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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIÀSTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBBl SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARH GRADI DELIA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
COMPILAZIONE
VOL. LXXX.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVL
ri
STORICO-ECCLESIASTICA
T
TRE TRE
1 RE VERI (Treviren). Qllà con re- d'ordine dell'attuale zelantissimo vescovo
r
sidenza vescovile celebre e antichissima, mg. Arnoldi si espose alla pubblica ve-
negli stali occidentali del re di Prussia, nerazione nell'agosto e settembre 1 844-»
nella provincia del Basso-Reno, capoluo- dierono occasione e pretesto di manifesta-
go di reggenza e di due circoli, distante re i suoi riprovevoli errori, all'apostata
26 leghe d' Aquisgrana, 2 da Coblentz
t Gio vanniRongecaposetta di nuovo scisma
e y4 da Parigi, in fondo fra due monta- e di quegli infelici eterodossi seguaci del
gne , sulla destra sponda della Mosella, Razionalismo e Socialismo (J^.) che o- t
che quivi accoglie il piccolo ruscello di riginati in Posnania (f.), furono tosto
Weberbach, e vi si varca sopra un vec- colpiti dallecensure apostoliche di Grego-
r
chio ponte di pietra. S' innalza nel bel rio XVI, e di mg. vescovo di fVratisla-
mezzo di pittoresca valle, e le danno or- via (F.) o Breslavia. In tali articoli de-
namento le vie spaziose e ben lastricate, plorai l'audacia dell'indegno Ronge, che
ed solidi edilìzi di grandi pietre quadra-
i sfrontatamente ardi di pubblicare violen-
le composti. Vi si distinguono il palazzo ta scrittura contro le ss. Reliquie, contro
elettorale, che serve ora di caserma, e le la s. Sede, e contro I' ottimo vescovo di
chiese della B. Vergine, di s. Simeone, e T reveri; e rimarcai che il Rongianismo fu
la vasta cattedrale. Questa di antica e riprovato ancora dal regnante Pio IX. Il
mente il capitolo maggiore era composto che confermò Clemente VII, conceden-
di 4° canonici, di cui \6 capitolari e 16 dole altre grazie, mediante la bolla Quo*
domiciliari, tutti nobili. Egualmente pros- niani per lilerarum,At\Y% ottobre 532; 1
simo alla cattedrale è il conveniente epi- le quali bolle Gregorio XV confermò col-
scopio. Oltre la cattedrale nella città vi la sua, Unìversalis Ecelesiae regimini,
sono altre 5 chiese parrocchiali, munite de' 17 luglio 1621, Bull. Rorn. t. 5, par.
del s. fonte, due monasteri di monache, 4> p. 36ove si leggono tutte. Inoltre in
1,
diversi sodalizi, l'ospedale a cui assistono Treveri viHfu eretto u\\ collegio per le mis-
le sorelle della Carità, il monte di pietà, sioni apostoliche, e perciò dipendente dal-
il seminario cogli alunni, il liceo, una dot- la congregazione di propaganda fide e ,
impero ;issai fiorirono le lettere nelle Gal- collegio restarono soppressi. Treveri è
lie, perchè i romani vi stabilirono molte patria di molti illusili, fra 'quali ricorde-
scuole, e tra quelle di maggior grido pri- rò Ildegarda badessa, d'una illustre
s.
lici Belgica. 1 dintorni racchiudono fer- Palazzo apostolico de'ss. Quattro, sic-
ro, rame, argento e piombo, e vi si at- come edificato con magnificenza da Pa-
tende particolarmente alla coltivazione squale li, allorché riedificò la chiesa col-
della vite e del lino. Conta circa 18,000 l'abitazione rovinata da Roberto Guiscar-
abitanti, e la reggenza del suo nome più do allorquando si portò nel 1080 a Ro-
di 32o,ooo, formante la parte meridiona- ma a liberare s. Gregorio VII dal perse-
le della provincia del Basso-Reno, il qua- cutore Enrico IV; palazzo in cui allog-
le comprende l'antico slato sovrano del- giò l'imperatore Sigismondo nel recarsi 111
l'Elettorato ecclesiastico di Treveri, al- Roma nel 1 4-33 per ricevere la corona im-
tre sue reggenze essendo quelle d' At/ui- periale. Nel citato articolo, col Martinel-
sgrana e Coblentz. 11 territorio elettora- li e col Piazza, dissi la concessione fitta
le conteneva 280,000 abitanti, e capita- da Leone Vili all'arcivescovo Teodorico,
le n'era la città di Treveri, fregiata pure ma ora trovo nel Bull. Rom. 1. 1, p. 276,
del grado di città imperiale. Dimorava cheappartiene a Papa Benedetto VII; for-
ancora in Coblentz (V.) e nella fortezza se l'antipapa Leone Vili, intruso da Ot-
d'Ebrenbreinsteiu che la difende. L'arci- tone I morto nel q65, l'avrà eseguita,
e
vescovo elettore era cancelliere dell'//«- e il legittimo Benedetto VII resa valida,
pero per le Gallie e pel regno d'Arles; era anzi in tempo dell'antipapa l'arcivesco-
il 2. degli elettori ecclesiastici, ma vota- vo era Enrico, che intervenne al concilia-
va pel i.° per l'elezione dell'Imperatore bolo di Roma
(F.) del 963, in cui sacri»
{V.). Di sue particolari prerogative, qua- legamente fu deposto il Papa Giovanni
le Elettore del s. Romano Impero, e del XII per sostituirgli il pseudo Leone Vili.
titolo d' Eminenza e altri titoli, in tali ar- Però dalla bolla de'28 gennaio 975 di ciò
ticoli ne ragionai. Avea la propria zecca nulla si dice; solo quanto alla data del me-
e batteva monete, alcuni arcivescovi e- se vi è una variante, poiché cronologi i
lettori avendo fatto coniare anche fio- i dicono Benedetto VII eletto prima de'
rini d'oro simili a quelli della repubblica 25 marzo. Come un monumento impor-
fiorentina, con l'ellìgie di s. Gio. Batti- tante, per provare 1' asserta rettificazio-
sta, e per distinzione sopra la mano de- ne, e per quanto dovrò dire, reputo con-
stra del santo, in atto di benedire, vi veniente il riprodurla. » Benedictus Epi-
ponevano l'aquila di due teste; nel rove- scopus Servus Servorum Dei, carissirais
scio il giglio era poco diverso da quello di nobis in Christo fratribus, universis Epi-
Firenze, ed intorno il nome dell'arcive- scopis, ac totius dignitatis, et ordinis Ca-
scovo, come N. Archiepiscopus Treviren- tholicis viris praesentibus scilicet et futu-
sis. lu alcuni fiorini, invece del giglio, è ris perpetuam salutem. Quia licei indi-
arcivescovi di Treveri godevano, secon- ita sanctae Dei universale Ecclesiae filios
peni cauteri* devotiores probantur; qua- que nostro carissimo in partibus tolius
tenus eis, pia sui devotio, et iti piaesenti Galliae el Germaniae, ac per euni cun-
benignitatis couferat consolalionein, et iti ctis successoribus inperpetuuoi possiden-
futuro aeternam ipso intercedente remu- da, teueuda, ac ordinanda, per hiijusno-
nerationem. Unde omnium tam praeseu- straeApostolicae praeceptionisseriem tri-
duslriam nosse volumus, de saucla fralris versa fideliuin donatiotiibus autentice se-
nostri Tbeodorici s. Trevirensis Ecclesiae cundum legem romauuui possidet , vel
Archiepiscopi, Primatisque nostra prae- jam possidere debet, data videlicel,et us-
decessorumque nostrorum ab esordio , que in tieni saeculi quoquo pactodan-
fi
Chrislianitatis perB. Petruui constilutio- da, seu per violenliam iniuncorum eidem
jie, tolius Galliae ac Germaniae, in eum- Cellac ubiate, seu per incuriam cornino -
qui in sua sede, Ecclesiali) Cimati glorio- tegro, et ad integrum eidem fi atri nostro
sus gubernando multa moiuisteiioium >
Theodorico s. Tievirensis Ecclesiae Ar-
quae usque in sua tempora manserunt chiepiscopo, dignissiuioque nostro Vica-
deserta, restaurando, bealoruni Aposto- rio iu partibus tolius Galliae el Germa-
lurum Limiiiii caeterissaepius, nullo o I 1 niae, universisque successoribus suis per
gioris viae periculo , seu labore tenitus, eum a piaesenti die indictioueque lertia
libéralissime visitando, tiubis usque eo B. Petri apostolorum principi* uoslraque
complacuit, ut eidem Theodorico, et i- permittimus auctorilate. Contra quam si
psiu* Ecclesiae possidenda in perpetuutn quis hominem quolibet modo agereprae-
aliqua conferì e justum ducereuius; qua- sunipserit, et quod jusle, ac canonice a
terna, ut pracfali sumus ,
pio tanta sui uobis decretimi est, in aliquo infringere
devotione, a nobisgratiam, et benedictio- tentaverit, sciai se ex Dei omnipotenlis
nem in praeseuli,et iu futuro a Deo bea- Apostolorum principis o-
et piaedicti B.
tnnium tam praesenlium quam futuro- ei uni, et cum omnibus impiis aeteruo sup-
rum notum fieri volumus iiulustriae, uos deputandum. Qui vero hoc ipsuin
plicio
cuti) auctoi itale 1j. l'eli i apostoli n uni priu- nostrum privilegium, observare, custodi-
cipis,gi aluitoque sacerdotuiu,clericorum, re, adimplere fideliler studueril benedi-
totius(|ue romanae plebis assensu, eidem ctionis gratiam, el misencordiae plenitu-
fc.Trevirensi Ecclesiae Cellam (par chia- iliiieu) iu coeleslibus castri», inter eleclo-
ro cbe delibasi intendere l'oratorio, e pel runi iiuinei uni ellicaciler a Domino Deo
•uo ospizio la contigua abitazione e pos- consequi mereatur. Scriptum per inanuui
sessioni, poiché la chiesa giàera tilolocar- Stephaui notarii, el regionai ii, et scrina-
dinalizio e lo è tuttora; chela può darsi rli s. Sedis aposlolicae, mense januario,
Cella o abitazione fosse diversa dal pa- Indictione III. Data xv kal.febr. per ma-
lazzo de'lilolari, e cbe forse desso fu il ri- num Widonis Episcopi, el bibliolhecarii
fabbricato da Pasquale 11) Quatuor Co- s. Sedis apostolicae anno Deo propitio ,
ronatoi uni condonasse in perpetuo pos- PontiOcalus Domini nostri Benedicti san-
sidendam,cum oimi'ìbmslppendùiis suis, VII Papaeprimo. Imperante Du-
clissiuii
aquis sei licei , aquarumque decursibus, mino piissimo imperatore Augusto Otto-
pratis, pascuis, viueU, sii vis, cullis el iu- ne, a Deo coronato, magno, anno vili
cultis, cuililibus el mansis. Quae omnia ludictioue tertia ".
TR E TRE 7
L'origine di Treveri si perde nel buio solamente ricusarono di trovarsi all' as-
de'teuipi, ed è cerio anteriore all'entrata semblee generali da lui convocate, ma te-
de'romani nelle Gallie: costituisce la ca- ne vano eziandio corrispondenza co' ger-
pitale della provincia omonima, che altre mani situali di là del Reno, per indurii
volte avea per confini all'oriente il Reno, a irrompere nelle Gallie. Die motivo a tali
a ponente la Mosa o M osella, a mezzogior- movimenti la controversia tra Iuduzio-
no il paese de'Mediomalrici o de'Messi- 111,110 e Cmgetoi uno di lui genero, quali i
devasi dalla Musa e vicinanze di Nerviens al avea tatto porre all'incanto suoi
?.. , i
quanto poco solida t'osse questa loro al- bilì Cingeloricio nel suo principato sullo
leanza. Nel seguente anno avendo quasi la dipendenza de'romani. Nel sottoporli
tutte le Gallie cospirato contro il generale i a'romaui, uè adottarono la lin-
treviresi
romano, egli mosse alla volta dell'inimico gua in luogo della celtica, che a veauo fi-
accani patoaRemois,ed a veudolo sconfìtto no allora parlata. Indi Augusto piantan-
sulle sponde dell'Aisne, lo perseguitò fi- do a Treveri una colonia romana, le die
no al paese de'Nerviensi. 11 nemico, ria- il titolo d'Augusta Trevirorurn e diven- t
vutosi prontamente da tale rovescio e fat- ne la capitale della 2/ Belgica. Molti im-
tosi forte coll'uuione de'vermandesi e de- peratori tennero in essa più o meno lun-
gli atrehati, venne ad una 2." battaglia, go soggiorno, come Costanzo Cloro, Mas-
in cui Cesare fu costretto a prender la fu- simiano Ercole, Costantino I il Grande,
ga. A tal nuova i die accorre-
treviresi, che pare le desse il titolo di metropoli
vano in soccorso de'romani, rifacendo i delle Gallie, o almeno tale riguardavasi
passi loro se netornarono alle proprie ca- nel IV secolo di nostra era, a cagione della
se. Nel 56 fatto Cesare consapevole, che quasi ordinaria residenza che vi teneva-
i belgi venivano eccitando germani a se- i no gl'imperatori, e perchè divenne essa
co loro congiungersi, spedì il suo luogo- la sede de'prefetti del pretorio delle Gal-
tenente T. Labieno a Treveri con un cor- lie. Vi soggiornarono pure Costante I e
po di cavalleria per contenerli al dovere. Costanzo, Giuliano, Valentiniano Va- I,
Giunse egli medesimo due anni dopo in lente, Graziano, Valentiniano II, Mas-
questo paese con 4 legioni e 800 cavalli, simo con Vittore di lui figlio, Teodosio
poiché avea inteso come treviresi non i I il Grande,ed Avito, seuza parlare de'
8 TRE TRE
tiranni più antichi. Postumo sotto Gal- les la prefettura delle Gallie, il che fu re-
lieno, Villorino e Aure- due tiranni sotto golalo nel 4°2 con editto d'Onorio e di
liano. Fiuoda'tempidi questo ultimo im- Teodosio 11. Essendosi franchi già sta- i
peratore, ed anche prima, eravi in Tre- biliti in una parte delle Gallie, un'orda
veri un senato illustre e un ordine eque- di essi , dopo aver posto iu fuga Egidio
stre; in essa fiorirono egualmente le scien- o Gitone generale romano, s' impadronì
ze e il commercio. Gio. Paolo Mazzuc- di Treveri e di Colonia verso il 4^4 > e
chelli nella Dissertano apologetica,Me' fondò in queste contrade un regno parti-
diolanum secunda Roma, presso il Ca- colare e separato dalla dominazione del
logeri, Opuscoli t. 8, chiama pure Tre- resto de'frauchi; regno che fu nominalo
veri seconda Roma o altra Roma, per- de'Ripuari, a motivo della riva del Reno,
chè per più anni vi tennero sede stabile che si obbligarono co'romani a difende-
gl'imperatori romani, come dichiararo- re contro germani non meno che contro
i
rum urbs est nuncupala. Inoltre il Maz- 5i i per comando di Thièrri I figlio di
zucchelli osserva, cheanco Arles fu det- Clodoveo 1 una raccolta di leggi, nelle qua-
ta seconda Roma per avervi stabilitola li viene di sovente fatta menzione de' ro-
sede alcuni imperatori; come pure Aquis- mani; il che fa credere, che presso i ri-
grana fu appellata seconda Roma, quod paini rimanessero più romani di quello
ibi Carolus Alagnus sederli sibi Juluris- che presso degli altri barbari, e che le me-
(file occidentis Imperatoris perpetuata desime leggi fossero comuni a questi due
decreto consti tuit. Per la residenza che vi popoli. Treveri però di questo regno non
fecero i regolie longobardi, Pavia fu chia- formò che la 2," città, mentre Colonia n'e-
mata altra Roma, e finalmente Costan- ra la capitale. Quindi Treveri fece parte
tinopoli si disseNuova Roma per aver- dell' Austrasia, ed re franchi di tal regno
i
pero. L' irruzioni de' barbari nella Bel- tanto il cristianesimo, prima ancora del-
gica cambiarono aTreveri l'aspetto del- l' irruzione de' barbari, erasi introdotto
le cose : i vandali essendosene impadro- nella contrada, sebbene sieno discordi le
niti 1'
abbandonarono al saccheggio nel opinioni quanto alla precisa epoca sulla
cominciar del 3<)(j, e vi ritornarono sul predicazione del vangelo. Diverse auliche
finir dell' armo slesso, commettendovi tradizioni attribuiscono a' discepoli di s.
novelli guasti. 1 franchi nel \i i o nel Pietro la fondazione delle chiese di Tre-
seguente, avendola ancor trovala forte veri, Colonia, Tongres, Spira e Strasbur-
abbastanza per sostenere un assedio, la go. III. "vescovo di Treveri fu s. Eucario
piesero dopo gravissimi sforzi, e vi eser- o Euclierio, uno de'72 discepoli di Gesù
citarono senza moderazione i diritti del Cristo, da Roma inviato da s. Pietro, con
vincitore. Treveri ebbe a patire nuovi sac- s. Valerio diacono e s. Materno suddia-
cheggi nel 4^0» e verso il 44° P er P a,l ° cono, dicendo la tradizione che lo consa-
degli unni. Scorgendo romani che i il fiu- grò consegnò il proprio bastone o
e gli
me Urno, il «piale avea fino allora servi- /Incoio pastorale (/'.), che si conserva
to di barriera all'impero, non poteva più con venerazione in Treveri; perchè si vuo-
difendersi contro i barbari, aveauo pre- le die iu virili di esso il sauto risuscitò
so il partito di Udskruc uellu città d'A.i> il suo compagno s. Materno, come uar-
T R E T R E 9
ra Cristoforo Browero, Annal. Trevir. m tiene alle contrastale notizie di s. Mater-
ad ari. 5o, ed Onorio Augustodunense,//* no, lo trattò bene Grandidier nella Sto-
Scini.de Vetro et. Paulo. Osserva ilCan- ria della chiesa di Strasburgo. Ripe-
cellieti ne' Pontificali e nelle Memorie terò, secondo l'opinione d' alcuni scrit-
delle ss. Teste, che siccome d'allora in tori, che il vescovato de'ss. Eucario, Va-
noi s. Pietro e i successori non più ado- lerio e Materno di mollo viene anticipa-
perarono il bacoloj ed in sua vece la Cro- to, dicendosi morto il 1. "nell'anno
7 3, il
ceastata di cui riparlai nel voi. LXXV1I, 2."neU'88, il 3. "nel 1 4-3- Meglio è il con-
p. 124, se Papi si recassero a Treveri
i cludere, di non potersi accertare il tempo
tornerebbero ad usare quello del principe in cui fiorirono i primi 3 vescovi di Tre-
degli A postoli e ."Pontefice roma uo;e che1 veri, e che anco tra'luro primi successori
la parte superiore si custodisce in Colonia, non sono d'accordo «li scrittori. Si può ve-
e altra parte in Praga. Vedasi Giovanni dere la Gallia Christiana, I. 1, p. 71 3:
Ciampiui, Dissertalo his lorica an Von- TrevirensArchiepiscopi etprincipes)$a*
tifex lìoiìumus Bacalo Pastorali uta- cri Romani Imperli Eleetores. Io segui-
^/•.^RoinaeiGgo, e nelle sue Oderei. 3, rò nella serie Arte di verificar le da/e,
\
del IH secolo, insieme a lui ed a s. Ma- co, s. Navi lo, s. Marcello, Melropolo, Se-
terno, il (piale pure si ritiene per disce- verino, Fiorentino, Martino II, Massi mi-
polo dis. Pietro. Notai aToNGRES, parlan- no e Valentino. Il nome di s. Agricio tro-
do del santo, che con Colonia e l'Alsazia vasi fra'sottosci itti al concilio tenutosi in
lo riguarda per suo apostolo, e così Pae- i Arles nel 3 1 4-- appunto
Si pretende che
si-Bassi, non essere raro nell'antichità, la da lui fu convertito in chiesa il palazzo
quale di sovente die la qualità di disce- che s. Elena, madre dell'imperatore Co-
poli di s. Pietro a'primi vescovi delle cit- stantino I, possedeva a Treveri, e che la
tà fiuo al principio del IV secolo ,
preci- consagrasse sotto l'invocazione dis. Pietro.
puamente nelle Gallie e in Ispagna. Fu Altri lo dicono già vescovo d'Antiochia
s. Materno successivamente vescovo di e cacciato dagli ariani, e che fu messo sul-
Treveri, di Colonia e di Tongres, e mor- la sede di Treveri da Papa s. Silvestro \,
to in Colonia verso il 347 s' pretende che il quale ad istanza di s. Elena lo creò ar-
il suo corpo fosse trasportato in Treveri e civescovo e primate delle Gallie; onde si
deposto presso quello dis. Eucario. Inol- crede il 1 ."arcivescovo di Treveri, la cui
tre da alcuni si crede, che il Vallio(V.) metropolitana ebbe a sutfragauee le chie-
introdotto dagli Apostoli (anzi riparlan- se vescovili di Metz, Toul e Verdun in
done a Triregno, lo dissi con altri dallo Francia. Morì s. Agricio nel 335 a' i3
stesso s. Pietro e da lui lascialo a'succes- gennaio, sebbene l'anno non è certo, e fu
sori), da s. Pietro fu conferito a Mater- tumulalo co'suoi predecessori nell'antica
ico vescovo di Tieveri. Quanto appai- abbazia dis. Matteo, che sembra sia sia*
io TRE t a E
la la sede de'primi prelati ili Treveri. Il gli il medesimo im-
eusebiani, presente
successore s. Massimino di Poiliers e di peratore, e due anni appresso interven-
lui allievo, si pone Ira il 33o e il 335, ne all'altro concilio di Sardica, del quale
poiché al cominciare ilei febbraio segnan- fu uno de'più validi appoggi. Tanto co-
te egli accolse nella sua chiesa il grande raggio contro gl'implacabili nemici del-
s. Atanasio patriarca d 'Alessandria, ri- l'innocenza e della verità non poteva re-
legalo a Tre veri mercè un ordiue di Co- starsi impunito. Infatti gli ariani avendo
stantino I, chi: gli ariani aveano carpito inutilmente tentalo la condanna di s. A-
aita di lui religione. Da s. Massimino fu tanasio, tennero un conciliabolo iuFilip-
accolto come un confessore glorioso di popoli, nel quale prelesero di scomunica-
Cristo, e stimò a sua ventura il convivere re Massimino con altri loro avversari più
due anni e alcuni mesi con un santo così rinomati. Morì s. Massimino nel 348 o
illustre; nulla obbliando per addolcire al nel 349 nel Poitou, fu sepolto presso Poi-
suo ospite la sventura dell'esilio. Anche tiers, e poi il suo corpo dal successore fu
Costantino II lìgho dell'imperatore, che trasferito a Treveri, e deposto nel luogo
comandava nelle Gallie e risiedeva inTre- ovesi fondò la celebre abbazia del suo no-
veri, trattò s. Atanasio con molto onore, me. Nel 349 circa gli successe s. Paolino
somministrandogli abbondantemente o- aquilano, che poco dopo si recò a Roma
gui cosa necessaria alla vita. Massimino da s. Giulio I pel ristabilimento della pa-
praticò la stessa ospitalità, 4o vve| '° 5 au- ce nella Chiesa. Allora s. Atanasio erasi
ni dopo, verso l'altro confessore della di- già dall'esilio richiamato da Costanzo im-
vinità del Verbo, s. Paolo vescovo di Co- peratore, sicché i vescovi che l'aveano de-
stantinopoli, cui gli ariani aveano depo- relitto si all'iettarono di riconciliarsi con
sto in un concilio, ed al quale Costantino lui.Ursacio e Valente, suoi spiegati ne-
I nel cacciarlo non avea fissato il luogo mici, si trovarono pur essi in lai numero,
dell'esilio. Essendosi s. Paolo rifugiato nel- e gl'inviarouo d'Aquileia la loro ritratta-
le Gallie, il vescovo di Tre veri dopo es- zione, a mezzo di s. Paolino. Avendo s.
sersi accertato della purità di sua fede, gli Atanasio perduto nel 35o il suo protet-
aprì un asilo nella propria chiesa, lo trat- tore Costante I, suoi alfa ri cambiarono 1
tò con onore, e poi lo lasciò andare a Ro • aspetto, e l'odio de' suoi nemici ripigliò
ma per ivi trattare la sua causa dinanzi novello vigore. Costanzo nel 353 fece a-
il Papa s. Giulio 1. Nellostesso tempo che duuare il concilio d'Arles, ove quasi lut-
tenevasi a Roma un sinodo per esaminar ti i prelati assisterono alla condanna del
l'alfa re di s. Pao-
Atanasio e quello di s. sauto, tranne s. Paolino che rifiutò di sot-
lo, vescovi ariani essendosi adunati in
i toscrivere al risultamelo di quest' as-
Antiochia confermarono la condanna del semblea. Gli ariani però si vendicarono
i .°jed avvertiti in seguilo ch'egli era tor- di tale resistenza, facendolo esiliare nel-
nalo in occidente, spedirono 4 di loro al- la Frigia, e pe' mali che vi soffrì meri-
l'imperatore Costante 1, che trova vasi a tò il titolo di confessore, quando morì
Treveri per prevenirlo contro
,
illustre I nel 358, onorandolo la Chiesa a'3 ago- 1
clero lievi tese e adorno di specchiate vir- sa dis. Eucario, e cessò di vivere nel 458.
tù, dal concilio de'vescovi itacensi o ita- Jamblico oGiannerioo Jamnecio virtuo-
ciani, mccolli in questa città dall'impe- so e lodalo, vivea ancora nel 4? 5, come
ratore Massimo. E noto come $ Itacia- si ha da una lettera scritta ad Arbogasto
m, seguaci d'Itaeio vescovo di Silves o Os- conte di Treveri: a suo tempo già l'arci-
sonoba, e d'Idace vescovo di Merida, per vescovo esercitava diritti metropolitici i
dannò a morie Vi iscilliano con 4 suoi di- InsienOjMileto, Modesto, Massimiano, Fi-
scepoli. Il detto concilio approvò la con- hicio o Felice, Kusticoed Aprunculo mor-
dotta dc'sauguinari prelati, e s. Martino to nel 527. Il clero avendo scello a suc-
di Tours, sopraggiunlo a Tieveri men- cessore Gal, il re d'Austrasia Tierrico I
tre si celebrava, dovè dar segni di comu- o Teodorico die Nice- la preferenza a s.
nione, per salvar la vita agli altri priscil- zio o Niceto abbate d'un monastero del-
lianisti, altrimenti sarebbero periti. Del- la diocesi, tanto per l'eminenti sue virtù,
lo stesso Martino era pu-
sentimento di s. che per lo splendore de'suoi natali. Lun-
re s. Felice, ed egualmente che lui dete- gi dal bassamente lusingare le passioni dei
stava la violenza che usavisi contro quei principi, nella corte liberamente riprese
sellarijtultavia egli fu lenutoilaciano nel- i vizi del reedel figlio Teodeberto I, i qua-
la mente un gran numero di prelati
d' li invece d offendersene ne concepirono
cattolici e moderali (piali per conse- , i un maggior rispetto. Non cosi Clotario I
guenza si separarono dalla sua comunio- re diSoWsdnl accolse le rimostranze del
ne, fi a'quali si credono anche Papa s. Si • santo per l'incestuoso suo maritaggio, e
ricio e s. Ambrogio, riguardando Felice vedendosi separato dalla comunione dei
come scomunicalo. 1 critici osservano die fedeli e colpito dalla scomunica minore,
il Felice di cui si parla non fosse l'arcive- cacciò dalla sede s. Nicezio. Morto il re
scovo, ma un compagno dell'eretico Gio- nel 56 1 , il figlio Sigeberto 1 re d Austra-
viuiaiio. Tuttavolla nel cominciar del se- sia lo restituì alla sua chiesa. Eloquente,
colo Via chiesa di Tieveri non era in cal- zelante, caritatevole, fu a diversi condili,
ma, per cui s. Felice vedendo non poter fece costruire una ragguardevole fortezza
ovviare la procella insorta contro di lui, sulla Mosella per difesa del suo popolo,
rinunziò nel 3gS e si chiuse in uti mona- e colmo morì verso il 566 a'5
di melili
stero di Treveri che in seguito prese il
, dicembre. s. Magnerico gli
Il discepolo
nome di s. Paolino ove cessò di vivere
, successe, intimo amico di s. Gregorio di
nel 4oo e fu seppellito a'26 marzo, nel Tours: Childeberto II re d'Austrasia, per
qual giorno la Chiesa ne onora la memo- la slima che ne faceva, gli commise bat-
Maurizio è incertose morisse nel 407.
ria. tezzare Teodeberto 11 suo Del fa-
figlio.
Leonzio o Legouzio si ponea'ag febbraio vore che godè nella corte si giovò per di-
nelnovero de'santi. Auturo governò san- fender gli oppressi e procacciare qualche
tamente e morì verso il 44^. Salì sulla sollievo al suo popolo , che assai amò e
sede di Tieveri s. Severo discepolo di s. ammaestrò nella pietà. A suo tempo fio-
Lupo di Troyes.e compagno nel 2. viag- rirono s. Goare prete solitario della dio-
gio di s. Germano vescovo d'Auxerre in cesi, e l'altro solitario della medesima s.
Jointures eretto nelle Vosges da s. Deo- bri portavano nomi diversi dalle famiglie
datoo Die dopo aver lasciato il vescova- cui appartenevano, prese il nome ili Ma-
to di Nivers. Morto nel 666, la chiesa di cario, e morì nell'8u4- Wazone abbate di
Treveri ne celebra la festa a'5 luglio. Gli Merloc nel seguente anno intervenne al-
nunziò nel 671 la sede, ma vedendo che celebre monastero benedettino di Luxe-
non gli era concesso di starsene celato, si vil Borgogna; e poi passato in quel-
nella
retò nelle Vosges, ove fondò sul continen- lo di Martino di Tours sotto il magi-
s.
ta da alti e 4, e ivi cessò di vivere nel 707. tù, e nella cognizione delle scienze e del-
L'abbate del monastero di s. Massiuiino, la lingua greca, che divenne del pari san-
s. Basino, e non Veomado che lo fu più, to e dotto cenobita. Perciò s. Leone HI
tardi, ch'era stato surrogalo a s. Idillio, mosso dalla fama che lo celebrava, ver-
dopo aver santamente governato 24 anni, so P800 lo creò cardinale prete e poi ar-
abdicò nel 6g5 per tornarsene al suo mo- civescovo di Treveri,secondoil Merseonel
neterò, ove morì circa il 704. H suo ni- Catalogo degli arcivescovi di Treveri,
pote vedovo con un figlio, Luitwin o Leot- ed altri; ma alcuni scrittori attribuiscono
wino gli successe, e fondatore del mo- a Gregorio IV la dignità cardinalizia, ed
nastero di Merloco Mettine sulla Saare, nitri con Ciaccolilo a Sergio li dèll'844i
ove già avea passato qualche tempo nel- come lo registra il Cardella. Pochi vesco-
la vila monastica. Morendo nel 7 1 3 san- vi de'suoi tempi nelle Gallie l'eguaglia-
tamente, onde è onorato per santo a' rono in sapienza e in virtù, per cui l'im-
marzo, il suo figlio Miloue semplice chie- peratore Carlo Magno, conoscitore del ve-
rico ne occupò la sede, ed usurpò egual- ro merito, l'onorò d'una stima ringoiare;
mente (|uella di Reims, della quale però e uell'81 1 l'inviò a predicare la fede ai
venne spogliato nel 744 dal concilio di sassoni al di là dell'Elba, ed allora vuoisi
Soissous. Si crede che nel 753 restasse che fondasse il vescovato d' Amburgo nel-
ucciso alla caccia da un cinghiale, in una la bassa Sassonia. Il seguente auuo lor-
TRE TRE i3
nato dalla sua missione, compose un li- ture e colla pratica d'assidue preghiere,
bro intorno al Battesimo, per risponde- essendo inoltre assai divoto della B. Ver-
re alle domande che Carlo Magno gli a- gine. Il Cardella dice incerta l'epoca di
vea fatte sul modo con cui s'istruivano i sua morte, ina che vi vea nell'S {o, e l'Eggs
popoli, sulla natura ed effetti del sagra- lo dice morto circa P846,mentie il Ld>-
mento. Attribuito il libro da alcuni bi- bé scrive 1*8 1 4-- H Coeleo fece d' A mala-
bliografi ad AlcuinOjSirmond e le Cointe rio questo elogio.» Quest'antico difensore
ne dimostrarono autore Amalario. Nel- della vera credenza e della sincera pietà,
l'8 3 Carlo Magno l'inviò ambasciatore
i e dottore della Chiesa, il quale non solo
in CostantinopoIijCon Pietroabbate diNo- in Ti everi, ma anchee Costan- in Roma
nanlola, all'imperatore Michele Curo- 1 tinopoli sirendè veramente venerabile
palata, per trattarla pace fra'due impe- presso i sommi Pontefici ed più ginn i
chiese del mondo cattolico. RaccolseA ina- successeci cui tempo Treveri ut incorpo-
lano e ordinò V l fjìzio de' morti, affin- rata al regno di Lorena, dopo diversi i
ti, e scrisse altre dotte opere. All'assidua l'85c)fu al concilio di Savonnieres. Fa vo-
applicazione pegli studi, seppe unire l'e- li il divorzio di Lotario 1 re di Lorena con
sercizio delle cristiane virtù, macerando Tietberga, e indusse ad annullarne il ma-
la propria carne con digiuni e vigilie, col- trimonio Gontiero arcivescovo ili Colo-
la lettura e meditazione delle divine Scrii- nia, autorizzando così Lotario I a sposare
r4 TRE T R E
Valdrada sua concubina; fallo che con- danti i monasteri de'eanonici, e fu pre-
fermò nel concilio di Metz, ad onta che sente il giorno appresso alla consagrazio-
riprovavano il divorzio legati del Papa i ne di quella metropolitana. Nell'878 fu
s. Nicolò I, ed inutilmente con Gontiero in vitato al concilio di Troyes da Papa Gio-
si recò a Roma per persuadere il Papa, vanni Vili, ma non trovasi che v'inter-
che nel conciliodi Luterano annullò quel- venisse. Avendo il Papa a'6 settembre ac-
lo di Meli, e destituì due prelati e gli al-
i cordato il pallio a Walone vescovo di
tri padri dell'assemblea. Gontiero osò fa- Metz sua vita durante, senza consultare
re un'insolente protesta, ma Teulgaldo il suo metropolitano Berlulfo, questi se
vili. Egli intraprese in seguito sino a 3 a Treveri, gli vietò di far uso del privi-
viaggi per Roma per ottenere la sua ria- legio. Inutilmente Walone gli dichiarò,
bilitazione, ma non vi potè mai riuscire. che senza contraddizione l'aveano godu-
Anzi nell'ultimo suo ritorno, passando da to 4 suoi predecessori, cioè Urbico, Cro-
Roma alla Sabina, fu ucciso insieme con degando, Angelramo, e Drogone figlio di
tutti i suoi sul finir dell'868. Altri lo dico- Carlo Magno; il metropolitano persistè
no morto in Roma, da una malattia che nella sua difesa, e Walone si ritirò senza
mano di Carlo I a suo pregiudizio, elesse bari restarono vincitori alla battaglia che
dal canlo suo monaco Waltone o Wal-
il gli presentarono, e Walone vi perde la
done ad arcivescovo di Treveri. Queste vita. Bei tulfopoco sopravvisse all'infortu-
i\ue nomine cagionarono uno scisma tan- nio, emorì a' io febbraio 88 3. Nello stes-
to più pernicioso, in quanto che essendo so mese gli successe Rathodo abbate di
la thiesa di Treveri senza verun pasto- Merloc o d'Epteruac, che nell' 888 pre-
re, propriamente parlando, dopo la de- siedè al concilio di Metz. NeH'8g5 crea-
stituzione di Teulgaldo, avea già lunga- lo re di Lorena Zuenliboldo, questi lo
za eccezione. Roggero dopo essere stato ar- to il suo governo canonici della catte-
i
ncancelliere di Carlo 11] nel la Lorena, mo- drale rinunziarono alla vita comune che
rì queslooncli)3o fu eletloRo-
nel f)2Cj.In fino allora aveano tenuta. Xel 97$ gli suc-
berto, ebe si vuole figlio di Rodolfo II re cesse Egberto figlio di Thierri 11 conte
d'Arles di Thierri duca di Sassonia; in- d'Olanda, che fece rivendere le pasto-
tervenne a diversi cnncilii e presiedè quel- rali sue virtù, al quale scrisse il famoso
lo di Verdun nel 94 7, anno ot-
nel quale Gei berlo, che insegnava le lettere in Lom-
tenne da Ottone I redi Germania la con- bardia, poiSilveslto 11, esortandola man-
ferma del privilegio d'esenzione già con- dargli degli alunni. Intanto Ottone III re
resso alla sua chieda da Ztientiboldo oda di Germania, all'impero ebbe ad antago-
Lodovico IV. Morì di peste, durante una nista Enrico il Litigioso duca di Bavie-
grande assemblea di signori .tenutasi a Co- ra, nel cui partito Egberto si lasciò tra-
lonia nel 956, e il suo cadavere portato scinare, insieme con Warino arcivescovo
a Treveri, fu sepolto nella chiesa di s. Pao- di Colonia ePoppone vescovo d'Utrecht.
lino. Subito gli fu sostituito Enrico I pa- Profittando di queste turbolenze Lota-
rente d'Ottone I, che seguì poi neUfi sua rio re di Francia, invase la Lorena, e
discesa in Italia e andata a Roma, ma nel impadronitosi di Verdun fece prigioni il
ritorno morì di peste a Parma nel 964, conte Godofredo e Io zio Sisefredo conto
i6 TRE TRE
iliLnxemhurgo, qunli la difendevano.
i l'impresa, dopo sofferte perdile non in-
Morto nel 986 Lotario, e succedutogli differenti. I Irev'uesi forzati dalla fame, e
Luigi V, si pure già era
fece la pace, se per l'assottigliamento delle loro forze in-
stata conclusa. Il Novaes nella Storia di capaci di più lunga difesa, erano tlisposti
Giovanni XVI, dice che questo Papa nel ad arrendersi, se non che Enrico duca di
990 per mezzo di Leone vescovo di Tre- Baviera li distolse e con iscaltrezza indus-
veri, da lui mandato in Inghilterra per se il re a levar l'assedio ed a permetter
legato, ottenne di pacificare il re d'Inghil- loro di ritirarsi senza alcun male. Però
terra col duca di Normandia. Ma allora s. Enrico II prima di lasciar Treveri, fe-
ne III, riferiscono a quest'ultimo l'avere pel suo merito dal clero e dal popolo. Per
rivestito Ludolfo e i suoi successori della mettersi in possesso della sua sede fu ob-
dignità di elettore ecclesiastico, gli altri bligalo a prendere le armi, e costrinse A-
due elettori ecclesiastici essendo gli arci- dalberonea cedergli il palazzo diTreveri,
vescovi di Colonia e di M 'agonza (V .). non meno che tulli castelli dipendenti da i
Successe a Ludolfo nel 1008 Megin- questa chiesa, ed a tornarsene nella chiesa
galdo o Meiugaldo prevosto di Magonza, collegiata o monastero di s.PnolinodiTre-
nominato da s. Enrico II re di Germa- veri di cui era preposto. A'6 gennaio o 1 1
nia, del quale era cancelliere oprimiscri- Popponefu consagralo arcivescovo, e l'8
nio. senza riguardo all'accettata elezione aprile Papa Benedetto Vili gl'invio pal- il
del capitolo nella persona d'Adaiherone lio. Nel o 8 s. Enrico gli donò il suo pa-
1 1
di lui cognato, figlio di Sigefredo conte lazzo di Coblentz con tutte le dipenden-
di Luxemburgo, il cui merito consisteva ze, e con diploma confermò l'immunità
neh 'esser fratello della regina. Ciò origi- della chiesa di Treveri. Verso il io n)Pop-
nò uno scisma, die produsse poi conse- pone riedificò la chiesa di s. Pietro dive-
guenze funeste. Adalherone appena eletto nuta rovinosa, e le die nuova forma. Nel
si fece prestare giuramento dalle milizie, 1 028 intraprese il pellegrinaggio di Ter-
s'impadronì del palazzo della città, e for- ra Santa, con s. Simeone solitario di Tre-
tificò con torri il ponte sulla Mosella. Me- veri, ma nativo di Siracusa: durante la
gingillilo reca tosi a prender possesso di sua sua assenza , Gilberto conle di Luxem-
sede, e trovate chiuse tutte le vie,raccolse burgo invase le terre della chiesa di Tre-
nlcune milizie, e imprese a cacciarne il ri- veri e le pose a sacco. Nel 1 o36 TielVrido,
vide, ma i suoi sforzi cagionarono molli protettore e difensore della chiesa di Tre-
mali senza alcun frutto. Il re saputa la re- veri, sposò contro i canoni una sua pa-
sistenza fatta d'Adaiherone, a capo d'un rente in 5.° grado, e volendo ritenerla ri-
esercito strinse d'assedio il palazzo diTre- corse ali arcivescovo per la dispensa , e
veri nella 1* domenica di Pasqua 008, 1 I' ottenne colla condizione di ilare alla
mala vigorosa opposizione degli assediali chiesa di Treveri 12 manse, mansos. Era
l^bldigò nel i."sellembi e ad abbandonar la inausa quella quantità di terra che un
TRE TR E 17
giogo di buoi può lavorare in un anno, cisa in un sinodo di Roma lenulodal Pa-
o che basta al mantenimento d'una fa- pa^ giorni dopo Pasqua del 1049, co-
miglia di conladini; ciò che dicesi corri- me porta la sua bolla, alla quale però sot-
spondere a 64arpenli. Nelio38 Poppo- toscrisse l'arcivescovo di Lione con que-
ne scrisse a Papa benedetto IX chieden- sta clausola: Salva Ecclesiae Lugdunen-
dogli un vescovo sulhaganeo, siccome da sis a uclor itatele, condizioni per le quali
troppi affari caricato; e il Papa man-
gli il Papa accordò tal favore, furono che gli
dò un uomo di dolcissimi costumi come arcivescovi invierebberoogni anno depu-
I' indicava il nome, e si crede che fosse tati alla s. Sede, e ch'essi medesimi vi si
gio di Terra Santa. Nel io65 circa Ebe- VII e il suo persecutore Enrico IV, U-
rardo ebbe un contrasto con Thierri ab- done nel 1076 intervenne all'assemblea o
bate di s. Massi mi no, ebe imprese a de- conciliabolo, in cui il re pretese far de-
cidere colle armi; sembra però che dopo porre il santissimo Pontefice, al quale ri-
dusse stretto in ceppi nel castello d'Urt- pastorale, Engilberto o Egilbérlo bava-
zich,ove dopo averlo tormentato per «4 rese, preposto e teologo di Passavia, del
giorni, gli die lamorte precipitandolo da parlilo de'scismatici sostenitori de'concu-
una roccia il t.° giugno 066. 11 suo cor- 1 binari e delle condannate laicali Investi-
11 clero e popolo di Treveri nel 1067 scel- sopruso che loro si praticava, pregarono
se a pastore Ldoue o Eude svevo, figlio i vescovi suffragane) ch'eransi recali a Tre-
d'Everardo conte di JNelleniburg, dopo- veri per l'elezione, di non consagrare En-
ché si pacificò la collera del redi Germa- gilberto, come non canonicamente eletto.
nia Enrico IV, che ovea giurato vendi- Scorsero i\ue anni senza ch'egli Irovauc
rar (>onoue colla rovina della città. Cor- un consagra tore,tna nel 1080 avendo En-
teseed eloquente, nel 1074 ricevè com- rico IV scritto a Thierri vescovo di Ver-
missione dal Papa s. Gregorio VII , di dun, che avea assentito alla destinazione
TRE TRE i
d' Engilberlo, per indurlo a eseguir tal gnizione ch'era stato investilo del pasto-
funzione, tutlavolta il vescovo si credè in rale e dell'anello da Enrico IV, e che sen-
dovile avvertirne s. Gregorio VII, dimo- za avere ricevutoli pallio avea consagrato
strandogli quanto fosse rilevante provve- chiese e conferiloordini, lodepose dal ve-
dere del pastore la chiesa di Treveri e ne- scovato; scorgendo poi in lui pentimento,
gare la consngrazione a colui oh* egli cre- poco dopo lo ristabilì nel grado, gli con-
deva canonicamente eletto. Non si cono- cesse il pallio, imponendogli soltanto hi
sce la risposta di s. Gregorio VII; certo penitenza d'astenersi dall'uso della dal-
è, che nel i 084 Enrico IV tanto fece che matica per 3 anni. Su di che può vedersi
indusse il vescovo di Verdun a c/>n sagrar il voi. XXXVII, p. 148. Morto Enrico
Engilberlo. Però tornalo questi a Tieve- IV nel 06, il figlio
1 1 Eurico V lo lece suo
ri , ritrovò la medesima opposizione in ministro e consigliere aulico, non giada'
una parte del clero, la quale anzi gli mani- principi dell'impero nominato, come pre-
festò che non poteva riguardarlo qual ve- tende l'autore delle Gcst. Trcvir. Eni*
scovo, perchè avea ricevuto l'investitura scop. presso il Marteue. Ma le contrad-
da mano laica. Gli mancava ancora il pal- dizioni che gli fece provare il cancelliere
lio, e subito l'ottenne dall'antipapa Cle- Adalberto, poi arcivesovo di Magonza ,
istanza del clero e del popolo, e nel se- ce rispondere da Addo vescovo di Piacen-
guente febbraio fu ricevuto in Treveri za. Questi con franco parlare , sostenne
con acclamazioni. Nel o4 si recò a Ro- 1 1 la Chiesa riscattala e posta in libertà dal
ma per visitare Pasquale II, che l'accolse sanguediGesù Cristo, non dover più rien-
onorevolmente e l'ammise nel sinodo di trare in isehiavitù,come avverrebbe nel
Luterano che celcbiava; ma venuto meo- caso che non potesse scegliere un prelato
2o TRE TRE
senza consultare il principe; essere un at- efficace effetto, poiché sbigottito Gugliel-
re, onde le conferenze furono sciolte, do- golare. Indi gli spiriti vieppiù si esacer-
po avere Bruitone operato per un felice barono, onde Gotifredo vedendo il carico
risultato. Neh 109 Brunone fu inviato a superiore alle sue forze abdicò nel 1 127,0
Roma coll'arcivescovo di Colonia da En- fu deposto nel concilio tenuto nella città, e
rico V per la stessa controversia, ma sen- morì nel seguenleanno. Nel giugno 1 127
za successo. Nel 1 1 1 3 Brunone scrisse a ilclero gli surrogò Meginero nobile di
R.aule arcivescovo di Reims, per ricor- Liegi, che tosto dovè prender l'armi con-
dargli l'antica unione delle loro chiese, tro Guglielmo conte di Luxemhurgo, il
che traltavansi da sorelle, come appari- quale ohbliando le promesse fatte a Urli-
sce da vari documenti; in conseguenza del- none, a vea devastato nuovamente le terre
la quale neli 1 i5 pregò Raule d'impie- della chiesa diTreveri;e l'incalzò così viva-
gare la sua autorità e quella de'suoi suf- mente che Io ridusse a chieder pace. Nel
fragane'! , contro i diocesani devastatori I128 parli per Roma, dove ricevè dalle
de'beni dell'abbazia d'Hoeren,che Tre- mani d'Onorio II la consagrazione e il
veri possedeva in Francia. Accompagnò pallio. Di costumi severi, imprese a rifor-
poi Enrico V in Italia, e più volte com- mare il clero, e infierì massime contro i
battè alla testa di sue genti. Neh 120 si concubinari; il suo zelo mancante di di-
recò a visitare Papa Calisto Cluny, II in screzione, irritòi colpevoli egli rese molti
il quale riguardandolo benignamente, gli avversi. Neh 129 vedendosi quasi abban-
concesse due brevi a'3 gennaio: coli.°lo donato, fece nel novembre un 2. "viaggio
gni legato, eccetto quello a latere,e ciò suoi disgusti. Trovavasi in Italia Corra-
per far fronte alle violenze d'Adalberto do 111 duca di Svevia, competitore di Lo-
arcivescovo di Magonza, il quale baldan- tario 11 all'impero, e sdegnalocoutro Me-
zoso del suo titolo di legato, se ne vale- ginero che lo avea scomunicato d'ordine
va per inquietare l'arcivescovato di Tre- del Papa, lo fece arrestare presso Parma
veri; col 1° confermò
suo diritto me-il e lo cacciò uelle prigioni della città, ove
tropolitano sui 3 vescovati di Metz, Toul morì di dolore ih. "ottobre i3o,dopo a- 1
gione Stefano vescovo di Metz e nipote ma lo fece seppellire nella cattedrale. Nel
del Papa, perchè avendo ottenuto dallo I I 3 1 pe'dispareri nell'elezione del suc-
zio l'onore del pallio, come aveano go- cessore,canonici scelsero Alberone o A-
i
n 3 2 lo scomunicò inAquisgrana nel gior- pose il pallio col titolo di legato. Nel ri-
no di Pasqua durante i santi misteri, al- torno trovando le frontiere di sua dio-
la presenza del cognato Lotario li, co- cesi saccheggiate da'conti di Nauiur e di
stringendo il conte a uscir dalla chiesa: Vianden, gli riuscì pacificarsi con van-
indi per raccomandazione d' Innocenzo taggio; e colla mediazione di s. Bernar-
li, l'assolse in una grande assemblea o do abbate di Chiaravalle, riconciliò quel-
concilio tenuto a Thionville, prometten- li di Metz con alcuni signori vicini, che
do Simone che non avrebbe più. inquie-
l uniti a Rinaldo II conte di Bar facevano
tato la chiesa di s.Die. Colla slessa ener- loro aspra guerra. Scrisse a s. Ildegarda
gia difese i religiosi di Senones dalle pre- perchè lo mettesse a parte de'stioi lumi
potenze d'Enrico conledi Suini. Nel 1 1 36 intorno alla vita interiore, e dalla rispo-
22 T R E TRE
Ma trasse profitto anche sul modo di love in Lombardia, e trovossi alla tenta •
fermò all' arcivescovo il padronato del- e fu sepolto nella sua cattedrale. La sua
l'abbazia di s. Massimino, e il Papa A- morte fu seguita da lungo e funesto sci-
driano IV Io creò suo legalo in tutta l'e- sma; poiché canonici si proposero di e-
i
che arrogatisi ciascuna alcuni privilegi varono che Lucio IH eia morto a Vero-
sullo un capo appellato maitre, costituì na a'2 5 noveod^re 1 85, e ch'eragli ivi 1
rado, tlopo essersi accomodato con lllino, Papa. Folmaro volle tornare a Trevei 1,
esortò i treviresi ad astenersi da qualsia- ove trovavausi tuttavia le truppe impe-
si innovazione. Morto lllino neh 169, il riali, condottevi da Enrico figlia di Fe-
clero e il popolo gli surrogò Arnoldo de- 1 derico l, che avea angarialo in mille mo-
cano di s. Andrea di Colonia, ad istanza di i suoi aderenti. Travestito Folmaro da
di Federico 1. Neh 172 assalito da Mat- stalliere, dopo superati nel viaggio un'in-
teo 1 duca di Lorena e «lai figlio Ferri, finità d'ostacoli, giunse da Tebaldo con-
cogli Muli del fratello del conte di bar, te di Rriey, che gli die ospizio nel mo-
li vinse e fece prigioni, « ostringendoli a nastero di s. Pietro di Monte, ove (issò il
ciò costretto od uscir dalla Francia. Pas- mio di 2000 marebe d'argento, si ricusò
sò in Inghilterra, ove il re Enrico II ac- di coronarlo, atteso il rifiuto dell'arcive-
coltolo per rispetto del Papa, gli assegnò scovo di Colonia. Avendo poi abbando-
per svio ritiro la città di Tours. Gregorio nalo Filippo, nel 1200 partì per Roma
Vili avvertito dal vescovo di Toul, cbe ben accolto da Innocenzo III, cbe favoi - i
Folmaro avealo scomunicato senza aver- va Ottone IV. Ma al suo ritorno a Tre-
lo interpellato, e cbe parimenti altre sco- veri si dichiarò nuovamente per Filippo,
inuuicbe avea lanciate contro i suoi av- ciò cbe gli tirò addosso lascomunica del
versari, restrinse il di lui potere e gli vie- Papa, onde per farsi prosciogliere dall'a-
tò di colpire alcuno colle censure eccle- natema dovè riconciliarsi con Ottone IV.
siastiebe, senza prima consultare la s. Se- Nel 1209 accompagnò quest'imperatore
de. Mentre operava all'estinzione dello
si in Italia, e inimicatosi Ottone I V con In-
scisma di Treveri, morì Gregorio Vili, nocenzo III, l'arcivescovo tornò ad ab-
ed a'20 dicembrer 187 gli successe Cle- bandonar il suo partilo, per rivolgersi da
mente III, il quale la condusse ad elìcilo, quello di Federico II (iglio d'Enrico VI,
Folmaro e Piodolfo vennero destituiti nel ma i treviresi rimasero fedeli all'impera-
1 189 nella dieta cbe Enrico VI re di Ger- tore. Morì nel 1212 e fu .sepolto nell'ab-
mania tenne in Treveri alla presenza del bazia d'Huuuierodo, di cui Ili insigne be-
cardiual Goffredo Guelani legalo, dopo nefattore, lasciando la sede di Treveri o-
24 TRE TR E
pulente per miglioramenti e acquisti ila
i dolfo. Le loro truppe penetrate in Tre-
lui fatti. Gli successe TeodoricoII conte veri, saccheggiarono le case de'canonici
di Weda,arcidiaconoepreposlodis. Pao- propensi ad Arnoldo II, formarono una
lino. Dichiaratosi per Federico 11, dal par- piazza d' armi della cattedrale, ed asse-
tito del rivale gli fu teso un agguato, e diarono senza successoli palazzo arcive*
scampò la morte perchè Alberto Co- di ove canonici eransi rifugiali. Re-
scovile, i
blenlz nel frapporsi ricevè il colpo mor- catisi in seguito ad* assalir le diverse piaz-
tale a lui diretto. Nel I2i5 dopo avere ze della diocesi, rimasero perdenti dinan-
d'ordine d'Innocenzo III slaccati que'di zia tulle, tranne Saarburgo di cui s'impa-
Cohonia dal partito d'Ottone IV e ricon- dronirono con inganno. Pel deplorabile
ciliati con Federico li, si recò al concilio scisma, frappostesi varie persone dabbe-
generale di Laterano IV. Fece un pelle- ne e potenti, Rodolfo si mosti ò condiscen-
grinaggio inTerra Santa, nel 1223 in- dente a desistere dalle sue pretensioni ,
trodusse i domenicani in Treveri, e nel chiedendo per suo asilo la città di Saar-
12^5 per l'assassinio d'Engilberto arci- burgo: gli fu concessa, e dopo qualche
vescovo diColonia,assunse la cura di quel- giorno morì. Neh 243 Arnoldo 11 otten-
la chiesa, e fece eleggere a successore En- ne il pallio da Innocenzo IV, e fu consa-
rico di Molenaixk. Avendo scoperto in grato dagli arcivescovi di Magonza e di
Treveri 3 scuole di albigesi, perseguilo Colonia. L'arcivescovo nel 1 245 si spie-
questi eretici e ne fece condannare alcu- gò contro Federico II, già scomunicalo
no alle fiamme. Colle armi e le censure e deposto dal concilio di Lione I. Essen-
represse gli attentati de' signori di Poil- dosi i 3 arcivescovi del Reno,Treveri, Ma-
vache e di Mailberg, e per frenar quelli gonza e Colonia,recali nel maggio o nel-
del 2.° eresse nel «289 il castellodiK.il- l'agosto1246 ad Hocheim pei l'elezione
burgo, finché la pace nel 1240 ricompo- d'un nuovo capo dell'impero, il giovane
se l'ordine. Recatosi nel 1 242 Corrado I Corrado IV corse ad assalirli con un'ar-
figlio di Federico II a Treveri, lo accom- mata di svevi; ma essi avendo alla testa
pagnò a Cobientz, ove l'arcivescovo cessò loro il landgravio di Turingia Enrico ,
di vivere a'28 marzo; il cadavere trasfe- che allora a proposizioned'lnnocenzo IV
rito a Treveri fu tumulato nella catte- aveano eletto re de' romani, mossero con-
drale. Durante il suo governo stabili la tro il principe, gli presentarono battaglia
riforma di vari monasteri, altri ne fondò e lo posero in rotta. Nel 1247 morto Eli •
di nuovo, altri ne restaurò. Il suo nipote lieo, l'arcivescovo di Treveri si adoperò
Arnoldo II d'Iseruburgo gli successe, già insieme al legalocardinal Capocci per l'e-
preposto di s. Pietro, per l'elezione fat- lezione del nuovo re de' romani, sicché
ta dalla maggiore e più saggia parte del avendo essi radunati a Woeringen, nel
clero, senza partecipazione de'laici. Adi- paese di Colonia, gli elettori, a* 2q set-
rata la nobiltà perchè, com'era costume, tembre o meglio a'3 ottobre ad unanime
non si fosse chiamata a parte dell'elezio- voto fu scelto Guglielmo conte d'Olanda.
ne, scelse dal canto suo Rodolfo di Pont Questo principe nel 25 fu accompagna- 1 1
preposto di s. Paolino, e pigliò le armi to a Lione per trattare degli all'ari del-
per sostenerlo; ma non secondata dalle l'impero con Innocenzo IV; il quale a-
guarnigioni delle piazze dell'arcivescova- vendo nel venerdì santo predicato nella
to, fu costretta di
rimanere nell'inazione. propria lingua, l'arci vescovo ch'era a ban-
Corrado IV in Cobientz conferì V in ve- co del re, a lui e alla sua corte tradusse
stitura ad Arnoldo li; menile il duca di il discorso in lingua alemanna. Avendo
Lorena Matteo li, ed conti ili Lnxem- i il popolo di Cobientz commesso delle o«
burgo e di Sayu parteggiarono per Ru- stilila contro l' esercito crocialo per re-
TRE TRE 25
primere i partigiani di Federico IT, ne fu decano di Metz, non senza aver brigato
incolpalo motore l'arcivescovo, percui il per essere arcivescovo. Nondimeno giun-
cardinal Ugo di s. Caro legato di Germa- to a Treveri, vi fu accolto dal clero colla
nia, fu incaricato di prenderne cognizio- massima acclamazione; ma breve fu la
varonsi tra loro divisi, e Riccardo molli civescovo vessò pure i commissari pon-
ne avea fatti suoi col denaro, non pelò tificii, inviati per informarsi sul luogo del-
Arnoldo 11 a cui offrì i 5,ooo marchi di lo stato delle cose, e rimosse pure l'ab-
sterlini, giudicando più degno lo spaglino- bate Hobertodis. Maria de'Martirie fra-
lo. Questa scelta adottata dal maggior nu- tello di Thierri.Il Papa ristabilì dueab- i
mero degli elettori, fu applaudita da una bali, e chiamò l'arcivescovo a Roma per
parte di Germania e dagli stati d'Italia; giustificarsi. Morto frattanto UibanoIV
periale, non si mosse dalla Spagna, sic- tenne in Roma per aver fatto imprigio-
come occupato in guerreggiare i mori. nare l'abbate Thierri. iNella sede vacan-
Arnoldo vedendo che non cedeva a're-
11 te profittò per evadere da Roma, e poi
plicali invili fattigli, lo abbandonò, e pa- sentendo che l'abbate si recava in Orvie-
cificatosi con Riccardo, mercè la media- to da Gregorio X lo seguì, ma il Papa li
zione di Francia, lo riconobbe per re de' fece riconciliare a mediazione di due car-
romani. Rivestito Corrado arcivescovo di dinali. Nell'ottobre i 273 Enrico con uà I
fu sostenuta come prerogativa del capi- ch'egli esigeva, non che dalla giurisdizio-
tolo, ed alle ammonizioni e minacce del ne de'magistrati scelli dallo stesso predir
Papa restarono inflessibili. Pertanto Ni- to. Scorgendo Ditero esser eglino soste-
colò IV li scomunicò e pose l'interdetto nuti da molti potenti, acconsentì che e-
alla chiesa di Treveri, che durò per tutto leggessero alcuni consiglieri tratti dal pro-
jl vescovato di Boemoudo I. A vergogna prio ceto, affine d'amministrarla giusti-
de' ricalcitranti, avvenne i5 anni dopo, zia insieme col pretore e cogli scabini del-
che Pietro Aichspalter, uno de'due scelti l'arcivescovo. JNeh3o5 i treviresi essen-
ale dette dignità, fu innalzato alla sede dosi impossessati del diritto di concedere
di Magonza. Boemondo I giustificò l'e- la cittadinanza a personaggi distinti sen-
lezione del Papa, perchè dolce di carat- za consultar l'arcivescovo, ammisero nel-
tere e amatore della pace; caro all'im- la società loro il conte di Sponheim, col-
peratore Rodolfo 1, lo fu egualmente ad la condizione che avesse a proteggere le
Adolfo di Nassau suo successose, al cjua- loro mogli e figli, e permettere ad essi il
potere, per lo più, ha la virtù sugli ani- al pagamento delle medesime. Queste as-
mi, non ostante la diversità del loro pen- sociazioni, aumentandole forze de'cilta-
sare! Alberto I lungi dal ritirargli il ca- dini, sminuivano l'autorità arcivescovile,
stello di Cochem, gliene concesse la pro- nel temporale. Ditero strinse d'assedio Co-
prietà. Questo degno prelato, che edificò blentz, i cui abitanti volevano sottrarsi
la diocesi colla purezza de'costumi, e col- dalla sua soggezione, e li costrinse a chie-
."
la diligenza nell'adempierc a tutti i do- der pace. Pel i arcivescovo di Treveri
vei i del suo ministerOjlerminòisuoigior- s'intitolò colla forinola: D. Archita, Tre-
ni a' 9 dicembre 1
299, e fu sotterrato i'ir, Dei et aposto licae Sedis gratta, Mo-
nella metropolitana. rì a'i3 novembre 307 e fu sepolto nel-
1
Papa Bonifacio Vili senza valutare l'e- la chiesa del suo ordine, Nel dicembre fu
lezione falla dal capitolo d'Enrico di Vir- eletto Baldovino 1 de'conti di Luxembur-
neburgo, nel i3oo nominò fr. Ditero o go preposto di Treveri, mentre studiava
Didero di Nassau teologo domenicano, all'università di Parigi, ed i deputali che
fratello del defunto Astolfo re devonia- gliene recarono l'annunzio, di là si reca-
ni, foise coll'iutenzione di pone a fronte rono a Portiera da Papa Clemente V, che
del suo uccisore Alberto 1, un nuovo ne- uvea stabilita la sua residenza iu Plan-
mico. Trovandosi i treviresi in guerra col cia, per chiedergli la conferma, e poi l'i 1
coute di Luxemburgo, nel pacificarsi gli marzo i3o8 dalle sue mani fu consacri
accordarono il dirittodiciltadinanza,3oQ to. il suo amore per la pace si palesò nel-
lire di pensione e il palazzo dell'Aquila 111 la transazione conclusa co' treviresi, ri-
Treveri, poi palazzo Retile. Dei paese di guardante le innovazioni introdotte nel-
Luxemburgo e de'suoi signori ragionai la città sotto il predecessore. Il suo fratel-
ne'molti articoli relativi, come a Paesi- lo Enrico VII, innalzato all'impero, si val-
Bassi e (ìebmama. Neli3o3 cittadini di i se poi ulilmeule de'suoi cousigli e in qual-
T 11 E TKE 27
che parte lo associò al suo governo. Cle- to arcicancelliere dell' impero nel regno
mente V approvò l'elezione di Enrico VII d'Ai les. A'di lui successori venne poi con-
di Luxemburgo, in Avignone ricevè dai fermala la medesima dignità, mercè aU
suoi commissari il giuramento di fedeltà, tri diplomi degl'imperatori successivi, e
e lo fece incontrare a Losanna dallo stes- specialmente mercè la bolla d'oro di Car-
so Baldovino e da Giovanni di Molans
I lo IV; dignità di cui fecero uso più volte,
canonico di Toul,onde loro rinnovasse il come prova Honlheim, contro mo-
d' i
giuramento nel recarsi a prendere la co- derni che lo pretesero un titolo meramen-
rona imperiale in Roma.'Emico Vll.fat- te immaginario. Baldovino I accompagnò
tre l'Alpi, perchè si risvegliarono con più avendo potuto presentarle, venne in se-
furore alla venuta d'Enrico VII le fazio- guito rigettata
la sua pretensione, e l'o-
tato l'uffizio d' arcicancelliere di Lorena portò ad aiutare Lodovico V, nella san-
fino al tempo dell'imperatore Ottone I, guinosissima battaglia di Neere , contro
e che essendo itala dipoi loro sottratta tal Federicol 1
, il cui fratelloLeopoldo d'Au-
dignità, venne in seguito a'medesiiui re- stria avendo chiuso presso Spira l'avver-
stituita da Rodolfo 1 d'Hahsburgo con e- sario, questi fu tratto dal pericolo pei soc-
slensione anche sul regno ù'Arles. Prima corsi dell'arcivescovo. Nel 1 3 1
7 soccorse
di Lodovico V già l'arcivescovo nell'at- pure Gerardo VI conledi Juliers,che qua-
to dell 'elezione del fratello erasi iutilola- le aderente del Bavaro era guerreggiato
28 TRE TRE
dall'alci vescovo di Colonia, e rie uscì vit- bidiente al Papa. Dicesi che vi ebbe par-
torioso.Tuttavolta nella guerra tra Far- te l'interesse sua famiglia, scorgendo
eli
ci vescovo di Colonia e suoi sudditi, tìro- i con assai compiacenza l'imperiai corona
curò di giovarealcollega. Vacata nel i 3io prossima a passar colla deposizione ilei
Ja sede di Magonza, i canonici volsero lo Bavaro, sul capo del suo pronipote Carlo
sguardo su Baldovino I, ina questi essen- IV Luxemburgo. Infiliti Baldovino I
ili
dosi riportato al Papa, fu invece da Gio- fu nel numero de'5 elettori che a' io Iti-
vanni XXII nominato Mattia religiosodi glio crearono a Rentz sul Reno Carlo IV
Morbach. Baldovino generosamente voi- I di Luxemburgo re de' romani, ed aven-
le mettere l'eletto in possesso della chie- dolo condotto a Bonn, nel novembre io-
sa di Magonza, determinando il capitolo terveone alla sua coronazione. A vendoBal-
a bene accoglierlo. Dopo aver colle armi clovino I quasi sempre trattato le armi, nel
felicemente sostenuti de'coutrasti co'vici- i35o pensò rimanente dei
di passare il
ni,neh 324 portola guerra col re di Boe- suoi giorni in riposo, e con tal mira con-
mia suo nipote nel paese di Metz, asse- eluse la pace co'vicini e co'vassalli, anche
diando la capitale ribellatasi a Lodovico con accordar loro favorevoli condizioni;
V. Volendo innalzare un castello a Bir- nondimeno non potè goderne, perchè Ja-
chenfeld nel territorio del conte di Star- eppo di Montclair fece lega contro di lui
kemburgo, fu fallo prigione, onde dovè cogli scabini,colsenatoe col popolo diTre-
pagare forte riscatto e promettere di la- veri, promettendo d'aiutarli nella ribel-
sciar l'impresa. Morto neh 328 Farcive- lioneed'accoglierli ne'suoi castelli. Il pre-
scovo di Magonza, di nuovo fu eletto a tal lato, dopoammonizioni, l'assediò
inutili
ne di Magonza, oltre quella de' vescovati 2 gennaio 354, onorando funerali nel-
1 1 i
di Spira e di Worms che allora gli furo- la cattedrale, ove fu sepolto, l'imperato*
110 allidati. Nel i33o fondò la certosa di re Carlo IV, ed un gran numero di prin-
Tre veri, e nel 1 33 fece rientrare al do-
1 cipi e di prelati. Appena gli successe Bue-
vere nobili del paeselli Treveri. Neh
i 338 inondo li de'signori d'Etendorf arcidia-
gli elettori dell'impero, e pe'primi gli ar- cono di Treveri, che treviresi lo costruì- i
con risenlimento a Papa Benedetto XII crescerli; dall'altro lato molli signori che
in favore dell'ini munita germaniche, ac- aveano vendute le loro terre al predeces-
ciò annullasse la scomunica e deposizio- sore, presero Farmi per ricuperarle.il pre-
tte sentenziate dal predecessore Giovanni lato, non ostante il pacifico suocaratte-
XXII contro Lodovico Vjmail Papa che re, si vide costretto ad opporre la forza
ad esso aveagli spedito nunzi perchè tor- alla forza, ed il fece con buon successo,
nasse all'ubbidienza della s. Sede, veden- Neh 357 acco se '" Treveri l'imperato*
'
do ch'erasi unito all'Inghilterra contro re Carlo IV colla sua sposa econ Wen-
Fraucia, lo dichiarò nuovamente incorso cesìao suo tiglio; enei 1 3 58 imprese a
nella scomunica, anche come usui palore costruire presso il Beno i castelli di Pe-
dell' impero. 11 successore Clemente VI lersberg e Peterseck, per porre in salvo
neh 34G sollecitò l'arcivescovo a rinun- Wesel e Boppard che la chiesa di Treve-
ziareall'allaccamen>ofìuo nllora mostra- ri teneva in feudo dall'impero. Neh 3(>o
toal Bavaro, e Baldoviuo 1 si mostrò ub- la nobillù di Treveri rinnovò i suoi sedi-
TRE TUE 29
ziosimovimenti, ed in pari tempo Filip- Colonia che amministrava da 7 anni, fa-
po d'Isemberg signore di Grensau, a di- cendovi eleggere il nipote Fdippo Saar-
spetto dell'arci vescovo,eresse presso la sua "Werdeii o Saverdun (nel quale articolo
residenza di Vilmar il caslel lo di Greten- dissiche ricusò di accettare la dignità car-
Stein, chiamandovi alcuni nobili del Pa- dinalizia^ siccome furouoommesse le pa-
latinato per esercitar impunemente il la- role nipote dell', pare ch'egli fossearcive-
droneccio sulle terre della chiesa di Tre* scovo di Treveri.il che noi» è); e nel 1 3y6
veri. Il prelato, le cui infermila si anda- ottenne da Carlo IV un diploma de' 3i
vano cogli anni aumentando, pensò di co- maggio,col quale rinnovò e confermò tut-
stituirsi un coadiutore che lo sostenesse te le regalie spettanti alla chiesa di Tré-
nel procelloso governo, e colPassenso del veri, non che tutti i privilegi e prerogati-
capitolo scelse nel 36 Conone Falken-
i 1 ve che godeva, e la dignità d'arcicancel-
Stein canonico di Magonza, giovane do- liere del regno d'Arles che avea l'arcive-
tato più di valore checompreso dello spi- scovo. A ciò fu aggiunto, che nell'elezio-
rito del proprio stato, e che già avea re- nedel re de'roiuani e negli altri alfari del-
so molti rilevanti servigi a Gerlac suo ar- l'impero, da trattarsi dagli elettori, ili."
civescovo contro gli aggressori che deva- suffragio verrebbe dato da quello di Tre-
slavanola diocesi di Magonza. Dopo l'ap- veri. Tornata a stabilirsi la residenza pon-
provazione pontificia, Conone corse ad as- tifìcia in Roma da Gregorio XI, alla sua
sediare Gretenstein , Io prese e fece pri- morie nel 1378 gli successe Urbano Vf,
gione Filippo d'Isemberg, che si riconob- contro il quale insorse il grande Scisma
be vassallo della chiesa di Treveri. Nel (V.) d'occidente per l'antipapa Clemen-
i36i Boemondo li rinunziò il vescova- te VII, che recandosi in Avignone vi sta-
Conone, e con permesso
to a favore di biliuna cattedra di pestilenza. La Ger-
d' Innocenzo VI lo fece consagrare e ri- mania seguì nell'ubbidienza il legittimo
vestì del pallio, e indi Saarbur- si ritirò a Urbano VI, così Conone. Il Papa veden*
go,ove mori neh 368. Avendo Papa Ur- dosi particolarmente amalo da'tedeschi,
bano V nominalo arcivescovo di Colonia dopo la congiura d'alcuni cardinali, nel
Adolfo della Marcii, e differendo di farsi dicembre 38 1 creò cardinale Falken-
1
ordinare, neh 363 die l'incarico a Cono- stein, il quale, come altri tedeschi e gli e-
ne di amministrar quella chiesa, incarico lettori di Colonia e di Magonza , ricusò
che continuò dopo l'abdicazione d'Adol- anch'esso la dignità pe' turbolenti tempi
fo e per tutto il tempo in cui durò il ve- dell'orribile scisma. Ad Urbano VI e al-
scovato del successore Engilberto,che mo- la Sovranità della Sede (F.), Enri-
s.
ri neh 368. Ma intanto che Conone ve- co landgravio d'Assia donò diversi suoi
gliava sugli affari altrui, la città di Tré- castelli, posti nelle diocesi di Treveri, Ma-
veri fece riviverele sue prelese, e imma- gonza ed Erbipoli. Conone per le sue in-
ginandosi d'aver inleramenteescluso l'ar- fermità, congiunte al peso degli anni, nel
civescovo dal governo civile, volle ezian- 1 388 abdicò al suo pronipote Werniero
dio privarlo del pedaggio della Mosella diFalkenstein-Roenigstein arcidiacono di
per appropriarselo. Dopo qualche atto di Treveri, preposto di s. Paolino e di s. Fio-
reciproca ostilità, le parti si rimisero al- rino di Coblentz, col permesso d'Urbano
l'arbitrio dell' imperatore Carlo lV,il qua- VI e l'assenso del suo capitolo. Ritirato-
le die vinta la causa all' arcivescovo nel si nel castello di Webnich sul Reno, co-
i364, con proibizione a'treviresi di con- minciato dal predecessore e da lui com-
cludere verun trattato senza il permes- pito, vi morì a'2 1 maggio dello stesso an-
so del prelato. Nel 1
37 i Conone ricusò no, ed il cadavere portato in Coblentz fu
l'arcivescovato di Magonza, e poi quel di sepolto nella chiesa di s. Castore. Loda-
3o T R E TRE
lo come principe temporale, per In sua • Wenceslao pei- le sue pretensioni,
ori ,
suo coraggio col quale represse gl'indoci- per morte di Roberto da una parte degli
li vassalli e le violenze de'vicini, ricupe- elettori, che comprato da Wenceslao il
rando alla sua chiesa beni alienali, e au-
i
ducato di Luxemburgo lo vendè al duca
mentando con nuovi acquisii i propri do^ d'Orleans fratello del re di Francia, e Si-
minii. Ma
qunnlo alla sua episcopale con- gismondo di Luxemburgo fratello di Wen-
dotta, sembra che la cura dello spiritua- ceslao, che per invito di Giovanni XXIll
le tenesse il 2. luogo nel cumolo di sue neli4' t eia slato eletto da un'altra par-
occupazioni. Si dice ch'egli fu uno degli te di elettori, e poi prevalse, perchè Jos-
scrittori continuatori delle Gesta degli se mori l'8 gennaioi4i '• Nel 1 4- ' 4- a 7
arcivescovi di Trcvcri. Rinnovò la chie- gennaio Werniero acquistò in nome del-
civescovo di Colonia, che avea a fronte sua difesa, ma poco dopo mancò a' vivi
il conte della Marck Engilberto III. Nel nel costello di Buremberg a'4 ottobre, e
i3g3 d'Aremberg e di
fu assali toda'eon ti fu sepolto a Coblenlz presso il pio-zio Co-
iSolms,e 3 anni durò In guerra. L'impero none. Lasciò vuoti i suoi scrigni, quanto
trova vasi a que'giorni in una specie d'a- li avea trovati pieni. Già da tempo im-
narchia, attesa la noncuranza del crude- memorabile dopo II-
i suoi predecessori,
le imperatore Wenceslao di Luxembur- Eu-
dttino, in forza d'indulto concesso da
go figlio di Carlo V,occupato Interamen-
I genio Illa questo prelato, aveano il co-
te e immerso a Praga nelle dissolutezze. stume d'impadronirsi degli Spogli eccle-
Nel i4°o essendosi radunati ad Ober-Lah- siastici, ossia delle successioni di tutti gli
nestein i 3 elettori ecclesiastici di Treveri, ecclesiastici di loro diocesi, che morivano
Mngonza e Colonia, e Roberto elettore intestati j ma Werniero nel 1
3q7 con at-
Palatino, presero il partito di destituirlo, to formale rinunziò a tal diritto. Però Bo-
e il giorno appi esso nominarono in di lui nifacio IX lo reintegrò in altro modo, con-
vece lo stesso Roberto. Quesli restituito- cedendogli il i.°iiiiiio della rendila di tut-
si a Treveri neh4o3, dopo la sua infeli- ti i benefizi. Ad onta di sue belle prero-
ce spedizione d'Italia, confermò i privile- gative. Werniero non avea saputo (arsi a-
gi di questa città, che di giorno in gior- marc dal suo capilolo,qniudi colto da gra-
no divenne più florida, dopo l'alleanza ve malattia dopo 3q8, ed essendo usci- il 1
l'impero e la Germania ebbe 3 impera- tore. Contro sua voglia uell4<@ fu clct-
TRE T 11 E 3 1
to Oltone de'conti di Ziegenbayn prepo- a'6 gennaio 1 433, desolando il suo ter-
sto di Treveri, e prima sua cura fu ili ri- ritorio, e facendo prigionieri tutti quelli
conciliar Colonia col suo arcivescovo, riu- che potè prendere. A' 8 gennaioil senato 1
scendo nell' mietilo. .Però non fu egual- di Treveri inviò deputati al concilio di
i
gretari sopra diverse materie; e Renato torità de'concilii generali, quale era sta-
d' Angiò duca di Lorena, e pretendente al ta riconosciuta da quello di Costanza.
regno di Napoli, di cui s'intitolava re, Io Frattanto la nobiltà di Treveri, pel de-
creò suo cancelliere, onde destramente ter- creto pontificio voleva insorgere contro
minò le differenze insorte tra lui e il Pa- l'arcivescovo, il quale energicamente l'im-
pa. Col suo ingegno riconciliò canonici i pedì. Ria portatosi in Roma il Piccolorni-
co'cittndini, inducendoli a pagarl'imposta ni, poi Pio 11, ambasciatore di Federico
sul vino. Nel i44° dopo l'elezione di Fe- III, persuase l'ottimo Eugenio IV a rein-
derico HI re de'romani, a cui egli pure tegrare i due arcivescovi per amore della
•dcri| l'assemblea l'inviò deputato a que- pace, la quale fu conclusa dal celebre Car-
sto principe per comunicargli l'esaltazio- vajal e da Parentucelli, che ambedue il
ne e condurlo ad Aquisgrana per coro- Papa creò cardinali e il 2.°gli successe col
narsi. Neh44 2 ©ttà sempre intenta a
' ;| nome di Nicolò V. Tornati gli arcivesco-
estendere la sua libertà, soppresse il pre- vi all'ubbidienza d'Eugeniol V, questi con
fetto degli scabini, che esisteva da epoca bolla de' 5 febbraio 1 44? '• ristabilì nella
tuì due annui borgomastri/istituzione che recò in Roma, ove ottenne da Nicolò V,
si mantenne. L'arcivescovo credè lesa la oltre l'indulgenza del giubileo per la sua
sua autorità pel cambiamento fatto, e si diocesi, redditi della
i cura diCreutzenach,
acquietò alle proteste del senato di non e l'aspettativa del vescovato di Metz. Nel
aver agito che pel pubblico bene, senza i 4^2 un nuovo ammutinamento de'no-
aver inteso d'offendere il supremo suo di- bili, funestò l'ordine pubblico in Treve-
ritto. Divenuto il concilio di Basilea ini- ri, ed il più difficile a domare fu Hurta
quo concilia bolo, elesse con troEugenio IV per le scorrerie che fece nelle terre del-
l'antipapa Felice V di Savoia. Jacopo eb- l'abbazia di Pruim. I favori ricevuti dal-
be la debolezza di aderire allo scisma, e la s. Sede non valsero a Jacopo a render-
volle riconoscersi, del pari die l'arci vesco- lo costantemente divoto, poiché sotto Ca-
vo Colonia, soggetto all'antipapa, il qua-
di listo III non dubitava d'unirsi con quei
gli non conveniva a diverse condizioni, cs- si loda per molte cose com tnendevoli, poi-
T RE TRE 33
che ristabilì la disciplina ne* monasteri C diante riconciliazionecon Filippo il Buo-
ne riparò caduti, favori letterati e do-
i i no «luca di Borgogna e di Luxemburgo,
Riandò l'autorizzazione da Nicolò V per A'iG marzo 4-7-5 finalmente si ell'ettnò
i
fondar l'università, il che ebbe elfetlo do- l'isti tutione dell'università diTreveri; M
DO la sua morie; e ne'primi anni ili Fede- furono dichiarati, l'arcivescovo cancelli*:
lieo III, a istanza dell'arcivescovo di Ma- re perpetuo, l'abbate di s. Mattia e il orto-
gonza, esercitò le sue funzioni d'arcican- re delle certose conservatori de'suoi pri-
celliere dell'impero. Per compromesso fu Nel settembre ebbe luogo in Tre-
vilegi.
4 mesi dopo; indugio frapposto dail'op- questo con Maria figlia ereditiera di Car-
posizione di Dietero d'Isemburgo, favo- lo. Nel 1476 l'arcivescovo ottenne da Si-
rito da porzione del capitolo. Giovanni II sto IV la stallile riunione alla sua mensa,
con decreto imperiale fece annullare la di quella abbaziale di Pruim, grazia che
confederazione stretta nella malattia del il Papa poi rivocò come avea fatto Boni-
predecessore, e formata da'uobili filladi- facto IX. Neil 477 accompagnò l'arcuiti -
ni di Tre veri sull'elezioni degli arci vesco- ca Massimiliano a Ganci, per sposare Ma*
vi, siccome contraria al disposto dalla boi- ria erede di Borgogna; e nel i4<^9 prese
la d'oro; il che non impedì chei nobili e parte alla famosa lega di Svevia, costituì-
le città della provincia di Treveri poi la ta sotto gli auspicii di Federico III e di
rinnovassero nel 1 5o2,nel finir del suo go- Massimiliano, fraprìncipi di Germania,
verno. Nel 14^7 enti ò nell'unione forma.- i conti e i prelati, onde reprimere chi a-
J
tasi tra gli elettori perle differenze col l a- resse turbalo la pace dell'impero. Dopo
pa, per decretare che gli affari dell'impe- aver posto termine ad alcune guerre, ac-
ro dovessero deciderai coll'assenso degli cudì al ristabilimento della disciplina del
elettori, per impedir le alienazioni de'do- clero secolare e regolare di sua diocesi.
mólti dell'impero, e por fine amichevol- La città di Boppart sul Beno a 3 leghe da
mentealle controversie che sorgevano tra Coblentz, già data in pegno agli arci ve-
a
gli elettori medesimi. Questa fu la 5. Ira scovi di Treveri da Carlo I V, neh 4q5 ol-
le confederazioni formatesi dagli elettori tenne nella dieta di Wornis i\a Massi mif
dell'impero. Meli 458 coll'arcivescovo di liano I re de'romaui alcuni privilegi che
Colonia, Giovanni II fece una particolare la resero quasi indipendente. Ma l'arci-
uuione contro nobili di loro diocesi, poi-
i vescovo Giovanni II, senza cui saputa e-
chè ormai eransi sottratti dalla loro gin- rasi operato, li fece rivocare; laonde in-
risdizione o sia da'tribunali ordinari. Fi- sorta sedizione in Boppart, fu cacciato lo
nahnente l'arcivescovo fece il suosolen- sculleto luogotenente dell'arci vescovo,ed
ne ingresso in Treveri nel 1460, alla te- i cittadini assediarono inoltre la ciltadel-
sta di 25oo cavalli, ritardato per le con- la difesa da debole guarnigione. Avendo
tese Ira lui e cittadini per la nomina dei
i poi l'arci vescovo chiamato io soccorso l'è-
fratello Giorgio vescovo di Metz. Indi fu la costrinse a rendersi a'3 luglio perca-
ristabilito nel 1 465 l'interrotto cnminer- pilolazione, nella quale convenne, li cillù
ciofia'treviresieque'diLuxemburgo, me- di rientrare sotto la giurisdizione dell'ar-
VOI» i.xxx. 3
34 TRE TRE
civescovo. Indi volendo Giovanni II con- pero, ed esercitò l'uffizio di supremo giu-
servare l'arci vescovato nella sua famiglia, dice o presidente della camera imperiale.
ottenne da Papa Alessandro VI per coa- Gli successe il cantore della chiesa di Tré-
diutore, insciente il capitolo, Jacopo III veri, Riccardo di Greilfenclau di Volralh,
di l'ade suo nipote, assai conosciuto nel- eneh5i2 accolse Massimiliano I seguilo
la corte pontificia: vi aveasoggiornatoan- da gran corteggio di principi, prelati e si-
clic nel pontificalo d'Innocenzo V III, uni- gnori, il cui viaggio avea per iscopo di te-
camente occupato nelle lettere, cheavea ner una dieta a T reveri intorno agli all'a-
apprese in Bologna sotto il celebre Beroal- ri dell'impero. Una parte di coloro che
do. Allorché però lavenne a cogni-
bolla doveano comporlo essendosi fatta lun-
zione del capitolo, decano e molti ca-
il gamente aspettare, in quest'intervallo di
nonici».! opposero all'esecuzione; ed il Pa- tempo Massimiliano I visitò l'abbazia
pa ucl 5o i per farli desistere dall'oppo-
1
,
d'Epternace di altri luoghi vicini; e Ric-
sizione minacciò loro la scomunica; gli
, cardo in di lui assenza fu consagralo nel-
oppositori non tencndoneconto, Alessan- la Pentecoste a'3o maggio. L'affluenza dei
ori
dro VI l'effettuò. L'arcivescovo mori nel forestieri, che la promessa fatta dall'ar-
suo castello d' Ehreubreilsleiu, ed ebbe civescovo di mostrare alla diela la Tona-
tomba nella cattedrale. Lodato per giu- rti incon.siili le di Gesù Cristo avea richia-
stizia e liberalità, ebbe ingrati ne'bene- mati a Treveri, vi cagionò la peste e fe-
fìcati o malcontenti in quelli che noi fu- ce che l'assemblea fosse trasferita a Co-
sì
rono. Lasciò molti debiti, cagionati dalla Ionia neh' agosto. Alla diela tenuta ili
sua naturale beneficenza, dalle gì a vi spe- Franclort a'28 giugno i 5 19 per l'elezio-
se per la guerra contro Bopparl, e dalla ne del nuovo imperatore Carlo V, a fa-
sua inclinazione per l'alchimia; oltre lo vore del suo rivale Francesco re di Fran- 1
lettorato. Egli fu il i.Mie nelle sue lette- 6 gennaio 5 2 1 1, in cui si tra Ito de'nasce li-
le assunse il titolo di Elettore, sebbene ti errori di Lutero, l'arcivescovo condus-
gl'ini pera tori lo avessero dato anche pri- se seco Giovanni d'Eck o Eckiussuo uf-
niii di lui agli arcivescovi di Treveri. Ja- ficiale, che arringò contro l'eresiarca con-
copo 111 venne scello a succedergli da una futando tulle le sue sottigliezze, senea pe-
parte del capitolo, menile, l'altra col de- rò vincerne l'ostinazione. Neh 52?. Fran-
cano eleggeva Giorgio de' conti Palatini cesco di Sickingen gentiluomo del Pala-
del Beno e prepoti o ili Magonza. La dio- linaio, ardente luterano, dopo aver mes-
cesi pure si divise lia'due rivali, ma la s. so a ferro e fuoco diverse provincie del-
beati anche a istanza di Massimiliano 1 si l'impero, cullò nel paese di Treveri, ne
dichiarò per Jacopo 111. onde Giorgio si devastò le campagne, prese parecchie cit-
>47 medesimo
/
cardo colla preda riportata in questa guer- Ne! 1 fu scelto a succes-
ra, eresse il castello d'IIermanstein ri OS sore Giovanni IV d'Jembtirgo-Grensau
petto a Coblentz. Nel i5ì5 soccorse' l'è- arcidiacono di Treveri, restando coll'or-
lettore Palatino e il landgravio d' Assia dine diaconale di cui era insignito. Nel
contro gli eretici anabattisti, che devasia- i54«S successe per coadiutori» all'abba-
vano i loro stati; e nel i 53 i contribuì in zia dis. Massimino, che resse con cura
Colonia col suo volo all'elezione di Fer- paterna nello spirituale e nel tempora-
dinando I re de'romani, nel ritorno mo- le, difendendola dagli eretici, avidi sem-
rendo a Willlieb, piccola città della dio- pre d'invadere i beni ecclesiastici. Inter-
cesi, non senza sospetto di veleno, cada- il venne nel i 55o alla dieta d'Augusta, ove
vere venendo trasferito alla cattedrale. A si trattò de'nvezzi per ripigliare le inter-
rara prudenza e non comune facondia, rotte sessioni del conciliodi Trento, e vi
Riccardo congiunse grande amore per la si recò neh vii coll'arci vescovo di Ma-
religione e pel pubblico bene, e con tali gonza il 1. "settembre.il posto • re si collo-
prerogative egli si distinse nelle molte die- carono quali elettori, fu immediatamen-
te tenute a'suoi tempi. Unanimementefu te vicino al legalo ed a'suoi colleghi;colla
eletto a successoreGiovanni III diMetzen- medesima distinzione si trattò pure l'ar-
tino, col landgravio d'Assia e col duca di no da lui minacciate, ritornarono ue'pro
Lorena. Nel i534 soccorse il vescovo di pri stali per vegliarne alla sicurezza. In-
RI mister contro gli anabattisti ch'eremi vano Carlo V gli esorlò a rimanere; eGio
impadroniti della città, la quale fu loro vanni IV, la cui salute andavasi alteran-
tolta, i vincitori mettendo a brani con te- do, più frettoloso degli altri usci da Tren-
naglie roventi il condottiero e fanatico to a'i 4 marzo 552. Giunto 1 alla diocesi,
Giovanni di Leyde. L'arcivescovo tornan- tosto fu liberato dalla paura dell'elettore
do nel i 54o dalla dieta d'Ilaguenaa, tenu- di Sassonia pacificatosi coll'imperatore.
tasi da Ferdinando I intorno a varie con- Però un nuovo nemico insorse neh' ere-
troversie religiose, mancò a' vivi nel ca- tico marchese di Brandeburgo Alberto,
stello di Daensteim. Il successoreGio. Lui- che spalleggiato da' francesi si gettò sulle
gi di Ilagen preposto di Treveri, moiì nel terre di Magonza, e poi su quelle di Tre-
1 547 senza aver neppure ricevuto l'oidi- veri. presentandosi avanti la capitale a'
nesacerdotale.Nondiroeno ebbe moltoze- 28 agosto. Non potendosi resistergli e in
lo contro nuovi sellarli, e chiamò da Pa-
i assenza dell'arcivescovo, gli vennero spa-
quenza, perchè ne combattesse 1' eresie, done la sua piazza d'armi cominciò a im-
incarico disimpegnato con assai buon suc- porre contribuzioni a lutti i luoghi de'
cesso. Pubblicò un regolamento per la ri- contorni. Nell'avvicinarsi l'armata impe-
forma de'costumi del clero; seguì le par- riale, si disponeva a ritirarsi, dopo aver
ti di Carlo V contro i francesi, e riunì al appiccato il fuoco alla citlà; n)a l'arcive-
suo vescovato la terra di Montreal già di- scovo si riscattò da questo flagello con una
pendente dalla chiesa di Treveri, dopo somma considerevole. Ria in ontaallo stes-
la morte dell' ultimo conte di Virne- so trattalo, perfidamente il marchese in-
burgo. cendiò nel partire la chiesa di s. Paoli-
36 T RE TllE
no e Massimino. L' ìmpe-
l'abbazia di s. berta religiosa; egli tuttavia entrò nella
ralore non potè perdonare a'treviresi di città senza sottostare a questa riprovevole
aver aperto le porte al suo nemico, sen- condizione. Ma poco dopo , l' insolenza
za fare fertili caso de'piccoli soccorsi che d' una parte de' cittadini lo costi inse ad
loro avea spediti; sicché le sue truppe lo uscirne di nuovo. Egli però non rimase
vendicarono dell'affronto colla condotta ozioso nel suo esilio, ma risoluto di do-
tenuta uel passare per lo stato di Treveri, mare i ribelli s'insignorì di lutti gli aditi
aflìne di recarsi all'assedio di Metz. Es- che mettevano a Treveri per terra e per
sendo Carlo V rimasto vinto dinanzi a acqua, aflìne d' impedire che vi entras-
quella fortezza con notevole perdita, una sero vettovaglie. Allora la carestia ria-
parte degli avanzi di sua armata venne nimò il coraggio de' cattolici, quali ve- i
a rifarsi sopra Treveri, ove per difetto di dendosi in maggior numero, s'impadro-
paghe si sollevò contro i capi e tutta la nirono dell'arsenale e delle chiavi del-
città misesossopra. Malato Giovanni IV la città; indi scagliatisi contro gli autori
di languore, neh 555 si elesse a coadiu- della sedizione, li rinchiusero nelle car-
tore Giovanni V della Pierre o Von-Der- ceri sotto la guardia del corpo de'botl.ai.
ne nell'agosto. Durante la di lui assenza dalla città, e per tal modo la pace fu in
avvenne che il senato di Treveri, senza Treveri ristabilita verso il fine del i 55g.
consultare il rettore dell'università, per- In Magonza nel 1846 fu stampato: Ga-
mettesse al giovine trcvirese Gaspare O- spare Oleviano o il Calvinismo in Tre-
leviano d'aprire una scuola di dialettica. veri nell'anno i55c), Memorie da ser-
Oleviano, che avea percorsa una parte de' vire alla storia della riforma in Ale'
suoi studi a Parigi e l'altra aGinevra sotto magna di J. Marx prof, nel seminario
professori calvinisti, essendosi imbevuto vescovile di Treveri. !Neli56o l'arcive-
delle loro ereticali dottrine, le insinuò nel- scovo chiamò in Treveri i gesuiti per ri-
le sue lezioni, e le predicò eziandio aper- stabilirvi gli sludi, e raffermarvi le sane
tamente il giorno di s. Lorenzo in un di- dottrine. Milenendosi Coblentz per città
scorso accademico, cui avea invitato l'in- imperiale, licusò d'ubbidire a Giovanni
tera città.Questo discorso, ed altri che V, che perciò si trovò costretto ad asse-
in seguito pronunciò il nuovo settario, gli diarla nel i56i: i cittadini incalzati do-
formarono un gran numero di proseliti, vunque e spogli di qualsiasi soccorso, do-
alla testa de'quali si IrovòGiovanniSleuss, vettero sottomettersi all'arcivescovo, che
uno de'borgoujastri in carica. L'arcive- li trattò con dolcezza. Nel 566 un nuo- 1
scovo dunque al suo ritorno trovò la ca- vo tentali vodi Treveri per sottrarsi al do-
pitale divisa in due ftttiofti fortemente ac- minio dell 'arcivescovo,^ domato co' mez-
cese l'unn contro l'altra in fatto di reli- zi della carestia. Morì l'arcivescovo inCo-
gione. Erusi già preso il partito di non ri- blentz nel 1 567 e fu sepolto nella chiesa ili
treviresi,elesseroil loro decano Jacopo III sorte ne'Paesi Bassi. Finalmente Rodolfo
di Ellz. La città di T reveri però non volle 1 1 con decreto de' 8 marzo 1 1 58o pose ter-
te condizioni, le quali derogavano alla sua de'cittadini, con vantaggio deli. , a cui
autorità temporale. Egli fu quindi co- l'utile e il diretto dominio di Treveri fu
stretto ad assediarla nella primavera del confermato,insiemecon tutti i diritti spet-
l 568, ma non amando prenderla d'assal- tanti alla sovranità. Jacopo III cb'erasi
to, si limitò d'intercettarne i viveri. Essen- ritirato a Wittlich, accolse l'ambasceria
dosi però 1' imperatore Massimiliano II della sua capitale, che assicurandolo della
offerto qual mediatore, l'arcivescovo e i propria sommissione l'invitò a ritornarvi;
cittadini convennero di riportarsi al giu- ed egli a'2 \ maggio entrò trionfante in
dizio del consiglio imperiale intorno alle Treveri, ove cacciato via il senato, e fat-
rispettive loro pretensioni. L'arcivesco- tosi prestare il giuramento di fedeltà da
vo fece quindi il suo ingresso a Tre veri il tutto il popolo, in mezzo alla pubblica
1 5 agosto. Egli poi ottenne nel 570 dal- i piazza creò i nuovi magistrati. Lodalo pel
la camera imperiale Spira un decreto di suo zelo nella riforma de' costumi e pel
provvisorio contro l'abbazia di s. Massi- suoattaccamenloa ogni dovere,dopo aver
mino, la quale si pretendeva immediata- dato alla sua chiesa un martirologio e il
mente soggetta all'alto dominio dell'im- nuovo rituale chiamato dgerirla, movi nel
pero, ma questo giudizio non pose ter- i 58 (. In questo gli successe Giovanni VI
mine alla contesa. A' i<) aprile con suo di Schoenfemberg o Schoenberg d'Har-
diploma eresse il collegio de' gesuiti iu telsteiu, preposto di Treveri, governato-
Traveri. Portatosi alla dieta di Spira, l'im- re della città e rettore dell'università. Fu
peratore l'incaricò d'accompagnare la fi- consagrato nella dieta d'Augusta dal car-
glia Elisabetta a Meziers, per consegnar- dinal Madrucci legato; e ricevè le rega-
la allo sposo Carlo IX re di Francia. Nel lie dall'imperatore, che in segno della sua
1571 scorgendo i tre vi resi d'esser con- investitura gli pose in mano una spada.
dannati dal tribunale imperiale riguar- A\ suo ritorno si adoperò, benché inu-
do alla controversia coll'arcivescovo, in- tilmente, a ricondurre l'infelice apostata
vocarono il 1
,°
loro compromesso e do- Gebardo Trucbses arcivescovo di Colo-
maudarouo a loro giudici il collegio elet- nia alla fede cattolica , e dopo la senten-
torale con altri principi; però la domati- za di destituzione di Gregorio XIII, in-
da fu rigettata. Jacopo vedendo le vio- 1 1 1 dusse il capitolo di Colonia a sostituirgli
lenze ebe si usavano a' suoi aderenti, a' Ernesto di Baviera vescovo di Liegi. E-
22 dicembre allontanò da Treveri i ca- manò un editto per l'accettazione del ca-
nonici della cattedrale, per metterli in sal- lendario Gregoriano; nell584si adope-
vo dagl'insulti de' rivoltosi. Mei 572 con- 1 rò col duca di Sassonia ad estinguere le
lèrì l' investitura delle regalie a Mattia turbolenze ebe l'amore di novità avea
nuovo abbate di s. Massimino, ricevendo eccitate iu Aquisgrana; eneliogi pub-
il giuramento di fedeltà. L' arcivescovo blicò un regolamento sul modo di pro-
nel 1 5j5 ottenne da Massimiliano II l'u- cedere contro maghi i e gli ammaliatoli,
nione in perpetuo, già dal Papa eseguita, poiché la sterilità che da più anni afflig-
dell'abbazia di l'unni all'arcivescovato di geva il paese avea fatto credere al popolo
Treveri, riunione poi confermata da Gre- qualche sortilegio. Pie-
esser l'effetto di
gorio XIII nel «579; nel quale anno fu nodi tal pregiudizio chiese tumultuaria-
fra'4 commissari deputati dall'imperato- mente e con clamori, che si ricercassero
re Rodolfo II ad assistere al congresso di imaghi e gli ammaliatoli, e venissero dati
38 TRE T R E
alle fiamme; allora successero inquisizio- lingue, e governò saggiamente la propria
ni e confische, accusatori e carnefici che diocesi. Gli fu surrogato Filippo Cristo-
trascinavano dinanzi u'tribunali persone foro di Soteren o Soeltereu, d'antica fa-
vescovile. Dopoa ver emanato disposizio- danno dell'eletto dal capitolo, che difeso
ni per incoraggiare lo scavo de' metalli dall' imperatore e dagli spagnuoli dovè
d'ogni specie, che trovavansi uelle mon- rinunciar ueliGiS, e nondimeno l'arci-
tagne della diocesi, morì Giovanni VI nel vescovo ne conservò il possesso. Gliavea-
i 599 in Cobleutz, assai lodalo per pietà, no gli stati decretato per dono 1 00,000
prudenza, dolcezza e modestia. Gli suc- fiorini d'oro, ma non contento gl'impose
cesse Lotario di Mettermeli nipotedi Gio- tributi per costruire un forte presso l'im-
vanni V, e canonico teologo di Treveri. boccatura della Mosella, per compiere il
si lutti i vescovi dell'impero. Lotario nel ti, ne fece imprigionare capi, e 1 li costi in-
1610 intervenne all'assemblea di Colo- se a desistere dalla loro opposizione. Il ca-
nia, per dar termine alia controversia (Va' pitolo rnetropolitanoallora reclamò i pro-
diversi aspiranti alla successione di Gio. pri diritti violati dall'elettore, per impor-
Guglielmo, ultimo duca di Juliers e di re tributi senza il suo consenso. Per ope-
Gleves.seuza successo. Nel 1612 recatosi a rare una diversione, l'arcivescovo accusò
Francfort per l'elezione del nuovo impe- come rei di peculato i due fratelli Met-
ratore, contribuì a collocare l'arciduca termeli, Carlo arcidiacono ed Emmerico
Mattia sul trono imperiale, e lo incoronò teologo, che aveauo amministrato le fi-
insiemecoll'arci vescovo di Magonza. Tor- nanze sotto il governo dello zio Lotario.
natone! 6 Hdalla dieta diPiatisbona fon-
f 1 Nel 1627 gli slati provinciali fecero rimo-
dò un convento di cappuccini a Treveri; stranze sul riparti manto dell'imposte, e ri-
insignorirsi delle rive della Mosella e del chiamò a se alcune truppe della lega cat-
Beno; e morì inTreveri nel 162 3, venendo tolica, per ricondurre alla sua volontà i
re nella chiesa de'gesuili che tanto amò soccorso degli spaglinoli, che occupava
e stimò. Eruditissimo, conosceva varie no il Luxemburgo, consegnarono ad ess.
TRE t a e 39
la ci! là , cacciando le truppe della kg». leggere i beneficiati vacanti, nonostante
Nel 1 63o Filippo, come il solo fi a'3 elei- l'opposizione del nunzio pontifìcio Ca-
tori ecclesiastici che avesse l'ordine sacer- raffa. L'arcivescovo imprese a scegliersi
dotale , coronò f imperatrice Eleonora per coadiutore il celebre cardinal [iiclie-
moglie di Ferdinando 11. Sempre in di- lieui." ministro di Francia, ma i canonici
scordia col capitolo, nel i 63 stabiliva li-
t alto reclamarouoe tutti principi dell'im- i
na visita aOiiie di ridurlo al dovere per pero si unirono a loro. Insignoritisi poi
le vie canoniche, ma i fratelli Mettermeli gli spaglinoli per sorpresa di Treveri a'
e i loro partigiani contro questa proces- 16 marzo 635, 1 l'arcivescovo venne ar-
sila appellarono al Papa e all'impera- restato nel proprio letto, e condotto pri-
tore; e il prelato li colpì invece colla sco- gione a Tervuren presso Brusselles, dopo
munica. Intanto i due elettori di Colo- aver veduto suoi mobili più preziosi pre-
i
so il Reno, dierono a Filippo il pretesto dagli altri 5 fece eleggere re de' romani
d'implorare la protezione di Francia, per il figlio Ferdinando III: il capitolo di Tre-
porre il paese in salvo dalle loro incur- veri vi avea deputato 3 de'suoi membri,
sioni, e consegnò a' francesi nel i632 il che rappresentassero il suo elettore, ma
castello d'Ehrenbreilsteiu. 11 capitolo ac- furono perchè la cosa non avea
rigettali,
cusò l'elettore di tradimento verso l'im- esempio. A'7 giugno 1637 gl'imperiali,
pero, e pregò il Papa a spogliarlo del go- dopo lungo assedio, costrinsero francesi i
l'operato dell'arcivescovo. Intanto glisve- torato. Urbano Vili si adoperò alla libe-
desi penetratine! paese di T reveri, si riu- razione dell'arcivescovo, e dietro le que-
nirono a'francesi; e l'arcivescovo levan- rele che mosse al nuovo imperatore Fer-
dosi la maschera, a'?, luglio consegnò lo- dinando III, perchè tratteneva in carce-
ro Coblentz. Indi si fece ad esigere nuovi re un [irei. ito iiuaiediulaniente soggetto
mantenimento di queste genti,
sussidii pel alla s. Sede, questo principe Io fece con-
non ponendo differenza tra cittadini e cle- durre in Vienna per esservi custodito dal
ro; e gli esattori colle vessazioni ridusse- legato pontificia come principe ecclesia-
ro deserti molle chiese e monasteri. Nel- stico^ come elettore prigione del capo del-
l'agosto il maresciallo d'Estrees co' suoi l' impero. Nel 1 64 1 1 arcivescovo, dopo
francesi a'20 obbligòTreveri a capitolare, molti inutili tentativi per la propria li-
ricevè ambascerie di Treveri, per invitar- loro giudizio, con ristabilire nelle prime
lo a tornare, ed egli l'effettuò da vinci- cariche e benefìzi i canonici e le altre per-
tore alla testa de'fVancesi del visconte di sone destituite dall'elettore; moderarono
Tnrenna, e ad essi ne affidò la custodia, la sua autorità, e gì 'impedirono stabilir
dopo aver licenziata la guarnigione spa- nuove imposte senza il consenso degli
glinola die l'occupava. Determinato di stati. Pubblicatasi questa pace, fu ristabi-
vendicarsi de'suoi nemici, innalzò 3 forti lita la tranquillila nell'elettorato di Tre-
alle 3 estremità di Treveri aitine di te- veri,restando eletto coadiutore Carlo Ga-
nerla in soggezione. Indi perseguitò qua' spara di Leyen o della l'iene già gover-
del capitolo che riguardava autori di sue natore, confermato dal Papa e dall'im-
disgrazie, nelnuovo tribunale da lui isti- peratore. Di che l'elettore n'ebbe tanto
tuito, e nel 646 li scomunicò e privò de'
1 dispetto, ebe formò il disegno di sottrar-
benefìzi, mentre erausi rifugiali in Co- re l'elettorato all'impero ed'assoggettar-
lonia. Nel 164^ poco soddisfatto di ciò lo alla Francia. I canonici perciò doman-
ch'erosi disposto sul conto suo nelle con- darono la sua destituzione alla dieta di
ferenze di Munsler, accusò i suoi pleni- Norimberga, ed era voto de'3 collegi che
potenziari d'aver tradito il dover loro^ e si effettuasse; ma il deputalo dell'eletto-
li castigò colla pi 'inazione delle loro ca- re di Magonza vi si oppose, dicendo che
1 iche; e similmente trattò i suoi ufficiali. la destituzione d'un elettore spettava al
.Nei vedendo di non riuscire a farsi
1 6/\x) collegio elettorale. Finalmente il turbo-
eleggere un coadiutore francese, scelse lentissimo arcivescovo morì a'7 febbraio
Filippo Luigi barone di Reilfemberg, che 1 65^, d'85 anni, dopo aver eretto il ca-
avea fatto preposto; seguì l'elezione col stello di Philippeval, presso la foce della
solo voto dello slesso candidalo e d' un Mosclla, elafamosa piazza di Philipsbur-
altro capitolare. 11 capitolo ed i canoni- go all'imboccatura della Salita nel Re-
ci allora compresero die mal sarebbe an- no, del suo vescovato di Spira die avea
data per essi se non si assicuravano della ritenuto e governato 4^ anni. 11 nuovo
persona dell'arcivescovo, e non gli to- arcivescovo fu sollecito di curare la rie-
tennero quelle del duca di Lorena. Fu lieri d'iuveiuo, l'elettore per difendersi
inno proposte al prclito alcune vie di ri- da tali vessazioni neh 654 si collegò con
conciliazione, che vennero rigettale ; io qucllu di Magonza, col vescovo di IVJun
T R E T R R 4 r
sler e col conte palatino eli Neuburgo, il rimino, già rispettata da' barbari e spesso
che nel iG58
die luogo all' alleanza più anche da' furibondi ugonotti nelle loro
estesa delReno. Nel precedente anno l'ar- incursioni, la collegiata di s. Paolino, non
civescovo ottenne dalla Francia che non che altre chiese de'sobborghi furono ab-
fosse impedito l'esercizio del proprio di- battute, non meno che molti villaggi e
no stale riunite al regno. Indi stabilì il tenne. Il maresciallo di Crequy che nel
modo d'esercitare la giurisdizione eccle- 1675 era sialo fatto prigioniere in Tre-
neilecoutee diWirueniburgo.Nel
siastica veri, ripresa neh 68 1 la città, e mentre
1667 Ferdinando barone di Buchollz assediava Luxcniburgo nel 1 684 la fece
dispose che la sua baronia d'Orey servis- smantellare, e tagliar ponte di Contar* 1)
se per la fondazione in Treveri d'un col- bruck, ov'era rimasto sconfìtto, per im-
legio di nobili ecclesiastici ; e nel 1669 pedire agli spngnuoli e olandesi di reca-
l'abbate e il capitolo di s. Massimino rico- re soccorsi alla piazza. Nel 1690 l'arci-
nobbero l'autorità civile del consiglio au- vescovo emanò un editto contro i chie-
lico dell'elettorato, l'abbate presiedendo rici concubinari, ingiungendo loro il ce-
in qualità di primate gli stati ecclesiasti- libeto giusta il decreto rinnovato nel con-
ci dello stesso elettorato. L'arcivescovo cilio di Trento, sotto pena di privazione
nel 1 6y3 fondò 1suo semina-
"ì posti nel de'benefizi, e d'allontanar le donne so-
rio diretto da'gesuili, e vide con mera- spette dalle loro case. Nel 169?. si unì agli
viglia nell'agosto assalita Treveri da'fran- elettori di Colonia e Palatini per opporsi
cesi in guerra cogli olandesi, essendo loro all'elezione d' un nuovo elettorato; nel
necessaria per entrare sulle terre della re- 1702 si alleò con l'Inghilterra e l'Olan-
pubblica d' Olanda, e convenne capito- da contro Francia, e morì nel 1711 dopo
lare col conte di Rocheforte l'8 settem- aver veduto nel precedente nuovamente
bre. Il conte di Vignori creato governa- invasa da'francesi Treveri, per cui il ca-
tore della piazza, le cambiò tostamente pitolo metropolitano passò a Coblentz.
l'aspetto coli' immense opere che vi fe- Venne succeduto dal coadiutore Carlo di
ce erigere per porla in salvo dalle olle- Lorena figlio del duca Carlo V, che nel
se nemiche e da' tradimenti de' cittadi- 1
7 1
4 potè rientrare nella sua capitale, re-
ni, con mezzi che ne rese odiosa la me- stituitagli in forza della pace di Rasladt.
moria. Tutti gli abitanti della città e del- In tale anno Papa Clemente XI esortò
la campagna furono forzali a contribuir- vivamente l'imperatore, perchè si oppo-
vi con rigore, onde molti emigrarono. nesse agli eretici, quali macchinavano i
Tulli gli edilizi prossimi alla città furo- di bandire dal principato d'Adamar l'or-
maestro dell'ordine Teutonico e coadiu- guerra all'imperatore, una parte del pe-
tore dell'elettore di M.igonza. Papa Cle- so di essa cadde sopra l'elettorato di Tre-
mente XI confermò l'elezione e gli ac- veri, che fu posto a gravissime contribu-
cordò la chiesta dispensa di conservare gli zioni da' francesi per due anni. Intanto
19 il Papa
altri suoi benefizi. Indi nel 17 ritornato al grembo della religione cat-
gli raccomandò di persuadere il fratello tolica Maurizio Adolfo, ultimo rampollo
Carlo elettore Palatino, a cui pure avea maschile della linea ducale di Sassonia-
scrino, di far restituire acattolici la chie- Zeitz, per la sua straordinaria vocazione
sa principale d'Heidelberga, e non per- allo stato ecclesiastico, posponendo ogni
mettere in verno modo, che fosse osser- terreno splendore, neh 730 fu consagra-
valo il Precesso di religione per l'inferio- to vescovo di Farsaglia in partibus, indi
re Palalinalo pubblicato nel 1
7o5dall'al- vescovo di Ronigsgratz, poi di Leime-
tro frateilo Gio. Guglielmo, e dalla sua ritz nel 1732, e poco dopo fu fitto am-
pontificia autorità condannato. Aggiunse ministratore dell'arcivescovato di Treve-
all'arcivescovo, che i trattati di Worms ri; avvenuta in questo esercizio la sua
e di Alt-Rastadt, nel 1
707 conclusi circa morte, lasciò fama di piissimo e di mo-
tale Recesso, non dovessero avere alcun dello perfetto de' vescovi. Nel (7 {.8 Be-
effetto nella sua diocesi. E siccome la chie- nedetto XIV dichiarò vescovo ìn< parti-
cesi. Nel 1729 Francesco Luigi si spogliò alla diffusione dell'empio libro che pose
della dignità arcivescovile di Treveri, per all'indice de'libri proibiti, contro il qua-
passare a'3marzo a quella di Magouza, le dottissime penne ne fecero trionfili con-
vacata per morte di Lotario Francesco futazioni. Morto nel 1768 l'arcivescovo
di Schoenborn. A'2 maggio venne scello WalderdoilFinCoblenlZjgli successe Cle-
a successore Francesco Giorgio de'conti mente Wenceslao di Sassonia, figlio di
di Schoenborn preposto di Treveri, teo- Augusto II re di Polonia ed elettore di
logo di Colonia, decano dì Spira, ec. Do- Sassonia, vescovo di Frisinga e di Rati
po aver ottenuto laconferma di sua ele- sbona, chiese che allora dimise; indi nel
zione dal fratello Federico Carlo vescovo 1 j6t) fatto vescovoammiuishatore d'Au-
TRE T il E 43
gusta, e nel 1781 principe e preposto ili va, nel 1785 istituì la nuova nunziatura
s. Vitod'Elwangen. A questo prelato Cle- di Monaco 7 la quale fu subito con-
(^ .),
mente XIII nel 1764 avea indirizzato il testata, principalmente dagli elettori di
breve di condanna dell'opera d' Hon- Magonza e di Colonia, e dall'arcivesco-
tlieim,confermata daClemente XI V. Per- vodi Salisburgo, quali ricorsero all'im-
i
theim ad esserlo lino alla morte. Pio Vi sua corte si dovesse riguardare come sem-
reduce da Vienna nel 1782, a' a maggio plice inviato del Papa e senza giurisdi-
partì da Monaco per Augusta, ricevuto zione, ma l'elettore volle invece che tut-
con ogni venerazione dall'elettore di Ba- ta l'esercitasse. Perciò i 3 elettori eccle-
viera. Vi si recò ad ossequiarlo l'arcive- siastici,massime quello di Colonia, risol-
scovo di Treveri, che celebrò pontificai- verono di non riconoscere nunzi apo- i
mente nella cattedrale alla loro presen- stolici, se non come semplici inviali del
r
za, del vescovo di Costanza mg. de Piodl, Papa e ministri della coi te di Uoma. Pe-
di altri vescovi e distinta nobiltà; indi nel- rò il nunzio di Colonia Pacca, con sua
la solenne benedizionecompartita dal Pa- circolare del 1 786 d'ordine di Pio VI, no-
pa al popolo dall'episcopio, l'arcivescovo tificò a'parrochi e prelati subalterni del-
di Treveri pubblicò la forinola della con- le diocesi de' 3 elettori ecclesiastici, che
Ems (ì.) per tenervi quel conciliabolo, veri fu fattacapoluogo del dipartimento
che i vescovi di Germania riguardarono francese della Sarre, nome che prese dal
come contrario alle leggi canoniche, poi- fiume Sarre oSaar. Inconseguenza della
ché vi stabilirono un piano più atto a for- pace di Luneville. de' 9 febbraio i8or,
mare lo scisma, che a render la pace alla tra la repubblica francese, Francesco 11
Chiesa. Ma risentendosi Pio VI partico- imperatore, ed i principi della riva sini-
larmente per ciò che riguardavano le di- stra del Reno, la sovranità dell'elettora-
spense quinqucnualimatritnouiali,di cui to di Treveri fu soppressa, per quanto
il concilio di Trento avea lascialo la cu- narrai a Germania. L'arcivescovo Cle-
ra al Pupa, l'arcivescovo di Treveri do- mente Venceslao di Sassonia, u llinio elet-
mandò tali indulti per la sua arcidiocesi, tore, dovette rinunziare anche la dignità
non permettendogli la sua pietà di acce- arcivescovile, ottenne nel i8o3 una pen
Darti ulteriormente sulle viste desìi au- sione e fece il suo soggiorno ad Augusta
tori del nuovo codice di disciplina, e do- fino alla sua morte avvenuta nel l8ia,
mandò alPapa anche la sanatoria, per Iu conseguenza poi del Concordato fra
TRE T R E 4*
Pio FU e la Repubblica francese, lo te eletto, Gregorio XVI nel concistoro de'
slesso Papa colla bolla Qui Chris ti Do- 22 luglio 1842 lo promulgò vescovo di
mini, de'20, novembre 80 1, Ridi. Roni.
i Treveri. DipoiGregorioX VI nel concisio-
coni. 1. 1
1, p. 25 }
soppresse la sede me- ni de'22 luglio 1844 Fece vescovo di Tutti
tropolitana di T reveri, che oltre a'3 suoi maco in partibus e sufTraganeo di Tre-
antichi vescovi suffragane! allora avea an- veri mg.' Giorgio Mueller d' Artzheim
che quelli di Nancy e s. Diez, dichiarò diocesi di Tfeveri già pai roco, canonico
,
rio col nome di Francesco I, indi rinun- mensa a 8000 talleri prussiani, pari a
ziò la dignità d'imperatore de'romani a' scudi romani 5 19.0, senz'ideilo gravame
6 agosto 1806, restando così del tutto di pensione. Ampia è la diocesi e contie-
sciolto l'impero Germanico. Gli avveni- ne 634 parrocchie.
menti di Francia ( / .) del8 4 e la de-
1 1 Concilii di Treveri.
posizionediNapoleone 1, nuovamente tol- III. "fu celebralo nel 385 o nel 386, e
sero alla Francia Treveri e la sua pro- vi fu dichiaralo innocente Itaeio vescovo
vincia, mediante il trattato di Parigi, dal ili Spagna, accusalo d'aver dato occasio-
congresso di Vienna confermato, e ven- ne alia morte dell'eresiarca Prisciliiano.
ne ceduta al redi Prussia^.). Nella cir- Il 2.° fu tenuto verso il 666 in favore «lei -
coscrizione di diocesi di questo regno, Pio l'esenzione del monastero di Val-de-Ga-
VII colla bolla De salute, ahimarum , de' lilee nella Lorena fondato da s. Diedo. Il
lines, eia fece sufTraganea di quella di Co- 4. "nel c)48,nel quale il legato Marino, l'ar-
lonia. Successivamente furono vescovi di civescovo di Treveri , e molli vescovi di
Treveri,GiuseppedeHommerdiCob!entz Francia vi scomunicarono Ugo conle di
preconizzalo da Leone XII nel concisto- Parigi per la sua ribellione e pe'suoi sac-
ro de'3 maggio 1824, dichiarando indi cheggi, e finché non si ravvedesse: vi fu-
a''i3 giugno vescovo di Sion in partibus rono pure scomunicali due pretesi vesco-
GugliehnoGunlherdi Coblentzdi lui suf- vi ordinali da Ugo arcivescovo di Reiins,
raganeo; e poi a'iq dicembre 1825 l'al- nipote del conle Ugo. Anatemi rinnova-
tro sufTraganeo Enrico Milzdi Coblentze li da'concilii d'Ingcllieim e di Roma. Inol-
vescovo di Sarepta ìnpartibus. Per mor- tre Eberlo, fratello dell'arcivesco-
si citò
te del vescovo, il capitolo elesse a succes- vo Ugo, perchè rendesse soddisfazione
sore l'attuale mg. 'GuglielmoArnoIdi del- de' mali ch'egli faceva a' vescovi. Il 5.° nel
che si celebrò nel maggio e lo presiedè il 1277, i cui atti sono contenuti in 1
7 ca-
cardinal Pietro legalo in Francia. Il 7. pitoli: i primi 5 hanno per oggetto i sa-
neh iz[o adunato da Adalbefone arcive- gramenli; il 6 le chiese; il 7 i canonici e i
no grati a s. Bernardo abbate di Chiara- quali è contro gli eretici ussiti, e gli altri
valle, il quale gli avea giù letti e approva- riguardano la disciplina ecclesiasticajque-
ti, per aver conosciuto nella santa lo spi- sii però non produssero alcun elfetto. Il
velato e ispirato. La santa non avea an- statuti sinodali. concerne l'ubbria- Il 1
.°
cora pubblicato che una parte delle sue chezza de'chierici, che trattasi di peccato
rivelazioni, cheavea cominciato a scrive- vergognoso; titolo ne'Iaici come ne'preti.
re nel 1 1 4 1 e finì nel 1 t 5 1 . Nel 3.° libro II 2. contro i chierici concubiuari.il 3.°
delle sue Rivelazioni, ci sono cose incer- pi escrive la pena che si deve impor loro.
te e immaginate dopo il fallo, le quali fu- 11 4° palla delle concubine, le quali la-
rono aggiunte da altra mano. Il g.° con- sciando il vizio vogliono fare ritorno al-
!
cilio fu celebrato neh \5i in favore del le loro famiglie e in casa de'loro parenti.
capitolo di Remiremont nella Lorena: Il 5.° è sopra i concubinari, che dopo a-
Matteo I duca di Lorena, irritato prima ver abbandonato il peccato vi ricadono.
contro quel capitolo, pacifico**! e riparò Il 6." pe'sacerdoli e laici, che impiegano
a tutti i suoi torti verso di esso. Ilio." nel la magia e i sortilegi nelle loro supersti-
1 22 1 fu tenuto per rimediare alle deva- zioni e altro. Il 7. degli apostali. L'8.
stazioni che facevano in Germania gli al- contro i protettoli degli stessi apostati. Il
bigesie altri eretici. L'i i.° nel 1227 ih. r).°di quelli che si maritano dopo aver fat-
te il concilio è terminato da uno statuto ne, Valle Pietra, Jenne o Genna, e Mon-
contro i violatori della libertà ecclesiasti- te Preclaro o Porcario di Subiaco, come
ca, e die attentano contro i beni e i di- Treba di-
descrissi in tali articoli. L'antica
ritti della chiesa. Inoltre cogli accennali strutta, com'è fama da Sezze, al riferire
canoni si provvide alia scelta de'predica- di Ciammarucone nella Descrizione di
tori e al modo di predicare; si prescrisse- Sezza, perchè i trebani infestavano i se-
ro leoredella celebrazione dell'uilizio pei llili, le successe l'odierno comune. I tre-
canonici; l'enumerazione delle feste da os- bani uniti a que'diP//jc/7/o, più volte dan-
servarsi nella città e diocesi di Treveri; neggiarono il territorio di Sezze (l .), co*
molti regolamenti sui religiosi e religiose; menarca il Marocco, ne''Monumenti del-*
te le chiese ad averne una copia, unita ad la comprila del castello di Trevi, fatta per
\m esemplare degli altri concilii della pro- 1 òoo fiorini d'oro da Onorato Caetani
vincia Regia, t. 3, 2.5, 27, 35. Labbé, t. conte di Fondi, salvi diritti di alcuni i
ballale di Siibiaco, nel quale articolo ne imi nome, che sorgeva sul monte incon-
ri parlai, cioè nel voi. LXX, p. 2 1 7, 2 19, tro a Sezze. Inoltre il Marocco, nel t.10,
22 1,222, 242, 2 56, 25c),poicbè un tem- p. 26, riporta la dettagliata descrizione
po appartenne anche al suo dominio tem- di Trevi, le sue notizie storiche, le lapi-
porale; rinomata pure perchè ne'suoi diu- di che possiede avanzi di sua antichità,
turni scaturisce il celebre fiume Amene, e discorre dell'anticaglie trovate ne'suoi
come nel descriverlo a Tivoli rilevai nei Ne loda gli abitanti pe'loro pregi,
scavi.
voi. LXX, p. 242, LXX VI, p. 19 e seg., 1 onde ne uscirono più illustri, come Len-
vale a dire nel propinquo territorio di Fi- itilo di cui feci paiola nel voi. LXX, p.
