare che non ne at-
esilo riprodurlo, non mai per leggera va- tingano quasi mai soda scienza, per nul-
nità. M Quando icapitani dell'empietà sul la dire del troppo facile e comune peri-
dfclinar dello scorso secolo si volsero con colo, che chi ha sfiorato un po'di tulio
diabolico divisamento ad avvelenar tutte in un dizionario enciclopedico lusinghi sé
le fonti dell' umano sapere con mxì Enei' con
stesso di sapere di tutta abbastanza, e
clopedia che lutto correndo il giro delle ciò si dispensi da maggiori e più profon-
scienze, tulle le riducesse a ntagislero d'in- di sludi, quali son necessari a chi voglia
credulità; con quale arte o rimedio gli possedere scienza. Vero è nondimeno che
scrittori cattolici potean salvare da certo per coloro i quali non hanno agio uè
corrompimento le menti de' tanti vogliosi modo di attendere a studi seri e conti-
d'una scienza universale spicciolata in ar- nuati, che sono i più, una buona enciclo'
da potersi leggicchiare per passatem-
ticoli pedia sarà sempre un tesoro; e per gli
po? Non altrimenti che con enciclopedie uomini non sarà mai disutile l'ave-
dotti
d'egual forma, ma scritte con altro spirilo, re alla mano un repertorio da sovvenir
in cui la verità della religione, della storia, con esso al difetto della memoria. Sarà
della scienza, sbocconcellata in brevissimi dunque sempre lodevole l'inlendimento
ti atta telli,porgessealla moltitudine un pa di chi metta mano a compilare una buo«
scolo salubre, di cui pasciuta non avesse a na enciclopedia, se fornito egl i sia di scien-
desiderare il pestìfero. Ciò videro sapien- ì za bastevole, e mosso ed animato dall'a*)
%%.>r'^B
V oc V OC 19
nior del vero, cioè da spirilo sincerameli* sacerdote Giovanni Diclich, benemerito
te cattolico". Dichiarò il sulloJ:ilo Baz- autore del Dizioncrio saf^ro-lilurgicOi
zarini, nella sua prefazione al Diziona- nel suo proemio dopo aver provato la
rio Enciclopedico delle !,cienze. Ielle re necessità delle ceremonie nella Chiesa,
ed ani,»* Il numero quasi che ìnfìiiito di siccome alti esterni di religione cristia-
no di ciò che forma il dovizioso patri- ultimo col Nardi nell'opera: De' ParrO'
monio dell'umano sapere, al cui retag- chi dedicata a' f^esco^i della Chiesa
gioabbiamo pur tutti più sagro e in- il callolicay il gravissimo danno che ne
frangibile diritto. Costituito l'uomo ul- viene dal maliziosa abuso delle voci e
tinìo anello della gran catena degli esse- vocaboli, come in proposilo dichiarano
ri senzienti, e primo di quella dell'incor- autorevolmeule ss. Dottori Gio. Criso-
i
men colti e perfino degl' idioti, i quali Religione (F.) cristiana. Spella a noi,
possono attingere a questa fonte senza aiutati dal divino soccorso, d'assicurare
verun magistero quanto può bastare loro questa vocazione colle buone opere, poi-
a non lasciarsi più sopraffa re dagli astrusi ché dice il Salvatore, molti esser chia-
termini degli scenziati barbassori", il mati, ma pochi gli eletti. Se quel teiri-
20 V OC V OC
bile oracolo si compie tulio giorno nel rare di adempirli, a meno che non si ri-
seno slesso del Crislianesimo, è per colpa cevano da Dio le grazie necessarie, e vi
della condotta che vi tiene la più parte di sarebbe temerità neiraspellarle,sesi fos-
quelli che lo professano, colle loro azio- se disposto di sé medesimi contro la vo-
ni. La solenne festa deW Epifania (F.), lontà di Dio. Senza dubbio egli non ri-
olire altri misteri, ci richiama alla me- vela a ciascuno in particolare la sorte che
moria corainciamenlo di nostra voca-
il a lui destina; ma vi sono de' segni, pei
zione alla Fede, e alla conoscenza del ve- quali prudentemente si può giudicare di
ro Dio nelle persone de' ss. Magi [F^.) essere chiamati ad uno stato piuttosto
sia di Matrimonio {V.). Dicesi pure di cazione solida. Ed è per assicurarsene che
quei che rimangono nello stato di f^er- furono stabiliti diversi Ordini (/^'.)del
i
particolare; co»ì s. Paolo si dice chiama- comprendere la gravità dell.i colpa del
to all' Apostolato. Egli decide, che non de- Padre e della Madre,ì qaaìi taUolta vo-
ve nessuno attribuirsi l'onore del ponti- gliono sforzare la vocazione de'Ioro Fi-
ficato, se non vi è chiamato da Dio, come gli, oppure di quelli che li seducono e
Aronne. Di piìl dice: » Ognuno resti in falsamente loro persuadono che ad essi
quella vocazione in cui fu chiamato. Sei conviene il tale stato, che gliene rappre-
tu stalo chiamato essendo Servo? iVoa sentano i vantaggi, senza esporne loro gli
prendertene affanno: ma potendo anche obblighi e gl'inconvenienti che ponno
diventar libero, piuttosto eleggi di servi- succedere. Ma per la vigilanza e per le
re. Imperciocché colui, che essendo servo precauzioni che usano i sagri pastori nel-
è slato chiamato al Signore, è liberto l'esame de'sudditi, la disgrazia delle fal-
del Signore: parimente chi è slato chia- se vocazioni è in oggi mollo più rara che
mato, essendo libero, è servo di Cristo". non si crede comunemente nel mondo.
Si accorda generalmente, che per abbrac- Dichiarò il concilio di Trento, sess. 23,
oppure lo sla-
ciare lo stato ecclesiaslico, De Refor.y e. r. » I contrassegni della
to religioso, bisogna esservi chiamato da vocazione allo stato ecclesiaslico,sono
una vocazione speciale di Dio. Siccome d' esservi con retta intenzione,
entrati
que'due stati impongono de'doveri par- vale a dire di non cercare né la gloria
ticolari, e spesse volte penosi a coloro che del mondo, ne le rendile, né una vi-
vi sono impegnati; cosi non si può spe- ta agiata e sensuale; ma di proporvisi
voc VOC 21
la fatica, pei* promuovere la gloria di elegge alcuno al servizio della sua Chie-
Dio, la salute dell' aaìme, e la propria sa. Se non vi è stato io generale , in cui
santificazioue ". Questa è la disposizio- sia lecito entrare senza la vocazione di-
ne, che il coDcilio Trideotiao esige in vina , molto meno lo stato ecclesiastico,
coloro che devono ricevere la Tonsura io cui si tratta di servire a Dio diretta-
{y.). vescovo Cecconi, Instituzione de
Il mente. Per ministeri tanto meno ecceU
Seminari vescovili, fa osservare con quan- lenti, quanto inferiori sono l'ombre e i
concilio di Vaison del 529 » si dia il per- steri che sono propri degli ecclesiastici.
messo di lasciare l'adunanza, e di congiuo- Essi sono incaricati d'annunziare agliuo-
gersi io matrimonio". Per un alTrtre di mini i voleri di Dio, di porgere a Dio i
tanto rilievo, a'suddetti Padri non basta- voti, le preghiere, i ringraziamenti de'fe-
va l'indirizzodato a'giovaoi per più anni, deli, di dispensar loro i preziosi tesori del-
e neppure lo scrutinio, presente il clero le grazie e de'meriti di Gesù Cristo. Chi
e la plebe, della di loro volontà per la vita ardirà d' assumere uHìzi sì rispettabili e
ecclesiastica. Vi aggiunsero essi di più un sì eminenti, senza esservi espressamente
rigoroso sperimento d'altri due anni, per- chiamato? Se ne conosce inoltre tutta
chè in questo tempo gt'interrogali con- l'importanza, considerando l'umana de-
fermassero co' fatti ciò che aveano prima bolezza, la quale se per qualsivoglia ge-
promesso in voce. Diligenze a'no»tri tem- nere di vita ha bisogno di quelle grazie,
picredute strane ed impraticabili ; ep- che si chiamano del proprio stato, cioè
pure talora sarebbero più che necessa- adempir-
degli aiuti soprannaturali, per
rie, per evitare certe lugubri cadute, che ne fedelmente doveri, molto più abbon^
i
spesso avvengono con disonore della di- danti e speciali si richiedono per lo slato
gnità ecclesiastica, e con maggiore scan- ecclesiastico, di cui le obbligazioni sono
dalo della plebe. I concilii emanarono in molteplici e gravissime, i pericoli frequen-
ciò santissimi canoni, e quello di Meaux ti e spaventevoli, le conseguenze, nel ca-
dell' 845 nell'escludere dalla sagra ordi- so d'infedeltà, le più tremende e funeste.
nazione coloro, che almeno per un anno Per altro non si può pretendere che que-
non avevano dato saggio della loro vita sta vocazione sia così sensibile, da appa-
in qualche certo e religioso luogo, della rire per via straordinaria e miracolosa.
città o della diocesi fa dedurre che sia , Basta che esistano certi segni, i quali, qua-
d'allora erasi comincialo ad aa>l)ire iliS"^- lora tutti insieme concorrano nel mede-
cerdozio, senza dar prima probabile in- simo soggetto, se non decidono infallibil-
dizio di sublime vocazione, mediante
sì mente di una vocazione divina, servono
la probità de'coslumi e lo spirito eccle- almeno di sicuro lume in cosa sì ardua,
siastico. 11 vescovo BvomaoW, fnsUtuzio- e a tranquillare chi procede con rettitu-
ni cattoliche, ragionando della vocazio- dine. Tali segui precipuamente consi-
ne allo stato ecclesiastico, la definisce un stono nella bontà di vita, nell'iuclinazio-
atto della divina Provvidenza , con cut ue ad eseguire quanto spetta al culto di
aa V O C V OD
Dio e airecclesiasliclie funzioni, raltilq- stato, di determinarsi con molivi tolti
dine a conseguir le scienze necessarie on- dalla ragione naturale, e da una coscien-
de eseguire doveri dello slato amore
i , za religiosa a un genere di vita che non
alla virtù della castità retta intenzione , sia un ostacolo alla felicità e alla salute ;
per servire Dio e procurar la salute eter- di far vedere anticipatamente le varie vi-
ri per non coartare in verun modo i lo- sulla vita religiosa. Essendo doverosa e
ro ad impegnarsi in quello stato,
figli grata al Signore la memoria riconoscen-
quando non appariscano in loro gì' indi- te de'benefizi ricevuti da lui, e segnalato
cali segni j e da' patroni de' benefizi ec- sopra tutti è certamente quello della pro-
clesiastici, per non presentare a' mede- fessione religiosa , un pio scrittore offrì
simi se non que' chierici, che palesino di il modo di celebrarne con particolar di-
esser veratnenle chiamati a quello stato, vozione l'anniversario, col libro : Eserci-
essendo loro obbligo presentar solamen- zi divoli p^r celebrare ognianno V an-
te soggetti degni e idonei, poiché non di niversario della santa Professione per
rado il possesso d'iiii beneficio induce a le religiose, quali potranno anche ser-
continuare l' ecclesiastica carriera per vire di preparazione alle Novizie che de-
interesse, colui che non sente alcuna le- vono professare e prendere il sagro abi-
gittima e vera disposizione. Il fin qui detto to religioso. Aggiuntavi infine la Jor-
con più di ragione si può applicare alla vo- mola per rinnovare la s. Professione ,
cazione religiosa degli uomini, poiché al delb. Leonardo da Porto Maurizio, Pe-
ministero ecclesiastico devono congiun- saro 1 833. Giusta la sentenza di s. Paolq
gere i doveri religiosi , e di uno stato di non vi è distinzione d'Uomo e di Donna^
maggior perfezione. La moltitudine e va- ma lutti sono una cosa in Gesù Cristo,
rietà delle istituzioni regolari ebbe an- ed in quegli articoli riparlai de'loro dif-
che per iscopc di contentare tutte le in- ferenti stali e condizioni. Nel 1. 1
y, p. i y6
clinazioni, per chi ne ha la vocazione. Il e i8i dell' Albani di Roma pubblicò il
p. Menochio, Sluore, tratta nella centu- p. m. Francesco Lombardi de'minori con-
ria 5." cap, 58 : D' alcune vocazioni di ventuali : Studi morali intorno alla e-
alcuni olla religione o casuali o mera- l^zione dello stalo.
vigliose, che però furono per ispirazione VODOALO (s), solitario, chiamata
e chiamata di Dio. Ma della vocazione anche s. f^oelo o l^oe, e soprannominato
de'religiosi e delle religiose, come di quel- Benedetto. Nilo nel paese de'Pilti in Iseo-
la di altri slati, abbastanza parlai a'Ioro zia, lasciò Iri patria per servire a Dio più
molti articoli. Siponno vedere: Il Trai- liberamente, e trascorse diverse [)rovincie
tato della Focazione Cristiana, Parigi della Francia,
usando della sua eloquenza
i65o. Il Trattalo della Focazione allo ad ammaeslramenlo de'popoli. Giunto a
stato ecclesiastico, Parigi iGgS. Les trois Soissoos, si stanziò in una piccola casa,
Vocations : Le tre l'ocazioni,iet(ere pub- ch'ebbe in dono dall' abbadessa del mo-
blicate e dedicate alle madri cristiane nastero di Nostra Donna, dove condusse
da rnJ ab. Auher, Parigli 838, L'auto vita solitaria, osservando un rigoroso si-
re illumina le giovani sulla scelta d'uno lenzio e tutte le pratiche usate dai veri so*
VOG VOG 13
e ooa uscendo mai che per dire la
litari, e frequenza di popolo, per possedere dal
messa o per servire al prossimo. Queli'ab- IO 16 il corpo di s. Leo o Leone prete
baJessa, che provvedeva pure alla di lui dalmatino. Imperocché il Papa Benedet-
alla sua morte, che avvenne il 5 febbraio corpo di Leo (con questo nome e eoa
s.
verso l'anno 720. Fuseppellilo in $. Grò- quello di s. £ù\ avverte il Manini, e noti
ce, ch'era il cimilerio delle religiose. MoU con quello di s. Leone, fu sempre chia-
ti miracoli furono da Oio operati alla sua mato), il quale riposava in s. Leo nel
tomba, il suo corpo è a Nostra Donna di Monte Feltro (/^'.). Mentre l'imperatore
Soissons, ed alcune particelle si conserva- col s. Corpo ritornava in Germania a
no presso le religiose di Pont-aux-Dames Bamberga, pervenuto di notte tempo a'
nella diocesi di Meaux, e di Val-de-Gra- 1 4 febbraio 1016 in Voghenza, fece so-
ce a Parigi. Invocavasi s. Vodoalo nelle sta fino all' apparire del giorno. Dispo-
litanie deirVill secolo, e trovasi il suo no- nendosi a riprendere il cammino, con i*
me nella piìi parte de' martirologi mo- sluporedi lui, del corteggio e del popolo,
derni solto il giorno 4 ovvero 5 di feb- il s. Corpo si rese immobile, né fu pos-
più elevati e salubri della contrada, nel te iscrizione esistente nella chiesa. Enri-
centro delle Polesine di s. Giorgio, tra il cus ir Impera tor-Corpuss. Lti-E Moli-
Primaro e il Volano, due rami dell'anti- le Feretro alias Feliciano-In Gennai
co Po o meglio, come dice il can. F. L.
; niani deferre cupiens-Cuin ad lume lo-
Bertoldi , De diversi doniinii a quali ò Clini pervenisset- Diiiiisit- Divinitus enini
soggetta Feirara,'ìv'ì 1817, p. vili del- facilini est- Ut arca marmorea in qua
l' Allegazioni slorichey è compreso nel- reconditum est - Nec honiinwn nec ju-
r orcidiocesi di Ferrara , nel vicariato nientorwn vi- Unqiiam dimoveri potuis-
foraneo di Voghiera, il quale è appodia- sei. Mxyi. Clemente Vili nel 1598 reca-
to del governo di Porto Maggiore, di cui tosi a Ferrara, a prender possesso del du-
nel voi. XXiV, 42. La iSialisiica dal
p. cato devoluto alla sovranità della s. Se-
1 853 registra per una delle 5 parrocchie de, si trasferì a Voghenza per visitare il
sorgesse l'antica cattedrale, forse le suc- gnizione, che puntualmente eseguì nel
cesse l'odierna arcipretale, la quale già 1599 r8 luglio, di che fu fatto pubbli-
SHgra a s. Stefano, cambiò titolo e prese co istrumeulo riprodotto dal Marini, «S'd^-
quello del patrono s. Leo prete, compen- gio di ragioni della città di SanleO, p.
sata del perduto onore del seggio vesco- 3o3. Quindi le ss. Ossa furono portate
."
con divenire un santuario che pri-
vile, in processione il i agosto, e quindi ripo-
meggia nel Ferrarese, per venerazione ste nella eassa marmorea fattagli dal ve-
24 VOG VOG
scovo Mauiicino, solto l'altare maggio- Manin! e altri , ma prete e confessore ,
re, tranne il capo che fu collocato in bu- con altre notizie che lo riguardano. la
sto d'argento , per esporsi alla pubblica un pilo o vasca marmorea per 1' acqua
Tenerazìone. Di questa ricognizione e so* santa di lavoro antichissimo, si legge que-
lenne traslazione, il vescovo per memo- sto esametro in caratteri gotici Fivus :
ria pose una lapide nella chiesa, e stabili aquae lacLus fugai oinnes demonis actus.
che se ne celebrasse la festa nel i
° ago- Inoltre sulle pareti dell'atrio della porta
sto ( la quale pure si osserva nella catte- mezzana della chiesa in discorso si legge
draie di Monte Feltro), oltre quella pre- il seguente epigramma, celebrante l'an-
cedentedell'altra traslazione a' 1 4 febbra- tica Voghenza qual madre di Ferrara ,
io.Chi visita la chiesa e il s. Corpo ne' secondo patrii storici Guarini eManini.
i
tenere più di 3ooo persone, è necessa» pendente e nel territorio del ducato di
rio ampliarlo e renderlo più decoroso. Cowjtì!ccftio(/^' ),cosi Voghenza(onde nel-
Poiché frequente e numeroso è il con- la vacanza d'una delle due chiese il ve-
corso de'fedeli accorrenti a invocare il va- scovo superstite le governava), dice non
Udo patrocinio di s.Leo, per le grazie che doversi soffrire i versi posti in Voghen-
ne ottengono da Dio, ed innumerabili so- za o Vigovenza che la dichiarano origi-
no i voti che pendono dal di lui altare, nata dagli Cgoni, bensì conviene, che fu
per gli operati miracoli in ogni circostan- governata da' suoi vescovi, e ne offre la
za e con guarigioni istantanee de'vìsitanti, serie dal 33o sino al 657 in cui diretta-
della languente umanità. Ne restò com- mente divennero di Ferrara. Riferisce
lo
mole, luceioe di terra, avaozì di fabbri- Laonde seguendo tale autore , in breve
che aDticbe, di pavimenti ben costruiti, dichiarai la discrepanza di quanto sì as*
medaglie e mooeted'ogni secolo,
idoletti, serisce sul grado di città e sulla preroga-
d(metallo,argentoeoro, decorazioni se : tiva della sede vescovile, non senza ma-
si approfondassero, poiché le scoperte si nifestale gli scrittori i quali attestarono
fecero nel lavorare i campi, certo si riu- l'una e l'altra onorevole condizione, ma ia
Terrebbero reliquie di monumenti e co* modo come si fossero ingannati, nuche nel
se più pregevoli. La mollitudmede'rag- dare il catalogo di i a 01 5 vescovi Vico-
guardevoli monumenti che si trovano di ventini, come il Manini, seguilo poi nel
quando in quando,mo$trano che Voghen- 18 18 dal Bertoldi, e lo rilevai nel voi.
la antica non era una borgata, ma una XXIV, 170, parlando del Ficus
p. 174 e
città. Buona parte furono trasferiti nel j4i'entinus, de\ficus Egonum e di /^o*
palazzo della pubblica biblioteca dell'u- gìienza. Dopo stampato talearticolo Fer-
niversità di Ferrara,anche musaici, bu- rara oltre altre importanti opere che
,
stimarmorei e vasi antichissimi. L'archi- ne trattano (d'alcuna delle quali farò poi
vio di Voghenza fu derubatu (possedeva ricordo), acquistai del dottoe critico mg."
lai.* edizione del concilio di Trento, che can. della metropolitana Giuseppe Ma*
Pio IV donò a tutte le sedi vescovili, per nini Ferranti ferrarese, vicario generale
antica considerando Voghenza)altrimenli delia patria diocesi , benemerentissimo
certi indiscreti critici non avrebbero po- propugnatore di Voghenza, quelle ope-
tuto mettere in forse i suoi vanti. Egli re di cui avea fatto memoria nel citata
è per questo che innanzi di parlarne deb- articolo o voi. XXIV, p. 65 e 184 : Di-
bo premettere alcune dichiarazioni. Il dot- scussione accademica su l'antico vesco-
to ferrarese mg.' Carlo Emanuele Muz- vato di Foghenza, dedicata al cardinal
zarelli uditore di Rota e poi decano della /Alessandro fliatlei de' duchi di Giove ar-
medesima (
quindi miseramente involto civescovo di Ferrara^ ivi 1 795. Compen-
Delle vertigini politiche di Roma de'ne- dio della storia sacra e politica di Fer-
fiisti 1848-49)1 qnando io mi accinsi alla rara , dedicato a mg/ Paolo Patrizio
rifusione e ampliazione dell'articolo i^cr- Fava arcivescovo di Ferrara, ivi 1 808-
rara, non solamente mi raccomandò di 10. In questo compendio il Manini ci die-
prendere a guida precìpua il patrio sto- de ancora nel fine de' promessi 5 voi.
rico d.' Antonio Frizzi, Memorie raccol- r /Appendice, nella quale, confermando
te per la storia di Ferrara, ivi 1791, il sostenuto nella Discussione , couftilò
da luì riputato il migliore, ma siccome io con critica erudizione tanto l'ab. Loren-
noi possedeva, mi favorì ì primi 4 grossi zo Barotti, che 0^1781 avea per ultimo
tomi in foglio, ed il 5.° mancante (per- stampato la Serie de' vescovi ed arci-
chè stampato a parte dopo la morie del vescovi di Ferrara; quanto il contenu-
Frizzi) l'ebbi dalla cortesia del conteToiu- to nel 5." tomo postumo del Frizzi pub»
niaso Guoli decano degli avvocati conci- blicato nel 1809, quale non contento di
il
accurato de'noslri storici". Confutò pure sebbene formasse già numerosa popola-
quegli altri scrittori che l'aveano prece zione, ciò non ostante non può asserire
duto nell'erronea opinione, e con idonee che tale adunanza d' abitatori portasse
testimonianze ulteriormente provò ave- mai il nome di città, per non potersi
re esistito la sede vescovde di Vogbeuza recare verun sicuro indizio; però essere
pel secolo Vili circa in trasferita a Fer- di città la residenza e giurisdizione epi*
rariola poi Ferrara, dopo avere avuto scopale. Laonde il Manini stimò dimo- .-
per ben 3 seG<di 1 2 e più vescovi. Che strare colle fi/^e^vio/zi l'onorevole grado
essa venne espressamente nominala tra" di città nella Gallia Cisalpina al Fico-
quelle smembrate dalla provincia eccle- Avenlinoj e di ritornare sull'argomen-
siastica di Milano e sottoposte suffragiii- to, per un giusto riguardo a Ferrara sua
110 lil volendosi, mentre vi risiedeva non è COSI meschina com'è sembrato ad
con Galla Placidia sui ncadre, a sua i- alcuni appoggiandosi alle Memorie rac-
stsnza condecorare colla dignità metro- colte e pubblicate su d'essa dal chiaris-
politica, questa gli ottenne dal Papa; ed simo nostro". Aveudo qtxesto negato a
lèda notare, che già Ravenna avanti l'era Voghenza, e co'suoi dubbi sospetti, la i.*
cristiana, era stata metropoli e capo ci- sede de'pc'ilrii vescovi, doveva coinijalte-
bile delle due provinole Flaminia ed fcl- re civilmente l'asserzione. Illu(uitiato
milia. Che |a postante tradizione, e tutti dunque d;»l Mmini Ferrjntij e avvedu-
gli storici e critici che nomina, concor- tomi dell'eccessiva contrarietà del Friz-
demente convengono che Voghenza fu zi e di altri (mi si dice che Io scrittore*
città vescovile, ad eccezione degli avver- attuale della storia Fen-arese conte La-
sari oppositori che fecero ogni sforzo per derchi è di opinione contraria al vesco •
combattere la sua reale esistenza. Di più vaio di Voghenza, e che però le sue ra -
il Manioi in fine del t. 6 del suo Coni- gioni sono inconcludenti), jtrovai necessa-
He'irZ/'o, '^dato oltre il promesso, vi ag- rio su Voghenza riformare il detto nel*
giunge ancora; Fogheiiza villaggio del l'articoloFERRARA; quindi per descrivere
Ferrarese un tempo città col nome di con particolari l'origine di quel nobilis-
yico- Aventino. Riflessioni storico cri- simo vescovato e poi arcivescovato, feci
tiche,Ferrara 18 1 o. S' indusse a farle, studiose ricerche, ed in base di queste,
perchè un altro patrio scrittore, per o- principalmente di mg.' Manini e dell'/-
pere pubblicate (Girolamo Baruffaldiil talia sacra, procurerò di«vilupparle in
giùniore) non meno benemerito del Da- breve, nelle proporzioni volute nella mia
miti e del Frizzi, accordò bensì che opera, e mentre ne manca ormai lo spa-
Voghenza ebbe l'onore di esser sede di zio per la definitiva protnessa di compier-
vescovi,anzi a dimostrare il luogo d'uo'an- la conquesto voi.CHI, Ed'uopo però che
tichità assai più. remota e decorosa di io ripeta le parole colle quali il Manini
quella che vi riconobbe pub*
il Frizzi, avea chiuso la Discussione, suoi." lavo-
blicò dell* erudite Osservazioni sopra ro. Ceda adunque ogni impegno allo
»»
un'antica iscrizione riguardante il ri- splendor del vero, e dove fu scrillo, che
voo VOG 27
i nostri storici furon troppo pieghevoli tino, che Manini col BarufTaldi dichiara
ciecamente credendo a'icro padri, si con- sinonimi. /)/. Fettio M. F. - An. Va-
fessi buonamentfr il proprio inganno; Imp. Caesaris Nerv. - Tralani
lenti -
l'antica opinione rimettasi nei suo paci- Opt. Avg. Ger. - Dacici Pari. II. Vir,
fico possesso di quattordici secoli, e si Quìnq.- Praef. Flamini Auguri Patrono
M'eda una volta troppo vero il principio Coloniae - Sicari ^ìci Avenlini - Opti-
di Tertulliano, id verius quod priuSy id mo Patrono Suo. Questo monu-
Givi -
ad annullare contrastare quel poco die di Ficus Aientinus si disse ficus Ha»
si sa di Voghenza^ dalla cui storia eccle- bentinus, e poi fico Habenlia e fico»
siastica ebbe comìnciamento quella di venza e foghema, secondo diversi i- i
Ferrara, così il vescovato, benché l'epo- diomi cui fu pronunciato, latino, longo-
ca sia difficile potetti stabilire, per le bardo, toscano. Osserva il Manini, che
discrepanti opinioni. la I.* volta cui lro»ò il nome di fico^
Voghenzao Vico-Aventino apparten- Aventino cambiato in quello di fico-
ne all' antica Gallia Cisalpina, contrada ventia, da cui derivò poi l'altro più vol-
palustre die abitata dagli etruschi, questi gare di foghenza, è in un'investitura
furono cacciati da' galli cisalpini, ì quali del vescovo Martino II del 954. Parlau-;
l'unirono alla det ta loro regione e si vuole do degli antichi ficiff.), dissi che tal-
forse da loro edificata, come notai nel volta le stesse città furono denominateci*
voi. XXIV, p. 43- Veramente, secondo ci, e de* primari /^/Vi eh' ebbero magi-
il Manini, ignorasi quali fossero di sicu- strature distinte e ragguardevoli, fica-
ro i primi suoi abitatori, se greci, se e- /a' chiamandosi i loro ahi latori. Ricordai
truschi, piuttosto se galli, ovvero una- la dissertazione, pubblicata nel 1824
vanzo, come inclina a credere della no- (cioèdopo dell'opere in discorso), del
bile città di Spina, poi ridotta a fico, ^ardi, Sui fici antichi delle città e se-
e da essa distante circa 20 miglia (si gnatamente di Arimi/io, la quale era for-
ponno leggerne le notizie nelle AJcniorie se divisa ne'7 seguenti /'/c/t/, la maggior
storiched' j4 rgenla, raccolte ed illustra- parte de'quali porta de' nomi presi da'
te da d. Francesco Leopoldo Bertoldi, Monti di Roma (f): ficus Aventinus,
Ferrara 1 787. Si congettura che dagli spi- Gaelius, DianensiSy Ejquilinus, Ger-
nesi abbia tratti Argenta suoi princi- i manus,f elabrum, l iminalis. Soggiun-
pi!; e fra'Iuoghi che sorsero pel decadi- ge il Nardi, questo M, Veltio Valente
irento di Spina, si opina uno essere il della tiibù Anieose, alla quale sospetta
J^^oro d'Allieno,a un dipresso dov'è fon- appartenesse Rimìni, ove fu trovala la
data Ferrara), o se romani in fine. Vinti
i lapide, ivi esercitava per l'imperatore la
i galli da'romani, Voghenza divenne co- canea di duumviro quinquennale. Noa
lonia romana; molle famiglie de' vinci- ommette il rimarco, che dalle 7 lapidi
tori si fermarono ad abitarla, e vi fecero di dalli fici, che pure offre, si trae che
fiorire il commercio, la coltura de'campi, mentre si mentovano o i decurioni o i
e le nobili arti, di loro dimora lascian- collegi o i vicani, ninna fa menzione de'
dovi non pochi testimoni nelle lapidi e cittadini riminesi. Ed avverte, che i fi-
nelle iscrizioni. La seguente se apparte- chi erano e nelle città e nelle campagne
nesse a Voghenza, attesterebbe l'onore- paesi tra loro distanti; ed anche nel Ri-
vole dignità di Voghenza o Vico-Àv^q- mi pese eranvi i fichi Forensi o Cam-
aS V OG VOG
pestrì, e molli, a'qnali però non poteva^ esser slato il Vico- A ventino, poi Voghen-
no darsi i decurioni. Il Fico-Avenimo non sarebbe difficile ri-
za, e degli altri
del Ferrarese, poi dello Voghenza, dice scontrarne i nomi in alcune ville del Fer-
il Mbdìdì, era cillà a quel lenapo, che rarese, come Voghiera, Vigoscello, Vi-
prima e dopo di lui la chiamarono mol- garano, e fors'anco Ficarolo, interpreta-
ti erudili, e che desse cittadinanza. Ri- to Vico Ariolo dal Sardi {^^t\V Hislorie
ferisce inoltre il Manini, che fu l'autore Ferraresi, Ferrara 1 55&}. Differenti poi
sunnominato delle Osser\>azioni sopra erano duumviri coloniali, da'duumviri
i
un antica iscrizione del T^ico- Aventino, de'semplici Vichi. Laonde dice cadérgli
oggidì Foghenza, il quale l'attribuì agli di mano la penna, esclamando: Come
autichi abitanti di Voghenza: anch'egli un altro Vico-Aventino nell'Agro Rimi-
la riporta.» In vero che questo è un dub- nese? Ne prenda l'impegno, soggiunge,
bio assai difficile a disciorre. Se con si- lo scrittore àeW Osservazioni. E conclu-
curezza stabilir si potesse, che i nostri de: » dico, replico e sostengo, senza tema
Vico-Aveotini furonsi quelli, che innal- di errare, che Voghenza, oggidì villag-
zarono quella lapide al protettore della gio Ferrarese, fu un tempo città, cioè
loro colonia, la causa sarebbe vinta, e sto dal IV secolo dell'era volgare, fino alla
pei- dire,che vorrei dimostrarvi cittadi» metà del VII secolo, in cui venne bar-
nodi Voghenza quell'uomodistinto, ben- baramente distrutta". Anche 1' autore
chèdi famiglia originaria di Roma, della ì\q\\' Osservazioni conviene che Voghen-
quale si hanno medaglie eziandio raccol- za rorm;)Sse già una numerosa popolazio-
te nel patrio nostro museo. Non voiiei ne, quando fu decorala del seggio vesco-
,
però derivarne le prove ne dalla colonia vile, non mica composta di soli pescato-
di Rimini, che in se comprendeva le al- ri, come sfuggì di penna al Frizzi, fuo-
parte il distretto Ferrarese, non poteva a ." vescovo, ma pone Oldrado all'anno
I
essere chiesa acefalsi. E d'uopo di a^se- 639, dicendolo uomo venerabile e san-
gnarle un pastore nel i." orcijne, fio dal tissimo, ma lo fu più tardi, come dirò
IV o almeno dal V secolo, sotto cui fos- alla sua volta. Non ostante questa con-
se retto il popolo cristiano ivi dimoran- traria opinione, conosciuta anche da Lo-
te, il quale non potendo risiedere in Fer- renzo Barotti, questi pure riporta Ol-
rara prima del VII secolo, ne portarne trando del 33o peri." vescovo di Fico-
il titolo, poiché Ferrara non ancora esi- habentia, nella Serie deTescovi e Ar-
steva, la tradizione, ch'è quanto dire la civescovi di Ferrara, ivi 1
781. Osserva
storia orale, assegna quindi i primi ve- il Manini sulla pontifìcia ordinazione
scovi a Voghenza, ove 1' antico palazzo di Oldrado, che alloia la sede vescovile
de' vescovi di Ferrara era edificato sui di Vico Aventino Voghenza, che poi
3ò VO G V O G
fu trasferita a Feirarola Traspadana, Leone I Papa che si venera nella basi*
iodi a Ferrara Cispadana, era suffraga- lica Vaticana, cosneaccennai nel voi. XV,
nea di Roma e del Papa cooie metropo- p.43. L' Ughelli offre l'iscrizione mar-
li deirilalia, quindi di Milano pei' poco morea posta in detta chiesa per tale tra-
più d'uD secolo, come a metropoli delia slazione, notando il Coleti, che nel 1 683 •
parte superiore della stessa Italia, poscia il s. Corpo fu traslato sotto l'altare mag-
per due secoli circa di Ravenua eretta iu giore di detta chiesa, colla nobile arca
melropoli dell'Emilia e delia Flaminia, marmorea fattagli dalla divota impera-
indiimmediatamente soggetta alla s. Se- triceAnnia Faustina, moglie dell'impe-
de per privilegio de' Papi, e Hualmente ratore Antonino Pio. Ma il Manini prò»
nel 1735 innalzala al grado arcivescovi- pende che il corpo sia di s. Leone 11, e
le, col pallio metropolitano a'suoi pasto- parlando di lui riferisce la 3.'' traslazio"
ri. Narrai a suo luogo che pel Concordato ne seguita nel 1774 pe»' opera del car-
tra Pio VII dar epubblica Italiana de' dinale Riminaldi, allora uditore di Pio-
16 settembre i8o3, per la nuova circO' ta, nella cappella gentilizia a destra della
scrizione di diocesi, il Papa assegnò al- chiesa di s. Stefano, ed ove accanto gli
l'arcivescovo di Ferrara per sulfraganei fu posta l'iscrizione con l'anno 1773 che
ì vescovi di ConiacchiOfP'erona, Manto- recita. In essa si legge: Sacri s s. Leo ni8
va^ e Adria anche a Rovigo
residenti Il Papae Antiquuni Anniae
Os.^ibus...
