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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIÀSTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBBl SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARH GRADI DELIA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E

VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILI!,ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,


Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORON1 ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVL
ri

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto
?
giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

T
TRE TRE
1 RE VERI (Treviren). Qllà con re- d'ordine dell'attuale zelantissimo vescovo
r
sidenza vescovile celebre e antichissima, mg. Arnoldi si espose alla pubblica ve-
negli stali occidentali del re di Prussia, nerazione nell'agosto e settembre 1 844-»
nella provincia del Basso-Reno, capoluo- dierono occasione e pretesto di manifesta-
go di reggenza e di due circoli, distante re i suoi riprovevoli errori, all'apostata
26 leghe d' Aquisgrana, 2 da Coblentz
t Gio vanniRongecaposetta di nuovo scisma
e y4 da Parigi, in fondo fra due monta- e di quegli infelici eterodossi seguaci del
gne , sulla destra sponda della Mosella, Razionalismo e Socialismo (J^.) che o- t

che quivi accoglie il piccolo ruscello di riginati in Posnania (f.), furono tosto
Weberbach, e vi si varca sopra un vec- colpiti dallecensure apostoliche di Grego-
r
chio ponte di pietra. S' innalza nel bel rio XVI, e di mg. vescovo di fVratisla-
mezzo di pittoresca valle, e le danno or- via (F.) o Breslavia. In tali articoli de-
namento le vie spaziose e ben lastricate, plorai l'audacia dell'indegno Ronge, che
ed solidi edilìzi di grandi pietre quadra-
i sfrontatamente ardi di pubblicare violen-
le composti. Vi si distinguono il palazzo ta scrittura contro le ss. Reliquie, contro
elettorale, che serve ora di caserma, e le la s. Sede, e contro I' ottimo vescovo di
chiese della B. Vergine, di s. Simeone, e T reveri; e rimarcai che il Rongianismo fu
la vasta cattedrale. Questa di antica e riprovato ancora dal regnante Pio IX. Il

gotica struttura è sotto l'invocazione di capitolo della cattedrale si compone del-


s. Pietro principe degli Apostoli, e tra le la 1 /dignità del preposto e di quella del
reliquie vi si venera e gelosamente custo- decano, di 8 canonici numerari e di4o-
disce, quale inestimabile sagro tesoro, la norari di 6 vicari prebendati; desunt
,

ss. Tonaca o Tunica inconsutile di Ge- praehendae theologalis et poenitentia-


su Cristo {V.). Le divote processioni e i ria, dice l'ultima proposizione concisto-
sagri pellegrinaggi de'cattolici alla catte- riale. Tuttora, in vigore d'iudulto aposto-
drale per venerarvi la ss. Tonaca, allorché lico, il capitolo e i canonici eleggono il
4 TRE TRE
vescovo, che conferma la s. Sede. Uno dei manum decet Ponti/icem, de'a e 1 1 feb-
canonici esercita nella cattedrale la cura braio 4^4»1 altri benefìzi ecclesiastici unì
dell'anime, però il battisterio esiste nel- all'università Sisto IV, colla bolla In su-
la vicina chiesa della B. Vergine. Antica- premae dignitatis, de' 26 maggio 4?4> 1

mente il capitolo maggiore era composto che confermò Clemente VII, conceden-
di 4° canonici, di cui \6 capitolari e 16 dole altre grazie, mediante la bolla Quo*
domiciliari, tutti nobili. Egualmente pros- niani per lilerarum,At\Y% ottobre 532; 1

simo alla cattedrale è il conveniente epi- le quali bolle Gregorio XV confermò col-
scopio. Oltre la cattedrale nella città vi la sua, Unìversalis Ecelesiae regimini,
sono altre 5 chiese parrocchiali, munite de' 17 luglio 1621, Bull. Rorn. t. 5, par.
del s. fonte, due monasteri di monache, 4> p. 36ove si leggono tutte. Inoltre in
1,

diversi sodalizi, l'ospedale a cui assistono Treveri viHfu eretto u\\ collegio per le mis-
le sorelle della Carità, il monte di pietà, sioni apostoliche, e perciò dipendente dal-
il seminario cogli alunni, il liceo, una dot- la congregazione di propaganda fide e ,

ta società, e la pubblica biblioteca ricca di diretto da'gesuiti. Ma per le vicende po-


più di 70,000 volumi. Sotto il romano litiche de'tempi, tanto l'università che il

impero ;issai fiorirono le lettere nelle Gal- collegio restarono soppressi. Treveri è
lie, perchè i romani vi stabilirono molte patria di molti illusili, fra 'quali ricorde-
scuole, e tra quelle di maggior grido pri- rò Ildegarda badessa, d'una illustre
s.

meggiano le scuole di Marsiglia, Tolosa, famiglia della contea di Spanheim; Sal-


Bordeaux, A utun,Lione,e Treveri la qua- viano prete di Marsiglia del V secolo, che
le meritò d'essere visitata, oltre altre, dal pure vuoisi originario di Treveri, aulore
dottore massimo s. Girolamo poco dopo di due trattati, 1' uno sulla provvidenza
il 370.L'imperatoreGrazianochenel 375 di Dio, e l'altro sull'avarizia; del celebre
salì all'impero, dotto protettore delle cardinale Amalario F'or lunato , arcive-
scienze,assegnòuna rendita stabile a'mae- scovo della patria; del famoso cardinal Ni-
stri pubblici di rellorica , come anco a colò di Casa, nato presso la Mosella nel-
quelli che insegnavano nelle grandi città la diocesi di Treveri da un pescatore, pre-
le lettere greche e Ialine. Accordò parti- posto di s. Fiorino di Coblentz, il cui cuo-
colari privilegi alle scuole delle Gallie, e re fu portato a Cusa sua patria e depo-
soprattutto a quelle di Treveri, i profes- Treve-
sto nell' ospedale da lui fondato.
sori delle quali aveanopiù grossi stipen- ri pure patria del letterato Corrado
fu
di che quelli di tutte le altre. Fece veni- Fleisch e di altri. Vi sono manifatture
re Ausonio di Bordeaux in questa città, di panni, di tappeti, di tele tli lino, d'in-
e persuaso che le scienze non ponno che diane, di calze, di cappelli, di sapone, di
divenir nocive senza la virtù, fece sagge candele, di tabacchi e carte dipinte; fon-
regole per mantenere il buon costume derie, fabbriche di terraglie e concie di
tra gli studenti, e loro proibì di andare pelli, formano la sua principale industria,
a'teatri e di trovarsi alle pubbliche feste. e tra dica di vini della Mosella, grani e le-
La scuola di Treveri avea per professori gname. Poche contrade al pari di questa
di eloquenza Armonio e Ursucula dei , ridonda d'antichità romane, poiché si ri-
quali Ausonio fa i maggiori elogi. Papa tiene forse la più antica città eli Germa-
Nicolò V in considerazione di quanto a- nia, ed una fra le più celebri della regio-
veano fiorito le scienze in Treveri, v'isti- ne. Considerevoli sono le rovine de'soo-
tuì l'università e lo studio generale, l'or- tuosi bagni, ma rare vestigia si conserva-
nò di molti privilegi e singolari preroga- no del circo e dell'anfiteatro; è rinoma-
tive, non che di benefìzi ecclesiastici, col- la la così eletta porta nigra. Anche le pie-
le bolle fnlcr e ade ras felicitatesi Ho- tre del ponte che attraversa la Mosella,
TRE TRE 5
«Iella piazza del Mercato, sono opera ro- Scultori [V.) e scarpelliui, colla contigua
mana, dacché Treveri era imo de' prin- abitazione per risiedervi nella loro venu-
cipali loro empori, e capitale della Gal- ta in Roma, poi rifabbricato e divenuto

lici Belgica. 1 dintorni racchiudono fer- Palazzo apostolico de'ss. Quattro, sic-
ro, rame, argento e piombo, e vi si at- come edificato con magnificenza da Pa-
tende particolarmente alla coltivazione squale li, allorché riedificò la chiesa col-
della vite e del lino. Conta circa 18,000 l'abitazione rovinata da Roberto Guiscar-
abitanti, e la reggenza del suo nome più do allorquando si portò nel 1080 a Ro-
di 32o,ooo, formante la parte meridiona- ma a liberare s. Gregorio VII dal perse-
le della provincia del Basso-Reno, il qua- cutore Enrico IV; palazzo in cui allog-
le comprende l'antico slato sovrano del- giò l'imperatore Sigismondo nel recarsi 111
l'Elettorato ecclesiastico di Treveri, al- Roma nel 1 4-33 per ricevere la corona im-
tre sue reggenze essendo quelle d' At/ui- periale. Nel citato articolo, col Martinel-
sgrana e Coblentz. 11 territorio elettora- li e col Piazza, dissi la concessione fitta
le conteneva 280,000 abitanti, e capita- da Leone Vili all'arcivescovo Teodorico,
le n'era la città di Treveri, fregiata pure ma ora trovo nel Bull. Rom. 1. 1, p. 276,
del grado di città imperiale. Dimorava cheappartiene a Papa Benedetto VII; for-
ancora in Coblentz (V.) e nella fortezza se l'antipapa Leone Vili, intruso da Ot-
d'Ebrenbreinsteiu che la difende. L'arci- tone I morto nel q65, l'avrà eseguita,
e
vescovo elettore era cancelliere dell'//«- e il legittimo Benedetto VII resa valida,
pero per le Gallie e pel regno d'Arles; era anzi in tempo dell'antipapa l'arcivesco-
il 2. degli elettori ecclesiastici, ma vota- vo era Enrico, che intervenne al concilia-
va pel i.° per l'elezione dell'Imperatore bolo di Roma
(F.) del 963, in cui sacri»
{V.). Di sue particolari prerogative, qua- legamente fu deposto il Papa Giovanni
le Elettore del s. Romano Impero, e del XII per sostituirgli il pseudo Leone Vili.
titolo d' Eminenza e altri titoli, in tali ar- Però dalla bolla de'28 gennaio 975 di ciò
ticoli ne ragionai. Avea la propria zecca nulla si dice; solo quanto alla data del me-
e batteva monete, alcuni arcivescovi e- se vi è una variante, poiché cronologi i

lettori avendo fatto coniare anche fio- i dicono Benedetto VII eletto prima de'
rini d'oro simili a quelli della repubblica 25 marzo. Come un monumento impor-
fiorentina, con l'ellìgie di s. Gio. Batti- tante, per provare 1' asserta rettificazio-
sta, e per distinzione sopra la mano de- ne, e per quanto dovrò dire, reputo con-
stra del santo, in atto di benedire, vi veniente il riprodurla. » Benedictus Epi-
ponevano l'aquila di due teste; nel rove- scopus Servus Servorum Dei, carissirais
scio il giglio era poco diverso da quello di nobis in Christo fratribus, universis Epi-
Firenze, ed intorno il nome dell'arcive- scopis, ac totius dignitatis, et ordinis Ca-
scovo, come N. Archiepiscopus Treviren- tholicis viris praesentibus scilicet et futu-
sis. lu alcuni fiorini, invece del giglio, è ris perpetuam salutem. Quia licei indi-

lo stemma gentilizio dell'arcivescovo che gni, divinae tamendigoatiouisgratiae di-


li fece coniare. Alcune di queste monete sponente, B. Pelri apostolorum princi-
si potino vedere nel Vettori, Il Fiorino pissacratissimaui Sedem,pastoralemque
d'oro antico illustrato. Un tempo l'ar- in corani dominici gregis ministeriumsu-
civescovo di Treveri fu legato o vicario scepimus juxta apostolicam doctrinam,
della Sede apostolica in tutta la Gallia sicut malis terrori, ne desideria pravi ta-
e la Germania. In Roma anticamente gli li* suae perfìciant nos oportet existere ,

arcivescovi di Treveri godevano, secon- ita sanctae Dei universale Ecclesiae filios

do alcuni, la Chiesa de'ss. Quattro Co- in religionis piaeque devotionis profe-


roiiati (f^.Jf meglio l'oratorio poi degli ctu pateinae gratiaebenedictione fovere:
6 TRE TRE
maximeque eos, qui iu s. Romanam Ec- eidem fralri nostro Theodorico s. Tievi-
m, B. Petruni apostolorum princi-
clesia rensis Ecclesiae Archiepiscopo, Vicario-

peni cauteri* devotiores probantur; qua- que nostro carissimo in partibus tolius
tenus eis, pia sui devotio, et iti piaesenti Galliae el Germaniae, ac per euni cun-
benignitatis couferat consolalionein, et iti ctis successoribus inperpetuuoi possiden-
futuro aeternam ipso intercedente remu- da, teueuda, ac ordinanda, per hiijusno-
nerationem. Unde omnium tam praeseu- straeApostolicae praeceptionisseriem tri-

tium quam futuroruinsanctitalem, el iu- buimus, quaecumqueeadem Cella ex di-

duslriam nosse volumus, de saucla fralris versa fideliuin donatiotiibus autentice se-
nostri Tbeodorici s. Trevirensis Ecclesiae cundum legem romauuui possidet , vel
Archiepiscopi, Primatisque nostra prae- jam possidere debet, data videlicel,et us-
decessorumque nostrorum ab esordio , que in tieni saeculi quoquo pactodan-
fi

Chrislianitatis perB. Petruui constilutio- da, seu per violenliam iniuncorum eidem
jie, tolius Galliae ac Germaniae, in eum- Cellac ubiate, seu per incuriam cornino -

dero Apostoloruin principem devotione, ranlium in eadem Cella perdila, ex in-

qui in sua sede, Ecclesiali) Cimati glorio- tegro, et ad integrum eidem fi atri nostro
sus gubernando multa moiuisteiioium >
Theodorico s. Tievirensis Ecclesiae Ar-
quae usque in sua tempora manserunt chiepiscopo, dignissiuioque nostro Vica-
deserta, restaurando, bealoruni Aposto- rio iu partibus tolius Galliae el Germa-
lurum Limiiiii caeterissaepius, nullo o I 1 niae, universisque successoribus suis per
gioris viae periculo , seu labore tenitus, eum a piaesenti die indictioueque lertia
libéralissime visitando, tiubis usque eo B. Petri apostolorum principi* uoslraque
complacuit, ut eidem Theodorico, et i- permittimus auctorilate. Contra quam si
psiu* Ecclesiae possidenda in perpetuutn quis hominem quolibet modo agereprae-
aliqua conferì e justum ducereuius; qua- sunipserit, et quod jusle, ac canonice a
terna, ut pracfali sumus ,
pio tanta sui uobis decretimi est, in aliquo infringere
devotione, a nobisgratiam, et benedictio- tentaverit, sciai se ex Dei omnipotenlis
nem in praeseuli,et iu futuro a Deo bea- Apostolorum principis o-
et piaedicti B.

tisque Apostoli ceuluplicatam in coele- tnniumque Sanctorum, ac deinde nostra


Quapropter o-
btibus reci perei gloriati). :i net or la le da in na udii m, a na Ilenia liza il-
i t

tnnium tam praesenlium quam futuro- ei uni, et cum omnibus impiis aeteruo sup-
rum notum fieri volumus iiulustriae, uos deputandum. Qui vero hoc ipsuin
plicio
cuti) auctoi itale 1j. l'eli i apostoli n uni priu- nostrum privilegium, observare, custodi-
cipis,gi aluitoque sacerdotuiu,clericorum, re, adimplere fideliler studueril benedi-
totius(|ue romanae plebis assensu, eidem ctionis gratiam, el misencordiae plenitu-
fc.Trevirensi Ecclesiae Cellam (par chia- iliiieu) iu coeleslibus castri», inter eleclo-
ro cbe delibasi intendere l'oratorio, e pel runi iiuinei uni ellicaciler a Domino Deo
•uo ospizio la contigua abitazione e pos- consequi mereatur. Scriptum per inanuui
sessioni, poiché la chiesa giàera tilolocar- Stephaui notarii, el regionai ii, et scrina-

dinalizio e lo è tuttora; chela può darsi rli s. Sedis aposlolicae, mense januario,
Cella o abitazione fosse diversa dal pa- Indictione III. Data xv kal.febr. per ma-
lazzo de'lilolari, e cbe forse desso fu il ri- num Widonis Episcopi, el bibliolhecarii
fabbricato da Pasquale 11) Quatuor Co- s. Sedis apostolicae anno Deo propitio ,

ronatoi uni condonasse in perpetuo pos- PontiOcalus Domini nostri Benedicti san-
sidendam,cum oimi'ìbmslppendùiis suis, VII Papaeprimo. Imperante Du-
clissiuii

aquis sei licei , aquarumque decursibus, mino piissimo imperatore Augusto Otto-
pratis, pascuis, viueU, sii vis, cullis el iu- ne, a Deo coronato, magno, anno vili
cultis, cuililibus el mansis. Quae omnia ludictioue tertia ".
TR E TRE 7
L'origine di Treveri si perde nel buio solamente ricusarono di trovarsi all' as-
de'teuipi, ed è cerio anteriore all'entrata semblee generali da lui convocate, ma te-
de'romani nelle Gallie: costituisce la ca- ne vano eziandio corrispondenza co' ger-
pitale della provincia omonima, che altre mani situali di là del Reno, per indurii
volte avea per confini all'oriente il Reno, a irrompere nelle Gallie. Die motivo a tali
a ponente la Mosa o M osella, a mezzogior- movimenti la controversia tra Iuduzio-
no il paese de'Mediomalrici o de'Messi- 111,110 e Cmgetoi uno di lui genero, quali i

ni, ed al settentrione il paese de'Petnani, si contrastavano fra loro il principato di


Cere*i,Segnienie Condrosieni,clie esteu- Treveri, e ili cui il 1." essendo prevaluto

devasi dalla Musa e vicinanze di Nerviens al avea tatto porre all'incanto suoi
?.. , i

tino alReno. treviresi, germani di origi-


I beni, luduziomaro, dopo essersi adopera-
ne, erano il più celebre popolo della Bel- to di forza per indurre Cesare a prestar-
gica, e Pomponio Mela dice di loro: Cla- gli appoggio mercè le finte sue sommis-
rissimi Belgarum Treviri, urbesque in sioni, vedendo che il generale romano di
Treviri» opulentissimae Augusta. Nel- lui punto non si fidava, levossi la masche-
l'anno 58 prima dell'era corrente, i tre- ra , ed alla testa ti' un corpo di genti si
viresi vedendo die Giulio Cesare avea do- pose a bersagliareMauu posa il campo di
mati gli elvezi, cercarono la di lui ami- Labieno. In mezzo a queste ostilità, egli
cizia meno pei* inclinazione che per ti- venne ucciso nel 54 mentre guardava la
more; allora Treveri era già molto im- Mosa. La perdita del loro capitano non
portante e capoluogo de'Treviri. Questi rese piùsommessi que' di Treveri ; essi
avvertirono il duce romano, che gli sve- continuarono la cominciata guerra,nè de-
vi stanziati sulla riva destra del Reno si posero le armi die dopoessere slati vinti
disponevano a passar questo fiume per in- da uno stratagemma di Labieno, il quale,
vadere il loro paese e quelli de'loro vi- entrato pochi giorni dopo a Treveri, ne
cini; ma gli eventi provarono tostamente cacciò i congiunti d'Induziomaro, e rista-

quanto poco solida t'osse questa loro al- bilì Cingeloricio nel suo principato sullo
leanza. Nel seguente anno avendo quasi la dipendenza de'romani. Nel sottoporli
tutte le Gallie cospirato contro il generale i a'romaui, uè adottarono la lin-
treviresi
romano, egli mosse alla volta dell'inimico gua in luogo della celtica, che a veauo fi-
accani patoaRemois,ed a veudolo sconfìtto no allora parlata. Indi Augusto piantan-
sulle sponde dell'Aisne, lo perseguitò fi- do a Treveri una colonia romana, le die
no al paese de'Nerviensi. 11 nemico, ria- il titolo d'Augusta Trevirorurn e diven- t

vutosi prontamente da tale rovescio e fat- ne la capitale della 2/ Belgica. Molti im-
tosi forte coll'uuione de'vermandesi e de- peratori tennero in essa più o meno lun-
gli atrehati, venne ad una 2." battaglia, go soggiorno, come Costanzo Cloro, Mas-
in cui Cesare fu costretto a prender la fu- simiano Ercole, Costantino I il Grande,
ga. A tal nuova i die accorre-
treviresi, che pare le desse il titolo di metropoli
vano in soccorso de'romani, rifacendo i delle Gallie, o almeno tale riguardavasi
passi loro se netornarono alle proprie ca- nel IV secolo di nostra era, a cagione della
se. Nel 56 fatto Cesare consapevole, che quasi ordinaria residenza che vi teneva-
i belgi venivano eccitando germani a se- i no gl'imperatori, e perchè divenne essa
co loro congiungersi, spedì il suo luogo- la sede de'prefetti del pretorio delle Gal-
tenente T. Labieno a Treveri con un cor- lie. Vi soggiornarono pure Costante I e
po di cavalleria per contenerli al dovere. Costanzo, Giuliano, Valentiniano Va- I,

Giunse egli medesimo due anni dopo in lente, Graziano, Valentiniano II, Mas-
questo paese con 4 legioni e 800 cavalli, simo con Vittore di lui figlio, Teodosio
poiché avea inteso come treviresi non i I il Grande,ed Avito, seuza parlare de'
8 TRE TRE
tiranni più antichi. Postumo sotto Gal- les la prefettura delle Gallie, il che fu re-

lieno, Villorino e Aure- due tiranni sotto golalo nel 4°2 con editto d'Onorio e di

liano. Fiuoda'tempidi questo ultimo im- Teodosio 11. Essendosi franchi già sta- i

peratore, ed anche prima, eravi in Tre- biliti in una parte delle Gallie, un'orda

veri un senato illustre e un ordine eque- di essi , dopo aver posto iu fuga Egidio
stre; in essa fiorirono egualmente le scien- o Gitone generale romano, s' impadronì
ze e il commercio. Gio. Paolo Mazzuc- di Treveri e di Colonia verso il 4^4 > e
chelli nella Dissertano apologetica,Me' fondò in queste contrade un regno parti-
diolanum secunda Roma, presso il Ca- colare e separato dalla dominazione del
logeri, Opuscoli t. 8, chiama pure Tre- resto de'frauchi; regno che fu nominalo
veri seconda Roma o altra Roma, per- de'Ripuari, a motivo della riva del Reno,
chè per più anni vi tennero sede stabile che si obbligarono co'romani a difende-
gl'imperatori romani, come dichiararo- re contro germani non meno che contro
i

no Browero, e Jacopo Massonio, Antiq. i popoli stanziali sull'altra riva di detto


et A final. Trcvir. t . i
,
p. i o 1 , seri vendo: fiume. Questi avendo presto estese le lo-

Trcveris Romanorum, ut mcinininius, ro conquiste (ino all'Escaut dal lato d'oc-


liuperalorumoccidentalisin Galha se- cidente, e fino a Magonxa da quello d'o-
des, Roma altera, et Augusta Treviro- riente, crearono un re e costituironsi nel
si

rum urbs est nuncupala. Inoltre il Maz- 5i i per comando di Thièrri I figlio di
zucchelli osserva, cheanco Arles fu det- Clodoveo 1 una raccolta di leggi, nelle qua-
ta seconda Roma per avervi stabilitola li viene di sovente fatta menzione de' ro-
sede alcuni imperatori; come pure Aquis- mani; il che fa credere, che presso i ri-

grana fu appellata seconda Roma, quod paini rimanessero più romani di quello
ibi Carolus Alagnus sederli sibi Juluris- che presso degli altri barbari, e che le me-
(file occidentis Imperatoris perpetuata desime leggi fossero comuni a questi due
decreto consti tuit. Per la residenza che vi popoli. Treveri però di questo regno non
fecero i regolie longobardi, Pavia fu chia- formò che la 2," città, mentre Colonia n'e-
mata altra Roma, e finalmente Costan- ra la capitale. Quindi Treveri fece parte
tinopoli si disseNuova Roma per aver- dell' Austrasia, ed re franchi di tal regno
i

vi Costantino I trasferita la sede dell'im- vi eressero un palazzo e l'abitarono. In-

pero. L' irruzioni de' barbari nella Bel- tanto il cristianesimo, prima ancora del-
gica cambiarono aTreveri l'aspetto del- l' irruzione de' barbari, erasi introdotto
le cose : i vandali essendosene impadro- nella contrada, sebbene sieno discordi le
niti 1'
abbandonarono al saccheggio nel opinioni quanto alla precisa epoca sulla
cominciar del 3<)(j, e vi ritornarono sul predicazione del vangelo. Diverse auliche
finir dell' armo slesso, commettendovi tradizioni attribuiscono a' discepoli di s.

novelli guasti. 1 franchi nel \i i o nel Pietro la fondazione delle chiese di Tre-
seguente, avendola ancor trovala forte veri, Colonia, Tongres, Spira e Strasbur-
abbastanza per sostenere un assedio, la go. III. "vescovo di Treveri fu s. Eucario
piesero dopo gravissimi sforzi, e vi eser- o Euclierio, uno de'72 discepoli di Gesù
citarono senza moderazione i diritti del Cristo, da Roma inviato da s. Pietro, con
vincitore. Treveri ebbe a patire nuovi sac- s. Valerio diacono e s. Materno suddia-
cheggi nel 4^0» e verso il 44° P er P a,l ° cono, dicendo la tradizione che lo consa-

degli unni. Scorgendo romani che i il fiu- grò consegnò il proprio bastone o
e gli
me Urno, il «piale avea fino allora servi- /Incoio pastorale (/'.), che si conserva
to di barriera all'impero, non poteva più con venerazione in Treveri; perchè si vuo-
difendersi contro i barbari, aveauo pre- le die iu virili di esso il sauto risuscitò

so il partito di Udskruc uellu città d'A.i> il suo compagno s. Materno, come uar-
T R E T R E 9
ra Cristoforo Browero, Annal. Trevir. m tiene alle contrastale notizie di s. Mater-
ad ari. 5o, ed Onorio Augustodunense,//* no, lo trattò bene Grandidier nella Sto-
Scini.de Vetro et. Paulo. Osserva ilCan- ria della chiesa di Strasburgo. Ripe-
cellieti ne' Pontificali e nelle Memorie terò, secondo l'opinione d' alcuni scrit-
delle ss. Teste, che siccome d'allora in tori, che il vescovato de'ss. Eucario, Va-
noi s. Pietro e i successori non più ado- lerio e Materno di mollo viene anticipa-
perarono il bacoloj ed in sua vece la Cro- to, dicendosi morto il 1. "nell'anno
7 3, il

ceastata di cui riparlai nel voi. LXXV1I, 2."neU'88, il 3. "nel 1 4-3- Meglio è il con-
p. 124, se Papi si recassero a Treveri
i cludere, di non potersi accertare il tempo
tornerebbero ad usare quello del principe in cui fiorirono i primi 3 vescovi di Tre-
degli A postoli e ."Pontefice roma uo;e che1 veri, e che anco tra'luro primi successori

la parte superiore si custodisce in Colonia, non sono d'accordo «li scrittori. Si può ve-
e altra parte in Praga. Vedasi Giovanni dere la Gallia Christiana, I. 1, p. 71 3:
Ciampiui, Dissertalo his lorica an Von- TrevirensArchiepiscopi etprincipes)$a*
tifex lìoiìumus Bacalo Pastorali uta- cri Romani Imperli Eleetores. Io segui-
^/•.^RoinaeiGgo, e nelle sue Oderei. 3, rò nella serie Arte di verificar le da/e,
\

p. 209, Roma 747. H dotto Ciani pi ni so


1
-
perchè essa riprodusse quella di Ilon-
tiene, che Papi usassero il bacolo pasto-
i theim, alla cui biografia parlai delle sue
rale, parlando de'tempi antichi. Poche no- lodale opere sulla storia di Treveri civi-
tizie si hanno di s. Eucario, bensì dice s. le ed ecclesiastica. Il 1. "vescovo che dopo
Gregorio di Tour», che il suo culto eia già s. Materno ci presentano gli antichi docu-
celebre nel VI secolo,perchè preservòTre- menti, ès. Agricio o Agroecio, ma la Gal-
vei i dopo la sua morte:
dalla peste, molto lia Christiana avanti a lui e dopo s. Ma-
il martirologio ne fa menzione l'8 dicem- terno ne nomina 22, e sono: s. Auspicio,
bre. Altri ritardano la missione di s.Eu- S.Celso, Felice, Mansueto, Clemente, Ilo*
cario, così quella dis.Valerio che gli suc- sé, s. Martino I,s. Anastasio, Andrea, Ru-
cesse, come mandalo da Roma sul finire stico I, Autore, Fabrizio, Cassiano, Mar-

del IH secolo, insieme a lui ed a s. Ma- co, s. Navi lo, s. Marcello, Melropolo, Se-
terno, il (piale pure si ritiene per disce- verino, Fiorentino, Martino II, Massi mi-
polo dis. Pietro. Notai aToNGRES, parlan- no e Valentino. Il nome di s. Agricio tro-
do del santo, che con Colonia e l'Alsazia vasi fra'sottosci itti al concilio tenutosi in

lo riguarda per suo apostolo, e così Pae- i Arles nel 3 1 4-- appunto
Si pretende che
si-Bassi, non essere raro nell'antichità, la da lui fu convertito in chiesa il palazzo
quale di sovente die la qualità di disce- che s. Elena, madre dell'imperatore Co-
poli di s. Pietro a'primi vescovi delle cit- stantino I, possedeva a Treveri, e che la
tà fiuo al principio del IV secolo ,
preci- consagrasse sotto l'invocazione dis. Pietro.
puamente nelle Gallie e in Ispagna. Fu Altri lo dicono già vescovo d'Antiochia
s. Materno successivamente vescovo di e cacciato dagli ariani, e che fu messo sul-
Treveri, di Colonia e di Tongres, e mor- la sede di Treveri da Papa s. Silvestro \,

to in Colonia verso il 347 s' pretende che il quale ad istanza di s. Elena lo creò ar-
il suo corpo fosse trasportato in Treveri e civescovo e primate delle Gallie; onde si

deposto presso quello dis. Eucario. Inol- crede il 1 ."arcivescovo di Treveri, la cui
tre da alcuni si crede, che il Vallio(V.) metropolitana ebbe a sutfragauee le chie-
introdotto dagli Apostoli (anzi riparlan- se vescovili di Metz, Toul e Verdun in
done a Triregno, lo dissi con altri dallo Francia. Morì s. Agricio nel 335 a' i3
stesso s. Pietro e da lui lascialo a'succes- gennaio, sebbene l'anno non è certo, e fu
sori), da s. Pietro fu conferito a Mater- tumulalo co'suoi predecessori nell'antica
ico vescovo di Tieveri. Quanto appai- abbazia dis. Matteo, che sembra sia sia*
io TRE t a E
la la sede de'primi prelati ili Treveri. Il gli il medesimo im-
eusebiani, presente
successore s. Massimino di Poiliers e di peratore, e due anni appresso interven-
lui allievo, si pone Ira il 33o e il 335, ne all'altro concilio di Sardica, del quale
poiché al cominciare ilei febbraio segnan- fu uno de'più validi appoggi. Tanto co-
te egli accolse nella sua chiesa il grande raggio contro gl'implacabili nemici del-
s. Atanasio patriarca d 'Alessandria, ri- l'innocenza e della verità non poteva re-
legalo a Tre veri mercè un ordiue di Co- starsi impunito. Infatti gli ariani avendo
stantino I, chi: gli ariani aveano carpito inutilmente tentalo la condanna di s. A-
aita di lui religione. Da s. Massimino fu tanasio, tennero un conciliabolo iuFilip-
accolto come un confessore glorioso di popoli, nel quale prelesero di scomunica-
Cristo, e stimò a sua ventura il convivere re Massimino con altri loro avversari più
due anni e alcuni mesi con un santo così rinomati. Morì s. Massimino nel 348 o
illustre; nulla obbliando per addolcire al nel 349 nel Poitou, fu sepolto presso Poi-
suo ospite la sventura dell'esilio. Anche tiers, e poi il suo corpo dal successore fu
Costantino II lìgho dell'imperatore, che trasferito a Treveri, e deposto nel luogo
comandava nelle Gallie e risiedeva inTre- ovesi fondò la celebre abbazia del suo no-
veri, trattò s. Atanasio con molto onore, me. Nel 349 circa gli successe s. Paolino
somministrandogli abbondantemente o- aquilano, che poco dopo si recò a Roma
gui cosa necessaria alla vita. Massimino da s. Giulio I pel ristabilimento della pa-
praticò la stessa ospitalità, 4o vve| '° 5 au- ce nella Chiesa. Allora s. Atanasio erasi
ni dopo, verso l'altro confessore della di- già dall'esilio richiamato da Costanzo im-
vinità del Verbo, s. Paolo vescovo di Co- peratore, sicché i vescovi che l'aveano de-
stantinopoli, cui gli ariani aveano depo- relitto si all'iettarono di riconciliarsi con
sto in un concilio, ed al quale Costantino lui.Ursacio e Valente, suoi spiegati ne-
I nel cacciarlo non avea fissato il luogo mici, si trovarono pur essi in lai numero,
dell'esilio. Essendosi s. Paolo rifugiato nel- e gl'inviarouo d'Aquileia la loro ritratta-
le Gallie, il vescovo di Tre veri dopo es- zione, a mezzo di s. Paolino. Avendo s.

sersi accertato della purità di sua fede, gli Atanasio perduto nel 35o il suo protet-
aprì un asilo nella propria chiesa, lo trat- tore Costante I, suoi alfa ri cambiarono 1

tò con onore, e poi lo lasciò andare a Ro • aspetto, e l'odio de' suoi nemici ripigliò
ma per ivi trattare la sua causa dinanzi novello vigore. Costanzo nel 353 fece a-
il Papa s. Giulio 1. Nellostesso tempo che duuare il concilio d'Arles, ove quasi lut-
tenevasi a Roma un sinodo per esaminar ti i prelati assisterono alla condanna del
l'alfa re di s. Pao-
Atanasio e quello di s. sauto, tranne s. Paolino che rifiutò di sot-
lo, vescovi ariani essendosi adunati in
i toscrivere al risultamelo di quest' as-
Antiochia confermarono la condanna del semblea. Gli ariani però si vendicarono
i .°jed avvertiti in seguilo ch'egli era tor- di tale resistenza, facendolo esiliare nel-
nalo in occidente, spedirono 4 di loro al- la Frigia, e pe' mali che vi soffrì meri-
l'imperatore Costante 1, che trova vasi a tò il titolo di confessore, quando morì
Treveri per prevenirlo contro
,
illustre I nel 358, onorandolo la Chiesa a'3 ago- 1

perseguitato; ma lo zelo di s. Massimino sto. Gli successe s. Bouoso, di cui il mar-


rese infruttuosa la deputazione. Ammae- tirologio registra la festa a' 17 febbraio.
strato da quesl* arcivescovo intorno l'in- Indi s. Brillono o Brictone, o Britanno o
nocenza di s. Atanasio, l'imperatore non Veterano, che nel 3y4 fu al concilio di
volle ascoltare i suoi accusatori e gli li- Valenza e nel 38-2 a quello di Roma, mor-
cenziò coperti di confusione. Nel 345 s. to nel 384 a '5 maggio, giorno nella chie-
Massimino si recò al concilio di Milano, sa di Treveri consagrato alla sua memo-
nel quale nuovamente si distinse contio ria. Fu eletto a successore s. Felice, del
TB E T RE 11

clero lievi tese e adorno di specchiate vir- sa dis. Eucario, e cessò di vivere nel 458.
tù, dal concilio de'vescovi itacensi o ita- Jamblico oGiannerioo Jamnecio virtuo-
ciani, mccolli in questa città dall'impe- so e lodalo, vivea ancora nel 4? 5, come
ratore Massimo. E noto come $ Itacia- si ha da una lettera scritta ad Arbogasto
m, seguaci d'Itaeio vescovo di Silves o Os- conte di Treveri: a suo tempo già l'arci-
sonoba, e d'Idace vescovo di Merida, per vescovo esercitava diritti metropolitici i

eccessivo zelo verso la fede cattolica per- Toul e


sui suddetti suffraganei di Metz,
seguitassero i P'ri sci III'finis ti, per cui il ti- Verdun. Successivamente furono vescovi
ranno Massimo residente in Ti everi con di Treveri, Evemero o Emero, Maro, Vo-

dannò a morie Vi iscilliano con 4 suoi di- InsienOjMileto, Modesto, Massimiano, Fi-
scepoli. Il detto concilio approvò la con- hicio o Felice, Kusticoed Aprunculo mor-
dotta dc'sauguinari prelati, e s. Martino to nel 527. Il clero avendo scello a suc-
di Tours, sopraggiunlo a Tieveri men- cessore Gal, il re d'Austrasia Tierrico I

tre si celebrava, dovè dar segni di comu- o Teodorico die Nice- la preferenza a s.

nione, per salvar la vita agli altri priscil- zio o Niceto abbate d'un monastero del-
lianisti, altrimenti sarebbero periti. Del- la diocesi, tanto per l'eminenti sue virtù,
lo stesso Martino era pu-
sentimento di s. che per lo splendore de'suoi natali. Lun-
re s. Felice, ed egualmente che lui dete- gi dal bassamente lusingare le passioni dei
stava la violenza che usavisi contro quei principi, nella corte liberamente riprese
sellarijtultavia egli fu lenutoilaciano nel- i vizi del reedel figlio Teodeberto I, i qua-
la mente un gran numero di prelati
d' li invece d offendersene ne concepirono
cattolici e moderali (piali per conse- , i un maggior rispetto. Non cosi Clotario I
guenza si separarono dalla sua comunio- re diSoWsdnl accolse le rimostranze del
ne, fi a'quali si credono anche Papa s. Si • santo per l'incestuoso suo maritaggio, e
ricio e s. Ambrogio, riguardando Felice vedendosi separato dalla comunione dei
come scomunicalo. 1 critici osservano die fedeli e colpito dalla scomunica minore,
il Felice di cui si parla non fosse l'arcive- cacciò dalla sede s. Nicezio. Morto il re
scovo, ma un compagno dell'eretico Gio- nel 56 1 , il figlio Sigeberto 1 re d Austra-
viuiaiio. Tuttavolla nel cominciar del se- sia lo restituì alla sua chiesa. Eloquente,
colo Via chiesa di Tieveri non era in cal- zelante, caritatevole, fu a diversi condili,
ma, per cui s. Felice vedendo non poter fece costruire una ragguardevole fortezza
ovviare la procella insorta contro di lui, sulla Mosella per difesa del suo popolo,
rinunziò nel 3gS e si chiuse in uti mona- e colmo morì verso il 566 a'5
di melili
stero di Treveri che in seguito prese il
, dicembre. s. Magnerico gli
Il discepolo
nome di s. Paolino ove cessò di vivere
, successe, intimo amico di s. Gregorio di
nel 4oo e fu seppellito a'26 marzo, nel Tours: Childeberto II re d'Austrasia, per
qual giorno la Chiesa ne onora la memo- la slima che ne faceva, gli commise bat-
Maurizio è incertose morisse nel 407.
ria. tezzare Teodeberto 11 suo Del fa-
figlio.

Leonzio o Legouzio si ponea'ag febbraio vore che godè nella corte si giovò per di-
nelnovero de'santi. Auturo governò san- fender gli oppressi e procacciare qualche
tamente e morì verso il 44^. Salì sulla sollievo al suo popolo , che assai amò e
sede di Tieveri s. Severo discepolo di s. ammaestrò nella pietà. A suo tempo fio-
Lupo di Troyes.e compagno nel 2. viag- rirono s. Goare prete solitario della dio-
gio di s. Germano vescovo d'Auxerre in cesi, e l'altro solitario della medesima s.

Inghilterra, perciò zelante per la propa- Eufronio d'origine lombardo.Morto a'2 5


gazione della fede; morto nel 445>sice- luglio 596 s. Magnerico, ebbe a succes-
iebra la festa a' i5 ottobre. Gli successe sori Gunderico o Gungerico, Sebando, e
t. Cirillo, che tliccsi a ver ristabilita la chie- Severino morto verso il 622. In questo
li TRE TRE
circa fu eletto s. Modoaldo, fratello del- foresta vicina a Treveri, la quale ancora
la b. Illa moglie del prefetto Pipino e ma- ne porta il nome. Nello slesso anno Voe-
dre di s. Geltrude badessa di Nivelle. Per mado o Wiomado abbate di s. Massimi-
la benevolenza del Dagoberto ricevè
re 110 e di Merloc, sotto il quale la chiesa di
in dono il proprio palazzo d' Hoeren iti s. Pietro venne affrancata dalla giurisdi-
Treveri, perchè ne facesse un monastero zione di qualsiasi giudice secolare in tulli
di vergini. Oltre a ciò sulle sponde della i suoi beni e dipeudenze,con diploma del
Mosella fondò l'altro monastero di s.Sin- re Pq>ino, che poi confermòCat lo Magno.
foriano, che atlìdò alla sorella Severa, ove Cessò di vivere probabilmente nel 791,0
fu sepolto quando morì nel 64o. Il suc- fu arcivescovo Ricboldo o Pucbodone, di-
cessore s. Numeriano, con diploma indi- scepolo del celebre Alenino, che fece rifio-

rizzato a' vescovi di Metz, Toul e Verdun, cadute in deperimento; nel-


rire le scuole
confermò la fondazione del monastero di l'accademia di Carlo Magno, ove mem- i

Jointures eretto nelle Vosges da s. Deo- bri portavano nomi diversi dalle famiglie
datoo Die dopo aver lasciato il vescova- cui appartenevano, prese il nome ili Ma-
to di Nivers. Morto nel 666, la chiesa di cario, e morì nell'8u4- Wazone abbate di
Treveri ne celebra la festa a'5 luglio. Gli Merloc nel seguente anno intervenne al-

fu sostituito Idulfo monaco e abbate di


s. l'assemblea diThionville,e mori nell'809.
s. Mattinino di Treveri, monastero fon- In questo divenne arcivescovo Amalario
dalo nel IV secolo colle norme di quelli Fortunato allora monaco di Merloc e
d'oriente; ed egli v' introdusse la regola discepolo d'AIcuiuo. Nato in Treveri, fia
di s. Benedetto, lo ridusse a meraviglia, da fanciullo con frode fu portato a Co-
indi divenne uno depili celebri di Ger- stantinopoli , indi restituito alla patria,
mania. Sospirando di ritirarsi in esso, ri- apprese monastica e le lettere nel
la vita

nunziò nel 671 la sede, ma vedendo che celebre monastero benedettino di Luxe-
non gli era concesso di starsene celato, si vil Borgogna; e poi passato in quel-
nella
retò nelle Vosges, ove fondò sul continen- lo di Martino di Tours sotto il magi-
s.

te di due fiutnicelli l'abbazia di Moyen- stero d'Alcuino, si avanzò talmente nel-


Moutier, così chiamata perchè circonda- la pratica delle religiose e cristiane vir-

ta da alti e 4, e ivi cessò di vivere nel 707. tù, e nella cognizione delle scienze e del-
L'abbate del monastero di s. Massiuiino, la lingua greca, che divenne del pari san-
s. Basino, e non Veomado che lo fu più, to e dotto cenobita. Perciò s. Leone HI
tardi, ch'era stato surrogalo a s. Idillio, mosso dalla fama che lo celebrava, ver-
dopo aver santamente governato 24 anni, so P800 lo creò cardinale prete e poi ar-
abdicò nel 6g5 per tornarsene al suo mo- civescovo di Treveri,secondoil Merseonel
neterò, ove morì circa il 704. H suo ni- Catalogo degli arcivescovi di Treveri,
pote vedovo con un figlio, Luitwin o Leot- ed altri; ma alcuni scrittori attribuiscono
wino gli successe, e fondatore del mo- a Gregorio IV la dignità cardinalizia, ed
nastero di Merloco Mettine sulla Saare, nitri con Ciaccolilo a Sergio li dèll'844i
ove già avea passato qualche tempo nel- come lo registra il Cardella. Pochi vesco-
la vila monastica. Morendo nel 7 1 3 san- vi de'suoi tempi nelle Gallie l'eguaglia-
tamente, onde è onorato per santo a' rono in sapienza e in virtù, per cui l'im-
marzo, il suo figlio Miloue semplice chie- peratore Carlo Magno, conoscitore del ve-
rico ne occupò la sede, ed usurpò egual- ro merito, l'onorò d'una stima ringoiare;
mente (|uella di Reims, della quale però e uell'81 1 l'inviò a predicare la fede ai
venne spogliato nel 744 dal concilio di sassoni al di là dell'Elba, ed allora vuoisi
Soissous. Si crede che nel 753 restasse che fondasse il vescovato d' Amburgo nel-
ucciso alla caccia da un cinghiale, in una la bassa Sassonia. Il seguente auuo lor-
TRE TRE i3
nato dalla sua missione, compose un li- ture e colla pratica d'assidue preghiere,
bro intorno al Battesimo, per risponde- essendo inoltre assai divoto della B. Ver-
re alle domande che Carlo Magno gli a- gine. Il Cardella dice incerta l'epoca di
vea fatte sul modo con cui s'istruivano i sua morte, ina che vi vea nell'S {o, e l'Eggs
popoli, sulla natura ed effetti del sagra- lo dice morto circa P846,mentie il Ld>-
mento. Attribuito il libro da alcuni bi- bé scrive 1*8 1 4-- H Coeleo fece d' A mala-
bliografi ad AlcuinOjSirmond e le Cointe rio questo elogio.» Quest'antico difensore
ne dimostrarono autore Amalario. Nel- della vera credenza e della sincera pietà,
l'8 3 Carlo Magno l'inviò ambasciatore
i e dottore della Chiesa, il quale non solo
in CostantinopoIijCon Pietroabbate diNo- in Ti everi, ma anchee Costan- in Roma
nanlola, all'imperatore Michele Curo- 1 tinopoli sirendè veramente venerabile
palata, per trattarla pace fra'due impe- presso i sommi Pontefici ed più ginn i

ri.L Arte di verificar le date lo dice mor-


1
'

principi , è degno d' essere imitato qual


to nell'S i4> cne n st,rt «Menta ebbe a co-' modello di perfezione da'prelati e pasto-
repiscopo il celebre Tegano ed Adalma- ri del le chiese". L' Arte di verificar le da -

ro, e che lasciò pure alcune lettere piene te registra nell'S 1


4 per successore Ilei ti

d'erudizione sagra e profana. La Gallia o Eltone o lletting abbate di Epternac


Christiana ne ritarda la morte all'822. Il ovvero di Merloc, arcicappellano di Lodo-
Cardella nelle Memorie sloriche de" Car- vico I, il quale lo pose eziandio nel nu-
dinali, riferisce che Amalario giunto in mero degl'incaricati generali ossia Udissi
Costantinopoli trovò morto Michele I, ed Dominici, istituiti per vegliare alla con-
a lui succeduto Leone V l'y^/v/7r//o,il qua- servazione del buon ordine e all'ammini-
le l'accolse con somma benignità e cor- strazione della giustizia, ciascuno nel di-
tesia; e nel seguente anno lorimandò coi partimento assegnato. Fu appunto con
suoi ambasciatori a Carlo Magno, che es- questo carattere che nell'817 intimò a
sendo passato all'altra vita, furono rice- Frotario vescovo di Toul d'avvertire
vuti in Aquisgraua dal figlio Lodovico I quelli ch'erano tenuti al militare servigio
il Che circa questo tempo Amalario
Pio. verso l'imperatore, di stare apparecchia-
compose 4 Sl, °i ''bri degli Ufììzi eccle-
i ti per la spedizione d'Italia ch'egli stava
siasticiche intitolò al detto imperatore, meditando contro il re Bernardo suo ni-
ma alcuni giudicano averli composti Al- pote ch'erasi ribellato. Nell'819 commi-
enino, o Amalario diacono di Metz, su di se a Frotario di vegliare sull'esecuzione
che può vedersi quanto riportai nel voi. degli statuti che il concilio d'Aix. la Cha-
XX.X1X, Aggiunge Cardella, «he
p. 7 1 . pelle ave* emanati sulla riforma de' ca-
Lodovico Io mandò ambasciatore a Pa-
1 nonici. Neil' 822 trovossi al concilio di
pa Gregorio IV dell'827, affinché impa- Thion ville, e nell'S2ga quello di Magon-
rane è supplire ciò che mancava nella sua za. Assistè negli estremi momenti Lodo-
opera degli Uffìzi ecclesiastici'/lallaChie- vico I, morì nell'847 e fu sepolto in s. Eu-
sa romana madre e maestra di tutte le
, eariodi Treveri. Il nipote Tcutgaldo gli

chiese del mondo cattolico. RaccolseA ina- successeci cui tempo Treveri ut incorpo-
lano e ordinò V l fjìzio de' morti, affin- rata al regno di Lorena, dopo diversi i

chè cattolici avessero una noi ma costan-


i smembramenti a cui soggiacque la Fran-
te e sicura, onde piegare pe'fedeli defun- cia sotto successori di Lodovico I. Nel-
i

ti, e scrisse altre dotte opere. All'assidua l'85c)fu al concilio di Savonnieres. Fa vo-
applicazione pegli studi, seppe unire l'e- li il divorzio di Lotario 1 re di Lorena con
sercizio delle cristiane virtù, macerando Tietberga, e indusse ad annullarne il ma-
la propria carne con digiuni e vigilie, col- trimonio Gontiero arcivescovo ili Colo-
la lettura e meditazione delle divine Scrii- nia, autorizzando così Lotario I a sposare
r4 TRE T R E
Valdrada sua concubina; fallo che con- danti i monasteri de'eanonici, e fu pre-
fermò nel concilio di Metz, ad onta che sente il giorno appresso alla consagrazio-
riprovavano il divorzio legati del Papa i ne di quella metropolitana. Nell'878 fu
s. Nicolò I, ed inutilmente con Gontiero in vitato al concilio di Troyes da Papa Gio-
si recò a Roma per persuadere il Papa, vanni Vili, ma non trovasi che v'inter-
che nel conciliodi Luterano annullò quel- venisse. Avendo il Papa a'6 settembre ac-
lo di Meli, e destituì due prelati e gli al-
i cordato il pallio a Walone vescovo di
tri padri dell'assemblea. Gontiero osò fa- Metz sua vita durante, senza consultare
re un'insolente protesta, ma Teulgaldo il suo metropolitano Berlulfo, questi se

meno esaltato tornato a Treveri si guar- ne offese come d'un'usurpazione a'propri


dò bene dal l'esercita re le funzioni vesco- diritti; e citato quindi Walone nell'879

vili. Egli intraprese in seguito sino a 3 a Treveri, gli vietò di far uso del privi-
viaggi per Roma per ottenere la sua ria- legio. Inutilmente Walone gli dichiarò,
bilitazione, ma non vi potè mai riuscire. che senza contraddizione l'aveano godu-
Anzi nell'ultimo suo ritorno, passando da to 4 suoi predecessori, cioè Urbico, Cro-
Roma alla Sabina, fu ucciso insieme con degando, Angelramo, e Drogone figlio di
tutti i suoi sul finir dell'868. Altri lo dico- Carlo Magno; il metropolitano persistè
no morto in Roma, da una malattia che nella sua difesa, e Walone si ritirò senza

rapì la più. parte de'suoi compagni, fra i sottomettersi. Incmaro arcivescovo di


quali Gontiero, che nel 869(0 ammesso Reirns riconciliò due prelati, con persua-
i

allacomunione secolare, dopoché Papa dere il vescovo di Metz di rinunziare per


Adriano 11 si riconciliò con Lotario nel I amore della pace al favore da Giovanni
riprendere la sua legittima moglie. Nel- Vili ricevuto. Mentre Treveri fino dal-
l'86q O 870 Carlo 1 il Calvo nominò a 1^70 era passala sotto il dominio di Lo-
questa sede Rei lolfo abbate di IMerloc, in dovico il Tedesco come re di Germania,
grazia alle raccomandazioni del suo pa- inormanni se ne impadronirono,e nel gio-
rente A vvenzio vescovo di Metz, il quale vedì santo a'5 aprile 882 la ridussero in
lo avea coronato re Lorena dopo la di cenere. Bertulfo corretto alla fuga, tornò
inortedel fratello Lotario I. INI a Lodovico poi contro di loro accompagnato da Wa-
il Tedesco imperatore, riguardando il re lone vescovo di Metz e dal conte à dalai"-
gno di Lorena come un'usurpazione in do alla testa d'un buon esercito. Ma bar- i

mano di Carlo I a suo pregiudizio, elesse bari restarono vincitori alla battaglia che
dal canlo suo monaco Waltone o Wal-
il gli presentarono, e Walone vi perde la
done ad arcivescovo di Treveri. Queste vita. Bei tulfopoco sopravvisse all'infortu-
i\ue nomine cagionarono uno scisma tan- nio, emorì a' io febbraio 88 3. Nello stes-
to più pernicioso, in quanto che essendo so mese gli successe Rathodo abbate di
la thiesa di Treveri senza verun pasto- Merloc o d'Epteruac, che nell' 888 pre-
re, propriamente parlando, dopo la de- siedè al concilio di Metz. NeH'8g5 crea-
stituzione di Teulgaldo, avea già lunga- lo re di Lorena Zuenliboldo, questi lo

mente sofferto a una tale pri-


motivo di nominò suo arcicancelliere; indi il re con
vazione. Siccome 5 vescovi aveauo ordi- diploma i\e'5 febbraio 898 eresse il pae-
nato Berlulfo , 6 arcivescovi scrissero a se di Treveri contea im-
in particolare
Lodovico II per indurlo a ritirare la pro- mediatamente soggetta alla regia auto-
tezione di Waltone, e gli esaudì; quindi rità, e la die in governo all'arcivescovo
Wultone si ritirò, e Bertulfo intervenne di Treveri o per se medesimo o per via
a diversi concilii,fra'qnali a quello di Co- del suo avvocato e difensore; la qual con-
lonia 8*26 ottobre 87 3, ove si conferma- cessione Zuenliboldo confermò con altro
rono gli statuti dell'arcivescovo riguar- diploma nell '899 : tale è l'origine della
TRE I B E 1 5
Mipremazia territoriale degli arcivescovi data ebe soffre eccezione per un diploma
di Tre veri. Fuco dopo Ralbodo entrò in sottoscritto in Treveri a' 17 settembre.
disgrazia del re, il quale in un accesso di Sotto di lui Ottone I concesse il titolo di

collera giunse fino a sacrilegamente per- cappellano dell'imperatrice all'abbate di


cuoterlo: questo ti'atfo di brutalità fu sen- s. Massimino di Treveri. Nel 96.5 Teo-
za dubbio uno Ira quelli ebe determina- dorico I o Thierri prevosto di Magonza
rono signori della Lorena a scuotere il
i e arcidiacono di Ti e veri, indi nel 969 a-
giogo di questo principe. Nel 902 Ratbo- veudo intrapreso un pellegrinaggio a Ro-
do ottenne da Lodovico IV re di Germa- ma, ottenne dal Papa Giovanni XIII la
nia e di Lorena la conferma del privi-,
primazia sui vescovati della Gallia e del-
legio accordato già all'arcivescovo Wio- la Germania, mercè una bolla nella qua-
mado dal re Pipino, di andar esente dal- le dichiarò non fine che confermare l'an-
la giurisdizione d'ogni giudice secolare. tico diritto della chiesa di Treveri. Nel
Nel 91 3 il redi Francia Carlo HI il Sem* 9^5 un altro viaggio ch'egli intraprese
alice, divenuto signore della Lorena do- in quella città gli procacciò presso Rene-
po la morte di Lodovico IV, con diplo- detto VII una nuova bolla , che confer-
ma de' 1 3 agosto statuì clie l'elezione de- mando quella di Giovanni XIII vi aggiun-
gli arcivescovi di Treveri si dovesse com- se altre prerogative, come l'oratorio e la
piere dal clero e dal popolo. Morto Ratbo- Quattro Coronati. Siccome Ift
cella de'ss.
rio nel 9 1
5, gli snccesseRoggero oRuolge- riportai di sopra, in es«a non è espresso
10, il quale nel 92 fu presente al trat-
1 quanto si dice dall'or /e di verificare le
tato tra Carlo III ed Enrico I imperato- date, che procede con Hontheim, cioèchu
re, concluso in Bonn rispetto alla Lore- permise all'arcivescovo di Treveri di far
na ,
pel quale, al dire d'Alberico di Tre portare la croce dinanzi a se, come al-
Fontane, la chiesa di Treveri che co'suoi l'arcivescovo di Ravenna (T\), l'uso del-
suffragane*! era stata fino allora sotto la la dalmatica a'preti ea'diaconiche lo ser-

dominazione de're francesi, fu ceduta al vivano all'altare, ec. Tornato Teodorico


redi Germania; ciò che i fatti riferiti più I alla sua sede, morì in Magonza a'5 lu-
avanti non ne permettono quanto alla ,
glio, e venne sepolto nella chiesa di «.
proposizione incidente, di ammettere sen- Gengoulda lui eretta con 2 canonici. Sot- 1

za eccezione. Roggero dopo essere stato ar- to il suo governo canonici della catte-
i

ncancelliere di Carlo 11] nel la Lorena, mo- drale rinunziarono alla vita comune che
rì queslooncli)3o fu eletloRo-
nel f)2Cj.In fino allora aveano tenuta. Xel 97$ gli suc-
berto, ebe si vuole figlio di Rodolfo II re cesse Egberto figlio di Thierri 11 conte
d'Arles di Thierri duca di Sassonia; in- d'Olanda, che fece rivendere le pasto-
tervenne a diversi cnncilii e presiedè quel- rali sue virtù, al quale scrisse il famoso
lo di Verdun nel 94 7, anno ot-
nel quale Gei berlo, che insegnava le lettere in Lom-
tenne da Ottone I redi Germania la con- bardia, poiSilveslto 11, esortandola man-
ferma del privilegio d'esenzione già con- dargli degli alunni. Intanto Ottone III re
resso alla sua chieda da Ztientiboldo oda di Germania, all'impero ebbe ad antago-
Lodovico IV. Morì di peste, durante una nista Enrico il Litigioso duca di Bavie-
grande assemblea di signori .tenutasi a Co- ra, nel cui partito Egberto si lasciò tra-
lonia nel 956, e il suo cadavere portato scinare, insieme con Warino arcivescovo
a Treveri, fu sepolto nella chiesa di s. Pao- di Colonia ePoppone vescovo d'Utrecht.
lino. Subito gli fu sostituito Enrico I pa- Profittando di queste turbolenze Lota-
rente d'Ottone I, che seguì poi neUfi sua rio re di Francia, invase la Lorena, e
discesa in Italia e andata a Roma, ma nel impadronitosi di Verdun fece prigioni il

ritorno morì di peste a Parma nel 964, conte Godofredo e Io zio Sisefredo conto
i6 TRE TRE
iliLnxemhurgo, qunli la difendevano.
i l'impresa, dopo sofferte perdile non in-
Morto nel 986 Lotario, e succedutogli differenti. I Irev'uesi forzati dalla fame, e
Luigi V, si pure già era
fece la pace, se per l'assottigliamento delle loro forze in-
stata conclusa. Il Novaes nella Storia di capaci di più lunga difesa, erano tlisposti
Giovanni XVI, dice che questo Papa nel ad arrendersi, se non che Enrico duca di
990 per mezzo di Leone vescovo di Tre- Baviera li distolse e con iscaltrezza indus-
veri, da lui mandato in Inghilterra per se il re a levar l'assedio ed a permetter
legato, ottenne di pacificare il re d'Inghil- loro di ritirarsi senza alcun male. Però
terra col duca di Normandia. Ma allora s. Enrico II prima di lasciar Treveri, fe-

Egherto sedeva, ed inoltre nomi del re i ce distruggere il ponte fortificato, e con-


Elebredo e del duca Riccardo non cor- fermata la nomina di Megingaldo die-
rispondono a quelli che allora regnava- degli a stanza il castello di Coblentz, don-
no sull' Inghilterra e sulla Normandia. de questi governò la diocesi fino al ter-
Morto nel 993 Egherto, nel 994 gli suc- mine de'suoi giorni nel 1 o 5 o nel o G:
1 1 1

cesse Ludolfu di Sassonia dot- chiamato il il cadavere trasportato a Treveri fu se-


to. Gli scriltoriche attribuiscono l'isti t u- polto nella tomba de'suoi maggiori. Nel
zionedel collegio degli Eiettori del s.Ro- 1 o i6s. Enrico IIPop-elesse arcivescovo
mano Impero al 99H, per opera di Pa- pone Leopoldo margravio d'Au-
figlio di

pa Gregorio V, e dell'imperatore Otto- stria e preposto di Bamherga, conferma lo

ne III, riferiscono a quest'ultimo l'avere pel suo merito dal clero e dal popolo. Per
rivestito Ludolfo e i suoi successori della mettersi in possesso della sua sede fu ob-
dignità di elettore ecclesiastico, gli altri bligalo a prendere le armi, e costrinse A-
due elettori ecclesiastici essendo gli arci- dalberonea cedergli il palazzo diTreveri,
vescovi di Colonia e di M 'agonza (V .). non meno che tulli castelli dipendenti da i

Successe a Ludolfo nel 1008 Megin- questa chiesa, ed a tornarsene nella chiesa
galdo o Meiugaldo prevosto di Magonza, collegiata o monastero di s.PnolinodiTre-
nominato da s. Enrico II re di Germa- veri di cui era preposto. A'6 gennaio o 1 1

nia, del quale era cancelliere oprimiscri- Popponefu consagralo arcivescovo, e l'8
nio. senza riguardo all'accettata elezione aprile Papa Benedetto Vili gl'invio pal- il

del capitolo nella persona d'Adaiherone lio. Nel o 8 s. Enrico gli donò il suo pa-
1 1

di lui cognato, figlio di Sigefredo conte lazzo di Coblentz con tutte le dipenden-
di Luxemburgo, il cui merito consisteva ze, e con diploma confermò l'immunità
neh 'esser fratello della regina. Ciò origi- della chiesa di Treveri. Verso il io n)Pop-
nò uno scisma, die produsse poi conse- pone riedificò la chiesa di s. Pietro dive-
guenze funeste. Adalherone appena eletto nuta rovinosa, e le die nuova forma. Nel
si fece prestare giuramento dalle milizie, 1 028 intraprese il pellegrinaggio di Ter-
s'impadronì del palazzo della città, e for- ra Santa, con s. Simeone solitario di Tre-
tificò con torri il ponte sulla Mosella. Me- veri, ma nativo di Siracusa: durante la

gingillilo reca tosi a prender possesso di sua sua assenza , Gilberto conle di Luxem-
sede, e trovate chiuse tutte le vie,raccolse burgo invase le terre della chiesa di Tre-
nlcune milizie, e imprese a cacciarne il ri- veri e le pose a sacco. Nel 1 o36 TielVrido,
vide, ma i suoi sforzi cagionarono molli protettore e difensore della chiesa di Tre-
mali senza alcun frutto. Il re saputa la re- veri, sposò contro i canoni una sua pa-
sistenza fatta d'Adaiherone, a capo d'un rente in 5.° grado, e volendo ritenerla ri-

esercito strinse d'assedio il palazzo diTre- corse ali arcivescovo per la dispensa , e
veri nella 1* domenica di Pasqua 008, 1 I' ottenne colla condizione di ilare alla
mala vigorosa opposizione degli assediali chiesa di Treveri 12 manse, mansos. Era
l^bldigò nel i."sellembi e ad abbandonar la inausa quella quantità di terra che un
TRE TR E 17
giogo di buoi può lavorare in un anno, cisa in un sinodo di Roma lenulodal Pa-
o che basta al mantenimento d'una fa- pa^ giorni dopo Pasqua del 1049, co-
miglia di conladini; ciò che dicesi corri- me porta la sua bolla, alla quale però sot-
spondere a 64arpenli. Nelio38 Poppo- toscrisse l'arcivescovo di Lione con que-
ne scrisse a Papa benedetto IX chieden- sta clausola: Salva Ecclesiae Lugdunen-
dogli un vescovo sulhaganeo, siccome da sis a uclor itatele, condizioni per le quali
troppi affari caricato; e il Papa man-
gli il Papa accordò tal favore, furono che gli
dò un uomo di dolcissimi costumi come arcivescovi invierebberoogni anno depu-
I' indicava il nome, e si crede che fosse tati alla s. Sede, e ch'essi medesimi vi si

quel Graziano arciprete di s. Giovanni a recherebbero ogni 3 in persona. Sulla pri-


Porta Latina, il quale in seguito esortati mazia di Treveri si può consultare la Gal-
Benedetto IX e il suo competitore Silve- Ha, Christiana t. i,p. 7 i4- Cominan ville,
stro III a por fine allo scisma, nel o [ i
(
Histoire de lous Ics Archeveseliez, chia-
mercè la rinunzia loro fu egli eletto col ma Treveri metropoli della premicreBel-
nome di Gregorio VI^V.). Inoltre Pop- già uè, et de l' Exarcat des Gaules . .

pone pregò pure a canonizzare il solita- et à ce quon plus ancienne gran-


dit, la
rios. Simeone, morto nel io35aTreveri, de ville de l'Europe: Elle eut des prelats
ed il Papa vi aderì con bolla dell'8 set- des le premier siede, et on la pretend
tembreio42. E questo il 2. "esempio di vicine Primatiale des deux Belgiques
solenne e formale Canonizzazione, fatta et des deux Germaniques dans lecinq
dalla s. come notai
Sede, nel voi. VII, p. elsixu'me.VoY\am\oi\ nello stesso annoil
283. Benedetto IX dice nella sua bolla Papa a Reims, l'arcivescovo ve lo accom-
aver fatto la una grande as-
ceremonia in pagnò, e nel concilio che vi celebrò pre-
semblea del clero romano, o sinodo co- tese in virtù della propria supremazia oc-
me crede 1' Arte di verificare le date , cupare il 1 .° posto appresso il sommo Pon-
poiché essa osserva col p. Lupi: d'allora in tefice. I suoi chierici lo sostennero con tut-
poi chei Papi s'erano riservato il diritto te le forze; ma l'arcivescovo di Reims, so-
di canonizzare non ne fecero uso
i santi, stenuto per sua parte da'prelati francesi,
che in un Sinodo, fino ad Eugenio III, rifiutò cedergli il primato. Non volendo
il quale contentassi d'unire un semplice s. Leone IX decidere allora questa diffe-
Concistoro per la canonizzazione dell'im- renza, fece disporre le sedie nell'assem-
peratore Enrico li, fondandosi sopra
s. blea in maniera che tutti furono contenti.
la ragione che 1' autorità della Chiesa Nel 1060 circa o meglio nel 1061 aven-
romana e il fondamento di tutti i conci' do Corrado conte di Luxemburgo fatto
Hi. In Tre veri la canonizzazione si cele- rivivere le querele de' suoi predecessori
brò solennemente a' 17 novembre dello colla chiesa diTreveri,ne venne a tale ec-
stesso anno. Poppone eresse in Treveri cesso,che avendo preso l'arcivescovo E-
in onore del santo una chiesa, ponendovi berardo mentre faceva la visita di sua ar-
de'canonici generosa mente dotati; e com- cidiocesi, gli stracciò le vesti pontificali,
mendevole per la severità, il sapere e le sparse gli olii sagri e lo condusse prigio-
virtù sue, mori nel 1047. In questo il cle- ne. Uditosi in Treveri 1' empio avveni-
ro e il popolo elesse Eberardo figlio di mento , si ce*sò dal celebrare il servigio
Ezzelino conte di Svevia, e preposto di divino, finché avesse deciso sopra questo
Worms.Divotodella s.Sede fece frequenti grave attentato il nuovo Papa Alessan-
pellegrinaggi a Roma, in uno de'quali ot- dro II. Questi adunato appositamente un
tenne da Papa s. Leone IX la conferma sinodo vi scomunicò il conte, lasciando al-
della supremazia della chiesa di Treveri l'arci vescovo il potere d'assolverlo. In for-
nelle Gallie ed in Germauia.Essa fu de- za di ciò Coi rado restituì la libertà al pie-
voi,. LXXX.
i8 TRE TRE
latodopo averne ricevuto ostaggi; ma po- terminar la controversia ira Thierri ve-
co dopo essendo giunta da Roma la sen- scovo di Verdun e l'abbate di s. Michele;
tenza di scomunica, rientrato Corrado in non che l'esame del contrasto insorto tra il
se slesso, s'umiliò all'arcivescovo, il quale vescovo di Toni e un chierico di sua dio-
gl'itnpose d'intraprendere il pellegrinag- Nelle gravi vertenze tra s. Gregorio
cesi.

gio di Terra Santa. Nel io65 circa Ebe- VII e il suo persecutore Enrico IV, U-
rardo ebbe un contrasto con Thierri ab- done nel 1076 intervenne all'assemblea o
bate di s. Massi mi no, ebe imprese a de- conciliabolo, in cui il re pretese far de-
cidere colle armi; sembra però che dopo porre il santissimo Pontefice, al quale ri-

qualcheostilità, ambedue si riconciliasse- provevole atto sottoscrisse cogli alni pre-


ro, e l'arcivescovo nella chiesa di s. Mas- lati, nella più parte ripugnanti. Contra-

siccino fondò il suo anniversario. Lodato stando R.odolfodi Svevial'imperoad En-


per probità, consiglio e prudenza, cessò rico IV, si formarono due fazioni, di pa-
di viveredopo l'uffiziatura del sabato san pisti sostenitori del i." e di enriciaui par-
to 1 066. Gli successe Conone I o Corrado tigiani del 2. ,
poi chiamate guelfi e ghi-
Pfulingen nobile svevo, primicerio e poi bellini. Il Papa nel sinodo di Roma del
preposto di Colonia, dal coi arcivesco- [078 fece trattare l'affare de'due preten-
vo Annone reggente del regno di Germa- denti, e fu deliberato l'invio di legati in
nia,venne innalzato alla sede di Treveri, Germania per conoscere le loro ragioni.
senza richiedere prima il consenso del cle- Indi s. Gregorio VII a' 9 marzo scrisse
ro e del popolo. Annone conoscendo co- un'enciclica a'vescovi di Germania, con-
ni' egli a Treveri incontrerebbe opposi- sigliandoli di sentire l'arcivescovo di Tre-
zione, gli die una scorta per farsi intro- veri che pendeva per Enrico IV, ed un
nizzare colla forza. Adirati i trev'uesi per altro vescovo aderente di Rodolfo, per de-
simile atto di autorità, colsero armati in cidere del luogo e del tempo per radu-
traccia di Conone I
,
guidato dal conte nare una nuova dieta. Il Papa scrisse a
Thierri vidamo (forse magistrato o capi- Udone esortandolo di adoperarsi per la

tano o meglio vicedominó) di Treveri fi- pace, e l'invitò a Roma; ma l'arcivesco-


no a Biedburgo lungi 16 miglia, affine di vo già era stato trovalo morto nel suo let-
respingerlo, ed assalita la casa ove s'era to all' assedio di Tubinga, ove avea ac-
rinchiuso, dopo avere ucciso non poche compagnato il re. A'6 gennaioioyg per
disue genti, ne forzarono le porte e s'im- la prepotenza d'Enrico IV fu eletto arci-

padronirono della persona.Thien'i lo tra- vescovo, e da lui investilo coll'anello e il

dusse stretto in ceppi nel castello d'Urt- pastorale, Engilberto o Egilbérlo bava-
zich,ove dopo averlo tormentato per «4 rese, preposto e teologo di Passavia, del
giorni, gli die lamorte precipitandolo da parlilo de'scismatici sostenitori de'concu-
una roccia il t.° giugno 066. 11 suo cor- 1 binari e delle condannate laicali Investi-

po fu seppellito nell'abbazia di Tholcy, ture ecclesiastiche (1 .), già separato dal


e dopo gli si attribuirono de' miracoli ,
suo vescovo dalla comunione de'fedeli. Il
per cui fu posto nel novero de' martiri. clero e popolo trevirese mal soffrendo il

11 clero e popolo di Treveri nel 1067 scel- sopruso che loro si praticava, pregarono
se a pastore Ldoue o Eude svevo, figlio i vescovi suffragane) ch'eransi recali a Tre-
d'Everardo conte di JNelleniburg, dopo- veri per l'elezione, di non consagrare En-
ché si pacificò la collera del redi Germa- gilberto, come non canonicamente eletto.
nia Enrico IV, che ovea giurato vendi- Scorsero i\ue anni senza ch'egli Irovauc
rar (>onoue colla rovina della città. Cor- un consagra tore,tna nel 1080 avendo En-
teseed eloquente, nel 1074 ricevè com- rico IV scritto a Thierri vescovo di Ver-
missione dal Papa s. Gregorio VII , di dun, che avea assentito alla destinazione
TRE TRE i

d' Engilberlo, per indurlo a eseguir tal gnizione ch'era stato investilo del pasto-
funzione, tutlavolta il vescovo si credè in rale e dell'anello da Enrico IV, e che sen-
dovile avvertirne s. Gregorio VII, dimo- za avere ricevutoli pallio avea consagrato
strandogli quanto fosse rilevante provve- chiese e conferiloordini, lodepose dal ve-
dere del pastore la chiesa di Treveri e ne- scovato; scorgendo poi in lui pentimento,
gare la consngrazione a colui oh* egli cre- poco dopo lo ristabilì nel grado, gli con-
deva canonicamente eletto. Non si cono- cesse il pallio, imponendogli soltanto hi

sce la risposta di s. Gregorio VII; certo penitenza d'astenersi dall'uso della dal-
è, che nel i 084 Enrico IV tanto fece che matica per 3 anni. Su di che può vedersi
indusse il vescovo di Verdun a c/>n sagrar il voi. XXXVII, p. 148. Morto Enrico
Engilberlo. Però tornalo questi a Tieve- IV nel 06, il figlio
1 1 Eurico V lo lece suo
ri , ritrovò la medesima opposizione in ministro e consigliere aulico, non giada'
una parte del clero, la quale anzi gli mani- principi dell'impero nominato, come pre-
festò che non poteva riguardarlo qual ve- tende l'autore delle Gcst. Trcvir. Eni*
scovo, perchè avea ricevuto l'investitura scop. presso il Marteue. Ma le contrad-
da mano laica. Gli mancava ancora il pal- dizioni che gli fece provare il cancelliere
lio, e subito l'ottenne dall'antipapa Cle- Adalberto, poi arcivesovo di Magonza ,

mente III, da Enrico IV fatto intrudere lo disgustarono in modo dell'uflitio che


contro s. Gregorio VII. D' ordine d'En- Io rinunziò. Nel r 107 formò parte del-
rico IV, Engilberlo a' 5 giugno 086 nel-
i 1 l'ambasceria da Enrico V spedita a Pa-
la metropolitana di Praga consagrò Vra- squale II a Chalons-sur-Mai ne per con-
tislao II primo re di Boemia. Nel iog3 ferire sull' investiture ecclesiastiche, in-
Poppone e Richero, mio vi vescovi di Metz sieme a'vescovi d'Halberstadt e di Muti-
e di Verdun, avendo ricusato di farsi con- ster, ed altri duri e intrattabili. Il solo
sagrare da Eogilberto, perchè avea rice- arcivescovo che prese a ragionare si mo-
vuto il furono da lui
pallio dall'antipapa, strò eloquente, urbano e saggio, ma se-

scomunicati; ma loro cleri prend endo le


i condo le pretensioni dell'imperatore. Dis
parti de' rispettivi pastori, dichiararono se pertanto, che fino da'tempi di s. Gre
ul metropolitano di non voler più comu- gorio I vari altri Papi , era diritto
e di
nicare con lui. Engilberlo palesò molto dell'imperatore che prima di pubblicassi
fervore per la potenza temporale di sua l'elezione d'un vescovo, si dovea portai la
chiesa e difendendo le terre donate da
, alla di lui conoscenza, affinchè se la scella
Adele vedova del conte d'Arlou, contro gli aggradiva, vi prestasse consenso; e che
Enrico conte di Luxemburgo che le pre- in seguitoconsagratosi l'eletto liberamen-
tendeva, dopo aver impiegalo le armi per te e senza simonia, si recava alla corte per
respingere quelle del conte, lo scomuni- ricevere dal principe l'investitura del pa-
un componimento,
cò; indi segni tra loro storale e dell'anello, e per giurare a lui
morendo Engilberlo neh 101 e fu sepol- fedeed omaggio. Aggiunse poi, che se sua
to nella cattedrale. Nelle feste di Natale Santità bramava di conservare quest'uso
Enrico IV nominò successore Brunone così ragionevole e antico, la pace era fatta,
de'conli Bredeheim, preposto di Treveri, e la Chiesa e l'Impero sarebbero ormai
di Spira e di s. Fiorent di Coblentz, ad perfettamente d'accordo. Il Papa gli le-

istanza del clero e del popolo, e nel se- ce rispondere da Addo vescovo di Piacen-
guente febbraio fu ricevuto in Treveri za. Questi con franco parlare , sostenne
con acclamazioni. Nel o4 si recò a Ro- 1 1 la Chiesa riscattala e posta in libertà dal
ma per visitare Pasquale II, che l'accolse sanguediGesù Cristo, non dover più rien-
onorevolmente e l'ammise nel sinodo di trare in isehiavitù,come avverrebbe nel
Luterano che celcbiava; ma venuto meo- caso che non potesse scegliere un prelato
2o TRE TRE
senza consultare il principe; essere un at- efficace effetto, poiché sbigottito Gugliel-

tentalo contro la Divinità, che un laico mo chiese umilmente l'assoluzione e pro-


conferisca l'investitura colla verga e l'a- mise riparare il malfallo. Morì neh 124
nello, spettanti all'altare, e che i vescovi e gli successe Gotifredo di Liegi e decano
ed i sacerdoti deroghino alla loro unzio- di Treveri, mercè gl'intrighi di Federi-
ne, ponendo le mani loro consagrate dal co conte di Toul; però dopo un anno vari
Salvatore fra quelle secolari insanguina le membri del clero scontenti del suo go-
colla spada. Le grida indiscrete degli a- verno, insorsero contro di lui, sostenendo
Jt inaimi non gli permisero di prosegui- che suo ingresso nella sede fosse irre-
il

re, onde le conferenze furono sciolte, do- golare. Indi gli spiriti vieppiù si esacer-
po avere Bruitone operato per un felice barono, onde Gotifredo vedendo il carico
risultato. Neh 109 Brunone fu inviato a superiore alle sue forze abdicò nel 1 127,0
Roma coll'arcivescovo di Colonia da En- fu deposto nel concilio tenuto nella città, e
rico V per la stessa controversia, ma sen- morì nel seguenleanno. Nel giugno 1 127
za successo. Nel 1 1 1 3 Brunone scrisse a ilclero gli surrogò Meginero nobile di
R.aule arcivescovo di Reims, per ricor- Liegi, che tosto dovè prender l'armi con-
dargli l'antica unione delle loro chiese, tro Guglielmo conte di Luxemhurgo, il
che traltavansi da sorelle, come appari- quale ohbliando le promesse fatte a Urli-
sce da vari documenti; in conseguenza del- none, a vea devastato nuovamente le terre
la quale neli 1 i5 pregò Raule d'impie- della chiesa diTreveri;e l'incalzò così viva-
gare la sua autorità e quella de'suoi suf- mente che Io ridusse a chieder pace. Nel
fragane'! , contro i diocesani devastatori I128 parli per Roma, dove ricevè dalle
de'beni dell'abbazia d'Hoeren,che Tre- mani d'Onorio II la consagrazione e il
veri possedeva in Francia. Accompagnò pallio. Di costumi severi, imprese a rifor-
poi Enrico V in Italia, e più volte com- mare il clero, e infierì massime contro i
battè alla testa di sue genti. Neh 120 si concubinari; il suo zelo mancante di di-
recò a visitare Papa Calisto Cluny, II in screzione, irritòi colpevoli egli rese molti
il quale riguardandolo benignamente, gli avversi. Neh 129 vedendosi quasi abban-
concesse due brevi a'3 gennaio: coli.°lo donato, fece nel novembre un 2. "viaggio

dichiarò esente dalla giurisdizione d'o- a Roma, affine di partecipare al Papa i

gni legato, eccetto quello a latere,e ciò suoi disgusti. Trovavasi in Italia Corra-
per far fronte alle violenze d'Adalberto do 111 duca di Svevia, competitore di Lo-
arcivescovo di Magonza, il quale baldan- tario 11 all'impero, e sdegnalocoutro Me-
zoso del suo titolo di legato, se ne vale- ginero che lo avea scomunicato d'ordine
va per inquietare l'arcivescovato di Tre- del Papa, lo fece arrestare presso Parma
veri; col 1° confermò
suo diritto me-il e lo cacciò uelle prigioni della città, ove
tropolitano sui 3 vescovati di Metz, Toul morì di dolore ih. "ottobre i3o,dopo a- 1

e Verdun. Di quest'ultimo breve fu ca- ver perduta la vista il vescovo di Par- :

gione Stefano vescovo di Metz e nipote ma lo fece seppellire nella cattedrale. Nel
del Papa, perchè avendo ottenuto dallo I I 3 1 pe'dispareri nell'elezione del suc-
zio l'onore del pallio, come aveano go- cessore,canonici scelsero Alberone o A-
i

duto 5 suoi predecessori, si riguardava dalherone o Adalberto di Monslerol o


per metropolilano e non intendeva d'es- Moutreuil loreuese, arcidiacono di Toul
ser più soggetto all' arcivescovo di Tre- e Verdun, e primicerio di Metz; ma per
Avendo Guglielmocontedi Luxem-
veri. l'inasprimento de' partili e il furore po-
burgo fatte saccheggiare in questo tem- polare, Lotario li per non fomentare la
po le terre della chiesa di Treveri, Brìi- •edizione rifiutò di ratificare I' elezio-
none scomunicò gli autori e il conte, eoa ne, e rimise l'affare alla sauta Sede. In-
T R E TRE 2i
nocenzo TI la confermò, ma rifiutando- accompagno Lotario II in Italia, per rein
si <li accettare Alberone, come già avea tegrare la s. Sede delle terre usurpate da
fitto delle prelature di Magdeburgo e Ruggero re di Sicilia, e fu allora che
I

d'Halberstadt, a punirlo della resistenza Innocenzo II a'2 ottobre nominò l'arci-


lo privò de' benefizi. Celebrando il Papa vescovo di Treveri suo legato negli ar-
nello stesso anno un
Reims, o- concilio a civescovati di Treveri, Magonza, Colo-
ve recossi Alberone con alcuni canonici, nia, Salisburgo, Rrema e Magdeburgo.
si sottopose al volere d'Innocenzo II, cbe Nelii3c) il re de' romani Corrado III,
fattolo rivestire d'una cappa lo collocò tra pressato dalle sue istanze, gli cede il pa-
gli arcivescovi, e condottolo seco a Vien- dronato dell'abbazia dis. Massimino, che
na ivi lo consagrò, e rimandò alla diocesi da tempo immemorabile era immediata-
col titolo di legato per procurargli rive- mente soggetta al capo dell'impero. I mo-
renza maggiore. Fu ricevuto con accla- si appellarono al Papa Innocenzo II
naci
mazioni, ma Lotario li si ricusò d'inve- contro la concessione, e ricorsero ad En-
stirlo delle regalie, perchè prima di ri- rico 1 1 conte di Namur loro avvocato, che
cevere l'investitura erasi fatto consagra- mosse guerra all'arcivescovo: tutto fini

re; dipoi ne ricuperò In grazia e con essa colla pace e transazione,


che nel 1 1 47 Al-
le regalie. Alberone dotato di meravi- berone fece confermare da Papa Euge-
gliosa sagacità, ferino nelle sue risolu- nio III, nel recarsi a visitarlo in Parigi.
zioni, dolce e umano, riuscì d' umilia- Sul finir dell'anno, cioè a'2Q novembre,
re l'arrogante e orgoglioso vidamo Lui- l'arcivescovo accolse Eugenio III nella
gi, cbe rivestito di tale carica sotto due i sua capitale, ove tenne un concilio ed a'
predecessori, I' esercitava con tale indi- 3i gennaio 1 1 4<3 consagrò la basilica di
pendenza e dispotismo, che avea concen- s. Mattia, indi sul fine di febbraio partì
trata nella sua persona tutta la civile au- per Reims. Morì Alberone a' 1 5 gennaio
torità e ridotti gli arcivescovi alle sole 1 1 52 in Coblentz, ed il suo cadavere im-
funzioni ecclesiastiche. Sotto colore di balsamato, dopo solennissimi funerali fu
mantenere la impadroni-
loro casa erasi trasferito con gran pompa in Treveri, e
to di tutte le rendite, e somministrava depositato per un giorno intero in cia-
loro appena il necessario; essendosi pu- scuno de' monasteri, indi venne sepolto
re appropriato il palazzo, ostenta va \l lus- nella cattedrale. A'27 di detto mescgli
so e il fasto proprio d' un principe. Al- successe filino Fallemagne decano di su 1
berone ricuperò il palazzo, e abbaitela chiesa, che recatosi a Francfort influì al-
tirannide di quest' olliciale, che corse a l'elezione di Federico lini pera tore,il qua-
gittaisi a'suoi piedi. Sostenne guerra con- le l'inviò col vescovo di Bamberga ad Eu-
tro Simone duca di Lorena vessatore
1 genio III, per partecipargli la sua esal-
dell' abbazia di s. Die o Deodato, e nel tazione. Il Papa consagrò Illino, e gl'ira-

n 3 2 lo scomunicò inAquisgrana nel gior- pose il pallio col titolo di legato. Nel ri-
no di Pasqua durante i santi misteri, al- torno trovando le frontiere di sua dio-
la presenza del cognato Lotario li, co- cesi saccheggiate da'conti di Nauiur e di
stringendo il conte a uscir dalla chiesa: Vianden, gli riuscì pacificarsi con van-
indi per raccomandazione d' Innocenzo taggio; e colla mediazione di s. Bernar-
li, l'assolse in una grande assemblea o do abbate di Chiaravalle, riconciliò quel-
concilio tenuto a Thionville, prometten- li di Metz con alcuni signori vicini, che
do Simone che non avrebbe più. inquie-
l uniti a Rinaldo II conte di Bar facevano
tato la chiesa di s.Die. Colla slessa ener- loro aspra guerra. Scrisse a s. Ildegarda
gia difese i religiosi di Senones dalle pre- perchè lo mettesse a parte de'stioi lumi
potenze d'Enrico conledi Suini. Nel 1 1 36 intorno alla vita interiore, e dalla rispo-
22 T R E TRE
Ma trasse profitto anche sul modo di love in Lombardia, e trovossi alla tenta •

reggere suo gregge. Nel i i5>j recato-


il ta espugnazione d'Alessandria della Pa-
si Federico a Treveri, con diploma con-
I glia. Morì Arnoldo 1 a'i5 maggio I 83, 1

fermò all' arcivescovo il padronato del- e fu sepolto nella sua cattedrale. La sua
l'abbazia di s. Massimino, e il Papa A- morte fu seguita da lungo e funesto sci-
driano IV Io creò suo legalo in tutta l'e- sma; poiché canonici si proposero di e-
i

stensione del regno germanico, L'impe- leggere arcivescovo Rodolfo preposto di


ratore che ne avea gran stima e in gran s. Pietro, quando l'arcidiacono Folma-
conto teneva la sua dignità di primate, ro o Vohnaro vi si oppose coll'appoggio
lo ricevè graziosamente in Worms. lib- d'Enrico duca di Limburgo, e tumultua-
ilo neh i5q mercè un cambio fatto colla riamente fu da'suoi partigiani proclama-
chiesa di Worms, acquistò il castello di to pastore. Federico I citò le parti a Co-
Nassau colle sue pertinenze: Lotario II stanza, e senza scegliere altri, come l'au-
avea rimessa la chiesa di Worms in pos- torizzava l'uso in simili casi, ordinò una
sesso di questa piazza, già toltale col- nuova elezione. Folmaro invece appellò
la forza da'conti di Luxeuiburgo; quindi al Papa Lucio HI, e uscì clandestinamen-

lllmo la cede in fendo a' discendenti di te da Costanza. Nondimeno si procede


tale casa. Allorché l'imperatore persegui- all'elezione in presenza dell'imperatore,
tando la Chiesa e il Papa Alessandro III, da que'pochi che aveano accompagnato
fece riconoscere nel conciliabolo di Pa- Rodolfo, sul quale di nuovo ricadde la
via l'antipapa Vittore V, lllinofu il solo scelta, e Federico I gli die l'investitura e
tra' vescovi di Germania che ricusò di lo inviò a prender possesso di sua chie-
sottoscrivere gli atti di tale assemblea, e sa. Folmaro avendolo prevenuto coll'oc-
solo per procuratore firmò la lettera in- cupare la cattedrale, Rodolfo si fece in-
dirizzata a vescovi assenti. Già da qualche tronizzare nella chiesa di s. Simeone.l due
tempo i treviresi s'erano divisi in tribù, pretendenti si recarono a Roma, ma tro-

che arrogatisi ciascuna alcuni privilegi varono che Lucio IH eia morto a Vero-
sullo un capo appellato maitre, costituì na a'2 5 noveod^re 1 85, e ch'eragli ivi 1

'.ino insieme un'associazione somiglian- successo Urbano 111 avverso a Federico I.


te a 'comuni; ma la licenza che sorse da In Verona nuovo Papa nel sabbaio di
il

tale istituzione determinò l'imperatore ad Pentecoste! 186 creò Folmaro cardina-


abolirla con sue lettere del 6 i 1 1 . Questo le, e nel giorno appresso cousagrollo ar-
diploma anche per ricon-
erasi redatto, civescovo, rigettando Rodolfo peravnu
ciliare l'arcivescovo con Corrado palati- ricevuta l'investitura dalle mani dell'im-
no del Reno, rispetto a'di lui diritti qual peratore. Per questo procedere Federica
protettore della chiesa di Treveri. Cor- affrontò, e divenne aperto nemico del
1 si

rado, tlopo essersi accomodato con lllino, Papa. Folmaro volle tornare a Trevei 1,
esortò i treviresi ad astenersi da qualsia- ove trovavausi tuttavia le truppe impe-
si innovazione. Morto lllino neh 169, il riali, condottevi da Enrico figlia di Fe-
clero e il popolo gli surrogò Arnoldo de- 1 derico l, che avea angarialo in mille mo-
cano di s. Andrea di Colonia, ad istanza di i suoi aderenti. Travestito Folmaro da
di Federico 1. Neh 172 assalito da Mat- stalliere, dopo superati nel viaggio un'in-
teo 1 duca di Lorena e «lai figlio Ferri, finità d'ostacoli, giunse da Tebaldo con-
cogli Muli del fratello del conte di bar, te di Rriey, che gli die ospizio nel mo-
li vinse e fece prigioni, « ostringendoli a nastero di s. Pietro di Monte, ove (issò il

MllergU il castello di Siisberg e le pre- suo soggiorno, esercitando l'autorità ur-


tensi. un mi quello ili Norherch.Neh ei vescovile nella diocesi di Treveri. Sco-
174
fece parie ili Ila spedizione dell'impcru- municò i partigiani di Rodolib, i quali in-
T li E TRE 23
vece si accrebbero, prestando occasione la partenza di Federico I suo padre per
'nobili di mettere sossopra i beni del cle- la Siria. Folmaro si ritirò in Ingbilterra,
ro. Reduce l'imperatore dall'Italia, rac- ove nello stesso anno cessò di vivere e fu
colse una dieta ove si presentarono de- i sepolto aiVorlbampton. Quindi nella stes-
putali di Treveri, e convennero di rico- sa dieta, ad insinuazione d'Enrico V, fu
noscere Rodolfo, senza avere alcun ri- eletto ad unanimi voli il suo cancelliere
guardo al giudizio del Papa, Intanto Fol- Giovanni I, cbe di carattere pacifico gli
maio erasi ritirato nella diocesi di Reims, riuscì di riconciliare gli spiriti già discordi.
ove l'arcivescovo Guglielmo di Sciampa- Ristabilita la concordia, rivolse ogni cu-
gna gli aprì un asilo. Munito del titolo ra per mettere la sua diocesi in salvo'da-
di legato, a lui dal Papa Gregorio Vili gl'insulli de'vicini; e come la città di Tre*
concesso, convocò a Moussbn (l' •) un veri era stata sino allora senza mura né
concilio, invitandovi tutti i suoi soffra- porle, la fece cbiudere da buona cinta con
ganci e il clero di Treveri; l'assemblea alcune torri in distanza, al modo delle
si tenne nella quaresima 187, ma fra' i piazze fortificate. Inoltre rialzò i castelli
vescovi della provincia v'intervenne solo già caduti in rovina, e ne costruì de'nuo-
quello di Metz, con alcuni prelati fran- vi. Neh 193 l'arcivescovo fu arrestato e
cesi, a 'quali s'unirono pure altri del 2.° cacciato in prigione, da Federico conte
ordiuedelclerodi Treveri. Fol maro spie- di Vianden, ma prontamente fu liberato
gando ivi tutta la sua autorità, pronun- dal conte palatino del Reno Enrico III,
ciò sentenza di scomunica contro il ve- e nelle posteriori guerre
Federico ebbe la
scovo di Toul e depose quello di Verdun, peggio, Nel 197 ildettoconteEnrico III
1

esercitando eguale rigore contro la parte vendè all'arcivescovo Giovanni I il suo


del suo clero a lui ribelle, Irritato l'im- diritto d'avvocazia della città e cbiesa di
peratore da questo procedere, risolvè di Treveri. Nella gara insorta neh 198 per
cacciare dal suo asilo il prelato; e stretta l'impero, tra Ottone IV di Brunswick e
quindi alleanza cól re di Francia Filip- Filippo di Svevia, fratello del defunto
po 11, indusse questo principe a privar di Enrico VI, l'arcivescovo dopo essersi di-
sua proiezione Folmaro, cbe videsi per- cbiarato pel 2. colla promessa in pre-
,

ciò costretto od uscir dalla Francia. Pas- mio di 2000 marebe d'argento, si ricusò
sò in Inghilterra, ove il re Enrico II ac- di coronarlo, atteso il rifiuto dell'arcive-
coltolo per rispetto del Papa, gli assegnò scovo di Colonia. Avendo poi abbando-
per svio ritiro la città di Tours. Gregorio nalo Filippo, nel 1200 partì per Roma
Vili avvertito dal vescovo di Toul, cbe ben accolto da Innocenzo III, cbe favoi - i

Folmaro avealo scomunicato senza aver- va Ottone IV. Ma al suo ritorno a Tre-
lo interpellato, e cbe parimenti altre sco- veri si dichiarò nuovamente per Filippo,
inuuicbe avea lanciate contro i suoi av- ciò cbe gli tirò addosso lascomunica del
versari, restrinse il di lui potere e gli vie- Papa, onde per farsi prosciogliere dall'a-
tò di colpire alcuno colle censure eccle- natema dovè riconciliarsi con Ottone IV.
siastiebe, senza prima consultare la s. Se- Nel 1209 accompagnò quest'imperatore
de. Mentre operava all'estinzione dello
si in Italia, e inimicatosi Ottone I V con In-
scisma di Treveri, morì Gregorio Vili, nocenzo III, l'arcivescovo tornò ad ab-
ed a'20 dicembrer 187 gli successe Cle- bandonar il suo partilo, per rivolgersi da
mente III, il quale la condusse ad elìcilo, quello di Federico II (iglio d'Enrico VI,
Folmaro e Piodolfo vennero destituiti nel ma i treviresi rimasero fedeli all'impera-
1 189 nella dieta cbe Enrico VI re di Ger- tore. Morì nel 1212 e fu .sepolto nell'ab-
mania tenne in Treveri alla presenza del bazia d'Huuuierodo, di cui Ili insigne be-
cardiual Goffredo Guelani legalo, dopo nefattore, lasciando la sede di Treveri o-
24 TRE TR E
pulente per miglioramenti e acquisti ila
i dolfo. Le loro truppe penetrate in Tre-
lui fatti. Gli successe TeodoricoII conte veri, saccheggiarono le case de'canonici
di Weda,arcidiaconoepreposlodis. Pao- propensi ad Arnoldo II, formarono una
lino. Dichiaratosi per Federico 11, dal par- piazza d' armi della cattedrale, ed asse-
tito del rivale gli fu teso un agguato, e diarono senza successoli palazzo arcive*
scampò la morte perchè Alberto Co- di ove canonici eransi rifugiali. Re-
scovile, i

blenlz nel frapporsi ricevè il colpo mor- catisi in seguito ad* assalir le diverse piaz-
tale a lui diretto. Nel I2i5 dopo avere ze della diocesi, rimasero perdenti dinan-
d'ordine d'Innocenzo III slaccati que'di zia tulle, tranne Saarburgo di cui s'impa-

Cohonia dal partito d'Ottone IV e ricon- dronirono con inganno. Pel deplorabile
ciliati con Federico li, si recò al concilio scisma, frappostesi varie persone dabbe-
generale di Laterano IV. Fece un pelle- ne e potenti, Rodolfo si mosti ò condiscen-
grinaggio inTerra Santa, nel 1223 in- dente a desistere dalle sue pretensioni ,
trodusse i domenicani in Treveri, e nel chiedendo per suo asilo la città di Saar-
12^5 per l'assassinio d'Engilberto arci- burgo: gli fu concessa, e dopo qualche
vescovo diColonia,assunse la cura di quel- giorno morì. Neh 243 Arnoldo 11 otten-
la chiesa, e fece eleggere a successore En- ne il pallio da Innocenzo IV, e fu consa-
rico di Molenaixk. Avendo scoperto in grato dagli arcivescovi di Magonza e di
Treveri 3 scuole di albigesi, perseguilo Colonia. L'arcivescovo nel 1 245 si spie-
questi eretici e ne fece condannare alcu- gò contro Federico II, già scomunicalo
no alle fiamme. Colle armi e le censure e deposto dal concilio di Lione I. Essen-
represse gli attentati de' signori di Poil- dosi i 3 arcivescovi del Reno,Treveri, Ma-
vache e di Mailberg, e per frenar quelli gonza e Colonia,recali nel maggio o nel-
del 2.° eresse nel «289 il castellodiK.il- l'agosto1246 ad Hocheim pei l'elezione
burgo, finché la pace nel 1240 ricompo- d'un nuovo capo dell'impero, il giovane
se l'ordine. Recatosi nel 1 242 Corrado I Corrado IV corse ad assalirli con un'ar-
figlio di Federico II a Treveri, lo accom- mata di svevi; ma essi avendo alla testa
pagnò a Cobientz, ove l'arcivescovo cessò loro il landgravio di Turingia Enrico ,
di vivere a'28 marzo; il cadavere trasfe- che allora a proposizioned'lnnocenzo IV
rito a Treveri fu tumulato nella catte- aveano eletto re de' romani, mossero con-
drale. Durante il suo governo stabili la tro il principe, gli presentarono battaglia
riforma di vari monasteri, altri ne fondò e lo posero in rotta. Nel 1247 morto Eli •
di nuovo, altri ne restaurò. Il suo nipote lieo, l'arcivescovo di Treveri si adoperò

Arnoldo II d'Iseruburgo gli successe, già insieme al legalocardinal Capocci per l'e-

preposto di s. Pietro, per l'elezione fat- lezione del nuovo re de' romani, sicché
ta dalla maggiore e più saggia parte del avendo essi radunati a Woeringen, nel
clero, senza partecipazione de'laici. Adi- paese di Colonia, gli elettori, a* 2q set-

rata la nobiltà perchè, com'era costume, tembre o meglio a'3 ottobre ad unanime
non si fosse chiamata a parte dell'elezio- voto fu scelto Guglielmo conte d'Olanda.
ne, scelse dal canto suo Rodolfo di Pont Questo principe nel 25 fu accompagna- 1 1

preposto di s. Paolino, e pigliò le armi to a Lione per trattare degli all'ari del-
per sostenerlo; ma non secondata dalle l'impero con Innocenzo IV; il quale a-
guarnigioni delle piazze dell'arcivescova- vendo nel venerdì santo predicato nella
to, fu costretta di
rimanere nell'inazione. propria lingua, l'arci vescovo ch'era a ban-
Corrado IV in Cobientz conferì V in ve- co del re, a lui e alla sua corte tradusse
stitura ad Arnoldo li; menile il duca di il discorso in lingua alemanna. Avendo
Lorena Matteo li, ed conti ili Lnxem- i il popolo di Cobientz commesso delle o«
burgo e di Sayu parteggiarono per Ru- stilila contro l' esercito crocialo per re-
TRE TRE 25
primere i partigiani di Federico IT, ne fu decano di Metz, non senza aver brigato
incolpalo motore l'arcivescovo, percui il per essere arcivescovo. Nondimeno giun-
cardinal Ugo di s. Caro legato di Germa- to a Treveri, vi fu accolto dal clero colla
nia, fu incaricato di prenderne cognizio- massima acclamazione; ma breve fu la

ne. Ucciso sul cominciar del ii56 Gu- dovè querelarsi


gioia, e tosto la Chiesa di
glielmo, né trovandosi disposto a succe- lui, pel carattere altero, violento e ven-
derlo alcun principe di Germania, due dicativo. Perseguitò Thierri abbate di s.

stranieri, cioè Alfonso X re di Leon e di Mattia pressoTreveri,e gli destinò un suc-


Castiglia, e Riccardo contedi Coruova- cessore. L'abbate ricorse a Papa Urbano
glia e fratello del re d'Inghilterra, « po- IV, già adirato contro l'arcivescovo per
sero fra 'concorrenti al soglio vacante. Gli la sua condotta, e perchè eseguiva le fun-

che allora erano numerosi, tro-


elettori, zioni senza avere ricevuto il pallio. L'ar-

varonsi tra loro divisi, e Riccardo molli civescovo vessò pure i commissari pon-
ne avea fatti suoi col denaro, non pelò tificii, inviati per informarsi sul luogo del-
Arnoldo 11 a cui offrì i 5,ooo marchi di lo stato delle cose, e rimosse pure l'ab-
sterlini, giudicando più degno lo spaglino- bate Hobertodis. Maria de'Martirie fra-
lo. Questa scelta adottata dal maggior nu- tello di Thierri.Il Papa ristabilì dueab- i

mero degli elettori, fu applaudita da una bali, e chiamò l'arcivescovo a Roma per
parte di Germania e dagli stati d'Italia; giustificarsi. Morto frattanto UibanoIV

ma Alfonso X contento del titolo im- e succedutogli Clemente V, questi lo ri- I

periale, non si mosse dalla Spagna, sic- tenne in Roma per aver fatto imprigio-
come occupato in guerreggiare i mori. nare l'abbate Thierri. iNella sede vacan-
Arnoldo vedendo che non cedeva a're-
11 te profittò per evadere da Roma, e poi

plicali invili fattigli, lo abbandonò, e pa- sentendo che l'abbate si recava in Orvie-
cificatosi con Riccardo, mercè la media- to da Gregorio X lo seguì, ma il Papa li
zione di Francia, lo riconobbe per re de' fece riconciliare a mediazione di due car-
romani. Rivestito Corrado arcivescovo di dinali. Nell'ottobre i 273 Enrico con uà I

Colonia del carattere di legato, voleva e- corteggio di 800 uomini


1 si portò aFranc-
sercitar le sue funzioni nella diocesi di fort per l'elezione del re de' romani, e
Treveri, ma Arnoldo II spedita una de- contribuì col suo voto a quella di Rodol-
putazione a Roma, ottenne di non rico- fo I d'Habsburgo. Poco applicandosi agli
noscere che la giurisdizione d'un legato alfari spirituali, fu tutto dedito a risto-
a Intere; indi morì nel i 25g nella citta- rare le fortezze e a costruirne di nuove.
della di Tabor da lui innalzata, e il suo Morì nel 1286
Boulogne, nel pellegri-
a
corpo fu portato nella metropolitana. Fu naggio a s. Josse di Pkardia, impreso
tacciato d'essersi usurpati beni delle chie- i per le malatlieche l'affliggevano, e fu por-
se di sua diocesi, d'aver tralasciato la ce- tato nella sua cattedrale. Diviso il capi-
lehrazioue degli annuali sinodi diocesa- tolo ne'pareri, elesse 3 individui, e pre-
ni di primavera e d'autunno, di violen- valse Boemondo 1 di Warnesherg, pre-
ze commesse da' suoi ulliziali verso vari vosto e arcidiacono di Treveri, perchè
membri del clero, e d'aver fitto l'ordi- Papa Nicolò IV nel 1289 lo nominò, e
nario suo soggiorno nel suo Castel lo d'Eli- consagrò in (piatesi rna.con Cerai do d'Ep-
renhreitslcin. Nel a6o Papa Alessandro
l penslein arcivescovo di Magonza, dando
IV dopo aver annullata la doppia elezio- loro solennemente il pallio nella dome-
ne fitta dal capitolo dc'due arcidiaconi nica delle Palme. Intanto avendo il Pa-
di Treveri Enrico e Arnoldo, in Roma pa eletto a preposto e a cantore di Treve-
nominò a' 18 novembre Enrico I di Fi- ri due soggetti d'oneste famiglie e com-
sliug o Wiuslingeu nobile di Lorena e mendevolipel merito loi 0,1! maggior nu-
26 TRE TRE
mero cle'canonici ardì di rigettarli, come Treveri si sollevarono contro l'arci vesco^
non nobili; questa frivola vanità da essi vo, per affrancarsi dalla tassa personale

fu sostenuta come prerogativa del capi- ch'egli esigeva, non che dalla giurisdizio-
tolo, ed alle ammonizioni e minacce del ne de'magistrati scelli dallo stesso predir

Papa restarono inflessibili. Pertanto Ni- to. Scorgendo Ditero esser eglino soste-
colò IV li scomunicò e pose l'interdetto nuti da molti potenti, acconsentì che e-
alla chiesa di Treveri, che durò per tutto leggessero alcuni consiglieri tratti dal pro-
jl vescovato di Boemoudo I. A vergogna prio ceto, affine d'amministrarla giusti-
de' ricalcitranti, avvenne i5 anni dopo, zia insieme col pretore e cogli scabini del-
che Pietro Aichspalter, uno de'due scelti l'arcivescovo. JNeh3o5 i treviresi essen-
ale dette dignità, fu innalzato alla sede dosi impossessati del diritto di concedere
di Magonza. Boemondo I giustificò l'e- la cittadinanza a personaggi distinti sen-
lezione del Papa, perchè dolce di carat- za consultar l'arcivescovo, ammisero nel-
tere e amatore della pace; caro all'im- la società loro il conte di Sponheim, col-
peratore Rodolfo 1, lo fu egualmente ad la condizione che avesse a proteggere le

Adolfo di Nassau suo successose, al cjua- loro mogli e figli, e permettere ad essi il

le sempre fedele, a differenza di qua-


restò libero passaggio sulle proprie terre, ed in
si tulli i principi di Germania, anzi nel- caso di bisogno accorrere con 1^ de'suoi
lesue strettezze gli somministrò conside- in loro soccorso contro ciascun nemico,
revoli somme, ricevendo in ipoteca il ca- ad eccezione del re de'romani, del proprio
stello di Cochem. Alberto d'Austria, I di- arcivescovo, e de'conti di Luxemburgo e
venuto imperatore nel 1198, serbò gli di Veldenz; di più promisero al conte
stessi senlimenti per l'arcivescovo? tanto 3ooo lire treviresi e 00 lire annue fino r

potere, per lo più, ha la virtù sugli ani- al pagamento delle medesime. Queste as-
mi, non ostante la diversità del loro pen- sociazioni, aumentandole forze de'cilta-
sare! Alberto I lungi dal ritirargli il ca- dini, sminuivano l'autorità arcivescovile,
stello di Cochem, gliene concesse la pro- nel temporale. Ditero strinse d'assedio Co-
prietà. Questo degno prelato, che edificò blentz, i cui abitanti volevano sottrarsi
la diocesi colla purezza de'costumi, e col- dalla sua soggezione, e li costrinse a chie-
."
la diligenza nell'adempierc a tutti i do- der pace. Pel i arcivescovo di Treveri
vei i del suo ministerOjlerminòisuoigior- s'intitolò colla forinola: D. Archita, Tre-
ni a' 9 dicembre 1
299, e fu sotterrato i'ir, Dei et aposto licae Sedis gratta, Mo-
nella metropolitana. rì a'i3 novembre 307 e fu sepolto nel-
1

Papa Bonifacio Vili senza valutare l'e- la chiesa del suo ordine, Nel dicembre fu
lezione falla dal capitolo d'Enrico di Vir- eletto Baldovino 1 de'conti di Luxembur-
neburgo, nel i3oo nominò fr. Ditero o go preposto di Treveri, mentre studiava
Didero di Nassau teologo domenicano, all'università di Parigi, ed i deputali che
fratello del defunto Astolfo re devonia- gliene recarono l'annunzio, di là si reca-
ni, foise coll'iutenzione di pone a fronte rono a Portiera da Papa Clemente V, che
del suo uccisore Alberto 1, un nuovo ne- uvea stabilita la sua residenza iu Plan-
mico. Trovandosi i treviresi in guerra col cia, per chiedergli la conferma, e poi l'i 1

coute di Luxemburgo, nel pacificarsi gli marzo i3o8 dalle sue mani fu consacri
accordarono il dirittodiciltadinanza,3oQ to. il suo amore per la pace si palesò nel-

lire di pensione e il palazzo dell'Aquila 111 la transazione conclusa co' treviresi, ri-

Treveri, poi palazzo Retile. Dei paese di guardante le innovazioni introdotte nel-
Luxemburgo e de'suoi signori ragionai la città sotto il predecessore. Il suo fratel-
ne'molti articoli relativi, come a Paesi- lo Enrico VII, innalzato all'impero, si val-
Bassi e (ìebmama. Neli3o3 cittadini di i se poi ulilmeule de'suoi cousigli e in qual-
T 11 E TKE 27
che parte lo associò al suo governo. Cle- to arcicancelliere dell' impero nel regno
mente V approvò l'elezione di Enrico VII d'Ai les. A'di lui successori venne poi con-
di Luxemburgo, in Avignone ricevè dai fermala la medesima dignità, mercè aU
suoi commissari il giuramento di fedeltà, tri diplomi degl'imperatori successivi, e

e lo fece incontrare a Losanna dallo stes- specialmente mercè la bolla d'oro di Car-
so Baldovino e da Giovanni di Molans
I lo IV; dignità di cui fecero uso più volte,
canonico di Toul,onde loro rinnovasse il come prova Honlheim, contro mo-
d' i

giuramento nel recarsi a prendere la co- derni che lo pretesero un titolo meramen-
rona imperiale in Roma.'Emico Vll.fat- te immaginario. Baldovino I accompagnò

to eleggere il suo primogenito Giovanni Lodovico V in Aquisgrana pel suo coro-


in re di Boemia, e concertata col fratello namento, che spera va di esegui re, ma l'ar*
la spedizioned'ltalia, l'arcivescovo vi con- civescovo di Magonza la vinse in suo con-
tribuì più d'ogni altro in uomini e in de- fronto, sostenendo che tale funzione a lui
naro. Essi partirono insieme da Colmar solo spettasse per antico diritto. Si credè
neh 3 io, e comparteciparono a'buoni e alla sua parola, ma fu obbl igato poi a som?
a'ti isti successi delle 3 campagne fatte ol- ministrar prove dentro un mese; non
le

tre l'Alpi, perchè si risvegliarono con più avendo potuto presentarle, venne in se-
furore alla venuta d'Enrico VII le fazio- guito rigettata
la sua pretensione, e l'o-

ni de'guelfi e de'gliibellini, de'quali ulti- nore di coronare in Aquisgrana il re


mi l'imperatore eia gran sostenitore. Mor- dei romani MI mancanza dell'arcivesco-
toEnrico VII nell'agosto i 3 3 presso Sie- i vo di Colonia, venne assegnato a que-
na, mentre il fratello erasi portato in Ger- sto di Treveri. Si può anco vedere l'ar-
mania per far leva di nuove truppe, ri- ticolo Imperatore, ove dissi che se la co-
tornò quindi a Treveri, ove per qualche ronazione del re de' romani avea luogo
tempo accudì agli affari di sua chiesa. Es- nella diocesi dell'arcivescovo di Treveri,
sendosi sparsa voce che Enrico VII fosse a questi ne spettava la consagrazione. Nel
stato avvelenato da Bernardino da Monte i3i5 Baldovino I mosse alla testa della
Pnlciano suo confessore, l'arcivescovo lo nobiltà di sua diocesi, in aiuto del nipo-
pubblicando uno scritto. Neil 3 i4
di lese te Giovanni re di Boemia contro i suddi-
Baldovino I si trovò nel numero de'5 e- ti ribelli di questo principe, i quali furo?
lettori, che a'20 ottobre in Franeforl die- no sottomessi, in unione all'arcivescovo
timo il volo a Lodovico V il Bavaro nel- di Magonza che unì al re per combat-
si

la successione all'impero; e questo princi- terli. Contro Lodovico V insorse Fede-


pe per gratitudine gli rilasciò a'3 dicem- rico III il Dello duca d'Austria; ed il Pa-
bre un diploma, col quale gli confermò pa Giovanni XXH •' inimicò in segui-
il titolo d'arcicancelliere dell'impera nel- to coli.°per trattarsi da imperatore pri-
le Gallie, ossia nelle provmcie che altre ma della pontificia conferma, per ricu-
volte aveauo formato parte del regno di sare il giudizio della s. Sede nella questio-
Lorena. Intorno a che giova osservare.che ne col competitore, e per difendere gli e-
gli arcivescovi di Treveri aveauo eserci- relici. Intanto nel i3i6 1' arcivescovo si

tato l'uffizio d' arcicancelliere di Lorena portò ad aiutare Lodovico V, nella san-
fino al tempo dell'imperatore Ottone I, guinosissima battaglia di Neere , contro
e che essendo itala dipoi loro sottratta tal Federicol 1
, il cui fratelloLeopoldo d'Au-
dignità, venne in seguito a'medesiiui re- stria avendo chiuso presso Spira l'avver-
stituita da Rodolfo 1 d'Hahsburgo con e- sario, questi fu tratto dal pericolo pei soc-
slensione anche sul regno ù'Arles. Prima corsi dell'arcivescovo. Nel 1 3 1
7 soccorse
di Lodovico V già l'arcivescovo nell'at- pure Gerardo VI conledi Juliers,che qua-
to dell 'elezione del fratello erasi iutilola- le aderente del Bavaro era guerreggiato
28 TRE TRE
dall'alci vescovo di Colonia, e rie uscì vit- bidiente al Papa. Dicesi che vi ebbe par-
torioso.Tuttavolta nella guerra tra Far- te l'interesse sua famiglia, scorgendo
eli

ci vescovo di Colonia e suoi sudditi, tìro- i con assai compiacenza l'imperiai corona
curò di giovarealcollega. Vacata nel i 3io prossima a passar colla deposizione ilei
Ja sede di Magonza, i canonici volsero lo Bavaro, sul capo del suo pronipote Carlo
sguardo su Baldovino I, ina questi essen- IV Luxemburgo. Infiliti Baldovino I
ili

dosi riportato al Papa, fu invece da Gio- fu nel numero de'5 elettori che a' io Iti-
vanni XXII nominato Mattia religiosodi glio crearono a Rentz sul Reno Carlo IV
Morbach. Baldovino generosamente voi- I di Luxemburgo re de' romani, ed aven-
le mettere l'eletto in possesso della chie- dolo condotto a Bonn, nel novembre io-
sa di Magonza, determinando il capitolo terveone alla sua coronazione. A vendoBal-
a bene accoglierlo. Dopo aver colle armi clovino I quasi sempre trattato le armi, nel
felicemente sostenuti de'coutrasti co'vici- i35o pensò rimanente dei
di passare il

ni,neh 324 portola guerra col re di Boe- suoi giorni in riposo, e con tal mira con-
mia suo nipote nel paese di Metz, asse- eluse la pace co'vicini e co'vassalli, anche
diando la capitale ribellatasi a Lodovico con accordar loro favorevoli condizioni;
V. Volendo innalzare un castello a Bir- nondimeno non potè goderne, perchè Ja-
chenfeld nel territorio del conte di Star- eppo di Montclair fece lega contro di lui

kemburgo, fu fallo prigione, onde dovè cogli scabini,colsenatoe col popolo diTre-
pagare forte riscatto e promettere di la- veri, promettendo d'aiutarli nella ribel-
sciar l'impresa. Morto neh 328 Farcive- lioneed'accoglierli ne'suoi castelli. Il pre-
scovo di Magonza, di nuovo fu eletto a tal lato, dopoammonizioni, l'assediò
inutili

dignità Baldovino I, ma avendola rifiuta- nel castello di Montclair, se ne impadro-


ta, Papa contro il voto de'canonici vi
il ni e lo rase al suolo; dopo di die fece e
nominò Enrico di Virneburgo. Le oppo- rigeredirinipetto, sulle sponde della Saa-
sizioni durarono 3 anni, ne'ijuali Baldo- re, il castello di Sarenstein. Dopo aver se-
vino I fu incaricato dell'amministrazio- dato movimenti de'lreviresi, morì ai
altri

ne di Magonza, oltre quella de' vescovati 2 gennaio 354, onorando funerali nel-
1 1 i

di Spira e di Worms che allora gli furo- la cattedrale, ove fu sepolto, l'imperato*

110 allidati. Nel i33o fondò la certosa di re Carlo IV, ed un gran numero di prin-
Tre veri, e nel 1 33 fece rientrare al do-
1 cipi e di prelati. Appena gli successe Bue-
vere nobili del paeselli Treveri. Neh
i 338 inondo li de'signori d'Etendorf arcidia-
gli elettori dell'impero, e pe'primi gli ar- cono di Treveri, che treviresi lo costruì- i

civescovi di Treveri e Magonza, scrissero seco a confermare loro privilegi e adac- i

con risenlimento a Papa Benedetto XII crescerli; dall'altro lato molli signori che
in favore dell'ini munita germaniche, ac- aveano vendute le loro terre al predeces-
ciò annullasse la scomunica e deposizio- sore, presero Farmi per ricuperarle.il pre-
tte sentenziate dal predecessore Giovanni lato, non ostante il pacifico suocaratte-
XXII contro Lodovico Vjmail Papa che re, si vide costretto ad opporre la forza
ad esso aveagli spedito nunzi perchè tor- alla forza, ed il fece con buon successo,
nasse all'ubbidienza della s. Sede, veden- Neh 357 acco se '" Treveri l'imperato*
'

do ch'erasi unito all'Inghilterra contro re Carlo IV colla sua sposa econ Wen-
Fraucia, lo dichiarò nuovamente incorso cesìao suo tiglio; enei 1 3 58 imprese a
nella scomunica, anche come usui palore costruire presso il Beno i castelli di Pe-
dell' impero. 11 successore Clemente VI lersberg e Peterseck, per porre in salvo
neh 34G sollecitò l'arcivescovo a rinun- Wesel e Boppard che la chiesa di Treve-
ziareall'allaccamen>ofìuo nllora mostra- ri teneva in feudo dall'impero. Neh 3(>o
toal Bavaro, e Baldoviuo 1 si mostrò ub- la nobillù di Treveri rinnovò i suoi sedi-
TRE TUE 29
ziosimovimenti, ed in pari tempo Filip- Colonia che amministrava da 7 anni, fa-
po d'Isemberg signore di Grensau, a di- cendovi eleggere il nipote Fdippo Saar-
spetto dell'arci vescovo,eresse presso la sua "Werdeii o Saverdun (nel quale articolo
residenza di Vilmar il caslel lo di Greten- dissiche ricusò di accettare la dignità car-
Stein, chiamandovi alcuni nobili del Pa- dinalizia^ siccome furouoommesse le pa-
latinato per esercitar impunemente il la- role nipote dell', pare ch'egli fossearcive-
droneccio sulle terre della chiesa di Tre* scovo di Treveri.il che noi» è); e nel 1 3y6
veri. Il prelato, le cui infermila si anda- ottenne da Carlo IV un diploma de' 3i
vano cogli anni aumentando, pensò di co- maggio,col quale rinnovò e confermò tut-
stituirsi un coadiutore che lo sostenesse te le regalie spettanti alla chiesa di Tré-
nel procelloso governo, e colPassenso del veri, non che tutti i privilegi e prerogati-
capitolo scelse nel 36 Conone Falken-
i 1 ve che godeva, e la dignità d'arcicancel-
Stein canonico di Magonza, giovane do- liere del regno d'Arles che avea l'arcive-
tato più di valore checompreso dello spi- scovo. A ciò fu aggiunto, che nell'elezio-
rito del proprio stato, e che già avea re- nedel re de'roiuani e negli altri alfari del-
so molti rilevanti servigi a Gerlac suo ar- l'impero, da trattarsi dagli elettori, ili."
civescovo contro gli aggressori che deva- suffragio verrebbe dato da quello di Tre-
slavanola diocesi di Magonza. Dopo l'ap- veri. Tornata a stabilirsi la residenza pon-
provazione pontificia, Conone corse ad as- tifìcia in Roma da Gregorio XI, alla sua
sediare Gretenstein , Io prese e fece pri- morie nel 1378 gli successe Urbano Vf,
gione Filippo d'Isemberg, che si riconob- contro il quale insorse il grande Scisma
be vassallo della chiesa di Treveri. Nel (V.) d'occidente per l'antipapa Clemen-
i36i Boemondo li rinunziò il vescova- te VII, che recandosi in Avignone vi sta-
Conone, e con permesso
to a favore di biliuna cattedra di pestilenza. La Ger-
d' Innocenzo VI lo fece consagrare e ri- mania seguì nell'ubbidienza il legittimo
vestì del pallio, e indi Saarbur- si ritirò a Urbano VI, così Conone. Il Papa veden*
go,ove mori neh 368. Avendo Papa Ur- dosi particolarmente amalo da'tedeschi,
bano V nominalo arcivescovo di Colonia dopo la congiura d'alcuni cardinali, nel
Adolfo della Marcii, e differendo di farsi dicembre 38 1 creò cardinale Falken-
1

ordinare, neh 363 die l'incarico a Cono- stein, il quale, come altri tedeschi e gli e-
ne di amministrar quella chiesa, incarico lettori di Colonia e di Magonza , ricusò
che continuò dopo l'abdicazione d'Adol- anch'esso la dignità pe' turbolenti tempi
fo e per tutto il tempo in cui durò il ve- dell'orribile scisma. Ad Urbano VI e al-
scovato del successore Engilberto,che mo- la Sovranità della Sede (F.), Enri-
s.
ri neh 368. Ma intanto che Conone ve- co landgravio d'Assia donò diversi suoi
gliava sugli affari altrui, la città di Tré- castelli, posti nelle diocesi di Treveri, Ma-
veri fece riviverele sue prelese, e imma- gonza ed Erbipoli. Conone per le sue in-
ginandosi d'aver inleramenteescluso l'ar- fermità, congiunte al peso degli anni, nel
civescovo dal governo civile, volle ezian- 1 388 abdicò al suo pronipote Werniero
dio privarlo del pedaggio della Mosella diFalkenstein-Roenigstein arcidiacono di
per appropriarselo. Dopo qualche atto di Treveri, preposto di s. Paolino e di s. Fio-
reciproca ostilità, le parti si rimisero al- rino di Coblentz, col permesso d'Urbano
l'arbitrio dell' imperatore Carlo lV,il qua- VI e l'assenso del suo capitolo. Ritirato-
le die vinta la causa all' arcivescovo nel si nel castello di Webnich sul Reno, co-
i364, con proibizione a'treviresi di con- minciato dal predecessore e da lui com-
cludere verun trattato senza il permes- pito, vi morì a'2 1 maggio dello stesso an-
so del prelato. Nel 1
37 i Conone ricusò no, ed il cadavere portato in Coblentz fu
l'arcivescovato di Magonza, e poi quel di sepolto nella chiesa di s. Castore. Loda-
3o T R E TRE
lo come principe temporale, per In sua • Wenceslao pei- le sue pretensioni,
ori ,

grande attitudine a ben governare pel ,


Josse marchese di Moravia eletto nel 4'« 1

suo coraggio col quale represse gl'indoci- per morte di Roberto da una parte degli
li vassalli e le violenze de'vicini, ricupe- elettori, che comprato da Wenceslao il
rando alla sua chiesa beni alienali, e au-
i
ducato di Luxemburgo lo vendè al duca
mentando con nuovi acquisii i propri do^ d'Orleans fratello del re di Francia, e Si-
minii. Ma
qunnlo alla sua episcopale con- gismondo di Luxemburgo fratello di Wen-
dotta, sembra che la cura dello spiritua- ceslao, che per invito di Giovanni XXIll
le tenesse il 2. luogo nel cumolo di sue neli4' t eia slato eletto da un'altra par-
occupazioni. Si dice ch'egli fu uno degli te di elettori, e poi prevalse, perchè Jos-
scrittori continuatori delle Gesta degli se mori l'8 gennaioi4i '• Nel 1 4- ' 4- a 7
arcivescovi di Trcvcri. Rinnovò la chie- gennaio Werniero acquistò in nome del-

sa di s. Beato, e la fece consagrare in o- la sua chiesa la signoria di [Amburgo (di


nore della B. Vergine, e de'ss. Gio. Bat- cui riparlai a Paesi Bassi), da Gerla»: de-
tista, Siivazio e Beato confessori, e del- .cano di Treveri ed erede di Giovanni di
le ss. Oiìicia e Noilburgia vergini. Wer- Limburgo suo fratello morto nel i4o6.
niero trovò gli scrigni dell'arcivescovalo Frattanto nel concilio di Costanza, di cui
ripieni, attesa l'economia del pro-zio, ma riparlai a Svizzeea, ebbe termine lo sci-

tali tesori furono contrastati da'congiuii' sma deplorabile, coll'elezione di Martino


ti del defunto. Nel 1 38g fu costretto as- V nel 1 4 ' 7- Essendosi Colonia ueh4i8
sediar la città di Wesel,ch'erag!isi ribel ribellata contro Thierri suo arcivescovo,
lata; indi mosse in aiuto di Federico ar- Werniero fece leva di truppe e accorse in

civescovo di Colonia, che avea a fronte sua difesa, ma poco dopo mancò a' vivi

il conte della Marck Engilberto III. Nel nel costello di Buremberg a'4 ottobre, e
i3g3 d'Aremberg e di
fu assali toda'eon ti fu sepolto a Coblenlz presso il pio-zio Co-
iSolms,e 3 anni durò In guerra. L'impero none. Lasciò vuoti i suoi scrigni, quanto
trova vasi a que'giorni in una specie d'a- li avea trovati pieni. Già da tempo im-
narchia, attesa la noncuranza del crude- memorabile dopo II-
i suoi predecessori,
le imperatore Wenceslao di Luxembur- Eu-
dttino, in forza d'indulto concesso da
go figlio di Carlo V,occupato Interamen-
I genio Illa questo prelato, aveano il co-
te e immerso a Praga nelle dissolutezze. stume d'impadronirsi degli Spogli eccle-
Nel i4°o essendosi radunati ad Ober-Lah- siastici, ossia delle successioni di tutti gli
nestein i 3 elettori ecclesiastici di Treveri, ecclesiastici di loro diocesi, che morivano
Mngonza e Colonia, e Roberto elettore intestati j ma Werniero nel 1
3q7 con at-
Palatino, presero il partito di destituirlo, to formale rinunziò a tal diritto. Però Bo-
e il giorno appi esso nominarono in di lui nifacio IX lo reintegrò in altro modo, con-
vece lo stesso Roberto. Quesli restituito- cedendogli il i.°iiiiiio della rendila di tut-
si a Treveri neh4o3, dopo la sua infeli- ti i benefizi. Ad onta di sue belle prero-
ce spedizione d'Italia, confermò i privile- gative. Werniero non avea saputo (arsi a-

gi di questa città, che di giorno in gior- marc dal suo capilolo,qniudi colto da gra-
no divenne più florida, dopo l'alleanza ve malattia dopo 3q8, ed essendo usci- il 1

contratta co'duchi di Lorena e di Lussem- to di senno,! canonici ne profittarono pe


burgo. Notai a Germania, che in questo ottener da Bonifacio IX in coadiutore Fe-
tempo come la cristianità avea 3 Popi, derico di Blankenheim vescovo d'Utrecht,
cioè il legittimo Gregorio XII, Giovanni e la revoca della seguita unione dell'ab-
XX 1 1 eletto contro <li Ini nel Sinodo di bazia di Pruimalln mensa arcivescovile;
Pisa, e l'antipapa Benedetto Xlll; così ma guarito Werniero rigetti) coadiu- il

l'impero e la Germania ebbe 3 impera- tore. Contro sua voglia uell4<@ fu clct-
TRE T 11 E 3 1

to Oltone de'conti di Ziegenbayn prepo- a'6 gennaio 1 433, desolando il suo ter-
sto di Treveri, e prima sua cura fu ili ri- ritorio, e facendo prigionieri tutti quelli

conciliar Colonia col suo arcivescovo, riu- che potè prendere. A' 8 gennaioil senato 1

scendo nell' mietilo. .Però non fu egual- di Treveri inviò deputati al concilio di
i

mente fortunato nell'impresa di riformar Basilea per rappresentargli i funesti ef-


i costumi del proprio clero. Avendo nel fetti dello scisma , e supplicarlo a porvi
i4"2o preso le armi contro furiosi ere- i un pronto rimedio;equesto indusse l'im-
tici Ussiti) ad istanza di Martino V, par- peratore Sigismondo a interporre la pro-
tì per la Boemia con ragguardevole eser- pria autorità per isviare l'assedio, di cui
cito, e ivi congiuntosi col duca di Sasso- Treveri era minacciata. Udalrico parve
nia e col marchese di Brandeburgo, as- prime disposto a cedere al sovra-
in sulle
sediarono Meyssen; ma un'improvvisa ir- no comando, ma ripreso il suo diseguo si
ruzione del nemico gli fece prendere ver- presentò innanzi alle mura di Treveri, co-
gognosa fuga. Raccolte nuove genti per minciando l'assedio a' 3 1 marzo. Erano
riparare l'onta, provarono una ».* perdi- suoi alleati gli arcivescovi di Magonza e
ta non meno umiliante. Nel 1422 volen- di Colonia, i duchi di Berg, Juliers e di
do Ottone restituire la disciplina mona- Baviera, con altri principi; tuttavia la re-
stica nell'ordine di s. Benedetto, raccolse sistenza degli assediati li costrinse a riti-

a s. iMassiminonn capitolo generale di 5f rarsi circa 52 giorni dopo. Rabano in lu-


abbati delle provincie germaniche situa- glio fece il solenne ingresso in Treveri,
te oltre il Reno : vi furono stabiliti tali dove accolse gli omaggi degli abitanti, do-
regolamenti, che servirono poscia di fon- po aver loro assicurata la conservazione
damento alla congregazione di Bursfeld. de'propri privilegi. Bica tapi a Coblentz
Tornato nel 1426 dal pellegrinaggio di incontrò cpialche difficoltà per parta dei
Terra Santa, assistito dal legato cardinal popolani, cui poi guadagnò. IV lagni di
Beuufort o Beaufort, detto Vinton,pose Treveri, il concilio di Basilea fece citare
in opera nuovi tentativi contro gli ussiti, Udalrico , il quale essendovi comparso,
che riuscirono infruttuosi. Morto nel 43o 1 non tardò a fuggire per l'avversione del-
in Coblentz, fu deposto nella cattedrale di l'assemblea, onde il concilio sentenziò in
Treveri, con epitaffio in lode di sua mo- favore di Rabano, morendo Udalrico nel
destia, carila, zelo, giustizia e pace. Nel- i436 a Torgau. R.iibano nel i438 elesse
lo slesso anno Martino V annullate l'e- a coadiutore, colla permissioned'Eugeuio
lezioni fatte dal capitolo d'Udalrico con- IV, Giovanni d'Heinsperg vescovo di Lie-
te di Manderscheid decano di Colonia e gi, a ciòcostretto dalle lagnanze del eie-
di Jacopo di Sirck teologo di Treveri, no- io perle frequenti alienazioni che anda-
minò ltabanode'sigiioridTlelmstadt, già va facendo de'migliori fondi di sua men-
vescovo di Spira, e sebbene Io confermas- sa, avendo venduto per 55,ooo'scudi d'o-
se nel i43
Eugenio IV, fu male accolto
1 ro 5 delle più considerevoli piazze di sua
in Treveri, ove la maggior parte del cle- il conte di
chiesa, per farsi suo Virnebur-
ro e della nobiltà, sostenuti dagli arcive- go gran partigiano d'Udalrico. Al giun-
scovi di Colonia e di Magonza, tenne fer- gere del coadiutore trasferì la sua residen-
mo per Udalrico. Eugenio IV per tale re- za a Spira , di cui riteneva la sede. Nel
sistenza colpì di scomunica Udalrico e i i"43g cede per circa 100,000 fiottai d'o-
suoi fautori; ma segli uni restarono atter- ra l'arcivescovato di Treveri a Jacopo di
rili ,
gli altri s' irritarono. La città di Sirck,e indusse il coadiutore per 60,000
Coblentz si sottomise al Papa, e Treveri a spogliarsi dell'uffizio. Rabano per la vec-
restò divisa fra Udalrico e Rabano, ili. chiezza abdicò pure il vescovato di Spira
de'quali dichiarò guerra al competitore e morì poco dopo. Jacopo dopo aver fat-
32 TRE T R E
lo approvar da Eugenio IV la rinunzia sendo le 3 principali: i.°di rivocare il de-
di Rabauo, si fece cousagrare nel castel- creto contro i due arcivescovi elettori; 2.°

lo di Mensburgo. Di grande attitudine a- di rendere giustizia a'torti ricevuti dalla


gli affari, dettava in pari tempo a vari se- nazione germanica; 3. °di riconoscere l'au-

gretari sopra diverse materie; e Renato torità de'concilii generali, quale era sta-
d' Angiò duca di Lorena, e pretendente al ta riconosciuta da quello di Costanza.
regno di Napoli, di cui s'intitolava re, Io Frattanto la nobiltà di Treveri, pel de-
creò suo cancelliere, onde destramente ter- creto pontificio voleva insorgere contro
minò le differenze insorte tra lui e il Pa- l'arcivescovo, il quale energicamente l'im-
pa. Col suo ingegno riconciliò canonici i pedì. Ria portatosi in Roma il Piccolorni-
co'cittndini, inducendoli a pagarl'imposta ni, poi Pio 11, ambasciatore di Federico
sul vino. Nel i44° dopo l'elezione di Fe- III, persuase l'ottimo Eugenio IV a rein-
derico HI re de'romani, a cui egli pure tegrare i due arcivescovi per amore della
•dcri| l'assemblea l'inviò deputato a que- pace, la quale fu conclusa dal celebre Car-
sto principe per comunicargli l'esaltazio- vajal e da Parentucelli, che ambedue il

ne e condurlo ad Aquisgrana per coro- Papa creò cardinali e il 2.°gli successe col
narsi. Neh44 2 ©ttà sempre intenta a
' ;| nome di Nicolò V. Tornati gli arcivesco-
estendere la sua libertà, soppresse il pre- vi all'ubbidienza d'Eugeniol V, questi con
fetto degli scabini, che esisteva da epoca bolla de' 5 febbraio 1 44? '• ristabilì nella

immemorabile, ed a tal magistrato sosti- dignità. Nell'anno santo i 45o Jacopo si

tuì due annui borgomastri/istituzione che recò in Roma, ove ottenne da Nicolò V,
si mantenne. L'arcivescovo credè lesa la oltre l'indulgenza del giubileo per la sua
sua autorità pel cambiamento fatto, e si diocesi, redditi della
i cura diCreutzenach,
acquietò alle proteste del senato di non e l'aspettativa del vescovato di Metz. Nel
aver agito che pel pubblico bene, senza i 4^2 un nuovo ammutinamento de'no-
aver inteso d'offendere il supremo suo di- bili, funestò l'ordine pubblico in Treve-
ritto. Divenuto il concilio di Basilea ini- ri, ed il più difficile a domare fu Hurta
quo concilia bolo, elesse con troEugenio IV per le scorrerie che fece nelle terre del-
l'antipapa Felice V di Savoia. Jacopo eb- l'abbazia di Pruim. I favori ricevuti dal-
be la debolezza di aderire allo scisma, e la s. Sede non valsero a Jacopo a render-
volle riconoscersi, del pari die l'arci vesco- lo costantemente divoto, poiché sotto Ca-
vo Colonia, soggetto all'antipapa, il qua-
di listo III non dubitava d'unirsi con quei

le loricompensò con o } ooo fiorini d'oro


i principi che pretendevano di restringere
da prendersi dalle decime e da altre ren- 1 ascendentedella curia romana nelle ma-
dite della s. Sede in Sassonia. Irritato Eu- formanti l'oggetto del Concordato
terie
Germanico (P .) concluso fra Nicolò V e
7
genio IV della riprovevole condotta dei
«lue arcivescovi, a' g febbraio 1 44-^ f"l- Federico 111; tuttavia questo biasimevole
minò contro di loro sentenza di deposi- disegno non sortì alcun effetto, per le ra-
zione, e destinò in loro vece duo nuovi gioni espresse nelle diete e coll'imperato-
prelati aoccuparne le sedi per Treveri ,
re, dal nunzio Piccolomini. Tornando Ja-
Giovanni vescovodi Cambray fratellodel copo dalla corte di Federico III, nel finir
duca di Borgogna, per Colonia Adolfo di di settembre i455 fu preso da malattia
Cleves nipote di detto duca. Questo gra- di languore, ch'egli attribuì a veleno, mo-
ve alto punse principi dell'impero, on-
i rendo nel seguente maggio. Gli si rimpro-
de il collegio elettorale radunato a Frane- vera la sua profonda simulazione, l'aver
fori nella quaresima 44°» stabili di sot-1 esaurito i tesori di sua chiesa e ammassa-
traisi dall'ubbidienza d'Eugenio IV se e- to quanto potè per arricchire parenti; e i

gli non conveniva a diverse condizioni, cs- si loda per molte cose com tnendevoli, poi-
T RE TRE 33
che ristabilì la disciplina ne* monasteri C diante riconciliazionecon Filippo il Buo-
ne riparò caduti, favori letterati e do-
i i no «luca di Borgogna e di Luxemburgo,
Riandò l'autorizzazione da Nicolò V per A'iG marzo 4-7-5 finalmente si ell'ettnò
i

fondar l'università, il che ebbe elfetlo do- l'isti tutione dell'università diTreveri; M
DO la sua morie; e ne'primi anni ili Fede- furono dichiarati, l'arcivescovo cancelli*:
lieo III, a istanza dell'arcivescovo di Ma- re perpetuo, l'abbate di s. Mattia e il orto-
gonza, esercitò le sue funzioni d'arcican- re delle certose conservatori de'suoi pri-
celliere dell'impero. Per compromesso fu Nel settembre ebbe luogo in Tre-
vilegi.

eletto Giovanni 11 de'marchesi di Bade, una conferenza tra Carlo il Temerti*


veri
e siccome per le sue virtù fu preferito a rio duca di Borgogna, e l'imperatore Fé-
molti candidali potenti, Calisto III locon- derico 111, accompagnalo dal figlio Mas-
fermò e gli concesse i! pallio in ottobre, similiano per trai tare il matrimonio di
,

4 mesi dopo; indugio frapposto dail'op- questo con Maria figlia ereditiera di Car-
posizione di Dietero d'Isemburgo, favo- lo. Nel 1476 l'arcivescovo ottenne da Si-

rito da porzione del capitolo. Giovanni II sto IV la stallile riunione alla sua mensa,
con decreto imperiale fece annullare la di quella abbaziale di Pruim, grazia che
confederazione stretta nella malattia del il Papa poi rivocò come avea fatto Boni-
predecessore, e formata da'uobili filladi- facto IX. Neil 477 accompagnò l'arcuiti -

ni di Tre veri sull'elezioni degli arci vesco- ca Massimiliano a Ganci, per sposare Ma*
vi, siccome contraria al disposto dalla boi- ria erede di Borgogna; e nel i4<^9 prese
la d'oro; il che non impedì chei nobili e parte alla famosa lega di Svevia, costituì-
le città della provincia di Treveri poi la ta sotto gli auspicii di Federico III e di
rinnovassero nel 1 5o2,nel finir del suo go- Massimiliano, fraprìncipi di Germania,
verno. Nel 14^7 enti ò nell'unione forma.- i conti e i prelati, onde reprimere chi a-
J
tasi tra gli elettori perle differenze col l a- resse turbalo la pace dell'impero. Dopo
pa, per decretare che gli affari dell'impe- aver posto termine ad alcune guerre, ac-
ro dovessero deciderai coll'assenso degli cudì al ristabilimento della disciplina del
elettori, per impedir le alienazioni de'do- clero secolare e regolare di sua diocesi.
mólti dell'impero, e por fine amichevol- La città di Boppart sul Beno a 3 leghe da
mentealle controversie che sorgevano tra Coblentz, già data in pegno agli arci ve-
a
gli elettori medesimi. Questa fu la 5. Ira scovi di Treveri da Carlo I V, neh 4q5 ol-
le confederazioni formatesi dagli elettori tenne nella dieta di Wornis i\a Massi mif
dell'impero. Meli 458 coll'arcivescovo di liano I re de'romaui alcuni privilegi che
Colonia, Giovanni II fece una particolare la resero quasi indipendente. Ma l'arci-
uuione contro nobili di loro diocesi, poi-
i vescovo Giovanni II, senza cui saputa e-
chè ormai eransi sottratti dalla loro gin- rasi operato, li fece rivocare; laonde in-
risdizione o sia da'tribunali ordinari. Fi- sorta sedizione in Boppart, fu cacciato lo
nahnente l'arcivescovo fece il suosolen- sculleto luogotenente dell'arci vescovo,ed
ne ingresso in Treveri nel 1460, alla te- i cittadini assediarono inoltre la ciltadel-
sta di 25oo cavalli, ritardato per le con- la difesa da debole guarnigione. Avendo
tese Ira lui e cittadini per la nomina dei
i poi l'arci vescovo chiamato io soccorso l'è-

magistrati, essendosi convenuto che tran- lettore Palatino, il landgravio d'Assia, d


ne gli scaferai ed 3 prefelli delle tribù, la
i marchese di Bade e altri principinoli una
città eleggerebbe gli altri capi delle ma- armata di 12,000 uomini pose l'assedio
gistrature. Nel 1464 fi» poi consagrato dal dinanzi a Boppart a' 24 giugno 407» e 1

fratello Giorgio vescovo di Metz. Indi fu la costrinse a rendersi a'3 luglio perca-

ristabilito nel 1 465 l'interrotto cnminer- pilolazione, nella quale convenne, li cillù
ciofia'treviresieque'diLuxemburgo, me- di rientrare sotto la giurisdizione dell'ar-
VOI» i.xxx. 3
34 TRE TRE
civescovo. Indi volendo Giovanni II con- pero, ed esercitò l'uffizio di supremo giu-
servare l'arci vescovato nella sua famiglia, dice o presidente della camera imperiale.
ottenne da Papa Alessandro VI per coa- Gli successe il cantore della chiesa di Tré-
diutore, insciente il capitolo, Jacopo III veri, Riccardo di Greilfenclau di Volralh,
di l'ade suo nipote, assai conosciuto nel- eneh5i2 accolse Massimiliano I seguilo
la corte pontificia: vi aveasoggiornatoan- da gran corteggio di principi, prelati e si-
clic nel pontificalo d'Innocenzo V III, uni- gnori, il cui viaggio avea per iscopo di te-
camente occupato nelle lettere, cheavea ner una dieta a T reveri intorno agli all'a-

apprese in Bologna sotto il celebre Beroal- ri dell'impero. Una parte di coloro che
do. Allorché però lavenne a cogni-
bolla doveano comporlo essendosi fatta lun-
zione del capitolo, decano e molti ca-
il gamente aspettare, in quest'intervallo di
nonici».! opposero all'esecuzione; ed il Pa- tempo Massimiliano I visitò l'abbazia
pa ucl 5o i per farli desistere dall'oppo-
1
,
d'Epternace di altri luoghi vicini; e Ric-
sizione minacciò loro la scomunica; gli
, cardo in di lui assenza fu consagralo nel-
oppositori non tencndoneconto, Alessan- la Pentecoste a'3o maggio. L'affluenza dei
ori
dro VI l'effettuò. L'arcivescovo mori nel forestieri, che la promessa fatta dall'ar-
suo castello d' Ehreubreilsleiu, ed ebbe civescovo di mostrare alla diela la Tona-
tomba nella cattedrale. Lodato per giu- rti incon.siili le di Gesù Cristo avea richia-
stizia e liberalità, ebbe ingrati ne'bene- mati a Treveri, vi cagionò la peste e fe-
fìcati o malcontenti in quelli che noi fu- ce che l'assemblea fosse trasferita a Co-

rono. Lasciò molti debiti, cagionati dalla Ionia neh' agosto. Alla diela tenuta ili
sua naturale beneficenza, dalle gì a vi spe- Franclort a'28 giugno i 5 19 per l'elezio-
se per la guerra contro Bopparl, e dalla ne del nuovo imperatore Carlo V, a fa-
sua inclinazione per l'alchimia; oltre lo vore del suo rivale Francesco re di Fran- 1

speso ne'restauri e ricostruzioni ne'tein- cia l'arcivescovo tenne un discorso infrut-


pli,ne'palazzi e nelle fortificazioni dell'e- tuoso. Nella diela celebrala a W01 nis il

lettorato. Egli fu il i.Mie nelle sue lette- 6 gennaio 5 2 1 1, in cui si tra Ito de'nasce li-
le assunse il titolo di Elettore, sebbene ti errori di Lutero, l'arcivescovo condus-
gl'ini pera tori lo avessero dato anche pri- se seco Giovanni d'Eck o Eckiussuo uf-
niii di lui agli arcivescovi di Treveri. Ja- ficiale, che arringò contro l'eresiarca con-
copo 111 venne scello a succedergli da una futando tulle le sue sottigliezze, senea pe-
parte del capitolo, menile, l'altra col de- rò vincerne l'ostinazione. Neh 52?. Fran-
cano eleggeva Giorgio de' conti Palatini cesco di Sickingen gentiluomo del Pala-
del Beno e prepoti o ili Magonza. La dio- linaio, ardente luterano, dopo aver mes-
cesi pure si divise lia'due rivali, ma la s. so a ferro e fuoco diverse provincie del-
beati anche a istanza di Massimiliano 1 si l'impero, cullò nel paese di Treveri, ne
dichiarò per Jacopo 111. onde Giorgio si devastò le campagne, prese parecchie cit-

diinisesponlaneamenle. L'arcivescovo ri- tà e strinse d'assedio la capitale. L'arcive-


volse tutta la sua applicazione al benespi- scovo gli pose a fronte le proprie genti ca-
i iluale e temporale eli sua chiesa; e quan- pitanale ila Gerlac d'Isemburgo, a cui
do .si sperava che l'avi ebbe ristabilita nel vennero poi in aiuto, e guidale da' loro
fcuo primo splendore, fu collo dalla mor- sovrani, quelle d'Assia e dell'elettore Pa-
te nel i5i in Bologna, ove l'atea spedi-
i latino. Sickingen levò vergognosamente
lo Massimiliano I, per pacificare citta- i l'assedio, dopo aver saccheggialo e incen-
dini col senato, l'orlalo il suo cadavere u dialo l'abbazia di s. Massimiuet insegui-
Ciihlcnlz.fuhcpo Ilo nella chiesa dis. Fio- to da' collegali, nel i/)23 \u assediarono
rili' . bell'assenza dell'arcivescovo di Ma- nella sua principale forte/za diLandstubl,
gonzo, amministrò la cancelleria dell'ini ove fei ilo ne morì poi. L'arcivescovo Rie-
TUE TRE 3 >

>47 medesimo
/
cardo colla preda riportata in questa guer- Ne! 1 fu scelto a succes-
ra, eresse il castello d'IIermanstein ri OS sore Giovanni IV d'Jembtirgo-Grensau
petto a Coblentz. Nel i5ì5 soccorse' l'è- arcidiacono di Treveri, restando coll'or-
lettore Palatino e il landgravio d' Assia dine diaconale di cui era insignito. Nel
contro gli eretici anabattisti, che devasia- i54«S successe per coadiutori» all'abba-
vano i loro stati; e nel i 53 i contribuì in zia dis. Massimino, che resse con cura

Colonia col suo volo all'elezione di Fer- paterna nello spirituale e nel tempora-
dinando I re de'romani, nel ritorno mo- le, difendendola dagli eretici, avidi sem-
rendo a Willlieb, piccola città della dio- pre d'invadere i beni ecclesiastici. Inter-
cesi, non senza sospetto di veleno, cada- il venne nel i 55o alla dieta d'Augusta, ove
vere venendo trasferito alla cattedrale. A si trattò de'nvezzi per ripigliare le inter-
rara prudenza e non comune facondia, rotte sessioni del conciliodi Trento, e vi

Riccardo congiunse grande amore per la si recò neh vii coll'arci vescovo di Ma-
religione e pel pubblico bene, e con tali gonza il 1. "settembre.il posto • re si collo-
prerogative egli si distinse nelle molte die- carono quali elettori, fu immediatamen-
te tenute a'suoi tempi. Unanimementefu te vicino al legalo ed a'suoi colleghi;colla
eletto a successoreGiovanni III diMetzen- medesima distinzione si trattò pure l'ar-

hausen preposto di Treveri, in ricompen- ci vescovo diColonia sopraggiunto più tar-


sa de' servigi da lui resi alla sua chiesa, di. Mentre essi ivi si occupavano degli af
avendole fatti confermare nel 5 6 tutti i i fari della Chiesa, l'elettore di Sassonia,
i suoi privilegi da Leone X quale amba- caldo luterano, riaccendeva la guerra in

sciatore di Massimiliano I. Si collegò col- Germania; per cui i 3 arcivescovi avver-


l'elettore di Magonza, col l'elettore Pala- titi che le provincie vicine al Beno era •

tino, col landgravio d'Assia e col duca di no da lui minacciate, ritornarono ue'pro
Lorena. Nel i534 soccorse il vescovo di pri stali per vegliarne alla sicurezza. In-
RI mister contro gli anabattisti ch'eremi vano Carlo V gli esorlò a rimanere; eGio
impadroniti della città, la quale fu loro vanni IV, la cui salute andavasi alteran-
tolta, i vincitori mettendo a brani con te- do, più frettoloso degli altri usci da Tren-
naglie roventi il condottiero e fanatico to a'i 4 marzo 552. Giunto 1 alla diocesi,
Giovanni di Leyde. L'arcivescovo tornan- tosto fu liberato dalla paura dell'elettore
do nel i 54o dalla dieta d'Ilaguenaa, tenu- di Sassonia pacificatosi coll'imperatore.
tasi da Ferdinando I intorno a varie con- Però un nuovo nemico insorse neh' ere-
troversie religiose, mancò a' vivi nel ca- tico marchese di Brandeburgo Alberto,
stello di Daensteim. Il successoreGio. Lui- che spalleggiato da' francesi si gettò sulle
gi di Ilagen preposto di Treveri, moiì nel terre di Magonza, e poi su quelle di Tre-
1 547 senza aver neppure ricevuto l'oidi- veri. presentandosi avanti la capitale a'
nesacerdotale.Nondiroeno ebbe moltoze- 28 agosto. Non potendosi resistergli e in
lo contro nuovi sellarli, e chiamò da Pa-
i assenza dell'arcivescovo, gli vennero spa-

rigi Bartolomeo Latomo professore d'elo- lancale le porle, edmarchese forman-


il

quenza, perchè ne combattesse 1' eresie, done la sua piazza d'armi cominciò a im-
incarico disimpegnato con assai buon suc- porre contribuzioni a lutti i luoghi de'
cesso. Pubblicò un regolamento per la ri- contorni. Nell'avvicinarsi l'armata impe-
forma de'costumi del clero; seguì le par- riale, si disponeva a ritirarsi, dopo aver
ti di Carlo V contro i francesi, e riunì al appiccato il fuoco alla citlà; n)a l'arcive-
suo vescovato la terra di Montreal già di- scovo si riscattò da questo flagello con una
pendente dalla chiesa di Treveri, dopo somma considerevole. Ria in ontaallo stes-
la morte dell' ultimo conte di Virne- so trattalo, perfidamente il marchese in-
burgo. cendiò nel partire la chiesa di s. Paoli-
36 T RE TllE
no e Massimino. L' ìmpe-
l'abbazia di s. berta religiosa; egli tuttavia entrò nella
ralore non potè perdonare a'treviresi di città senza sottostare a questa riprovevole
aver aperto le porte al suo nemico, sen- condizione. Ma poco dopo , l' insolenza
za fare fertili caso de'piccoli soccorsi che d' una parte de' cittadini lo costi inse ad
loro avea spediti; sicché le sue truppe lo uscirne di nuovo. Egli però non rimase
vendicarono dell'affronto colla condotta ozioso nel suo esilio, ma risoluto di do-
tenuta uel passare per lo stato di Treveri, mare i ribelli s'insignorì di lutti gli aditi

aflìne di recarsi all'assedio di Metz. Es- che mettevano a Treveri per terra e per
sendo Carlo V rimasto vinto dinanzi a acqua, aflìne d' impedire che vi entras-
quella fortezza con notevole perdita, una sero vettovaglie. Allora la carestia ria-
parte degli avanzi di sua armata venne nimò il coraggio de' cattolici, quali ve- i

a rifarsi sopra Treveri, ove per difetto di dendosi in maggior numero, s'impadro-
paghe si sollevò contro i capi e tutta la nirono dell'arsenale e delle chiavi del-
città misesossopra. Malato Giovanni IV la città; indi scagliatisi contro gli autori

di languore, neh 555 si elesse a coadiu- della sedizione, li rinchiusero nelle car-
tore Giovanni V della Pierre o Von-Der- ceri sotto la guardia del corpo de'botl.ai.