lettino, paese che derivò dagli abitanti di 2 3 1; fr. Tommaso francescano di vita pe-
Treba, che vi formarono il castello e gli nitente; Tommaso Si villa o Sibilla nobi-
dicrono porzione del proprio agro. Trevi le soldato, che donò al s. Speco di Subia-
ab antiquo signoreggiato dagli equi, e poi co 5oo fiorini d'oro perla fondazione del-
unitosi alla lega latina contro R.oma in la cappella di s. Nicola; Maestro Onofrio
favore di Tarquinio il Superbo, fu con- decano di Meaux e cappellano di Clemen-
quistato da G. Marcio Coriolano,e diven- te V, da cui fu spedito legato apostolico
ne colonia e municipio de' romani; sog- con Arnoldo abbate Tutelense a ricu-
giacque all'invasioni barbariche, e dopo Ferrara alla
perare s. Sede; Raimondo
essersi rettoa repubblica esostenuteguer- Commendatore di s. Spiritoj Giovanni
re contro gli abbati potenti di Subiaco, preposto della cattedrale d'Anagni; Gior-
cadile nel dominio feudale di vari baro- dano nobile e potente, benemerito della
ni, (inchè nel i47 3 SistoIV sottomise Tre- palria;Giovanni Angucci piissimo, magni-
vi al governo temporale dell'abbatecoin- fico donatore di numerose possessioni nel
mendatario di Subiaco, anticamente es- tei ritoi iodi Trevi al s. Speco; fr. Giovau-
48 T R E TRE
ni agostiniano; Nicola de Leliis canonico vi che la governarono. Per la scarsezza
di Girgenli, dulia cui famiglia fiorirono «Iella popolazione, e per le ristrette ren-
talenti medici; come da'Ballaglini uscirò dite della mensa cessò Trevi di avere il
ito diversi minori osservanti insigni per proprio vescovo nel pontificato di Vitto-
pietà e per dottrina; Pietro Paolo Jaco- re Il delio55, il quale perciò ne racco-
bucci giureconsulto; d. Benedetto di tal mandòla chiesa al viciniore vescovod'A-
casato fu abbate di Teodoro, dotto nel-
s. nagni Rainaldo o Rinaldo, come in ap-
le Domenico Caran-
discipline teologiche; presso fecero Nicolò II, Alessandro li, a,
zetli chiaro medico; Antonio Ricci valen- Gregorio Vile Vittore III. La mancan-
te medico, poi canonico dell'insigne pa- za de' vescovi die origine alla creazione
tria collegiata; fr. Nicola Ricci minore ri- dell'abbate di s. Teodoro martire, sotto
formalo di santa vita; fr. bernardino Ric- la cui invocazione era la cattedrale dichia-
ci dello stesso ordine, dotto scrittore e fi- rala chiesa abbaziale,che esercitò una giu-
losofo; Francesco Aureli oratore egregio, risdizione quasi episcopale senza punto
filosofo e teologo, il cui fratello fr. Ago- dipendere dal vescovo d'Allagai, tanto su
slino cappuccino menò vita esemplare; Trevi che sui paesi soggetti e formanti
Pietro Pecci lodato pittore; fr. Cherubi- l'antica diocesi, cioè Filettino, Valle Pie-
no Agostini minore riformato, teologo e tra,Jenne,Collallo,Moiitc Antonino, Mon-
filosofo; fr. Celso Cherubini confessore del te Preda ro,Com miniaceli io, Ursa no eCe-
celebre cardinal Borghese nipote di Pao- sarene. Ma da Urbano II del 1088 col-
lo V; Giovanni Allegrilo musico eccellen- la bolla Po testatela anelare Dea, de'2.3
te, allievo del celebre Giacomo Carissimi agosto, che si conserva nell'archivio capi-
di Marino; dalla nobile famiglia Speran- tolare d'Anagni, fu soppresso il vescova-
za fiorirono dotti medici, come Felice e to e inperpetuo definitivamente venne
Giuseppe Maria, oltre Pietro Stefano ve- unita la diocesi Trebense alla chiesa ve-
scovo il' Alatri esemplare e benefico. tre- 1 1 scovile d'Anagni, nel vescovato di s. Pie-
bano p. Pietro d' Antoni gesuita, di cui tro successore di Rainaldo, trasferendo-
parlai altrove, fu un gran raccoglitore si ad esso tutta l'autorità, il che confer-
d'antichità nel secolo XVII; copiò laCro- marono poi.Pasipiale 11 ed Alessandro IH
naea di Subìaco del Minio, il poema La deli i5c). Neh 162 Landinolfodi Treha
falle Sagra del Contestabile, compose donò alla chiesa e al vescovo d' Anagni,
Gli sagri secoli Sul>laeensi,V Aniene il- Trevi ed i 5 castelli che ne formavano il
l'origine, come non si conoscono i vesco- lui diocesi, e le nomine de'beuaiÌM eccle-
T RE TRE 49
Mastici di s. Lorenzo e di s. Nicola, am- Roma al dire del Caliudri. Trovasi in bel-
bedue chiese rurali poco distanti e all'o- la situazione per arte e per natura, sul-
riente di Trevi. Sorgeva la chiesa catte- lo scosceso pendio dell' estremo coutraf-
drale di s. Teodoro, col contiguo palazzo forte delmonte Petino o Pitiuo, verso gli
vescovile, prossima al pomerio; la campa- A pennini. Sorgendo quasi in cima al mon-
na della chiesa di s. Teodoro, posta den- te e gradatamente giungendo a metà del
tro Trevi, si vuole tolta dalla cattedrale. medesimo fa vaga mostra di se, come po-
L'edifizio intero esisteva ancora nel i 260, sta in lunga ringhiera che si affaccia al-
giacché dimorandovi il celebre cardinal la strada nazionale fra Spoleto, e Foli-
Ugo di s. Caro, vi tu visitato dal patriar- gno alla sua dritta, rim petto a Bettona o
ca di Gerusalemme Jacopo Pantaleone, Vettona di cui riparlai nel voi. LII, p. 34- 1
che nel 1*261 fu Papa Urbano IV. Dipoi Il suo fabbricato di non piccolo circuito
di Subiaco, come può rilevarsi dagli atti sendone comprotettori fratelli s. Vin- i
letano Caponi, che fece resistenza a'i'ran- fresco bellissimo di Giotto da Vespigna-
cesi repubblicani, ne risarcì mura eia le no. Altre chiese sono quelle delle esisten-
fortificò, e fermandovi il domicilio vi mo- ti monache benedettine di s. Lucia, e del-
rì in avanzata età. le francescane di s. Chiara, co'loro con-
TUE VI, Trcbia. Città vescovile del- tigui monasteri; la chiesa di s. Domenico,
l' Umbria con governo, del distretto e de- ove già stanziarono domenicani, della
i
legazione di Spoleto, alla cui arcidiocesi quale e del convento scrisse il p. Fontana,
appartiene, egli è distante 5 leghe al nord, De romana provincia ord. praedicato-
secondo l'aw. Castellano, e 12 poste da ritm, Conventus s. Dominici. La chiesa
voi. iaxx. 4
5o TRE TRE
eli s. Francesco, beli' edifìzio, già de'mi- tenni tà di eeremonie l'ingresso di un nu-
noii conventuali, fino da'primi esordi di meroso stuolo di alunni, che nu-
a scarso
loro istituzione, anzi uno de'pri mi conven- mero ridotti nella famiglia del conte Va-
ti fondali dal medesimo islitutores. Fran- lenti si riparavano". Cioè nel palazzo del
cesco d'Asisi, ed anticamente ei avi in es- conte Paolo, perciò lodato per patria ge-
so l' inquisizione; nel cui chiostro molto nerosità, uno de'pochi dal terremoto ri-
dipinse a fresco il cav. Gagliardi da Città spettati, massime nella terribile scossa ilei
di Castello, il quale in tali pitture supe- l3 gennaio 83?.: contribuirono
1 alle be-
r
rò se stesso, come afferma il Irevano d. nefichesolieriludinidel cardinale, il gon-
Clemente Bartoliui a p. 22 de'suoi Cen- faloniere della città Francesco l'arriani
ni storici sulle pitture classiche di Tre- e il rettore del collegio d. Fausto Bottac-
vi, FoIignoi837. Nel convento vi fu tra- cidi Recanali. Il 26 ottobre 834 ^' d 1
sferito il ginnasio comnnnleo scuole pub- giorno dedicato alla solenne mangili azio-
bliche, ed il collegio Lucnrini per segna- ne e benedizione del luogo, del collegio e
lato benefizio e incessanti cure del cardi- delle scuole, e dopo il Te iJeum terminò
nal Emmanuele de Gregorio, che qua- la funzione coli' allocuzione diretta dal
le prefetto della Congregazione cardina- cardinal de Gregorio a tulli i suoi colle-
lizia del concilio, dalla cui direzione e giali. Nel seguente giorno con due ulte-
dal cardinal prefetto prò tempore dipen- riori solennità fu compiuta la decorosa a-
da la protezione del collegio, ne fu assai pertura del nuovo collegio, ove nell'aula
benemerito per quanto rilevai nella bio- maggiore, sedente il cardinale in trono,
grafia; riducendo il convento in forma di circondato da' maestri, dal magistrato e
collegio, con eleganza e magnificenza di dal governatore, l'encomiato rettore re-
disegno, ed insieme solidità, mediante l'o- citò un'erudita orazione inaugurale, nel-
pera del celebre architetto cav. Valadier, la quale i pia moderni fasti dello slabili-
dal cardinale portato appositamente in meulo e le sue vicende compendiò. Seguì
Trevi, il venendo eseguilo con esal-
tutto q uindi la premiazione, che il cardinale fe-
ta prontezza 18 mesi, llch.com-
in circa ce agli studenti che nel decorso anno sco-
mend. Bai luz/.i nell' Elogio storico del lastico si erano sopra gli altri distinti. Nel-
cardinal de Gregorio, p. 3 celebrò il 11 1 , la sera lo stesso porporato e nella mede-
suo protettorato del collegio di Trevi, e- sima aula assistè ad un'accademia di va-
aercilalo fino al 1 834, co " qneite paiole. rie discussioni logiche e metafisiche, io cui
» IH quest'antica città dell' Umbria, eh 'eb- fu lecito argomentare a chiunque, oltre
be il nome di Trr-bia sul fiume Clilun la declamazione di poetici componimen-
no,eresseil benemerito cittadino Lncarini ti. Tanto ricavo dall'erudita e dettaglia-
quell'edilìzio, che per l'impeto del terre- ta relazione del Bartoliui, pubblicala dal
moto fu quasi distrullo. A li vendicare un n.°i8 dell' Omologia deli834, giornale
sì utile stabilimento, rivestilo che fu il de letterario di Perugia. Fondatore del col-
Gregorio dal regnante Pontefice (Grego- legio fu il Irevano Virgilio Lncarini, pro-
rio XVI) dell'autorità di visitatore apo- touotario apostolico e canonico di s. Gior-
stolico, più volte colà si condusse, e tan- gio in V elabro. Egli con testamentaria di"
to oprò che pervenne in breve tempo a sposizione del 1 644 lasciò tutto il suo pin-
riedificarlo ead ampliarlo, aggiungendo- gue patrimouio, per dotare 6 trevauecon
vi il convento di s. Francesco da lui ac- scudi loo per ciascuna; per fondare un
quistato, e che già da molti anni per le vi- monte frumenlario; e per stabilire un col-
cende de'tempi era abbandonato. Lo aprì legio nella sua casa, onde educare quel nu-
nuovamente, e con molto accorgimento e mero di giovani che le residuali sue reo
jaggezza di regolamenti. Celebrò con so dite potessero mantenere, con un retto-
TRE TRE 5i
re, un ripetitore ed un servo. Ne effettuò cora prova co'nomi degli autori, che noti
le disposizioni il fratello fi
-
. Reginaldo, poi sono della scuola Perugina l'esterne pit-
vescovo di Città della Pieve, suo erede ture a fresco esprimenti la bellissima Ma-
Usufruttuario. Dopo la di lui morte fu a- donna col divin Figlio e due Angeliche
perto il collegio nel 1674 sotto la prote- l'adorano. Riconosce poi per uno de'ca-
zione del cardinal prefetto del concilio polavori dello Spagna le belle pitture ;»
prò tempore, secondo il desiderio del be- fresco della cappella presso la porta del
nefico testatore, ed oggi conta circa 3o convento, rappresentanti la ss. Vergine,
vieto, nella Cronologia della provincia l'autore, che l'eseguì nel 5 12. Questa pre- 1
Serafica riformata dell' Umbria. Nell'al- ziosa Concezione dello Spagna prima non
tare maggiore si ammira il grande dipin- si godeva, per avere frali formato nel
i
tro Vannucci Perugino; ma il Bartolini col convento posta in amena altura. Qua-
ue'ricordali Cauri avverte, che con più. si in mezzo alla deliziosa valle di Spole-
u' soprapporli degli aditi che conducono delle Lagrime, che l'avv. Castellano, Lo
al coro, e della lunetla situala sulla porta stato Poh lifìcio, disse de'monaci Oliveta-
d' ingresso della chiesa, senza potersene ni, seguito da altri. Primamente essi non
stabilire l'artefice, non mai però Raffae- più esistono in Trevi, e poi il loro mona-
le. Dichiara pure, che però non entrano stero era l'abbuila di s. Pietro di Bovara,
nella categoria della scuola Perugina i due antichissimo edilizio. La canonica delle
affreschi esiste»?» negli altari laterali al Lagrime e la chiesa fu de'cauouici rego-
maggiore, perchè evidentemente più anti- lar" La lei anelisi, ed essendone stato ab-
chi del Perugino, d'autore incerto, e mol- bate per molti anni il p. d. Pietro Gior-
lo danneggiati da' •estauratore; così an- getli di Ravenna scrisse il Breve istori-
5-2 TRE TR E
co compendio dell'immagine miracolo- ricorsero all' efficacissima protezione di
sa di Maria ss. detta delle Lacrime, ve- questa ss. Immagine, che cominciarono a
nerata alle falde di Trevi nell' Umbria, chiamare Maria.ss. delle Lagrime, e to-
nel suo magnifico tempio spettante a'ca- sto ne provarono mirabilmente gli effet-
desimo e col Bartolini ne darò un cenno, sario di s. Maria della Neve, che in Ro-
incominciando dalla miracolosissima im- ma die originealla patriarcale basilica Li-
magine di Maria ss. delle Lagrime, spe- beriana. Tuttora Trevi ne celebra solen-
ciale e benefica patrona di Trevi, alla qua- nemente la festa commemorativa dell'Ap-
le la fervorosa pietà trebana con muni- parizione in detto giorno, in cui pure ri-
ficenza eresse il maestoso tempio. Esiste- corre la pubblica fiera, la quale da'diu-
va alle falde di Trevi, nella costa detta torni del tempio, fu poi trasferita al pia-
di Costanzo e dalla parte che guarda
s. no superiore di Trevi fuori della porta del
il monte e la strada che viene da Spole- Lago, come luogo più capace al gran con-
to, vicino al fosso de'Gambarelli, una ca- corso di popolo, ed all'abbondanza delle
sa di Diotallevio d'Antonio, e nella sua mercanzie e specialmente di bestiame. Al-
facciata eravi dipinta quasi al naturale tra festa da'eanonici regolari Lateraneu-
l'immagine della B. Vergine col suo Fi- si fu stabilita con molte solennità a' 25
glio divino al sinistro braccio appoggiato. marzo, in cui ricorre quella dell'Annuo
Veniva essa venerata non solo dalla fa- Mozione. Divulgatasi rapidamente sempre
miglia Diotallevio, ma da que'che vi pas- più la fama del prodigio per le convicine
savano innanzi. Ora un giorno fu osser- provincie, in breve somma divenne la ve-
vato, che dagli occhi della B. Vergine sor- nerazione de' trevani, e degli accorrenti
tivano tante gocciole a guisa di lagrime. privatamente e in processioni, per la ss.
pubblici infortuni !, oltre la guerra e la pe- Spoleto per essere stata liberata dalla mi-
Me che desolava la provincia, con fiducia nacciante pestilenza e mediante basson-
TRE TRE 53
ievo d' argento rappresentante la città Maria delle Lagrime, concesse la chiesa
colla rocca. Alcune trevane fecero le co- a'monaci Olivetani del vicino monastero
rone d'argento alla B. Vergine e al divin di s. Pietro di Bovara,che ne presero for-
Figlio, e madonna AI archesina di messer male possesso I' 8 marzo 1489; ma non
Natinbene Valenti donò un superbo re- essendosi mai recali a officiarla, il consi-
liquiario con una ss. Spina con cui fu co- glio pensò a consegnarla ad altri religio-
ronato il Redentore. Aumentandosi quo- si. Però non accordandosi sulla scelta, ri-
tidianamente il numero tle'pii donativi, solse d' inviare sulla non molto lontana
il consiglio della comunità di Trevi de- strada romana due deputati,acciò l'offris-
stinò probe persone, perchè li raccoglies- sero al 1 che per ventura incon-
."religioso
se e fedelmente custodisse, inclusivamen- trassero. La provvidenza permise che fos-
te al Diotallevio proprietario della casa se il p. d. Giacomo da Cremona canoni-
ov'era dipinta la ss. Immagine. Questi de- co regolare Lateranense, che qual procu-
putati con licenza del vescovo di Spoleto ratore generale di sua congregazione re-
eressero innanzi alla medesima una cap- cavasi al capitolo generale di Piacenza, t
pella di legno, vi fabbricarono l'altare, e deputati pertanto in nome del comune gli
per la i . messa a'2 1 a-
'volta si celebrò la offrirono il santuario, e il canonico pro-
goslo 4 co da d. Costantino di Contiael-
1 mise che ne avrebbe falla proposizione al
lo, il più antico canonico della collegiata capitolo. Reduce da questo con facoltà
di s. Emiliano; indi vi destinarono due d'accettare, si recò in Trevi a combinarne
cappellani, perchè ogni giorno vi celebras- gli accordi, onde a'6 giugno i5oo co'ca-
sero il Tale fu l'origine del-
s. Sagrifizio. nonici regolari uè fu stipulato islrumeu-
la primitiva piccola chiesa di s. Maria del- to possessorio, oltre la concessione d'am-
le Lagrime, la quale a'26 luglio i486 fu pio spazio di terra per compiere l'erezio-
eletta in singoiar prolettrice di Trevi e ne della canonica con cinta di mura; e poi
suo territorio. Pier Francesco Lucarini, con l'aiuto della congregazione, ed soc- i
uno de'deputati custodi della ss. Imma- corsi delcomune, di pii legati e limosi ne,
gine, l'ornò con bel contorno di pietre la- ridussero il tempio all' attuale magnifi-
vorate, e fu uno de'principali promotori cenza. Eretta allora la canonica in pre-
perchè le si erigesse un nobile tempio. positura, più tardi divenendo abbazia, uè
A tale effetto tra 'disegni fu scelto quello fui. "preposi to il nobile veneto d. Silva-
di maestro Antonio Fiorentino di speri- no Morosini, già due volte rettore gene-
mentata capacità, e se ne fece contratto rale di sua congregazione, incominciando
a'2 giugno i486. Acquistata l'area neces- i canonici regolari a custodire il santuario
saria per la fabbrica, si cominciò lo sca- dopo un mese a'6 luglio. Neli5oi con
vo de'fondamenti a'27 marzo 148 7, ope- breve d'Alessandro VI, alla preposi tuni
razione ch'ebbe pronta esecuzione per a- di Maria delle Lagrime fu unita la chie-
s.
vervi cooperalo gli uomini delle ville del sa di s. Giovanni della Piazza di Trevi,
lerritorio,per cui a'26 maggio,previa pro- padronato del comune; e uel 1 5o8 fu data
cessione del clero secolare e regolare, dei agli stessi canonici la chiesa di s. Tomma-
priori e del podestà, d. Marcello Petratti so con l'ospedale. La chiesa di s. Giovan-
priore della patria collegiata vi gettò la ni, allaquale dipoi venne unito il detto
1/ pietra con diverse monete. lu meno ospedale,in appressol'ebbe in enfiteusi la
d' un anno si vide innalzato il maestoso compagnia della Misericordia eretta nel-
tempio sino al piano delle fineslre,restan- la medesima, mediante canone.Nella chie-
done sospeso il compimento. Intanto il sa di s. Maria fu istituita una numerosa
consiglio di Trevi volendo affidare ad al- confraternita, la quale uel 6 8 fu aggre- 1 1
lo, così della per quello copioso versalo Giuseppe d'Arimatea e JNicodetno, tolto
dalla miracolosa sua immagine nell'atto dalla croce Gesù. Cristo nella sagra sin
che venne ferito dinanzi ad essa un suo done lo trasportano al sepolcro. Si vedo-
tlivoto, ma in seguito si La chie-
estinse. no pure la B. Vergine, la Maddalena e le
sa di s. Maria delle Lagrime è di vago e due Marie seguire il feretro penetrate di
maestoso disegno, con la facciata princi- dolore, Ultimo spettatore della scena è s.
pale ov'è la porta maggiore lavorata di Francesco, figura che forse die il titolo suo
pietre quadrale, e dopo
terremoto del
il alla cappella. Nelle facciate laterali del-
jyo3 si dovè alquanto ahhassare. L'or- la medesima sono effigiati s. Giuseppe
namento marmoreo ed elegante della por- sposo della ss. Vergine, e s. Ubaldo ve-
la principale ,egregiamente scolpito da scovo di Gubbio e canonico Lateranen-
Giovanni di Gio. Pietro da Venezia nel lunetta superiore sono delle fi-
se; e nella
1 49^> e quello pure bellissimo della por- gure e ornati bellissimi ma deperiti in ,
ta laterale, hanno gli slemmi della città buona parte. Nella maestosa crocerà o na-
e dell'illustre famiglia l'elioni che contri- ve di mezzo vi sono 4 bellissimi altari, il
buì con 100 fiorini olla costruzione d'am- t.°a destra dedicato al ricordato Ubal-s.
porta laterale, con bella facciata decora- 2. altare dalla stessa parte è sagro all'A-
la di colonne e statue con diverse dora- dorazione de' ss. Magi nel Presepio, con
1621 dalla pietà de'capita-
ture, fatte nel pitture laterali, tutte opere del Perugino,
111 Pompeo e Francesco Benenati, che in- Da principio l'altare fu acquistato dal co-
oltre dotarono l'aliare di diverse messe mune di Bovara, che lo dotò per avervi
e pii legati. Nella crociera della porta la- il jus di seppellirvi iunanzi i suoi defun-
terale souo i)ììc grandi aliati, uno dedi- ti; indi nel 1679 fu concesso a una delle
cato a Carlo con bel quadro; e
s. l'altro nobili famiglie Valenti. Il Barlolini de-
iuconlroas. Francesco, con pittura al mu- scrive il lodatissiruo affresco dell'Adora-
ro esprimente la Deposizione dalla Cro- zione, espressa colla B. Vergine col suo
ce nel sepolcro del Salvatore, che il Gior- divino Infante nelle braccia in alto d'e-
getti crede di Pietro Perugino. Ma il Bar- sporlo alle adorazioni de' circostanti, a-
lolini ne'suoi Ceniti sulle pitture classi- Ven te alla sinistra s. Giuseppe. I tre re Ma
che di Trevi, sebbeue convenga merita- gi e il loro seguilo, rappresentati da 12
le tulio la fede tale scrittore, dubita che bellissime figure, riempiono il davanti del
il magnifico affresco sia del Perugino, poi- quadro. E costante opinione, che in uno
ché tale singolarissima pittura gl'inten- ilei seguaci de're,dipintoalla sinistra deli*
denti la giudicarono piuttosto dello Spa- Madonna , il Perugino ritrattasse il suo
glia di lui discepolo, il quale talvolta giun- prediletto allievo Raffaele. Tutto è stu-
se ad emulare Raffaele, altro allievo del pendo in questo quadro, nel quale la na-
Perugino. Questo quadro stupendo e sin- tura vi fu copiata colla maggior fedeltà.
golarissimo rappresenta una scena con ve- Le pareti interne e laterali della cappella
ramente tragico pennello trattala, per cui dell'Adorazione o Presepio sono adornate
desta uè figliai dnuli sensi di terrore e di dalle immagini de'ss. Pietro e Paolo, eco-
TRE TRE U
e4itaiscono un complesso di pitture am- la volta in su, nel quale viene espressa la
mirabili del Perugino, che nella cornice Resurrezione del Signore co' custodi del
inferiore del quadro di mezzo viene ricor- sepolcro esterrefatti, con pensiero eguale
dato dall'epigrafe: Petrus de Castro Pie- a quello lodato esistente in s. Pietro di
bis pinxit. Dalla parie sinistra della na- Perugia, opera d'Orazio Alfani, uno dei
ve in discorso, incontro l'altare di s. Ubal- buoni alunni di Pietro; laonde sembra in
1
do, è la cappella della Pietà, sul cui alta- clinare, che mg. Valenti facesse esegui-
r
re adornato da mg. Benedetto Valenti, re le pitture da uno
scolare del Perugino,
da questi fu posta l'eccellente tavola da invitando però gl'intendenti a giudicar-
lui ricevuta in donoda Clemente VII, che ne e quindi attribuirle a chi spettano ve-
arricchì l'altare di copiose indulgenze, ed racemente. Rimpetto all'altare del Pre-
al quale assegnarono legatiAlfonso Valen- sepio trovasi l' altare di s. Caterina ver-
ti e Lucrezia Lucarini.ll Barlolini osserva, gine e martire, quadro rinnovò il
il cui
che negli arabeschi die adornano il fon- ravennate p. d. Matteo Nabruzzi che per
do de' pilastri esterni della cappello della più anni governò la canonica di Trevi.
Pietà, si trovano i segni della scuola Raf- L'ornato però dell'altare e con dotazio-
faellesca e non della Perugina, secondo al- ne di qualche legato, già l'avea fatto Lu-
cuni; eil anche le ligure dipinte a fresco crezia Valenti-Gemma. Nelle pareli late-
nella lunetta superiore letrovano di sti- rali della cappella sono dipinte in tela le
le più moderno, e nel lutto insieme più ss. Cecilia e Caterina, che il Bartolini con
probabile per qualcuno de'non migliori alcuni bravi periti crede dello Spagna e
successori di Raffaele, che di Pietro. De- perciò sue opere rarissime, perchè poche
gli altri poi opinano diversamente, soste- sue pitture ili tela si trovano. Aggiunge
nendo che anco Pietro Perugino dipin- che molti di que'quadretti o tabelle vo-
geva gli ornati in quella forma, e che il tive, offerti in volo a s. Maria delle La-
gran Raffaele da questo suo maestro ne grime nel fine del secolo XV e negli e-
apprese i non nelle Terme di
disegui,. e sordi del XVI, da'divoti che impetraro-
7
7 /7o (/^.), come il volgo presumeva. Pro- no o riceverono le sue grazie, invece del-
testando il Barlolioi di non essere in gra- l'odierne lastre di argeuto,copie delle qua-
do da poter sciogliere sì ardui dubbi, e li per la loro eleganza andarono ad ab-
lasciando stare il quadro di provenienza bellire le gallerie di Frauda e di Germa-
pontificia dove sta , senza pretendere di nia, perchè pittori viaggiatori credero-
i
decidere sesia veramente di fra Sebastia. no di aver copiato pitture del Perugino
no del Piombo, come si è sempre e*ge- e dello Spagna, odi altri di quella cele-
neralmente creduto ovvero di qualche , bre scuola; gli originali esistendo ancora
suo bravo allievo; conclude, che le pittu- nel coro di questa chiesa, ina mal con-
re al muro ebbero onninamente vita pri- servati. Questi sono circa 00, 1 tutti iu ta-
ma del i 54 1 ,
poiché in quell'anno finì di vola, però non tutti dipinti a olio, esseu-
vivereil prelato Valenti, e perciò più pro- dovene alcuni fatti a guazzo, altri deli-
babile della scuola di Raffaele che del Pe- neali anche a penna sulle carte alle tavo-
rugino; tanto più che nel mezzodella cap- lette applicate. Contengono tutti la ss. Im-
pella vi è dipinto lo stemma di Clemen- magine della Madonna delle Lagrime, e i
te VII, il che concorre a far crederle ese- ritratti de'divoti che li presentarono. Fra
guite nel suo pontificalo. Le figure dipin- i voti dipinti a olio sembra d'ottima ma-
te consistono in due Sibille maestosamen- no il voto di Corali to da Norcia, con iscri-
te assise nelle pareti laterali della volta, zione interessante la medicina e la mo-
ed in un quadro che abbraccia tutto il Fra quelli dipinti ad acquarella più
rale.
fondo della cappella dall'impostatura dei- stupendo de'compàgni pare quello rap-
56 TRE TRE
presentante in alto la B. Vergine delle La- gazione istituita nel regno di Napoli da s.
grime, con due belle giovani prostrate con Alfonso nel 1732 e approvata nel 1749
macchie della patita peste bubonica, con da Benedetto XIV, venne quindi gover-
versi die dichiarano la liberazioue dal nala da un rettore maggiore residente in
morbo. Termina il p. Giorgetli la descri- detto regno sino ali 853. Se si prendono
zione elei tempio e celebre santuario di nd esame gli atti della s. Sede e il pen-
s. Maria delle Lagrime, con riferire che siero del, santo fondatore dei liguorini,
lo nobilitano 7 ben intesi e vaghi depo- chiaro apparisce essere disegno della di-
siti dell' illustre famiglia Valenti, tanto vina Provvidenza stabilire il centrale go-
benemerita della chiesa e della canonica, verno dell'istituto in Roma, ove tutti gli
riportandone le iscrizioni sepolcrali e no- ordini regolari convengono quasi al fonte
tando quelli decorati da busti in marmo, perenne di unità, per attingervi indivisa-
il più ricco e bello essendo quello del car- mente il bene e la stabilità necessaria ad
dinal Erminio posto nella cappella della ogni cattolica istituzione religiosa; cosa
ss. Immagine. Alla restaurazione del tem- tanto desiderala da s. Alfonso , il quale
pio nel 733 concorse Clemente XII, ad
1 nella sua lettera de'3o maggio 1776 di-
r
istanza di mg. Lodovico Valenti poi car- chiarò: Se la mia congregazione non si
dinale. Nell'antica canonica il 1. "settem- stabilisce fuori del regno ili Napoli, non
bre 1 855 passarono a stabilirsi i Reden- sarà mai congregazione. Laonde Pio VI
lorisli o Ligito rini (?'•) di Spoleto. A con bolla del 780 creò un superiore ge-
1
tale articolo narrai che ve V introdusse nerale dell'ordine, con residenza in lio-
Leone XII, affidando la loro chiesa e par- roa,ove rimase sino al 1793. In quell'e-
rocchia di Ansano, sebbene per istitu-
s. poca fu nuovamente celebrato nel regno
to non ponno amministrare cure parroc- di Napoli il capitolo generale per l'elezio-
chiali. Neil 855 il municipio di Trevi a- ne del novello rettore maggiore, che pe-
vendo loro offerto il tempio di s. Maria rò non tornò a risiedere in boma. In se-
delle Lagrime, la cui divozione e straor- guito di che vi fu sempre \\n vicario ge-
dinario concorso del popolo è sempre e- nerale per le provincie transalpine, però
dificante, la casa annessa, la cappellania dipendente dal rettore maggiore di Na-
della medesima, il suo recinto, non che poli. Poco prima e vivente ancora s. Al-
la chiesa e beni della Madonna di s. Ar- fonso, nel sapere che ripartivano pel set-
cangelo, i redenloristi per esonerarsi dal- tentrione i due primi transalpini recati-
la cura d'anime che tenevano a Spoleto, si in Roma ad ascriversi alla sua congre-
tutto accettarono mediante autorizzazio- gazione , ne fu tanto lieto che esclamò :
ne e scioglimento dal vincolo, del breve Non mancherà Dio dal propagare per
apostolico Exponendian curavìt, emana- mezzo di questi la sua gloria iti quelle re-
to dal regnante Pio IX a' 12 giugno 855; 1 gioni.Questa predizione si velifici) piena-
e quindi il 1 ."del seguente settembre i re- mente, imperocché nel giro di pochi an-
dentoristi presero formale e solenne pos- congrega/ione del ss. Redentore ven-
ni la
sessodel santoni io, casa e sue appartenen- ne meravigliosamente diffusa e propaga-
ze, coll'intervento della magistratura co- la, per mezzo de'suoi vicari generali, nel-
munale. Siccome la benemerita congre- la massima parte degli stali d' Europe e
gatone del ss. Redentore, fondata da s. persino in America. Per mirabile dispo-
Alfonso de Liguori dopoché pubblicai , sizione della divina Provvidenza avveu-
quell'articolo, ha ricevuto maggior lustro, ncil dilatamento dell'istituto, adonta del-
profìcuo ordinamento e incremento, tro- le persecuzioni ch'esso di mano in mano
vo opportuno di qui narrarlo in breve e pativa, come essere espulso du Fi'Biicin,
così completarlo sino a oggi. La congrc- Russia, Polonia, Germania, Portogallo e
TRE T R E 57
Svizzero; giacché ia possente mono di Dio serta [V.) colla villa ,
posti sull' amena
in breve lo ricondusse nella più parte di sommità del celebre Mò/ite Esquilìno, tra
tali regioni, cou vantaggio immenso dei lai. ''chiesa del mondo e la maggiore ba-
fedeli, alla cui spirituale cura e con lode- silica sagra alla Madre di Dio; il palazzo
vole zelo si consagrarono i degni figli di mutando in casa generalizia colla spesa di
s.Alfonso. Gregorio XVI, che canonizzò circa 8ooo scudi, e dando eziandio pron-
solennemente il santo fondatore stabi- , ta opera all' edificazioue dell'adiacente
lendo nel 84 secondo la di lui mente,
i ! » chiesa dedicata al ss. Redentore, ed in o-
rando il Papa Pio IX che colla unione del- della 3/ serie. Così e mercè dell' essersi
le case esistenti nell'alta Italia e della pro- stabilito nell'alma ed eterna Roma il capo
vincia romana alla congregazione tran- della congregazione, e mei ce della fonda-
salpina, si otteneva che tutte le provincie zione d'un noviziato romano, già in pie-
bell'istituto sparse nell'orbe cattolico ve- no vigore nel novello convento Esquili-
nivano rette dal vicario generale, tranne no, e posto alla benefica ombra della s.
le case poste nel regno delle due Sicilie, Sede, uon è dubbio che pp. redentoristi
i
a'6 settembre 1 853 decretò, che le case avranno abbondanza di evangelici operai,
di tale reame conserverebbero il loro ret- ispirati dal glorioso Sepolcro de'Princi-
tore maggiore, ma che desso non più a- pi degli Apostoli, per quelle altre fonda-
vrehbe alcuna giurisdizione e autorità sul- zioni, che sì ne'dominii temporali ponti-
le altre case della congregazione Liguo- fìcii, e sì negli stati italiani istantemente
rina. Di conseguenza, volendo il Ponte- vengono richieste. Le provincie della con-
fice con paterna cura e sollecitudine prov- gregazione sono: la Romana, la Gallica,
vedere al bene dell'intero corpo, cambiò l'Austriaca, la Belgica, l'Americana, l'O-
il vicario generale nel superiore generale landese e Inglese, e le case de'regni di Na-
residente in Roma, e l'8 ottobre dello poli e di Siciliadovrebbero formare due
stesso 1 853 ordinò, .°Che una casa della
i altre provincie, secondo il decretato nel
congregazione transalpina del ss. Pieden- 1 84- d a Gregorio XVI. Il superiore del-
•
tore fosse stabilita in Roma. 2.° Che il su- le provincie di dette due Sicilie chiama-
periore generale della medesima avesse a si rettore maggiore, mentre quello di tut-
vale prescelta, avendo una sola porta nel trevaui. L' encomiato trevano Bartolini
suo mezzo. Nell'interno la chiesa è lun- scrisse un erudito articolo sul Clitunno,
ga palmi 200 e larga 80 con una sola , del quale vado a farne cenno, e intitola-
navata e avente lateralmente 6 cappelle lo: Il Clitunno fiume dell'Umbria. Pic-
sfondale per parte, le cui pareti supe- ciolo d'onde e di valor gigante, fu det-
riori avranno pitture a fresco esprimen- toup altro italico fiume dal principe del
ti i principali fatti della feconda vita di Parnaso italiano del nostro secolo, e sem-
s. Alfonso. Negli altari invece di quadri bra per giuste ragioni, ed altrettanto po-
vi saranno sculture marmoree, e di già tersi ripetere del Clitunno pe'rari suoi at-
furono allogate quelle rappresentanti la tribuii e come celebralo per la chiarez-
Immacolata Concezione di Maria Ver- za e freschezza di sue acque, e per la lo-
gine, il suo sposo s. Giuseppe, s. Alfonso ro qualità dealbante a segno che bianchi
de Liguori, s. Teresa, s. Francesco d'A- come neve trasforma i bovi di pelo anche
sisi, la sacra Famiglia, ec. Riceve lume nerissimo che per un anno circa ne beva-
da 4° finestre a sesto acuto, con vetria- no. Questa non è una fola di Virgilio, di
de trovasi il coro cogli stalli pe'religiosi. gno del suo cullo e antichissimo tem-
,
Dalla chiesa, traversando la sagrestia, si pio, e dello stato suo pi-esente, ec, Ro-
passa nel convento. ma 753, provò con illustrazioni storico-
1
qua della sua sorgente, ove per più seco- romani, ed ove per troppa venerazione i
loro pelo, stava appunto dove ne'tempi ti come le molte annuali sue fie-
di Trevi,
bai bari sorse l'abbazia de' monaci di s. re, ferace essendone il territorio, situato
Pietro, ove oggi è la villa Bovara, sempre in colle e aria buona, ed in clima tempe-
compresa nel distretto comunale di Tre- rato. Abbondanti sono le acque in modo,
vi , ed abitata da circa 5oo coltivatori. che fino dal 1 760 fi istituita in Trevi una
Nasce Clitunno nella suddetta comune
il prefettura municipale che presiede a'suoi
di Campetto e percorre quindi tuttoil ter- 11 pubblici canali. [fa pure mulini da gra-
ritorio di Trevi, della qua] città bagna- no e da olio sul Clitunno, ove ponno agire
va le mura, e fino al secolo passato ap- f) macine,oItre3o da olio nella città e tei ri-
die fosse rotabilmente ristretto, Cambia struendo una nuova strada adagialissima,
il suo nome con quellodi Timia o Tenia e magnifica per la vista che presenta della
nel territorio di Foligno, ed unito poi ad sottoposta e celebre valle Umbra. Del mu-
altri corsi si scarica nel Tevere. Antica- seo e delle antichità riunite nella casa Va-
mente il Clitunno era navigabile, come lenti vado a parlare, dicendo degli uomini
a'tempi dell'imperatore Caligola diesi re- più illustri della città, col libra intitolato:
eòa visitarlo/cessando d'esserlo per l'ab- Le antichità talentine, dialoghi due di
bassamento di sue acque , derivato ila Francesco Alighieri e Sanie Ponzio,
Quella lunga serie di terremoti che minac- nuovamente pubblica ti e di preliminare
ciarono di subbissare il globo terracqueo illustrazione muniti da Clemente Bar-
nel 446 di nostra era, iquali o ne sollb- tolini patrizio di Trevi, Perugia 1828.
carono la sorgente o per sempre l'impic- Attesta Calindri, nel Saggio statistico-
ciolirono , senza però alterare la virtù storico del Pontificio stato, che nel ter-
dealbante o imbiancatrice di sue acque, ritorio sono le vestigia dell'antica città,
e senza attenuare le sue storiche e mito- eche vi si scavano lapidi, medaglieefran-
logiche rimembranze, imperocché die il tumi di vetusti monumenti, essendovi
nome al dipartimento di cui Spoleto fu pure un tempio cristiano ili antica d ita,
capoluogoall'epocadel governo repubbli- forse quello già di Clitunno. Trevi ebbe
cano del 1798. Anche al presente quella sempre un cardinal protettore, e 1' ulti-
stessa contrada con tanta eleganza descrit- mo fu il cardinal Giovanni Serafini mor-
ta da Properzio e da altri poeti e pro- to nel 1 855. Degli illustri trevani per san-
satori, la sorgente del Clitunno, il suo an- tità di vita, per dignità, per dottrina e
tichissimo tempio, tuttora chiesa con be- per valore militare, tratta ancora il Gior-
neficio semplice, sono continua cagione pure mi gioverò, dicendo
gelti, e di lui
di fermata per tutti viaggiatori dotti e
i che Trevi sempre vantò illustri e nobili
illustri che vi sono di passaggio. E cosi gli fatniglietlecoratedi titoli onorifici, di no-
abitanti di Trevi e le vicinanze vedono biltà generosa, già signore di feudi, ed
60 TRE TRE
alcune insignite degli ordini equestri, in- gnome ne'biografi de' cardinali, e siccome
clusivaniente a quelli di Malta, de' ss. i trevani lo dicono creatoda Celestino ili
Maurizio e Lazzaro, della Milizia di Ge- e del titolo di s. Anastasia, feci apposite
sù Cristo, e degli ordini pontifìcii. Nel ri- ricerche e trovai che quel Papa non con-
cordalo libro si tratta delle primarie an- ferì tale titolo. Il Cappello, che scrisse le
tiche famiglie che fiorirono o tuttora sus- Brevi notizie dellaehiesa di s. Ano sta -
sistono in Trevi, e dalle quali uscirono sia, comincia la serie de* titolari dal i4^9-
diversi celebri personaggi, come la Pe- lo non pretendo di togliere aTrevi un car-
troni, la Veri, la Palazzi, la Ponzia cosi dinale, solo giustificarmi perchè non ne
delta come originaria di Ponze (villag- feci la biografia. Pretendesi ancora treva-
gio che sempre ha fallo parie del con- no il cardinal Alessandro Oliva, ma nel-
tado di Trevi) e dalla quale derivarono la biografia lodissi'di Sassoferrato, così
la Valenlini e la Bartolini; la Nalalucci, in quell'articolo. Sono cardinali Irevani
laLocarmi, l'Ui igo o Origo originata in e celebri, Erminio Valenti; Lodovico
Trevi donde passò a Roma, e principal- Valenti (di questo cognome e mantova-
mente la Valenti, divisa in diversi rami, ni abbiamo cardinali Silvio e Luigi Va-
i
che tanti diritti ha alla patria riconoscen- lenti- Gonzaga) y Curzio Origoj cui bio-
za e tanto decoro fece ad essa pel copioso grafi lo dicono patrizio romano, belivi co-
novero de'suoi illustri che in ogni epoca me notai di famiglia antica di Trevi, a-
luminosamente fiorirono, per aver con- vemlo il Bartolini fallo pure onorevole
tribuito ad estinguervi la fazione ghibel- menzione del marchese Giuseppe che si
lina, che funestò anche Trevi per l'av- distinse qual colonnello,direttore coman-
versione -a guelfi, fedeli e divoti a' Papi, dante de' Pompieri (V.), del qual corpo
onde su solide basi potè stabilirvi la vera fu benemerito, e di Roma anche per aver
pace, per cui vieppiù ebbe incremento la impedito che sotlo il governo francese si
loro fortuna e splendore, sempre affezio- trasportasse la famosa statua del Trito-
nata alla corte romana, che ognora sep- ne Piazza Barberini. Molti vescovi e
di
pe servire lealmente e con zelo. In com- prelati furono trevani, come Romolo Va-
pagnia del vescovo s. Emiliano nella per- lenti dopo distinte magistrature vescovo
secuzione di Massimiano moltissimi tre- di Conversano, intervenuto al concilio di
vani dierono la vita per Gesù Cristo ; Trento, e che ricevè onorifica tomba in s.
l' Aidi qui tate s V aleutinae archeologica quale meritò gli encomi de'Papi nell'ap-
dìssertatio Fr. Aligeri Dantis IlIJilii: provarlo, e fu lodato da'giureconsulti, fra'
grafi mortuarie, lavoro che costituisce la bre capitano generale pontifìcio nell'Au-
i. 'parte deh .'opuscolo ; coadiuvato poi stria e nell'Ungheria. Ferdinando dotto
dal Ponzio, procederono insieme all'illu- e celebre avvocato concistoriale e del fì-
stiazioue de'busti, leste e altri marmi, di sco della rev, camera apostolica, fregiato
62 TRE TRE
di molle virtù, autore di elaborale ope- tri. Tornato in patria vi eresse e montò
re legali stampate in Roma neh 744 hi a proprie spese una compagnia di coraz-
7 grandi volumi col titolo Opera o- : ze per servizio della s. Sede, nel ponti-
ìnnia selectiora. Andrea Angelo dotto e ficato d' Alessandro VII. Entrato tra le
virtuoso. Fausto protomedicodi Roma e milizie papali, percorse i gradi maggiori,
dello slato, cheedificò ecinse di gran mu- governatore dell' armi di Marittima e
ro la bella villa sotto Trevi detta la Fan- Campagna, indi del ducato d'Urbino, li
stana dal di lui nome, ebe per la sua va- suo figlio Filiberto nominato capitano ,
ghezza venne dipinta nel palazzo Valica- dellacompagnia de'corazzien eretta dal
nocoll'iscrizione: Filla Faustana de'no- padre, e da Clemente XI fu fatto vice-
bili l 'alenti di Trevi. 11 quale subn rim- governatore d'armi nell'Umbria, al cui
ilograndioso fondo pervenne nel patri- tempo e nel 1706 il senato romano an-
monio privatodiLeoneXll. Cornelio pe- noverò al suo patriziato lafamiglia Va-
ritissimo nelle leggi. Quintiliano valoro- lenti e loro discendenti. Anton France-
so capitano d' Urbano Vili , e tesoriere sco di sommo ingegno e celebre avvocato
generale della Marea. Gio. Battista prò- in Roma, divenne prelato solto-dalatio,
tonotario apostolico e reputato avvocato canonico Laterauense, votante di segna-
in Roma, rettore dell'abbazia di s. Carlo tura di giustizia, arti vescovo di Teodo-
di Trevi, caro al cardinal Aldohraudini sia in partib us, uditore di rota, quindi
ed internunzio di Napoli: favorito dalia nominato datario da Clemente XII, per
sorte, molle sono le luminose prove di cui sarebbe stato elevato alla porpora, se
di sua pietà, munificenza egeuerosilà,con la morte uon troncava la sua carriera, do-
cui si distinse in vita e in morte. Fu o- po aver impinguato e nuovamente eretto
pera sua il palazzo edificato nella piazza la prelatura Valenti da lui goduta. Ad
delta della Rocca tliTrevi 3 poi incorporalo essa successe Filippo canonico Vaticano,
lidia mensa della prelatura Valenti, alla volante della segnatura di giustizia , lo-
quale apparteneva fino al decorso secolo. dato dall' Amaduzzi nell'erudita lettera
Filippo tesoriere di Luigi XIV in Italia, e colla quale gli dedicò il 1° de' dialoghi
del sagro collegiode'cardinali: istituì una Antichità /'ale/itine. Al suo fratello
sulle
primogenitura di 100,000 scudi, ed una Giacomo molto devono tutte le famiglie
prelatura pel secondogenito ili sua agna- Valenti per l'enormi spese e fatiche affron-
zione eollalerale.coslituila da un capitale tate, onde riunire in 9 grandi voi. le Me-
di circa 60,000 scudi, poicliè non ebbe mòrie talentiyàoè tuttelememurie gen-
né moglie, uè figli. L'insigne collegiata di tilizie di sua nobilissima agnazione, colle
Trevi, che cattedrale fu sicuramente ne' quali giunse a formare l'ordinalo e do-
tempi antiihi,dcvealla sua pietà il nobile vizioso archivio. Col suo zelo impedì Fi ai-
altare di s. Emiliano, e la dotazione di cui terà demolizione del vetustissimoe già ce-
in ai (icrlnla quella cappella. Il suo fratello lebralo tempio di diluitilo posto nel ter-
Romolo, recatosi a Parigi, ivi die origine ritorio di l'issiguano, che fece parie del
ad un laiuo de' nobili Valenti francesi, contado di Trevi fino al 1 /j 3ij almeno, se-
dal (piale dei ivo una discendenza gene- condo il Bartolini. Questi inoltre aggiun-
rosa. Giacomo prode milite, fu eccellente ge, chese del tempio resta ancora tanto ih
in ogni vii tu cavalleresca e specialmente formare l'ammirazione de'dolli e de'pci -
nella cavallerizza, per cui d. Mattia li .1 sonaggi che transitano per la provincia,
fello delgranduca di Toscana lo fece suo di cui probabilmente è l'opera più anti-
caviilli-nz/omaggiore. Venne co'discen- ca che esista, che quasi intero era nel
e.
denti aggn gaio alla nobiltà di Foligno e principio del secolo XVIII, è merito del
di Messina, non che ul pali iziato di Velie- conte Giacomo, dei prelato fratello, e del
TR E TRE 63
chiarissimo Duraslante Nata lucci anti- dedicata nel 1607 al cardinal Erminio
quario infaticabile nel giovare la sua pa- Valenti, e nel 1609 stampata a Perugia;
tria tanto co'suoi scrini, che colle sue n- mentre Tolomeo Petrelli Lucarini dipoi
pere. Le benemerenze de'3 trevani per tradusse in italiano le dette vile de'ss. E-
la conservazione del fumoso tempio di miliano e compagni, e del b. Ventura,
Clitunuo, le narrò il Venuti ne\Y Osser- pubblicandole in Foligno nel i6q4-Ne'
vazioni, e di recente prima che man- mss. del Muzio vi è l'elenco de* trevani
casse a'vivi il prof. Carlo Guzzoni degli letterati, che per la loro eccellenza nel-
Aiuai ani ne riprodusse il documento nel- l'arte oratoria e nella poesia aveano de-
V Historiae Umbrae Monumenta, Fio- corato e illustrato la patria. Tali sono Gio.
rentine 85 1; opuscolo dedicato al nobile
1 Andrea Cerasio, Ovidio Lutio, Giulio Ac-
M. Tiberio Nalalucci, che loda per virtù, romo, Vincenzo Valenti, Ermodoro Mi-
gentile coltura, caldoamor patrio, e quale nerva, Antimo Chino, Petronio Petroli»,
onorato e valoroso maestro di musica. E Fonteo Palazzi, Santi Ponzio, Fabio Ce-
per non dire di altri illustri Valenti, mas- rasio. Il Bar (olirti caldo amatoredella pa-
sime militi, ricorderò Gio. Paolo giure- tria e autore dell'opere di cui vado pro-
consulto, Filiberto letterato e scienziato, fittando, fu anch' egli illustre trevano e
e Fulvio votante di segnatura, encomia- benemerito gonfaloniere. Loda partico-
to dal principe d. Pietro Odescalchi nel- larmente per la dottrina Fonteo Palaz-
Y Elogio delprof Ruga, uditore del pre- zi; Sante Ponzio d'elevato ingegno, eru-
lato. Altri illustri trevani sono Berardo ditissimo illustratore del museo Valenti;
o lìernardo Mazzieri medico di Eugenio Duraslante Natalucci antiquario indefes-
IV e Nicolò V, calunnialo d'aver dato il so. auloi e di elaborati e voluminosi scritti,
fondi per mantenére due giovani di Tre- piacere vedono conservale gli amanti del-
vi , che aves>ero per 5 anni studiato in la patria, e principalmenle fu autore del-
canoni e medicina. Giovanni daTrevi pro- le Memorie storiche di Trevi riunite in
curatoi e generale de'minori con ventilali, un voluminoso codice mss., ove molto e
poi ministro provinciale e vicario gene per sempre egli si rese benemerito di Tre-
rale della Sicilia, autore di quell'opere re- vi; e di alilo codice, ove riunì gli alberi
gistrale dal Jacobilli nella Dibliotheea e le memorie genealogiche di tulle le fa-
Lmbiiae, nella «piale si ponno trovare miglie più auliche e più illustri di Trevi,
le notizie di molti illu>tii trevani. Pelro travaglio alla patria utilissimo. In una pa-
nio Petroui. Gregorio felloni illustre e rola, le voluminose memorie sloriche di
zelantissimo cittadino pel pubblico bene. Trevi, raccolte e scritte da Durastaute pe-
Muzio Petroui antico e veridico patrio i- rito nella lettura delle pergamene e carte
storico,autore delle Cronache e Memo- antiche, ma vi perde si può due
la vista,
rie cronologiche di (Trattimi., della vita essere 1' unico e sicuro fonte delle noti-
e mariti io di Emiliano e suoi compa-
s. zie patrie, specialmente dopo la disper-
gni, non the ilei p. Ventura di Trevi, pub sione degli antichi archivi, e n'è possesso-
blicale colle slampe a Perugia ne! 5g2, i re il nipote lodato Tiberio Natalucci con
e la vita dilla b. Chiara da Monte Falco, 1' archivio domestico; conservando così
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Durastnnle allu patria molte memorie medesimo spiega: Curatori Rei-Publi-
cronache che versavano sull'orlo dell'o- cae Trebianorum. Strinse quindi Trevi
blio. Della medesima famiglia fu il lette- alleanza e amicizia colla repubblica ro-
rato Gio. Battista N'ala lucci de Trevio mana , e gli abitanti furono ascritti alle
•Scribae, da Alfonso il Magnifico re d'A- principali tribù di Roma. Di che dà in-
ragona e delle due Sicilie onorato con dìzio Svetonio, nella vita di Tiberio, al-
quel diploma e privilegio pubblicato dal lorché diceaver ottenuto trevani da Ro- i
cende de'tempi venendo demolita, poco allora che nelle città più ragguardevoli e
lungi i popoli avanzati dall'eccidio eles- popolose. Pretese alcuno, che dal passo
sero per abitazione il vicino luogo dell'o- di Svetonio non si prova ch'egli parlasse
dierna, ove allora era un solo forte, al ri- di 7reZ>i7zd'Umbria;peròil Giorgetti non
ferire di Calindri; ma mentre dice igno- trova altra che meritasse l'onore del tea-
rarsi l'origine,crede però che fosse eretta tro^ che vi contribuisseRoma.Egli quin-
in città nel 45° prima di Roma. Plinio di crede doversi tenere,che Svetonio par-
attesta di sua floridezza, echiama suoi i ti dell'umbra Trevi, a motivo del famoso
abitanti, Trebiates timbrine populi. Se- piedistallo con iscrizione trovato a Monte
condo alcuni tuttavia la città chiamavasi Falco, dove forse nel tempo della distru-
Lucana Trivii, o Lucana Tr evie risi , zione di Trevi antica sarà stato trasporta-
e ciò pel culto che rendevasi a Diana. Il tOjCome luogodaessa non mollo distante,
Giorgetti narra che Trevi aulicamente e poi collocato nel chiostro de'minori os-
era situata nel piano delizioso della valle servanti. Nell'iscrizione si fa menzione di
di Spoleto o dell' Umbria, vicino al fiu- Lucio Succonio, uomo nobilissimo e della
me Clitunno, e presso la chiesa della Ma- tribù Palatina, e decurione di Trevi, Tre-
donna che vuoisi già tem-
di Pietra rossa, bis Decurioni yal quale presidenti anzianii
pio della dea Giunone, di che fanno pie- del teatro, Scabillarii veteres a scaena,
nissima fede i geografi, e meglio lo com- o deputali agli scanni del teatro,gli eresse-
provano i vestigi di antiche mura e di fab- ro una statua ch'era posta sopra il detto
briche, strade selciate di larghe pietre, Osserva Giorgetti che questo
piedistallo.
che si trovarono negli scavi de'dintorni, monumento combina col riferito da Sve-
da'quali si trassero diverse iscrizioni, che tonio sul legato del nuovo teatro di Trevi,
nellaprima metà del secolo passato si con- e perciò sembrare verosimile, che Sveto-
servavano nel portico di detta chiesa. In nio parlasse di Treviumbra, e che in essa
principio si governò in forma di repub- si erigesse il nuovo teatro, onde Lucio
blica e colle proprie leggi, come si rica- Succonio Palatino decurione di questa
va da un'antichissima iscrizione riportata Trevi, fu appunto quello che ottenne in
dal Marangoni , nel cui titolo si legge : Roma il legato pel teatro; perciò si meri-
Cur, IL 1*. Trebianorumj cioè come il lòjCOinc generoso proiettore e benefattori:
TRE T RE fi 5
del teatro, gli venisse creilo la stallia col vorosi irevnni Dionisio, Ermippo e Pana-
piedistallo e isciizione , che si legge nel no. Dopo pochi anni scoperto da'perse-
Giorgetti. In tale onorevole stalo pertan- cutori gentili, fu imprigionato esoltopo-
to trova vasi Trevi ne'primi secoli dell'e- slo alle più dure prove e a'più tormen-
ra cristiana, e veniva chiamata cui nome tosi supplizi. L'eroica sua costanza servi
di città, come viene appellata nel fumo- a mirabilmente convertire al cristianesi-
so itinerario Gerosolimitano, fatto a'tem- mo cjuasi mille idolatri, i quali sostenne-
pi di Costantino I. In questo itinerario ro il martirio nella persecuzione degl'im-
si nominano le città, che s' incontrano peratori Dioclezianoe Massimiano. Le lo-
da Roma Spo-
a Milano, e tra le città di ro gloriose spoglie rimasero alcuni giorni
leto e di Foligno si legge Civita* Tre- insepolte fuori le mura di Trevi, finché
\'is, distante 4 miglia da Foligno; il che la pia matrona*. Abbondanza te raccolte
vieppiù persuade l'antica situazioni di e portò nel suo cimiterio a Spoleto. Quin-
Trevi nel piano di Pietra Rosta, giac- di anche s. Emiliano ricevè la corona del
che da quel luogo e dintorni sino a Fo- martino, a*28 gennaio, giorno in cui se
ligno vi è appunto tale distanza. Già in ne celebra la festa, forse nell'anno 3o2,
Trevi vi si era introdotta fin dal suo na- ed il suo venerabile corpo raccolto segre-
scere la fede cristiana , come nelle altre tamente da' cristiani, fu deposto onore-
città dell' Umbria, ed i Bollatidisti rife- volmente nel luogoovesolevano adunarsi
riscono che vi si recò neliqqs. Felicia- ad orare. In seguilo il beato corpo fu oc-
110 vescovo e protettoredi Foligno, il qua- cultalo o per involarlo dalle rapine de'
le reperii incoia.? mire dedito* supersli* barbari o per altra disposizione divina,
tioiiilnis Dianae cui velut urbis suae ti- e rimase celato in modo che ignoravasi
tulrui diva e. ingens Fanum celi fica rimi j propriamente il luogo ove riposava; solo
tempio che al santo riuscì di fare atter- la tradizione faceva credere che fosse in
rare, ed in sua vece innalzarne nitro alla una piccola chiesa situata in un cupo fos-
ss. Trinità. Ma non per questo gli fu so sopra la villa di Carpiano,ove negli an-
subito dato il proprio vescovo, il quale tichi tempi i fedeli andavano nascosta-
soltanto lo ricevè alla fine del secolo ili, mentea celebrare i divini uffizi. Ma la tra-
quando Papa s. Marcellino del 296 con- dizione non era vera, poiché nell'aprile
sagrò peri. vescovo s. Emiliano, uomo 1660 fu trovato presso la maggiore tri-
santissimo venuto poc'anzi nell'Umbria, buna della cattedrale di Spoleto, mentre
che altri pretesero consagrato da s. Cri- si restaurava dal vescovo cardinal Fac-
zio invialo da s. Pietro nell'Umbria a ban- chinelti, alla presenza del suo vicario ge-
dir 1' evangelo, onde ne divenne l'apo- nerale, chiuso in urna marmorea : den-
stolo e il i.° vescovodi Spoleto. Si appren- tro di essa erano accanto alle sanie ossa
de da'leggendari che s. Emiliano era ar- due scorpioni di ferro intrisi di sangue,
meno, ed appena arrivato ncll' Umbria un'ampolla di vetro col sangue conden-
si esercitò colla santità di sue virtù a van- sato, ed una lamina di piombo su cui era
taggio de'fedeli della chiesa di Spoleto ,
incisa l'iscrizione: Ossa s. Miliani Mar*
finché la fama avendolo fatto ammirare tyris. L' urna con porzione delle vene-
anche da'trevani, proclamato loro pa- fu rabili ossa fu concessa dal cardinale alla
store, e portatolo in lo fecero con- Roma chiesa collegiata di Trevi nel recarsi a
sagrare vescovo della loro città. Lodovi- Spoleto, ed il resto rimase nella cattedra-
co Jacobilli nelle Vite de Santi e Beati le di Spoleto. La collegiata di Trevi era
dell' Umbria, riferisce essere ciò avvenu- slata edificata in suo onore sino da rimo-
to nel 298. Indi s. Emiliano nell'aposto- fissimi tempi, e fu la cattedrale sinché du-
lico ministero ebbe a suoi colleghi fcr- i rò la sede vescovile. Leggo nel GiorgcUi,
VOL. LXXX. 5
f>6 TRE T R E
che n «.Emiliano successero nitri vescovi, Frattanto Ti evi soggiacque alle barba-
e circa 60 anni dopo la sua morte a'iem- riche invasioni degli ertili , ck*' ricordali
pi dell'imperatore Giuliano l'Apostata goti e de' longobardi, e ubbidì a' nuovi
(regnò dal 36 1 ni 363 ); seguì la totale dominatori; fece quindi parte del ducato
distruzione dell' antica Trevi (forse dal di Spoleto (1 J, ila'longobardi incomin-
Terremoto, per quelli inauditi che regi- ciato nell' Umbria, e ne seguì le politi-
strai al 365, però il breve Apostolicac che vicende. Laonde dopo esecrai igno-
di l'io Vi dice: Cam antan oh rerum liti- rato chi successe al vescovo Propinquo,
monarum vicissitudines, ae barbari* I* trovasi nel 743 Griso o Prisco intervenu-
taliae ineu/nbentibus solo pene fuerint to al concilio romano di s. Zaccaria, in
acquata); ma trevani che sopravvisse-
i tempo del qnal Papa già la s. Sede eser-
ro, essendosi la maggior parte ritirali nel citava la sovranità nell'Umbria, e Io stes-
monte vicino, che sai a stata forse la roc- so ducalo di Spoleto era sotto la sua pro-
ca della vecchia Trevi, fermarono quivi il lezione, per cui sembra a tale epoca do-
raggiorno, e continuarono a godere l'an- versi attribuire il principio ilei dominio
tiche loroonorificenze e il proprio vesco- temporale su Trevi della romana chiesa,
vo. Le devastazioni di Trevi sembrano ossia l'alia signoria, estende governala
avvenute sotto Giuliano e sotto Valente da'eonti o gaslaldi. Va lettino vescovo di
del 364. ahi'a per parte di Totila re de' Trevi nel 769 fu al concilio LateranenM
goti nel 546. Forse fin dalla /rovina gli 1 celebrato da Stefano 1 1 1 detto V.ftel 1
770
abitanti della Lucana Treviensis a vea li- le genti del ducato di Spoletisi recarono a
si fabbricato nella prominenza del so- Roma per giurare fedeltà a s. Pietra e ad
vrapposto nomi nato colle un castello mu- Adriano 1, ricevendo la tonsura alla fog-
nito di validissime mura di pietre tagliate, gia romana; a questa ulteriore dedizione
e tali che anco di presente offrono una seguì ladonazionedi Carlo Magno del du-
straordinaria solidità. Se I' ingiuria de' cato di Spoleto alla Sovra/zita della s.
tempi non avesse consumato le memorie Sede. lNell'826 il vescovo Paolo fu al con-
ancora della nuova Trevi, si troverebbe ciliodi Roma di Papa Eugenio 1
1; e mollo
il catalogò de'vescovi che per più secoli Soffrì la città nell'io per l'irruzione de'
vi risiederono, e si leggerebbero monu- saraceni. Crescenzio vescovo si trovò ha'
menti forse gloriosi della città. Appena padri nel sinodo romano di s. Leone IV
per buona ventura negli alti sinceri de' nell'853. Vogliono alcuni che i saraceni
più antichi concilii, trovano notati g
si profittando della lontananza di Guido II
poi questo privilegio possa essere vero, Coleti,dopo aver registrato l'ultimo suo
benché forse più. non si trovi l'imperia- vescovo. Nec ulterior mila Trcbiensis
le diploma, per gl'incendi patiti dall'ar- Episcopi se se oblulit (jiiaerenli mentio.
chivio vescovile di Spoleto, ovedoveami Treìiia vero. ». {emiliani minata prae-
.
trinseche ed estrinseche qualità che for- figlio. Papa Innocenzo] Il con tutta l'Um-
mano i pregi onore voli, ed i requisiti più bria la restituì all'ubbidienza della Cine-
68 TRE TRE
su, alla quale pochi anni dopo volle sot- per tener munita la terra di Trevi, af-
trai la I' ingrato imperatore Ottone IV, finchè non andasse in potere degli spole-
favorito dalla fazione imperiale de' ghi- tini. Indi i trevani nel 1 3 1 2 colle forze
bellini. Trevi ebbe a sostenere danni gra- perugine fecero strage de'ghibellini, e nel
vissimi, sacco e incendio per parie degli 1 3 5 entrarono in lega co' bolognesi a
1
spulcimi nel 1214, giacché il loro duca favore del Papa; e nuovamente nel 1 322
Leopoldo o Diopoldo, con atto del pre- sconfissero ghibellini. Nel quale anno
i
gnanitm. Dopo tale infortunio, Innocen- ma nze del secolo XIV si legge, che face-
zo 111 unì Trevi a Foligno, mentre le fa- va giurare a'podestà di operare in favo-
zioni de'ghibellini erano in moto. Questi re della fazione guelfa; proibiva che si la-
l'Umbria. Siccome però trevani segui- i cenzo vescovo di Beva gna e Benigno suo
rono letnpit la porle guelfa della Chiesa, fratello restituiti a Trevi, Foligno 1 65o,
quando Foligno cede a Federico li, e si narra che mentre altri luoghi si ribella-
ribellò ad Innocenzo IV, secondo il suo vano alla Chiesa, Trevi si fortificò in asi-
breve del ."novembre 1246, ti evani si
i i lo della medesima ed a terrore de' suoi
dislaccarono da Foligno e si unirono a nemici; indi riporta de' versi che attribui-
Perugia. Continuando Federico II a si- scono a Urbano V, che il Cohellio disse
gnoreggiare l'Umbria, poi vi esercitò la spettare a Urbano IV, l'erezione del Ca-
tirannia pure il suo naturale Manfredi; strum nobile, forte satis, huic Trcbinm
ina Cibano IV neli263 co'crocesignali nornen, quod structuni maiisit asilitm
cacciò i saraceni di Manfredi, e recupe- Ecclesiae Aerror hostibus ejus crai. Per
ravit CastrimiTrebarum, Forentini, la divozione de' trevani al dominio di s.
Castrimi Prandi parimi a Spoleto di- Chiesa, Gregorio XI con breve dato in
s/ans,aitodsolebat spole taiiorimioeulus Avignone nel 1 3*/ 3, accordò loro de'privi*
appellali, et ì allis Pelri in falle Spo- legi nella giudicatura delle eause civili e
le lana: castrimi construjcit nobile et mu- criminali. Bonifacio IX nel 1 389 con al-
nitimi, in Castro Trebis, come riferisce tro breve concesse a Trevi la facoltà di
Cohellio nella Notitia. Neh3o5 stabili- potersi governare in vicariato indipen-
tasi dà Clemente V la residenza papale dente, e immediatamente soggetto al la s.
in Francia, insorsero vari signorotti a do- Sede, con indulto di eleggersi ^li ufficiali
della parte ecclesiastica contro gli spole- Trinci de' signori di Foligno, di Trevi,
lini e lodini della lega gin bellina. Nel 3 1 1 1 Bevagna, Nocera, Monte Falco e altri luo-
Perugia chiese a Camerino uu soccorso ghi, coll'annuo censo di 1 000 fiorini d'o-
TR E T RE 69
ro, vicariato rinnovato dallo stesso Pa- cimi Treviensibus: nani inter eos discor-
pa nel i 3g5 e nel i 3g8. Questo dominio dia, etcertameii de /'tire confinium ; prò-
de'Trinci terminò nel 1429, per la ribel- pterea certalum utrinque fuit corani
lione di Corrado II Trinci, onde Euge- Pontifice, et multi ex Treviensibus gla-
nio IV gl'invio contro a debellai lo il ce- dio cassii omnes autem baculis attriti
lebre patriarca Vitelleschi, die s' impa- sunt, et fugati, inconunodeque ajfecli;
dronì di Trevi, Bevagna e degli ali ri luo- similiter a nostri» etiam equitibus tani
ghi, e per attimo di Foligno che sosten- balistrariis, quam custodibus in aquas
ne lungo assedio. Al Trinci eiasi unito il vicinale» directi, et ab equis oblriti, et
famoso Piccinino capitano del duca di Mi- vulneribus caesi fuerunt. Nel 1 532 re-
lano, e altro nemico d'Eugenio V, che I candosi Clemente VII a Bologna per ab-
avea costi-etto Trevi e altre terre alla re- boccarsi con Carlo V, leggo nel p. Gat-
sa.Trevi per punire 1' oltracotanza del tico: Die veneri» 22, in Trivium ultra
Trinci, avea somministrato al Papa 3oo Spolettimeli compiacerei Fiscali, Papa
cavalli e 200 fanti, sotto il comando del se recepii, cioè si fermò in Trevi nel pa-
r
capitano Melchiorre di Pettino, in aiuto lazzo Valenti del celebre mg. Benedet-
del Vitellesehi.e riceverono onorifico bre- to. Indi neli53T Paolo III portandosi a
ve da Eugenio IV, come altro ne avea Perugia, onorò il suo palazzo e Trevi del-
spedito loro il predecessore Martino V. la maestà di sua pontificia presenza. "Die
Bartolini. Trovo poi nel p. Gattico, De de esistente nel palazzo Valenti in Tre-
itineribus Rom. Pont., che Giulio II nel vi, ora proprietà del sullodato conte Gia-
1 5 1 1 pervenuto a' 8 giugno in Spoleto,
1 como, in memoria dell' ospizio ricevuto
ricordò che ivi 37 anni innanzi sotto lo da 3 gran Papi, indicandosi la causa de'
zio Sisto IV: Legafusfuisset, ha/ic ch'i- loro viaggi; ma per quella di Clemente
ttilem obprivalasfactiones, unde a Pon- VII non fu per la coronazione di Carlo
tifico deficere suspicabatur, militibus, V, come ivi è espresso, viaggio già intra-
quos plurimo s seenni tnne habeb at di- t
preso nell'ottobre 1 529, seguendo la fun-
ripicndam concessit,prout direptafuit; zione nel seguente febbraio,sibbeue per
et. licci non dubitaverit de aliqua ullio- un altro abboccamento col l'imperatore.
tic, lanieri sccurius arbitratus est in Ar- Nel 57 s. Pio V pose Trevi sotto il go-
1 1
ce, hospitari, quam in Episcopio com- vernatore della provincia di Perugia, poi
modius. Fnernnt,qui dubitarunt, ultio- chiamato preside. Il conte Gio. Battista
nem paruri ridente* tumultuili, qui ha- Valenti, figlio primogenito del conte Gia-
bitus fui t apud Trcvium a Spoletanis como, benemerito delle Memorie Falca-
7o
TRE TRE
ti e dello conscrvazione-del tempio di Cli- tino, Coste, Ponre, Mandano, s. Maria in
Imino, noi» che padre del conte Giacomo \ alle, Panano eMaligge. Il 5." riguarda
a cui il Bartolini dedicò Le (inficiala I a- la magistratura che clovea presiedere al
tentine, insieme al conte di Rivo Secco buon regolamento delle cose pubbliche
Camillo Va leu ti,ottennero da Pio VI, col commutative, nella qualeognuno de'3 ce-
la coopcrazione del suo nipote cardinal ti dovea aver parte alla rappresentanza,
Era sci li protettore cli Trevi, la ripristina- e composta di 4 priori, il /de" quali di- 1
zione a Trevi del titolo, grado e onorifi- stinto col titolo di gonfaloniere. Il 0.° ri-
cenze di città, diritti cessali per le vicen- guarda il consiglio di credenza, da dura-
de de'tempi, non che la riforma degli an- re un biennio, e compostodi 1 2 individui,
tichi statuti. Pertanto Pio VI col breve per risolvere gli alluri commutativi nel-
Apostolieae Sedis ma/estati, de'28 set- le pubbliche adunanze. Il 7." riguarda il
Ambedue i brevi furono stampati dalla Spoleto, nella restaurazione del governo
tipografia carnei ale, come si ha dal Ran- pontificio, col proprio governatore resi-
ghiasci, nella Bibliografia dello Stalo denziale. Indi Trevi neh 84 1 fu rallegra-
quest'ultima e nel Bullarium gli statuti Spoleto si recò a Foligno, non lasciò sfug-
divisi in 8 capitoli. Hi. "riguarda la divi- girsi il momento di dargli pubblici atte
sione generale de'ceti, primario, medio e stali di sua granile divozione. Innalzato
ultimo, ili. "composto di patrizi o prima- pertanto sulla strada nazionale un gran
ri cittadini, il 2. di cittadini semplici, il dioso arco trionfale a somiglianza di quel
3." di contadini abitatori del contado cioè lo di Tito sulla via sagra di Roma anti-
citile ville prima Trevi forma-
e castelli: ca, fu con lodevole concepimento (in par
va un sol corpo politico e una sola comu- te somigliante al praticato per Pio VI nel-
nità colle sue ville. Il »." riguarda il ceto l'arco innalzatogli presso Arsoli, che de-
dc'patrizi, di cui si riporta l'elenco delle scrissi nel voi. LXK VI, p. 17), bei grossa
3i fumigliecu'lorogradienomi, e le nor- de'pilastri cavato lo spazio a foggia didue
me per essere aggregati alla nobiltà. 11 una delle quali era collocalo il tro-
sale, in
3." riguarda il 2. "ceto de'cittadini, costi- no pel Papa, e nell'altra stava l'assembra-
tuito in 22 famiglie, ed requisiti per ve-
i lo quanto di più notabile possedeva la
nirvi ammesso, il 4-° riguarda il 3.° ceto città nel l'ordine ecclesia slieo e ci vi le; men-
degli abitanti nelle ville e contado Treva- tre al di fuori erasi assestata la popola-
00, col novero e prerogativede' i5 comu- zione,ondenel miglior modo possibile go-
ni ovvero castelli e ville del territorio di desse della \ista del comune padre e so-
Trevi; i costelli essendo Fabbri, Fratta, vrano. L'arco era sovrastato dal poiilifi.
Pietiche,». Lnieiizo, Cannajota s. Luca; ciò stemma sostenuto da due genti, e nel -
le ville nominandosi Pigge, ho vara, Pel- l'attico leggevansi due iscrizioni allusive
T RE TUE 7r
al fausto viaggio, ed alla pubblica leli/ia signori Angiolo Brunamonti, e Chiara
nel bearsi dell'augusta sua presenza: Taifr Parrioni di Trevi, Foligno 1839. Per-
ti Vumìnìs Pracsc/;. Majestate, Beatimi ciò tali poesie si resero piìi interessanti,
e ben colla Valle Umbra, di cui era be- tre Fichi uniti insieme, che formano la
nemerito resa , in quel giorno più. deli- città, che pure viene denominata Monte,
ziosa dalla serenità dell'aria e dal concor- di ì ico. Non è situata in elevato munte
so di popolo, che discendendo da'prossi- quasi inaccessibile, come vuole l'Ughelli,
mi castelli s'incontrava a turbe sulla stra- ma in pianura come nota il Coleti. Il mon-
da ,
genuflesso e plaudente ad attendere te le èalquanto distante. Egualmente è
la benedizione papale. Durante la perma- esagerato che trovisi in temperatura fred-
nenza Gregorio XVI in Spoleto e in
di da, ed espo>ta a' venti. E cinta di mura
Foligno, annunciarono trevani il lieto i con 3 porte, di elegante e forte torre, ol-
avvenimento alle più lontane parti, poi- tre un castello di difesa, eretto dagli an-
ché in tutte le sere fecero ardere migliaia tichi re di Napoli. Ma tali edilizi per le
di faci sulle merlate mura, sulle torri elici- vicende de' lem pi sono degradati. I terre-
le uionlane ville. Oltre i ricordati autori, moti e le pestilenze fecero rovinare altri
scrissero ili Domenico Giorgi, nella
Trevi: magnifici edilizi. L'antica cattedrale di
sui beila Dissert. de. Cathedrac Fpi.-co- conveniente struttura è dedicala alla B.
paliSelina,ove riferisce i concilii m'aita- Vergine Assunta, ed Ita il battistero ch'è
li i vescovi di Trevi sono ricordati, e di- l'unico della città, poiché questa chiesa è
stingueoppoi tunamenle i vescovi di Tre- pure la sola parrocchia, in cura dell'ar-
vi nell'Umbria, da quelli di Trevi nel La- ciprete. Aggiungerò col Coleti, che nel-
zio. Campello, Historia di Spole to. Do- l'altare maggiore della cattedrale si ve-
lio, Istoria de Ila famiglia Trinci di Fo- nera il corpo del s. levita e martire Eu-
ligno, ec. Jacobilli, Discorso della città plio, principale patrono della città; nella
di Fuligno. Donnola nelle sue opere ri- quale pure si venerano altre rei iquie, co-
guardanti Spello. De'pregi principali di me il corpo di s. Felice martire, e quelle
Trevi e suo territorio , in versi furono insigni di s. Rosalia vergine di Palermo,
celebrati da Gio. Battista Lalli di Nor- altra protettrice di Trevico. Avea l'ospe-
cia, governatore di Trevi, pubblicati nel- dale pe' pellegrini, e 4 confraternite. Vi
l'opuscolo intitolato: Poesie epitalami- sono due altre mediocri chiese. Il capi-
che per le faustissime nozze de' nobili tolo si compoueva di 4 dignità, iarcidia-
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cono, rniciprete.il primicerio, il tesorie- Avellino, Ariano, s. Angelo de' Lombar-
re, di 8 canonici, e di alcuni preti cap- Laccdonia, Bisaccia, Conta,
di, IViixco,
pellini! titolari. Riferisce 1' Ugheili, Ita- Frigento e /Monte l ergine. Già fu feu-
lia saca, 8,p. 379, Trivicaniseu l i-
t. do e marchesato della nobilissima fami-
t ani /episcopi, die la diocesi era piccola, glia Loffredi. La sede vescovile fu eretta
ul facile unius dici itinere peragri pos- Del secolo XII, sutfraganea della metro-
si t. Si compose di 5 terre: Piumato con poli di Benevento. 111. "vescovo fu Ama-
chiesa collegiata, arciprete ei o canonici, to Trivicanus seu Vicanus Kpiscopus,
I,
li; Castello della Baronia distante 2000 portata da Ugheili e fatta da Riccardo
passi dalla città dove il vescovo soleva
, P ìcani Toparchae, al celebre monaste-
passate la maggior parte dell'anno; Ca- ro di s. Maria di Monte /''ergine, della
rdio; s. Sosso; e s. Nicola. In tutta la dio- chiesa di s. Giovanni col casale Ac rpi a-
nazza. Riprodusse la bolla di Giulio lil s'intitola, Dei gratia Vicanus epis.Rai-
del 1 55o, Cuiii a uobis, diretta al capi- mondo de Zottoni citladiuo e canonico be-
tolo e sull'elezione de'canonici. La suc- neventano fu eletto vescovo Vicanus nel
cessivi» sentenza emanata nel 1571 dal 1 252 da Innocenzo IV, colla lettera Pe-
vescovo d'Aliano, a eiòdelegato da s. Pio titiotua nobis, presso Ugheili. Per circa
V, per le controversie insorte tra il ve- 90 anni non si conoscono successori, si- i
scovo e il capitolo, sulla nomina de' ca- no a Giovanni che nel 34o fu alla con- 1
cacciagione, gli ottimi pascoli, e le acque polla, mentre da Monte Marano vi fu Ira-
salubri, d'una delle quali trattò il Peno, sferito nel t 34^, /''""' Trivieauiiineeele-
De podagra. S'ignora l'origine di Tre- siain, Ponzio Excondevilla domenica-
Ir.
vico; essa peiò è aulica, e al due del Sar- no. Indi Giovanni, MarcucciojDouato del
nelli, Memorie ricali arcivescovi, di He- i4o6, Nicola già arcidiacono nel iJ2 2,
nevenlo pag. 254, " e ^-' ce menzione Ca- Antonio Morelli arcidiacono Trivicanus
lazio ne' suoi sermoni. Teudimus hinc nel i434. Gregorio Attacco trattato nel
recto, Bencvenlum Incipit e. e ilio
. . . . 1 45o in Orislagno chiesa arci vescovile di
monte 3 yipidia nolos -Ostentare milii, Sardegna, Michele eletto nel 1 4y5 rinun-
y«ov lorret dia/màis, et utios- Nun- ziò nel 1497, Giacomo Torcila, Girolamo
(/nani erepsemus, rasino* vicina Trevi- morì nel (52i, Sisto Signazi de Arrivai
CÌ I illa 1 ccepissc.l. Trevico segui le vi- liois decano di Cassano ima to nel r 1 >
j 1
cende politiche degl'illuni del Sannio,e cui successe Sebastiano d'Ancona dello
perciò delie principali città delia legione, di Segui e qui vi trasferito. Nal i54o' Pian-
T II E T RE 7
cesco de Leo arciprete d'Altavilla dioce- 1643 Alessandro Salzilla da Sii vestii, pas-
si di Benevento; neh 562 Agostino Mol- salo quindi a s. Angelo de' Lombardi; nel
lignato vercellese, senatore di Torino, o- 1646 Donato Pascasioceleslino morto nel
retore del duca di Savoia al concilio di Castello della Baronia; nel 166 j Mar-
Trento, traslato a Bertiuoro. Nel i 564 *•*• co Vaccina tli A fragola; nel 1672 Luca
Girolamo Politi cremonese domenicano; Tisbia chierico regolare minore, cessato di
Del i "j^oBernardiuo Oliva aquilano,mor- vivere nelCastello della Baronia.Neli6g3
to dopo pochi mesi a Roma e sepolto in Francesco Proto de'marchesi Speda na-
Araceli con epitaffio; neli5y6 fi*. Anto- poletano, celebrò più sinodi nella catte-
nio Calducci foilivese domenicano; nel drale, e in occasione deli. "tenuto l'8 set-
i58o Alfonso Pardo. Nel i6o3 fr. Gre- tembre 6q4 con gran concorso di popo-
1
gorio Servanzi di s. Severino (f^.) dome- lo, per essere la festa della B. Vergine det-
nicano, teologo del cardinal dietro Aldo- ta de Libera dell' immagine d'antichis-
brandini, dotto e valente predicatore, or- sima venerazione, e per la pubblica lìe-
nato di molte virtù. Egli avea avuto il ra, avvenne un grave disastro. Imperoc-
colaggio di affìggere la scomunica \nFer~ ché insorto con impeto un terribile ter-
rara, quando devoluta alla s. Sede si pre- remoto abbattè molti edilìzi, insieme al-
tendeva impedirlo collearmi dal duca Ce- la cattedrale, al suo sagrario e campa-
sare e da'suoi partigiani. Caro a Clemen- nile altissimo di più ordini e formato d'e-
te Vili e da esso occupalo in gravi inca- leganti marini , e gettato colle campane
richi, volle che nel 1604 accompagnas- sulla piazza della cattedrale , restandovi
se il suo nipote cardinal Aldobrandiui ri- sepolte molte vittime. Restaurata la cat-
cordato a Ravenna, per averlo provve- tedrale e diversi altri edilizi, essendo mor-
duto di quella chiesa, e compilasse il si- to il vescovo nel 1701 nel Castello della
nodo diocesano che si proponeva cele- Baronia, durante la sede vacante , altro
brare, come eseguì. Nelle differenze in- terremoto afìlisse la città a' i4 marzo
sorte tra la repubblica di Venezia e Pao- 1702, mentre n'era vicario capitolare il
tosi in Roma, rinunziò nel 1607 la sede pubblica morale, con esperta vigilanza e
di Trevico; ed avendo la sua salute de- la predicazione. Non è dirsi con poche
teriorato, morì inCameriuo nel 1608 e parole (pianto egli incessantemente ope-
fu sepolto nella chiesa del suo ordine. Ab- rò, migliorando il clero, soccorrendo i po-
biamo il Commentario storico-critico veri , ristorando le rovine prodotte dal
su la vita di nig.r Gregorio Servanzi terremoto, inclusivamente alla cattedra-
domenicano vescovo di Trevico, scritto le e all'episcopio, e migliorando la mensa.
dal conte Raffaele Servanzi di Sanseve- Contribuì alla riedilìcazione della chie-
77/20, Macerata 84 Nel 607 Girolamo
1 1 . 1 sa di s. Euplo levila e martire, primario
MezzamieodiCastel Bolognese lodato; nel patrono di Trevico, posta in Acfitarii op-
1 636 Orazio Muscettola dotto napoleta- pidi, ove il duca di Flumaro Giuseppe de
no; nel 638 Fabio Magnesi, poi traslalo
1 Ponte impiegò rilevante somma per la
a Ostimi; nel 1640 Silvestro de Afflitto fabbrica e per la parrocchia istituita per
napoletano teatino indi di Lucerà ; nel la popolazione, e le donò la reliquia del
74
T II E T R E
santo da custodirsi con duplice chiave. nuotiteli, anzi altri reputano anteriori a fra
L'ottimo vescovo patì le conseguenze del- Giocondo stesso. Ebbe questi propugna-
l'insorte dissensioni nelsuo seminario. Nel coli in benemerenza d'essere slata (piasi la
sinodo celebrato nella cattedrale a'iq set- sola città fedele alla possente repubblica
tembre 704, con gran pompa di vota col-
i di Venezia, assalita poderosamente da'col-
locò nell'altare maggiore il corpo di s. Eu- legati di Gambray. A pie di queste for-
p!o, dopo ricognizione giuridica ; al cui tificazioni entra in città il fiume Silc, di-
onore il vescovo elegantemente compo- stratta parte minore delle sue acque lun-
se e pubblicò colle stampe e si legge nel- go la fossa urbana di mezzodì a formar
l' Italia sacra, la sequenza, l'antifona e un canale che anima la regia raffineria ili
I' orazione propria. Traslato a Tricari- nitri e fabbrica di polveri. Nel Site met-
sue virtù eminenti e la santa vita, e che detto Cagnauo, che nato come quello a
fu decoro non meno delle chiese di Tre- poche miglia di distanza dalla città, vi ar-
vico e di Tricarico, che di tutta la gerar- riva sotto un bel ponte che fa parte del-
1720 gli successe
chia ecclesiastica. Nel le mura, e dal nord al sud la irriga con
ne' primi anni dopo ih 5oo da'veneziani ture del medio evo, col tagliare le case e
per opera di fra Giocondo, celebre archi- appianare il pavimento; onde diverse con-
letto veronese. Al sud sonovi opere di for- trade primeggiano pegli eseguili abbelli-
tificazione con angoli, che per anacroni- menti, non clie pe'decorosi ed i fi zi priva
smo si attribuirono alla scuola del Sam- ti e pubblici, notandosi fra 'primi le ino-
TRE T R E 75
, ncabitazionidelle nobili famiglie Bre- terreno, ornato con parapetto di ghisr» il
scia, Polo, ec. Jnfalti si legge nella dispen- ponte rifatto in pietra; erettivi edilìzi de-
sa de' i 5 gennaio 855 della Cronaca
i di corativi, tutto in somma vi fu reso degno
Milano, del eh. cav. IgnazioGantù.» An- delloscopoacui deve servire. Né si lasciò
che la città di Treviso non manca di con- nudo l'esterno della porta s. Tommaso,
tinui abbellimenti. La cattedrale fu dian- che nelle vicende del 1848 perdette i bei
zi meglio decorata nella cappella maggio- pioppi di cui era ricinta. Ora a' pioppi
re; nella chiesa di s. Nicolò, già de'dome- subentrarono ipocaslaui , che daranno
nicani, si restaura per intero il tetto, di tranquille frescure a questi cittadini". La
questa chiesa istorica che ricorda quel Be- cattedrale, antichissimo, magnifico e ot-
nedetto XI (che con l'abito di detto or- timo edilìzio, èopcra de'Longohardi, ter-
dine e ilnome di Nicolaus de Tarvisio minata di costruire nel 4 mostra 1 1 1 i vi-
eravi stato religioso, e divenuto Papa re- zi architettonici di quell'epoca, ma la fan-
galò di certe tavolette d' argento ad uso no degna d'ammirazione anco perchècon-
d'aliare, ed'una croce simile, che poi pas- tiene pitture di Paris Bordon trivigiano,
sò alle monache, oltre l'indulgenza ple- di Paolo Veronese, di Tiziano, ed altri va-
naria a chi avesse visitato la chiesa nelle lenti dipintori. Il granile atrio, anni ad-
3 feste di Pasqua di Risurrezione, come dietro fu eretto nobilmente, e pel quale
rilevo dalle sue Memorie di fr. Nicolò da olfrì il [."progetto Giordano Riccati, figlio
Trevigi de' predicatori), su cui il nostro di Jacopo Vincenzo, f miiglia
e fratello di
bravissimo Giuseppe Bianchetti diede an- trivigiano di matematici, per cui l'Italia
ni sonoun eccellente discorso. Qui si prov- non invidia alla Svizzera i suoi Bernoul-
vede anche ad uno spaccio pel pesce in li. E sotto l'invocazione di s. Pietro prin-
luogo meno im poi timo che non trovasi cipe degli Apostoli, e possiede molte insi-
oggi, cioè presso il ponte s. Parisio, luo- gni reliquie, fra le quali nell'altare mag-
go dimeno, con acque, che cingendo l'elit- giore si venera il vero corpo di s. Libe-
tico edilizio lo rendono continuamente rale di A Itino con fessore,pa trono del la cit-
pulito. E tracciata la ferrovia di qui per tà e diocesi. La cura d'anime si esercita
Conegliano; già quasi finiti manufatti, i pel capitolo da due preti chiamati sagri-
che tuttala corrono (ora questa ferrovia sti,ma il battistero è nella prossima chie-
è già in attività). Al ponte sul Sile, la- sa di s. Gio. battista. Il capitolo si com-
voro titanico, si fanno ora le opere di or- pone di 3 dignità, la 1 /delle quali è il de-
namento, sicché fra poco sarà distrutta cano, dell'arcidiacono e del piimicero, di
ladistanza fra Conegliano e Venezia. Né 1 4 canonici compresele prebende del teo-
possiamo tacere l'edifìzio che qui innalzò logo e del penitenziere, di due ceremonie-
il signor V it torelli per la fabbrica dello ri maestri del canto Gregoriano, ili 8 man-
zucchero di barbabietole, il quale, se po- sionari, di 20 prebendati e di altri chieri-
trà aver conseguenze paria! coraggio, do- ci addetti ài servigio divino. L'episcopio,
vrà pure ritrarre grandi vantaggi que- ila buon edilizio, è prossimo alla cattedrale.
sta speculazione. Chi conosce nel borgo Oltre di questa, nella città vi sono altre
di Treviso la riviera di s. Margherita, ce- 4 chiese parrocchiali munite del s. fonte:
lebre pel suo magnifico tempio, sa che il tra le altre più. belle chiese tornerò a ram-
precipitevole Sile aggiunge bellezza al mentare la già ricordala e vasta di s. Ni-
luogo. Ebbene i trevigiani qui crearono colò, edificala col convento dalla città, che
quello di cui aveano desiderio: un pub- neh 22 r la consegnò a'doinenicani; indi
blico passeggio. L'opera risponde al biso- nel inchiostro presso la sagrestia nel 1 3 j2
gno. S'alzarono solidi fondamenti, para- Tommaso da Modena l'adornò colle im-
petti ili ferro; fu acciololalo e selciato il magini dts'personaggi in dottrina, io di-
7 f> T II E TRE
gnilà e in matita fino «Ilota fiorili nel- circa 3?., 000 volumi, abbondandodi pre-
l'ordine de' predicatoti, collii serie de'pioi ziose edizioni, e specialmente di quelle ni-
generali e delle sue provincie, inclusiva- tide e appartenenti alla rinomala tipogra-
mente all'effigie ilei b. Benedetto XI co- fia di Treviso de'primi tempi della Stam-
ronala di raggi, il quale alcuni scrissero pa, cioè del 1470 e successivi, che pub-
che edificò la chiesa; forse l'avrà fatta re- blicò i classici greci, Ialini e italiani, oltre
staurare. Ivi è un quadro di Ir. Sebastia- altre opere importanti. Merita ricordar-
no del Piombo, e altri di buoni autori. Di si fra gli antichi palazzi la Canonica nuo-
tutti i conventi e monasteri esistenti già va, e la sala della Ragione,ora archivio no-
in Treviso, e rammentati ixeW Italia sa~ tarile; come deve nominarsi
il teatro. Nel-
era , ora secondo I' ultima proposizione l'archivio municipale conservano co- si
concistoriale per l'odierno vescovo, non piosi monumenti, diplomi e carte antiche
vi è che il convento de'cartnelitani scal- ottime ad illustrare la storia civile della
zi; bensì vi sono diversi sodalizi, il mon- patria: ne pubblicò un importantecatalo-
te di pietà, l'ospizio de'poveri, altri diver- go il conte Vittore Scotti, mentre il fra-
si luoghi pii, l'ospedale per qualunque ge- tello Antonio fece quello per la storia ec-
nere d'infermi, il Seminario con nume- clesiastica della medesima, di diplomi e
rosi alunni. Rilevai in tale articolo, che altre carte antiche. Il catalogo di Vittore
desso fu eretto prima che il concilio di lo pubblicò il p. Galogerà nella Lettera
Trento prescrivesse la fondazione de'se- d'un Trevigiano, nel t. 3o, p. io5. Nel
miliari vescovili , colla bolla Injunctuin i5io vi fu istituita un'accademia lettera-
ìiohis, <\t-ì5settembre 1 4^7, di Eugenio ria, che sotto vari nomi vi si è sempre con-
IV, presso il Calogeri, Raccolta d'o/)U' servata; e nel 17 32 vi venne fondata una
scoli, t. 49. p- 4^^ mediante I' unione >
colonia d'Arcadia. Vi fiorisce un Ateneo
dell' ospedale di s. Giacomo de Schiriali di scienze e lettere, che stampa suoi at- i
de' lebbrosi e la prebenda della vicaria ti, e novera tra 'suoi soci illustri scienzia-
«Iella cattedrale, perchè s'istituisse un ti, letterati e altri personaggi cultori dei
maestro in dh'inis, che insegnasse a 2 1 buoni studi. Pertanto, ed a cagione d'im-
1-
scolari chierici la grammatica, il canto 6Ct peritura riconoscenza qui dirò, che il co-
clesiastico,e pel loro mantenimento. Ve- spicuo corpo accademico, previo rappor-
ramente nell' anno precedente Eugenio to della comtnissionedelegatadalsuocoii-
] Vavea fatto eguale istituzione in Firen- siglio all' esame e relazione di questa mia
ze (/ .), con abitazione vicino alla chiesa, opera, per incoraggiarmi all'ardua im-
!
per cui F annalista Spondano vi osservò presa ed alle mie laboriose e incessanti
,
la pratica o forse l'origine de'seoiinari ve- fatiche studiose, nel 1841 si degnò aggre-
scovili, aìl'an. 1 4-36, §6. Il monte di pietà garmi al celebrato Ateneo di Treviso qual
fu stabilito da'ciltadiin nel 1497>^d è tut- socio onorario, colle forme più lusinghie-
tora abbondante di mezzi all'uopo, dov'è re e onorevoli. Inoltre nella città vi sono
un bel dipinto di Giorgioue , fondatore scuole secondo il sistema attuale; antica*
della scuola Lombarda, ma nato in que- mente vi avea un'università, che fu poi
sto circondario. L'ospedale civile pegl'in- concentrata nella celeberrima della vici-
fermi, la cui origine è deliifii, fu am- ni Padova. P reclamisti ruo vanto ha Tre-
pliato a' nostri giorni con magnificenza, viso di aver coltivato con ardore le lette-
fiorente di rendile: vi sono pure degli al- re eie scienze Cui dall'annui 200, in cui
tri speduli. Il comune ha un orto botani- già vi era un accreditato ginnasio, che
co e agrario, ed una pubblica biblioteca, Federico III il Bello d'Austria, coiilen-
la quale aumentata di alcuni libri dal ca- denle all'impero con Lodovico il litwart>,
pitolo della cattedrale, oltre agli studiosi eresse nella delta pubblica università nel
T II E THE 77
*3i8, et! ove sedettero fra'molti illustri za clie alcuni paesi in questo o quel ter*
dottori Pietro d'Abano e Gino da Pisto- ritorio fossero soggetti a un regime feu-
ia. Per lai motivo fu tra le prime città dale. La provincia attuale, costituita nel
venete, che del benefìcio si giovasse del- 18 5 colla creazione del regno Lombar-
i
la stampa, come lo celebrò il Federici nel- do- Veneto, si divide ini o distretti, per-
la sua opera: Sulla Tipografia Trevi* che Noale fu unito a quella di Padova, al-
giana del secolo XP'je Giovanni Boni- la provincia di Venezia venne aggregalo
Venezia 1^44' * n Treviso fu già il colle- Dona die prima dipendeva da Oderzo;nel
gio di dottori che costituiva un tribuna- distretto di questo fu compreso queliti di
le d'appello per la Dalmazia e l'Albania, PortobufTolè, e il vasto lei ritorio antico di
ed avea il privilegio di ammettere alla Treviso trovossi suddiviso, cosicché si
professione forense. La fertilità del suo aggiunsero alla provincia di Belluno ai-
territorio costituisce delle sue naturali cune sue ville subalpine, e alla provincia
produzioni una rendita cospicua, e vi si di Venezia quelle prossima alle paludi, e
nali del Baronio e loro eruditissima con- l'opera valorosa e pia, per le solerti cure
1
tinuazione. Tolila re de'goti; le celebri e di mg. Gio. Ballista Sartori-Canova, suo
potenti famiglie de'Caminesi che domina- ammiratore e fratello uterino, vescovo di
lono il Trevigianojgli Azzoni nobili e an- Mincio ne seguì il sontuoso com-
(f"'.),
Spreti, Jacopo e i due figli Giorgio e Vin- li 5o esemplari, e sono possessore del XV
1
cenzo Biccati; i pittori Dario , Antonio, di sì magnifica edizione. Varie sue scul-
Giorgio, Girolamo il Secchio forse fra- ture e un dipinto di sua mano rammen-
tello del celebre letterato Politico Virun- teranno in questa sua patria ed in que-
nio, Girolamo giuuioredaTi'eviso.Si vuo- sto suo tempio ad ogni sguardo il cele-
le la famiglia Bonapai te, che die alla
che bratissimo nome. Una via reale apposita-
viso, donde in diversi rami si trapiantò ligione e decorò colle 3 arti sorelle. Pos-
in Sarzana, in Toscana, in s. Minialo, sagno è sulla nuova strada commerciale
in Ascoli, in Corsica (^.J, e ne riparlai «lei Mobiletto, dalla cui roccia non è pil-
anchein altri articoli dicendo degl'illustri lole che si diparta senza aver ritratto l'in-
di tale stirpe. Che i Bouaparle furono cantevole prospettiva, alla ridente e in-
pure in Ripalransone, di recente lo af- dustriosa Bassano, pel cui mezzo l'erario
fermò il eh. marchese Filippo Bruti Li- eli qne'comuni mise in comunicazione il
berali nella sua erudita Relazione III : Piave col Brenta. Forma parte di quella
fra Ascoli e Ripatransone, ivi 855. In i strada il ponte di pietra che con un solo
essa pubblicò nozioni riguardanti docu- arco piantato su due roccie sovrasta allis-
menti sul domicilio degli antichi Bonapar- simosulla vallata di Crespano, la cui ulti-
te, che ponno riuscire utili perla storia ma ricostruzione, sui disegni e speciale di-
di questa memorabile prosapia. In mol- rezione del Casurotti,ne assicura la dura-
ti articoli celebrai il trevigiano sommo la. La strada ferrata congiunge Treviso
Antonio Canova, il cui nome non può an- a Venezia da \\n lato, ed a Mantova dal-
dare disgiunto da quello del nostro seco- l'altro. La solenne inaugurazione di que-
lo, restauratore dell'arti belle, e in quella sto tronco avvenuta a'i4 ottobre i85i,
della Scultura (V-) emulo d'ogni più la LXX, p. 66, ripor-
celebrai nel voi. i
grande antico scalpello. Le illustri ceneri tando parte dell'eloquente discorso pro-
jiposano in Possagnoove nacque, nel tem- nunziato dall'attuale mg.' vescovo, e con
pio magnificamente da lui architettalo ed quale pompa ebbe luogo. Nella sera spèco*
tT a fu la
ta a 'suoi vescovi,
il
cillà
TRE
diritto della zecca, ed e-
medesima
come attestano
fu concedu-
le anti-
79
tutto il decoro d'una leggiadra apparen- che memorie. Dipoi si trovò un'altra si-
za. Tutti gareggiarono di emulazione ma- mile moneta, solamente di differente mo-
gnanima a preparare una festa, la quale dello e colle stesse lettere. Nicolò da Tre»
IMO ismenlisse per nulla l'antica fama del- vigi riprodusse il disegno della moneta,e
l'ospitalità tri vigiana. Neil 85 2 la via fer- la crede battuta in onore di Carlo Magno
rata da Treviso a Mestre era stala com- quando calò in Italia a distruggere il re-
piuta in tutti i suoi accessori!, come i luo- gno de'longobanli. Leggo nel Vettori, fi
ghi dì stazione di arrivo e partenza, in- fiorino d'oro, che nel i 3 1
7 in Treviso fu
siepamento mediante viridi fratte, segna- data una casa ad Angelotto Tintori, per-
lazioni da v viso, telegrafi, case da guar- chè in essa dovesse fabbricare monete di
diani, non che edifizi ili stazione. Fu an- più sorle, e particolarmente alcune-, che
che stabilito definiti vomente il confine di non dovessero passare il valore di 3 lire
questa via, ed il vei ostato di essa median- e mezzo, con l'arine della comunità da
te esalto rilievo. Soltanto l'ingresso ind- ambedue lali ecolle paiole intorno: Tar-
i
vo ingresso immediatamente dallo •bai" mastale sino al secolo XIV. Sulle antichi-
cotoio. Treviso ebbe la sua zecca e battè tà di Treviso, sopra le sue iscrizioni an-
le proprie monete. Tra
prime città ita- le tiche, sui magistrati che la governarono
liane che da Carlo Magno ebbero la zec- a tempo de' romani, e del culto idolatrico
ca municipale per privilegio, si deve no- da lei prestato alle false divinità, si pon-
verare Treviso , come rilevò il eh. av v, iloleggere nel Calogerà, t.io, p. 4^7, t-
Gaetano de Minicis, ne' Cenni numisma- 20, p. 291: Ragionamento intorno alle
Muratori nella/^/Vs<7'/.2 7. ",
liti. Riferisce
)
antiche iscrizioni della città di Treviso,
che il march. MafFei nella Verona illu- con alcune osservazioni alla, disserta-
strata, pubblicò uno strumento del 77.3 zione fatta sopra una lapide, ritrovata
.scritto nella città di Trivigi. dove è falla neli^^o nella villa, di Iiiese nel terri-
menzione Monetarii, anzi è ricordala la torio di Castelfranco: Breve e succinta
slessa Moneta pi:ì>l>lica, cioè la zecca ivi notizia della risposta di Antimaco Fi-
esistente. Perciò fece istanza il Muratori htlete al ragionamento intorno le anti-
al dottissimo canonico e patrizio trevisa- che iscrizioni della città di Treviso, ec.
no Antonio Scolli, acciocché usasse dili- Asolo pretende alla maggiore antichità
genza per iscoprire alcuna moneta di quei «li Treviso, su di che si può vedere: Di-
remoli secoli, e gliene inviò una de'tem- scorso sopra alcune [scrizioni Asola-
pi Carolini. Comparisce ivi il monogram- ne di Michele Lazzari, riportato dal
ma Carlo Magno, cioè Karolus, e né!
dì Calogerà nel t. \o, p. 337, nel quale si
rovescio Tarvisio. Perciò non resta più vuole provare, che la celebre e antica
dubbio, che per quasi 1000 anni a Tre- città di Treviso surse dalle rovine di Ai-
viso competè il gius di battere moneta, che tino (/ .), la cui sede vescovile fu trasfe-
servisse pel dui alo del Friuli. Ignora Mo- rita Torcello (V.J: piuttosto è più
a
latori se poi questo continuò sotto gl'im- credibile, che Treviso aumentasse la mm
peratori tede-chi, però aiTcì imi che ue'sc- grandezza dopo le rovine di Aitino, ili
80 TRE TRE
Concordia e di Oderzo (/ •) r> Cfptter* de da lei pre«e il nome lutto quella regio-
gio. ne, clie per addietro Venezia (/' '.) N no-
Treviso è riputata antichissima, anco mina va. Nel 4 $4 Attila re degli uwtiuet-
da chi stimò favolosa la tradizione che ne tendo in rovina, attesta bella parte d' I-
sia stalo fondatore Osiride: più d'una la- lalia. fuggendo i popoli le sue stragi, die-
pide, sulla cui legittimità i critici si ac- rono principio alla nobilissima città di
cordano, scolpita in tempo della repub- Venezia. Abbenchè i trevigiani si ado-
blica romana, piova ch'era un m unici* pelassero verso Attila molto vantaggio-
pio incontrastabilmente, ePlinio allei ma samente, a mezzo del loro vescovo El vi-
che i tarvisani, che in altro luogo chiama dio o Limando col corpo della città, e il
visoni; distinguendo egli però cittadini i dizione, onde Treviso risplendè nel regno
da que' del territorio, volendo che pri- i gotico, al quale soggiaceva dopoché nel
mi dibbansi dire Tarvisini o Tarvisien- 49^ il re Teodorico ebbe vintogli ertili
ses, secondi Tarvisani a Tarvisiani
i che l'aveano occupala col resto dell'Italia,
giusta l'espressione d'una lapide trovata Frattanto continuando la guerra gotica
in Grado. L'Ughelli riporta: Tarvìsium sostenuta dal prode Belisario, perchè l'im-
antiquàm, speclabileniquej'uisse civita- peratore Giustiniano I voleva cacciar dal-
tem, (juam olim a multi* turribus, qui- l'Italia i goti dominatori, Treviso fu l'ul-
Marchetati t
eretti di qua delle Alpi,on- l'immunità, mediante una sua pragma-
TRE TRE 81
ticacon tutte le facoltà, come riporta l'an- signoreggiarono nel governo temporale,
nalista Rinaldi nel 5G8. Alboino operò benché il reggimento si regolasse colla
in Treviso alcuni miglioramenti; indi nel creazione de'cousoli, e con una certa spe-
riparto dell' Italia fatto da' longobardi, cie di dipendenza, onde si mischiarono
creandosi ima Marca o Marchesato nella sovente i cittadini nelle guerre compro-
regione settentrionale, Treviso le diede vinciali, e fecero leghe e trattati. Beren-
il nome di Marca
Trevigiana, e per ri- gario I imperatore e re d'Italia nel 90^
siedervi ordinariamente il marchese go- privilegio! vescovi, nella persona di Adel-
vernatoredivenne capitale dituttoil pae- bertosuofavorito,colla donazione di mol-
se tra il Mincio, il Benaco, le Alpi, Ta-
il ti dazi, e delle due parli della pubblica
gliamene, le spiaggie della Venezia ed moneta, che a lui si aspettava. Né fu egli
il Po; cioè confinò col Friuli, col golfo di il i.°a fare tali concessioni a'vescovi di Tre-
Venezia, il Dogado, il Padovano, il Vi- viso, poiché dichiarò uel diploma di se-
centino e il Bellunese, poiché si formò del guire in ciò le orme de'suoi predecesso-
territorio di Treviso e di Feltre(F.). Ul- ri. Nicolò da Trevigi narra, che il Gol-
fariducao marchese di Treviso sotto lon- i dasto asserisce, che i vescovi di Treviso
gobardi non volendo assoggettarsi nel
, erano principi del s. romano impero; ed
584, dopo il governo de' 3o ciuchi, alla aggiunge, che se non erano i vescovi si-
nuova podestà regia d'Aulari, fu poi im- gnori assoluti della città, erano perlome-
prigionatoda Agilulfocbegli successe nel no destinali dagl'imperatori aldi lei go-
5g i Quel re pe-
nella stessa sua residenza. verno, e ne riporta le prove; riferendo le
rò, ed successori suoi ebbero la città di
i investiture feudali da loro concesse sino
Treviso in gran pregio, ma la rovinò e a 270 feudatari ministeriali, di cui era-
depresse re Rolari verso il 64*2- e vi sfo- no signori, ducili, conti e marchesi.
Dice
gò tutta la sua rabbia, riempiendola di di più Nicolò, che della contea Tri r (gia-
stragi. Distrutto nel 773 da Carlo Magno lla e luoghi in essa compresi, vescovi i
vi si distinguono 7 torri, che ali iettante battendo felicemente per lungo tempo il
se ne vedevano nella città in epoca non competitore. Ezzelino II per le sue ric-
lontanissima. In allo dello scudo ne fu col- chezze e pel numero grande che di castelli
localo uno minore inquartato; era il se- possedeva sopra i monti Euganei, veni-
gnodelle crociale a cui Treviso avea pre- va consideralo il più potente cittadino fra
so parie.La gran conlessa Matilde, mar- le repubbliche vicine. Cacciato dopo lol-
a comune, fu una delle prime a concor- governo di Vicenza qnal vicario impe-
rere nella lega lombarda, contro l'impe- riale. Indi Ezzelino 11 divise i'ra'suoi figli
ratore Federico 1, ed in favore de' loro Ezzelino 111 il Ferùce t od Alberico meno
diritti e del perseguitato Papa Alessan- crudele, i suoi stati : al 1 ."diede lutti i be-
dro III.Molte gare ebbe dipoi co'vesco- ni situati nello stalo di Vicenza; al 2.°
vi di Belluno, di Ceneda, di Fellre e col (pielli che godeva pretto Trevi*o. Ritira-*
patriarca d'Aquileia. Frattanto nella re- tosi tlal mondo si die alle piò duole pra-
pubblica di Treviso sorsero diversi va- tiche, onde fu soprannomato il Monaco;
lorosi nelle armi, che dierono origine a ma venuto in sospetto d'aver abbraccia»
famiglie illustri, potenti e prepotenti, tra lo l'eresia de' Patari/ii, Papa Gregorio
cui i Camino «liEzzelinod'Onnra.i Tem- IX ingiunse consegnarlo al tri*
a'figli di
pesta, gli Azzoni, e gli Ordelafli che an- brinale dell'inquisizione, se non abiura-
dati nell'Emilia dominarono per 3 secoli va i suoi errori. Ezzelino III signore «li
la sua carica, profittando delle popolari brani da indomito cavallo : i 6 figli ma-
fazioni de' Guelfi e Ghibellini [V.), vol- schi furono decapitali, la moglie e le due
le usurpare il supremo potere, e venne figlie bruciate vive, giacché per le orri-
neh i83 mandalo in bando come capo- bili commesse da Ezzelino III,
iniquità
parte de'aecondij bianchirlo da Camino fu chiamato nemico del genere umano, e
primario tra 'guelfi s'innalzò sulle rovine si disse generalo dal demonio. Alberico
T R E TRE 83
suo fratello, dominatore ili Treviso, sic- glio Riccardo, dichiaralo vicario impe-
come fino simula loie, fìnse a lungo d'es- riale anche di Belluno e Feltre: fu ucci-
sersi inimicalo con lui. e di aderire a'guel- sone! 3 2 da un contadino con una ron-
1 1
fi, per guadagnar pratiche Ira 'suoi nemi- ca, senza che si potesse scoprire qual mo-
ci, e seminar Ira essi la discordia e la dif- tivo l'avesse spinto a tale a t leu tato. A que-
fidenza. Dopo il tragico fine d'Ezzelino III sti fu surrogato il fratello Gucello oGui-
colò da Trevigi. Donò poi in altra occa- termine mortale Cane, scrisse: nel qua-di
sione alla cattedrale un calice d'argento le il Gran Feltro, in Treviso, compie
dorato con sua patena del peso di 38 on- sua giornata innanzi sera. Narra l'an-
cie, ed una pianeta e dalmatica rosse.Mo- nalista Rinaldi, che 1 trevigiani nel pre-
rendo Gherardo, credilo la signoria il fi- cedente anno, avendo abbandonato le
84 TRE TR E
porti delDa varo scomunicato da Giovan- coprirsi di gloria come sola fra le venete
ni XXII, si erano spontaneamente sotto- ciltà che colle proprie forze resistette alle
messi alla signoria della Chiesa romana, truppe francesi e dell'imperatore Massi-
ond'erano stali dal Papa lodali e ringra- miliano 1; indi tornò sotto la repubblica
ziati della divozione dimostrala alla s. Se- di Venezia e ne seguì destini. Per le guer-
i
ceduto il nipote Ubertino II, per godere bre ingegnere veronese.francescanoe non
maggiore tranquillità avvisarono al par- domenicano ma non riuscì lodevolmen-
;
potendola difendere la repubblica vene- dilatò l'interno circuito della città, spe-
ta; per cui lasciata Treviso nella propria cialmente alla parte del borgo de'ss. Qua-
libertà, per salvarsi dal dominio Carra- ranta, e nel 1 56 1 fu l'opera compila. Fu
rese ricorse a Leopoldo duca d'Austria, allora che monastero di s. Girolamo,
il
che nel 1 38 1 essendosene impadronito, posto da prima fuori e non lungi dalle
da questi invece fu ceduta per un grosso vecchie mura della città, fu trasferito den-
contante nel 1 384 a c '" ne agognava il tro alla medesima, cambiata l'antica si-
possesso,cioéa Francesco I Carrara signo- tuazione a mezzo il borgo di nuovo fab-
re di Padova. Questo principe poi nel 1 388 bricalo, che ritenne il primitivo nome
consegnò la ciltà al vescovo, ma tosto la de'ss. Quaranta. Nel 1782 Treviso fu re-
ricuperarono i veneziani, avendovi con- ligiosamente rallegrata dal passaggio di
tribuito Gio. Galeazzo Visconti signore Pio VI, nel recarsi a Vienna. Da Ferra-
ili Milano, con guerreggiare Francesco I, ra pervenuto a Chioggia, indi l'i 1 mag-
e la spontaneità de'trevigiani di ritorna- gio a Mestre, vi fu ricevuto nel palazzo
re al veneto dominio. In conseguenza del- Erizzo dal procuratore Rezzonico, da
r
la lega di Cambray del 1 5o<), Treviso so- mg. Giustiniani vescovo di Treviso, e da
stenne lungo e celebralo assedio, e potè molli altri vescovi e nobili. Nel seguente
TRE TRE 85
giorno il Papa ascoltala la messa nella dall'imperatore d'Austria Francesco T, al
cappella tiri palazzo, e data la benedizio- cui impero tuttora appartiene. Durante
ne al popolo nella sottoposta piazza, a ore il dominio dell'imperatore e re Napoleo-
i5 partì per Treviso accompagnato da' ne I, questi eresse Treviso in ducato e con-
procuratori di s. Marco, Contarmi e Ma- ferì il titolo di duca di Treviso per ono-
nin. Giunto Pio VI innanzi alla cattedra- rare Edoardo Adolfo Casimiro Giuseppe
le di Treviso, al discendere dalla carroz- Morlier, maresciallo e pari di Francia,
za fu incontralo dal vescovo mg.' Giu- che intervenne alle battaglie della repub-
stiniani, dal podestà e capitano di Trevi- blica e dell'impero, potè fuggire dall'e-
so Marco Zen, dal clero e dalla nobiltà splosione del Kremlino, e perì neh 835
Papa con sin-
della città, accolti tutti dal in Parigi pe'colpi della macchina infer-
goiar gradimento. Adoralo nella chiesa nale esplosa da Fieschi contro il re Luigi
il ss. Sacramento pubblicamente esposto, Filippo. Nell'insurrezione del 1848, ces-
ad istanza del vescovo e del podestà, Pio sato in Venezia il governo austriaco ci vile
"VI fermatosi sulla soglia della chiesa be- e militare, mediante capitolazione de'23
nedì tutto il popolo accorso nella piazza; marzo, del conte Zichy tenente marescial-
indi proseguì il viaggio per Conegliano a lo, comandante di quella città e fortez-
Saeile, ove si trattenne la notte nel pa- za, colgoverno provvisorio ivi istituito;
r
lazzo di mg. Flangini uditore di rota e cessò pure in Treviso e sua provincia il
r
poi cardinale fu incontrato da mg.
: governo ci vile, ed a'2 3 marzo fu istituito
Marco Zaguiri vescovo di Ceneda, e dal parimenti un governo provvisorio,col po-
r
podestà Nicolò Pizzamano, non che dal destà d. Giuseppe Olivi per presidente,
cav. Andrea Renier figlio del doge e da cessando pure quello militare col ritiro
altri distinti signori. Treviso nel dedi- delle truppe, non che della guarnigio-
carsi alla repubblica di Venezia, conser- ne di Belluno, che mediante convenzio-
vò i suoi statuti di leggi civili, la sua no- ne col conte Ludolf tenente maresciallo,
biltà e le sue furine di rappresentanza onde evitare un inutile spargimento di
a cui prendevano patte lutti gli ordini sangue, dovè partire senz'armi Irannegli
ulli/.iali, eccettua tale evasione le trup-
de'ciltadiui. .Nel 1797, rispettando i pri- li ila
de, ma per pochi mesi dell'invasione del austriaci, comandati dal feld maresciallo
dominio francese, giacché quelle condi- Radetzki, tornarono nella provincia per
zioni furono ripristinate e mantenute dal ristabilirvi l'ordine.ed un corpo di circa
governo austriaco a cui fu ceduta fino al 10,000 uomini a' 3 intimò a Treviso di
1
i8o5, al quale erano passati parte degli tornare all'ubbidienza sovrana; ma il go-
stati dell'estinta repubblica. Nel 1 80G ag- verno provvisorio si preparò a combat-
gregate le provincie venete al regno d'I- tere rigettando l'intimazione, mentre fu-
talia,Treviso divenne sede d'una prefet- rono riprese Vicenza e Padova. In Tre-
tura e capo d' un dipartimento che nel viso corpi che l'occupavano ostinandosi
i
Tagliamento avea nomee confine, ed era alla difesa, tennero poche ore contro il
il Trevigiano smembrato di Castel Fran- maresciallo Welden generale comandan-
co e Noale ceduti a Venezia e a Padova, te dell'armata di riserva, quindi comin-
coll'aggiunta di molto paese oltre la Li- ciatesi dagli austriaci le ostilità, a' 4 giu-
1
venza, sicché la popolazione soggetta al- gno capitolò d' ordine del comandante
alquanto piti che quella
la prefettura era Zambeccari colonnello di 45oo uomini,
amministrata dalla regia delegazione del- con atto fatto dinanzi alla città, nella fra-
la provincia d'oggidì, costituita nel 18 [5, zione di s. Maria dellaRovere in casa Berti,
al fondarsi il regno Lombardo Veneto e sottoscritto dal conte Grenne ville mai:-
£6 TR E T RE
giure, e tln! direttore ile' corpi facoltativi vi tati sunt totSanc tonai; reliquie/c. rfi/as
italiani e della legione romana A. Gari- fioriorificc ad ppaesen t iss / ni a ni tute la in
l)o!cli maggiore. In conseguenza venne sta- asservat,ut corpus s, F.iberalìs de. Alti-
bilito, che la guarnigione di Treviso, do- no, quod dono dede-
altinates larvisinis
po aver immediatamente cedutele porte Tabra et
runtyttt Theonistus episcopus,
della città all' imperiali truppe, sarebbe Tabrata. levitarum martyruni aitine/i-
partita nella mattina seguente con armi sis dioccesis,qui contea arianos ca titoli-
e bagagli, obbligandosi di non portar le ce disputantes, lapideo in ponte supraSi-
armi contro l'imperatore d' Austria pel lium fluinen sunt obtruncati, noctum-
peiiododi 3mesi,edi ritirarsi nello slato que a tarvisinis deducti ad sepullurani
pontificio per Monselice e Uovigo a Pon- in ecclesia s. Joannis Baplistae anno
te Lagoscuro; lasciando lutto il materiale 4oo (o più tardi, come dirò), ut ss. Fio
da guerra, tranne <\ue cannoni, per cui rentinus et Vindemialis episcopi quie-
nel resto la convenzione fu simile alla ca- sccntes in cathedrali, qui ex Africa per-
pitolazione di Vicenza; e che la città di- sequentibus arianis in Italiani descende-
sarmerà sul momento gli abitanti, rimet- runtj et b. Ilenrici Baucencnsis confes-
terà al quartiere generale austriaco lutti» soribus, cujus quidc/n Henrki sanguis,
le armi, e si sottometterà confidando la qui de sancto eorpore Ottava dor-
ej'us
sua sorte alla generosità del governo au- milionis die ejfluxit, quatuor post sac-
striaco. Gli austriaci vi rientrarono alle cula stupente natura, admir ante pie tale
6 pomeridiane del 4, e gl'italiani ne sor-
i rubens adliuc, etjluidus perseverai, in
tirono alle 6 antimeridiane del 5, come i sacrarum rerum thesauro adservatus,
rilevai nel voi. LUI, p. 199. magnusque habitus inlionore. Aggiunge
L' evangelo fu predicato in Treviso, iIcommentatoreColeti,/fr///Vit sacra,l. 5,
secondo l'antica tradizione, da s. Prosdo- p. 487 '- Tarvisini Kpi scopi , parlando
cimo discepolo di s. Pietro e i.° vescovo della predicazione di Prosdocimo in
s.
nò dalle superstizioni pagane, e con essa ac ej'us reeeii te/11 morte ni eoelitus resci-
anche tutta la famiglia che battezzò. A vit, dicatam, Quod quidem non oninino
e luoghi pii che attestavano la pietà de' Venanzio Fortunato illustre trevigiano,
trivigiani. Tutta la diocesi conteneva ed ambedue per intercessione di s. Marti-
20 5 o 214 parrocchie, 3 conventi, 4 a '> no diTours guarirono da Pule male d'oc-
bazie, vale a dire 3 di benedettini e una chi, e Venanziocon ungersicoll'oho della
di cisterciensi, 7 monasteri; i principa- lampada che ardeva innanzi la sua im-
li luoghi erauo Mirano, Noale, Mestre, magine, onde per gratitudine cantò in 4
Castel Franco , Asolo già sede vescovile libri le azioni del glorioso santo. Rusti-
unita a quella di Treviso. L'Ughelli di- co del 588 intervenne al sinodo di Ma-
ce che Treviso contava 4,000 anime e 1 rano adunato da Severo patriarca d'A-
la diocesi 60,000, mentre il Coleli rife- quileia. Felice 11 vivea nel 5go e sotto-
risce, bis centena ferme, ammarimi mil- scrisse a suggestione de'vescovi scismatici
ita. III." vescovo è Giovanni fiorilo nel della Veuezia all' imperatore Maurizio,
320, indi Paolino del 35o, Tiziano fiorilo per l'affare àe'Tre Capitoli. Qui il Co-
circa il 4°°» a CLU tempo, secondo l'U-
' leli riporta Tiziano fiorilo nel secolo VII,
ghclli, dall'Africa si recarono a Treviso qui eitm Sarraeeni Corsicam subegis-
i Fiorentino e Vindemiale vescovi e
ss. setit, divino art tts Consilio Ulne se con-
confessori, intervenuti al concilio di Car- tttlit, et a nautis, lodane incolis, ubi ss.
tagine tenuto dagli ariani , ed essendo Florenlìi et P indemialis, qui ab Hun-
morti in Treviso, il detto vescovo li sep- nevico rege an. 484 l'i Corsicam rilega-
pellì nella chiesa dis. Gio. Battista presso ti illie mortale* deposuerunt exuvias,
la cattedrale, in arca marmorea con iscri- corporei /acereut, edoetus ca inde su-
zione. Però avverte Coleli, che i vescovi stulit, Tarvisiumquc diporta\>it atquc t
Fiorentino d'Utica e Vindemiale di Ca- in basilica s, Jo. Bantu tae honorifice se-
psa nell' ariana persecuzione, ovvero in pelh'it. Trivisius del 73t), con Calisto pa-
quella dello scisma de' donatisti, furono triarca d'Aquileia, compose la lite fra Gio-
esiliati in Corsica da Unuerico re deman- vanni conte di Ceneda e il suo vescovo Va-
dali nel 4$4; aont e '1 vescovato di Tizia-
' ' lentino. Fortunato del 7gc)ricevè a magni-
no forse devesi ritardare, o attribuire al- fico ospizio il Papa s. Leone III reduce di
l'altro vescovo omonimo la tumulazione Francia, col suo splendido accompagna-
de'beali corpi,come narrerò.G iocondo e- mento. Già nel 780 a tempo di Fortunato
r
piscopus rarvisinus intervenne alla con- erasi fondato il monastero della B. Vergi-
trazione della chiesa di s. Giacomo di ne, di s. Croce e dis. Fosca da Gerardo con-
Uivo Aito a'25 marzo 4^1, al cui tem- te, in cui si riposero le ossa de'ss. Senesioe
po devastando l'Italia Alarico re de'goti, Teopompo martiri, portate dall'oriente.
ne fuggirono la rabbia padovani e gli i Dopo la di vaslazioue del monastero, o-
altri popoli cu costanti. In tempo del ve- perata dagli unni e ungati neir8gc), i ss.
scovo Elvidio o Eliuiiudo oElviando, il Corpi furono traslati alia celebre abba-
ferocissimo Attila devastò Aquileia, Con- zia di Nonantola, e l'Cghclli riprodusse
cordia, Aitino, Opitergio, Asolo, Feltre, la storia di questa traslazione, non che la
viene quindi registrato. Martino Tarvi- Pietro del 349, a Francesco de Fabris
1
sìntts episcopus si dice intervenuto nel del 17 15. Allora eranvi un monastero di
961 alla consagrazione delia cattedrale religiose, di versi sodalizi e il monte di pie-
ili Parenzo. Ciò però fa contrasto con tà: fuori della città fiorivano i conventua-
quanto vado a dire del seguente vescovo. li, i cappucini, i minori osservanti. Nella
]i vescovo Adelberto, daColeti chiamato chiesa già de'francescani si conservano 3
Alherlo,del quale già dissi superiormente, quadri de'più eccellenti .del Bassano. A-
che Berengario I nel C)o5 gli concesse que* solo dopo i calamitosi tempi dell' anar-
privilegi il cui diploma riporta Ughelli, chia e delle guerre civili cui andò soggetta
insieme all'altro diploma di altri privi- nel medio evo, dopo aver patiti infurtu-
legi alla sua chiesa concessi dal re d'Ita- nii gravissimi pe'molti tiranni che la do-
lia Ugo 926. Alberto nel 967 fu al
nel minarono, nel 1 337 volontariamente si
concilio di Ravenna, e nel 968 sottoscrisse sottomise alla repubblica veneta. Diven-
la bolla di Giovanni Xlll per l'erezione ne sede della regina di Cipro Caterina
diMagdeburgo in arcivescovato, per cui Cornalo, vedova di Giacomo 111 Lusi-
almeno visse nel vescovato 63 anni. Il suc- gnano,la quale per concessione del gover-
cessore Felice è incerto, o visse pochissi- no abitò questo luogo 1489 al i5io dal
mo. Nel 969 l'imperatore Ottone I do- in cui morì. Essa, nel tempo di sua di-
nò al vescovo Roccio o bozzone il castello mora, vi soleva tenere una corte fastosa
di Asolo, Asylio, colla chiesa di s. Ma- col concorso di molti illustri personaggi
ria e sue pertinenze. Asolo(F.), Acciaili, e letterali, fra'quali si distinse il celebre
A scellini A ce cium A sii uni
, , , Alili uni, Bembo poi cardinale, e suo parente. A-
capoluogo di distretto della provincia di solo cinto di mura merlale e fiancheggia-
Treviso e già sede vescovile, di cui tratta to ila torri, ha bei palazzi moderni nella
il sacra 1. 1 o, p.
Coleti, Italia Acilien- 1 : città e dintorni, abbonda di limpide sor-
sis Epitomatiti. Il suoi. vescovo che si genti d'acque, con sanissima aria e dolce
conosca, sufi'raganeo del patriarca d' A- clima. Ma l'ospedale, il ginnasio, sempre
quileia, è Agnello o Angelo de Acilio in- essendovisi coltivate le scienze e le lette-
tervenuto nel 590 al concilio degli sci- re. Il territorio abbonda di grani , vini
smatici inMarano,chedal Sigonio fu chia- squisiti, olivi, agrumi, foraggi, animali ,
mato Sai illumini episcopum. Aldo ve- boschi di roveri e castagni. Vi fiorisce
scovo d'Asolo fu Artemio, il quale por- il lanificio, ha acque salubri e acidule,
tossi al ricordalo concilio di Mantova ncl- e cava di pietre da fabbrica. Il diploma
1*826, come si conferma dal documento di Ottone I spedito al vescovo di Tre-
pubblicando Coleti. Desolata l'antichis- visoRoccio e Rozzone, nel 99 fu con- 1
sima e illustre città d'Asolo dalle fune- fermato da altro di Odone Ili, ed am-
ste scorrei ie degli unni e ungali nel prin- bedue sono riportati da Ughelli, insieme
cipio del secolo X,
a tal epoca sembra che od altro diploma del 996 di Odone IH
il suo vescovato venisse umto a quello di per altri privilegi. Inoltre ned' Italia
TRE TRE 89
sacra si legge il diploma dello slesso ve- sagrò la sua chiesa di s. ÌNirola. Enrico
scovo, col quale nel 997 donò a Vita- IV con due diplomi del 1 070 e del 1 073,
le abbate di s. Benedetto il luogo dello presso Ughelli, a vea confermato al vesco-
Mogli ano colla chiesa e sne pertinenze; vo Accelino ed al capitolo i privilegi con-
quello confermaloi io d'Ottone III, ed il cessi dagli antecessori, a loro ed alla chie-
portimi <lc nostra s. Ecclesia, aU/uc ires ed Oilorico nel 1107. Gombaklo nel 4 1 1 1
presso Ughelli di conferma a'pi ivilegi de' di Verona, e neh 142 ottenne da Corra-
suoi predecessori. Il vescovo Rotali nel do 111 re de' romani il diploma pubbli-
i 023 dalla chiesa di s. Gio. Ballista tra- calo ila Ughelli, confermatorio degli an-
sferì nella cattedrale i corpi de'SS. Epi- tichi diritti di sua chiesa. Vivea ancora
.scoporum Tlieonisti, Elorentii, et Vin- nel 1 i.jf», come si ha da un istrumenlo
demialis, siniul cwn sanctus reliqitiis di concessione a' canonici. Il successore
beator uni diaconorum ac tnartyrum Pietro è incerto. Al vescovo Bonifacio nel
Tabrae et Tabratae, honorifìcentio- 1 1 52 Papa Eugenio 111 spedì l'amplis-
ri loco asservandis. Nel 1026 ottenne sima bolla Justis fralrum, di conferma
una concessione dall' imperatore Corra- delle prerogative della allieta di Treviso,
do 11, riportala da Ughelli in uno al di- Sottoscritta dal Papa e da 1 1 cardinali,
ploma di Enrico 111 del o3y di altri pri- 1 presso l'Ughelli, prendendo sotto la pro-
vilegi. Del successore Raniero non con- tezione della Sede la cattedrale di s.
s.