(nel quale articolo enumerai paesi tol-
i Faustinae sarcophagum Antonini Pii
ti al Ferrarese dal congresso di Vien- Angusti conjngis j àa\ cx\\ superbo se-
na); ma collo scioglimento del regno i- polcro, filippini lo riposero in una de-
i
talico nel 1 8 1 4 e pel congresso di Vienna cente urna di quell'altare, facendo in-
deli8i4i5i, gli furono ritolte le 3 chie- cidere sur una lapide la memoria che
Ve-
se suffraganee a sinistra del Po, cioè leggevasi prima, cioè la ricordata dall'U-
rona, Mantova quanto a Co-
e Adria; e ghelii, in cui si qualifica il vescovo: s,
notarsi d'errore se assei isce: sotto l'aliare altriche discussero la controversia, quau-
inaggioie si venera parte del corpo di s. to al sagro corpo che racchiuse, nulla ri-
Leone non aderisco a quanto ag-
(tua levarono sul monumento. L'Ughelli non
giunge)yy/ e/e, traspoi ta to«i a' 1 4 febbraio conobbe il vescovo Costanzo, bensì il Cu-
io83 dal vescovo Graziano da Vogben- leti ììt.\V Addenda tkW Italia sacra, Pico-
za, restando colà la testa coll'allra metà; liabentinus Episcopus tempore d. Aiit-
essendo falso the fosse Sommo Pontefice, brosii, cui Iniolenseni Ecclesiam visi'
ovvero Pontefice ciie semplicemente vuol tandani mandai. Il Manini lo riporta al
tlir f escono. M'isitruisce il Manini,cbelo 379, nel quale anno s. Ambrogio arci-
Scalabrini manifestamente equivocò nel vescovo di Milano e metropolitano della
credere e confondere le relujuie con quel- Gallia Cisalpina e dell'Emilia, ed io con-
le di s. Leo prete dalmalino; la divisione seguenza di queste co ul rad e, coWEpist.'ìy
di esse affatto non sussistere, e-lo confuta nell'iniitulazioue lo chiama^rrt/e/Zo, et'c-
con sode ragioni. Conclude: Dovendosi scovo ficoabentino.\oe9'ia l'istruisce qual
anunellere due corpi distinti, quelli de' »uo figlio, del come regolarsi nella condot-
ss.Leone 1 e Leone 11 vescovi di Voghen- ta della sua diocesi, il di cui governo forse
za, e non potendo essere alcuno di essi un gli avea di recente aflidato, ma di più gli
corpo de' Romani Pontefici omonimi, ne raccomanda la vigilanza in suo nome sul-
viene di conseguenza che il s. Corpo ve- la vicina chiesa d'/mo/a,laqualeera priva
nerato tuttora nella sua chiesa di Voghen- del suo pastore, come notai in quell'arti-
za è quello di s. Leo prete dalmatiiio, co- colo, ed da forestieri infetti d'a-
as.salita
ritardano al 4^t> nia il Manici dimostra Marcellino pastore di Voghenza, non pe-
inverosimile la data e congettura il 43 1 l' Ughelli, ma pare
rò nel 45 1 come scrisse
Narrai a Ravenna i privilegi concessi nel 44^ (nel pontificato di 8. Leone I,
alla sua chiesa da Valenliniano III impe- sebbene l'autore creda prima, in quello
solo rimane, o miei Fratelli, che preghia- gendone l'illustrazione, del vescovo con-
te il Signore, adìnchè sia fatto degno di ferma l'esistenza, per essersi nel 1737
pescare uomini, chi sinora ha pescato
gli trovata nel restauro della chiesa di s. Ma-
il muto gregge ad alimento degli uomini. ria di Bocche, una tabella corrosa con
In alcuni diari ferraresi nou antichi, è iscrt/.:one,che rinnovata nel 1 175 dal pre-
messo Marcellino nel numero de' Santi, teBonadies ricorda l'edificazione fattane
così il Frizzi fece nel 783 ristampandone
i da Vittore, e che fioriva ancora nel 596.
uno, con registrare a' 2 7 maggio la festa Erudito e critico n'è l'esame, e bello sa-
di s. Marcellino vescovo di P'oghenza, e rebbe il riportarlo, se l'angustia di queste
proseguì a fare per alcuni anni, finche colonne non me lo vietassero: oso solo
abbracciando l'erronea opinione che Vo- un' osservazione alle note cronologiche
ghenza non avesse avuto mai vescovi, ne del pontificato nominato in esse di Pela-
fosse stata mai
non più ve lo riporlo.
città, gio li, che morto nel 590 nella pestilen-
Won pretende il Manìni di sostenere, che za dell'anguinaia, non saprei come asse-
debba venerarsi per Santo, uoo avendone gnare l'anno 596. In fatti il dotto storico
prove positive; ma considerando ch'egli espose un leggiero dubbio sul documen-
ne godeva la fama quando dall'umile con- to, e n'ebbe rimarco da un erudito, come
dizione di pescatore meritò d'esser eletto poi dichiarò ntW Appendice, lasciando il
vescovo, soggiunge, è lecito il credere che merito di più esatte indagini all'ab. Giro-
avanzasse nelle virtìi.lo stato portando alia lamoBaruffaldigiuniore.E siccome V Ap'
perfezione, per insegnarle agli altri colle pendice la riportò nel fine del t. 5 del
parole e coU'esem pio. Non con viene poi col Compendio, e od fine del t, 6 le Riflessio'
dotto storico ecclesiastico ab. Tillemont, ni, dipoi fra queste trovo ripetuta la men-
il quale ammettendo Marcellino tra' ve- zione del vescovo Vittore edificatore del-
scovi di Voghenza, ritenne che prima e- la chiesa, seoz'altra osservazione. Marti-
sercitasse la predicazione, secondo il par- no I, ignorato dall'Ughelli, lo dice il Co-
latosermone di s. Pier Grisologo; poiché leti assunto a questa cattedra nel 608;
questi non si espresse io ciò Gguratamen- lo ripetè il Manini, contentandosi per l'o-
te d'un pescatore elevalo a vescovo, ma scurità e lontananza de' tempi di non
vot, cm. 3
34 V O G VOG
|iotenie dire olirò. Nel 6i i gli successe conseguenza, non sia accaduta a un IraU
s. Le«)iie II Efìì.sccpiix Ficohdhcntiae^ lo, ma a poco a poco e quasi iiisensibil-
li. Di sue azioni^ dice il Manini, nulla si che osservando vescovi Vicoavenlini,
i
la chiesa di s. Stefano di •"errara, le cui per la sua salubrità dell'aria, come anco
traslazioni, da Voghenza a Ferrara, nar- pel suo fiorente commercio per essere si-
rai parlando di s. Leone I. L'Ughelli e tuala tra'due rami del Po (il Muratori
ilMauini registrano quindi s. IMaurelio, notò all'anno 661, nuo esser improba-
ma fa d'uopo ritardai lo. Verso questo bile,che in questi tempi Ferrara comin»
tempo soggiacque Voghenza a barbara classe aformare primi lineamenti dei
i
di>iriJZÌooe, sia per opera di Uolaiio re suo corpo, perchè a poco a poco si an-
rìe'Iongobardi.che regiiòdal 636 al 652, davano seccando e restringendo le ster-
sia per astio auro arcivescovo di Ra-
di IM minate paludi, che occupavano tutto quel
venna, o di altri ancora. Quelli che cre- che ora è territorio di Ferrara, cagionate
dono l'eccidio avvenuto per manovra del dal Ho e da altri fiumi allora sregolati e
Forgcglioso Mauro, lo dicono nemico di- senz'argini. Mi si conceda che io qui ricor-
thiaruto del Papa, lutto fautore dell'e- di, aver fatto cenno nel voi. LXXXIV, p.
resia e perciò del partito dell'imperatore 61, della bella e ulilissiniR recente opera-
Costante II, e secf>nd8lo nelle furiose sue zione,o Bonificazione Piana, ede'grandi la-
stazione dal braccio dell'esarca Gregorio si fatte soffrire a Voghenza da'suoi nen)i-
del 666, e non di Teodoro I Calliopa, ci. Or che dovea occasionare nel popolo e
cui in quell'anno era successo, come al ne'forestieri pel commercio ivi concorren-
cuni scrissero. Tra questi è il Manini, ti, la presenza de'uostii vescovi Vicoaven-
che la crede seguita nel 657 in tempo lini? Appunto quello di farlichiamare or
appunto del Calliopa o poco addietro, sotto il liiolo di vescovi di Voghenza, or
mentre per In 1.' volta il suo esarcato co» sotiQ quello di Ferrariola, e poi di Ferra*
iniociò dal 652, e non in quello di Gre- ra". AggiuDgf- il Manini nel Compendio.
gorio, per diverse ragioni the porta nelle DisIruUa Voghenza, Tavan/o del suo po-
Riflessioni. Ci avea detto, nella Discus- polo sventurato si rifugiò alla punta di s.
sione, ritenere assai probabile, che Vo- Giorgio Tiaspadaiio (lo chiama c«jsì, per»
ghenza non fosse affatto distrutta nel se- che il Po passavrt allora per quella linea,
colo VII ed inoltre esser d'avviso che la
; che al presente è al mezzodì di- Ferrara, e
traslazione del vescovato, the ne fu la perciò irò va vasi aldi là del Po), detta Fer-
VÓ G V O G 3 >
rarola e poi Ferrara, cioè a quel luogo an- ta,che niente nuocono alla sua sostanzai
ticamenteabitato da'Trigaboli (nome die almeno come venne pubblicata. Molli
s\giì\(ìca abitanti alla volta, e credoasx lo- scrittori ferraresi e stranieri la crederono
schi o etruschi), secondo il parere più co- autentica in tutte le parli, ma non è tale
mune, dove il Po dopo esser corso per un per gli evidenti anacronismi rilevati da va-
alveo solo, arrivato a'suoi piedi si divide- lenti critici, e accennati dall'autore; men-
va in due rami spaziosi, die portavano le tre r Ughelli ne 5ig, e
ofTie il testo a p.
sue acque alle foci di Volano e di Frirua- l'autore della Difesa del dominio del'
ro; luogo creduto contiguo al Foro d' A- la s. Sede sopra Comacchìo, la dice non
o più tardi chiama*
lieno, e in que'tempi ammessa per autentica. Per la trasla-
to Massa Dabdonica, non tanto perchè zione della sede vescovile da Voghenza a
maggiore dell'altre 1 1 masse formate sui s. Giorgio Traspadano, non essendo su(TI«
dorsi più alti,che separavano l'una dall'ai* cienle la giurisdizione del metropolitano,
tra le ferraresi valli, ma ancora per essere ancorché avesse preteso d' usarne, per la
il luogo dei maggior commercio di que' vigente disciplina della Chiesa nell'Italia,
contorni, per l'adunarvisi i forestieri ìd occorreva l' autorità del Papa, mediante
maggior copia, perpagarvisi dazi del go- i un atto elfìcace a sottrarre il vescovato
verno e per altre simili cagioni, che soglio- dallo scismatico metropolita, e per garan-
no mettere confusione nel popolo. Qdi tirlo coll'autorità apostolica dalle sue vio-
raccoltisi alla meglio ì vicoaventini^ e sta- lenze. Ma la bolla che esiste co'suoi privi-
bilitisi cogli antichi abitatori, che non e- legi, non sembra quella della canonica
ran pochi, né semplici pe-icatori o selvag- irastazione, che pare si nmmelta eseguita
gi, non restarono senza vescov.o. O fosse da s. Vitaliano, corrispondendo le date
ch'essi mandassero alc,uni deputati al Pa- cronologiche alla destinazione del vesco-
pa s. ^/7rt//rt/iO, supplicandolo di (|uesta vo. Conclude il Manini,che S.Vitaliano a-
grazia; o fosse che s. Vitaliano, per la va- vrà perciò emanato una bolla, e concesso
canza del pastore movesse da sé mede-
si pure ragguardevoli privilegi alla chiesa,
simo a farne cessare la vedovanza, e cosi specialmente quello di sottometterla iiu-
ioipedire a Mauro arcivescovo di Raven- mediatamente alla s. Sede, dismembran-
na di nominarlo econsagrarto, che certo dola da Ravenna; privilegio riconosciuto
gli avrebbe dato uno scismatico, mandò prima da Pasquale li nel i 106, e confer-
loro nel GSy da Ruma, Marino romano mato più soleuoemeute poi dal concilio
da lui ordinalo, accompagnandolo con generale di Laterano II nel 1 Sg, convo- 1
una bolla, da'critici creduta falsificata o cato da Innocenzo 1 1, nel quale fu discus-
inventata più tardi, dal vescovo Gregorio sa la realtà dell'esenzione da Ravenna alla
del 998 (secondo il Frizzi, impugnato da presenza del sjo arcivescovo; ed in conse-
mg.' Manici, perchè essendo nominato guenza del riconoscimento, il Papa no-
nella bolla il denaro Ferrarese, questo minò il vescovo, procedendo ad instar di
comparve soltanto alla metà del secolo s. Vitaliano e di altri due predecessori.
XII, per riflessione del Frizzi medesimo, Laonde, dice il Manini, non è un sogno il
con evidente sbaglio, benché censore de' privilegio ottenuto da s. Vitaliano, l'alle-
tini e loro successori fossero eletti e con- nel luogo detto Ferrara. Trovo nel p.
sagrali dalPapa; 2.° che dal giudizio di Calogerà, Opuscoli, t. 4^, p. 1: Difesa
questi vescovi non potessero appellare i del diploma di s. Gregorio Magno a Ma-
pretesi aggravati ad alcun metropolitano, rimano arcivescovo di Ravenna, di G.
ma alla sola s. Sede; 3." che alcun metro- Luigi Amadesi. Dalla quale si trae, che
politano non potesse visitar questa diocesi, la s. Chiesa di Ferrara deriva dalla sede
se non per pontifìcia delegazione. Che se vescovile di Vicohahentiae, e dopo che
talvolta i vescovi intervennero, come vici- quest'antichissima chiesa fu trasferita a
niori, a'sinodi di Bavenna,non per questo Ferrara, per 4 secoli continuò a denomi-
restò lesa l'esenzione, come sogliono pra- narsi Vicoventina. JVotòBarufFaldiilgiu-
ticare altri esenti, ciò facendosi per l'uni- niore, che malgrado la devastazione di
formità della disciplina ecclesiastica colle Voghenza, i vescovi di quella regione se-
chiese vicine, a vantaggio delle proprie guitarono sempre ad avere l'antica giù-
diocesi. Ecco come si legge nel can.Fran' risdizione a titolo di vescovi Fico-Aven-
Cesco Leopoldo Bertoldi, De diversi do- tini. E
da a Icuni docum enti riportati dal
mimi ai quali e slata soggetta Ferrara, Fantuzzi (cioè indicati, e dal Manini ia
ivi1817, la narrata traslazione. Ferrara parte riferiti per disteso nel t. i ."del Com-
nata dalla distruzione del Foro d'Alieno^ pendio, procurandosene copia autentica
che trasse suoi principii dal decadimento
i dall'archivio di Ravenna), rilevasi che il
della città di -Spina, già preesistente all'an* titolo medesimo conservalo nel secolo
no 69 dì nostra era, nel luogo denominato Nono e Decimo, nel qual tempo sebbene
Punta di s. Giorgio, in cui per sicurezza si entro la diocesi compresa fosse anche
ritirarono nel 4^2 (uggenti dalle vicine
i Ferrarola o Ferrara antica, nulladi-
città manomesse dagli unni, accresciuto ineno il vescovo appellavasi d'ordinario
di popolazione dopo il distruggimento di primieramente Fico-Aventino, e secon-
Vico Aventino o sia Vogheoza, avvenuto dariamente Ferrarese. All'autore delle
nel 657, cambiate le sue primiere deno- Osservazioni, soggiunge quello delle i^/-
iminazioni in quella di Ferrariola e poi Jlessioni, il nobile difensore e patrono di
nell'altra di Ferrara; nel detto luogo Pun- Voghenza, l'intrepido mg.'^Mauioi, di aver
ta di s, Giorgio dalla stessa Voghenza fu la sfortuna di non poter convenire in tut-
trasferito il vescovato, di cui di venne cat- to con lui, a motivo de'lempi oscuri, poi*
tedrale la chiesa di s. Giorgio Traspada- che oltre la distruzione di Foghenza fu
no, e continuò ad esserla finche la mag- perduto l'archivio di s. Giorgio Traspa-
gior parte degli abitanti circa il gSa si dano, avere scritto pertanto e ripeterlo,
stabilì di qua
Po, e quindi susseguen-
del che distrutta quella città i suoi vescovi
temenle fu eretta l'altra basilica Cispada- furono stabiliti a Ferrarola, detta da lì a
na parimente sotto il titolo di s. Giorgio poco Ferrara, e che in questa vennero
martire, ora tempio metropolitano. Lo- chiamati peralcuni secoWova Fico- Aventi-
dato altamente il Compendio di mg."^ Ma- ni, ora Ferraresi, ora l'uno e l'altro fino
nini, per erudizione e accurata critica, in al secolo Decimo. Quindi aver detto, che
prova del da lui asserto, estrasse auto- Giustino si sottoscrisse vescovo Fico- A
revole testimonianza dal pregevolissimo ventino nel concilio Romano del b8o; che
mss. di Bernardino Zambotti, il quale Costantino si sottoscrisse vescovo Ferra-
narra. La i.* sede del vescovato fu nella rese neir86 1 in allroconcilio di Roma^iel
VOG VOG 37
pontificato di s.Nicolò Ijche Papa Giovan- a' due Papi), lo qualificò figlio di Teo-
Vialore vescovo
ni Vili scrisse lettera a dosio signore nobilissimo di Edessa nella
di Ferrara Martino II
nell' 882 ; e che Mesopotamia, mandato a Roma da Teo-
Reverendissimo Vescovo della s. Chiesa vescovo di Smirne, e tornato in Edes-
filo
di Ferrara intervenne ad un' assemblea sa fu ucciso dal fratello e ivi sepolto, donde
di vescovi tenuta in Ravenna
gSS, ed nel poi i crociati ferraresi trasportarono il
è quello stesso che die'oel 966 una grazio- corpo nella patria cattedrale. Aggiunse lo
sa enfiteusi, nella quale si chiama Episco- Scalabrini, che il Santo era tornato in E-
piis FicoventiaeEcclesiae,seu Ferrarien- dessa per convertire dall'apostasia il fra-
sit, e l'atto fu fatto in Voghenza. Tornan- tello, che lo fece decapitare. Il Bonaverti
do si hanno
vescovo Marino,di esso non un Dialogo saperne
al pretese in di più, ma
mori in Voghenza nel
altre notizie, e forse senza prove.Altri vogliono che fosse fatto
Byo.Indinel 678 Andrea I,raa dubitando uccidere da Rotari re de'longobardi colla
il Manini che fosse il i
.° anno del suo ve- distruzione di Voghenza. Finalmente i
scovato, lo crede eletto prima, altrimenti dottissimi Bollandisti a'7 maggio, sospet-
breve ne sarebbe stata la durata, perchè tano Maurelio non orientale, ma piut-
s.
t. 8, si trae, che Oidrado verso il 682 era testo de'Bollandisti, i quali inclinarono a
vescovo, e viene qualificato Praesul Fer- pensare, che s. Maurelio o fosse il i.° ve-
rariensis Ecclesiae^ della chiesa cioè di scovo di Ferrara, o a designare la
il i."
monete ferraresi. Il Sardi, che Indisse sue- dosi le Ossa di lui nella maestosa chiesa
ss.
^
ceduto ad Oidrado nel 64 e ordinato da ( di S.Giorgio Traspadano, primitiva cat-
Papa Giovanni IV (meglio Giovanni V, e tedrale di Ferrara. Qualche scrittore cre-
lo sbaglio del numero produsse quello di dette s. Maurelio il i.° vescovo della me-
avere egli anticipati Oidrado e s. Mau* desima cattedra, ma senza idonee prove:
rclio, del resto le date corrispoudeudo forse le avrà dedotte dall'essere stato colà
38 VOG Y OG
I-ili OTato il suo corpo, o fors'ànco d'esser conviene di volo proseguir la serie sino,
stalo colà ucciso mentre fuggiva. Ma an- allo stabilimento dell'odierna cattedrale
cor questo rinaaue oscuro eiucerto, come in s. Giorgio Cispadano patrono principa*
la vera epoca di sua morie, dichiarandolo le dell'illustre e celebratissima città, al
mg/ Manini anche nelle Eiflessionì. L'U- presente sottratta alla sovranità del Vi-
gheili che ragiona dtl suo sepolcro e Iras» cario di Gesìi Cristo ('/'.^, con allre pro-
lazioiie, rifeiì che dopo il suo martirio il vince, sino a Viterbo (V.). Successero al
tichità Tulliane, Disstrt. 34-': De di- i3, narrando che al loro tempo risiede-
mi, dopo avere con mg.' Manini, anche Manini nel riportare un documento nel
in questo Dizionario, restituito a Vo- voi. i,p. 235 del Compendio, parlando-
ghenza i giusti vanti d'essere stata città e si del Castello di s. Maria di Ficoventia,
sede vescovile, e dato migliore principio la dice una delle prove, le quali gli fecero
al vescovato e serie de'vescovi di Ferra- credere, che Voghiera fosse parte e ca-
ra. Ma dovendo dire alcunché, secondo stello dell'antica Voghenza, del quale re-
Giorgio e di Mauricino, la
l'avvertilo, di stassero tuttora gli avanzi insieme col no-
memoria de'quali innovò il Manini, per
t me. Nel io6g sedeva il vescovo Grazia-
Viverla preteiila gli altri patrii scrittori, no, nel 1084 circa Mauricino, the pose
VO L VOL 39
ilcorpo (li s. Leo prete e patrono di Vo* quando non abbiano l'approvazione <le*
gheDza, oella parlala urna marajorea, vescovi, eziandio le canzoni sagre, couie
dopocliè oe'prinii aoai dello slesso secolo vedasi da'cauoni di Papa Ailrianu I nel
prodigiosamente ivi o 4»
era restata nel i 1 773 e di altri. I Giansenisti (/'.) sono a-
e dalla iscrizione si ricava, che non poteva mantissimi delle versioni in lingua volga-
essere stalo vescovo all'epoca assegnala redellecose di Chiesa,e se potessero, por-
dagli scrittori ferraresi. Finalmeole fiori rebbero anche in volgare la sa^ra LAlur-
il vescovo Landolfo delo4) che successe i i già (^.). Ognuno sa quante pene queste
a Mauricino, e nel suo lungo vescovato si novità hanno costato alla Chiesa. La ma-
incominciò e compì l'odierna cattedrale nia de' giorni uostri ha istituite anche le
nel 1 135, anch'essa sotto l' invocazione deplorabili società Bibliche per le versioni
di 8. Giorgio martire, nel sito detto Cis- delia Scrittura Sagra (A'.), in tutte le
padano, ed in essa vi trasferì dalla pre- lingue, le quali o per l'imperizia de'tra-
cedente la cattedra episcopale e la pro- duttori, o per la malizia de' collegali, ri-
pria residenza. ducono la Bibbia un mostro, nome ripro-
VOLGARE, Fiilgarii. Linguaggio, vai replicatamente.I Papi più volte hanno
idioma vivo, e che si faveWa, Lingua, f'er- condannato tuli pregiudizievoli società, e
nactila, Strino. Volgare addieltivo di queste versioni, le (|Uili sono dirette e
Volgo, comunale, fiil^aris, Communis. caldeggiate óa Protestanti (^'.). Persino
Lingua volgare, vale prupriamenle queU i vescovi orientali radunati nel concilio
la ch'è propria del volgo o plebe; il dia- di Gerusalemme nel 1672 dal patriarca
itftto nativo del paese, talvolta formalo Dositeo, contro Cirillo ili Lucar e altri
d=dla corruzione della lingua generale o Calvinisti, dichiararono: Non convenire a
nazionale, ovvero la specie particolare di tutti il leggere la s. Scrittura in volgare.
pronunzia degli stessi linguaggi. I greci a- li concilio di Laudicea vietò il cantar nel-
ve* ano 4 dialetti; Wiltico,^ ioiiico,\\ dori- la cUiesaplebeii psal'Jii; ciò che potrebbe
eoe IVo/Zco, oltre la lingua comune. Inol- inteiulersi di salmi in volgare, ma più
tre per lingua volgare ordinariamente si naturalmente significa canzoni sagre iu
piglia la lingua italiana, della quale ra- volgare, il concilio di Uourgesdice: /^er-
gionai in più articoli, così della latina e nacula lingua publice psullere, aut ora-
dell'altre lingue, come a Segretario. Di- re, neniini, nisi concionatori (fuori della
cesi Volgarizzare, l'erlert, il Iraslalar la predica) liceat. Non cantetur in Ecclesia
Scrittura di Lingua (^'.) morta in quella cantica absurda, noi'a, et non proba ta
che si favella ; e Volgarizzainenlo, il vol- (s'intende non probata dal vescovo). Il
garizzare, f ersio. ETraduziooe, /^er^/'a, concilio di Narbona P^ernacula lingua:
o Uadolti i Libri SHnlì-, ed ionutnerabili versione comune del testo latino della s.