Leyen, e morì nel 556 aMontabaur,don-


1 Ciò fatto richiamarono l'arcivescovo, che
de il corpo fu portato a s. Fiorino di Co- rientrato nella città condannò al bando
blents, venendo solennemente inaugurato la plebaglia ribelle. Fu aperto in seguito
il successore in Treveri. Ottenne da Carlo il processo a'principali rivoltosi, ina attesa
V che richiamasse la guarnigione che vi la mediazione del duca di Due Fonti, che
teneva dal 553, e nel 558 si recò in feb-
i i loro avea spediti alcuni soccorsi sul co-
braio a Francforl per sanzionare la di lui minciar della sollevazione.deH'eletloi Pa-
abdicazione all'impero, in favore del fra- latino e del landgravio d'Assia, non che
telloFerdinando 1, passando nel seguen- d' altri principi protestanti, si contentò
teanno alla dieta d'Augusta, ch'ebbe fi- Giovanni V di cacciarli come gli altri

ne nell'agosto. Durante la di lui assenza dalla città, e per tal modo la pace fu in
avvenne che il senato di Treveri, senza Treveri ristabilita verso il fine del i 55g.
consultare il rettore dell'università, per- In Magonza nel 1846 fu stampato: Ga-
mettesse al giovine trcvirese Gaspare O- spare Oleviano o il Calvinismo in Tre-
leviano d'aprire una scuola di dialettica. veri nell'anno i55c), Memorie da ser-
Oleviano, che avea percorsa una parte de' vire alla storia della riforma in Ale'
suoi studi a Parigi e l'altra aGinevra sotto magna di J. Marx prof, nel seminario
professori calvinisti, essendosi imbevuto vescovile di Treveri. !Neli56o l'arcive-
delle loro ereticali dottrine, le insinuò nel- scovo chiamò in Treveri i gesuiti per ri-

le sue lezioni, e le predicò eziandio aper- stabilirvi gli sludi, e raffermarvi le sane
tamente il giorno di s. Lorenzo in un di- dottrine. Milenendosi Coblentz per città
scorso accademico, cui avea invitato l'in- imperiale, licusò d'ubbidire a Giovanni
tera città.Questo discorso, ed altri che V, che perciò si trovò costretto ad asse-
in seguito pronunciò il nuovo settario, gli diarla nel i56i: i cittadini incalzati do-
formarono un gran numero di proseliti, vunque e spogli di qualsiasi soccorso, do-
alla testa de'quali si IrovòGiovanniSleuss, vettero sottomettersi all'arcivescovo, che
uno de'borgoujastri in carica. L'arcive- li trattò con dolcezza. Nel 566 un nuo- 1

scovo dunque al suo ritorno trovò la ca- vo tentali vodi Treveri per sottrarsi al do-
pitale divisa in due ftttiofti fortemente ac- minio dell 'arcivescovo,^ domato co' mez-
cese l'unn contro l'altra in fatto di reli- zi della carestia. Morì l'arcivescovo inCo-
gione. Erusi già preso il partito di non ri- blentz nel 1 567 e fu sepolto nella chiesa ili

ceverlo, se primi» uou concedeva la li- s.l'lurino.Trovandosi i canonici nelcaslel-


TRE TRE 37
lo di Witllich, per nuova sollevazione de" Colonia, per pacificare le turbolenze in-

treviresi,elesseroil loro decano Jacopo III sorte ne'Paesi Bassi. Finalmente Rodolfo
di Ellz. La città di T reveri però non volle 1 1 con decreto de' 8 marzo 1 1 58o pose ter-

accogliere il nuovo pastore,che sotto cer- mine alla controversia dell'arcivescovo e

te condizioni, le quali derogavano alla sua de'cittadini, con vantaggio deli. , a cui
autorità temporale. Egli fu quindi co- l'utile e il diretto dominio di Treveri fu
stretto ad assediarla nella primavera del confermato,insiemecon tutti i diritti spet-

l 568, ma non amando prenderla d'assal- tanti alla sovranità. Jacopo III cb'erasi
to, si limitò d'intercettarne i viveri. Essen- ritirato a Wittlich, accolse l'ambasceria
dosi però 1' imperatore Massimiliano II della sua capitale, che assicurandolo della
offerto qual mediatore, l'arcivescovo e i propria sommissione l'invitò a ritornarvi;
cittadini convennero di riportarsi al giu- ed egli a'2 \ maggio entrò trionfante in
dizio del consiglio imperiale intorno alle Treveri, ove cacciato via il senato, e fat-
rispettive loro pretensioni. L'arcivesco- tosi prestare il giuramento di fedeltà da
vo fece quindi il suo ingresso a Tre veri il tutto il popolo, in mezzo alla pubblica
1 5 agosto. Egli poi ottenne nel 570 dal- i piazza creò i nuovi magistrati. Lodalo pel
la camera imperiale Spira un decreto di suo zelo nella riforma de' costumi e pel
provvisorio contro l'abbazia di s. Massi- suoattaccamenloa ogni dovere,dopo aver
mino, la quale si pretendeva immediata- dato alla sua chiesa un martirologio e il
mente soggetta all'alto dominio dell'im- nuovo rituale chiamato dgerirla, movi nel
pero, ma questo giudizio non pose ter- i 58 (. In questo gli successe Giovanni VI
mine alla contesa. A' i<) aprile con suo di Schoenfemberg o Schoenberg d'Har-
diploma eresse il collegio de' gesuiti iu telsteiu, preposto di Treveri, governato-
Traveri. Portatosi alla dieta di Spira, l'im- re della città e rettore dell'università. Fu
peratore l'incaricò d'accompagnare la fi- consagrato nella dieta d'Augusta dal car-
glia Elisabetta a Meziers, per consegnar- dinal Madrucci legato; e ricevè le rega-
la allo sposo Carlo IX re di Francia. Nel lie dall'imperatore, che in segno della sua
1571 scorgendo i tre vi resi d'esser con- investitura gli pose in mano una spada.

dannati dal tribunale imperiale riguar- A\ suo ritorno si adoperò, benché inu-
do alla controversia coll'arcivescovo, in- tilmente, a ricondurre l'infelice apostata
vocarono il 1

loro compromesso e do- Gebardo Trucbses arcivescovo di Colo-
maudarouo a loro giudici il collegio elet- nia alla fede cattolica , e dopo la senten-
torale con altri principi; però la domati- za di destituzione di Gregorio XIII, in-
da fu rigettata. Jacopo vedendo le vio- 1 1 1 dusse il capitolo di Colonia a sostituirgli

lenze ebe si usavano a' suoi aderenti, a' Ernesto di Baviera vescovo di Liegi. E-
22 dicembre allontanò da Treveri i ca- manò un editto per l'accettazione del ca-
nonici della cattedrale, per metterli in sal- lendario Gregoriano; nell584si adope-
vo dagl'insulti de' rivoltosi. Mei 572 con- 1 rò col duca di Sassonia ad estinguere le
lèrì l' investitura delle regalie a Mattia turbolenze ebe l'amore di novità avea
nuovo abbate di s. Massimino, ricevendo eccitate iu Aquisgrana; eneliogi pub-
il giuramento di fedeltà. L' arcivescovo blicò un regolamento sul modo di pro-
nel 1 5j5 ottenne da Massimiliano II l'u- cedere contro maghi i e gli ammaliatoli,
nione in perpetuo, già dal Papa eseguita, poiché la sterilità che da più anni afflig-
dell'abbazia di l'unni all'arcivescovato di geva il paese avea fatto credere al popolo
Treveri, riunione poi confermata da Gre- qualche sortilegio. Pie-
esser l'effetto di
gorio XIII nel «579; nel quale anno fu nodi tal pregiudizio chiese tumultuaria-
fra'4 commissari deputati dall'imperato- mente e con clamori, che si ricercassero
re Rodolfo II ad assistere al congresso di imaghi e gli ammaliatoli, e venissero dati
38 TRE T R E
alle fiamme; allora successero inquisizio- lingue, e governò saggiamente la propria
ni e confische, accusatori e carnefici che diocesi. Gli fu surrogato Filippo Cristo-
trascinavano dinanzi u'tribunali persone foro di Soteren o Soeltereu, d'antica fa-

d'ambo sessi, quali colpevoli di magia,


i miglia trevitese, già preposto della me-
e ioghi accesi per incenerire queste vit- tropolitana e allora vescovo di Spira, di
liineLleli'odio,deH'aviirizia e della super- piccolo e brutto corpo, con fisonomia te-
stizione, fochi scamparono il supplizio, tra e minaccevole; al sentirne l'elezione
ne si risparmiarono le persone più rag- l'arcivescovo di Colonia, disse al deputato
guardevoli di Treveri; il pretore, 2 con- di Treveri: Voi avete scelto un uomo pe-
soli, 2 scabini e vari senatori furono in- ricoloso e per voi e per l'impero ! Con bol-
viluppati in questo disastro, il quale noti la d'Urbano Vili ottenne l'amministra-
fini che col freno del regolamento arci- zione dell' abbazia di s. Massi mino, con

vescovile. Dopoa ver emanato disposizio- danno dell'eletto dal capitolo, che difeso
ni per incoraggiare lo scavo de' metalli dall' imperatore e dagli spagnuoli dovè

d'ogni specie, che trovavansi uelle mon- rinunciar ueliGiS, e nondimeno l'arci-
tagne della diocesi, morì Giovanni VI nel vescovo ne conservò il possesso. Gliavea-
i 599 in Cobleutz, assai lodalo per pietà, no gli stati decretato per dono 1 00,000
prudenza, dolcezza e modestia. Gli suc- fiorini d'oro, ma non contento gl'impose
cesse Lotario di Mettermeli nipotedi Gio- tributi per costruire un forte presso l'im-
vanni V, e canonico teologo di Treveri. boccatura della Mosella, per compiere il

Nel 1609 essendosi 3 elettori ecclesia- i palazzo arcivescovile di Treveri comin-


stici radunati in Coblentz, ivi formaro- ciato dal predecessore, e per far leve di
no una lega contro i protestanti, alla cui truppe indipendentemente da quelle del
testa da e»si fu posto il duca di Baviera. la lega cattolica, per porre in salvo il pae-
Questa venne tonto assodata coll'appi-o- se dall'incursioni de'francesi esvedesi. Es-
vazione pontificia di Paolo V e dell'impe sendosi gli stali di Treveri opposti a tale
latore Rodolfo il, ecoll'adesione di qua- esazione, il prelato, dopo che furono sciol-

si lutti i vescovi dell'impero. Lotario nel ti, ne fece imprigionare capi, e 1 li costi in-
1610 intervenne all'assemblea di Colo- se a desistere dalla loro opposizione. Il ca-
nia, per dar termine alia controversia (Va' pitolo rnetropolitanoallora reclamò i pro-
diversi aspiranti alla successione di Gio. pri diritti violati dall'elettore, per impor-
Guglielmo, ultimo duca di Juliers e di re tributi senza il suo consenso. Per ope-
Gleves.seuza successo. Nel 1612 recatosi a rare una diversione, l'arcivescovo accusò
Francfort per l'elezione del nuovo impe- come rei di peculato i due fratelli Met-
ratore, contribuì a collocare l'arciduca termeli, Carlo arcidiacono ed Emmerico
Mattia sul trono imperiale, e lo incoronò teologo, che aveauo amministrato le fi-
insiemecoll'arci vescovo di Magonza. Tor- nanze sotto il governo dello zio Lotario.
natone! 6 Hdalla dieta diPiatisbona fon-
f 1 Nel 1627 gli slati provinciali fecero rimo-
dò un convento di cappuccini a Treveri; stranze sul riparti manto dell'imposte, e ri-

nel 16 19 concorse all'elezione di Ferdi- cusando l'arcivescovo di far loro giustizia,


nando II imperatore; neh 622 fece leva appellarono all'imperatore; egli però tro-
di truppa per tutelare il suo paese, contro vò il modo d'indurre ciascuna città a ri-
la lega de' protestanti, che pretendevano vocar l'appello,tranne Treveri. Nel 629 1

insignorirsi delle rive della Mosella e del chiamò a se alcune truppe della lega cat-
Beno; e morì inTreveri nel 162 3, venendo tolica, per ricondurre alla sua volontà i

il corpo sepolte» nella cattedrale, e il cuo- treviresi ; ma avendo questi invocato il

re nella chiesa de'gesuili che tanto amò soccorso degli spaglinoli, che occupava
e stimò. Eruditissimo, conosceva varie no il Luxemburgo, consegnarono ad ess.
TRE t a e 39
la ci! là , cacciando le truppe della kg». leggere i beneficiati vacanti, nonostante
Nel 1 63o Filippo, come il solo fi a'3 elei- l'opposizione del nunzio pontifìcio Ca-
tori ecclesiastici che avesse l'ordine sacer- raffa. L'arcivescovo imprese a scegliersi
dotale , coronò f imperatrice Eleonora per coadiutore il celebre cardinal [iiclie-
moglie di Ferdinando 11. Sempre in di- lieui." ministro di Francia, ma i canonici
scordia col capitolo, nel i 63 stabiliva li-
t alto reclamarouoe tutti principi dell'im- i

na visita aOiiie di ridurlo al dovere per pero si unirono a loro. Insignoritisi poi

le vie canoniche, ma i fratelli Mettermeli gli spaglinoli per sorpresa di Treveri a'
e i loro partigiani contro questa proces- 16 marzo 635, 1 l'arcivescovo venne ar-
sila appellarono al Papa e all'impera- restato nel proprio letto, e condotto pri-
tore; e il prelato li colpì invece colla sco- gione a Tervuren presso Brusselles, dopo
munica. Intanto i due elettori di Colo- aver veduto suoi mobili più preziosi pre-
i

nia e di Baviera, nominati già dall'im- da de'soldati; nuli fu trasportato ad An-


peratore (piali giudici arbitri delle con- versa e poi a Linlz. Il capitolo nominò il

testazioni dell'arcivescovo contro i suoi preposto, il decano e l'aucidiacono Met-


sudditi, pronunciarono il giudizio,diclùa- termeli, che avea fatto arrestar l'arcive-
rando ingiusto e vessatorio il modo sta- scovo, governatori dell'elettorato duran-
bilito sull'esazione delle nuove imposte; te la sua cattività. Nella dieta di Ratisbo-
egli però non cessò dall'esigerle con me- na, Ferdinando li nel 1 636, sebbene as-
no rigore. I progressi del redi Svezia ver- senti gli elettori ili Treveri e Palatino ,

so il Reno, dierono a Filippo il pretesto dagli altri 5 fece eleggere re de' romani
d'implorare la protezione di Francia, per il figlio Ferdinando III: il capitolo di Tre-
porre il paese in salvo dalle loro incur- veri vi avea deputato 3 de'suoi membri,
sioni, e consegnò a' francesi nel i632 il che rappresentassero il suo elettore, ma
castello d'Ehrenbreilsteiu. 11 capitolo ac- furono perchè la cosa non avea
rigettali,
cusò l'elettore di tradimento verso l'im- esempio. A'7 giugno 1637 gl'imperiali,
pero, e pregò il Papa a spogliarlo del go- dopo lungo assedio, costrinsero francesi i

verno temporale e di affidarne a lui l'ani» a sgombrare il castello d'Ehrenbreitstein,


miuistrazione; ina Urbano Vili approvò unica piazza che loro restava nell' elet-

l'operato dell'arcivescovo. Intanto glisve- torato. Urbano Vili si adoperò alla libe-
desi penetratine! paese di T reveri, si riu- razione dell'arcivescovo, e dietro le que-
nirono a'francesi; e l'arcivescovo levan- rele che mosse al nuovo imperatore Fer-
dosi la maschera, a'?, luglio consegnò lo- dinando III, perchè tratteneva in carce-
ro Coblentz. Indi si fece ad esigere nuovi re un [irei. ito iiuaiediulaniente soggetto
mantenimento di queste genti,
sussidii pel alla s. Sede, questo principe Io fece con-
non ponendo differenza tra cittadini e cle- durre in Vienna per esservi custodito dal
ro; e gli esattori colle vessazioni ridusse- legato pontificia come principe ecclesia-
ro deserti molle chiese e monasteri. Nel- stico^ come elettore prigione del capo del-
l'agosto il maresciallo d'Estrees co' suoi l' impero. Nel 1 64 1 1 arcivescovo, dopo
francesi a'20 obbligòTreveri a capitolare, molti inutili tentativi per la propria li-

ed u licenziare la guarnigione spagnuola. berazione, scomunicò gli amministratoli


JNeli633 il capitolo si ritirò nel Luxem- dell'elettorato, quali usurpatori di sua
burgo, ma l'arcivescovo avendolo citato autorità, mentre gli serbavano ogni ri-
a ritornare, molli de'suoi membri ubbidi- guardo, e dal carcere gli facevano dispor-
aliti spogliò de'benefizi. Le
rono, e gli ar- re di tutte le cariche e benefizi che ri-
mi imperiali frattanto riacquistarono nel manevano vacanti; e trovandosi signo-
1 634 la superiorità, e l'elettore lungi dal- reggiati dagli spaglinoli, dovendo aggra-
lo sgomentarsi, costrinse il capitolo ad e- vare il paese con tributi, perciò il clero
4o TRE TRE
si sollevò contro di essi, e richiese il ri- fine i francesi, detestando la sua ostina-

torno dell'arcivescovo, ovvero un coa- zione si ritirarono, lasciando a' principi


diutore. Finalmente nel i645 nelle con- dell'impero la cura di por fine alle di-
ferenze ili Munsler per la pace, i pleni- scordie che passavano fra lui e il capito-
potenziari francesi esigerono la libertà Io. A questa operazione nel 1 65 1 la die-
dell'elettore di Tre veri, e perciò gli fu re- ta di Norimberga destinò gli elettori di
stituita sul finir d'aprile Portatosi prima Colonia e di Magonzacol vescovo di Bam-
alla dieta di Francfort e poi a Coblentz, berga. A' 3 aprile essi pronunziarono il
i

ricevè ambascerie di Treveri, per invitar- loro giudizio, con ristabilire nelle prime
lo a tornare, ed egli l'effettuò da vinci- cariche e benefìzi i canonici e le altre per-
tore alla testa de'fVancesi del visconte di sone destituite dall'elettore; moderarono
Tnrenna, e ad essi ne affidò la custodia, la sua autorità, e gì 'impedirono stabilir
dopo aver licenziata la guarnigione spa- nuove imposte senza il consenso degli
glinola die l'occupava. Determinato di stati. Pubblicatasi questa pace, fu ristabi-
vendicarsi de'suoi nemici, innalzò 3 forti lita la tranquillila nell'elettorato di Tre-
alle 3 estremità di Treveri aitine di te- veri,restando eletto coadiutore Carlo Ga-
nerla in soggezione. Indi perseguitò qua' spara di Leyen o della l'iene già gover-
del capitolo che riguardava autori di sue natore, confermato dal Papa e dall'im-
disgrazie, nelnuovo tribunale da lui isti- peratore. Di che l'elettore n'ebbe tanto
tuito, e nel 646 li scomunicò e privò de'
1 dispetto, ebe formò il disegno di sottrar-
benefìzi, mentre erausi rifugiali in Co- re l'elettorato all'impero ed'assoggettar-
lonia. Nel 164^ poco soddisfatto di ciò lo alla Francia. I canonici perciò doman-
ch'erosi disposto sul conto suo nelle con- darono la sua destituzione alla dieta di
ferenze di Munsler, accusò i suoi pleni- Norimberga, ed era voto de'3 collegi che
potenziari d'aver tradito il dover loro^ e si effettuasse; ma il deputalo dell'eletto-
li castigò colla pi 'inazione delle loro ca- re di Magonza vi si oppose, dicendo che
1 iche; e similmente trattò i suoi ufficiali. la destituzione d'un elettore spettava al
.Nei vedendo di non riuscire a farsi
1 6/\x) collegio elettorale. Finalmente il turbo-
eleggere un coadiutore francese, scelse lentissimo arcivescovo morì a'7 febbraio
Filippo Luigi barone di Reilfemberg, che 1 65^, d'85 anni, dopo aver eretto il ca-
avea fatto preposto; seguì l'elezione col stello di Philippeval, presso la foce della
solo voto dello slesso candidalo e d' un Mosclla, elafamosa piazza di Philipsbur-
altro capitolare. 11 capitolo ed i canoni- go all'imboccatura della Salita nel Re-
ci allora compresero die mal sarebbe an- no, del suo vescovato di Spira die avea
data per essi se non si assicuravano della ritenuto e governato 4^ anni. 11 nuovo
persona dell'arcivescovo, e non gli to- arcivescovo fu sollecito di curare la rie-

gliessero l'appoggio de'fraucesi. Quindi dificazione o l'istauro degli edilizi della


due canonici Carlo Gaspare della Pierre città, distrutti o danneggiali in laute de-
e Evrardo di Cratz, uomini d'ingegno e plorabili vicende. Sebbene dopo la guer-
pieni d'espedienti, avendo fallo leva di ra de'3o anni la tranquillità fosse stata
truppe, le condussero a Treveri e costrin- restituita alla Germania mercè la pace
sero i francesi a sgombrar la piazza a* o 1 di Munstero fi estphalia, tuttavia con-
giugno. Allora l'arcivescovo trincieratosi tinuando le ostilità tra Francia e Spagna,
pel suo palazzo, chiamò a se nuove gen- le proviucie di qua dal Reno mollo sol*
ti di Francia; 1 canonici dal Iato loro ot- frendo |iel passaggio di loro truppe e quai

tennero quelle del duca di Lorena. Fu lieri d'iuveiuo, l'elettore per difendersi
inno proposte al prclito alcune vie di ri- da tali vessazioni neh 654 si collegò con
conciliazione, che vennero rigettale ; io qucllu di Magonza, col vescovo di IVJun
T R E T R R 4 r

sler e col conte palatino eli Neuburgo, il rimino, già rispettata da' barbari e spesso
che nel iG58
die luogo all' alleanza più anche da' furibondi ugonotti nelle loro
estesa delReno. Nel precedente anno l'ar- incursioni, la collegiata di s. Paolino, non
civescovo ottenne dalla Francia che non che altre chiese de'sobborghi furono ab-
fosse impedito l'esercizio del proprio di- battute, non meno che molti villaggi e

ritto metropolitico su Metz, Toul e Ver- casellicampagna. Queste precauzioni for-


dun, purché dalla Spagna facesse mimi- se dettate dal maresciallo diTurenna,non

le di salvocondolto que'che si recavano impedirono che Treveri due anni dopo


per le appellazioni delle cause di giuris- cadesse in potere degl'imperiali, coman-
dizione ecclesiastica al tribunale metro- dati da 'uri nei pi di Luneburgo-Zell. Rien-
politano di Treveri. Nel 1661 l'arcive- trato l'arcivescovo in città, istituì un'an-
scovo concluse un trattato con Francia nua processione all'abbazia di s. Mattia
per demolir il che
castello di Moutclair, nella festa della Natività della B. Vergi-
il re avea per metà acquistalo dal duca ne, in di grazie a Dio, e mo-
rendimento
di Lorena, e per esercitare la sua dioce- rì 1676. Gli successe il suo
nel seguente
sana giurisdizione sulle terre del Luxem- nipote e coadiutore Gio. Ugo d'Orsbeck
burghese e altre vicine che di nuovo era- di Juliers, vescovo di Spira, sede die ri-

no stale riunite al regno. Indi stabilì il tenne. Il maresciallo di Crequy che nel
modo d'esercitare la giurisdizione eccle- 1675 era sialo fatto prigioniere in Tre-
neilecoutee diWirueniburgo.Nel
siastica veri, ripresa neh 68 1 la città, e mentre
1667 Ferdinando barone di Buchollz assediava Luxcniburgo nel 1 684 la fece
dispose che la sua baronia d'Orey servis- smantellare, e tagliar ponte di Contar* 1)

se per la fondazione in Treveri d'un col- bruck, ov'era rimasto sconfìtto, per im-
legio di nobili ecclesiastici ; e nel 1669 pedire agli spngnuoli e olandesi di reca-
l'abbate e il capitolo di s. Massimino rico- re soccorsi alla piazza. Nel 1690 l'arci-

nobbero l'autorità civile del consiglio au- vescovo emanò un editto contro i chie-
lico dell'elettorato, l'abbate presiedendo rici concubinari, ingiungendo loro il ce-

in qualità di primate gli stati ecclesiasti- libeto giusta il decreto rinnovato nel con-
ci dello stesso elettorato. L'arcivescovo cilio di Trento, sotto pena di privazione
nel 1 6y3 fondò 1suo semina-
"ì posti nel de'benefizi, e d'allontanar le donne so-
rio diretto da'gesuili, e vide con mera- spette dalle loro case. Nel 169?. si unì agli
viglia nell'agosto assalita Treveri da'fran- elettori di Colonia e Palatini per opporsi
cesi in guerra cogli olandesi, essendo loro all'elezione d' un nuovo elettorato; nel
necessaria per entrare sulle terre della re- 1702 si alleò con l'Inghilterra e l'Olan-
pubblica d' Olanda, e convenne capito- da contro Francia, e morì nel 1711 dopo
lare col conte di Rocheforte l'8 settem- aver veduto nel precedente nuovamente
bre. Il conte di Vignori creato governa- invasa da'francesi Treveri, per cui il ca-
tore della piazza, le cambiò tostamente pitolo metropolitano passò a Coblentz.
l'aspetto coli' immense opere che vi fe- Venne succeduto dal coadiutore Carlo di
ce erigere per porla in salvo dalle olle- Lorena figlio del duca Carlo V, che nel
se nemiche e da' tradimenti de' cittadi- 1
7 1
4 potè rientrare nella sua capitale, re-
ni, con mezzi che ne rese odiosa la me- stituitagli in forza della pace di Rasladt.
moria. Tutti gli abitanti della città e del- In tale anno Papa Clemente XI esortò
la campagna furono forzali a contribuir- vivamente l'imperatore, perchè si oppo-
vi con rigore, onde molti emigrarono. nesse agli eretici, quali macchinavano i

Tulli gli edilizi prossimi alla città furo- di bandire dal principato d'Adamar l'or-

no distrutti, senza distinzione di sagro o dinaria giurisdizione dell'arcivescovo di


di pioiuuo. La celebre abbazia di s. Mas- TreveiijC insieme il culto cattolico. Mov-
4i T R E TRE
to nel 1713 Carlo Vienna, nel 1716 in di Baniberga e di Wurlzburgo, fu ordi-
gli fu surrogalo Francesco Luigi figlio nato sacerdote e vescovo; venendo fatto
dell' elettore Palatino di Neuburgo, già anche vescovo di Worms nel 1732. Il re
vescovo diWratisIavia e di Worms, gran di Francia avendo nel i y 33 intimata

maestro dell'ordine Teutonico e coadiu- guerra all'imperatore, una parte del pe-
tore dell'elettore di M.igonza. Papa Cle- so di essa cadde sopra l'elettorato di Tre-
mente XI confermò l'elezione e gli ac- veri, che fu posto a gravissime contribu-
cordò la chiesta dispensa di conservare gli zioni da' francesi per due anni. Intanto
19 il Papa
altri suoi benefizi. Indi nel 17 ritornato al grembo della religione cat-
gli raccomandò di persuadere il fratello tolica Maurizio Adolfo, ultimo rampollo
Carlo elettore Palatino, a cui pure avea maschile della linea ducale di Sassonia-
scrino, di far restituire acattolici la chie- Zeitz, per la sua straordinaria vocazione
sa principale d'Heidelberga, e non per- allo stato ecclesiastico, posponendo ogni
mettere in verno modo, che fosse osser- terreno splendore, neh 730 fu consagra-
valo il Precesso di religione per l'inferio- to vescovo di Farsaglia in partibus, indi
re Palalinalo pubblicato nel 1
7o5dall'al- vescovo di Ronigsgratz, poi di Leime-
tro frateilo Gio. Guglielmo, e dalla sua ritz nel 1732, e poco dopo fu fitto am-
pontificia autorità condannato. Aggiunse ministratore dell'arcivescovato di Treve-
all'arcivescovo, che i trattati di Worms ri; avvenuta in questo esercizio la sua
e di Alt-Rastadt, nel 1
707 conclusi circa morte, lasciò fama di piissimo e di mo-
tale Recesso, non dovessero avere alcun dello perfetto de' vescovi. Nel (7 {.8 Be-
effetto nella sua diocesi. E siccome la chie- nedetto XIV dichiarò vescovo ìn< parti-

sa d'Heidelberga fu di fa Ito restituita a' bus di Miriofidi Gio. Nicola de Tfonlhciiii


Clemente XI impegnò l'impe-
cattolici, (V.) di Treveri, sulfrag meo del l'arcive-
ratore a proteggere medesimi e l'elet- i scovo di Schoenborn, che neh y 54 fece
tore Carlo, dalle vessazioni che loro mi- eleggere in proprio coadiutore Gio. Fi-
nacciavano i principi eretici. Nel 1721 l'ar- lippo di Lorena de' baroni di Walder-
ci vescovo ottenne dall'imperatore Carlo dorff;e per mortedell'arcivescovo gli suc-
VJ la conferma del privilegio illimitato cesse neh 7 56. Gio. Filippo nel 1 763 fu
de non appellando, comune a tulli gli eletto vescovo di Worms. In tale anno
elettori, ma negletto da'suoi antecessori, il sulfragaueo dTIouiheini soflo l'infeli-
che avea no consentito il privilegio slesso ce e fiuto nome ili Giustino Febrouio
fosse ristretto alla somma di soli 5oo fio- pubblicò la De stala
Mia pestifera opera:
Avendo un incendio neli7t7 con-
rini. praesenti Ecclesiae t pv\acipa\ mente con-
sumalo buona parte della metropolita- tro il Primato (/
x.) ilei sommo Pontefi-
na, si die la cura di restaurarla ; e pari- ce, condannato perciò da Papa Clemen-
menti si dedicò a rialzar le mura e le for- te XIII neh 764, il quale scrisse a'3 e-

tificazioni di Treveri, distrutte da'fran- lettori ecclesiastici perchè si opponessero

cesi. Nel 1729 Francesco Luigi si spogliò alla diffusione dell'empio libro che pose
della dignità arcivescovile di Treveri, per all'indice de'libri proibiti, contro il qua-
passare a'3marzo a quella di Magouza, le dottissime penne ne fecero trionfili con-
vacata per morte di Lotario Francesco futazioni. Morto nel 1768 l'arcivescovo
di Schoenborn. A'2 maggio venne scello WalderdoilFinCoblenlZjgli successe Cle-
a successore Francesco Giorgio de'conti mente Wenceslao di Sassonia, figlio di
di Schoenborn preposto di Treveri, teo- Augusto II re di Polonia ed elettore di
logo di Colonia, decano dì Spira, ec. Do- Sassonia, vescovo di Frisinga e di Rati
po aver ottenuto laconferma di sua ele- sbona, chiese che allora dimise; indi nel
zione dal fratello Federico Carlo vescovo 1 j6t) fatto vescovoammiuishatore d'Au-
TRE T il E 43
gusta, e nel 1781 principe e preposto ili va, nel 1785 istituì la nuova nunziatura
s. Vitod'Elwangen. A questo prelato Cle- di Monaco 7 la quale fu subito con-
(^ .),

mente XIII nel 1764 avea indirizzato il testata, principalmente dagli elettori di
breve di condanna dell'opera d' Hon- Magonza e di Colonia, e dall'arcivesco-
tlieim,confermata daClemente XI V. Per- vodi Salisburgo, quali ricorsero all'im-
i

tanto divenuto arcivescovo di Treveri, peratore Giuseppe li. Questi, innovatore


cercò di ricondurre al ietto sentiero ed delle cose religiose,subito soppresse la giu-
all'abiura de'suoi errori il suffìagaiieo, e risdizione delle nunziature di Germania,
compitamente l'ottenne nel 1778, rice- compresa quella di Colonia destinata pe'
vendola con religiosa gioia il Papa Pio 3 elettori ecclesiastici, e scrisse a questi
VI. Nel quale anno il Papa dichiarò ve- per animarli a conservarsi con tutto l'ini-

scovo d'Ascalona in partibus Gio. Ma- peguonelleloro pretese prerogalive,ch'e-


ria d'Herbain d'Argentina, altro sufTraga- gli pure avrebbe difeso ; avvisando 1' e-

neodeH'arcivescovo, continuando l'Hot»- lettore Palatino, che il nunzio presso la

theim ad esserlo lino alla morte. Pio Vi sua corte si dovesse riguardare come sem-
reduce da Vienna nel 1782, a' a maggio plice inviato del Papa e senza giurisdi-
partì da Monaco per Augusta, ricevuto zione, ma l'elettore volle invece che tut-
con ogni venerazione dall'elettore di Ba- ta l'esercitasse. Perciò i 3 elettori eccle-
viera. Vi si recò ad ossequiarlo l'arcive- siastici,massime quello di Colonia, risol-
scovo di Treveri, che celebrò pontificai- verono di non riconoscere nunzi apo- i

mente nella cattedrale alla loro presen- stolici, se non come semplici inviali del
r
za, del vescovo di Costanza mg. de Piodl, Papa e ministri della coi te di Uoma. Pe-
di altri vescovi e distinta nobiltà; indi nel- rò il nunzio di Colonia Pacca, con sua
la solenne benedizionecompartita dal Pa- circolare del 1 786 d'ordine di Pio VI, no-
pa al popolo dall'episcopio, l'arcivescovo tificò a'parrochi e prelati subalterni del-
di Treveri pubblicò la forinola della con- le diocesi de' 3 elettori ecclesiastici, che

cessa indulgenza plenaria. In compagnia avrebbe continuato ad esercitare la con-


dell'arcivescovo di Treveri, Pio VI a' 6 sueta giurisdizione, dichiarando nulle le
maggio passò a pernottare nel celebre dispense accordate da alcuni de'detti ar-
mouasterodi Fuessen,e nel seguente gior- civescovi in differenti gradi di parentela,
no separandosi dall'arcivescovo, con te- come non comprese nelle facoltà da loro
stimonianze di singolare stima ed alletto, ottenute dalla s. Sede, alla quale da tem-
proseguì il viaggio per Innsbruck. Nel po immemorabile i 3 elettori ecclesiasti-
1784 1' arcivescovo concluse colla parte ci solevano domandarle ogni 5 anni, me-
cattolica d'Augusta, ove teneva per suf- diante indulti quinquennali. Alla circo-
fraganeo Gio. Nepomucenode Ungelter lare protestarono gli elettori di Colonia
di Hochstad vescovo di Pella in partibus, Magonza, e di Treveri a'20 dicembre
e di
una convenzione perchè avessero termi- 1786, con proteste tutte piene di con-
ne le differenze intorno a'Iimiti di giuris- traddizioni, inclusi vanienle- a quella del-
diziouecivile ed ecclesiastica. Per ispirito l' arcivescovo di Treveri, per avere an-
di tolleranza abolì ad Augusta i sermo- teriormente dichiarato a' 18 gennaio, di
ni di controversiache talvolta, dicesi ,con- non voler accedere alle richieste de'col-
tenevano ingiurie contro i protestanti, leghi e dell' arcivescovo di Salisburgo,
non che soppresse nelle chiese della stes- contro la nunziatura di Monaco, per la
sa città parecchie ceremonie superstizio- sua singoiar divozione alla s. Sede, e poi
se e ridicole. Intanto Pio VI per secon- si unì con essi per affiggerla. Questo con-
dare premurosi desideni del duca Pa-
i tegno dell'arcivescovo di Treveri destò
latino Carlo Teodoro elettore di Baviz* maggiore sorpresa, imperocché non sola-
|4 TRE TRE
mente avea consolato Pio VI coll'avvi- riparare all'errore delle dispense che a-
sarlo della ritrattazione d'Hontheim, ina vea accordate; ed altrettanto praticò Pe-
nel 782 avea edificato il cattolico mon-
i leltore di Magonza, onde non restarono
do, con lettera pastorale, che tradotta in nella lega che gli arcivescovi di Colonia
tedesco e in francese fu pubblicata a Pa- e di Salisburgo. I torbidi del Brabanle,
rigi, ed e arricchita d'annota-
in italiano la morte del riformatore Giuseppe II, e
zioni da Francesco Serra, comparve in soprattutto la terribile rivoluzione fran-
Roma nel 1791 co' tipi del Cannelli. In cese, distrussero la lega d'Ems, e quelli
rpiesla pastorale dell'elettore di Treveri, che Paveano conclusa espiarono col de-
egli si espresse: » I nemici della Chiesa, predamento de'loro stati e perdita della
coperti della pelle di agnello, si riunisco- sovranità temporale, le ambiziose preten-
no per deprimere i suoi pastori, e per sor- sioni concepite con tanto ardore, a dan-
prendere la semplicità de' fedeli sotto il no della pace della Chiesa e de'diritli del
prelesto di riforma e di zelo. Fingendo suo augusto capo. Pio VI nel 70.4 dichia- 1

di voler correggere gli abusi (ahimè! sem- rò vescovo di Dioclezianopoli inpartibus


bra che voglia intendere i sovrani rifor- Michele Giuseppe de Pidoll di Treveri,
matori), essi fanno delle mine a' fonda- che P elettore Clemente avea nominato
menti della s. Sede, ch'è il centro dell'u- suo suffraganeo.Quesi'arci vescovo nel co-
nità. Ma sappiamo ba-
ciò che noi noti minciar della rivoluzione francese die a-
stantemente compiangere, è il veliere die siloa'principi di quella nazione che avea
quelli, i quali si vantano figli della Chie- no abbandonata la patria; e ne'suoi stati
sa, si uniscono co' suoi nemici, per fine seguirono i primi armamenti degli emi-
rivivere le loro iuvettivecontro il sovrano grati, cui l'imperatore, sulle lagnanze di
Pontefice, e ripetere delle calunnie tan- Francia, indusse l'elettore a far cessare;
te volte confutate". Ma è egli questo e- ma allorché poi l'imperatore Francesco
Jeltore, in quesla pastorale, conforme a 11 in campagna, continuò Coblentz
entrò
he stesso nella ricordala sua prolesta? I ad essere il soggiorno de'principali emi
3 elettori ecclesiastici, coll'arcivescovo di grati. A'9 agosto 794 le truppe francesi
1

Salisburgo, nell'agosto adu- 1 786 eransi occuparono Treveri, e l'elettore fu ob-


nati con altri vescovi in Aschaffembur- bligato di riparare in Germania. Lo sta-
go, per formare una lega ben stravagan- lo elettorale di Treveri fu riunito all'an-
te contro P autorità pontifìcia, in virtù tica madre patria la Francia, da cui era
della quale spedirono loro 4 deputati a i stato da gran tempo separato, e Tre

Ems (ì.) per tenervi quel conciliabolo, veri fu fattacapoluogo del dipartimento
che i vescovi di Germania riguardarono francese della Sarre, nome che prese dal
come contrario alle leggi canoniche, poi- fiume Sarre oSaar. Inconseguenza della
ché vi stabilirono un piano più atto a for- pace di Luneville. de' 9 febbraio i8or,
mare lo scisma, che a render la pace alla tra la repubblica francese, Francesco 11
Chiesa. Ma risentendosi Pio VI partico- imperatore, ed i principi della riva sini-

larmente per ciò che riguardavano le di- stra del Reno, la sovranità dell'elettora-
spense quinqucnualimatritnouiali,di cui to di Treveri fu soppressa, per quanto
il concilio di Trento avea lascialo la cu- narrai a Germania. L'arcivescovo Cle-
ra al Pupa, l'arcivescovo di Treveri do- mente Venceslao di Sassonia, u llinio elet-
mandò tali indulti per la sua arcidiocesi, tore, dovette rinunziare anche la dignità
non permettendogli la sua pietà di acce- arcivescovile, ottenne nel i8o3 una pen
Darti ulteriormente sulle viste desìi au- sione e fece il suo soggiorno ad Augusta
tori del nuovo codice di disciplina, e do- fino alla sua morte avvenuta nel l8ia,
mandò alPapa anche la sanatoria, per Iu conseguenza poi del Concordato fra
TRE T R E 4*
Pio FU e la Repubblica francese, lo te eletto, Gregorio XVI nel concistoro de'
slesso Papa colla bolla Qui Chris ti Do- 22 luglio 1842 lo promulgò vescovo di
mini, de'20, novembre 80 1, Ridi. Roni.
i Treveri. DipoiGregorioX VI nel concisio-
coni. 1. 1
1, p. 25 }
soppresse la sede me- ni de'22 luglio 1844 Fece vescovo di Tutti

tropolitana di T reveri, che oltre a'3 suoi maco in partibus e sufTraganeo di Tre-
antichi vescovi suffragane! allora avea an- veri mg.' Giorgio Mueller d' Artzheim
che quelli di Nancy e s. Diez, dichiarò diocesi di Tfeveri già pai roco, canonico
,

la sede semplicemente vescovile e la sot- della cattedrale e vicario generale. At-


r
toposequal sufTraganea alla metropoli di tualmente è suffranaueo m<i. Codardo
Malines, facendo altrettanto di Magon- Unum della diocesi di Treveri, canonico
za. IndiPio VII nel concistoro de'7 lu- decano della cattedrale, dichiarato ve-
glio 1802 dichiarò vescovo di Treveri scovo di Callinico in partibus, eolla riten-
Carlo Mauoy della diocesi di Clermont. zione di della dignità, dal regnante Pio
Siccome Napoleone 1 a' 18 maggio i8o4 IX nel concistoro di Gaeta de' 2 apule
assunse il titolo d'imperatore de'fi ance- 1849. Ogni nuovo vescovo di Treveri è
si, l'imperatore Francesco li l'i 1 agosto tassalo ne libri della camera apostolica in
sidichiarò imperatore d'Austria eredita- fiorini 666, ascendendo le rendite della

rio col nome di Francesco I, indi rinun- mensa a 8000 talleri prussiani, pari a
ziò la dignità d'imperatore de'romani a' scudi romani 5 19.0, senz'ideilo gravame
6 agosto 1806, restando così del tutto di pensione. Ampia è la diocesi e contie-
sciolto l'impero Germanico. Gli avveni- ne 634 parrocchie.
menti di Francia ( / .) del8 4 e la de-
1 1 Concilii di Treveri.
posizionediNapoleone 1, nuovamente tol- III. "fu celebralo nel 385 o nel 386, e
sero alla Francia Treveri e la sua pro- vi fu dichiaralo innocente Itaeio vescovo
vincia, mediante il trattato di Parigi, dal ili Spagna, accusalo d'aver dato occasio-
congresso di Vienna confermato, e ven- ne alia morte dell'eresiarca Prisciliiano.

ne ceduta al redi Prussia^.). Nella cir- Il 2.° fu tenuto verso il 666 in favore «lei -
coscrizione di diocesi di questo regno, Pio l'esenzione del monastero di Val-de-Ga-
VII colla bolla De salute, ahimarum , de' lilee nella Lorena fondato da s. Diedo. Il

1 6 1821, Bull. cit. I.i 5, p. 4°3,


luglio 3." circa
l'anno 927, in cui l'arcivescovo
stallili pure questa vescovile di Treveri, Roggero che lo presiedè vi fece ricevere
la sottrasse dalla metropolitana di Ma- la raccolta de'canoni da lui compilati. Il

lines, eia fece sufTraganea di quella di Co- 4. "nel c)48,nel quale il legato Marino, l'ar-
lonia. Successivamente furono vescovi di civescovo di Treveri , e molli vescovi di
Treveri,GiuseppedeHommerdiCob!entz Francia vi scomunicarono Ugo conle di
preconizzalo da Leone XII nel concisto- Parigi per la sua ribellione e pe'suoi sac-
ro de'3 maggio 1824, dichiarando indi cheggi, e finché non si ravvedesse: vi fu-
a''i3 giugno vescovo di Sion in partibus rono pure scomunicali due pretesi vesco-
GugliehnoGunlherdi Coblentzdi lui suf- vi ordinali da Ugo arcivescovo di Reiins,
raganeo; e poi a'iq dicembre 1825 l'al- nipote del conle Ugo. Anatemi rinnova-
tro sufTraganeo Enrico Milzdi Coblentze li da'concilii d'Ingcllieim e di Roma. Inol-
vescovo di Sarepta ìnpartibus. Per mor- tre Eberlo, fratello dell'arcivesco-
si citò
te del vescovo, il capitolo elesse a succes- vo Ugo, perchè rendesse soddisfazione
sore l'attuale mg. 'GuglielmoArnoIdi del- de' mali ch'egli faceva a' vescovi. Il 5.° nel

la diocesi di Treveri, già professore di lin- 1070 relativamente ad un ecclesiastico


gue orientali nelseminariodiocesano, par- ingiustamente privalo del suo benefizio.
roco in diverse chiese e della cattedrale, Il 6.° nel I 1 27Sopra la disciplina ecclesia-
che trovatolo degnissimo e canouicameu- slica,come riferisce Marlene nella Collect.
46 T RE T RE
7; mentre Schannat nella sua Storia di
t. re di Poilrache, con Rodolfo signore di
J-VoMìs^nw 3, dice che in esso fu depo- Mailberg, sulle terre della chiesa di Tre-
sto Godifredo arci vescovo di Treveri, per veri; i vescovi e altri padri provinciali sot-
aver occupato il vescovato per simonia, toposero ambedue all'anatema. 1 1 3.° nel

che si celebrò nel maggio e lo presiedè il 1277, i cui atti sono contenuti in 1
7 ca-
cardinal Pietro legalo in Francia. Il 7. pitoli: i primi 5 hanno per oggetto i sa-
neh iz[o adunato da Adalbefone arcive- gramenli; il 6 le chiese; il 7 i canonici e i

scovo di Treveri, a cagione d'un monaco beneficiati; l'8 i decani; il q i sacerdoti e


dello e confermato abbate, contro il vo- i chierici; ilio gli usurai; l' 1 1 i nobili e
to di lai prelato. L'8.° nel gennaio 1 148 gli avvocati; gli ultimi 6 i religiosi e le
presieduto dal Papa Eugenio III, e assi- religiose. 11 1 4-°nel 1 3 losui beniecclesia-
stilo da 18 cardinali, da molti vescovi e stici, e sopra le calunnie contro l'ordine
da parecchi abbati. Visi esaminarono gli de' Templari, che il concilio assolvè co-
scritti e le rivelazioni di s. Ildegarda ba- me riconosciuti innocenti; ma il concilio
dessa di s. Ruperlo presso Bingh. Il Pa- generale di Vienna nel 1 3 1 1 abolì l'ordi-
pa gli lesse egli stesso alia presenza di lut- ne. Ih 5.° nel i423 a'26 aprile, adunato
to il clero; tulli gli astanti ne resero gra- dall'arcivescovoOttone co'suoi provincia-
zie a Dio, e particolarmente si mostraro- li, ove si ordinarono 6 statuti, il i.° dei

no grati a s. Bernardo abbate di Chiara- quali è contro gli eretici ussiti, e gli altri
valle, il quale gli avea giù letti e approva- riguardano la disciplina ecclesiasticajque-
ti, per aver conosciuto nella santa lo spi- sii però non produssero alcun elfetto. Il

rilo profetico.Papa ne scrisse a s. Il- Il I


6.° nel 1 548 provinciale e convocato ai

degarda raccomandandole di conservare 23 maggio dall'arcivescovo Giovanni IV,


coll'umillà la grazia che avea ricevuta da per rinnovare gli antichi statuti, farvi ac-
Dio, l'autorizzò a continuare a scrivere cettare quelli decretati sulla riforma del
le sue rivelazioni , e di manifestare con clero e fitti nel sinodo diocesano del 1 547,
religiosa prudenza quanto le sarebbe ri- e per formarne de'nuovi. Vi si fecero o 1

velato e ispirato. La santa non avea an- statuti sinodali. concerne l'ubbria- Il 1

cora pubblicato che una parte delle sue chezza de'chierici, che trattasi di peccato
rivelazioni, cheavea cominciato a scrive- vergognoso; titolo ne'Iaici come ne'preti.
re nel 1 1 4 1 e finì nel 1 t 5 1 . Nel 3.° libro II 2. contro i chierici concubiuari.il 3.°
delle sue Rivelazioni, ci sono cose incer- pi escrive la pena che si deve impor loro.
te e immaginate dopo il fallo, le quali fu- 11 4° palla delle concubine, le quali la-

rono aggiunte da altra mano. Il g.° con- sciando il vizio vogliono fare ritorno al-
!
cilio fu celebrato neh \5i in favore del le loro famiglie e in casa de'loro parenti.
capitolo di Remiremont nella Lorena: Il 5.° è sopra i concubinari, che dopo a-
Matteo I duca di Lorena, irritato prima ver abbandonato il peccato vi ricadono.
contro quel capitolo, pacifico**! e riparò Il 6." pe'sacerdoli e laici, che impiegano
a tutti i suoi torti verso di esso. Ilio." nel la magia e i sortilegi nelle loro supersti-
1 22 1 fu tenuto per rimediare alle deva- zioni e altro. Il 7. degli apostali. L'8.
stazioni che facevano in Germania gli al- contro i protettoli degli stessi apostati. Il

bigesie altri eretici. L'i i.° nel 1227 ih. r).°di quelli che si maritano dopo aver fat-

marzo tenuto dall'arcivescovo Teodorico lo il voto solenne di castità. Il io." del-


li per la riforma di vari abusi. Il 1
2. ° nel l'esame che si deve far di quelli che si am-
12 38 radunato a'2 settembre dallo stes-
1 mettono agli ordini sagri, e di quelli che
so Teodorico 11, per provvedere «'mez- devono esserne esclusi per sempre. Tut-
zi di reprimere i ladronecci ed i guasti ti questi capitoli sono seguiti da alcuni
che faceva Walcrano di Liuiburgo siguo- avvertimenti al clero, e da un editto del-
T RIE T R E 47
l'elellore arcivescovo conilo i preli con tendo pure stato dominalo dagli abbati
cui/mari, i quali comanda clic sieno de- O OD Trevi vari Castel-
monastici. Si"nore""iò
posli e privati de'Ioro benefìzi. Finalmen- h, e principalmente Filettino di Frosino-

te il concilio è terminato da uno statuto ne, Valle Pietra, Jenne o Genna, e Mon-
contro i violatori della libertà ecclesiasti- te Preclaro o Porcario di Subiaco, come
ca, e die attentano contro i beni e i di- Treba di-
descrissi in tali articoli. L'antica

ritti della chiesa. Inoltre cogli accennali strutta, com'è fama da Sezze, al riferire
canoni si provvide alia scelta de'predica- di Ciammarucone nella Descrizione di
tori e al modo di predicare; si prescrisse- Sezza, perchè i trebani infestavano i se-
ro leoredella celebrazione dell'uilizio pei llili, le successe l'odierno comune. I tre-
canonici; l'enumerazione delle feste da os- bani uniti a que'diP//jc/7/o, più volte dan-
servarsi nella città e diocesi di Treveri; neggiarono il territorio di Sezze (l .), co*
molti regolamenti sui religiosi e religiose; menarca il Marocco, ne''Monumenti del-*

ordinandosi per ultimo la pubblicazione lo stato Pontificio, t. 6, p. i§, ed a p. 34


degli statuti del concilio, e obbligando tut- riporta conferma di Bonifacio IX sul-
la

te le chiese ad averne una copia, unita ad la comprila del castello di Trevi, fatta per

\m esemplare degli altri concilii della pro- 1 òoo fiorini d'oro da Onorato Caetani
vincia Regia, t. 3, 2.5, 27, 35. Labbé, t. conte di Fondi, salvi diritti di alcuni i

2. (). 1 4. Arduino, 1. 1, (3, g.MansijiVK/y;/.' possidenti trebani a selini, de'quali ulti-

t. 1,2, 3. mi ne parla anche il Corradini, De Ci-


TREVI TREBA, , Troiana. Antica vita te et Ecclesia Se lina, p. 70 e seg.,
città vescovile d'Italia nel Lazio, ora ri- con altre analoghe nozioni. Ma Ala rocco
spettabile terra della delegazione di Fio- sospetta che la Treba distrutta da'>elini
.sinone, ove la descrissi, nella diocesi ab- fosse un aulico luogo de'bassi tempi di si-

ballale di Siibiaco, nel quale articolo ne imi nome, che sorgeva sul monte incon-
ri parlai, cioè nel voi. LXX, p. 2 1 7, 2 19, tro a Sezze. Inoltre il Marocco, nel t.10,
22 1,222, 242, 2 56, 25c),poicbè un tem- p. 26, riporta la dettagliata descrizione
po appartenne anche al suo dominio tem- di Trevi, le sue notizie storiche, le lapi-
porale; rinomata pure perchè ne'suoi diu- di che possiede avanzi di sua antichità,
turni scaturisce il celebre fiume Amene, e discorre dell'anticaglie trovate ne'suoi
come nel descriverlo a Tivoli rilevai nei Ne loda gli abitanti pe'loro pregi,
scavi.
voi. LXX, p. 242, LXX VI, p. 19 e seg., 1 onde ne uscirono più illustri, come Len-
vale a dire nel propinquo territorio di Fi- itilo di cui feci paiola nel voi. LXX, p.
lettino, paese che derivò dagli abitanti di 2 3 1; fr. Tommaso francescano di vita pe-
Treba, che vi formarono il castello e gli nitente; Tommaso Si villa o Sibilla nobi-
dicrono porzione del proprio agro. Trevi le soldato, che donò al s. Speco di Subia-
ab antiquo signoreggiato dagli equi, e poi co 5oo fiorini d'oro perla fondazione del-
unitosi alla lega latina contro R.oma in la cappella di s. Nicola; Maestro Onofrio
favore di Tarquinio il Superbo, fu con- decano di Meaux e cappellano di Clemen-
quistato da G. Marcio Coriolano,e diven- te V, da cui fu spedito legato apostolico
ne colonia e municipio de' romani; sog- con Arnoldo abbate Tutelense a ricu-
giacque all'invasioni barbariche, e dopo Ferrara alla
perare s. Sede; Raimondo
essersi rettoa repubblica esostenuteguer- Commendatore di s. Spiritoj Giovanni
re contro gli abbati potenti di Subiaco, preposto della cattedrale d'Anagni; Gior-
cadile nel dominio feudale di vari baro- dano nobile e potente, benemerito della
ni, (inchè nel i47 3 SistoIV sottomise Tre- palria;Giovanni Angucci piissimo, magni-
vi al governo temporale dell'abbatecoin- fico donatore di numerose possessioni nel
mendatario di Subiaco, anticamente es- tei ritoi iodi Trevi al s. Speco; fr. Giovau-
48 T R E TRE
ni agostiniano; Nicola de Leliis canonico vi che la governarono. Per la scarsezza
di Girgenli, dulia cui famiglia fiorirono «Iella popolazione, e per le ristrette ren-
talenti medici; come da'Ballaglini uscirò dite della mensa cessò Trevi di avere il

ito diversi minori osservanti insigni per proprio vescovo nel pontificato di Vitto-
pietà e per dottrina; Pietro Paolo Jaco- re Il delio55, il quale perciò ne racco-
bucci giureconsulto; d. Benedetto di tal mandòla chiesa al viciniore vescovod'A-
casato fu abbate di Teodoro, dotto nel-
s. nagni Rainaldo o Rinaldo, come in ap-
le Domenico Caran-
discipline teologiche; presso fecero Nicolò II, Alessandro li, a,

zetli chiaro medico; Antonio Ricci valen- Gregorio Vile Vittore III. La mancan-
te medico, poi canonico dell'insigne pa- za de' vescovi die origine alla creazione
tria collegiata; fr. Nicola Ricci minore ri- dell'abbate di s. Teodoro martire, sotto
formalo di santa vita; fr. bernardino Ric- la cui invocazione era la cattedrale dichia-
ci dello stesso ordine, dotto scrittore e fi- rala chiesa abbaziale,che esercitò una giu-
losofo; Francesco Aureli oratore egregio, risdizione quasi episcopale senza punto
filosofo e teologo, il cui fratello fr. Ago- dipendere dal vescovo d'Allagai, tanto su
slino cappuccino menò vita esemplare; Trevi che sui paesi soggetti e formanti
Pietro Pecci lodato pittore; fr. Cherubi- l'antica diocesi, cioè Filettino, Valle Pie-
no Agostini minore riformato, teologo e tra,Jenne,Collallo,Moiitc Antonino, Mon-
filosofo; fr. Celso Cherubini confessore del te Preda ro,Com miniaceli io, Ursa no eCe-
celebre cardinal Borghese nipote di Pao- sarene. Ma da Urbano II del 1088 col-
lo V; Giovanni Allegrilo musico eccellen- la bolla Po testatela anelare Dea, de'2.3
te, allievo del celebre Giacomo Carissimi agosto, che si conserva nell'archivio capi-
di Marino; dalla nobile famiglia Speran- tolare d'Anagni, fu soppresso il vescova-
za fiorirono dotti medici, come Felice e to e inperpetuo definitivamente venne
Giuseppe Maria, oltre Pietro Stefano ve- unita la diocesi Trebense alla chiesa ve-
scovo il' Alatri esemplare e benefico. tre- 1 1 scovile d'Anagni, nel vescovato di s. Pie-
bano p. Pietro d' Antoni gesuita, di cui tro successore di Rainaldo, trasferendo-
parlai altrove, fu un gran raccoglitore si ad esso tutta l'autorità, il che confer-
d'antichità nel secolo XVII; copiò laCro- marono poi.Pasipiale 11 ed Alessandro IH
naea di Subìaco del Minio, il poema La deli i5c). Neh 162 Landinolfodi Treha
falle Sagra del Contestabile, compose donò alla chiesa e al vescovo d' Anagni,
Gli sagri secoli Sul>laeensi,V Aniene il- Trevi ed i 5 castelli che ne formavano il

lustrato, la Fila dis. Chelidonia, la Vi- territorio. Nondimeno ripugnando l'ab-


ta dì s. Pietro eremita patrono di Tre- bate di s. Teodoro che la sua chiesa catte-
vi, oltre altre notizie non tutte critiche: drale dipendesse dal vescovo d'Anagni,
si conservano nell'archivio della collegia- ed essendo insorte dell'ostinate vertenze
ta. Rilevai nel voi. LXX, p. 242, che di giurisdizionali sotto Innocenzo 111 del
Trevi è l'attuale vescovo di Monte Fiasco- 1 i«)8, ad onta che il successore Onorio
r
ne,mg. Luigi Jona promosso dal regnan- III avesse autenticala e confermata la bol-
te Pio IX nel i854. Rannodai qui luo- i la d'Urbano Cimi Chris lux,
II colla bolla
ghi ove ragionai di Trevi, con alcuni cen- il suo nipote Gregorio IX volle compor-
ni di giunta, anche per avvertire, che non le colla bolla Licei sollicitudinis nostrae,
s» deve confondere questo Trevi del La- de'l3 settembre 1227, presso ITJghelli,
zio, con Trevi (P.) dell'Ombrìa, altra se- [lidia saera, t. 1, p. 3»0, con dare al-
de vescovile, uè con Trebula Mutusca , l'ahbate dis. Teodoro, di già assoggetta lo
uè con Trebula Suffena di Sabina ( V.). al vescovo d' Anagni Alberto, la premi-
Quanto alla sede vescovile, se ne ignora nenza su tutti i prelati e dignità della ili

l'origine, come non si conoscono i vesco- lui diocesi, e le nomine de'beuaiÌM eccle-
T RE TRE 49
Mastici di s. Lorenzo e di s. Nicola, am- Roma al dire del Caliudri. Trovasi in bel-
bedue chiese rurali poco distanti e all'o- la situazione per arte e per natura, sul-
riente di Trevi. Sorgeva la chiesa catte- lo scosceso pendio dell' estremo coutraf-
drale di s. Teodoro, col contiguo palazzo forte delmonte Petino o Pitiuo, verso gli
vescovile, prossima al pomerio; la campa- A pennini. Sorgendo quasi in cima al mon-
na della chiesa di s. Teodoro, posta den- te e gradatamente giungendo a metà del
tro Trevi, si vuole tolta dalla cattedrale. medesimo fa vaga mostra di se, come po-
L'edifizio intero esisteva ancora nel i 260, sta in lunga ringhiera che si affaccia al-
giacché dimorandovi il celebre cardinal la strada nazionale fra Spoleto, e Foli-
Ugo di s. Caro, vi tu visitato dal patriar- gno alla sua dritta, rim petto a Bettona o
ca di Gerusalemme Jacopo Pantaleone, Vettona di cui riparlai nel voi. LII, p. 34- 1

che nel 1*261 fu Papa Urbano IV. Dipoi Il suo fabbricato di non piccolo circuito

nel 16 10 la ricostruzione della collegiata e aperto da 5 porte, è cinto di forti e ben


di Maria atterrò quasi tutto il super-
s. munite mura, contieue molti palazzi lo-
Finalmente Urbano Vili
slite fabbricato. devolmente architettati, e molte comode
co'brevi de'i5 dicembre! 638 ede'22 ot- e polite abitazioni, una bella foute, una
tobre 639, smembrò Trevi dalla giuris-
1 gran torre. Diversi palazzi posseggono stu-
dizione del vescovo d' Anagui, e l'aggre- pendi quadri e altre cose d' arte prege-
gò all'abbazia di Subiaco , il cui abbate vole nelle volte del palazzo de' conti Car-
commendatario e ordinario obbligò a pa- rara Rodiani sonovi belle pitture. La prin-
gare annualmente al vescovo d' Allagai cipale chiesa è pei insigne collegiata con
60 scudi, e tuttora l'eseguisce. Con que- capitolo di canonici (iu questi ultimi anni
ste disposizioni l'abbate di s. Teodoro non aumenta ti di due a Uri) e la dignità di prio-
perde i suoi antichi privilegi, per cui nel re, che indossano le iusegne corali come
sinodo Sublacense celebralo nella basili- i canonici di Spoleto, cioè cappa magna
ca del monastero di s. Scolastica nel 1
674 e mozzetta per concessione di Benedetto
dal cardinal Carlo Barberini, ebbe ili." XIV: ne fu canonico Ugo Boncouipagoi
posto su tutti i capitoli e clero della dio- poi Gregorio XIII. E sotto l'invocazio-
cesi abbaziale, e fin anchesull'istesso pre- ne di s. Emiliano martire r. "vescovo del-
posto della chiesa collegiata di s. Andrea la città, di cui è principale protettore, es-

di Subiaco, come può rilevarsi dagli atti sendone comprotettori fratelli s. Vin- i

sinodali e dall'archivio de' canonici del- cenzo vescovo di Bevagna e s. Benigno


l'insigne collegiata di s. Maria di Trevi, diacono, ambedue nativi di Trevi. Il Ca-
i quali usano l'insegna corale dell'almu- stellano la dice costruita su -d'irregolare
zia foderata di pelli d'armellino, distin- disegno, però ha 3 altari disegnali e scol-
guendosi l'abbate col rocchetto e tnozzet- piti neh 522 in modo veramente singola-
ta di seta cremisi. Nel voi. LXXVI,p. 85, 1 re. La chiesa suburbana della Madonna
ricordai, che nello spirare del secolo pas- di Pietra rossa ha pitture antichissime; e
sato vi si ritirò il famoso capitano napo- quella di Croce si distingue per un af-
s.

letano Caponi, che fece resistenza a'i'ran- fresco bellissimo di Giotto da Vespigna-
cesi repubblicani, ne risarcì mura eia le no. Altre chiese sono quelle delle esisten-
fortificò, e fermandovi il domicilio vi mo- ti monache benedettine di s. Lucia, e del-
rì in avanzata età. le francescane di s. Chiara, co'loro con-
TUE VI, Trcbia. Città vescovile del- tigui monasteri; la chiesa di s. Domenico,
l' Umbria con governo, del distretto e de- ove già stanziarono domenicani, della
i

legazione di Spoleto, alla cui arcidiocesi quale e del convento scrisse il p. Fontana,
appartiene, egli è distante 5 leghe al nord, De romana provincia ord. praedicato-
secondo l'aw. Castellano, e 12 poste da ritm, Conventus s. Dominici. La chiesa
voi. iaxx. 4
5o TRE TRE
eli s. Francesco, beli' edifìzio, già de'mi- tenni tà di eeremonie l'ingresso di un nu-
noii conventuali, fino da'primi esordi di meroso stuolo di alunni, che nu-
a scarso
loro istituzione, anzi uno de'pri mi conven- mero ridotti nella famiglia del conte Va-
ti fondali dal medesimo islitutores. Fran- lenti si riparavano". Cioè nel palazzo del
cesco d'Asisi, ed anticamente ei avi in es- conte Paolo, perciò lodato per patria ge-
so l' inquisizione; nel cui chiostro molto nerosità, uno de'pochi dal terremoto ri-
dipinse a fresco il cav. Gagliardi da Città spettati, massime nella terribile scossa ilei
di Castello, il quale in tali pitture supe- l3 gennaio 83?.: contribuirono
1 alle be-
r
rò se stesso, come afferma il Irevano d. nefichesolieriludinidel cardinale, il gon-
Clemente Bartoliui a p. 22 de'suoi Cen- faloniere della città Francesco l'arriani
ni storici sulle pitture classiche di Tre- e il rettore del collegio d. Fausto Bottac-
vi, FoIignoi837. Nel convento vi fu tra- cidi Recanali. Il 26 ottobre 834 ^' d 1

sferito il ginnasio comnnnleo scuole pub- giorno dedicato alla solenne mangili azio-
bliche, ed il collegio Lucnrini per segna- ne e benedizione del luogo, del collegio e
lato benefizio e incessanti cure del cardi- delle scuole, e dopo il Te iJeum terminò
nal Emmanuele de Gregorio, che qua- la funzione coli' allocuzione diretta dal
le prefetto della Congregazione cardina- cardinal de Gregorio a tulli i suoi colle-
lizia del concilio, dalla cui direzione e giali. Nel seguente giorno con due ulte-
dal cardinal prefetto prò tempore dipen- riori solennità fu compiuta la decorosa a-
da la protezione del collegio, ne fu assai pertura del nuovo collegio, ove nell'aula
benemerito per quanto rilevai nella bio- maggiore, sedente il cardinale in trono,
grafia; riducendo il convento in forma di circondato da' maestri, dal magistrato e
collegio, con eleganza e magnificenza di dal governatore, l'encomiato rettore re-
disegno, ed insieme solidità, mediante l'o- citò un'erudita orazione inaugurale, nel-
pera del celebre architetto cav. Valadier, la quale i pia moderni fasti dello slabili-
dal cardinale portato appositamente in meulo e le sue vicende compendiò. Seguì
Trevi, il venendo eseguilo con esal-
tutto q uindi la premiazione, che il cardinale fe-
ta prontezza 18 mesi, llch.com-
in circa ce agli studenti che nel decorso anno sco-
mend. Bai luz/.i nell' Elogio storico del lastico si erano sopra gli altri distinti. Nel-
cardinal de Gregorio, p. 3 celebrò il 11 1 , la sera lo stesso porporato e nella mede-
suo protettorato del collegio di Trevi, e- sima aula assistè ad un'accademia di va-
aercilalo fino al 1 834, co " qneite paiole. rie discussioni logiche e metafisiche, io cui
» IH quest'antica città dell' Umbria, eh 'eb- fu lecito argomentare a chiunque, oltre
be il nome di Trr-bia sul fiume Clilun la declamazione di poetici componimen-
no,eresseil benemerito cittadino Lncarini ti. Tanto ricavo dall'erudita e dettaglia-
quell'edilìzio, che per l'impeto del terre- ta relazione del Bartoliui, pubblicala dal
moto fu quasi distrullo. A li vendicare un n.°i8 dell' Omologia deli834, giornale
sì utile stabilimento, rivestilo che fu il de letterario di Perugia. Fondatore del col-
Gregorio dal regnante Pontefice (Grego- legio fu il Irevano Virgilio Lncarini, pro-
rio XVI) dell'autorità di visitatore apo- touotario apostolico e canonico di s. Gior-
stolico, più volte colà si condusse, e tan- gio in V elabro. Egli con testamentaria di"
to oprò che pervenne in breve tempo a sposizione del 1 644 lasciò tutto il suo pin-
riedificarlo ead ampliarlo, aggiungendo- gue patrimouio, per dotare 6 trevauecon
vi il convento di s. Francesco da lui ac- scudi loo per ciascuna; per fondare un
quistato, e che già da molti anni per le vi- monte frumenlario; e per stabilire un col-
cende de'tempi era abbandonato. Lo aprì legio nella sua casa, onde educare quel nu-
nuovamente, e con molto accorgimento e mero di giovani che le residuali sue reo
jaggezza di regolamenti. Celebrò con so dite potessero mantenere, con un retto-
TRE TRE 5i
re, un ripetitore ed un servo. Ne effettuò cora prova co'nomi degli autori, che noti
le disposizioni il fratello fi
-
. Reginaldo, poi sono della scuola Perugina l'esterne pit-

vescovo di Città della Pieve, suo erede ture a fresco esprimenti la bellissima Ma-
Usufruttuario. Dopo la di lui morte fu a- donna col divin Figlio e due Angeliche
perto il collegio nel 1674 sotto la prote- l'adorano. Riconosce poi per uno de'ca-
zione del cardinal prefetto del concilio polavori dello Spagna le belle pitture ;»

prò tempore, secondo il desiderio del be- fresco della cappella presso la porta del
nefico testatore, ed oggi conta circa 3o convento, rappresentanti la ss. Vergine,

giovani convittori. Inoltre nella città vi forse l'Immacolata Concezione , ritta in


sono 6 confraternite colle Imo chiese, I o- piedi, di vaghissime forme, coli' aureola
spedale, monte di pietà uno de'più an-
il sulla testa, circondata da una larga zona
tichi d'Italia comechè fondato nel 4^9> 1 sferoidale formata da' colori dell' iride e
il monte frumentario, ed altri pii e bene- tempestala di stelle, in mezzo alle quali
fici stabilimenti, come le maestre pie per campeggiano le leste de'cherubini. A'iati
l'istruzione delle giovanotte e ricovero del- sono due Angeli alati di forme veramen-
l'orfane; l'ospedale esistente è nell'antico te angeliche, e sul davanti si vedouo ge-

convento di s. Domenico. Ora si va ad a- nuflessi due per lato e in atto di venera-


prire un asilo pe' vecchi inabili a) lavoro. re questa mirabilissima immagine s. Gio.
Nel suburbio vi è la chiesa di s. Marlino Battista, Francesco d'Asisi,s. Girolamo
s.

e il convento de'iuinori osservanti rifor- e s. Antonio di Padova, tutti di stupen-


mati, l'ima e l'altro posti in deliziosa e- do lavoro, per cui la pittura dal suddet-
mineiiKa,e descritti dal p. Antonio da Or- to p. Antonio fu attribuita al maestro del-

vieto, nella Cronologia della provincia l'autore, che l'eseguì nel 5 12. Questa pre- 1

Serafica riformata dell' Umbria. Nell'al- ziosa Concezione dello Spagna prima non
tare maggiore si ammira il grande dipin- si godeva, per avere frali formato nel
i

to in tavola rappresentante la Coronazio- luogo ov'è la cappella il cimiterio nel de-


ne della Regiup del Cielo, che la comu- corso secolo, senza esterno ingresso; ma
ne opinione attribuì al celebre Spagna ad istanza de' trevani il p. Leonardo da
(cioè Giovanni Spagnuolo, considerato di Piedilama guardiano del convento, tra-
Spoleto per gl'intimi rapporti di paren- sportato altrove il cimiterio, rese accessi-
tela, di stato civile e di domicilio contrat- bile a chiuncjue la cappella nel 1837, ed
ti con quella genioed emulo non o-
città, all'ammirazione pubblica il superboaffre-
scuro del gran Raffaele, col quale ebbe co- sco. I cappuccini hanno
la suburbaua chie-

mune il maestro), esimio allievo di Pie- sa di Antonio abbate eretta nel 1 6 6 e


s. 1

tro Vannucci Perugino; ma il Bartolini col convento posta in amena altura. Qua-
ue'ricordali Cauri avverte, che con più. si in mezzo alla deliziosa valle di Spole-

di ragione gl'intendenti lo dichiarano o- to (f\) trovasi il sontuoso monastero e


pera della scuola de! Perugino, insieme la magnifica chiesa e santuario di s. Maria

u' soprapporli degli aditi che conducono delle Lagrime, che l'avv. Castellano, Lo
al coro, e della lunetla situala sulla porta stato Poh lifìcio, disse de'monaci Oliveta-
d' ingresso della chiesa, senza potersene ni, seguito da altri. Primamente essi non
stabilire l'artefice, non mai però Raffae- più esistono in Trevi, e poi il loro mona-
le. Dichiara pure, che però non entrano stero era l'abbuila di s. Pietro di Bovara,
nella categoria della scuola Perugina i due antichissimo edilizio. La canonica delle
affreschi esiste»?» negli altari laterali al Lagrime e la chiesa fu de'cauouici rego-
maggiore, perchè evidentemente più anti- lar" La lei anelisi, ed essendone stato ab-

chi del Perugino, d'autore incerto, e mol- bate per molti anni il p. d. Pietro Gior-
lo danneggiati da' •estauratore; così an- getli di Ravenna scrisse il Breve istori-
5-2 TRE TR E
co compendio dell'immagine miracolo- ricorsero all' efficacissima protezione di

sa di Maria ss. detta delle Lacrime, ve- questa ss. Immagine, che cominciarono a
nerata alle falde di Trevi nell' Umbria, chiamare Maria.ss. delle Lagrime, e to-
nel suo magnifico tempio spettante a'ca- sto ne provarono mirabilmente gli effet-

nonici regolari della congregazione La • ti benefìci. Lo storico riporta le diverse


leranense. Dedicato agl'Illustrissimi si- opinioni degli scrittori che anticipano o ri-
gnori Priori e Comunità dell'antichis- tardano l'avvenimento,e tulle rigetta, sta-
sima città di Trevi, Todi 782. Col me- 1
bilendo il 5 agosto 1 485, giorno anniver-

desimo e col Bartolini ne darò un cenno, sario di s. Maria della Neve, che in Ro-
incominciando dalla miracolosissima im- ma die originealla patriarcale basilica Li-

magine di Maria ss. delle Lagrime, spe- beriana. Tuttora Trevi ne celebra solen-
ciale e benefica patrona di Trevi, alla qua- nemente la festa commemorativa dell'Ap-
le la fervorosa pietà trebana con muni- parizione in detto giorno, in cui pure ri-

ficenza eresse il maestoso tempio. Esiste- corre la pubblica fiera, la quale da'diu-
va alle falde di Trevi, nella costa detta torni del tempio, fu poi trasferita al pia-
di Costanzo e dalla parte che guarda
s. no superiore di Trevi fuori della porta del
il monte e la strada che viene da Spole- Lago, come luogo più capace al gran con-
to, vicino al fosso de'Gambarelli, una ca- corso di popolo, ed all'abbondanza delle
sa di Diotallevio d'Antonio, e nella sua mercanzie e specialmente di bestiame. Al-
facciata eravi dipinta quasi al naturale tra festa da'eanonici regolari Lateraneu-
l'immagine della B. Vergine col suo Fi- si fu stabilita con molte solennità a' 25
glio divino al sinistro braccio appoggiato. marzo, in cui ricorre quella dell'Annuo
Veniva essa venerata non solo dalla fa- Mozione. Divulgatasi rapidamente sempre
miglia Diotallevio, ma da que'che vi pas- più la fama del prodigio per le convicine
savano innanzi. Ora un giorno fu osser- provincie, in breve somma divenne la ve-
vato, che dagli occhi della B. Vergine sor- nerazione de' trevani, e degli accorrenti
tivano tante gocciole a guisa di lagrime. privatamente e in processioni, per la ss.

Sparsasi cominciarono ad ac-


la notizia, Immagine, la qualesi mostrò fonte di ini-

corrervi molti per certificarsi del fatto; ed sericordia,di consolazione e di grazie,spar-


n'5 agosto 485 si scoprirono le lagrime
1
gendo sopra i suoi di voti inesauste bene-
più visibili, e comparvero prodigiosamen- ficenze. Varie grazie e prodigi, di cui fu
te quasi di color sanguigno, facendone pie- testimonio il p. Mugnoni allora dimoran-
na fede i pubblici registri municipali , e te in Trevi, registrò ne'ricordati annali;
ne'suoi annali mss. il contemporaneo p.d. e diverse ne riporta il p. Giorgelti. Quin-
Francesco Mugnoni oli velano, che riti- di i fedeli per omaggio di gratitudine al-

ratosi nel monastero dell'ordine a un mi- le grazie ricevute e di tenera divozione,


glio da Trevi, probabilmente ne fu testi- fecero alla ss. Immagine copiose offerte,
monio oculare. Non può esprimersi lo stu- tabelle votive e limosine. Queste oblazio-
pore e la meraviglia che cagionò in Tre- ni formarono presto un incredibile cumu-
vi la portentosa effusione di lagrime usci- lo di monete, di argento e oro, di gioie,
te dagli occhi della ss. Immagine, e quin- di drappi maguifici, e persino di bianche-
di il concorso per accertarsene di tutti gli ria, di vesti, di grano, di vino, di olio, di
abitanti, non meno che de'luoghi circo- cera e di altre cose offerte dalla pietà tre-
stanti; i quali compunti per lo stupendo vana e degli altri. Tra le comuni offeren-
miracolo e trepidanti pel manifesto avvi- ti si distinsero quelle di Trevi, di Monte
so che sovrastavano loro e all' Umbria Santo, di Castel Ritaldi, di Cannala, di
-

pubblici infortuni !, oltre la guerra e la pe- Spoleto per essere stata liberata dalla mi-
Me che desolava la provincia, con fiducia nacciante pestilenza e mediante basson-
TRE TRE 53
ievo d' argento rappresentante la città Maria delle Lagrime, concesse la chiesa
colla rocca. Alcune trevane fecero le co- a'monaci Olivetani del vicino monastero
rone d'argento alla B. Vergine e al divin di s. Pietro di Bovara,che ne presero for-
Figlio, e madonna AI archesina di messer male possesso I' 8 marzo 1489; ma non
Natinbene Valenti donò un superbo re- essendosi mai recali a officiarla, il consi-
liquiario con una ss. Spina con cui fu co- glio pensò a consegnarla ad altri religio-
ronato il Redentore. Aumentandosi quo- si. Però non accordandosi sulla scelta, ri-
tidianamente il numero tle'pii donativi, solse d' inviare sulla non molto lontana
il consiglio della comunità di Trevi de- strada romana due deputati,acciò l'offris-
stinò probe persone, perchè li raccoglies- sero al 1 che per ventura incon-
."religioso
se e fedelmente custodisse, inclusivamen- trassero. La provvidenza permise che fos-
te al Diotallevio proprietario della casa se il p. d. Giacomo da Cremona canoni-
ov'era dipinta la ss. Immagine. Questi de- co regolare Lateranense, che qual procu-
putati con licenza del vescovo di Spoleto ratore generale di sua congregazione re-
eressero innanzi alla medesima una cap- cavasi al capitolo generale di Piacenza, t
pella di legno, vi fabbricarono l'altare, e deputati pertanto in nome del comune gli
per la i . messa a'2 1 a-
'volta si celebrò la offrirono il santuario, e il canonico pro-
goslo 4 co da d. Costantino di Contiael-
1 mise che ne avrebbe falla proposizione al
lo, il più antico canonico della collegiata capitolo. Reduce da questo con facoltà
di s. Emiliano; indi vi destinarono due d'accettare, si recò in Trevi a combinarne

cappellani, perchè ogni giorno vi celebras- gli accordi, onde a'6 giugno i5oo co'ca-
sero il Tale fu l'origine del-
s. Sagrifizio. nonici regolari uè fu stipulato islrumeu-
la primitiva piccola chiesa di s. Maria del- to possessorio, oltre la concessione d'am-
le Lagrime, la quale a'26 luglio i486 fu pio spazio di terra per compiere l'erezio-
eletta in singoiar prolettrice di Trevi e ne della canonica con cinta di mura; e poi
suo territorio. Pier Francesco Lucarini, con l'aiuto della congregazione, ed soc- i

uno de'deputati custodi della ss. Imma- corsi delcomune, di pii legati e limosi ne,
gine, l'ornò con bel contorno di pietre la- ridussero il tempio all' attuale magnifi-
vorate, e fu uno de'principali promotori cenza. Eretta allora la canonica in pre-
perchè le si erigesse un nobile tempio. positura, più tardi divenendo abbazia, uè
A tale effetto tra 'disegni fu scelto quello fui. "preposi to il nobile veneto d. Silva-
di maestro Antonio Fiorentino di speri- no Morosini, già due volte rettore gene-
mentata capacità, e se ne fece contratto rale di sua congregazione, incominciando
a'2 giugno i486. Acquistata l'area neces- i canonici regolari a custodire il santuario
saria per la fabbrica, si cominciò lo sca- dopo un mese a'6 luglio. Neli5oi con
vo de'fondamenti a'27 marzo 148 7, ope- breve d'Alessandro VI, alla preposi tuni
razione ch'ebbe pronta esecuzione per a- di Maria delle Lagrime fu unita la chie-
s.

vervi cooperalo gli uomini delle ville del sa di s. Giovanni della Piazza di Trevi,
lerritorio,per cui a'26 maggio,previa pro- padronato del comune; e uel 1 5o8 fu data
cessione del clero secolare e regolare, dei agli stessi canonici la chiesa di s. Tomma-
priori e del podestà, d. Marcello Petratti so con l'ospedale. La chiesa di s. Giovan-
priore della patria collegiata vi gettò la ni, allaquale dipoi venne unito il detto
1/ pietra con diverse monete. lu meno ospedale,in appressol'ebbe in enfiteusi la
d' un anno si vide innalzato il maestoso compagnia della Misericordia eretta nel-
tempio sino al piano delle fineslre,restan- la medesima, mediante canone.Nella chie-
done sospeso il compimento. Intanto il sa di s. Maria fu istituita una numerosa
consiglio di Trevi volendo affidare ad al- confraternita, la quale uel 6 8 fu aggre- 1 1

cuna comunità religiosa lu custodia di s. gata all'ai ciconfraleruita della Dottrina


54 T II E T B E
Cristiana di Rotini, di s. Moria del Piati- quale ss. Giovanni,
pietà; l'alio cioè col i

lo, così della per quello copioso versalo Giuseppe d'Arimatea e JNicodetno, tolto
dalla miracolosa sua immagine nell'atto dalla croce Gesù. Cristo nella sagra sin
che venne ferito dinanzi ad essa un suo done lo trasportano al sepolcro. Si vedo-
tlivoto, ma in seguito si La chie-
estinse. no pure la B. Vergine, la Maddalena e le
sa di s. Maria delle Lagrime è di vago e due Marie seguire il feretro penetrate di
maestoso disegno, con la facciata princi- dolore, Ultimo spettatore della scena è s.
pale ov'è la porta maggiore lavorata di Francesco, figura che forse die il titolo suo
pietre quadrale, e dopo
terremoto del
il alla cappella. Nelle facciate laterali del-
jyo3 si dovè alquanto ahhassare. L'or- la medesima sono effigiati s. Giuseppe
namento marmoreo ed elegante della por- sposo della ss. Vergine, e s. Ubaldo ve-
la principale ,egregiamente scolpito da scovo di Gubbio e canonico Lateranen-
Giovanni di Gio. Pietro da Venezia nel lunetta superiore sono delle fi-
se; e nella

1 49^> e quello pure bellissimo della por- gure e ornati bellissimi ma deperiti in ,

ta laterale, hanno gli slemmi della città buona parte. Nella maestosa crocerà o na-
e dell'illustre famiglia l'elioni che contri- ve di mezzo vi sono 4 bellissimi altari, il

buì con 100 fiorini olla costruzione d'am- t.°a destra dedicato al ricordato Ubal-s.

bedue. L'interno della chiesa ha 7 altari do fallo da buona mano


, dipingere sul
compreso il maggiore, vicino al quale è muro, co'di versi miracoli dal santo ope-
un piccolo altare fatto da' Valenli e col rati, dal trevano Pier Costanzo Ricci, che
loro slemma, con nicchia chiusa con cri- inoltre donò alla chiesa uno de' superbi
stalli, nella quale si venera un divotissi- vasi per l'acqua santa e col suo stemma;
ino Crocefisso. Quello ove si venera la ss. la sua famiglia dotò l'altare, e Benedetto
Immagine è nella cappella ri
m petto la XIV lo dichiarò privilegiato perpetuo. Il

porta laterale, con bella facciata decora- 2. altare dalla stessa parte è sagro all'A-
la di colonne e statue con diverse dora- dorazione de' ss. Magi nel Presepio, con
1621 dalla pietà de'capita-
ture, fatte nel pitture laterali, tutte opere del Perugino,
111 Pompeo e Francesco Benenati, che in- Da principio l'altare fu acquistato dal co-
oltre dotarono l'aliare di diverse messe mune di Bovara, che lo dotò per avervi
e pii legati. Nella crociera della porta la- il jus di seppellirvi iunanzi i suoi defun-
terale souo i)ììc grandi aliati, uno dedi- ti; indi nel 1679 fu concesso a una delle
cato a Carlo con bel quadro; e
s. l'altro nobili famiglie Valenti. Il Barlolini de-
iuconlroas. Francesco, con pittura al mu- scrive il lodatissiruo affresco dell'Adora-
ro esprimente la Deposizione dalla Cro- zione, espressa colla B. Vergine col suo
ce nel sepolcro del Salvatore, che il Gior- divino Infante nelle braccia in alto d'e-
getti crede di Pietro Perugino. Ma il Bar- sporlo alle adorazioni de' circostanti, a-
lolini ne'suoi Ceniti sulle pitture classi- Ven te alla sinistra s. Giuseppe. I tre re Ma
che di Trevi, sebbeue convenga merita- gi e il loro seguilo, rappresentati da 12
le tulio la fede tale scrittore, dubita che bellissime figure, riempiono il davanti del
il magnifico affresco sia del Perugino, poi- quadro. E costante opinione, che in uno
ché tale singolarissima pittura gl'inten- ilei seguaci de're,dipintoalla sinistra deli*
denti la giudicarono piuttosto dello Spa- Madonna , il Perugino ritrattasse il suo
glia di lui discepolo, il quale talvolta giun- prediletto allievo Raffaele. Tutto è stu-
se ad emulare Raffaele, altro allievo del pendo in questo quadro, nel quale la na-
Perugino. Questo quadro stupendo e sin- tura vi fu copiata colla maggior fedeltà.
golarissimo rappresenta una scena con ve- Le pareti interne e laterali della cappella
ramente tragico pennello trattala, per cui dell'Adorazione o Presepio sono adornate
desta uè figliai dnuli sensi di terrore e di dalle immagini de'ss. Pietro e Paolo, eco-
TRE TRE U
e4itaiscono un complesso di pitture am- la volta in su, nel quale viene espressa la
mirabili del Perugino, che nella cornice Resurrezione del Signore co' custodi del
inferiore del quadro di mezzo viene ricor- sepolcro esterrefatti, con pensiero eguale
dato dall'epigrafe: Petrus de Castro Pie- a quello lodato esistente in s. Pietro di
bis pinxit. Dalla parie sinistra della na- Perugia, opera d'Orazio Alfani, uno dei
ve in discorso, incontro l'altare di s. Ubal- buoni alunni di Pietro; laonde sembra in
1

do, è la cappella della Pietà, sul cui alta- clinare, che mg. Valenti facesse esegui-
r
re adornato da mg. Benedetto Valenti, re le pitture da uno
scolare del Perugino,
da questi fu posta l'eccellente tavola da invitando però gl'intendenti a giudicar-
lui ricevuta in donoda Clemente VII, che ne e quindi attribuirle a chi spettano ve-
arricchì l'altare di copiose indulgenze, ed racemente. Rimpetto all'altare del Pre-
al quale assegnarono legatiAlfonso Valen- sepio trovasi l' altare di s. Caterina ver-
ti e Lucrezia Lucarini.ll Barlolini osserva, gine e martire, quadro rinnovò il
il cui
che negli arabeschi die adornano il fon- ravennate p. d. Matteo Nabruzzi che per
do de' pilastri esterni della cappello della più anni governò la canonica di Trevi.
Pietà, si trovano i segni della scuola Raf- L'ornato però dell'altare e con dotazio-
faellesca e non della Perugina, secondo al- ne di qualche legato, già l'avea fatto Lu-
cuni; eil anche le ligure dipinte a fresco crezia Valenti-Gemma. Nelle pareli late-
nella lunetta superiore letrovano di sti- rali della cappella sono dipinte in tela le

le più moderno, e nel lutto insieme più ss. Cecilia e Caterina, che il Bartolini con
probabile per qualcuno de'non migliori alcuni bravi periti crede dello Spagna e
successori di Raffaele, che di Pietro. De- perciò sue opere rarissime, perchè poche
gli altri poi opinano diversamente, soste- sue pitture ili tela si trovano. Aggiunge
nendo che anco Pietro Perugino dipin- che molti di que'quadretti o tabelle vo-
geva gli ornati in quella forma, e che il tive, offerti in volo a s. Maria delle La-
gran Raffaele da questo suo maestro ne grime nel fine del secolo XV e negli e-
apprese i non nelle Terme di
disegui,. e sordi del XVI, da'divoti che impetraro-
7
7 /7o (/^.), come il volgo presumeva. Pro- no o riceverono le sue grazie, invece del-
testando il Barlolioi di non essere in gra- l'odierne lastre di argeuto,copie delle qua-
do da poter sciogliere sì ardui dubbi, e li per la loro eleganza andarono ad ab-
lasciando stare il quadro di provenienza bellire le gallerie di Frauda e di Germa-
pontificia dove sta , senza pretendere di nia, perchè pittori viaggiatori credero-
i

decidere sesia veramente di fra Sebastia. no di aver copiato pitture del Perugino
no del Piombo, come si è sempre e*ge- e dello Spagna, odi altri di quella cele-
neralmente creduto ovvero di qualche , bre scuola; gli originali esistendo ancora
suo bravo allievo; conclude, che le pittu- nel coro di questa chiesa, ina mal con-
re al muro ebbero onninamente vita pri- servati. Questi sono circa 00, 1 tutti iu ta-
ma del i 54 1 ,
poiché in quell'anno finì di vola, però non tutti dipinti a olio, esseu-
vivereil prelato Valenti, e perciò più pro- dovene alcuni fatti a guazzo, altri deli-
babile della scuola di Raffaele che del Pe- neali anche a penna sulle carte alle tavo-
rugino; tanto più che nel mezzodella cap- lette applicate. Contengono tutti la ss. Im-
pella vi è dipinto lo stemma di Clemen- magine della Madonna delle Lagrime, e i
te VII, il che concorre a far crederle ese- ritratti de'divoti che li presentarono. Fra

guite nel suo pontificalo. Le figure dipin- i voti dipinti a olio sembra d'ottima ma-
te consistono in due Sibille maestosamen- no il voto di Corali to da Norcia, con iscri-
te assise nelle pareti laterali della volta, zione interessante la medicina e la mo-
ed in un quadro che abbraccia tutto il Fra quelli dipinti ad acquarella più
rale.

fondo della cappella dall'impostatura dei- stupendo de'compàgni pare quello rap-
56 TRE TRE
presentante in alto la B. Vergine delle La- gazione istituita nel regno di Napoli da s.

grime, con due belle giovani prostrate con Alfonso nel 1732 e approvata nel 1749
macchie della patita peste bubonica, con da Benedetto XIV, venne quindi gover-
versi die dichiarano la liberazioue dal nala da un rettore maggiore residente in
morbo. Termina il p. Giorgetli la descri- detto regno sino ali 853. Se si prendono

zione elei tempio e celebre santuario di nd esame gli atti della s. Sede e il pen-
s. Maria delle Lagrime, con riferire che siero del, santo fondatore dei liguorini,
lo nobilitano 7 ben intesi e vaghi depo- chiaro apparisce essere disegno della di-
siti dell' illustre famiglia Valenti, tanto vina Provvidenza stabilire il centrale go-
benemerita della chiesa e della canonica, verno dell'istituto in Roma, ove tutti gli
riportandone le iscrizioni sepolcrali e no- ordini regolari convengono quasi al fonte
tando quelli decorati da busti in marmo, perenne di unità, per attingervi indivisa-
il più ricco e bello essendo quello del car- mente il bene e la stabilità necessaria ad
dinal Erminio posto nella cappella della ogni cattolica istituzione religiosa; cosa
ss. Immagine. Alla restaurazione del tem- tanto desiderala da s. Alfonso , il quale
pio nel 733 concorse Clemente XII, ad
1 nella sua lettera de'3o maggio 1776 di-
r
istanza di mg. Lodovico Valenti poi car- chiarò: Se la mia congregazione non si
dinale. Nell'antica canonica il 1. "settem- stabilisce fuori del regno ili Napoli, non
bre 1 855 passarono a stabilirsi i Reden- sarà mai congregazione. Laonde Pio VI
lorisli o Ligito rini (?'•) di Spoleto. A con bolla del 780 creò un superiore ge-
1

tale articolo narrai che ve V introdusse nerale dell'ordine, con residenza in lio-
Leone XII, affidando la loro chiesa e par- roa,ove rimase sino al 1793. In quell'e-
rocchia di Ansano, sebbene per istitu-
s. poca fu nuovamente celebrato nel regno
to non ponno amministrare cure parroc- di Napoli il capitolo generale per l'elezio-
chiali. Neil 855 il municipio di Trevi a- ne del novello rettore maggiore, che pe-
vendo loro offerto il tempio di s. Maria rò non tornò a risiedere in boma. In se-
delle Lagrime, la cui divozione e straor- guito di che vi fu sempre \\n vicario ge-
dinario concorso del popolo è sempre e- nerale per le provincie transalpine, però
dificante, la casa annessa, la cappellania dipendente dal rettore maggiore di Na-
della medesima, il suo recinto, non che poli. Poco prima e vivente ancora s. Al-
la chiesa e beni della Madonna di s. Ar- fonso, nel sapere che ripartivano pel set-
cangelo, i redenloristi per esonerarsi dal- tentrione i due primi transalpini recati-
la cura d'anime che tenevano a Spoleto, si in Roma ad ascriversi alla sua congre-
tutto accettarono mediante autorizzazio- gazione , ne fu tanto lieto che esclamò :

ne e scioglimento dal vincolo, del breve Non mancherà Dio dal propagare per
apostolico Exponendian curavìt, emana- mezzo di questi la sua gloria iti quelle re-
to dal regnante Pio IX a' 12 giugno 855; 1 gioni.Questa predizione si velifici) piena-
e quindi il 1 ."del seguente settembre i re- mente, imperocché nel giro di pochi an-
dentoristi presero formale e solenne pos- congrega/ione del ss. Redentore ven-
ni la
sessodel santoni io, casa e sue appartenen- ne meravigliosamente diffusa e propaga-
ze, coll'intervento della magistratura co- la, per mezzo de'suoi vicari generali, nel-
munale. Siccome la benemerita congre- la massima parte degli stali d' Europe e
gatone del ss. Redentore, fondata da s. persino in America. Per mirabile dispo-
Alfonso de Liguori dopoché pubblicai , sizione della divina Provvidenza avveu-
quell'articolo, ha ricevuto maggior lustro, ncil dilatamento dell'istituto, adonta del-
profìcuo ordinamento e incremento, tro- le persecuzioni ch'esso di mano in mano
vo opportuno di qui narrarlo in breve e pativa, come essere espulso du Fi'Biicin,
così completarlo sino a oggi. La congrc- Russia, Polonia, Germania, Portogallo e
TRE T R E 57
Svizzero; giacché ia possente mono di Dio serta [V.) colla villa ,
posti sull' amena
in breve lo ricondusse nella più parte di sommità del celebre Mò/ite Esquilìno, tra
tali regioni, cou vantaggio immenso dei lai. ''chiesa del mondo e la maggiore ba-
fedeli, alla cui spirituale cura e con lode- silica sagra alla Madre di Dio; il palazzo

vole zelo si consagrarono i degni figli di mutando in casa generalizia colla spesa di
s.Alfonso. Gregorio XVI, che canonizzò circa 8ooo scudi, e dando eziandio pron-
solennemente il santo fondatore stabi- , ta opera all' edificazioue dell'adiacente
lendo nel 84 secondo la di lui mente,
i ! » chiesa dedicata al ss. Redentore, ed in o-

in tutta la congregazione le provincie coi n ore di s. Alfonso de Liguori. In questo


superiori provinciali; e il successore Pio luogo i liguori ni nel maggio 855 ten-
1

IX, neh85o regolando nella congrega- nero il i. "capitolo generale di Roma, e vi


zione altri rilevantissimi affari, aperta- elessero il superiore generale r.'no p, j\jj_

mente dimostrarono di voler (issare in colò Mauron, i r. m i


pp. consultori, ed il

Roma il capo supremo della medesima, r. mo p. Brixio Queloz in procuratore ge-


se uon che per allora circostanze partico- nerale, tutti ad vilam ì
il che celebròan-
lari l'impedirono. Finalmente, conside- co la Civiltà cattolica a p. 58 i del t. i

rando il Papa Pio IX che colla unione del- della 3/ serie. Così e mercè dell' essersi
le case esistenti nell'alta Italia e della pro- stabilito nell'alma ed eterna Roma il capo
vincia romana alla congregazione tran- della congregazione, e mei ce della fonda-
salpina, si otteneva che tutte le provincie zione d'un noviziato romano, già in pie-

bell'istituto sparse nell'orbe cattolico ve- no vigore nel novello convento Esquili-
nivano rette dal vicario generale, tranne no, e posto alla benefica ombra della s.

le case poste nel regno delle due Sicilie, Sede, uon è dubbio che pp. redentoristi
i

a'6 settembre 1 853 decretò, che le case avranno abbondanza di evangelici operai,

di tale reame conserverebbero il loro ret- ispirati dal glorioso Sepolcro de'Princi-
tore maggiore, ma che desso non più a- pi degli Apostoli, per quelle altre fonda-
vrehbe alcuna giurisdizione e autorità sul- zioni, che sì ne'dominii temporali ponti-
le altre case della congregazione Liguo- fìcii, e sì negli stati italiani istantemente
rina. Di conseguenza, volendo il Ponte- vengono richieste. Le provincie della con-
fice con paterna cura e sollecitudine prov- gregazione sono: la Romana, la Gallica,
vedere al bene dell'intero corpo, cambiò l'Austriaca, la Belgica, l'Americana, l'O-
il vicario generale nel superiore generale landese e Inglese, e le case de'regni di Na-
residente in Roma, e l'8 ottobre dello poli e di Siciliadovrebbero formare due
stesso 1 853 ordinò, .°Che una casa della
i altre provincie, secondo il decretato nel
congregazione transalpina del ss. Pieden- 1 84- d a Gregorio XVI. Il superiore del-

tore fosse stabilita in Roma. 2.° Che il su- le provincie di dette due Sicilie chiama-
periore generale della medesima avesse a si rettore maggiore, mentre quello di tut-

risiedere nella metropoli del caltolicismo. ta la congregazione s'intitola superiorege-


3.° Che il capitolo generale si avesse a te- nerale e rettore maggiore, residente nel-
nere nella slessa città. La congregazione la casa Esquilina,la quale appartiene al-

del Redentore possedeva già in Ro-


ss. la congregazione medesima, in uno a quel-
ma la chiesa di s. Maria in Monteroni con la e colla chiesa di s. Maria in Montero-
annesso convento, che descrissi in quel- ni, residenza del procuratore generale del-
l'articolo; ma l'ima e l'altro riuscendo la stessa congregazione; di più in essa vi
dopo tali pontifìcie disposizioni troppo dimora il procuratore delle case delledue
angusti, la congregazione in ubbidienza Sicilie. A voler poi far cenno della deco-
a'volei i del Papa, per scudi 4<>,ooo acqui- rosa chiesa Esquilina in costruzione assai
no il Palazzo Gattoni o Cattaui o Ca- avanzata, e congiunta al uuovo couveu-
58 TRE T II E
(o, la quale precisa mente sorge nellospa- unito il Clituuno, che si getta poi nel To-
zioche resta a sinistra di chi passato il pino, e vi sorge un antichissimo tempiet-
muro di cinta vada verso la casa religio- to consagrato al fiume istesso, cui i pa-
sa, già palazzo de'Caetani, dirò solamen- gani prestarono culto, e del quale parlai
te, che ne <liè i disegni l' inglese Giorgio nel citato voi. LXIX , p. 63, convertito
Wagley, di gusto semi-gotico ,
per quei quindi al culto cristiano, e poscia in par-
motivi che notai a Tempio, e al suo com- te diroccato dal lucchese fr. Paolo romi-
pimento non lontano, dicesi che sarà co- to di Monte Luco, custode della chiesa e
stato 1'edifizio, co'suoi accessorii, decora- del benefizio in essa fondato, verso ili y3o
zioni e suppellettili, quasi 5o,ooo scudi. vendendo il cornicione in parte caduto pel
La fabbrica è già per intero murata, on- terremoto, e le colonne che a Spoleto or-
de può con precisione indicare le
se ne nano s. Filippo, il che rilevai a
l'altare di
precipue parti. Vi si giunge per una gra- p. 57, parlando di sua chiesa. Da chi fu
dinata, ed il prospetto esterno ha quel- impedito continuasse il frate le fatali de-
l'eleganza che si addice alla maniera ogi^ molizioni, lo dirò celebrando gì' illustri

vale prescelta, avendo una sola porta nel trevaui. L' encomiato trevano Bartolini
suo mezzo. Nell'interno la chiesa è lun- scrisse un erudito articolo sul Clitunno,
ga palmi 200 e larga 80 con una sola , del quale vado a farne cenno, e intitola-
navata e avente lateralmente 6 cappelle lo: Il Clitunno fiume dell'Umbria. Pic-
sfondale per parte, le cui pareti supe- ciolo d'onde e di valor gigante, fu det-
riori avranno pitture a fresco esprimen- toup altro italico fiume dal principe del
ti i principali fatti della feconda vita di Parnaso italiano del nostro secolo, e sem-
s. Alfonso. Negli altari invece di quadri bra per giuste ragioni, ed altrettanto po-
vi saranno sculture marmoree, e di già tersi ripetere del Clitunno pe'rari suoi at-
furono allogate quelle rappresentanti la tribuii e come celebralo per la chiarez-
Immacolata Concezione di Maria Ver- za e freschezza di sue acque, e per la lo-
gine, il suo sposo s. Giuseppe, s. Alfonso ro qualità dealbante a segno che bianchi
de Liguori, s. Teresa, s. Francesco d'A- come neve trasforma i bovi di pelo anche
sisi, la sacra Famiglia, ec. Riceve lume nerissimo che per un anno circa ne beva-
da 4° finestre a sesto acuto, con vetria- no. Questa non è una fola di Virgilio, di

te dipinte, disposte in due ordini tan- Plinio e di altri antichi scrittori, ma un


to nella nave che nell'apode, la quale è fatto confermato dall'esperienza conti-
terminata da un calino, a imitazione del- nuata, e riconosciuta a' nostri giorni dal
l'altre chiese di Roma, e nel quale sarà prof. Monchini nella bella analisi chimi-
dipinto a fresco il Salvatore a imitazione ca delle celebri acque di Nocera. Il corto-
delle romane basiliche. L'altare maggio- ne»e ab. Ridolfiuo Venuti, Osservazio-
re è isolalo iti fondo alla nave: à'stioi la- ni sopra il filane Clitunno, detto in og-
li sonoduecoreltijenell'emicielo dell'apsi- gi Pene, situato tra Spoleto e Foli-
le

de trovasi il coro cogli stalli pe'religiosi. gno del suo cullo e antichissimo tem-
,

Dalla chiesa, traversando la sagrestia, si pio, e dello stato suo pi-esente, ec, Ro-
passa nel convento. ma 753, provò con illustrazioni storico-
1

Dal descritto santuario, lo sguardo si archeologiche, essere etrusca l'origine del


estende nella sottoposta fiureulissima pia- suo nome, per cui tal sua denominazione
nura, attraversala dalla via Flaminia, e risale per lo meno all'epoca delle conquiste
presso la stazione postale delle Vene, nel- fatte dagli etruschi sopra gli umbri, cioè
la comune di Campi-Ilo (come nel parlar- a dire 3oo anni circa prima della fonda-
ne rilevai nel voi. LX.IX, p. 23), scatu- zione di Roma. Non risulta per altro ab-
riste il copioso fonte fracassi, oud'ò fui» bastanza se di costruzione etnisca fosse ve*
TR E TUE 59
ramenle l'antichissimo e restaurato gua- anche oggidì in qualche modo venerati
sto tempio, che si vede ancora poco ni di que'luoghi, celebri per gl'imperituri fasti

qua della sua sorgente, ove per più seco- romani, ed ove per troppa venerazione i

li risposero quegli oracoli che secondo ,


lontani loroautori restavano illusi da'bu-
Fontanelle e per testimonianza di Plinio pagana superstiziosa
giardi oracoli della
ilGiovane, si ostinarono anche dopo la credulità. I al governo di
luoghi soggetti
venuta del Salvatore ad ijludere popo- i Trevi, comprese lecomuni di Monte San-
li di Bowirium de'ro*
questa regione. Il to e Sellano, li notai nel voi. LXIX, p.
mani, ove si serbavano le mandredi bo- 29: tutti i loro abitanti, in uno a que'di
vi per farne ecatombe a Giove, dopoché Trevi e del suo Borgo, ascendono a qua-
da quelle acque era stalo imbiancato il si 6000. Sono ricchi settimanali merca-
i

loro pelo, stava appunto dove ne'tempi ti come le molte annuali sue fie-
di Trevi,
bai bari sorse l'abbazia de' monaci di s. re, ferace essendone il territorio, situato

Pietro, ove oggi è la villa Bovara, sempre in colle e aria buona, ed in clima tempe-
compresa nel distretto comunale di Tre- rato. Abbondanti sono le acque in modo,
vi , ed abitata da circa 5oo coltivatori. che fino dal 1 760 fi istituita in Trevi una
Nasce Clitunno nella suddetta comune
il prefettura municipale che presiede a'suoi
di Campetto e percorre quindi tuttoil ter- 11 pubblici canali. [fa pure mulini da gra-
ritorio di Trevi, della qua] città bagna- no e da olio sul Clitunno, ove ponno agire
va le mura, e fino al secolo passato ap- f) macine,oItre3o da olio nella città e tei ri-

parteneva medesimo prima


al territorio torio,mosse da forza animale.Ora si sta co-

die fosse rotabilmente ristretto, Cambia struendo una nuova strada adagialissima,
il suo nome con quellodi Timia o Tenia e magnifica per la vista che presenta della
nel territorio di Foligno, ed unito poi ad sottoposta e celebre valle Umbra. Del mu-
altri corsi si scarica nel Tevere. Antica- seo e delle antichità riunite nella casa Va-
mente il Clitunno era navigabile, come lenti vado a parlare, dicendo degli uomini
a'tempi dell'imperatore Caligola diesi re- più illustri della città, col libra intitolato:
eòa visitarlo/cessando d'esserlo per l'ab- Le antichità talentine, dialoghi due di
bassamento di sue acque , derivato ila Francesco Alighieri e Sanie Ponzio,
Quella lunga serie di terremoti che minac- nuovamente pubblica ti e di preliminare
ciarono di subbissare il globo terracqueo illustrazione muniti da Clemente Bar-
nel 446 di nostra era, iquali o ne sollb- tolini patrizio di Trevi, Perugia 1828.
carono la sorgente o per sempre l'impic- Attesta Calindri, nel Saggio statistico-
ciolirono , senza però alterare la virtù storico del Pontificio stato, che nel ter-
dealbante o imbiancatrice di sue acque, ritorio sono le vestigia dell'antica città,
e senza attenuare le sue storiche e mito- eche vi si scavano lapidi, medaglieefran-
logiche rimembranze, imperocché die il tumi di vetusti monumenti, essendovi
nome al dipartimento di cui Spoleto fu pure un tempio cristiano ili antica d ita,
capoluogoall'epocadel governo repubbli- forse quello già di Clitunno. Trevi ebbe
cano del 1798. Anche al presente quella sempre un cardinal protettore, e 1' ulti-
stessa contrada con tanta eleganza descrit- mo fu il cardinal Giovanni Serafini mor-
ta da Properzio e da altri poeti e pro- to nel 1 855. Degli illustri trevani per san-
satori, la sorgente del Clitunno, il suo an- tità di vita, per dignità, per dottrina e
tichissimo tempio, tuttora chiesa con be- per valore militare, tratta ancora il Gior-
neficio semplice, sono continua cagione pure mi gioverò, dicendo
gelti, e di lui
di fermata per tutti viaggiatori dotti e
i che Trevi sempre vantò illustri e nobili
illustri che vi sono di passaggio. E cosi gli fatniglietlecoratedi titoli onorifici, di no-
abitanti di Trevi e le vicinanze vedono biltà generosa, già signore di feudi, ed
60 TRE TRE
alcune insignite degli ordini equestri, in- gnome ne'biografi de' cardinali, e siccome
clusivaniente a quelli di Malta, de' ss. i trevani lo dicono creatoda Celestino ili
Maurizio e Lazzaro, della Milizia di Ge- e del titolo di s. Anastasia, feci apposite
sù Cristo, e degli ordini pontifìcii. Nel ri- ricerche e trovai che quel Papa non con-
cordalo libro si tratta delle primarie an- ferì tale titolo. Il Cappello, che scrisse le

tiche famiglie che fiorirono o tuttora sus- Brevi notizie dellaehiesa di s. Ano sta -

sistono in Trevi, e dalle quali uscirono sia, comincia la serie de* titolari dal i4^9-
diversi celebri personaggi, come la Pe- lo non pretendo di togliere aTrevi un car-
troni, la Veri, la Palazzi, la Ponzia cosi dinale, solo giustificarmi perchè non ne
delta come originaria di Ponze (villag- feci la biografia. Pretendesi ancora treva-
gio che sempre ha fallo parie del con- no il cardinal Alessandro Oliva, ma nel-
tado di Trevi) e dalla quale derivarono la biografia lodissi'di Sassoferrato, così
la Valenlini e la Bartolini; la Nalalucci, in quell'articolo. Sono cardinali Irevani
laLocarmi, l'Ui igo o Origo originata in e celebri, Erminio Valenti; Lodovico
Trevi donde passò a Roma, e principal- Valenti (di questo cognome e mantova-
mente la Valenti, divisa in diversi rami, ni abbiamo cardinali Silvio e Luigi Va-
i

che tanti diritti ha alla patria riconoscen- lenti- Gonzaga) y Curzio Origoj cui bio-
za e tanto decoro fece ad essa pel copioso grafi lo dicono patrizio romano, belivi co-
novero de'suoi illustri che in ogni epoca me notai di famiglia antica di Trevi, a-
luminosamente fiorirono, per aver con- vemlo il Bartolini fallo pure onorevole
tribuito ad estinguervi la fazione ghibel- menzione del marchese Giuseppe che si
lina, che funestò anche Trevi per l'av- distinse qual colonnello,direttore coman-
versione -a guelfi, fedeli e divoti a' Papi, dante de' Pompieri (V.), del qual corpo
onde su solide basi potè stabilirvi la vera fu benemerito, e di Roma anche per aver
pace, per cui vieppiù ebbe incremento la impedito che sotlo il governo francese si

loro fortuna e splendore, sempre affezio- trasportasse la famosa statua del Trito-
nata alla corte romana, che ognora sep- ne Piazza Barberini. Molti vescovi e
di
pe servire lealmente e con zelo. In com- prelati furono trevani, come Romolo Va-
pagnia del vescovo s. Emiliano nella per- lenti dopo distinte magistrature vescovo
secuzione di Massimiano moltissimi tre- di Conversano, intervenuto al concilio di
vani dierono la vita per Gesù Cristo ; Trento, e che ricevè onorifica tomba in s.

martiri egualmente furono ss. fratelli i Maria delleLagrime.Fr.Reginaldo Luca-


Vincenzo vescovo di Bevagna e Benigno rioi domenicano, maestro del s. palaz-
diacono; trevani sono s. Costanzo protet- zo, vescovo di Città della Pieve. Seba-
tore di Perugia, decapi tato poco lungi da stiano Valenti vescovo di Terni. Il pre-
Trevi, dove esiste ancora un' antichissi- lato Marcello Lombardi. Il prelato Ales-
ma chiesa, ma abbandonata; s. Concor- sandro Gentili. Monte Valeuti,di cui mol-
dio martire, seppellito presso Trevi, cosi ti sono fasti, qual preside di Romagoi
i

i ss. Dionisio, Ermippo e Italiano mar- e di Ravenna, governatore di Perugia e


tiri ; il b. Tommaso da Napoli eremita dell'Umbria, governatore di Roma per
dell'istituto di s. Celestino V; il b. Ciac- s. Pio V XI 11, indi governa-
e Gregorio
caro o Zaccaro; il b. Ventura eremita; i tore di Bologna, a cui il degno figlio Al-
venerabili Bernardino e fr. Gregorio
fr. fonso eresse una superba tomba con di-
cappuccini; venerabili fr. Mario e fr. O-
i stinto epitaffio nella chiesa delle Lagri-
nofrio minori osservanti riformati, ed il me. Alessandro Valenti pi'otonotario a-
2.° morto in 8. Martino; il ven. Teobal- poslolico e conte palatino, a cui s. Pio V
do. Vanta Scardinali, cioè Paolo Lam- confermò a lui ed a' discendenti rinve-
bardi, che però noti trovo con questo co- stitura della contea di R-ivo Socco, che a'
TRE TRE 61
suoi maggiori era stala concessa da Giu- cui era ricco quel museo, e questo i.° la-
lio III e Fio IV. Il celebratissimo Bene- voro forma la 3.* parte dell'opuscolo. Di-
dello Valenti dotto giureconsulto, pre- poi il prelato Valenti, avendo da Roma
letto della camera apostolica e avvocato portato al suo museo un altro assortimen-
Q
lìscale della medesima, caro a Clemente to di marmi, formarono l'oggetto del l.
VII e Paolo 111, ed all'imperatore Carlo dialogo. Questi eruditi opuscoli divelluti
V, alla cui coronazione assistè^ fu aggre- rari, il trevano Cartolili! volle riprodurci,

galo co'discendenli al patriziato di Spo- ed in essi sono le iscrizioni raccolte nel


leto e alla nobiltà di Perugia, oltre l'es- museo Valenti, tuttora esistente nel pa-
serlo già la famiglia di quella di Todi. Di- lazzo omonimo, eseguendolo con prelimi-
stinse il sommo merito di questo illustre nari eruditi e importanti patrie illustra-
r
trevano, il suo buon gusto verso le scien- zioni, nell' epilogo storico di mg. Bene-
ze e belle arti, ed il favore e protezione Me-
detto Valenti e sua agnazione, e colle
largamente spiegati per incoraggiarne i morie di Francesco Alighieri figlio di
cultori. Di questo suo principalissimo me- Dante III e dell'opere sue, e le Memo-
rito uè fanno fede, mg.' Magalotti, già go- rie storiche di Sante Ponzio di Trevi e-
vernatore di Roma, nel suo trattato De ruditissimo e di elevato ingegno. Quindi
sal\'o : conductoa lui dedicato, nonché gli iltutto dedicò al virtuoso e da lui enco-
scrittori de' dialoghi ristampati dal Bar- miato con singolari elogi, conte Giacomo
r

lolini nell'Antichità F alentine i


de'sum- Valenti, benemerito gonfaloniere di Tre-
mentovati Alighieri e Ponzio. 11 fiscale vi, proprietario del museo e del ricco ar-
Ar alenti raccolse nel suo palazzo di Trevi chivio di sua nobilissima famiglia, che fe-
un vistoso numero di lapidi, busti e altri conda di uomini illustri, ne vado ricor-
marmi, co'quali formò una specie di mu- dando nomi de'principali,rica vandoli da
i

seo; onde ilTiraboschi, nella Storia del- quantodiluisameule nescrisseil Barlolini


la letteratura italiana, lo celebrò per nelle belle memorie biografiche,che si pos-
uno de'primi,che ad opera tanto utile al- sono dire la storia della famiglia Valenti,
la storia ed alle belle arti si cimentasse, e l'elogio de'più celebri suoi concittadini.
ne riscosse incancellabile fama. Per com- Gio. Battista fratello del lodato Benedet-
pletar poi l'opera intrapresa, permise che to, fu giudice generale della Marca, go-
la sua galleria fosse illustrata dalle peri- vernatore di varie città e perpetuo di
te penne di Francesco Alighieri, nipote Gualdo-Tadino, e dovrò riparlarne. Il lo-
r
del gran padredi nostra lingua, edi Sante ro prozio d. Natimbenepel suo gran me-
Ponzio trevano, impegni che essi esegui- rito contribuì col fratello Giovanni alia
rono con pubblicare neh 537 m R° ma : riforma dell'antico Statuto di Trevi , il

l' Aidi qui tate s V aleutinae archeologica quale meritò gli encomi de'Papi nell'ap-
dìssertatio Fr. Aligeri Dantis IlIJilii: provarlo, e fu lodato da'giureconsulti, fra'

Primus Dialogus deAidiquitatibus P a- quali il cardinal de Luca. Trovandosi Na-


lentiiiis : Secundus Dialogus de Anti- t iinbene fin dal i4^9 aggregalo alla cit-
quitatibus Valcnlinis.ll Alighieri veden- tadinauza romana, tu anche uno de' ri-
do cheil museo formato da Benedetto re- forma lori dello Statuto di Roma sotto
clamava un'illustrazione, vi si accinse ed Paolo 11, come sapiente e famoso dotto-
ebbe a collaboratore il Ponzio. Interpre- re in legge, e collaterale di Campidoglio.
tò quindi tutte le lapidi romane e l'epi- Inoltre Valenti ebbero, Gaetano cele-
i

grafi mortuarie, lavoro che costituisce la bre capitano generale pontifìcio nell'Au-
i. 'parte deh .'opuscolo ; coadiuvato poi stria e nell'Ungheria. Ferdinando dotto
dal Ponzio, procederono insieme all'illu- e celebre avvocato concistoriale e del fì-

stiazioue de'busti, leste e altri marmi, di sco della rev, camera apostolica, fregiato
62 TRE TRE
di molle virtù, autore di elaborale ope- tri. Tornato in patria vi eresse e montò
re legali stampate in Roma neh 744 hi a proprie spese una compagnia di coraz-

7 grandi volumi col titolo Opera o- : ze per servizio della s. Sede, nel ponti-
ìnnia selectiora. Andrea Angelo dotto e ficato d' Alessandro VII. Entrato tra le
virtuoso. Fausto protomedicodi Roma e milizie papali, percorse i gradi maggiori,
dello slato, cheedificò ecinse di gran mu- governatore dell' armi di Marittima e
ro la bella villa sotto Trevi detta la Fan- Campagna, indi del ducato d'Urbino, li
stana dal di lui nome, ebe per la sua va- suo figlio Filiberto nominato capitano ,

ghezza venne dipinta nel palazzo Valica- dellacompagnia de'corazzien eretta dal
nocoll'iscrizione: Filla Faustana de'no- padre, e da Clemente XI fu fatto vice-
bili l 'alenti di Trevi. 11 quale subn rim- governatore d'armi nell'Umbria, al cui
ilograndioso fondo pervenne nel patri- tempo e nel 1706 il senato romano an-
monio privatodiLeoneXll. Cornelio pe- noverò al suo patriziato lafamiglia Va-
ritissimo nelle leggi. Quintiliano valoro- lenti e loro discendenti. Anton France-
so capitano d' Urbano Vili , e tesoriere sco di sommo ingegno e celebre avvocato
generale della Marea. Gio. Battista prò- in Roma, divenne prelato solto-dalatio,
tonotario apostolico e reputato avvocato canonico Laterauense, votante di segna-
in Roma, rettore dell'abbazia di s. Carlo tura di giustizia, arti vescovo di Teodo-
di Trevi, caro al cardinal Aldohraudini sia in partib us, uditore di rota, quindi
ed internunzio di Napoli: favorito dalia nominato datario da Clemente XII, per
sorte, molle sono le luminose prove di cui sarebbe stato elevato alla porpora, se
di sua pietà, munificenza egeuerosilà,con la morte uon troncava la sua carriera, do-
cui si distinse in vita e in morte. Fu o- po aver impinguato e nuovamente eretto
pera sua il palazzo edificato nella piazza la prelatura Valenti da lui goduta. Ad

delta della Rocca tliTrevi 3 poi incorporalo essa successe Filippo canonico Vaticano,
lidia mensa della prelatura Valenti, alla volante della segnatura di giustizia , lo-
quale apparteneva fino al decorso secolo. dato dall' Amaduzzi nell'erudita lettera
Filippo tesoriere di Luigi XIV in Italia, e colla quale gli dedicò il 1° de' dialoghi
del sagro collegiode'cardinali: istituì una Antichità /'ale/itine. Al suo fratello
sulle
primogenitura di 100,000 scudi, ed una Giacomo molto devono tutte le famiglie
prelatura pel secondogenito ili sua agna- Valenti per l'enormi spese e fatiche affron-
zione eollalerale.coslituila da un capitale tate, onde riunire in 9 grandi voi. le Me-
di circa 60,000 scudi, poicliè non ebbe mòrie talentiyàoè tuttelememurie gen-
né moglie, uè figli. L'insigne collegiata di tilizie di sua nobilissima agnazione, colle
Trevi, che cattedrale fu sicuramente ne' quali giunse a formare l'ordinalo e do-
tempi antiihi,dcvealla sua pietà il nobile vizioso archivio. Col suo zelo impedì Fi ai-

altare di s. Emiliano, e la dotazione di cui terà demolizione del vetustissimoe già ce-
in ai (icrlnla quella cappella. Il suo fratello lebralo tempio di diluitilo posto nel ter-
Romolo, recatosi a Parigi, ivi die origine ritorio di l'issiguano, che fece parie del

ad un laiuo de' nobili Valenti francesi, contado di Trevi fino al 1 /j 3ij almeno, se-

dal (piale dei ivo una discendenza gene- condo il Bartolini. Questi inoltre aggiun-
rosa. Giacomo prode milite, fu eccellente ge, chese del tempio resta ancora tanto ih
in ogni vii tu cavalleresca e specialmente formare l'ammirazione de'dolli e de'pci -
nella cavallerizza, per cui d. Mattia li .1 sonaggi che transitano per la provincia,
fello delgranduca di Toscana lo fece suo di cui probabilmente è l'opera più anti-
caviilli-nz/omaggiore. Venne co'discen- ca che esista, che quasi intero era nel
e.

denti aggn gaio alla nobiltà di Foligno e principio del secolo XVIII, è merito del
di Messina, non che ul pali iziato di Velie- conte Giacomo, dei prelato fratello, e del
TR E TRE 63
chiarissimo Duraslante Nata lucci anti- dedicata nel 1607 al cardinal Erminio
quario infaticabile nel giovare la sua pa- Valenti, e nel 1609 stampata a Perugia;
tria tanto co'suoi scrini, che colle sue n- mentre Tolomeo Petrelli Lucarini dipoi
pere. Le benemerenze de'3 trevani per tradusse in italiano le dette vile de'ss. E-
la conservazione del fumoso tempio di miliano e compagni, e del b. Ventura,
Clitunuo, le narrò il Venuti ne\Y Osser- pubblicandole in Foligno nel i6q4-Ne'
vazioni, e di recente prima che man- mss. del Muzio vi è l'elenco de* trevani
casse a'vivi il prof. Carlo Guzzoni degli letterati, che per la loro eccellenza nel-
Aiuai ani ne riprodusse il documento nel- l'arte oratoria e nella poesia aveano de-
V Historiae Umbrae Monumenta, Fio- corato e illustrato la patria. Tali sono Gio.
rentine 85 1; opuscolo dedicato al nobile
1 Andrea Cerasio, Ovidio Lutio, Giulio Ac-
M. Tiberio Nalalucci, che loda per virtù, romo, Vincenzo Valenti, Ermodoro Mi-
gentile coltura, caldoamor patrio, e quale nerva, Antimo Chino, Petronio Petroli»,
onorato e valoroso maestro di musica. E Fonteo Palazzi, Santi Ponzio, Fabio Ce-
per non dire di altri illustri Valenti, mas- rasio. Il Bar (olirti caldo amatoredella pa-
sime militi, ricorderò Gio. Paolo giure- tria e autore dell'opere di cui vado pro-
consulto, Filiberto letterato e scienziato, fittando, fu anch' egli illustre trevano e
e Fulvio votante di segnatura, encomia- benemerito gonfaloniere. Loda partico-
to dal principe d. Pietro Odescalchi nel- larmente per la dottrina Fonteo Palaz-
Y Elogio delprof Ruga, uditore del pre- zi; Sante Ponzio d'elevato ingegno, eru-

lato. Altri illustri trevani sono Berardo ditissimo illustratore del museo Valenti;
o lìernardo Mazzieri medico di Eugenio Duraslante Natalucci antiquario indefes-
IV e Nicolò V, calunnialo d'aver dato il so. auloi e di elaborati e voluminosi scritti,

veleno a istanza de'folignali a Malalesta co'quali si studiò di vieppiù nobilitare e


taglione di Pandolfo; ma apprendo dal accrescere splendore a Trevi, onde tanti
Marini, Degli Archiatri pontificii, che diritti acquistò alla perenne riconoscen-
il buon uomo si puigò di quest'accusa, za della patria. Aggiunge il Bartolini, che
e prima morire ordinò che suoi libri
di i Durastaute Nalalucci, 5.° di questo nome
si tenessero a bene pubblico nel convento nella sua illustre genealogia, appartenne
di s. Francesco della sua patria, e lasciò ad una delle famiglie antiche che con ,

fondi per mantenére due giovani di Tre- piacere vedono conservale gli amanti del-
vi , che aves>ero per 5 anni studiato in la patria, e principalmenle fu autore del-
canoni e medicina. Giovanni daTrevi pro- le Memorie storiche di Trevi riunite in
curatoi e generale de'minori con ventilali, un voluminoso codice mss., ove molto e
poi ministro provinciale e vicario gene per sempre egli si rese benemerito di Tre-
rale della Sicilia, autore di quell'opere re- vi; e di alilo codice, ove riunì gli alberi
gistrale dal Jacobilli nella Dibliotheea e le memorie genealogiche di tulle le fa-
Lmbiiae, nella «piale si ponno trovare miglie più auliche e più illustri di Trevi,
le notizie di molti illu>tii trevani. Pelro travaglio alla patria utilissimo. In una pa-
nio Petroui. Gregorio felloni illustre e rola, le voluminose memorie sloriche di
zelantissimo cittadino pel pubblico bene. Trevi, raccolte e scritte da Durastaute pe-
Muzio Petroui antico e veridico patrio i- rito nella lettura delle pergamene e carte
storico,autore delle Cronache e Memo- antiche, ma vi perde si può due
la vista,
rie cronologiche di (Trattimi., della vita essere 1' unico e sicuro fonte delle noti-
e mariti io di Emiliano e suoi compa-
s. zie patrie, specialmente dopo la disper-
gni, non the ilei p. Ventura di Trevi, pub sione degli antichi archivi, e n'è possesso-
blicale colle slampe a Perugia ne! 5g2, i re il nipote lodato Tiberio Natalucci con
e la vita dilla b. Chiara da Monte Falco, 1' archivio domestico; conservando così
64 TRE TRE
Durastnnle allu patria molte memorie medesimo spiega: Curatori Rei-Publi-
cronache che versavano sull'orlo dell'o- cae Trebianorum. Strinse quindi Trevi
blio. Della medesima famiglia fu il lette- alleanza e amicizia colla repubblica ro-
rato Gio. Battista N'ala lucci de Trevio mana , e gli abitanti furono ascritti alle
•Scribae, da Alfonso il Magnifico re d'A- principali tribù di Roma. Di che dà in-
ragona e delle due Sicilie onorato con dìzio Svetonio, nella vita di Tiberio, al-
quel diploma e privilegio pubblicato dal lorché diceaver ottenuto trevani da Ro- i

citatoGuzzoui ne' Monumenta , in cui il re ma un sussidio e u\i legato per l'erezio-


encomia le sue virtù e benemerenze, e gli ne d'un nuovo teatro: Treliianis lega
accorda la regia protezione ed esenzioni, tum in opus novi Tlieatri. Laonde non
poiché fu suo segretario e poscia in tal solo per relazione di quesl' istorico pai-
qualifica entrò al servizio del Papa. sà va buona corrispondenza e amicizia Ira
Trevi Umbria non deve confon-
dell' Trevi e R.oma, per cui quella da questa
dersi con l'altre città dello slesso nome, potè ottenere il legato per il teatro, ma
di Sabina e del Lazio, di cui parlai nel dall'essersi altresì eretto in Trevi il tea-
precedente articolo ed suoi popoli si , i tro, si deve concludere ch'era la città di
chiamarono Trebiates. Il principio del- qualche considerazione e credito; poiché
l'antica è nel buio de'secoli, e per le vi- i teatri e gli anfiteatri non si erigevano

cende de'tempi venendo demolita, poco allora che nelle città più ragguardevoli e
lungi i popoli avanzati dall'eccidio eles- popolose. Pretese alcuno, che dal passo
sero per abitazione il vicino luogo dell'o- di Svetonio non si prova ch'egli parlasse
dierna, ove allora era un solo forte, al ri- di 7reZ>i7zd'Umbria;peròil Giorgetti non
ferire di Calindri; ma mentre dice igno- trova altra che meritasse l'onore del tea-
rarsi l'origine,crede però che fosse eretta tro^ che vi contribuisseRoma.Egli quin-
in città nel 45° prima di Roma. Plinio di crede doversi tenere,che Svetonio par-
attesta di sua floridezza, echiama suoi i ti dell'umbra Trevi, a motivo del famoso
abitanti, Trebiates timbrine populi. Se- piedistallo con iscrizione trovato a Monte
condo alcuni tuttavia la città chiamavasi Falco, dove forse nel tempo della distru-
Lucana Trivii, o Lucana Tr evie risi , zione di Trevi antica sarà stato trasporta-
e ciò pel culto che rendevasi a Diana. Il tOjCome luogodaessa non mollo distante,
Giorgetti narra che Trevi aulicamente e poi collocato nel chiostro de'minori os-
era situata nel piano delizioso della valle servanti. Nell'iscrizione si fa menzione di
di Spoleto o dell' Umbria, vicino al fiu- Lucio Succonio, uomo nobilissimo e della
me Clitunno, e presso la chiesa della Ma- tribù Palatina, e decurione di Trevi, Tre-
donna che vuoisi già tem-
di Pietra rossa, bis Decurioni yal quale presidenti anzianii

pio della dea Giunone, di che fanno pie- del teatro, Scabillarii veteres a scaena,
nissima fede i geografi, e meglio lo com- o deputali agli scanni del teatro,gli eresse-
provano i vestigi di antiche mura e di fab- ro una statua ch'era posta sopra il detto
briche, strade selciate di larghe pietre, Osserva Giorgetti che questo
piedistallo.
che si trovarono negli scavi de'dintorni, monumento combina col riferito da Sve-
da'quali si trassero diverse iscrizioni, che tonio sul legato del nuovo teatro di Trevi,
nellaprima metà del secolo passato si con- e perciò sembrare verosimile, che Sveto-
servavano nel portico di detta chiesa. In nio parlasse di Treviumbra, e che in essa
principio si governò in forma di repub- si erigesse il nuovo teatro, onde Lucio

blica e colle proprie leggi, come si rica- Succonio Palatino decurione di questa
va da un'antichissima iscrizione riportata Trevi, fu appunto quello che ottenne in
dal Marangoni , nel cui titolo si legge : Roma il legato pel teatro; perciò si meri-
Cur, IL 1*. Trebianorumj cioè come il lòjCOinc generoso proiettore e benefattori:
TRE T RE fi 5
del teatro, gli venisse creilo la stallia col vorosi irevnni Dionisio, Ermippo e Pana-
piedistallo e isciizione , che si legge nel no. Dopo pochi anni scoperto da'perse-
Giorgetti. In tale onorevole stalo pertan- cutori gentili, fu imprigionato esoltopo-
to trova vasi Trevi ne'primi secoli dell'e- slo alle più dure prove e a'più tormen-
ra cristiana, e veniva chiamata cui nome tosi supplizi. L'eroica sua costanza servi
di città, come viene appellata nel fumo- a mirabilmente convertire al cristianesi-
so itinerario Gerosolimitano, fatto a'tem- mo cjuasi mille idolatri, i quali sostenne-
pi di Costantino I. In questo itinerario ro il martirio nella persecuzione degl'im-
si nominano le città, che s' incontrano peratori Dioclezianoe Massimiano. Le lo-

da Roma Spo-
a Milano, e tra le città di ro gloriose spoglie rimasero alcuni giorni
leto e di Foligno si legge Civita* Tre- insepolte fuori le mura di Trevi, finché
\'is, distante 4 miglia da Foligno; il che la pia matrona*. Abbondanza te raccolte

vieppiù persuade l'antica situazioni di e portò nel suo cimiterio a Spoleto. Quin-
Trevi nel piano di Pietra Rosta, giac- di anche s. Emiliano ricevè la corona del
che da quel luogo e dintorni sino a Fo- martino, a*28 gennaio, giorno in cui se
ligno vi è appunto tale distanza. Già in ne celebra la festa, forse nell'anno 3o2,
Trevi vi si era introdotta fin dal suo na- ed il suo venerabile corpo raccolto segre-

scere la fede cristiana , come nelle altre tamente da' cristiani, fu deposto onore-
città dell' Umbria, ed i Bollatidisti rife- volmente nel luogoovesolevano adunarsi
riscono che vi si recò neliqqs. Felicia- ad orare. In seguilo il beato corpo fu oc-
110 vescovo e protettoredi Foligno, il qua- cultalo o per involarlo dalle rapine de'
le reperii incoia.? mire dedito* supersli* barbari o per altra disposizione divina,
tioiiilnis Dianae cui velut urbis suae ti- e rimase celato in modo che ignoravasi
tulrui diva e. ingens Fanum celi fica rimi j propriamente il luogo ove riposava; solo
tempio che al santo riuscì di fare atter- la tradizione faceva credere che fosse in
rare, ed in sua vece innalzarne nitro alla una piccola chiesa situata in un cupo fos-

ss. Trinità. Ma non per questo gli fu so sopra la villa di Carpiano,ove negli an-
subito dato il proprio vescovo, il quale tichi tempi i fedeli andavano nascosta-
soltanto lo ricevè alla fine del secolo ili, mentea celebrare i divini uffizi. Ma la tra-

quando Papa s. Marcellino del 296 con- dizione non era vera, poiché nell'aprile
sagrò peri. vescovo s. Emiliano, uomo 1660 fu trovato presso la maggiore tri-
santissimo venuto poc'anzi nell'Umbria, buna della cattedrale di Spoleto, mentre
che altri pretesero consagrato da s. Cri- si restaurava dal vescovo cardinal Fac-

zio invialo da s. Pietro nell'Umbria a ban- chinelti, alla presenza del suo vicario ge-
dir 1' evangelo, onde ne divenne l'apo- nerale, chiuso in urna marmorea : den-
stolo e il i.° vescovodi Spoleto. Si appren- tro di essa erano accanto alle sanie ossa
de da'leggendari che s. Emiliano era ar- due scorpioni di ferro intrisi di sangue,
meno, ed appena arrivato ncll' Umbria un'ampolla di vetro col sangue conden-
si esercitò colla santità di sue virtù a van- sato, ed una lamina di piombo su cui era
taggio de'fedeli della chiesa di Spoleto ,
incisa l'iscrizione: Ossa s. Miliani Mar*
finché la fama avendolo fatto ammirare tyris. L' urna con porzione delle vene-
anche da'trevani, proclamato loro pa- fu rabili ossa fu concessa dal cardinale alla
store, e portatolo in lo fecero con- Roma chiesa collegiata di Trevi nel recarsi a
sagrare vescovo della loro città. Lodovi- Spoleto, ed il resto rimase nella cattedra-
co Jacobilli nelle Vite de Santi e Beati le di Spoleto. La collegiata di Trevi era
dell' Umbria, riferisce essere ciò avvenu- slata edificata in suo onore sino da rimo-
to nel 298. Indi s. Emiliano nell'aposto- fissimi tempi, e fu la cattedrale sinché du-
lico ministero ebbe a suoi colleghi fcr- i rò la sede vescovile. Leggo nel GiorgcUi,
VOL. LXXX. 5
f>6 TRE T R E
che n «.Emiliano successero nitri vescovi, Frattanto Ti evi soggiacque alle barba-
e circa 60 anni dopo la sua morte a'iem- riche invasioni degli ertili , ck*' ricordali
pi dell'imperatore Giuliano l'Apostata goti e de' longobardi, e ubbidì a' nuovi
(regnò dal 36 1 ni 363 ); seguì la totale dominatori; fece quindi parte del ducato
distruzione dell' antica Trevi (forse dal di Spoleto (1 J, ila'longobardi incomin-

Terremoto, per quelli inauditi che regi- ciato nell' Umbria, e ne seguì le politi-
strai al 365, però il breve Apostolicac che vicende. Laonde dopo esecrai igno-
di l'io Vi dice: Cam antan oh rerum liti- rato chi successe al vescovo Propinquo,
monarum vicissitudines, ae barbari* I* trovasi nel 743 Griso o Prisco intervenu-
taliae ineu/nbentibus solo pene fuerint to al concilio romano di s. Zaccaria, in
acquata); ma trevani che sopravvisse-
i tempo del qnal Papa già la s. Sede eser-
ro, essendosi la maggior parte ritirali nel citava la sovranità nell'Umbria, e Io stes-
monte vicino, che sai a stata forse la roc- so ducalo di Spoleto era sotto la sua pro-
ca della vecchia Trevi, fermarono quivi il lezione, per cui sembra a tale epoca do-
raggiorno, e continuarono a godere l'an- versi attribuire il principio ilei dominio
tiche loroonorificenze e il proprio vesco- temporale su Trevi della romana chiesa,
vo. Le devastazioni di Trevi sembrano ossia l'alia signoria, estende governala
avvenute sotto Giuliano e sotto Valente da'eonti o gaslaldi. Va lettino vescovo di
del 364. ahi'a per parte di Totila re de' Trevi nel 769 fu al concilio LateranenM
goti nel 546. Forse fin dalla /rovina gli 1 celebrato da Stefano 1 1 1 detto V.ftel 1
770
abitanti della Lucana Treviensis a vea li- le genti del ducato di Spoletisi recarono a
si fabbricato nella prominenza del so- Roma per giurare fedeltà a s. Pietra e ad
vrapposto nomi nato colle un castello mu- Adriano 1, ricevendo la tonsura alla fog-
nito di validissime mura di pietre tagliate, gia romana; a questa ulteriore dedizione
e tali che anco di presente offrono una seguì ladonazionedi Carlo Magno del du-
straordinaria solidità. Se I' ingiuria de' cato di Spoleto alla Sovra/zita della s.

tempi non avesse consumato le memorie Sede. lNell'826 il vescovo Paolo fu al con-
ancora della nuova Trevi, si troverebbe ciliodi Roma di Papa Eugenio 1
1; e mollo
il catalogò de'vescovi che per più secoli Soffrì la città nell'io per l'irruzione de'
vi risiederono, e si leggerebbero monu- saraceni. Crescenzio vescovo si trovò ha'
menti forse gloriosi della città. Appena padri nel sinodo romano di s. Leone IV
per buona ventura negli alti sinceri de' nell'853. Vogliono alcuni che i saraceni
più antichi concilii, trovano notati g
si profittando della lontananza di Guido II

vescovi di Trevi successori di s. Emilia- duca di Spoleto, invasero l'Ombrìa nel


no, che come tali ad essi intervennero e l'8(S 1 circa, e sterminarono Trevi. Dopo
si sottoscrissero. Ne riporta nomi, i in uno tali scorrerie gliabitanti di mollo ne di
ad alcune notizie dell'antica Titbia e di latarono la cinta con murato assai forte,
s. Emiliano, il Coleti continuatore e an- e la riempirono di case, molte delle quali
notatore dell'Ughelli: Italia sacra 1. 1 o, ancora sussislonocon sesto gotico alle por-
p. 175, Trebias Episcopato*, Costanti- te e di gusto moresco. Gli angari nel 9 J 1

no Trebias antistes, intervenne al con- e nel qi^ portarono la desolazione m


cilio romano di s. Felice ili del 487. Lo- queste parli , e ne pali ambe Trevi. ti,

renzo Trebicnsis episcopus, fu al sinodo Tribiénsis episropusfa presente al con-


minano di Papa «.Simmaco nel 4<)<> Po- ciliabolo tenuto nel q63 in Roma dalla
to «lopo gli successe Propinquo Trebias prepotenza dell'imperatore Ottone I, che
ci I rebiensis autiste.', il (piale SÌ recò a pretese deporre Giovanni XII. J. Tre-
Roma ne'sinodi tenuti dallo stetto s. Sim- bfusis cpiscopus intervenne nello
maco negli unni 5oi , 5ai , 5o3, 5o4- concilio romano di Nicolò 11. Dice il Gioì
T II E TUE G7
getti che questo Vescovo, l'ultimo che si chiari d'un'illustre città, sia che s'abbia
conosce, fu Giovanni sottoscritto al det- riguardo al materiale, sia al formale del-
to sinodo di Lalerano, ch'egli crede ilei la medesima, e dell'una e dell'altra nulla
1060; indi soggiunge, s'è vero, come lo ne mancava Trevi; ripetendo con Coleti,
creile verissimo , il privilegio che dicesi che Trevi munita del presidio di s. Emi-
accordato da Enrico III imperatole nel liano, piena di clero e di popolo, conser-
io5o ad Eriberto vescovo di Spoleto di va ancora la forma d' una ben regolala
nazione tedesco, cioè che vescovi di Tre- i città. Cessata dunque la cattedra vesco-
vi, Spello, Bevagnct) Marta o Maria- vile, l'antica chiesa di Emiliano diven-
s.

na, e di Norcia fossero suoi sulfraganei, ne collegiata, racchiudendo il circonda-


si prova con ciò ad evidenza, chesino al- rio di Trevi »5 parrocchie. Lo stato ec-
meno a que'tempi, Trevi era ancora te- clesiastico di Trevi e suo circondario nel
nula per città, ed a vea il suo vescovo. Che secolo passato, ecco come lo descrisse il

poi questo privilegio possa essere vero, Coleti,dopo aver registrato l'ultimo suo
benché forse più. non si trovi l'imperia- vescovo. Nec ulterior mila Trcbiensis
le diploma, per gl'incendi patiti dall'ar- Episcopi se se oblulit (jiiaerenli mentio.
chivio vescovile di Spoleto, ovedoveami Treìiia vero. ». {emiliani minata prae-
.

conservare,alGiorgetli lo persuadono due sidiis, elero^populoque referta, bene in-


riflessioni: i.° che essendo Eriberto ami- slruclae eìvilalis adhuc formarli serva t.
co e connazionale d'Enrico III. è vero- Flore ut in ea nonnullae nobilitate eia-
simile che gli procurasse le maggiori o- raefamiliae, e qui/ms prodiil Frminius
norificenze; 2. "che essendo composta lu de Falentìbus a Clemente Fili P. M.
diocesi di Spoleto di tutti questi luoghi» clatus ad Faticanae purpurae digni-
tranne Spello ila pochi anni assegnato al tatem. Collegiatarn liabet Ecclesiam,
vescovo di Foligno, benché tra loro di- vetustatecommendabilem,in (jua sacris
stanti edispersi, per <pieslo solamente può operantur jirior , undecim canonici
essere avvenuto, che mancati a Trevi i praebeiidatus vicecuratus, duo sacri-
propri vescovi, già sulfraganei del vesco- stae, aliirjue sacerdoles, et clerici. Ex
vo di Spoleto, assunse egli in appresso il hoc canonicorum collegio emersissefe-
governo .spirituale di tali città, e forma- runt Gregoriurn XIII suiiiinum Ponti-
rono esse la ben vasta diocesi di Spoleto. ficati. Practcr collegiatarn vero altera
Mi occorre osservare, che Eriberto, ovve hic adest parochialis ecclesia, (jiialuor
ro N. tedesco, fu più tardi e da Enrico IV sttcrarum virginum sepia, sex regala-
intruso nella sede di Spoleto, e perciò de- riunì coenobia, dominicanorwn sciliccl,
posto e scomunicato nel 1076 da s. Gre- conventualium , minorimi reformato-
gorio VII; e che Spoleto divenne metro- rum, capuccinorum, canùnicorum La-
politana e senza sutlraganei soltanto nel tcranensium, etmonachorum montis O-
1 82 1 ,
per cui penso che la sede di Trevi liveli, ho spi tale, ad alendos pauperes,
appartenente al vicariato romano, fosse mons pietatis, nonnullique montis fru-
immediatamente soggetta alla s.Sede, co- mentarii ,plura laicorum sodali tia cimi
me Io sono tuttora Foligno, Norcia, Pe- suis oratoriis, et ad juventutem bonis
rugia, Terni ec, tutte città umbre. Os- morìbus litterisque imbiiendam semina-
serva inoltre il Giorgetli, che al perdere rium. Subest spirituali Spoletani prae-
Trevi il proprio vescovo, perde allora an- sulis dominio. Trevi più volte fu signo-
che il nome di città, e cominciò a nomi- reggiata dalla prepotenza degl'imperato-
narsi lena; ma non perde però quelle in- ri, come da Federico I ed Enrico VI suo

trinseche ed estrinseche qualità che for- figlio. Papa Innocenzo] Il con tutta l'Um-
mano i pregi onore voli, ed i requisiti più bria la restituì all'ubbidienza della Cine-
68 TRE TRE
su, alla quale pochi anni dopo volle sot- per tener munita la terra di Trevi, af-
trai la I' ingrato imperatore Ottone IV, finchè non andasse in potere degli spole-
favorito dalla fazione imperiale de' ghi- tini. Indi i trevani nel 1 3 1 2 colle forze
bellini. Trevi ebbe a sostenere danni gra- perugine fecero strage de'ghibellini, e nel
vissimi, sacco e incendio per parie degli 1 3 5 entrarono in lega co' bolognesi a
1

spulcimi nel 1214, giacché il loro duca favore del Papa; e nuovamente nel 1 322
Leopoldo o Diopoldo, con atto del pre- sconfissero ghibellini. Nel quale anno
i

cedente anno uvea promesso a'consoli di GiovanniXXlI ricercòTrevi di aiuto con-


Spoleto di donargli tolum territorium tro Federico, Ugone e Speranza conti di
Treviensis et specialiter turrim s. Be- Monte Feltro, che dichiarò eretici e sco-
nedicti, et Castrimi cimi Colle, Acza- municati. Tale fu la costanza di Trevi in
num, Lapigum, Piscignanum et Clari- favore de'Papi, che ne' libri delle rifor-

gnanitm. Dopo tale infortunio, Innocen- ma nze del secolo XIV si legge, che face-
zo 111 unì Trevi a Foligno, mentre le fa- va giurare a'podestà di operare in favo-
zioni de'ghibellini erano in moto. Questi re della fazione guelfa; proibiva che si la-

vieppiù inorgoglirono sotto l'imperatore vorassero le terrede'gliibellini,chesi par-


Federico II, altro persecutore de'Papi e lasse o facesse tregua con essi. Il Dnna-
occupatole de' loro domimi, anche nel* tis, Ifelicissimi martìri Vin-
nel libro :

l'Umbria. Siccome però trevani segui- i cenzo vescovo di Beva gna e Benigno suo
rono letnpit la porle guelfa della Chiesa, fratello restituiti a Trevi, Foligno 1 65o,
quando Foligno cede a Federico li, e si narra che mentre altri luoghi si ribella-
ribellò ad Innocenzo IV, secondo il suo vano alla Chiesa, Trevi si fortificò in asi-
breve del ."novembre 1246, ti evani si
i i lo della medesima ed a terrore de' suoi
dislaccarono da Foligno e si unirono a nemici; indi riporta de' versi che attribui-
Perugia. Continuando Federico II a si- scono a Urbano V, che il Cohellio disse
gnoreggiare l'Umbria, poi vi esercitò la spettare a Urbano IV, l'erezione del Ca-
tirannia pure il suo naturale Manfredi; strum nobile, forte satis, huic Trcbinm
ina Cibano IV neli263 co'crocesignali nornen, quod structuni maiisit asilitm
cacciò i saraceni di Manfredi, e recupe- Ecclesiae Aerror hostibus ejus crai. Per
ravit CastrimiTrebarum, Forentini, la divozione de' trevani al dominio di s.
Castrimi Prandi parimi a Spoleto di- Chiesa, Gregorio XI con breve dato in
s/ans,aitodsolebat spole taiiorimioeulus Avignone nel 1 3*/ 3, accordò loro de'privi*
appellali, et ì allis Pelri in falle Spo- legi nella giudicatura delle eause civili e

le lana: castrimi construjcit nobile et mu- criminali. Bonifacio IX nel 1 389 con al-
nitimi, in Castro Trebis, come riferisce tro breve concesse a Trevi la facoltà di
Cohellio nella Notitia. Neh3o5 stabili- potersi governare in vicariato indipen-
tasi dà Clemente V la residenza papale dente, e immediatamente soggetto al la s.

in Francia, insorsero vari signorotti a do- Sede, con indulto di eleggersi ^li ufficiali

minare le terre della Cliiesa,guerreggian- tutti, d'imporre tributi e gabelle, di eser-


do guelfi e ghibellini. Nel 3 o Trevi ac- 1 1 citare il mero e misto impero, ec. : Sin-
colse i guelfi di Spoleto, Massiolo di mes- cerile devotionis affectus (piani ad nos
ser Giovanni Ancajani, e Carlo di messer et ad Romana Ecclesia gerilis nec non
Manente de Domo. Il bellini, nc\V f/isto- inconcussae vestrae fìdrlitatis constali-
ria ili Perugia, riporta la lega fatta da tia, promerentes, etc. Tultavolta Boni-
quella con Trevi, per difendere guelfi i facio IX nel 3q2 creò vicario Ugolino II
1

della parte ecclesiastica contro gli spole- Trinci de' signori di Foligno, di Trevi,
lini e lodini della lega gin bellina. Nel 3 1 1 1 Bevagna, Nocera, Monte Falco e altri luo-
Perugia chiese a Camerino uu soccorso ghi, coll'annuo censo di 1 000 fiorini d'o-
TR E T RE 69
ro, vicariato rinnovato dallo stesso Pa- cimi Treviensibus: nani inter eos discor-
pa nel i 3g5 e nel i 3g8. Questo dominio dia, etcertameii de /'tire confinium ; prò-
de'Trinci terminò nel 1429, per la ribel- pterea certalum utrinque fuit corani
lione di Corrado II Trinci, onde Euge- Pontifice, et multi ex Treviensibus gla-
nio IV gl'invio contro a debellai lo il ce- dio cassii omnes autem baculis attriti
lebre patriarca Vitelleschi, die s' impa- sunt, et fugati, inconunodeque ajfecli;
dronì di Trevi, Bevagna e degli ali ri luo- similiter a nostri» etiam equitibus tani
ghi, e per attimo di Foligno che sosten- balistrariis, quam custodibus in aquas
ne lungo assedio. Al Trinci eiasi unito il vicinale» directi, et ab equis oblriti, et
famoso Piccinino capitano del duca di Mi- vulneribus caesi fuerunt. Nel 1 532 re-
lano, e altro nemico d'Eugenio V, che I candosi Clemente VII a Bologna per ab-
avea costi-etto Trevi e altre terre alla re- boccarsi con Carlo V, leggo nel p. Gat-
sa.Trevi per punire 1' oltracotanza del tico: Die veneri» 22, in Trivium ultra
Trinci, avea somministrato al Papa 3oo Spolettimeli compiacerei Fiscali, Papa
cavalli e 200 fanti, sotto il comando del se recepii, cioè si fermò in Trevi nel pa-
r
capitano Melchiorre di Pettino, in aiuto lazzo Valenti del celebre mg. Benedet-
del Vitellesehi.e riceverono onorifico bre- to. Indi neli53T Paolo III portandosi a

ve da Eugenio IV, come altro ne avea Perugia, onorò il suo palazzo e Trevi del-
spedito loro il predecessore Martino V. la maestà di sua pontificia presenza. "Die

Nel i434 trevani erano stali soggetti al


i mercuri i 8 septemb. infesto gloriosis-
celebreNicolòMauruzi de'conti dellaStac- simac Firginis stimino mane audh'i mis-
ciola, signore di Tolentino (F.), vicario sani; inde iter coepi versus Fulgiiieimi;
e governatore di Trevi per la s. Sei\e. Nel exinde Ponlifex descendens venit ad lo-
i438 i trevani doverono cedere alle pre- cum Abbaliae propc Oppidum Trivii,
potenti armi di Francesco Piccinino,edal in quo Fiscalis procurator ex ilio loco
1
4i° ali 528 furono governati da' car- oriunda» una cum illis hominibusijecit
dinali legati dell'Umbria. Giulio II ono- magnimi apparatimi prò Ponti/ice, et
rò di sua presenza Trevi nel 1
307, quan- tota curia; et ibi praiisus est Papa cum
do a*9 marzo reduce da Foligno si recò Curia sua. Questo palazzo ospitò sinché
a cavallo per visitare il santuario della B. Clemente Vili, secondo il Bartolini nel-
Chiara in Monte Falco, e fu ospitato nel l'aprile 1 598, nel recarsi a prendere il pos-
palazzo de' marchesi Urigo o Origo, che sesso di Ferrara. Inoltre il Bui tolini, nel-
ancora ivi stanziavano, come ricavo dal le Antichità Falenline, riporta la lapi-

Bartolini. Trovo poi nel p. Gattico, De de esistente nel palazzo Valenti in Tre-
itineribus Rom. Pont., che Giulio II nel vi, ora proprietà del sullodato conte Gia-
1 5 1 1 pervenuto a' 8 giugno in Spoleto,
1 como, in memoria dell' ospizio ricevuto
ricordò che ivi 37 anni innanzi sotto lo da 3 gran Papi, indicandosi la causa de'
zio Sisto IV: Legafusfuisset, ha/ic ch'i- loro viaggi; ma per quella di Clemente
ttilem obprivalasfactiones, unde a Pon- VII non fu per la coronazione di Carlo
tifico deficere suspicabatur, militibus, V, come ivi è espresso, viaggio già intra-
quos plurimo s seenni tnne habeb at di- t
preso nell'ottobre 1 529, seguendo la fun-
ripicndam concessit,prout direptafuit; zione nel seguente febbraio,sibbeue per
et. licci non dubitaverit de aliqua ullio- un altro abboccamento col l'imperatore.
tic, lanieri sccurius arbitratus est in Ar- Nel 57 s. Pio V pose Trevi sotto il go-
1 1

ce, hospitari, quam in Episcopio com- vernatore della provincia di Perugia, poi
modius. Fnernnt,qui dubitarunt, ultio- chiamato preside. Il conte Gio. Battista
nem paruri ridente* tumultuili, qui ha- Valenti, figlio primogenito del conte Gia-
bitus fui t apud Trcvium a Spoletanis como, benemerito delle Memorie Falca-
7o
TRE TRE
ti e dello conscrvazione-del tempio di Cli- tino, Coste, Ponre, Mandano, s. Maria in

Imino, noi» che padre del conte Giacomo \ alle, Panano eMaligge. Il 5." riguarda
a cui il Bartolini dedicò Le (inficiala I a- la magistratura che clovea presiedere al

tentine, insieme al conte di Rivo Secco buon regolamento delle cose pubbliche
Camillo Va leu ti,ottennero da Pio VI, col commutative, nella qualeognuno de'3 ce-
la coopcrazione del suo nipote cardinal ti dovea aver parte alla rappresentanza,

Era sci li protettore cli Trevi, la ripristina- e composta di 4 priori, il /de" quali di- 1

zione a Trevi del titolo, grado e onorifi- stinto col titolo di gonfaloniere. Il 0.° ri-

cenze di città, diritti cessali per le vicen- guarda il consiglio di credenza, da dura-
de de'tempi, non che la riforma degli an- re un biennio, e compostodi 1 2 individui,

tichi statuti. Pertanto Pio VI col breve per risolvere gli alluri commutativi nel-
Apostolieae Sedis ma/estati, de'28 set- le pubbliche adunanze. Il 7." riguarda il

tembre 1784, Bull. Rom. coiit. t. 7, p. consiglio generale, composto d'individui


326 Reiniegratio
: terrete Trebii Spole- idonei de'3 celi. L'8.° riguarda del bus-
tanoe dioecesis ad houores civitatis. li- I solo e degl'imbussolatori per le magistra-
di col breve Nil deeet magis, de' 24 a- ture biennali. Seguì quindi Trevi tutte
gosto «787, Bull. cit. t. 8, p. 62: Con- le vicende di Bontà e di Spoleto , e nel
Jirmatio Stalutorum civilatis Trebii. 1814 formò parte della delegazione cli

Ambedue i brevi furono stampati dalla Spoleto, nella restaurazione del governo
tipografia carnei ale, come si ha dal Ran- pontificio, col proprio governatore resi-
ghiasci, nella Bibliografia dello Stalo denziale. Indi Trevi neh 84 1 fu rallegra-

Pontificio.Breve emanato dalla S. di ta dai viaggio che fece nell'Umbria Gre-


N. S. Papa Pio FI per la reintegrazio- gorio XVI, nella cui Narrazione il cav.
ne di Trevi al ed onore, di città,
titolo Saba lucci notò. Che se Trevi per la sua
Roma 1784: LilUrae apostolicae SS. topografica posizione non potè essere fra
D. N. P.Pii f T,cpiibus Civita tis Trebii le sue mura onorata dell'augusta presen-
constituitur, Romaei.787. Apprendo in za dell'immortale Pontefice, allorché ila

quest'ultima e nel Bullarium gli statuti Spoleto si recò a Foligno, non lasciò sfug-
divisi in 8 capitoli. Hi. "riguarda la divi- girsi il momento di dargli pubblici atte
sione generale de'ceti, primario, medio e stali di sua granile divozione. Innalzato
ultimo, ili. "composto di patrizi o prima- pertanto sulla strada nazionale un gran
ri cittadini, il 2. di cittadini semplici, il dioso arco trionfale a somiglianza di quel
3." di contadini abitatori del contado cioè lo di Tito sulla via sagra di Roma anti-
citile ville prima Trevi forma-
e castelli: ca, fu con lodevole concepimento (in par
va un sol corpo politico e una sola comu- te somigliante al praticato per Pio VI nel-
nità colle sue ville. Il »." riguarda il ceto l'arco innalzatogli presso Arsoli, che de-
dc'patrizi, di cui si riporta l'elenco delle scrissi nel voi. LXK VI, p. 17), bei grossa
3i fumigliecu'lorogradienomi, e le nor- de'pilastri cavato lo spazio a foggia didue
me per essere aggregati alla nobiltà. 11 una delle quali era collocalo il tro-
sale, in
3." riguarda il 2. "ceto de'cittadini, costi- no pel Papa, e nell'altra stava l'assembra-
tuito in 22 famiglie, ed requisiti per ve-
i lo quanto di più notabile possedeva la
nirvi ammesso, il 4-° riguarda il 3.° ceto città nel l'ordine ecclesia slieo e ci vi le; men-
degli abitanti nelle ville e contado Treva- tre al di fuori erasi assestata la popola-
00, col novero e prerogativede' i5 comu- zione,ondenel miglior modo possibile go-
ni ovvero castelli e ville del territorio di desse della \ista del comune padre e so-
Trevi; i costelli essendo Fabbri, Fratta, vrano. L'arco era sovrastato dal poiilifi.
Pietiche,». Lnieiizo, Cannajota s. Luca; ciò stemma sostenuto da due genti, e nel -

le ville nominandosi Pigge, ho vara, Pel- l'attico leggevansi due iscrizioni allusive
T RE TUE 7r
al fausto viaggio, ed alla pubblica leli/ia signori Angiolo Brunamonti, e Chiara
nel bearsi dell'augusta sua presenza: Taifr Parrioni di Trevi, Foligno 1839. Per-
ti Vumìnìs Pracsc/;. Majestate, Beatimi ciò tali poesie si resero piìi interessanti,

TtebiateSy Plaudcntib. Univer. Ambe- poiché generalmente parlando, certe poe-


due umiliale al Pontefice, ne sono posses- sie scritte per Sposalizi, per lo più muo-
sore onorevole. Giunto Gregorio XVI in iono prima di nascere, come rilevò il prof,
questo decoralo e festevole luogo, fitta- Guzzoni (non nelle ricordate per le (pia-
gli preghiera di consolare di sua aposto- li compose l'Ode,ina ne'rammentati Mo-
lica benedizione il popolo trevano, pron- numenta) e chiamandole: poetiche upu-
tamente discese della carrozza, e con gio- pe, che tanto miserabilmente singhiozza-
vialità e paterno affetto corrispose con ef- no attorno a' talami delle spose.
fusione ripetutamente al pio desiderio , TRE VICOoTUI VICO o VICO DEL-
fra indicibili acclamazioni sincere. Quin- LA BARONI A, Trevicuui,Tri\.'icum y Fi-
di con particolare benignità si degnò di cus Barouiae. Città vescovile del regno
ammettere al bacio del piede e ad ono- delle due Sicilie, nellj provincia del Prin-
revole colloquio il clero, il magistrato ci- cipato Ulteriore, in mezzo agli Apennmi,
vico e governativo, e molte altre persone lungi da Napoli per la via del passo di Mi-
d'ogni celo. Ripreso nuovamente il viag- rabella, Grotta e Castello della lì noni 1

gio,godè il Papa di traversare L'amena 2 3 miglia. Dicesi appellata Trevico «lai

e ben colla Valle Umbra, di cui era be- tre Fichi uniti insieme, che formano la
nemerito resa , in quel giorno più. deli- città, che pure viene denominata Monte,
ziosa dalla serenità dell'aria e dal concor- di ì ico. Non è situata in elevato munte
so di popolo, che discendendo da'prossi- quasi inaccessibile, come vuole l'Ughelli,
mi castelli s'incontrava a turbe sulla stra- ma in pianura come nota il Coleti. Il mon-
da ,
genuflesso e plaudente ad attendere te le èalquanto distante. Egualmente è
la benedizione papale. Durante la perma- esagerato che trovisi in temperatura fred-
nenza Gregorio XVI in Spoleto e in
di da, ed espo>ta a' venti. E cinta di mura
Foligno, annunciarono trevani il lieto i con 3 porte, di elegante e forte torre, ol-
avvenimento alle più lontane parti, poi- tre un castello di difesa, eretto dagli an-
ché in tutte le sere fecero ardere migliaia tichi re di Napoli. Ma tali edilizi per le

di faci sulle merlate mura, sulle torri elici- vicende de' lem pi sono degradati. I terre-
le uionlane ville. Oltre i ricordati autori, moti e le pestilenze fecero rovinare altri
scrissero ili Domenico Giorgi, nella
Trevi: magnifici edilizi. L'antica cattedrale di
sui beila Dissert. de. Cathedrac Fpi.-co- conveniente struttura è dedicala alla B.
paliSelina,ove riferisce i concilii m'aita- Vergine Assunta, ed Ita il battistero ch'è
li i vescovi di Trevi sono ricordati, e di- l'unico della città, poiché questa chiesa è
stingueoppoi tunamenle i vescovi di Tre- pure la sola parrocchia, in cura dell'ar-
vi nell'Umbria, da quelli di Trevi nel La- ciprete. Aggiungerò col Coleti, che nel-
zio. Campello, Historia di Spole to. Do- l'altare maggiore della cattedrale si ve-
lio, Istoria de Ila famiglia Trinci di Fo- nera il corpo del s. levita e martire Eu-
ligno, ec. Jacobilli, Discorso della città plio, principale patrono della città; nella
di Fuligno. Donnola nelle sue opere ri- quale pure si venerano altre rei iquie, co-
guardanti Spello. De'pregi principali di me il corpo di s. Felice martire, e quelle
Trevi e suo territorio , in versi furono insigni di s. Rosalia vergine di Palermo,
celebrati da Gio. Battista Lalli di Nor- altra protettrice di Trevico. Avea l'ospe-
cia, governatore di Trevi, pubblicati nel- dale pe' pellegrini, e 4 confraternite. Vi
l'opuscolo intitolato: Poesie epitalami- sono due altre mediocri chiese. Il capi-
che per le faustissime nozze de' nobili tolo si compoueva di 4 dignità, iarcidia-
72 T a E TR E
cono, rniciprete.il primicerio, il tesorie- Avellino, Ariano, s. Angelo de' Lombar-
re, di 8 canonici, e di alcuni preti cap- Laccdonia, Bisaccia, Conta,
di, IViixco,
pellini! titolari. Riferisce 1' Ugheili, Ita- Frigento e /Monte l ergine. Già fu feu-
lia saca, 8,p. 379, Trivicaniseu l i-
t. do e marchesato della nobilissima fami-
t ani /episcopi, die la diocesi era piccola, glia Loffredi. La sede vescovile fu eretta
ul facile unius dici itinere peragri pos- Del secolo XII, sutfraganea della metro-
si t. Si compose di 5 terre: Piumato con poli di Benevento. 111. "vescovo fu Ama-
chiesa collegiata, arciprete ei o canonici, to Trivicanus seu Vicanus Kpiscopus,
I,

ed il convento de' francescani conventua- che nel 35 sottoscrisse hi donazione ri-


1 1

li; Castello della Baronia distante 2000 portata da Ugheili e fatta da Riccardo
passi dalla città dove il vescovo soleva
, P ìcani Toparchae, al celebre monaste-
passate la maggior parte dell'anno; Ca- ro di s. Maria di Monte /''ergine, della
rdio; s. Sosso; e s. Nicola. In tutta la dio- chiesa di s. Giovanni col casale Ac rpi a-

cesi si «onta vano 5 parrocchie,


4 conven- tae. 11 vescovoRoggero intervenne al coti--
ti di religiosi, 3 monasteri di monache e cilio generale di Lati-ratio III nel 1
179,
uno di mendicanti. La mensa del vesco- e con altri sulhaganei di Benevento lo
vo ascendeva a 800 ducati, ed era lassa- sottoscrisse. Di Amalo 11 del 1 i83 si fa
to ne'lihri della camera apostolica in (ìo- menzione nell* istromento riprodotto da
rini 7(1. Il Coleti, Italia sacra t.
1 o, p. 1 Ugheili, con cui istitiù il rettore della chie-
347, Addenda et corrigenda ad Tri- sa di s. Euplo nella sua diocesi, della qua-
vicanos, riporta interessanti notizie sulla le non al capitolo Vicanum, ma a Gu-
città, sulla diocesi, sul capitolo, sua men- glielmo de Fulzone apparteneva il pa-
sa e indegne corali della mozzelta pao- dronato: in questo documento Amalo II

nazza. Riprodusse la bolla di Giulio lil s'intitola, Dei gratia Vicanus epis.Rai-
del 1 55o, Cuiii a uobis, diretta al capi- mondo de Zottoni citladiuo e canonico be-
tolo e sull'elezione de'canonici. La suc- neventano fu eletto vescovo Vicanus nel
cessivi» sentenza emanata nel 1571 dal 1 252 da Innocenzo IV, colla lettera Pe-
vescovo d'Aliano, a eiòdelegato da s. Pio titiotua nobis, presso Ugheili. Per circa
V, per le controversie insorte tra il ve- 90 anni non si conoscono successori, si- i

scovo e il capitolo, sulla nomina de' ca- no a Giovanni che nel 34o fu alla con- 1

nonici e delle preheiule; e le posteriori s. Chiara di Na-


sagrazione della chiesa di
risoluzioni della s. Sede. 1 suoi dintorni poli.Clemente VI nel 344 «lesse fi-, Ge- 1

•producono piante medicinali preziose. Vi rardo domenicano, consagrato in Avigno-


nhhonda il frumento, il vino, frutti, la i ne dal vescovo di Porto, poi traslato a lì 1-

cacciagione, gli ottimi pascoli, e le acque polla, mentre da Monte Marano vi fu Ira-
salubri, d'una delle quali trattò il Peno, sferito nel t 34^, /''""' Trivieauiiineeele-
De podagra. S'ignora l'origine di Tre- siain, Ponzio Excondevilla domenica-
Ir.

vico; essa peiò è aulica, e al due del Sar- no. Indi Giovanni, MarcucciojDouato del
nelli, Memorie ricali arcivescovi, di He- i4o6, Nicola già arcidiacono nel iJ2 2,
nevenlo pag. 254, " e ^-' ce menzione Ca- Antonio Morelli arcidiacono Trivicanus
lazio ne' suoi sermoni. Teudimus hinc nel i434. Gregorio Attacco trattato nel
recto, Bencvenlum Incipit e. e ilio
. . . . 1 45o in Orislagno chiesa arci vescovile di
monte 3 yipidia nolos -Ostentare milii, Sardegna, Michele eletto nel 1 4y5 rinun-
y«ov lorret dia/màis, et utios- Nun- ziò nel 1497, Giacomo Torcila, Girolamo
(/nani erepsemus, rasino* vicina Trevi- morì nel (52i, Sisto Signazi de Arrivai
CÌ I illa 1 ccepissc.l. Trevico segui le vi- liois decano di Cassano ima to nel r 1 >
j 1

cende politiche degl'illuni del Sannio,e cui successe Sebastiano d'Ancona dello
perciò delie principali città delia legione, di Segui e qui vi trasferito. Nal i54o' Pian-
T II E T RE 7
cesco de Leo arciprete d'Altavilla dioce- 1643 Alessandro Salzilla da Sii vestii, pas-

si di Benevento; neh 562 Agostino Mol- salo quindi a s. Angelo de' Lombardi; nel
lignato vercellese, senatore di Torino, o- 1646 Donato Pascasioceleslino morto nel
retore del duca di Savoia al concilio di Castello della Baronia; nel 166 j Mar-
Trento, traslato a Bertiuoro. Nel i 564 *•*• co Vaccina tli A fragola; nel 1672 Luca
Girolamo Politi cremonese domenicano; Tisbia chierico regolare minore, cessato di
Del i "j^oBernardiuo Oliva aquilano,mor- vivere nelCastello della Baronia.Neli6g3
to dopo pochi mesi a Roma e sepolto in Francesco Proto de'marchesi Speda na-
Araceli con epitaffio; neli5y6 fi*. Anto- poletano, celebrò più sinodi nella catte-
nio Calducci foilivese domenicano; nel drale, e in occasione deli. "tenuto l'8 set-
i58o Alfonso Pardo. Nel i6o3 fr. Gre- tembre 6q4 con gran concorso di popo-
1

gorio Servanzi di s. Severino (f^.) dome- lo, per essere la festa della B. Vergine det-

nicano, teologo del cardinal dietro Aldo- ta de Libera dell' immagine d'antichis-
brandini, dotto e valente predicatore, or- sima venerazione, e per la pubblica lìe-
nato di molte virtù. Egli avea avuto il ra, avvenne un grave disastro. Imperoc-
colaggio di affìggere la scomunica \nFer~ ché insorto con impeto un terribile ter-
rara, quando devoluta alla s. Sede si pre- remoto abbattè molti edilìzi, insieme al-

tendeva impedirlo collearmi dal duca Ce- la cattedrale, al suo sagrario e campa-
sare e da'suoi partigiani. Caro a Clemen- nile altissimo di più ordini e formato d'e-
te Vili e da esso occupalo in gravi inca- leganti marini , e gettato colle campane
richi, volle che nel 1604 accompagnas- sulla piazza della cattedrale , restandovi
se il suo nipote cardinal Aldobrandiui ri- sepolte molte vittime. Restaurata la cat-
cordato a Ravenna, per averlo provve- tedrale e diversi altri edilizi, essendo mor-
duto di quella chiesa, e compilasse il si- to il vescovo nel 1701 nel Castello della
nodo diocesano che si proponeva cele- Baronia, durante la sede vacante , altro
brare, come eseguì. Nelle differenze in- terremoto afìlisse la città a' i4 marzo
sorte tra la repubblica di Venezia e Pao- 1702, mentre n'era vicario capitolare il

lo V, pubblicò nel 1606 in Bologna: Di- nobile trevicanoe benemerito Francesco


fesa della potestà et immunità eccle- Colmeta arcidiacono. Nel dicembre diven-
fiastìca contro le 8 proposizioni di un ne vescovo Simeone Viglini napoletano
dottore incognito sopra il breve di ceti» eruditissimo, predicatore delle s. missio-
sur e di Papa Paolo /'pubblicate con- ni, con singoiar applauso della diocesi,
tro li signori veneziani. Egli fu pure au- eh' egli illustrò col zelo e colle virtù, ri-

tore di altri scritti. Da Ravenna porta- pristinando con santissime costituzioni la

tosi in Roma, rinunziò nel 1607 la sede pubblica morale, con esperta vigilanza e
di Trevico; ed avendo la sua salute de- la predicazione. Non è dirsi con poche
teriorato, morì inCameriuo nel 1608 e parole (pianto egli incessantemente ope-
fu sepolto nella chiesa del suo ordine. Ab- rò, migliorando il clero, soccorrendo i po-
biamo il Commentario storico-critico veri , ristorando le rovine prodotte dal
su la vita di nig.r Gregorio Servanzi terremoto, inclusivamente alla cattedra-
domenicano vescovo di Trevico, scritto le e all'episcopio, e migliorando la mensa.
dal conte Raffaele Servanzi di Sanseve- Contribuì alla riedilìcazione della chie-
77/20, Macerata 84 Nel 607 Girolamo
1 1 . 1 sa di s. Euplo levila e martire, primario
MezzamieodiCastel Bolognese lodato; nel patrono di Trevico, posta in Acfitarii op-
1 636 Orazio Muscettola dotto napoleta- pidi, ove il duca di Flumaro Giuseppe de
no; nel 638 Fabio Magnesi, poi traslalo
1 Ponte impiegò rilevante somma per la
a Ostimi; nel 1640 Silvestro de Afflitto fabbrica e per la parrocchia istituita per
napoletano teatino indi di Lucerà ; nel la popolazione, e le donò la reliquia del
74
T II E T R E
santo da custodirsi con duplice chiave. nuotiteli, anzi altri reputano anteriori a fra
L'ottimo vescovo patì le conseguenze del- Giocondo stesso. Ebbe questi propugna-
l'insorte dissensioni nelsuo seminario. Nel coli in benemerenza d'essere slata (piasi la

sinodo celebrato nella cattedrale a'iq set- sola città fedele alla possente repubblica
tembre 704, con gran pompa di vota col-
i di Venezia, assalita poderosamente da'col-
locò nell'altare maggiore il corpo di s. Eu- legati di Gambray. A pie di queste for-
p!o, dopo ricognizione giuridica ; al cui tificazioni entra in città il fiume Silc, di-

onore il vescovo elegantemente compo- stratta parte minore delle sue acque lun-
se e pubblicò colle stampe e si legge nel- go la fossa urbana di mezzodì a formar
l' Italia sacra, la sequenza, l'antifona e un canale che anima la regia raffineria ili
I' orazione propria. Traslato a Tricari- nitri e fabbrica di polveri. Nel Site met-

co, anche in quell'articolo ne celebrai le te il [jotteniga o Piavesella, anticamente

sue virtù eminenti e la santa vita, e che detto Cagnauo, che nato come quello a
fu decoro non meno delle chiese di Tre- poche miglia di distanza dalla città, vi ar-
vico e di Tricarico, che di tutta la gerar- riva sotto un bel ponte che fa parte del-
1720 gli successe
chia ecclesiastica. Nel le mura, e dal nord al sud la irriga con

Domenico Filomarino nobile napoletano 5 canali artificiali detti volgarmente Ca-


teatino, dotto e zelante pastore, difensore gliarli. Il Sileesce daTreviso navigabile per
acerrimo della libertà ecclesiastica. Con le barche di tio,ooo chilogrammi, coi tra-
questi nell'Italia sacra si termina la se- sporta nelle Lagune di Venezia ed in ma-
rie de'vescovi, che compitò colle Notizie re: questa comunicazione fluviale è van-
di Roma. Nel 1733 Francese' Antonio de taggiosa al traffico per le sue acque; da
Leonardis della diocesi di Capuajnel 739 1 esse poi sono attivati
numerosi opificii,
i

Mei-nardo Onoralid'lschia; nel 1


774 Giu- mulini, fucine e cartiere, che ne esercita-
seppe Pasquale Rogani della diocesi di no l'industria. Oltre aque'due fiumi la
Rossano; nel 792 Agostino Gregorio Go-
i città ha dovizia di limpidissime fonti, co-
ni di Giuliano diocesi d'Aversa, che ne
1 i me ha ottimo clima, belli e variati pas-
fu l'ultimo vescovo. Imperocché Pio VII, seggi, e un circondario suburbano riden-
colla bolla De utiliori dominicae vineae, te, seminato di nuove strade, palazzi, giar-
de'28 giugnoi8i8, Bull. liom. cont. t. dini, canali minori e roggie ina ni fa Ite, e
1 5, p. 56, soppresse la sede vescovile di però stabilimenti d'industria, de'quali più
Trevico, e in perpetuo I' uni a quella di abbondano le cartiere e le macine, e più
Macedonia (^.), tutlora governata dal si distinguono le fàbbriche di stoviglie ed
vescovo notato in tale articolo. i laboratori del rame e del ferro. Princi-
TREVISO o TliEVIGl o TRIVIGI palmente la strada chiamila Terragno,
(Tarvisin). Città antica e forte della Ve- che dalla porta Attilia conduce a Venezia,
nezia terrestre con residenza vescovile, nel non solo è meravigliosa per hi sua solidi-
regno Lombardo- Veneto, capoluogo del- là, ma
ancora perchè adornata ad ogni
la provincia e del distretto del suo nome, tratto da graziosi casini, che colla delizio-
a 6 leghe da Venezia e 9 da Padova, in sa varietà le aggiungono vaghezza. Il ma-
bella pianura. Ha la figura d'un rettan- teriale della città forma da qualche tem-
golo cinto di buone mura, con bastioni e po l'oggetto di spese municipali e priva-
niezzelurie fatte costruire tutto all'intorno te, la maggior parte per togliere le brut-

ne' primi anni dopo ih 5oo da'veneziani ture del medio evo, col tagliare le case e
per opera di fra Giocondo, celebre archi- appianare il pavimento; onde diverse con-
letto veronese. Al sud sonovi opere di for- trade primeggiano pegli eseguili abbelli-
tificazione con angoli, che per anacroni- menti, non clie pe'decorosi ed i fi zi priva
smo si attribuirono alla scuola del Sam- ti e pubblici, notandosi fra 'primi le ino-
TRE T R E 75
, ncabitazionidelle nobili famiglie Bre- terreno, ornato con parapetto di ghisr» il

scia, Polo, ec. Jnfalti si legge nella dispen- ponte rifatto in pietra; erettivi edilìzi de-
sa de' i 5 gennaio 855 della Cronaca
i di corativi, tutto in somma vi fu reso degno
Milano, del eh. cav. IgnazioGantù.» An- delloscopoacui deve servire. Né si lasciò
che la città di Treviso non manca di con- nudo l'esterno della porta s. Tommaso,
tinui abbellimenti. La cattedrale fu dian- che nelle vicende del 1848 perdette i bei
zi meglio decorata nella cappella maggio- pioppi di cui era ricinta. Ora a' pioppi
re; nella chiesa di s. Nicolò, già de'dome- subentrarono ipocaslaui , che daranno
nicani, si restaura per intero il tetto, di tranquille frescure a questi cittadini". La
questa chiesa istorica che ricorda quel Be- cattedrale, antichissimo, magnifico e ot-
nedetto XI (che con l'abito di detto or- timo edilìzio, èopcra de'Longohardi, ter-
dine e ilnome di Nicolaus de Tarvisio minata di costruire nel 4 mostra 1 1 1 i vi-
eravi stato religioso, e divenuto Papa re- zi architettonici di quell'epoca, ma la fan-
galò di certe tavolette d' argento ad uso no degna d'ammirazione anco perchècon-
d'aliare, ed'una croce simile, che poi pas- tiene pitture di Paris Bordon trivigiano,
sò alle monache, oltre l'indulgenza ple- di Paolo Veronese, di Tiziano, ed altri va-
naria a chi avesse visitato la chiesa nelle lenti dipintori. Il granile atrio, anni ad-
3 feste di Pasqua di Risurrezione, come dietro fu eretto nobilmente, e pel quale
rilevo dalle sue Memorie di fr. Nicolò da olfrì il [."progetto Giordano Riccati, figlio
Trevigi de' predicatori), su cui il nostro di Jacopo Vincenzo, f miiglia
e fratello di
bravissimo Giuseppe Bianchetti diede an- trivigiano di matematici, per cui l'Italia
ni sonoun eccellente discorso. Qui si prov- non invidia alla Svizzera i suoi Bernoul-
vede anche ad uno spaccio pel pesce in li. E sotto l'invocazione di s. Pietro prin-
luogo meno im poi timo che non trovasi cipe degli Apostoli, e possiede molte insi-
oggi, cioè presso il ponte s. Parisio, luo- gni reliquie, fra le quali nell'altare mag-
go dimeno, con acque, che cingendo l'elit- giore si venera il vero corpo di s. Libe-
tico edilizio lo rendono continuamente rale di A Itino con fessore,pa trono del la cit-
pulito. E tracciata la ferrovia di qui per tà e diocesi. La cura d'anime si esercita
Conegliano; già quasi finiti manufatti, i pel capitolo da due preti chiamati sagri-
che tuttala corrono (ora questa ferrovia sti,ma il battistero è nella prossima chie-
è già in attività). Al ponte sul Sile, la- sa di s. Gio. battista. Il capitolo si com-
voro titanico, si fanno ora le opere di or- pone di 3 dignità, la 1 /delle quali è il de-
namento, sicché fra poco sarà distrutta cano, dell'arcidiacono e del piimicero, di
ladistanza fra Conegliano e Venezia. Né 1 4 canonici compresele prebende del teo-
possiamo tacere l'edifìzio che qui innalzò logo e del penitenziere, di due ceremonie-
il signor V it torelli per la fabbrica dello ri maestri del canto Gregoriano, ili 8 man-
zucchero di barbabietole, il quale, se po- sionari, di 20 prebendati e di altri chieri-
trà aver conseguenze paria! coraggio, do- ci addetti ài servigio divino. L'episcopio,
vrà pure ritrarre grandi vantaggi que- ila buon edilizio, è prossimo alla cattedrale.
sta speculazione. Chi conosce nel borgo Oltre di questa, nella città vi sono altre
di Treviso la riviera di s. Margherita, ce- 4 chiese parrocchiali munite del s. fonte:
lebre pel suo magnifico tempio, sa che il tra le altre più. belle chiese tornerò a ram-
precipitevole Sile aggiunge bellezza al mentare la già ricordala e vasta di s. Ni-
luogo. Ebbene i trevigiani qui crearono colò, edificala col convento dalla città, che
quello di cui aveano desiderio: un pub- neh 22 r la consegnò a'doinenicani; indi
blico passeggio. L'opera risponde al biso- nel inchiostro presso la sagrestia nel 1 3 j2

gno. S'alzarono solidi fondamenti, para- Tommaso da Modena l'adornò colle im-
petti ili ferro; fu acciololalo e selciato il magini dts'personaggi in dottrina, io di-
7 f> T II E TRE
gnilà e in matita fino «Ilota fiorili nel- circa 3?., 000 volumi, abbondandodi pre-
l'ordine de' predicatoti, collii serie de'pioi ziose edizioni, e specialmente di quelle ni-
generali e delle sue provincie, inclusiva- tide e appartenenti alla rinomala tipogra-
mente all'effigie ilei b. Benedetto XI co- fia di Treviso de'primi tempi della Stam-
ronala di raggi, il quale alcuni scrissero pa, cioè del 1470 e successivi, che pub-
che edificò la chiesa; forse l'avrà fatta re- blicò i classici greci, Ialini e italiani, oltre

staurare. Ivi è un quadro di Ir. Sebastia- altre opere importanti. Merita ricordar-
no del Piombo, e altri di buoni autori. Di si fra gli antichi palazzi la Canonica nuo-
tutti i conventi e monasteri esistenti già va, e la sala della Ragione,ora archivio no-
in Treviso, e rammentati ixeW Italia sa~ tarile; come deve nominarsi
il teatro. Nel-

era , ora secondo I' ultima proposizione l'archivio municipale conservano co- si

concistoriale per l'odierno vescovo, non piosi monumenti, diplomi e carte antiche
vi è che il convento de'cartnelitani scal- ottime ad illustrare la storia civile della
zi; bensì vi sono diversi sodalizi, il mon- patria: ne pubblicò un importantecatalo-
te di pietà, l'ospizio de'poveri, altri diver- go il conte Vittore Scotti, mentre il fra-
si luoghi pii, l'ospedale per qualunque ge- tello Antonio fece quello per la storia ec-
nere d'infermi, il Seminario con nume- clesiastica della medesima, di diplomi e
rosi alunni. Rilevai in tale articolo, che altre carte antiche. Il catalogo di Vittore
desso fu eretto prima che il concilio di lo pubblicò il p. Galogerà nella Lettera
Trento prescrivesse la fondazione de'se- d'un Trevigiano, nel t. 3o, p. io5. Nel
miliari vescovili , colla bolla Injunctuin i5io vi fu istituita un'accademia lettera-
ìiohis, <\t-ì5settembre 1 4^7, di Eugenio ria, che sotto vari nomi vi si è sempre con-

IV, presso il Calogeri, Raccolta d'o/)U' servata; e nel 17 32 vi venne fondata una
scoli, t. 49. p- 4^^ mediante I' unione >
colonia d'Arcadia. Vi fiorisce un Ateneo
dell' ospedale di s. Giacomo de Schiriali di scienze e lettere, che stampa suoi at- i

de' lebbrosi e la prebenda della vicaria ti, e novera tra 'suoi soci illustri scienzia-

«Iella cattedrale, perchè s'istituisse un ti, letterati e altri personaggi cultori dei
maestro in dh'inis, che insegnasse a 2 1 buoni studi. Pertanto, ed a cagione d'im-
1-

scolari chierici la grammatica, il canto 6Ct peritura riconoscenza qui dirò, che il co-
clesiastico,e pel loro mantenimento. Ve- spicuo corpo accademico, previo rappor-
ramente nell' anno precedente Eugenio to della comtnissionedelegatadalsuocoii-
] Vavea fatto eguale istituzione in Firen- siglio all' esame e relazione di questa mia
ze (/ .), con abitazione vicino alla chiesa, opera, per incoraggiarmi all'ardua im-
!
per cui F annalista Spondano vi osservò presa ed alle mie laboriose e incessanti
,

la pratica o forse l'origine de'seoiinari ve- fatiche studiose, nel 1841 si degnò aggre-
scovili, aìl'an. 1 4-36, §6. Il monte di pietà garmi al celebrato Ateneo di Treviso qual
fu stabilito da'ciltadiin nel 1497>^d è tut- socio onorario, colle forme più lusinghie-
tora abbondante di mezzi all'uopo, dov'è re e onorevoli. Inoltre nella città vi sono
un bel dipinto di Giorgioue , fondatore scuole secondo il sistema attuale; antica*
della scuola Lombarda, ma nato in que- mente vi avea un'università, che fu poi
sto circondario. L'ospedale civile pegl'in- concentrata nella celeberrima della vici-

fermi, la cui origine è deliifii, fu am- ni Padova. P reclamisti ruo vanto ha Tre-
pliato a' nostri giorni con magnificenza, viso di aver coltivato con ardore le lette-
fiorente di rendile: vi sono pure degli al- re eie scienze Cui dall'annui 200, in cui
tri speduli. Il comune ha un orto botani- già vi era un accreditato ginnasio, che
co e agrario, ed una pubblica biblioteca, Federico III il Bello d'Austria, coiilen-
la quale aumentata di alcuni libri dal ca- denle all'impero con Lodovico il litwart>,
pitolo della cattedrale, oltre agli studiosi eresse nella delta pubblica università nel
T II E THE 77
*3i8, et! ove sedettero fra'molti illustri za clie alcuni paesi in questo o quel ter*
dottori Pietro d'Abano e Gino da Pisto- ritorio fossero soggetti a un regime feu-
ia. Per lai motivo fu tra le prime città dale. La provincia attuale, costituita nel
venete, che del benefìcio si giovasse del- 18 5 colla creazione del regno Lombar-
i

la stampa, come lo celebrò il Federici nel- do- Veneto, si divide ini o distretti, per-
la sua opera: Sulla Tipografia Trevi* che Noale fu unito a quella di Padova, al-
giana del secolo XP'je Giovanni Boni- la provincia di Venezia venne aggregalo

fìicio di Rovigo nell' Istoria di Trivigi, il territorio di Mestre, oltre il paese di s.