Clemente 111 nel 188. A Ulderico, mor- 1 signore, duca, conte e marchese plurima
to nel 79, successe Ubaldo o Ottone, e
1 1 oppidorum, et lerrarum, in eisaue pie*
si dice che in tale anno Federico 1 lo prese nani et liberarti juristlietionetn exer-
colla ciliìi sotto la sua prolezione. Il ve- cere. Nel vescovato di Alberto a' dome-
scovo Acillo è contrastalo nell'epoca, e si nicani dal pubblico fu fabbricato nel
crede forse confuso con Accelino. Il ve- 122 3 convento e la chiesa, ludi si ri-
il
scovo Corrado è nominato nella bolla di porta vescovo Odorico forse nel 23
il 1 1
postulutio, deh 84> nuovo 1 privilegio e del capitolo accordò l'esenzione alle mo-
conferma de'beni fece al decano Oberto nache di s. Chiara, prendendone cura i
e canonici di s. Pietro di Treviso, ed al- francescani; ciò che confermò Papa Gre-
trettanto loro ratificò nel 187 Urbano 1 gorio IX colla bolla Religionis vestrae,
III. Inoltre nel 1 1 85 Papa Lucio IH con- la quale con detto atto, e colla lettera d'In-
cesse al vescovo Corrado, colla bolla In nocenzo IV del 244i contro Ezzelino III 1
torio de'privilegi di sua chiesa. Neh 189 vendo l'empio l'iranno invaso le castella
caglia a Roma peresservi incoronalo. Per- Papa a rinnovare con tale lettera la sco-
ciòil vescovo chiamò a parlamento i suoi munica contro di lui, chiamando Ezze~
feudatari e vassalli ins. Cassano di Quin- lino HI nemico di Dio e della Chiesa. Mor-
to, uno de'eastelli in cui i vescovi avea- to nel 24'> TisooTisone Vidoro, gli suc-
i
noassoluto dominio, per imporre loro una cesse fr. Gualtiero della famiglia Irivigia-
contribuzione per allestirsi a partire con na Agnus I >ci, domenicano, nunzio d'Inno-
buon numero di gente armala a tenore cenzo IV all'imperatore greco, e concesse
del sovrano comando. Tenne ih. luogo un'in vesti tura aTisone di Cam pò s. Pietro;
fra questi il conte Rambaldo trivigiano, nel 1 255 fu traslato a Castello o Venezia,
il quale promise per tulli, inclusi vamente ma non pare che fosse cardinale. Nota il
agli assenti, che sarebbe pagata la tassa Coleli, che il cronista de' francescani pre-
ingiunta. L'atto co 'nomi de' feudatari si lese che il b. Gualtiero di tale oidi ne, chia-
legge nell'Uglielli, insieme alle ricordale ro per miracoli, fosse vescovo di Treviso
bolle. Enrico già canonico della cattedra* neh 242, ma noi fu; ed inoltre avverte
le era vescovo ucl 1
1 97, e più alti di sue che l'ietto Pino vescovo di Custello, cui
T U E TUE 9.
pei' morie successe fr. Gualtiero, non po- scomunica il Bramasechiela città. Morto
teva paasarea quesiti sede, come volle U- nel 1 349)gli successe nel 1 3.5o Pielro,incli
ghelli chiamandolo Pietro Pierius, Il ca- nel 35 Giovanni Malabaila d'Asti, tras
1 1
pitolo parte elesse fr. Albi-rio l'uccio ira li- laloalla patria nel 354 ('' can.Bima nella
1
cevano, e parte Bartolomeo die rinun- Serie cronologica de* vescovi iV Asti ^Wca
ziò. Papa Alessandro IV annullata la vi- nel 364,epoi nel 376 venne trasferito a
1 I
alla sua chiesa, ove pacificamente mori nale. Gli fu surrogalo Pietro de' conti
nel i 2 7 5. Di versi documenti clie lo riguar- Baoui Padova e canonico di quella
di
dano sono neH'U»hel!i, Tommaso Tra- cattedrale, due alice volte postulato rial
versali ed Eurico Contenni veneto non capitolo, con alti riferiti dall'Ughelli, ven-
sitrovano vescovi ne' registri vaticani. ne fallo vescovo di moto-proprio il.i In-
Nel 1278 Prosavio Novello Iraslato da nocenzo VI; assai lodato per la sua am-
Ceneda,di si ngolai sapienza e di soavi ma- ministrazione, probi là e vita esemplare.
niere; mortile! 29 e fu sepolto nella cat-
1 1 Oi nò la cattedrale e rifece la porta, con-
tedrale con marmoreo epitaffio. Tolleri o sagrò l'aliai e di s. Marco e vi collocò mol-
Caccia di Treviso è dubbio. Nel 1291 te reliquie, edificò e dotò nella stessa cat-
Acido registrato da Ughelli, viene riget- tedrale l'altare e la cappella della ss. Tri-
t alo da Coleli. Pandolfb vescovo vivea nel nità e vi fu sepolto: aumentò nella piìi par-
1 3o6 e nel 3oq. In questo trovasi Ca-
1 te l'edificio dell'episcopio, scrisse la vita
stellano Salomoui virtuoso e lodato, mor- del b. Enrico ila Bolzano, volgarmente
to neh 322. Nel seguente da Forlimpo- detto di Treviso. Il successore fr. Nicolò
poli vi fu trasferito Ubaldo Gabrielli da Beruto domenicano, uel i3q4 f Iraslato ( >
Gubbio; Pivebat adirne art, 334 0"° 1 a Massa Marittima, e nel i4<>4 all'arcive-
die g martii Nieola ejns vicarius man- scovato d'Orislagno o Arborea, confer-
davit Conrado de Bramasechis decano mandolo il can. Sima. Riferisce il Coleli,
eathedralis Tarvisinae, ut non oh s tan- che Bonifacio IX colla bolla Licei /.?, che
te interdicto, cui fune erat obnoxiacivi- riprodusse, nel suo vescovato concesse al-
tas Tdrvisina, sacra pera geret, etdivi- la cattedrale diverse indulgenze; ma es-
nis interesse t offìciis juxta praeceptuni sendo la bolla dell'anno XII del ponti-
Dominorum de Scala, a quibus eidem, ficato, pare meglio doversi ritenere ema-
si obedirerenuisset, mors intendebaluv. nata hi quello del successore. Lotto Gam-
Nello stesso 1 334
Giovanni f°- vescovo fr. bacorta nipote del signore ili Pisa e ar-
de Benedetti nobile veneto domenicano, civescovo di questa città, esiliato dall'Ap-
morto in Bologna. Pietro Paolo Costa tri piani quando uè usurpò la signoria, Bo-
vigiano, nella cattedrale eresse l'aliare di nifacio IX neli394 lo traslalò a Trevi-
s. Gio. Battista e lo consagrò nel i344 : so. L'Ughelli ci diede Tallo del possesso
fu sotto di lui che nell'episcopio il vesco- che prese della sede, in cui si parla del di-
vo di 'Porcello, alla presenza del suo vi- fensore o avogrado per l'avvoca/.ia della
cario gcnerale,proscit)lsedal vincolo della chiesa di Treviso, ancora esistente, per
9i TRE TRE
cui godeva il feudo di varie terre qual l'amanuense o meglio l'oscitanza del ti-
vassallo del vescovo, nel quale officio a' pografo (come rileva Quiriui)avendoom-
Tempesta erano succeduti gli Azzoni, per messo nella data il numero L scrisse 433 1
elezione fatta innanzi al predecessore dal come riportai poc'anzi, il che fece quella
clero e da' nobili di Treviso. Lotto eb- gì ave alterazione e confusione che in p;ir-
a
be a suffraganeo e vicario generale fr. le corresse Coleti. Il cardinal Angelo M.
ra, imperocché i trivigiani eransi sottrat- ed ivi schiarì tutto quanto riguarda il ve-
ti dall'ubbidienza di Gregorio XII, rico- scovoBenedelti,riportandoancora la bol-
noscendo invece Alessandro V eletto nel la Injunctum nobis, che Eugenio IV e-
Sinodo di Pisa. Fr. Giacomo interven- uianò nel i432 sulle nuove costituzioni
ne al concilio di Costanza per l'estinzio- del capitolo di Treviso. Il cardinal Qui-
ne del traode Scisma d'occidente, e finì di rini dunque, dichiarando che furono con-
vivere nel 4- 8. Martino V lo stesso anno
1 > fusi tempi e le persone, narra su fr. Gio.
i
conferì la sede a fr. Gio.Benedetto veneto de Benedetti veneto domenicano, che nel
francescano, insigne per virtù, e dottrina, i4oo fu promosso da Bonifacio IX al
già generale del suo ordine e arcivesco- patriarcato di Grado, dignità che trepi-
vo di Ravenna , designato di Spalatro dante rinunziò dopo pochi giorni. Indi
(al quale articolo lo riportai col Fallato, diventò priore del suo convento de* ss.
il quale lo chiama Giovanni Averoldi bre- Gio. e Paolo di Venezia; poi fu designato
sciano, ma neli474> P el quanto vado a
'
fra' candidati al vescovato di Padova, e
dire); Ìu insieme arcivescovo di Tebe in nel i4 1 6 fraque'pel vescovato di Treviso
partibus, benemerito pastore, ed inoltre a cui fu prescelto. Come eletto, interven-
si «lice nell'iscrizione sepolcrale, che re- ne al concilio di Costanza, e ne'primor-
staurò l'episcopio e la cattedrale, redense di del pontificato di Martino V o nel 4 8 1 '
i beni della mensa e fu munifico con tutti. fu da questi promulgato vescovo di Tre-
Morì nel 1 433 e fu sepolto nella cattedra- viso. Fu zelante pastore pel ristabilimen-
le con onorifico epitaffio, che come altri to della disciplina ecclesiastica e per l'e-
•si può leggere nell'Ughelli, che riferisce semplarità del clero, particolarmente per-
tali notizie. Varie avvertenze e rettifica- seguitando i concubinari. Nunzio d' Eu-
zioni fa Coleti sul riferito dall' Ughelli. genio IV anche al concilio di
a' veneti, fu
Chiama il dello vescovo fr. Gio. de Be- Basilea, il quale divenuto conciliabolo,
nedetti nobile veneto domenicano, eletto per evitarne le insidie si recò a Bologna,
neh 4 S dopo avere rassegnato il titolo
i ove morì a'i4 aprile 1437, restando se-
diRavenna a cui l'avea destinato Grego- polto in s.Domenico. Nel 1 437 medesi-
rio XII e mai la governò; che vi vea an- mo Eugenio IV fece vescovo il parente
cora nel i435, che fu nunzio apostolico Lodovico Barbo nobile veneto, abbate di
a Venezia, e morto in Bologna venne de- s. Giustina di Padova, che accettò ripu-
posto nella chiesa del suo ordine, con quel- gnante, come quello che avea istituito la
l'iscrizione che Ughelli riporta al vescovo detta congregazione benedettina, la qua-
fr.Giovanni de Benedetti del 334, tu cu 1 ' le lòrmò la celebre de' CassinesifF.). Mo-
parlai più sopra. Il vescovo fr. Giovanni o rendo nel 443 volle esser sepolto nel ca-
1
Za n nel ti no genera le de'miiiori, a rei vesco- pitolo di s. Giustina, con epitaffio in versi
vo di Tebe e di Spalatro, vescovo di Tre- presso Ughelli. A' 17 ottobre gli successe
viso, di cui parlerò, morì ueli483; ma Ermolao Barbaro nobile veneto e proto-
I R E TRE p,3
notano apostolico, che restaurò con pie- ca d'Antiochia. Su questi 4 ultimi vesco-
tre l'episcopio, e lo abbellì, neh 453 tra- vi va letta l' Italia sacra, ne'documeuli
sferito a Verona. DaCattaro nel 454 p**-
1 cheli riguardano, così del successore Gio-
sò a questa chiesa Marino (che lo slori- vanni di Savona deh 476, ossia fr. Gio-
co trivigiano Burchelato appella Lodo- vanni Zannettino generale de'francesca-
vico) Contarmi nohile veneto, già luogo- ni memorato di sopra e confuso col do-
tenente nel vescovato ih Vicenza pel caldi- menicano fr. Giovanni de Benedetti ar-
na Bar ho poi Paolo
1 1 1 .Morto nel i 455, in civescovo di Spalatro secondo uno de'ca-
questo postrema die abeimfis aprili s, ne talo»hi del Fallato, bensì arcivescovo di
occupò la sede il protonotai io apostoli- Tebe. Questo dottissimo teologo fr. Gio-
co Pietro Tostara; e nello stesso anno a' vanni fu detto da Udine, e da'fondamenti
) | dicemhre fu succeduloda Marco Bar* costruì nella cattedrale la grande cappella
lo (V.) sapiente e vigile pastoie, dallo zio sotto il titolo della Concezione di Maria
Paolo li circa ih 465 traslato a Vicenza, Vergine, com'è detto sun- nell'epitaffio
indi creato cardinale. Gli successe Teo- nominato, il quale fu attribuito erronea-
doro Lelio, che col Carde! la Memorie , mente al domenicano, e nella medesima
storiche de' Cardinali, lo dissi tra gl'il- sepolto neh483 per sua morte, avendo
lustri trivigiani, dignità da alcuno con- istituito un canonicato per celebrarvi la
trastala: 1'Lghelli lo chiama pure de Lei- messa. Da Parenzo nel 1 486 vi fu trasfe-
lis e lo dice nohile di Teramo, uditore di rito Nicolò Franchi padovano, funse per
rota da Pio II, e fatto vescovo di Treviso la santa Sede varie legazioni, e l'Ughelli
da Paolo li; lodato per prudenza e celebre riporta un epigramma inciso prope Kpi-
per dottrina. Pio 11 l'inviò al senato ve- scopatus gradits, e l'iscrizione posta nel
neto per l'operato da Sigismondo arcidu- marmoreo sepolcro nella cappella del ss.
lo impiegò in importanti affari, morto in lio 11, il sagro collegio lo fece governa-
Roma uel i/jGG e tumulalo in s. Maria tore di Roma, e l'eletto Leone X lo con-
Nuova con iscrizione, nella quale non si fermò e poi lo mandò preside a Bologna;
nomina il cardinalato, ma solo che fu ve- nuovamente governò Roma sotto Cle-
scovo di Treviso, divini humaniaue ju- mente VII, e mentre dovea crearsi car-
ris consultissimo, ac Pauli II referen- dinale, repentina morte lo tolse a'viveuti
dario. Questo Papa nel concistoro de' 7 i a'28 giugno 527, 1' Ughelli riportando
1
aprile promosse a questa chiesa, vacante l'epilafliodisua tomba. Nel 5^8 Clemen- 1
zio Sisto IV, che creatolo cardinale gli la- dicendo che il cardinale amministrò la
sciò questa chiesa in commenda, indi nel chiesa sino al i5(> j): intervenne al con-
1-475 fece vescovo Lorenzo Zane palliar- cilio di Trento, i cui decreti promulgò
94 TRE TRE
in Treviso, dedicò la chiesa ile' cappuc- lettere e pietà, zelando quanto poteva h
cini, e neli5y7 abdicala sede *( seguente re risplendei e la religione e le virtù do'
nipote, e morto dopo due anni fu tumu- chierici ; il seminario per lui fiorì nelle
lalo nella cattedrale. Francesco Corna- scienze e nel numero degli alunni che
7
ta (J .) a' aq novembre divenne vesco- giunsero a 1G0, anche per averlo ingran-
vo, nel i 583 restaurò e ingrandì il semi- dito e fornito di tulio il bisognevole. Ri-
nario, e ne curò l'ottima istruzione, da fece l'episcopio più ampio, con 1* archi-
Sisto V fu fatto chierico di camera, e da viò ove riunì lutti i documenti antichi di
Clemente Vili cardinale; non continuò sua chiesa. Con questi termina ne\\' Italia,
B(l amministrare la sua chiesa, poiché nel sacra la serie de'vescovi, che compietelo
i 5q5 l'avea rassegnala, dopo averla be- eoUe Notìzie di Roma: ilColeli nel 1. o,p. 1
neficala col suo animo caritatevole: l'U- 343 riportò anche pel veseovalo'di Trevi-
ghelli riporta l'iscrizione sepolcrale di so aggiunte e correzioni. Nel 172.3 vi fu
Roma, e quella eretta in Treviso da 'ca- traslato da Cor fu, colta ritenzione del ti-
nonici. Neli5q5 da Zara vi fu trasferito tolo arcivescovile, Agostino Zacco di Ve-
il nobileveueto Luigi Molinodi gran pie- nezia. Nel 1739 da Ceneda vi passò Be-
tà e vigilanza; curò l'educazione delle sa- nedetto de Luca di Venezia. Nel 1700
gre vergini, la frequenza de'sagrumenti fr. Paolo Francesco Giustiniani cappuc-
nel popolo, l'esemplarità del clero, ed in cino di Venezia, già vescovo di Chioggia.
tulle buone opere volle contribuirvi;
le Nel 788 Bernardino Mario canonico re-
1
A'i8 dicembre Vincenzo Giustiniani gli te della cura delle anime, eloquente pre-
fu sostituito, che neh 633 passò a Bre- dicalore, e vicario capitolare; grave, pio,
scia, ed in Moro-
vece fu eletto Silvestro prudente, dotto e ottimo pastore. Per sua
sini nobile veneto, nella sua morte avve- morie il regnante Pio IX nel concistoro
nuta neliG3o, succedendolo Marco Mo- de'3o settembre 18^0 preconizzò, con
losini liaslaloaBrescia nel i64'J>.lnnoceu- I' elogio che si legge nella proposizione
zo X 646 nominò Antonio Lupi ber-
nel i concistoriale, l'odierno vescovo mg.' An-
gamasco,morlo nel f)C>7,oude nel 668da
1 1 tonio Farina di Gambellara diocesi di Vi-
Concordia vi fu trasferito il nobile veneto cenza, già canonico di quella cattedrale,
Bartolomeo Gradeuigo, poi vescovo di maestio in diverse facoltà del patrio se-
Brescia neh 682. Neh 684Gio.BatlistaSa- minario, curato della parrocchia di s. Pie-
nuto patrizio veneto e primicerio di s.Mar- tro, fondatore col proprio peculio della
cOjbenemerito vescovo, poiché celebralo il pia cusa delle don/elle con approvazione
sinodo confermò decreti de'predccessori,
i della s. Sede, esaminatore pio-sinodale,
rifece l'episcopio, nella torre contigua alla censore e revisore de'hbri, e moderatori
cattedrale pose l'orologio, stabilì meglio del egio liceo e delle scuole pubbliche/;/ o
1
la dopo un'ultima
sede del seminario, e jjuellis.Ogni nuovo vescovo è lassalo ne'
amministrazione morì neh 709 e fu de- libri dellacamera apostolica in fiorini
posto innanzi l'altare maggiore de' car- 4^o,la mensa essendocostituita di 4 lOO
melitani scalzi con onorifica iscrizione. scudi romani non deduc ti's oucriliis.Xm-
Nel 1710 gli successe il cassinese d. For- pia è la diocesi, e comprende 209 par-
lunato Muiosini nobile veneto, egregio in rocchie.
TR E TRI <>V
unse e coronò il nipote in re di Francia ra, ma sempre addetta al servigio del Ta-
7
col nome di Filippo VI. A'20 dicembre bernacolo (/'.) e del Tempio (f .), perchè
1 33 1 Giovanni XXII lo creò cardinale ad essa fu dato il Sacerdozio (I.), per cui
prete, e si vuole inolio nel i334- Il suo siprovvide alla sussistenza di questa tribù
cardinalato però è contrastato, alcuni Taf assegnandole delle dimore in alcune città,
fermano, altri lo negano. come pure ebbe le primizie, le decime e le
TRIADICO. Inno della chiesa greca, oblazioni del tempio. Narrai a Israeliti
ciascuna strofa del quale terminava in lo- e alili articoli come nel deserto la tribù
de della ss. Trinità eòi Maria Vergine. Taberna-
di Levi era collocata intorno al
TRIBÙ' o TRIBO, Tribus. Una delle colo, e le altre 12 com'erano accampale
parti nellequali anticamente si divideva- a tre a tre unitamente, ciascuna secondo
no le nazioni o le città, per distinguere le il proprio rango, e da queste posizioni e
stirpi e le famiglie. Sembra die tuttavia vi dall' insegne delle tribù ebbe origine lo
sieno ancora antichi popoli divisi per tri- Stendardo (l .); come procedevano nel-
bù. , divisioni però appellate con diversi la Strada in viaggio; come fu loro divi-
vocaboli. Il nome di tribù, o tribo come sa la Terra promessa o paese di Chanaan,
pronunziavano questa voce i nostri pa- che d'allora in poi fu detlaTerra d'Israele,
dri e maestri della lingua italiana, viene e Terra santa, perchè Dio solo vi era a-
dal latino tribus che ha il medesimo si- dorato (ma ben giusto titolo cristia- i
gnificato, e dalla parola greca tribus che ni la chiamarono Terra santa, dacché es-
suona terza parte, perchè il popolo ro- sa fu santificata dalla nascila di Gesìi Cri-
manofu nella sua prima origine diviso stoe dtt misteri di nostra avventurosa re-
in tre parti o tribù, secondo la testimo- denzione, ed ove è il Calvario e il s. Se*
nianza ile' più antichi scrittori. Nell'an- polcro, venerandosi in Gerusalcmmeau-
tichità chiamatasi tribù una certa por- che la culla della nostra ss. Religione); che
va l'ornamento quadralo
sul petto eravi nella decadenza loro, almeno riguardo al
detto Razionale (F.), nel quale erano in- loro credito e nella parte ch'esse a veano
cassate 12 pietre preziose di diverse spe- nel governo,poichè gl'imperatori concen-
cie e colori, su cui erano scolpiti nomi i trarono nelle loro proprie mani tutta l'au-
delle 12 tribù, uno per gè/?*/»*?. Dio a mez- torità della repubblica, e non ne lascia-
zo del sommo sacerdote e del razionale rono più che l'ombra popolo e al se- al
rese più volte i suoi oracoli, quando fu nato. Stabilita e ampliata la nuova città
consultato. Siccome nelle 1 2 pietre era- di Roma da Romolo, ed egli eletto re del-
no pure scolpile delle figure, desse e i lo- la medesima, successi vamenle divise in 3
ro colori, secondo alcuni, dierono origi- parti pò polo e perciò chiama te Tribuno-
il
ne agli Stemmi, nel quale articolo le de* me pure fece una tri pi ice di visione di tutto
scrissi,perchè corrispondevano all'inse- il terreno che possedeva, una delle quali
gne delle 12 tribù israelitiche. Di quanto parti dovea servire per la costruzione de*
riguarda le tribù d'Israele in moltissimi templi e pe'ministri sagri, l'altra per gli usi
articoli, sebbene qui non rammentali, ne pubblici, come fori, basiliche, et., e la 3."
a
ragiono. riservò pegli usi privati. Quest'ultima 3.
Atene, di cui riparlai meglio a Gre- parte fu nuovamente divisa in 3o parti
cia, variò nel numero delle sue tribù se- decimali eguali per 3o curie, ciascuna
condo suoi ingrandimenti da princi-
i : composta di 100
ed ogni curia
cittadini,
pio n'ebbe 4> poco dopo 6, indi nel suo fu suddivisa in altre io parti dette decu-
splendore era divisa in io tribù, che a- rie. Imperocché Romolo avea distribuito
veano ricevuto il loro nome da o eroi del 1 il popolo in tre parti o quartieri o sestieri
paese: Demostene ne parla sovente nelle o sezioni o Regioni (V.), come le nostre
sue aringhe. Si chiamavano : Scarnan- Parrocchie (V.), dalle regioni derivan-
tifie, Anliocliide, Cecropide, Ippotoon- do poi Rioni di Roma(V .); le quali parti,
i
tiae, Leonilde, Oeneidc, ec. Quelle tri- odal Tributo ( V.) che doveano dare(vo-
bù occupavano ciascuna un quartiere di bolo derivato perchè esige vasi dalle tri-
Atene, e di fuori alcune città, borghi e bù testa per testa), o dal numero terna-
villaggi, in numero di 74: l'adulazione rio, o secondo Plutarco dalla ricordata pa-
degli ateniesi ve ne aggiunse poscia altre rola greca tribus, che presso gli ateniesi
3, le quali portarono nomi di Tolomeo i significava la 3." parte, furono dette Tri-
Lago o Tolemaide di Attalo
figlio di ,
bù j le quali di nuovo
si divisero in o cu- 1
re di Pergamo o Atalide,e di Adriano rie. Ciascuna tribù avea per capo il suo
imperatore romano o Adrianide. Presso Tribuno (P^.), benché ne' tempi succes-
i romani il nome di tribù avea due si- sivi fu abolito, a riserva del tribuno mi-
di questi 3 generi di reggimento, come capo; il sacerdote o colui che avea la cu-
rilevai in quell' articolo e negli altri che ra de'sagrifizi di ognuna di esse chiama-
ti hanno relazione. Le tribù ponno con- vasi Curio o Curione , a sacris curandr.
siderarsi sotto i re come nella loro pri- Romolo chiamò curie la divisione delle
uiilivuorigine,soltoi consoli nel loro stato tribù, perchè la repubblica con la cura
di perfezione, e sotto gl'imperatori come e opera dc'lribuui loro capi spedisse le seu-
T R I T R I
97
lenze e i giudizi.che però alcune leggi pub- e Palatina, così appellate da'luoghi che
blicale da're furono delle Curiale, ed i abitavano: delle rustiche o suburbane ci
«l'elèi ti delle curie del medesimo deno- restano nomi della Romulia, la Fejen-
i
minati decurioni. In una parola, ogni cu- tina, Lcmonia, la Pupinia, la Crii-
la
ria era regolata da un curione o centu- stamina; le altre col tempo mutarono no-
rione in guerra, e da un sacerdote ool no- me. Dipoi in diversi lempi vi furono ag-
me pure di curione in tempo di pace, le giunte altre tribù che arrivarono al nu-
decurie dal decurione. Questa divisione mero «li 35, cioè nell'anno 5i 2 della fon-
moltiplicata poi iti centurie, ed applicata dazione di Roma. Le tubane o prime f\
tanto all'ordinamento civile che al mili- componevano gli abitanti di Roma, le ru-
tare, da queste partizioni toglievansi i vo- stiche gli abitanti della campagna snbnr-
ti nelle decisioni dal popolo e da'soUlali. baua e portavano il nome di qualche luo-
In tal modo si rese più facile il novero de' go da esse abitato o dalle famiglie illustri
cittadini, e il censimento delle loco pro- che vi erano incorporate; come per dir-
prietà onde regolare le imposte. Aumen- ne di alcune la Cluentina ,Arniese Nar-
tatasi anche più la città, tanto rimase Io mese, /Jllia, Aniensc, Camilla, Scazia,
stesso numero delle tribù, avendone pe- Fabia, Fa/cria, Troincntina Sergia, ,
nata Lacerimi, il 6.° re di Roma, Servio tribù rustiche o della campagna, o v'era»
Tullio, mutando il detto ordine , divise no situali loro beni; donde avvenne, che
i
le città in 4 porzioni e l'Agro romano (di la parola Tribù non distingueva più la
vedere nel Grevio, Alcune delle quali si popolo;e non vi rimasero che 4 tribù del-
nominarono Tribù Urbane cioè della , la città, le rimanenti 3 erano della cam- 1
città, ed altre Tribù Rustiche o Rusti- pagna, però le une e le altre furono delle
cali, della campagna le urbane, secon- : tribù di Roma oromane. Superando le
do il Sigonio, furono la Suburra na, della tribù rustiche in nobiltà e riputazione le
ancora Sucusana, YEsqailina, Collina urbane, da ciò pure derivò l'uso e il gu-
VOL. IXXX. 7
c,8 TRI TB I
sto prèso da'grandi eda'più doviziosi cit- famiglia dell'adottante, e per questa tra-
tadini di abitare nella rampogna, ove sta- slazionemolava tribù. Similmente pote-
bilirono / 'il le (/ .) sontuose ne'loro va- vano seguire cambiamenti di tribù per
sti fondi subuibani e vi facevano dimo- cagione dell'abitazione o del censo, e for-
ra, ed alcuni anco per esercitarvi la no- seanche per allre ragioni, le quali non
bilissima agricoltura, come Ira gli altri avevano luogo ne' municipii e nelle co-
fecero M. Curio dopo aver trionfato de' ognuna delle quali con tulli suoi
lonie, i
Cicerone, ab aratro arcessebantur, qui popolo romano ne' primi anni della fon-
conmles fìent. A non ripetere elogi, ba- da/ione di Roma, non essendovi per an-
sti ricordare cjuelli falli da Virgilio, Pli- co centurie, ma soltanto 3 tribù, ri con-
nio, Vairone, Colnmella ed altri molti an- vocava per curie; in tal modo si creava-
tichi e classici scrittori. Cicerone nel suo no re ed magistrali; si facevano le leg-
i i
Catone maggiore invila a leggere sui no- gi e gli statuti; ed amminislravasi la giu-
bili piaceri della vita rustica il libro di stizia nell'assemblea delle curie, pren-
Xenofonte, I' Economico, de titenda re dendo i voli de! popolo. In segnilo simi-
familiari. Essendo adunque l'arte agra- li assemblee non si tennero che per crea-
ria utile e nobile esercizio de'romani pa- re i flamini, cioè i sacerdoti di Giove, di
trizi, quindi è che le tribù rustiche si re- Alarle e di Romolo, ed il gran cui ione,
putarono assai più onorevoli dell'urba- giacché il curione o sagrifkatore era da
ne. In esse in falli erano descrii le le più ciascuna curia eletto a proprio, giacimeli*
illustri famiglie, come la Romulia. la Ce<- lo. Le assemblee più antiche del popolo
monia, la Pnpinia, la Galleria, la Pal- di Roma, ossia le sole ch'ebbe per mollo
lia, laT oltinia, la Claudia, V Emilia, tempo,chimavansi Comitia CitriataMoè
la la Fabia, V Grazia, la Me-
Cornelia, assemblee del popolo romano per curie
nenia, la Papiria, la Sergia, la Veni- o quartieri, perchè in esse eranvi solo co-
rla e lante altre. Ecco perchè romani i loro che dimoravano in Roma. Quest'as-
volendo piemiare un cittadino, Io rimo- semblee lenevansi in un luogo chiamalo
«eTMIO dalla tribù urbana e alla rustica Comizio, nel Foro di Roma (1 '.), ed eia
l'annoveravano; e per lo contrario volen- presieduto òa' Pontefici {1 .),conie le per-
do castigare alcuno, dalla tribù rustica lo sone più ragguardevoli di ciascun quar-
trasferivano all' ui bana. Furono dunque tiere o curia. Il comizio, Comitium, eia
più onorevoli le tribù rustiche, e forma- in prossimità della Curia Ostilia eretta
rono esse la distinzione de'primai i citta- da re Tulio Ostilio 3." re di Roma, per le
dini. Augusto slesso era ascritto nella ru- adunanze del Senato romano[P.), iìa lui
slicale tribù Fabia,come discendente dal- accresciuto dopo la distruzione d' Alba,
la famiglia Giulia, per essere stato adot- fra' Rostri eia Strada sagra, ubicazione
talo da Giulio Cesare. Aggiungerò, quan- di cui riparlai a Tempio; inoltre Tulio O-
to al passaggio d'una tribù in altra, che stilio aumentò la tribù dtliannii o ro-
iromani potevano fai lo, poiché se un ro- mani con incorporarvi vinti albani, men- i
mano descritto in uno tribù, veniva adot- tre prima di lui alla tribù de' Laceri era-
talo da famiglia aggregata in altra tribù, no stati annessi lutti popoli chei romani i
l'adottalo si trasferì vu dalla propria nella avevano sottomesso del comizio, la sua :
T R I TRI 99
. litichila si Leggi (/".) delle
trae dalle calore di Romolo, ed a Quintiliosuo se-
XII tavole, facendosene menzione nella guaceestipile della gente Quintina oliti-
i.'Il comizio fu uno spazio particolare la a'tempi di Commodo. Tutto il narrato
del foro romano, dove il popolo si rac- sul Comizio I' ho ricavalo dal di più che
coglieva pe' comizi curiati e per tratta- ne riporta il dotto N'ibby, Roma nel 838, 1
re liti, convenire alcuno di spergiuro, ec; par a.- aulica, p. 67. Si può vedere l'eru-
la sua etimologia deriva a coire, dall' u- dita lettera scritta a' 10 aprile 1847 da
n irsi insieme. Sorgeva sopra gradini in Domenico Cacchiatelli, pubblicata nel
area grande e scoperta, partedi quella del Panorama del prof. Mercuri,!. 2, p. 5o:
foro romano; ma dove più sovente era Sulla scoperta del Comizio al eh. Lui-
un'adunanza permanente. nel.544 ^i R°~ gi t'escavali. A darne breve ceuno, dirò
ma venne coperta per la i." volta con ten- che l'incerta contrastata posizione dello
de, durante l'adunanze legittime del popo- scomparso suolo, ove il popolo romano si
lo. Nel tempo della repubblica varie statue riuniva in comizio per trattare i più seri
si come quelle di Ac-
eressero nel comizio, affari dell.» nazione all'epoca de're, il suo
cio e Navio, d'Ermodoro efesino interpre- traslocandolo in altra posizioneove i de-
te delle XII tavole, di Pitagora e d'Alci- simi del mondo si risolvevano e l'incivili-
la trovala la lupa lattante i due gemel- fermarono sulla posizione da lui stabilita
li Romolo e Remo (o così dello dui ru- del comizio, prossimo al Tempio di Ca*
minar de'bestiami, che ivi ne'tempi più sfere o Polluce (/"'.) e sulla cui area fu
antichi pascevano), onde poi vi fu posto pure eretta la basilica Giulia, il cui pa-
il simulacro della Lupa allattante due i vimento fu scoperto in delle escavazioni
bambini, in bronzo,ora esistente in Cam- presso la Colonna (/ .) di Foca e adia-
pidoglio; Navio fu cosi detto per-
il fico cente al Tempio di Giulio Cesare (T-J-
chè iti impiantalo da Tarquiuio Prisco Perciò dichiara avere il comizio abbrac-
in memoria d'aver l'augure Navio taglia- cialo un'area di 7 iugeri in figura di pa-
to col rasoio la pietra o cote, ed ivi l'uno rallelogramma largoi20 piedi, il doppio
e l'altra fece sotterrare, pianta che quan- lungo, ossia una superfìcie di 28,000 pie-
do cominciava a inaridirsi se ne pianta- di quadrali, circa la 7/ parte di rneuo
va un germoglio nuovo, perchè crede- della Piazza Navona (V-), e capace di
vano gli aruspici finché 1' albero si fos- contenere 60,000 individui. Conviene
se conservato la libertà del popolo roma- che coprì vasi il comizio temporaneamen-
no rimarrebbe intatta. Contenendo il co- te secondo le circostanze, in modo da con-
mizio ricordi del trovamento di Romo- tenere un considerabile numero di citta-
lo e di sua prima educazione, n'ebbe pu- dini. Che per l' importanza delle popo-
re di sua morte, per esservi slati eretti lari riunioni fu il comizio il più augusto
in memoria due leoni, donde derivò il co- sito di Roma, e lo fu più ancora per gl'in-
slume di lodar morii avanti rostri; e vi
i i signi pili antichi e più venerati monumen-
fu pure posta una pietra nera, per indi- ti che conteneva, dequali aggiunge a'ri-
care il sepolcro destinato a Faustolo edu- eordatij la spelonca di Pane, che fai ma-
ioo TRI TR I
vh ui) angolo del Manie Palatino, la pros- n'unita di 18 bastava per la risoluzione,
sima uni di \ iiltano.il celebre Loto pian- quindi scioglievasi l'adunanza. Questi co-
tato ila Romolo, albero forte e di lunga mizi per tribù furono per lai. volta in-
vita, forse perchè ivi e sollo il fico Ru- trodotti nel 264 di Roma nella causa di
minale li arrestò la cesta che conteneva Coriolano, e allora furono temili nel fo-
ini e il fratello esposti in balìa del tra- ro romano, ossia nel comizio, parte di es-
boccato Tevere (/ .). Che Noma 2. re so. In que'comizi non solo eleggevano i
strutti nel 1
084 per l'incendio di Roberto gistrati capitani si eleggevano, dopoché
Guiscardo. Essendosi in dette escavazioni il senato ne avea fatto proposta. L'auto-
scopertoli suo antico piano, si venne a re- re delle Antichità Romane riferisce, 1 he
stituire a Roma e a tritio il mondo un mo- le tribù ordinariamente si adunavano nel
numento generale dell' universo, essen- Campo Marzo o nel Foro di Roma nel
do comparsi sopra di esso gli oratori de' Comizio, per eleggere magistrali di 2." i
popoli che anche oggidì si chiamerebbero ordine, cioè i tribuni del popolo, gli edili,
di regioni remote del mondo. 1 comizi i triumviri, i proconsoli, ec; per far le
curiati furono più antichi di Roma, co-
i leggi che chiamavano plebiseita, e per al-
me tenuti dal popolo diviso in tribù e cu- tri simili allari. Tali assemblee per tribù
rie queste essendo 3o ne seguiva, che
: chiama vansi Comitia tributale, quelle del
quando si avea il voto unanime di 6 di 1 popolo per curie, Comitia curiata; uè
essescioglievasi l'adunanza. Fino a Servio altra differenza eravi tra esse, se non che
Tullio 6." re di Roma lutti gli affari ri- queste erano composte di soli abitanti na-
messi ni popolo venivano decisi da'eomi- turali di Roma, e quelle che i tribuni a-
zi curiali, e Lex Curiata :
appellnvasi la veano il potere di convocare, in un cogli
risoluzione. Quindi Servio Tullio colla abitanti di Roma comprendevano tulli
istituzione de' comizi cenluriali, che te- quelli delle città d'llalia,che vi erano as-
nevansi nel Campo Marzo, rese meno fre- sociale alle tribù., e che aveano ottenu-
quenti i curiati; nondimeno sino al fine to il diritto della cittadinanza romana.
della repubblica rimasero privativa di Eia necessario tra'romani, che ogni vero
questi comizi il conferire il comando de- cittadino di Roma fosse ascritto in qual-
gli eserciti, la conferma dell'elezione falla cuna delle 35 tribù. Imperocché siccome
ne'comizi tributi, l'adozione, i testamen- ne'pieni comizi, che si facevano ordina-
ti non conformi alla legge, e la nomina riamente in grazia o delle leggi o de'ma-
de'fiamini e del curione massimo. Nicola gislrati, tutte le tribù concorrevano; così
Oruchius o Groucy ci die: De ComiH.it per non confondere i voti ogni cittadino
lionwnorum, 555. Nel comizio,
Parisiisi era in qualcuna di loro nella quale vo-
oltre comizi curiati, vi si tenevano so-
i lava; e la maggior parte de'voti costitui-
venteanchei comizi Iribnti.così eletti per- va l'opinione di lei, intorno a quelle roa-
chè tribuni della plebe e altri magistra-
i
lerieche ne'comizi erano proposte. Quin-
ti superiori convocavano il popolo per di allorché per benefìcio della legge Giu-
tribù; e siccome quest'etano 35, la uuu- lia, lulla {Italia (/".) fu ascritta alla ro-
TR I TRI i o i
mann cittadinanza , e indi la Venezia e vasi a sorte il nome delle tribù per co-
l'Istria, ogni citlà si prescelse la sua. E noscere quella che avrebbe il t.°luogo, in-
così fu ascritta Milano nella tribù Ufen- di tiravasi quello delle centurie di que-
lina, Aqtiileia nella felina, Concordia sta tribù, e quella che sortiva lai/ pro-
nella Claudia, Padova nella Faina, Vi- nunziava prima delle altre il suo parere;
cenza nella Nerenia, Verona nella Po- in seguito chiamavausi tutte le altre cen-
blìcia, e così il rimanente. La necessità turie della i .", della 2/ e di tutte le altre
e il privilegio di ascriversi nelle tribù ro- classi secondo il loro ordine. Fuvvi un
mane, passò di ragione anche all'Istria, e tempo, in cui i voti per l'elezione de'ma-
fu prescelta la Pupinia. Quali privilegi gistrati davansi ad alta voce; e tale mi-
godesse una citta ascritta in una delle tri- sura teneva ne'giusti limiti il popolo, a-
bù romane, il Resini al cap. 4 "e fa una vendo ciascuno vergogna di dare il suo
diligente descrizione, e riferisce che ognu- voto ad un individuo indegno, e capace
no il (piale in alcuna delle tribù romane di recar nocumento alla repubblica; ma
era ascritto, passando in Roma col suo nel 6 1 4 vi s'introdusse l'uso dello squit-
domicilio, in quella curia veniva aggre- titilo e de' voti segreti, che favorivano le
gato ov'era posta la sua tribù, ed acqui- cabale de'catti vi soggetti, ed aprivano lo-
stava il jus Ch'itati.?, con facoltà d' in- ro il cammino alle magistrature eminen-
•ervenirea'comizi ne'quali facevasi
(
la di- ti, essendo il popolo molto facile a com-
spensa delle cariche principali della re- piacere taluno, senz'essere esposto al ros-
pubblica, e l'elezione de'magistrati, con sore di favorire persone immeritevoli.
una riserva però, ch'era obbligato a ri- Quegli che avea l'incarico di proporre al
nunziare alle particolari leggi patrie, ed popolo il punto su che tratta vasi, salito
to aggrega to,ciò che non succedeva a que- dine con cui uscivano, ad un chiuso for-
gli che dimorava fuori di Roma, che so- mato di pali, che dicevasi Sejìtum o ()
lamente interveniva a'detti comizi e non vile, perchè, fatto a foggia di parco, ove
era tenuto a rinunziar alle leggi della pro- da'pastori si racchiudono le greggie. Vi
pria città. Così pure afferma il Panvinio, si entrava ad uno ad uno per assai stret-
Ha. Dopo l'abolizione de'comizì, il por- Rom. in SckL ad Epist. Fani. Veramen-
lieo de Senta servì per spettacoli fino al te nelle lapidi si trovano i nomi di altre
secolo V. Sorgevano presso la 7 illa pub- 18, ma il Fabretti, Inscript. Antiq. do-
blica, nell'area ove ora sono il Palazzo mest. p. 3g5, non le crede distinte dalle
Pampli ilj Dorìa sul Corso ( ''.), la Clde 3 5, ma solo dà avariedi queste più nomi
sa di s. Ignazio (f y .) col contiguo orato- sortitio in grazia degl'imperatori, o de'
rio del Caravita, ec. Quando si trattava vari paesi aggregali alle medesime. Del-
dell'elezione de' magistrati, bastava all'u- le tribù di alili popoli parlai a'Ioro luo-
scir del chiuso dar la sua nomina. Quan- ghi; qui solo dirò che ogni tribù'presso i
lib. 3,cap. 3; il cardinal Noris, Cenotaph. Giiilii e Rostri Nuovi, senza demolire
i
Pisan. Dissert. i , cap. i ; Govik, Inscript. la vecchia che prese il nome di Rostri
Benevent. p. 48; bosini, Antiq. Roman. che la forma delle tribune delle Chièse
lib. 6, cap. 1 5; Gravina, Originimi juris (V.) , derivanti da quello di Tribunale
p.i 1; Panvinio, De civit. Rom. Reipub. (J^.)j giacche aggiunge, ch'egli è hen ve-
Roman. Commentarior. p. 307. 1 nomi ro, che le maggiori chiese e più solenni
di tutte le ti dui si leggono presso Paolo nella parte di sopra, dove gli antichi (nel-
Manuzio, Antiq. Roman, ile Comitiis le basiliche) aveano il tribunale, che noi
T R I T RI io3
. i, ritenuto l'antico nome intero, chia- vivano per oratori*, Ora queste tribune,
miamo tribuna, e la formasi vede anco- che nelle basiliche de'gentili servivano per
ra mantenuta in molte chiese all'aulica tribunale, come attesta Vitruvio, lib 5,
girata in mezzo al cerchio. Il Nibby, Dis* cap. i, dove sedevano i giudici a senten-
scrt. della forma e delle partidegli an- ziare delle cause, collocata nel mezzo del
tichi templi cristiani, parlando dell' ul- semicircolo la sedia conile, insegna della
ima parte e più sacrosanta della chiesa, loro giurisdizione, se fossero magistrati,
1 Santuario e Sacrario (f.), che chiu- o sopra sedili adattati alla centina dello
sa da veli e cortine sorgeva mollo più al- edifizio, se giudici se»uplici ; sopra multi
ta del Coro, come in tutte le antiche chie- gradini si sollevavano dal pavimento, co-
se di Roma meno alterate si riconosce, me in Firenze nella gran sala del consi-
e specialmente in s. Clemente cogli Stal- glio il luogo pe'magistrati, e alcuni gra-
li (/'.)o sed\\\ intorno; quindi ascenden- dini più alto del piano dalla sala; con que-
dovisi pev gradi/ri, da'greci ebbeil nome sta istessa alzata di gradi, co' loro sedili
o cimiteri fin du'tempi delle persecuzio- le sedie e banchi di marmo, che in molte
ni si fabbricarono dagli antichi cristiani, delle romane chiese dentro le tribune mu-
acciòservissero di chiesa, si trovatole tri- rati si vedono, bastantemente si prò vereh
bune ad uso del clero e del sagro altare; he. Essere manifesto, per consenso di gra-
e sebbene il rimanente dell' edilìzio, ac- vi scrittori, che il nome di tribuna dato
comodandosi all'angustia de' luoghi in , a questa parte di sagre fabbriche, viene
lutto o in parte sotterranei, non manten- dal nome Tribunal cou eui nelle loro pro-
ga in tali chiese la proporzione e divisio- fane basiliche distinguevano i gentili tal
ne di navate, che poi fu osservata nelle semicircolo. Un'altra sorte di tribune non
basiliche,nondimeno rade volte avvieue, così comuni notò il p. Lupi, non già col-
che in quelle strettezze non si sia ritrova- l'occhio nelle f ibbiiche de' cristiani, ma
lo luogo per la tribuna. Riporta il p. Lu- sibbeue coll'inlelletto ue'libri degli anti-
pi la testimonianza del \$os\Q ) Roma sub- chi scrittori. Queste sono tribune a 3 nic-
terranea, di trovarsi le rovine di alcuni chie talmente situale, chese quella di mez-
piccoli templi fabbricati sui sepolcri dei zo vulta il convesso esteriore al ponente,
martiri, totalmente dalla figura delle ba- come solevano quasi tutteappresso gli an-
siliche dissomiglianti , e coll'irregolarità tichi cristiani, quella ch'è collocata a drit-
di figura più conforme a'templi de'gentili, ta, lo volterà allo scirocco, quella che oc
che a que'de'crisliani. Non per questo, e- cupa la manca la volterà al maestrale.
,
gli sostiene, che ommettessero similmen- Tal fatta di tribune chiamansi con termi-
te i cristiani di fabbricar la tribuna nei uè ecclesiastico ZWcor/,da'3 spartimeu-
luoghi alle loro radunanze destinati pel ti a modo di conchiglie, de'quali è com-
Servizio Divino (!''•), quali erano legran- posta; siccome dal numero di 8 nicchie u
di basiliche, perchè l' ommettessero nei lunate, ch'erano nella volta del battistero
piccoli e angusti templi sepolcrali, che ser- ottangolare di s.Tecla in Milano, tal fab
h»4 TRI T R 1
Uonu», male sue 3 tribune non compon- e rendere ragione; luogo dove si ammi-
gono una Tricora. Che tali tribune tri- nistra la giustizia , ed ove risiede ilma-
plicate abbinilo avuto origine da'genlili, gistrato quando si aduna. Dicesi giustizia,
l'induce a crederlo le rovine della villa A- virtù per la quale si rende a ciascuno ciò
driaua presso Tivoli.edi gentili usaronoin che gli è dovuto, il tribunale civile e cri-
le basiliche sono fabbriche ecclesiastiche severo Milizia, Delle belle arti del dise-
copiale dalle pagane. Leggo nella Notizia gno, dice che tribunali non potrebberoi
de vocaboli ecclesiastici del Magri , che avere miglior forma di quella delle basi-
Tricliorus voce greca significa tre ripo- liche. Il Perotto, Cornucoj). liuguae la-
stigli o ricettacoli o luoghi, voce composta tiuae, p. 889, n.°3o, così ne spiega l'eti-
da Ter e Lucus, e che erano altari com- inologia; Ite ni a Tribubus Tribunal lo»
partiti in 3 ripostigli da reliquie. Ivi pul- ctis excelsus, in quo, quis jus Tribubus
si dice, che la maggiore nicchia del Tri- redderet consedebat. Vitruvio, De Ar-
(
fioriti; cioè di mezzo, era della Co/iclia, chìt. lib. 5, p. nj, spiega nobilmente co-
1
malo il Presbiterio ne'piimi secoli Ausi- valium, pedina eptadr agilità sex,intror-
da o Apsida, non che Exedra a motivo sus curvatura pedum quindecìni, itti cos
dellaCattedrale che gli si die pure anco apud Magistratus starent, negotiantes
il nome di Conca, imperocché la volta di in Basilica ne itnpedirent. In Roma fàb-
questo semicirculo viene appunto ad es- brica vati il tribunale nelle basiliche, cioè
sere la 4- parte d'un globo, la qualedagli nel fondo dell'apside nel luogo detto tri-
architetti Conca si appella. I gentili che buna, e lo attesta pure il Sigonio, De A/i-
pure a veauo ne'loro superbi templi un so- tiq.jure Provine. \\b.\ i,p. 288; Statuen-
migliante silo ove stavano assisi i magi- do vero locus juil Basilica, et Tributi, il,
strati co'loro ministri, lo denominavano ministri sertbae, praecones, et lictores,
Tribù/tale, e perciò du'cristiaui saette tal ch'erano i ministri o serventi, che stavi
voce fu adottala ,
specialmente dagli o- no intorno al giudice o magistrato, «pian
ticululi, e tra quegli da'gicci, sebbene lo do erano nel loro tribunale. Seguendo poi
S,
T II I TRI I o5
la descrizione del medesimo, cos'i soggiun- tribunale, a cui si ascendeva per gradini,
ge: Tribunal suggestus edilior crai un- l'ara essendo nel mezzo. Nel Foro Roma-
ite conspici /Uagìstratus ab omnibus po- 110 era l'antico Secretarium del senato.
terai, in quo sella curulisjurisdictionis Che egual nome ebbe presso gli antichi
insigne, locata erat, ubi sede ns Praetor cristiani, Sinodi
per l'uso di celebrarvi i
lo il Pretore (A'.) a ciò destinato, seden- chierici la parte de' Cancellieri, che cu-
te sopra una Sedia (F.) cortile. Altra sor- stodivano l'ingresso ùe' Secretarti de'fjiiM*
la di tribunali eravi in mi* Roma, ma di dici gentili e ne alzavano le cortine; sa- i
nor considerazione, cioè quelli de' Tribu- cerdoti vi facevano le veci degli onorali
ni (P.) della plebe, de' Questori (F.), dei e degli avvocati, che godevano il privi-
Triumviri (/ .), nel quale articolo dissi legio di sedervi, e i vescovi rappresentan-
pure de'giudici Duumviri capitali, giu- do la persona de'giudici, o predicando o
dici luogotenenti criminali che condan- assistendo alle sagre funzioni. I Protono-
navano a morte i delinquenti, e dalla lo- tari apostolici (V.) per compilare gli atti
ch' essi giudici, ed avenno la custodia gl'in vini confessori della fede,con condan-
delle carceri. Altro tribunale era quel- ne a 'tormenti più atroci e alla morte la
i
lo degli Edili (de' quali e degli altri ma- più straziante: essi con grandissima cele-
gistrali che ricorderò, ragionai a Roma, rità e con note sci iveano quanto a'inar-
ed ove furono), ed altri, quali chiama- i liri ivi accadeva, extra eanccllos obdu-
vansi subscllia. Tutti questi tribunali cto velo. Il luogo ove nell'aulica Roma fa-
erano situali nelle Basiliche, nei Tem- cevausi i pubblici giudizi, era Foro Ro- il
pli, sotto de Portici (F.) pubblici, ed al- mano, o il Campo Marzio, o il Campi-
cuni in luoghi a cielo scoperto, come di- doglio. Nel Foro Romano i giudizi avea-
rò, ove ascollavano le istanze e decideva- 110 luogo nel Comizio, del quale ripar-
no le differenze di ciascun particolare. Di lai e meglio lo descrissi, in uno alla sua
cis, nude lìberrìmus esset coeli prospc- quartieri o cuiie. Si dissero Comizia,
cius. Dissi a Sagrestia, che il Segretario, Tri/mia le assemblee tenute dalle tribù
Secrelarium, presso i legisti significa il di Roma e d' Italia. Nel citato articolo
luogo nel quale i giudici gentili ricono- tornai a ragionare de' Septa, luogo ove
scevano le cause civili e criminali, e le de- votavano e davano il proprio suffragio
fìnivauo; e che fu pure il luogo contiguo le tribù. I giudizi pt vali i si facevano nel
alle basiliche ove il senato degli antichi Foro alla presenza d'un tribunale, o nel-
romani si radunava. Che fu cos'i chiama- le Basiliche, o finalmente sul luogo stes-
to a scernendo giudici da'rei e dal resto
i so, ov'era il popolo, de plano.
convocato
del popolo, o dal secreto con cui si trat- Talvolta romani innalzavano per tribu-
i
tavano i giudicati. Che tutto il silo era nale una specie di palco in mezzo alla
citilo di cancelli e coperto di doppi veli, piazza, e ue'campi lo formavano median-
ullre i vessilli che pendevano iutornu al te un semplice monlicello di terra. Il In*
io6 T II I TR I
bunale de' romani era un luogo elevalo a di Libo ne era una sponda di Pozzo (V.)
forma di semicircolo, sul quale era col- con coperchio nel foro romano, eretto dal
locala la sedia curule propria de' magi- pretore L. Scribonio Libone, per ordine
strati,donde veniva 1' espressione, prò- del senato, onde il luogo non fosse pio -
nunliare de sella, et tribunali, per dire fanato col camminarvi sopra per esservi
pronunciare una sentenza, come in Cice- caduto il fulmine, e secondo alcuni vici-
rone si legge, Verr.i, 38: Palam sella no al Tempio d' Antonino e Faustina,
et tribunali pronuntiavit. Quest' uso fu e presso le statue di Mania e Giano. INel
introdotto da Romolo, il quale, secondo suo recinto conteneva un altare, una cap-
Dionigi d'Alicarnasso,provocò tulli i mez- pella, e poco lungi era un tribunale do-
zi immaginabili per allontanare suoi sud i ve Libone avendo introdotto l'uso d'am-
diti dal male, e credette che un tale ap- ministrarvi la giustizia, quindi Puteal di-
parato gli avrebbe tenuti in freno: Mul- veune sinonimo di Tribunal, come si t<ae
ta ad eam rem paravit, et tribunal ubi da vari scrittori romani, e divenne anco
sedens judirabat in fori loco maxime il sito d'unione degli usurai, massime il
circondati d'un recinto per separare i giu- e pagamenti, per dare e ricevere il de-
i
dici dal popolose siccome quel recintoera naroad usura (si adunavano pure ne'Gia-
pure circondalo di cancelli, da ciò venne ni, archi e fornici a due e quattro facete,
il nome di Cancellieri (F.) dato agli uf- che particolarmente si costruivano ne'fo-
che sedeano in quel luogo cliiuso
fìziali, ri; e come luoghi di transito comune e al
da inferriate, per scrivere le sentenze dei coperto de'raggi solari e della pioggia, si
giudici e gli altri atti giudiziari. Il tribu- univano anche i negozianti per trattare
naleAurelium era situato nel foro ro- gli affari). Nel recinto del Puteal [ytve an-
mano, ed era stato innalzato da Aurelio che che fosse il convegno òe mercanti, i
Cotta per servire a'centumviri,i quali se- quali per commerciare si adunavano e-
dettero poscia nella basilica Giulia, sen- ziandio nelle basiliche. In seguito, ivi un
za dubbio eretta invece di quell'antico pretore o un centumviro giudicava le li-
stizia e i soldati arringava. Dovunque Iro- ché regolandosi queste a nonna di quel-
vavasi un generale era tosto costrutto un la, o almeno cou qualche similitudine, era
tribunale di questa specie, sul quale col- di dovere che vi fossero anche in esse i
locavasi la sedia curule. Dice Tacito, Ann. luoghi destinati per ascoltare le differen-
i , 1 8 : Simul congerunt cespites , ex- ze de'sudditi. In ogni città eranvi i suoi
truunt tribunalis quo magis conspicua duumviri o qua tuor viri, che facevano la
sedes foret. Il tribunale Editoris era il figura e rappresentavano gli stessi conso-
tribunale di colui che dava i Giuochij era li di Roma, gli edili, i curatori e altri ma-
situato nel pò di uni ,
pogginolo o sporto che certamente a veano loro tri-
gistrati, i
del muro che circondava l'arena. Fra'se- bunali ove più la vansi a rendere ragione
gni d'onore che si accordavano a quello a quelli che loro ricorrevano. Di silfalli
che sedeva in quel tribunale, come i lit- tribunali per rendere nelle provincie ra-
tori, la toga pretesta, godeva egli ezian- gione a'popoli, parlai in moltissimi arti-
dio del diritto di aver la sedia curule, po- coli, come in altri ragionai de' tribunali
sta in luogo elevato, e da dovepotesseegli di molte nazioni. Anfìltionia si chiamò il
essere veduto. Il tribunale detto Puteal tribunale supremo, conosciuto sotto il no-
TK I TRI 107
me dogli Anfittioni, composto de'depufa- «emblea di questo tribunale si teneva sem-
ti delle 12 principali città della Grecia, pre di notte, e la severità de'suoi giudizi
che radunavansi due volle l'anno in Del- li rendeva assai terribili. L'idea chea vea-
fo o alleTeriuopili, per deliberarvi e giu- si degli areopagiti acquistò loro una ve-
dicare in ultima istanza gli affari concer- nerazione universale, e le loro decisioni
nenti la coniun bene de'po
religione, il sìriguardavano come oracoli. Iu faccia
poli, e le questioni de' particolari. Dava- agli areopagiti erauvi due pietre sulle
si il nome d' A nfìt l'ioni a quelli che com- quali sedevano l'accusatore e l'accusato;
ponevano questa specie di dieta genera- una chiamavasi Anaideias o sedia del-
le stabilita da Anflttione
Deuca- figlio di l'ingiuria, e l'altra Vbreos o sedia del-
lione 3.° re d'Atene, e di Pirra, il quale l'innocenza. A lato de' giudici vedevansi
\iveai5 secoli innanzi Augusto. Ciascu- due colonne sulle quali erano scolpite le
na città mandava due deputati a questo leggi, dietro le quali essi proferivano i lo-
tribunale, mala minima infedeltà alla pa- ro giudizi. L'Areopago, antico quanto A-
tria bastava per esserne escluso; suoi de- i tene, fu l'istaurato dal legislatore Solone,
creti erano rispettati quanto gli ordini de- con dargli nuova forma e maggior digni-
gli Dei. Prima d'incominciare una deli- tà; ma già prese il nome d'Areopago sot-
berazione, il coniglio sacrificava un to- to il regno di Crauao, immediatamente
ro al dio di Delfo, e lo tagliava a pezzi, dopo la favolosa contesa di Marte e di Net-
immagine dell'unione che regnava tra gli tuno: Cranao vivea in Atene 9 secoli in-
itati della Grecia. Le leggi che stabili van- nanzi Solone. Tra tutti tribunali della i
sero talvolta ad essere fino a due o tre- l'accusatore e l'accusato giuravano sulla
cento. JNou furono ammessi fra loro per carne delle vittime immolate. Indi dispu-
qualche tempo, che quelli quali erano i tavano l'uno dopo l'altro, o da se stessi o
stati arconti. Da vasi in Atene questo no- per mezzo de'loro patrocinatori. I giudi-
me a'magistrali annuali che governava- ci dopo aver ascoltalo ambe le parti, da-
nome si contavano gli anni in Atene, co- si di pietruzze bianche e nere che mette-
me a Roma da quello de' consoli. L'as- va tisi io due urne, l'urna di rame chiama-
io8 T 11 1 TR I
tildi assoluzione, l'altra «lì legnò chiama* dorè, senza pompa, senza guardie, senza
la di morte. Oreste colpevole di parrici- seguito e corteggio, a meno che per le lo-
dio, [ter aver ucciso Giltenestra sua ma- ro ricchezze non fossero in gradodi man-
die, lu giudicato dall' Areopago: i sull'i a- tenersi nel lustro adequato alla loro ca-
giprò e cantra furono trovati eguali rica. Essi non facevano nuove leggi, non
quindi uno de'giudici volendo favorirlo, levavano lasse sul popolo, uè ritraevano
piopose di dare un suffragio favorevole in altro lucro dalla loro carica che i dona-
nome della dea d'zMene; il che passò poi tivi che ad essi venivano fatti. Circa i giu-
in leggea favore di tutti i colpevoli. Quan- dici ordinari tra gli ebrei, al tempo del
to agli Ebrei, Mosèavea ordiuatoche fos- Redentore eravi in ciascuna città un tri-
sero stabiliti in ciascuna città, per gli af- bunale composto di 3 giudici sui delitti
illi i urdinari,de'giudieiede'magislrati al- minori, come il furto ec. Eravi un altro
le norie della città dette del Signore, ed tribunale composto di ?.3 giudici che giu-
in ciascuna tribù per sentenziare sui liti- dicavano sugli all'ari importanti e crimi-
gi del popolo con buona giustizia. Ordi- nali, e le sentenze de'quali erano ordina
nò inoltre, che se in
qualche negozio si riamente capitali. Finalmente il gran Si-
vedesse della difficoltà, e che vari fossero nedrio (I ) o supremo tribunale degli e-
i sentimenti de'giudici e de'magislrati, co- brei, civile e criminale, risiedeva in Ge-
me contese di maggior entità, si dovesse rusalemme e giudicava sugli a Ilari più im-
andare al luogo scelto dal Signore per e- portanti della religione e dello stato, e di
suiiinai vi le controversie davanti a'sacer- quelli concernenti il re e il sommo sacer-
doti della stirpe di Levi, e avanti il giu- dote. Da questo principale tribunale di-
dice o capo del popolo in quel tempo e- pendevano i sinedri o tribunali minori.
letto dal Signore, per consultarli e perchè L'annalista Rinaldi riferisce che gli ebrei
fossero scorta nel giudicare secondo la ve- aveauo 3 tribunali civili e criminali. III.
lila; al giudizio poi del giudice che gover- composto di 3 giudici, che giudicavano le
na va do vea ognuno rimettersi sot-
Israele, cause minori; il 2.° di 23 giudici e chia-
to pena di morte. 1 giudici che governa- malo piccolo, ove si trattavano le cause
rono gl'israeliti per 33g anni da Giosuè capitali; il 3.° di 72 giudici e si diceva il
siuoa Sanile i.°loro re, erano nella supre- grande tribunale o sinedrio, nel quale si
ma carica a vita, e d'ordinario Dio li no- discute va no le cause gravissime, come isti-
minava e impartiva loro l'autorità. Ac- tuito da Dio: questo era solo in Gerusa-
cadeva qualche volta, che senza attende- lemme, mentre le altre due specie di tri-
re una particolare rivelazione del Signo- bunali erano sparsi in ciascuna tribù. Tra
re, il popolo sceglieva per giudice d'Israe- iromani giudizi ebbero varie nomencla-
i
le colui che gli sembrava più atto a go- ture, poiché per Giudizio si dice il luo-
vernarlo ed a liberarlo dall'oppressione go dove si giudica e l'atto del giudicare,
dc'suoi nemici. E giacché spesse volle le Judicatio, Judicium, Criiice. Il giudizio
oppressioni per le quali ricorrevasi all'e- centumvirale era la seutenza pronunzia-
lezioni de'giudici non erano universali, il ta da'cenlumviri, la (piale a vea una for-
loro potere non si estendeva su tutti gl'i- ma sua propria. Erano que'giudici scel-
sraeliti, ma soltanto sul paese che avessero ti da tutte le Tribù, 3 per ciascuna; giu-
liberalo. Sebbene il potere di questi giu- dicavano le cause più gravi, uè si poteva
dici non era eguale in tutto a quello dei appellai e dal loro giudizio,cssendo riguar-
re, essi decidevano in modo assoluto dei dalo come consiglio di tolto
il popolo. il
precetti, delle cose della guerra e della Erano distribuiti in 4 tribunali, 'quali
pace, proteggevano la religione, punivano presedeva il pretore della città. Il giu-
il delitto, e vi vcauu del resto senza spleu- dizio curiato era quello dato da' comi/i
TRI TRI 109
radunali in eurie(di cui a Tribù), del qua- no quelle, clie si stabilirono per la con-
le abbiamo un esempio nell'assoluzione cussioue, pel peculato ,
pel -hroglio e pt:l
ottenuta da Orazio uccisore di sua sorel- delitto di lesa maestà, in latino repetun-
la, e dannato a morte per una legge del daruni ì
peculattts, ambitus,et majesta-
re Nuota. Il giudizio privato o particolare tis. Il giudizio di concussione, de repe-
s'inteudeva dell' esame e della decisione tundis, è quello, mediante il quale i soci
delle controversie clie nascevano Ira 'par- provinciali ripeteano il denaro loroestor-
ticolari. Giudizio prolusoriooproemialesi lo contro le leggi da' magistrati che go»
diceva di quegli atti o parlamenti che pò- vernavano nelle provinole. Ecco perdio
tevano piecedereil giudizio attuale: tale Cicerone nelle sue Verrine chiama quc-
fu la divinazione di Cicerone contro Ver- sta legge sociale. In forza della legge Giu-
re. Il giudizio segreto o tacito si faceva lia poteasi la stessa azione intentare Coo-
per decreto del senato, contro quelli che tro coloro, cui quel denaro era passato,
ambivano le cariche o compravano i vo- obbligandoli a restituirlo: sebbene seni-
li. I pubblici giudizi erano quelli in cui bra che siasi stabilita conilo i concussio-
si trattava di delitti, e si chiamavano pub- nari pena dell'esilio. 11 giudizio di pe-
la
lvici giudizi, perchè ad ogni cittadino era culaio, de peculato, è quello in cui talu-
concessa in essi l'azione, l'onno dunque no viene accusato d'aver rubato il dena-
definirsi, giudizi die i giudici.destinatida io pubblico o sagro. Il giudizio pel deli L-
un commissario ebe li presiedeva, prò- lo di denaro ritenuto ha molta affinila
nunziavano per la vendetta de'delitli con- col peculato: l'oggetto suo era di far re-
formemenle alle leggi stabilite contro o- stituire il denaro pubblico rimasto pres-
gni specie di reato. Questi giudizi erano so d'alcuno. Colui che per non legittime
ordinari o straordinari : i primi esercita- vie procurava di guadagnar suffragi del i
vansi da'prelori, ed i secondi da'eommis- popolo, onde pervenire alle cariche, era
sari detti parricida e duumviri ; erano colpevole di broglio, ambitus, l'.cco per-
questi giudici sti aordinai iamente stabili- che il giudizio per questo delitto cessò in
ti dal popolo. Ne' primi tempi ogni giù- Roma, allorquando l'elezione de' magi-
dizio pubblico era straordinario, ma ver- strati fu rimessa al principe, senza piùdi-
soil6o5di Roma si stabilirono delle coni- pendere dal popolo. 11 delitto di lesa mae-
missioni stabili, epiaestiones perpetuae, sta comprendeva ogni delitto commesso
così dette perchè il giudizio contro a leu- contro al popolo romano, ed alla sua si
ni delitti fu assegnato a certi pretori o cui ezza, come il far uscire un'armata da
furono delle commissioni esercitate o dal nato; sollevar le legioni, ec. Ma sotto il
come il carcere, il bastone, il taglione; o aveano ricusalo d'inserì versi dopo d'esser-
finalmente lo stalo civile, come l'ignomi- ne slati chiamati. Coloro ch'erano con-
nia, l'esilio, la servitù : taluno fu anche dannati a morte, o venivano decapitati
punito di morie. Ne' pi imi tempi l'am- con un colpo di scure, dopo aver subita
menda non esigevasi che sui montoni e l'ignominia della frusta, e diceasi che una
sui bovi. Ma come questa pena era ine- tal pena era inflitta more in ajorumjteOQO-
guale, essendo i bovi ed i montoni ora di dola pratica degli antichi, o erano stran-
un prezzo troppo caro, ora di un assai vi- golati nella prigione, o precipitali da un
le, cos'i in seguito in virtù della legge A' luogo del carcere dello robur,u finalmen-
teria furono tassali i o denari per ciascun te gettali abbasso dalla rocca Tarpeia; ma
bove, dimodoché la più. glossa ammen- pare che questo genere di supplizio fosse
da in quel tempo era di 3oo assi. Il car- in seguilo abolito. L' ordinario supplizio
cere o era pubblico o privato. Il pubbli- degli schiavi era la croce o la forca, ch'e-
co carcere eia quello, ove ri schiude vanii rano costretti di portare essi stessi, doud'è
gli accusali quando aveano confessato i che il nome ih furcifer era comune rim-
loro delilli. Il particolare poi era l'abita* provero che faceasi agli schiavi; nondime-
7.ione de'magistrali, o di distinte persone no alcuni pretendono, che questa forca
privale, alla cui custodia affidavansi gli fosse un patibolo. Qualche volta impri-
accusati. La jlagellazìone, che face vati meansi sulla fronte degli schiavi certi ca-
con verghe, precedeva l'ultimo supplizio, ratteri con un ferro rovente. Mentre era-
cioè la morie. Le bastonale erano più in no condotti al supplizio portavano appe-
uso nell'armata. Il taglione, secondo le soal collo un campanello, aflinchè quelli
leggi delle XII tavole, consisteva nel ren- chegl'incontravanon caso, non restassero
dere ingiuria per ingiuria nel caso d'un contaminati pel sinistro incontro. Talvol-
membro rollo, a meno che l'accusalo non ta ancora per colino d'ignominia, i cada-
avesse ottenuto dalla parie offesa la re- veri de'rei, dopo d'essere stati strascina-
missione della pena. L'ignominia era una li con uncini per la città, venivano pre-
marca d'infamia, così chiamata, perchè cipitati in certi pozzi detti gemoniac o ,
non consisteva che nell' offesa del nome, nel Tevere. Eranvi in uso altri generi di
della reputazione: essa escludeva da tut- supplizi, i quali erano quasi tulli arbitra-
te le cariche, e quasi da tutti gli onori che lied eseguili secondo il capriccio o la cru-
si accordavano a'ciltadini. Non si pro- deltà de' principi o de' giudici, come de'
nunciava per altro il vocabolo esilio, molteplici coi quali furono tormentati i
la quale eia necessariamente seguita dal- che il simbolo ovvero la figura della Giu-
l'esilio; imperciocché era impossibile che stizia si finge in una donna bella, per de-
uno restasse in Roma senza far uso d'ac- notare candore dell'animo; cogli occhi
il
qua e di fuoco. Ma sotlo Augusto a que- bendali, acciò non la muovano le simpa-
sta pena fu sostituita la deportazione. La tie e le affezioni; e con una bilancia nel-
relegazione era una pena meno rigorosa, le mani, la quale stia in totale equilibrio,
giacché quelli che n' erano condannati, per dinotare la sua ind pendenza, e che
conservavano il diritto di cittadinanza, il traboccare che faccia più una bilancia
di cui privava l'interdizione; ed era ap- che l'altra, dipenda dal solo giusto ed ap-
punto la condannavate le
pena. alla quale provato peso maggiore delle ragioni e dei
persone tli condizione. Si vendevano per motivi, e non da altro pesode'doni e d< 1-
essere messi in servitù coloro che non a- le passioni, ovvero degli altri illeciti ri-
Teano dato nel censo il loto nome, o che spelli e iuteressi. Quindi soggiunge, che
TRI TRI 1 1
però degni di molto biasimo sono quel- tra mano impugna la Spada (7\), sim-
li, li quali per mezzo de' favori, o di al- bolo del j'us giacili e della giustizia stes-
ile cose illecite, esigono da' giudici Par- sa.Tale figura è l'emblema della Segna-
bili io; ma molto più degni sono di bia- tura di giustizia, e quale la descrissi in
simo e di castigo i medesimi giudici, li tale articolo; era il sigillo e l'insegna del
quali credono di poter ciò fare, e diedi Prefetto di Roma, ove riportai altre spie-
zioso e giudiziale, per acquistare il buo- romani Pontefici furono benemeriti del-
rio stile si ricerca primieramente in loro la giurisprudenza e che col formare il
,
molte virtù e doli dell'animo, cioè Pin- corpo delle leggi del gius canonico, mi-
legrilà, la fortezza, la dottrina, la pruden- gliorarono il gius civile, e sommi vantaggi
za, il buon giudizio raffinato dalla prati- recarono alla giurisprudenza sì civileche
ca e dall'esperienza. Essi devono essere criminale pe' tribunali, perfezionandola,
bene istruiti nella giurisprudenza, pei giù- Che altri copiarono in gran parte le istitu-
(/".) o diritto ecclesiastico, è il diritto sta- desime decretali, inclusi vomente al Sesto
bilito dall'autorità ecclesiastica per rego- libro delle decretali e successive. Chia-
lare le azioni ile' cristiani, pel bene loro masi Digesto o Pandette (/ .), lai. "par-
spirituale e felicità eterna; nel che diffe- te del diritto romano, ossia il corpo del
risce dal diritto civile stabilito dalla po- diritto civile. Dicesi Codice (f.) il libro
tenza secolare per dirigere le azioui de- che contiene le leggi dell'antico diritto ro-
gli nomini relativamente alla felicità tem- mano. La Legge (f.) è la regola stabi-
porale. Tuttavolta notai in quell'articolo, lita dall' autorità divina ed umana, che
che il diritto canonico o gius canonico e obbliga gli uomini ad alcune cose, e rie
il diritto civile o gius civile, vanno tra lo- vieta loro alcune altre, per la salute eterna
ro di concerto, e sono l'uno all'altro ap- dell'anime e per la pubblica utilità. Par-
poggio e ornamento; ma se per caso sono lai ivi della divisione della legge e sue par-
tra loro in opposizione, si deve seguire il ti, e come il vocabolo si prende anco per
primo. Col cristianesimo venne la necessi- lo studio della giurisprudenza; dell'origi-
tà d'accomodare la legislazione a'principii ne e dell' antichità delle leggi ,
presso le
della filosofia evangelica; e così più sem- diverse principali nazioni , e particolar-
plice e santo divenne l'antico diritto ro- mente di quelle de'rotnani, delle XII ta-
mano, perchè purgato dalle laidezze che vole, delle decretate successivamente dai
lo deformavano, meglio venendo definiti loro magistrati e imperatori, come della
i provveduto alla tran-
diritti personali, e col lezione eCodice Teodosianoe Giusti-
quillità delle famiglie e al decoro pure del nianeo, oltre le Istituzioni e Novelle di
nodo nuziale. Fu data semplicità alla san- Giustiniano I, il cui immortale codice lo
tità de'giudizi.e moderazione all'acerbi- divenne di tutte le nazioni civili. Quindi
tà delle pene. Sorto il foro de' tribunali dissi delle leggi formate da'franchi e dei
ecclesiastici, divenne modello delle proce- loro Capitolari (/ .). E dichiarai, che se
dure nel foro de' tribunali secolari. Per- le leggi non fossero, neppure esisterebbe-
ciò in detto articolo celebrai l'utilità che ro diritti, non doveri cittadini, non so-
reca il diritto canonico a' tribunali ed a cietà, ma tutto si troverebbe in confusio-
tulle le nazioni cristiane; dissi di sua ec- ne. Giudici (f.), che hanno l'autori-
I
quali sono le sue fonti, e notai la necessità ebbero varie denominazioni, secondo le
ne'giureconsulli di conoscere i due dirit- proprie attribuzioni. Si dice giudice an-
ti, imperocché la giurisprudenza cano- che colui che senza pubblica autorità è
nica trae la sua origine dalla creazione scello per arbitro per decidere fra due o
del mondo, ed è basata sulle divine leg- più contendenti. Giudice privato chia-
gi, mende il gius umano ha origine da- ma vasi tra'romani uno che veniva asse-
gliuomini e fa parte dell'altro. Sono le gnato a giudicare privatamente, in luo-
Decretali (V.),\ decreti, Rescritti (f.), i go di assegnare il pretore, che giudicava
le Costituzioni e le Lettere apostoliche e rendeva ragione nel suo tribunale nel
(y .) de'l J api che compongono il i.° vo- Pretorio (/'.).' pretorio si disse anche il
lume del diritto canonico. Indicato ivi luogo o palazzo dove risiedeva il preto-
perchè chiamatisi decretali, ricordai «pia- re provinciale e dove i magistrati faceva-
li sono le tenute apocrife, false pure es- no ragione; in ogni città romana eravene
sendo quelle d' Isidoro Mercatore (/'-), uno. Si disse giudice pedaneo una specie
ntitored'una raccolta diC/z/<o/;/(// tran- .) l di giudice particolare inferiore, che non
ne alcune epistole e decreti pontificii. In- avea né tribunale né pretorio. Erano com-
filile ragionai a DaCtlTAM , del decreto missari eletti dal pretore per giudicare
di Granano e della collezione delle me- delle liti di poco rilievo. Chiamavansi co
TR I TRI m3
sìperchè sedevano sopra una semplice bunali.Gliscnldasci furono giudici minori
panca o sedia alquanto bassa, che non li introdotti da'Iongobardi, ne'castelli e al-
faceva distinguere da coloro die stavano tri luoghi popolati ne'territorii delle cit-
in piedi; non aveano né carattere, né ti- tà, i quali furono detti dal conte ohe vi
tolo di magistrati. Marc' Aurelio stabi- presiedeva, comitati e contadi ; ivi le-
lì per l'Italia la carica del giuridico, ed nendo il conte al.'ri ministri denominati
era quegli che avea la facoltà limitata di attori, agenti, centenari, saltari e decani,
render giustizia; e durò sino sotto Gor- i quali lo sollevavano nelle cause di mi-
diano. Dicesi giusdicente, juridicus, co- nore importanza, mantenevano il buon
lui a cui si spetta amministrar la giusti- ordine ne' popoli, senza obbligarli nelle
zia; e giustiziere, justitiarius, sorta d'uf- piccole vertenze diportarsi alla città dui
ficiale, o giudice o mantenitore della giu- conte: i decani propriamente erano giu- i
stizia in alcun luogo determinalo; ma non dici minori de'villaggi. Vi furono anche
si deve confondere boia o
col giustiziere i castaidi ogastaldi, de'quali riparlai nel
carnefice, che eseguisce sopra condan- i voi. LV1I, p. 210 e altrove, ed a' quali
nati dalla giustizia la sentenza estrema era affidato il governo civile, politico e
che li condanna a morte, il che dicesi giu- militare di diverse città, e talvolta furo-
stiziare, exti emum supplicium. 1 roma- no sollevati all'onore di conte. Ammini-
ni governavano le Provincie dell'impero stravano la giustizia e attendevano all'e-
pe' Proconsoli, Pretori^ Questori, Lega- conomia del Fisco (V.), assistiti ne'trihu-
ti (V.) e alìri magistrali, colla giurisdizio- nali giudiziari dagli sculdasci, i qualiren-
ne eziandio d'amministrare la giustizia e devano i piccoli giudizi e soli decidevano
la cognizione delle cause. Aveano in aiu- le piccole vertenze ne'castelli e villaggi
to per la giudicatura degli affari de'giu- più popolati ove risiedevano. A Placito
dici, oltre i Cancellieri e Notori (ì .), e parlai del giudizio pubblico chiamato con
questi detti pure Scriniari(J'.), capo dei tal vocabolo e detto anche Mallo, poiché
quali era il Proloscriuiario (P.). In as- colla parola niallare intendevano gli an-
senza e impotenza dc'proconsoli, suppli- tichi citare in giudizio, e perciò il voca-
vano i procuratorio Rettori (F.). Degli bolo fu esteso a* placiti. Questi e i malli
avvocati provinciali parlai a Curia, e da furono tenuti mezzo
ne'secoli di in Italia,
essi si eleggevano i Prefetti (K) e sotto- in faccia al popolo. Tenevano i placiti
prefetti delle provincie. Dice Plinio giù- anche i Papi, gl'imperatori, i re, i duchi,
niore, che nell'antica [loma eranvi4 tri- i marchesi, i conti, ne' confini della loro
bunali, con più di 3o giudici per ciascu- giurisdizione. Vi assistevano i giudici Pa-
no, i quali successivamente poi riforma- latini (V.), gli scabini, gli avvocali, i di-
ti si ridussero a 12, come rileva il Derni- fensori e altri periti della legge ,
perchè
no. // Tribunale della s. Rota romana. più rettamente conforme alla giustizia
In seguito chiamarono Conti,
i giudici si ne uscisse può vedere M.
la sentenza. Si
Governatori, Duchi, Marchesi ( F.),e con Frecheri, Originimi Palatinarnni com-
altri vocaboli che descrissi a'Ioro luoghi, mentarli^, Heidelbergaer5gg. Ne'placi-
come gli scabini a Conte, introdotti in Ita- ti si preferiva il disbrigo delle cause dei
lia da Carlo Magno, e giudici ini. "istan- Poveri, Orfani e Vedove (F.), dovendo
za, come assessori de'conti ne' placiti so- il conte provvedere alla mancanza del lo-
lenni, ed eleggevansi dal popolo ex me- ro difensore.Giustiniano I nella legge/u°/«
lioribus civibus. Ne trattano il Muratori, novam,coù. de Judieiis, volle che in tut-
nelle Dissertazionij il Fatteschi,nelleM?- ti i giudizi presente vi stasseil libro de-
morie del ducato di Spoleto cioè , dei gli Evangelii, perchè a norma di essi si
giudici de' tempi di mezzo e de'loro tri* proferissero da'gtudici le sentenze: San-
vol. ixxx.
n4 TRI T R I
ei/nus, otiiiies jùdicest tfve majorcs, si- terius notariatns officiutn exercere. Ai
ve nn'/iorrs . . .. Non aliter litiuttl pri- falsi testimoni si tagliava il naso, tcstes
mordiuni arcipcre, nisi prius onte. Se- vero qui scienter falsimi testiinonitmi
dem judicialem Saerosanetae drpoa au- dixerint, nares nasi scindaiilur cisdem:
tor Scripturae, ut line permancant non anche ad essi si recideva la mano, secon-
solimi in principio lilis, sedetiain in o- do altre leggi, ovvero si multavano a pa-
ftinibus cognitionibus, usane ad ip.sitm gare una somma di denaro. Inoltre nel me-
fermineti. : ci definitiva e se utenti ne re- dio evo fu stabilita la Treguadì Dio (J .),
citationem. Carlo Magno proibì i giu- per frenare le guerre intestine, nel tem-
dizi dopo il pranzo, affine d'allontanare po della quale e sotto pene determinate,
l'ubbi iachezza dal foro, cb'è il luogo do- civilied ecclesiastiche, non solo non si po-
ve si giudica, e si prende per le leggi me- teva offendere alcuno e guerreggiare, ma
desime. Dissi inoltre a Placito e altrove, neppure eseguire le giudiziarie citazioni
che si denominavano messi regi giudici i de'ci editori, ed agli offensori; e dissi del-
straordinari , inviati nelle provincie dai le tregue che per 4o giorni doveano os-
Papi, dagl'imperatori, da'ie, e solevano servare i parenti dell'uccisore e dell'uc-
essere due, l'uno ecclesiastico e l'altro se. ciso. Ivi parlai anche della pena del Ta-
colare.e muniti delle Tra 'torte
l [F'.).()»«• glione. Dice un moderno scrittore: Crol-
sii messi decidevano pronlamenle i giu- lalo I' impero d'occidente, cambiate le
dizi, non conoscendosi allora le sottigliez- condizioni civilie polilichedelle cose, sta-
ze de'nostri giurisperiti, che ne prolunga- bilite le nuove monarchie e i nuovi costu-
no la decisione. Ivi ragionai di siffatti giù mi, conservò il clero la romana giurispru-
ilici, de' vari nomi co'quali furono chia- denza a'rnansueti principi! delle cristia-
mati, com'erano trattati, come alzavano ne leggi adagiata. Gli efferrati usi de'bar-
tribunale, e ila chi erano assistili e (piali bari di mano in mano si mansuefecero,
le loro facoltà, inelusivamente alla depo- i duelli giudiziari facendo dismettere, e le
sizione degli scabini o guidici malvagi. Nel così detteprove e giudizi di Dio. Le as-
medesimo medio evo si dissero Purga- surde prove per giuramento, per duello
zioni, Prova e Giudizi di Dio (F-), la e altre prove giudiziali, non presero luo-
purgazione canonica e la purgazione vol- go al diritto canonico, né a questo sene
gare, per le incolpazioni di qualunque ac- deve atti ibuire l'istituzione, sebbene rice-
cusa in prova dell'innocenza. Il cimento vessero il nome di purgazione canonica.
si faceva innanzi a' giudici, per cono-Me- Che è fuori d'ogni controversia l'afferma-
re la verità intorno a fitti nascosti, con re, che nel medioevo all'opera del clero
molte ceremonie solenni, civili e sagre, e al diritto de'cnnoni si deve l'indeboli-
quasi che Dio s'interessasse a favore di chi mento e poi il dimettersi le funeste e in-
avesse la ragione dalla sua parte, median- cessanti guerre privale colle tregue di
te il Giuramento t il Ditello (7 .), le pro- Dio, la tutela delle ragioni comunali con-
ve dell'acqua fredda o bollente, del fer- ilo gli abusi e leongarie signorili del feu-
ro infocato, del rogo e con altri esperi- dalismo , non meno il purgare degli as-
menti e indagini temerarie derivale da surdi riti chelo contaminavano il foro ci-
esopprcsse. La calunnia la deplorai in più quanto era restato nelle leggi de'doniina-
luoghi, come a Corte, ed a Memoriale tori goti, longobardi e franchi. Nella re-
dicendo dc'libclli anonimi. Alcune ami- staurazione della civiltà europea, rinve-
che leggi municipali prescrivono il taglia nuto il Digesto e rinvigorendosi gli stu-
della mano qui eartham fai-
a' labari, di legali, massima e salutare fu l'influen-
sani scicuter seripserif, lice valeat Iti' za che dal diritto de' canoni derivò nel
~
T I I TRI n
la legislazione e nell'ordine de' giudizi. lo, egli medesimo avviò le magistrato e i
Vi furono inoltre nel medio evo de' Tri" chiericati e diede i regolamenti di proce
buti (V.) per l'assoluzione delle pene e dura giudiziaria: proibì che contro un pi e
devoluti al Fisco ,
per omicidii anco di te non si potesse ricevere l'accusa, se non
ecclesiastici, ed altri misfatti; solo eccet- venisse corredata dalle deposizioni di due
tuandosi il qua-
delitto di lesa maestà, pel o Ire testimoni, Epist. a Timoteo, cap. 5,
le non si ammetteva multa o composi- v.19; giudicò egli le cause, e fra le mol-
zione. Essendo lievi le punizioni e infe- te anche quella dell' incestuoso, il quale
rociti costumi, non è a dire la frequen-
i dopo aver portato la pena del suo delit-
za de'delitti, quindi l'impinguamento del to fu assoluto dall'islesso apostolo, come
regio fisco. Il costume antico degli ebrei siha dall' Epist. a'Corinti, cap. i, v. 5; e
d'alzar tribunalealle porte delle città, nel finalmente dichiarò, che se preti potè i
secolo XI si praticava da alcun principe vano giudicar gli angeli, perchè non a-
ini lai ia, poiché rimarcai nel vol.LKX.VII, vrebbero potuto giudicar le cose secolo
p. i83, che la celebre marchesana di Su- resche? L'autore delle Costituzioni apo-
sa Adelaide, con Umberto II suo nipote sfoliche, sotto il nome di s. Clemente I,
timamente persuasi che per volere di Dio Cirillo Alessandrino per se stesso ammi-
le cause de' Chierici (f'.J doveano e deb- nistrava la giustizia tra' litiganti ,come
bono giudicarsi da'tribunali ecclesiastici, imperfetto magistrato aventegiurisdizio-
quando chierici vengono chiamati in giù
i ne, ne'tribunali. Dichiara Spanhemio a
dizio, per V Immunità ecclesiastica (f\) pertamente, Dalila' Evangelici , che la
che giustamente godei! Sacerdozio (/ .). Chiesa realmente ha suoi tribunali isti-
i
La vera origine de'lribunali ecclesiastici tuiti da Gesù Cristo con poteri giudizio
è divina, e s. Paolo fece un solenne pre- li; cose che ripete e insegna Hartman, /><
cetto a 'primi cristiani di rispettarli; impe- relais gestis Christ. sub Apostolis t con
rocché disse Gesù Cristo nell'Evangelo : troil sistema d'Obbes e di Spinosa. Siinil
di aver egli ogni podestà, che com'egli era mente confermano altrettanto primi ss. i
slato messo dal divin Padre , cos'i man- Padri e Dottori della Chiesa, e ne parla-
dava i suoi discepoli, de'quali soggiunse: no s. Gregorio Nisseno, nel sermone De
sederete voi sopra le dodici sedi giudican- Occurs. Do/ni/i.; s. Epifanio, in JTaeves
do; ed altrove: non vogliate toccare i miei 55 de Dfelcliised.j s. Gio. Crisostomo, ed
tmti.S. Paolo predicandoli volere di Gesìi anco Origene eh 'è un testimonio di l'atto,
Cristo, proclamò ned' Epist. agli ebrei, poiché mal volentieri solili la sentenza
cap. 7, che fu necessario sorgesse
v. i i, giudizialmente emanata dal vescovo De-
un il quale fosse secondo l'or-
chiericato, metrio contro di lui. Il nome stesso dei
dine di Melchisedeeh e non secondo l'or- Vescovi [V.) spiega va fin da que' primi ti -
dine d'Aronne; vale a dire secondo colui, vi tempi l'origine comedivina de'loro tri-
che fu illustre nel giudicale, e come re e bunali. Infatti sin dal I secolo i vescovi e-
come sacerdote, ovvero secondo colui che rano chiamati magislratus^judex^comv.
fu sacerdote, ma ebbe come tale anche sostiene S.Gregorio Nazianzeno,scrivendo
il potere di giudicare le cose pure tempo- neWOiat. i
7, n.°i 5, 1. 1 : T'osquoaia- im-
rali. Il principe degli apostoli s. Pietro perio meo ac trono lex C/tristi subjicil.
ripetè le cose medesime o presso a poco Imperium enim nos quoque gcri/nus ad- }
perfetto.NeW Epist. 69 s. Cipriano dice: Theodos. deEpisc. et Cler., coma ndò qua-
Episcopimi Judicem a Deo datimi , et si le stesse prescrizioni, protestando pure
Ecclesiae Gubernatorem .Cos'i foro ec- il contro coloro che tentavano di spogliare
clesiastico Decotta in principio del cristia- i vescovi de'loro diritti, e di assoggettare
nesimo, e con esso principiò a perfezionar- i preti all'arbitrio delle podestà tempora-
si la giurisprudenza civile nel Foro (/ .)
li ne'tribunali secolari, e apertamente de-
contenzioso, ossia il foro ove si agitano le cretando:'» No, non è lecito che ministri i
della Penitenza (F.)o foro interno. 1 ve- l'asserzione di coloro che pretendono che
scovi ed santi dal IV al VII secolo con-
i dalle leggi imperiali avessero origine i tri-
servarono le memorie de' loro predeces- bunali vescovili , e sono pieni gli annali
sori, e malgrado tante funeste vicissitudi- ecclesiastici delle disposizioni imperiali
ni , spiegarono in pratica i fatti. Anche per la difesa dell'immunità ecclesiastica.
colle leggi imperiali si prova la divina o- Gl'imperatori non fecero die riconoscere
1 igine de'trihunali ecclesiastici. Costanti- il libero esercizio delle giurisdizioni chie-
no I il Grande la riconohhe colla cele- ricali, e solo ne ampliarono i limiti; essi
bre costituzione, riportala neh' Extrav. non concessero a'ehierici il diritto d'alzar
de Episcopali judieio, Cod. Theod.,vao\- tribunale, ma soltanto ne riconobbero la
t'issimi giureconsulti avendo confutatochi divina origine; ricognizione che pur fece-
la pretese apocrifa. Costantino I non fece ro i successori Arcadio e Onorio co Ila leg.
le liti innanzi i tribunali ecclesiastici si trui nel IVe V secolo della Chiesa; essi
terminavano senza tante spese e senza tan- non comandarono altro, se non che i tri-
ti raggiri. Così questa sua legge prova al- bunali ecclesiastici fossero liberi nell'eser-
tresì la divina origine del foro clericale. cizio de'loro difilli e della loro giurisdi-
Poco dopo Valentiniauo I punì con peua zione.Già diversi condili solennemente
pecuniaria d'applicarsi a'poveri certoCro- aveano riconosciuto e difeso tribunali ec- i
mantenne le ragioni della Chiesa, volen- 11 concilio di Cartagine del 3cj7 dichiarò.
do che tulle le cose ecclesiastiche fossa » L'accusa iuteulata contro un vescovo.,
T R I TRI
,
7 1
deve essere portata al primate della pro- che spontaneo consenso delle parti; uè
di
,
vincia, a cui si presenterà dentro un me- volle che pe'chierici vi fosse eccezione al-
se;, e per causa legittima gli si accorderà cuna di foro, e di non giudicare se non le
la dilazione d'un altro mese: se manche- cose appartenenti alla religione. Ma quan-
rà sarà fuori della comunione finché si to ciò fu tenuto iniquo ed empio, Io di ino-
giustifichi. Se l'accusatore mancherà di stra la legge contraria
emanata dal suc-
presentarsi alquanti giorni dall'accusa, sa- cessore Maiorano.Nè lasciò Dio senza pu-
rà scomunicato, e il vescovo accusato sarà nizione Valentiniano 111 di eccesso si gran-
rimesso : l'accusatore però non sarà am- de, imperocché Attila distrusse Aquileia
messo, se non sia irreprensibile. La stes- detta la 2." Roma, e altre ragguardevoli
sa forma e gli stessi indugi si devono os- città; ed avrebbe fatto altrettanto di Ro-
servare pel giudizio d'un prete e d'un dia- ma, se s. Leone I non si fosse interposto col
cono accusato; ma spetta al vescovo di barbaro re degli unni. Il concilio d'Agile
giudicarli co' vescovi suoi vicini. Egli ne del 5o6 comandò. » Un chierico non dee
deve chiamar 5 per un prete, e 2 per un citar nessuno davanti al giudice secolare,
diacono. L'altre persone le giudica egli so- senza permissione del vescovo, principal-
lo. Non s'imputerà nulla al giudice eccle- mente in materia criminale; ma deve ri-
siastico, la cui sentenza sarà slata annul- spondere s'egli è citato". Il concilio d'E.-
lata sopra l'appellazione del suo superio- paona del 5 7 dichiarò. » I chierici pon-
1
re ecclesiasticOjSe non è egli convinto d'es- ilo litigare davanti a'giudici secolari per
sersi lasciato corrompere dall'animosità difendersi, non per dimandare, se non fos-
o dal favore". L'altro concilio di Cartagi- se per ordine del vescovo". Il concilio di
ne del 4°7 decretò.» Chiunque ecclesia- Valenza del 524 decretò.» Il chierico con-
stico dimanderà all'imperatore de'giudi- vinto di falso testimonio, sarà tenuto reo
ci laici, sarà privalo della sua dignità; ma di delitto capitale, sarà deposto e rinchiu-
il concilio permette di far istanza all'im- so in un monastero". Nel 585 il concilio
peratore por essere giudicatoda'vescovi". di Macon dichiarò.» Proibizione a'ehie-
il 4. concilio generale allunato in Calce- rici d assistere a' giudizi di morte e alle
donia nel 4-5' stabili.» Se un chierico ha esecuzioni".La stessa proibizione nel 1 075
un aifare contro un altro chierico, non la fece il concilio di Londra. Il concilio di
dee lasciar il suo vescovo per rivolgersi Parigi del 6 4o6
1
1 5, composto di tutte le
a'tribunalisecolarijma tratterà la sua cau- provincie delleC»allie,nuovamente riunite
sa davanti il suo vescovo, odi suo ordi- sotto il re Clotario II, e cornei! più nu-
ne davanti a quello, onde le parti saran- meroso delle Galliesiuoa quel tempo, co-
no convenute. Se il chierico avrà qualche sì lu chiamato generale da quello di Rapina
briga controil suo vescovo o un altro, del 6»5, decretòchei giudici secolari nou
sarà giudicalo dal concilio provinciale". dovessero punto conoscere le cause delle
Nel concilio d'Angers del 4^3 si ordinò. persone di chiesa, come aveauo anterior-
»I chierici nou litigheranno da vanti a'giu- mente dichiarato i ricordati concili) gal-
dici secolari senza il consenso del loro ve- licani e altri, perchè in Francia già dal
scovo". Osserva il Baronio.che i padri del potere temporale erasi riconosciuta la giu-
concilio d' Ungerà col riferito decreto si risdizione ecclesiastica, ed ivi ben si co-
opposero a quello contrario fatto da Va- noscevano le costituzioni di Costantino (
lentiuiano III. Questi avea promulgato ed il codice Teodosiano, e si osservavano
nell'anno antecedente una costituzione in- anche a'tempi di Clodoveo I ilei 481. Si
degna d'un principe cristiano, togliendo vuole pertanto che la disposizione del con
con essa il tribunale giudiziale de' vesco- cilio di Parigi fu presa perchè alcuni giu-
vi, vietando loro di tenervi ragione, fuor- dici secolari pretendevano invadere 1 di-
i ! 8 TRI T lì I
ulti de' tribunali vescovili , e cos'i miche ciule". Ne! i 4^4- ne ' concilio di Basilea,
in Francia si mantenne saldo il principio sessione 'io, cioè prima che divenisse Con-
dell'origine divina del foro clericale e dei ciliabolo, fu ordinato. » Le appellazioni,
precetti evangelici. Il concilio generaledi chenon tendonocliea tirar in lungo le liti
Luterano IV deliai5 dichiarò. «Quanto siano troncale; e non sarà permesso d'ap-
alla maniera di procedere per punire cer- pellnre ad altro giudice, avanti ehe il pri-
li delitti non solamente contro persoue mo abbia deciso e concluso, Quegli che
private, ma eziandio contro superiori, il appellerà a; quel modo, sarà condanna-
superiore deve informare per uffizio so- to ad un'ammenda dii5 fiorini d'oro",
pia la pubblica diffamazione; ma quegli Neh 438 divenuta delta assemblea con-
conlro il quale egli informa dev'essere pie- ciliabolo, decretò nella sessione 3i.» Le
sente, purché non siasi esentato per con- cause saranno tutte terminate sopra Ino-
uimacia. 11 giudice deve esporgli gli arti- go; toltone le cause maggiori, o quelledel-
coli,sude'quali egli deve informare, onde l'elezioni delle cattedrali e de' monaste-
quegli possa difendersi. Deve manifestar- ri,che per la soggezione loro immediata
gli non pure le deposizioni, ma nomi dei i sono devolute alla s. Sede. Proibizione
testimoni, e ricevere l'eccezioni e le sue d'appellare al Papa, omisso medio, om-
legittime difese. Vi sono 3 maniere di prò- mettendo Y Ordinario, né d'appellare da
cedere in via criminale. L'accusa, che de- qualunque interlocutoria prima della sen
\e essere preceduta da un'iscrizione le- lenza definitiva: e in caso d'appello alla
-itlima; la denunzia, che dev'essere [ire- s. Sede, il Papa commetterà de' giudici
ceduta da un'ammonizione caritatevole; sopra i luoghi, o Commissari delega ti"»
l'inquisizione o inchiesta preceduta da Già Bonifacio Vili avea stabilito le leggi
una pubblica dilfamazione; è però vero, da osservarsi dalla delegazione degnali -
to tanto esaltamente riguardo a' regola- te dal concilio di Trento, questo ordinò
ri". Dal concilio di Tours nel I23(j ven- a'vescovi di scegliere ne' Sinodici .) pro-
ne statuito.'» Gli Arcipreti egli Arridili- vinciali le persone che conoscevano ido-
coni (/ .), ovvero altri giudici ecclesiasti- nee alle delegazioni delle cause ecclesia-
ci, non avranno fuori della città né ofli- stiche, le quali perciò si chiamarono giù*
ciati 9
né luogotenenti, ma eserciteranno dici sinodali, ed ingiunse ad essi di fin
ranno per gradi davanti agli Ordinari cause per le quali erati interposto l'ap
(/'.): daU' Arcidiacono al / escono t dal pcllo alla medesima. De'gi odici delle can-
\esco\oa\V Arcivescovo, dall'arcivescovo se ecclesiastiche, fuori della curia roma-
ai Primate, non vi è, si appel-
se vi è; se uà, utilissime provvidenze prete poi be
lerà al Concilio o Sinodo provinciale. In nedello XIV , e le rammentai ne' voi.
caso di appello ad un giudice, che non ha XX XI, p. i
44> e nel voi. LX VI, p. 27G,
superiore, e in aspettazione della tenuta (pianto a 'giudici sinodali. 11 concilio gc-
del sinodo provinciale , l'appellante sco- nera le ili Luterano V nel i5i4 ditpo*
tunicato potrà ricevere l'assoluzione a se. » Per restringere le appellazioni, è
cautela dal vescovo anziano della provili- proibito di appellare prima della tet)
eia. Se si appella da quello, che ha giù- lenza. La causa di appello deve essere
riedizione sopra gli Esenti, ed il cui ap- proposta davanti allo stesso giudice, iti
pello, secondo il costume, fosse portalo esser lalc, che essendo provata, sia Irò
alla s. Sede, si porterà al sinodo provili- vaia legittima. Se il giudice supeiioic
tT 011
nelle spese.
l'interlocutoria, ch'e-
Il giu-
le
di
dice
gli avrà pronunziata, nulla ostante l'ap- vi di giudicare pure le cause de'laici. con
pello , che ne fosse slato interposto. La libero esercizio di esecuzione delle sen-
causa di rifiuto non deve essere proposta tenze , fu la perfezione della procedura
davanti lo stesso giudice, ch'è sospetto al- clericale, la saviezza della giudiziale pro-
zione d'ottenere lettere dal Papa per ap- dottore delle genti s. Paolo,ed i successori
pellare una parte in giudizio due giorna- emanarono liberamente giudizi ed eb- i
te distante dalla sua diocesi. Proibizione bero piena esecuzione. Per sentenza d'un
a' chierici di pronunziare un giudizio di tribunale ecclesiastico fu degradalo il sa-
sangue, né ovvero
di farne la esecuzione, cerdote Marcione nel secolo ll,e Paolo Sa-
di assistervi, né di scrivere lettere per nes- mosateno vescovo d'Antiochia versoi!?. 70
suna esecuzione sanguinosa. Proibizione fu spogliato del vescovato ex Alttìstiitun
agli ecclesiastici ili estendere la loro giu- decreto a Pontifici (s. Felice 1) adproba-
risdizione con pregiudizio della giustizia toj e così il ricordato e celebre Origene
secolare: ma è altresì proibito a'principi di morto verso il 253. Anzi allorché si fece
fare nessuna costituzione intorno a 'dirit- ricorsoalle autorità civili non già per man-
ti spirituali della Chiesa. Nessun vescovo canza d'aulorità,ma per vincere una mag-
o abbate non potrà essere privalo della » gior resistenza, questo servì soltanto ali.
sua dignità, di qualunque delitto sia egli conferma di quanto erasi decretato. In-
accusalo, anche notorio, purché le parti fatti l'audace vescovo antiocheno nomi*
non siano stale prima ascoltate; e nessu- nato, opponendosi alla sentenza della pro-
no potrà essere trasferito contro sua vo- pria deposizione, implorata l'autorità del-
glia da un beneficio all'altro, se non per l'i mpei a loreAureliauo,quesli benché geu-
giuste e necessarie ragioni". Avendo os- lile,dalla forza armata fece eseguire quan-
servato i cristiani, che l'autico potere giu- to di già era stalo deciso. I vescovi sino da'
diziario episcopale, e la procedura de tri- primitivi tempi della Chiesa, sebbene pri-
bunali ecclesiastici era più semplice, più vi di soldati per l'esecuzione de'loro giu-
spellila, più sapiente di quella de' tribu- dizi, facevano avere pieno effètto alle lo-
nali dell'impero, fece sì che gli accorti so- ro sentenze o col mezzo de'fedeli addetti
vrani e popoli, e tra' primi l'imperatore al servigio de'propri tribunali, e con quel
che la procedura fu intinitameule più dierni Cursori de' nostri giudici, che se
staggia e più perfetta nelle corti ecclesia- trovano opposizione ricorrono alla forza
stiche, che nelle corti laicali. Questo fu il militare. Gli slessi scrittori impugnatoli
principale motivo pel (piale i popoli am- non san
degli antichi tribunali vescovili,
bivano di andare innanzi giudici sacci- i no negare che la procedura forense fu
doli; e late un piacere aveano le genti di sempre più saggia e più perfetta in essi,
assoggettarsi ali uditorio cicricale,che lu- che 111 quelli delle coiti Luche, ammetten-
louo coitrclli i cousigli municipali di fai e do che aveano la via coattiva, per esegui-
1 2o T R I TR I
re le sentenze ilei tribunale ecclesiastico, dote: questa commissione però era revo-
accordata fin dagli antichi imperatori cri- cabile ad nutuin. Furono questi chiama-
stiani. Dell'accordare il libero esercizio al- li vicari o officiali, Vicarii generales Of-
%
altresì dalla legge civile, ove dalla forza ranei, sparsi ne'di versi distretti e luoghi
esecutrice si rinchiudevano delinquenti, i della diocesi ,
qfjieiales foranei ,
perchè
il che è un'altra prova della piena giu- esercitavano la loro giurisdizione jbris et
risdizione contenziosa de'lribunali eeole- extra civitalis. Gli officiali foranei erano
nasliei. Eusebio nella vita di Costantino semplici delegati, giudicavano soltanto le
1 parla espi essamente dell'autorità di e- piccole caute, e polevansi le parti appella-
seicilaiela forza esecutrice; Teodorelo ri- re da'loro giudizi innanzi all'officiale prin-
pete la stessa cosa,eSozomeno seri ve che cipale. Eran vi altresì degli officiali de' Me-
7
quell'imperatore permise a'Iitiganti che trottoli tani (V.) e de' Primati (Z '.), i (pia-
si assoggettassero al giudizio de' vescovi, se li tentarono non di rado di soggettare i ve-
volcuno declinare da'inagistrnti civili, e la scovi suffragane! della metropoli alla loro
loro sentenza si tenesse per ferma, anzi si giurisdizione in materia ili correzione e di
stimasse a preferenza delle sentenze degli disciplina ecclesiastica, e ciò contro le di-
altri giudici, come se fosse stata emanata sposi/.ioni del concilio di mas- Trento e le
rali successero agli Arcidiaconi, de'qua- che recò immensi beni alla giurispruden-
li riparlai a Priork de'Diaconi, ed a Co- za, cancellando da'eodici legali tante di-
repiscopi, a' Decani (V.) e agli officiali fcltosissime leggi. A' Papi devesi la for-
successero i Vicari foranei (L '.), i quali inazione del corpo di leggi detto gius ca-
pute hanno quasi tribunale. Tribunali ec- unnico, che migliorò il civile; furono es-
clesiaslici gli ebbero anco Nunzi aposto- \ si che perfezionarono la giurisprudenza,
liei ( / .).ne'luoghi di loro residenza, ove l 'Muovendo che avea la codifica-
i difetti
to riguarda la Curia Fcclesiastica e Pat- Papi alto alzarono la voce contro impe-
t naie sua giurisdizione, in quell'articolo latori e re; né risparmiarono di deda-
lo trattai, cioè la giurisdizione spirituale mare anco co're barbari invasori d'Italia,
che esercitano i vescovi sui loro diocesa- acciò fosse purgato e riformato il codice
ni a mezzo de' propri Cancellieri (V .). romano; Giovanni XXII ammolli il re
e
Sopra i tribunali ecclesiastici e sopra il lo- di Francia Filippo V il Lungo, a non per-
ro libero esercizio, contro quelli che l'ini- mettere che tribunali fossero aperti nei
i
toscriltore ne confutò gli errori. Egli inol- indicia su/Jiccnlia ;Pio IV volle che nei
tre ci dui negli slessi Annalit L l5t fi* 33: medesimi casi si logliessero all'alio opri-
1 1 TRI T R I
di -i -si; Qualmente si tolsero in tutto d'in- ne, Venezia 1825. Charlario, Praxis in*
fliggerle col secolo passato. Frenarono l'u- ter rogando rum reorum.Nac\.e\dey Ma- ,
sura con provvide leggi, e col favorire l'e- nuale di diritto romano, Firenze i65i.
rezione de' Monti di pietà (F.) e frumen- Morello, Teorico praxis civilis,crimiu. et
ti! i. I Papi favorirono Io studio della giu- canon., Romae 706. Oberlender./».y ho-
1
Fratioofbrti 1628. J. Curlii, Farior. Ju- lepene sia giovevole al fisco più che l'a-
ris Civ. quaeslionum, Antuerpiaei ><jo. sprezza, paradosso politico-legale, Na-
.1. Penali, De regulis Juris commcnl,, poli 787. Tortosa, Medicina forense, Vi-
1
commercio, Roma 1 84-ti Giuseppe Bou- gio a tutti i cattolici dell'uni verso, ci 1 far
cogli, Istituzioni di diritto commercia pervenire alla Sede apostolica lesoppli-
le ad uso degli studenti di legge e dei cbe,i dubbi,! reclami, Quindi e dopo la giu-
negozianti , Bologna i85i. Filippo M.'' ridica conoscenza delle domande e delie
Beuazzi, Ele/ueulajnriserimiiialis, Bo- cause, dopo la loro matura e accurata di-
maei 802. Giuseppe Bruitati, Critica del- samina e discussione, rende le risposte, le
l'auliche, legislazioni gentilesche, Tori- decisioni, decidi a lutto il callulicismo.
i
no 1824. Ph. Baffi, Dissertata) de pò e - Con questi tribunali Papa spiega non il
nis, Bornae i832. Virilio delle genti, meno alle vicine die alie lontane provin-
trattalo, Milano 8 4- J. Rocco, Jus ca-
1 1 cia la sua mente; non che rende ragione
uonicum ad civilem jurisprudenliam e giustizia a* particolari sudditi che vi ri-
perficiendam qui attulerit , Pauormi corrono, col fare eseguire le leggi eccle-
i83g. F. Lucio Ferrarti*, Prompta Pi- siastiche, civili e criminali. Lasciò scritto
bliotheca canonica, juridica, moralis, Raterio vescovo di V erotta, che in Boma
theologica, ncc non ascetica, polemica, sihanno deerelalia Ponlificum, exami-
r ubricis tica,liistorica,T\.oiuae 1 784G io natio Caiionutu, adprobatio recipien-
vanni Patriarca, Compendio delle, pia dorum, reprobalio sperneudorum. E il
note leggi del diritto ch'ile romano, con dottissimo Zaccaria qualificò l'alma Bo-
l'aggiunta di varie teoriche de'pili ce- tila , domicilio sagro della verità egual-
lebri giureconsulti forensi, Boma 1 843. mente che del la giustizia, li omolo fonda Io-
F. Saverio Muzzi, Discorso sulla ori- re di Bontà vi stabilì la Curia{V.) quan-
gine e fine delle leggi) Napoli 1824. Fr. do divise la città in 3 parti che chiamò
AgoslinoMatleucci, OJ'icialis curiae ce- Tribù (/ .), le quali si adunavano nel
< lesiasticae ad praxim prò foro eccle- luogo chiamalo Comizio (e di questo
siastico, lum sacculari, limi regulari u- perciò resi ragione al citalo articolo) nel
filiter aplatus, Pvoujae 1709. Lodovico Foro di Roma, e vi si traila vano le cau-
i*4 TRI TR I
se, così nella propinqua curia dal sena- ctum. De isla vero Curia romanaPapae,
to. In Roma vi furono diverse Curie, in pr arsenti agi tur, quae , sive in iosa
delle quali ragionai nel ricordato artico- materiali Romana civitate, sive in alia
a
lo e ne' luoghiove sursero. La i. curia qualibet mundi parte sit, dwn ibi Papa
per comune opinione fu la Calabro, fab- residet , suamque habet sedem semper
bricata da Romolo, luo<*o dove non si Romana dicitur. Talis etcnim dicitur
trattavano die materie religiose ; cos\ non ab hujus civilatis praecisa locali-
chiamata perchè il Pontefice gentile vi late,sed ab origine, quod scilicet in ca b.
nati a giudizi, i quali poi si resero nella tur, atque (ut idem s. Leo I Papa admo-
nicchia granile in forma d'emiciclo inca- net) ea civitas,quae omnium erroruni,ac
po alle stesse basiliche, denominata Tri- gentilium super stitionum mater, ac me-
Luna (/'.), dal qua vocabolo derivò quel- I tropolis erat, pietatis, veraeque Re/i-
lo diTribunale (f*.), per indicare il luo- gionis, mater ac metropolis efficeretur.
go ove risiedono giudici a giudicar le i dunque non ipsius civitatis materialis,
cause e a rendere ragione, con ammini- sed universac Ecclesiae Catholicae ac ,
strarvi la giustizia secondo la Legge [f^.). Papa curia sit,idcirco non materiali !cr,
lii uditamente scrisse sul vocabolo Cu- sed formali ter Curia Romana dicitur
riti il dotto cardinal de Luca, sia da che omnis locus in quo Papa resideat , at-
der valo,sia nei deaeri vere
i la duplice curia que de ea leges, quae de Curia Roma'
degli antichi romani, l'uua pe'sacerdoti, na aguni iute lligendae veniunt. Quem-
l'altra pel senato e altri magistrati. Una admodum etcnim, in singulti Episco-
scilicei quo sacerdote* , res divi-
, in patibus habemus , ut denominationc ni
na* j altera vero, in quo senatus, ac po- acceprrint ab ea civitate, in qua ereclio
pulos , aliique magistralus , public as cathedralis facta est ac sedes Episcopa-
res hwnanas tractabatit. Jsto Curiae Us ini lio consti tuta, adeo ut Episcopo in
vocabulo, derivationem habente a curis quantum vis remoto loco
alio dioecesis
publicis, (juae. in locis praefatis, apud residenliamet Curiam scuTribunal ha*
Deos, et apud prò c.oele-
ho/nines, seu beute lutei licitumesse reception est rum
.stibus ac terrestribus negotiis, prò sa- dei Lira lionibus,quae in propi -Us sedi!) us
lute et conservalionc Reipublicac gere- recensentur). Non per hoc tamen Eccle-
hanlur. Jdeoquc Curia ista , tenipluiii siae titulus vel drnomiuatio immutatili'
sanclitatis, ainplitudinis mentis, consi- ita si Pontifex, qui universum orbem ha-
lii public/', ara socionun,
caput (ìrbis, bet prò dioecesi, vel territorio, in qua-
et portai omnium gcnliuia, a Cicerone cuinquc orbis parte resideat. e jusCuriae
appellatili-. Quindi cardinal de Luca il priinacvum vocabulum non immulatur
dimostra, quanto la moderna curia roma- indeque vulgarc prodii ;quod Ubi Papa,
't
na ecclesiastica è maggiore dell' antica ibi Roma. Cum auteni Papa, cujus lm-
profana, in potenza e in estimazione, qua- perii Aula, seu Curia isla dicitur, qua-
le curia delia cristiana repubblica, di cui druplicem pluries enunciatala geralseu
è cupo il Papa Vicario supremo di Cri- representet perso nam. Unum scilicei.
sto, che ha tutto il monile- per territorio, ja ni enunciatala Christi Vicarii gene-
lotiiiiiipie liiiiiiiiinuii genus in spiritila- ralis, et Episcopi Ecclesiae universalis.
libu... oc in tcmporaliùuò habilu subje* Alterimi Patriardine occidentis. Ter-
TRI TRI is5
liam Epìscopi particularis Romana ci- ri e altri Scrittori. Aulicorum, qui
1 o.°
viiatis, quaeparticularem dioecesim re- Papae et Cardino libus, ac Praelalis in
strie la in habet, attento moderno stala, aula assistunt ac insavicnt,et qui vul-
actualiter intra ambitimi quadraginla go, ad differentiani a liorimi, Corteggia-
iiiitliariitm, qui sub dis Ir ictus vocabulo ni dicun tur. cioè gli appartenenti alla Fa-
explicari solet, habitualiter autcm,imo miglia pontificia, ed alla Famiglia de'
ad cerlos effeclus, ctiam actualiter, in- Cardinali e de' Prelati. Indi il cardinal
firmi ambitimi cenlum milliarium, ut a- de Luca parla della differenza tra la cu-
juxla varias contingcntìas adverti-
libi ria romana, ed tribunali e magistrati,
i
lur.Et quartam demum Impera toris,vel non che delle varie specie delle curie di
Pi incipis temporalis Urbis, illiusque I- Roma esistenti al suo tempo. Eo vero
quae sub u-
taliae temporalis dilionis, differcnlia est Inter Curiam Romanam,
triusque mediati, ac immediati Status saecularium Principimi airias,
et alias
Ecclesiastici nomine explicatur. Ac e- quod istarum plures, ex ipso principe
tiam Beneventanae civitatis intra visce- tamquam capile, et ex seiiatibus, aliis-
re regni Neapolitani, quodde dictoSta- que. magis/ralibus tamquam membris,
tu mediato, ratione directi domimi di- ejì'ormari dicitar principalus prò solo
cilur. Nec non Avenionensis civitatis, et adii vel exercitio potestà lis, cuj'us habi-
T'enaisini cornila tus in Gallia. Quin- tus penes universum populum seu ipsam
>
mondo, spiegando il nome di curiale da que, ( uni debita prnportione, aeque con-
che deriva. Curialium autem nomine, currant ad ipsius Reipulilicacmy stirimi
vcniunl omnes qui opera, Consilio, labo- corpus efformaudum, ipso Principe re-
munere, Papae inscrviunt, in
re, aliove presentante caput. Aliis vero reliqua
Ecclesiae univa-salis, ac particularis membra. Non sic vero est in Curia ro-
respeelh'c, vel temporalis dominii regi- mana, quo tota constitui dìcitur per so-
mine, ac administrationc, siequeexplu- limi Papaia, qui non apopulo. vel a Re-
ribus generibus, vel ordinibus Curialcs p.uì> bica, seda Deo immedia te, in iis quae.
coitstituunlur. Primus etenim orcio est ad Ecclesiae universa lis regimai per-
Cardinali,^. °Prelati,3.° gli altri Giudici lincnt, potcstatem mefitur. ideoque lai-
e Magistrati non prelati, 4-° Avvocati, 5.° jus Curiac Tribunalibus et Magìslra-
/Vo(///Y7/o/7,6. Sollecitatori del foro giu- tibus, nomai non congrui t membrorim^
diziale, 7. Sollecitatori o Spedizionieri quae idem corpus cum capile aeque ef-
della Dateria e Cancelleria (non si de- formcnt, sedpotius nomea famulorum,
tono confondere ,co' Sollecitatori delle vel mìaislranlium ci qui unicus est Do-
lettere apostoliche o Giannizzeri, come minus, ac paterfamilias, juxta majo-
può vedersi a'ioro articoli, poiché ne han- riaa. vel minorum numerimi qualìtataa
no tutti que' che vado distinguendo col ut singulorimi magistratuum respective
corsivo), 8.° eorum qui negotia gratiosa rubricis advertitur. Quod scilicet, cimi
vel extragiudicialia peragunl, rive e- Domiaus, vel paterfamilias omnia per
liam judicialium negoliorum aliquam se ipsurn administrare non valeat, mi-
habenles curam, apud causidicos as- nistros , ci operarius adhibet. Ideoque
sislunt, et qui Agentes vulgo dicuutur male aliqui nostri practici suppommt u-
(questi sono que'procmatori particolari nieum corpus xujus sitcapulPapa. Car-
d' affari presso i tribunali ecclesiastici e dinales autem membra j aisi juxta dc~
le Segreterie della s. Sede), g.° Nola- claraliones de quibus infra disc. 3. Ea-
1 26 T lì I T R I
detti Curia plures hnhet specie t. Alia e- ma nella futura, dice le seguenti gravi ve-
tenimforensis dici/tir. dune, conlentìosa rità. "Conosce bene lo scrittore, che (pian-
vel graliosa negatiti per trami Ics /idra», do anche i suoi pensieri sieno ragionevoli
perlraclat, ne decidi t. Alia politica ,
e degni d'esser abbracciali e praticati ,
et aliqualiter de secunda super ti quae. venti, uno non facilmente cede all'altro
pari ter praocì forensi ac negotiorwn di- nelle parli dell'ingegno. Però diflicihneu-
ree/ioni congrua, sint. Reliquae auleni le e molto di raro si dà il caso, che agli
slicoruni riluttili
> professoribus, nec non loro autorità e la venerazione dalla mor-
poli/icis, et aulicis relinqiiuntur, ut o- te e dall'antichità !
" Dell'origine divina
m /ics prò sua respective sphera, ea tra- e apostolica de' Tribunali ecclesiastici,
eteti t quae ad propria pertinent prò- m non che della Curia, Ecclesiastica o Cu-
jcssioncin^iequc in alienani se ingerant. ria, vescovile (/'.), e di quelli dell'antica
Sive (ut juristae diennt) quilibeliu prò- Roma pagana, tenni brevemente proposi-
priam, non autem in alienam messem, to a Triuu.v aie, articolo che va in questo
falcetti immiltat. Ideoque obitcr potius tenuto presente, ed a cui si rannoda, an-
de aliis speciebus quandoque agi con- co per le accennate nozioni di ginrispru-
tingit. Sui tribunali di Roma preti Ose so- denza e delle leggi ecclesiastiche, civili e
no le opere vaste e sapiènti del profon- criminali, delle quali se ne resero gran
do giureconsulto cardinal Gio. Battista de demente benemeriti i romaniPuutefìci, a
Luca, non meno che per la curia roma- seconda dell'ivi narrato. Dell'origine de'
na e insieme per la giurisprudenza; solo tribunali della Curia /Ionia na\V .)e del
qui citerò: Tbeatrum veritatis et fusti- la Sede apostolica {P.), nel quale ar-
tiae, sive decisivi discursus per inale- ticolo tornai a chiarire il maligno sen-
nas,seutitulos distincli,et ad veritùtem so che i Novatori tristamente danno al
editi in forai sibus coni cover si sca no uicis vocabolo Corte ili Roma {C ), Bfi ra-
et civilibus,in quibus inUrbe advocatus nonni a Presbiterio, a Concistoro, a Se-
p'0 una parlìum scripsit, vel co/isulttts gretario ni Stato. Imperocché nel pro-
rcspondil, Yeneliis 1706. Ut. i5 com- prio presbiterio, e poi nel concistoro, i Pa-
prende: \°ParsdeJtidiciis,eldc Pia, ri pi sino da' primi secoli della Chiesa vi
Curiae Romanae. 1." Ile lai io /ionia nae. trattarono e giudicarono gli affari del cri-
Cttriae forensis ,
ejusque-Triiiuiialium stianesimo, anche contenziosi e criminali,
et Cotigregalionum. 3.° Con/lictus le- i quali a poco a poco nel regolarmente si-
gis, et. ratìonis, cimi opuscolo dello siile stemarsi I' amministrazione ecclesiastica
legale. In quest'ultimo nel cnp. 1, § l 5: e civile del Pontificalo e della Sovranità
r
Della ragione per la quale non si spera della s,Sede\f .),t\ modo dichiaralo! vi e
il fruito di quest'opera nell'età corrente, a Segretario ut Stato, furono attribuiti
TRI TRI 127
a'minislri, a'Lribunalied allecongregazio- gregazioni cardinalizie sono l'organo de'
ni die successi varnente si anelarono isti- pontifìcii favori e dell'apostoliche risolu-
tuendo. Perciò e come rilevai nel voi. XV, zioni. Nell'articolo Congregazioni cardi-
p. 226, 227 e 228, V, con aumen- Sisto NALI7IE le descrissi tutte, cioè tanto quelle
tare il numero delle Congregazioni car- che più non esistono e che furono compe-
dinalizie, rimosse dal Concistoro la trat- ndiale in altre, ovvero le loro preioga-
tazione e sentenza di moltissime cause, tive si attribuirono a' diversi ministeri,
e le liti private che si trattavano come si quanto quelle che sono tuttora in vigo-
(a ora ne'tribunali, onde il Papa l'adu- re. Ivi notai l'ordine gerarchico col quale
nava ogni giorno non impedito. Ivi dissi siedono nelle congregazioni e tribunali
ancora, che Urbano Vili poi rimosse del i cardinali, i segretari . i consultori^ e
lutto dal concistoro la trattazione delle gli altri membri che le compongono; e
cause criminali, che si peroravano, oltre rimarcai eziandio i tenui emolumenti che
mezzo de-
altre cose gravi della Chiesa, a si pagano per la Tassa{V.).\ cardinali so-
ed in vece die loro la nobile e religiosa rilevai col cardinal de Luca e con altri
ingerenza di proporvi le cause per la ca- giureconsulti della romana curia; gli al-
nonizzazione de' Servi di Dio (/'.), ol- tri essendo propriamente più relatori o
tre di fare l'istanza \)e Palili, de' quali consultori che giudici. Siringo qui la mia
riparlai a Triregno. Dissi a Decretali, ricapitolazione dell'articolo in discorso,
che decreti e le dichiai azioni delle Con-
i con ricordare che ih esso trattando della
gregazioni Cardinalizie (/'.) di Roma giurisdizione e delle prerogative de'car-
hanno forza di legge che alcune di es- ; diuali, raccontai come aulicamente tulle
se procedono nella forma giudiziale con- le cause, tutti gli all'ari e i negozi si trat-
tenziosa, e molte di delle congregazio- tavano nel concistoro, tanto spettanti al
ni sono anche tribunali, e diverse tribu- governo ecclesiastico, politico e civile del-
nali universali per tulli i cattolici del mon- l' uno e dell'altro principato del Papa,
do, con più o meno giurisdizione con- spiri tualee temporale, ed anche quale ve-
tenziosa. Dappoiché il Papa che gover- scovo di Roma, co'cardinali, ed eziandio
na la Chiesa, investito del divino Primato in forma contenziosa di tutte le cause e
{V.) tanto d'onore che di giurisdizione, liti private, come si fa di presente ne'tri-
ha il deposito di tolta \a Tradizione (l .), bunali, tranne alcune specialità, come
ed è legittimo giudice supremo della pa- di quello siile di cui feci parola nel voi.
rola di Dio scritta e tradizionale, non che XIX, p. 3o, onde il Papa faceva da giu-
è custode e riformatore delta Disciplina dice e da principe. Anticamente il con-
ecclesiastica (/".), a norma delle diverse cistoro lenevasi quolidianamenle, eccet-
circostanze di tempo, e riceve le Appel- tuati i giorni impediti da feste e altre fun-
lazioni (J'.J da'giudicati de'tribunali ec- 7Ìoni ecclesiastiche. Raccontai nel voi.
clesiastici, da tutto il mondo cattolico, e Vili, p. 1 2 1, l'antico uso de' Papi di pro-
giusta la sentenza di Ini viene riformato nunziar le sentenze nella loro cappella,
il giudizio. Perciò il Papa, anche col mez- il che servì poi di occasione a deputare
zo delle sagre congregazioni, appresta il alla cognizione e giudicatura delle cause
modo e vantaggio a tulli i cattolici, di far i loro cappellani, poidelti Audilorescau-
pervenire alla Sede apostolica le loro do- sarum palatii apostolici, e uditori di ro-
mando equerele; laonde le medesime con- ta, quindi nello stesso luogo conferma-
jì8 TRI TR I
tn «Ini Papa. L'esempio che addossi è del (P~.)>e tosto aumentatesi le sue ingerenze,
i i?.6. Poco dopo e nel i i3o Innocenzo venne statato dei Chierici di Gamera{¥!)