V nel concilio generale di Fienna del non eravi questione, ma soltanto alle al-
1 3 1 1 pubblicasse a tal fine la sua celebre tre versioni, di cui non poche erano so-
decretale De Magislris. Moltissimi furo- spette. Dicesi testo, corfe^, co/i/e^f»^, com-
no gl'imperalori e altri sovrani cattolici^ ponimento originale o principale, o par-
che seguitandol'esempio di Carlo Magno, ticella di esso, a differenza delle chiosco
favorirono ellicacemente tali studi. Tra te glose, o altri commenti che vi fossero
scuole più celebri in cui essi fiorirono, fatti sopra, cioè senza nota o interpreta-
/vanno ricordate l'Alessandrina, ove briU zione. Il testo della s. Scrittura talvolta
larono Clemente e Origene, e la Latera- prendesi per opposizione alla glosa e alla
nense aperta da'Papi in iVoma culle scuole spiegazione, senza fare attenzione alla lin-
palatine, fu per più secoli la maestra e la gua nella quale il testo medesimo fu scrit-
madre di laute scuole d'Europa, fino alle to, né se quella è originale oppure una
presenti Università colle loro cattedre di Semplice versione. Il testo della s. Scrit-
s. Scrittura e di lingue orientali. L'opere tura si mette per opposizione alle tradu-
più insigni derivate da questi studi catto- zioni o volgarizzamenti. Cosi il testo ebrai-
lici, sono la più eloquente risposta alle co dell'antico Testamento, ed il greco del
calunnie de'protestauti. Egualmente va- nuovo, sono come le sorgenti alle quali
lorosi e dotti scrittori cattolici più volle bisogna ricorrere per beo conoscere il
confutarono l'altra accusa de'protestauti, senso delle traduzioni. Molti Papi e con-
contro il concilio di Trento, quasi che cili! proibirono la traduzione dellaBibbia
esso abbia voluto col suo decreto intorno in Volgare [V,). Ora l'Episcopato, mas-
alla Volgata (A'.), o depressa l'autorità sime d'Italia, alto alza la voce pastorale,
o rigettato l'uso de' testi originali e delle contro mali procurati dalla stampa sfre-
i
altre antiche versioni delle varie Chiese; nata, e quindi contro i tentativi del pro-
mentre esso decise doversi tenere per au- testantismo per inocularsi nella bella re-
tentica e per regola di fede solamente gione. Di là quella larga dilfusione della
quella versione detta V Antica Volgata^ Bibbia in lingua volgare, e senz' alcuna
quella cioè che comunemente si usa, e nota propria a dichiararne il senso; anzi
che è tutta versione latina di s. Girolamo, a confessione di leali protestanti, tali Bib-
eccettuati salmi. La Chiesa sotto grave
i bie volgari ridondano di errori, e mador-
peccato ha proibito leggere la s. Scrittura nali strafalcioni, d'inique e orrende be-
in lingua, volgare, e solo sono permesse stemmie. Ignorasi il tempo in cui fu fatta
iu lingua volgare quelle versioni pubbli- l'antica versione latina della s. Scrittura,
cale coll'approvazione della Sede; isti- s. e chi ne sia stato il i.° autore: ma èopi-
tuendo nelle cattedrali un Teologo (/'.), uiooe comune che sìa quella versione po-
che la spieghi al popolo, e raccomandan- steriore allo stabilimeuto del cristiauesi-
VOL VOL 4i
roo. Fra le antiche versioni la più univer- vo dal greco, ad istanza di Papa s, Da-
salmente ricevuta è quella conosciuta roaso I, oltre l'emendazione dell'antica
anticamente col nome d' Itala o Italica traduzione de'Salmi de'Settanta ; ma a
(perchè principalmente avea corso in Ita- fine di non Uftare popolo assuefatto
il
una nuova sul testo ebraico, secondo al- cevere la sua traduzione, di maniera che
cuni, tranne salmi (benché del s. Dotto-
i l'antica italica non trovasi più del tutto
re si ha la Volgata de' Salmi, eh' è intiera ,
per quanto si sappia , in aleuti
il i.° de' suoi lavori ermeneutici, sopra luogo, eccettuato i frammenti, de' quali
la loro antica traduzione latina; il 2." con più sotto. Il progresso di questa nuova
emendazioni e aggiunte, e tale lavoro si traduzione fu tale, che quasi nello stes-
conserva nella Volgata nostra, scon)pa- so tempo che il s. Dottore ne pubblica-
gnato però dagli obeli e dagli asterischi; va qualche libro , era egli subito spar-
3.° essendo la traduzione de'salmi dall'e- so nelle città e nelle provincie. L' altro
braico in latino. Ne rende ragione il p. dottore s. Agostino, poco favorevole da
Calmet, Dissert. in Fers'iones Psaltcr.). principio alla versione di s. Girolamo ,
La I
.* era stala fatta sulla versione gre- l'approvò poscia di tal maniera, eh' egli
ca, ed erale stato dato il i.° rango fra le compose il suo Spaculutn, o Specchio, il
edizioni latine, perchè era essa la più quale è un tessuto di passi della s. Scrit-
letterale e la più chiara pel senso. Il timo- tura ad uso de'soli fedeli. Sebbene Papa
re ch'ebbero molte persone dello scandalo s. Gregorio I dica che al suo tempo la
chepotrebbe produrre ne' popoli una nuo- Chiesa romana servivasi assai indiiferen-
come la Sapienza, l'Ecclesiastico, i due li- testanti hanno lodata la nuova volgata,
bri de' Maccabei, la Profezia di Baruch, l'hanno preferita alle altre versioni latine,
la lettera di Geremia, le aggiunte che so- ed hanno trattato di semidotti coloro i
no in fine del libro di Esther, due ulti- i quali osarono di parlarne male. Propria-
mi capitoli di Daniele, non vi fece alcun mente la Volgata nostra o di s. Gii"ola-
cambiamento e sono questi ancora come mo è denominata latinamente^ A'e^KS ei
'Dell'antica Volgata. Lo stesso Salterio, Vulgata Editto. Quella fatta sulla ver-
come si canta oggid'i, è quasi tutto inte- sione de' Settanta, e usata nella Chiesa
ro dell'antica versione itala, con qualche latina prima di essa, venne chiamata da
.correzione di s. Girolamo. Tradusse al- Orosio, Fulgataj da s. Girolamo, Com-
•:tf esì questo s. Dottore il Testamento uuo- muiiis et f'ulgala, o Felus et Fulgaiaj
4a VOL V OL
da s. Agostino e da s. Gregorio I, Usila' versioni si possa usare egualmente. Quin»
ia, e dal i.° anche Itala. La versione di di fu saggissimo divi^amento de' venera-
questa si attribuisce forse a qualche di- bili Padri del sullodato concilio di Tren-
scepolo degli Apostoli, ed era volgare to, l'emanare un decreto a questo riguar-
in Italia, in Africa, in Ispagna, in Fran- do, dopo aver indicato quali siano libri i
menti sparsi negli antichi Padri latini , iinpriinatur. Per la (|ual cosa alcuni de*
che ne aveaiiousalo,e il b. cardinal Toni- Padri del concilio diedero mano all'ope-
masi, il Martianay, \\ Bianchini, e il Sa- ra a Trento slesso ; ma d'ordine di Pao-
batier sopra tutti con ininieiisa fatica e lo Iti venne ivi sospesa e dilferita a mi-
diligenza,»! studiarono di riprodurla quasi glio tempo e a maggior agio. Pio IV, s.
intera sopra vari codici, e sulle citazioni Pio V e Grtgorio Xlll non trascurarono
degli antichi Padri. Siccome la nostra qiiesl'alFare di tanto interesse. Ma fu ri-
versione erasi già al tempo del Tridentino servalo allesollecitudini di Sisto V il con-
iìitta comune da IX s«coli in poi in tutta durlo ad edetto, emendando l'inesattez-
la Chiesa latina, cos^i essa fu detta a dirit- ze , cui la ignoranza , la negligenza e la
to relui: el f^ulgnta Edilio : il qual no- malizia de' copiatori aveano introdotto
me di Edizione , sia detto per episodio, ne' vari codici, seguendo l'ingiuiito dal
significa lo stesso che libro mesiO in lu- Tridentino. Egli dopo a ver nel 587 pub- i
ce, sia per opera dello scritto , sia' della blicata la sua celebre edizione della Ver-
stampa , sia esso originale o tradotto. sione de* Settanta, riuscii mercè le cure
Alla versione di s. Girolamo non man- di dotti uomini e sue, e l'uso di parecchi
carono antichi apografi o copiatori, co- codici antichi della Volgala, e degli anti-
miociando d'AIcuìoo, il quale ad istanza chi Padri e Dottori, non che degli esem-
del suo discepolo Carlo Magno, imprese plari ebrei e greci, ove la lezione de'lati-
a ridurla all'aulica lezione, e oell* 802 ni fosse dubbia od oscura, a metter in luce
compi il suo lavoro, che venne in grande nel i5yo la sua edizione della Volgata,
uso. Comunque sia di tali fatiche e cor- preceduta da una dotta sua bolla,col titolo
rezioni, esse sono poca cosa a petto di quel- riferito nel voi. V, p. 212 e 2i3. Peiò
le, che per l'esattezza della Volgata si so egli avvedutosi essere tuttavia corse del-
sleunero dopo la scoperta della stampa, l'inesattezze nello sua edizione, vietò l'ul-
ed una delle principali e più antiche è la teriore vendita degli esemplari, e ordinò
stampata neh 5j 7 uella Poliglotta Com- che l'opera venisse riveduta e poi ripro-
plulense, ossia la Volgata riveduta sopra dotta. Egli non potè compiere il suo di-
molli esemplari d'una veneranda antichi- segno, né portarlo a perfezione il succes-
tà, sotto gii auspicii del cardinal Xiiuenes. sore Urbano VII, pe'i 3 giorni che regnò,
La nostra fetle e la nostra morale devono né Gregorio XIV che gli tenne dietro
avere a fondamentoe regola que'libri,cui ne'circa i i mesi di pontificato, ad onta
a tal fine lo Spirito Santo dettò e di cui che soppressa l'edizione del 5go avea 1
pose custode ed interprete infallibile e pe- istituito una congregazione di dotti e fi-
renne la s. Chiesa. Ma essendoci di que- lologi per terminar l'impresa, sebbene
sti s<igii Volumi eoiiginaìi e versioni va- essi la compirono in Za^arolo ( ^^.), n»a
ne, è d'uopo tuttavia sapere se di tutte le egli non ebbe vita per pubblicai la. Nep-
VOL VOL 43
pure n'ebbe h glorici Innocenzo IX, che re possedeva, e di cui a noi non giunse-
per 1 Diesi ne tenne il luugo,)» quale toc- ro che pochi frammenti, per la conver-
cò al «ucressore Clemente Vili, eriéttnan sazione con parecchi de' più colti giudei
tiola colla pubblicazione del già operalo di Tiberìade e di altri luoghi della Pale-
in Zagarolo con l'eseguita opera de' sud- stina. Si consideri ìuoltre che solamente
detti valentissimi uomini, a mpzzode'ioro la grande esattezza della sua versione potè
esami l»<boriosi, con fare fìnalmenle usci- indurre tutta la Chiesa d'Occidente a pre-
I e alla luce nel i5q2 la 2/ edizione, d cui ferii la all'altra, cioè aW Itala summento*
titolo lo notai a suo luogo, con piefdzio- vata, che vantavauo uso sì antico ed era
ne altiibtiita al caiduial bellaraiino , e quasi contemporanea al'a Chiesa. Per la
ponliHcia bolla. Le due edizioni iioit ri- qual co<a, a tacere de'più dotti orientalisti
pugnano tra loro, liaune i falli tipogra- tra'caltolici, assai de'prolcslaoti eruditissi-
fici della I
,' e poc'altro, le lievi dilFeienze mi di varie comunioni, e in vari tempi,
con confronti, avendole rilevale il liuken- hanno onorato la Volgata nostra di altissi-
top nella sua Lux de Luce, contro le al- mi elogi. Alle opposizioni d'altri protestan-
trui calunnie. Dipoi nel 1 63 quando1 LIr> ti per tentare di distruggerne l'autenlici-
bano Vili purgò il Brt\ia/io lìoi/inno tà, quindi anche l'autorità, fra gli altri ri-
.'
line dichiarata rtultiilica, cioè di sunuua 1 Sino a' nostri giorni uiuno ci avea da-
e irresìsiibiie autorità in ciò che riguarda to una suflìciente contezza slorica del mo-
la fede e la murale, senza far tuttavia paro- do tenuto, in ispezialità ne' pontificati di
la dell'altre antiche versioni in altre lin- Sisto V (precipuamente va nominato Gre-
gue, nède'iesti originali. E questi e quelle gorio XlY)e Clemente Vili, da illustri
souosi lasciate nell'autorità che loroappar- uomini, per emendare la Volgata, de' mo-
liene, senza né (3reftrirle né posporle.A co- tivi che suggerirono le correzioni e di tut-
f«»nda dell' ecclesiastiche dottrine , delle lodato, il Uianchiui nelle sue findlciac
cose giudaiche, degli scritti degli antichi Saeronini Biilìoruni /'nlgatae Editto-
che l'aveauo preceduto, delle lingue de- nis, eF.Bonaventura da Magdalono, nel-
gli originali, e delle diverse antiche ver- la sua Triplejc biblico critica denion-
sioni greche, e pe* codici cui'avea fra le stratio. Ma il non aver avuto (jue'valeo-
niani più antichi assai di lutti quelli che tuomini l'opportunità di leggete tutti gli
Sono giunti fìuo a noi, e naturalmente più originali documenti da'quali si può trar-
e»alli pei le Essapli Oi igeoiaue che pu- re tutto il nio di questa storia, lasciava
44 VOL VO L
negli eruditi il desiderio d'un* opera che te lacune; e cìòsaràdigiovamenlo sì alla
dizioni dellaVolgata, si può vedere il voi. quale gli umiliò un esemplare impresso
LXXV, p, 32, e articoli relativi. Si leg- in mirabile pergamena finissima. Da ul-
445^» avere letto nell'accademia Tiberi- Mosca e 125 da Pietroburgo, sul fiume
na l'erudilo ragionamento, nel quale die* del suo nome. Ilesidenza dell'arcivesco-
ragione del come gli vennero in un codi- vo, contiene più di 5o chiese, due con-
ce delia Vaticana scoperti molti squarci venti, il seminario, il ginnasio, e diverse
dell'antichissima versione della Bibbia ,
manifatture e fabbriche. Assai attivo è il
conosciuta Ira'dolli sotto il nome d'Ita- commercio, specialmente con Arcangelo,
la, la quale rimonta a'tempì primissimi che fanno i suoi più di 12,000 abitanti.
della Chiesa. Questi preziosi brani sono — Pare che questa città sia stata fabbri-
incastonati nella versione di s. Girolamo cata nel X
o neli'XI secolo da quelli di
a modo da formare coU'una versione e Novgorod, sotto il dominio de'quali rima-
coli' altra un corpo completo. E tal cu- se per più secoli. Dopo l'invasione di 13a-
rioso codice era già capitato alle mani di tu-Khan passò al principato di Rostov;
parecchi sagaci rovistatori di testi anti- tornò poi a Novgorod e fu finalmente ,
chi, etra gli altri d'un cardinal Mai: ma soggiogata da Basilio II gran principe
tutti si abbatterono a leggere i soli brani di Mosca nel 1 390, ed i successori vi con-
della Volgata ; sicché senza farne gran servarono i loro tesori pel suo diflicile
,
conto, lo iestituiiono al suo scaffale. Alla accesso. Nel Xl-V secolo vi fu istituita la
(ine d'un libro vi si legge: Orate prò sede arcivescovile, sotto il patriarca di
me Dominico preshytero scriplore. Ora Mosca, di rito greco, pretendendo l'arci-
con questi biani si viene, non già a com- vescovo la precedenza sugli altri prelati
jjtetar i'/Za/^^nia a riempire di beo mol- del suo rango, e nella provincia di Perm
VOI. VOL 45
godeva il 2." titolo. Gli fu unito l'arclTe- do che questo affarenon sotto Enrico
scoTato di Bìelozerovìa (f^')» Le Quien, VH, ma bensì regnando Enrico \ììl, sia
Oriens Christianus, t. i, p. 1298. stato con più probabilità negoziato, e
VOLOGESIA, VOLOGESÒCER- l'accennai nel voi. XXXV, p. 72. Nel
TA, o VOLOGESOPOLl o VOLOGE- i5i3 per nomina d'Enrico Vili, Papa
3IS. Città vescovile antica di Babilonia, Leone X gli confei 1 il vescovato di Lin-
sotto la metropoli d' Amida , fabbricata coln, e nel i5i4 la metropolitana di
da Vologeso re de' parti al nord-ovest York. Indi ad istanza del re, fu appagata
di Babilonia, oggi deDoniinata Mesched- la sua ambizione, poiché il Papa a'7 ov-
Hosein. o Mesilied-Hossein Kcrbela, o vero a' IO settembre i5i5 lo creò cardi-
Iman Hossein, Turchia asia-
città della nale prete del titolo di s. Cecilia, legala
tica, pascialatico di Bagdad, da cui è di- a lalere di tutto il regno, io considera-
stante 8 leghe, sopra un braccio deirEu- zione della confederazione stretta tra En-
frate, io un paese beo coltivato e coper- rico Vili e Leone X contro francesi. i
Divorzio (/^.) da essa. Domandato que- antichissima e celebre, come una delle
stoda Enrico Vili a Clemente VII, fu- XII capitali dell'Etruria media, ed ora
rono deputati dalla s. Sede giudici per capoluogo di distretto e di comunità, con
tale istanza, fra' quali sebbene vi fosse il giurisdizione civile e politica, nel com-
cardinale, siccome non venne accordato, partimento di Firenze. Siede sulla cima
il re fieramente s' irritò contro il cardi- pianeggiante alquanto curva d'un monte
nale, e sdegnosamente lo fece arrestare che s'alza sopra lutti i colli vicini fino a
dal duca di Norfolk, l'obbligò a rinunziar braccia 935 sul livello del mare Medi-
la carica di gran cancelliere e la cliie'^n di terraneo; di facile difesa, ma di difficile e
chezze e rarità, e splendido di preziose mana Era, che le scorre sotto da setten-
suppellettili. Spogliato di quasi tutte le trione a libeccio, mentre dal lato di ostro
sue copiosissime rendite, fu prima rilega- e di scirocco la base del monte di Vol-
to nella villa Ateria, e poi lasciato libero terra è lambita dal fiume Cecina che gli
nel suo arcivescovato di Yoik, dove però bagna ipiedi 5 in 6 miglia più abbasso.
>ivea lautamente e sfoggiava in grandez- Cos'i il benemerito Repelli, nel classico
ze. Giunto questo a cognizione d'Enrico Dizionario geografico fisico storico del'
Vili, lo fece arrestare da Enrico duca di la Toscana^ col quale prei;ip«»afneiite
r^^orlhiunberlantl, eordinò ohe si traspor- procedeiò. Il M^rcliesi, nella Galleria
tasse nelle carceri di Londra, ma nel dell'onore, t. 2, p. 563: Volterra, dice
viaggio finì miseramente la vita nel mo- sorgere la fatnosa città sur altissimo e
nastero di Lincestre nel533, come scri-
1 aspro monte.cuisi g'tutgeper «arie strade
vono Ciacconio ed Eggs. Però Godwino, da 2 a quasi 5 miglia lunghe: dalla sua
che lungamente e con precisione tratta sommità spicci n^i 5 scese, che per U
di lui, assicura nel Coninicnlnrio de' ve- lunahezza della schiena declinano verso
scovi e cardinali inglesi, che la morte il piano, e a guisa di raggi formano la
del cardinale avvenne nel i 53o a'ag no- figurad'una pulma di mano colle dita.
vembre, dell» quale opinione è pure Ro- Sono queste separate l'uua dall'altra coti
bertson. Mori d'anni 60 e rimase sepolto profondissime valli, che non ponno tra-
nella chiesa di detto monastero, correndo passarsi pe'dirupi e gl'impedimenti delle
pubblica voce, che da per se si fosse col frapposte boscaglie. Trovasi 1 3 leghe e
veleno tolta la vita, ovvero glielo fece più al sud-est di Pisa, 1 4 al sud-ovest di
|M'opinare lo stesso re. Questo disgrazia- Firenie, i 1 da Livorno e più di gda Sie-
to e famoso porporato ebbe una corte na, in buon clima. Dice l'ultima proposi-
di jooo e più persone, tra le quali 63 zione concistoriale: f'^ollerrae aedificala
erano ecclesiastiche. Fondò due collegi, conspicitur, qiiae in suo duornni fi-re
il i.° in Cantorbery e il 2.° in Oxford, m'illiaruin aniìnlu una cnm snhurb'is
per mantenervi 200 giovani agli sludi, ed novein circifer continet incolarnni mil-
eresse un sontuoso mausoleo di metallo lia. Vi risiedono ancora un commissario
a Eiu'ico VII, primaria origine di sua regio per la politica e la polizia, mentre
fortuna. /'. Inghilterra. pel lato amministrativo economico vi è
VOLSlMOoVULSINlO. F. Boise- un cancelliere comunilativo, un inge-
KAj e Viterbo nel paragrafo Bohena. gnere di circondario, un esattore dell'uf-
VOLTEURA {Folalerran.). Città fizio del registro, ed un conservatore del-
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l'ipoteche: i tribunali collegiali sono in sleva la Postierla Macoli, e di qui scen-
Firenze. Quivi è slabililo l'ufficio della devano nella vallelta di Docciola per ri-
sopcinlendenza delie regie Salinedistanti salir poi ad un'antica porla, forse la Por-
dalla ciltà una lega e uu 3.°, già apparte- ta Ercole dell'Ammirato, poco lungi dal
nenti al comune di Volterra, e da questo così detto Portone. Di là attraversando
nei i8i4 cedale al governo mediante orride balze arrivavano dietro l'attuale
congruo canone annuale: soninainislt'a- chiesa di s.Giusto; equiodiavvicinavan-
iio queste pel cunsunio di tutto lo stato $i alla torre di s. Marco, dove probabil-
un sale per la sua purità e candidezza su- mente fu altra porta urbana. Da tal tor-
periore a qualunque altro fabbricato in re, dirigendosi a libeccio, e rasentando a
Italia. La cospicua rendita cbe da queste occidente la contradadi Pratooiarzio, le
ricche soigenti il governo ritraeva sem- mura etrusche tornano a far magninca
pre aumentandoci mercè uu' illuminata mostra sotto il soppresso monastero di s.
la ciltà più occidentale fra (pjelle dell'E- scuoprono gì' indizi d'altra porta, f(jrse
di massi smisurati e senza cemento insie- re monumento più illustre e più espres-
me collegati, i qujili non cedono in ma- sivo di questo, per indicare il decoro e
gnilicenza a qualsiasi altro monumenio, splendore dell'antica maestà loscan-i".
menile la loro mole giunse talora alla Non pare, che l'ultimo cerchio si debl>a
grossezza d' 8 braccia. Le loro interru- all'imperalore Onone I, cui molti altri»
zioni non permettono oggidn intracciarsi buirono il ristMuro delle mura ciclopi-
ilsuo andamento preciso. Né anco si può che, né sembra che lo sia stalo di genti
sapere quali e (piante fossero le porle barbare, come altri sospettarono. Onde
dell' etrusca ciltà; e solo si conosce, che a ragione il eh. Giovanni Targioni Toz-
dalla Porla all'Arco alla Porta a Selci, le zetli diceva, che il recinto di questa cit-
antiche n)ura salivano da ostro a greco tà era slato ristretto in ten»pi più mo-
verso il luogo detto poi il Castello, per derni, e lo dimostrano più istromenli
cui la Porla a Selci nel medio evo si sincroni del 1279 in cui si rammenta-
appellò Porla Maggiore e Porta del Pian no case e torri di Guelfi distrutte da'
di Castello. Di costà le mura arrivavano Ghihellini in tempo della loro ribellio-
all'odierna chiesa di s. Andiea, dove esi- ne, fra il 1260 e il 1266; le quaU torri
48 VOL VO L
e case si dicono situate fra' muri vecchi ri servono al temporario isolamento di
e muri nuovi della città. Anzi un de-
i disciplina; e nella casa di forza si costrui-
cennio ìriuanzì al 1279, si ha da altro rono circa 3oo celle col necessario corre-
islrumenlo del 1269, che le mura del do di laboratorii e officine per l'esercizio
recinto attuale di Volterra erano già in- di vari mestieri in quella famiglia di re-
nalzate. L'autore della Guida di Vol- clusi. Quando nel 1818 il governo co-
terra ne assegna l'epoca 1260. Ora al minciò a stabilire la casa di forza, si pro-
le mura contano 5 porte denominate: pose il doppio scopo di procurare con
Selci, Docciola, Fiorentina, s. France- questa salutare punizione l'emenda e di
sco, Arco, l^iferisce il Marchesi, essere provvedere nel tempo stesso alla quiete
"Volterra fortissima per la natura del si- e sicurezza sociale. Nella torre detta il
di messer Gualtieri duca nominale d'A- della Maremma, e per l'inesatta relazio-
lene, per compiacerlo, i volterrani fab- ne diqualche troppo leggiero viaggiato-
bricarono la fortezza. 11 locale è circon- re, invalse ne'tempi addietro l'errore che
dato da grosse muraglie, con piazzale in l'aria ne fosse malsana e perniciosa, men-
mezzo della figura d'un parallelogram- tre per lo contrario è sommamente pu-
ma. A settentiione della piazza esiste il ra e salubre. Non manca di palazzi e di
nel 14?^) <^^pi della congiura contro i scrizione posta sulla porta d' ingresso,
de Medici. Nell'interno della fortezza e- cioè del 1257 mentre era podestà di Vol-
sistono gli stabilimenti penali e correzio- terra la 2." volta Buonaccorso di Bellin*
nali delle case di forza e dì detenzione, pe' citine Adimari di Firenze. In origine
quali si eseguirono grandiosi lavori onde questo palazzo servi di residenza agli an-
ridurre il locale al sistema del medio iso- ziani o difensori del popolo, i quali più
lamento. La casa di detenzione ha nu- tardi piesero e conservano tuttora il ti-
bitare il podestà, e i capitani del popolo monumenti antichi, molti de'qualì furo»
appena istituiti, almeno i secondi. Impe- no indicati al p. Leandro Alberti dall'an-
rocché ricavo dalle Notizie di P'ollerra, tiquario volterrano Zacchia Zacchio, e
che la serie de'suoi podestà principia da dall'Alberti 1 iteriti nella Descrizione di
Enrico nel i igS e prosiegue sino a De La primitiva cattedrale di
tutta l'Italia.