Venezia 1^44' * n Treviso fu già il colle- Dona die prima dipendeva da Oderzo;nel
gio di dottori che costituiva un tribuna- distretto di questo fu compreso queliti di
le d'appello per la Dalmazia e l'Albania, PortobufTolè, e il vasto lei ritorio antico di
ed avea il privilegio di ammettere alla Treviso trovossi suddiviso, cosicché si

professione forense. La fertilità del suo aggiunsero alla provincia di Belluno ai-

territorio costituisce delle sue naturali cune sue ville subalpine, e alla provincia
produzioni una rendita cospicua, e vi si di Venezia quelle prossima alle paludi, e

aggiungono manifatture di seta, di colo- si formarono 3 distretti, Treviso, Monte -


ne e di lana, colla detta fabbrica di fine bellona, Valdobbiadene, sull'esempio del
terraglie, ed altra di armi. La popolazio- 1806 in cui per la ."volta Monlebclluua
i

ne della città supera i i4,ooo abitanti, e Valdobbiadene divennero centro d'un


Alla città sono aggregale 7 parrocchie SU- circondario. La provincia è amministra*
balternedi circa 6000 abitatori, ed altra ta da un regio delegato, da cui dipendo-
fiazioni; cioè s. Agnese ora s. Giuseppe, nodirettamente in ogni distretto un regio
s. Bartolomeo, s. Ambrogio della Fiera, commissario, e in Treviso, città regia, la

s. Pancrazio, s. Tommaso, s. Martino, s. congregazione municipale. Evvi inoltre


Lazzaro di Ghirarda, s. Dona, s. Pale e un tribunale civile, criminale e mercan-
s.Antonino; laonde questo comune capo- tiledi provincia, e in ciascun distretto una
luogo ha un eslimo complessivo di più pretura Evvi pure un'intendenza
civile.

che 700,000 scudi. E rappresentato da provinciale delle regie finanze e demanii


un consiglio e amministrato da una con- e ogni altro oflizio pe'diritli uniti e un i-
gregazione municipale, la quale è in ili- spettorato postale. La nuova provincia di
retta corrispondenza col regio delegato Treviso ha una popolazione di circa
della provincia; infine monda un suo e- 24°> 000 abitanti. Ila la provincia luio-
sctusivo deputato presso la congregarlo- ne strade, ameni e incantevoli punti di
ne provincialedi Trevisoecenlrale di Ve- vista; il clima ò sanissimo; chiara, fesca
nezia. La provincia di Treviso è una «lei- e dolce è l'acqua; il territorio sparso di
le 8 componenti tra il Mincio e l'Isonzo case signorili e brnoli e giardini io pia-
la giurisdizione del governo di Venezia, no ed in collina. Abbonda principalnicn-
Non coincidecol Trevigiano propriamen- le di vini, seta, legname da costiti-
ferro e
te dello, ossia la provincia aulica di Tre- zione. La provincia e la città di Treviso
viso quale rimase poco dopo il 1000 e si vanta la nascila di moltissimi uomini il-
inautcnne sino 806; meno colla Mar-
al 1 bistri in santità di vita, nelle dignità eo-
ca (/'.) Trevigiana costituita al tempo clesiasliche, nelle scienze, nelle arti, ncl-
de' Longobardi. La provincia antica di- l'armi. Il b. Benedetto XI Boccasini , i

videvasiini terrìtorii,cioè quello di Tre-


1 cardinali Teodoro Lelio, Giacomo Mo-
viso ch'era ben due quinti dell'intero Tre- nico patriarca di T eneziaj altri canlina-
vigiano,eque'di Castelfranco,Asolo, JVoa- li li riporlo a quest'ultimo articolo regi-
le, Mestre, Motta, Oderzo, PortobufTolè, .sitando i cardinali veneti, che lotti hau-
Conegliano, Cenedo, Serra valle, non tea- noie biografie, ed a'iuogbi loro parlai del
78
TRE T RE
copioso numero de' vescovi trevigiani e a *ne «pese mira preso. Morie lui tolse di
personaggi di santa vita; ma il b. Euri- <pia prima che potesse condurre a fine il
modello di Treviso nacque a Bolzano dio- .suodivisamenlo.di riprodurre cioè ta più
cesi di Trento. Venanzio Fortunato fu esimia opera de'romani, costruendo l'in-
dotto e celebre vescovo di Poitiers, e fra lernosulla forma del Tempio Pantheon,
i luoghi che riparlai di lui è a vedersi il e di fregiare il suo tempio di un atrio il

voi. XL, p. cjo. Odorico Bi-


Il filippino più conveniente imitando il dorico del-
natali grandemente benemerito della Sto- l'attico Partenone. Ma il suo testamento
ria ecclesiastica pel compendio degli An- avendo assicurata continuazione del- la

nali del Baronio e loro eruditissima con- l'opera valorosa e pia, per le solerti cure
1
tinuazione. Tolila re de'goti; le celebri e di mg. Gio. Ballista Sartori-Canova, suo
potenti famiglie de'Caminesi che domina- ammiratore e fratello uterino, vescovo di
lono il Trevigianojgli Azzoni nobili e an- Mincio ne seguì il sontuoso com-
(f"'.),

tichissimi, originari di Sassonia , che in pimento, illustrato da molleerudite pen-


ogni tempo si distinsero nell'armi, nelle ne e precipuamente neh 833 con tavole,
letlerec negl'impieghi onorevolmente so- in cui nulla di più esatto, da Melchiorre
stenuti; i Tempesta; Paris Bordone, Gior- M isti ri ni '.Esposizione del tempio di Pi <s-
gio Bai barelli detto il Giorgione, il Cima sagno eretto da Antonio Canova, Ve-
pure pittore, l'architetto Francesco M." nezia 833, per Giuseppe Antonelli, diso-
ì

Spreti, Jacopo e i due figli Giorgio e Vin- li 5o esemplari, e sono possessore del XV
1

cenzo Biccati; i pittori Dario , Antonio, di sì magnifica edizione. Varie sue scul-
Giorgio, Girolamo il Secchio forse fra- ture e un dipinto di sua mano rammen-
tello del celebre letterato Politico Virun- teranno in questa sua patria ed in que-
nio, Girolamo giuuioredaTi'eviso.Si vuo- sto suo tempio ad ogni sguardo il cele-
le la famiglia Bonapai te, che die alla
che bratissimo nome. Una via reale apposita-

Francia un Napoleone e il regnante ini- 1 mente vi conduce lo straniero a venerare


peraloreNapoleoneIH,sia derivata daTre- il monumento che Canova innalzò alla re-

viso, donde in diversi rami si trapiantò ligione e decorò colle 3 arti sorelle. Pos-
in Sarzana, in Toscana, in s. Minialo, sagno è sulla nuova strada commerciale
in Ascoli, in Corsica (^.J, e ne riparlai «lei Mobiletto, dalla cui roccia non è pil-
anchein altri articoli dicendo degl'illustri lole che si diparta senza aver ritratto l'in-

di tale stirpe. Che i Bouaparle furono cantevole prospettiva, alla ridente e in-
pure in Ripalransone, di recente lo af- dustriosa Bassano, pel cui mezzo l'erario
fermò il eh. marchese Filippo Bruti Li- eli qne'comuni mise in comunicazione il

berali nella sua erudita Relazione III : Piave col Brenta. Forma parte di quella
fra Ascoli e Ripatransone, ivi 855. In i strada il ponte di pietra che con un solo
essa pubblicò nozioni riguardanti docu- arco piantato su due roccie sovrasta allis-

menti sul domicilio degli antichi Bonapar- simosulla vallata di Crespano, la cui ulti-
te, che ponno riuscire utili perla storia ma ricostruzione, sui disegni e speciale di-
di questa memorabile prosapia. In mol- rezione del Casurotti,ne assicura la dura-
ti articoli celebrai il trevigiano sommo la. La strada ferrata congiunge Treviso
Antonio Canova, il cui nome non può an- a Venezia da \\n lato, ed a Mantova dal-
dare disgiunto da quello del nostro seco- l'altro. La solenne inaugurazione di que-
lo, restauratore dell'arti belle, e in quella sto tronco avvenuta a'i4 ottobre i85i,
della Scultura (V-) emulo d'ogni più la LXX, p. 66, ripor-
celebrai nel voi. i

grande antico scalpello. Le illustri ceneri tando parte dell'eloquente discorso pro-
jiposano in Possagnoove nacque, nel tem- nunziato dall'attuale mg.' vescovo, e con
pio magnificamente da lui architettalo ed quale pompa ebbe luogo. Nella sera spèco*
tT a fu la

lio restaurato di lecente, e


ra gemma
R E
generale illuminazione:

della città del Silo, sfolgorò in


chiamato ra-
il tea- guenti secoli
ziandio la

ta a 'suoi vescovi,
il

cillà
TRE
diritto della zecca, ed e-
medesima
come attestano
fu concedu-
le anti-
79

tutto il decoro d'una leggiadra apparen- che memorie. Dipoi si trovò un'altra si-

za. Tutti gareggiarono di emulazione ma- mile moneta, solamente di differente mo-
gnanima a preparare una festa, la quale dello e colle stesse lettere. Nicolò da Tre»
IMO ismenlisse per nulla l'antica fama del- vigi riprodusse il disegno della moneta,e
l'ospitalità tri vigiana. Neil 85 2 la via fer- la crede battuta in onore di Carlo Magno
rata da Treviso a Mestre era stala com- quando calò in Italia a distruggere il re-
piuta in tutti i suoi accessori!, come i luo- gno de'longobanli. Leggo nel Vettori, fi
ghi dì stazione di arrivo e partenza, in- fiorino d'oro, che nel i 3 1
7 in Treviso fu
siepamento mediante viridi fratte, segna- data una casa ad Angelotto Tintori, per-
lazioni da v viso, telegrafi, case da guar- chè in essa dovesse fabbricare monete di
diani, non che edifizi ili stazione. Fu an- più sorle, e particolarmente alcune-, che
che stabilito definiti vomente il confine di non dovessero passare il valore di 3 lire
questa via, ed il vei ostato di essa median- e mezzo, con l'arine della comunità da
te esalto rilievo. Soltanto l'ingresso ind- ambedue lali ecolle paiole intorno: Tar-
i

ia città di Treviso abbisognava di miglio» visium Civita*, poiché erano pochissime


lamenti fondamenlali, essendo l'esisten- le monete che correvano in queste parli
te porla della medesima alquanto distan- di piccolo presso. Il Castellano dice che
te, ed oltreciò stretta molto e basai, per Treviso fu una delle 4eillà che godeva-
cui fu progettata la costruzione d'un nuo- no in Italia la prerogativa della zecca, ri-

vo ingresso immediatamente dallo •bai" mastale sino al secolo XIV. Sulle antichi-
cotoio. Treviso ebbe la sua zecca e battè tà di Treviso, sopra le sue iscrizioni an-
le proprie monete. Tra
prime città ita- le tiche, sui magistrati che la governarono
liane che da Carlo Magno ebbero la zec- a tempo de' romani, e del culto idolatrico
ca municipale per privilegio, si deve no- da lei prestato alle false divinità, si pon-
verare Treviso , come rilevò il eh. av v, iloleggere nel Calogerà, t.io, p. 4^7, t-
Gaetano de Minicis, ne' Cenni numisma- 20, p. 291: Ragionamento intorno alle
Muratori nella/^/Vs<7'/.2 7. ",
liti. Riferisce
)
antiche iscrizioni della città di Treviso,
che il march. MafFei nella Verona illu- con alcune osservazioni alla, disserta-
strata, pubblicò uno strumento del 77.3 zione fatta sopra una lapide, ritrovata
.scritto nella città di Trivigi. dove è falla neli^^o nella villa, di Iiiese nel terri-
menzione Monetarii, anzi è ricordala la torio di Castelfranco: Breve e succinta
slessa Moneta pi:ì>l>lica, cioè la zecca ivi notizia della risposta di Antimaco Fi-
esistente. Perciò fece istanza il Muratori htlete al ragionamento intorno le anti-
al dottissimo canonico e patrizio trevisa- che iscrizioni della città di Treviso, ec.
no Antonio Scolli, acciocché usasse dili- Asolo pretende alla maggiore antichità
genza per iscoprire alcuna moneta di quei «li Treviso, su di che si può vedere: Di-
remoli secoli, e gliene inviò una de'tem- scorso sopra alcune [scrizioni Asola-
pi Carolini. Comparisce ivi il monogram- ne di Michele Lazzari, riportato dal
ma Carlo Magno, cioè Karolus, e né!
dì Calogerà nel t. \o, p. 337, nel quale si
rovescio Tarvisio. Perciò non resta più vuole provare, che la celebre e antica
dubbio, che per quasi 1000 anni a Tre- città di Treviso surse dalle rovine di Ai-
viso competè il gius di battere moneta, che tino (/ .), la cui sede vescovile fu trasfe-
servisse pel dui alo del Friuli. Ignora Mo- rita Torcello (V.J: piuttosto è più
a
latori se poi questo continuò sotto gl'im- credibile, che Treviso aumentasse la mm
peratori tede-chi, però aiTcì imi che ue'sc- grandezza dopo le rovine di Aitino, ili
80 TRE TRE
Concordia e di Oderzo (/ •) r> Cfptter* de da lei pre«e il nome lutto quella regio-
gio. ne, clie per addietro Venezia (/' '.) N no-
Treviso è riputata antichissima, anco mina va. Nel 4 $4 Attila re degli uwtiuet-
da chi stimò favolosa la tradizione che ne tendo in rovina, attesta bella parte d' I-
sia stalo fondatore Osiride: più d'una la- lalia. fuggendo i popoli le sue stragi, die-
pide, sulla cui legittimità i critici si ac- rono principio alla nobilissima città di
cordano, scolpita in tempo della repub- Venezia. Abbenchè i trevigiani si ado-
blica romana, piova ch'era un m unici* pelassero verso Attila molto vantaggio-
pio incontrastabilmente, ePlinio allei ma samente, a mezzo del loro vescovo El vi-
che i tarvisani, che in altro luogo chiama dio o Limando col corpo della città, e il

Taurìsci, furono aggregati alla romana Tempesta uno de'principali o il difènso-


tribù Claudia, perciò ne goderono le pie- re della chiesa, pure la loro città palesa
rogative in uno alla cittadinanza romana, i danni sofferti nelle varie invasioni de'
Dichiara Nicolò daTreviso,doversi Trevi- barbari. Situata in una pianura costante
soscriverein latino Tarvisium, non Tau- tutta all'intorno,il suo terreno nell'in ter •
/•/.57f/m,dovendosi lasciare «'buoni antena- noè riflessibil niente ineguale, prova delle
ti col loro Osiride, anche l'etimologia tolta avvenute distruzioni per cui cagione ve-
dal Toro, e dirla latinamente Tarvìsium, desi rifabbricata inegualmente e con mol-
per insegnamento non solo dell'antiche la- te delle sue strade tortuose, il che rende
pidi, ma per quelle dal Grillerò e da lui più pregevole l'attuale sistema d'illuni i«
prodolle, ed inoltre per quella sepolcro- nazione notturna onde non teme il con-
le venuta dall'Asolano. Sostiene Girala fronto d'alcun' altra città. Nel 54- eletto
nio da Bologna nel suo Antiquario, do- che vi ebbe natali, e
re de'goti Tolila, i

versi scrivereTarvìsium, ed popoli Tar- i allora governava, ne restaurò la con»


la

visoni; distinguendo egli però cittadini i dizione, onde Treviso risplendè nel regno
da que' del territorio, volendo che pri- i gotico, al quale soggiaceva dopoché nel
mi dibbansi dire Tarvisini o Tarvisien- 49^ il re Teodorico ebbe vintogli ertili
ses, secondi Tarvisani a Tarvisiani
i che l'aveano occupala col resto dell'Italia,
giusta l'espressione d'una lapide trovata Frattanto continuando la guerra gotica
in Grado. L'Ughelli riporta: Tarvìsium sostenuta dal prode Belisario, perchè l'im-
antiquàm, speclabileniquej'uisse civita- peratore Giustiniano I voleva cacciar dal-
tem, (juam olim a multi* turribus, qui- l'Italia i goti dominatori, Treviso fu l'ul-

biu propugnandis iiwenibuseingebatur, lima cittàad essere espugnala da Beli-


eivitatem Turvium prisci vocarunt. Di- sario, prima del suo richiamo a Costati-
ce il Marchesi, nella Galleria dell'olio- linopoli. Dopo la partenza di quel duce
re, parlando di alcuni illustri trevigiani, i greci vi furono sconfitti. Narsete gli suc-
cile in discrepanza di pareri si trovano gli cesse, la ricuperò all'impero e ne fu De-
scrittori, dell'assegnare a questa città fa- Demerito. Indispettito dalla sua corte,
musa ed insigne i suoi principi i. Chi la chiamò in Italiai longobardi per invader-
ci ede fabbricala da'eompagni d'Anteno- la, ed essi vi calarono con Alboiuo loro re;
re; chi da'troiani fuggiti di Pafiagonia; e eTreviso fu liberalo dalla rovina di (|ue-
chi da Osiride, che passato dal fonte del- sii nuovi invasori, ad istanza di Felice I

I Islro e de'Norici trionfante in Italia, la suo vescovo, che placandone il furore se


chiamasse ///^'//////^.Maconcordano.che Io rese favorevole. Andò incontro ad Al-
dopo In declinazione dell'impero roma- boino e lo trovò al fiume Piave, e pie-
no ubbidì n'unti, eil a' longobardi, i quali gandolodi non fare nocumento alcuno al-
ni essa stabilirono seggio d'imo de' sua chiesa, ottenne dal re la grazia del-
il
4 'a

Marchetati t
eretti di qua delle Alpi,on- l'immunità, mediante una sua pragma-
TRE TRE 81
ticacon tutte le facoltà, come riporta l'an- signoreggiarono nel governo temporale,
nalista Rinaldi nel 5G8. Alboino operò benché il reggimento si regolasse colla
in Treviso alcuni miglioramenti; indi nel creazione de'cousoli, e con una certa spe-
riparto dell' Italia fatto da' longobardi, cie di dipendenza, onde si mischiarono
creandosi ima Marca o Marchesato nella sovente i cittadini nelle guerre compro-
regione settentrionale, Treviso le diede vinciali, e fecero leghe e trattati. Beren-
il nome di Marca
Trevigiana, e per ri- gario I imperatore e re d'Italia nel 90^
siedervi ordinariamente il marchese go- privilegio! vescovi, nella persona di Adel-
vernatoredivenne capitale dituttoil pae- bertosuofavorito,colla donazione di mol-
se tra il Mincio, il Benaco, le Alpi, Ta-
il ti dazi, e delle due parli della pubblica
gliamene, le spiaggie della Venezia ed moneta, che a lui si aspettava. Né fu egli
il Po; cioè confinò col Friuli, col golfo di il i.°a fare tali concessioni a'vescovi di Tre-
Venezia, il Dogado, il Padovano, il Vi- viso, poiché dichiarò uel diploma di se-
centino e il Bellunese, poiché si formò del guire in ciò le orme de'suoi predecesso-
territorio di Treviso e di Feltre(F.). Ul- ri. Nicolò da Trevigi narra, che il Gol-
fariducao marchese di Treviso sotto lon- i dasto asserisce, che i vescovi di Treviso
gobardi non volendo assoggettarsi nel
, erano principi del s. romano impero; ed
584, dopo il governo de' 3o ciuchi, alla aggiunge, che se non erano i vescovi si-

nuova podestà regia d'Aulari, fu poi im- gnori assoluti della città, erano perlome-
prigionatoda Agilulfocbegli successe nel no destinali dagl'imperatori aldi lei go-
5g i Quel re pe-
nella stessa sua residenza. verno, e ne riporta le prove; riferendo le
rò, ed successori suoi ebbero la città di
i investiture feudali da loro concesse sino
Treviso in gran pregio, ma la rovinò e a 270 feudatari ministeriali, di cui era-
depresse re Rolari verso il 64*2- e vi sfo- no signori, ducili, conti e marchesi.
Dice
gò tutta la sua rabbia, riempiendola di di più Nicolò, che della contea Tri r (gia-
stragi. Distrutto nel 773 da Carlo Magno lla e luoghi in essa compresi, vescovi i

il regno longobardo, Treviso ne riconob- ne disponevano liberamente; il Mesirino


be il dominio, e nel 778 vi celebrò le fe- era tra' suoi confini e giungeva a quelli
ste di Pasqua. Carlo Magno non volle che dell'Asolano. Nel 1087 Padova ottenne
la nazione longobarda avesse altri re, si dall'imperatore Enrico IV il municipale
dichiarò egli stesso re d'Italia, e de'loro reggimento, che non avea potuto conse-
ducili permise che sussistessero le 4 prin- guire da Carlo Magno, e sul suo esempio
cipaliducee di Spoleto , del Friuli, di le altre città si separarono a mano a ma-
Trevìgi e di Benevento. Papa s. Leone no dal regno italico, sicché nel secolo XVI
III essendosi ritirato in Francia nel 799, quali si reggevano da se, quali erano ret-
nel ritorno Carlo Magno lo fece accom- te da'signori; laonde Treviso, ora come
pagnare a Roma dagli arcivescovi di Co- stilo libero, ora domi nata da' vescovi, ora
lonia e di Salisburgo, da 4 vescovi e da 3 sotto la protezione dell' impero, riaiase
conti, ricevuto in ogni città come un a- al governo del paese propriamente detto
postolo. Onorò di sua presenza Treviso, il Trevigiano, ossia l'antica provincia tra'
e giunse in Roma a' 29 novembre. Pro- limiti che sussistevano neli8o5, al nord
clamalo da s.Leone ili imperatored'oc- le Alpi, al sud il mare ed il Brenta, al-
cidenle Carlo Magno, Treviso riconob- l'est il Friuli mediante Noncello e la Li-
il

be a sovrani gl'imperatori Carolingi suoi venza, all'ovest il Bassanese e il territo-


successori, e quelli che sederono nel trono rio di Cittadella che apparteneva a'pa-
regio d'Italia, inviandovi essi a reggere la (luvuni. I quali confini corrispondono al
sua Marca un marchese. Col favore de- motto che si legge intorno l'arme della
gl'imperatori tedeschi, i suoi vescovi la città: Monti Musoni Ponto Dominor-
voi. LXXX. 6
82 TRE TR E
aite Nftoni. L'arme figura ima fortezza e divenne signore diTreviso, com-
di lui, e

vi si distinguono 7 torri, che ali iettante battendo felicemente per lungo tempo il
se ne vedevano nella città in epoca non competitore. Ezzelino II per le sue ric-
lontanissima. In allo dello scudo ne fu col- chezze e pel numero grande che di castelli
localo uno minore inquartato; era il se- possedeva sopra i monti Euganei, veni-
gnodelle crociale a cui Treviso avea pre- va consideralo il più potente cittadino fra
so parie.La gran conlessa Matilde, mar- le repubbliche vicine. Cacciato dopo lol-

chesana di Toscana, ebbe a vita in feu- la anche da Vicenza, e collegato di Sa-


do il marchesato di Treviso; altri dicono lingnerra da Ferrara, contro il marche-
che fu invertita della signoria nel 1 1 i3 se d'Estecapode'guelfi, l'imperatore Ot-
per indulto imperiale d' Enrico V, ma tone IV nel i2oq volle riconciliarli, ed
non potè goderla più di due anni circa, accompagnato dn Ezzelino II a Roma per
incapo 'quali morì. Reggendosi Treviso la sua coronazione, nel ritorno gli die il

a comune, fu una delle prime a concor- governo di Vicenza qnal vicario impe-
rere nella lega lombarda, contro l'impe- riale. Indi Ezzelino 11 divise i'ra'suoi figli

ratore Federico 1, ed in favore de' loro Ezzelino 111 il Ferùce t od Alberico meno
diritti e del perseguitato Papa Alessan- crudele, i suoi stati : al 1 ."diede lutti i be-
dro III.Molte gare ebbe dipoi co'vesco- ni situati nello stalo di Vicenza; al 2.°
vi di Belluno, di Ceneda, di Fellre e col (pielli che godeva pretto Trevi*o. Ritira-*

patriarca d'Aquileia. Frattanto nella re- tosi tlal mondo si die alle piò duole pra-
pubblica di Treviso sorsero diversi va- tiche, onde fu soprannomato il Monaco;
lorosi nelle armi, che dierono origine a ma venuto in sospetto d'aver abbraccia»
famiglie illustri, potenti e prepotenti, tra lo l'eresia de' Patari/ii, Papa Gregorio
cui i Camino «liEzzelinod'Onnra.i Tem- IX ingiunse consegnarlo al tri*
a'figli di

pesta, gli Azzoni, e gli Ordelafli che an- brinale dell'inquisizione, se non abiura-
dati nell'Emilia dominarono per 3 secoli va i suoi errori. Ezzelino III signore «li

Fori). La città dovette essere sempre in Banano, di Marostica e di altri camelli


guerra, per cui fibbricò Castelfranco nel de'monti Euganei, dopo aver manifesta-
1 1 <)(.), come frontiera de'loro confini con- to i suoi rari latenti per la guerra, onde
tro i fondarono una
padovani; e perchè vi conquistò Verona consegnar Pa-
e si fece
colonia e accordarono franchigie a' no- dova, al quale articolo parlai di lui e sua
bili e a'popolani che vi si vollero stabili- famiglia, non che dell' inaudite crude!
re, gli fu dalo il DOOkC di Castel Franco: là da lui commesse, estese le sue conqui-
eresse pure Noale ed altri castelli. Fero- ste sulla repubblica di Treviso, tiran-
ce fu la contesa del primato fra le due neggiala dal fratello Alberico tino dal
famiglie da Onora e daCamino,ambedue 1237. A reprimere le sue barbarie, non
d'origine tedesca. Ezzelino Eccelino li essendo sufficienti le scomuniche de'l'a-
detto il Monaco da'Onara, e più comu- pi, fu bandita contro di lui la crociata,
nemente da Romano, altro castello di sua e rimasto ferito nel combattimento si

giurisdizione nella Marca Trevigiana, squarciò le piaghe e morì nel settembre


nato da Ezzelino il Balbo, fu il ."po-
I 1 i2 5o dentro il suo castello di s. Zenone;
destà di Treviso, che dopo il termine del- il suo cadavere fu trascinalo e fallo in

la sua carica, profittando delle popolari brani da indomito cavallo : i 6 figli ma-
fazioni de' Guelfi e Ghibellini [V.), vol- schi furono decapitali, la moglie e le due
le usurpare il supremo potere, e venne figlie bruciate vive, giacché per le orri-
neh i83 mandalo in bando come capo- bili commesse da Ezzelino III,
iniquità
parte de'aecondij bianchirlo da Camino fu chiamato nemico del genere umano, e
primario tra 'guelfi s'innalzò sulle rovine si disse generalo dal demonio. Alberico
T R E TRE 83
suo fratello, dominatore ili Treviso, sic- glio Riccardo, dichiaralo vicario impe-
come fino simula loie, fìnse a lungo d'es- riale anche di Belluno e Feltre: fu ucci-
sersi inimicalo con lui. e di aderire a'guel- sone! 3 2 da un contadino con una ron-
1 1

fi, per guadagnar pratiche Ira 'suoi nemi- ca, senza che si potesse scoprire qual mo-
ci, e seminar Ira essi la discordia e la dif- tivo l'avesse spinto a tale a t leu tato. A que-
fidenza. Dopo il tragico fine d'Ezzelino III sti fu surrogato il fratello Gucello oGui-

fu cacciato da Treviso, e si ri tirò a s. Re- cello, che fu l'ultimo principe di sua e; -

no ue'monti Euganei, ove l'assediò la le sa, come nel 1 3 1 3 espulso e detronizza-


ga guelfa. Costretto ad arrendersi, fu fal- to da'trevigiani, che tornarono a vivere
li) perire colla sua famiglia, terminando colle proprie leggi. La piccola colie de'
in lui la casa di Romano. Vedasi la T'ita signori di Camino fu iusigne per essere
di Ezzelino III da Romano, dilli' ori- stata di buon'ora l'asilo di nobile acco-
gine al fine di sua famiglia, Venezia glienza de'lrovatori ede'poeti provenza-
l56o: I ita di Ezzelino da fiumano, li, ch'erano onorati in Lombardia, prima
con la Cognizione delle gliene della che la nazione indiana propriamente u-
Marea Trevigiana dal io al 1262, i i vesse ella stessa una lingua poetica, ed
eoinposta da PietroG e r ardo padovano. uomini capaci di trarne partito, come si
Venezia 164^' Dopo le accennate sangui esprime un moderno scrittore. Tuttavia
uose vicende, prevalsero di nuovo in Tre- su questo particolare va tenuto presente
viso signori di Camino, che dominava-
i il ria me rilènto a Sicilia e aTEATRo.Tor-
no Feltre e Beli imo, ed erano sostenti nato Treviso in libertà, i trevigiani eles-
ti da Azzo VII d'Esle. Questi armò ca- sero a capitano generale Bamb.ddo con-
valiere Gliei ai do di Camino, come il più te di Collallo. Nel i328 stretti gli ahi
ragguardevole fra' signori lombardi di tantida duro assedio, con 3o,ooo fanti
parte guelfa. Gherardo sullo lo specioso e 3ooo cavalli da Marsilio Carrara, lo so-
capitano generale occupò il prin-
titolo di stennero con eroica difesa. Altro lutilo
cipato della Marea Trevigiana nel 1283, assedio fece a Treviso Cane della Scala
e lo tenne sinoah3o5. Al suo tempo fu signore di Eerona, che fomentato da Go-
sublimalo alia cattedra apostolica il car- ccilo Camino volea impadronirsene. Tre
dinal Nicolò Boccasini di Trevigi o della volle loScaligero partì adontatodallesue
terra di Vito lungi 18 miglia, a'22 ot-
s. mura, ma il timore indusse i cittadini a
tobre! 3o3, e prese il nome di Benedet- darsi volontai iamenle all'imperatore Lo-
to XI. Conosciutasi l'esaltazione da'tre- dovico V il Bacato, che v'inviò il conle
vigiani, esultanti d'allegrezza ne dierono di Gorizia, il quale però attentando an-
le dimostrazioni maggiori, ed inviarono ch'egli a'privilegi loro, gl'indusse a paci-
a lui i propri ambasciatori per deporre ficarsi con Cane, e dopo ripetuti sforzi c-
a 'suoi piedi i dovuti offici di congratula- gli vi entrò pomposamente per capitola-
zione. 11 Papa gli accolse con amore pa- zione a' 18 luglio 1329, e morto in Tre-
terno e tenerezza d'alletto, e dopo molte visodopo 4 v °l' giorni, lasciò ad Alberto
espressioni di stima verso suoi coucitta- i e Mastino della Scala suoi nipoti il nuo-
dini e verso la patria, nell'alto d' acco- vo rilevante possesso. Dante con allusio-
miatarli fece loro il summentovalo do- neal breve periodo del godimento di que-
nativo, che descrive il suo biografo fr. Ni- llo conquisto e al giorno che si compì il

colò da Trevigi. Donò poi in altra occa- termine mortale Cane, scrisse: nel qua-di
sione alla cattedrale un calice d'argento le il Gran Feltro, in Treviso, compie
dorato con sua patena del peso di 38 on- sua giornata innanzi sera. Narra l'an-
cie, ed una pianeta e dalmatica rosse.Mo- nalista Rinaldi, che 1 trevigiani nel pre-
rendo Gherardo, credilo la signoria il fi- cedente anno, avendo abbandonato le
84 TRE TR E
porti delDa varo scomunicato da Giovan- coprirsi di gloria come sola fra le venete
ni XXII, si erano spontaneamente sotto- ciltà che colle proprie forze resistette alle
messi alla signoria della Chiesa romana, truppe francesi e dell'imperatore Massi-
ond'erano stali dal Papa lodali e ringra- miliano 1; indi tornò sotto la repubblica
ziati della divozione dimostrala alla s. Se- di Venezia e ne seguì destini. Per le guer-
i

de; per cui ne commise


governo al car- il re sofferte in varie epoche da Treviso, i
dinal Bertrando o Bernardo de Poyet o conventi e monasteri subuibani esposti a
Poggello legato di Lombardia. Avendo replicate rovine, e recando certo danno
incorso la scomunica la città e il decano alla ciltà col porgere a' nemici comodo
della cattedrale Guglielmo o Corrado de di alzarvi Irinciere e munizioni, a poco a
Bramasechi, Papa Benedetto XII dichia- poco furono trasportali nell'interno del-
rò delegalo apostolico Giacomo Morosi- la città, ed altrettanto avvenne al mona-
in vescovo di Torcello,a proscioglieredal- stero delle monache di s. Girolamo, al
l'interdetto l'una e l'altro, il che eseguì modo narrato dal can. Bambaldo degli
a'7 settembre 33g. 1 trevigiani, benché
1 Azzoni Avogaro, nelle Osservazioni so-
ritornati a libertà neli337, pe'patti sti- pra un sigillo della badessa del mo-
pulali in Venezia tra la repubblica ed i nastero, che fu già presso Trevigi di
fratelli Alberto e Mastino della Scala, con- s. Girolamo, riportate nel t. 48, p. 167
siderando il passato e le patite intestine del Calogerà. Il senato veneto per la
discordie, veduto Marsilio Carrara tor- delta guerra, onde munire Treviso, nel
nato in potere di Padova, ed a lui suc- i5oc) vi mandò
fr. Gio. Giocondo cele-

ceduto il nipote Ubertino II, per godere bre ingegnere veronese.francescanoe non
maggiore tranquillità avvisarono al par- domenicano ma non riuscì lodevolmen-
;

tito di dedicarsi alla signoria di Venezia, te nell'impresa, abbattendo spietatamen-


e Io fecero con ispontanea dedizione a'5 te fabbriche e borghi, e con una vastis-
febbraio 1 344» mediante solenue tratta- sima e non utile fossa guastò oltre misu-
to.Treviso però fu ne' seguenti anni a- ra e deformò la ciltà. Perciò il senato po-
cerbamente molestala dal patriarca d'A- co dopo deliberò di commettere le divi-
quileia, da Luigi I re d'Uugheria, e da' sate fortificazioni al valoroso Bartolomeo
Carrara, a'quali finalmente pervenne in d'Alviano, secondo il disegno del quale,
conseguenza della guerra di Chioggia. non senza rimettervi l'abitazioni esteriori, si

potendola difendere la repubblica vene- dilatò l'interno circuito della città, spe-
ta; per cui lasciata Treviso nella propria cialmente alla parte del borgo de'ss. Qua-
libertà, per salvarsi dal dominio Carra- ranta, e nel 1 56 1 fu l'opera compila. Fu
rese ricorse a Leopoldo duca d'Austria, allora che monastero di s. Girolamo,
il

che nel 1 38 1 essendosene impadronito, posto da prima fuori e non lungi dalle
da questi invece fu ceduta per un grosso vecchie mura della città, fu trasferito den-
contante nel 1 384 a c '" ne agognava il tro alla medesima, cambiata l'antica si-
possesso,cioéa Francesco I Carrara signo- tuazione a mezzo il borgo di nuovo fab-
re di Padova. Questo principe poi nel 1 388 bricalo, che ritenne il primitivo nome
consegnò la ciltà al vescovo, ma tosto la de'ss. Quaranta. Nel 1782 Treviso fu re-
ricuperarono i veneziani, avendovi con- ligiosamente rallegrata dal passaggio di
tribuito Gio. Galeazzo Visconti signore Pio VI, nel recarsi a Vienna. Da Ferra-
ili Milano, con guerreggiare Francesco I, ra pervenuto a Chioggia, indi l'i 1 mag-
e la spontaneità de'trevigiani di ritorna- gio a Mestre, vi fu ricevuto nel palazzo
re al veneto dominio. In conseguenza del- Erizzo dal procuratore Rezzonico, da
r
la lega di Cambray del 1 5o<), Treviso so- mg. Giustiniani vescovo di Treviso, e da
stenne lungo e celebralo assedio, e potè molli altri vescovi e nobili. Nel seguente
TRE TRE 85
giorno il Papa ascoltala la messa nella dall'imperatore d'Austria Francesco T, al
cappella tiri palazzo, e data la benedizio- cui impero tuttora appartiene. Durante
ne al popolo nella sottoposta piazza, a ore il dominio dell'imperatore e re Napoleo-
i5 partì per Treviso accompagnato da' ne I, questi eresse Treviso in ducato e con-
procuratori di s. Marco, Contarmi e Ma- ferì il titolo di duca di Treviso per ono-
nin. Giunto Pio VI innanzi alla cattedra- rare Edoardo Adolfo Casimiro Giuseppe
le di Treviso, al discendere dalla carroz- Morlier, maresciallo e pari di Francia,
za fu incontralo dal vescovo mg.' Giu- che intervenne alle battaglie della repub-
stiniani, dal podestà e capitano di Trevi- blica e dell'impero, potè fuggire dall'e-
so Marco Zen, dal clero e dalla nobiltà splosione del Kremlino, e perì neh 835
Papa con sin-
della città, accolti tutti dal in Parigi pe'colpi della macchina infer-
goiar gradimento. Adoralo nella chiesa nale esplosa da Fieschi contro il re Luigi
il ss. Sacramento pubblicamente esposto, Filippo. Nell'insurrezione del 1848, ces-
ad istanza del vescovo e del podestà, Pio sato in Venezia il governo austriaco ci vile
"VI fermatosi sulla soglia della chiesa be- e militare, mediante capitolazione de'23
nedì tutto il popolo accorso nella piazza; marzo, del conte Zichy tenente marescial-
indi proseguì il viaggio per Conegliano a lo, comandante di quella città e fortez-
Saeile, ove si trattenne la notte nel pa- za, colgoverno provvisorio ivi istituito;
r
lazzo di mg. Flangini uditore di rota e cessò pure in Treviso e sua provincia il
r
poi cardinale fu incontrato da mg.
: governo ci vile, ed a'2 3 marzo fu istituito
Marco Zaguiri vescovo di Ceneda, e dal parimenti un governo provvisorio,col po-
r
podestà Nicolò Pizzamano, non che dal destà d. Giuseppe Olivi per presidente,
cav. Andrea Renier figlio del doge e da cessando pure quello militare col ritiro
altri distinti signori. Treviso nel dedi- delle truppe, non che della guarnigio-
carsi alla repubblica di Venezia, conser- ne di Belluno, che mediante convenzio-
vò i suoi statuti di leggi civili, la sua no- ne col conte Ludolf tenente maresciallo,
biltà e le sue furine di rappresentanza onde evitare un inutile spargimento di
a cui prendevano patte lutti gli ordini sangue, dovè partire senz'armi Irannegli
ulli/.iali, eccettua tale evasione le trup-
de'ciltadiui. .Nel 1797, rispettando i pri- li ila

mi, alterò dopo 4 secoli e mezzo le secon- pe e Nel giugno gli


gli ufliziali italiani.

de, ma per pochi mesi dell'invasione del austriaci, comandati dal feld maresciallo
dominio francese, giacché quelle condi- Radetzki, tornarono nella provincia per
zioni furono ripristinate e mantenute dal ristabilirvi l'ordine.ed un corpo di circa
governo austriaco a cui fu ceduta fino al 10,000 uomini a' 3 intimò a Treviso di
1

i8o5, al quale erano passati parte degli tornare all'ubbidienza sovrana; ma il go-
stati dell'estinta repubblica. Nel 1 80G ag- verno provvisorio si preparò a combat-
gregate le provincie venete al regno d'I- tere rigettando l'intimazione, mentre fu-
talia,Treviso divenne sede d'una prefet- rono riprese Vicenza e Padova. In Tre-
tura e capo d' un dipartimento che nel viso corpi che l'occupavano ostinandosi
i

Tagliamento avea nomee confine, ed era alla difesa, tennero poche ore contro il
il Trevigiano smembrato di Castel Fran- maresciallo Welden generale comandan-
co e Noale ceduti a Venezia e a Padova, te dell'armata di riserva, quindi comin-
coll'aggiunta di molto paese oltre la Li- ciatesi dagli austriaci le ostilità, a' 4 giu-
1

venza, sicché la popolazione soggetta al- gno capitolò d' ordine del comandante
alquanto piti che quella
la prefettura era Zambeccari colonnello di 45oo uomini,
amministrata dalla regia delegazione del- con atto fatto dinanzi alla città, nella fra-
la provincia d'oggidì, costituita nel 18 [5, zione di s. Maria dellaRovere in casa Berti,
al fondarsi il regno Lombardo Veneto e sottoscritto dal conte Grenne ville mai:-
£6 TR E T RE
giure, e tln! direttore ile' corpi facoltativi vi tati sunt totSanc tonai; reliquie/c. rfi/as
italiani e della legione romana A. Gari- fioriorificc ad ppaesen t iss / ni a ni tute la in
l)o!cli maggiore. In conseguenza venne sta- asservat,ut corpus s, F.iberalìs de. Alti-
bilito, che la guarnigione di Treviso, do- no, quod dono dede-
altinates larvisinis
po aver immediatamente cedutele porte Tabra et
runtyttt Theonistus episcopus,
della città all' imperiali truppe, sarebbe Tabrata. levitarum martyruni aitine/i-
partita nella mattina seguente con armi sis dioccesis,qui contea arianos ca titoli-
e bagagli, obbligandosi di non portar le ce disputantes, lapideo in ponte supraSi-
armi contro l'imperatore d' Austria pel lium fluinen sunt obtruncati, noctum-
peiiododi 3mesi,edi ritirarsi nello slato que a tarvisinis deducti ad sepullurani
pontificio per Monselice e Uovigo a Pon- in ecclesia s. Joannis Baplistae anno
te Lagoscuro; lasciando lutto il materiale 4oo (o più tardi, come dirò), ut ss. Fio
da guerra, tranne <\ue cannoni, per cui rentinus et Vindemialis episcopi quie-
nel resto la convenzione fu simile alla ca- sccntes in cathedrali, qui ex Africa per-
pitolazione di Vicenza; e che la città di- sequentibus arianis in Italiani descende-
sarmerà sul momento gli abitanti, rimet- runtj et b. Ilenrici Baucencnsis confes-
terà al quartiere generale austriaco lutti» soribus, cujus quidc/n Henrki sanguis,
le armi, e si sottometterà confidando la qui de sancto eorpore Ottava dor-
ej'us

sua sorte alla generosità del governo au- milionis die ejfluxit, quatuor post sac-
striaco. Gli austriaci vi rientrarono alle cula stupente natura, admir ante pie tale
6 pomeridiane del 4, e gl'italiani ne sor-
i rubens adliuc, etjluidus perseverai, in
tirono alle 6 antimeridiane del 5, come i sacrarum rerum thesauro adservatus,
rilevai nel voi. LUI, p. 199. magnusque habitus inlionore. Aggiunge
L' evangelo fu predicato in Treviso, iIcommentatoreColeti,/fr///Vit sacra,l. 5,
secondo l'antica tradizione, da s. Prosdo- p. 487 '- Tarvisini Kpi scopi , parlando
cimo discepolo di s. Pietro e i.° vescovo della predicazione di Prosdocimo in
s.

di Padova, dopo la conversione di que- Treviso. Antiquissiniam ej'us cathedra


sta città e verso l'anno 5o. Vi fu ospitato lem traditur ab codem fuissc ereelam,
da Enfiosino milite, la cui figlia illumi- b, Petra aposlolorum principi slatini ,

nò dalle superstizioni pagane, e con essa ac ej'us reeeii te/11 morte ni eoelitus resci-
anche tutta la famiglia che battezzò. A vit, dicatam, Quod quidem non oninino

Teoflora primaria femmina coll'imposi- improbabile/li rcddil Iraditioiiem alle-


zione delle mani restituì la sanità, onde rarn ,<piae asserii Tarvisinam F.ecles'unn
si convertì col marito a Cristo, ed a lo- prillatili fuissc, quae in orbe Christiana
ro esempio riceverono le acque salutari sub invocatone s. Petri fteril sacra-
del battesimo altri 13. Inoltre s. Pro
1 la.La sede vescovile, istituita nel princi-
sdocimo fu l'apostolo e propagò la fede pio delIV secolo, divenne sulhaganea del
nel resto della Venezia, in Aitino, Oderzo patriarca d'Aquileia, nel 753 Benedetto 1

e altri luoghi. Riferisce quindi l'Ughelli: XIV la dichiarò dell'arcivescovo d'Udi


Additatane praetcrea , Prosdocimum , ne,e Pio VII nel 1 8 19 l'attribuì al patriar-
curii inorai e tur Tarvisii, de s.Petri mar- cadiVenezia,e tuttora loè.Nell'//^//// sa
tirio divini t us factum fui sse certiorem, cra%\ legge, come prima si costituiva la

ideoque (ernplum, quod Deiparae I ir- diocesi, quanto il capilolodellacattcdrale


gini desti ut: ver al,: k

uii seccasse magislro, eia più numeroso, e quali insegne da Bo


Tarvisiuosque deinde pi o Divo tutelari nifacio IX ed altri Papi gli furono accor-
Petrilli! venera tor fuissc eujiis titillo , date; che la città conteneva 7 parrocchie,
1

Tarvisiiiam cathedralcm nobilitatala compresa la cattedrale; eli' elativi i do-


.
'voi tu ruiii. VV< iiiimts decorc lutic ci
< l menicani, i conventuali, gli agostiniani, i
T Pt E T RE 87
>i minori osservanti, gì rotami ni del
viti,i i suini pessumdatum ibat, Heh'iandus ,

b. Pietro da Pisa, cappuccini cano-


i , i civitatisfacta dedi dotte , certissimum
nici regolari Lateranensi , carmelitani i averlit excidium 4^4- Felice I era ve-
scalzi, oltre 7 ovvero 8 monasteri ili mo- scovo quando Alboino re de'longobardi
nache, de'quali 3 governati da'regolari, dalla Pannonia entrò in Italia, ed avvi-
cioè da'camaldolesi, da'minori osservan- cinatosi a Treviso fu non solo placato dal
ti e da'conventuali;che in Treviso eranvi zelante pastore, ma gli concesse ancora
molle chiese, 4 sodalizi, diversi oratorii maxima urivilegia. Felice fu amico di 1

e luoghi pii che attestavano la pietà de' Venanzio Fortunato illustre trevigiano,
trivigiani. Tutta la diocesi conteneva ed ambedue per intercessione di s. Marti-
20 5 o 214 parrocchie, 3 conventi, 4 a '> no diTours guarirono da Pule male d'oc-
bazie, vale a dire 3 di benedettini e una chi, e Venanziocon ungersicoll'oho della
di cisterciensi, 7 monasteri; i principa- lampada che ardeva innanzi la sua im-
li luoghi erauo Mirano, Noale, Mestre, magine, onde per gratitudine cantò in 4
Castel Franco , Asolo già sede vescovile libri le azioni del glorioso santo. Rusti-
unita a quella di Treviso. L'Ughelli di- co del 588 intervenne al sinodo di Ma-
ce che Treviso contava 4,000 anime e 1 rano adunato da Severo patriarca d'A-
la diocesi 60,000, mentre il Coleli rife- quileia. Felice 11 vivea nel 5go e sotto-
risce, bis centena ferme, ammarimi mil- scrisse a suggestione de'vescovi scismatici
ita. III." vescovo è Giovanni fiorilo nel della Veuezia all' imperatore Maurizio,
320, indi Paolino del 35o, Tiziano fiorilo per l'affare àe'Tre Capitoli. Qui il Co-
circa il 4°°» a CLU tempo, secondo l'U-
' leli riporta Tiziano fiorilo nel secolo VII,
ghclli, dall'Africa si recarono a Treviso qui eitm Sarraeeni Corsicam subegis-
i Fiorentino e Vindemiale vescovi e
ss. setit, divino art tts Consilio Ulne se con-

confessori, intervenuti al concilio di Car- tttlit, et a nautis, lodane incolis, ubi ss.
tagine tenuto dagli ariani , ed essendo Florenlìi et P indemialis, qui ab Hun-
morti in Treviso, il detto vescovo li sep- nevico rege an. 484 l'i Corsicam rilega-
pellì nella chiesa dis. Gio. Battista presso ti illie mortale* deposuerunt exuvias,
la cattedrale, in arca marmorea con iscri- corporei /acereut, edoetus ca inde su-
zione. Però avverte Coleli, che i vescovi stulit, Tarvisiumquc diporta\>it atquc t

Fiorentino d'Utica e Vindemiale di Ca- in basilica s, Jo. Bantu tae honorifice se-
psa nell' ariana persecuzione, ovvero in pelh'it. Trivisius del 73t), con Calisto pa-
quella dello scisma de' donatisti, furono triarca d'Aquileia, compose la lite fra Gio-
esiliati in Corsica da Unuerico re deman- vanni conte di Ceneda e il suo vescovo Va-
dali nel 4$4; aont e '1 vescovato di Tizia-
' ' lentino. Fortunato del 7gc)ricevè a magni-
no forse devesi ritardare, o attribuire al- fico ospizio il Papa s. Leone III reduce di
l'altro vescovo omonimo la tumulazione Francia, col suo splendido accompagna-
de'beali corpi,come narrerò.G iocondo e- mento. Già nel 780 a tempo di Fortunato
r
piscopus rarvisinus intervenne alla con- erasi fondato il monastero della B. Vergi-
trazione della chiesa di s. Giacomo di ne, di s. Croce e dis. Fosca da Gerardo con-
Uivo Aito a'25 marzo 4^1, al cui tem- te, in cui si riposero le ossa de'ss. Senesioe
po devastando l'Italia Alarico re de'goti, Teopompo martiri, portate dall'oriente.
ne fuggirono la rabbia padovani e gli i Dopo la di vaslazioue del monastero, o-
altri popoli cu costanti. In tempo del ve- perata dagli unni e ungati neir8gc), i ss.

scovo Elvidio o Eliuiiudo oElviando, il Corpi furono traslati alia celebre abba-
ferocissimo Attila devastò Aquileia, Con- zia di Nonantola, e l'Cghclli riprodusse
cordia, Aitino, Opitergio, Asolo, Feltre, la storia di questa traslazione, non che la

Vicenza, adirne minitabundus Torvi* serie degli abbati di Nonaatola . comin-


88 TRE T RE
damlo ila] y^o circa al i632,cioèdÌ79 ab- Treviso, per cui l'imperatore Ottone I, a
bali, fra'quali Rovere divenne Giulio II, istanza della moglie Adelaide, donò il ca-
s. Cailo Borromeo e altri cardinali. Il ve- stello e la cattedrale al vescovo bozzone
scovo di* Treviso Lupo Dell' 8 4- inter- i che ne avea fatto preghiera. Nell'antica
venne in Verona alla consacrazione della cattedrale divenuta collegiata, ornala di
chiesa di s. Giorgio. Adeodato nell'826 pitture pregiate, vi restò il capitolo de'ca-
si recò al concilio di Mantova per le que- nonici, il maestro di ceremonie ed i man-
stioni Ira'patriarchi d'Aquileia e di Gra- sionari, colia dignità del preposto, ripor-
do. Domenico vivea nell'866. Landulo tando Coleti la loro serie da Luca e da

viene quindi registrato. Martino Tarvi- Pietro del 349, a Francesco de Fabris
1

sìntts episcopus si dice intervenuto nel del 17 15. Allora eranvi un monastero di
961 alla consagrazione delia cattedrale religiose, di versi sodalizi e il monte di pie-
ili Parenzo. Ciò però fa contrasto con tà: fuori della città fiorivano i conventua-
quanto vado a dire del seguente vescovo. li, i cappucini, i minori osservanti. Nella
]i vescovo Adelberto, daColeti chiamato chiesa già de'francescani si conservano 3

Alherlo,del quale già dissi superiormente, quadri de'più eccellenti .del Bassano. A-
che Berengario I nel C)o5 gli concesse que* solo dopo i calamitosi tempi dell' anar-
privilegi il cui diploma riporta Ughelli, chia e delle guerre civili cui andò soggetta
insieme all'altro diploma di altri privi- nel medio evo, dopo aver patiti infurtu-
legi alla sua chiesa concessi dal re d'Ita- nii gravissimi pe'molti tiranni che la do-
lia Ugo 926. Alberto nel 967 fu al
nel minarono, nel 1 337 volontariamente si

concilio di Ravenna, e nel 968 sottoscrisse sottomise alla repubblica veneta. Diven-
la bolla di Giovanni Xlll per l'erezione ne sede della regina di Cipro Caterina
diMagdeburgo in arcivescovato, per cui Cornalo, vedova di Giacomo 111 Lusi-
almeno visse nel vescovato 63 anni. Il suc- gnano,la quale per concessione del gover-
cessore Felice è incerto, o visse pochissi- no abitò questo luogo 1489 al i5io dal
mo. Nel 969 l'imperatore Ottone I do- in cui morì. Essa, nel tempo di sua di-
nò al vescovo Roccio o bozzone il castello mora, vi soleva tenere una corte fastosa
di Asolo, Asylio, colla chiesa di s. Ma- col concorso di molti illustri personaggi
ria e sue pertinenze. Asolo(F.), Acciaili, e letterali, fra'quali si distinse il celebre
A scellini A ce cium A sii uni
, , , Alili uni, Bembo poi cardinale, e suo parente. A-
capoluogo di distretto della provincia di solo cinto di mura merlale e fiancheggia-
Treviso e già sede vescovile, di cui tratta to ila torri, ha bei palazzi moderni nella
il sacra 1. 1 o, p.
Coleti, Italia Acilien- 1 : città e dintorni, abbonda di limpide sor-
sis Epitomatiti. Il suoi. vescovo che si genti d'acque, con sanissima aria e dolce
conosca, sufi'raganeo del patriarca d' A- clima. Ma l'ospedale, il ginnasio, sempre
quileia, è Agnello o Angelo de Acilio in- essendovisi coltivate le scienze e le lette-
tervenuto nel 590 al concilio degli sci- re. Il territorio abbonda di grani , vini
smatici inMarano,chedal Sigonio fu chia- squisiti, olivi, agrumi, foraggi, animali ,
mato Sai illumini episcopum. Aldo ve- boschi di roveri e castagni. Vi fiorisce
scovo d'Asolo fu Artemio, il quale por- il lanificio, ha acque salubri e acidule,
tossi al ricordalo concilio di Mantova ncl- e cava di pietre da fabbrica. Il diploma
1*826, come si conferma dal documento di Ottone I spedito al vescovo di Tre-
pubblicando Coleti. Desolata l'antichis- visoRoccio e Rozzone, nel 99 fu con- 1

sima e illustre città d'Asolo dalle fune- fermato da altro di Odone Ili, ed am-
ste scorrei ie degli unni e ungali nel prin- bedue sono riportati da Ughelli, insieme
cipio del secolo X,
a tal epoca sembra che od altro diploma del 996 di Odone IH
il suo vescovato venisse umto a quello di per altri privilegi. Inoltre ned' Italia
TRE TRE 89
sacra si legge il diploma dello slesso ve- sagrò la sua chiesa di s. ÌNirola. Enrico
scovo, col quale nel 997 donò a Vita- IV con due diplomi del 1 070 e del 1 073,
le abbate di s. Benedetto il luogo dello presso Ughelli, a vea confermato al vesco-
Mogli ano colla chiesa e sne pertinenze; vo Accelino ed al capitolo i privilegi con-
quello confermaloi io d'Ottone III, ed il cessi dagli antecessori, a loro ed alla chie-

diploma di locazione al doge di Venezia sa di Treviso. Essendo vescovo Corrado,


Pietro Orseolo li del 1001, del vescovo nel 1090 Enrico IV si recò a Treviso e
Rozzone e in nome della sua chiesa di vi fu accolto con incredibili onori e festi-

Treviso, tertiam partem de universo te- vi spettacoli, mostrandosi il principe be-


loneo atout ripatico, quoti pcrlinet ad nefico. Adonio vivea verso questo tempo,

portimi <lc nostra s. Ecclesia, aU/uc ires ed Oilorico nel 1107. Gombaklo nel 4 1 1 1

mansioiies, nec non et tantum lerram, ottenne dall'imperatore Enrico V la con-


quantum su/fecerit ad tertiam parlem ferma de'privilegi di sua chiesa. Il vesco-
ad ve s tra s stationes faciendas adversus vo Gregorio neh i3o fece una donazio-
noslras, eie. Indi furono vescovi Alme- ne, con istromento riprodotto atìY Ita-
rico I, Bloncone, Almerico II del 101 r, lia saera, a'monaci benedettini di s. E-
Gregorio, Arnaldo del io i4j '" eui En-s. lena di Tessera; nel 1 i/jo intervenite alla

rico imperatore concesse il


Il diploma con^agrazione della chiesa di s. Giorgio

presso Ughelli di conferma a'pi ivilegi de' di Verona, e neh 142 ottenne da Corra-
suoi predecessori. Il vescovo Rotali nel do 111 re de' romani il diploma pubbli-
i 023 dalla chiesa di s. Gio. Ballista tra- calo ila Ughelli, confermatorio degli an-
sferì nella cattedrale i corpi de'SS. Epi- tichi diritti di sua chiesa. Vivea ancora
.scoporum Tlieonisti, Elorentii, et Vin- nel 1 i.jf», come si ha da un istrumenlo
demialis, siniul cwn sanctus reliqitiis di concessione a' canonici. Il successore
beator uni diaconorum ac tnartyrum Pietro è incerto. Al vescovo Bonifacio nel
Tabrae et Tabratae, honorifìcentio- 1 1 52 Papa Eugenio 111 spedì l'amplis-
ri loco asservandis. Nel 1026 ottenne sima bolla Justis fralrum, di conferma
una concessione dall' imperatore Corra- delle prerogative della allieta di Treviso,
do 11, riportala da Ughelli in uno al di- Sottoscritta dal Papa e da 1 1 cardinali,
ploma di Enrico 111 del o3y di altri pri- 1 presso l'Ughelli, prendendo sotto la pro-
vilegi. Del successore Raniero non con- tezione della Sede la cattedrale di s.
s.

viene Coleti. Al vescovo Volfango nel Pietro. Blaucone o Biancone o Bianco


1 o65 Enrico IV, con diploma che si leg- deh 53, a cui Papa Anastasio IV con-
1

ge in Ughelli, confermò diritti e le con- i fermò la bolla dell'antecessore Eugenio


cussioni falle alla sua chiesa: dal mede- llljel'imperatore Federico I gli concesse
simo si riportano diplomi del vescovo i un privilegio. A quatto principe fu fami-
Volfango del 10 55 di conferma della con- liarissimo il vescovo Ulderico o Oldori-
cessione del predecessore Rozzone di fo- co, e neh S7 1 gli spedì un privilegiocon
gliano «'monaci, e di Papa Vittore II di omnem leloneum de
diverse concessioni,
ratifica.Mollando oR.otario intruso nello Castro Monti s Bellunae, riprodotto dal-
scisma dell'antipapa Clemente III, nelle l'Ughelli. Neh 66 1 concesse l'investitura
gravi vertenze tra Enrico IV e s. Grego- di un suburbio di Mestre; e nel 1173 Ez-
rio VII che lo scomunicò e depose nel si- zelino I da Romano die una sentenza so-
nodo romano del 078. Il Coleti teme che 1 pra una controversia insorta tra il vesco-
l'Ughelli abbia confuso 3 vescovi in uno, vo e Almerico Buz sul borgo Caurigna-
cioè Arnaldo o Araldo, Molari o Roti- go,documenti che si ponno vedere nel-
lo, e Rollando. Accelino fu vescovo dal l'Ughelli. Uldarico neh 1
77 intervenne a
1070 al 1082, che nello stesso anno con- Venezia per la pace fra Federico e Pa- 1
9° TRE TUE
pa Alessandro 111, Questi neh 170 avea investitine sono rammentali dall'Ughel-
Il capitolo neh
scritta la lettera apostolica EJfectum ju- li.
199 gli die a successore
Xta, sottoscritta tla lui e da 2 cardinali, 1 Ambrogio, ed anche di lui si hanno mo-
diretta al preposto di s. Pietro, colla quale numenti d'investiture datea'suoi vassalli.
prese sotto la protezione della s. Sede i A Tito oTisooTisone Tempesta, che g'i
beni del capitolo; e nel 1 172 con diplo- fu surrogato, Innocenzo III interdisse la

ma da lui segnato e da 4 cardinali, pa- temporanea amministrazione e collazio-


rimenti pose sotto lo stesso patrocinio le ne de'benefìzi ecclesia^ici. In un allo del
monache Maria di Mogliano: am-
di s. 12 o e riportato ue\\' Italia sacra, si ri-
1

bedue documenti sono nell'Uglielli. Si-


i cava che il vescovo di Treviso veniva di-
mile privilegio le monache ottennero da stinto, come notai di sopra, co' titoli di

Clemente 111 nel 188. A Ulderico, mor- 1 signore, duca, conte e marchese plurima
to nel 79, successe Ubaldo o Ottone, e
1 1 oppidorum, et lerrarum, in eisaue pie*
si dice che in tale anno Federico 1 lo prese nani et liberarti juristlietionetn exer-
colla ciliìi sotto la sua prolezione. Il ve- cere. Nel vescovato di Alberto a' dome-
scovo Acillo è contrastalo nell'epoca, e si nicani dal pubblico fu fabbricato nel
crede forse confuso con Accelino. Il ve- 122 3 convento e la chiesa, ludi si ri-
il

scovo Corrado è nominato nella bolla di porta vescovo Odorico forse nel 23
il 1 1

Alessandro Quoties a nobis peti tur,


111, e Tiso de Vidoro del i23i confermò nel
indirizzata a Dodone decano ed a'cano- 1 2 32 con suo allo l'istituzione di 4 man-
nici della cattedrale neh 18 conferman- 1 sionari fatta dal capitolo, e col vescovo
dogli la protezione della Sede apostoli- di Pveggio a oneste condizioni con)pose
ca. Indi il Papa Lucio 111 colla bolla Pine la pace co' veronesi. Nel 2 33 col consenso 1

postulutio, deh 84> nuovo 1 privilegio e del capitolo accordò l'esenzione alle mo-
conferma de'beni fece al decano Oberto nache di s. Chiara, prendendone cura i

e canonici di s. Pietro di Treviso, ed al- francescani; ciò che confermò Papa Gre-
trettanto loro ratificò nel 187 Urbano 1 gorio IX colla bolla Religionis vestrae,
III. Inoltre nel 1 1 85 Papa Lucio IH con- la quale con detto atto, e colla lettera d'In-
cesse al vescovo Corrado, colla bolla In nocenzo IV del 244i contro Ezzelino III 1

eminenti, amplissimo indulto conferma- da Romano, sono nell' Italia sacra. A •

torio de'privilegi di sua chiesa. Neh 189 vendo l'empio l'iranno invaso le castella

I' imperatore Enrico IV invilo Corrado e le possessioni della chiesa di Ti eviso,


ad accompagnarlo nel suo viaggiodaRon- ritenendole con violenza , determinò il

caglia a Roma peresservi incoronalo. Per- Papa a rinnovare con tale lettera la sco-
ciòil vescovo chiamò a parlamento i suoi munica contro di lui, chiamando Ezze~
feudatari e vassalli ins. Cassano di Quin- lino HI nemico di Dio e della Chiesa. Mor-

to, uno de'eastelli in cui i vescovi avea- to nel 24'> TisooTisone Vidoro, gli suc-
i

noassoluto dominio, per imporre loro una cesse fr. Gualtiero della famiglia Irivigia-
contribuzione per allestirsi a partire con na Agnus I >ci, domenicano, nunzio d'Inno-
buon numero di gente armala a tenore cenzo IV all'imperatore greco, e concesse
del sovrano comando. Tenne ih. luogo un'in vesti tura aTisone di Cam pò s. Pietro;
fra questi il conte Rambaldo trivigiano, nel 1 255 fu traslato a Castello o Venezia,
il quale promise per tulli, inclusi vamente ma non pare che fosse cardinale. Nota il

agli assenti, che sarebbe pagata la tassa Coleli, che il cronista de' francescani pre-
ingiunta. L'atto co 'nomi de' feudatari si lese che il b. Gualtiero di tale oidi ne, chia-
legge nell'Uglielli, insieme alle ricordale ro per miracoli, fosse vescovo di Treviso
bolle. Enrico già canonico della cattedra* neh 242, ma noi fu; ed inoltre avverte
le era vescovo ucl 1
1 97, e più alti di sue che l'ietto Pino vescovo di Custello, cui
T U E TUE 9.
pei' morie successe fr. Gualtiero, non po- scomunica il Bramasechiela città. Morto
teva paasarea quesiti sede, come volle U- nel 1 349)gli successe nel 1 3.5o Pielro,incli
ghelli chiamandolo Pietro Pierius, Il ca- nel 35 Giovanni Malabaila d'Asti, tras
1 1

pitolo parte elesse fr. Albi-rio l'uccio ira li- laloalla patria nel 354 ('' can.Bima nella
1

cevano, e parte Bartolomeo die rinun- Serie cronologica de* vescovi iV Asti ^Wca
ziò. Papa Alessandro IV annullata la vi- nel 364,epoi nel 376 venne trasferito a
1 I

ziosa elezione, nel 2 ~5 dicliiaiò vescovoi s. Iti tale anno fu eletto


Gio. di Moriana).
il degnissimo Uiecioo bieco, che edificò la AzzoMadioodeMauzisodeMagisnobilis-
chiesa di s. Lorenzo martire, e fu zelante siino bresciano, esimio dottore in legge.
e benemerito pastore, A lui ed al vesco- Morto a'18 luglio 1 3 T7 inVenezia e tumu-
vo di Vicenza scrisse Alessandro IV con- latolo s.Paolo.meulreLuigi I red'CJnghe-
tro Ezzelino III e il suo fratello Alberi- ria stava per irrompere contro la città di

co, dichiarandoli scomunicati e protet- Treviso, nell'islesso anno gli fu soslituilo


tori di eretici. Il vescovo fu poi calunnialo ilfamoso Pileo de' conti di Prata (fr.),
alla », Sede, ma trovato innocente tornò traviato nel 309 a Padova e poi cardi-
1

alla sua chiesa, ove pacificamente mori nale. Gli fu surrogalo Pietro de' conti
nel i 2 7 5. Di versi documenti clie lo riguar- Baoui Padova e canonico di quella
di

dano sono neH'U»hel!i, Tommaso Tra- cattedrale, due alice volte postulato rial
versali ed Eurico Contenni veneto non capitolo, con alti riferiti dall'Ughelli, ven-
sitrovano vescovi ne' registri vaticani. ne fallo vescovo di moto-proprio il.i In-
Nel 1278 Prosavio Novello Iraslato da nocenzo VI; assai lodato per la sua am-
Ceneda,di si ngolai sapienza e di soavi ma- ministrazione, probi là e vita esemplare.
niere; mortile! 29 e fu sepolto nella cat-
1 1 Oi nò la cattedrale e rifece la porta, con-
tedrale con marmoreo epitaffio. Tolleri o sagrò l'aliai e di s. Marco e vi collocò mol-
Caccia di Treviso è dubbio. Nel 1291 te reliquie, edificò e dotò nella stessa cat-
Acido registrato da Ughelli, viene riget- tedrale l'altare e la cappella della ss. Tri-
t alo da Coleli. Pandolfb vescovo vivea nel nità e vi fu sepolto: aumentò nella piìi par-
1 3o6 e nel 3oq. In questo trovasi Ca-
1 te l'edificio dell'episcopio, scrisse la vita
stellano Salomoui virtuoso e lodato, mor- del b. Enrico ila Bolzano, volgarmente
to neh 322. Nel seguente da Forlimpo- detto di Treviso. Il successore fr. Nicolò
poli vi fu trasferito Ubaldo Gabrielli da Beruto domenicano, uel i3q4 f Iraslato ( >

Gubbio; Pivebat adirne art, 334 0"° 1 a Massa Marittima, e nel i4<>4 all'arcive-
die g martii Nieola ejns vicarius man- scovato d'Orislagno o Arborea, confer-
davit Conrado de Bramasechis decano mandolo il can. Sima. Riferisce il Coleli,
eathedralis Tarvisinae, ut non oh s tan- che Bonifacio IX colla bolla Licei /.?, che
te interdicto, cui fune erat obnoxiacivi- riprodusse, nel suo vescovato concesse al-
tas Tdrvisina, sacra pera geret, etdivi- la cattedrale diverse indulgenze; ma es-
nis interesse t offìciis juxta praeceptuni sendo la bolla dell'anno XII del ponti-
Dominorum de Scala, a quibus eidem, ficato, pare meglio doversi ritenere ema-
si obedirerenuisset, mors intendebaluv. nata hi quello del successore. Lotto Gam-
Nello stesso 1 334
Giovanni f°- vescovo fr. bacorta nipote del signore ili Pisa e ar-
de Benedetti nobile veneto domenicano, civescovo di questa città, esiliato dall'Ap-
morto in Bologna. Pietro Paolo Costa tri piani quando uè usurpò la signoria, Bo-
vigiano, nella cattedrale eresse l'aliare di nifacio IX neli394 lo traslalò a Trevi-
s. Gio. Battista e lo consagrò nel i344 : so. L'Ughelli ci diede Tallo del possesso
fu sotto di lui che nell'episcopio il vesco- che prese della sede, in cui si parla del di-
vo di 'Porcello, alla presenza del suo vi- fensore o avogrado per l'avvoca/.ia della
cario gcnerale,proscit)lsedal vincolo della chiesa di Treviso, ancora esistente, per
9i TRE TRE
cui godeva il feudo di varie terre qual l'amanuense o meglio l'oscitanza del ti-
vassallo del vescovo, nel quale officio a' pografo (come rileva Quiriui)avendoom-
Tempesta erano succeduti gli Azzoni, per messo nella data il numero L scrisse 433 1

elezione fatta innanzi al predecessore dal come riportai poc'anzi, il che fece quella
clero e da' nobili di Treviso. Lotto eb- gì ave alterazione e confusione che in p;ir-
a
be a suffraganeo e vicario generale fr. le corresse Coleti. Il cardinal Angelo M.

Giacomo di Treviso domenicano, vesco- Quirini scrisse le notizie: De Joanne Be-


vo di Tine e Micone. Moiì Lotto nel nediclo patricio veneto ordinis prrredi-
i4oq, ed Alessandro V elesse fr. Giaco- catorum, Episcopo TarvisinOyEpistola.
mo di Treviso, allora chierico di came- La pubblicò il Calogerà nel t.
49, p-3 9, 1

ra, imperocché i trivigiani eransi sottrat- ed ivi schiarì tutto quanto riguarda il ve-
ti dall'ubbidienza di Gregorio XII, rico- scovoBenedelti,riportandoancora la bol-
noscendo invece Alessandro V eletto nel la Injunctum nobis, che Eugenio IV e-
Sinodo di Pisa. Fr. Giacomo interven- uianò nel i432 sulle nuove costituzioni
ne al concilio di Costanza per l'estinzio- del capitolo di Treviso. Il cardinal Qui-
ne del traode Scisma d'occidente, e finì di rini dunque, dichiarando che furono con-
vivere nel 4- 8. Martino V lo stesso anno
1 > fusi tempi e le persone, narra su fr. Gio.
i

conferì la sede a fr. Gio.Benedetto veneto de Benedetti veneto domenicano, che nel
francescano, insigne per virtù, e dottrina, i4oo fu promosso da Bonifacio IX al
già generale del suo ordine e arcivesco- patriarcato di Grado, dignità che trepi-
vo di Ravenna , designato di Spalatro dante rinunziò dopo pochi giorni. Indi
(al quale articolo lo riportai col Fallato, diventò priore del suo convento de* ss.
il quale lo chiama Giovanni Averoldi bre- Gio. e Paolo di Venezia; poi fu designato
sciano, ma neli474> P el quanto vado a
'
fra' candidati al vescovato di Padova, e
dire); Ìu insieme arcivescovo di Tebe in nel i4 1 6 fraque'pel vescovato di Treviso
partibus, benemerito pastore, ed inoltre a cui fu prescelto. Come eletto, interven-
si «lice nell'iscrizione sepolcrale, che re- ne al concilio di Costanza, e ne'primor-
staurò l'episcopio e la cattedrale, redense di del pontificato di Martino V o nel 4 8 1 '

i beni della mensa e fu munifico con tutti. fu da questi promulgato vescovo di Tre-
Morì nel 1 433 e fu sepolto nella cattedra- viso. Fu zelante pastore pel ristabilimen-
le con onorifico epitaffio, che come altri to della disciplina ecclesiastica e per l'e-
•si può leggere nell'Ughelli, che riferisce semplarità del clero, particolarmente per-
tali notizie. Varie avvertenze e rettifica- seguitando i concubinari. Nunzio d' Eu-
zioni fa Coleti sul riferito dall' Ughelli. genio IV anche al concilio di
a' veneti, fu

Chiama il dello vescovo fr. Gio. de Be- Basilea, il quale divenuto conciliabolo,
nedetti nobile veneto domenicano, eletto per evitarne le insidie si recò a Bologna,
neh 4 S dopo avere rassegnato il titolo
i ove morì a'i4 aprile 1437, restando se-
diRavenna a cui l'avea destinato Grego- polto in s.Domenico. Nel 1 437 medesi-
rio XII e mai la governò; che vi vea an- mo Eugenio IV fece vescovo il parente
cora nel i435, che fu nunzio apostolico Lodovico Barbo nobile veneto, abbate di
a Venezia, e morto in Bologna venne de- s. Giustina di Padova, che accettò ripu-

posto nella chiesa del suo ordine, con quel- gnante, come quello che avea istituito la
l'iscrizione che Ughelli riporta al vescovo detta congregazione benedettina, la qua-
fr.Giovanni de Benedetti del 334, tu cu 1 ' le lòrmò la celebre de' CassinesifF.). Mo-
parlai più sopra. Il vescovo fr. Giovanni o rendo nel 443 volle esser sepolto nel ca-
1

Za n nel ti no genera le de'miiiori, a rei vesco- pitolo di s. Giustina, con epitaffio in versi
vo di Tebe e di Spalatro, vescovo di Tre- presso Ughelli. A' 17 ottobre gli successe
viso, di cui parlerò, morì ueli483; ma Ermolao Barbaro nobile veneto e proto-
I R E TRE p,3
notano apostolico, che restaurò con pie- ca d'Antiochia. Su questi 4 ultimi vesco-
tre l'episcopio, e lo abbellì, neh 453 tra- vi va letta l' Italia sacra, ne'documeuli
sferito a Verona. DaCattaro nel 454 p**-
1 cheli riguardano, così del successore Gio-
sò a questa chiesa Marino (che lo slori- vanni di Savona deh 476, ossia fr. Gio-
co trivigiano Burchelato appella Lodo- vanni Zannettino generale de'francesca-
vico) Contarmi nohile veneto, già luogo- ni memorato di sopra e confuso col do-
tenente nel vescovato ih Vicenza pel caldi- menicano fr. Giovanni de Benedetti ar-
na Bar ho poi Paolo
1 1 1 .Morto nel i 455, in civescovo di Spalatro secondo uno de'ca-
questo postrema die abeimfis aprili s, ne talo»hi del Fallato, bensì arcivescovo di
occupò la sede il protonotai io apostoli- Tebe. Questo dottissimo teologo fr. Gio-
co Pietro Tostara; e nello stesso anno a' vanni fu detto da Udine, e da'fondamenti
) | dicemhre fu succeduloda Marco Bar* costruì nella cattedrale la grande cappella
lo (V.) sapiente e vigile pastoie, dallo zio sotto il titolo della Concezione di Maria
Paolo li circa ih 465 traslato a Vicenza, Vergine, com'è detto sun- nell'epitaffio
indi creato cardinale. Gli successe Teo- nominato, il quale fu attribuito erronea-
doro Lelio, che col Carde! la Memorie , mente al domenicano, e nella medesima
storiche de' Cardinali, lo dissi tra gl'il- sepolto neh483 per sua morte, avendo
lustri trivigiani, dignità da alcuno con- istituito un canonicato per celebrarvi la
trastala: 1'Lghelli lo chiama pure de Lei- messa. Da Parenzo nel 1 486 vi fu trasfe-
lis e lo dice nohile di Teramo, uditore di rito Nicolò Franchi padovano, funse per
rota da Pio II, e fatto vescovo di Treviso la santa Sede varie legazioni, e l'Ughelli
da Paolo li; lodato per prudenza e celebre riporta un epigramma inciso prope Kpi-
per dottrina. Pio 11 l'inviò al senato ve- scopatus gradits, e l'iscrizione posta nel
neto per l'operato da Sigismondo arcidu- marmoreo sepolcro nella cappella del ss.

ca d'Austria, nell'arresto del cardinal di Sagramenlo della cattedrale, ove fu col-


Cusa vescovo di Bressanone, e per la villo- locato allorché morì neh 499- n questo '

ria riportatada Luigi XI rediFrania,con- da Belluno Bernardo Rossi


vi fu traslato
tro Filippo il Buono duca di Borgogna; di Parma de'conli di Bercelo, che dotalo
non che lo spedì in Germania per le fu» di molte virtù, prudenza e integrità, fu
neste conseguenze degli eretici ussiti. Tor- impiegato da' Papi in gravi affiti, onde
nato a Roma, Pio 11 lo colmò d'onori, riè fece governare la sua diocesi da altri per
minor favore godè presso Paolo li, che la sua assenza. Nella sede vacante perGiu-

lo impiegò in importanti affari, morto in lio 11, il sagro collegio lo fece governa-
Roma uel i/jGG e tumulalo in s. Maria tore di Roma, e l'eletto Leone X lo con-
Nuova con iscrizione, nella quale non si fermò e poi lo mandò preside a Bologna;
nomina il cardinalato, ma solo che fu ve- nuovamente governò Roma sotto Cle-
scovo di Treviso, divini humaniaue ju- mente VII, e mentre dovea crearsi car-
ris consultissimo, ac Pauli II referen- dinale, repentina morte lo tolse a'viveuti
dario. Questo Papa nel concistoro de' 7 i a'28 giugno 527, 1' Ughelli riportando
1

aprile promosse a questa chiesa, vacante l'epilafliodisua tomba. Nel 5^8 Clemen- 1

da 1 7 giornijFrancesco Barocci nobile ve- te VII die questa chiesa in amministra-


neto canonico di Bergamo; per sua mor- zione al cardinal Francesco Pisani (/ .),

te nel 47 1 fui ono vescovi, prima Bene-


1 che nel 1 538 la cede al nipote Giorgio
detto daUdine,e poi fr. Pietro Riario[V.) Cornaro nobile veueto,virtuoso e pruden-
di Savona francescano e nominato dallo te pastore (ma Coleti corregge Ughelli,

zio Sisto IV, che creatolo cardinale gli la- dicendo che il cardinale amministrò la
sciò questa chiesa in commenda, indi nel chiesa sino al i5(> j): intervenne al con-
1-475 fece vescovo Lorenzo Zane palliar- cilio di Trento, i cui decreti promulgò
94 TRE TRE
in Treviso, dedicò la chiesa ile' cappuc- lettere e pietà, zelando quanto poteva h
cini, e neli5y7 abdicala sede *( seguente re risplendei e la religione e le virtù do'
nipote, e morto dopo due anni fu tumu- chierici ; il seminario per lui fiorì nelle
lalo nella cattedrale. Francesco Corna- scienze e nel numero degli alunni che
7
ta (J .) a' aq novembre divenne vesco- giunsero a 1G0, anche per averlo ingran-
vo, nel i 583 restaurò e ingrandì il semi- dito e fornito di tulio il bisognevole. Ri-
nario, e ne curò l'ottima istruzione, da fece l'episcopio più ampio, con 1* archi-
Sisto V fu fatto chierico di camera, e da viò ove riunì lutti i documenti antichi di
Clemente Vili cardinale; non continuò sua chiesa. Con questi termina ne\\' Italia,
B(l amministrare la sua chiesa, poiché nel sacra la serie de'vescovi, che compietelo
i 5q5 l'avea rassegnala, dopo averla be- eoUe Notìzie di Roma: ilColeli nel 1. o,p. 1

neficala col suo animo caritatevole: l'U- 343 riportò anche pel veseovalo'di Trevi-
ghelli riporta l'iscrizione sepolcrale di so aggiunte e correzioni. Nel 172.3 vi fu
Roma, e quella eretta in Treviso da 'ca- traslato da Cor fu, colta ritenzione del ti-
nonici. Neli5q5 da Zara vi fu trasferito tolo arcivescovile, Agostino Zacco di Ve-
il nobileveueto Luigi Molinodi gran pie- nezia. Nel 1739 da Ceneda vi passò Be-
tà e vigilanza; curò l'educazione delle sa- nedetto de Luca di Venezia. Nel 1700
gre vergini, la frequenza de'sagrumenti fr. Paolo Francesco Giustiniani cappuc-

nel popolo, l'esemplarità del clero, ed in cino di Venezia, già vescovo di Chioggia.
tulle buone opere volle contribuirvi;
le Nel 788 Bernardino Mario canonico re-
1

imnlo in Venezia neli6o4 con lagrime golare Lateranense, di Glissa diocesi di


ed elogio funebre fu accolto nella sua cat- Spalatro. Dopo lunga sede vacante, nel
tedrale, e Bai toiomeoBurchelato ne com- 1822 Giuseppe Gras*er di Bressanone,
pose l'epitaffi*. Tosto
Fran- gli -successe poi traviato a Verona, l'io Vili nel con-
cesco Giustiniani nobile veneto, abbate cistoro de 1 8 maggio 1829 dichiarò ve-
commendatario dibosco, morto nel 1623. scovo Sebastiano Soldati diPadova,zelan-J

A'i8 dicembre Vincenzo Giustiniani gli te della cura delle anime, eloquente pre-
fu sostituito, che neh 633 passò a Bre- dicalore, e vicario capitolare; grave, pio,
scia, ed in Moro-
vece fu eletto Silvestro prudente, dotto e ottimo pastore. Per sua
sini nobile veneto, nella sua morte avve- morie il regnante Pio IX nel concistoro
nuta neliG3o, succedendolo Marco Mo- de'3o settembre 18^0 preconizzò, con
losini liaslaloaBrescia nel i64'J>.lnnoceu- I' elogio che si legge nella proposizione
zo X 646 nominò Antonio Lupi ber-
nel i concistoriale, l'odierno vescovo mg.' An-
gamasco,morlo nel f)C>7,oude nel 668da
1 1 tonio Farina di Gambellara diocesi di Vi-
Concordia vi fu trasferito il nobile veneto cenza, già canonico di quella cattedrale,
Bartolomeo Gradeuigo, poi vescovo di maestio in diverse facoltà del patrio se-
Brescia neh 682. Neh 684Gio.BatlistaSa- minario, curato della parrocchia di s. Pie-
nuto patrizio veneto e primicerio di s.Mar- tro, fondatore col proprio peculio della
cOjbenemerito vescovo, poiché celebralo il pia cusa delle don/elle con approvazione
sinodo confermò decreti de'predccessori,
i della s. Sede, esaminatore pio-sinodale,
rifece l'episcopio, nella torre contigua alla censore e revisore de'hbri, e moderatori
cattedrale pose l'orologio, stabilì meglio del egio liceo e delle scuole pubbliche/;/ o
1

la dopo un'ultima
sede del seminario, e jjuellis.Ogni nuovo vescovo è lassalo ne'
amministrazione morì neh 709 e fu de- libri dellacamera apostolica in fiorini
posto innanzi l'altare maggiore de' car- 4^o,la mensa essendocostituita di 4 lOO
melitani scalzi con onorifica iscrizione. scudi romani non deduc ti's oucriliis.Xm-
Nel 1710 gli successe il cassinese d. For- pia è la diocesi, e comprende 209 par-
lunato Muiosini nobile veneto, egregio in rocchie.
TR E TRI <>V

TREZENE. V. Tresene. testina (T~.) nella Siria (l '.J,vennedisii i-

TRI A Guglielmo, Cardinale. Urta in biuta soltanto in 12 parti, non dovendo I»


Francia di regio sangue e zio di Filippo tribù di Levi oLeviti(P.)tcoomgtala al Si-
di Valois, arcivescovo di Reima nel i 3^8 gnore, essere occupata nel coltivare la ter-

unse e coronò il nipote in re di Francia ra, ma sempre addetta al servigio del Ta-
7
col nome di Filippo VI. A'20 dicembre bernacolo (/'.) e del Tempio (f .), perchè
1 33 1 Giovanni XXII lo creò cardinale ad essa fu dato il Sacerdozio (I.), per cui
prete, e si vuole inolio nel i334- Il suo siprovvide alla sussistenza di questa tribù
cardinalato però è contrastato, alcuni Taf assegnandole delle dimore in alcune città,
fermano, altri lo negano. come pure ebbe le primizie, le decime e le
TRIADICO. Inno della chiesa greca, oblazioni del tempio. Narrai a Israeliti
ciascuna strofa del quale terminava in lo- e alili articoli come nel deserto la tribù
de della ss. Trinità eòi Maria Vergine. Taberna-
di Levi era collocata intorno al
TRIBÙ' o TRIBO, Tribus. Una delle colo, e le altre 12 com'erano accampale
parti nellequali anticamente si divideva- a tre a tre unitamente, ciascuna secondo
no le nazioni o le città, per distinguere le il proprio rango, e da queste posizioni e
stirpi e le famiglie. Sembra die tuttavia vi dall' insegne delle tribù ebbe origine lo
sieno ancora antichi popoli divisi per tri- Stendardo (l .); come procedevano nel-
bù. , divisioni però appellate con diversi la Strada in viaggio; come fu loro divi-
vocaboli. Il nome di tribù, o tribo come sa la Terra promessa o paese di Chanaan,
pronunziavano questa voce i nostri pa- che d'allora in poi fu detlaTerra d'Israele,
dri e maestri della lingua italiana, viene e Terra santa, perchè Dio solo vi era a-
dal latino tribus che ha il medesimo si- dorato (ma ben giusto titolo cristia- i

gnificato, e dalla parola greca tribus che ni la chiamarono Terra santa, dacché es-

suona terza parte, perchè il popolo ro- sa fu santificata dalla nascila di Gesìi Cri-
manofu nella sua prima origine diviso stoe dtt misteri di nostra avventurosa re-
in tre parti o tribù, secondo la testimo- denzione, ed ove è il Calvario e il s. Se*
nianza ile' più antichi scrittori. Nell'an- polcro, venerandosi in Gerusalcmmeau-
tichità chiamatasi tribù una certa por- che la culla della nostra ss. Religione); che

zione di popolo distribuita in diversi di- dopo la morie di Salomone, dividendoci


stretti. Vogliono alcuni che per la divi- Iei2 tribù in due parti, quella compo-
sione fatta da Rotnolodi Roma, delle ter- sta delle tribù di Giuda e di Beniamino
re delle città e del territorio delio slato formò il regno di Giuda, quindi il pae-
in tre parti, le chiamò tribù, sia a moti- se da loro abitalo prese il nome di Giu-
vo del Tributo (/ .) che ogni parte do- dea (V.), cioè dopo il ritorno dalla schia-
vea pagare, sia pel numero di tre, il qua- vitù di Babilonia; mentre quella por-
leformava quella prima divisione del po- zione il' israeliti composta delle altre 10
qualche altra cagione che s'i-
polo, o per tribù formò il regno d' Israele con Sa-
gnora. Ma prima de' romani il vocabolo maria (/'.) per capitale; restando Ge-
tribù già era stato usalo dagl'Israeliti rusalemme (l .) capitale del regno di
Ebrei discesi da' 1 2 figli di Giacobbe, an- Giuda, il quale col tempio conservò il pu-
zi come notai nell'enumerarle in tali ar- ro culto di Dio. UEfod (I .), ornamen-
ticoli, co' nomi de'loro capi, quel popolo to del Sommo Sacerdote, a te» sulle S}>al«
fu distinto in i3 grandi famiglie, perchè le due giosse pietre preziose sulle quali
Giacobbe adottò per figli prima di morire leggevasi il nome delle 12 tribù, cioè su
idue figli del suo diletto figlio Giuseppe. quella della spalla dritta il nome de 6 pri-
Nondimeno la Terra promessa da Dio u mogeniti, e quello de'secondogeniti sulla
Giacobbe, ed al suo avo e padre, ora Pa- sinistra. Nella parte ove l'è lo d s'incroci.»
96 TRI T il I

va l'ornamento quadralo
sul petto eravi nella decadenza loro, almeno riguardo al
detto Razionale (F.), nel quale erano in- loro credito e nella parte ch'esse a veano
cassate 12 pietre preziose di diverse spe- nel governo,poichè gl'imperatori concen-
cie e colori, su cui erano scolpiti nomi i trarono nelle loro proprie mani tutta l'au-
delle 12 tribù, uno per gè/?*/»*?. Dio a mez- torità della repubblica, e non ne lascia-

zo del sommo sacerdote e del razionale rono più che l'ombra popolo e al se- al

rese più volte i suoi oracoli, quando fu nato. Stabilita e ampliata la nuova città
consultato. Siccome nelle 1 2 pietre era- di Roma da Romolo, ed egli eletto re del-
no pure scolpile delle figure, desse e i lo- la medesima, successi vamenle divise in 3

ro colori, secondo alcuni, dierono origi- parti pò polo e perciò chiama te Tribuno-
il

ne agli Stemmi, nel quale articolo le de* me pure fece una tri pi ice di visione di tutto
scrissi,perchè corrispondevano all'inse- il terreno che possedeva, una delle quali
gne delle 12 tribù israelitiche. Di quanto parti dovea servire per la costruzione de*
riguarda le tribù d'Israele in moltissimi templi e pe'ministri sagri, l'altra per gli usi

articoli, sebbene qui non rammentali, ne pubblici, come fori, basiliche, et., e la 3."
a
ragiono. riservò pegli usi privati. Quest'ultima 3.
Atene, di cui riparlai meglio a Gre- parte fu nuovamente divisa in 3o parti
cia, variò nel numero delle sue tribù se- decimali eguali per 3o curie, ciascuna
condo suoi ingrandimenti da princi-
i : composta di 100
ed ogni curia
cittadini,
pio n'ebbe 4> poco dopo 6, indi nel suo fu suddivisa in altre io parti dette decu-
splendore era divisa in io tribù, che a- rie. Imperocché Romolo avea distribuito

veano ricevuto il loro nome da o eroi del 1 il popolo in tre parti o quartieri o sestieri
paese: Demostene ne parla sovente nelle o sezioni o Regioni (V.), come le nostre
sue aringhe. Si chiamavano : Scarnan- Parrocchie (V.), dalle regioni derivan-
tifie, Anliocliide, Cecropide, Ippotoon- do poi Rioni di Roma(V .); le quali parti,
i

tiae, Leonilde, Oeneidc, ec. Quelle tri- odal Tributo ( V.) che doveano dare(vo-
bù occupavano ciascuna un quartiere di bolo derivato perchè esige vasi dalle tri-

Atene, e di fuori alcune città, borghi e bù testa per testa), o dal numero terna-
villaggi, in numero di 74: l'adulazione rio, o secondo Plutarco dalla ricordata pa-
degli ateniesi ve ne aggiunse poscia altre rola greca tribus, che presso gli ateniesi
3, le quali portarono nomi di Tolomeo i significava la 3." parte, furono dette Tri-
Lago o Tolemaide di Attalo
figlio di ,
bù j le quali di nuovo
si divisero in o cu- 1

re di Pergamo o Atalide,e di Adriano rie. Ciascuna tribù avea per capo il suo
imperatore romano o Adrianide. Presso Tribuno (P^.), benché ne' tempi succes-
i romani il nome di tribù avea due si- sivi fu abolito, a riserva del tribuno mi-

gnificati; si ricevea egualmente per^una litare. Erasi questa divisione stabilita


certa parte di popolo, e per una porzione per la milizia, poiché in que'primi tem-
di terrenoche ad esso apparteneva. Non pi si sceglievano 1000 pedoni da ciascu-
bisogna confondere la condizione delle na tribù, da dove derivò la parola Mi-
tribù di Roma (V-), sotto i re, sotto i con- le.sda mille, al riferire di Dionisio d'A-
soli e sotto gì' imperatori ,
giacché esse licarnasso, e 100 cavalieri. Ciascuna cu-
cambiarono forma nel corso
al tulio di ria avea suoi esercizi di religione e il suo
i

di questi 3 generi di reggimento, come capo; il sacerdote o colui che avea la cu-
rilevai in quell' articolo e negli altri che ra de'sagrifizi di ognuna di esse chiama-
ti hanno relazione. Le tribù ponno con- vasi Curio o Curione , a sacris curandr.
siderarsi sotto i re come nella loro pri- Romolo chiamò curie la divisione delle
uiilivuorigine,soltoi consoli nel loro stato tribù, perchè la repubblica con la cura
di perfezione, e sotto gl'imperatori come e opera dc'lribuui loro capi spedisse le seu-
T R I T R I
97
lenze e i giudizi.che però alcune leggi pub- e Palatina, così appellate da'luoghi che
blicale da're furono delle Curiale, ed i abitavano: delle rustiche o suburbane ci
«l'elèi ti delle curie del medesimo deno- restano nomi della Romulia, la Fejen-
i

minati decurioni. In una parola, ogni cu- tina, Lcmonia, la Pupinia, la Crii-
la

ria era regolata da un curione o centu- stamina; le altre col tempo mutarono no-
rione in guerra, e da un sacerdote ool no- me. Dipoi in diversi lempi vi furono ag-
me pure di curione in tempo di pace, le giunte altre tribù che arrivarono al nu-
decurie dal decurione. Questa divisione mero «li 35, cioè nell'anno 5i 2 della fon-
moltiplicata poi iti centurie, ed applicata dazione di Roma. Le tubane o prime f\

tanto all'ordinamento civile che al mili- componevano gli abitanti di Roma, le ru-
tare, da queste partizioni toglievansi i vo- stiche gli abitanti della campagna snbnr-
ti nelle decisioni dal popolo e da'soUlali. baua e portavano il nome di qualche luo-
In tal modo si rese più facile il novero de' go da esse abitato o dalle famiglie illustri
cittadini, e il censimento delle loco pro- che vi erano incorporate; come per dir-
prietà onde regolare le imposte. Aumen- ne di alcune la Cluentina ,Arniese Nar-
tatasi anche più la città, tanto rimase Io mese, /Jllia, Aniensc, Camilla, Scazia,
stesso numero delle tribù, avendone pe- Fabia, Fa/cria, Troincntina Sergia, ,

rò ottenuto il nome, dimodoché lai." si Lcmonia, Mezìa, Mencnia, Minuzia, O-


diceva Ramnensium. da Romolo re de' criculana, Papia, Papiria, Pallia, Te-
romani; la 2. a Tatìcntiuni, da Tazio re di renlina, Popilia, Pojìinia , Pomptina
Curi capitale della Sabina {T .) e de'sa- Oufentina, Fini'Ha'.Sic Ila lina, Quirina,
bini; la 3/ Lucerum, della cos'i o dal Lu- Romilia, Sabatina, Felina, ec, discor-
cumone etrusco, come composta di etru- rendone diflissamentfl il Grevio e il Pan-
schi che aveano aiutato Romolo nella vinio. Ma le tribù della città, le quali da
guerra contro Tazio, o dall'asilo stabili- principio furono le più stimate e le più
tosi da Romolo in un boschctlo situato onorevoli ,
per comprendere la miglior
nelCampidoglio, in Ialino dello Lucus. classe de'cittadini e la più nobile,dipoi nel-
Essendo Tribuni (I'.) sul principio soli
i la repubblica essendosi in esse introdotta
3 e come mandali dalle 3 tribù all'eser- ogni classe di persone,di vennero in segui-
cito,furono chiamati Tribuni. Crescen- lo abbiette; perchè Appio Claudio cen-
do maggiormente Roma il suo 5.°reTar- , sore volendo cattivarsi l'animo della ple-
quinio PritCO duplicò il numero delle be, v'introdusse la feccia del popolo fin

tribù , ritenendo però denomi-


le stesse dal 44^ di Roma, onde le rustiche di-
nazioni , dicendosi Ramrtenses primi vennero in maggióre reputazione. Le an-
Raninenses secundi, come allesta Festo. tiche e più distinte famiglie della città,
Essendosi poi di molto aumentate le me- con quasi tutte le famiglie nobili, prefe-
desime tribù e specialmente la nomi-, rirono allora di essere annoverate fra le

nata Lacerimi, il 6.° re di Roma, Servio tribù rustiche o della campagna, o v'era»
Tullio, mutando il detto ordine , divise no situali loro beni; donde avvenne, che
i

le città in 4 porzioni e l'Agro romano (di la parola Tribù non distingueva più la

cui a Roma) in i5 o i 7, variando sopra di dimora di coloro che la componevano, ma


ciò gli scrittori, come ampiamente si può la loro accettazione in una certa parte «lei

vedere nel Grevio, Alcune delle quali si popolo;e non vi rimasero che 4 tribù del-
nominarono Tribù Urbane cioè della , la città, le rimanenti 3 erano della cam- 1

città, ed altre Tribù Rustiche o Rusti- pagna, però le une e le altre furono delle
cali, della campagna le urbane, secon- : tribù di Roma oromane. Superando le
do il Sigonio, furono la Suburra na, della tribù rustiche in nobiltà e riputazione le

ancora Sucusana, YEsqailina, Collina urbane, da ciò pure derivò l'uso e il gu-
VOL. IXXX. 7
c,8 TRI TB I

sto prèso da'grandi eda'più doviziosi cit- famiglia dell'adottante, e per questa tra-
tadini di abitare nella rampogna, ove sta- slazionemolava tribù. Similmente pote-
bilirono / 'il le (/ .) sontuose ne'loro va- vano seguire cambiamenti di tribù per
sti fondi subuibani e vi facevano dimo- cagione dell'abitazione o del censo, e for-
ra, ed alcuni anco per esercitarvi la no- seanche per allre ragioni, le quali non
bilissima agricoltura, come Ira gli altri avevano luogo ne' municipii e nelle co-
fecero M. Curio dopo aver trionfato de' ognuna delle quali con tulli suoi
lonie, i

sanniti, dc'sahini e di Pirro; L. Q. Cin- ad una sola tribù era assegnata.


cittadini
cinnalo, che coltivando la terra ricevè Nondimeno alcuni scrittori hanno credu-
l'annuncia d'essere elevato alla dittatu- lo, che alcuna colonia sia stala soggetta
ra ; Regolo generale romano nella i.*
e a cambiamento di tribù, per essere slata
guerra cartaginese, tornò poi a coltivare più d'una volla dedotta colonia, cioè per
il suo podere; oltre tanti altri che al dir di essere condotti in essa nuovi coloni. Il

Cicerone, ab aratro arcessebantur, qui popolo romano ne' primi anni della fon-
conmles fìent. A non ripetere elogi, ba- da/ione di Roma, non essendovi per an-
sti ricordare cjuelli falli da Virgilio, Pli- co centurie, ma soltanto 3 tribù, ri con-
nio, Vairone, Colnmella ed altri molti an- vocava per curie; in tal modo si creava-
tichi e classici scrittori. Cicerone nel suo no re ed magistrali; si facevano le leg-
i i

Catone maggiore invila a leggere sui no- gi e gli statuti; ed amminislravasi la giu-
bili piaceri della vita rustica il libro di stizia nell'assemblea delle curie, pren-
Xenofonte, I' Economico, de titenda re dendo i voli de! popolo. In segnilo simi-
familiari. Essendo adunque l'arte agra- li assemblee non si tennero che per crea-
ria utile e nobile esercizio de'romani pa- re i flamini, cioè i sacerdoti di Giove, di
trizi, quindi è che le tribù rustiche si re- Alarle e di Romolo, ed il gran cui ione,
putarono assai più onorevoli dell'urba- giacché il curione o sagrifkatore era da
ne. In esse in falli erano descrii le le più ciascuna curia eletto a proprio, giacimeli*
illustri famiglie, come la Romulia. la Ce<- lo. Le assemblee più antiche del popolo
monia, la Pnpinia, la Galleria, la Pal- di Roma, ossia le sole ch'ebbe per mollo
lia, laT oltinia, la Claudia, V Emilia, tempo,chimavansi Comitia CitriataMoè
la la Fabia, V Grazia, la Me-
Cornelia, assemblee del popolo romano per curie
nenia, la Papiria, la Sergia, la Veni- o quartieri, perchè in esse eranvi solo co-
rla e lante altre. Ecco perchè romani i loro che dimoravano in Roma. Quest'as-
volendo piemiare un cittadino, Io rimo- semblee lenevansi in un luogo chiamalo
«eTMIO dalla tribù urbana e alla rustica Comizio, nel Foro di Roma (1 '.), ed eia
l'annoveravano; e per lo contrario volen- presieduto òa' Pontefici {1 .),conie le per-
do castigare alcuno, dalla tribù rustica lo sone più ragguardevoli di ciascun quar-
trasferivano all' ui bana. Furono dunque tiere o curia. Il comizio, Comitium, eia
più onorevoli le tribù rustiche, e forma- in prossimità della Curia Ostilia eretta
rono esse la distinzione de'primai i citta- da re Tulio Ostilio 3." re di Roma, per le

dini. Augusto slesso era ascritto nella ru- adunanze del Senato romano[P.), iìa lui
slicale tribù Fabia,come discendente dal- accresciuto dopo la distruzione d' Alba,
la famiglia Giulia, per essere stato adot- fra' Rostri eia Strada sagra, ubicazione
talo da Giulio Cesare. Aggiungerò, quan- di cui riparlai a Tempio; inoltre Tulio O-
to al passaggio d'una tribù in altra, che stilio aumentò la tribù dtliannii o ro-
iromani potevano fai lo, poiché se un ro- mani con incorporarvi vinti albani, men- i

mano descritto in uno tribù, veniva adot- tre prima di lui alla tribù de' Laceri era-
talo da famiglia aggregata in altra tribù, no stati annessi lutti popoli chei romani i

l'adottalo si trasferì vu dalla propria nella avevano sottomesso del comizio, la sua :
T R I TRI 99
. litichila si Leggi (/".) delle
trae dalle calore di Romolo, ed a Quintiliosuo se-
XII tavole, facendosene menzione nella guaceestipile della gente Quintina oliti-
i.'Il comizio fu uno spazio particolare la a'tempi di Commodo. Tutto il narrato

del foro romano, dove il popolo si rac- sul Comizio I' ho ricavalo dal di più che
coglieva pe' comizi curiati e per tratta- ne riporta il dotto N'ibby, Roma nel 838, 1

re liti, convenire alcuno di spergiuro, ec; par a.- aulica, p. 67. Si può vedere l'eru-
la sua etimologia deriva a coire, dall' u- dita lettera scritta a' 10 aprile 1847 da
n irsi insieme. Sorgeva sopra gradini in Domenico Cacchiatelli, pubblicata nel
area grande e scoperta, partedi quella del Panorama del prof. Mercuri,!. 2, p. 5o:
foro romano; ma dove più sovente era Sulla scoperta del Comizio al eh. Lui-
un'adunanza permanente. nel.544 ^i R°~ gi t'escavali. A darne breve ceuno, dirò
ma venne coperta per la i." volta con ten- che l'incerta contrastata posizione dello
de, durante l'adunanze legittime del popo- scomparso suolo, ove il popolo romano si
lo. Nel tempo della repubblica varie statue riuniva in comizio per trattare i più seri
si come quelle di Ac-
eressero nel comizio, affari dell.» nazione all'epoca de're, il suo
cio e Navio, d'Ermodoro efesino interpre- traslocandolo in altra posizioneove i de-
te delle XII tavole, di Pitagora e d'Alci- simi del mondo si risolvevano e l'incivili-

biade; ma a'tempi di Plinio solo vi rima- mento dell'europee popolazioni, la som ma


neva la statua di Orazio Codile. Nel 6y3 importanza di riconoscere questo sito,non
di Roma vi fu collocata la celebra pittu- chele tantediverseopinionide'piìi classici

ra staccata dalle pareti di Lacedemone archeologi, mossero ne'primi del 1846 lo


con artificiosingolare, trasportandosi l'in- scrittore a occupare di rintracciare la lo-
tonaco entro forme di legno. V'erano poi calità di sì classica superficie. L'esca vazio-
nell'area i due famosi alberi di fico il Ru- ni eseguite dal Vescovati nel foro romano
minale e il Navio; sotto il i.° essendo sta- nel 1 847,presso ruderi della curia, lo con-
i

la trovala la lupa lattante i due gemel- fermarono sulla posizione da lui stabilita

li Romolo e Remo (o così dello dui ru- del comizio, prossimo al Tempio di Ca*
minar de'bestiami, che ivi ne'tempi più sfere o Polluce (/"'.) e sulla cui area fu
antichi pascevano), onde poi vi fu posto pure eretta la basilica Giulia, il cui pa-
il simulacro della Lupa allattante due i vimento fu scoperto in delle escavazioni
bambini, in bronzo,ora esistente in Cam- presso la Colonna (/ .) di Foca e adia-
pidoglio; Navio fu cosi detto per-
il fico cente al Tempio di Giulio Cesare (T-J-
chè iti impiantalo da Tarquiuio Prisco Perciò dichiara avere il comizio abbrac-
in memoria d'aver l'augure Navio taglia- cialo un'area di 7 iugeri in figura di pa-
to col rasoio la pietra o cote, ed ivi l'uno rallelogramma largoi20 piedi, il doppio
e l'altra fece sotterrare, pianta che quan- lungo, ossia una superfìcie di 28,000 pie-
do cominciava a inaridirsi se ne pianta- di quadrali, circa la 7/ parte di rneuo
va un germoglio nuovo, perchè crede- della Piazza Navona (V-), e capace di
vano gli aruspici finché 1' albero si fos- contenere 60,000 individui. Conviene
se conservato la libertà del popolo roma- che coprì vasi il comizio temporaneamen-
no rimarrebbe intatta. Contenendo il co- te secondo le circostanze, in modo da con-
mizio ricordi del trovamento di Romo- tenere un considerabile numero di citta-
lo e di sua prima educazione, n'ebbe pu- dini. Che per l' importanza delle popo-
re di sua morte, per esservi slati eretti lari riunioni fu il comizio il più augusto
in memoria due leoni, donde derivò il co- sito di Roma, e lo fu più ancora per gl'in-
slume di lodar morii avanti rostri; e vi
i i signi pili antichi e più venerati monumen-
fu pure posta una pietra nera, per indi- ti che conteneva, dequali aggiunge a'ri-
care il sepolcro destinato a Faustolo edu- eordatij la spelonca di Pane, che fai ma-
ioo TRI TR I

vh ui) angolo del Manie Palatino, la pros- n'unita di 18 bastava per la risoluzione,
sima uni di \ iiltano.il celebre Loto pian- quindi scioglievasi l'adunanza. Questi co-
tato ila Romolo, albero forte e di lunga mizi per tribù furono per lai. volta in-
vita, forse perchè ivi e sollo il fico Ru- trodotti nel 264 di Roma nella causa di
minale li arrestò la cesta che conteneva Coriolano, e allora furono temili nel fo-
ini e il fratello esposti in balìa del tra- ro romano, ossia nel comizio, parte di es-
boccato Tevere (/ .). Che Noma 2. re so. In que'comizi non solo eleggevano i

di Roma stabilì la sua dimora all'estre- magistrali inferiori di Roma, comincian-


mità del comizio, e unì la sua casa al 2\m- do dagli edili curuli e plebei, ed i magi-
pio di Presta ( T- .) cust od ito da Mel'esta li. strali straordinari, cornei prefetti dell'an-
Clie il tribuno della plebe Caio Licinio nona,) duumviri navali, ce., ed ilPontefìce
Crasso nel 6og di Roma pel 1

trasportò massimo; ma si trattavano anche cause
il popolo dall'antico comizio, ne'Septi sul capitali, specialmente di stato; questo co-
Campo Marzo, poi vastissimo edificio. Che stume durava ancora al tempo dell' im-
gli avanzi del comizio finirono d'essere di- pero. Le leggi si confermavano, ed ma- i

strutti nel 1
084 per l'incendio di Roberto gistrati capitani si eleggevano, dopoché
Guiscardo. Essendosi in dette escavazioni il senato ne avea fatto proposta. L'auto-

scopertoli suo antico piano, si venne a re- re delle Antichità Romane riferisce, 1 he
stituire a Roma e a tritio il mondo un mo- le tribù ordinariamente si adunavano nel
numento generale dell' universo, essen- Campo Marzo o nel Foro di Roma nel
do comparsi sopra di esso gli oratori de' Comizio, per eleggere magistrali di 2." i

popoli che anche oggidì si chiamerebbero ordine, cioè i tribuni del popolo, gli edili,

di regioni remote del mondo. 1 comizi i triumviri, i proconsoli, ec; per far le
curiati furono più antichi di Roma, co-
i leggi che chiamavano plebiseita, e per al-
me tenuti dal popolo diviso in tribù e cu- tri simili allari. Tali assemblee per tribù
rie queste essendo 3o ne seguiva, che
: chiama vansi Comitia tributale, quelle del
quando si avea il voto unanime di 6 di 1 popolo per curie, Comitia curiata; uè
essescioglievasi l'adunanza. Fino a Servio altra differenza eravi tra esse, se non che
Tullio 6." re di Roma lutti gli affari ri- queste erano composte di soli abitanti na-
messi ni popolo venivano decisi da'eomi- turali di Roma, e quelle che i tribuni a-
zi curiali, e Lex Curiata :
appellnvasi la veano il potere di convocare, in un cogli
risoluzione. Quindi Servio Tullio colla abitanti di Roma comprendevano tulli
istituzione de' comizi cenluriali, che te- quelli delle città d'llalia,che vi erano as-
nevansi nel Campo Marzo, rese meno fre- sociale alle tribù., e che aveano ottenu-
quenti i curiati; nondimeno sino al fine to il diritto della cittadinanza romana.
della repubblica rimasero privativa di Eia necessario tra'romani, che ogni vero
questi comizi il conferire il comando de- cittadino di Roma fosse ascritto in qual-
gli eserciti, la conferma dell'elezione falla cuna delle 35 tribù. Imperocché siccome
ne'comizi tributi, l'adozione, i testamen- ne'pieni comizi, che si facevano ordina-
ti non conformi alla legge, e la nomina riamente in grazia o delle leggi o de'ma-
de'fiamini e del curione massimo. Nicola gislrati, tutte le tribù concorrevano; così
Oruchius o Groucy ci die: De ComiH.it per non confondere i voti ogni cittadino
lionwnorum, 555. Nel comizio,
Parisiisi era in qualcuna di loro nella quale vo-
oltre comizi curiati, vi si tenevano so-
i lava; e la maggior parte de'voti costitui-
venteanchei comizi Iribnti.così eletti per- va l'opinione di lei, intorno a quelle roa-
chè tribuni della plebe e altri magistra-
i
lerieche ne'comizi erano proposte. Quin-
ti superiori convocavano il popolo per di allorché per benefìcio della legge Giu-
tribù; e siccome quest'etano 35, la uuu- lia, lulla {Italia (/".) fu ascritta alla ro-
TR I TRI i o i

mann cittadinanza , e indi la Venezia e vasi a sorte il nome delle tribù per co-
l'Istria, ogni citlà si prescelse la sua. E noscere quella che avrebbe il t.°luogo, in-
così fu ascritta Milano nella tribù Ufen- di tiravasi quello delle centurie di que-
lina, Aqtiileia nella felina, Concordia sta tribù, e quella che sortiva lai/ pro-
nella Claudia, Padova nella Faina, Vi- nunziava prima delle altre il suo parere;
cenza nella Nerenia, Verona nella Po- in seguito chiamavausi tutte le altre cen-
blìcia, e così il rimanente. La necessità turie della i .", della 2/ e di tutte le altre
e il privilegio di ascriversi nelle tribù ro- classi secondo il loro ordine. Fuvvi un
mane, passò di ragione anche all'Istria, e tempo, in cui i voti per l'elezione de'ma-
fu prescelta la Pupinia. Quali privilegi gistrati davansi ad alta voce; e tale mi-
godesse una citta ascritta in una delle tri- sura teneva ne'giusti limiti il popolo, a-
bù romane, il Resini al cap. 4 "e fa una vendo ciascuno vergogna di dare il suo
diligente descrizione, e riferisce che ognu- voto ad un individuo indegno, e capace
no il (piale in alcuna delle tribù romane di recar nocumento alla repubblica; ma
era ascritto, passando in Roma col suo nel 6 1 4 vi s'introdusse l'uso dello squit-
domicilio, in quella curia veniva aggre- titilo e de' voti segreti, che favorivano le
gato ov'era posta la sua tribù, ed acqui- cabale de'catti vi soggetti, ed aprivano lo-

stava il jus Ch'itati.?, con facoltà d' in- ro il cammino alle magistrature eminen-
•ervenirea'comizi ne'quali facevasi
(
la di- ti, essendo il popolo molto facile a com-
spensa delle cariche principali della re- piacere taluno, senz'essere esposto al ros-
pubblica, e l'elezione de'magistrati, con sore di favorire persone immeritevoli.
una riserva però, ch'era obbligato a ri- Quegli che avea l'incarico di proporre al
nunziare alle particolari leggi patrie, ed popolo il punto su che tratta vasi, salito

uniformarsi a tuttociò ch'era particola- in aringaproponeva l'aliare, indi tratte-


re in quella curia o tribù, in cui era sta- si curie, andavano, secondo l'or-
a sorte le

to aggrega to,ciò che non succedeva a que- dine con cui uscivano, ad un chiuso for-
gli che dimorava fuori di Roma, che so- mato di pali, che dicevasi Sejìtum o ()
lamente interveniva a'detti comizi e non vile, perchè, fatto a foggia di parco, ove
era tenuto a rinunziar alle leggi della pro- da'pastori si racchiudono le greggie. Vi
pria città. Così pure afferma il Panvinio, si entrava ad uno ad uno per assai stret-

descrivendo l'origine e disposizione del- to sentiero che metteva a questo chiuso,


le curie e tribù, e la loro autorità, venen- nel cui ingresso si trovava chi ricevea il

do al particolare delle Colonie^'.), Mu- voto. I ricordati spazi detti Septa,ntìi[\i&-


nicipi i{V.) e Prefetture (V.) d'Italia. In li si tenevano i comizi e convegni dalle
una parola, tutte le Città le quali erano tribù del popolo per dare i loro voti, era-
in condizione di colonie o municipiio pre- no nel Campo Marzo ne'tempi della re-
fetture o città confederate di Roma, col pubblica, formati con recinto di tavo-
corso del tempo goderono il jus Roma- le e diviso in sezioni, dove le tribù e le

nuin, ed ebbero la facoltà d'intervenire centurie adunavausi ne'comizi per dare il

ne'comizi, che ogni anno si facevano in G. Cesare formò il progetto per


suffragio.
Roma nella dispensa delle cariche e per trasformare questo grossolano scompar-
tempo della repubblica lira-
giiflffttri.lt) timento in una costruzione sontuosa, in-

vausi a sorte nomi di tutte le centurie,


i di la mandò ad elìetto Augusto con isplen-
quella che sortiva la .Vi chiamava Prin- i dido portico oblungo,sostenuto da colon-
cipium e dava lai. "il suo voto; dopo il needa pilastri eadorno di dipinture, con
Sii di Roma, quando il popolo fu distri- grandi aree cinte da portici di colonne e
buito nelle 35 tribù, ed in esse furono da camere. Agrippa li dedicò in onore di
comprese le ceuturie, primamente tira- Augusto, e perciò col nome di Sepia lu-
io* TRI tr r

Ha. Dopo l'abolizione de'comizì, il por- Rom. in SckL ad Epist. Fani. Veramen-
lieo de Senta servì per spettacoli fino al te nelle lapidi si trovano i nomi di altre
secolo V. Sorgevano presso la 7 illa pub- 18, ma il Fabretti, Inscript. Antiq. do-
blica, nell'area ove ora sono il Palazzo mest. p. 3g5, non le crede distinte dalle
Pampli ilj Dorìa sul Corso ( ''.), la Clde 3 5, ma solo dà avariedi queste più nomi
sa di s. Ignazio (f y .) col contiguo orato- sortitio in grazia degl'imperatori, o de'
rio del Caravita, ec. Quando si trattava vari paesi aggregali alle medesime. Del-
dell'elezione de' magistrati, bastava all'u- le tribù di alili popoli parlai a'Ioro luo-
scir del chiuso dar la sua nomina. Quan- ghi; qui solo dirò che ogni tribù'presso i

do poi trattavasi della pubblicazione di germani cbiamavasi Fare, e il loro capo


qualche legge, o della condanna capita- farones, donde baroni.
le di qualche reo appellatosi al popolo, si TRI BUN k ,Fastigiani, Absis .X^a par •

procedeva diversamente. Le panche sub te principale degli edilizi sagri, o di altre


le quali si collocavano le arche, ossia ce- fabbriche insigni. Nicchia grande posta in
ste, ove getta vausi le tavolette quando da- capoadun Tempio (/ .), chiamala anche
masi il voto, si chiamavano in lalinoy?o«- Apside (V.) o Absida. Tribune dicousi
tes t per essere molto alle e strette. Ad o- anche i luoghi in alto, destinali a'Canto-
gni cittadino davansi due di queste tavo- ri, a'suonatori, e talvolta altresì agli spet-
lette: in una vi erano pel .sì le lettere U. tatori. Quindi le tribune degli Organi
R. iniziali delle parole idi rogas, le qua- (f^.). Dicesi tribuna tonda una specie di
li denotavano che colui il quale dava il volta, la quale non è fatta solamente d'ar-
voto, approvava l'alto proposto dall'ar- chi, ma di cornici e cose simili, per il che
lingatore; nell'altra pel no era vi la lette- non ha bisogno di centina o armatura di
ra A, iniziale della parola antiquo, che legname. La tribuna degli antichi era il

significa abolire/ e metaforicamente au- /W^/Vof/^sulqualesaliva l'oratore nel-


nullui e, rigettare, non accettare. Frattan- l'assemblee popolari, tualamenteda alcu-
to gli scrivani segnavano con punti il nu- ni confusa co' rostri ch'erano collocati
mero de' voti o favorevoli o contrari, e la presso la tribuna medesima, onde parlar
pluralità de'medesùni dava la conclusio- da' rostri dicevasi come parlai* dalla tri-
ne dell'affare. Nelle singole curie poi la buna, sebbene rostri fossero
i tntt' altra
pluralità de' voti ne'snoi componenti da- cosa, cioè le punte degli speroni bronzo di
va il voto della curia. Ogni 5 anni il cen- delle navi prese da' romani a que'd' An-
sore faceva la rassegna delle tribù, e con- zio, co'quali adornarono una tribuna co-
fei ma va ciascuno nella sua tribù,o da essa strutta nel Foro romano per le concio-
l'escludeva ponendolo per punizione in ni pel Comizio Tribù (V.) e curie,
delle
altra inferiore, ovvero lo incorporava in la quale perciò ebbe il nome di Rostraj
una superiore, inricompensa di qualche e quando Giulio Cesare traslocò le con
distinta azione. Può vedersi sulle tribùde' cioni in altra parte del foro , la tribuna
romani il Sigonio, De aulir/. Jure Jtal, che perciò edificò fu appellata Rostri i

lib. 3,cap. 3; il cardinal Noris, Cenotaph. Giiilii e Rostri Nuovi, senza demolire
i

Pisan. Dissert. i , cap. i ; Govik, Inscript. la vecchia che prese il nome di Rostri

Etrusch. t. 2, p. 191 ; De Vita, Antiq. freccili. Il Borghini crede il nomee an-

Benevent. p. 48; bosini, Antiq. Roman. che la forma delle tribune delle Chièse
lib. 6, cap. 1 5; Gravina, Originimi juris (V.) , derivanti da quello di Tribunale
p.i 1; Panvinio, De civit. Rom. Reipub. (J^.)j giacche aggiunge, ch'egli è hen ve-
Roman. Commentarior. p. 307. 1 nomi ro, che le maggiori chiese e più solenni
di tutte le ti dui si leggono presso Paolo nella parte di sopra, dove gli antichi (nel-
Manuzio, Antiq. Roman, ile Comitiis le basiliche) aveano il tribunale, che noi
T R I T RI io3
. i, ritenuto l'antico nome intero, chia- vivano per oratori*, Ora queste tribune,
miamo tribuna, e la formasi vede anco- che nelle basiliche de'gentili servivano per
ra mantenuta in molte chiese all'aulica tribunale, come attesta Vitruvio, lib 5,
girata in mezzo al cerchio. Il Nibby, Dis* cap. i, dove sedevano i giudici a senten-
scrt. della forma e delle partidegli an- ziare delle cause, collocata nel mezzo del
tichi templi cristiani, parlando dell' ul- semicircolo la sedia conile, insegna della
ima parte e più sacrosanta della chiesa, loro giurisdizione, se fossero magistrati,
1 Santuario e Sacrario (f.), che chiu- o sopra sedili adattati alla centina dello

sa da veli e cortine sorgeva mollo più al- edifizio, se giudici se»uplici ; sopra multi

ta del Coro, come in tutte le antiche chie- gradini si sollevavano dal pavimento, co-
se di Roma meno alterate si riconosce, me in Firenze nella gran sala del consi-
e specialmente in s. Clemente cogli Stal- glio il luogo pe'magistrati, e alcuni gra-
li (/'.)o sed\\\ intorno; quindi ascenden- dini più alto del piano dalla sala; con que-
dovisi pev gradi/ri, da'greci ebbeil nome sta istessa alzata di gradi, co' loro sedili

corrispondente al latino di Tribunal, da disposli intorno, furono adoperate da'eri-


cui il moderno vocabolo di Tribuna, con stiani ad uso di sedervi e vescovi e clero
che sogliono chiamar questa parte di chie- per ordine, ludi il p. Lupi con diverse
sa, ebbe: origine, ed in mezzo sorge va Val- testimonianze prova P uso di salirsi alle
tare isolato. Il p. Lu pr, Dissertazioni, t. tribune per gradini , e il sedervi sotto il
i, p. i 3, chiama la tribuna alla testa del- clero; costumanza che quando anco tutte
la navata di mezzo, essenziale alle nostre l'autorità mancassero, dalla sola voce Tri-
antiche Basiliche (P.), anziché integra- li unni nel la chiesa con
latina e nella greca,
le. Negli edilizi che presso le catacombe cui tal parte dell'edilìziochiama, e dal- si

o cimiteri fin du'tempi delle persecuzio- le sedie e banchi di marmo, che in molte

ni si fabbricarono dagli antichi cristiani, delle romane chiese dentro le tribune mu-
acciòservissero di chiesa, si trovatole tri- rati si vedono, bastantemente si prò vereh

bune ad uso del clero e del sagro altare; he. Essere manifesto, per consenso di gra-
e sebbene il rimanente dell' edilìzio, ac- vi scrittori, che il nome di tribuna dato
comodandosi all'angustia de' luoghi in , a questa parte di sagre fabbriche, viene
lutto o in parte sotterranei, non manten- dal nome Tribunal cou eui nelle loro pro-
ga in tali chiese la proporzione e divisio- fane basiliche distinguevano i gentili tal
ne di navate, che poi fu osservata nelle semicircolo. Un'altra sorte di tribune non
basiliche,nondimeno rade volte avvieue, così comuni notò il p. Lupi, non già col-
che in quelle strettezze non si sia ritrova- l'occhio nelle f ibbiiche de' cristiani, ma
lo luogo per la tribuna. Riporta il p. Lu- sibbeue coll'inlelletto ue'libri degli anti-
pi la testimonianza del \$os\Q ) Roma sub- chi scrittori. Queste sono tribune a 3 nic-
terranea, di trovarsi le rovine di alcuni chie talmente situale, chese quella di mez-
piccoli templi fabbricati sui sepolcri dei zo vulta il convesso esteriore al ponente,
martiri, totalmente dalla figura delle ba- come solevano quasi tutteappresso gli an-
siliche dissomiglianti , e coll'irregolarità tichi cristiani, quella ch'è collocata a drit-
di figura più conforme a'templi de'gentili, ta, lo volterà allo scirocco, quella che oc
che a que'de'crisliani. Non per questo, e- cupa la manca la volterà al maestrale.
,

gli sostiene, che ommettessero similmen- Tal fatta di tribune chiamansi con termi-
te i cristiani di fabbricar la tribuna nei uè ecclesiastico ZWcor/,da'3 spartimeu-
luoghi alle loro radunanze destinati pel ti a modo di conchiglie, de'quali è com-
Servizio Divino (!''•), quali erano legran- posta; siccome dal numero di 8 nicchie u
di basiliche, perchè l' ommettessero nei lunate, ch'erano nella volta del battistero
piccoli e angusti templi sepolcrali, che ser- ottangolare di s.Tecla in Milano, tal fab
h»4 TRI T R 1

brica chiamossi Octachoros nell'iscrizio- chiamarono anco Sanata Saiictoruin e


ne attribuita a s. Ambrogio e riferita dal quindi Santuario, ove non era lecito che
G intero \\t\Y Inscr. Christ., pare che con a 'chierici lo entrarvi. Il p. Costadoni lo

ti illune di Trìcori fosse la triplicata tri- chiamò antico A Todi(y.) Presbiterio..


buna «Iella basilica di s. Felice descritta vi è il celebre tempio suburbano di s. Ma-

da s. Paolino. Ebbe la tribuna Tricora ria della Consolazione, iu forma di cro-

anche gran lempiodis. Sofìa di Costan-


il ce greca cou 4 apsidi.
tinopoli ,Lupi dubita se l'avesse
e il p. TRIBUNALE, Tribunal. Luogo do-
pure la s. Maria in Cosinedin di
chiesa di ve risiedono i giudici a giudicar le cause

Uonu», male sue 3 tribune non compon- e rendere ragione; luogo dove si ammi-
gono una Tricora. Che tali tribune tri- nistra la giustizia , ed ove risiede ilma-
plicate abbinilo avuto origine da'genlili, gistrato quando si aduna. Dicesi giustizia,
l'induce a crederlo le rovine della villa A- virtù per la quale si rende a ciascuno ciò
driaua presso Tivoli.edi gentili usaronoin che gli è dovuto, il tribunale civile e cri-

termine d'architettura la sioceTrichorus. minale. Il tribunale fu ed è anche detto


Termina p. Lupi con ragionare della tri-
il Corte e Curia (V .). Il vocabolo tribu-
buna quadrata di s. Lorenzo fuori delle nale, per comune consenso derivò dalla
mura, della strana basilica fabbricata da Tribuna (V .) delle Basiliche {fy .) degli
Costantino 1 in Anliochia,ottaugolare sen- antichi romani, ove reca vansi i giudici ad
za tribuna e senza navale, e conclude es ascoltare le istanze, a decidere le differen-
sere fuori d'ogni coutrov ersia, che le tri- ze, a giudicare le liti e altro, nel modo con
bune semicircolari , le tribune li-icore e cui ne riparlai nel voi. LXX.UI, p. 34"2. 11

le basiliche sono fabbriche ecclesiastiche severo Milizia, Delle belle arti del dise-
copiale dalle pagane. Leggo nella Notizia gno, dice che tribunali non potrebberoi

de vocaboli ecclesiastici del Magri , che avere miglior forma di quella delle basi-
Tricliorus voce greca significa tre ripo- liche. Il Perotto, Cornucoj). liuguae la-
stigli o ricettacoli o luoghi, voce composta tiuae, p. 889, n.°3o, così ne spiega l'eti-
da Ter e Lucus, e che erano altari com- inologia; Ite ni a Tribubus Tribunal lo»
partiti in 3 ripostigli da reliquie. Ivi pul- ctis excelsus, in quo, quis jus Tribubus

si dice, che la maggiore nicchia del Tri- redderet consedebat. Vitruvio, De Ar-
(
fioriti; cioè di mezzo, era della Co/iclia, chìt. lib. 5, p. nj, spiega nobilmente co-
1

e le due piccole laterali erano chiamate me il tribunale era fallo anticamente: /-


Coiicliidae. Su questa voce trovo che il lem Tribunal est in ea Aede hemieyeli
p. Costadoni, ueW Osservai, .sulla catte- scfiema tis,minore curva turaformattinij
drale di Torccllo, riferisce essersi chia- ejtis attieni lieinicycli in fronte est in ter-

malo il Presbiterio ne'piimi secoli Ausi- valium, pedina eptadr agilità sex,intror-
da o Apsida, non che Exedra a motivo sus curvatura pedum quindecìni, itti cos
dellaCattedrale che gli si die pure anco apud Magistratus starent, negotiantes
il nome di Conca, imperocché la volta di in Basilica ne itnpedirent. In Roma fàb-
questo semicirculo viene appunto ad es- brica vati il tribunale nelle basiliche, cioè
sere la 4- parte d'un globo, la qualedagli nel fondo dell'apside nel luogo detto tri-
architetti Conca si appella. I gentili che buna, e lo attesta pure il Sigonio, De A/i-
pure a veauo ne'loro superbi templi un so- tiq.jure Provine. \\b.\ i,p. 288; Statuen-
migliante silo ove stavano assisi i magi- do vero locus juil Basilica, et Tributi, il,
strati co'loro ministri, lo denominavano ministri sertbae, praecones, et lictores,
Tribù/tale, e perciò du'cristiaui saette tal ch'erano i ministri o serventi, che stavi
voce fu adottala ,
specialmente dagli o- no intorno al giudice o magistrato, «pian
ticululi, e tra quegli da'gicci, sebbene lo do erano nel loro tribunale. Seguendo poi

S,
T II I TRI I o5
la descrizione del medesimo, cos'i soggiun- tribunale, a cui si ascendeva per gradini,
ge: Tribunal suggestus edilior crai un- l'ara essendo nel mezzo. Nel Foro Roma-
ite conspici /Uagìstratus ab omnibus po- 110 era l'antico Secretarium del senato.
terai, in quo sella curulisjurisdictionis Che egual nome ebbe presso gli antichi
insigne, locata erat, ubi sede ns Praetor cristiani, Sinodi
per l'uso di celebrarvi i

cognoscebat, et pronunciabat. Sopra di o Concilii (F.), ch'erano giudizi che si i

quello in Roma rendeva ragione al popo- pronunziavano dalla chiesa, facendovi i

lo il Pretore (A'.) a ciò destinato, seden- chierici la parte de' Cancellieri, che cu-
te sopra una Sedia (F.) cortile. Altra sor- stodivano l'ingresso ùe' Secretarti de'fjiiM*
la di tribunali eravi in mi* Roma, ma di dici gentili e ne alzavano le cortine; sa- i

nor considerazione, cioè quelli de' Tribu- cerdoti vi facevano le veci degli onorali
ni (P.) della plebe, de' Questori (F.), dei e degli avvocati, che godevano il privi-
Triumviri (/ .), nel quale articolo dissi legio di sedervi, e i vescovi rappresentan-
pure de'giudici Duumviri capitali, giu- do la persona de'giudici, o predicando o
dici luogotenenti criminali che condan- assistendo alle sagre funzioni. I Protono-
navano a morte i delinquenti, e dalla lo- tari apostolici (V.) per compilare gli atti

ro sentenza si appellava al popolo, come sinceri de'ss. .Martiri, si frammischia va-


quelle del pretore; sentenze che faceva- no tra gli altri spettatori degli esami e
no eseguire Triumviri capitali, an-
i de' giudizi che pronunziavano contro
si

ch' essi giudici, ed avenno la custodia gl'in vini confessori della fede,con condan-
delle carceri. Altro tribunale era quel- ne a 'tormenti più atroci e alla morte la
i

lo degli Edili (de' quali e degli altri ma- più straziante: essi con grandissima cele-
gistrali che ricorderò, ragionai a Roma, rità e con note sci iveano quanto a'inar-
ed ove furono), ed altri, quali chiama- i liri ivi accadeva, extra eanccllos obdu-

vansi subscllia. Tutti questi tribunali cto velo. Il luogo ove nell'aulica Roma fa-

erano situali nelle Basiliche, nei Tem- cevausi i pubblici giudizi, era Foro Ro- il

pli, sotto de Portici (F.) pubblici, ed al- mano, o il Campo Marzio, o il Campi-
cuni in luoghi a cielo scoperto, come di- doglio. Nel Foro Romano i giudizi avea-
rò, ove ascollavano le istanze e decideva- 110 luogo nel Comizio, del quale ripar-
no le differenze di ciascun particolare. Di lai e meglio lo descrissi, in uno alla sua

questi tribunali egregiamente ne discor- ubicazione, a Tribù, perchè le antiche


re Demptero nelle note al Tomasini,^/j- tenevano le loro assemblee nel luogo di
liq. lìom. 7 16 Nani judicia
lib.
9 , p. : dello Foro appellato Comizio. Si disse-
exercebanlur inBasilicis, Templis,Por- ro Comìlia Curiata le assemblee tenu-
ticibus, et pr aeterea in subdevalibus lo- te dal popolo romano diviso in tribù ,

cis, nude lìberrìmus esset coeli prospc- quartieri o cuiie. Si dissero Comizia,
cius. Dissi a Sagrestia, che il Segretario, Tri/mia le assemblee tenute dalle tribù
Secrelarium, presso i legisti significa il di Roma e d' Italia. Nel citato articolo
luogo nel quale i giudici gentili ricono- tornai a ragionare de' Septa, luogo ove
scevano le cause civili e criminali, e le de- votavano e davano il proprio suffragio
fìnivauo; e che fu pure il luogo contiguo le tribù. I giudizi pt vali i si facevano nel
alle basiliche ove il senato degli antichi Foro alla presenza d'un tribunale, o nel-
romani si radunava. Che fu cos'i chiama- le Basiliche, o finalmente sul luogo stes-
to a scernendo giudici da'rei e dal resto
i so, ov'era il popolo, de plano.
convocato
del popolo, o dal secreto con cui si trat- Talvolta romani innalzavano per tribu-
i

tavano i giudicati. Che tutto il silo era nale una specie di palco in mezzo alla
citilo di cancelli e coperto di doppi veli, piazza, e ue'campi lo formavano median-
ullre i vessilli che pendevano iutornu al te un semplice monlicello di terra. Il In*
io6 T II I TR I

bunale de' romani era un luogo elevalo a di Libo ne era una sponda di Pozzo (V.)
forma di semicircolo, sul quale era col- con coperchio nel foro romano, eretto dal
locala la sedia curule propria de' magi- pretore L. Scribonio Libone, per ordine
strati,donde veniva 1' espressione, prò- del senato, onde il luogo non fosse pio -

nunliare de sella, et tribunali, per dire fanato col camminarvi sopra per esservi
pronunciare una sentenza, come in Cice- caduto il fulmine, e secondo alcuni vici-
rone si legge, Verr.i, 38: Palam sella no al Tempio d' Antonino e Faustina,
et tribunali pronuntiavit. Quest' uso fu e presso le statue di Mania e Giano. INel

introdotto da Romolo, il quale, secondo suo recinto conteneva un altare, una cap-
Dionigi d'Alicarnasso,provocò tulli i mez- pella, e poco lungi era un tribunale do-
zi immaginabili per allontanare suoi sud i ve Libone avendo introdotto l'uso d'am-
diti dal male, e credette che un tale ap- ministrarvi la giustizia, quindi Puteal di-
parato gli avrebbe tenuti in freno: Mul- veune sinonimo di Tribunal, come si t<ae
ta ad eam rem paravit, et tribunal ubi da vari scrittori romani, e divenne anco
sedens judirabat in fori loco maxime il sito d'unione degli usurai, massime il

conspicuo. In seguito i tribunali furono l.°dì delmese quando scadevano frutti i

circondati d'un recinto per separare i giu- e pagamenti, per dare e ricevere il de-
i

dici dal popolose siccome quel recintoera naroad usura (si adunavano pure ne'Gia-
pure circondalo di cancelli, da ciò venne ni, archi e fornici a due e quattro facete,
il nome di Cancellieri (F.) dato agli uf- che particolarmente si costruivano ne'fo-
che sedeano in quel luogo cliiuso
fìziali, ri; e come luoghi di transito comune e al
da inferriate, per scrivere le sentenze dei coperto de'raggi solari e della pioggia, si

giudici e gli altri atti giudiziari. Il tribu- univano anche i negozianti per trattare
naleAurelium era situato nel foro ro- gli affari). Nel recinto del Puteal [ytve an-

mano, ed era stato innalzato da Aurelio che che fosse il convegno òe mercanti, i

Cotta per servire a'centumviri,i quali se- quali per commerciare si adunavano e-
dettero poscia nella basilica Giulia, sen- ziandio nelle basiliche. In seguito, ivi un
za dubbio eretta invece di quell'antico pretore o un centumviro giudicava le li-

tribunale àaCìcevone gradus Aurelii ap- ti commerciali, onde vi accorrevano pu-


pellato. Il tribunale Castrense fu il tri- re i banchieri. Di tali sorta ili tribunali
bunale da dove il ge-
di zolle e di erba, romani è credibile che anco nelle altre
nerale delle milizie. amministrava la giu- città fuori di Roma si usassero, imperoc-

stizia e i soldati arringava. Dovunque Iro- ché regolandosi queste a nonna di quel-
vavasi un generale era tosto costrutto un la, o almeno cou qualche similitudine, era

tribunale di questa specie, sul quale col- di dovere che vi fossero anche in esse i

locavasi la sedia curule. Dice Tacito, Ann. luoghi destinati per ascoltare le differen-
i , 1 8 : Simul congerunt cespites , ex- ze de'sudditi. In ogni città eranvi i suoi
truunt tribunalis quo magis conspicua duumviri o qua tuor viri, che facevano la

sedes foret. Il tribunale Editoris era il figura e rappresentavano gli stessi conso-
tribunale di colui che dava i Giuochij era li di Roma, gli edili, i curatori e altri ma-
situato nel pò di uni ,
pogginolo o sporto che certamente a veano loro tri-
gistrati, i

del muro che circondava l'arena. Fra'se- bunali ove più la vansi a rendere ragione
gni d'onore che si accordavano a quello a quelli che loro ricorrevano. Di silfalli

che sedeva in quel tribunale, come i lit- tribunali per rendere nelle provincie ra-
tori, la toga pretesta, godeva egli ezian- gione a'popoli, parlai in moltissimi arti-
dio del diritto di aver la sedia curule, po- coli, come in altri ragionai de' tribunali
sta in luogo elevato, e da dovepotesseegli di molte nazioni. Anfìltionia si chiamò il

essere veduto. Il tribunale detto Puteal tribunale supremo, conosciuto sotto il no-
TK I TRI 107
me dogli Anfittioni, composto de'depufa- «emblea di questo tribunale si teneva sem-
ti delle 12 principali città della Grecia, pre di notte, e la severità de'suoi giudizi
che radunavansi due volle l'anno in Del- li rendeva assai terribili. L'idea chea vea-
fo o alleTeriuopili, per deliberarvi e giu- si degli areopagiti acquistò loro una ve-
dicare in ultima istanza gli affari concer- nerazione universale, e le loro decisioni
nenti la coniun bene de'po
religione, il sìriguardavano come oracoli. Iu faccia
poli, e le questioni de' particolari. Dava- agli areopagiti erauvi due pietre sulle
si il nome d' A nfìt l'ioni a quelli che com- quali sedevano l'accusatore e l'accusato;
ponevano questa specie di dieta genera- una chiamavasi Anaideias o sedia del-
le stabilita da Anflttione
Deuca- figlio di l'ingiuria, e l'altra Vbreos o sedia del-
lione 3.° re d'Atene, e di Pirra, il quale l'innocenza. A lato de' giudici vedevansi
\iveai5 secoli innanzi Augusto. Ciascu- due colonne sulle quali erano scolpite le
na città mandava due deputati a questo leggi, dietro le quali essi proferivano i lo-
tribunale, mala minima infedeltà alla pa- ro giudizi. L'Areopago, antico quanto A-
tria bastava per esserne escluso; suoi de- i tene, fu l'istaurato dal legislatore Solone,
creti erano rispettati quanto gli ordini de- con dargli nuova forma e maggior digni-
gli Dei. Prima d'incominciare una deli- tà; ma già prese il nome d'Areopago sot-
berazione, il coniglio sacrificava un to- to il regno di Crauao, immediatamente
ro al dio di Delfo, e lo tagliava a pezzi, dopo la favolosa contesa di Marte e di Net-
immagine dell'unione che regnava tra gli tuno: Cranao vivea in Atene 9 secoli in-
itati della Grecia. Le leggi che stabili van- nanzi Solone. Tra tutti tribunali della i

si in questa adunanza riguardavano tut- Grecia, l'Areopago credevasi il più seve-


ti i grandi e piccoli stati della Grecia, e ro e il più incorruttibile; tale almeno è il

gli Anfittioni aveano pieno potere di le- sentimento di Cicerone, di Senofonte, di


vare delle truppe per costringere i ribel- Pausatila, di Seneca il filosofo e di altri.
li all'ubbidienza. L'Areopago poi era il Tutti i grandi delitti erano di competen-
celebre tribunale o corte di giustizia de- za di questo tribunale; la sua giurisdizio-
fili ateniesi. Traeva il suo nome da Ares, ne si estendeva persino sulla religione
Marte, e da pagos che significa rocca o Chiunque disprezzava gli Dei, o ne
stessa.
collina. L' Areopago era di fatto situato introduceva di nuovi era severamente
in cima alla collina, ove Marte difese la punito. gravi delitti erano puniti di
I mor-
sua causa, allorché fu obbligato di giu- te, e gli altri con una multa a profitto del
stificarsi dell'uccisione d' Allirozio figlio tesoro pubblico. Ne'pr'uni tempi gli areo-
di Nettuno, come finsero i poeti. Ne'pri- pagiti tenevano solamente le sessioni ne-
mi tempi ammettevansi a questo tribu- gli ultimi 3 giorni di ciascun me>e, ma in
nale lutti i cittadini indistintamente, pur- seguito divennero più frequenti e giorna-
ché fossero religiosi ed onesti, e di costu- liere. Allorché i magistrati erano aduna-
mi irreprensibili. Gli areopagiti non era- ti, un banditore faceva allontanare il po-
do da prima che in minici odi 7, ed in se- polo e gl'imponeva silenzio. prima di Ma
guito aumentandosi notabilmente, giun- tulio facevasi de' sagrifizi dopo quali , i

sero talvolta ad essere fino a due o tre- l'accusatore e l'accusato giuravano sulla
cento. JNou furono ammessi fra loro per carne delle vittime immolate. Indi dispu-
qualche tempo, che quelli quali erano i tavano l'uno dopo l'altro, o da se stessi o
stati arconti. Da vasi in Atene questo no- per mezzo de'loro patrocinatori. I giudi-
me a'magistrali annuali che governava- ci dopo aver ascoltalo ambe le parti, da-

no sovranamente la repubblica, e dal cui vano segretumenle loro voti, servendo- i

nome si contavano gli anni in Atene, co- si di pietruzze bianche e nere che mette-
me a Roma da quello de' consoli. L'as- va tisi io due urne, l'urna di rame chiama-
io8 T 11 1 TR I

tildi assoluzione, l'altra «lì legnò chiama* dorè, senza pompa, senza guardie, senza
la di morte. Oreste colpevole di parrici- seguito e corteggio, a meno che per le lo-

dio, [ter aver ucciso Giltenestra sua ma- ro ricchezze non fossero in gradodi man-
die, lu giudicato dall' Areopago: i sull'i a- tenersi nel lustro adequato alla loro ca-
giprò e cantra furono trovati eguali rica. Essi non facevano nuove leggi, non
quindi uno de'giudici volendo favorirlo, levavano lasse sul popolo, uè ritraevano
piopose di dare un suffragio favorevole in altro lucro dalla loro carica che i dona-
nome della dea d'zMene; il che passò poi tivi che ad essi venivano fatti. Circa i giu-
in leggea favore di tutti i colpevoli. Quan- dici ordinari tra gli ebrei, al tempo del
to agli Ebrei, Mosèavea ordiuatoche fos- Redentore eravi in ciascuna città un tri-
sero stabiliti in ciascuna città, per gli af- bunale composto di 3 giudici sui delitti
illi i urdinari,de'giudieiede'magislrati al- minori, come il furto ec. Eravi un altro
le norie della città dette del Signore, ed tribunale composto di ?.3 giudici che giu-
in ciascuna tribù per sentenziare sui liti- dicavano sugli all'ari importanti e crimi-
gi del popolo con buona giustizia. Ordi- nali, e le sentenze de'quali erano ordina
nò inoltre, che se in
qualche negozio si riamente capitali. Finalmente il gran Si-

vedesse della difficoltà, e che vari fossero nedrio (I ) o supremo tribunale degli e-
i sentimenti de'giudici e de'magislrati, co- brei, civile e criminale, risiedeva in Ge-
me contese di maggior entità, si dovesse rusalemme e giudicava sugli a Ilari più im-
andare al luogo scelto dal Signore per e- portanti della religione e dello stato, e di
suiiinai vi le controversie davanti a'sacer- quelli concernenti il re e il sommo sacer-
doti della stirpe di Levi, e avanti il giu- dote. Da questo principale tribunale di-
dice o capo del popolo in quel tempo e- pendevano i sinedri o tribunali minori.
letto dal Signore, per consultarli e perchè L'annalista Rinaldi riferisce che gli ebrei
fossero scorta nel giudicare secondo la ve- aveauo 3 tribunali civili e criminali. III.
lila; al giudizio poi del giudice che gover- composto di 3 giudici, che giudicavano le
na va do vea ognuno rimettersi sot-
Israele, cause minori; il 2.° di 23 giudici e chia-
to pena di morte. 1 giudici che governa- malo piccolo, ove si trattavano le cause
rono gl'israeliti per 33g anni da Giosuè capitali; il 3.° di 72 giudici e si diceva il

siuoa Sanile i.°loro re, erano nella supre- grande tribunale o sinedrio, nel quale si
ma carica a vita, e d'ordinario Dio li no- discute va no le cause gravissime, come isti-
minava e impartiva loro l'autorità. Ac- tuito da Dio: questo era solo in Gerusa-
cadeva qualche volta, che senza attende- lemme, mentre le altre due specie di tri-
re una particolare rivelazione del Signo- bunali erano sparsi in ciascuna tribù. Tra
re, il popolo sceglieva per giudice d'Israe- iromani giudizi ebbero varie nomencla-
i

le colui che gli sembrava più atto a go- ture, poiché per Giudizio si dice il luo-
vernarlo ed a liberarlo dall'oppressione go dove si giudica e l'atto del giudicare,
dc'suoi nemici. E giacché spesse volle le Judicatio, Judicium, Criiice. Il giudizio
oppressioni per le quali ricorrevasi all'e- centumvirale era la seutenza pronunzia-
lezioni de'giudici non erano universali, il ta da'cenlumviri, la (piale a vea una for-
loro potere non si estendeva su tutti gl'i- ma sua propria. Erano que'giudici scel-
sraeliti, ma soltanto sul paese che avessero ti da tutte le Tribù, 3 per ciascuna; giu-
liberalo. Sebbene il potere di questi giu- dicavano le cause più gravi, uè si poteva
dici non era eguale in tutto a quello dei appellai e dal loro giudizio,cssendo riguar-
re, essi decidevano in modo assoluto dei dalo come consiglio di tolto
il popolo. il

precetti, delle cose della guerra e della Erano distribuiti in 4 tribunali, 'quali
pace, proteggevano la religione, punivano presedeva il pretore della città. Il giu-
il delitto, e vi vcauu del resto senza spleu- dizio curiato era quello dato da' comi/i
TRI TRI 109
radunali in eurie(di cui a Tribù), del qua- no quelle, clie si stabilirono per la con-
le abbiamo un esempio nell'assoluzione cussioue, pel peculato ,
pel -hroglio e pt:l

ottenuta da Orazio uccisore di sua sorel- delitto di lesa maestà, in latino repetun-
la, e dannato a morte per una legge del daruni ì
peculattts, ambitus,et majesta-
re Nuota. Il giudizio privato o particolare tis. Il giudizio di concussione, de repe-
s'inteudeva dell' esame e della decisione tundis, è quello, mediante il quale i soci
delle controversie clie nascevano Ira 'par- provinciali ripeteano il denaro loroestor-
ticolari. Giudizio prolusoriooproemialesi lo contro le leggi da' magistrati che go»
diceva di quegli atti o parlamenti che pò- vernavano nelle provinole. Ecco perdio
tevano piecedereil giudizio attuale: tale Cicerone nelle sue Verrine chiama quc-
fu la divinazione di Cicerone contro Ver- sta legge sociale. In forza della legge Giu-
re. Il giudizio segreto o tacito si faceva lia poteasi la stessa azione intentare Coo-
per decreto del senato, contro quelli che tro coloro, cui quel denaro era passato,
ambivano le cariche o compravano i vo- obbligandoli a restituirlo: sebbene seni-
li. I pubblici giudizi erano quelli in cui bra che siasi stabilita conilo i concussio-
si trattava di delitti, e si chiamavano pub- nari pena dell'esilio. 11 giudizio di pe-
la

lvici giudizi, perchè ad ogni cittadino era culaio, de peculato, è quello in cui talu-
concessa in essi l'azione, l'onno dunque no viene accusato d'aver rubato il dena-
definirsi, giudizi die i giudici.destinatida io pubblico o sagro. Il giudizio pel deli L-
un commissario ebe li presiedeva, prò- lo di denaro ritenuto ha molta affinila
nunziavano per la vendetta de'delitli con- col peculato: l'oggetto suo era di far re-
formemenle alle leggi stabilite contro o- stituire il denaro pubblico rimasto pres-
gni specie di reato. Questi giudizi erano so d'alcuno. Colui che per non legittime
ordinari o straordinari : i primi esercita- vie procurava di guadagnar suffragi del i

vansi da'prelori, ed i secondi da'eommis- popolo, onde pervenire alle cariche, era
sari detti parricida e duumviri ; erano colpevole di broglio, ambitus, l'.cco per-
questi giudici sti aordinai iamente stabili- che il giudizio per questo delitto cessò in
ti dal popolo. Ne' primi tempi ogni giù- Roma, allorquando l'elezione de' magi-
dizio pubblico era straordinario, ma ver- strati fu rimessa al principe, senza piùdi-
soil6o5di Roma si stabilirono delle coni- pendere dal popolo. 11 delitto di lesa mae-
missioni stabili, epiaestiones perpetuae, sta comprendeva ogni delitto commesso
così dette perchè il giudizio contro a leu- contro al popolo romano, ed alla sua si
ni delitti fu assegnato a certi pretori o cui ezza, come il far uscire un'armata da

commissari perpetui, dimodoché non v'e- una provincia: il dichiarar la guerra di


ra bisogno di nuove leggi su tal propo- propria autorità; prendere il supremoco-
sito. Non ostante da quel tempo in poi vi mando senza l'ordine del popolo o del se-

furono delle commissioni esercitate o dal nato; sollevar le legioni, ec. Ma sotto il

popolo stesso nell'assemblee, o da'com- coloralo pretesto di tal delitto, gl'hnpe-


missari creati straordinariamente, e ciò a latori fecero in seguito perire lauti inno-
motivo dell'atrocità o della novità del de- centi, che Plinio nel suo panegirico a Tra-
litio che volevasi punire; come, a cagion iano con molla eleganza disse, che il de-
d'esempio, nell'alare di Milone, accusato litio di lesa maestà sotto Domiziano era
d'aver ucciso Clodio, ed in quello di Ciò- l'unico e particolare delitto di coloro, che
dio stesso accusato d'aver violato i sagri non ne aveano commesso alcuno. A dire
misteri. In tal modo appunto nel 640 di in compendio delle dilferenli specie tli pe-
Roma L. Cassio Longino procede straor- ne ch'erano in uso pressoi romani, esse
dinariamente contro l'incesto delle vesta- o riguardavano beni, come l'ammenda, i

li. Le prime commissioni perpetue furo- in latino da/unum , muleta; o il corpo,


no TRI TR I

come il carcere, il bastone, il taglione; o aveano ricusalo d'inserì versi dopo d'esser-
finalmente lo stalo civile, come l'ignomi- ne slati chiamati. Coloro ch'erano con-
nia, l'esilio, la servitù : taluno fu anche dannati a morte, o venivano decapitati
punito di morie. Ne' pi imi tempi l'am- con un colpo di scure, dopo aver subita
menda non esigevasi che sui montoni e l'ignominia della frusta, e diceasi che una
sui bovi. Ma come questa pena era ine- tal pena era inflitta more in ajorumjteOQO-

guale, essendo i bovi ed i montoni ora di dola pratica degli antichi, o erano stran-
un prezzo troppo caro, ora di un assai vi- golati nella prigione, o precipitali da un
le, cos'i in seguito in virtù della legge A' luogo del carcere dello robur,u finalmen-
teria furono tassali i o denari per ciascun te gettali abbasso dalla rocca Tarpeia; ma

bove, dimodoché la più. glossa ammen- pare che questo genere di supplizio fosse
da in quel tempo era di 3oo assi. Il car- in seguilo abolito. L' ordinario supplizio
cere o era pubblico o privato. Il pubbli- degli schiavi era la croce o la forca, ch'e-
co carcere eia quello, ove ri schiude vanii rano costretti di portare essi stessi, doud'è
gli accusali quando aveano confessato i che il nome ih furcifer era comune rim-
loro delilli. Il particolare poi era l'abita* provero che faceasi agli schiavi; nondime-
7.ione de'magistrali, o di distinte persone no alcuni pretendono, che questa forca
privale, alla cui custodia affidavansi gli fosse un patibolo. Qualche volta impri-
accusati. La jlagellazìone, che face vati meansi sulla fronte degli schiavi certi ca-
con verghe, precedeva l'ultimo supplizio, ratteri con un ferro rovente. Mentre era-
cioè la morie. Le bastonale erano più in no condotti al supplizio portavano appe-
uso nell'armata. Il taglione, secondo le soal collo un campanello, aflinchè quelli

leggi delle XII tavole, consisteva nel ren- chegl'incontravanon caso, non restassero
dere ingiuria per ingiuria nel caso d'un contaminati pel sinistro incontro. Talvol-
membro rollo, a meno che l'accusalo non ta ancora per colino d'ignominia, i cada-
avesse ottenuto dalla parie offesa la re- veri de'rei, dopo d'essere stati strascina-
missione della pena. L'ignominia era una li con uncini per la città, venivano pre-
marca d'infamia, così chiamata, perchè cipitati in certi pozzi detti gemoniac o ,

non consisteva che nell' offesa del nome, nel Tevere. Eranvi in uso altri generi di
della reputazione: essa escludeva da tut- supplizi, i quali erano quasi tulli arbitra-
te le cariche, e quasi da tutti gli onori che lied eseguili secondo il capriccio o la cru-
si accordavano a'ciltadini. Non si pro- deltà de' principi o de' giudici, come de'
nunciava per altro il vocabolo esilio, molteplici coi quali furono tormentati i

aliando preterì* tati una tal pena, ma quel- ss. Martiri.


lo ò'iiilcrdizionc dell'acqua e del fuoco, Il celebre cardinal de Luca riferisce,

la quale eia necessariamente seguita dal- che il simbolo ovvero la figura della Giu-
l'esilio; imperciocché era impossibile che stizia si finge in una donna bella, per de-
uno restasse in Roma senza far uso d'ac- notare candore dell'animo; cogli occhi
il

qua e di fuoco. Ma sotlo Augusto a que- bendali, acciò non la muovano le simpa-
sta pena fu sostituita la deportazione. La tie e le affezioni; e con una bilancia nel-
relegazione era una pena meno rigorosa, le mani, la quale stia in totale equilibrio,

giacché quelli che n' erano condannati, per dinotare la sua ind pendenza, e che
conservavano il diritto di cittadinanza, il traboccare che faccia più una bilancia
di cui privava l'interdizione; ed era ap- che l'altra, dipenda dal solo giusto ed ap-
punto la condannavate le
pena. alla quale provato peso maggiore delle ragioni e dei
persone tli condizione. Si vendevano per motivi, e non da altro pesode'doni e d< 1-

essere messi in servitù coloro che non a- le passioni, ovvero degli altri illeciti ri-
Teano dato nel censo il loto nome, o che spelli e iuteressi. Quindi soggiunge, che
TRI TRI 1 1

però degni di molto biasimo sono quel- tra mano impugna la Spada (7\), sim-
li, li quali per mezzo de' favori, o di al- bolo del j'us giacili e della giustizia stes-

ile cose illecite, esigono da' giudici Par- sa.Tale figura è l'emblema della Segna-
bili io; ma molto più degni sono di bia- tura di giustizia, e quale la descrissi in
simo e di castigo i medesimi giudici, li tale articolo; era il sigillo e l'insegna del
quali credono di poter ciò fare, e diedi Prefetto di Roma, ove riportai altre spie-

(atto lo facciano; dovendo eglino sapere gazioni iconologiche. Nell'annuale foglio


clie la legge distingue l'arbitrio dalla vo- intitolato: Curia liuiu et li tigantium coni-
Ionia, e che a questa solo concede la li- moditatis dies in quibusfil Camera, in
berta uelPeleggere il bene e il male, ma circolo sono riportati gradatamente no- i

nofl all'altro, il quale dev'essere regola- itti del caià\wì\Camcrlengo,i\AFice-Ca-


lo dalla legge e dalla ragione, sicché sia merlengo, del Tesoriere generale, del-
iin' operazione necessaria e non volontà- P Uditore generale dellaCamera^M de-
lia dell'intelletto. Ma perchè l'islessa giù- cauo e de' Chierici di Camera, dell'av-
sliz.ia in astratto ovvero in generale, non vocali) de' Poveri, dell'avvocato generale
è uniforme per essere di due specie, e dal- e del piocuratore del Fisco, e del Coni-
la distinzione delle quali specie dipende vussario generale della camera. In una
ancora la diversità della sua amministra- parola vi è il novero de'persoriaggi coiu-
zioue tra gli accennati suoi opera ri e mi- ponenti il supremo li ibnualedella Carne-
lustri di diverse sfere e qualità. Quindi ra apostolica, e nel centro è il suoslem-
all'eiTetlo di regolar bene l'arbitrio, e di ma del Padiglione (F.) colle Chiavi (F.)
leneie il buono stile in quesl'amministra- incrocia te, antica insegna delluCbieta Ro-
sione, ai deve primieramente riflettere al- inana. Quanto al tribunato degli Uditori
la distinzione di queste diverse specie dei- della s.Rola^u tale articolo parlo de'tuoi
la giustizia; cioè che altra sia la distribu- emblemi. Anche la Storia (F.) è «in tri-
ti vo , commutativa. La distri
e altra la bunale: questo tribunale inesorabile èpo-
buliva propriamente e per ordinario vie- sto più allo che le umane passioni, poiché
ne esercitata e amministrata da'principi, giudea con imparzialità le azioni d'ognu-
da' prelati, e da' magistrati grandi della no, e le porta a conoscenza d?lle genera •

i ."specie, cioè che abbiano quest'attlni- sioni. La Giurisprudenza (F.), scienza


Distrazione e la dominio
giurisdizione in legale o delle leggi, è giustamente appel-
e nell'abito; e la commutativa viene eser- lata da'dotti, fonte di sapere, e filosofia
cilala ed amministrata da' giudici e ma che consiste nella scienza del giusto; iu-
gi strati ordinari dell'altra specie di quel- lerprcta le leggi e giustamente le appli-
li, i quali abbiano quest'amministrazio- ca ne'giudizi de'tribunali a'easi occorren-
ne inesercizio. I giudici come operali del- ti. In tale articolo parlai de'celebri giu-
la giustiziacummulaliva, nel furoconten- reconsulti Papi e cardinali, di quanto i

zioso e giudiziale, per acquistare il buo- romani Pontefici furono benemeriti del-
rio stile si ricerca primieramente in loro la giurisprudenza e che col formare il
,

molte virtù e doli dell'animo, cioè Pin- corpo delle leggi del gius canonico, mi-
legrilà, la fortezza, la dottrina, la pruden- gliorarono il gius civile, e sommi vantaggi
za, il buon giudizio raffinato dalla prati- recarono alla giurisprudenza sì civileche
ca e dall'esperienza. Essi devono essere criminale pe' tribunali, perfezionandola,
bene istruiti nella giurisprudenza, pei giù- Che altri copiarono in gran parte le istitu-

dicare e pronunziar le sentenze secondo zioni legislativepontifìcie, e le produssero


le leggi stabilite. Quanto all' iconologia nelle nazioni come immaginate da loro,
della figura e degli emblemi della giusti- mentre nella Roma cristiana giàcontava-
zia, aggiungerò, che la giustizia con l'ai- no molti luslriesecoli.il Diritto canonico
» . 7. TRI TR I

(/".) o diritto ecclesiastico, è il diritto sta- desime decretali, inclusi vomente al Sesto
bilito dall'autorità ecclesiastica per rego- libro delle decretali e successive. Chia-
lare le azioni ile' cristiani, pel bene loro masi Digesto o Pandette (/ .), lai. "par-
spirituale e felicità eterna; nel che diffe- te del diritto romano, ossia il corpo del
risce dal diritto civile stabilito dalla po- diritto civile. Dicesi Codice (f.) il libro
tenza secolare per dirigere le azioui de- che contiene le leggi dell'antico diritto ro-
gli nomini relativamente alla felicità tem- mano. La Legge (f.) è la regola stabi-
porale. Tuttavolta notai in quell'articolo, lita dall' autorità divina ed umana, che
che il diritto canonico o gius canonico e obbliga gli uomini ad alcune cose, e rie
il diritto civile o gius civile, vanno tra lo- vieta loro alcune altre, per la salute eterna
ro di concerto, e sono l'uno all'altro ap- dell'anime e per la pubblica utilità. Par-
poggio e ornamento; ma se per caso sono lai ivi della divisione della legge e sue par-
tra loro in opposizione, si deve seguire il ti, e come il vocabolo si prende anco per
primo. Col cristianesimo venne la necessi- lo studio della giurisprudenza; dell'origi-
tà d'accomodare la legislazione a'principii ne e dell' antichità delle leggi ,
presso le

della filosofia evangelica; e così più sem- diverse principali nazioni , e particolar-
plice e santo divenne l'antico diritto ro- mente di quelle de'rotnani, delle XII ta-
mano, perchè purgato dalle laidezze che vole, delle decretate successivamente dai
lo deformavano, meglio venendo definiti loro magistrati e imperatori, come della
i provveduto alla tran-
diritti personali, e col lezione eCodice Teodosianoe Giusti-
quillità delle famiglie e al decoro pure del nianeo, oltre le Istituzioni e Novelle di
nodo nuziale. Fu data semplicità alla san- Giustiniano I, il cui immortale codice lo
tità de'giudizi.e moderazione all'acerbi- divenne di tutte le nazioni civili. Quindi
tà delle pene. Sorto il foro de' tribunali dissi delle leggi formate da'franchi e dei

ecclesiastici, divenne modello delle proce- loro Capitolari (/ .). E dichiarai, che se
dure nel foro de' tribunali secolari. Per- le leggi non fossero, neppure esisterebbe-

ciò in detto articolo celebrai l'utilità che ro diritti, non doveri cittadini, non so-
reca il diritto canonico a' tribunali ed a cietà, ma tutto si troverebbe in confusio-
tulle le nazioni cristiane; dissi di sua ec- ne. Giudici (f.), che hanno l'autori-
I

cellenza come gius divino e pontificio ;


tà di giudicare e di pronunziar sentenza,

quali sono le sue fonti, e notai la necessità ebbero varie denominazioni, secondo le
ne'giureconsulli di conoscere i due dirit- proprie attribuzioni. Si dice giudice an-
ti, imperocché la giurisprudenza cano- che colui che senza pubblica autorità è
nica trae la sua origine dalla creazione scello per arbitro per decidere fra due o
del mondo, ed è basata sulle divine leg- più contendenti. Giudice privato chia-
gi, mende il gius umano ha origine da- ma vasi tra'romani uno che veniva asse-
gliuomini e fa parte dell'altro. Sono le gnato a giudicare privatamente, in luo-
Decretali (V.),\ decreti, Rescritti (f.), i go di assegnare il pretore, che giudicava
le Costituzioni e le Lettere apostoliche e rendeva ragione nel suo tribunale nel
(y .) de'l J api che compongono il i.° vo- Pretorio (/'.).' pretorio si disse anche il
lume del diritto canonico. Indicato ivi luogo o palazzo dove risiedeva il preto-
perchè chiamatisi decretali, ricordai «pia- re provinciale e dove i magistrati faceva-
li sono le tenute apocrife, false pure es- no ragione; in ogni città romana eravene
sendo quelle d' Isidoro Mercatore (/'-), uno. Si disse giudice pedaneo una specie
ntitored'una raccolta diC/z/<o/;/(// tran- .) l di giudice particolare inferiore, che non
ne alcune epistole e decreti pontificii. In- avea né tribunale né pretorio. Erano com-
filile ragionai a DaCtlTAM , del decreto missari eletti dal pretore per giudicare
di Granano e della collezione delle me- delle liti di poco rilievo. Chiamavansi co
TR I TRI m3
sìperchè sedevano sopra una semplice bunali.Gliscnldasci furono giudici minori
panca o sedia alquanto bassa, che non li introdotti da'Iongobardi, ne'castelli e al-
faceva distinguere da coloro die stavano tri luoghi popolati ne'territorii delle cit-

in piedi; non aveano né carattere, né ti- tà, i quali furono detti dal conte ohe vi
tolo di magistrati. Marc' Aurelio stabi- presiedeva, comitati e contadi ; ivi le-
lì per l'Italia la carica del giuridico, ed nendo il conte al.'ri ministri denominati
era quegli che avea la facoltà limitata di attori, agenti, centenari, saltari e decani,
render giustizia; e durò sino sotto Gor- i quali lo sollevavano nelle cause di mi-
diano. Dicesi giusdicente, juridicus, co- nore importanza, mantenevano il buon
lui a cui si spetta amministrar la giusti- ordine ne' popoli, senza obbligarli nelle
zia; e giustiziere, justitiarius, sorta d'uf- piccole vertenze diportarsi alla città dui
ficiale, o giudice o mantenitore della giu- conte: i decani propriamente erano giu- i

stizia in alcun luogo determinalo; ma non dici minori de'villaggi. Vi furono anche
si deve confondere boia o
col giustiziere i castaidi ogastaldi, de'quali riparlai nel
carnefice, che eseguisce sopra condan- i voi. LV1I, p. 210 e altrove, ed a' quali
nati dalla giustizia la sentenza estrema era affidato il governo civile, politico e
che li condanna a morte, il che dicesi giu- militare di diverse città, e talvolta furo-
stiziare, exti emum supplicium. 1 roma- no sollevati all'onore di conte. Ammini-
ni governavano le Provincie dell'impero stravano la giustizia e attendevano all'e-
pe' Proconsoli, Pretori^ Questori, Lega- conomia del Fisco (V.), assistiti ne'trihu-
ti (V.) e alìri magistrali, colla giurisdizio- nali giudiziari dagli sculdasci, i qualiren-
ne eziandio d'amministrare la giustizia e devano i piccoli giudizi e soli decidevano
la cognizione delle cause. Aveano in aiu- le piccole vertenze ne'castelli e villaggi
to per la giudicatura degli affari de'giu- più popolati ove risiedevano. A Placito
dici, oltre i Cancellieri e Notori (ì .), e parlai del giudizio pubblico chiamato con
questi detti pure Scriniari(J'.), capo dei tal vocabolo e detto anche Mallo, poiché
quali era il Proloscriuiario (P.). In as- colla parola niallare intendevano gli an-
senza e impotenza dc'proconsoli, suppli- tichi citare in giudizio, e perciò il voca-
vano i procuratorio Rettori (F.). Degli bolo fu esteso a* placiti. Questi e i malli
avvocati provinciali parlai a Curia, e da furono tenuti mezzo
ne'secoli di in Italia,
essi si eleggevano i Prefetti (K) e sotto- in faccia al popolo. Tenevano i placiti
prefetti delle provincie. Dice Plinio giù- anche i Papi, gl'imperatori, i re, i duchi,
niore, che nell'antica [loma eranvi4 tri- i marchesi, i conti, ne' confini della loro
bunali, con più di 3o giudici per ciascu- giurisdizione. Vi assistevano i giudici Pa-
no, i quali successivamente poi riforma- latini (V.), gli scabini, gli avvocali, i di-
ti si ridussero a 12, come rileva il Derni- fensori e altri periti della legge ,
perchè
no. // Tribunale della s. Rota romana. più rettamente conforme alla giustizia
In seguito chiamarono Conti,
i giudici si ne uscisse può vedere M.
la sentenza. Si
Governatori, Duchi, Marchesi ( F.),e con Frecheri, Originimi Palatinarnni com-
altri vocaboli che descrissi a'Ioro luoghi, mentarli^, Heidelbergaer5gg. Ne'placi-
come gli scabini a Conte, introdotti in Ita- ti si preferiva il disbrigo delle cause dei
lia da Carlo Magno, e giudici ini. "istan- Poveri, Orfani e Vedove (F.), dovendo
za, come assessori de'conti ne' placiti so- il conte provvedere alla mancanza del lo-
lenni, ed eleggevansi dal popolo ex me- ro difensore.Giustiniano I nella legge/u°/«
lioribus civibus. Ne trattano il Muratori, novam,coù. de Judieiis, volle che in tut-
nelle Dissertazionij il Fatteschi,nelleM?- ti i giudizi presente vi stasseil libro de-
morie del ducato di Spoleto cioè , dei gli Evangelii, perchè a norma di essi si
giudici de' tempi di mezzo e de'loro tri* proferissero da'gtudici le sentenze: San-
vol. ixxx.
n4 TRI T R I

ei/nus, otiiiies jùdicest tfve majorcs, si- terius notariatns officiutn exercere. Ai
ve nn'/iorrs . . .. Non aliter litiuttl pri- falsi testimoni si tagliava il naso, tcstes
mordiuni arcipcre, nisi prius onte. Se- vero qui scienter falsimi testiinonitmi
dem judicialem Saerosanetae drpoa au- dixerint, nares nasi scindaiilur cisdem:
tor Scripturae, ut line permancant non anche ad essi si recideva la mano, secon-
solimi in principio lilis, sedetiain in o- do altre leggi, ovvero si multavano a pa-
ftinibus cognitionibus, usane ad ip.sitm gare una somma di denaro. Inoltre nel me-
fermineti. : ci definitiva e se utenti ne re- dio evo fu stabilita la Treguadì Dio (J .),

citationem. Carlo Magno proibì i giu- per frenare le guerre intestine, nel tem-
dizi dopo il pranzo, affine d'allontanare po della quale e sotto pene determinate,
l'ubbi iachezza dal foro, cb'è il luogo do- civilied ecclesiastiche, non solo non si po-
ve si giudica, e si prende per le leggi me- teva offendere alcuno e guerreggiare, ma
desime. Dissi inoltre a Placito e altrove, neppure eseguire le giudiziarie citazioni
che si denominavano messi regi giudici i de'ci editori, ed agli offensori; e dissi del-

straordinari , inviati nelle provincie dai le tregue che per 4o giorni doveano os-
Papi, dagl'imperatori, da'ie, e solevano servare i parenti dell'uccisore e dell'uc-
essere due, l'uno ecclesiastico e l'altro se. ciso. Ivi parlai anche della pena del Ta-
colare.e muniti delle Tra 'torte
l [F'.).()»«• glione. Dice un moderno scrittore: Crol-
sii messi decidevano pronlamenle i giu- lalo I' impero d'occidente, cambiate le
dizi, non conoscendosi allora le sottigliez- condizioni civilie polilichedelle cose, sta-
ze de'nostri giurisperiti, che ne prolunga- bilite le nuove monarchie e i nuovi costu-
no la decisione. Ivi ragionai di siffatti giù mi, conservò il clero la romana giurispru-
ilici, de' vari nomi co'quali furono chia- denza a'rnansueti principi! delle cristia-

mati, com'erano trattati, come alzavano ne leggi adagiata. Gli efferrati usi de'bar-
tribunale, e ila chi erano assistili e (piali bari di mano in mano si mansuefecero,
le loro facoltà, inelusivamente alla depo- i duelli giudiziari facendo dismettere, e le
sizione degli scabini o guidici malvagi. Nel così detteprove e giudizi di Dio. Le as-
medesimo medio evo si dissero Purga- surde prove per giuramento, per duello
zioni, Prova e Giudizi di Dio (F-), la e altre prove giudiziali, non presero luo-
purgazione canonica e la purgazione vol- go al diritto canonico, né a questo sene
gare, per le incolpazioni di qualunque ac- deve atti ibuire l'istituzione, sebbene rice-
cusa in prova dell'innocenza. Il cimento vessero il nome di purgazione canonica.
si faceva innanzi a' giudici, per cono-Me- Che è fuori d'ogni controversia l'afferma-
re la verità intorno a fitti nascosti, con re, che nel medioevo all'opera del clero
molte ceremonie solenni, civili e sagre, e al diritto de'cnnoni si deve l'indeboli-

quasi che Dio s'interessasse a favore di chi mento e poi il dimettersi le funeste e in-
avesse la ragione dalla sua parte, median- cessanti guerre privale colle tregue di
te il Giuramento t il Ditello (7 .), le pro- Dio, la tutela delle ragioni comunali con-
ve dell'acqua fredda o bollente, del fer- ilo gli abusi e leongarie signorili del feu-
ro infocato, del rogo e con altri esperi- dalismo , non meno il purgare degli as-
menti e indagini temerarie derivale da surdi riti chelo contaminavano il foro ci-

Superstizione (l''.), pereib poi riprovate vile , e li progressivi miglioramenti di

esopprcsse. La calunnia la deplorai in più quanto era restato nelle leggi de'doniina-
luoghi, come a Corte, ed a Memoriale tori goti, longobardi e franchi. Nella re-

dicendo dc'libclli anonimi. Alcune ami- staurazione della civiltà europea, rinve-
che leggi municipali prescrivono il taglia nuto il Digesto e rinvigorendosi gli stu-
della mano qui eartham fai-
a' labari, di legali, massima e salutare fu l'influen-
sani scicuter seripserif, lice valeat Iti' za che dal diritto de' canoni derivò nel
~
T I I TRI n
la legislazione e nell'ordine de' giudizi. lo, egli medesimo avviò le magistrato e i

Vi furono inoltre nel medio evo de' Tri" chiericati e diede i regolamenti di proce
buti (V.) per l'assoluzione delle pene e dura giudiziaria: proibì che contro un pi e
devoluti al Fisco ,
per omicidii anco di te non si potesse ricevere l'accusa, se non

ecclesiastici, ed altri misfatti; solo eccet- venisse corredata dalle deposizioni di due
tuandosi il qua-
delitto di lesa maestà, pel o Ire testimoni, Epist. a Timoteo, cap. 5,
le non si ammetteva multa o composi- v.19; giudicò egli le cause, e fra le mol-
zione. Essendo lievi le punizioni e infe- te anche quella dell' incestuoso, il quale
rociti costumi, non è a dire la frequen-
i dopo aver portato la pena del suo delit-
za de'delitti, quindi l'impinguamento del to fu assoluto dall'islesso apostolo, come
regio fisco. Il costume antico degli ebrei siha dall' Epist. a'Corinti, cap. i, v. 5; e
d'alzar tribunalealle porte delle città, nel finalmente dichiarò, che se preti potè i

secolo XI si praticava da alcun principe vano giudicar gli angeli, perchè non a-
ini lai ia, poiché rimarcai nel vol.LKX.VII, vrebbero potuto giudicar le cose secolo
p. i83, che la celebre marchesana di Su- resche? L'autore delle Costituzioni apo-
sa Adelaide, con Umberto II suo nipote sfoliche, sotto il nome di s. Clemente I,

principe del Piemonte, amministrava la ripete il medesimo precetto di s. Paolo e


giustizia sotto baldacchino alle porle di fissa lo stesso principio. La storia ricorda
Torino. I tribunali ecclesiastici origina- molti tribunali de' vescovi, fino da'tempi
rono da'precetti degli apostoli, come in- apostolici del I secolo della Chiesa; e s.

timamente persuasi che per volere di Dio Cirillo Alessandrino per se stesso ammi-
le cause de' Chierici (f'.J doveano e deb- nistrava la giustizia tra' litiganti ,come
bono giudicarsi da'tribunali ecclesiastici, imperfetto magistrato aventegiurisdizio-
quando chierici vengono chiamati in giù
i ne, ne'tribunali. Dichiara Spanhemio a
dizio, per V Immunità ecclesiastica (f\) pertamente, Dalila' Evangelici , che la
che giustamente godei! Sacerdozio (/ .). Chiesa realmente ha suoi tribunali isti-
i

La vera origine de'lribunali ecclesiastici tuiti da Gesù Cristo con poteri giudizio

è divina, e s. Paolo fece un solenne pre- li; cose che ripete e insegna Hartman, /><
cetto a 'primi cristiani di rispettarli; impe- relais gestis Christ. sub Apostolis t con
rocché disse Gesù Cristo nell'Evangelo : troil sistema d'Obbes e di Spinosa. Siinil

di aver egli ogni podestà, che com'egli era mente confermano altrettanto primi ss. i

slato messo dal divin Padre , cos'i man- Padri e Dottori della Chiesa, e ne parla-
dava i suoi discepoli, de'quali soggiunse: no s. Gregorio Nisseno, nel sermone De
sederete voi sopra le dodici sedi giudican- Occurs. Do/ni/i.; s. Epifanio, in JTaeves
do; ed altrove: non vogliate toccare i miei 55 de Dfelcliised.j s. Gio. Crisostomo, ed
tmti.S. Paolo predicandoli volere di Gesìi anco Origene eh 'è un testimonio di l'atto,
Cristo, proclamò ned' Epist. agli ebrei, poiché mal volentieri solili la sentenza
cap. 7, che fu necessario sorgesse
v. i i, giudizialmente emanata dal vescovo De-
un il quale fosse secondo l'or-
chiericato, metrio contro di lui. Il nome stesso dei
dine di Melchisedeeh e non secondo l'or- Vescovi [V.) spiega va fin da que' primi ti -
dine d'Aronne; vale a dire secondo colui, vi tempi l'origine comedivina de'loro tri-

che fu illustre nel giudicale, e come re e bunali. Infatti sin dal I secolo i vescovi e-
come sacerdote, ovvero secondo colui che rano chiamati magislratus^judex^comv.
fu sacerdote, ma ebbe come tale anche sostiene S.Gregorio Nazianzeno,scrivendo
il potere di giudicare le cose pure tempo- neWOiat. i
7, n.°i 5, 1. 1 : T'osquoaia- im-
rali. Il principe degli apostoli s. Pietro perio meo ac trono lex C/tristi subjicil.
ripetè le cose medesime o presso a poco Imperium enim nos quoque gcri/nus ad- }

Mmili-, neWEpist. cap. a, i. Inoltre s. Pao dc eliam praeslantius ac prrfectius. Co-


j.6 TRI TR I

me pure s. Cipriano vescovo di Cartagi- trattate dagli ecclesiastici. Lasciò scritto


ne del 111 secolo nel!' Epist. a Cornelio, s.Ambrogio nell'A/;/.s7. 3?., n. "27, ch'era
nomina la forma de' giudizi, gli accusa- un delitto gravissimo, sei sacerdoti si fa-
lori, i testimoni, la sentenza de'giudici ec- cevano giudicare da'diseguali. Teodosio
clesiastici, cose tutte per indicare un foro ) il Grande, nella legge 21 ed ult. Cod.

perfetto.NeW Epist. 69 s. Cipriano dice: Theodos. deEpisc. et Cler., coma ndò qua-
Episcopimi Judicem a Deo datimi , et si le stesse prescrizioni, protestando pure

Ecclesiae Gubernatorem .Cos'i foro ec- il contro coloro che tentavano di spogliare
clesiastico Decotta in principio del cristia- i vescovi de'loro diritti, e di assoggettare
nesimo, e con esso principiò a perfezionar- i preti all'arbitrio delle podestà tempora-
si la giurisprudenza civile nel Foro (/ .)
li ne'tribunali secolari, e apertamente de-
contenzioso, ossia il foro ove si agitano le cretando:'» No, non è lecito che ministri i

liti e le differenze, a distinzione di quello di Dio siano assoggettati all'arbitrio del-


che chiamasi di coscienza o sagramento le temporali podestà". E dunque falsa

della Penitenza (F.)o foro interno. 1 ve- l'asserzione di coloro che pretendono che
scovi ed santi dal IV al VII secolo con-
i dalle leggi imperiali avessero origine i tri-

servarono le memorie de' loro predeces- bunali vescovili , e sono pieni gli annali
sori, e malgrado tante funeste vicissitudi- ecclesiastici delle disposizioni imperiali
ni , spiegarono in pratica i fatti. Anche per la difesa dell'immunità ecclesiastica.
colle leggi imperiali si prova la divina o- Gl'imperatori non fecero die riconoscere
1 igine de'trihunali ecclesiastici. Costanti- il libero esercizio delle giurisdizioni chie-
no I il Grande la riconohhe colla cele- ricali, e solo ne ampliarono i limiti; essi

bre costituzione, riportala neh' Extrav. non concessero a'ehierici il diritto d'alzar
de Episcopali judieio, Cod. Theod.,vao\- tribunale, ma soltanto ne riconobbero la
t'issimi giureconsulti avendo confutatochi divina origine; ricognizione che pur fece-
la pretese apocrifa. Costantino I non fece ro i successori Arcadio e Onorio co Ila leg.

poi altro chearnpliarela giurisdizione ve- 9, Cod. de Episcop. audienl., l'impera-


scovile contenziosa,e la eslese eziandio sui tore Marciano colla leg. 1 4-» Cod. eod., e
laici, anche per sapere, non solo che eccle- molti altri. Questi augusti insomma non
siastici debbono essere i giudici che deb- fecero che dar protezione , ed opporsi, a
bono giudicar gli ecclesiastici, ma perchè coloro che volevano invaderei diritti al-

le liti innanzi i tribunali ecclesiastici si trui nel IVe V secolo della Chiesa; essi
terminavano senza tante spese e senza tan- non comandarono altro, se non che i tri-

ti raggiri. Così questa sua legge prova al- bunali ecclesiastici fossero liberi nell'eser-
tresì la divina origine del foro clericale. cizio de'loro difilli e della loro giurisdi-
Poco dopo Valentiniauo I punì con peua zione.Già diversi condili solennemente
pecuniaria d'applicarsi a'poveri certoCro- aveano riconosciuto e difeso tribunali ec- i

nopio vescovo, condannalo da un sinodo, clesiastici. Il i.° concilio generale tenuto


perchè s'era appellato al tribunale seco- nel 325 in Nicea , riconobbe i tribunali
lare; e di ciò fece un rescritto a Claudio, ecclesiastici come istituiti per decreto di-
dove cita la sua legge, colla quale vieta- vino. Nel concilio diLaodiceu del 367 veli-
va, che chierici non trattassero davan-
i ne ordinato. » Si dee reprimere l'orgoglio
ti a'giudici le cause loro, come riferisce de'chierici che non vivono soggetti a'Io-
l'annalista Baronio an. 36g, n.°4o. Indi ro superiori; ma per giudicarli ci vuole
all'an. 370, n.°i 23, dice per testimonian- un certo numero di vescovi; 3 per un dia
za di s. Ambrogio che Valentiniauo I , cono, 6 per un prete, 2 per un vescovo".
1

mantenne le ragioni della Chiesa, volen- 11 concilio di Cartagine del 3cj7 dichiarò.
do che tulle le cose ecclesiastiche fossa » L'accusa iuteulata contro un vescovo.,
T R I TRI
,
7 1

deve essere portata al primate della pro- che spontaneo consenso delle parti; uè
di
,
vincia, a cui si presenterà dentro un me- volle che pe'chierici vi fosse eccezione al-
se;, e per causa legittima gli si accorderà cuna di foro, e di non giudicare se non le
la dilazione d'un altro mese: se manche- cose appartenenti alla religione. Ma quan-
rà sarà fuori della comunione finché si to ciò fu tenuto iniquo ed empio, Io di ino-
giustifichi. Se l'accusatore mancherà di stra la legge contraria
emanata dal suc-
presentarsi alquanti giorni dall'accusa, sa- cessore Maiorano.Nè lasciò Dio senza pu-
rà scomunicato, e il vescovo accusato sarà nizione Valentiniano 111 di eccesso si gran-
rimesso : l'accusatore però non sarà am- de, imperocché Attila distrusse Aquileia
messo, se non sia irreprensibile. La stes- detta la 2." Roma, e altre ragguardevoli
sa forma e gli stessi indugi si devono os- città; ed avrebbe fatto altrettanto di Ro-
servare pel giudizio d'un prete e d'un dia- ma, se s. Leone I non si fosse interposto col
cono accusato; ma spetta al vescovo di barbaro re degli unni. Il concilio d'Agile
giudicarli co' vescovi suoi vicini. Egli ne del 5o6 comandò. » Un chierico non dee
deve chiamar 5 per un prete, e 2 per un citar nessuno davanti al giudice secolare,
diacono. L'altre persone le giudica egli so- senza permissione del vescovo, principal-
lo. Non s'imputerà nulla al giudice eccle- mente in materia criminale; ma deve ri-
siastico, la cui sentenza sarà slata annul- spondere s'egli è citato". Il concilio d'E.-
lata sopra l'appellazione del suo superio- paona del 5 7 dichiarò. » I chierici pon-
1

re ecclesiasticOjSe non è egli convinto d'es- ilo litigare davanti a'giudici secolari per
sersi lasciato corrompere dall'animosità difendersi, non per dimandare, se non fos-
o dal favore". L'altro concilio di Cartagi- se per ordine del vescovo". Il concilio di
ne del 4°7 decretò.» Chiunque ecclesia- Valenza del 524 decretò.» Il chierico con-
stico dimanderà all'imperatore de'giudi- vinto di falso testimonio, sarà tenuto reo
ci laici, sarà privalo della sua dignità; ma di delitto capitale, sarà deposto e rinchiu-
il concilio permette di far istanza all'im- so in un monastero". Nel 585 il concilio
peratore por essere giudicatoda'vescovi". di Macon dichiarò.» Proibizione a'ehie-
il 4. concilio generale allunato in Calce- rici d assistere a' giudizi di morte e alle
donia nel 4-5' stabili.» Se un chierico ha esecuzioni".La stessa proibizione nel 1 075
un aifare contro un altro chierico, non la fece il concilio di Londra. Il concilio di
dee lasciar il suo vescovo per rivolgersi Parigi del 6 4o6
1
1 5, composto di tutte le
a'tribunalisecolarijma tratterà la sua cau- provincie delleC»allie,nuovamente riunite
sa davanti il suo vescovo, odi suo ordi- sotto il re Clotario II, e cornei! più nu-
ne davanti a quello, onde le parti saran- meroso delle Galliesiuoa quel tempo, co-
no convenute. Se il chierico avrà qualche sì lu chiamato generale da quello di Rapina

briga controil suo vescovo o un altro, del 6»5, decretòchei giudici secolari nou
sarà giudicalo dal concilio provinciale". dovessero punto conoscere le cause delle
Nel concilio d'Angers del 4^3 si ordinò. persone di chiesa, come aveauo anterior-
»I chierici nou litigheranno da vanti a'giu- mente dichiarato i ricordati concili) gal-
dici secolari senza il consenso del loro ve- licani e altri, perchè in Francia già dal
scovo". Osserva il Baronio.che i padri del potere temporale erasi riconosciuta la giu-
concilio d' Ungerà col riferito decreto si risdizione ecclesiastica, ed ivi ben si co-
opposero a quello contrario fatto da Va- noscevano le costituzioni di Costantino (
lentiuiano III. Questi avea promulgato ed il codice Teodosiano, e si osservavano
nell'anno antecedente una costituzione in- anche a'tempi di Clodoveo I ilei 481. Si
degna d'un principe cristiano, togliendo vuole pertanto che la disposizione del con
con essa il tribunale giudiziale de' vesco- cilio di Parigi fu presa perchè alcuni giu-
vi, vietando loro di tenervi ragione, fuor- dici secolari pretendevano invadere 1 di-
i ! 8 TRI T lì I

ulti de' tribunali vescovili , e cos'i miche ciule". Ne! i 4^4- ne ' concilio di Basilea,
in Francia si mantenne saldo il principio sessione 'io, cioè prima che divenisse Con-
dell'origine divina del foro clericale e dei ciliabolo, fu ordinato. » Le appellazioni,
precetti evangelici. Il concilio generaledi chenon tendonocliea tirar in lungo le liti
Luterano IV deliai5 dichiarò. «Quanto siano troncale; e non sarà permesso d'ap-
alla maniera di procedere per punire cer- pellnre ad altro giudice, avanti ehe il pri-
li delitti non solamente contro persoue mo abbia deciso e concluso, Quegli che
private, ma eziandio contro superiori, il appellerà a; quel modo, sarà condanna-
superiore deve informare per uffizio so- to ad un'ammenda dii5 fiorini d'oro",

pia la pubblica diffamazione; ma quegli Neh 438 divenuta delta assemblea con-
conlro il quale egli informa dev'essere pie- ciliabolo, decretò nella sessione 3i.» Le
sente, purché non siasi esentato per con- cause saranno tutte terminate sopra Ino-
uimacia. 11 giudice deve esporgli gli arti- go; toltone le cause maggiori, o quelledel-
coli,sude'quali egli deve informare, onde l'elezioni delle cattedrali e de' monaste-
quegli possa difendersi. Deve manifestar- ri,che per la soggezione loro immediata
gli non pure le deposizioni, ma nomi dei i sono devolute alla s. Sede. Proibizione
testimoni, e ricevere l'eccezioni e le sue d'appellare al Papa, omisso medio, om-
legittime difese. Vi sono 3 maniere di prò- mettendo Y Ordinario, né d'appellare da
cedere in via criminale. L'accusa, che de- qualunque interlocutoria prima della sen
\e essere preceduta da un'iscrizione le- lenza definitiva: e in caso d'appello alla
-itlima; la denunzia, che dev'essere [ire- s. Sede, il Papa commetterà de' giudici
ceduta da un'ammonizione caritatevole; sopra i luoghi, o Commissari delega ti"»
l'inquisizione o inchiesta preceduta da Già Bonifacio Vili avea stabilito le leggi
una pubblica dilfamazione; è però vero, da osservarsi dalla delegazione degnali -

che quest'ordine non dev'essere osserva- ci in partibusj le quali dipoi conferma-

to tanto esaltamente riguardo a' regola- te dal concilio di Trento, questo ordinò

ri". Dal concilio di Tours nel I23(j ven- a'vescovi di scegliere ne' Sinodici .) pro-
ne statuito.'» Gli Arcipreti egli Arridili- vinciali le persone che conoscevano ido-
coni (/ .), ovvero altri giudici ecclesiasti- nee alle delegazioni delle cause ecclesia-
ci, non avranno fuori della città né ofli- stiche, le quali perciò si chiamarono giù*
ciati 9
né luogotenenti, ma eserciteranno dici sinodali, ed ingiunse ad essi di fin

la loro giurisdizione in persona sollo pe- noti alla s. Sede


nomi, affinché po-
i loro
ni di nullità". Nel i4oS dal concilio di tette valersene nell'occorrenza , per dar ad
Parigi Le Appellazioni si fa-
si dispose. » essi la Commissione (/.) di giudicai le

ranno per gradi davanti agli Ordinari cause per le quali erati interposto l'ap
(/'.): daU' Arcidiacono al / escono t dal pcllo alla medesima. De'gi odici delle can-
\esco\oa\V Arcivescovo, dall'arcivescovo se ecclesiastiche, fuori della curia roma-
ai Primate, non vi è, si appel-
se vi è; se uà, utilissime provvidenze prete poi be
lerà al Concilio o Sinodo provinciale. In nedello XIV , e le rammentai ne' voi.
caso di appello ad un giudice, che non ha XX XI, p. i
44> e nel voi. LX VI, p. 27G,
superiore, e in aspettazione della tenuta (pianto a 'giudici sinodali. 11 concilio gc-
del sinodo provinciale , l'appellante sco- nera le ili Luterano V nel i5i4 ditpo*
tunicato potrà ricevere l'assoluzione a se. » Per restringere le appellazioni, è
cautela dal vescovo anziano della provili- proibito di appellare prima della tet)

eia. Se si appella da quello, che ha giù- lenza. La causa di appello deve essere
riedizione sopra gli Esenti, ed il cui ap- proposta davanti allo stesso giudice, iti

pello, secondo il costume, fosse portalo esser lalc, che essendo provata, sia Irò
alla s. Sede, si porterà al sinodo provili- vaia legittima. Se il giudice supeiioic
tT 011

ve rimettere l'appellante al giudice in-


feriore, e condannarlo
può livocare
II l

trovò l'appellazione ragionevole, de-

nelle spese.
l'interlocutoria, ch'e-
Il giu-
le

dici dell'impero. L'origine


le
TRI
de'precelti di proibizione a'Iaicidi toglie
re cause e controversie innanzi a'giu-

ritto e giurisdizione contenziosa de'vesco-


dunque del
no

di

dice
gli avrà pronunziata, nulla ostante l'ap- vi di giudicare pure le cause de'laici. con
pello , che ne fosse slato interposto. La libero esercizio di esecuzione delle sen-
causa di rifiuto non deve essere proposta tenze , fu la perfezione della procedura
davanti lo stesso giudice, ch'è sospetto al- clericale, la saviezza della giudiziale pro-

la parte, e dev'essere giudicata da arbitri. nunzia, la volontà decisa de' popoli. La