Il die forma di corporazione o istituì i e da altri prelati nel civile e nel criminale,
Procuratori di collegio dels. Palazzo come dal V ice-Camerlengo di s. Chiesa
apostolico (P •). denominnzione ch'eb- (I7 .), dall' Uditore generale della. Ca-
bero quando Papi avendo delegale le
i mera (P~,),ila\ Tesoriere generale [/'.),
cause contenziose a diversi celi ecclesia" e da altri oflìziali della curia romana, i
siici addetti al loro servizio, non occor- quali ebbero i loro particolari tribuna-
rendo più l'opera loia» ne'concistori, ces- li, restando il Camerlengo capo del tri-
sò ad essi la primitiva denominazione di bunale della Camera apostolica (I
'.).
ove risiede il Papa si adunano la più par- bunale le cause e le liti, ed eguale inca-
te delle congregazioni cardinalizie, ed al- rico riceverono nel tribunale e congrega-
cuni tribunali, come principalmente del zione della Segnatura, di grazia (/ .)
/Iella s. Rota, e nel luogo chiamato au- tazione d'alcuni affari più gravi della chie-
ditorio. Nel citalo articolo Procuratori sa universale, degli stali e de' regni del
riportai la forinola del giuramento ch'essi medesimo orbe cattolico, perorati da'ear-
faceva no,e prestavano purei giudici e av- dinali Protettori (/'.) di essi, e da' mi-
vocali della curia romana. Dalla quale for- nistri, ambasciatori e altri diplomatici di
inola ben si scorge la grande rettitudine Residenza (P.) presso la s. Sede; come
e integrità, che in que'tempi ancora si e- pure si discussero gli affari più importanti
sigeva in chi dovea amministrare la giu- del dominio temporale. Però il numero
stizia; mollo più verso i poveri e gli op- de'concistori ordinari ch'arasi ristretto a
pressi da' prepotenti del secolo, rappre- due volte la settimana, poi ad una sola,
sentando essi la persona di Gesù Cristo, vennero celebrati due volte al mese, e poi
innocente tratto innanzi a' tribunali e dan- cessarono di adunarsi in tempi determi-
nalo a morte, che insieme è il giudice de' nati, convocandosi soltanto per gravi ssi-
vivi e de' morti, ed il padre degli orfani, mecircostanze,eper la prouiulgazionede'
de'pupilli e delle vedove. In processo di / escovi e la Promozione de' cardinali.
tempo, per la molteplicità degli all'ari, Tale diminuzione de'freqnenli concistori
provenienti dall' ulteriore e floridissima ordinari vuoisi insensibilmente derivata,
propagazione della fede, e perebè pare- non solamente con l'incremento de' tri-
va nel crescente incivilicuentodella socie- bunali di Roma, ina coll'accrescimentode'
tà , essere il sistema di trattare tutti gli ministri della s. Sedc,i (piali nell' Udienza
allari nel concistoro, ormai poco decente (P .) die loro fu assegnala dal Papa, in essa
alla maestà del Papa e ni decoro del Sa- vennero e sono discussi gli all'ari, e prin-
gro r^//( ^ù»(// .), perciò negozi minori e
;
i cipalmente colla istituzione e successivo
le cause contenziose cominciarono a trat- accrescimento delle discorse Congrega-
tarsi dui cui\\\iìn\Ca/ncrlengo di s. Chiesa zioni cardinalizie, ordinarie e straordi-
TR l TRI t4g
Bai'ie, e loro e altre pubbliche Segrete* iccutrice della legge e delle sentenze ci-
rie della s. Sede (F.). Inoltre in quel- vili e eliminali, anticamente in Roma fu
l'articolo narrai, qualesia la giurisdizione quella de'lilloii {de'quali ede'loro fasci ri-
de' cardinali che la compongono, gli af- parlai nel voi. XLI V,p. 2 5),cni successero
fari e le cose di loro competenza; notan- alcuni corpi di Milìzia, poi gli Sbirri(F.),
do, che per occorrenze gravi il Papa suole eda'noslri giorni la milizia politica de'ca-
intimare innanzi di se le congregazioni rabinieriogendarmi. A Giumci,PflETOB.r,
straordinarie, di maggiore o minor nume- Podestà ec, descrissi il vestiario de'giu-
rodi cardinali a suo beneplacito, olire al- dici dello stato pontificio, nel quale pri-
chi Giudici (^.)della romana curia si dis- Toga forense propria de'legali: in que-
sero anche Palatini (F.yAn formoli colla sto ultimo articolo tornai a rilevare la
quale i Papi facevano i giudici, e gli Seri- questione se Cedant Arma Togae? In
niari ossia Notari, a quell'articolo la ri- Roma anticamente a'eontravventori de-
produssi. Il Primicero della s. Sede ( F.), gli ordini de'giudici era prescritta la pe-
capo degli u (Tizia li maggiori del s. Palaz- na di stare a cavallo del Leone marmo-
zo Lateranense, ne' bassi tempi divenne reo tlel Campidoglio, con mitra di carta
primicero de'giudici della medesima Se- in capo e la faccia unta di miele per tutto
lle apostolica. Fra questi talvolta lo fu- il tempo del Mercato. Tale Mitra (F.)
rono gli altri 6 uflìziali maggiori, cioè il per ischerno si pose in testa a'ehierici de-
Secondicero, V Arcarlo o Tesoriere, il gradati, a'ladri,a'cornuli coutenti, a'fal-
Sax-cellario, il Protoscriniario,\\Primi- sari ec. Nel medio evo i Papi tennero il
cero de' difensori, il Nomenclatore. (V".) giudizio pubblico chiamato Placito (F.},
che fungeva l'uffìzio di terminar le cau- e con facoltà delegata ne permisero l'e-
se eh'erano portate al Papa, e ciò face- sercizio ne'loro domimi temporali a'reed
va insieme col Saccellario. Dipoi furono imperatoli, ed a'Ioro messi regio imperia-
istituiti i giudici inpartibus o Delegati li, giudici straordinari che nelle provincie
o Commissari apostolici (F.)pev le Com- inviarono anche Papi, per ricevere
i ri- i
missioni (F.), onde giudicar le cause delle corsi contro gl'ingiusti giudicati de'giu-
quali si è interposto l'appello alla s. Sede, i dici locali e rendere ragione. Aque'tempi
cui giudicati sono il reformabili, nel rifor- eranvi in Roma i tribunali e curie seco-
marle sentenze da qualunque ecclesiasti- lari, cou autorità parimenti delegata dal
ca autorità pronunciate. In Roma e nelle Papa,del Patrizio di Roma (F.),óe\ Pre-
provincie. n' Pretori, Conti(F.) e altri giu- fetto di Roma ( T .), del Senatore di Ro-
dici de'quali feci menzione a Tribunale, ma(Fr.),\ì qualeda poco cessò, edel Ma-
successero i Podestà, Luogotenenti, i i resciallo di s. Chiesa (/*.) ed anco que-
Presidenti {V.), ed i giusdicenti minori, sti col proprio carcere a Tor di Nona, ora
co'loro ministri, Cancellerie e Cursori Teatro di Apollo (F.), la loro curia es-
(F.); l'istituzione de'quali risale al reNu- sendo chiamata Savelli (F.), Curia Sa-
ma mentre ripete la sua dalla nascente
, bellorum perchè tale dignità fu eredi-
,
tle'lribunalicivili per l'esercizio con tenzio- difesa del Povero, contro le angarie de'
so,sia di citazione e sia di atti esecutori!. I prepotenti, nel quale articolo celebrai l'i-
alla s. Scile e non soddisfatti. La fòrza e- voli e benefiche istituzioni in favore de-
vor.. lxxx. 9
1 3o TR ! TR I
senza i tribunali dovessero restare aperti e minali profane, il capo notaio, altri mi-
proseguiread agire come se essi fossero in nistri v. carceri proprie. Nella Cirilla
Roma;altri vi aggiunsero la dichiarazione, eattolica i 'i.''iev\e i t. 7,p. 5cj3, dottamen-
che morendo altrove,in/?o///«soltanto,co- te si tratta : Del potere coattivo, della
mechè vi rimaneva la curia, si dovesse e- Chiesa; cioè dopo avere chiarita né' pre-
leggere il anche per
successore. Ciò si fece cedenti quaderni la natura intima dell'au-
brevi viaggi, il che praticò Innocenzo XII torità ; d'aver mostrato questa autorità
con notificazione de'5 maggio i6g6,pi ima viva e indipendente nella Chiesa a fronte
di recarsi a Civitavecchia >e con notifica- dello stalo; d'aver esposto in qual manie-
zione de'io aprile 1
697 inuanzi di portarsi ra la padronanza degli averi competa alle
a Nettuno, de'quali luoghi vicini a Roma due autorità civile ed ecclesiastica, laon-
riparlaianche a Porti, a Tose an ella e al- de trovò convenientissimo il toccare al-
r
trove.In Sede J acante(F.)dc\l > i\\)a non t
cuna cosa del potere coattivo, elemento
solamentecessano molte cariche, altre re- integrale dell'autorità, e dimostrarne so-
stano sospese, ma cessano interamente di prattutto l'appartenenza alla società ec-
agire i tribunali di Roma, per le leggi del clesiastica, a cui i suoi avversari lo vor-
Conclave (? .), tranne i tribunali del Ca- rebbero togliere per poterla con maggior
nierlcngo,i\e\\a Penitenzieria^e del Pica- agio a lor talento malmenare. Per bre-
rio di Roma(l\). L'uditore del tribunale vità non intendo dar contezza del bel la-
della Segnatura di giustizia diviene udi* voro, ma soloqualche generico cenno più
tor e del conclave. e ne prende il nome, on- relativo al mio proponimento, e in ag-
de continuare le cause, quando le giudica- giunta all'analogo e riferito nel preceden-
va, ogli alluri pendenti, innanzi l' Uditore te articolo , che tanta relazione ha con
del Papa ( / .) defunto. Nella sede vacante questo. Incomincia il savio e illuminato
pontificia non cessano del tutto le facoltà scrittore dal dichiarare: questo diritto ilei
delle congregazioni cardinalizie e delle se- potere coattivo della Chiesa compete alla
greterie della s. Sede, costumandosi spe- società ecclesiastica, eh' è facile addur-
dire gli affari di poco momento per mez- rle evidenti prove, sia che s' interroghi
zo de' segretari, come di quelli die pri- I' autorità, sia che s' interroghi la ragio-
ma della morte del Papa erano già ri- ne. Nel riportare le prove d'autorità,
soluti dallecongregazioni, in que'casi pe- ben a ragione comincia. » Che gli etero-
rnii) cui basta la sottoscrizione del segre- dossi e miscredenti degli antichi tempi ri-
tario.Parlando delle Congregazioni car- cusassero alla Chiesa (la quale per altro
dinalizie che si adunano nella Sede va- non lasciava d'usarne liberamente) il po-
cante (P.) nel paragrafo Congregazió-
t tere coattivo, ella è cosa che la storia ci
ni straordinarie che tengono tutti i car- testimonia, e I' indole del cuore umano
dinali in condurr, e ili quelle partico- ci mostra naturalissima. E quando mai
lari del s. Offìzio, dissi come si celebra- il ladro, l'assassino trovò giusto e coni-
T I I TRI 1 3
petente quel tribunale, da cui eia certo insegna, riconoscendo in lei per conse
ili venir condannato ? Ma clic i miscre- guenza i diritti da essa stessa autenticati
denti de' giorni nostri, mentre vanta- con decreti solenni. Dunque il dii ittocoat
no la forza delle loro convinzioni, la lo- livo della Chiesa, che non potè mai ne-
gica severità di loro ragione, I' indipen- garsi senza errore oggi non può negarsi
,
Dio ricevuti, sieno veramente consentiti cione, lacasa tolta a Paolo di Samosata; le
da'suddili, ella è proprio la società cat- multe ripetutamente imposte da'concilii,
tolica. E
qual è quel cattolico mediocre- i digiuni, icilizi, le confische, le privazioni
mente istruito ed educalo nella propria d'onori e gradi; qualità di pene tutte usate
religione, che non abbia riconosciuto il anche dopo il concilio di Trento (^.), nel
potere coattivo della Chiesa con lutti gli quale esse vennerosancite, senza vermi ri-
nitri donimi che ella insegna, accettan- chiamo de'principi sovrani, che pe'loro le-
done almeno implicitamente la fedo eolla gali v'intervennero. Gl'impugnatori della
personale sua adesione se batte7zavasi a- Chiesa sogliono dedurre essersi l'atto ciò
te ed altrove nel Perù ambirono l'infa- no autorità se non pel conseuli mento
,
fratelli: se anch'essi nel dì del loro na- che il governo civile, ed anche maggiori,
scimento avranno balbettato la profes- giacché per consenso de'principi coman-
sione di loro fede, dettata allora dalla te- derebbe a'principi stessi." Gl'imperatori
nerezza materna, protestando con since- pagani non mai avrebhero conferito tal
rità infantile ciò che poi con adulta ipocri- diritto alla Chiesa,! principi cristiani non
sia puhblicarono, sé voler credere tutto- avrebbero conferito alla Chiesa un diritto
ciò che crede la Chiesa." Queste profes- coattivo, ed sudditi mai non l'avrebbe-
i
l'ufiìziale quando è insignito di qualche ni, ma anche sotto pagani la Chiesa usò
i
poenit. 1. i «3; il bianchi, Esterna poli- la romana Chiesa, eliminato dalle leggi
tica della Chiesa, I. 2 e 4. § 9, ed ali ri. longohardiche molte superstizioni. In-
Si legge fin da'tempi di s. Cipriano e al- di i successori curarono di migliorare la
tri, l'uso di regolare i processi, ed istituiti giurisprudenza, ne protessero efficace-
fin da'. tempi di s. Eulichiano Papa del mente l'insegnamento, ed emanarono
275,settequasi inquisitori o censori pub- saggie e provvidentissime leggi. Nel se-
blici, clte doveano esaminar la condotta colo XII ne furono benemeriti Innocen-
de'crisliani e riferirla a' prelati, qualora zo II, Alessandro 111 e Clemente III; nel
non corrispondesse all'altezza di loro pro- XIII il grande Innocenzo III, Gregorio
fessione ; e se talora i colpevoli preve- IX, Innocenzo IV e Bonifacio Vili. Pro-
nivano l'accusa, questo dimostra quan- grediente quindi fu il miglioramento de'
to poco fosse volontaria a coloro che- ve- tribunali della curia romana, la quale
nivano convinti in forma giudiziale, co- per le circostanze politiche de'tempi ne'
me pretendono sostenere gl'impugnatori secoli XII e XIII talvolta essendo stala
della Chiesa, ripetendo con l'eretico Sai- co' Papi in Viterbo, Anagni, Orvieto,
masio, che a queste penitenzeÀ fedeli pie- Asisi, Perugia e altre città, dal 1 3o5 al
gavansi volontariamente e non con vera 1376 co' Papi fu traslocata in Francia
coazione. Passando lo scrittore alla pro- e in Avignone. (f.). Altri miglioramen-
va di ragione, onde rendere vieppiù evi- ti recarono a' tribunali e alla giurispru-
dente il potere coattivo della Chiesa, e denza Giovanni XXII e i\l aitino V, il
quanto sia ragionevole nel cristiano l'os- quale ordinò che si osservassero, median-
sequio della fede rispetto al medesimo, te la bolla Romani Pontificis , del 1 2 4>
svolse argomento con i3 proposizioni.
l' Bull. Rovi. t. 3, par. 2, p. 447» anche
"Una società indipendente non può sussi- dagli uditori di rota, avvocati, procura-
stere senza potere coattivo; or la Chiesa tori e notati della romana curia. Vanno
cattolica è società indipendente: dunque lodati pure Eugeuio IV, Paolo 11, e Si-
non può sussistere senza potere coattivo." sto IV, il quale confermò le celebri Co-
Quanto Papi furono benemeriti del-
i stituzioni Egidiane, formale nel prece-
le leggi e della giurisprudenza, ch'è la dente secolo pel governamento dello sta-
scienza di rettamente interpretarle, per to pontifìcio dal gran cardinal Egidio Al-
quindi applicarle nel Tribunale, a questo bornoz già arcivescovo di Toledo. Urha-
articolo tornai a riferirlo. Essi migliora- 110 VI colla bolla Apostoliaie sollicitu-
rono l'antica codificazione romana, col dinis, de'28 novembre 385,/?»//. Rom. 1
purgarla dagli assurdi sistemi legali e al- t. 3, par. 2, p. 374 Causarwn Curiac
'•
sulto holognese Giacomo Alberti col suo quibuscuinque instai! tis, Judicibus e/us*
libro: DijJ'erentiae in ter jus canonicum demCuriae tantummodo cacterisRoma-
et Jiis civile, notò i85 differenze, tra le nae Curiae Judicibus et Offìcialibus prò-
leggi canoniche e quelle del gius civile. cedendi in causis hujusmodi facilitate
Dacché i l'api furono liberi nell'esercizio interdieta, spedare declarat. Eugenio
della piena giurisdizione nell'amministra- IV colla bolla Divina in eminenti, dell '8
zione civile, il che sembra doversi rite- marzo 432, Bull, cit., I. 3, par. 3, p. 7:
1
nere dal pontificato di Adriano 1 del 772, Privilegimi! Curia lium sive Ojjìcialiuni
TR 1 TRI i33
Sedis Apostolicae obsequiis cxisten- a ponte s. Angelo, inclusivamenlea'no-
ti uni aliorumquepro cor um negociis ad
. tari dell'uditore della camera. Riferisce
eamdcm Sedem venientium,etapudcam il Rufini, nel Dizionario delle strade di
ainmorantiuni, aut inde recedentium, Roma, all'articolo Banchi Vecchi, che
ne interini extra Romano-m Curiam anticamente le cause che riguardavano i
conveiiiantur. Sislo IV colla bolla Et si mercanti di bestiami e le liti che fra 'cit-
universis, deli. "gennaio \
^ ^,Bull. cit., tadini si agitavano, venivano trattate e
j).44 Privilegiwn Curioliuni toni lai-
1 : giudicale nella piazza di Campo Vacci-
corum qua in ecclesiasticorum, libere di- no, già Foro Romano _,-non bastando poi
spone ndi elioni adfavorem incapacium, questo, vi furonoaggiunteduealtre piaz-
de bonis in Alma Urbe, et infra decern ze con portici all'intorno, al di sotto de'
milliario, quainvis ex fructibus bono- quali le dette cause si discutevano. Col-
r uni ecclesia.'! ticor innacquisi'tis.^iaìBul- l'andar del tempo si disse Via de Ban-
lariuni Roinanuni si trovano le bolle ri- chi, perchè d'ogni intorno eranvi stanze
guardanti i tribunali di Roma; io qui ri- in forma di botteghe ove risiedevano i
ti tutte quelle comprese sotto il vocabolo atti di tutte le cause. Però dissi a Tosca-
di Curiali.ha /bolla che trovasi nel Bui-
i NA,che mercanti della nazione fiorentina
i
clcsiae suiumorie q uaseunique causa in- un console secondo l'ordinanza del cele-
teresse Rev. Cam. Apostol. quomodoli~ bre Consolalo del Mare originato in Va-
bet concernentes, cognoscendi. Essa ri- lenza e poi ricevuto in Roma nel 107 5;
chiama quella 363, A~ di Urbano V del i e che Leone X concesse all'università fio-
bis decisionali. Questo Papa nella via dotarii aliar uni Curiamoli Urbis, iti
Giulia voleva erigervi un sontuoso edifi- quibus causis citare, intimare, eie. va-
cio per collocarvi tutti i tribunali di Ro- leant. Paolo III colla costituzione Cuni
ma, e l'avea cominciato, come notai nel nobis, del 1 534, Bull, cit., p.248: Judi-
\ol. Ll,p. 326. Taleslrada prima si chia- ces et OJJiciales Romanae Curine non
mava Magistralis, pegli uffizi che vi te- concedant transumpta supplicalìoiicin,
nevano i notati, i quali poi si eslesero nel- ncque corum praelextu mandata adi-
la prossima via di Banchi Vecchi vicina piscendi possessionem benejiciorum vi-
i34 TRI TR I
possint. In esso sono specialmente nomi- dictio et facilita tes S. B. E. Card. Pro-
nati i cursori de'lribunali del Campido- teclorum Collcgii Germanici in Urbe. A
glio, di Ripa e Hipella, di Tor di Nona p. 34o la bolla Cum sicuf, de' i3 giu-
e de' Savelli, di Borgo s. Pietro o Città gno 5 7 7:1 Jurisdì elio S. B. E. Card. Ar-
Leonina, aitata quibusvis alias almae. ehipresbyteri et Juiliciscausaruni Capi-
Urbis Curiis siw Tribuna libus. Giulio tuli canonicorum et aliarum persona-
,
III nel i55a creò cardinale Sebastiano rum Lateranensis Ecclesiae. A p. 355
s.
rio del Papa. Paolo IV nel i55y istituì dinaliuni Protectorum,et Judicum cau-
laCongregazione cardinalizia del ter- saruni Doinus Piae ad recipiendas , et
rore degli uffìziali di Roma (V.): la com- pie alendas mulieres peccalrices poeni-
pose di 20 cardinoli e 4o prelati in quali- tenlss, in Urbe insliluta.A p. 35c)la bol-
?
tà di giudici, per vegliare che i tribunali la Quoniatn divinae, de 23 aprile 1578:
e. ministri della s. Sede amministrassero Instilutio Collegii Anglici in Urbe.,Exem -
formò diversi tribunali di Roma, che no- firma lio , cum declaralione , qttod Sta-
vara l'annalista Spondano al i562, ne' luta ordinatoria in Curia Capitolina oh-
quali eransi introdotti molti abusi, ed io serventur, decisoria vero in omnibus Tri-
di lidi riforme ne parlai descrivendo tali bunalibux Urbis ejusque dislrictus , ubi
tribunali. Solo ricorderò qui la bolla Cimi non exlant particularia Stallila, de eis~
ab ipso, de'3 1 giugno 562 e da 1 lui sot- dem casibus disponentia. Segue la bolla
toscritta, Bull. 29: Befor-
t.
4» pai'- 2, P- ' A Imam Urbem: Beiti tegralio Jurisdictio-
tnatìo Tribunalium Ordìnariorum et a- nis j et indullorum Universilatum Ar-
liorum Judicum Bomanac Curiac,qffì- tinnì Urbis , praesetvala superioritate.
cique tam Advocali, et Procuratoris Gubernatoris aliorum Judicum. Se-
et
pauperum, qua ni Fisci Bev. Cam. ApO' gue moto-proprio Ne per praeinser-
il
stolicae. Come Marcello II, s. Pio V si tas: Declaratio quod constilutio praein-
occupò con zelo de Giudici pe'tribunali, serla non praejudicat facultatibus Gu-
fece altri regolamenti, provvedendo tri- i bernatoris Urbis, Capilanei Appellatio-
bunali di giudici di specchiala probità, e num aliorum Judicum. L'energico Si
et •
•venne nel i 6og nuovamente alla luce il Quindi Paolo Vcol moto-
constitutìonis.
seguente utilissimo libro: Practica Oda- proprio Cimi nos nitpt-r generali refor-
viani Festrii J. C. forocomeliensis , in mattoni Tribunalium Urbis incumbentes,
Bomanae A ulne Aclionem et Judiciorum dello slesso 1612, Bull. p. 55, stabilì l.t
diami omnium, lam civiliiim quatti cri- vde al tribunale dell'A. C. ossia de' luo-
mi nnlium. DeSportulis seu prò pini s. De gotenenti dell' Uditore della, camera. Or-
Commissariis. De Advocalis Pauperuni dinò in pari tempo il Papa, che celebran-
testà lem. Innocenzo XI, mediante una ap- suoi uditori e deputali. Il "indice o Udi-
posita congregazione, riformò i tribuna- tore delle confidenze. Il giudice della Con-
li romana, provvedendo par-
della curia gregazione della rev.fabbrica di s. Pietro.
ticolarmente, che l'avarizia non regolas- Il giudice i\e Soldati. 11 giudice di Castel s.
giudici deputati, ossia il tribunale dell'A. tembre i6()2, Bull. p. 271 Abolenlur ;
ra, Presidenti delle Strade, ilei la Gra- ciis , e nella par. 2.': Relalio Romanae
scia, della Zecca, delle Ripe (ne ripar- Curiae Forensis, riprovando la moltitu-
lai meglio a Tesoriere), dell' Annona, dine de'giudici e de'tribunali come dan-
degli Archivi, delle Carceri di Roma, nosa e soggetta a calunnie. Tra le Con-
loro uditori e altri deputati. Il Maggior- gregazioni cardinalizie che aveano i giu-
domoj Prefetto de' ss. Palazzi apostolici, diciogiurisdizione, vanno nominale quel-
to'suoi udilori, luogolcuculc e altri dc- le del s, ojftzio, di propaganda fide, del
TU I T I I i3 7
buon governo, dell' immunità; l'aveano Banchi al palazzo della Curia Innocen-
molli privilegiati, il Castellano di Castel ziana. Di più Innocenzo XII colla bolla
s. Angelo j Generale di s. Chiesa. Al-
il Sacerdote Ust et Regia Urbis, de'28 no-
tri tribunali di Roma etano quelli della vembre 1692,5»//. p. 279: Confirman-
Congregazione cardinalizia de' Baroni, tur, iniiovnnlur, reforniantur, et exlen-
degli abbati commendatari d'i Fa rfa, del- duntur facultates Tribunalis , seti Ma-
le Tre Fontane, e di Subiaco; il legalo gistrattts Viarwn. Igdi non più. fu an-
ti' Avignone, governatori i di Fermo, Tivo- nuale né si estrasse a sorteci chierico di
li, e Capra nica di Viterbo} il cardinal pro- camera presidente delle Strade, ma a be-
tettore della città e santuario di Loreto. neplacito del Papa, cou giurisdizione ci-
Tra 'collegi prelatizi che aveano giurisdi- vile e criminale. Dopo avere Innocenzo
zioni e facoltà, nomina il cardinal de Luca XII severamente proibito a'giudici di ri-
i Protonolari apostolici, gli Abbreviatori cevere alcun donativo dalle parti conten-
di parco maggiore, i Segretari apostoli- denti, nèdi giammai avere riguardo a ve-
tic altri officiali di Cancelleria, gli scrit- runo nell'imparziale e libera amministra-
tori dell' Archivio, gli Avvocati concisto- zione della giustizia, emanò la bolla Cir-
riali, il collegio de' Teologi e Medici, quel- cumspecta Romani Pontifici*, de' 4 di-
lo de' Cm/w//' e altri collegi privati, il Col- cembre 1693, Bull. 33 j: Confirman- p.
legio Romano, i collegi delle arti e pro- tur, et declarantur Pii II7 Pauli t et , P
fessioni o Università artistiche, il conso- fnnocentii XI constitutiones super Spor-
lato de'fìorenliui. Così il gran Pontefice tulis Judicum,el Tribunalium Urbis} et
definitivamente estinse tutti i tribunali confìrmantur cousti tulio super datis , et
e giudici particolari colle loro non utili promissit prò juxtitia,velgratia. Il suc-
facoltà. Considerando poi il grave inco- cessore Clemente XI colla bolla Cum ad
modo che aveano i litiganti e i procura- aurcs, de' 2 giugno 1715, Bull.
1 Rom. t.
inente XII col breve Nitper, de'3o apri de'giudici e non decise fra 6 mesi, fosse-
lei 73?., Bull. Rom.
3,p. 2y3: Confìr-t. 1 ro devolute alle curie ordinarie. Inoltre
inatur decretimi congicgalionis partirti- pel buon regolamento di tutti i tribuna-
larhaSS. D. N. deputarne, super obser- li di Roma e loro riforma, le sollecite cu-
vantiaconstittitionum Egidianae et Car- re, la dottrina e lo zelo di benedetto XIV,
prnsisj et exhibilioneet arrhiviationein- l'indussero a emanare la bolla Romanac
strumenlorum prò Coinmunitalibusel U- Curiae praestanliain de' 2 dicembre , 1
la bollo Apostolatus off/cium, de' 5 otto- fio Tribunal'mm Urbis jfirmatur atirto-
bre 1732, Bull. p. 3o2, Clemente XII or- rita s Judicum Ro manne Curiae, et sin-
dinò diverse cose per la buona dire/ione gulorum jurisdirlio certi* lìmitibusprae-
«lei conclave, e di quanto spetta alla Sede //'ni tur , conf/rinantur decreta super ju-
apostolica vacante, di già ricordate supe- dicum reeusationibus et dcclinationibus
riormente, come dell'uditore di segnatu- j'am edita; et certa forma serranda prac-
ra, a cui die le facoltà per proseguir le scribitur, lutti in delendis vinrtdis impo-
cause che pendevano avanti l'uditore del super Loris /ifonlittm, Offlciis Va-
silis
Papa; la soppressione del governatorato cabiibus, et pccuniis deposi lis eie, Inni
di Corgo esercitata nella sede vacante dal in dee retis jurisdirtionis voluntariae in
governatore del conclave, che anco in tal Urbe et Slatti Errlesiastieo intrrponrndis.
tempo attribuì al governatore di Roma, Fra le opere dedicate al dottissimo Pa-
dichiarando perpetuo governatore del pa, arroge che qui faccia memoria della
conclave il maggiordomo. Nella bolla poi Notilia Roman/te Curiae alidore Ignatio
Romanus Pontifex,<\e 1^ tWc.embve 735, 1 Santamaria Beni-venti caussarttm civi-
Bull.Rom. t.i4, p 5r: Tribunalia Ur- lium j udire seu vicario temporali, Be-
bis auolibel decennio per aliqueni cardi- nedirlo XIV P. M. dicata, Benevenli
nalem visilanda. benedetto XIV volen- i 753. Notai anche a Rom\, che Benedet-
do confermale l'abolizione fatta da Inno- to XIV dichiarò, che il tribunale de'Con-
cenzo XII de'lribunali e giudici privati di servatori di Roma e del Senato Romano,
Roma, e volendo abolire quelli che po- non era compreso nella soppressione de-
tessero essere slati dipoi istituiti, ed insie- gli altri tribunali; poiché Innocenzo XII
e stabilì che le cause avanti a' tribunali leggono i seguenti nella categoria Tribù -
TI I TRI i3(j
rici di camera colle loro presidenze e tri- tatore delle carceri nuove pel sodalizio di
banali, del presidente della camera apo- s. Girolamo della Carità, e del luogote-
stolica, dell'uditore civile del camerlen- nente della giudicatura in civile, 3.° Ca- i
go, cle'4- prelati di mantelleltone, de'qua riche della camera Capitolina e tribuna-
li a Mantellone, cioè l'avvocato de'pove le del Senatore di Roma, col prelato giu-
ri, l'avvocato ficcale, il commissario gè dice ordinario privativodella camera Ca-
nerale, il procuratore generale del fisco pitolina, due cavalieri maestri giustizieri,
il sostituto fiscale generale e giudice cri il giudice assessore, il procuratore fisca-
minale camerale delle finanze a'conlìni le, il notaio ec, avendo tribunale anche
gli uditori rie' presidenti delle Ripe,Stra i Conservatori di Roma del Senato roma-
i.°edel 2.° luogotenente civile, dell'udi- cante, massime di quanto riguarda tri- i
tore ci vile, del i. "e del 2.° assessore crimi- bunali di Roma, né bastantemente sup-
nale, dell' avvocato luogotenente crimi- plita poteva essere dalla Relazione della
nale del medesimo tribunale e dell' udi- Curia Romana del cardinal de Luca,
torato delle simonie, i.° Tribunale del i stampata per la prima volta in Colonia nel
tardinal Ficario. I2.° Cariche del go- 1 683, poiché in essa il dottissimo porpo-
verno e tribunale del Governatore di Ro- rato ommise, secondo suo proponimen-
il
lui(conobbe però e trattò l'operalo da In- va: con una raccolta di costituzioni, edit-
norenzo XII), veni va ad essere mancante ti, riforme, regiudicate e decreti, che han-
anclie nella parte che spetta a' giudici e no o variata o stabilita la giurisdizione e
a'tnbnnali; come pure non poteva essere la pratica de' tribunali. Questo è un li-
sufficiente, per le stesse ragioni, il copioso bro, ([Manto all'argomento, forse più im-
e importantissimo libro del gesuita p. U- portante del precedente, circa i tribuna-
iioldo l'Ielteiiberg, stampato aHildesheim li romani. Ne die contezza il n.°H iM\' Ef-
nel 1693 con epiesto titolo: Nolitia Coti' femeridi letterarie di Roma del 1782. In
gngatioiium ci Tribunalium Curiae Ro- esse si dice, che appai tiene allo studio del-
unitine. Neppure la riforma operata dal la politica e delle nazioni, ed in conseguen-
Tosi e suoi miglioramenti e aumenti fu-
i za alla letteratura, la cognizione dell'am-
rono trovati succienti, per cui venne affi- ministrazione della giustizia civile e cri-
dalo al celebre gesuita p. Francesc'Anto- minale d'un qualunque stato, de' magi-
nio Zaccaria di ritoccarla, accrescerla e il- strali a'qualiessa è affidala, della manie-
lustrarla, e di rifarne le note con molta Ol- ra in cui fra questi è distribuita, e delle
ia; tuttavolta egli conlessò occorrere di procedure infine per le quali essa giunge
;i!lie emendazioni, poiché trattasi di li- ed suo line. Questo riflesso sarebbe suffi-
ft .Tire l'origine, la forma, il metodo delle ciente a rendere commendabile e degnis-
congregazioni e de' tribunali di Roma, che simo d'essere annunciato e riferito il libro
sovente sono gli organi co'qtiali il Papa del Villetli, quando anche non si trattas-
«piega la sua mente, ed interessa non me- se in esso della pratica della Curia Roma-
no a' cattolici tutti, che a' giudici e altri na, cioè di quella curia che abbraccia tut-
magistrati per norma del loro regolamen- to l'orbe cattolico, ma di qualunque al-
to; sfhliene l' F/femeridi letterarie di Ro- tro più limitato foro. Non mancavano è
imi deli 773, a p. 2, dichiararono l'ope- vero molti libri su di questo argomento,
ra la migliore che alloro vi fosse, nell'i- ma se ne desiderava ancor uno, il quale
striti re delle congregazioni e de'tr'ibuna- in breve e con chiarezza insegnasse, ciò
li d' una Corte, che insieme è la metro- ch'era vi di più necessario e importante a
poli del cristianesimo, il trono apostolico, sapersi intorno a questo punto, ed il Vii-
la s. Sede del Vicario di Cristo e del suc- letti vi soddisfece pienamente occultando
cessore di s. l'ielro, il centro dell' unità. per modestia il nome. Egli divise tutti i
Jl dubitare del Zaccaria non deve sor- tribunali di Roma in 4 classi, cioè: i.'in
no, luogotenente criminale del cardinal appellazione, ve n' erano altri per cause
camerlengo, la Pratica della Curia Ro- particolari, come sarebbero la piena Ca-
mutui, he comprende la giurisdizione
1 mera apostolica per gli affari spettanti al
de' Tribunali di Roma e dello Stalo, e tribunale della Camera stessa, rassetta-
l'ordine giudiziario che in essi si ossei- mento in Campidoglio riguardo alle cuu-
TRI TRI i4t
se della Curia Capitolina, echi* 3.*clas- ne dall' autore quasi guidalo per mano
se,cioè de'tribunali riguardanti le male- nell'esercizio di sua professione legale. Si
rieparticolari,èlapiù numerosa: a questa tenga presente, che ciascuno denomina-
si riducono i tribunali della Camera a- ti tribunali, congregazioni e persone, a-
poslolica, della Congregazione cardina- vendo i propri articoli, in essi ne ragio-
lizia del Buon governo, dell' Agricoltu- nai, a seconda dell'indicato in corsivo, e
ra, delle congregazioni cardinalizie del- lo stessometodo proseguirò per quanto
l' Acque , della Consulta , de' Vescovi e mi Qui però voglio notare,
resta a dire.
regolari; delle congregazioni cardinali- che dalle mie studiose ricerche trovai :
zie e tribunali dell' Immunità, della rev. Che il tribunale dell' A. C. ossia dell' li-
Fabbrica di s. Pietro, della s. Inquisizio- di lare della Camera, veniva considerato
ne o s. Ofjìzioj tribunali del Maggior-
i il i ."tribunale del Papa, come primated'I-
domo, della Dataria apostolica, del car- talia e patriarca d' occidente: Che tri- il
dinal Decano come vescovo e governa- bunale del cardinal l'icario è il tribuna-
tore di Ostia e d'i Vellelri, delle congre- le del Papa come vescovo di Roma: Che
pa. Dopo di questa generale divisione, il fu restituita Roma e alcune provincie del
Villelti passa a discorrere paratamente proprio stato. A restaurare il regime pon-
di ciascuno di questi tribunali in ispecie, tificio, pubblicò la celebre bolla Post din-
dimostrando la giurisdizione, la natura turnas, de'3o ottobre 1800, Bull. Rota.
delie cause, che dinanzi ad essi ponno o continuatio, 1. 1 i,p. 48: Reformatio Cu-
debbono portarsi, e le procedure infine rine Romana e, et nova Tribuna Ha juris-
colle quali queste cause devono essere at- dictio. Questa fu una reale rifórma so-
tuale; usando in tutlociò tale chiarezza e pra molti articoli del governo temporale
precisione, che il praticante del foro vie- e assai rilevanti. De publicaeoeconomiae
i4* TRI TR I
nale due volte la settimana, e anco più e regolari, e tulle l'appellazioni relative
spesso a seconda degli affari, tranne le fe- l'accordasse l'uditore del Papa, dovendo-
rie autunnali. Restrinse la giurisdizione le difendere innanzi l'A. C, come prima,
del tribunale delle strade. De/urisdictio- il fiscale generale e il suo sostituto fisca-
e nelle sole cause passive, come avea ac- Conservò congregazione cardinali-
alla
cordato a Loreto; abolì il privilegio di fo- zia della Consulta I' appello delle cau-
ro privativo alla milizia nelle cause civi- se dalle curie de' fendi de' baroni, e in-
li; ordinò la compilazione d'un codice di giunto di consulta a formarsi
a'ponenti
leggi di commercio; abolì qualunque pri- uno studio persone abili, le quali sa-
di
vativa di foro in Roma e nello slato ec- ranno preferite nel consegui mento del po-
clesiastico, rimettendo i litiganti a'giudi- sto di governatore de'luoghi, e degl'im-
ci ordinari. Die le norme per la giudica- pieghi criminali ne' tribunali di Roma.
tura delle cause dello stato non privile- Proibizione a'baroni di procedere a con-
per quelle del tribunale
giale, e di altre; danne di pene afflittive di corpo, senza il
camerale, per quelle del buon governo parere d'una congregazione composta al-
riguardanti le comunità, per quelle del- meno di due legali. Statuì il metodo sul-
lasegnatura j ordinò una moderata ri- la competenza del tribunale nell'inquisi-
duzione ih ferie nelle curie Innocenziana zione de'delilli, aumentando compen-
il
e Capitolina; dispose melodi sulle citazio- so agli esecutori che carcerano un reo d'o-
ni giudiziarie, sulle tasse e gli onorari, micidio odi furto, a carico del delinquen-
sulla riforma de'giudizi de'lribunali eccle- te; non doversi avere riguardo nelle cat-
siastici e laici nelle loro curie; frenò le li- ture alle patenti e stemmi, salva la sola
cenze e gli abusi de' difensori nelle loro immunità ecclesiastica de /lire canoni-
scritture, e dispose che i curiali approva- co, e quella competente a'ministri esteri
ti dall' A. C. sieno ammessi in lutti i tri- e loro famigliari de jurc gcnlìum, e salvi
bunali, fuorché per quello dcllu roto, dei pure superstiti patentati riconosciuti
i
T R l TRI li 3
Ninna inibizione o citazione, se non se- che a tempo de' romani facevano i vigili,
gnala dall'uditore del Papa, potrà trat- ora pompieri, ed istituzione de'presi de zi-
tenere il corso dell'inquisizione, della cat- tide' rioni di Roma. Inoltre Pio VII col
tura e del giudizio, con norme quanto ab moto-proprio Per un maggior favore,
l'Immunità locale o personale, e quanto de' 3 i ottobre 1800, Bull, cit., p. 76:
allacumulativa fra'tribunali ordinari ne' Nova praxis j'udiciaria in materia an-
delitti di misto foro. Si fecero disposizio- nonaria Romae servanda.l ndi col bre-
ni sui testimoni, stili' esame delle perso- ve Quum ex quo, de' 3o marzo 1802,
ne ecclesiastiche con facoltà dell'ordina- Bull. c\t., p. 3 Confirmatio chirogra-
1 1 :
rio, sul reo negativo die revoca la pre- phi,atque r escripti super causis merce-
cedente confessione, sul giuramento da- nariorum Urbis, quae a sa. me. PioPP.
to da un inquisito, e sui difensori de'rei. VI edita [aere. Nuovamente i francesi
La congregazione del tribunale del go- d'ordine dell'imperatore Napoleone I oc-
vernatore di Roma radunerà almeno
si cupai ono lo slato pontificio, e nel 1809
una volta la settimana; che emanala la Pio VII venne detronizzato e condotto
condanna di galera, niun giudice o tribu- prigione a Savona. Roma e le provincie
nale potrà graziare o permutili- la pena. furono incorporate all' impero francese,
Proibizione d'ammettere i rei d'omicidio e governale da' suoi tribunali, regolati
é di furto a composizione pecuniaria, a' dal codice di Napoleone I, compilalo col-
quali nou potranno suffragare le nomi- le leggi romane del codice Giusti ni'uneo,
ne di liberazione deU'arciconfraternite corrette e migliorata da'Papi col diritto
che ne godevano il privilegio, fuorché di canonico. De'tiibunali di Roma e dello
quella di s. Gio. Decollato di Roma, per- stalo sotto il regime francese, ne danno
chè assiste i giustiziati, singolarità che tor- contezza i fogli olliciali ili Roma, che ri-
nai a rilevare nel voi. LXX Vili, p. 65. cordai nel voi. LIX, p. 58, dopo la so-
Soppresse le ribandizioni de' rei contu- spensione del Diario di Roma, che trat-
maci; ordinò la mensile visita formale a tava lo slesso argomento e pubblicava le
tutte le carceri e de'carcerali di Roma leggi, come fece nuovamente dopo la re-
e dello stato. Ciascun tribunale, che ha staurazione del papale governo. Nel 8 1 r
4
giurisdizione criminale, anche desideri- furono Pio /'//colla libertà
restituiti a
ci di camera presidenti, dovrà in luogo i suoi dominii, onde tornò a Roma trion-
del fiscale tenere il solo sostituto fiscale, fante a riprendere possesso della sua Sù-
nel criminale dovendo ragguagliare il fi- vranità, lutto avendo narrato agi' indi-
scale generale. Compose il ministero par- cali articoli, e quanto dal Papa e da 'tuoi
ticolare de'tiibunali del governatore, del ministri si operò nel ripristinare il go-
vicario, dell'uditore della camera o A. verno colle precedenti leggi. A'i5 luglio
C, di Campidoglio ossia del senatore j 8 5 Pio Vll,a mezzo dell'editto del car-
1 1
del tribunale della camera mediante due dinal segretario di stalo, stabilì un gover-
luogotenenti^uno pel camerlengo, l'al- no provvisorio, meno alcuni indispensa-
tro pel tesoriere e lutti chierici di came- cambiamenti, conservando tempora*
bili
ra, di 3 sostilut i processanti e di 3 notali. neamente l'ordine di cose che vi trovò in-
Disposizioni Sui requisiti pe'ministeri cri- trodotte; e promise che si sarebbe in-
minali, e per gli ascensi, non che sugli cessantemente occupalo d'un nuovo si-
assegnamenti, sopprimendosi le ricogni- stema generale di amministrazione defi-
zioni straordinarie, tranne i legittimi in- nitiva, il più conveniente a'veri e solidi
certi provenienti dalle cause d'appella- interessi del popolo, con unità e unifor-
zione a'minislri dell'A. C. Stabilì l'uffizio mità di sistema, basi solide d'ogni poli-
di polizia dipendente dal governatore, tica istituzione, senza delle quali diffidi'
144 xR i T R I
inculo si può assicurare la stabilità e sal- quali spellava esaminare in •2." e ulteriore
dezza de'governi e la felicità de'popoli; istanza alcune cause particolari civili, co-
poiché un governo lauto più può riguar- me la piena Camera apostolica rappor-
darsi come pei fello, quanto più si avvi- to aite cause giudicate ne'rispeltivi tribu-
cina a rpiel sistema d'unità stabilita da di cameni, e V assetta-
nali de' Chierici
Dio tanto nell'ordine della natura, quan- mento Campidoglio riguardo allecau-
in
to nel sublime edifìcio della religione. La se di quella curia. tribunati, Congre- I
Pratica della Curia Romana, del Vil- gazioni cardinalizie e Segreterie che
che avea meritalo
letli, la ristampa nel riguardavano materie particolari erano :
1797, per diligenza del figlio nel 181 l.° Il tribunale della Camera (o corpo
si pubblicò in Roma la 3." edizione, ed camerale, non del tribunale propriamen-
arricchita di nuove importantissime os- te della camera, il quale componevasi de'
servazioni, e delle «ostanzialissime varia- soli 1 camera, e del presiden-
2 chierici ili
zioni, che la Pratica, subì dopo le pre- te che non avea voto), composto del car-
cedenti edizioni, e perciò vieppiù si rese dinal Camerlengo e per lui del prelato
necessaria per quelli che attendono al fo- Uditore, del Tesoriere talvolta cardinal
ro. E siccome dopo le precedenti pubbli- pro-tesoriere, di 12 Chierici di camera^
cazioni furono emanate varie governa- del Presidente della camera, del Com-
tive disposizioni, si fecero le opportune missario della camera, del Fiscale della
giunte da persone idonee. Ivi si dice, che camera, di 3 sostituti Commissari. 2.° Il
di 4 specie sono i Tribunali di Roma: tribunale o Congregazione del Buon go-
alcuni destinati alla giudicatura ordina- verno. 3.° 11 tribunale dell' Agricoltura.
ria, lanlo civile quanto criminale; altri 4-° Il tribunale o Congregazione dell' Ac-
hanno l'ingerenza di rivedere i giudicali que. 5.° 11 tribunale o Congregazione del-
in grado d'appellazione o di ricorso; al- la Consulta. G.° La Congregazione del
tri esercitano privatamente la giurisdi- Concilio.']. La Congregazione de' Pesco-
zione di qualche materia particolare; ed vi e regolari. 8.° La Congregazione dei*
aldi sono tribunali superiori, a'quali so- r Immunità. g.° Iltribunale o Congre-
no soggetti i tribunali delle altre 3 classi. gazione del s. Offizio. io. Il tribunale o
I tribunali ordinari che esercitavano la Congregazione della fabbrica di s. Pie-
giudicatura ordinaria erano. i.° Il tribu- tro. r.° Il tribunale del Maggiordomo.
1
nale dell' Uditore della camera che di- 1 La Dataria apostolica. 3.° Il tribu-
2. 1
cesi dell'y^. C. ossia Auditoris Camerae, nale del cardinal Decano qual vescovo e
di Monte Citorio dal colle sul quale e- governatore di Ostia e di Felletri. i4-
levasi il palazzo della curia Inuocenzia- La Congregazione Lati retana. 1
5.° La
na. 2. Il tribunale di Campidoglio, che Congregazione d' Avi guo'ie(questa di fat-
chiamasi Curia Capitolina, ossia del Se- to era restata soppressa per la narrata oc-
natore di Roma. 3.11 tribunale di mg.£o- cupazione del dominio temporale; forse
vcruatoie di Roma, chiamato tribunale allora se ne sperava la reptazione, per
del Governo. 4-° Il tribunale del cardi- le solenni proteste fatte da Pio VII nel
nal Vicario. I tribunali di appellazione congresso di Vienna, per cui fu qui no-
o ricorsi destinati a rivedere in grado di verata). Oltre di questi tribunali e con-
appellazione ricorso le cause civili agi- gregazioni, che hanno tutti più o meno
tate in Roma, erano gene-
1. istanza in la giurisdizione contenziosa, era 1» vi al-
ralmente parlando:». "La Rota Romana tre Congregazioni cardinalizie e Segre-
Uditori di Rota. 2. I giudici
de'prelati terieche aveano particolari ingerente,
Comm issa rio deputali. In particolare poi cioè: i.°La Congregazione rie' Riti. a.
eruuvi altri tribunali di appellazione, a' La Congregazione di propaganda fide.
TR I TRI .4>
3." La Congregazione dell' Indulgenze. formi,cosicchè rendevano benr spe«o una
4-° La Congregazione della Visita. 5.° La provincia straniera all'altra, e talvolta di-
Congregazione dell' Indice. 6° La Con- sgiungeva nella provincia medesima l'u-
capo rispettivo de'inedesiini, o la rispetti- quale regolata dalla solida equità e dal
va congregazione. 5.° L'assettamento di verace diritto della natura, ad onta del-
1
Campidoglio nelle cause ili quella curia le calunnie, colle quali è stata attaccala
del Senato Romano. La Pratica del Vil- in diversi tempi, dovrà sempre riconoscer-
le! ti tratta pure di alcuni tribunali par- si come quella, che ricondusse l'Europa
ticolari del Io stato pontificio,de'quali par- allo stalo di civilizzazione, da cui le irru-
lai ove erano o e-
negli articoli delle città zioni de'barbari l'aveano allontanata. A-
sistono,cbiamando Curie in partibus lut- dunqtie Pio V 1 1 col celebre molo-proprio,
ti i tribunali dello slato medesimo fuori Quando per ammirabile disposizione. ,
di Roma, e ne ragiona in genere. Dice per- àe'6 luglio 1816, Bull. Rom.cont. t.i4»
tanto che nelle Legazioni i cardinali Le- p.47> pubblicò l'organizzazione dell'am-
gali fanno la figura di principe assoluto, ministrazione pubblica. Riparli lo stato
ed hanno due giurisdizioni, una ordina- in Legazioni e Delegazioni , stabilendo
ria, l'altra suprema a guisa di quella del- la giurisdizione de'prefcidi cardinali, pre-
la Segnatura di Roma. Aveanoil tribu- lati e governatori; confermando l'aboli-
nale della Rota le città di Ferrara , di zione delle giurisdizioni baronali , nelle
Macerata, ed io vi aggiungerò Perugia. suddette provincie per ultimo restituite,
Ragiona ancora del Consolalo d' Ancona, per le altre facolti/zando i baroni a ri-
del giudice dell'arte agraria di Corneto, nunciarle, anche be'fu turi chiamati e com-
delle Curie di Benevento, Civilanova e presi nell'investiture feudali, solo conser-
di Monte Cosaro nella delegazione di Ma- vando loro il l'itolo onorifico. Conservò
cerata, de' rescovi e loro Sicari per le integralmente le giurisdizioni del cardi-
Curie ecclesiastiche. Dopoché a Pio VII na\decano\n Ostiac t'elletri,e del mag-
furono restituite le provincie di Bologna, giordomo in Castel Gandolfo. Col tit. 2:
di Ferrara, della Romagna, delle Mar- Organizzazione de' tribunali civili fu ,
cessiva riunione de'dominii differenti, da- me, e anco in figura di tribunale d'ap-
ti in vicariato feudale; laonde presentava pellazione in cause determinate co'meto-
la legislazione un aggregalo di usi, di leg- di fìssali. Istituì tribunali d'appello, in
gi, di privilegi fra loro naturalmente dif- Bologna per le cause delle legazioni di
VOL. LXXX. io
i46 TR I TR I
Ascoli e Canieriuo;tlue in lìoma per tut- codice civile, altra per formazione di la
to il resto dello slato, cioè i tribunali tlel- quello criminale, la 3." perla formazione
Y Uditore, della camera o A. C, e degli delcodicedi commercio. Col tit. 3: Orga-
Uditori di Rota. Conservò in Roma la nizzazione de'tribunali criminalità prò v-
giurisdizione civile del tribunale di Cam- vedulo e ordinato sull'esercizio di questa
pidoglio, in /"istanza e in appellazione;
i il giurisdizione. I governatori locali furono
tribunale di Segnatura, anche con auto- autorizzati a procedere ne'delitti minori,
rità di giudicare sulla competenza de'tri- e come possa appellarsi dalle lorocondan-
bunali; inoltre in Roma e nella sua Co- ne. Fu istituito in ogni delegazione un tri-
teria di loro competenza, e salve ancora giudici e officiali della giustizia devono es-
le giurisdizioni delle Congregazioni dei sere contenti dello stipendio fissato dal
vescovi e regolari , e della fabbrica di s. governo, le sportole essendo devolute al
Pietro e suo tribunale, come del tribuna- pubblico erario. Ne'delitti commessi nei
le della Dataria: inoltre mantenne le giu- paesi della Comarca di Roma, il tribu-
risdizioni della congregazione del buon nale del governatore sarà il giudice d'ap-
governo, dell' uditore del caroerlengato pello, al quale tribunale ed agli altri cri-
[\e Mercati òiPiazza Navona, del presi* minali di Roma si conservarono leappel* •
tura, del tribunale del cardinal Uicario riaio, e il Campidoglio co'loro tribuna-
nelle cause di alimenti , del giudice dei li. Ne'contrabbandi e delitti a danno del-
mercenari, di cui a Senato, perle loro ap- l'erario, procedono gli assessori ilei (eso-
bilire, de'22 novembreiSi j,Bull. Rom. più acconci all'istruzione de' processi; <i
quelli della Rota, dell'A. C, di Campi- dici supplenti, la cui istituzione era pò-
i48 TRI TP, I
tuia sembrare opportuna nel sislema de* gualmente soppressi i giudici commissari,
tribunali collegiali; fu facilitato immen- il tribunale dell' agricoltura, .e la mate-
samente il corso de'giudizi sia per la lo- ria contenziosa della giurisdizione del tri-
ro celerilà, sia pel minor dispendio. Alle bunale dell'annona. Soppressa la giurisdi-
comunità e a'consigli municipali furono zione contenziosa delle ripe, fu riunita al
tuita alla prerogativa colla quale l'eser- pa nelle materie giudiziali, meno che ne'
cizio della medesima era stalo amplia- giudizi di competenza delle congregazio-
to da Benedetto XIV. Quindi con quel- ni cardinalizie e ne'casi di ricorso da una
la uniformità che dev'essere lo scopo grazia sovrana. Neil' organizzazione de'
principale d' una savia legislazione, si tribunali criminali due ne furono stabi-
dispose che le stesse prescrizioni di pro- liti in tutto lo stato, in Bologna ossia lo
cedura, le stesse tasse, ed uno slesso idio- slesso tribunale di appellazione nelle cau-
ma più nobile e più adatto al corso de- se civili e perle 4 legazioni, in Roma cioè
gli alti giudiziali, cioè il latino,regoleran- la congregazione e tribunale di consulta
ìio lutti i giudizi tanto nelle curie laiche, per lutto il resto dello stato: ne' delitti
quanto nell'ecclesiastiche, tolto l'uso in- commessi ne'paesi della Comarca il tri-
trodottosi che le cause ecclasiastiche si a- bunale del governatore fu dichiarato il
gi tasserò in un linguaggio, e le cause lai- giudice d'appello. Restarono abolite colle
che in un altro, onde sovente avveniva disposizioni legislative tutte le leggi e sta-
in un medesimo tribunale e in una me- tuti municipali, tranne quelle riguardanti
desima adunanza si parlasseroduediver- la coltura del territorio, il corso dell'ac-
se favelle. Pubblicò il tutto Leone XII que, i danni dati ne' terreni o
pascoli, i
col moto-proprio Dopo le orribili cala- altri simili oggetti rurali; e mediante l'or-
mità, de''5 ottobre 82 4, Bull. Rom. cont.
i ganizzazione delle comunità I' ammini-
t.16, p. 128: Reformalio Tribnnalium strazione fu prescritta dappertutto unifor-
Status Ecclesiasticis, codicis judiciarii me.Colla riforma della procedura civile si
etpraxeos, cum praefinilione novarum provvide alla competenza de'giudici e de'
laxaruni judicialium. Con tale legge fu tribunali, ed alle tasse de' giudizi ed e-
inoltre nell' organizzazione de' tribunali molumenti. Avendo Leone XII intimata
civili soppressa al tribunale del senato- la celebrazione AzW Anno santo del Giu-
re la rappresentanza collegiale, e fu abo- bileo, a vantaggio de' Pellegrini e fore-
lito l'oflicio del capitano dell'appellazio- stieri accorrenti a Roma, col moto-pro-
ni e l'assettamento rappresentante la pie- prio Essendoci sommamente a cuore, de'
na segnatura, attribuzioni date alla se- 20 dicembre 82^, Bull. cit.,p. 2^3: Or-
1
gnatura di giustizia. Soppresso il tribu- dinano prò expedita causa rum et con-
nale d'appello di Macerata, per le cause troversiarum cUnlium resolutione adve-
delle 4 legazion fu assegnato
i il tribunale narunij hospìtum et peregrinorum ad-
d'appello di Bologna, e quello di Roma ventantium Romani anno Jubilaei. Equi
della Rota per tutto il resto dello stato. pure ricorderò, ebe Papi, veri padri co-
i
Il tribunale della Segnatura si dichiarò muni, con provvide leggi sempre tute-
non esistere che per Roma, e composto larono i forastici'!, fino da' tempi anti-
di soli 7 votanti. Si soppressero nelle de- chi in cui aveano luogo i frequenti Pelle-
legazioni gli assessori camerali, ed in Ro- grinaggi sagri a Roma, ospitando i pel-
ma il tribunale collegiale camerale. E- legrini, ammettendoli a mensa nel Tri-
T II I TR I 149
clluio (/ .), facendo loro la Lavanda de torio, mediante il breve Laureti civilasui
piedi (A'.), servendoli a Pranzo (f^.), il Picae.no, de'2 1 dicembre 827, Bull, 1 cit.,
che rinnovò Leone XII. Dissi a Tributi p. 3o5: Restituito jurisdictionis congre-
quanto Papi con benefiche leggi opera-
i gationis Laurelanae super gubemio ci-
rono a favore de'forastieri naufraghi, e vitalis Laureti in Picaeno. Emanò Leo-
di que'forastieri che morivano in Roma, ne XII prescrizioni sulla discreta pigione
sul diritto d* Allunaggio,* di cui trattai a delle case, in che fu imitato da Gregorio
Testamento, ossia di quella dura legge e XVI, come narrai nel vol.L,p. 293, cou
diritto del fìsco, in forza del quale il fi- belle provvidenze. Abbiamo di I.T.Spreu-
sco succede ue'beni de'forastieri morti iu gero. De ftire aedificus
ac fa- et dot/ius
un paese senza esservi slati naturalizzati, ttone aedifìcandi , Francofurti655. Me- 1
ein mancanza di eredi necessari. E quan- rita che io almeno qui faccia menzione
to a'pellegriuaggi aRoma non posso a me- della celebre e analoga bolla di Grego-
no di dichiarare l'esultanza religiosa del Quae publice utilia, et decora,
rio XIII,
mioifnimo, nell'aver letto nel n.°i49del essehuicAlmae Urbi ratio,de\ ."ottobre 1
Giornale di Roma deli 856, che da po- i5j^,Bull. Rom. t. 4, pai". 3, p. 282: De
chi anni fu istituita in Germania la so- Aedificiis, etJure Congrui\acjurisdictio -
ro d'Austria, stalo eminentemente catto- come si legge nella Raccolta delle le g^i
benignissimamente e graziali
lico, accolti di Gregorio X.V l} \.. 1 ,p. 45 1 . Di più Leo-
dal Papa che regna. Dipoi Leone XII col ne XII operò altre utili riforme, riordi-
moto-proprio Quurn plurima, degli 1 nò il pubblico insegnamento, anche della
aprile 1826, Bull, cit., t.16, p. 4*7 '
No- giurisprudenza, istituì una congregazio-
va ordiuatio tribunalis Sigualurae Ju- ne di vigilanza, che infrenasse le gestio-
stitiae. Col moto-proprio Nel compiere, ni degl'impiegati e vigilasse anco sui giu-
de'21 dicembrei827, Bull. Rotti, coni., dici, incoraggiasse i buoni ed onesti, pu-
1. 1
7, p. 1 1 3: Codex refortnatorios adtni- nisse i trascurali, gl'infedeli e i malvagi,
nistrationis Status Ecclesiastici. Col nuo- ed ancorala Congregazione delht
istituì
vo riparto territoriale Leone XII pub- revisione de' conti. Leone Xll fu anche
blicò nuove disposizioni governative e co- in altro benemerito principe, come nar-
mmutative, in coerenza alla legislazione, rai nella biografia e ue'lauli articoli che
non meno che a'tnbuuali civili e crimi- lo riguardano, quale legislatore ed acer-
nali da lui riformati, con ulteriori dispo- rimo propugnatore della giustizia. Il suc-
sizioni pe'giudizi civili e criminali pe'tri- cessore Pio Vili col chirografo Per rende-
buuali di Roma e ne' luoghi tutti dello re più spedito, de'28 geuuaio 1 83o, Bull.
stato,couservando le giurisdizioni del car- Rom. cont., 1. 8, p. 81: Reintegralo tri-
1
guardi umani, e colla vasta e profonda che Gregorio XVI riattivò la banca ro-
sila dottrina fu pure insigne e laborioso mona, e permise le istituzioni della cassa
legislatore, nelTuniministrativoe nel giù- di risparmio, la società di assicurazione,
uiziario, sì nel civile che nel criminale, co- introdusse le barche a vapore sul Tcve-
me narrai in tanti luoghi;e tutto può tro- re , e fece altre cose di buon progresso,
Raccolta delle leg-
vaisi iie'23 voi. della A'5 ottobre 83 1 l il cardinal Derm-Ui in
gì e disposizioni di pubblica amministra- nome di Gregorio XVI pubblicò il [le-
zione, del pontificato di Gregorio XVI, golamento organico per l' amministra-
e pubblicala dalla stamperia camerale, zione della giustizia civile, pe' giudici e
lo slato pontificio a lutto il 1 833. Quindi gelazione nel le cose amministra ti ve egiu-
cessò la congregazione cardinalizia del diziarie. Le materie che furono oggello
buon governo qualunque occupazione
di di nuove disposizioni derogai olio a qua-
sulle provincie, che uon fosse stata stretta- Innque uso e consuetudine lino allora vi-
meiilegiudiziaria. Coti editto del inedesi- gente. Si abolirono altri giudici e Iribu-
1 n oca rd na 1 le, dell' 8 luglio 83 1 1, Raccolta nuli particolari e pi iva ti vi. come la giuria-
t. i,p.i ot),il Papa istituita camera di coni- dizione contenziosa dell' uditore del Pa-
nie! ciò in Roma, con attribuzioni e pri- paia qualunque Causa e materia. Nel mio
vilegi, e tribunale commerciale con giù- vo impianto del tribunale del senatore di
l'indizione couleuziosa;di[)oi a'22 gennaio Roma, gii lu addetto il giudice delle iiicr
i83^ si pubblicò il Regolamento per la cedi, per le cause di Roma e suo agro. 5i
camera di commercio di Roma, ripro- ripristinò il tribunale d'appello di Ma-
dotlo a j>. ii/\ delia Raccolta. La camera cerala, e alle curie ecclesiastiche si lolsela
di coniineicio per gratitudine nella sua giurisdizione cumulativa nelle cause de'
aula creste una lapide Goti busto marmo- Itici. Quindi a* 3 1 otlobrci83i si pub-
T li I T IU i5i
> lieo il R-golamento di procedura ne' stato, de' 18 febbraio 832. La Raccolta
1
gi si riporta ancora, egualmente de'5 no- gorioX V fece notificare dal cardinal Ber-
I
tura generale di tal nume, da lui poi e isti- Rota, e della piena Camera, ne'quali con-
tuita, e presieduta dal cardinal prefètto servò l'antico uso della lingua latina); per-
della Cangi trazione cardinalìzia del- chè le sentenze contenessero le ragioni di
l' Acque, col prelato chierico di camera giudicare. Che quindi co' regolamenti de'
per presidente, con giurisdizione conten- 5 e de' 3i ottobre 83 1, avea appagalo
1
ziosa e suo fiscale. Il Regolamento pe* la- i voti comuni, riordinando tutto il siste-
vori pubblici di acque e strade, pubbli- ma de'civili giudizi, e dichiarando inol-
cato i'8 giugno 833, è nel 1 t.
4> P-9 ' del- tre, che sulle basi del codice di procedura
la Raccolta, nella quale inoltre trovatisi di Fio VII, si fu ebbe una nuova compila-
le altre relative disposizioni sulla riunio- zione delle leggi giudiziarie, tolte le inutili,
per iug.' presidente, onde giudicare sulle maggior sollecitudine, non poteva com-
contravvenzioni a'regolamenti di polizia piersi nel breve gii odi pochi mesi, siccome
stradale, e come si procede in appello da' Noi avremmo voluto, bisognava richia-
suoi decieti innanzi al cardinal prefètto. ma re ad esame tutte le disposizioni di quel
A'io novembre! 834 Gregorio XVI col codice, per conoscere quali fossero meri-
moto-proprio Elevali appena per divi- tevoli di riforma, quali di cambiamento,
no volere, diede allo stato pontificio il ce- e quali infine dovessero esser rischiarate
lebre Regolamento legislativo e giudi- e ridotte a tale precisione, che venisse tol-
ziario per gli affari civili. Fu stampa- ta, per quanto il permette la natura del-
lo nell'istesso anno a parte dalla tipogra- l'untane cose, ogni cau sa di dubitare sulla
fìa camerale, e nella Raccolta delle leg- vera intelligenza ed applicazioue della leg-
gi t.10, p. ij insieme all'editto del cele- ge: e bisognava inoltre supplire al vuoto
."
bre giureconsulto cardinal Gamberini 1 che lasciava lo stesso codice in ordine ad
segretario per gli aliati di stato interni , alcuni articolidella legislazione giudizia-
col quale promulgò l' Ordinamento e di- ria; dal che ne nasceva grande abuso di il
sciplina degli uffizi ipotecarli. Questo in- protrarre i giudizi, intrudendo nel
nuo-
oltre comprende titoli: Della discipli- i vo edificio legislativo una parte delle vec-
na de' magistrati ed officiali dell'ordine chie forme, abolite appunto perchè ser-
giudiziario: Delle spese di giustizia: Del- vivano di alimento a forensi cavilli. A.
le tasse: Disposizioni generati. Prima- questo fine avevamo Noi prudentemen-
mente dichiarò il Papa nel moto-proprio, te stabilito che tulti i tribunali del No-
che innalzato al pontificatoci primoepiù stro Stato, per mezzo de'loi o capi o pre-
vivo de'suoi desiderii fu quello d'una ri- sidenti, ci proponessero i loro dubbi, in-
forma nel sistema legislativo egiuiliziario, sieme a quelle riforme o uiigliorazioni
secondo le molteplici istanze, perchè agli che riputassero utili o necessarie nel si-
usi e a' costumi generali si conformasse stema della civile procedura. Si rese adun-
il modo d'amministrar la giustizia; onde que indispensabile il fare alcune dichia-
eliminare la necessità di ricorrere a'tri- razioni, ed alcune disposizioni suppleto-
bunali di Roma da' punti estremi dello rie, generali e speciali, coi rispondenti a'
stato; perchè le cause si discutessero da dubbi ed alleistanze diedi tempo in lem
più giudici collegialmente, e nella lingua pò si proponevano; e per tal modo pre-
materna (cioè gli atti giudiziali, le sen- parare lo stabilimento e la più facile ese-
tenze e le difese o allegazioni delle parli cuzione degli ordini nuovi, di cui le basi
doversi scrivere in lingua italiana, eccet- doveano essere le leggi del glorioso No-
tuali i liibuuali della. Segnatura , della stro Predecessore, e le parziali riforme
T | I TRI i53
già da Noi pubblicate; l'oggetto poi e Io vìlej a." Dell' ordinamento giudiziario;
scopo, quello di togliere le incertezze, ed 3.° Delle leggi di procedura. Quanto al-
estinguere ogni fonte di arbitrio, ch'è il l'ordinamento giudiziario si dice, che nel-
som ino de'mali nell'amministrazione del- le cause civili vi sono 3 gradi di giurisdi-
la giustizia. Ma l'opera non sarebbe sta- zione e in alcuni casi ve n'è un 4-°; oe'3
ta compiuta, se alle nuove istituzioni non gradi ordinari di giurisdizione e nel 4-%
venissero conformate quelle leggi collet- se avrà luogo, la giustizia civile si ammi-
torie del comune diritto, che con tanta nistra: da'governalori, e da'tribuuali ci-
dificale dal di lui sucessore Leone XII magistrature che ne dipendono, conti-
di felice ricordanza, tutta volta lasciava- nueranno a giudicare le cause loro attri-
no a desiderare un qualche miglioramen- forma delle speciali disposizioni
buite, a
to. Queste leggi pertanto riunite alle leg- de'2 novembre 1 83 e de' 20 febbraio
1 1
loro in armonia, col titolo di Regolamen- in intiero, gli altri perle cause di ."istan- 1
me a'bisogni de'popoli soggetti al dorai- bunali di Roma sia per ragione delle per-
uio della s. Sede: perlocchè speriamo con sone che dimorano, sia per ragione de'
vi
strali, siccome debbono, la Nostra volon- dicate in Roma nel foro Lauretano. So-
tà, si raggiunga il fine a cui furono sag- no e rimangono aboliti tutti gli altri tri-
giamente dirette le cure di Pio VII nel bunali e tutte le magistrature giudizia-
promulgare la sua legislazione, di segui- rie, non si
delle quali fa menzione. U U-
re, cioè, la grande massima che dichiara ditore del Papa non esercita, né può e-
ottime quelle leggi le quali attribuisco- sercitare la giurisdizione contenziosa in
no a giudici il minimo arbitrio, senza veruna causa e materia (abnegazione ge-
viole/ilare la loro coscienzaj ed ottimi i nerosa di Gregorio XVI, che si spogliò di
giudici i quali attribuiscono il minimo sì rilevante prerogativa). Non è derogalo
possibile arbitrio a loro slessi ". 1 1 Re- alle altre attribuzioni dello stesso udito-
golamento soltanto abbraccia 1806 pa- re del Papa, negli aliati non appartenenti
ragrafi e 444 p a s',ne
P ei CLn ll0n & c a
»
" ' al foro contenzioso. Non vi sono giudici
mia opera; però non mancai in moltissi- tiganti, o di avocale le cause ad altri tri-
mi articoli di riprodurne non pochi bra- bunali, fuori di quelli che sono compe-
ni, come che rimarcherò in cor-
in quelli tenti, a forma di questo regolamento, ri-
sivo. Dirò solo che il Regolamento divi- mane abrogata. De' giudici e, tribunali
,"
desi iu 3 parli : 1 Della legislazione ci- perle cause appartenenti al foro laico.
1
54 T R 1 TR I
lu ogni luogo dello stato, capoluogo d'un dell'A. C. ossia dell' Uditore della caino
governo, vi è un giusdicente, chiamato ra, è composto di questo prelato presi-
Governatore. Le funzioni giudiziarie at- dente, di 3 prelati Luogotenenti, di 9 to-
ti ibuite a'governatori verranno esercita- gati, 3 de'(|uali col titolo di consiglieri, a
te ne'capiluoghi delle provincie di Bolo- col titolo d'assessori, e \ col titolo di giu-
gna, Ferrara, Forlì, Ravennaj ne'capi- dici uditori.11 tribunale degli Uditori di
luoghi dell'altre pruvincie verranno eser- Rota, che a mezzo de'suoi prelati giudici
citate dagli assessori legali. In ogni capo- conosce e giudica in 2. e in 3.° grado di
luogo di provincia v'è un tribunale civi- giurisdizione, ec. Il tribunale della pieua
le, che giudica collegialmente, cioè nelle Camera apostolica è composto di 5 pre-
Delegazioni a Legazioni; nelle nominate lati Chierici della medesima, ed è pre-
4 città con presidenti, vice-presidenti e 4 sieduto dal più anziano o decano. L'óv.
giudici, divisi in due turni ;ì tribunali che vocato generale del Fisco, ed il Com-
risiedono negli altri luoghi sono compo- missario generale della camera (di cui
rli d'un presidente e di due giudici. Wel- anco a Tesoriere), potranno intervenirvi
le città di Bologna, Ferrara, Rimini, Pe- per sostenere gl'interessi fiscali. Se la seu-
saro, ancona, Foligno, Civitavecchia e teiizn è proferita dal tribunale in 2.°gra-
Roma vi sono tribuna li di coni merciocou do di giurisdizioneda quella della 1 ."istan-
presidenti giureconsulti, e giudici com- za, giudica la Rota, così altre, come di
mercianti. 1 tribunali di commercio so- restituzione in intiero e quelle sul valore
no tribunali di eccezione. Vi sono due tri- de' Rescritti o Chirografi sovrani. Ed in-
bunali superiori chiamati d'appello, uno oltre le cause della camera degli Spogli
in Bologna, l'altro in Macerala, con pre- ecclesiastici, per essa la Congregazione
sidenti e 6 giudici per ciascuno. La giu- cardinalizia di propaganda fide, ec. il
risdizione del tribunale d'appello in Bo- tribunale supremo della Segnatura di
logna comprende le 4 proviucie di Bolo- giustizia è composto del cardinal prefet-
gna, di Ferrara, di Forf^di Ravenna. La to, di
7 prelati Folanti, d'un prelato
£/-
giurisdizione del tribunale d' appello di dilore del tribunale, d'un togato uditore
Macerata comprende leprov'mcie di Ur- della prefettura. Tutti i giudici e tribu-
bino, di Pesaro, di Macerata, d'Ancona, nali dello stato, compresi quelli della s.
di Fermo, d'Ascoli, di Camerino, e il di- Rota e della piena Camera, souo soggetti
stretto di Loreto. In Roma vi sono i se- al tribunale supremo di Segnatura. Souo
cita la giurisdizione,cumulativameute col stanze de'i icori enti, ed hanno il volo me-
tribunale dell'A. C. per le cause laiche, ramente consultivo. Il tribunale supre-
tra o contro meri laici di Roma e del- moili Segnatura conosce e giudica, in 110-
l'Agro romano. Questo tribunale è com- ine e vece del sommo Pontefice, ec. : e-
posto: del senatore di Roma, che ritiene sercita inoltre la podestà giudiziaria ec,
il titolo di presidente; dedite collaterali; De'giudici supplenti. Presso ciascun go-
dell'uditore prò tempore del senatore, del vernatore, assessore o altro giusdicente vi
giudice de' mercenari, d' un giudice ag- sarà un giudice supplente per l'esercizio
giunto, cioè l'avvocato fiscale della ca- delle funzioni giudiziarie. Vi saranno 2
mera Capitolina. Il giudice de'mercena- supplenti presso ogni tribunale civile
ri conoscerà, come giudice di eccezione, composto d'uu solo turno; 4 presso i tri-
le cause di Roma e dell'Agro romano non bunali di 2 turai, e pressoi tribunali d'ap-
maggiori di 20oscudi,coucernenti le mer- pello. I tribunali di commercio non avran-
plenti, e lo sarà per le cause d'appello il alla camera apostolica; perciò fece dichia-
fiscali: della camera Capitolina. In man- rare la limitazione della privativa della
canza d'uno o più giudici del tribunale Stamperia Camerale (Z 7 .), a Roma e sua
della piena camera apostolica, il decano Comarca; nel quale articolo riportai no-
deputerà a farne le veci altri chierici del- zioni analoghe sulle stampe amministra-
la medesima per anzianità. supplenti I del tive, governative e delle cause fiscali, col-
tribunale di Segnatura saranno i prelati le discipline intorno alle stampe legali ;
referendari chiamali dal cardinal prefet- dicendo pure come nell'odierno pontifi-
to. Esercitando con lode per 5 anni I offi- cato e neliSTo.a incremento dell'indu-
cio di giudice supplente, potranno essere stria tipografica, fu abolita la detta limi-
guali meriti nella collazione degl'inopie rale, anche perchè difensori delle cause
i
gin dell'ordine giudiziario. Le funzioni di con maggior agio e minor dispendio po-
giudici supplenti sono compatibili con tessero far imprimere le loro difese sì ci-
quelle d'avvocato o di procuratore. De vili che criminali, fermo però restando il
giudici e tribunali per le cause appai-- diritto privativo della stamperia came-
Unenti al foro ecclesiastico, Nelle dio- rale di proseguire la pubblicazione della
cesi rispettive Vescovi e gli Arcivesco-
i Raccolta e collezione delle leggi, e di
vi, e per essi / icari generali, sono giu-
i proseguire ancora a slampare le decisio-
dici di i .'istanza, ec. Tribunali ecclesia- ni de'tribuuali della Rota, della Segna-
stici di Roma. Il tribunale del cardinal tura,(.\tì\>xCamera apostolica, della con-
/ ica?-io,\)ev Romae suo distretto, si com- gregazione di s. Ivo della Curia Roma-'
pone del cardinal vicario di Roma, del na, e dell'arciconfrateruita di s. Girola-
prelato P icegerente, del prelatoLuogo- mo della Carità: e si dispose eziandio,
tenente, i quali prelati per mezzo d' un che delle dette stampe della Rota e della
privato uditore conoscono e giudicano in Camera si continuasse a deporre nell'ar-
i. 'istanza. Il tribunale deli' A. C. o del- chivio della stamperia camerale un nu-
l' Uditore della camera. Il tribunale de- mero di copie, in unostampe a tutte le
gli L ditori di rota. La giurisdizione del amministrative ed altre. Le nuove isti-
tribunale della Congregazione cardimi- tuzioni che riguardano tribunali di com-i
p. 267 è il Regolamento per Vorganìz' plinale militare formato sulle basi delle
zazione stabile e disciplina della ca- varie leggi e consuetudini anteriori, e sul-
mera dicommercio d' Ancona,follo pub- le norme generali delle comuni vigenti,
blicare dai Papa a'b ottobre 835. Nello 1 avrebbe provveduto alla più certa, uni-
slesso 1. 12, p. 63 si legge de' 25 luglio forme e pronta amministrazione della giu-
1 835 l'editto ilei cardmalGamber'mi con stizia medesima,approvò il regolamento.
l' Ordinamento della giurisdizione con- Ad agevolare il corso delle cause e giu-
tenziosa nelle materie amministrative. dizi criminali e disciplinari militari , il
posti e de'loro giudici; del ministero del prelato Governatore di Roma ha la su-
tribunale cri minale, composto dall' udi- prema direzione di polizia, ed è capo del
tore generale, dagli uditori di divisio- tribunale criminale dello delGoveriiOjCol
ne, dagli uditori sostituti, dali. attua- quale concordano nella città di Roma i
rio, dagli attuari sostituti, dall'archivi- tribunali criminali dell'Uditore della ca-
sta eda altri impiegati subalterni. 11 li- mera, del Senatore o Campidoglio, e del
bro 2.° tratta: Della procedura discipli- Vicario nelle cose di sua competenza. Nel
nale. Segue il Bfgohitiiento per l'esecu- palazzo Madama, edificato dalla famosa
zione delle pene e punizioni militali. Ter- Caterina de Medici,sino dalla mela del de-
mina il Regolamento di giustizia crimi- corso secolo venne fissata la sua residen-
naie e disciplinare militare, colla ripro- za. Per la Comarca poi e per lo stato i
duzione delle facoltà immunitarie accor- giudicati sono riveduti dalla Congrega-
date da Pio VI neh yg3 al tribunale mi- zione della s. Consulla ( cioè fra le sue
litare e suoi ministri, confermate da Pio competenze ha la giudicatura criminale
VII nel i8?.3, e da Gregorio Ti\ì nel in grado di appello o di revisione, ed è
1 842. L'avv.° della romana curia Pietro il tribunale esclusivo per lecause di lesa
Castellano nel 1837 pubblicando in Ro- maestà; da'prelaii Ponenti componenti il
ma: Lo Stalo Pontificio ne'suoì rapporti tribunale vengono tolti i giudici, che di-
geografici, storici, politici, secondo le ul- visi in due turni o camere formano il su-
time divisioni amministrative, giudizia- premo tribunale di revisione o sia di cas-
rie ed ecclesiastiche, sui tribunali e giu- sazione, come lo chiamano i francesi, per
dici di Roma, in breve li dichiarò come le cause criminali ). Molti sono i tribu-
segue (fra parentesi aggiungerò (commis- nali di eccezione conservati nell' ultima
sioni più. intrinseche). » Il palazzo prin- restaurazione, ed ha ciascuno i propri li-
e giudiziari per gli all'ari ci vili,onde anche nell'indicato articolo. A' 12 giugno 184?
questa pnrte legislativa venisse ulterior- Pio IX istituì il consiglio de'ministi i. di-
mente migliorata a norma dell'indicazio- chiarandone precidente il cardinal Segre-
ni che si fossero avute dall'esperienza di tario di stato ; venendo affidato all' U-
più armi nella pratica forense sì ne'lribu- ditore generale della camera il nuovo
uali diRoma,come in quelli delleprovin- ministero di giustizia, colle attribuzioni
cie. Alla commissione pertanto che trova- che in questa parte esercitava il segreta-
vasi composta di que'prclati egiurecou- rio per gli affari di stato interni; però fu
suiti, i cui nomi si leggono nel n.°89 del dichiaralo che la s. Rota e tutti tribu- i
Diario di Roma del 1846. aggiunse di- nali che aveano per capo un cardinale
versi altri stima bi li ed esperti prelati e giu- proseguirebbero a corrispondere colla se-
reconsulti, ivi pure nominati. Si appren- greteria di stato. Al cardinale camerlengo
de dal n.°2 del Diario di Roma del 84 7 1
?
si conservò la prefettura del tribunaledel-
che il Papa prendendo a cuore la retta e la piena camera, e le altre sue preroga-
spedita amministrazione della giustizia tive. 1 prelati uditore della camera e go-
punitiva . mentre la commissione desti- vernatore di Roma cessarono dalle fun-
nata a esaminarne i regolamenti eia pro- zioni giudiziarie , sì civili che criminali,
cedura andava di ciò occupandosi, volle comunque esercibilida altri in loro nome
r
facilitarne la via profittando dell'oppor- e vece; egualmente mg. Tesoriere cessò
tunità di talune vacanze avvenute ne'di- dall'esercizio della presidenza della con-
versi tribunali criminali di Roma. Laon- gregazione camerale pel contenzioso am-
de coti ordine circolare della segreteria di ministrativo e del tribunale criminale
,
stato del 1 ."gennaio, disposedi concentra • dilla camera. Tra gli all'ari da trattarsi
re in uno solo, ma diviso in due turni, nel consiglio de'ministri, furono compre-
cioè iu quello criminale del governo, pre- se le nuove leggi e I' interpretazione di
r
sieduto da mg. governatore, gli altri due quelle in vigore. All'uditore della came-
tribunali pur eliminali, che perciò resta- ra fu concesso il proporre le nomine dei
rono aboliti, dell' Uditore della camera presidenti e de'gindici de'tribunali civili
e del Senatore di Roma, come stava per e criminali, de'presidenti e giudici de'tri-
fare Gregorio XV I se la morte non lo ra- bunali di commercio nelle provinole, de-
piva al mondo. E perchè le provinole an- gli assessori legali o giusdicenti, de'fiica-
cora risentissero un vantaggio dalle pa- li, de'gindici processanti, dc'difensori ilei
terne sue cure, giudicò porre quelli del- rei, de'cancellieri, di due primari impie-
le provincie sotto la vigilanza del supre- gati del suo ministero e del direttore delle
mo tribunale della s. Consulta. A questo statistiche giudiziarie, dovendo la s. Con-
inoltre die mezzi corrispondenti per com-
i sulta comunicargli gli elementi per la par-
pilare una periodica statistica criminale, te criminale. Inoltre il moto-proprio di-
Aflìnchè tutto corrispondesse alle ponti* bunale, alla presidenza delia congregazio-
licie sollecitudini, fu accresciuto conside- ne camerale pel contenzioso amministra-
inabilmente ilnumero de' magistrati e tivo , ed alla presidenza criminale della
altri in loro sussidio, come i Ponenti alla camera apostolica, il che venne effettua-
s. Consulla, a' quali assegnò uditori già to col narrato nel voi. LXXIV, p. 34".
iGo TRI TR I
Ecco poi l'istruzione circolare emanata ricorso, quando abbia luogo, si porterà
a'26 giugno del cardinal Gi/.zi segretario ni prelato che esercita la presidenza del
di stato, che ricavo dal n.°53 del Diario tribunale. § V. La presidenza della con-
di Romaóeì 1847. " Coercntementea' §§ gregazione camerale pel contenzioso am-
r
14^4' del moto-proprio sul consiglio e ministrativo, attribuita a mg. tesoriere
sulle otti ihuziorii de'ministri, la Santità dal §25 dell'editto 2 5 luglio 1 83 "i, sarà
r
di Nostro Signore si è degnata di ordi- esercitata da mg. uditore del camerlen-
nare, che in via provvisoria e sino a nuo- gato: per compiere il numero de'5 votan-
ve disposizioni si osservi quanto segue. ti farà parte del la congregazione il toga-
§ I. Il tribunale del Governo prenderà il to giudice relatore nella sezione degli ap-
nome Tribunale criminale di Roma;
di pelli del tribunale criminale della came-
r
la presidenza attribuita a «ng. governa- ra apostolica. § VI. Il tribunale criminale
tore dall'articolo 38 del Regolamento or- camerale istituito dal § 49 dell'editto 8 a- i
ganico e di procedura criminale e dalle gostoi 835 avrà una sola sezione compo-
successive disposizioni, sarà esercitata dal sta di 4 giudici, cioè d'un
r
chierico di ca-
prelato vice-presidente deh." turno. Lo mera presidente, di mg. uditore del ca-
stesso prelato eserciterà la giurisdizione merlengato e di due togati giudici rela-
economica specialmente attribuita a mg. tori nelle due sessioni attuali di prima
governatore dal § 735 del moto-proprio 1 istanza e di appello. § VII. Lo stesso tri-
10 novembre 1 834- per decidere sui ri- bunale avrà un giudice processante; que-
r
corsi da' decreti de' presidenti di polizia sti dipenderà da mg. commissario della
de'rioni di Roma. § II. Il tribunaledell'A. camera, che eserciterà, o farà esercitare
C prenderà il nome di Tribunale civile dal meno anziano di nomina fra 'suoi so-
di Roma; la presidenza attribuita a mg/ stituti, le funzioni di fiscale. § Vili. In
uditore della camera dal § 3 2 del moto- 1 conformità del § 54 dell'editto 1 8 agosto,
proprio 10 novembre i834 verrà eserci- uno de'cancellieri segretari
o di camera e-
tata dal prelato , a cui perla medesima Berci te rà 1' officio di cancelliere presso il
legge compete il dirittodi presiedere il i.° tribunale criminale; esso terrà nella pro-
turno. § La giurisdizione ecclesiastica
III. pria cancelleria e sotto la sua disciplina
r
esercitata in nome e vece di mg. udito- gl'impiegati subalterni. § IX. Il tribuna-
re dello camera da un giudice uditore e le camerale residente in Roma ed tri- i
da due assessori, dovrà esercitarsi prov- bunali criminali del le provincie giudiche-
visoriamente dal prelato attuale 3.° luo- ranno in [.'istanza le cause indicate nell'e-
gotenente che siede come semplice giudi- ditto18 agosto 1 835, e quelle pure che so-
ce nel f. "turno; questi giudicherà perso- no contemplate nel successivo editto dei
nalmente ed in proprio nome le cause e- 7 novembre 1839 abbenchè commesse
,
nunciate ne' §§ 370, 371,372 del sud- al giudizio inappellabile della sezione di
detto moto-proprio: ne' casi d'impedi- appello. § X. Il tribunale criminale di Ro-
a
mento sarà supplito da uno de' prelati ma giudicherà inoltre in 2. istanza tut-
giudici aggiunti della congregazione pre- te le cause giudicate ini. grado da'tri-
latizia. Sederà in di lui vece neh. "tur- bunali delle provincie. §. XI. Dalle senten-
no un giudice uditore, a termine del § ze del tribunale di Roma si appellerà al
3 16 del citato molo-proprio; nella con- tribunale della s. Consulta; ed allo stesso
gregazione prelatizia sederà come 3.°giu- tribunale s'interporranno i ricorsi in via
dice un prelato giudice aggiunto. § IV. di revisione ne'casi preveduti dagli arti-
La giurisdizione economica sarà eserci- coli 1 5 e 6 del
1 citato Regolamento orga-
tala dal giudice uditore addetto attual- nico e di procedura cri mina le. § X I I.Tu t -
r
mente a tng. uditore della camera; il te le cause saranno decise sui risultameli-
TRI ìCu
ti del processo sci ilio, senza che in vcrun della camera, per soprintendere all'ammi-
caso abbia luogo il dibattimento o sia pro- nistrazione della giustizia civile e cri mina
cesso orale in udienza, (j XIII. Continue- le dello sialo. Divennero perciò da lui di-
ranno ad essere osservale le leggi attua- pendenti tutti tribunali,' ed
i giudici i ci-
ri lem pò cessò deh ni li va mente la Congre- 9." fu il ministro di polizia, cioè il gover-
gazione cardinalizia economica, istitui- natore di Roma, per prevenire i delitti e
ta per discutere quanto si riferiva ad og- reprimerli, e fra le altra cose gli si altri -
getti di pubblica economia in via legisla- bui la superiore direzione disciplinare del*
tiva, poiché lesueattribuzioni giada mol- le carceri di Roma. Perciò cessarono gli
to tempo erano passate alla segreteria per antichi titoli ili alcuni ministeri, e nel se-
gli all'ari distalo interni. Col «nolo-proprio guente gennaio fu secolarizzato quellodel-
de' i4°llobrei847, Papacreò una con-
il le armi e poi altri nel febbraio. A.'i4"iar-
sulta di stato, della quale parlai a Teso- zoi847 Pio IX pubblicò lo statuto fon-
riere, per coadiuvare alla pubblica am- damentale pel governo temporale degli
ministrazione e risiedere in Roma, e di- stati della s. Sede, con forme di politico
visa in 4 sezioni, lai. "delle quali legale e reggimento costituzionale di sistema rap-
legislativa, onde compilare, riformare e presentativo, con due consigli o camere
modi care 11 le leggi, qualificati affari dii.° deliberanti, cioè l'alto consiglio e il consi-
ordine: presso la consulla di stato fu sta- glio de' deputali; frale loro attribuzio-
bilito un corpo di uditori. Indi Pio IX ni, assegnò quella di proporre, discutere
col moto-proprio de'29 dicembre 1847 e votare tutte le leggi in materie civili,
sul consiglio de'ministri, questi
da 7 au- amministrative e governative, dovendo
mentò a 9, e dichiarandoli responsabili, approvarle il sommo Pontefice per ave-
con segretario e uditori fra le loro at- : re forza di legge. Fra gli affari che furo-
tribuzioni fu ingiunta la proposizione no interdetti a' due consigli, si comprese-
delle leggi. 11 2.°diessi fu il tninistrodel- ro gli ecclesiastici o misti, le leggi contra-
l'inlerno, a cui furono riunite le altribu- rie a'eanoni e disciplina della Chiesa, le
zioni della congregazione del buon gover- relazioni diplomatico-religiose della s. Se-
no, la qualecessò d'esistere co'prelali suoi de all'estero, ec. Inoltre collo statuto il
Ponenti. Il 4.°di essi fu il ministro di gra- Papa istituì il consiglio di stato, con un
zia e giustizia, carica conferita all'uditore corpo di uditori, per redigere i progetti
voi. LXXX. 1 1
tfa TRI TR I
due Sicilie il Papa Pio IX. L'anarchia bunali e giudici di giurisdizione misla e
successivamente arrivò colmo, e finì al di giurisdizione ecclesiastica residenti in
con promulgare romana aila repubblica Roma e nelle provincie corrispondano col
9 febbraio 849. Quanto precede, accom-
1 medesimo cardinale. Al ministro di gra-
pagnòeseguj la deplorabile epoca, lo rac- zia e giustizia furono confermate le at-
contai ne'ricordali articoli e negli altri ri- tribuzioni suddescritte, pei l'amministra-
guardanti la Sovranità della s. Sede. I zione della giustizia civile e criminale; la
tribunali civili, criminali ed ecclesiastici raccolta periodica delle leggi e atti di go-
furono soppressi o alterati al modo indi- verno, da pubblicarsi almeno in ogni tri-
affidò a 3 cardinali con titolo di commis- minale camerale, presieduta da mg. de-
sione governativa di stato il riordinamen- cano de'chierici di camera, comunque il
to della cosa pubblica, tutta quanta ro- personale de'giudici togati, e gli addetti
vesciata e manomessa. La commissione alla cancelleria criminale abbiano subite
.ninnilo le leggi e disposizioni emanate molle innovazioni; mentre mancando gli
commissioni. 11 Papa che dal suo soggior- cardinal Anlonelli pubblicò la legge sul
no di Gaeta era passalo a quello di Por- nominato consiglio di stato, la cui presi-
tici, a'12 settembre 1849 istituì il consi- denza venne attribuita al cardinal segre-
glio di stato pe'pareri de'progelli di leg- tario di slato; dichiarando che gli adori da
ge, e l'esame d'ogni ramo di pubblica trattarsi dal consiglio riguardavano ma-
amministrazione; promise riforme e mi- terie governa ti ve e animi lustrali ve,e quel-
glioramenti sull'ordine giudiziario; ed ai le dell'amministrativo contenzioso. A'22
12 aprile 18 'io felicemente rientrò in Ro- novembre 85o/Vo / 1 \ fece pubblicare dal
ma. A' io settembre \\ cardinal Anlonelli cardinal Anlonelli la legge sul governo e
pro-segretario di stato, con editto riporta- ri parti mento delle provincie e sull'am-
to dal n.°2(>9 del Giornale di Roma, no- ministrazione provinciale, avendone da-
TR I TR 1 i63
to un cenno Dell'indicato articolo, ripor- Giornale di Roma, con disposizioni per
tando l'alto il n.° 272 del Giornale di porre in armonia colle nuove leggi orga-
Roma del i85o. Ed il n.°274 riprodusse niche delle provincie e de' comuni, I' e*-
la legge de* 24 novembre, sui comuni e sercizio della giurisdizione contenziosa ne-
rappresentanze municipali dello slato gli affiiri amministrativi, ritenuto il dispo-
pontificio, onde ne parlai a Priore. A'3o sto del § t g della legge de' io settembre
furono soppresse le giurisdizioni de' tri- i85o, riguardante le attribuzioni del mi-
bunali civili e criminali residenti in Fo- nistero dell'interno, che presiede all'am-
ligno e Loreto, .venendo riuniti a quelli ministrazione provinciale e municipale,
di Perugia e.di Macerata. Qui noleròche le autorità governative delle stesse prò
nello stesso mese fu separata dal ministe- vincie, ed i governatori, salvo il disposto
ro dell' interno la direzione generale di del §24 del ministero di grazia e giustizia,
polizia, e ripristinata in un prelato l'im- quanto alle funzioni giudiziarie a cui so-
portante carica di direttore generale di no sottoposti. Pertanto nel cap.i.° si di-
polizia, indipendente dal consiglio de'mi- chiara:!! contenzioso amministrativo con-
nistri, ma direttamente dal sovrano e dal tinuerà ad essere separato e distinto dal
cardinalsegretario di stato presidente del contenzioso giudiziario/m conformità del-
medesimo. Però il direltoredi polizia, clie le leggi vigenti. Gli alluri appartenenti al
Tribunale della Cancelleria apostolica. pendenza che in detto ramo civile man-
3.° Tribunale della Dateria apostolica. tengono pienissima dal detto ministro. li
4-° Tribunale della sagra Rota Romana. 3.° prelato poi, collega de'due presidenti
5.° Tribunale della reverenda Camera a- civili, giudica ini." istanza tutte le cause
p).?fo//c77.6. "Tribunale supremo della Se- ecclesiastiche e miste. Se la somma con-
gnatura di giustizia. rj.° Tribunale del troversa è inferiore agli scudi 5oo, l'ap-
cardinal Vicario di Roma. 8.° Tribuna- pello è devoluto alla s. Rota romana. Co-
le civile di Roma. Si compone: per le cau- si le curie vescovili hanno per il lato ci-
a
se ecclesiastiche ini." e 2. istanza, d'un vile ini. "istanza un giudice singolare, col
prelato giudice deputato. In 3/ islanza, titolo ili vicario generale. Dal giudizio di
della congregazione prelatizio, la quale questo è dato l'appello ad arbitrio de'soc-
(ormasi del presidente, di due giudici, e combenti alla curia del metropolitano ri-
di due giudici supplenti, tutti prelati. Per spettivo, o a'tribunali di Roma, cioè alla
le cause civili laicali, 1 .°lurno: del prelato congregazione prelatizia od alla s. Rota,
presidente, e di 4 togati due consiglieri e giusta il valore della causa appellata. È
due giudici uditori; i.° turno: del prelato di qui che la dipendenza non dipenden-
vice-presidente, e di 4 togati due consi- za de'tribunali dal ministro dell' interno
glieri e due giudici uditori. Assessori e deriva sempre dal gran principio della
giudici economici, due togati. Giudice re- giurisdizione ecclesiastica. Ove la giurisdi-
visore economico il mentovalo prelato
, zione e la materia è puramente civile, qua-
presidente e per esso un togato uditore. lunque tribunale deve uniformarsi alle
Per le cause delle mercedi un togato. Que- emanazioni, a' rescritti, alle declaratorie
sto tribunale risiede nel palazzo della Cu- del dello ministro, il quale parla o decre-
ria Innocenziana , comechè succeduto a ta in ragione dell'udienza sovrana o del
quello dell'A. C. ossia dell' Uditore gene- consiglio de'ministri del consiglio di sta-
rale della camera. La Civiltà cattolica, to. g.° Tribunale Commercio. Si com-
di
t.6, p. 4 2 7> dìi la seguente nozione del pone del presidente, di due giudici, e di
tribunale civiledi Roma. E diviso in due due giudici supplenti. Cancelliere e vice-
sezioni, l'una puramente civile, l'altra ec- cancelliere per le cause ecclesiastiche. No-
a .°
clesiastica e mista. La i. sezione civile si taro pubblico e vice-cancelliere. Per il 1
dente. Procura generale del fisco : il fi- no onninamente recarsi al tribunale per
scale generale, 4 sostituti fiscali generali, dare evasione a quelle cause e reclami
il cancelliere. Procura de'poveri: l'avvo- che si fossero presentati, per cui dissi a
cato <\e poveri, 4 procuratori de' poveri, Feria, che nelledomeniche agivano in Ro-
3 procuratori de'poveri aggiunti, il pro- ma il giudice de'mercenari, e il tribuna-
curatore de'poveri per la carità, e due le della s. Consulta, ma quanto
a questa
sollecitatori de'poveri. La congregazione tralasciai di aggiungere anticamente. In
cardinalizia della s. Consulla ora si con» •
tale articolo discorsi delle ferie forensi an-
pone: del prefetto cardinal segretario di cora e de'tribunali, delle diverse loro spe-
6talo, e di. altri i a cardinali; di 14 prela- cie e denominazioni, colle debite distin-
ti Ponenti, fra'quali il presidente del tri- zioni. Sulla s. Consulta la citata Civiltà
del tribunntecrimìnale di Roma, ed il vi- miei articoli, e gli altri che poi rammen-
ce-pi esidenle di questo; non die di due terò, ne'quali ne ragionai con particola-
prelati supplenti. La detta congregazione ri. La Consulta era in aulico una con o"re
tribunale di consulta è il tribunale su- gazione mista di cardinali e di prelati, e
premo d'appello, ed insieme di revisio- trattava per separate cancellerie negozi
ne delle materie criminali , ed prelati i giudiziali ed amministrativi. Senza per-
sono giudici nelle cause politiche e di le- derci nella storia di sue variazioni (da ine
sa maestà: la cancelleria del tribunale ri- riportata ne' luoghi citati),diremo che
siede nel Palazzo della Consulta. Nello a'tempi nostri, cioè dopo Regolamen- il
stato vi sono due altri tribunali d'appel- to di procedura de'5 novembre! 83 1, es-
io, tanto che criminali, uno in Co*
civili sa rimase divisa in due rami. L'uno giu-
logna e l'altro in Macerata: da questi tri- diziale in grado d'appello e di cassazione
bunali si appella a quello supremo della suprema per tutte le cause criminali, non
s. Consulla, in via di revisione. Il tribu- che di tribunale esclusivo per cause sani-
nale criminale di Roma si aduna nelle tarie di Pestilenza, e di lesa maestà, con
stanze del palazzo della Curia Innocen- una cancelleria tutta propria. Questo ra-
ziana ossia di Monte Citorio; ed il tribu- mo è composto di due turni o camere, che
nale della s. Consulta per Io più si aduna coniano 6 giudici per ciascuna, compre-
nelle stanze del palazzo pure Innocenzia- si due presidenti, e vi appartengono il
i
110, ed alcune volte nelle stanze del Pa- fiscale generale, suoi sostituti, non che
i
saie, sanila de' porti e de'lazza ietti. Per perocché annunziò il Giornate eli Roma
tale ramo direttivo sanitario esiste la con- de'22 marzoi856, che il Papa a veu .no-
r
gregazione speciale, non diversa dallaCo/j- minato mg. Antonio Barn bozzi, allora
gregazione speciale sanitaria tranne al- delegato apostolico di Velletri , a diret-
cune modificazioni; poiché oggi compren- tore generale delle carceri e case di con-
de la direzione generale di sanità, e fino danna. La Civiltà cattolica diede questi
al presente anche carceri, case di condan- schiarimenti, a'quali ne aggiunsi altri col-
na e luoghi di pena, divisa in due sezio- le Notizie deh 856, per dimostrare che
ni. La sezione della sanità marittima e in Roma non vi ha alcuna confusione di
continentale ha per presidente il prelato all'ari giudiziali, amministrativi e sanita-
ministro dell'interno, e ne fanno parte i ri.Dappoiché nel 85 pretesero alcuni
1 1
gio. Tra le sue opere cpii ricorderò quel- sto apposito e succinto di ciascuna deci-
le notate nel voi. LI, p. 33, ed Cenni i sione, a conferma delle massime medesi-
sulle a litiche Leggi Etnische, Roma 838; 1 me. Già nell'articolo Diario di Roma, del
non che Cenni siili' abbate Ottavio Sac-
i quale riparlai a Notizie del giorno ed a
co, Roma 1842, come relative al presen- Roma, nel riferire alcuni periodici chesi
te argomento. Poiché gli etruschi, che ce- pubblicavano in Roma feci onorevole ,
lebrai a Toscana seppero per se stessi , menzione del Giornale del Foro in cui
crear leggi alla religione assai giudiziosa- si raccolgono le pia importanti regiudi-
mente collegate, -e vuoisi per indubitato cate de' supremi tribunali di Roma e del-
che dall'etrusco legislazione le apprese re lo stato pontificio in materia civile, com-
ÌNuina e le fece conoscere a Roma, men- pilalo dal d. r Bartolomeo Belli. Questa
tre romani ricorsero a'falisci popoli di
i utile compilazione il eh. raccoglitore l'in-
Toscana per avere il gius feriale e altre cominciò nel 8 7 e tuttora la prosiegue.
1 1
leggi onde supplire a quelle delle XII ta- Inoltre abbiamo del medesimo: Compen-
vole. Quanto al Sacco, fu per la sua vir- dio decennale del Giornale del Foro dal
tù e zelo a favore de' poveri campestri i83c)<z/i 849, Roma i85o. Appendice al
mercenari, che Urbano Vili istituì a loro Giornale del Foro, cioè Raccolta dileg-
vantaggio la giudicatura Capitolina, che gi,ordinanze, regolamenti e. circolari del
dal benemerito promotore si disse giu- lo stato pontificio, Roma 1848. Rivista
dicatura delVab. Sacco, ossia il giudice di legislazione e di giurisprudenza, Ro-
delle mercedi o de'mercenari; uffizio che ma 85o. 1 Si legge nel n.°i5i del Giorna-
avendolo esercitato con indefessa carità le di Romai855,che il Papa Pio IX, sem-
il Cecconi, nel parlare della carica nel voi. pre intento adineoraggiare le utili impre-
LX I
V, p. 5 1 , gli resi giustizia. Passato a se, per organo di mg/ ministro dell'inter-
miglior vita nel 1 843 l'avv. Cecconi dopo no compiacque di conferire una meda-
si
avere per 27 anni atteso alla compilazione glia d'oro digrande dimensione colla e-
del Repertorio di giurisprudenza, Gre- pigrafe Benemerenti al procuratore rota-
gorio XVI per la benignità colla quale lo le Bartolomeo Belli, pel Giornale del Fo-
ree con granile utilità di chi attende agli sa conimi maggiorenti, contro la concus-
studi della giurisprudenza. Nel Dullarium sione degli usurai, e contro le ingiustizie
Romanum, come ini andai giovando, si de'consoli e ilei senato, cioè i tribuni del-
immurano una copiosa serie di bolle, bre- la plebe, poiché ve ne furono di più spe-
vi, costituzioni, moto-propri e chirogra- cie. Tribunato, Tnbunatus, si chiamò la
fi, che dimostrano la perseverante solle- dignità del tribuno. Dice Biondo da For-
citudine deT J
api pe'tribunali di Roma ec- lì, nella Roma trionfante, affermare Var-
clesiastici, misti, civili, criminali, con ac- roiie, che derivò il nome di Tribuni, per-
cogliere que' miglioramenti, che la serie chè tribuni militari creati daRomolo per
i
de'lempi e delle circostanze suggerivano la Milizia, sul principio furono tre sola-
a vantaggio della giurisprudenza. Non mente per ogni legione,! quali si creavano
potei citare le disposizioni di Gregorio emaialavano negli eserciti dalle prime tre
r
XVI, che si conterranno nel Bullarium, Tribù (f .) Ratniieuse, Tatiense e Luce-
perchè ora se ne comincia la stampa; ma rense. Inoltre Romolo creò il tribuno dei
credo nondimeno d'avere esaurito l'argo- Celeri, Tribunus Celernnt, cioè coman- i
amministrazione presso romani. Il tri- i pa potè conciliare gl'irritati animi col fa-
buno veune da ci»i 'iguaidalo per protet-
l moso apologo da me narra lo al vol.LVIII,
to! e del popolo, come istituito a sua dil'e- p. nj4, a patto che il senato accordasse
TRI TRI 1G9
al popolo magistrati e capi di famiglia pie- versi ambitimi lennlori e patrizi, pe'loro
beo, per essere i conservatori de'suoi di- particolari-fini, vollero esservi ammessi;
ritti e libertà, dichiarando le loro perso- ina bisognava farsi prima adottare nella
ne immuni e sagre, mediante la legge Sa- famiglia de'plebei, perchè quella carica, se-
dala. Furono da prima creati due tribù- concio la legge della sua creazione, non
ni del popolo o della plebe, indi 3 allei, potea esser conferita che a plebei; e sieco-
ed erano cambiati ogni anno, numero che me sino allora i tribuni erano stati riguar-
dai tribuno Lucio Trebonio colla legge dati freno della magistratura e non ma-
Trcbonia fu portalo sino aio. Il senato gistrati.secondoalcuni.cosìammessi i pa-
volontieri acconsentì di moltiplicarne il trizi al tribunato, non più si ricusò m'iti*
numero, poiché comprese die essendo buni il nome di magistrati; fu però un ma-
ltolti, riusci vagli più facile di disunirli e gistrato plebeo e popolare, tedioso e agi-
di trarne semprealcuni al suo partito per latore degli animi che concitò a intestine
eluderne le opposizioni. L'autorità «te' tri* discordie, nato e cresciuto nelle sedizioni,
boni tosto dhenne grande; ne solamente senza porpora, senza sedia emide, e sen-
aveano il potere di convocare il popolo, di za veruna insegna cheto distinguesse dal-
proporgli quel che loro meglio piacesse, e la moltitudine. Di esso con arte si valse-
di fare de'regolamenti, e delle leggi o pie- 10 cittadini ambiziosi per rovinare
i la re-
bisciti, ma potevano opporsi a'decreti del pubblica romana. A furia di sedizioni, i
senato, abolirli, e nel loro implacabile tri- tribuni abbatterono i magistrati della re*
bunale citare innanzi al popolo gli altri pubblica, e soggettarono lo stesso senato,
magistrati. Si decretarono [iene gravissi- cui tolsero l'archivio de'propri decreti e
rne a chi avesse osato interrompere un senatus-cousulli , acciocché non potesse
tribuno nella conclone, mentre arringava variarli e alterarli, ed anche sopprimer-
li popolo da lui radunato, qualunque fos- li, e lo collocarono nel Tempio di Ccn-
se il ragionamento. Qualche volta ancora /e,facendonecustodi gli edili plebei, i qua-
fecero carcerare i consoli, e condannare li vi tenevano tribunale e udienza. Si vuo-
all' ammenda il dittatore. Però essendo le che non potendo essere tribù-
i nobili
dittatore Siila, nel 672 di Roma, dimi- ni, per divenirvi conveniva che
il popo-
nuì il potere de' tribuni, fece trucida- lo olhisse loro la dignità, non essendo ad
re Saturnino e Furio, scannare Druso essi permesso domandarla ; ma credesi
sul proprio tribunale, e la lesta di Sul- che nella storia siavi solo l'esempio di due
pizio ordinò che si ponesse nel comizio patrizi che per diritto d'elezione furono
(di cui a Tribù) sui rostri. Con legge da/tribuni nel loro ordine ammessi. L'a-
quindi spogliò i tribuni di tutta l'auto- bilaziotiede'tribuni del popolo era aperta
l'ita che in tante sedizioni e laghi di san- giorno e notte, affinché popolo potesse il
gue eransi acquistata; fece ordinare che entrare in tutte le ore per potere espor-
fossero esclusi per sempre dalle altre ca- re le sue querele. Ed ecco perchè non era
riebe della repubblica, e che il loro potè- loro permesso d'allontanarsi da Roma un
re non si estendesse che pel distretto, ed giorno intero, tranne le ferie latine. Quan-
a 1 ooojjassi da Roma. Ma M. Cotta nel do approvavano decreti del senato, li se-
i
679 e Pompeo Magno nel 683, restituì- gnavauo colla lettera Z",.e servi vausi dei-
rono a'iribuni della plebe l'autorità Io- /
la parola F elo ) senza dar la ragione del-
ro tolta da Siila, e fu loro permesso d'e- la loro opposizione; e la forza di questa
scici tat la pure nelle provinole. Sebbene parola era sì grande, che se qualche tua»
la carica di tribuno del popolo, per qual- gisti ato avesse ardito di non curarsene,
che tempo fu data soltanto a coloro ch'e- sarebbe stato imprigionato al momento,
rano di famiglia plebe*», nondimeno di- come violatore d'uuaaulorilà sagra e in-
i
7o
TRI T R I
delle ingiurie o l'usar loro delle violenze. tribunato, come afferma Dione nell'Z7i-
Quantunque in Roma vi fosse un ditta- stor. Rotn. lib. 53. Nella medaglia si po-
tore, i tribuni conservavano sempre la lo- neva : Tributile. Pot. IX t per esempio )
notabile l'osservare, die tribuni ed cit- i i lente a sovranità, al pari della regia e del-
tadini popolari, i quali arringavano al po- la dittatoria; sebbene l'immunità perso-
polo nella pubblica piazza, spesso con se- nale, gran salvaguardia del principe, nei
diziose declamazioni, tenevano la faccia successori d'Augusto degenerò in tiran-
sempre rivolta verso il luogo dell'assem- nide. Quindi dichiara Cenni , che vera-
blee del senato, in segno di rispetto ver- mente la podestà tribunizia non costituì
so quel primario corpo della repubblica. né Augusto, né successori capi di quel i
Licinio Crasso fu ili. "che violò quest'u- collegio, che rimase intero, benché senza
sanza costantemente osservata sino allora, forze, come confessa Plinio al suo amico
e lo fece per allettare il popolo, disprez- Pompeo Falcone: Ipsecum Tribunus es-
zando, per così dire, l'autorità del sena- serti, erraverim fortasse, qui me esse a-
to. I tribuni non aveano ingresso nel se- liquid pillavi. Quindi che Pan vinto, No- è,
nato, e slavano assisi sur una panca in l'is e Bianchini, mostrando coll'autorità
faccia alla porla del luogo in cui quell'au- denomini, anelare unita la podestà tribu-
gusto corpo era radunalo, e di là pote- nizia al dì natale dell'impero, ributtano
vano udire le risoluzioni che vi si pren- la falsa dottrina degli eruditi interpreti di
devano. Eppure una delle grandi prero- Dione, che replicano a'Cesari (considera-
gative de'lribuni era il diritto di convo- tida loro come tribuni, il che è falbissimo,
care il senato, allorché lo giudicavano ne- aldire di Cenni) tal podestà ne'comizi dei
cessario. Potevano liberare un prigionie- tribuni che si tenevano a' io dicembre, che
re, e sottrarlo alla sentenza contro di lui continuarono (ìnoalla trasiaziouedell'im-
pronunziata. Un tribuno colla sua sola pero a Costantinopoli, per eleggere tale
opposizione annullava tuttociò che face- ombratile magistrato, ormai spogliato
vano suoi colleghi; inoltre si arrogaro-
i d'autorità e ridotto ad un vano titolo. Do-
no il diritto di sciogliere le assemblee, se- po tal tempo si trovano alcuni tribuni
condo loro capricci e interessi. Ni uno po-
i nelle memorie Senato Romano, di-
del
teva essere tribuno del popolo, senz'aver morando i PapiAvignone, quali nel
iu i
l'età di 3o anni compiti; il popolo confe- nome si somigliarono agli antichi astuti,
rì al y3o
questa carica a chi egli volle sino irrequieti e fanatici tribuni del popolo; ta-
di Roma, quando l'imperatoreCesare Au- li sono, al riferire eli Cenni, Mataleno Por-
gusto si fece nominare tribuno, e gl'im- laccasa,e prima di lui Cola di Rienzo, che
peratori che gli successero vestirono que- invanito da'primi buoni successi, osò di
staqualità,e fecero segnare sulle loro me- stampar medaglia col titolo: Nicolgusse-
daglie l'anno dei-proprio tribunato. Nar- verus clemens libertatis, pacis,/ustiliac
ra l'annalista Rinaldi, che gì' imperatori Tribunus, et S. R. Reipttb. liberalor il-
solevano ricevere ogni anno la tribunizia lustri*. Ma quest'ultimo gl'imitò ancora
podestà, che Adriano la die ad Antonino nelle turbolenze e nella morte , perchè
l'io, e riprodusse la medaglia nella qua- mancatogli denaro per mantener la fa-
il
le viene significala la dignità di tribuno; zione, fu trucidato dal popolo in furia, co-
per cui secondo il numero delle volte che me Saturnino, Rufo e Druso, con violcii-
TR I TR I 171
za aperta di legge assai più sagrosanta di che non poteano aspirare se non all' or-
quella del Monte Sagro. Ma tal maniera dine de'cavalieri. Ilsegnale chedislingue-
di tribunato, rileva Cenni, non ha niente va tribuni militari era una specie di
i ,
che fare con quello della repubblica. Del pugnale che dava loro il principe all'istan-
famoso agitatore, tribuno e senatore Co- te di loro elezione; l'anello d'oro, un abi-
la di Rienzo, ragionai in più luoghi, e per to più prezioso, e degli uscieri cui l'im-
ultimo ne' voi. LXXIII, p. 3o3, LXXV1, peratore Alessandro sostituì 4 soldati pel
p. i 72. De'tribuni romani i più famosi fu- loro accompagno. La loro carica consiste-
rono i plebei. Prima di loro da Romolo va nell'amministrare la giustizia, nel ri-
erano stati creati tribuni militari, Tri-
i cevere la parola d'ordine dal generale e
buni Militimi, secondo Vegezio: Tribù- nel trasmetterla agli altri, nel vegliare sul-
nus vocalur a Tribù, quia pratesi mili- le munizioni, nel fare eseguire il milita-
tibus,quos es Tribù primus Romulus le- re esercizio alle truppe, nel situare le scol-
gii. Erano essi alla testa di tutta la legio- te, e altre cose simili. Eranvi 2 tribuni che
ne, all'incirca come gli odierni colonnel- comandavano la legione, ciascuno il suo
li, Romolo ne creò 3,
e chiari per valore. giorno, per lo spazio di due mesi, dimo-
quando lalegionesi formava di 3ooo sol- doché in un esercito consolare ve n'era-
dati. Nell'anno 44 2 diRoma furonoaccre- no almeno 4 per far eseguire gli ordini
sciuti 000 soldati per legione, e per con-
1 del generale. Talvolta furono incaricati
seguenza anche 4 tribuni militari, sicco- di far morire le persone di rango distinto.
me 4 furono le principali legioni roma- Per qualche tempo furono rivestiti della
ri per ogni legione. Essi comandavano al- do il popolo e nobili non poteano accor-
i
tresì di quelli chiamali Laticlavii, perchè sercizio di tale uffizio, perchè eravi molto
aveano la speranza di divenire senatori. denaro da conservare. Sebbene non fos-
Altri erano appellati Angusticlaviì, per- sero propriamente magistrati, nondime-
i
7 *
T II I T R I
distinto rango, ed in forza della legge di battesimo ne' soli giorni di Pasqua e di
A. Cotta furono col senato e co' cavalieri Pentecoste; la distribuzione delle decime;
a parte del diritto di giudicare. Giulio Ce- la .sepoltura de'morti nelle chiese catte-
sare avendoli soppressi, Augusto nel ri- drali, eccettuali i laici; 1' uso de' calici e
stabilirli ve ne aggiunse 200 altri per giu- delle patene; la prova del fuoco nellecau-
dicare le cause die non aveano per og- se criminali, nelle quali mancassero altre
getto se non delle modiche somme. Tri- prove; le vergini consagrate a Dio; il ri-
Jo avesse ucciso dovea fare 5 anni di pe- pe era stato giustamente condannato dal-
nitenza, astenersi per 5 anni dalla carne la s. Sede; e che il Papa avrebbe ricono-
e dal vino, digiunar ogni giorno sino a se- sciuto e confermalo il re che gli fosse so-
ra, non portar armi, pregare alle porle stituito. Ne'7 giorni che durò l'assemblea,
della chiesa, ce. La penitenza d'ogni omi- Enrico IV eh 'erasi ritirato al vicino Op-
cidio volontario vi è regolata a 7 anni. penheim, Bauconica, ora ciltà del gran-
Vi si fecero 58 canoni, la maggior parte ducato d'Assia-Darmstadt, provincia del
tendenti a reprimere le violenze contro Reno e sulla sinistra del fiume omonimo,
la Chiesa, e l'impurità de'chierici, non che mandò ogni giorno a supplicarla d'esser
riguardanti gli scomunicali, i rapitori dei pietosa con lui, promettendo cuiubiuinen-
TU I TRI 173
to di condolta e concessioni. Si conven- me padre Enrico IV sosteneva V Inve-
il
nel castello di Canossa, nel territorio di lì, seguita in Cluny, a cui tutti i vescovi
Reggio }
\\i si recò da penitente Enrico IV in essa radunati promisero ubbidienza,
e ottenne l'assoluzione; ma poscia tornò ed approvarono la celebrazione del de-
a ribellarsi e fece peggio di prima. Tanto nunziato concilio di Rewis , dove Cali-
e con diffusione narrai nel voi. XXXII, sto vi scomunicò Enrico V. Dipoi si
li
naldi dunque, parlando de'legati ponti- denominandosi tribù. Pare che gli ebrei
ficii, li chiama Sigea rdo patriarca d'Aqui- non abbiano pagato alcun tribolo a'Io-
leia e Altmanno vescovo Pala vicnse, cioè ro capi prima del re Salomone: ricono-
di Passavia), per deliberare sulla deposi- scevano essi solamente il supremo domi-
zione d'Enrico IV; e che le condizioni nio di Dio sopra di essi col tributo al tem-
prescritte ad Enrico IV, per poter otte- pio d'un mezzo siclo per testa a tulli gli
nere grazia, furono di ristabilire Adalber- nomini di 20 anni in su, pagabile ogni an-
to di Rheinfeld vescovo di Worms sulla no; imposizione che si disse testatico n ca-
sua sede; e dopo di aver pubblicate del- pitazione, e il suo riscnotilore, procura-
le lettere comprovanti la sua penitenza lo!' ad capilularia judaeoruin. Questo
per tutta l'Italia e nella Germonia,di por- mezzo siclo Cu detto qnadrantee didram-
tar»! in persona a Roma per farsi assol vere ma; t\i\e didramma fanno uno staterete
da Un scomunica. Si veda il Mansi, Sappi, due di questi un'oncia, e 2 oncie una lib- 1
a' Concila, t. 2, p. 19. Del resto canoni i bra. Durò queslo tributo sino al tempo
de'succennati concilii di Tribur li pubbli- di Vespasiano quale avendo soggio-
,
il
cai 0110: Labbé t. g e 1 o; A rduino, t.6; Ueg. galo gli ebrei, indi venendo dal lìgi io Tito
t. 25 e 26. Il Rinaldi descrive un'altra distrutto il Tempio, lu ordinalo agli e-
dieta celebre di Tribur, tenuta neh 1
19, brei di pagare a'romani tale tributo do-
contro l'imperatore Enrico V, perchè co- vunque fossero, essendo solito che lo con-
i
74
TRI T RI
tribuivauo ne' luoghi ove si trovavano. ss. Madre con s. Giuseppe, per ubbidire
Questo tributo pagato dagli ebrei a'ro- a Cesare, vi si erano portati per farsi i-
inani, fu di un denaro con 25 de'quali scrivere nel registro, onde pagaie il cen-
si formava uno scudo d'oro. Fu dunque so ordinaloda Cesare Augusto. Inceden-
soltanto verso la fine del regnodi Salo- do Gesù Cristo per la Galilea, giunto a
mone, che quel principe impose loro vari Cafarnao,Pesattoredel tributo chiese per
tributi, che produsse varie rivoluzio-
il lui a Pietro il didramma; e il Salvatore
ni e fu causa delle lagnanze che gli ebrei sebbene avesse dimostrato essere libero
fecero a reRoboamo,dopo la morte di det- dal tributo , nondimeno perchè gli uo-
to suo padre Salomone.Allora fu che del- mini non adempiendo egli la legge non
le 1 2 Tribù d'Israele, o i abbandonarono si scandalezzassero,comandò a Pietro che
Roboamo riconobbero Geroboamo per
e pescasse, e colla moneta che avesse tro-
re, e rimasero sotto la dominazione di vato in bocca del pesce, si pagasse. Ese-
Roboamo le sole 2 tribù, di Giuda e di guito il di vino comando, e trovata la mo-
Reniamino. Sebbene gli ebrei loro mal- neta, il Salvatore pagò il tributo per se
grado pagarono forti tributi a molti prin- e per Pietro.Osserva il Rinaldi, chea-
cipi stranieri, e dopo il conquisto de'ro- vendo Cristo dimostrato, che re non so- i
mani a Cesare, i ss. Pietro e Paolo e- gliono da'fìgli (intende parlare de' sacer-
spressamente raccomandarono a' fedeli doti) esigere il tributo, volle manifesta-
l'esattezza nel pagare i Mosè ob-
tributi. mente inferire, che né egli né suoi era- i
bligò gli ebrei a parecchie sorla di De- no alla legge del tributo obbligati. Don-
cime. (V.), pe'sacerdoti e levili, pe'sagrifì- de appare quanto perversamente pre-
zi,pe'poveii,pe'foraslieri, vedove e orfani. tendano novatori che sacerdoti e chie-
i i i
Nella chiesa cattolica i chierici non vis- rici non sieno liberi dal pagar tributi e
sero ne'primi secoli che delle pie Obla- gabelle a'principi, mentre principi gen- i
zioni (T.) volontarie de'fedeli, donde eb- tili aveano portato tanto rispetto a'sacer-
bero origine le Decime ecclesiastiche, le doti loro, che vollero fossero esenti dal
Sportule e la Rendila ecclesiastica (V.). tributo, cosi pure presso i romani costu-
Il tributo dicesi anche tassa, taglia, da- mandosi , oltre lo stipendio che i mini-
zio, gabella, gravezza, imposizione mes- stri del culto riceveano dall'erario. L'a-
sa dal sovrano o dallo stato sopra i suoi postolo s. Paolo parla del pagamento del
sudditi, e destinata pe' propri bisogni e tributo , come un obbligo di coscienza
per quelli dello stato. Di videsi questo tri- DeveperòawertirsicheseilSignore volle
buto o tassa in personale e reale. Il tri- pagare il tributo per se e per Pietro,onde
buto o tassa personale è quella, che cia- distinguerlo e anche in questo insinuarne
scuna persona paga per tulli i suoi be- il Primato, ciò fece, come dissi, per non
ni mobili e immobili e per 1a sua indu- destare scandalo, essendo egli venuto al
stria: la legge chiama questo tributo tri- mondo per adempiere la legge. Ma poi
butiti capilis. Il tributo reale si preleva manifestatosi per Re de'regi, ed avendo
sulle quote riguardanti gl'immobili ed i istituito il reale Sacerdozio, non vi è più
beni industriali. Questa tassa è un tri- scandalo se i sacerdoti si ricusavano pa-
buto giusto di sua natura, e ciascun sud- gare i Onde ben dice s. Girola-
tributi.