Tonelli di Foligno del 1470; e quella de' Volterra più non esiste, e l'Ughellidice
capitani del comune del popolo princi- essere stata sotto l'invocazione di s. Pie-
pia con Rainerio Morie de Luca del 128 i tro principe degli Apostoli. Senza far con-
e prosiegue fino a Francesco della Rena to della tradizione popolare che suppone
che continuava a governare nel lySb. quel duomo esistilo nel luogo del Castel-
In vece il Repetti dice che il magistnito lo il Maschio, dove
davanti si vedono
prima del 1255. Attualmente il palazzo lazzo de' Belforti, tutti i documenti su-
Pretorio trovasi, per recenti rislauri e perstiti tendono a dimostrare, che ov'è
ampliazione di comodi, capace alla resi- tuttora fosse senipre ebislito l'antico duo*
denza di qualsiasi magistratura giuridi- mo. Notai nel voi. XI, p. 253, e XCVII,
ca, con sale di udienza, cancellerie, car- p. io4, che Papa Calisto II in Volterra
ceri e altri uffizi. La pittura esprimente a'20 maggio I 120 (il Repetli dice i 12 i)
la Giustizia, che Daniello Ricciarelli di- consagrò la cattedrale, sotto il titolo della
pinse a fresco con altre figure nel salone B. Vergine Assunta in Cielo, alla presen-
di questo palazzo, ultimamente fu egre- za di 12 cardinali, fra'quali Azza (f^.)t
giamente trasportata in tela e collocala dell' arcivescovo di Pisa, e di 12 vescovi
nella sala dell'adunauzedel palazzo Pub- (meglio 5 oltre il diocesano Rogero II)
VOL. CUI. 4
So VOL VOL
ne trasse il miglior partito che potè, or- di tal colore al cappello fuori della chie-
nandolo anche esternamente con molla sa,non però in Roma. Osserva Bepetti,
seiuplicilà. Assai più lardi, nel vescova- che nìuna cattedrale di Toscana, come
to di Serguidi, cioè nel 1^74 si esegui- questa di Volleira, ebbe nel secolo XI
rono altri abbellimenti, fra'quaii i capi- un capitolo composto di 5 dignitari e di
telli da Leo-
corinti a stucco, lavorati 4o canonici. Aderente al duomo è il pa-
nardo Ricciarelli nipote del celebre Da- lazzo vescovile, buono e decente edificio.
niello. La sonìlla della maggior nave e Annessa alla cattedrale è la cura d'ani-
delia crociera l'eseguì Francesco Cip» ia- me della parrocchia, propria del ca(>ito-
ni detto di Volterra, fìnchc nel 1 842 lo, il quale la fa esetcitare da un vica-
mediante pie elargizioni e quelle del rio curato, coadiuvato da due cappellani
vescovo Giuseppe Gaetano Incontri, fu ad ntilum dello slesso capitolo. Mei duo-
incaricato il suddetto Mazzei a dirigere mo non vi è battistero, e l'unico delia
il grandioso restauro di tutta la catte- città è nella prossima chiesa di s. Gio.
drale, mentre al Solaini fu data la di- Battista. E' un edifizio cospicuo del me-
rezione del presbiterio, che l'encumiato dio evo, di figura ottangolare, a similitu-
vescovo fece eseguire a tutte sue s|)ese. dine di molti altri battisteri antichi, si-
Questo tempio è una gallerìa^ per le mol- tuato couìe quelli dirimpetto alia faccia-
te tavole che lo adornano dipinte in gran ta del duomo. Sebbene di questo balli-
parte da artisti volterrani, fra le quali o- stero non restino memorie anteriori al
peie d'arti non è da tacersi l'altare mag- secolo X, e che la 2.* sua restaurazione
giore di marmo fatto erigere nel i83l scenda i283, pare che la sua 1/ e-
al
dall'arcivescovo di Pisa Agliata, già pa- poca rimonti all'istituzione della diocesi
store di questa chiesa; né il cenotafio del volterrana. La notizia più antica deli."
volterrano Gaetano Incontri arcivescovo battistero conservasi in un istiuuienlo
di Firenze e zio del nominato, eretto a del capitolo maggiore del 989, col quale
spese del clero volterrano, cod opera l'aicidiacono della cattedrale die' in en-
dello scultore Cosloli di Firenze, onde fiteusi a Pietro suo padre luttociò che
perpetuarne l'effìgie nel tempio maggio- apparteneva di s. Ottaviano
alla chiesa
re di sua patria. Nella cattedrale sì vene- (lidotta ad oratorio nel i56o) e al ca-
raito ss. Reliquie. Il capitolo si compone pitolo della cattedrale, per conto della
di 6 dignità, delle quali è i
.'
l'arcidiaco- pieve di s. Giovanni posta presso il duo-
no, di 1 I canonici comprese prebende le mo e la sua canonica. Inoltre il padrona-
del teologo e del penitenziere, di 8 cap- to dello stesso capitolo sul battistero
pellani o beneficiali, e di altri preti e maggiore è dimostrato da altro docu-
chierici inservienti al divin cullo. Seb- mento del 995, col quale il vescovo Pie-
bene le dignità e canonici già godessero tro col consenso de'suoi canonici trasferì
l'insegne corali della cappa magna con ilpadronato della chiesa di s. Gio. Balli-
fodere di pelli d' armellmu, e della colla sta in altre persone, con l'onere di farla
sul rocchetto, tutta volta Fio VII in consi- uffjziare da 8 preti. Fino al 1078 que-
derazione deirantichità del capitolo, de- sto tempio conservò il titolo di pieve
gno di nuove onorificenze, e dì e$^ere maggiore della diocesi. Fra le sue opere
Volterra patria di Papa s. Lino, col bre- artistiche merile\uli di menzione, è una
ve j^fjostolicae beulgtutatis, de' 2 1 di- tavola di INicola Circignani detto delle
cembre 1821, Bull, lioin. coni. 1. 15, p. Pomarame, dipinta nel 1592; il batti-
466, concesse alle dignità e canonici stero di marmo lavorato in figure del
l'uso in chiesa e fuori del collare e del- i5o2^ di Andrea da s. Savino; ed mi
le culzfc di seta paonazza ^ de! fiocco di seta gruuUtuso ctbuiio iu marmo bianco sta-
VOL V O L tt
tuario COD graziosi ornali, figure in ri- collegiata e prioria innanzi che fosse sop-
lievoead allo rilievo, il (|iiale sprvìaM'al- pressa e riunita alla cura della chiesa pre-
tare maggiore della cattedrale, opera del Masi rientri io città. Senza ram-
cedente.
celebre Mino da Fiesole. Altre rhiese mentare altre chiese e oratorii, che han-
parrocchiali della città sono, s. Michele no le 4 ''ase religiose o conventi, due i
lazione anche fuori della città. Di più con convitto, ed i diversi sodalizi, le han-
nel suburbio esistono 3 chiese parroc- no altresì il collegioe il seminario, di cui
chiali, cioè ne' borghi, e sono s. Ale<san- vado a parlare. Dell'istruzione pubblica
dr.i, prioria; s. Giusto, badia, già s. Mar- fa parte una buona libreria aperta al pub-
fìsso alle pareti del coro del moderno fu anco rieletto alla stessa cattedra per
tempio eretto nel 1628 in luogo del i." nn anno Più tardi, nel 171 i
nel 1369.
alquanto distante e più elevato, col di- la canonica di s. Michele venne assegna-
segno di Giovanni Coccapani e co' mezzi ta a'pp.scolopii per erigerla in un ateneo,
forniti dal comune di Voi terra, che per vo- deve la gioventù volterrana riceveTislru-
todel popolo tiene i due Santi titolarla zione gratuita nella calligrafia, ai it«nelica,
protettori delia città; altri protettori es- grammatica e rettorica. Inseguito vi fu-
sendo Hapa s. Lino, s. Vittore e s. Ot- rono aggiunte altre scuole superiori, ol-
taviano. Questo magnifico tempio è va- tre quelle del disegno e degli esercizi ca-
sto e ad una sola navata, sfogato al se- vallereschi per un convitto di alcuni to-
gno che il eh. astronomo p. Giovanni scani ed esteri che trovasi ivi aperto. Il
ria Mastai-Ferretli, parte dall' Ill.mo e tà, nel cui borgo la gran contessa Ma-
R.mo nostro vescovo mg/ Giuseppe Gae- tilde marchesana di Toscana, nel febbra-
tano Incontri, che al medesimo conferì io 1078 celebrò un placito a favore della
la prima clericale tonsura cosi bene au- mensa volterrana,oltre un contratto me-
gurata. La facciata della chiesa e tutto no antico del i 70, col quale fu donato
1
l'esterno del collegio si distinsero per co- un pezzo di terra alla pieve di s. Andrea
piosa e vaghissima illuminazione a dise- in Postierla. Nel i339 fu edificato pres-
gno, ritraente l'archittetura di esse fab- so questa chiesa un claustro grandioso
briche. La banda civica rallegrò a lungo per abitarsi da'inonaci Olivetani, i quali
lacitlà con armoniosi concerti. 11 ritratto vi restarono fino alla soppressione del
del Santo Padre somigliantissimo al vero, 1783, dopo la quale la vasta fabbrica fu
che già in divise cardinalizie decorava destinata al presente uso. Negli ultimi
la sala del collegio esposto in ador-
, anni si stabilirono nel palazzo civico due
na sede a tutti accessibile, a sé traeva scuole pubbliche, una di disegno e l'altra
gli sguardi universali de' volterrani, e di musica. Vi sono le accademie de Riu-
dell'immenso popolo accorso dalle vici- niti ede Sepolti. Osserva il Repetti, che
ne campagne. Possa perenni moltissimi questi due stabilimenti letterari potreb-
confortare il mondo cattolico delle sue bero servire d'appendice all'istruzione
paterne benedizioni e beneficenze un pubblica, se gli accademici si riunissero
tanto Pontefice, che molti di noi ricor- più spesso, e dassero alla luce qualche
diamo veramente commendevole negli buona lezione. Volterra ha suoi speda- i
studi e nella pietà, e per la dimora ch'e- li. L'ospedale di Maria Maddalena e-
s.
traslato in questo luogo, nel 17B9 fu ri- tando fedelmente l'esempio della madre
V OL VO L 53
delle Misericordie di Firenze. Vi è pure nel quale si legge: che se i vescovi di Vol-
il monte di pietà. Volterra ebbe la zecca. terra vorranno fare moneta, i zecchieri
Dell'antiche monete etrusche colla leg- devono da 3 buoni uomi-
essere assistiti
genda Velatri^ attribuite a Volterra, a ni, nominati dal podestà del comune, ii
Felletri e ad altre città, riparlai ne' voi. quale ogni anno nel febbraio dovrà io-
LXXVIII, p. 90 e 9 i.LXXXIXp. 255. ti mare il consiglio generale ^ro mone'
Narra il Repetti, che senza far conto d'un la facienda in civi tate, f^ulterrae vel in
documento deli 1 58, salvo errore di da- districtu, nel modo che verrà da quel
ta, citato dald.' Fabroni nella sua lezio- consiglio stabilito. Da un atto del 12 (3
ne delle Monete di Arezzo^ non vi ha dell'archivio vescovile di Volterra, si trae
dubbio che Volterra contava la sua zecca il valore di sue monete, in cui si dice cam-
innanzi che l'imperatore Enrico VI con- biare una marca d'ottimo argento contro
cedesse nel I 189 questa regalia al Pan- 1 00 soldi, ossiano 5 di denari volterrani.
Docchieschi vescovo e signore della città Quanto alla bontà di tali lire ne' secoli
(le Notizie di f^ollerra riportano i pri- XIII e XIV erano esse accettate non so-
vilegi da lui e dal padre Federico Icon* lo nelle Marche e in Romagna, ma per
cessi). Però devesi al volterrano Pagnioì tutta la Toscana e altrove. Il vescovo Ra-
la notizia più antica della zecca volter- nieri di Belforti fece batterle erose, nella
rana mercè l'indicazione di due atti del sua zecca di Berignone, castello del terri-
i.^giugnoi 169 e de'g gennaio 175, ne' i torio. Il medesimo con ordine emanato
quali si contratta in lire e a moneta di nel 1 3 1 5 dal cassero di quello, die' licen-
Volterra. Sono probabilmente quelle li- za a diversi suoi zecchieri di poter coniar
re volterrane vecchie ch'erano in corso moneta con l'impronta da una parte del-
anco nel i 196, come rilevasi da un ro- l'immagine del vescovo parato in pontifi-
gito. Inoltre il Pagnini rammenta più cale, e la leggenda: Episcopus Rainerius;
alti di vendita fatti in Volterra dal 1204 e dall'altra parte con una Croce (come
al 1 234, ne'quali tutti si contratta a mo- quella che si rappresentava nell'armedel
neta volterrana. Il Muratori nelle Dis- popolo volterrano), e nel suo contorno le
sertazioni, Dissert. 27.': Della Zecca, lettere: De Fulterra. Aggiungesi nello
e del diritto o privilegio di laltef mo- stesso ordine, che la moneta debba con-
neta, dice nel 574, non aver
t. 3, a p. tenere 7 oocie d'argento e 5 di lega per
potuto trovare alcuna moneta di Vol- ogni libbra di peso fiorentino, e che sia
terra, e solo ne inferì l'esistenza di sua prima saggiata e approvata dal saggiato-
zecca da un istroinento scritto nel I23i re vescovile; e qualora tal moneta fosse
in Rieti, col quale Papa Gregorio IX in- trovata di minor peso e di meno quanti-
vestì del comitato d'Ascoli il vescovo di tà dell'argento prescritto, si debba rifon-
quella città, sub annuo censii centiini li- dere per ridurla del peso e bontà voluta
hrariini Vidleranensis inonetae. Il per- dal detto ordine. Rispetto alla valuta de'
chè il Zanetti, Delle Zecche d'Italia, soldi volterrani, il Pagnini riporta la ri-
aggiunge, aver le monete e lire di Vol- cevuta rilasciata nel i335 dal vescovo
terra in Fermo un giro grandissimo, e R.anieri a un sindaco della badia di Mor-
per nulla inferiore a quelle di Ravenna rona, che gli pagò soldi 4^ di denari u-
archi vijdagli statuti del comune Volterra- pontificato). Contrastano Volterra, Bie-
uo, e dagli atti de' difensori della libertà da e Polimarzio d'aver dato natali a i
di Volterra ne'capitoli di conveuzioni co- Sabimano (F.) fatto Papa a*i3 settem-
gli E nel i3i5
appaltatori della zecca. bre 6o4- Ebbe pure arcivescovi e vesco-
fu proibito il monete allora
corsu delle vi, e quelli della patria li riferirò nella
coniate da'cortonesi, mentre nel i32i la serie; ed altri prelati, fra' quali si rese
repubblica fiorentina proibì i fiorini d'o- più celebre il già lodato Mario Guar-
ro stali tosali, le monete di Perugia, nacci decano de' votanti di Segnatura e
di Cortona, di Lucca, e quelle che il canonico Lateranense, continuatore dei
vescovo Ranieri di Volterra faceva bat- Ciacconio nelle Filae Pontificiint Ro-
tere nel suo castello di Berignoue, oltre manoruniy et Cardiiialium, compilate
altre di altri. Si può vedere il Vettori, // per ordine di Benedetto XIV, e autore
Fiorino d'orOy p. 194 e aoi. Il mede- delle Origini Italiche, e di altre opere.
suiio vescovo e in detto anno accordò Cosimo inghirami canonico Liberiano,
facoltàad una società di monetieri, di esimio dottore, filosofo e poeta.
Bernar*
battere moneta in Cerigoone di 7 oncie dioo Inghirami votante di Segnatura e
d'argento e 5 di lega per ogni libbra. segretario de's. Riti, A. Cecina discenden-
Dupo la metà del secolo XIV non si te da' red'Etruria, primo tra gli auguri,
rammenta più né le monete né la zecca celebrato da Cicerone, e da cui discesero
di Volterra, poiché i piccoli neri, proba* altri illustri. A. Persio Fiacco poeta sa-
bilmeultì per concessione de' vescovi vol- tirico, fìoritosottoiNerone. Raffaele Maf-
terrani accordala agli abbati del mona- fei (da (|uesto stipile derivarono i Malfei
siero di s. Galgano, si fu^isero coniati in di Verona e di Roma, in cui fiorirono
quella grandiosa badia di Muntesiepi, i- cardinali, vescovi e personaggi dottìssi*
gi'orandosi r epoca. L'antica arme di mi) detto il FoUerrano o rolaterranusy
Volterra era ed é il Grifo che afferra co- Dato nella metà del secolo XV, scrittore
gli artigliun Serpente, sebbene il popolo apostolico di Paolo (comedi Eugenio II
prese per arme la Croce rossa in campo IV lo era slato suo padre Gherardo, e
bianco. Il sigillo pure si formò del Grifo segretario di Calisto 111), compose Com-
colla Vipera u Serpente. Nella torre so- mcntarioruni rerum Urbanorum, così
pra il palazzo pubblico, é posta in mezzo intitolati perché li scrisse in Uoma ; Coni-
l'arme del comune, e da una parte quella mentaria de ìMngislraiibus et Sacerdo-
del popolo. Fiorirono in Volterra molti ùis Rornanoram ; Fiiae Sumnwruni
illustri, in santità di vita, nelle dignità Ponlificwn Sijcti IF,ct Innocentii F lU^
C' clesiasliche, nelle sciente^ nelle lettere, JlfXandri /'/, Pii Ilf, Venetiis i5i8;
nelle arti e nell'armi : qui mi limiterò a Pila s. Vicloris niartyriv, cum translU'
riterirne alcuni, ed altri in progresso liane rtliquiariini ejus /^olaterraej etl
dell'articolo. Dopo il glorioso martìrio di altre opere, Jacopo Gheranli o proba-
8.Pietro, avvenuto a'29 giugno dell'an- bilmente de'Maffei, detto il follerranOy
no 69, senza che vacasse la s. Sede, nel segretario del cardinal Jacopo Amman-
dì seguente fu eletto 2.° Sommo Ponte- Pavia, di Sisto IV, d' In-
nati detto di
tioe s. Lino ( y.) di Volterra della fami- nocenzo Vili e di Giulio 11. Scrisse il
glia. Mauri o Morigia, già suo Ficario Diariuni Rontanum dall'anno i479 "'
ili Ixuina (nel quale articolo, o voi, XCiX, 14^4, ossia giornale urbano di Ruuiu,
VOL VOL 55
di quanto in essa e nella corte dì Sisto Roma ha Chiesa di s. Giacomo
di lui la
IV accadde, presso il Muratori, Rerum degU Incurabili [F. : ma al presente vi si
ffnlirarnm Scriptores, 23, p. 85, il t. operano grandi ristauri),il Palazzo Lnn-
qiirdecrede che fosse spinto più innanzi, celioni {
f^.) e altro. Tommaso Fedra In-
e che continuazione siasi perduta. Mu-
la ghirami, letterato insigne del XV seco-
ratori prova altresì, che Jacopo da Vol- denominato F<'^rrt dalla celebre omo-
lo,
terra fu confuso col detto cardinale dal nima tragedia che compose, cui concesse
Vossio e dall'Alberti, forse indotti in er- la laurea di poeta l'imperatore Massimi-
rore, perchè nell'edizione de' Comnien.' liano ì e per lo stemma l'aquila bicipite:
tari deli'Aminaiinati vescovo di Pavia, i fu canonico Vaticano e accolito pontifì-
due primi hbri sono intitolati: Jacobi cio. Jacopo Inghiramì, ammiraglio delle
cnrdinnlis Ptipic.nsis; ed i susseguenti, galere toscane sotto Ferdinando I, e co-
Jticohi f'oltcrrnni rnrdinalis Pap'wnsis. mandante di esse all'espugnazione di Ro-
Inoltre compilò la f'^ita di tal cardinale, na nel 1607, e in altre prodi imprese.
e un Diario t\e\ di lui viaggio in Toscana Raldassare Franceschini detto Volterra-
e ritorno in Kcjraa, e ad esso si deve la no il giunioie, per distinguerlo da Ric-
conservazione dell' Epistole e de Coni' ciarelli, valente pittore, massime a fresco.
mentori del medesimo cardinale. Fmal- Cav. Belisario Vinta, i.° segretario di
menle Jacopo Gherardi Volterrano, fun- stato del granduca Ferdinando I, detto
se vane legazioni per Innocenzo Vili, V Alcide della Toscana. Wào Mannucci.
al duca di Milano, alla repubblica fio- Giovanni Villafranchi. Gio. Francesco
rentina, ed a Ferdinando re di Napoli. I Pagnini, autore dell' eccellente trattato
Nel i5i4 Leone X lo lece vescovo d'A- sulle Decime. Riguccio Galhizzi storico
quino, e pieno di menti morì in Roma del granducato di Toscana.Fahv'\i\o In-
nel settembre i5i6. Paolo Alessandro contri valoroso colonnello pontificio. An-
Malfei, di cui si hanno più opere, e solo tonio Serguidì i.° segretario di stalo di
ricorderò f^ita di s. Pio f^; L'immagi- Cosimo I, Francesco I e Ferdinando /
ne del yescovo rappresentalo nelle virtìi grauduchi. Camillo Guidi letterato e po'
di Boxsuet. Daniele Ricciarelli detto da litico insigne, ambasciatore a più sovra-
ambo le ai ti, il suo capo d'opera è la De- d'Enrico IV con Maria de Medici. Camil-
posizione dalla Croce nella Chiesa della lo Gnidi ammiraglio e generale di Cosi-
ss. Trin'tà de' Alanti (/'.) di Roma, dal mo III, che si distinse in militari impre-
Poussin annoverato tra' capolavori della se.Di tale famiglia fiorì Paolo Francesco
pittura, colla Trasfigurazione di Raifaele, suo figlio, prima vescovo d'Arezzo, indi
eia Comunione di s. Girolamo del Dooie- arcivescovo di Pisa. 1 Minacci vantano
nichino amato dal Buonarniotì, si vuo-
: molti illustri, e per ultimo Ferdinando
le ohe lo aiutasse, lìgli poi impedì che arcivescovo di Firenze. Storico patrio fa
nella Cappella Ponli/icia{f.) della Si- Giuseppe M.^ del Rava, altro essemlolo
slina toglieS!>e il famoso Giudizio fina-
si Lorenzo Aulo Cecina. £ per non dire
le di Ruonarruoti, velandone con panni d'altri, fratelli p. Inghirami sullod.ito e
i
sottili le parti nude indecenti, onde fu cav. Francesco ben cogniti per le loro in-
detto il Bragheltone. Per la patria di- teressanti e applaudite produzioni scien-
pinse inessa la Strage degl'Innocenti, che tifichee letterarie. Il Marchesi nella
meritò collocarsi nella galleria di Firen- Galleria dell'onore, riporta un copioso
ze. Suo nipote e allievo Leonardo Ric- novero d'illustri volterrani, vescovi, ca-
ciarelli, fu valente stuccatore. Francesco pitani eletterati. Nel 1845 Volterra can-
da Volterra scultore e «neglio arcb- tetto ; tava circa 12,000 abitanti. Altre anti-
56 VOL VOL
cbilà di Volterra sono la sotterranea ca (Il Marchesi in vece dice : Le acque
Piscina Etrusca e le Terme antiche. La salse estralle da'pozzì, ed a forza di fuo-
i." situala presso la cortina naeridicuaie co consolidate, somministrano tanta co-
del Maschio, è un ampio edifizio che ser- pia d'ottimo sale, che sovrabbonda al
vì di conserva d'acque, con alte volte, consumo ordinario della Toscana.) Esi-
scoperta dal Gori. Gli avanzi delle ter- stono poi a Monte Catini e a Monte Ca-
me, fatte costruire dall' imperatore Co- stelli miniere di rame ; cave di zolfo a
modo, le scoprì mg/ Guarnacci neh 761 Fontebagni presso la Pomerance e ne'
vicino alla Postierla chiusa di s. Felice, contorni; calcedonie e pietre dure di va-
ì musaico si collocarono
cui bei pezzi di ri colori a Monte Rufolij a Monte Cer-
nelmuseocivico. Rimontanoalllsecolodi boli e Castelnuovo i così detti Lagoni,
nostra era e si formavano di 6 stanze, con dalle cui acque bollenti, pregne di zolfo
colonne e fregi di marmo. Negli scavi del e di diverse sostanze saline, si ricava in
segnatamente dal 1730 io poi,
territorio, copia acido borico puro, con cui si com-
furono trovati ipogei, sepolcri, avanzi di pone il sottoborato di soda, ossia borace,
fabbriche, iscrizioni, sculture e anticaglie per mezzo dell'evaporazione in caldaie di
etrusche. Da essi si conobbe che le rino- piombo riscaldate dall'abbondante vapo-
mate raanifalture d'alabastro di Volter- re che s'innalza da'Lagoni medesimi, in*
ra principiarono al tempo degli etruschi, gegnosamente coartato e incanalato; ivi
nia in seguito per molti secoli cessarono, presso celebri terme salutari saline, dette
e solamente si torna a trovare urne sto- Bagni a Morbaja\ Mocaio carbon fossi-
riate e alcune statue scolpite nella pietra le; altroveallume, amianto, raiemite, ve-
tufacea di grana fina o luraachella, sulla triuolo, e tanti e tanti altri minerali e
fine del secolo XV e successivo. Uno svi- non comuni prodotti naturali che trop*
luppo assai maggiore degli alabastri vol- pò lungo sarebbe il noverare, e che qua-
terrani si è mostrato da circa il decli- siad ogni passo, per così dire, si rinven-
nar del passato secolo in qua, special- gono, come ne fanno fede il Targioni, l'in-
mente in vasi, colonnine, tavole a colori gegnere Carlo Martelli nel suo opuscolo
e in lavori di ornato in varie forme, che pubblicato nel i843 col titolo di agri-
ognora vanno con eleganza ralTmandosi coltura, Industria e Saline J^ollerra'
mercè gli studi del disegno, producendo ne, ed altri rinomati geologi, in delti e
un profìcuo ramo di commercio per gli in altri luoghi egualmente compresi nel
artisti della cilià. Non mancano altre in- territorio di Volterra. In addietro diverse
dustrie, ed é notevole quella del ramaio. cave prossime alla città somministrava-
Ogni sabbato vi è il mercato, e vi hanno no a' volterrani il parlato alabastro, ma
luogo due fiere annue, la i." a' i6 ago- dappoiché furono attivate le cave della
sto, la 2." nel terzo lunedi di settembre. Castellina marittima, distante 6 leghe
II suo territorio produce vino, olio, gra- da Volterra, che danno un alabastro più
no e altri generi; abbonda di molte pro- bello, di là si trae la maggior parie della
duzioni che richiamano 1' attenzione del pietra greggia per lavorarsi nella città,
geologo e del naturalista. Alle mentovate dove sempre crescente industria va
la
iscrizione che esprime la pubblica rico* fabbricata da natie persone, e poi da Tir-
nosceuza verso granduca Leopoldo li,
il reno re de'Lidi venne accresciuta. Altri
per le nuove strade mercè la sua regia l'impugnano, e vogliono che l'origine di
munificenza state ultimamente aperte Volterra debbasi attribuire assolutaiiien«
all'industria e al commercio, le quali mi- te a Tirreno. Osserva il Cecina e dimo-
gliorarono le condizioni di Volterra e stra Gori, essere molto pericoloso il rac-
del suo territorio in cui furono costruite. contare storie de'falti e degli avvenimenti
Di più il medesimo sovrano con decreto degli antichi toscani perchè gli scrittori li
de' i6 agosto i856, riferito dal n. igD mescolarono con favole, e così resi oscu-
del Giornale di Roma, concesse la f^ia ri e dubbi. Anche il Marchesi tratta de'
Ferrata (f .) da Firenze al confine del- fondatori a cui fu attribuita la sua origine;
lo stato di s. Chiesa, per Arezzo, col no- e quanto all'etimologia, ouimessa (jueila
me di Strada Ferdinanda. Alla brevi- del fantasticoAnnio (poiché dissi nel voi.
tà del riferito e de'cenni storici seguenti, CI, p. 281, che Volterra fu ed è una so-
potranno supplire, oltre il lodato eh. Re- la, cioè questa che descrivo), il Volaterra-
petti, e altri menzionati scrittori: Ughelli, DO ne' Commentari Urbani afferma che il
Italia sacra, 1. 1 , p. 1 4^ 5 : P'olaterrani suo nome proviene da f^ole, vocabolo e-
Episcopi. Scipione Ammirato, Storia spressivo d'un luogo forte. Il sito venne
de vescovi d'Arezzo, Follerra e Fieso- egregiamente descritto da Strabone. Af-
le, Firenze 1637. Antonio Giorgi deca- ferma Dionisio d' Alicarnasso, che il suo
no della patria cattedrale. Istoria delle popolo fu uno de' XII quali costituiro- i
accresciuta d'altre notizie ìstorichednl poca del di lei splendore non deve con-
cav. Flaminio Dal Borgo nohil patri- siderarsi anteriore a' tempi decisamente
zio pisano e volterrano ^ giureconsulto e istorici. Il qual vero si dimostra oe'suoi
58 V OL VOL
sepolcreU numerosi, nell'iscrizioni, sta- in grado dì mismarsi co' vincitori, e nel
tue, l>assorilievi, ornamenti, ed in molte 488 di Roma 1' Italia tutta fu costretta
dflleXII capitali dell' Etruria media, e za ascrivendoli alla rouìana tribù Sabi-
niuno sarà per dubitare della sua polen- tina, con facoltà di darsi leggi statutarie
l'antico suo contado, a partire cioè da Val civile fra Mario e Siila seguitavano le
diM erse si no a Meletosidl'Elsa.edal fiume parti del 1." , sicché nella rovina di lui
Fine smo a Populonia longoii mare; sen- furono accolti dentro la loro città gli a-
za dire de' nobili vetustissimi monuu»en- vanzi del vinto e disperso partito Mtria-
ti rammentarci molli sepol-
d'arte, senza no. Il generoso coraggio io quella circo-
cretichead ogni passo ne'std^urbii di Vnl- stanza da' volterrani mostrato col tenta-
terra si scavano, e senz'aggiungere, che re di far fcoote essi soli in Toscana al fe-
ì romani dopo aver combattuto per lun- lice dittatore SiHa , ed il costante ardire
ghi anni co'toscani più vicini al Tevere, di arrestare per due anni sotto le loro
alla fatai giornata con tanto furore nel- mura le vittoriose falangi Stilane, indica
l'anno 444 avanti l'era corrente fra'ro- baslanlemenle quanto i volterrani anti-
rnani e toscani presso ti lago Vadimone chi tenessero in pregio il diritto dt-ll' o-
combattuta, e fama che gli etruschi fos- spitalità, e quanto poco paventassero le
sero comandati dni un loro LucumoneE- ven<leir« di chi allora fu assoluto padro-
lioVolterno o Volterrano ; per cui è da ne di Roma e della repubblica. Che se
concludere, che quella disfatta abbattè dopo due anni d'ostinato assedio i volter-
oltreroodo la sua potenza e antica gran- rani dovettero capitolare uell'accettare da
dezza, mutando l'usata prosperità dell'e* Siila una colonia militare se poco dopo ;
trusca forttma. Quindi è che ogni altra si andò pubblicando la legge agraria, che
azione bellicosa posteriore firn sempre dovea togliere a'volterrani e agli antichi
colla peggio de'toscani, sebbene con som- aretini gran parte de'loro beni, per darli
mo valore e ostinatezza una giornata cam- a de'furibondi soldati, con tuttociò le co-
pale i vollerranni 12 anni dopo, nel 4'5'6 lonie Sillane non li otteimero, perchè la
sostenessero, uniti a'XII popoli etruschi, divisione de'possessi fu prolungata in gui-
eda'sannitie galli, Tutlavolta Fabio Mas- sa che 3o anni dopo, appena nominato
simo se li vinse, non li soggiogò. Il qual dittatore Giulio Cesare, in grazia del som-
fatto conferma, che a quell'ora i romani mo oratore romano Cicerone, fu dato or-
erano di già penetrali nelle parti più oc- dine di liberar l'agro volterrano e quello
cidentali dell'Etruria', per cui la batta- arelinodall'obbligodi ripartire i prediide-
glia dita nel 47^ o474^' R''""' dalcon- gli abitanti indigeni a'coloni Sitlani. Im-
sole Tiberio Coruncano , dimostra ab- perocché non solamente fu fatto conosce-
bastanza che gli elru^chi non erano più re ciò da Cicerone nell'ii'/j/.yf. 16 ad Atti-
V O L V O L 59
co, e nelle familiari Epìst. 4 e 5 tliielle qiiesl' opera si ha, che ila Augusto, colla
a Q. Valerio Orca lej;alo e propretore legl^e Giulia, fu riparlila a'Iegionari una
in Toscana per Giulio Celiare, ma più ili gran parie de'cauipi e ilelle selve lungo
tutto onorevole pe' volterrani fu qufi pas- la via Aureiia vecchia e nuova, dove si
no, al pari del Lunense, e del Fiesolauo, dedotte ad Aiezzo si dissero FidenseJtt-
ora Fiorentino, venne assegnato loro se- liensìs mentre non si fecero distinzioni
,
condo la legge Giulia. Il <|uul fritto dovè fra la colonia SiHana e Triumvirale di
accadere fra 728 di lloma,
l'anno 724 « il Volterra, siccome non lo fu di quella di
corrispondenti agli anni 3o e 26 a vanliGe- Fiesole, sebbene l'ultima prendesse il no-
su Cristo. Infatti al 726CÌ richiama una me Colonia Fiorentina, ^oni\e ^n\ eh»
*\\
che nel 724di Roma sotto il ^.^ consolalo suo popolo non soggiacesse agli ordini
e
d'Ottaviano, enei ^4° sotto con$<jli G. i leggi che un senato apparenza, gl'im-
in
Cornelio Lenlulo e M. Licinio Grasso, peralori in sostanza, ioiponevano a'sottu-
a più di 200,000 legionari furono asse- posti in quel va>to impero. In fatti sotto il
gnuli moltissimi predii, o pubblici o tolti governo dell'imperatore Tiberio o del suo
h' Donde ne conse-
municipii d'Italia. successore furono istituiti in Volterra i
guila, che deduzione della 2.' colonia
la Seviri Augustali, ad uno de'quali fu eret-
Volterrana ossia Triumvirale, fo»se Ira ta in questa città la statua di marmo,
quelle designate dal governo d'Ollii»ia- che monca si vede in un suo sobborgo.