L'appellazione frivola,dopo l'ammonizio- forza esecutrice non mancò a'ti ibunali ec-
ne canonica, non deve ritardare il proce- clesiastici sino dalla loro origine; gli apo-
dere, quando il delitto è notorio. Proibi- stoli e soprattutto il loro capo s. Pietro, il

zione d'ottenere lettere dal Papa per ap- dottore delle genti s. Paolo,ed i successori
pellare una parte in giudizio due giorna- emanarono liberamente giudizi ed eb- i

te distante dalla sua diocesi. Proibizione bero piena esecuzione. Per sentenza d'un
a' chierici di pronunziare un giudizio di tribunale ecclesiastico fu degradalo il sa-
sangue, né ovvero
di farne la esecuzione, cerdote Marcione nel secolo ll,e Paolo Sa-
di assistervi, né di scrivere lettere per nes- mosateno vescovo d'Antiochia versoi!?. 70
suna esecuzione sanguinosa. Proibizione fu spogliato del vescovato ex Alttìstiitun
agli ecclesiastici ili estendere la loro giu- decreto a Pontifici (s. Felice 1) adproba-
risdizione con pregiudizio della giustizia toj e così il ricordato e celebre Origene
secolare: ma è altresì proibito a'principi di morto verso il 253. Anzi allorché si fece
fare nessuna costituzione intorno a 'dirit- ricorsoalle autorità civili non già per man-
ti spirituali della Chiesa. Nessun vescovo canza d'aulorità,ma per vincere una mag-
o abbate non potrà essere privalo della » gior resistenza, questo servì soltanto ali.

sua dignità, di qualunque delitto sia egli conferma di quanto erasi decretato. In-
accusalo, anche notorio, purché le parti fatti l'audace vescovo antiocheno nomi*
non siano stale prima ascoltate; e nessu- nato, opponendosi alla sentenza della pro-
no potrà essere trasferito contro sua vo- pria deposizione, implorata l'autorità del-
glia da un beneficio all'altro, se non per l'i mpei a loreAureliauo,quesli benché geu-
giuste e necessarie ragioni". Avendo os- lile,dalla forza armata fece eseguire quan-
servato i cristiani, che l'autico potere giu- to di già era stalo deciso. I vescovi sino da'
diziario episcopale, e la procedura de tri- primitivi tempi della Chiesa, sebbene pri-
bunali ecclesiastici era più semplice, più vi di soldati per l'esecuzione de'loro giu-
spellila, più sapiente di quella de' tribu- dizi, facevano avere pieno effètto alle lo-
nali dell'impero, fece sì che gli accorti so- ro sentenze o col mezzo de'fedeli addetti
vrani e popoli, e tra' primi l'imperatore al servigio de'propri tribunali, e con quel

Costantino I, ordinasse che i vescovi a- lo eziandio de'soldali dell'imperatore, se


vessero liberamente diritto di giudicare vi era d'uopo vincere una gì a ve resisten-
le cause pure de' laici. Molti confessano, za, a quella guisa che interviene agli o-

che la procedura fu intinitameule più dierni Cursori de' nostri giudici, che se
staggia e più perfetta nelle corti ecclesia- trovano opposizione ricorrono alla forza
stiche, che nelle corti laicali. Questo fu il militare. Gli slessi scrittori impugnatoli
principale motivo pel (piale i popoli am- non san
degli antichi tribunali vescovili,
bivano di andare innanzi giudici sacci- i no negare che la procedura forense fu
doli; e late un piacere aveano le genti di sempre più saggia e più perfetta in essi,
assoggettarsi ali uditorio cicricale,che lu- che 111 quelli delle coiti Luche, ammetten-
louo coitrclli i cousigli municipali di fai e do che aveano la via coattiva, per esegui-
1 2o T R I TR I

re le sentenze ilei tribunale ecclesiastico, dote: questa commissione però era revo-
accordata fin dagli antichi imperatori cri- cabile ad nutuin. Furono questi chiama-
stiani. Dell'accordare il libero esercizio al- li vicari o officiali, Vicarii generales Of-
%

le giurisdizioni clericali. Anche la Scomu- ficiales. In seguito furono divise le loro


nica, l' Interdetto (F.) e altre Pene ec.' funzioni, e chiamaronsi ly icari generali
( lesias licite (V.), furono una reale forza (/'.) coloro a'quali i vescovi commisero
esecutrice anco in tempo di Costantino I la giurisdizione volontaria ; ed officiali

e de'suoi successori. Poiché tribunali ec- i quelli a'quali commisero la giurisdizione


clesiastici colle dovute cauteIe,dopOiL/om- contenziosa. Così l'officiale fu il ministro
to r ii ( F.) e alili atti legali, scomunicavano a cui dal vescovo fu dala ad esercitare la
le parti che rifiutavano di comparire al- giurisdizione contenziosa. E opinione co-
la curia, e coloro che assoggettali ad una mune,che l'uso degli officiali abbia comin-
condanna non ubbidì vano, ed laici qua- i i perchè
ciato verso la fine del secolo XIII,
li si opponevano a'decreli de'chierici, ed non ne trova menzione nella raccolta
se
infine lutti gli altri che non volevano far delle decretali di Gregorio IX. Secondo
dare esecuzione a'giudizi ecclesiastici. In- il "/."canone del concilio diTours del 1 io3,
oltre la forza esecutrice consisteva altre- e la testimonianza di Pietro di Rlois, gli
sì nella verga, che s. Paolo minacciò ai officiali furono stabiliti in Francia mol-
corinti, e diversi Papi l'esercitarono nel- lo prima di detto Papa. Quindi nel seco-
V Assoluzione dalle censure ecclesiasti- lo XI Vera cosa ordinaria, che nelle gran-
che (J '.). Più eravi ne'primi secoli il mo- di diocesi i vescovi istituissero molti tri-
do di mandare ad esecuzione le sentenze bunali d'officiali, sebbene quelle diocesi
colle multe pecuniarie (di quelle imposte fossero d'un medesimo dipartimento ogo-
a chi non soddisfaceva i Tributi, in tale verno.Distinguevansi due sorla d'officiali
articolo ne ragiono), delle quali si par- in una diocesi, l'ufficiale principale ch'e-
la nel concilio di Cartagine del 399; in- sercitava la giurisdizione ordinaria su tut-
oltre dalla più remota antichità esistono ta la diocesi , e che comunemente avea
le Carceri ecclesiastiche (A.), ammesse sede nella città vescovile; e gli officiali fo-

altresì dalla legge civile, ove dalla forza ranei, sparsi ne'di versi distretti e luoghi
esecutrice si rinchiudevano delinquenti, i della diocesi ,
qfjieiales foranei ,
perchè
il che è un'altra prova della piena giu- esercitavano la loro giurisdizione jbris et
risdizione contenziosa de'lribunali eeole- extra civitalis. Gli officiali foranei erano
nasliei. Eusebio nella vita di Costantino semplici delegati, giudicavano soltanto le
1 parla espi essamente dell'autorità di e- piccole caute, e polevansi le parti appella-
seicilaiela forza esecutrice; Teodorelo ri- re da'loro giudizi innanzi all'officiale prin-
pete la stessa cosa,eSozomeno seri ve che cipale. Eran vi altresì degli officiali de' Me-
7
quell'imperatore permise a'Iitiganti che trottoli tani (V.) e de' Primati (Z '.), i (pia-
si assoggettassero al giudizio de' vescovi, se li tentarono non di rado di soggettare i ve-
volcuno declinare da'inagistrnti civili, e la scovi suffragane! della metropoli alla loro
loro sentenza si tenesse per ferma, anzi si giurisdizione in materia ili correzione e di
stimasse a preferenza delle sentenze degli disciplina ecclesiastica, e ciò contro le di-

altri giudici, come se fosse stata emanata sposi/.ioni del concilio di mas- Trento e le

dall'imperatore. Eguali disposizioni furo- sime dellaChiesa. Di diritto comune il ve-


no pubblicate da'già ricordali imperato* scovo nominava e deponeva gli officia li,
jiArcadio ed Onorio. Trovandosi ve- i i quali doveano esser preti, coinè dispo-
scovi sopraccaricati d'affari per la giudica- se il concilio ili 'Louis nel 1 j«S3, e pel de-
tura, ne dieroao l'incombenza a 'loro Ar- cretato da quel di Trento 'doveano esse-
< idiacQfU (/ '.), ed aucUc u qualche sucer- re laureali iu diritto canonico. Chiamava.-
TRI TRI i2.
si Giurisdizione dell' Officiale, il luogo De beni apportati alla giurisprudenza
o tribunale dell' Udienza, e nel quale l'of- da' sommi Pontefici. In questa disserta-
ndole adempiva doveri di sua carica fu
i zione dichiara, che prima ilei cristianesi-
ceudo giustizia. Ciascun metropolitano dio eranvi nel mondo barbare costiluzio-
deve nominare un officiale per giudicare ni, leggi che penuettevuno il furto tra gli
l'appellazioni dalle sentenze pronunciate spartani e gli egizi, che favorivano la ven-
ne'tribunali de'vescovi. In Francia nelle detta e la lascivia,che permettevano Pucci-
chiese primaziali, come Lione e Bourges, sioue degli uomini decrepiti e storpi come
l'officiale metropolitano giudicata boo«o- inutili; sussistevano i diritti paterni sulla
baiente le cause d'appello di tutte le dio- vita de'figli, e l'autorità de' padroni per
cesi de' suffragane!, ma
anco quelle del- uccidere i servi e gli schiavi. Ora più non
l'appellazioni dall'officiale diocesano del- esistono, e ciò per opera specialmente dei
la metropoli: quindi l'ufficiate primazia- l'api, la religione cristiana avendo abo-
le giudicava in appello le sentenze date lito colla Schiavitù (/ .) tanti assurdi si-
dall'ofliciale metropolitano. 1 vicari gene- sterni legali e tanti barbarismi. Fu dess;i

rali successero agli Arcidiaconi, de'qua- che recò immensi beni alla giurispruden-
li riparlai a Priork de'Diaconi, ed a Co- za, cancellando da'eodici legali tante di-

repiscopi, a' Decani (V.) e agli officiali fcltosissime leggi. A' Papi devesi la for-
successero i Vicari foranei (L '.), i quali inazione del corpo di leggi detto gius ca-
pute hanno quasi tribunale. Tribunali ec- unnico, che migliorò il civile; furono es-
clesiaslici gli ebbero anco Nunzi aposto- \ si che perfezionarono la giurisprudenza,
liei ( / .).ne'luoghi di loro residenza, ove l 'Muovendo che avea la codifica-
i difetti

ne riparlai; coni Cardinali Legati aposto- zione imperiale, inclusivamcnle al Giu-


liciff \hecon più estese facoltà. Ma quan- stimane?. Per la correzione delle leggi i

to riguarda la Curia Fcclesiastica e Pat- Papi alto alzarono la voce contro impe-
t naie sua giurisdizione, in quell'articolo latori e re; né risparmiarono di deda-
lo trattai, cioè la giurisdizione spirituale mare anco co're barbari invasori d'Italia,
che esercitano i vescovi sui loro diocesa- acciò fosse purgato e riformato il codice
ni a mezzo de' propri Cancellieri (V .). romano; Giovanni XXII ammolli il re
e
Sopra i tribunali ecclesiastici e sopra il lo- di Francia Filippo V il Lungo, a non per-

ro libero esercizio, contro quelli che l'ini- mettere che tribunali fossero aperti nei
i

pugnarono, a'nostri giorni eruditamente giorni di festa, essendo la Feria (L.jgìov-


scrisse il prof. Michele de Matlhias, ed io nodi riposo e di vacanza ne'tribuuuli: del
me ne giovai compendiosamente. Fgli vocabolo vacanza e da che derivato feci
dunque pubblicò uagW Aniudi delle scien- parola nel voi. LX, p. 64; dicendosi Fe-
ze religiose, serie i.', nel t. 20, p. 175 : riae Forense» le vacanze e quando sono
Sulla origine de' Tribunali ecclesiasti- chiusi i tribunali. Indi divenuti sovrani
ci, Memoriti, in risposta a' discorsi pub- temporali, i Papi abolirono le leggi slra-
blicatidal d.r Laferriere nella.suaSto- ne, riprovevoli e ingiuste, e migliorarono
ria del diritto francese, e dall' avv. Be- pe'priuii le puniti \ePrigioni(L .). La pr-a-
lime nella sua Dissertazione sulle an- lica criminale ebarbara delle torture, fu
fiche Giurisdizioni ecclesiastiche. Nel t. da'Papi a poco a poco eliminata, sceman-
ig, p. 210: Quaestio/ics de Jure Grimi- done primameute le crudeltà de'longo-
num Pioma no, pretesa- tini de, criminibus bardi. Leone X tollerò le modificate pei
cxlraordinariis,scripsil lùluardusPlat- maggiori delitti ; Paolo 111 ordinòche non
ntr. Di ambedue queste opere l'encomia- si facessero ne' detti casi se wonpraevia

toscriltore ne confutò gli errori. Egli inol- indicia su/Jiccnlia ;Pio IV volle che nei
tre ci dui negli slessi Annalit L l5t fi* 33: medesimi casi si logliessero all'alio opri-
1 1 TRI T R I

ma permetter!* si desse copia del pro-


«li gatis et inusi tatis, Lugduni 1649. Dal-
cesso, allineile il reo ave-.se potuto difen- l'Olio, Elementi delle leggi civili roma-

di -i -si; Qualmente si tolsero in tutto d'in- ne, Venezia 1825. Charlario, Praxis in*
fliggerle col secolo passato. Frenarono l'u- ter rogando rum reorum.Nac\.e\dey Ma- ,

sura con provvide leggi, e col favorire l'e- nuale di diritto romano, Firenze i65i.
rezione de' Monti di pietà (F.) e frumen- Morello, Teorico praxis civilis,crimiu. et
ti! i. I Papi favorirono Io studio della giu- canon., Romae 706. Oberlender./».y ho-
1

risprudenza, massime ne'propri domimi, diernum,sive epitome juris civilis roma-


nelle Scuole, e nelle Università di Ro- «/,Noriinbergaei72o.Deckheri'i,Co/i.«i/-
ma, Bologna, Perugia, Macerata (F.), tationcs forenses , de periculis juxlitiae
ec. Conoscendosi poco il nesso della Me- supreniae de scrìptis adespolis pseude-
dicina (J .) colla legale, Alessandro VII* graphis et supposititiis conjee turae: Con-
da Paolo Zacclmi fece scrivere le Quae- cordia supremorum Tribuiialium, Wez-
stionesmcdico-legales,V\o VI,ad istanza lariae 1 j2-2.Spe\de\,Bibliolhecaj'uridiea
di Maria I regina di Portogallo, emanò la itniversalis sive quaestionum juridiea-
bolla Justiliae ubique admìnislrandae, rum omids generis sylloges, Norimber-
de'2 agostoi^yfj, Bull, Rom. cont. t, 6, gae 728. Orsi,
\ De capitalium criminum
p.124: Ereclio Iribunalis Ecclesiasti- absolulione,'^led\o\a\\\ì'j'òo. H. F. Dan-
ci in civitate Lisboneusi. Eressero Tri- i ti ini, De forensi scribendi rat ione, cui"
bunali di Roma (F,) ecclesiastici, civili e ta atque perspicua, Patavii 734. G-. A. 1

criminali, e indefessamente ne curarono e Gennaro, Delle viziose maniere del di-


curano il perfezionamento secondo i biso- fendere le cause nel Foro, Napoli 744- 1

gni della società. De'principali tribunali J. A. Baehii, Historiae Jurisprude nliae,

antichi e odierni delle nazioni, supremi, di Romae, Lucaei762. J. Wibo, De Inter*


appello, civili, criminali, di commercio, rogadonibus in jure , Lugduni 1766,
ce. parlai ne' loro articoli. A supplire il Kees, Com, ad Justiniani institutionum
genericamente da me detto sul grave e imperialium libros cani appendice con'
vasto argomento de' tribunali , potrà in finente modum legcndi et scribendi ci'
parte giovare la seguente erudizione bi- tatìones utrìusquejuris, Lausanne 769.
r

Litografica. A. Lenti ,Judex locuplel, in E, begeri, Codicis Juslinianei illustra-


Rubr. Jur. Civil, et annoi, in varios Au* tiones, Francofurti 1 767. Pli. Invernizi,

( lores, Lugdunu 546. T,


Imo, Ju- Kivi, De publicis et criminal, judieihus, Ro-
stiniani defensio advers, Alemannutii, mae 787. S. Mattei, Che ladolcezza del-
1

Fratioofbrti 1628. J. Curlii, Farior. Ju- lepene sia giovevole al fisco più che l'a-
ris Civ. quaeslionum, Antuerpiaei ><jo. sprezza, paradosso politico-legale, Na-
.1. Penali, De regulis Juris commcnl,, poli 787. Tortosa, Medicina forense, Vi-
1

Lngduni 537. J. J. 1 SchoeplFeri,^7io/;.vi.y cenza 809. Poma, Dizionario aitatomi'


1

Juris privalis Rom. et Forensi*, Fran- co-medico-legale, Padova 834- Dome- 1

cofurli»CWU Ducheri, De lalinilale jth


I nico Meli, Giurisprudenza medica, Ra-
riseonsultorumveterum, Lugduui, bre- venna i832, Lorenzo Martini, Manuale
derodii, Reper tori ut n senteuliaruni re' di polizia medica, Milano 1828. Delfico,
gularum, defiuitiouuin divisionum dif- Ricerche sul vero carattere della giuris-
fèrentiarum formular umeìc ex univer- prudenza romana e de' suoi cultori, Na-
so juris civili» torpore etglo8M.it colle- poli 18 15, Elementi di giurisprudenza
CA0rttfn,FraiMofui ti 1 587.MatÌe02,Z?ere< criminale, Ferrnoi8iG. Torricelli, /.'/<
fci eudariorum advoealorum judiciutii menti di diritto civile, adattali alla CO*
tifìicio, Uignitate, requisitisi Francofurti ninne intelligenza, Pesaro 1 825. De' di-
i(r.>3. Grotnewergettj De legibus abro* ritti naturale e pubblio delle genti, bo-
1 II 1 TRI »23
logna. Bicherio, Universa civilis et cri* Valeriani, Leggi delle XII tavole, Fi-
mìnalis jurisprudentia, Laude Pompe- renze 83<).Gio. Battista Martini, Il Pro-
1

ja 826. Contali, De* delitti e. delle pene,


1 cessatile ossia pratica criminale dimo-
Bologna 1827. G. Coiizzi, Saggio mudi' strala in senso de*principii elementari
lieo di giurisprudenza naturale e socia' e generali, con abbondante formolario
le, Perugia 833. F, Speroni, Estratto
1 degli atti processuali, A ncona ? 852.
ragionalo del saggio analìtico di giu- TRIBUNALI ECCLESIASTICI, f.
risprudenza naturale e sociale del prof. Tribunale, Tribunali di Boma, Curia
G. Coiizzi, Perugia 83G. J. A, Zallinge- 1 ecclesiastica o curia vescovile.
.nis, Insti tutiones naluralis et ecclesia- TRIBUNALI DI BOMA, Tribuna-
stici pub lici privaticpie t
Bomae 1882. lium Curiae Romanae. Organi delle gra-
Schmi\\zgniehev,Jus eccles iasticum uni- zie e della giustizia del sommo Ponte-
versimi, Bomae
844* Angelo Carne*
1 fice, qual supremo capo e governatore
valini Lezioni di diritto commerciale,
, della chiesaromana e universale, e qua-
Buina 846. Emidio Cesarmi, Prineipii
1 lesovrano de'dominii temporali della s.
del diritto commerciale ,Rotna 8271 Dei 1 Sede. Essi sono stabiliti nella sua ponti-
viti del negozio bancario delle, cambia- fìcia sede e nobilissima residenza di Ro-
lid'Eineccio, Macerata 839: Elementi 1 ma (E-), metropoli del mondo cristiano
di giurisprudenza sul cambio meri ali- e capitale delio stalo papale. I tribunali
tile d Eincccio, Boma
184^. De' libri della curia romana tono ecclesiastici, ci-
de' commercia liti fallili (V iu neccio, con vili e criminali. Cui mezzo di essi il Papa
note sulla giurisprudenza odierna del con timi mente olire
;i co ut odo e il vantag-
il

commercio, Roma 1 84-ti Giuseppe Bou- gio a tutti i cattolici dell'uni verso, ci 1 far
cogli, Istituzioni di diritto commercia pervenire alla Sede apostolica lesoppli-
le ad uso degli studenti di legge e dei cbe,i dubbi,! reclami, Quindi e dopo la giu-
negozianti , Bologna i85i. Filippo M.'' ridica conoscenza delle domande e delie
Beuazzi, Ele/ueulajnriserimiiialis, Bo- cause, dopo la loro matura e accurata di-
maei 802. Giuseppe Bruitati, Critica del- samina e discussione, rende le risposte, le
l'auliche, legislazioni gentilesche, Tori- decisioni, decidi a lutto il callulicismo.
i

no 1824. Ph. Baffi, Dissertata) de pò e - Con questi tribunali Papa spiega non il

nis, Bornae i832. Virilio delle genti, meno alle vicine die alie lontane provin-
trattalo, Milano 8 4- J. Rocco, Jus ca-
1 1 cia la sua mente; non che rende ragione
uonicum ad civilem jurisprudenliam e giustizia a* particolari sudditi che vi ri-
perficiendam qui attulerit , Pauormi corrono, col fare eseguire le leggi eccle-
i83g. F. Lucio Ferrarti*, Prompta Pi- siastiche, civili e criminali. Lasciò scritto
bliotheca canonica, juridica, moralis, Raterio vescovo di V erotta, che in Boma
theologica, ncc non ascetica, polemica, sihanno deerelalia Ponlificum, exami-
r ubricis tica,liistorica,T\.oiuae 1 784G io natio Caiionutu, adprobatio recipien-
vanni Patriarca, Compendio delle, pia dorum, reprobalio sperneudorum. E il
note leggi del diritto ch'ile romano, con dottissimo Zaccaria qualificò l'alma Bo-
l'aggiunta di varie teoriche de'pili ce- tila , domicilio sagro della verità egual-
lebri giureconsulti forensi, Boma 1 843. mente che del la giustizia, li omolo fonda Io-
F. Saverio Muzzi, Discorso sulla ori- re di Bontà vi stabilì la Curia{V.) quan-
gine e fine delle leggi) Napoli 1824. Fr. do divise la città in 3 parti che chiamò
AgoslinoMatleucci, OJ'icialis curiae ce- Tribù (/ .), le quali si adunavano nel
< lesiasticae ad praxim prò foro eccle- luogo chiamalo Comizio (e di questo
siastico, lum sacculari, limi regulari u- perciò resi ragione al citalo articolo) nel

filiter aplatus, Pvoujae 1709. Lodovico Foro di Roma, e vi si traila vano le cau-
i*4 TRI TR I

se, così nella propinqua curia dal sena- ctum. De isla vero Curia romanaPapae,
to. In Roma vi furono diverse Curie, in pr arsenti agi tur, quae , sive in iosa
delle quali ragionai nel ricordato artico- materiali Romana civitate, sive in alia
a
lo e ne' luoghiove sursero. La i. curia qualibet mundi parte sit, dwn ibi Papa
per comune opinione fu la Calabro, fab- residet , suamque habet sedem semper
bricata da Romolo, luo<*o dove non si Romana dicitur. Talis etcnim dicitur
trattavano die materie religiose ; cos\ non ab hujus civilatis praecisa locali-
chiamata perchè il Pontefice gentile vi late,sed ab origine, quod scilicet in ca b.

annunziava al popolo \calabrati,o Gior- Petrus cathedram, vel sedem constituit,


ni delle Caleiulc e delle None. Nel fo- ab Antiochena civitate Ulani trasferen-
ro rendendosi giustizia Dell' antica Ro- do, tamquam in loco, in quo totius Orbis
ma, indi e aderenti a' diversi fori furo- temporalis dominatio sedem habebat, ut
no edificale le basiliche con portici desti- ibi hoc maj us Imperlimi spirituale orire-

nati a giudizi, i quali poi si resero nella tur, atque (ut idem s. Leo I Papa admo-
nicchia granile in forma d'emiciclo inca- net) ea civitas,quae omnium erroruni,ac
po alle stesse basiliche, denominata Tri- gentilium super stitionum mater, ac me-
Luna (/'.), dal qua vocabolo derivò quel- I tropolis erat, pietatis, veraeque Re/i-
lo diTribunale (f*.), per indicare il luo- gionis, mater ac metropolis efficeretur.
go ove risiedono giudici a giudicar le i dunque non ipsius civitatis materialis,
cause e a rendere ragione, con ammini- sed universac Ecclesiae Catholicae ac ,

strarvi la giustizia secondo la Legge [f^.). Papa curia sit,idcirco non materiali !cr,
lii uditamente scrisse sul vocabolo Cu- sed formali ter Curia Romana dicitur
riti il dotto cardinal de Luca, sia da che omnis locus in quo Papa resideat , at-
der valo,sia nei deaeri vere
i la duplice curia que de ea leges, quae de Curia Roma'
degli antichi romani, l'uua pe'sacerdoti, na aguni iute lligendae veniunt. Quem-
l'altra pel senato e altri magistrati. Una admodum etcnim, in singulti Episco-
scilicei quo sacerdote* , res divi-
, in patibus habemus , ut denominationc ni
na* j altera vero, in quo senatus, ac po- acceprrint ab ea civitate, in qua ereclio
pulos , aliique magistralus , public as cathedralis facta est ac sedes Episcopa-
res hwnanas tractabatit. Jsto Curiae Us ini lio consti tuta, adeo ut Episcopo in
vocabulo, derivationem habente a curis quantum vis remoto loco
alio dioecesis
publicis, (juae. in locis praefatis, apud residenliamet Curiam scuTribunal ha*
Deos, et apud prò c.oele-
ho/nines, seu beute lutei licitumesse reception est rum
.stibus ac terrestribus negotiis, prò sa- dei Lira lionibus,quae in propi -Us sedi!) us
lute et conservalionc Reipublicac gere- recensentur). Non per hoc tamen Eccle-
hanlur. Jdeoquc Curia ista , tenipluiii siae titulus vel drnomiuatio immutatili'
sanclitatis, ainplitudinis mentis, consi- ita si Pontifex, qui universum orbem ha-
lii public/', ara socionun,
caput (ìrbis, bet prò dioecesi, vel territorio, in qua-
et portai omnium gcnliuia, a Cicerone cuinquc orbis parte resideat. e jusCuriae
appellatili-. Quindi cardinal de Luca il priinacvum vocabulum non immulatur
dimostra, quanto la moderna curia roma- indeque vulgarc prodii ;quod Ubi Papa,
't

na ecclesiastica è maggiore dell' antica ibi Roma. Cum auteni Papa, cujus lm-
profana, in potenza e in estimazione, qua- perii Aula, seu Curia isla dicitur, qua-
le curia delia cristiana repubblica, di cui druplicem pluries enunciatala geralseu
è cupo il Papa Vicario supremo di Cri- representet perso nam. Unum scilicei.
sto, che ha tutto il monile- per territorio, ja ni enunciatala Christi Vicarii gene-
lotiiiiiipie liiiiiiiiinuii genus in spiritila- ralis, et Episcopi Ecclesiae universalis.
libu... oc in tcmporaliùuò habilu subje* Alterimi Patriardine occidentis. Ter-
TRI TRI is5
liam Epìscopi particularis Romana ci- ri e altri Scrittori. Aulicorum, qui
1 o.°
viiatis, quaeparticularem dioecesim re- Papae et Cardino libus, ac Praelalis in
strie la in habet, attento moderno stala, aula assistunt ac insavicnt,et qui vul-
actualiter intra ambitimi quadraginla go, ad differentiani a liorimi, Corteggia-
iiiitliariitm, qui sub dis Ir ictus vocabulo ni dicun tur. cioè gli appartenenti alla Fa-
explicari solet, habitualiter autcm,imo miglia pontificia, ed alla Famiglia de'
ad cerlos effeclus, ctiam actualiter, in- Cardinali e de' Prelati. Indi il cardinal
firmi ambitimi cenlum milliarium, ut a- de Luca parla della differenza tra la cu-
juxla varias contingcntìas adverti-
libi ria romana, ed tribunali e magistrati,
i

lur.Et quartam demum Impera toris,vel non che delle varie specie delle curie di
Pi incipis temporalis Urbis, illiusque I- Roma esistenti al suo tempo. Eo vero
quae sub u-
taliae temporalis dilionis, differcnlia est Inter Curiam Romanam,
triusque mediati, ac immediati Status saecularium Principimi airias,
et alias
Ecclesiastici nomine explicatur. Ac e- quod istarum plures, ex ipso principe
tiam Beneventanae civitatis intra visce- tamquam capile, et ex seiiatibus, aliis-
re regni Neapolitani, quodde dictoSta- que. magis/ralibus tamquam membris,
tu mediato, ratione directi domimi di- ejì'ormari dicitar principalus prò solo
cilur. Nec non Avenionensis civitatis, et adii vel exercitio potestà lis, cuj'us habi-
T'enaisini cornila tus in Gallia. Quin- tus penes universum populum seu ipsam
>

di il cardinal de Luca ragiona, come la Rempublicam essedicilur,adeo utomiies


curia romana, siccome maggiore, trat- magistratus, ipsam Rempublicam con-
ta negozi di qualunque altra curia del
i sti tue re seu representare dia ;n tur. Al-

mondo, spiegando il nome di curiale da que, ( uni debita prnportione, aeque con-
che deriva. Curialium autem nomine, currant ad ipsius Reipulilicacmy stirimi
vcniunl omnes qui opera, Consilio, labo- corpus efformaudum, ipso Principe re-
munere, Papae inscrviunt, in
re, aliove presentante caput. Aliis vero reliqua
Ecclesiae univa-salis, ac particularis membra. Non sic vero est in Curia ro-
respeelh'c, vel temporalis dominii regi- mana, quo tota constitui dìcitur per so-
mine, ac administrationc, siequeexplu- limi Papaia, qui non apopulo. vel a Re-
ribus generibus, vel ordinibus Curialcs p.uì> bica, seda Deo immedia te, in iis quae.
coitstituunlur. Primus etenim orcio est ad Ecclesiae universa lis regimai per-
Cardinali,^. °Prelati,3.° gli altri Giudici lincnt, potcstatem mefitur. ideoque lai-
e Magistrati non prelati, 4-° Avvocati, 5.° jus Curiac Tribunalibus et Magìslra-
/Vo(///Y7/o/7,6. Sollecitatori del foro giu- tibus, nomai non congrui t membrorim^
diziale, 7. Sollecitatori o Spedizionieri quae idem corpus cum capile aeque ef-
della Dateria e Cancelleria (non si de- formcnt, sedpotius nomea famulorum,
tono confondere ,co' Sollecitatori delle vel mìaislranlium ci qui unicus est Do-
lettere apostoliche o Giannizzeri, come minus, ac paterfamilias, juxta majo-
può vedersi a'ioro articoli, poiché ne han- riaa. vel minorum numerimi qualìtataa
no tutti que' che vado distinguendo col ut singulorimi magistratuum respective
corsivo), 8.° eorum qui negotia gratiosa rubricis advertitur. Quod scilicet, cimi
vel extragiudicialia peragunl, rive e- Domiaus, vel paterfamilias omnia per
liam judicialium negoliorum aliquam se ipsurn administrare non valeat, mi-
habenles curam, apud causidicos as- nistros , ci operarius adhibet. Ideoque
sislunt, et qui Agentes vulgo dicuutur male aliqui nostri practici suppommt u-
(questi sono que'procmatori particolari nieum corpus xujus sitcapulPapa. Car-
d' affari presso i tribunali ecclesiastici e dinales autem membra j aisi juxta dc~
le Segreterie della s. Sede), g.° Nola- claraliones de quibus infra disc. 3. Ea-
1 26 T lì I T R I

detti Curia plures hnhet specie t. Alia e- ma nella futura, dice le seguenti gravi ve-
tenimforensis dici/tir. dune, conlentìosa rità. "Conosce bene lo scrittore, che (pian-
vel graliosa negatiti per trami Ics /idra», do anche i suoi pensieri sieno ragionevoli
perlraclat, ne decidi t. Alia politica ,
e degni d'esser abbracciali e praticati ,

quae ulrittsque ecclesiastici, et propba- tuttavia nell'età corrente diU'iedmente sia


in principatus negotia cani pi-udentiali- per vedersene l'effetto, e per raccoglier-
bushel poli lieis regniti potiits a gif. Tei-- sene il frutto. E ciò per la ragione, che
tia caerimonialis, circa ea,quae cullimi le già introdotte e invecchiate usanze dif-
divinimi, alias/pie sacerdotalia, vel ec- ficilmente si tolgono in quell'età ed in
clesiastica murila concernuut. Et (piar- quelle persone, le quali abbiano per qual-
lamere aulica, circa- Aulae temporalis che tempo in esse vissuto. A somiglianz
caerimonias, ac, ritus. De prima vero di quelle piante, le quali sieno invecchiato
tantum specie, meae suntpartes, meu/n- ovvero indurite nella mala piega. Ed an-
que insti lutimi agendi, prò fori, seti re- cora perchè, portando il commi distinto
rum forensium. noti tia, et in.i trite (ione, (o istinto) naturale, che tra gli uomini vi

et aliqualiter de secunda super ti quae. venti, uno non facilmente cede all'altro
pari ter praocì forensi ac negotiorwn di- nelle parli dell'ingegno. Però diflicihneu-
ree/ioni congrua, sint. Reliquae auleni le e molto di raro si dà il caso, che agli

cacrimoniarum magistri, sive ecclesia- scrittori vivi s'ubbidisca, cagionandosi la

slicoruni riluttili
> professoribus, nec non loro autorità e la venerazione dalla mor-
poli/icis, et aulicis relinqiiuntur, ut o- te e dall'antichità !
" Dell'origine divina
m /ics prò sua respective sphera, ea tra- e apostolica de' Tribunali ecclesiastici,
eteti t quae ad propria pertinent prò- m non che della Curia, Ecclesiastica o Cu-
jcssioncin^iequc in alienani se ingerant. ria, vescovile (/'.), e di quelli dell'antica
Sive (ut juristae diennt) quilibeliu prò- Roma pagana, tenni brevemente proposi-
priam, non autem in alienam messem, to a Triuu.v aie, articolo che va in questo
falcetti immiltat. Ideoque obitcr potius tenuto presente, ed a cui si rannoda, an-
de aliis speciebus quandoque agi con- co per le accennate nozioni di ginrispru-
tingit. Sui tribunali di Roma preti Ose so- denza e delle leggi ecclesiastiche, civili e
no le opere vaste e sapiènti del profon- criminali, delle quali se ne resero gran
do giureconsulto cardinal Gio. Battista de demente benemeriti i romaniPuutefìci, a
Luca, non meno che per la curia roma- seconda dell'ivi narrato. Dell'origine de'
na e insieme per la giurisprudenza; solo tribunali della Curia /Ionia na\V .)e del
qui citerò: Tbeatrum veritatis et fusti- la Sede apostolica {P.), nel quale ar-
tiae, sive decisivi discursus per inale- ticolo tornai a chiarire il maligno sen-
nas,seutitulos distincli,et ad veritùtem so che i Novatori tristamente danno al
editi in forai sibus coni cover si sca no uicis vocabolo Corte ili Roma {C ), Bfi ra-
et civilibus,in quibus inUrbe advocatus nonni a Presbiterio, a Concistoro, a Se-
p'0 una parlìum scripsit, vel co/isulttts gretario ni Stato. Imperocché nel pro-
rcspondil, Yeneliis 1706. Ut. i5 com- prio presbiterio, e poi nel concistoro, i Pa-
prende: \°ParsdeJtidiciis,eldc Pia, ri pi sino da' primi secoli della Chiesa vi

Curiae Romanae. 1." Ile lai io /ionia nae. trattarono e giudicarono gli affari del cri-

Cttriae forensis ,
ejusque-Triiiuiialium stianesimo, anche contenziosi e criminali,
et Cotigregalionum. 3.° Con/lictus le- i quali a poco a poco nel regolarmente si-

gis, et. ratìonis, cimi opuscolo dello siile stemarsi I' amministrazione ecclesiastica
legale. In quest'ultimo nel cnp. 1, § l 5: e civile del Pontificalo e della Sovranità
r
Della ragione per la quale non si spera della s,Sede\f .),t\ modo dichiaralo! vi e
il fruito di quest'opera nell'età corrente, a Segretario ut Stato, furono attribuiti
TRI TRI 127
a'minislri, a'Lribunalied allecongregazio- gregazioni cardinalizie sono l'organo de'
ni die successi varnente si anelarono isti- pontifìcii favori e dell'apostoliche risolu-
tuendo. Perciò e come rilevai nel voi. XV, zioni. Nell'articolo Congregazioni cardi-
p. 226, 227 e 228, V, con aumen- Sisto NALI7IE le descrissi tutte, cioè tanto quelle
tare il numero delle Congregazioni car- che più non esistono e che furono compe-
dinalizie, rimosse dal Concistoro la trat- ndiale in altre, ovvero le loro preioga-
tazione e sentenza di moltissime cause, tive si attribuirono a' diversi ministeri,
e le liti private che si trattavano come si quanto quelle che sono tuttora in vigo-

(a ora ne'tribunali, onde il Papa l'adu- re. Ivi notai l'ordine gerarchico col quale
nava ogni giorno non impedito. Ivi dissi siedono nelle congregazioni e tribunali
ancora, che Urbano Vili poi rimosse del i cardinali, i segretari . i consultori^ e
lutto dal concistoro la trattazione delle gli altri membri che le compongono; e
cause criminali, che si peroravano, oltre rimarcai eziandio i tenui emolumenti che
mezzo de-
altre cose gravi della Chiesa, a si pagano per la Tassa{V.).\ cardinali so-

gliAvvocali concistoriali (^.), antichi no giudici nelle sagre congregazioni, ma


Difensori della chiesa romana {f7-), che nell'intero corpo ed a seconda del dii Ina-
per memoria dell' antica consuetudine rato e specificato in quell'articolo, sul-
fingevano la storia d' un atroce delitto, le cause cioè di loro competenza, e ciò lo

ed in vece die loro la nobile e religiosa rilevai col cardinal de Luca e con altri
ingerenza di proporvi le cause per la ca- giureconsulti della romana curia; gli al-
nonizzazione de' Servi di Dio (/'.), ol- tri essendo propriamente più relatori o
tre di fare l'istanza \)e Palili, de' quali consultori che giudici. Siringo qui la mia
riparlai a Triregno. Dissi a Decretali, ricapitolazione dell'articolo in discorso,
che decreti e le dichiai azioni delle Con-
i con ricordare che ih esso trattando della
gregazioni Cardinalizie (/'.) di Roma giurisdizione e delle prerogative de'car-
hanno forza di legge che alcune di es- ; diuali, raccontai come aulicamente tulle
se procedono nella forma giudiziale con- le cause, tutti gli all'ari e i negozi si trat-
tenziosa, e molte di delle congregazio- tavano nel concistoro, tanto spettanti al
ni sono anche tribunali, e diverse tribu- governo ecclesiastico, politico e civile del-
nali universali per tulli i cattolici del mon- l' uno e dell'altro principato del Papa,
do, con più o meno giurisdizione con- spiri tualee temporale, ed anche quale ve-
tenziosa. Dappoiché il Papa che gover- scovo di Roma, co'cardinali, ed eziandio
na la Chiesa, investito del divino Primato in forma contenziosa di tutte le cause e
{V.) tanto d'onore che di giurisdizione, liti private, come si fa di presente ne'tri-
ha il deposito di tolta \a Tradizione (l .), bunali, tranne alcune specialità, come
ed è legittimo giudice supremo della pa- di quello siile di cui feci parola nel voi.
rola di Dio scritta e tradizionale, non che XIX, p. 3o, onde il Papa faceva da giu-
è custode e riformatore delta Disciplina dice e da principe. Anticamente il con-
ecclesiastica (/".), a norma delle diverse cistoro lenevasi quolidianamenle, eccet-
circostanze di tempo, e riceve le Appel- tuati i giorni impediti da feste e altre fun-
lazioni (J'.J da'giudicati de'tribunali ec- 7Ìoni ecclesiastiche. Raccontai nel voi.
clesiastici, da tutto il mondo cattolico, e Vili, p. 1 2 1, l'antico uso de' Papi di pro-
giusta la sentenza di Ini viene riformato nunziar le sentenze nella loro cappella,

il giudizio. Perciò il Papa, anche col mez- il che servì poi di occasione a deputare
zo delle sagre congregazioni, appresta il alla cognizione e giudicatura delle cause
modo e vantaggio a tulli i cattolici, di far i loro cappellani, poidelti Audilorescau-
pervenire alla Sede apostolica le loro do- sarum palatii apostolici, e uditori di ro-
mando equerele; laonde le medesime con- ta, quindi nello stesso luogo conferma-
jì8 TRI TR I

tn «Ini Papa. L'esempio che addossi è del (P~.)>e tosto aumentatesi le sue ingerenze,
i i?.6. Poco dopo e nel i i3o Innocenzo venne statato dei Chierici di Gamera{¥!)
Il die forma di corporazione o istituì i e da altri prelati nel civile e nel criminale,
Procuratori di collegio dels. Palazzo come dal V ice-Camerlengo di s. Chiesa
apostolico (P •). denominnzione ch'eb- (I7 .), dall' Uditore generale della. Ca-
bero quando Papi avendo delegale le
i mera (P~,),ila\ Tesoriere generale [/'.),
cause contenziose a diversi celi ecclesia" e da altri oflìziali della curia romana, i

siici addetti al loro servizio, non occor- quali ebbero i loro particolari tribuna-
rendo più l'opera loia» ne'concistori, ces- li, restando il Camerlengo capo del tri-
sò ad essi la primitiva denominazione di bunale della Camera apostolica (I
'.).

Procuratori concistoriali, ed assunsero Oltre l'antichissimo tribunale della s. Pio-


quella di procuratori delle cause del s. ta, è ignota l'origine di quello della Se-
Palazzo apostolico (P-), cioè attitnbili gnatura di giustizia, che fu detta l'udien-
ne' tribunali esercenti nel medesimo per za o concistoro del principe, bensì già e-
la cognizione e decisione delle cause con- sistevano nel i 24-3 • Referendari di Se-
tenziose. Tuttora nel palazzo apostolico gnatura (P-), cui spetta riferire nel tri-

ove risiede il Papa si adunano la più par- bunale le cause e le liti, ed eguale inca-
te delle congregazioni cardinalizie, ed al- rico riceverono nel tribunale e congrega-
cuni tribunali, come principalmente del zione della Segnatura, di grazia (/ .)

supremo tribunale della Segnatura, co' quando Alessandro VI neli49"2 ne fece


prelati Votanti} delta Congregazione di la divisione dall'altra, e si adunò innanzi

Consulta, sì de'caidinali, che de' prelati al Papa. Colla istituzione de'nominati e


Ponenti ; e del tribunale degli Uditori altri tribunali, al concistoro restò la trat-

/Iella s. Rota, e nel luogo chiamato au- tazione d'alcuni affari più gravi della chie-
ditorio. Nel citalo articolo Procuratori sa universale, degli stali e de' regni del
riportai la forinola del giuramento ch'essi medesimo orbe cattolico, perorati da'ear-
faceva no,e prestavano purei giudici e av- dinali Protettori (/'.) di essi, e da' mi-
vocali della curia romana. Dalla quale for- nistri, ambasciatori e altri diplomatici di
inola ben si scorge la grande rettitudine Residenza (P.) presso la s. Sede; come
e integrità, che in que'tempi ancora si e- pure si discussero gli affari più importanti
sigeva in chi dovea amministrare la giu- del dominio temporale. Però il numero
stizia; mollo più verso i poveri e gli op- de'concistori ordinari ch'arasi ristretto a
pressi da' prepotenti del secolo, rappre- due volte la settimana, poi ad una sola,
sentando essi la persona di Gesù Cristo, vennero celebrati due volte al mese, e poi
innocente tratto innanzi a' tribunali e dan- cessarono di adunarsi in tempi determi-
nalo a morte, che insieme è il giudice de' nati, convocandosi soltanto per gravi ssi-
vivi e de' morti, ed il padre degli orfani, mecircostanze,eper la prouiulgazionede'
de'pupilli e delle vedove. In processo di / escovi e la Promozione de' cardinali.
tempo, per la molteplicità degli all'ari, Tale diminuzione de'freqnenli concistori
provenienti dall' ulteriore e floridissima ordinari vuoisi insensibilmente derivata,
propagazione della fede, e perebè pare- non solamente con l'incremento de' tri-
va nel crescente incivilicuentodella socie- bunali di Roma, ina coll'accrescimentode'
tà , essere il sistema di trattare tutti gli ministri della s. Sedc,i (piali nell' Udienza
allari nel concistoro, ormai poco decente (P .) die loro fu assegnala dal Papa, in essa
alla maestà del Papa e ni decoro del Sa- vennero e sono discussi gli all'ari, e prin-
gro r^//( ^ù»(// .), perciò negozi minori e
;
i cipalmente colla istituzione e successivo
le cause contenziose cominciarono a trat- accrescimento delle discorse Congrega-
tarsi dui cui\\\iìn\Ca/ncrlengo di s. Chiesa zioni cardinalizie, ordinarie e straordi-
TR l TRI t4g
Bai'ie, e loro e altre pubbliche Segrete* iccutrice della legge e delle sentenze ci-

rie della s. Sede (F.). Inoltre in quel- vili e eliminali, anticamente in Roma fu

l'articolo narrai, qualesia la giurisdizione quella de'lilloii {de'quali ede'loro fasci ri-

de' cardinali che la compongono, gli af- parlai nel voi. XLI V,p. 2 5),cni successero
fari e le cose di loro competenza; notan- alcuni corpi di Milìzia, poi gli Sbirri(F.),
do, che per occorrenze gravi il Papa suole eda'noslri giorni la milizia politica de'ca-
intimare innanzi di se le congregazioni rabinieriogendarmi. A Giumci,PflETOB.r,
straordinarie, di maggiore o minor nume- Podestà ec, descrissi il vestiario de'giu-
rodi cardinali a suo beneplacito, olire al- dici dello stato pontificio, nel quale pri-

cune dell' Tiujidsizione e\\e'R.ili. Gli anti- meggiano la Berretta di Dottore , e la

chi Giudici (^.)della romana curia si dis- Toga forense propria de'legali: in que-
sero anche Palatini (F.yAn formoli colla sto ultimo articolo tornai a rilevare la
quale i Papi facevano i giudici, e gli Seri- questione se Cedant Arma Togae? In
niari ossia Notari, a quell'articolo la ri- Roma anticamente a'eontravventori de-
produssi. Il Primicero della s. Sede ( F.), gli ordini de'giudici era prescritta la pe-
capo degli u (Tizia li maggiori del s. Palaz- na di stare a cavallo del Leone marmo-
zo Lateranense, ne' bassi tempi divenne reo tlel Campidoglio, con mitra di carta

primicero de'giudici della medesima Se- in capo e la faccia unta di miele per tutto
lle apostolica. Fra questi talvolta lo fu- il tempo del Mercato. Tale Mitra (F.)
rono gli altri 6 uflìziali maggiori, cioè il per ischerno si pose in testa a'ehierici de-
Secondicero, V Arcarlo o Tesoriere, il gradati, a'ladri,a'cornuli coutenti, a'fal-
Sax-cellario, il Protoscriniario,\\Primi- sari ec. Nel medio evo i Papi tennero il

cero de' difensori, il Nomenclatore. (V".) giudizio pubblico chiamato Placito (F.},
che fungeva l'uffìzio di terminar le cau- e con facoltà delegata ne permisero l'e-
se eh'erano portate al Papa, e ciò face- sercizio ne'loro domimi temporali a'reed
va insieme col Saccellario. Dipoi furono imperatoli, ed a'Ioro messi regio imperia-
istituiti i giudici inpartibus o Delegati li, giudici straordinari che nelle provincie
o Commissari apostolici (F.)pev le Com- inviarono anche Papi, per ricevere
i ri- i

missioni (F.), onde giudicar le cause delle corsi contro gl'ingiusti giudicati de'giu-
quali si è interposto l'appello alla s. Sede, i dici locali e rendere ragione. Aque'tempi
cui giudicati sono il reformabili, nel rifor- eranvi in Roma i tribunali e curie seco-
marle sentenze da qualunque ecclesiasti- lari, cou autorità parimenti delegata dal
ca autorità pronunciate. In Roma e nelle Papa,del Patrizio di Roma (F.),óe\ Pre-
provincie. n' Pretori, Conti(F.) e altri giu- fetto di Roma ( T .), del Senatore di Ro-
dici de'quali feci menzione a Tribunale, ma(Fr.),\ì qualeda poco cessò, edel Ma-
successero i Podestà, Luogotenenti, i i resciallo di s. Chiesa (/*.) ed anco que-
Presidenti {V.), ed i giusdicenti minori, sti col proprio carcere a Tor di Nona, ora

co'loro ministri, Cancellerie e Cursori Teatro di Apollo (F.), la loro curia es-
(F.); l'istituzione de'quali risale al reNu- sendo chiamata Savelli (F.), Curia Sa-
ma mentre ripete la sua dalla nascente
, bellorum perchè tale dignità fu eredi-
,

Chiesa quella de' Cursori apostolici o taria in quell'illustre famiglia. Sempre i

pontificii, differenti da'eursori esecutori Papi indefessamente furono solleciti della

tle'lribunalicivili per l'esercizio con tenzio- difesa del Povero, contro le angarie de'
so,sia di citazione e sia di atti esecutori!. I prepotenti, nel quale articolo celebrai l'i-

cursori pontificii inlimano le cappelle pa- stituzione de' Difensori , dell'avvocato


pali e i concistori, e fanno le formali ci- concistoriale de' Poveri e degli altri pro-
tazioni pe' Censi e Tributi (F.) dovuti curatori de'medesimi; e tutte le caritate-

alla s. Scile e non soddisfatti. La fòrza e- voli e benefiche istituzioni in favore de-
vor.. lxxx. 9
1 3o TR ! TR I

gli oppressi, anco tic' rei, sì civili e sì


etl no in sede vacante dalla Congrega-zio*
cri minali; come pure Pupi costantemen- i ne. della s. Romana e universale iitaui-
te curarono il miglioramento e la vigilan- sizione,ne\ qttal tempo usa il descritto si-
za delle Prigioni dello stato e delle Car- gillo , e che in sostanza è 1' unica Ira le
T
ceri di Roma (f .),a vantaggio spirituale congregazioni ordinarie che continua a
e temporale deVei d'ogni età e sesso. I tri- procedere nell'interregno pontificio. Des-
bunali di Roma
e dello stato restarono sa non solo fu la 1/ ad essere stabilita, ina
chiusi nelle terribili Pestilenze {f7 .). Ne' lo è pure per dignità e autorità, avendo
Piaggi de' Papi^F..^questi prima d'intra- il suo tribunale con gli avvocati fiscale e
prenderli dichiararono, che nella loro as- de'rei, il giudice relatore delle cause cri-

senza i tribunali dovessero restare aperti e minali profane, il capo notaio, altri mi-
proseguiread agire come se essi fossero in nistri v. carceri proprie. Nella Cirilla
Roma;altri vi aggiunsero la dichiarazione, eattolica i 'i.''iev\e i t. 7,p. 5cj3, dottamen-
che morendo altrove,in/?o///«soltanto,co- te si tratta : Del potere coattivo, della
mechè vi rimaneva la curia, si dovesse e- Chiesa; cioè dopo avere chiarita né' pre-
leggere il anche per
successore. Ciò si fece cedenti quaderni la natura intima dell'au-

brevi viaggi, il che praticò Innocenzo XII torità ; d'aver mostrato questa autorità
con notificazione de'5 maggio i6g6,pi ima viva e indipendente nella Chiesa a fronte
di recarsi a Civitavecchia >e con notifica- dello stalo; d'aver esposto in qual manie-
zione de'io aprile 1
697 inuanzi di portarsi ra la padronanza degli averi competa alle
a Nettuno, de'quali luoghi vicini a Roma due autorità civile ed ecclesiastica, laon-
riparlaianche a Porti, a Tose an ella e al- de trovò convenientissimo il toccare al-
r
trove.In Sede J acante(F.)dc\l > i\\)a non t
cuna cosa del potere coattivo, elemento
solamentecessano molte cariche, altre re- integrale dell'autorità, e dimostrarne so-
stano sospese, ma cessano interamente di prattutto l'appartenenza alla società ec-
agire i tribunali di Roma, per le leggi del clesiastica, a cui i suoi avversari lo vor-
Conclave (? .), tranne i tribunali del Ca- rebbero togliere per poterla con maggior
nierlcngo,i\e\\a Penitenzieria^e del Pica- agio a lor talento malmenare. Per bre-
rio di Roma(l\). L'uditore del tribunale vità non intendo dar contezza del bel la-
della Segnatura di giustizia diviene udi* voro, ma soloqualche generico cenno più
tor e del conclave. e ne prende il nome, on- relativo al mio proponimento, e in ag-
de continuare le cause, quando le giudica- giunta all'analogo e riferito nel preceden-
va, ogli alluri pendenti, innanzi l' Uditore te articolo , che tanta relazione ha con
del Papa ( / .) defunto. Nella sede vacante questo. Incomincia il savio e illuminato
pontificia non cessano del tutto le facoltà scrittore dal dichiarare: questo diritto ilei

delle congregazioni cardinalizie e delle se- potere coattivo della Chiesa compete alla
greterie della s. Sede, costumandosi spe- società ecclesiastica, eh' è facile addur-
dire gli affari di poco momento per mez- rle evidenti prove, sia che s' interroghi
zo de' segretari, come di quelli die pri- I' autorità, sia che s' interroghi la ragio-
ma della morte del Papa erano già ri- ne. Nel riportare le prove d'autorità,
soluti dallecongregazioni, in que'casi pe- ben a ragione comincia. » Che gli etero-
rnii) cui basta la sottoscrizione del segre- dossi e miscredenti degli antichi tempi ri-

tario.Parlando delle Congregazioni car- cusassero alla Chiesa (la quale per altro
dinalizie che si adunano nella Sede va- non lasciava d'usarne liberamente) il po-
cante (P.) nel paragrafo Congregazió-
t tere coattivo, ella è cosa che la storia ci

ni straordinarie che tengono tutti i car- testimonia, e I' indole del cuore umano
dinali in condurr, e ili quelle partico- ci mostra naturalissima. E quando mai
lari del s. Offìzio, dissi come si celebra- il ladro, l'assassino trovò giusto e coni-
T I I TRI 1 3
petente quel tribunale, da cui eia certo insegna, riconoscendo in lei per conse
ili venir condannato ? Ma clic i miscre- guenza i diritti da essa stessa autenticati

denti de' giorni nostri, mentre vanta- con decreti solenni. Dunque il dii ittocoat
no la forza delle loro convinzioni, la lo- livo della Chiesa, che non potè mai ne-
gica severità di loro ragione, I' indipen- garsi senza errore oggi non può negarsi
,

dente imparzialità della loro giustizia, o- da'progressisli im pugnatori, senz'aperta


sino poi contendere alla Chiesa il pote- e strana contraddizione. I cattolici non
re coattivo, questo è un aggiungere l'in- potino ammettere le assurde teorie degli
coerenza logica alla miscredenza eretica- avversari, e basterebbe a far mutar loro
le. In fatti non sono essi coloro, che so- linguaggio, il ricordare le bolle di Giovau
stengono a spada tratta non darsi ne'go- ni XXII e di Pio VI. Ricordino ancora,
verni potere coattivo, né altro qualun- che Dio non avrebbe temporalmente pu
que diritto d' autorità, se non per con- ni lo dimorte Anania eZalììra,sea s. Pie-
sentimento del suddito? Ebbene, se vi è tro non competeva l'esercizio del diritto
società i cui poteri immediatamente da di punizione; ricordino il castigo di Mar-

Dio ricevuti, sieno veramente consentiti cione, lacasa tolta a Paolo di Samosata; le
da'suddili, ella è proprio la società cat- multe ripetutamente imposte da'concilii,
tolica. E
qual è quel cattolico mediocre- i digiuni, icilizi, le confische, le privazioni
mente istruito ed educalo nella propria d'onori e gradi; qualità di pene tutte usate
religione, che non abbia riconosciuto il anche dopo il concilio di Trento (^.), nel
potere coattivo della Chiesa con lutti gli quale esse vennerosancite, senza vermi ri-
nitri donimi che ella insegna, accettan- chiamo de'principi sovrani, che pe'loro le-
done almeno implicitamente la fedo eolla gali v'intervennero. Gl'impugnatori della

personale sua adesione se batte7zavasi a- Chiesa sogliono dedurre essersi l'atto ciò

dullo; ose infante, ratificando al pruno per delegazione dell'autorità civile; ma se


lampeggiare di ragione, le promesse del questo fosse pur vero, tornerebbe l'argo-
suo battesimo ? Così avran fatto quegli mentoaccennatocontroi miscredenti mo-
sciagurati, che recentemente in Piemon- derni. » Se anchegoverni ci vi li non bau
i

te ed altrove nel Perù ambirono l'infa- no autorità se non pel conseuli mento
,

me vanto di contristare la Chiesa loro de'sudditi, la Chiesa che ha l'autorità per


madre, e scandalezzare i cattolici loro consenso de' principi, ha gli stessi diritti

fratelli: se anch'essi nel dì del loro na- che il governo civile, ed anche maggiori,
scimento avranno balbettato la profes- giacché per consenso de'principi coman-
sione di loro fede, dettata allora dalla te- derebbe a'principi stessi." Gl'imperatori
nerezza materna, protestando con since- pagani non mai avrebhero conferito tal
rità infantile ciò che poi con adulta ipocri- diritto alla Chiesa,! principi cristiani non
sia puhblicarono, sé voler credere tutto- avrebbero conferito alla Chiesa un diritto
ciò che crede la Chiesa." Queste profes- coattivo, ed sudditi mai non l'avrebbe-
i

sioni di fede si ratificano in diversi luo- ro consentito al principe, se un tal diritto


ghi nel far la i." comunione, ordinaria- non fosse fondalo nell'indole stessa e natu
mente nelle missioni dal popolo invitato ra d'ambedue le società, come si dimostra
da zelanti predicatori, da'professori nel dall'encomiato autore dell'articolo.Eppu-
prendere possesso della carica, dal bene- re, come rilevai nel ricordato anteceden-
fiziato nel possesso della prebenda, e dal- te articolo,non solo sotto principi cristia- i

l'ufiìziale quando è insignito di qualche ni, ma anche sotto pagani la Chiesa usò
i

dignità ecclesiastica, e di tratto iu tratto diritti coattivi di multe, digiuni e flagella-


da tutti i fedeli nel ripetere l'atto di fe- zioni, ed eziandio esclusione dal tempio,
de, di credere lutto quello che la Chiesa come fece s. Ambrogio con Teodosio I
i32 TRI TRI
imperatore per la strage di Tessalo/tira proseguirono a perfezionare la giurispru-
(/ '.!, e dalla conversazione o comunione denza con opportune correzioni, avendo
de 'cattolici, ancorché Sovrani^ come può già s. Gregorio II, sotto del quale e do-
vedersi presso il Francolino, De dìscip. po 726 ebhe origine il principato del-
il

poenit. 1. i «3; il bianchi, Esterna poli- la romana Chiesa, eliminato dalle leggi
tica della Chiesa, I. 2 e 4. § 9, ed ali ri. longohardiche molte superstizioni. In-
Si legge fin da'tempi di s. Cipriano e al- di i successori curarono di migliorare la
tri, l'uso di regolare i processi, ed istituiti giurisprudenza, ne protessero efficace-
fin da'. tempi di s. Eulichiano Papa del mente l'insegnamento, ed emanarono
275,settequasi inquisitori o censori pub- saggie e provvidentissime leggi. Nel se-
blici, clte doveano esaminar la condotta colo XII ne furono benemeriti Innocen-
de'crisliani e riferirla a' prelati, qualora zo II, Alessandro 111 e Clemente III; nel

non corrispondesse all'altezza di loro pro- XIII il grande Innocenzo III, Gregorio
fessione ; e se talora i colpevoli preve- IX, Innocenzo IV e Bonifacio Vili. Pro-
nivano l'accusa, questo dimostra quan- grediente quindi fu il miglioramento de'
to poco fosse volontaria a coloro che- ve- tribunali della curia romana, la quale
nivano convinti in forma giudiziale, co- per le circostanze politiche de'tempi ne'
me pretendono sostenere gl'impugnatori secoli XII e XIII talvolta essendo stala
della Chiesa, ripetendo con l'eretico Sai- co' Papi in Viterbo, Anagni, Orvieto,
masio, che a queste penitenzeÀ fedeli pie- Asisi, Perugia e altre città, dal 1 3o5 al

gavansi volontariamente e non con vera 1376 co' Papi fu traslocata in Francia
coazione. Passando lo scrittore alla pro- e in Avignone. (f.). Altri miglioramen-
va di ragione, onde rendere vieppiù evi- ti recarono a' tribunali e alla giurispru-

dente il potere coattivo della Chiesa, e denza Giovanni XXII e i\l aitino V, il
quanto sia ragionevole nel cristiano l'os- quale ordinò che si osservassero, median-
sequio della fede rispetto al medesimo, te la bolla Romani Pontificis , del 1 2 4>
svolse argomento con i3 proposizioni.
l' Bull. Rovi. t. 3, par. 2, p. 447» anche
"Una società indipendente non può sussi- dagli uditori di rota, avvocati, procura-
stere senza potere coattivo; or la Chiesa tori e notati della romana curia. Vanno
cattolica è società indipendente: dunque lodati pure Eugeuio IV, Paolo 11, e Si-
non può sussistere senza potere coattivo." sto IV, il quale confermò le celebri Co-
Quanto Papi furono benemeriti del-
i stituzioni Egidiane, formale nel prece-
le leggi e della giurisprudenza, ch'è la dente secolo pel governamento dello sta-
scienza di rettamente interpretarle, per to pontifìcio dal gran cardinal Egidio Al-
quindi applicarle nel Tribunale, a questo bornoz già arcivescovo di Toledo. Urha-
articolo tornai a riferirlo. Essi migliora- 110 VI colla bolla Apostoliaie sollicitu-

rono l'antica codificazione romana, col dinis, de'28 novembre 385,/?»//. Rom. 1

purgarla dagli assurdi sistemi legali e al- t. 3, par. 2, p. 374 Causarwn Curiac
'•

tri difelli, e colla formazione del corpo Apostolieae cognìtionein, et diffìnitio-


di leggi del gius canonico. Il giurecon- iiviii diavi in gradu appellalionis, et in

sulto holognese Giacomo Alberti col suo quibuscuinque instai! tis, Judicibus e/us*
libro: DijJ'erentiae in ter jus canonicum demCuriae tantummodo cacterisRoma-
et Jiis civile, notò i85 differenze, tra le nae Curiae Judicibus et Offìcialibus prò-
leggi canoniche e quelle del gius civile. cedendi in causis hujusmodi facilitate
Dacché i l'api furono liberi nell'esercizio interdieta, spedare declarat. Eugenio
della piena giurisdizione nell'amministra- IV colla bolla Divina in eminenti, dell '8
zione civile, il che sembra doversi rite- marzo 432, Bull, cit., I. 3, par. 3, p. 7:
1

nere dal pontificato di Adriano 1 del 772, Privilegimi! Curia lium sive Ojjìcialiuni
TR 1 TRI i33
Sedis Apostolicae obsequiis cxisten- a ponte s. Angelo, inclusivamenlea'no-
ti uni aliorumquepro cor um negociis ad
. tari dell'uditore della camera. Riferisce
eamdcm Sedem venientium,etapudcam il Rufini, nel Dizionario delle strade di
ainmorantiuni, aut inde recedentium, Roma, all'articolo Banchi Vecchi, che
ne interini extra Romano-m Curiam anticamente le cause che riguardavano i
conveiiiantur. Sislo IV colla bolla Et si mercanti di bestiami e le liti che fra 'cit-
universis, deli. "gennaio \
^ ^,Bull. cit., tadini si agitavano, venivano trattate e
j).44 Privilegiwn Curioliuni toni lai-
1 : giudicale nella piazza di Campo Vacci-
corum qua in ecclesiasticorum, libere di- no, già Foro Romano _,-non bastando poi
spone ndi elioni adfavorem incapacium, questo, vi furonoaggiunteduealtre piaz-
de bonis in Alma Urbe, et infra decern ze con portici all'intorno, al di sotto de'
milliario, quainvis ex fructibus bono- quali le dette cause si discutevano. Col-
r uni ecclesia.'! ticor innacquisi'tis.^iaìBul- l'andar del tempo si disse Via de Ban-
lariuni Roinanuni si trovano le bolle ri- chi, perchè d'ogni intorno eranvi stanze
guardanti i tribunali di Roma; io qui ri- in forma di botteghe ove risiedevano i

corderò generiche e quelle riguardan-


le notali, presso i quali si depositavano gli

ti tutte quelle comprese sotto il vocabolo atti di tutte le cause. Però dissi a Tosca-
di Curiali.ha /bolla che trovasi nel Bui-
i NA,che mercanti della nazione fiorentina
i

lariitin riguardante la camera apostolica dimoranti in Roma, ivi esercitavano co'


e il cardinal camerlengo, è quella di Ur- loro banchi un ricco ed esteso commercio,
bano VI, Apostolicae Corner a-e, dell'8 per cui probabilmente da questo la con-
settembre 3j^,Bull. t. 3,par. 2,p.364:
i trada prese il nome di Banchi. V)\ più nar-
Jurisdictio Canterani s. Romanae Ec- rai che l'uni versila de'fiorentini vi costituì

clcsiae suiumorie q uaseunique causa in- un console secondo l'ordinanza del cele-
teresse Rev. Cam. Apostol. quomodoli~ bre Consolalo del Mare originato in Va-
bet concernentes, cognoscendi. Essa ri- lenza e poi ricevuto in Roma nel 107 5;
chiama quella 363, A~ di Urbano V del i e che Leone X concesse all'università fio-

postolotus of/ìcium: Jurisdictio Carne- rentina un tribunale privativo e regole


rarii S.R. E. procedendi contro pira- particolari pel disbrigo delle controver-
tas, nova pedo già impone ntes coque per- sie giudiziali, composto del console e di
pelrantes, quain in Bulla in Coena Do- due consiglieri, col proprio notaro e can-
mini vetontur. Appena nel l49? san •! celliere; che abolito il tribunale da Inno-
pontificato Alessandro VI, ad esempio di cenzo XII, tranne notaro cancelliere, il

s. Luigi IX re di Francia, volle egli stes- questo fu autorizzato da Clemente XII a


so il martedì d'ogni settimana giudicare fare gli atti giudiziali. Vedasi il cardinal
i litigi e le cause del popolo, di cui si con- de Luca, De Consulatu F'lorentinorum
quistò l'animo. Giulio II col breve Ex Rei. Rom. Curiae, lib. i5, par. 2, disc.
qucrelis, de' 5 aprile 5i 2, Bull, cit., p.
i i 44. Clemente VII col breve Accepimus
347 J Jurisdictio et /acuitale judicum miniere, de'iG ottobre) 528, Bull. t. 4;
Curine Capitola circa causarum Ur~ par. p. 77: Cursores Papae, et Man-
1 ,

bis decisionali. Questo Papa nella via dotarii aliar uni Curiamoli Urbis, iti
Giulia voleva erigervi un sontuoso edifi- quibus causis citare, intimare, eie. va-
cio per collocarvi tutti i tribunali di Ro- leant. Paolo III colla costituzione Cuni
ma, e l'avea cominciato, come notai nel nobis, del 1 534, Bull, cit., p.248: Judi-
\ol. Ll,p. 326. Taleslrada prima si chia- ces et OJJiciales Romanae Curine non
mava Magistralis, pegli uffizi che vi te- concedant transumpta supplicalìoiicin,
nevano i notati, i quali poi si eslesero nel- ncque corum praelextu mandata adi-
la prossima via di Banchi Vecchi vicina piscendi possessionem benejiciorum vi-
i34 TRI TR I

gore supplicalionum, nisi prias Uteri s la Dani rectae. administrandae, de' 27


apostolicis desvper ci pedi tis. Di più gennaio \5 r/5, Bull. Boni. I.
4, par. 3, p.
Paolo III fece altre riforme sui tribuna- 294: BeformatìoCuriaede. Sabellis, Ma-
li «.Iella curia romana. Giulio III col moto- rescalli Almae Urbis. A prendere un'idea
proprio Cimi ea, clell'8 luglio 55 i,Bull. 1 della giurisdizione de' giudici privati di
p. 2 85: Cursore,? Papae, et Mandata- Roma, si ponno leggere le seguenti bolle
rii aliar uni Curiarum almae Urbis, in di Gregorio XIII. A p. 280 la bolla Pro
quibus causis citare, intimarcene, eie. nosfrimuneris,(\e i 5 luglio 5y4: Juris-
j

possint. In esso sono specialmente nomi- dictio et facilita tes S. B. E. Card. Pro-
nati i cursori de'lribunali del Campido- teclorum Collcgii Germanici in Urbe. A
glio, di Ripa e Hipella, di Tor di Nona p. 34o la bolla Cum sicuf, de' i3 giu-
e de' Savelli, di Borgo s. Pietro o Città gno 5 7 7:1 Jurisdì elio S. B. E. Card. Ar-
Leonina, aitata quibusvis alias almae. ehipresbyteri et Juiliciscausaruni Capi-
Urbis Curiis siw Tribuna libus. Giulio tuli canonicorum et aliarum persona-
,

III nel i55a creò cardinale Sebastiano rum Lateranensis Ecclesiae. A p. 355
s.

Pighini, e gli conferì la soprintendenza la bolla Cupienles Domimi Piani, de' 2 1

di tutti i tribunali di Roma, come vica- febbraio 578: Jurisdictio S. B. E. Car-


1

rio del Papa. Paolo IV nel i55y istituì dinaliuni Protectorum,et Judicum cau-
laCongregazione cardinalizia del ter- saruni Doinus Piae ad recipiendas , et
rore degli uffìziali di Roma (V.): la com- pie alendas mulieres peccalrices poeni-
pose di 20 cardinoli e 4o prelati in quali- tenlss, in Urbe insliluta.A p. 35c)la bol-
?
tà di giudici, per vegliare che i tribunali la Quoniatn divinae, de 23 aprile 1578:
e. ministri della s. Sede amministrassero Instilutio Collegii Anglici in Urbe.,Exem -

rettamente la giustizia; egli stabilì inol- ptionumque, et Indultoruni concessione,


tre di dare una volta al mese udienza pub- et S. B. E. Card. Prolecloris, et Judicis
blica a tulli per udire le cpierele, e ren- incognoscen. eorum causis j'urisdictione.
deva giustizia secondo il merito della co- Inoltre di Gregorio XIII si ha la bolla Ur-
sa. Pio IV in conseguenza del bramato limi Boinam, de'25 maggio i58o, Bull.
da'padri del concilio di Trento (Z^.), ri- cit. p. 436: Slalutorum Almae Urbiscon-

formò diversi tribunali di Roma, che no- firma lio , cum declaralione , qttod Sta-
vara l'annalista Spondano al i562, ne' luta ordinatoria in Curia Capitolina oh-
quali eransi introdotti molti abusi, ed io serventur, decisoria vero in omnibus Tri-
di lidi riforme ne parlai descrivendo tali bunalibux Urbis ejusque dislrictus , ubi
tribunali. Solo ricorderò qui la bolla Cimi non exlant particularia Stallila, de eis~
ab ipso, de'3 1 giugno 562 e da 1 lui sot- dem casibus disponentia. Segue la bolla
toscritta, Bull. 29: Befor-
t.
4» pai'- 2, P- ' A Imam Urbem: Beiti tegralio Jurisdictio-
tnatìo Tribunalium Ordìnariorum et a- nis j et indullorum Universilatum Ar-
liorum Judicum Bomanac Curiac,qffì- tinnì Urbis , praesetvala superioritate.
cique tam Advocali, et Procuratoris Gubernatoris aliorum Judicum. Se-
et
pauperum, qua ni Fisci Bev. Cam. ApO' gue moto-proprio Ne per praeinser-
il

stolicae. Come Marcello II, s. Pio V si tas: Declaratio quod constilutio praein-
occupò con zelo de Giudici pe'tribunali, serla non praejudicat facultatibus Gu-
fece altri regolamenti, provvedendo tri- i bernatoris Urbis, Capilanei Appellatio-
bunali di giudici di specchiala probità, e num aliorum Judicum. L'energico Si
et •

dichiarando di non voler premiare che il slo V memorabile giustizia fu


colla sua
solo merito, non curando il favore e l'in- assai benemerito de' tribunali di Roma,
tcrc-se. Utili riforme sui tribunali di Ilo confermò le antiche congregazioni cardi-
ma fece anche Gregorio XIII, e colla boi- nalizie, e molte altre ne istituì a vontag-
TR I T | I i35
gio notevole del cattolicismo e de'parti- bis. De Begistris Exlraclibus, ti Exem-
colari suoi sudditi. Innocenzo IX del 5t)i i plis, seu Copiis. De Cursoribus, et Man -

nflidò la presidenza sopra tutti i tribuna- dalariis. De Baroncellis, et Exequulo-


li della curia romana, con amplissima fa- ribus. De Carceribus, et Carceratis , et

coltà di giudicare e definire tutte le cau- cornai Visilatoribus , el Cuslodibus. De


se, «'cardinali Antonmaria Salviatie Ma- facullatibus Fisilalorum carcerimi. De
riano Pierbenedclli. Frattanto in Roma Protomedico et Aromatariis. Poenae
,

•venne nel i 6og nuovamente alla luce il Quindi Paolo Vcol moto-
constitutìonis.
seguente utilissimo libro: Practica Oda- proprio Cimi nos nitpt-r generali refor-
viani Festrii J. C. forocomeliensis , in mattoni Tribunalium Urbis incumbentes,
Bomanae A ulne Aclionem et Judiciorum dello slesso 1612, Bull. p. 55, stabilì l.t

mores, introductionem toittitietl». //aie Taxa Notarioruin et Offìcialium Urbis.


poslremae tditioni accesserunt analyti- Vi furono compreso anche le tasse nota-
cae annotationes Nicolai Antonii Gra- rioruin civilium et criminaliimi Guber-
r
vala Brialicensi J. C. etc. Paolo V ap- naioris Urbis, I icariì, Burgi,et aliormn
plicandosi con indefessa premura al van •
Tribunalium non habenlium propriam
Inscio de'suoi sudditi, volle riformare lut- laxamj faxa A'rchivii jtaxa no tarli ma -
ti i tribunati e uffizi della curia romana, gistrorum Fiarum, etc. Lo stato delle s.
ne ridusse e stabilì I' autorità al conve- congregazioni, de'tribunali di Romaedel-
niente dovere, tassò i loro assegnamenti, la curia romana nella metà dello stesso
e tolse diversi e gravi abusi, ebe fino da secolo XVII. egregiamente edottamente
molto tempo erano invalsi. Il tutto di- lo descrisseJacopo Cohellio orvietano, e
spose coli* celebre bolla Universi agri do- pubblicò nel 653 in Roma il degno con-
1

minici curatn, del i



marzo 1612, Bull. cittadino Carlo Cartari; decano degli av-
Boni. t. 5, par. 3, p. i?>:Beformatio Tri- vocati concistoriali, e col titolo: Notilia
bunalium Urbis, eo rumane Offìcialium. Cardinalati^ in qua neduin de S. B. E.
In 2 5 paragrafi comprese la memorabi- Cardinalium origine,d< gnitate,pr aerini-
le sua riforma , di cui riporterò i titoli, nentia t
et privilegi is ,sed
' de praecipuis Bo-
da 'quali si rileverà il numero de'lribuna- manae Aulae Offìcialibus uberrime per-
li di Roma di tale epoca, quali lutti han-
i tractatur, opus nemini in/ucundum,at in
no articoli. De Signatura gratin eljusti- Bomano Foro versan/ibus utilissimum.
lia. De Camerario et Camera apostoli- Clemente IX In hoc primo,
colla bolla
ca. De G (ibernatole Urbis, et ejus Tri- deli. 667, Bull. Bom. t. 6,
settembre 1

bunalis. De Auditore Camerae, et ejus par. 6, p. 184: Coriìtitutio super Befor-


Tribunali. De Auditorio Bolae. De Ca- malione jurisdictionis Tribuna lis Burgi,
pilolio , et ejus offìcialibus. De jurisdi- tolse il tnbunale e la curia civile e crimi-
elione in IJebraeos. De Curia Sabello- nale di Borgo o Città Leonina, leggen-
rum, et Turris Nonne. De Curia Bipae, dosi nella bolla l'estensione topografica
et Bipettae. De Judicibus criminalibus ove esercitava la giurisdizione, e riunì al
Urbis, et pertinentibus ad eos. De Judi- tribunale del governatoredi Roma la giu-
cibus in causis civUibus. Communia Ju- risdizione criminale, assoggettando la ci-

diami omnium, lam civiliiim quatti cri- vde al tribunale dell'A. C. ossia de' luo-
mi nnlium. DeSportulis seu prò pini s. De gotenenti dell' Uditore della, camera. Or-
Commissariis. De Advocalis Pauperuni dinò in pari tempo il Papa, che celebran-

et Fisci. De Pauperum Procuraloribus. dosi il Conclave nel palazzo apostolico Va-


De Fisci Procuratore, et Substilutis. De ticano, posto in detta regione, il Gover-
Advocalis, Procuraloribus, etSollicita- natore (F.) del conclave, finché questo
loribus. De Nolariis Tribunalium Ut- durasse, lo fosse pure di Borgo , e nella
1 36 TR l TR I

(tarata del conclave vi esercitasse le due quanto per


putati, tanto pe'detti palazzi,
giminli/ioni civile e criminale, mernm- Frascati e Castel Gandolfo. Il commis-
que et mixtuin ìmperìum, ac gladi i po- sario delle armi o Milizia pontificia, e i

testà lem. Innocenzo XI, mediante una ap- suoi uditori e deputali. Il "indice o Udi-
posita congregazione, riformò i tribuna- tore delle confidenze. Il giudice della Con-
li romana, provvedendo par-
della curia gregazione della rev.fabbrica di s. Pietro.
ticolarmente, che l'avarizia non regolas- Il giudice i\e Soldati. 11 giudice di Castel s.

se le Sportale {V .) de'ministri e giudici, Angelo.W giudice della Marina pontificia


ina l'equità solamente e la giustizia, se- (per questa e per la milizia ponno vedersi

condo il contenuto della bolla DecetRo- ancheTEVERE,TuRCHi a e Tesori ere). L'as-


manum giugnoi68g,
Pontificati, de' 28 sessore degli edili Maestri delle strade.
Bull. Rom. 527: Confirmantur,
t. 8, p. I consoli dell' Agricoltura (ne riparlai a
et extenduntur Congregationis Reforma- Senato romano). I camerlenghi di Ripa.
tioiiis Trilntnalium. Ecco secondo la bol- II protomedico di cui a Medico e Spezia-
la il novero (\e Judices ordinarli Urbis le. I consoli dell' Università artistiche. In-
di quel!' epoca, le cui notizie ponuo ve- nocenzo XII eminentemente beneme-
fu
dersi aluro articoli. Il cardinal Corner- rito de' tribunali diRoma, oltreché con
let/go, eil suo Uditore e i giudici depu- applauso universale estinse il Nepotismo,
anche nel criminale.
tati, Il cardinal Vi- ed i Vacabili (/'.) o uffizi venali della
rano, il suo Vicegerente, il Luogotenen- curia romana. Primieramente soppresse
te e altri giudici da lui deputati. I car- e del tutto estinse diverse straordinarie
dinali Arcipreti delle tre basiliche pa- giudicature, che lino allora intralciavano
triarcali, i loro vicari, uditori e altri da l'umiiiitustraziouè della giustizia»; si eser-
loro deputali. I cardinali litolari ne' lo- citavano da diversi prelati, e rimise tulle
ro Titoli cardinalizi (nel (piale artico- le cause a'giudici ordinari, mentre quel-
lo riparlai de'cardinali arcipreti) e Dia- li d'altro non si curavano che di proro-
conie di Roma, ed i 6 cardinali Vesco- garle con grave danno de' litiganti. Per-
vi suburbicari, co' loro vicari, udilori tanto, colla bolla Ad radicilus, de'3i a-
e altri deputati. I cardinali Protettori dei gostoi692, Bull. Rom. t.
9, p. 264.: De-
Collegi ,iW Monaci, ossia degli Ordini re- cretimi parlicularis congregationis, quo
ligiosi, degli Ospedali, de' Pii luoghi, i abolenlur omnes Judices particulares , et
loro uditori ed altri giudici e deputati, Tribunalia Urbis revocantur ad jus co-
Il Governatore di Roma, e i suoi Luo- mune. Dopo aver con tal bolla approva-
gotenenti, e giudice civile e altri. \J Udi- toli decreto della congregazioiie,colla bol-
tore della Camera e suoi Luogotenenti e la Romanus Pontfex Curiae, de' 7 set- 1

giudici deputati, ossia il tribunale dell'A. tembre i6()2, Bull. p. 271 Abolenlur ;

C. Il Senatore di Roma e suoi giudici col- omnia Ti ibunalia, et Judices particula-


laterali, capitano dell'appellazioni e altri res cum su is facilitai ibus. Di tutti i giu-
deputali. Il Tesoriere generale , col suo dici e tribunali soppressi o riformati da
uditore e altri giudici da Ini deputati, an- Innocenzo XII distintamente tratta il car-
che nel criminale. 1 Chierici di Came- dinalile Luca, lib. 5, par. 1.": DeJudi-
1

ra, Presidenti delle Strade, ilei la Gra- ciis , e nella par. 2.': Relalio Romanae
scia, della Zecca, delle Ripe (ne ripar- Curiae Forensis, riprovando la moltitu-
lai meglio a Tesoriere), dell' Annona, dine de'giudici e de'tribunali come dan-
degli Archivi, delle Carceri di Roma, nosa e soggetta a calunnie. Tra le Con-
loro uditori e altri deputati. Il Maggior- gregazioni cardinalizie che aveano i giu-
domoj Prefetto de' ss. Palazzi apostolici, diciogiurisdizione, vanno nominale quel-
to'suoi udilori, luogolcuculc e altri dc- le del s, ojftzio, di propaganda fide, del
TU I T I I i3 7
buon governo, dell' immunità; l'aveano Banchi al palazzo della Curia Innocen-
molli privilegiati, il Castellano di Castel ziana. Di più Innocenzo XII colla bolla
s. Angelo j Generale di s. Chiesa. Al-
il Sacerdote Ust et Regia Urbis, de'28 no-
tri tribunali di Roma etano quelli della vembre 1692,5»//. p. 279: Confirman-
Congregazione cardinalizia de' Baroni, tur, iniiovnnlur, reforniantur, et exlen-
degli abbati commendatari d'i Fa rfa, del- duntur facultates Tribunalis , seti Ma-
le Tre Fontane, e di Subiaco; il legalo gistrattts Viarwn. Igdi non più. fu an-
ti' Avignone, governatori i di Fermo, Tivo- nuale né si estrasse a sorteci chierico di
li, e Capra nica di Viterbo} il cardinal pro- camera presidente delle Strade, ma a be-
tettore della città e santuario di Loreto. neplacito del Papa, cou giurisdizione ci-

Tra 'collegi prelatizi che aveano giurisdi- vile e criminale. Dopo avere Innocenzo
zioni e facoltà, nomina il cardinal de Luca XII severamente proibito a'giudici di ri-
i Protonolari apostolici, gli Abbreviatori cevere alcun donativo dalle parti conten-
di parco maggiore, i Segretari apostoli- denti, nèdi giammai avere riguardo a ve-
tic altri officiali di Cancelleria, gli scrit- runo nell'imparziale e libera amministra-
tori dell' Archivio, gli Avvocati concisto- zione della giustizia, emanò la bolla Cir-
riali, il collegio de' Teologi e Medici, quel- cumspecta Romani Pontifici*, de' 4 di-
lo de' Cm/w//' e altri collegi privati, il Col- cembre 1693, Bull. 33 j: Confirman- p.
legio Romano, i collegi delle arti e pro- tur, et declarantur Pii II7 Pauli t et , P
fessioni o Università artistiche, il conso- fnnocentii XI constitutiones super Spor-
lato de'fìorenliui. Così il gran Pontefice tulis Judicum,el Tribunalium Urbis} et
definitivamente estinse tutti i tribunali confìrmantur cousti tulio super datis , et
e giudici particolari colle loro non utili promissit prò juxtitia,velgratia. Il suc-
facoltà. Considerando poi il grave inco- cessore Clemente XI colla bolla Cum ad
modo che aveano i litiganti e i procura- aurcs, de' 2 giugno 1715, Bull.
1 Rom. t.

tori, costretti a girare per Roma affine di 1 1, p. 68: Confìrmantur declaraliones,


tratiare le cause, fece edificare a Monte provisiones, et decreta super Sportiti**,
Citot io il Palazzo della Curia Innocen- auae Tribunalibus persolvi debent. Be-
ziana (U.), per servire di residenza a'giu- nedetto XIII col moto-proprio, Avendo
dici e a' tribunali, e padre munifico dei Noi, de' 12 luglio 1 724, Bull. Rom. 1. 1 1,
poveri, donò il sontuoso edilizio all' (.) Promolor gc-
par. 2, p. 327: Instituilur
spizio apostolico di s. Michele (/'.), di cui neralis Fisci prò patrocinio causarum
fu magnanimo benefattore; e col suono Curiarum Ecclesiaslicaritm. Di questa
della gran campana di detto palazzo si istituzione, e da chi ora si esercita tal pa-
annunzia alla città l'apertura de'tribuna- trocinio, lodissi a Cunu ecclesiastica, lu-
liquando agiscono, facendo altrettanto il di colla bolla Situimi Aposlolatus, de'5
campanone di Campidoglio finche esistet- febbraio 1 726: Stalutintur nonnulla prò
te il tribunale del Senatore. Non solo vi recta juslitia in alma Urbe admnistratio-
fu stabilito nel palazzo il tribunale del- ne, et li liganti um,praeserlini pauperum,
l'uditore della camera o A. C., ma
anco- utilitale. Inoltre Denedelto XIII concesse
ra dalla via de'Canchi Vecchi furono vi diverse facoltà giudiziarie al Maggiordo-
trasferiti gli uffizi notarili del medesimo. mo ; ed avendo il cardinale Annibale Al-
Le iscrizioni che vi furono collocale le ri- bani rinuuziatoalgovernodi Castel Gnu-
produsse il contemporaneo Piazza
con , dolfo, il quale per lo passato era sempre
analoghe erudizioni,nell'£/wi>o/0g/o Ro- unito al medesimo Prefetto de.' ss. Palaz-
mano, li alt. i i, cap. i: Del Collegio ov- zi apostolici, a questo ne restituì il gover-
vero università de' Notarij Traslazione no cou piena giurisdizione, indipendente-
e residenza de' No lari e loro uffìzi dai tucule da qualsivoglia alli u tribunale. Cle-
i38 T li I T R I

inente XII col breve Nitper, de'3o apri de'giudici e non decise fra 6 mesi, fosse-
lei 73?., Bull. Rom.
3,p. 2y3: Confìr-t. 1 ro devolute alle curie ordinarie. Inoltre
inatur decretimi congicgalionis partirti- pel buon regolamento di tutti i tribuna-
larhaSS. D. N. deputarne, super obser- li di Roma e loro riforma, le sollecite cu-
vantiaconstittitionum Egidianae et Car- re, la dottrina e lo zelo di benedetto XIV,
prnsisj et exhibilioneet arrhiviationein- l'indussero a emanare la bolla Romanac
strumenlorum prò Coinmunitalibusel U- Curiae praestanliain de' 2 dicembre , 1

niversitatìbus provinciae, l\l archine. Col- 1


744> cosl 5> Bull. cit. 1.
- ' •Reforma- 1 :

la bollo Apostolatus off/cium, de' 5 otto- fio Tribunal'mm Urbis jfirmatur atirto-

bre 1732, Bull. p. 3o2, Clemente XII or- rita s Judicum Ro manne Curiae, et sin-

dinò diverse cose per la buona dire/ione gulorum jurisdirlio certi* lìmitibusprae-
«lei conclave, e di quanto spetta alla Sede //'ni tur , conf/rinantur decreta super ju-
apostolica vacante, di già ricordate supe- dicum reeusationibus et dcclinationibus
riormente, come dell'uditore di segnatu- j'am edita; et certa forma serranda prac-
ra, a cui die le facoltà per proseguir le scribitur, lutti in delendis vinrtdis impo-
cause che pendevano avanti l'uditore del super Loris /ifonlittm, Offlciis Va-
silis

Papa; la soppressione del governatorato cabiibus, et pccuniis deposi lis eie, Inni
di Corgo esercitata nella sede vacante dal in dee retis jurisdirtionis voluntariae in
governatore del conclave, che anco in tal Urbe et Slatti Errlesiastieo intrrponrndis.
tempo attribuì al governatore di Roma, Fra le opere dedicate al dottissimo Pa-
dichiarando perpetuo governatore del pa, arroge che qui faccia memoria della
conclave il maggiordomo. Nella bolla poi Notilia Roman/te Curiae alidore Ignatio
Romanus Pontifex,<\e 1^ tWc.embve 735, 1 Santamaria Beni-venti caussarttm civi-
Bull.Rom. t.i4, p 5r: Tribunalia Ur- lium j udire seu vicario temporali, Be-
bis auolibel decennio per aliqueni cardi- nedirlo XIV P. M. dicata, Benevenli
nalem visilanda. benedetto XIV volen- i 753. Notai anche a Rom\, che Benedet-
do confermale l'abolizione fatta da Inno- to XIV dichiarò, che il tribunale de'Con-
cenzo XII de'lribunali e giudici privati di servatori di Roma e del Senato Romano,
Roma, e volendo abolire quelli che po- non era compreso nella soppressione de-
tessero essere slati dipoi istituiti, ed insie- gli altri tribunali; poiché Innocenzo XII

me prescrivere limili delle facoltà e giu-


i
avea loro lasciato il diritto di costituire
risdizioni di alcuni tribunali e congrega- un prelato della curia romana per giudi-
rioni cardinalizie, tutto effettuò colla boi* ce private della camera Capitolina. Be-
la Quantum ad />rocurandam,óe' 1 5 feb- nedetto XIV come , altri Papi, riformò
braio 1-7^-2, Biillarium Benedicti XIV, eziandio diversi particolari tribunali; ina
t. t, cost. 44- Così egli ridusse all'antica ripeto, di queste speciali provvisioni e ri-
giurisdizione e rispettive prerogative la forme ne discorro a' loro articoli. A Giu-
Congregazione cardinalizia del Buon dici raccontai quanto fece Pio VI, ad e*
governo; ordinò che le cause della Con- sempio di Sisto V, per la spedita e retta
gregazione Laurelana e di Loreto, e amministrazione della giustizia. Nell'Ai*

le cause civili della Congregazione Fer- manacco o Notizie di Roma si pubbli-


marla e di Fermo, fossero come le altre ca il novero de' Tribunali di Roma, coi
giudicate da'giudici ordinari; che il dirit- loro giudici e altri ministri. Rimarcherò
to del prefetto del Castel s. Angelo, sui quindi ohe io quelle del 1 798, che furono
bombardieri, non si estendesse fuori dei l'ultime. dopo le grandi vicende politiche,
loro uffizi; ridusse i diritti del cardinal Vi- che produssero ancora una nuova siste'

cario di Roma alla riforma di Paolo V; inazione di tribunali e di giurisdizioni, si

e stabilì che le cause avanti a' tribunali leggono i seguenti nella categoria Tribù -
TI I TRI i3(j

unii: i "Penilenzieria a post olica.i."'Can- avvocalo de'poveri.awocato fiscale, pro-


ee Ilaria apostolica. 3.° Dataria aposto- curatore generale del fìsco, deli." luogo-
lica. 4-°' di lo ri della s. Rota. 5° Chieri- tenente criminale, del 2.° luogotenente,
ci di Camera, ossia il tribunale della ca- di due sostituti luogotenenti, del procura-
mera apostolica , composto del cardinal tore de'poveri, del procuratore della ca-
camerlengo, dell' uditore generale della rità de'carcerati, del sollecitatore de'po-
camera, del tesoriere generale, de' chie- veri perla pietà de'carcerati, del solleci-

rici di camera colle loro presidenze e tri- tatore delle carceri nuove pel sodalizio di
banali, del presidente della camera apo- s. Girolamo della Carità, e del luogote-
stolica, dell'uditore civile del camerlen- nente della giudicatura in civile, 3.° Ca- i

go, cle'4- prelati di mantelleltone, de'qua riche della camera Capitolina e tribuna-
li a Mantellone, cioè l'avvocato de'pove le del Senatore di Roma, col prelato giu-
ri, l'avvocato ficcale, il commissario gè dice ordinario privativodella camera Ca-
nerale, il procuratore generale del fisco pitolina, due cavalieri maestri giustizieri,
il sostituto fiscale generale e giudice cri il giudice assessore, il procuratore fisca-

minale camerale delle finanze a'conlìni le, il notaio ec, avendo tribunale anche
gli uditori rie' presidenti delle Ripe,Stra i Conservatori di Roma del Senato roma-

de, Carceri, Grascia e Annona, quali i no. iZf." Tribunale dell'agricoltura, e ne


davano 1' udienza nella sala della Cuikj riparlai a -Senato romano. Sebbene nelle
Innocenziana ne'giorni di lunedì, merco- ricordale Notizie non collocati tra'tribu-
Jedì e venerdì. Fra quelli appartenenti al- nali, ponno considerarsi per tali: le Con-
lo slesso tribunale della Camera, eranvi gregazioni cardinalizie della ss. Inqui-
il luogotenente criminale camerale e il sizione, della rev. Fabbrica di s. Pietro,
luogotenente criminale del cardinal ca- dell' Immunità ecclesiastica, di Loreto,
merlengo, il fiscale del mare, il fiscale del e quelle altre, ed anche segreterie e altri
tribunale della grascia, l'avvocato fisca- tribunali particolari, che senza fare tan-
le «Ielle milizie, il giudice del campo del- te ripetizióni dirò parlando della Prati-
le bestie cornute e altre. 6.° Segnatura ca della Curia Romana del
Villelti. Pro-
di grazia. j.°Segnatura dì giustizia. 8.° priamente breve e nel com-
a prendere in
Consulta, ossia Congregazione cardina- plesso una giusta idea detribunali e giu-
lìzia di Consulta, la quale oltre i prelati dici di Roma, civili e criminali, nel pon-
ponenti , due prelati erano assessori di tificato di Fio VI: si può leggere: Lo Sla-
r
mg. governatore e insieme ponenti di to o sia la Relazione della Corte di Ro-
consulta, e due altri prelati assessori di ma, ivi i
774- Questa utile operetta, pub-
mg.' A. C. ponenti di consulta. a. Buon blicata dal cav. Lunadoro nel 6 in i
j i

governo, ossia Congregazione cardina- Bracciano e poi ristampata, Andrea Tosi


lizia del Buon governo, o.° Prelati giu- i l'accrebbe, ampliò e quasi rinnovò, pub-
dici dell' /4. C, tribunale composto de'pre- blicandola nel 1765. Imperocché la Re-
latiUditore generale della camera, del lazione Lunadoro era troppo man-
ilei

i.°edel 2.° luogotenente civile, dell'udi- cante, massime di quanto riguarda tri- i

tore ci vile, del i. "e del 2.° assessore crimi- bunali di Roma, né bastantemente sup-
nale, dell' avvocato luogotenente crimi- plita poteva essere dalla Relazione della
nale del medesimo tribunale e dell' udi- Curia Romana del cardinal de Luca,
torato delle simonie, i.° Tribunale del i stampata per la prima volta in Colonia nel
tardinal Ficario. I2.° Cariche del go- 1 683, poiché in essa il dottissimo porpo-
verno e tribunale del Governatore di Ro- rato ommise, secondo suo proponimen-
il

ma, composto di tal prelato, e de'prela- to, le principali ceremonie e funzioni, e


ti i /assessore pel criminale, 2.° assessore, per le molte mutazioni occorse dopo di
i.fo TRI T R I

lui(conobbe però e trattò l'operalo da In- va: con una raccolta di costituzioni, edit-
norenzo XII), veni va ad essere mancante ti, riforme, regiudicate e decreti, che han-
anclie nella parte che spetta a' giudici e no o variata o stabilita la giurisdizione e
a'tnbnnali; come pure non poteva essere la pratica de' tribunali. Questo è un li-

sufficiente, per le stesse ragioni, il copioso bro, ([Manto all'argomento, forse più im-
e importantissimo libro del gesuita p. U- portante del precedente, circa i tribuna-
iioldo l'Ielteiiberg, stampato aHildesheim li romani. Ne die contezza il n.°H iM\' Ef-
nel 1693 con epiesto titolo: Nolitia Coti' femeridi letterarie di Roma del 1782. In
gngatioiium ci Tribunalium Curiae Ro- esse si dice, che appai tiene allo studio del-
unitine. Neppure la riforma operata dal la politica e delle nazioni, ed in conseguen-
Tosi e suoi miglioramenti e aumenti fu-
i za alla letteratura, la cognizione dell'am-
rono trovati succienti, per cui venne affi- ministrazione della giustizia civile e cri-
dalo al celebre gesuita p. Francesc'Anto- minale d'un qualunque stato, de' magi-
nio Zaccaria di ritoccarla, accrescerla e il- strali a'qualiessa è affidala, della manie-
lustrarla, e di rifarne le note con molta Ol- ra in cui fra questi è distribuita, e delle
ia; tuttavolta egli conlessò occorrere di procedure infine per le quali essa giunge
;i!lie emendazioni, poiché trattasi di li- ed suo line. Questo riflesso sarebbe suffi-
ft .Tire l'origine, la forma, il metodo delle ciente a rendere commendabile e degnis-
congregazioni e de' tribunali di Roma, che simo d'essere annunciato e riferito il libro
sovente sono gli organi co'qtiali il Papa del Villetli, quando anche non si trattas-
«piega la sua mente, ed interessa non me- se in esso della pratica della Curia Roma-
no a' cattolici tutti, che a' giudici e altri na, cioè di quella curia che abbraccia tut-
magistrati per norma del loro regolamen- to l'orbe cattolico, ma di qualunque al-
to; sfhliene l' F/femeridi letterarie di Ro- tro più limitato foro. Non mancavano è
imi deli 773, a p. 2, dichiararono l'ope- vero molti libri su di questo argomento,
ra la migliore che alloro vi fosse, nell'i- ma se ne desiderava ancor uno, il quale
striti re delle congregazioni e de'tr'ibuna- in breve e con chiarezza insegnasse, ciò
li d' una Corte, che insieme è la metro- ch'era vi di più necessario e importante a
poli del cristianesimo, il trono apostolico, sapersi intorno a questo punto, ed il Vii-
la s. Sede del Vicario di Cristo e del suc- letti vi soddisfece pienamente occultando
cessore di s. l'ielro, il centro dell' unità. per modestia il nome. Egli divise tutti i

Jl dubitare del Zaccaria non deve sor- tribunali di Roma in 4 classi, cioè: i.'in

prendere, (piando si ponderi la gravità e ordinarij 2." in que'd' a ppellazione e ri-

vastità dell'argomento, che l'eruditissimo corsoj 3." in tribunali di materie parti-


JMetlcnberg dichiarò inestricabile labe* volarij 4." in tribunali superiori. Com-
liuto, per una Roma ove ha domicelo la prese nella 1 ."classe i tribunali dell' Udi-
legge, dicendo con Sidonio nel lib. E- 1 , tore della camera o dell' A. C, di Cam-
r
pisi. 6: et Miti* Cullile, qua e HJater est, pidoglio, del cardinal Sicario , di mg.
et Magislra caelc.t arimi Curiarum, cu- Governatore di Roma. Novera nella 2/,
jusmodi ab omnibus Orthodoxis recipi- generalmente parlando, i tribunali degli
lur, et honoratur. Nello stesso pontifica- Uditori di Rota, ed i giudici Commissa-
to di l'io VI nel 1781 fu pubblicata in ri si è detto generalmente parlando, per-
Roma dall'. ih. Alessandro Villetti roma- chè oltre di questi generali tribunali ili

no, luogotenente criminale del cardinal appellazione, ve n' erano altri per cause
camerlengo, la Pratica della Curia Ro- particolari, come sarebbero la piena Ca-
mutui, he comprende la giurisdizione
1 mera apostolica per gli affari spettanti al

de' Tribunali di Roma e dello Stalo, e tribunale della Camera stessa, rassetta-
l'ordine giudiziario che in essi si ossei- mento in Campidoglio riguardo alle cuu-
TRI TRI i4t

se della Curia Capitolina, echi* 3.*clas- ne dall' autore quasi guidalo per mano
se,cioè de'tribunali riguardanti le male- nell'esercizio di sua professione legale. Si
rieparticolari,èlapiù numerosa: a questa tenga presente, che ciascuno denomina-
si riducono i tribunali della Camera a- ti tribunali, congregazioni e persone, a-
poslolica, della Congregazione cardina- vendo i propri articoli, in essi ne ragio-
lizia del Buon governo, dell' Agricoltu- nai, a seconda dell'indicato in corsivo, e
ra, delle congregazioni cardinalizie del- lo stessometodo proseguirò per quanto
l' Acque , della Consulta , de' Vescovi e mi Qui però voglio notare,
resta a dire.
regolari; delle congregazioni cardinali- che dalle mie studiose ricerche trovai :

zie e tribunali dell' Immunità, della rev. Che il tribunale dell' A. C. ossia dell' li-
Fabbrica di s. Pietro, della s. Inquisizio- di lare della Camera, veniva considerato
ne o s. Ofjìzioj tribunali del Maggior-
i il i ."tribunale del Papa, come primated'I-
domo, della Dataria apostolica, del car- talia e patriarca d' occidente: Che tri- il

dinal Decano come vescovo e governa- bunale del cardinal l'icario è il tribuna-
tore di Ostia e d'i Vellelri, delle congre- le del Papa come vescovo di Roma: Che

gazioni cardinalizie della Lauretana, e al tribunale della Reverenda Camera A-


d' Avignone; a cui ponno annettersi an- postolica, si die la qualìfica di supremo.
cora alcun'altre congregazioni e segrete- Nel declinar del secolo decorso le ar-
rie clic hanno particolari ingerenze, come male della repubblica di Francia inva-
le congregazioni cardinalìzie de' Riti, di sero lo stato pontificio, e ad onta dc-'de-
Propaganda fide, dell'Indulgenze, del- plorabili sagrifìzi convenuti nel famoso
la Visita, dell' Indice j le segreterie dei trattalo ili Tolentino (P.), pel quale Pio
Brevi e de' Meni Oliali. Altri tribunali par- FI dovè cedere laSovranità della s. Se-
ticolari erano quelli del rettore dell' Uni- de, anche su di Avignone e del contado
versità Romana, e dell'Acqua Mariana Venaissino, nel i
798 consumarono l'oc-
o Marrana, della quale riparlai in più cupazione di lutto lo stato con quella di
luoghi, composto di due giudici canoni- Roma, ove e dappertutto proclamarono
ci della patriarcale Chiesa dis. Giovan- la repubblica. Detronizzalo Pio VI, fu
ni in Lalerano, quali si eleggevano da
i portato prigione in Francia, ove mori glo-
quel capitolo, ed aveano la giurisdizione rioso. Intanto limita e lo stato vide tulio
economica e contenziosa in tulle le cose quanlo sconvolto l'ordine pubblico, ezian-
che riguardavano il confluente di delta dio de'tribunali civili e criminali di Ro-
acqua; si servivano d'un notaio del vica- ma e dello stato, surrogati da altri demo-
riato, e da'loro decreti non polevnsi ri- cratici, la notizia de'quali può leggersi nel
correre che all'uditore del Papa. Final- Monitore Romano o Foglio nazionale,
mente sotto la 4-
a classe di tribunali su- del quale riparlai nel voi. LIX.p. 48. Do-
periori vengono considerati 3 tribuna- i po la metà del 1
799 i francesi furono co-
li della Segnatura di Grazia, della Se- stretti ritirarsi da Koma e dalle provin-
gnatura di Giustizia, dell' Uditore del Pa- cie, ed elello nei 1800 Pio FU (F.), gli

pa. Dopo di questa generale divisione, il fu restituita Roma e alcune provincie del
Villelti passa a discorrere paratamente proprio stato. A restaurare il regime pon-
di ciascuno di questi tribunali in ispecie, tificio, pubblicò la celebre bolla Post din-
dimostrando la giurisdizione, la natura turnas, de'3o ottobre 1800, Bull. Rota.
delie cause, che dinanzi ad essi ponno o continuatio, 1. 1 i,p. 48: Reformatio Cu-
debbono portarsi, e le procedure infine rine Romana e, et nova Tribuna Ha juris-
colle quali queste cause devono essere at- dictio. Questa fu una reale rifórma so-
tuale; usando in tutlociò tale chiarezza e pra molti articoli del governo temporale
precisione, che il praticante del foro vie- e assai rilevanti. De publicaeoeconomiae
i4* TRI TR I

adinnislraiione et admnislratoribus. Di- cui procuratori moderò il numero,e prov-


chiaiò il cardinal camerlengo ministro vide alle visite de'tribunali, ed a'eursori.
privativo della legislazione economica, da De jurisdictionibus Tribunalium, etjudi-
cui perciò dovessero in tale punto dipen- cum criminalium, fudiciorum forma, et
dere il tesoriere e le presidenze de'cbie- ordine 3 nec non de inservienlibus in iis

rici di camera, conservandosi pei allora Tribunalibus. Tutte le cause criminali


al camerlengo le altre sue ingerenze. I provenienti dalle curie vescovili dispose
chierici di camera, a somiglianza degli che si trasferissero dalla curia dell' A.C. al-
uditori di rota, doversi radunare in tribu- la congregazione cardinalizia de'vescovi

nale due volte la settimana, e anco più e regolari, e tulle l'appellazioni relative
spesso a seconda degli affari, tranne le fe- l'accordasse l'uditore del Papa, dovendo-
rie autunnali. Restrinse la giurisdizione le difendere innanzi l'A. C, come prima,
del tribunale delle strade. De/urisdictio- il fiscale generale e il suo sostituto fisca-

ne TribiuiaVum civilium fudicis, eo rum- le generale, al quale in seguito fu priva-


ane ministri*. Restrinse la giurisdizione tivamente affidato il medesimo tribunale
del tribunale de\ maggiordomo j soppres- criminale dell'A. C. Si tolse a tutti i tri-

se ogni privilegio di foiodepalentati sem- bunali di Roma e dello slato, compresi i

plici della congregazione cardinalizia camerali e le congregazioni , la podestà


della s. Inquisizione; restrinse il privi- coercitiva ne'delitti comuni. I summen-
legio del foro della congregazione cardi- tovati e altri patentati non godessero più
nalizia Lauretanaj ingiunse cbe le cau- il privilegio del foro criminale. Restrinse
se d'inadempimento Ait legati pii si por- la giurisdizione criminale del maggiordo'
tassero al tribunale della congregazione ino, alle sole persone de'famigliari di ruo-
cardinalizia della rev. Fabbrica di s. lo palatino. Stabilì le norme sulla giu-
Pietro, sopprimendo il privilegio del fo- risdizione militare ne' delitti comuni, da
ro a'suoi patentati, tranne que' di ruolo giudicarsi dalla congregazione militale.

e nelle sole cause passive, come avea ac- Conservò congregazione cardinali-
alla
cordato a Loreto; abolì il privilegio di fo- zia della Consulta I' appello delle cau-
ro privativo alla milizia nelle cause civi- se dalle curie de' fendi de' baroni, e in-
li; ordinò la compilazione d'un codice di giunto di consulta a formarsi
a'ponenti

leggi di commercio; abolì qualunque pri- uno studio persone abili, le quali sa-
di

vativa di foro in Roma e nello slato ec- ranno preferite nel consegui mento del po-
clesiastico, rimettendo i litiganti a'giudi- sto di governatore de'luoghi, e degl'im-
ci ordinari. Die le norme per la giudica- pieghi criminali ne' tribunali di Roma.
tura delle cause dello stato non privile- Proibizione a'baroni di procedere a con-
per quelle del tribunale
giale, e di altre; danne di pene afflittive di corpo, senza il

camerale, per quelle del buon governo parere d'una congregazione composta al-

riguardanti le comunità, per quelle del- meno di due legali. Statuì il metodo sul-
lasegnatura j ordinò una moderata ri- la competenza del tribunale nell'inquisi-
duzione ih ferie nelle curie Innocenziana zione de'delilli, aumentando compen-
il

e Capitolina; dispose melodi sulle citazio- so agli esecutori che carcerano un reo d'o-
ni giudiziarie, sulle tasse e gli onorari, micidio odi furto, a carico del delinquen-
sulla riforma de'giudizi de'lribunali eccle- te; non doversi avere riguardo nelle cat-
siastici e laici nelle loro curie; frenò le li- ture alle patenti e stemmi, salva la sola
cenze e gli abusi de' difensori nelle loro immunità ecclesiastica de /lire canoni-
scritture, e dispose che i curiali approva- co, e quella competente a'ministri esteri
ti dall' A. C. sieno ammessi in lutti i tri- e loro famigliari de jurc gcnlìum, e salvi
bunali, fuorché per quello dcllu roto, dei pure superstiti patentati riconosciuti
i
T R l TRI li 3
Ninna inibizione o citazione, se non se- che a tempo de' romani facevano i vigili,

gnala dall'uditore del Papa, potrà trat- ora pompieri, ed istituzione de'presi de zi-
tenere il corso dell'inquisizione, della cat- tide' rioni di Roma. Inoltre Pio VII col
tura e del giudizio, con norme quanto ab moto-proprio Per un maggior favore,
l'Immunità locale o personale, e quanto de' 3 i ottobre 1800, Bull, cit., p. 76:
allacumulativa fra'tribunali ordinari ne' Nova praxis j'udiciaria in materia an-
delitti di misto foro. Si fecero disposizio- nonaria Romae servanda.l ndi col bre-
ni sui testimoni, stili' esame delle perso- ve Quum ex quo, de' 3o marzo 1802,
ne ecclesiastiche con facoltà dell'ordina- Bull. c\t., p. 3 Confirmatio chirogra-
1 1 :

rio, sul reo negativo die revoca la pre- phi,atque r escripti super causis merce-
cedente confessione, sul giuramento da- nariorum Urbis, quae a sa. me. PioPP.
to da un inquisito, e sui difensori de'rei. VI edita [aere. Nuovamente i francesi
La congregazione del tribunale del go- d'ordine dell'imperatore Napoleone I oc-
vernatore di Roma radunerà almeno
si cupai ono lo slato pontificio, e nel 1809
una volta la settimana; che emanala la Pio VII venne detronizzato e condotto
condanna di galera, niun giudice o tribu- prigione a Savona. Roma e le provincie
nale potrà graziare o permutili- la pena. furono incorporate all' impero francese,
Proibizione d'ammettere i rei d'omicidio e governale da' suoi tribunali, regolati
é di furto a composizione pecuniaria, a' dal codice di Napoleone I, compilalo col-
quali nou potranno suffragare le nomi- le leggi romane del codice Giusti ni'uneo,
ne di liberazione deU'arciconfraternite corrette e migliorata da'Papi col diritto
che ne godevano il privilegio, fuorché di canonico. De'tiibunali di Roma e dello
quella di s. Gio. Decollato di Roma, per- stalo sotto il regime francese, ne danno
chè assiste i giustiziati, singolarità che tor- contezza i fogli olliciali ili Roma, che ri-

nai a rilevare nel voi. LXX Vili, p. 65. cordai nel voi. LIX, p. 58, dopo la so-
Soppresse le ribandizioni de' rei contu- spensione del Diario di Roma, che trat-
maci; ordinò la mensile visita formale a tava lo slesso argomento e pubblicava le

tutte le carceri e de'carcerali di Roma leggi, come fece nuovamente dopo la re-
e dello stato. Ciascun tribunale, che ha staurazione del papale governo. Nel 8 1 r
4
giurisdizione criminale, anche desideri- furono Pio /'//colla libertà
restituiti a

ci di camera presidenti, dovrà in luogo i suoi dominii, onde tornò a Roma trion-
del fiscale tenere il solo sostituto fiscale, fante a riprendere possesso della sua Sù-
nel criminale dovendo ragguagliare il fi- vranità, lutto avendo narrato agi' indi-
scale generale. Compose il ministero par- cali articoli, e quanto dal Papa e da 'tuoi
ticolare de'tiibunali del governatore, del ministri si operò nel ripristinare il go-
vicario, dell'uditore della camera o A. verno colle precedenti leggi. A'i5 luglio
C, di Campidoglio ossia del senatore j 8 5 Pio Vll,a mezzo dell'editto del car-
1 1

del tribunale della camera mediante due dinal segretario di stalo, stabilì un gover-
luogotenenti^uno pel camerlengo, l'al- no provvisorio, meno alcuni indispensa-
tro pel tesoriere e lutti chierici di came- cambiamenti, conservando tempora*
bili

ra, di 3 sostilut i processanti e di 3 notali. neamente l'ordine di cose che vi trovò in-
Disposizioni Sui requisiti pe'ministeri cri- trodotte; e promise che si sarebbe in-
minali, e per gli ascensi, non che sugli cessantemente occupalo d'un nuovo si-
assegnamenti, sopprimendosi le ricogni- stema generale di amministrazione defi-
zioni straordinarie, tranne i legittimi in- nitiva, il più conveniente a'veri e solidi
certi provenienti dalle cause d'appella- interessi del popolo, con unità e unifor-
zione a'minislri dell'A. C. Stabilì l'uffizio mità di sistema, basi solide d'ogni poli-
di polizia dipendente dal governatore, tica istituzione, senza delle quali diffidi'
144 xR i T R I

inculo si può assicurare la stabilità e sal- quali spellava esaminare in •2." e ulteriore
dezza de'governi e la felicità de'popoli; istanza alcune cause particolari civili, co-
poiché un governo lauto più può riguar- me la piena Camera apostolica rappor-
darsi come pei fello, quanto più si avvi- to aite cause giudicate ne'rispeltivi tribu-
cina a rpiel sistema d'unità stabilita da di cameni, e V assetta-
nali de' Chierici
Dio tanto nell'ordine della natura, quan- mento Campidoglio riguardo allecau-
in
to nel sublime edifìcio della religione. La se di quella curia. tribunati, Congre- I

Pratica della Curia Romana, del Vil- gazioni cardinalizie e Segreterie che
che avea meritalo
letli, la ristampa nel riguardavano materie particolari erano :

1797, per diligenza del figlio nel 181 l.° Il tribunale della Camera (o corpo
si pubblicò in Roma la 3." edizione, ed camerale, non del tribunale propriamen-
arricchita di nuove importantissime os- te della camera, il quale componevasi de'
servazioni, e delle «ostanzialissime varia- soli 1 camera, e del presiden-
2 chierici ili

zioni, che la Pratica, subì dopo le pre- te che non avea voto), composto del car-
cedenti edizioni, e perciò vieppiù si rese dinal Camerlengo e per lui del prelato
necessaria per quelli che attendono al fo- Uditore, del Tesoriere talvolta cardinal
ro. E siccome dopo le precedenti pubbli- pro-tesoriere, di 12 Chierici di camera^
cazioni furono emanate varie governa- del Presidente della camera, del Com-
tive disposizioni, si fecero le opportune missario della camera, del Fiscale della
giunte da persone idonee. Ivi si dice, che camera, di 3 sostituti Commissari. 2.° Il
di 4 specie sono i Tribunali di Roma: tribunale o Congregazione del Buon go-
alcuni destinati alla giudicatura ordina- verno. 3.° 11 tribunale dell' Agricoltura.
ria, lanlo civile quanto criminale; altri 4-° Il tribunale o Congregazione dell' Ac-
hanno l'ingerenza di rivedere i giudicali que. 5.° 11 tribunale o Congregazione del-
in grado d'appellazione o di ricorso; al- la Consulta. G.° La Congregazione del
tri esercitano privatamente la giurisdi- Concilio.']. La Congregazione de' Pesco-
zione di qualche materia particolare; ed vi e regolari. 8.° La Congregazione dei*
aldi sono tribunali superiori, a'quali so- r Immunità. g.° Iltribunale o Congre-
no soggetti i tribunali delle altre 3 classi. gazione del s. Offizio. io. Il tribunale o
I tribunali ordinari che esercitavano la Congregazione della fabbrica di s. Pie-
giudicatura ordinaria erano. i.° Il tribu- tro. r.° Il tribunale del Maggiordomo.
1

nale dell' Uditore della camera che di- 1 La Dataria apostolica. 3.° Il tribu-
2. 1

cesi dell'y^. C. ossia Auditoris Camerae, nale del cardinal Decano qual vescovo e
di Monte Citorio dal colle sul quale e- governatore di Ostia e di Felletri. i4-
levasi il palazzo della curia Inuocenzia- La Congregazione Lati retana. 1
5.° La
na. 2. Il tribunale di Campidoglio, che Congregazione d' Avi guo'ie(questa di fat-
chiamasi Curia Capitolina, ossia del Se- to era restata soppressa per la narrata oc-
natore di Roma. 3.11 tribunale di mg.£o- cupazione del dominio temporale; forse
vcruatoie di Roma, chiamato tribunale allora se ne sperava la reptazione, per
del Governo. 4-° Il tribunale del cardi- le solenni proteste fatte da Pio VII nel
nal Vicario. I tribunali di appellazione congresso di Vienna, per cui fu qui no-
o ricorsi destinati a rivedere in grado di verata). Oltre di questi tribunali e con-
appellazione ricorso le cause civili agi- gregazioni, che hanno tutti più o meno
tate in Roma, erano gene-
1. istanza in la giurisdizione contenziosa, era 1» vi al-
ralmente parlando:». "La Rota Romana tre Congregazioni cardinalizie e Segre-
Uditori di Rota. 2. I giudici
de'prelati terieche aveano particolari ingerente,
Comm issa rio deputali. In particolare poi cioè: i.°La Congregazione rie' Riti. a.
eruuvi altri tribunali di appellazione, a' La Congregazione di propaganda fide.
TR I TRI .4>
3." La Congregazione dell' Indulgenze. formi,cosicchè rendevano benr spe«o una
4-° La Congregazione della Visita. 5.° La provincia straniera all'altra, e talvolta di-
Congregazione dell' Indice. 6° La Con- sgiungeva nella provincia medesima l'u-

gregazione della Disciplina. 7. La Se- no dall'altro paese. Nondimeno presen-


greteria de' Brevi. 8.° La Segreteria dei tava lo stato medesimo un modello di le-

Memoriali.] tribunali superiori erano: 1 gislazione e di ordine, fondalo com'era
La Segnatura di Grazia. i.° La Segna- ne' suoi grandi principii sulle invariabili
tura di Giustizia. 3." L' Uditore del Pa- regole della religione e morale evangeli-
pa. 4-° Rispetto a'tribunali particolari, il ca , e sulla canonica giurisprudenza , la

capo rispettivo de'inedesiini, o la rispetti- quale regolata dalla solida equità e dal
va congregazione. 5.° L'assettamento di verace diritto della natura, ad onta del-
1

Campidoglio nelle cause ili quella curia le calunnie, colle quali è stata attaccala
del Senato Romano. La Pratica del Vil- in diversi tempi, dovrà sempre riconoscer-
le! ti tratta pure di alcuni tribunali par- si come quella, che ricondusse l'Europa
ticolari del Io stato pontificio,de'quali par- allo stalo di civilizzazione, da cui le irru-
lai ove erano o e-
negli articoli delle città zioni de'barbari l'aveano allontanata. A-
sistono,cbiamando Curie in partibus lut- dunqtie Pio V 1 1 col celebre molo-proprio,
ti i tribunali dello slato medesimo fuori Quando per ammirabile disposizione. ,

di Roma, e ne ragiona in genere. Dice per- àe'6 luglio 1816, Bull. Rom.cont. t.i4»
tanto che nelle Legazioni i cardinali Le- p.47> pubblicò l'organizzazione dell'am-
gali fanno la figura di principe assoluto, ministrazione pubblica. Riparli lo stato
ed hanno due giurisdizioni, una ordina- in Legazioni e Delegazioni , stabilendo
ria, l'altra suprema a guisa di quella del- la giurisdizione de'prefcidi cardinali, pre-
la Segnatura di Roma. Aveanoil tribu- lati e governatori; confermando l'aboli-
nale della Rota le città di Ferrara , di zione delle giurisdizioni baronali , nelle
Macerata, ed io vi aggiungerò Perugia. suddette provincie per ultimo restituite,
Ragiona ancora del Consolalo d' Ancona, per le altre facolti/zando i baroni a ri-

del giudice dell'arte agraria di Corneto, nunciarle, anche be'fu turi chiamati e com-
delle Curie di Benevento, Civilanova e presi nell'investiture feudali, solo conser-
di Monte Cosaro nella delegazione di Ma- vando loro il l'itolo onorifico. Conservò
cerata, de' rescovi e loro Sicari per le integralmente le giurisdizioni del cardi-
Curie ecclesiastiche. Dopoché a Pio VII na\decano\n Ostiac t'elletri,e del mag-
furono restituite le provincie di Bologna, giordomo in Castel Gandolfo. Col tit. 2:
di Ferrara, della Romagna, delle Mar- Organizzazione de' tribunali civili fu ,

che, di Benevento e di Pontecorvo, distac- provveduto eordinato. Il potere giudizia-


cate da'domiuii della s. Sede per l'occu- rio civile non appartiene a'delegati, ed i
pazione francese, con salutari provviden- governatori de'luoghi sono giudici com-
ze volle riformare la pubblica ammini- petenti. Come sieno appellabili i loro giu-
strazione de'tribunali di Roma e suo sla- dicati al tribunale di 1. 'istanza della de-
to , a seconda del precedentemente pro- legazione, e nelle cause d'interesse baro-
messo, per la possibile uniformità del si- nale, ne'superstiti feudi ritenuti, giudica
stema in tutto lo stato appartenente al- ilgovernatore più. vicino. Stabilì in ogni
la Chiesa romana, la quale mancava, a capoluogo di delegazione un tribunale di
motivo di essere stato formato colla suc- 1 distanza con giudicati collegiali e nor-

cessiva riunione de'dominii differenti, da- me, e anco in figura di tribunale d'ap-
ti in vicariato feudale; laonde presentava pellazione in cause determinate co'meto-
la legislazione un aggregalo di usi, di leg- di fìssali. Istituì tribunali d'appello, in
gi, di privilegi fra loro naturalmente dif- Bologna per le cause delle legazioni di
VOL. LXXX. io
i46 TR I TR I

Rolngnn, Ferrara, Ravenna eFoi U;\nMa- legislazione, e si deputarono 3 commis-


cerata per quelle delle delegazioni di Ma- sioni per la compilazione de'nuovi codici
cerala,Urbino e Pesaro, Ancona, Fermo, legislativi e di cioè una pel
procedura ;

Ascoli e Canieriuo;tlue in lìoma per tut- codice civile, altra per formazione di la

to il resto dello slato, cioè i tribunali tlel- quello criminale, la 3." perla formazione
Y Uditore, della camera o A. C, e degli delcodicedi commercio. Col tit. 3: Orga-
Uditori di Rota. Conservò in Roma la nizzazione de'tribunali criminalità prò v-
giurisdizione civile del tribunale di Cam- vedulo e ordinato sull'esercizio di questa
pidoglio, in /"istanza e in appellazione;
i il giurisdizione. I governatori locali furono
tribunale di Segnatura, anche con auto- autorizzati a procedere ne'delitti minori,
rità di giudicare sulla competenza de'tri- e come possa appellarsi dalle lorocondan-
bunali; inoltre in Roma e nella sua Co- ne. Fu istituito in ogni delegazione un tri-

marca continueranno a giudicar le cau- bunale criminale, al quale si faranno le


a
secamerali di i . istanza gli uditori del Ca- dette appellazioni; e da (ali tribunali, per
merlengo e del Tesoriere, l'appellazione !e legazioni di Rologna, Ferrara, Raven-
deferendosi al tribunale della Camera. na e Forlì, appellasi al tribunale di Bo-
Abolì i giudici commissari ed i privativi; logna j per le delegazioni di Macerata, Ur-
soppresse alcune giurisdizioni in materia bino e Pesaro, Ancona, Fermo, Ascoli e
contenziosa de'tribunali particolari e pri- Camerino, al tribunale di appello di Ma*
vilegiali, salvo la giurisdizione degli or- cerata, e per le altre delegazioni alla con-
dinari e de'tribunali ecclesiastici in ma- gregazione di consulta. Si dispose, che i

teria di loro competenza, e salve ancora giudici e officiali della giustizia devono es-
le giurisdizioni delle Congregazioni dei sere contenti dello stipendio fissato dal
vescovi e regolari , e della fabbrica di s. governo, le sportole essendo devolute al
Pietro e suo tribunale, come del tribuna- pubblico erario. Ne'delitti commessi nei
le della Dataria: inoltre mantenne le giu- paesi della Comarca di Roma, il tribu-
risdizioni della congregazione del buon nale del governatore sarà il giudice d'ap-
governo, dell' uditore del caroerlengato pello, al quale tribunale ed agli altri cri-
[\e Mercati òiPiazza Navona, del presi* minali di Roma si conservarono leappel* •

dente della grascia ne' mercati e campi comuni in Roma pro-


lattoni. Ne'delitti
n lui soggetti, dell'annona, dell''agricol- cedono il Governatore, VA. C, fica- il

tura, del tribunale del cardinal Uicario riaio, e il Campidoglio co'loro tribuna-
nelle cause di alimenti , del giudice dei li. Ne'contrabbandi e delitti a danno del-

mercenari, di cui a Senato, perle loro ap- l'erario, procedono gli assessori ilei (eso-

pellazioni assegnandosi l'A. la Rota. Ce neralo nelle provincia, ed in Roma i tri-

La nomina de'giudici di tutti i tribunali bunali criminali del Camerlengo e del


fu riservata immediatamente al Papa so- Tesoriere. Con queste disposizioni si con-
vrano, provvedendosi alle qualità de'giu- servarono le giurisdizioni criminali delle
dici, loro onorario e disciplina, non che congregazioni del s. ollìzio e de' vescovi
a'iuro attuari e sostituti, baglivi, cursori e regolari, del Maggiordomo e del tribu-
e altri messi. Si dichiarò appartenere la nale militare, e nulla s'innovò circa il fo-
giurisdizione volontaria a'delegati, a'ca- ro ecclesiastico. Furono però abolite le
pi de'tribunali, a' governatori; si conser- altre giurisdizioni criminali di privilegio.
vò ratinale pratica civile, e le leggi e co- Si stabilironodifensoride'rei efiscali pres-
stituzioni vigenti fino alla pubblicazione so ogni tribunale, nominati dal Papa so-
d'un nuovo codice legislativo, pel non di- vrano. Abolito in perpetuo l'uso de' tor-
sposto diversamente in questo molo-pro- menti o tortura e la corda, già interdetti.
prio. Si promise un sistema d'universale Si limitò la podestà de'giudici nelle pene
TR I TR I .
i
-

comminale ad arbitrio. Si conservarono doglio, dell'Annona, della Congregazione


irovvisoriatnente le leggi e la procedura del buon governo, dell'Agricoltura, dei
criminale,finoa)la pnhblicazionedel nuo- giudice de'mercenari. Nel lib. 5: Delmo-

vo codice; le forme attuali de'processicri- do di procedere nelle cause d'appella-


tt) inoli con alcune modificazioni; e si or- zione. Nel Del tribunale della .Se
lib. 6:
dinò l'osservanza de'canoni e costituzio- gnaturae dell''Uditore del Papa. In mol-
ni soli' immunità ecclesiastica, e il foro te cose riguardano eziandio la giurisdi-
competente agli ecclesiastici. Col tit. 4 : zione de'tribnnali, le altre seguenti leggi
Disposizioni legislative , si abolirono le emanate da Pio VII. Col moto-proprio
particolari leggi <\e Municipii, eccettuate Dopo avere, de' o dicembre 1818, Bull.
1

le agrarie e simili, e si decretarono nuo- Boni. cont. t. 5, p. 34= Conservavo et


1 1

ve disposizioni legislative sulle successio- renovatio viarum Urbis. Col molo-pio


ni, le doti, i testamenti,! h decotti mis«.i. Col prio Lm congregazione de' Catasti, del-
tit. 5: Organizzazione delle Comunità, l'8 cit. p.148: No
gennaio 18 19, Bull.
si dichiarò uniforme per tot lo lo slato, con vae leges prò conservatione Cathastm
diverti provvedimenti; e si pubblicò la ta- rum. Col molo-proprio Dopo di avere
bella del riparto territoriale dello stato Noi provveduto per mezzo d' un codice
papale. Finalmente si pubblicarono! re- sanitario m arili imo, de'2 gennaio 820, 1 1

golamenti sulla registrazione o archivia- Bull, cit., p.a65: Ordinationes et leges


zione, sul sistemo ipoteca rio, sul bollo del- prò recla administrationePorluum ditto
la carta, e ««'rendimenti de'conti di tut- nis Pontificiae. Pio VII, come avea pre-
te le congregazioni, tribunali e pubblici veduto, nello stabilimento de'nuovt me-
dicasteri che ricevono assegnamento dal- todi per l'uniformità de'sisleinie pelnuo-
l'erario, dell'erogazione di esso a' tribu- vo codice procedura civile dovè poi
di ,

nati camera per la sindacazione.


della rettificarne e migliorarne le disposizioni,
Col moto-proprio Allorché per divina con prowidenzeemariate per organo del-
provvidenza, de o settembreiS 6, Bull..
i 1 la segreteria distato, le quali però disti"
cit. p.209, Pio VII decretò: Novae le- cate dall'intero corpo delle disposizioni, e
gc.s servandae in opifìciis ditionis Poti- male interpretate, non portarono i bra-
tificiae, cioè sulla fabbricazione de'drap- mati vantaggi. Essendodivenuta necessità
pi di Lana, e col quale dichiarò: Tribù* di ricomporre sì vasto edilìzio, indusse lo
nalis cardinali ! Carnetarii est privali-
1
zelo diLeone A'//a provvedervi, non ba-
vuni in causis artificiali operimi lanifi- llando alle maggiori spese colle quali si
ciorum. Indi il Papa col moto-proprio gravò l'erario pel più felice andamento
Dal primo momento, dei,?» ottobre 1817, della pubblica amministrazione, e per il
Bull. cit.,p. 39 :Novae leges super admi-
1 più regolareespeditocorso della giustizia.
nislratione Aquarum et fiarum. Essen- Col nuovo piano alcune Delegazioni, me
dosi compiuta la compilazione sul nuovo no ample,furono riunite alle altre più vici-
codice di procedura civile, col regolamen- ne, conservate però ciascuna nell'anterio-
to generale sulla tassa de'giudizi, Pio VI.I re rango: a' tribunali collegiali di 1/ i-
la pubblicò col moto-proprio Nello sta- stanza si surrogarono de'giudici singolari

bilire, de'22 novembreiSi j,Bull. Rom. più acconci all'istruzione de' processi; <i

cont. t. 14, p. 444 Beformatio Tribuna-


: restrinse il numero de' giudici in alcuni
lium ditionis Ponlifìciae, et Legnili pra- tribunali, altri (ohi del tutto tanto nelle
xeos in Judiciis servandarum. Nel lib. /[: delegazioni,quanto in Pioma, dove però
Della procedura ne' tribunali conservati fu erettoun particolare tribunale di com-
in Roma, sono ledisposizioni riguardanti mercio di cui mancava. Cessarono giu- i

quelli della Rota, dell'A. C, di Campi- dici supplenti, la cui istituzione era pò-
i48 TRI TP, I

tuia sembrare opportuna nel sislema de* gualmente soppressi i giudici commissari,
tribunali collegiali; fu facilitato immen- il tribunale dell' agricoltura, .e la mate-
samente il corso de'giudizi sia per la lo- ria contenziosa della giurisdizione del tri-
ro celerilà, sia pel minor dispendio. Alle bunale dell'annona. Soppressa la giurisdi-
comunità e a'consigli municipali furono zione contenziosa delle ripe, fu riunita al

ampliate le facoltà, i consigli meglio e- tribunale di commercio di Roma, prima


(juilihrati tra' diversi ordini di persone. rappresentato dall' A. C. , e si formò di
Si mantenne nel suo pieno lustro e vigo- 3 giudici collegiali assistiti da un cancel-
re la giurisdizione episcopale, e resti- liere. Si vietò ricorrere all'uditore del Pa-

tuita alla prerogativa colla quale l'eser- pa nelle materie giudiziali, meno che ne'
cizio della medesima era stalo amplia- giudizi di competenza delle congregazio-
to da Benedetto XIV. Quindi con quel- ni cardinalizie e ne'casi di ricorso da una
la uniformità che dev'essere lo scopo grazia sovrana. Neil' organizzazione de'
principale d' una savia legislazione, si tribunali criminali due ne furono stabi-
dispose che le stesse prescrizioni di pro- liti in tutto lo stato, in Bologna ossia lo
cedura, le stesse tasse, ed uno slesso idio- slesso tribunale di appellazione nelle cau-
ma più nobile e più adatto al corso de- se civili e perle 4 legazioni, in Roma cioè
gli alti giudiziali, cioè il latino,regoleran- la congregazione e tribunale di consulta
ìio lutti i giudizi tanto nelle curie laiche, per lutto il resto dello stato: ne' delitti
quanto nell'ecclesiastiche, tolto l'uso in- commessi ne'paesi della Comarca il tri-
trodottosi che le cause ecclasiastiche si a- bunale del governatore fu dichiarato il
gi tasserò in un linguaggio, e le cause lai- giudice d'appello. Restarono abolite colle
che in un altro, onde sovente avveniva disposizioni legislative tutte le leggi e sta-
in un medesimo tribunale e in una me- tuti municipali, tranne quelle riguardanti
desima adunanza si parlasseroduediver- la coltura del territorio, il corso dell'ac-
se favelle. Pubblicò il tutto Leone XII que, i danni dati ne' terreni o
pascoli, i

col moto-proprio Dopo le orribili cala- altri simili oggetti rurali; e mediante l'or-
mità, de''5 ottobre 82 4, Bull. Rom. cont.
i ganizzazione delle comunità I' ammini-
t.16, p. 128: Reformalio Tribnnalium strazione fu prescritta dappertutto unifor-
Status Ecclesiasticis, codicis judiciarii me.Colla riforma della procedura civile si
etpraxeos, cum praefinilione novarum provvide alla competenza de'giudici e de'
laxaruni judicialium. Con tale legge fu tribunali, ed alle tasse de' giudizi ed e-
inoltre nell' organizzazione de' tribunali molumenti. Avendo Leone XII intimata
civili soppressa al tribunale del senato- la celebrazione AzW Anno santo del Giu-
re la rappresentanza collegiale, e fu abo- bileo, a vantaggio de' Pellegrini e fore-
lito l'oflicio del capitano dell'appellazio- stieri accorrenti a Roma, col moto-pro-
ni e l'assettamento rappresentante la pie- prio Essendoci sommamente a cuore, de'
na segnatura, attribuzioni date alla se- 20 dicembre 82^, Bull. cit.,p. 2^3: Or-
1

gnatura di giustizia. Soppresso il tribu- dinano prò expedita causa rum et con-
nale d'appello di Macerata, per le cause troversiarum cUnlium resolutione adve-
delle 4 legazion fu assegnato
i il tribunale narunij hospìtum et peregrinorum ad-
d'appello di Bologna, e quello di Roma ventantium Romani anno Jubilaei. Equi
della Rota per tutto il resto dello stato. pure ricorderò, ebe Papi, veri padri co-
i

Il tribunale della Segnatura si dichiarò muni, con provvide leggi sempre tute-
non esistere che per Roma, e composto larono i forastici'!, fino da' tempi anti-
di soli 7 votanti. Si soppressero nelle de- chi in cui aveano luogo i frequenti Pelle-
legazioni gli assessori camerali, ed in Ro- grinaggi sagri a Roma, ospitando i pel-
ma il tribunale collegiale camerale. E- legrini, ammettendoli a mensa nel Tri-
T II I TR I 149
clluio (/ .), facendo loro la Lavanda de torio, mediante il breve Laureti civilasui
piedi (A'.), servendoli a Pranzo (f^.), il Picae.no, de'2 1 dicembre 827, Bull, 1 cit.,

che rinnovò Leone XII. Dissi a Tributi p. 3o5: Restituito jurisdictionis congre-
quanto Papi con benefiche leggi opera-
i gationis Laurelanae super gubemio ci-
rono a favore de'forastieri naufraghi, e vitalis Laureti in Picaeno. Emanò Leo-
di que'forastieri che morivano in Roma, ne XII prescrizioni sulla discreta pigione
sul diritto d* Allunaggio,* di cui trattai a delle case, in che fu imitato da Gregorio
Testamento, ossia di quella dura legge e XVI, come narrai nel vol.L,p. 293, cou
diritto del fìsco, in forza del quale il fi- belle provvidenze. Abbiamo di I.T.Spreu-
sco succede ue'beni de'forastieri morti iu gero. De ftire aedificus
ac fa- et dot/ius
un paese senza esservi slati naturalizzati, ttone aedifìcandi , Francofurti655. Me- 1

ein mancanza di eredi necessari. E quan- rita che io almeno qui faccia menzione

to a'pellegriuaggi aRoma non posso a me- della celebre e analoga bolla di Grego-
no di dichiarare l'esultanza religiosa del Quae publice utilia, et decora,
rio XIII,
mioifnimo, nell'aver letto nel n.°i49del essehuicAlmae Urbi ratio,de\ ."ottobre 1

Giornale di Roma deli 856, che da po- i5j^,Bull. Rom. t. 4, pai". 3, p. 282: De
chi anni fu istituita in Germania la so- Aedificiis, etJure Congrui\acjurisdictio -

cietà di s. Severino, col santo fine di pro- ne et facultatibus S. R. E. Camerarii et


muovere i divoti pellegrinaggi a Roma, Magislrorutn Viarum Urbis.Nd 8 56 fu 1

per maggiormente stringere e consolidare tradotta iu italiano e pubblicata in Ro-


i popoli cattolici nell'unità, intorno alla ma. Cou uolificazione del cardinal Gal-
cattedra di s. Pietro; e che per la sua fe- lelli camerlengo, Leone XI l a*2 5 aprile

sta recarono nell'alma città 2 3 pelle-


si 1828 istituì una camera di commercio
grini tedeschi, nella più parte dell'impe- nella città e porto-franco diCi vita vecchia,

ro d'Austria, stalo eminentemente catto- come si legge nella Raccolta delle le g^i

benignissimamente e graziali
lico, accolti di Gregorio X.V l} \.. 1 ,p. 45 1 . Di più Leo-
dal Papa che regna. Dipoi Leone XII col ne XII operò altre utili riforme, riordi-
moto-proprio Quurn plurima, degli 1 nò il pubblico insegnamento, anche della
aprile 1826, Bull, cit., t.16, p. 4*7 '
No- giurisprudenza, istituì una congregazio-
va ordiuatio tribunalis Sigualurae Ju- ne di vigilanza, che infrenasse le gestio-
stitiae. Col moto-proprio Nel compiere, ni degl'impiegati e vigilasse anco sui giu-
de'21 dicembrei827, Bull. Rotti, coni., dici, incoraggiasse i buoni ed onesti, pu-
1. 1
7, p. 1 1 3: Codex refortnatorios adtni- nisse i trascurali, gl'infedeli e i malvagi,
nistrationis Status Ecclesiastici. Col nuo- ed ancorala Congregazione delht
istituì

vo riparto territoriale Leone XII pub- revisione de' conti. Leone Xll fu anche
blicò nuove disposizioni governative e co- in altro benemerito principe, come nar-
mmutative, in coerenza alla legislazione, rai nella biografia e ue'lauli articoli che
non meno che a'tnbuuali civili e crimi- lo riguardano, quale legislatore ed acer-
nali da lui riformati, con ulteriori dispo- rimo propugnatore della giustizia. Il suc-
sizioni pe'giudizi civili e criminali pe'tri- cessore Pio Vili col chirografo Per rende-
buuali di Roma e ne' luoghi tutti dello re più spedito, de'28 geuuaio 1 83o, Bull.
stato,couservando le giurisdizioni del car- Rom. cont., 1. 8, p. 81: Reintegralo tri-
1

dinal decano in Ostia e Velletri , e del bunalis Appellationis in civilate Anco-


maggiordomo in Castel Gaudolfo, oltre le naepro causis coinmercialibus. Altra ca-
altre suramentovate, aggiungendo par- mera di commercio esisteva in Bologna
ticolare giurisdizione al prelato commis- da lungo tempo, e Pio VII il i.° giugno
sario della s. Casa di Loreto, da lui isti- 1821 avea cou editto del segretario di
tuito, iu tultu l'estensione di quel torri» sialo dato il Regolamento provvisorio di
j 5o T R 1 TRI
commercio, presso detta Raccolta a p. reo a Gregorio XVI
solennemente, con
3a5. ragionamento Ìli Camillo Polverosi pie
Appena ascese alla veneranda cattedra siderite della medesima, e poetici com po-

di s. Pietro il Papa Gregorio XlrJ,s\mo- n'unenti di altri, onde fu pubblicato Te-


silo energicamente quale propugnacolo legante opuscolo: Adunanza tenuta dalla
dell'ordine pubblico, indi con instancabile Camera di Commercio di Roma per la
alacrità si diede a migliorare tutta quan- solenne dedicazione del busto in marmo
la la cosa pubblica, colln sua incompara- N. S. Gregorio XfJ,
della Santità di
bile e imparziale giustizia, senz'allatto ri- Roma 836. Dissi a Mercante e altrove,
1

guardi umani, e colla vasta e profonda che Gregorio XVI riattivò la banca ro-
sila dottrina fu pure insigne e laborioso mona, e permise le istituzioni della cassa
legislatore, nelTuniministrativoe nel giù- di risparmio, la società di assicurazione,

uiziario, sì nel civile che nel criminale, co- introdusse le barche a vapore sul Tcve-
me narrai in tanti luoghi;e tutto può tro- re , e fece altre cose di buon progresso,
Raccolta delle leg-
vaisi iie'23 voi. della A'5 ottobre 83 1 l il cardinal Derm-Ui in
gì e disposizioni di pubblica amministra- nome di Gregorio XVI pubblicò il [le-
zione, del pontificato di Gregorio XVI, golamento organico per l' amministra-
e pubblicala dalla stamperia camerale, zione della giustizia civile, pe' giudici e

sono pure le declaratorie


nella (piale vi tribunali diRoma edello stalo; culle spe-
e spiegazioni de'dubbi posteriormente e- ciati prescrizioni relative alle cause del fi-

manate, che ponno facilmente rinvenirsi sco; e le disposizioni concernenti le cause


ne'3 indici alfabetico semi-analitico delle ecclesiastiche, i giudici e tribunali, che
inaici ie. Nel citare 1 suoi tomi lo (arò se- dovranno conoscerle e giudicarle, Rac-
conto l'ordine numerico di essi, non del- colla t. 5, p. 1 . Gregorio XVI seguendo
Tanno in cui furono stampati, sembrati- le treccie dell' ordinamento giudiziario
domi più semplice. Qui solo ini limile- promulgalo dal glorioso Pio Vii, volle che
rò ad accennare. Gregorio XVI con edit- quelle istituzioni fossero perfezionale,
lo de Vj luglio 1 83 1 del celebre cardinal (pianto è possibile nelle umane uose, per
Beriiellisuo segretario di sialo fece pub- mezzo di nuove provvidenze, che assicu-
blicare T Ordinamento amministrativo macera a'Iitiganti, col minor incomodo,
delle provincie e de' consigli comunilati- giudizi retti e maturi. Questi regolameii-
vi, riportato dalla citata Raccolta t. 6, ti, riuniti a pubblicali ed a 'posteriori, for-
p. 1 19, insieme al Riparto territoriale del- marono un corpo uniforme di stabile le-

lo slato pontificio a lutto il 1 833. Quindi gelazione nel le cose amministra ti ve egiu-
cessò la congregazione cardinalizia del diziarie. Le materie che furono oggello
buon governo qualunque occupazione
di di nuove disposizioni derogai olio a qua-
sulle provincie, che uon fosse stata stretta- Innque uso e consuetudine lino allora vi-

meiilegiudiziaria. Coti editto del inedesi- gente. Si abolirono altri giudici e Iribu-
1 n oca rd na 1 le, dell' 8 luglio 83 1 1, Raccolta nuli particolari e pi iva ti vi. come la giuria-
t. i,p.i ot),il Papa istituita camera di coni- dizione contenziosa dell' uditore del Pa-
nie! ciò in Roma, con attribuzioni e pri- paia qualunque Causa e materia. Nel mio
vilegi, e tribunale commerciale con giù- vo impianto del tribunale del senatore di
l'indizione couleuziosa;di[)oi a'22 gennaio Roma, gii lu addetto il giudice delle iiicr

i83^ si pubblicò il Regolamento per la cedi, per le cause di Roma e suo agro. 5i
camera di commercio di Roma, ripro- ripristinò il tribunale d'appello di Ma-
dotlo a j>. ii/\ delia Raccolta. La camera cerala, e alle curie ecclesiastiche si lolsela
di coniineicio per gratitudine nella sua giurisdizione cumulativa nelle cause de'
aula creste una lapide Goti busto marmo- Itici. Quindi a* 3 1 otlobrci83i si pub-
T li I T IU i5i

> lieo il R-golamento di procedura ne' stato, de' 18 febbraio 832. La Raccolta
1

giudizi civili, presso la Raccolta cit., p. riprodusse a p. 5io


il Regolamento sui

54- 5 novembre 83 1, venne pro-


Ed a' 1 delitti e sulle emanato con editto
pene ,

mulgalo il Regolamento di procedura del cardinal Cernetti de' 20 settembre


criminale, che può leggersi a p. 1 54 della i832. Dipoi ti pubblicarono: Istituzioni
Raccolta. Il vigile Gregorio XVI volen- di diritto criminale dell' avv. Giuseppe
do portare a compimento il sistema or- Giuliani prof, del suddetto ramo di giu-
ganico de'tribunali, fece compilare le di- risprudenza e membro del collegio lega-
sposizioni tuli' oggetto importantissimo le, della pontificia università di macera-
della giustizia punitiva , a cui è affidata la, nelle quali si commentano le sanzio-
la tutela dell'onore, della vita e della li- ni della nuova legislazione criminale
bertà de'cittadini,onde ovviare. possibil- Gregoriana, Macerala 833. Carlo Cara- 1

mente con melodi fìssi e invariabili con- melli,Contento al Regolamento penale


tenuti nel regolamento, a gravissimi in- Gregoriano, Macerata 844- " cardinal 1

convenienti. Le regole dirette a verifica Bcrnelti d'ordine di Gregorio XVI, con


re i delitti accaduti o tentali, ad indaga- editto de'5 gennaio 1 832 emanò le Mo-
re i colpevoli, ed a pronunciare le pene dificazioni intorno alla percezione delle
stabilite dalla legge, tòrmano l'oggetto di lasse o diritti di cancelleria ne' giudizi ci-
queste disposizioni di procedura crimina- vili. Si potino vedere nella Raccolta del
le.Ogni delitto dà luogo ad un' azione medesimo t, 5, p. 386. Indi il Papa vo-
penale, l'esercizio della quale appartiene lendo provvedere a'bisogni degli abitanti
per dovere di officio a' funzionari desti- de'luoghi ove non risiedono le magislra
nali a tale effetto dall'autorità sovrana, tuie giudiziarie, a'7 gennaio mez- 1 832 a
Può dare anche luogo all'azione civile per zo del segretario distato pubblicò no la

la reintegrazione delle spese, e pel risar- tifìcazione colle Disposizioni riguardan-


cimento del danno cagionato dallo stesso ti i giudici economici, riportata a p. 388
delitto. A p. 3o5 della Raccolta delle leg- della Raccolta. A'3o giugno 832 Gre- 1

gi si riporta ancora, egualmente de'5 no- gorioX V fece notificare dal cardinal Ber-
I

vembre 83 1 1 ,Y Appendice al regolameli netti le Nomine colle quali resta mante-

lo organico e di procedura criminale, per nuto il tribunale temporaneo di commer-


norma delle curie ecclesiastiche. De' cio stabilito in Sinigaglia durante la fie-
tribunali ecclesiastici e di giurisdizione ra, presso il t.i, p. 121 della Raccolta.
mista. Inoltre a p. 3 1*2 trovansi le Spie- Nel 1 833 ebbe luogo la divisione della
gazioni intorno all' emanazione de' re- Segreteria dì slato (f.), con ([nella degli
golamenti della nuova procedura ne'giti- ;i ilari di stato interni, islituita da Gregorio
emanate nel sud-
dizi civili e criminali, XVI n'2ofebbraio,ed attribuì ni cardina-
detto giorno. Quindi si diramò a'27 di- le segretario della medesima la presiden-
cembre 83 la Circolare della Segre-
1 1 za del governo dello stato pontificio, culla
teria di stalo a' presidi de' tribunali sul- corrispondenza co'presidi e governatori,
l'attivazione del nuovo regolamento di co'presidetiti de' tribunali, co' capi delle
procedura criminale con istruzione pe' magistrature, e con qualsivoglia autorità
governatori ^ch'è nella Raccoltaa p.370, dello stato; non che lodichiaiò prefetto
mentre a p, 3y3 trovasi Visti tizio ne pe' della congregazione di consulta e della
governatori in seguito della cessata giu- Lauretana. Gregorio ad introdurre XVI
ribdizione criminale de'podrstàj ed a p. un sistema più semplice, centrale ed eco-
4 1 2 la Pubblicazione della nuova tassa nomico sulle opere pubbliche d'Acque e
delle competenze e spese ne' giudizi crimi- Strade, affidò l'amati Bistrattane de'lavo-
nali pc 'tribunali di Roma e per lutto lo ri pubblici per le medesime alla prefet-
iÓ2 TRI T II I

tura generale di tal nume, da lui poi e isti- Rota, e della piena Camera, ne'quali con-
tuita, e presieduta dal cardinal prefètto servò l'antico uso della lingua latina); per-
della Cangi trazione cardinalìzia del- chè le sentenze contenessero le ragioni di
l' Acque, col prelato chierico di camera giudicare. Che quindi co' regolamenti de'
per presidente, con giurisdizione conten- 5 e de' 3i ottobre 83 1, avea appagalo
1

ziosa e suo fiscale. Il Regolamento pe* la- i voti comuni, riordinando tutto il siste-
vori pubblici di acque e strade, pubbli- ma de'civili giudizi, e dichiarando inol-
cato i'8 giugno 833, è nel 1 t.
4> P-9 ' del- tre, che sulle basi del codice di procedura
la Raccolta, nella quale inoltre trovatisi di Fio VII, si fu ebbe una nuova compila-
le altre relative disposizioni sulla riunio- zione delle leggi giudiziarie, tolte le inutili,

ne della congregazione dell'acque e pre- ed aggiuntevi quelle, che potessero rende-


sidenza delle strade nella prefettura. Co- re più spedilo if corso degli all'ari. » Que-
li nel t. i4j p- 107 si legge l' Istruzione st'opera abbenchè incominciata colla
,

per iug.' presidente, onde giudicare sulle maggior sollecitudine, non poteva com-
contravvenzioni a'regolamenti di polizia piersi nel breve gii odi pochi mesi, siccome
stradale, e come si procede in appello da' Noi avremmo voluto, bisognava richia-
suoi decieti innanzi al cardinal prefètto. ma re ad esame tutte le disposizioni di quel
A'io novembre! 834 Gregorio XVI col codice, per conoscere quali fossero meri-
moto-proprio Elevali appena per divi- tevoli di riforma, quali di cambiamento,
no volere, diede allo stato pontificio il ce- e quali infine dovessero esser rischiarate
lebre Regolamento legislativo e giudi- e ridotte a tale precisione, che venisse tol-
ziario per gli affari civili. Fu stampa- ta, per quanto il permette la natura del-
lo nell'istesso anno a parte dalla tipogra- l'untane cose, ogni cau sa di dubitare sulla
fìa camerale, e nella Raccolta delle leg- vera intelligenza ed applicazioue della leg-
gi t.10, p. ij insieme all'editto del cele- ge: e bisognava inoltre supplire al vuoto
."
bre giureconsulto cardinal Gamberini 1 che lasciava lo stesso codice in ordine ad
segretario per gli aliati di stato interni , alcuni articolidella legislazione giudizia-
col quale promulgò l' Ordinamento e di- ria; dal che ne nasceva grande abuso di il

sciplina degli uffizi ipotecarli. Questo in- protrarre i giudizi, intrudendo nel
nuo-
oltre comprende titoli: Della discipli- i vo edificio legislativo una parte delle vec-
na de' magistrati ed officiali dell'ordine chie forme, abolite appunto perchè ser-
giudiziario: Delle spese di giustizia: Del- vivano di alimento a forensi cavilli. A.
le tasse: Disposizioni generati. Prima- questo fine avevamo Noi prudentemen-
mente dichiarò il Papa nel moto-proprio, te stabilito che tulti i tribunali del No-
che innalzato al pontificatoci primoepiù stro Stato, per mezzo de'loi o capi o pre-
vivo de'suoi desiderii fu quello d'una ri- sidenti, ci proponessero i loro dubbi, in-
forma nel sistema legislativo egiuiliziario, sieme a quelle riforme o uiigliorazioni
secondo le molteplici istanze, perchè agli che riputassero utili o necessarie nel si-
usi e a' costumi generali si conformasse stema della civile procedura. Si rese adun-
il modo d'amministrar la giustizia; onde que indispensabile il fare alcune dichia-
eliminare la necessità di ricorrere a'tri- razioni, ed alcune disposizioni suppleto-
bunali di Roma da' punti estremi dello rie, generali e speciali, coi rispondenti a'
stato; perchè le cause si discutessero da dubbi ed alleistanze diedi tempo in lem
più giudici collegialmente, e nella lingua pò si proponevano; e per tal modo pre-
materna (cioè gli atti giudiziali, le sen- parare lo stabilimento e la più facile ese-
tenze e le difese o allegazioni delle parli cuzione degli ordini nuovi, di cui le basi
doversi scrivere in lingua italiana, eccet- doveano essere le leggi del glorioso No-
tuali i liibuuali della. Segnatura , della stro Predecessore, e le parziali riforme
T | I TRI i53
già da Noi pubblicate; l'oggetto poi e Io vìlej a." Dell' ordinamento giudiziario;
scopo, quello di togliere le incertezze, ed 3.° Delle leggi di procedura. Quanto al-
estinguere ogni fonte di arbitrio, ch'è il l'ordinamento giudiziario si dice, che nel-
som ino de'mali nell'amministrazione del- le cause civili vi sono 3 gradi di giurisdi-

la giustizia. Ma l'opera non sarebbe sta- zione e in alcuni casi ve n'è un 4-°; oe'3
ta compiuta, se alle nuove istituzioni non gradi ordinari di giurisdizione e nel 4-%
venissero conformate quelle leggi collet- se avrà luogo, la giustizia civile si ammi-
torie del comune diritto, che con tanta nistra: da'governalori, e da'tribuuali ci-

sapienza promulgò lo stesso Pontefice, vili, di commercio, d'appello, del senato-


sullo stalo e capacità delle persone, sul- re di Roma, dell' A. C, della rota, della
le successioni, sugli atti di ultima volon- piena camera, del supremo di segnatura,
tà,* sui fedecommessi, sui contratti e sul- da'giudici e tribunali ecclesiastici. La Con-
le ipoteche; e che sebbene in parte mo- gregazione cardinalizia Lauretana, e le

dificale dal di lui sucessore Leone XII magistrature che ne dipendono, conti-
di felice ricordanza, tutta volta lasciava- nueranno a giudicare le cause loro attri-
no a desiderare un qualche miglioramen- forma delle speciali disposizioni
buite, a
to. Queste leggi pertanto riunite alle leg- de'2 novembre 1 83 e de' 20 febbraio
1 1

gi che riguardano l'ordinamento giudi- 1 832 : presso la congregazione vi sarà un


ziario, ed a quelle di procedura riordi- prelato assessore, eia prelati Potanti, e
nate tutte e rifuse, formano un corpo di divisi in 4 turni; ili. "per le cause in via
legislazione di cui le singole parti sono fra di segnatura ed in grado di restituzione

loro in armonia, col titolo di Regolamen- in intiero, gli altri perle cause di ."istan- 1

to legislativo e giudiziario per gli a/fari za e di appellazione. Poiché tutte le cause


civili. Avendo Noi sottoposto a rigorosa ecclesiastiche o profane concernenti l'iu-
censura il progetto di tale Regolamento, teresse del santuario di Loreto, che do-
lo abbiamo trovato pienamente confor- vrebbero introdursi avanti i giudici e tri-

me a'bisogni de'popoli soggetti al dorai- bunali di Roma sia per ragione delle per-
uio della s. Sede: perlocchè speriamo con sone che dimorano, sia per ragione de'
vi

fondamento, che, assecondando magi- i fondi saranno conosciute e giu-


ivi situati,

strali, siccome debbono, la Nostra volon- dicate in Roma nel foro Lauretano. So-
tà, si raggiunga il fine a cui furono sag- no e rimangono aboliti tutti gli altri tri-
giamente dirette le cure di Pio VII nel bunali e tutte le magistrature giudizia-
promulgare la sua legislazione, di segui- rie, non si
delle quali fa menzione. U U-
re, cioè, la grande massima che dichiara ditore del Papa non esercita, né può e-
ottime quelle leggi le quali attribuisco- sercitare la giurisdizione contenziosa in
no a giudici il minimo arbitrio, senza veruna causa e materia (abnegazione ge-
viole/ilare la loro coscienzaj ed ottimi i nerosa di Gregorio XVI, che si spogliò di
giudici i quali attribuiscono il minimo sì rilevante prerogativa). Non è derogalo
possibile arbitrio a loro slessi ". 1 1 Re- alle altre attribuzioni dello stesso udito-
golamento soltanto abbraccia 1806 pa- re del Papa, negli aliati non appartenenti
ragrafi e 444 p a s',ne
P ei CLn ll0n & c a
»
" ' al foro contenzioso. Non vi sono giudici

me il darne un qualche fugace sunto, co- particolari o privativi: qualunque legge


me non è proprio della natura di questa che accordasse privilegio di tradurre i li-

mia opera; però non mancai in moltissi- tiganti, o di avocale le cause ad altri tri-

mi articoli di riprodurne non pochi bra- bunali, fuori di quelli che sono compe-
ni, come che rimarcherò in cor-
in quelli tenti, a forma di questo regolamento, ri-

sivo. Dirò solo che il Regolamento divi- mane abrogata. De' giudici e, tribunali
,"
desi iu 3 parli : 1 Della legislazione ci- perle cause appartenenti al foro laico.
1
54 T R 1 TR I

lu ogni luogo dello stato, capoluogo d'un dell'A. C. ossia dell' Uditore della caino
governo, vi è un giusdicente, chiamato ra, è composto di questo prelato presi-
Governatore. Le funzioni giudiziarie at- dente, di 3 prelati Luogotenenti, di 9 to-
ti ibuite a'governatori verranno esercita- gati, 3 de'(|uali col titolo di consiglieri, a
te ne'capiluoghi delle provincie di Bolo- col titolo d'assessori, e \ col titolo di giu-
gna, Ferrara, Forlì, Ravennaj ne'capi- dici uditori.11 tribunale degli Uditori di

luoghi dell'altre pruvincie verranno eser- Rota, che a mezzo de'suoi prelati giudici
citate dagli assessori legali. In ogni capo- conosce e giudica in 2. e in 3.° grado di
luogo di provincia v'è un tribunale civi- giurisdizione, ec. Il tribunale della pieua

le, che giudica collegialmente, cioè nelle Camera apostolica è composto di 5 pre-
Delegazioni a Legazioni; nelle nominate lati Chierici della medesima, ed è pre-
4 città con presidenti, vice-presidenti e 4 sieduto dal più anziano o decano. L'óv.
giudici, divisi in due turni ;ì tribunali che vocato generale del Fisco, ed il Com-
risiedono negli altri luoghi sono compo- missario generale della camera (di cui
rli d'un presidente e di due giudici. Wel- anco a Tesoriere), potranno intervenirvi
le città di Bologna, Ferrara, Rimini, Pe- per sostenere gl'interessi fiscali. Se la seu-
saro, ancona, Foligno, Civitavecchia e teiizn è proferita dal tribunale in 2.°gra-
Roma vi sono tribuna li di coni merciocou do di giurisdizioneda quella della 1 ."istan-
presidenti giureconsulti, e giudici com- za, giudica la Rota, così altre, come di
mercianti. 1 tribunali di commercio so- restituzione in intiero e quelle sul valore
no tribunali di eccezione. Vi sono due tri- de' Rescritti o Chirografi sovrani. Ed in-
bunali superiori chiamati d'appello, uno oltre le cause della camera degli Spogli
in Bologna, l'altro in Macerala, con pre- ecclesiastici, per essa la Congregazione
sidenti e 6 giudici per ciascuno. La giu- cardinalizia di propaganda fide, ec. il
risdizione del tribunale d'appello in Bo- tribunale supremo della Segnatura di
logna comprende le 4 proviucie di Bolo- giustizia è composto del cardinal prefet-
gna, di Ferrara, di Forf^di Ravenna. La to, di
7 prelati Folanti, d'un prelato
£/-
giurisdizione del tribunale d' appello di dilore del tribunale, d'un togato uditore
Macerata comprende leprov'mcie di Ur- della prefettura. Tutti i giudici e tribu-
bino, di Pesaro, di Macerata, d'Ancona, nali dello stato, compresi quelli della s.

di Fermo, d'Ascoli, di Camerino, e il di- Rota e della piena Camera, souo soggetti
stretto di Loreto. In Roma vi sono i se- al tribunale supremo di Segnatura. Souo

guenti tribunali. li tribunale del Stila- addetti al tribunale i prelati Referenda-


tole di Roma ossia di Campidoglio eser- ri: questi riferiscono le petizioni e le i-

cita la giurisdizione,cumulativameute col stanze de'i icori enti, ed hanno il volo me-
tribunale dell'A. C. per le cause laiche, ramente consultivo. Il tribunale supre-
tra o contro meri laici di Roma e del- moili Segnatura conosce e giudica, in 110-
l'Agro romano. Questo tribunale è com- ine e vece del sommo Pontefice, ec. : e-

posto: del senatore di Roma, che ritiene sercita inoltre la podestà giudiziaria ec,
il titolo di presidente; dedite collaterali; De'giudici supplenti. Presso ciascun go-
dell'uditore prò tempore del senatore, del vernatore, assessore o altro giusdicente vi

giudice de' mercenari, d' un giudice ag- sarà un giudice supplente per l'esercizio
giunto, cioè l'avvocato fiscale della ca- delle funzioni giudiziarie. Vi saranno 2
mera Capitolina. Il giudice de'mercena- supplenti presso ogni tribunale civile
ri conoscerà, come giudice di eccezione, composto d'uu solo turno; 4 presso i tri-

le cause di Roma e dell'Agro romano non bunali di 2 turai, e pressoi tribunali d'ap-
maggiori di 20oscudi,coucernenti le mer- pello. I tribunali di commercio non avran-

cedi campestri, cuparre ec. Il tribunale no suppleuli, in caso di mancanza d' u^


T li I TR I i55
. o o più giudici, siederanno nel tribuna- gnatura digiustizia. Della medaglia co-
le uno o più membri anziani della came- niata per la riforma del codice civile, fe-
ra di commercio. Il presidente giurecon- ci parola nel voi. XLVI, p. \ii. Inoltre
sulto avrà un supplente, cosi il giudice Gregorio XVI neh 834 abolì la privati-
giureconsulto del tribunale di Roma. Il va sulle stampe legali nelle provincie,
tribunale dell' A. C. non avrà supplenti, permettendo a tutti tipografi delle me-
i

in mancanza d'uu assessore, il go-


caso di desime di stampare liberamente le scrit-
verno delegherà uno de' giudici uditori. ture legali e sommarli, nonostante il di-
Il tribunale di Campidoglio avrà 3 sup- ritto privativo da' predecessori attribuito

plenti, e lo sarà per le cause d'appello il alla camera apostolica; perciò fece dichia-
fiscali: della camera Capitolina. In man- rare la limitazione della privativa della
canza d'uno o più giudici del tribunale Stamperia Camerale (Z 7 .), a Roma e sua
della piena camera apostolica, il decano Comarca; nel quale articolo riportai no-
deputerà a farne le veci altri chierici del- zioni analoghe sulle stampe amministra-
la medesima per anzianità. supplenti I del tive, governative e delle cause fiscali, col-
tribunale di Segnatura saranno i prelati le discipline intorno alle stampe legali ;

referendari chiamali dal cardinal prefet- dicendo pure come nell'odierno pontifi-
to. Esercitando con lode per 5 anni I offi- cato e neliSTo.a incremento dell'indu-
cio di giudice supplente, potranno essere stria tipografica, fu abolita la detta limi-

considerati prelativamente ad altri ili e- tazione che favoriva la stamperia came-

guali meriti nella collazione degl'inopie rale, anche perchè difensori delle cause
i

gin dell'ordine giudiziario. Le funzioni di con maggior agio e minor dispendio po-
giudici supplenti sono compatibili con tessero far imprimere le loro difese sì ci-
quelle d'avvocato o di procuratore. De vili che criminali, fermo però restando il

giudici e tribunali per le cause appai-- diritto privativo della stamperia came-
Unenti al foro ecclesiastico, Nelle dio- rale di proseguire la pubblicazione della
cesi rispettive Vescovi e gli Arcivesco-
i Raccolta e collezione delle leggi, e di
vi, e per essi / icari generali, sono giu-
i proseguire ancora a slampare le decisio-
dici di i .'istanza, ec. Tribunali ecclesia- ni de'tribuuali della Rota, della Segna-
stici di Roma. Il tribunale del cardinal tura,(.\tì\>xCamera apostolica, della con-
/ ica?-io,\)ev Romae suo distretto, si com- gregazione di s. Ivo della Curia Roma-'
pone del cardinal vicario di Roma, del na, e dell'arciconfrateruita di s. Girola-
prelato P icegerente, del prelatoLuogo- mo della Carità: e si dispose eziandio,
tenente, i quali prelati per mezzo d' un che delle dette stampe della Rota e della
privato uditore conoscono e giudicano in Camera si continuasse a deporre nell'ar-
i. 'istanza. Il tribunale deli' A. C. o del- chivio della stamperia camerale un nu-
l' Uditore della camera. Il tribunale de- mero di copie, in unostampe a tutte le
gli L ditori di rota. La giurisdizione del amministrative ed altre. Le nuove isti-
tribunale della Congregazione cardimi- tuzioni che riguardano tribunali di com-i

lizia della rev, Fabbrica di s. Pietro, e il i mercio, essendo streltameute collegate


cjuello della Congregazione cardinalizia coll'esUtenza delle camere commerciali,
della s. Visita apostolica, nelle materie a' 3 i gennaio 1 835 Gregorio XVI fece
di loro competenza, è interamente con- pubblicare dal cardinal Gangherini: l'Or-
servata. Nulla viene innovato relativa- dinanu nto delle Camere pe' tribunali
ineute alle sagre Congregazioni cardi- di commercio, arti e manifatture dello
nalizie ecclesiaslicbe, ed alle regole e nor- stato pontificio. Furono classificate iu 3
me die attualmente si osservano dalle primarie, cioè di Roma, Bologna e An-
medesime. 11 tribunale supremo della Se cona; in 2 di seconda classe che risiedo-
1 56 T U 1 TR I

no in Ferrara e iu Civitavecchia; in 3 sus- manate, il Regolamento di giustìzia cri-


sidiarie residenti in Rirniui, Pesaro e Fo- minale e disciplina militare, pubblicalo
ligno. Inoltre emanò disposizioni intorno il 1. "aprile
184^ dal celebre cardinal La in
i presidenti, giureconsulti e cancellieri bruschiui segretario di stato con editto
de'tribunali di commercio. Tutto si leg- in cui dice: Che persuaso il Papa, che un
ge nella Raccoltati, 1 i, p. 35. Ivi nel 1. 12, regolamento di giustizia criminale e disci-

p. 267 è il Regolamento per Vorganìz' plinale militare formato sulle basi delle
zazione stabile e disciplina della ca- varie leggi e consuetudini anteriori, e sul-
mera dicommercio d' Ancona,follo pub- le norme generali delle comuni vigenti,
blicare dai Papa a'b ottobre 835. Nello 1 avrebbe provveduto alla più certa, uni-
slesso 1. 12, p. 63 si legge de' 25 luglio forme e pronta amministrazione della giu-
1 835 l'editto ilei cardmalGamber'mi con stizia medesima,approvò il regolamento.

l' Ordinamento della giurisdizione con- Ad agevolare il corso delle cause e giu-
tenziosa nelle materie amministrative. dizi criminali e disciplinari militari , il

Riguarda le congregazioni governative Papa noti solo confermò al tribunale mi-


delle provinotela congrega/ione del buon litare, suoi giudici e ministri, le facoltà im-
governo, la congregazione camerale, la munitarie che gode vano attuai mente; ma
congregazione di revisione, il consiglio su- l'esleseancora a tutte le altre, che godeva-
premo. Di più a p. 128 si trova il dispac- no o fossero per godere iu avvenire i tri-
cio della segreteria per gli affari di stato bunali ordinari comuni e loro ministri.
r
interni, de'5 agosto 1 83 5, diretto a mg.
1 Quanto poi all' ecclesiastica immunità
uditore della camera sulla falsa opinio- persouale, volle Gregorio XVI,che in av-
ne introdotta nel foro, che in virtù del venire non possa essere ammesso al ser-
nuovo ordinamento sul contenzioso am- vizio militare alcun individuo precedeu-
ministrativo tribunali debbano ritener-
i tementeascritloallostatochiericale; e che
siincompetenti iu tutte le controversie, qualora, tacendo il medesimo tale sua qua •

che riguardano in qualunque modo l'in- lità, visifaceseammettere, s'intende ipso


teresse diretto o indiretto de'comuni, del- facto decaduto da tutti i privilegi cleri-
le proviucie, e della camera apostolica. cali , e debba essere considerato e trat-
Indi a p. i 37 vi è l' editto del cardinal tato come persona meramente laica. Che
Gamberini de' 18 agosto 1 83 5, colle Di- se attualmente ne'ruoli della milizia pou-
sposizioni riguardanti la repressione de tilicia esistessero individui precedente-
contrabbandi e di contravvenzioni alle mente insigniti sia della tonsura , sia
fcgg/(;rtfnrt//.ConessefiiislitoitoinRoma degli ordini minori, comandò il Papa,
il tribunale della rev. camera apostolica, che possano i medesimi, nel perentorio
r
presieduto da mg. Tesoriere generale termine di 2 mesi, domandare e ottene-
diviso in due sezioni, una per le cause di re In loro dimissione del servizio milita-
1. "grado, l'altra per le cause d'appello. re, decorso un tal termine e non dimessi
Con editto del cardinal Tosti pro-teso- volontariamente, s' intendano decaduti
riere generale, de'7 novembre 1839, la da'detti privilegi. Cominciail regolamen-

Raccolta delle leggi, nei t. 7, p. iq5 1 ci to con dichiarare: La giustizia criminale


diede le Disposizioni dirette alla repres- edisciplina militare ha per oggetto la re-
sione de' contrabbandi, e quelle sui giu- pressione de' delitti e delle coutrawen-
dizi contro medesimi. Mancava un co-
i zioni disciplinali delle persone militari, e
dice penale militare perla Milizia pon- come tali dalla legge considerati. La par-
ed anco a questo provvide Gre-
tificia, tei." tratta: De'tlelitti e pene; delle cou-
gorio XVI. Pertanto si legge nel t. 20, travvenzioui disciplinali e punizioni. La
p. 77 della Raccolta delle leggi da lui e- parte a.' uel libro i.° tratta : Della pio-
T II I T R I 1
7
cedtira criminale e disciplinale; de' giu- lificio palazzo i suoi decreti (cos'i pure al-
dizi criminali in genere, ossia de' consi- tri tribunali e congregazioni cardinalizie:
."
gli di guerra di i istanza, d'appello, e esisteva senza agire anche la Segnatura
speciali straordinari ; de'giudizi crimina- di grazia). V'ha pure un tribunale di
li in ispecie, vale a dire da chi sono com- commercio per le questioni mercantili. Il

posti e de'loro giudici; del ministero del prelato Governatore di Roma ha la su-
tribunale cri minale, composto dall' udi- prema direzione di polizia, ed è capo del
tore generale, dagli uditori di divisio- tribunale criminale dello delGoveriiOjCol
ne, dagli uditori sostituti, dali. attua- quale concordano nella città di Roma i

rio, dagli attuari sostituti, dall'archivi- tribunali criminali dell'Uditore della ca-
sta eda altri impiegati subalterni. 11 li- mera, del Senatore o Campidoglio, e del
bro 2.° tratta: Della procedura discipli- Vicario nelle cose di sua competenza. Nel
nale. Segue il Bfgohitiiento per l'esecu- palazzo Madama, edificato dalla famosa
zione delle pene e punizioni militali. Ter- Caterina de Medici,sino dalla mela del de-
mina il Regolamento di giustizia crimi- corso secolo venne fissata la sua residen-
naie e disciplinare militare, colla ripro- za. Per la Comarca poi e per lo stato i

duzione delle facoltà immunitarie accor- giudicati sono riveduti dalla Congrega-
date da Pio VI neh yg3 al tribunale mi- zione della s. Consulla ( cioè fra le sue
litare e suoi ministri, confermate da Pio competenze ha la giudicatura criminale
VII nel i8?.3, e da Gregorio Ti\ì nel in grado di appello o di revisione, ed è
1 842. L'avv.° della romana curia Pietro il tribunale esclusivo per lecause di lesa
Castellano nel 1837 pubblicando in Ro- maestà; da'prelaii Ponenti componenti il

ma: Lo Stalo Pontificio ne'suoì rapporti tribunale vengono tolti i giudici, che di-
geografici, storici, politici, secondo le ul- visi in due turni o camere formano il su-
time divisioni amministrative, giudizia- premo tribunale di revisione o sia di cas-
rie ed ecclesiastiche, sui tribunali e giu- sazione, come lo chiamano i francesi, per
dici di Roma, in breve li dichiarò come le cause criminali ). Molti sono i tribu-
segue (fra parentesi aggiungerò (commis- nali di eccezione conservati nell' ultima
sioni più. intrinseche). » Il palazzo prin- restaurazione, ed ha ciascuno i propri li-

cipale, ove si rende giustizia, è quello di miti giurisdizionali, siccome la I. Inqui-


Monte civili sono trat-
Cilorio. Gli affari sizione, la Penitenzieria apostolica (la
Uditore d< Ila ca-
tali ini." istanza dall' Cancelleria apostolica), la Dateria, la l\e-
mera prelato presidente, da 3 prelati luo- verendaCtfWjf/'tfper gli affari che riguar-
gotenenti, da 3 togati consiglieri, e da 4 dano il Tesoro (anche con tribunale cri-
giudici uditori, i quali tutti costituiscono minale: ichierici di camera decidono in
il tribunale dell' A. C. suddiviso in due 2." istanza le cause riguardanti appalti
turni, coli' aggiunta di due assessori per dazi, diritti del fisco eccessi sono uno di
le cause minori (oltre il tribunale crimi- qne'collegi e tribunali prelatizi che si a-
nale,ch'è uno de'3 di Roma, ed oltre il mi- dunano nel palazzo apostolico, come la
litare). Per la città di Roma poi cumu- Rota, la Consulta ec), la Congregazio-
lativamente si decidono anche dal tribu- ne del buon governo per le vertenze co-
nale del Senatore e de'suoi collaterali, non munali (ossia per le appellazioni de'co-
che dall'altro del cardinal Vicario. Essi muni dellostato nelle loro cause economi-
conoscono anche gli appelli minori, ma che in 2/ istanza), e le Congregazioni del
le gravi cause subiscono nel famoso tri- Concilio, de' Vescovi e Regolari, dell' Im-
bunale della s. Rota residente presso il so- munità ecclesiastica , della Disciplina
vrano gli ulteriori gradi di giurisdizione. regolare, dell' Indulgenze e s. Reliquie,
La Segnatura di giustizia emana dal pon- de' ss. Riti, ed altre molte (come quelle
. 58 T RI TRI
dello s. Usila apostolica, della rev. Fab- stabilito un regolamento penale perle tni-
brica di s. P/V//o,<lella Laurelana, la pre- tizie: migliorato il piccolo esercito sulli-
fetlnra generaledeH'^r^w e Strade, alla cicute pel buon ordine pacifico degli stati
quale le questioni legali riguardanti i la- della s. Sede; i regolamenti delle vie na-
vori die da essa dipendono, sono portate zionali e provinciali rifusi: meglio ehia-
1
avanli le congregazioni governative ini.' riti quelli de' porti: accresciuta la mai ina
istanza; quindi alti prefettura generale in nazionale. E tutte queste erano reali ri-
appello, e nella disparità di sentenza a- forme, die portarono una reale prospe-
ranti la Congregazione delC Acque in i ita negli stati della Chiesa; imperocché i

gradodefinilivo).Vi è finalmente il prela- fondi pubblici si mantenevano ad unsag*


toche nominasi Uditore Santissimo, per gio altissimo: la circolazione del nume-
di cui mezzo emanano in talune materie ratio in oro ed argento era abbonderò»
i pontificii rescritti, a'quali tulli i tribù- lissima: i capitali ut 'baiti e rustici cresciuti
nati di Roma e dello stato prestano ub- di prezzo: la fabbricazione delle case, an-
J
bidienza j l er altre leggi giudiziarie e di che ne' paese! ti più oscurilo incremento."
pubblica amministrazione, decreiate dal- La curia romana e quella dello stato pon-
l'instancabile operosità di Gregorio XVI, tifìcio, sinché regnò Gregorio XVI, fu co-
unitamenle alle declaratorie, l'avverto slituilaal modogenericainenteoccennato.
ancora una volta, tulle quante trovansi Ora metodo le prin-
riferirò collo slesso
nella Eaccolta d'ordine suo pubblicala, cipali variazioniavvenute nell'odierno
INel t. 6, p. 276 della Civiltà cattolica si pontilìcatodel Papa Pio IX, al quale ar-
legge questo elogio di Gregorio XVI. »I1 licolo già le indicai e meglio ne' luoghi
pontificalo di Gregorio XVI compren- ove ne parlai, massime delleemanate do-
de tante riforme in ogni ramo governa- pò la pubblicazione deM'articolo,couie ri-

tivo e giudiziario, che vorrebbero vo- vi leverò in carattere corsivo, e terminerò