dito è obbligato pagarla al proprio sovra- mo Nos : prò illius honore tributa non
no o slato. Gesù Cristo volendo adem- reddìmus, et quasi filii Begis a vecliga-
piere la legge di chi dominava , ordinò libus immune» sumus , significando che
di dare a Cesare ciò che apparteneva a gli Ecclesiastici erano dal tributo per
Cesare, e a Dio ciò ch'era di Dio; ed e- Cristoescnti,comegodenti piena Immit-
gli era nato a Beltlemuie perchè la sua nilà. Del tributo e imposte degli egizi,
TRI T R I i
7 5
de' greci e delle nazioni barbare non si no de'tributi da'sacerdoti del loro arcidia-
conoscono chiaramente le particolarità, conato. E Tassa de'benefizi ecclesiastici
per mancanza ili monumenti. In Atene (V.) si disse la discreta contribuzione im-
i erano divisi in 3 classi quelli
cittadini : posta a'nuovi provvisti di benefizi eccle-
che ricavavano da'loro beni 5oo misure siastici; originata per sovvenirci bisogni
di fruiti liquidi o secchi, pagavano al pub- della Chiesa romana e della Camera a-
blico un talenti ; quelli che ne ricavava- postolica, pe' tanti dispendi che sosten-
a
no 3oo misure, pagavano la 6. parte gono a vantaggio delle altre chiese e di
3
d'un talento; quelli appartenenti alla 3. tutti i cattolici. Ivi parlai ancora di al-
classe, nulla contribuivano. Questa tassa, tre tasse ecclesiastiche, mentre a Spogli
che non sembra proporzionata, era però ecclesiastici trattai del diritto della Ca-
giusta, giacché lo stato giudicava che o- mera apostolica neli'amministrare i be-
gnuno avesse un eguale fisico necessario ni e raccogliere i frulli o rendite de'be-
che non dovea esser tassato: l'imposizio- nefizi ecclesiastici vacanti nello slato pon-
ne agiva prima sulP utile e più forte- tificio; e nello spoglio personale di per-
mente sul superfluo. Ne' tempi del feuda- sone siano ex regolari secolarizzati che
lismo vi fu il tributo di clientela, tribu- muoiono fuori di chiostro, siano eccle-
dovuto da' vassalli al capo
timi clientelare, siastici beneficiati di qualunque grado
feudatario da cui dipendevano. Questo che muoiono senza la facoltà pontificia
-diritto era di 3 sorta: il tributo di caval- di far Testa mento ;ne\ quale articolo ten-
leria, che pagavasi quandoil primoge- ni pure proposito dell'Albinaggio, diritto
nito del capo feudatario era fatto cava- e legge in forza della quale il fisco d'un
liere; il tributo di matrimonio allorché paese succede ne' beni d' un forastiere
la sua primogenita si sposava con un gen- morto medesimo senza che vi
nel paese
tiluomo; il tributo di riscatto, allorquan- fosse naturalizzato, sempre che il defun-
do il feudatario era fallo prigione guer- to non abbia disposto de'suoi beni, e non
reggiando pel suo principe, e per una sol abbia ivi fra' suoi concittadini alcun e-
volta durante il corso di sua vita. Vi fu rede necessario. Abbiamo di Giuseppe
un altro come nel-
tributo in alcuni paesi, Luigi I!artoli avvocato concistoriale e
la Borgogna, che pagavasi quando si- il generale del fisco della Camera aposto-
gnore recavasi a Terra santa. Eran vi al- lica, Distertatio de AlbinaUis, Ro-
/'tire
tresì de'tributi chiamali ragionevoli, per- roae 835. Il dotto giureconsulto cele-
1
do le facoltà di ciascuno, per darli al feu- in favore de' forastieri, come per ulti-
datario o signore, in caso di necessità. Co- mi Pio VII, e particolarmente Gregorio
sì dicevansi tributi liberi quelli che sioffri- XVI, sia con reciproche convenzioni da
vano spontaneamente al signore da'sud- lui conchiuse co' sovrani e loro slati di
diti all'occasione di qualche imprevedu- Danimarca, Modena e Prussia, sia col
ta necessità. I vescovi ancora più volte suo Regolamento legislativo e giudizia-
riscossero i tributi dagli ecclesiastici, chia- rio, nel quale decretò. » Gli stranieri sono
mati usoo costume episcopale o sinodale, capaci di succedere alle eredità tesiate od
ovvero denaro per Pasqua. Si pagavano intestate, e di acquistare nello stato pon-
tali tributi quando venivano consagrati, tificio, se e come per le leggi vigenti ne'
o allorché riceveano il sovrano in casa paesi esteri saranno capaci di succedere i
loro, o quando erano invitati dal Papa sudditi pontificii, salve leconvenzioni po-
alla sua corte e curia, o ad un concilio, litiche ed i trattati." Dellediverse impo-
o nel recarsi a Roma per ricevere il pal- sizioni e tributi suiFeudi (F.) e sui Vas-
lio. Talvolta anco gli arcidiaconi esigero- salli (F.) d'annue pensioni e di sommi-
176 TRI TR I
nislrazioni, come di Caccia, di Sparla pò che i galli presero Roma, come l'or-
fra' romani, dicendo pure delle diverse re, indi al senato, e finalmente agl'im-
qualità di gabelle,ede'diversi tributi che peratori; l'ebbero anche i censori, ma
si rendevano dalle Provincie del roma- giammai il popolo, né altri magistrati.
no impero. I romani da principio stabi- Soltanto a Roma si davano I' imposte
lirono una distinzione fra tributimi e ve- oli' incanto o appalto, innanzi ad un'a-
cligal: il i.° era la prediale, cioè V impo- sta piantata in mezzo Foro romano,
al
sta diretta pagata da'possessori delle ter- dopo pubblicato più prima I' e-
giorni
re,rationes,e paga vasi doppiamente, cioè ditto relativo. Tali incanti aveano luo-
e come capitazione e come campatico; il go per 5 anni, durata delle funzioni de'
2. era ciò che ora dicesi imposizione in- censori. Quelli che le prendevano in ap-
diretta, vale a dire i diritti pagati sulle palto, publicani pagavano ad ogni lu-
,
.Pio, dice: Rationes omnium provincia- pagaie annualmente in 3 rate, cioè alle
rum, opprime scivit, et vectigatiwn. Ma calende di gennaio, di maggio e di set-
in seguito tale distinzione si obbliòesi u- tembre, che indicavansi colle parole ad
sarono indistintamente, le \iaro\e tributimi finern i lidie tionis. Sotto la parola veclìgal
elvecligal. I primi re di Roma esigerono si comprendevano tulli i seguenti tribù*
da tutti i soldati un eguale tributo: Ser- ti. Vecligal Aedditium, carichi imposti
vio Tullio stabilì il censo e proporzionò dagli edili per provvedere alle spesede'
l'imposta all'entità della possidenza di cia- giuochi e spettacoli , ed manuten-
alla
scuno; Tarquinio ilSuperbo annullò l'o- zione degli edilizi pubblici. Pro aerc,c\vè
pera di Tullio, e volle di nuovo che tutti sull'aria, specie di capitazione istituita da
pagassero egualmente. I consoli L. Va- Michele Paflagonio. Ex Agrorum fru-
lerio e T. Lucrezio ristabilirono il censo non che
ctibus, cioè sui frutti de'campi;
e l'imposta proporzionale, il che sussi- ladecima parte de'grani che si raccoglie-
stè (Ino al 568 di Roma, epoca in cui le vano: Caracalla impose la decima sopra
immense ricchezze tolte a Perseo re di tutte le eredità in luogo del 20.»>o che
Macedonia da Paolo Emilio, e depositate gì' imperatori percepivano, imposta a-
nel pubblico Tesoro, fecero che si solle- bolila dal successore Macrino. Ansarti,
vasse il popolo romano da qualsiasi im- imposta che percepivasi sul butirro e altri
posta, esenzione di cui esso godè per mol- commestibili, e si pagava in ragiono del
tevano di levare parte óttW'acque de'pub- come pure sanniti ed i campani. pri-
i I
blici acquedotti per irrigare i loro cam- mitivi romani non ebbero altre ricchezze
pi o giardini. Ex Arboribus o Picaria- che il bestiame, e chiamaronsi pecuaril
rum, imposta sugli alberi che produce- coloro che affittavano il bestiame pub-
vano le gomme e le resine,/?/^*. Artium, blico, mentre il furto pubblico fu detto
imposta attivata da Alessandro Severo sui peculato , quando romani non posse-
i
Foeni, contribuzione di fieno pel man- ni, eh 'esigevasi da'paesi forniti di vigne,
tenimento delle scuderie degl'imperatori dalla Campania, dalla Toscana, dall'Afri-
o de' cavalli delle truppe, imposta o in ca, dalla Pannonia, dalle Cicladi, dalla Be-
natura o in denaro sui pascoli esulle pra- tica e dalle Gallie. Vectigal prò umbra,
terie. Fumarium, imposta sui cammini terreno fertileche pagava imposta,e desti-
da fuoco creata da Niceforo. Ex lacubus, nato da un ricco proprietario a non por-
sulla pesca ne' laghi e nelle paludi. Ex lare che alberi da far ombra. Urinae ,
latrinis publicis, appalto delle pubbliche imposizione di Vespasiano $uH'oriue,cioè
latrine, dato a profitto del fìsco. Cloaca- fece vendere a suo profitto a'folloni, per
ritmi, imposta destinata al mantenimen- purgare i panni, l'orina che i passeggieri
to delle mera vigliosecloache di Roma. E deponevano in certi vasi collocati a tal uo-
MeretricibttSyfa Caligola ili.°ad esigere po negli angoli delle strade. Pedagio, im-
una contribuzione dalle meretrìci e da'le- posta del pedaggio chiamata pure Por-
noni,ed aumentò pure silfalto tributo con torium la quale aggravava qualunque
,
si un privalo, e quello che si trovava nel dove le monete ordinarie erano sempre
numero delle gru vene pubbliche e di cui dell' istesso prezzo, quella ilei tributo o
nessuno poteva dispensarsi. Ninno era e- censo, mutandosi la qualità del tribu-
sente dalle gravezze pubbliche, o fosse- to, parimenti si mutava formandosene
ro tributi o aggravi personali che con- un'altra nuova, come pienamente atte-
sistevano in lavori corporali, ovvero reali sta Lampridio, in Alex. Osserva il Ri-
ch'erano quelli spettanti a'possessori de' nabli, che dovendo l'imperatore Teo-
fondi. Quanto a'tributi privali, lo Schia- dosio I il Grande guerreggiare Euge-
vo (F.) ch'era stato manomesso, incon- nio tiranno, in vece d'aggravare popoli i
trava de' doveri verso il suo Padrone con nuovi tributi, levò quelli che di re-
(T\), come di accompagnarlo dove egli cente avea imposti Taziano prefetto del
i ecavasi, di far per lui qualche opera, e pretorio. Dice e prova il Rinaldi, ebe gli
d'impiegare per la di lui utilità e pel di eccessivi tributi sono stati sempre la ro-
lui diletto i suoi talenti. J tributi si di- vina de'principi e de'loro stati. Quali fos-
e delle differenti qualità di essi, come de- vota oblazione a s. Pietro e sua Sede a-
gli aldii,e delle marni messioni; quindi del- postolica, e per mettersi eziandio al co-
le prestazioni de' servi quali vassalli feu- perto dell'altrui usurpazioni, con annuo
costumò pres-
datari, di tributo ecenso. Si tributo e censo, per alcuni denominalo
so romani battersi dall' imperatore le
i Denaro di s. Pietro (F.). Che tali sitili
Monete, conforme alla quantità del tri- o feudi tlissi ciie si offrivano anche con
buto o censo che si pagava ; e così lad giuramento di vassallaggio, per divozio-
T I I TRI 179
neo riconoscenza, e talora non erano cen- siiti egualmente da'Papi con annui tri
suali. Questi stati si chiamarono oblali, buli. Pallai ancora di diversi collettori
censitali e tributari alla s. Sede, e dèi tut- e registri de'censi della Chiesa romano,
to diversi dagli Stati donati alla s. Se- e rettificai le asserzioni erronee di RI 11
de (f.) in piena e immediata sovranità, latori alquanto avverso alla potenza
,
romani Pontefici e della s. Sede (/'.), quale tentò deprimere l'altra. Dissi pu-
che tuttora l'esercita in parte di essi; per re, come molte città e terre del dominio
gli altri, di cui fu spogliata dalla forza ,
papale, per esercitare la giurisdizione del
emettendo i Papi quelle annue e formali mero e misto Impero e reggersi a mu-
proteste, in unope'trihuti Censi appar- e. nicipio, per privilegio furono riconosciu-
tenenti alla v. Side (P.) , e no* soddi- te da'Papi censitali e feudatarie con an-
sfatti per la festa de' ss. Pietro e Paolo, eliate tributo; e che altrettanto avendo
con quelle solennità e (orinole che ripor- concesso con Investitura (/' .) » baroni
tai nel voi. IX. p. 72, 73, 76, 77, 8(, minori, invitati questi a rinunziare le lo-
s. Pietro in faticano, in 3 tavoledi bron- se, ed altri dignitari de* due cleri, oltre
zo erano scolpi ti i nomi di tutti gì' im- le chiese ed i luoghi pii, riceverono e die
peri, le provincie, le isole e le città tri- rono investiture con triboli, ed esercizio
butarie della Chiesa romana. Rilevai in di Regalia (f.) con potenza temporale.
che consisteva la condizione tributaria Terminai l' articolo Stati e regni tri
e censitale de'monarchi, e quali privile- butari dell v s. Sede, con rimarcare, ch<;
denza da' Papi, esercitanti il padrona- stati e i regni dal mostrarsi tributari alla
Io. ÌNon devnusi amalgamare questi sta- s.Sede, tuttavolta questa continuò pro-
ti né cogli antichi Patrimoni
censitali, porzionatamente la sua autorevole e be-
della Chiesa romana », Sede (f.) 3 con nefica protezione, mediante il patrocinio
diritti di regalie quasi feudali, che notai che a poco a poco esercitarono con essa
cominciali verso il 43?? ed soli patri- i i cardinali Protettori (f.) degli imperi,
moni di Sicilia e Calabria rendevano regni e repubbliche, i quali poi cessaro-
l'annua e cospicua somma di tre talenti no di esistere 0' nostri giorni. Notai a
e mezzo d'oro; né colle investiture delle Rendita ecclesiastica, fectigalis Eccle-
due Sicilie <]e't\uaìiu\\ Parma e (ì\ Pia-
} j/<7e,l'origine di essa,dei ivala dalle Obla-
cenza, di Ferrara, Urbino (f.) ec, ri- zioni de' fedeli e dalle Decime ecclesia-
cevute dagl'investiti con solenne giura- stiche, e sua divisione canonica. Dissi an-
mento di fedeltà,vassallaggio eannuo cen- cora del discreto e benefico uso della me-
so, quali feudi appartenenti al diretto e desima, riprovando suoi nemici ed 11- i
supremo dominio temporale della s. Se- surpatori. Discorsi inoltre delle readite
de; altrettanto doversi dire de' ficari della chiesa romana, e della munificen-
temporali (f.) e altri baroni feudatari za incessante esercitata con esse da'Papi
di contadi, ciltà, lene e castella , inve- a vantaggio de'fedeli d'ogni condizione
i8o TRI TR I
e regione, ed anco con nobile ospitalità uso i tributi, che si pagavano dal popolo
verso i principi bisognosi o deironizzali; in denaro contante o in naturali prodot-
oltre gl'immensi tesori impiegati alla di- ti. Sembra ancora che vi fossero dazi o
fesa del cristianesimo contro Sarace-
i gabelle che si riscuotevano per introdu-
ni ( f.) per liberare la Terra Santa, e zione delle merci e d'altre cose venali o
contro Turchi (V.) per frenare le loro
i alleporte, o riporti, o nelle strade, ne*
conquiste, non ebe contro quegli Ere- ponti e passi de'fiumi, che si chiamava-
tici che imbrandirono le armi per so- no Portoria. La voce Telone uni fu ge-
stenere i loro perniciosi errori ; accen- nerale per significare il / ectigalia de'
nando pure le limitate rendite stabilite latini, e le Gabelle fra noi. Inoltre non
pel decoroso mantenimento della sagra lieve era il provento che si ricavava dal-
persona del Papa sovrano, ricordando lefrequenti condanne e pene pecuniarie.
fra le annui scudi 6000 a
medesime gli Aggiungasi che non mancavano censi e
sua disposizione, sulla regalia de' Sali fondi spettanti al pubblico privato e-
e Tabacchi, cioè sui prodotti delle sali- rario de're, come corti, selve, saline, mi'
ne di Cervia e di Comacchio, e sui pro- niere, laghi e fiumi fecondi per la pesca-
dotti de' sali e tabacchi delle legazioni gione. Finalmente v'erano altri oneri
di Bologna, Forlì, Ferrara e Ravenna ,
pubblici, carichi e obblighi, che nulla
riservati a disposizione speciale del Pa- fluitavano alla borsa del principe, ma co-
pa, a forma de* due chirografi de' 28 a- stavano molto denaro e incomodo al po-
gGsto e 3i dicembre 1816 di Pio VII. polo. Quanto alla capitazione ossia testa-
Ommisi però di specificare e dichiarare, tico o censo personale, da pagarsi da ogni
che annua regalia la generosità pon-
tale uomo, fu talvolta in uso anco presso ro- i
tificia non l'usa per suo privato bisogno, mani antichi, e fu poi introdotto in altre
ma benignamente l'eroga in annui asse- nazioni. Anticamente tra'romaui lo paga-
gni o pensioni vitalizie, a favore di chi va la un tempo anche no-
sola plebe, ed i
scorre di quante sorte in uso anticamen- li restano poche memorie per chiarirlo.
te in Italia ; come si chiamassero i mini- Bensì gl'imperatori greci, Ira gl'insoflli-
ci pochi misfatti erano capitali, cioè pu- redità de'pellegrini e forastieri die man-
niti colla morte, a riserva de' commessi cavano di vita senza far testamento e sen-
contro il re o la repubblica, chiamati de- za eredi chiamali dalla legge, le quali e-
litti di lesa maestà. I servi che uccideva- raito prese dal fisco: noi lo diciamo Al-
no il padrone o la moglie, si riscattava- binaggio, come notai di sopra. Si lagna
no pagando una somma ond' essere as- Muratori, poiché a suo tempo non erattsi
solti dalla pena e dalla prigione: chi uc- fatle fra gli stati le convenzioni che ri-
cideva un prete pagava 600 soldi al fi- portai a Testamento, che in alcuni paesi
sco, egoo se uccideva un Vescovo, come i forastieri non era un ammessi all'eredi-
cendiario, un ladro, un assassino era am- sco. Oltre a ciò pervenivano al fisco re-
messo a composizione, e occupa- il fisco gio molte eredità per mancanza di eredi.
va tutti i Né que-
beni di chi uon pagava. Nella legge 58 di re Rota ri è decretato,
1
sta immorale e riprovevole usanza era che se alcuno muore lasciando solamen-
propria de'soli longobardi, quasi tutti gli te figlie legittime e figli bastardi, pa-i
degli uomini, si può ben congetturare, senza a ver fatto testamento, ed ecco come
che frequenti fossero» delitti, con ingras- di sovente facevano simili pie donazioni.
sarsi poi delle spoglie de'rei il regio fisco, Imparo dal Borgia nelle Memorie di Be-
e massimamente se si trattava di ribellio- nevento 137, l'enorme abuso esi-
t. 2, p.
ne. Trovatisi nelle vecchie carte menzio- stente un tempo in quella città, cioè ili
ne t\\ ghindatici, Iwrbatiii, e scalici, cioè vietare a'mercanti, viandanti e pellegri-
d'un censo e uon tributo,, che si pagava ni diedi passaggio ivi s'infermavano, l'u-
pel godimento della facoltà di poter pa- scir di casa, il far testamento e l'elegger-
scere i porci nelle selve del fisco chiama- si la sepoltura. Il concilio provinciale del
te pubbliche : alpalico si diceva il censo ilio inutilmente ordinò che non si re-
che pagavasi camera, per po-
alla regia casse alcuna molestia a'mercauti nell'ac-
ter pascolare le pecore nel!' Alpi; agra- cesso e recesso da Benevento; inutilmen-
riunì il tributo o ce ti so imposto a'pasto- te riprovò l'enorme abuso L\ipa Eugenio
ri, che metta vano al pascolo le loro peco- III, finché pochi anni dopo recatosi a Be-
re pe'poderi regali; (erratico il censo che nevento Alessandro III, con grave costi-
si pagava da'villani, coltivanti le terre al- tuzione diretta al clero, a 'giudici e al po-
trui, in grano, miglio, orzo, e in alcuni polo beneventano, solennemente condan-
luoghi talvolta fu tributo. Il mondo sem- nò la rea usanza, e sotto severe pene la
pre indinandoalla peggio, dice Muratori, vietò, restituendo a'forastieri la piena li-
perciò andai onsi inventando nuove ma- bertà nello scegliere la sepoltura, e nel
niere di pelare i sudditi in Italia con pub- testare delle cose loro; e di più ordinò,
blici pesi. II plateatico era un tributo pa- che se per avventura alcun di loro ve-
gabile da chi volea vendere in piazza, vo- nisse a morire seuza far tcslameulu, si
i8a T li I T li I
quale, senza che comparso fosse alcuno alle armi, forzate a concorrere all'arma-
legittimo erede, decretò che tali robe si ta e militare, qualora veniva voglia o bi-
dividessero in 3 pontoni come per 1* in- sogno a'regnanli di far guerra, e pochi e
nanzi si costo ma va, da applicarsi alla cu- rano gli escuti e dispensali, con grave di-
ria di Benevento, alla chiesa e agli ospi- scapito de'loro interessi. Per chi non an-
ti. Chiama giustamente il Muratori, cru- dava era proporzionatala pena Heribau-
dele consuetudine e barbara legge quel- ìuun, legge dura e grave per (pianto biso-
la de'passati secoli, per la quale il fisco gnava somminislrare.Doveasi dare YHe-
occupava i beni di coloro che facevano ribergum, onde derivò la voce albergo,
naufragio; iuiquissima usanza appellata cioè l'ospizio, lìlansio, a lutti i ministri
Logon o Laganum, che fu in uso anche e messi regi della giustizia, ed anche a're,
presso i greci e romani antichi, e fami- o a 'soldati quando lo richiedeva l'occa-
liare presso quasi tutte le altre nazioni. sione: chi ricusava dovea pagar* VJfcii-
J geuovesi recatisi a Tunisi in soccorso bannum. Gli uomini delle provincia era-
di s. Luigi IX re di Francia, nel ritorno, notenuti per gli aggravi 1 eredi e Paro-
la loro poderosa flotta fu spinta nelle co- veredi, a somministrar cavalli e bestie ila
ste di Sicilia, e fracassate le navi gran co- soma, per condurre le bagaglie allorché
pia d'uomini vi perì. 11 re Carlo I fratel il re e la sua corte, i messi regi o conti, od
lo del santo, dimentico d'esser cristiano, altri pubblici ministri straordinari [las-
operò contro i genovesi collegati e nau- savano pel paese; messi alzavano Tri- i
ti aghi peggio de' turchi. Così inumana bunale e col Placito (£'.) amministrava-
consuetudine talmente fu detestata poi no la giustizia a'popoli che aveano titoli
da' Papi e da' concilii, che fulminala da di lagnanze contro gli ordinari giudici e
più scomuniche e posta nel ruolo dere- governanti, e solevano essere due, l'uno
litti condannali nella bolla Corna Do- chiamò
ecclesiastico e l'altro secolare. Si
mini, finalmente cessò ne'paesi cattolici. Cursus J'eliicularius o Fiscali* Pu-
Nel voi. L1V, p. igo, riportai un bel nu- blieuSy il disporsi ad ogni determinato sito
mero cominciando da
di bolle pontificie, di alquante miglia cavalli e carrette, per
Onorio II deli 3o condannatila del bar-
i portare con diligenza le ledere del piiu-
baro presunto diritto. Per le barche e na vi cipe, e condurre sollecitamente ministri i
anzi egli riferisce che vi furono tributi e buoni imperatori ne sgravarono il pub-
aggravi, de'quali si conosce il solo nome blico, appoggiandone la cura al fìsco; ma
e non il significato, poiché in progresso sotto i re goti, longobardi e franchi, du-
ditempo vieppiù crebbero e siccome Tc- : rò quesl'angaria a spese de'sudditi. Non
loneum fu voce generale sinonimo del- era permesso negli antichi tempi alle pei"
l'antico Feci igo Ho ossia Gabella, così a sone privale di servirsi della diligenza ,
raccogliere i tributi, dazi e gabelle si de- Vehicularii cursus, o sia della posta, se
stinarono uflìziali denominali leloncori, non per siugolar privilegio o concessione
vegliali da'depulati delti aclionarii. Gli del principe. Conveniva anche tener bar-
T li I TRI i83
che pronte, chiamate Dromo/ics e Na- per frenare e punire chi rompeva la Tre-
ves cursoriae, a (Ine eli condurre pesti- gua del Signore (f7.). Finisce Muratori
mi e laghi i corrieri, cortigiani e magi- con protestare, che co' tributi e aggravi
strali regi. Altro aggravio era il Fodrum de' secoli barbari, non pretese d' averli
o Foderimi, cioè l'obbligo d'alimentare mentovati tutti, poiché questo è un cam-
i soldati, e lo stesso Imperatore colla sua po vasto e fecondo, portando la disgra-
corte passando ne' paesi, somministran- zia, che introdotto un nuovo dazio o ga-
dosi pure foraggio e biada pe'cavalli: al bella, ha la fortuna di conseguire il pri-
ladro erano obbligati non meno gli ec- vilegio dell'immortalità. Forse non vi è
clesiastici che i secolari, ed il prepotente niuno de'popoli,sentendoi propri pesi.che
imperatore Federico I lo pretese da Pa- non se ne lagni, ma senza conoscere quelli
pa Adriano IV, mentre l'esenzione erasi ancora d'altri paesi,che talvolta sono mol-
accordata a tanti vescovi e abbati. Narrai to più gravi. Anzi scrisse Salviano, parlan-
nel voi. LVIII, p. 28i,eheRodolfoIre do degli esorbitanti aggravi paliti al suo
de'romani nel confermare a Gregorio X tempo da'popoli del romano impero, che
le temporalità della s. Sede, si riservò il senza paragone slavano meglio que' ro-
fodro; ed ivi notai altre cose sul (odio, e mani divenuti sudditi de' barbari, non
del mantenimento in Roma dell'impera- curandosi perciò di mutar padrone. IV
tore e sua corte, e ne' viaggi da'feudatari. secoli successivi, de'principali tributi del-
Ne'secoli più bassi, allorché le città pre- le città e nazioni ne parlai a' loro luoghi,
sero forma di repubblica, sottomettendo e per lo stato pontifìcio ne'summentova-
al loro dominio le varie terre e castella, ti articoli e in quelli in essi citati, ed a'
dinari aggravi, a 'quali specialmente era- vranità papale , o per dir meglio più a-
no sottoposti vassalli, chiamali Auxi-
i pertamenle venne riconosciuta da'popoli;
Ha, Dona gratuita e Aiutila, vale a di- amministrazione delle cose
indi la piena
re prestanze di denaro, che mai più. si civili in Roma e nelle provincie del prin-
restituiva. Venendo adunque occasione cipato temporale della chiesa romana me-
di guerre, o maritandosi il principe, o ac- glio si sviluppò con vigore circa 5o anni
casando egli le figlie, o dovendosi confe- dopo, sottoAdriano 1 del 772, nel cui pon-
rire a lui o a'iigli il cingolo della milizia, tificato regno de'longobardi fu spento
il
appellata cavalleria, o dovendosi fortifi- dal rede'l'ranchi Carlo Magno, che poi s.
car la città o qualche castello, si esigeva- Leone Ili elevò all'impero d'occidente.
no Auxilia da tutto il popolo, ma più Nel principio della dominazione tempo-
sovente da' vassalli. Che se due o tre volte rale de' Papi, questi seguirono il sistema
si pagava dal popolo qualche aiuto, o in feudale, facendo governare le provincie e
denari o in naturali, sotto il nome di con- le città da' loro ministri , conti ,
giudici,
suetudine, seguitava poi questo peso da : gastaidi e altri governanti chiamati con
tali consuetudini, che non aveauo mai fi- diversi vocaboli, fra'quali fuvvi quello di
ni^ ninna probabilmente audò esen-
città lettore , risei vanitosi il supremo potere.
te; biasimevoli usanze chiamate pure oc- Questo talvolta fu impedito dal furore
casiones, di cn\ se ne trovano esempi tra delle ribellioni, dalle differenze civili del-
gli antichi romani, come non ne fu esen- le (azioni, dalle agitazioni politiche, e dalle
te una volta la repubblica ecclesiastica. pretensioni feudali degl'imperatori fran-
Imposizioni pecuniarie, di tasse e altre pe- chi e tedeschi, non meno che da' re d'I-
ne civili ed ecclesiastiche, si stabdirouo talia. Per tutte queste viceude, per la fa-
i84 TRI TR I
e libero, salva la suprema signoria. Nel pristinamento dell' antico Senato e Re-
secolo XI Papi
i principiarono a concede- pubblica romana, per le quasi continue
re a particolari signori, ed alle stesse cit- commozioni eccitate da ambiziosi che a-
tà e comuni investiture con lievi tribu- spiravano a dominarli, molli Papi furo-
ti, in riconoscimento dell' alla sovranità. no costretti a esulare da Roma, a risiede-
Altri tributi e censi in favore de'la s. Se- re nelle città delle provincie vicine, e per-
de era n le derivati fin da s. Zaccaria Pa- sino a rifugiarsi in Francia. Per tante ca-
pa del 74 'j quando le abbazie e mona- i lamità, convenne loro di accordare altre
steri bramarono 1' esenzione, sottraendo- investiture feudali delle terre della Chie-
si dalla soggezione de' vescovi, e ponen- ^on
sa, tributi e censi, riservandosi la su-
dosi sotto l'immediata protezione di s.Pie- prema sovranità, e per tale mezzo rico-
Iro e della Chiesa romana, pagando an- noscere le usurpazioni fatte nell'infelici-
nuo tributo in denaro, cera e in altri og- tà di siffatti tempi. Notai nel vol.LXXIV,
getti, e da una di queste corrisposte eb- p. 269, che il censo apostolico è antichis-
be principio la Rosa d'oro (P ) Nello stes- simo, imposizione stabile e ordinaria , e
so secolo XI, s.Leone IX, Nicolò II, A- già esisteva a'iempi d'Innocenzo III del
lessandroII e s. Gregorio VII comincia- 1 1 q8. Si denominò anche Sussidio papa-
rono a infeudare le due Sicilie coll'inse- le, ed in tale articolo rilevai che il voca-
gna del Vessillo o Stendardo di s. Pie- bolo fu usato in generale per tulle l'im-
tro {V.), con giuramento di vassallaggio posizioni. Nel secolo XIV il potere tem-
e fedeltà ed omaggio ligio, e con annuo porale de'Papi vieppiù venne invaso, do-
tributo, siccome dominio principesco del- poché Clemente V stabilì la l'alale resi-
la s. Sede. Prima fu stabilita la consegna denza pontificia in Francia e in Avigno-
del tributo nel giorno di Pasqua, poi uel- ne, ove restò sino al 377 con gravissi- 1
la vigilia de' ss. Pietro e Paolo , e dipoi mo daunoaltresì dell'unità della Chiesa,
alla somma vi fu aggiunto un cavallo pel funestissimo grande Scisma d' occi-
bianco e bello detto ottima con nobile , dente che ne fu lagrimevole conseguen-
bardatura. I Papi dierono l' investiture za. Perciò i Papi avignonesi trovaronsi
delle due Sicilie, per avere nel principe costretti nella loro lontananza dallo sla-
investito un conservatore e difensore dei to ecclesiastico, di riconoscerei prepotenti
loro diritti. Anzi diverse investiture, co- signoroni e tirannetti usurpatori de' lo-
censo di 7000 ducali;ed a Malatesta Ma- infeudò di Castel Arcionedi Tivolta Gio.
latesti die pei' 10 anni in prefettura To- Antonio e RinaldoOrsini, pel canone d'ini
di, coll'annuo tributo di 3ooo scudi d'o- cane da rete e di una rete, da presentar-
ro, assolvendolo dall'usurpazione che ne si per la festa di s. Pietro alla camera a-
avea fatta. Concesse il vicarialo di Foli- postolica. Narrai all' articolo Famiglia
gno ad Ugolino Trinci, col feudo di 1000 pontificia, che anticamente era avi in es-
scudi d'oro ogni anno. Al magistrato di sa cacciatori, poiché
i
J/api conceden- i
Bologna, il quale avea confessato con alto do la quotidiana mensa a'ioro famiglia-
solenne eh» alla chiesa roma uà apparte- ri numerosi, imbandendo nel Triclinio
nevano Bologna, Imola e Massa de'Lom- (V.), oltre l'ospitalità a' Pellegrini, Pran-
bardi in quella diocesi, concesse per 2 5 zi, Conviti e Ccne(F.) nelle feste solen-
al dominio della chiesa romana; rinno- lennità e per quella di Pasqua, dovea pa-
vando il Papa l'investitura al vescovo e garsi alla Chiesa romana un tributo di
cittadini, con lieve tributo da pagarsi al- cacciagione, come rilevasi da questa for-
la camera apostolica per la festa de' ss. mula riportata dal Carpentier. Vos re-
Pietro e Paolo, in ricognizione dell'alto quirimus ... districtus injungenles, quale-
dominio. Avendo Bonifacio IX assolto nus venationis Exe.nium ut moris est, ,
Giovanni e Nicolò della Colonna, per ri- sic devote, sica uè honorifice in proxì mo
bellione da lui scomunicati privati dei ,
futuro fes lo Nativitatis dominicae nobls
feudi e confiscati ne'beni, concesse loro in prò Romana Ecclesia faciatis... ita quoti
a
vicariato a 3. generazione il castello di quinque diebus ante festina Nalivitatis
Gallese e il vicino porto sul Tevere det- praedictae, dietimi Exenium, vestro no-
to di Arzegiio. Si stabilirono i canoni tri- mine, corani nostra praesenlia praesen-
butari d'un cervo vivo per Gallese, e di ìelur... e dopo si nominano, Exeni a ve-
due fagiani similmente vivi per il porto. nationis iafestivitalibus Nitivitatis et Re-
Godendo la chiesa di s. Ippolito di Poi- surrecliouis Domini. Bonifacio IX final-
i S6 TR 1 T t I
melile proil/i, che i Beni di chiese , di mo- agli enfìleuti e amministratori «.Ielle cit-
nasteri e ospedali si potessero a Hi ti. ire o tà, terree castella, ed altri beni della s,
tiare in enfiteusi per più di 3 anni, e che Seile di qualunque grado. Nel pontifica-
le loro rendite si potessero ricevere pri- to d'Alessandro VI molti vicariati della
ma del tempo annuale; divieti che am- Chiesa furono tolti a'feudatari dall'am-
pliaronoalti i L'api, sottoponendoli al Be- bizione di Cesare Borgia, prendendo mo-
neplacito apostolico (/",). Già s. Leone I tivo da sospetti di ribellione, da' tributi
avea proibito le alienazioni de' beni ec- non soddisfatti, o dall'essere terminata la
clesiastici, colla bolla Occasio speda- linea legittima degl' investiti. Però Ales-
Unni, de' 3i ottobre 44?j Bull. Rota. sandro VI frenò l'ol tracotanza de'baroni
t. 1, p. 3q; De rebus Ecclesiae. non a- feudatari, e si può dire ch'egli fu il 1 ."Pon-
lieuandis. Vi lucono pure annui tribu- tefice, che mise i suoi successori in ista •
luoghi al diretto dominio della s. Sede, to, massime pel Nepotìsmo. E Giulio 11,
per cessazioni d'investiture e morosità dei d' animo grande e di spirito guerriero,
tributi. Terminò pure la temporanea in- ricuperò alla s. Seóe molti domimi, es-
feudazione di Benevento e di Terracina, sendo glorioso pel sacerdozio maestosa-
pel qual vicariato Alfonso I che l'ebbe a mente esercitato, e pel principato valoro-
vita presentò il tiibuto di due sparvieri; samente sostenuto, Paolo III stabilì l'im-
ed il figlio ricevendo Terracina per un posizione chiamata sussidio triennale , e
decennio, somministrò in tributo un ca- ne fece fare il riparto da'eommissari da
vallo bianco nella festa di Pentecoste. In- lui deputali, a tutte le comunità, cioè la
nocenzo Vili colla bolla Apostoliche Ca- tassa di 3oo,ooo scudi d'oro, già esisten-
merae j 4^5, Bull. Rom.
de' 17 febbraio 1
do il sunnominato sussidio apostolico o
t. 3, par. 3, p. 200; Contea annatas ex papale. L'eguale e proporzionala distri-
Jructibus Beneficiorum Eeclesiaslicorum buzione de' tributi impegnò sino da au-
slalulis temporibus non soh>enles,\mli col- lico tempo la sollecitudine de'Papi, nias-
la bolla Ad reformanduui, de' 5 agosto siine eli Paolo 111 colla formazionedel Ca-
i485, Bull, cil.p. 20 1; Contea accipien- tasto, e più lardi Pio VII istituì la Con-
ics honorum Ecclesia/ uni , et Mollaste- gregazione cardinalizia del Censo (/ .),
riorum administralionein absque Sedis Inoltre Paolo 111 infeudò Parma e Pia-
apostolicae licentia, Uteri sq ne ab ea im- cenza, con l'annuo tributo di 9000 du-
peti andis minime expediùs. Il successo- cali d'oro, in ricognizione del supremo do-
re Alessandro VI pubblicò la bolla Inter minio della s. Sede su'due ducali: questa
miiltiplicescuras àe\i. a[n\lei/\.C)3,Bull,
)
fu l'ultima infeudazione di provincie del-
cit. p. 2 3 2 Contea sibimet jus dicentes
: la Chiesa romana concessa da'Papi, il cui
aut cavalcatam aut hominum missio- tiibuto si pagava nella vigilia di s. Pie-
nem facientes in Stalli Ecclesiastico, E tro. Nel voi. XXI II, p. 2i 1, narrai, che
dispose colla bolla Cuoi ex 1 elulione, dei i Farnesi duchi di Panna e Piacenza, co-
1 3 dicembrei497, BuU.nl. p,238: Con- me feudatari della romana Chiesa, innan-
tea non solventes census } canones 3 et a- zi a'ioro Orti al Foro romano, nel Pos-
Ha fura, vel regalia rev. Camerae Apo- sesso del Papa facevano innalzare un ma
stolicae. La diresse a'vicari, a'feudatari, guifico arco trionfale, e mentre vi passa
a governatori, a' censitali, agli affittuari, va il Pontefice, 1' agente ducale con un
T I I TRI 187
complimento gliene oihiva il disegno. Il nel 1 56o eresse in ducato il castello di
cali.Cecconi nella ristampa delia Roma Bracciano in favore degli Orsini, che ili
Carlo di Borbone duca di Parma e Pia- to con patena. Nel 1570 s. Pio V conces-
cenza neli74i pel possesso di Benedetto se a Marc' Antonio Colonna il titolo di
XIV, il quale principe già e'ra divenuto principe e duca di Paliano; e nel 157 e* 1
delle dueSicilie quale erede de'beni e de- la possedeva, ed a'suoi eredi e successo-
gli Orti de' Farnesi, a Clemente XIV; ri primogeniti. Zelando s. Pio V di soste-
mentre a p.4^2 riferisce la descrizione del- nere la dignità,! diritti e le ragioni del
l'arco ivi eretto dal medesimo re nel 1775 principato temporale della Chiesa roma-
pel possesso di Pio VI, e fu l'ultimo Papa na a lui all'alata, per la conservazione in-
che ricevè tale dimostrazione d'ossequio. tegrale di tutti i suoi domimi, di cui i Pa-
Paolo IV pubblicò la bolla Jncumbentia pi sono custodi e amministratoti, colla ce-
Nobis, óe'7.5 ottobre 1 556, Bull Borni t. lebre bolla Admonel no*, de' esc) marzo
4, par, 1, 336: Conira occupante* aut
p. 067, Bull. Boni. t. 4> pW- 2, p. 364:
iuvadeutes bona, ter ras, ti loca rei'. Ca- Prohibitìo alienandi, et infeudandi 67-
merae Aposiollcae. Fi coulra se ingereu- vitates et loca S. R. F., velde eorum a-
tes in beneficiis ecelesiaslicis, non expe- lienationum,et infeudactionibus tractan-
fèitii literis apostolici*. A e non solvente* di, (ptovis praetextu, etiam evidenti» itti-
occupato e confiscato Pali ano, feudo dei sto V, Gregorio XIV, Clemente Vili e
Colonna, fu ih.°a costituirvi un ducato Paolo V. In questa bolla si dispone, che
territoriale (veramente non pare che Pao- non si possa da alcun Papa in avvenire
lo IV fosse ili. "ad erigere ducati lenito- infeudare qualunque città o altro luogo
risii tra'di versi anteriori esempi mi li-
; del dominio ecclesiastico, a chiunque sia-
miterò a ricordare l'erezione del princi- si o a vita o a 3.'' generazione, o per qua-
pato di Benevento in ducato, fatta da A •
lunque altro titolo, che importi aliena-
Jessandro VI, e donato con Terracina a zione, come di feudo, governo, vicarialo,
suo figlio Giovanni Borgìaj e l'erezione ducato o altra relativa concessione pre-
del ducato di Castro fatta da Paolo 111 giudizievole alla sovranità della s. Sede,
pel suo figlio Pier Luigi Farnese: tutti rivocando tutti privilegi esistenti in con-
i
i parenti stretti de* Papi divenivano pa- trario. Per Tosservauza di ciò, viene pre-
trizi romani), enei 1 556 ne concesse il ti • scritto a'cardinali il debito di obbligarsi
toloa Giovanni Carata suo nipote. Pio IV per giuramento, prima di ricevere ììcap-
188 TRI TR I
mento, il che riportai pure nel voi. LV, retto della s. Sede andò successivamente
p. 283. A'f'uluri Papi poi incarica s. Pio a ricuperare tante città e terre, ed in buon
V di giurare e confermare la bolla, tosto numero sotto lo stesso Gregorio XIII, co-
< he sia seguila l'assunzione al pontifica- me LXVII, p. 3 18; ed
osservai nel voi.
to, e che puutuahnente la facciano osser- anche Piemonte, ove ricuperò con l'a-
in
vare, siccome rilevai nel citato voi. a p. iuto di Emanuele Filiberto duca di Sa-
28 , notando che fin dal IX secolo Pa-
1
i voia vacali feudi di Montafia eTigliole
i
pi solevano promettere dopo V Elezione nella diocesi d'Asti, adonta delle preten-
e nel Presbiterio o antico Concistoro, a sioni che con armata mano pretendeva
seconda dell'antico uso, di mantenere an- sostenere la contessa di Stropiana; di Lon-
che le cose temporali del principato, in zanodevoluto per morte del conte Rango*
fatti il suo immediato successore Grego- ne;e del castello pure piemontesediCister-
rio XIII non solamente giurò questa bol- na, parimente decaduto alla camera apo-
la pubblicamente, nel principio del suo stolica, ad onta che Antonio Acerbi lodi*
pontificato, ma neli58i ritornò a ratifi- fendesse colle armi a favore del fratello
carla e giurarla in concistoro segreto, co- Borso e fortificasse, situato in punto stra-
me fu fatto altresì da tulli i cardinali col- tegico d'importanza, per cui convenne al
le convenienti formalità. Leggo nel suo duca di Savoia Carlo Emanuele I som-
annalista p. MalFei gesuita , che la bolla ministrare al nunzio Laureo la forza ad
concistorialmente fu fatta giurare da Gre- espugnarlo. Inoltre Gregorio XIII ema-
goi io XIH, secondo il prescritto da s. Pio nò la bolla Ad Romani Pontificis , del
V; e sebbene in vigore di essa pareva che i.°giugnoi 58 o, Bull. Rom. 4, P ar 3,
t. -
diverse città e luoghi dello stato pontifi- jura rei>. Camerae Aposlolicae. Sisto V
cio, i cardinali la giurarono solennemen- molto raffrenò le angarie de'baroni tri-
te; Papa che così la interpretava, non-
il butari alla s. Sede, perciò istituendo la
dimeno deputò per maggior benignità so- Congregazione cardinalizia sopra i ba-
pra quel punto 4 cardinali giuristi, ed in- roni dello Stato Ecclesiastico (V.). E per-
clinando essi a favore del sagro collegio, chè si moderassero gli aggravi di gabel-
prese egli il temperamento di ridurre con le e tributi, e si eliminassero le arbitra-
privilegio rinnovato la perpetua loro ani* Congregazione car-
rie estorsioni, istituì la
liattici. Uà questa bolla in poi diminui- rò il ducalo devoluto alla romana Chie-
rono con notabile progresso gli annui tri- sa, lo consegnò al perpetuo patrocinio dei
IR I TRI 189
ss. Pietro e Paolo, e vi si recò a prender Cbiesa, li denari de' quali restano a cre-
solenne possesso del dominio diretto; a- dito della Rev. Camera, li argenti come
vendo già istituito la Congregazione car- lazze e simili sono tutte rigaglie di mg.
7
dinalizia del Buon governo^ A .), per quel- Tesoriere generale, e le cere si pai tisco-
lo economico delle Comunità e Te>re\V.) no tra li Chierici di camera". Spenta la
dello stato papale, e per vegliare sulla dinastia Farnesiana , Clemente XII di-
giurisdiziouede'baroni tributari. Confer- chiarò vacanti i ducati di Parma e Pia-
mando Urbano "Vili la celebre bolla De cenza e devoluti alla s. Seóe suprema si-
ti, dall'altra parte colle rendite de'luogbi maggio (onde abbiamo la Raccolta di di-
ricuperali s'aumentò l'introito del pubbli- versi disegni di macchine con fiochi ar-
co erario, oltrecbè con immensi vantaggi tificiali fatti in occasione della chinea
restò più libera l'azione diretta e governa- in Roma, incisi in rame da Giuseppe Va-
tiva de'Papi, e cessarono non poche con- si), per cui si differiva l'alio per la festa
testazioni. Nel pontificato d'Innocenzo X della Natività della B. Vergine, nella qua-
si ristampò del contemporaneo cav. Lu- le si eseguiva per la Cappella papale ebe
na doro, Relatione della Corte di Roma. celebravasi nella Chiesa di s. Maria del
Parlando della Reverenda Camera apo- Popolo (A7 .); il sagro collegio pe'capi d'or-
stolica, riferisce da chi composta e la sua dine fece il solito decreto di sospensio-
giurisdizione » sopra tutte le materie do- ne quanto al consueto giorno, colla clau-
ve si tratta d'interesse della Camera apo- sola: Tempusel tempora non currere, co-
stolica, islrumenti d'affitti, d'entrate del- me dissi anche nel voi. LXV, p. 2yi;a-
la Sedia apostolica, delle tesoreriedi pro- vendo notato 77, que' Pa-
nel voi. IX, p.
\iucie dello stalo ecclesiastico, cause di pi che per impotenza riceverono il tribu-
comunità e di feudi ecclesiastici, cause di to della chinea nelle loro stanze, e anche
spogli, cause di conti con offitiali e mini- del Quii in ale. L' eletto Benedetto XIV
stri dello Stalo sopra il battere e corso del- vedendo invasi senza investitura i ducali
le monele.Caused'appellationi dalli mae- di Parma e Piacenza, fece legale protesta
stri di strade sopra gli edilicj, etjure con- a difesa de'lesi diritti della s. Sede, die
grui, materie di gabelle, datti, et impo- ogni anno rinnovarono i successori, nel
Mtioni, et altri simili ... La Camera apo- recarsi al vespero pontificale della basili-
vacanza quanto la Rota, e
stolica piglia ca di s. Pietro nella vigilia di sua festa,
nell'ultima Camera pure di Sua Santità precisamente innanzi la statua di Costan-
nel palazzo apostolico gli è fatto a tutti tino 1 nel portico, alla presenza della ca-
che intervengono un bel banchetto, et un mera dopoché mg/ procura-
apostolica,
altro ne fa ili.° d'agosto il cardinal Ca- ha fattola protesta fiscale,
tore del fisco
merlengo. La vigilia di s. Pietro si paga colla formola che riportai nel voi. IX, p.
ia Camera li tributi de* feudatai-j di s. 73, insieme alla risposta del Papa. Indi
igo TR I T R I
mo di Bergancasce, nel 1 1 6g si recarono ferite pure nel voi. IX, p. 76 e 77, quan-
da Alessandro III in Benevento , ed ivi to al cei emoniale e forinole della presen-
alla presenza di tutta la corte pontificia tazione e risposta del Papa. Che nel 1 771»
olii irono per fnstem a Dio, a s. Pietro e insorte ad arte dispule di precedenza tra'
ad Alessandro III e suoi successori la det- gentiluomini delleduecorli, nella presen-
ta città, con obbligarsi di rinnovare per tazione della chinea a Pio VF , la corte
ogni triennio in mano del Papa il giura- del re delle due Sicilie falalmenteiniluen-
mento di fedeltà, e di pagare alla s. Sede zata dal ministro Bernardo Tanucci, ir-
annuo tributo. Dice l'alto della solenne reconciliabilenemico della s.Sede, per a-
oblazione: Praetereade Communi Con- vergli condannato un'opera da esso pub-
solimi, et tolius populi mandato , mili- blicata contro I' immunità, quando eia
timi domus, et mereatorum,el quorum professore di diritto a Pisa, con suo di-
facuUas videbituf sufficiens ad bove* ha- spaccio dichiarò al Papa che non avreb-
bendo») de singulti bovibus tresdenarios be piìi falla la pubblica presentazione del
ejiisdcm lerrae 1 n fe.s lo B .Mar tini ex.sol- tributo,madi somministrare la consueta
vent singulti annis. Celeri de singulix do- somma 7000 ducati d'oro privativa-
di
mibus unum denarium. Et infra oc lava, ' mente alla camera apostolica, e 3oo scu-
B. Martini soh'ent ci, cuiroinanus Fon- di in compenso del la chinea e sua magni-
li/ex jusseril. Inoltre alla s. Sede appar- fica bardatura, in lutto scudi 1 1 ,838 e
tennero le Alpi Cozie (fy -)- Tornando a bai. 75. Nondimeno nel 1777 l'ambascia-
benedetto XIV, emanò poi la bolla Con- tore straordinario contestabile Colonna
creditmmNobit/M 2 giugno 7/18, #////.
1 1 nell'atlo della presentazione variò il for-
lli-ucd. XIV X
t. 2, p. 1 85: De rci/ovatio- molario, prontamente però corretto nel-
iiibus Invt slilurarum. et aliarum con- le parole di accettazione da Pio VI. Per
onum honorum directi domimi Ca* la moderazione del Papa e rinlerposizio-
T R 1 TRI 191
ne r!el re tli Spagna nel 1778 eseguenti r 782. In quelli del 790 01791 1 si leggono
anni si continuò In presentazione del tri- le ragionate allocuzioni, recitate da Pio
r
buio, e l'indegno Tnnucci che non avea VI dopo le proteste di mg. procuratore
cessato di moltiplicare gli oltraggi alla s. fiscale generale: nel 1
797 essendo indispo-
Sede, dovè domandare la sua dimissione. sto e pei -l'esplosione di polvere avvenu-
Usa rotisi poi nelle forinole di presentazio- ta nel Castel s. Angelo, non ebbe luogo
ne espressioni di divozione invece di tri- la protesta. Però da tali proteste fiscali
buloe vassallaggio,finchènel 788 la cor- 1 ebbe origine quella protesta che si fece
te siciliana decise di non più eseguirla ; ogni anno dal prelato procuratore fisca-
per cui il ministro in Roma portò la sud- le, con accettazione pronunziata dal Pa-
detta somma al cardinal segretariodi sta- pa, colle formule che riportai nel voi. IX,
to, il quale ricusatala, passò a depositarla p. 81. Pio VI colle nuove dogane da lui
nelmonte di pietà inutilmente. Ma Pio istituite a'eonfini, abolì gli antichi tribu-
VI dopo il vespero pontificale nella ba- ti e pedaggi feudali che inceppavano nel-
silica Vaticana, per la vigilia de' ss. Pie- l'interno dello stato il commercio. Seguì
tro e Paolo, prima della benedizione dei quindi l'invasione de'repubblicani fran-
pallii e prossimo al momento in cui era cesi dello stato pontificio, il fatale trat-
solito tra'due pili dell'acqua santa di ri- tato di Tolentino (F.)c\\e tolse alla so-
per la lesione né attesa né meritata, d'un 5 1 dell'olìiciale Diario dilìoma del 1801,
diritto così costantemente riconosciuto da avvicinandosi la festa di s. Pietro a 27
tanti secoli, replicatamenle giurato e ca- giugno pubblicò:» Pagandosi il tributi»
nonizzato con tanti atti dalla s. Sede; nu- da 'sudditi al principe in ricognizione del
trire lotta volta fiducia, che la religione ed di liti supremo dominio, la solennità col
equità del re delle due Sicilie fosse per sol- la quale in tutte le nazioni presentasi, fu
lecitamente ripararvi, e che non avrebbe istituita per indicare la grandezza del-
permesso che restino violati i patti con- l'atto, e l'importanza del dovere. Quin-
clusi co'suoi predecessori, anzi i suoi stes- di fu ordinato da' sommi Pontefici In-
si egiuramento fatto, con reintegrare
il nocenzo Vili, Alessandro VI, Paolo IV,
la s. Sede del tributo in ricognizione dei e piìi chiaramente dalla sa. me. di Gre-
supremo, vero e diretto dominio sul re- gorio XIII nella sua costituzione Conti a
gno di Sicilia, con tutta la terra di qua non solventes canone* (questa e le altre
dal Faro sino a' termini e confini dello di delti Papi le ricordai di sopra ), che
stato ecclesiastico. Poscia dopo il pontifi- quest'augusta funzione si facesse ogni an-
cale della seguente festa, il Papa seden- no nella ricorrenza della vigilia o della
te iu Sedia gestatoria, nel ricordato si- festa de'gloriosi ss. Apostoli Pietro e Paolo
to ove soleva ricevere il tributo e la chi- protettori di quest'alma città di Roma,
nea, si fermò ad ascoltare e accettare la che perricevere i tributi colla dignità che
protesta che fece, pel tributo non soddi- si conviene,adunasse nel Palazzo a-
si
sfatto e per la chinea non presentata pei postolico faticano (J.) la Camera, die
r
regni delle due Sicilie, mg. procurato- perciò dicesi Camera de' Tributi (aven-
re fiscale generale della camera aposto- do denominato del-
l'ingresso dal cortile
lica in compagnia di mg/ commissario
, la Camera, appunto perchè forma ingres
generale della medesima, al modo riferi- so alla medesima Camera), coll'interven-
to dal n.°i4'0 del Diario di Roma del to del cardinal Camerlengo di s. Chic-
K)2 TRI T R I
sa, de' Chierici diCamera, e di lutti gli o nell'altra delle due. camere, che a tale
a
nidi prelati che in essa hanno laogo. Ed oggetto si tengono, la i. nella vigilia di
inei endosi alla volontà de' lodati Pon- s. Pietro, il dopo prauzo, la a:" il giorno
che
tefici; ili tutti] contralti d'investitura della festa, la mattina prima della cap-
sivanno facendo, si suole sempre e chia- pella papale; notificando a lutti per loro
ramente prescrivere, che si faccia ogni regolamento, che non si riceverà più al-
anno il pagamento nella divisala manie- cun canone privatamente da mg/ com-
ra. E siccome innanzi a'supremi tribunali missario della Camera, e che chiunque
non è permesso di presentarsi in abito pri- non comparirà alla detta Camera de'Tri-
vato, così si è sempre per l'addietro co- buti, sarà dichiarato contumace, ed in-
stumato, che tutti gl'incaricati di paga- correrà nelle pene prescritte nella citata;
ie i rispettivi canoni e tributi dovessero bolla di Gregorio XIII, come più diffusa-
venire alla presenza della Camera apo- mente si legge nello stesso edilto pubbli-
stolica collegialmente congregata con cato colla stampa della rev. Camera a-
quell'abito e decenza, che richiede l'alto poslolica". E qui dirò che ilcardinale ca-
medesimo (cioè in soltana e ferraiolone merlengo ogni anno ne' primi giorni di
neri, ma ora si può incedere anche vestiti maggio pubblica Y Editto: Pei pagamenti
inalilo iiH>do,hens"ì decentemente). IVla da de'censi camerali da presentarsi nella Ca-
pochi anni in qua si sono introdotti due mera de'Tributi nella vigilia e festa de'
gravissimi ahusi, che sempre piùcrescen- ss. Apostoli Pietro e Paolo. Esso è sot-
do hanno eccitato l'attenzione dell'eroi* toscrìtto dal cardinale e da mg/ com-
uditissimo cardinal Braschi Onesti, ca- missario generale. Si pubblica ancora dal
merlengo di s. Chiesa. lli.° de'quali si è Giornale di Roma del seguente tenore.
che molli agenti e procuratori, e talu- « Approssimandosi il tempo in cui i feu-
no ancora degli slessi investili, invece di datari investiti e cessionari della s. Se-
comparire alla presenza della Camera, si de e rev. Camera apostolica inseriti! nel
portano privatamente alla residenza di libro de' Censi camerali debbono paga-
r
rog. Commissario generale della mede- re i censi e canoni pella Camera de'Tri-
sima a soddisfare senza le prescritte so- buti, che si aduna nel palazzo Vaticano
lennità al proprio dovere, credendo es- nella vigilia e festa de'ss. Apostoli Pie-
sere ciò lecito a tulli, perchè si è talvolta tro e Paolo, ad oggetto di precludere lo-
accordato a qualcuno legittima mente im- ro ogni scusa d'ignoranza siili' adempi-
no onninamente nelle stanze del Vatica- futuro mese di giugno,! mandati di procu-
no, ed effettuino il pagamento nell'una ra, legiustificazionied altre scritture cor-
TR I TRI ÌQÌ
relative tanto alla persona che in loro as- feudi, tenute, villaggi, casali, laghi, sel-
senza per essi effettuerà la comparsa, pre- ve, proprietà, beni, offizi, esenzioni, im-
ti annotazioni ne'libri de'censi camerali, boles, unciarius auri, ducatos anrij pis-
che sogliono distribuirsi alla Camera de' sidi e calici con patena d'oro e d'argento
Tributi (noterò che si stampano ogni an- dorali e con coppa d'oro, tazze d'argento,
no co'tipi camerali in Roma e per esem- cra/em j-zucchero,pepe; ed un tempo an-
pio con questo titolo: Liber Censitimi an- che carta sale ammoniaco, nitro fru-
, ,
sieno spirate, ciascuno enlìtentn o inve- vento del Lazzareltodi Civitavecchia de-
stito, che personalmente non comparisca ve presentarsi un religioso, prò ricogni-
a prestare P omaggio nella Camera de' tione directi domimi, e per la conserva-
Tributi, dovrà in ogni decennio esibire zione del Papa deve invocare il ss. No-
la fede della sopravvivenza negli alti de' me Gesù, oltre l'obbligo della messa
di
suddetti segretari di Camera. Quelli per- nella cappella in tutte le feste; ed inol-
tanto pe'quali nel presente anno ricade tre un cappuccino deve comparire per la
il decennio, debbono parimenti non più. ricognizione dei dominio del convento di
tardi del detto giorno 5 del venturo giu-
i Pesaro, parimenti invocando il detto ss.
gno esibire la fede della loro sopravviven- Nome per la conservazione del Papa: al-
za, oltre le giustificazioni di sopra accen- trettanto deve fare il p. segretario del pro-
nale, che per altri rapporti si ricercas- curatore generale, pel convento de'cap-
sero. 3.°Premesse queste legalità, ciascu- puccini di Fano). 4-° Tutti poi quelli,che
no dovrà nella vi-
investito e enfìteuta fra delti enfìleuti o concessionari descrit-
gilia o festa de'ss. Apostoli Pietro e Paolo ti ne'mentovati libri sono abilitati dalla
del corrente annoi 856 comparire per- s. Sede e Camera apostolica nell'investi-
sonalmente, o mediante legittimo pro- ture e concessioni di pagare i censi e ca-
curatore deputato coli' accennato man- noni fuori di Roma, potranno soddisfarli
dato nella suddetta Camera de'Tributi nel predetto giorno 28 giugno nella cas-
per prestare il dovuto omaggio, e paga- sa del Pam miuistrazione camerale di quel-
re nella medesima il tributo, censo, livel- la provincia, in cui essi sono abilitati a
lo, canone, risposta o altro dovuto alla pagare il censo o canone, rimanendo pe-
s.Sede e R. C. A., in ricognizione del su- rò in loro libertà di soddisfarlo diretta-
premo e diretto dominio in qualsisiano mente ne'predetti giorni in Camera de'
vol. ixxx. i3
U) \ TRI TRI
Tubuli. Questi medesimi enfiteuli per ri; ed in caso clic taluno ardisse di pre-
nitro, abbenchè abilitati come sopra a se n tarsi in guisa diversa, non sarà am-
pagare canone nelle provi ncie, avver-
il messa la di lui comparsa, e si procede*
Inno di non essere punto esenti, come ta- rà contro medesimo alla suddetta ac-
il
luno erroneamente opina, dall' obbligo cettazioue come se niuno si fosse presen-
della comparsa nella Camera de'Tributi tato. 7. Finalmente confermandole cli-
pei" prestare I' omaggio ricercalo dalla sposizioni dell'editto del nostro predeces-
bolla della sa. me. di Gregorio XIII, ema- sore de' io giugno 8 1 1 6 e dell'articolo 7
nata pe'canoni camerali, e perciòquan- degli altri emanati nel maggio de' stic-
doessi non compariscono personalmente, cessivi anni, dichiariamo che debbano ri-
per tale allo debbono deputare il loro spe- maner ferme tutte le ragioni della s. Se-
riale procuratore con mandato da esibir- de ereverenda Camera apostolica figliar-
si come sopra , e rimettere in ogni de- do a 'censi e canoni venduti nell'anteee
cennio la fede della loro sopravvivenza, dente cessato governo, non ostante la con-
e produrre tutte le traslazioni ed anno- pagamento agli ac-
titillazione del loro
tazioni sulle loro rispettive partite ne'li- quirenti,da dedursiin ogni tempo sul li-
bri de'censi camerali che fossero per oc- tolo degli acquisti a fórma della notifl-
correre, egualmente che sono tenuti que- cazione della segreteria di stato emanata
che debbono pagaie nella Ca-
gl'in vestiti Iii5 novembre 1817. Avverta ciascuno
mera de'Tributi. 5.°In caso di mancan- di eseguire esattamente quanto di sopra
za de'sunnominati enfileuti tanto nell'e- è stato ordinato, poiché in caso di tra-
«òbita delle sopraccennate giustificazioni, sgressione, si procederà alle pene indi-
quanto nella comparsa in Camera de' cale, volendo e decretando che il pre-
Tributi pei prestare l'etto d'omaggio, ed sente nostro editto all'isso e pubblicato in
effettuare l'intero pagamento di canone, Roma e nelle città principali dello stato,
si procederà immediala mente all'accet- obblighi ciascuno come <e gli fosse stato
tastone della devoluzione de'feudi, beni personalmente intimato. Dato in Carne-
e diritti camerali, e di altri ad essi con- ra Apostolica, ec." Pertanto nella vigilia
cessi, e all' esecuzione delle pene coni- de'ss. Pietro e Paolo Cursori apostolici
i
minale nella bolla di Gregorio XIII, ed (/'.), nel cortile di s. Damaso del palazzo
in altre apostoliche costituzioni e negli e- Valicano, a nome di mg.' procuratore
ditti de'nostri antecessori, e senz'atten- fiscale generale della camera, al popolo
darti veruna scusa di pretesa ignoranza, fanno 3 formali citazioni pc'tributi dovuti
f».° Siccome poi l'atto del pagamento ilei alla s. Sede in tal gioì noe non soddisfatti;
tributo ed ossequio dovuto da'sudditi al quindi il maestro di delti cursori intima
sovrano in ricognizione del di lui stipre- la 4>" citazione a nome e alla presenza di
mo dominio li effettuerà nel giorno della detto prelato nella sala regia, al passag-
vigilia e festa dc'gloriosi ss. Aposloli Pie- gio del Papa nel recarsi al vespero poti
troePaolo specialissimi protettori di que- ti(icale,egualinente pe'triboti non pagati
siadominante, e presso il supremo tri- alla s.Sede,con quella furinola che ripro-
lninale della piena Camera, così in riflesso dussi nel voi. IX, p. 7?., in uno alla rispo-
del tempo e luogo in cui l'alio si esegni- ammissione del Papa, per cui si de-
sia di
sce, ordiniamo e comandiamo che tutti volvono interamente aìfisco apostolico l<'
gì investiti e concessionari ed i loro le- cose investite e concesse col censo. Nella
gii timi procuratori debbano presentarsi mattina poi della festa de' Principi degli
nel detto tribunale con quell'abito e de- A postoli, cursori apostolici rinnovano nel
i
renai con cui *i cosi urna di comparire ne' nominato cortile di s. Parnaso altre 3 aita-
ti ihnnali, e dinanzi a'tnagistrati superio- zioni a'morosi de 'tributi non soddisfatti,
T I ! T | I icp
e poscia allorché il Papa trapassa la sala no temporale della s. Sede; dichiarò di
regia nel porla isi al pontificale, il mae- non poter convenire, riguardandosi co-
tlro eie' cursori ripete I' intimazione del me predecessori semplice custode e am-
i
giorno precedente, d'ordine del presente ministratore de' diritti e sovranità delia
ni».' ed il Papa si-
procuratore fiscale, medesima s. Sede, i quali per le obbli-
milmente torna a pronunziare la formo- gazioni contratte con Dio pe'giuramenti
la di accettazione. Tanto quesla,che quel- fatti, dovea fedelmente trasmettere illesi
la per Parma e Piacenza, se il Papa non e integri a'suoi successori e come gli a-
interviene alle funzioni del vesperoe mes- vea ricevuti da' predecessori. Dagli alti
sa della festa de'ss. Pietro e Paolo nella di Pio VII riportati daU'Artaud, da Pi-
basilica Vaticana, si fanno nelle sue do- stoiesi e da altri storici, tutto viene dif-
mestiche stanze, alla presenza del pieno fusamente narrato, insieme alle dichia-
tribunale della Camera apostolica. Per razioni più volte emesse sulla sua respon-
assenta e impotenza del procuratore del sabilità e doveri , ostacolo invincibile a
fisco, le fanno dal commista-
proteste si [desiare la sua adesione all' imperatore
i io generale della Camera (come vidi pia de' francesi , ed alla depressione della s.
beato nel i 846 col Papa regnante, essen- Sede; dimostrando con trionfanti e in-
do mg.' Ildebrando Fiutimi in missione vincibili ragioni, che nel degradare allat-
per lo stato pontificio d'ordine del pre- to l'indipendenza della sovranità tempo-
decessore pe' Tribunali), ovvero dall'av- rale, le toglierebbe anche mezzi del li- i
vocato generale del fisco. Il n,° 52 del bero esercizio dell' autorità spirituale, e
Diario di Roma del 1801 riferisce che di essere padre comune de'fedeli, e uni
Pio VII ascollò e accettò le proteste fi versale pastore del gregge cattolico; non
scali pe' tributi non soddisfatti, inclusi- potere quindi pel suo sagro carattere tra-
vamenle a quelle di Parma e Piacenza dire la comune paternità commessagli da
e delle due Sicilie; ed altrettanto eseguì Dio, e non intimorirlo la perdita della
dopo la restaurazione di sua sovranità sovranità lempoiale, negaudosi altresì a
nel 8 i5, comesi ha dal n.° 52 del Dia-
i rinunciare senza alcuna correspettivitàa'
rio di Roma. Prima di tale epoca, lo diritti della s. Sede sul regno di Napoli,
Stesso Papa Pio VII, ad onta. che non si ch'era obbligato conservare. Detronizza
pagava più dal re delle due Sicilie il tri- to Pio VII nel 1809, per la sua fermez-
buto della chinea, rifiutò generosamen- za nel 181 4 più glorioso risalì sul trono
d'investire del regno di Napoli Gioac
te- la cui integrità avea sempre propugnato.
chino Murat, che ripetutamente gli offrì Innanzi la sua deportazione il collegio de'
il tributo, per averlo fallo re del mede- 101 Scrittori apostolici (/ .),nella mat-
simo Napoleone I imperatore de'fraucesi. tina dell'Epifania, giorno in cuiGesù Cri-
Sebbene il re delle due Sicilie neli8o6 sto ricevè i doni da'ss. Magi (P .), pre-
mostratasi deciso di rinnovare la pub- sentava l'omaggio o tributo (come è det-
blica presentazione del tributo, come a- to nelle Indicazioni de' Maestri delle
vea giurato, e lo notai nel voi. LV, p. ce r emonie po)itìjìcie)a\ Papa di 1 00 scu
290, uno alle relative trattative; pure
in di d'oro dentro un vaso o pisside d'ar-
nel 18 16 Ferdinando cambiò linguag- I gento dorato, con diveise formalità. Que-
con quel tuono che riportai nel voi.
gio, e st'atto si effettuava nella camera dell'u-
LXIN, p. 266. Ma Pio VII, come avea dienza ordinaria, ove recavasi il Papa in
risposto al polente e dispotico domina- rocchetto e mozzetla sedente sul trono,
tore Napoleone I, quando voleva con ri- maggiordomo e maestro
assistito dal di
petute minacce intrudersi con pretensio- camera, dal prefetto delle ceremouie in
ni inammissibili tic! principato e gover- cotta, e rocchetto perchè ucoompaguava
i
96 TRI TR I
poi il Papa alla cappella, essendo le guar- bnto alla sovranità della s. Sede si por-
die nobili presenti. 11 cardinal pio data- tano nella camera de'tributi nella vigi-
rio sedeva lateralmente su sgabello, quin- lia de'ss. Pietro e Paolo, è una partico-
di il detto ceremouiere introduceva i5 lare regalia spellantcalPapa sovrano del-
degli scrittori apostolici, preceduti dal lo- lo stato di s. Chiesa, e sotto Gregorio XVI
ro resciibendario portante in mano l'of- furono aumentati;cioè leggoin una delle
ferta, e tutti genuflessi, il resciibendario note a lui umiliale il numero di 9 calici,
più vicino al Papa recitava un'orazione e una pisside del valore di scudi 1 2; (pian-
parimenti genuflesso, e sul fine presen- to a'ealiei, uno d' oro del valore di scu-
tava la pisside al cardinale, il quale l'of- di 4°°> altro con coppa d'oro del valore di
friva al Papa baciandogli la mano, e pren- scudi 200, altro dorato,uno di 60 scudi e
dendola il maestro di camera poi la por- altro di 5o, e 4 di scudi 25 l'uno. Questi
tava nella stanza domestica del Pontefi- calici e la pisside Gregorio XVI clonava
ce. Questi dopo aver brevemente rispo- a chiese, massime se bisognose, ed a've-
sto al complimento, dava la benedizio- scovi stranieri o vicari apostolici. Il de-
ne al collegio, indi ammetteva al bacio naro ricavato da'tributi spetta all'erario,
del piede l'oratore e gli altri scrittori, e inclusi va mente a ll'equivalente delle lazze
tornava nelle sue camere. Se il cardinale d'argento, poiché si suol fare la presenta-
r
pro-datario era impedito, suppliva mg. zione di esse e quindi sborsarne il valore.
sotto-datario, ebe si poneva in piedi alla Il pepe spetta al procuratoregenerale del
sinistra delPapa,e a suo tempo genuflesso fisco, il zucchero appartiene al commis-
presentava la pisside previo il bacio del sario generale, la cera allo stesso erario.
piede, prima del rescribendai io. Però do- Sono pochi anni che cessò la presenta-
po il detto ritorno di Pio VII in Roma zione al Papa di altro tributo da' no-
cessò la narrata formalità, ed in vece del- tali dell'A. C. ossia del tribunale dell' V-
la pisside co'ioo scudi d'oro il collegio tlilore generale della Camera (/ .), e
offre al Papa scudi 200 d'argento a mez- consisteva in un calice d'argento con pa-
zo del cardinale pro-datario. Ripeto che tena, che si faceva a spese del notaio as-
a Tesoriere generale, siccome pontificio sentata. Questo tributo si presentava al
e primario ministro nel quale si concen- Papa nel 1
.°
giorno di ciascun anno nelle
trano lutti rami delle rendite pubbli-
i sue stanze, prima della cappella della Cir-
che, inclusi vameute alle tasse e tributi, concisione, da'capo-nolari dell'A. C. com-
e lo sarà anche il censo dopo terminata preso l' assentisti), 1' ultimo de' quali fu
l'avanzata e lodala revisione de'catasti, Vincenzo Petti. Cessò questa consuetu-
con dettagli ragionai de'tributi e finan- dine allorché seguì la soppressione del-
ze dello stato poutifìcio,e deplorando l'in- l'assento colla nuova organizzazione delle
surrezione deli83i, narrai come indus- cancellerie de' Tribunali di Roma. Il re-
seGregorio XVI,con ripugnanza del suo gnante Pio IX, tra le beneficenze che e-
animo, all'alienazionedi molli beni e ca- sercilò sogli Ebrei (7^.) di Roma, che ri-
."
noni camerali, tranne i soliti pagarsi nella marcai nel 1 articolo e altrove,con plau-
cheque! Papa
vigilia dis. Pietro; vendita so de' saggi abolì il degradante tributo
pianse finche visse, lamentando l'urgente (per le circostanze che l'accompagnava-
necessità che imperiosamente la consigliò, no) di vassallaggio al Senato (V .) e po-
Stati di s. Chiesa, che dipoi abrogò. In ma il Papa a'12 aprilei85o. Per la fe-
esso dichiarò nel § Vili. » Tutte le pro- sta de'ss. Pietro e Paolo riferì il n."i48
prietà, sia de'pri vati, sia de'corpi morali, del Giornale di Roma. » La rev. Came-
sia delle altre pie o pubbliche istituzio- ra apostolica,come nel giorno innanzi così
ni, contribuiscono indistintamente ed e- nella mattina di delta festività, secondo
gualmenteagli aggravi dello slato, chiun- il solito, ricevette i canoni ed i tributi do-
cjue ne sia il possessore. Quando il som- vuti alla s. Romana Chiesa, e per quelli
mo Pontefice dà la sanzione alle leggi so- non presentati furono emesse in nome di
pra i tributi, l'accompagna con una spe- Sua Santità le consuete proteste". Negli
ciale apostolica deroga all'immunità ec- anni 1811, i852e 853 Giornali di 1 i
clesiastica.. ..§ L. Rimangono inoltre a pie- Roma dissero de' canoni e tributi rice-
na disposizione del sommo Pontefice i ca- vuti dalla Camera apostolica nella detta
noni, tributi e censi, ascendenti ad un'an- ricorrenza, e che pe'non presentati il Pa-
nua somma di scudi tredicimila circa pa rinnovò le consuete proteste. Ma nel
nonché diritti de'quali si fa menzione
i i854 la rev. Camera apostolica avente
in occasione della camera de'tributi nella a capo il cardinal Anlonelli segretario di
vigilia e festa de'ss. A postoli Pietro e Pao- stato, in assenza del cardinal Riaria ca-
lo. .. § LX. Se allorché muore il sommo merlengo, nella vigilia de'ss.Pietro e Pao-
Pontefice il bilancio preventivo dell'an- lo si riunì nella Camera de'Tribuli al Va-
no non fosse ancora votato d'ambedue i ticano, onde ricevervi i consueti canoni
consigli, i ministri di pieno diritto sono e tributi dovuti alla il Papa s. Sede; ed
autorizzati ad esigere i tributi e provve- non omraise di fi re le solite proteste per
dere alle spese sulle basi dell'ultimo pre- quelli che non furono presentati, inclusi'
ventivo volato ila* consigli e sanzionato vamente a quella contro il redi Sarde-
dal Pontefice." Indi a*25 aprile il pre- gna Vittorio Emanuele II, per avere si-
lato Monchini tesoriere generale e mini- no dal 85 interrotta la prestazione an-
1 1
stro delle finanze rinunziò alla carica, ed nua del tributo di scudi 2000 pel calice
il Papa gli conservò col titolo di tesorie- e patena d'oro, dovuto per la vicaria tem-
re generale della rev. camera apostolica porale di molti fondi e terre del Piemon-
glionori annessi di prelato di fiocchetto, te, di cui parlai di sopra, e quanto alla
subentrando un secolare al ministero del- protesta nel voi. LXIX, p. 278, pel de-
le finanze. Nella seguente solennità de'ss. creto delle camere costituzionali, ed ap-
Pietro e Paolo il n.°i2i della Gazzetta provazione del consiglio di stato sardo.
antichi debiti odi antica gratitudine.Pos- giornalismo, anche Ietterai io, ne occu-
se
siatno più stupire se sudditi sono ora i
pò molto, e fra gli altri la Gazzella di
così riottosi versoi prineipi,qnandoi prin- Venezia a p. 65o, e la Cronaca, di Mi-
cipi negano sì pubblicamente il loro do- lano a p. 61 4- Fatto é,che nulla più di
vere alla Chiesa? Ad ogni modo la Chie- officiale fu pubblicato in Roma; bensì é
sa non ci perde nulla giacché non è cer- : vero che la protesta per le due Sicilie non
tamente un calice d'oro quello che le dia ebbe luogo, continuandosi a fare tutte le
la sua potenza ; ed il suo diritto ella pone altre; ed il Giornale di Roma deli 855
in salvo più che bastantemente colle pro- nel n.°i'47 Sl linaitò a riferire. »La rev.
teste che ogni anno fa il suo Capo supre- Camera apostolica presieduta in assenza
mo in terra. Ci spiace dover annunziare dall'Em.mo Camerlengo, da Sua Em.za
r
che la real casa di Savoia è ora entrata Rev.mail sig. cardinale Antonelli, segre-
a
per lai. volta tra quelle, contro cui pro- tario di stalo, si riunì in Vaticano per ri-
tefice, finché (e speriamo che sia presto) tributi che si debbono alla s. Sede. Per
ed essa e le altre comprenderanno il loro quelli che non furono presentati si sono
dovere. Certamente governo sardo eb-il emesse le consuete proteste". Egualmen-
be già occasione di vedere a prova che la te legge nel n.° 147 del Giornale di
si
s. Sede non è guidala da desiderio di ar- Roma del 856, che l'encomiato porpo-
1
pel tributo delle due Sicilie, non perù qua 1 censimento, equivalente al sistema me-
conseguenza di tal pia oblazione. Si ag- trico; ragguagli compendiali da' 9 volu-
giunge che il Papa l'esaudì, in conside- mi che sulle stesse misure diede il me-
razione di sue benemerenze, avvertendo- desimo alla luce dal 1820 al 1828. Indi
ne 3 cardinali capi d'ordine, acciò lo par- nel presidentato del cardinal Bolondi si
tecipassero al sagro collegio, e che al car- pubblicò nel i856 altro volume colle ta-
dinal Iliaiio camerlengo di s. Chiesa, lo vole di ragguaglio delle varie misure lo-
notificò con biglietto del cardinal segre- cali «li capacità de'.singoli lerritorii dello
tario di stato, onde non ebbe poi luogo sialo pontificio, e de' principali luoghi
la protesta nella lesta di s. Pietro, ludi d'Italia ed esteri, colle misure del «iste-
TRI T 11 I
«99
ina metrico; come pure la tavola di rag- rustico in detta sezione delle Marche. Al-
guaglio delle diverse monete usate dagli lorché poi si attiverà l'estimo rustico nel-
antichi e da' principali stali a'd\ nostri,col- l'altre sezioni dello stato pontificio, sarà
le monete pontificie, e con quella del si- perequata la cifra d'imposta in modoche
stema metrico francese. Se ne dichiara una sola sia quella che regola la dativa
la grande importanza a p. 3gg del t. 3 di tutto lo stato, come una è quella che
dell''Enciclopedia contemporanea, che va ora ad attuarsi per la sezione delle
con applauso degli scienziati e de'letterati Marche. Il cardinal Bofondi quindi a'3 1
si pubblica a Fano; come pure nel n. 2 maggio 856 stesso pubblicò il Regola-
1
del Giornale di Romade\ i856. E nel mento della presidenza delceuso analogo
n.° 125 del medesimo si riporta la no- alla nominata notificazione, sull'attiva-
tificazione del cardinal Antonelli segre- zione dell'estimo rustico riveduto nelle
tario di stato, de'3i maggio, nella quale provincie delle Marche; e si trova ne'u.
si dice. Che Pio VII nel provvedere più 1 4-1 ? » 4- 2 e i-43 del Giornale di Peonia.
r
stabilmente al censimento rustico, di- A'i5marzoi852ing. Monchini venen-
spose che si compilasse un nuovo catasto do creato cardinale, restò vacante la di-
regolato a misura, mediante l'elevazio- gnità di tesoriere generale, indi cessò il
nerali applicati con uniformità di criterii, minò l'attuale ministro delle finanze mg/
nelle viste d'una stabilità permanente, e Giuseppe Ferrari. Ora mi gode l'animo
di quel favore all' industria che meglio di potere riportare col Giornale, di Ro-
serva ad incoraggire l'agricoltura, fonte ma de' 1
7 giugno 856. »Sua
1 Santità con
primaria di prosperità in uno stato emi- biglietto della segreteria di statosi è com-
nentemente agricolo come quello della s. piaciuta di conferire a monsignor Giu-
Sede. Queste sapienti disposizioni ebbe- seppe Ferrari suo ministro per le finan-
ro la loro esecuzione nel pontificato di ze, i privilegi inerenti alla carica di 2V-
Gregorio XVI, e neh 835 nel pro-pre- soriere generale della Rei'. Camera A-
r
sidenlalo di mg. Cattaui fu attivato il postolica." Laonde mg/ Ferrari s'inti-
sti in attività gli estimi riveduti, onde sui dice a quella pure non meno sapiente del-
medesimi si riportino le pubbliche tasse l'encomiato prelato, che porta per tito-
con una sola cifra d'imposta per tutta la Del civile principato della Chiesa
lo :
e pei mettere in più chiara Vista i perico- nome e della giurisdizione di Mulalik ,
r
to.» Erano allora sopportabili le pubbli- 1 856 gli sostituì mg. Giuseppe Emanue-
che gravezze, non eccessivo il tributo, ben le Arroyo di Benezuela.
regolato l'ordine pubblico interno ed e- TR «CARICO (Tricaricen). Città con
slerno, moderato il numero delle leggi." residenza vescovile del regno delle due Si-
TRICALA,TR1CA oTRICCA, Tri- cilie, nella provincia di Basilicata parte
cae. Sede vescoviledella i. "Tessaglia nel- dell'aulica Lucania a circa 9 leghe da ,
cino* suo subjunxisse imperio, dextru- circa lume annuiti nova metropoli? A^
clis eorum ciyitatibus, ctintcr caeteras. che mulina a Romano Ponti[ice creclef
202 TR I T R I
tis Muri, et Armenti, cimi utriusquegla- romane liturgie; ed inoltre che i vesco-
dii jurisdictionej aueta est de inde fide- vi di Tricarico, d' Acerenza, di Malera,
Unni pia largitione, ex vecligalibiis op- di Tursi e di Gravina dipendessero, co-
pi dorimi Caniati , Agrianì Murgitac,
' me dipendenti dal greco impero ,
quali
Andriaci, et s. Nicolai in Sylva, quae suffragane! dall'arcivescovo d'Otranto, a
hactenus ab episcopi possidentur, prae- cui si appartenesse la loro consagrazione
ter Andriacum, quod quidam episcopus Leduechie-
esercitata sin allora dal Papa.
ahalienavit. Tantis immunitatibus epi- sed'Otranto e di Tricarico, non appren-
scopatus hic olim fruebatur, ut quo ad dendo le conseguenze che provenivano
illas parifere passu, cum quolibetJYea- dall'accettazione dell'iniquo editto, vi si
politani regni antistite, incedere posset. conformarono. Ciò premesso, dice il Ro-
Peri ."vescovo l'Ughelli riporta Arnoldo, dotà, incerta e dubbiosa è l'origine del
Tricaricensis episcopus, che fioriva nel vescovatodiTricaricò,chel'Ughelli si per-
1068, al quale per la sua chiesa e di lui suase stabilito nel 968 , come quello di
successori il cónte di Monte Scahioso Ro- Matera, in vigore dell'editto di Polyeucto.
herto, signore e governatore di Tricari- Aggiunge, che ne fa argomento il ritogre-
co, donò il detto castello Armenti e quel- co che vi fiorì sino al secolo XI mantenu-
lo pure di Monte Muro con tutte le per- to da' vescovi greci, i quali di molti abusi
tinenze e diritti, mediante i due diplomi stranamente lodeformarono. Facile cosa
diesi leggono nel medesimo Ughelli. Me- loro si rese il sostenervi con dignità le ce-
glio dell'origine della sede vescovile diTri- remonie orientali, e farvi risuonare l'ar-
carico, ora sulfraganea dell'arcivescovo monia de'cantici in lingua greca nel cor-
d' Acercnza e Matera, ne tratta il Rodo- so d'un secolo e più, in cui questa città fu
tà, Dell'origine del rito greco in Italia, riguardata come membro degli slati pos-
1. 1, p. 201
260. Pertanto narra
e seg. e i seduti da 'greci Augusti; poiché venuti a
tentativi degli ambiziosi patriarchi di Co- trattato di pace l'imperatore d'occidente
stantinopoli, per imprimere negli animi Ottone I con Giovanni Zimisce successo-
degli abitanti di Puglia, che comprende- re di Niceforo, fu stabilito che la Puglia e
va le provincie d'Otranto e di Basilicata, la Calabria, involale poco prima da Otto-
ediCalabria,avversioneal rito della chie- ne con sanguinosa strage al greco im-
I
sa romana, onde far loro abbracciare il pero, ri tornassero dopo le funeste rivolu-
greco. A tale elFetto l'imperatore Niceforo zioni sotto il governo de' greci imperato-
Foca, empio verso le chiese, e pieno d'o- ri. Compì il numero de' vescovi greci di
dio e di livore verso i latini, siccome non Tricarico un di loro, il quale accusato nel
poteva affliggere altrimenti il Papa e oscu- sinodo di Melfi, celebrato da Papa Nico-
rare il nome romano, ordinò al patriar- lò Il nel 1059, d'avere ricevuta l'impo-
ca Polyeucto che dilatasse la chiesa d'O- sizione delle mani essendo neofìto dal giu-
tranto con attribuirle 5 vescovi suffraga- daismo, e quale ignaro de'misteri, de' pre-
nei; eche non permettesse in avvenire si cetti, degl'insegnamenti e dell'istituzioni
celebrassero in tutta la Puglia e Calabria della vita cristiana, e nulla versalo nelle
i divini misteri in rito Ialino, ma in gre- divine Scritture, fu nel medesimo privato
TRI TRI ao3
dell'onore della cattedra vescovile di Tri- dellemani, e tollerato con prudente cir-
ciirico. Furono ancora estinti ed estirpa- cospezione da'Papi per non inasprire Ta-
ti in questo concilio gli avanzi de'disor- niuio de'greci; grave e delicato argouien-
dini dell'ecclesiastica disciplina, cagionati che sull'abuso delle mogli tra 'sagri mi-
lo,
sali nel concilio. Il tenore di esso rende do dalla mordace censura de'libertini no-
chiara testimonianza d'essere stato trasfe* vatori, non meno il celibato de'sacerdo-
rito dal rito greco al suo antico latino il ti latini, che la podestà della Chiesa d'n-
vescovato di Tricarico nel conciliodi alci- ri ire agli ordini sa«ri il voto della conti-
lì
,
per mandato apostolico di Nicolò 11. nenza, si astenne dal prendere verunprov-
Questo documento si trova presso Anto- vedimento contro al matrimonio contrai -
nio Zavarroni vescovo di Tricarico, nel toda'greci innanzi l'imposizionedellema-
suo libro: Esistenza e validità de'privi- ni, e dal biasimare questa loto consuetu-
legi conceduti alla chiesa di Tricarico, dine. L'arcivescovo dunque d'Aeerenza
Napoli 749- Se la deposizione del vesco-
1 avendo ricorso al dottissimo Innocenzo
vo greco estinse nella chiesa cattedrale di III, questi nel 1 2 t 2 colla decretale ripor-
Triearico i riti orientali nel secolo XI, e tata da Rodotà , dileguò ogni dubbiezza
la destinazione d'Arnaldo I v'introdusse a favore del cantore di Tricarico. Da ciò
nel tempo stesso le venerabili ceremonie si fa palese, che nel principio del secolo
della chiesa romana, alferma il Rodotà, XIII qualche chiesa inferiore della cat-
ene vigoroso nondimeno si mantenne l'u- tediale di Tricarico era tuttavia servita
so de' greci istituti nelle chiese inferiori da'sacerdoti di ritogreco, i quali ammini-
della città, fiorendovi il rito greco anco stravano i sagrameuti a'na/.ionali alla Io-
ne' tempi susseguenti; di che una prova rocura commessi. Estinto finalmente col
indubitata somministra la lettera d'Inno- correre degli anni il rito greco anche nel-
cenzo III. Essendo vacante la chiesa d'Au- le chiese inferiori della città e diocesi di
gloria, i canonici presero di miracoli co- Tricarico, non restò del lutto sepolto l'an-
imine consentiuiento il cantoredella chie- lieo grecismo, restandone un vestigio. Il
sa di Tricarico, nato da greco sacerdote, Rodotà che nel 1 y58 pubblicò la sua bel-
e lo elessero loro vescovo. L'arcivescovo la opera, dichiara che i canonici della cat-
d'Acerenza, il quale godeva gli onori di tedrale aveano a gloria di serbarne un'ini-
metropolitano, avendo esaminato gli alti magine.» Rimase loro fissa nell'animo la
dell'elezione, non sapeva determinarsi di memoria delle venerabili ceremouiedel-
approvarli. Dubitava che fossero loro di la chiesa orientale; e non polendo dare
ostacolo i natali dell'eletto, quasi non pò- altro più chiaro e patente argomento del
tesse sollevarsi all'ordine del vescovato un loro rispetto verso le medesime, nella so-
figlio di prete, mentre la disciplina della lenne adunanza de'fedeli nella messa pon-
chiesa greca permetteva la moglie a'suoi tificale, cantano l'Epistola e VEvange-
sacerdoli, se contralto il matrimonio «e- lo in lingua greca. Si sono determinati
gli ordini miuori, prima dell'imposizione mostrarsi grati a'ioro maggiori con una
ao4 TR I TRI
tal ceremonia ritenuta ila alcune altre ra tirannia de'saraceni, tornò poco appres-
cattedrali latine delle provincie napole- so all'ubbidienza de'greci,ila'qua|jessen-
tane,lequalicamminavano una volta an- do dominata al tempo della promulga-
rli 'esse dietro al rito greco, come questa ziotie dell'editto, potè essere eretta da lo-
di Tricarico. Ma ciò cbe sopra ogni altra ro in vescovato, e data per sufFraganea
cosa deve con lode ammirarsi nel rispet- a Otranto. SoggiacqueMatera ne'segueiv
labile consesso de'noslri canonici si è, l'a- ti tempi a sventure atroci e a deplora-
tele rinunziato ad alcune distinzioni d'o- bili calamità. Travagliata di nuovo da'
noie, ed essere stati sempre mai contenti saraceni nel 996, fu obbligata alla resa
di vestire con mozzetle nere, secondo l'o- dopo 4 mesi di penose miserie, finché nel
rientale disciplina, la quale con legge in- 1064 cadde in potere de'normanni. Da
dispensabile obbliga i vescovi, i sacenlo- questi fu privata dell'onore vescovile, ri-
ti egli altri ministri delle chiese, ancorché dotta a semplice abbazia e soggettata al-
sienosollevati ad eminenti gradi di d'igni- la cattedrale d' Acerenza, secondo glia-
là e di uffizi, ad usate abiti di nero colo- cheruntini. Ma la maestosa e illustre A-
re. Benché un vescovo di Tricarico si fos- Gerenza, divenuta anch' essa squallida e
se adoperato con felice successo per otte- deforme per le gravi e ostinate guerre so-
nere a' canonici da Benedetto XIII l'in- medesimi tempi con»
stentile circa questi
tlulto di cambiare il nero nel pavonazzoj tro a'suoi nemici, e meno che deso-
poco
eglino però inespugnabili a questi assai- lata e ridotta a forma assai misera e la-
t le decorose attratti ve,generosamente ri* grimevole; né potendo mantenere il de-
cimando le nuove insegne di molto pie- coro e la dignità arcivescovile, limocen-
gio e decoro secondo la moderna discipli- zo III nel 1 207 eresse in cattedrale la chie-
na, si sono contentati andar dietro le or- sa di la unì ad Acerenza acque
Matera e
me ile'loro maggiori. Nulla variandodel- principaliter, sicché l'arcivescovo fosse
l'antica costumanza, donano un raro e- fregiato de'duetitoli/^c/ierfMfMu.v e Ma-
sempio dell'ecclesiastica moderazione con teranus. Non durò la pacifica unione tra
serbare indelebile memoria delle veto-
la loro che sino ad Eugenio IV, quale per
il
ste umili divise". Mi occorre tare un'av- recidere le gare di giurisdizione e le lem-
vertenza: il dotto Rodotà chiama Ace* peste ond'erano sovente agitate e coni»
renza col nomedi Ccrenza(F.);c\h può mosse, fu obbligato a separar l'unione e
indurre in errore, poiché Gerenza fu se- a concedere a Matera propri vescovi, i
to alla sitHraganeità di Tricarico, racco n< vesse regolarsi dal soggiorno dell'arcive-
ta Rodotà: Acerenza godeva gli onori di scovo o in Acerenza o in Matera. Foro-
cattedra vescovile, quando fu sollevata no disunite pure da Leone X, e final-
ai grado di metropoli nel 1060, o poco mente dopo lungo contrasto Clemente
prima del suo pontificalo: fu data alle Vili le restituì all'antica forma data lo-
il. mime nel 1090 da uomini malvagi, e roda Innocenzo III, co'suffraganei d'An-
i teli a qualche tempo restaurata da'pas- glona, Gravina, Potenza, Tricarico, Ve-
sali danni dalla religiosa e pia munilì- nosa. Tornando alla serie de' vescovi di
cenza de'propri cittadini. Della chiesa di Tricarico,dopo Arnoldo trovasi nel o<)<) 1
Ma (era cassai oscura l'origine e pare de- Librando Tricariccnsis epìscopus, Ro-
livata dal suddetto editto di l'olyeuclo berlo fu nel 1
177 presente al matrimo-
Avendola l'imperatore d'occi-
dil <)(ib\ mìo di Guglielmo II redi Sicilia con Gio*
pa Gregorio IX nel 1237 concesse il pri- renzo, che la regina Giovanna li inviò o-
vilegio riprodotto da Ughelli. La mag- ratore al nuovo Papa Martino V, insie-
gior parte del capitolo avendo eletto M. me all' arcivescovo d' Acerenza e al ve-
Palmerio Gallusio.illustreper virtù e dot- scovo di Cassano. Angelo napoletano, ca-
trina, da Innocenzo IV nel 12 54 f" |"' e " ro a Giovanna II, traslato da Potenza nel
ferito a Roggero canonico della cattedra- 1 T 9 e P°' arcivescovo di Rossano: per
le suo competitore. Dopo aver lodevol- regresso tornò a governare Tricarico il
mente governalo mori, e il capitolo po- cardinal Brancacci, e continuò sino alla
stulò A. Turbio, e l'abbate J. de Bendi- moile neh 427. Gli successe StefanoCar-
no, qui cimi electioni libere ccssisscnt, rara de' signori di Padova, già vescovo
idem canonìcovum senatus j'tis siami e- di quella cattedrale, di Nicosia e di Te-
ligendi pastorelli in Acheruntinuin ar- ramo: nel i432 commutò questa sede con
chiepìscopimi transfuderunt, a quotiti quella di Rossano col dello Angelo che
sequititr delectus estepiscopus. Fr. Leo- ritornò a Tricarico, ed intervenne al con-
nardo Aragal de' minori, egregio lette- cilio generale di Firenze. Nel 1 4-38 fr.Ni-
rato e ornalo di preclare doti, da Mar- cola veneto domenicano, anch'esso inter-
tino IV nel 1284 confermato con lettera venuto al nominalo concilio, commenda-
diretta al cardinal Bianchi legato e ve- bile per dottrina teologica e virtù. DaMar-
scovo di Sabina, riportala da Ughelli} in- si neh 446 vi passò Saba de Carbonibus
di Bonifacio Vili lo traslatò all'arcive- romano; e neh 447 l' a Pozzuolo fr. Lo-
scovato di Tiro, e nel 1 3o
d'O- 1 a quello renzo de' minori. Nicolò i44^ e " V nel
ristano. In sua vece trasferì da Cassano lesse Onofrio Santacroce nobile romano,
a Tricarico, Riccardo che morì neh 324 illusile per dollrina e vasta erudizione,
mentr'era stato postulato vescovo d'A- virtù ed esperienza, canonico Laleranen-
versa,efu sepolto nella cattedrale di Tri- se ; funse varie legazioni, governò egre-
carico. Subito Giovanni XXII gli surro- giamente la sua chiesa, e rnorlo in Roma
gò Bonaceorso,a cui nel 1 326 die in suc- nel 1 47 1 fu sepolto nella chiesa di s. Ma-
cessore Gotifiedo già vescovo d'Avellino. ria inPublicolis di sua famiglia, della qua-
Matteo morì neh 348, e neh 349 vi fu le riparlai nel voi. LXI, p. 61. L'Ughelli
traslato da Marsico Roggero. Da Venti- riporta il monumento marmoreo alquan-
miglia nel i35o vi fu trasferito daClemen- to singolare, poiché si vede scolpito il ve-
te VI Angelo cancelliere dell'imperato- scovo giacente cogli stemmi laterali al cu-
re di Costantinopoli, e neh 364 passò a scino ove posa la lesta, e dalle spalle a'
Pa Masso. Urbano V nel 1 365 nominòPie- piedi tutto il corpo è coperto da un pro-
tro Sei lupi suo cappellano e uditore del lisso e onorifico epitaffio. Or.so fu Mova-
palazzo apostolico. Neh 374 da Volter- lo degno a succedergli ; e Scipione nel
ra qui fu traslalo AndreaGirolamo di s. 1 484 intervenne alla canonizzazione di s.
bolognese,egregio pastore. Nel 1378 Mar- Leopoldo duca d'Austria <494 a " a
e nel
tino, nel 383 Tommaso nunzio d' Ur-
1 coronazione di Alfonso \\ )
pauloq ite post
bano VI in Germania e Polonia. Boni- mise l'abili fato Agostino de' oecisus est.
facio IX da Piossano neh 3q4 vi trasferì baroni Guarino chierico Liviense, sud-
Nicola, che poi nel 1
399 restituì all'an- diacono apostolico d'Alessandro VI, da
tico arcivescovato, provvedendo la chie- questi fu eletto nel j 497- Giulio 11 nel
sa di Tricarico con Vito, già vescovo di 1 5 o 1 fece amministratore il celebre car-
Strongoli. Neh4o5da Pozzuoli vi passò dinal Oliviero Carafa {f7 .). Leone X no-
Tuuiiiì&soBrancacci (/ .)tiapoletano,uoi minò Lodovico dc's;ignori di Canossa ve-
lofi T R I T R I
cia.e per l'eccellente sua condotta si gua- no. Urbano Vili elesse Pier Luigi scnio-
dagnò l'amore di quel Papa e la grazia re Carafa (f) nobile napoletano e fia-
del re, onde ebbe il vescovato di Bayeux. lello di Diomede, nunzio benemerito di
Ne'pontificaìi di Adriano VI e Clemen- Colonia, pubblicando l'interessantissima
teVII fu adoperalo con felice successo e relazione, Legatìo apostolica.Hes\devosQ
tempi per gravissimi affari; di-
in difficili di tornare alla sua amata chiesa, osci dal
venuto consigliere de! re, l'inviò suo ora- corso delle nunziature e per altri i i anni
toro a Venezia, ove infermatosi grave- la governò colmandola di grandi e con-
menle, si trasferì a Verona, e finanziata linue beneficenze, aumentando la meli-
la sede dì Tricarico, morì nel i 5ag in pa- «a canonicale, ampliò ed abbellì la catte-
Iria, lodato con orazione del dotto con- drale e l'arricchì di sagre suppellettili ;
de Caprioli romano. Gio. battista San- la memoria, gli fecero scolpire un magni-
torio di Taranto vescovo d'Alile, da Si- fico elogio, in cui celebrarono ancora le
zo di Nardo. Per sua morteGregorioXVl Novendiali, Oliava, di Tri ciao ,di Qua-
di
nel concistoro de'i 3 settembre! 838 pre- ranCore; ed Funerali di dette epoche,
i
conizzò I' attuale vescovo mg' Camillo ed anche del terzo giorno, settimo e tri-
Letizia napoletano, della congregazione gesimo, quarantesimo e cinquantesimo,
della Missione di s. Vincenzo de Paoli, come notai a Sepoltura, riparlando del-
per quelle egregie doli dichiarate dal Pa- l'esequie. Ne'ricordati articoli riportai le
pa nella sua proposizione concistoriale. corrispondenti erudizioni.
Ogni nuovo vescovo è tassato ne' libri TR1CEREO o TRIANGOLO o A-
della camera apostolica in fiorini 3oo, RUNDINE. V. i vol.V!I,p.2oi e 202
ao8 T R I TRI
nelle due colonne, XXV, p. 180, LXIJ, ipse in leclulum, Junoet Minerva in sei'
p. 84,LXlV,p.3i 1 e 3 1
7,LXXI,p. 7 1. las ad coenam inullantur? quod gemi*
TPilCLlNIO, Tricliniuin, Accubitum. severitalis aelas nostra diligenlius in Ca-
Camera o sala dove romani mangiava- i pilolio,quam in suis domibus servel. Vi-
no. Tre tettivi aveano intorno alla men- delicet, quia muli erutti disciplinani con-
sa, donde venne quel nome; e quelli or- tìneri. Così le donne ancora usarono a
nati sovente d'oro, d'argento, d' avorio, mangiare giacendo ne'lelti; ma fanciul- i
d'ebano o dicedro o altri legni estranei, lisedevano alle sponde de'medesimi let-
e coperti di drappi purpurei o d' altri co- ti, come dice Svetonio nella vita di Clau-
lori, ri carnali d'oro e di porpora, tuttema- dio imperatore More, veteri ad falera
:
lunghi, di ovali, in forma di mezzaluna. noti imbrattare i letti; e spogliati delle ve-
Le tavole iutorno cui i letti trovavansi di- ste usuali, vestivano le cenatone o con-
sposti erano da principio della più gran- vivali, cioè la Togati7 .) tri cliniaris. Que-
de semplicità, ma di mano in mano si or- chiamate pure sinlese, non po-
ste vesti,
narono con un lusso stomachevole, il Sar- tevano indossarsi nel comparire al pub-
nelli, sull'etimologia del vocabolo Tricli- blico; il padrone della casa le sommini-
nuiii o Tricliniuin, dice che i romani fe- strava a'eonvitati pel banchetto, e si ab-
cero propria tale voce greca, così detta da bandonavano dopo il pasto. Alcuni alfer-
tre tedi, poiché letto in greco dicesi cline t manoche 3 letti erano nel triclinio attor-
ed iu ogni cenacolo o sala in cui soleva- no al desco o tavola da mangiare, lascian-
si mangiare, erano esposti pe' convitati. dosi il4.°li»to vuoto e libero pel servizio oc-
Questi letti da Cicerone si chiamarono di- corrente alla presentazione delle vivande
icubitorii, a differenza de'cubicularii, nei ed altro; e che d'ordinario ciascuno con-
quali si dormiva la notte. Aggiunge che teneva 3 persone, ed i più ampi 4» d c be
l'uso de'lelti era ab antico ne'ti ialini o ce- era cosa straordinaria. I romani non a-
nacoli, solamente pegli uomini, poiché le nia vano d'essere più dii 2 a una slessa ta-
donne e fanciulli stavano a sedere sopra
i vola, laonde e per la Cena del Signore,ove
sedie, come riporta Valerio Massimo, I. eglicompreso sederono 3, a motivo del 1
che numero Deus impare gaudetj quin- dell' Architriclino, parla nel
del quale si
di che il numero ternario si è creduto il cap, 2 dis. Giovanni. Riferisce con s. Gau-
più perfetto, di cui siasi servila la natu- denzio e il Baronio, che negli Sposalizi
ra, ed è notissimo il volgare detto, omnia usavasi dagli ebrei nel banchetto di noz-
trinimi est perftctum. padrone dellaca- Il ze disegnarsi un sacerdote per interve-
sa collocavasi sul letto a dritta in capodel nire al convito nuziale, acciò per la sua
desco, da dove vedendo l'accomodamen- autorevole presenza tutto procedesse con
to del servigio, poteva con maggior age- modestia e buona regola , e che desso è
volezza ordinare a' suoi schiavi quanto l'archi triclino ricordato dall'evangelista,
credeva opportuno. Egli riserbava un po- nel narrare le nozze di Cana in Galilea.
sto al di sopra di lui per uno de'convita- Soggiunge aver trovato, che gli antichi
ti,e uno al di sotto per sua moglie o qual- costumavano eleggere a sorte o in a lira
che parente. Il lelto più onorevole era maniera, tra quelli che intervenivano al
quello di mezzo; veniva in appresso quel- convito, chi ne fosse capo e governatore,
lo dell'estremità a sinistra; quello dell'e- e desse quegli ordini e prescrizioni con-
stremità a dritta era reputato il minore. venienti e opportune, acciocché il con-
L'ordine peli. "posto su ciascun letto e- vito passasse con ordine plausibile e al-
sigeva di non avere alcun individuo al di legrezza degl'invitati. Si diede molla im-
sopra di se, e il posto più distinto era l'ul- portanza a epiesto regolatore, a segno che
timo sul letto di mezzo, che chiamavasi giunse a dire Tito Livio nella decade 5
il posto consolare, perchè effettivamente (credo con esagerazione, sebbene ne co-
assegnavasi sempre a un console, quan- nosca 1' importanza), non volerci menu
do recavasi a pranzo da qualche amico. giudizio e accorgimento in saper ordina-
Il vantaggio di questo posto consisteva re un convito, che in disporre una bat-
nell'essere più libero per levarsi dal de- taglia per riportarne vittoria. Da'greci e
sco, e il più vicino a coloro che soprag- da' latini il soprintendente al convito fa
giungevano per parlare di affari. I con- chiamato con vari nomi, esprimenti l'au-
vitali slavano colobi sui letti, uno accan- torità che avea di governarlo. I greci lo
to all'altro, e mangiavano di fianco in si- dissero Simposiarchas , Tciclinarclui'i,
,
de' vocaboli ecclesiasticit in quello di Ar- altri in casa propria, facendo la spesa e
chitriclinus , lo spiega capo o soprastante l'apparato della cena, voltando la parola
del convito ov' erano tre letti, e che tra Parochus in Praebilor. L'officio de' so-
VOL. LXXX.. i4
aio TRI TRI
pi-astanti a' conviti era 1' ordinate e pre- ciarlo. Avvezzi i pagani alla pompa di lo-
scrivete quanto e come si dovesse bere; ro fèste, all'allegrezze e tripudi co'quali
procurare che i ragionamenti fossero gio- si celebra vano, non erano tutti capaci d'in-
condi e insieme modesti, die niuno offen- nalzar la mente e il pensiero alie cose spi-
dessero, onde tutti i convitati più restas- rituali e celesti. Onde i vescovi permise-
sero allegri: all'energia dovea accoppiare ro, che nel celebrarsi le feste de'marliri,
la tranquillità e la modestia. Non sede- avessero i nuovamente convertiti qualche
va subito a tavola l'architriclino cogli al- onesto divertimento e diletto, e special-
tri,perchè dovea prima vegliare che tut- mente con conviti pubblici e popolari, ac-
to fosse ordinatamente incamminalo; e compagnate da regolate allegrezze e dal
per onorarlo, da'eon vitati gli si presenta- soave canto de'sagri inni e cantici. Così
vano le cose migliori e le più delicate vi- la Chiesa santificò convili e le cene fu- i
vande, per dar segno con queste cortesi nebri anniversarie, colle agapi natalizie
dimostrazioni, di loro piena soddisfazio- de'marliri, e colle agapi funerali nell'o-
ne; anzi i convitati nell'offrirgli tali omag- notare e suffragare i cristiani defunti; le
gi, vi riunivano il simbolico e misterioso, quali celebravansi con tutla religiosità e
con allusioni di lode alla sua solerzia e pietà cristiana, coU'iuvito de' sacerdoti e
vigilanza; perciò se gli porgeva il cuore, di tulli i poveri, vedove e pupilli. INe'pri-
in segno di grata affezione, e altre parti rni tempi si celebrarono nelle chiese e sul-
significative degli animali. Tanto e altro le tombe de'marliri, poscia si trasporta-
scrissero gli antichi dell'ardi Iridino, pre- i rono altrove, finché insorti degli abusi si
sidente de'conviti, soprastante alle men- fecero cessare. I triclini pe' pellegrini cri-
se del Triclinium,o stanza del cenacolo, stiani erano abitazioni aperte dall' ospi-
dal Piazza paragato in parte all'odierno Templi e al -
talità cristiana vicino a'sagri
sovio, Dissertano de accubitu helraeo- liche cristiane e aventi le loro porte, di-
rum ad Agnum Paschalem, Witteber- ce che non trovando fra gli architetti pa-
gaei6g8. Aldo Manuzio, De accumlen- gani chi non abbia fatto mistero sulle pro-
diet comedendi ratione inter ejusdem O- porzioni che doveano avere i loro tricli-
pusc. Girolamo Mercuriali , Dissertatio ni, uou poteva confrontarli con quelli che
de acculi tus in coena origine , Lipsiae in appresso l'ospitalità cristiana apri vi»
1 758. FilippoAntonini, Del Triclinio dei ciao alle chiese più cospicue nell'abitazio-
romani, Faenza 1 769. ni o Episcopio de' vescovi a ricovero dei
Anche cristiani ebbero Triclinii, per
i i Pellegrini {P.), o anco a fomento di ca-
ospizio a'pellegrini, e per solennizzare le rità fra 'sacerdoti minori e il loro capo, che
maggiori festivilà,con conviti derivati dal- quivi in alenile principali feste tutti in-
l' antiche Agapi natalizie e funerali dei sieme si leficia vi conobbe
vano. Egli però
primitivi cristiani, per celebrare le feste della somiglianza tra una e 1' altra di 1'
de Martiri; con costumanze e riti oppo- queste fabbriche, avendoe refettori] gen- i
sti al praticato da' gentili, introdotti dai tileschi e cristiani presso di se il bagno,
i
saggi prelati della nascente Chiesa co'no- dove poco prima di porsi a mensa si lava-
velli convertiti al cristianesimo, per allet- vano convitati fra 'gentili,! pellegrini fi a
i
tare juuggioi incute i gculili ad abbiac- uoi. Così i bagni Bell'abitazione Vaticana
TRI TRT 2ir
presso s. Pietro, e nel patriarchio Late- gio,dicendo inoltre nel voi. L,p. icfi delle
ranense, e nel monastero di s. Paolo sul- discrete pigioni dellecase.Da'secoli più re-
la via Ostiense, e in Lorenzo al campo
s. moti accolsero nel loro Palazzo aposto-
Vaiano , ubi lavantur pauperes fratres lico Pellegrini ed Poverìt gl'i ni ban-
i i
nostri, si conosce essere stati eretti e ri- dirono la mensa e li servirono a Pran-
storati da vari Papi, come lasciò scritto zo (V.), dopo aver loro fatta la Lavan-
Anastasio Bibliotecario, De viti? Roma' da de' piedi (V,). Presso la Sagrestia
norum Pontificum. Egli descrisse il bagno (P\) di molte chiese era l'alloggiamento
del Vaticano eretto da s. Leone 111 del de' pellegrini. Il p. Severano nelle Me-
79*) sull'andata de' gentileschi, alto, ro- morie sagre delle Sette Chiese di Ro-
tondo, luminoso e ornato. Ond'è che que- ma, discorredi molli antichi triclini. Par-
sta fabbrica, e quella del triclinio, in gra- la particolarmente del triclinio Vatica-
zia di cui era fatto il bagno , ragionevol- no eretto da s. Leone HI ossia un pa- ,
mente si potrà credere ricavata dal pa- lazzo con 80 stanze per comodità de*
gano. Parlando poi il p. Lupi della Tri- pellegrini, con un bagno pe' medesimi;
buna (P.) a capo del Triclinio Leonia- dipoi il palazzo fu convertito in abita-
no Lateranense, che poi descriverò, dice zione dell'arciprete, e si chiamò l' Arci-
che bene mostra l'errore che alcuni pre- presbiterato, finché fu demolito da Paolo
sero dal p. Rosweido, il quale unì insie- V nel 16 io nel fare l'attuale facciata e
me tre Tribune, dette Trichorus per quan- portico della basilica. Il medesimo Seve-
to descrissi al citato articolo, tanto separa- rano parla ancora del da
triclinio fatto
l'edilìzio, quanto essere state queste del Maria in Cosmedinjde\ triclinio eretto
triclinio Leoniano si scorge dalla sua pian- da s. Zaccaria del 741 sopra la torre che
ta, cioè la maggiore in fondo e rimpetto avea edificalo nel palazzo Lateranense,
alla porta d'ingresso , innanzi alla quale con pitture esprimenti tutte le parti del
tribuna si apparecchiava il convito, e nel- mondo, acciò successori mirandole nel
i
la metà del triclinio lateralmente una in- farvi le cene, si ricordassero che di tutte
contro l'altra erano le tribune destra e doveano aver pensiero, e fors'anco per-
sinistra. A Palazzo apostolico Latera- chè i che vi erano cibati si con-
pellegrini
wrnse notai i triclini dove i Papi benigna- solassero sapendo ch'erano di continuo
mente ospitavano Pellegrini, i i quali pu- presenti alla mente del sommo Pastore;
re si riceveano nel Diaconico (L.) delle inoltre s. Zaccaria avanti la basilica di
Chiese de\\e Diaconie caj-dinalizie, delle Teodoro I rinnovò il triclinio con orna-
quali riparlai a Titoli cardinalizi, e ne- ti di marmo, metalli, musaici e pittu-
gli CXrn/zì cretti eziandio presso le chieseo re. Ala il principale triclinio, di cui, per
sui loro portici, nel cui articolo tornai a quanto dirò, abbiamo un fac simile della
ragionare dell'ospitalità usata dagli anti- tribuna principale, era la basilica o Tri-
chi, dalle più colte nazioni tenuta per sa- clinio Leoniano detto Maggiore, edifi-
gra, massime a Roma, e di quella pure cato da s. Leone HI contiguo alle came-
praticata da'romani gentili, quali chia- i re papali, con>e affermano i rituali an-
mavano Parrocchie luoghi ove in Ro- i tichi , e particolarmente Cencio Came-
ma si riceveano gli ambasciatori e altri rario: Transiens Pontifex per ipsam
ospiti, e curati quelli che gli accoglievano e basilicam Leonianam, iutrat canterani
ne aveano cura. I Papi sempre ebbero pa- suam. Lo descrissero molti scrittori che
terni e speciali riguardi pe'forastieri, per- trattarono degli edilìzi del Lalcrano(L .),
sino ne' Tribunali di Roma e ne' Tributi e principalmente il custode della biblio-
(P.), ove tornai a ragionare dell'albiuag- teca Vaticana Nicolò Alemanni, De La-
ai a TRI TRI
teranehsibtts Parìetinisab. Illustriss. et cente all'ingresso dell' oratorio di s. Lo-
Reverendiss.DominoD.FraneiscoCard. renzo di Sa ncta, Sanctorum, ossia del ce-
BarberinoRestilutis,Dissertatiohistori- lebratissimo santuario della Scala San'
ca, Romae anno Jubilaeii625. Erudita- ta (V.). Poscia ne restrinse la descrizione
niente ragiona in i5 capi. i.°De Latera- del più interessante il p. Severano, e la
nensibus Parietinis alìorum opinione.?. pubblicò inU orna nel i63o, insieme al-
2. An
Carolus Magnushuiusfuerit au- la pianta non meno del Triclinio, co'di-
tor aedijicij.3.° Aedijicij huius autor segni de'suoi musaici, che della patriar-
Leo III Pontifex. 4-° Aedijicij huius no- cale basilicadi Laterano e dell'antico
mina et usui. 5.° Alterimi ciusdem ae- Patriarchio Lateranense, in cui si ve-
dijìcij nomen aliisque usus. 6° Duorum de ove sorgeva il Triclinio Leoniano. Di-
LeonisIIITricliniorumLatera neri tinnì poi tale pianta della basilica e patriar-
distinctio. 7 .° Musivum Triclinij a Leo- chio fu riprodotta con più dettaglio per
ne IIIfuissc paratimi. 8." Camerae mu- la sua grandezza , insieme a quella del
dfMMM quid praeseferat. g.° Dexterae Triclinio, sua tribuna e musaico, situa-
partis Apsidis inusivum quid raprae- lo quanto all' ingresso tra la basilica di
scntct. i o.° Sinistrae partis musivum Papa Vigilioeadiacenzedel SanctaSan-
quiddenotct.i i
.°
Inscriptio Caroliima- ctorum e Scala Santa, quanto alla tri-
ginis explicatur. 1
2. ° Inscriptio Lconis buna maggiore accanto all'oratorio di s.
imaginis exponitur. i
3.° Quae dictasunt Nicola o bestiario de'Papi, dal cardinal
quinque habere difjfìcullates videntur. Raspolli nel i656, De Basilica et Pa~
i£.°An ius,et autori tatem Imperij trans- trìarchio Lateranensi. In quest'opera
fe.rcndi liane tabula contineat. 1 5.° An nel lib. 4» trattandosi del patriarchio, s'il-
nati argomenti, pel significato del figura- Sancta Sanctorum, ove un tempo si ve-
to da'musaici che ancora ci restano, sicco- nerarono le Teste de'ss. Pietro e Pao-
me accuratamente e con diligenza copiati lo [I \), e le basilica di Vigilio. In segui-
dagli antichi,onde in molti e gravi articoli to nelle opere minori si pubblicò la pianta
ne dovei ragionare, in uno alla dotta illu- del Triclinio riproducendosi quella del-
strazione dell' Alemanni e sue la vole.iscri- l'antica basilica e patriarchio, come lece
zioni, iconografìa e pianta del Triclinio mg.' Mazzucconi, nelle Memorie stori-
Leoniano, quella che esprime le vestigia che della Scala santa e del santuario
antiche dell'edifizio, nell'apside primaria di Sancta Sanctorumo oratorio di s. Lo-
e sinistra, quella che rappresenta questo renzo, de'quali ultimi sagri edifizi ancora
dopo il memorato restauro, cioè l'amido la pubblicò, con l'adiacente superstite tri-
primaria. Imperocché la pianta nella let- buna del TriclinioL< oniano; meni re
j
mg/
tera A
dà l'indicazione della primaria
ci Santelli nella dotta Disserl. sull'oltrag-
e superstite Tribuna o Apside a capo del gio fatto Leone III ed a Carlo Ma-
a.
del famoso Triclinio Leoniano e suo nota- Triclinio, cioè nella porta destra, comin-
bile avanzo esistente nel sito in cui fu edi- ciando però colle parole: Leo Papa III
ficalo per memoria dell'antico e colla più fecit, ec; altra iscrizione de'ristoramen-
possi bile somiglianza, poiché i fondamenti ti da lui fatti per conservare l'avanzo del
dell'antico si trovano nell'orto de'religio- nobile edilìzio pose alla sinistra e si leg-
sce il IVovaes nella Storia di s. Leone III, quello solenne del giovedì santo. Il No-
celebrandone I' animo magnanimo e la menclatore (/'.) era l'uflìziale che d'or-
rnuui licenza. ÀnastasioBiblioteca rio chia- dine del Papa invitava alla sua mensa,
mò il nobilissimo edilìzio particolarmen- tenuta nel Archi triclinio Lateranense.
I*
'
te col nome di Triclinio Maggiore, nel In questo erano disposte più mense, una
descriverloesattamente colle seguenti pa- dellequali serviva al Papa, alla cui destra
role.Fedi Leo III in Patriarchio La- e sinistra erano quelle de'cardinali vesco-
teranensi Tricliniiun Maius super o- vi ,
preti e diaconi ed appresso ad esse
,
ne pariter in circuitu decoravil. Il Ma- lato Accubito o Triclinio per le cene pub •
rangoni, Delle cose gentilesche e profa- bliche alle quali particolarmente era de-
ne trasportale ad uso e ornamento del' stinato. Fu poi nominato maggiore a dif-
le chiese, crede che s. Leone III cogli or- ferenza del Triclinio Minore, e degli al-
uumeulie musaici sagri co'uuali resetau- tri Triclini edificali nel medesimo palaz-
2.4 TRI TRI
zo Lateranense, i quali si chiamavano an- concham porphyrclic ani aquam futi-
cora Panetterie, destinate ad uso de' pel- dente/n (cioè quella fonte che Marango-
legrini, come quelli di Teodoro ! , di s. ni opinò che sorgesse nel Triclinio mag-
Zaccaria e di altri Papi. Il Triclinio Mi- giore), necnon pavimentimi ipsius mar-
nore Leoniano, detto pure basilica e Sa- moribus diversi* stravit. Nella dettai/
la del Concilio, fu edificato da s. Leone tribuna in capo alla basilica era una se-
HI, e fino a Sisto V fu con tal nome ap- dia pontifìcaledi marmo; e perchè in que-
pellato.Onofrio Panvinio credè che tale sto luogo non solo vi si pascevano pel- i
nense e della propinqua strada; mentre Sancla dex ter a prò tegat domimi islam.
l'altra basilica o Triclinio era posta in al- et omnes coiwivantcs, qui de donis Apo-
to al piano de'corridori e stanze di sopra stoli tuihic laetantur. A'tempi del p. Se-
del medesimo palazzo. Può ben essere, verano andavasi dalla chiesa Lateranen-
che s. Leone IV, il quale 60 anni dopo se a questa basilica Leoniana per quella
restaurò la detta basilica e Triclinio , il porta esistente nella nave della porta san-
Triclinio maggiore e altre fabbriche di s. ta, e si saliva la scala lunga e larga che
Leone III, l'avesse alzata nello slesso si- vi conduceva, trovandosi nella nicchia o
lo più. elevata. Questa basilica Leoniana tribuna a manca la pietra poi collocati!
o Triclinio minore fu assai grande, colla nell'oratorio di Tommaso,
posta su \
s.
tribuna a capo di essa, ornata di musai- colonne marmo, creduta la misura del-
di
co, e con altre io tribune dalle bande, col- la grandezza di Gesù Cristo. Poco più ol-
la fonte iu mezzo, ornata di porfido. Era tre la metà della scala eravi un tramez-
poi dipinta attorno con diverse storie sa- zo con 3 porte o stipiti di marmo inta-
gre ,
particolarmente rappresentanti la gliati a fogliami, le quali, secondo la tra-
predicazione degli Apostoli alle genti, ac- dizione, appartennero al palazzo di Pi-
ciò i pellegrini di tutte le nazioni, men- lato in Gerusalemme, e per le quali o per
tre in essa stavano cenando, si riducesse- alcuna di esse più volte passò il Salvato-
ro a memoria, che i maestri loro erano re nella sua passione; che perciò i di voti
statigli Apostoli, e che da essiaveano ri- che dalla chiesa salivano alla basilica o
cevuto la fede di Cristo, che professa la sala, passando per tali 3 porte e voltan-
Chiesa romana cattolica e apostolica. Di do a destra, andavano pel corridoio del-
questa basilica e Triclinio lasciò scritto l'antico patriarchio alle cappelle di s. Sil-
Anastasio bibliotecario di Leone III: s. vestro le di Sancta Sanetorunij le qua-
Ilemque fedi in Palatio Lateranensi li porte Sisto V fece situare in capo del-
Triclini uni inirae magnitudini* decora- le Scale sante, avanti la cappella di Son-
tunt, enrn apsida de. musivo] sed et a- etti Sanctoruni. Finalmente il Triclinio
lias apsidas dcce.m , dextra, laevaque. minore e Leoniana si chiamò
basilica
diversa historiis demetas kabente.s A- ,
Sala del Concilio, perchè in essa Euge-
postólos gentib US pr•ae.dicanle.s,cohere.ii- nio IV vi compì quello generale di Fi-
tti hiisilntu: Constantinianae. In quo renze, e Giulio II e Leone X vi tennero
loco, ci accubita coUocavit,et in medio alcune sessioni del concilio generale di Lu-
TH I TRf 2i5
terano V. Tornando maggio-
al Triclinio le; e si disse la Letama solita recitarsi nel-
re Leoniano,si disse maggiore anco ber- V elezione o restituzione del Papa, colle
cile servì particolarmente per gl'impera- parole: Tu illuni adi uv a, le^Wcnle all'in-
tori, i re e altri potentati che venivano vocazione di ciascun santo, alla presenza
a Roma ad Limino. Apostolorum e per di Carlo Magno e della gerarchia eccle-
trattare altari. Volle (ormarlo s. Leone siastica e civile, con quelle particolarità
III più. magnifico e ornato degli altri Tri- e (orinole che ponuo vedersi nel p. Seve-
clini Lateranensi, colle ricordate molte rano. Quindi nel giorno di Natale 800,
colonne di marmo patio e di porfido, e nella stessa basilica Vaticana, s. Leone HI
con aliti marmi scolpiti e rappresenlan- proclamò Imperatore d'occidente Carlo
ti varie immagini, colla tribuna in capo, Magno, funse e coronò, rinnovando e tra-
le due tribune laterali, con musaici e pit- sferendo in lui come benemerito della,
ture esprimenti diverse storie. Quelle pe- Chiesa, l'impero occidentale; dappoiché
rò eh' erano intorno al Triclinio e nelle l'impero d'Occidente era terminato inMo*
tribune delle bande s'ignora che contenes- mi Ilo A ugustolo,e gl'i m pera tori greci d'O-
sero, il tempo avendo diroccato 1 edilizio, riente che ne aveano assunto le preroga-
e solo all'epoca del restauro della tribu- tive, per le loro eresie, scismi e persecu-
na principale nel 162 5, si vedevano ne- zioni contro la Chiesa n'erano decaduti,
gli avanzi della tribuna a sinistra alcune e perciò divisi nella comunione cogli oc-
pitture scolorite, rappresentanti un con- cidentali. Volendo quindi s. Leone III
vito e gente che mangiavano; ma mu- i che di avvenimento così memorabile re-
saici della tribuna principale che restò in stasse perpetua ricordanza, finì d'ornare
piedi, restaurati e rinnovati dal suddet- il suo Triclinio maggiore, e nella tribuna
to cardinal Barberini nipote d' Urbano principale vi fece rappresentare con di-
Vili, ailinchè non ne perissero le prezio- verse figure le seguenti azioni, spiegale
se memorie, furono descritti e spiegati e- ne'simboli dall'Alemanni, dal p. Severa-
saltamente dall' Alemanni. Col rappre- 110, da mg.' Santelli e da altri. In mez-
sentato volle s. Leone III (V .) lasciare zo alla calotta della superstite tribuna
un monumento di sua reintegrazione, e maggiore, iu tutta la parete di essa si ve«
delle traslazioni de'due Imperi, cioè dal- de l'antica pittura in musaico, iu cui è il
l' Occidente all' Oriente, e dall'Oriente Salvatore risuscitalo nel centro in piedi,
nuovamente in Occidente, per opera dei che tornato tra'suoi discepoli annunzian-
Papa nella persona di Carlo Magno. Pri- do loro la pace e inatto di benedire, ha uu
mamente debbo dite, che s. Leone III a- libro nella sinistra mano colle parole:/^/ j?
vanti che finisse d'ornare questo Tricli- T obis. Gli stanno da' lati undici Aposto-
nio, nel 799 fu iniquamente oltraggiato li e pel primo a destra il principe de'me-
da'ribelh Pasquale Primicerio e Campo- desimi s. Pietro, stringendo colla mano
Io cappellano della chiesa romana, poten- sinistradue Chiavi e la Croce greca con
ti nipoti del predecessore Adriano I, che due traverse. Mi sorprende come l'eru-
aveano ambito il papato, onde liberato ditissimo Alemanni, diedi tutte le ligure
per divino aiuto, si rifugiò in Francia da e il figurato ci diede belle spiegazioni, e
Carlo Magno, già da lui confermato Pa- che in più modi illustrò l'immagine di s.
trizio di Roma e Difensore della Chie- Pietro, perchè rappresentato con 3 Chia-
sa. Onorato dal principe, con esso a'29 vi, delle quali riparlai a Triregno, con
novembre 800 rientrò trionfalmente in due e con una, perchè col simbolico
pal-
Pioma, ed in s. Pietro giustificatosi dal- lio, perchè geroglifico della chiesa roma-
l'empiecalunniede'suoi nemici, fudi uno» na, come la sua immagine distinguevi da
vo da tulli acclamalo Pastore uuiversa- quella di s. Silvestro 1; nulla poi ci disse
2.6 TRI T 11 I
della Croce forse dal mosaicista capric- S.Leone III. ma ancora perchè egli si ser-
ciosamente anche in questo monumento viva di tale particolare molto, secondo l'u-
espressa con due sbarre, o Croce doppia, so de'Papi, nelle bolle e diplomi, di che
chiamata pati iarcaleegerosoliruitann, ed tornai a parlare a Sigilli pontificii. Di
anche apostolica. Tale Croce, originata più il Papa volle anche qui usarlo, in si-
dal greco orgoglio non fu mai propria
, gnificato della pace procurata e ottenu-
de'Papi; l'impugnai congravi autorità in ta coll'opera di Carlo Magno, il quale, di-
più luoghi, e con successo notabile, onde votissimo a lui, appena lo vide in Francia,
eliminare tale erronea credenza, ed an- intuonò siffatto inno angelico. Solto la
cora una volta imparzialmente tornai a mezzo dello stesso ar-
detta iscrizione e in
ragionarne nel voi. LXXVII,p. ia4> I2 ^> co si vede il nome di s. Leone HI con-
126, 127 , non senza rammentare dove giunto con quello di Cristo, cioè. il mono-
con più di proposilo criticamente ne trat- gramma rg- col nome LEO in modo che le
tai. Concludo, che Croce greca del mu-
la lettere Led Osono laterali al monogram-
saico del Triclinio Leoniano probabil- ma, e la lettera E vedesi nel suo mezzo.
mente è una impropria attribuzione degli IlPapa volle così denotare, che quest'o-
artisti, come in altri monumenti, la Cro- pera era stata fatta da lui , ma a gloria
ce latina essendo V insegna gloriosa del di Cristo e con l'aiuto suo. Quanto all'al-
sommo Gerarca della Chiesa universale. tra iscrizione che si legge in due linee sot-
Anzi ricordai nel vol.LXXlX, p. 5, ri- 1 1 to i piedi delle figure , sebbene contiene
parlando del cardinal greco-ruteno Isi- la missione degli Apostoli, si può nondi-
doro arcivescovo di Kiovia, che da Eu- meno dire che comprenda ancora l'an-
genio IV dichiarato legato a latere di Li- nunzio della medesima pace; poiché quan-
tuania, Livorno e Russia, per conferma- do il Signore comandò agli Apostoli di
re l'unione della chiesa greca colla latina, andare a predicare per tulio il mondo, in-
seguita nel concilio di Firenze, entrò in giunse loro prima che ovunque entrasse-
Mosc a, sede unita a quella di Riovia, pre- ro, avanti d'ogni altra cosa, annunziasse-
ceduto dalla Croce latina e da tre pasto- ro la pace. Dice l'iscrizione: Euntes do-
rali d'argento, poiché era pure metropo- ce/e omnes gentes baptizantes eos in no-
litano delle chiese di Russia. Con quest'i- mine Patris, et Fili/', et Spirititi Sa li-
storia volle s. Leone III alludere ancora eti, et Ego vobiscum sum omnibus die-
quando gli antiquari col dotto Massa retti Sopra il Papa: ScssimusD. TV. Leo P. IJ .
far supplire le parti mancate per vecchiez- l'averlo i romani confessato e riconosciu-
za e intemperie. Le due immagini han- to per imperatore. A' piedi poi sotto di
no il Diadema cioè tondo quello di s.