Ilo Augusto fra il 724 e il 740 di Roma, nella cui base, verso ili440i si leggev*» il
Sul (piai proposito è da notare, cheque' nome del seviro augustale cui era stata
predii erano stati conseguiti molto lem- innalzata. Un fitto per altro inerita d'es-
poni nanzi da'soldali roQkani con diritto e- sere rilevato, a onore grt ridissi (no di Vul-
rcdiidiio, setoudulìaibu, /^(i Culauiis. Da terra, quello cioè di essere in questo 2.°
6Ó V O L VOL
periodo storico derivalidi qua diversi uo- fosse ucciso e disperso da Stilicone, pure
mini celebri. Fra'primi de'quali va rioo- insegnò ad per calare in Ita-
altri la via
xuinato A. Cecina seniore, qualificato da lia ; e ciò poco innanzi che Vandali {V.) i
tro Giulio Cesare ; ed era forse quel Ce- naie rovina dell' impero occidentale era
cina padre d'un altro A. Cecina giuniore riservata ad Odoacre re degli eruli nel
stato condiscepolo e amicissimo di Cice- 476, il quale fu debellato e ucciso nel
rone, a commendatizia del quale fu scrit- 493 da Teodorico re degli Ostrogoli{V.).
ta YEpist.8 del lib. 6 delle Familiari a Nel lungo dominio di tal principe, tran-
T. Furfano proconsole di Toscana. Fra' ne alcune eccezioni, egli seppe affezionarsi
nobili di tal prosapia vi furono C. Ceci- ipopoli vinti, richiamando in uso le leg-
na volterrano signore di quadrighe , il gi e le magistrature del cessato impero,
quale da Roma inviava l'avviso di qual- e col fare risorgere commercio e le arti,
il
che vittoria agli amici di Volterra con fra le quali l'agricoltura madre di tutte.
dare il volo ad alcune rondini reduci a' Con Teodorico, morto nel SiG non si ,
loro nidi, al dir di Plinio, Hist. nat. lib. estinse il regno gotico, poiché 27 anni do-
IO, cap. 24. Ma il più noto di tutti di- po espulsi da'greci eserciti goti d'Italia i
venne quel Decio Cecina, cui riferiscono per opera di Belisario e Narsete capita-
due iscrizioni edite dal Grutero a p. 286 ni di Giustiniano I, alla cui dominazione
e 287, una delle quali dedicata agli Au- sisottomisero, barbari invasori furo-
i
gusti Onorio e Teodosio li, e l'altra ad no ben presto rimpiazzati da gente an-
Arcadie trionfrjtore nel tempo che lo
, che più feroce Longobardi (^.) nel
, i
slesso Cecina era prefetto di Roma e che 568 condotti dal re Alboino. Il più degli
possedeva nel territorio di Vada una gran- storici convengono, che tutto il restante
diosa villa descritta da C. Rutilio Numa- del secolo VI riusci calamitosissimo per
ziano che vi pernottò, quando u.i Roma preda de'longobardi, per cui
l'Italia fatta
tornava in Francia sua patria. Era forse pare che anco in queli." periodo di loro
il figlio o lo stesso D. Albino Cecina, con- dominazione, eziandio a'volterrani fosse
sole nell'anno444<^o"l'''"PC''^'^0'"^ Teo- tolta una parte del loro territorio, fra le
dosio Il la 8.^ volta. Finalmente nel I se-
I Maremme di Vada e la Val di Cornia,
colo della corrente era , Volterra die' al quando fiume Fine cessò di servi-
cioè il
vescovo Gaudenziaoo, vale a dire fra il stanza di Guido vescovo diocesano, che
688 e il 700. Concorre a dimostrarlo un silamentava del conte e degli altri roi«
atto di donazione rogato in Volterra nel nistri pubblici rispetto al gravoso modo
782, nella dominazione di Carlo Magno che essi tenevano verso il suo clero e lo-
fin dal 7^4 succeduto all'estinto regno ro servi nell'esazioni de'diritti reali, con-
longobardo, ma col titolo di re di esso, cesse al detto vescovo e suoi successori ,
col quale atto Ramingo fìglìo del fu Ro- non che al clero,ogniesenzionecivile da'
doìno castaido di Volterra otrrealla cliìe- conti, accordandosi pure il diritto a'me«
sa di s. Regolo in Gualdo , posta nella desimi prelati di richiamare a se le cause
Val di Cornia , i beni ih'egli possedeva a ciò relative, e di definire le liti median-
indivisi con altri 5 fratelli. In altii alti te il duello. Lo stesso supremo potete fu
cioè comprovato. Dal regno di Carlo Ma> continuato a'successori del vescovo Gui-
gno in Italia cominciò iu questa un'al- do, fino alla pacedi Costanza. Leggo nel-
tra specie di colonie militari, ad oggetto le Notizie , che avendo Carlo
istoriche
dì ricompensare un vistoso numero di si- Magno governo delle città italia-
diviso il
gnori franchi discesi alla coda dfgli eser- ne in ducee, marche e contee, con varie
citi, oppure col fine di aifezionarsi il capo sorta di giurisdizione, a'duchi, marchesi
del clero in molte città vescovili della no- e conti, quel marchese che presiedeva a
stra penisola. Fu allora che prese piede Volterra presiedeva pure a Firenze ed A-
maggiore 1' uso o piuttosto deplorabile
, rezzo, poiché le 3 città costituivano una
abuso, di ricompensare quegli uffjziali, sola Marca. Successivamente Volterra ub-
accordando loro in commenda ricche ab- bidì agl'imperatori e re d'Italia discen-
bazie, molti stabilimenti pii, oppure as- denti e successori di CarloMagno, e quin-
segnando loro in feudo città, terre e ca- di pure a Berengario I, aire Ugo e al suo
stelli con più o meno vasti distretti. A- figlio Lotario associato al regno nel gS r
perta una volta, sotto altro titolo, questa e dopo di essi a Berengario 11 e ad Adal-
strada, l'usurpazione si convertì in uso, berto di lui figliuolo. L'imperatore Ot-
talché i benefizi ecclesiastici, come i feu- tone dopo aver privati del regno due
I, i
vescovo o al niinislro imperiale. Il gover- manifesta più che mai nel diploma de'
no o potere imperiale continuò general- 16 agosto I 189, quando Enrico VI gli
mente a mantenersi in vigore nella To- concesse, insieme a'suoi successori, a ti-
scana, fino alla pace conclusa nel i i83 tolo di feudo la zecca di Volterra coll'ob-
in Costanza fra l'nìiperatore Federico I, bligo d'annua retribuzione al regio era-
e le città di Louibanlia co' loro fautori. rio di 6 marche d'argento al peso di Co-
Da tale epoca, il Repetti coDiincia quella Ionia. Enrico Testa legato imperiale in
di Volterra Repubblicana. I primi segni Toscana, stando nel Borgo di s. Ginesio,
freroancipazioiie dagl'i ni pera tori aleman- nel; igo prese a mutuo dal principe ve-
ni accadilero in molle città della Tosca- scovo Ildebrando f)er servizio dell'impe-
na sul finir del secolo XII , e quanto a ro,1000 marche d'argento, assegnando
Volterra nel vescovato del potente Ilde- in compenso al prelato tutte le rendite
brando Fannoccliieschi, che ottenne dal regie di Lucca, Gitlcno, Cappiaiio, Fu-
l'imperatore e re d'Italia Enrico VI il ti- cecchio. Massa Piscatoria, Orentano, s.
tolo di principe dell'impero, lasciato poi Minialo e del Borgo s. Genesio, con una
a' vescovi di Volterra suoi successori, con parte del pedaggio di C'istel Fiorentino,
vari luoghi e castelli della diocesi volter- tutto (juello del Castel di Poggibonsi e
rana. Uno di questi diplomi 1* avea già del Borgo di Gena, le rendite del castel-
ottenuto il vescovo Galgano
Pannoc- I lo e corte di Catignano,il tributo di 70
sa, ma quello ancora della città di Vol- no all'estinzione del debito delle 1000
terra e di molti altri luoghi, previo l'one- marche da lui somministrate. Dopo che
re di dover corrispondere alla camera le città italiane si sottrassero alFalto dal-
imperiale un'annua responsione feudale, la soggezione de'marchesi e de'conti, ed
^on meno di 70 fra ville, castella e ler- a poco a poco cominciarono a reggersi a
V O L V O L 6Ì
repubblica, ed a crear consoli e po(lesȓi, geva a Comune ; seguendo negli fumi
riconoscendo solamente l'imperatore se successivi alti di sotlotuissione e uhbi*
era furie, e togliendosi dalla sua ubbidieii- dietiZ'i alla città, di molte castella e villag-
la se debole; quindi cercavano di rifarsi gi, signori e magnati del contado, ponen-
sopra i principi e nobili loro vicini, aiin dosi sotto la sua protezione per essere di-
corcliè ecclesiastici, e se questi nobili sog- fesi. Né mancano esempi d'acquisti fal-
giornavano nelle proprie terre e castella li da Volterra, di castella e territorii. Lo
senza curarsi d'abitar nella città, coniìu statuto poi del 1207, dice Uepetti, toglie
ciarono ad obbligarli a sottoporsi ad esse ogni dubbio sul cessato dominio tempo-
e abitarvi due o tre mesi anno, ed dell' rale de'roitrati di Volterra, poiché in es-
a prender la loro cittadinanza. Tanto tro- so è prescritto il modo del giuramento
vo fatto da Volterra nel i 1
98, in cui per la da prestarsi da'pode-ilà e da' consoli >»d
I.' volta figura il podestà. Dell'inìportan- onore di Dio, de'Sanli, della città e Co-
za politica del vescovo Ildebrando fa fe- mune di Volterra, senza farsi alcuna men-
de la parte ch'egli prese nel laooco'fio- zione de' suoi vescovi. Ma succeduto a
rentuii alla guerra di.Sen)if<>nte, ed il tro- Ildt-brando, fra il (2 1 1 e il 1212, Pa-
vai loanche nel marzo i2o5 ini quHiìtà gano Panocchieschi di lui nipote, e pre-
di capo della lega de Guelfe (f^.J di To- tendendo egli riacquistare quel don»iiiio
scana, presiedere in s. Quirico un soleti- che non avea potuto ottenere il suo pre*
ne giu<licato coli' assistenza de' rappre- decessore, incontrò de' forti ostacoli nel
sentanti delle città di Firenze, Lucca, Sie- popolo, talché il comune di Vollerr.i per
na, Perugia e Aiezzn; il che induce a liberarsi dalle rensuie da lui fulminate,
suppone, che Ildebrando si regolasse » si appellò a P8|)a Innocenzo MI. Per'»
seconda de' tempi, ora Ghibellino (^.) ad onta di ripetuti inviti e giudicati. Pa-
e amicissimo di Federico i e Enrico VI, gano non volle cedere alle sue pretensio-
ed ora guelfo divolo al Papa e importu- ni, e solo prima di morire nel 289, alle 1
no alla parie imperiale. Frattanto cit- i preci di molti amici egli s'indusse ad as-
tadini di Volterra non sembra che sof- solvere i volterrani tutti dall'interdetto,
frissero in pace il do[)pio dominio spiri- ^on debbo tacere, che trovo nelle Noli-
tuale e temporale del loro vescovo, dal zie storiche, il taciuto dal l\epetli. iNel
quale tentarono ogni sforzo per eiuanci- corso (Ielle controversie, che si agitava-
|)arsi. Laonde a' 3 maggio 1 196 i con- no fra Pagano e il comune di Volterra,
soli e consiglieri di Volterra da una par- aveano giurato volterrani d'ubbidire, e
i
a nome del comune, senza interpellare, giore e minor consiglio, eil i toro fauto-
né prenderne licenza dal vescovo princi- ri ; e pose r interdetto in Volterra, con-
pe; di che sonovi altri esempi del 198 1 cedendo il perdono de'peccali a tulli co-
e I 199, al (piale ultimo unno si riferi- loro che avessero aiutalo il fesco*© Pa-
scono gli statuti couiunitiitivi più antichi gano contro i volterrani. Le Notizie ri-
di Volterra. Perciò si può asserire, che portano ancora le cose avvenute in se-
ali.» fine del secolo XII Volterra si reg- guito, (oa io debbo coiueutarmi appena
64 Vo L V O L
riferire la pace seguita nel 1220 tra il tre egli era al campo davanti Vllerbo,-
vescovo e il comuoe di Volterra, con in- con atto de'4 novembre 1243, affittò per
tervento del vescovo di Firenze legato due anni mediante lo sborso di 1 1,000
pontifìcio, pace di poca durata ; alteran» lire ad un mercante fiorentino le minie-
dosi nel 1226 235, ricominciaro-
e nel 1 re d'argento di Montieri, insieme co'pro-
no gravi discordie, onde Pagano si la- venti de* pedaggi che pagavano all'era-
mentò con Gregorio IX, delle stragi, sac- rio regio i comuni di s. Miniato, Val di
cheggi e incendii commessi da'volterrani Nievole, Valle Ariana e Val di Lima. Più
nelle castella di sua giurisdizione. Il Pa» nel 1246 Federico d'Antiochia vicario
pa ne avvertì il generale consiglio a ri- imperiale in Toscana, liberò per 3 anni
parare danni, e di astenersi in avveni-
i il comune di Monte Vollraio dagli oneri
re da simili attentati. In vece volterra- i dovuti alla corte imperiale, tranne l'ele-
ni s*inasprirono,e posero a ferro e a fuoco zione del podestà. Accadeva tutlociò nel-
il castello di Vecchienna. Allora Grego- l'epoca in cui i volterrani, al pari di mol-
rio IX li minacciò d'interdetto e disco- le città, erano divisi fra loro d'opinioni
mimica, se non avessero riparalo al mal politico-religiose insorte fra Federico II
Volterra e il suo territorio. In falli men- belhuo, per cui mosse la sua oste, prima
VOL VOL 65
nel 12^3 contro Pistoia che si teneva a cellieri, insorsero le fazioni de* Bian-
pHite ghibellina, e nel i254 per la stes< chi e de' Neri (/^.), che tosto facendo
sa ragione contro comuni di Siena, di
i pubbliche le private discordie, i bianchi
Vollena e di Pisa. Vedendo volterrani i si unirono a' ghibellini, i neri a'guelfi^
l'esercito fiorentino presso le mura, con cosi in Firenze, Lucca e altrove: infelici
gran furore uscirono fuori alla battaglia nomi rinnovati ne' nostri miserevoli e
senz'ordine, e aspramente assalirono ne- i vergognosi giorni, come deplorai nel i.**
rono il lodo con molte dichiarazioni, da vescovo Ranieri III de'Belforti, e ostile
cui si viene a sapere, come il furore di la signoria di Firenze, rilasciando rap-
que'tazionari anco in Volterra era giun- presaglie sopra i volterrani. Però Enri-
to a vicendevolmente incendiarsi i pa- co VII nel 1 1 3 dichiarò il vescovo de-
lazzi, le case e le torri. Fu nel 1286 che caduto da tutti i privilegi e feudi impe-
in Pistoia [V.) e per la famiglia Can- riali i ma quel principe nello stesso an-
VCL. CUI, 5
66 VOL V O L
no mon ficomutiicato dal Papa a Buon- lerrnni Rimi aderenti e seguaci, a danno
roiivenlo, con tlolorc de'gliibellini. Per dell, pirlf popolare di cui si era fallt)
tale avveiiimenlo, i 12 difensori di Vol- capo lo zio Rainoccio vescovo della cit-
terra, dopo aver questa con guerre cit- tà : que>l'ulliino essendo per soccombere
tadine balloglialo i sangemignaiiesi, en- alle foize maggiori, fu coslietto salvarsi
trarono nella lega guelfa e mandarono nel suo castello di Berignone, cedendo
la loro tangente di soldati al campo dei al nipote il libero dominio di Volterra.
fiorentini in Val di ^lev•ole. Dopo però AHaviano pre^e il titolo di capitano ge-
la vittoria d'IJguccione della Faggiuolii, nerale, e non è vero, come scrisse Gio-
capoparte ghibellino, riportala a' 29 a- vanni Vilhini, che fece uccidere due fra-
goslo i3i5 sull'esercito fiorentino, i vol- telli del vescovo; bensì assediò Berigno-
ed i volterrani alia Scomiim'ca (F.), dai garono all'esame delle cose Donodeo ve*
cardinal d'Acquaspnrta, e prima e dopo scovo di Siena. Avendo Attaviano rinun-
da'vescovi Ranieri degli libertini e Ra- ziato l'occupata signoria, sciolto l'assedio
nieri de'Belforli, anche per avere i cit- diBerignone, liberali gli esiliati e per-
tadini fallo alcuni statuti pregiudizievo- messo il ripatrio, a'g febbraio i343,
li alla libertà ecclesiastica, e ritenendo venne sentenziata l'assoluzione degli sco-
ingiustamente la parte di Monte Castelli municali, e tolto l'interdello dalla città^
spettante al vescovato; nel y iilonii- i 3 i Deposta da Attaviano nell'anno prece-
nali dalla divina niisericordia, ricono- dente la liiannide, Volterra ad esempio
scendo i volterrani la loro oìiseria, sup- di Firenze che nel giugno 1 342 avea e-
plicarono Papa Giovanni XXll ad as- letto per capitano e conservatore del po-
solverli dall'ecclesiastiche censure, olTren- polo messer Gualtieri duca d'Atene e
dosi pronti ad annullare i detti statuti, conte di Bi-enoa, ossia loro signore, an-
restituire il ritenuto ingiustantente, ap- ch'essa a'2 5 dicembre i342 lo proclamò
partenente alla chiesa vulierrtina, e que- suo signore. Ma siccome a cagione dei
sta rifare de' danni che gli aveano ca- modi crudeli e irregolari da lui usati nel
gionalo. Il Papa gli esaudì, con solenne governare, i fiorentini formarono contro
assoluzione de'22 novembie i3i8, per di esso 4 congiuiediversein Firenze, e per
over i volterrani adempite le proposte la gran commozione e tumulto che con»
coudizioni. Dopoché il governo di Vol- tro di lui si principiò a sollevare in quel-
terra erasi avvicinato nuovamente a'pi la città a*26 luglio I 343, a'3 de! seguen-
sani, questi poi avendo aderito a Lodovi- te agosto venne obblig.ito a formalmente
co V il ^«l'flro, pretendente all'impero, rinunziare le dignità e preminenza che
fiiutore degli eretici e scomunicato, sic- godeva in Firenze, in Volterra e iti ultre
come acerrimo nemico de'fjorenlini, que- città, ed i suoi ulliziali furono espulsi.
sti interruppero ogni relazione con Vol- Cessata quest'altra tirannia, i volterrani
terra. Frattanto nel 1 34o la città fu riformarono il governo politico e n)iii-
Miettatrice di tragedie cittadine, quando lare con altri statuti, a tenore de'quali
il rav. Attaviano o Ottaviano Relforti, il magistrato de'suoi consiglieri di i 1 o
di ricchissima e potente famiglia, l'8 set- fu ridotto alla metà; e allora fu soppres-
tembre sì levò a rumore cou tutti i vol- sa la carica di capitano del popolo, e si
VO L VOL 67
deliberò che la nuova foiiezza eretta in usurpalo da Bocchiuo figlio di Attavia-
Volterra d'ortline o per contentare il du- uo. Ma poi iu uua sommossa ci ttad me-
ca d'Alene fosse data a custodire alla fa- sca di Volterra, alla cui testa erasì po-
miglia BeHorti, colla clausola che uno di sto colui che con segreta licenza di Bue*
essa risiedesse sempre fra' 6 capi reggi- chino Belforli avea ucciso dormendo
tori del comune. Le quali cose si man- un volterrano amico de'figli di messei*
tennero dal 1 344 3' i36i. Ma che il Francesco Belforli, io quel rumore resta*
governo di Volterra, dopo le ultime ri- rono morti alquanti di detti figli e altri
forme del 1 344i fion fosse tornato a par- imprigionati d'ordine del tiranno Boc-
te guelfa, e in vece propendesse nel con- chino, contro palli de'quali era malle-
i
della città e ne'principali paesi della sua pe pisane, poi al palazzo del tiranno, che
diocesi comechè queste generose con-
j pose iu carcere colla sua famiglia; quindi
cessioni, rinnovatea*i4 giugno i364 a furono maodatt a Firenze ambasciatori
favore del vescovo Pietro, non fossero per avere un capitano di guardia, e a
più ellìcaci di quelle fatte al vescovo Il- Siena per un podestà. I fiorentini, ch«
debrando da Federico e da Enrico VI. I ìb Volterra avevano inviato il capitano,
Quindi, o per timore d'irritar troppo i ottennero pochi giorni dopo dal popo-
fiorentini, o per la venuta in Toscana lo la custodia del cassero della città, a
della compagnia del conte Landò, o pel condizione che la rocca fosse guardala
tristo esempio di Siena, il governo di Vol- da loro per io anni; e intanto a'i3 di
terra si ravvicinò alla politica fiorentina, dello mese fu riformato il governo della
rientrando nella lega de'comuni di parte ciltà, ed io del seguente ottobre fu
a'
guelfa nel gennaio i356, e fu imitala da troncato il al tiranno Bocchino Bel-
capo
Siena e da altri popoli. I Belforli rien- forli, dopo esser siala introdotta in città
trarono in grazia de' fiorentini, e questi la cavalleria de' fiorentini. Dojlochè i
furono soccorsi da Volterra nel i359 volterrani riformarono co'quinti e sesti
per l'assedio di Bibbiena. Indi i fioren- statuti la ciltà, i 12 difensori deputarono
tini pacificarono tra loro i Belforli, nelle un sindaco con facoltà di cedere per 6
controversie insorte per cupidità di do- anni a'Gorenlini la custodia del cassero,
rainio,. quello della città esseodo slato e di promettere ^e i voUerraui noa
68 VOL VOL
avrebbero eletto a loro podestà, oè ad dò vieppiù tarpando la propria liber-
altri ufTjziali tnÌDorì, persona alcuna che tà, giacché il governo nel 1370 accon-
fosse meno dì 3o miglia lungi da Vol- sentì di spogliarsi della custodia della
terra, eccettuandone però i cittadini fìo- città, col permettere che le chiavi delle
rentini e quelli della famìglia Ceccioni o porte stessero nelle mani del capitano
Ciacconi di s. Miniato. Quindi nello sles- del popolo, per tutto il tempo che a'fìo-
dovico di delti Ceccioni in podestà, e fiorentini avessero posto sotto la loro giu-
meritò poi d'esser anco capitan genera- risdizione il castello e uomini di Monte
le, con ordine che sì ponessero guardie Castelli, nel i38i lo riebbero, rinno-
alle contrade dentro le mura nuove e vando poscia i patti per altro decennio
sulle vecchie di Volterra. Sembra forse a'fìorentini di custodire il patrio cassero,
al Repelli questa la i.' epoca della pie- i quali vollero ancora la libera elezione
na sottomissione di Volterra a'fìorenti» del capitano e del castellano^ loro accor-
ni, cui i governanti aveano ceduto la data nel i385, con altre amplissime fa-
col tribunale ecclesiastico, poiché avendo statuti. Questiriformarono nel i4i !>
si
il podestà fallo porre in prigione Gra- da'quali risulta che il distretto Volter-
nello Belforti, per aver tentato di sov- rano d'allora si componeva di 33 minori
vertire il pacifico stato di Volterra e di comuni, non compreso il capoluogo del-
darlo in mano a'nemicì, fu la città sot- la città. Se ne leggono i nomi a p. 209
toposta all' interdetto per sentenza del delle Notizie isloriche, altro più antico
vicario del vescovo, come speciale dele- elenco riportandosi a p. 73. Tale ri-
gato del celebre cardinal Albornoz legato forma può dirsi una dell' ultime, poi-
d'Italia, a cui in nome
Granello era di ché d'allora in poi, ad onta degli slanci di
sialo esposto d'esser ordinalo e canonico vitalità che di tratto in tratto die' il po-
della cattedrale. Ricorsero i volterrani a polo, esso fu costretto a suo dispetto re-
Papa Urbano V, rappresentandogli che star lìgio al governo fiorentino. L'epoca
quando fu preso Granello era senz'abi- forse più segnalata della storia politica
to clericale, e ottennero la commissione dì Volterra avvennei4^7» quando
nel
della causa al preposto di s. Gemignano. ifiorentini vi volevano introdurre il nuo-
Nuove riforme nel 1 365 e nel 368 eb-
1 vo sistema catastale; la quale novità tur-
bero gli statuti del comune, ordinaudoii bò moltissimo gli animi de'cittadini, per-
io quelli che il magistrato de' 12 difen- ché credula contraria a'patti statuiti dal
sori si riducesse a 9, e che questo do- comune colla signoria di Firenze. Impe-
vesse chiamarsi il magistrato del popolo, rocché ricusando i volterrani i comandi
e fosse da eleggersi 3 per ogni lerziere dati dal capitano del popolo, a'28 giu-
della città. Furono cancellali tutti Bei- i gno inviarono 18 ambasciatori a Firenze
forti dal numero de'popolani, e scrini per tentare dì conservarsi illesi da quella
nel libro bianco. In occasione poi della misura. Non solo fu tutto inulìie, ma gli
2.' riforma, fu decretato che Jacopo degli ambasciatori furono arrestali, ìndi dopo
Oltavìani di F^irenze e Simone de' Vanni molti mesi di carcere, colla mira di libe-
di Pistoia fossero confermati, il i.° in ca- rarsi, nel dicembre 1428 essi consegna-
pitano del popolo e il 2.° in podestà; rono i libri dell'estimo del distretto di
quindi fu rinnovata per altri io anni la Volterra. Ma appena costoro tornarono
custodia a'fìorentini della rocca coll'an- in patria, il popolo sì sollevò contro i
tiche condizioni. Cosi a' volterrani si an- fiorentini, e Giusto Landini, uno degli
VO L VOL 69
ambasciatoli, a'23 ottobre i4^9 fattosi dalla repubblica fiorentina piena resti-
capo delia rivolta, corse al palazzo e alla tuzione de'suoi diritti, ritornando nello
fortezza, cacciandone il capitano e il ca- slato in cui era avanti dell'accennate tur-
stellano de'fìorentini, ed in seguito itn- bolenze. Grandi però furono le calamità,
padronendosi della rocca di Monte Voi- alle quali i volterrani si trovarono espo-
traio. Tali incidenti conturbarono forte sti innanzi
la ripristinazione de'loro pri-
gli animi della signoria, la quale tosto vilegimunicipali, per avere essi ricusato
creò il magistrato de'Diecì di Balia, de- di chinare il capo alle deliberazioni dei
stinando fra essi due commissari Rinal- fiorentini. Una delle quali calamità era
do degli Albizzi e Palla Strozzi a dirigere stata portata dalle truppe condotte in
l'impresa di quella guerra; i quali com- Toscana da Nicolò Piccinini nel prece-
missari dopo aver radunato le genti dente maggio per favorire lucchesi, al- i
ricorrere amodi cbe dovevano riparare descrive questa guerra durata 22 gior-
suo decoro e alla vilipesa au- ni, e che mentre i fiorentini dovevano
al violato
torità de! capitano da essa nominato. O- fare lingresso in Volterra, già i soldati
gni ac< ordo essendo riuscito vano, fu po- stipendiali eransi ribellali e abbantlooali
Allora il magistrato civico di Volterra, i due loro capi nella sollevazione, e gli
renze delle misure forti contro la loro e moderazione del duca fu quanto nar-
città, risolse d'abbracciare il partilo del- rai nel voi. LXXXVI, p. 3oo. Altri sto-
la difesa contro l'oste de'fiorenliiii, i qua- rici scusano Federico I, perché non potè
10,000 fanti e di 2000 cavalli sotto il mescolò a quelli eh' erano tenuti a di-
comando del celebre capitan generale fender la città, e invece furiosamente la
Federico 1 duca à' Urlino. Occupò pri- depredavano. Alle calamità de* privati,
mieramente l'esercito fiorentino i piiesi tennero dietro quelle del pubblico, poi-
del contado volterrano, quindi alla metà ché Olire l'esilio dato a 76 cittadini più
di maggio del 1472 si accampò nelle animosi, oltre 1' abbandono volontario
pendici del monte di Volterra; sicché della patria di molti notabili de' più ric-
dopo inutili proposizioni di resa, Fede- chi e più autorevoli, che rifogiaronsi ia
rico I fece dar l'attacco alle truppe vol- varie cillà d'Italia, il municipio di Vol-
terrane, che fuori della città erano ac- terra venne privato di molte dignità, po-
campate in un poggio fortissimo. Fu com- tere e considerevoli rendite. Fu tolto ad
battuto con ferocia d'ambe le parti, ma esso il palazzo de'Priori, che la signoria
le truppe volterrane oppresse dal nume- di Fiienze assegnò al capitano del po-
ro degli assediantì trovaroosi costrette a polo; e fu allora che ì pascoli ed i bo-
rientrare in città, dopo gravi perdite iu schi comunali, le miniere del sale, del
niorti enumerosi prigioni. Forse l'asse- solfo, del vetriolo e dell' allume, dalla
dio sarebbe andato mollo in lungo pel comune di Volterra fino a quel tempo
forte silo di Volterra, e per l'animosità godule, vennero inscritte fra le regalie
e coraggio dimostrato da' capi del ma- del comune di Firenze, il quale poco do-
gistrato e dal popolo, se dall'ultra parte po le allivellò alla cillà di Volterra, rin*
i 1000 soldati stranieri non si fossero novando il fitto sino al i53o, epoca in
Bvviliii in guisa, che difendevano con cui il livello fu reso perpetuo. Quindi
molta lentezza la città. I partigiani de'flo- furono eletti i magistrati, che a nome
rentini poi, che aveano iostinualo ubbi- della repubblica fiorentina dovevano go-
dienza e la resa, convennero segretamen- vernare Volterra e i paesi del suo con-
te col duca d'Urbino, the una notte gli tado, riferendosi a' più moderni statuti
avrebbero lasciata aperta una delle porle, del i474i l'ispelto alla procedura e de-
purché fosse salvato l'onore delle donne, cisione delle cause civili. Per tenere poi
come fece il duca, e la città dal saccheg- in freno pel tratto successivo i volterra-
gio. Ma infatti innanzi l'alba de'iS giu- ni, si estese il perimetro dell'antica for-
gno entrò in Volterra per la porta a Selci tezza, facendo atterrare il palazzo de'Bel-
l'esercito fiorentino, massacrando citta- forli, presso cui furono costruiti i rivel-
dini, incendiando e saccheggiando le loro lini della fortezza nuova, e nel loro centro
case senza punto curare patti. Il Repo-
i
innalzata ia celebre torre rotonda nomi-
sati, Della Zecca di Gubbio e delle gè- nala il Mastio con più carceri segrete a
V O L V OL ^i
vari oidini. luoltre la signoria di Firenze zioni fruttarono a Vulteirri benefìcii iiu-
per coutratlo del 1482 alienò al coniu- portanlissimi, poiché nel idi 3 ivollei ra-
ne di Volterra i pascoli e teuiuaenti, dei ni ricuperarono in gran parte le perdute
quali IO anni innanzi la loro città era dignità, mediante provvisioni e decreti di
stata privata, mentre nel i^SS dalla e-ienzioneche la signoria di Firenze accor-
Stessa signoria fu deliberato d' esentare dò loro, e che in vari tempi furono al co-
gli abitanti della città da tutte le gravez- niuue di Volterra confermali. Dalle quali
ze reali, personali e miste che per l'av- concessiuoi rilevasi, che 1' antico contado
venite fossero slate imposte; mussa a ciò o distretto di Volterra era stalo abolito
dalla puverlà in cui erano ridotti i suoi a- fino dal1 474> epoca di una dell' estreoie
bilanti pe'danui solFerti ntll'ultima guer- riforme de'suoi statuii; a tenore de'quali
ra, e per la naturale sterilità del suulo. non fu ripristinato il vicariato di Val di
La parte dulia storia moderna che più Cecina, mentre in luugu suo doveva eleg*
onora il comune di Vullrrra, a parere di gersi un podestà fra'cittadmi fìorentiai
liepetti, è quella dimostrata da' priori e residenti in Volterra. Uno degli ultimi
dal niaggiorGon$ìglio,allorchè presso alla avvenimenti storici relativi a Volterra
vigilia del sacco fumoso di Idrato, e della repubblicana accadde nel i53o, in tempo
cacciata da Firenze del gonfaloniere per- dell'assedio di Firenze, quando i volter-
petuo Pier Soderini, volterrani con prò?-
i l'ani si dichiararono del partito Mediceo,
visione de' 12 agosto i5i2 deliberarono al quale Papa Clemente VII e l'impera*
doversi spedire a Firenze ambasciatori tore Carlo V
aveano destinato la sovra*
per offrire alla signoria tutte le sostanze nìtà del suo stato.