Inmiadeiiumerarleechiarirle.Sotlo esso con dichiarare gli attuali tribunali e giu-
J'ontefice nuovo scompartimento delle dici.
provincie, nuova legge fondamentale per II regnante Pio IX, tra'più interessane
i muniripii, legge che ampliava il nume- ti oggetti a'quali (ino da'primoi di del suo
ro de'corjsiglieri più che in qualsivoglia pontificato volse la niente pel ben essere
altro reame, che dava non poca indipen- de' suoi sudditi, uno fu quello della sol-
denza a'consigli ed alle magistrature, un lecita e ietta amministrazione della gin-
tal sistema di elezioni da andare assai in- stizia ne'ramicivileecriininale,conosi:ei>-
nanzi nella civile libertà popolare: mio- do appieno che le savie e ben ordinale
va legge per le amministrazioni proviti- leggi sono una delle piìi valevoli guaren-
che guarentiva alle provincie le lo-
ciali, tigie pel riposo e per la prosperità della
ro peculiari lavorazioni di strade, di or- civile società; quindi nell'agosto 1846 al

ginature, di canali, di stabilimenti. Sotto cardinal Segretario di stato affidò czian-


esso Pontefice nuovo codice penale più dio gli affini della segreteria di stato in*
conforme alle abitudini e alla educazio- terni, cos'i i tribunali tornarono a dipen-
ne de' popoli, e più allo a frenare la re- dcre dal segretario di stato. Nell'ottobre
cenle novità e corruzione di defitti e di poi non solo confermò la commissione d'a*
inali ai tifìzii. Ma, quel che più monta- bili giureconsulti istituita dal predecesso-
va e che più si richiedevo, sotto Grego- re Gregorio XVI, e incaricata a proporre
rio XVI ebbe un nuovo regolamento
si gli occorrenti miglioramenti pel regola-
di procedura criminalee di procedutaci- mento penale e pei' quello di procedura
vile: ripristinata la Congregazione di re- criminale; ma volle eziandio estendete
visione [ter le entrate e le spese dello stato: gl'incombenti della commissione medosi-
T II I TU! 1
59
ma dell'esame de'regolamenti legislativi impiegati in altri tribunali, come rilevai

e giudiziari per gli all'ari ci vili,onde anche nell'indicato articolo. A' 12 giugno 184?
questa pnrte legislativa venisse ulterior- Pio IX istituì il consiglio de'ministi i. di-
mente migliorata a norma dell'indicazio- chiarandone precidente il cardinal Segre-
ni che si fossero avute dall'esperienza di tario di stato ; venendo affidato all' U-
più armi nella pratica forense sì ne'lribu- ditore generale della camera il nuovo
uali diRoma,come in quelli delleprovin- ministero di giustizia, colle attribuzioni
cie. Alla commissione pertanto che trova- che in questa parte esercitava il segreta-
vasi composta di que'prclati egiurecou- rio per gli affari di stato interni; però fu
suiti, i cui nomi si leggono nel n.°89 del dichiaralo che la s. Rota e tutti tribu- i

Diario di Roma del 1846. aggiunse di- nali che aveano per capo un cardinale
versi altri stima bi li ed esperti prelati e giu- proseguirebbero a corrispondere colla se-
reconsulti, ivi pure nominati. Si appren- greteria di stato. Al cardinale camerlengo
de dal n.°2 del Diario di Roma del 84 7 1
?
si conservò la prefettura del tribunaledel-
che il Papa prendendo a cuore la retta e la piena camera, e le altre sue preroga-
spedita amministrazione della giustizia tive. 1 prelati uditore della camera e go-
punitiva . mentre la commissione desti- vernatore di Roma cessarono dalle fun-
nata a esaminarne i regolamenti eia pro- zioni giudiziarie , sì civili che criminali,
cedura andava di ciò occupandosi, volle comunque esercibilida altri in loro nome
r
facilitarne la via profittando dell'oppor- e vece; egualmente mg. Tesoriere cessò
tunità di talune vacanze avvenute ne'di- dall'esercizio della presidenza della con-
versi tribunali criminali di Roma. Laon- gregazione camerale pel contenzioso am-
de coti ordine circolare della segreteria di ministrativo e del tribunale criminale
,

stato del 1 ."gennaio, disposedi concentra • dilla camera. Tra gli all'ari da trattarsi
re in uno solo, ma diviso in due turni, nel consiglio de'ministri, furono compre-
cioè iu quello criminale del governo, pre- se le nuove leggi e I' interpretazione di
r
sieduto da mg. governatore, gli altri due quelle in vigore. All'uditore della came-
tribunali pur eliminali, che perciò resta- ra fu concesso il proporre le nomine dei
rono aboliti, dell' Uditore della camera presidenti e de'gindici de'tribunali civili
e del Senatore di Roma, come stava per e criminali, de'presidenti e giudici de'tri-
fare Gregorio XV I se la morte non lo ra- bunali di commercio nelle provinole, de-
piva al mondo. E perchè le provinole an- gli assessori legali o giusdicenti, de'fiica-
cora risentissero un vantaggio dalle pa- li, de'gindici processanti, dc'difensori ilei

terne sue cure, giudicò porre quelli del- rei, de'cancellieri, di due primari impie-
le provincie sotto la vigilanza del supre- gati del suo ministero e del direttore delle
mo tribunale della s. Consulta. A questo statistiche giudiziarie, dovendo la s. Con-
inoltre die mezzi corrispondenti per com-
i sulta comunicargli gli elementi per la par-
pilare una periodica statistica criminale, te criminale. Inoltre il moto-proprio di-

elemento necessarissimo a prevenire i de- ce che sarebbe provveduto con partico-


litti,investigandone le cause, ricercando- laridisposizioni alla presidenza del tribu-
ne il numerOjdonde prender norma a quei nale del governo, alla presidenza del tri-
miglioramenti di disposizioni, che le cir- bunale dell' A. C, all'esercizio della giu-
costanze de'tempi e de'luoghi esigessero. risdizione ecclesiastica nel medesimo tri-

Aflìnchè tutto corrispondesse alle ponti* bunale, alla presidenza delia congregazio-
licie sollecitudini, fu accresciuto conside- ne camerale pel contenzioso amministra-
inabilmente ilnumero de' magistrati e tivo , ed alla presidenza criminale della
altri in loro sussidio, come i Ponenti alla camera apostolica, il che venne effettua-
s. Consulla, a' quali assegnò uditori già to col narrato nel voi. LXXIV, p. 34".
iGo TRI TR I

Ecco poi l'istruzione circolare emanata ricorso, quando abbia luogo, si porterà
a'26 giugno del cardinal Gi/.zi segretario ni prelato che esercita la presidenza del
di stato, che ricavo dal n.°53 del Diario tribunale. § V. La presidenza della con-
di Romaóeì 1847. " Coercntementea' §§ gregazione camerale pel contenzioso am-
r
14^4' del moto-proprio sul consiglio e ministrativo, attribuita a mg. tesoriere
sulle otti ihuziorii de'ministri, la Santità dal §25 dell'editto 2 5 luglio 1 83 "i, sarà
r
di Nostro Signore si è degnata di ordi- esercitata da mg. uditore del camerlen-
nare, che in via provvisoria e sino a nuo- gato: per compiere il numero de'5 votan-
ve disposizioni si osservi quanto segue. ti farà parte del la congregazione il toga-

§ I. Il tribunale del Governo prenderà il to giudice relatore nella sezione degli ap-
nome Tribunale criminale di Roma;
di pelli del tribunale criminale della came-
r
la presidenza attribuita a «ng. governa- ra apostolica. § VI. Il tribunale criminale
tore dall'articolo 38 del Regolamento or- camerale istituito dal § 49 dell'editto 8 a- i

ganico e di procedura criminale e dalle gostoi 835 avrà una sola sezione compo-
successive disposizioni, sarà esercitata dal sta di 4 giudici, cioè d'un
r
chierico di ca-
prelato vice-presidente deh." turno. Lo mera presidente, di mg. uditore del ca-
stesso prelato eserciterà la giurisdizione merlengato e di due togati giudici rela-
economica specialmente attribuita a mg. tori nelle due sessioni attuali di prima
governatore dal § 735 del moto-proprio 1 istanza e di appello. § VII. Lo stesso tri-

10 novembre 1 834- per decidere sui ri- bunale avrà un giudice processante; que-
r
corsi da' decreti de' presidenti di polizia sti dipenderà da mg. commissario della
de'rioni di Roma. § II. Il tribunaledell'A. camera, che eserciterà, o farà esercitare
C prenderà il nome di Tribunale civile dal meno anziano di nomina fra 'suoi so-
di Roma; la presidenza attribuita a mg/ stituti, le funzioni di fiscale. § Vili. In
uditore della camera dal § 3 2 del moto- 1 conformità del § 54 dell'editto 1 8 agosto,
proprio 10 novembre i834 verrà eserci- uno de'cancellieri segretari
o di camera e-
tata dal prelato , a cui perla medesima Berci te rà 1' officio di cancelliere presso il

legge compete il dirittodi presiedere il i.° tribunale criminale; esso terrà nella pro-
turno. § La giurisdizione ecclesiastica
III. pria cancelleria e sotto la sua disciplina
r
esercitata in nome e vece di mg. udito- gl'impiegati subalterni. § IX. Il tribuna-
re dello camera da un giudice uditore e le camerale residente in Roma ed tri- i

da due assessori, dovrà esercitarsi prov- bunali criminali del le provincie giudiche-
visoriamente dal prelato attuale 3.° luo- ranno in [.'istanza le cause indicate nell'e-
gotenente che siede come semplice giudi- ditto18 agosto 1 835, e quelle pure che so-
ce nel f. "turno; questi giudicherà perso- no contemplate nel successivo editto dei
nalmente ed in proprio nome le cause e- 7 novembre 1839 abbenchè commesse
,

nunciate ne' §§ 370, 371,372 del sud- al giudizio inappellabile della sezione di
detto moto-proprio: ne' casi d'impedi- appello. § X. Il tribunale criminale di Ro-
a
mento sarà supplito da uno de' prelati ma giudicherà inoltre in 2. istanza tut-
giudici aggiunti della congregazione pre- te le cause giudicate ini. grado da'tri-
latizia. Sederà in di lui vece neh. "tur- bunali delle provincie. §. XI. Dalle senten-
no un giudice uditore, a termine del § ze del tribunale di Roma si appellerà al
3 16 del citato molo-proprio; nella con- tribunale della s. Consulta; ed allo stesso
gregazione prelatizia sederà come 3.°giu- tribunale s'interporranno i ricorsi in via
dice un prelato giudice aggiunto. § IV. di revisione ne'casi preveduti dagli arti-
La giurisdizione economica sarà eserci- coli 1 5 e 6 del
1 citato Regolamento orga-
tala dal giudice uditore addetto attual- nico e di procedura cri mina le. § X I I.Tu t -
r
mente a tng. uditore della camera; il te le cause saranno decise sui risultameli-
TRI ìCu
ti del processo sci ilio, senza che in vcrun della camera, per soprintendere all'ammi-
caso abbia luogo il dibattimento o sia pro- nistrazione della giustizia civile e cri mina
cesso orale in udienza, (j XIII. Continue- le dello sialo. Divennero perciò da lui di-
ranno ad essere osservale le leggi attua- pendenti tutti tribunali,' ed
i giudici i ci-

li in tuttociòche non è contrario al dispo- vili e criminali, i governatori perla par-


sto de' §§ precedenti. § XI V. La presente te giudiziale, le rispettive curie, cancelle-
istruzione dovrà tenersi affissa in tutti gli rie ed officiali ministeriali co' relativi of-

amministrati vi e giudiziari di Roma


uffizi fizi. Gli si attribuirono le domande in gra-
e delle provincie". Col moto-proprio del zia dirette al sovrano per condonazione,
i.° ottobre 1847 sull'organizzazione del diminuzione o commutazione di pena.
consiglio e senato di Roma, Pio IX ri- Le inchieste di estradizione de'rei, rivol-
pristinò la rappresentanza comunale, sop- gendosi però al mezzo del ministero del-
primendo il tribunale civile del Senatore, l'estero ; le domande di abilitazioni alla
di Roma,
e quello de'conservatori di Ro- difesa fuori del carcere. Il 6.° ministro
ma Senato Romano, cessando la loro
e ossia il cardinale camerlengo, si diehiarò
giurisdizione civile e criminale, anche so- quello del commercio, belle arti, indu-
pra feudi baronali del popolo romano;
i stria e agricoltura, perciòa lui furono sot-"

e come notai in detto articolo, ragionan- toposte le camere di commercio. Il 7. tu


do del giudice delle mercedi questo fu , il ministrode'lavori pubblici, ossia il car-
conservato, ed attribuito colla sua cancel- dinal prefetto dell'acque e strade, e per-
leria al tribunale civile di Roma. In pa- ciò comprese gì' idraulici e le strade. Il

ri lem pò cessò deh ni li va mente la Congre- 9." fu il ministro di polizia, cioè il gover-
gazione cardinalizia economica, istitui- natore di Roma, per prevenire i delitti e
ta per discutere quanto si riferiva ad og- reprimerli, e fra le altra cose gli si altri -

getti di pubblica economia in via legisla- bui la superiore direzione disciplinare del*
tiva, poiché lesueattribuzioni giada mol- le carceri di Roma. Perciò cessarono gli

to tempo erano passate alla segreteria per antichi titoli ili alcuni ministeri, e nel se-
gli all'ari distalo interni. Col «nolo-proprio guente gennaio fu secolarizzato quellodel-
de' i4°llobrei847, Papacreò una con-
il le armi e poi altri nel febbraio. A.'i4"iar-
sulta di stato, della quale parlai a Teso- zoi847 Pio IX pubblicò lo statuto fon-
riere, per coadiuvare alla pubblica am- damentale pel governo temporale degli
ministrazione e risiedere in Roma, e di- stati della s. Sede, con forme di politico
visa in 4 sezioni, lai. "delle quali legale e reggimento costituzionale di sistema rap-
legislativa, onde compilare, riformare e presentativo, con due consigli o camere
modi care 11 le leggi, qualificati affari dii.° deliberanti, cioè l'alto consiglio e il consi-
ordine: presso la consulla di stato fu sta- glio de' deputali; frale loro attribuzio-
bilito un corpo di uditori. Indi Pio IX ni, assegnò quella di proporre, discutere
col moto-proprio de'29 dicembre 1847 e votare tutte le leggi in materie civili,
sul consiglio de'ministri, questi
da 7 au- amministrative e governative, dovendo
mentò a 9, e dichiarandoli responsabili, approvarle il sommo Pontefice per ave-
con segretario e uditori fra le loro at- : re forza di legge. Fra gli affari che furo-
tribuzioni fu ingiunta la proposizione no interdetti a' due consigli, si comprese-
delle leggi. 11 2.°diessi fu il tninistrodel- ro gli ecclesiastici o misti, le leggi contra-
l'inlerno, a cui furono riunite le altribu- rie a'eanoni e disciplina della Chiesa, le
zioni della congregazione del buon gover- relazioni diplomatico-religiose della s. Se-
no, la qualecessò d'esistere co'prelali suoi de all'estero, ec. Inoltre collo statuto il

Ponenti. Il 4.°di essi fu il ministro di gra- Papa istituì il consiglio di stato, con un
zia e giustizia, carica conferita all'uditore corpo di uditori, per redigere i progetti
voi. LXXX. 1 1
tfa TRI TR I

di legge e i regolamenti d'amministrazio- tifico nel sovrano nome l'ordinamento dei


ne pubblica, dicbiarando che con appo- 5 ministeri per la pubblica amministra-
sita legge gli si poteva conferire il conten- zione delio stato, cioè dell'interno, di gra-
zioso amministrativo. Nel giugno 1 848 a - zia egiustizia, delle finanze, del commer-
vendo i due consigli deliberanti aperto le cio e lavori pubblici ec, e dell'armi, con
ordinarie, sessioni , cessò l'esistenza della facoltà di proporre le nuove leggi e san-
consulta di slato; e nel settembre furono zionate diramarle, con potere disciplina-
ampliatele attribuzioni del ministero del re. Dicbiaròessere il cardinal Segretario
commercio. Nel novembre scoppiò in Ro- distato l'organo so vrano,anche nell'ema-
ma la terribile e vergognosa rivoluzione, nazione degli alti legislativi, e il presiden-
che costrinse a riparare nel regno delle te del consiglio de' ministri; e che i tri-

due Sicilie il Papa Pio IX. L'anarchia bunali e giudici di giurisdizione misla e
successivamente arrivò colmo, e finì al di giurisdizione ecclesiastica residenti in
con promulgare romana aila repubblica Roma e nelle provincie corrispondano col
9 febbraio 849. Quanto precede, accom-
1 medesimo cardinale. Al ministro di gra-
pagnòeseguj la deplorabile epoca, lo rac- zia e giustizia furono confermate le at-
contai ne'ricordali articoli e negli altri ri- tribuzioni suddescritte, pei l'amministra-
guardanti la Sovranità della s. Sede. I zione della giustizia civile e criminale; la
tribunali civili, criminali ed ecclesiastici raccolta periodica delle leggi e atti di go-
furono soppressi o alterati al modo indi- verno, da pubblicarsi almeno in ogni tri-

cato ne' memorali luoghi , e dettagliata- mestre; la polizia e la disciplina dell'or-


mente nel Monitore Romano, giornale dine giudiziario. Rimase addetto al mini-
officiale dell'infausta repubblica. Per l'in- stro delle finanze, succeduto al Tesorie-
tervento delle potenze straniere Róma e re, il consiglio fiscale per gli affari con-
10 slato fu liberalo da'faziosi dominato- tenziosi ; ma dovrà prestare l'opera sua
ri, ripristinando il principato temporale negli affari di tutti i ministeri, se richie-
del Papa Pio IX, quale nel luglio 1849
il sto. Esiste congregazione cri-
ancora la
1

affidò a 3 cardinali con titolo di commis- minale camerale, presieduta da mg. de-
sione governativa di stato il riordinamen- cano de'chierici di camera, comunque il
to della cosa pubblica, tutta quanta ro- personale de'giudici togati, e gli addetti
vesciata e manomessa. La commissione alla cancelleria criminale abbiano subite
.ninnilo le leggi e disposizioni emanate molle innovazioni; mentre mancando gli

da'ribelli dal 6 novembre 848 in poi; ri-


1 1 uni sono in oggi sostituiti per turno dai
pristinò i tribunali e i giudici e altri im- giudici togati del tribunale criminale dì
piegati dimessi dal governo intruso; sciol- Roma, e gli altri sono stali riuniti al mi-
se le autorità municipali, e fece elegge re nistero di cancelleria dello stesso tribu-
dai presidi delle provincie provvisorie nale. Nello slesso giorno 10 settembre il

commissioni. 11 Papa che dal suo soggior- cardinal Anlonelli pubblicò la legge sul
no di Gaeta era passalo a quello di Por- nominato consiglio di stato, la cui presi-
tici, a'12 settembre 1849 istituì il consi- denza venne attribuita al cardinal segre-
glio di stato pe'pareri de'progelli di leg- tario di slato; dichiarando che gli adori da
ge, e l'esame d'ogni ramo di pubblica trattarsi dal consiglio riguardavano ma-
amministrazione; promise riforme e mi- terie governa ti ve e animi lustrali ve,e quel-
glioramenti sull'ordine giudiziario; ed ai le dell'amministrativo contenzioso. A'22
12 aprile 18 'io felicemente rientrò in Ro- novembre 85o/Vo / 1 \ fece pubblicare dal
ma. A' io settembre \\ cardinal Anlonelli cardinal Anlonelli la legge sul governo e
pro-segretario di stato, con editto riporta- ri parti mento delle provincie e sull'am-
to dal n.°2(>9 del Giornale di Roma, no- ministrazione provinciale, avendone da-
TR I TR 1 i63
to un cenno Dell'indicato articolo, ripor- Giornale di Roma, con disposizioni per
tando l'alto il n.° 272 del Giornale di porre in armonia colle nuove leggi orga-
Roma del i85o. Ed il n.°274 riprodusse niche delle provincie e de' comuni, I' e*-
la legge de* 24 novembre, sui comuni e sercizio della giurisdizione contenziosa ne-
rappresentanze municipali dello slato gli affiiri amministrativi, ritenuto il dispo-
pontificio, onde ne parlai a Priore. A'3o sto del § t g della legge de' io settembre
furono soppresse le giurisdizioni de' tri- i85o, riguardante le attribuzioni del mi-
bunali civili e criminali residenti in Fo- nistero dell'interno, che presiede all'am-
ligno e Loreto, .venendo riuniti a quelli ministrazione provinciale e municipale,
di Perugia e.di Macerata. Qui noleròche le autorità governative delle stesse prò
nello stesso mese fu separata dal ministe- vincie, ed i governatori, salvo il disposto
ro dell' interno la direzione generale di del §24 del ministero di grazia e giustizia,
polizia, e ripristinata in un prelato l'im- quanto alle funzioni giudiziarie a cui so-
portante carica di direttore generale di no sottoposti. Pertanto nel cap.i.° si di-
polizia, indipendente dal consiglio de'mi- chiara:!! contenzioso amministrativo con-
nistri, ma direttamente dal sovrano e dal tinuerà ad essere separato e distinto dal
cardinalsegretario di stato presidente del contenzioso giudiziario/m conformità del-
medesimo. Però il direltoredi polizia, clie le leggi vigenti. Gli alluri appartenenti al

per disposizione di legge dipende incer- contenzioso amministrativo saranno co-


to modo dal ministero dell'interno, non nosciuti e decisi dalle magistrature indi-
può dilungarsi da tale regolamento, e per cate nel 2. capitolo. Il 3.° riguarda il con-
questo mezzo trovasi a contatto col con- tenzioso amministrativo delle provincie
siglio de'ministri, e poi ne fece parte egli e de'comuni; il 4-° 'a procedura; il 5.° le

stesso. Al ministro dell'interno restò l'al- disposizioni speciali; il 6.° le disposizioni


ta direzione della polizia di Roma etici transitorie e generali. Neh 853 al mini-
lo stato intero, come rimasero fra le sue stero dell'interno fu riunitoti ministero di
attribuzioni la nomina di tutti gl'impie- grazia e giustizia, e perciò tornò ad esso
gati politici. Il prelato direttore genera* l'amministrazione della giustizia civile e
sebbene abbia l'udienza di-
le di polizia, criminale. Gli fu data abitazione e resi-
rettamente dal Papa, ed abbia ora luogo denza a' suoi uffizi nel palazzo della Cu-
nel consiglio de'ministri, dipende in qual- ria Innocenziana. Notai ne' voi. LXVII,
ebe modo dal ministro dell'interno, per- p. 325, e L1X, p. 271, che nell'odierno
cbè questi sarebbe la competente au- pontificato i superstiti baroni rinonziaro-
torità cui dovrebbe ricorrere cbi si tro- no alle loro giurisdizioni ebe intralciava-
vasse gravato d' una risoluzione presa no l'azione governativa, e lo rimarcai pu-
dalla direzione generale di polizia. Dipoi re ne'di versi luoghi baronali; onde cessa-
mg.' direttore generale di polizia fu insi- rono del tutto le curie e giudicature ba-
gnito della qualità di ministro e della ca- ronali del feudalismo nello stato papale.
rica di Vice-Camerlengo, z gli fu conces- E che utili miglioramenti, massime mo-
sa la residenza nel palazzo della Curia In- rali e religiosi, si operarono nelle Prigio-
nocenziana,in uno a'suoi uffizi di polizia,a- ni, lo rimarcai altrove. Ecco poi Io stalo
\endo cessalo di abitarvi l'uditore genera- presente de' Tribunali di Roma, quale
le della camera,ed il ministro delle fìnan- si offre nelle officiali Notizie di Roma per
ze,questo passato co'suoi uffizi nel palazzo Vanno i856. Basta l'indicazione in cor-
già del governatore, ebe con dettagli de- sivo, perchè rammenti ove ne trattai, ma
scrissi a Tesoriere. A'2 giugno 1 85 1 il car- se olire il già fin qui narrato, occorreran-
dinale Anlonelli pro-segretario di stato no schiarimenti, li farò onde supplire n-
pubblicò l'editto, riportato dal u.° 1 26 del gli articoli pubblicati innauzi le discorse
164 TRI TRI
riforme civili e criminali; avendo già ri- sostituito al ministro di grazia e giustizia
petuta mente narralo quali sono le ron- riferito dalla Civiltà neh85i, tempo in
gregazìoni cardinalizie e quali le segre- cui esisteva tal ministro), al quale appar-
terie pubbliche di giurisdizione mista, tiene la nomina di essi giudici laici e di
tanto di criminale che di civile, non che tutti i subalterni, e soprintende in tulio
la giurisdizione del Prefetto de*ss. Pa- e per tulio alla loro disciplina. L'ai Ira se-
lazzi apostolici ec. , ed oltre gli articoli zione è di giurisdizione mista ed ecclesia-
che ricorderò, ne riparlai ne'relalivi e in stica ,e si compone di 3 prelati giudici,
quelli de'loro magistrali e ofliziali. Ripor- e si chiama non più tribunale dell'A. C,
terò l'ordine de' Tribunali secondo quel- ma congregazione prelatizia. Due di que-
lo delle stesse Notizie. Tribunali. ."Tri- i sti prelati sono presidenti della sezioneci-
bunale della Penitenzieria apostolica. 2. ma questo non toglie nulla alla di-
vile,

Tribunale della Cancelleria apostolica. pendenza che in detto ramo civile man-
3.° Tribunale della Dateria apostolica. tengono pienissima dal detto ministro. li
4-° Tribunale della sagra Rota Romana. 3.° prelato poi, collega de'due presidenti
5.° Tribunale della reverenda Camera a- civili, giudica ini." istanza tutte le cause
p).?fo//c77.6. "Tribunale supremo della Se- ecclesiastiche e miste. Se la somma con-
gnatura di giustizia. rj.° Tribunale del troversa è inferiore agli scudi 5oo, l'ap-
cardinal Vicario di Roma. 8.° Tribuna- pello è devoluto alla s. Rota romana. Co-
le civile di Roma. Si compone: per le cau- si le curie vescovili hanno per il lato ci-
a
se ecclesiastiche ini." e 2. istanza, d'un vile ini. "istanza un giudice singolare, col
prelato giudice deputato. In 3/ islanza, titolo ili vicario generale. Dal giudizio di
della congregazione prelatizio, la quale questo è dato l'appello ad arbitrio de'soc-
(ormasi del presidente, di due giudici, e combenti alla curia del metropolitano ri-
di due giudici supplenti, tutti prelati. Per spettivo, o a'tribunali di Roma, cioè alla
le cause civili laicali, 1 .°lurno: del prelato congregazione prelatizia od alla s. Rota,
presidente, e di 4 togati due consiglieri e giusta il valore della causa appellata. È
due giudici uditori; i.° turno: del prelato di qui che la dipendenza non dipenden-
vice-presidente, e di 4 togati due consi- za de'tribunali dal ministro dell' interno
glieri e due giudici uditori. Assessori e deriva sempre dal gran principio della
giudici economici, due togati. Giudice re- giurisdizione ecclesiastica. Ove la giurisdi-
visore economico il mentovalo prelato
, zione e la materia è puramente civile, qua-
presidente e per esso un togato uditore. lunque tribunale deve uniformarsi alle
Per le cause delle mercedi un togato. Que- emanazioni, a' rescritti, alle declaratorie
sto tribunale risiede nel palazzo della Cu- del dello ministro, il quale parla o decre-
ria Innocenziana , comechè succeduto a ta in ragione dell'udienza sovrana o del
quello dell'A. C. ossia dell' Uditore gene- consiglio de'ministri del consiglio di sta-
rale della camera. La Civiltà cattolica, to. g.° Tribunale Commercio. Si com-
di

t.6, p. 4 2 7> dìi la seguente nozione del pone del presidente, di due giudici, e di
tribunale civiledi Roma. E diviso in due due giudici supplenti. Cancelliere e vice-
sezioni, l'una puramente civile, l'altra ec- cancelliere per le cause ecclesiastiche. No-
a .°
clesiastica e mista. La i. sezione civile si taro pubblico e vice-cancelliere. Per il 1

divide in due turni, presieduloognuno da e 2. turno: cancelliere, vice-cancelliere e


un prelato, e gli altri giudici sono laici. notaro pubblico. Per gli assessori e com-
Questi due turni giudicano semplicemen- mercio: cancelliere e vice-cancelliere. Per
te le cause fra meri laici, e per questo ra- le cause in economico e delle mercedi: un
mo dipendono totalmente dal prelato uii- giusdicente. 10. "Tribunale criminale di
uiblro degli allari di sialo micini (l'Ito Roma. Si compone del prelato prcsiden-
TR I T 11 I i65
le e del prelato vice presidente Ponenti st conoscevano altre vacanze, neppure per
di consulta, e di due turni: il i.° ha 3 giu- Pasqua e per Piatale, procedendo in tut-
dici togati, oltre il prelato presidente; al- ti giorni, tranne due eccettuali. Impe-
i i

trettanti il 2. , oltre il prelato vice-presi- rocché quotidianamente giudici dovea- i

dente. Procura generale del fisco : il fi- no onninamente recarsi al tribunale per
scale generale, 4 sostituti fiscali generali, dare evasione a quelle cause e reclami
il cancelliere. Procura de'poveri: l'avvo- che si fossero presentati, per cui dissi a
cato <\e poveri, 4 procuratori de' poveri, Feria, che nelledomeniche agivano in Ro-
3 procuratori de'poveri aggiunti, il pro- ma il giudice de'mercenari, e il tribuna-
curatore de'poveri per la carità, e due le della s. Consulta, ma quanto
a questa
sollecitatori de'poveri. La congregazione tralasciai di aggiungere anticamente. In
cardinalizia della s. Consulla ora si con» •
tale articolo discorsi delle ferie forensi an-
pone: del prefetto cardinal segretario di cora e de'tribunali, delle diverse loro spe-
6talo, e di. altri i a cardinali; di 14 prela- cie e denominazioni, colle debite distin-
ti Ponenti, fra'quali il presidente del tri- zioni. Sulla s. Consulta la citata Civiltà

bunale > già Segretario di Consulla, il vi • cattolica riporta il seguente schiarimen-

ce-presidente del 2. turno, il presidente to; ma si tengano presenti ricordati 4 i

del tribunntecrimìnale di Roma, ed il vi- miei articoli, e gli altri che poi rammen-
ce-pi esidenle di questo; non die di due terò, ne'quali ne ragionai con particola-
prelati supplenti. La detta congregazione ri. La Consulta era in aulico una con o"re
tribunale di consulta è il tribunale su- gazione mista di cardinali e di prelati, e
premo d'appello, ed insieme di revisio- trattava per separate cancellerie negozi
ne delle materie criminali , ed prelati i giudiziali ed amministrativi. Senza per-
sono giudici nelle cause politiche e di le- derci nella storia di sue variazioni (da ine
sa maestà: la cancelleria del tribunale ri- riportata ne' luoghi citati),diremo che
siede nel Palazzo della Consulta. Nello a'tempi nostri, cioè dopo Regolamen- il

stato vi sono due altri tribunali d'appel- to di procedura de'5 novembre! 83 1, es-
io, tanto che criminali, uno in Co*
civili sa rimase divisa in due rami. L'uno giu-
logna e l'altro in Macerata: da questi tri- diziale in grado d'appello e di cassazione
bunali si appella a quello supremo della suprema per tutte le cause criminali, non
s. Consulla, in via di revisione. Il tribu- che di tribunale esclusivo per cause sani-
nale criminale di Roma si aduna nelle tarie di Pestilenza, e di lesa maestà, con
stanze del palazzo della Curia Innocen- una cancelleria tutta propria. Questo ra-
ziana ossia di Monte Citorio; ed il tribu- mo è composto di due turni o camere, che
nale della s. Consulta per Io più si aduna coniano 6 giudici per ciascuna, compre-
nelle stanze del palazzo pure Innocenzia- si due presidenti, e vi appartengono il
i

110, ed alcune volte nelle stanze del Pa- fiscale generale, suoi sostituti, non che
i

lazzo apostolico di residenza sovrana. Ta- l'avvocato generalede'poverico'suoi pro-


le adunanza in oggi ha luogo due volte curatori. Questo ramo è esclusivamente
la settimana, cioè venerdì si aduna il
il giudiziale, e perquesto lato si rannoda col

1 ."turno, ed il martedì il 2. quantunque ,


ministro dell'interno. L'altro ramo della
anticamente il tribunale della consulta consulta è amministrativo, e riguardava
per il disbrigo degli all'ari agiva in tutti pure sino ad oggi le carceri e luoghi di
i giorni, eccettuati il solo martedì ultimo condanna, e tuttora lutti gli affari che si
di Carnevale, ed il Venerdì santo. Tali comprendono nella pubblica sanità, co-
giorni lepidamente furono chiamati, il 1." me conservazione de'bosehi e foreste, an-
del Demonio, il 2. del Signore, a moti- damento regolare delle speziarle o farma-
vo che nel tribunale della Consulta non cie, ispezione di paludi, piantagioni di ri-
166 TRI T II I

saie, sanila de' porti e de'lazza ietti. Per perocché annunziò il Giornate eli Roma
tale ramo direttivo sanitario esiste la con- de'22 marzoi856, che il Papa a veu .no-
r
gregazione speciale, non diversa dallaCo/j- minato mg. Antonio Barn bozzi, allora
gregazione speciale sanitaria tranne al- delegato apostolico di Velletri , a diret-
cune modificazioni; poiché oggi compren- tore generale delle carceri e case di con-
de la direzione generale di sanità, e fino danna. La Civiltà cattolica diede questi
al presente anche carceri, case di condan- schiarimenti, a'quali ne aggiunsi altri col-
na e luoghi di pena, divisa in due sezio- le Notizie deh 856, per dimostrare che
ni. La sezione della sanità marittima e in Roma non vi ha alcuna confusione di
continentale ha per presidente il prelato all'ari giudiziali, amministrativi e sanita-
ministro dell'interno, e ne fanno parte i ri.Dappoiché nel 85 pretesero alcuni
1 1

prelatipresidente del tribunale della s. giornali di malignamente censurare con


Consulta, il decano de'ponenti vice-pre- assurdi il governo pontificio e il princi-
sidente del i. "turno dello stesso tribunale, pato civile de' Papi, specialmente in al-
è l'uditore del camerlengato, l'assessore cuni punti del suo sistema e organismo
della direzione generale di polizia, 2 consi- declamando che il governo
giudiziario, e
glieri, 3 medici e il segretario. La sezione temporale della Sovranità della s. Sede,
carceri e case di condanna fino ad ora a- per escludere le riforme non sarà mai un
vea ingerenza sulla disciplina delle carce- governo tollerabile finché non sia costi-
ri, case di correzione e di condanna, e luo- tuzionale, per essersi abrogato lo Statuto
ghi di pena di tutto lo slato, e n'era pre- fondamentale del 1849. Laonde la Civil-
sidente il prelato presidente del detto tri- tà cattolica nel detto t. 6, p. 272 e 4« 7,
bunale della s. Consulta, come si legge scrisse una bella e veridica confutazione
ueììe Notizie eli Roma per l'annoi 856, il intitolata: Nuove risposte a' vecchi cen-
quale quando si trattava di affari di gra- sori del Governo Pontifìcio. Colla storia,
ve momento nulla eseguiva senza il con- e particolarmente con I' operato da Pio
sènso e la direzione del ministro dell'in- VI, Pio VII, Leone XII, Gregorio XVI
medesima maniera colla qua-
terno, nella e Pio IX, dimostrò ignoranti calunnie e
operava nel pontificalo di Gregorio
le si maligne menzogne lecritichelanciate dal
XVI, Ira il segretario della s. Consulta giornalismo con esorbitanze gratuite, e la
e il cardinal segretario per gli affari di più sfacciata impudenza; travisando le di-
.Malo interni. Pertanto allorché si nomi- sposizioni legislative,sca inaiandone il sen-
na la s. Consulta non s'intende più l'anti- so , ed esagerandone gli estremi strana-
ca congregazione misto, ma sì veramente mente, coli' intendimento di snervare la
il tribunale supremo di appello e di cassa- Chiesa, e per conseguenza snervare la re'
zione criminale, tribunale prelatizio che ligione colle teorie così chiamate d'indi-
esclusivamente attende a'negozi giudizia- pendenza moderazione, esigendo che
e di
ri. Quando poi erano negozi riguardan- il Papa abrogasse tulio il diritto canoni-
ti carceri e luoghi di condanna, erano es- coed ecclesiastico. La specialità tutta sin-
si spediti dalla segreteria, e non già dal golare del governo pontificio ha reso uti-
tribunale della s. Consulta; e finalmente lissime e talora indispensabili alcune par-
quando riguardano la sanità pubblica, e- ticolarità nella macchina governativa,
rnanano dalla congregazione speciale di delle quali indarno si cercherebbero le

sanilà.Adunque,quanlo alle carceri e luo- somiglianti in altri paesi. Di qui avviene


ghi di condanna, ora la direzione è stala che coloro che di fuori ne vogliano portar
staccatu dalla Consulta, e venne attri-
s. giudizio dovrebbero cominciare dal lo stu-
buita ad un prelato speciale sotto la di- diarle penetrandone le cagioni nienteme-
pendenza del ministero dell'interno, lui- no che gli effetti. Nella Statistica del 1 848,
T 11 I T LI I 167
ili cui parlai nel voi. LV1I, p. 1 53, e al- Cecconi, attuale assessore e giudice eco-
trove, fu calcolato, che il ministero di gra- nomico del tribunaleciviledi Roma. Que-
zia e giustizia, ed i tribunali di Roma e stiproseguì l'annua compilazione nel mo-
delle provincie, si componevano di 986 do e forma identifica del padre, onde ab-
individui, de'quali 5q ecclesiastici e 927 biamo il Repertorio per gli anni succes-
secolari , i primi lucrando annui scudi sivi dal 1 843, inclusive a tutto il 1 854, di
56,34 1 ,i secondi 246, 074>Nel 8 17 l'avv. 1 tutta di lui redazione, encomiata e inte-
LuigiCeccoui cominciò a compilare e pub- ressante. Dappoiché a voler dare un ge-
blicare in Roma, con privilegio esclusivo, netico cenno di tale opera, dirò ohe des-
il Repertorio generale dì giurispruden- sa contiene a guisa d'indice ragionato e
za de Tribunali Romani, di cui abbiamo per ordine alfabetico le massime tutte che

37 volumi di pregievole importanza, sic- i tribunali della s. Rota e della Segnatu-


come chiaro nella giurisprudenza non , ra annualmente esternano nelle loro au-
meno che nelle scienze e nelle lettere, co- ancora talune delle
torevoli decisioni; ed
me dichiarò in una circolare il cardinal principali chesi emanano dalla s. congre-
Mattei segretario per gli affari di stato in- gazione del Concilio e dal tribunale di
terni, ora sotto-decano del sagro colle- Consulta; e sì le une come le altre col te-

gio. Tra le sue opere cpii ricorderò quel- sto apposito e succinto di ciascuna deci-
le notate nel voi. LI, p. 33, ed Cenni i sione, a conferma delle massime medesi-
sulle a litiche Leggi Etnische, Roma 838; 1 me. Già nell'articolo Diario di Roma, del
non che Cenni siili' abbate Ottavio Sac-
i quale riparlai a Notizie del giorno ed a
co, Roma 1842, come relative al presen- Roma, nel riferire alcuni periodici chesi
te argomento. Poiché gli etruschi, che ce- pubblicavano in Roma feci onorevole ,

lebrai a Toscana seppero per se stessi , menzione del Giornale del Foro in cui
crear leggi alla religione assai giudiziosa- si raccolgono le pia importanti regiudi-

mente collegate, -e vuoisi per indubitato cate de' supremi tribunali di Roma e del-
che dall'etrusco legislazione le apprese re lo stato pontificio in materia civile, com-
ÌNuina e le fece conoscere a Roma, men- pilalo dal d. r Bartolomeo Belli. Questa
tre romani ricorsero a'falisci popoli di
i utile compilazione il eh. raccoglitore l'in-
Toscana per avere il gius feriale e altre cominciò nel 8 7 e tuttora la prosiegue.
1 1

leggi onde supplire a quelle delle XII ta- Inoltre abbiamo del medesimo: Compen-
vole. Quanto al Sacco, fu per la sua vir- dio decennale del Giornale del Foro dal
tù e zelo a favore de' poveri campestri i83c)<z/i 849, Roma i85o. Appendice al
mercenari, che Urbano Vili istituì a loro Giornale del Foro, cioè Raccolta dileg-
vantaggio la giudicatura Capitolina, che gi,ordinanze, regolamenti e. circolari del
dal benemerito promotore si disse giu- lo stato pontificio, Roma 1848. Rivista
dicatura delVab. Sacco, ossia il giudice di legislazione e di giurisprudenza, Ro-
delle mercedi o de'mercenari; uffizio che ma 85o. 1 Si legge nel n.°i5i del Giorna-
avendolo esercitato con indefessa carità le di Romai855,che il Papa Pio IX, sem-
il Cecconi, nel parlare della carica nel voi. pre intento adineoraggiare le utili impre-
LX I
V, p. 5 1 , gli resi giustizia. Passato a se, per organo di mg/ ministro dell'inter-
miglior vita nel 1 843 l'avv. Cecconi dopo no compiacque di conferire una meda-
si

avere per 27 anni atteso alla compilazione glia d'oro digrande dimensione colla e-
del Repertorio di giurisprudenza, Gre- pigrafe Benemerenti al procuratore rota-
gorio XVI per la benignità colla quale lo le Bartolomeo Belli, pel Giornale del Fo-

riguardava, confermò le utili concessioni ro, periodica pubblicazione, che incomin-


da lui conseguite, per In continuazione ciata da lui fiuo dal 18 17, si va conti-
del Repertorio, al degno figlio avv. Felice nuando con molto senno dal compilalo-
iG8 T R ! T R I

ree con granile utilità di chi attende agli sa conimi maggiorenti, contro la concus-
studi della giurisprudenza. Nel Dullarium sione degli usurai, e contro le ingiustizie

Romanum, come ini andai giovando, si de'consoli e ilei senato, cioè i tribuni del-
immurano una copiosa serie di bolle, bre- la plebe, poiché ve ne furono di più spe-
vi, costituzioni, moto-propri e chirogra- cie. Tribunato, Tnbunatus, si chiamò la

fi, che dimostrano la perseverante solle- dignità del tribuno. Dice Biondo da For-
citudine deT J
api pe'tribunali di Roma ec- lì, nella Roma trionfante, affermare Var-
clesiastici, misti, civili, criminali, con ac- roiie, che derivò il nome di Tribuni, per-
cogliere que' miglioramenti, che la serie chè tribuni militari creati daRomolo per
i

de'lempi e delle circostanze suggerivano la Milizia, sul principio furono tre sola-

a vantaggio della giurisprudenza. Non mente per ogni legione,! quali si creavano
potei citare le disposizioni di Gregorio emaialavano negli eserciti dalle prime tre
r
XVI, che si conterranno nel Bullarium, Tribù (f .) Ratniieuse, Tatiense e Luce-
perchè ora se ne comincia la stampa; ma rense. Inoltre Romolo creò il tribuno dei
credo nondimeno d'avere esaurito l'argo- Celeri, Tribunus Celernnt, cioè coman- i

mento Raccolta delle leggi ecA§Y\


colla danti del corpo de' celeri, ossia guardia
scrittori summenlovatisu'tribunalidiRo- di Romolo, composta di 100 giovani dei
ma aggiungerò: Marta, Traclalusde Tri- più distinti. Questi Cavalleggeri coman-
bunalibus Urbis, et cornili praeventioni- dati dal proprio tribuno, furono assai sti-
bus, Uomae i58g. Pacti, De judiciaria mati; ed il tribuno sotto i re di Roma eser-

form ula Capitoliti Fot 7,Romai\ Elenchus


i citò la principale autorità nel!' esercito;
Cougiegalionum, Tribunalium,el Col- espulsi i re, il duce della cavalleria ebbe
legioruut Romite alphabetico ordine di- la stessa potenza sotto i dittatori. I tribu-
geslus. Acccdil
Catalogus Cardinalisnec ni del popolo o della plebe, Tribuni Pie-
non eorumdem, qui de praeseuti sunt or- bis,parimenti furono 3, e creati dalla pie-
dinimi regularium prolectores , ac Sylla- he per difenderla ne'suoi diritti e in tul-
biisSigiialuraeGratiaeelJusliliaeVotati' lociò che a suo pregiudizio poteasi atten-
tinnìac Refel endarior um , Romaei 722. tare da' consoli , dal senato e da' nobili.
Fra nciscu s G beri us, Index Tribuiialium, Alcuni li chiamano magistrati del popolo
Congregatioiiuin aliorumque congres-
, romano e magistrato sedizioso e audacis-
suum, qui in Urbe fieri solent Romae , simo; altri sostengono che non ebbero la

1 644- Luigi Vasselli, Formolario di tul- dignità magistrale, sebbene ne riconosca-


li gli atti di procedura civile analoga- no la potenza, l'influenza e l'importanza
mente al codice pubblicalo con molo-pro- nella repubblica. I tribuni della plebe fu-
prio de '22 novembre 1817, Roma 1818. rono stabiliti l'anno di Ruma i5g 260,
A v v. Filippo Carillo, Del privilegio spel- poco dopo la gravissima dissensione in-
lante agli avvocali su tulli i beni de' loro sorta fra la nobiltà e il popolo, che sde-
clienti, dissertazione, Roma 856. Feli-
1 gnato dell'oppressione de' nobili, i quali
ce Hall. iole Nuvoli, V amministrazione ritenevano non esser sicura la signoria
comunale , manuale teorico-pratico in senza tenere soggetta la plebe, tornatalo
consonanza colle vigenti leggi ad uso dei vittorioso de' volsci, de'sabini edegli equi,
Comuni dello Stalo Pontificio , Roma sotto la condotta di Bellutoedi L. Giù*
.8 7(1. nio, si ribellò e si accampò sul Monte Sa-
TRIBUNO, Nome di magi-
Tribunus. gro a 3 miglia da Roma di là dal [ionio
strato, ufficio e grado, o
capo di qualche Salato. Indi prudente Menenio Agrip-
il

amministrazione presso romani. Il tri- i pa potè conciliare gl'irritati animi col fa-
buno veune da ci»i 'iguaidalo per protet-
l moso apologo da me narra lo al vol.LVIII,
to! e del popolo, come istituito a sua dil'e- p. nj4, a patto che il senato accordasse
TRI TRI 1G9
al popolo magistrati e capi di famiglia pie- versi ambitimi lennlori e patrizi, pe'loro
beo, per essere i conservatori de'suoi di- particolari-fini, vollero esservi ammessi;
ritti e libertà, dichiarando le loro perso- ina bisognava farsi prima adottare nella
ne immuni e sagre, mediante la legge Sa- famiglia de'plebei, perchè quella carica, se-
dala. Furono da prima creati due tribù- concio la legge della sua creazione, non
ni del popolo o della plebe, indi 3 allei, potea esser conferita che a plebei; e sieco-
ed erano cambiati ogni anno, numero che me sino allora i tribuni erano stati riguar-
dai tribuno Lucio Trebonio colla legge dati freno della magistratura e non ma-
Trcbonia fu portalo sino aio. Il senato gistrati.secondoalcuni.cosìammessi i pa-
volontieri acconsentì di moltiplicarne il trizi al tribunato, non più si ricusò m'iti*
numero, poiché comprese die essendo buni il nome di magistrati; fu però un ma-
ltolti, riusci vagli più facile di disunirli e gistrato plebeo e popolare, tedioso e agi-
di trarne semprealcuni al suo partito per latore degli animi che concitò a intestine
eluderne le opposizioni. L'autorità «te' tri* discordie, nato e cresciuto nelle sedizioni,
boni tosto dhenne grande; ne solamente senza porpora, senza sedia emide, e sen-
aveano il potere di convocare il popolo, di za veruna insegna cheto distinguesse dal-
proporgli quel che loro meglio piacesse, e la moltitudine. Di esso con arte si valse-
di fare de'regolamenti, e delle leggi o pie- 10 cittadini ambiziosi per rovinare
i la re-
bisciti, ma potevano opporsi a'decreti del pubblica romana. A furia di sedizioni, i

senato, abolirli, e nel loro implacabile tri- tribuni abbatterono i magistrati della re*
bunale citare innanzi al popolo gli altri pubblica, e soggettarono lo stesso senato,
magistrati. Si decretarono [iene gravissi- cui tolsero l'archivio de'propri decreti e
rne a chi avesse osato interrompere un senatus-cousulli , acciocché non potesse
tribuno nella conclone, mentre arringava variarli e alterarli, ed anche sopprimer-
li popolo da lui radunato, qualunque fos- li, e lo collocarono nel Tempio di Ccn-
se il ragionamento. Qualche volta ancora /e,facendonecustodi gli edili plebei, i qua-
fecero carcerare i consoli, e condannare li vi tenevano tribunale e udienza. Si vuo-
all' ammenda il dittatore. Però essendo le che non potendo essere tribù-
i nobili
dittatore Siila, nel 672 di Roma, dimi- ni, per divenirvi conveniva che
il popo-

nuì il potere de' tribuni, fece trucida- lo olhisse loro la dignità, non essendo ad
re Saturnino e Furio, scannare Druso essi permesso domandarla ; ma credesi
sul proprio tribunale, e la lesta di Sul- che nella storia siavi solo l'esempio di due
pizio ordinò che si ponesse nel comizio patrizi che per diritto d'elezione furono
(di cui a Tribù) sui rostri. Con legge da/tribuni nel loro ordine ammessi. L'a-
quindi spogliò i tribuni di tutta l'auto- bilaziotiede'tribuni del popolo era aperta
l'ita che in tante sedizioni e laghi di san- giorno e notte, affinché popolo potesse il

gue eransi acquistata; fece ordinare che entrare in tutte le ore per potere espor-
fossero esclusi per sempre dalle altre ca- re le sue querele. Ed ecco perchè non era
riebe della repubblica, e che il loro potè- loro permesso d'allontanarsi da Roma un
re non si estendesse che pel distretto, ed giorno intero, tranne le ferie latine. Quan-
a 1 ooojjassi da Roma. Ma M. Cotta nel do approvavano decreti del senato, li se-
i

679 e Pompeo Magno nel 683, restituì- gnavauo colla lettera Z",.e servi vausi dei-
rono a'iribuni della plebe l'autorità Io- /
la parola F elo ) senza dar la ragione del-
ro tolta da Siila, e fu loro permesso d'e- la loro opposizione; e la forza di questa
scici tat la pure nelle provinole. Sebbene parola era sì grande, che se qualche tua»
la carica di tribuno del popolo, per qual- gisti ato avesse ardito di non curarsene,
che tempo fu data soltanto a coloro ch'e- sarebbe stato imprigionato al momento,
rano di famiglia plebe*», nondimeno di- come violatore d'uuaaulorilà sagra e in-
i
7o
TRI T R I

violabile, ed era un delitto irremissibile la riceverono, si ponnocontaregli anni del


l'attentare alla vita de'tribuni, il dir loro loro impero , con essi moltiplicandosi il

delle ingiurie o l'usar loro delle violenze. tribunato, come afferma Dione nell'Z7i-
Quantunque in Roma vi fosse un ditta- stor. Rotn. lib. 53. Nella medaglia si po-
tore, i tribuni conservavano sempre la lo- neva : Tributile. Pot. IX t per esempio )

ro autorità; ma non potevano opporsi a- Imp. Il Cenni nella Dissertazione , Dei


gli ordini suoi ed a 'suoi regolamenti, ciò Tribuni Plebei, dice che Augusto con ra-
che poteano fare cogli altri magistrati. E gione stimò la podestà tribunizia equiva-

notabile l'osservare, die tribuni ed cit- i i lente a sovranità, al pari della regia e del-
tadini popolari, i quali arringavano al po- la dittatoria; sebbene l'immunità perso-
polo nella pubblica piazza, spesso con se- nale, gran salvaguardia del principe, nei
diziose declamazioni, tenevano la faccia successori d'Augusto degenerò in tiran-
sempre rivolta verso il luogo dell'assem- nide. Quindi dichiara Cenni , che vera-
blee del senato, in segno di rispetto ver- mente la podestà tribunizia non costituì
so quel primario corpo della repubblica. né Augusto, né successori capi di quel i

Licinio Crasso fu ili. "che violò quest'u- collegio, che rimase intero, benché senza
sanza costantemente osservata sino allora, forze, come confessa Plinio al suo amico

e lo fece per allettare il popolo, disprez- Pompeo Falcone: Ipsecum Tribunus es-
zando, per così dire, l'autorità del sena- serti, erraverim fortasse, qui me esse a-
to. I tribuni non aveano ingresso nel se- liquid pillavi. Quindi che Pan vinto, No- è,

nato, e slavano assisi sur una panca in l'is e Bianchini, mostrando coll'autorità
faccia alla porla del luogo in cui quell'au- denomini, anelare unita la podestà tribu-
gusto corpo era radunalo, e di là pote- nizia al dì natale dell'impero, ributtano
vano udire le risoluzioni che vi si pren- la falsa dottrina degli eruditi interpreti di
devano. Eppure una delle grandi prero- Dione, che replicano a'Cesari (considera-
gative de'lribuni era il diritto di convo- tida loro come tribuni, il che è falbissimo,
care il senato, allorché lo giudicavano ne- aldire di Cenni) tal podestà ne'comizi dei
cessario. Potevano liberare un prigionie- tribuni che si tenevano a' io dicembre, che
re, e sottrarlo alla sentenza contro di lui continuarono (ìnoalla trasiaziouedell'im-
pronunziata. Un tribuno colla sua sola pero a Costantinopoli, per eleggere tale
opposizione annullava tuttociò che face- ombratile magistrato, ormai spogliato
vano suoi colleghi; inoltre si arrogaro-
i d'autorità e ridotto ad un vano titolo. Do-
no il diritto di sciogliere le assemblee, se- po tal tempo si trovano alcuni tribuni
condo loro capricci e interessi. Ni uno po-
i nelle memorie Senato Romano, di-
del
teva essere tribuno del popolo, senz'aver morando i PapiAvignone, quali nel
iu i

l'età di 3o anni compiti; il popolo confe- nome si somigliarono agli antichi astuti,
rì al y3o
questa carica a chi egli volle sino irrequieti e fanatici tribuni del popolo; ta-
di Roma, quando l'imperatoreCesare Au- li sono, al riferire eli Cenni, Mataleno Por-
gusto si fece nominare tribuno, e gl'im- laccasa,e prima di lui Cola di Rienzo, che
peratori che gli successero vestirono que- invanito da'primi buoni successi, osò di
staqualità,e fecero segnare sulle loro me- stampar medaglia col titolo: Nicolgusse-
daglie l'anno dei-proprio tribunato. Nar- verus clemens libertatis, pacis,/ustiliac
ra l'annalista Rinaldi, che gì' imperatori Tribunus, et S. R. Reipttb. liberalor il-
solevano ricevere ogni anno la tribunizia lustri*. Ma quest'ultimo gl'imitò ancora
podestà, che Adriano la die ad Antonino nelle turbolenze e nella morte , perchè
l'io, e riprodusse la medaglia nella qua- mancatogli denaro per mantener la fa-
il

le viene significala la dignità di tribuno; zione, fu trucidato dal popolo in furia, co-
per cui secondo il numero delle volte che me Saturnino, Rufo e Druso, con violcii-
TR I TR I 171
za aperta di legge assai più sagrosanta di che non poteano aspirare se non all' or-
quella del Monte Sagro. Ma tal maniera dine de'cavalieri. Ilsegnale chedislingue-
di tribunato, rileva Cenni, non ha niente va tribuni militari era una specie di
i ,

che fare con quello della repubblica. Del pugnale che dava loro il principe all'istan-
famoso agitatore, tribuno e senatore Co- te di loro elezione; l'anello d'oro, un abi-
la di Rienzo, ragionai in più luoghi, e per to più prezioso, e degli uscieri cui l'im-
ultimo ne' voi. LXXIII, p. 3o3, LXXV1, peratore Alessandro sostituì 4 soldati pel

p. i 72. De'tribuni romani i più famosi fu- loro accompagno. La loro carica consiste-
rono i plebei. Prima di loro da Romolo va nell'amministrare la giustizia, nel ri-
erano stati creati tribuni militari, Tri-
i cevere la parola d'ordine dal generale e
buni Militimi, secondo Vegezio: Tribù- nel trasmetterla agli altri, nel vegliare sul-
nus vocalur a Tribù, quia pratesi mili- le munizioni, nel fare eseguire il milita-
tibus,quos es Tribù primus Romulus le- re esercizio alle truppe, nel situare le scol-
gii. Erano essi alla testa di tutta la legio- te, e altre cose simili. Eranvi 2 tribuni che
ne, all'incirca come gli odierni colonnel- comandavano la legione, ciascuno il suo
li, Romolo ne creò 3,
e chiari per valore. giorno, per lo spazio di due mesi, dimo-
quando lalegionesi formava di 3ooo sol- doché in un esercito consolare ve n'era-
dati. Nell'anno 44 2 diRoma furonoaccre- no almeno 4 per far eseguire gli ordini
sciuti 000 soldati per legione, e per con-
1 del generale. Talvolta furono incaricati
seguenza anche 4 tribuni militari, sicco- di far morire le persone di rango distinto.

me 4 furono le principali legioni roma- Per qualche tempo furono rivestiti della

ne, e da 12 crebbero a 16. Cresciuta poi consolare autorità, ma questa magistratu-


la legione romana a 5ooo soldati, quin- ra in diverse epoche non durò che circa
di a 6000, 5 e 6 furono i tribuni milita- 80 anni, dal 3 o al 3qo di Roma. Quan-
1

ri per ogni legione. Essi comandavano al- do il popolo e nobili non poteano accor-
i

la 1 /coorte,cioè al fioredella legione.Que- darsi nell'elezione de' consoli, si creava-


sti ne'prirni tempi si creavano da're, po- no 5 tribuni militari, a'quali si affidavano
scia da'consoli e da'comandahti , e dopo tutte le funzioni consolari, uso che cessò
l'anno di Roma 3qi s'introdusse la co- allorché per console fu scello un plebeo. I

stumanza di crearsi parte da'comandan- romani ebbero pure de'lribuui particolari


ti, e parte co' popolari suffragi , la metà de'soldati, le cui ingerenze consistevano
per ciascuno. D'ordinario erano eletti dal- nel giudicar di tutte le conlese, d'invigila-
l'ordine de'cavalieri e da quello de' ple- re al buon ordine ne'campi, di aver l'ispe-
bei. Narra T. Livio al 3qi: Curii eo an- zione dell'armi, degli abiti, delle vettova-
no primurn placiti s set Tribunus militimi
:

glie, degli ospedali. Altri scrittori, come


adlegiones suffragio fieri (nani et antea, dissi, attribuiscono tali incombenze a'tri-

nunc,quos Rufulusvocanl, Ini-


sicut, et buni militari; forse questi con essere aiu-
peralores ipsi faciebant) Torqualus se- tati da'tribuni de'soldati, fece ad alcuno
cundum in sex locis tenuit. Da questo ne distinguere due specie di tribuni militari.
r
avvenne, che tribuni creali dagl'impera-
i Vi furono i tribuni del Tesoro (f .) t Tri-
tori si dissero Rufuli, gli altri poi creati buni Aerarti. Erano ufficiali tratti dal po-
ne'comizi dal popolo si dissero Comiziali. polo, a'quali era affidata la custodia dei
Gl'imperatori fecero tribuni de'soldati per fondi destinati alla guerra, per distribuir-
soli6 mesi, onde poter gratifica re un mag- li al bisogno a' Questori dell'esercito. A-
gior numero di persone. Ve n'erano al- veasi cura di scegliere più ricchi per l'e-
i

tresì di quelli chiamali Laticlavii, perchè sercizio di tale uffizio, perchè eravi molto
aveano la speranza di divenire senatori. denaro da conservare. Sebbene non fos-
Altri erano appellati Angusticlaviì, per- sero propriamente magistrati, nondime-
i
7 *
T II I T R I

no nello repubblica romana ebbero un beni delle chiese, amministrazione del


I'

distinto rango, ed in forza della legge di battesimo ne' soli giorni di Pasqua e di
A. Cotta furono col senato e co' cavalieri Pentecoste; la distribuzione delle decime;
a parte del diritto di giudicare. Giulio Ce- la .sepoltura de'morti nelle chiese catte-
sare avendoli soppressi, Augusto nel ri- drali, eccettuali i laici; 1' uso de' calici e

stabilirli ve ne aggiunse 200 altri per giu- delle patene; la prova del fuoco nellecau-
dicare le cause die non aveano per og- se criminali, nelle quali mancassero altre
getto se non delle modiche somme. Tri- prove; le vergini consagrate a Dio; il ri-

buni ì oltipl(ilum eruuo y


ufficiali preposti spetto dovuto alla s. Sede; il diritto di pa-
a' divertimenti del popolo, ed incaricati dronato sulle chiese; gli eunuchi e altri

di provvedere che india vi mancasse; ca- mutilati; le pubbliche penitenze; i mairi-


rica importante che apriva la strada a* moni co'liberti, cogli stranieri, colle vedo-
più grandi impieghi. Finalmente si disse ve, ec. Il 2. fu tenuto nelio3 1, relativa»
Tnbunus rerum iiitenlium,<ie\\e cose pre- mente al digiuno quaresimali'. Il 3.° nel
ziose, ilcenturione. I centurioni erano uf- io3 >, incui fra'varì regolamenti fu pub-
ficiali romani, cosi chiamali dal coniali- blicato quello che ordinava, che se una
dir 100 fanti, 0110 compresi i decani. monaca vuole passare in un monastero
Sotto Costantino I però si trovò pure un più regolare del suo, le sarà permesso tal
Roma, chiamato Ceuturio o
ufficiale in cambiamento, ma ma non già se ella vo-
Tnbuttusrerum niteutium, delegato alla leva passare in un monastero meno re-
custodia de'monumenti della città, e du- golare. Il 1076 a' 16 ottobre nel
4-° nel
rante la notte ficea batter le strade da palazzo municipale. A vea s.Gregorio VII
alcuni solitali, i quali doveano impedire (?) nel sinodo romano scomunicato il
che fossero mutilate le statue. Altra not- persecutore della Chiesa Enrico IV re dei
turna polizia fongevasi da' vigili,da 'quali romani, e vietato a tutti i vescovi di pro-
derivarono i Pompieri (P'.). scioglierlo dall'anatema, tultavolta con-
TRIBL'R o TIBUR. Casa reale situa- sigliando i tedeschi di trattarlo con mi-
ta sul Reno presso Magonza,dove furono sericordia. Tutti i principi si recarono al-
tenui i i seguenti concilii. Il i.°nell'8cp l' assemblea, in uno a' prelati maggiori,
896 fu composto di 22 vescovi, oltre deliberati a deporre Enrico IV, ormai ab-
molti abbati, e tra'primi eranvi gli arci- bandonalo anche da'suoi fautori, e di e-
vescovi Artoldo di Magonza, Ermanno di leggere un altro re. I legati del Papa che
Colouiae Ratoldo diTreveri. Il redi Ger- presiederono il concilio, che altri chiama-
mania Arnolfo vi assistette accompagna- no dieta, furono Siccardo patriarca d'A-
to da tulli i grandi del regno. Vi si re- quileia, ed Altmanno vescovo di Padova
golò la composizione, che dovea pagare, (o meglio Passavia). Questi dichiararono
secondo le leggi d' allora, quegli che a- in nome dis. Gregorio VII, che Enrico
vea ferito o maltrattato un prete. S'egli IV re di Germania per
molte sue col- le

Jo avesse ucciso dovea fare 5 anni di pe- pe era stato giustamente condannato dal-
nitenza, astenersi per 5 anni dalla carne la s. Sede; e che il Papa avrebbe ricono-

e dal vino, digiunar ogni giorno sino a se- sciuto e confermalo il re che gli fosse so-

ra, non portar armi, pregare alle porle stituito. Ne'7 giorni che durò l'assemblea,
della chiesa, ce. La penitenza d'ogni omi- Enrico IV eh 'erasi ritirato al vicino Op-
cidio volontario vi è regolata a 7 anni. penheim, Bauconica, ora ciltà del gran-
Vi si fecero 58 canoni, la maggior parte ducato d'Assia-Darmstadt, provincia del
tendenti a reprimere le violenze contro Reno e sulla sinistra del fiume omonimo,
la Chiesa, e l'impurità de'chierici, non che mandò ogni giorno a supplicarla d'esser
riguardanti gli scomunicali, i rapitori dei pietosa con lui, promettendo cuiubiuinen-
TU I TRI 173
to di condolta e concessioni. Si conven- me padre Enrico IV sosteneva V Inve-
il

ne d' invitale il Papa in Augusta, a giu- stiture ecclesiastiche ( /-^condannate da


dicare il re, quindi condannarlo o assol s. Gregorio VII e da'successori. Nella die-
vello. Portatosi s. Gregorio VII invece ta si pubblicò l'elezione di Papa Calisto

nel castello di Canossa, nel territorio di lì, seguita in Cluny, a cui tutti i vescovi
Reggio }
\\i si recò da penitente Enrico IV in essa radunati promisero ubbidienza,
e ottenne l'assoluzione; ma poscia tornò ed approvarono la celebrazione del de-
a ribellarsi e fece peggio di prima. Tanto nunziato concilio di Rewis , dove Cali-
e con diffusione narrai nel voi. XXXII, sto vi scomunicò Enrico V. Dipoi si
li

p. 222 e seg., con Voigt, Storia di Gre- Pace(F\)fta il Sacerdozio e l'Im-


fece la
gorio V II. L'annalista Rinaldi racconta pero colla convenzione Calistina, tenuta
con particolarità questa famosa assemblea pel i.° concordato fatto dalla s. Sede.
di Tribur. Ancbe il Labbé e 1' Arduino TRIBUTO, Tributimi, Fectigal.Cen-
attribuirono questo concilio a Tribur. soche si paga dal vassallo o dal suddito
Dall'altro canto l'annalista sassone con- alSignore o alla Repubblica, dicendosi
temporaneo riferisce, cbe nel settembre Tributario quello obbligato a pagar tri-
1076Ì vescovi ed signori di Germania si
i buto, tribulariiis, vectigalis, stipendia-
riunirono ad Oppenheim (da Voigt chia- rius. Il tributo, dice Vairone, fu così det-
mato castello e buon maniero della came- to dalle Tribù (/'.)di Roma, perchè dalle
ra regia, a breve tratto da Magoma « da tribù lesta per lesta si esigeva quel de-
Tribur), in presenza del patriarca d' A- naro che s'imponeva al popolo, per con-
quileia e del vescovo di Passavia (Voigt tribuire alle pubbliche spese, cioè per o-
lo dice arcivescovo di Padova, cioè Alt- gni capo d'uomo; quindi introdotta la ci-

manno; ma tra 'pastori di Padova non lo viltà, si Stabilirono il tributo ed i velli-


trovai: col Rina Idi chiarirò l'equivoco. Pa- gali, cioè secondo termini moderni
i i da-
tavia in latino si disse Passavia, ed anche zi diretli e indiretti. Altri dicono il voca-
Padova con piccola diversità, come rile- bolo trillalo derivalo per quello che do-
vo dal Lexicon di Baudrand, cioè Pata- veano pagare le diverse parli nelle (pia-
via Passavia, e Pataviuni Padova. Il Ri- li erano divise le popolazioni, tali patii

naldi dunque, parlando de'legati ponti- denominandosi tribù. Pare che gli ebrei
ficii, li chiama Sigea rdo patriarca d'Aqui- non abbiano pagato alcun tribolo a'Io-
leia e Altmanno vescovo Pala vicnse, cioè ro capi prima del re Salomone: ricono-
di Passavia), per deliberare sulla deposi- scevano essi solamente il supremo domi-
zione d'Enrico IV; e che le condizioni nio di Dio sopra di essi col tributo al tem-
prescritte ad Enrico IV, per poter otte- pio d'un mezzo siclo per testa a tulli gli
nere grazia, furono di ristabilire Adalber- nomini di 20 anni in su, pagabile ogni an-
to di Rheinfeld vescovo di Worms sulla no; imposizione che si disse testatico n ca-
sua sede; e dopo di aver pubblicate del- pitazione, e il suo riscnotilore, procura-
le lettere comprovanti la sua penitenza lo!' ad capilularia judaeoruin. Questo

per tutta l'Italia e nella Germonia,di por- mezzo siclo Cu detto qnadrantee didram-
tar»! in persona a Roma per farsi assol vere ma; t\i\e didramma fanno uno staterete
da Un scomunica. Si veda il Mansi, Sappi, due di questi un'oncia, e 2 oncie una lib- 1

a' Concila, t. 2, p. 19. Del resto canoni i bra. Durò queslo tributo sino al tempo
de'succennati concilii di Tribur li pubbli- di Vespasiano quale avendo soggio-
,
il

cai 0110: Labbé t. g e 1 o; A rduino, t.6; Ueg. galo gli ebrei, indi venendo dal lìgi io Tito
t. 25 e 26. Il Rinaldi descrive un'altra distrutto il Tempio, lu ordinalo agli e-
dieta celebre di Tribur, tenuta neh 1
19, brei di pagare a'romani tale tributo do-
contro l'imperatore Enrico V, perchè co- vunque fossero, essendo solito che lo con-
i
74
TRI T RI
tribuivauo ne' luoghi ove si trovavano. ss. Madre con s. Giuseppe, per ubbidire
Questo tributo pagato dagli ebrei a'ro- a Cesare, vi si erano portati per farsi i-

inani, fu di un denaro con 25 de'quali scrivere nel registro, onde pagaie il cen-
si formava uno scudo d'oro. Fu dunque so ordinaloda Cesare Augusto. Inceden-
soltanto verso la fine del regnodi Salo- do Gesù Cristo per la Galilea, giunto a
mone, che quel principe impose loro vari Cafarnao,Pesattoredel tributo chiese per
tributi, che produsse varie rivoluzio-
il lui a Pietro il didramma; e il Salvatore
ni e fu causa delle lagnanze che gli ebrei sebbene avesse dimostrato essere libero
fecero a reRoboamo,dopo la morte di det- dal tributo , nondimeno perchè gli uo-
to suo padre Salomone.Allora fu che del- mini non adempiendo egli la legge non
le 1 2 Tribù d'Israele, o i abbandonarono si scandalezzassero,comandò a Pietro che
Roboamo riconobbero Geroboamo per
e pescasse, e colla moneta che avesse tro-

re, e rimasero sotto la dominazione di vato in bocca del pesce, si pagasse. Ese-
Roboamo le sole 2 tribù, di Giuda e di guito il di vino comando, e trovata la mo-
Reniamino. Sebbene gli ebrei loro mal- neta, il Salvatore pagò il tributo per se
grado pagarono forti tributi a molti prin- e per Pietro.Osserva il Rinaldi, chea-
cipi stranieri, e dopo il conquisto de'ro- vendo Cristo dimostrato, che re non so- i

mani a Cesare, i ss. Pietro e Paolo e- gliono da'fìgli (intende parlare de' sacer-
spressamente raccomandarono a' fedeli doti) esigere il tributo, volle manifesta-
l'esattezza nel pagare i Mosè ob-
tributi. mente inferire, che né egli né suoi era- i

bligò gli ebrei a parecchie sorla di De- no alla legge del tributo obbligati. Don-
cime. (V.), pe'sacerdoti e levili, pe'sagrifì- de appare quanto perversamente pre-
zi,pe'poveii,pe'foraslieri, vedove e orfani. tendano novatori che sacerdoti e chie-
i i i

Nella chiesa cattolica i chierici non vis- rici non sieno liberi dal pagar tributi e

sero ne'primi secoli che delle pie Obla- gabelle a'principi, mentre principi gen- i

zioni (T.) volontarie de'fedeli, donde eb- tili aveano portato tanto rispetto a'sacer-

bero origine le Decime ecclesiastiche, le doti loro, che vollero fossero esenti dal
Sportule e la Rendila ecclesiastica (V.). tributo, cosi pure presso i romani costu-
Il tributo dicesi anche tassa, taglia, da- mandosi , oltre lo stipendio che i mini-
zio, gabella, gravezza, imposizione mes- stri del culto riceveano dall'erario. L'a-
sa dal sovrano o dallo stato sopra i suoi postolo s. Paolo parla del pagamento del
sudditi, e destinata pe' propri bisogni e tributo , come un obbligo di coscienza
per quelli dello stato. Di videsi questo tri- DeveperòawertirsicheseilSignore volle
buto o tassa in personale e reale. Il tri- pagare il tributo per se e per Pietro,onde
buto o tassa personale è quella, che cia- distinguerlo e anche in questo insinuarne
scuna persona paga per tulli i suoi be- il Primato, ciò fece, come dissi, per non

ni mobili e immobili e per 1a sua indu- destare scandalo, essendo egli venuto al
stria: la legge chiama questo tributo tri- mondo per adempiere la legge. Ma poi
butiti capilis. Il tributo reale si preleva manifestatosi per Re de'regi, ed avendo
sulle quote riguardanti gl'immobili ed i istituito il reale Sacerdozio, non vi è più
beni industriali. Questa tassa è un tri- scandalo se i sacerdoti si ricusavano pa-
buto giusto di sua natura, e ciascun sud- gare i Onde ben dice s. Girola-
tributi.
dito è obbligato pagarla al proprio sovra- mo Nos : prò illius honore tributa non
no o slato. Gesù Cristo volendo adem- reddìmus, et quasi filii Begis a vecliga-
piere la legge di chi dominava , ordinò libus immune» sumus , significando che
di dare a Cesare ciò che apparteneva a gli Ecclesiastici erano dal tributo per
Cesare, e a Dio ciò ch'era di Dio; ed e- Cristoescnti,comegodenti piena Immit-
gli era nato a Beltlemuie perchè la sua nilà. Del tributo e imposte degli egizi,
TRI T R I i
7 5
de' greci e delle nazioni barbare non si no de'tributi da'sacerdoti del loro arcidia-
conoscono chiaramente le particolarità, conato. E Tassa de'benefizi ecclesiastici
per mancanza ili monumenti. In Atene (V.) si disse la discreta contribuzione im-
i erano divisi in 3 classi quelli
cittadini : posta a'nuovi provvisti di benefizi eccle-
che ricavavano da'loro beni 5oo misure siastici; originata per sovvenirci bisogni
di fruiti liquidi o secchi, pagavano al pub- della Chiesa romana e della Camera a-
blico un talenti ; quelli che ne ricavava- postolica, pe' tanti dispendi che sosten-
a
no 3oo misure, pagavano la 6. parte gono a vantaggio delle altre chiese e di
3
d'un talento; quelli appartenenti alla 3. tutti i cattolici. Ivi parlai ancora di al-
classe, nulla contribuivano. Questa tassa, tre tasse ecclesiastiche, mentre a Spogli
che non sembra proporzionata, era però ecclesiastici trattai del diritto della Ca-
giusta, giacché lo stato giudicava che o- mera apostolica neli'amministrare i be-
gnuno avesse un eguale fisico necessario ni e raccogliere i frulli o rendite de'be-
che non dovea esser tassato: l'imposizio- nefizi ecclesiastici vacanti nello slato pon-
ne agiva prima sulP utile e più forte- tificio; e nello spoglio personale di per-
mente sul superfluo. Ne' tempi del feuda- sone siano ex regolari secolarizzati che
lismo vi fu il tributo di clientela, tribu- muoiono fuori di chiostro, siano eccle-
dovuto da' vassalli al capo
timi clientelare, siastici beneficiati di qualunque grado
feudatario da cui dipendevano. Questo che muoiono senza la facoltà pontificia
-diritto era di 3 sorta: il tributo di caval- di far Testa mento ;ne\ quale articolo ten-
leria, che pagavasi quandoil primoge- ni pure proposito dell'Albinaggio, diritto
nito del capo feudatario era fatto cava- e legge in forza della quale il fisco d'un
liere; il tributo di matrimonio allorché paese succede ne' beni d' un forastiere
la sua primogenita si sposava con un gen- morto medesimo senza che vi
nel paese
tiluomo; il tributo di riscatto, allorquan- fosse naturalizzato, sempre che il defun-
do il feudatario era fallo prigione guer- to non abbia disposto de'suoi beni, e non
reggiando pel suo principe, e per una sol abbia ivi fra' suoi concittadini alcun e-
volta durante il corso di sua vita. Vi fu rede necessario. Abbiamo di Giuseppe
un altro come nel-
tributo in alcuni paesi, Luigi I!artoli avvocato concistoriale e
la Borgogna, che pagavasi quando si- il generale del fisco della Camera aposto-
gnore recavasi a Terra santa. Eran vi al- lica, Distertatio de AlbinaUis, Ro-
/'tire

tresì de'tributi chiamali ragionevoli, per- roae 835. Il dotto giureconsulto cele-
1

chè pèrcepivansi ragionevolmente secon- bra quanto fecero Papi benignamente


i

do le facoltà di ciascuno, per darli al feu- in favore de' forastieri, come per ulti-
datario o signore, in caso di necessità. Co- mi Pio VII, e particolarmente Gregorio
sì dicevansi tributi liberi quelli che sioffri- XVI, sia con reciproche convenzioni da
vano spontaneamente al signore da'sud- lui conchiuse co' sovrani e loro slati di
diti all'occasione di qualche imprevedu- Danimarca, Modena e Prussia, sia col
ta necessità. I vescovi ancora più volte suo Regolamento legislativo e giudizia-
riscossero i tributi dagli ecclesiastici, chia- rio, nel quale decretò. » Gli stranieri sono
mati usoo costume episcopale o sinodale, capaci di succedere alle eredità tesiate od
ovvero denaro per Pasqua. Si pagavano intestate, e di acquistare nello stato pon-
tali tributi quando venivano consagrati, tificio, se e come per le leggi vigenti ne'
o allorché riceveano il sovrano in casa paesi esteri saranno capaci di succedere i

loro, o quando erano invitati dal Papa sudditi pontificii, salve leconvenzioni po-
alla sua corte e curia, o ad un concilio, litiche ed i trattati." Dellediverse impo-
o nel recarsi a Roma per ricevere il pal- sizioni e tributi suiFeudi (F.) e sui Vas-
lio. Talvolta anco gli arcidiaconi esigero- salli (F.) d'annue pensioni e di sommi-
176 TRI TR I

nislrazioni, come di Caccia, di Sparla pò che i galli presero Roma, come l'or-

e di alho, a tali articoli ed a'relnlivi ne dine di portare al tesoro pubblico tutto


discorsi; come a Franchigia o Immu- T oro e l'argento sì monetalo che lavo-
nità", dissi del privilegio d'esenzione da' rato, che fu dato nel 543 sotto i con-
tributi e di altre qualità d'imposizioni, soliV. Levino e C. Marcello, durante la
e quindi degli abusi cbe ne derivarono. guerra punica; se ne teneva registro, ed
A Dogane ragionai de'luoghi ove si pa- in tempi più felici se ne rifondeva il va-
gano le gabelle e i dazi, ed altre impo- lore a'singoli contribuenti. I tributi chia«
ste; dicendo cbe il diritto doganale è una mavansi anche con nomi speciali , cioè
frazione de'diversi contribuii delle gra- quelli sulle terre arative dicevansi deci*
vezze pubbliche stabilite dalleautorità so- mae, que'sui pascoli scriptura, e quelli
vrane sui popoli, e di sua origine egizia- sulle merci porlorium. Dapprima il di-

na ed ebraica. Cbe poscia fu introdotto ritto di determinare i tributi competè a'

fra' romani, dicendo pure delle diverse re, indi al senato, e finalmente agl'im-
qualità di gabelle,ede'diversi tributi che peratori; l'ebbero anche i censori, ma
si rendevano dalle Provincie del roma- giammai il popolo, né altri magistrati.
no impero. I romani da principio stabi- Soltanto a Roma si davano I' imposte
lirono una distinzione fra tributimi e ve- oli' incanto o appalto, innanzi ad un'a-
cligal: il i.° era la prediale, cioè V impo- sta piantata in mezzo Foro romano,
al

sta diretta pagata da'possessori delle ter- dopo pubblicato più prima I' e-
giorni
re,rationes,e paga vasi doppiamente, cioè ditto relativo. Tali incanti aveano luo-
e come capitazione e come campatico; il go per 5 anni, durata delle funzioni de'
2. era ciò che ora dicesi imposizione in- censori. Quelli che le prendevano in ap-
diretta, vale a dire i diritti pagati sulle palto, publicani pagavano ad ogni lu-
,

merci. Spantano, parlando d' Antonino stro, ma singoli contribuenti doveano


i

.Pio, dice: Rationes omnium provincia- pagaie annualmente in 3 rate, cioè alle
rum, opprime scivit, et vectigatiwn. Ma calende di gennaio, di maggio e di set-
in seguito tale distinzione si obbliòesi u- tembre, che indicavansi colle parole ad
sarono indistintamente, le \iaro\e tributimi finern i lidie tionis. Sotto la parola veclìgal
elvecligal. I primi re di Roma esigerono si comprendevano tulli i seguenti tribù*
da tutti i soldati un eguale tributo: Ser- ti. Vecligal Aedditium, carichi imposti
vio Tullio stabilì il censo e proporzionò dagli edili per provvedere alle spesede'
l'imposta all'entità della possidenza di cia- giuochi e spettacoli , ed manuten-
alla
scuno; Tarquinio ilSuperbo annullò l'o- zione degli edilizi pubblici. Pro aerc,c\vè
pera di Tullio, e volle di nuovo che tutti sull'aria, specie di capitazione istituita da
pagassero egualmente. I consoli L. Va- Michele Paflagonio. Ex Agrorum fru-
lerio e T. Lucrezio ristabilirono il censo non che
ctibus, cioè sui frutti de'campi;
e l'imposta proporzionale, il che sussi- ladecima parte de'grani che si raccoglie-
stè (Ino al 568 di Roma, epoca in cui le vano: Caracalla impose la decima sopra
immense ricchezze tolte a Perseo re di tutte le eredità in luogo del 20.»>o che
Macedonia da Paolo Emilio, e depositate gì' imperatori percepivano, imposta a-
nel pubblico Tesoro, fecero che si solle- bolila dal successore Macrino. Ansarti,
vasse il popolo romano da qualsiasi im- imposta che percepivasi sul butirro e altri
posta, esenzione di cui esso godè per mol- commestibili, e si pagava in ragiono del

to tempo. Erano tributi de' romani di-


i numero de'vasiadue manichi, ansm\\w
visi in ordinarium e temerarium: que- quali venivano portati dalla campagna.
st'ultimo vieti debilito da Pesto, un'im- Vecligal prò eduliis, imposta sui com-
posta simile a quella che l'u attivala do- mestibili introdotta in Roma da Caligo
TRI TRI 177
In : Macelli, è una frazione di detta im- eia e la Gran Bretagna parimenti; e la
posta, detta pure portorium . I dazi de' Sardegna per le miniere d'argento. Pe-
poetisi appellarono Portoni. Ex Aqttae- corum, imposta d'animali che alcune pro-
ductibus ,\a\ posta pagata da coloro a qua* vincie doveano fornire alla capitale. lu- I

li i censori e poi gì' imperatori permet- cani ed bruzi somministravano porci,


i

tevano di levare parte óttW'acque de'pub- come pure sanniti ed i campani. pri-
i I

blici acquedotti per irrigare i loro cam- mitivi romani non ebbero altre ricchezze
pi o giardini. Ex Arboribus o Picaria- che il bestiame, e chiamaronsi pecuaril
rum, imposta sugli alberi che produce- coloro che affittavano il bestiame pub-
vano le gomme e le resine,/?/^*. Artium, blico, mentre il furto pubblico fu detto

imposta attivata da Alessandro Severo sui peculato , quando romani non posse-
i

mercanti ed operai. Avendo Costantino devano che armenti. L'Armenia dava a-


I protratta da 4 anni l'epoca del suo pa- nimali lanuti, ed altre provincie forni-
gamento sicché non si pagò in seguito
,
vano cavalli per l'armata. Salis, impo-
che ogni 5 anni, fu perciò chiamata tu- sta sulle Saline. Solarium opro solo, sui

stralli- collutto Epidamelicurn o Prae-


. fondi pubblici accordati per erigervi e-
forami, imposta che pagavano le Provin- difizi privati. Tyrocinii, contribuzione
cie a pretori,per esser dispensate di da- di soldati che esigevasi da una provincia
re alloggio a'mililari durante l'inverno. o da'particolari natura o
in denaro. Vi-
in

Foeni, contribuzione di fieno pel man- ni, eh 'esigevasi da'paesi forniti di vigne,
tenimento delle scuderie degl'imperatori dalla Campania, dalla Toscana, dall'Afri-
o de' cavalli delle truppe, imposta o in ca, dalla Pannonia, dalle Cicladi, dalla Be-
natura o in denaro sui pascoli esulle pra- tica e dalle Gallie. Vectigal prò umbra,

terie. Fumarium, imposta sui cammini terreno fertileche pagava imposta,e desti-
da fuoco creata da Niceforo. Ex lacubus, nato da un ricco proprietario a non por-
sulla pesca ne' laghi e nelle paludi. Ex lare che alberi da far ombra. Urinae ,
latrinis publicis, appalto delle pubbliche imposizione di Vespasiano $uH'oriue,cioè
latrine, dato a profitto del fìsco. Cloaca- fece vendere a suo profitto a'folloni, per
ritmi, imposta destinata al mantenimen- purgare i panni, l'orina che i passeggieri
to delle mera vigliosecloache di Roma. E deponevano in certi vasi collocati a tal uo-
MeretricibttSyfa Caligola ili.°ad esigere po negli angoli delle strade. Pedagio, im-
una contribuzione dalle meretrìci e da'le- posta del pedaggio chiamata pure Por-
noni,ed aumentò pure silfalto tributo con torium la quale aggravava qualunque
,

altre vergognose imposte; ma Alessandro passasse a piedi o altrimenti certi ponti,


Severo poi ordinò, che tuttociò che rac- non che alcune grandi rt/vzife, abolita da
coglievasi da sì laido guadagno non più. Pertinace comechè assai onerosa. Sebbe-
si riponesse nell'erario, assegnandolo alle ne la voce Pedagium fu usata dagli an-
fabbriche pubbliche. Ex metallis, tribu- tichi in significato di tributo che paga-
to imposto in natura o in denaro sulle vasi da'passeggieri aqualche ponte, fiu-
miniere o sulle cave de' marmi. Quest'im- me o via pubblica, dipoi veramente di-
posta fu abolita in Italia quando roma- i cevasi Pontaticum a' ponti, Portaticum
ni furono padroni di provincie che po- alle porte, Pedaticum al pedaggio, Pia-
terono più facilmente sostenerla. La Spa- cialicum per le piazze, Casaticum per le
gna pagava un tributo per le sue minie- case: vocaboli tutti però usali nel medio
re d'argento e fabbriche di ferro; l'Afri- evo. 1 ricevitori de' tributi cbiatoavansi
ca lo pagava pe'marmi di Libia e di Nu- Acceptores,AUectores, Adlectores, Por-
niidia; la Macedonia perle miniere d'o- toni. In sostanza presso i romani eranvi
ro, d'argento e di ferro; l'illiria, la Tra- due sorla di tributi: quello ch'era dovuto
VOL. J XXX. 12
i
78 TRI f I I

si un privalo, e quello che si trovava nel dove le monete ordinarie erano sempre
numero delle gru vene pubbliche e di cui dell' istesso prezzo, quella ilei tributo o
nessuno poteva dispensarsi. Ninno era e- censo, mutandosi la qualità del tribu-
sente dalle gravezze pubbliche, o fosse- to, parimenti si mutava formandosene
ro tributi o aggravi personali che con- un'altra nuova, come pienamente atte-
sistevano in lavori corporali, ovvero reali sta Lampridio, in Alex. Osserva il Ri-
ch'erano quelli spettanti a'possessori de' nabli, che dovendo l'imperatore Teo-
fondi. Quanto a'tributi privali, lo Schia- dosio I il Grande guerreggiare Euge-
vo (F.) ch'era stato manomesso, incon- nio tiranno, in vece d'aggravare popoli i

trava de' doveri verso il suo Padrone con nuovi tributi, levò quelli che di re-
(T\), come di accompagnarlo dove egli cente avea imposti Taziano prefetto del
i ecavasi, di far per lui qualche opera, e pretorio. Dice e prova il Rinaldi, ebe gli
d'impiegare per la di lui utilità e pel di eccessivi tributi sono stati sempre la ro-
lui diletto i suoi talenti. J tributi si di- vina de'principi e de'loro stati. Quali fos-

stinguevano in ofjìciales e \nfabriles,o sero le gabelle e tributi sollo gli an-


i

primi non erano dovuti


sia artificiale s: i tichiromani, si può vedere: Pietro Dor-
che al padrone personalmente; secondi i mami, De Vecligalibm Populi Romani
potevano essere trasportati ad una 3." Dissertano Ultrajeetum ij3/{. Giulio
,

persona, e consistevano in opere servili. Cesare Bulenger, De Tributi s ac Vecti-


Nell'atto di mettere in libertà uno schia- galibus Popu URomani Dissertalo, Fra n -

vo non si potevano stipulare né tributi cofinti 1626. Girolamo Bontadosi, Dis-


pericolosi, ne contrariai pudore: l'età o sertatio de Annonis et Tributis, Romae
l'infermità dispensava il tributario di a- typis Salomonianis. Gio. Guglielmo Ja-
dempiresì falla obbligazione.e se lo schia- ni, De Censu Romanorum primo recen

vo trova vasi in islato di soddisfare il suo tiores quaedam controversiae , Witle-


tributo, ma nell'impossibilità di nutrirsi, bergaei7i5. Gotllieb Wernsdorf, Dis-
il padrone doveagli somministrare il suo sertatio de Censu, quem Caesar Augtt-
alimento o lasciargli il tempo di guada- slus tempore natività tis Chris ti per Or-
gnarlo. Que'tribuli doveanoessere adem- berà terrarum fedi, Witlebergae i6c)3.
piti nel luogo dove stanziava il padrone; Giovanni de Vita, De, origine ctjurc de-
e se il liberto avea bisogno di un giorno cimarum Ecclesiae, Romae 17^9. Nel-
per portai visi e d'un altro per ritornarse- P articolo Tesoriere ragionai di alcune
ne, questi due giorni doveano esser sot- tasse e operazioni di finanza degli anti-
tratti dal numero de'giorni dovuti pel tri- chi romani; sopra le finanze di Roma ne'
buto. A Servo parlai anche della Servi- secoli dimezzo; e sulle finanze dello stalo
tù in s<mso di diritto fondalo sopra luo- pontificio da detta epoca a oggi. Nell'ar-
go stabile a prò d'alcuna persona, e sue ticolo Stati e regni tributari alla s. Se-
diverse specie, come della manumessio- de, con diffusione trattai dc'dominii tem-
imo liberazione dalla servitù, per la qua- porali con sovranità sottoposti da' pro-
le i servi prendevano il nome di liberti pri principi Sovrani ,
principiando dal
e il suo padrone diveniva patrono di lui, 5i4e fors'ancheda Costantino 1, per di-

e delle differenti qualità di essi, come de- vota oblazione a s. Pietro e sua Sede a-
gli aldii,e delle marni messioni; quindi del- postolica, e per mettersi eziandio al co-

le prestazioni de' servi quali vassalli feu- perto dell'altrui usurpazioni, con annuo
costumò pres-
datari, di tributo ecenso. Si tributo e censo, per alcuni denominalo
so romani battersi dall' imperatore le
i Denaro di s. Pietro (F.). Che tali sitili

Monete, conforme alla quantità del tri- o feudi tlissi ciie si offrivano anche con
buto o censo che si pagava ; e così lad giuramento di vassallaggio, per divozio-
T I I TRI 179
neo riconoscenza, e talora non erano cen- siiti egualmente da'Papi con annui tri

suali. Questi stati si chiamarono oblali, buli. Pallai ancora di diversi collettori
censitali e tributari alla s. Sede, e dèi tut- e registri de'censi della Chiesa romano,
to diversi dagli Stati donati alla s. Se- e rettificai le asserzioni erronee di RI 11
de (f.) in piena e immediata sovranità, latori alquanto avverso alla potenza
,

per i-poutiinea dedizione de'popoli o per temporale dc'Papi, e con pregiudizio di


munificente pietà de'principi, quali co i essa eccessivamente propenso a favore
st i l u rono propri a ment e la Sovranità
i (ìt della polenza laicale, per ingrandir la

romani Pontefici e della s. Sede (/'.), quale tentò deprimere l'altra. Dissi pu-
che tuttora l'esercita in parte di essi; per re, come molte città e terre del dominio
gli altri, di cui fu spogliata dalla forza ,
papale, per esercitare la giurisdizione del
emettendo i Papi quelle annue e formali mero e misto Impero e reggersi a mu-
proteste, in unope'trihuti Censi appar- e. nicipio, per privilegio furono riconosciu-
tenenti alla v. Side (P.) , e no* soddi- te da'Papi censitali e feudatarie con an-
sfatti per la festa de' ss. Pietro e Paolo, eliate tributo; e che altrettanto avendo
con quelle solennità e (orinole che ripor- concesso con Investitura (/' .) » baroni
tai nel voi. IX. p. 72, 73, 76, 77, 8(, minori, invitati questi a rinunziare le lo-

82 e altrove, tranne quella sospesa di cui ro giurisdizioni e curie feudali da Pio


farò parola in fine. Narrai che Papi eb- i VII, nell'odierno pontificalo cessarono
bero quindi a tributari i più potenti sta- interamente d'esistere, e co»ì sparì ogni
ti e regni per isponlanee offerte, e tulli traccia del famoso e già prepolente feu-
quanti gli enumerai , di altri avendone dalismo. Né ommisi di rammentare, che
parlato a'Iuoghi loro; e nella Chiesa di anco i f escavi, gli Abbati, le Abbades-

s. Pietro in faticano, in 3 tavoledi bron- se, ed altri dignitari de* due cleri, oltre
zo erano scolpi ti i nomi di tutti gì' im- le chiese ed i luoghi pii, riceverono e die
peri, le provincie, le isole e le città tri- rono investiture con triboli, ed esercizio
butarie della Chiesa romana. Rilevai in di Regalia (f.) con potenza temporale.
che consisteva la condizione tributaria Terminai l' articolo Stati e regni tri
e censitale de'monarchi, e quali privile- butari dell v s. Sede, con rimarcare, ch<;

gi e vantaggi ne riceveano in corrispon- per le vicissitudini de'lempi, cessando gli

denza da' Papi, esercitanti il padrona- stati e i regni dal mostrarsi tributari alla
Io. ÌNon devnusi amalgamare questi sta- s.Sede, tuttavolta questa continuò pro-
ti né cogli antichi Patrimoni
censitali, porzionatamente la sua autorevole e be-
della Chiesa romana », Sede (f.) 3 con nefica protezione, mediante il patrocinio
diritti di regalie quasi feudali, che notai che a poco a poco esercitarono con essa
cominciali verso il 43?? ed soli patri- i i cardinali Protettori (f.) degli imperi,
moni di Sicilia e Calabria rendevano regni e repubbliche, i quali poi cessaro-
l'annua e cospicua somma di tre talenti no di esistere 0' nostri giorni. Notai a
e mezzo d'oro; né colle investiture delle Rendita ecclesiastica, fectigalis Eccle-
due Sicilie <]e't\uaìiu\\ Parma e (ì\ Pia-
} j/<7e,l'origine di essa,dei ivala dalle Obla-
cenza, di Ferrara, Urbino (f.) ec, ri- zioni de' fedeli e dalle Decime ecclesia-
cevute dagl'investiti con solenne giura- stiche, e sua divisione canonica. Dissi an-
mento di fedeltà,vassallaggio eannuo cen- cora del discreto e benefico uso della me-
so, quali feudi appartenenti al diretto e desima, riprovando suoi nemici ed 11- i

supremo dominio temporale della s. Se- surpatori. Discorsi inoltre delle readite
de; altrettanto doversi dire de' ficari della chiesa romana, e della munificen-
temporali (f.) e altri baroni feudatari za incessante esercitata con esse da'Papi
di contadi, ciltà, lene e castella , inve- a vantaggio de'fedeli d'ogni condizione
i8o TRI TR I

e regione, ed anco con nobile ospitalità uso i tributi, che si pagavano dal popolo
verso i principi bisognosi o deironizzali; in denaro contante o in naturali prodot-
oltre gl'immensi tesori impiegati alla di- ti. Sembra ancora che vi fossero dazi o
fesa del cristianesimo contro Sarace-
i gabelle che si riscuotevano per introdu-
ni ( f.) per liberare la Terra Santa, e zione delle merci e d'altre cose venali o
contro Turchi (V.) per frenare le loro
i alleporte, o riporti, o nelle strade, ne*
conquiste, non ebe contro quegli Ere- ponti e passi de'fiumi, che si chiamava-
tici che imbrandirono le armi per so- no Portoria. La voce Telone uni fu ge-
stenere i loro perniciosi errori ; accen- nerale per significare il / ectigalia de'
nando pure le limitate rendite stabilite latini, e le Gabelle fra noi. Inoltre non
pel decoroso mantenimento della sagra lieve era il provento che si ricavava dal-
persona del Papa sovrano, ricordando lefrequenti condanne e pene pecuniarie.
fra le annui scudi 6000 a
medesime gli Aggiungasi che non mancavano censi e
sua disposizione, sulla regalia de' Sali fondi spettanti al pubblico privato e-
e Tabacchi, cioè sui prodotti delle sali- rario de're, come corti, selve, saline, mi'
ne di Cervia e di Comacchio, e sui pro- niere, laghi e fiumi fecondi per la pesca-
dotti de' sali e tabacchi delle legazioni gione. Finalmente v'erano altri oneri
di Bologna, Forlì, Ferrara e Ravenna ,
pubblici, carichi e obblighi, che nulla
riservati a disposizione speciale del Pa- fluitavano alla borsa del principe, ma co-
pa, a forma de* due chirografi de' 28 a- stavano molto denaro e incomodo al po-
gGsto e 3i dicembre 1816 di Pio VII. polo. Quanto alla capitazione ossia testa-
Ommisi però di specificare e dichiarare, tico o censo personale, da pagarsi da ogni
che annua regalia la generosità pon-
tale uomo, fu talvolta in uso anco presso ro- i

tificia non l'usa per suo privato bisogno, mani antichi, e fu poi introdotto in altre
ma benignamente l'eroga in annui asse- nazioni. Anticamente tra'romaui lo paga-
gni o pensioni vitalizie, a favore di chi va la un tempo anche no-
sola plebe, ed i

vuole gratificare o soccorrere. bili; se poi ne'tempi in cui l'Italia sog-


a
11 Muratori ci die la dissert. icj. : De' giacque a'barbari lo pagasse,propriamen-
tributi, delle gabelle e di altri oneri te lo ignorò Muratori, poiché non ne par-
pubblici de' secoli barbarici. In essa di- lano le leggi longobarde, e di q>;e' seco-

scorre di quante sorte in uso anticamen- li restano poche memorie per chiarirlo.
te in Italia ; come si chiamassero i mini- Bensì gl'imperatori greci, Ira gl'insoflli-

stri destinali a raccogliere i tributi; cosa bili aggravi, vi compresero il testatico.


s'intendessero allora per oneri pubblici; De'tributi sulle terre ceusuarie che da-
e quali si pagassero a'messi regi. Adun- vansi a Livello (V.), già detti Enfiteusi
que grande erudito, cercando di che si
il {F-), con obbligo di pagare l'annuo cen-
nutrisse una volla il regio Fisco (P^.) so al fisco, ve ne sono vari esempi. Nella
osserva che niuno de'principi ebbe inai legge Salica de'francui s'impone il tribu-
bisogno di maestri o di libri per impa- to di 1800 denari al reo d'omicidio. Per
rare a raccogliere denaro, tributi o sus- l'uccisione d'un romano tributario, o pos-
sidii dal popolo, per sostenere la propria sessore di terre tributarie, ci avi la multa
dignità, per le necessità della guerra e per di 45 soldi; e se un romano uccideva al-
altre pubbliche occorrenze. Imperocché cuno, dovea pagar 100 soldi. Ne' vecchi
•gli dice, questo è un mestiere facile per documenti si nominano FoHsfacturac
chiunque ha popoli sudditi, ubbidienti e le pene pecuniarie che si pagavano per
avvezzi a portare il giogo; nondimeno an- delitti criminali al fisco. Grande rendila

co a'tempi de'longobardi, (rauchi e ger- producevano le pene pecuniarie.cioè Mul-


Miuui stgnoreggianti in llaliu, furouo iu tar o Mulctae, appellate Freda dall'an-
TR I TB1 181
lìdie leggi, come dicevasi Le udìso Leu* ce che si usò inoltre per altri tributi. Si

dnni la composizione. Ne'secoli barbari- chiamò Kxcadcntìa e Bona caduca l'e-

ci pochi misfatti erano capitali, cioè pu- redità de'pellegrini e forastieri die man-
niti colla morte, a riserva de' commessi cavano di vita senza far testamento e sen-
contro il re o la repubblica, chiamati de- za eredi chiamali dalla legge, le quali e-
litti di lesa maestà. I servi che uccideva- raito prese dal fisco: noi lo diciamo Al-
no il padrone o la moglie, si riscattava- binaggio, come notai di sopra. Si lagna
no pagando una somma ond' essere as- Muratori, poiché a suo tempo non erattsi

solti dalla pena e dalla prigione: chi uc- fatle fra gli stati le convenzioni che ri-

cideva un prete pagava 600 soldi al fi- portai a Testamento, che in alcuni paesi
sco, egoo se uccideva un Vescovo, come i forastieri non era un ammessi all'eredi-

si ha dalla legge longobardica o di Car- i 1 tà,benché agnati ocoguati, e benché chia-


lo Magno e da altre di Lodovico I. Uu in- mati ue'lestameuti, tutto divorando il fi-

cendiario, un ladro, un assassino era am- sco. Oltre a ciò pervenivano al fisco re-

messo a composizione, e occupa- il fisco gio molte eredità per mancanza di eredi.
va tutti i Né que-
beni di chi uon pagava. Nella legge 58 di re Rota ri è decretato,
1

sta immorale e riprovevole usanza era che se alcuno muore lasciando solamen-
propria de'soli longobardi, quasi tutti gli te figlie legittime e figli bastardi, pa-i

altri popoli settentrionali pagavano Io renti prossimi, gli agnati, prenderebbe-


slesso, come si rileva dalle leggi Salica, ro due micie del di lui asse. Che se uno
Ripuaria,Bavariea, ec. Anzi anche ne'se- moriva senza eredi, cadevauo alla corte
coli posteriori si vedouo prescritte pene regia, cosi le eredità di quelli die non a-
molto lievi al flirto ed omicidio. Essen- vessero testato. Gli eredi legittimi si com-
do state così tenui una volta le pene, e putavano sino al 7. grado. Alcuni prin-
cotanto inferociti e turbolenti i costumi cipi donarono alle chiese beni de'morli i

degli uomini, si può ben congetturare, senza a ver fatto testamento, ed ecco come
che frequenti fossero» delitti, con ingras- di sovente facevano simili pie donazioni.
sarsi poi delle spoglie de'rei il regio fisco, Imparo dal Borgia nelle Memorie di Be-
e massimamente se si trattava di ribellio- nevento 137, l'enorme abuso esi-
t. 2, p.
ne. Trovatisi nelle vecchie carte menzio- stente un tempo in quella città, cioè ili
ne t\\ ghindatici, Iwrbatiii, e scalici, cioè vietare a'mercanti, viandanti e pellegri-
d'un censo e uon tributo,, che si pagava ni diedi passaggio ivi s'infermavano, l'u-

pel godimento della facoltà di poter pa- scir di casa, il far testamento e l'elegger-
scere i porci nelle selve del fisco chiama- si la sepoltura. Il concilio provinciale del
te pubbliche : alpalico si diceva il censo ilio inutilmente ordinò che non si re-
che pagavasi camera, per po-
alla regia casse alcuna molestia a'mercauti nell'ac-
ter pascolare le pecore nel!' Alpi; agra- cesso e recesso da Benevento; inutilmen-
riunì il tributo o ce ti so imposto a'pasto- te riprovò l'enorme abuso L\ipa Eugenio
ri, che metta vano al pascolo le loro peco- III, finché pochi anni dopo recatosi a Be-
re pe'poderi regali; (erratico il censo che nevento Alessandro III, con grave costi-
si pagava da'villani, coltivanti le terre al- tuzione diretta al clero, a 'giudici e al po-
trui, in grano, miglio, orzo, e in alcuni polo beneventano, solennemente condan-
luoghi talvolta fu tributo. Il mondo sem- nò la rea usanza, e sotto severe pene la
pre indinandoalla peggio, dice Muratori, vietò, restituendo a'forastieri la piena li-

perciò andai onsi inventando nuove ma- bertà nello scegliere la sepoltura, e nel
niere di pelare i sudditi in Italia con pub- testare delle cose loro; e di più ordinò,
blici pesi. II plateatico era un tributo pa- che se per avventura alcun di loro ve-
gabile da chi volea vendere in piazza, vo- nisse a morire seuza far tcslameulu, si
i8a T li I T li I

prendessero le di lui robe.ecoll'aulorità aggravi pubblici furono anco appellati O*


ilei pontificio rettore, dell'arcivescovo e nera publico, Angarine, Perangariae,
d'idonei testimoni si tenessero pei un an- Foclioncs publicae. Di gran peso dovette
no depositate in qualche chiesa, scorso il esser quello di tullele persone hbere atte

quale, senza che comparso fosse alcuno alle armi, forzate a concorrere all'arma-
legittimo erede, decretò che tali robe si ta e militare, qualora veniva voglia o bi-

dividessero in 3 pontoni come per 1* in- sogno a'regnanli di far guerra, e pochi e
nanzi si costo ma va, da applicarsi alla cu- rano gli escuti e dispensali, con grave di-
ria di Benevento, alla chiesa e agli ospi- scapito de'loro interessi. Per chi non an-
ti. Chiama giustamente il Muratori, cru- dava era proporzionatala pena Heribau-
dele consuetudine e barbara legge quel- ìuun, legge dura e grave per (pianto biso-
la de'passati secoli, per la quale il fisco gnava somminislrare.Doveasi dare YHe-
occupava i beni di coloro che facevano ribergum, onde derivò la voce albergo,
naufragio; iuiquissima usanza appellata cioè l'ospizio, lìlansio, a lutti i ministri
Logon o Laganum, che fu in uso anche e messi regi della giustizia, ed anche a're,
presso i greci e romani antichi, e fami- o a 'soldati quando lo richiedeva l'occa-
liare presso quasi tutte le altre nazioni. sione: chi ricusava dovea pagar* VJfcii-
J geuovesi recatisi a Tunisi in soccorso bannum. Gli uomini delle provincia era-
di s. Luigi IX re di Francia, nel ritorno, notenuti per gli aggravi 1 eredi e Paro-
la loro poderosa flotta fu spinta nelle co- veredi, a somministrar cavalli e bestie ila

ste di Sicilia, e fracassate le navi gran co- soma, per condurre le bagaglie allorché
pia d'uomini vi perì. 11 re Carlo I fratel il re e la sua corte, i messi regi o conti, od
lo del santo, dimentico d'esser cristiano, altri pubblici ministri straordinari [las-
operò contro i genovesi collegati e nau- savano pel paese; messi alzavano Tri- i

ti aghi peggio de' turchi. Così inumana bunale e col Placito (£'.) amministrava-
consuetudine talmente fu detestata poi no la giustizia a'popoli che aveano titoli
da' Papi e da' concilii, che fulminala da di lagnanze contro gli ordinari giudici e
più scomuniche e posta nel ruolo dere- governanti, e solevano essere due, l'uno
litti condannali nella bolla Corna Do- chiamò
ecclesiastico e l'altro secolare. Si
mini, finalmente cessò ne'paesi cattolici. Cursus J'eliicularius o Fiscali* Pu-
Nel voi. L1V, p. igo, riportai un bel nu- blieuSy il disporsi ad ogni determinato sito

mero cominciando da
di bolle pontificie, di alquante miglia cavalli e carrette, per
Onorio II deli 3o condannatila del bar-
i portare con diligenza le ledere del piiu-
baro presunto diritto. Per le barche e na vi cipe, e condurre sollecitamente ministri i

si pagavauo tributi detti Ri naticum, Pa-


i e uomini della corte. Fu iu uso anco sot-
lificlura, Transitura o Trasturo, cPor- to gì' imperatori romani, e corrisponde
tonaticum. Non la finirei mai se dovessi alla Posta (1 .) d'oggidì, se non che toc-
riferire tutti vocaboli riuniti da Mura-
i cava allora al paese di somministrare e
tori, sui tributi del medio evo iu Italia; mantenere cavalli e le cai rette. Alcuni
i

anzi egli riferisce che vi furono tributi e buoni imperatori ne sgravarono il pub-
aggravi, de'quali si conosce il solo nome blico, appoggiandone la cura al fìsco; ma
e non il significato, poiché in progresso sotto i re goti, longobardi e franchi, du-
ditempo vieppiù crebbero e siccome Tc- : rò quesl'angaria a spese de'sudditi. Non
loneum fu voce generale sinonimo del- era permesso negli antichi tempi alle pei"

l'antico Feci igo Ho ossia Gabella, così a sone privale di servirsi della diligenza ,

raccogliere i tributi, dazi e gabelle si de- Vehicularii cursus, o sia della posta, se
stinarono uflìziali denominali leloncori, non per siugolar privilegio o concessione
vegliali da'depulati delti aclionarii. Gli del principe. Conveniva anche tener bar-
T li I TRI i83
che pronte, chiamate Dromo/ics e Na- per frenare e punire chi rompeva la Tre-
ves cursoriae, a (Ine eli condurre pesti- gua del Signore (f7.). Finisce Muratori
mi e laghi i corrieri, cortigiani e magi- con protestare, che co' tributi e aggravi
strali regi. Altro aggravio era il Fodrum de' secoli barbari, non pretese d' averli
o Foderimi, cioè l'obbligo d'alimentare mentovati tutti, poiché questo è un cam-
i soldati, e lo stesso Imperatore colla sua po vasto e fecondo, portando la disgra-
corte passando ne' paesi, somministran- zia, che introdotto un nuovo dazio o ga-
dosi pure foraggio e biada pe'cavalli: al bella, ha la fortuna di conseguire il pri-
ladro erano obbligati non meno gli ec- vilegio dell'immortalità. Forse non vi è
clesiastici che i secolari, ed il prepotente niuno de'popoli,sentendoi propri pesi.che
imperatore Federico I lo pretese da Pa- non se ne lagni, ma senza conoscere quelli
pa Adriano IV, mentre l'esenzione erasi ancora d'altri paesi,che talvolta sono mol-
accordata a tanti vescovi e abbati. Narrai to più gravi. Anzi scrisse Salviano, parlan-
nel voi. LVIII, p. 28i,eheRodolfoIre do degli esorbitanti aggravi paliti al suo
de'romani nel confermare a Gregorio X tempo da'popoli del romano impero, che
le temporalità della s. Sede, si riservò il senza paragone slavano meglio que' ro-
fodro; ed ivi notai altre cose sul (odio, e mani divenuti sudditi de' barbari, non
del mantenimento in Roma dell'impera- curandosi perciò di mutar padrone. IV
tore e sua corte, e ne' viaggi da'feudatari. secoli successivi, de'principali tributi del-
Ne'secoli più bassi, allorché le città pre- le città e nazioni ne parlai a' loro luoghi,
sero forma di repubblica, sottomettendo e per lo stato pontifìcio ne'summentova-
al loro dominio le varie terre e castella, ti articoli e in quelli in essi citati, ed a'

obbligarono popoli a pagar la boazia,


i quali qui aggiungerò alcune altre erudi-
cioè un tanto per ogni paio di bovi. Dopo zieni.
il i ooo ancora s'introdussero vari straor- Con s. Gregorio II incominciata la so-

dinari aggravi, a 'quali specialmente era- vranità papale , o per dir meglio più a-
no sottoposti vassalli, chiamali Auxi-
i pertamenle venne riconosciuta da'popoli;
Ha, Dona gratuita e Aiutila, vale a di- amministrazione delle cose
indi la piena

re prestanze di denaro, che mai più. si civili in Roma e nelle provincie del prin-
restituiva. Venendo adunque occasione cipato temporale della chiesa romana me-
di guerre, o maritandosi il principe, o ac- glio si sviluppò con vigore circa 5o anni
casando egli le figlie, o dovendosi confe- dopo, sottoAdriano 1 del 772, nel cui pon-

rire a lui o a'iigli il cingolo della milizia, tificato regno de'longobardi fu spento
il

appellata cavalleria, o dovendosi fortifi- dal rede'l'ranchi Carlo Magno, che poi s.
car la città o qualche castello, si esigeva- Leone Ili elevò all'impero d'occidente.
no Auxilia da tutto il popolo, ma più Nel principio della dominazione tempo-
sovente da' vassalli. Che se due o tre volte rale de' Papi, questi seguirono il sistema
si pagava dal popolo qualche aiuto, o in feudale, facendo governare le provincie e
denari o in naturali, sotto il nome di con- le città da' loro ministri , conti ,
giudici,
suetudine, seguitava poi questo peso da : gastaidi e altri governanti chiamati con
tali consuetudini, che non aveauo mai fi- diversi vocaboli, fra'quali fuvvi quello di
ni^ ninna probabilmente audò esen-
città lettore , risei vanitosi il supremo potere.
te; biasimevoli usanze chiamate pure oc- Questo talvolta fu impedito dal furore
casiones, di cn\ se ne trovano esempi tra delle ribellioni, dalle differenze civili del-
gli antichi romani, come non ne fu esen- le (azioni, dalle agitazioni politiche, e dalle
te una volta la repubblica ecclesiastica. pretensioni feudali degl'imperatori fran-
Imposizioni pecuniarie, di tasse e altre pe- chi e tedeschi, non meno che da' re d'I-
ne civili ed ecclesiastiche, si stabdirouo talia. Per tutte queste viceude, per la fa-
i84 TRI TR I

mosa lotta tra il Sacerdozio e l'Impero, chiala per valersene ad prosecutionem


a motivo dell' Investiture ecclesiastiche ncgoliijidei. Ne'secoliXII e XIII, sia per
(ì .), Papi si doverono contentare d'im-
i la prepotenza d'alcuni imperatori, sia per
perare alla meglio, e lasciare che le città gli scismi, sia per le tremende fazioni ilei
e luoghi, secondo lo spirito de'tempi, si
i guelfi e ghibellini , venendo fomentati i

governassero a reggimento democratico romani del loro partilo a sognare il ri-

e libero, salva la suprema signoria. Nel pristinamento dell' antico Senato e Re-
secolo XI Papi
i principiarono a concede- pubblica romana, per le quasi continue
re a particolari signori, ed alle stesse cit- commozioni eccitate da ambiziosi che a-
tà e comuni investiture con lievi tribu- spiravano a dominarli, molli Papi furo-
ti, in riconoscimento dell' alla sovranità. no costretti a esulare da Roma, a risiede-
Altri tributi e censi in favore de'la s. Se- re nelle città delle provincie vicine, e per-
de era n le derivati fin da s. Zaccaria Pa- sino a rifugiarsi in Francia. Per tante ca-
pa del 74 'j quando le abbazie e mona- i lamità, convenne loro di accordare altre
steri bramarono 1' esenzione, sottraendo- investiture feudali delle terre della Chie-
si dalla soggezione de' vescovi, e ponen- ^on
sa, tributi e censi, riservandosi la su-
dosi sotto l'immediata protezione di s.Pie- prema sovranità, e per tale mezzo rico-
Iro e della Chiesa romana, pagando an- noscere le usurpazioni fatte nell'infelici-

nuo tributo in denaro, cera e in altri og- tà di siffatti tempi. Notai nel vol.LXXIV,
getti, e da una di queste corrisposte eb- p. 269, che il censo apostolico è antichis-
be principio la Rosa d'oro (P ) Nello stes- simo, imposizione stabile e ordinaria , e
so secolo XI, s.Leone IX, Nicolò II, A- già esisteva a'iempi d'Innocenzo III del
lessandroII e s. Gregorio VII comincia- 1 1 q8. Si denominò anche Sussidio papa-
rono a infeudare le due Sicilie coll'inse- le, ed in tale articolo rilevai che il voca-
gna del Vessillo o Stendardo di s. Pie- bolo fu usato in generale per tulle l'im-
tro {V.), con giuramento di vassallaggio posizioni. Nel secolo XIV il potere tem-
e fedeltà ed omaggio ligio, e con annuo porale de'Papi vieppiù venne invaso, do-
tributo, siccome dominio principesco del- poché Clemente V stabilì la l'alale resi-
la s. Sede. Prima fu stabilita la consegna denza pontificia in Francia e in Avigno-
del tributo nel giorno di Pasqua, poi uel- ne, ove restò sino al 377 con gravissi- 1

la vigilia de' ss. Pietro e Paolo , e dipoi mo daunoaltresì dell'unità della Chiesa,
alla somma vi fu aggiunto un cavallo pel funestissimo grande Scisma d' occi-
bianco e bello detto ottima con nobile , dente che ne fu lagrimevole conseguen-
bardatura. I Papi dierono l' investiture za. Perciò i Papi avignonesi trovaronsi
delle due Sicilie, per avere nel principe costretti nella loro lontananza dallo sla-
investito un conservatore e difensore dei to ecclesiastico, di riconoscerei prepotenti
loro diritti. Anzi diverse investiture, co- signoroni e tirannetti usurpatori de' lo-

me quella di Carlo 1 d'Augiò,oltre5o,ooo ro dominii, quali vicari temporali e feu-


marche sterline per ogni nuovo re, oltre da lori investiture che pure dierono a quei
l'annuo tributo d'Booo oncie d'oro, ol- che seguirono le loro parli e contribui-
tre il cavallo bianco, a richiesta del Pa- rono alla ricupera dello slato, soccorren-
pa era tenuto l'investilo di mandare 3oo do i legali a tal uopo spediti , fra' quali
cavalieri ben armati, sussidio che secon- primeggiò il gran cardinale Albomoz.
do bisogni poteva permutarsi in nava-
i
Sebbene i Papi tornarono alla loro pro-
le slolium. Di non far lega e confedera- pria sede Iloma, per lo scisma e relative
zione con alcuno, contro la chiesa roma- turbolenze furono necessitati a rinnova-
no; e di tener pronti almeno ooocavalie-
i re le investiture e ad accordarne anche
li oltramoutaui,ed altra truppa apparec- delle nuove. Tulle registrai e in che con-
T R I TRI 18S
sislevano le condizioni deg!' investiti nei to la gabella detta dell' Ampolla , Boni-
tributi e aldo cui obbligaronsi, ne' tanti facio IX la concesse in appodazioue vita-
il che agevolmente può
l'ispettivi articoli, lizia per l'annuo censo d'un paio di per-
vedersi, insieme alle frequenti condona- nici. Di più il Papa infeudò Antonio Ine-
zioni de'tribuli e censi non soddisfalli. A schi del principato di [\1 assentilo nel Pie-
darne un'idea, dirò soltanto, che Bonifa- monte, e delle terre di Crevacour mar-
cio IX del 38g, dopo aver condonalo al
i chesato e di Monte Capretto, col censo al-
feudatario Alberto d'Este signore di Fer- lacamera apostolica d'uno sparviere. Col
rara i censi non pagati per cpiel dominio, medesimocenso Bonifacio IXinvesùCam-
rinnovò al figlio Nicolò HI d'Este l'inve- porsevoli e Monte Leone a Francesco con-
stilura di Ferrara a vila, coll'annuo cen- te di Corbara.Col tributo poi d'un cane

so di 0,000 fiorini di camera, olire a 00


i i da rete e di una rete, accordò a Minino
uomini Stipendiati in caso di bisogno pel Dongiovanni, Rotella d' Ascoli. Indi die
servigio della s. Sede. Inoltre confermò i Canino in feudo a Paolo Orsini, col tri-
Mala lesta ne' vicariali di Rimini, Fano, buto d' un cane da caccia d' uccelli e di
Fossombrone e altri luoghi, per l'annuo lepri, boni et experli. Dipoi Eugenio IV

censo di 7000 ducali;ed a Malatesta Ma- infeudò di Castel Arcionedi Tivolta Gio.
latesti die pei' 10 anni in prefettura To- Antonio e RinaldoOrsini, pel canone d'ini
di, coll'annuo tributo di 3ooo scudi d'o- cane da rete e di una rete, da presentar-
ro, assolvendolo dall'usurpazione che ne si per la festa di s. Pietro alla camera a-

avea fatta. Concesse il vicarialo di Foli- postolica. Narrai all' articolo Famiglia
gno ad Ugolino Trinci, col feudo di 1000 pontificia, che anticamente era avi in es-
scudi d'oro ogni anno. Al magistrato di sa cacciatori, poiché
i
J/api conceden- i

Bologna, il quale avea confessato con alto do la quotidiana mensa a'ioro famiglia-
solenne eh» alla chiesa roma uà apparte- ri numerosi, imbandendo nel Triclinio

nevano Bologna, Imola e Massa de'Lom- (V.), oltre l'ospitalità a' Pellegrini, Pran-
bardi in quella diocesi, concesse per 2 5 zi, Conviti e Ccne(F.) nelle feste solen-

unni il governo di que'luoghi, collobbli- ni, occorreva anche della selvaggina e

go di contribuire annualmente alla ca- altra cacciagione per le vivande; ed ec-


mera apostolica 5ooo scudi d'oro. Reca- co perchè vari tributi furono di cani, di
tosi Bonifacio IX a Perugia, ricevè in de- reti, di falconi , di cervi e di uccellame,
dizione la città e il contado, riconoscen- ec. M' istruisce il Cancellieri, Novena e
do formalmente i perugini appartenere festa di Natale, 38, che per questa so-
y>. 1

al dominio della chiesa romana; rinno- lennità e per quella di Pasqua, dovea pa-
vando il Papa l'investitura al vescovo e garsi alla Chiesa romana un tributo di
cittadini, con lieve tributo da pagarsi al- cacciagione, come rilevasi da questa for-
la camera apostolica per la festa de' ss. mula riportata dal Carpentier. Vos re-
Pietro e Paolo, in ricognizione dell'alto quirimus ... districtus injungenles, quale-
dominio. Avendo Bonifacio IX assolto nus venationis Exe.nium ut moris est, ,

Giovanni e Nicolò della Colonna, per ri- sic devote, sica uè honorifice in proxì mo
bellione da lui scomunicati privati dei ,
futuro fes lo Nativitatis dominicae nobls
feudi e confiscati ne'beni, concesse loro in prò Romana Ecclesia faciatis... ita quoti
a
vicariato a 3. generazione il castello di quinque diebus ante festina Nalivitatis
Gallese e il vicino porto sul Tevere det- praedictae, dietimi Exenium, vestro no-
to di Arzegiio. Si stabilirono i canoni tri- mine, corani nostra praesenlia praesen-
butari d'un cervo vivo per Gallese, e di ìelur... e dopo si nominano, Exeni a ve-
due fagiani similmente vivi per il porto. nationis iafestivitalibus Nitivitatis et Re-
Godendo la chiesa di s. Ippolito di Poi- surrecliouis Domini. Bonifacio IX final-
i S6 TR 1 T t I

melile proil/i, che i Beni di chiese , di mo- agli enfìleuti e amministratori «.Ielle cit-

nasteri e ospedali si potessero a Hi ti. ire o tà, terree castella, ed altri beni della s,

tiare in enfiteusi per più di 3 anni, e che Seile di qualunque grado. Nel pontifica-
le loro rendite si potessero ricevere pri- to d'Alessandro VI molti vicariati della
ma del tempo annuale; divieti che am- Chiesa furono tolti a'feudatari dall'am-
pliaronoalti i L'api, sottoponendoli al Be- bizione di Cesare Borgia, prendendo mo-
neplacito apostolico (/",). Già s. Leone I tivo da sospetti di ribellione, da' tributi
avea proibito le alienazioni de' beni ec- non soddisfatti, o dall'essere terminata la
clesiastici, colla bolla Occasio speda- linea legittima degl' investiti. Però Ales-
Unni, de' 3i ottobre 44?j Bull. Rota. sandro VI frenò l'ol tracotanza de'baroni
t. 1, p. 3q; De rebus Ecclesiae. non a- feudatari, e si può dire ch'egli fu il 1 ."Pon-
lieuandis. Vi lucono pure annui tribu- tefice, che mise i suoi successori in ista •

ti canterali soltanto di piatti e di tazze to di figurar nel mondo come potenti e


d'argento, anebe per infeudazioni di si- indipendenti sovrani temporali Appun-
gnorie, terre e castella. Durante il seco- to l'inimicizia de'grandi domali e da lui

lo XV continuarono le infeudazioni, e tenuti in freno, fece esagerare quello che


in pari tempo furono incamerati diversi vi fu di censurabile nel suo pontifica-

luoghi al diretto dominio della s. Sede, to, massime pel Nepotìsmo. E Giulio 11,

per cessazioni d'investiture e morosità dei d' animo grande e di spirito guerriero,
tributi. Terminò pure la temporanea in- ricuperò alla s. Seóe molti domimi, es-
feudazione di Benevento e di Terracina, sendo glorioso pel sacerdozio maestosa-
pel qual vicariato Alfonso I che l'ebbe a mente esercitato, e pel principato valoro-
vita presentò il tiibuto di due sparvieri; samente sostenuto, Paolo III stabilì l'im-
ed il figlio ricevendo Terracina per un posizione chiamata sussidio triennale , e
decennio, somministrò in tributo un ca- ne fece fare il riparto da'eommissari da
vallo bianco nella festa di Pentecoste. In- lui deputali, a tutte le comunità, cioè la

nocenzo Vili colla bolla Apostoliche Ca- tassa di 3oo,ooo scudi d'oro, già esisten-
merae j 4^5, Bull. Rom.
de' 17 febbraio 1
do il sunnominato sussidio apostolico o
t. 3, par. 3, p. 200; Contea annatas ex papale. L'eguale e proporzionala distri-
Jructibus Beneficiorum Eeclesiaslicorum buzione de' tributi impegnò sino da au-
slalulis temporibus non soh>enles,\mli col- lico tempo la sollecitudine de'Papi, nias-
la bolla Ad reformanduui, de' 5 agosto siine eli Paolo 111 colla formazionedel Ca-
i485, Bull, cil.p. 20 1; Contea accipien- tasto, e più lardi Pio VII istituì la Con-
ics honorum Ecclesia/ uni , et Mollaste- gregazione cardinalizia del Censo (/ .),
riorum administralionein absque Sedis Inoltre Paolo 111 infeudò Parma e Pia-
apostolicae licentia, Uteri sq ne ab ea im- cenza, con l'annuo tributo di 9000 du-
peti andis minime expediùs. Il successo- cali d'oro, in ricognizione del supremo do-
re Alessandro VI pubblicò la bolla Inter minio della s. Sede su'due ducali: questa
miiltiplicescuras àe\i. a[n\lei/\.C)3,Bull,
)
fu l'ultima infeudazione di provincie del-
cit. p. 2 3 2 Contea sibimet jus dicentes
: la Chiesa romana concessa da'Papi, il cui
aut cavalcatam aut hominum missio- tiibuto si pagava nella vigilia di s. Pie-
nem facientes in Stalli Ecclesiastico, E tro. Nel voi. XXI II, p. 2i 1, narrai, che
dispose colla bolla Cuoi ex 1 elulione, dei i Farnesi duchi di Panna e Piacenza, co-
1 3 dicembrei497, BuU.nl. p,238: Con- me feudatari della romana Chiesa, innan-
tea non solventes census } canones 3 et a- zi a'ioro Orti al Foro romano, nel Pos-
Ha fura, vel regalia rev. Camerae Apo- sesso del Papa facevano innalzare un ma
stolicae. La diresse a'vicari, a'feudatari, guifico arco trionfale, e mentre vi passa
a governatori, a' censitali, agli affittuari, va il Pontefice, 1' agente ducale con un
T I I TRI 187
complimento gliene oihiva il disegno. Il nel 1 56o eresse in ducato il castello di
cali.Cecconi nella ristampa delia Roma Bracciano in favore degli Orsini, che ili

sacra e moderna di Pancirolo, vi ag- già Io possedevano da due secoli. Di>pi»


giunse un Diario /.storico, ove a p. 740 (j nell'epoca vari patrizi romani chiesero
riporta la descrizione dell'arco trionfale ed ebbero da' Papi titoli principeschi e
eretto nel 24 da Francesco Farnese du-
1 7 ducali delle terre clic possedevano , ebe
ca di Parma e Piacenza, pel possesso di registrai negli analoghi articoli; ed in se-
Benedetto XIII. Il Cancellieri nella Sto- guilo talvolta i Papi eressero una massa
Ha de Possessi de'sommi Pontefici, a p. di beni in marchesato o contea", coll'au-
383 descrive l'arco fatto erigere da d. nuo tributo al titolo d'un e dice d'argen-

Carlo di Borbone duca di Parma e Pia- to con patena. Nel 1570 s. Pio V conces-
cenza neli74i pel possesso di Benedetto se a Marc' Antonio Colonna il titolo di
XIV, il quale principe già e'ra divenuto principe e duca di Paliano; e nel 157 e* 1

re delle due Sicilie; 4°7 laico in-


ed a p. resse Palestnna in principato, e ne con-
nalzato nel 1769 da Ferdinando IV re ferì il titolo a Giulio Cesare Colonna, che

delle dueSicilie quale erede de'beni e de- la possedeva, ed a'suoi eredi e successo-
gli Orti de' Farnesi, a Clemente XIV; ri primogeniti. Zelando s. Pio V di soste-
mentre a p.4^2 riferisce la descrizione del- nere la dignità,! diritti e le ragioni del
l'arco ivi eretto dal medesimo re nel 1775 principato temporale della Chiesa roma-
pel possesso di Pio VI, e fu l'ultimo Papa na a lui all'alata, per la conservazione in-
che ricevè tale dimostrazione d'ossequio. tegrale di tutti i suoi domimi, di cui i Pa-
Paolo IV pubblicò la bolla Jncumbentia pi sono custodi e amministratoti, colla ce-
Nobis, óe'7.5 ottobre 1 556, Bull Borni t. lebre bolla Admonel no*, de' esc) marzo
4, par, 1, 336: Conira occupante* aut
p. 067, Bull. Boni. t. 4> pW- 2, p. 364:
iuvadeutes bona, ter ras, ti loca rei'. Ca- Prohibitìo alienandi, et infeudandi 67-
merae Aposiollcae. Fi coulra se ingereu- vitates et loca S. R. F., velde eorum a-
tes in beneficiis ecelesiaslicis, non expe- lienationum,et infeudactionibus tractan-
fèitii literis apostolici*. A e non solvente* di, (ptovis praetextu, etiam evidenti» itti-

in tempore annalas, et quindennia, eeu- lilatis. La giuiò e sottoscrisse in concisto-


sus, canones, aUaquc regalia dictae Ca* ro , e la fece giurare e sottoscrivere nel
ì/ierae debita. Osserva il cb. Coppi nelle medesimo da 3q cardinali, fra'quali Bon-
AJemorie Colonnesi, che patrizi roma i compagni poi successore Gregorio XIII,
ni ne' secoli di mezzo non solevano usare indi solennemente pubblicò a'2 3 maggio.
titoli feudali concessi da'Papi. Paolo IV Dipoi la confermarono Gregorio XIII, Si-

occupato e confiscato Pali ano, feudo dei sto V, Gregorio XIV, Clemente Vili e
Colonna, fu ih.°a costituirvi un ducato Paolo V. In questa bolla si dispone, che
territoriale (veramente non pare che Pao- non si possa da alcun Papa in avvenire
lo IV fosse ili. "ad erigere ducati lenito- infeudare qualunque città o altro luogo
risii tra'di versi anteriori esempi mi li-
; del dominio ecclesiastico, a chiunque sia-
miterò a ricordare l'erezione del princi- si o a vita o a 3.'' generazione, o per qua-
pato di Benevento in ducato, fatta da A •
lunque altro titolo, che importi aliena-
Jessandro VI, e donato con Terracina a zione, come di feudo, governo, vicarialo,
suo figlio Giovanni Borgìaj e l'erezione ducato o altra relativa concessione pre-
del ducato di Castro fatta da Paolo 111 giudizievole alla sovranità della s. Sede,

pel suo figlio Pier Luigi Farnese: tutti rivocando tutti privilegi esistenti in con-
i

i parenti stretti de* Papi divenivano pa- trario. Per Tosservauza di ciò, viene pre-
trizi romani), enei 1 556 ne concesse il ti • scritto a'cardinali il debito di obbligarsi
toloa Giovanni Carata suo nipote. Pio IV per giuramento, prima di ricevere ììcap-
188 TRI TR I

nello cardinalìzio, ed appena entrati in buti per le infeudazioni, che andavano


conclave, innanzi eli procedere all'elezio- cessando per morte degl' investiti ,
per
ne del nuovo Pontefice, di non ricercar- termine della linea infeudata o dell'epo-
ne mai la deroga, e di non acconsentire, ca dell'investitura,© per caducità de'tri-
uè ammettere d'essere sciolti dal giura- buti non soddisfatti; così il dominio di-

mento, il che riportai pure nel voi. LV, retto della s. Sede andò successivamente
p. 283. A'f'uluri Papi poi incarica s. Pio a ricuperare tante città e terre, ed in buon
V di giurare e confermare la bolla, tosto numero sotto lo stesso Gregorio XIII, co-
< he sia seguila l'assunzione al pontifica- me LXVII, p. 3 18; ed
osservai nel voi.
to, e che puutuahnente la facciano osser- anche Piemonte, ove ricuperò con l'a-
in

vare, siccome rilevai nel citato voi. a p. iuto di Emanuele Filiberto duca di Sa-
28 , notando che fin dal IX secolo Pa-
1
i voia vacali feudi di Montafia eTigliole
i

pi solevano promettere dopo V Elezione nella diocesi d'Asti, adonta delle preten-
e nel Presbiterio o antico Concistoro, a sioni che con armata mano pretendeva
seconda dell'antico uso, di mantenere an- sostenere la contessa di Stropiana; di Lon-
che le cose temporali del principato, in zanodevoluto per morte del conte Rango*
fatti il suo immediato successore Grego- ne;e del castello pure piemontesediCister-
rio XIII non solamente giurò questa bol- na, parimente decaduto alla camera apo-
la pubblicamente, nel principio del suo stolica, ad onta che Antonio Acerbi lodi*
pontificato, ma neli58i ritornò a ratifi- fendesse colle armi a favore del fratello
carla e giurarla in concistoro segreto, co- Borso e fortificasse, situato in punto stra-
me fu fatto altresì da tulli i cardinali col- tegico d'importanza, per cui convenne al
le convenienti formalità. Leggo nel suo duca di Savoia Carlo Emanuele I som-
annalista p. MalFei gesuita , che la bolla ministrare al nunzio Laureo la forza ad
concistorialmente fu fatta giurare da Gre- espugnarlo. Inoltre Gregorio XIII ema-
goi io XIH, secondo il prescritto da s. Pio nò la bolla Ad Romani Pontificis , del
V; e sebbene in vigore di essa pareva che i.°giugnoi 58 o, Bull. Rom. 4, P ar 3,
t. -

i cardinali restassero privi de'governi per- p. 44° Contra non


: solvenles infesto ss.
petui, che sino allora aveano goduto di Pelei Pauli, census canones, et alia
et ,

diverse città e luoghi dello stato pontifi- jura rei>. Camerae Aposlolicae. Sisto V
cio, i cardinali la giurarono solennemen- molto raffrenò le angarie de'baroni tri-
te; Papa che così la interpretava, non-
il butari alla s. Sede, perciò istituendo la
dimeno deputò per maggior benignità so- Congregazione cardinalizia sopra i ba-
pra quel punto 4 cardinali giuristi, ed in- roni dello Stato Ecclesiastico (V.). E per-
clinando essi a favore del sagro collegio, chè si moderassero gli aggravi di gabel-
prese egli il temperamento di ridurre con le e tributi, e si eliminassero le arbitra-
privilegio rinnovato la perpetua loro ani* Congregazione car-
rie estorsioni, istituì la

ministrazionea semplice trieunio.Fu que- dinalizia per sollevare dagli aggravi e


sto sì grave atto di edificazione grande si- gravami lo stalo ecclesiastico (l/ .)- Am-
r
no agli eretici, e maggiormente in quel- pliò Sisto V i Luoghi di (Monte {f .), e
le provincie e regni, dove gli abbati e i per pagarne le rendile a molti attribuì i

vescovi contro i canoni e i divieti di Leo-


s. redditi di diversi tributi e gabelle. Colla
ne I, Bonifacio IX e Paolo li, e contro morte d'Alfonso II d'Este duca di Fer-
pure il giuramento da loro fatto, quoti- rara, la s. Sede si ricusò di riconoscere
dianamente eseguivano indiscrete e MB» la linea di Cesare d'Este duca di Ufode-
pudcnti alieiia/.ionide'beni ediritli eecle- na,on(ìe Clemente Vili nel 5i)$ dichia- 1

liattici. Uà questa bolla in poi diminui- rò il ducalo devoluto alla romana Chie-
rono con notabile progresso gli annui tri- sa, lo consegnò al perpetuo patrocinio dei
IR I TRI 189
ss. Pietro e Paolo, e vi si recò a prender Cbiesa, li denari de' quali restano a cre-
solenne possesso del dominio diretto; a- dito della Rev. Camera, li argenti come
vendo già istituito la Congregazione car- lazze e simili sono tutte rigaglie di mg.
7
dinalizia del Buon governo^ A .), per quel- Tesoriere generale, e le cere si pai tisco-
lo economico delle Comunità e Te>re\V.) no tra li Chierici di camera". Spenta la
dello stato papale, e per vegliare sulla dinastia Farnesiana , Clemente XII di-
giurisdiziouede'baroni tributari. Confer- chiarò vacanti i ducati di Parma e Pia-
mando Urbano "Vili la celebre bolla De cenza e devoluti alla s. Seóe suprema si-

non alienandis, ed estinguendosi in Fe- gnora de'medesimi, protestando solenne-


derico Ubaldo duca d' Urbino tal feudo mente contro le disposizioni prese sui me-
della s. Sede, a questa riunì il ducato. In- desimi da alcune potenze d'Europa. Nel-
nocenzo X
non solo incamerò il ducato la Sede vacante per di lui morte, non po-
di Castro e Ronciglione (V.), devoluto tendo nella vigilia de'ss. Pietro e Paolo
da'Farnese al diretto dominio pontificio; nella basilica Vaticana aver luogo la for-
ina fece prendere possesso in nome del- male presentazione del tributo dello due
la camera apostolica a diversi altri feu- Sicilie, perchè doveasi fare colia Chinea
di, ad essa ricaduti per l'estinzione delle (f .) al Papa, mediante cavalcata, confor-
linee investite. In tal modo, se notabil- mali solennità e festivedimostrazioni dal-
mente si diminuirono gli annuali tribu- l'ambasciatore deputato ad eseguire l'o-

ti, dall'altra parte colle rendite de'luogbi maggio (onde abbiamo la Raccolta di di-
ricuperali s'aumentò l'introito del pubbli- versi disegni di macchine con fiochi ar-
co erario, oltrecbè con immensi vantaggi tificiali fatti in occasione della chinea
restò più libera l'azione diretta e governa- in Roma, incisi in rame da Giuseppe Va-
tiva de'Papi, e cessarono non poche con- si), per cui si differiva l'alio per la festa
testazioni. Nel pontificato d'Innocenzo X della Natività della B. Vergine, nella qua-
si ristampò del contemporaneo cav. Lu- le si eseguiva per la Cappella papale ebe
na doro, Relatione della Corte di Roma. celebravasi nella Chiesa di s. Maria del
Parlando della Reverenda Camera apo- Popolo (A7 .); il sagro collegio pe'capi d'or-
stolica, riferisce da chi composta e la sua dine fece il solito decreto di sospensio-
giurisdizione » sopra tutte le materie do- ne quanto al consueto giorno, colla clau-
ve si tratta d'interesse della Camera apo- sola: Tempusel tempora non currere, co-
stolica, islrumenti d'affitti, d'entrate del- me dissi anche nel voi. LXV, p. 2yi;a-
la Sedia apostolica, delle tesoreriedi pro- vendo notato 77, que' Pa-
nel voi. IX, p.
\iucie dello stalo ecclesiastico, cause di pi che per impotenza riceverono il tribu-
comunità e di feudi ecclesiastici, cause di to della chinea nelle loro stanze, e anche
spogli, cause di conti con offitiali e mini- del Quii in ale. L' eletto Benedetto XIV
stri dello Stalo sopra il battere e corso del- vedendo invasi senza investitura i ducali
le monele.Caused'appellationi dalli mae- di Parma e Piacenza, fece legale protesta
stri di strade sopra gli edilicj, etjure con- a difesa de'lesi diritti della s. Sede, die
grui, materie di gabelle, datti, et impo- ogni anno rinnovarono i successori, nel
Mtioni, et altri simili ... La Camera apo- recarsi al vespero pontificale della basili-
vacanza quanto la Rota, e
stolica piglia ca di s. Pietro nella vigilia di sua festa,
nell'ultima Camera pure di Sua Santità precisamente innanzi la statua di Costan-
nel palazzo apostolico gli è fatto a tutti tino 1 nel portico, alla presenza della ca-
che intervengono un bel banchetto, et un mera dopoché mg/ procura-
apostolica,
altro ne fa ili.° d'agosto il cardinal Ca- ha fattola protesta fiscale,
tore del fisco
merlengo. La vigilia di s. Pietro si paga colla formola che riportai nel voi. IX, p.
ia Camera li tributi de* feudatai-j di s. 73, insieme alla risposta del Papa. Indi
igo TR I T R I

dichiaro Sardegna, vicario tem-


il re di mcrae Apostolicae. Con essa dichiarò an:
perale del principato di Masserano e al- «ora le facoltà de' cardinali legali nelle
tre signorie del Piemonte, appartenenti provincie dello stato papale, sulla rinno-
alla Chiesa romana, coll'amiuo tributo di vazione dell'investiture, enfiteusi, tribu-
2000 scudi o d'un calice con patena d'o- ti, ec. Notai nel voi. LI, p. 2 32, che caduta
ro dell'equivalente valore, da presentar- nella sede vacante per la di lui morte la

si nella vigilia di s. Quindi trovo


Pietro. festa de'ss. Pietro e Paolo , nella vigilia
opportuno di riprodurre quanto in pro- tutti i cardinali si adunarono alla porta
posilo di Alessandria riferisce il Borgia, del conclave,e aperto il suo finestrino, dal
Memorie di Benevento,
2, p. 146, co- f. la piena camera apostolica adunata in-
me Sede negli sta-
già altro feudo della s. nanzi, per mg." Gaetano Forti avvocato
li del redi Sardegna. Nelle guerre tra la fiscale udirono la formale protesta di de*
Lombardia e Federico I, lombardi di- i voluzionealla s. Sede pel tributo non sod-
fendendo Papa Alessandro III dall'impe- disfallo, de'ducali di Parma e Piacenza.
ratore perseguitato, a'eonfìni del Pavese Mg. r Leonardo Anlonelli segretario del
e del Monferrato nel 1 1 68 cominciarono a sagro collegio a nome di qneslolesse il de-
edificare una città per loro propugnaco- creto d'approvazione della prolesta stes-
lo, ed in ossequio a s. Pietro e al Papa la sa, ordinando di registrarsi negli alti ca
chiamarono Alessandria, poi detta della merali. Con diffusione descrissi a Sicilia
Paglia perchè in mancanza di materia-
,
la storia della sovranità della Chiesa ro-
le fu d'uopo coprire colla paglia la mag- mana de'regni di Napoli e Sicilia, e di
gior parte de'teiti delle case. I consoli del- tutti i tributi ricevuti da'sovrani investi-
la nuova città Rufino Bianco e Gugliel- ti da' Papi, con tutte le particolarità ri-

mo di Bergancasce, nel 1 1 6g si recarono ferite pure nel voi. IX, p. 76 e 77, quan-
da Alessandro III in Benevento , ed ivi to al cei emoniale e forinole della presen-
alla presenza di tutta la corte pontificia tazione e risposta del Papa. Che nel 1 771»
olii irono per fnstem a Dio, a s. Pietro e insorte ad arte dispule di precedenza tra'
ad Alessandro III e suoi successori la det- gentiluomini delleduecorli, nella presen-
ta città, con obbligarsi di rinnovare per tazione della chinea a Pio VF , la corte
ogni triennio in mano del Papa il giura- del re delle due Sicilie falalmenteiniluen-
mento di fedeltà, e di pagare alla s. Sede zata dal ministro Bernardo Tanucci, ir-
annuo tributo. Dice l'alto della solenne reconciliabilenemico della s.Sede, per a-
oblazione: Praetereade Communi Con- vergli condannato un'opera da esso pub-
solimi, et tolius populi mandato , mili- blicata contro I' immunità, quando eia
timi domus, et mereatorum,el quorum professore di diritto a Pisa, con suo di-
facuUas videbituf sufficiens ad bove* ha- spaccio dichiarò al Papa che non avreb-
bendo») de singulti bovibus tresdenarios be piìi falla la pubblica presentazione del
ejiisdcm lerrae 1 n fe.s lo B .Mar tini ex.sol- tributo,madi somministrare la consueta
vent singulti annis. Celeri de singulix do- somma 7000 ducati d'oro privativa-
di
mibus unum denarium. Et infra oc lava, ' mente alla camera apostolica, e 3oo scu-
B. Martini soh'ent ci, cuiroinanus Fon- di in compenso del la chinea e sua magni-
li/ex jusseril. Inoltre alla s. Sede appar- fica bardatura, in lutto scudi 1 1 ,838 e
tennero le Alpi Cozie (fy -)- Tornando a bai. 75. Nondimeno nel 1777 l'ambascia-
benedetto XIV, emanò poi la bolla Con- tore straordinario contestabile Colonna
creditmmNobit/M 2 giugno 7/18, #////.
1 1 nell'atlo della presentazione variò il for-
lli-ucd. XIV X
t. 2, p. 1 85: De rci/ovatio- molario, prontamente però corretto nel-

iiibus Invt slilurarum. et aliarum con- le parole di accettazione da Pio VI. Per
onum honorum directi domimi Ca* la moderazione del Papa e rinlerposizio-
T R 1 TRI 191
ne r!el re tli Spagna nel 1778 eseguenti r 782. In quelli del 790 01791 1 si leggono
anni si continuò In presentazione del tri- le ragionate allocuzioni, recitate da Pio
r
buio, e l'indegno Tnnucci che non avea VI dopo le proteste di mg. procuratore
cessato di moltiplicare gli oltraggi alla s. fiscale generale: nel 1
797 essendo indispo-
Sede, dovè domandare la sua dimissione. sto e pei -l'esplosione di polvere avvenu-
Usa rotisi poi nelle forinole di presentazio- ta nel Castel s. Angelo, non ebbe luogo
ne espressioni di divozione invece di tri- la protesta. Però da tali proteste fiscali

buloe vassallaggio,finchènel 788 la cor- 1 ebbe origine quella protesta che si fece
te siciliana decise di non più eseguirla ; ogni anno dal prelato procuratore fisca-
per cui il ministro in Roma portò la sud- le, con accettazione pronunziata dal Pa-
detta somma al cardinal segretariodi sta- pa, colle formule che riportai nel voi. IX,
to, il quale ricusatala, passò a depositarla p. 81. Pio VI colle nuove dogane da lui

nelmonte di pietà inutilmente. Ma Pio istituite a'eonfini, abolì gli antichi tribu-
VI dopo il vespero pontificale nella ba- ti e pedaggi feudali che inceppavano nel-
silica Vaticana, per la vigilia de' ss. Pie- l'interno dello stato il commercio. Seguì
tro e Paolo, prima della benedizione dei quindi l'invasione de'repubblicani fran-
pallii e prossimo al momento in cui era cesi dello stato pontificio, il fatale trat-

solito tra'due pili dell'acqua santa di ri- tato di Tolentino (F.)c\\e tolse alla so-

cevere il tribolo coll'omaggio della chi- vranità pontificia Avignone e il contado


nea, pronunziò un'allocuzione al sagro Fienait*ino (/ .) in Francia, l'altre pro-

collegio e al pubblico, dichiarando la pro- vincie avendole poi ricuperale.


pria sorpresa e la sensibilità destatagli, Nel 1800 fu eletto Pio VII, ed il n.°

per la lesione né attesa né meritata, d'un 5 1 dell'olìiciale Diario dilìoma del 1801,
diritto così costantemente riconosciuto da avvicinandosi la festa di s. Pietro a 27
tanti secoli, replicatamenle giurato e ca- giugno pubblicò:» Pagandosi il tributi»
nonizzato con tanti atti dalla s. Sede; nu- da 'sudditi al principe in ricognizione del
trire lotta volta fiducia, che la religione ed di liti supremo dominio, la solennità col

equità del re delle due Sicilie fosse per sol- la quale in tutte le nazioni presentasi, fu
lecitamente ripararvi, e che non avrebbe istituita per indicare la grandezza del-
permesso che restino violati i patti con- l'atto, e l'importanza del dovere. Quin-
clusi co'suoi predecessori, anzi i suoi stes- di fu ordinato da' sommi Pontefici In-
si egiuramento fatto, con reintegrare
il nocenzo Vili, Alessandro VI, Paolo IV,
la s. Sede del tributo in ricognizione dei e piìi chiaramente dalla sa. me. di Gre-
supremo, vero e diretto dominio sul re- gorio XIII nella sua costituzione Conti a
gno di Sicilia, con tutta la terra di qua non solventes canone* (questa e le altre
dal Faro sino a' termini e confini dello di delti Papi le ricordai di sopra ), che
stato ecclesiastico. Poscia dopo il pontifi- quest'augusta funzione si facesse ogni an-
cale della seguente festa, il Papa seden- no nella ricorrenza della vigilia o della
te iu Sedia gestatoria, nel ricordato si- festa de'gloriosi ss. Apostoli Pietro e Paolo
to ove soleva ricevere il tributo e la chi- protettori di quest'alma città di Roma,
nea, si fermò ad ascoltare e accettare la che perricevere i tributi colla dignità che
protesta che fece, pel tributo non soddi- si conviene,adunasse nel Palazzo a-
si

sfatto e per la chinea non presentata pei postolico faticano (J.) la Camera, die
r
regni delle due Sicilie, mg. procurato- perciò dicesi Camera de' Tributi (aven-
re fiscale generale della camera aposto- do denominato del-
l'ingresso dal cortile
lica in compagnia di mg/ commissario
, la Camera, appunto perchè forma ingres
generale della medesima, al modo riferi- so alla medesima Camera), coll'interven-
to dal n.°i4'0 del Diario di Roma del to del cardinal Camerlengo di s. Chic-
K)2 TRI T R I

sa, de' Chierici diCamera, e di lutti gli o nell'altra delle due. camere, che a tale
a
nidi prelati che in essa hanno laogo. Ed oggetto si tengono, la i. nella vigilia di
inei endosi alla volontà de' lodati Pon- s. Pietro, il dopo prauzo, la a:" il giorno
che
tefici; ili tutti] contralti d'investitura della festa, la mattina prima della cap-

sivanno facendo, si suole sempre e chia- pella papale; notificando a lutti per loro
ramente prescrivere, che si faccia ogni regolamento, che non si riceverà più al-
anno il pagamento nella divisala manie- cun canone privatamente da mg/ com-
ra. E siccome innanzi a'supremi tribunali missario della Camera, e che chiunque
non è permesso di presentarsi in abito pri- non comparirà alla detta Camera de'Tri-
vato, così si è sempre per l'addietro co- buti, sarà dichiarato contumace, ed in-
stumato, che tutti gl'incaricati di paga- correrà nelle pene prescritte nella citata;
ie i rispettivi canoni e tributi dovessero bolla di Gregorio XIII, come più diffusa-
venire alla presenza della Camera apo- mente si legge nello stesso edilto pubbli-
stolica collegialmente congregata con cato colla stampa della rev. Camera a-
quell'abito e decenza, che richiede l'alto poslolica". E qui dirò che ilcardinale ca-
medesimo (cioè in soltana e ferraiolone merlengo ogni anno ne' primi giorni di
neri, ma ora si può incedere anche vestiti maggio pubblica Y Editto: Pei pagamenti
inalilo iiH>do,hens"ì decentemente). IVla da de'censi camerali da presentarsi nella Ca-
pochi anni in qua si sono introdotti due mera de'Tributi nella vigilia e festa de'
gravissimi ahusi, che sempre piùcrescen- ss. Apostoli Pietro e Paolo. Esso è sot-
do hanno eccitato l'attenzione dell'eroi* toscrìtto dal cardinale e da mg/ com-
uditissimo cardinal Braschi Onesti, ca- missario generale. Si pubblica ancora dal
merlengo di s. Chiesa. lli.° de'quali si è Giornale di Roma del seguente tenore.
che molli agenti e procuratori, e talu- « Approssimandosi il tempo in cui i feu-
no ancora degli slessi investili, invece di datari investiti e cessionari della s. Se-
comparire alla presenza della Camera, si de e rev. Camera apostolica inseriti! nel
portano privatamente alla residenza di libro de' Censi camerali debbono paga-
r
rog. Commissario generale della mede- re i censi e canoni pella Camera de'Tri-
sima a soddisfare senza le prescritte so- buti, che si aduna nel palazzo Vaticano
lennità al proprio dovere, credendo es- nella vigilia e festa de'ss. Apostoli Pie-
sere ciò lecito a tulli, perchè si è talvolta tro e Paolo, ad oggetto di precludere lo-
accordato a qualcuno legittima mente im- ro ogni scusa d'ignoranza siili' adempi-

pedito. L'altro inconveniente si è, che mento di ciò, chedebbano eseguire per


molti di quelli che si portano al palazzo la legalità dell'atto del pagamento, e del-
Vaticano non si presentano al tribunale la comparsa da farsi in detta Camera de'
della Camera con quella decenza di abito Triboli, rammentiamo espressamente le
che loro si conviene. Perciò l'Eni. Sua, "*
loro obbligazioni. i.° A la! effetto ordi-
volendo rimuovere l'uno e l'altro disor- niamo ed ingiungiamo a tutti quelli, che
dine, e rimettere in pieno vigore ledispo- secondo le leggi delle loro investiture so-
sizioni degli accennali Pontefici, e l'os- no obbligati a pagare censi, canoni, livel-
servanza delle leggi stabilite negli stru- li, risposte, ed altre ricognizioni alla pre-
mentid'investitura.coirautorità del pro- detta Camera de'Tributi, siano di qual-
prio officio di camerlengo di s. Chiesa, sivoglia stato, grado, condizione, premi-
ordina a lutti quelli che dovranno paga- nenza e dignità, debbano esibire negli at-
re i consueti canoni e tributi alla reve- ti de'segretari e cancellieri della Camera,
renda Camera apostolica, che si presenti- non più tardi del giorno 5 del prossimo i

no onninamente nelle stanze del Vatica- futuro mese di giugno,! mandati di procu-
no, ed effettuino il pagamento nell'una ra, legiustificazionied altre scritture cor-
TR I TRI ÌQÌ
relative tanto alla persona che in loro as- feudi, tenute, villaggi, casali, laghi, sel-
senza per essi effettuerà la comparsa, pre- ve, proprietà, beni, offizi, esenzioni, im-

sterà P omaggio ed eseguirà il pagamen- munità, privative ed altri qualsivoglia-


to ,
quanto alla traslazione delle partite no beni, diesi ritenessero in feudo, ceuso,
de'canoni che s'avessero a proporre nella enfiteusi, vicariato, governo,ovvero sotto
detta Camera de' Trihuti a favore degli qualunque altro titolo, giusta le leggi del-
altri compresi nell'investitura in caso di l'investiture e concessioni (leggo nel Li-
morte de'precedenti possessori,ed a qual- ber Censitimi consistere i tributi in cera
sivoglia altro oggetto riguardante le me- bianca lavorata ossia candele cerae albac
desime investiture e concessioni, affinchè laboralae, ed anche cerae croccae j in
possano accuratamente e coll'opportuno moneta di diversa specie d'oro o di ar-
tempo eseguirsi le necessarie e convenien- genlo,sculu>n,florenos ducatos,julìos 3 0'
}

ti annotazioni ne'libri de'censi camerali, boles, unciarius auri, ducatos anrij pis-

che sogliono distribuirsi alla Camera de' sidi e calici con patena d'oro e d'argento
Tributi (noterò che si stampano ogni an- dorali e con coppa d'oro, tazze d'argento,
no co'tipi camerali in Roma e per esem- cra/em j-zucchero,pepe; ed un tempo an-
pio con questo titolo: Liber Censitimi an- che carta sale ammoniaco, nitro fru-
, ,

ni 1 856: Andreas Cecconi, Angelus Te- mento, da pre-


colla cerviona, ec, tutto
sta, Secretarti et Cancellari R. C. A.). sentarsi in Camera Tribiitorum per tna-
2. "Inoltre, affinchè non rimanga occulta nus, annualmente, ed anche per bienni,
alla R. morte de'possessori, dalla
C. A. la quinquenni,quindenni, laudernii, ec: co-
quale, se le investiture sono progressive, me pure di semplice presentazione e per-
risultano le traslazioni da farsi, e se tem- sonale omaggio nella stessaCamera, poi-
poranee, si rileva se tuttora durino, o se ché si dice de' cappuccini che pel con- ,

sieno spirate, ciascuno enlìtentn o inve- vento del Lazzareltodi Civitavecchia de-
stito, che personalmente non comparisca ve presentarsi un religioso, prò ricogni-
a prestare P omaggio nella Camera de' tione directi domimi, e per la conserva-
Tributi, dovrà in ogni decennio esibire zione del Papa deve invocare il ss. No-
la fede della sopravvivenza negli alti de' me Gesù, oltre l'obbligo della messa
di
suddetti segretari di Camera. Quelli per- nella cappella in tutte le feste; ed inol-
tanto pe'quali nel presente anno ricade tre un cappuccino deve comparire per la
il decennio, debbono parimenti non più. ricognizione dei dominio del convento di
tardi del detto giorno 5 del venturo giu-
i Pesaro, parimenti invocando il detto ss.

gno esibire la fede della loro sopravviven- Nome per la conservazione del Papa: al-
za, oltre le giustificazioni di sopra accen- trettanto deve fare il p. segretario del pro-
nale, che per altri rapporti si ricercas- curatore generale, pel convento de'cap-
sero. 3.°Premesse queste legalità, ciascu- puccini di Fano). 4-° Tutti poi quelli,che
no dovrà nella vi-
investito e enfìteuta fra delti enfìleuti o concessionari descrit-
gilia o festa de'ss. Apostoli Pietro e Paolo ti ne'mentovati libri sono abilitati dalla
del corrente annoi 856 comparire per- s. Sede e Camera apostolica nell'investi-
sonalmente, o mediante legittimo pro- ture e concessioni di pagare i censi e ca-
curatore deputato coli' accennato man- noni fuori di Roma, potranno soddisfarli
dato nella suddetta Camera de'Tributi nel predetto giorno 28 giugno nella cas-
per prestare il dovuto omaggio, e paga- sa del Pam miuistrazione camerale di quel-
re nella medesima il tributo, censo, livel- la provincia, in cui essi sono abilitati a
lo, canone, risposta o altro dovuto alla pagare il censo o canone, rimanendo pe-
s.Sede e R. C. A., in ricognizione del su- rò in loro libertà di soddisfarlo diretta-
premo e diretto dominio in qualsisiano mente ne'predetti giorni in Camera de'
vol. ixxx. i3
U) \ TRI TRI
Tubuli. Questi medesimi enfiteuli per ri; ed in caso clic taluno ardisse di pre-
nitro, abbenchè abilitati come sopra a se n tarsi in guisa diversa, non sarà am-
pagare canone nelle provi ncie, avver-
il messa la di lui comparsa, e si procede*
Inno di non essere punto esenti, come ta- rà contro medesimo alla suddetta ac-
il

luno erroneamente opina, dall' obbligo cettazioue come se niuno si fosse presen-
della comparsa nella Camera de'Tributi tato. 7. Finalmente confermandole cli-

pei" prestare I' omaggio ricercalo dalla sposizioni dell'editto del nostro predeces-
bolla della sa. me. di Gregorio XIII, ema- sore de' io giugno 8 1 1 6 e dell'articolo 7

nata pe'canoni camerali, e perciòquan- degli altri emanati nel maggio de' stic-
doessi non compariscono personalmente, cessivi anni, dichiariamo che debbano ri-

per tale allo debbono deputare il loro spe- maner ferme tutte le ragioni della s. Se-
riale procuratore con mandato da esibir- de ereverenda Camera apostolica figliar-
si come sopra , e rimettere in ogni de- do a 'censi e canoni venduti nell'anteee
cennio la fede della loro sopravvivenza, dente cessato governo, non ostante la con-
e produrre tutte le traslazioni ed anno- pagamento agli ac-
titillazione del loro
tazioni sulle loro rispettive partite ne'li- quirenti,da dedursiin ogni tempo sul li-
bri de'censi camerali che fossero per oc- tolo degli acquisti a fórma della notifl-
correre, egualmente che sono tenuti que- cazione della segreteria di stato emanata
che debbono pagaie nella Ca-
gl'in vestiti Iii5 novembre 1817. Avverta ciascuno
mera de'Tributi. 5.°In caso di mancan- di eseguire esattamente quanto di sopra
za de'sunnominati enfileuti tanto nell'e- è stato ordinato, poiché in caso di tra-
«òbita delle sopraccennate giustificazioni, sgressione, si procederà alle pene indi-
quanto nella comparsa in Camera de' cale, volendo e decretando che il pre-
Tributi pei prestare l'etto d'omaggio, ed sente nostro editto all'isso e pubblicato in
effettuare l'intero pagamento di canone, Roma e nelle città principali dello stato,
si procederà immediala mente all'accet- obblighi ciascuno come <e gli fosse stato
tastone della devoluzione de'feudi, beni personalmente intimato. Dato in Carne-
e diritti camerali, e di altri ad essi con- ra Apostolica, ec." Pertanto nella vigilia
cessi, e all' esecuzione delle pene coni- de'ss. Pietro e Paolo Cursori apostolici
i

minale nella bolla di Gregorio XIII, ed (/'.), nel cortile di s. Damaso del palazzo
in altre apostoliche costituzioni e negli e- Valicano, a nome di mg.' procuratore
ditti de'nostri antecessori, e senz'atten- fiscale generale della camera, al popolo
darti veruna scusa di pretesa ignoranza, fanno 3 formali citazioni pc'tributi dovuti
f».° Siccome poi l'atto del pagamento ilei alla s. Sede in tal gioì noe non soddisfatti;
tributo ed ossequio dovuto da'sudditi al quindi il maestro di delti cursori intima
sovrano in ricognizione del di lui stipre- la 4>" citazione a nome e alla presenza di
mo dominio li effettuerà nel giorno della detto prelato nella sala regia, al passag-
vigilia e festa dc'gloriosi ss. Aposloli Pie- gio del Papa nel recarsi al vespero poti
troePaolo specialissimi protettori di que- ti(icale,egualinente pe'triboti non pagati
siadominante, e presso il supremo tri- alla s.Sede,con quella furinola che ripro-
lninale della piena Camera, così in riflesso dussi nel voi. IX, p. 7?., in uno alla rispo-
del tempo e luogo in cui l'alio si esegni- ammissione del Papa, per cui si de-
sia di
sce, ordiniamo e comandiamo che tutti volvono interamente aìfisco apostolico l<'

gì investiti e concessionari ed i loro le- cose investite e concesse col censo. Nella
gii timi procuratori debbano presentarsi mattina poi della festa de' Principi degli
nel detto tribunale con quell'abito e de- A postoli, cursori apostolici rinnovano nel
i

renai con cui *i cosi urna di comparire ne' nominato cortile di s. Parnaso altre 3 aita-
ti ihnnali, e dinanzi a'tnagistrati superio- zioni a'morosi de 'tributi non soddisfatti,
T I ! T | I icp
e poscia allorché il Papa trapassa la sala no temporale della s. Sede; dichiarò di
regia nel porla isi al pontificale, il mae- non poter convenire, riguardandosi co-
tlro eie' cursori ripete I' intimazione del me predecessori semplice custode e am-
i

giorno precedente, d'ordine del presente ministratore de' diritti e sovranità delia
ni».' ed il Papa si-
procuratore fiscale, medesima s. Sede, i quali per le obbli-
milmente torna a pronunziare la formo- gazioni contratte con Dio pe'giuramenti
la di accettazione. Tanto quesla,che quel- fatti, dovea fedelmente trasmettere illesi

la per Parma e Piacenza, se il Papa non e integri a'suoi successori e come gli a-
interviene alle funzioni del vesperoe mes- vea ricevuti da' predecessori. Dagli alti
sa della festa de'ss. Pietro e Paolo nella di Pio VII riportati daU'Artaud, da Pi-

basilica Vaticana, si fanno nelle sue do- stoiesi e da altri storici, tutto viene dif-
mestiche stanze, alla presenza del pieno fusamente narrato, insieme alle dichia-
tribunale della Camera apostolica. Per razioni più volte emesse sulla sua respon-
assenta e impotenza del procuratore del sabilità e doveri , ostacolo invincibile a
fisco, le fanno dal commista-
proteste si [desiare la sua adesione all' imperatore
i io generale della Camera (come vidi pia de' francesi , ed alla depressione della s.

beato nel i 846 col Papa regnante, essen- Sede; dimostrando con trionfanti e in-
do mg.' Ildebrando Fiutimi in missione vincibili ragioni, che nel degradare allat-

per lo stato pontificio d'ordine del pre- to l'indipendenza della sovranità tempo-
decessore pe' Tribunali), ovvero dall'av- rale, le toglierebbe anche mezzi del li- i

vocato generale del fisco. Il n,° 52 del bero esercizio dell' autorità spirituale, e
Diario di Roma del 1801 riferisce che di essere padre comune de'fedeli, e uni
Pio VII ascollò e accettò le proteste fi versale pastore del gregge cattolico; non
scali pe' tributi non soddisfatti, inclusi- potere quindi pel suo sagro carattere tra-
vamenle a quelle di Parma e Piacenza dire la comune paternità commessagli da
e delle due Sicilie; ed altrettanto eseguì Dio, e non intimorirlo la perdita della
dopo la restaurazione di sua sovranità sovranità lempoiale, negaudosi altresì a
nel 8 i5, comesi ha dal n.° 52 del Dia-
i rinunciare senza alcuna correspettivitàa'
rio di Roma. Prima di tale epoca, lo diritti della s. Sede sul regno di Napoli,
Stesso Papa Pio VII, ad onta. che non si ch'era obbligato conservare. Detronizza
pagava più dal re delle due Sicilie il tri- to Pio VII nel 1809, per la sua fermez-
buto della chinea, rifiutò generosamen- za nel 181 4 più glorioso risalì sul trono
d'investire del regno di Napoli Gioac
te- la cui integrità avea sempre propugnato.
chino Murat, che ripetutamente gli offrì Innanzi la sua deportazione il collegio de'
il tributo, per averlo fallo re del mede- 101 Scrittori apostolici (/ .),nella mat-
simo Napoleone I imperatore de'fraucesi. tina dell'Epifania, giorno in cuiGesù Cri-
Sebbene il re delle due Sicilie neli8o6 sto ricevè i doni da'ss. Magi (P .), pre-
mostratasi deciso di rinnovare la pub- sentava l'omaggio o tributo (come è det-
blica presentazione del tributo, come a- to nelle Indicazioni de' Maestri delle
vea giurato, e lo notai nel voi. LV, p. ce r emonie po)itìjìcie)a\ Papa di 1 00 scu
290, uno alle relative trattative; pure
in di d'oro dentro un vaso o pisside d'ar-
nel 18 16 Ferdinando cambiò linguag- I gento dorato, con diveise formalità. Que-
con quel tuono che riportai nel voi.
gio, e st'atto si effettuava nella camera dell'u-
LXIN, p. 266. Ma Pio VII, come avea dienza ordinaria, ove recavasi il Papa in
risposto al polente e dispotico domina- rocchetto e mozzetla sedente sul trono,
tore Napoleone I, quando voleva con ri- maggiordomo e maestro
assistito dal di
petute minacce intrudersi con pretensio- camera, dal prefetto delle ceremouie in
ni inammissibili tic! principato e gover- cotta, e rocchetto perchè ucoompaguava
i
96 TRI TR I

poi il Papa alla cappella, essendo le guar- bnto alla sovranità della s. Sede si por-
die nobili presenti. 11 cardinal pio data- tano nella camera de'tributi nella vigi-
rio sedeva lateralmente su sgabello, quin- lia de'ss. Pietro e Paolo, è una partico-
di il detto ceremouiere introduceva i5 lare regalia spellantcalPapa sovrano del-
degli scrittori apostolici, preceduti dal lo- lo stato di s. Chiesa, e sotto Gregorio XVI
ro resciibendario portante in mano l'of- furono aumentati;cioè leggoin una delle
ferta, e tutti genuflessi, il resciibendario note a lui umiliale il numero di 9 calici,

più vicino al Papa recitava un'orazione e una pisside del valore di scudi 1 2; (pian-
parimenti genuflesso, e sul fine presen- to a'ealiei, uno d' oro del valore di scu-
tava la pisside al cardinale, il quale l'of- di 4°°> altro con coppa d'oro del valore di
friva al Papa baciandogli la mano, e pren- scudi 200, altro dorato,uno di 60 scudi e
dendola il maestro di camera poi la por- altro di 5o, e 4 di scudi 25 l'uno. Questi
tava nella stanza domestica del Pontefi- calici e la pisside Gregorio XVI clonava
ce. Questi dopo aver brevemente rispo- a chiese, massime se bisognose, ed a've-
sto al complimento, dava la benedizio- scovi stranieri o vicari apostolici. Il de-
ne al collegio, indi ammetteva al bacio naro ricavato da'tributi spetta all'erario,
del piede l'oratore e gli altri scrittori, e inclusi va mente a ll'equivalente delle lazze
tornava nelle sue camere. Se il cardinale d'argento, poiché si suol fare la presenta-
r
pro-datario era impedito, suppliva mg. zione di esse e quindi sborsarne il valore.
sotto-datario, ebe si poneva in piedi alla Il pepe spetta al procuratoregenerale del
sinistra delPapa,e a suo tempo genuflesso fisco, il zucchero appartiene al commis-

presentava la pisside previo il bacio del sario generale, la cera allo stesso erario.
piede, prima del rescribendai io. Però do- Sono pochi anni che cessò la presenta-
po il detto ritorno di Pio VII in Roma zione al Papa di altro tributo da' no-
cessò la narrata formalità, ed in vece del- tali dell'A. C. ossia del tribunale dell' V-

la pisside co'ioo scudi d'oro il collegio tlilore generale della Camera (/ .), e
offre al Papa scudi 200 d'argento a mez- consisteva in un calice d'argento con pa-
zo del cardinale pro-datario. Ripeto che tena, che si faceva a spese del notaio as-
a Tesoriere generale, siccome pontificio sentata. Questo tributo si presentava al
e primario ministro nel quale si concen- Papa nel 1

giorno di ciascun anno nelle
trano lutti rami delle rendite pubbli-
i sue stanze, prima della cappella della Cir-
che, inclusi vameute alle tasse e tributi, concisione, da'capo-nolari dell'A. C. com-
e lo sarà anche il censo dopo terminata preso l' assentisti), 1' ultimo de' quali fu
l'avanzata e lodala revisione de'catasti, Vincenzo Petti. Cessò questa consuetu-
con dettagli ragionai de'tributi e finan- dine allorché seguì la soppressione del-
ze dello stato poutifìcio,e deplorando l'in- l'assento colla nuova organizzazione delle
surrezione deli83i, narrai come indus- cancellerie de' Tribunali di Roma. Il re-
seGregorio XVI,con ripugnanza del suo gnante Pio IX, tra le beneficenze che e-
animo, all'alienazionedi molli beni e ca- sercilò sogli Ebrei (7^.) di Roma, che ri-
."
noni camerali, tranne i soliti pagarsi nella marcai nel 1 articolo e altrove,con plau-
cheque! Papa
vigilia dis. Pietro; vendita so de' saggi abolì il degradante tributo
pianse finche visse, lamentando l'urgente (per le circostanze che l'accompagnava-
necessità che imperiosamente la consigliò, no) di vassallaggio al Senato (V .) e po-

per difendere la sovranità e indipenden- polo romano. Il Papa dichiarò cariche


za del principato della s. Sede, dalle in- prelatizie, oltre l'avvoca lo de'po veri, l'av-
cessanti e tenebrose trame de'nemici del- vocalo e il procuratore del fisco, ed il
l'altare, del trono e dell'ordine pubblico. commissario della camera; e nel dicem-
1 calici e le pissidi d'argento che iu tri- bre 184 7 conferì al prelato tesoriere il da
tn i T R I
197
lui istituito ministero delle finanze, per piata la ribellione in Roma a' 16 novem-
amministrare le proprietà, tributi e leal- i bre 1848, il Papa si ritirò nel regno di Na-
tre renditedeldominio papale. Nella tem- poli co'cardinali e molti prelati, riceven-
poranea secolarizzazione de' ministri, il do dal re Ferdinando II quel riverente,
tesoriere generale e ministro delle finan- affettuoso e magnifico ospizio che cele-
ze restò il solo prelato del consiglio de* brai a Sicilia e Pio IX. All'anarchia di
ministri nelmarzo 1848. A' i4 di tal me- Roma e dello stato success? la repubbli-
se il Papa promulgò lo Statuto fonda- ca, finché Roma fu liberata dalla dema-
mentale pel governo temporale degli gogia a'3 loglio 849, ritornando in Ro-
1

Stati di s. Chiesa, che dipoi abrogò. In ma il Papa a'12 aprilei85o. Per la fe-
esso dichiarò nel § Vili. » Tutte le pro- sta de'ss. Pietro e Paolo riferì il n."i48
prietà, sia de'pri vati, sia de'corpi morali, del Giornale di Roma. » La rev. Came-
sia delle altre pie o pubbliche istituzio- ra apostolica,come nel giorno innanzi così
ni, contribuiscono indistintamente ed e- nella mattina di delta festività, secondo
gualmenteagli aggravi dello slato, chiun- il solito, ricevette i canoni ed i tributi do-

cjue ne sia il possessore. Quando il som- vuti alla s. Romana Chiesa, e per quelli
mo Pontefice dà la sanzione alle leggi so- non presentati furono emesse in nome di
pra i tributi, l'accompagna con una spe- Sua Santità le consuete proteste". Negli
ciale apostolica deroga all'immunità ec- anni 1811, i852e 853 Giornali di 1 i

clesiastica.. ..§ L. Rimangono inoltre a pie- Roma dissero de' canoni e tributi rice-
na disposizione del sommo Pontefice i ca- vuti dalla Camera apostolica nella detta
noni, tributi e censi, ascendenti ad un'an- ricorrenza, e che pe'non presentati il Pa-
nua somma di scudi tredicimila circa pa rinnovò le consuete proteste. Ma nel
nonché diritti de'quali si fa menzione
i i854 la rev. Camera apostolica avente
in occasione della camera de'tributi nella a capo il cardinal Anlonelli segretario di
vigilia e festa de'ss. A postoli Pietro e Pao- stato, in assenza del cardinal Riaria ca-
lo. .. § LX. Se allorché muore il sommo merlengo, nella vigilia de'ss.Pietro e Pao-
Pontefice il bilancio preventivo dell'an- lo si riunì nella Camera de'Tribuli al Va-
no non fosse ancora votato d'ambedue i ticano, onde ricevervi i consueti canoni
consigli, i ministri di pieno diritto sono e tributi dovuti alla il Papa s. Sede; ed
autorizzati ad esigere i tributi e provve- non omraise di fi re le solite proteste per
dere alle spese sulle basi dell'ultimo pre- quelli che non furono presentati, inclusi'
ventivo volato ila* consigli e sanzionato vamente a quella contro il redi Sarde-
dal Pontefice." Indi a*25 aprile il pre- gna Vittorio Emanuele II, per avere si-
lato Monchini tesoriere generale e mini- no dal 85 interrotta la prestazione an-
1 1

stro delle finanze rinunziò alla carica, ed nua del tributo di scudi 2000 pel calice
il Papa gli conservò col titolo di tesorie- e patena d'oro, dovuto per la vicaria tem-
re generale della rev. camera apostolica porale di molti fondi e terre del Piemon-
glionori annessi di prelato di fiocchetto, te, di cui parlai di sopra, e quanto alla

subentrando un secolare al ministero del- protesta nel voi. LXIX, p. 278, pel de-
le finanze. Nella seguente solennità de'ss. creto delle camere costituzionali, ed ap-
Pietro e Paolo il n.°i2i della Gazzetta provazione del consiglio di stato sardo.