,
tutti si legge in una cartella: Beate Pe-
Silvestro I come si usa co'sonti del cielo, tre dona Vita ni Leoni PP. et Vicloriani
quadro quello di Costantino 1 come si so- Carulo Regi dona. Questa fu l'acclama-
leva usare alle persone viventi ch'erano zione fatta in s. Pietro al Papa ed a Car-
stimate sante,sehbene in questo Inogonon lo, nell'atto che il incoronò il 2. In tut-
pare che abbia tal significato il diadema tequest'iromagini dunquee iscrizioni voi-
quadrato, essendo già Costantino mor-
I le esprimere s. Leone III l'istoria di sua
to fin dal 337, se pure non si volesse spie- reintegrazione e delle traslazioni de'due
gare che Leone III lo fece rappresen-
s. imperi, e si danno le seguenti spiegazioni.
tare qual contemporaneo di s. Silvestro Usuo abito pontificale denota la podestà
I. La forma del diadema quadro ha an- che ha la Chiesa e il suo capo visibile, non
cora un altro significato, che può meglio solo di sciogliere e legare, ma-di dare e
convenirgli, per concedersi a persone in* levare gl'imperi Sovrani (P.) quando
a' t
piedi e nello stesso sito, come la descris- ne III, vestito in abito pontificale e con al-
se s. Gregorio I nell'omelia d'Ezechiele. tro pallio, denota la sua suprema digni-
Nell'opposto rinfianco sinistro dell'arco, tà e reintegrazione, nella quale non fu di
le figure e l'iscrizioni che sivedono sono nuovo perchè sebbene gli conven-
eletto,
le medesime che vi fece s. Leone II ^con- ne fuggir da Roma, non per questo restò
servate bene sino a'terupi del p. Severa- privo della podestà pontificia, ma fu ri-
110, non ostante replicati incendi cui sog-
i conosciuto e confessato di nuovo per ve-
giacque il Lalerano, pe'quali patirono i ro Papa, com'era stato sempre. Delle 3
musaici dorati, divenendo bianchi per a- chiavi tenute in seno da s. Pietro, cosi
verne il fuoco consumate le foglie d'oro. parla l'Alemanni nel cap. 1 o. Triplici er-
In queste figure si vede s. Pietro seden- go Clave rum amplissimam Pelri ])o~
t
te in trono, vestito del suo abito ordina- tettateti» majorem denolavcrint : quid
rio pontificale col pallio, con 3 chiavi in pravter geminimi illud ligandi, solven-
seno, in atteggiamento di dare il sagro diane j'us ulterius innuevunt? Sci licei
pallio a Leone IH, e lo stendardo a Car-
s. senserunt potestatem Ulani quae ad ,
tornai a dire nel voi. LUI, p. 5 e altro-i funzioni che vi fecero i Papi. Solevano
ve. Carlo riceve stendardo genuflesso,
lo tenervi convito il giorno di Natale , coi
acciò si conosca che la podestà che han- cardinali e primati del clero; ma per es-
greco, ed infatti queslo poi prelese di ne- ti peri 1 cardinali, cioè 5 Diaconi, 5 /'re-
gare Imperatore d'occidente tale ti-
all' ti, ed il Primicerio della s. Sede (fera'
tolo, chiamandolo Re (P'.); e questa for- mente e come diffusamente dichiarai al
se \\\ la causa perchè il Papa nell'altro suo articolo, il Primicerio della s. Sede
Triclinio che fece poi in s. Pietro, aven- non era cardinale; se debba intendersi il
dovi parimenti fallo dipinger Carlo, non Primicerio della scuola de' Cantori, che
lo nominò imperatore, ma Carolila Pria- secondo alcuni Ordini Romani sedeva in
reps; e quando fu atterralo tale Tricli- detto convito, neppnr egli era cardinale,
TR l T R I iics
liciti nell'elezione tle' Papi si sottoscrivea ticolarmente la distribuzione delle Pal-
<lopo I ulliiuo cardinal diacono colla for- me (F.),\e quali benedette nella basilica,
molo : Primicerius Scholae Canlorum di s. Silvestro I, si portavano in questo
liiudo. et confirmo); oltre uno sgabello luogo e il Papa le distribuiva. In questo
innanzi alla stessa mensa pel Prioredét- Triclinio s.Nicolò I nel!'86i die la senten-
to basilicario (cioè della basilica di s. Lo- za contro Giovanni i o.°arci vescovo di Ra-
renzo ad Sancta Sanctorum, perciò det- veuna,alla presenza di molti vescovi con-
lo pure Prior basilicae. s. Laurentii de gregati, e nell'istesso l'arcivescovo venne
Palatìo, che nel Possesso del Papa gli umilialo a disdirsi, ponendo la dichiara-
dava la Ferula e le Chiavi della basilica zione e palinodia scritta di sua mano sul-
Lateranense e del Patriarchio, ec. Eravi le reliquie della ss. Croce, sopra i Sandali
il collegio e la Srholam Basilieariam, del Signore, e std libro degli Evangeli;
ScholaBasilicae cum Clerici Basilicarìi poi ripigliandola e tenendola in mano fe-
ministrantibus Papae, spedalini sarra ce con alta voce il solito giuramento alla
agenti in basilica Pala di, sive ». Lauren- presenza dello stesso sinodo, e nel di se-
tii ad ss. Sanctorum deqoBlì era capo il guente vi tornò di nuovo a ricevervi le
t
deUoPrioreBasilicario come può veder- t
correzioni e le penitenze. Il medesimo s.
l' Imperatore (V.). Inoltre in questo Tri- nale era il Triclinio antico ch'era necessa-
clinio Leoniano si celebrarono altre fun- rio di togliere, nel 1737 pensò di con-
zioni sagre che ripeto descrissi altrove,par- servarlo. A tale effetto ordinò che la super-
220 TR I TR I
stile tribuna maggiore fosse segata nella XII, con idonee testimonianze di-
lib. 3,
sua volta, e per un ponte di legno di i 68 fese questo Papa dalla censura posta nel-
piedi fòsse trasportata intera presso il lalapide. Ma che andò distrullo l'antico
muro dell' oratorio di s. Lorenzo della musaico, è un fatto che confessò l'altro
Scala Santa (della quale, del suo colle- fiorentino Vettori, nel Fiorino tP oro
gio Sisti no, e de'i ecenti scavi fatti nelle illustrato. anno Benedet-
Neil' istesso
adiacenze riparlai nel voi. LXVII,p.io5), to XIV fece incidere una medaglia col-
e stabilirla a questa laterale con nuovo la sua effigie, con camauro, mozzetta e
edilìzio. Ma sembrandone poi assai diffi- stola, e nel rovescio fece esprimere l'ansi*
cile l'esecuzione, pel pericolo che il mu- de o tribuna del Triclinio Leoniano, col-
s&\co,opere vermicidato,sì sciogliesse,ab- localo in detto sito, di fianco alla faccia-
bandonò l'idea del trasporto, e comandò Lateranense,
ta principale della basilica
che copiate accuratamente in pitture le con l'epigrafe: Triclinii Leoniani Pa-
immagini e rappresentazioni, si decompo- rietinis Restituii?. Poscia il Papa fece
nesse il musaico pietra per pietra, e col memoria dell' operato nell' allocuzione
mezzo della copiata pittura si rinnovasse Annus Jubilaci, pronunziata a'3 marzo
r
nel luogo destinato. Ala sebbene vi spese ij/±C),Biill. Bened.XIf ,\. 3,p. 54, col-
2000 scudi, come scrive Novaes, o fosse la quale eccitò i cardinali alla riparazio-
la difficoltà dell'impresa o altra cagione, ne di loro chiese. Per le intemperie de'
la mirabile opera tutta si sciolse, e total- tempi a cui è esposto l'edificio, avendo
mente peri, come deplora Marangoni,con molto sofferto, Gregorio nel 83 XVI 1
sommo dispiacimento degli amatori del- ordinò provvidamente che con tutta di-
lasempre venerabile antichità e della sa- ligenza e solidità fosse racconciato in ogni
gra archeologia. Il successore Benedetto sua parie, onde neh 835 si vide intera-
XIV sino da'primordi del suo pontifica- mente ristorato nel pristino stato, come
to pensò di ristabilire nel miglior modo rimarcarono il Nibby nella Roma nel
possibile questa celebre e antica memo- 1 838, ed il Guida me
Melchior."! nella
ria; ordinò pertanto nel 1743 che presso Iodica di Roma, siccome monumento tan-
il lato orientale della stessa cappella di s. to glorioso e illustre, non meno alla sto-
Lorenzo, e di prospetto alla Porta s. Gio- ria ecclesiastica che al Pontefice romano,
vanni, con disegno del cav. Fuga si er- per l'importantissima parte Simbolica di
gesse un'ampia e ben disegnata tribuna, si comune uso nell' antichità ne' sagri
ove con musaico il più diligente e accu- Templi(F.) e a\U\ edifizi ecclesiastici, tut-
propria dichiarante l'operalo, e come sot- sagri edifizi: che questo collegio durasse
to Clemente XII per imperizia e difficol- a'tempi di s. Leone 1 1, non vi è luogo a
1
rum niunus fuit sacri s ae dìfidi's faci'lin- mense ricchezze che possedeva, per con-
di's processe. Leonis III, Levita Acdilis, sagrarsi al Signore; che si segnalò colla
in sacello, quoti ante Sixtianam demo- sua umilia e col suo amore per la peni-
lì lionem pone Triclini uni de quo agi- tenza ; che arrivò ad un alto grado di vir-
mas cxlabatyhunc in modani inscripsit: tù, e fu favorita del dono de'iniracoli. E
Curante N. Lehita Petri, ad honorem menzionata dal Butler il giorno 8 d' ot-
Archangelorum,Lco Tertius Papafie- tobre.
ri jussit. TRI DUO, Triduuni,Supplicatio. Spa-
TRICLINIO LEONI ANO. V. Tri- zio di pii Esercizi e d'ivole Preghiere con-
clinio. tinuate nel corso di tre giorni, spazio det-
a
TRICOMI A. Sede vescovile della i. to pure Triduano e Triduana come ,
Tricomiasede vescovile della 2." Arabia, ove dissi de' ZWce/sttrt/ì o spazio di 3oan-
egualmente nel patriarcato di Gerusa- ni,in capo de'quali gentili facevano ren-
i
lemme, sulFraganea della metropoli diBo- dimenti di grazie a'numi loro; e dissi pu-
stra. Tricomia di Palestina sotto la domi- re delle feste Triennali de* medesimi: in-
nazione de'turchi, Tricomien, è un tito- oltre ricordai altre feste ed epoche reli-
lo vesco vile in partihus,de\\'arc\ vescovato giose di periodo commemorativo, tanto
simile di Cesarea, che conferisce la s. Sede. degl'idolatri, che degli ebrei e de'cristia-
Tra tali vescovi ricorderò Gio. Emanuele ni, come di funerali. Il Cancellieri nelle
Moscoso, che Clemente XIV trasferì alla Sette cose fatali di Roma, copiose eru-
sede vescovile di Tucuman ossia Cordova dizioni riunì sui misteriosi attributi dei
d'America. Per morte diTommasoMagui numcr* Ternario e Settenario. Noi cristia-
reche n'era stato insignito, Gregorio XVI ni veneriamone! numero di tre la ss. Tri-
nel concistoro de'i5 aprile 1 833 lo con- nità (F.), e facciamo commemorazione
cesse a Giuseppe de Chelkowskidi Posna- affettuosa e di vota delle tre ore di agonia
nia, canonico di quella cattedrale e par- del nostrodivinoRedentore;diciamoTW-
roco, dichiarandolo sulfraganeo dell'ar- sagio (F.) l'inno in cui ripetesi 3 volte la
civescovo di Posnania, per quelle quali- parola Santo; e Triduo della Settima-
tà che riferì nella proposizione concisto- na santa ( V.) gli ultimi 3 giorni della me-
riale. Indi lo stesso Papa nominò vescovo desima. Anticamente dicevansi Lamen-
di Tricomia e coadiutore del vicario apo- tazioni i 3 giorni della medesima, rner-
Tunkino orientale, a'20 giu-
stolico del coledì,giovedìe venerdì, in cui esse si can-
r
gno 845, mg. fr. Domenico Marti do-
1 tano, cioè treni di Geremia. Triduo dun-
i
menicano. Dopo la sua morte, il Papa Pio que è propriamente il periodo di 3 gior-
IX il 1 ."dicembre 1 854 conferì il titolo di ni ne'quali appositamente si fannospecia-
Tricomia al vescovo coadiutore dell' at- li preghiere e di vote pratiche in onore
tuale vicario apostolico del Tunkino cen- della ss. Trinità, di Gesù Cristo, della B.
trale, come si ha dalle Notizie di Roma. Vergine, de'Sanli e Beati, in preparazio-
TRIDUANA (s.), vergine. Fioriva in ne alle \ovo feste, ovvero per implorare
Iscozia nel VI secolo, e vi ha molte chie- l'efficace loro soccorso e patrocinio ne'no-
se e cappelle nell'Inghilterra settentrio- stri straordinari bisogni in questa terra
nale, le quali portano il suo nome, Nul- di miserie, temporaneo albergo di nostra
iti TR I TR 1
esistenza, ed anche di ringraziamento per mini, compilalo dal eh. mg/ Arcangelo
benefìzi ricevuti. Sono talvolta queste Iri- Gainberiui bolognese. Ne riporterò alcu-
duane supplicazioni accompagnate dal s. ni per la loro bellezza. Triduo del Cuo-
Sacrifizio, da Sermoni, da' Panegirici, re di Gesù: Incipit supplicatio in Tri-
ed hanno termine col canto delle Litanie, duum honori ss.Cordis /('.vH.DeIIMmma-
del Tantum ergo, e colla benedizione del colata Concezione di Maria: Incipit sup-
ss.Sagramento, talvolta nel 3.° giorno in- plicatio in Triduum honori D. N. Ma-
tonandosi Te Deum. Si celebrano
il i rine Labis Nesciae. Del Patrocinio di s.
tridui più o meno solenni, in epoche de- Giuseppe: Incipit supplicatio in Tri-
terminate e straordinarie, come gli Ot- duum honori s. Josephi oh patrociniuin
r
tavarieìe Novene (t- .). Dfogni specie di ejusimplorandum. Di suffragio de' de-
tridui ragionai a'Iuoghi loro, e quanto ai funti Pro piis Manibus ... Supplicatio
:
stanze eguaglieranno quelli da tutto l'or- ritti solarmi in Triduum perii tatur. Ce-
be cattolico celebrati con immensa effu- lebrare triduo solenne : Triduana sol-
sione di tenera divozione, per solennizza- lemnia obire. Fatto un triduo per im-
re il decretalo dogma dell' Immacolato plorar l'aiuto celeste: Praesidio ... Tri-
Concepimento diMaria Vergine, ed un co- duum precibiis imploralo. Annunziato
pioso numero ne descrissi nel vol.LXXIII, un triduo: Sttpplicationein Triduum in-
p. 4 2 € seg. nella mia slorica narrazione diata.
del grande e memorabile avvenimento. TRIESTE (Tergestin). Città grande
Abbiamo di s. Alfonso di Liguori, Rao- e floridacon residenza vescovile dell'im-
colta di Novene, Ottavari e. Settenari, pero d'Austria nell'I lliria, capoluogo del
Milano 1817. Tridui e divozioni per le governo e della piccola divisione partico-
feste principali del Signore , della ss. lare del suo nome, a 20 leghe da Lubia-
Verginee d'altri santi, Roma 770. Va- 1 na, più di 25 da Venezia e 76 da Vieti»
nalesti, Discorsi per le Novene, Venezia na; situata all' estremità nord-ovest del
1752. Prola, De Novendialibus suppli- golfodi Venezia, alle faldeesul fianco d'u-
cationibus , Romae 1 7 1 4- Innumerabili na montagna, in fondo al golfo di Trie-
poi sono i tridui pe'santi, per la 13. Ver- ste formato dall'Adriatico, di cui deter-
gine e pel Signore, pubblicati colle stam- mina l'estremila nord-est, sulla costa oc-
pe. Ve ne sono pure ascetici di pie me- cidentale deli'llliria. Sede del proprio par-
di lazioui,come il Triduum sacrimi prae- ticolare governo, di uno de'due governi
cipuc Religiosoriim usui accomodatimi, che compongono il regno d' Illiria e di
auctore R. p. Aloisio Re liccio Socie la- cui forma col nome di Trieste le parti
ti* Jcsu et s. theol. dottore. Acccdit Ap- meridionale ed occidentale, comprenden-
pendix de methodo expedite meditan- do l'antiche provincie del Friuli in par-
di, AuguslaeTaurinorumi835. Si ha pu- te, di cui è ora capitale Udine, e dell'/-
re del gesuita p. Francesco JVeumayer, stria totalmente ;
1' altro governo
risie-
stizia civileepuniti va ini. 'istanza, un ti ibu- mare e porto con que' tanti
il ancorali na-
nale mercantile alle cose di commercio e vigli che formano un quadro imponente
di mare, una pretura alle liti minori ed a e maestoso. Dentro il recinto dell'aulico
ipielledi campagna. Il commercio ha pro- Campidoglio vi era una rocca, guasta as-
pria rappresentanza nella consulla e de- sai per le guerre patite e inetta a vigoro-
putazione di borsa, csempre più Trieste sa difesa, quando nel if\"jo capitanando
chiave tra la Germania e l' Italia, lai. sovente in discordia fra loro, e frequenti
commercio della monarchia au-
piazza di perciò nella città i tumulti, venne delibe-
commercio marittimo, massi-
striaca pel rato di costruire un cartello regolare, .in-
mamente della Germania meridionale, die per timore delle scorrerie turche e
dell'lllirio e della Schiavonia; per cui vi delle sorprese de' veneti, ma precipua dif-
risiedono i cousolidi quasi tutte le nazio- ficoltà offriva la proprietà del terreno
ni d' Europa e degli Stati-Uniti. Come ch'era occupato dall'episcopio, dal con-
capoluogo di governo provinciale, Trieste vento della Cella e dall'ospedale. L'im-
ha tulli gli uffizi che a questo ramo di peratore Federico 11 I ne ordini) la costru-
pubblica amministrazione si addicono, e zione, che cominciò a mandarsi ad effet-
che dalla condizione di porto-franco di to durante l'occupazione veneta del i5o8,
mare sono richiesti; cos'i pure la finanza, per opera del comandante Alvise Zeno e
la di cui amministrazione superiore si è del provveditore Francesco Cappello: ol-
ancora quella delia Dalmazia. Alle cose tre la rotonda maggiore, altra torre e im-
riore della marina. L'imperiale e regia cit- cora il nome di Venezia. Il castello fu poi
tà di Trieste collacampagna forma un sol assai avanzato sotto il capitanato del con-
comune, al cui reggimento presiede il ma- te Giovanni deHoyos fra i546e il 558,
il e
giustizia punitiva per gravi trasgressioni na e cominciato nel 627. Nel castello a- 1
di polizia. Nelle cose che sono d'animi- veauo abitazione capitani, podestà e pre-
i
lustrazione comunale provvede un con- sidenti di Trieste fino al 1770 circa, con
siglio unitamente al magistrato, or mi- cappella e ampio giardino, fra il duomo
nore di io cittadini, or maggiore di .\.o, e la via s. Michele. Erauvi i quartieri dei
a seconda dell'importanza delle cose. 11 soldati, le carceri pe'rei di stato, la torre
municipio è immediatamente sottoposto delle poi veri e amplissimi sotterranei tut-
all'i, r. governo provinciale, senza frap- tora esistenti. Oltre gli assedi falli da' va*
posizione di ufficio circolare o delegazio- neli, vigorosamente sostenuti, nell'otto-
ne che in Trieste non vi è. Si divide la bre 181 3 soffri forte cauooueggiamtnto
città in vecchia enuova. Lai. provasi in dagli austriaci e inglesi alleati, che costrin-
una eminenza del monte Tiber coronata sero il 700 uomini
presidio francata di
da uà castello o cittadella che la difende; alla resa; pure per la sua favorevole po-
a
la 2. che dicesi Teresiana o Tlieresien- sizione, malgrado un mese di blocco cir-
sladtjdÀ più regolare costruzione, si esten- ca, non fu aperta la breccia, tanto le o-
de in pianura traversala da uu canale. pere sono solide, le quali nel resto iiou su-
Sorge il castello sulla sommità del colle do spregevoli avuto riguardoalla couJi-
2^4 1' * l TR I
zione della città ne'lempi in cui fu eret- za v'era l'aquila imperiale, ed a destra e
to il castello. Essendosi Trieste di molto sinistra l'insegne del capitano Cobenzl, e
dilatalo, non fu bastante un sol castello della città consistente in uno scudo d'o-
per difendere la città, e perciò vennero ro e di colore roseo trasversalmente ri-
fabbricali due lazzaretti, il rinomato mo-
i con un'aquila doppia ne-
partito, di sopra
lo di s. Carlo, il molo grande, e le baite- una sbarra d'ar-
ra e coi onata, di sotto con
ne di Zaulee s. Andrea, essendovi pure gento e un'aquila nera rovesciala. Dalla
l'arsenale dell'artiglieria. La città è divi- parte opposta dell'arco sulla chiave leg-
sa in contrade o sezioni, distinte per nu-
t) dal S. P.Q. T. posta a Leo-
gesi l'epìgrafe
meri progressivi: si suole ancora dividere poldo 1 per la vittoria e presa di Buda.
in 4 parti, cioèCittà Vecchia, Città Nuo Al medesimo il comune nel 1660 innal-
va oTeresiana, Città diGiuseppe II, e sob- zò qui una colonna colla statua di bronzo,
borgo Franceschino o di Francesco 1. Ha quando si recò a Trieste, che poi nel 1 808
le vie generalmente bene fabbricate e re- fu trasportala sulla piazza delh Bursa. In
golari, massime nella Citte Nuova, la più faccia alla loggia s'ergeva la statua ili s.
bella eia più. larga di tutte esseudocpjella C insto mai lire, patrono della città, e la
ilei Corso, ma alquanto tortuosa verso la colonna dell'aquila imperiale, che soste-
Mia metà: è contornala d' iunumerabili neva la statua di Ferdinando I; lolteatn-
ricche botteghe fomite d' ogni sorta di bedue quando neliyjo venne costrutta
uierciedigalanlerie,edi frequentatissime lafontana grande die mette capo all'ac-
caffetterie,che primeggiano fra lelauleal- quedotto che comincia dalla falda della
li e ch'esistono in llaIia,dopo quelle di Ve- montagna. Da un lato ilei la piazza è l'an-
nezia, di Padova, ec. Negli ultimi 3 gior- tica chiesa dis. Pietro del municipio, che
ni di carnevale gran passeggio delle car-
il v' interveniva alle sagre funzioni, ed ha
rozzee de'cavalli ascila, le ricche masche- una tavola di Palma il Vecchio. In que-
rate, il proluso gettito di confetti e di più sta piazza Maggiore vi è la colonna eret-
qualità di dolci, rendono lo spettacolo ta a Carlo VI, in memoria di suavenuta
carnevalesco uno de'più brillanti tra' si- nel 1 7 28. Trasferitisi i governatori diTrie-
tuili d'altre città d'Italia; pubblico diver- ste dal castello ove prima alloggiavano,
timento originato in detta via nel 1783. nell'edilìzio della dogana vecchia, or sur-
Quattro sono le piazze principali, massi- rogato dal Tergesteo, neh 764 sotto M."
me della Dogana, della Legna e la piazza Teresa si costruì il palazzo del governo,
Grande o Maggiore. Ivi si alzava il gran- li Grandeo Nuovo, vasta mole che
teatro
dioso palazzo pubblieoo magistrale sopra in un amplissimo quadralo venne creilo
a reale, che ampi issi ma sala con lene va, poi nel 1800 con disegno del celebre veneto
convertita in teatro, ed altra minore per Selva, con islupenda facciala di Pertsch
le pubbliche radunanze. Dietro il palaz- con lerrazzoue e portico ed ornata di mol-
zo stavano le pubbliche carceri, in un ban- te statue simboliche: l'interno dell'edili-
co da un lato la curia criminale, dall'altro zio scompartito a due, contiene il teatro
la torre dell' orologio con due mori che capace di i3oo persone con 5 ordini di
battevano le orejove in oggi sorge la locati» palchi, e la sala da ballo detta del ridot-
da Grande era l'arsenale, e questo era la to, per 2000 persone, ed abitazioni. Ab-
lumie della piazza da un lato. Dirimpetto bandonali clamorosi spettacoli delle cac-
i
vi uveano la loggia pubblica, ora sala del cie de' tori e del giuoco del pallone, as-
Motiglio municipale, egliedifìzi per gl'io- siti prediletti,! primi lino dal declinar del
lerion dicasteri, che rinnovali e ampliali secolo decorso, ed i secondi lino dal 1 8 1
servono Oggi a residenza dell'i, r. magi- cuci, il popolo si abituò a' più placidi
strato. Sullu chiave dell'arco verso la piaa- trallcuiuiculi della scena; quindi nel 1817
TR I TR I 22
fu eretto in prossimità all'ospedale mili- tuttora è a manca della principale e che
tine un teatro diurno a cielo «coperto, che s'intitola del ss. Sagramenlo, era la prin-
si Arena perle frequenti esercitazio-
disse cipale della basilica di s. Maria, ."duomo 1
ni equestri. Poscia nel 1827 Leopoldo di Trieste, costruita sul finir del IV seco-
Maiiruner costruì a proprie spese ampio loonel principio del V; le colonne, le mu-
teatro coperto, precipuamente desinato raglie longitudinali, 1' apside dell'altare
alle rappresentazioni mimiche a chiaro di sonodi primitiva costruzione. L'altra na-
giorno, adatto però agli spettacoli eque- ve a destra della principale e che s'inti-
stri come anche a' notturni, il quale per tola di s. Giusto, era la maggiore di al-
circostanze di tempi ehbe nome di Anfi- tra chiesa in onore di questo santo, eret-
teatro.cheanco in seguito mantenne. Non ta dal protoepiscopo Frugifero intorno al
mancano beili palazzi ed eleganti abita- 53o,edella quale rimangono in gran par-
zioni <li particolari, poiché Trieste di pa- te le due muraglie che la cingevano, la
ri patgo progredisce quotidianamente nel cupola e l'apside dell'altare. Mentre la 1,"
suo ingrandimento e abbellimento ve- , chiesa di s. Maria ricordava colla sua di-
dendosi di continuo sorgere quasi per in- stribuzione l'antiche basiliche romane a
cauto intere contrade con magnifiche ca- 3 navi; la 2/ di s. Giusto sentiva de'tern-
se, e tra le altre quella dalla parte di s. pi Giustinianei colla forma a crocee col-
Andrea, che si estende per lunghissimo la cupola stiacciata. Dopo ili3o3 le due
trailo a costa al litorale. Merita ricordo chiese, ch'erano prossime, furono riunite
ilgrande albergo del principe di Metter- in una sola dal vescovo Rodolfo, tolte le
meli, ora denominato Hotel de la Ville, muraglie che le chiudevano da un la-
granelloso edilizio in t'iva al unire, con de- to eh' erano più vicine; ed utilizzato Io
corazioni esterne. La 1. "dogana era situa- spazio fra le due navi principali per na-
ta nell'interno della Città Vecchia, quin- vata centrale, ne sortì basilica novella a
di neh 74° M-" Teresa costruì ampio e- 5 navi, disparata e varia per dimensioni
difizio sull'area oggi occupata dalTerge- e distribuzioni, come ancora si vede. La
steo, a cui l'arsenale dimesso, oggi occu- 1
.''
Maria venne eretta nel
basilica di s.
pato dal teatro , serviva di piazzale. Nel sito già occupato dal tempiodi Giove, di
J y85 la vecchia dogana venne alienata, Giunone e di Minerva, facendo uso degli
si fabbricò la nuova sui fondi dell'auliche antichi materiali ed anche in parte di an-
saline, fu aperta nel i 79 1 , e tuttora serve tiche muraglie, destinata a puhblico cul-
all'uso destinato. Il duomo o cattedrale to cristiano; la chiesa di s. Giusto all'in-
è situata sulla sommità del monte Tiber, contro fu costrutta per divozione e culto
sul quale è disposta la Città Vecchia , e al santo protettore, ambedue entro il re-
che ancor continua ad essere il centro in- cinto dell'antico Campidoglio romano, il
torno a cui la novella città si va distri- quale non più riservato agli antichi usi,
buendo; colle ricchissimo di memoriedel- per una metà venne dato al duomo e al-
l'antica colonia e della città de' tempi di l'episcopio, mantenuta l'altra agli usi di
mezzo. Questa basilica è sotto l' invoca- guerra. Nell'interno della chiesa riman-
zione di s. Giusto martire triestino, pre- gono dell' opere antiche degne di osser-
cipuo protettore dellacittà, ed anche del*. varsi, i musaici de'due apsidi a tessetti di
Ja B. Vergine Maria, perchè formala da vetro, in uno de' quali si rappresenta la
due chiese diverse per tempo di costru- B. V'ergine col s. Bambino in alto di be-
zione e più tardi riunite. La basilica ap- nedire, collocata fra due Arcangeli e al di
parisce distile bizantino in 5 navate, con sotto i X.II Apostoli col Salvatore in mez-
di più le cappelle aggiunte a' banchi in zo, nell'altro la figura pure del Salvato-
varie epoche tueuo auliche. La uave che le che calpesta un basilisco, col libro del-
asG t a i T 11 I
iti vitti in mano,eda'iatis. Giusto e s. Ser- ta con figure di santi, ch'era già dell'al-
volo .illro martire e patrono di sua pa- tare maggiore e che si vuole opera del
J
tria Trieste.La parte inferiore della i. Giottino; la chiesa stessa era nella nava-
npside manca del tutto; quella della 2/ ta maggiore dipinta a freschi di qualche
è decorata a colonne di marmo che 5 pregio, che da lunghi anni cedettero al
scompartimenti lasciano aperti, ne 'quali tempo ed a'ristauri. Il tesoro della chie-
lino da antico effigia vansi a pittura le ge- sa è ricco d'insigni reliquie, e fra le sup-
sta del santo protettore primario, rinno- pellettili sagre si dislingue. I' ostensorio
vate con affreschi del secolo XV, oggidì che il re di Francia Luigi XVIII donò al-
coperti con quadri a olio. La parte po- la chiesa in memoria delle due zie e pro-
a
stica dell'altare di s. Giusto, nella quale fughe principesse M. Adelaide Clotilde e
si custodiscono gli stromenti di martirio, Vittoria Luisa, morte in Trieste nel 1 800,
è coperta da tavola di marmo nella qua- e sepolte in s. Giusto nella tomba de' Bur-
le vedesi rozzamente intagliata e ripetu- lo, doude furono trasportate in Francia
ta la colomba che beve ad un vaso, sim- nel 18 i4- Laonde mi correggo pel rife-
bolo degli antichi cristiani (del quale ri- rito nel voi. XXVII, p. 102, ove con al-
parlai sei voi. LXXII, p. 208, descriven- tri le dissi morte in Sicilia e sepolte in
do il Tabernacolo della cattedrale di Pa- Gratz. La facciata esterna del duomo, ol-
rendo). Della 1/ basilica rimane ancora tre l'occhio suddetto, ha la memoria mar-
nella cappella di s. Giovanni la vasca esa- morea posta in onore di Papa Pio II, già
gona di marmo, che serviva al battesimo vescovo di Trieste; le lapidi de' vescovi
d'immersione, distrutto affatto l'edifizio raccolti dal pavimento della chiesa quan-
ottagono che la conteneva. Nella cappel do venne rifatto; e gli stipiti della porta
la di s.Carlo Borromeo vi è l'illustre torn- maggiore, quali i uniti formavano il mo-
ila provvisoria di d. Carlos di Borbone numento funebre della famiglia romana
contadi Molina, ossia Carlo V re di Spa- Baibia di Trieste. Il campanile per mol-
g/itz, che finì di vivere in Trieste, del qua- ti riguardi è rimarcabile. Costruito fin
le soggiorno e de'memorabili regi fune- dal 1000 circa con unica muraglia sugli
rali celebrati in questo tempio, ne farò poi avanzi d'un colonnato romano, il quale
argomento di digressione, per compiere già serviva d'atrio e d'ingresso all'antica
il da me narrato altrove sul virtuoso e basilica di s. Maria, venne fra il 1 33 y e
sventurato principe. Anticamente questa 1 1 3 4 3 vestito d'altra solida muraglia, e
cappella era sagra a s. Caterina, ma per praticate fra 'due muri le scale, co'mate-
testamentaria disposizionedel vescovoUr- riali d'antiche fabbriche romane, dispo-
sino, questo vi fu sepolto nel 1620, e gli sti non lodevolmente sulla facciata, come
eredi la fecero restaurare, cambiandole fregi, cornici, aitici, trofei militari. Agji
il onore del santo cardinal arci-
titolo in stipiti della porta d'ingresso servironodue
vescovo di Milano. Il coro attuale nella piedistalli che già sorreggevano statue
chiesa è opera del tutto nuova, frutto del- nel Campidoglio, di Costantino I alzata
le largizioni dell'ultimo vescovo defunto, dai comune di Trieste in luogo di quella
del municipio e de'divoti. Degno di me- di Licinio, e di Vario Papirio illustre per
moria si è il grande occhio che dalla fac- cariche cittadine. Volgare credenza attri-
ciata manda la luce , tutto a trafuro di buiva questi e altri rimasugli ad arco
genere gotico, e degno di memoria pur an- trionfale, indida seguite esplorazioni nel-
co il soffitto della nave principale, che già la muraglia che forma fronte al campa-
era lutto di legno con iscom partorienti nile, si ebbe il convincimento che questo
che diconsi ducali e di forma non comu- era l'atrio d'una delle celle del trino tem-
ne. Fra le cose osservabili è uua lavolet- pio di Giove, di Giunone e di Minerva,
TRI TR I 227
ossia delle divinità Capitoline, e si videro tolta lui finir del secolo passato, venne nel
intatte 5 colonne scanalate sorreggenti nn i843 ristabilita ove trovasi, già eretta in
cornicione, e le basi de'inontimenti eque- onore dell'imperatore Ferdinando I, per
stri d'illustri personaggi, la base della sta- aver neli55o confermato nuovi statu- i
tua di Giulia Augusta, l'iscrizione di que- ti municipali. Oltre la cattedrale nella cit-
gli che innalzò il tempio, un ncrolerio coi tà sono altre 4 chiese parrocchiali,
vi
sto campanile, dicesi pesare circa 20,000 sizione concistoriale.La chiesa dis. Cipria-
libbre. Il capitolo della cattedrale si com- no, costruita nel secoloXVII,ha contiguo
pone di 3 dignità, la ."delle quali è il pre- 1 ilmonastero delle benedettine, ch'è l'u-
a a
posto, la 2. il decano e la 3. lo scolastico nica comunità religiosa esistente ora in
diocesano, di 4 canonici, di 4 "icari co- Trieste; è come l'antico monastero della
rali, e d'altri preti e chierici addetti al Cella, originato neh 278, prossimo all'e-
servizio divino : I' insegne corali de'pri- piscopio, e le monache oltre l'educazio-
mi sono il rocchetto e la mozzetto pao- ne di fanciulle nell'interno del. chiostro,
nazza, per concevsio ne di Benedetto XI V. hanno la cura della capo-scuola femmi-
Jndi Clemente XIV concesse al decano nile. La chiesa di s. Maria Maggiore fu
l'uso della mitra, dell'anello e della cro- costruita neh 627 dal principe d'iìggeu-
ce pettorale. Fero tale concessione non berg duca di Crumlau, sotto il titolo del-
fu mai mandata ad elicilo. La cura d'a- l' Immacolata Concezione, pe' gesuiti ed
colonna dell'Aquila che stava nella ricor- na. Neh 777 costituita la città nuova iu
data piazza Maggiore fino dali56o, e poi parrocchia, la cappella di s. Autonio dì-
»«8 TI I TRI
venne parrocchiale, aggiuntevi nocelle o- mandrita nel sito ore surse la piccola
,
Tecla vergini triestine martirizzale nel la ss. Trinità, introducendovi il servizio di-
9.5G, si radunassero primi cristiani e che
i vino in lingua tedesca. La comunità pro-
fi>sse convertita in chiesa quando Costan- testante e 1' elvetica hanno proprie scuo-
tino I die al cristianesimo il libero eser- le pe'fanciulli e per le fanciulle. Vi è pu-
cizio del culto religioso, e fu intitolata al re il tempio israeliticoo sinagoga, costrui-
contemporaneo s. Silvestro I Papa. Nel to sul finir del secolo passato, essendovi
] 3Ì2 fu coiisagiata dal vescovo Pace, ed nell'interno due sale d'orazione, la mag-
un'iscrizione dichiara che era la i/chiesa giore delle quali ampia e di bella deco-
cristiana di Trieste. Fu l'attuale rifabbri- razione. Antichissima si è in Trieste la na-
cata nel 1672, quando sino dal 1619 di- zione israelitica, la quale risale probabil-
venuta proprietà dc'gesuiti, l'aveano poi mente fino a'iempi romani. La comuni-
assegnala al sodalizio dell' Immacolata tà mantiene a sue spese l'ospedale, e scuo-
Concezione, il quale soppresso nel 1784 le per giova netli e giovanetle. Anche cat- i
al diviu culto. La chiesa di s. Spiridione ginnasio cessato nel 181 3 venne riprisii-
a
degl'Illirici fu la i. di rito greco eretta in nato nel 1842. Fino da tempi antichissi-
Trieste, cioè nel 1 752 per indulto di M." mi avea Trieste due ospedali annessi al
Teresa che anticipò il denaro per costruir- duomo.ronopegli uomini dello di s.Giu-
la, ed in questo concorsero tanto i greci sto, l'altro per ledonne detto dellass. An-
di lingua, quanto gl'illirici della chiesa nunziala, in amministrazione de'crocife-
orientale: l'abile MicheleSperanza daCor- ri di Venezia, parcamente provveduti dal-
fu dipinse a olio le pareti e il solfino, e la carità spontanea de' fedeli. Nel 1769
vi primeggiano i quadri esprimenti la M. a Teresa ordinò l'erezione d'un ospe-
Creazione del mondo, il Giudizio univer- dale generale, destinato a raccogliere gli
si edificarono due alti campanili, e nel sposti per gl'infermi, la parte postica pei
mezzo di ciascuno si pose l'orologio. La poveri, e venne aperto nel 1
77 : l'edilì-
diversità della lingua essendo di ostacolo, zio comprendeva anche un cortile e il giar-
i separarono dagl'illirici nel 782,
greci si 1 dino, e l'imperatrice nella sua pietà non
e con autorizzazione di Giuseppe I] co- alla fondazione soltanto si limitò, ma gli
struirono la propria e decente chiesa di fece dono di torre appositamente com-
». Nicola de'Greci presieduta do un archi' prate. L'ospedale dellass. Annunziata Ut
TR I T R I 229
soppresso ed unito al generale, insieme l'altro di fisica e chimica, e il 3.° di mo-
a quello d'Aquileia. Giuseppe II nel i 785 delli di costruzioni na vali. Sulla piazzaPic-
convertì l'ospedale in caserma pe'soldati cola è il Gabinetto di Minerva, eretto da
che alloggiavano nel castello , e trasferì privato consorzio nel 1810, e fornito di
l'ospedale nell'antica residenza vescovile, biblioteca e di giornali scientifici e lette-
a cui altri edilìzi eransi aggiunti; e nel- rari; nella stagione invernale vi si tengo-
l'istesso armo si soppresse l'ospedale di s. no letture periodiche in ogni ramo di sci-
Giusto per unirlo al generale. Per l'au- bile, non escluse le scienze esatte. La bi-
mentato popolo divenuto il sito insudi- blioteca civica , originariamente legato
ciente, fu stabilita la costruzione di am- della società degli Arcadi Sonziaci qui e-
il quale si compì nel 1840 su
pio edilìzio, sistita e sciolta nel (802, aumentata pei*
sono annessi luoghi pii di dotazione im- pel lascito del cav. d/Domenico deltos-
periale, pe'trovatelli e le gravide. Presso setti della raccolta delle edizioni dell'o-
ad esso è il campo di esercitazioni de'vi- pere del Petrarca e del Piccolomini (Pio
gili o pompieri, destinali al governo de* II), preziose collezioni nou ristrette sol-
gl'incendi, a spese del comune e della so- tanto allo stampato, ma ricche di mss. di
cietà d'assicurazione. Circa alla caserma, pergamene, «li pitture, d'incisioni, di di-
fu poi accresciuta con fabbricali, forman- segni, di marmi e di gessi che a que'due
dosi pure l'ospedale militare, la pistoria illustri si riferiscono. Alle due raccolte è
e la piazza d' armi, e chiamasi caserma annessa l'annua dotazione di fiorini 100
n
maggiore. L'ospedale fondato da M. Te- per continuarle. Queste rinomate raccol-
resa accoglieva bensì a ricovero i poveri te Petrarchesca e Piccolominèa, bell'or-
inabili per vecchiaia e malattia, non fie- namento della biblioteca civica di Trieste,
ro gli altri che alla carità pubblica veni- vanno progressivamente aumentandosi ,
vano raccomandati. Fin dui 1786 s'era e gli acquisti notabili falli in questi ulti-
dato principio ad una casa di poveri e di mi anni furono pubblicali Osserva-
dall'
correzione, e nel 1817 infierendola care- tore Triestino, e riferiti dal Giornale di
stia e la fame, formossi un'unione di be- Roma del 1 852 a p. 1 1 2 1 . Quanto poi a
neficenza per distribuire •'numerosi fa- raccolte di oggetti d'arte, Carlod'Oltavio
melici cibo e in parte ricovero; indi nel Fontana accrebbe quella di monete, che
1 8 8
1 si fondò la casa generale de'poveri, in Ti lette riunì, con l'acquisto d' interi
la quale con assegnamento del munici- musei fatto nell'Italia e nella Croazia; e
pio, colla queslua,e con private largizioni ne formò tale raccolta di monete greche
provvede a'ricoverali d'ogni età e sesso, e romane d'ogni tempo da poter essere
e dispensa limosinee cibo a domicilio. Nel decoro di città capitale, e degna d'essere
i 841 la carità triestina aprì 4 sale di asi- stata ordinala e illustrata dal celebre Se-
li per l'infanzia, nel palazzo de'bai uni Ma- stìni. Raccolse pure assiduamente vasi ita-
renzi, poi traslocale nella prossimità del- lo-greci, e ne coltivò lo studio. Fra le rac-
la barriera vecchia. Le sale sono capaci colte di monete assai interessanti va pu-
di 200 fanciulli d'ambo sessi, quali vi
i i re ricordata quella di Manussi. E qui di-
ricevono gratuita educazione secondo i rò che Trieste ebbe la zecca e coniò mo-
metodi geueralmente adottati. L'accade- nete pe'suoi vescovi, che per lungo tem-
mia commercio e di nautica venne a-
di po furono signori di Trieste, per cui ab-
perla nel 181 7,come istituto diretto a in- biamo di Lusanio: iUonete.de' t'escori dì
formare la gioventù nellescienze del com- Trieste, ivi 1788. Il Muratori, Disserl.
mercio e della navigazione. E' provvedu- sopra le. antichità ita liane,
t\\s>>evl. 27/,
ta di 3 gabinetti, l'uno di cose uà turali, riferisce the uel museo Muselli di Vero-
a3o T1 I T R ì
na eranvi varie monete di Trieste, già cit- cattolico in s. Anna neh 825, venne quel-
tà e colonia de' romani. Lai/ dice rap- lo di s. Giusto abbandonato, ed il lerre-
presentare una città, e all'intorno: Ch'i- no superbo monu-
in parte destinato al
bozzo d'una citlà colla solita iscrizione. punito, il quale di passaggio pure in Trie-
La 5. a appartiene al medesimo J'otricus, ste e in cerca di venture, albergato nella
ed è solamente diversa nel rovescio, do- stessa locanda Grande contrasse dimesti-
a
ve si mira l'effigie di s. Giusto. La 6. ha chezza col Winckelmann , e dalla vista
le parole: Leonardus Episcopus. Questi d'antiche medaglie fu indotto al barba-
sembra il medesimo che dall' Ughelli è ro omicidio per cupidità ,
punito poi di
appellato Leonida*. Il rovescio simile ai morte infame sulla ruota 4° giorni do-
precedenti. La 7.*, 8." e 9/ portano il no- po commesso il delitto. La (cultura del
me: Avlongus £yo. Eletto nel 2 54, fu de- 1 monumento è del veneto A. Rosa, l'epi-
r
posto da Alessandro IV neh 255. Ma la grafe del cav. d. Le bui di Milano e così
diversità di questi suoi denari fa sospet- l'iscrizione. Sulle pareti della cella sono
tare che durasse molto di più il di lui go- registrati i nomi de' generosi oblatori, e
verno. il monumento venne dal cav. de Rossetti
A
promuovere le belle arti neh 84° si illustrato con apposita opera. Fin da quan-
formò inTriesle la SocietàTriestina.di cui do egli collocava il monumento al Win-
fu autore e fautore il conte diWaldstein (
la ckelmann, concepì il desiderio di disporvi
quale fa in ogni anno pubblica mostra de' all'intorno gli antichi monumenti roma-
prodotti degli artisti viventi d'ogni na- ni di Trieste, desiderio che per cura del
zione, e ne acquista co'propri fondi i mi- municipio ebbe effetto neh 842, contri-
gliori, chea sorte toccano poi a»li azio- buendovi le private largizioni, e così ven-
nisti. Raccolte di pregevoli dipinti hanno ne formato questo museo municipale. Di-
il conte Wimpfen, Leone Hierschl, Sa- sposto il terreno del museo a giardino ,
lomon Parente, il cav. Gio. Sartorio, Mi- le tavole scritte sono inserite nel muroche
chele Sartorio, L. Gechter, Nicolò Lazo- sostiene il terrapieno dinanzi il duomo, le
r
vich, d. Rurger, Pietro Sartorio, Gior- cose sculte nel muro della cella del Win-
gio Heynes ed altri. Il terreno sul quale ckelmann, i massi che rimaner devono
è collocato il museo d'antichità, era giar- isolali, sparsi pel terreno. Il museo rac-
dino d'una dignità capitolare, poi cimi- coglie i monumenti soltanto che si rin-
tei io cattolico quando le ordinanze di vennero nella città e nell'antico territo-
Giuseppe II vietarono la tumulazione nel- rio romano di Trieste, monumenti cri-
le chiese, e le nuove costruzioni persua- stiani, lapidi scritte de' tempi di mezzo,
sero l'abbandono del cimitero pel popolo o che sieno risultati di scavi, o che ven-
alla Madonna del Mare. Aperto sulla stra- gano donati o comprati. La raccolta è già
da Istriana il nuovo cimiterio generale tale per numero e per importanza di
T n I T RT 23
monumenti do fornire materiali alio »l*i- ha penuria. In Trieste si trovano fab-
dio dell' auliche cose e della patria sto- briche di biacca, di candele, di corami,
ria. Tra'monumenti rimarchevoli v'han- di carte da giuoco, d'acquavite, di rhum,
no l'insigne decreto della colonia thTrie- di rosolio, di corde, di gomene, di vasel-
sle in onore di Fabio Severo, importali- lame di gres, di pietre preziose artificia-
tissimo pel modo accennato di acqui- li, raffineria di zucchero, purgo di cera,
lfa ch'era già sulla porta del tempio delle pra canale interrato a spese del privile*
divinità Capitoline; altra e forse di tutte giato corpo mercantile, è un edilìzio ar-
più antica che accenna un tempio di Mi- chitettato dal maceratese A. Molari, che
nerva; un cippo militare, senza numera- costò scudi 35i,ooo. Bellissima è la sua
re le tante funebri, onorarie e altre. Vi facciata ornata di 4 grandissime colonne
sono frammenti di scnlture,di molti colti e d'un portico, ove sono 6 statue colos-
letteraticon nomi di famiglie, ed il mu- sali del Bosa e del Ferrari, che rappre-
seo ha pure una raccolta di monete, libri, sentano l'Europa, l'Africa, l'Asia e l'A-
ni ss. ed altro; poiché è d'istituto del mu- melica, e le due laterali Mercurio e Vul-
seo di promuovere gli studi della storia dopo la gran borsa
enno. Si vuole, che
della città, raccogliendone! materiali, che d'Amsterdam, questa abbia il 1. ° rango
sono d'uso pubblico. La parte inferiore per grandezza, e disegno che per giudi-
dei cimiterio venne decorata co' mono- Bologna fu ritenuto
zio dell'accademia di
menti degl'illustri defunti. I cimiteri delle il migliore fra' vari proposti. 1 dipinti nel-
di verte confessioni degli orientali, illirici, la sala maggiore sono del Bisson, il qua-
protestanti e israeliti non mancano di mo dro della sala terrena del Bevilacqua. Nel-
numenli, fra'quali non pochi distinti per la loggia fu collocato un meridiano so-
pregio d'arte. Pressola caserma militare lare. Oltre l'uffizio della borsa e le sale
si danno lezioni di botanica, chimica e fi- noterra è destinato al convegno de' ne-
sica. Nel 842 1 il municipio apri pe'gio- gozianti ne'loro all'ari mercantili. Prima
vanetli campagnuoli una scuola domeni- che sorgesse l'edilìzio di borsa, usavano
cale agraria , nella loro lingua naturale i mercanti e negozianti radunarsi sotto i
J
slava, ed in progresso fu attivato anche portici del vecchio palazzo, e M. Teresa
un corso d'agricoltura pegli adulti d'o- nel 1 y5S gli autorizzò a costituirsi in bor-
gni condizione civile, in lingua italiana, sa mercantile. JNel Tergesteo vi è il cele-
Neli824fu aperto un bagno marino gal- bratissimo Lloyd Austriaco, ed è un edi-
leggiante con esercizio di nuoto, ed alla tìzio pel suo carattere, per l'ampiezza e
punta del molo Teresiano s'istituì una posizione destinato ad essere centro al co-
scuola militare di nuoto. Nel 1 828 fuco- lo mercantile triestino ; accoglie in fatti
struilo ampio mulino a vapore per la ma- anche il detto istitutori quale (in dalla pri-
ciua delle farine, in supplemento al di- ina origine ebbe lo scopo pronunziato di
felto d'acque correnti diche il territorio servire come punto centrale nella più ini-
*3« tn t TRI
portante piazza marittima dello stato, a Tergesteo. Senza distenderci nelle lodi che
tutte le intraprese, proposizioni ed ini- sono dovute a questa operosissima com-
ziative che ponno influire sullo sviluppo pagnia, e facendo in vece parlare fatti i
del commercio e sulla prosperità della che per se bastano a mostrarne l'utilità,
marina mercantile e dell'industria nazio- richiamo l'attenzione sulle pubblicate re-
nale. Esso venne fondato neh 833 dalle lazioni favorevolissime al successo della
compagnie d'assicurazione di Trieste, ad bella impresa del Lloyd, e sull'aumento
imitazione d' un simile istituto di Lon- mirabile e progressivo della sua attività,
dra che servì di modello a tanti altri.
, della sua forza e de'suoi guadagni. I più
Cominciò dal raccoglierea profitto conni- recenti successi sono assai lusinghieri, sor-
ne, e mercè appositi agenti, le notizie ma- passano i vantaggi conseguiti negli anni
rittime e commerciali delle diverse piaz- anteriori; ecolla continuazione della tute-
ze mercantili, fondò un gabinetto di let- la del savio governo, fondatamente fanno
tura, che andò sempre più. arricchendosi concepire magnifìchesperanze su' risulta ti
di corrispondenze e di giornali; pubbli- sempre crescenti per una flotta mercantile
cò prima un giornale proprio in lingua così importante di piroscafi a vapore, che
italiana, poi anche un altro nella tede- nessuna società marittima ne possiede
sca, e lilialmente erigendo una stampe- maggiore. Pure essa non basta a' nuovi
ria nel locale stesso del Tergesteo, ove di bisogni che si vanno sempre più manife-
due torchi celeri uno se ne nota fabbri- standole!* non abbandonare ad altri quel
cato a Trieste, stampò anche il foglio pro- campo, nel quale la società del Lloyd ha
vinciale e completò così la prima sezio- vinto con forza preponderante tutti gli
navigazione a vapore, venne fondata nel Giornale di Roma del 1 856 a p. 5*28 a>
i836 per azioni. Essa andò grado grado naloghe interessanti nozioni sulla società
accrescendo la sfera di sua attività, e pos- di navigazione a vapore del Lloyd Au-
siede piroscafi che viaggiano per Vene- striaco e del suo 2 3.° congresso generale
zia, l'Istria, la Dalmazia, la Grecia, l'E- tenuto in Trieste, in cui erano rappre-
gitto, la Soria, le coste dell'Asia minore sentate 149 5 azioni con 168 voti. Il rap-
fino a Trebisonda e Galatz sul Danubio, porto letto dal segretario generale cav.
Costantinopoli, ec. ec, servendo così per Toppo, fu accolto con soddisfazione gene-
le pronte e sicure comunicazioni ad age- rale, giacché il proprio naturale miglio-
volare il tra dico delle cose e delle persone ramento ascende in confronto dell'anno
fra quest'estrema parte dell'Adriatico e antecedente a 565,ooo fiorini, li resocon-
a
tutto l'oriente. La società, perchè il paese, to presentato in questa occasione è il jq.
che abbonda di abili capitani e costruttori dall'attivazione dello stabilimento. Nel-
ili navigli, fosse fornito anche di macchi- l'anno passato la ebbe a deplorare
società
nisti necessari a questo nuovo veicolo, fon- due soli disastri di qualche entità, e questi
dò un proprio arsenale situato presso al sono l'arenamento de'due piroscafi Africa
lazzaretto vecchio, ove con bravura e a- ed Egitto, l'uno in vista di Scio, l'altro
lacrità si dà opera alla maggior parte de' fuori di Sinope. Vennero però frattanto
lavori richiesti dall'uso continuo delle allestiti i\i\e nuovi vapori, l'Aquila impe-
macchine de'piroscafì. Mediante quest'ar- riale ed il Progresso, entrambi già in at-
senale il Lloyd Austriaco provvede a' tività. Fu inoltre acquistato un grande
continui bisogni de'suoi bastimenti, il cui piroscafo americano della forza di 400 ca-
numeroè sempre in notabile incremento, valli e della portata di 1 \io tonnellate,
e pegli operai dell'arsenale fondò altresì cui fu imposto il nome d'America. Altri
una scuola di meccanica domenicale al 4 piroscafi u ruote, ciascuno della forza
T R I TRI a33
di 4oo cavalli e della potenza di i noo ton- unanimità il cav. Elio di Morpurgo, ed
nellate, cioè Jupiter, Neptun, Vulcan e a revisori furono nominati a pluralità di
Piuto, trovansi in costruzione in Inghil- voti, Vivant, Radici» e Simeons. Più volle
terra. Essi sono attesi in Trieste entro il il Lloyd ha difeso la sicurezza della na-
corrente anno e sono destinati alle corse vigazione dell'Adriatico contro i propu-
celeri ti a Trieste e Costantinopoli. Final- gnatori degl'interessi marittimi de'porti
mente verrà acquistato un piccolo piro- occidentali del Mediterraneo, per ostililà
scafo della forza di 4o cavalli dall'i, r. ma- contro la fiorente navigazione austriaca
rina. Esso sarà nominalo Ticino ed è de- e soprattutto contro Trieste, in un tèm-
stinato a prestar servizio sul lago Mag- po che siccome l'Adriatico giace in mez-
giore. Fu venduto dalla società il piro- zo al Mediterraneo, ognor più acquista
scalo Chioggia a Costantinopoli, perchè nuova importanza, e la sua direzione me-
poto adatto al servizio del Lloyd. Men- ridionale orientale ne addita evidente-
tre l'anno scorso la società possedeva 60 mente la sua destinazione di essere la na-
piroscafi di 10,060 cavalli di forza, ora turale via dell'oriente. Volle di più dimo-
ne possederà 65, con i2,o4o cavalli di strare, che fra tutti i porti di questo ma-
forza, e cioè due di 4° cavalli di forza, li- re, che sono specialmente abbondantissi-
no di 5o, quattro di 6o, due di 70, due mi in Dalmazia ed Istria, quello di Trie-
d'8o, dieci di 1 00, olio di 1 20, due di 4 o, 1 ste è il più frequentato da'navigli d'ogni
cinque di 1 5o, selle di 160, uno di 200, nazione, sì perchè congiunto ad uu pos-
nove di 260, uno di 36o, e finalmente sente impero, come per le franchigie che
dieci di 400 cavalli di forza, della portata vi si godono e per l'opportuna sua posi-
di 3i,955 tonnellate. Siccome nel «845 zione. Dichiarò inoltre, che il 2. grado
il Lloyd possedeva 20 piroscafi, in un'de- a tale riguardo occupail porlo di Venc-
e per una parie non essendo ancora liqui- no de'più considerabili della costa occi-
dati i conti, ascende a fiorini
9,167,000. dentale capace di dare ricetto a grossi
,
lidi, dichiarò puro: che l'Adriatico unii coste, per assicurare Trieste e prolegge-
sce l'oriente n Trieste, scalo della Ger- re il gran porlo di Pula; istituì «due scuo-
mania, ed a Venezia scalo d'Italia, e per le di nautica, ed operò una nuova orga-
essa della Svizzera e della Francia; e que- nizzazione marittima. Lo sviluppo singo-
sta comunicazione è d'ogni altra la più lare, che ogni dì si fi maggiore, nella mi-
sollecita Ita il Levantee l'Europa centra- rabile istituzione del Lloyd di Trieste, <>-
le.La maggior brevità di quella linea, gio- pera memoranda del fecondo ingegno del
vata dalla mirabile istituzione delLloyd barone di Bruck, alimenta le più belle spe-
di Trieste, e delle Strade ferrate che da' ranze della marina austriaca; mentre con
lidi dell'Adriatico tragittano il passeggie- progresso di vera forza e proprietà spin-
10 e la merce colla rapidità delle rondi- ge il Lloyd a nuove imprese, al crescente
ni alla capitale dell'impero, a tutta la sviluppo di sua marina, la quale oltre a-
Germania, nel Veneto e nella Lombar- gP immensi benefìzi recati all' industria
dia, a'ducati di Parme e di Modena, alla privata, contribuì al progresso della ma-
Toscana, alla al regno di Na-
Romagna, rina militare, avendo i suoi ufficiati isti-
poli, al Piemonte, e quasi a'eonfini della tuito una scuola di marina. Intanto l'Au-
Svizzera, dà una grande importanza al- stria non cessa dallo svolgere un'immen-
tra l'Oriente e l'Europa centrale. Rile- me per assicurare centri del suo com-i
nel Levante, per cui sembrava volere or- l'arsenale di Trieste e l'assicurazione del
mai effettivamente dare un maggior svi- vasto porto di Pula, sono opere memo-
luppo alla sua marina militare; ed osser- rabiliche manifestano l'Austria tutta pe-
va, che se l'Austria avesse avuto una mari- netrala del gran pensiero delle transa-
na militare più forte.Trieste nel 849 non 1 zioni commerciali e della potenza marit-
sarebbe stala minacciala dalla squadra tima. Alla fine del decorso anno lama-
sarda, e Venezia non avrebbe potuto rice- rina militare dell'Austria contava q3 na-
vere per via di marealimenti e soccorsi per vigli da guerra armati di 762 cannoni,
tanto tempo. L'Austria con una manna tra* quali bastimenti vi erano 6 fregale,
più forte non solo farà ad ogni evento ri- 5 corvette eio vapori; a questi devonsi
spettare le suecittà marittinie,proteggerà ora aggiungere i vapori, pure da guerra,
il suocommercio e la sua marina mercati- il Principe Eugenio, e le fregale ad elice
tile.tna poli àal pari dell'altre potenze ma- Adria e Danubio, ognuno con 3 1 canno-
rittime efficacemente adempiere a quel ni e delia forza di 5oo cavalli, varati nel
santo dovere die ha ogni potente stato cri- corso del corrente anno. La costruzione
stiano, di proteggere cristiani esposti nel-
i del vascello di linea Imperatore, proce-
la Siria e in altri stati infedeli a durissime de colla massima celerità; dicasi lo stesso
persecuzioni, le quali è a sperarsi che ces- del fabbricalo dell'accademia di marina
seranno del tulio per l'rlalli-llumayoun in Fiume, e de' lavori di porto a Poh» ed
di recente dato alla Turchia (f.) dal re- a Muggia. Tra la serie degli articoli pub-
gnatile sultano. Se non che l'Austria ben blicati dall' Oesterreiehisclie Zeitung ,
convinta della Decessila di rinforzarsi sul soltb il titolo di Lloyd, lessi ultimamen-
mare, ammaestrata dagli ultimi avveni- te: che appena nella 3.' decina eh anni
menti fonde cannoni per l'arma-
politici, del nostro secolo le potenze europee co-
mento de' nuovi legni da guerra che fa minciarono ad immischiarsi negli all'ai i
costruire ne'suoi cantieri, munisce i più dellaTurchia, Mehemet Ali agiva effica-
importanti punti e più minacciali delle cemente in Egitto, e per ullimo seguiva
TRI TRI 23 ì
unisce coll'Europa centrale, dove ferro- cola navigazione dell'antica Trieste pie-
vie e piroscafi si porgono fraternamente colo navale erigeva, e questo si era nel
la mano, onde stabilire un grande mo- sito che oggi ancora ha nome dello Sque
vimento economico dalle coste d'Asia e io vecchio, presso al mercato de' pesci.
ste non apparteneva piò alla storia com- lo dalla piazza del teatro e da questo, in
merciale del mare Adriatico, ma a quella esso si costruirono molti legni armali in
del mondo. La rete ferroviaria dell'Eu- guerra per le spedizioni d'Italia; ma cessa
ropa centrale descrive nel suo tulto un to il bisogno, cessò anche l'arsenale, di-
leggero arco dall'occidente d'Europa al- venendo il vecchio cautiere, riservato a'
l'oriente; piegasi poi, quasi rimbalzando navigli mercantili, vieppiù insufficiente,
da' Confini russi, verso il sud, e riunisce Nel i
789 Odorico Panfilli costruì loSque-
in Vienna punto centrale tutte le linee ro nuovo ossia il navale che ne porta il
della maggior metà settentrionale del- nome, e dal successore Antonio Panfilli
l'Europa, toltene poche che da Parigi
le venne corredato di quanto alla migliore
conducono direttamente al sud, ed ha costruzione delle navi occorre. Divenne
per unico punto meridionale di partenza poi cantiere del Lloyd, insieme a quello
Trieste. 11 commercio terrestre d'Euro- di Marco, ampio navale cominciato a
s.
due punti meridionali di partenza, Mar- do questo ceduto all'i, r. marina e quello
sigli.e Trieste. Tosto che, mercè il cana-
1 di Panfilli ricevendo altra destinazione,
ledi Suez (dicui e del tagliodelsuo Istmo il Lloyd fu costretto di costruire un pro-
parlerò a Turchia, comechè l'Egitto ap- prio arsenale, cantiere e dtydohh secon-
partiene al suo impero), l'Europa potrà do i crescenti bisogni della società. Pri-
comunicare direttamente coll'Indie e l'A- ma che Carlo VI dichiarasse Trieste por-
236 TR I TR 1
ne dell'antichissimo molo romano, sul sito ove sorgeva l'antica de'iomani. Nel
a
quale M. Teresa costruì nel j5 il gran i i 1841 si costruì il molo alla foce del tor-
molo Teresiano, e introdusse l'acqua nel- rente maggiore, per difesa del porto con-
la cillà; mentre prima del 1847 fu edifi- tro le torbide. Il porto di Trieste è vasto,
cato il moloGiuseppino, ed in cui si fece- sicuro e frequentatissimo ; è per questo
ro lavori colla terra di Santorino.il ter- porto appunto che si spedisce la maggior
reno fra il Mandracchio e la casa de'Po- parte delle mercanzie dell'impero desti-
veri era maremma e salina, tagliata da nate a'paesi d'oltremare, ed introducesi
3 canali, l'uno del Vino che per la piaz- la più parte degli articoli stranieri: an-
za della Borsa giungeva a Riborgo; l'al- che le esportazioni sono importantissime
tro Medio che arrivava alla chiesa odier- principalmente in ferro ed acciaro greggi
na di s. Antonio,accog!iendo due torrenti; e lavorali della Sliria edellaCarintia, pan-
il 3.° a un dipresso è il letto del torrente ni di Moravia, grano e canapa d'Unghe-
maggiore; tutti e 3 accessibili a piccole ria, canapa d'Italia, lino, telerie e vetra-
barche, e disposti pel servizio delle sali- mi di Boemia, argento vivo, seterie del
ne. Allorquando fu deliberato di fissare Friuli, cera di Polonia, tavole e legnami
la distribuzione della Città Nuova, pre- d'abete, ec. ec. Il Giornale di Roma del
valse il piano effettuato d'allargare il ca- i856 nel gennaio fece conoscere il mo-
nale Medio rendendolo capace a maggio- vimento d'introduzione nel porto di Trie-
ri bastimenti, di deviare da questo i for- ste della marina pontificia, e quello di e-
renli versandoli nell'estremo canale che strazione, durante l'annoi 855. Il lazza-
breve si era; di conservare parte del ca- retto Vecchio è il più antico stabilimento
nale del Vino pel piccolo barcolame; di del porto-franco, l'opera di Carlo VI e-
dusse a termine. Ne' tempi precedenti al feritoie e vedette pe'soldati, perchè quan-
suo regno, erasi parlato di fondar la nuo- do era destinatoal trattamento della pe-
va città e il nuovo porto nella valle del ste, continue guardie si tenevano alla sua
pel servizio delle guerre d'Italia costruiti rivata dal blocco continentale che lem-
in Trieste, oltre de'legni minori, 3 mag- poraueamente ecclissò la crescente flori-
giori armali con 20 cannoni, che diceva- dezza di Trieste, parte de! lazzaretto fu
no navette, una delle quali chiamata s. destinato a quartiere di sqldati, parte ail
Carlo alimulatasi nel 1737, né potendosi uso di depositi perla marina di guerra,
ricuperare, vi si costruì sopra il molo di parie per reclusorio di donne di mal af-
s. Carlo, che difende il porto dall'impe- fare. Restituita Trieste all'antico sovra-
TRI T R I 237
già tenuta dal militare, destinata a quar- lo Teresiano,e pe'pedoni il molodis. Car-
tieri e ad arsenale per l'artiglieria. Le pesti lo, e fornito quest'ultimo di botteghe da
assai frequenti nel medio evo,non cessaro- carte e da rinfreschi; la via al lazzaretto
no di devastar l'Italia e le regioni circon- di s. Teresa o IMuovoera il passeggio gra-
vicine, anche in tempi più vicini, ad epo- dilo e frequentatissimo nella stagione in-
che quasi periodiche.Dali4-00 in poi ben vernale; la strada di s. Andrea era stra-
1 2 volte,compresa la pestilenza del enote- da rurale, e sul vallo che copriva la con-
ra asiatico, il morbo afflisse Trieste, cioè dot tura d'acqua, era tollerato l'accesso a
nel 44g, 466, 1477,1 479, 497» 5 1
1 ' 1
1 1 chi lo chiedeva, ed al quale si aprivano
i543, i553, 1 555, 1600, e per l'ultima i cancelli che il serravauo. Verso il » 8 1
volta nel 1601, nella quale de' 12 cano- private persone piantarono a loro spese
nici, io perirono vittime generose della il viale dell'Acquedotto, la municipalità,
cura dell'anime, onde furono invitati in nllargò la via di s. Andrea e l'ornò d'al-
Trieste per le sagre funzioni i canoni- beri. Più tardi il passeggio dell' Acque-
ci di Capo d'Istria. A frenare il morbo dotto si continuò a spese pubbliche (ino
che per le vie di mare veniva il più. fre- al Farneto foresta erariale, quello di s.
quentemente introdotto, furono nel se- Andrea fino a Servola, e quello del Laz-
colo XVI attivate le discipline sanitarie zaretto restò deserto. Nel 1 843 il passeg-
venete, con soggezione a que'magistrati, gio di Andrea venne unito alla città per
s.
discipline che consistevano nel respinge- viale di nuova piantagione. Il bosco Far-
re onninamente gli appestati, e nel sot- neto era da tempi più remoti piacevole
toporre ad esperimento quelli che n'era- luogo di passeggiate estive, e nel 18 17 a
no sospetti, e che per lo vietato contat- cura del negoziante Czeicke venne traver-
to della città, si dicevano di contumacia. sato da vie facili che mettono alla som-
Carlo VI affrancò Trieste da questa sog- mila del monte, ove si tiene l'esercizio di
gezione ad estero magistrato,ed eresse nel bersaglio: l'accesso colle carrozze è per U
1 720 il descritto lazzaretto Vecchio, non valle di s. Giovanni. L'imperatore Fer-
solo a contumacia, ma al trattamento del- dinando I recandosi coll'imperatrice Ma-
la peste medesima. Venuto questo insuf- rianna nel settembre 1 844 a Trieste, do-
ficiente per l'aumentata navigazione,Ma- nò Farneto al comune, a condizione che
ria Teresa nel 1769 costruì il lazzaretto in perpetuo rimanesse aperto ad uso del
di s. Teresa più ampio con porto chiuso, pubblico e ridotto a diporto, ed inoltre
e separalo da ogni contatto, che porlo decretò il compimento del porto. Priori
di vivere alla campagna ne'mcsi di estate dissimili da crateri spenti, i quali lutti fan-
pel soverchiocaloredella città, e per gl'in- no capo a cunicoli, oraperti or ingombra-
nocenti piaceli della natura. Nel secolo ti; siccome pure è eerto che le colline a-
presente numerose villette sorsero nc'din- renarie, in conlatto colle calcari, siffatte
torni, fra le quali la villa Zanchi al laz- cavernosità hanno mai, e che né il car-
zaretto nuovo, giàTrapp, la Fon-
la villa bon fossile, néil bitume è al Carso stra-
tana, la Bidischini, la Schwachhofer, Q- 1 niero. A certa profondità che all'alture
slerreiclier, la Mondolfo, la Rossetti, la di Trieste é per qualche tesa viennese su-
Schlàpfer, la Ponti, la Bei nardelli, la Sar- periore al livello del mare, più a ponente
torio, la Brigido, la Giannichesi, la Ro- sotto il livello, gli strati sono impermea-
smini, la Bazzoni, la Parente, la Gossletli, bili alle acque. Queste filtrando perla su-
la villa Murai, ec. Ed è pur meraviglia perficie esterna si raccolgono in filoni, o
che in terreno angusto sorgessero villo
si di già raccolte sul terreno arenario in for-
ricche di serre e di piante, perchè il cli- ma di torrente e di fiume per qualche a
ma lo concede a grandi fatiche e l'arte perla cavità s' inabissano e scendono al
è nuova,i precelli e l'esperienza d* altri mare senza venir poste dall'uomo a pio-
luoghi non sempre giovano a terreno di fìtto. Moltissime sono le caverne sul Car-
poca profondità, arido per natura, mag so, anche nella prossimità di Trieste, o
gioì mente inaridito da sole cocente, da quella di Coridale ha meritamente fama
borea o vento di tramontana imperver- per la non diHìcile discesa, per la gran-
sante e fatale, oltre la scarsezza dell'ac- diosità delle volte, per gli stillicidi impie-
qua. Pure non gli olivi soltanto e i cipressi triti, pel colore de'massi; illuminata fi un
e gli allori vegetano, ma i carrubi anco- bellissimo e magico effetto. In s. Cianciai
ra, né fallirono gli esperimenti falli co- no il Timavo superiore che scende dallo
gli agrumi e le camelie. A una lega e mez- Schneeberg per la vallata di Prein, dopo
za da Trieste è la scuderia di Lipizza o lungo corso entra in una caverna, rivetto
i. r. razza di cavalli, fondata pel servizio per breve tratto la luce preci pi landò da
di corte neh58o dall'arciduca Carlo di masso masso, s'inanimi novellamente
in
Sliria sovrano di Trieste, allorché dal ve- per ricomparirea s. Giovanni diT uba o di
scovo ne comprò il predio , rinnovando Duino, a formarvi porto sicuro e facile,
quelle che l'antichità più remota celebra- E questo il fiume celebratissimo dell'an-
va in queste regioni. La scuderia è bene tichità , meraviglioso agli antichi che le
della corona, e dipende dal gran scudie- sorgenti de' fiumi tennero in particolar
re dell'imperatore. L'aridità del terreno culto. Il Timavo superiore, meno nolo,
sassoso, né l'imperversare di borea impe- non va del tutto oscuro, perchè il con-
dirono che vi crescesse bosco rigoglioso. fine segnava dell' aulica Giapidia , e ad
L'altipiano montuoso denominato il Car- Augusto s' innalzò statua appunto dove
so che sovrasta a Trieste, è tutto di pie- sparisce. Altra caverna no' tempi addie-
tra calcare attraversala da ampie caver- tro frequentatissima, si è quella di s. Ser-
ne, le quali fra di loro per canali di va- volo sotto il castello omonimo che siedo
rie grandezze corrispondono , seguendo a cavaliero della valle di Zaule, celebrato
certe direzioni da natura prefìsse, caver- pel culto di quel santo protettore di Trie-
ne che frequentissime alla superficie del che vi condusse vita eremitica. Né que-
ste,
piccolo e sassoso, nondimeno amenissimi verse feste di questi santi e sante triesti-
ne sono i dintorni, ed i suoi prodotti so- ne sono notale nel Directoriuni Sua-
no abbondantissimi e squisiti. La raccolta ctae Cathedralis Ecclesiae Tergestinae
del frumento e del formentone è copiosa, et Concathedralis Justinopolitaiute, in-
vicini, Il vino che produce il territorio di lica strada d'Opchiena,aperta nel 17780
Trieste si distingue di molto da quello de- che da Trieste innalzasi ai 000 piedi per
gli altri luoghi d'Italia, per essere le vi- poi bipartirsi alla Germania e all'Italia,
gne piatitale nelle colline e nelle monta- fu neh83o abbandonata, aprendosi una
gne, ottimi souoi vini bianchi, famoso es- nuova quanto comoda e magnifica, altret-
sendo lino dall'antichità il vino Prosec- tanto pittoresca.
co. La popolazione di Trieste che nel jo5 i Le più antiche popolazioni che , len-
era di 5ooo abitanti, crebbe di mano iu nerogli ullimiscoscendimenli i quali dal-
mano che andò prosperando per l'esten- l'Alpi Giulie calano all'estremo seno del-
sione del suo commercio è di'sua indu- l'Adriatico, furono galliche ossiauo celti
sli ha, per cui nel i 785 salì a « 7,600; indi che, e propriamente tribù di quel popolo
nel 79 a 24,5oo; nel 80
1
1
, 1 1 , a 3 ,5oo;
1 ch'ebbe nome di Carni. Questi montana-
nel 835, a 50,200; nel 844> a 60,000,
1 1 ri e dediti a vivere vago , non amarono
cioè cattolici 56, 000, greci orientali 1000, radunarsi in ciltà, ma preferirono di abi-
serbici o serviaui 34o, protestanti i36, tale dispersi alla campagna, né delle cose
calvinisti 255, anglicani 2 18, ebrei 2800. di mare si occuparono, comunque gran-
Nel detto i844 ' a campagna era abitata dissimo incitamento avessero ue'tanti se-
da 2 ,000 contadini
1 tulli cattolici, ripar- ni e porti. De'fasli ili questi popoli tace
titi ini 2 ville e in 11 contrade. Leggo a la storia, uè monumenti avanzarono del
p. 620 del Giornale di Roma deli 856, loro grado di civiltà. In epoca remota ,
che l'inclito civico magistrato pubblicò ita popolo trace caccialo da Dario Isila-
nel giugno il risultalo dell'anagrafi della spe, verso l'anno 5o2 avanti G. C. si al-
città di Trieste nel medesimo anno. Si de- lontanò dalle Danubio e dell'I
foci del
sume da quel prospetto che la popolazio- stro, ove teneva stanza, e rimontando la
ne della cillàjCompreso il territorio,ascen- Sava e la Lubiana, passò le Alpi, scese al
de a Cj6,253 anime, cioè 5g,585 in città, mare togliendo a'celti aborigeni la costa
e 38,668 nel territorio. Secondo le re- di lina penisola dalTimavo all'Arsa, che
ligioni si contano di cattolici 89,7 1 8, de* Istria fu detta, rinnovando il nome del-
quali 53,623 in città, e 36,095 nel ter- l'antica patria, la qualeegualmente era
ritorio; gli acattolici sono 2534, gli ebrei una penisola. Semino da Chio il quale ,
vea 80 anni avutiti G. C. , e che dedicò me Istro,che la loro aulica patria traver-
tale opera in versi giambici a INicoine- sava. O perchè queste tradizioni collo
tle il re di Ottima, la quale presenta in scorrere degli anni tralignassero, ó per-
diversi luoghi della conformità col citato che i romani sopravvenuti male le com-
IV ripio, di cui però fu autore Scilace geo- prendessero e peggio le ripetessero, fu cre-
grafo fiorito a tempo di Dario, a cui de- duto che di questa seconda Istria, della
dicò la relazione de'suoi viaggi. Dunque novella dimora de'traci, fossero proprie,
iiutore del Periplo fu Scilace il Vecchio traiti in erroredal culloche a Diomede in
iliCariando città della Caria, e non Sci- prossimità alTunavo prestavasi anche a'
inno di Ch'io), avea trovalo gl'istriani già tempi romani; e perciò, mescolando que-
trasferiti a queste spiagge, e gli avea rico- ste tradizioni con quelle del viaggio de'
nosciuti traci. A questi, che di grecanica traci istriani, si folleggiò supponendo un
lingua e nazione erano, deve Trieste la fiume Islro sparilo, una comunicazione
sua fondazione, ed il nome nella desinen- dell'Adriatico col Danubio pervia di ac-
za este significante città, nascoude nella qua, la discesa a Trieste degli Argonauti
1/ sillaba l'epiteto che i Traci diedero colla nave sulle spalle, la persecuzione di
al novello loro stabilimento. Altri prete- Medea, l'uccisione di Ahsirto convertito
sero che Tergeste trasse il nome da tre nell'isole de'Brioni, la fondazione di Pula
ruscelli le cui acque ivi gettavansi in ma- per opera de' colchi. S'ignora se a que-.ta
re. Scrive lTJghelli, Italia sacra t. 5, p. sola penisola fossero ristrette le immigra-
5 j/\, Terge* lini Episcopi: Tergestum ro- zioni degl'istriani puntici, o quali allean-
nianoriim Colonia (vulgo Trieste) lilo- ze e conlatti avessero cogli altri greci af-
ralis est Islriae cù'ilas, sex a Formio- fini loro, che le spiaggie dell'Adriatico a «
nis ostioy triginta tria ab Aquile]a sta- veano colonizzato, o co'loro fratelli del-
dia dislans, silaque est adSupcrum ma- l'Eusino. La mancanza di monumenti an-
re in ipso sinus dejlexu, cui a Tergeste teriori all'epoca romana, e la mala fede
Tergeslini fecere cognomen. Illuni pu~ in che erano, fa concludere che infima
la ni nonnuli Triestium posleafuisse ap- fosse la loro ci vi! là; poiché di essisi fi men-
pellatala, cpiod ter a sedibus suis con- romane verso 1' anno
zione nelle storie
vulsa, terlio miserabili excidio sii Mul- 3oi avanti G.C. come di pirati, e per fa-
eta ta. Illius meminit Caesar in Com- zioni piratiche vennero in contatto co'ro-
meiitariis. Non tutta la penisola gl'islria- mani nel 22 1 avanti G. C. e n' ebbero
ni traci occuparono, bensì la spiaggia in- punizione. I romani, fitta la pace con Car-
tera, quanta è sul seno triestino, ed porti i tagine e con Filippo re di Macedonia, con-
dell'Istria media e inferiore, costituendo- quistala o ricevuta in dedizione tutta l'I-
si in comunità, come gl'istituti loro pa- talia, il ragliamento segnò il Gonfine del*
trii portavano; restato il rimanente in po- la repubblica romana, (pi, indo nel 181
tere degli antichi, ristretti alle montagne avanti G.C. fu mandala ad elicilo la fon-
ed a pochi porti di mare. Questi istriani dazione d'Aquileia, 3 anni innanzi decre-
furono arditi navigatorie predoni dell' A- tata, su terreno chea'galli venne conte-
drialico, conservatori di tradizioni prese so. Aquileia non solo esser dovea il ba-
a dileggio. Imperocché aveano gl'istria- luardo d'Italia contro gli alpigiani e le na-
ni colie patrie istituzioni trasportato pu- zioni olir 'alpe, ma porto nell'Adriatico e
le su queste spiaggie le tradizioni del
Pon- presidio di questi seni superiori , che la
to Eusino , e lunga memoria serbarono Venezia era pili alleata che suddita; A-
del viaggio degli Argonauti, della con- quileiadunquedovea essere stabilimento
quista del vello d'oro, di Giasone, di Me- del lutto romano, ed il principio del do«
dea, di Castore, di Polluce, del gran (iu- minio della repubblica romana sull'Istria
TR I T R I a4£
si assegna al180 avanti G. C. Gl'istriani Faveria furono distrutte; gli autori della
die fino al Timavo giungevano, conob- guerra percossi di verghe e di scure; 5 6 2 2
bero <|ual destino loro sovrastasse, e per- istriani fatti schiavi e venduti; a migliaia
ciò con improvvido consiglio risolsero gli uccisi; il re Epulo con morte violen-
d'impedire colle armi la fondazione della ta si tolse al trionfo; la preda, maggiore
novella colonia. Radunalo un esercito ,
della speranza perchè povero il paese, da-
gì' istriani ebbero a duce il regolo Epulo, ta a'soldati; la provincia intera venne in
e collegato ad essi fu pure un esercito di pieno dominio del vincitore, e al console
Celti guidati dal regolo Carmelo, alleati fu accordato ilLa quale guerra se
trionfo.
però non fidi; indi cominciando a scor- è memorabile per l'ostinato proponimen-
rere il mare. 1 romani con diìe legioni e to del console Manlio di volerla esso so-
aveauo una flottiglia. Il console attaccò console Pulcino restò allidala, è memora-
gl'istriani per mare e per terra, ma essi bile eziandio per l'amor patrio degl'istria-
non volendo arrischiare giornata campa- ni, che in Nesazio, ultimo loro rifugio, i
condare le operazioni di terra, gl'istriani ancora la fama che triestini, valorosi nel-
i
in faccende, piombarono nel campo e tut- tà, e ricoverassero a Emona Saviana e ol-
to lo saccheggiarono, senza che i celti ne tre monti. E a credersi che popolata Trie-
prendessero parte. Ma rannodatisi i ro- ste da'romaui, venisse tosto creata colo-
mani, ardendo di sdegno e vendetta, as- nia non di fallo soltanto, ma di diritto, e
salirono vigorosamente gl'istriani, ne uc- destinata a contenere quale militare an-
cisero 8000, gli altri dispersero, e il reE- temurale altra popolazione avversa a'ro-
pulo costrinsero a precipitosa fuga. An- mani.collecui terre confinava la repuhbli-
che i celti furono battuti, ed i romani ri- ca, gì' irrequieti giapiti che abitavano al
preso il campo, colla vittoria cancellaro- di là del prossimo Timavo superiore, i
cura al console Claudio Pulcino, che nel- sta chiamati duumviri, quali esei citava- i
dusse a fine. Rotti più volte gì' istriani, preposti alla cura de'pubblici costumi, gli
furono stretti in Nesazio, e si uccisero sul- edili pel buon governo degli edilizi e del-
le fiamme della città. Questa, Mutila e l'annona, e gli ordini sacerdotali di pon-
2 fa TR I TRI
U'fici e tli auguri. Fra la conquista e l'im- dizionedicittà provinciale,poichè la pros-
pero non conoscono gli a v veni nienti ilei
si simità d' Aquileia le interdiva di alzarsi
la regione, solo importante per la custo- a migliori destini. P. Palpellio ammira-
dia de'confìni, segregata alfattodalle pro- glio della flotta ravennate, nell'anno 5G
vincie cisdanubiane; bensì è noto che col di nostra era, a'tempi di Nerone restau-
suo assoggettamento a Roma crebbe la rò il Campidoglio e il suo magnifico tem-
materiale prosperila. Quindi Trieste vie- pio nell'acropoli; ed un triestino a'tempi
ne ricordata da Giulio Cesare, allorquan- di Nerva costruì o rinnovò il teatro. Be-
do nel 702 di Roma o 5 anni avanti G. 1 nefìzio maggiore ottenne dall'imperato-
C, narra la repentina depredazione e sac re Antonino Pio, per opera di Fabio Se-
chcggìo patiti da'coloni triestini sorpresi vero senatore di Roma e nativo di Trie-
da' giapidi; depredazione rinnovata nel ste, alle premure del quale i calali sogget-
(lupo si rialzarono le mura e le torri di chi decurioni, d'utile all'erario per telas-
Trieste, e questa fu da lui pure restau- se aumentale, e di vantaggio all' intera
rata negli edilìzi. A tali beneficenze, Au- città per gli accresciuti cittadini possiden-
gusto aggiunse l'assoggettamento de'car- ti. Sorgeva allora Trieste sul declivio del
ni calali al comune di Trieste, 28 anni colle Tiber, ov' è in oggi la Città Vec-
avanti G. C. 1 calali erano non ignobile chia, e giravano le mura pressoché un mi-
popola/ione celtica tributaria a Roma, glio; il Campidoglio erale a cavaliero coi
confinante col territorio di Trieste, nella templi ed edilizi pubblici, colle statue de-
vallata ora di Pieni; popolazione cui eia- gl'imperatori e d'illustri persone. A pie
si tolta la propria amministrazione, per del Campidoglio eravi il foro maggiore,
affidarla a'procuratori, sotto l'intendenza sul pendio verso levante il teatro; alla
del proconsole, Augusto die questi cala- spiaggia piccolo porlo per barche minori,
li in governo al comune di Trieste, il ([ita- e fuori delle mura era la città mercantile,
le mediati te i propri magistrali esercita- nel sito ora denominato la Madonna del
va il potere e percepiva le imposte; uè Mare e s. Michele, e toccava la necropoli
forse fu questa la sola commuta di alpi- diesi disse poi de'ss. Martiri, Il Campo
giani affittata pel governo alla colonia di Marzo era in riva al porlo maggiore, che
Trieste, la quale nel confine giapitlico al- chiudevasi col molo oggi dello s. Teresa,
zò una statua ad Augusto. Come Aqui- e con altro distrutto che staccavasi dulia
leia saliva in ricchezze e commerci sotto piazza Giuseppe II ad incontrarlo; alto
gl'imperatori, così crebbe Trieste, la (pia- l'anale additava il porto a'naviganli, lun-
le a' traffici di maree di terra prendeva go acquedotto provvedendo d'acqua a do-
non mediocre parte. Mollila di porto ar- vizia la città. Triplice borgata stendeva-
tificiale e sicurissimo, sulla grande via che si sulla via d' Aquileia verso Contovelo,
da Aquileia metteva nella Dalmazia, di sulla via di Emonia verso il monte Spac-
facile e sicuro approdo per chi da Italia cato, e sulla via di Liburnia verso Mon-
nellaPannouia e nella Dacia recavasi, eb- tebello, dal che la località conserva an-
be tempi migliori imperando Tiberio,
i cor il nome di Triborgo o volgarmente
Nerone, Traiano, Adriano egli Antonini, Riborgo. Altra borgata e la più nobile fra
dopo che pannoui e borici aggregali
i i tutte, stendevasi sulla strada di Parenzo,
all'impero romano, a questo ubbidirono verso s. Giacomo. Riservala a'cittadini li-
ni, ed in t u Iti vuoisi che sommassero a I imperatore d'oriente, nel 539 la lol>e
i 2,ooo.I cittadini di Trieste erano ascrit- a'goli, onde gl'imperatori grei:i fecero tor-
ti alla tribù Pupinia,e militavano più fife* nare i correttori a governar»
ci
l'Istria,j ve-
qnentemente nella legione xv Apollinare bendo Trieste visitata nel 5^2 da darse-
e anco nella flotta, Ampio avea il terri- le, che finì di cacciare i goti dall'Italia. A
torio proprio, ingrandito coll'incorpora- sua istigazione calali nel 568 longobar-i
zioni de' carni calali e di altre popola- di in Italia, vi cominciarono il loro regno;
zioni, 5o miglia
per cui calcolato il i,° a 1 ma Trieste coil'lstria rimase all'imperò
e quello de'secondi 56o, sommava a 710 greco, il quale per governare la parie d'I-
miglia romane quadrate o sia 28 leghe talia eh' eragli rimasta, creò un Esarca
tedesche. Era presidiato da opere di for- con residenza in Ravenna chiamandosi
,
colo nel 44^i cadde Aquileia per la fero- sta dominazione, uè di quella che vi suc-
cia di Attila re degli unni, Trieste non cedette. Astolfo oltre di avere occupato
molto soffrì, perchè posta fuori della via quasi tulio l'Esarcato di Rai-cuna (/''.),
per la quale ibarbari scendevano in Ita- ch'erasi posto sotto la prolezione della s.
lia, e perchè Ravenna tenevasi ancora o- Sede, perchè i greci trascuravano di di-
pulente, fatta residenza degl'imperatori fenderlo, usurpò vari domini della i mede-
d'occidente, come poi lo rimase de' re d'I- sima e minacciò di estendere le stradi al-
talia. Ravenna bisognosa di navilio e di la stessa Roma. Laonde Papa Stefano 1 F,
ve si hanno che gì' istriani (radicassero che già per dedizione de' popoli vi gv«a
persino sulle coste dell' Africa. Passata signoria, e fino dal V secolo vi possede-
Trieste nel 476, collo scioglimento del- va diversi Patrimonii della s. Sedei V.Y
re Desiderio fece peggio di lui, per cui co- dominio del mareagognava. Trieste rien-
strinse Papa Adriano I a ricorrere all'a- trava nella condizione di città agricola
iuto di Carlo Magno re de' franchi, il qua- soltanto, e per di più
gran parte di ter-
le calato in Italia e vinto Desiderio, nel perduta per commovimenti di
ritorio era
773 die termine al regno de'longobardi guerra o per richiamo di liberalità de-
in Italia, poiché Adelchi appena regnò in gl'imperatori. Fiaccatoli vigore di comu-
parte di essa. Carlo Magno restituì alla ne governo, l'autorità reale o imperiale
Sovranità della s. Sede (P.) l'usurpa- era ridotta a nome, perchè il diritto di
to da Desiderio, e con altre donazioni am- guerra fu fatto comune a'dinasti e mu-
pliòil principato temporale de'Papi,e con nicipii; cosicché il provvedere alla pro-
l'Esarcato pare die vi comprendesse pure pria sicurezza, alla propria salute diven-
Y Istria. Nondimeno in questa vi dominò ne necessità anziché privilegio. Richiama-
Adelchi dal j5q in poi come duca, e dal tisi gl'istriani, e Trieste fra questi, delle
773 sino al 775 qnal re, nel quale anno novelle istituzioni, l'imperatore Lodovi-
ricuperò l'Istria e Trieste all'impero gre- co I il. Pio confermò l'antico sistema, e
co l'imperatore Leone IV, e sotto il di lui Trieste abbandonata a se medesima
successore Costantino V, l'una e l'altra provvide modestamente come megliosep-
gli tolse Carlo Magno nel 789, che eret- pe e potè, con molto valore bensì e saga-
ta in ducato l'Istria nel 799 la conferì a cità, e con prospero evento. Nel tempo
Enrico duca, col quale comincia la serie che corse dalle vittorie di Carlo Magno
de'duchi e marchesi d'Istria, dipendenti allametà del secolo XII, Trieste dell'an-
dagl'imperatori d'occidente e da're d'Ita- tica condizione altro non potè conserva-
lia, dopoché s. Leone III in Carlo Magno re che l'antica forma di reggimento; ces-
ripristinò l'impero occidentale. Diventi- sate le relazioni co'paesi fra terra, le prin-
la Trieste e l'Istria suddita di Carlo Ma- cipali famiglie aveano in tempi ancor più
gno, questi l'unì regno d'Italia, cam-
al lontani abbandonato l'antica patria, e a-
biò la forma d' amministrazione, e nel- veano preso stanza in Venezia, fra le qua-
l'8o5a preghiere degl'istriani ridonò al- li gli Albani,! Barbarigo, i Barbaro, iLoti-
la provincia l'antica forma di reggimen- ghi, i Danusdio, i Donzorzi, i Rambolini,
to municipale. Nel diploma d' Ottone I i Tornatici, i Borrocaldi, i Barbacini , i
ni fatte alla Chiesa romana daPipino, Car- Bocco, e molte di queste furono tribune-
lo Magno, Lodovico I e altri suoi prede- sche. Si vuole che in questi tempi i triesti-
cessori, riportato anco dal Cohellio, No- ni si fossero dati al corseggiare i mari, e
titia,\ì.\io, si legge: Nec non Exarcha- che nel 939 una escursione rapissero
in
tuni Ravennatcn...atque Provincia Ve diverse donzelle in mezzo a Venezia; ma
jietiarum, et Istria. Al citato articolo vaga n'è la tradizione, non essendo certi
riportai come il Borgia spiega l'asserzio- glistoricidiquel reato. Né credibile il fan-
ne che l'Esarcato confinava colf Istria. no le condizioni uon del tutto pregiudi-
Frattanto gli ordinamenti feudali, predi- zievoli di questa città, la quale lentamen-
sposti da'longobardi, a Trieste prepara- te decadde dalla civiltà romana, senza a-
vano totalecambiamento nella sua con- ver la sventura di .scendere all'infunila de!
dizione, cambiamento che tanto più era medio evo, per risorgere a novelli ordi-
l (Minilo e malgradito, in quantochè le pro- ni e costumanze civili. Alla quale trista
vi noie et «da nubiane a veano dismesso ogni fama si crede aver contribuito la pirata-
traffico coli' Adriatico, Aquileia era scoiti- ria allorafrequente in questi mari, l'av-
pana, Ravenna avea perduto la sua im- versione de'veneti a' triestini, chea Trie-
portanza, Venezia appena sorgeva ed al ste davano il nome di Monte Barbasco.
TR I TR I 245
» cav. Mulioelli negli Annali urbani di to era sulla base che al primo formarsi
J fnczia, riporta il ratio al 943 a'3 gen- 1 della colonia erasi adottalo; ma i poteri
naio, in cui celebrando i veneziani l'an- del municipio eransi sottoposti fino dai
niversario della traslazione del corpo di tempi d'Adriano a novella magistratura,
s.Marco, nella cattedrale solevano farsi quasi del comune tulrice, ed in ogni tem-
molti matrimoni, portando seco le spose po le liti maggiori, i delitti erano riserva-
la loro dote. Certi ladroni triestini, o na- li alla conoscenza de'magistrati ili Roma,
renlani, o istriani, variando le opinioni, poi a magistrature provinciali, che coi ret-
avidi di bottino e sbucati da un nascon- tori si dissero. Durante il governo greco
diglio, a mano armata penetrati in chie- la creazione di magistrature provinciali
sa, minacciando e uccidendo, rapirono e divenne necessità, ed un maestro de'mi-
condussero alle loro barche sposi e spo- lili reggeva tutta l'Istria e Trieste, a'qua-
ti. Ed è pure in questo tempo che la cat- scali, affidò loro quel potere che sarebbe
tedra vescovile ricevea nuovo lustro per stato de' marchesi, potere propriamente
liberalità degl' imperatori. I vescovi di non sovrano, ma magistratura sottoposta
Trieste ebbero nell' 848 da Lotario re al potere sovrano e amministrativo del
o meglio da Lotario figlio di Ugo
d'Italia, re d'Italia; per il che i vescovi in Trieste
nel 948, in dono diritti che il fìsco rea-
i sentivano le appellazioni dalle sentenze
le avea sulla città con 3 miglia all'ingi- de'magistrati municipali, confermavano
ro, ossia il dominio temporale. Ne'seguen- le magistrature , ne eleggevano alcune,
ti secoli X e XI egualmente ebbero per sentenziavano pene pe' delitti e li puni-
tengono al buon governo anziché al pò- per la pratica invalsa dopo la pace di Co-
tere finanziario; e comunque incerti per stanza del 1 1 83 , e per la tolleranza dei
la condizione de'tempi, niun motivo die- patriarchi d'Aquileia che avrebbero po-
rono a collisioni fra'prela.ti e il comune; tuto contrastarne il diritto, siccome mar-
tanta fu la giustizia e laprudenza de've- chesi dell'intera provincia d'Istria, suben-
scovi, tanta la saviezza del magistrato; che trati neh 1 3o alle case degli Eppenstein,
a nzi venuta in istrettezze pecuniarie la ca- degli Sponheim e degli Antlechs,che per e-
mera episcopale, per le guerre sostenute redil aria successione aveano governato l'I-
contro i potenti del secolo, e al servigio stria. Debole spesso per incapacità allear-
de'patriarchid'Aquileia, preferi rono i ve- mi il governo de'vescovi, il comune giun-
scovi di vendere i loro diritti al comune se all'ali! aucazione, non per idee che di
medesimo, anziché a signoreslranieroche questi secoli mai furono , ma per circo-
titolo ne avrebbe tratto a dura soggezio* stanze interne ed esterne, per l'esempio
ne. Nel 948 Trieste formava comune da d'altri comuni, per necessità di difesa con-
se con ristretto territorio, ed il reggimeli* tro le venete invasioni. Gli ordinamenti
?.i 6 T R I T R I
della città non erano tali da offrir* ele- poco dopo corse grave pericolo per am-
mento a vigorosa reazione , che limitali bizione d'interno nemico. Marco Ranfo
alla proposizione di magistrature, al go- nobile feudatario, potente per armi e de-
verno d'inferiori interessi interni; sogget- naro, d'illustre famiglia cittadina, spesso
ta del rimanente al gastnldo vescovileche magistrato e in grande estimazione te-
non valeva a difenderla contro gli ester- nuto, pensò a farsi signore di Trieste e col-
ni nemici. Neli2i6fu introdotta in Trie- se il momento in cui il figlio Giovanni
ste la magistratura del podestà, Marco ne dovea dimettersi dal carico di console o
cominciò la serie, e dopo di Ini trovasi giudice in sul finir del 1 3 1 3. 11 colpo man-
MainardocontediGorizia. Il vescovoGio- cò: Marco Ranfo fu ucciso, la sua casa
vanni IV neh?. 36 alienava alla città al- spianata e interdetto di più costruire sul
cuni diritti, essendosi dispendiato [ter se- fondo che dovea rimaner nudo; Giovan-
guire nelle guerre l'imperatore Federico ni, le sorelle, gli aderenti furono banditi
11, al seguito del patriarca d'Aquileia Ber- in perpetuo, condannati nel capo e con-
toldo. Indi ne! i 253 il vescovoVolrico ven- fiscati i beni;Ranfa e Chiara figlie di Mar-
dè il diritto di dettare leggi penali, d'e- co per colmo di sfregio dichiarate adul-
leggere i consoli, di giudicare in appella- tere, e le doti loro aggiudicale a'mariti;
zione, d'esigere le multe, d'accordare l'e- la memoria de'traditori fu maledetta per
sercizio di arti. In detto anno i triestini pili generazioni , e solo risparmiale dal-
assediarono Brescia per commissione del l'ira popolare Agnese figlia di Marco, e
patriarca d'Aquileia. Fino dal i 202 il do- Filippina figlia di Giovanni. IntantoTrie-
ge di Venezia Enrico Dandolo,direttocoi sle trovossi involta in guerre , ed a fre-
crocesignati alla volta di Costantinopoli, quenti cambiamenti di dominatori e di
impose tributo a Trieste, l'assoggettò al- governi, non sempre sostenuti con felice
la repubblica e le fece giurare fedeltà a risultato da'eonti di Gorizia, rinnovando-
s. Marco. Dipoi neh 279 Trieste sottrat- si le leggi municipali sotto il podestà Mar-
tasi da' veneziani, si collegò col conte «li co Dandolo nel 1 35o. Indi i veneziani 1 i-
Gorizia e con altre comunità per muover conquistarono Trieste nel 365, e libera- 1
loro guerra, ma venne assediata e costret- tasi da essi nel i3y4sidièaì patriarca d'A-
poco dopo cessò con Rodolfo, e di perce- pubbliche di Genova e Venezia, a questa
pire un unico leggero tributo che più tar- tolse Trieste nel i 38o,e la consegnò al pa-
di venne redento. Al 295 va segnala l'af- 1 triarca diAquileia. In memoria di tale vit-
francazione totale del comune di Trieste, toria, in una chiesa di Genova fu posto
e l'acquisto del pieno diritto del proprio il Leone alato colla leggenda: Iste lapis
reggimento, il quale ad onta delle prote- in <juo est figura marmorea s. Marchi
zioni cercate ue'conti di Gorizia, diversi de Venetiis^fuitde Tergeste capto amo*
de'quali furono podestà, non fu uè pacifi- strisi 38o. Scematoli popolo per le guer-
co, né durevole. Completate in quest'epo- re continue, depauperata la città, inutile
ca le leggi municipali, che (ino dai 5o 1 1 tornando il valore contro la preponderai!»
eraini cominciate a raccogliere, provve- za de' veneti, inetti i patriarchi d'Aquileia
duto a difesa contro gli esterni nemici, re- a difenderla, insufficienti i conti di Gori-
golato il governo con saggi ordinamenti, zia, deliberava Trieste neh 382, mentre
T R ! T R I 247
era stretta d'assedioda'veneti, ili pnrfìne questo porto propagalo alle regioni estre-
:i faille incertezze, e di darsi a padrone me del globo.
saggio e potente. L'autorità del patriar- A Leopoldo neh 386 successeli duca
ca d'Aquileia era ormai pressoché nulla, Alberto III, a questi ne|i4o6 il duca Er-
tulle le città marittime dell'Istria erausi nesto, che nel 1 ^1 1 visitò Trieste, e dopo
date a' vene ti dal i 7.67 al 1 33 i;la più par- di lui Federico V ch'eresse l'Austria in
te dell'interno della provincia era deVon- arciducato, e divenuto imperatore Fede-
ti d'Istria, che a stento difendevansi con- rico III, gl'imperatori suoi successori fu-
tro il Leone alato veneto; possedimenti i rono e sono sovrani «li Trieste. Venula
del patriarca nell'Istria erano meschini. questa in dominio dell'augusta casa, ben
Ad onta della pace ili Torino, per la qua- meglio si sarebbe ristora la da'sofìerti gua-
le doveano nhhandonar Trieste, vene- i sti, se pienamente avesse potuto profitta-
ti non avrebbero rinunciato al desiderio re delle benigne concessioni che i nuovi
di tenere le spiagge tulle dell'Adriatico, sovrani le davano per attivare il commer-
l'acque del quale erano di loro, sia che li cio; ma i veneti leneano chiusi i mari e pa-
spingesse intemperanza di dominio, o co- droni eranodel commercioe della naviga-
me dicevano, li persuadesse necessità di zione di lutto l'Adriatico, per modo che i
tenere il golfo. Estinta la linea de' conti privilegi accordali nella Spagna e nel re-
d'Istria, alfine a quella de'conti di Gori- gno di Napoli a' mercanti triestini nel se-
zia, vi succedevano nel t
3y4 P er p a,, ° di colo XV I, tornarono inutili pressoché del
famiglia i duchi d'Austria, adini essi pu- tutto; la navigazione era limitata a Vene-
re de'conti istriani: la contea del Carso, zia ed Ancona, il movimento commer-
già prima da questi posseduta, era conter- ciale alla provincia di Carnio; e questo
mine al territorio di Trieste, e potenti stesso, sebbene meschino commercio di
principi erano gli austriaci, e di bella fama terra, distoglierlo vulcano i veneti per ti-
per valore nell'armi e per lenità. Fino «la rarlo a Capo d'Istria, per cui nuovi di-
remoti tempi aveano deliberalo i triesti- spiacerle nuove guerre, nelle quali Trie-
ni di dar la preferenza a'conti del Carso ste tenne farle, e meritò nel 1 1\(\[\ da Fe-
nella carica di podestà che annualmente derico 1 1 1 l'armeggio ossia lo stemma au-
eleggevano, e non malgi aditi erano alla striaco, di cui oggi ancora fa uso in luogo
casa d'Abshurg, poiché la città di Trieste della Lancia, che fu l'aulica impresa di
eia stata madrina ad Elisabetta poi spo- Trieste, e da tulli i regnanti la lode di
sa d'Alberto figlio di Rodolfo Id'Absburg Fedelissima e ben meritala. Dopo aver
imperatore e progenitore di casa d'Au- Trieste veduto neh 470 compita la for-
stria. Neh365 avea Trieste alzato ban- tezza cominciata da'veneti,e rifatte le mu-
diera austriaca, ma presa la città a forza ra, e dopo aver veduto i turchi scorrei e
da'vi neli e stornalo per allora il divisa- il Carso, nel 1 5o8 dalla repubblica di Ve-
mene), si die in sudditanza a Leopoldo nezia nuovamente invasa, pero-
si vide
il Lodevole duca d'Austria, il quale nel pera de'generali Contarmi e Cornalo, e
j 382 benignamente |'accolse,e rinnovan- governata da Alvise Zeno e Francesco
do que'buoni diritti che predecessori di i Cappello militarmente e per pochi mesi.
lui ebbero dal voto di Trieste, accolse in In questi però fu laglieggiala con rigore,
perpetuo patrocinio e dominio la troppo multala di 15, 000 ducali, e poi spogliata
travagliata città. Nello slesso anno inviò di antichi monumenti che furono trasfe-
per recapitano in Trieste l'austriaco con- riti a Venezia. In quella memorabile epo-
te Ugone di Duino che , alzò il glorioso ca, Venezia per intemperanza di domi
vessillo d'A ustria sulle torri dell'antica co- nio in terraferma, occupate ancora la con
lonia romana; tuttora vi è spiegalo, e da tea diGorizia e alcune ci (là pontifìcie, vide
a48 T R I T P, l
collega rsi in Cambray tanln parte d'Eu- le fosse dato di supplire a'difetti natura-
ropa per frenarla. Dopo ricuperala la li- li. Carlo VI deciso d'aprire alle sue pro-
bertà,! triestini furono nel 5i i raffiliti dal- vincie tedesche un porto di mare, che i
l'orribile terremoto, che abbattè le mu- commerci creasse piuttosto che avvivas-
ra e le torri; altri infortmiii furono la sud- se, pose mente a questi suoi litorali, e
eletta peste del i600 con grande strage, volle Affrancarsi dalle venete restrizio-
l'incendio nel 1 600 del pubblico palazzo, ni. Pendeva il giudizio fra Aquileia che
tosto ricostruito, e l'assedio inutilmente voleva richiamarsi all'aulico splendore,
tentalo da' francesi nel 1702. Nel tempo ma vi ostavano 1' isola di Grado e le la-
corso fra la fortunata dedizione all' Au- gune in dominio de' veneti ; e fra Fiume,
stria, e l'era novella a'tempi di Carlo VI, Segna e Carlobago, ma a giungervi con-
Trieste salì e ricadde, acquistò Castel- veniva passare sotto il veneto cannone
nuovo, ed avea l'animo di ricuperare l'an- dell'isole di Veglia, di Cherso e del lito-
tico territorio; ma perde S. Servolo con- rale istriano: fu data la preferenza a Trie-
tro veneti, perde altre e BPM poche vil-
i ste perchè aperto il mare, e l'imperatore
le, che non più furono a lei riunite. La si propose di farlo libero, come lo di ven-
condizione economica della città andava ne per la fermezza mostrata, eia quale
col progredire de' tempi scadendo per non poterono declinare le solenni e ap-
sempre maggiori stretlezze,e sensibilmen- posite ambascerie. Nel 17 17 Trieste, in
te diminuita negli abitanti. Piccolo il ter- preferenza d'Aquileia e di Fiume, fu di-
ritorio e per buona parte non suscettibi- chiarato porto-franco, ammessi gli este-
que'mezzi di che Dio l'avea fornitaci po- ra continua, mutui commerci avviarsi, e
ter alzarsi ad emporio, purché il mare le consoli austriaci inviati in porti forestie-
fosse dischiuso, e per eccezioni e privilegi ri, consoli foraslieri accogliersi in Tric-
T | I TR I a4g
ste, e nominare essa medesima un con- Ferdinando barone d'Hompesch, caccia
sole alla nazione greca, che tanto in al- toda'francesi da MaUa r %\ recò a Trieste;
lora dalla Turchia non poteva esigersi, dove nel 1799 vi giunsero pure le prin-
oc sperarsi. Maria Teresa concluse trat- cipesse reali di Francia M." AdelaideClo-
tali di pace e di commercio colla Por- tilde e Vittoria Luisa, zie di Luigi XVI,
ta ottomana e colle potenze di Barba- di Luigi XVIII X, e moren-
e di Carlo
ria, istituì il capitanato del porto, re- dovi nel 1 800 furono temporaneamente
golò i sensali, creò la borsa mercantile, depositate le loro salme nella cattedrale,
die regolamenti sanitari, dettò leggi pe' donde nel 1 8 4 si trasportarono
1 in Fran-
fallili, per la giurisdizione e procedura io cia, come narrai in principio. Nello stes-
all'ari mercantili, per le cose di cambio e so 1800 arrivò in Trieste la regina delle
di commercio, per le le dogane, pe'tran- due Sicilie Carolina d'Austria. Neli8o5
si ti colla Lombardia e colle Fiandre. M. seguì l'armamento della guardia civica
Teresa potè veramenledirsi madrea'frie- e la benedizione delle bandiere; ma il ge-
ste, e meritare che la sua città novella si neral Solignac in nome del maresciallo
fregiasse del suo celebre nome. Il figlio Massena, prese Trieste per Napoleone I
1796 aggiunse alla cillà il rione del suo ìvald battaglioni provinciali pugnaro-
i
nome, ed a cui la città eresse a suo onore no valorosamente, sebbene con sorte av-
un obelisco sulla sommilàdel monte Op- versa. Trieste presa di nuovo dall'armi
cina o Opchiena. Per la rivoluzione e re- francesi guidate dal general Schitt, fu ta*
pubblica di Francia, nel 797 ebbe luo- 1 glieggiata di 5o milioni, e pel blocco con-
go la guerra d' Italia ; dopo l'assedio di tinentale cessò da'lrallici. Passata in do-
Mantova, e della battaglia al Taglia- minio dell'impero francese, fu incorpo-
mene, il general di brigala Gioacchino rala alle provincie illiriche; ed il gene-
Min al a'i3 marzo enlrò in Trieste, e la rale degl'insorgenti Montechiaro, preso
occupò per la repubblica francese; per colle armi in mano, fu con altri 8 condan-
memoria della quale presa fu coniata me- nato alla fucilazione. Trieste fu successi*
daglia. Indi a'29 aprile il generale in ca- vamenle governata da'francesi Marmont
po Napoleone Bonaparte enlrò in Trie- duca di Raglisi, conte Bertrand, Junot
ste, e vi m fermò 24 ore Seguì quindi la - duca d' Abrantès e Fouché duca d'O-
taglia di 2,Goo,ooo lire tornesi, e la ve- tranto. Nel governo francese di Napoleo-
nula in Trieste del general Bernadotle. ne I, 8 o fu istituito il liceo e il gin-
nel 1 1
Poco dopo a' 24 maggio vi rientrarono nasio, ebbe luogo la recluta o coscrizio-
gli austriaci. Nel 17988*24 luglio gran il ne, il transito de' conti dal Levante per
maestro dell'ordine Gerosolimitano fr. la Francia, I' Entrepòt reale, la società
vol. ixxx. 1 ?
7. hì T n I T A I
della Minerva: nel 181 f si fondò il col- lincile, ebbe la lìdia enormelaglia di So
legio imperiale di educazione; il laz.zarcl- milioni, e col frullo «li pressoché oo au- i
ni nemiche del 1797 e deh8o5 furono della de'triestini all'augusti) casa d' Au-
funesle per le taglie di guerra esorbitali- stria, e facendone encomio come argo-
li, e per gl'inlerrotii 1 1*0 (bri, le guerre ed mento d'ubbidienza, dispensò da ungiti-
i rivolgimenti in cui tutta Europa fu in- ramento.cheo non si sarebbe prestatocela
volta non tornarono a Trieste pregindi- forza col labbro sol tanto. Pei* I» quale fede
zievoli, perchè negli anni ne'epiali l'An- temila anche nelle sventure e sotto st ra-
sino si lentie in pace, fu imo de'pochi por- mero dominio, Francesco impartì alla 1
roso navilio de'Lnssini, quello delle Roc- l'angusta casa, alla (piale la sua ileo idez-
diedi Cattalo, ebbero col navilio di Trie- za è dovuto, la (piale sollogli auspicò del
sle comune il vessillo, e vennero ad au- regnante imperatore Francesco C/msep-
nientarle. E sebbene neh8o5 le novelle pe è in via d'ulteriore e splendido incre-
provinciedi mare andassero perdule,pu- melilo.
re la via ero nota e calcata, e l'anno 1 809 Dirò per ultimo, come di recente Trie-
segnava il massimo stadio della prospe- sleebbe il tristo onore di ricoverare deli-
rila ed attività di Trieste, il ili cui nome tro le sue mura, di albergare per piò au-
notisMiiio nuovo
si era nel vecchio e nel ni, e di raccogliere le cenci i illustri d'u-
niondo ma questo medesimo anno do*
; na delle tante vittime degli sconvolgi
vea segnare epoca infausta. Ceduta alla menti politici, di coi va Cotanto prodiga
Francia e incorporala alle provincia il- la nostra infelice età. Intèndo parlare del
t r i T RI 2 W
magnanimo, leale, virtuoso e sventurato sulla testa del saggio primogenito 1' in-
d. Culo infante di Spagna, ossia Carlo V fante d. Carlo-Luigi, che assunse il no-
re di Spagna, per quanto narrai in quel- me di Carlo VI e di conte di Montino-
1' articolo e negli altri relativi. Nato per li!). Dopo la sua abdicazione il re d. Car-
onorare il trono colle sue distinte qualità, lo, ricuperata la libertà, col titolo di con-
a cui per diritto legittimo stabilito era te di Molina andò a stabilirsi a Genova,
destinatOjCome hanno pure provato scrit- ove gli onori e le premurose sollecitudi-
ti luminosissimi, ed io in breve riportai ni del re di Sardegna Carlo Alberto gli
a Spagna; diritto che a suo pregiudizio procurarono i conforti e le consolazioni
alterato, gli fu contrastato dal prevalente di cui tanto abbisognava. Quella ospitale
spii ito rivoluzionario, nemico delle legit- re.-ddenza non dovea prolungarsi pe'cam-
time successioni alle corone, come si espri- bia menti politici; laonde gli furono aper-
mono i detti scritti stampati, e dal più ri» ti per amichevole soggiorno gli stali au-
provevole decadimenti che registrò la striaci; Trieste, e per qualche tempo Ve-
storia. Fu inoltre lo stesso spirito rivolu- nezia, furono scelti per fissarti una dimo-
zionario, che sagrificò Carlo V quale e- ra,che riguardo alla prima delle nomi-
roico campione, che rappresentò ne'uo- nate città dovea essere per l'afflitto mo-
sti i deplorabili tempi il principio religio- narca il teatro ile' suoi ultimi dolori e I.»