Quindi perla violenza
de' volterrani pe' bisogni della guerra; in usata loro da Giovanui Covoni di Firea-
guisa che 3 giorni innanzi che seguisse il ze, che con 4 compagnie n'era venuto a
Iria, Vuiierra nun cambiò per questo la volterrani vedendosi vicini ad un mal
(ud generosa offerta a favore della signo partito, mandarono a Bologna per darsi
ria nuova, dalla quale con lettera de'6 a Papa Clemente VII Medici, supplican-
settembre i5i2, essendo invitati volter- i dolo a provvederli di artiglieria grossa
rani a fornire ad impreililo per un mese per potere abbattere Vol-
la fortezza di
quella quantità di denaro che potevano, terra, dalla quale erano del conliouo tor-
li magistrato civico con provvisione de' 2 i mentati e dalle artiglierie fiorentine co-
di dello mese decretò, che senz'altro in- mandate da Bartolo Tebaldi. Pertanto
dugio SI dovessero somministrare quinti la perdita di qiiest'importante città rin-
deuari si trovavano nelle casse del comu- ciesceva assai al famoso Francesco Fer-
ite; oltre i 1 5o soldati che Volterra a ruccio commissario di guerra, il q'iale
istauza della Signoiia di Firenze inviò trovandosi al pre^idio d'Empoli avvinò i
Sotto il comando del counestabiie Bene- Dieci di Bilii, ch'egli volentieri si reche-
dcuo Miuucci. Tdule cordiali dauo^Cra* rcbbe a Volterra iuuaa.:ichti gli alfiri si
73 VOL VOL
voltassero in peggio. Piacque l'avviso del spugnarla, e con essa guadagnarono il
Ferruccio, e iiivialigli circa 2000 fanti e magazzino delle vettovaglie che quoti-
] 5o cavalli, con queste genti si diresse to- dianamente provvedeva Firenze. Accre-
sto a Volterra. Non ressero i suoi abitanti scendosi intanto a Ferruccio sempre più
luogo teaipo all'assalto feroce del Ferruc- il numero de'suoi soldati, meditava di far
cio, sicché egli appena entrato nella for- rivoltare s. Gemignano e Colle ad ogget-
tezza , temendo che a Volterra giugnesse to d'interrompere l'invio delle vettovaglie
soccorso, fece assalire da diverse bande che per quella via si recavano da Siena
la città. Allora si combattè accauitamen- all'esercito assediante Firenze. Ma es-
alladivozione de'floreutiui. Questa ricu- marchese del Vasto, preso consiglio col
pera di Volterra però costò mollo cara Maramaldo, pose ad alloggiare le sue
«'fiorentini, poiché avendo Ferruccio la- genti fuori del Portone presso la chiesa
sciata Empoli poco meno che disarmala, di s. Andrea, dove il monte é meno dis-
per andare più gagliardo a Volterra, agevole. Ma uscendo improvvisamente
confidatosi nella fortezza delle muraglie il Ferruccio ad infestar gli spagnuoli oc-
di quella, diede animo agl'imperiali d'e- cupali in attendarsi, avrebbe loro dato
VO L VOL 73
assai chefare,se dalMaramaliloooD fosse- ilpopolo di Firenze avea deposto l'armi»
ro sta li o tem pò soccorsi. Che sebbene non
ì ed a' 1 2 erasì sottoscritta la capitolazio-
meno di 4 assalti si dassero dagli spagnuuli ne. Nella persona di Raffaele Girolami,
e da'calabresi alla città, sebbene una lar- ultimo suo gonfaloniere, eransi comin-
ga breccia nelle mura fosse stata aperta ciale bentosto le persecuzioni di tutti gli
fra l'orto delie monache di s. Lino e la avversi a'Medici, che non poterono sot-
porta Fiorentina, a tutto riparava l'ac- trarsi in tempo; e l'infelice gonfaloniere,
cortezza e valore del Ferruccio, che a scampato a gran morte che
fatica alla
tulio provvedeva, e da per lutto compa- colpì il suo predecessore Carducci e mol-
riva: per cui il marchese fu forzato ad ti de'principali, venne rinchiuso nel Ma-
abbandonar l'impresa cominciata. Nella schio di Volterra, ove poco prima il Fer-
qual zuila apparve chiaro in quel d'i la ruccio avea fatto contro gli spagnuoli
prodezza d'Angelo Bastardo d'antica ori- prova di tanto eroismo. Allorché i fuoru«
gine volterrano, avendo egli più volte ri- sciti si volsero all'imperatore Carlo V,
messo la battaglia con mirabil valore. lagnandosi dell'imprigionamento di mol-
Frattanto stringevasì' maggiormeote ddl tissimi cittadini contro la fede detrattati,
principe d' Grange l'assedio intorno a Clemente VII fece condurre ilGirolamia
Firenze, dove non entrava più vettova- Pisa, ove, come fu voce, morì di veleno.
glia da parte alcuna, e nunoataute la pe- Cosimo 1 che nel i 53 j era succeduto nel-
nuria de'viveri non diminuiva negli asse* la ducea ad Alessandro, a'3 giugno i55[
diati l'ostinazione della difesa. Ma essen- confermò i privilegi a Volterra, la quale
dosi recato il Ferruccio per ordine de' allora era ridotta co'suoi sobborghi, ail
Dieci da Volterra a Fisa, ed essendo riu- 872 famiglie, con 4^97 abitanti, lu con-
scito vano al Maramaldo d'arrestarlo, rac> seguenza delle guerre e della peste, che
coglieva il Ferruccio io Fisa quanti più avea afflitto la città orribilmente nell'an-
fanti poteva, laonde tutta la sperauza de' no delia caduta di Firenze, restandone
fiorentini era ridotta alla venula sua per falcidiata lapopolazione. Anzi non era
liberare la città assediata dalie milizie appena creato duca di Firenze Alessan-
papali e imperiali. Quindi egli avendo la- dro de Medici, ch'era stata ordinata una
scialo Pisa, da'fiorentiui si perde poco do- coscrizione militare nel contado e domi-
po a Cavinaua o Gavinana con la vita di nio fiorentino di 10,000 fanti; alla qua-
Ferruccio, trucidalo da Maramaldo, la le perciò fu ascritta la gioventù superstite
battaglia. Dopo la sconfìtta dell'esercito, di Volterra, sotto il nouie di bandti^ col-
non solo a Firenze defiuitivamente suo- l'accordare a quelle milizie alcuni privile-
uò l'ultima ora della repubblica Horenli- gi, fra' quali il portare le armi e pagare
oa, ma ebbe termine anche Volterra meno gravezze. Alla quale epoca Volterra
repubblicana. Colla fìue dunque della era suddivisa in 3 quartieri e in 5 contrade,
repubblica di Firenze, terminò l'utlima come al tempo della repubblica. Da quel-
sventura di Volterra, mentre il principio l'epoca in poi, Volterra seguì sempre il de-
del governo assoluto di Firenze parve stino del granducato di Toscana, i cut
piuttosto favorevole a'volterrani, perchè cenni storici in quell'articolo scrissi sino
appena sottomessa la metropoli all'armi al i856. Nel seguente anno, nel f^iaggio
pontificie e imperiali, innanzi che Ales- (A".) del Papa Pio IX, colla Toscana au-
sandro de Medici fosse dichiarato capo che Volterra fu onorata dalla sua presen-
politico di quello stato col titolo di duca, za, città già beneficata da lui. Imperocchà
ivolterrani a' io dicembre i53o olleu- narra la Civita. Caltolìca del i852, se-
nero da quel governo provvisorio la con- rie I .', t. 1 o, p. 7. Essendo da qualche
I I
ferma perpetua dc'privilcgi. A' i o adusto auuo moilu iu Fueuze Tommaso Reali
74 V OL V O L
di Genova^ lasciò 6000 floiin! a lìbera «e sempre Forlunuta che ne' teneri Jinni
disposizione del Papa, il quale memore iniziasse gli studi nel collegio di s. iMiohe-
delia prima educazione avuta nel collegio le. IlàantoPadrecedeva alle fervidissima
di s. Michele de'pp. scolopii di Volteira, preci, e benedicendo deputati li censo i -
come notai in principio, fece cessione for- lava di «raziosa adesione «'rassegnali vo-
male di tutta l'intera somma a mg/ ve- ti patrii. Questi furono appagali a' 26 di
scovo della città, perchè ne applicasse la dello mese, quando il Papa reduce da
rendila in opere di beneficenza. Questa Lucca e Pisa, per Ponledera e Camu-
fu stal)ilita con 5 dutiannue ad allrellan- gliano(ove alquanto si trattenne in quel-
le oneste e povere zitelle, che avranno più la magnifica villa Medicea, l'odierno pro-
frequenlalo la dottrina cristiana nelle 5 prietario della quale marchese Lorenzo
parrocchie della città e suburbio di Vol- Wiccolioi l'avea con ogni più bella cura
terra. Inoltre il miinteninienlodi due gio- preparala peraccogiiere un tanto ospite),
vani nativi di Volterra, uno chierico nel e preceduto dal granduca Leopoldo 11 e
seminario, l'altro secolare nel collegio de' dal gran principe ereilitai io, vi giunse la
speciale a Volterra, e con insigne dono manifestala anche con isplendida e gene-
provveilerla di così utili e benefiche isti- rale illuminazione. A breve distanza dal-
tuzioni, deliberò a' 26 maggio i852, ad la città il Papa fu incontrato dal municipio
unanìmilù di consiglio, che un busto di in abito di ceremonia, dal sotto prefetto
marmo rtippresenlante l'augusto benefat- e dal comandante di piazza. Salito la car-
tore si collocasse con analoga iscrizione rozza di gala di corte, fece il solenne in-
nella sala dell'adunanza comunale o in gresso per la porta a Selci, preceduto Ùa
«Uro pubblico luogo da stabilirsi, e ciò un drappello di cavalleria e accompagna-
ad aeternani rei memoriam. Quindi il loda 4 legie guardie del corpo, e percor-
mtinicipio, facendosi interprete de' voli rendo le vie [irincipah magnificamente
dell'intera popolazione, adempì al sagro illuminate e rallegrate da 5 bande musi-
dovere di rassegnare al Papi, [)er mezzo cali, il Pontefice recossi alla cattedrale,
di mg/ vescovo, i sentimenti dell'univer- dove l'aspellavano il granduca e il gran-
sale gratitudine a questo munifico atto. principe, il cardinal Corsi arcivescovo
Ora col Giornale di Roma del iSSy, di Pisa, il vescovo diocesano, e lutto il
narrerò l'andata del Papa in Volteira. clero secolare e regolare. Falle le consue-
ijoggiornantlo il Pa[)a Pio IX in Bolo- benedizione col ss.
te preci, e ricevuta la
gna, nell'agosto iSSy ricevè la deputa- Sagra mento, partì dal duomo. L'odierno
zione della diocesi e città di Volterra, la vescovo mg/ Taigiuni lo ricevè in nobile
quale umiliali i sensi del più divoto o- ospizio air episcopio contiguo, e da una
inaggio, icnpetrò l'onore d'una visita nel magnifica loggia, all'uopo eretta, Pio IX
nun lontano suo paesaggio in Toscana, compartì al divoto ed acclamante iunu-
iauuiiit:nlum.lo»ii come Vuileira si tcucs muicvolc popolo la papale benedizione.
V OL VOL 75 •
Indi si compiacque ricevere nella sala del magistratura, e il tribunale dì i.* istan-
trono, al bacio del [)iede, il soUo prefel- za. Alle due pomeridiane, sedè a mensa
lo, il gonfaloniere, le diguilà ecclesiasti- col granduca, il granprincipe ereditario,
che e tutto il clero. N«»rra la Civiltà Cat- e il cardinal Corsi arcivescovo di Pisa.
tolica, serie 3.\t. 7, p. 649. " La iriatiina Nel pomeriggio, il Papa degnossi visitare
del 27 si condusse alla chiesa di s. Miche- il pubblico museo Guarnacci, e gli spe-
le,dove pp. delle scuole pie festeggia-
i dali. Ed a piedi andò nel carcere peni-
vano la solt^nnilà del loro fondatore s. tenziario,dove l'allendevauoil granduca,
Giuseppe Calasanzia; vi celebrò la Diessa, il granprincipe, il sotto prefetto e il cav.
anìiniuistraudu la ss. Eucaristia a que' soprintendente degli stabilimenti carce-
religiosi, ed a'soci della conferenza di s. rari: ne osservò atteutamente ogni parte,
"Vincenzo de Paoli, e poi altra ne ascollò; e ammise al bacio del piede tulli gl'im-
quindi visitò il vicino collegio, in cui egli piegati dello stabiliineiilu e il collegio
giovanetto avea ricevuto da que' valenti de' visitatori oUiciosi. Partitone il Santo
istitulori i primi e cos'i felici indirizzi alle Padre, consolò di breve visita le oblate
virtù che lo rendettero poi si grande; e e le conviitrici del real conservatorio di
y'\ auioiise al bacio del piede i religiosi, s. Pietro; povcia entralo nella carrozza
gli alunni del collegio e molti ragguar- di corte fece ritorno nell'episcopio a'suoi
devoli personaggi". Venne ossequiato ivi appaiiainenti, fra le armonie delle bande
dal granduca e dal gianprincipe, e si de- musicali e gli applausi della tiiolliludine.
gnò accellaie una breve refezione. Il Som- Il granduca e il granprincipe, che avea-
mo Pontefice nel rivedere a Volterra la no accompagnato il i'apa, si licenziarono
camera del collegio di s. Michele, dov'egli con osoecjuio, e recaronsi a piedi ad ono-
dimorò giovinetto (e nella quale dioiora- rare il circo dello di Valle Buona, dove
tovi e uscitone alunno, vi ritornava Som- la gente venuta ad una corsa di cavalli
mo Pontefice e Reiì, diede vivi set-ni di con fantino, gli accolse con aperti segni
mozione;
conr) la quale si accrebbe scor- di rispetto e aifettuosa esultanza. Nella
gendo in una sala del suo quartiere la sera la luminaria fu uteravigliosa per la
domanda (tutta di suo carattere) della ricchezza e la copia de' lumi, per la bea
tonsura, falla da esso al vescovo di Vol- intesa dispo&izio'ne e per la serena alle-
terra, ed ivi collocata con gentile pensie- grezza dell'im mensa folla di popolo che
ro.Quindi passò a visitare le Clarisse, nel tratto trailo rompeva in applausi festosi.
la del disegno, dov'era preparala, a cura della miracolosa immagine della B. Ver»
del municipio, una esposizione de' lavori gine di s. Sebastiano, tanto venerala dal
eleganti d'alabastro di Volterra, in»lu- popolo. Poi seduto in liono ricevè il mu-
stria molta fiorente in questa città. Qui nicipio, e molli soci e dame della congre-
pure Sua Santità atlestò alla de[)Utazione gazione dis. Vincenzo de Paoli, alle quali
municipale il suo gradimento, e fece ba- volse amorevoli e commoventi parole, in-
ciare il piede alla medesima, al maestro, citandole ad essere buone madri di fami-
agli alunni della scuola comunale di di- glia, e in quell'opere di ca-
perseverare
segno e plastica, a molti fabbricanti espo- rila cui SI sono dedicate, e che mirano a
sitori, ed a vari cospicui personaggi. Tor- sollevare il poverello nelle sue miserie, a
nato nel palazzo vescovile, sua residenza, ricondurre sul rctlu sentiero il traviato
comparti dal balcone l'apostolica beiiedi- col buon esempio e coda pazienza; ciò
lione al popolo nella piazza alFollalo, che che Servirà loro a formate una cotona
lo salutò cou vivi applausi; ricevè poi la di gloria a Maria »s. luullre nella stessa
76 VOL VOL
sera, granduca e il granprincipe ono-
il scuole de'pp. scolopii di Volterra. Il de-
rarono prima il regio teatro Persio Fiac- siderio del principe diventò il desiderio
co, splendidamente illuminato in loro os- universale. Si aprì tosto una sottoscri-
Bequio, e vi furono salutati con ripetuti zione per azioni di lire 100 ciascuna.
applausi; e in appresso si compiacquero Tutti i canonici della cattedrale si firma-
percorrere a piedi, ia mezzo al popolo rono ognuno per un'azione: più facol- i
trada della città vagamente illuminata e per 4 e chi per 6 azioni, e taluno anche
decorata d'una colossale statua del Som- per 8: il conte Larderell si sottoscrisse
mo Pontefice, della quale graziosamente per 1 2 azioni; ed Angelo Gatti di Pistoia,
lodarono ii pensiero eammirarono il mo- quello stesso che si acquistò celebrità per
dello. La mattina del 28, il Papa cele- le sue belle esposizioni d'oggetti di belle
brata la messa nella cattedrale e dispen- arti a Vienna, in Moravia e a Berlino,
sato il Pane Eucaristico a' seminaristi e colà trovandosi in quella circostanza, si
pochi giorni sul disegno del Battelli, la chiamarono per più d'un secolo felici
quale rappresentava lo stesso Pontefice. sotto il governo dell'augusta casa Hab<
Fu fatto plauso al pio pensiero dal gran- sburgo Lorena. In Toscana dunque l'in-
duca Leopoldo II, il quale perchè la città surrezione audacemente insorse, per aver-
di Volterra avesse un monumento che ri- la da lunga mano preparata il governo
cordasse così solenne e fausta circostanza, subalpino e diretta dallo stesso suo mi-
confortò i volterrani a fare scolpire iu nistro plenipotenziario residente in Fi-
rnariJio quella statua, il cui disegno par- renze, presso il regnante sovrano, cooi-
\e a tulli pregevole, mentre egli avrebbe mend.' Carlo Boucouipagni. Da' faziosi
provveduto a far eseguire a proprie spe- si prelese nell'aprile che il granduca Leo-
se l'occorrente piedistallo, ornato di bas> poldo II abdicasse; ma egli giustamente
i<)unlievu ra^jpieseiUaule il Puulefice alle ricusauUosi, dichiarò iuuauzi al corpo di-
VOL VOL 77
plotuatico di volersi allontanare piuttosto tutti i sovrani, i quali nella nostra causa
dal suolo toscano, e ne parli a'^y di det- debbono riconoscere l'interesse della cau-
to mese coll'i. r. famiglia per Vienna. sa propria ....Frattanto, o miei dilettilo-
Tosto il municipio di Firenze nominò un scani, finché durerà la nostra temporanea
governo provvisorio,per organizzare l'ar- separazione, che ciò retiti ben inteso fra
mala e mobilizzarla, formandolo col cav. di noi; tanto ci sono preziosi gl'inaltera-
UbaldiuoPeruzzi, l'avv. Vincenzo Malen- bili sentimenti che uua gran parte fra di
chini e il ivaggiore Alessandro Danzini. voi conserva a nostro riguardo, altrettali*
Iodi nel seguenle mese trasmise i suoi po- to noi ci sforzeremo di applicarci alla vo-
teri al mentovalo Boncooapagni, nomina* stra felicità e a preparare i mezzi di con*
toda Vittorio Emanuele li re di Sarde- tribuirvì, il giorno in cui cesserà l'ingiu-
gna suo commissario straordinario pel stizia che ci ha colpito ". È stato detto
l'autonomia della Toscana^ nochè la sop- descritto con tale titolo ne' due articoli
presse il governo Sardo con decreto de' della Civiltà Cattolica, de' 21 febbraio
i4 febbraio 1861, riportato dalla Ci' e 6 aprile 1861, proclamò re d'Italia
villa Catlolica, serie 4-*» '• 9» P* 7^"^- Vittorio Emanuele II redi Sardegna, il
di Toscana in favore del suo figlio gran- marzo il duca di Modena Francesco V;
principe ereditario, e questi assunse il ed IO aprile in Warlegg nella Svizze-
a'
diverse [)ievi della diocesi slessa: mi lutlo terrima lue, et ipncorrepti sunl, quam
80 parrocchie. Il 1° siutinbrainento lo nlhllominus , sanctis Juslo, Clemente
fece l'io VI nel i 782, allorché separò dal aiqne Oclaviano africani^, quoi Fan-
vescovato di Volterra, per assegnarlo a dnlorum furor compuleral in Italiani,
quello di Coile, l'esteso piviere della col- medicinani ferienlibut feliciter discusse-
legiata di s. Giu)ignano,con varie parroc- runt. Peranliqua Folaterris tempia vi-
chie giù appartenenti alla pieve di Cello- suntnr, illudque praecipue qiiod prìsci
ri, queste e quelle in numero di 53 chiese, d. Pelro apostolo dedicaverunt. Quindi
delie quali 26 eranoparrocchie, con tutti a i.° vescovo registra lo stesso s. Romolo,
i conventi e monasteri de'diie sessi, con- inviato da s. Pietro a predicarvi il Van-
mente fu il principale degli apostoli della luglio, però ignorandosi l'anno preciso.
Toscana siccome originario etrusco e na- Grave controversia fu eccitata in Firenze
to in Volterra, e in questa sua patria an- nel decorso secolo sull'età, genere di mor-
cora e in Chiusi, per comando dellostesso te e martirio di s. Romolo vescovo di Fie-
Pareva finita la controversia, quando Ja- vescovo di Volterra più anligo di Euc^ri-
copo Nicola Gattolini, cli'erasi in essa me- stiol, che sedeva nella cattedra vollerraoii
scolato, nel 1 74^ riaccese la zuffa lettera- intorno al 49^»^ tempo di s. Gelasio I
ria, stampando in Venezia Documetili : Papa. Elpidio o Elpedio intervenne a*
per la vera istoria di s. Romolo vescovo, romani sinodi del 5o i 5o2, 5o3 e 5o4 ,
martire e protettore della città di Fieso- adunati da Papa s. Simmaco. Dopo El-
le. Il Novellista Fiorentino scrisse con- pidio s'ignora sino a Leone sanese del
tro de'medesimi, ed in suo aiuto si un\ il 566, chi governasse questa chiesa. Gemi*
d/ Bianucci. Dopo tregua di 5 anni, altro Diano fu al concilio celebrato in Latera-
Anti-Ronui'.iauo insorse contro il Gatto- no da Papa s. Martino I nel 649. H ve-
Mamachi. Il Gattolini non si
lini, nel p. scovo Marziano sottoscrisse nel 680 al
spaventò del nuovo potente avversario, concilio romano diPapa s. Agatone. Gui-
rientrando in campo, anche contro ilFog- do 1 fiori circa il 682. Il Repetti parla del
gini e il Bianucci colla Dissertazione se- vescovo MarciaQO,cui successeGaudenzia-
conda con nuovi documenti per la vera ^
no del 688 circa, sotto del quale fu fab*
istoria di s. Romolo vescovo, martire e bricata la chiesa de'ss. Giusto e Clemente.
protettore della città di Fiesole, Mode- Questi due vescovi non conobbe l'tJghel-
na 1 75 1 . Di tutta questa disputa die'coQ- li. Indi lo furono, Pietro I nel 698, Gaa-
tezza il Zaccaria, Storia letteraria d'Ita- giuo I verso il 706, Gippo nel 7 1 5, Al-
liani. 3, p. 3g5. L'Ugbelli registra 2.° ve- bino nel 735, Pietro II nell'Sco, di cui è
scovo s. Giusto africano, il quale venuto menzione un privilegio di Carlo Ma-
in
in Italia, durante la persecuzione de' van- gno, per mensa vescovile, e fu al con-
la
dali, con molli vescovi, il fratello Cle- cilio romano d'Eugenio II neir826, ov'è
mente e Ottaviano; cumqne volaterra- detto Bullularense e Bulterrensis. \\B\-
num appulisset ad litiis, cum s. Regulo, ronio lo disse intervenuto neir844 ^''^
Cerhoneque prope inSylvala- civitateni coronazione di Lodovico re de'longobar-
tuit. Undó cum ingenita edidisset mira- di, eseguita da Sergio II Papa; ma Lucea-
dem, ìllorum Episcopus adlectus est; in figlio di Carlo Magno, Lodovico I il Pio,
quo quidem niunere adniinistros habuit, verso 1822 prese in protezione i canonici
atque collcgas, Clementern, ntque Octa- della cattedrale di Volterra, dicendosi nel
vianum. Decessi t autem die 5 inensisju- diploma essere allora dedicata alla ss. Ver-
lii inquo dieejusdem festani celebratur. gine ed a s. Giusto, e dichiarò ciò fare ad
Ej'us sacrum corpus diu conquievit in imitazione di suo padre. Tanto riporta il
di vita; ignorandosi pure successori, sino i beni della mensa. Dopo Pietro II trovasi
al seguente. Avverte il Repetli, sebbene Audiea deir838, che trasferì nella basi-
I
poi Aldebrado, Pietro Gangino Ili. Il 11, vescovo Pietro III fu generoso verso il
Vescovo Alboino oAlbino viveva ueirSSo clero di sua cattedrale, donando nel 974
a tempo di Berengario 1 re d'Italia, do- al capitolo volterrano molti terreni posti
iiando al vescovo e alla sua cattedrale, nelle|)endicì estreme meridionali del pog-
Ailalberlo II inarcliese di Toscana nel- gio di Volterra, presso le Moie o Saline
1*896. varie castella della diocesi, tra le regie. Sedeva nel 985 Benedetto 1, cui
quali Derignone, Cesoie, Monlieri, notizia successe nel 987 Pietro IV, del quale so-
liferita con riserbo dal Repelli; e si fa no vari monumenti, e in uno del 990 si
ritorio di Volterra. Nel 941 si trovò pre- tedrale de' beni con una corte posta a s.
sente alla sentenza del marchese Uberto, Gimignano. E nominato il vescovo Pie-
u favore di Corrado vescovo di Lucca. tro IV in undocumentodel995, risguar*
^el 945 lìoiiva il vescovo Buoso, nel 967 dante il discorso Battistero. INe fu succes-
Pielio 111, ovvero nel 960, a cui die' un sore,aIuteno nel loosBenedettoII, perchè
diploma l'imperalore Ottone I, pubblica- in quell'anno fu fatta una donazione alla
lo dui Montanini nelle P'indiciae antiquo chiesa di s. Michele pe'lumi esoleuui cauli
rum Diplomatuni, a suo favore e della L'Ughelli recita un documento del
sagli.