di Roma notificò.» La rev. Camera a- La Civiltà cattolica',2.* serie,t. 7, p. 200,


postolica, nella vigilia e nella mattina del deplorò tale inadempimento, secondo
la solennità, ricevette secondo l'usanza, l'anteriore convenuto, e che nel giorno
i canoni e tributi dovuti alla s. Uomana solenne de'ss. Pietro e Paolo » non man
Chiesa. Per quelli non presentati il s. Pa- cano alla Chiesa le sue contraddizioni da
dre rinnovò le consuete proteste". Scop- coloro che, per timore di mostrarsi trop-
i
98 TRI TR I

no ossequenti all'autorità pontificia, ne- alcuni la dissero sospensione tenìporarn a,


gano quel tributo o quel canone che do- altri l'alfermauo slabile abolizione della
vrebbero presentare in ricognizione di protesta, il che sembra più probabile. Il

antichi debiti odi antica gratitudine.Pos- giornalismo, anche Ietterai io, ne occu-
se
siatno più stupire se sudditi sono ora i
pò molto, e fra gli altri la Gazzella di
così riottosi versoi prineipi,qnandoi prin- Venezia a p. 65o, e la Cronaca, di Mi-
cipi negano sì pubblicamente il loro do- lano a p. 61 4- Fatto é,che nulla più di
vere alla Chiesa? Ad ogni modo la Chie- officiale fu pubblicato in Roma; bensì é
sa non ci perde nulla giacché non è cer- : vero che la protesta per le due Sicilie non

tamente un calice d'oro quello che le dia ebbe luogo, continuandosi a fare tutte le
la sua potenza ; ed il suo diritto ella pone altre; ed il Giornale di Roma deli 855
in salvo più che bastantemente colle pro- nel n.°i'47 Sl linaitò a riferire. »La rev.
teste che ogni anno fa il suo Capo supre- Camera apostolica presieduta in assenza
mo in terra. Ci spiace dover annunziare dall'Em.mo Camerlengo, da Sua Em.za
r
che la real casa di Savoia è ora entrata Rev.mail sig. cardinale Antonelli, segre-
a
per lai. volta tra quelle, contro cui pro- tario di stalo, si riunì in Vaticano per ri-

testa e protesterà sempre il sommo Pon- cevervi secondo costume canoni ed il i i

tefice, finché (e speriamo che sia presto) tributi che si debbono alla s. Sede. Per
ed essa e le altre comprenderanno il loro quelli che non furono presentati si sono
dovere. Certamente governo sardo eb-il emesse le consuete proteste". Egualmen-
be già occasione di vedere a prova che la te legge nel n.° 147 del Giornale di
si

s. Sede non è guidala da desiderio di ar- Roma del 856, che l'encomiato porpo-
1

ricchire coll'esigere la prestazione di ciò rato colla camera apostolica riceverono


che se le dee. Se un calice d'oro è troppo i tributi che si debbono alla s. Sede. » E
costoso, essa si contenterà d'un calice di te forma li proteste sono state emesse con-
bronzo, ed anche d'un cereo di poche lib- tro coloro, che non li hanno presentali".
bre. Ad ogni cosa si può rinunziare fuor- Delie oblazioni di Candele di cera che in
ché al diritto, di cui il Pontefice romano Roma si fanno al Papa nella festa della
non è che geloso custode e conservatore l'itrifieazione, riparlai nel voi. LXXIX,
per debito di suo sublime uffizio". Si dice p. 1 3i) ; e per quelle delle Canouizzazio
che neh 855 il re delle due Sicilie Fer- ni (/ '.). Avendo di sopra fatto cenno sul
dinando II, in occasione che inviò al Pa- catasto e censo, che tanla affinila hanno
pa Pio IX l'uderla di ducati 0,000 per i co' tributi, credo opportuno di qui ag-
contribuire all'erezione della colonna in giungere. Il dicastero del censo nel i85o,
Il onta, in onore dell'Immacolata Conce- nel presidentato del cardinal Vannicelli-
zione, a memoria del decretalo dogma, Casoni, pubblici» i ragguagli delle diver-
di che tenni proposito nel voi. LXXIII, se misure agrarie locali dello stalo pon-
p. 76; lo pregò a non (ine più la protesta tificio, colla misura adottala nel nuovo

pel tributo delle due Sicilie, non perù qua 1 censimento, equivalente al sistema me-
conseguenza di tal pia oblazione. Si ag- trico; ragguagli compendiali da' 9 volu-
giunge che il Papa l'esaudì, in conside- mi che sulle stesse misure diede il me-
razione di sue benemerenze, avvertendo- desimo alla luce dal 1820 al 1828. Indi
ne 3 cardinali capi d'ordine, acciò lo par- nel presidentato del cardinal Bolondi si

tecipassero al sagro collegio, e che al car- pubblicò nel i856 altro volume colle ta-
dinal Iliaiio camerlengo di s. Chiesa, lo vole di ragguaglio delle varie misure lo-
notificò con biglietto del cardinal segre- cali «li capacità de'.singoli lerritorii dello
tario di stato, onde non ebbe poi luogo sialo pontificio, e de' principali luoghi
la protesta nella lesta di s. Pietro, ludi d'Italia ed esteri, colle misure del «iste-
TRI T 11 I
«99
ina metrico; come pure la tavola di rag- rustico in detta sezione delle Marche. Al-
guaglio delle diverse monete usate dagli lorché poi si attiverà l'estimo rustico nel-
antichi e da' principali stali a'd\ nostri,col- l'altre sezioni dello stato pontificio, sarà

le monete pontificie, e con quella del si- perequata la cifra d'imposta in modoche
stema metrico francese. Se ne dichiara una sola sia quella che regola la dativa
la grande importanza a p. 3gg del t. 3 di tutto lo stato, come una è quella che
dell''Enciclopedia contemporanea, che va ora ad attuarsi per la sezione delle
con applauso degli scienziati e de'letterati Marche. Il cardinal Bofondi quindi a'3 1

si pubblica a Fano; come pure nel n. 2 maggio 856 stesso pubblicò il Regola-
1

del Giornale di Romade\ i856. E nel mento della presidenza delceuso analogo
n.° 125 del medesimo si riporta la no- alla nominata notificazione, sull'attiva-

tificazione del cardinal Antonelli segre- zione dell'estimo rustico riveduto nelle
tario di stato, de'3i maggio, nella quale provincie delle Marche; e si trova ne'u.
si dice. Che Pio VII nel provvedere più 1 4-1 ? » 4- 2 e i-43 del Giornale di Peonia.
r
stabilmente al censimento rustico, di- A'i5marzoi852ing. Monchini venen-
spose che si compilasse un nuovo catasto do creato cardinale, restò vacante la di-
regolato a misura, mediante l'elevazio- gnità di tesoriere generale, indi cessò il

ne delle mappe topografiche; ed a stima pro-ministro delle finanze secolare , al-


per via analitica, basata sui principi i ge- lorché il i.° dicembre 18 54 il Papa no-

nerali applicati con uniformità di criterii, minò l'attuale ministro delle finanze mg/
nelle viste d'una stabilità permanente, e Giuseppe Ferrari. Ora mi gode l'animo
di quel favore all' industria che meglio di potere riportare col Giornale, di Ro-
serva ad incoraggire l'agricoltura, fonte ma de' 1
7 giugno 856. »Sua
1 Santità con
primaria di prosperità in uno stato emi- biglietto della segreteria di statosi è com-
nentemente agricolo come quello della s. piaciuta di conferire a monsignor Giu-
Sede. Queste sapienti disposizioni ebbe- seppe Ferrari suo ministro per le finan-
ro la loro esecuzione nel pontificato di ze, i privilegi inerenti alla carica di 2V-
Gregorio XVI, e neh 835 nel pro-pre- soriere generale della Rei'. Camera A-
r
sidenlalo di mg. Cattaui fu attivato il postolica." Laonde mg/ Ferrari s'inti-

nuovo catasto. Effettuatasi la revisione tolò quindi Tesoriere generale della


mediante l'opera d'esperti agronomi, o- R. C. Apostolica e Ministro delle Fi-
ra che le principali operazioni vanno ac- nanze. Arroge che io qui ricordi un'al-
costandosi al termine, e che nelle provin- tra dotta opera sul discorso argomento
r
componenti le sezioni delle Marche so-
cie del eh. e laborioso mg. Mario Felice Pe-
no stale condotte a compimento anche raldi chierico di camera: Sullo stato at-
colla conseguente applicazione, il Papa tuale politico ed economico de' Domimi
Pio IX ordinò che pe'territorii compresi della Chiesa romana, Discussioni di-
nelle provincie d'Urbino e Pesaro, Ma- rette ad un professore di diritto P. U.,
cerata, Ancona, Fermo e Ascoli sieno po- Bastia 855. Opera che serve d'appen-
1

sti in attività gli estimi riveduti, onde sui dice a quella pure non meno sapiente del-
medesimi si riportino le pubbliche tasse l'encomiato prelato, che porta per tito-

con una sola cifra d'imposta per tutta la Del civile principato della Chiesa
lo :

.sezione, mediante le disposizioni contenu- romana; dovendosi tener presente quel-


te nella notificazione. Altre norme sta- medesimo: Dulia civile
l'altra scritta dal
bilirà il cardinal Bofondi presidente del convivenza e del cittadino. » La coudi-
censo, per la più sollecita e regolare e- zione de'lempi eccita tutti gli sforzi degli
secuzione di questa legge e di altro ri- uomini di voti a' diritti della s. Sede per
guardante l'attivazione del censimento parare i colpi nemici; che li minacciano,
ioo T R I TR I

e pei mettere in più chiara Vista i perico- nome e della giurisdizione di Mulalik ,

li, che accumulano contro quest'anno-


si presso la sponda sinistra del piccolo fiu-

so Principato della Chiesa romana. . . . me pure omonimo, ai3 leghe da Laris-


Ha messo in miglior luce taluni principi! sa. Domina l'ingresso della Tessaglia per
fondamentali del diritto pubblico di que- la valle del Peneo, in posizione importan-

sti domimi, non prima stati cotanto pro- te e salubre. Ha


moschee, bagni, uu bel-
fondamente considerati e distinti; rima- l'edilizio coperto di piombo, che contie-
sti sempre involti in certa confusione,qua- ne una scuola superiore, ed i molti giar-
si disconosciuti. . . . Era da cotesta inve- dini che l'abbelliscono la fanno parago-
stiga/ione, che vide tutta dover dipende- nare a Damasco: attende principalmente
re la slabilità del competente civile go- alla tintura del cotone. 11 numero de'suot
verno ecclesiastico, e la spinta di una de- abitanti è più di 7000, 4ooo so-
di cui

cisa risolutezza anon più aggiornarne il no greci. Si conoscono 3 de'suoi antichi


pieno ritorno." L'illustre prelato lauto e vescovi , cioè Eliodoro che vivea nel V
giustamente divoto agli antichi principi! secolo, Niceforo Callisto parlandone neU
iòndamentali del nostro diritto pubbli- I' //?.?£,'Ecumenio,cui sono a tiri bui le del-
co romano, lo contrappone alle innova- le Esposizioni sull' Epistole di s. Paolo
zioni che l'hanno rovesciato; poiché forse e sulP Apocalisse di s. Giovanni ; ed N.
gravi a noi ignoti ostacoli tenevano an- vescovo di Tricala,che separossi da'greci,
cor sospeso il compimento della reinte- i quali si opposero all'introduzione del-
grazione de' diritti politici della Chiesa la parola Filioque nel Simbolo, com'e-
romana, per le prepotenti esigenze che ra stalo ordinato da Nicolò HI Papa del
l'introdussero e le sostengono. Sempre 1277. Oriens chr. t. 2, p. 1 18. Tricala,
inlento co' suoi profondi studi al grave Tricalen, cova un titolo vescovile inpar-
scopo, anche in questo ulteriore parlo del tibus, del simile arcivescovato di Larissa,
suo ingegno e testimonianza del suo co- che conferisce la s. Sede. Essendo resta-
slante zelo pel pubblico bene, fa arden- to vacante per morte di Cirillo di Barcel-
ti voti onde si ritorni al governameuto lona, Leone XII Io die a Mariano Tala-
dell' ultima decade dello scorso secolo ; vera di s. Fede, canonico di tale metro-
ovvero all'aureo e più felice pontificato politana, per quelle doti che dichiarò nel-
di Leone XII, che in tanti luoghi cele- la proposizione concistoriale; quindi do-
brai, ch'egli sostiene costituire come l'a- po 3 giorni, col breve Apostolici Nostri
nelloamico tra'vecchi tempi e le moder- mnneris , de' 22 dicembre 1828 Bull. ,

ne idee, ed in cui sarebbe salva la sostan- Rom. cont. 1. 1


7, p. 433, lo nominò vi-
za della natura propria del governo ci- cario apostolico del vescovato di Guaya-
vi!e-eccIesiastico,e si soddisfarebbe al gu- na (f7 .) nell'America, la qual sede nel
sto della nostra eia, senza essenzialmente 1 84- 1 riebbe il suo vescovo, che avendo
reggimen-
alterarsi l'indole del pontificio rinunziato nel 854, '' Papa Pio IX nel
1

r
to.» Erano allora sopportabili le pubbli- 1 856 gli sostituì mg. Giuseppe Emanue-
che gravezze, non eccessivo il tributo, ben le Arroyo di Benezuela.
regolato l'ordine pubblico interno ed e- TR «CARICO (Tricaricen). Città con
slerno, moderato il numero delle leggi." residenza vescovile del regno delle due Si-
TRICALA,TR1CA oTRICCA, Tri- cilie, nella provincia di Basilicata parte
cae. Sede vescoviledella i. "Tessaglia nel- dell'aulica Lucania a circa 9 leghe da ,

la Eliolide, esarcato di Macedonia, sotto Matera e più di 6 da Potenza, capoluo-


la metropoli di Larissa, eretta nel V se- go di cantone. Questa piccola e bella cit-
colo. Al presente è cil là della Turchia eu- tà elevasi amenamente, in clima tempe-
ropea, capoluogo dei saugiacato del suo rato e salubre ,
parte in culle e parie in
TR I TRI 301
piano, Ira il Basiento che scorre alle ra- Triga, et Argo solo aequatis. Quamvis
dici del monte e il Gradano, quae in suo aulem haec ab ipso restaurata jiteri t,
circi ter miMari ambititi ooo dvmus, et priore? tamen incolas, ut stabilem inse-
7000 pene complectìtur incolas , come dem figerent adduci non potuisse , sed
leggo nella proposizione concistoriale. E' coitione facta cum iis, qui Trigae an-
cinta d'un antico muro fiancheggialo da tea habitarant eo in loco ubi hodie Tri-
torri, e tra'principali edilìzi si distingue caricum situiti est conununem sili rivi-
la bellissima cattedrale dedicata alla B, tatem constituisse. Inter lutee litem iti'
Vergine Assunta in cielo, nella quale tra ter utrosque orfani de nomine civitati
le reliquie è in somma venerazione il cor- imponendo, tatti iis ,
quatti illis vetcris
po di s. Polito martire patrono della cit- patriae meinoriani retinere cupientibus;
tà e diocesi: ha il battisterio e la cura d'a- tandem vero ita inter eos convenisse, ut
nime pel capitolo esercitata da un cano- sicut jani in commutila j'ur a, ac civi'ta-
nico da esso eletto. Il capitolo si corono? tem coiissent, ita eidem convnune ex an-
a 1
nedi 3 dignità, la 1 , è l'arcidiacono, la 2.' tiquis utriusque gentis notnitiibus coni-
a
il cantore, la 3. di posteriore istituzione; posi timi nomen inderetur, sic q uè a grac-
di 1 o canonici prebendali, compresi il teo- cis Trigargos initio dieta fuerit, post a-
logo e il penitenziere, di 6 canonici so- bitalis Tricaricum appellata. Haec qui-
prannumerari, d'i 1 preti fnsigiiitos nun- dem UH de origine, et nomine hufus ci-
cupal, e di altri chierici addetti al servi- vitalis: quorum
fides penes aitctores e-
zio divino. L'episcopioèprossimoalla cat- sto. Utcurnque igitur sit haec fabulosa
tedrale. Oltre di questa vi sono due altre narratio, Tricaricum regia civitas est,
chiese parrocchiali e pure munite del l'on- foeta populo, ac nobilitate. Din sub Co-
te sagro, due conventi di religiosi, un mo- mitum fuit ditione, prillatiti Rogerii Ro-
nastero di monache, 4 sodalizi, il semi- berti Casertae Comi tisfilii, dei tuie San~
nario cogli alunni , ed altri pii luoghi. I severinorum, postea Sforliarum, item-
dintorni sono feracissimi di molte produ- que Sanscverinorum Disiniani princi-
zioni agricole, vi s'ingrassa notabile quan- pimi nunc (paret Salandrae Ducibus
,

tità di inaiali, traendosi dalla pastorizia ex Reverteria gente Coinituni de Sac-


cospicue rendite. Il delizioso territorio caglia) sub lene regi uni j'ugum q m'esci t.
fornisce ancora ottimo frumento e loda- Tricarici non exiguum decu* episcopa-
tissimo vino. L'origine di Tricarico, Tri- li? conciliat dignitas, quae posteriori-
caricum, è antichissima poiché credesi ,
bus saeculis a Christiana religione ibi-
fondata da Diomede, dopo l'incendio di dem dissiminata initium habuit: digna
Troia, e che traesse il nomeda'popoli gre- natnque visa est ut Episcopali d'igni ta-
ci di Troia stessa e d'Argo, che vi si sta- te exornaretur anno 896, cum Polic-
bilirono. Co'suoi storici riferisce l'Ughel- ctus Constantinopolitanus palriarcha,
li,Italia sacra, t. 7, p. 1 44» Tricaricen- impii Nicephori Focae imperatori? jus-
sesEpiscopi. Ajunt enini,DioineduinCa- su, dedissct in mandati? Hydr unti no e-
panuni gr accorimi dueem, post Trojae piscopo, ut in Tricarico episcopum or-
excidium cum validis copiis, in Apuliam dinarci: verunicum hoc in contemplimi
traj'ecisse,ibiqiieDanii regìs filiam uxo- Romanae Ecclesiae esset exeogi tatuiti,
re duxisse, accepta do tis nomine a so- cum auctore deperiisse dicendum est,
cero dimidia regni parte j ea vero mila- cimi nulla deinccp? ad annuiti usque
ma coiilenlum, et augendi imperii cupi- 1060 extet Tricaricensium Epìscopo-
diun,proxima q nacque involasse, ac vi- rum memoria. Hoc cnini ipso anno, ve.\

cino* suo subjunxisse imperio, dextru- circa lume annuiti nova metropoli? A^
clis eorum ciyitatibus, ctintcr caeteras. che mulina a Romano Ponti[ice creclef
202 TR I T R I

est, cum'facilitate in Tricarico, aliisque co.Polyeucto portato per le novità e va-


vietiti* civitatibus epìscopos ordinandi: go di far fronte al Papa, corse frenetico
eodemque tempore, scilicet anno 1 06 1. ad abbattere in dette provincie l'autori-
Robertus Comes, antequam Siciliae re- tà della chiesa romana, pubblicando nel
gnimi occuparet , mensam episcopalem 968 un editto col quale ingiunse a' vesco-
magnani ex parte Tricaricensis episco- vi di Puglia e Calabria il cambiamento
patiti'attribuii'job tuli tenim oppidaMon- di rito, e di bandire dalle loro chiese le

tis Muri, et Armenti, cimi utriusquegla- romane liturgie; ed inoltre che i vesco-
dii jurisdictionej aueta est de inde fide- vi di Tricarico, d' Acerenza, di Malera,
Unni pia largitione, ex vecligalibiis op- di Tursi e di Gravina dipendessero, co-
pi dorimi Caniati , Agrianì Murgitac,
' me dipendenti dal greco impero ,
quali
Andriaci, et s. Nicolai in Sylva, quae suffragane! dall'arcivescovo d'Otranto, a
hactenus ab episcopi possidentur, prae- cui si appartenesse la loro consagrazione
ter Andriacum, quod quidam episcopus Leduechie-
esercitata sin allora dal Papa.
ahalienavit. Tantis immunitatibus epi- sed'Otranto e di Tricarico, non appren-
scopatus hic olim fruebatur, ut quo ad dendo le conseguenze che provenivano
illas parifere passu, cum quolibetJYea- dall'accettazione dell'iniquo editto, vi si

politani regni antistite, incedere posset. conformarono. Ciò premesso, dice il Ro-
Peri ."vescovo l'Ughelli riporta Arnoldo, dotà, incerta e dubbiosa è l'origine del
Tricaricensis episcopus, che fioriva nel vescovatodiTricaricò,chel'Ughelli si per-
1068, al quale per la sua chiesa e di lui suase stabilito nel 968 , come quello di
successori il cónte di Monte Scahioso Ro- Matera, in vigore dell'editto di Polyeucto.
herto, signore e governatore di Tricari- Aggiunge, che ne fa argomento il ritogre-
co, donò il detto castello Armenti e quel- co che vi fiorì sino al secolo XI mantenu-
lo pure di Monte Muro con tutte le per- to da' vescovi greci, i quali di molti abusi
tinenze e diritti, mediante i due diplomi stranamente lodeformarono. Facile cosa
diesi leggono nel medesimo Ughelli. Me- loro si rese il sostenervi con dignità le ce-
glio dell'origine della sede vescovile diTri- remonie orientali, e farvi risuonare l'ar-
carico, ora sulfraganea dell'arcivescovo monia de'cantici in lingua greca nel cor-
d' Acercnza e Matera, ne tratta il Rodo- so d'un secolo e più, in cui questa città fu
tà, Dell'origine del rito greco in Italia, riguardata come membro degli slati pos-
1. 1, p. 201
260. Pertanto narra
e seg. e i seduti da 'greci Augusti; poiché venuti a
tentativi degli ambiziosi patriarchi di Co- trattato di pace l'imperatore d'occidente
stantinopoli, per imprimere negli animi Ottone I con Giovanni Zimisce successo-
degli abitanti di Puglia, che comprende- re di Niceforo, fu stabilito che la Puglia e
va le provincie d'Otranto e di Basilicata, la Calabria, involale poco prima da Otto-
ediCalabria,avversioneal rito della chie- ne con sanguinosa strage al greco im-
I

sa romana, onde far loro abbracciare il pero, ri tornassero dopo le funeste rivolu-

greco. A tale elFetto l'imperatore Niceforo zioni sotto il governo de' greci imperato-
Foca, empio verso le chiese, e pieno d'o- ri. Compì il numero de' vescovi greci di
dio e di livore verso i latini, siccome non Tricarico un di loro, il quale accusato nel
poteva affliggere altrimenti il Papa e oscu- sinodo di Melfi, celebrato da Papa Nico-
rare il nome romano, ordinò al patriar- lò Il nel 1059, d'avere ricevuta l'impo-
ca Polyeucto che dilatasse la chiesa d'O- sizione delle mani essendo neofìto dal giu-
tranto con attribuirle 5 vescovi suffraga- daismo, e quale ignaro de'misteri, de' pre-
nei; eche non permettesse in avvenire si cetti, degl'insegnamenti e dell'istituzioni
celebrassero in tutta la Puglia e Calabria della vita cristiana, e nulla versalo nelle
i divini misteri in rito Ialino, ma in gre- divine Scritture, fu nel medesimo privato
TRI TRI ao3
dell'onore della cattedra vescovile di Tri- dellemani, e tollerato con prudente cir-
ciirico. Furono ancora estinti ed estirpa- cospezione da'Papi per non inasprire Ta-
ti in questo concilio gli avanzi de'disor- niuio de'greci; grave e delicato argouien-
dini dell'ecclesiastica disciplina, cagionati che sull'abuso delle mogli tra 'sagri mi-
lo,

rla'predecessori vescovi greci nello spazio Rodotà svolge a p. 236 eseg.;


nistri greci,
di quasi i5o anni daccliè tennero la sede mentre a p. 433 parla de' canonici gre-
di Tricarico. Finalmente fu ivi eletto il ci della cattedrale di s. Severina ammo-
i.°vescovo latino per nome Arnaldo, cui gliuti, i quali mantenendo in vigore la di-
indirizzo un diploma nel 1060 Godano sciplina orientale erano sciolti dalla leg-
nici vescovo d'Aeerenza, che per ordine di gè del Celibato de latini. La varietà dei-
Nicolò II, insieme al suo legato Arnolfo la disciplina fece cauti i Papi di rimpro-
n rei vescovo di Cosenza, era stato depula- verare a'greci ministri dell'altare l'incon-
to ad esaminare gli atti de'vescovi accu- tinenza;ed il concilio di Trento difenden-

sali nel concilio. Il tenore di esso rende do dalla mordace censura de'libertini no-
chiara testimonianza d'essere stato trasfe* vatori, non meno il celibato de'sacerdo-
rito dal rito greco al suo antico latino il ti latini, che la podestà della Chiesa d'n-
vescovato di Tricarico nel conciliodi alci- ri ire agli ordini sa«ri il voto della conti-

,
per mandato apostolico di Nicolò 11. nenza, si astenne dal prendere verunprov-
Questo documento si trova presso Anto- vedimento contro al matrimonio contrai -
nio Zavarroni vescovo di Tricarico, nel toda'greci innanzi l'imposizionedellema-
suo libro: Esistenza e validità de'privi- ni, e dal biasimare questa loto consuetu-
legi conceduti alla chiesa di Tricarico, dine. L'arcivescovo dunque d'Aeerenza
Napoli 749- Se la deposizione del vesco-
1 avendo ricorso al dottissimo Innocenzo
vo greco estinse nella chiesa cattedrale di III, questi nel 1 2 t 2 colla decretale ripor-
Triearico i riti orientali nel secolo XI, e tata da Rodotà , dileguò ogni dubbiezza
la destinazione d'Arnaldo I v'introdusse a favore del cantore di Tricarico. Da ciò
nel tempo stesso le venerabili ceremonie si fa palese, che nel principio del secolo
della chiesa romana, alferma il Rodotà, XIII qualche chiesa inferiore della cat-
ene vigoroso nondimeno si mantenne l'u- tediale di Tricarico era tuttavia servita
so de' greci istituti nelle chiese inferiori da'sacerdoti di ritogreco, i quali ammini-
della città, fiorendovi il rito greco anco stravano i sagrameuti a'na/.ionali alla Io-
ne' tempi susseguenti; di che una prova rocura commessi. Estinto finalmente col
indubitata somministra la lettera d'Inno- correre degli anni il rito greco anche nel-
cenzo III. Essendo vacante la chiesa d'Au- le chiese inferiori della città e diocesi di
gloria, i canonici presero di miracoli co- Tricarico, non restò del lutto sepolto l'an-
imine consentiuiento il cantoredella chie- lieo grecismo, restandone un vestigio. Il
sa di Tricarico, nato da greco sacerdote, Rodotà che nel 1 y58 pubblicò la sua bel-
e lo elessero loro vescovo. L'arcivescovo la opera, dichiara che i canonici della cat-
d'Acerenza, il quale godeva gli onori di tedrale aveano a gloria di serbarne un'ini-
metropolitano, avendo esaminato gli alti magine.» Rimase loro fissa nell'animo la
dell'elezione, non sapeva determinarsi di memoria delle venerabili ceremouiedel-
approvarli. Dubitava che fossero loro di la chiesa orientale; e non polendo dare
ostacolo i natali dell'eletto, quasi non pò- altro più chiaro e patente argomento del
tesse sollevarsi all'ordine del vescovato un loro rispetto verso le medesime, nella so-
figlio di prete, mentre la disciplina della lenne adunanza de'fedeli nella messa pon-
chiesa greca permetteva la moglie a'suoi tificale, cantano l'Epistola e VEvange-
sacerdoli, se contralto il matrimonio «e- lo in lingua greca. Si sono determinati
gli ordini miuori, prima dell'imposizione mostrarsi grati a'ioro maggiori con una
ao4 TR I TRI
tal ceremonia ritenuta ila alcune altre ra tirannia de'saraceni, tornò poco appres-
cattedrali latine delle provincie napole- so all'ubbidienza de'greci,ila'qua|jessen-
tane,lequalicamminavano una volta an- do dominata al tempo della promulga-
rli 'esse dietro al rito greco, come questa ziotie dell'editto, potè essere eretta da lo-
di Tricarico. Ma ciò cbe sopra ogni altra ro in vescovato, e data per sufFraganea
cosa deve con lode ammirarsi nel rispet- a Otranto. SoggiacqueMatera ne'segueiv
labile consesso de'noslri canonici si è, l'a- ti tempi a sventure atroci e a deplora-
tele rinunziato ad alcune distinzioni d'o- bili calamità. Travagliata di nuovo da'
noie, ed essere stati sempre mai contenti saraceni nel 996, fu obbligata alla resa
di vestire con mozzetle nere, secondo l'o- dopo 4 mesi di penose miserie, finché nel
rientale disciplina, la quale con legge in- 1064 cadde in potere de'normanni. Da
dispensabile obbliga i vescovi, i sacenlo- questi fu privata dell'onore vescovile, ri-
ti egli altri ministri delle chiese, ancorché dotta a semplice abbazia e soggettata al-
sienosollevati ad eminenti gradi di d'igni- la cattedrale d' Acerenza, secondo glia-
là e di uffizi, ad usate abiti di nero colo- cheruntini. Ma la maestosa e illustre A-
re. Benché un vescovo di Tricarico si fos- Gerenza, divenuta anch' essa squallida e
se adoperato con felice successo per otte- deforme per le gravi e ostinate guerre so-
nere a' canonici da Benedetto XIII l'in- medesimi tempi con»
stentile circa questi
tlulto di cambiare il nero nel pavonazzoj tro a'suoi nemici, e meno che deso-
poco
eglino però inespugnabili a questi assai- lata e ridotta a forma assai misera e la-
t le decorose attratti ve,generosamente ri* grimevole; né potendo mantenere il de-
cimando le nuove insegne di molto pie- coro e la dignità arcivescovile, limocen-
gio e decoro secondo la moderna discipli- zo III nel 1 207 eresse in cattedrale la chie-
na, si sono contentati andar dietro le or- sa di la unì ad Acerenza acque
Matera e
me ile'loro maggiori. Nulla variandodel- principaliter, sicché l'arcivescovo fosse
l'antica costumanza, donano un raro e- fregiato de'duetitoli/^c/ierfMfMu.v e Ma-
sempio dell'ecclesiastica moderazione con teranus. Non durò la pacifica unione tra
serbare indelebile memoria delle veto-
la loro che sino ad Eugenio IV, quale per
il

ste umili divise". Mi occorre tare un'av- recidere le gare di giurisdizione e le lem-
vertenza: il dotto Rodotà chiama Ace* peste ond'erano sovente agitate e coni»
renza col nomedi Ccrenza(F.);c\h può mosse, fu obbligato a separar l'unione e
indurre in errore, poiché Gerenza fu se- a concedere a Matera propri vescovi, i

de vescovile diversa affatto da Acerenza, Rinacquero l'antiche contese sotto Sisto


e poscia fu compendiala con quelle diCVz- IV, il quale determinò, che ili.°de' due
riati\Strongolie Umbriatico{F.).Qoan- titoli o Acheruntinus o Matcranus, do-

to alla sitHraganeità di Tricarico, racco n< vesse regolarsi dal soggiorno dell'arcive-
ta Rodotà: Acerenza godeva gli onori di scovo o in Acerenza o in Matera. Foro-
cattedra vescovile, quando fu sollevata no disunite pure da Leone X, e final-
ai grado di metropoli nel 1060, o poco mente dopo lungo contrasto Clemente
prima del suo pontificalo: fu data alle Vili le restituì all'antica forma data lo-
il. mime nel 1090 da uomini malvagi, e roda Innocenzo III, co'suffraganei d'An-
i teli a qualche tempo restaurata da'pas- glona, Gravina, Potenza, Tricarico, Ve-
sali danni dalla religiosa e pia munilì- nosa. Tornando alla serie de' vescovi di
cenza de'propri cittadini. Della chiesa di Tricarico,dopo Arnoldo trovasi nel o<)<) 1

Ma (era cassai oscura l'origine e pare de- Librando Tricariccnsis epìscopus, Ro-
livata dal suddetto editto di l'olyeuclo berlo fu nel 1
177 presente al matrimo-
Avendola l'imperatore d'occi-
dil <)(ib\ mìo di Guglielmo II redi Sicilia con Gio*

dente Lodovico 11 sottratta dalla barba- vanna d'Inghilterra, e nel 1


179 inler-
TRI TR I 20
venne al concilio generale diLaterano III. cardinale e nipote di Giovanni XXI 11 >
Al vescovo Ruggero e suoi successori, Pa- governò bene, e neh 4 7 gli successe Lo- 1

pa Gregorio IX nel 1237 concesse il pri- renzo, che la regina Giovanna li inviò o-
vilegio riprodotto da Ughelli. La mag- ratore al nuovo Papa Martino V, insie-
gior parte del capitolo avendo eletto M. me all' arcivescovo d' Acerenza e al ve-
Palmerio Gallusio.illustreper virtù e dot- scovo di Cassano. Angelo napoletano, ca-
trina, da Innocenzo IV nel 12 54 f" |"' e " ro a Giovanna II, traslato da Potenza nel
ferito a Roggero canonico della cattedra- 1 T 9 e P°' arcivescovo di Rossano: per
le suo competitore. Dopo aver lodevol- regresso tornò a governare Tricarico il
mente governalo mori, e il capitolo po- cardinal Brancacci, e continuò sino alla
stulò A. Turbio, e l'abbate J. de Bendi- moile neh 427. Gli successe StefanoCar-
no, qui cimi electioni libere ccssisscnt, rara de' signori di Padova, già vescovo
idem canonìcovum senatus j'tis siami e- di quella cattedrale, di Nicosia e di Te-
ligendi pastorelli in Acheruntinuin ar- ramo: nel i432 commutò questa sede con
chiepìscopimi transfuderunt, a quotiti quella di Rossano col dello Angelo che
sequititr delectus estepiscopus. Fr. Leo- ritornò a Tricarico, ed intervenne al con-
nardo Aragal de' minori, egregio lette- cilio generale di Firenze. Nel 1 4-38 fr.Ni-
rato e ornalo di preclare doti, da Mar- cola veneto domenicano, anch'esso inter-
tino IV nel 1284 confermato con lettera venuto al nominalo concilio, commenda-
diretta al cardinal Bianchi legato e ve- bile per dottrina teologica e virtù. DaMar-
scovo di Sabina, riportala da Ughelli} in- si neh 446 vi passò Saba de Carbonibus
di Bonifacio Vili lo traslatò all'arcive- romano; e neh 447 l' a Pozzuolo fr. Lo-
scovato di Tiro, e nel 1 3o
d'O- 1 a quello renzo de' minori. Nicolò i44^ e " V nel
ristano. In sua vece trasferì da Cassano lesse Onofrio Santacroce nobile romano,
a Tricarico, Riccardo che morì neh 324 illusile per dollrina e vasta erudizione,
mentr'era stato postulato vescovo d'A- virtù ed esperienza, canonico Laleranen-
versa,efu sepolto nella cattedrale di Tri- se ; funse varie legazioni, governò egre-
carico. Subito Giovanni XXII gli surro- giamente la sua chiesa, e rnorlo in Roma
gò Bonaceorso,a cui nel 1 326 die in suc- nel 1 47 1 fu sepolto nella chiesa di s. Ma-
cessore Gotifiedo già vescovo d'Avellino. ria inPublicolis di sua famiglia, della qua-
Matteo morì neh 348, e neh 349 vi fu le riparlai nel voi. LXI, p. 61. L'Ughelli
traslato da Marsico Roggero. Da Venti- riporta il monumento marmoreo alquan-
miglia nel i35o vi fu trasferito daClemen- to singolare, poiché si vede scolpito il ve-
te VI Angelo cancelliere dell'imperato- scovo giacente cogli stemmi laterali al cu-
re di Costantinopoli, e neh 364 passò a scino ove posa la lesta, e dalle spalle a'
Pa Masso. Urbano V nel 1 365 nominòPie- piedi tutto il corpo è coperto da un pro-
tro Sei lupi suo cappellano e uditore del lisso e onorifico epitaffio. Or.so fu Mova-
palazzo apostolico. Neh 374 da Volter- lo degno a succedergli ; e Scipione nel
ra qui fu traslalo AndreaGirolamo di s. 1 484 intervenne alla canonizzazione di s.

bolognese,egregio pastore. Nel 1378 Mar- Leopoldo duca d'Austria <494 a " a
e nel
tino, nel 383 Tommaso nunzio d' Ur-
1 coronazione di Alfonso \\ )
pauloq ite post
bano VI in Germania e Polonia. Boni- mise l'abili fato Agostino de' oecisus est.
facio IX da Piossano neh 3q4 vi trasferì baroni Guarino chierico Liviense, sud-
Nicola, che poi nel 1
399 restituì all'an- diacono apostolico d'Alessandro VI, da
tico arcivescovato, provvedendo la chie- questi fu eletto nel j 497- Giulio 11 nel
sa di Tricarico con Vito, già vescovo di 1 5 o 1 fece amministratore il celebre car-
Strongoli. Neh4o5da Pozzuoli vi passò dinal Oliviero Carafa {f7 .). Leone X no-
Tuuiiiì&soBrancacci (/ .)tiapoletano,uoi minò Lodovico dc's;ignori di Canossa ve-
lofi T R I T R I

ronese, abbate commendatario di s. An- vendo rinunziato neliGit (visse in Ro-


drea Bosco e di s. Apollinare di Ca-
di ma sinoaliGjy vecchissimo e sordo), gli
nossa, nunzio a Francesco I re di Fran- sostituì il fratello li. Roberto domenica

cia.e per l'eccellente sua condotta si gua- no. Urbano Vili elesse Pier Luigi scnio-
dagnò l'amore di quel Papa e la grazia re Carafa (f) nobile napoletano e fia-
del re, onde ebbe il vescovato di Bayeux. lello di Diomede, nunzio benemerito di
Ne'pontificaìi di Adriano VI e Clemen- Colonia, pubblicando l'interessantissima
teVII fu adoperalo con felice successo e relazione, Legatìo apostolica.Hes\devosQ
tempi per gravissimi affari; di-
in difficili di tornare alla sua amata chiesa, osci dal
venuto consigliere de! re, l'inviò suo ora- corso delle nunziature e per altri i i anni
toro a Venezia, ove infermatosi grave- la governò colmandola di grandi e con-
menle, si trasferì a Verona, e finanziata linue beneficenze, aumentando la meli-
la sede dì Tricarico, morì nel i 5ag in pa- «a canonicale, ampliò ed abbellì la catte-

Iria, lodato con orazione del dotto con- drale e l'arricchì di sagre suppellettili ;

cittadino Bernardino Donato, e tumulato fibbricò un sontuoso organo e stabilì ima


nella cattedrale, il vescovo e affettuoso a- rendita per mantenerlo e suonarlo. Ac-
mico Gi berti gli eresse l'onorifico sepol- crebbe le rendite del seminario, e fu al-
erò. Clemente VII gli surrogò lospagnuo- Ire-ì benefico co' luoghi pii a vantaggio
lo Alessandro nobile e arciprete di Cor- de'poveri. Creato cardinale da Innocen-
dova, già referendario e protonotario ili zo X, abdicò il vescovato, e fu confeiilo
Leone X, illustre per le sue qualità, e nel al nipote Pier Luigi gonfiore, nobile na-
giubileo presidente de' penitenzieri; mor- poletano teatino, di esimia virtù e bene-i
to in Roma, fu sepolto nella chiesa di s. licenza, piissimo e padre de' poveri; re-
Salvatore in Lauro con epitaffio presso staurò la cattedrale dalla parte debole e
l'Ughelli. Paolo 111 nel i ^35 gli avea da- neatunentò gli uno splen-
ornati, fabbricò
to in coadiutore con futura successione «lido armadio per aumentò
la sagrestia,

Girolamo Folenghi mantovano, a tiicli- il numero de'canonici,e stabilì un'annua


ilio intimu&que cubicularìus, morto nel pensione pel tesoriere: dedicò la cappella
i 53g. In questo divenne vescovo di Tri- della B. Vergine della Pietà e de'ss. Gae-
carico Francesco Orsini nobile romano, tano e Andrea Avellino, in suffragio de'
abbate di Farfa, che dopo 5 anuiabdi- i defunti; adornò e restaurò l'episcopio,
co; onde nel 554 gli successe Antonio
1 Per gratitudine canonici a perennarne
i

de Caprioli romano. Gio. battista San- la memoria, gli fecero scolpire un magni-

torio di Taranto vescovo d'Alile, da Si- fico elogio, in cui celebrarono ancora le

sto V fatto Maggiordomo (F.) %


\vt\ 1 586 munificenze del cardinal zio, e si legga
vescovo di Tricarico e nunzio di Stizze- in Ughelli. Morto nel 1 67*2, l'anno se-
re/, morto in Roma nel 1 5g2. Gli succes- guente gli successe Andrea d'Aquino no-
seOttavio Mirto napoletano, già vescovo bile napoletano, dotto, virtuoso, zelautis-
di Caiazzo, dipoi traslato a Taranto nel simo e operosissimo pastore, modello de'
1 6o5. Nel medesimo Diomede Carafa no- vescovi. Nel 1676 da bitetlo vi fu traslato
bile napoletano, pio e lodatissimo pasto- Gaspare Toralto nobile di Tropea; per
re, assai pianto quando terminò di vive- sua morte nel 1682 Gaspare Mezzomo-
re nel 1
609 in Roma, tumulato in s. Ma- naco napoletano, abbate e visitatore ge-
na de'Monti,di cui fu divotissimo.ed ove iterale degli Olivetani, integerrimo e vir-
il fratello e più tardi successore cardinal looso. Nel 1684 Fulvio Crivelli nobile mi-
Pier Luigi seniore gli pose un elogio scoi- lanèse, già canonico di Napoli, degno per
pito in pietra. Paolo V nel febbraio 1609 pietà e dottrina ,
pochissimo visse. Nel
noininòSettimio Roberti romano, che a- iG85 Fraucesco Antonio Leopardi giù
TI! I T Pi I 207
vescovo di Melisi co; nel 1718 Luca Tra ascendendo le rendite della mensa a 1908
pani traslato da Ischia, per soli 9 mesi ducati napoletani, cunctis deductis one-
circa, avendolo rapito la morie alle spe- piòli*. La diocesi si estende per più di 60
ranze di sua chiesa. DaTrevico a'4 mar- miglia, e comprende più luoghi.
Z01720 passò a epiesta sede Simone Ve- TRICENARIO, TKICENNALI e
glino napoletano, ornato di tutte le virtù TRIENNALI. Si dissero Tricenario le

e dottissimo, facondo e zelante predica- preghiere continuate per 3o giorni, come


tore, e perciò con gran ginhilo de'dioce- ilTriduo per 3 e la Novena per 9. Nelle re-
sani; ma tosto si converti in pianto e do- gole monastiche viene chiamata Tricesi-
lore, poichèa'a 3 luglio ne deplorò la per- ma la 2/ settimana di Quaresima, come
dita, per l'eminentecomplesso di sua san- Vice&ima signilica la 3/ settimana. Fu-
tità, splendidamente celehrata dalColeli, rono così nomate non già dal numero dei
col quale termina nell' Italia sacra la giorni, ma per seguitare le denominazio-
serie de' vescovi, che compirò colle No- ni di Stlluagesima, Sessagesima, Quin-
tizie di Roma. Il venerando Simone eb- quagesima, Quaresima, Trigesima e r'i-
be a biografo il p. Pietro Gisnlfo, e di gesima. Si- chiamò Tricennale lo spa-
lui basti il ripetere con Coleli: l'ere, rni- zio di 3o anni. I romani facevano voli e
raculum hujus uostrae aetatis elicere rendimenti di grazie in capo di questo
possumus sive sapientiam in co spe-
, tempo per ringraziare gli Dei della felice
dare velimus la/n divinarum , quam amministrazione dell' imperatore, e per
humanarum rerum, sive linmanitafcm, domandarne loro la continuazione. Al-
mnnsuetudinein, clemenliam, caeteras- trettanto fecero con vicennali, decennali e
aite oniìies virtutes, quibus, non modo quinquennali, tutti spazi di tempo corri-
Trinici, et Triedrici infulas,sed omnem spondenti a 20, o e 5 anni, ne'quali ce-
1

ccclt'.siasiicam liierarcliiam decora vi t. lebravansi giuochi e si facevano sagri fizi.


Clemente XI nello stesso 1 7 to a' fi di 1 Si chiamarono Triennali le feste ili 3 an-
eembre riempì la vacante sede con d. [Vi- ni in 3 anni, che celebravansi dagli abi-
colo Antonio Caraffa, oli velano di Som- tanti della Reozia e da' traci in onore di
ma, al quale successero: ri e 7 4 Anto I r ' Bacco, e in memoria della favolosa sua
nio Zavarrone, di Mont'Alto diocesi di spedizione nell'Indie,che si fin^e durata 3
Cosenza; nel lyfio Anton France>co de anni. Tra gli ebrei furono epoche solen-
l'Iato, di Calabrilto diocesi di Conza ,
ni, X Anno sabatico in cui si liberavano gli
traslato da Carinola. Rimasta la sede sen- schiavi, si riacquistavano i beni alienati
za pastore quasi io anni, nel79?. diven- 1 e si lasciava riposar la terra; più solenne
ne vescovo Fortunato Pintodi Palermo. era il Giubileo o anno centesimo o giubi-
Indi e da'primi anni del corrente secolo lare, celebrato ogni 5oanni. Il nostro /in-
sino a'21 marzoi 8 ro, Tricarico deside- no santo prese tal nome dall'anno cente-
rò il pastore, che Pio VII gli die in fr. simo o centenario. Abbiamo le Feste di
Pietro Paolo Presicce. agostiniano scal- Anniversario di Commemorazione , di
,

zo di Nardo. Per sua morteGregorioXVl Novendiali, Oliava, di Tri ciao ,di Qua-
di
nel concistoro de'i 3 settembre! 838 pre- ranCore; ed Funerali di dette epoche,
i

conizzò I' attuale vescovo mg' Camillo ed anche del terzo giorno, settimo e tri-
Letizia napoletano, della congregazione gesimo, quarantesimo e cinquantesimo,
della Missione di s. Vincenzo de Paoli, come notai a Sepoltura, riparlando del-
per quelle egregie doli dichiarate dal Pa- l'esequie. Ne'ricordati articoli riportai le
pa nella sua proposizione concistoriale. corrispondenti erudizioni.
Ogni nuovo vescovo è tassato ne' libri TR1CEREO o TRIANGOLO o A-
della camera apostolica in fiorini 3oo, RUNDINE. V. i vol.V!I,p.2oi e 202
ao8 T R I TRI
nelle due colonne, XXV, p. 180, LXIJ, ipse in leclulum, Junoet Minerva in sei'

p. 84,LXlV,p.3i 1 e 3 1
7,LXXI,p. 7 1. las ad coenam inullantur? quod gemi*
TPilCLlNIO, Tricliniuin, Accubitum. severitalis aelas nostra diligenlius in Ca-
Camera o sala dove romani mangiava- i pilolio,quam in suis domibus servel. Vi-
no. Tre tettivi aveano intorno alla men- delicet, quia muli erutti disciplinani con-
sa, donde venne quel nome; e quelli or- tìneri. Così le donne ancora usarono a
nati sovente d'oro, d'argento, d' avorio, mangiare giacendo ne'lelti; ma fanciul- i

d'ebano o dicedro o altri legni estranei, lisedevano alle sponde de'medesimi let-
e coperti di drappi purpurei o d' altri co- ti, come dice Svetonio nella vita di Clau-
lori, ri carnali d'oro e di porpora, tuttema- dio imperatore More, veteri ad falera
:

gnifìche coperture. Di que'lelli ancora al- leclorum sedenles vescebantur. Questo


cuni dicevausi triclini, e di essi si varia- prova, e lo si vede ne'monumenti, che il
rono di frequente le forme; a poco a po- costume di mangiare sdraiati sui letti sem-
co si elevarono dall'altezza di due piedi bra tuttavia non essere stato interamen-
fino a quella di quattro, vieppiù avvici- te comune, perchè molte persone non se-
nandosi così alla tavola, perchè olii isserò guitassero a osservare l'antica maniera di
cibandosi un più comodo appoggio. In cibarsi assisi sopra sedie. Le Agapi o pa-
siffatti letti, e ne'tripodi d'oro, d'argento sti de' primi cristiani, di cui riparlai nei
e di bronzo , consisteva la magnificenza relativi articoli, offrono esempi della di-
peculiare de' triclini. Aulo Gemo rampo- sposizione degli antichi triclini devonia-
gnando il lusso de'romani per l'eccessiva ni. Oltre a ciò prima di mettersi su que-
sontuosità de' detti triclini, osserva ch'es- sti a giacere, sia pel Pranzo, per la Cena,
si davano ne'banchetti loro agli uomini uè Banchetti e ne' Conviti (F.) t o si lava-
letti più magnifici che agli stessi Dei. La vano nelle Terme o ne' Bagni (V-)* o al-
moda, volubile sempre, ne cambiò la for- meno facevano la Lavanda de'piedini .),
ma e gli ornati; giacché se ne fecero di dovendo deporre le scarpe o sandali per i

lunghi, di ovali, in forma di mezzaluna. noti imbrattare i letti; e spogliati delle ve-
Le tavole iutorno cui i letti trovavansi di- ste usuali, vestivano le cenatone o con-
sposti erano da principio della più gran- vivali, cioè la Togati7 .) tri cliniaris. Que-
de semplicità, ma di mano in mano si or- chiamate pure sinlese, non po-
ste vesti,
narono con un lusso stomachevole, il Sar- tevano indossarsi nel comparire al pub-
nelli, sull'etimologia del vocabolo Tricli- blico; il padrone della casa le sommini-
nuiii o Tricliniuin, dice che i romani fe- strava a'eonvitati pel banchetto, e si ab-
cero propria tale voce greca, così detta da bandonavano dopo il pasto. Alcuni alfer-
tre tedi, poiché letto in greco dicesi cline t manoche 3 letti erano nel triclinio attor-
ed iu ogni cenacolo o sala in cui soleva- no al desco o tavola da mangiare, lascian-
si mangiare, erano esposti pe' convitati. dosi il4.°li»to vuoto e libero pel servizio oc-
Questi letti da Cicerone si chiamarono di- corrente alla presentazione delle vivande
icubitorii, a differenza de'cubicularii, nei ed altro; e che d'ordinario ciascuno con-
quali si dormiva la notte. Aggiunge che teneva 3 persone, ed i più ampi 4» d c be

l'uso de'lelti era ab antico ne'ti ialini o ce- era cosa straordinaria. I romani non a-
nacoli, solamente pegli uomini, poiché le nia vano d'essere più dii 2 a una slessa ta-
donne e fanciulli stavano a sedere sopra
i vola, laonde e per la Cena del Signore,ove
sedie, come riporta Valerio Massimo, I. eglicompreso sederono 3, a motivo del 1

1 i,c. 1: A pud antiquos faentina seden- traditore Giuda, si confermò la contra-


te* cum viris cubanlibus coenitabanlj ria Superstizione. I numeri che loro pia-
quae consiietudo ex nominimi convictu cevano di più erano gl'impari, tre, sette
ad Divina penetravitj nani Jovis epulo o nove, secondo il documento di Vario-
T R I TR I 209
ne rifei ilo da Gellio, il qualeappuntocon- gli ebrei pure il capo de'banchetli prepo-
siglia dover essere il numero de'convita- sto all'ordine di essi dicevasi A rchitricli-
ti non minore di tre, né maggiore di no- no e Triclinarcha, benché si trovi in al-
ve, per alludere alle Ire Grazie o alle no- cuni scrittori chiamato Biclinium, per si-
ve Muse, con eguale proporzione e ordi- gnificar la stanza o cenacolo di due letti,
ne. Il Cancellieri nell'erudito suo opusco- mentre si appellò Telraclinium quella di
lo: Le sette cose fattili di Roma antica, quattro letti. Il Menocbio nelle Stuo re ci
con la spiegazione da' misteriosi attribu- parlò dell'ollizio dell' Archi triclino, nella
ti de' numeri Ternario e Settenario, dice centuria 1." cap. i5: Qual fosse l'qffizio

che numero Deus impare gaudetj quin- dell' Architriclino, parla nel
del quale si

di che il numero ternario si è creduto il cap, 2 dis. Giovanni. Riferisce con s. Gau-
più perfetto, di cui siasi servila la natu- denzio e il Baronio, che negli Sposalizi
ra, ed è notissimo il volgare detto, omnia usavasi dagli ebrei nel banchetto di noz-
trinimi est perftctum. padrone dellaca- Il ze disegnarsi un sacerdote per interve-
sa collocavasi sul letto a dritta in capodel nire al convito nuziale, acciò per la sua
desco, da dove vedendo l'accomodamen- autorevole presenza tutto procedesse con
to del servigio, poteva con maggior age- modestia e buona regola , e che desso è
volezza ordinare a' suoi schiavi quanto l'archi triclino ricordato dall'evangelista,

credeva opportuno. Egli riserbava un po- nel narrare le nozze di Cana in Galilea.

sto al di sopra di lui per uno de'convita- Soggiunge aver trovato, che gli antichi
ti,e uno al di sotto per sua moglie o qual- costumavano eleggere a sorte o in a lira
che parente. Il lelto più onorevole era maniera, tra quelli che intervenivano al
quello di mezzo; veniva in appresso quel- convito, chi ne fosse capo e governatore,
lo dell'estremità a sinistra; quello dell'e- e desse quegli ordini e prescrizioni con-
stremità a dritta era reputato il minore. venienti e opportune, acciocché il con-
L'ordine peli. "posto su ciascun letto e- vito passasse con ordine plausibile e al-
sigeva di non avere alcun individuo al di legrezza degl'invitati. Si diede molla im-
sopra di se, e il posto più distinto era l'ul- portanza a epiesto regolatore, a segno che
timo sul letto di mezzo, che chiamavasi giunse a dire Tito Livio nella decade 5
il posto consolare, perchè effettivamente (credo con esagerazione, sebbene ne co-
assegnavasi sempre a un console, quan- nosca 1' importanza), non volerci menu
do recavasi a pranzo da qualche amico. giudizio e accorgimento in saper ordina-
Il vantaggio di questo posto consisteva re un convito, che in disporre una bat-
nell'essere più libero per levarsi dal de- taglia per riportarne vittoria. Da'greci e
sco, e il più vicino a coloro che soprag- da' latini il soprintendente al convito fa
giungevano per parlare di affari. I con- chiamato con vari nomi, esprimenti l'au-
vitali slavano colobi sui letti, uno accan- torità che avea di governarlo. I greci lo
to all'altro, e mangiavano di fianco in si- dissero Simposiarchas , Tciclinarclui'i,
,

tuazione più vantaggiosa della moderna, Architriclinos. I latini li chiamarono, Ma-


per maggior facilitazione della digestio- gistros Convivii, Reges Mensae, Modipe-
ne. Poiché calcandosi dalla parte del pi- ratores, Arbilros }
Dictafores, Convivii
loro, avea più campo il cibo d'insinuar- do mino s. Orazio gli appellò, Coe/irt Patres,
si, e di triturarsi negl'intestini. Il sopra- e con vocabolo greco, Parochus. Questi
stante al triclinio si disse Architriclinus due ultimi vocaboli il p. Menocbio li cre-
e Triclinarcha. Il Magri nella Notizia de più convenienti a quelloche invita gli

de' vocaboli ecclesiasticit in quello di Ar- altri in casa propria, facendo la spesa e
chitriclinus , lo spiega capo o soprastante l'apparato della cena, voltando la parola
del convito ov' erano tre letti, e che tra Parochus in Praebilor. L'officio de' so-
VOL. LXXX.. i4
aio TRI TRI
pi-astanti a' conviti era 1' ordinate e pre- ciarlo. Avvezzi i pagani alla pompa di lo-
scrivete quanto e come si dovesse bere; ro fèste, all'allegrezze e tripudi co'quali
procurare che i ragionamenti fossero gio- si celebra vano, non erano tutti capaci d'in-
condi e insieme modesti, die niuno offen- nalzar la mente e il pensiero alie cose spi-
dessero, onde tutti i convitati più restas- rituali e celesti. Onde i vescovi permise-
sero allegri: all'energia dovea accoppiare ro, che nel celebrarsi le feste de'marliri,
la tranquillità e la modestia. Non sede- avessero i nuovamente convertiti qualche
va subito a tavola l'architriclino cogli al- onesto divertimento e diletto, e special-
tri,perchè dovea prima vegliare che tut- mente con conviti pubblici e popolari, ac-
to fosse ordinatamente incamminalo; e compagnate da regolate allegrezze e dal
per onorarlo, da'eon vitati gli si presenta- soave canto de'sagri inni e cantici. Così
vano le cose migliori e le più delicate vi- la Chiesa santificò convili e le cene fu- i

vande, per dar segno con queste cortesi nebri anniversarie, colle agapi natalizie
dimostrazioni, di loro piena soddisfazio- de'marliri, e colle agapi funerali nell'o-
ne; anzi i convitati nell'offrirgli tali omag- notare e suffragare i cristiani defunti; le
gi, vi riunivano il simbolico e misterioso, quali celebravansi con tutla religiosità e
con allusioni di lode alla sua solerzia e pietà cristiana, coU'iuvito de' sacerdoti e
vigilanza; perciò se gli porgeva il cuore, di tulli i poveri, vedove e pupilli. INe'pri-
in segno di grata affezione, e altre parti rni tempi si celebrarono nelle chiese e sul-
significative degli animali. Tanto e altro le tombe de'marliri, poscia si trasporta-
scrissero gli antichi dell'ardi Iridino, pre- i rono altrove, finché insorti degli abusi si
sidente de'conviti, soprastante alle men- fecero cessare. I triclini pe' pellegrini cri-
se del Triclinium,o stanza del cenacolo, stiani erano abitazioni aperte dall' ospi-
dal Piazza paragato in parte all'odierno Templi e al -
talità cristiana vicino a'sagri

Refettorio delle comunità religiose ; ma le Sagrestie (F.) piùcospicue; aveano an-

quivi regna il silenzio, solo interrotto da nesso il Bagno o le Terme, a somiglian-


utili letture e da tratti di edificazione vir- za de'refettorii gentileschi. Il dotto gesui-

tuosa. Si ha di Pietro Ciacconio, De Tri' ta p. Lupi, Dissertazioni sagre, disseti.


Romano Fulvi Orsini,
eli aio Appmdix, 1, p. Si, parlando de' Battisteri antichi
Romae in aedibus S. P. Q. R.i638.Das- e de'bagni e fonti esterni vicini alle basi-

sovio, Dissertano de accubitu helraeo- liche cristiane e aventi le loro porte, di-
rum ad Agnum Paschalem, Witteber- ce che non trovando fra gli architetti pa-
gaei6g8. Aldo Manuzio, De accumlen- gani chi non abbia fatto mistero sulle pro-
diet comedendi ratione inter ejusdem O- porzioni che doveano avere i loro tricli-
pusc. Girolamo Mercuriali , Dissertatio ni, uou poteva confrontarli con quelli che
de acculi tus in coena origine , Lipsiae in appresso l'ospitalità cristiana apri vi»

1 758. FilippoAntonini, Del Triclinio dei ciao alle chiese più cospicue nell'abitazio-
romani, Faenza 1 769. ni o Episcopio de' vescovi a ricovero dei
Anche cristiani ebbero Triclinii, per
i i Pellegrini {P.), o anco a fomento di ca-
ospizio a'pellegrini, e per solennizzare le rità fra 'sacerdoti minori e il loro capo, che
maggiori festivilà,con conviti derivati dal- quivi in alenile principali feste tutti in-
l' antiche Agapi natalizie e funerali dei sieme si leficia vi conobbe
vano. Egli però
primitivi cristiani, per celebrare le feste della somiglianza tra una e 1' altra di 1'

de Martiri; con costumanze e riti oppo- queste fabbriche, avendoe refettori] gen- i

sti al praticato da' gentili, introdotti dai tileschi e cristiani presso di se il bagno,
i

saggi prelati della nascente Chiesa co'no- dove poco prima di porsi a mensa si lava-
velli convertiti al cristianesimo, per allet- vano convitati fra 'gentili,! pellegrini fi a
i

tare juuggioi incute i gculili ad abbiac- uoi. Così i bagni Bell'abitazione Vaticana
TRI TRT 2ir
presso s. Pietro, e nel patriarchio Late- gio,dicendo inoltre nel voi. L,p. icfi delle
ranense, e nel monastero di s. Paolo sul- discrete pigioni dellecase.Da'secoli più re-
la via Ostiense, e in Lorenzo al campo
s. moti accolsero nel loro Palazzo aposto-
Vaiano , ubi lavantur pauperes fratres lico Pellegrini ed Poverìt gl'i ni ban-
i i

nostri, si conosce essere stati eretti e ri- dirono la mensa e li servirono a Pran-
storati da vari Papi, come lasciò scritto zo (V.), dopo aver loro fatta la Lavan-
Anastasio Bibliotecario, De viti? Roma' da de' piedi (V,). Presso la Sagrestia
norum Pontificum. Egli descrisse il bagno (P\) di molte chiese era l'alloggiamento
del Vaticano eretto da s. Leone 111 del de' pellegrini. Il p. Severano nelle Me-
79*) sull'andata de' gentileschi, alto, ro- morie sagre delle Sette Chiese di Ro-
tondo, luminoso e ornato. Ond'è che que- ma, discorredi molli antichi triclini. Par-
sta fabbrica, e quella del triclinio, in gra- la particolarmente del triclinio Vatica-
zia di cui era fatto il bagno , ragionevol- no eretto da s. Leone HI ossia un pa- ,

mente si potrà credere ricavata dal pa- lazzo con 80 stanze per comodità de*
gano. Parlando poi il p. Lupi della Tri- pellegrini, con un bagno pe' medesimi;
buna (P.) a capo del Triclinio Leonia- dipoi il palazzo fu convertito in abita-
no Lateranense, che poi descriverò, dice zione dell'arciprete, e si chiamò l' Arci-
che bene mostra l'errore che alcuni pre- presbiterato, finché fu demolito da Paolo
sero dal p. Rosweido, il quale unì insie- V nel 16 io nel fare l'attuale facciata e
me tre Tribune, dette Trichorus per quan- portico della basilica. Il medesimo Seve-
to descrissi al citato articolo, tanto separa- rano parla ancora del da
triclinio fatto

te, le altre due erano a metà del-


poiché Nicolò I nell'858, presso la Chiesa di s.

l'edilìzio, quanto essere state queste del Maria in Cosmedinjde\ triclinio eretto

triclinio Leoniano si scorge dalla sua pian- da s. Zaccaria del 741 sopra la torre che
ta, cioè la maggiore in fondo e rimpetto avea edificalo nel palazzo Lateranense,
alla porta d'ingresso , innanzi alla quale con pitture esprimenti tutte le parti del
tribuna si apparecchiava il convito, e nel- mondo, acciò successori mirandole nel
i

la metà del triclinio lateralmente una in- farvi le cene, si ricordassero che di tutte
contro l'altra erano le tribune destra e doveano aver pensiero, e fors'anco per-
sinistra. A Palazzo apostolico Latera- chè i che vi erano cibati si con-
pellegrini
wrnse notai i triclini dove i Papi benigna- solassero sapendo ch'erano di continuo
mente ospitavano Pellegrini, i i quali pu- presenti alla mente del sommo Pastore;
re si riceveano nel Diaconico (L.) delle inoltre s. Zaccaria avanti la basilica di

Chiese de\\e Diaconie caj-dinalizie, delle Teodoro I rinnovò il triclinio con orna-
quali riparlai a Titoli cardinalizi, e ne- ti di marmo, metalli, musaici e pittu-
gli CXrn/zì cretti eziandio presso le chieseo re. Ala il principale triclinio, di cui, per
sui loro portici, nel cui articolo tornai a quanto dirò, abbiamo un fac simile della
ragionare dell'ospitalità usata dagli anti- tribuna principale, era la basilica o Tri-
chi, dalle più colte nazioni tenuta per sa- clinio Leoniano detto Maggiore, edifi-
gra, massime a Roma, e di quella pure cato da s. Leone HI contiguo alle came-

praticata da'romani gentili, quali chia- i re papali, con>e affermano i rituali an-
mavano Parrocchie luoghi ove in Ro- i tichi , e particolarmente Cencio Came-
ma si riceveano gli ambasciatori e altri rario: Transiens Pontifex per ipsam
ospiti, e curati quelli che gli accoglievano e basilicam Leonianam, iutrat canterani
ne aveano cura. I Papi sempre ebbero pa- suam. Lo descrissero molti scrittori che
terni e speciali riguardi pe'forastieri, per- trattarono degli edilìzi del Lalcrano(L .),
sino ne' Tribunali di Roma e ne' Tributi e principalmente il custode della biblio-
(P.), ove tornai a ragionare dell'albiuag- teca Vaticana Nicolò Alemanni, De La-
ai a TRI TRI
teranehsibtts Parìetinisab. Illustriss. et cente all'ingresso dell' oratorio di s. Lo-
Reverendiss.DominoD.FraneiscoCard. renzo di Sa ncta, Sanctorum, ossia del ce-
BarberinoRestilutis,Dissertatiohistori- lebratissimo santuario della Scala San'
ca, Romae anno Jubilaeii625. Erudita- ta (V.). Poscia ne restrinse la descrizione
niente ragiona in i5 capi. i.°De Latera- del più interessante il p. Severano, e la
nensibus Parietinis alìorum opinione.?. pubblicò inU orna nel i63o, insieme al-
2. An
Carolus Magnushuiusfuerit au- la pianta non meno del Triclinio, co'di-
tor aedijicij.3.° Aedijicij huius autor segni de'suoi musaici, che della patriar-
Leo III Pontifex. 4-° Aedijicij huius no- cale basilicadi Laterano e dell'antico
mina et usui. 5.° Alterimi ciusdem ae- Patriarchio Lateranense, in cui si ve-
dijìcij nomen aliisque usus. 6° Duorum de ove sorgeva il Triclinio Leoniano. Di-
LeonisIIITricliniorumLatera neri tinnì poi tale pianta della basilica e patriar-
distinctio. 7 .° Musivum Triclinij a Leo- chio fu riprodotta con più dettaglio per
ne IIIfuissc paratimi. 8." Camerae mu- la sua grandezza , insieme a quella del
dfMMM quid praeseferat. g.° Dexterae Triclinio, sua tribuna e musaico, situa-
partis Apsidis inusivum quid raprae- lo quanto all' ingresso tra la basilica di
scntct. i o.° Sinistrae partis musivum Papa Vigilioeadiacenzedel SanctaSan-
quiddenotct.i i

Inscriptio Caroliima- ctorum e Scala Santa, quanto alla tri-
ginis explicatur. 1
2. ° Inscriptio Lconis buna maggiore accanto all'oratorio di s.
imaginis exponitur. i
3.° Quae dictasunt Nicola o bestiario de'Papi, dal cardinal
quinque habere difjfìcullates videntur. Raspolli nel i656, De Basilica et Pa~
i£.°An ius,et autori tatem Imperij trans- trìarchio Lateranensi. In quest'opera
fe.rcndi liane tabula contineat. 1 5.° An nel lib. 4» trattandosi del patriarchio, s'il-

huius tabulae inscriptionis translali lustra la basilica Leoniana o Aula de'Con-


Imperij causas indicent. L'insigne, co- cilii, le Scale sante, il Triclinio o la basi-
spicuo e celeberrimo Triclinio Leoniano lica Leoniana detta basilica Maggiore, e
è della massima importanza per gli accen- gli oraturii di s. Nicola e di s. Lorenzo o

nati argomenti, pel significato del figura- Sancta Sanctorum, ove un tempo si ve-
to da'musaici che ancora ci restano, sicco- nerarono le Teste de'ss. Pietro e Pao-
me accuratamente e con diligenza copiati lo [I \), e le basilica di Vigilio. In segui-
dagli antichi,onde in molti e gravi articoli to nelle opere minori si pubblicò la pianta
ne dovei ragionare, in uno alla dotta illu- del Triclinio riproducendosi quella del-
strazione dell' Alemanni e sue la vole.iscri- l'antica basilica e patriarchio, come lece
zioni, iconografìa e pianta del Triclinio mg.' Mazzucconi, nelle Memorie stori-
Leoniano, quella che esprime le vestigia che della Scala santa e del santuario
antiche dell'edifizio, nell'apside primaria di Sancta Sanctorumo oratorio di s. Lo-
e sinistra, quella che rappresenta questo renzo, de'quali ultimi sagri edifizi ancora
dopo il memorato restauro, cioè l'amido la pubblicò, con l'adiacente superstite tri-

primaria. Imperocché la pianta nella let- buna del TriclinioL< oniano; meni re
j
mg/
tera A
dà l'indicazione della primaria
ci Santelli nella dotta Disserl. sull'oltrag-
e superstite Tribuna o Apside a capo del gio fatto Leone III ed a Carlo Ma-
a.

Triclinio; la lettera B I' Apsidc destra gno, ci d'ambedue e di s.


die l'immagini
non più esistente; la lettera C V Apside Pietro, del musaico del Triclinio, oltre il
sinistra, le cui pareti furono riprodotte diseguo del musaico della tribuna del me-
nella 2." tavola; la lettera il Cubitorium D desimo esprimente Gesù Cristo che (\i la
ove i Papi convitavano, cioè innanzi al- missione agli apostoli. 11 Ciati» pini, / <-
la primaria Tribuna; la lettera E la por- tera Monumenta, par. i, p. 127: De ce-
ta del Triclinio, corrispondente e udiu- lebri Leoniano Triclinio in antiquo La~
IT
ter.
RI
Palatio constructo an. 797. Cesareo
Giuseppe Pozzi scrisse 8 Dissertazioni
sul Leoniano Triclinio, che furono mes-
se nella biblioteca di s. Michele in Bosco
to cospicuo
potersi
chiese,
marmo
il
TRT
suo Triclinio, ch'egli dice
annoverare fra il numero delle
siservì di colonne di porfido e di
bianco, con una preziosa conca
2.3

a Bologna. DeLaleranensibus Parie- di porfido, Aquam fundentem, le quali


tinis Dissert. hist.Additis, q uaeacl idem cose potersi giustamente ritenere che le-

argumenfum spectantia scripserunt C. vate fossero dagli edifizi profani demen-


Rasponiiis, e.tJos. Assemannus, Komae tili; e che la riportata descrizione d'Ana-
1756. Burrnanno, Tliesaur. Ital., t. 4» stasio fu poi riprodotta dal cardinal Bar-
par. 4-Ora eccomi in compendio a parlare berini tra le iscrizioni affisse allo stesso

del famoso Triclinio Leoniano e suo nota- Triclinio, cioè nella porta destra, comin-
bile avanzo esistente nel sito in cui fu edi- ciando però colle parole: Leo Papa III
ficalo per memoria dell'antico e colla più fecit, ec; altra iscrizione de'ristoramen-
possi bile somiglianza, poiché i fondamenti ti da lui fatti per conservare l'avanzo del
dell'antico si trovano nell'orto de'religio- nobile edilìzio pose alla sinistra e si leg-

si Penitenzieri Latr.ranensi,\ quali han- ge nel p. Severano. Il Triclinio Leonia-


no l'oratorio di s. Nicolò o Vestiario de' no si chiamò sala e basilica non che re-
Papi. Questo monumentogloriosoper las. gin, perchè in essa si facevano in alcuni
Sede degno della più. grande conserva-
e tempi diverse funzioni principali e sagre
zione, fu chiamato con diversi nomi, cioè da' Papi, alcune delle quali si celebrano
Basilica, Aula, Casa Maggiore, Regia, nelle Cappelle Pontifìcie, ove pure nar-
Accubito, Triclìnio Maggiore, Triclinio rai le altre, e così ancora feci ne'luoghi re-
Leoniano perchè edificato da s. Leone IH lativi, come nel voi. XLI , p. ^44» P ai'"
circa il 796, oltre a moltissimi musaici e laudo del Ficedomino (/ '.), che dirige-
pittine con che ornò Roma, come riferi- va e presiedeva sagri conviti, massimei

sce il IVovaes nella Storia di s. Leone III, quello solenne del giovedì santo. Il No-
celebrandone I' animo magnanimo e la menclatore (/'.) era l'uflìziale che d'or-
rnuui licenza. ÀnastasioBiblioteca rio chia- dine del Papa invitava alla sua mensa,
mò il nobilissimo edilìzio particolarmen- tenuta nel Archi triclinio Lateranense.
I*
'

te col nome di Triclinio Maggiore, nel In questo erano disposte più mense, una
descriverloesattamente colle seguenti pa- dellequali serviva al Papa, alla cui destra
role.Fedi Leo III in Patriarchio La- e sinistra erano quelle de'cardinali vesco-
teranensi Tricliniiun Maius super o- vi ,
preti e diaconi ed appresso ad esse
,

innia Triclinia, nominis suìs magnitudi- quelle degli e de' magnati.


altri prelati

ne decoratimi, ponens in eo fundamen- Tutti erano paramenti sagri, col-


vestiti in

tafortissima,et in circidtu laminismar- le mitre in capo; leggeva durante il con-


moreis ornavitj atque marmoribus in vito un cardinale diacono in piviale, e ter-
exemplìs stravi t:ct diversi columnis tam minato il Pranzo (F.), ove dissi le altre
porphyrcticis, quamque albis, et sciti- particolarità, i cardinali accompagnava-
ptis cum simul positis de-
vasis, et liliis no il Papa alle sue camere, e cogli altri
coravi t. Canterani cum apsida de mu- prelati tornavano a cavallo alle loro abi-
sivo, et alias duas apsidas diversas hi- tazioni , colle mitre in capo. Più comu-
storias pingens marmorum inerii.' tatio- nemente il Triclinio Leoniano fu appel-

ne pariter in circuitu decoravil. Il Ma- lato Accubito o Triclinio per le cene pub •
rangoni, Delle cose gentilesche e profa- bliche alle quali particolarmente era de-
ne trasportale ad uso e ornamento del' stinato. Fu poi nominato maggiore a dif-
le chiese, crede che s. Leone III cogli or- ferenza del Triclinio Minore, e degli al-
uumeulie musaici sagri co'uuali resetau- tri Triclini edificali nel medesimo palaz-
2.4 TRI TRI
zo Lateranense, i quali si chiamavano an- concham porphyrclic ani aquam futi-
cora Panetterie, destinate ad uso de' pel- dente/n (cioè quella fonte che Marango-
legrini, come quelli di Teodoro ! , di s. ni opinò che sorgesse nel Triclinio mag-
Zaccaria e di altri Papi. Il Triclinio Mi- giore), necnon pavimentimi ipsius mar-
nore Leoniano, detto pure basilica e Sa- moribus diversi* stravit. Nella dettai/
la del Concilio, fu edificato da s. Leone tribuna in capo alla basilica era una se-
HI, e fino a Sisto V fu con tal nome ap- dia pontifìcaledi marmo; e perchè in que-
pellato.Onofrio Panvinio credè che tale sto luogo non solo vi si pascevano pel- i

Triclinio fosse il maggiore, ma l'Aleman- legrini, ma si facevano ancora talvolta le


ni sostiene ch'era il minore; sebbene dal- cene solenni in alcuni tempi dell'anno,
le sue ragioni e dal riferito d'Anastasio, come il Natale e la Pasqua, si leggeva so-
osserva il p. Severano , non pare che si pra la detta sedia l'orazione: Deus cuius
possa dire che fosse il minore Triclinio detterà b. Petrum ambulantem ìnjlu-
o basilica l'edificala eziandio da s. Leo- ctibus ne mergeretur erexit, et Coapo-
ne 1 II, perchè questa fu fabbricata in luo- stolitm eius Paulum tertio naufragan-
go basso e al piano della chiesa Latera- m de profandò pelagi li beravi t : tua
te

nense e della propinqua strada; mentre Sancla dex ter a prò tegat domimi islam.
l'altra basilica o Triclinio era posta in al- et omnes coiwivantcs, qui de donis Apo-
to al piano de'corridori e stanze di sopra stoli tuihic laetantur. A'tempi del p. Se-
del medesimo palazzo. Può ben essere, verano andavasi dalla chiesa Lateranen-
che s. Leone IV, il quale 60 anni dopo se a questa basilica Leoniana per quella
restaurò la detta basilica e Triclinio , il porta esistente nella nave della porta san-
Triclinio maggiore e altre fabbriche di s. ta, e si saliva la scala lunga e larga che
Leone III, l'avesse alzata nello slesso si- vi conduceva, trovandosi nella nicchia o
lo più. elevata. Questa basilica Leoniana tribuna a manca la pietra poi collocati!
o Triclinio minore fu assai grande, colla nell'oratorio di Tommaso,
posta su \
s.

tribuna a capo di essa, ornata di musai- colonne marmo, creduta la misura del-
di

co, e con altre io tribune dalle bande, col- la grandezza di Gesù Cristo. Poco più ol-

la fonte iu mezzo, ornata di porfido. Era tre la metà della scala eravi un tramez-
poi dipinta attorno con diverse storie sa- zo con 3 porte o stipiti di marmo inta-
gre ,
particolarmente rappresentanti la gliati a fogliami, le quali, secondo la tra-

predicazione degli Apostoli alle genti, ac- dizione, appartennero al palazzo di Pi-
ciò i pellegrini di tutte le nazioni, men- lato in Gerusalemme, e per le quali o per
tre in essa stavano cenando, si riducesse- alcuna di esse più volte passò il Salvato-
ro a memoria, che i maestri loro erano re nella sua passione; che perciò i di voti

statigli Apostoli, e che da essiaveano ri- che dalla chiesa salivano alla basilica o
cevuto la fede di Cristo, che professa la sala, passando per tali 3 porte e voltan-
Chiesa romana cattolica e apostolica. Di do a destra, andavano pel corridoio del-
questa basilica e Triclinio lasciò scritto l'antico patriarchio alle cappelle di s. Sil-
Anastasio bibliotecario di Leone III: s. vestro le di Sancta Sanetorunij le qua-
Ilemque fedi in Palatio Lateranensi li porte Sisto V fece situare in capo del-
Triclini uni inirae magnitudini* decora- le Scale sante, avanti la cappella di Son-
tunt, enrn apsida de. musivo] sed et a- etti Sanctoruni. Finalmente il Triclinio
lias apsidas dcce.m , dextra, laevaque. minore e Leoniana si chiamò
basilica
diversa historiis demetas kabente.s A- ,
Sala del Concilio, perchè in essa Euge-
postólos gentib US pr•ae.dicanle.s,cohere.ii- nio IV vi compì quello generale di Fi-
tti hiisilntu: Constantinianae. In quo renze, e Giulio II e Leone X vi tennero
loco, ci accubita coUocavit,et in medio alcune sessioni del concilio generale di Lu-
TH I TRf 2i5
terano V. Tornando maggio-
al Triclinio le; e si disse la Letama solita recitarsi nel-
re Leoniano,si disse maggiore anco ber- V elezione o restituzione del Papa, colle
cile servì particolarmente per gl'impera- parole: Tu illuni adi uv a, le^Wcnle all'in-
tori, i re e altri potentati che venivano vocazione di ciascun santo, alla presenza
a Roma ad Limino. Apostolorum e per di Carlo Magno e della gerarchia eccle-
trattare altari. Volle (ormarlo s. Leone siastica e civile, con quelle particolarità
III più. magnifico e ornato degli altri Tri- e (orinole che ponuo vedersi nel p. Seve-
clini Lateranensi, colle ricordate molte rano. Quindi nel giorno di Natale 800,
colonne di marmo patio e di porfido, e nella stessa basilica Vaticana, s. Leone HI
con aliti marmi scolpiti e rappresenlan- proclamò Imperatore d'occidente Carlo
ti varie immagini, colla tribuna in capo, Magno, funse e coronò, rinnovando e tra-
le due tribune laterali, con musaici e pit- sferendo in lui come benemerito della,

ture esprimenti diverse storie. Quelle pe- Chiesa, l'impero occidentale; dappoiché
rò eh' erano intorno al Triclinio e nelle l'impero d'Occidente era terminato inMo*
tribune delle bande s'ignora che contenes- mi Ilo A ugustolo,e gl'i m pera tori greci d'O-
sero, il tempo avendo diroccato 1 edilizio, riente che ne aveano assunto le preroga-
e solo all'epoca del restauro della tribu- tive, per le loro eresie, scismi e persecu-

na principale nel 162 5, si vedevano ne- zioni contro la Chiesa n'erano decaduti,
gli avanzi della tribuna a sinistra alcune e perciò divisi nella comunione cogli oc-
pitture scolorite, rappresentanti un con- cidentali. Volendo quindi s. Leone III

vito e gente che mangiavano; ma mu- i che di avvenimento così memorabile re-
saici della tribuna principale che restò in stasse perpetua ricordanza, finì d'ornare
piedi, restaurati e rinnovati dal suddet- il suo Triclinio maggiore, e nella tribuna
to cardinal Barberini nipote d' Urbano principale vi fece rappresentare con di-
Vili, ailinchè non ne perissero le prezio- verse figure le seguenti azioni, spiegale
se memorie, furono descritti e spiegati e- ne'simboli dall'Alemanni, dal p. Severa-
saltamente dall' Alemanni. Col rappre- 110, da mg.' Santelli e da altri. In mez-
sentato volle s. Leone III (V .) lasciare zo alla calotta della superstite tribuna
un monumento di sua reintegrazione, e maggiore, iu tutta la parete di essa si ve«
delle traslazioni de'due Imperi, cioè dal- de l'antica pittura in musaico, iu cui è il

l' Occidente all' Oriente, e dall'Oriente Salvatore risuscitalo nel centro in piedi,
nuovamente in Occidente, per opera dei che tornato tra'suoi discepoli annunzian-
Papa nella persona di Carlo Magno. Pri- do loro la pace e inatto di benedire, ha uu
mamente debbo dite, che s. Leone III a- libro nella sinistra mano colle parole:/^/ j?
vanti che finisse d'ornare questo Tricli- T obis. Gli stanno da' lati undici Aposto-
nio, nel 799 fu iniquamente oltraggiato li e pel primo a destra il principe de'me-
da'ribelh Pasquale Primicerio e Campo- desimi s. Pietro, stringendo colla mano
Io cappellano della chiesa romana, poten- sinistradue Chiavi e la Croce greca con
ti nipoti del predecessore Adriano I, che due traverse. Mi sorprende come l'eru-
aveano ambito il papato, onde liberato ditissimo Alemanni, diedi tutte le ligure
per divino aiuto, si rifugiò in Francia da e il figurato ci diede belle spiegazioni, e
Carlo Magno, già da lui confermato Pa- che in più modi illustrò l'immagine di s.

trizio di Roma e Difensore della Chie- Pietro, perchè rappresentato con 3 Chia-
sa. Onorato dal principe, con esso a'29 vi, delle quali riparlai a Triregno, con
novembre 800 rientrò trionfalmente in due e con una, perchè col simbolico
pal-
Pioma, ed in s. Pietro giustificatosi dal- lio, perchè geroglifico della chiesa roma-
l'empiecalunniede'suoi nemici, fudi uno» na, come la sua immagine distinguevi da
vo da tulli acclamalo Pastore uuiversa- quella di s. Silvestro 1; nulla poi ci disse
2.6 TRI T 11 I

della Croce forse dal mosaicista capric- S.Leone III. ma ancora perchè egli si ser-
ciosamente anche in questo monumento viva di tale particolare molto, secondo l'u-
espressa con due sbarre, o Croce doppia, so de'Papi, nelle bolle e diplomi, di che
chiamata pati iarcaleegerosoliruitann, ed tornai a parlare a Sigilli pontificii. Di
anche apostolica. Tale Croce, originata più il Papa volle anche qui usarlo, in si-
dal greco orgoglio non fu mai propria
, gnificato della pace procurata e ottenu-
de'Papi; l'impugnai congravi autorità in ta coll'opera di Carlo Magno, il quale, di-
più luoghi, e con successo notabile, onde votissimo a lui, appena lo vide in Francia,
eliminare tale erronea credenza, ed an- intuonò siffatto inno angelico. Solto la
cora una volta imparzialmente tornai a mezzo dello stesso ar-
detta iscrizione e in
ragionarne nel voi. LXXVII,p. ia4> I2 ^> co si vede il nome di s. Leone HI con-
126, 127 , non senza rammentare dove giunto con quello di Cristo, cioè. il mono-
con più di proposilo criticamente ne trat- gramma rg- col nome LEO in modo che le
tai. Concludo, che Croce greca del mu-
la lettere Led Osono laterali al monogram-
saico del Triclinio Leoniano probabil- ma, e la lettera E vedesi nel suo mezzo.
mente è una impropria attribuzione degli IlPapa volle così denotare, che quest'o-
artisti, come in altri monumenti, la Cro- pera era stata fatta da lui , ma a gloria
ce latina essendo V insegna gloriosa del di Cristo e con l'aiuto suo. Quanto all'al-
sommo Gerarca della Chiesa universale. tra iscrizione che si legge in due linee sot-
Anzi ricordai nel vol.LXXlX, p. 5, ri- 1 1 to i piedi delle figure , sebbene contiene
parlando del cardinal greco-ruteno Isi- la missione degli Apostoli, si può nondi-

doro arcivescovo di Kiovia, che da Eu- meno dire che comprenda ancora l'an-
genio IV dichiarato legato a latere di Li- nunzio della medesima pace; poiché quan-
tuania, Livorno e Russia, per conferma- do il Signore comandò agli Apostoli di
re l'unione della chiesa greca colla latina, andare a predicare per tulio il mondo, in-
seguita nel concilio di Firenze, entrò in giunse loro prima che ovunque entrasse-
Mosc a, sede unita a quella di Riovia, pre- ro, avanti d'ogni altra cosa, annunziasse-
ceduto dalla Croce latina e da tre pasto- ro la pace. Dice l'iscrizione: Euntes do-
rali d'argento, poiché era pure metropo- ce/e omnes gentes baptizantes eos in no-
litano delle chiese di Russia. Con quest'i- mine Patris, et Fili/', et Spirititi Sa li-
storia volle s. Leone III alludere ancora eti, et Ego vobiscum sum omnibus die-

alle patite persecuzioni a imitazione di bus usane ad consumalionem studili.


Cristo, comechè innocente, al suo ritorno Nelrinfìanco destro dell'arco della tribu-
dando a'suoi la pace, alla riconciliazione na si scorge la figura del Salvatore sedu-
con essi, e alla sua piena reintegrazione e to in trono, in atto di porgere a s. Pietro,
restituzione dell' ubbidienza di tutti, nel altri spiegarono s. Silvestro I, le due chia-
modo il più solenne. Volle pure esprìmer- vi, e lo stendardo a Costantino I impera-
ti co'simboli tanto in uso in quell'età, la tore col manto e corona reale, i quali gli
pace data da Carlo Magno alla Chiesa, con stanno lateralmente innanzi genuflessi, il

estinguere le cospirazioni di Pasquale e Papa alla destra e l'imperatore alla sini-


Campolo, tranquillate le fazioni, puniti stra. Sulla testa di quest'ultimo vi è il suo
i ribelli, liberandolo cosi da'suoi nemici. nome: R. Constantinus, cioè Rex Con-
La pacificazione viene confermata dall'i- stantinus. Sopra S.Silvestro I non si vede
scrizione che fece porre nella curva ester- iscrizione alcuna, forse trovata consuma-
na dell'arcodella medesima tribuna: Glo- ta dal tempo (e perciò alcuni antiquari
ria in excelsis Deo, et in Terra Pax ho- interpretarono la figura per tal Papa, co-
minibus bonae voluntatis. Questa non so- me contemporaneo di Costantino I, men-
lo dimostra che l'opera del Triclinio è di tre altri reputarono esprimere s. Pietro),
T R I T P, I 5 7 i

quando gli antiquari col dotto Massa retti Sopra il Papa: ScssimusD. TV. Leo P. IJ .

da s. Severino vescovo di Te lese e segre- Sopra l'imperatore: D. N. Carulo Regi.


tario del concilio di Trento, verso il 56o i Il Dominus JYoster di s. Leone III allu-
cavarono copie di tali immagini e iscri- de all'averlo i romani confessato e rico-
zioni, secondo la quale il restauratore del nosciuto veroe legittimo Pontefice. Il Do-
musaico cardinal Barberini si servì per mino Nostro di Carlo Magno significa

far supplire le parti mancate per vecchiez- l'averlo i romani confessato e riconosciu-
za e intemperie. Le due immagini han- to per imperatore. A' piedi poi sotto di
no il Diadema cioè tondo quello di s.
,
tutti si legge in una cartella: Beate Pe-
Silvestro I come si usa co'sonti del cielo, tre dona Vita ni Leoni PP. et Vicloriani
quadro quello di Costantino 1 come si so- Carulo Regi dona. Questa fu l'acclama-
leva usare alle persone viventi ch'erano zione fatta in s. Pietro al Papa ed a Car-
stimate sante,sehbene in questo Inogonon lo, nell'atto che il incoronò il 2. In tut-

pare che abbia tal significato il diadema tequest'iromagini dunquee iscrizioni voi-
quadrato, essendo già Costantino mor-
I le esprimere s. Leone III l'istoria di sua

to fin dal 337, se pure non si volesse spie- reintegrazione e delle traslazioni de'due
gare che Leone III lo fece rappresen-
s. imperi, e si danno le seguenti spiegazioni.
tare qual contemporaneo di s. Silvestro Usuo abito pontificale denota la podestà
I. La forma del diadema quadro ha an- che ha la Chiesa e il suo capo visibile, non
cora un altro significato, che può meglio solo di sciogliere e legare, ma-di dare e
convenirgli, per concedersi a persone in* levare gl'imperi Sovrani (P.) quando
a' t

signi per virtù,che diconsi di mentequa- lo giudicò spediente, particolarmente A-


drala esimili a una pietra quadra, la qua- driano I, il successore s. Leone III e al-
le voltata d' ogni parte resta sempre in tri Papi. Il pallioche s. Pietro dà a s. Leo-

piedi e nello stesso sito, come la descris- ne III, vestito in abito pontificale e con al-
se s. Gregorio I nell'omelia d'Ezechiele. tro pallio, denota la sua suprema digni-
Nell'opposto rinfianco sinistro dell'arco, tà e reintegrazione, nella quale non fu di
le figure e l'iscrizioni che sivedono sono nuovo perchè sebbene gli conven-
eletto,
le medesime che vi fece s. Leone II ^con- ne fuggir da Roma, non per questo restò
servate bene sino a'terupi del p. Severa- privo della podestà pontificia, ma fu ri-
110, non ostante replicati incendi cui sog-
i conosciuto e confessato di nuovo per ve-
giacque il Lalerano, pe'quali patirono i ro Papa, com'era stato sempre. Delle 3
musaici dorati, divenendo bianchi per a- chiavi tenute in seno da s. Pietro, cosi
verne il fuoco consumate le foglie d'oro. parla l'Alemanni nel cap. 1 o. Triplici er-
In queste figure si vede s. Pietro seden- go Clave rum amplissimam Pelri ])o~
t

te in trono, vestito del suo abito ordina- tettateti» majorem denolavcrint : quid
rio pontificale col pallio, con 3 chiavi in pravter geminimi illud ligandi, solven-
seno, in atteggiamento di dare il sagro diane j'us ulterius innuevunt? Sci licei
pallio a Leone IH, e lo stendardo a Car-
s. senserunt potestatem Ulani quae ad ,

lo Magno, che gli stanno ginocchioni la- continendani, in officio Christianoruni,


teralmente a'piedi, ambedue col diadema Rempublicam, Petro concessa est t adci-
quadrato. A destra è s. Leone III vesti- vilem quoque statum tempcrandum ...
to pontificalmente e col pallio, ricevendo- Tertiae igitur Clavis mutine est illuda
ne un altro. A sinistra Carlo Magno col quod ex ligaudi , atque solvendi jure,
suo abito ordinario, colla corona e man- consequitur, nenipe saecularia ad spi-
to imperiale. Sopra ciascuno di essi si leg- ritualia, dirigendi auctoritas. Quamob-
gono nomi. Sopra s. Pietro o meglio
i
, rem aptissime ad rem praesentem, Cla-
alquanto dal destro lato Scs. Petrus. : vis Petro appingitur triplex,quippe qui
voi.. LXXX. i5
2.8 tu i t n t

stiam Ulani potestatem tronvérterit ad nio, divenuto Arcipresbilerato, si trova-


temperandum Imperlimi. Queslo simbo- rono medaglie coll'epigrafe: Rex Caro
lo era molto in uso al tempo eli s. Leo- lirs. La traslazione dell'impero fu espres-

ne III, e soleva porsi in qne'mnsaici, nei sa anchecoll'operatoda Costantino l,che

quali si dovesse dimostrare la podestà del- da Roma !o trasferì a Costantinopoli, e


ln Chiesa sopra l' Impero; in prova di ciò dopo il battesimo confermalo imperato-
basterà addurre il solo musaico posto nel re e difensore della Chiesa) chiamalo re
X secolo al sepolcro dell'imperatore Ot- perchè anco con tal titolo talora furono
tone II, che al presente esiste nelle Grot- appellati gl'imperatori. Il Triclinio Leo-
te della Chiesa di s. Pietro in Valiea- niano, oltre sì memorabili cose, fu degno
no, e quanto sulle Chiavi Pontifìcie (V.) di grande venerazione per molte sagre
le

tornai a dire nel voi. LUI, p. 5 e altro-i funzioni che vi fecero i Papi. Solevano
ve. Carlo riceve stendardo genuflesso,
lo tenervi convito il giorno di Natale , coi

acciò si conosca che la podestà che han- cardinali e primati del clero; ma per es-

no gl'imperatori e potentati cattolici del sere esposto a tramontana e perciò fred-


mondo, la ricevono in certo modo dalla do nell'inverno, Gregorio IV Papa del-
Chiesa romana eda'successori di «.Pietro, 1*827 k' ce nn altro Triclinio in luogo più
vale a dire quando Papi approvavano
i basso e più comodo , del quale si servì
l'elezione degl'imperatori d'occidente,che anche il successore Sergio II; o come vo-
terminarono nel 1806. E perchè lo sten- gliono altri, ambedue qne'Papi si servi-
dardo non era segno d'imperatore, ma rono talvolta del Triclinio Leoniano, del-
di patrizio o difensore della Chiesa; acciò lo ancora come maggiore Architriclinio
non si credesse che allora gli fosse data Lateranense,eà altresì del Triclinio Leo-
quella dignità che possedeva, lo fece rap- niano minore o Sala del Concilio. Ad essi
presentare col manto e corona imperiale Papi succeduto nell'847 • beone IV, he (;

ch'esso gl'impose nella chiesa di s. Pietro, restaurò perfettamente I' Architriclinio


sebbene nel resto coli' abito suo ordina- Leoniano, tornarono egli ed i Papi succes
rio, col quale trovossi quando all' im- sori a farvi le solile funzioni, ed i conviti
provviso e senza che Carlo ne sapesse solenni nella Pasqua, dopo essersi recali
cosa alcuna (secondo diversi scrittori ),
dalla basilica Liberiana con solenne pio
fu dal Papa acclamato e coronato im- cessione diCavalcataci !) al patriarchio,
peratore. Neil' iscrizione viene chiama- e dopo aver in questo distribuito il do-
lo re ,
perchè solo nel!' acclamazione fu nativo del Presbiterio (( .). Indi Papa il

nominato imperatore; e s. Leone IIInon veniva condotto in questo Architriclinio


volle nel monumento olFender la mode- nella tribuna maggiore . ove era prepa-
stia di Carlo, che mal volontieri accettò rato e ornalo l'accubito o leltisternio col
ilnome imperiale, come allenila Egmar- la mensa pel Papa, in memoria dell'ul-
do nella sua vita. Perciò volle continua- tima Cena del Signore, onde e come nar-
read esser chiamato re, anco per non pro- rai altrove, intorno alla mensa erano pre-
vocare il risentimento dell' imperatore parati banchi in forma parimenti di tri-
1 1

greco, ed infatti queslo poi prelese di ne- ti peri 1 cardinali, cioè 5 Diaconi, 5 /'re-
gare Imperatore d'occidente tale ti-
all' ti, ed il Primicerio della s. Sede (fera'
tolo, chiamandolo Re (P'.); e questa for- mente e come diffusamente dichiarai al

se \\\ la causa perchè il Papa nell'altro suo articolo, il Primicerio della s. Sede
Triclinio che fece poi in s. Pietro, aven- non era cardinale; se debba intendersi il

dovi parimenti fallo dipinger Carlo, non Primicerio della scuola de' Cantori, che
lo nominò imperatore, ma Carolila Pria- secondo alcuni Ordini Romani sedeva in
reps; e quando fu atterralo tale Tricli- detto convito, neppnr egli era cardinale,
TR l T R I iics
liciti nell'elezione tle' Papi si sottoscrivea ticolarmente la distribuzione delle Pal-
<lopo I ulliiuo cardinal diacono colla for- me (F.),\e quali benedette nella basilica,
molo : Primicerius Scholae Canlorum di s. Silvestro I, si portavano in questo
liiudo. et confirmo); oltre uno sgabello luogo e il Papa le distribuiva. In questo
innanzi alla stessa mensa pel Prioredét- Triclinio s.Nicolò I nel!'86i die la senten-
to basilicario (cioè della basilica di s. Lo- za contro Giovanni i o.°arci vescovo di Ra-
renzo ad Sancta Sanctorum, perciò det- veuna,alla presenza di molti vescovi con-
lo pure Prior basilicae. s. Laurentii de gregati, e nell'istesso l'arcivescovo venne
Palatìo, che nel Possesso del Papa gli umilialo a disdirsi, ponendo la dichiara-
dava la Ferula e le Chiavi della basilica zione e palinodia scritta di sua mano sul-

Lateranense e del Patriarchio, ec. Eravi le reliquie della ss. Croce, sopra i Sandali
il collegio e la Srholam Basilieariam, del Signore, e std libro degli Evangeli;
ScholaBasilicae cum Clerici Basilicarìi poi ripigliandola e tenendola in mano fe-

ministrantibus Papae, spedalini sarra ce con alta voce il solito giuramento alla

agenti in basilica Pala di, sive ». Lauren- presenza dello stesso sinodo, e nel di se-
tii ad ss. Sanctorum deqoBlì era capo il guente vi tornò di nuovo a ricevervi le
t
deUoPrioreBasilicario come può veder- t
correzioni e le penitenze. Il medesimo s.

si nel Morelli, Ritus dandiPresbyterium), Nicolò I vi congregò un altro coocilio,per


a cui il Papa poneva in bocca un poco la causa di Rotado vescovo di Soissons.
dell'agnello che avea benedetto,dicendo- Insomma l'Aichi triclinio di s. Leone III
gli: Ouod facisy fac citius, sicut ille ac- servì non solo per cenacolo a quel Papa
cepit ad daninalioneni tu accipe ad re- e successori, che si vuole vi convitasse Car-
mi ssionem.U Papa Io
resto dell'agnello il lo Magno dopo la coronazione; ma per
dava agli r i cardinali che seco mangiava- luogo ancora da trattarvi i gravi alfari e
no, e ad altri secondo il suo beneplacito. negozi pubblici della Chiesa, come si pra-
Verso la metà della cena l'arcidiacono ticò poi nella sala del concistoro. Questo
ordinava al diacono, che leggesse una le- antichissimo e nobilissimo monumento,
zione, per la quale l'osliario avea prepa- dopoché il cardinal Barberini losalvò dal-
rato il iettorino o leggio col libro dell'o- la totale rovina (prima che divenisse nel
melie; e leggeva sinché l'arcidiacono gli 1627 arciprete Lateranense, e dopo la sua
faceva cenno che tacesse: allora il Papa rinunzia non poco contribuì per risarcire
comandava che facesse veni-
all'accolito e ornare l'oratorio dell' arciconfraterni-
re i cantori, i una sequen-
quali cantavano ta del ss. Sagramento della sua patriar-
za in musica coll'organo, e finito il canto cale basilica, quale oratorio è situato
il

andava no a baciar il piede al Papa, rice- sotto la cappella di s. Lorenzo di Sancta.


vendo da un cappellano una moneta det- Sanctorum, e n'è protettore il cardinal
ta bizantino, e dal Papa una tazza piena arciprete, che vi prende possesso dopo a-
di vino, che giù egli avea gustato. Ne'due verlo preso nella basilica, come notai nel
seguenti giorni ivi si faceva il medesimo voi. LXXV, p. 25o), avendo Clemente
non però colla medesima rappre-
-convito, Xll adornata la basilica Lateranense col
sentazione dell' Agnello Pasquale; altre sontuoso nuovo portico e magnifica fac-
cene pubbliche e altri banchetti solenni ciata esterna, per maggiormente ingran-
si facevano col clero per altre festività dire la gran piazza, su cui il Triclinio at-
o per la venuta d'imperatori, re e altri tuale forma il prospetto, e perciò spiana-
principi,e anche dopo la Coronazione'del- ta la peniteuzieria nel cui lato settentrio-

l' Imperatore (V.). Inoltre in questo Tri- nale era il Triclinio antico ch'era necessa-
clinio Leoniano si celebrarono altre fun- rio di togliere, nel 1737 pensò di con-
zioni sagre che ripeto descrissi altrove,par- servarlo. A tale effetto ordinò che la super-
220 TR I TR I

stile tribuna maggiore fosse segata nella XII, con idonee testimonianze di-
lib. 3,

sua volta, e per un ponte di legno di i 68 fese questo Papa dalla censura posta nel-
piedi fòsse trasportata intera presso il lalapide. Ma che andò distrullo l'antico
muro dell' oratorio di s. Lorenzo della musaico, è un fatto che confessò l'altro
Scala Santa (della quale, del suo colle- fiorentino Vettori, nel Fiorino tP oro
gio Sisti no, e de'i ecenti scavi fatti nelle illustrato. anno Benedet-
Neil' istesso
adiacenze riparlai nel voi. LXVII,p.io5), to XIV fece incidere una medaglia col-
e stabilirla a questa laterale con nuovo la sua effigie, con camauro, mozzetta e
edilìzio. Ma sembrandone poi assai diffi- stola, e nel rovescio fece esprimere l'ansi*
cile l'esecuzione, pel pericolo che il mu- de o tribuna del Triclinio Leoniano, col-
s&\co,opere vermicidato,sì sciogliesse,ab- localo in detto sito, di fianco alla faccia-
bandonò l'idea del trasporto, e comandò Lateranense,
ta principale della basilica
che copiate accuratamente in pitture le con l'epigrafe: Triclinii Leoniani Pa-
immagini e rappresentazioni, si decompo- rietinis Restituii?. Poscia il Papa fece
nesse il musaico pietra per pietra, e col memoria dell' operato nell' allocuzione
mezzo della copiata pittura si rinnovasse Annus Jubilaci, pronunziata a'3 marzo
r
nel luogo destinato. Ala sebbene vi spese ij/±C),Biill. Bened.XIf ,\. 3,p. 54, col-
2000 scudi, come scrive Novaes, o fosse la quale eccitò i cardinali alla riparazio-
la difficoltà dell'impresa o altra cagione, ne di loro chiese. Per le intemperie de'
la mirabile opera tutta si sciolse, e total- tempi a cui è esposto l'edificio, avendo
mente peri, come deplora Marangoni,con molto sofferto, Gregorio nel 83 XVI 1

sommo dispiacimento degli amatori del- ordinò provvidamente che con tutta di-
lasempre venerabile antichità e della sa- ligenza e solidità fosse racconciato in ogni
gra archeologia. Il successore Benedetto sua parie, onde neh 835 si vide intera-
XIV sino da'primordi del suo pontifica- mente ristorato nel pristino stato, come
to pensò di ristabilire nel miglior modo rimarcarono il Nibby nella Roma nel
possibile questa celebre e antica memo- 1 838, ed il Guida me
Melchior."! nella
ria; ordinò pertanto nel 1743 che presso Iodica di Roma, siccome monumento tan-
il lato orientale della stessa cappella di s. to glorioso e illustre, non meno alla sto-
Lorenzo, e di prospetto alla Porta s. Gio- ria ecclesiastica che al Pontefice romano,
vanni, con disegno del cav. Fuga si er- per l'importantissima parte Simbolica di
gesse un'ampia e ben disegnata tribuna, si comune uso nell' antichità ne' sagri
ove con musaico il più diligente e accu- Templi(F.) e a\U\ edifizi ecclesiastici, tut-

rato delineate fossero tutte le sagre im- ta dimostrante la sublimità e l'eccellen-


magini già anticamente espresse nel tri- za dell' autorità pontificia, superiore a
clinio di s. Leone 111, giusta gli antichi quella di" tutti i re, e sovrani del mondo,
lineamenti conservati in un codice Vati- come dichiarò con queste manifestazio-
cano. Eseguita la rinnovazione del mu- ni s. Leone 111 nell'anno stesso che dedi-
saico, quale dissopra lo descrissi, con plau- cava l'opera a Carlo Magno. Acciocché
so fu ammirato dagl'intelligenti. Di più poi non fossero i simboli capricciosi, ma
vi ristabilì a destra l'iscrizione d'Anasta- secondo il costume ecclesiastico, fu sta-
sioBibliotecario, a sinistra quella del car- bilito dagli antichi Papi il celebre colle-
dinal Barberini, ed in mezzo vi pose la gio de'Leviti Edili, il quale presiedeva a'

propria dichiarante l'operalo, e come sot- sagri edifizi: che questo collegio durasse
to Clemente XII per imperizia e difficol- a'tempi di s. Leone 1 1, non vi è luogo a
1

tà musaico erasi interamente scompa-


il dubitarne pel riferito dal dotto Aleman-
ginalo. L'iscrizione trovasi nel Marango- ni nel cap. 12. Ne.c dubium cum Leoni*
r
ni, ina mg. Fabro ni, De vita Clementi* 111 tempestate, ac diu post antiquissi-
T R I TRI 221
mum oc pracstantissimum AcdiliumLc- l'altro si sa della sua vita, se non ch'ella
vitarum Collegium per dur averi t, quo- disprezzò1' illustre sua nascila e le im-

rum niunus fuit sacri s ae dìfidi's faci'lin- mense ricchezze che possedeva, per con-
di's processe. Leonis III, Levita Acdilis, sagrarsi al Signore; che si segnalò colla
in sacello, quoti ante Sixtianam demo- sua umilia e col suo amore per la peni-
lì lionem pone Triclini uni de quo agi- tenza ; che arrivò ad un alto grado di vir-
mas cxlabatyhunc in modani inscripsit: tù, e fu favorita del dono de'iniracoli. E
Curante N. Lehita Petri, ad honorem menzionata dal Butler il giorno 8 d' ot-
Archangelorum,Lco Tertius Papafie- tobre.
ri jussit. TRI DUO, Triduuni,Supplicatio. Spa-
TRICLINIO LEONI ANO. V. Tri- zio di pii Esercizi e d'ivole Preghiere con-
clinio. tinuate nel corso di tre giorni, spazio det-
a
TRICOMI A. Sede vescovile della i. to pure Triduano e Triduana come ,

Palestina nel patriarcato di Gerusalem- Quattriduano e Qualtriduana dicesi il


me, sotto la metropoli di Cesarea, eretta periodo di 4 giorni. Gli antichi monaci
nel IX secolo, chiamala anche Tricopia ebbero preghiere continuate per 3o gior-
e Tricorica. Non devesi confondere, con ni, tempo che chiamarono Tricenario

Tricomiasede vescovile della 2." Arabia, ove dissi de' ZWce/sttrt/ì o spazio di 3oan-
egualmente nel patriarcato di Gerusa- ni,in capo de'quali gentili facevano ren-
i

lemme, sulFraganea della metropoli diBo- dimenti di grazie a'numi loro; e dissi pu-
stra. Tricomia di Palestina sotto la domi- re delle feste Triennali de* medesimi: in-
nazione de'turchi, Tricomien, è un tito- oltre ricordai altre feste ed epoche reli-
lo vesco vile in partihus,de\\'arc\ vescovato giose di periodo commemorativo, tanto
simile di Cesarea, che conferisce la s. Sede. degl'idolatri, che degli ebrei e de'cristia-
Tra tali vescovi ricorderò Gio. Emanuele ni, come di funerali. Il Cancellieri nelle
Moscoso, che Clemente XIV trasferì alla Sette cose fatali di Roma, copiose eru-
sede vescovile di Tucuman ossia Cordova dizioni riunì sui misteriosi attributi dei
d'America. Per morte diTommasoMagui numcr* Ternario e Settenario. Noi cristia-
reche n'era stato insignito, Gregorio XVI ni veneriamone! numero di tre la ss. Tri-
nel concistoro de'i5 aprile 1 833 lo con- nità (F.), e facciamo commemorazione
cesse a Giuseppe de Chelkowskidi Posna- affettuosa e di vota delle tre ore di agonia
nia, canonico di quella cattedrale e par- del nostrodivinoRedentore;diciamoTW-
roco, dichiarandolo sulfraganeo dell'ar- sagio (F.) l'inno in cui ripetesi 3 volte la
civescovo di Posnania, per quelle quali- parola Santo; e Triduo della Settima-
tà che riferì nella proposizione concisto- na santa ( V.) gli ultimi 3 giorni della me-
riale. Indi lo stesso Papa nominò vescovo desima. Anticamente dicevansi Lamen-
di Tricomia e coadiutore del vicario apo- tazioni i 3 giorni della medesima, rner-
Tunkino orientale, a'20 giu-
stolico del coledì,giovedìe venerdì, in cui esse si can-
r
gno 845, mg. fr. Domenico Marti do-
1 tano, cioè treni di Geremia. Triduo dun-
i

menicano. Dopo la sua morte, il Papa Pio que è propriamente il periodo di 3 gior-
IX il 1 ."dicembre 1 854 conferì il titolo di ni ne'quali appositamente si fannospecia-
Tricomia al vescovo coadiutore dell' at- li preghiere e di vote pratiche in onore
tuale vicario apostolico del Tunkino cen- della ss. Trinità, di Gesù Cristo, della B.
trale, come si ha dalle Notizie di Roma. Vergine, de'Sanli e Beati, in preparazio-
TRIDUANA (s.), vergine. Fioriva in ne alle \ovo feste, ovvero per implorare
Iscozia nel VI secolo, e vi ha molte chie- l'efficace loro soccorso e patrocinio ne'no-
se e cappelle nell'Inghilterra settentrio- stri straordinari bisogni in questa terra
nale, le quali portano il suo nome, Nul- di miserie, temporaneo albergo di nostra
iti TR I TR 1

esistenza, ed anche di ringraziamento per mini, compilalo dal eh. mg/ Arcangelo
benefìzi ricevuti. Sono talvolta queste Iri- Gainberiui bolognese. Ne riporterò alcu-
duane supplicazioni accompagnate dal s. ni per la loro bellezza. Triduo del Cuo-
Sacrifizio, da Sermoni, da' Panegirici, re di Gesù: Incipit supplicatio in Tri-
ed hanno termine col canto delle Litanie, duum honori ss.Cordis /('.vH.DeIIMmma-
del Tantum ergo, e colla benedizione del colata Concezione di Maria: Incipit sup-
ss.Sagramento, talvolta nel 3.° giorno in- plicatio in Triduum honori D. N. Ma-
tonandosi Te Deum. Si celebrano
il i rine Labis Nesciae. Del Patrocinio di s.

tridui più o meno solenni, in epoche de- Giuseppe: Incipit supplicatio in Tri-
terminate e straordinarie, come gli Ot- duum honori s. Josephi oh patrociniuin
r
tavarieìe Novene (t- .). Dfogni specie di ejusimplorandum. Di suffragio de' de-
tridui ragionai a'Iuoghi loro, e quanto ai funti Pro piis Manibus ... Supplicatio
:

solennissirni,pochi pel numero quasi con- ad expiationem admissortim... In Tri-


temporaneo e pel complesso delle circo- duum Piis Manibus defunctorum civium
.

stanze eguaglieranno quelli da tutto l'or- ritti solarmi in Triduum perii tatur. Ce-
be cattolico celebrati con immensa effu- lebrare triduo solenne : Triduana sol-
sione di tenera divozione, per solennizza- lemnia obire. Fatto un triduo per im-
re il decretalo dogma dell' Immacolato plorar l'aiuto celeste: Praesidio ... Tri-
Concepimento diMaria Vergine, ed un co- duum precibiis imploralo. Annunziato
pioso numero ne descrissi nel vol.LXXIII, un triduo: Sttpplicationein Triduum in-
p. 4 2 € seg. nella mia slorica narrazione diata.
del grande e memorabile avvenimento. TRIESTE (Tergestin). Città grande
Abbiamo di s. Alfonso di Liguori, Rao- e floridacon residenza vescovile dell'im-
colta di Novene, Ottavari e. Settenari, pero d'Austria nell'I lliria, capoluogo del
Milano 1817. Tridui e divozioni per le governo e della piccola divisione partico-
feste principali del Signore , della ss. lare del suo nome, a 20 leghe da Lubia-
Verginee d'altri santi, Roma 770. Va- 1 na, più di 25 da Venezia e 76 da Vieti»
nalesti, Discorsi per le Novene, Venezia na; situata all' estremità nord-ovest del
1752. Prola, De Novendialibus suppli- golfodi Venezia, alle faldeesul fianco d'u-
cationibus , Romae 1 7 1 4- Innumerabili na montagna, in fondo al golfo di Trie-

poi sono i tridui pe'santi, per la 13. Ver- ste formato dall'Adriatico, di cui deter-
gine e pel Signore, pubblicati colle stam- mina l'estremila nord-est, sulla costa oc-
pe. Ve ne sono pure ascetici di pie me- cidentale deli'llliria. Sede del proprio par-
di lazioui,come il Triduum sacrimi prae- ticolare governo, di uno de'due governi
cipuc Religiosoriim usui accomodatimi, che compongono il regno d' Illiria e di
auctore R. p. Aloisio Re liccio Socie la- cui forma col nome di Trieste le parti
ti* Jcsu et s. theol. dottore. Acccdit Ap- meridionale ed occidentale, comprenden-
pendix de methodo expedite meditan- do l'antiche provincie del Friuli in par-
di, AuguslaeTaurinorumi835. Si ha pu- te, di cui è ora capitale Udine, e dell'/-
re del gesuita p. Francesco JVeumayer, stria totalmente ;
1' altro governo
risie-

Triduana cxercilia auae ad re susci' dendo Lubiana. Le grandi isole di Ve-


in
tandam gratiam sacerdotalem sive in glia, Cherso, Oserò e altre meno impor-
communi convelliti, sive in solitario se- tanti , dipendono da questo governo di
cessu instiluti possimi, Moguntiae 855. 1 Trieste, che divideii in due circoli, quel-
L'altro insigne gesuita Stefano Antonio li di Gorizia e d' [stria, i (piali attra-
Morcelli, con aurea latinità dichiarò le di- versano l'estremità dell'Alpi Giulie che li
verse specie de'sngri tridui, come leggesi rendono montuosi. Inoltre Trieste è sede
nel Lexicon /'pigra/ritieniti Morcellia- della corte superiore di giustizia perGori-
X 11 I T K I 223
zia, Gradisca. Istria, nonché del governo che domina la città tutta, in prossimità
centrale marittimo. Un tribunale provin- delduomo, e donde si gode il bel pano-
ciale civile e criminale provvede alla giu- rama di Trieste e dintorni , lo spazioso

stizia civileepuniti va ini. 'istanza, un ti ibu- mare e porto con que' tanti
il ancorali na-
nale mercantile alle cose di commercio e vigli che formano un quadro imponente
di mare, una pretura alle liti minori ed a e maestoso. Dentro il recinto dell'aulico
ipielledi campagna. Il commercio ha pro- Campidoglio vi era una rocca, guasta as-
pria rappresentanza nella consulla e de- sai per le guerre patite e inetta a vigoro-

putazione di borsa, csempre più Trieste sa difesa, quando nel if\"jo capitanando

diviene l'emporio commerciale, come la Giorgio diTscheruembl, essendo triestini i

chiave tra la Germania e l' Italia, lai. sovente in discordia fra loro, e frequenti
commercio della monarchia au-
piazza di perciò nella città i tumulti, venne delibe-
commercio marittimo, massi-
striaca pel rato di costruire un cartello regolare, .in-

mamente della Germania meridionale, die per timore delle scorrerie turche e
dell'lllirio e della Schiavonia; per cui vi delle sorprese de' veneti, ma precipua dif-

risiedono i cousolidi quasi tutte le nazio- ficoltà offriva la proprietà del terreno
ni d' Europa e degli Stati-Uniti. Come ch'era occupato dall'episcopio, dal con-
capoluogo di governo provinciale, Trieste vento della Cella e dall'ospedale. L'im-
ha tulli gli uffizi che a questo ramo di peratore Federico 11 I ne ordini) la costru-
pubblica amministrazione si addicono, e zione, che cominciò a mandarsi ad effet-
che dalla condizione di porto-franco di to durante l'occupazione veneta del i5o8,

mare sono richiesti; cos'i pure la finanza, per opera del comandante Alvise Zeno e
la di cui amministrazione superiore si è del provveditore Francesco Cappello: ol-
ancora quella delia Dalmazia. Alle cose tre la rotonda maggiore, altra torre e im-

militari di terra presiede un comando mi- portanti fortificazioni vi furono fatte, ed


litare, a quelle di mare il comando supe- il bastione che guarda il levante ha an-

riore della marina. L'imperiale e regia cit- cora il nome di Venezia. Il castello fu poi
tà di Trieste collacampagna forma un sol assai avanzato sotto il capitanato del con-
comune, al cui reggimento presiede il ma- te Giovanni deHoyos fra i546e il 558,
il e

gistrato, collegio di 4 assessori ed un pre- e portato a totale compimento neli68o,


side, i quali intendono al politico e alia insieme al forte s. Vito sulla vicina colli-

giustizia punitiva per gravi trasgressioni na e cominciato nel 627. Nel castello a- 1

di polizia. Nelle cose che sono d'animi- veauo abitazione capitani, podestà e pre-
i

lustrazione comunale provvede un con- sidenti di Trieste fino al 1770 circa, con
siglio unitamente al magistrato, or mi- cappella e ampio giardino, fra il duomo
nore di io cittadini, or maggiore di .\.o, e la via s. Michele. Erauvi i quartieri dei
a seconda dell'importanza delle cose. 11 soldati, le carceri pe'rei di stato, la torre
municipio è immediatamente sottoposto delle poi veri e amplissimi sotterranei tut-
all'i, r. governo provinciale, senza frap- tora esistenti. Oltre gli assedi falli da' va*
posizione di ufficio circolare o delegazio- neli, vigorosamente sostenuti, nell'otto-
ne che in Trieste non vi è. Si divide la bre 181 3 soffri forte cauooueggiamtnto
città in vecchia enuova. Lai. provasi in dagli austriaci e inglesi alleati, che costrin-
una eminenza del monte Tiber coronata sero il 700 uomini
presidio francata di
da uà castello o cittadella che la difende; alla resa; pure per la sua favorevole po-
a
la 2. che dicesi Teresiana o Tlieresien- sizione, malgrado un mese di blocco cir-
sladtjdÀ più regolare costruzione, si esten- ca, non fu aperta la breccia, tanto le o-
de in pianura traversala da uu canale. pere sono solide, le quali nel resto iiou su-
Sorge il castello sulla sommità del colle do spregevoli avuto riguardoalla couJi-
2^4 1' * l TR I

zione della città ne'lempi in cui fu eret- za v'era l'aquila imperiale, ed a destra e
to il castello. Essendosi Trieste di molto sinistra l'insegne del capitano Cobenzl, e
dilatalo, non fu bastante un sol castello della città consistente in uno scudo d'o-
per difendere la città, e perciò vennero ro e di colore roseo trasversalmente ri-
fabbricali due lazzaretti, il rinomato mo-
i con un'aquila doppia ne-
partito, di sopra
lo di s. Carlo, il molo grande, e le baite- una sbarra d'ar-
ra e coi onata, di sotto con
ne di Zaulee s. Andrea, essendovi pure gento e un'aquila nera rovesciala. Dalla
l'arsenale dell'artiglieria. La città è divi- parte opposta dell'arco sulla chiave leg-
sa in contrade o sezioni, distinte per nu-
t) dal S. P.Q. T. posta a Leo-
gesi l'epìgrafe

meri progressivi: si suole ancora dividere poldo 1 per la vittoria e presa di Buda.
in 4 parti, cioèCittà Vecchia, Città Nuo Al medesimo il comune nel 1660 innal-
va oTeresiana, Città diGiuseppe II, e sob- zò qui una colonna colla statua di bronzo,
borgo Franceschino o di Francesco 1. Ha quando si recò a Trieste, che poi nel 1 808
le vie generalmente bene fabbricate e re- fu trasportala sulla piazza delh Bursa. In
golari, massime nella Citte Nuova, la più faccia alla loggia s'ergeva la statua ili s.

bella eia più. larga di tutte esseudocpjella C insto mai lire, patrono della città, e la

ilei Corso, ma alquanto tortuosa verso la colonna dell'aquila imperiale, che soste-
Mia metà: è contornala d' iunumerabili neva la statua di Ferdinando I; lolteatn-
ricche botteghe fomite d' ogni sorta di bedue quando neliyjo venne costrutta
uierciedigalanlerie,edi frequentatissime lafontana grande die mette capo all'ac-
caffetterie,che primeggiano fra lelauleal- quedotto che comincia dalla falda della
li e ch'esistono in llaIia,dopo quelle di Ve- montagna. Da un lato ilei la piazza è l'an-
nezia, di Padova, ec. Negli ultimi 3 gior- tica chiesa dis. Pietro del municipio, che
ni di carnevale gran passeggio delle car-
il v' interveniva alle sagre funzioni, ed ha
rozzee de'cavalli ascila, le ricche masche- una tavola di Palma il Vecchio. In que-
rate, il proluso gettito di confetti e di più sta piazza Maggiore vi è la colonna eret-
qualità di dolci, rendono lo spettacolo ta a Carlo VI, in memoria di suavenuta
carnevalesco uno de'più brillanti tra' si- nel 1 7 28. Trasferitisi i governatori diTrie-
tuili d'altre città d'Italia; pubblico diver- ste dal castello ove prima alloggiavano,
timento originato in detta via nel 1783. nell'edilìzio della dogana vecchia, or sur-
Quattro sono le piazze principali, massi- rogato dal Tergesteo, neh 764 sotto M."
me della Dogana, della Legna e la piazza Teresa si costruì il palazzo del governo,
Grande o Maggiore. Ivi si alzava il gran- li Grandeo Nuovo, vasta mole che
teatro
dioso palazzo pubblieoo magistrale sopra in un amplissimo quadralo venne creilo
a reale, che ampi issi ma sala con lene va, poi nel 1800 con disegno del celebre veneto
convertita in teatro, ed altra minore per Selva, con islupenda facciala di Pertsch
le pubbliche radunanze. Dietro il palaz- con lerrazzoue e portico ed ornata di mol-
zo stavano le pubbliche carceri, in un ban- te statue simboliche: l'interno dell'edili-
co da un lato la curia criminale, dall'altro zio scompartito a due, contiene il teatro
la torre dell' orologio con due mori che capace di i3oo persone con 5 ordini di
battevano le orejove in oggi sorge la locati» palchi, e la sala da ballo detta del ridot-
da Grande era l'arsenale, e questo era la to, per 2000 persone, ed abitazioni. Ab-
lumie della piazza da un lato. Dirimpetto bandonali clamorosi spettacoli delle cac-
i

vi uveano la loggia pubblica, ora sala del cie de' tori e del giuoco del pallone, as-
Motiglio municipale, egliedifìzi per gl'io- siti prediletti,! primi lino dal declinar del

lerion dicasteri, che rinnovali e ampliali secolo decorso, ed i secondi lino dal 1 8 1

servono Oggi a residenza dell'i, r. magi- cuci, il popolo si abituò a' più placidi
strato. Sullu chiave dell'arco verso la piaa- trallcuiuiculi della scena; quindi nel 1817
TR I TR I 22
fu eretto in prossimità all'ospedale mili- tuttora è a manca della principale e che
tine un teatro diurno a cielo «coperto, che s'intitola del ss. Sagramenlo, era la prin-
si Arena perle frequenti esercitazio-
disse cipale della basilica di s. Maria, ."duomo 1

ni equestri. Poscia nel 1827 Leopoldo di Trieste, costruita sul finir del IV seco-
Maiiruner costruì a proprie spese ampio loonel principio del V; le colonne, le mu-
teatro coperto, precipuamente desinato raglie longitudinali, 1' apside dell'altare
alle rappresentazioni mimiche a chiaro di sonodi primitiva costruzione. L'altra na-
giorno, adatto però agli spettacoli eque- ve a destra della principale e che s'inti-

stri come anche a' notturni, il quale per tola di s. Giusto, era la maggiore di al-
circostanze di tempi ehbe nome di Anfi- tra chiesa in onore di questo santo, eret-
teatro.cheanco in seguito mantenne. Non ta dal protoepiscopo Frugifero intorno al

mancano beili palazzi ed eleganti abita- 53o,edella quale rimangono in gran par-
zioni <li particolari, poiché Trieste di pa- te le due muraglie che la cingevano, la
ri patgo progredisce quotidianamente nel cupola e l'apside dell'altare. Mentre la 1,"

suo ingrandimento e abbellimento ve- , chiesa di s. Maria ricordava colla sua di-
dendosi di continuo sorgere quasi per in- stribuzione l'antiche basiliche romane a
cauto intere contrade con magnifiche ca- 3 navi; la 2/ di s. Giusto sentiva de'tern-
se, e tra le altre quella dalla parte di s. pi Giustinianei colla forma a crocee col-
Andrea, che si estende per lunghissimo la cupola stiacciata. Dopo ili3o3 le due
trailo a costa al litorale. Merita ricordo chiese, ch'erano prossime, furono riunite
ilgrande albergo del principe di Metter- in una sola dal vescovo Rodolfo, tolte le
meli, ora denominato Hotel de la Ville, muraglie che le chiudevano da un la-
granelloso edilizio in t'iva al unire, con de- to eh' erano più vicine; ed utilizzato Io
corazioni esterne. La 1. "dogana era situa- spazio fra le due navi principali per na-
ta nell'interno della Città Vecchia, quin- vata centrale, ne sortì basilica novella a
di neh 74° M-" Teresa costruì ampio e- 5 navi, disparata e varia per dimensioni
difizio sull'area oggi occupata dalTerge- e distribuzioni, come ancora si vede. La
steo, a cui l'arsenale dimesso, oggi occu- 1
.''
Maria venne eretta nel
basilica di s.

pato dal teatro , serviva di piazzale. Nel sito già occupato dal tempiodi Giove, di
J y85 la vecchia dogana venne alienata, Giunone e di Minerva, facendo uso degli
si fabbricò la nuova sui fondi dell'auliche antichi materiali ed anche in parte di an-
saline, fu aperta nel i 79 1 , e tuttora serve tiche muraglie, destinata a puhblico cul-
all'uso destinato. Il duomo o cattedrale to cristiano; la chiesa di s. Giusto all'in-
è situata sulla sommità del monte Tiber, contro fu costrutta per divozione e culto
sul quale è disposta la Città Vecchia , e al santo protettore, ambedue entro il re-
che ancor continua ad essere il centro in- cinto dell'antico Campidoglio romano, il

torno a cui la novella città si va distri- quale non più riservato agli antichi usi,
buendo; colle ricchissimo di memoriedel- per una metà venne dato al duomo e al-
l'antica colonia e della città de' tempi di l'episcopio, mantenuta l'altra agli usi di
mezzo. Questa basilica è sotto l' invoca- guerra. Nell'interno della chiesa riman-
zione di s. Giusto martire triestino, pre- gono dell' opere antiche degne di osser-
cipuo protettore dellacittà, ed anche del*. varsi, i musaici de'due apsidi a tessetti di
Ja B. Vergine Maria, perchè formala da vetro, in uno de' quali si rappresenta la
due chiese diverse per tempo di costru- B. V'ergine col s. Bambino in alto di be-
zione e più tardi riunite. La basilica ap- nedire, collocata fra due Arcangeli e al di
parisce distile bizantino in 5 navate, con sotto i X.II Apostoli col Salvatore in mez-
di più le cappelle aggiunte a' banchi in zo, nell'altro la figura pure del Salvato-
varie epoche tueuo auliche. La uave che le che calpesta un basilisco, col libro del-
asG t a i T 11 I

iti vitti in mano,eda'iatis. Giusto e s. Ser- ta con figure di santi, ch'era già dell'al-
volo .illro martire e patrono di sua pa- tare maggiore e che si vuole opera del
J
tria Trieste.La parte inferiore della i. Giottino; la chiesa stessa era nella nava-
npside manca del tutto; quella della 2/ ta maggiore dipinta a freschi di qualche
è decorata a colonne di marmo che 5 pregio, che da lunghi anni cedettero al
scompartimenti lasciano aperti, ne 'quali tempo ed a'ristauri. Il tesoro della chie-
lino da antico effigia vansi a pittura le ge- sa è ricco d'insigni reliquie, e fra le sup-
sta del santo protettore primario, rinno- pellettili sagre si dislingue. I' ostensorio
vate con affreschi del secolo XV, oggidì che il re di Francia Luigi XVIII donò al-
coperti con quadri a olio. La parte po- la chiesa in memoria delle due zie e pro-
a
stica dell'altare di s. Giusto, nella quale fughe principesse M. Adelaide Clotilde e
si custodiscono gli stromenti di martirio, Vittoria Luisa, morte in Trieste nel 1 800,
è coperta da tavola di marmo nella qua- e sepolte in s. Giusto nella tomba de' Bur-
le vedesi rozzamente intagliata e ripetu- lo, doude furono trasportate in Francia
ta la colomba che beve ad un vaso, sim- nel 18 i4- Laonde mi correggo pel rife-
bolo degli antichi cristiani (del quale ri- rito nel voi. XXVII, p. 102, ove con al-

parlai sei voi. LXXII, p. 208, descriven- tri le dissi morte in Sicilia e sepolte in

do il Tabernacolo della cattedrale di Pa- Gratz. La facciata esterna del duomo, ol-
rendo). Della 1/ basilica rimane ancora tre l'occhio suddetto, ha la memoria mar-
nella cappella di s. Giovanni la vasca esa- morea posta in onore di Papa Pio II, già
gona di marmo, che serviva al battesimo vescovo di Trieste; le lapidi de' vescovi

d'immersione, distrutto affatto l'edifizio raccolti dal pavimento della chiesa quan-
ottagono che la conteneva. Nella cappel do venne rifatto; e gli stipiti della porta
la di s.Carlo Borromeo vi è l'illustre torn- maggiore, quali i uniti formavano il mo-
ila provvisoria di d. Carlos di Borbone numento funebre della famiglia romana
contadi Molina, ossia Carlo V re di Spa- Baibia di Trieste. Il campanile per mol-
g/itz, che finì di vivere in Trieste, del qua- ti riguardi è rimarcabile. Costruito fin
le soggiorno e de'memorabili regi fune- dal 1000 circa con unica muraglia sugli
rali celebrati in questo tempio, ne farò poi avanzi d'un colonnato romano, il quale
argomento di digressione, per compiere già serviva d'atrio e d'ingresso all'antica
il da me narrato altrove sul virtuoso e basilica di s. Maria, venne fra il 1 33 y e
sventurato principe. Anticamente questa 1 1 3 4 3 vestito d'altra solida muraglia, e
cappella era sagra a s. Caterina, ma per praticate fra 'due muri le scale, co'mate-
testamentaria disposizionedel vescovoUr- riali d'antiche fabbriche romane, dispo-
sino, questo vi fu sepolto nel 1620, e gli sti non lodevolmente sulla facciata, come
eredi la fecero restaurare, cambiandole fregi, cornici, aitici, trofei militari. Agji
il onore del santo cardinal arci-
titolo in stipiti della porta d'ingresso servironodue
vescovo di Milano. Il coro attuale nella piedistalli che già sorreggevano statue
chiesa è opera del tutto nuova, frutto del- nel Campidoglio, di Costantino I alzata
le largizioni dell'ultimo vescovo defunto, dai comune di Trieste in luogo di quella
del municipio e de'divoti. Degno di me- di Licinio, e di Vario Papirio illustre per

moria si è il grande occhio che dalla fac- cariche cittadine. Volgare credenza attri-
ciata manda la luce , tutto a trafuro di buiva questi e altri rimasugli ad arco
genere gotico, e degno di memoria pur an- trionfale, indida seguite esplorazioni nel-
co il soffitto della nave principale, che già la muraglia che forma fronte al campa-
era lutto di legno con iscom partorienti nile, si ebbe il convincimento che questo
che diconsi ducali e di forma non comu- era l'atrio d'una delle celle del trino tem-
ne. Fra le cose osservabili è uua lavolet- pio di Giove, di Giunone e di Minerva,
TRI TR I 227
ossia delle divinità Capitoline, e si videro tolta lui finir del secolo passato, venne nel
intatte 5 colonne scanalate sorreggenti nn i843 ristabilita ove trovasi, già eretta in
cornicione, e le basi de'inontimenti eque- onore dell'imperatore Ferdinando I, per
stri d'illustri personaggi, la base della sta- aver neli55o confermato nuovi statu- i

tua di Giulia Augusta, l'iscrizione di que- ti municipali. Oltre la cattedrale nella cit-

gli che innalzò il tempio, un ncrolerio coi tà sono altre 4 chiese parrocchiali,
vi

simboli delle 3 divinità e le teste colossali quae, si imam excipias, baptismalifon-


di queste. Le 3 smisurate campane di que- te praeditae runt, dice I' ultima propo-

sto campanile, dicesi pesare circa 20,000 sizione concistoriale.La chiesa dis. Cipria-
libbre. Il capitolo della cattedrale si com- no, costruita nel secoloXVII,ha contiguo
pone di 3 dignità, la ."delle quali è il pre- 1 ilmonastero delle benedettine, ch'è l'u-
a a
posto, la 2. il decano e la 3. lo scolastico nica comunità religiosa esistente ora in
diocesano, di 4 canonici, di 4 "icari co- Trieste; è come l'antico monastero della
rali, e d'altri preti e chierici addetti al Cella, originato neh 278, prossimo all'e-
servizio divino : I' insegne corali de'pri- piscopio, e le monache oltre l'educazio-
mi sono il rocchetto e la mozzetto pao- ne di fanciulle nell'interno del. chiostro,
nazza, per concevsio ne di Benedetto XI V. hanno la cura della capo-scuola femmi-
Jndi Clemente XIV concesse al decano nile. La chiesa di s. Maria Maggiore fu
l'uso della mitra, dell'anello e della cro- costruita neh 627 dal principe d'iìggeu-
ce pettorale. Fero tale concessione non berg duca di Crumlau, sotto il titolo del-
fu mai mandata ad elicilo. La cura d'a- l' Immacolata Concezione, pe' gesuiti ed

nime è affidata a una dignità o ad un ca- uno de'quali il p. Briani modenese ne fu


nonico, coadiuvato da uno de'vicari cora- architetto; ma 4° giorni dopo la sua con-
li, essendovi il fonte battesimale nella cat- sagrazione, cioè a*2 novembre 682, ar-
1 1

tedrale. Alquanto da questa distante è l'e- se la cupola. Alla chiesa fu aggiunto il

piscopio, decente e comodo, rimpelto al- collegio, il seminario, ed un convitto per


la chiesa di s. Maria del Soccorso, chiesa la gioventù. Attendevano i gesuiti prin-
già de'francescani, ne'dintorni essendovi cipalmente all'istruzione della gioventù
stati i cappuccini, i benfratelli, i croci fé nelle lettere latine, nella filosofìa , nelle
ri e l'ospizio de'ss. Martiri de' Meriti tari '

matematiche, e anco nella nautica. Par-


sti (A.) della congregazione di Trieste o titi neh 773, la chiesa divenne parrocchia-

di Vienua ove passarono nel 18


, 10. Quan- le, il collegio quartiere di soldati e poi ca-
to all'antico episcopio, i vescovi dovero- sa d'inquisizione criminale, ed il semina-
no abbandonarlo nella costruzione del rio prima scuole normali, indi caserma
castello, e trasferirono poco lungi la loro di polizia, alienandosi la casa del convit-
residenza, che formarono decorosa,
essi to. La chiesa fu compita e la cupola rie-
principiando da Pietro Bonomo del 5oo, 1 dificala dal parroco Millanich , contri-
con sufficiente giardino. Vi soggiornaro- buendovi diversi benefattori, e vi è una
no colla corte gl'imperatori Leopoldo I e Madonna di Sassole rato di
1 gran pregio.
Carlo VI , e nella sala maggiore erari vi Prima in Trieste vi fiorivano diverse con-
dipinti ritratti e
i nomi di tutti vesco-
i i fraternite, restate a due. Quella di s. An-
vi. Nel 1785 trasportato l'episcopio ove tonio, già nella chiesa del Soccorso, nel
trovasi, l'edilìzio fu convertito iti ospeda- 1767 eresse la chiesa dis. Antonio di Pa-
le d'infermi, e quando questi passarono dova in fondo al canal grande, di forma
al nuovo neh 84', fu destinato a mani- esagona a 5 altari, ampia e decorata, e
a
comio. Sul piazzale del duomo s'erge la fu la che si alzasse nella Città Teresia-
1 ,

colonna dell'Aquila che stava nella ricor- na. Neh 777 costituita la città nuova iu
data piazza Maggiore fino dali56o, e poi parrocchia, la cappella di s. Autonio dì-
»«8 TI I TRI
venne parrocchiale, aggiuntevi nocelle o- mandrita nel sito ore surse la piccola
,

pere ne! 78-i.. Divenula insudiciente la


1
chiesa abbandonata per vecchiezza, già
capacità eli questa chiesa al numero sem- confraternita di marini e pescatori, e to-
pre crescente del popolo, nel 1827 atter- sto venne fornita di quadri e arricchita
rato l'aulico si costruì l'odierno tempio da'doni di La comunità il-
pii nazionali.
con disegno di Pietro Nobile, a tutte spe- liricaha proprie scuole dotate col legalo
se del comune, e riuscì nel complesso ma- Miletich. La comunità greca orientale
gnifico e ornato. La chiesa parrocchiale mantiene scuole, una pe'maschi e l'altra
del ss. Salvatore viene alternativamente per le femmine, ed avea pure l'ospedale.
ufficiata in lingua italiana, francese e te- E per non dire di altri templi cattolici, an-
desca, ed è denominata Elvetica,per quan- che protestanti hanno il proprio fin dal
i

to vado a riferire. Vi ha tradizione che 1786, quando comprata la chiesa della


nella casa ove abitavano le ss. Eufemia e B. Vergine del Rosario, la dedicarono al-

Tecla vergini triestine martirizzale nel la ss. Trinità, introducendovi il servizio di-
9.5G, si radunassero primi cristiani e che
i vino in lingua tedesca. La comunità pro-
fi>sse convertita in chiesa quando Costan- testante e 1' elvetica hanno proprie scuo-
tino I die al cristianesimo il libero eser- le pe'fanciulli e per le fanciulle. Vi è pu-
cizio del culto religioso, e fu intitolata al re il tempio israeliticoo sinagoga, costrui-
contemporaneo s. Silvestro I Papa. Nel to sul finir del secolo passato, essendovi
] 3Ì2 fu coiisagiata dal vescovo Pace, ed nell'interno due sale d'orazione, la mag-
un'iscrizione dichiara che era la i/chiesa giore delle quali ampia e di bella deco-
cristiana di Trieste. Fu l'attuale rifabbri- razione. Antichissima si è in Trieste la na-
cata nel 1672, quando sino dal 1619 di- zione israelitica, la quale risale probabil-
venuta proprietà dc'gesuiti, l'aveano poi mente fino a'iempi romani. La comuni-
assegnala al sodalizio dell' Immacolata tà mantiene a sue spese l'ospedale, e scuo-
Concezione, il quale soppresso nel 1784 le per giova netli e giovanetle. Anche cat- i

v. venduta la chiesa , fucomprata dalla tolici hanno scuole, ospedale, monte di


comunità elvetica nel 1 786, che la ridonò pietà, ed altri benefici stabilimenti; ed il

al diviu culto. La chiesa di s. Spiridione ginnasio cessato nel 181 3 venne riprisii-
a
degl'Illirici fu la i. di rito greco eretta in nato nel 1842. Fino da tempi antichissi-
Trieste, cioè nel 1 752 per indulto di M." mi avea Trieste due ospedali annessi al
Teresa che anticipò il denaro per costruir- duomo.ronopegli uomini dello di s.Giu-
la, ed in questo concorsero tanto i greci sto, l'altro per ledonne detto dellass. An-
di lingua, quanto gl'illirici della chiesa nunziala, in amministrazione de'crocife-
orientale: l'abile MicheleSperanza daCor- ri di Venezia, parcamente provveduti dal-
fu dipinse a olio le pareti e il solfino, e la carità spontanea de' fedeli. Nel 1769
vi primeggiano i quadri esprimenti la M. a Teresa ordinò l'erezione d'un ospe-
Creazione del mondo, il Giudizio univer- dale generale, destinato a raccogliere gli

sale, il Paradiso, il 1 ."conedio generale te- ammalati, le partorienti e gl'inabili. Co-


nuto a Nicea. A questa chiesa Giovanni struito l'edilìzio, eh' è l'attuale caserma
Altletir.h lasciò 24,000 fiorini, che perciò maggiore, la fronte e i due lati furono di-

si edificarono due alti campanili, e nel sposti per gl'infermi, la parte postica pei
mezzo di ciascuno si pose l'orologio. La poveri, e venne aperto nel 1
77 : l'edilì-
diversità della lingua essendo di ostacolo, zio comprendeva anche un cortile e il giar-
i separarono dagl'illirici nel 782,
greci si 1 dino, e l'imperatrice nella sua pietà non
e con autorizzazione di Giuseppe I] co- alla fondazione soltanto si limitò, ma gli
struirono la propria e decente chiesa di fece dono di torre appositamente com-
». Nicola de'Greci presieduta do un archi' prate. L'ospedale dellass. Annunziata Ut
TR I T R I 229
soppresso ed unito al generale, insieme l'altro di fisica e chimica, e il 3.° di mo-
a quello d'Aquileia. Giuseppe II nel i 785 delli di costruzioni na vali. Sulla piazzaPic-
convertì l'ospedale in caserma pe'soldati cola è il Gabinetto di Minerva, eretto da
che alloggiavano nel castello , e trasferì privato consorzio nel 1810, e fornito di
l'ospedale nell'antica residenza vescovile, biblioteca e di giornali scientifici e lette-
a cui altri edilìzi eransi aggiunti; e nel- rari; nella stagione invernale vi si tengo-
l'istesso armo si soppresse l'ospedale di s. no letture periodiche in ogni ramo di sci-
Giusto per unirlo al generale. Per l'au- bile, non escluse le scienze esatte. La bi-
mentato popolo divenuto il sito insudi- blioteca civica , originariamente legato
ciente, fu stabilita la costruzione di am- della società degli Arcadi Sonziaci qui e-
il quale si compì nel 1840 su
pio edilìzio, sistita e sciolta nel (802, aumentata pei*

dimensioni grandiose. Allo spedale civico l'annue dotazioni, fu arricchita neli<S \


>.

sono annessi luoghi pii di dotazione im- pel lascito del cav. d/Domenico deltos-
periale, pe'trovatelli e le gravide. Presso setti della raccolta delle edizioni dell'o-
ad esso è il campo di esercitazioni de'vi- pere del Petrarca e del Piccolomini (Pio
gili o pompieri, destinali al governo de* II), preziose collezioni nou ristrette sol-
gl'incendi, a spese del comune e della so- tanto allo stampato, ma ricche di mss. di
cietà d'assicurazione. Circa alla caserma, pergamene, «li pitture, d'incisioni, di di-
fu poi accresciuta con fabbricali, forman- segni, di marmi e di gessi che a que'due
dosi pure l'ospedale militare, la pistoria illustri si riferiscono. Alle due raccolte è
e la piazza d' armi, e chiamasi caserma annessa l'annua dotazione di fiorini 100
n
maggiore. L'ospedale fondato da M. Te- per continuarle. Queste rinomate raccol-
resa accoglieva bensì a ricovero i poveri te Petrarchesca e Piccolominèa, bell'or-
inabili per vecchiaia e malattia, non fie- namento della biblioteca civica di Trieste,
ro gli altri che alla carità pubblica veni- vanno progressivamente aumentandosi ,

vano raccomandati. Fin dui 1786 s'era e gli acquisti notabili falli in questi ulti-
dato principio ad una casa di poveri e di mi anni furono pubblicali Osserva-
dall'
correzione, e nel 1817 infierendola care- tore Triestino, e riferiti dal Giornale di
stia e la fame, formossi un'unione di be- Roma del 1 852 a p. 1 1 2 1 . Quanto poi a
neficenza per distribuire •'numerosi fa- raccolte di oggetti d'arte, Carlod'Oltavio
melici cibo e in parte ricovero; indi nel Fontana accrebbe quella di monete, che
1 8 8
1 si fondò la casa generale de'poveri, in Ti lette riunì, con l'acquisto d' interi
la quale con assegnamento del munici- musei fatto nell'Italia e nella Croazia; e
pio, colla queslua,e con private largizioni ne formò tale raccolta di monete greche
provvede a'ricoverali d'ogni età e sesso, e romane d'ogni tempo da poter essere
e dispensa limosinee cibo a domicilio. Nel decoro di città capitale, e degna d'essere
i 841 la carità triestina aprì 4 sale di asi- stata ordinala e illustrata dal celebre Se-
li per l'infanzia, nel palazzo de'bai uni Ma- stìni. Raccolse pure assiduamente vasi ita-
renzi, poi traslocale nella prossimità del- lo-greci, e ne coltivò lo studio. Fra le rac-
la barriera vecchia. Le sale sono capaci colte di monete assai interessanti va pu-
di 200 fanciulli d'ambo sessi, quali vi
i i re ricordata quella di Manussi. E qui di-
ricevono gratuita educazione secondo i rò che Trieste ebbe la zecca e coniò mo-
metodi geueralmente adottati. L'accade- nete pe'suoi vescovi, che per lungo tem-
mia commercio e di nautica venne a-
di po furono signori di Trieste, per cui ab-
perla nel 181 7,come istituto diretto a in- biamo di Lusanio: iUonete.de' t'escori dì
formare la gioventù nellescienze del com- Trieste, ivi 1788. Il Muratori, Disserl.
mercio e della navigazione. E' provvedu- sopra le. antichità ita liane,
t\\s>>evl. 27/,

ta di 3 gabinetti, l'uno di cose uà turali, riferisce the uel museo Muselli di Vero-
a3o T1 I T R ì

na eranvi varie monete di Trieste, già cit- cattolico in s. Anna neh 825, venne quel-
tà e colonia de' romani. Lai/ dice rap- lo di s. Giusto abbandonato, ed il lerre-
presentare una città, e all'intorno: Ch'i- no superbo monu-
in parte destinato al

tas Tcrgestumjneì rovescio: SanclusJu- mento funebre del celebre e sventurato


slux, il martire protettore di sua patria. archelogo GiovanniWinckelmaun, pel ri-
La 2." ha l'effigie d'un vescovo colle let- manente destinato alle memorie di altri
tere: Ch'ardui Ep. non cioè Episcopus, illustri decessi ivi sepolti. Nel 83o 1 il cav.
r
conosciuto dall'Ughelli. Nel rovescio un d. Rossetti, con denaro offerto da tutta
Agnello con due Croci, e Civitas Terge- Europa e col proprio, collocava il monu-
stum. La 3." ha l'iscrizione: ConradusEp. mento funebre del principe degli antiqua-
Nel rovescio l'immagine probabilmente ri l'illustre Winckelmann, che sconosciu-

di s. Giusto, e Civita* Tergeslum. La 4-" to e di passaggio in Trieste, ebbe morte


ha l'epigrafe: Votricus Ep., chel'Ughel- proditoria 1*8 giugno 1768 (lacerto Fran-
li chiama Odclrìcusj e nel rovescio l'ab- cesco Arcangeli pistoiese, già per delitti

bozzo d'una citlà colla solita iscrizione. punito, il quale di passaggio pure in Trie-
La 5. a appartiene al medesimo J'otricus, ste e in cerca di venture, albergato nella
ed è solamente diversa nel rovescio, do- stessa locanda Grande contrasse dimesti-
a
ve si mira l'effigie di s. Giusto. La 6. ha chezza col Winckelmann , e dalla vista
le parole: Leonardus Episcopus. Questi d'antiche medaglie fu indotto al barba-
sembra il medesimo che dall' Ughelli è ro omicidio per cupidità ,
punito poi di
appellato Leonida*. Il rovescio simile ai morte infame sulla ruota 4° giorni do-
precedenti. La 7.*, 8." e 9/ portano il no- po commesso il delitto. La (cultura del
me: Avlongus £yo. Eletto nel 2 54, fu de- 1 monumento è del veneto A. Rosa, l'epi-
r
posto da Alessandro IV neh 255. Ma la grafe del cav. d. Le bui di Milano e così
diversità di questi suoi denari fa sospet- l'iscrizione. Sulle pareti della cella sono
tare che durasse molto di più il di lui go- registrati i nomi de' generosi oblatori, e
verno. il monumento venne dal cav. de Rossetti
A
promuovere le belle arti neh 84° si illustrato con apposita opera. Fin da quan-
formò inTriesle la SocietàTriestina.di cui do egli collocava il monumento al Win-
fu autore e fautore il conte diWaldstein (
la ckelmann, concepì il desiderio di disporvi
quale fa in ogni anno pubblica mostra de' all'intorno gli antichi monumenti roma-
prodotti degli artisti viventi d'ogni na- ni di Trieste, desiderio che per cura del
zione, e ne acquista co'propri fondi i mi- municipio ebbe effetto neh 842, contri-
gliori, chea sorte toccano poi a»li azio- buendovi le private largizioni, e così ven-
nisti. Raccolte di pregevoli dipinti hanno ne formato questo museo municipale. Di-
il conte Wimpfen, Leone Hierschl, Sa- sposto il terreno del museo a giardino ,

lomon Parente, il cav. Gio. Sartorio, Mi- le tavole scritte sono inserite nel muroche
chele Sartorio, L. Gechter, Nicolò Lazo- sostiene il terrapieno dinanzi il duomo, le
r
vich, d. Rurger, Pietro Sartorio, Gior- cose sculte nel muro della cella del Win-
gio Heynes ed altri. Il terreno sul quale ckelmann, i massi che rimaner devono
è collocato il museo d'antichità, era giar- isolali, sparsi pel terreno. Il museo rac-
dino d'una dignità capitolare, poi cimi- coglie i monumenti soltanto che si rin-
tei io cattolico quando le ordinanze di vennero nella città e nell'antico territo-
Giuseppe II vietarono la tumulazione nel- rio romano di Trieste, monumenti cri-
le chiese, e le nuove costruzioni persua- stiani, lapidi scritte de' tempi di mezzo,
sero l'abbandono del cimitero pel popolo o che sieno risultati di scavi, o che ven-
alla Madonna del Mare. Aperto sulla stra- gano donati o comprati. La raccolta è già
da Istriana il nuovo cimiterio generale tale per numero e per importanza di
T n I T RT 23
monumenti do fornire materiali alio »l*i- ha penuria. In Trieste si trovano fab-
dio dell' auliche cose e della patria sto- briche di biacca, di candele, di corami,
ria. Tra'monumenti rimarchevoli v'han- di carte da giuoco, d'acquavite, di rhum,
no l'insigne decreto della colonia thTrie- di rosolio, di corde, di gomene, di vasel-

sle in onore di Fabio Severo, importali- lame di gres, di pietre preziose artificia-

tissimo pel modo accennato di acqui- li, raffineria di zucchero, purgo di cera,

star la cittadinanza romana; l'iscrizione l'ampio stabilimento Chiozza con fabbri-


in onore di Calpelano, personaggio con- che rinomate di sapone, tipografie, lito-
olare non conosciuto, distintissimo per grafie, librerie che gareggiano con quel-
cariche pubbliche; le iscrizioni in onore le delle primarie città d' Italia e di Ger-

d'Augusto e di Giulia; altra che riferisce mania. In Trieste si pubblicano undici


sentenza proferita da un legato di Ciao- fogli letterari, politici, marittimi e Corn-
elio imperatore, per questioni di vie; al- merciali. La borsa eretta nel 1802 so-

lfa ch'era già sulla porta del tempio delle pra canale interrato a spese del privile*
divinità Capitoline; altra e forse di tutte giato corpo mercantile, è un edilìzio ar-
più antica che accenna un tempio di Mi- chitettato dal maceratese A. Molari, che
nerva; un cippo militare, senza numera- costò scudi 35i,ooo. Bellissima è la sua
re le tante funebri, onorarie e altre. Vi facciata ornata di 4 grandissime colonne
sono frammenti di scnlture,di molti colti e d'un portico, ove sono 6 statue colos-
letteraticon nomi di famiglie, ed il mu- sali del Bosa e del Ferrari, che rappre-
seo ha pure una raccolta di monete, libri, sentano l'Europa, l'Africa, l'Asia e l'A-
ni ss. ed altro; poiché è d'istituto del mu- melica, e le due laterali Mercurio e Vul-
seo di promuovere gli studi della storia dopo la gran borsa
enno. Si vuole, che
della città, raccogliendone! materiali, che d'Amsterdam, questa abbia il 1. ° rango
sono d'uso pubblico. La parte inferiore per grandezza, e disegno che per giudi-
dei cimiterio venne decorata co' mono- Bologna fu ritenuto
zio dell'accademia di
menti degl'illustri defunti. I cimiteri delle il migliore fra' vari proposti. 1 dipinti nel-
di verte confessioni degli orientali, illirici, la sala maggiore sono del Bisson, il qua-
protestanti e israeliti non mancano di mo dro della sala terrena del Bevilacqua. Nel-
numenli, fra'quali non pochi distinti per la loggia fu collocato un meridiano so-
pregio d'arte. Pressola caserma militare lare. Oltre l'uffizio della borsa e le sale

vi ègiardino botanico aperto nel 827,


il 1 di radunanza per la consulta, accoglie l'e-

appoggiato al ceto farmaceutico che vi difizio il monte civico ecommerciale, cioè


tiene sala per preparazioni chimiche; vi la cassa di risparmio e di sconto, il pia-

si danno lezioni di botanica, chimica e fi- noterra è destinato al convegno de' ne-
sica. Nel 842 1 il municipio apri pe'gio- gozianti ne'loro all'ari mercantili. Prima
vanetli campagnuoli una scuola domeni- che sorgesse l'edilìzio di borsa, usavano
cale agraria , nella loro lingua naturale i mercanti e negozianti radunarsi sotto i

J
slava, ed in progresso fu attivato anche portici del vecchio palazzo, e M. Teresa
un corso d'agricoltura pegli adulti d'o- nel 1 y5S gli autorizzò a costituirsi in bor-
gni condizione civile, in lingua italiana, sa mercantile. JNel Tergesteo vi è il cele-
Neli824fu aperto un bagno marino gal- bratissimo Lloyd Austriaco, ed è un edi-
leggiante con esercizio di nuoto, ed alla tìzio pel suo carattere, per l'ampiezza e
punta del molo Teresiano s'istituì una posizione destinato ad essere centro al co-
scuola militare di nuoto. Nel 1 828 fuco- lo mercantile triestino ; accoglie in fatti

struilo ampio mulino a vapore per la ma- anche il detto istitutori quale (in dalla pri-
ciua delle farine, in supplemento al di- ina origine ebbe lo scopo pronunziato di
felto d'acque correnti diche il territorio servire come punto centrale nella più ini-
*3« tn t TRI
portante piazza marittima dello stato, a Tergesteo. Senza distenderci nelle lodi che
tutte le intraprese, proposizioni ed ini- sono dovute a questa operosissima com-
ziative che ponno influire sullo sviluppo pagnia, e facendo in vece parlare fatti i

del commercio e sulla prosperità della che per se bastano a mostrarne l'utilità,
marina mercantile e dell'industria nazio- richiamo l'attenzione sulle pubblicate re-
nale. Esso venne fondato neh 833 dalle lazioni favorevolissime al successo della
compagnie d'assicurazione di Trieste, ad bella impresa del Lloyd, e sull'aumento
imitazione d' un simile istituto di Lon- mirabile e progressivo della sua attività,
dra che servì di modello a tanti altri.
, della sua forza e de'suoi guadagni. I più
Cominciò dal raccoglierea profitto conni- recenti successi sono assai lusinghieri, sor-
ne, e mercè appositi agenti, le notizie ma- passano i vantaggi conseguiti negli anni
rittime e commerciali delle diverse piaz- anteriori; ecolla continuazione della tute-
ze mercantili, fondò un gabinetto di let- la del savio governo, fondatamente fanno
tura, che andò sempre più. arricchendosi concepire magnifìchesperanze su' risulta ti
di corrispondenze e di giornali; pubbli- sempre crescenti per una flotta mercantile
cò prima un giornale proprio in lingua così importante di piroscafi a vapore, che
italiana, poi anche un altro nella tede- nessuna società marittima ne possiede
sca, e lilialmente erigendo una stampe- maggiore. Pure essa non basta a' nuovi
ria nel locale stesso del Tergesteo, ove di bisogni che si vanno sempre più manife-
due torchi celeri uno se ne nota fabbri- standole!* non abbandonare ad altri quel
cato a Trieste, stampò anche il foglio pro- campo, nel quale la società del Lloyd ha
vinciale e completò così la prima sezio- vinto con forza preponderante tutti gli

ne. La seconda sezione, ossia società di ostacoli e tutti i competitori. Riporta il

navigazione a vapore, venne fondata nel Giornale di Roma del 1 856 a p. 5*28 a>
i836 per azioni. Essa andò grado grado naloghe interessanti nozioni sulla società
accrescendo la sfera di sua attività, e pos- di navigazione a vapore del Lloyd Au-
siede piroscafi che viaggiano per Vene- striaco e del suo 2 3.° congresso generale
zia, l'Istria, la Dalmazia, la Grecia, l'E- tenuto in Trieste, in cui erano rappre-
gitto, la Soria, le coste dell'Asia minore sentate 149 5 azioni con 168 voti. Il rap-
fino a Trebisonda e Galatz sul Danubio, porto letto dal segretario generale cav.
Costantinopoli, ec. ec, servendo così per Toppo, fu accolto con soddisfazione gene-
le pronte e sicure comunicazioni ad age- rale, giacché il proprio naturale miglio-
volare il tra dico delle cose e delle persone ramento ascende in confronto dell'anno
fra quest'estrema parte dell'Adriatico e antecedente a 565,ooo fiorini, li resocon-
a
tutto l'oriente. La società, perchè il paese, to presentato in questa occasione è il jq.
che abbonda di abili capitani e costruttori dall'attivazione dello stabilimento. Nel-
ili navigli, fosse fornito anche di macchi- l'anno passato la ebbe a deplorare
società
nisti necessari a questo nuovo veicolo, fon- due soli disastri di qualche entità, e questi
dò un proprio arsenale situato presso al sono l'arenamento de'due piroscafi Africa
lazzaretto vecchio, ove con bravura e a- ed Egitto, l'uno in vista di Scio, l'altro
lacrità si dà opera alla maggior parte de' fuori di Sinope. Vennero però frattanto
lavori richiesti dall'uso continuo delle allestiti i\i\e nuovi vapori, l'Aquila impe-
macchine de'piroscafì. Mediante quest'ar- riale ed il Progresso, entrambi già in at-
senale il Lloyd Austriaco provvede a' tività. Fu inoltre acquistato un grande
continui bisogni de'suoi bastimenti, il cui piroscafo americano della forza di 400 ca-
numeroè sempre in notabile incremento, valli e della portata di 1 \io tonnellate,
e pegli operai dell'arsenale fondò altresì cui fu imposto il nome d'America. Altri
una scuola di meccanica domenicale al 4 piroscafi u ruote, ciascuno della forza
T R I TRI a33
di 4oo cavalli e della potenza di i noo ton- unanimità il cav. Elio di Morpurgo, ed
nellate, cioè Jupiter, Neptun, Vulcan e a revisori furono nominati a pluralità di
Piuto, trovansi in costruzione in Inghil- voti, Vivant, Radici» e Simeons. Più volle
terra. Essi sono attesi in Trieste entro il il Lloyd ha difeso la sicurezza della na-
corrente anno e sono destinati alle corse vigazione dell'Adriatico contro i propu-
celeri ti a Trieste e Costantinopoli. Final- gnatori degl'interessi marittimi de'porti
mente verrà acquistato un piccolo piro- occidentali del Mediterraneo, per ostililà
scafo della forza di 4o cavalli dall'i, r. ma- contro la fiorente navigazione austriaca
rina. Esso sarà nominalo Ticino ed è de- e soprattutto contro Trieste, in un tèm-
stinato a prestar servizio sul lago Mag- po che siccome l'Adriatico giace in mez-
giore. Fu venduto dalla società il piro- zo al Mediterraneo, ognor più acquista
scalo Chioggia a Costantinopoli, perchè nuova importanza, e la sua direzione me-
poto adatto al servizio del Lloyd. Men- ridionale orientale ne addita evidente-
tre l'anno scorso la società possedeva 60 mente la sua destinazione di essere la na-
piroscafi di 10,060 cavalli di forza, ora turale via dell'oriente. Volle di più dimo-
ne possederà 65, con i2,o4o cavalli di strare, che fra tutti i porti di questo ma-
forza, e cioè due di 4° cavalli di forza, li- re, che sono specialmente abbondantissi-
no di 5o, quattro di 6o, due di 70, due mi in Dalmazia ed Istria, quello di Trie-
d'8o, dieci di 1 00, olio di 1 20, due di 4 o, 1 ste è il più frequentato da'navigli d'ogni
cinque di 1 5o, selle di 160, uno di 200, nazione, sì perchè congiunto ad uu pos-
nove di 260, uno di 36o, e finalmente sente impero, come per le franchigie che
dieci di 400 cavalli di forza, della portata vi si godono e per l'opportuna sua posi-
di 3i,955 tonnellate. Siccome nel «845 zione. Dichiarò inoltre, che il 2. grado
il Lloyd possedeva 20 piroscafi, in un'de- a tale riguardo occupail porlo di Venc-

cenniogli ha più che triplicali, con rapido allenamento si cercò ripara-


zia, al cui
e impouenteincremento.il valore de' piro- re mediante grandiosi lavori; esso però
scafi in attività, senza contare 7 piroscafi se presenta varie difficoltà nell'entrarvi,
di 4°° cavalli di forza, e quello di 4o ca- ha perfetta sicurezza di stazione. Anco-
valli di forza,essendo parie in costruzione, na poi è il i.° dello stalo pontificio, ed li-

e per una parie non essendo ancora liqui- no de'più considerabili della costa occi-
dati i conti, ascende a fiorini
9,167,000. dentale capace di dare ricetto a grossi
,

I Levante importarono fio-


viaggi falli pel ha posizione favorevolissima al
navigli,
rini 2,902,121, catoniani 22. Questi u- commercio e vi è attivissimo. La rada di
nitamenle a'viaggi del Danubio, del mar Fiume essere il sito più frequentato del
Nero, della Grecia, Isole Jonie e Malta Quarnero, ed è assai comodo pel com-
colle toccate d'Ancona, Mafello (o Mol- mercio con l' Ungheria. La Bilancia diMi-
felta) e Brindisi; finalmente i viaggi nel lano, ragionando della potenza marittima
golfo Adriatico e del Po.importarono alla dell' Austria, e quanto giovarono ad essa
società la somma di 5,609,919 fiorini e e allo stato le industrie private del Lloyd
6 carantani. Se si aggiunge l'utile rica- e quelle della società de' vapori del Da-
valo dalla vendita di 3 piroscafi con fio- nubio, nel riconoscere che tutta la costa
rini 4^ 2 ^. 5o,ela sovvenzione d'un mi-
: orientale dell'Adriatico dalla foce del Po
lione dall'erario, risulta un totale d' in- fino al monte Dubovizza è in potere del-
troiti di fiorini 6,657,644 ^9- Siccome : l'Austria, rimarca che quella costa semi-
le spese di navigazione e di amministra- nala di porli sicuri e frequenti, ricca d'i-
zione ascesero a fiorini 5,952,938:22, ri- sole numerose, con popoli che sono na-
sulta un utile netto di fiorini 705,006:37. vigatori arditissimi, quali furono appun-
Fu rieletto nel congresso a direttore ad to in ogni tempo idi versi abitatori di que'
VOL. LXXX. 16
a 34 T H 1 TI \\ I

lidi, dichiarò puro: che l'Adriatico unii coste, per assicurare Trieste e prolegge-

sce l'oriente n Trieste, scalo della Ger- re il gran porlo di Pula; istituì «due scuo-
mania, ed a Venezia scalo d'Italia, e per le di nautica, ed operò una nuova orga-
essa della Svizzera e della Francia; e que- nizzazione marittima. Lo sviluppo singo-
sta comunicazione è d'ogni altra la più lare, che ogni dì si fi maggiore, nella mi-
sollecita Ita il Levantee l'Europa centra- rabile istituzione del Lloyd di Trieste, <>-

le.La maggior brevità di quella linea, gio- pera memoranda del fecondo ingegno del
vata dalla mirabile istituzione delLloyd barone di Bruck, alimenta le più belle spe-
di Trieste, e delle Strade ferrate che da' ranze della marina austriaca; mentre con
lidi dell'Adriatico tragittano il passeggie- progresso di vera forza e proprietà spin-
10 e la merce colla rapidità delle rondi- ge il Lloyd a nuove imprese, al crescente
ni alla capitale dell'impero, a tutta la sviluppo di sua marina, la quale oltre a-

Germania, nel Veneto e nella Lombar- gP immensi benefìzi recati all' industria

dia, a'ducati di Parme e di Modena, alla privata, contribuì al progresso della ma-
Toscana, alla al regno di Na-
Romagna, rina militare, avendo i suoi ufficiati isti-

poli, al Piemonte, e quasi a'eonfini della tuito una scuola di marina. Intanto l'Au-
Svizzera, dà una grande importanza al- stria non cessa dallo svolgere un'immen-

l'Austria per le transazioni commerciali sa attivila, e dallo spendere enormi som-

tra l'Oriente e l'Europa centrale. Rile- me per assicurare centri del suo com-i

vò l'aumentata influenza dell'Austria,do- mercio marittimo e per avvalorare la sua


pò l'istituzione del Lloyd, nell' Egitto e marina militare. lavori intrapresi nel-
I

nel Levante, per cui sembrava volere or- l'arsenale di Trieste e l'assicurazione del
mai effettivamente dare un maggior svi- vasto porto di Pula, sono opere memo-
luppo alla sua marina militare; ed osser- rabiliche manifestano l'Austria tutta pe-
va, che se l'Austria avesse avuto una mari- netrala del gran pensiero delle transa-
na militare più forte.Trieste nel 849 non 1 zioni commerciali e della potenza marit-
sarebbe stala minacciala dalla squadra tima. Alla fine del decorso anno lama-
sarda, e Venezia non avrebbe potuto rice- rina militare dell'Austria contava q3 na-
vere per via di marealimenti e soccorsi per vigli da guerra armati di 762 cannoni,
tanto tempo. L'Austria con una manna tra* quali bastimenti vi erano 6 fregale,
più forte non solo farà ad ogni evento ri- 5 corvette eio vapori; a questi devonsi
spettare le suecittà marittinie,proteggerà ora aggiungere i vapori, pure da guerra,
il suocommercio e la sua marina mercati- il Principe Eugenio, e le fregale ad elice
tile.tna poli àal pari dell'altre potenze ma- Adria e Danubio, ognuno con 3 1 canno-
rittime efficacemente adempiere a quel ni e delia forza di 5oo cavalli, varati nel
santo dovere die ha ogni potente stato cri- corso del corrente anno. La costruzione
stiano, di proteggere cristiani esposti nel-
i del vascello di linea Imperatore, proce-
la Siria e in altri stati infedeli a durissime de colla massima celerità; dicasi lo stesso
persecuzioni, le quali è a sperarsi che ces- del fabbricalo dell'accademia di marina
seranno del tulio per l'rlalli-llumayoun in Fiume, e de' lavori di porto a Poh» ed
di recente dato alla Turchia (f.) dal re- a Muggia. Tra la serie degli articoli pub-
gnatile sultano. Se non che l'Austria ben blicati dall' Oesterreiehisclie Zeitung ,

convinta della Decessila di rinforzarsi sul soltb il titolo di Lloyd, lessi ultimamen-
mare, ammaestrata dagli ultimi avveni- te: che appena nella 3.' decina eh anni
menti fonde cannoni per l'arma-
politici, del nostro secolo le potenze europee co-
mento de' nuovi legni da guerra che fa minciarono ad immischiarsi negli all'ai i

costruire ne'suoi cantieri, munisce i più dellaTurchia, Mehemet Ali agiva effica-
importanti punti e più minacciali delle cemente in Egitto, e per ullimo seguiva
TRI TRI 23 ì

laproclamazione dell'indipendenza della sia estrema, la rete ferroviaria dell'Eu-


Grecia dalla Turchia, a Trieste fu dato ropa centrale raggiungerà uno stadio di
di fare un passo decisivo in avanti; nel progresso che non si seppe antivedere
sostituire cioè il grande principio di as- quando costruivansi le varie ferrovie. L'i-
notazione a quella vita indipendente di dea d'una rete ferroviaria dell'Europa
cui le altre città van debitrici alla loro la sua importanza, fu prospet-
centrale, e
storia e allo sviluppo degli elementi della tata da Trieste. Venezia e Trieste, pel
loro posizione. Cominciò quindi il Lloyd taglio dell'Istmo di Suez, pel grandioso
qual punto centrico delle società marit- canale che congiungerà il Mediterraneo
lime Esse erano anzitut-
di assicurazione. al mare Rosso, si ripromettono al loro
lo solile imprese per azioni ; però furo- commercio grande incremento. Quanto
no quelle che sopra ogni cosa promosse- al commercio degli Stati Uniti d' Ame-

rò lo sviluppo marittimo di Trieste. Lo rica del Nord co'porti austriaci dell' A-


slahilimenlo della società di navigazione driatico, e precipuamente con Trieste e
a vapore del Lloyd austriaco, è il gran- Venezia, se il commercio industriale del-
de sistema del Mediterraneo nella sua l'Austria gli darà d'anno in anno un im-
congiunzione coll'Europa centrale. Egli pulso maggiore, col soccorso della poten-
si è pel Mediterraneo quello che il siste- le forza del vapore,' si può congettura-»
ma di diramazione delle strade feriate si re, che le due piazze marittime diTrie-
è per l'Austria e per la Germania. Eser- sle e Venezia avranno da adempiere la
cita le funzioni medesime, ma sul mare, grata missione di porre l'America in di-
Egli ha vita da se; però punto ove si
il retta comunicazione coll'oricnte. La pic-

unisce coll'Europa centrale, dove ferro- cola navigazione dell'antica Trieste pie-
vie e piroscafi si porgono fraternamente colo navale erigeva, e questo si era nel
la mano, onde stabilire un grande mo- sito che oggi ancora ha nome dello Sque
vimento economico dalle coste d'Asia e io vecchio, presso al mercato de' pesci.

d'Africa fino al Baltico ed al mare del Carlo VI dichiarata Trieste porlo-frauco,


Nord, era Trieste. Da allora in poi Ti ie» fondò un arsenale nel ora occupa- silo

ste non apparteneva piò alla storia com- lo dalla piazza del teatro e da questo, in
merciale del mare Adriatico, ma a quella esso si costruirono molti legni armali in
del mondo. La rete ferroviaria dell'Eu- guerra per le spedizioni d'Italia; ma cessa
ropa centrale descrive nel suo tulto un to il bisogno, cessò anche l'arsenale, di-
leggero arco dall'occidente d'Europa al- venendo il vecchio cautiere, riservato a'
l'oriente; piegasi poi, quasi rimbalzando navigli mercantili, vieppiù insufficiente,
da' Confini russi, verso il sud, e riunisce Nel i
789 Odorico Panfilli costruì loSque-
in Vienna punto centrale tutte le linee ro nuovo ossia il navale che ne porta il
della maggior metà settentrionale del- nome, e dal successore Antonio Panfilli
l'Europa, toltene poche che da Parigi
le venne corredato di quanto alla migliore
conducono direttamente al sud, ed ha costruzione delle navi occorre. Divenne
per unico punto meridionale di partenza poi cantiere del Lloyd, insieme a quello
Trieste. 11 commercio terrestre d'Euro- di Marco, ampio navale cominciato a
s.

pa, per conseguente ha di presente solo 1840; ma da ultimo veneti


costruirsi nel -

due punti meridionali di partenza, Mar- do questo ceduto all'i, r. marina e quello
sigli.e Trieste. Tosto che, mercè il cana-
1 di Panfilli ricevendo altra destinazione,
ledi Suez (dicui e del tagliodelsuo Istmo il Lloyd fu costretto di costruire un pro-
parlerò a Turchia, comechè l'Egitto ap- prio arsenale, cantiere e dtydohh secon-
partiene al suo impero), l'Europa potrà do i crescenti bisogni della società. Pri-
comunicare direttamente coll'Indie e l'A- ma che Carlo VI dichiarasse Trieste por-
236 TR I TR 1

to-franco , il Mandracchio costruito nel tode'venli. Nel 1 8 2 per l'esplosione


1 del-
1620 con disegno dell'ingegnere Viuta- la polvere saltala in aria la fregala fran-
na gradiscano, eia 1' unirò porto per le cese Danae , con 200 vittime , al corpo
barche minori grossi navigli quando
: i della nave affondata si assicurò un gavi-
approdavano gettavano l'ancora nel por- tello, segnale pe' navigli chp vi passano
lo delle navi, in quel seno di mare che vicini. La lanterna sull'estrema punta del
l'ormasi fra la riva di Grumula e le rovi- molo Teresiano, fu alzata nel 1 834 ne '

ne dell'antichissimo molo romano, sul sito ove sorgeva l'antica de'iomani. Nel
a
quale M. Teresa costruì nel j5 il gran i i 1841 si costruì il molo alla foce del tor-
molo Teresiano, e introdusse l'acqua nel- rente maggiore, per difesa del porto con-
la cillà; mentre prima del 1847 fu edifi- tro le torbide. Il porto di Trieste è vasto,
cato il moloGiuseppino, ed in cui si fece- sicuro e frequentatissimo ; è per questo
ro lavori colla terra di Santorino.il ter- porto appunto che si spedisce la maggior
reno fra il Mandracchio e la casa de'Po- parte delle mercanzie dell'impero desti-
veri era maremma e salina, tagliata da nate a'paesi d'oltremare, ed introducesi
3 canali, l'uno del Vino che per la piaz- la più parte degli articoli stranieri: an-
za della Borsa giungeva a Riborgo; l'al- che le esportazioni sono importantissime
tro Medio che arrivava alla chiesa odier- principalmente in ferro ed acciaro greggi
na di s. Antonio,accog!iendo due torrenti; e lavorali della Sliria edellaCarintia, pan-
il 3.° a un dipresso è il letto del torrente ni di Moravia, grano e canapa d'Unghe-
maggiore; tutti e 3 accessibili a piccole ria, canapa d'Italia, lino, telerie e vetra-
barche, e disposti pel servizio delle sali- mi di Boemia, argento vivo, seterie del
ne. Allorquando fu deliberato di fissare Friuli, cera di Polonia, tavole e legnami
la distribuzione della Città Nuova, pre- d'abete, ec. ec. Il Giornale di Roma del
valse il piano effettuato d'allargare il ca- i856 nel gennaio fece conoscere il mo-
nale Medio rendendolo capace a maggio- vimento d'introduzione nel porto di Trie-
ri bastimenti, di deviare da questo i for- ste della marina pontificia, e quello di e-
renli versandoli nell'estremo canale che strazione, durante l'annoi 855. Il lazza-
breve si era; di conservare parte del ca- retto Vecchio è il più antico stabilimento
nale del Vino pel piccolo barcolame; di del porto-franco, l'opera di Carlo VI e-

costruire gran molo Teresiano, e di ga-


il retta sopra un fondamento di saline di-
rantire navigli con fari da presa, ope-
i messe, ch'era già delle monache di s. Ci-
re tutte che l'immortale M." Teresa con- priano. Haforma d'un pentagono, con
la

dusse a termine. Ne' tempi precedenti al feritoie e vedette pe'soldati, perchè quan-

suo regno, erasi parlato di fondar la nuo- do era destinatoal trattamento della pe-
va città e il nuovo porto nella valle del ste, continue guardie si tenevano alla sua

Broletto, ove fu costrutto il canale di s. custodia. Nell'interno eran vi magazzini


Marco, e felice si era il divisamento, ma suffìcieuti per lo spurgo, e casa pe'passag-
le menti non erano preparate a sì gran- gcri,non che alloggi pegli ufficiali sanita-

diosa impresa e preferironoaggiungerela ri. Divenuto inutile a'tempi del governo


nuova alla vecchia città. Avea Carlo VI francese, per la cessazione de't raffici, de-
(

pel servizio delle guerre d'Italia costruiti rivata dal blocco continentale che lem-
in Trieste, oltre de'legni minori, 3 mag- poraueamente ecclissò la crescente flori-
giori armali con 20 cannoni, che diceva- dezza di Trieste, parte de! lazzaretto fu
no navette, una delle quali chiamata s. destinato a quartiere di sqldati, parte ail