Pio IX, principalmente nel concistoro ile parenti RI." Adelaide Clotilde e Vittoria
26 luglio 1 855 coll'allocuzione: Nemove- Luisa di Borbone permanili, tumulale
strum ignorat, di die trattai a Toledo in nella stessa cattedrale) nella speranza che
uno all'allocuzione, mentre a Valenza fa- vena giorno in cui la nobile patria del-
rò parola della recentemente vinta terri- l'augusto defunto potrà rendergli il tri-
bile rivoluzione nel luglio 1 856. A com- buto di lagrime e di onore che merita ,
piere il riferito a Spagna sullo sfortunato giacché non le fu dato offrirgli nella splen-
principe,qui aggiungerò: Che inaugurala dida reggia che lo vide nascerceli omag-
la guerra de'7 anni, dopo la morte del re gi di rispetto e di venerazione di cui e-
Ferdinando VII,dall'encomiato d. Carlo ra sì degno. Mentre d. Carlo soggiornava
suo fratello e legale successore, e sostenu- in Trieste, nel dicembre 84q fu colpito
1
zo a' suoi prodi difensori e alle abnega- del principe, e nel febbraio s'aggiunse l'i-
zioni die molte prove di principe caval- nappetenza, la quale arrivò a tal segno che
leresco e valoroso; ma per la lotta disu- lo stomaco ricusava ogni alimento, per es-
guale terminata pel novello Giuda, Car- sersi a quell'organo estesa la paralisi. Pro-
lo V soggiacque alla prigionia di Bour- cedendo il languore e giunta la sua vita in
ges, nella quale nobilmente depose la co- grave pericolo,divotamenlesi confessò da
rona di Spagna, e la collocò degnamente d. Pietro Barrerà Raton suo confessore, e
2 5?. TRI TR I
riceve con pio fervore il ss.Viaticodal ve- ciò, d. Guillen, d. Teijeiro e d. Florez
r
scovo tli Trieste mg. Legat, accompagna- promisero che ne' 7 giorni iu
alla regina,
lo da solenne processione e dal governa- cui il regio cadavere fosse restato sopra
tore della ciltà barone Pascolini, ed in- terra giammai l'avrebbero abbandonato,
contralo a pie delle scale dalla moglie di siccome fedelmente eseguirono. L'infau-
d. Carlo, la regina M." Teresa di Bragan- sta notizia per telegrafo fu notificata al-
za, e dal figlio l'infante d. Ferdinando con l'imperatore Francesco Giuseppe, e a di-
torcie accese. Questi due personaggi iu sì versi principi d'Europa, e celeremente ne
supremi momenti, insieme a d. Giusep- riportò le loto condoglianze agli afflitti
pe Villavicencio conte della Costanza, al sposa e figlio. Collo stesso mezzo si pie-
medico e ad altri della corte, prodigaro- gò il granduca di Toscana di partecipa-
no al principe aggravalo tutte quelle con- re la pianta perdita agli augusti parenti
solazioni ch'erano in loro potere. Aumen- di Napoli, al re Carlo VI figlio del defun-
tandosi rapidamente il male, gli fu am- to, e all'infante d. Sebastiano figlio della
ministrata l'estrema unzione in presenza regina, i quali partili da quella città per
di tutta la famiglia, che prostrata a pie Trieste doveano passare per Firenze. E-
di quel letto di morte pregava Dio per l'a- guale avviso si fece pervenire all'infante
gonizzante sposo, padre e signore. Reci- d. Giovanni dimorante in Londra (del cui
tatesi le commoventi preghiere pe' mo- reale matrimonio celebrato in Modena e
ribondi, dal re ripetute a voce sommessa, festeggiato con Tonico, a quest'articolo
questi conservandosi calmo e tranquillo, ne riparlai). Frattanto si celebrarono mes-
gli altri e specialmente la regina e l' in- se direquiem in tutte le chiese della cit-
fante si struggevano in lagrime. La regi- tà; e 36
ore dopo la morte del re ne fu
na genuflessa baciò la mano dell'amato imbalsamato il corpo per iniezione col si-
consorte, e ne ricevè l'ultimo addio. In- stema di Ganal, colla semplice apertura
ginocchiatosi il figlio domandò al diletto della carotide sinistra, in presenza de'ri-
padre la sua estrema benedizione, il qua- cordati gentiluomini e del segretario re-
Je profondamente intenerito l'impartì sul gio d. Domenico de Azeoaga, e poi fu ve-
suo capo, ed estensiva a'figli assenti, già stito da maresciallo colle insegne del to-
per via comechè avvisati del pericolo del son d'oro, e delle graucroci di Carlo III
genitore. Finalmente tra' conforti della e di s. Ermenegildo. Tutta la servitù per
religione, a ore 9 e mezza de' io marzo 1' ultima volta baciò la mano all' estinto
1 855, nell'età di 67 anni meno 2 \ gior- signore, e con torcie ne accompagnò la
ni, rese la sua bell'anima al Creatore. La salma nel gran salone di sua abitazione,
regina con mirabile slancio abbracciò l'e- ridotto a cappella mortuaria ,
parata a
stinto sposo, e coprì e bagnò Usuo volto lutto cogli stemmi di Spagna. Ivi tra due
di baci e di pianto copioso; altrettanto fe- altari, ove senz'interruzione celebrossi il
ce lo sconsolato figlio: indi ritiratisi am- s. Sagrifizio, restò esposto su alto letto im-
bedue ne'loro appartamenti, diedero sfo- periale, sovrastato da baldacchino, cir-
go al giusto dolore, dividendone la fami- condato da 12 torcie, oltre i 6 cerei late-
glia di corte 1' angoscie. Queste non im- rali al Crocefisso ch'elle alla testata del
pcdironoalla regina nella fortezza del suo letto, e vicino fu collocata la corona reale
animo di rivolgersi ad essa, dichiarando- sopra un cuscino di seta bianca. Oltre il
le con generose parole: Se avete perduto gentiluomo di guardia guarnì i' ingres-
un padre, ecco una madre che dividerà so della cappella una guardia d'onore di
con voi quel tozzo di pane, che la divina granatieri imperiali inviala dal governa-
Provvidenza vorrà conservarle. Ed allo- tore militare barone di Mertens. Gran-
ra i gentiluomini di camera d. Villaviceu- de e riverente fu il concorso d'ogni celo
TR I TR I 253
di persone per vedere defunto re, come il de'due cappellani, rammentando la pla-
da lutti veniva chiamato; ed ogni giorno cida e santa morte del re, e la dolce spe-
io preti unitisi a'due regi cappellani can- ranza che già una gloria imperitura co-
tarono solennemente il vespero de'defun- ronasse quella vita menata pura attraver-
ti. L'infante Ferdinando edificò lutti
ci. so di tante tribolazioni che l'aveano tra-
con l'amore filiale, imperocché in tutte vagliata. 1 1 generalCabrera da prode, con-
le notti recossi a pie del catafalco a pian- servatosi tranquillo, superando la piena
gere il genitore, ed in ogni mattina a pre- de'senlimenti che lo dominavano, vinto
gare riposo alla sua anima nelle messe. finalmente dalla sciagura, anch'egli sciol-
mattina del \i il barone di Merlens
JN'ella tosi in lagrime, volle recarsi a pie del ca-
in gran tenuta recossi in nome dell' im- tafalco, ed ivi sfogò il suodolorecol pian-
peratore d'Austria a presentare alla ve- to econ pregare Dio pel suo amato re e
dova regina e a tutta la real famiglia le caro signore. Il vapore che recò a Trie-
bue condoglianze, ed a mettersi alla sua ste Carlo VI, vi condusse pure Enrico V
disposizione. In fatti nulla fu oinmesso da di Francia ossia il contedi Chambord,ac-
lattigli ossequi e d'onori verso il defunto, compagnalodal conte d. Ettore Lucche-
e di delicati riguardi e consolazioni pe'su- si-Palli (suo padrigno come marito della
perstiti regi parenti ; e l'arciduca Ferdi- duchessa di Berry, edora fatto dal re delle
nando fi atollo dell'imperatore, conlra ai- due Sicilie duca della Grazia), dal duca
mirante e comandante in capo della ma- di Levis, e dal conte Edmondo di s. Mau-
rina imperiale residente a Trieste , seb- rizio: l'augusto principe si presentò a con-
bene assente , deputò il suo aiutante di dolersi colla regina e cogli altri membri
campo conte Hadik a recarsi da Vene- della reale famiglia. Questa visita deli.
zia a Trieste, non che inviò da Vienna rappresentante dell'eccelsa stirpe Borbo-
il conte Miehicli con lettera onde com- nica,e le parole di conforto che le porse col-
plimentare la vedova regina. Ili.° di tali l'amabilità e la schiettezza del suo nobile
signori, come pratico del paese, dietro in- carattere, riuscirono a'suoi afflitti parenti
vilo del conte della Costanza, assunse l'in- d'immensa consolazione, anche per la sua
carico di dirigere i funerali, con appro- aifeltuosa offerta di presiedere a'funerali
vazione della regina. A' 1 5 il telegrafo an- iu nome della reale famiglia spaguuola.
nunziò il prossimo arrivo di Carlo VI con Nella sera di detto giorno, formalmente
l'infante d. Sebastiano, ed eziandio del- fu deposta la regia salma in una cassa di
l'infante d. Giovanni. Questi giunto, po- piombo coti coperchio di cristallo onde
co dopo arrivò pure da Londra il cele- potersi vederla, ponendosi al capezzale un'
bre general Cabrerà conte di Morella col- iscrizione latina incisa sul bronzoe invol-
la sua sposa. Un'ora dopo il meriggio fe- ta in tela di seta, dentro cassetta, insie-
cero il loro ingresso in Trieste Carlo VI me ad uno de'sigilli usati dal defunto, e
cond. Sebastiano. Indi ebbero luogo scene ad una moneta di rame coniata in Sego-
strazianti e indescrivibili nel riunirsi la fa- via colla effigie dello stesso Carlo V. Sal-
miglia reale, perlacommozione degli af- dato il coperchio della cassa, fu sigillata
fetti mescendo insieme le loro lagrime
, col sigillo della città di Trieste. Poscia
in deplorare l'amara perdita. Quindi suc- la cassa fu racchiusa in altra di mogano
cesse un cupoeloquentissimosilenzio, poi- nobilmente ornata e fregiata dell'armi
ché il comun dolore soffocava le parole. diSpagna, e fu chiusa con due chiavi,
Questo desolante spettacolo ruppe l'in- che ritirarono una d. Azeoaga, V altra il
fante d. Sebastiano, rivolgendo alla ma- coute della Costanza. Nella mattina del
dre parole confortatrici e di consolazio- i6seguì il solenne trasporto del regio ca-
ne, alle quali seguirono quelle rispettose davere alla cattedrale, su elegante carro
2 >4 TRI TR i
loto nero sostenuto da 4 colonne, da cui feretro sul catafalco innalzalo in mezzo al-
pendevano gli stemmi di Spagna, essen- la nave principale, il contedi Cbamboid
do il lutto sormontato dalla corona reale. prese il posto d'onore preparatogli in mez-
Era tirato il carro da 6 superbi destrieri zoal presbiterio, e negli scanni immediati
coperti di bardature nere e condotti da' qne'che facevano parte della lugubre co-
palafrenieri delPareiducaFerdinandoclie mitiva. Le autorità e le alti e distinte per-
li avea forniti. Sopra il feretro si collocò sone che l'aveano accompagnata, prese-
la spada, il bastone e la sciarpa di ma- ro secondo il loro rispettivo rango po- i
resciallo, l'insegne equestri di Carlo III, sti già assegnati. Accanto al catafalco ri-
do, abbiamo perduto buon re, il be- il za del capitolo e clero presieduti da mg.'
r
nefattore de'povere/li. Conviene sapere, vescovo, della regia servitù, del d. Ivan-
che il principe sebbene ridotto u strettis- deler e d'altre distinte persone della città,
sime facoltà, col suo generoso cuore tro- fu posta la cassa di mogano in altra mor-
vava mezzi d'essere caritatevole «/bi-
i tuaria di legno, e così fu collocala nella
sognosi, polendo dirsi che il povero lar- tomba. Cantatosi un Non reeorderis, e
r
giva a'poveri, perchè dovizioso di carila. data l'assoluzione da mg. vescovo,si chiu-
Lentamente progrediva la pompa fune- se il sepolcro e sul quale dipoi fu messo
bre fra le melanconiche melodie degli un marmoreo epilallio. In seguito fu ce-
Strumenti musicali alternate dal canto bi alci la messa di requiem dal canonico
grave e «usurato del clero, mentre le cam- curato, coli 'intervento di mg.' vescovo,
pane di tutte le chiese suonavano il flebile del capitolo e clero, oltre le persone della
doppio de'morti. Dopo due ore la proces- real casa e della citlà, e delle milizie ci vi-
T R I T RI 25 7
triestino eziandio lo amò in vita e lo ve- tipografi del Lloyd Austriaco, 1 841». Il be-
1
nerò in morte, benché per lui principe uemerito dell'Istria d. Pietro Kandler,
Straniero, e forse fu sincero interprete del Pel fausto ingresso di mg. 1'
d. Bartolo'
popolo spaglinolo, che senza dubbio lo meo Legai vescovo di Trieste e Capo
pianse in silenzio. Il vescovo di Trieste fé- d'Istria, Trieste f 847-
ce mostra delle sue evangeliche virtù, re- La fede cristiana fu annunziata a Trie-
candori assiduamente ogni giorno a con» dall'anno 5o dell'era corrente,
sle fino
furiare la desolata regia famiglia, inge- per opera di s. Giacinto invialo da s. Er-
cenza di tutti quelli che poterono avvi- Giusto. L'Oghelli riferisce che nella cal-
cinarlo. Sotto l'aspetto di uomo politico tediale si venerano i corpi de' ss. Giu-
lascio alla storia d'apprezzarlo, se sovra- sto, Servolo, Lazzaro, Apollinare e Ser-
io o principi di sua epoca, trovatisi in cir- gio,del quale ultimo diceCuleli venerarsi
costanze di perfetta analogia, seguitaro- in Roma il suo corpo. Data da Coslauli-
no la linea di condotta da lui osservala; 110 I la pace alla Chiesa e la libertà a'eri-
aeciò essa dica imparzialmente «pianto il stiauiper l'esercizio del loro culto, questi
mondo ha diritto d'esigere, anche sulla poterono costruire il principale e pubbli-
memorabile iotta instancabile durata un co tempio, e lo fecero nel finir del IV o
setleuuio contro4potenzecollegateemu- sul principio del V secolo nel Ganopido-
nite di forze formidabili, senza cedere ad glio, colle rovine di quello già iuualzalo
altro che all'infame tradimento, quando a Giove, Giuuoue e Miuerva,dedicaudoto
a ìrT T II I TRI
alla D. Vergine Mutria. Già però notai che 100 armi, forse v'involse Frugifero, ma
il i ."tempio de'crisliaui in Trieste fu quel- certamente l'immediato successore e gli
lo di 6. Silvestro I, stalo abitazione delle altri, almeno in buona parte. Venuta
ss. Eufemia e Tecla, ed uve primitivi i Trieste in potere di Carlo Magno, Aqni-
fedeli si adunavano affiti preghiera ed a leia ricuperò i suoi diritti metropolitici
celebrale le loro liturgie. Nel .024 Teo- sui prelati di Trieste, i quali pressoché
dorico re de' goti permise l' istituzione tutti si scelsero fra'capilolari d'Aquileia,
de' vescovati nell'Istria, ad intercessione meulie a' tempi de' greci sembra che si
norede'ss. Giusto e Servolo triestini, poi ed allre molte terre sulla cosla istriana.
riunito alla basilica di s. Maria, onde di Conformandosi all'esempio de'patriarchi
due formò una,collocandovi corpi
se ne i d'Aquileia ed allo spirito de' tempi, i pre-
di delti santi titolai i, e di quegli altri mar- lati triestini ebbero numerosi vassalli e
tiri che avenno nobilitalo la loro patria : militi per servizio di guerra, e non isde-
nella stessa epoca s'istituì il capitolo del- gnarono di trattare essi medesimi le armi
la cattedrale. Conviene qui riferire, che al seguito del patriarca; la quale loro con-
la diocesi di Trieste descritta dalì'Ughel- dizione mettendoli a contatto co'poteuti
li era maggiore dell'antico territorio del- del secolo, ed attirando sopra di loro ni-
la colonia romana di Tergeste, perchè mistà e guerre, li pose a gravi strettezze,
abbracciava l'intuente
ta
e Mutria.
00 Passa- perchè ricusato da multi vassalli l'omag-
la poco dopo l'Istria in potere degl'im- gio, e datisi ad altro padrone, devastate
peratori greci, e l'Italia superiore in po- le terre della chiesa, mancarono loro i
tere delongobardi, fu di questi Aquileiaj redditi a sostenere quel fusto e decoro che
Trieste e Grado (nella quale era stata doveauo sfoggiare alla corte del patriar-
trasportata la sede poi patriarcale d'A- ca,che in ogni anno avevano debito di
quileia, da Niceta e da Paolino* e stabilita visitare e seguire. I vescovi, perduti molti
da Elia con autorità di Pelagio 11 Papa feudi, gravati di debili, doverono nel se-
nel ^79, secondo il Novaes) de'greci,cho colo XIII patteggiare col comune e ven-
in baverina tennero un esarca al gover- dere a questo i diritti che avevano sulla
no di tali parti d'Italia che greche rima- città; ed è degna di lode la moderazione
sero. Le divisioni politiche smembraro- loro, se ne'lempi di massima prosperila
no pure il patriarcato in due, quello di non vollero estendere e consolidare il lo-
Aqnilcia pe'longobardi, quello di Grado ro potere terreno. Alcuni vescovi porta-
pe'greci,dimodoché il vescovo di Trieste rono il titolo di conti di Trieste. Venula
a ([nello diGrado era soggetto come a Trieste in dominio di casa d' Austria, pre- i
suo metropolita, ccon lui fu involuto ne' lati triestini niuna relazione conservaro-
tentativi di togliere all'ubbidienza della no col patriarca, più di quella ch'esige-
s.Sede, insieme a /ùivttim/, l'Istria nello vano la dipendenza gerarchica e gli uflisi
scisma de' Tiri \ipitt,H(l '.), tentati vi che della religione ; l'influenza de'palriarchi
i<n imi uno fruttranei.il umetto scisma de' sulla scelta de'vescovi andò cessando. I.a
Tre Ca/ululi^lw lacerò tu Chiesa più di quale scelta esercitala poi dal capitolo del-
t a i TR 2 >7
l
la cattedrale, dando occasione troppo fre- Giovanni II poi patriarca di Grado, nel
quente a scandali ed a scissure, per in- 766 Maurizio, nel 788 Fortunato indi
dulto pontificio si devolse nel secolo XV patriarca di Grado, uell'8o4 Leone, nel-
all'encomiata casa d'Austria, la quale pel I'8i4 Teodoro, nell'848 Giovanni III, a
i ."nominò Enrico dopo di avere il du-
111, cui Lotario figlio di Lodovico il Pio, ci»
ca Leopoldo il Lodevole ingiunto al ca- vitate/n Tergcslum donaviV, ma sembra,
pitolo d'astenersi di procedere all'elezio- secondo Ughelli,che questo Giovanni fio-
ne del vescovo. Nel secolo XVI la chiesa risse nel 948, e la donazione doversi piut-
triestina, lasciato il rito aquileiese, che tosto attribuire a Lotario figlio di Ugo.
dicevasi volgarmente patriarchino.adotlò Taurino fiorì nel 909 e fu caro a Beren-
il romano nel i 586. Dipoi nel 7 5 i 1 per la gario Ire d'Italia, il (piale gli donò due i
soppressione del patriarcato d' Aquileia, castelli di Verino nel territorio di Paren-
Trieste fu dichiarata suifraganea del nuo- 7.0. Radaldo del 929, e siccome in questo
pendette sino al 1788, nel quale anno, vano la diocesi di Capo d'Istria, il re Ugo
menlre appunto accrescevasi della dioce- gli donò il vescovato di Sipar e Umago.
si di Pedana nell'Istria austriaca, venne Nel 948 Giovanni IH, se non si ammette
il vescovato di Trieste soppresso e desti- il precedente di il IV,
tal nome, viceversa
nato a far parte della diocesi di Gradi- al quale si donazione di Lo-
attribuisce la
wv7,fc»tla sulfraganea di Lubiana. Ma po- tario figlio d' Ugo, del dominio tempo-
co dopo il 1
790 restituita a Trieste la se- rale di Trieste e suo territorio nell'esten-
de vescovile, ebbe anzi ad aumentarsi nel sione di 15,000 passi, dicendosi nel di-
1Ò28 colla diocesi soppressa di Emonia ploma, prò amore Dei, animaeque no-
o Città Nova; cosicché in oggi si com- stri patris, ìiostraeque remedio: inoltre
pone di 3 vescovati, non calcolato quello ebbe in dono nel 963 dal patriarca d'A-
di Capo d'Istria, perchè dali83o unito quileia Rodoaldo il castello di Rovigno,
soltanto nella persona dello stesso prela- allora della chiesa di Parenzo, ed assistè
to, ed ambedue sono tuttora suffraga nei alla cousagrazioue di quella cattedrale e-
di Gorizia. Dopo il vescovo Frugifero tro- seguita dal patriarca. Nel 990 Pietro I,
vasi nel 56f) Gerniniano, che d'ordine di secondo il Coleli nel 1. 10, p. 34*> dell' /-
Paolino patriarca d' Aquileia trasferì ila lalia saera. Ricolfo nel 006 intervenne 1
questa in Grado le reliquie ile' ss. mar- al concilio di Francfort. Adalgero nel
tiri. Indi nel 579 Severo Tergestinus Io3 t assistè alla consagrazione che Pop-
Episcopus intervenne al concilio provin- pone patriarca d'Aquileia fece di sua ba-
ciale di Grado tenuto da Elia patriarca silica da lui edificata in onore della B. Ver-
d'Aquileia, e poscia dall'esareaSrnaragdo gine ed esistente ancora in Aquileia, e nel
fu condotto col patriarca Severo a Ra- 1072 prestò il suo consenso alla donazio-
venna ad abiurare lo scisma, in cui tosto ne che fece Poppone della chiesa di s. A-
ricaddero nel conciliabolo di Marano. Il pollinare posta nella sua diocesi, a Zeno-
vescovo Firmino nel 602 per I' esorta- ne abbate del monastero di s. Nicolò del
Gregorio 1 e per gli eccitamen-
zioni dis. Lido in Venezia. Eriberto vivea nel 002, 1
Gregoriojiudi ucl 781 Giovanni l,ucl 739 de'ss. Martiri di Trieste. Neh i34 Diati-
2 58 TRI TR I
moro o Diasimaro, die nel ! 1 ^o inter- za data dal patriarca d'Aquileia Bertoldo
venne in Verona alla consagrazione della in favore del vescovo di Parenzo: bensì
chiesa di s. Giorgio, falla dal patriarca neh 253 seguì Rolaldo patriarca d'Aqui-
d'Aquileia Pellegrino. Nel i 1 48 Ber- leia, che con 3o,ooo uomini cinse Bre-
nardo, che nel i
177 donò a' suoi cano- scia d'assedio, contro Mainardo conte di
nici delie possessioni e intervenne alla Gorizia che strenuamente la difese. Di-
pace conclusa in Venezia tra Papa A- ce l' Ughelli, che sebbene si trovò costret-
lessandro 111 e |* imperatore Federico I, to per 800 marche di vendere a'triestini
Luitoldo, nel i 190 Volfango o Woscal- nonico d'Aquileia eletto dal capitolo, con-
eo canonico della cattedrale eletto dal ico del quale s'intruseAllungo de Visgo-
capitolo, sebbene il patriarca d'Aquileia ni o Wocisperch canonico della calle-
ne pretendesse la nomina, poscia confer- di ale, e postulalo da alcuni suoi colleglli ;
V'altero o Volfechero patriarca d'Aqui- tre il 1 255, che Muratori parlando di sue
leia, e nel 121 1 nella decisione senten- monete ritenne continuare nel vescovato
ziatada quel prelato tra l'abbate Mosa- dopo le censure da cui era allacciato. Nel
cen o sia di Moggio e il conte di Gorizia. 12)5 Alessandro IV riconobbe e confer-
Nel 1212 Corrado lìoj ini dalla Pertica, mò in vescovo di Trieste Givardo , che
intervenne ad una sentenza del rammen- PUghelli chiama Guaroerio; e nel 1260
talo patriarca, nel 1 223 ottenne dall'im- era vescovo Leonardo o Leonida, il qua-
peratore Federico 11 la confi nua de'pri- le coniò le sue monete; indi si trova uno
vilegidi sua chiesa, e fu munifico co ca un- ;
vameufe vescovo Arlongo nel 1262 (pia-
nici della cattedrale. Nel 1 232 Leonardo l le legittimo pastore, e visse sino al 1282
o Bernardo di Cuccagna, inetto per infer- circa. Il Coleti però dice che nel 1273 vi-
mità, onde nel 1233 scrisse al patriarca vea il vescovo Antonio, secondo il Bucel-
Gregorio d'Aquileia il Papa Gregorio IX lino. Nel 1282 Ulviuo o Ulivino de Por-
acciò l'esortasse a rinunziare, onde il capi- cui tempo, veneti Itane eìeilatem,ir-
tis, al
tolo che lo avea elettogli sostituisse altro rito conaUi obsederunt. Nel 1286 a'iq
idoneo. Nel 1235 Giovanni IV, che visse febbraio il vescovo Oliverio, che dev'es-
in turbolentissimi tempi di guerre, ed a sere il medesimo Ulviuo, fu eletto arbitro
cui'serisse Gregorio IX forse per segua- a definire la controversia ch'era fra il do-
le parti di Federico 11 nemico della Chie- ge Giovanni Dandolo, e il patriarca d'A
sa. Nel 1237 onci 1253 Volrico o Odol- quileia Raiinomlo.Nel 287l>rissadeTop- 1
l'ico de Portis, ma la 2/ data forma ana- po Hic militare magis, quani episco-
:
cronismo con dirsi dall' Ughelli che fu p<iìc gessi!, imperami. Eternai timi do-
al concilio di Lione I, per la deposizione mi tumforis, lùclesiac sibi ereditar, ar-
',
sto;ridusse a miglior forma il palazzo ve- tare maggiore a'28 novembre, nel i3g '7
scovile, redense diversi beni della mensa tenne il sinodo diocesano, ed accusato a
impegnati, e fu l'ultimo vescovo a coniar Bonifacio IX (pud dilapuiatoi ede'beni di
moneta. Morto nel 320, insorta questio-1 sua chiesa, nel 3g6 lo trasferì a Pede-
l
ne sulla scelta del successore, Giovanni na, a fronte che Guglielmo tutore d'Al-
XXII nel 3^3 dichiarò amministratore
1 berto IV duca d'Austria avcs%e preso a
fr. Gregorio domenicano vescovo di Fel- proteggerlo: auch'egli s'intitolò : Dei et
tre e Belluno, e trovandosi nella curia pa- Apostolicae Scdis grada Episcopwn et
pale d' Avignone ivi morii nel 1327. In Comiteni Tergestinum. In pari tempo il
questo Papa trasferì da Sagona a Trie-
il Papa traslatò da Comacchio a Trieste Ir.
ste fr. Guglielmo Franchi de' minori, e Simone Saltarelli fiorentino domenica no,
morendo nel 33 fu sepolto nella chiesa
1 1 maestro del s. palazzo e insigne teologo lo
di Francesco del suo ordine. Nel mede-
s. chiama l'Ughelli: JTunc aegriuxulis ter-
simo anno fr. Pace da Vedano domeni- gesti/li iuiuebautur, (pappe qui malvis-
cano milanese, clie quale inquisitore con- sent civem sibi praeesse, qua ni exler-
tro gli eretici a vea scomunicato Matteo I num; ideoque satis contentiose e/its E-
"Visconti signore di Milano co' suoi figli, jn'scopatus dici tur iuiisse posscssionem.
su di che gli scrisse Benedetto XII. Nel Decesso nel i4oS,GregorioXII gli sostituì
suo vescovato, Trieste: Veneti ejurata nello stessoanno d. Giovanni VI abbate
pace, liane civìtatem invaseruntj ilice/ uè benedettino di s. Maria di Pi aglia e pado-
decessili 34o, post cuj'us excessum. Per vano; indi eletto nel giugno i4°9 utd si-
traslatò a Gubbio: in sua vece nominò in Francesco, ov'era stato guardiano, ora s.
detto anno Lodovico della Torre milane- Maria del Soccorso. Neh 4' 7 fr. Giaco-
se, eneli35o lo trasferì ad Olona e poi fu mo Arigoni de Balardi domenicano, già
patriarca d' Aquileia. Nello stesso i35o maestro del s. palazzo e vescovo di sua pa-
Antonio Negri veneziano decano di Cre- tria Lodi, intervenne al concilio di Costan-
ta,ch'ebbe lunghe e gravi contese «/trie- za. Traslato ad Urbiuo nel i4 2 4> Marti-
stini pe'tribuli già alienati da'predecesso- no V dichiarò vescovo di Trieste Mari-
ri, pel castello di Morii e altri beni di sua no deCernotis,già d'Arbe e allora diTrau,
chiesa; assunse il titolo di conte, minac- mentre il capitolo avea eletto Nicola de
ciò o fulminò scomuniche, finché per
le Aldegai di triestino e canonico scolastico;
arbitri si pacificò nel 1 3^2. Hausitocu- ma per la viziosa sua elezione il Papa lo
lis lue praesul Tergestinae civi'lalis a rigettò, tornando alla vita privata, cum
veneta illaium cxcidium.Nel 1 368 aven- apud cum plus valuisset Potili ficis an-
do rinunziato, fu fa Ito arci vescovo di Cre- eto ri las ,
quam Coesori* viole/iter jus
2 6o T II [ TRI
usurpatimi, seri ve Ughelli. Si deve inten - sita pnstorale della diocesi, ed a'^4 otto-
dere Federico figlio del duca Ernesto, ohe bre dell'anno medesimo fu trasferito al-
peli ."s'intitolò arciduca d'Austria, dopo la sua patria Siena, di cui prese possesso
il i
4^9 fu eletto imperatore e nel \/±5i a' 12 del seguente gennaio, rilevando il
coronato col nome di Federico 111. Par- Pecci nella Storia del vescovado di Sie-
lando l'Uglielli del vescovo Marino, sog- na, perchè l'Urgngieri e l'UghelIi (che se-
giunge:?^ cimi obsistenlibus en>ibus,ele- guii nella biografìa e mi rettificai «Siena),
roque, noviter electus sibi demandatani Io dissero Iraslato nel i4?o: per amor pa-
voti posset adire sedem, Martinus Fuori trio ricusò le sedi di Warmia e di Rati-
modo eleruni , sed popahmi ipsuni su- sbona, Calisto HI lo creò cardinale, ed a
spendit,exi li oquctnu Itavi l in tr usimi ,do~ questi successe nel pontificalo col celebre
uve ex auctori late Romani Pontifìcis- at- nome di Pio II (f .), Memore del gradi-
tributo Pastori sibi pa rendimi esse ar- mento mostrato da'triestini alla sua per-
bitrarelur. Tranquillati gli animi, il ve- sona nel breve tempo dell'episcopato, do-
scovo governò liberamente, intervenne al po aver confermato agli arciduchi d'Au-
concilio di Ferrara, e morendo neh 44'» stria il privilegio di nominare i vescovi
Eugenio IV Papa die luogo al già desi- di Trieste , definitivamente cessandone
gnato dal capitolo Nicola II de Aldegar- la prerogativa al capitolo, al quale limilo
di; pio e santo pastore, che edificò la chie- quella dell'elezione de' propri canonici,
sa di s. Sebastiano, e generosamente la mediante le alternative con esso, il Papa
tlotòdi beni, morendone! r 4 47* Posteti- e il vescovo, però concedendogli l'inse-
j'us exeessian Fridericiis III rex roma- gna corale dell' almuzia e al duomo ac-
no rum ob ti imi t a. RomanoPonlifiee(\Lu- cordò varie indulgenze. 11 capitolo per e-
genio \\ ) jus praesentandi i tani sibi, ternare la memoria che un suo vescovo fu
annui suis successoribus,ad liane Ter- sublimato alla cattedra di s. Pietro, e del-
gestinani sederti in Episcopum eligen- le grazie elargite, gli pose un' iscrizione
dum, e a tamen lege, etconditione. ut no- marmorea sulla facciata della cattedrale
minarentexternum, quo tergesti/li tran- presso la principale porla. Neh 4^o Lo-
degerent sub nulli obnoxio Pa-
(iiiillius dovico della Torre, Iraslato neh 4^i ad
store. Quibits lameneonditionibus Cae- Olorensis sedis (non Oleron di Francia,
.sares non s teiere: seriberemagis, qua/n non esistendo nella Gallici Christiana),
aecipere lege.s assueti. Federico IH no- ed a'i5 maggio gli fu surrogato il sun-
minò successore il dottissimo ed eloquen- nominato Antonio 11 de Goppo, già ri-
tissimoEnea Silvio Piccolo/nini di Sie- cusato da Nicolò V, lodato qual vigilan-
na, già suo segretario e ambasciatore, ed tissimo pastore, che celebrò il sinodo dio-
allora segretario e suddiacono apostolico cesano, clerimi siiuin ad emenda tissimos
di Nicolò V che lo preconizzò a'5 luglio instituit mores, e dopo circa 35 anni di
i
447» <J°p avere rigettato il decano di governo nel 4&5 morì. Nel 487 Acacio
1 1
Trieste Aulonio de Goppo eletto dal ca- di Sobriach nubiledella Cariutia, dall'im-
pitolo, non ostante il divieto d'Eugenio peratore insignito del titolo di principe.
IV. Il Piccolomini, sebbene da Papa tal Ne!i5oi Luca I de'conti Rinaldi, a cui
fosse fatto canonico di Trento, non era neh5o2 successe Pietro II Bonomo trie-
zano o Rillano dalmatino, traslato da Se- to nel 17188 Lubiana, ottenne per altro
gna sua patria: paucos menses admini- coadiutore con egual speranza di succes-
stravit Ecclesiam, sìquidem cum in su- sione Giuseppe Antonio de'baroni Del-
spirioncin venisset, in exilium piilsus, mestri di Cormons, prete d'Aquileia, mae-
confectus moerore, vitam finivit. In sua stro in teologia, fatto vescovo d' Aulirla
vece nel 1 54g Antonio IllPareguezoPor- in partibus: questo per morte di Miller
raghe spaglinolo di Castelicius, traslato gli successe nel 1720. Poco visse Delme-
nel i558 all'arcivescovato di Cagliari, ove st ri, onde a'26 giugno 1724 gli fu sosti-
fu esortalo da Pio IV a far uso modera- tuito il fratello Luca li Serlorio de'ba-
1574 Giacinto Frangipani del Friuli, che 1 77, ad istiinza dell'imperatrice M.' Te-
morto nello stesso anno, nel 1 575 gli fu resa, e del doge e repubblica di Venezia,
surrogalo Nicolò IH Coret di Trento, il soppresse il patriarcato d'Aquileia, ed in-
quale fece abbellimenti all'episcopio. Mei vece eresse gli arcivescovati di Udine e di
i5c)i Giovanni Vili de Bogarino nobile Gorizia. Tra' suffragane! deli. "vi com-
di Gorizia, già alunno del collegio Ger- prese i vescovati di Capo iV Istria e di
manico di Roma, precettore di Carlo ar- Città Nova; e fra quelli assegnati alla
ciduca d'Auslria, lodatissimo e virtuoso metropolitani di Gorizia, vi comprese
pastore. Nel 1598 Ursino de Bertis tri- Trititi e Pedina. E colla bolla Sacro-
dentino o friulano, chiaro per le sue le- sanctae Militantis Ecclesiae, de' 18 a-
gazioni a Roma , in Lombardia e nella prileiySa, Bull. cit. t. 4, p. sprovvide a
Spagna,leggendosi nell'epitaffio nella cap- quanto riguardava il nuovo arcivescova-
pella di s. Carlo del duomo ove giace, l'e- to di Gorizia. A '6 aprile 1761 divenne ve-
piscopi et Comitis Tergestini, che mori scovo Antonio Fernando de'conli d'Her-
nel 1620. In questo o nel 162 fr. Rinal- 1 berstein diVienna. A' 24 aprile 1 77
do Scarlichio ungaro de'rainori conven- Francesco Filippo de'conli Inzaghi di
tuali, neli63o trasferito a Lubiana, la- Grain o Gralz diocesi di Secovia, il qua-
sciando di se onorala memoria. Da Pede- le si recò ad ossequiare Pio VI in Gori-
na ne' p63 t vi passò Pompeo de'baroni zia, quando nel 1 782 l'onorò di sua pre-
Coronini Morto nel 1646, in
di Gorizia. senza. Lo slesso Papa Pio VI ad istanza
queslo gli successe AntoniolV baroneMa- dell'imperatore Giuseppe II, il quale già
renzi, anch'esso già di fedena. Da que- avea soppresso i cappuccini e cambiato
sta pure vi venne nel 663 FrancescoMas-
1 l'ospedale in episcopio,colla bolla /// Uni-
similiano de Vaccano di Gorizia, degno versa gregis, degli 8 marzo 788, Bull. 1
quello ili Gorizia. Indi colla bolla Super Gradisca, toera divenuto di Gorizia, sen-
Specula, de' q agosto 788, Bull. Ilom.
i i za che le Notizie di Roma lo rimarcas-
conti t. 8, p. 2 io, eresse In chiesa vesco- sero nella enumerazione delle diocesi ed
vile di Gradisca nella Corniola, e sop- epoche della promulgazione de' vescovi.
primendo le sedi vescovili di Trieste e Pe- A'27 giugno 797 Ignazio Gaetano deBu-
1
le, alla quale sottopose la chiesa già sop- già alunno del collegio Germanico e vica-
pressa e arcivescovile di Gorizia; Gradi- rio capitolare di Trieste, morto nel 8o3. 1
ni a Trieste. Nel formare il nuovo capi- perchè reintegrasse Gorizia del grado di
tolo della ripristinala cattedrale di s. Giu- metropoli, poiché era Lubiana cessata del
sto, Pio VI dichiarò /dignità il prepo-
1 tutto dalla dignità metropolitica e torna-
a
sto, 2. il decano; quindi fece sumaganea* la semplicemente sede vescovile, come a-
dell' arcivescovato di Lubiana la sede di vea decretato Pio VII fino dal 1807 a' 19
Trieste. Nel concistoro poi de'26 settem- agosto, nel sopprimerla colla bollii Quae-
bre 79 1promulgò in vescovo di Trieste
1 dam tenebrosa, presso il t.i3 del Bull.
Sigismondo de' conti d' Hochenwart di Rom. cont. p. 2o5, sciogliendo fin d'al-
Gerlachstein diocesi di Lubiana, già ge- lora dal vincolo di soggezione le chiese
suita emaestro di Francesco I, poi a' 12 sulfraganee, e ricevendole sotto quella im-
settembre 1794 traslalo a s. Ippolito e mediala della s. Sede, finché egli o i suoi
quindi arcivescovo di Vienna ; mentre successori non vi avessero provveduto con
l'antico vescovo di Trieste Inzaghi, poi di attribuirle ad altra metropolitana. Il Pa
TU I T R l a 63
pa esaudì il pio imperatore colla bolla In glioo nipote,dipinse nella Rotonda di Ca-
tuperemincnti, de'27 Inolio i83o, Bull. po d'Istria ftna Coronazione della Reata
cit. I. 18, p. 120, reintegrando pienamen- Vergine, ove si segnò veneto dipingeva.
te Gorizia della dignità arcivescovile, di- D'infelice fama fu il dottissimo e autore
chiarandola metropoli ecclesiastica del re- di riprovevoli opere Pietro Paolo Verge-
gno illirico, e fra le chiese suffraganee che rlo giuniorc, famoso apostala, consagrato
le assegnò vi comprese Trieste e Capo d'I- da suo fluitilo Gio. Rallista vescovo di
stria, le quali congiunse art/ne priiu ipa- Pola, in vescovo di iModrusca, e poi lo fu
assegnandone le parrocchie, ed ai-
liter, della patria, traendo il fratello ne'suoi er-
rone sottraendone a Trieste per unirle a rori. Altro Pietro Paolo Vergerlo senio-
Gorizia stessa ed a Lubiana. Innanzi di re suo ascendente era fiorilo sul finir del
compiere la serie de' vescovi di Trieste, secolo XIV e nel principio del XV, ri»
conviene che parli di quelli di Capo d'I- guardalo come uno de'più ciotti del suo
stria., come promisi a quell'articolo, con tempo, lasciando di verse opere, fra le (pia-
aggiungere alcune altre nozioni e lo slato li De Urbe Justinnpolij fu caro all'im-
presente della medesima secondo l' ulti- peratore Sigismondo e intervenne al con-
ma proposizione concistoriale. cilio di Costanza. Girolamo Muzio della
Capo d' Istria, A egida, Capraria , famiglia de'JNuzii, letleratoe poeta, auto-
Juslinopolis. Città con residenza vesco- re del poema in verso sciolto intitolalo E'
vile delregno illirico a più di 3 leghe
, gida,d\ etri non si ha che un prezioso fram-
da Trieste, anticamente la primaria del- mento de'due primi libri e del principio
l'Istria e la capitale di essa, e perciòchia- del 3.° Santorio de'Santorii, l'Aristotile e
mata Capo d'Istria, situata sull'Adria- l'Esculapio istriano, sommo professore di
tico nell'estremità di tale regione, e co- filosofia e medicina dell'università di Pa-
me a capo di essa, sopra l'isola Egida dova al principio del secolo XVII , an-
ove vuoisi che l'edificassero gli argonauti fore del rinomalo libro sulla Medicina
(de'quali riparlai nel voi. LXXIX, p. 6), Statica: la pronipote Elisabetta gli pose
ritornando dalla Colchide, e trovandola un'iscrizione monumentale nella facciala
opportuna a' pascoli delle capre si disse della cattedrale. 11 conte Gian Rinaldo
volgarmente anche Capraria e Cajìris. Carli Rnbbi, celebre antiquario ed eco-
L'atlualecittà venendo rifabbricata e for- nomista, illuslratoredell'anfiteatro di Po-
tificala con permesso dell'imperatore gre' la, ed autore del Ragionamento delle an-
co Giustino il del 56^, prese il nome di tidata di Capo d' Istria. Trovasi nelle
(jiustinopoli. I Ca-
tedeschi la dissero diverse edizioni di sue opere, e negli ()•
fers^U schiavoniCoyj/v/.Cerloè che Capo puscoli del p. Calogeri t. 28, p. 1 6c). In
d'Istria è antichissima, ricordala i\.\ Plinio esso rappresenta Io stato di sua patria a
col nomedi Egida: ebbe il suo incremen- tempo de'romani, di cui fu municipio, e
to da' fuggiaschi italiani, che nel tempo rende ragione della diversità de'suoi no-
della trasmisgrazione de'barbari, e par- mi. La dice lontana 2 miglia da Trieste,
1
ticolarmente negli ultimi anni del regno unendola un ponte con molti archi al con-
di Teodorico re de'goli, cercarono fra le tinente. Per mancanza di documenti an-
sue mura un ricovero. Nel 278 si dedicò 1 tichi, poiché nella luttuosa guerra de'ge-
alla repubblica di Venezia che la fece ca- novesi contro la repubblica di Venezia,
pitale dell'Istria. Fu patria di diversi il- che sol finire del secolo XI V incendiarono
lustri, come del celebre pittore Vittore l'archivio della città e una miniera d'anti-
Carpaccio, secondo alcuni, ma egli soìto i caglie, nel sacco presero e portarono altro-
suoi quadri sempre pose il nome con Rag- ve lecarIeelecosepiùpreziose,e persino le
giunta di vendi opus: Benedetto, suo fi- più venerate reliquie de'santi,che tuttavia
?.r»4 tr i TR I
verno proprio di lei sì politico «he eccle- altari del ss. Crocefisso, di s. Marco e di
Riporta la contrastata iscrizione
siastico. s. Girolamo. Una bellissima pittura di
che ricorda la restaurazione di Capo d'I- Carpaccio è nel presbiterio incontro alla
r
stria, sulla quale mg. Filippo della Tor- cattedra episcopale, e delle 4 porte late-
re vescovo d'Adria scrisse: Osservazio- rali della chiesa, sono rimarchevoli l'im-
ni sopra mi iscrizione della città di Ca- poste delle due porte a sinistra ,
perchè
po d'Istria, pubblicale dal Calogeri» nel lavorate a bel bassorilievo, e tolte da un
26, p.i; della quale famosa iscrizione,
t. antico tempio di Cibele, con (]ue leoni a-
pubblicala anche da Lghelii, che alcu- venli fra le zanne una testa «li vitella co-
ni pretendono falsa, il Carli produsse, le ronata «li pino, che il Carli chiama prin-
opinioni contrarie e le favorevoli, ragio- cipale antichità di Capo d'Istria, e spie-
nando di tulli nomi co'quuli viene chia-
i ga tali simulacri: perchè Cibele in seguo
mala questa città, la quale dopo varie e d'aver ammollito la fierezza degli uomi-
strane vicende sotto i romani, i greci, i ni, o per esprimere la madre terra, si rap-
marchesi d'Istria, i patriarchi d'Aquileia, presenta sedente in seggio con due leoni,
«la tributaria ch'ella era passò alla devo- oda questi tirata nel suo carro; che ad
zione della repubblica veneta, dopo lun- essa si sacrificavano particolarmente le
ga e calamitosa guerra, e nel 1278 essa vitelle, ed il pino fu albore sagro alla dea.
vi spedì a nome del principe Reniero Mo- La facciata esterna, rivestila di marmi
ro#ini ìli." podestà, dalla quale domina- istriani, è maestoso, ina nascosta in par-
zione seguendo le vicende i\e\\' Istria tro- te nell' ala sinistra colla massiccia torre
vasi nell'impero d'Austria. La cattedrale campanaria, opera del XV secolo. Il ca-
«li Capo d'Istria è dedicala alla D. Ver- pitolo compone di due dignità, lai/
si
«li s. Nazario(l ,)l.° vescovo della città ci, 4 vicari corali, e di altri preti e chie-
«• pi«»teltore di tulla la diocesi, il cui cor- rici addetti al divino servigio. Nel clero
po riposa gran venerazione ncll'alla-
in fiorirono un cardinale, un patriarca, 3 ar-
re mag»i«»re. Questo è un bello e ottimo civescovi,! 2 vescovi, e moltissimi uomini
edifìzio a 3 navale, divise da 8 pilastri, sapienti e profondi nelle sagre lettere, pa-
con archi lettura mista di dorico-ionico. recchi de'quali furono egualmente il so-
Il presbiteriojche occupa tutta la larghez- stegno dell'umanità e della religione. La
za della chiesa,è separalo dal resto di essa sagrestia, fra molti ricchi e pomposi ai-
TR I TRI 265
redi,conserva un prezioso ostensorio d'ar- opere più belle di Gio. Battista Cima da
gento, smaltato d'oro, in forma di pira- Cnnegliano : il convento poi contiguo si
mide, e di notabile e fino lavoro, dono distingue pei- la sua struttura, ed è uno
r
di mg. Francesco de Andreis patrizio di de'più belli dell' ordine. La chiesa di ».
na per la divozione delle Quarant' ore, della peste orientale del 162 i.Vi è la con-
che ha luogo dalla domenica delle Palme fraternita del ss. Sacramento e altri so-
al mezzodì del mercoledì santo, non che dalizijl'ospedalejil monte di pietà, le scuo-
per la festa del Corpus Domini. Essa co- le pubbliche. L'Ughelli, Italia, saera. t.
da un canonico assistito da uno di detti l'altro de' religiosi delle scuole pie pe'gio-
vicari. L'episcopio è quasi aderente alla vani di tutta la provincia. Vi fiorì pure
cattedrale , e doveasi stabilire , intanto l'accademia de' fì/'yor^istituita nel 667. 1
unita all'antico ospedale di Capo d'Istria. incerlo,enon viene riferito da'patrii stori-
La chiesa di s. Biagio martire apparten- ci, che certamente l'avrebbero asserito se
ne al demolito monastero delle agostinia- vi fosse stato un fondamento veridico. Si
ne, ed è uffiziata da'confrati della scuola ritiene a Capo d'Istria,che la sede vescovi-
La chiesa dis. Nicola di Ba-
dell'oratorio. le sia stata istituita dopoché Papa s. Gio-
ri, il quadro è di Carpaccio, serve a'
cui vanni I, portatosi a Costantinopoli verso
poveri del vicino ospedale. La chiesa dì il525, per contentare in parte desiderii 1
Per questa tolleranza religiosa, bramala ordinò pure il di lui successore Senatore.
da Teodorico, aveva da questi già otte- Indi s'ignorano i successivi vescovi di Ca-
nuto l'erezionede'vcscovalidell'lstria, in- po d'Istria, e pare che ne fossero ammi-
sieme a quello di Egida, onde porre un nistratori quelli di Trieste. Uno di que-
argine all'eresia degli ariani professata e sti, Eriberto, esplicitamente lo riporta il
protetta da'goti. Onde si crede originalo Culeti, provandolo con documenti del dfl
il vescovato rli Giustinopoli nel 524? es ' lui operato. L'Ughelli riporta per 3.° ve-
celebra per r.° vescovo s. Nazario, in che scovo da lui conosciuto N., promossovi da
conviene ilColeti, lenificando l'Ughelli, Alessandro IH verso ili i66,ad istanza del
che non solo ritarda il suo vescovato, ma doge di Venezia. Ma già notai di sopra, che
lo dice a." vescovo. Questo santo prelato, talPapaneh 177 dichiarò terminare colla
principale proiettore di sua patria e dio- morte di bernardo o Wernardo o Guar-
cesi di Capo d'Istria, la tradizione fa na- nardo vescovo di Trieste l'amministra-
tivo di Bosle, villa al sud-ovest di Capo zione del vescovato di Capo d'Istria, per
d'Istria; fìoiì nel detto VI secolo, come le richieste del doge Sebastiano Ziani e
consagrato dopo il 524, e morì verso la del patriarca d'Aquileia Udalrico. Aven-
metà di esso a'iq giugno, in cui se ne ce- do il podestà e consoli di Capo d' Istria
lebra la festa. Reslòdimenticatoilsuocor- mensa pel nuovo vescovo,dupo
stabilita la
busto argenteo colla testa di s.Nazario che nonici, come vuole l'Ughelli. Il Colelipoi
si custodisce nella sagrestia, e nel dì se- narra che il capitolo fu statuito nel 1 245
guente si porta in processione veramente conio canonici, con lettera scritta al me-
magnifica, alla quale intervengono le 4 desimo da Innocenzo IV. Questo Papa
confraternite della città, sotto baldacchi- nel detto anno 1245 elesse Corrado ca-
no. le cui aste sostengono i magblrati mu- nonico d'Aquileia, che neh 257 consagrò
nicipali , e nella sera dopo i vesperi col un altare in onore della ss. Trinità, della
busto si benedice il popolo, dopo essersi ss. Croce e della B. Vergine, alla presen-
scopertala cassa, che nell'altare maggio- za de' vescovi di Pola, Trieste, Pareuzo
re ne contiene le altre ossa, alla venera- ed Emonia; quindi neh 265 autorizzò i
zione de'fedcli, a'quali per la stessa t'esti- francescani di Capo d' Istria a demoli-
vila si aprono le arche degli altri altari re la loro chiesa di s. Francesco, e de'ce-
contenenti le ss. reliquie degli altri san- menti valersi per rifabbricare la nuova,
ti. Nell'Italia .sacra trovami i seguenti alla quale pose la ." pietra, per cui ne ri-
1
vescovi. Giovanni I nel 757 consagralo cevè lettera gratulatoria da Papa Cle-
da Vitaliano patriarca di Grado, il quale mente IV, riportala da Ughelli, insieme
TRI TR I b6 7
ol documento col quale il vescovo nel la un documento dal quale rilevasi che
1 266 rimise le decime che le monache di nel 36| consngrò la chiesa di s. Matteo
1
s. Antonio di Torcello gli doveano per di Pirano. Neil 364 Lodovico Morosini
un predio di Pira no. Azo del 1*271 fu e- nobile veneto, traslato poi a Modone a'
lello arbitro e giudicò le controversie tra 2 novembre 3go. In questo e nello stes-
1 1
intervenne neh 281 al sinodo d'Aquileia i4' ' e fu sepolto nella cattedrale con e-
del patriarca Raimondo Torriani. Nel pitaflio pubblicato da Ughelli. Quindi il
i2Qi circa Vitale Simeone, il quale nel capitolo elesse Bartolomeo de Recupera-
1296 si recòin Aquileiaper comporre le ti canonico di s. Marco, ma sebbene il do-
discordie, tra il detto patriarca e Brissa ge Michele Steno ne ringraziasse con let-
vescovo di Trieste, che fervevano su ma- tera i canonici, Giovanni XXIII non l'ap-
terie giurisdizionali; e nel 1
299 interven- provò,eiuvecegli sostituì l'altro nobile ve-
ne alla rinunzia fatta alla presenza del neto Cristoforo Zeno già vescovo diChiog-
medesimo patriarca, da Artuico di Ca- Morto nel 420, in questo gli successe
già. 1
stello pel castello Invilino. Il vescovo fr. Geremia Pola canonico decano della cat-
Pietro Manolesso minorità permise alle tedrale diCa pò d'Istria, il quaIe,come nar-
monache della Cella di Capo d'Istria di rai altrove, ricuperò da'genovesi i corpi
professare 1' istituto francescano di s. de'ss. Nazario e Alessandro, che aveano
Chiai a,esentandoledalla giurisdizione ve- rapito nel saccheggio della città, tratte
scovile: mori nel 1 3 1 3 e fu sepolto nella nendosi i genovesi per venerazione un
chiesa di s. Francesco, con iscrizione pres- braccio di s. N;izario. Il zelante vescovo
so rUghelli. Nel 1 3 1
7 Tommaso Conta- nel 1 4^2 si recò a incontrarli a Venezia,
rmi nobile veneto, che concesse con atto e li ripose nella cattedrale con solenne
riportato ne\V Italia tacrat in feudo le pompa. Nel 1424 d. Martino de Bernal
decime di Pedena e di Villanova a* fra- dinis veneto, priore de'canonici regolari
telli Colmano e Simone de Vergerlo, ras- di s. Salvatore di Venezia, traslalo a M<<
segnato da Celino de Sabino: nel 1 3
19 done e poi all'arcivescovato di Corfù. Nel
riconsagrò solennemente la chiesa di s. 1428 da Arbe vi fu trasferito fr. Fran-
Udalrico, già consacrata dal vescovo As- cesco Servandi de Biondi fiorentino do-
salonne, leggendosene il documento nel menicano, che a'7 novembre 44-^ con " 1
luogo citato. Nel 1 3^4 consagrò la chiesa sagrò solennemente l'altare e la cattedra-
di Andrea di Pirano, e nel 1827 quel-
s. le di s. Nazario. Nel i44& da Modone vi
la di s. Maria de Sexe. Nel 3^8 fr. Ugo 1 passò Gabriele Gabrieli nobile veneto; e
da Vicenza priore provinciale de' dome- dopo avere nel 1
4 7 1 consagrato l'altare
nicani di Lombardia, nel 335 trasiato 1 de'ss. Tommaso, Filippo e Giacomo ino*
a Mazzara. Nello slesso Marco Semiteco- ri. Neil' istesso anno Pietro II Bagnaca-
lo veneto, canonico di s. Marco, morto vallo milanese, morto neh 475. In que-
nella città Arausiense in Gallianeli347. sto fu traslalo dall'arcivescovato di Pa-
1 n questo Orso Delfino nobile veneto, ret* Simone Vosich da Mon-
trasso l'istriano
tore di s. Giacomo di Rialto, traslato al- tona, morto nel 1482 in Roma. Gli suc-
la metropoliCreta nel 1349, poi pa-
di cesse Giacomo Valaresso nobile veneto,
triarca di Grado. In detto anno France- protonotarioapostolico e fratello di Maf-
sco Quirini patrizio veneto, pievano dis. feo arcivescovo di Zara che lo consagrò:
Maria Formosa, trasferito all'arcivesco- funse diverse legazioni per la sua repub-
vato di Creta nel 1 363, indi anch'esso di- blica e pel Papa, resse il patriarcato d'A-
venne patriarca di Grado. Il Coleti ripor- quileia, rifabbricò interamente l'episco-
*G8 TR I TU I
pio, e morto neh5o3 fu deposto nel se- ri. Neil 54o si recò in Francia col cardi-
polcro ch'eresi preparalo nella cattedra- nal Ippolito d'Este, e nel 1 54- 1 fu dal re
le, con l'iscrizione che leggesi nell'Ughel- Francesco I spedilo alla dieta di Worms,
li. Neh5o3 fr. Bartolomeo a Sonica luo- dove tenne una condotta assai equivoca.
go di Bergamo, profondo nelle scienze, Reduce in Italia, avendo trovata la curia
intervenne al concilio di Laterano V, e romana seriamente preoccupata contro
stimato da Leone X l'oppose qoal pro- di lui, si ritirò nella sua diocesi. Si for-
pugnacolo contro la sorgente empia ere- tificarono allora in lui le prevenzioni, con-
sia di Lutero, nominandolo neh 5t.o re- tro certe pratiche già condannate da Lu-
ferendario apostolico e generale inquisi- tero. Comunicò il suo erroneo sentimen-
tore di Brescia e suo distretto, con piene to al fratello vescovo di Pola, diesi la-
facoltà contro l'eresie. Morto nel 1529, sciòben presto sedurre; ed ambedue, cia-
gli successe Defendente de Valvassori, pu- scuno nella sua diocesi, incominciarono
re bergamasco, consagrato in Roma nel- a parlare contro la virtù, dell'indulgen-
la cappella pontifìcia da fr. Gabriele ar- ze, e predicarono a'ioro greggi altri er-
civescovo di Durazzo e sagrista del Papa, rori di Lutero. Accusato a Paolo III, do-
assistito da'vescovi di Nepi e Veglia; indi mandò Vergerio il permesso di giustifi-
fuanche suffraganeo di Pietro Lippoma- carsi dinanzi al concilio di Trento; ma i
si de'luterani.Tre anni dopo lo richiamò nibale Grisoni suo compatriotta, d' una
Paolo III,desideroso sapere dalla sua boc- delle molte nobili e primarie famiglie di
ca sicuri ragguagli delle cose germani- Capo d'I slria,avca testé ricevuto in un col
che; indi lo rimandò per annunziare la titolo d'inquisitor generale la commissio-
prossima convocazione del concilio gene- ne di processarlo, uscì d'Italia ih. "mag-
rale onde por fine alle dissensioni religio- gio i549> e Sl r it' l"ò uel paese de'Grigio-
se. In tale 2. viaggio di Germania, ebbe ni, ed apertamente vieppiù, si dichiarò lu-
la sventura di passare per Wittemberga, terano. A' 3 luglio Paolo ili pronunziò
ove si abboccò con 'eresiarca Lutero.Tor-
l la definitiva condanna, che lo dichiara-
nato in Italia nel i536, il Papa l'inviò a va apostala, colpiva delle censure eccle-
Napoli all'imperatore Carlo V, e ritor- siastiche, e spogliava del vescovato. Al-
nalo da tal missione, prima lo fece ve- lora Vergerio palesò tutto il fiele e lutto
scovo di Mod russa e poco dopo di sua pa- il risentimento contro Roma
s. Sede, e la
tria, venendo consagrato dal fratello ve- con una moltitudine d'empi opuscoli, in-
scovo di Pola. Ne'primi tempi del suo e- fami e vergognosi, anche contro la fede
piscopalo, ne adempì lutti doveri con i cattolicaecontro cattolici. Chiamalo dal
i
sue cure, e procurando almeno in appa- 1553, vi fu accolto con benevolenza; indi
renza di premunirli contro i nuovi erro- viaggiò iuPrussia,inUngheria,in Polonia,
TR I TR I 269
in Ginevra, e tornò in Tubinga,ove mori tu, lasciando ms. {'Istoria di Chioggia.
in elàalquantoavanzala a'4 ottobre 1 565 Mori nel 1 653 e fu sepolto nella cappel-
m'ìserauìenlejibidinis servas.TL pure tro- la episcopale diS.Alessandro, con epigra-
vò famoso concittadino conte Gio. Ri-
nel fe riportatada Coleti. Nello stesso anno
naldo Carli Rubbi un fervoroso apolo- Baldassare Bonifazio di Rovigo, arcidia-
gista Paolo 111 a'21 agosto 549 trasla-
! 1 cono, vicario generale e consultore del-
da Lavello a Capo d'Istria fr. Tom-
tò l'inquisizione di Treviso, letterato, pio e
maso Stella veneziano domenicano, già generoso pastore, benemerito della men-
vescovo di Salpe, dottissimo e di proba- sa vescovile e del capitolo, costruì nella
ti stimi costumi, il quale incessantemen- cattedrale la cappella dell'Epifania e pres-
te predicò in pubblico e in privato le ve- so di essa fu sepolto, con l'epi tallio ripor-
rità de'dogmi cattolici, per eliminare gli tato da Coleti in uno all'iscrizione che i
errori disseminati dal suo indegno pre- canonici gli posero in coro per grato a-
decessore, e colla sua pietà fece di tutto nimo. Nel 1660 Francesco Zeno nobile
per cancellarne le tristi reliquie. Inter- veneto, canonico e vicario generale diCre-
venne al concilio di Trento, scrisse vari ta, pio ed eruditissimo: con Giacomo Fi-
come De citar ita te Chris ti, moren-
libri, lippo Tomassiui vescovo di Città Nuova
do nel i566. Pochi giorni dopo gli suc- scrisse 8 libri, Commentarla hislorica
cesse fr. Adriano Valentino domenicano, geographica totius Histriae, nella quale
inquisitore contro l'eretica pravità e dot- fu illustrata la serie de' vescovi istriani,
to teologo; governò con integrità e lode- ed il ms. passò in potere del celebre ed
vole zelo, per distruggere le radici del- eruditissimo nipote Apostolo Zeno. Mor-
l'eresia piantatavi dal Vergerlo, e scrisse: to nel 1680 in Venezia, fu tumulato nel-
De inaiare udis haereticis,e De Sacra- la chiesa di s. Francesco de'miuori osser-
mento Eucharistiae contra Calviuuni. vanti. Nel 1684 Pietro Antonio Dellìuu
Nel 1572 vi fu trasferito il giuslinopoli- patrizio veneto e arciprete di Padova :
tauo Antonio Elio allora patriarca di Ge- morì dopo io mesi colpito da apoplessia
rusalemme inpartibus, già vescovo di Po- sul trono vescovile nel vespero della do-
la, virtuoso e dotto, che intervenuto al menica delle Palme, come è detto nell'e-
concilio di Trento vi uvea ben figurato, e pigrafe sepolcrale ins. Chiara, ove fu de-
la s. Sede se n'era servila in gravi inca- posto. Nel 1686 fr. Paolo Naldiui nobile
richi, come lo celebra il prolisso epitaf- padovano, teologo agostiniano, e dotto
fio riportato da Ughelli, e posto al suo autore della ricordata Corografia eccle-
sepolcro nella cattedrale, lodato pure qual siastica di Capo d'Istria: nell'episcopio
zelantissimo pastore. Nel 576 Giovanni 1 fece dipingere la serie de'suoi predeces-
111 Ingenerio veneto,celebre giureconsul- analoghe iscrizioni. Morto nel
sori e coti
d
to, ampliò l'episcopio, e fra'suoi scritti si 1713 in questo gli successe Antonio M.
ricorda De codesti physonomia. Nel
: Borromeo nobile padovano teatino, pro-
1600 Girolamo 1 Contarmi nobile ve-
fr. fessore di s. canoni, promosse ladisciplina e
neto domenicano, lodato pastore, ed au- l'istruzione del clero, rifabbricò da'fonda-
tore della Physicam Aristoteli^ etTkea- menti la cattedrale,aumentò la mensa epi-
truni totius Orbis. Nel 1620 da Catlaro scopale, e fu benemerito pastore.Con esso
vi passò fr. Girolamo IIRusca padovano l'Italia sacra termina la seriede' vescovi,
domenicano; gli successe nel i63o Pietro che compirò colle Notizie di Roma. Nel
111 Morari di Chioggia,canonico di quel- 1733, Agostino Bruti di Capo d'Istria,
la cattedrale, ovvero neh 632 come vuo- traslato da Cauea. Nel 1747 Gio. Batti-
le Coleti ,
già vicario di Parenzo, enco- sta Smidi di Venezia, poi di Belluno. Nel
mialo per prudenza, probità e altre vii- ij5Q Carlo Cainuzio di Tohuezzo dio-
27o T II I T R I
cesi d'Udine, poi arcivescovo di Tarso e ri. Nati nella Bitinia presso Apamea, fu-
patriarca d'Antiochia. JN'el i 776 Bonifa- rono presi nel 25o, infierendo la perse-
cioda Poutedi Venezia cairialdolese,uaor- cuzione di Decio, e carichi di catene ven-
lo nel 1810. Restata vacatile la sede, e nero condotti a Nicea, dove Aquilino go-
minila come dissi qual conca tted rale di vernatore della Bitinia e prefetto d' Ó-
Trieste nel i83o,indiGregorioXVI nel riente faceva la sua residenza. Tratti di-
concistoro de'3o settembre 83 1, e non 1 nanzi adesso, confessarono generosamen-
1 83o come si legge nelle Notizie di Ro- te Gesù Cristo, per cui furono stesi sul
ma, promulgò (.°vescovo di Trieste e Ca- cavalletto, la qual tortura durò quasi 3
r
po d* Istria mg. Matteo Raunicker di ore. Dipoi il governatore, andando alla
Vazhe nella diocesi di Lubiana e cano- caccia, ordinò che frattanto fossero espo-
nico onorario di quella cattedrale, retto- sti al rigore della stagione, essendo allo-
le del seminario, prudente, dotto e ver- ra freddo eccessivo. Tornato dalla cac-
sato in ogni esperienza. Per sua morte il cia, chiese loro cosa pensassero, e aven-
regnante Pio IX nel concistoro de'2 1 di- dogli essi risposto che persistevano ue'Io-
cembre 1846 picconilo l'odierno vesco- 10 sentimenti, rimandò in prigione, mi-
li
dente e di ottima moralità, ebe emise la si chiodi, poi li fece crudelmente vergheg-
r
professione di fede nelle mani di mg. Gia- giare, straziare con unghie di ferro, e bru-
como Foretti vescovo di Chioggia, spe- ciare i fianchi con torce ardenti. Final-
cialmentedcputato dal nunzio di Vienna mente il giorno appresso, subito un altro
r
mg. Viale-Prelàora cardinale. INèaTrie- interrogatorio, furono decapitati, nello
ste, uè a Capo d'Istria esiste alcun semi- stesso anno 25o. I greci onorano s. Tri-
nario dopo la fatale ordinanza dell' im- fone il 1 ."di febbraio, ma il martirologio
peratore Giuseppe II, colla quale soppri- romano lonomina insieme con s. Resot-
mendo moribondi i seminari vescovili di elo ilio novembre. La parte principale
allora, della provincia del Litorale , in- delle loro reliquie è stata deposta sotto
vece istituì un seminario generale e pro- l'aitar maggiore della chiesa dell'arcispe-
vinciale: a Gorizia. sotto la sorveglianza di dale di s. Spirilo in Sassia di Roma, al
quel metropolitano, ove tuttora esiste. O- dire di Butler. Però è indispensabile di
gni uuovo vescovo Capo d'I-
di Trieste e ricordare, che s. Trifone ebbe in Roani
stria è lassato ne' libri della camera apo- propria chiesa antica e parrocchiale, nel-
stolica in fiorini 4 ou ascendendo la men-
> l'altare maggiore della quale furono col-
sa ai 2,000 fiorini, pari a 6000 scudi ro- locati i corpi o la maggior parte delle re-
mani. Le diocesi unite souo ampie: quella liquie dei santo, di s. Respicio e di s. Nin-
loro corpi, senza far menzione della chie- cale sia nome aulico corrotto e derivato
sa di s. Spirito, nel riferire che ivi se ne dal luogo detto ad IVfmpas Catahassi
celebra la festa. Il sodalizio ch'era nella della via Cornelia, dove patirono ss.Ma- i
gr a mento, di s.Camillo
Trifone e di s. spicio, mentre il Buller tale s. Ninfa la
(
J .), ed in essa si celebra la festa a' o no- i vuole fiorita più tardi nel V secolo e mor-
vembre de'ss. Trifone e compagni marti- ta in pace in Soana. Nell'articolo s. Nin-
ri. Riferisce il Piazza nzW Emerologio di fa vergine e martire, molto si alterò la
Roma, che s. Ninfa si convertì nell' am- composizione della stampa, onde per le
mirare l'eroismo nel soffrire i tormenti ohi missioni sembra con aperta contraddi-
de'ss.Trifouee Respicio; dappoichèQuel- zione che la martire morisse in pace,e ciò
lo che sostiene la costanza de'suoi Mar- perchè mancano la notizie di s.Ninfa mar-
tiri, ispirò a Trifone ed a Respicio un tire. Egli è per tale motivo che vi ho qui
coraggio superiore alla rabbia furiosa supplito, avvertendo che il Buller sol-
d'Aquilino. Altrettanto leggo negli Atd tanto tratta della verginemorta in Soa-
rincari de'martìri raccolti dal p. Rai- na. Finisco e concludo il mio dire con
nait, con prenozioni e note di Luciani, dichiarare, che sembra sieno slate due le
t. 2, p. i i 7, De' ss. Trifone e Respicio ss. Ninfe, ambo vergini e la più. antica
martiri, convenendo che le loro reliquie, martire.
unitamente a quelle di s. Ninfa, morta in TRIGONA e PARISI Gaetano Ma-
tempo e luogo diverso da essi,cioè in Ni- ria, Cardinale. De' baroni di Sant'An-
cea e poco dopo di loro, in Roma furono drea, nacque da nobilissima famiglia si-
portate e deposte parte nella chiesa di s. ciliana in Piazza a'2 giugno 1767. Con
Trifone e parte in quella di s. Spirito. successo fece i suoi studi, e di buon'ora
Quanto a s. Ninfa, il Piazza aggiunge, esternò il desiderio di dedicarsi al servi-
che di sue reliquie ne sono pure in s. Ma- zio della chiesa, riusceudo istruito e ot-
ria in Monticelli e in s. Marco di Roma. timo ecclesiastico, per cui dopo essersi e-
Inoltre a' i 2 novembre parla d'altra s. serritelo in vari uffizi del sagro ministe-
Ninfa martire, che sbarcata a Porto Ro- ro, fu'trovato degno di essere destinato a
mano, fuggì con alcuui compagni la per- 1 ."vescovo di Caltagirone in Sicilia, dio-
secuzione forse diDecio,esi nascose in una cesi formata con un dismembramento di
grotta poco lungi, dove fu ella con essi quella vasta di Siracusa. Pertanto Pio
seppellita. Ivi la pietà de'fedeli eresse una VII e con beli' elogio nel concistoro de'
chiesa sotto il nome di s. Ninfa a cui fece 21 dicembre 1818 lo preconizzò vesco-
diversi doni s. Leone IV. Diroccata la vo di detta sede. La prudenza, lo zelo e
chiesa, il cardinal Francesco Barberini e- la sollecitudine pastorale lo fecero assai
resse per memoria suifuudamenli un pic- distinguere uel paterno governo di quella
colo tempio rotondo coll'iu vocazione del- novella istituita diocesi; gli guadagnaro-
la santa, nel quale pose una statua di no l'amore del clero e del popolo, e la
marmo scolpita da eccellente scalpello. stima e considerazione del governo. Il re-
\uudiuieuo lo stesso Piazza, riparlando- guuute Ferdinando lì re del regno delle
2?2 T R I TK I
due Sicilie, ammirando le sue virtù, ed colle insegne equestri e titolo di cavaliere
eccellenti qualità , lo presentò al Papa del real ordine di Francesco I. Mentre sul
Gregorio XVI pel trasferimento alla no- cardinale eransi concepite liete speran-
bile e metropolitana sede arcivescovile ze, che si godesse l'eminente dignità per
di Palermo, alla quale venne traslalato qualche lustro, il micidiale morbo asia-
nel concistoro de' i5 aprile (833 , con tico furiosamente avendo invaso la Si-
que' particolari elogi che pronunziò il cilia e Palermo, tra le numerose e il-
Gregorio XV laccio lo volesse ornaredel- bile circostanza che Palermo col suo car-
Ja sagra porpora. 11 Papa conoscitore del- dinal arcivescovo pianse tra'suoi 166,000
l' egregie qualità e delle benemerenze di abitanti, 24,000 morti in 4 "lesi, aven-
sì lodevole arcivescovo, nel concistoro se- do rapito lo spaventevole cholera anche
greto de'a3 giugno 1 834, lo creò e pub- il celebre scienziato Scinà. Il cardinale si
blicò cardinale dell'ordine de' preti, co- distinse per pietà, e per divozione e at-
me si legge nel n.° 5o del Diario di Ro- taccamento alla s. Sede, fu dotato di spi-
ma. In esso è pur detto, che il Papa in- rito veramente ecclesiastico e fornito ,
viò a Palermo, per recare al cardinale, d'un' abbondanza di lumi superiori, fa-
colla notizia di sua promozione, l'inse- ceva risplendere la copia delle sue cogni-
gna del berrettino cardinalizio, la pro- zioni. Non essendosi recato in Roma, non
pria guardia nobile conte Gio. Vincen- ricevè né la chiesa titolare, uè l'anello e
zo Vespignani (ora commendatore del- il cappello cardinalizio.
l' online di s. Gregorio, e tenente dello TRIM o TRIME. f. Meath.
stesso nobile corpo col grado di brigadie- TRINACRIA. V. Sicilia.
re generale). Nel n.°5i del medesimo TRINCI Luciho o Luciano, Cardina-
Diario apprendo che il Papa deputò il le. Della uobile e aulica prosapia de'conli
suo cameriere segreto soprannumerario diFoligno (I7 .), principi dell'Umbria, fu
( ed è al presente il
2.° di tal classe del da Gregorio IV dell' 827 crealo cardi-
r
Pontefice che regna) mg. Mario Pulie- nale diacono, e poi da s. Leone IV fu pas-
ri,in qualità di ahlegato apostolico a por- sato nell'ordine de' preti còl l'itolo di s.
tare al novello porporato la berretta car- Eusebio. Alcuni sono d' opinione che s.
dinalizia. I due inviati pontifìcii furono Leone IV lo creasse cardinale, ina pare
decorosamente accolti, trattali e regalati miglior sentenza il ritenere, che Grego-
dal cardinale, che si mostrò loro in tutto rio IV loelevòa questa eminente dignità.
amorevolissimo. La solenne funzione del- TRINCI Gio. Domenico, Cardimi Ir.
la tradizione della berretta 1' eseguì lo De'couti di Foligno, fratello di Giovanni
stesso re inPalermo con tutte le formalità, vescovo d'Amelia, in riguardo della su-
alla presenza della regia corte, del nunzio blime scienza di cui andava adorno, In-
apostolico, e di molti personaggi apposita- nocenzo III nel 121 lo creò, cardinale
1
miserabili mortali nello stato di prova in cielo e la terra, e tultociò che vi é. Egli
cui Dio ci ha posto, in tale stato nulla ci couserva tultociò che esiste. A Lui nessu-
si". Insegna però l'angelico dottore della mente e benigno verso le sue creature.
Chiesa s. Tommaso, che non si può sen- Tutto il bene ci viene da Lui o diretta-
za temerità e pericolo alterarsi, ed am- mente o mediatamente. Iddio é somma-
monisce, che quando favellasi dell' udo- mente luisei'icurdiusu.Lgli pei duua a'pee-
a74 T Fi I TR I
calori che
convertono a Lui. Iiltlio è
si per questa ragione egli è detto Padre, ed
sommamente giusto, Fgli premiala vir- alcuni antichi 1' hanno detto per modo
tù e castiga il peccato. Questo Dio, uno enfatico Dio, ma egli èriguardato in que-
in essenza, è in Ire distinte eguali Persone, sta denominazione come quegli che rac-
no in modo speciale seguenti attributi i ne che il Figlio trae dal Padre; e accen-
e operazioni: al Padre l'onnipotenza, per- na ancora la sua qualità di mediatore, fa-
chè principio dell'altre due Persone: al cendoci comprendere che noi domandia-
Figlio la sapienza, perchè procede dalla mo le sue gra/.ie per li meriti del suo San-
r
cognizione che il Padre ha di se stesso; gue (/ .)
preziosissimo; ch'Egli è nostro
allo Spirito Santo la bontà, perchè pro- Pastore^ la porta e la via per cui andia-
cede dall'amore del Padre e del Figlio. mo a Lui. LoSpiritoSantojsecondo la sua
Laonde si appropria al Padre la creazio- proprietà, è l'amore del Padre e del Fi-
ne, in cui principalmente risplende la po- glio, e quindi lutti gli effetti dell'amore,
tenza. Al Figlio la redenzione, perchè ol- della misericordia e della bontà a Lui so-
tread essere questa l'opera particolar- no generalmente assegnati, come l'Incar-
mente propria di Lui, perchè Egli solo è nazione del Figlio di Dio nel seno della
che si è incarnato, è auche la manifesta- Vergine Immacolata. Quindi dicesi anco-
zione della sapienza divina. Allo Spirito ra, cheDiof.i e conserva tutte le cose neh
Santo la comunicazione delle grazie, il lo Spirito Santo. La dottrina fin qui ap-
che compete alla divina bontà. Tutte tre pena accennata è un semplice abbozzo di
le divine Persoue unitamente si chiama- ttillociò che sino ad ora si è potuto sa-
no la ss. Trinità. Siccome il Padre è prin- pere coll'aiulo della fede sul mistero inef-
cipio dell'altre due Persone divine, la fabile dell'Augustissima Triade sacrosan-
creazione e conservazione di tulle le co- ta, li-cristiano cattolico esprime il miste-
se, e tutte le opere che portano l'impron- ro dell'Unità e Trinità di Dio, e quello
ta della potenza e della grandezza sono dell'Incarnazione e morie del Salvatore
•iLui particolarmente attribuite, tuttoché col salutifero seguo della Ci <>< r (/'.). Que-
le tre Persone insieme siano la causa co- sto portentoso segno consiste nel [brina-
mune ed uuica di tulio quello che esiste; re uua cioce portando la destra mano
X li l T H I ->.
75
prioia alla fronte, poi sotlo al pelto,quin- prime tre dita della mano destra alzate,
tli ulla spaila sinistra e destra, e nel ilire viene figurala la ss. Trinità, la cui invo-
to. Cosi sia o Amen. Queste pai ole espri- partono la benedizione unendo l'auricu-»
mono l'Unità e Trinità di Dio. leu peroc- lare col pollice, sebbene anche così si de-
ché non per altro si usa la parola singo- noti la ss. Trinila. L'uso di benedire con
lare nel nome e non piuttosto la plurale l'invocazione della ss. Trinità risale a'tem-
ne nómi, come sarebbe più. naturale, se pi apostolici, benché diversi furono i mo-
non perchè vogliamo significare che Id- di ili segnare la croce, cioè o colla mano
dio è uno. La Trinità poi è espressa coi in aria oimponendola sulle cose da be-
lioini propri delle divine Persone, La Cro- nedirsi, come
varie furono le preghiera
ce finalmente ricorda ed esprime che la che esprimevano le divine Persone. Opi-
seconda Persona ha assunta l'umana car- nanonlcuni che l'origine della Benedizio-
ne, ha patito ed è morto per la salute del ne (nel quale articolo parlai come anti-
genere umano. Gesù Cristo istituì il Bat- camente fu rappresentato Dio Padre in at*
tesimo (/',) avanti la sua Passione, ed e- tu di benedire colle tre prime dita, per-
gli almeno per mezzo de'suoi
battezzava, chè come sono esse in una mano alzate,
discepoli, poiché abbiamo in s. Giovanni: cos'i sono tre Persone in una sola Dei là),
Ando poi Gesù co' suoi discepoli nella. rimonta a quella data da Giacobbe a'suoi
Giudea, e, ivi si trattenne con essi e bat- sostenendo che il Salvatore nel-
figli, altri
tezzava. Allorché poi dopo la Risurrezio- l'ascendere al cielo innalzò le mani a ino*
ne ordino agli Apostoli di andare a pre- do di croce e benedì, rito che già esiste-
dicare a tutte le nazioni ii mistero adora- va ne'tempi apostolici, Il Gretsero nel lib.
bile della Trinità, e di battezzare quelli De Cruce Domini, narra che primitivi i
che credessero in lui, a loro disse; Ilo ri- cristiani segnavano sempre se stessi culla
cevuto ogni potestà in cielo e in terra; crocee tulle le cose di loro uso, e laChie-
andate, istruite, tutte le genti, battezzati* sa l'inlrodusse nelle sue Liturgie, ed an-
dole nel nome del Padre, ch'I Figliuo- che nel benedire venne usato. Deriva da-
lo e dello Spirito Santo. Cosi Gesù Cri- gli Apostoli l'uso di benedir le cose che
salvarsi, come dichiarò lo stesso Gesù Cri- si col segno della croce. L'uso di benedi-
sto. Le divine parole usate nel ministra- re i catecumeni coll'imporre sopra di lo-
re primo e il più necessario di tutti i
il ro le Mani, è della prima Chiesa, e la pra-
sagramenti, esprimono 1' Unità di Dio e tica de 'fedeli d'inchinarsi innanzi al ve-
la Trinità delle Petsone distintamente no- scovo per riceverne la benedizione, è chia-
minate. Nel voi. LXV II, p. 33, riparlan- mata da s. Gregorio I imposizione di ma-
do della solenne amministrazione del bat- no. Che queste imposizioni eziandio era-r
tesimo e de''Padrini, notai che se per gli no fatte col segno della croce, lo a Henna
antichi canoni ne fu permesso un solo, Tertulliano nel lib. deBapt., dicendo che
anche per simboleggiare l' unità di Dio, non solo le persone, ma eziandio le cose
poi alcuui concihi consigliarono Ire pa- che si usavano solevano per stabile costu-
drini, per la più espressa fede sensibi- manza benedirsi, riportando all'uopo la
le della Trinità, e forse per vieppiù con- benedizione che si faceva del pane alla
futare i nemici del mistero. Nelle Bene- mensa, di cui si parla nel libro su Giob-
dizioni del Sommo Pontefice ( f .), colie be attribuito ad Origene, ma cou più ve
27 6 TRI ta i
secondo i riti, sempre si conlieue l'invoca- caziooe : dunque ned' espressione della
zione della Trinità, facendosi nell'atto la Trinità ricorda tutti i molivi che ponno
croce; le quali formule, per la chiesa la- disporio a ricevere in abboudanza di ef-
tina si poimo vedere dagli Ordini Roma- fetto la benedizione.Chiamasi Dossolo-
ni e da'Sagramentari di s. Gregorio I; per gia (^.), il versetto e inno del Gloria
la greca dalle liturgie di s. Gio. Crisosto- Patri, et Filio et Spiritili Sancto (/ .),
mo e di s. Basilio, e pei- le altre chiese o- col quale sino da'tempi apostolici si ter-
rientali dalle loro particolari. L'antichis- mina la recita de Salmi nell'uffizio divi-
simo e apostolico rito uel segnarsi e bene- no; fu stabilito nella Chiesa per apostoli-
dire colla croce, è corroborato dall'espres- ca tradizione, per glorificare la ss. Triade,
sioni de'Padri della Chiesa, i quali fanno e si lascia iu segno di tristezza; indi nel
testimonianza della ferma credenza de'fè- 823 vi fu aggiunto dal concilio JNiceno le
deli, che dalla croce venga loro ogni be- parole: Sicut eroi in principio, et mine,
ne, l'allontanamento d'ogni male.JNel pre- et semper, ec, per confutar l'errore de-
gare da Dio qualche bene o sopra l'uo- gli Ariani eretici, e per lo stesso motivo
mo o sopra ogni altra cosa di suo servi- il concilio prescrisse che nelle lettere For-
zio, qualche segno era conveniente che
ili mate (V.) si ponessero in principio le pa-
l'uomo o la cosa si contrassegnasse, dal- role Valer, Filius, Spiri tus Sanctus, Pe-
la virtù ed eilicacia del quale ne venis- trus per riverenza della Sede romana nel-
sero notificati, perciò fu convenienlissi- la quale è il principato d. tutta la Chiesa
mo il segno della croce. La fiducia de'l'e- cattolica, oltre V Amen. Di più questa dos-
deli, checche sia della questione de'teo- sologia giustamente fu unita alla quoti-
logi nel determinarne la virtù giova a , diana Preghiera del Pater no s ter (P'.),
rendere più copioso l'elfelto delle bene- la più eccel-
insegnata da Cristo, e perciò
dizioni, laonde è utilissimo il seguo visibi- lente d'ogni altra, ed ancora congiunta al-
le della croce sulla cosa benedetta; poi- la Sii lutazione Angelica (/'.), cosi nella
ché la memoria che suscita d'essere stato recita della Corona divuzioualc e del ss.
T R I TR T 277
Rosario La ss. Trinità non si può
(F~.). darono gli ordini regolari de' Trinitari
nelle Immagini (V.) dipingere secondo il (ly •) e delle Trinitarie (F.); e con quel-
suo essere, ma si dipinge come le Ire Di- lo della Trinità errata fu istituita una
vine Persone sono apparse a noi. Il Ber- congregazione di donzelle religiose, le
nino, Hiatoria di tutte l'eresie, osserva, quali sotto tale denominazione venerava-
die in chiesa romana non vietò le ss. Im- no la s. Famiglia composta della B. Ver-
magini di oggetti veri, e di persone de- gine, del Bambino Gesù e di s. Giusep-
gne d'onore per l'eccellenza della loro san- pe. L'istituzione si fece nel 1 65q in Fran-
tità, come sono le immagini di Gesù Cri- cia nella città di Rochelle ,da un certo
sto, della sua ss. Madre e de' Sanli, alle numero di virtuose zitelle per occuparsi
quali dà venerazione per le immagini
si dell'educazione deile orfane. Poco dopo
che rappresentano. Dipingono le Persone abbracciarono la vita tegolaie e fecero i
della ss. Trinità, il Padre in forma di vec- voti, con regole stampate a
e costituzioni
chio, il Figlio di giovane, e lo SpiritoSan- Parigi nel 1664, col titolo di Regole del-
to di colomba, di fuoco o di vento, egli le, figlie della Trinità Creata, delle re-
citato Bernino discute se possa dirsi: Tri- the la chiesa di s. Michele di Brondolo,
na Dcitas , Trina Trinitas e Triplex nella diocesi di Chioggia, colla (piai cillà
Trinitas. Sino dal nascere dellaChiesa lo comunica a mezzo di due ponti, inoltre
spirito di menzogna fece ogni sforzo per sotto l'invocazione medesima si fabbrica-
combattere il mistero della ss. Trinità e rono innumerabili chiese e cappelle, e si
per annientarne la fede, quindi per Tri- fondarono moltissimi sodalizi fra'quali ,
nitari (F.) s'intesero denominare gli e- primeggia quello della ss. Trinità de' Pel-
retici che insegnarono errori risguardan- legrini (F.) di Roma. Colla formola: in
ti il mistero della ss. Trinità, e si chiamò nomine SS. et Jndividuae Trinilalis,
Triteismo (V.) l'eresia insegnante esser- s'incominciano vari alti pubblici e solenni,
vi in Dio non solo tre Persone ma an- , come Coneordati. Ne' diplomi antichi
i
cora tre sostanze divine, per conseguen- de'sovranisi leggono comunemente le for-
ze tre Dei. In onore delia ss. Trinità si fon- inole: In Nomine Dei aelerni} et Salva-
278 T B I TR I
toris Nostri Jesu Chrisli: In nomine San- si degna rivelare agli uomini, benché que-
ctne,ct Individuai' Trinila tis, Pa tris, et sta stessa ragione noi possa comprende-
Filii, et Spiritus Saneti. Amen. L'ado- re. Il credere in questa maniera è un pro-
rabile Trinità venne invocata anche nei fessar che Dio è al tutto incomprensibi-
solenni atti delle celebri alleanze, come le. Ora e che vi può esser mai di più ono-
a'iiostri giorni s'intitolò quella ebe prese revole allusila suprema sapienza, di que-
il nome di Santa, quasi volesse due alle st'umile confessione delle sue creature?
genti: la politica torna a conoscere un Dio. Noi non possiamo formarci idea più al-
La festa della ss. Trinità si celebra nella ta della sua grandezza, che confessando
deli, che dopo aver predicato loro i pre- sagto nome della ss. Trinità sono fatti gli
tazione del mistero. Discorse nel cap. 1° te le Benedizioni, tutti i Sagri/izi che si
In qual maniera, noi dobbiamo onora- offrono, tutte le Preghiere: ha e$to final*
re il mistero della ss. Trinità. Pertan- mente si cominciano e si compiono tut-
to egli dice, ebe la vita d'un cristiano de- te le opere buone. All'ora tremenda del-
v'essere una continua festa dell'adorabi- la nostra morte, il ministro del Signore
le Triade, com'essa è la festa eterna dei rafforzerà le nostre anime, e metterà il
stra ragione nel crederlo,èa lui glorioso bia peccato, questo moribondo cristiano,
ed accelto.Nè alcun articolo di nostra cre- dirà allora il sacerdote, egli non ha nega-
denza può esser mai contro la nostra ra- to il Padre, né il Figliuolo, riè lo Spiri-
giorie,comunque alto sopra di essa; poiché to Santo; ma serbò la fede e lo zelo per
niente può esser più conforme alla ragio- onor di Dio, fedelmente adorò quelli*
I'
ne, che il credere fermamente ciò che Dio che fece tutte le cose". 11 mistero della ss.
TRI T B I 279
Trinità viene particolarmente glorificato nore, come quelle con cui accompagnia-
in noi coll'unione de'nostr't cuori e colla mo il segno della croce, o colla dossolo-
fi atellevole cari tà. Qual dolce riposo, qua- gia adottata dalla Chiesa contro l'empia
le amore, qual gloria, qual gioia possedo- eresia ariana. Onde tutto l'onore, tutta
no in se stesse le tre Persone, e l'una nel la gloria, col più perfetto sagrifizio ed umi-
godimento reciproco dell'altra, prima di liazione di noi stessi e di tutte le creature,
lutti secoli e per tutta l'eternità! Qual i-
i siano rese al Padre, Signore di tutte le co-
neffabile piacere gustano Elleno nel pos- se; al Figlio coeterno e consustanziale al
sedimento della loro felicità e delle per- Padre, nostro amabile Redentore; e allo
fezioni infinite?Quale sublime lezione di Spirito Santo, gran consolatore e granfie
concordia e di carità, non ci dà però Dio santificatole dell'anime nostre; in quella
in questo mistero?» Un Signore, una Fe- maniera che da tutta l'eternità le tre Per-
de uu Battesimo". Quanto mostruoso
, sone divinesi sono glorificale l'una l'al-
non sarebbe mai che le membra di un tal tra a vicenda, col loro amore infinito, col
capo fossero tra loro divise? Qual delitto riposo che hanno goduto nel fruimento
non sarebbe rompere un legame sì sagro? delle loro supreme pei fezioni;siccome El-
» Tre rendono testimonianza nel cielo, il le sono slate glorificate sino dal comin-
Padre, il Verbo e lo Spirito Santo, e que- ciar del tempo, e dagli Angeli dal momen-
sti Tre sono Uno". Della stessa maniera to della loro creazione, e da' fedeli servi
noidobbiamo sulla terra rendere testi- di Dio in tutti i secoli; e finalmente co-
monianza a Dio co'vincoli della concor- m 'Elle sono gioì ideate al presente da tut-
dia e della più perfetta carità all'esempio ti gli spiriti beati, da tutta la Chiesa mi-
de' beati, i quali sono sì strettamente uni- litante sulla terra, esaranno da noi stes-
ti tra loro nel regno di Dio. Così noi dob- simercè l'aiuto della sua misericordia, se-
biamo onorare la ss. Trinità colla fede, condo lutto il potere e la forza del no-
colla santità della vita e coli' unione dei stro spirito. Non contenti di rendere tut-
cuori ; al che dobbiamo aggiungere gli ti i nostri omaggi alla ss. Trinità, dobbia-
omaggi continui delle nostre laudi, del- mo riferire e consagrare a Lei quanto noi
le nostre adorazioni e del nostro amore! siamo, la nostra vita e le nostre azioni, i
Poiché qual è nel cielo l'occupazione del nostri patimenti, le nostre fatiche, in una
Coro degli Angeli e de'Beati, e quale sa- parola quanto abbiamo ricevuto da Lei,
rà durante tutta l'eternità? Adorare e lo- 1' uso del nostro ingegno ,
delle nostre
dar Dio in tre Persone, e cantare senza membra e ile' nostri beni. Preghiamo il
interrompimento ciò che il profeta Isaia Padre di cancellare dalla nostra memo-
udì una volta ripetere in sì armonioso ria ogni idea di mondana vanità , e di
concerto da' SevatìnìjìTrisagio^P .):San- stamparvi quella della sua divina presen-
to, Santo, Santo il Signore degli eser- za, per modo che la occupi interamente
ci tij tutta la terrai' piena della sua glo- ed unicamente. Preghiamo il Figliuolo,
ria. Unendosi a'cori celesti, tutte le ani- che ci rischiari la mente, che ne sgombri
me sante, tutte le caste spose del Signore le tenebre, e ci conduca in sulla via del-
sulla terra sono anch'esse occupate gior- la salute colla fiaccola della fede e dell'e-
no e notte a celebrare le sue laudi. Of- terne sue verità. Preghiamo loSpirito San-
friamo nello stesso spirito tutte le nostre to, che santifichi la nostra volontà colle
azioni ad onore e gloria deH'adorabil<sTri« sante fiamme del suo amore, affinchè nes-
nità, pregandola di farci sempre adem- suna cosa mai vaglia a separarci da lui,
piere la sua santa volontà. Interrompia- uè nel tempo, ne nell'eternità. Il Sarnelli
mo sovente le nostre ordinarie azioni, per nel t. 9, leti. 53: Come la s. Chiesace-
recitare alcune fervide parole in suo o- lebri la festa del Padre Eterno, rispon-
?.8o TR I T R I
te del nostro vivere egli ci conserva, som- Offìcias perferiasj De divinis Ofjiciis;
ministrando a noi l'aiuto temporale e spi- Sacramentoruni liber, contenente le col-
rituale. Soggiunge poi con Durando, Ra- lette, le segrete, i prefazi e post-commu-
tionale Dh'inortini Officiorum 1.6, cap. nio per 3?. messe differenti, ec. Noterò
i i
4, n.° i , che gli antichi tennero che la inoltre, che al cardinal Ivonc di Char-
festa del Padre Eterno fosse quella del tres (F .), nato verso il 1 o4o, si attribui-
Natale del Salvatore, perchè gli nacque sce il Micrologo[V.), il quale tratta pu-
ilFigliuolo secondo la carne. Onde la .* i re della celebrazione della messa e di di-
messa della mezza notte comincia: Domi- verse pratiche della Chiesa sotto il pon-
nus dixit ad me Filili* meus es tu, ego tificato di s.Gre£;orio VII, im media to sue-
hodie genui (e. E sebbene questo si spie- cessole di Alessandro II. Trovansi pure
ga della generazione eterna, si può anche di verse osservazioni sulla disposizione de-
intendere della temporale, al riferiredel- gli uffìzi divini. Apparisce da ciòch'è det-
lo stesso Durando, cap. i3, n.° iq: Ego to nell'uffizio della ss. Trinità, che non
hodie geniti te, de utraque est, et expo- se ne celebrava la festa a Roma in prin-
niturj hodie , idesl aeterna li ter j nani, cipio del secolo XI, e che non approva va-
secundumAugust. hodie praesenliam si- si che si celebrasse altrove in un giorno
gnificata etquod aeternum est semper particolare, perchè in ciascuna Domeni-
praesens est. Né Cristo ebbe altro Padre ca (V.), od anche in tutti giorni, si ce- i
so questo dubbio, essendovi la festa della sandro 1 come alcuni credono, compre-
1 1
il Novaes, che Giovanni XXII neh 333 la festa della ss. Trinità, per dimostrare
ordinò, che la festa della ss. Trinità si ce- che le dette tre Persone sono un solo Dio,
lebrasse solennemente nella domenica do- e questa è la 1. "cagione perchè si celebra
po la Pentecoste, mentre la chiesa roma- la festa delle tre Persone unitamente; la
na non era solita fino a quel tempo di ce- 2/ cagione è, che dopo la festa dello Spi-
lebrare questa festa con particolare uffi- rilo Santo, ossia dopo la sua discesa nel
zio in alcun giorno determinato il che , Cenacolo, cominciò subito a predicarsi e
affermano Tolomeo da Lucca nella Fi- credersi il mistero della ss. Trinità , nel
ta di GìovanniXXII, presso Baluzio, Vi- cui nome si dava il battesimo a 'con ver -
p. 77; e Lam
a
lis Papar. Avenion. 1. 1
,
i •
tilifedeli. La 3. è, perchè la Chiesa di-
bei-lini, De
Festis § 63o, p. 2 o. Rileva 1 mostra a'suoi figli, quel Dio Trino e Uno,
pure Novaes, che l'Advocat nel Diziona- da cui sono lutti beni, di cui ha l'im-
i
rio portatile, a\\'nvl\co\o P\e\vo d'Ailli o magine e di cui debbono aver la somi-
Aylli, dice che questo cardinale predicò glianza, e che debbono sempre lodare,
in Genova nel i^o5, con tanta energia sul ringraziare e celebrare, per cui l'introi-
mistero della Trinità, che l'antipapa Be- to della messa comincia colle parole: Bc
nedetto XIII, mosso dalla sua predica ne nedicta sitsancta Trinitas, alque indi-
istituì la festa. Ma certo è, che essendo visa Uni tas j confi tebimur eit quia feci
questa festa già in uso per molte chiese, nobisewn miserìeordiam suam. Dopo
l'avea Giovanni XXII ordinata di precet- avereil Sarnelli riportalo pure quanto
to alla chiesa universale, come ne fanno l'HeroIt scrisse su l'una e l'altra festa del
fede Marlene , De antiq. eccl. discipl. Padre Eterno, conclude che la questione,
cap. 28; Tornassi ni, Z?e Dier. Festor. ce- perchè la Chiesa non solennizza alcuno
lebrai, cap. 18, lib. a, n.°i3; Baillet, De speciale e particolare giorno festivo del
fé. sto Trini t. § 1 ,n.° 4; Ciacconio, in Vita Padre Eterno, è questione di nome, per-
Joannis XXIIj Ga vanto e M erati, in not. chè non vi è nelle feste il titolo de Pa-
ad Gavantum, 1. 1, par. 2, p. 1222; Pa- tre Aelernoj anzi la s. congregazione dei
gi, in Breviar. Rom. Pont. t. 4> Wi Fita riti proibì la messa de Patre Aeterno
Joannis XXII, n.°86, ed altri citati dal falla in Madrid, senza autorità della s.
Lambert ini. Tornando a Saruelli, egli di- Sede. Ma non poiché di fatto
di fatto ,
ce che Radulfo fiorito nel i4oo attesta che tulli i nostri maggiori han tenuto, che la
la festività fu approvata e intimala dalla festa del Padre Eterno fosse quella del-
chiesa romana, e quindi comunemente ce- la Natività del Signore; del resto ab an-
lebrata, e perciò opina che autore di tal tico tulle l'orazioni sono dirette al Padre
celebrità fu Gregorio XI e non Giovan- Eterno, imitando Cristo che disse: Sic er-
ni XXIII; ma poi in altra lellera si cor- go vos orabitis; Pater nosler, qui es in
regge ed il 2. chiama Giovanni XXII, Coelis, etc. E a chi si offre il Sacrifizio
al quale propriamente l'attribuirono Ra- della Messa( f.),senon all'Eterno Pa-
s.
dulfo e Pisanella. In questa sua creden- dre? Te igitur clementissime Pater, per
za, che Gregorio XI approvasse la festa Jesum Cliristum filinm tuuni cioè nel ,
e ordinasse che si celebrasse per tutta la principio del Canone. Cristo non fece in
Chiesa, riporta quanto dichiarò il Duran- terra che manifestare la gloria del suo E-
do: Che dopo celebrata la festa del Pa- terno Padre, ed a cui prima che patisse
dre nel s. Natale, qui Nativitas dicitur diresse la dolcissima orazione, presso s.
festivilas Patrts, dopo celebrata la festa Giovanni cap. 1 7: Tlaec locutus est Jesus ;
del Figliuolo nella Pasqua, e la festa del- et sublevatis oculis in coclum dicci t: Pw
VOL. LXXX. «9
282 TR I TR I
ter venie hora, clarijicafilium dumi, ut dei, cap. 1. Firmiler credimus. et sita-
filma tuus clarifìcet te,etc. In quanto pliciter confi temur, quod Unus solus est
all'oliava della festa della ss. Trinità, o- verus Deus Pater, et Filius,et Spiritus
£> ti i Domenica Primo die, quo è oliava: Sanctus ; Tres quidem Personae , itd
Trinitas beata mnndumcondidit. Si leg- Una essentia, et substantia, seu natu-
ge P8.° responsorio:Duo Seraphim, etc. ra omnino simplex. Ne dogmi, per evi-
Si canta Simbolo di s. Atanasio [V.),
il tare cavillazoni e sofismi, ancora di si-
quando non occorrono altre solennità. curezza è il dire: Credo lutto quello che
Dov'è titolo della chiesa, si fa 8." nei I' crede la Madre Chiesa. Il medesimo Sai-
s.
giorni che seguitano la festa, della qua- nelli nel 4 ragiona nella leti. 24*- Per-
t.
le dice il Gavanto sopra il Breviario e. chè la Domenica della ss. Trinità si met-
19, n.° 2. Aliud est loqui de Ecclesia ta fra quelle di prima classe, e la Fe-
universali , in qua quaelibet Domin ica sta fra quelle di seconda classe. Pre-
Tritatati erat dicala ; aliud est loqui de. mettendo la dichiarazione, che sebbene è
Titulo Ecclesiae particularis, et in hoc molto difficile portare le ragioni delle co-
sensu s. Rituuin congregalo decrevit, se, quando s'ignora la mente degl'istitu-
Octavam ss. Trinila tis, et digniorem in tori di quelle, ad ogni modo indagando-
Corporis Chris ti. In quest'ottava non si cos'i discorre. Se la festa della ss. Indivi-
replica il simbolo di s. Atanasio: quiado- dua Trinità si fosse fatta di /classe, con- 1
20, e però si dice nel giorno 8.°, perchè gnore di .'classe ha commemorazione di
1
spiega sul gran mistero 3 quesiti. /Se i 1 dov'è la 2/, e così sarebbe cresciuto an-
la Divina essenza differisca dalle Persone. che il numero delle domeniche, le quali
2. Come le Persone sieno fra loro distin- non sono meno 28 finodi 2 3 uè più. di
te. 3.° Come il Figlio sia coeterno al Pa- all'Avvento, e si suppliscono colle dome-
tire. Esorta poi, perchè questo ineffabile niche le quali avanzano dopo l'Epifania,
mistero è difficile a intendersi, è neces- e I' ultima è quella che nel breviario è
sario a crederlo e adorarlo con sommis- notata 25, la quale anche quando sono
sione di spirito, e non andarlo cercando 23 si legge l'ultima, dicendosi la 23 nel
con curiosità. Ci deve bastare, che Dio, sabato antecedente. Oltre a ciò la festa
il quale è la verità medesima, ne l'abbia del Corpo del Signore di ."classe avrebbe 1
a
dichiarato in questa guisa, e che la fede dovuto seguitar l'8. , e questa non occor-
che dobbiamo alla sua parola, ne obbli- reva, sì per non esser necessaria , come
ghi a crederlo, benché non possiamocom- avverte il Micrologo, De Eccles. observ.
pi eliderlo: Fides Catholica haec est, ut '
cap. 60, perchè ogni domenica è ottava
Unum Deurn in Trinitate, et Trinità- della ss. Trinità, anzi ogni giorno sene
lem in Unitale vciicrcmur. Cosi disse s. fa memoria, benché dov'è titolo di chiesa
Atanasio, impugnatole degli ariani, nel particolare abbia la ricordata ottava, la
suo simbolo. Ed Innocenzo 111 nel conci- quale nella propria chiesa è più degna di
lio generale di Laterauo IV, in dccret.fi- quella del ss. Corpo di Cristo , sì anche
TRI T R l 283
perché essendo stata istituita prima la fe- menica, nella quale sempre occorre, ha
sta del Corpus Domini colla sua 8/,e con- questochenon mai si lascia l'uffizio del-
correndo alle volte pure con questa an- la ss. Trinità, benché in quel dì in qual-
a
che l'8. di s. Giovanni, sarebbe stato un che luogo occorra festa dir .'classe; e per
mescolamento d'ottave. Che la festa del ragione della festa ha quello ch'i proprio
ss. Corpo di Cristo fosse stata istituita pri- delle feste di 2." classe. Conclude il Gavan-
ma da Urbano IV nel 1262 si vede dal- to, Tpsamet Trini tas sic voltiti t a qua
l'asserto del contemporaneo s. Tomma- rcgitur Ecclesia. E forse nella domeni-
a a
so, che la dice collocata nel 1. "giovedì do- ca di i. classe s'intende la r. Persona del
po l'8.* di Pentecoste, uè fa alcuna men- Padre, nella festa di 2.' classe la
seconda
a
zione della festa della ss. Trinità; onde Persona delFiglio, nella domenica 8. del-
appare che questa festa della ss. Triade la Pentecoste laPersona dello SpiritoSan-
sia stata istituita per tutta la Chiesa uni- to, e tutte tre sono una sola solennità, co-
versale dal PapaGiovanni XXII eletto nel me sono tre Persone e un solo Dio. A mag-
1 3 16. Fu conveniente adunque farsi la gior schiarimento, dirò conl'ab. Diclich,
a
festa della ss. Trinità di 2. classe più con- Diz. sacro-liturgico: Domenica. Le do-
grua colla ."domenica dopo la Penteco-
1 meniche, altre si dicono maggiori, ed al-
ste, benché la »»* classe è delle maggiori; tre minori, ossia fra Panno. Le maggio-
per cui del santo semplice, che occorre in ri sono quelle nelle quali si venerano i
feste di 1 .
a
classe,si fa de' seguenti cum coni- ma cioè, e di seconda classe. Quelle di pri-
inemoratione Trinitatis tantum. Se con ma classe non cedono ad alcuna Festa,
festa di 2." classe le intere vesperi saran- e perciò mai non si om mettono: tali so-
a
no della Trinità, come di festa maggio- no la i. dell' Avvento, lai." di Quaresi-
re, e si farà la commemorazione della mi- ma, la domenica di Passione, quella del-
a
nore di 2/ classe. Sicché la 1 , domenica le Palme, quella di Pasqua, la domeni-
non s'intende di essa la rubrica della do- Messa, a p. 8 1 rende ragione, perchè alla
tente, perchè tutto l'officio si fa della ss. razione Suscipe s. Trinitas, s'indirizza
Trinità, e della 1. "domenica di Penteco- nella messa alla ss. Trinità, mentre nei
ste la commemorazione solamente, e la primi 4 secoli della Chiesa tutte le di lei
ora dicesi festa, ora domenica, perchè l'u- li, che non si adorava il Padre, senz'ado-
no e l'altro è vero, e per rogioue della do- rare il Figlio e lo Spirilo Santo; ma con
284 TR I TRI
giusto motivo tralasciavasi di nominar la lebrarono le solenni Canonizzazioni de'
ss.Trinilà,pel timore chela pluralità degli Santi.
Dei, che da' cristiani impugnavasi, non TRINITÀ' SS., Festa. F. Trinità' ss.
fosse loro opposta da chi non conosceva TRINITÀ' SS^Arciconfraternita del-
il mistero delle tre Persone Divine, come la ss. Trinità del riscatto degli schiavi.
ben riflette Floro di Lione nel suo trat- V. Trinitari del terz'ordine.
tato de Actione Missae. Ma tolto di mez- TRINITÀ' SS., Arciconfraternita.
zoildetlotimore,nonha dubitato laChie- V. Arciconfraternita della ss. Trinità
sa tanto latina, cpianlo greca, nell'ofTrire de'Pellegrini, Ospizi di Roma Ospizio :
iSanti, lutto hanno ricevuto per virtù del coIoRepubblica, ove cenno degli Stati -
feci
gi. L'ultima proposizione concistoriale di- gnifica Buon Aria Boni Aereis, Non ca-
y
ce che nel suo trinili cìrcìter niilliarium de mai neve, non gela che debolmente,
ambita ultra centum mille continet ha- ed il ghiaccio leggero che vi si forma è ac-
menti de'tori, il teatro, l'accademia delle scia stabilito, e fece questo creare Y as-
scienze matematiche e fisiche, e un osser- semblea sovrana costituente. A questa as-
vatorio. Dopo la rivoluzione vi si stabilì semblea successe una giunta di osserva-
qualche fabbrica , e le più considerabili zione, che convocò il congresso nazionale
sono quelle di cappelli e di lavori di fer- radunatosi a Tucuman verso la fine di
ro. Il governo era intento a proseguire lo detto anno, trasferito poi a Buenos Ay-
scavamento d'un porto, poiché i vascelli res, ove ancora risiede. Formando il suo
erano obbligati di fermarsi a 3 leghe in- stato parte della confederazione d'Argen-
feriormente e d'inviare le merci sulle bar- tina e degli Stati- Uniti della repubblica
che o golette, e di andar poscia 8 leghe di della Piata, per le dissensioni insorte tra
là nella baia di Barragan onde aspettare i il general Urquiza direttore generale di
loro carichi. I suoi paraggi sono pocosicuri, detta confederazione e Buenos Ayres,que-
non solamentea cagione della quantità di sta provincia si separò nel 1 853 eoo al-
roccie, di banchi di sabbia e di bassi fon- tre i3 } che prima componevano la repub-
di, ma per cagione ancora della violenza blica della Piata, e formarono un gover-
pamperosche soffiano frequente-
de' venti no particolare, alla testa del quale fu po-
mente. Malgrado tali inconvenienti Bue- sto un governatore-capitano generale, e
nos Ayres è il luogo di deposito di un este- a' 12 ottobre vi fu eletto ild/d. Pastor
so commercio, per le merci che riceve dal- Obligado, residente a Buenos Ayres ca-
l'Europa e in particolare dalla Gran Bre- pitaledel nuovo stato, ed ove dimora pu-
tagna, dagli Stati-Uniti, dal Brasile e da re il corpo diplomatico.Le provincie sono:
altre regioni. Fa coli' alto Perù uu com- Buenos Ayres, Eutre-Rios e Corrientes,
mercio considerabile in bestiami e muli: Santa Fé, San Luis de la Punta, Cordova,
isuoi mercati sonode'meglio provveduti, Santiago del Estero, Mendoza, s. Juan
eia carne vi è tanto abbondante che spes- de la Frontera, Rioja, Cautamarca, Tu-
so si distribuisce a' poveri. Il miscuglio cuman, Salta e Jujuy, con più di duerni-
286 TRI TR 1
Villablanca di Siviglia; nel 1802 Bene- la più principale delle piccole Antille, alla
detto de Luz-y-Riego del porto di Lastres quale giunto pose il nome della ss. Trinità
diocesi d' Oviedo, morto ne' primi anni in memoria delle grazie da essa ottenute,
del corrente secolo. Mal soffrendo Gre- onde l'invocava nell'incominciare tutte le
gorio XVI che questa sede e altre di A- sue azioni, ed anco perchè l'isola formava
merica gemessero in lunga vedovanza , tre montagne. Siccome Port d' Espagne
perchè la Spagna antica sovrana delle capitale dell'isola della ss. Trinità, dopo
medesime pretendeva nominarvi, la prov- pubblicato tale articolo, ha ricevuto a' 1 7
vide di pastore nel concistoro de*2 luglio aprile 1 855 il
2. "pastore in mg/ Vincenzo
i832, con trasferirvi da Aulona in par- Spaccapietra,dal medesimo Papa Pio IX
libusMariano Mediano e vicario aposto- traslato da Arcadiopoli in partibus, ed
lico dello stesso vescovato di Buenos Ay- insieme dichiarato amministratore della
res. JNel medesimo concistoro il Papa di- vacante sede di Roseau, importa di regi-
r
chiarò suo ausiliare uig. Mariano Esca- strare lo spirito religiosodella nuova me-
lada di Buenos Ayres, conferendogli lo tropoli e il singola re onore ricevuto dal Pa-
stesso titolo d'Aulona. Per morte del ve- pa,onde in parte meglio supplire alla scar-
scovo Mediano, Papa Pio IX nel con-
il sezza delle notizie relative alla sede, non
cistoro de'23 giugno i854 gli sostituì il essendosi stampata proposizione concisto-
r
prelato ausiliare mg. Escalada, che n'è riale, perchè eletto per breve apostolico
l'attuale pastore. Ogni nuovo vescovo è come il predecessore. Appena si divulgò
tassato ne libri della camera apostolica in nella città la nomina del novello arcive-
fiorini 33, ascendendo la mensa ad ul- scovo,il popolo al suono della campana
tra sex millia ponderimi illius monetae. che l'annunziava si affollò alla chiesa e
La diocesi è amplissima, per cui Grego- al collegio di s. Giorgio, ove risiedeva l'e-
rio XVI riservò alla s. Sede di dividerla letto, indi si fecero preparativi per la so-
e di restringerne i limiti , uti melius in lenne intronizzazione fissata nella seguen-
Domino expedire videbitur. tedomenica. Tutto il popolo di Port d'Iv
TRINITASS. o PORT D'ESPAGNE, spagne e de'contorni si radunò nella spa-
PortusHispaniacChla con residenza ar- ziosa cattedrale per assistere al più au-
civescovileaU'estremità dell'America
me- commovente spettacolo che siasi
gusto e
ridionale, nell'isola della ss/Trinità o Tri- giammai veduto nel paese. La ricognizio-
nidad sulle bocche dell'Orenoco, fertile ne del proprio arcivescovo, e il reciproco
e ricca per Datura ed opporlunissima al attcstalo de'più caldi e religiosi affetti del
TRI TR 1 287
gregge e del pastore. Dopo le ore 9 il clero nella serie 3.', t. 3, p. 497 e 593, con due
riunito si mosse processionalmentesegni- articoli interessanti, eruditi, dilettevoli e
to da tutte le cattoliche notabilità per ac- profittevoli per consolazioni religiose, in-
compagnare alla cattedrale il nuovo ar- titolati : Un viaggio alle Antille, pub-
civescovo. Allei o la processione entrava blicò la relazione scritta dall'ottimo mg.'
in chiesa cantando il Benedictus Deus, Giorgio Talbot de Malahide (di cui a
Deus Israel. Ogni occhio era rivolto al- Schbewsbury) cameriere segreto parteci-
l'arcivescovo, il quale dignitosamente in- pante del Papa Pio IX, da questi inviato
cedeva sotto un baldacchino sostenuto da' l'8 novembre 855 all'arcivescovo della
1
r
ir. abbati Poirier suo vicario generale e Trinidad neU'Antille mg. Spaccapietra,
direttore delle monache di s. Giuseppe per imporgli il sagro PaiUoCAì cui riparlo
di Cluny, Albertini, Ford e Coste, e mo- a Triregno). Questa pontificia degnazio-
strava nel suo volto i vari alletti di gioia e ne verso l'illustre pastore, il cui nome è sì
timore onde era compreso. Giunto alla noto e sì caro all'Italia, mentre nuova-
sede arcivescovile incominciò la solenne mente onora va così remola chiesa metro-
messa cantala dal Smith, vicario ge-
rev. politana e il degno suo arcivescovo, olfe-
nerale della sede vacante di Roseau, as- ri all' egregio invialo apostolico comoda
sistito da' ir. Dayod e Cazales. Dopo il occasione d'osservare la condizione delle
vangelo il r. ab. Cueaul dal pulpito fece chiese dell' Antille, per avvisare poscia i
lettura della bolla pontificia, in cui isli- mezzi più opportuni a procurarne la pro-
r
tuivasi mg. Spaccapietra arcivescovo di sperità e l'incremento. Ma non fu pago
r
Fort d' Espagne e amministratore della a questo il conosciuto zelo di mg. Tal-
vacante sede sulfraganea di Roseau. Fi- bot, esercitato ancora in altri simili uber-
nita la messa egli stesso rivolse lai." volta tosi viaggi, poiché nel vasto campo che
eloquentissime parole al popolo, che re- trovò, infiammato di ecclesiastico zelo vi
stò vivamente commosso e intenerito; e aggiunse: un predicare quasi continuo in
terminò invocando lumi e gli aiuti dello i francese e in inglese, un amministrare as-
Spirilo Santo. Quindi a pie del trono ri- siduamente sagraraenti del battesimo,
i
cevè gli omaggi di lutto il clero. Nelle se- della cresima per ispeciale delegazione
re si distinsero le case cattoliche con fe- pontificia, non essendo insignito del ca-
ste luminarie abbellite da analoghe iscri- rattere vescovile/Iella penitenza,dell'Eu-
zioni. Alcune dicevano: Dio ha pensato caristia, del matrimonio; un tener confe-
a' poveri. I nostri voti sono stali e sau- renze al popolo in inglese, un ricevere
diti. Sia benedetto colui che viene nel no- abiure, un estinguer scismi, un compar-
me del Signore. Ne'seguenli giorni furo- tire a mille a mille benedizioni apostoli-
no falli sinceri indirizzi da'eapi del clero, che, ed un tutto proprio d'un vero fer-
da'professori e dagli studenti del collegio. vidissime missionario apostolico, siccome
In quelle elaborate allocuzioni, come nelle munito meritamente dal Pontefice di fa-
risposte di mg/ Spaccapietra si ammirò Giunto alle Antille,
coltà straordinarie.
spontaneità di espressioni, facondia e sen- nell' opulenta isola di s. Tommaso e in
timenti di verace pietà e sudditanza. Spe- Roseau capoluogo dell'isola di Dominica,
cialmente visi rinvenne una profonda ve- dopo avervi esercitato l'apostolico mini-
nerazione verso la s. Sede, e grandi en- stero,a'23 dicembre approdò mg/ Tal-
comi e ringraziamenti al sommo Ponte- bot a Port d'Espagne vestito da prelato
fice Pio IX, dal cui incomparabile zelo è domestico. Venne onorevolmente accol-
diramato tanto bene a' popoli dell'isole to da mg/ Spaccapietra e condotto alla
della ss. Trinità, tra 'quali fiorirà sempre cattedrale, l'arcivescovo vi destò la gene-
la cattolica fede. La Civiltà cattolica ne 1- rale commozione de'cattolici nel notili-
288 TRI TRI
r
tur loro la benignila ilei sommo Pontefice se per mg. Talbot compitila, nondime-
di mandar un suo inviato, intimo cubi- no a istanza dell'arcivescovo rimase nel-
calano, espressamente a far loro visita e l'isola della Trinidad quasi altri due me-
onoiare la cbiesa del sagro pallio. Nel di si (ino alla celebrazione del sinodo dio-
seguente l'inviato fu presente a una pie- cesano,che nella metà di febbraio si tenne
filiazione cbe lesuddelle suore di s. Giù- nella cattedrale con gran decoro e poni-
seppe, istituto cbe fiorisce anche in Ro- pa di sagri riti e con numerosissimo cou-
ma nell' orfanotrofio loro affidalo, fece- corso di fedeli. L'arcivescovo predicò al-
io alle alunne da esse educate. La sera la i. 'sessione, col fervore consueto di sua
poi assistè nella cattedrale alle solenni apostolica eloquenza; nella 2.* dopo la
funzioni della notte del s. Natale, edili- messa cantata pe' vescovi defunti, si les-
cato grandemente dalla pietà e divozio- sero ad alta roce decreti del sinodo co-
i
lie del buon popolo; e nel dì seguente a loniale tenuto due anni innanzi, pure a
quelle della solennità Natalizia del Signo- Pori d' Espagne, già approvati dalla s.
re. L'imposizione del pallio seguì nella Sede; e nella 3/ si pubblicarono soleune-
r
slessa cattedrale il i.°deli856, alla pie- mente. Non è a dire quanto nig. Talbot
senza di tutto il clero dell'isola e di pò- fosse festeggiato e venerato; basti il ri-
r
polo numerosissimo, dopo che mg. Tal- cordare, che nel caritevole tra lo strepi-
bot ebbe celebralo il sagrifizio nell'alta- to e l'allegria pubblica, sempre a modo
re maggiore. L'arcivescovo inginocchio e con decenza, le maschere genuflelleva-
pronunziò il consueto giuramento, ed al- no al di lui passaggio per riverenza. Nel-
lora l'inviato pontificio in nome di Sua la sua bella relazione, oltre la descrizio-
Santilà gl'impose col solito rito sugli o- uè de' luoghi percorsi, si diffonde sulla
meri la veneranda insegna dell'autorità condizione, massime religiosa, dell' isola
arcivescovile, qoal testimonianza nobi- Trinidad, la cui popolazione partecipa
lissima della s. Sede verso il degno pa- quanto all'indole e al carattere dello spa-
store, pegli illustri suoi meriti verso la gnuolo, del francese e dell' inglese, da'
Cbiesa, e per l'eroico suo zelo nel procu- quali fusuccessivamentecolonnizzata,ma
rare la salvezza dell'anime. Come prima gli ultimi v'introdussero il protestanti-
delia funzione il sunnominato suo vica- smoche ne corruppe costumi, migliora- i
r
rlo generale con discorso francese avea ti dall'infaticabili industrie di mg. Spac-
spiegato l'origine e il significato del pai- capielra, nel che gli fu d'aiuto poteutis-
lio, come emblema di giurisdizione, fini- simo il cholera, cb'è dappertutto il oli-
ta la ceremonia lo stesso arcivescovo in gliore missionario del inondo. Perciò nel-
breve dichiarò al popolo la sua ricono- la città furono celebrati ben 5oo matri-
scenza all'augusto Capo della Chiesa e il moni di concubiuari,e nel contado vi fu tal
gelo della quale mg/ Talbot, preso per giltimo matrimonio, dopo il flagello non
lesto il Tu cs Petrus, predicò in inglese rimase pur un solo conenbinario. Del re-
e in francese sul doppio tema che ollri- stoessendo il popolo in generale assai do-
va la circostauza,cioè sulle ceremonie del- cile e pieghevole al bene, inclinato alla
l'ornamento del pallio, e sull'autorità pietà e di costumi temperante e sobrio,
r
della Sede apostolica. La religiosa gene- A'26 febbraio mg. Talbot si accomiatò
rale letizia del faustissimo giorno, fu co- dall'arcivescovo, e si recò a visitare uel-
ronala nella sera da splendida illumina- l'America meridionale le missioni cai lo-
zione di tutta la città, beneficia missio- fiche della Guiana inglese, ed ivi pure fe-
lle uell'arcidiocesi di l'ori d'Lspague fus- ce molto bene, come in altre da lui frut-
t n i TR I 289
lungamente percorse; fu alla Martinica, misterodeU'Augustissima ss. Individuale
nel vescovato dis. Pierre e Fort tle Fran- Triade. Ilpio, dotto e zelante Albano But-
ce fiorente pel zelo del vescovo; celebrò e ler nelle Feste Mobili trattato X: Sulla
predicò nella cattedrale di Roseau.Si fer- Domenica della ss. Trinità, cap. 3, Di
mò 5 giorni nella Dominica, il di cui po-
i quelli che combattono il mistero della
polo quanto a bontà d'indole è miglio- il ss. Trinità, deplora cbe sino dal nasce-
re dell'Antille, predicando, confessando, re del laChiesa lo spirito di menzogna ardì
visitando tutte le parrocchie dell'isola, e orgogliosamente fare ogni sforzo per ten-
amministrando la cresima a un grandis- tar d annientare la fede dell' ineffabile
simo numero di fedeli nella sola catte- : mistero della ss. Trinità. Al tempo stesso
drale di Roseau la .* domenica cresimò
i degli Apostoli, Cerinto capo de' Cerin-
fino a 35o individui, tra'quali più d'uno tìani (P.) e giudeo d'Antiochia, pretese
avea sorpassato gli 80 anni. Cresimò pu- che Gesù fosse un puro uomo; che il Cri-
re molti caraibi, antichi indigeni dell'i- sto fosse disceso sopra di lui nel suo bat-
sole, che vivono tuttora con proprio re, tesimo ,
abbandonato prima
e lo avesse
i quali pel cattolicismocambiarono lana- della sua passione, così di Gesù Cristo fa-
Ima feroce de'loro padri antropofaghi in cendo due persone. Verso il medesimo
una mitezza che incanta. Anche nell'iso- tempo Ebione (f.) insegnò il Cristo non
le danesi di Croce e di Frederickstadt
s. essere cbe uomo. Per confutare questi due
amministrò la cresima e altri sagrameuti eveùó,s. Giovanni scrisse il suo Evangelo,
e fece brevi missioni. Finalmente abban- cui egli comincia dicendo: Che il Verbo
donate le care Antille, a'3i maggio s'im- era avanti tulli i tempi, vero Dio col Pa~
barcò per l'Europa, e dopo 8 me->i d'as- ciré enei Padre;per conseguenza una per-
senza ebbe la consolazione di ribaciare il sona distinta nella stessa indivisibile na-
piede al Papa e riprendere al suo fianco tura. Dicendo in appresso, che il Verbo
l'intramesso servizio. si è falto carne, egli abbatte l'empietà di
TRINITARI. Eretici cbe insegnarono Cerinto.econdanna anticipatamente Ve-
r
errori riguardanti il mistero della ss. ZVfr storio caposetta ùe'Nesloriani(P .), fon-
m'tó(P\);dicendosi Triteismo(P.)\'eves\a dando la dottrina cattolica dell'Incarna-
insegnante esservi in Dio non solo tre Per- zione. A'tempi di Papa s. Vittore I, Teo-
sone,ma ancora tre sostanze di vinelli con- doto eresiarca de' Teodoziani (P.)> e con "
seguenza tre Dei;e Triteisti gì\ eretici se- ciatore di pelli bizantino, dopo aver rine-
guaci di GiovanniFilopono grammatico e gato Gesù Cristo avanti a* persecutori ,
filosofo alessandrino del Gol a'tempi di per diminuire suo fallo rinnovò l'ere-
il
degli antichi precursori di Socino.Egli va- uè eguale al Padre, ma d'una natura in-
leasi anzi dell' autorità de' sagri oracoli, feriore e distinta; e lo chiamavano somi-
ina spiegati a suo capriccio, e sembrava gliante in sostanza, poi detta anche ipo-
ammettere una specie d'Incarnazione. fi- stasi, non consustanziale. Tra questi, al-
gli esa Ila va la dignità di Cristo co'più gran- cuni dicevano il Cristo eterno, increato,
diosi elogi, dandogli il titolo di primo- e come il Padre in tutto. Si ponno vedere
genito fra tutte le ci ea Iure, facendolo più. le loro decisioni negli atti del conciliai) lo
grande di tutti gli Ange li, dicendolo istro- (V Andra del 358, tenuto da Basilio d'An-
mento col quale Dio avea creato tutte le cira,da Eustazio di Sebaste caposetta de-
cose.Ma egli non lo bestemmiava perciò gli Eustaziaui ( / .), e da alti capi di que- i
avea esistito. L'eresia disseminata in A- tunque gli dessero le più eccelse prero-
lessandria, fu condannata dali.° conci- gative, lo metteano però nell'ordine del le
lio generale di Nicea /nel 32 5, e il pic- creature tratte dal nulla. Dopo la morte
colo numero de'discepoli d'Ario ostinali d' Eusebio di Nicomedia il più scaltro ,
sare di ubbidire la Chiesa, furono esiliati tati ariani ebbero a loro capi Teognide
lad'Antiochia nel 357, dopo la morte di ziani (V.) , insegnò la slessa eresia nel-
Leonzio ariano, e da Euzoio, uno de'suoi l'Asia minore, poco tempo avanti Pras-
successori nel 36 1. Essi insegnavano che sea, circa il 24°> e incorse pel suo delitto
il Figlio era dis somigliante dal Padre; dal nella pena della scomunica. Egli fu com-
T
che furono appellati ^//zo//i«y/ .J. Gli aria- battuto da s. Ippolito vescovo e dottore
ni e i semi-ariani facevano quasi ogni dì della Chiesa. Anche Sabellio, eresiarca
nuovi simboli, e ciascun anno, anzi ciascun de' Sabelliani (/ .), sparse il veleno di
mese,si vedea sortire dalle loro mani nuo- questa dottrina a Tolemaide e nell'alta
vi dogmi, come li rimbrotta s. Ilario. I Libia verso il 255: s. Dionigio o Dioni-
progressi dell'arianesimo furono sì rapidi sio d'Alessandria lo confutò in una let-
e tanto vasti i suoi danni, che la prote- tera che tutta respira lo zelo della fede, e
zione di Dio sulla sua Chiesa non si mo- nella quale alcuni pretesero ch'egli met-
strò mai piùcosì visibilmente come in que- tesse il Figlio nella classe delle semplici
st'epoca fatale. L'eloquenza e l'arte di se creature: accusa di cui egli mostrò l'in-
durre, l'iugegnoacuto e insidioso de'mae- giustizia nell'apologia che mandò e Pa-
stri che lo sostenevano, 1' autorità di di- pa s. Dionisio. Sabellio seppe trarre a se
versi imperatori ei elici chedi mano in ma- maggior numero di discepoli, che non a-
no lo difendevano, la persecuzione di pa- veano Noeto e Piassea; e benché in-
fatto
recchi re Goti e Mandali assai potenti, segnasse com'essi che il Padre,il Figliuolo
resero questa setta sì formidabile, che pa- e lo Spirito Santo altro non erano che tre
reva minacciar la Ghiesa stessa d'una mi nomi differenti in Dio, che traevano u-
na, se non avesse ella avuto il sostegno nicamente origine da tre sorta di azioni
delle promesse infallibili di Gesù Cristo. differenti (per modo che il Padre edotto
Ma comunque terribile sia stata per sì lun- Figlio nell'opera della Redenzione, e Spi-
go tempo, tuttavia si dileguò come una rilo Santo in quella della Santificazione);
violenta burrasca; e dopo la conversione pure negava che il Pad re fosse stato Croce-
de* Longobardi, che l'aveano professato, fisso jà\ che sembra ch'egli tenesse ilFiglio
l'arianesimo cessò dappertutto. Il nemico per puro uomo; laddove che Noeto e Pras-
della salute assaltò ancora il mistero della sea credevanoDio incarnato, e sotto «mesto
ss.Trinità con un'eresia affatto opposta. rispetto lo chiamarono il Figlio, ma senza
Prassea di Frigia, ch'era stato discepolo che ilFiglio cessasse di essere una persona
di Montano caposelta de' Montani's ti\iP .), col Padre. D'altronde Tcopaschili (V.)
i
ma avendo scoperto le imposture di que- eretici del V secolo.in sostanza anche Enti-
sto eresiarca se n' era poi staccato, e ne chiani (V.), furono così denominati per
avea informato s.anco de'suoi
Vittore I, insegnare che Dio il Padre e tutte e tre le
errori contro Triade sacrosanta, ribel-
la Persone della ss. Trinità aveano sofferto
lossi poi alla Chiesa, e negò apertamen- nella Passione di Gesù Cristo: quest'ere-
x
te questo mistero fondamentale della fe- sia ebbe per capo Gnafeo (T .) o Pietro
de, insegnando verso il i5o, che le Perso- Fullone, falso vescovo d' Antiochia, an-
ne della Trinità non sono realmente di- che colla gi unta che fece al Trisagio Che-
stinte, per modoche il Padre è realmente rubico, e l'abbracciarono purei monaci
il Figlio, e che per conseguente il Padre acemeti entichiaui di Scizia, sostenendo
s'era fatto uomo ed avea patito in Gesù la loro forinola o proposizione: Unus ex
Cristo, onde i suoi settatori ehiamaronsi Trinilate passus est in carne, di che ri-
292 T R I TR I
parlai nel voi. LXXII, p. 3oo. In questa stasis è sinonima di prosdpon, persona,
forinola si fecero delle varianti nel ripor- e non di lisia, sostanza, secondo altri; di
tarsi. Il Novaes nella Storia di Papa s. conseguenza, a tenore di tale spiegazione,
Ormisda la riferisce in questi termini : per ipostatica unione vuoisi che dovesse
Inus de Trinitatc passus est carne j e intendersi l'unione dell'umana e della di-
the il Papa la riprovò come nuova e fo- vina natura nella persona del Divio Ver-
cile atl interpretarsi in sinistra parte da- bo. Quanto alla ss. Trinità, una essai-
Nella Storia di Papa s. Gio-
gli eretici. ti a o substantia, tres Per sona e. Papa s.
vanni II, dice che questi approvò come Damaso /nel 877 fu consultato dal dot-
cattolica la proposizione de'monaci della tore s. Girolamo ,se potesse cattolicamen-
Scizia: Cnus de Trinitatc crucijixus est te dirsi, Che in Dio ci fossero tre Ipo-
carne. Allorché i monaci appellarono a stasi j rispose , Che professasse in Dio
». Ormisda per tale forinola ,
questione un' Ipostasi e tre Persone. Con termini
che rumori nell'oriente, e che in
eccitò differenti fu espressa precisamente la stes-
se stessa nulla ha che possa tacciarsi di e- parlando
sa idea, e ripeterò qui pure, che
iclico, propriamente il Papa non li quali- d'un mistero incomprensibile amie quello
ficò eretici, soltanto li accusò come per- della ss. Trinità, vi è sempre il pericolo di
turbatori, superni, amanti della novità cadere in errore,allorchèunosi allontana
e delle discordie/insubordinati e sediziosi. dal linguaggio consagrato dalla Chiesa,
La greca voce ipostasi ',
fi a' teologi greci ed io fervidamente in tutto credo quello
e latini fu cagione d'una lunga dispula, che crede lei. La fede della Chiesa è che
cui in parte fu posto fine col sinodo te- avvi in Dio una sola natura, una sola es-
nulo nel 36a in Alessandria dal gran s. senza e tre ipostasi, ossiano tre Persone.