cattedrale, l'atto essendo emanato ul di- 007 mediante il quale fece e sottoscrisse
1
cenibre 967 nel castello di Vado. Il qual una grandiosa permuta di beni e di gius-
diploma sembiò al Uepetti importante, padronati di chiese, col giovane conte Il-
poiché dichiarasi quel castello non più debrando figlio del fu conte Ridolfo di
appartenere al territorio volterrano, ma Roselle, e colla vedova contessa Gisla sua
al contado pisano. E da a conoscere che madre. Ad istanza dello stesso vescovo,
a'tempi d'Ottoue I si conferiva a' vescovi l'iuiperalores. Enrico II, condiploma del
di Volterra l'autorità civile sopra alcuni ioi5, pubblicalo iuFasiana presso Pisa,
paesi e abitanti della diocesi loro. In fatti confermò alla cattedrale e capitolo de'ca<
Ottone I, alle preci di Pietro IH confer- nonici di Volterra l'antiche sue preroga-
mò quanto alla mensa vescovile concesse tive, titoli e benefìzi. Nel 1026 fioriva
ru i le Berengario I, Carlomanno e Lo- Guido 11, e nel io34 Gaufrido, al dire
tario, taikto rapporto a' beni enfiteulici, dell' Ughelli. Ma il Zaccaria, nel luogo
quantorispelloa'servio vassalli spettanti citato, avverte doversi correggerlo,poichè
alla mensa volterrana. Da quel diploma G uufredo o Gottifredo novarese fu eletto
si viene inoltre a conoscere, che fino &{• a vescovo di Volterra nel ioi4 egovernò
lora in Volterra i suoi vescovi non ebbe- la chiesa sino al i o37,oude nel 028 potè>
1
ro titoli di conti, ossia governatori civili, com'è tradizione, portarsi aFiesole per as-
siccome avvenne sotto il regno de'Caro* sistere alla traslazione de' ss. Martiri, fatta
VOL. CUI. 6
82 VOt VOt
nel 1028 dal vescovo Jacopo Davaro, e nata da'conlì secolari e non da'prefatif
perciò Guido 11 fu suo successore, non an- come si trae dal diploma imperiale d'En-
tecessore. Che il diploma di s. Enrico II rico III, a' 17 giugno io52 spedito a favo-
fu fatto a istanza del vescovo Renedelto II, re del clero volterrano, col quale ad islan-
rafferma ancora il Repelli; ma siccome z^» del vescovo Guido, che lauientovnsi del
quel principe si recò in Roma nel ioi4 conte e di altri minÌ8tri pubblici pel gra-
a farsi coronare, forse in quell'anno ema- voso modo che tenevano col clero e loro
go, e nulla ne dicono il Cecina e il Dal nunciate date, quindi l'Ughelli registra il
Borgo. Gaufrido,rUghellilodice sassone, vescovo Ermanno del 1066 circa, già mo-
fondatore munifico della badia di s. Giu- naco di Vallombrosa e discepolo di s. Gio.
sto, e che fu sepolto nella catledrale.L'an- Gualberto, il quale perdevozione all'ere-
DOtatore Coleti rileva, che si legge cliia- mo de'camaldolesi gli donò la basilica di
malo Gotlifredo nel sinodo romano del s.Maria (ìePuliciano, olim Benedicli eoe-
io36, nella causa di Andrea di Perugia. nohium. Come alemanno, pare favorito
Laopdequell'Eumancioche l'Ughelli gli dagl'imperalorije gli scrittori sonodiscre-
avea dato a successore, circa il io35, sul panli in riportarlo dopo Emancio o Gui-
quale non concordanogli scrittori, sembra do III, e che ottenesse il vescovato nel
a quest'epoca doversi eliminare. Di lui dis- 1 o5o. Certo è, che nel 078 in un diplo-
1
se lo storico AtW Italia sacra, che recò ma gran contessa Matilde e del suo
della
pregiudizio alla sua chiesa con alienazione 1." marito Goffredo o Gotifredo il Gio-
di fondi^ e che è ricordato nel decreto di vane duca di Lorena, in favore del mo-
Papa s. Gelasio I, ed allora sarebbe vissu- nastero di s. Poliziano di Lucca, esibito
to nel Vsecolo: meglio è riportarsi a quan- dall' Ughelli, lo leggo sottoscritto; Ego
to dirò di Gelasio II. Dice inoltre l'Ughel He riin annui, Dei gralia, qtiamvis indi-
li,si disputa se a Gaufrido successe Gui- gntts Episcopus snnctac f'nllerracinler-
done o GuidolII,tanto dubitò dell'esisten- fuìf et ss. Morì Ermanno circa il 1077,
nota Coleti. Il Cecina riferisce che Enrico cipio:Herinianno Volatcrranemi Dei mi-
III imperatore nel io52 concesse a Guido to Episcopo, JoannesAhhas Servus Ser-
vescovo, il privilegio di cui vado a ripar- vorum Dei, Clini omnibus suis Monachis
lare; e che la gran contessa Matilde nel elfratrihiis. Nel 1080 o nel 1081 per-
1078 tenne un placito in Volterra a istan- venne alla cattedra volterrana Opilione
za diGuido vescovo. Il Repetti poi narra, (Nota il Luceozi: Hunc cpioqne ante an.
che Volterra nel io52 era ancora gover 5qo locai.), e pare che distraesse ibcni di
VOL VOL 83
sua cliiesa. Nel 1098 era vescovo Rugge- r'ola ter rania popnlix imperliit^gui stim-
ro o liogetiu I. (li cui è memoria in una ma religione illiufi ììlarfyrix clientelae se
bolla di Papa Pasquale II io4i nella del 1 commisere, ejusqne sacra typsana ar-
quale si sottoscrisse Folaterrenxis Ercle- gentea iheca inclusere. Delle ss. Ossa,
siae indignus Epixcopus Jieri rogavi, et rUghelli olTre la figura, e riporta quanto
ì'pxr subscripscrit. Nel i 106 intervenne ne scrisse di s. Vittore R^afFaele Volater-
al concilio di Guastalla, e nel 1 i i5 cede rano, e la punizione prodigiosa del sacri-
a leu ne possessioni. Era vescovo Eucaristie lego oltraggiatore della s. Reliquia nel-
Il nel t I I r), quando Papa Gelasio II per l'assedio ed espugnazione della città nel
la cattiva amnainistrazione de' beni della i53o. Rogerio 11 nel 11 25 fu traslata
mensa, lo spogliò di questa chiesa. E fal- alla metropolitana di Pisa. Gli successe
so l'asserto dal Giovannelli, che i volter- Crescenzio, la cui i
.* menzione s'incontra
rani uccisero il vescovo Eucaristio. Que- nel I 139, nella composizione d'ttna lite.
sta calunnia volgare forse derivò dalle Nello stesso anno Oldimario
gli successe
continue discordie da' volterrani avute o Odimario de' nobilissimi Adìmari fio-
coi loro vescovi, per non volersi mai pie- rentinc; al cui tempo il conte Lutherio
gare a solTi'irne la giurisdizione civile, che con Adelasia sua moglie fecero una do*
i vescovi aveano nella città e nello stato nazione alla cattedrale: mori il vescovo
di Volterra, tanto per concessioni pontifì- nel I 148 e fu lodalo con carme da Ales*
cie che per privilegi imperiali. Avverte Sandro Adimari, prodotto dall'Cghelli.
il Colali, che sembra di Eucaristio vissu- Nel I i5o sedeva Galgano I della no-
to sotto s. Gelasio I, formato l'altro Eu- bile famiglia Inghirami di Volterra dei
caristio deposto da Gelasio II, o meglio signori di Castigliooi, che altri pretesero
si confuse questo con quello, di uno fatti de' Pannocchiesthi: si seppe insinuare
due, e quindi attribuito a s. Gelasio I il nella grazia di Federico \ imperatore, e
decretato da Gelasio II, il cui operato ne ottenne la signoria temporale di Vol-
vienecunstatato pure da Cecina e da Dal terra e di tutte le castella di sua diocesi
Borgo. Gli fu surrogato nel i tg Roge- 1 nel I 164. Indispettiti i volterrani, per-
rio II, al cui tempo recandosi il Papa Ca- chè ubbidienti a Papa Alessandro IIF^
listo lì nel 120, dalla Francia ov'era
I perseguitato da Federico l, questi aveali
Slato eletto, a Roma, a preghiera de' vol- privati del contado, nell' ingresso della
terrani fermò in questa città, e gli e-
si cattedrale empiamente trucidarono il ve-
saudì nel consagrarne solennemente la scovo. Lo narra il Castellano nello Spec-
cattedrale a'^o maggio, come già dissi in chio geografico, e conferma Dal Borgo
principio parlando del duomo. Il vescovo con documento. Dopo sede vacante gli
Alamanni ne rinnovò la n^emoria con re- successe nel 174 Ugo o Ugone de Sa-
i
staurare l'iscrizione analoga con lapide ladini de'conti del Castello d'Agnano ca-
monumentale nel 1610, recitata dall'U- nonico di Padova, di singoiar probità di
ghelli, ed in cui pur si legge : Maurilnni vita. Intervenne nel 1 1 79 al concilio ge-
Picloris sacri capitis auro obducti clo- nerale di Laterano III, e mentre si cele-
no illtislravit^ ac omuiìnis idem singnlis brava Alessandro III a'21 aprile gli di-
annis pie acìeiinlibux octonis diehus vi- resse una bolla in cui è descritto il pe-
ginli de inj'unclis dies indulsit. Aggitmge rimetro della diocesi di Volterra, riporr
rUghelliz Idem Callixtus li Papa data tato da Repetti. Hic ille Episcopus FoL-
f olaterris vìorarelur^ alias d. Pelri V2- Icrranus qui ex Divino instinclu
est,
che nel tabularlo di questa chiesa è re- Galgano, e ne ottenne \à conferma dal-
gistrato, occupare nel ii8r la sede un l'imperatore Ottone IV con diploma del
Pietro V. Nel i 184., dice l'UghelIi, suc- I 209, altresì come gli altri cùbiti da U-
cesse ad Ugone, Ildebrando Pannocchie- ghelli. Ildebrando visse sino al 12 to cir-
schi nobilissimo sanese, dichiaralo da Fe- ca, e fillarono quegli scrittori volterrani
derico I nel 118S principe dell'impero, che lo fecero succedere da fr. Guglielmo
con diploma presso rUghelIi,in cui sono Pannocchieschi de' conti di Tra vale do-
annullale le alienazioni de' beni appar- menicano, e i' Ammir.tto lo dis^e eletto
tenenti alla sua mensa, quando da'pre- dalla parte minore de'c-tnonici, onde non
lati predecessori, et specialiter ab Hit- piacque al Papa: ciò avvenne nel 1273,
gone Episcopo proximo praedccessore come dirò alla sua volta. Verso il 121 i
suo, non fossero state fatt« senza utilità o 12 12 a Ildebrando fu surrogato Pa-
evidente della chiesa volterrcina. Egli fu gano Pannocchieschi di lui nipote, ar-
uno de'più celebri e potenti vescovi e cidiacono della cattedi-ale. Ancor di lui
principi di Volterra, e di gran parte del- parlai a suo luogo, e delle vertenze che
ia diocesi. Già di sopra ragionai di lui e ebbe co* volterrani, che voleva, come lo
degli altri privilegi che ottenne da Fede- zio, sottomettere alla sua signoria, insi-
rico I, rUghelli dice nel 1 i8cS in cui è gnito anch'esso di privilegi dall'impera-
pure chiamato principe, ed oltre la giu- tore Federico 11. Raoconla i litigi co'vol-
risdizióne e signoria della città, gli e con- terrani il Cecina, in uno alle censure ec-
fermala quella d'un gran numero di ca- clesiastiche sentenziate dal vescovo, ed il
dio. E
che l'elezione cui spettava a loro ro incontro il vescovo e il clero colie Cro-
del successore, appartenne a'sangimigna- ci in mano, e le donne scapigliate gri-
essere sepolto. E siccome il cardinale a> questi con inaudito eseiupio nel 1260
vea contribuito all'edilìcazione della ma- r acclamarono podestà e capitano della
gnifica chiesa della badia, intitolata al- città perquell'anno. liayni'.rius f^olater-
l'Assunzione di Maria Vergine ed a «.Gal- ranain adniinisLraAt Eccltsiani usane
gano, e non multo discosto al luogo ove ad annuni 26 deinde eo niunere vo-
1
1
,
retta al cleio e popolo, destinò vescovo affatto non tenne, ne' privilegi esercitati
rexzo; di grandi spiriti, di pronto consi- luogo alcuni posero eri'oneamente Gio-
glio, ottenne reintegrazione de'danni fatti vanni del Bosso fiorentino. Il vero suc-
da' volterrani al suo castello di Berigno- cessore fu Rainuccio Baroni de Allegretti
ne, ed a'5 settembre 1278 o 1279 com- volterrano, giù pievano di Morba, eletto
pose l'irrecjuiete fazioni de'guelfì e ghi- dal capitolo, conti o la volontà di Papa
bellini che laceravano la città. Nel 1282 Giovanni XXI i, sebbene poi lo confermò
ottenne dall'imperatore Ilodolfo l d'Hab- con diploma de'23 febbraio i32i. An-
sburg la conferma de' privilegi di sua che di questo pastore narrai superiormen-
chiesa e de'vescovi,aoch'egli venendo io- te le aspre liti avute co' volterrani, e di-
signito del litolodi principe dell'impero. morando nel (324 in Montalcino emanò
Ebbe gravi contrasti co' pisani, onde ri- qiìfcl diploma che si legge nell'Ughelli, a
corse alla difesa de'fiorenlini ; nel castel- favore de'frati agosliruani e chiesa di quel
lo di Monte Alcinelli fondò la chiesa di luogo, invitando i diocesani a soccorso.
s. Magno nel 1290,6 morendo in Arez- Il suo nipote materno Ottaviano Belforti
zo, fu tumulato nella cattedrale, h' U- fattosi tiranno della patria nel i34o, e-
ghelli rigetta 1* erronee asserzioni degli gli fortemente si oppose, rifugiandosi nel
scrittori palrii sul successore, che fu Roge- proprio castello di Berignone. Successo
l'io 111 liicci nobile Oorentino nel i3oo. nella dominazione Gualtieri duca d'Ale-
Insorta lite tra lui e il comune per la si- ne, nel 1342 si recò a Firenze. Donò la
gnoria di Monte Castelli, il quale appar- badia di s. Andrea di Postierla a'rnonaci
teneva a diversi, furono deputati alcu- Olivetani, e ne fu posta grata memoria
ni cittadini a trattare col vescovo. Nello in quel tempio, riportata dall' Ughelli.
stesso anno, con diploma presso l'Ughel- Fini sua vila nel i 348 e venne sepolto
li, col suo clero tutelò le ragioni della in s. Galgano. Clemente VI gli surrogò
pieve del Monte. In esso si sottoscrisse a' IO luglio il volterrano Filippo de Bei-
coli'arciprete, decano e canonico levita,
il forticanonico della cattedrale, e nipote
il primicerio e il canonico levita. A' 22 o meglio tiglio del già tiranno Ottaviano
dicembre i3oi, per sua morte, Bonifa- o Attaviano, noto pel suo carteggio let-
cio Vili, con bolla recitata dall'Ughelli, terario. A quanto già dissi di lui, va qui
elesse vescovo Uauieri 111 de Belforti no- aggiunto,chedalle dispute a cagione della
bilissimo volterrano e canonico della pa- giurisdizione di Monte Castelli, origina-
tria cattedrale, edivenne pure consiglie- rono gravi e lagrimevolj conseguenze fra
re di Hoberto re di Sicilia. Burrascoso il vescovo e il comune di Volterra, né
fu il suo governo, quale lo deplorai di fino a questo tempo s'erano potute ter-
sopra, per le gravissìnie dissensioni co' minare con perfetto e stabile componi-
volterrani da lui scomunicati e interdet- mento, ma nel 352 diedero motivo alle
1
ta la città; ad uomini
es-sa si diedero gli parti di nuove applicazioni per definir-
di Berignone, e l'imperatore Enrico VII le. L'accordo, col beneplacito pontificio,
gran fautore del ghibellinismo, lo privò si fece colla cessione per parte del vesco-
di tulli i privilegi e grazie imperiali, pre- vo d^lia giurisdizione civile, meiliante
giudizio the colpiva i successori, secondo compenso in beni del valore di i6,OQq
1' opinaniento del consultato Atlavijutc lire. laUiulo nei 1 354 ''imperatore Car-
(^iutecousuUo Uureuliuo: il fallo dcU'au- lo iV licevè iu Piia da'siudttci di Vollcv-
V OL VOL 87
ra giuranienfo di fedeltn, presente 11
ì\ e Monfaione. Ora i Sesti sono 5, le
vescovo Filippo, il rpisile protestò contro parrocchie i tcs, delle quali 57 sono bat-
pregiudizi che potesse risentirne la sua tesimali, l'anime circa 75,000, con
i
g
chiesa, in virtù de' privilegi imperiali. fra monasteri, conservatorii e conventi
Però Carlo IV con diploma de' 2 i feb- de* regolari de' due sessi. E ciò in con-
braio I 3)5, esibito anche dall'Ughelli, seguenza delle 1 33 chiese parrocchiali
gli confermò privilegi che godeva ; ed
i staccate dalla cattedrale di Volterra, nel-
altri ne aggiunse, tiopo essersi portalo in l'epoche descritte in principio, dopo il
Volterra, con diploma de'aS del susse- sinodo del i356. Morì Filippo a' 20 a-
guente maggio. Connesse dunque al ve- gosto i358, e giace nella cattedrale. Nel
scovoaniplissima ginri<ilÌ2Ìone nella città i35g gli successe Americo Chiati di Li-
e in molte castella della diocesi, con fa- moges tesoriere generale di s. Chiesa,
coltà di fabbricare castella, torri e for- non conosciuto dal Vitale, e Io fu sino
tezze in fjunlunque luogo del contado e al i36r, intitolandosi sempre eletto, ia
diocesi di Volterra ; dichiarando non po- che fu traslato a Bologna. Nello stesso
tersi eleggere consoli e altri magistrati, anno gli fu surrogato Pietro VI Corsini
massime in Volterra, s. Gimignano, Mon- (^.) nobile fiorentino, indi nunzio o le-
te Vellraio e Casole, senza la precedente gato in Germania d'Urbano V, nella qua-
annueiiza del vescovo. INIa osserva il Ce- le legazione amplissimi privilegi ottenne
cina, che tale concessione restò come le alla sua chiesa: trasferito a Firenze, fu
precedenti iiiefllcace,per continuare il co- poi crealo cardinale. L' 1 1 dicembre 363 1
mune di Volterra a procedere nel suo go- gli successe Andrea II di s. Girolamo ca-
verno coir anteriore indipendenza. Laon- nonico di s. Petronio di Bologna, trasla-
de il D^l Borgo qualifica privilegi im- i lo a Tricarico nel 1374. Alcuni gli so-
periali, oiiorinchedislinziotii e vani titoli, stituirono erroneamente A. Episcopus
per decorazione di quello di principe del f^ulleraniis. A' 3 gennaio 1374 fu ve-
1
giunge, che nel i 745 le parrocchie della lo de' volterrani a visconte ed a rettore
diocesi erano ridotte a i45, nel i833 e del caslello. Traslato a Forlì nel i384,
1843 ai I I con 9 conventi e monasteri, a'28 marzo gli successe fr. Onofrio de
ti a'qualì una badia, un monastero di mo- Visdomini o Stecuti fiorentino, agosti-
nache ^ e 2 conservaloiii in Volici ru niano e insigne teologo, uimzio d'Uibano
99 VOL VOL
V! in Lonibai'ilia e Toscana, e dopo 6 Monte Feltro, e morto nel 1484. Eragli
anni trasiocnto alla sede di Firenze. Oo- succeduto a' 1 5 i44o Roberto Ca-
luglio
nifacio IX a'3f gennaio Bgo da quella i valcanti nobile fiorentino, morendo nel
di Fieso'e vi irasfei'i il religioso fi-. An- i45to. In questo a''x8 febbraio Giovan-
tonio 1 Cipolloni fiorentino domenicano. ni II Neroni nobile fiorentino d' egregia
Sostenne lunga lite col comune pel ca- indole, suddiacono apostolico, il quale
stello di Bcrignone non restituito, se- prese a cavallo solennemente il possesso,
condo i patti del iSS'z; differenze acco- al modo descritto dnU'Ughelli, assumen-
luodate nel 394, con accordare che con-
i do le vesti pontificali nella chiesa de' ss.
scovo fratello a'3o maggio i5o3 da A- peratore; a'3 gennaio iS']^ fu traslato
les'^Hiidio VI fu elevato alia poi pota, e a Pistoia, e poco dopo a Pisa. In detto
perciò sì denocuiiiò il Cardinal di P'ol- anno gli Marco Saracini nobile
successe
terra, e sebbene cede il vescovato al ni- aretino e canonico di s. Alaria in Via
pote che segue nel iSoQ, quando nel Lata di Roma, morto nello stesso a' 3 set- I
liano Sederini, figlio di Paolo Antonio Lucio, nel 1577 quella di s. Matteo de'
fratello del cardinale: intervenne al con- cappuccini, nel 58o l'altra di s. Ago-
1
a questa chiesa Fiancesco 11 della Ro- magnifica cappella ove fu deposto quaii*
dere di Savona nipote del defunto Giu- do morì il 1." maggio 1 598, con epitaf-
lio li, e poi nel i53o fu promosso all'ar- fio riportato dall' Ughelli.
^el^ esequie,
civescovato di Benevento. A' 20 luglio con elocpienza ne lodò le virtù e ineriti
dello stesso anno Cletneole VII nou)iuò Paolo Mmucci valente oratore e prepo-
amministratore il cardinal Giovanni IH sto della patria cattedrale. A' 7 agosto di
SaLiati (/'.) fiorentino, e si dimise con detto anno da Macon vi fu traslato Lu>
regresso nel (532. In questo a'22 marzo ca Alemanni nobile fiorentino dotto e
dall' arcivescovato di venne
s. Severina pio, già preside in varie cillà della s. Se-
in questa cattedra Gio. Matteo Sartorio de.Monitmenluni consecrationis sani'
nobile modenese, abbate commendata- mae atdi^, cni lemporuni injuria allu-
rio di più chiese, come di Nonantola e leril vitiuni reftciendiim curavit. Dopo
di Colle, già lodato preside di pù città 19 anni governo si dimise,
di lodevole
dello slato papale, ornato di belle doti, e ritiratosi in Firenze ivi morì e fu se-
morto nel i545 in Nonnntola e tumu* pollo nel 1625. Eragli succeduto a' 12
lato in quell'ubbaziale chiesa di s. Silve- giugnoi6i7 Bernardo Inghirami nobile
stro. A'22 luglio di detto anno gli succes- volterrano, dotto uditore della rota di
se Benedetto III Nerli nobile fiorentino, Siena e del cardinal Orsini; istituì nella
decesso nel i56.5. Io esso gli tenne die- sua cattedrale la prebenda teologale, ed
tro Alessandro Strozzi preposito della un esercizio settimanale de'casi di coscien-
meti'Opolilana patria Firenze, di nobilis- za; curò l'aumento della mensa episco-
sima stirpe, lodato per dottrina, probità pale, e nel 6 9 riedificò magnificamen-
1 1
simo I, e suo legalo a Paolo 111 e Giu- moria sulla porta principale, ove s'inli-
lio III: mori nel i568in Firenzee ven- loia: Roni. Lnp. Princcps in Elr. Co'
ne sepolto io s. Maria Novella. A'2 ago- mes Palai. Ottimo e zelantissimo pasto-
sto i56S Lodovico II Àntinori nobile re, morì a*5 giugno i633 assai lodato.
fiorentino, per la cui singolare prudenza Nel 1634 gli successe iN'icola Sacchelli
Pio IV l'avea inviato al concilio di Tren- nobile fiorentino cav. di s. Stefino, le-
to, ove rimase sino al compimento, indi gato del granduca a Venezia e all'impe-
in Fraacia, e ad Avignone contro gli ec* ratore; colle sue virtù resse paternamen-
90 V OL V OL
te la diocesi, e ridusse in modo il semi- nedetto XIV nella proposizione conci-
nario chen'è celebralo quasi fondalore: storiale. Dopo di' lui, vivendo ancora lo
mori compianto nel i65o. In questo a' sventurato vescovo, Clemente XIII di-
IO settembre Giovanni IV Cerini patri- chiarò a'25 gennaio r 768 coadiutore con
zio fiorentino, cubiculario d'Innocenzo futura successione, Alessandro Galletti
successe Orazio Albizi nobile fiorentino, a' 6 ottobre 1806 a quella patria metro-
morto presto nel 1677. A' 12 luglio di politana. Nello stesso concistoro Pio Vl[
quell'anno sottentrò.al governo di questa preconizzò vescovo della patria Giuseppe
chiesa CairloFilippoSfondrati nobile mila- Gaetano Incontri. Nel suo vescovato Gre-
nesee bainabita, egregio vescovo, finì sua gorioXVI emanò il bveveRoma/iorum in-
vita nel maggio 1680. A' 1 4 aprile i68l fluli^entia Ponlificnni, de'28 aprile 835, 1
Ottavio del llosso canonico e patrizio fio- Bull. Rom. cont., t. 20, p. 5o,col quale
reiitino,l»enenierito del setninario.emoà concesse a' canonici della collegiata di
nell'ottobre 1714- A' 1 5 dicembre 17 i5, Ch«oì« diocesi di Volterra 1' uso della
come leggo nelle Notizie di Roma, colle mozT.elià nera sul rocchetto, ed al prepo-
quali compirò la serie, mentre ilColelilo sto del capitolo la manlelletta paonazza
registra per ultimo di sua continuazione sul rocchetto, in coro, nelle processioni
Uglielliaoa a' i 3 gennaio 1716, Lodovico ed altre funzioni. Benefico pastore mg/
INlaria Pandolfini nobile di Villa di L^ri Incontri lasciò la sua intera eredità allo
diocesi di Pisa, dottore in arabo le leggi, spedale di Volterra per mantenimento
lelloi"e straordinario di quella università <le'poveri cronici della città, ed muni-
il
e canonico della metropolitana, già vi- cipio per pubblica gratitudine nella sala
cario apostolico di Cortouti. A*6 maggio comunale gli eresse un busto marmoreo,
1748 Ciuseppe Do Mesnil di Ohe ville con iscrizione analoga. Annunziò la Gaz*
feudo di sua casa in Lorena, ornato di zetta di Roma del 1848 a p. 282, » Vol-
profonda erudizione, alquanto strano, terra I 5 aprile. È qui p^jssato agli eterni
fìnì infelicemente con alterarsi la sua riposi il nostro amatissimo vescovo econ-
mente, onde divenuto frenetico venne citladinomg.'^GiuseppeGiielano Incontri,
condotto in Roma e morì nel 1784 «n qualeda ben 42 anni governava santa-
il
Castel s. Angelo. Tutto narrai nel voi. mentequesta chiesa. Fu egli che dischiu-
V^i p. ^0 e4i- Il '5 dicembre 1755 Be- se il t." le porle del santuario al giovi-
nedetto XIV che l'avea preconizzato ve- netto Gio. Maria Mastai, alunno in que-
scovo, gli die' a coadiutore con futura suc- sto collegio ili s. Michele, e poi glorio-
cessione Filippo Nicola Cecina nobile di sissimo Gerarca della Chiesa cattolica
Volterra, vescovo di Zenopoli in parti' coirimmortal nome di Pio IX". Questo
bus. Il Dal Borgo che [tubblicò le Notizie Papa, dopo sede vacante notabile per le
storiche nel 1758, a p. xil della prefa- politiche vicende di Toscana, nel conci-
zione lo dice fratello dell* autore delle storo de' IO aprile i85i gli sostituì mg.''
medesime, già canonicodella patria cat- Ferdinando Baldanzi di Prato, già loda-
tedrale e pio vicario apostolico, e prima lissimo curalo di quella cattedrale, ca-
vicario generale del vescovo d'Arezzo, nonico e vicario generale con isiraordi-
riferendo l'elogio che di lui ne fece Be- narie facoltà, del vescovo di Prillo e Pi-
V OL V OL 91
sloia, inJi per ili lui morie vicario capi- sìs, come si legge nella'proposizlone conci-
tolare di Pistoia, e «icario generale del storiale, che pur dice: Dioeceseos ani-
successore; lodandolo per gravila, pru- bit US salis late palet, et plura sub se
denza, dotrrina e probità; meritando poi coniplectitnr loca.
che a' 28 settembre i855 lo trasferisse VOLTO SANTO o VERONICA,
alla raelropolitaaadiSieua,la quale tut- f^ultus Sanctus, Sancla /^cronica. Re-
tora governa. 11 medesimo Papa nel con- liquia insigne e preziosissima, consisten-
cistoro di Bologna de' 3 agosto 1857, te inun pannolino o fazzoletto o ve*
preconizzò l'odierno vescovo mg/ Giu- Ioche porla impressa l'adorabile e vera
seppe Targioni di Prato, già rettore e immagine del Volto di Nostro Signore
professore di teologia in <|uel seminario, Gesìt Cristo {f^.y, prodigiosa impressio-
canonico delia cattedrale, ed esaminato- ne però non eseguila con colori di uma-
re pro-sinodale, encomiandone la dottri- no artifìcio, ma per la divina virtù del
na, la prudenza, la probità e l'idoneità, Figlio di Dio tatto Uomo j al quale nel-
e dopo il concistoro gli concesse pel i." la sua Passione, presentato da s. f^ero-
il pallio, di cui avea condecorato i pasto- nica di Gerusalemme (f^.), menlre col-
ri di Volterra. Poscia a' 2 3 dello slesso la Croce sulle spalle e la corona di Spi-
come notai ne'vol. XCV,p. 338,
agosto, ne (f^.) in capo andava al Calvario, eoa
XCVII, p. 258, lo consagrò vescovo nel- esso si asciugò il divin sembiante bagna-
Inni favole uicuìue t'pi:icopali^ Cuilen- collii ss. Lancia e il Volto Suolo. Di più
92 VOL VOL
nel 1840 tlie'a custodire altra ss. Croce di «un identità. Il Marangoni, Istoria
al capitolo Vaticano, per esporsi nel Ve- di Sancla Sanctorum e della celebre
nerdì santo nella cappella pontifìcia, e immagine del ss. Salvatore delta Ache-
sull'altare papale della basilica in alcuni rapita, cioè non fatta da mano umana,
giorni dell'anno, dovendosi collocare per dichiara tali essere il Volto Santo, la ss.