Carlo alimulatasi nel 1737, né potendosi uso di depositi perla marina di guerra,
ricuperare, vi si costruì sopra il molo di parie per reclusorio di donne di mal af-
s. Carlo, che difende il porto dall'impe- fare. Restituita Trieste all'antico sovra-
TRI T R I 237

no 8 r4> fu il lazzaretto restituito ad


nel 1 là nel centro di essi. Ne' tempi addietro
uso delle contumacie minori, e la parte il passeggio perle carrozze era il gran mo-

già tenuta dal militare, destinata a quar- lo Teresiano,e pe'pedoni il molodis. Car-
tieri e ad arsenale per l'artiglieria. Le pesti lo, e fornito quest'ultimo di botteghe da
assai frequenti nel medio evo,non cessaro- carte e da rinfreschi; la via al lazzaretto
no di devastar l'Italia e le regioni circon- di s. Teresa o IMuovoera il passeggio gra-
vicine, anche in tempi più vicini, ad epo- dilo e frequentatissimo nella stagione in-
che quasi periodiche.Dali4-00 in poi ben vernale; la strada di s. Andrea era stra-
1 2 volte,compresa la pestilenza del enote- da rurale, e sul vallo che copriva la con-
ra asiatico, il morbo afflisse Trieste, cioè dot tura d'acqua, era tollerato l'accesso a
nel 44g, 466, 1477,1 479, 497» 5 1
1 ' 1
1 1 chi lo chiedeva, ed al quale si aprivano
i543, i553, 1 555, 1600, e per l'ultima i cancelli che il serravauo. Verso il » 8 1

volta nel 1601, nella quale de' 12 cano- private persone piantarono a loro spese
nici, io perirono vittime generose della il viale dell'Acquedotto, la municipalità,
cura dell'anime, onde furono invitati in nllargò la via di s. Andrea e l'ornò d'al-
Trieste per le sagre funzioni i canoni- beri. Più tardi il passeggio dell' Acque-
ci di Capo d'Istria. A frenare il morbo dotto si continuò a spese pubbliche (ino

che per le vie di mare veniva il più. fre- al Farneto foresta erariale, quello di s.
quentemente introdotto, furono nel se- Andrea fino a Servola, e quello del Laz-
colo XVI attivate le discipline sanitarie zaretto restò deserto. Nel 1 843 il passeg-
venete, con soggezione a que'magistrati, gio di Andrea venne unito alla città per
s.

discipline che consistevano nel respinge- viale di nuova piantagione. Il bosco Far-
re onninamente gli appestati, e nel sot- neto era da tempi più remoti piacevole
toporre ad esperimento quelli che n'era- luogo di passeggiate estive, e nel 18 17 a
no sospetti, e che per lo vietato contat- cura del negoziante Czeicke venne traver-
to della città, si dicevano di contumacia. sato da vie facili che mettono alla som-
Carlo VI affrancò Trieste da questa sog- mila del monte, ove si tiene l'esercizio di
gezione ad estero magistrato,ed eresse nel bersaglio: l'accesso colle carrozze è per U
1 720 il descritto lazzaretto Vecchio, non valle di s. Giovanni. L'imperatore Fer-
solo a contumacia, ma al trattamento del- dinando I recandosi coll'imperatrice Ma-
la peste medesima. Venuto questo insuf- rianna nel settembre 1 844 a Trieste, do-
ficiente per l'aumentata navigazione,Ma- nò Farneto al comune, a condizione che

ria Teresa nel 1769 costruì il lazzaretto in perpetuo rimanesse aperto ad uso del
di s. Teresa più ampio con porto chiuso, pubblico e ridotto a diporto, ed inoltre
e separalo da ogni contatto, che porlo decretò il compimento del porto. Priori

sporco si avvenimento che fu straor-


disse; ancora che Trieste, per Carlo VI, II.' Te-
dinariamente festeggiato a'3 luglio con 1 resa e Francesco I, s'alzasse ad emporio
medaglie coniate, con regala, con cucca- degli stati austriaci, le ville di delizia non
gna, con gettito di vino dalle pubbliche erano sconosciute né infrequenti, ed una
fmtane.FmchèTrieste fu unico porto del- ancor ne rimane che fu già degli Argento
l' Austria, il lazzaretto non era soltanto verso il lazzaretto nuovo, più tardi dal
di osservazione; ma dacché Venezia eTrie- proprietarioTrapp rinnovata e abbellita,
ste allo stesso scettro ubbidiscono, il trat- dicendosi il sito per la sua amenità Gel-
tamento della peste è devoluto a' lazza- vedere. Alla fine del secolo passato e sul
retti veneti, quelli di Trieste sono di con- principio del presente bella mostra di se
tumacia, e bastimenti iufelti non vengo- facevano le ville Cassis a'ss. Martiri, Bri-
no accettali. I due lazzaretti sono situati gido al Montbijou, Porcia alle Campa-
in parte opposta tra loro, giacendo la ci t-
nelle, Sartorio in s. M. Maddalena, Lei-
'
a38 TR 1 T R I

lis ai Farnelo,Rossctli in Chiadino, e ai- figurazione sia opera di deflagrazione o


Ire molle, ch'ebbero fama per natura e dell'acque; certo si è che la superfìcie e-
atle. In ogni tempo amarono i triestini slcrna presenta spesso avvallamenti non -

di vivere alla campagna ne'mcsi di estate dissimili da crateri spenti, i quali lutti fan-
pel soverchiocaloredella città, e per gl'in- no capo a cunicoli, oraperti or ingombra-
nocenti piaceli della natura. Nel secolo ti; siccome pure è eerto che le colline a-
presente numerose villette sorsero nc'din- renarie, in conlatto colle calcari, siffatte
torni, fra le quali la villa Zanchi al laz- cavernosità hanno mai, e che né il car-
zaretto nuovo, giàTrapp, la Fon-
la villa bon fossile, néil bitume è al Carso stra-
tana, la Bidischini, la Schwachhofer, Q- 1 niero. A certa profondità che all'alture
slerreiclier, la Mondolfo, la Rossetti, la di Trieste é per qualche tesa viennese su-
Schlàpfer, la Ponti, la Bei nardelli, la Sar- periore al livello del mare, più a ponente
torio, la Brigido, la Giannichesi, la Ro- sotto il livello, gli strati sono impermea-
smini, la Bazzoni, la Parente, la Gossletli, bili alle acque. Queste filtrando perla su-
la villa Murai, ec. Ed è pur meraviglia perficie esterna si raccolgono in filoni, o
che in terreno angusto sorgessero villo
si di già raccolte sul terreno arenario in for-
ricche di serre e di piante, perchè il cli- ma di torrente e di fiume per qualche a
ma lo concede a grandi fatiche e l'arte perla cavità s' inabissano e scendono al
è nuova,i precelli e l'esperienza d* altri mare senza venir poste dall'uomo a pio-
luoghi non sempre giovano a terreno di fìtto. Moltissime sono le caverne sul Car-
poca profondità, arido per natura, mag so, anche nella prossimità di Trieste, o
gioì mente inaridito da sole cocente, da quella di Coridale ha meritamente fama
borea o vento di tramontana imperver- per la non diHìcile discesa, per la gran-
sante e fatale, oltre la scarsezza dell'ac- diosità delle volte, per gli stillicidi impie-
qua. Pure non gli olivi soltanto e i cipressi triti, pel colore de'massi; illuminata fi un
e gli allori vegetano, ma i carrubi anco- bellissimo e magico effetto. In s. Cianciai
ra, né fallirono gli esperimenti falli co- no il Timavo superiore che scende dallo
gli agrumi e le camelie. A una lega e mez- Schneeberg per la vallata di Prein, dopo
za da Trieste è la scuderia di Lipizza o lungo corso entra in una caverna, rivetto
i. r. razza di cavalli, fondata pel servizio per breve tratto la luce preci pi landò da
di corte neh58o dall'arciduca Carlo di masso masso, s'inanimi novellamente
in

Sliria sovrano di Trieste, allorché dal ve- per ricomparirea s. Giovanni diT uba o di
scovo ne comprò il predio , rinnovando Duino, a formarvi porto sicuro e facile,
quelle che l'antichità più remota celebra- E questo il fiume celebratissimo dell'an-
va in queste regioni. La scuderia è bene tichità , meraviglioso agli antichi che le

della corona, e dipende dal gran scudie- sorgenti de' fiumi tennero in particolar
re dell'imperatore. L'aridità del terreno culto. Il Timavo superiore, meno nolo,
sassoso, né l'imperversare di borea impe- non va del tutto oscuro, perchè il con-
dirono che vi crescesse bosco rigoglioso. fine segnava dell' aulica Giapidia , e ad
L'altipiano montuoso denominato il Car- Augusto s' innalzò statua appunto dove
so che sovrasta a Trieste, è tutto di pie- sparisce. Altra caverna no' tempi addie-
tra calcare attraversala da ampie caver- tro frequentatissima, si è quella di s. Ser-
ne, le quali fra di loro per canali di va- volo sotto il castello omonimo che siedo
rie grandezze corrispondono , seguendo a cavaliero della valle di Zaule, celebrato
certe direzioni da natura prefìsse, caver- pel culto di quel santo protettore di Trie-
ne che frequentissime alla superficie del che vi condusse vita eremitica. Né que-
ste,

terreno hanno comiuciamenlo. Malage- stesono le uniche prossime a Trieste, per-


vole sarebbe il dire se queste interna cou- chè memorare si potrebbe quella di O-
T II I TRI a3 9
spo, la tli cui apertura, chiusa da mura e48,63 femmine. Molti triestini illustri
1

armate di spingarde e di cannoni, servi- tlorirono a decoro della patria, anche in


va a difesa della villa entro la grotta già santità di vita, oltre i ricordati martiri e
costrutta; ma quella di Adelsberg,in tem- patroni s. Giusto, s. Servolo, s. Eufemia
pi recenti riaperta, fece dimenticar le al- e s. Tecla vergini, martiri e protettrici
tre, che a lei si proclamano per vastità, anch'esse della patria, diverse da quelle
per bellezza, per facilità di accesso inferio- sante di tal nome, delle quali col Buller
ri. Quantunque il territorio di Trieste sia e con altri feci le brevi biografìe. Le di-

piccolo e sassoso, nondimeno amenissimi verse feste di questi santi e sante triesti-
ne sono i dintorni, ed i suoi prodotti so- ne sono notale nel Directoriuni Sua-
no abbondantissimi e squisiti. La raccolta ctae Cathedralis Ecclesiae Tergestinae
del frumento e del formentone è copiosa, et Concathedralis Justinopolitaiute, in-

il latte e frutti sono in poca quantità,


i sieme a quelli di Capo d' Istria. Trieste
ma in abbondanza provengono dagli stati si vanta del titolo di Fedelissima. L'au-

vicini, Il vino che produce il territorio di lica strada d'Opchiena,aperta nel 17780
Trieste si distingue di molto da quello de- che da Trieste innalzasi ai 000 piedi per
gli altri luoghi d'Italia, per essere le vi- poi bipartirsi alla Germania e all'Italia,

gne piatitale nelle colline e nelle monta- fu neh83o abbandonata, aprendosi una
gne, ottimi souoi vini bianchi, famoso es- nuova quanto comoda e magnifica, altret-
sendo lino dall'antichità il vino Prosec- tanto pittoresca.
co. La popolazione di Trieste che nel jo5 i Le più antiche popolazioni che , len-
era di 5ooo abitanti, crebbe di mano iu nerogli ullimiscoscendimenli i quali dal-
mano che andò prosperando per l'esten- l'Alpi Giulie calano all'estremo seno del-
sione del suo commercio è di'sua indu- l'Adriatico, furono galliche ossiauo celti
sli ha, per cui nel i 785 salì a « 7,600; indi che, e propriamente tribù di quel popolo
nel 79 a 24,5oo; nel 80
1
1
, 1 1 , a 3 ,5oo;
1 ch'ebbe nome di Carni. Questi montana-
nel 835, a 50,200; nel 844> a 60,000,
1 1 ri e dediti a vivere vago , non amarono
cioè cattolici 56, 000, greci orientali 1000, radunarsi in ciltà, ma preferirono di abi-
serbici o serviaui 34o, protestanti i36, tale dispersi alla campagna, né delle cose
calvinisti 255, anglicani 2 18, ebrei 2800. di mare si occuparono, comunque gran-
Nel detto i844 ' a campagna era abitata dissimo incitamento avessero ue'tanti se-

da 2 ,000 contadini
1 tulli cattolici, ripar- ni e porti. De'fasli ili questi popoli tace
titi ini 2 ville e in 11 contrade. Leggo a la storia, uè monumenti avanzarono del
p. 620 del Giornale di Roma deli 856, loro grado di civiltà. In epoca remota ,

che l'inclito civico magistrato pubblicò ita popolo trace caccialo da Dario Isila-
nel giugno il risultalo dell'anagrafi della spe, verso l'anno 5o2 avanti G. C. si al-
città di Trieste nel medesimo anno. Si de- lontanò dalle Danubio e dell'I
foci del
sume da quel prospetto che la popolazio- stro, ove teneva stanza, e rimontando la
ne della cillàjCompreso il territorio,ascen- Sava e la Lubiana, passò le Alpi, scese al
de a Cj6,253 anime, cioè 5g,585 in città, mare togliendo a'celti aborigeni la costa
e 38,668 nel territorio. Secondo le re- di lina penisola dalTimavo all'Arsa, che
ligioni si contano di cattolici 89,7 1 8, de* Istria fu detta, rinnovando il nome del-
quali 53,623 in città, e 36,095 nel ter- l'antica patria, la qualeegualmente era
ritorio; gli acattolici sono 2534, gli ebrei una penisola. Semino da Chio il quale ,

4oo incomplesso. Secondo le nazionalità,


1 d'ordine di Dario Isdaspe scrisse il noto
si contano in ciltà e nel territorio 57,i3o Periplo, 5oo anni avanti l'era corrente
triestini, 35,710 austriaci, 3,4 3 esteri 1 ; (i biografi lo dicono autore della Ferie-
secondo il sesso, vi sono 47*802 maschi, gesis o Descrizione del mondo j che vi-
a4o TRI T R I

vea 80 anni avutiti G. C. , e che dedicò me Istro,che la loro aulica patria traver-
tale opera in versi giambici a INicoine- sava. O perchè queste tradizioni collo
tle il re di Ottima, la quale presenta in scorrere degli anni tralignassero, ó per-
diversi luoghi della conformità col citato che i romani sopravvenuti male le com-
IV ripio, di cui però fu autore Scilace geo- prendessero e peggio le ripetessero, fu cre-
grafo fiorito a tempo di Dario, a cui de- duto che di questa seconda Istria, della
dicò la relazione de'suoi viaggi. Dunque novella dimora de'traci, fossero proprie,
iiutore del Periplo fu Scilace il Vecchio traiti in erroredal culloche a Diomede in
iliCariando città della Caria, e non Sci- prossimità alTunavo prestavasi anche a'
inno di Ch'io), avea trovalo gl'istriani già tempi romani; e perciò, mescolando que-
trasferiti a queste spiagge, e gli avea rico- ste tradizioni con quelle del viaggio de'
nosciuti traci. A questi, che di grecanica traci istriani, si folleggiò supponendo un
lingua e nazione erano, deve Trieste la fiume Islro sparilo, una comunicazione
sua fondazione, ed il nome nella desinen- dell'Adriatico col Danubio pervia di ac-
za este significante città, nascoude nella qua, la discesa a Trieste degli Argonauti
1/ sillaba l'epiteto che i Traci diedero colla nave sulle spalle, la persecuzione di
al novello loro stabilimento. Altri prete- Medea, l'uccisione di Ahsirto convertito
sero che Tergeste trasse il nome da tre nell'isole de'Brioni, la fondazione di Pula
ruscelli le cui acque ivi gettavansi in ma- per opera de' colchi. S'ignora se a que-.ta
re. Scrive lTJghelli, Italia sacra t. 5, p. sola penisola fossero ristrette le immigra-
5 j/\, Terge* lini Episcopi: Tergestum ro- zioni degl'istriani puntici, o quali allean-
nianoriim Colonia (vulgo Trieste) lilo- ze e conlatti avessero cogli altri greci af-
ralis est Islriae cù'ilas, sex a Formio- fini loro, che le spiaggie dell'Adriatico a «
nis ostioy triginta tria ab Aquile]a sta- veano colonizzato, o co'loro fratelli del-
dia dislans, silaque est adSupcrum ma- l'Eusino. La mancanza di monumenti an-
re in ipso sinus dejlexu, cui a Tergeste teriori all'epoca romana, e la mala fede
Tergeslini fecere cognomen. Illuni pu~ in che erano, fa concludere che infima
la ni nonnuli Triestium posleafuisse ap- fosse la loro ci vi! là; poiché di essisi fi men-
pellatala, cpiod ter a sedibus suis con- romane verso 1' anno
zione nelle storie
vulsa, terlio miserabili excidio sii Mul- 3oi avanti G.C. come di pirati, e per fa-
eta ta. Illius meminit Caesar in Com- zioni piratiche vennero in contatto co'ro-
meiitariis. Non tutta la penisola gl'islria- mani nel 22 1 avanti G. C. e n' ebbero
ni traci occuparono, bensì la spiaggia in- punizione. I romani, fitta la pace con Car-
tera, quanta è sul seno triestino, ed porti i tagine e con Filippo re di Macedonia, con-
dell'Istria media e inferiore, costituendo- quistala o ricevuta in dedizione tutta l'I-

si in comunità, come gl'istituti loro pa- talia, il ragliamento segnò il Gonfine del*
trii portavano; restato il rimanente in po- la repubblica romana, (pi, indo nel 181
tere degli antichi, ristretti alle montagne avanti G.C. fu mandala ad elicilo la fon-
ed a pochi porti di mare. Questi istriani dazione d'Aquileia, 3 anni innanzi decre-
furono arditi navigatorie predoni dell' A- tata, su terreno chea'galli venne conte-
drialico, conservatori di tradizioni prese so. Aquileia non solo esser dovea il ba-
a dileggio. Imperocché aveano gl'istria- luardo d'Italia contro gli alpigiani e le na-
ni colie patrie istituzioni trasportato pu- zioni olir 'alpe, ma porto nell'Adriatico e
le su queste spiaggie le tradizioni del
Pon- presidio di questi seni superiori , che la

to Eusino , e lunga memoria serbarono Venezia era pili alleata che suddita; A-
del viaggio degli Argonauti, della con- quileiadunquedovea essere stabilimento
quista del vello d'oro, di Giasone, di Me- del lutto romano, ed il principio del do«
dea, di Castore, di Polluce, del gran (iu- minio della repubblica romana sull'Istria
TR I T R I a4£
si assegna al180 avanti G. C. Gl'istriani Faveria furono distrutte; gli autori della
die fino al Timavo giungevano, conob- guerra percossi di verghe e di scure; 5 6 2 2
bero <|ual destino loro sovrastasse, e per- istriani fatti schiavi e venduti; a migliaia

ciò con improvvido consiglio risolsero gli uccisi; il re Epulo con morte violen-
d'impedire colle armi la fondazione della ta si tolse al trionfo; la preda, maggiore
novella colonia. Radunalo un esercito ,
della speranza perchè povero il paese, da-
gì' istriani ebbero a duce il regolo Epulo, ta a'soldati; la provincia intera venne in
e collegato ad essi fu pure un esercito di pieno dominio del vincitore, e al console
Celti guidati dal regolo Carmelo, alleati fu accordato ilLa quale guerra se
trionfo.

però non fidi; indi cominciando a scor- è memorabile per l'ostinato proponimen-
rere il mare. 1 romani con diìe legioni e to del console Manlio di volerla esso so-

il console Manlio slavano in Aquileia, e lo condurre a termine, anche (piando al

aveauo una flottiglia. Il console attaccò console Pulcino restò allidala, è memora-
gl'istriani per mare e per terra, ma essi bile eziandio per l'amor patrio degl'istria-
non volendo arrischiare giornata campa- ni, che in Nesazio, ultimo loro rifugio, i

le contro le disciplinate e valorose legio- figli, le donne e se stessi uccisero, anzi-


ni, preferirono un colpo di mano con na- ché darsi prigioni o vinti, lasciando ar-
scondersi nelle montagne; e mentre il con- gomento di vendetta e di odio al nome
sole enti ò nelle loro terre, si accampò nel- romano a' superstiti istriani. Domala la
la valle presso Breslovizza, e fece entrar provincia, fu Trieste uno di que'lerrito-
nel porto di Sesliana la flottiglia, per se- rii che il vincitore tolse al vinto, e dura

condare le operazioni di terra, gl'istriani ancora la fama che triestini, valorosi nel-
i

profittando che romani erausi sperduti


i la giornata di Sestiana,disertassero la cit-

in faccende, piombarono nel campo e tut- tà, e ricoverassero a Emona Saviana e ol-

to lo saccheggiarono, senza che i celti ne tre monti. E a credersi che popolata Trie-
prendessero parte. Ma rannodatisi i ro- ste da'romaui, venisse tosto creata colo-
mani, ardendo di sdegno e vendetta, as- nia non di fallo soltanto, ma di diritto, e
salirono vigorosamente gl'istriani, ne uc- destinata a contenere quale militare an-
cisero 8000, gli altri dispersero, e il reE- temurale altra popolazione avversa a'ro-
pulo costrinsero a precipitosa fuga. An- mani.collecui terre confinava la repuhbli-
che i celti furono battuti, ed i romani ri- ca, gì' irrequieti giapiti che abitavano al
preso il campo, colla vittoria cancellaro- di là del prossimo Timavo superiore, i

no precedente disastro ; non pertanto


il quali ebbero celebrità per le gesta d'Au-
essendo fallita l'invasione, Manlio tornò gusto, che li domò in seguito compiuta-
ad Aipnleia alle stazioni d'inverno. Giun- mente. Forse fu fatta colonia per conte-
ta già in Roma la notizia esagerata della nere gl'istriani medesimi. Fin d'a!lora,se
rotta, vi destò grande spavento, per cui non voglia preferirsi l'epoca della guer-
fu ordinato un esercito di soccorso, il con- ra Giopidica del 128 avanti G. C, ebbe
sole M. Giunio dalla Liguria venne man- verosimilmente gli ordinamenti di civile
dato in A<|uileia, e il console Manlio ac- reggimento, che per secoli conservò, cioè
cusato da'ti 'illuni della plebe. Chiarite le governo di se medesima mediante sena-
cose, fu decretala la guerra dal popolo to di 100 decurioni, scelti fra' principa-
romano contro gl'istriani, e commessa la li possidenti, con due magistrati alla te-

cura al console Claudio Pulcino, che nel- sta chiamati duumviri, quali esei citava- i

laprimavera del 78 avanti G. C. la con-


1 no ogni pubblico potere; oltre censori i

dusse a fine. Rotti più volte gì' istriani, preposti alla cura de'pubblici costumi, gli
furono stretti in Nesazio, e si uccisero sul- edili pel buon governo degli edilizi e del-
le fiamme della città. Questa, Mutila e l'annona, e gli ordini sacerdotali di pon-
2 fa TR I TRI
U'fici e tli auguri. Fra la conquista e l'im- dizionedicittà provinciale,poichè la pros-
pero non conoscono gli a v veni nienti ilei
si simità d' Aquileia le interdiva di alzarsi
la regione, solo importante per la custo- a migliori destini. P. Palpellio ammira-
dia de'confìni, segregata alfattodalle pro- glio della flotta ravennate, nell'anno 5G
vincie cisdanubiane; bensì è noto che col di nostra era, a'tempi di Nerone restau-
suo assoggettamento a Roma crebbe la rò il Campidoglio e il suo magnifico tem-
materiale prosperila. Quindi Trieste vie- pio nell'acropoli; ed un triestino a'tempi
ne ricordata da Giulio Cesare, allorquan- di Nerva costruì o rinnovò il teatro. Be-
do nel 702 di Roma o 5 anni avanti G. 1 nefìzio maggiore ottenne dall'imperato-
C, narra la repentina depredazione e sac re Antonino Pio, per opera di Fabio Se-
chcggìo patiti da'coloni triestini sorpresi vero senatore di Roma e nativo di Trie-
da' giapidi; depredazione rinnovata nel ste, alle premure del quale i calali sogget-

7 1 8, e siccome sempre infesti, nel 33 a- ti al comune vi furono incorporati e fit-

vanti G.C. vennero totalmente soggioga- ti capaci di esercitar le cariche municipa-


li da Augusto, per di cui opera due anni li; il che riuscì d'alleviamento agli anti-

(lupo si rialzarono le mura e le torri di chi decurioni, d'utile all'erario per telas-
Trieste, e questa fu da lui pure restau- se aumentale, e di vantaggio all' intera
rata negli edilìzi. A tali beneficenze, Au- città per gli accresciuti cittadini possiden-
gusto aggiunse l'assoggettamento de'car- ti. Sorgeva allora Trieste sul declivio del
ni calali al comune di Trieste, 28 anni colle Tiber, ov' è in oggi la Città Vec-
avanti G. C. 1 calali erano non ignobile chia, e giravano le mura pressoché un mi-
popola/ione celtica tributaria a Roma, glio; il Campidoglio erale a cavaliero coi
confinante col territorio di Trieste, nella templi ed edilizi pubblici, colle statue de-
vallata ora di Pieni; popolazione cui eia- gl'imperatori e d'illustri persone. A pie
si tolta la propria amministrazione, per del Campidoglio eravi il foro maggiore,
affidarla a'procuratori, sotto l'intendenza sul pendio verso levante il teatro; alla
del proconsole, Augusto die questi cala- spiaggia piccolo porlo per barche minori,
li in governo al comune di Trieste, il ([ita- e fuori delle mura era la città mercantile,
le mediati te i propri magistrali esercita- nel sito ora denominato la Madonna del
va il potere e percepiva le imposte; uè Mare e s. Michele, e toccava la necropoli
forse fu questa la sola commuta di alpi- diesi disse poi de'ss. Martiri, Il Campo
giani affittata pel governo alla colonia di Marzo era in riva al porlo maggiore, che
Trieste, la quale nel confine giapitlico al- chiudevasi col molo oggi dello s. Teresa,
zò una statua ad Augusto. Come Aqui- e con altro distrutto che staccavasi dulia
leia saliva in ricchezze e commerci sotto piazza Giuseppe II ad incontrarlo; alto
gl'imperatori, così crebbe Trieste, la (pia- l'anale additava il porto a'naviganli, lun-
le a' traffici di maree di terra prendeva go acquedotto provvedendo d'acqua a do-
non mediocre parte. Mollila di porto ar- vizia la città. Triplice borgata stendeva-

tificiale e sicurissimo, sulla grande via che si sulla via d' Aquileia verso Contovelo,
da Aquileia metteva nella Dalmazia, di sulla via di Emonia verso il monte Spac-
facile e sicuro approdo per chi da Italia cato, e sulla via di Liburnia verso Mon-
nellaPannouia e nella Dacia recavasi, eb- tebello, dal che la località conserva an-
be tempi migliori imperando Tiberio,
i cor il nome di Triborgo o volgarmente
Nerone, Traiano, Adriano egli Antonini, Riborgo. Altra borgata e la più nobile fra
dopo che pannoui e borici aggregali
i i tutte, stendevasi sulla strada di Parenzo,
all'impero romano, a questo ubbidirono verso s. Giacomo. Riservala a'cittadini li-

tulle le proviucie dall'Adriatico al Danu- beri e possidenti la città murala, i borghi


bio, l'ero Trieste allora solo salì a con- trano per gli affrancati e per gli arligiu»
T R I TRI 2 i ;;

ni, ed in t u Iti vuoisi che sommassero a I imperatore d'oriente, nel 539 la lol>e

i 2,ooo.I cittadini di Trieste erano ascrit- a'goli, onde gl'imperatori grei:i fecero tor-
ti alla tribù Pupinia,e militavano più fife* nare i correttori a governar»
ci
l'Istria,j ve-

qnentemente nella legione xv Apollinare bendo Trieste visitata nel 5^2 da darse-
e anco nella flotta, Ampio avea il terri- le, che finì di cacciare i goti dall'Italia. A
torio proprio, ingrandito coll'incorpora- sua istigazione calali nel 568 longobar-i

zioni de' carni calali e di altre popola- di in Italia, vi cominciarono il loro regno;
zioni, 5o miglia
per cui calcolato il i,° a 1 ma Trieste coil'lstria rimase all'imperò
e quello de'secondi 56o, sommava a 710 greco, il quale per governare la parie d'I-
miglia romane quadrate o sia 28 leghe talia eh' eragli rimasta, creò un Esarca
tedesche. Era presidiato da opere di for- con residenza in Ravenna chiamandosi
,

tificazione, e traversalo da vie che riferi- Esarcato le provincie di sua giurisdizio-


vano alla città. Lungo vallo a torri sepa- ne; indi i longobardi uniti agli avari ed a-
rava il territorio di Trieste dalla Giani- gli slavi devastarono l'Istria. Trieste restò
dia, opera de'tempi della repubblica non per 184 an "' "ella dominazione greca, in
ancora distrutta. La condizione prospera condizione se non di prosperi(à,certamen-
di Trieste colla storia dell'istituzioni mu- le non di deiezione. Astolfo re de'longo-
uicipa|i,e eoo quella delle piovinciecisda- bardi, sempre inteso a dilatar* il suo re-
nubiane si collega; per il che ila Traiano gno, mosse guerra a'greci e tolse loro nel
ad Adriano, fra il 98 e il 17 ili nostra 1 7^1 Trieste e l'Istria, e tranhealcune cit-
era, devesi segnare il massimo punto di tà marittime, nel 7.52 conquistò Ravenna
culminazione, l'infimo a'tempi di Costan- e pose in certo modo (ine all'Esarcato dei
tino 1 intorno al 3oG, salire e decresce- greci. L'Istriavenne da'longobardi eret-
re esaltamento ravvisabile ne'monumeu- ta in ducalo, del quale si vuole avessero
li dell'arte. I correttori che pergl'impera. il governo Desiderio e Adelchi che furo-

lori governarono la provincia dell'Istria, no poi gli ultimi re longobardi. Sebbene


cominciano da Isleio Tertullo del 292. per buona sorle i longobardi conquistas-
Restituiti da Giuliano Apostata versoli \'
sero Ti iesle in tempi ne'quali aveauo già
36 1 e più da Teodosio 1 nei 379 mu- i di molto dimesso la loro rozzezza, pure
nicipii, allorché verso la metà del V se- non di prosperità furono tempi di que- i

colo nel 44^i cadde Aquileia per la fero- sta dominazione, uè di quella che vi suc-
cia di Attila re degli unni, Trieste non cedette. Astolfo oltre di avere occupato
molto soffrì, perchè posta fuori della via quasi tulio l'Esarcato di Rai-cuna (/''.),

per la quale ibarbari scendevano in Ita- ch'erasi posto sotto la prolezione della s.

lia, e perchè Ravenna tenevasi ancora o- Sede, perchè i greci trascuravano di di-
pulente, fatta residenza degl'imperatori fenderlo, usurpò vari domini della i mede-
d'occidente, come poi lo rimase de' re d'I- sima e minacciò di estendere le stradi al-
talia. Ravenna bisognosa di navilio e di la stessa Roma. Laonde Papa Stefano 1 F,

commerci, quali a grande città si addico- invocato il soccorso poderoso di Pipino re


no, all'Istria dovea ricorrere pe'generi di di Francia, questi costrinse Astolfo a la-
prima necessità, olio, vino e grani, e pro- sciare I' Esarcato, e lo donò a s. Pietro,

ve si hanno che gì' istriani (radicassero che già per dedizione de' popoli vi gv«a
persino sulle coste dell' Africa. Passata signoria, e fino dal V secolo vi possede-
Trieste nel 476, collo scioglimento del- va diversi Patrimonii della s. Sedei V.Y

l'impero d'occidente, in dominio d'Odoa- fra'quali eranvi quelli di Ravenna, Istria,


nel493 in quello del
cre re degli eruli, e Liguria (F.), ec. e persino nella Dalma-
goto Teodorico re d'Italia come il pre- zia e neW Micia (K). Astolfo non adem-
cedente, Belisario d'ordine di Giustiniano pì interamente il giuralo, ed il successo-
244 TRI TR I

re Desiderio fece peggio di lui, per cui co- dominio del mareagognava. Trieste rien-
strinse Papa Adriano I a ricorrere all'a- trava nella condizione di città agricola
iuto di Carlo Magno re de' franchi, il qua- soltanto, e per di più
gran parte di ter-
le calato in Italia e vinto Desiderio, nel perduta per commovimenti di
ritorio era

773 die termine al regno de'longobardi guerra o per richiamo di liberalità de-
in Italia, poiché Adelchi appena regnò in gl'imperatori. Fiaccatoli vigore di comu-
parte di essa. Carlo Magno restituì alla ne governo, l'autorità reale o imperiale
Sovranità della s. Sede (P.) l'usurpa- era ridotta a nome, perchè il diritto di
to da Desiderio, e con altre donazioni am- guerra fu fatto comune a'dinasti e mu-
pliòil principato temporale de'Papi,e con nicipii; cosicché il provvedere alla pro-
l'Esarcato pare die vi comprendesse pure pria sicurezza, alla propria salute diven-
Y Istria. Nondimeno in questa vi dominò ne necessità anziché privilegio. Richiama-
Adelchi dal j5q in poi come duca, e dal tisi gl'istriani, e Trieste fra questi, delle
773 sino al 775 qnal re, nel quale anno novelle istituzioni, l'imperatore Lodovi-
ricuperò l'Istria e Trieste all'impero gre- co I il. Pio confermò l'antico sistema, e
co l'imperatore Leone IV, e sotto il di lui Trieste abbandonata a se medesima
successore Costantino V, l'una e l'altra provvide modestamente come megliosep-
gli tolse Carlo Magno nel 789, che eret- pe e potè, con molto valore bensì e saga-
ta in ducato l'Istria nel 799 la conferì a cità, e con prospero evento. Nel tempo
Enrico duca, col quale comincia la serie che corse dalle vittorie di Carlo Magno
de'duchi e marchesi d'Istria, dipendenti allametà del secolo XII, Trieste dell'an-
dagl'imperatori d'occidente e da're d'Ita- tica condizione altro non potè conserva-
lia, dopoché s. Leone III in Carlo Magno re che l'antica forma di reggimento; ces-
ripristinò l'impero occidentale. Diventi- sate le relazioni co'paesi fra terra, le prin-
la Trieste e l'Istria suddita di Carlo Ma- cipali famiglie aveano in tempi ancor più
gno, questi l'unì regno d'Italia, cam-
al lontani abbandonato l'antica patria, e a-
biò la forma d' amministrazione, e nel- veano preso stanza in Venezia, fra le qua-
l'8o5a preghiere degl'istriani ridonò al- li gli Albani,! Barbarigo, i Barbaro, iLoti-
la provincia l'antica forma di reggimen- ghi, i Danusdio, i Donzorzi, i Rambolini,
to municipale. Nel diploma d' Ottone I i Tornatici, i Borrocaldi, i Barbacini , i

imperatore, conferma torio delle donazio- Bonci, i Boncili, i Caotorta, i Diprelli, i

ni fatte alla Chiesa romana daPipino, Car- Bocco, e molte di queste furono tribune-
lo Magno, Lodovico I e altri suoi prede- sche. Si vuole che in questi tempi i triesti-

cessori, riportato anco dal Cohellio, No- ni si fossero dati al corseggiare i mari, e
titia,\ì.\io, si legge: Nec non Exarcha- che nel 939 una escursione rapissero
in
tuni Ravennatcn...atque Provincia Ve diverse donzelle in mezzo a Venezia; ma
jietiarum, et Istria. Al citato articolo vaga n'è la tradizione, non essendo certi
riportai come il Borgia spiega l'asserzio- glistoricidiquel reato. Né credibile il fan-
ne che l'Esarcato confinava colf Istria. no le condizioni uon del tutto pregiudi-
Frattanto gli ordinamenti feudali, predi- zievoli di questa città, la quale lentamen-
sposti da'longobardi, a Trieste prepara- te decadde dalla civiltà romana, senza a-
vano totalecambiamento nella sua con- ver la sventura di .scendere all'infunila de!
dizione, cambiamento che tanto più era medio evo, per risorgere a novelli ordi-
l (Minilo e malgradito, in quantochè le pro- ni e costumanze civili. Alla quale trista
vi noie et «da nubiane a veano dismesso ogni fama si crede aver contribuito la pirata-
traffico coli' Adriatico, Aquileia era scoiti- ria allorafrequente in questi mari, l'av-
pana, Ravenna avea perduto la sua im- versione de'veneti a' triestini, chea Trie-
portanza, Venezia appena sorgeva ed al ste davano il nome di Monte Barbasco.
TR I TR I 245
» cav. Mulioelli negli Annali urbani di to era sulla base che al primo formarsi
J fnczia, riporta il ratio al 943 a'3 gen- 1 della colonia erasi adottalo; ma i poteri
naio, in cui celebrando i veneziani l'an- del municipio eransi sottoposti fino dai
niversario della traslazione del corpo di tempi d'Adriano a novella magistratura,
s.Marco, nella cattedrale solevano farsi quasi del comune tulrice, ed in ogni tem-
molti matrimoni, portando seco le spose po le liti maggiori, i delitti erano riserva-
la loro dote. Certi ladroni triestini, o na- li alla conoscenza de'magistrati ili Roma,
renlani, o istriani, variando le opinioni, poi a magistrature provinciali, che coi ret-
avidi di bottino e sbucati da un nascon- tori si dissero. Durante il governo greco
diglio, a mano armata penetrati in chie- la creazione di magistrature provinciali
sa, minacciando e uccidendo, rapirono e divenne necessità, ed un maestro de'mi-
condussero alle loro barche sposi e spo- lili reggeva tutta l'Istria e Trieste, a'qua-

se. Rinvenuti veneti dallo sbalordimen-


i li Carlo Magno surrogava ciuchi, poi i i

to, inseguirono rapitori, e raggiuntili in


i marchesi, con potere di alla giurisdizio-
un deserto porto dell' acque Caprulane, ne civile, penale e di appellazione, e con
ove gozzovigliando riparlivansi la preda, facoltà di tutori de'comuni. INel 94-^> Lo-
piombati su di essi ne fecero di tutti ma- tario re d'Italia, oltre il concedere a've-
cello, ricuperando bravamente i fidanza- scovi di Trieste le ricordate percezioni fi-

ti. Ed è pure in questo tempo che la cat- scali, affidò loro quel potere che sarebbe
tedra vescovile ricevea nuovo lustro per stato de' marchesi, potere propriamente
liberalità degl' imperatori. I vescovi di non sovrano, ma magistratura sottoposta
Trieste ebbero nell' 848 da Lotario re al potere sovrano e amministrativo del
o meglio da Lotario figlio di Ugo
d'Italia, re d'Italia; per il che i vescovi in Trieste
nel 948, in dono diritti che il fìsco rea-
i sentivano le appellazioni dalle sentenze
le avea sulla città con 3 miglia all'ingi- de'magistrati municipali, confermavano
ro, ossia il dominio temporale. Ne'seguen- le magistrature , ne eleggevano alcune,
ti secoli X e XI egualmente ebbero per sentenziavano pene pe' delitti e li puni-

privilegio la percezione delle regalie fi- vano, concedevano il diritto all'esercizio


scali che nella città spettavano al re, e le di alcune arti, percepivano tributi alle
decime di molti distretti, col dominio di porle della città, aveano l'obbligo di re-
molte castella e terre ch'erano già del co- staurare con questi le mura e le strade.
mune, ed altre nella penisola; sulla città Coniarono più lardi prima del 1208 ino-
medesima esercitavano diritti che appar- lieta, non per indulto speciale del re, ma

tengono al buon governo anziché al pò- per la pratica invalsa dopo la pace di Co-
tere finanziario; e comunque incerti per stanza del 1 1 83 , e per la tolleranza dei
la condizione de'tempi, niun motivo die- patriarchi d'Aquileia che avrebbero po-
rono a collisioni fra'prela.ti e il comune; tuto contrastarne il diritto, siccome mar-
tanta fu la giustizia e laprudenza de've- chesi dell'intera provincia d'Istria, suben-
scovi, tanta la saviezza del magistrato; che trati neh 1 3o alle case degli Eppenstein,
a nzi venuta in istrettezze pecuniarie la ca- degli Sponheim e degli Antlechs,che per e-
mera episcopale, per le guerre sostenute redil aria successione aveano governato l'I-
contro i potenti del secolo, e al servigio stria. Debole spesso per incapacità allear-
de'patriarchid'Aquileia, preferi rono i ve- mi il governo de'vescovi, il comune giun-
scovi di vendere i loro diritti al comune se all'ali! aucazione, non per idee che di
medesimo, anziché a signoreslranieroche questi secoli mai furono , ma per circo-
titolo ne avrebbe tratto a dura soggezio* stanze interne ed esterne, per l'esempio
ne. Nel 948 Trieste formava comune da d'altri comuni, per necessità di difesa con-
se con ristretto territorio, ed il reggimeli* tro le venete invasioni. Gli ordinamenti
?.i 6 T R I T R I

della città non erano tali da offrir* ele- poco dopo corse grave pericolo per am-
mento a vigorosa reazione , che limitali bizione d'interno nemico. Marco Ranfo
alla proposizione di magistrature, al go- nobile feudatario, potente per armi e de-
verno d'inferiori interessi interni; sogget- naro, d'illustre famiglia cittadina, spesso
ta del rimanente al gastnldo vescovileche magistrato e in grande estimazione te-
non valeva a difenderla contro gli ester- nuto, pensò a farsi signore di Trieste e col-
ni nemici. Neli2i6fu introdotta in Trie- se il momento in cui il figlio Giovanni
ste la magistratura del podestà, Marco ne dovea dimettersi dal carico di console o
cominciò la serie, e dopo di Ini trovasi giudice in sul finir del 1 3 1 3. 11 colpo man-
MainardocontediGorizia. Il vescovoGio- cò: Marco Ranfo fu ucciso, la sua casa
vanni IV neh?. 36 alienava alla città al- spianata e interdetto di più costruire sul
cuni diritti, essendosi dispendiato [ter se- fondo che dovea rimaner nudo; Giovan-
guire nelle guerre l'imperatore Federico ni, le sorelle, gli aderenti furono banditi
11, al seguito del patriarca d'Aquileia Ber- in perpetuo, condannati nel capo e con-
toldo. Indi ne! i 253 il vescovoVolrico ven- fiscati i beni;Ranfa e Chiara figlie di Mar-
dè il diritto di dettare leggi penali, d'e- co per colmo di sfregio dichiarate adul-
leggere i consoli, di giudicare in appella- tere, e le doti loro aggiudicale a'mariti;
zione, d'esigere le multe, d'accordare l'e- la memoria de'traditori fu maledetta per
sercizio di arti. In detto anno i triestini pili generazioni , e solo risparmiale dal-
assediarono Brescia per commissione del l'ira popolare Agnese figlia di Marco, e
patriarca d'Aquileia. Fino dal i 202 il do- Filippina figlia di Giovanni. IntantoTrie-
ge di Venezia Enrico Dandolo,direttocoi sle trovossi involta in guerre , ed a fre-
crocesignati alla volta di Costantinopoli, quenti cambiamenti di dominatori e di
impose tributo a Trieste, l'assoggettò al- governi, non sempre sostenuti con felice
la repubblica e le fece giurare fedeltà a risultato da'eonti di Gorizia, rinnovando-
s. Marco. Dipoi neh 279 Trieste sottrat- si le leggi municipali sotto il podestà Mar-
tasi da' veneziani, si collegò col conte «li co Dandolo nel 1 35o. Indi i veneziani 1 i-

Gorizia e con altre comunità per muover conquistarono Trieste nel 365, e libera- 1

loro guerra, ma venne assediata e costret- tasi da essi nel i3y4sidièaì patriarca d'A-

ta a pacificarsi nel288; tultavolta restò


1 quileia. Riconquistata Trieste da' veneti
libera e sino ah 325 non fu dominata dai neh 379, la città tentò di sottrarsi dalla
dogi veneti. Nel 2g5 il vescovo Brina di
1 loro signoria per darsi al duca d'Austria,
Toppo alienò anche il diritto di giudica- ma non le riuscì. Intanto Matteo Maruf-
re de'delitti, di nominare il gastaldo, e ri- fo ammiraglio genovese, nel tempo die
servava a se quello di coniar moneta, ehe ardeva la fiera e famosa guerra tra le re-

poco dopo cessò con Rodolfo, e di perce- pubbliche di Genova e Venezia, a questa
pire un unico leggero tributo che più tar- tolse Trieste nel i 38o,e la consegnò al pa-

di venne redento. Al 295 va segnala l'af- 1 triarca diAquileia. In memoria di tale vit-
francazione totale del comune di Trieste, toria, in una chiesa di Genova fu posto

e l'acquisto del pieno diritto del proprio il Leone alato colla leggenda: Iste lapis
reggimento, il quale ad onta delle prote- in <juo est figura marmorea s. Marchi
zioni cercate ue'conti di Gorizia, diversi de Venetiis^fuitde Tergeste capto amo*
de'quali furono podestà, non fu uè pacifi- strisi 38o. Scematoli popolo per le guer-
co, né durevole. Completate in quest'epo- re continue, depauperata la città, inutile
ca le leggi municipali, che (ino dai 5o 1 1 tornando il valore contro la preponderai!»
eraini cominciate a raccogliere, provve- za de' veneti, inetti i patriarchi d'Aquileia
duto a difesa contro gli esterni nemici, re- a difenderla, insufficienti i conti di Gori-
golato il governo con saggi ordinamenti, zia, deliberava Trieste neh 382, mentre
T R ! T R I 247
era stretta d'assedioda'veneti, ili pnrfìne questo porto propagalo alle regioni estre-
:i faille incertezze, e di darsi a padrone me del globo.
saggio e potente. L'autorità del patriar- A Leopoldo neh 386 successeli duca
ca d'Aquileia era ormai pressoché nulla, Alberto III, a questi ne|i4o6 il duca Er-
tulle le città marittime dell'Istria erausi nesto, che nel 1 ^1 1 visitò Trieste, e dopo
date a' vene ti dal i 7.67 al 1 33 i;la più par- di lui Federico V ch'eresse l'Austria in
te dell'interno della provincia era deVon- arciducato, e divenuto imperatore Fede-
ti d'Istria, che a stento difendevansi con- rico III, gl'imperatori suoi successori fu-
tro il Leone alato veneto; possedimenti i rono e sono sovrani «li Trieste. Venula
del patriarca nell'Istria erano meschini. questa in dominio dell'augusta casa, ben
Ad onta della pace ili Torino, per la qua- meglio si sarebbe ristora la da'sofìerti gua-
le doveano nhhandonar Trieste, vene- i sti, se pienamente avesse potuto profitta-
ti non avrebbero rinunciato al desiderio re delle benigne concessioni che i nuovi
di tenere le spiagge tulle dell'Adriatico, sovrani le davano per attivare il commer-
l'acque del quale erano di loro, sia che li cio; ma i veneti leneano chiusi i mari e pa-
spingesse intemperanza di dominio, o co- droni eranodel commercioe della naviga-
me dicevano, li persuadesse necessità di zione di lutto l'Adriatico, per modo che i

tenere il golfo. Estinta la linea de' conti privilegi accordali nella Spagna e nel re-
d'Istria, alfine a quella de'conti di Gori- gno di Napoli a' mercanti triestini nel se-
zia, vi succedevano nel t
3y4 P er p a,, ° di colo XV I, tornarono inutili pressoché del
famiglia i duchi d'Austria, adini essi pu- tutto; la navigazione era limitata a Vene-
re de'conti istriani: la contea del Carso, zia ed Ancona, il movimento commer-
già prima da questi posseduta, era conter- ciale alla provincia di Carnio; e questo
mine al territorio di Trieste, e potenti stesso, sebbene meschino commercio di
principi erano gli austriaci, e di bella fama terra, distoglierlo vulcano i veneti per ti-

per valore nell'armi e per lenità. Fino «la rarlo a Capo d'Istria, per cui nuovi di-
remoti tempi aveano deliberalo i triesti- spiacerle nuove guerre, nelle quali Trie-
ni di dar la preferenza a'conti del Carso ste tenne farle, e meritò nel 1 1\(\[\ da Fe-

nella carica di podestà che annualmente derico 1 1 1 l'armeggio ossia lo stemma au-
eleggevano, e non malgi aditi erano alla striaco, di cui oggi ancora fa uso in luogo
casa d'Abshurg, poiché la città di Trieste della Lancia, che fu l'aulica impresa di
eia stata madrina ad Elisabetta poi spo- Trieste, e da tulli i regnanti la lode di
sa d'Alberto figlio di Rodolfo Id'Absburg Fedelissima e ben meritala. Dopo aver
imperatore e progenitore di casa d'Au- Trieste veduto neh 470 compita la for-
stria. Neh365 avea Trieste alzato ban- tezza cominciata da'veneti,e rifatte le mu-
diera austriaca, ma presa la città a forza ra, e dopo aver veduto i turchi scorrei e
da'vi neli e stornalo per allora il divisa- il Carso, nel 1 5o8 dalla repubblica di Ve-
mene), si die in sudditanza a Leopoldo nezia nuovamente invasa, pero-
si vide
il Lodevole duca d'Austria, il quale nel pera de'generali Contarmi e Cornalo, e
j 382 benignamente |'accolse,e rinnovan- governata da Alvise Zeno e Francesco
do que'buoni diritti che predecessori di i Cappello militarmente e per pochi mesi.
lui ebbero dal voto di Trieste, accolse in In questi però fu laglieggiala con rigore,
perpetuo patrocinio e dominio la troppo multala di 15, 000 ducali, e poi spogliata
travagliata città. Nello slesso anno inviò di antichi monumenti che furono trasfe-
per recapitano in Trieste l'austriaco con- riti a Venezia. In quella memorabile epo-
te Ugone di Duino che , alzò il glorioso ca, Venezia per intemperanza di domi
vessillo d'A ustria sulle torri dell'antica co- nio in terraferma, occupate ancora la con
lonia romana; tuttora vi è spiegalo, e da tea diGorizia e alcune ci (là pontifìcie, vide
a48 T R I T P, l

collega rsi in Cambray tanln parte d'Eu- le fosse dato di supplire a'difetti natura-
ropa per frenarla. Dopo ricuperala la li- li. Carlo VI deciso d'aprire alle sue pro-

bertà,! triestini furono nel 5i i raffiliti dal- vincie tedesche un porto di mare, che i

l'orribile terremoto, che abbattè le mu- commerci creasse piuttosto che avvivas-
ra e le torri; altri infortmiii furono la sud- se, pose mente a questi suoi litorali, e

eletta peste del i600 con grande strage, volle Affrancarsi dalle venete restrizio-
l'incendio nel 1 600 del pubblico palazzo, ni. Pendeva il giudizio fra Aquileia che
tosto ricostruito, e l'assedio inutilmente voleva richiamarsi all'aulico splendore,
tentalo da' francesi nel 1702. Nel tempo ma vi ostavano 1' isola di Grado e le la-

corso fra la fortunata dedizione all' Au- gune in dominio de' veneti ; e fra Fiume,
stria, e l'era novella a'tempi di Carlo VI, Segna e Carlobago, ma a giungervi con-

Trieste salì e ricadde, acquistò Castel- veniva passare sotto il veneto cannone
nuovo, ed avea l'animo di ricuperare l'an- dell'isole di Veglia, di Cherso e del lito-
tico territorio; ma perde S. Servolo con- rale istriano: fu data la preferenza a Trie-
tro veneti, perde altre e BPM poche vil-
i ste perchè aperto il mare, e l'imperatore
le, che non più furono a lei riunite. La si propose di farlo libero, come lo di ven-
condizione economica della città andava ne per la fermezza mostrata, eia quale
col progredire de' tempi scadendo per non poterono declinare le solenni e ap-
sempre maggiori stretlezze,e sensibilmen- posite ambascerie. Nel 17 17 Trieste, in
te diminuita negli abitanti. Piccolo il ter- preferenza d'Aquileia e di Fiume, fu di-
ritorio e per buona parte non suscettibi- chiarato porto-franco, ammessi gli este-

le di coltura, in niun conlatto trovatasi ri al traffico, concesse immunità, sollievo


colla conica di Gorizia, la quale andava di tributi e di tasse; di più accordò la fie-
iTiigliorandoagricoltura, industria e com- ra privilegiala di s. Lorenzo, ed alla com-
mercio; in niun contallo coli' Istria au- pagnia orientale Vienna concesse lar-
di
striaca, perchè la veneta frapponevasi,e fa- ghe preroga ti ve e ampi privilegi, emanan-
cevano capo quelle popolazioni ad allro do pure leggi cambiarie. Piccatosi Carlo
porto di mare; in niun contatto coli' I- VI a' io settembre 1728 in Triesle, so-
stria veneta, perchè d'altra sovranità; in lennemente proclamò che la navigazio-
pochissimo contatto colla Carniola, per- ne per I' Adriatico dovea esser libera a
chè chiuso il mare, e perchè Duino con- questi suoi stati, ad onta delle proteste
sideravasi porto di quella provincia, sic- de' veneziani, e lo fu poi sotto la figlia Ma-
comea pergovernounitodopoil 5oo;
lei 1 ria Teresa nel 1 75o, per quanto dessa 0-
porto della Carniola era Fiume da quel- però e celebrai di sopra. Cessata la com-
la provincia dipendente. Triesle piena di pagnia orientale, nel 1 742 i greci comin-
fiducia nell' amorevolezza e protezione ciarono a frequentare il porto, conceden-
che accordavano suoi sovrani, a loro
le i dosi ad essi e agli altri stranieri tolle-
si rivolse, prima a Leopoldo 1 che fu a ranza e libero culto; poscia essendo nel
Triesle, e poi al figlio Giuseppe I che bre- 1747 a' capitani succeduti i presidenti,
ve impero ebbe, al cui fratello Carlo VI ed a questi nel 1776 i governatori. Du-
era riservato di mandar ad esecuzione ratile 1' Maria Teresa comin-
impero di
quello che forse fu desiderio del padre, e ciarono navigli con bandiera austriaca
clie le circostanze non gli permisero ese- a solcar mari non pria conosciuti, e ves-
guire. Trieste gli avea chiesto di poter in silli stranieri ignorali frequentare assi-
prò delle provincie ereditarie adoperare duamente il porto, quasi recantisi a fie-

que'mezzi di che Dio l'avea fornitaci po- ra continua, mutui commerci avviarsi, e
ter alzarsi ad emporio, purché il mare le consoli austriaci inviati in porti forestie-
fosse dischiuso, e per eccezioni e privilegi ri, consoli foraslieri accogliersi in Tric-
T | I TR I a4g
ste, e nominare essa medesima un con- Ferdinando barone d'Hompesch, caccia
sole alla nazione greca, che tanto in al- toda'francesi da MaUa r %\ recò a Trieste;
lora dalla Turchia non poteva esigersi, dove nel 1799 vi giunsero pure le prin-
oc sperarsi. Maria Teresa concluse trat- cipesse reali di Francia M." AdelaideClo-
tali di pace e di commercio colla Por- tilde e Vittoria Luisa, zie di Luigi XVI,
ta ottomana e colle potenze di Barba- di Luigi XVIII X, e moren-
e di Carlo
ria, istituì il capitanato del porto, re- dovi nel 1 800 furono temporaneamente
golò i sensali, creò la borsa mercantile, depositate le loro salme nella cattedrale,
die regolamenti sanitari, dettò leggi pe' donde nel 1 8 4 si trasportarono
1 in Fran-
fallili, per la giurisdizione e procedura io cia, come narrai in principio. Nello stes-
all'ari mercantili, per le cose di cambio e so 1800 arrivò in Trieste la regina delle
di commercio, per le le dogane, pe'tran- due Sicilie Carolina d'Austria. Neli8o5
si ti colla Lombardia e colle Fiandre. M. seguì l'armamento della guardia civica
Teresa potè veramenledirsi madrea'frie- e la benedizione delle bandiere; ma il ge-
ste, e meritare che la sua città novella si neral Solignac in nome del maresciallo
fregiasse del suo celebre nome. Il figlio Massena, prese Trieste per Napoleone I

Giuseppe 11 seguì le massime della gran imperatore de'francesi, la fece presidiare


madre, volle accrescere l'ambito di sua da compagnie di mori americani, indi sog-
attività; per cui sembrandogli troppo ri- giacque Trieste alla taglia di 4 milioni,
stretto il Mediterraneo che navigli au- i e vide successivamente nelle sue mura
frequentavano, e troppo locale il
striaci Marmont, Massena e Serras. Nel 1806 vi
commercio del Levante, fu volto il pen- rientrarono gli austriaci, dopo 3 mesi di
siero alla Cina e alle Indie, e quindi pro- assenza; e nel 1808 ordinarono l'arma-
vincie discoste dall'Adriatico si videro in- mento di dm; battaglioni provinciali, l'u-
dirizzale per I' esportazioni a Trieste, a no di cittadini comandato dal conte P.
cui nel 1783 fu unita la conica di Gori- Biigido, l'altro di villici comandalo dal
zia.Giuseppe 11 visitò Trieste nel 1784, conte R. della Torre. Nel 809
1 i triestini

ed fratello Leopoldo li fece il simile nel


il recaronsi all'assedio di Capo d' Istria ed
1
790, il figlio del quale Francesco 1 nel a quello di Palma, e nella giornata di Pre-

1796 aggiunse alla cillà il rione del suo ìvald battaglioni provinciali pugnaro-
i

nome, ed a cui la città eresse a suo onore no valorosamente, sebbene con sorte av-
un obelisco sulla sommilàdel monte Op- versa. Trieste presa di nuovo dall'armi
cina o Opchiena. Per la rivoluzione e re- francesi guidate dal general Schitt, fu ta*
pubblica di Francia, nel 797 ebbe luo- 1 glieggiata di 5o milioni, e pel blocco con-
go la guerra d' Italia ; dopo l'assedio di tinentale cessò da'lrallici. Passata in do-
Mantova, e della battaglia al Taglia- minio dell'impero francese, fu incorpo-
mene, il general di brigala Gioacchino rala alle provincie illiriche; ed il gene-
Min al a'i3 marzo enlrò in Trieste, e la rale degl'insorgenti Montechiaro, preso
occupò per la repubblica francese; per colle armi in mano, fu con altri 8 condan-
memoria della quale presa fu coniata me- nato alla fucilazione. Trieste fu successi*
daglia. Indi a'29 aprile il generale in ca- vamenle governata da'francesi Marmont
po Napoleone Bonaparte enlrò in Trie- duca di Raglisi, conte Bertrand, Junot
ste, e vi m fermò 24 ore Seguì quindi la - duca d' Abrantès e Fouché duca d'O-
taglia di 2,Goo,ooo lire tornesi, e la ve- tranto. Nel governo francese di Napoleo-
nula in Trieste del general Bernadotle. ne I, 8 o fu istituito il liceo e il gin-
nel 1 1

Poco dopo a' 24 maggio vi rientrarono nasio, ebbe luogo la recluta o coscrizio-
gli austriaci. Nel 17988*24 luglio gran il ne, il transito de' conti dal Levante per
maestro dell'ordine Gerosolimitano fr. la Francia, I' Entrepòt reale, la società

vol. ixxx. 1 ?
7. hì T n I T A I

della Minerva: nel 181 f si fondò il col- lincile, ebbe la lìdia enormelaglia di So
legio imperiale di educazione; il laz.zarcl- milioni, e col frullo «li pressoché oo au- i

to s. Teresa fu dichiaralo arsenale e visi ni ci' operosi» à e di travaglio, vide tolie


costruirono un vascello e due fregate, e lolle le leggi che regolavano il suo rom-
venne fallo il passeggio dell'Acquedotto: inercio, ed alle quali flanelle la sua esi-
lici 181?. si pubblicarono le leggi fran- sten/a; la condizione sua equiparala a
cesi, si attivò la municipali!;!, e si fece il quella delle aldo cillà. E tosto Trieste al

passeggio di s. Andrea: neli8i3 fu ac- l'antico sialo ritornava ;


cremato il nu-
cordalo il porto-fianco, il colonnello Ra- mero degli ahitanti,clie altri cieli cerca
bié assunse il comando della fortezza e vano, deserte le vie, ozioso il porlo, uni-
dichiarò la città in fatato d'assedio; indi ca attività rimase il commercio di terra,

a' i 6 ollohre fu impreso l'assedio di Trie- che da Salonicco ossiaTcssalonica faceva


sle dagli austriaci, inglesi e siciliani, che si per Costa nizza nella Croazia, ma pie.

per i e) giorni circa la bombardarono in culo ancor questo e di vantaggio a pochi


modo che le palle impresse in varie case individui. Negli ultimi momenti dì quel
fanno teslimonianza della forte resisten- governo straniero si decretava la resti-
z.a del castello, finché n'i5 ottobre si rese lozione del porto-franco, ma fu tardo <:

prode conte Nngent


agli alleali, cioè al inolile provvedimento, perchè facile ere
generale austriaco e alla squadra britan pontino si è i! distruggere, difficile e lento
na che mai avea cessato di mandar sul il creare. Ritornata sulla fine «lei i8f3
castelloreilerale bombe, rilornandoTrie- Trieste all' aulico signore, senza avere
sle al dominio dell'imperatore d'Austria ad altri giurata fede, perchè lo stesso ne-
Francesco Ad onta che le occiipazio-
I. mico ebbe in grandissimo pregio la le-

ni nemiche del 1797 e deh8o5 furono della de'triestini all'augusti) casa d' Au-
funesle per le taglie di guerra esorbitali- stria, e facendone encomio come argo-
li, e per gl'inlerrotii 1 1*0 (bri, le guerre ed mento d'ubbidienza, dispensò da ungiti-
i rivolgimenti in cui tutta Europa fu in- ramento.cheo non si sarebbe prestatocela
volta non tornarono a Trieste pregindi- forza col labbro sol tanto. Pei* I» quale fede
zievoli, perchè negli anni ne'epiali l'An- temila anche nelle sventure e sotto st ra-
sino si lentie in pace, fu imo de'pochi por- mero dominio, Francesco impartì alla 1

li al quale la navigazione fosse libera, al- città il titolo solenne di Fedelissima,* le


leala come sempre [\\ l'Austria dell'In- restituì le auliche franchigie, all'ombra
ghillerrn. Sciolta nel 1797 la possente e delle quali crebbe a quel punto in che à
nobilissima repubblica di Venezia, dessa giunta fra le oscilla/ioni inseparabili dal-
con l'Istria, la Dalmazia e le Rocche ili le mercantili imprese, scmpicalliva.sem-
Cotlaro divennero austriache; il nume- pre coraggiosa, sempre fedele e di vota ai-

roso navilio de'Lnssini, quello delle Roc- l'angusta casa, alla (piale la sua ileo idez-

diedi Cattalo, ebbero col navilio di Trie- za è dovuto, la (piale sollogli auspicò del
sle comune il vessillo, e vennero ad au- regnante imperatore Francesco C/msep-
nientarle. E sebbene neh8o5 le novelle pe è in via d'ulteriore e splendido incre-
provinciedi mare andassero perdule,pu- melilo.
re la via ero nota e calcata, e l'anno 1 809 Dirò per ultimo, come di recente Trie-
segnava il massimo stadio della prospe- sleebbe il tristo onore di ricoverare deli-
rila ed attività di Trieste, il ili cui nome tro le sue mura, di albergare per piò au-
notisMiiio nuovo
si era nel vecchio e nel ni, e di raccogliere le cenci i illustri d'u-
niondo ma questo medesimo anno do*
; na delle tante vittime degli sconvolgi
vea segnare epoca infausta. Ceduta alla menti politici, di coi va Cotanto prodiga
Francia e incorporala alle provincia il- la nostra infelice età. Intèndo parlare del
t r i T RI 2 W
magnanimo, leale, virtuoso e sventurato sulla testa del saggio primogenito 1' in-
d. Culo infante di Spagna, ossia Carlo V fante d. Carlo-Luigi, che assunse il no-
re di Spagna, per quanto narrai in quel- me di Carlo VI e di conte di Montino-
1' articolo e negli altri relativi. Nato per li!). Dopo la sua abdicazione il re d. Car-
onorare il trono colle sue distinte qualità, lo, ricuperata la libertà, col titolo di con-
a cui per diritto legittimo stabilito era te di Molina andò a stabilirsi a Genova,
destinatOjCome hanno pure provato scrit- ove gli onori e le premurose sollecitudi-
ti luminosissimi, ed io in breve riportai ni del re di Sardegna Carlo Alberto gli
a Spagna; diritto che a suo pregiudizio procurarono i conforti e le consolazioni
alterato, gli fu contrastato dal prevalente di cui tanto abbisognava. Quella ospitale
spii ito rivoluzionario, nemico delle legit- re.-ddenza non dovea prolungarsi pe'cam-
time successioni alle corone, come si espri- bia menti politici; laonde gli furono aper-
mono i detti scritti stampati, e dal più ri» ti per amichevole soggiorno gli stali au-
provevole decadimenti che registrò la striaci; Trieste, e per qualche tempo Ve-
storia. Fu inoltre lo stesso spirito rivolu- nezia, furono scelti per fissarti una dimo-
zionario, che sagrificò Carlo V quale e- ra,che riguardo alla prima delle nomi-
roico campione, che rappresentò ne'uo- nate città dovea essere per l'afflitto mo-
sti i deplorabili tempi il principio religio- narca il teatro ile' suoi ultimi dolori e I.»

so e monarchico, la legittimità de'troni, tomba provvisoria dove riposa la sua spo-


ed insieme di porre miseramente a soq- glia mortale. Gli spaglinoli che hanno
quadro la disgraziata, cattolica e nobilissi- fede nel trionfo della causa della giusti-
ma Spagna, massime con tutto l'operato zia, chiamano Trieste tomba provviso-
subito dopo la pubblicazione del mio ar- ria del loro illustre re Carlo V (come In
ticolo, e deplorato altamente dal Papa era stata quella delle sue reali e illustri

Pio IX, principalmente nel concistoro ile parenti RI." Adelaide Clotilde e Vittoria
26 luglio 1 855 coll'allocuzione: Nemove- Luisa di Borbone permanili, tumulale
strum ignorat, di die trattai a Toledo in nella stessa cattedrale) nella speranza che
uno all'allocuzione, mentre a Valenza fa- vena giorno in cui la nobile patria del-

rò parola della recentemente vinta terri- l'augusto defunto potrà rendergli il tri-

bile rivoluzione nel luglio 1 856. A com- buto di lagrime e di onore che merita ,

piere il riferito a Spagna sullo sfortunato giacché non le fu dato offrirgli nella splen-

principe,qui aggiungerò: Che inaugurala dida reggia che lo vide nascerceli omag-
la guerra de'7 anni, dopo la morte del re gi di rispetto e di venerazione di cui e-
Ferdinando VII,dall'encomiato d. Carlo ra sì degno. Mentre d. Carlo soggiornava
suo fratello e legale successore, e sostenu- in Trieste, nel dicembre 84q fu colpito
1

ta vigorosamente per rivendicare i suoi da un attacco di parafisi al lato destro,


incontrovertibili dititti principalmente lasciandogli però libera la testa. Le cure
r
dalle fedeli provincie del nord della mo- indefesse del suo medico d. Cardona, e
narchia, vale a dire dalla Navarra, dalle il metodo di vita inalterabile dell'infermo,
provincie Basche, dalla Catalogna, Ara- fecero sì che il male non progredisse; ma
gona, Valenza, Casliglia,ec, il mez-
re in sul cominciar deli 855 peggiorò lo stato

zo a' suoi prodi difensori e alle abnega- del principe, e nel febbraio s'aggiunse l'i-

zioni die molte prove di principe caval- nappetenza, la quale arrivò a tal segno che
leresco e valoroso; ma per la lotta disu- lo stomaco ricusava ogni alimento, per es-
guale terminata pel novello Giuda, Car- sersi a quell'organo estesa la paralisi. Pro-
lo V soggiacque alla prigionia di Bour- cedendo il languore e giunta la sua vita in
ges, nella quale nobilmente depose la co- grave pericolo,divotamenlesi confessò da
rona di Spagna, e la collocò degnamente d. Pietro Barrerà Raton suo confessore, e
2 5?. TRI TR I

riceve con pio fervore il ss.Viaticodal ve- ciò, d. Guillen, d. Teijeiro e d. Florez
r
scovo tli Trieste mg. Legat, accompagna- promisero che ne' 7 giorni iu
alla regina,
lo da solenne processione e dal governa- cui il regio cadavere fosse restato sopra
tore della ciltà barone Pascolini, ed in- terra giammai l'avrebbero abbandonato,
contralo a pie delle scale dalla moglie di siccome fedelmente eseguirono. L'infau-
d. Carlo, la regina M." Teresa di Bragan- sta notizia per telegrafo fu notificata al-
za, e dal figlio l'infante d. Ferdinando con l'imperatore Francesco Giuseppe, e a di-
torcie accese. Questi due personaggi iu sì versi principi d'Europa, e celeremente ne
supremi momenti, insieme a d. Giusep- riportò le loto condoglianze agli afflitti

pe Villavicencio conte della Costanza, al sposa e figlio. Collo stesso mezzo si pie-
medico e ad altri della corte, prodigaro- gò il granduca di Toscana di partecipa-
no al principe aggravalo tutte quelle con- re la pianta perdita agli augusti parenti
solazioni ch'erano in loro potere. Aumen- di Napoli, al re Carlo VI figlio del defun-
tandosi rapidamente il male, gli fu am- to, e all'infante d. Sebastiano figlio della

ministrata l'estrema unzione in presenza regina, i quali partili da quella città per
di tutta la famiglia, che prostrata a pie Trieste doveano passare per Firenze. E-
di quel letto di morte pregava Dio per l'a- guale avviso si fece pervenire all'infante
gonizzante sposo, padre e signore. Reci- d. Giovanni dimorante in Londra (del cui
tatesi le commoventi preghiere pe' mo- reale matrimonio celebrato in Modena e
ribondi, dal re ripetute a voce sommessa, festeggiato con Tonico, a quest'articolo
questi conservandosi calmo e tranquillo, ne riparlai). Frattanto si celebrarono mes-
gli altri e specialmente la regina e l' in- se direquiem in tutte le chiese della cit-
fante si struggevano in lagrime. La regi- tà; e 36
ore dopo la morte del re ne fu
na genuflessa baciò la mano dell'amato imbalsamato il corpo per iniezione col si-
consorte, e ne ricevè l'ultimo addio. In- stema di Ganal, colla semplice apertura
ginocchiatosi il figlio domandò al diletto della carotide sinistra, in presenza de'ri-
padre la sua estrema benedizione, il qua- cordati gentiluomini e del segretario re-
Je profondamente intenerito l'impartì sul gio d. Domenico de Azeoaga, e poi fu ve-
suo capo, ed estensiva a'figli assenti, già stito da maresciallo colle insegne del to-
per via comechè avvisati del pericolo del son d'oro, e delle graucroci di Carlo III
genitore. Finalmente tra' conforti della e di s. Ermenegildo. Tutta la servitù per
religione, a ore 9 e mezza de' io marzo 1' ultima volta baciò la mano all' estinto
1 855, nell'età di 67 anni meno 2 \ gior- signore, e con torcie ne accompagnò la
ni, rese la sua bell'anima al Creatore. La salma nel gran salone di sua abitazione,
regina con mirabile slancio abbracciò l'e- ridotto a cappella mortuaria ,
parata a
stinto sposo, e coprì e bagnò Usuo volto lutto cogli stemmi di Spagna. Ivi tra due
di baci e di pianto copioso; altrettanto fe- altari, ove senz'interruzione celebrossi il

ce lo sconsolato figlio: indi ritiratisi am- s. Sagrifizio, restò esposto su alto letto im-
bedue ne'loro appartamenti, diedero sfo- periale, sovrastato da baldacchino, cir-
go al giusto dolore, dividendone la fami- condato da 12 torcie, oltre i 6 cerei late-
glia di corte 1' angoscie. Queste non im- rali al Crocefisso ch'elle alla testata del
pcdironoalla regina nella fortezza del suo letto, e vicino fu collocata la corona reale
animo di rivolgersi ad essa, dichiarando- sopra un cuscino di seta bianca. Oltre il

le con generose parole: Se avete perduto gentiluomo di guardia guarnì i' ingres-
un padre, ecco una madre che dividerà so della cappella una guardia d'onore di
con voi quel tozzo di pane, che la divina granatieri imperiali inviala dal governa-
Provvidenza vorrà conservarle. Ed allo- tore militare barone di Mertens. Gran-
ra i gentiluomini di camera d. Villaviceu- de e riverente fu il concorso d'ogni celo
TR I TR I 253
di persone per vedere defunto re, come il de'due cappellani, rammentando la pla-

da lutti veniva chiamato; ed ogni giorno cida e santa morte del re, e la dolce spe-
io preti unitisi a'due regi cappellani can- ranza che già una gloria imperitura co-
tarono solennemente il vespero de'defun- ronasse quella vita menata pura attraver-
ti. L'infante Ferdinando edificò lutti
ci. so di tante tribolazioni che l'aveano tra-
con l'amore filiale, imperocché in tutte vagliata. 1 1 generalCabrera da prode, con-
le notti recossi a pie del catafalco a pian- servatosi tranquillo, superando la piena
gere il genitore, ed in ogni mattina a pre- de'senlimenti che lo dominavano, vinto
gare riposo alla sua anima nelle messe. finalmente dalla sciagura, anch'egli sciol-
mattina del \i il barone di Merlens
JN'ella tosi in lagrime, volle recarsi a pie del ca-
in gran tenuta recossi in nome dell' im- tafalco, ed ivi sfogò il suodolorecol pian-
peratore d'Austria a presentare alla ve- to econ pregare Dio pel suo amato re e
dova regina e a tutta la real famiglia le caro signore. Il vapore che recò a Trie-
bue condoglianze, ed a mettersi alla sua ste Carlo VI, vi condusse pure Enrico V
disposizione. In fatti nulla fu oinmesso da di Francia ossia il contedi Chambord,ac-
lattigli ossequi e d'onori verso il defunto, compagnalodal conte d. Ettore Lucche-
e di delicati riguardi e consolazioni pe'su- si-Palli (suo padrigno come marito della
perstiti regi parenti ; e l'arciduca Ferdi- duchessa di Berry, edora fatto dal re delle
nando fi atollo dell'imperatore, conlra ai- due Sicilie duca della Grazia), dal duca
mirante e comandante in capo della ma- di Levis, e dal conte Edmondo di s. Mau-
rina imperiale residente a Trieste , seb- rizio: l'augusto principe si presentò a con-
bene assente , deputò il suo aiutante di dolersi colla regina e cogli altri membri
campo conte Hadik a recarsi da Vene- della reale famiglia. Questa visita deli.
zia a Trieste, non che inviò da Vienna rappresentante dell'eccelsa stirpe Borbo-
il conte Miehicli con lettera onde com- nica,e le parole di conforto che le porse col-
plimentare la vedova regina. Ili.° di tali l'amabilità e la schiettezza del suo nobile
signori, come pratico del paese, dietro in- carattere, riuscirono a'suoi afflitti parenti
vilo del conte della Costanza, assunse l'in- d'immensa consolazione, anche per la sua
carico di dirigere i funerali, con appro- aifeltuosa offerta di presiedere a'funerali
vazione della regina. A' 1 5 il telegrafo an- iu nome della reale famiglia spaguuola.
nunziò il prossimo arrivo di Carlo VI con Nella sera di detto giorno, formalmente
l'infante d. Sebastiano, ed eziandio del- fu deposta la regia salma in una cassa di
l'infante d. Giovanni. Questi giunto, po- piombo coti coperchio di cristallo onde
co dopo arrivò pure da Londra il cele- potersi vederla, ponendosi al capezzale un'
bre general Cabrerà conte di Morella col- iscrizione latina incisa sul bronzoe invol-
la sua sposa. Un'ora dopo il meriggio fe- ta in tela di seta, dentro cassetta, insie-
cero il loro ingresso in Trieste Carlo VI me ad uno de'sigilli usati dal defunto, e
cond. Sebastiano. Indi ebbero luogo scene ad una moneta di rame coniata in Sego-
strazianti e indescrivibili nel riunirsi la fa- via colla effigie dello stesso Carlo V. Sal-
miglia reale, perlacommozione degli af- dato il coperchio della cassa, fu sigillata
fetti mescendo insieme le loro lagrime
, col sigillo della città di Trieste. Poscia
in deplorare l'amara perdita. Quindi suc- la cassa fu racchiusa in altra di mogano
cesse un cupoeloquentissimosilenzio, poi- nobilmente ornata e fregiata dell'armi
ché il comun dolore soffocava le parole. diSpagna, e fu chiusa con due chiavi,
Questo desolante spettacolo ruppe l'in- che ritirarono una d. Azeoaga, V altra il

fante d. Sebastiano, rivolgendo alla ma- coute della Costanza. Nella mattina del
dre parole confortatrici e di consolazio- i6seguì il solenne trasporto del regio ca-
ne, alle quali seguirono quelle rispettose davere alla cattedrale, su elegante carro
2 >4 TRI TR i

funebre, coperto da baldacchino di vel- sione giunse alla cattedrale, e collocato il

loto nero sostenuto da 4 colonne, da cui feretro sul catafalco innalzalo in mezzo al-
pendevano gli stemmi di Spagna, essen- la nave principale, il contedi Cbamboid
do il lutto sormontato dalla corona reale. prese il posto d'onore preparatogli in mez-
Era tirato il carro da 6 superbi destrieri zoal presbiterio, e negli scanni immediati

coperti di bardature nere e condotti da' qne'che facevano parte della lugubre co-
palafrenieri delPareiducaFerdinandoclie mitiva. Le autorità e le alti e distinte per-

li avea forniti. Sopra il feretro si collocò sone che l'aveano accompagnata, prese-
la spada, il bastone e la sciarpa di ma- ro secondo il loro rispettivo rango po- i

resciallo, l'insegne equestri di Carlo III, sti già assegnati. Accanto al catafalco ri-

e la corona reale. A'4 bili pendevano al- masero i


4 'egi gentiluomini e la servitù
r
trettanti nastri, che portavano i gentil- del defunto. Pontificò la messa mg. ve-
uomini regi. Lo circondavano con torcie scovo assistilo dal suo capitolo e clero, con
accese e vestiti a bruno, i servi della real accompagnamento numerosa cappelladi
. asa e di detto arciduca, e 4§ impiega- musicale, terminandosi la solenne e com-

li pubblici e distinte persone. La fante- movente pompa funebre col requiem e


ria austriaca in due (ile mantenne l'or- l'assoluzione generale. La ceremonia così
dine della lugubre ceremonia. Precede- terminata, e calala dal catafalco la regia
vano il carro un distaccamento di gen- salma, fu portata nella cappella del bat-
darmi a cavallo; l'istituto de'poveri o casa tisterio della stessa cattedrale, ove essen-
di Misericordia della città; le bande mu- do presente il notaio procuratore sindaco
sicali de' reggimenti Hohenlobe e della della cillà d/Pietro Kandeler.il canonico
marina imperiale; il capitolo cattedrale, curato d. Giorgio Dnbrilla, e testimoni
il clero e mg.' vescovo. Dietro il feretro per la regio casa diSpagna i
4 gentiluomi-
incedevano, I' augusto conte di Cham- ni e segretario summento vati, e per parte
bord, ed a'suoi (ìancl)i il conte Lucchesi- della ciltà 4 distinte persone della mede-
J'alli, il duca di Levis, il conte di Morella, sima, si aprì la cassa di mogano e si lece
il segretario d.Azeoaga,d. Sacanuel genti- la formale consegna del regio cadavere.
luomo regio, il contedi S.Maurizio, e due Chiusa la cassa di mogano, ne ritirò le
altri reali gentiluomini; segui va no per ulti- due chiavi il conte della Costanza, ed il fe-
mo le autorità civili e militarle molte per- retro restò nella cappella sino a'3 i marzo.
sone ragguardevoli della città. Immensa In questo terminata la tomba reale fab-
fu la moltitudine accorsa dappertutto per bricata appositamente con l'assenso im-
ove trausilò il convoglio funebre, e con at- periale nella cappella di s. Carlo borro-
teggiamento ossequioso andava ripeten- meo nella stessa cattedrale, con l'assisten-

do, abbiamo perduto buon re, il be- il za del capitolo e clero presieduti da mg.'
r
nefattore de'povere/li. Conviene sapere, vescovo, della regia servitù, del d. Ivan-
che il principe sebbene ridotto u strettis- deler e d'altre distinte persone della città,
sime facoltà, col suo generoso cuore tro- fu posta la cassa di mogano in altra mor-
vava mezzi d'essere caritatevole «/bi-
i tuaria di legno, e così fu collocala nella
sognosi, polendo dirsi che il povero lar- tomba. Cantatosi un Non reeorderis, e
r
giva a'poveri, perchè dovizioso di carila. data l'assoluzione da mg. vescovo,si chiu-
Lentamente progrediva la pompa fune- se il sepolcro e sul quale dipoi fu messo
bre fra le melanconiche melodie degli un marmoreo epilallio. In seguito fu ce-
Strumenti musicali alternate dal canto bi alci la messa di requiem dal canonico
grave e «usurato del clero, mentre le cam- curato, coli 'intervento di mg.' vescovo,
pane di tutte le chiese suonavano il flebile del capitolo e clero, oltre le persone della
doppio de'morti. Dopo due ore la proces- real casa e della citlà, e delle milizie ci vi-
T R I T RI 25 7

che inviale dalla municipalità. Di tutto appunto trovavasi vicino a raccogliere il

questo ne rogarono l'atto il tl.'Kancleler e frutto della vittoria, e quindi immortalu-


<1.A zeoaga. Terni inerò questo est ratto de- ne il suo nome. Per altre notizie sulla cit là
gli ultimi periodi di vita e tumulazione e porto-franco di Trieste, si ponno ve-
de! real conte di Molina,clie ricavai dalla dere: Ireneo della Croce, Istoria antica
Memoria pubblicala da'suoi fedeli servi- e moderna, sagra e profana della città
lori, coH'aggiungere con essa. Che l'au- di Trieste celebre colonia de' cittadini
gusto Carlo V fu pianto in morte, quanto romani, Venezia 1698 con figure. G. A-
amato in vita da'suoi numerosi amici, e gapito, Compiuta e dislesa descrizione
rispettato dagli stessi nemici. Che seppe della città e porto-franco di Trieste,

meritarsi vivente la particolare stima de- Vienna 8 ^ 4- £**• Matteo di Bevilacqua


1

gl'imperatori e delle imperiali famiglie Descrizione della fedelissima


siciliano,
d'Austria e di Russia, che ne coltivalo- imperiale regia città di Trieste, Vene-
no le relazioni personali, non meno di zia 1820. Guida al forastiero nellac.ittà
quella d'altri principi europei. Il popolo di Trieste, ivi, per Papsch e compagni

triestino eziandio lo amò in vita e lo ve- tipografi del Lloyd Austriaco, 1 841». Il be-
1

nerò in morte, benché per lui principe uemerito dell'Istria d. Pietro Kandler,
Straniero, e forse fu sincero interprete del Pel fausto ingresso di mg. 1'
d. Bartolo'
popolo spaglinolo, che senza dubbio lo meo Legai vescovo di Trieste e Capo
pianse in silenzio. Il vescovo di Trieste fé- d'Istria, Trieste f 847-
ce mostra delle sue evangeliche virtù, re- La fede cristiana fu annunziata a Trie-
candori assiduamente ogni giorno a con» dall'anno 5o dell'era corrente,
sle fino
furiare la desolata regia famiglia, inge- per opera di s. Giacinto invialo da s. Er-

gnandosi con soavi modi di sollevarne magora, il quale dall'evangelista s. Mar-


l'abbattutoanimojcoine pure prestandosi co,per incarico del principe degli apostoli
con zelo a lutto l'occorrente, e prenden- s. Pietro, era stato preposto a vescovo di
do personalmente parie a tutti gli onori Aquileia, venne con letizia e frutto ac-
fuuebri resi all'illustre defunto. +J*
Que- colto, e ne'pi imi 3 secoli numerosi inar-
sto virtuoso principe spaguuolo fu ino- tiri suggellarono col sangue la dottrina
dello di privale e domestiche virtù, per nuova dell'evangelo. Tali furono Primo
la sua straordinaria affabilità, e per la no- compagno di Giaciuto, considerato daal-
billà del suo animo veramente spagnuo- euni per protomartire della chiesa trie-
lo. La sua modestia singolare e le sue vir- stina; Marco, Giasone, Celiano, s. Apol-
tù poste nel crogiuolo d'ingenti tribola- liuare, diverso da quello di Ravenna, s.
2Ìoui, produssero quell'amorevole caral- Lazzaro, s. Sergio, le ss. Eufemia e Te-
iere elio lo resero oggetto della compia- eia, s. Servolo, s. Giustina, s. Zenone, s.

cenza di tutti quelli che poterono avvi- Giusto. L'Oghelli riferisce che nella cal-
cinarlo. Sotto l'aspetto di uomo politico tediale si venerano i corpi de' ss. Giu-
lascio alla storia d'apprezzarlo, se sovra- sto, Servolo, Lazzaro, Apollinare e Ser-
io o principi di sua epoca, trovatisi in cir- gio,del quale ultimo diceCuleli venerarsi
costanze di perfetta analogia, seguitaro- in Roma il suo corpo. Data da Coslauli-
no la linea di condotta da lui osservala; 110 I la pace alla Chiesa e la libertà a'eri-

aeciò essa dica imparzialmente «pianto il stiauiper l'esercizio del loro culto, questi
mondo ha diritto d'esigere, anche sulla poterono costruire il principale e pubbli-
memorabile iotta instancabile durata un co tempio, e lo fecero nel finir del IV o
setleuuio contro4potenzecollegateemu- sul principio del V secolo nel Ganopido-
nite di forze formidabili, senza cedere ad glio, colle rovine di quello già iuualzalo
altro che all'infame tradimento, quando a Giove, Giuuoue e Miuerva,dedicaudoto
a ìrT T II I TRI
alla D. Vergine Mutria. Già però notai che 100 armi, forse v'involse Frugifero, ma
il i ."tempio de'crisliaui in Trieste fu quel- certamente l'immediato successore e gli
lo di 6. Silvestro I, stalo abitazione delle altri, almeno in buona parte. Venuta

ss. Eufemia e Tecla, ed uve primitivi i Trieste in potere di Carlo Magno, Aqni-
fedeli si adunavano affiti preghiera ed a leia ricuperò i suoi diritti metropolitici
celebrale le loro liturgie. Nel .024 Teo- sui prelati di Trieste, i quali pressoché
dorico re de' goti permise l' istituzione tutti si scelsero fra'capilolari d'Aquileia,
de' vescovati nell'Istria, ad intercessione meulie a' tempi de' greci sembra che si

di Papa s. Giovanni 1, fra' quali anche scegliessero fra'monaci. Intorno al 1 odo


questo di Trieste, e uè fu protoepiscopo le liberalità degl' imperatori e de'ru d'I-
Frugifero non conosciuto dall'Ughelli e talia, comedi già narrai, arricchirono di
riportalo dal Coleti, il quale sottoscrisse molte donazioni la camera episcopale, di
la donazione del potano Massimiano ar- altre varie regalie nella città slessa di
civescovo di Ravenna, fatta alla chiesa Trieste; oltre molte castella de'suoi din-
di s. Maria Formosa o di Canneto da lui torni, possederono i vescovi O.nago, Ca-
eretta in Fola, e fabbricò il duomo in o- liselo sul Leme, due
castelli di Verino,
i

norede'ss. Giusto e Servolo triestini, poi ed allre molte terre sulla cosla istriana.
riunito alla basilica di s. Maria, onde di Conformandosi all'esempio de'patriarchi
due formò una,collocandovi corpi
se ne i d'Aquileia ed allo spirito de' tempi, i pre-
di delti santi titolai i, e di quegli altri mar- lati triestini ebbero numerosi vassalli e
tiri che avenno nobilitalo la loro patria : militi per servizio di guerra, e non isde-
nella stessa epoca s'istituì il capitolo del- gnarono di trattare essi medesimi le armi
la cattedrale. Conviene qui riferire, che al seguito del patriarca; la quale loro con-
la diocesi di Trieste descritta dalì'Ughel- dizione mettendoli a contatto co'poteuti
li era maggiore dell'antico territorio del- del secolo, ed attirando sopra di loro ni-
la colonia romana di Tergeste, perchè mistà e guerre, li pose a gravi strettezze,
abbracciava l'intuente
ta
e Mutria.
00 Passa- perchè ricusato da multi vassalli l'omag-
la poco dopo l'Istria in potere degl'im- gio, e datisi ad altro padrone, devastate
peratori greci, e l'Italia superiore in po- le terre della chiesa, mancarono loro i

tere delongobardi, fu di questi Aquileiaj redditi a sostenere quel fusto e decoro che
Trieste e Grado (nella quale era stata doveauo sfoggiare alla corte del patriar-
trasportata la sede poi patriarcale d'A- ca,che in ogni anno avevano debito di
quileia, da Niceta e da Paolino* e stabilita visitare e seguire. I vescovi, perduti molti
da Elia con autorità di Pelagio 11 Papa feudi, gravati di debili, doverono nel se-
nel ^79, secondo il Novaes) de'greci,cho colo XIII patteggiare col comune e ven-
in baverina tennero un esarca al gover- dere a questo i diritti che avevano sulla
no di tali parti d'Italia che greche rima- città; ed è degna di lode la moderazione
sero. Le divisioni politiche smembraro- loro, se ne'lempi di massima prosperila
no pure il patriarcato in due, quello di non vollero estendere e consolidare il lo-
Aqnilcia pe'longobardi, quello di Grado ro potere terreno. Alcuni vescovi porta-
pe'greci,dimodoché il vescovo di Trieste rono il titolo di conti di Trieste. Venula
a ([nello diGrado era soggetto come a Trieste in dominio di casa d' Austria, pre- i

suo metropolita, ccon lui fu involuto ne' lati triestini niuna relazione conservaro-
tentativi di togliere all'ubbidienza della no col patriarca, più di quella ch'esige-
s.Sede, insieme a /ùivttim/, l'Istria nello vano la dipendenza gerarchica e gli uflisi
scisma de' Tiri \ipitt,H(l '.), tentati vi che della religione ; l'influenza de'palriarchi
i<n imi uno fruttranei.il umetto scisma de' sulla scelta de'vescovi andò cessando. I.a
Tre Ca/ululi^lw lacerò tu Chiesa più di quale scelta esercitala poi dal capitolo del-
t a i TR 2 >7
l

la cattedrale, dando occasione troppo fre- Giovanni II poi patriarca di Grado, nel
quente a scandali ed a scissure, per in- 766 Maurizio, nel 788 Fortunato indi
dulto pontificio si devolse nel secolo XV patriarca di Grado, uell'8o4 Leone, nel-
all'encomiata casa d'Austria, la quale pel I'8i4 Teodoro, nell'848 Giovanni III, a
i ."nominò Enrico dopo di avere il du-
111, cui Lotario figlio di Lodovico il Pio, ci»
ca Leopoldo il Lodevole ingiunto al ca- vitate/n Tergcslum donaviV, ma sembra,
pitolo d'astenersi di procedere all'elezio- secondo Ughelli,che questo Giovanni fio-
ne del vescovo. Nel secolo XVI la chiesa risse nel 948, e la donazione doversi piut-
triestina, lasciato il rito aquileiese, che tosto attribuire a Lotario figlio di Ugo.
dicevasi volgarmente patriarchino.adotlò Taurino fiorì nel 909 e fu caro a Beren-
il romano nel i 586. Dipoi nel 7 5 i 1 per la gario Ire d'Italia, il (piale gli donò due i

soppressione del patriarcato d' Aquileia, castelli di Verino nel territorio di Paren-
Trieste fu dichiarata suifraganea del nuo- 7.0. Radaldo del 929, e siccome in questo

vo arcivescovato di Gorizia, da cui di- tempo vescovi di Trieste amministra-


i

pendette sino al 1788, nel quale anno, vano la diocesi di Capo d'Istria, il re Ugo
menlre appunto accrescevasi della dioce- gli donò il vescovato di Sipar e Umago.
si di Pedana nell'Istria austriaca, venne Nel 948 Giovanni IH, se non si ammette
il vescovato di Trieste soppresso e desti- il precedente di il IV,
tal nome, viceversa
nato a far parte della diocesi di Gradi- al quale si donazione di Lo-
attribuisce la

wv7,fc»tla sulfraganea di Lubiana. Ma po- tario figlio d' Ugo, del dominio tempo-
co dopo il 1
790 restituita a Trieste la se- rale di Trieste e suo territorio nell'esten-
de vescovile, ebbe anzi ad aumentarsi nel sione di 15,000 passi, dicendosi nel di-
1Ò28 colla diocesi soppressa di Emonia ploma, prò amore Dei, animaeque no-
o Città Nova; cosicché in oggi si com- stri patris, ìiostraeque remedio: inoltre
pone di 3 vescovati, non calcolato quello ebbe in dono nel 963 dal patriarca d'A-
di Capo d'Istria, perchè dali83o unito quileia Rodoaldo il castello di Rovigno,
soltanto nella persona dello stesso prela- allora della chiesa di Parenzo, ed assistè
to, ed ambedue sono tuttora suffraga nei alla cousagrazioue di quella cattedrale e-
di Gorizia. Dopo il vescovo Frugifero tro- seguita dal patriarca. Nel 990 Pietro I,

vasi nel 56f) Gerniniano, che d'ordine di secondo il Coleli nel 1. 10, p. 34*> dell' /-
Paolino patriarca d' Aquileia trasferì ila lalia saera. Ricolfo nel 006 intervenne 1

questa in Grado le reliquie ile' ss. mar- al concilio di Francfort. Adalgero nel
tiri. Indi nel 579 Severo Tergestinus Io3 t assistè alla consagrazione che Pop-
Episcopus intervenne al concilio provin- pone patriarca d'Aquileia fece di sua ba-
ciale di Grado tenuto da Elia patriarca silica da lui edificata in onore della B. Ver-
d'Aquileia, e poscia dall'esareaSrnaragdo gine ed esistente ancora in Aquileia, e nel
fu condotto col patriarca Severo a Ra- 1072 prestò il suo consenso alla donazio-
venna ad abiurare lo scisma, in cui tosto ne che fece Poppone della chiesa di s. A-
ricaddero nel conciliabolo di Marano. Il pollinare posta nella sua diocesi, a Zeno-
vescovo Firmino nel 602 per I' esorta- ne abbate del monastero di s. Nicolò del
Gregorio 1 e per gli eccitamen-
zioni dis. Lido in Venezia. Eriberto vivea nel 002, 1

ti fatti perciò a Sraaragdo abiurò lo sci- ed amministrava la chiesa di Capo d'I-


sma de' Tre Capitoli.Gaudenzxo nel 679 stria, come da quasi 3 secoli aveano fatto

intervenne al sinodo romano di Papa s. i suoi predecessori. Neh 106 Erinicio o


Agatone, in cuifurono condannati ino- i Enrico, indi nel i5 Artuico. Nel 1 1 1 m4
noteliti: con questi l'Ughelli comincia la Hortacio tribuno donò a Memo abbate
serie de' vescovi di Trieste. Nel 7 1 5 circa di s. Giorgio di Venezia, la chiesa e beni i

Gregoriojiudi ucl 781 Giovanni l,ucl 739 de'ss. Martiri di Trieste. Neh i34 Diati-
2 58 TRI TR I

moro o Diasimaro, die nel ! 1 ^o inter- za data dal patriarca d'Aquileia Bertoldo
venne in Verona alla consagrazione della in favore del vescovo di Parenzo: bensì
chiesa di s. Giorgio, falla dal patriarca neh 253 seguì Rolaldo patriarca d'Aqui-
d'Aquileia Pellegrino. Nel i 1 48 Ber- leia, che con 3o,ooo uomini cinse Bre-
nardo, che nel i
177 donò a' suoi cano- scia d'assedio, contro Mainardo conte di

nici delie possessioni e intervenne alla Gorizia che strenuamente la difese. Di-
pace conclusa in Venezia tra Papa A- ce l' Ughelli, che sebbene si trovò costret-
lessandro 111 e |* imperatore Federico I, to per 800 marche di vendere a'triestini

nel quale anno fu stabilito cessare in lui il Pastorium, oppignorata lati-


castello
l'amministrazione della diocesi di Capo funi Ha a suo antecessore multa re.de-
d' Istria. Nel 1 1 85 Enrico 188 1, nel 1 init. Nel 1254 Guarniero o Givardo ca-

Luitoldo, nel i 190 Volfango o Woscal- nonico d'Aquileia eletto dal capitolo, con-
eo canonico della cattedrale eletto dal ico del quale s'intruseAllungo de Visgo-
capitolo, sebbene il patriarca d'Aquileia ni o Wocisperch canonico della calle-
ne pretendesse la nomina, poscia confer- di ale, e postulalo da alcuni suoi colleglli ;

mato Papa Celestino 111. Nel 1200


dal vi ripugnava Innocenzo IV e nondimeno
Eurico Rapido o Ra vizza tiglio di Teo-
1 scrisse a'vescovi di Pola, di Pedena e di
pompo nobilissimo triestino. Nel i2o3 Capo d'Istria, che se idoneo confermas-lo

WebaldooGeberanlo, lo stesso che Gio- sero; indi il successore Alessandro IV non


birdoo Givardo, e dal Muratori descri- volle ratificare la sua elezione o lo depo-
vendo le monete de' vescovi di Trieste se. Pure sembra che fosse consagrato, e-
chiamato Civardo; è ricordato in un di- sercitasse giurisdizione, e coniasse mone-
ploma d'Ottone IV del 1209, diretto a ta, ed ecco perchè il suo governo durò ol-

V'altero o Volfechero patriarca d'Aqui- tre il 1 255, che Muratori parlando di sue
leia, e nel 121 1 nella decisione senten- monete ritenne continuare nel vescovato
ziatada quel prelato tra l'abbate Mosa- dopo le censure da cui era allacciato. Nel
cen o sia di Moggio e il conte di Gorizia. 12)5 Alessandro IV riconobbe e confer-
Nel 1212 Corrado lìoj ini dalla Pertica, mò in vescovo di Trieste Givardo , che
intervenne ad una sentenza del rammen- PUghelli chiama Guaroerio; e nel 1260
talo patriarca, nel 1 223 ottenne dall'im- era vescovo Leonardo o Leonida, il qua-
peratore Federico 11 la confi nua de'pri- le coniò le sue monete; indi si trova uno
vilegidi sua chiesa, e fu munifico co ca un- ;
vameufe vescovo Arlongo nel 1262 (pia-
nici della cattedrale. Nel 1 232 Leonardo l le legittimo pastore, e visse sino al 1282
o Bernardo di Cuccagna, inetto per infer- circa. Il Coleti però dice che nel 1273 vi-
mità, onde nel 1233 scrisse al patriarca vea il vescovo Antonio, secondo il Bucel-
Gregorio d'Aquileia il Papa Gregorio IX lino. Nel 1282 Ulviuo o Ulivino de Por-
acciò l'esortasse a rinunziare, onde il capi- cui tempo, veneti Itane eìeilatem,ir-
tis, al

tolo che lo avea elettogli sostituisse altro rito conaUi obsederunt. Nel 1286 a'iq
idoneo. Nel 1235 Giovanni IV, che visse febbraio il vescovo Oliverio, che dev'es-
in turbolentissimi tempi di guerre, ed a sere il medesimo Ulviuo, fu eletto arbitro
cui'serisse Gregorio IX forse per segua- a definire la controversia ch'era fra il do-
le parti di Federico 11 nemico della Chie- ge Giovanni Dandolo, e il patriarca d'A
sa. Nel 1237 onci 1253 Volrico o Odol- quileia Raiinomlo.Nel 287l>rissadeTop- 1

l'ico de Portis, ma la 2/ data forma ana- po Hic militare magis, quani episco-
:

cronismo con dirsi dall' Ughelli che fu p<iìc gessi!, imperami. Eternai timi do-
al concilio di Lione I, per la deposizione mi tumforis, lùclesiac sibi ereditar, ar-
',

di Federico II, il quale fu celebralo nel matili /ma defendit, ejusdemqueEccle-


12.J5, e udì 2 46 intervenne alla aculeo siae. Tergè siini s civibus alia uotjura di'
TU I T R I 2? 9
vrndidit duriori urgente, necessitale ,
, la. Neh 368 medesimo dalla sua patria
prò cudendì denarios tantum sil/i jure Chioggia vi fu trattato fr. Angelo. Dici 8
reservato. Nel 1299 Giovanni V de Tur- kal.jcbruarii anno 1 3 80 Tergestinain
ris.Neh 3oo Enrico II Rapi ciò o Ra vizza. civìtatem Pannoniae rexvenetis ade/ni.
Neli3o3 Rodolfo Pedrazzani Morandini Morto nel 383 1 gli successe fr. Enrico 1 1 1

del castello di Rebecco, restaurò e ornò de Wildenstein moravo o boemo, bene-


la cattedrale ampliandola colla riunione detliuooagostiniano, già f escovo diCroa-
delle due chiese di s. JYlaria e di s. Giu- zia. Nel 1 38 5 conflagrò la calledralee l'al-

sto;ridusse a miglior forma il palazzo ve- tare maggiore a'28 novembre, nel i3g '7

scovile, redense diversi beni della mensa tenne il sinodo diocesano, ed accusato a
impegnati, e fu l'ultimo vescovo a coniar Bonifacio IX (pud dilapuiatoi ede'beni di
moneta. Morto nel 320, insorta questio-1 sua chiesa, nel 3g6 lo trasferì a Pede-
l

ne sulla scelta del successore, Giovanni na, a fronte che Guglielmo tutore d'Al-
XXII nel 3^3 dichiarò amministratore
1 berto IV duca d'Austria avcs%e preso a
fr. Gregorio domenicano vescovo di Fel- proteggerlo: auch'egli s'intitolò : Dei et
tre e Belluno, e trovandosi nella curia pa- Apostolicae Scdis grada Episcopwn et
pale d' Avignone ivi morii nel 1327. In Comiteni Tergestinum. In pari tempo il
questo Papa trasferì da Sagona a Trie-
il Papa traslatò da Comacchio a Trieste Ir.
ste fr. Guglielmo Franchi de' minori, e Simone Saltarelli fiorentino domenica no,
morendo nel 33 fu sepolto nella chiesa
1 1 maestro del s. palazzo e insigne teologo lo
di Francesco del suo ordine. Nel mede-
s. chiama l'Ughelli: JTunc aegriuxulis ter-

simo anno fr. Pace da Vedano domeni- gesti/li iuiuebautur, (pappe qui malvis-
cano milanese, clie quale inquisitore con- sent civem sibi praeesse, qua ni exler-
tro gli eretici a vea scomunicato Matteo I num; ideoque satis contentiose e/its E-
"Visconti signore di Milano co' suoi figli, jn'scopatus dici tur iuiisse posscssionem.
su di che gli scrisse Benedetto XII. Nel Decesso nel i4oS,GregorioXII gli sostituì
suo vescovato, Trieste: Veneti ejurata nello stessoanno d. Giovanni VI abbate
pace, liane civìtatem invaseruntj ilice/ uè benedettino di s. Maria di Pi aglia e pado-
decessili 34o, post cuj'us excessum. Per vano; indi eletto nel giugno i4°9 utd si-

morte Giovanni Gremon dal capitolo


di nodo di Pisa Alessandro V, lo trasferì a
postulato, Clemente VI nel i342 elesse Tripoli, ed a' 9 agosto dichiarò vescovo
Francesco 1 Amerino o d'Amelia, scola- della patria fr. Nicola I de Carturis mi-
stico di Tulle e cappellano delPapa.il qua- norità triestino, ornato di rare virtù:mor-
le l'inviò nunzio in Ungheria e nel i34t> lo nel 1 4 1 (i, fu sepolto nella chiesa di s.

traslatò a Gubbio: in sua vece nominò in Francesco, ov'era stato guardiano, ora s.

detto anno Lodovico della Torre milane- Maria del Soccorso. Neh 4' 7 fr. Giaco-
se, eneli35o lo trasferì ad Olona e poi fu mo Arigoni de Balardi domenicano, già
patriarca d' Aquileia. Nello stesso i35o maestro del s. palazzo e vescovo di sua pa-
Antonio Negri veneziano decano di Cre- tria Lodi, intervenne al concilio di Costan-
ta,ch'ebbe lunghe e gravi contese «/trie- za. Traslato ad Urbiuo nel i4 2 4> Marti-
stini pe'tribuli già alienati da'predecesso- no V dichiarò vescovo di Trieste Mari-
ri, pel castello di Morii e altri beni di sua no deCernotis,già d'Arbe e allora diTrau,
chiesa; assunse il titolo di conte, minac- mentre il capitolo avea eletto Nicola de
ciò o fulminò scomuniche, finché per
le Aldegai di triestino e canonico scolastico;
arbitri si pacificò nel 1 3^2. Hausitocu- ma per la viziosa sua elezione il Papa lo
lis lue praesul Tergestinae civi'lalis a rigettò, tornando alla vita privata, cum
veneta illaium cxcidium.Nel 1 368 aven- apud cum plus valuisset Potili ficis an-
do rinunziato, fu fa Ito arci vescovo di Cre- eto ri las ,
quam Coesori* viole/iter jus
2 6o T II [ TRI
usurpatimi, seri ve Ughelli. Si deve inten - sita pnstorale della diocesi, ed a'^4 otto-
dere Federico figlio del duca Ernesto, ohe bre dell'anno medesimo fu trasferito al-
peli ."s'intitolò arciduca d'Austria, dopo la sua patria Siena, di cui prese possesso

il i
4^9 fu eletto imperatore e nel \/±5i a' 12 del seguente gennaio, rilevando il

coronato col nome di Federico 111. Par- Pecci nella Storia del vescovado di Sie-
lando l'Uglielli del vescovo Marino, sog- na, perchè l'Urgngieri e l'UghelIi (che se-
giunge:?^ cimi obsistenlibus en>ibus,ele- guii nella biografìa e mi rettificai «Siena),
roque, noviter electus sibi demandatani Io dissero Iraslato nel i4?o: per amor pa-
voti posset adire sedem, Martinus Fuori trio ricusò le sedi di Warmia e di Rati-
modo eleruni , sed popahmi ipsuni su- sbona, Calisto HI lo creò cardinale, ed a
spendit,exi li oquctnu Itavi l in tr usimi ,do~ questi successe nel pontificalo col celebre
uve ex auctori late Romani Pontifìcis- at- nome di Pio II (f .), Memore del gradi-
tributo Pastori sibi pa rendimi esse ar- mento mostrato da'triestini alla sua per-
bitrarelur. Tranquillati gli animi, il ve- sona nel breve tempo dell'episcopato, do-
scovo governò liberamente, intervenne al po aver confermato agli arciduchi d'Au-
concilio di Ferrara, e morendo neh 44'» stria il privilegio di nominare i vescovi
Eugenio IV Papa die luogo al già desi- di Trieste , definitivamente cessandone
gnato dal capitolo Nicola II de Aldegar- la prerogativa al capitolo, al quale limilo
di; pio e santo pastore, che edificò la chie- quella dell'elezione de' propri canonici,
sa di s. Sebastiano, e generosamente la mediante le alternative con esso, il Papa
tlotòdi beni, morendone! r 4 47* Posteti- e il vescovo, però concedendogli l'inse-
j'us exeessian Fridericiis III rex roma- gna corale dell' almuzia e al duomo ac-
no rum ob ti imi t a. RomanoPonlifiee(\Lu- cordò varie indulgenze. 11 capitolo per e-
genio \\ ) jus praesentandi i tani sibi, ternare la memoria che un suo vescovo fu
annui suis successoribus,ad liane Ter- sublimato alla cattedra di s. Pietro, e del-
gestinani sederti in Episcopum eligen- le grazie elargite, gli pose un' iscrizione
dum, e a tamen lege, etconditione. ut no- marmorea sulla facciata della cattedrale
minarentexternum, quo tergesti/li tran- presso la principale porla. Neh 4^o Lo-
degerent sub nulli obnoxio Pa-
(iiiillius dovico della Torre, Iraslato neh 4^i ad
store. Quibits lameneonditionibus Cae- Olorensis sedis (non Oleron di Francia,
.sares non s teiere: seriberemagis, qua/n non esistendo nella Gallici Christiana),
aecipere lege.s assueti. Federico IH no- ed a'i5 maggio gli fu surrogato il sun-
minò successore il dottissimo ed eloquen- nominato Antonio 11 de Goppo, già ri-
tissimoEnea Silvio Piccolo/nini di Sie- cusato da Nicolò V, lodato qual vigilan-
na, già suo segretario e ambasciatore, ed tissimo pastore, che celebrò il sinodo dio-
allora segretario e suddiacono apostolico cesano, clerimi siiuin ad emenda tissimos
di Nicolò V che lo preconizzò a'5 luglio instituit mores, e dopo circa 35 anni di
i
447» <J°p avere rigettato il decano di governo nel 4&5 morì. Nel 487 Acacio
1 1

Trieste Aulonio de Goppo eletto dal ca- di Sobriach nubiledella Cariutia, dall'im-
pitolo, non ostante il divieto d'Eugenio peratore insignito del titolo di principe.
IV. Il Piccolomini, sebbene da Papa tal Ne!i5oi Luca I de'conti Rinaldi, a cui
fosse fatto canonico di Trento, non era neh5o2 successe Pietro II Bonomo trie-

oncora sacerdote. Praefuil ad lres,et co stino, segretario di Federico III e Massi*


amplios annos tanta populi terge stini indiano \,bonis artibiis excoltieral ani-
gralulatione , ut eivetn, non e.t termini mimi, moresque entendaverat ad libel-
hominem ridere tur exeepisse. Impiega- lum pnudentiae. Ne'jG anni del suo epi-
lo nell'ambascerie imperiali, non si recò scopato ottenne la conferma imperiale
a Trieste che nel 1 449» v'intrapresela vi- ai privilegi di sua chiesa, rifece e abbellì
TRI T R I 261
splendidamente il palazzo vescovile, in- zia. Nel 1692 Gio. Francesco Miller nobi-
tervenne al concilio generale di Laterano le d'Aquileia, dottore in teologia, cui poi
V, fu amministratore della chiesa diVien- per la sua avanzala età e cagionevole sa-
na, e secondo Ynice.\\\no.prim usci ite titil- lute, gli fu dato per coadiutore, con spe-
limi Principis assecniutus estj lasciando ranza ili futura successione, Guglielmo de
gran desiderio di se, mori neh 546. Nel Leslie scozzese d'Edimburgo, col titolo di
seguente Fi ancescoll JosephichdeltoRiz- vescovo Aìidera in parti/ms, ma trasla-
di'

zano o Rillano dalmatino, traslato da Se- to nel 17188 Lubiana, ottenne per altro
gna sua patria: paucos menses admini- coadiutore con egual speranza di succes-
stravit Ecclesiam, sìquidem cum in su- sione Giuseppe Antonio de'baroni Del-
spirioncin venisset, in exilium piilsus, mestri di Cormons, prete d'Aquileia, mae-
confectus moerore, vitam finivit. In sua stro in teologia, fatto vescovo d' Aulirla
vece nel 1 54g Antonio IllPareguezoPor- in partibus: questo per morte di Miller
raghe spaglinolo di Castelicius, traslato gli successe nel 1720. Poco visse Delme-
nel i558 all'arcivescovato di Cagliari, ove st ri, onde a'26 giugno 1724 gli fu sosti-
fu esortalo da Pio IV a far uso modera- tuito il fratello Luca li Serlorio de'ba-

to delle censure, e intervenne al concilio roni Delmestri di Cormons diocesi d'A-


di Trento. Di questa città fu il successore quileia. Nel 1
740 Giuseppe AnnibaleLeo-
Giovanni VII de Bella o Berla abbate be- poldo de'conli Petazzi di Vienna, poi tra-
nedettino di s. Gottardo. Morto nel 566, 1 Lubiana. A suo tempo Benedet-
ilo to a
gli successe Andrea de Rapido triestino, to XIV colla bolla Jnjuncta JVo/jÌs, ilei
l'ir eia rissimus, veneno fuit sublatus. Nel 6 luglio7 5i, Bull. Di-ned.
i XIl\ l.3,,>.
1

1574 Giacinto Frangipani del Friuli, che 1 77, ad istiinza dell'imperatrice M.' Te-
morto nello stesso anno, nel 1 575 gli fu resa, e del doge e repubblica di Venezia,
surrogalo Nicolò IH Coret di Trento, il soppresse il patriarcato d'Aquileia, ed in-
quale fece abbellimenti all'episcopio. Mei vece eresse gli arcivescovati di Udine e di
i5c)i Giovanni Vili de Bogarino nobile Gorizia. Tra' suffragane! deli. "vi com-
di Gorizia, già alunno del collegio Ger- prese i vescovati di Capo iV Istria e di
manico di Roma, precettore di Carlo ar- Città Nova; e fra quelli assegnati alla
ciduca d'Auslria, lodatissimo e virtuoso metropolitani di Gorizia, vi comprese
pastore. Nel 1598 Ursino de Bertis tri- Trititi e Pedina. E colla bolla Sacro-
dentino o friulano, chiaro per le sue le- sanctae Militantis Ecclesiae, de' 18 a-
gazioni a Roma , in Lombardia e nella prileiySa, Bull. cit. t. 4, p. sprovvide a
Spagna,leggendosi nell'epitaffio nella cap- quanto riguardava il nuovo arcivescova-
pella di s. Carlo del duomo ove giace, l'e- to di Gorizia. A '6 aprile 1761 divenne ve-
piscopi et Comitis Tergestini, che mori scovo Antonio Fernando de'conli d'Her-
nel 1620. In questo o nel 162 fr. Rinal- 1 berstein diVienna. A' 24 aprile 1 77
do Scarlichio ungaro de'rainori conven- Francesco Filippo de'conli Inzaghi di
tuali, neli63o trasferito a Lubiana, la- Grain o Gralz diocesi di Secovia, il qua-
sciando di se onorala memoria. Da Pede- le si recò ad ossequiare Pio VI in Gori-
na ne' p63 t vi passò Pompeo de'baroni zia, quando nel 1 782 l'onorò di sua pre-
Coronini Morto nel 1646, in
di Gorizia. senza. Lo slesso Papa Pio VI ad istanza
queslo gli successe AntoniolV baroneMa- dell'imperatore Giuseppe II, il quale già
renzi, anch'esso già di fedena. Da que- avea soppresso i cappuccini e cambiato
sta pure vi venne nel 663 FrancescoMas-
1 l'ospedale in episcopio,colla bolla /// Uni-
similiano de Vaccano di Gorizia, degno versa gregis, degli 8 marzo 788, Bull. 1

paslore,morto nel 672. Nello stesso Gia-


1 Rom. cont. t. 8, p. 1 ?.4> elevò la chiesa di
como Ferdinando de G01 izzutti di Gori- Lubiana in arcivescovato, e soppresse
?6* T R r t n 1

quello ili Gorizia. Indi colla bolla Super Gradisca, toera divenuto di Gorizia, sen-
Specula, de' q agosto 788, Bull. Ilom.
i i za che le Notizie di Roma lo rimarcas-
conti t. 8, p. 2 io, eresse In chiesa vesco- sero nella enumerazione delle diocesi ed
vile di Gradisca nella Corniola, e sop- epoche della promulgazione de' vescovi.
primendo le sedi vescovili di Trieste e Pe- A'27 giugno 797 Ignazio Gaetano deBu-
1

dena, vi formò la nuova diocesi vescovi- set di Tareschendorf diocesi di Lubiana,

le, alla quale sottopose la chiesa già sop- già alunno del collegio Germanico e vica-
pressa e arcivescovile di Gorizia; Gradi- rio capitolare di Trieste, morto nel 8o3. 1

sca dichiarandola suiTraganea di Lubiana, Per le vicende politiche e molteplici dei


dellaqua le erano pure suffraganee le chie- gravi tempi che si successero, la sede re-
se di Segna e Modrusca unite. A r." ve- stò vacante del pastore , finché Pio VII
scovo di Gradisca, Pio VI preconizzò il nel concistoro de' 1 3 agosto 1821 dichia-
già vescovo di Trieste Inzaghi, nel con- rò vescovo Antonio V Leonardis di Go-
cistoro de' \5 dicembre 1788, col titolo rizia, che governò lodevolmente. Alla sua
di vescovo di Gorizia ossia di Gradisca; epoca Leone XII colla bolla Locum inul-
ma trovando che mancava di cattedrale ti Petri, de'3o giugno 1828, Bull. Rom.
e dì episcopio, ritornò a Trieste a farvi cont. 1. 17, p. 375: Suppressio, et tinta
la residenza, siccome compresa fieli > sua plurium Kpiscopalium Sedium in Dttl-
nuova diocesi, passando poi a dimorare matia,et Istria ad Adriatici maris ora*.
in Gorizia nella restituzione della sede, di Fra le altre cose dispose, che la sede ve-
cui vado a far cenno. Divenuto impera- scovile di Emonia o Città Nova (dissi
tore Leopoldo II, a rimediare tali scon- in quest'articolo, colle Notizie di Roma.
certi, ottenne che Pio VI colla bolla Re- che lo registravano vivente nel 835, mor- 1

cti^prudentisqueconsiliis,^' 2 settem- 1 to in quell'anno l'ultimo suo vescovo, mi


bre 1791, Bull. Rom. cont. t. 9, p. 5i, invece egli era decesso a'23maggioi 83 1),
ristabiliste il vescovato di Gorizia, vi tra- si sopprimesse e fosse unita a quella di
sferisse da Gradisca la sede e residenza Trieste, alla morte del vescovo che la go-
episcopale, la cattedralità e il capitolo, e vernava, a Trieste inoltre dovendosi mu-
che il vescovo s'intitolasse di Gorizia os- re il vescovato di Capo d' (stria ; ordi-
sia Gradisca; che ristabilisse ancora la se- nando ancora i rispettivi capitoli, ed a
de vescovile di Trieste mediante :a bol- quello di Trieste assegnò le dignità del
la Ad supretiium militanti'! Kcclesiae, preposto, dell' arcidiacono, del decano.
data nello stesso giorno, Bull. 53, cit. p. Morto il vescovo Leonardis nel gennaio
nuovamente dismembrandola dn Gradi- i83o, durante la sede vacante l'impera-
sca, dalla quale tolse pure Pedena e l'u- tore Francesco I supplicò ilPapa Pio Vili,

ni a Trieste. Nel formare il nuovo capi- perchè reintegrasse Gorizia del grado di
tolo della ripristinala cattedrale di s. Giu- metropoli, poiché era Lubiana cessata del
sto, Pio VI dichiarò /dignità il prepo-
1 tutto dalla dignità metropolitica e torna-
a
sto, 2. il decano; quindi fece sumaganea* la semplicemente sede vescovile, come a-
dell' arcivescovato di Lubiana la sede di vea decretato Pio VII fino dal 1807 a' 19
Trieste. Nel concistoro poi de'26 settem- agosto, nel sopprimerla colla bollii Quae-
bre 79 1promulgò in vescovo di Trieste
1 dam tenebrosa, presso il t.i3 del Bull.
Sigismondo de' conti d' Hochenwart di Rom. cont. p. 2o5, sciogliendo fin d'al-
Gerlachstein diocesi di Lubiana, già ge- lora dal vincolo di soggezione le chiese
suita emaestro di Francesco I, poi a' 12 sulfraganee, e ricevendole sotto quella im-
settembre 1794 traslalo a s. Ippolito e mediala della s. Sede, finché egli o i suoi
quindi arcivescovo di Vienna ; mentre successori non vi avessero provveduto con
l'antico vescovo di Trieste Inzaghi, poi di attribuirle ad altra metropolitana. Il Pa
TU I T R l a 63
pa esaudì il pio imperatore colla bolla In glioo nipote,dipinse nella Rotonda di Ca-
tuperemincnti, de'27 Inolio i83o, Bull. po d'Istria ftna Coronazione della Reata
cit. I. 18, p. 120, reintegrando pienamen- Vergine, ove si segnò veneto dipingeva.
te Gorizia della dignità arcivescovile, di- D'infelice fama fu il dottissimo e autore
chiarandola metropoli ecclesiastica del re- di riprovevoli opere Pietro Paolo Verge-

gno illirico, e fra le chiese suffraganee che rlo giuniorc, famoso apostala, consagrato
le assegnò vi comprese Trieste e Capo d'I- da suo fluitilo Gio. Rallista vescovo di
stria, le quali congiunse art/ne priiu ipa- Pola, in vescovo di iModrusca, e poi lo fu
assegnandone le parrocchie, ed ai-
liter, della patria, traendo il fratello ne'suoi er-
rone sottraendone a Trieste per unirle a rori. Altro Pietro Paolo Vergerlo senio-
Gorizia stessa ed a Lubiana. Innanzi di re suo ascendente era fiorilo sul finir del
compiere la serie de' vescovi di Trieste, secolo XIV e nel principio del XV, ri»
conviene che parli di quelli di Capo d'I- guardalo come uno de'più ciotti del suo
stria., come promisi a quell'articolo, con tempo, lasciando di verse opere, fra le (pia-
aggiungere alcune altre nozioni e lo slato li De Urbe Justinnpolij fu caro all'im-
presente della medesima secondo l' ulti- peratore Sigismondo e intervenne al con-
ma proposizione concistoriale. cilio di Costanza. Girolamo Muzio della
Capo d' Istria, A egida, Capraria , famiglia de'JNuzii, letleratoe poeta, auto-
Juslinopolis. Città con residenza vesco- re del poema in verso sciolto intitolalo E'
vile delregno illirico a più di 3 leghe
, gida,d\ etri non si ha che un prezioso fram-
da Trieste, anticamente la primaria del- mento de'due primi libri e del principio
l'Istria e la capitale di essa, e perciòchia- del 3.° Santorio de'Santorii, l'Aristotile e
mata Capo d'Istria, situata sull'Adria- l'Esculapio istriano, sommo professore di
tico nell'estremità di tale regione, e co- filosofia e medicina dell'università di Pa-
me a capo di essa, sopra l'isola Egida dova al principio del secolo XVII , an-
ove vuoisi che l'edificassero gli argonauti fore del rinomalo libro sulla Medicina
(de'quali riparlai nel voi. LXXIX, p. 6), Statica: la pronipote Elisabetta gli pose
ritornando dalla Colchide, e trovandola un'iscrizione monumentale nella facciala
opportuna a' pascoli delle capre si disse della cattedrale. 11 conte Gian Rinaldo
volgarmente anche Capraria e Cajìris. Carli Rnbbi, celebre antiquario ed eco-
L'atlualecittà venendo rifabbricata e for- nomista, illuslratoredell'anfiteatro di Po-
tificala con permesso dell'imperatore gre' la, ed autore del Ragionamento delle an-
co Giustino il del 56^, prese il nome di tidata di Capo d' Istria. Trovasi nelle
(jiustinopoli. I Ca-
tedeschi la dissero diverse edizioni di sue opere, e negli ()•
fers^U schiavoniCoyj/v/.Cerloè che Capo puscoli del p. Calogeri t. 28, p. 1 6c). In
d'Istria è antichissima, ricordala i\.\ Plinio esso rappresenta Io stato di sua patria a
col nomedi Egida: ebbe il suo incremen- tempo de'romani, di cui fu municipio, e
to da' fuggiaschi italiani, che nel tempo rende ragione della diversità de'suoi no-
della trasmisgrazione de'barbari, e par- mi. La dice lontana 2 miglia da Trieste,
1

ticolarmente negli ultimi anni del regno unendola un ponte con molti archi al con-
di Teodorico re de'goli, cercarono fra le tinente. Per mancanza di documenti an-
sue mura un ricovero. Nel 278 si dedicò 1 tichi, poiché nella luttuosa guerra de'ge-
alla repubblica di Venezia che la fece ca- novesi contro la repubblica di Venezia,
pitale dell'Istria. Fu patria di diversi il- che sol finire del secolo XI V incendiarono
lustri, come del celebre pittore Vittore l'archivio della città e una miniera d'anti-
Carpaccio, secondo alcuni, ma egli soìto i caglie, nel sacco presero e portarono altro-
suoi quadri sempre pose il nome con Rag- ve lecarIeelecosepiùpreziose,e persino le

giunta di vendi opus: Benedetto, suo fi- più venerate reliquie de'santi,che tuttavia
?.r»4 tr i TR I

in buona portesi ricuperarono; e perdio il da una balaustra di noce ben lavorata,


piìi che abbiasi di Capo d'Istria sta nelle e contiene 3 altari: il maggiore è dedicalo
opere del Mammoli e del Naldini, il quale all'Assunzione di Maria Vergine, al quale
nel 1700 pubblicò in Venezia, Corogra- serve di mensa l'urna di marmo che rac-
fìa ecclesiastica, ossia descrizione della chiude le ossa di s. Nazorio, e dietro al
città e diocesi di G tua duopoli il Carli , quale si dilunga il coro, maestosa semi-
volle co' superstiti frammenti di antichi elissi ornata di due ordini di stalli di noce;
monumenti ed iscrizioni illustrarli e di- alla sinistra in elegante cappella è 1' al-
chiararli, sì greci ed romani, che bar-
i i i tare del ss. SagramentOjSeparato dal pre-
bari. Ripugna nel credere la venuta nel- sbiterio da balaustra di bel marmo bian-
l'Istria degli argonauti e de'eolehi, bensì co; alla destra è l'altare della B. Vèrgi-
ch'Egida fu municipio romano dell' or- ne de' Dolori , espressa da antichissima
J
dine più distinto, aggregato alla tribù l u- scultura in Iegno,ricco di rari marmi. Do-
pinia, e contare per patroni i Crassi, ricor- po il presbiterio, vi sono altri 6altari,cioè
dando le auliche famiglie celebri; ch'eb- a destra quelli de'ss. Pietro e Paolo, della
be il gius della manumissione, ed un go- B. Vergine e di s. Barbara; a sinistra gli

verno proprio di lei sì politico «he eccle- altari del ss. Crocefisso, di s. Marco e di
Riporta la contrastata iscrizione
siastico. s. Girolamo. Una bellissima pittura di
che ricorda la restaurazione di Capo d'I- Carpaccio è nel presbiterio incontro alla
r
stria, sulla quale mg. Filippo della Tor- cattedra episcopale, e delle 4 porte late-
re vescovo d'Adria scrisse: Osservazio- rali della chiesa, sono rimarchevoli l'im-
ni sopra mi iscrizione della città di Ca- poste delle due porte a sinistra ,
perchè
po d'Istria, pubblicale dal Calogeri» nel lavorate a bel bassorilievo, e tolte da un
26, p.i; della quale famosa iscrizione,
t. antico tempio di Cibele, con (]ue leoni a-
pubblicala anche da Lghelii, che alcu- venli fra le zanne una testa «li vitella co-
ni pretendono falsa, il Carli produsse, le ronata «li pino, che il Carli chiama prin-
opinioni contrarie e le favorevoli, ragio- cipale antichità di Capo d'Istria, e spie-
nando di tulli nomi co'quuli viene chia-
i ga tali simulacri: perchè Cibele in seguo
mala questa città, la quale dopo varie e d'aver ammollito la fierezza degli uomi-
strane vicende sotto i romani, i greci, i ni, o per esprimere la madre terra, si rap-
marchesi d'Istria, i patriarchi d'Aquileia, presenta sedente in seggio con due leoni,
«la tributaria ch'ella era passò alla devo- oda questi tirata nel suo carro; che ad
zione della repubblica veneta, dopo lun- essa si sacrificavano particolarmente le

ga e calamitosa guerra, e nel 1278 essa vitelle, ed il pino fu albore sagro alla dea.
vi spedì a nome del principe Reniero Mo- La facciata esterna, rivestila di marmi
ro#ini ìli." podestà, dalla quale domina- istriani, è maestoso, ina nascosta in par-
zione seguendo le vicende i\e\\' Istria tro- te nell' ala sinistra colla massiccia torre
vasi nell'impero d'Austria. La cattedrale campanaria, opera del XV secolo. Il ca-
«li Capo d'Istria è dedicala alla D. Ver- pitolo compone di due dignità, lai/
si

gine Assunta in Cielo sotto l'invocazione il preposto, la 2/ il decano, di 3 canoni-

«li s. Nazario(l ,)l.° vescovo della città ci, 4 vicari corali, e di altri preti e chie-

«• pi«»teltore di tulla la diocesi, il cui cor- rici addetti al divino servigio. Nel clero
po riposa gran venerazione ncll'alla-
in fiorirono un cardinale, un patriarca, 3 ar-
re mag»i«»re. Questo è un bello e ottimo civescovi,! 2 vescovi, e moltissimi uomini
edifìzio a 3 navale, divise da 8 pilastri, sapienti e profondi nelle sagre lettere, pa-
con archi lettura mista di dorico-ionico. recchi de'quali furono egualmente il so-
Il presbiteriojche occupa tutta la larghez- stegno dell'umanità e della religione. La
za della chiesa,è separalo dal resto di essa sagrestia, fra molti ricchi e pomposi ai-
TR I TRI 265
redi,conserva un prezioso ostensorio d'ar- opere più belle di Gio. Battista Cima da
gento, smaltato d'oro, in forma di pira- Cnnegliano : il convento poi contiguo si

mide, e di notabile e fino lavoro, dono distingue pei- la sua struttura, ed è uno
r
di mg. Francesco de Andreis patrizio di de'più belli dell' ordine. La chiesa di ».

Capo d'Istria, vescovo di Scopia. Possie- Marta coll'annesso convento de'cappucci-


de pure una magnifica e grande macchi- ni fu eretta per un voto fatto in occasione

na per la divozione delle Quarant' ore, della peste orientale del 162 i.Vi è la con-
che ha luogo dalla domenica delle Palme fraternita del ss. Sacramento e altri so-
al mezzodì del mercoledì santo, non che dalizijl'ospedalejil monte di pietà, le scuo-

per la festa del Corpus Domini. Essa co- le pubbliche. L'Ughelli, Italia, saera. t.

pre dall'altare tuttala facciata sino al sof- 5, p. 3 70), Juslinopolitani Epìscopi , o


fitto, e viene illuminata da circa 4oo can- meglio il suo annotatore Coleti, riferisce
dele. Nella cappella propinqua alla cat- che in Capo d'Istria eranvi due collegi,
tedrale vi è il battislerio, e la cura d'a- uno^illiricoo seminario de'chierici illirici,

nime è amministrata da un dignitario o eretto nell'episcopio da Paolo Naldini ,

da un canonico assistito da uno di detti l'altro de' religiosi delle scuole pie pe'gio-

vicari. L'episcopio è quasi aderente alla vani di tutta la provincia. Vi fiorì pure
cattedrale , e doveasi stabilire , intanto l'accademia de' fì/'yor^istituita nel 667. 1

supplendo governo col pagare il fitto di


il La religionecristiana fupromulgata inE-
decente abitazione. Vi sono nella cilth al- gida nel suoi .°
secolo, d'ordine di s. Er-
tre 3 chiese secolari, cioè di s. Basso, di magora vescovo d'Aquileia, quale v'in- il

s. Biagio e di s. Nicola, e 2 regolari in cu- viò a predicarla nell'anno 56 circa di no-


ra de'minori osservanti e de'cappuccini, stra era, il suo diacono e discepolo s. E-
che sono soli religiosi in essa esistenti,
i lio da Costabona, CVz.??rwrc Dona, ora pic-

prima essendovi 6 conventi di regolali e colo villaggio di Capo d'Istria, e da essa


2 di monache; senza contare le cappelle dittante quasi 7 miglia. Vuoisi che allo-
o oratorii, fra le quali meritano menzio- ra fosse edificata la primitiva chiesa, poi
ne quella della B. Vergine del Carmine cattedrale, la quale fu ingranditane! 210.
contigua alla cattedrale e nella quale pro- Le ossa di questo 2. ° protettore di sua pa-
priamente è il battistero, e cpiella di s. tria si venerano in detto tempio nell'al-
Giusto rimpetto alla chiesa de'cappuc- tare de'ss. Pietro e Paolo, in un'urna sca-
cini. La chiesa di s. Basso martire i.° ve- vata entro il muro del medesimo, e si e-
scovo di Nizza marittima, il cui corpo spongono 18 luglio, e
nella sua festa a'
si venera in Marano di Ilipatransone, è in quella di s. Nazario. Quello che dico-
detta volgarmente dell' Ospedale perchè no Bollandisli di sua famiglia è molto
i

unita all'antico ospedale di Capo d'Istria. incerlo,enon viene riferito da'patrii stori-
La chiesa di s. Biagio martire apparten- ci, che certamente l'avrebbero asserito se
ne al demolito monastero delle agostinia- vi fosse stato un fondamento veridico. Si
ne, ed è uffiziata da'confrati della scuola ritiene a Capo d'Istria,che la sede vescovi-
La chiesa dis. Nicola di Ba-
dell'oratorio. le sia stata istituita dopoché Papa s. Gio-
ri, il quadro è di Carpaccio, serve a'
cui vanni I, portatosi a Costantinopoli verso
poveri del vicino ospedale. La chiesa dì il525, per contentare in parte desiderii 1

s.Anna de'minori osservanti ha 7 altari, di Teodorico re de' goti, coronato l'im-


fra'quali ponno ricordarsi pel pregio ar- peratore Giustino I, si dice che l'indusse
tistico del quadro quello del ss.Crocefisso, a malincuore, onde concedere qualche co-
quello del ss. Nome di Gesù, opera di Be- sa agli stranieri, cioè che fossero restitui-
nedetto Carpaccio, ilmaggiore per la pit- te agli ariani le loro chiese, e che niuno
tura insigne che lo nobilita, e una delle di essi fosse obbligato di abiurarne la setta.
VOL. LXXX. 18
266 T R I TR I

Per questa tolleranza religiosa, bramala ordinò pure il di lui successore Senatore.

da Teodorico, aveva da questi già otte- Indi s'ignorano i successivi vescovi di Ca-
nuto l'erezionede'vcscovalidell'lstria, in- po d'Istria, e pare che ne fossero ammi-
sieme a quello di Egida, onde porre un nistratori quelli di Trieste. Uno di que-
argine all'eresia degli ariani professata e sti, Eriberto, esplicitamente lo riporta il

protetta da'goti. Onde si crede originalo Culeti, provandolo con documenti del dfl

il vescovato rli Giustinopoli nel 524? es ' lui operato. L'Ughelli riporta per 3.° ve-
celebra per r.° vescovo s. Nazario, in che scovo da lui conosciuto N., promossovi da
conviene ilColeti, lenificando l'Ughelli, Alessandro IH verso ili i66,ad istanza del

che non solo ritarda il suo vescovato, ma doge di Venezia. Ma già notai di sopra, che
lo dice a." vescovo. Questo santo prelato, talPapaneh 177 dichiarò terminare colla
principale proiettore di sua patria e dio- morte di bernardo o Wernardo o Guar-
cesi di Capo d'Istria, la tradizione fa na- nardo vescovo di Trieste l'amministra-
tivo di Bosle, villa al sud-ovest di Capo zione del vescovato di Capo d'Istria, per
d'Istria; fìoiì nel detto VI secolo, come le richieste del doge Sebastiano Ziani e
consagrato dopo il 524, e morì verso la del patriarca d'Aquileia Udalrico. Aven-
metà di esso a'iq giugno, in cui se ne ce- do il podestà e consoli di Capo d' Istria
lebra la festa. Reslòdimenticatoilsuocor- mensa pel nuovo vescovo,dupo
stabilita la

po sino al 6oi, in cui fu ritrovato nella lamorte dell'amministratore, il patriarca


cripta in medio pavimenti della chiesa Gotifredo neh 186 elesse e consagiò ve-
cattedrale, con una lamina di piombo che scovo Aldegario o Ardecario o Aldigero,
testificava l'identità del corpo e I' epoca che nel 1212, condocumentoriportalo da
del bealo transito. Ciò avvenne per una Ughelli, convenne all'accordo seguito tra'
visione avuta dal suo custode e da un canonici della cattedrale e il clero della
cospicuo cittadino, a'quali fu rivelato il chiesa di s. Mauro dell'Isola, sulle ren-
sitoove giaceva, ed insieme si rinvenne- dite dellamedesima. Il vescovo Assalon-
ro corpi de'ss. Elio e Alessandro, altri
i ne del 1212 consagrò nel 1222 la chiesa
protettori di Capo d'Istria. Per altre no- parrocchiale di s. Giorgio in Pontauo, e
tizie si può vedere s. Nazario e l'Ughelli. nel 1225 quella di s. Servolo martire. A
La festa del santo è solennissima in Capo suo tempo Papa Onorio 111 con lettera
«l'Istria, con vigilia di digiuno per tutta scritta neh 221 al decano e al capitolo,
la diocesi. In questo giorno si espone il stabilì che esso fosse composto di 2 ca- 1

busto argenteo colla testa di s.Nazario che nonici, come vuole l'Ughelli. Il Colelipoi
si custodisce nella sagrestia, e nel dì se- narra che il capitolo fu statuito nel 1 245
guente si porta in processione veramente conio canonici, con lettera scritta al me-
magnifica, alla quale intervengono le 4 desimo da Innocenzo IV. Questo Papa
confraternite della città, sotto baldacchi- nel detto anno 1245 elesse Corrado ca-
no. le cui aste sostengono i magblrati mu- nonico d'Aquileia, che neh 257 consagrò
nicipali , e nella sera dopo i vesperi col un altare in onore della ss. Trinità, della
busto si benedice il popolo, dopo essersi ss. Croce e della B. Vergine, alla presen-

scopertala cassa, che nell'altare maggio- za de' vescovi di Pola, Trieste, Pareuzo
re ne contiene le altre ossa, alla venera- ed Emonia; quindi neh 265 autorizzò i

zione de'fedcli, a'quali per la stessa t'esti- francescani di Capo d' Istria a demoli-
vila si aprono le arche degli altri altari re la loro chiesa di s. Francesco, e de'ce-
contenenti le ss. reliquie degli altri san- menti valersi per rifabbricare la nuova,
ti. Nell'Italia .sacra trovami i seguenti alla quale pose la ." pietra, per cui ne ri-
1

vescovi. Giovanni I nel 757 consagralo cevè lettera gratulatoria da Papa Cle-
da Vitaliano patriarca di Grado, il quale mente IV, riportala da Ughelli, insieme
TRI TR I b6 7
ol documento col quale il vescovo nel la un documento dal quale rilevasi che
1 266 rimise le decime che le monache di nel 36| consngrò la chiesa di s. Matteo
1

s. Antonio di Torcello gli doveano per di Pirano. Neil 364 Lodovico Morosini
un predio di Pira no. Azo del 1*271 fu e- nobile veneto, traslato poi a Modone a'
lello arbitro e giudicò le controversie tra 2 novembre 3go. In questo e nello stes-
1 1

gli abitanti di Buie e quelli di ITtuago. so giorno Giovanni II Loredano patrizio


Nel 1275 era vescovo Pago o Papo, che veneto primicerio di s. Marco morì nel
:

intervenne neh 281 al sinodo d'Aquileia i4' ' e fu sepolto nella cattedrale con e-
del patriarca Raimondo Torriani. Nel pitaflio pubblicato da Ughelli. Quindi il

i2Qi circa Vitale Simeone, il quale nel capitolo elesse Bartolomeo de Recupera-
1296 si recòin Aquileiaper comporre le ti canonico di s. Marco, ma sebbene il do-
discordie, tra il detto patriarca e Brissa ge Michele Steno ne ringraziasse con let-

vescovo di Trieste, che fervevano su ma- tera i canonici, Giovanni XXIII non l'ap-
terie giurisdizionali; e nel 1
299 interven- provò,eiuvecegli sostituì l'altro nobile ve-
ne alla rinunzia fatta alla presenza del neto Cristoforo Zeno già vescovo diChiog-
medesimo patriarca, da Artuico di Ca- Morto nel 420, in questo gli successe
già. 1

stello pel castello Invilino. Il vescovo fr. Geremia Pola canonico decano della cat-
Pietro Manolesso minorità permise alle tedrale diCa pò d'Istria, il quaIe,come nar-
monache della Cella di Capo d'Istria di rai altrove, ricuperò da'genovesi i corpi
professare 1' istituto francescano di s. de'ss. Nazario e Alessandro, che aveano
Chiai a,esentandoledalla giurisdizione ve- rapito nel saccheggio della città, tratte
scovile: mori nel 1 3 1 3 e fu sepolto nella nendosi i genovesi per venerazione un
chiesa di s. Francesco, con iscrizione pres- braccio di s. N;izario. Il zelante vescovo
so rUghelli. Nel 1 3 1
7 Tommaso Conta- nel 1 4^2 si recò a incontrarli a Venezia,
rmi nobile veneto, che concesse con atto e li ripose nella cattedrale con solenne
riportato ne\V Italia tacrat in feudo le pompa. Nel 1424 d. Martino de Bernal
decime di Pedena e di Villanova a* fra- dinis veneto, priore de'canonici regolari
telli Colmano e Simone de Vergerlo, ras- di s. Salvatore di Venezia, traslalo a M<<
segnato da Celino de Sabino: nel 1 3
19 done e poi all'arcivescovato di Corfù. Nel
riconsagrò solennemente la chiesa di s. 1428 da Arbe vi fu trasferito fr. Fran-
Udalrico, già consacrata dal vescovo As- cesco Servandi de Biondi fiorentino do-
salonne, leggendosene il documento nel menicano, che a'7 novembre 44-^ con " 1

luogo citato. Nel 1 3^4 consagrò la chiesa sagrò solennemente l'altare e la cattedra-
di Andrea di Pirano, e nel 1827 quel-
s. le di s. Nazario. Nel i44& da Modone vi
la di s. Maria de Sexe. Nel 3^8 fr. Ugo 1 passò Gabriele Gabrieli nobile veneto; e
da Vicenza priore provinciale de' dome- dopo avere nel 1
4 7 1 consagrato l'altare
nicani di Lombardia, nel 335 trasiato 1 de'ss. Tommaso, Filippo e Giacomo ino*
a Mazzara. Nello slesso Marco Semiteco- ri. Neil' istesso anno Pietro II Bagnaca-
lo veneto, canonico di s. Marco, morto vallo milanese, morto neh 475. In que-
nella città Arausiense in Gallianeli347. sto fu traslalo dall'arcivescovato di Pa-
1 n questo Orso Delfino nobile veneto, ret* Simone Vosich da Mon-
trasso l'istriano
tore di s. Giacomo di Rialto, traslato al- tona, morto nel 1482 in Roma. Gli suc-
la metropoliCreta nel 1349, poi pa-
di cesse Giacomo Valaresso nobile veneto,
triarca di Grado. In detto anno France- protonotarioapostolico e fratello di Maf-
sco Quirini patrizio veneto, pievano dis. feo arcivescovo di Zara che lo consagrò:
Maria Formosa, trasferito all'arcivesco- funse diverse legazioni per la sua repub-
vato di Creta nel 1 363, indi anch'esso di- blica e pel Papa, resse il patriarcato d'A-
venne patriarca di Grado. Il Coleti ripor- quileia, rifabbricò interamente l'episco-
*G8 TR I TU I

pio, e morto neh5o3 fu deposto nel se- ri. Neil 54o si recò in Francia col cardi-
polcro ch'eresi preparalo nella cattedra- nal Ippolito d'Este, e nel 1 54- 1 fu dal re
le, con l'iscrizione che leggesi nell'Ughel- Francesco I spedilo alla dieta di Worms,
li. Neh5o3 fr. Bartolomeo a Sonica luo- dove tenne una condotta assai equivoca.
go di Bergamo, profondo nelle scienze, Reduce in Italia, avendo trovata la curia
intervenne al concilio di Laterano V, e romana seriamente preoccupata contro
stimato da Leone X l'oppose qoal pro- di lui, si ritirò nella sua diocesi. Si for-
pugnacolo contro la sorgente empia ere- tificarono allora in lui le prevenzioni, con-
sia di Lutero, nominandolo neh 5t.o re- tro certe pratiche già condannate da Lu-
ferendario apostolico e generale inquisi- tero. Comunicò il suo erroneo sentimen-
tore di Brescia e suo distretto, con piene to al fratello vescovo di Pola, diesi la-
facoltà contro l'eresie. Morto nel 1529, sciòben presto sedurre; ed ambedue, cia-
gli successe Defendente de Valvassori, pu- scuno nella sua diocesi, incominciarono
re bergamasco, consagrato in Roma nel- a parlare contro la virtù, dell'indulgen-
la cappella pontifìcia da fr. Gabriele ar- ze, e predicarono a'ioro greggi altri er-
civescovo di Durazzo e sagrista del Papa, rori di Lutero. Accusato a Paolo III, do-
assistito da'vescovi di Nepi e Veglia; indi mandò Vergerio il permesso di giustifi-
fuanche suffraganeo di Pietro Lippoma- carsi dinanzi al concilio di Trento; ma i

no vescovo di Bergamo,ove morì neli536. padri non Io vollero ammettere, e fu ri-

In questo Paolo HI vi trasferì da Mo- mandato al nunzio Giovanni della Casa


drusca (che siccome unita a Segna, in e al patriarca di Venezia, incaricali di
quest'articolo riportai in breve le notizie processarlo. Vergerio orgoglioso, non a-
de'suoi vescovi, e perciò del l'infelice di cui vendo voluto ubbidire, errò in varie cit-
vado a Paolo Vergerlo
riparlare), Pietro tà, dalle quali recavasi segretamente a
di Capod'lstria,già vedovo e di tale dot- visitare la sua patria e diocesi, e quella di
trina e ingegno che Clemente VII l'inviò suo fratello,per rianimare il coraggio de'
nunzio in Germania a Ferdinando I re loro partigiani. 11 vescovo di Pola morì
de'romani nel i532, incaricato special- improvvisamente nel 1 548 nella sua se-
mente d'oppóni con fermezza a'progres- de. Il Vergerio allora, sentendo che An-

si de'luterani.Tre anni dopo lo richiamò nibale Grisoni suo compatriotta, d' una
Paolo III,desideroso sapere dalla sua boc- delle molte nobili e primarie famiglie di
ca sicuri ragguagli delle cose germani- Capo d'I slria,avca testé ricevuto in un col
che; indi lo rimandò per annunziare la titolo d'inquisitor generale la commissio-
prossima convocazione del concilio gene- ne di processarlo, uscì d'Italia ih. "mag-
rale onde por fine alle dissensioni religio- gio i549> e Sl r it' l"ò uel paese de'Grigio-
se. In tale 2. viaggio di Germania, ebbe ni, ed apertamente vieppiù, si dichiarò lu-
la sventura di passare per Wittemberga, terano. A' 3 luglio Paolo ili pronunziò
ove si abboccò con 'eresiarca Lutero.Tor-
l la definitiva condanna, che lo dichiara-
nato in Italia nel i536, il Papa l'inviò a va apostala, colpiva delle censure eccle-
Napoli all'imperatore Carlo V, e ritor- siastiche, e spogliava del vescovato. Al-
nalo da tal missione, prima lo fece ve- lora Vergerio palesò tutto il fiele e lutto
scovo di Mod russa e poco dopo di sua pa- il risentimento contro Roma
s. Sede, e la
tria, venendo consagrato dal fratello ve- con una moltitudine d'empi opuscoli, in-
scovo di Pola. Ne'primi tempi del suo e- fami e vergognosi, anche contro la fede
piscopalo, ne adempì lutti doveri con i cattolicaecontro cattolici. Chiamalo dal
i

molto zelo, istruendo popoli affidati alle


i duca di Wùrtemberg a Tubinga nel ,

sue cure, e procurando almeno in appa- 1553, vi fu accolto con benevolenza; indi
renza di premunirli contro i nuovi erro- viaggiò iuPrussia,inUngheria,in Polonia,
TR I TR I 269
in Ginevra, e tornò in Tubinga,ove mori tu, lasciando ms. {'Istoria di Chioggia.
in elàalquantoavanzala a'4 ottobre 1 565 Mori nel 1 653 e fu sepolto nella cappel-
m'ìserauìenlejibidinis servas.TL pure tro- la episcopale diS.Alessandro, con epigra-
vò famoso concittadino conte Gio. Ri-
nel fe riportatada Coleti. Nello stesso anno
naldo Carli Rubbi un fervoroso apolo- Baldassare Bonifazio di Rovigo, arcidia-
gista Paolo 111 a'21 agosto 549 trasla-
! 1 cono, vicario generale e consultore del-
da Lavello a Capo d'Istria fr. Tom-
tò l'inquisizione di Treviso, letterato, pio e
maso Stella veneziano domenicano, già generoso pastore, benemerito della men-
vescovo di Salpe, dottissimo e di proba- sa vescovile e del capitolo, costruì nella
ti stimi costumi, il quale incessantemen- cattedrale la cappella dell'Epifania e pres-
te predicò in pubblico e in privato le ve- so di essa fu sepolto, con l'epi tallio ripor-
rità de'dogmi cattolici, per eliminare gli tato da Coleti in uno all'iscrizione che i

errori disseminati dal suo indegno pre- canonici gli posero in coro per grato a-
decessore, e colla sua pietà fece di tutto nimo. Nel 1660 Francesco Zeno nobile
per cancellarne le tristi reliquie. Inter- veneto, canonico e vicario generale diCre-
venne al concilio di Trento, scrisse vari ta, pio ed eruditissimo: con Giacomo Fi-
come De citar ita te Chris ti, moren-
libri, lippo Tomassiui vescovo di Città Nuova
do nel i566. Pochi giorni dopo gli suc- scrisse 8 libri, Commentarla hislorica
cesse fr. Adriano Valentino domenicano, geographica totius Histriae, nella quale
inquisitore contro l'eretica pravità e dot- fu illustrata la serie de' vescovi istriani,
to teologo; governò con integrità e lode- ed il ms. passò in potere del celebre ed
vole zelo, per distruggere le radici del- eruditissimo nipote Apostolo Zeno. Mor-
l'eresia piantatavi dal Vergerlo, e scrisse: to nel 1680 in Venezia, fu tumulato nel-
De inaiare udis haereticis,e De Sacra- la chiesa di s. Francesco de'miuori osser-
mento Eucharistiae contra Calviuuni. vanti. Nel 1684 Pietro Antonio Dellìuu
Nel 1572 vi fu trasferito il giuslinopoli- patrizio veneto e arciprete di Padova :

tauo Antonio Elio allora patriarca di Ge- morì dopo io mesi colpito da apoplessia
rusalemme inpartibus, già vescovo di Po- sul trono vescovile nel vespero della do-
la, virtuoso e dotto, che intervenuto al menica delle Palme, come è detto nell'e-
concilio di Trento vi uvea ben figurato, e pigrafe sepolcrale ins. Chiara, ove fu de-

la s. Sede se n'era servila in gravi inca- posto. Nel 1686 fr. Paolo Naldiui nobile
richi, come lo celebra il prolisso epitaf- padovano, teologo agostiniano, e dotto
fio riportato da Ughelli, e posto al suo autore della ricordata Corografia eccle-
sepolcro nella cattedrale, lodato pure qual siastica di Capo d'Istria: nell'episcopio
zelantissimo pastore. Nel 576 Giovanni 1 fece dipingere la serie de'suoi predeces-
111 Ingenerio veneto,celebre giureconsul- analoghe iscrizioni. Morto nel
sori e coti
d
to, ampliò l'episcopio, e fra'suoi scritti si 1713 in questo gli successe Antonio M.
ricorda De codesti physonomia. Nel
: Borromeo nobile padovano teatino, pro-
1600 Girolamo 1 Contarmi nobile ve-
fr. fessore di s. canoni, promosse ladisciplina e
neto domenicano, lodato pastore, ed au- l'istruzione del clero, rifabbricò da'fonda-
tore della Physicam Aristoteli^ etTkea- menti la cattedrale,aumentò la mensa epi-
truni totius Orbis. Nel 1620 da Catlaro scopale, e fu benemerito pastore.Con esso
vi passò fr. Girolamo IIRusca padovano l'Italia sacra termina la seriede' vescovi,
domenicano; gli successe nel i63o Pietro che compirò colle Notizie di Roma. Nel
111 Morari di Chioggia,canonico di quel- 1733, Agostino Bruti di Capo d'Istria,
la cattedrale, ovvero neh 632 come vuo- traslato da Cauea. Nel 1747 Gio. Batti-
le Coleti ,
già vicario di Parenzo, enco- sta Smidi di Venezia, poi di Belluno. Nel
mialo per prudenza, probità e altre vii- ij5Q Carlo Cainuzio di Tohuezzo dio-
27o T II I T R I

cesi d'Udine, poi arcivescovo di Tarso e ri. Nati nella Bitinia presso Apamea, fu-
patriarca d'Antiochia. JN'el i 776 Bonifa- rono presi nel 25o, infierendo la perse-
cioda Poutedi Venezia cairialdolese,uaor- cuzione di Decio, e carichi di catene ven-
lo nel 1810. Restata vacatile la sede, e nero condotti a Nicea, dove Aquilino go-
minila come dissi qual conca tted rale di vernatore della Bitinia e prefetto d' Ó-
Trieste nel i83o,indiGregorioXVI nel riente faceva la sua residenza. Tratti di-
concistoro de'3o settembre 83 1, e non 1 nanzi adesso, confessarono generosamen-
1 83o come si legge nelle Notizie di Ro- te Gesù Cristo, per cui furono stesi sul
ma, promulgò (.°vescovo di Trieste e Ca- cavalletto, la qual tortura durò quasi 3
r
po d* Istria mg. Matteo Raunicker di ore. Dipoi il governatore, andando alla
Vazhe nella diocesi di Lubiana e cano- caccia, ordinò che frattanto fossero espo-
nico onorario di quella cattedrale, retto- sti al rigore della stagione, essendo allo-
le del seminario, prudente, dotto e ver- ra freddo eccessivo. Tornato dalla cac-
sato in ogni esperienza. Per sua morte il cia, chiese loro cosa pensassero, e aven-
regnante Pio IX nel concistoro de'2 1 di- dogli essi risposto che persistevano ue'Io-
cembre 1846 picconilo l'odierno vesco- 10 sentimenti, rimandò in prigione, mi-
li

vo mg.' Bartolomeo Legai di Naclas dio- nacciando di con maggior rigore.


trattarli
cesi di Lubiana, dottore in s. teologia e Qualche tempo dopo si fece nuovamente
professore di teologia dogmatica nel se- condurre innanzi due con fessoli, ed in va.,
i

ni inariodiGor izia,curato di s.MariaMag- no impiegòa persuaderli le più lusinghie-


gioie di Trieste e cancelliere vescovile, fa- re promesse. Adiralo di non poterli vin-
condo e zelante predicatore, dotto, pru- cere, fece loro traforare piedi con gros-
i

dente e di ottima moralità, ebe emise la si chiodi, poi li fece crudelmente vergheg-
r
professione di fede nelle mani di mg. Gia- giare, straziare con unghie di ferro, e bru-
como Foretti vescovo di Chioggia, spe- ciare i fianchi con torce ardenti. Final-
cialmentedcputato dal nunzio di Vienna mente il giorno appresso, subito un altro
r
mg. Viale-Prelàora cardinale. INèaTrie- interrogatorio, furono decapitati, nello
ste, uè a Capo d'Istria esiste alcun semi- stesso anno 25o. I greci onorano s. Tri-
nario dopo la fatale ordinanza dell' im- fone il 1 ."di febbraio, ma il martirologio
peratore Giuseppe II, colla quale soppri- romano lonomina insieme con s. Resot-
mendo moribondi i seminari vescovili di elo ilio novembre. La parte principale
allora, della provincia del Litorale , in- delle loro reliquie è stata deposta sotto
vece istituì un seminario generale e pro- l'aitar maggiore della chiesa dell'arcispe-
vinciale: a Gorizia. sotto la sorveglianza di dale di s. Spirilo in Sassia di Roma, al
quel metropolitano, ove tuttora esiste. O- dire di Butler. Però è indispensabile di
gni uuovo vescovo Capo d'I-
di Trieste e ricordare, che s. Trifone ebbe in Roani
stria è lassato ne' libri della camera apo- propria chiesa antica e parrocchiale, nel-
stolica in fiorini 4 ou ascendendo la men-
> l'altare maggiore della quale furono col-
sa ai 2,000 fiorini, pari a 6000 scudi ro- locati i corpi o la maggior parte delle re-
mani. Le diocesi unite souo ampie: quella liquie dei santo, di s. Respicio e di s. Nin-

di Trieste contiene 58 parrocchie e più


1 fa verginee inartire.della quale nello sles-
luoghi; quella di Capo d'Istria contiene so giorno ricorre la festa. Il Butler cre-
18 parrocchie e 3 luoghi principali, ili de che porzione delle loro reliquie si ve-
Pirano oseudovi la collegiata con cano- nerino pure nella delta chiesa dell' 0*oct
nici e la dignità dell' ai ci prete che fun- delle di v. Sjììritu in Sassia, ludi iaCkie-
ge la cura d'anime, ed il convento de'frau- sa di ,y. Trifone divenne Staziona /<• e
ecscani. Titolo cardinalizio, prerogative che in-
TUIFOiMi e BESPICIO («,.), marti- sieme alle precedenti furono trasferite
T R I TRI 27 e

nella Chiesa di s. agostino (P.), Insie- ne nella Gerarchia cardinali~ia t descv\-


me a'eorpi o principali reliquie de'ss. Tri- vendo la diocesi di Porto, dice che alcu-
fone, Piespicio e Ninfa, anzi l'annuale sa- ni non ammettono l'esistenza di s. Ninfa
gro Diario Romano esplicitamente dice i in discorso, ma che la denominazione lo-

loro corpi, senza far menzione della chie- cale sia nome aulico corrotto e derivato
sa di s. Spirito, nel riferire che ivi se ne dal luogo detto ad IVfmpas Catahassi
celebra la festa. Il sodalizio ch'era nella della via Cornelia, dove patirono ss.Ma- i

chiesa di s. Trifone fu trasportato ove rio, Marta e figli martìri. Di questa s.


tuttora esiste, nell'antichissima chiesa del Ninfa il Martirologio Romano non ne fa
ss. Salvatore del Primicerio (V>)% sotto menzione, unicamente nominando quel-
il titolo d' ss. Sa-
Arciconfraternita del la de' io novembre, co'ss. Trifone e Re-

gr a mento, di s.Camillo
Trifone e di s. spicio, mentre il Buller tale s. Ninfa la

(
J .), ed in essa si celebra la festa a' o no- i vuole fiorita più tardi nel V secolo e mor-
vembre de'ss. Trifone e compagni marti- ta in pace in Soana. Nell'articolo s. Nin-
ri. Riferisce il Piazza nzW Emerologio di fa vergine e martire, molto si alterò la
Roma, che s. Ninfa si convertì nell' am- composizione della stampa, onde per le
mirare l'eroismo nel soffrire i tormenti ohi missioni sembra con aperta contraddi-
de'ss.Trifouee Respicio; dappoichèQuel- zione che la martire morisse in pace,e ciò
lo che sostiene la costanza de'suoi Mar- perchè mancano la notizie di s.Ninfa mar-
tiri, ispirò a Trifone ed a Respicio un tire. Egli è per tale motivo che vi ho qui
coraggio superiore alla rabbia furiosa supplito, avvertendo che il Buller sol-
d'Aquilino. Altrettanto leggo negli Atd tanto tratta della verginemorta in Soa-
rincari de'martìri raccolti dal p. Rai- na. Finisco e concludo il mio dire con
nait, con prenozioni e note di Luciani, dichiarare, che sembra sieno slate due le
t. 2, p. i i 7, De' ss. Trifone e Respicio ss. Ninfe, ambo vergini e la più. antica
martiri, convenendo che le loro reliquie, martire.
unitamente a quelle di s. Ninfa, morta in TRIGONA e PARISI Gaetano Ma-
tempo e luogo diverso da essi,cioè in Ni- ria, Cardinale. De' baroni di Sant'An-
cea e poco dopo di loro, in Roma furono drea, nacque da nobilissima famiglia si-

portate e deposte parte nella chiesa di s. ciliana in Piazza a'2 giugno 1767. Con
Trifone e parte in quella di s. Spirito. successo fece i suoi studi, e di buon'ora
Quanto a s. Ninfa, il Piazza aggiunge, esternò il desiderio di dedicarsi al servi-
che di sue reliquie ne sono pure in s. Ma- zio della chiesa, riusceudo istruito e ot-
ria in Monticelli e in s. Marco di Roma. timo ecclesiastico, per cui dopo essersi e-
Inoltre a' i 2 novembre parla d'altra s. serritelo in vari uffizi del sagro ministe-
Ninfa martire, che sbarcata a Porto Ro- ro, fu'trovato degno di essere destinato a
mano, fuggì con alcuui compagni la per- 1 ."vescovo di Caltagirone in Sicilia, dio-
secuzione forse diDecio,esi nascose in una cesi formata con un dismembramento di
grotta poco lungi, dove fu ella con essi quella vasta di Siracusa. Pertanto Pio
seppellita. Ivi la pietà de'fedeli eresse una VII e con beli' elogio nel concistoro de'
chiesa sotto il nome di s. Ninfa a cui fece 21 dicembre 1818 lo preconizzò vesco-
diversi doni s. Leone IV. Diroccata la vo di detta sede. La prudenza, lo zelo e
chiesa, il cardinal Francesco Barberini e- la sollecitudine pastorale lo fecero assai
resse per memoria suifuudamenli un pic- distinguere uel paterno governo di quella
colo tempio rotondo coll'iu vocazione del- novella istituita diocesi; gli guadagnaro-
la santa, nel quale pose una statua di no l'amore del clero e del popolo, e la
marmo scolpita da eccellente scalpello. stima e considerazione del governo. Il re-
\uudiuieuo lo stesso Piazza, riparlando- guuute Ferdinando lì re del regno delle
2?2 T R I TK I

due Sicilie, ammirando le sue virtù, ed colle insegne equestri e titolo di cavaliere

eccellenti qualità , lo presentò al Papa del real ordine di Francesco I. Mentre sul
Gregorio XVI pel trasferimento alla no- cardinale eransi concepite liete speran-
bile e metropolitana sede arcivescovile ze, che si godesse l'eminente dignità per

di Palermo, alla quale venne traslalato qualche lustro, il micidiale morbo asia-
nel concistoro de' i5 aprile (833 , con tico furiosamente avendo invaso la Si-

que' particolari elogi che pronunziò il cilia e Palermo, tra le numerose e il-

Papa nella proposizione concistoriale. lustri vittime di quell'infausta epoca,


Nella nuova e più illustre sede, viemme- mietè pure la rispettabile vita del car-
glio risplenderono le molte virtù che a- dinale a' 5 luglio 1837, quando da po-
domavano il paterno animo dell'arcive- chi giorni era entrato nell'anno 7 i.°di
scovo, e corrispondendo nell'esercizio del sua età. Le solenni esequie si celebraro-
pastorale ministero alla espella/ione re- no nella metropolitana ed ivi ebbe sepol-
gia, il pio monarca fece calde istanze a tura. Fu tremenda e memora-
in quella

Gregorio XV laccio lo volesse ornaredel- bile circostanza che Palermo col suo car-

Ja sagra porpora. 11 Papa conoscitore del- dinal arcivescovo pianse tra'suoi 166,000
l' egregie qualità e delle benemerenze di abitanti, 24,000 morti in 4 "lesi, aven-
sì lodevole arcivescovo, nel concistoro se- do rapito lo spaventevole cholera anche
greto de'a3 giugno 1 834, lo creò e pub- il celebre scienziato Scinà. Il cardinale si

blicò cardinale dell'ordine de' preti, co- distinse per pietà, e per divozione e at-
me si legge nel n.° 5o del Diario di Ro- taccamento alla s. Sede, fu dotato di spi-
ma. In esso è pur detto, che il Papa in- rito veramente ecclesiastico e fornito ,

viò a Palermo, per recare al cardinale, d'un' abbondanza di lumi superiori, fa-
colla notizia di sua promozione, l'inse- ceva risplendere la copia delle sue cogni-
gna del berrettino cardinalizio, la pro- zioni. Non essendosi recato in Roma, non
pria guardia nobile conte Gio. Vincen- ricevè né la chiesa titolare, uè l'anello e
zo Vespignani (ora commendatore del- il cappello cardinalizio.
l' online di s. Gregorio, e tenente dello TRIM o TRIME. f. Meath.
stesso nobile corpo col grado di brigadie- TRINACRIA. V. Sicilia.
re generale). Nel n.°5i del medesimo TRINCI Luciho o Luciano, Cardina-
Diario apprendo che il Papa deputò il le. Della uobile e aulica prosapia de'conli
suo cameriere segreto soprannumerario diFoligno (I7 .), principi dell'Umbria, fu

( ed è al presente il
2.° di tal classe del da Gregorio IV dell' 827 crealo cardi-
r
Pontefice che regna) mg. Mario Pulie- nale diacono, e poi da s. Leone IV fu pas-
ri,in qualità di ahlegato apostolico a por- sato nell'ordine de' preti còl l'itolo di s.

tare al novello porporato la berretta car- Eusebio. Alcuni sono d' opinione che s.

dinalizia. I due inviati pontifìcii furono Leone IV lo creasse cardinale, ina pare
decorosamente accolti, trattali e regalati miglior sentenza il ritenere, che Grego-

dal cardinale, che si mostrò loro in tutto rio IV loelevòa questa eminente dignità.
amorevolissimo. La solenne funzione del- TRINCI Gio. Domenico, Cardimi Ir.
la tradizione della berretta 1' eseguì lo De'couti di Foligno, fratello di Giovanni
stesso re inPalermo con tutte le formalità, vescovo d'Amelia, in riguardo della su-
alla presenza della regia corte, del nunzio blime scienza di cui andava adorno, In-
apostolico, e di molti personaggi apposita- nocenzo III nel 121 lo creò, cardinale
1

mente da Napoli e da altri luoghi


recatisi prete della Chiesa di s. Ciriaco alle Ter-
dell'isola; indi il generoso sovrano fece la me, diversa da quella omonima presso la
solita graziosa dimostrazione col pontifi- Chiesa di s. Maria in Via Labi. Altro
cio ablegato, e decorò la guardia uobile di lui non si sa, se uou che uel i 2 1 <j uscì
' T R I TR I 273
dalle miserie di questa vita, dopo 8 anni labile misterodelia ss. Trinità vuoisi trat-
di card inalato. Lasciò alcuni opuscoli niss. tare con grande cautela e modestia. Il dot-
che si collocarono nella biblioteca Va- to vescovo fJrouzuoli, nelle Istituzioni
ticana. cattoliche, ragionando del i ."articolo del
TRI NITA" SANTJSSI M A,^. Trini- tSYmZ>o/o,dicbiara che non vi è che uu so-
tas. Trinità significa propriamente unità lo Dio, il quale è da se stesso l'essere per-
di tre. 11 mistero arcano e ineffabile della fettissimo, suoi attributi essendo special-
ss. Trinità, questo dogma fondamentale mente: Iddio éeleruo,Egli è sempre stato,
della eligioue cristiana, è dunque il mi-
i Egli è, e sarà sempre. Iddio è purissimo
stero d'un solo Dio sussistente ili tre ter- spirito, 1' Ente il quale ha un intelletto
sone, Padre, Figliuolo e Spirito Santo perfèttissimo e un'ottima volontà, e non
(/ .). E il numero ternario delle Persone ha figura né corpo alcuno. Allorché la s.
divine realmentedislinle una dall'altra, Scrittura rappresenta Iddiocome un Uo-
che totle e tre possedonola slessa essenza, mo, e gli attribuisce ciò che al corpo com-
natura e sostanza. \ i ha dunque un Dio in pete, non é che sia veramente così. LaScrit-
tre Persone, vale a dire, che non vi ha che tura lo rappresenta in quella foggia, iu
una sola natura divina, e che vi sono 3 cui talvolta gli é piaciuto di apparire in
Persone in questa natura divina: di mo- visione a'Profeti; ovvero con un linguag-
do che l'unità della natura non impedi- gio metafòrico, per adattarsi alla maniera
sce la pluralità delle Persone. Questo su- nostra d'intendere, parla delle cose divi-
blime mistero e incomprensibile supera ne, volendo sotto la similitudine delle cor-
infinitamente deboli lumi della nostra
i porali, accennare le azioni corrisponden-
ragione, maformalmente rivelato nella
è ti a quelle, che sono proprie delle cose
s. Scrittura e nella Tradizione. Sebbe- da essa nominate. Iddio é ognisciente. E-
ne ci fu cosi rivelato, nou cosa però di es- gli sa lutto: il passato, il presente, il fu-
sere un mistero oscuro e impenetrabile. turo, i nostri pensieri più. occulti, e per-
Dio non sarebbe infinito nella sua essen- ciò non può essere ingannato. Iddio è som-
za, se la sua natura potesse essere scau- mamente sapiente. Egli dispone tutte le
daghala e spiegata da una creatura limi- cose per arrivare a'suoi disegni, e sceglie
tata e finita, molto meno se potessimo a tal effetto i metti più profittevoli. Iddio
comprenderla e renderla intelligibile noi é onnipotente. Egli ha crealo dal nulla il

miserabili mortali nello stato di prova in cielo e la terra, e tultociò che vi é. Egli
cui Dio ci ha posto, in tale stato nulla ci couserva tultociò che esiste. A Lui nessu-

può convenir meglio dell'esercizio della na cosa é impossibile, iddio é immenso.


nostra fede, e del sagrifìzio della nostra Egli riempie ili se slesso il cielo e la ler-
ragione, in ossequio e in sommessione cie- ra: é presente a tutto. Tutti i desiderai e
ca alla parola di Dio, né niente può esse- i pensieri d'ogni uomo sono da Lui sem-
re più glorioso a Dio dal canto uostro,che pre osservati. Iddio é sommamente san-
di adorare in silenzio l'incomparabile es- to. Egli é perfettissimo in tutte le perfe-
ser suo.Dice s.Agoslino-.'-E impossibile di- zioni. Ama, vuole il bene, ed abbonisce
re alcuna cosa degna di Dio, perocché in- il male. ?>on può mentire, iddio é immu-
degno di lui è questo stesso che di lui può tabile. Egli é in se eternamente lo stesso.
dirsi. Tuttavia è mestieri dirne, onde po- Iddio é sommamente buono, non solamen-
ter pensare ciò che di lui nou può dir- te in se stesso, ma anche buono somma-

si". Insegna però l'angelico dottore della mente e benigno verso le sue creature.
Chiesa s. Tommaso, che non si può sen- Tutto il bene ci viene da Lui o diretta-
za temerità e pericolo alterarsi, ed am- mente o mediatamente. Iddio é somma-
monisce, che quando favellasi dell' udo- mente luisei'icurdiusu.Lgli pei duua a'pee-
a74 T Fi I TR I

calori che
convertono a Lui. Iiltlio è
si per questa ragione egli è detto Padre, ed
sommamente giusto, Fgli premiala vir- alcuni antichi 1' hanno detto per modo
tù e castiga il peccato. Questo Dio, uno enfatico Dio, ma egli èriguardato in que-
in essenza, è in Ire distinte eguali Persone, sta denominazione come quegli che rac-

le qualichiamano Padre, Figlio, Spi^


si chiude il Figlio e lo Spirito Santo. Quin-
ritoSanto, conforme si rileva dalla s.Scrit- di la Chiesa rivolge comunemente le sue
tura,la quale a ciascuna di esse attribui- preghiere al Padre piuttosto che a tutte
sce la divina natura ed essenza, i divini e tre le Persone ,
per esprimere l'unità
attributi, il nome divino, l'opere e il cul- della divinità; ma seuza mai però sepa-
to divino, dal che risulla che ciascuna è rare le altre due Persone che derivano dal
Dio, benché non sieno tre Dei , ma un Padre. Noi offriamo a tulle e tre le Per-
Dio solo, perchè una sola l'essenza divi- sone i voti che indirizziamo ad alcuna di
na. Le tre divine Persone sono tra loro esse, poiché il fine e i frutti di tutte le no-
distinte così. Il Padre è da se stesso eter- stre domande sono l'effetto comune del-
namente. Il Figlio è generato dal Padre l'azione delle Ire Persoue o di tulta la
eternamente. Lo Spirilo Santo procede Divinità, come mostrò s. Fulgenzio nel
eternamente dal Padre e dal Figliuolo. trattalo su questo grave argomento, Non-
Sebbene tulli gli attribuii e le esterne o- dimeno noi rivolgiamo più particolar-
perazioni di Dio, egualmente e perfetta- mente la nostra attenzione verso la Per-
mente sieno proprie di ciascuna delle tre sona, alla proprietà della quale meglio si

divine Persone, pure riguardo al motivo domanda. La Chiesa pre*


riferisce la nostra
formale, per cui l'una dall'altra si distin- ga il Padre per mezzo del Figlio, perchè
gue e si nomina., a ciascuna si appropria- la parola per mezzo significa qui l'origi-

no in modo speciale seguenti attributi i ne che il Figlio trae dal Padre; e accen-
e operazioni: al Padre l'onnipotenza, per- na ancora la sua qualità di mediatore, fa-
chè principio dell'altre due Persone: al cendoci comprendere che noi domandia-
Figlio la sapienza, perchè procede dalla mo le sue gra/.ie per li meriti del suo San-
r
cognizione che il Padre ha di se stesso; gue (/ .)
preziosissimo; ch'Egli è nostro
allo Spirito Santo la bontà, perchè pro- Pastore^ la porta e la via per cui andia-
cede dall'amore del Padre e del Figlio. mo a Lui. LoSpiritoSantojsecondo la sua
Laonde si appropria al Padre la creazio- proprietà, è l'amore del Padre e del Fi-
ne, in cui principalmente risplende la po- glio, e quindi lutti gli effetti dell'amore,
tenza. Al Figlio la redenzione, perchè ol- della misericordia e della bontà a Lui so-
tread essere questa l'opera particolar- no generalmente assegnati, come l'Incar-
mente propria di Lui, perchè Egli solo è nazione del Figlio di Dio nel seno della
che si è incarnato, è auche la manifesta- Vergine Immacolata. Quindi dicesi anco-
zione della sapienza divina. Allo Spirito ra, cheDiof.i e conserva tutte le cose neh
Santo la comunicazione delle grazie, il lo Spirito Santo. La dottrina fin qui ap-
che compete alla divina bontà. Tutte tre pena accennata è un semplice abbozzo di
le divine Persoue unitamente si chiama- ttillociò che sino ad ora si è potuto sa-
no la ss. Trinità. Siccome il Padre è prin- pere coll'aiulo della fede sul mistero inef-
cipio dell'altre due Persone divine, la fabile dell'Augustissima Triade sacrosan-
creazione e conservazione di tulle le co- ta, li-cristiano cattolico esprime il miste-
se, e tutte le opere che portano l'impron- ro dell'Unità e Trinità di Dio, e quello
ta della potenza e della grandezza sono dell'Incarnazione e morie del Salvatore
•iLui particolarmente attribuite, tuttoché col salutifero seguo della Ci <>< r (/'.). Que-
le tre Persone insieme siano la causa co- sto portentoso segno consiste nel [brina-
mune ed uuica di tulio quello che esiste; re uua cioce portando la destra mano
X li l T H I ->.
75

prioia alla fronte, poi sotlo al pelto,quin- prime tre dita della mano destra alzate,
tli ulla spaila sinistra e destra, e nel ilire viene figurala la ss. Trinità, la cui invo-

io tempo di quest'azione: nel nome del cazione aaeowpagna sempre le benedizio-


Padre, del Figliuolo e dello Spirilo San- ni, a differenza de'vescovi greci che coni*

to. Cosi sia o Amen. Queste pai ole espri- partono la benedizione unendo l'auricu-»
mono l'Unità e Trinità di Dio. leu peroc- lare col pollice, sebbene anche così si de-
ché non per altro si usa la parola singo- noti la ss. Trinila. L'uso di benedire con
lare nel nome e non piuttosto la plurale l'invocazione della ss. Trinità risale a'tem-
ne nómi, come sarebbe più. naturale, se pi apostolici, benché diversi furono i mo-
non perchè vogliamo significare che Id- di ili segnare la croce, cioè o colla mano
dio è uno. La Trinità poi è espressa coi in aria oimponendola sulle cose da be-
lioini propri delle divine Persone, La Cro- nedirsi, come
varie furono le preghiera
ce finalmente ricorda ed esprime che la che esprimevano le divine Persone. Opi-
seconda Persona ha assunta l'umana car- nanonlcuni che l'origine della Benedizio-
ne, ha patito ed è morto per la salute del ne (nel quale articolo parlai come anti-
genere umano. Gesù Cristo istituì il Bat- camente fu rappresentato Dio Padre in at*
tesimo (/',) avanti la sua Passione, ed e- tu di benedire colle tre prime dita, per-
gli almeno per mezzo de'suoi
battezzava, chè come sono esse in una mano alzate,
discepoli, poiché abbiamo in s. Giovanni: cos'i sono tre Persone in una sola Dei là),

Ando poi Gesù co' suoi discepoli nella. rimonta a quella data da Giacobbe a'suoi
Giudea, e, ivi si trattenne con essi e bat- sostenendo che il Salvatore nel-
figli, altri

tezzava. Allorché poi dopo la Risurrezio- l'ascendere al cielo innalzò le mani a ino*

ne ordino agli Apostoli di andare a pre- do di croce e benedì, rito che già esiste-

dicare a tutte le nazioni ii mistero adora- va ne'tempi apostolici, Il Gretsero nel lib.