Atanasio con s. Eusebio ó\ uno
Vercelli, 11 dollissimo gesuita p. Carlo Passaglia,
de'più importanti della Chiesa. Siccome pubblicando in Roma neli85o alquanti
la parola Ipostasi ossia sussistenza tur- suoi commentari teologici, come De Di-
bava la Chiesa; imperocché
allora tutta i vinae Trini tatis ratione in vclusliori-
Ialini intendevano per questo termine la bus symbolisj De ecclesiastica sigitifi-
slessa sostanza, e non volevano ricono- catione essentia, cpium de divina Tri-
scere inDio che una sola ipostasi, accu- ni tate senno estj De testi inouiisScrip tu-
sando d'arianesimo coloro die ne ammet- ramni quibus eadem adprobalur in .*
tessero tre; i greci all'opposto per la pa- questi due ultimi discute il primario va-
iola ipostasi intendendo la Persona, so- lore che gli scrittori dellaChiesa danno al-
stenevano ch'era necessario ammetterne la voce essenza, frequentemente usata ne'
tre per non cadere nell'eresia di Sabellio: sagri monumenti, ed in particolare quan-
s. Atanasio per accordar gli uni e gli altri, do si tratta del mistero dellaTrinità; quin-
gl'interrogò con dolcezza, che cosa inten- di neh." commentario ne considera ap-
dessero; e rilevando dalle risposle,che tut- punto il significato ecclesiaslico,ponendo-
tierano dello slesso sentimento e che non lo a paragone col profono; e nel 2. "si vale
nveano altra fede che quella dellaChiesa, dell' autorità delle Scritture per confer-
permise a ciascuno di far uso del termi- mare quell'uso precipuo, che si fa dell'a-
i\e ipostasi, giacché con veni vano nel sen- dottalo vocabolo ne' monumenti della
so, e gl'impegno a contentarsi determini Chiesa. Resero contezza egregiamente del-
del concilio Niceuo,senza arrestarsi a que- l'importanza e orditura di detti Conimeli'
ste nuovequestioni.Con tuttociò e ad on- iariorum, e di altri teologici che non ri-
ta della saggia condotta di s. Atanasio, la cordargli Annali delle scienze religiose,
Chiesa fu ancor lungo tempo agitata per 1." serie, cioè nel t. 8, p. 1 or), del 1
.° il prof,
la parola ipostasi. La voce greca hypo» d. Vincenzo Ani villi s nel l. io, p. 4°^j
T R I TR I 2t)3
r
tlegli alili mg. Raffaele Monaco la Va" ss, Trini tatis redemptionis capth'ormn.
Ielle.Maometto nell'Alcorano (F.), li- Ordine religioso fondato sotto gli auspi-
bro che contiene le leggi del Maometti- cii dell'ineffabile e adorabile ss. Trinità
smo (J .), co' sabelliani negò la Trinila (F.), pel riscatto degli Schiavi (F.) cri-
delle Persone, oltre altri errori. Di altri mani degl'Infedeli (F-). Il p.
stiani dalle
eretici Trinitari trattai ne'loro articoli, Helyot, Storia degli ordini religiosi,
chiamati anche Unitari. Nel concilio di tratta nel t. 2, par. 2, cap. ^.5 : De*reli-
ho ter ano IV fu dichiarata la dottrina giosi Trinitari, o della Redenzione de-
dellass. Trinità, contro Gioacchino (F.) gli schiavi, detti in Francia Mathurins t
abbate e fondatore della congregazione di colle, vile de' ss. Giovanni de Matita e
Flora. Inoltre il mislero della ss. Trinità Felice de Valois loro fondatori; dice
fu combattuto negli ultimi tempi dagli che quantunque religiosi trinitari ab-
i
antitrinitari Servelisti (F.) y e dalle pe- biano una regola particolare, vi sono non-
stifere opere del capo loro Serveto si cre- dimeno molli storici che gli annoverano
de abbiano attinto loro errori Socinia-
i i tra'figli di s. Agoslino, ed egli li pose nel
ni, allri eretici antitrinitari, così chiamali rango de' canonici regolarità leggo nel-
dall'eresia rea Socino, sulla cui tomba fu le officiali Notizie di che Roma annuali,
posto per epitaffio: Lutero spezzò i letti sono collocati nella categoria óe'Frali e.
di Babilonia, Calvino ne allenò le mu- loro Riforme); poiché il p. Paige nella
ra, ma Socino scavò sino le fonda aleu- sua Biblioteca di Premonstrato, riferì*
ta! Tali ed altri bestemmiatori riuniti sce non potersi loro negare questo carat-
contro la Trinità, ma divisi nella manie- tere. E vero, soggiunge il p. Helyot, che
ra di combatterla, andarono seminando ciò è sialo contrastato anche a' Premo/i-
vari errori, lutti più mostruosi l'uno del- stratensi, ma tra coloro, cui vieu questa
l'altro, ed entrarono in tale novero an- prerogativa disputala, non vi sono altri,
che gli Svedenhorgisti (/''.).Da tulle que- che abbiano migliore ragione di
di loro
ste eresie opposte fra loro , e eh' ebbero pretendere questo titolo. Ciò fece risol-
origine dalla superbia e dalla temerità di vere lo storico illustre degli ordini rego-
voler penetrare nel mislero incompren- lari, di parlare de'trinilari religiosi, ove
sibile d' un Dio in tre Persone, noi im- discorre non solo de'veri canonici rego-
pariamo quale sia stata in tutti i tempi lari, ma ancora di quelli chesonostali ri-
la vera dottrina della Chiesa rispetto al- putati per tali, il di cui abito assai con-
l'adorabile e benedetta Trinità. Poiché, formasi a quello de'canonici regolari, tan-
se la fede cristiana non avesse sempre in- to più che a questo titolo essi pretendono
segnato la distinzione reale delle tre Per- d'avere ragione. Comunque sia la cosa,
sone, Ario non avrebbe mai avutoli mi- i trinitari sostengono di essere slati rico-
nimo pretesto di spargere le sue bestem- nosciuti per canonici regolari da Clemen-
mie, ne avrebbe preteso farne la norma te XIV, quando approvò le costituzioni
della fede de'suoi sciagurati seguaci. Dal- Francia dell'antica osser-
de'lrinitari di
l'altro canto , non sarebbe mai slato in- vanza, da formale nel capitolo nazio-
essi
ventalo l'errore de'Sabelliani, se non si nale del 768, colla bolla Ex incumben-
1
fosse riconosciuta sempre la divinila del ti, comunicata a tutto l'ordine il 1. "giu-
Figlio e dello Spirito Santo , che insie- gno 1772 dal ministro generale p. Pi-
me al Padre lodo e glorifico col Triadi- chault. Ma le provincie di Spagna non-
co (F.) de'greci e colla Dossologia in e- dimeno, continuando nell'ubbidienza del
terno. generale, trovando le nuove costituzioni
TRINITARI CALZATI DELL'OR- alquanto in opposizione colle precedenti,
DINE PRIM 1T1VO, Ordo religiosorum e qualche difficoltà da parte del governo,
? 94 TR * TRI
siastennero ^all'accettarle, continuando a ciale e distose sulcapo di due schiavi av-
governarsi colle antiche costituzioni. Ebbe vinti da catene, col volto diversamente
questo benemeritoeinsigneordine princi- colorito, l'uno essendo bianco e cristia-
pio nel i 198 nel pontificatodel gran Inno- no, l'altro inauro o moro e infedele; sulla
cenzo IH, che poi nel concilio generale di lesta del bianco teneva la mano destra,
Luterano IP'dichiarò il mistero della ss. su quella del nero la sinistra. Egli erasi
Triade, contro gli eretici Trinitari [f^.), preparato con istraordinarie preghiere e
e suoi fondatori furono Giovanni de i ss. penitenze aliai." oblazione dell'augusto
r
Mattia e Felice de Valois (F .). Nacque sagrifìzio; e considerando quasi di conti-
ih°.nelr 161 circa in Faucon, borgo sui nuo le beneficenze che il Signore aveagli
Io consagrò per volo a Dio. Nella pueri- quel Dio, il quale avea già proclamalo per
zia disprezzò i giuochi fanciulleschi, e di bocca del suo Unigenito, che quanto sarà
12 anni passò agli studi in Aix capitale adoperato verso un suo minimo lo avrà
di Provenza, ove a un tempo imparò gli come fatto a se stesso, quel Dio medesi-
esercizi cavallereschi, e si esercitò nelle mo chiamavalo alla generosa opera della
più belle virtù, sollevando le miserie de' redenzionedegli sventurati schiavi che ge-
poveri, visitando l'ospedale ove medica- mevano numerosissimi nelle coste e nei
va, serviva e curava i malati con affettuo- deUaBarbaria e della/I/tf»
paesi africani
sa carità. Terminato lo studio dell'uma- ritiana. La missione era sublime e insie-
nità, ripatriò per dedicarsi totalmente al- me gravissima, e da non potersi effettua-
la divozione in un piccolo e vicino romi- re senza speciale soccorso divino; a im-
taggio, ma vedendosi troppo esposto alle plorare quale e viemeglio accertarsi del
il
visite de'parenti,che usavano ogni indu- volere superno, deliberò il fervido sacer-
stria per impegnarlo nello stato laicale, dote di recarsi nella solitudine, nel bosco
portossi a Parigi a studiar teologia per cioè della diocesi di Meaux vicino al bor-
rendersi capace dello stato ecclesiastico a go di Gandeleu nella Brie, e quivi dedi-
cui ardentemente aspirava. Malgrado la carsi all'orazione e alla penitenza. Colà
sua umiltà, meritò la laurea dottorale, e giunto volle Dio che si abbattesse in un
che il vescovodi ParigiSully l'or-
nell'atto venerando vecchio che da
altro eremita,
dinò sacerdote, pronunciando le parole molto tempoconduceva una vita più che
ricevete lo Spirito Sanlo } covùparve una umana in quello stesso deserto, informa-
colonna di fuoco sulla di lui testa : que- to alla pietà fin da'più teneri anni da s.
sto prodigio fu seguito da altro quando Bernardo dottore della Chiesa. Era que-
celebrò lai. "messa nella cappella del ve- sti Felice di Valois, nato nel 1 127, ram-
scovo, che lo assistè cogli abbati di s. Vit- pollo del sangue reale di Francia, come
tore e di s. Genoveffa, col rettore dell'u- nipote di Ugo conte del Vermandese 3."
niversità, e ne furono meravigliati spet- figlio d'Enrico I re di Francia, che aven-
tatori.Imperocché nell'alzaie la s. Ostia, do portato il nome Ugo dell'avo Cavea
comparve sull'altare unAngelosplenden- per umiltà mutalo in quello di Felice. Al-
te con bianca veste, avente sul petto una tri non ammettono che fosse del ramo
croce rosso-cerulea, colle braccia iucro- reale della casa di Valois, ma solo oalo
TR I T R I *g5
nel paese di Valois, «impreso uell' Isola sione al popolo, apparve a lui pure l'An-
di Francia e che avea Crepy per capo- gelo di Dio colla croce bicolore e in atto
luogo. Ma il negare eli' egli non appar- di redimere degli schiavi. Dal qual mi-
tenga alla famiglia reale, non essendo ap- racolo chiarito il Pontefice del volere su-
poggiato che in argomenti negativi, non premo, non dubitò che Giovanni e Feli-
merita credenza. Giovanni strinse amici- ce fossero ispirali da Dio, approvò loro i
zia con Felice, pregandolo a riceverlo in santi desideiii di stabilire nella Chiesa un
sua compagnia, e a guidarlo per la via nuovo ordine religioso, il cui principale
della perfezione. In questa pratica già e- scopo fosse l'affaticarsi nella redenzione
sercitavansi insieme da 3 anni,quando un degli schiavi, che gemevano sotto la ti-
)>el giorno, ragionando tra loro secondo rannia degl' infedeli. Pertanto a' 1 feb-
l'uso di spirituali argomenti, presso d'un braio,festa della Purificazione dellaB. Ver-
fonte videro con istupore correre alla lo- gine, vestì due santi colle proprie mani
i
sa-azzurra. Allora il più giovane degli a- da loro iniziato, in riguardo all'abito tri-
nacoreti raccontò per disteso all'attonito colore della veste bianca e della croce in
compagno la visione apparsagli tra la so- essa cucita rossa e tuichina, si appellas-
lennità di sua 1 ."messa. Quindi raddop- se: Ordine della Tri iuta per la re-
ss.
piarono ambedue le preci per meglio co- denzione degli schiavi, perchè a que-
noscere il giudizio celeste, e 3 volte furo- st' effetto istituito. Il Papa rimandò in
no sogno da un Angelo di, re-
avvertili in Francia i due santi religiosi colle sue a-
carsi appiè del sommo Pontefice ad im- postoIichebenedizioni,e accompagnali da
plorare da lui I' istituzione d'un ordine lettere di favore scritte al vescovo di Pa-
che si dedicasse al la redenzione degli schia- rigi e all'abbate di s. Vittore, a cui or-
vi. Sebbene in verno, nel declinai del i
«97 dinava di prescrivere loro una regola e
intrapresero il viaggio di Uoma, ove ar- di procurare un convento. Giunti a Pa-
rivati i due pellegrini furono accolti eo- rigi si presentarono al re Filippo II Au-
spitati nel patriarchio Lateranense amo- gusto, a cui narrarono quanto eia loro av-
revolmente da Innocenzo III nel i 198, venuto in Roma, pregandolo di accon-
appena eletto, il quale dopo aver intesi) sentire allo stabilimento del loro ordine
da loro e dalle lettere commendatizie del nel suo regno. Il re non solo lo accordò,
vescovo di Parigi, il motivo di loro ve- ma molto contribuì a'progressi del me-
nula, tolse tempo a deliberare intorno al desimo colla sua autorità e munificenza.
pio desiderio che gl'infiamma va. Il Papa Ili.°che die ad essi luogo nelle sue terre
radunati i cardinali e alcuni vescovi nella per fabbricarvi un convento, fu Gualtie-
basilicaLateranense per sentire il loro pa- ro o \ aleni io III signore di Chàtillon;
rere sull'argomento, ordinòdigiuni e ora- ma essendo questo luogo divenuto ben
zioni per ottenere da Dio una piena di- presto troppo angusto al concorso di tut-
chiarazione del suo volere, ed invitò me* i ti quelli che abbracciarono questo nuovo
desimi personaggi ad intervenirealla mes- istitnto,egli concesse loro quello in cui era
sa,che a questo effetto celebrerebbe nello ad essi apparso il cervo,che per questo fu
stesso tempio nel dì seguente,in cui ricor- denominato Cerfroy (Cervo frigido) tra
reva la 2/ festa di s. Agnese ossia nella Gandeleue la Ferie Milon sui confini del-
sua ottava a'28 gennaio. Recatovisi In- la Brie e del Valois, ove fabbricarono un
nocenzo III, accompagnato dal clero e da' convento, che divenne capo dell'ordi-
due servi di Dio francesi, mentre celebra- ne tulio. Margherita conlessa di Borgo-
a
va uell'alzar la s. Ostia per farne osten- gna e 3. moglie diGualliero d'Avenues,
?.
96 tn i TRI
fece loro parimenti donazioni pel man- casa fu già un ricco spedale o ospizio pe'
tenimento tli 20 religiosi. Tra le persone riscattati che venivano a Roma infermi
che abbracciarono ben tosto l'istituto, ta- o senza ricapilo. Mentre i Papi risiedeva-
luni, anzi gran parte ili loro, furono ce» no in Avignone, i religiosi lasciarono la
lebri per dottrina e merito: fra questi e casa e la chiesa neh 348, per essere l'I-
discepoli di s. Giovanni di Malha, furo- talia assai travagliata dalla peste e dalle
no Giovanni Anglico di Londra, Gugliel- fazioni; ed allora fu eretta in commenda
mo Scoto d'Oxford, PietroCorbellino poi cardinalizia, ed il Or-
cardinal Poncello
arcivescovo di Sens, e Giacomo Sournier sini fu l'ultimo commendatore, che mor-
indi vescovo di Todi,al diredel p, Helyot, to nel 1 3g5, Bonifacio IX l'unì al capi-
ma temo che sia errore di vocabolo o di tolo Vaticano, il quale vi si reca ad uffi-
mechè avea per fondamento la più pura tro 3.° per quello de'religiosi,e l'ai Irò 3.°
e la più eroica carità. Indi colla bolla O- pel riscatto degli schiavi. La famosa te-
perantc divìnae disposi tionis, de' 16 di- nuta di s. Pietro in Formis dello stesso
cembre: 198, Bull. Rom. t. 3, p. 76, di- capitolo,non appartenne mai a s. Tom-
retta Johanni Ministro ctfratribus ss.
: maso Formis, come alcuni credevano,
in
Trinilatis, Innocenzo HI approdò cano- eloavvertii ne' voi. XII, p. 3 i4> LVII, p.
nicamente l'ordine e la regola da osser- 284> descrivendo il lenimento e rendendo
varsi da frati trinitari. Donò ad essi la ca- ragione perchè prese il nome di Campo
sa e chiesa di s. Tommaso ut Formis sul- Morto. Giovanni e Felice edificarono di-
le vetta del Monte Celio, presso la chiesa versi conventi inFrancia,e mandarono al-
di s. Maria in Domnica, della quale par- cuni loro religiosi a'eonti di Fiandra e di
lai nel voi. XII, p. 3^7, come divenuta Jìlois.ead altri signori crocesignali ch'e-
filiale della basilica Vaticana, e nel voi. rano per partire per la Palestina. Que-
L VI II, p. 174. Acciocché dell'apparizio- sti religiosi doveano occuparsi ned' am-
ne dell'Angelo in atto di liberare il cri- maestrare i soldati, nel l'aver cura degli
stiano col moro restasse memoria, Inno- infermi, e nel riscattare i prigionieri. Ve-
cenzo III ni di nniilic sulla porta della chie- dendo Giovanni de Malha stabilito il suo
sa vi fosserappresentato in musaico, il ordine, come suoi ."ministro generale ,
cui disegno riporta il Panciroli, Tesori spedì Giovanni Anglico e Guglielmo Sco-
noscoatì di Roma, p. 782. Di questa ap- to a Marocco in Africa al re Miramoli-
parizione parla pure il Piazza twW Fttse- no, con lettera commendatizia del Papa,
vologio Romano a p. 49°> »' quale avver- per pattuire con esso il riscatto de' pove-
te che la chiesa fu intitolata alla ss. Tri- ri cristiani che ivi gemevano indura ser-
nità, a s. Michele Arcangelo e al Riscatto vitù, ed ebbe il loro trattato così felice
degli schiavi, e che la figura dell'Angelo esito, che nel 120 ne rimisero in libertà
1
in poi mutata nell'immagine del Salva- 186. Il santo riguardava nel riscatto a
tore, forse perchè la visione del Papa se- due cose, al liberamente de'corpi e alla
gui nella basilica del Salvatore, cioè la salvezza dell'anime che corrono forte ri-
continuo pericolo d' esser costretti a ri- rigi, per cui derivò in Francia areligiosi
negar la fede, che ottenne da molte per- il nome di Mathurins, mentre nell' In-
sone contribuissero alla fondazione di ghilterra furono appettali frati rossi, per
molti monasteri e spedali in quella regio- la croce rossa-azzurra posta sull'abito. La
ne. Indi passò a Tunisi nel i 202, e vi li- chiesa di Maturino fu dipoi rifabbri-
s.
berò più di iio schiavi. Restituitosi poi cata e ampliata da Roberto Gaguin, dot-
in Provenza, ivi ammassò grandissima to ministro generale dell' ordine, eletto
quantità di denaro,di che servissi per pro- nel i49°- Avendo quindi Dio per divina
curatela libertà ad una nini ti ludi 110 d'in- rivelazione fatto palese a s. Felice il gior-
felici che gemevano sotto i ferri de'mori, no di sua morte, radunò eqli tutti i suoi
che aveano invasa parte della Spagna. religiosi per esortarli all'osservanza de'di-
Tante buone operazioni di s. Giovanni e vini comandamenti e della regolar disci-
e de' suoi discepoli acquistarono tale ri- plina; indidopo aver data loro la bene-
nomanza e edificazione.che ispirarono poi dizione, munito de' ss. Sagramene della
all'altro francese s. Pietro Nolasco, il de- Chiesa, rese lo spirito a Dio,dopo aver go-
siderio di fondare presso a poco colle stes- vernato le case di Francia, nella solitu-
se regole e benefico line V ordine della dine di Cerfroya'4 novembre 1 2i2,d'85
Mercede, di s. Maria della Redenzione anni e 7 mesi circa. Fu sepolto nella tom-
degli schiavi (F.). Intanto Innocenzo III ba fabbricata già pel barone UgodiChà-
sempre più amorevole coll'orcline de'tri- tillono Castiglione nella chiesa presso il
nilari gli concesse molti privilegi, con bol- convento, cioè nella ricca cappella di s.
tìhus, guani futuri s. La bolla comincia suo servo, furono esaminati dal vescovo
colle parole: Operante Patre lurninu/n, di Meaux, il quale dichiarò il santo de-
de' 1 8 giugno 1 lofyBull.Rom. t. 3,p. 1 34» gno di culto. Allora il capitolo di Meaux
Indi nel Giovanni recossi la 2. "vol-
1 2 1 o s. si obbligò con voto di portarsi due volte
ta a Tunisi, ove molto ebbe a solfrire da' l'anno, nella festa della ss. Trinità e in
fanatici maomettani, irritati dall'esorta- quella del santo, ad assistere alle solen-
zioni fatte agli schiavi di preferire la mor- nità,che religiosi del convento celebra-
i
te alla rinegazione della fede cattolica ;gli vano in detta chiesa, recitandovi le oreca-
riuscì tuttavia tornare a Roma con 120 noniche.Ciò riporta il benedettinoDuPles-
schiavi riscattati. S'egli però scampò con sis nelP Histoire de l'eglise de Meaux,
essi dalle crudeli mani de' maomettani, Paris 1731. Essendo questo convento di
non fu senza visibile protezione del cielo; Cervo Frigido il r.° dell'ordine, acquistò
poiché macchinando alcuni di rapirgli i tal fama e venerazione, che tutti i prin-
cristiani, infransero timone e straccia-
il cipi ivi mandarono propri i figli per ap-
rono le vele al vascello che li conduceva, prendere le lettere e i buoni costumi. Ivi
oudc il santo supplì nel modo mirabile formossi un collegio ben vasto, ove pre-
VOL. LXXX. 20
o98 t ri i TR I
lati g altri personaggi di fangosi ednca- de Moct do di s. Agostino già gesuita e poi
\ano e consultavano i religiosi negli af- minore osservante, l'ita s. Felici» et st
fari spirituali. Il superiore locale ossia mi- Johannis de Mattia, Romaci66o. Vo-
nistro conventuale era così considerato gliono alcuni che questi santi fossero so-
in Fi ancia, die a vea posto ne'pat lamenti lennemente canonizzali da Urbano IV in
e ne' sinodi diocesani di Meanx e Ani- Orvieto il i
." maggio
262, ovvero a'4 ot-1
brut), ed era giudice. Ver la crescente ve- tobre 2(53. Così affermano de Figueras,
1
tici ugonotti mirando con rabbia la rigi- Relig. in A ngliam, cent. ,cap. 8, p. 2oq; 1
sero, offrendo i religiosi l'olocausto di lo- le sostiene d'aver veduto neh 635 l'au-
ro vita pel bene della religione cattolica. tentica bolla di questa canonizzazione. Ma
In quel terribile disastro, insieme a tutte oltre che lo Zappala fu scoperto un so-
le altre ss. Reliquie, si perde il corpo di lenne impostore, e falsificatore di bolle,
s. Felice. Dipoi il re Luigi XIV riedifi- privilegi eccome con alcuuiantoi i dimo-
cò la convento con grande ma-
chiesa e il stra il La (libertini, De Con. Sanetorum
gnificenza. Dopo il suo viaggio in barba- lib. cap. 4', § 6, lo stesso ordine della
I ,
ria, s. Giovanni di Mattia impiegò due i Trinità non prestò fede a questo racconto,
ultimi anni di sua vita in opere di mi- poiché molto dipoi introdusse la causa ile'
sericordia, come nel visitare in Roma i suoi fondatori, per impetrare la solenne
carcerali, in consolare e assistere gì' in- canonizzazione, per la quale infatti abbia-
fermi, in sollevare i poveri dalle miserie, mo: Sentendo. card. Ginetti prò Canon.
nel predicare con successo di molte con- ss.Johannis de Matita, et s. Felici» de
versioni la necessità delia penitenza, spar- Paloisyliomae 1666. Precedentemente
gendo dappertutto il buon seme della di- spedita in vigore della supplica la com-
vina parola; onde affranto da tanti tra- missione, il cardinal Ginetti vicario di Ro-
vagli, snervato affatto il naturai vigore, ma a'3 1 luglio 1 665 dichiarò, che consla-
morì di 61 anni (meglio 53), in Roma a' va del caso eccettualo da' decreti d' Ur-
2 dicembre 2 3 e non nel a 4- Nel-
i 1 1 i 1 bano Vili e per conseguenza del culto
,
l'esequie celebrate nella chiesa di s. Tom- immemorabile di questi e\\ìe santi nel ,
cardinali, nella quale occasione seguiro- ro nomi fossero messi nel martirologio,
no molti miracoli; indi il bealo corpo fu fu poi concesso il loro uffizio e messa adii'
tumulato nella medesima chiesa. Ora co) Spagna con decretodello stes-
bifuni nella
Novaes, che ne tratta eruditamente nella so Clemente X a' r4 novembre 67 5, cioè 1
Storia d'Innocenzo XII, perchè cano- per s. Giovanni de Malha nel giorno 17
nizzò i due santi fondatori dell'ordine de' dicembre, e per s.Felice di Valois nel gior-
Trinitari, dirò del loro culto, avendone no 4 novembre. Essendo però impediti
scritta la vita Egidio Gonzalez de Avila, questi giorni, la medesima congregazione
in ispagnnolo:Compendio de laswdeu a'i4 novembre 1676 assegnò per le due
de Inglorioso» ». Joan de Mata e Fe- festività primi giorni non impediti. Indi
i
lix de lalois, Madrid 638. Francesco 1 Innocenzo XI con bolla dc'3o luglio (>;•<) 1
TR I TR I 299
stabilì il giorno 8 febbraio per s. Giovan- cappella eretta nella detta capitale della
ni, ed il giorno s.o novembre per s. Fe- Spagna, nella cella del veri. fr. Tomma-
ce.Lo stesso Innocenzo XI coi breve/.'.r- so della Vergine, ed un braccio con una
poni nohis, de' 28 gennaio 68 r, Bull. 1 costa ebbero i trinitari calzati, che pose-
Roiiì. t. 8, p. 27.3, conresse alla Francia ro nel. loro vasto tempio. Fu poi neh68y
il medesimo uffizio e messa che già da e neh 715 proposto il dubbio dell'ideo -
molto prima si celebrava dalla Spagna. tità di questo santo corpo nella congrega-
: inocenzo Xe Alessandro VII a vea no ac- zione de'riti,la quale rispose nou constare
cordalo indulgenza plenaria a quelli, che de identitate.JLssemUiptvb in questa con-
nel giorno anniversario di questi santi vi- gregazione Lamberti ut, poi benedetto
sitasserouna chiesa de' trinitari, e Cle- XI V, il quale come promotore della fede
mente X col breve Redemptoris, de'20 aveva allora fatto su questo dubbio il suo
dicembre 6yo,Bull. cif. t. 7, p. 76, la di-
1 volo,chesi legge nella sua opera, De Cau.
chiarò perpetua e l'aliare privilegiato pe' SS.Wb. 4:P t " 1 '- 2,c.2 5, n.°c), tanto egli operò
defunti nelle cappelle al nome loro dedi- a favore di questa causa, che nel 1 72 1 ot-
tava che una equipollente beatificazione, creto àe'6 settembre confermato da In-
quindi seguì la loro canonizzazione anco» nocenzo XIII a' 16 dello stesso mese, de-
ra equipollenle,quando Innocenzo XII a' cidesse pr aevio recessi! a decisi*, consta-
19 maggio i6q4 ordinò di precetto, che re de identitate. E
il Lamberti- siccome
l'ullizio e messa di questi due santi fossero ni era canonico Valicano, ottenne inol-
col rito doppio celebrati nella chiesa u- tre che ii suo capitolo, al quale appartici
ni versale. Clemente XI II, con decreto de ne la suddetta chiesa di s. Tommaso in
2C) novembre 768, presso il Guerra, E-
1 Formis, dopo la partenza da essa de'tri-
pitoni. Bull. Rom. 1. 1, permise, che tra- nitari, non insistesse più che frati tri- i
sferendosi ad un altro giorno la festa di nitari riportassero in Roma alla loro chie-
s. Giovanni de Madia, si dovesse ancora sa ilcorpo di Giovanni de Mattila. Quin-
s.
soluzione generale che usano religiosi i tri- me dubitanti**, de'3 febbraio y^g,Bull. 1
nitari, e descritta nel Cerimoniale del- Magri, t.17, p. 3o3, facendo un (splen-
l' ordine della ss. Trinità e del Riscatto, dido elogio del benemerito ordine, man-
Roma 1 8?.q. Dopo la morte di s. Giovan- dò al ministro generale de'trinituri scalzi
ni de Matha seguirono molte vicende al di Spagna, in questa penisola l'urna stessa
suo corpo. Riposava questo nella chiesa di marmo coll'iscrizione, in cui era stato
di s. Tommaso in Foi-mis, quindi nel se- il santo sepolto, affinchè i frati ve lo tor-
colo XVII considerando due frali laici tri- nassero a collocare. L' iscrizione si può
nitari, Gondisalvo di Medina e Giusep- leggere nel già citalo teologo Pauciioli.
pe Vidal, che il loro santo fondatore non Questi inoltre descrivendo le riferite ap-
era in quella solitudine venera Inquanto parizioni dell'Angelo vestito di candidis-
essibramavano, risolverono di furtiva- sime vesti, colla croce sul petto azzurra
mente levarlo da detta chiesa, e neh 655 e rossa, dà le seguenti simboliche spiega-
lo trasportarono a Madrid, ove il nun- zioni. Dice che il bianco, ch'è il principio
zio Camillo Massimo lo ricevè, e si con- di tutti i colori, significa l'Eterno Padre,
servò nel palazzo della nunziatura anco ch'è principio dei Figlio e dello Spirita
sotto ile' nunzi successori Monelli, Vis- Santo; il colore azzurro,composto ili biau
conti, Marescotti e Du razzo lino al 1 (i86, co e di scuro, il Figlio unito alla natura
in cui da quest' ultimo nunzio fu dalo umana; e Qualmente nel rosso lo Spirito
«'irati trinitari scalzi per collocarlo nella Santo, ch'è fuoco e amine. Lodando pò»
3oo TR I TR I
non a riscattarlo dalla misera servitù, di gulae ordinis ss. Trinilatis Redemplio-
Satana. Necessario perchè dal manca- ,
nis captivorum, indirizzata aJoanni mi-
mento di lei molli cristiani schiavi si fa- nistro et fra-tribus etc. Indi i religiosi eb-
cevano turchi, con divenir come rinegali bero da s. Luigi IX re di Francia in cu-
maggiori nemici e persecutori de'cristia- stodia la cappella reale diFontainebleau.
ni, e più degli slessi turchi. Utile finalmen- La medesima regola era rigorosissima
te, poiché in questa sola opera di miseri, nella primitiva sua istituzione, poiché i
coi dia si vengono a racchiudere tutte le religiosinon doveano mangiare mai car-
allre sì corporali come spirituali, delle ne, né pesce; non si pascevano che di pa-
quali uno schiavo mani de'turchi è
nelle ne, di uova, di latte, di formaggio, di
del lutlo privo, non avendo se non mali fruita, d'erbe e di legumi, cui condivano
consigli e peggiori portamenti e dopo , solamenteconolio. Se tuttavia alcuno re-
morte altra sepoltura non ha che le onde cava loro in limosina della carne, ne po-
del mare, nelle quali è gettato. In questa tevano mangiare nelle domeniche e nel-
degna impresa, racconta lo stesso Panciro- le principali solennità, ed era loro inol-
li, i sono del tutto dedicati, e nel
trinitari tre proibito usare il cavallo viaggiando,
i5ggriscattarono2 3óschiavi'mAlgerie li dovendosi servire degli asini, onde furo-
condussero a Barcellona.Riferisce il citato no appellati frati degli asini, e con tal
Piazza, che dichiarò Innocenzo III, che la vocabolo erano pure chiamati quelli di
varietà de' colori descritti significava la ss. Fontainebleau, come si ha da un docu-
Trinità, cioè il bianco la prima Persona; mento del i33o. Perciò venendo poi la
il turchino, simile al livido, il Figliuolo regola corretta e mitigala dal vescovo di
per noi battuto e flagellato, di cui sta scrit- Parigi, e dagli abbati di s. Vittore e di
liberali dalle mani de'turchi; e perchè do» la In ordine vestro,óe j dicembre, Bull.
veasi praticare da questi religiosi tra'ne- cit., p. 462: Mitigatio, et decloratiti Re-
mici della fede, denotava che porterebbe gulae fratrum ordinis ss. Trinitdtis l\e-
ilnome della ss. Trinità, col segno della dernptionis captivorum. Per tali mitiga-
Redenzione, che sono primi misteri del- i zioni permise loro di viaggiare a cavallo,
la religione. In quanto alle reliquie di s. di comprare e mangiare carnee pesce. Da
Giovanni de Malha, dopo le ultime la- quest'ordine primitivo derivarono le due
grimevoli vicende di Spagna, si trovano riforme àtt' Trinitari Riformali (J^.) nel
r
presentemente un braccio e una costa nel- 1 57 3; de' Trinitari scalzi (f .) nel 5q4 1
la chiesa parrocchiale di s. Croce di Ma- nella Spagna, e neh 601 nella Francia; le
drid, dove furono trasferite dal magniti* monache Trini tariefP'.jàtW antica osser-
co tempio de'trinitari calzati, dopoché il vanza e scalze; ed Trinitari del Terz or-
i
sontuoso monastero architettato dal ce- dine (fy.), non che X Arcicoiifratcrnita
lebre Imeni, fu destinato ad uso pro-
I della ss. Trinità del riscatto degli schia-
fano. L» testa e la maggior parte del cor vi {V.). Ora non esistono che i Trinita-
pò Mtiovanonellachiesade'triuitariscab ri primitivi, i Trini/ari scalzi, e le mo-
zi di della capitale. nache Trinitarie. Clemente VII colla bol-
Anche il PapaOnorio III, che nel 1216 la Grattini Deo, de'i 7 aprile 1 524, Ridi.
TR I TRI 3oi
Rom. I. 4j par. i, p- 42 > autorizzò i trini- di loro case restarono chiuse. Le 3 pro-
tari a questuare limosi ne pel riscatto de- vincie poi d'Inghilterra^ Scozia e Irlan-
gli schiavi. Paolo II colla bolla Inter cu-
I da contavano 1 36 conventi, vale a dire
ras niultiplices, de' 3 novembre 1 534,
i 45 in Inghilterra, 37 in Iscozia, 54 •'>
se già esistenti iuSassouia, Ungheria, Boe- do da tutti vocali, tra'quali eranvi an-
i
mia, ed in altre molte provincie. Antica- cora de'religiosi spagnuoli; quindi inni vi
aveano il gius d'eleggere il ministro ge- l'ordine primitivo, mentre per quello de-
nerale nel capitolo che convoca vasi sem- gli scalzi diSpagna, che fin dal 1 636 eb-
pre nel convento di Cerfroy capo di tut- bero facoltà di eleggerne uno proprio,
to l'ordine, e tutte le altre provincie stra- ciò tuttora esiste; se non che quanto alla
niere doveano riconoscere il generale e- Francia la rivoluzione che pose a soq-
,
letto da tali 4 provincie. Ciascuna casa dei quadro l'ultimo periodo del secolo pas-
trinitari essendo governata da un supe- sato, abolì tutti gli ordini religiosi d'am-
riore chiamato ministro, quelli delle ca- bo i sessi, e ciò avvenne pure in altre pro-
se di Normandia e di Pi-
Champagne, di vincie, laonde al presente i trinitari del-
cardia erano perpetui, mentre altrove e- l'antica osservanza sono quelli di Spagna,
rano triennali. Noterò che al riferito del cosi i trinitari scalzi ove sono pure am-
p. Helyot sul numero delle provincie e messi gl'italiani e di altre nazioni. II sud-
de'conventi,deve farsi questa rettificazio- detto p. Roberto Gaguin scrittore delle
ne. Malgrado tutte le perdite fatte dal- Cronache di Z^/ymczVz e ministro genera-
l'ordine, e cagionale priucipalineiile dal- le dell'ordine, essendo in Roma ambascia-
le crudeli persecuzioni de'turchi e dalla tore del re Carlo Vili, fece in iscritto un
peste deli 348, l'ordine contava 768 con- accordo con Filippo Cluys podestà della
venti che formavano 34 Provincie. Indet- Morea e Guglielmo Caorsini vice cancel-
ta fiera epidemia 1' ordine perde più di liere,ambeduedeputali dal gran maestro
5ooo religiosi, quindi un gran numero de'cavalieii gerosolimitani di Rodi (V)>
3o2 T R I TR 1
per trattare e concludere l'unione d'am- esaminate le loro scritture dichiarò che
bedue questi ordini, ciascuno de'quali pe- potevano p» .sederle, e che ne aveano in
lò clovea ritenere il suo abito. L'alto fu più luoghi. Dopo questa sentenza molte
sottoscritto a'4 lnglioi49 t ». ma non eb- cure furono unite alle case dell'ordine.
be però alcun effetto. Quantunque i tri- Quella d' Avon, anticamente parrocchia
nitari abbiano una regola particolare, vi di Fontaiuebleau, vi fu unita dal cardi-
furono nondimeno de' Papi che li rico- nal bourbon arcivescovo di Seus a istan-
nobbero per religiosi dell'ordine di s, A- za di re Francesco I. Erano inoltre tri- i
loro lo slesso titolo, Nel capitolo genera- in quella di Treves, 4in quella di Lisieux.
le dell'ordine tenuto a Cerfroy nel i 4'-* » e molte in altre diocesi. JNeh 5c)8 il ca-
in cui stabilirousi alcuni regolamenti, in pitolo generale ordinò, che alcun religio-
uu capitolo che tratta del modo di cele- so dell'ordine non potesse senza licenza
brare t'ufficio divino, leggonsi le seguen- de'superiori entrare nelle chiese parluc-
ti parole: Fratrcs cimi timore, et reve- chiali vacanti, e che quelli i quali erano
renda I)eoserviant,secundumregul(ini provveduti di cure potessero essere ri-
B. P. nostri Augustini. 1 capitoli gene- chiamati; ciò fu altresì decretato nel ca-
rali del i 370 e del 1 56^ hanno parimen- pitolo del 16 1 o colla dichiarazione, che in
ti riconosciuto s. Agostino per padre e quanto alle cure, che non sono dell'ordi-
protettore dell'ordine. 11 suo uffizio con ne, non potessero religiosi accettarle e
i
a
l'8. trovasi notalo ne'bieviari, negli an- ritenerle, se non col consenso de'superio-
tichi ordinari e calendari dell'ordine Tri- ri e per quel tempo solamente che a'ine-
nitario, che celebra ancora le feste delle desimi piacesse; e che circa a quelle che
sue traslazioni e della sua conversione. Di- sono annesse all'ordine, non potessero co-
ce il p. HelyoljChe i religiosi trinitari pre- loro i (piali col consenso de'superiori n'e-
tendono d'essere canonici regolari, e ta- rano provveduti, esser richiamali, se non
le qualità viene loro data in una transa- per errori commessi; e che richiamati i
zione fatta nel 1468 Ira'cauonici regola- potessero appellare per la loro relegazio-
li della chiesa di s. Trofimo d'Arles, ed ne al ministro generale, o al capitolo ge-
i trinitari della medesima città, dicendo- nerale. Il re Luigi XIV con dichiarazio-
si: Canonici regulares Ordinis ss, Tri' ne de'27 febbraio yo3, ordinò conforme
1
ni la lis stili regni n s. Augustini. Teobal- a ciò cheavea conceduto a'superiori dei
do conte di Champagne nel 1260 die ai canonici regolari della congregazione di
religiosi uu canonicato nella chiesa di s. Francia, ed a quelli dell'ordine di Pre-
Stefano diTroyes; altro ne aveano nella monslraloconsue lettere patenti del 1 G7
collegiata di Mortaigne nella diocesi di e sua dichiarazione del 700, che nessun 1
Seez. iXeliaof) i canonici della cattedra- religioso trinitario poteste esser provve-
le di Meaux unirono la cura di s. Remi- duto d'alcun benefizio, fòsse cui alo, prio-
gio di lai città all'ordine de'triiulari, iti- rato curato o vicarialo perpetuo o altro,
di nel 1 2 38 pretendendo alcuni che que- se non vi era in iscritto espresso il con-
sti religiosi Don potessero posseder parroc- senso del generale di questui dine; e che
ihic, ne lu 1 nnos.i 1,1 derisione r (inciel- quelli che ne fossero provveduti, potes-
ino vescovo di l'erigi, il quale dopo aver sero essere richiamali chil capitolo o su-
t a i TR I 3o3
periore generale per delitti commessi o Gregorio XV col breve fujuncti nobis,
scandalo, noto all'arcivescovo o vescovo de' 8 aprile 622, Bull, cit.,
1 1 t. 5, par. t>,
gorio XI 11 col breve Exposcil pastora- 346, confermò il decreto del capitolo ge-
li s qfficii, de' 7 ottobre 1 5y5, Bull. Rom, nerale, nel (piale fu stabilito spettare al
t.4» p ar 3, p. 3 o; Quod praeldti or-
- 1 definitorio nominare i religiosi da inviar-
dini? fratrum ss. Trinitads Redemptio- si alla redenzione degli schiavi. Innocen-
nis captivorum benedicere postini vasa, zo X
col breve In eminenti, de' 12 ago-
vesti/nenia, et ornamenta ecclesiastica. sto 654, Bull, cit., t. 6, par. 3, p. 279,
1
Nello stesso annoi 57 5 Gregorio XHI die confermò la legge che prescrive la cele-
a'trinitari la parrocchiale chiesa di s. Ste- brazione del capitolo generale ogni 6 an-
fano a Piazza di Pietra, della del Trul- ni.Innocenzo XII col breve Salvatori*,
lo per la sua volta e cupola, di cui tratta de'27 giugno 1693, Bull.àl., t. 9, p. 3o6,
il Paneiroli; ma pochi anni dopo fu de- concesse all'ordine i privilegi e le indul-
molila. Imperocché trovo nel Piazza, Z?- genze degli altri ordini regolari. Clemen-
merologio di Roma, a p, 3j, che cpian- 1 te XII proibì alla provincia d'Italia di ri-
do venne in Roma il b. Gio. Battista del- cevere frati ili altri ordini, col breve Sol-
la Concezione per fare approvare la ri- licitudo, de'27 giugno 1 735, Bull. 1. 14,
forma de'lrinitari scalzi, alloggiò nel con- p. 28. Clemente XI II col breve Alias prò
tiguo convento, che poi demolito e sop- parte, de'i3 febbraio 1 762, Bull. Rom.
presso, mentre ancora era in Roma, ven- cont. t. 2, p. 221 Attenta alternativa ;
par. 3, p. 293: Gratiae, et 'adulta fra-' l mente XIII col breve Militantis Eccle-
trum ordinis ss. Trinitatis Redemptio- siae, de 2.0 novembre 765, Bull, cit., p. 1
sterum ministri corum, qui huic resola' tavano solamente la cotta. Il ministro ge-
tloni assensum praebuerunt eligantur ,
nerale e il ministro di Fonlainebleau a-
in capitalo provinciali. Inoltre Clemen- veano i titoli di consiglieri e limosinieri
teXIli col \nave Apostolici cura, de" 19 del re. Avea l'ordine in Francia per ar-
luglio 768, Bull, cit., p. 544 Facultas
1 : me un campo bianco con una croce chiat-
Ministro generalis ordinis ss. Tritata- ta rosso-turchina, circondata da fregiopa-
ti* Redemplionis captivorum, deputati- rimenti turchino adornato da 8 gigli
,
di Ficarium generalati, et tres assisten- gialli; lo scudo avea per cimiero la coro-
tes ejusdem ordinis sub certis legibus f et na leale di Francia sostenuta da due cer-
conditionibus in provinciis Castellae, vi bianchi. Il p. Honanni nel Catalogo
Betkicae, et Aragoniae. L'abito de'tri- degli ordini religiosi, par. 1, p. 88, ri-
nitaii era diverso in ciascun paese, por- porta un cenno sull'istituzione dell'ordi-
tando in Francia la sottana di saia bian- ne, insieme alle 3 suddescrille apparizio-
ca, collo scapolare parimenti di saia, su cui ni, colla figura del trinitario che descri-
vi era una croce rossa e turchina, comune ve così.» Solevano questi religiosi in al-
a tutti i trinitari. Quando slavano in co- cune provincie della Spagna usare la ve-
ro usavano nell'estate la colla e nell'in- ste bianca e la cappa di color bruno in-
verno la cappa con una specie di cappuc- clinante al nero detto tanè, per decreto di
cio aperlo davanti. In casa portavano una Pio IV fatto nel 559". 1 11 Capparoni che
mezzetta, e quando uscivano assumeva- riprodusse tale opera nella Raccolta de-
no il mantello simile a quello degli eccle- gli ordini religiosi che esistono nella
siastici. Tali abiti furono adottali verso città di Roma, sebbene riferisca le stesse
la metà del secolo XVII, poiché in prin- parole, rappresenta il religioso trinitario
cipio dell'istituzione de'lrinitari, vestiva- calzato con figura colorata, come real-
no di panno con cappuccio, tanto inco- mente ora veste in Roma. Questi religio-
ro, che in casa e per città, il qual abito si vestono la tonaca con maniche e lo sca-
eie. L'ubilo de'trinitari dev'essere tutto detto XIV emanato nel 757. Il fanciul- 1
stiglia pe' religiosi che andavano alle re- si esercitalo sul suo corpo tutte le crudel-
denzioni in Africa e Asia, poi estesa are- tà che i loro antenati fecero a Gesù Cri-
ligiosi di tutta la provincia da Pio IV, ed sto: questo martirio seguì in una rupe vi-
a tutto l'ordine da Alessandro VII, tran- cino alla villa del la Guardi a, diocesi di To-
ne le case di Roma. L'ordine Trinitario ledo, della quale è patrono. Gli si rende
prima avea in Roma un cardinale prolet- culto per lui la l'arcidiocesi di Toledo,co-
tore. In questo dell'antica osservanza, ol- me in tulio l'ordine, con uffizio proprio.
tre i nominati santi e personaggi illu- I trinitari vantano un bel numero di scrit-
stri, principalmente fiorì il b. Simeone tori, di vescovi e di cardinali, fra 'quali il
retici infierì contro i difensori della reli- tà litorali, menavano Schiavi [/'.) quan-
gione cattolica, massime nellaSvezia, Sas- ti più potevano, lo celebrò la storia, e con
sonia, Ungheria, Boemia, Olanda, Inghil- trai li d'inaudito eroismo, offrendo di con-
terra, Scozia e Irlanda. Ed è a notarsi tinuo la loro vita in olocausto per la li-
specialmente, che in questi 3 ultimi regni berazione de'crisliaui dalla schiavitù, re-
morirono nelle persecuziòni d' Enrico V 1 1 stando talvolta per essi in ostaggio e sot-
e di sua figlia Elisabetta 33 27 religiosi tentrando alla loro sventura, come s. Pie-
trinitari, dovendo dirsi a gloria di questo tro Armeugol che si rassegnò a morire
cospicuo ordine, che in esso non fu mai per altri appeso alle forche. Questo uma-
alcun apostata, come alferma Clemente no, religiosissimo e santo istituto, non so-
Rei nero, negli Annali della chiesa An- lamente con indefessa virtù s'impiegò nel
glicana nell'apostolato de' Benedettini, redimere gli schiavi cristiani dal. e mani
p. 64- " Questo è meraviglioso, che tra le degl'infedeli, ma ancora prese cura del-
altre famiglie religiose non mancò qual- le loro anime in mezzo eziandio alla schia-
che apostata, e monasteri dell' ordine
i vitù stessa, oeli* assisterli nelle loro ma-
della ss. Trinità, ch'erano in Inghilterra, lattie in tutto quello che loro bisognava,
Scozia e Irlanda non ne ebbero nessuno. e nel governo e regolamento degli ospe-
E perchè forse questi monaci tenevano il dali o ospizi dal medesimo fondali tra
titolo della ss. Trinità, dato loro dal cie- gl'infedeli. In tutti tempi i trinitari, in
i
lo, tulli senza eccezione d'alcuno furono adempimento del loro esemplare e cari-
abbruciati, abbracciando allegramente e tatevole istituto, si segnalarono nelle più
fortemente i tormenti del fuoco, ove ri- splendide opere di cristiana misericordia,
splendevanodi prodigiosa luce. Abbiamo massime in Africa, in Asia, in Grecia, e
pure il b. Marco Criado martirizzato dai nelle parti delle Spagne quando erano do-
mori nel 1570, trinitario della provincia minate dal giogo de'mori maomettani. I
Letica. d'Andalusia, e gode culto iu tutta triuilari operarono 36 redenzioni o ù-
1 1
3o6 TRI T R I
scatti generali e parziali, nelle quali libe- la Croce, ed è sormontato dalla corona
rarono circa un milione di schiavi, tra i reale. In Roma i trinitari calzati italiani
quali moltissimi personaggi, ed a cagio- di Lombardia 161 4 edificarono la
nel
ne d' onore ricorderò fra essi il celebre chiesa di Francesca romana con con-
s,
Cervantes, autore del Don Chisciotte, vento annesso, ora del Conservatorio o
sotto gli auspici! del loro stendardo che Ritiro della Croce di s. Francesca Ro-
ha per epigrafe: Gloria Deo Li no et Tri- mana (P.). Questi trinitari ebbero ver-
no et Captivis Libcrtas, Laonde l'ordi- tenze col vicino ospizio e chiesa de'ss. Gia-
ne de' trinitari conosciuto così utile allo como e Ildefouso degli agostiniani scalzi
non meno che alia Chiesa, meritò
stato, spaglinoli, e ne parlai nel voi. LXXV1,
sempre la prolezione de'Papi, de'vesco- p. 261; venuti in concordia, Alessandro
vi, de'sovrani cattolici, e delle popolazio- VII ne confermò capitoli col breve Mi- i
ni esposte alla schiavitù. L'eminente ca- li tantis Ecclesiae de' i5 marzo 666, , 1
rila de'padri Dell'assistere gli schiavi, spe- Bull. Rom, t. 6, par. 6, p. 108. Della con-
cialmenle infermi e singolarmente nelle fraternita eretta in detta chiesa, parlerò
frequenti pestilenze, sovente destò l'am- dicendo de' Trinitari del terz ordine. O-
mirazione degli slessi infedeli, i quali tal- ra in Roma de'trinitari calzali spaglino-
volta provandone la loro benignità, ser- li dell'ordine primitivo , nella casa della
vì per far loro concepire un'alta idea del- loro chiesa che vado a descrivere, risie-
la religione cristiana, ed a temperare la dono il ministro geperale e il procurato-
loro crudeltà verso gli schiavi apparte- re generale. Presentemente vi è il com-
nenti alla medesima, oude il nome de'lri- missario apostolico generale nominato
nitari restò in benedizione in diverse ino- dal Papa Pio IX.il R. 'no (>
. Antonio Mar-
spite regioni. Obbligati i trinitari a can- lin Bienes, già ministro della eas;t e segre-
tar l'ullizio divino, con intendimento d'o- tario generale dell'ordine; ed il procura-
norare la ss. Trinità, finché durò la schia- tore generale al presente è vacante. Reiet-
vitù delle piraterie, il line precipuo del to commissario apostolico ha intrudono
loro istituto, fu quello di questuare liino- nel convento di Roma la segreteria del-
uneda'ledeli, onde recarsi poscia fi a 'bar- la beneficentissima opera della s. Infan-
bari a riscattare gli schiavi cristiani, im- zia in favore de' Trovatelli o fanciulli c-
piegando ciascuna casa lutti gli anni un sposti cinesi (P.), che ha tanta relazione
3.° di sua entrata in questa pia opera- con l'antico riscatto, ed un religioso tri-
zione. La regola e gli statuti de' trinita- nitario n'è il segretario.
ri furono stampati nel 1570. Bonaven- Chiesa della ss, 'Trinità de' Trinita-
tura Barone scrisse gli Annales ordinis ri calzati spaguuoli.il! situata nel rione
ss. Trini talis, Romaei684- Le provin- Campo Marzo, al principio della lunga
cie in cui sono i religiosi dispersi, dopo Strada de'Condotli, che da quella delCor-
la «oppressione degli ordini regolari, fat- so conduce a piazza di Spugna. Deside-
ta anni addietro nella Spagna (P-), ri- rando i religiosi trinitari di Castiglia di
masero a tre e con 76 case, olire la pro- fondare Roma un convento pel loro or*
in
vincia di Portogallo con 6 case. Ora a mo- dine e provincia, furono aiutati nell'im-
tivo di detta soppressione e politiche vi- presa dalla generosa munificenza di fr.
cende, non esistono che /(conventi, quel- Diego Morosi! lo arcivescovo di Lima nel
lo di Roma appartenente alla provincia Peiù, e viceré dell'Indie occidentali spa-
di Gattiglia , due in Polonia ed uno in glinole. Pei lauto fu acquistato il luogo e
Palermo. convento di Roma ha forma-
Il l'isola, compreso il palazzo Rucellai, ritn-
lo il mio stemma di una Croce in campo pelto in parte a quello de' Il u spoli, giàap-
bianco culle catene, e sullo un Ccivocul- pai lenente a 'medesimi Rucellai; ne rimo-
T 11 I TRI 3o 7
Q
demarouo il prospetto dal loto del Cor* squcz; Giovannide Mattia nel i, al-
il s.
so, e si die principio al convento o ospi* tare venne dipinto da Gaetano Lapis; la
io nel inaggio e poco dopo si pò-
i ^4' > s. Agnese nell'ultimo fu condotta dal lìe-
tori ss. Giovanni e Felice, da Pascasio La- tuo , finché Dio fece sorgere i i\i\e santi
tour. L' interno della chiesa è di fui ina eremiti riformatori p, Giuliano di Nan-
el ittica con 6 cappelle sfondate cogli alla- to vii le della diocesi di Chartres, e p. Clan-
ri, 3 per parte, l'altare maggiore in fon- ilio Aleph della diocesi di Parigi, abitato-
do, oltre la cappella a destra dell'ingresso, ri d'un romitaggio detto di s. Michele vi-
to Matlei, con disegno dello spagnuolo nominato eremo, lo convertì in una casa
Giuseppe liei monsilla, così di quelli che dell'ordine, con bolla de' 8 marzo 578, 1 1
lormaiio l'ornamento del resto del lem- edessi ne fecero la professione nel con ven-
pio, eziandio eseguili dal Mattei. Sopra to di Cerfroy primario dei medesimo, l'8
la un buon organo. 11 quadro de!
poi la è ottobre 58o. Si dierono immantinente
1
1. "altare a destra entrando è pittura di ad osservare con ogni più minuta esattez-
Giuseppe Palladino messinese, che vi e- za e con sì gran fervore la regola e quanto
spresse s, Caterina ; il i.° esprimente s, concerneva l'istituto, che molli religiosi
Felice di Valois, è di m.' Lambert fiam- dell'ordine vollero imitarli, richiamando
mingo; il 3.° coll'Immacolata Concezio- in se medesimi lo spirito de'ss. fondatori
ne, è di Francesco Preziado spaglinolo. Giovanni de Matha e Felice di Valois, e
Il dipinto dell'altare grande, esprimente dilatarono l'ordine con nuove fondazio*
la ss. Trinità con l'Angelo che libera due ni.JMel 160 iCiementeVHl permiseaque-
schiavi, fu condottoda Corrado Giaquin- sii trinitari riformati di presentar due o
to; e questo cappellone, oltre d'essere ab- tre de'loro religiosi al ministro generale,
bellito da'delli stucchi, è anco ornato coti affinché ne scegliesse uno per visitato-
alheschi, tanto nella cupola, (pianto nei re generale, Paolo V nel1619 die loro
peducci, usciti di mano d'Antonio Vela- facoltà d'erigere nuove case e d'iulrodur-
squez spagnuolo, il quale colorì pure i
re la loro riforma nell'antiche, come an*
due ovali laterali all'altare. Il Buon Pa- cora d'eleggere ogni tre anni un vicario
slore suli.° altare dopo il maggiore, da generale, volendo però che fossero sem-
inano sinistra, è altresì opera del Vela- pie soggetti al ministro generale dell'or-
3o8 TRI TR I
il i ti e primitivo. Urbano Vili nel 1624 a- le case, le cui entrate doveansi impiega-
vendo data autorità al ministro generale re per la 3." parte nel riscatto degli schia-
di visitare il suo ordine, dichiarò con uu vi, trovò che la casa di Parigi, che avea
breve, ch'egli non intendeva di derogar d'entrata 1 0,000 lire l'anno, non era tas-
puntoa'privilegide'riformati, nèdi recar sata pel riscatto che di soleiS lire; quel-
Joroalcun pregiudizio;ordinando per con- la di Meaux corredata di 800 1 lire di ren-
trario, che eglino non potessero essere vi- dita, quella di Fontainebleau 600, quel- 1
sitati contro lo stabilito ne' loro statuti, la di Clermonti 200, e quella di Verbe-
approvati dalla s. Sede. Queste bolle e ne 1200, non erano tassate che di 6 li-
questi brevi furono autorizzati da lettere re, e cosi le altre a proporzione; oltre che
patenti del re Luigi XIII, nonostante le si era da'religiosi perduto ogni buon uso
opposizioni faltedaque'dell'antica osser- di regolai e osservanza; onde col consiglio
vanza^ registrate nel consiglio a'ig mag- d'alcuni de' commissari, e dii2 religiosi
gio 1627. Non avendo però non rifor- i di differenti ordini riformali, cioè de'ca-
mati desistito, ma continuando ad inquie- nonici regolari, defoglianti, de'domeni-
tare i religiosi della riforma , ottennero cani, de'cappuccini e de'carmelitani scal-
questi ultimiun breve da Urbano Vili, zi, pronunziò il 1. "giugno; 638 sentenzi».
-
commissari lloissy, Fouquet, Sanguiu ve- dimorerebbero nel convento di Parigi, af-
scovo diSenlis, Seguier vescovo di Meaux, fine d'istruire i religiosi nell'osservanza
e Lai né de la Alargliene, con diversi con- regolare, per tutto quel tempo che giu-
siglieri di stalo per ascollare e regolare dicherebbe^ necessario; e che due padri
questi religiosi in tutte le loro differenze. della compagnia di Gesìi anelerebbero al
Ciò non pertanto, volendo il ministro ge- convento di Cerfroy per ivi fare le me-
nerale de'trinitari, insieme cogli antichi desime cose. Quanto a.' regolamenti per
religiosi, impedire l'esecuzione del breve, l'osservanza regolate, ordinò che la rego-
diesai pretendevano surrettizio, appella- la, la quale di li innanzi professerebbe»!
espressa l'alzata a mezza notte per la re- generali perla riforma, neh 5g4 s ,,n '* '
cita del mattutino. Dipoi la sentenza fu rono ancora religiosi trinitari delle pro-
i
nale dichiarò ch'egli non intendeva coni» nerale a cui presiedè il p. Diego Gusinan;
presi inepiesta sentenza e ne'presci itti re- e siccome l'ordine era in lutto il regno de-
dalla fanciullezza il b. Giovanni die sag- Rom.l. 5, par. 2,». 2.58: Institutio Coli-
co di santa vita, quello che Dio gli fece giTgationisfratrumRcforinatnrum,ac
operare a sua gloria gli fu predetto dal- Discalccatoruni ordini* ss. Ti-initatis
la fondatrice de'carnieliiaui scalzi s. Te- redemptioiiis caplivoriim. Approvandoli
resa, e per gli esempi de' medesimi car- Papa la riforma de' trinitari scalzi, con-
melitani seab,i abbracciò l'istituto de'tri- cesse loro le 3 case di recollezione di Val-
nilari nel convento di Toledo, di cui ve- depegnas, di Ronda e di Rienparada. Ma
stì l'abito nella vigilia de'ss. Pietro e Pao- se il bealo molto si affaticò per ottenere
lo del 1 58o,di 9 unni; indi studiò
1 la teo- tal breve, di più malagevole gli riuscì il
T K I TRI 3 ri
fililo eseguire nella Spagna; giacché i re- «celleraggine, i frati persecutori riconob-
ligiosi di Honda e di Uienparada non vi bero il loro misfatto, e riflettendo sopra le
vollero in alcun modo ubbidire, e ritor- perniciose conseguenze ch'erano per na-
narono tra'li inilai calzali, quali s'impa-
i i scere, prima che spuntasse il giorno par-
dronirono d'ambedue conventi, e ripu- i tirono, e poi non più molestarono rifor- i
depeguas restasse agli scalzi, e ciò perchè nel convento. Quindi in due anni si fece-
non potevano loro impedirlo, a cagione ro 4 fondazioni nuove, cioè in Soculla-
della condizione colla quale erano itali ri- mos, in Alcalà, in Madrid ed a Valletto-
cevuti dagli abitanti del luogo, che ivi non lid. JNel ifio5 Clemente Vili vedendo che
e die principio alla riforma, die fu di su- loro i.° capitolo in Valladolid, fu eletto
bito ridotta a un solo convento. Intanto provinciale il b. Gio. Callista, il qualeot-
nel 160 1 in Francia per opera d'altro ser- tenue da Paolo V successivamente, pel-
vo di Dio furono istituiti i Trinitari ri» le altre fondazioni di conventi dal suo in-
formati scalzi del riscatto di Francia cessante zelo operate, il breve Ecclesia?.
(/•'".), i quali riuniti poi a questi trinitari Catholicae, de' 1 5 dicembre 609, Bull. 1
diSpagna formarono un ordine tliviso in Rota. t. 5, par. 3, p. 387, col quale il Pa-
due congregazioni questa di Spagna ,
e pa ascrisse tra gli ordini religiosi me/idi-
quella diFrancia. Ma i trinitari scalzi fran- canti, e colla comunicazione de'privilegi,
cesi restarono estinti nella rivoluzione questo de'trinitari scalzi. Il breve Ex fife»
francese, che pose soqquadro l'Europa èfto t de'24 dicembrei 609, JJull.cw., p.
negli ultimi anni del secolo pastaio. Quei 38q, e siccome ivi si riporta il posterio-
trinitari che avenno abbandonato il con- re breve In supremo, de' 4 agosto fi 3, 1
1 1
ima fossa piena d'acqua, per quivi gettar- tinnì, cum adjectione duoruni votorum,
lo; ina riflettendoche l'affogarlo gli avreb- ultra alia votaipsius ordinis, cioè di non
be accelerato la morte, pei l'estrema de- pretendere o procurare direi tamente o in-
bolezza cui era ridotto, slimarono meglio direttamente nell'ordine gli ollìzi e le di-
di chiuderlo in una prigione insieme ad gnità, e cosi fuori di esso. Il b. Gio. Bat-
altro religioso. Commessa appena tanta tista della Concezione, dopo aver fonda-
3.2 TRI TR I
re stato eroe di penitenza e di amor di- sua vita. Il b. Gio. Battista essendo pro-
vino, ed impiegato il restante di sua vila vinciale de'trinitari scalzi di Spagna, a'7
esemplare nel governo dell'ordine rifor- febbraio 1
609 avea adunato in Madrid il
malo, d'anni 52 soavemente spirò in Cor- capitolo provinciale, e fra le altre cose vi
dova a' 4 febbraio 6 3, nello slesso gior-
1 i i fu deciso, che pel bene della riforma con-
no in cui i 6 anni prima era entrato nel veniva fare una fondazione in Roma ed
convento di recollezione, e pronuncian- aprirvi un convento con procuratore pres-
do queste parole: O mio Dio! voi sape- so la curia romana o s. Sede. Ad ell'ettua-
te aver io fatto tutto quello che poteva; re il decretato furono mandati in Roma
seguite dal versetto: Laetatus sitm inhis il p. Gabriele dell'Assunta ed il p. Tuoi-
auae dieta sunt mitri, in domimi Do- peri di s. Francesco, il p. Francesco del-
mini ibimiLS. 11 buon odore di santità da l' Assunta e fi\ Giovanni di s. Caterina
lui lasciato, i miracoli da Dio operati a converso. Vi giunsero nel marzo dello
sua intercessione, particolarmente al suo stesso 1609, e dopo superate non poche
sepolcro, mosselo il dotto Piazza nel pub- dillieoltà, avendo comprato nel settem-
blica re nel i 7 i 3 il suo Emerologio di Ro- bre 161 i una casa accanto ad una delle
ma,» fare neldì anniversario del suo tran- Quattro Fontane, nel sito ove ora è il con-
sito la Digressione 16.*: Del ven. servo vento di s. Carlo, detto volgarmente s.
di Dio il p. Gio. Battista della Conce- Carlino, a'3 giugno 1612 la ridussero a
zione fondatore della riforma dell'or- forma di ospizio, e col contemporaneo ac-
dine della ss. Trinità del Riscatto. In quisto dell'altre due contigue case l'am-
questa ne celebra le virtù e le sante ope- pliarono a guisa di convento. Indi edifi-
razioni , e tra le notizie interessanti clic carono una piccola chiesa annessa, la qua-
di lui riporta, narra cb'ebbe a maestri di le dedicarono alla ss. Trinità ed al car-
spirito s. Teresa e il venerando maestro dinal s. Carlo Borromeo arcivescovo di
Giovanni d'Avila denominalo l'apostolo Milano, e perciò la 1. "eretta sotto l'invoca-
dèli'Andalusia. Papa Pio VII nel 1819 zione di tal santo dopo la sua canonizza-
decretò a'27 aprile la solenne beatifica- zione, eseguita da Paolo V nel 1 6 1 o. I tri-
zione del b. Gio.- Battista della Concezio- nitari scalzi spaglinoli vi presero solenne
ne, fondatore de'ti initari scalzi riforma- possesso e vi collocarono il ss.Sagramen-
ti, la quale fu celebrata nella basilica Va- to,avendocelebratosolennemente la mes-
ticana n'26 settembre, e non a*2g apri- sa il cardinal Ottavio Bandini protetto-
le come dice il boiler; poiché se ne leg- re dell'ordine. A' 19 aprile 638 il cardi- 1
ge la minuta descrizione della pompa, de- nal Francesco Barberini nipote d'Urba-
gli addobbi, de'dipinti e delle iscrizioni, no Vili pose lai. "pietra per la nuova chie-
nel n.°78 del Diario di Roma di detto sa esistente,venendo edificata sulla pre-
anno. Ivi pure si riferisce, che i trinitari cedente troppo meschina in miglior for-
spaglinoli scalzi del convento di s. Carlo ma, ed anco il convento fu rifabbricato
alle Quattro Fontane di Roma, sulla fac- al modo come si vede. Dall'epoca di det-
ciala della propinqua chiesa esposero il ta fondazione sino al presente il conven-
quadro rappresentante il loro beato fon- to di Carlo è stato consideralo conven-
s.
divolo popolo accorrente vi fecero ese- gnuoli, i quali sempre hanno formalo la
TRI TRI 3 1
bano Vili col breve Injuneti nobis, dei so diploma. Dipoi Innocenzo XII col bre-
22 agosto 633, Bull. cit. p. 359: De va-
1 veExponi nobis,de\ ."marzo 6cji,Bull. 1 1
catione, non expleto sexennio et aliis , Rom. t. 9,p. 240: Permittitur moderatio
casibus ministri genera lis fratrum di- particulae Constitutionum, de nonnul-
scalceatorum ordinis reformatorum ss. lis ad habi inni non recipiendis. Essendo-
gnuoli in due provincie, ciascuna delle la sua capitale Vienna, la quale ne pro-
quali dovea essere governata da un pro- dusse altre in Ungberia e in Boemia. Fi-
vinciale, permettendo d'avere un vicario nalmente Papa Clemente XI eresse la 6.*
generale pel governo di tutta la congre- provincia in Italia, cui die il nome di s.
gazione, però la sua elezione dovea essere Giovanni de Matha, ed alla quale unì i
confermata dal ministro generale di tut- conventi di Torino, di Livorno, di Fau-
to l'ordine; ma Urbano Vili interamen- con nella Provenza die appartenevano ,
ministro generale, il quale fosse indipen- nicamente unì conventi delle provincie
i
dente capo della loro congregazione, me d'Italia all'ubbidienza del ministro gene-
VOL. LXXX. 21
3.4 TRI T R I
rale della congreg.i7.ione di Spagna; im- Ne recursus ad appellationes haberi de-
perocché! religiosi dal 1688 in poiavenno heant contea statata ordinis, et peculia-
iiscattato piùdi 2000 Schiavi ( V. ^reden- res. Congrega tionis specialis decretimi
zione ili cui gli avea incaricati anco il pre- juhet sub nullità te, aliisque poenis. Per
decessore Innocenzo XII ed egli stesso. Il un secolo e mezzo la riforma stabilita dal
solo p. Pietro di Gesti procuratore gene- b. Gio. Ballista fu governata da un ge-
rale in Roma, nel 1701 essendosi recato nerale, benché contasse molle piovincieo
a Tunisi, ne riscatto! 4', e '• condusse in congregazionijComequelle di Francia, Ita-
Roma. Clemente XI col breve Exponi lia, Austria, Polonia,*Spagna, ec; ma nel
Tiobisnuper, de'6 dicembre 7 ig, Bull. 1 1760 per le vicende politiche e altre dif-
zione de'lrinitari scalzi d'Italia possiede na ocortata; incedono scalzi, usando san-
diverse chiese e con venti, come in Napo- dali, né portano il cappello. Quando e-
li,Rocca Guglielma, Arpino ( Livorno, Pa- scono di casa o vanno in coro assumono
lestrina , Rocca di Papa nella diocesi di la cappa o mantello che giunge siuo alle
Frascati, s. Oreste nell'abbazia delle Tre ginocchia, con cappuccio, di panno gros-
Fontane, ed in Terracina con quella ma- so nero, che prima era di color tanè, e
gnifica chiesa che descrissi in tale artico- nella parte sinistra vi è attaccala altra cro-
lo. In Roma hanno i conventi e le chie- ce come Cingono la tonaca
la descritta.
lo, le cui virtù in grado eroico approvò Be- d'Italia, che ora è il R. m » p. Antonio del-
nedetto XIV ed miracoli riconohbe Pio
i la Madre di Dio, nel convento di s. Gri-
VI che lo fece solennemente beatificare: sogono,e così il procuratore generale, che
ora pe'miracoli da Dio operati a sua in- di presente è il R.mo p. Andrea di s. A -
tercessione, già approvati dalla s. congre- gnese. Dell'ordine trattò ancora il p. He-
gazione de'riti, procede alla sua cano-
si iyol, nella Storia degli ordini religio-
nizzazione^ seconda del decreto della me- si, t. 47 De' religiosi trinitari
2, cap. :
Pio VI in Roma, per tale fu preso nuo- Indulge ntiarurn a Summit Pontijicibus
vamente da quel Papa quando fu depor- coneessarum Confratcrnitatibus ereclis
tato a Siena, alla Certosa di Firenze, ed et inst*tutis ab ordine ss. Trinitatis Re-
a Valenza, e lo assistè indefessamente fi- demptionis captivorum Divina rivclatio-
no alla morte, come narrai nella biogra- ne j nudato a ss.Ioanne deMatha etFcli-
fia di Pio VI. L'abito de'lrinitari scal- cede Valo'iS) Romaei8o3. In quest'opu-
zi consiste in una tonaca con maniche di scolo vi è la benedizione dello Scapolare,
panno grosso bianco, in simile cappuccio quelladel Trisagio e il modo di recitarlo,
tondo e angusto, e lo scapolare su cui e l'indulgenza per la novena della ss. Tri-
corrispondente al petto è cucila una cro- nità, e tutte le altre indulgenze accennale.
3i6 TRI TR I
Chiesa dis. Carlo alle Quattro Fon- guente,esprimentela ss. Vergine con Ge-
tane. Nel rione Monti, per la Strada Pi* sù Cristo, è del Romanelli. Di là dall'al-
e adiacente al quadrivio delle Quattro tare maggiore ili. "quadro è del nomina-
Fontane (P.), cioè nell'angolo meridio- lo Cerriui; finalmente il ss. Crocefisso coi
nale, sul Monte Quirinale. La fabbrica- santi nell' ultima cappella è di Giusep-
rono i trinitari scalzi spaglinoli nel 1 638, pe Milanese. Questa è la descrizione che
sopra la sum mentovata antecedente, con- dei quadri degli altari fanno descritto- i
fabbrica colla quale cominciò ad acqui- tare venera un' immagine di Gesù
vi si
stare rinomanza. Egli die saggio di mira- Nazareno mollo miracolosa, con bella cor-
bile ingegno e di fino intendimento, poi- nice intorno. Nell'altare di contro il qua-
cbè in luogo così ristretto e angusto, on- droespriitte MicheledeSau-
l'effigie del b.
de volgarmente dicesi s. Carlino seppe , tis dipinto dalia de Augelis, nell'atto che
abilmente distribuire un' abitazione beu cambia il suo cuore con quello del Sal-
decorata, con tante comodità e bellissi- vatore: solto a tale quadro vi è l'imma-
mo cortile, ed una chiesa con tanta va- gine del Cuore di Maria molto miracolo-
ghezza, leggiadria e distribuzione di alta- sa, con cornice eguale a quella di Gesù Na-
ri, di ripieghi e curiosità , così bene or- zareno , anch'essa colorita dalla lodata
nata, ricca e luminosa, oltre il lodato sot- pittrice. Vie il monumento sepolcrale del
terraneo, per cui è considerala comune- cardinal Deno/T, da Giovanni III redi Po-
mente un miracolo dell'arte. Ma il seve- lonia inviato a Innocenzo XI per la libe-
ro e strano Milizia, Le vite de più cele» razione di Vienna. Nella libreria del con-
bri architetti, ne die Quest'opposto giu- tiguo convento è il bel quadro d'Orazio
dizio.» maggiore del Lion omini
Il delirio Burgianui, rappresentante s. Carioche a-
è la chiesa di s. Carlino alle Quattro Fon- dora la ss. Trinità, che già stava nell'al-
tane. Tanti retti, concavi e convessi, con tare maggiore, come avverte il Venuti.
tante colonne sopra colonne di diversa sa- OsservaCaucellieri nella Descrizione del-
goma , e finestre e nicchie e sculture io la basilica Vaticana, che 1' area della
sìpocafacciatina, son cose che fan pietà". chiesa econveuto, secondo le misure pre-
Tanto il prospetto esterno della chiesa se, hanno la slessa circonferenza d' uno
che del convento, lo riprodusse il Venu- de'4 gran piloni che sostengono la cupo-
ti nella Roma moderna a p. 1 58. L'inter- la Vaticana. Oltre la festa del santo tito"-
no è dittico, come ancora ovale è la cupo- lare s. Carlo a'4 novembre, vi si celebra
la. Il quadro dell'altare maggiore è una solennemeule quella di Gesù Nazareno,
bell'opera di Pietro Mignard detto il Ro- a'->. 3 ottobre, per la di vota immagine che
mano, e rappresenta la ss. Trinità, il car- ivi si venera. E una gloria di quest'ordi-
dinal s. Carlo Borromeo, con altri santi: ne l'avere propagato in lutto il cristiane-
questo stesso pittore dipinse pure l'Ali- simo la divozione, lo scapolare e
la no-
nunziazione della Vergine sulla porta, la vena dell'adorabile Gesù Nazareno: ecco-
quale pittura fu poi coperta o restò di- ne la breve notizia che ricavo dalla sua
sfatta nel 1 855 per l'orchestra fissa e per- Novena. Una divola immagine di Gesù
manente costruita con disegni del cav. Fi- Nazareno, vestito di tunica rossa, col ca-
lippo Martinucci. Lai. "cappella a sinistra po coronato di spine e colle mani legale
ha un quadro dipinto da Gio. Domenico da una corda, era nella chiesa della for-
Cei riui perugino.Quello della cappella se- tezza o castello di Mumora in Africa o
TRI T II I 3( 7
S. Michele oltre mare. S'ignora 'quando vi alla santa effigie di Gesù Nazareno Po-
foxse portata, ma rappresenta grande an- maggio della profonda e universale ve-
tichità, e da molti anni trovavasi esposta nerazione , aumentata e confermata da
alh pubblica venerazione de' fedeli. Nel strepitosi e stupendi miracoli operati dal-
1 68 entrati mori nel regno di Fez, ed
i i la divina misericordia, con innumerabi-
espugnata Memora, fecero sacrilegamen- li conversioni. Tosto i trinitari di (fusero
te schiave tutte le ss. Immagini di detta dappertutto la divozione alla gloriosa im-
chiesa, e per impulso di furore diabolico magine di Gesù Nazareno, nostro tenero
l'oltraggiarono vituperosamente,indi per conforto nelle afflizioni, ed oggetto di ge-
maggior dileggio le portarono come tro- nerale fiducia ne'travagli in questo mise-
feialla corte di Mequinez, restando de- ro terreno e temporaneo nostro albergo,
solati e piangenti di dolore cristiani a cui
i nell'invocarne il possente e divino patro-
le aveano predate, che fatti schiavi era- cinio, e nel praticare il pio esercizio del-
no afflitti spettatori delle derisioni e mot- la novena per la festa e nelle tribolazio-
teggi di cui etano segno la venerabile ef- ni e bisogni. Di presente ancora la vene-
figie di Gesù Nazareno, e quelle della B. rabile immagine riscattata mori è
da'
Vergine e de'santi. Pervenuta l'infausta nella chiesa in cui fu portata a Madrid,
notizia dell'accaduto in cognizione de're- già delconventode'trinitari scalzi, ed ora
Jigiosi trinitari scalzi, dedicati alla re- delle monache agostiniane. Tra le altre
denzione degli schiavi, animati da fer- ss. Immagini e simulacri di Gesù Nazare-
voroso zelo si portarono nel barbaro re- no, che in Roma principalmente sono te-
gno, senza curare il pericolo al quale si nero e fiducioso oggetto della generale
esponevano. Piacque a Dio di consolarli, divozione, merita chequi in particolare
secondando col suo potente aiuto nel 1682 ricordi e di votamente celebri l'antica ve-
e con felice successo, travagli e le perse-
i nerabilissima immagine di statua in pie-
cuzioni patite da'religiosi, onde poterono no rilievo delle monache del ss. Bambino
ricuperare e riscattare 221 schiavi cri- Gesù {V.) di Roma stessa (le quali gran-
stiani, e 16 ss. Immagini, tra le quali la demente fioriscono, ed hanno oltre l'e-
più distinta di Gesù Nazareno, che in se- ducandato, a peculiare istituto l'istruire
gno d' essere stala trattenuta tra'mori e e ben disporre le fanciulle a ricevere san-
di averla ripresa da essi nel generale ri- tamente lai." comunione, e di dare an-
scatto, porla sul pelto lo scapolare de' Ivi' nuali mute di profittevoli esercizi spiri-
nitari, ossia abitino bianco colla croce ce- tuali a oneste e civili zitelle e donne; e
leste e rossa, ch'è la particolare insegna pel loro mirabile incremento, ora stanno
degli schiavi redenti e dell'ordine Trini- ampliando la fabbrica del monastero di
tario.La veneranda immagine di Gesù nuovo braccio) e esistente nella loro chie-
Nazareno fu portata in Madrid capitale sa omonima, la quale ad essa pervenne
della Spagna a modo di religioso trion- in un modo portentoso e singolare, e fu
fo, e con divota solenuissima processione d'allora in poi sempre inesausto fonte di
fu collocata nella chiesa dell'ordine, tra grazie a chi con viva fede vi ricorre, on-
la generale compunzione dell'innumera- de ne dispensano gli Scapolari e l'adora-
bile popolo d'ogni grado accorso; le al- bile effigie. Siccome questa si venerava
tre ss. Immagini venendo poi donate a privatamente in una delle cappelle inter-
diversi principi esovrani che vivamente le ne del monastero, e soltanto esponevasi
bramavano. La chiesa divenne tosto un solennemente nell'altare maggiore della
santuario, a cui con sagri pellegrinaggi si propinqua chiesa per la sua festa e otta-
recarono da tutta la Spagna, da ogni par- va, quindi ad appagare la pubblica divo-
te e sino dall'Indie orientali, a prestare zione, con lodevole e applaudito divisa-
3i8 TRI T 8 I
pia munificenza dell'amorevole loro pro- persico risplende una croce di metallo do-
tettore il cardinale Mario Matlei vesco- ralo innestata di malachite e diaspri. 11
dote, e Anna Maria Villa, nobile donzel- atto di benedir colla destra e sostenendo
la romana, verso ili 683 fiorivano in Ro- il globo colla sinistra. Fu chiamata s. Ma-
ma per la pratica di specchiata pietà. Un ria interceditrice di grazie, ma poi il voi-
32o TR I TRI
go dalla località in cui si venera la disse Mattai, perchè avesse culto, mentre eran-
Madonna delle Fornaci. La pittura es- si chiuse le porte di Roma dalla parte di
sendo riuscita con lode e muovente a di- ponente pel contagio. Cessato il timore di
vozione,appena fu esposta al pubblico fu questo, fu riportala nell'antico luogo da
circondata di adoratori, i quali riceven- Dio destinatole, ad onta di tante contrad-
sealle preghiere della Villa, hi quale con- blicato il libro. Di tal congregazione ce-
sigliò di fare un memoriale a Innocenzo lebra 1' esemplare e zelante aretino per
XI, ed il cardinal Carpegna, col consenso fondatore, approvata nel 1680 da Inno-
del capitolo Vaticano, rescrisse la conti- cenzo XI e confermata nel 1 686 col titolo
nuazione de'lavori e della pia unione. In- di Operai della Divina Pietà. Di questo
tanto neh 683 si l'orinò una chiesuola di benemerito istituto tuttora fiorente par-
legno, dedicandola alla Madonna delle lai LV, p. 5. In ulteriore prova
nel voi. 1
Grazie, ma per l'acquisto del fondo, i pro- che (ale s. Immagine è interamente di-
prietari pretendevano nullo l'operato co- versa da quella della Madonna delle For-
me fidecommisso. Ferole limusine arri- naci, nella zecca pontificia si conserva il
vando a più di scudi 100 mensili, oltre conio della medaglia coniata per l'erezio-
la copia della cera e l'abbondanza dell'o- ne della chiesa , che vi è espressa colla
lio, si potè nel 1691 comprare il fondo, facciata e l'epigrafe: IiinocentioAIfPotit.
derogando al fidecommisso Alessandro Max. A. V: Gasp. Card. De. Carpi ne a
\ I II, e (j nindi anche cominciare una chie- Urb, Nel rovescio è quest'iscrizione: Ae-
sa di materiale. La nuova fabbrica fu e- dis s. Mariac Deum nobis exorantispìo*
retta con disegno del celebre Andrea Poz- rum elemosinis fundamenta jacta vele-
zi gesuita, e si fecero le suppellettili sa- ricoinpre/unsoSicclloeura Joseph i /'"a-
gre. Sopraggiunta la peste, la s. Imma- raldi in Figulinis Va tioanisfampridem
gine fu trasferita prima nella chiesa di s. constructo an. mdcxciv quo classìs Ilo-
\ enaitiio de'camerinesi, poi in quella di ninna faederatis ad Cidi expugnatio?
Tur degli Specchi, quindi nella cappella min. subsidio adivit. Quanto al IJombel-
della Divina Pietà uel palazzo del duca li egli prosegue la narrativa con dire, che
TRI TRI 32t
la serva di Dio Villa virtuosamente mo- il laterale a destra colla Natività di Ge-
rì e fu sepolta nel sepolcro gentilizio nel- sù, è di Nicolò Bicciolini: quello a sini-
la chiesa del Gesù innanzi alla cappella stra colla Fuga in Egitto, l'espresse Pie-
della ss. Trinità; e che il Faraldi deside- tro Bianchi; le lunette sono di Marco Be-
rando morire all'ospedale, per una disgra- nefial,ele pitture della cupoletta le fece
zia fu portato in quello della Consolazio- Pietro de Pietri. Nel convento era il colle-
ne ove piamente rese l'anima a Dio. In- gio di s. Maria delleGrazie della delleFor-
di ri ferisce, che nel pontificalo eli Clemen- naci, per le missioni apostoliche già adi-
te XI, dopo la conquista fatta sui turchi date a'trinitari scalzi del riscatto riforma-
da'cristiitiii di Belgrado e TemesAVar, il ti.Mentre quest'ordine vieppiù prospe-
Papa donò la chiesa a' religiosi trinitari rando si propagava nella Spagna, in Por-
scalzi spaglinoli , i quali col zelo loro la togallo,^ Italia e in molti altri regni d'Eu-
resero più decorosa e fornirono magnifi- ropa, come nell'Austria, Ungheria, Boe-
camente dell'occorrente; i quali religiosi mia, Transilvania, Polonia, Lituania , il
stoi 72 i , Bull, cit., p. 46, die le regolo a antica in musaico della Madonna del Car-
questo seminariodi missioni a-
(collegio e mine, onore della quale carmelitani
in i
postoliche, quali in esso sono espresse. Do- nel i543 istituirono una confraternita,
po 6 anni dovei aprirsi il collegio, ed era sotto il titolo del ss. Sagramenlo, rinno-
n
questa la condizione apposta da Cle-
1
.'
vando la precedente denominata s. Ma-
mente X 1 a ll'atto della cessione della chie- ria Mater Dei guardiani della quale
, 1
sa e casa; ma passarono 18 anni prima ottennero dal capitolo Vaticano, che a'7
che si aprisse il collegio, per proroga ot- ottobre 1662 fosse coronata con corona
tenuta da'religiosi, alla quale servi di ra- d'oro, in uno al divin Figlio, che in allo
gione la mancanza di mezzi dopo la spesa di benedire è tenuto tra lesue braccia. Di
scudi 1 2,000. Dipoi Clemente XIII col
fli quest'immagine trattò il Bombelli, Rac-
breve Injuncli nobi.i , de' 17 settembre colta delle Immagini della B. t'ergi-
1 759, Bull. Pont, de propaganda fide, ne, l. 4> p. 1 3 ed
, p. Giacomo Gabriele
il
t.
4iP» 2 eBull. Roin. cont. t. i,p. 2 32:
1
t
Povillard carmelitano ci die la Breve no-
Approbatio decreti congrega tionis pro- tizia dell'antica e divota immagine del-
pa gandae/idei\nec non resolutionis ca- la delle Grazie, che si venera nell'an-
pituli generalis ordìni s fratrum excal- tichissima chiesa di s. Grisogono in
ceatorum ss. Trinilalis redemplionis Trastevere da' pp. carmelitani. Inoltre
captivorum,(/uocollegiuni romanum de il p. Povillard lasciò mss. le descrizioni
propagandajideB M. Virginis ad For- . delle chiese di s. Grisogono, di s. Maria
naces prope, et extra nwenia Urbis ag- in Traspontina, della Monte Madonna di
gregalur familìae Matrìs Redernptoris Sauto, ede'ss.Silvestroe Martino a'Mon-
extra Ilispaniam. Soppresso il collegio ti, appartenenti al suo tempo al proprio
ne'primi anni del corrente secolo, per l'in- ordine. Per la festa della Madonna del
vasione francese, tornò in vita e fu ripri- Carmine,chesi celebra in s.Grisogono nel-
stinato nel pontificato di Leone XII; ma la domenica fra l'8.", ha luogo la solenne
da qualche anno ne cessò l'esistenza, re- processione che fa il sodalizio nella seguen-
stando semplicemeuteconventOjSenza cu- te domenica. Narrai nel voi. LXVII,p.
ra di missioni apostoliche. Dopo la cadu- 190, che avendo il Papa Pio IX nel 184 7
ta d' digerì (F.) conquistato da Carlo X concesso la chiesa e convento di s. Gri-
re di Francia , e le relative convenzioni sogono «'trinitari scalzi, trasferì i carme-
degli stati Barbareschi di Tripoli tuli Tu • titani calza ti, che ivi dimoravano,nella ca-
nisi (/"'.), per la soppressione della pira- sa e chiesa di s. Nicola a'Cesarini, già de'
teria e degli Schiavi (F.), cessò l'ogget- Somaschi, a'quali secondo il disposto di
to principale della fondazione di questo Gregorio XVI avea datola chiesa e mo-
collegio. mon-
nasterode'ss. Alessioe Bonifacio sul
Chiesa di s. Grisogono, titolo cardi- te Aventino. Si legge a p. 264 dell' Os-
nalizio con parrocchia. Avendo in tale servatore Romano del i85o, come tri- i
laui calzati, per concessione del 1 484 d'In- trinitari scalzi del riscatto 1' 8 febbraio
nocenzo Vili, aggiungerò alcune altre no- celebrarono con solenne pompa nella loro
zioni relative al suo attuale sluto. In que- chiesa di s. Grisogono la festa del loro fon-
sta magnifica chiesa si onora l'immagine datore s. Giovanni deMutba,e che ilear-
TR I T I 3a3
dinalGioacchino Pecci arcivescovo vesco- lica, 1.' serie, t. 7, egregiamente ragionò
vo di Perugia, che nel giorno precedente con interessante e morale narrativa: La
a vea preso possesso del titolo presbiterale, redenzione delle Morette per opera del
pontificò primi vesperi e la messa solen-
i sacerdote Nicola Olivieri, in 3 articoli:
ne cantata con iscelta musica. Grande fu i.° Cattività e liberazione. 2." Educa'
il concorso del popolo, poiché non vi a- zione efrutti. 3.° Favori e perpetuità.^ el
vea veduto più cardinal titolale dopo i.° articolo parla de'negretli collocati gra-
il cardinal Filippo M." Pirelli morto nel tuitamente dall'amoroso e benefico Oli-
1771. Nel voi. LX11, p.i53, dopo aver vieri nel monastero di Subiaco, e ne' se-
celebrato nell'ai ticolo Schiavo l'abolizio- minari di Lucca, Perugia, Jesi, Cesena,
ne della schiavilo, riprovato il crudeli; e Gubbio e altrove, sebbene essi sieno po-
infame liaftico de'negri, non che riferite chi in paragone delle zitelle more dalla
le benemerenze dell'ordine Trinitario e sua induslre e sovr' umana carità prov-
quelle degli alili ordini religiosi nel riscat- viste in Francia e in Italia presso a un
to degli schiavi, raccontai che tuttavolta centinaio di monasteri. Che tale redeu-
1 iniquo commercio della carne umana tore di lauti miserabili avea paternamen-
sussiste in diverse regioni, come in diver- te estesa opera sua insigne e laboriosa
I'
solenne condanna pronunziata da Grego- essi nel celebre collegio Urbano di pro-
rio XVI,allorquando alto alzando la voce paganda, che idoneamente istruito e or-
riprovò la tratta de'negri, ne dichiarò in- dinato sacerdote, fu spedito tra'suoi na-
giusta la schiavitù, e l'obbligo che corre zionali nella Guinea, ove ora spande fe-
ad ogni cattolico di considerarla come a- condi sudori e raccoglie messi pel granaio
bolita. E che perciò nel 1 852 erasi stabi- del celeste Padre. Contribuirono all'insi-
lita in Nimes l'opera del riscatto, da un gne, intrapresa dell'Olivieri, oltre la più
sacerdotefrancese, per trarre dalla schia- e generosa carità de* fedeli sovventori e
vitù, massimede'lurchi e persiani, le don- ricevitori de' moretti e delle morette, as-
ne e giovanetti neri e farli cristiani; di
i sumendone col gratuito mantenimento la
scatto delle povere fanciulle nere, quindi ne due volte gl'intrapresesoletta, di videu-
da lui affidate ne'mOfl atteri e altre case do,siccome piena essa pure di spirito apo-
pie per farle educare cristiane, e ne re- stolico, con lui le materne cui e per le mo-
gistrai ivi e altrove molti esempi, anche rette risca Itale da obbrobriosa e tirannica
colla speranza che tali morette potran- schiavitù, e da'più brutali trattamenti,
no riuscire a qualche stabilimento reli- i di cui particolari non si possono legge-
gioso nell'Africa, e contribuire alla pro- re senza intenerirsi di compassione, con
pagazione della fede di Cristo. Ma diflu- sensi di venerazione verso il portentoso
sameute e da pari sua la Civiltà calto- sacerdote.Egli riscatta dalla doppia schia-
Zìi TR I TR I
vili» quanti sia possibile di qne'miseri e furono religiose famiglie, che non paghe
misere, per ridonarti alla duplice libertà d' ospitare e provvedere parecchie delle
di uomini e di donne, e quel che più im- morette, con caritatevole industria som-
porla li rende buoni cristiani, come ri- ministrarono vistose somme di denaro
levasi dalle Relazioni ch'egli va pubbli- pelsempre nuovo incremento de'riscatti.
cando. Si rende ragione perchè l'abbate In una parola l'operasi può dire racco-
Olivieri non mai affida le morette a par- mandata alla divina provvidenza e alla
ticolarie private famiglie, ma sempre alle pietà de'fedeli, e verrebbe senza [allo a
religiose, preferendo l'acquisto delle mo- mancare ove questa di continuo non lar-
le opere le quali la sola religione di Cri- peccali in punto di morte. Malgrado i ra-
sto sa ispirare e condurre a compimento, pidi progressi della santa impresa, molti
ne'inolleplici e singolari modi che narra. die suoi fautori trepidavano perla durata;
Imperocché i buoni cattolici incoraggia- l'età senile dell'Olivieri, l'affranta sua co -
comunità religiose e pii fedeli, il cui lun- mido dell'avvenire esponeva tali ridessi,
go catalogo per già Iìsmiuo animo pubbli- con fiducia rispondeva: la patrona ss. Ver-
ca quali benefattori il sacerdote nelle sue gine Immacolata ci penserà. E questa in
annue Relazioni .stilli progressi del ri- premio dell'illimitata confidenza dell'Oli-
scatto delle fanciulle more t stampate. Vi vieri, provvide in modo meraviglioso non
TRI T R I 325
solo alla perpetuità, ma all'incremento pe- inutile Io sperare. Esultarono a tal pro-
renne della sublime impresa, allorquan- posta pp. deputali, né vi ebbe chi con
i
do nel i 853 l'ordine de' trinitari scalzi vi parole e con cenni non mostrasse aper-
si associò di buon grado e ne tolse sopra tamente ili approvarla. Nondimeno, per-
di se la continuazione. Ciò avvenne nel chè il voto avesse quella libertà che l'im-
ripensare un buon religioso dell'ordine, portanza dell' argomento richiedeva, fu
alle visioni al mede-
che dierouo origine messa a squittiti io segreto la proposizio-
simo e che narrai parlando de' Trinitari ne del p. Andrea, e questa senza fallire nep-
calzati dell?ordine primitivo', e credè di pure un solo suffragio, venne a pieni voti
spiegare iti essa un significalo a cui per confermata. Allora confortato lo stesso re-
l'addietro non erasi posto mente. Del qua- ligioso dell'esito favorevole del suo paria-
le argomento conferendone col suo supe- re,supplicò i padri che, a compimento de'
riore gli disse Fin qui figli di s. Gio-
: i suoi desiderii, piacesse loro di nominarlo
vanni de ftlatba riscattarono bianchi i cri- coadiutore dell'Oli vierinl che ottenne pu-
stiani figurali nello schiavo bianco sopra re con pienezza di voli ed e»ullanza uni-
cui stendea la destra l'Aliselo del Sìriio- versale. Tali co>e avvenivano nel capitolo
re; ora poi che per divina provvidenza è generale de'trinilari scalzi in s. Grisogo-
cessata la rapina turchesca e la schiavitù no, quando nello stesso tempo o poco pri-
de'bianthi, non sarebbe egli da adempie- ma, ma certo senza saputa de' medesimi,
re I altra parte della mistica apparizione, il Papa l'io X ordinava al cardinal Della
I
applicandosi 1' ordine nostro al riscatto Geuga prefetto della s. congregazione de'
de'negri infedeli rappresentali dal mau- vescovi e regolari di far conoscete a'pp«
ro che slavagli a sinistra ? Queste paiole congregati in s. Giisogono: Esseresuo de-
non fecero dapprima gran senso nel sti- siderio che l'opera della redenzione delie
pe iore cui erano comunica te e quasi non morette venisse aggregata all'ordine Ti i-
vi rispose; tornandovi pei ò sopra col pen- nilario, allineile pigliasse maggior incre-
siero gli sembrarono piene di giusto ac- mento e ottenesse la durazione de'secoli.
corgimento degnissime dello scopo del
, Chi può dire la dolce meraviglia che pro-
suo istituto, e capaci di l'infocarne lo zelo varono i buoni religiosi, l'illustre porpo-
a nuove magnanime intraprese. Dopo al- rato e lo stesso Pontefice all'intendere che
cuni mesi, nella primavera del 853 con- i lo Spinto del Signore avea indotto il ca-
gregossi in Roma in questo convento di pitolo a sancire con solenne decreto ciò
s. Giisogono il capitolo generale dell'or- slesso che ispirava al suo Vicario in terra,
dine a trattare, secondo l'uso, de'bisogui organo de'dmni voleri, e padre comune
della religione eprovvedervi con opportu- e amoroso di tulli gl'infelici ? La fausta
ni decreti. E già era sullo spirare il tempo notizia corse ben presto all'Olivieri, elle
stabilito dalla regola de'comizi, quando il n'ebbe indicibile conforto,e stampata po-
p. Andrea di s. Agnese, ora procuratore scia ne' giornali, rassicurò benemeriti i
generale, quegli appunto che avea fallo fautori deila santa opera, i quali conobbe-
la considerazione riferita, introdusse il ra- ro più chiaramente la proiezione tolta-
gionamento intorno all'eccellenza dell'o- ne dalla divina provvidenza e l' efficacia
pera del prete Olivieri, facendo vedere del patrocinio diMaria senza macchia con-
con peculiare unzione quanto importasse cetta. Il p. Andrea di s. Agnese unissi to-
al princi patissimo scopo deH'islituto,al be- sto all'Olivieri e fece già con esso lui un
ne de'corpi e delle anime di tanti schiavi, viaggio in Egitto , il quale riuscì ad un
e alla gloria di Dio l'aggregarla all'ordi- tempo e disastrosissimo e lucrosissimo so-
ne de'lrinitari, e procurarle per tal guisa pra quanti eranseue prima percorsi allo
quella perenni là che ad un sol uomo era stesso inlento. Or dunque la durala del-
»«6 TRI TI I
e medio più la tutela celeste sotto cui essa che non la perdona né a slenti né a fa-
è collocata, perfezioneranno V impresa e tiche affine di raccogliere elemosine per
condurranla a compimento. ... Dopoché il vieppiù far progredire la santa impresa.
Pastore de' Pastori non solo mostrossi a Due morette sono collocate nel convento
molti argomenti assai benigno verso l'o- delle salesiane di Pinerolo, 84 negli slati
pera, ma volendo provvedere alla sua du- di sua maestà l'imperatore d'Austria, 6
razione degnavasi confortare ad incari- cioè nella casa dell' orsoliue a K'agen-
carsene un ordine religioso il più oppor- ftirth nella Carinlia, 38 nel Lombardo-
tuno all'uopo, nell'atto stesso che detto Veneto, e 4° h' a 'I Titolo italico e il te-
ordine ragunalo in capitolo generale nel desco. E poiché parlo del Tirolo, per da-
convento di s. Grisogono sanciva per de- re gloria a Dio e a confusione di tante città
creto, senza saperlo, il consiglio e il de- della nostro Italia, debbo confessare che,
siderio del Vicario di Cristo." I rispelta- da che giro l'Italia, la Francia e qualche
bili compilatori della Civiltà cattolica poco la Germania, non ho mai trovato
riceverono dal sottoscritto la seguente let- popoli così buoni, così religiosi e pieni di
a
tera che pubblicarono nella 2. serie, t. 1 i, viva fede come i tirolesi. Ma di questo,
p.703. » Qualora amassero far cenno nel Dio piacendo, farò onorevole ricordanza
loro periodico delle morelle riscattale nel nella nuova relazione che pubblicherò, in
passato mese di novembre e neh' aprile cui dirò del rispetto che hanno que' po-
dell'anno corrente, sappiano che in que- poli verso de'sacerdoti, e che le locande
stidue ultimi viaggi se ne sono riscattate e le osterie di quella terra benedetta so-
l6j sicché le morette finora riscattate
I no per così dire lauti oratorii, perchè ivi
ascendono a 43 comprendendo il detlo i , si recita da'passeggieri la 3." partedel Ro-
numero 11 maschi e lattanti. In queste i sario, e si fauno preci avanti di mettersi
ultime 6 sono comprese 6 madri co'lo-
1 1 a tavola; ci sono immagini del Crocefisso
10 bambini e bambine, l'una delle quali, in ogni stanza, e perfino l'acqua benedetta
anzi poti ei dir» : due, d'anni 1 (> circa, sem- per farsi il santo seguo della croce appe-
brava che fossero state educate in qual na si entra in casa. E con ciò faccio fine.
che monastero, tanto erano prudenti, ri- Ora debbo recarmi nel regno di Napoli
spettose e docili. Delle stesse 1 1 6, sonosta- percollocarvi 3 morelle che ancora mi ri-
te collocate 8 in diversi monasteri dello mangono. Di colà probabilmente passerò
stalo pontificio, ove ne souogià 4*» a Stia- colla mia serva, e il rev. p. Andrea, mio
TR I T | I 32 7
amatissimo compagno, in Egitto, per ve reformatorum discalceatusss. Trini ta-
dere se si potranno fare nuovi acquisti che tis redemptionis captivorum in Gallia.
mi sono oh quanto preziosi Raccoman- ! Devesi il merito della riforma de' trini-
dino per carità me e tutte le povere mo- tari scalzi della di Fran-
congregazione
rette a Maria ss. Immacolata, e ini cre- cia al zelo del Girolamo Halies
veri. p.
dano sempre re. Roma 29 agosto 18 55. del ss. Sagra mento. Nato in Bretagna
Prete Nicolo Gio. Rat. Olivieri". La Ci' e conosciute le vanità del secolo, di 33
viltà cattolica nel t. 8, p. 83 die contez- anni entrò nell' ordine de' Trinitari cal-
za con giusti encomii delle Letture istrut- zati dell' ordine primitivo {F.) e pre- t
tive per le fanciulle more fatte cristia- se l'abito nel tempo in cui falicavansi in
ne, compilate da Vincenzo M* Miche t- Francia per formare i Trinitari rifar*
toni prete dell'oratorio ripano, Ripa- mati{F.)i\eì\a prima riforma dell'ordine,
transone 1 853-54- Inoltre (tubiamo pu- ed egli non poco contribuì ad introdurla in
re l'interessante libro: Il riscatto de' ne.' alcuni conventi; poiché due anni dopo la
p. d. Antonio A'liscimi abbate del mo- qualità di procuratore generale, per solle-
nastero di s. Pietro in Gubbio, il (Vi sa- citarne la conferma pressoClemente Vili,
gro al padre de' monaci camaldolesi dal quale nel 160 ottenne il breve con Olii
1
compiva il sagro rito del primo sagra- approvò la riforma colla mitigazione della
mento sul giovinetto negro Dati impo- regola, e fu dal medesimo Papa eletto per
nendogli il nome di Romualdo, Parole l.° visitatore, acciocché maggiormente la
di d. Eusebio Reali canonico regolare dilatasse. Sciolse egli allora il freno al suo
Laterancnse, Gubbio 855. 1 zelo, e non solamente si nlfalicò in rifor-
Chiesa di s. Marta presso la basilica mare molli conventi di Francia, che s'e-
esattamente osservata. Conferì questo suo ciò non accordavagli altra giurisdizione
disegno al cardinalBandini protettore del- sugli scalzi,che quella di visitare personal-
l'ordine, ed egli propose la riforma a Gre- mente i loro conventi, quando però non
gorio XV, il quale l'approvò con breve dei volesse deputare a visitarli un religioso
4 agosto 1622, autorizzando il servo di della stessa rifórma. Essendovi i religiosi
Dio a promuoverla. D'allora in poi egli spagnuolijche aveano stabilito somiglian-
non pensò che a mandare ad eftettoquau- te riforma, il p. Girolamo si portò a Ma-
to erasi proposto, e volendone egli stesso drid per apprendere tulle le pratiche au-
dar l'esempio a'suoi fiali, professò la. re- stere della regolare osservanza e delle vir-
gola primitiva con alcuni altri religiosi nel tù, esercitale dagli scalzi di Spagna, a fi-
convento di s. Dionisio di Roma, che fu ne di servir poi d' esempio a'suoi frati.
.° Nella sua dimora dii
il 1 della nuova riforma. Persuase poi i 1 mesi nella capita-
religiosid'Aix in Provenza e di Caslel- le della Spagna, esercitò le pratiche più
Briant in Bretagna a far lo stesso, ed ag- austere,sebbene di 60 auni,e per la grande
giunse all'osservanza della primitiva re- stima che si procacciò, la regina Elisabet-
gola l'asprezza dell'abito e la nudità de' ta e i grandi della corte vollero conoscer-
piedi, aftinché i religiosi di questa rifor- lo. Tornalo iti Francia fu trafitto da dolo-
ma potessero menare una vita penitente re in sentire rapiti dalla peste i suoi religio-
e conforme alla santità del loro stato. Sic- si d'Aix, tranne un converso, vittime di
come però l'introdursi delle riforme suole loro carità verso gli appestati. Rinnovò
sempre aver degli ostacoli, e comune il quella famiglia co'religiosi fatti venire da
nemico dell'umau genere tenere ogni via Roma e da Caslel-Briant, ed essendone
per impedirne progressi, il p. Girolamo
i stato eletto ministro, formò eccellenti no-
a fine di prevenire tutte le difficoltà che vizi, i quali colla loro edificante condotta
fossero potute insorgere ne domandò la fecero terminare la persecuzione per ope*
conferma a Urbano Vili, il quale col bre- ra del ministro generale nuovamente in-
ve Alias a nobtSy de'28 febbraio i63i, sorta. Ristabilito convento d'Aix, intro-
il
Bull. Iìom. t. 6, par. 1, p. 257, eresse la dotta la riforma in Avignone,che poi fu co-
riforma in congregazione e provincia se- stretto a lasciare il convento in un a quel-
parata dall'altre, quando vi fosse un nu- lo diCastel-Driantjil p. Girolamo si restituì
mero sulliciente di conventi. Volle egli a Roma rieletto ministro di s. Diouisio,nel
stesso portare il breve Francia per far-
in cui convento, perseverando nell'esercizio
lo accettare, ma trovò tanta ripugnanza morì san-
di sue austerità e mortificazioni,
nel ministro generale dell'ordine e ne 're- tamente a'3o gennaio 1637 d'anni 80 e
ligiosi delle due provincie, ch'erano state fu sepolto nella chiesa. Dopo qualche tem-
in avanti riformale, che gli convenne ti- po essendosi aperta la sepoltura, fu tro-
sar gran coraggio per superarne le diffi- vato incorrotto e tramandando sangue dal
coltà , onde pervenire al conseguimento naso. suoi religiosi animati dal zelo che
I
del suo fine: alle opposizioni si aggiunse- aveano ammirato in lui, dilatarono la ri-
ro l'imposture e le calunnie, colle quali forma colla fondazione di più conventi in
egli ed isuoifurono gravati. Sofferti
frati Francia e in Italia. In seguito ne abban-
itravagli con virtuosa pazienza, finalmen- donarono alcuni, restando loro quelli di
te trionfò sui nemici della propria rifor- s. Dionisio in Roma, d'Aix, di Seyne, del
ma. breve d'erezione fu registralo ne'
Il monte s. Quirico presso Brignole, della
parlamenti di Parigi e d'Aix, e la s. Se- Palude di Marsiglia, di Brignole, di Lue
de impose perpetuo silenzioalle pai li, par- e di Marsiglia. Aveano ancora que'di Li-
ticolarmente al ministro generale princi- vorno, di Torino e di Falcone, ma furo-
pale oppositore, mentre il breve pontifi- no eretti in provincia uel 1705 da Cle-
TR I TRI 3? 9
menle XI e soggettati al ministro gene- gigli gialli. Lo scudo avea percimierola
rale degli scalzi. Lo stesso Clemente XI corona realedi Francia. Scrissero di. que-
col breve Redemptoris , de' i 3 agosto sto ordineil p. Alfonso d Andro da gesui-
1703, Bull. Rom. 1. 10, p. 54*. Confer- ta; il p. Agostino Macedo, nella Vita di
mali tur quaedam capitala, prò bono re- s. Eelice, di
Valoisj il cardinal de Lu-
gimine ordìnìs ss. Trinitatis captivorum ca, nel Religiosopratico] il p. Hel yot
congregationis Gallicanae.Neì 670 so- 1 Storia degli ordini religiosi, t. 2, cap.
lamente aveano avuto il numero de'con- 48 Della congregazione de* religiosi
:
tettore di tutto l'ordine Trinitario il car- e redenzione d.'gli schiavi, che eranvi
dinal Gio. Costanzo Caracciolo, Clemen- anticamente nell' ordine de' Trinitari
te XIV col breve Ex debito, de'i 3 ago- (J7!) delle persone, diesi ascrivevano ad
stoi 771, Bull. Rom. cont. t. 4? p. 362: esso in qualità di oblati, del cui nume-
Ifnio et incorpor alio domus s. Diony- ro pretendesi essere stato Berengario si-
sii de Urbe, ej usq uè provinciae, ordini, gnore d' Anguillara, uno de' primi ba-
ac abati generali canonicorum regu- roni di Catalogna, ed Anglina sua mo-
lariiim ss. Trinitatis et captivorum cu- glie, che nel 1200 fondarono un ospeda-
jus alumni in albo canonicorum regu- le da loro dato a'religiosi dell'ordine.Que-
larium cum omnibus privilegiis. j'uri- sti oblati forse sono stati quelli che in pro-
bus, et indultis adscribuntur. Vennero cesso di tempo dierono luogo allo stabi-
governati questi trinitari scalzi da un vica- limento del terz'ordine della ss. Trinità.
rio generale, ed aveano quasi le medesime Nelle persone illustri de'terziari trinita-
che i primi vestivano tutti di bianco co- ziario Alfonso Vili re di Castiglia e di
me fu ordinato nella prima fondazione Leon, e lo furono ancora molte altre per-
dell' ordine trinitario, e lo riferisce il p. sone per santità di vita o per di-
illustri
Aveano per stemma una croce di panno quanto si verificò ne' terzi ordini d'altri
rossa e turchino in campo bianco, attor- regolari, i quali si fecero gloria di porre
niata da un fregio azzurro, ornato da 8 tra il numero de' terziari persone morte
vol. txxx. 22
33o TB I TR I
vò, confermò e permise che si stampas- nel i 198, eresse una confraternita, a cui
sero le Regole e statuti de*fratelli e del- comunicò tutte le grazie, privilegi e pre-
le sorelle del lerz ordine della ss. Tri- rogati ve dell'ordine, acciocché come par-
nità, quantunque però nella sua appro- tecipi dell'opera lo fossero anco del pre-
vazione, ch'è posta in fine della regola, mio; col cui concorso caritatevole eransi
dica fondarsi questo terz'ordine in virtù fatti innumerabili riscatti di poveri schia-
delle bolle de'Papi ; ma soggiunge il p. vi, de' quali molti senza di questi aiuti
Helyot, sarebbe nondimeno assai difficile avrebbero rinegata la fede. Aggiunge,che
il riprodurne una, che propriamente di moltissime sono le indulgenze concesse
esso trattasse. E vero che trovansi pon- alla confraternita, le quali sono descrit-
tificie bolle in favore dello scapolare del- te nel suo sommario stampato e ricono-
la ss. Trinità, ma non può negarsi, che sciuto dalla s. congregazione dell'indul-
questa confraternita sia diversa dal ter- genze nel 1679. Che il solo ministro ge-
z'ordine, come chiaramente si deduce dal- nerale può erigere e aggregare per tutto
le regoledel terz'ordine stesso e di questa il mondo le confraternite di cui si fa so-
confraternita, che furono per la 2/ volta lennemente la comunicazione de' beni e
stampate separatamente, e nello stesso suftragi ne'giorni della festa di s. Cateri-
tempo a Rouen nel 1670 con licenza de' na e di s. Agnese, del mercoledì delle Ce-
superiori dell' ordine. Quanto alla con- neri e del giovedì santo, e della ss. Tri-
fraternita trovo nel Bull. Rom. t. 7, p. nità. Tornando a'terziari de'trinitari, il
2 io, il breve Ex injuncto, degli 1 1 feb- loro abito consisteva in una veste bian-
braio 1673 di Clemente X: Confirman- ca e nello scapolare su cui era una croce
tur indulgentiae a Paulo F concessae rossa e turchina; però in alcuni paesi non
Archiconfraternitatibus sub invocatio- eravi I' uso di portarlo pubblicamente,
ne ss. Trinitatis redemptionis captivo- ma sotto gli abiti secolari. Facevano un an-
rum, irritantur nonnullae , et addun- no di noviziato, compiuto il quale veniva
tur aliae, et quae sint. Di più e del me- loro fatta un'esortazione sull'osservanza
desimo Clemente X, il breve Alias nos, della regola, finita la quale, avendo il su-
de'3 giugno 1673, Bull. cit. p. 221: Ex- periore benedetto gli abiti, quelli che fa-
tensio, et declaratio brevis circa Con- cevano professione, ad alta voce recita-
fraternitates sub invocationc ss. Trini- vano la seguente formola. » Io frate N.
tatis redemptionis captivorum crectas, confidando nella ss. Trinità, prometto al-
et erigenda>-s, et alia nuper emanata,ad la ss. Vergine Maria, a'ss. Giovanni e Fe-
Confralernitates a ministro genera li, et lice, ed a voi mio padre, con pura, sin-
procura tori genera li congrega tionisHi- cera e retta intenzione, deliberatamente
spaniae. fratrum discalceatorum ditti e fermamente di osservare i comanda-
ordinis erectas, et erigendas cum omni- menti diDio, d'emendare miei costumi, i
ciulle. Dissi a Trinità ss., che nel 16^9 to belluys. Per allora non s'impegnarono
in Francia per l'educazione delle orfane con voli, non essendo che una congrega-
furono istituite le Figlie della ss. Tri- zione di divole donne, cui conveniva solo
nila creata, delle religiose della con- il nome d'oblateo secondo l'uso di Spa-
gregazione di Giuseppe. Le monache
s. gna di beate. Nel 12 36 il monastero, de-
trinitarie del 3.° ordine presentemente dica loallaMadouua degli Angeli, si riem-
hanno 3 monasteri nelle vicinante di Mar- pì di vere religiose sotto la direzione del-
uno in Subiaco, ed altro vicino in
siglia, l'infanta d. Costanza figlia del re Pietro
Cappadocia borgo del regno di Napoli. Il e sorella di Giacomo I. Il Nicola, 6.° p.
TRINITARIE DELLA REDENZIO- ministro generale dell'ordine, fece tran-
NE DEGLI SCHIAVI, Moniales ordi- sazione con questa principessa, e per i-
ìds ss. Trinitatis redemptiouis captivo- strutnento convenuto tra loro, col con-
rum. Istituito da s. Giovanni de Maiha senso del provinciale di Catalogna e di
nel 1
1
98 l'ordine de' Trinitari della re- Aragona, egli cede alle religiose la casa
denzione degli schiavi (P .), si recò nel- con tutte le terre e rendite a lei appar-
la Spagna, ove un grandissimo numero tenenti, colla facoltà d'amministrare da
di cristiaui gemevano schiavi de'mori in- loro medesime il temporale, riservandosi
vasori, e vi munito di
giunse nel 1201 lo spirituale e la visita de'monasteri alla
lettere commendatiziePapa Innocen- di giurisdizione de' superiori dell'ordine ;
zo III pe'principi cattolici, onde fu cor- colla coudizione inoltre, che il 3.° di loro
Cusliglia e di Leon, da Pietro II re d'A- ri, fosse impiegalo nei riscatto degli sebi*
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vi; venendo le religiose collo stesso atto Dio dedicate, t. 2, p.96; ed il Capparo-
dispensate da molte austerità della rego- ni che lo riprodusse con figure colorate,
la. Fu quindi la principessa d' Aragona nella Raccolta degli ordini religiosi a
a
la irreligiosa delle trinitarie, e lai. ab- delle vergini a Dio dedicate. Trattano
badessa o superiora di questo monaste- ancora delle trinilarie,ilp.He!yot,iS7w-/Vf
ro. Era ella stata moglie di Guglielmo di degli ordini religiosi, t. 2,cap. 49: Del'
Moncada visconte di Bearn e siniscalco le religiose trinitarie;^ il suo compen-
d'Aragona, che morto nella presa di Ma- diatole p. Annibali da Lalera nel Com-
iorca, nella sua vedovanza erasi intera- pendio degli ordini regolari, cap. 35:
mente dedicata a Dio in quest'ordine, a Delle religiose trinitarie dell'antica os-
cui fondò nel 23 un monastero in Ma-
1 i servanza. Esistono presentemente nella
iorca, dotandolo di molti beni ch'erano Spagna 1 1 monasteri di monache trini-
toccati in sorte al marito per la conqui- tarie dell'antica osservanza; in Francia
sta dell'isola falladal fratello Giacomo I. e in Algeri48 monasteri, senza però che
Accrebbe pure l'entrate di quello d'Avin- quest'ultime monache facciano voti so- i
l'ordine, con vestire I' abito delle trini- Francesca di Rumerò figlia di Giuliano
tarie nel monastero d' Avingavia, Ira le luogotenente generale dell'armi di Filip-
quali d. Sancia d'Aragona sorella di d. Co- po III re di Fiandra e vedova
Spagna in
sta uza, che morì nel 2 54 i ; e l'infanta d. d'Alfonso d'Avalos e di Gusiuan, volen-
Maria figlia di Giacomo I fu abbadessa do fondare liti monastero di religiose scal-
del monastero di Cannes nella diocesi di ze dell'ordine di s. Agostino, da Toledo
l'erpignano,e fu tumulata in quella chie- fece venire a Madrid 3 religiose di quel-
sa nel 3oy, monastero fondalo nel 248
1 1 l'ordine, ed avendo radunato un nume-
da Pietro Tarojas vescovo di Perpigna- ro ili nobili fanciulle, sufficiente a forma-
110. Quello di Avingavia fu abitalo dalle re una comunità, si ritirò con esse in al-
religiose sino al 1 7?.c), in cui non essen- cune case a lei appartenenti nella via de
dovi rimasta che una monaca corista col- Cantami nas, ove volle fondare suo mo- il
la conversa, fu ceduto a' frati trinitari. nastero. Intanto che si dovea stabilire la
Le monache fiorirono anche in altri loro clausura e l'erezione della chiesa, le re-
monasteri, consistendo il loro ahito in ve- ligiose reca vansi nella vicina chiesa dei
ste e scapolare bianco, sul secondo essen- Trinitari scalzi di Spagna (/*.) per a-
dovi cucila la croce parte rossa e parte tur- scollare la messa e ricevere i «agra «en-
china, assumendo uua lunga cappa nera ti, affidandosi alla direzione ilei b. Ciò.
in coro, su di cui nella parte sinistra è Battista della Concezione, istitutore di
<in ila allra simile croce, il capo velan- quella riforma. Quindi prendendo affet-
dolo con panni bianco e nero, come rile- to all'istituto de'lrinitari scalzi, la fonda-
vasi dalla figura esprosa n^l descrivere trice e le fanciulle di sua comunità, ab-
le trinitarie dal p. nonanni nel Catalogo bandonalo il disegno di rendersi agosti-
degli ordini religiosi e delle vergini a niane scalze, domandai 0110 ai b. G10. bai-
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tisla premurosamente d'essere aggregate cesse alle monache di potere scegliere fra
al suo ordine, ed egli ve le ammise con a- loro In superiora. Radunatesi senza sapu-
bito di ubiate. Indi alle replicate istanze ta della fondatrice, a pieni voti elessero
dalle medesime fatte ond'éssere perfetta- a superiora la veti. m. Agnese della Con-
mente soggette a'triuitari scalzi riforma- cezione. Vedendosi la Rumerò privata del
li, e di seguimela regola eie ooslituziu- governo, rinunziò alla qualità di fonda-
rli, i religiosi vi si opposero e anzi prete- trice e nello stesso tempo si astemie dal
sero obbligarle a spogliarsi dell'abito ri- somministrare l'occorrente alle religiose;
cevulo; e poiché il b. Gio. Battista indi' indi tentò di distruggere il monastero, ri-
dendo che i trinitari scalzi erano fermi sero nuovamente persuperiora la veu. in.
in ricusare di prenderle sotto la loro giù- Agnese, la quale è tenuta per istitutrice
risdizione, ricorsero al cardinal Bernardo delle trinitarie scalze. Il cardinal Zappa-
Sandoval arcivescovo di Toledo, che a- ta amininiitratoie dell' arcivescovato di
vendo loro permesso di vivere giusta le Toledo,avendo lollodallecostituzioui dei
costumanze e regole delle monache Tri- trinitari scalzi ciò che non era confacen-
niltir'u(l .), colle regole e riforma de'lri- te al sesso femminile, ne compilò delle
nilari scalzi, e di vestire il loro abito, es- particolari per queste religiose, ed a loro
se lo ripresero a'9 novembre 161 1 eco- ledie nel 1627 venendo approvale da,
iniuciaiono l'anno di noviziato. Ma la fon- Urbano Vili nel 634- Le religiose in Ino-
1
datrice Romero, che malgrado le opposi- go della Rumerò trovarono ultra fonda-
zioni de'lrinilari scalzi avea proseguito a trice in Maria de Villena vedova di d.
portarne l'abito ed a praticar le loro os- Sancio della Cerda, che loro lasciò per te-
sei vanze, poi mutato pensiero fu la 1." stamento neh 63 1 considerabili somme,
a deporlo e con molto vigore procurò di In sostanza la regola che le trinitarie scal-
persuadere le compagne a seguirne l'è- M poi seguirono, fu quella assegnala coti
sempio; esse però persisterono nell intra- miglior forma neli63i a trinitari scali!
presa risoluzione con ferma costanza. Fi- spaglinoli. Vestivano queste religiose co-
italmente la fondatrice e i religiosi vi ac- me i religiosa , cioè tonaca e scapolare
consentirono, e compilo l'anno di proba- bianco con cappa color bigio scuro fino a
zione, fecero tulle, a riserva della londa- mezze gambe, l'una e l'altra segnala col-
trice, i loro voti solenni, e si soggettarono la croce rossa e turchina. In capo porta-
aM a rei vescovo di Toledo. La Romero le vano velo bianco e sovrapposto alito ne-
prov vedeva di tutto il bisognevole, ma 10; incedevano scalze, cuoprendo i piedi
pretendendo che alla qualifica di fonda- con sandali di canape. Ne riporta le noti-
trice andasse congiunta quella di supe- ziee la figura il p. \jonar\ri\, Catalogo de-
riora, vi esercitava l'uffizio con autorità, gli ordini religiosi e (Ielle vergini a Dio
assoluta, accettando le fanciulle che si dedicate, t. 2, p.97; riprodotte con figu-
piesentavatiOjSenza ricercarne il consenso ra colorata del Capparoni, Raccolta de-
della comunità, contro gli statuti dell'or- gli'.ordi/u religiosi e delle vergi/a a Dio
dine. Inoltre obbligava le religiose ad u- dedicale. JNeh65t il cardinal Baldassa-
rre dalla clausura, e le allontanava dal- re Sandoval arcivescovo di Toledo dal
le loro osservanze; e tutto questo indus- monastero di Madrid cavò cinque trim-
se le religiose a ricorrere all'arcivescovo laiie scalze per fondare un altro mona-
di Toledo il cardinal Bernardo Sando vai, stero nella slessa città, istituito da d. Bea-
li quale per ovviare a tuli diaordiui cou- trice de Silva u per le carmelitane, e do-
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pò averle istruite nell'osservanze regola- ciliae sacrae, t. r, p. 432, riporta i se-
ri, tornarono al proprio monastero nel guenti vescovi della Ecelesiae Triocali-
i655. Le trinitarie scalze ebbero altri tanae. lli.° Triocali tanus episcopus fu
monasteri, come in Lima del Perù. In- s. Pellegrino, fiorito nell'anno90 di no-
nocenzo XI col breve Sacrosancti Apo» stra era, che vuoisi inviato da s. Pietro
stolatus, de' 22 febbraio685, Bull. Rom. 1 in Sicilia. Non si trovano altri sino a Pie-
t. 8, p. Confirmanlur
354'. Constitutio- tro del 598,8 cui Papas. Gregorio I com-
ries Monialium Reco lite tarimi ordinis mise la visita della chiesa di Girgenti.
ss. Irinitalis Redemptionis captivorum Massimo nel 649 sottoscrisse il sinodoLa-
in Hispania. Vi sono riportate le costi- teranense di s. Martino I. Gregorio nel
tuzioni medesime in italiano, e vi si ricor- 680 fu al VI concilio di Costantinopoli.
da la costituzione emanata da Alessandro Giovanni nel 787 intervenne al concilio
VII per le monache Trinitarie. Scrisse di Niceail, dopo il quale per l'invasione
di loro il p. Helyot, Storia degli ordini saracena Triocala cessò d'avpre il vesco-
religiosi, cap. 49: Delle religiose trini- vo, si formò il priorato di s. Giorgio di
tarie scalzej compendiato dal p. Anni- Trocalis e fu unito all' Archimandrita
bali da Latera, Compendio degli ordini di Messina.
regolari, t. 1, cap. 35: Delle religiose TlilODIO, Triodium. Libro ecclesia-
trinitarie scalze. Attualmente le mona- stico usato nella chiesa greca, che viene
che trinitarie scalze di questa congrega- ad essere come una parte del breviario
zioue hanno soltanto ricordati monaste- i latino; mentre comprende l'uffizio d'una
ri di Madrid e di Lima. parte dell'anno, cioè dalla domenica di
TRIOCALA. Città vescovile di Sicilia, seltuagesima,chiamata domenica del Pub-
ora borgo denominatoC#/rttoZ>e//oto,che blicano e del Fariseo, fino al sabato san-
in parie ne occupa il sito, nella provincia to.! greci hanno degl'i nni,o canoni com 'es-
di Girgenti,da cui è distante 1 1 leghe, ca- si li chiamano, per le fesle di Gesù Cri-
poluogo di cantone presso la riva destra sto, della B. Vergine e de'Santi. Ora que-
del fiume Crimiscis, ora chiamato Cala- sli inni canoni sono divisi nelle strofe cui
tabellota , iu vicinanza del quale Timo- danno il nome di ode, e la maggior par-
Jeone alla testa di 6000 siracusani tagliò te si recita in tempo deH'uflizio contenu-
ti pezzi un'armata di 70,000 cartagine- to nel Triodio, e che si trovano per con-
si. Triocala, antichissima e celebre città, seguenza iti questo libro, e sono compo-
è riuomata per le dolci sue acque, per la sti di tre sole odi o strofe, ond'è che chia-
feracità del suo territorio, massime in vi- mano il libro Triodion, quasi dicessero
no e olio, ed inaccessibile per le sue rupi, il libro che contiene gì' inni di tre odi.
non che per la guerra degli schiavi roma- Gli altri cantici, che i greci recitano nel
ni che vi si o5 anni avanti
rifugiarono, 1 loro uffizio, sono composti di 9 odi. Alcu-
la nostra era. Ruggero normanno conte ni hanno credulo non esser l'inno com-
di Sicilia vi riportòuna vittoria sopra i posto di tre odi quello che chiamasi Trio-
saraceui, quali avendo rovinala Trioca-
i dio, ma errarono come può vedersi Del-
la, circa 1000 passi distante surse Cala- l'Eucologio de' greci, quali chiamano i
tabellola. La tradizione dice che si no dal Diudion gl'inni che hanno due strofe, e
tempo degli Apostoli in Triocala fu sta- Tilradion quelli che ne hanno quattro.
bilita la sede vescovile, e Rocco l'ini, Si-
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)