la sua custodia nella nicchia del pilone Sindone, ed anco alcune altre ss. Imma-
di s. Elena, ov' è la testa di s. Andrea. giiii;e Roma possederne 3, quella di
Tutto descrissi enarrai ne' voi. Vili, p. Sanata Sanctorum (che il Gretsero,
3i3 e 3i4) XH, p. 240 e 24'>X^'"i Synlagnia de Imaginibus non manti
p. 235. L' adorabilissimo sagro tesoro factis, confase col Volto Santo, nel nar-
del Volto Santo, di antichissima esom- rare che Stefano II detto III uel 75i a
ma divozione, di tutto il mondo e di tut- piedi nudi porlo sulle spalle l'immagine
ti i tempi, gelosamente si custodisce e del Salvatore dalla basìlica Lateranense
profondamente venera uel Praticano ( f^.) alla Liberiana, nella processione solenne
nel proprio luogo e santuario della ba^ di penitenza, per implorare la divina
silica patriarcale della Chiesa di s. Pie- miserioorilia, contro Astolfo re de' lon-
tro in Praticano [P^.J, colle altre due gobardi), nel santuario della Scala San-
miggiori ss. lieliqnie^f^.)^ della ss. Cro- ta (F.); quella della chiesa di s. Silve-
ce e Lancia, in separato reliquiario
ss. stro in Capite, di cui verso d fine di
formato da bellissima cornice di cristal- quest'articolo; e questa appellata co' ti-
lo, intarsiata coti varie lastre d' argento toli di Veronica j di Follo Santo, e di
dorato, donata a'6 maggio dell'anno scin- Sudario. » Ed è appunto quel panno di
to i35o da 3 veneziani chiamati IVicula lino, che mentre il Salvatore portavasi
Valentini, Bandino de Guarzonibus e deformato al monte Calvario, presenta-
Franceschino de Giostro, com'è registra- to gli fu da (|uella santa Donna, per a-
to in antichissimo libro de' benefattori sciugarsi la faccia divina bagnata di san-
della basilica, e riportato dal Cancellieri gue e sudore, nel (juale, dopo sì pietoso
nell'opera De Serrekiriis BasiUcae f^U' ullicio, impressa rimasevi quella forma
ticanae^ì. 2, p. 855, e t. 3, p. 1269, e così con) passione vole, che vi si riconosce".
lo notai nel vul. Il, p. 107. l'er singoiar Il Piazza, E nerologio di Roma, a' 4
coincidenza, un altro veneto, il Sommo febbraio, festa di s. Veronica nobile ma-
Pontefice Gregorio XVI, con saggia e trona gerosolimitana, dopo la sua storia,
opportuna provvidenza, nel 1 838, al fra* cosi descrive Volto Sauto uel 171 3,
il
gilè velo che copriva il Volto Santo, fe- tal quale lo vide e descrisse 1' apostolo
ce sostituire una conveniente lastra di evangelista s. Giovanni nella sua vii le •
cristallo, onde meglio si custodisse e am- zione. »j Trovasi in esso, non senia te-
mirasse. Alcuni prelesero di porre in for- nerissima compunzione, il capo tutto tra-
se l'esistenza di s. f^eronica di Gerusa- fitto di spine, la fronte insanguinata, gli
lemme, perchè come descrissi in quell'ar- occhi pieni di lividure di sangue, tutta
ticolo, Feronica significa
il vocabolo impallidita la faccia de-; nella guancia
Fera Icon, Fera Immagine, e perchè stra mirasi ivi crudelmente stampata la
la Chiesa non riconobbe mai la s. Dan- guanciata della mano ferrata di Malco,
na, denominata pure Berenice e Bero- e nella sinistrai segni degli spuli de'giu-
nica, donde il nome di Veronica. Tut- dei, e loro oiacchte; il naso alquanto
tavulta ivi narrai la sua storia, il suo cul- schiacciato e insauguioato, la bocca a-
to e con esso quello del Volto Santo, la parta e spiirsa di sangue, i denti scossi,
tradizione remota e comune, convalidata la barba pelata in qualche parie, e i ca-
da tnolteplici e autorevoli teslimouiauze pelli da uu lato svelti; e tutta la saulis-
VOL VOL 93
sima fflccla tDÌMhiala, così crDliafTalta per rasciugare il volto.Però non si deve
crmVIla è, di nnaeslà e di ccotpassìone, confonderlo col lenzuolo o ss. Sindone
di amore t di iiie&tìzia;onde quando nelle esistente in l'orino, colla quale fu rav-
prescrille solennità si mostra nella basi- volto e sepolto l'adoi abile corpo del Sal-
lica Vaticana all'infinito |^<0|iolo, clie vi vatore del mondo, oltre altri sudari co'
concoire ctn relibrìtù di funzione, ca- quali gli fu copertoii volto e capo nel s.
il
giona un «agro orioie, una mestissima Scpolcio. Egli è per questo che più chiese
ioiirj(l(n2a, una dolcro$>a penilen2a, e vantano il pregio di possedere parte di
tocca c]ueì beatissimo stnbiante, tivo que'sudari; e pel culto che loro si rende
testimonio dell'ingraliliidine del geneie piir d'una volta Dio ricompensò con be-
umano, fin dentro il cuore de' fedeli ri- nefizila fede e lapietà de'veneratori, che
guardanti, e risveglia un grnoio'O pio- onorano questi segui commemorativi del
fluvio di Ingrime |enìtenti, e finoime mistero delia nostra felice redenzione.
d'amore al nostro benignissimo Reden- S. Veronica portò in \olto San» Roma il
n. 385 1, antico ross. di ^icolò Signori- o Tempio del Pantheon (f^.), V altra
le romano. Egualmente il Ricci, De'Giti- nella chitsa di s. Eligio de'Feiiaii, det-
hilel universali a p. 2 1 2 riporta col cap. to pure 8. Alò, di cui nel voi. LXXXIV,
gg la a Txowa del
storia del Trasj:oìto p. 24, e dal Piazza credesi che fosse la
1
folto Santo o T era Imago, nell'anno cassa inteiioie, per attestato di vari de-
35 di nostra salute, per risanare l'in* scrittori dellechiesedi Roma, oltre il Vasi
fermo di lebbra inipeialort Tiberio, che nell'7m?f ror/o.L'A veri ipoi ta l'iscrizio- I I
principali Reliquie che si conservano sagro tesoro, a cui dicesi la santa lo fa-
nella basilica Vaticana. Provasi l'esi- cesse consegnare, egli lo tramise a' suc-
stenza del ! olto Santo impresso
, in pan- cessori, i quali con molta segretezza Io
no di lino o di altra scmìglianle mate- tennero celalo finché durarono le perse-
ria, quale si espone alla pubblica vene- ruzicni (Iella Chiesa. Sono discrepanti gli
razione, e sì benedice con esso il popolo; scrittori neir assegnate in quale chiesa
della CUI identità autentica degnamente opinano prima nella
fu collocato, gli uni
trattò r altro benefrciato Battisti, ccn chiesa di Maria ad Marljies, delta
s.
panuoliuo o fazzoletto, di cui si fa uso tile !a ca^sa a\eai3 seirature le cui chia-
c>i VCL V o r,
Ti custodiva ciascuno de' Cnpo lìinni costà trasportato il Volto Santo, l'Imma-
(/'.) degli antichi XIII Rioni di Roma gine della Madonna (che si venera nel-
il quale riparlo però soitanlo ri- l'altare maggiore)edil ss. Crocefisso, che
C^.),
sale nella Roma papale alla metà del ambiduesono in detta chiesa; e nella me-
secolo XIII o 1 144) '^^^^ sembra poste- desima Cassa si conservava il Volto San-
riore. Si volle assegnare la chiesa di s. to, finché durò a mostrarsi ivi, prima
Maria ad Martire s per custodia dell'm- che fosse trasferito a s. Spirito in Sassia,
".
signe reliquia, come luogo sicuro e for- a Castel s. Angelo, e poi a s. Pietro
tissimo, ed eziandio ampio onde riceve- Recatomi nel detto tempio, ho trovato
re il popolo elle numeioso vi accorreva sopra la mensa dell'altare, nell'incavo del
a rendergli culto, e siccome posto quasi muro, una grande urna con cristallo avan-
nel centro di Boma abitata, mentre la ti, colla cassa in pezzi, sulla quale urna
basilica Vaticana restò fuori del perime- lessi la seguente iscrizione: /érca in qua
lio delle Mura di Roma, sino a s. Leo- xacrum Sndariuni ollni A diva Veroni-
ne IV, che nell' 848 la comprese nella ca de.latani Romani ex Palestina. Tlac
Ciflà Leonina. Queste ragioni favori- in Basilica anni cenlnm eniluit. L'urna
rebbero in parte la priorità della custO' è sovrastata dall'immagine del ss. Cro-
dia del Volto Santo in tale tempio. Perciò cefisso scolpita in legno, e custodita da
devo ricordare, che nel citalo articolo, o cristalli. Fattosi diligente esame sulle ta-
voi. LV I i I, p. c) e I Ojdissi che divisa Roma vole della cassa, si trovò avere esse dieci
in Regioni, ne bassi tempi erano IX, du- serralnre.Qiìanlo al venerarsi e custodirsi
rante i secoli 1 X, X e XI , ed in parte an- il VoltoSanto nella basilica Vaticana, pro-
cora del XI I secolo, oltre laX legione sul- vano Sidone e Martinetti, con l'autorità
la riva destra del Tevere, numero che mi di più idonei scrittori, che avendo Papa
{;ìovn a quanto sono per dire su quello Giovanni VII nel 607 (va corretto l'er-
(Ielle le mie as-
serrature delln cassa, per rore avvenuto nel voi. XII, p. 1 4o, in cui
sidue ricerche. Inoltre, non si deve tacere, peralterazionedi composizione, quell'an-
the sostenitori della senlenza.che il Volto
i no apparisce come della venuta del Vol-
Santo fu prima deposto in s. Maria ad Roma, uieotregli scrittori co-
to Santo in
Ma rtyres, taccona ami cUe ivi si venerava munemente l'attribuiscono alla suindi-
e mostrava sin da'iempi di Bonifacio IV e cata epoca di Tiberio imperatore), aven-*
dall'anno 610, con esposizione sull' al- do fabbricato nella basilica Vaticana
iare maggiore a'i3 maggio, qual giorno un oratorio alla B. Vergine del Presepio,
anniversario della dedicazione di essa nel quale poi volle esser sepolto, vi eres-
chiesa, in cui quel Papa vi avea fatto se un altare in onore del ss. Sudario di
trasportare 28 carri di corpi de'ss. Mar- Gesù Cristo, quod vocatur f^eronica,
tiri e perciò intitolala ad Ognissanti. Di ove in nobile ed elevato ciborio adorno
più se ne faceva l'oslensione e l'esposizio- di colonne marmoree vi collocò il Volto
ne nelle pericolose circostanze della cit- Santo, e la stessa cappella ne prese cu-
tà, li contemporaneo Francesco Valesio mulativamente il nome, ed anche di s.
scrisse nel suo Diario: » Mercoledì i4 Maria del Sudario, e si trae d» un cer-
ottobre lyoS. Clemente XI passò alla to documento de' tempi di Papa Bene-
chiesa della Rotonda a rimirarvi le belle detto Vili del IO 17, in cui è qualifica-
colonne di giallo antico con cornicione to Giovanni chierico e mansionario, di
di marmo greco bianchissimo, sull'alta- s. Maria in Beronica. Il Grimaldi no-
re del ss. Crocefisso, fatto nuovamente taro e archivista della basilica, illustrò
ripulire; e in tale occasione gli esposero una lapide di Papa Adriano I del 772
alia vista la Cassa, in cui dulia Grecia fu da cui si trae la consagrazioue de' due
V OL V OL 9'>
Santo, fossero preposte alla cura della cas- Garampi, iV/7g^/ r// osservazioni sul va-
sa io cui era racchiuso 6 famiglie nobi- lore dell'amiche monete pontificie, ri-
liromane, cioè de' Capo di ferro, del porta documento in cui sono dette Si-
rione Regola; de' Tartari, di quello di gnuni s. r eronicae, poiché era tanta la
Parione; de'Mercanti, del rione di Pon- venerazione che si avea per la ss. Imma-
te; de' Ricci, di quello di Campo Mar- gine, che sovente ne fu espressa la figura
io; de' Tosetti, del rione Colonna; e su di esse, e può risconti'arsi nel Fiora-
de' Slefaneschi, di quello di Trastevere. vanti, Denarioruni Rom. Pont., e nello
La singolare venerazione poi nella qua- Scilla, Delle /Monete pontificie. Il Vet-
le in quel secolo era il Volto Santo, l'af- tori, Il forino d'oro illustrato, offre piìl
ferma il Mallio, nell' Historia dei pre- esempi di monete d'oro antiche del se-
gi della basilica Vaticana, dedicata ad A- nato romano dette ancora Volto Santo,
lessandro 111 del
i iSg, con dire che di e diverse nell' altra parte anche coll'el-
contìnuo ardevano ante f^eronlrani de- figie del Salvatore di Snncta Sanclo-
cem (lampade) die nocleqne ; ed una a- rum in allo di benedire, ciò attestando
Taoti l'immagine della B. Vergine dello la costante e grande divozione de'roma-
slesso oratorio. Racconta il Cancellieri, ni verso i due sagri simulacri. Il Can-
Memorie delle sagre Teste de'ss. Pie- cellieri nellaSettimana Santa, a p. i46|
tro e Paolo, p. ir, che nel i iq3 venuto riferisce che il Volto Santo fu trasferito
in Roma Filippo II Augusto re di Tran- nella chiesa dell' Ospitale di s. Spiri-
cia, Papa Celestino III gliele fece mo- lo (f^.), senza precisarne l'epoca, e ripio-
96 VOL VOL
duce un'antica cionaca sui custodi delle tillca Vaticana a'proietti e proiette, ed
chiavi, che a vita aveano le sei fciiniglie agli ecclesiastici dello stabilimento, ia
romane, che coll'Àlveii riportai più 80> luogo de'(|uali dipoi e tuttora si pratica,
proj non polendosi aprire senza l'inter- i confrati AcW A rciconfraterni la di s.
vento de'Ioro rappresentanti. » Lo qual Pietro in Sassia (^'.), che esistendo già
Sudario è nello sito di s. Spirito in Stis- nel I iq8, un tempo custodirono la s».
sia in una cameretta, foderata tutta de lieliquia, forse succeduti agli antichi 6
luarinoro, et de ferro, e serrata a 6 chia- ctislocli, ora si recano procession»lmeiile
vi, e non se mostrava se non una volta in s. Pietro, nella 2.' domenica dopo l'E-
l'anno; e tutti questi 6 gentiluomini, li pifania e nella 2.' festa di Pentecoste, a
quali tenevano queste chiavi, erano li- per privilegio viene loro fatta l' osten-
berij che no li era mai comannato, che sione del Volto Santo e dell'altre ss. Re*
dovessero uscire a campo, e sa nulla di liquie maggiori. L'Alveri riferisce che
essi fosse uscito Menescalco {^Marescial- v'interveniva anche il Commendatore di
lo) non era tenuto di annare mai alla s. Spirito. M'istruisce poi il Torrigio a
giustizia. Per ciascheduna volta, che lo p. 202, e l'Alveri a p. 2i3, che la pro-
Sudario se mostrava, doveano annare cessione del Papa co'cardinali a s. Spiri-
con 2o compagni per uno, tutti armali to, l'istituì Innocenzo HI verso il 1208
intorno allo Sudario ad arma scoperte nella i.* doujenica dopo l'S.' dell'Epifa-
per inHno alio loco suo deputato, e ser- nia, con bolla che olfre, dicendo che la
rarlo, e ha ve vano questi 6 ogni anno, de ss. Relìquia stava alcun tempo nella chie-
s. Spirito, doi vacche in die s. Spirilus, sa di s. Spirito e poi si riportava alla sua
le quale se magnavano lì con gran fé* Onorio 111 e Alessandro IV ap-
basilica.
sta ". Afialogamente scrisse il Piazza neh provarono la disposizione. Quindi Si-
V Efftuìcride f^aticana, che solevasi il sto IV del \^']\ per giuste cause vietò
Volto Santo portare in processione ogni la processione a s. Spirito, e in vece isti-
anno dalla basilica Vaticana alh chiesa tuì quella che va a venerarlo ne'sud^delli
ili s. Spirito con l'intervento del Papa, giorni nella basilica Vaticana. Bonifa-
che faceva un sermone al popolo, e de' cio Vili ripristinò nel 1 3oo la celebra-
cardinali, V nel medesimo spedule si dava zione in Roma iStW Anno Santo (/''.),
tro, raccolte da' Mansionari (/^.). 11 Bavaro, co'suoi eretici, scismatici e una
Piazza cita il registro d'Onorio 111 Papa sentina di meretrici, la città fu interdet-
anno y, corrisjiondenle a circa 1222. il ta, e molli de'cattolici, de'chierici e de'
A me pare, che per la temporanea cu- frati ne partiroito. Un canonico di s. Pie-
stodia del Volto Santo nella chiesa di s. tro che avea in custodia il s. Sudario, lo
Spirilo, in memoria si facesse la processio- nascose, perchè non gli sembrava esser
ne; e notai nel citato articolo dell'ospe- degna di vederlo quella turba d' iniqui,
dale, che appunto per tale custodia, 3 onde romani ne provarono grave tur-
i
ogni domenica e in ogni festa solenne, si 1 389. E poi recò a Roma in epoca
il re SI
folla, più volte non pochi ne morirono, a quell'epoca, come già dissi, si deve ri-
e l'attesta Matteo Villani ch'era presen- portare il racconto, ma vi è 1' ostacolo
te. Il Papa avea scritto a'canonici Vati- che allora Clemente VI risiedeva in A-
cani, loro raccomandando la frequente o- vigjione. Nel pontificato di Bonifacio IX
stensioiie del Volto Santo, per la gran ve- fu a Roma Ladislao re di Napoli, de' reali
nerazione che ne aveano i fedeli. Luigi I d' Ungheria, e ne divenne re nel i4o3
re d'Ungheria lo volle vedere ogni giorno. cogli aiuti di Bonifacio IX : forse doveasi
Urbano V ordinò, probabilmentedopo la dire Ladislaus, in vece di Ludovicus. U
sua venuta in Roma nel 367, che si mo-
1 Cancellieri nella delta Settimana Santa
strasse al popolo il Volto Santo in certi narra, che dopo d' essere stato il Volto
giorni dell'anno, come nelle ferie iv, v e Santo per qualche tempo nella chiesa
VI della Settimana Santa, nell'Ascensio- della Rotonda, ove fu trasportato, ed ove
ne e dopo rS.' dell' Epifania. Il Piazza se ne custodisce anche al presente la Gas>
che ciò riporta oeW Effemeride pratica- sa, fu trasferito in Castel s. Angelo, co-
custodia del Volto Santo e dell'altre ss. r ora di Terza, Jacomo de Calvi can.
Reliquie maggiori è devoluta esclusiva- priore et vicario, et sacristano della ba-
mente a'due canonici sagrestani maggio- silica di s. Pietro, con 6 altri canonici^ aa-
ri, il i.° tenendo le chiavi del credenzino dò a Castel s. Angiolo, et ivi presela Ve-
in cui è racchiuso e quelle dell'armadio ronica, et la portò in detta Basilica". Eu-
in cui è collocato, ed ove sono le altre ss. genio IV avendo riunito alla Chiesa ro-
Reliquie, il 2.° tiene le due chiavi dello mana YAbissinia e V Etiopia (^.), ne ac-
slesso armadio. Gregorio XI nel 1871 colse amorevolmente gli ambasciatori nel
concesse in perpetuo a'presenti all'ostea- 144^, ed a porte chiuse fece loro mostra-
sione delle Teste de'ss. Pietro e Paolo, re nella basilica Vaticana il ss. Sudario,
la stessa indulgenza che sì conseguisce da e nella Lateranense le ss. T'ej^e. Altri nar-
que'che trovaosi all'esposizione del Vol- rano che l'ambasciatore fu l'abbate di s.
to Santo nella basilica Vaticana, che nel- Antonio tgitto, uomo assai distinto pres-
la bolla chiama Veronicae. Narra il Tor- so il re d'Etiopia detto il Prete Janm\
rigìu, citando moDumeDli e il VoUerra- venuto a Roma a' 10 ottobre i44i eoa
VOIi. CHI. 7
98 VOL VOL
il monaci, e ricevuto uDoratanieole fu (coll'insegne corali e guanti di seta ro8s<(
condotto a venerare il Volto Santo, indi ed il capo nudo essendo accompagnato
:
Bidlarìunif le notizie sul Volto Sauto so- colò V". lo però qui debbo ricordare, che
Sudarium, 1* Imperatore {f^.) dopo la Coronazione
no riferite nel vocabolo : ss.
T'cronica etiam dir tu ni, et f^ullus San- d'Imperatore (/'.), fatta dal Papa, veni-
ctus. Rilevai nel voi. VII, p. 117, che va per Canonico (A^.) aggregato ne'capi-
Ricolò V nel 1 4^0 fece fondere tre cam- Ioli Lateranense e Valicano (ed in questo
panelle, per suonarsi nella sua osten- fin da Carlo Magno, come notai nel voi.
Nicolaus Papa T\ fecit anno Jubilaei cino il Volto Santo, dovettero vestire la
i45o. Cresccnlins de Perusio me. fecit. cotta e la cappa canonicale, e così appa-
In queW'Jnno Santo, tale fu la moltitu- gar la loro divozione. Si legge nelle iVb-
dine de'pellegrini accorsi a venerarlo, che iizie delta venuta in Roma di Cristia-
un giorno sul Ponte s. angelo caddero no I re di Danimarca nel i474> *i' Can-
e si annegarono nel Tei'ere 87 persone. cellieri, a p, I I , che Sisto 1 V l'alloggiò nel
Si ha dal Torrigio, che Nicolò V nel 4^2 i Vaticano e gli fece due volte mostrare il
dopo aver coronato iutperatore Federico Volto Santo, cioè a'12 e 23 aprile, facen-
III, gli fece la special grazia, dopo aver* do il re r oblazione di 5 ducati papali
lo creato canonico Valicano, di poter in la prima volta, e di io ducali vetieti la
8Ìma Reliquia ; i1 che era ed è soltanto vendo donato ad Innocenzo Vili la ss.
concesso a'canonici della basilica, non po- Lancia (V.) che trafisse il sagro costato
tendo affatto altri penetrare nel santua- deIRedentore, il Papa la ritenne nella sua
rio, neppure beneficiati (quando Papa
i camera, proponendosi d'erigerle una son-
Gregorio XVI per sua benigna degnazio- tuosa cappella nella contigua basilica, co-
ne mi condusse seco la i.' volta in esso, me si trae daun mss. di Filippo Morooi.
iri si recò con due camerieri segreti ca- Venuto a morte ordinò che si depositasse
nonici Vaticani, e sebbene a pie delle sca> in essa, onde cardinali a' 16 luglio 492
i 1
le trovasse i suoi caudatario e scalco, lu- la collocarono nell'oratorio del ss. Sudario,
timi cubiculari e beneficiati Vaticani, non secondo il Novaes. Peiò il Torrigio rac-
permise lororaccesso;dò però poi gli con- conta, che il Papa stesso in dello giorno,
cesse, insieme ad altri, quando tornò ad essendo infermo, ne fece effettuare il tra-
ascendervi. Tutto questo è positivo, seb- dopo o giorni morì. Indi il
sporto, e circa i
bene nell'archivio della basilica non è re- cardinal Lorenzo Cibo de Marii suo pa-
gistralo che l'accessosunnominato de' 6 rente, che nel cardinalato avea conserva-
febbraio i838). Nota il Piazza » Né al- : to il canonicato di s. Pietro, come osser-
cuno può mostrare questo Santo Volto, va il Novaes, nel tempio fabbricò una ma-
che uou sia caoooico di questa basilica gnifica cappella, e vi ripose la ss. Lauciaa'
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il gennaio i 5oo. Ma nella demolizione fello di Ferdinando III imperatore (me-
della parie ^u[)e^iol'e della basilica sotto glio figlio e poi successore ), il marchese
Giulio ilneliSoy, a'aa no vena bre fu ri- di Baden, il conte Styrm, il conte Trau-
portata nell'oratorio del Volto Santo, e rem, il barone Fortunato, il barone Chi-
j iposta nel ciborio di Giovanni VII, cioè ni, il cav. Scincinelli e il medico dell'ar-
nella vecchia basilica : d'allora in poi le ciduca. Ritornando alla ss. Croce, il Tor-
due ss. Reliquie noo furono più disgiun- rigio sembra precisarne le date. Egli di-
te. Si può vedere: Sacraruni f'alicanae ce Urbano Vili con bolla de' 19 aprile
:
Ritxi, che nelTampliazione della basilica, ce , 3.* il Volto Santo, concedendo in-
intrapresa da Paolo V, coll'atterrameoto dulgenza plenaria a chi confessato e co*
del rimanente della vecchia, a'a? genna- muriìcato fosse presente all' ostensione.
io 1 606 il Volto Santo e la ss. Lancia, uni Segu*! il dono Croce
alla basilica della ss.
tauiente col capo dì s. Andrea apostolo, a'igdi detto aiese,e processionalmeote
furono trasferite nell'archivio della basi- dal palazzo Vaticano fu portata nella nic-
lica, ed una cassa di ferro di ricco
ivi in chia. Nel dì seguente Urbano Vili vi si
drappo coperta furono racchiuse con 3 recò a ore 20, e prostrato venerò le 3 ss.
chiavi, una delle quali fu consegnata al Reliquie con gran divozione, e le ammi-
Papa. Ed il Grimaldi, che ne rogò l'istro- rò con gran gusto spirituale, vietando sot-
mento, lasciò scritto: Velustissiina viget to pena di scomunica, che ivi fece affìg-
usque hod'ìc consuetudo, ut Stimmus Pon gere, di muovere il velo che copriva il
ti/ex Sudarli et Lanceac penes sej'ugi- Volto Santo, e di aprire il vaso contenen-
ter unam clai'em haheal, rcliqttascano- te la ss. Lancia, senza licenza pontificia.
ììici baxìUcae. .^nche il Ricci, che pubbli- » Con sua Beatitudine ascesero alcuni ca-
cò De' Giubilei nel 1675, alferma, che i nonici, e fra gli altri Marc'Aurelio Maral-
Papi tenevano presso di loro una chiave. do suo segretario de'brevi ; Agostino O-
Due mesi dopo, cioè a'2 marzo, le dette i reggi suo teologo ed elemosiniere, fatto
ss. Reliquiefurono collocate nella nìcchia, poi cardinale neh 633; An?elo Glori suo
santuario o ciborio, aperta nel pilone del- coppiere e aitarista di s. Pietro (poi cardi-
la Veronica ; e quindi la testa di s. An- nale) ; Fausto Poli suo maestro di casa
drea a'29 noveQibrei6r2 fu trasportata [Maggiordomo e poi cardinale), e Fran-
nell'altra nicchia sovrapposta alla statua cesco Geva suo maestro di camera ( poi
di s. Eleua. Urbano Vili per incremento cardinale), che sebbene non era canoni-
di venerazione e splendore alla basilica, co, n' ebbe grazia particolare concessagli
Volle unire al Volto
Santo e alla ss. Lan- da Sua Santità^ non potendosi ascendere
cia, del legno della
Croce vera 1*8 a-
ss. , indetto ciborio da chi non è canonico dis.
prileiGig. Prima di questo e nell' anno PietrOjSenza licenza del Papa". E acconcio
santo 1625 Urbano Vili avendo fatto qui ricordare la venuta in Roma, nell'anno
compiere in ciascuno de'piloni della me- 8aQtoi625,diUladislaofigliodelrediPo-
ravigliosissima cupola le 4 nicchie, con /o/iiV7,daUrbaooVlIIospitalo,donatodel-
sue loggie per l'oslensione delle ss. Reli- lo Stocco e Berrettone benedetti, nel qua-
quie, a'23 dicembre in quella di s. Vero- le articolo notai che lo creò canonico di s.
che il Papa lo creò canonico , perchè a del breve Ut Chari^simus, de'3 1 maggio.
motivo della vecchiezza di suo padre, si Quando nel 1733 passò per Roma il nuo-
sapeva che presto sarebbe acclamato re, vo viceré di Napoli d. Giulio Visconti
poiché talsegnalato onore non si suol con- milanese, Clemente XII lo fece incontra-
cedere ad alcuno. Divenuto re neli632, re, l'alloggiò al Quirinale, tenne seco a
col nome di Uladislao IV , il capitolo e Pranzo, e dalla loggia della Veronica gli^
e canonici di s. Pietro gli scrissero un' e- fece mostrare le 3 ss. Reliquie maggiori.
pistola gratulatoria ; ed il re rispose l'u' Pio VI Ipermise che Carlo Emanuele I
manissima lettera , riprodotta da Torri- re di Sardegna (e poi edificante gesuita),
gio e Ricci , col titolo : Vladìslaas IV e la regina sua moglie la ven. Maria Clo-
eie. Reverendi devote nohis D'decti. iVeU tilde di Francia, avessero la spirituale con-
la quale è detto Meniinimw! no^ Colle- solazione di venerarle e baciarle nel ve-
gio illi, dum Romae praesentes Sacra- stibolo del santuario;ed altrettanto ac-
tissinius Sahaloris Nostri Fullum xpe- cordò nel febbraio i8oi alla pia arcidu-
ctavissemus eie. Inoltre si trae del Balla- chessa Marianna d'Austria, dopo aver es-
riunì ss. Basilicae P^aticanae^che Urba- sa preso la ss. Eucaristia nella basilica, ed
no Vili fece giurare a* canonici Vatica- i canonici dopo averne appagata la sua
ni di eseguire le prescritte ostensioni del- divozione, colle medesime ss. Reliquie
le ss. Reliquie. Narrai nel voi. LXXI dalla loggia benedirono la di lei corte, e
p. 249, come Alessandro VII nel i656