bile della Trinità, e di battezzare quelli De Cruce Domini, narra che primitivi i

che credessero in lui, a loro disse; Ilo ri- cristiani segnavano sempre se stessi culla

cevuto ogni potestà in cielo e in terra; crocee tulle le cose di loro uso, e laChie-
andate, istruite, tutte le genti, battezzati* sa l'inlrodusse nelle sue Liturgie, ed an-
dole nel nome del Padre, ch'I Figliuo- che nel benedire venne usato. Deriva da-
lo e dello Spirito Santo. Cosi Gesù Cri- gli Apostoli l'uso di benedir le cose che

sto di quest'articolo fondamentale di no- servono a Sagramenti, all'erma odo s. Ci-


stra fede ne dimostrò nuovamente la ne- priano nel lib. de Bapt.,e s. Agostino nel
cessità ,
poiché senza di esso niuno può trat. i 8 in Joan., che solevano benedir-
1

salvarsi, come dichiarò lo stesso Gesù Cri- si col segno della croce. L'uso di benedi-
sto. Le divine parole usate nel ministra- re i catecumeni coll'imporre sopra di lo-
re primo e il più necessario di tutti i
il ro le Mani, è della prima Chiesa, e la pra-
sagramenti, esprimono 1' Unità di Dio e tica de 'fedeli d'inchinarsi innanzi al ve-

la Trinità delle Petsone distintamente no- scovo per riceverne la benedizione, è chia-
minate. Nel voi. LXV II, p. 33, riparlan- mata da s. Gregorio I imposizione di ma-
do della solenne amministrazione del bat- no. Che queste imposizioni eziandio era-r

tesimo e de''Padrini, notai che se per gli no fatte col segno della croce, lo a Henna
antichi canoni ne fu permesso un solo, Tertulliano nel lib. deBapt., dicendo che
anche per simboleggiare l' unità di Dio, non solo le persone, ma eziandio le cose
poi alcuui concihi consigliarono Ire pa- che si usavano solevano per stabile costu-
drini, per la più espressa fede sensibi- manza benedirsi, riportando all'uopo la
le della Trinità, e forse per vieppiù con- benedizione che si faceva del pane alla
futare i nemici del mistero. Nelle Bene- mensa, di cui si parla nel libro su Giob-
dizioni del Sommo Pontefice ( f .), colie be attribuito ad Origene, ma cou più ve
27 6 TRI ta i

rilà da Mabillon as. Ilario. L'origine del- l'avventuroso istrumeuto di redenzione,


l'invocazione della ss. Triade nell'accom- apre il cuore del cristiano a speranza e
pagnare il segno della croce, cominciòcol- fiducia. Egualmente fu convenientissimo
l'avere i primi cristiani congiunto al glo- l'introdurre l'uso della espressione della
riososegno quella venerabile invocazione, Trinità, che presenta l'idea più sublime
e ne derivò l'uso della medesima nel be- di Dio, da cui ogui benedizione acquista
nedire; e siccome i cristiani aveano ap- virtù; per l'utile della Chiesa e de' fede-
preso dalle liturgie della Chiesa il detto li, i quali con questa invocazione glorifi-
rito, questo non è che una privata bene- cando il più sublime mistero della Divi-
dizione ricavata dalle benedizioni che per nità, rendono meno indegni d'ottene-
si

eccellenza si adoperavano ne'sagi amenti re le grazie di cui hanno bisogno. Giova


coll'in vocazione della ss. Trinità. Ciò con- anche finalmente, per la disposizione del
ferma la benedizione dell' Eulogio, nel cristiano, per l'elfelto della benedizione.
nome della Trinità, come io dichiara s. L'idea della potenza congiunta coli' idea
Paolino nella lettera ad Ahpio, e s. Gre- della misericordia di Dio accende ne'cuo-
gorio JVaziauzeno parlando di sua madre ri de'fedeli la speranza e la fiducia, e l'ef-
guarita da grave infermità, il quale dice: fetto delle benedizioni i santi desiderio Ma
Panibus beiiedictis signo Crucis in Tri' il cristiano ne'nomi personali dell'Augu-
niUite coiisigiialis couvaluit. Nelle bene- stissima Triade ricorda con più speciali-
dizioni che si danno nel s. Sagrifizio del- tà nel Padre la potenza, nel Figlio la mi-
la Messa sul popolo, con molte formule sericordia, nello Spirito Santo la salitili-

secondo i riti, sempre si conlieue l'invoca- caziooe : dunque ned' espressione della
zione della Trinità, facendosi nell'atto la Trinità ricorda tutti i molivi che ponno
croce; le quali formule, per la chiesa la- disporio a ricevere in abboudanza di ef-
tina si poimo vedere dagli Ordini Roma- fetto la benedizione.Chiamasi Dossolo-
ni e da'Sagramentari di s. Gregorio I; per gia (^.), il versetto e inno del Gloria
la greca dalle liturgie di s. Gio. Crisosto- Patri, et Filio et Spiritili Sancto (/ .),
mo e di s. Basilio, e pei- le altre chiese o- col quale sino da'tempi apostolici si ter-
rientali dalle loro particolari. L'antichis- mina la recita de Salmi nell'uffizio divi-
simo e apostolico rito uel segnarsi e bene- no; fu stabilito nella Chiesa per apostoli-
dire colla croce, è corroborato dall'espres- ca tradizione, per glorificare la ss. Triade,
sioni de'Padri della Chiesa, i quali fanno e si lascia iu segno di tristezza; indi nel
testimonianza della ferma credenza de'fè- 823 vi fu aggiunto dal concilio JNiceno le

deli, che dalla croce venga loro ogni be- parole: Sicut eroi in principio, et mine,
ne, l'allontanamento d'ogni male.JNel pre- et semper, ec, per confutar l'errore de-
gare da Dio qualche bene o sopra l'uo- gli Ariani eretici, e per lo stesso motivo
mo o sopra ogni altra cosa di suo servi- il concilio prescrisse che nelle lettere For-
zio, qualche segno era conveniente che
ili mate (V.) si ponessero in principio le pa-
l'uomo o la cosa si contrassegnasse, dal- role Valer, Filius, Spiri tus Sanctus, Pe-
la virtù ed eilicacia del quale ne venis- trus per riverenza della Sede romana nel-
sero notificati, perciò fu convenienlissi- la quale è il principato d. tutta la Chiesa
mo il segno della croce. La fiducia de'l'e- cattolica, oltre V Amen. Di più questa dos-
deli, checche sia della questione de'teo- sologia giustamente fu unita alla quoti-
logi nel determinarne la virtù giova a , diana Preghiera del Pater no s ter (P'.),
rendere più copioso l'elfelto delle bene- la più eccel-
insegnata da Cristo, e perciò
dizioni, laonde è utilissimo il seguo visibi- lente d'ogni altra, ed ancora congiunta al-
le della croce sulla cosa benedetta; poi- la Sii lutazione Angelica (/'.), cosi nella
ché la memoria che suscita d'essere stato recita della Corona divuzioualc e del ss.
T R I TR T 277
Rosario La ss. Trinità non si può
(F~.). darono gli ordini regolari de' Trinitari
nelle Immagini (V.) dipingere secondo il (ly •) e delle Trinitarie (F.); e con quel-
suo essere, ma si dipinge come le Ire Di- lo della Trinità errata fu istituita una
vine Persone sono apparse a noi. Il Ber- congregazione di donzelle religiose, le
nino, Hiatoria di tutte l'eresie, osserva, quali sotto tale denominazione venerava-
die in chiesa romana non vietò le ss. Im- no la s. Famiglia composta della B. Ver-
magini di oggetti veri, e di persone de- gine, del Bambino Gesù e di s. Giusep-
gne d'onore per l'eccellenza della loro san- pe. L'istituzione si fece nel 1 65q in Fran-
tità, come sono le immagini di Gesù Cri- cia nella città di Rochelle ,da un certo
sto, della sua ss. Madre e de' Sanli, alle numero di virtuose zitelle per occuparsi
quali dà venerazione per le immagini
si dell'educazione deile orfane. Poco dopo
che rappresentano. Dipingono le Persone abbracciarono la vita tegolaie e fecero i

della ss. Trinità, il Padre in forma di vec- voti, con regole stampate a
e costituzioni
chio, il Figlio di giovane, e lo SpiritoSan- Parigi nel 1664, col titolo di Regole del-
to di colomba, di fuoco o di vento, egli le, figlie della Trinità Creata, delle re-

Angeli in fórma di bellissiaii donzelli ninti, ligiose della eongregazione di s. G iu sep-


non perchè abbiano corpo, ma perchè in pe. Non vi furono altre case di questa isti-
tali forme vengono descritti dalla s. Scrit- tuzione, sebbene in molle città di Fran-
tura, e sono apparsi agli uomini; costume cia vi furono e sono diverse congregazio-
praticato fino da' primi secoli da' fedeli, ni sotto il titolo di s. Giuseppe , per lo
benché non ne rimanga distinta memo- stesso caritatevole scopo. Inoltre ad ono-
ria, forse molte persecu-
smarrita per le re della ss. Trinità s'intitolarono città e
zioni patite dalla Chiesa; mentre nel V se- come della ss. Trinità di Bue-
vescovati,
colo l'eretico Xenaja e nel VI l'empio Se- nos Ayres , e della ss. Trinità di Pori
vero si opposero alle immagini dello Spi- d 'Espagne (' .); non che delle abbazie
rito Santo e degli Angeli. Il vescovo Sor- regolari, come della ss. Trinità della Ca-
nelli, Lettere, eecl. 6, ci diede la lett.
t. va, la quale poi divenne sede vescovde,
1 Se
3: si debba dipingere il Padre E- e fu unita a quella di Sarno (V.), e per
lerno informa umana. Ma quanto ri- non dire di altre, l'abbazia della ss. Tri-
guarda le sagre Immagini delle Persone llila di Venderne de'benedel tini, nella cit-
della Trinità, e il modo di rappresen-
ss. tà omonima, diocesi di Blois; e l'abbazia
tarle con dotta erudizione è prescritto
, della ss. Trinità di Brondolode'benedet-
nella bolla Solieitudini nostrac, emana- I ini e poi cisteiciensi, nel villaggio di tal
ta da Benedetto XIV ih.° ottobrei745, nome, luogo antichissimo che distrussero
ed èlar4i del t. i del ino Bidlarium. Il igenovesi nel 379, per cui ora non vi è
1

citato Bernino discute se possa dirsi: Tri- the la chiesa di s. Michele di Brondolo,
na Dcitas , Trina Trinitas e Triplex nella diocesi di Chioggia, colla (piai cillà
Trinitas. Sino dal nascere dellaChiesa lo comunica a mezzo di due ponti, inoltre
spirito di menzogna fece ogni sforzo per sotto l'invocazione medesima si fabbrica-
combattere il mistero della ss. Trinità e rono innumerabili chiese e cappelle, e si
per annientarne la fede, quindi per Tri- fondarono moltissimi sodalizi fra'quali ,

nitari (F.) s'intesero denominare gli e- primeggia quello della ss. Trinità de' Pel-
retici che insegnarono errori risguardan- legrini (F.) di Roma. Colla formola: in
ti il mistero della ss. Trinità, e si chiamò nomine SS. et Jndividuae Trinilalis,
Triteismo (V.) l'eresia insegnante esser- s'incominciano vari alti pubblici e solenni,
vi in Dio non solo tre Persone ma an- , come Coneordati. Ne' diplomi antichi
i

cora tre sostanze divine, per conseguen- de'sovranisi leggono comunemente le for-
ze tre Dei. In onore delia ss. Trinità si fon- inole: In Nomine Dei aelerni} et Salva-
278 T B I TR I

toris Nostri Jesu Chrisli: In nomine San- si degna rivelare agli uomini, benché que-
ctne,ct Individuai' Trinila tis, Pa tris, et sta stessa ragione noi possa comprende-

Filii, et Spiritus Saneti. Amen. L'ado- re. Il credere in questa maniera è un pro-

rabile Trinità venne invocata anche nei fessar che Dio è al tutto incomprensibi-
solenni atti delle celebri alleanze, come le. Ora e che vi può esser mai di più ono-

a'iiostri giorni s'intitolò quella ebe prese revole allusila suprema sapienza, di que-
il nome di Santa, quasi volesse due alle st'umile confessione delle sue creature?
genti: la politica torna a conoscere un Dio. Noi non possiamo formarci idea più al-
La festa della ss. Trinità si celebra nella ta della sua grandezza, che confessando

domenica dopo la Pentecoste, di cui va- l'incapacità assoluta di qualunque crea-


do a parlare. tura possibile a scoprire la profondità del
La festa della ss. Trinità in più modi suo essere. Perciò la nostra ragione, umi-
Morcelli la descrisse latinamente, Eccle- liandosi in questo modo, viene a rendere
sia eoe lesti festiun diem Trini tati Au~ al suo autore l'omaggio più giusto, culo -
f^ustae saerante. Numini Uno Aeterno rando in silenzio, confessa la santacinef-
Patris Filiocpte et Spiritili Saneto. Nu> fabile Trinità nella maniera più degna
mini Uni A e terno omnipotenti. Trinità- di essa. In questa fede nell'adorabile Tri-
ti Aitgustae. Albano Buller, Delle feste nità noi fummo battezzati, ci siamo ag-
Dfoìu'li, nel trattato X: Sulla Domeniea gregati fra 'suoi adoratori; fummo onora-
della ss. Trinità, ragionò dottamentenel ti delle prerogative più gloriose, e delle

cap. i Sul mistero dèlia ss. Trinità: i .° promesse sì della grazia, che della gloria
11 misteio della ss.Trinità dimostrato dal- eterna, registrate nel santo Evangelo. Co-
la Scrittura. 2. Il mistero dell'Incarna- gli atti fervorosi di questa stessa fede nel-
zione suppone quello della Trinità. 3.° la ss. Triade, di speranza e d'amore, noi
Non si dee predicare la Trinità agl'infe- ci prepariamo a tutti sagramenti. Nel i

deli, che dopo aver predicato loro i pre- sagto nome della ss. Trinità sono fatti gli

cetti della morale. 4- ° Spiegazione o trat- Esorcismi, tutte le Consagrazioni ^,


tut-

tazione del mistero. Discorse nel cap. 1° te le Benedizioni, tutti i Sagri/izi che si

In qual maniera, noi dobbiamo onora- offrono, tutte le Preghiere: ha e$to final*
re il mistero della ss. Trinità. Pertan- mente si cominciano e si compiono tut-

to egli dice, ebe la vita d'un cristiano de- te le opere buone. All'ora tremenda del-
v'essere una continua festa dell'adorabi- la nostra morte, il ministro del Signore
le Triade, com'essa è la festa eterna dei rafforzerà le nostre anime, e metterà il

santi nel cielo. solamente a line


Infatti terrore nelle legioni infernali col nomi:
di lodare e di onorare Dio incessantemen- del Padre e del Figliuolo e dello Spirito
te a loro esempio, noi mortali abitiamo Santo." Parti, dirà egli, anima cristiana,
sulla terra. Noi onoriamo questo mistero nel nome del Padre che ti ha creato, del
colla nostra fede, colla santità della no- Figlio che ha patito per te, dello Spirito
stra vita, e cogli omaggi delle nostre lo- Santo che ti ha santificato". Con questa
di e del nostro amore. Quanto più que- santa fede, colla sincera ed umile adora-
sto mistero è incomprensibile, tanto più zione della ss. Trinità, egli ci raccoman-
il s.'igrifjzjo che facciamo a Dio della no- derà Benché ab*
alla divina misericordia.»
1

stra ragione nel crederlo,èa lui glorioso bia peccato, questo moribondo cristiano,
ed accelto.Nè alcun articolo di nostra cre- dirà allora il sacerdote, egli non ha nega-
denza può esser mai contro la nostra ra- to il Padre, né il Figliuolo, riè lo Spiri-
giorie,comunque alto sopra di essa; poiché to Santo; ma serbò la fede e lo zelo per
niente può esser più conforme alla ragio- onor di Dio, fedelmente adorò quelli*
I'

ne, che il credere fermamente ciò che Dio che fece tutte le cose". 11 mistero della ss.
TRI T B I 279
Trinità viene particolarmente glorificato nore, come quelle con cui accompagnia-
in noi coll'unione de'nostr't cuori e colla mo il segno della croce, o colla dossolo-
fi atellevole cari tà. Qual dolce riposo, qua- gia adottata dalla Chiesa contro l'empia
le amore, qual gloria, qual gioia possedo- eresia ariana. Onde tutto l'onore, tutta
no in se stesse le tre Persone, e l'una nel la gloria, col più perfetto sagrifizio ed umi-
godimento reciproco dell'altra, prima di liazione di noi stessi e di tutte le creature,
lutti secoli e per tutta l'eternità! Qual i-
i siano rese al Padre, Signore di tutte le co-
neffabile piacere gustano Elleno nel pos- se; al Figlio coeterno e consustanziale al

sedimento della loro felicità e delle per- Padre, nostro amabile Redentore; e allo
fezioni infinite?Quale sublime lezione di Spirito Santo, gran consolatore e granfie
concordia e di carità, non ci dà però Dio santificatole dell'anime nostre; in quella
in questo mistero?» Un Signore, una Fe- maniera che da tutta l'eternità le tre Per-
de uu Battesimo". Quanto mostruoso
, sone divinesi sono glorificale l'una l'al-

non sarebbe mai che le membra di un tal tra a vicenda, col loro amore infinito, col
capo fossero tra loro divise? Qual delitto riposo che hanno goduto nel fruimento
non sarebbe rompere un legame sì sagro? delle loro supreme pei fezioni;siccome El-
» Tre rendono testimonianza nel cielo, il le sono slate glorificate sino dal comin-

Padre, il Verbo e lo Spirito Santo, e que- ciar del tempo, e dagli Angeli dal momen-
sti Tre sono Uno". Della stessa maniera to della loro creazione, e da' fedeli servi
noidobbiamo sulla terra rendere testi- di Dio in tutti i secoli; e finalmente co-
monianza a Dio co'vincoli della concor- m 'Elle sono gioì ideate al presente da tut-

dia e della più perfetta carità all'esempio ti gli spiriti beati, da tutta la Chiesa mi-
de' beati, i quali sono sì strettamente uni- litante sulla terra, esaranno da noi stes-
ti tra loro nel regno di Dio. Così noi dob- simercè l'aiuto della sua misericordia, se-
biamo onorare la ss. Trinità colla fede, condo lutto il potere e la forza del no-
colla santità della vita e coli' unione dei stro spirito. Non contenti di rendere tut-
cuori ; al che dobbiamo aggiungere gli ti i nostri omaggi alla ss. Trinità, dobbia-
omaggi continui delle nostre laudi, del- mo riferire e consagrare a Lei quanto noi
le nostre adorazioni e del nostro amore! siamo, la nostra vita e le nostre azioni, i

Poiché qual è nel cielo l'occupazione del nostri patimenti, le nostre fatiche, in una
Coro degli Angeli e de'Beati, e quale sa- parola quanto abbiamo ricevuto da Lei,
rà durante tutta l'eternità? Adorare e lo- 1' uso del nostro ingegno ,
delle nostre
dar Dio in tre Persone, e cantare senza membra e ile' nostri beni. Preghiamo il

interrompimento ciò che il profeta Isaia Padre di cancellare dalla nostra memo-
udì una volta ripetere in sì armonioso ria ogni idea di mondana vanità , e di

concerto da' SevatìnìjìTrisagio^P .):San- stamparvi quella della sua divina presen-
to, Santo, Santo il Signore degli eser- za, per modo che la occupi interamente
ci tij tutta la terrai' piena della sua glo- ed unicamente. Preghiamo il Figliuolo,
ria. Unendosi a'cori celesti, tutte le ani- che ci rischiari la mente, che ne sgombri
me sante, tutte le caste spose del Signore le tenebre, e ci conduca in sulla via del-

sulla terra sono anch'esse occupate gior- la salute colla fiaccola della fede e dell'e-
no e notte a celebrare le sue laudi. Of- terne sue verità. Preghiamo loSpirito San-
friamo nello stesso spirito tutte le nostre to, che santifichi la nostra volontà colle
azioni ad onore e gloria deH'adorabil<sTri« sante fiamme del suo amore, affinchè nes-
nità, pregandola di farci sempre adem- suna cosa mai vaglia a separarci da lui,
piere la sua santa volontà. Interrompia- uè nel tempo, ne nell'eternità. Il Sarnelli
mo sovente le nostre ordinarie azioni, per nel t. 9, leti. 53: Come la s. Chiesace-
recitare alcune fervide parole in suo o- lebri la festa del Padre Eterno, rispon-
?.8o TR I T R I

«le al dubbio propostogli: Perchè In ». rispose: Non


celehrandnm festina de
est
Chiesa celebra laute feste del Verbo in Trini tate ,sicut nec de Uni tale. Nani sin-
carne, e dello Spirito Santo, e del Padre gulis diebus fìlfeslum Trinità tis, et U-
Eterno non solennizza alcuno speciale e nìtatis, quia semper dicitur G loria Pa-
particola re giorno. Pertanto dichiara, non triot Filio, et Spirititi Saneto. Qui os-
avere la s. Chiesa dedicatoal Padre Eter- servo un anacronismo sbagliato il nome
no un giorno di festa particolare per la- del Papa, poiché Alenino nacque verso il
sciarlo in nostra libertàacciocché non , 735,ed Alessandro II fu creato Pap;t nel
una volta, ma ogni giorno, in ogni mo- 1061, come narrai nelle loro biografie;
mento fossimo ricordevoli del caro e dol- bensì Alcuino scrisse detrattati: DeTvi ai-
ce nome di Padre j perchè in ogni istan- tate, j De Processione. Spirititi Sancii;

te del nostro vivere egli ci conserva, som- Offìcias perferiasj De divinis Ofjiciis;
ministrando a noi l'aiuto temporale e spi- Sacramentoruni liber, contenente le col-

rituale. Soggiunge poi con Durando, Ra- lette, le segrete, i prefazi e post-commu-
tionale Dh'inortini Officiorum 1.6, cap. nio per 3?. messe differenti, ec. Noterò
i i
4, n.° i , che gli antichi tennero che la inoltre, che al cardinal Ivonc di Char-

festa del Padre Eterno fosse quella del tres (F .), nato verso il 1 o4o, si attribui-
Natale del Salvatore, perchè gli nacque sce il Micrologo[V.), il quale tratta pu-
ilFigliuolo secondo la carne. Onde la .* i re della celebrazione della messa e di di-
messa della mezza notte comincia: Domi- verse pratiche della Chiesa sotto il pon-
nus dixit ad me Filili* meus es tu, ego tificato di s.Gre£;orio VII, im media to sue-
hodie genui (e. E sebbene questo si spie- cessole di Alessandro II. Trovansi pure
ga della generazione eterna, si può anche di verse osservazioni sulla disposizione de-
intendere della temporale, al riferiredel- gli uffìzi divini. Apparisce da ciòch'è det-
lo stesso Durando, cap. i3, n.° iq: Ego to nell'uffizio della ss. Trinità, che non
hodie geniti te, de utraque est, et expo- se ne celebrava la festa a Roma in prin-
niturj hodie , idesl aeterna li ter j nani, cipio del secolo XI, e che non approva va-
secundumAugust. hodie praesenliam si- si che si celebrasse altrove in un giorno
gnificata etquod aeternum est semper particolare, perchè in ciascuna Domeni-
praesens est. Né Cristo ebbe altro Padre ca (V.), od anche in tutti giorni, si ce- i

nell'una e nell'altra generazione, che il lebra la memoria di questo mistero nel-


Padre Eterno, così il Damasceno, De fi- l'uffìzio della Chiesa. Ricorderò pure d'a-
de, lib. 4, e. i5: Debttil sine virili coni- vere riferito a Prefazio, che nel 5j8 già
mereio nasci Dominus,ne duos haheret esisteva quello proprio della ss. Trinità.
Palres. Sicché il Natale del Signore è la Tuttociò premesso, leggo in Novaes nel-
festa del Padre, la Pasqua del Figliuo- la Storia di Giovanni XXII, che Ales-
lo, la Pentecoste dello Spirito Sauto. E sandro II, come prova il Lambertini nel
in quanto a'moderni non ponno a ver mos- lib. De Feslis, cap. 12, e non già Ales-

so questo dubbio, essendovi la festa della sandro 1 come alcuni credono, compre-
1 1

ss.Trinità, Padre, Figliuoloe Spirito San- so il Sarnelli, nella decretale Quoniam de


to.trePersone e un solo Dio. L'autore del Feriis,(\\ce: «Che la festa della ss.Trini-
Ligni vitae, vuole che sia stata istituita tà soleva celebrarsi secondo il costume di
da Gregorio XI del 370, e Pisanella nel-
r diverse regioni, da alcuni nell'ottava di
l'art. Feria, § 3, ne fa autore Giovanni Pentecoste, da altri nella Domenica pri-
XXIII del 14 10. Indi il Sarnelli asseri- ma avanti la venuta del Signore. La chie-
sce che Durando, nel luogo citato, narra sa romana però non usa in tempo alcu-
che Alenino compose l'ufficio De ss. Tri- no di celebrare questa festa, perchè ogni
ni la te e l'olhì ad Alessandro Papa, il qua! giorno dice il Gloria Patri et Filio et
T R I TRI 381
Spirititi Sane lo con nltre simili lodi al- lo Spirito Santo, nella di lui missione, me-
la Trinità appartenenti". Riferisce dì più ritamente nell'ottava di Pentecoste si fa

il Novaes, che Giovanni XXII neh 333 la festa della ss. Trinità, per dimostrare
ordinò, che la festa della ss. Trinità si ce- che le dette tre Persone sono un solo Dio,
lebrasse solennemente nella domenica do- e questa è la 1. "cagione perchè si celebra
po la Pentecoste, mentre la chiesa roma- la festa delle tre Persone unitamente; la
na non era solita fino a quel tempo di ce- 2/ cagione è, che dopo la festa dello Spi-
lebrare questa festa con particolare uffi- rilo Santo, ossia dopo la sua discesa nel
zio in alcun giorno determinato il che , Cenacolo, cominciò subito a predicarsi e
affermano Tolomeo da Lucca nella Fi- credersi il mistero della ss. Trinità , nel
ta di GìovanniXXII, presso Baluzio, Vi- cui nome si dava il battesimo a 'con ver -
p. 77; e Lam
a
lis Papar. Avenion. 1. 1
,
i •
tilifedeli. La 3. è, perchè la Chiesa di-
bei-lini, De
Festis § 63o, p. 2 o. Rileva 1 mostra a'suoi figli, quel Dio Trino e Uno,
pure Novaes, che l'Advocat nel Diziona- da cui sono lutti beni, di cui ha l'im-
i

rio portatile, a\\'nvl\co\o P\e\vo d'Ailli o magine e di cui debbono aver la somi-
Aylli, dice che questo cardinale predicò glianza, e che debbono sempre lodare,
in Genova nel i^o5, con tanta energia sul ringraziare e celebrare, per cui l'introi-
mistero della Trinità, che l'antipapa Be- to della messa comincia colle parole: Bc
nedetto XIII, mosso dalla sua predica ne nedicta sitsancta Trinitas, alque indi-
istituì la festa. Ma certo è, che essendo visa Uni tas j confi tebimur eit quia feci
questa festa già in uso per molte chiese, nobisewn miserìeordiam suam. Dopo
l'avea Giovanni XXII ordinata di precet- avereil Sarnelli riportalo pure quanto
to alla chiesa universale, come ne fanno l'HeroIt scrisse su l'una e l'altra festa del
fede Marlene , De antiq. eccl. discipl. Padre Eterno, conclude che la questione,
cap. 28; Tornassi ni, Z?e Dier. Festor. ce- perchè la Chiesa non solennizza alcuno
lebrai, cap. 18, lib. a, n.°i3; Baillet, De speciale e particolare giorno festivo del
fé. sto Trini t. § 1 ,n.° 4; Ciacconio, in Vita Padre Eterno, è questione di nome, per-
Joannis XXIIj Ga vanto e M erati, in not. chè non vi è nelle feste il titolo de Pa-
ad Gavantum, 1. 1, par. 2, p. 1222; Pa- tre Aelernoj anzi la s. congregazione dei
gi, in Breviar. Rom. Pont. t. 4> Wi Fita riti proibì la messa de Patre Aeterno

Joannis XXII, n.°86, ed altri citati dal falla in Madrid, senza autorità della s.

Lambert ini. Tornando a Saruelli, egli di- Sede. Ma non poiché di fatto
di fatto ,

ce che Radulfo fiorito nel i4oo attesta che tulli i nostri maggiori han tenuto, che la
la festività fu approvata e intimala dalla festa del Padre Eterno fosse quella del-
chiesa romana, e quindi comunemente ce- la Natività del Signore; del resto ab an-
lebrata, e perciò opina che autore di tal tico tulle l'orazioni sono dirette al Padre
celebrità fu Gregorio XI e non Giovan- Eterno, imitando Cristo che disse: Sic er-
ni XXIII; ma poi in altra lellera si cor- go vos orabitis; Pater nosler, qui es in
regge ed il 2. chiama Giovanni XXII, Coelis, etc. E a chi si offre il Sacrifizio
al quale propriamente l'attribuirono Ra- della Messa( f.),senon all'Eterno Pa-
s.

dulfo e Pisanella. In questa sua creden- dre? Te igitur clementissime Pater, per
za, che Gregorio XI approvasse la festa Jesum Cliristum filinm tuuni cioè nel ,

e ordinasse che si celebrasse per tutta la principio del Canone. Cristo non fece in
Chiesa, riporta quanto dichiarò il Duran- terra che manifestare la gloria del suo E-
do: Che dopo celebrata la festa del Pa- terno Padre, ed a cui prima che patisse
dre nel s. Natale, qui Nativitas dicitur diresse la dolcissima orazione, presso s.
festivilas Patrts, dopo celebrata la festa Giovanni cap. 1 7: Tlaec locutus est Jesus ;
del Figliuolo nella Pasqua, e la festa del- et sublevatis oculis in coclum dicci t: Pw
VOL. LXXX. «9
282 TR I TR I

ter venie hora, clarijicafilium dumi, ut dei, cap. 1. Firmiler credimus. et sita-

filma tuus clarifìcet te,etc. In quanto pliciter confi temur, quod Unus solus est
all'oliava della festa della ss. Trinità, o- verus Deus Pater, et Filius,et Spiritus
£> ti i Domenica Primo die, quo è oliava: Sanctus ; Tres quidem Personae , itd
Trinitas beata mnndumcondidit. Si leg- Una essentia, et substantia, seu natu-
ge P8.° responsorio:Duo Seraphim, etc. ra omnino simplex. Ne dogmi, per evi-
Si canta Simbolo di s. Atanasio [V.),
il tare cavillazoni e sofismi, ancora di si-

quando non occorrono altre solennità. curezza è il dire: Credo lutto quello che
Dov'è titolo della chiesa, si fa 8." nei I' crede la Madre Chiesa. Il medesimo Sai-
s.

giorni che seguitano la festa, della qua- nelli nel 4 ragiona nella leti. 24*- Per-
t.

le dice il Gavanto sopra il Breviario e. chè la Domenica della ss. Trinità si met-
19, n.° 2. Aliud est loqui de Ecclesia ta fra quelle di prima classe, e la Fe-
universali , in qua quaelibet Domin ica sta fra quelle di seconda classe. Pre-
Tritatati erat dicala ; aliud est loqui de. mettendo la dichiarazione, che sebbene è
Titulo Ecclesiae particularis, et in hoc molto difficile portare le ragioni delle co-
sensu s. Rituuin congregalo decrevit, se, quando s'ignora la mente degl'istitu-

Octavam ss. Trinila tis, et digniorem in tori di quelle, ad ogni modo indagando-

propria Ecclesia esse , quarn octavam ne le congruenze su questo argomento ,

Corporis Chris ti. In quest'ottava non si cos'i discorre. Se la festa della ss. Indivi-

replica il simbolo di s. Atanasio: quiado- dua Trinità si fosse fatta di /classe, con- 1

minicae assignatum vide tur j dice lo stes •


veniva sopprimere lai.' domenica dopo
so Gavanto nel Simbolo s.Alhanasii, cap. la Pentecoste, perchè niuna festa del Si-

20, e però si dice nel giorno 8.°, perchè gnore di .'classe ha commemorazione di
1

è di domenica. Termina Samelli con ri- domenica, cometa Pasqua e la Penteco-


petere, che la festa della ss. Trinità oggi ste; e sopprimendosi la 1 ."domenica dopo
è la 1 ."domenica dopo la Pentecoste, e tut- la Pentecoste, si avrebbe dovuto mutare
te le altre domeniche e ogni giorno la ce l'ordine e il titolo dell'altre domeniche,
lebriamo e adoriamo. Indi colla leti. 54: dicendosi piuttosto Domeniche dopo la
Dell'ineffabile mistero della ss. Trinila, Trinità, e sarebbe bisognato metter la 1

spiega sul gran mistero 3 quesiti. /Se i 1 dov'è la 2/, e così sarebbe cresciuto an-
la Divina essenza differisca dalle Persone. che il numero delle domeniche, le quali
2. Come le Persone sieno fra loro distin- non sono meno 28 finodi 2 3 uè più. di

te. 3.° Come il Figlio sia coeterno al Pa- all'Avvento, e si suppliscono colle dome-
tire. Esorta poi, perchè questo ineffabile niche le quali avanzano dopo l'Epifania,
mistero è difficile a intendersi, è neces- e I' ultima è quella che nel breviario è
sario a crederlo e adorarlo con sommis- notata 25, la quale anche quando sono
sione di spirito, e non andarlo cercando 23 si legge l'ultima, dicendosi la 23 nel
con curiosità. Ci deve bastare, che Dio, sabato antecedente. Oltre a ciò la festa
il quale è la verità medesima, ne l'abbia del Corpo del Signore di ."classe avrebbe 1

a
dichiarato in questa guisa, e che la fede dovuto seguitar l'8. , e questa non occor-
che dobbiamo alla sua parola, ne obbli- reva, sì per non esser necessaria , come
ghi a crederlo, benché non possiamocom- avverte il Micrologo, De Eccles. observ.
pi eliderlo: Fides Catholica haec est, ut '
cap. 60, perchè ogni domenica è ottava
Unum Deurn in Trinitate, et Trinità- della ss. Trinità, anzi ogni giorno sene
lem in Unitale vciicrcmur. Cosi disse s. fa memoria, benché dov'è titolo di chiesa
Atanasio, impugnatole degli ariani, nel particolare abbia la ricordata ottava, la
suo simbolo. Ed Innocenzo 111 nel conci- quale nella propria chiesa è più degna di
lio generale di Laterauo IV, in dccret.fi- quella del ss. Corpo di Cristo , sì anche
TRI T R l 283
perché essendo stata istituita prima la fe- menica, nella quale sempre occorre, ha
sta del Corpus Domini colla sua 8/,e con- questochenon mai si lascia l'uffizio del-
correndo alle volte pure con questa an- la ss. Trinità, benché in quel dì in qual-
a
che l'8. di s. Giovanni, sarebbe stato un che luogo occorra festa dir .'classe; e per
mescolamento d'ottave. Che la festa del ragione della festa ha quello ch'i proprio
ss. Corpo di Cristo fosse stata istituita pri- delle feste di 2." classe. Conclude il Gavan-
ma da Urbano IV nel 1262 si vede dal- to, Tpsamet Trini tas sic voltiti t a qua
l'asserto del contemporaneo s. Tomma- rcgitur Ecclesia. E forse nella domeni-
a a
so, che la dice collocata nel 1. "giovedì do- ca di i. classe s'intende la r. Persona del
po l'8.* di Pentecoste, uè fa alcuna men- Padre, nella festa di 2.' classe la
seconda
a
zione della festa della ss. Trinità; onde Persona delFiglio, nella domenica 8. del-
appare che questa festa della ss. Triade la Pentecoste laPersona dello SpiritoSan-

sia stata istituita per tutta la Chiesa uni- to, e tutte tre sono una sola solennità, co-

versale dal PapaGiovanni XXII eletto nel me sono tre Persone e un solo Dio. A mag-
1 3 16. Fu conveniente adunque farsi la gior schiarimento, dirò conl'ab. Diclich,
a
festa della ss. Trinità di 2. classe più con- Diz. sacro-liturgico: Domenica. Le do-
grua colla ."domenica dopo la Penteco-
1 meniche, altre si dicono maggiori, ed al-

ste, benché la »»* classe è delle maggiori; tre minori, ossia fra Panno. Le maggio-
per cui del santo semplice, che occorre in ri sono quelle nelle quali si venerano i

tal giorno, se ne fa solo la commemora principali misteri della Creazione eReden-


yione nelle laudi e nelle messe private. E zione, e sono: i.° Le domeniche dell' Av-
perchè occorrendo in detta domenica vento; i.° Quelle che occorrono dallaiSV f-
qualche festa dii." classe non escludesse tuagesima fino alla Domenica in Allis
delta festa della ss. Trinità, fu posta nel- inclusivamente; 3.° Quelle della Pente-
le domeniche di 1. "classe la domenica del- coste e della ss. Trinità. Le domeniche
la Trinità, Doininica Trinitatis, le qua- minori, ossia fra l'anno, sono quelle che
li domenichedi 1. ''classe non mai si lascia- accadono per tutto il corso dell'anno. Le
no; e se nelle seconde vesperi concorre con maggiori si dividono in due classi, di pri-

feste di 1 .
a
classe,si fa de' seguenti cum coni- ma cioè, e di seconda classe. Quelle di pri-
inemoratione Trinitatis tantum. Se con ma classe non cedono ad alcuna Festa,
festa di 2." classe le intere vesperi saran- e perciò mai non si om mettono: tali so-
a
no della Trinità, come di festa maggio- no la i. dell' Avvento, lai." di Quaresi-
re, e si farà la commemorazione della mi- ma, la domenica di Passione, quella del-
a
nore di 2/ classe. Sicché la 1 , domenica le Palme, quella di Pasqua, la domeni-

dopo la Pentecoste, ut sic, è della stessa ca in A Ibis ,


quella della Pentecoste , e
ragione delle domeniche seguenti, perchè della ss. Trinità. Il Lambertini, Della s.

non s'intende di essa la rubrica della do- Messa, a p. 8 1 rende ragione, perchè alla

menica di /classe, ma della domenica co-


1 ss. Trinità ue'secoli antichi non s'indiriz-
me domenica della ss. Trinità, e ciò è pa- zavano l'orazioni. Dice pertauto, che l'o-

tente, perchè tutto l'officio si fa della ss. razione Suscipe s. Trinitas, s'indirizza
Trinità, e della 1. "domenica di Penteco- nella messa alla ss. Trinità, mentre nei
ste la commemorazione solamente, e la primi 4 secoli della Chiesa tutte le di lei

slessa commemorazione come si è dello si preghiere s'indirizzavano a Dio Padre: Ut


lascia nelle seconde vesperi, se nella feria in Altari semper ad Patrem dirigalur
a a
2. si celebra festa dii.'o 2. classe. Quin- oratio, come disse il 3." concilio di Car-
di è, che la festa della sagrosanta Triade tagine al cap. 23. Sapevano bensì fede- i

ora dicesi festa, ora domenica, perchè l'u- li, che non si adorava il Padre, senz'ado-
no e l'altro è vero, e per rogioue della do- rare il Figlio e lo Spirilo Santo; ma con
284 TR I TRI
giusto motivo tralasciavasi di nominar la lebrarono le solenni Canonizzazioni de'
ss.Trinilà,pel timore chela pluralità degli Santi.
Dei, che da' cristiani impugnavasi, non TRINITÀ' SS., Festa. F. Trinità' ss.
fosse loro opposta da chi non conosceva TRINITÀ' SS^Arciconfraternita del-
il mistero delle tre Persone Divine, come la ss. Trinità del riscatto degli schiavi.

ben riflette Floro di Lione nel suo trat- V. Trinitari del terz'ordine.
tato de Actione Missae. Ma tolto di mez- TRINITÀ' SS., Arciconfraternita.
zoildetlotimore,nonha dubitato laChie- V. Arciconfraternita della ss. Trinità
sa tanto latina, cpianlo greca, nell'ofTrire de'Pellegrini, Ospizi di Roma Ospizio :

il sagrifìzio, di dire Suscipe s. Trinitas. della ss. Trinità, ed voi. L, p. 1 4, LV, i 1

Nella medesima orazione si prega la ss. p. 263 e 264.


Trinità a ricevere l'oblazione anche ino- TRINITÀ' SS. DI BUENOS AYRES,
uore della B. Vergine , di s. Gio. Batti- De Buenos Ayres SS. Trinitatis. Città
sta ,de'ss. A postoli Pietro e Paolo,de'San- con residenza vescovile dell'America me-
ti de'quali sono le reliquie dell'altare, e ridionale, capitale della provincia e go-
di tutti gli altri Santi, ut illis prqjìciat vernodi Buenos Ayres. In aggiuntaa tale
ad honorem, autem ad salutemj
nohis articolo, per le innovazioni avvenute dopo
perchè quanto hanno di gloria e d'onore la sua pubblicazione, e dopo ancora i'urti-

iSanti, lutto hanno ricevuto per virtù del coIoRepubblica, ove cenno degli Stati -
feci

sagrifìzio di Cristo; e perchè la gloria e Uniti e delle repubbliche òì America, di-


l'onore di Cristo passa ne'Santi, che so- rò alcun'altra nozione, insieme allo sta-
no membri ad esso congiunti co-
viventi, to presente del vescovato e degli ultimi
me a loro capo, non polendo verun cat- suoi vescovi. Si estende sopra un'altura,
tolico negare, che il sagrosanto Sagrifì- presso il fiume Argentino, cioè sulla riva
zio della messa non sia glorioso a Gesù. meridionale del Rio de la Piala «impello
come diffusamente spiegano no-
Cristo, i alla foce dell' Uraguay a 5o leghe daMon-
Clemente XI 11 per maggior-
stri teologi. te Video. Le sue cupole, le torri e le moli
mente promuovere il cullo della ss. Tri- danno un aspetto me-
de' suoi edifi/.i le
nità, con decreto de'3 gennaio 759, pres- i lanconico, rappresentando l'insieme una
so il Guerra, Epit. Consl. Apost. t.i, p. immensa fortezza. Le strade sono larghe,
36, sleso per commissione del cardinal diritte e regolari, e ad intervalli pure re-
Tamburini prefetto della s. congregazio- golari si aprono ad angoli retti col Rio de
ne de'riti, dal celebre benedettino e suo la Piata; alcune sono lastricate ed in de-
teologo p. Galletti poi vescovo di Cirene, clivio verso la metà, e quasi tutte hanno
il quale avea insinuato questo rito, ordi- marciapiede : quella della ss. Trinidad
nò che in ogni domenica, nella quale non e quella di s. Denido, sono le principali,
vi fosse Prefazio proprio della corrente la 1. "attraversando quasi tutta la cillà, ed
messa, si dicesse dal celebrante il prefa- essendo abitata dalle più ricche famiglie.
zio della ss. Trinità. In Roma e da tem- La sua gran piazza è divisa in due parti,
po antichissimo, nel palazzo apostolico si la piazza d'armi e il mercato, mediante
celebra la festa della ss. Trinità con cap- un edilìzio lungo e basso che forma una
pella papale, che descrissi nel voi. IX, p. specie di bazar. Sulla piazza d'armi Irò»
42, con discorso in onore della medesima. vasi il cabildo o palazzo della cillà, ch'è
Per onorare la ss. Individua Trinità, i un bel fabbricato; sulla piazza del mer-
Papi concessero indulgenze a varie pre- cato sta il forte, le cui muraglie discen-
ghiere ed esercizi divoli, che sono ri- dono sino alla riva del Rio de la Piata,
portale nella Raccolta dell' Indulgen- e non unge dal quale
I si trova, fra la città
ze j e nel giorno di sua festa più volte ce- e la riva, una piantagione di pioppi che
T I I T R I 285
serve di passeggio. La camera de' depu- di negri e mulatti è di poco rilievo; le don-
tali è uno degli edifizi più osservabili ; ne si fanno distinguere per bellezza e gra-
essa fu costrutta da un architetto francese zia. Il clima è dolce, I' aria sana, i calori
sul modello della camera de'pnri in Pari- non vi sono mai eccessivi : il suo nome si-

gi. L'ultima proposizione concistoriale di- gnifica Buon Aria Boni Aereis, Non ca-
y

ce che nel suo trinili cìrcìter niilliarium de mai neve, non gela che debolmente,
ambita ultra centum mille continet ha- ed il ghiaccio leggero che vi si forma è ac-

bitatores. L' ampia e bella cattedrale si curatamente raccolto per rinfrescare le


gloria anchedel titolo del ss. Corpo di Cri- bevande. Dissi al suo articolo , che nel
sto con battisterio e cura d'anime am-
, 1810 cominciò la definitiva indipenden-
ministrata da un canonico approvato dal za di Buenos Ayres dalla Spagna, e il prin-
vescovo, il quale mancava d'episcopio, e cipio del suo governo democratico con
coA del seminario e del monte di pietà. propri magistrati, della quale indipenden-
Il capitolo si compone di 5 dignità, lai.* za sì del paese che dell' altre colonie a-
delle quali è il decano, di 4 canonici, di mericane restate alla Spagna, fu il segnale
4 mansionari, de'quali 2 diaconi e 2 sud- l'invasione di questa operata da'froncesi.
diaconi, e di altri preti e chierici addetti Il governo provvisorio ebbe poca stabi-
al servizio divino. Vi sono diverse chiese i8 i5, in cuiformossi una giun-
lità sino al

parrocchiali, 2 conventi di religiosi, 2 mo- ta suprema, poi un triumvirato, che pub-


nasteri di monache, i ospedali per am- blicò un regolamento in cui questo stalo
bo i sessi, un ospizio pegli esposti, altro fu nominato Provincie Unite del Rio del-
pegli orfani, un anfiteatro pe' combatti- la Piata; un governo superiore vi fu po-

menti de'tori, il teatro, l'accademia delle scia stabilito, e fece questo creare Y as-
scienze matematiche e fisiche, e un osser- semblea sovrana costituente. A questa as-
vatorio. Dopo la rivoluzione vi si stabilì semblea successe una giunta di osserva-
qualche fabbrica , e le più considerabili zione, che convocò il congresso nazionale
sono quelle di cappelli e di lavori di fer- radunatosi a Tucuman verso la fine di
ro. Il governo era intento a proseguire lo detto anno, trasferito poi a Buenos Ay-
scavamento d'un porto, poiché i vascelli res, ove ancora risiede. Formando il suo

erano obbligati di fermarsi a 3 leghe in- stato parte della confederazione d'Argen-
feriormente e d'inviare le merci sulle bar- tina e degli Stati- Uniti della repubblica
che o golette, e di andar poscia 8 leghe di della Piata, per le dissensioni insorte tra
là nella baia di Barragan onde aspettare i il general Urquiza direttore generale di
loro carichi. I suoi paraggi sono pocosicuri, detta confederazione e Buenos Ayres,que-
non solamentea cagione della quantità di sta provincia si separò nel 1 853 eoo al-
roccie, di banchi di sabbia e di bassi fon- tre i3 } che prima componevano la repub-
di, ma per cagione ancora della violenza blica della Piata, e formarono un gover-
pamperosche soffiano frequente-
de' venti no particolare, alla testa del quale fu po-
mente. Malgrado tali inconvenienti Bue- sto un governatore-capitano generale, e
nos Ayres è il luogo di deposito di un este- a' 12 ottobre vi fu eletto ild/d. Pastor

so commercio, per le merci che riceve dal- Obligado, residente a Buenos Ayres ca-
l'Europa e in particolare dalla Gran Bre- pitaledel nuovo stato, ed ove dimora pu-
tagna, dagli Stati-Uniti, dal Brasile e da re il corpo diplomatico.Le provincie sono:
altre regioni. Fa coli' alto Perù uu com- Buenos Ayres, Eutre-Rios e Corrientes,
mercio considerabile in bestiami e muli: Santa Fé, San Luis de la Punta, Cordova,
isuoi mercati sonode'meglio provveduti, Santiago del Estero, Mendoza, s. Juan
eia carne vi è tanto abbondante che spes- de la Frontera, Rioja, Cautamarca, Tu-
so si distribuisce a' poveri. Il miscuglio cuman, Salta e Jujuy, con più di duerni-
286 TRI TR 1

lioni d'abitanti. La Bue-


sede vescovile di commercio, già vicariato apostolicoche il
nos Ayres fu eretta nel 1620 da Paolo Papa Pio 1 X nel 85o elevò al grado di ar-
1

V, e fatta suffraganea dell'arcivescovo di Eoseau per sof-


civescovato, colla sede di
Piata, e lo è tuttora. Le Notizie di Ro- fiaganea. L'isola ebbe il nome dell'Au-
ma riportano i seguenti suoi vescovi. Nel gusta Triade dal gran Cristoforo Colom-
1 y38 Giuseppe Pernlta; nel 746 Giu-
d. 1 bo di Cuccaro in Monferrato, scuoprito-
seppe Gaetano Patheco deCardenasdiA- re dell'America e ritrovatore del Nuovo
requipa; nel 1749 Gaetano Marcellano- Mondo, circa 55 secoli dopo la sua crea-
y-Agramonl di Pace; nel 17^7 Giuseppe zione. Quel pio e nobilissimo conquista-
Antonio Busurco di Buenos Ayres; nel tore, che consigliava Isabella I a far l'ac-
1762 Emanuele de la Torre d'Auxilio quisto della Terra Santa, prescelta dalFi-
diocesi di Palencia, ti asla loda Paraguay; glio di Dio alla nostra redenzione, nel 3.°
neli777 fr. Sebastiano Malbar de'ininori suo viaggio in America, ove peli. "inal-
osservanti di Salcedo di Compostala; nel berò il glorioso e trionfante vessillo della
1 785 Emanuele de Azanior e Piomba di Croce,l'ultimo di luglio 1 498scuoprì l'iso-

Villablanca di Siviglia; nel 1802 Bene- la più principale delle piccole Antille, alla
detto de Luz-y-Riego del porto di Lastres quale giunto pose il nome della ss. Trinità
diocesi d' Oviedo, morto ne' primi anni in memoria delle grazie da essa ottenute,
del corrente secolo. Mal soffrendo Gre- onde l'invocava nell'incominciare tutte le
gorio XVI che questa sede e altre di A- sue azioni, ed anco perchè l'isola formava
merica gemessero in lunga vedovanza , tre montagne. Siccome Port d' Espagne
perchè la Spagna antica sovrana delle capitale dell'isola della ss. Trinità, dopo
medesime pretendeva nominarvi, la prov- pubblicato tale articolo, ha ricevuto a' 1 7
vide di pastore nel concistoro de*2 luglio aprile 1 855 il
2. "pastore in mg/ Vincenzo
i832, con trasferirvi da Aulona in par- Spaccapietra,dal medesimo Papa Pio IX
libusMariano Mediano e vicario aposto- traslato da Arcadiopoli in partibus, ed
lico dello stesso vescovato di Buenos Ay- insieme dichiarato amministratore della
res. JNel medesimo concistoro il Papa di- vacante sede di Roseau, importa di regi-
r
chiarò suo ausiliare uig. Mariano Esca- strare lo spirito religiosodella nuova me-
lada di Buenos Ayres, conferendogli lo tropoli e il singola re onore ricevuto dal Pa-
stesso titolo d'Aulona. Per morte del ve- pa,onde in parte meglio supplire alla scar-
scovo Mediano, Papa Pio IX nel con-
il sezza delle notizie relative alla sede, non
cistoro de'23 giugno i854 gli sostituì il essendosi stampata proposizione concisto-
r
prelato ausiliare mg. Escalada, che n'è riale, perchè eletto per breve apostolico
l'attuale pastore. Ogni nuovo vescovo è come il predecessore. Appena si divulgò
tassato ne libri della camera apostolica in nella città la nomina del novello arcive-
fiorini 33, ascendendo la mensa ad ul- scovo,il popolo al suono della campana

tra sex millia ponderimi illius monetae. che l'annunziava si affollò alla chiesa e
La diocesi è amplissima, per cui Grego- al collegio di s. Giorgio, ove risiedeva l'e-
rio XVI riservò alla s. Sede di dividerla letto, indi si fecero preparativi per la so-
e di restringerne i limiti , uti melius in lenne intronizzazione fissata nella seguen-
Domino expedire videbitur. tedomenica. Tutto il popolo di Port d'Iv
TRINITASS. o PORT D'ESPAGNE, spagne e de'contorni si radunò nella spa-
PortusHispaniacChla con residenza ar- ziosa cattedrale per assistere al più au-
civescovileaU'estremità dell'America
me- commovente spettacolo che siasi
gusto e
ridionale, nell'isola della ss/Trinità o Tri- giammai veduto nel paese. La ricognizio-
nidad sulle bocche dell'Orenoco, fertile ne del proprio arcivescovo, e il reciproco
e ricca per Datura ed opporlunissima al attcstalo de'più caldi e religiosi affetti del
TRI TR 1 287
gregge e del pastore. Dopo le ore 9 il clero nella serie 3.', t. 3, p. 497 e 593, con due
riunito si mosse processionalmentesegni- articoli interessanti, eruditi, dilettevoli e

to da tutte le cattoliche notabilità per ac- profittevoli per consolazioni religiose, in-
compagnare alla cattedrale il nuovo ar- titolati : Un viaggio alle Antille, pub-
civescovo. Allei o la processione entrava blicò la relazione scritta dall'ottimo mg.'
in chiesa cantando il Benedictus Deus, Giorgio Talbot de Malahide (di cui a
Deus Israel. Ogni occhio era rivolto al- Schbewsbury) cameriere segreto parteci-
l'arcivescovo, il quale dignitosamente in- pante del Papa Pio IX, da questi inviato
cedeva sotto un baldacchino sostenuto da' l'8 novembre 855 all'arcivescovo della
1

r
ir. abbati Poirier suo vicario generale e Trinidad neU'Antille mg. Spaccapietra,
direttore delle monache di s. Giuseppe per imporgli il sagro PaiUoCAì cui riparlo
di Cluny, Albertini, Ford e Coste, e mo- a Triregno). Questa pontificia degnazio-
strava nel suo volto i vari alletti di gioia e ne verso l'illustre pastore, il cui nome è sì
timore onde era compreso. Giunto alla noto e sì caro all'Italia, mentre nuova-
sede arcivescovile incominciò la solenne mente onora va così remola chiesa metro-
messa cantala dal Smith, vicario ge-
rev. politana e il degno suo arcivescovo, olfe-

nerale della sede vacante di Roseau, as- ri all' egregio invialo apostolico comoda
sistito da' ir. Dayod e Cazales. Dopo il occasione d'osservare la condizione delle
vangelo il r. ab. Cueaul dal pulpito fece chiese dell' Antille, per avvisare poscia i

lettura della bolla pontificia, in cui isli- mezzi più opportuni a procurarne la pro-
r
tuivasi mg. Spaccapietra arcivescovo di sperità e l'incremento. Ma non fu pago
r
Fort d' Espagne e amministratore della a questo il conosciuto zelo di mg. Tal-
vacante sede sulfraganea di Roseau. Fi- bot, esercitato ancora in altri simili uber-
nita la messa egli stesso rivolse lai." volta tosi viaggi, poiché nel vasto campo che
eloquentissime parole al popolo, che re- trovò, infiammato di ecclesiastico zelo vi
stò vivamente commosso e intenerito; e aggiunse: un predicare quasi continuo in
terminò invocando lumi e gli aiuti dello i francese e in inglese, un amministrare as-
Spirilo Santo. Quindi a pie del trono ri- siduamente sagraraenti del battesimo,
i

cevè gli omaggi di lutto il clero. Nelle se- della cresima per ispeciale delegazione
re si distinsero le case cattoliche con fe- pontificia, non essendo insignito del ca-
ste luminarie abbellite da analoghe iscri- rattere vescovile/Iella penitenza,dell'Eu-
zioni. Alcune dicevano: Dio ha pensato caristia, del matrimonio; un tener confe-
a' poveri. I nostri voti sono stali e sau- renze al popolo in inglese, un ricevere
diti. Sia benedetto colui che viene nel no- abiure, un estinguer scismi, un compar-
me del Signore. Ne'seguenli giorni furo- tire a mille a mille benedizioni apostoli-
no falli sinceri indirizzi da'eapi del clero, che, ed un tutto proprio d'un vero fer-
da'professori e dagli studenti del collegio. vidissime missionario apostolico, siccome
In quelle elaborate allocuzioni, come nelle munito meritamente dal Pontefice di fa-
risposte di mg/ Spaccapietra si ammirò Giunto alle Antille,
coltà straordinarie.
spontaneità di espressioni, facondia e sen- nell' opulenta isola di s. Tommaso e in
timenti di verace pietà e sudditanza. Spe- Roseau capoluogo dell'isola di Dominica,
cialmente visi rinvenne una profonda ve- dopo avervi esercitato l'apostolico mini-
nerazione verso la s. Sede, e grandi en- stero,a'23 dicembre approdò mg/ Tal-
comi e ringraziamenti al sommo Ponte- bot a Port d'Espagne vestito da prelato
fice Pio IX, dal cui incomparabile zelo è domestico. Venne onorevolmente accol-
diramato tanto bene a' popoli dell'isole to da mg/ Spaccapietra e condotto alla
della ss. Trinità, tra 'quali fiorirà sempre cattedrale, l'arcivescovo vi destò la gene-
la cattolica fede. La Civiltà cattolica ne 1- rale commozione de'cattolici nel notili-
288 TRI TRI
r
tur loro la benignila ilei sommo Pontefice se per mg. Talbot compitila, nondime-
di mandar un suo inviato, intimo cubi- no a istanza dell'arcivescovo rimase nel-
calano, espressamente a far loro visita e l'isola della Trinidad quasi altri due me-
onoiare la cbiesa del sagro pallio. Nel di si (ino alla celebrazione del sinodo dio-
seguente l'inviato fu presente a una pie- cesano,che nella metà di febbraio si tenne
filiazione cbe lesuddelle suore di s. Giù- nella cattedrale con gran decoro e poni-
seppe, istituto cbe fiorisce anche in Ro- pa di sagri riti e con numerosissimo cou-
ma nell' orfanotrofio loro affidalo, fece- corso di fedeli. L'arcivescovo predicò al-
io alle alunne da esse educate. La sera la i. 'sessione, col fervore consueto di sua
poi assistè nella cattedrale alle solenni apostolica eloquenza; nella 2.* dopo la

funzioni della notte del s. Natale, edili- messa cantata pe' vescovi defunti, si les-
cato grandemente dalla pietà e divozio- sero ad alta roce decreti del sinodo co-
i

lie del buon popolo; e nel dì seguente a loniale tenuto due anni innanzi, pure a
quelle della solennità Natalizia del Signo- Pori d' Espagne, già approvati dalla s.
re. L'imposizione del pallio seguì nella Sede; e nella 3/ si pubblicarono soleune-
r
slessa cattedrale il i.°deli856, alla pie- mente. Non è a dire quanto nig. Talbot
senza di tutto il clero dell'isola e di pò- fosse festeggiato e venerato; basti il ri-
r
polo numerosissimo, dopo che mg. Tal- cordare, che nel caritevole tra lo strepi-
bot ebbe celebralo il sagrifizio nell'alta- to e l'allegria pubblica, sempre a modo
re maggiore. L'arcivescovo inginocchio e con decenza, le maschere genuflelleva-
pronunziò il consueto giuramento, ed al- no al di lui passaggio per riverenza. Nel-
lora l'inviato pontificio in nome di Sua la sua bella relazione, oltre la descrizio-
Santilà gl'impose col solito rito sugli o- uè de' luoghi percorsi, si diffonde sulla
meri la veneranda insegna dell'autorità condizione, massime religiosa, dell' isola
arcivescovile, qoal testimonianza nobi- Trinidad, la cui popolazione partecipa
lissima della s. Sede verso il degno pa- quanto all'indole e al carattere dello spa-
store, pegli illustri suoi meriti verso la gnuolo, del francese e dell' inglese, da'
Cbiesa, e per l'eroico suo zelo nel procu- quali fusuccessivamentecolonnizzata,ma
rare la salvezza dell'anime. Come prima gli ultimi v'introdussero il protestanti-
delia funzione il sunnominato suo vica- smoche ne corruppe costumi, migliora- i

r
rlo generale con discorso francese avea ti dall'infaticabili industrie di mg. Spac-
spiegato l'origine e il significato del pai- capielra, nel che gli fu d'aiuto poteutis-
lio, come emblema di giurisdizione, fini- simo il cholera, cb'è dappertutto il oli-
ta la ceremonia lo stesso arcivescovo in gliore missionario del inondo. Perciò nel-
breve dichiarò al popolo la sua ricono- la città furono celebrati ben 5oo matri-
scenza all'augusto Capo della Chiesa e il moni di concubiuari,e nel contado vi fu tal

valore dell' emesso giuramento ;


quindi parrocchia dove, mentre non trovavasi
pontificò la messa solenne; dopo il van- prima del morbo un sol uomo unito in le-

gelo della quale mg/ Talbot, preso per giltimo matrimonio, dopo il flagello non
lesto il Tu cs Petrus, predicò in inglese rimase pur un solo conenbinario. Del re-
e in francese sul doppio tema che ollri- stoessendo il popolo in generale assai do-
va la circostauza,cioè sulle ceremonie del- cile e pieghevole al bene, inclinato alla
l'ornamento del pallio, e sull'autorità pietà e di costumi temperante e sobrio,
r
della Sede apostolica. La religiosa gene- A'26 febbraio mg. Talbot si accomiatò
rale letizia del faustissimo giorno, fu co- dall'arcivescovo, e si recò a visitare uel-
ronala nella sera da splendida illumina- l'America meridionale le missioni cai lo-
zione di tutta la città, beneficia missio- fiche della Guiana inglese, ed ivi pure fe-
lle uell'arcidiocesi di l'ori d'Lspague fus- ce molto bene, come in altre da lui frut-
t n i TR I 289
lungamente percorse; fu alla Martinica, misterodeU'Augustissima ss. Individuale
nel vescovato dis. Pierre e Fort tle Fran- Triade. Ilpio, dotto e zelante Albano But-
ce fiorente pel zelo del vescovo; celebrò e ler nelle Feste Mobili trattato X: Sulla
predicò nella cattedrale di Roseau.Si fer- Domenica della ss. Trinità, cap. 3, Di
mò 5 giorni nella Dominica, il di cui po-
i quelli che combattono il mistero della
polo quanto a bontà d'indole è miglio- il ss. Trinità, deplora cbe sino dal nasce-
re dell'Antille, predicando, confessando, re del laChiesa lo spirito di menzogna ardì
visitando tutte le parrocchie dell'isola, e orgogliosamente fare ogni sforzo per ten-
amministrando la cresima a un grandis- tar d annientare la fede dell' ineffabile
simo numero di fedeli nella sola catte- : mistero della ss. Trinità. Al tempo stesso
drale di Roseau la .* domenica cresimò
i degli Apostoli, Cerinto capo de' Cerin-
fino a 35o individui, tra'quali più d'uno tìani (P.) e giudeo d'Antiochia, pretese
avea sorpassato gli 80 anni. Cresimò pu- che Gesù fosse un puro uomo; che il Cri-
re molti caraibi, antichi indigeni dell'i- sto fosse disceso sopra di lui nel suo bat-
sole, che vivono tuttora con proprio re, tesimo ,
abbandonato prima
e lo avesse
i quali pel cattolicismocambiarono lana- della sua passione, così di Gesù Cristo fa-
Ima feroce de'loro padri antropofaghi in cendo due persone. Verso il medesimo
una mitezza che incanta. Anche nell'iso- tempo Ebione (f.) insegnò il Cristo non
le danesi di Croce e di Frederickstadt
s. essere cbe uomo. Per confutare questi due
amministrò la cresima e altri sagrameuti eveùó,s. Giovanni scrisse il suo Evangelo,
e fece brevi missioni. Finalmente abban- cui egli comincia dicendo: Che il Verbo
donate le care Antille, a'3i maggio s'im- era avanti tulli i tempi, vero Dio col Pa~
barcò per l'Europa, e dopo 8 me->i d'as- ciré enei Padre;per conseguenza una per-
senza ebbe la consolazione di ribaciare il sona distinta nella stessa indivisibile na-
piede al Papa e riprendere al suo fianco tura. Dicendo in appresso, che il Verbo
l'intramesso servizio. si è falto carne, egli abbatte l'empietà di
TRINITARI. Eretici cbe insegnarono Cerinto.econdanna anticipatamente Ve-
r
errori riguardanti il mistero della ss. ZVfr storio caposetta ùe'Nesloriani(P .), fon-
m'tó(P\);dicendosi Triteismo(P.)\'eves\a dando la dottrina cattolica dell'Incarna-
insegnante esservi in Dio non solo tre Per- zione. A'tempi di Papa s. Vittore I, Teo-
sone,ma ancora tre sostanze di vinelli con- doto eresiarca de' Teodoziani (P.)> e con "
seguenza tre Dei;e Triteisti gì\ eretici se- ciatore di pelli bizantino, dopo aver rine-
guaci di GiovanniFilopono grammatico e gato Gesù Cristo avanti a* persecutori ,

filosofo alessandrino del Gol a'tempi di per diminuire suo fallo rinnovò l'ere-
il

Foca,comeli appellò il concilio Trullano, sia di Ebione, negando la sua divinità, o


i quali nella ss. Trinità ammisero tre es- pretendendo ch'egli non prima esistesse
senze e tre nature particolari, e per con- della creazione dell'uomo, onde il Papa
seguenza tre Dei, sebbene ciò non osas- lo scomunicò. Teodoto ebbe a discepolo
sero pronunziare : questo sistema mo- Teodoto il trapezita o banchiere, il quale
struoso secondo alcuni fu immaginato dal- sostenendo che Gesù Cristo era inferiore
l' abbate Gioacchino , di cui riparlerò ,
aMelchisedeccoiSVzre/YZofc dell'Altissimo,
nondimeno mg. r Giuseppe Assemani,/?*- die origine all'eresia de' Melchisedecchia-
bliotlieca Orientalis 237, fa
, lib. 2, p. ni (V.). Alleinone capo degli Artemo-
r
vedere che l'eresia del Triteismo fu in- niani(P .),v\ produsse la stessa eresia; iodi
ventata da Giovanni Ascasnagus nati vo di Paolo di Samosata, autore degli eretici
Siria. Ancbe And- Trinitari (#^) furo- Paulianisti o Samosateni (V.) , empio
no delti gli eretici che ardirono combat- vescovo d'Antiochia nella Siria, protetto
tere e conti addire l'adorabile e sublime da Zenobia regina d'oriente, nel 262 spai*
290 TR l TR I

bestemmia con grande strepito, ma


se tale gran forza e in gran credilo gli eusebiani.
non andò molto che fu condannato dal Questi erano ariani mascherati ancor più
concilio d'Antiochia e da tolta la Chiesa. di Ario, d'una tempera sì furba e sì pie-
Questa eresia era sì contraria alles. Scrit- ghevole, che sapeauo sempre torcere le
ture e alla fede unanime, com'ancn alla loro espressioni, acconciare le loro profes-
Tradizione costante della Chiesa, che fu sioni di fede alle circostanze e discende-
.schiacciata tosto che levò la testa. I teo- re all' umore di quelli di cui cercavano
doziani s'avvidero essere impossibile pre- procacciarsi il favore. Con tal carattere
starle alcun Appoggio, senza mutilar gran e colla prolezione costante del loro capo,
parte del nuovo Testamento. Tuttavia el- Macedonio successore d'Eusebio nella se-
la fatalmente fece tanti lagiimevoli pro- de di Costantinopoli ecapo de'settari Ma-
gressi pe' Sociniani (f.) , anche in non cedoniani (f7 -), assai esperto nell'arti e
l'intani tempi, che minacciò persino d'in- negl'intrighi degli ambiziosi cortigiani,
ghiottire un gran numero di chiese Pro- stabilì anche la setta de' Seini-Ariitui
testanti. Ario, autore dell' eresia degli ('•)j poiché la sua eresia si divise in Inoli
siriani (f.), seppe co'suoi artifizi e colle rami quant' erano le teste che la segui-
sue sottigliezze raddolcire quanto il suo vano. Alcuni negavano la divinità dello
errore avea di ributtante ; per maniera SpiritoSanto, ma riconoscevano la consti-
che in bocca sua non parea che fosse sì stanzialità del Figlio. Altri, e in maggior
apertamente contrario alle divine Scrit- numero, appellavano il Figlio somiglian-
ture, come lo era quello de'teodoziaui e te al Padre, senza dirlo consustanziale ,

degli antichi precursori di Socino.Egli va- uè eguale al Padre, ma d'una natura in-
leasi anzi dell' autorità de' sagri oracoli, feriore e distinta; e lo chiamavano somi-
ina spiegati a suo capriccio, e sembrava gliante in sostanza, poi detta anche ipo-
ammettere una specie d'Incarnazione. fi- stasi, non consustanziale. Tra questi, al-
gli esa Ila va la dignità di Cristo co'più gran- cuni dicevano il Cristo eterno, increato,
diosi elogi, dandogli il titolo di primo- e come il Padre in tutto. Si ponno vedere
genito fra tutte le ci ea Iure, facendolo più. le loro decisioni negli atti del conciliai) lo
grande di tutti gli Ange li, dicendolo istro- (V Andra del 358, tenuto da Basilio d'An-
mento col quale Dio avea creato tutte le cira,da Eustazio di Sebaste caposetta de-
cose.Ma egli non lo bestemmiava perciò gli Eustaziaui ( / .), e da alti capi di que- i

meno, mettendolo nella classe delle crea •


sta setta, mentre l'armeno Aerio die o-
ture, dicendo ch'era stato tratto dal nul- rigine agli Aeriani (/".). Altri tra que-
la; e che per assai dell'eternità egli non sti negavano l'eternità del Figlio; e quan-

avea esistito. L'eresia disseminata in A- tunque gli dessero le più eccelse prero-
lessandria, fu condannata dali.° conci- gative, lo metteano però nell'ordine del le
lio generale di Nicea /nel 32 5, e il pic- creature tratte dal nulla. Dopo la morte
colo numero de'discepoli d'Ario ostinali d' Eusebio di Nicomedia il più scaltro ,

nel seguire furbo impostore, per ricu-


il maestro nell'arie di fingere, più sfron- i

sare di ubbidire la Chiesa, furono esiliati tati ariani ebbero a loro capi Teognide

da Costantino I. Eusebio, vescovo di Ni- di Nicea, Maris di Calcedonia, e nell'oc*


comedia, il più possente e più scaltro pro- adente. Arsacio o Ursacio di Singidon e
tettoredi quest'eresia, » cui seguaci si dis- Valente di Mursa in Pannonia; scomu-
sero Kusebiani(V.), fu costretto dissimu- nicati nel concilio di Sardica, e si tro-
lare e sottoscrivere al concilio. Però Eu- varono ue'concilii di Sirmio e di liimiui,
sebio, protetto da Costanzo e da lui intru- ove fecero quel male che in tali articoli
so nella sede di Costantinopoli, diffuse l'a- narrai. Le loro bestemmie erano spinte
rianesimo, e lasciò per lutto l'oriente iu agli ultimi eccessi du Aczio prete d'An-
T R l TRI 291
fiocina nel 347, e dal suo discepolo Eu- PatropassianioPatripassiani(r".).Qae-
nomio Cappadocia, capo degli
di Euno- sta bestemmia fu combattuta da Tertul-
riiiani (F.); da Eudossio, il cpiale dalla liano, sebbene allora montanista. Noeto
sede di Gei manichi si era intruso in quel- nato a Smirne, da cui derivarono Noc- i

lad'Antiochia nel 357, dopo la morte di ziani (V.) , insegnò la slessa eresia nel-

Leonzio ariano, e da Euzoio, uno de'suoi l'Asia minore, poco tempo avanti Pras-
successori nel 36 1. Essi insegnavano che sea, circa il 24°> e incorse pel suo delitto

il Figlio era dis somigliante dal Padre; dal nella pena della scomunica. Egli fu com-
T
che furono appellati ^//zo//i«y/ .J. Gli aria- battuto da s. Ippolito vescovo e dottore
ni e i semi-ariani facevano quasi ogni dì della Chiesa. Anche Sabellio, eresiarca
nuovi simboli, e ciascun anno, anzi ciascun de' Sabelliani (/ .), sparse il veleno di
mese,si vedea sortire dalle loro mani nuo- questa dottrina a Tolemaide e nell'alta
vi dogmi, come li rimbrotta s. Ilario. I Libia verso il 255: s. Dionigio o Dioni-
progressi dell'arianesimo furono sì rapidi sio d'Alessandria lo confutò in una let-
e tanto vasti i suoi danni, che la prote- tera che tutta respira lo zelo della fede, e
zione di Dio sulla sua Chiesa non si mo- nella quale alcuni pretesero ch'egli met-
strò mai piùcosì visibilmente come in que- tesse il Figlio nella classe delle semplici
st'epoca fatale. L'eloquenza e l'arte di se creature: accusa di cui egli mostrò l'in-
durre, l'iugegnoacuto e insidioso de'mae- giustizia nell'apologia che mandò e Pa-
stri che lo sostenevano, 1' autorità di di- pa s. Dionisio. Sabellio seppe trarre a se
versi imperatori ei elici chedi mano in ma- maggior numero di discepoli, che non a-
no lo difendevano, la persecuzione di pa- veano Noeto e Piassea; e benché in-
fatto
recchi re Goti e Mandali assai potenti, segnasse com'essi che il Padre,il Figliuolo
resero questa setta sì formidabile, che pa- e lo Spirito Santo altro non erano che tre
reva minacciar la Ghiesa stessa d'una mi nomi differenti in Dio, che traevano u-
na, se non avesse ella avuto il sostegno nicamente origine da tre sorta di azioni
delle promesse infallibili di Gesù Cristo. differenti (per modo che il Padre edotto
Ma comunque terribile sia stata per sì lun- Figlio nell'opera della Redenzione, e Spi-
go tempo, tuttavia si dileguò come una rilo Santo in quella della Santificazione);
violenta burrasca; e dopo la conversione pure negava che il Pad re fosse stato Croce-
de* Longobardi, che l'aveano professato, fisso jà\ che sembra ch'egli tenesse ilFiglio
l'arianesimo cessò dappertutto. Il nemico per puro uomo; laddove che Noeto e Pras-
della salute assaltò ancora il mistero della sea credevanoDio incarnato, e sotto «mesto
ss.Trinità con un'eresia affatto opposta. rispetto lo chiamarono il Figlio, ma senza
Prassea di Frigia, ch'era stato discepolo che ilFiglio cessasse di essere una persona
di Montano caposelta de' Montani's ti\iP .), col Padre. D'altronde Tcopaschili (V.)
i

ma avendo scoperto le imposture di que- eretici del V secolo.in sostanza anche Enti-
sto eresiarca se n' era poi staccato, e ne chiani (V.), furono così denominati per
avea informato s.anco de'suoi
Vittore I, insegnare che Dio il Padre e tutte e tre le
errori contro Triade sacrosanta, ribel-
la Persone della ss. Trinità aveano sofferto
lossi poi alla Chiesa, e negò apertamen- nella Passione di Gesù Cristo: quest'ere-
x
te questo mistero fondamentale della fe- sia ebbe per capo Gnafeo (T .) o Pietro
de, insegnando verso il i5o, che le Perso- Fullone, falso vescovo d' Antiochia, an-
ne della Trinità non sono realmente di- che colla gi unta che fece al Trisagio Che-
stinte, per modoche il Padre è realmente rubico, e l'abbracciarono purei monaci
il Figlio, e che per conseguente il Padre acemeti entichiaui di Scizia, sostenendo
s'era fatto uomo ed avea patito in Gesù la loro forinola o proposizione: Unus ex
Cristo, onde i suoi settatori ehiamaronsi Trinilate passus est in carne, di che ri-
292 T R I TR I

parlai nel voi. LXXII, p. 3oo. In questa stasis è sinonima di prosdpon, persona,
forinola si fecero delle varianti nel ripor- e non di lisia, sostanza, secondo altri; di
tarsi. Il Novaes nella Storia di Papa s. conseguenza, a tenore di tale spiegazione,
Ormisda la riferisce in questi termini : per ipostatica unione vuoisi che dovesse
Inus de Trinitatc passus est carne j e intendersi l'unione dell'umana e della di-
the il Papa la riprovò come nuova e fo- vina natura nella persona del Divio Ver-
cile atl interpretarsi in sinistra parte da- bo. Quanto alla ss. Trinità, una essai-
Nella Storia di Papa s. Gio-
gli eretici. ti a o substantia, tres Per sona e. Papa s.

vanni II, dice che questi approvò come Damaso /nel 877 fu consultato dal dot-
cattolica la proposizione de'monaci della tore s. Girolamo ,se potesse cattolicamen-
Scizia: Cnus de Trinitatc crucijixus est te dirsi, Che in Dio ci fossero tre Ipo-
carne. Allorché i monaci appellarono a stasi j rispose , Che professasse in Dio
». Ormisda per tale forinola ,
questione un' Ipostasi e tre Persone. Con termini
che rumori nell'oriente, e che in
eccitò differenti fu espressa precisamente la stes-
se stessa nulla ha che possa tacciarsi di e- parlando
sa idea, e ripeterò qui pure, che
iclico, propriamente il Papa non li quali- d'un mistero incomprensibile amie quello
ficò eretici, soltanto li accusò come per- della ss. Trinità, vi è sempre il pericolo di
turbatori, superni, amanti della novità cadere in errore,allorchèunosi allontana
e delle discordie/insubordinati e sediziosi. dal linguaggio consagrato dalla Chiesa,
La greca voce ipostasi ',
fi a' teologi greci ed io fervidamente in tutto credo quello
e latini fu cagione d'una lunga dispula, che crede lei. La fede della Chiesa è che
cui in parte fu posto fine col sinodo te- avvi in Dio una sola natura, una sola es-

nulo nel 36a in Alessandria dal gran s. senza e tre ipostasi, ossiano tre Persone.
Atanasio con s. Eusebio ó\ uno
Vercelli, 11 dollissimo gesuita p. Carlo Passaglia,
de'più importanti della Chiesa. Siccome pubblicando in Roma neli85o alquanti
la parola Ipostasi ossia sussistenza tur- suoi commentari teologici, come De Di-
bava la Chiesa; imperocché
allora tutta i vinae Trini tatis ratione in vclusliori-
Ialini intendevano per questo termine la bus symbolisj De ecclesiastica sigitifi-
slessa sostanza, e non volevano ricono- catione essentia, cpium de divina Tri-
scere inDio che una sola ipostasi, accu- ni tate senno estj De testi inouiisScrip tu-
sando d'arianesimo coloro die ne ammet- ramni quibus eadem adprobalur in .*

tessero tre; i greci all'opposto per la pa- questi due ultimi discute il primario va-
iola ipostasi intendendo la Persona, so- lore che gli scrittori dellaChiesa danno al-
stenevano ch'era necessario ammetterne la voce essenza, frequentemente usata ne'
tre per non cadere nell'eresia di Sabellio: sagri monumenti, ed in particolare quan-
s. Atanasio per accordar gli uni e gli altri, do si tratta del mistero dellaTrinità; quin-
gl'interrogò con dolcezza, che cosa inten- di neh." commentario ne considera ap-
dessero; e rilevando dalle risposle,che tut- punto il significato ecclesiaslico,ponendo-
tierano dello slesso sentimento e che non lo a paragone col profono; e nel 2. "si vale
nveano altra fede che quella dellaChiesa, dell' autorità delle Scritture per confer-
permise a ciascuno di far uso del termi- mare quell'uso precipuo, che si fa dell'a-

i\e ipostasi, giacché con veni vano nel sen- dottalo vocabolo ne' monumenti della
so, e gl'impegno a contentarsi determini Chiesa. Resero contezza egregiamente del-
del concilio Niceuo,senza arrestarsi a que- l'importanza e orditura di detti Conimeli'
ste nuovequestioni.Con tuttociò e ad on- iariorum, e di altri teologici che non ri-
ta della saggia condotta di s. Atanasio, la cordargli Annali delle scienze religiose,
Chiesa fu ancor lungo tempo agitata per 1." serie, cioè nel t. 8, p. 1 or), del 1
.° il prof,
la parola ipostasi. La voce greca hypo» d. Vincenzo Ani villi s nel l. io, p. 4°^j
T R I TR I 2t)3
r
tlegli alili mg. Raffaele Monaco la Va" ss, Trini tatis redemptionis capth'ormn.
Ielle.Maometto nell'Alcorano (F.), li- Ordine religioso fondato sotto gli auspi-
bro che contiene le leggi del Maometti- cii dell'ineffabile e adorabile ss. Trinità

smo (J .), co' sabelliani negò la Trinila (F.), pel riscatto degli Schiavi (F.) cri-
delle Persone, oltre altri errori. Di altri mani degl'Infedeli (F-). Il p.
stiani dalle
eretici Trinitari trattai ne'loro articoli, Helyot, Storia degli ordini religiosi,
chiamati anche Unitari. Nel concilio di tratta nel t. 2, par. 2, cap. ^.5 : De*reli-
ho ter ano IV fu dichiarata la dottrina giosi Trinitari, o della Redenzione de-
dellass. Trinità, contro Gioacchino (F.) gli schiavi, detti in Francia Mathurins t
abbate e fondatore della congregazione di colle, vile de' ss. Giovanni de Matita e
Flora. Inoltre il mislero della ss. Trinità Felice de Valois loro fondatori; dice
fu combattuto negli ultimi tempi dagli che quantunque religiosi trinitari ab-
i

antitrinitari Servelisti (F.) y e dalle pe- biano una regola particolare, vi sono non-
stifere opere del capo loro Serveto si cre- dimeno molli storici che gli annoverano
de abbiano attinto loro errori Socinia-
i i tra'figli di s. Agoslino, ed egli li pose nel
ni, allri eretici antitrinitari, così chiamali rango de' canonici regolarità leggo nel-
dall'eresia rea Socino, sulla cui tomba fu le officiali Notizie di che Roma annuali,
posto per epitaffio: Lutero spezzò i letti sono collocati nella categoria óe'Frali e.
di Babilonia, Calvino ne allenò le mu- loro Riforme); poiché il p. Paige nella
ra, ma Socino scavò sino le fonda aleu- sua Biblioteca di Premonstrato, riferì*
ta! Tali ed altri bestemmiatori riuniti sce non potersi loro negare questo carat-
contro la Trinità, ma divisi nella manie- tere. E vero, soggiunge il p. Helyot, che
ra di combatterla, andarono seminando ciò è sialo contrastato anche a' Premo/i-
vari errori, lutti più mostruosi l'uno del- stratensi, ma tra coloro, cui vieu questa
l'altro, ed entrarono in tale novero an- prerogativa disputala, non vi sono altri,

che gli Svedenhorgisti (/''.).Da tulle que- che abbiano migliore ragione di
di loro
ste eresie opposte fra loro , e eh' ebbero pretendere questo titolo. Ciò fece risol-
origine dalla superbia e dalla temerità di vere lo storico illustre degli ordini rego-
voler penetrare nel mislero incompren- lari, di parlare de'trinilari religiosi, ove
sibile d' un Dio in tre Persone, noi im- discorre non solo de'veri canonici rego-
pariamo quale sia stata in tutti i tempi lari, ma ancora di quelli chesonostali ri-

la vera dottrina della Chiesa rispetto al- putati per tali, il di cui abito assai con-
l'adorabile e benedetta Trinità. Poiché, formasi a quello de'canonici regolari, tan-
se la fede cristiana non avesse sempre in- to più che a questo titolo essi pretendono
segnato la distinzione reale delle tre Per- d'avere ragione. Comunque sia la cosa,
sone, Ario non avrebbe mai avutoli mi- i trinitari sostengono di essere slati rico-
nimo pretesto di spargere le sue bestem- nosciuti per canonici regolari da Clemen-
mie, ne avrebbe preteso farne la norma te XIV, quando approvò le costituzioni
della fede de'suoi sciagurati seguaci. Dal- Francia dell'antica osser-
de'lrinitari di
l'altro canto , non sarebbe mai slato in- vanza, da formale nel capitolo nazio-
essi

ventalo l'errore de'Sabelliani, se non si nale del 768, colla bolla Ex incumben-
1

fosse riconosciuta sempre la divinila del ti, comunicata a tutto l'ordine il 1. "giu-

Figlio e dello Spirito Santo , che insie- gno 1772 dal ministro generale p. Pi-
me al Padre lodo e glorifico col Triadi- chault. Ma le provincie di Spagna non-
co (F.) de'greci e colla Dossologia in e- dimeno, continuando nell'ubbidienza del
terno. generale, trovando le nuove costituzioni
TRINITARI CALZATI DELL'OR- alquanto in opposizione colle precedenti,
DINE PRIM 1T1VO, Ordo religiosorum e qualche difficoltà da parte del governo,
? 94 TR * TRI
siastennero ^all'accettarle, continuando a ciale e distose sulcapo di due schiavi av-
governarsi colle antiche costituzioni. Ebbe vinti da catene, col volto diversamente
questo benemeritoeinsigneordine princi- colorito, l'uno essendo bianco e cristia-
pio nel i 198 nel pontificatodel gran Inno- no, l'altro inauro o moro e infedele; sulla
cenzo IH, che poi nel concilio generale di lesta del bianco teneva la mano destra,

Luterano IP'dichiarò il mistero della ss. su quella del nero la sinistra. Egli erasi
Triade, contro gli eretici Trinitari [f^.), preparato con istraordinarie preghiere e
e suoi fondatori furono Giovanni de i ss. penitenze aliai." oblazione dell'augusto
r
Mattia e Felice de Valois (F .). Nacque sagrifìzio; e considerando quasi di conti-
ih°.nelr 161 circa in Faucon, borgo sui nuo le beneficenze che il Signore aveagli

confini di Provenza, da genitori nobili e largheggiate, calorosamente bramava di


illustri, i quali gl'imposero tal nome per- mostrarsene riconoscenle,supplicandoDio
chè venuto alla luce nel giorno di s. Gio. affinchè si degnasse indicargli sopra ciò
Battista. Sino dalle fascie die indizi della ilsuo maggior beneplacito. Rapito dun-
futura sua santità, ricusando di succhia- que beatamente nella celeste visione, il-
re il latte o altro alimento in certi gior- luminato da soprannaturale intendimen-
ni della settimana, per cui la pia maitre to, conobbe tosto voleri celesti, e che
i

Io consagrò per volo a Dio. Nella pueri- quel Dio, il quale avea già proclamalo per
zia disprezzò i giuochi fanciulleschi, e di bocca del suo Unigenito, che quanto sarà
12 anni passò agli studi in Aix capitale adoperato verso un suo minimo lo avrà
di Provenza, ove a un tempo imparò gli come fatto a se stesso, quel Dio medesi-
esercizi cavallereschi, e si esercitò nelle mo chiamavalo alla generosa opera della
più belle virtù, sollevando le miserie de' redenzionedegli sventurati schiavi che ge-
poveri, visitando l'ospedale ove medica- mevano numerosissimi nelle coste e nei
va, serviva e curava i malati con affettuo- deUaBarbaria e della/I/tf»
paesi africani
sa carità. Terminato lo studio dell'uma- ritiana. La missione era sublime e insie-
nità, ripatriò per dedicarsi totalmente al- me gravissima, e da non potersi effettua-
la divozione in un piccolo e vicino romi- re senza speciale soccorso divino; a im-
taggio, ma vedendosi troppo esposto alle plorare quale e viemeglio accertarsi del
il

visite de'parenti,che usavano ogni indu- volere superno, deliberò il fervido sacer-
stria per impegnarlo nello stato laicale, dote di recarsi nella solitudine, nel bosco
portossi a Parigi a studiar teologia per cioè della diocesi di Meaux vicino al bor-
rendersi capace dello stato ecclesiastico a go di Gandeleu nella Brie, e quivi dedi-
cui ardentemente aspirava. Malgrado la carsi all'orazione e alla penitenza. Colà
sua umiltà, meritò la laurea dottorale, e giunto volle Dio che si abbattesse in un
che il vescovodi ParigiSully l'or-
nell'atto venerando vecchio che da
altro eremita,
dinò sacerdote, pronunciando le parole molto tempoconduceva una vita più che
ricevete lo Spirito Sanlo } covùparve una umana in quello stesso deserto, informa-
colonna di fuoco sulla di lui testa : que- to alla pietà fin da'più teneri anni da s.
sto prodigio fu seguito da altro quando Bernardo dottore della Chiesa. Era que-
celebrò lai. "messa nella cappella del ve- sti Felice di Valois, nato nel 1 127, ram-
scovo, che lo assistè cogli abbati di s. Vit- pollo del sangue reale di Francia, come
tore e di s. Genoveffa, col rettore dell'u- nipote di Ugo conte del Vermandese 3."
niversità, e ne furono meravigliati spet- figlio d'Enrico I re di Francia, che aven-
tatori.Imperocché nell'alzaie la s. Ostia, do portato il nome Ugo dell'avo Cavea
comparve sull'altare unAngelosplenden- per umiltà mutalo in quello di Felice. Al-
te con bianca veste, avente sul petto una tri non ammettono che fosse del ramo
croce rosso-cerulea, colle braccia iucro- reale della casa di Valois, ma solo oalo
TR I T R I *g5
nel paese di Valois, «impreso uell' Isola sione al popolo, apparve a lui pure l'An-
di Francia e che avea Crepy per capo- gelo di Dio colla croce bicolore e in atto
luogo. Ma il negare eli' egli non appar- di redimere degli schiavi. Dal qual mi-
tenga alla famiglia reale, non essendo ap- racolo chiarito il Pontefice del volere su-
poggiato che in argomenti negativi, non premo, non dubitò che Giovanni e Feli-
merita credenza. Giovanni strinse amici- ce fossero ispirali da Dio, approvò loro i

zia con Felice, pregandolo a riceverlo in santi desideiii di stabilire nella Chiesa un
sua compagnia, e a guidarlo per la via nuovo ordine religioso, il cui principale
della perfezione. In questa pratica già e- scopo fosse l'affaticarsi nella redenzione
sercitavansi insieme da 3 anni,quando un degli schiavi, che gemevano sotto la ti-

)>el giorno, ragionando tra loro secondo rannia degl' infedeli. Pertanto a' 1 feb-
l'uso di spirituali argomenti, presso d'un braio,festa della Purificazione dellaB. Ver-
fonte videro con istupore correre alla lo- gine, vestì due santi colle proprie mani
i

ro volta un sitibondo cervo bianchissimo d'una tonaca candida e crocesegnata qua-


con intrecciata tra le corna una croce ros- le cingea l'Angelo, e volle che 1' ordine

sa-azzurra. Allora il più giovane degli a- da loro iniziato, in riguardo all'abito tri-
nacoreti raccontò per disteso all'attonito colore della veste bianca e della croce in
compagno la visione apparsagli tra la so- essa cucita rossa e tuichina, si appellas-
lennità di sua 1 ."messa. Quindi raddop- se: Ordine della Tri iuta per la re-
ss.

piarono ambedue le preci per meglio co- denzione degli schiavi, perchè a que-
noscere il giudizio celeste, e 3 volte furo- st' effetto istituito. Il Papa rimandò in
no sogno da un Angelo di, re-
avvertili in Francia i due santi religiosi colle sue a-
carsi appiè del sommo Pontefice ad im- postoIichebenedizioni,e accompagnali da
plorare da lui I' istituzione d'un ordine lettere di favore scritte al vescovo di Pa-
che si dedicasse al la redenzione degli schia- rigi e all'abbate di s. Vittore, a cui or-
vi. Sebbene in verno, nel declinai del i
«97 dinava di prescrivere loro una regola e
intrapresero il viaggio di Uoma, ove ar- di procurare un convento. Giunti a Pa-
rivati i due pellegrini furono accolti eo- rigi si presentarono al re Filippo II Au-
spitati nel patriarchio Lateranense amo- gusto, a cui narrarono quanto eia loro av-
revolmente da Innocenzo III nel i 198, venuto in Roma, pregandolo di accon-
appena eletto, il quale dopo aver intesi) sentire allo stabilimento del loro ordine
da loro e dalle lettere commendatizie del nel suo regno. Il re non solo lo accordò,
vescovo di Parigi, il motivo di loro ve- ma molto contribuì a'progressi del me-
nula, tolse tempo a deliberare intorno al desimo colla sua autorità e munificenza.
pio desiderio che gl'infiamma va. Il Papa Ili.°che die ad essi luogo nelle sue terre
radunati i cardinali e alcuni vescovi nella per fabbricarvi un convento, fu Gualtie-
basilicaLateranense per sentire il loro pa- ro o \ aleni io III signore di Chàtillon;
rere sull'argomento, ordinòdigiuni e ora- ma essendo questo luogo divenuto ben
zioni per ottenere da Dio una piena di- presto troppo angusto al concorso di tut-

chiarazione del suo volere, ed invitò me* i ti quelli che abbracciarono questo nuovo
desimi personaggi ad intervenirealla mes- istitnto,egli concesse loro quello in cui era
sa,che a questo effetto celebrerebbe nello ad essi apparso il cervo,che per questo fu
stesso tempio nel dì seguente,in cui ricor- denominato Cerfroy (Cervo frigido) tra
reva la 2/ festa di s. Agnese ossia nella Gandeleue la Ferie Milon sui confini del-
sua ottava a'28 gennaio. Recatovisi In- la Brie e del Valois, ove fabbricarono un

nocenzo III, accompagnato dal clero e da' convento, che divenne capo dell'ordi-
due servi di Dio francesi, mentre celebra- ne tulio. Margherita conlessa di Borgo-
a
va uell'alzar la s. Ostia per farne osten- gna e 3. moglie diGualliero d'Avenues,
?.
96 tn i TRI
fece loro parimenti donazioni pel man- casa fu già un ricco spedale o ospizio pe'
tenimento tli 20 religiosi. Tra le persone riscattati che venivano a Roma infermi
che abbracciarono ben tosto l'istituto, ta- o senza ricapilo. Mentre i Papi risiedeva-
luni, anzi gran parte ili loro, furono ce» no in Avignone, i religiosi lasciarono la
lebri per dottrina e merito: fra questi e casa e la chiesa neh 348, per essere l'I-

discepoli di s. Giovanni di Malha, furo- talia assai travagliata dalla peste e dalle
no Giovanni Anglico di Londra, Gugliel- fazioni; ed allora fu eretta in commenda
mo Scoto d'Oxford, PietroCorbellino poi cardinalizia, ed il Or-
cardinal Poncello
arcivescovo di Sens, e Giacomo Sournier sini fu l'ultimo commendatore, che mor-
indi vescovo di Todi,al diredel p, Helyot, to nel 1 3g5, Bonifacio IX l'unì al capi-
ma temo che sia errore di vocabolo o di tolo Vaticano, il quale vi si reca ad uffi-

stampa. Appena fu compilata la regola, ziar la chiesa a'2 1 dicembre, festa di s.

nello stesso 198 tornò a Roma s. Gio-


1 Tommaso. Considerabili erano le rendite
vanni per farla approvare. Innocenzo IH assegnale alla chiesa eallo spedale, di cui
l'esaminò. e dopo confermata,concesse de' un 3.°,conforme alla regola, etano desti-
privilegi all'ordine onde farlo fiorile, co- nale al mantenimento dell'ospedale, al-

mechè avea per fondamento la più pura tro 3.° per quello de'religiosi,e l'ai Irò 3.°
e la più eroica carità. Indi colla bolla O- pel riscatto degli schiavi. La famosa te-
perantc divìnae disposi tionis, de' 16 di- nuta di s. Pietro in Formis dello stesso
cembre: 198, Bull. Rom. t. 3, p. 76, di- capitolo,non appartenne mai a s. Tom-
retta Johanni Ministro ctfratribus ss.
: maso Formis, come alcuni credevano,
in
Trinilatis, Innocenzo HI approdò cano- eloavvertii ne' voi. XII, p. 3 i4> LVII, p.
nicamente l'ordine e la regola da osser- 284> descrivendo il lenimento e rendendo
varsi da frati trinitari. Donò ad essi la ca- ragione perchè prese il nome di Campo
sa e chiesa di s. Tommaso ut Formis sul- Morto. Giovanni e Felice edificarono di-
le vetta del Monte Celio, presso la chiesa versi conventi inFrancia,e mandarono al-
di s. Maria in Domnica, della quale par- cuni loro religiosi a'eonti di Fiandra e di
lai nel voi. XII, p. 3^7, come divenuta Jìlois.ead altri signori crocesignali ch'e-
filiale della basilica Vaticana, e nel voi. rano per partire per la Palestina. Que-
L VI II, p. 174. Acciocché dell'apparizio- sti religiosi doveano occuparsi ned' am-
ne dell'Angelo in atto di liberare il cri- maestrare i soldati, nel l'aver cura degli
stiano col moro restasse memoria, Inno- infermi, e nel riscattare i prigionieri. Ve-
cenzo III ni di nniilic sulla porta della chie- dendo Giovanni de Malha stabilito il suo
sa vi fosserappresentato in musaico, il ordine, come suoi ."ministro generale ,

cui disegno riporta il Panciroli, Tesori spedì Giovanni Anglico e Guglielmo Sco-
noscoatì di Roma, p. 782. Di questa ap- to a Marocco in Africa al re Miramoli-
parizione parla pure il Piazza twW Fttse- no, con lettera commendatizia del Papa,
vologio Romano a p. 49°> »' quale avver- per pattuire con esso il riscatto de' pove-
te che la chiesa fu intitolata alla ss. Tri- ri cristiani che ivi gemevano indura ser-
nità, a s. Michele Arcangelo e al Riscatto vitù, ed ebbe il loro trattato così felice
degli schiavi, e che la figura dell'Angelo esito, che nel 120 ne rimisero in libertà
1

in poi mutata nell'immagine del Salva- 186. Il santo riguardava nel riscatto a
tore, forse perchè la visione del Papa se- due cose, al liberamente de'corpi e alla
gui nella basilica del Salvatore, cioè la salvezza dell'anime che corrono forte ri-

Lateranense, ed intorno musaico fu po-


al schio fra'popoli barbari. Nell'istesso an-
sta l'epigrafe: Sigiami $S. Trini tuli* et no Guglielmo di Honscotte fondò nella
Captivorum. Ne riparla nel Santuario sua terra omonima in Fiandra un con-
Romano a p.4 \\ notando che nella delta
%
vento pe'religiosij ed avendo Gio. de Ma-
T II I TR I 297
tlia risoluto di portarsi nella Spagna, pas- che narrai nella biografia. Mentr'ecli con
sò per la Provenza, ove stabilì un* altra felice successo s'affaticava nella Spagna e
fondazione in Arles, fatta da Imberlo d" in Italia, s. Felice rendevasi egualmente
Argniere, die n'era vescovo. Proseguì di- ammirabile in Francia, ov'egli procurò
poi il suo viaggio, ed essendo giunto nel- con esito meraviglioso alla propagazione
laSpagna, coll'eflìcacia del suo zelo risve- dell' ordine, particolarmente lo stabili-
gliò nel re, ne' principi e nel popolo tal mento d'un convento a Parigi, nel luogo
compassione verso gl'infelici cristiani, che ov'era una cappella dedicata a s. Mata-
languivano tra' ceppi degl' infedeli, nel rino donata a'trinitari dal capitolo di Pa-
y

continuo pericolo d' esser costretti a ri- rigi, per cui derivò in Francia areligiosi

negar la fede, che ottenne da molte per- il nome di Mathurins, mentre nell' In-

sone contribuissero alla fondazione di ghilterra furono appettali frati rossi, per
molti monasteri e spedali in quella regio- la croce rossa-azzurra posta sull'abito. La
ne. Indi passò a Tunisi nel i 202, e vi li- chiesa di Maturino fu dipoi rifabbri-
s.

berò più di iio schiavi. Restituitosi poi cata e ampliata da Roberto Gaguin, dot-
in Provenza, ivi ammassò grandissima to ministro generale dell' ordine, eletto

quantità di denaro,di che servissi per pro- nel i49°- Avendo quindi Dio per divina
curatela libertà ad una nini ti ludi 110 d'in- rivelazione fatto palese a s. Felice il gior-
felici che gemevano sotto i ferri de'mori, no di sua morte, radunò eqli tutti i suoi
che aveano invasa parte della Spagna. religiosi per esortarli all'osservanza de'di-
Tante buone operazioni di s. Giovanni e vini comandamenti e della regolar disci-
e de' suoi discepoli acquistarono tale ri- plina; indidopo aver data loro la bene-
nomanza e edificazione.che ispirarono poi dizione, munito de' ss. Sagramene della
all'altro francese s. Pietro Nolasco, il de- Chiesa, rese lo spirito a Dio,dopo aver go-
siderio di fondare presso a poco colle stes- vernato le case di Francia, nella solitu-
se regole e benefico line V ordine della dine di Cerfroya'4 novembre 1 2i2,d'85
Mercede, di s. Maria della Redenzione anni e 7 mesi circa. Fu sepolto nella tom-
degli schiavi (F.). Intanto Innocenzo III ba fabbricata già pel barone UgodiChà-
sempre più amorevole coll'orcline de'tri- tillono Castiglione nella chiesa presso il

nilari gli concesse molti privilegi, con bol- convento, cioè nella ricca cappella di s.

la diretta aJohanni Ministro et fr atri- Gio.Battista. I miracoli strepitosi ripetu-


bus aretina ss. Trinitatis, tam praesen- tamente operati da Dio per glorificare il

tìhus, guani futuri s. La bolla comincia suo servo, furono esaminati dal vescovo
colle parole: Operante Patre lurninu/n, di Meaux, il quale dichiarò il santo de-
de' 1 8 giugno 1 lofyBull.Rom. t. 3,p. 1 34» gno di culto. Allora il capitolo di Meaux
Indi nel Giovanni recossi la 2. "vol-
1 2 1 o s. si obbligò con voto di portarsi due volte
ta a Tunisi, ove molto ebbe a solfrire da' l'anno, nella festa della ss. Trinità e in
fanatici maomettani, irritati dall'esorta- quella del santo, ad assistere alle solen-
zioni fatte agli schiavi di preferire la mor- nità,che religiosi del convento celebra-
i

te alla rinegazione della fede cattolica ;gli vano in detta chiesa, recitandovi le oreca-
riuscì tuttavia tornare a Roma con 120 noniche.Ciò riporta il benedettinoDuPles-
schiavi riscattati. S'egli però scampò con sis nelP Histoire de l'eglise de Meaux,
essi dalle crudeli mani de' maomettani, Paris 1731. Essendo questo convento di
non fu senza visibile protezione del cielo; Cervo Frigido il r.° dell'ordine, acquistò
poiché macchinando alcuni di rapirgli i tal fama e venerazione, che tutti i prin-
cristiani, infransero timone e straccia-
il cipi ivi mandarono propri i figli per ap-
rono le vele al vascello che li conduceva, prendere le lettere e i buoni costumi. Ivi
oudc il santo supplì nel modo mirabile formossi un collegio ben vasto, ove pre-
VOL. LXXX. 20
o98 t ri i TR I

lati g altri personaggi di fangosi ednca- de Moct do di s. Agostino già gesuita e poi
\ano e consultavano i religiosi negli af- minore osservante, l'ita s. Felici» et st
fari spirituali. Il superiore locale ossia mi- Johannis de Mattia, Romaci66o. Vo-
nistro conventuale era così considerato gliono alcuni che questi santi fossero so-
in Fi ancia, die a vea posto ne'pat lamenti lennemente canonizzali da Urbano IV in
e ne' sinodi diocesani di Meanx e Ani- Orvieto il i
." maggio
262, ovvero a'4 ot-1

brut), ed era giudice. Ver la crescente ve- tobre 2(53. Così affermano de Figueras,
1

nerazione e celebrità dell'ordine?, gli ere- in Chronivonj ì*>\mvA,IIistor. de adventu

tici ugonotti mirando con rabbia la rigi- Relig. in A ngliam, cent. ,cap. 8, p. 2oq; 1

da osservanza de'lrinilari e il loro sape- Tamnjo, Marlyrol. Jlisp. t. 6, die 2 de- 1

re , e ebe erano baluardo inespugnabile cemb.;eGiovauni da s. Felice, Supplein.ad


contro loro pestiferi errori, per odio fu-
i Flos Sane forum Rihadeneira in (ila s.
riosamente nel secolo XVI piombarono Johannis de Matha,si\\ testimonio appog-
sul monastero e la chiesa, e tutto distrus- giali di Antonio Lupiano Zappala, il qua-

sero, offrendo i religiosi l'olocausto di lo- le sostiene d'aver veduto neh 635 l'au-

ro vita pel bene della religione cattolica. tentica bolla di questa canonizzazione. Ma
In quel terribile disastro, insieme a tutte oltre che lo Zappala fu scoperto un so-
le altre ss. Reliquie, si perde il corpo di lenne impostore, e falsificatore di bolle,
s. Felice. Dipoi il re Luigi XIV riedifi- privilegi eccome con alcuuiantoi i dimo-
cò la convento con grande ma-
chiesa e il stra il La (libertini, De Con. Sanetorum
gnificenza. Dopo il suo viaggio in barba- lib. cap. 4', § 6, lo stesso ordine della
I ,

ria, s. Giovanni di Mattia impiegò due i Trinità non prestò fede a questo racconto,
ultimi anni di sua vita in opere di mi- poiché molto dipoi introdusse la causa ile'

sericordia, come nel visitare in Roma i suoi fondatori, per impetrare la solenne
carcerali, in consolare e assistere gì' in- canonizzazione, per la quale infatti abbia-
fermi, in sollevare i poveri dalle miserie, mo: Sentendo. card. Ginetti prò Canon.
nel predicare con successo di molte con- ss.Johannis de Matita, et s. Felici» de
versioni la necessità delia penitenza, spar- Paloisyliomae 1666. Precedentemente
gendo dappertutto il buon seme della di- spedita in vigore della supplica la com-
vina parola; onde affranto da tanti tra- missione, il cardinal Ginetti vicario di Ro-
vagli, snervato affatto il naturai vigore, ma a'3 1 luglio 1 665 dichiarò, che consla-
morì di 61 anni (meglio 53), in Roma a' va del caso eccettualo da' decreti d' Ur-
2 dicembre 2 3 e non nel a 4- Nel-
i 1 1 i 1 bano Vili e per conseguenza del culto
,

l'esequie celebrate nella chiesa di s. Tom- immemorabile di questi e\\ìe santi nel ,

maso in Formìs con solennissima pompa, pontificato di Alessandro VII; onde la s.


pel buon odore di santità che avea lascia- congregazione de' l'iti coli' approvazione
toci si recò ad assistervi Innocenzo 111 co' di Clemente X ordinò nel 1670, che i lo-

cardinali, nella quale occasione seguiro- ro nomi fossero messi nel martirologio,
no molti miracoli; indi il bealo corpo fu fu poi concesso il loro uffizio e messa adii'
tumulato nella medesima chiesa. Ora co) Spagna con decretodello stes-
bifuni nella
Novaes, che ne tratta eruditamente nella so Clemente X a' r4 novembre 67 5, cioè 1

Storia d'Innocenzo XII, perchè cano- per s. Giovanni de Malha nel giorno 17
nizzò i due santi fondatori dell'ordine de' dicembre, e per s.Felice di Valois nel gior-
Trinitari, dirò del loro culto, avendone no 4 novembre. Essendo però impediti
scritta la vita Egidio Gonzalez de Avila, questi giorni, la medesima congregazione
in ispagnnolo:Compendio de laswdeu a'i4 novembre 1676 assegnò per le due
de Inglorioso» ». Joan de Mata e Fe- festività primi giorni non impediti. Indi
i

lix de lalois, Madrid 638. Francesco 1 Innocenzo XI con bolla dc'3o luglio (>;•<) 1
TR I TR I 299
stabilì il giorno 8 febbraio per s. Giovan- cappella eretta nella detta capitale della
ni, ed il giorno s.o novembre per s. Fe- Spagna, nella cella del veri. fr. Tomma-
ce.Lo stesso Innocenzo XI coi breve/.'.r- so della Vergine, ed un braccio con una
poni nohis, de' 28 gennaio 68 r, Bull. 1 costa ebbero i trinitari calzati, che pose-
Roiiì. t. 8, p. 27.3, conresse alla Francia ro nel. loro vasto tempio. Fu poi neh68y
il medesimo uffizio e messa che già da e neh 715 proposto il dubbio dell'ideo -

molto prima si celebrava dalla Spagna. tità di questo santo corpo nella congrega-
: inocenzo Xe Alessandro VII a vea no ac- zione de'riti,la quale rispose nou constare
cordalo indulgenza plenaria a quelli, che de identitate.JLssemUiptvb in questa con-
nel giorno anniversario di questi santi vi- gregazione Lamberti ut, poi benedetto
sitasserouna chiesa de' trinitari, e Cle- XI V, il quale come promotore della fede
mente X col breve Redemptoris, de'20 aveva allora fatto su questo dubbio il suo
dicembre 6yo,Bull. cif. t. 7, p. 76, la di-
1 volo,chesi legge nella sua opera, De Cau.
chiarò perpetua e l'aliare privilegiato pe' SS.Wb. 4:P t " 1 '- 2,c.2 5, n.°c), tanto egli operò
defunti nelle cappelle al nome loro dedi- a favore di questa causa, che nel 1 72 1 ot-

cale. Da lutlociò nondimeno non risul- tenne che congregazione,con de-


la slessa

tava che una equipollente beatificazione, creto àe'6 settembre confermato da In-
quindi seguì la loro canonizzazione anco» nocenzo XIII a' 16 dello stesso mese, de-
ra equipollenle,quando Innocenzo XII a' cidesse pr aevio recessi! a decisi*, consta-
19 maggio i6q4 ordinò di precetto, che re de identitate. E
il Lamberti- siccome
l'ullizio e messa di questi due santi fossero ni era canonico Valicano, ottenne inol-
col rito doppio celebrati nella chiesa u- tre che ii suo capitolo, al quale appartici
ni versale. Clemente XI II, con decreto de ne la suddetta chiesa di s. Tommaso in
2C) novembre 768, presso il Guerra, E-
1 Formis, dopo la partenza da essa de'tri-
pitoni. Bull. Rom. 1. 1, permise, che tra- nitari, non insistesse più che frati tri- i

sferendosi ad un altro giorno la festa di nitari riportassero in Roma alla loro chie-
s. Giovanni de Madia, si dovesse ancora sa ilcorpo di Giovanni de Mattila. Quin-
s.

traslalare con essa la ceremonia dell'as- di divenuto


egli Papa, col breve Mini-

soluzione generale che usano religiosi i tri- me dubitanti**, de'3 febbraio y^g,Bull. 1

nitari, e descritta nel Cerimoniale del- Magri, t.17, p. 3o3, facendo un (splen-
l' ordine della ss. Trinità e del Riscatto, dido elogio del benemerito ordine, man-
Roma 1 8?.q. Dopo la morte di s. Giovan- dò al ministro generale de'trinituri scalzi
ni de Matha seguirono molte vicende al di Spagna, in questa penisola l'urna stessa
suo corpo. Riposava questo nella chiesa di marmo coll'iscrizione, in cui era stato

di s. Tommaso in Foi-mis, quindi nel se- il santo sepolto, affinchè i frati ve lo tor-

colo XVII considerando due frali laici tri- nassero a collocare. L' iscrizione si può
nitari, Gondisalvo di Medina e Giusep- leggere nel già citalo teologo Pauciioli.
pe Vidal, che il loro santo fondatore non Questi inoltre descrivendo le riferite ap-
era in quella solitudine venera Inquanto parizioni dell'Angelo vestito di candidis-
essibramavano, risolverono di furtiva- sime vesti, colla croce sul petto azzurra
mente levarlo da detta chiesa, e neh 655 e rossa, dà le seguenti simboliche spiega-
lo trasportarono a Madrid, ove il nun- zioni. Dice che il bianco, ch'è il principio
zio Camillo Massimo lo ricevè, e si con- di tutti i colori, significa l'Eterno Padre,
servò nel palazzo della nunziatura anco ch'è principio dei Figlio e dello Spirita
sotto ile' nunzi successori Monelli, Vis- Santo; il colore azzurro,composto ili biau
conti, Marescotti e Du razzo lino al 1 (i86, co e di scuro, il Figlio unito alla natura
in cui da quest' ultimo nunzio fu dalo umana; e Qualmente nel rosso lo Spirito
«'irati trinitari scalzi per collocarlo nella Santo, ch'è fuoco e amine. Lodando pò»
3oo TR I TR I

l'istituzione dell'ordineTrinitario,lochia- successe a Innocenzo III, confermò la re-


ma veramente nobile, necessario e utile. gola de'trinitari colla bolla Operante di-
IVobile,poiehè lo stesso Figlio dell'Eterno vinae dispositionis, de'9 febbraio 1217,
Padre per altro non venne al mondo, se Bull. Rom. t. 3, p. 82: /Ipprobatio Re-
1

non a riscattarlo dalla misera servitù, di gulae ordinis ss. Trinilatis Redemplio-
Satana. Necessario perchè dal manca- ,
nis captivorum, indirizzata aJoanni mi-
mento di lei molli cristiani schiavi si fa- nistro et fra-tribus etc. Indi i religiosi eb-

cevano turchi, con divenir come rinegali bero da s. Luigi IX re di Francia in cu-
maggiori nemici e persecutori de'cristia- stodia la cappella reale diFontainebleau.
ni, e più degli slessi turchi. Utile finalmen- La medesima regola era rigorosissima
te, poiché in questa sola opera di miseri, nella primitiva sua istituzione, poiché i

coi dia si vengono a racchiudere tutte le religiosinon doveano mangiare mai car-
allre sì corporali come spirituali, delle ne, né pesce; non si pascevano che di pa-
quali uno schiavo mani de'turchi è
nelle ne, di uova, di latte, di formaggio, di
del lutlo privo, non avendo se non mali fruita, d'erbe e di legumi, cui condivano
consigli e peggiori portamenti e dopo , solamenteconolio. Se tuttavia alcuno re-
morte altra sepoltura non ha che le onde cava loro in limosina della carne, ne po-
del mare, nelle quali è gettato. In questa tevano mangiare nelle domeniche e nel-
degna impresa, racconta lo stesso Panciro- le principali solennità, ed era loro inol-
li, i sono del tutto dedicati, e nel
trinitari tre proibito usare il cavallo viaggiando,
i5ggriscattarono2 3óschiavi'mAlgerie li dovendosi servire degli asini, onde furo-
condussero a Barcellona.Riferisce il citato no appellati frati degli asini, e con tal
Piazza, che dichiarò Innocenzo III, che la vocabolo erano pure chiamati quelli di
varietà de' colori descritti significava la ss. Fontainebleau, come si ha da un docu-
Trinità, cioè il bianco la prima Persona; mento del i33o. Perciò venendo poi la
il turchino, simile al livido, il Figliuolo regola corretta e mitigala dal vescovo di
per noi battuto e flagellato, di cui sta scrit- Parigi, e dagli abbati di s. Vittore e di

to, Cujus livore innati sumusj il rosso, s. Genoveffa, deputati a quest'effetto da


come segno d'amore, lo Spirito Santo; Urbano IV, fu dal suo successore Cle-
l'Angelo che teneva due schiavi, fedeli i mente IVapprovala nel 267 colla bol- 1

liberali dalle mani de'turchi; e perchè do» la In ordine vestro,óe j dicembre, Bull.
veasi praticare da questi religiosi tra'ne- cit., p. 462: Mitigatio, et decloratiti Re-

mici della fede, denotava che porterebbe gulae fratrum ordinis ss. Trinitdtis l\e-
ilnome della ss. Trinità, col segno della dernptionis captivorum. Per tali mitiga-
Redenzione, che sono primi misteri del- i zioni permise loro di viaggiare a cavallo,
la religione. In quanto alle reliquie di s. di comprare e mangiare carnee pesce. Da
Giovanni de Malha, dopo le ultime la- quest'ordine primitivo derivarono le due
grimevoli vicende di Spagna, si trovano riforme àtt' Trinitari Riformali (J^.) nel
r
presentemente un braccio e una costa nel- 1 57 3; de' Trinitari scalzi (f .) nel 5q4 1

la chiesa parrocchiale di s. Croce di Ma- nella Spagna, e neh 601 nella Francia; le
drid, dove furono trasferite dal magniti* monache Trini tariefP'.jàtW antica osser-
co tempio de'trinitari calzati, dopoché il vanza e scalze; ed Trinitari del Terz or-
i

sontuoso monastero architettato dal ce- dine (fy.), non che X Arcicoiifratcrnita
lebre Imeni, fu destinato ad uso pro-
I della ss. Trinità del riscatto degli schia-
fano. L» testa e la maggior parte del cor vi {V.). Ora non esistono che i Trinita-
pò Mtiovanonellachiesade'triuitariscab ri primitivi, i Trini/ari scalzi, e le mo-
zi di della capitale. nache Trinitarie. Clemente VII colla bol-
Anche il PapaOnorio III, che nel 1216 la Grattini Deo, de'i 7 aprile 1 524, Ridi.
TR I TRI 3oi
Rom. I. 4j par. i, p- 42 > autorizzò i trini- di loro case restarono chiuse. Le 3 pro-
tari a questuare limosi ne pel riscatto de- vincie poi d'Inghilterra^ Scozia e Irlan-
gli schiavi. Paolo II colla bolla Inter cu-
I da contavano 1 36 conventi, vale a dire
ras niultiplices, de' 3 novembre 1 534,
i 45 in Inghilterra, 37 in Iscozia, 54 •'>

Bull. cit. p. i 1 8: Qttofl omnes graliae, Irlanda. Nel pontificato d'Innocenzo XI


et exemptiones concessae, et conceden- i religiosi spaglinoli si divisero dall'or-
dole per Sedeni aposlolicam locis,etper- dine, ed ottennero facoltà d'eleggere un
sonìs ordinis ss. Trinitatis , in provili' generale tra loro; ciò fecero neh 688 in
ciac Castellae,et Legionis,ac Bethicae, un capitolo tenuto a Madrid, in cui eles-
concessae ccnseatur locis et personis , sero per ministro generale di Spagna il

ejusdem ordinis in regno Portugalliae. p. Piguerola. Ma


assunto che fu a quel
L'ordine dell'antica osservanza e primi- trono il francese Filippo V, il ministro
tivo, a tempo del p. Helyot, che morì nel generale di tutto l'ordine in Francia fece
1686, contava circa i5o conventi divisi ricorso per rientrare al possesso de' suoi
in i 3 provincie, di cui 6 di Francia, cioè antichi diritti, I' ottenne compitamente,
Francia, Normandia, Picardia e Fian- essendosi deciso in suo favore con auto-
dra, Cbainpague, Linguadoca, Proven- rità di Clemente XI e pegli ordini del re
za; 3 di Spagna, cioè Castiglia nuova, Ca- di Spagna. Il p. de la Forge, ch'era sta-
stiglia vecchia, ed Aragona; una d'Italia, to allora eletto ministro generale da'frau-

altra inPortogallo:avea anticamente quel- cesi, italiani, dopo la morte


portoghesi e
la d'Inghilterra, in cui erano43 case;quel- del p. Tissier, radunò nel 70? il capito- i

la di Scozia, in cui ve n'erano 9, e quel- lo generale nel convento di Cerfroy, ove

la d'Irlanda, in cui ve n'erano 52, tutte avendospontaueamenle rinunziato alsuo


rovinate dagli eretici, con molte altre ca- uffìzio, fu di bel nuovo ristabilito nei gra-

se già esistenti iuSassouia, Ungheria, Boe- do da tutti vocali, tra'quali eranvi an-
i

mia, ed in altre molte provincie. Antica- cora de'religiosi spagnuoli; quindi inni vi

mente le sole provincie di Francia di , fu che un ministro generale universal-


Champagne, di Picardia e di Normandia mente riconosciuto da tutti i religiosi del-

aveano il gius d'eleggere il ministro ge- l'ordine primitivo, mentre per quello de-
nerale nel capitolo che convoca vasi sem- gli scalzi diSpagna, che fin dal 1 636 eb-
pre nel convento di Cerfroy capo di tut- bero facoltà di eleggerne uno proprio,
to l'ordine, e tutte le altre provincie stra- ciò tuttora esiste; se non che quanto alla
niere doveano riconoscere il generale e- Francia la rivoluzione che pose a soq-
,

letto da tali 4 provincie. Ciascuna casa dei quadro l'ultimo periodo del secolo pas-
trinitari essendo governata da un supe- sato, abolì tutti gli ordini religiosi d'am-
riore chiamato ministro, quelli delle ca- bo i sessi, e ciò avvenne pure in altre pro-
se di Normandia e di Pi-
Champagne, di vincie, laonde al presente i trinitari del-

cardia erano perpetui, mentre altrove e- l'antica osservanza sono quelli di Spagna,
rano triennali. Noterò che al riferito del cosi i trinitari scalzi ove sono pure am-
p. Helyot sul numero delle provincie e messi gl'italiani e di altre nazioni. II sud-
de'conventi,deve farsi questa rettificazio- detto p. Roberto Gaguin scrittore delle

ne. Malgrado tutte le perdite fatte dal- Cronache di Z^/ymczVz e ministro genera-
l'ordine, e cagionale priucipalineiile dal- le dell'ordine, essendo in Roma ambascia-
le crudeli persecuzioni de'turchi e dalla tore del re Carlo Vili, fece in iscritto un
peste deli 348, l'ordine contava 768 con- accordo con Filippo Cluys podestà della
venti che formavano 34 Provincie. Indet- Morea e Guglielmo Caorsini vice cancel-
ta fiera epidemia 1' ordine perde più di liere,ambeduedeputali dal gran maestro
5ooo religiosi, quindi un gran numero de'cavalieii gerosolimitani di Rodi (V)>
3o2 T R I TR 1

per trattare e concludere l'unione d'am- esaminate le loro scritture dichiarò che
bedue questi ordini, ciascuno de'quali pe- potevano p» .sederle, e che ne aveano in
lò clovea ritenere il suo abito. L'alto fu più luoghi. Dopo questa sentenza molte
sottoscritto a'4 lnglioi49 t ». ma non eb- cure furono unite alle case dell'ordine.
be però alcun effetto. Quantunque i tri- Quella d' Avon, anticamente parrocchia
nitari abbiano una regola particolare, vi di Fontaiuebleau, vi fu unita dal cardi-

furono nondimeno de' Papi che li rico- nal bourbon arcivescovo di Seus a istan-
nobbero per religiosi dell'ordine di s, A- za di re Francesco I. Erano inoltre tri- i

Clemente VI nella bolla d'uuio-


gostino. nitari non solo cappellani della regia cap-
nedellacuradis.Wastdi Verbene alcon- pella del castello di Fontainebleau , ma
vento della Trinità dello «tesso luogo, fat- curati primitivi di sua parrocchia. Nel-
ta nel i 35o, dà loro il nome tWfratres s. la diocesi possedevano la cura di Brumct

Trinitatis ordinis s. Augustini. Bonifa- dipendente dal convento di Cerfroy, e ne


cio IX, s. Fio V e Clemente Vili dierono aveano altre 3 nella diocesi di Toni, 3 1

loro lo slesso titolo, Nel capitolo genera- in quella di Treves, 4in quella di Lisieux.

le dell'ordine tenuto a Cerfroy nel i 4'-* » e molte in altre diocesi. JNeh 5c)8 il ca-
in cui stabilirousi alcuni regolamenti, in pitolo generale ordinò, che alcun religio-

uu capitolo che tratta del modo di cele- so dell'ordine non potesse senza licenza
brare t'ufficio divino, leggonsi le seguen- de'superiori entrare nelle chiese parluc-
ti parole: Fratrcs cimi timore, et reve- chiali vacanti, e che quelli i quali erano
renda I)eoserviant,secundumregul(ini provveduti di cure potessero essere ri-

B. P. nostri Augustini. 1 capitoli gene- chiamati; ciò fu altresì decretato nel ca-
rali del i 370 e del 1 56^ hanno parimen- pitolo del 16 1 o colla dichiarazione, che in

ti riconosciuto s. Agostino per padre e quanto alle cure, che non sono dell'ordi-
protettore dell'ordine. 11 suo uffizio con ne, non potessero religiosi accettarle e
i

a
l'8. trovasi notalo ne'bieviari, negli an- ritenerle, se non col consenso de'superio-
tichi ordinari e calendari dell'ordine Tri- ri e per quel tempo solamente che a'ine-

nitario, che celebra ancora le feste delle desimi piacesse; e che circa a quelle che
sue traslazioni e della sua conversione. Di- sono annesse all'ordine, non potessero co-
ce il p. HelyoljChe i religiosi trinitari pre- loro i (piali col consenso de'superiori n'e-
tendono d'essere canonici regolari, e ta- rano provveduti, esser richiamali, se non
le qualità viene loro data in una transa- per errori commessi; e che richiamati i

zione fatta nel 1468 Ira'cauonici regola- potessero appellare per la loro relegazio-
li della chiesa di s. Trofimo d'Arles, ed ne al ministro generale, o al capitolo ge-
i trinitari della medesima città, dicendo- nerale. Il re Luigi XIV con dichiarazio-
si: Canonici regulares Ordinis ss, Tri' ne de'27 febbraio yo3, ordinò conforme
1

ni la lis stili regni n s. Augustini. Teobal- a ciò cheavea conceduto a'superiori dei
do conte di Champagne nel 1260 die ai canonici regolari della congregazione di
religiosi uu canonicato nella chiesa di s. Francia, ed a quelli dell'ordine di Pre-
Stefano diTroyes; altro ne aveano nella monslraloconsue lettere patenti del 1 G7
collegiata di Mortaigne nella diocesi di e sua dichiarazione del 700, che nessun 1

Seez. iXeliaof) i canonici della cattedra- religioso trinitario poteste esser provve-
le di Meaux unirono la cura di s. Remi- duto d'alcun benefizio, fòsse cui alo, prio-
gio di lai città all'ordine de'triiulari, iti- rato curato o vicarialo perpetuo o altro,
di nel 1 2 38 pretendendo alcuni che que- se non vi era in iscritto espresso il con-
sti religiosi Don potessero posseder parroc- senso del generale di questui dine; e che
ihic, ne lu 1 nnos.i 1,1 derisione r (inciel- quelli che ne fossero provveduti, potes-
ino vescovo di l'erigi, il quale dopo aver sero essere richiamali chil capitolo o su-
t a i TR I 3o3
periore generale per delitti commessi o Gregorio XV col breve fujuncti nobis,
scandalo, noto all'arcivescovo o vescovo de' 8 aprile 622, Bull, cit.,
1 1 t. 5, par. t>,

diocesano, ed al loro superiore, o ancora p. 23, confermò privilegi, i le grazie e


ciò richiedendo il bene o l'utilità dell'or- gl'indulti concessi all'ordine da'suoi pre-
dine, di consenso però cogli ordinari nel- decessori. Urbano Vili col breve Domi-
le cui diocesi fossero situali Gre- i benefìzi. nici gregi?,Ae 5 luglio 1 62^, Bull, cit., p.

gorio XI 11 col breve Exposcil pastora- 346, confermò il decreto del capitolo ge-
li s qfficii, de' 7 ottobre 1 5y5, Bull. Rom, nerale, nel (piale fu stabilito spettare al
t.4» p ar 3, p. 3 o; Quod praeldti or-
- 1 definitorio nominare i religiosi da inviar-
dini? fratrum ss. Trinitads Redemptio- si alla redenzione degli schiavi. Innocen-
nis captivorum benedicere postini vasa, zo X
col breve In eminenti, de' 12 ago-
vesti/nenia, et ornamenta ecclesiastica. sto 654, Bull, cit., t. 6, par. 3, p. 279,
1

Nello stesso annoi 57 5 Gregorio XHI die confermò la legge che prescrive la cele-
a'trinitari la parrocchiale chiesa di s. Ste- brazione del capitolo generale ogni 6 an-
fano a Piazza di Pietra, della del Trul- ni.Innocenzo XII col breve Salvatori*,
lo per la sua volta e cupola, di cui tratta de'27 giugno 1693, Bull.àl., t. 9, p. 3o6,
il Paneiroli; ma pochi anni dopo fu de- concesse all'ordine i privilegi e le indul-
molila. Imperocché trovo nel Piazza, Z?- genze degli altri ordini regolari. Clemen-
merologio di Roma, a p, 3j, che cpian- 1 te XII proibì alla provincia d'Italia di ri-

do venne in Roma il b. Gio. Battista del- cevere frati ili altri ordini, col breve Sol-
la Concezione per fare approvare la ri- licitudo, de'27 giugno 1 735, Bull. 1. 14,
forma de'lrinitari scalzi, alloggiò nel con- p. 28. Clemente XI II col breve Alias prò
tiguo convento, che poi demolito e sop- parte, de'i3 febbraio 1 762, Bull. Rom.
presso, mentre ancora era in Roma, ven- cont. t. 2, p. 221 Attenta alternativa ;

ne ospitato da' carmelitani scalzi. Anche super electione Ministri generalis, et


la chiesa fu demolita. Clemente Vili col- Procuratori? generalis ordinis ss. Tri-
la bolla Ex omnibus, de'29 luglio 1
597, nitatis Redemptionis captivorum divisi
Bull, cil., t. 5, par. 2, p. 5g, confermò
1 in binai familias nempe intra, et extra
la donazione falla dal vescovo di Sigiteli* Hìspaniam, statuitili' methodus su/fra-
za al convento di Madrid, pel manleni- giorwnferendorum tam inCapitulisge-
ineulo di due religiosi in Algeri, per l'assi- neralibus ordinis, quani iiiCapitulis re-
stenza spirituale e caritatevole degli schia- speetivarum familiarum , quae singulti
vi ivi esistenti. Indi col breve Decet Ro- Pontificia auctoritate confirmantur . Lo
ma num, de'g maggio 1602, Bull. cit,, p. stesso Papa col breve Pastorali? qfficii,

42 1 : Prae/initio formae communica- de' o gennaio 1765, Bull, cit., t. 3, p.


tionis indulgenti arum , oralioratmque, 4o; Collegllali Cursorum vulgo Pasini-
ac aliorum boiiorum operimi, serranda tes prò studiis religiosorum ordinis ss.
a fratribus ss, Trinitatis Redemptionis Trinitatis Redemptionis captivorum in-
captivorwn, sta tis diebus,quibus ipsi ge- sti tutum in conventwn B. M. V. de I ir-

nerale m benedictionem face re consue- tutibus inprovìncia Castellaecoiifir ma-


veruni. Paolo V col breve Ex omnibus, tur, etapprobatur una cwn Statutis prò
degli 8 febbraio 1608, Bull. Rom. t. 5, ejusdem Collega directionc. Di più Cle-
'

par. 3, p. 293: Gratiae, et 'adulta fra-' l mente XIII col breve Militantis Eccle-
trum ordinis ss. Trinitatis Redemptio- siae, de 2.0 novembre 765, Bull, cit., p. 1

nis captivorum , ad partes infulelium 149: Confirmalur resolutio diffìnitorii


prò dieta redemptione se transferen- provinciac Castellae, Lcgionis, et Na-
tium ; nec non aliorum christifidelium varrac ordinis ss. Tr initalis Redemptio-
etiam non captivorwn ibi cxistentìum. nis captivorum } quai/i statai tur ut in pò-
3c>4 TR 1 T 11 I

sterum ministri corum, qui huic resola' tavano solamente la cotta. Il ministro ge-
tloni assensum praebuerunt eligantur ,
nerale e il ministro di Fonlainebleau a-
in capitalo provinciali. Inoltre Clemen- veano i titoli di consiglieri e limosinieri
teXIli col \nave Apostolici cura, de" 19 del re. Avea l'ordine in Francia per ar-
luglio 768, Bull, cit., p. 544 Facultas
1 : me un campo bianco con una croce chiat-
Ministro generalis ordinis ss. Tritata- ta rosso-turchina, circondata da fregiopa-
ti* Redemplionis captivorum, deputati- rimenti turchino adornato da 8 gigli
,

di Ficarium generalati, et tres assisten- gialli; lo scudo avea per cimiero la coro-

tes ejusdem ordinis sub certis legibus f et na leale di Francia sostenuta da due cer-
conditionibus in provinciis Castellae, vi bianchi. Il p. Honanni nel Catalogo

Betkicae, et Aragoniae. L'abito de'tri- degli ordini religiosi, par. 1, p. 88, ri-
nitaii era diverso in ciascun paese, por- porta un cenno sull'istituzione dell'ordi-
tando in Francia la sottana di saia bian- ne, insieme alle 3 suddescrille apparizio-
ca, collo scapolare parimenti di saia, su cui ni, colla figura del trinitario che descri-
vi era una croce rossa e turchina, comune ve così.» Solevano questi religiosi in al-

a tutti i trinitari. Quando slavano in co- cune provincie della Spagna usare la ve-
ro usavano nell'estate la colla e nell'in- ste bianca e la cappa di color bruno in-

verno la cappa con una specie di cappuc- clinante al nero detto tanè, per decreto di
cio aperlo davanti. In casa portavano una Pio IV fatto nel 559". 1 11 Capparoni che
mezzetta, e quando uscivano assumeva- riprodusse tale opera nella Raccolta de-
no il mantello simile a quello degli eccle- gli ordini religiosi che esistono nella
siastici. Tali abiti furono adottali verso città di Roma, sebbene riferisca le stesse

la metà del secolo XVII, poiché in prin- parole, rappresenta il religioso trinitario
cipio dell'istituzione de'lrinitari, vestiva- calzato con figura colorata, come real-
no di panno con cappuccio, tanto inco- mente ora veste in Roma. Questi religio-
ro, che in casa e per città, il qual abito si vestono la tonaca con maniche e lo sca-

conservarono i riformali. I religiosi d'Ita- polare con mediocre cappuccio attaccalo,


lia presso a poco vestivano come i rifor- il quale ha la mozzetla aperta davanti al
mati, uè altro divario passava tra loro, se petto, ed una gran cappa , tulio di saia
non che gli abiti de'primi erano più lar- lina e ili colore bianco, in petto, ossia sul-
ghi e di saia, portando lacappa tanto in lo scapolare, portano la croce mezza ros-
coro quanto per la città. Quelli della Ca- sa e mezza turchina, della forma che par-
rtiglia vecchia e nuova, dell'Aragona, Ca- tecipa della biforcala e dell'ancorata, ed
talogna e regno di Valenza portavano ve- altra simile ne hanno sopra la cappa nel-
ste bianca e cappa nera. Nel restante del- la parte sinistra. Il cappello nero è l'an-
laSpagna non portavano cappe, ma so- tico cappello ecclesiastico degli spagnuoh
lamente il gran cappuccio nero che scen- con grandi falde alzate, come sino a'uostri
deva fino alla cintura; que'di Portogallo giorni l'usarono i gesuiti perchè il glorioso
parimenti portavano cappa nera, e tut-
la s. Ignazio lóro fondatore era spagnuolo,ed
ti, a riserva degli 6calzi, usavano scapola- ora portano il comune cappello ecclesia-
re e sopra la cappa o mantello una cro- stico. Così lo descrisse il p. Annibali da
ce rossa e turchina. Questi religiosi por- Laiera, Compendio della storia degli
tavano anticamente in coro sotto la loro ordini regolari esistenti, t. t, cap. 33 :

cappa la colta, in certi giorni determina- Dell'ordine de Trinitari. Anzi noterò,


come era espresso in un antico Ordina-
ti, che Alessandro VII col breve ExinfunctQ
no ms. che si conservava nel convento nobis, dell'8 febbraio 6GG, Bull, Ro/11. 1

de'Mathurins a Parigi, ed in que'giorni l. 6, par. 6, p. 10G, permise di usare la


a Ile processioni lascia vano la cappa e por- cappa nera u'iriuitari calzati di Casliglia,
T R I TRI 3o5
Aragona, della Betica e di altre proviti- Guadix per decreto di Bene-
la diocesi di

eie. L'ubilo de'trinitari dev'essere tutto detto XIV emanato nel 757. Il fanciul- 1

bianco; la concessione della cappa nera o lo s. Cristoforo vestì l'abito di terziario

bruna è stata introdotta per dispensa di nel convento di Toledo e fu martirizza-


Adriano VI, concessa alla provincia di Ca- to da 'giudei a'3 marzo 149 '> avendo es-
1

stiglia pe' religiosi che andavano alle re- si esercitalo sul suo corpo tutte le crudel-
denzioni in Africa e Asia, poi estesa are- tà che i loro antenati fecero a Gesù Cri-
ligiosi di tutta la provincia da Pio IV, ed sto: questo martirio seguì in una rupe vi-
a tutto l'ordine da Alessandro VII, tran- cino alla villa del la Guardi a, diocesi di To-
ne le case di Roma. L'ordine Trinitario ledo, della quale è patrono. Gli si rende
prima avea in Roma un cardinale prolet- culto per lui la l'arcidiocesi di Toledo,co-
tore. In questo dell'antica osservanza, ol- me in tulio l'ordine, con uffizio proprio.
tre i nominati santi e personaggi illu- I trinitari vantano un bel numero di scrit-
stri, principalmente fiorì il b. Simeone tori, di vescovi e di cardinali, fra 'quali il

o Simone di Roxas (V.)t beatificato da cardinal Antonio Cerdano{F.)i\e\ titolo


Clemente XIII nel 1766, nel (piale anno di s. Grisogono, già procuratore genera-
pubblicò in Roma la Vita il celebre ge- le dell'ordine, da Pio II chiamato il prin-
suita p. G. C. Cordata. Oltre gl'iunuine- cipe de' teologi del suo tempo. Quanto
l'abili martiri che r'ordiue Trinitario eb- l'ordine de' trinitari recò sollievo all' u-
be dalla sua origine in Africa , in Asia, inanità sofferente, nel tempo iu cui i pira-
nella Spagna, in Italia, il secolo XVI ne ti e corsari maomettani padroni di diver-
fu il più fecondo, in cui il furore degli e- si mari, mettendo a ruba e sacco le cit-

retici infierì contro i difensori della reli- tà litorali, menavano Schiavi [/'.) quan-
gione cattolica, massime nellaSvezia, Sas- ti più potevano, lo celebrò la storia, e con
sonia, Ungheria, Boemia, Olanda, Inghil- trai li d'inaudito eroismo, offrendo di con-
terra, Scozia e Irlanda. Ed è a notarsi tinuo la loro vita in olocausto per la li-

specialmente, che in questi 3 ultimi regni berazione de'crisliaui dalla schiavitù, re-
morirono nelle persecuziòni d' Enrico V 1 1 stando talvolta per essi in ostaggio e sot-
e di sua figlia Elisabetta 33 27 religiosi tentrando alla loro sventura, come s. Pie-
trinitari, dovendo dirsi a gloria di questo tro Armeugol che si rassegnò a morire
cospicuo ordine, che in esso non fu mai per altri appeso alle forche. Questo uma-
alcun apostata, come alferma Clemente no, religiosissimo e santo istituto, non so-
Rei nero, negli Annali della chiesa An- lamente con indefessa virtù s'impiegò nel
glicana nell'apostolato de' Benedettini, redimere gli schiavi cristiani dal. e mani
p. 64- " Questo è meraviglioso, che tra le degl'infedeli, ma ancora prese cura del-
altre famiglie religiose non mancò qual- le loro anime in mezzo eziandio alla schia-
che apostata, e monasteri dell' ordine
i vitù stessa, oeli* assisterli nelle loro ma-
della ss. Trinità, ch'erano in Inghilterra, lattie in tutto quello che loro bisognava,
Scozia e Irlanda non ne ebbero nessuno. e nel governo e regolamento degli ospe-
E perchè forse questi monaci tenevano il dali o ospizi dal medesimo fondali tra
titolo della ss. Trinità, dato loro dal cie- gl'infedeli. In tutti tempi i trinitari, in
i

lo, tulli senza eccezione d'alcuno furono adempimento del loro esemplare e cari-
abbruciati, abbracciando allegramente e tatevole istituto, si segnalarono nelle più
fortemente i tormenti del fuoco, ove ri- splendide opere di cristiana misericordia,
splendevanodi prodigiosa luce. Abbiamo massime in Africa, in Asia, in Grecia, e
pure il b. Marco Criado martirizzato dai nelle parti delle Spagne quando erano do-
mori nel 1570, trinitario della provincia minate dal giogo de'mori maomettani. I
Letica. d'Andalusia, e gode culto iu tutta triuilari operarono 36 redenzioni o ù-
1 1
3o6 TRI T R I

scatti generali e parziali, nelle quali libe- la Croce, ed è sormontato dalla corona
rarono circa un milione di schiavi, tra i reale. In Roma i trinitari calzati italiani
quali moltissimi personaggi, ed a cagio- di Lombardia 161 4 edificarono la
nel
ne d' onore ricorderò fra essi il celebre chiesa di Francesca romana con con-
s,

Cervantes, autore del Don Chisciotte, vento annesso, ora del Conservatorio o
sotto gli auspici! del loro stendardo che Ritiro della Croce di s. Francesca Ro-
ha per epigrafe: Gloria Deo Li no et Tri- mana (P.). Questi trinitari ebbero ver-
no et Captivis Libcrtas, Laonde l'ordi- tenze col vicino ospizio e chiesa de'ss. Gia-
ne de' trinitari conosciuto così utile allo como e Ildefouso degli agostiniani scalzi
non meno che alia Chiesa, meritò
stato, spaglinoli, e ne parlai nel voi. LXXV1,
sempre la prolezione de'Papi, de'vesco- p. 261; venuti in concordia, Alessandro
vi, de'sovrani cattolici, e delle popolazio- VII ne confermò capitoli col breve Mi- i

ni esposte alla schiavitù. L'eminente ca- li tantis Ecclesiae de' i5 marzo 666, , 1

rila de'padri Dell'assistere gli schiavi, spe- Bull. Rom, t. 6, par. 6, p. 108. Della con-
cialmenle infermi e singolarmente nelle fraternita eretta in detta chiesa, parlerò
frequenti pestilenze, sovente destò l'am- dicendo de' Trinitari del terz ordine. O-
mirazione degli slessi infedeli, i quali tal- ra in Roma de'trinitari calzali spaglino-
volta provandone la loro benignità, ser- li dell'ordine primitivo , nella casa della
vì per far loro concepire un'alta idea del- loro chiesa che vado a descrivere, risie-
la religione cristiana, ed a temperare la dono il ministro geperale e il procurato-
loro crudeltà verso gli schiavi apparte- re generale. Presentemente vi è il com-
nenti alla medesima, oude il nome de'lri- missario apostolico generale nominato
nitari restò in benedizione in diverse ino- dal Papa Pio IX.il R. 'no (>
. Antonio Mar-
spite regioni. Obbligati i trinitari a can- lin Bienes, già ministro della eas;t e segre-
tar l'ullizio divino, con intendimento d'o- tario generale dell'ordine; ed il procura-
norare la ss. Trinità, finché durò la schia- tore generale al presente è vacante. Reiet-
vitù delle piraterie, il line precipuo del to commissario apostolico ha intrudono
loro istituto, fu quello di questuare liino- nel convento di Roma la segreteria del-
uneda'ledeli, onde recarsi poscia fi a 'bar- la beneficentissima opera della s. Infan-
bari a riscattare gli schiavi cristiani, im- zia in favore de' Trovatelli o fanciulli c-
piegando ciascuna casa lutti gli anni un sposti cinesi (P.), che ha tanta relazione
3.° di sua entrata in questa pia opera- con l'antico riscatto, ed un religioso tri-
zione. La regola e gli statuti de' trinita- nitario n'è il segretario.
ri furono stampati nel 1570. Bonaven- Chiesa della ss, 'Trinità de' Trinita-
tura Barone scrisse gli Annales ordinis ri calzati spaguuoli.il! situata nel rione
ss. Trini talis, Romaei684- Le provin- Campo Marzo, al principio della lunga
cie in cui sono i religiosi dispersi, dopo Strada de'Condotli, che da quella delCor-
la «oppressione degli ordini regolari, fat- so conduce a piazza di Spugna. Deside-
ta anni addietro nella Spagna (P-), ri- rando i religiosi trinitari di Castiglia di
masero a tre e con 76 case, olire la pro- fondare Roma un convento pel loro or*
in
vincia di Portogallo con 6 case. Ora a mo- dine e provincia, furono aiutati nell'im-
tivo di detta soppressione e politiche vi- presa dalla generosa munificenza di fr.
cende, non esistono che /(conventi, quel- Diego Morosi! lo arcivescovo di Lima nel
lo di Roma appartenente alla provincia Peiù, e viceré dell'Indie occidentali spa-
di Gattiglia , due in Polonia ed uno in glinole. Pei lauto fu acquistato il luogo e
Palermo. convento di Roma ha forma-
Il l'isola, compreso il palazzo Rucellai, ritn-
lo il mio stemma di una Croce in campo pelto in parte a quello de' Il u spoli, giàap-
bianco culle catene, e sullo un Ccivocul- pai lenente a 'medesimi Rucellai; ne rimo-
T 11 I TRI 3o 7
Q
demarouo il prospetto dal loto del Cor* squcz; Giovannide Mattia nel i, al-
il s.

so, e si die principio al convento o ospi* tare venne dipinto da Gaetano Lapis; la
io nel inaggio e poco dopo si pò-
i ^4' > s. Agnese nell'ultimo fu condotta dal lìe-

: anctie la fondamentale perla


i ."pietra nefial. Le pitture nelle volte del coro e
nuova chiesa in onore della ss. Trinità, della chiesa, non che quelle della sagre-
il che esegui il cardinal Antonio Saverio stia, sono di mano di Gregorio Gugliel-

Gentili protettore di tolto l'ordine Trini* mi. Di recente i religiosihannouobilmen-


torto a'29 settembre, Dell'uno e dell'ai- te restaurato la chiesa e l'adiacente con-
Emanuele Lio»
tro edilizio fu ardii tetto vento,
di iquez de Santes portoghese. La faccia- TRINITARI RIFORMATI, Fra tram
la esterna della chiesa formasi di colon- Reformat or uni Ordinis .ss. Trinilatis,
ne e pilastri di travertino, ed è ornala con L'ordine de'religiosi Trinitari (Fi), per
statue di stucco; quelle in cima furono la- le vicende de'lempi caduto in notabile ri*

vorate da baipassare Maltei; l'Angelo co- lassarneiito e perciò bisognosodi riforma,


gli schiavi, che sovrasta la porla, venne e- fu dessa ordinata ne'caniloli generali del
seguito da Pietro Pacilli, ed i due fonda- i5j3 e del 1 ^76; tutta volla non si effet-

tori ss. Giovanni e Felice, da Pascasio La- tuo , finché Dio fece sorgere i i\i\e santi
tour. L' interno della chiesa è di fui ina eremiti riformatori p, Giuliano di Nan-
el ittica con 6 cappelle sfondate cogli alla- to vii le della diocesi di Chartres, e p. Clan-
ri, 3 per parte, l'altare maggiore in fon- ilio Aleph della diocesi di Parigi, abitato-
do, oltre la cappella a destra dell'ingresso, ri d'un romitaggio detto di s. Michele vi-

dedicala al b. Simone de Roxas. Gli al ciuoa Pontoise. Domandarono essi licen-


tari e le balaustrate sono di marmi di- za a Papa Gregorio XIII di portare l'a-
versi, decorati da stucchi dorali; compre- bito dell'ordine della ss. Trinità, e il Pa-
so il grande, ov'è il bellissimo ciborio di pa informato dell'austera e regolare vita
metallo dorato, furono lavorati dal det* da essi menata conio altri compagni nel

to Matlei, con disegno dello spagnuolo nominato eremo, lo convertì in una casa
Giuseppe liei monsilla, così di quelli che dell'ordine, con bolla de' 8 marzo 578, 1 1

lormaiio l'ornamento del resto del lem- edessi ne fecero la professione nel con ven-
pio, eziandio eseguili dal Mattei. Sopra to di Cerfroy primario dei medesimo, l'8
la un buon organo. 11 quadro de!
poi la è ottobre 58o. Si dierono immantinente
1

1. "altare a destra entrando è pittura di ad osservare con ogni più minuta esattez-
Giuseppe Palladino messinese, che vi e- za e con sì gran fervore la regola e quanto
spresse s, Caterina ; il i.° esprimente s, concerneva l'istituto, che molli religiosi
Felice di Valois, è di m.' Lambert fiam- dell'ordine vollero imitarli, richiamando
mingo; il 3.° coll'Immacolata Concezio- in se medesimi lo spirito de'ss. fondatori
ne, è di Francesco Preziado spaglinolo. Giovanni de Matha e Felice di Valois, e
Il dipinto dell'altare grande, esprimente dilatarono l'ordine con nuove fondazio*
la ss. Trinità con l'Angelo che libera due ni.JMel 160 iCiementeVHl permiseaque-
schiavi, fu condottoda Corrado Giaquin- sii trinitari riformati di presentar due o
to; e questo cappellone, oltre d'essere ab- tre de'loro religiosi al ministro generale,
bellito da'delli stucchi, è anco ornato coti affinché ne scegliesse uno per visitato-
alheschi, tanto nella cupola, (pianto nei re generale, Paolo V nel1619 die loro
peducci, usciti di mano d'Antonio Vela- facoltà d'erigere nuove case e d'iulrodur-
squez spagnuolo, il quale colorì pure i
re la loro riforma nell'antiche, come an*
due ovali laterali all'altare. Il Buon Pa- cora d'eleggere ogni tre anni un vicario
slore suli.° altare dopo il maggiore, da generale, volendo però che fossero sem-
inano sinistra, è altresì opera del Vela- pie soggetti al ministro generale dell'or-
3o8 TRI TR I

il i ti e primitivo. Urbano Vili nel 1624 a- le case, le cui entrate doveansi impiega-
vendo data autorità al ministro generale re per la 3." parte nel riscatto degli schia-
di visitare il suo ordine, dichiarò con uu vi, trovò che la casa di Parigi, che avea
breve, ch'egli non intendeva di derogar d'entrata 1 0,000 lire l'anno, non era tas-
puntoa'privilegide'riformati, nèdi recar sata pel riscatto che di soleiS lire; quel-
Joroalcun pregiudizio;ordinando per con- la di Meaux corredata di 800 1 lire di ren-
trario, che eglino non potessero essere vi- dita, quella di Fontainebleau 600, quel- 1

sitati contro lo stabilito ne' loro statuti, la di Clermonti 200, e quella di Verbe-
approvati dalla s. Sede. Queste bolle e ne 1200, non erano tassate che di 6 li-

questi brevi furono autorizzati da lettere re, e cosi le altre a proporzione; oltre che
patenti del re Luigi XIII, nonostante le si era da'religiosi perduto ogni buon uso
opposizioni faltedaque'dell'antica osser- di regolai e osservanza; onde col consiglio
vanza^ registrate nel consiglio a'ig mag- d'alcuni de' commissari, e dii2 religiosi
gio 1627. Non avendo però non rifor- i di differenti ordini riformali, cioè de'ca-
mati desistito, ma continuando ad inquie- nonici regolari, defoglianti, de'domeni-
tare i religiosi della riforma , ottennero cani, de'cappuccini e de'carmelitani scal-
questi ultimiun breve da Urbano Vili, zi, pronunziò il 1. "giugno; 638 sentenzi».
-

de 25 ottobre 635, in cui il Papa nomi-


1 Con questa ordinò, che il ministro gene-
no il cardinal Itochefoucaud, commetten- rale de'trinitari avesse due assistenti, da
dogli far la visita e riformare da per se, nominarsi dal cardinale, di quell'ordine
o per mezzo di chi giudicasse a proposi- religioso che a lui paresse più proprio, e
to, tutti i conventi de'trinitari di Francia. che tutti insieme reggerebbero il gover-
Si opposero gli antichi, e malgrado le lo- no dell'ordine; che tutti gli atti sarebbero
ro opposizioni , il re con lettere del set- in avvenire firmati da questi tre , colla
tembre i63y volle diesi eseguisse l'ordi- pluralità de' voti, sotto pena di nullità de-
nato dal breve, e nominò a tal elfetlo in che due religiosi fagliatiti
gli atti slessi;

commissari lloissy, Fouquet, Sanguiu ve- dimorerebbero nel convento di Parigi, af-
scovo diSenlis, Seguier vescovo di Meaux, fine d'istruire i religiosi nell'osservanza
e Lai né de la Alargliene, con diversi con- regolare, per tutto quel tempo che giu-
siglieri di stalo per ascollare e regolare dicherebbe^ necessario; e che due padri
questi religiosi in tutte le loro differenze. della compagnia di Gesìi anelerebbero al
Ciò non pertanto, volendo il ministro ge- convento di Cerfroy per ivi fare le me-
nerale de'trinitari, insieme cogli antichi desime cose. Quanto a.' regolamenti per
religiosi, impedire l'esecuzione del breve, l'osservanza regolate, ordinò che la rego-
diesai pretendevano surrettizio, appella- la, la quale di li innanzi professerebbe»!

rono come d'abuso al parlamento di Pa- in quest'ordine, fosse la regola primitiva


rigi; ma il re avocò al suo consiglio que- spiegata da Papa Clemente IV tal (piale
st'appello con decreto del dicembre, con è distesa nel libro intitolalo: Regala et
cui rimesse le parti a'commissari da lui Statuto fratrutn ordini* ss. Trinitatù,
deputali,ordinò"ad essi sentire le dilferen- .stampato in Donai nel 586; ed in un al-
1

zeepoi Volendo il cardinal


riferirle a lui. tro intitolato: Regula fratrum tt. Tri-
Ilo hel'oucaud mandare in esecuzione il nitatis, stampalo in Parigi nel 163 7; la
breve pontifìcio, die commissionea'3o di- quale regola è conforme alla bolla di Cle-
cembieiG37 al p. Faure riformatore dei mente IV, della quale parlai nel prece-
canonici regolari della congregazione di dente articolo. Che 3 voti di castità, po-
i

Francia, di visitare il monastero de'tri- vertà e ubbidienza fossero interamente


nitari di Parigi, delti Malhurins. Essen- osservali; che nessun religioso da coro po-
dosi il cardinale informalo delio slato del- tesse uscir solo dal convento; che polcs-
T II I TRI 3o 9
sero andar calzati per ordine del ministro dine. Giovanni III re di Portogallo, aven-
generale o del provinciale; che la stabi- do anteriormente neh 554 procurata la
lità , di cui si fa menzione nella regola, riforma degli ordini religiosi nel suo re-
dovesse intendersi nell'ordine, e non in gno, erano stati compresi in essa anco i

convento , stando alla dichiarazione di trinitarie convenne loro di ripigliare l'os-


Clemente Vili, confermata da Paolo V; servanza della regola modificata. La ri-
e ch'essi non potrebbero portale se non voluzione francese scoppiata nello scorcio
camicie di lana. Contengono questi re- del secolo decorso, soppresse anche i tri-

golamentilo capitoli o articoli principa- nitari riformati.


li. Tratta il i ."della regola e de'voti; il a.° TU IN ITA RI RIFORMATI SCAL-
della missione de' fra ti; il 3.° del riscatto ZI DEL RISCATTO, Or do refornm-
degli schiavi, e della 3/ parte delle ren- torum (lisca Iceatus ss. Trinilatis re-
dile che deve impiegarvi ciascuna casa; demptionis captivorum. Essendo slata
il 4>° delle vesti, con proibizione delle ca- ordinata la riforma de' Trinitari cai'
micie di lino; il 5.° del vitto, dell'astinen- zati dell'ordine primitivo (A.), da due
za e del digiuno; il 6.°de'luoghi regola- capitoli generali delmedesimo nel i5y3
ri; il rj.° de'capiloli locali; l'8.° del capi- e neh 576, fu dato principio a questa in
tolo generale; il g.° delle case di novizia- Francia neh 578 co' Trinitari riforma-
to; il io." dell'uffizio divino, in cui viene li (y.) quindi alle premure de'capiloli
t

espressa l'alzata a mezza notte per la re- generali perla riforma, neh 5g4 s ,,n '* '

cita del mattutino. Dipoi la sentenza fu rono ancora religiosi trinitari delle pro-
i

confermata da un decreto del consigliodi vincie spagnuole di Castiglia, Aragona ed


stato de*23 novembre 638, ed il cardi- 1 Andalusia, quali tennero un capitolo ge-
i

nale dichiarò ch'egli non intendeva coni» nerale a cui presiedè il p. Diego Gusinan;
presi inepiesta sentenza e ne'presci itti re- e siccome l'ordine era in lutto il regno de-

golamenti gli antichi religiosi ,


the fino caduto in profondo rilassamento, fu nel
allora non erano slati allevali nell'osser- capilolodecretatOjche in ciascuna provin-
vanza di ciò che concerne l'astinenza del- cia si determinassero due o tre case in cui

la carne, l'uso delle camicie di lana e il si dovette osservare la regola primitiva,


mattutino di mezza notte, rimettendosi col vivere i religiosi con maggior auste-
circa l'osservanza di queste cose a quan- rità, sì riguardo agli abili, che doveauo
to detterebbe loro la propria coscienza. essere di panno più gì ossolano, sì rispet-
Laonde queste austerità s' ingiunsero ai to al tenore di vita; con questo però, che
soli riformati, a cui non era lecito man- avesse ciascuno la libertà di ritornare nei
giar carne che le domeniche, e in alcune suoi antichi conventi quando più gli pia-
feste solenni espresse dalla regola. I Pa- cesse. I religiosi zelanti e osservatori del-
pi Leone X e Adriano VI aveanodispen- la regola, provarono inesplicabile conlen-
sato i trinitari dell'antica osservanza dal- to nell'udire queste sante determinazio-
l'astinenza,con permetter loro mangiar la ni del capitolo; ma gli altri religiosi con
carne in refettorio. I superiori delle Pro- gran calore vi si opposero, ed i superiori
vincie di Champagne, Picardia e Nor- medesimi cheaveanofatto il decreto, non
mandia erano perpetui ed appellavansi , si presero gran pensiero di vederlo ese-
ministri; que'delle provincie di Spaglia e guito. In questo stato di cose scorse un an-
(I Italia, e i superiori aeriformi ali erano no e mezzo, quando avvenne, che il mar-
triennali. Formarono due provincie, una chese di Croce d. Alvarez Bassano, com-
s.

in Francia, l'altra in Provenza, in cui a« mendatore dell'ordine di s. Giacomo, ge-


veano circa 24 conventi, nel numero dei nerale delle galere di .Napoli e di Spagna,
quali era quello di Cerfioy capo dell'or- andando ad Almagro prese in sua com-
3 o 1 TRI TRI
pagaia un religioso trinitario, con cuicon- logia solfò il I). Simeone o .Simone di Ho-
versando, gli palesò il disegno che avea x.;>s provinciale di Gustigli», e confessore
concepito di fondare un convento a Val- della regimi Elisabetta ili Francia ino-
depe»uas, villaggio della diocesi di Tole- glie di Filippo II. Impiegato da'supei lo-
do. Udito ciò il religioso, lo pregò a far- ri nella predicazione, e operando co'»noi
io pel suo ordine; ma protestando d. Al- numerose conversioni, gli fu do-
discorsi
varez non poterlo esaudire, per aver de- mandato ove attingesse le materie di si
lerminuto di collocarvi de'religiosi rifor- dotti sermoni. Rispose con modestia : Il

inati e scalzi, gli replicò il che


trinitario libro donde li traggo, è Gesù Cristo e Tu-
avrebbe ottenuto il suo intento metten- razione. Siccome il decreto per la ritortati
dovi de'religiosi del suo ordine, poiché per ordinava, che si stabilissero in ciascuna
decreto del capitolo generale erasi riso- provincia 3 case di recollezione pe'rilor-
lulo di stabilire iu ciascuna provincia del- mali di stretta osservanza, la riforma e-
le case di riforma. Da cpiesle ragioni per- rasi parimenti introdotta ne'conventi di
laaso il marchese, si trattò l'affare cogli Ronda e di Rienparada. Ma i religiosi che
abitanti del luogo, e tra gli articoli del- vi dimoravano, non si mostrarono più.

la fondazione, espressamente fu stabilito: fervorosi di quelli di Valdepegnas; veden-


Che non si ricevessero se non religiosi ri- do (póndi il b. Giovanni, che questa ri-
formati che andassero scalzi. Il convento forma mai avrebbe avuto sussistenza, (in-
e la chiesa furono celeremenle fabbrica- che i religiosi giovandosi del decreto del
ti ;e nella 2.'' vi si potè celebrarla i.'ines- memorato capitoloavessero libertà di tor-
sa a'g novembre 5g6. 1 I religiosi che vi nate fra gli antichi , e finché gli antichi
entrarono si spogliarono de'loro abili per fossero padroni de'conventi de'riformati,
vestirne «li più grossolani, e giusta la con- risolvette di recarsi a Roma per ottenere
venzione fatta cogli abitanti di Valdepe- da Clemeule Vili lo stabilimento della
gnas, introdussero l'uso di andare scalzi, riforma medesima, e che gli scalzi fosse-
riservandosi solamente di portare piccoli io interamente separali da'trinilari dei-
sandali di cuoio o di corda all'usanza di l'antica osservanza, ma che di fatto non
Spagna. Giovanni Battista dellil
Il b. osservavano la regola primitiva.! religio-
Concczione (^/ .), In uno de'primi che si si calzati, cioè gli antichi, fecero vigoro-
UDI a questi religiosi, de' quali fu eletto seopposizioni alle virtuose operazioni del
superiore, e viene riconosciuto per islitu- servo di Dio; e l'ambasciatore di Spagna
loie di questa riforma, pel cui zelo e fer- che avea da prima favorito il riformato*
vore devesi il suo mantenimento, non a- re scalzo, gli attraversò poi per quanto
vendo i religiosi che prima di lui erano valse i suoi disegna Nondimeno il b. Gio-
entrati nel convento perseverato nelle vanni, dopoaversoggiornaloin Homacir-
sanle loro risoluzioni, per esser tornati ad cai 8 mesi, con sommo suo giubilo otten-
ahilare que'con venti donde per desiderio ne da Clemente Vili il breve Ad nuli'
ilimaggior perfezione erano usciti. Sino tantisEcclesiac^eio agosto 5c)f), Bull. 1

dalla fanciullezza il b. Giovanni die sag- Rom.l. 5, par. 2,». 2.58: Institutio Coli-
co di santa vita, quello che Dio gli fece giTgationisfratrumRcforinatnrum,ac
operare a sua gloria gli fu predetto dal- Discalccatoruni ordini* ss. Ti-initatis
la fondatrice de'carnieliiaui scalzi s. Te- redemptioiiis caplivoriim. Approvandoli
resa, e per gli esempi de' medesimi car- Papa la riforma de' trinitari scalzi, con-
melitani seab,i abbracciò l'istituto de'tri- cesse loro le 3 case di recollezione di Val-
nilari nel convento di Toledo, di cui ve- depegnas, di Ronda e di Rienparada. Ma
stì l'abito nella vigilia de'ss. Pietro e Pao- se il bealo molto si affaticò per ottenere
lo del 1 58o,di 9 unni; indi studiò
1 la teo- tal breve, di più malagevole gli riuscì il
T K I TRI 3 ri

fililo eseguire nella Spagna; giacché i re- «celleraggine, i frati persecutori riconob-
ligiosi di Honda e di Uienparada non vi bero il loro misfatto, e riflettendo sopra le

vollero in alcun modo ubbidire, e ritor- perniciose conseguenze ch'erano per na-
narono tra'li inilai calzali, quali s'impa-
i i scere, prima che spuntasse il giorno par-
dronirono d'ambedue conventi, e ripu- i tirono, e poi non più molestarono rifor- i

gnanti acconsentirono che l'altro di Yal- mati che pacificamente restarono


scalzi,

depeguas restasse agli scalzi, e ciò perchè nel convento. Quindi in due anni si fece-
non potevano loro impedirlo, a cagione ro 4 fondazioni nuove, cioè in Soculla-
della condizione colla quale erano itali ri- mos, in Alcalà, in Madrid ed a Valletto-
cevuti dagli abitanti del luogo, che ivi non lid. JNel ifio5 Clemente Vili vedendo che

dimorassero se non religiosi riformati e già eranvi 8 Conventi di questa rilorma,


scalzi. Ne prese quindi il b. Gio. Battista permise a'irinitari scalzi che eleggessero
della Concezione pieno possesso nel 1 600, ogni 3 anni un provinciale. Radunato il

e die principio alla riforma, die fu di su- loro i.° capitolo in Valladolid, fu eletto
bito ridotta a un solo convento. Intanto provinciale il b. Gio. Callista, il qualeot-
nel 160 1 in Francia per opera d'altro ser- tenue da Paolo V successivamente, pel-

vo di Dio furono istituiti i Trinitari ri» le altre fondazioni di conventi dal suo in-
formati scalzi del riscatto di Francia cessante zelo operate, il breve Ecclesia?.
(/•'".), i quali riuniti poi a questi trinitari Catholicae, de' 1 5 dicembre 609, Bull. 1

diSpagna formarono un ordine tliviso in Rota. t. 5, par. 3, p. 387, col quale il Pa-
due congregazioni questa di Spagna ,
e pa ascrisse tra gli ordini religiosi me/idi-
quella diFrancia. Ma i trinitari scalzi fran- canti, e colla comunicazione de'privilegi,
cesi restarono estinti nella rivoluzione questo de'trinitari scalzi. Il breve Ex fife»

francese, che pose soqquadro l'Europa èfto t de'24 dicembrei 609, JJull.cw., p.
negli ultimi anni del secolo pastaio. Quei 38q, e siccome ivi si riporta il posterio-
trinitari che avenno abbandonato il con- re breve In supremo, de' 4 agosto fi 3, 1
1 1

vento di Vahlepegnas e consentilo che re- l'argomento d'ambedue è questo. De di'


stasse al b. Giovanni, peutendoseue vol- stinc tione duarum provinciarum Castel-
lero rientrarvi notte tempo col riprove- lue et Be(hicae,et eleclioneVicarii gene-
vole disegno di cacciarvi i riformati scal- ralis,Minìstrorum provincialium, De-
zi, né riuscì loro difficile il penetrarvi sic- elaliorum MinistrorumCon-
finitornnt,
come pratici della casa, l'i imamente an- gregationis fratrum Rcjormatoruni Di-
darono alla cellelta del riformatore.il qua- scalceatorum ss. Trinitatis redc/nplio-
le dallo strepilo che facevano uscito d'im- TUspaniarimi.
nis caplivoruni in rcgnis
provviso, si vide innanzi a 3 o 4 religio- Inoltre Giovanni ebbe la consolazio-
il b.
si provveduti di corde, che assicuratisi di ne, che Paolo V emanasse il breve Quac
sua persona, lo spinsero villanamente nel piae, de' o febbraio filo, Bull,
1 t cit., p.
cadde a terra. Gli le-
la sagrestia, ov'egli 3g w/lpprobatio Consti tutionin C lente w
garono le mani perdi dietro con tanta vio- tis V111 super confinila tione Congre-
lenza premendolo colle loro ginocchia
,
gationis fra trum Discalce.alorum ordi-
sulle spalle, che tutte gli scorticarono le nis ss.Trinitatis redemplionis captii-o-
braccia. Cosi legato Io strascinarono ad rum primitivam Re gii l ani observan-
,

ima fossa piena d'acqua, per quivi gettar- tinnì, cum adjectione duoruni votorum,
lo; ina riflettendoche l'affogarlo gli avreb- ultra alia votaipsius ordinis, cioè di non
be accelerato la morte, pei l'estrema de- pretendere o procurare direi tamente o in-
bolezza cui era ridotto, slimarono meglio direttamente nell'ordine gli ollìzi e le di-
di chiuderlo in una prigione insieme ad gnità, e cosi fuori di esso. Il b. Gio. Bat-
altro religioso. Commessa appena tanta tista della Concezione, dopo aver fonda-
3.2 TRI TR I

lo 1 8 conventi di riformati scalzi,dopo clie gui re bellissime suona te a piena orchestra


la sua penitente Francesca di Romeru isti- di strumenti da fiato. Nel medesimo an-
tuì le Trinitarie scalze (I7 .), dopo esse- no si pubblicò in Roma il Compendio di

re stato eroe di penitenza e di amor di- sua vita. Il b. Gio. Battista essendo pro-
vino, ed impiegato il restante di sua vila vinciale de'trinitari scalzi di Spagna, a'7
esemplare nel governo dell'ordine rifor- febbraio 1
609 avea adunato in Madrid il

malo, d'anni 52 soavemente spirò in Cor- capitolo provinciale, e fra le altre cose vi
dova a' 4 febbraio 6 3, nello slesso gior-
1 i i fu deciso, che pel bene della riforma con-
no in cui i 6 anni prima era entrato nel veniva fare una fondazione in Roma ed
convento di recollezione, e pronuncian- aprirvi un convento con procuratore pres-
do queste parole: O mio Dio! voi sape- so la curia romana o s. Sede. Ad ell'ettua-
te aver io fatto tutto quello che poteva; re il decretato furono mandati in Roma
seguite dal versetto: Laetatus sitm inhis il p. Gabriele dell'Assunta ed il p. Tuoi-

auae dieta sunt mitri, in domimi Do- peri di s. Francesco, il p. Francesco del-
mini ibimiLS. 11 buon odore di santità da l' Assunta e fi\ Giovanni di s. Caterina
lui lasciato, i miracoli da Dio operati a converso. Vi giunsero nel marzo dello
sua intercessione, particolarmente al suo stesso 1609, e dopo superate non poche
sepolcro, mosselo il dotto Piazza nel pub- dillieoltà, avendo comprato nel settem-
blica re nel i 7 i 3 il suo Emerologio di Ro- bre 161 i una casa accanto ad una delle
ma,» fare neldì anniversario del suo tran- Quattro Fontane, nel sito ove ora è il con-
sito la Digressione 16.*: Del ven. servo vento di s. Carlo, detto volgarmente s.
di Dio il p. Gio. Battista della Conce- Carlino, a'3 giugno 1612 la ridussero a
zione fondatore della riforma dell'or- forma di ospizio, e col contemporaneo ac-
dine della ss. Trinità del Riscatto. In quisto dell'altre due contigue case l'am-
questa ne celebra le virtù e le sante ope- pliarono a guisa di convento. Indi edifi-
razioni , e tra le notizie interessanti clic carono una piccola chiesa annessa, la qua-
di lui riporta, narra cb'ebbe a maestri di le dedicarono alla ss. Trinità ed al car-
spirito s. Teresa e il venerando maestro dinal s. Carlo Borromeo arcivescovo di
Giovanni d'Avila denominalo l'apostolo Milano, e perciò la 1. "eretta sotto l'invoca-
dèli'Andalusia. Papa Pio VII nel 1819 zione di tal santo dopo la sua canonizza-
decretò a'27 aprile la solenne beatifica- zione, eseguita da Paolo V nel 1 6 1 o. I tri-

zione del b. Gio.- Battista della Concezio- nitari scalzi spaglinoli vi presero solenne
ne, fondatore de'ti initari scalzi riforma- possesso e vi collocarono il ss.Sagramen-
ti, la quale fu celebrata nella basilica Va- to,avendocelebratosolennemente la mes-
ticana n'26 settembre, e non a*2g apri- sa il cardinal Ottavio Bandini protetto-
le come dice il boiler; poiché se ne leg- re dell'ordine. A' 19 aprile 638 il cardi- 1

ge la minuta descrizione della pompa, de- nal Francesco Barberini nipote d'Urba-
gli addobbi, de'dipinti e delle iscrizioni, no Vili pose lai. "pietra per la nuova chie-
nel n.°78 del Diario di Roma di detto sa esistente,venendo edificata sulla pre-
anno. Ivi pure si riferisce, che i trinitari cedente troppo meschina in miglior for-
spaglinoli scalzi del convento di s. Carlo ma, ed anco il convento fu rifabbricato
alle Quattro Fontane di Roma, sulla fac- al modo come si vede. Dall'epoca di det-
ciala della propinqua chiesa esposero il ta fondazione sino al presente il conven-
quadro rappresentante il loro beato fon- to di Carlo è stato consideralo conven-
s.

datore, contornato da torcie di cera, e da to nazionale spagnuolo,per procurare nel-


bene intesa illuminazione di lanternoni e la curia romana gli all'ari della congre-
fiaccole, e per giulivo
trattenimento del gazione de'medesimi trinitari scalzi spi

divolo popolo accorrente vi fecero ese- gnuoli, i quali sempre hanno formalo la
TRI TRI 3 1

comunità del convento in discorso, e tut- diante la bolla Ex quo reginien, de 28


tora proseguono. Urbano Vili col breve febbraio i636, Bull, cit., p. 52. Quindi
Commissi nobis, de'g agosto
624, Bull. i col breve Exponi nobis, de'3 dicembre
Rom. t. 5, par. 5, p. 24°'- Nefralret re- 1 636, Bull, cit., p. 83, esentò il ministro
formati discalccati ss. Trini talis Hispa- generale dopo la sua elezione da qualun-
niac post emissam professionali sub
, , que conferma. Finalmente Urbano Vili
quovis pr aetextu.tr anseat ad aliosquos- col breve Alias a nobis, de ^ aprile 1637,
cumque or dine etiam fratrum mini-
, Bull, cit., p. 96: Ne fratres discalccati
morum s. Franeisci de Paula excepto , ss. Trinitalisf post emissam professio-
carthusianorum ordinem. Indi col breve nal! possi nt transiread ordinem fra-
Ex ineumbenti de' 5 settembre i63i,
,
trum minimorum s. Franeisci de Pau-
Bull, cit., t. 6, par. 1, p. 286, concesse la. Clemente X col breve Inscrutabili di-
l'indulto a' trinitari scalzi di Spagna, di vinae providentiae, del 1 .° luglio 676, 1

questuare e ricevere limosine, oblazioni Bull. Rom. t. 7, p. 334, confermò le co-


e legati , qualunque altro sussidio pel stituzioni della congregazione de'lrioita-
riscatto degli sebiavi cristiani. Di più. Ur- ri scalzi spagnuoli, e le pubblicò collo sles-

bano Vili col breve Injuneti nobis, dei so diploma. Dipoi Innocenzo XII col bre-
22 agosto 633, Bull. cit. p. 359: De va-
1 veExponi nobis,de\ ."marzo 6cji,Bull. 1 1

catione, non expleto sexennio et aliis , Rom. t. 9,p. 240: Permittitur moderatio
casibus ministri genera lis fratrum di- particulae Constitutionum, de nonnul-
scalceatorum ordinis reformatorum ss. lis ad habi inni non recipiendis. Essendo-

Trini tatis redemptionis captivorumfli- si successivamente aumentato il numero


spaiùarum. A'medesimi colla bolla Re- de'conventi nella Spagna, si divise la con-
danploris nostris de'28 marzo 634,
, 1 gregazione in 3 provincie, a cui si diero-
Bull, cit., p. 382, comunicò tutti privi- i no i nomi della Concezione, dello Spirito
legi degli ordini mendicanti e non men- Santo, e della Trasfigurazione. Nel 1 6H6
dicanti, non ebe delle congregazioni dei i trinitari scalzi ottennero a mezzo del
chierici. E col breve Cimi sicul aceepi- cardinal Denoll, dal redi Polonia Giovan-
mus, de'29 ottobre i634, Bull. Rom. t. ni 111, un convento a Leopoli, i di cui re-

6, par. 2, p. 9: Prohibetur, quominus de ligiosi si d'illùsero poi in altri conventiche


caetero recipiant personas saeculares sifondarono in diverse provincie di Polo-
ad habitum Donatorum. Iis vero , qui nia, e formarono la 4." provincia di que-
nuìie exislunt sub nomine Donatorum, sta congregazione, la quale ebbe altresì la
a
habitum, nomenque Laicorum concedi 5. in Germania, ove questa riforma pas-
posse permittitur. Avea Paolo V divisa sò dalla Polonia nell'impero di Leopoldo
la congregazione de'riformati scalzi spa- l,il quale concesse a'religiosi una casa nel-

gnuoli in due provincie, ciascuna delle la sua capitale Vienna, la quale ne pro-

quali dovea essere governata da un pro- dusse altre in Ungberia e in Boemia. Fi-
vinciale, permettendo d'avere un vicario nalmente Papa Clemente XI eresse la 6.*
generale pel governo di tutta la congre- provincia in Italia, cui die il nome di s.

gazione, però la sua elezione dovea essere Giovanni de Matha, ed alla quale unì i
confermata dal ministro generale di tut- conventi di Torino, di Livorno, di Fau-
to l'ordine; ma Urbano Vili interamen- con nella Provenza die appartenevano ,

te esentò dalla giurisdizione, ubbidien- agli scalzi di Francia. Lo stesso Clemente


1

za e superiorità di questo i trinitari scalzi XI breve Exponi nobis, de '20 novem-


col
spagnuoli, e permise di eleggerei! proprio bre 705, Bull. Rom. 1. o, p. 5
1 cano- 1 1
1
,

ministro generale, il quale fosse indipen- nicamente unì conventi delle provincie
i

dente capo della loro congregazione, me d'Italia all'ubbidienza del ministro gene-
VOL. LXXX. 21
3.4 TRI T R I
rale della congreg.i7.ione di Spagna; im- Ne recursus ad appellationes haberi de-
perocché! religiosi dal 1688 in poiavenno heant contea statata ordinis, et peculia-
iiscattato piùdi 2000 Schiavi ( V. ^reden- res. Congrega tionis specialis decretimi

zione ili cui gli avea incaricati anco il pre- juhet sub nullità te, aliisque poenis. Per
decessore Innocenzo XII ed egli stesso. Il un secolo e mezzo la riforma stabilita dal
solo p. Pietro di Gesti procuratore gene- b. Gio. Ballista fu governata da un ge-
rale in Roma, nel 1701 essendosi recato nerale, benché contasse molle piovincieo
a Tunisi, ne riscatto! 4', e '• condusse in congregazionijComequelle di Francia, Ita-
Roma. Clemente XI col breve Exponi lia, Austria, Polonia,*Spagna, ec; ma nel
Tiobisnuper, de'6 dicembre 7 ig, Bull. 1 1760 per le vicende politiche e altre dif-

Jiom. 1. ij par. 2, p. 53, confermò il de-


1 1 ficoltà che impedirono la riunione de' vo-
creto del capitolo generale, Demutatio- cali capitolari, le congregazioni d'Italia,
ne vcstis fratrum dona tortini seti lai- Austria, Polonia e Francia cessarono di
corum, exfusca in nigram. Indi col bre- comunicare con quella di Spagna, ch'era
ve Exponi nobis, de'2 marzo 1720, Bull. stata di tutte la 1.*, ed allora vedendosi
\5j, concesse che il commissario
cit., p. questa come sola domandò a Pio VI l'op-
generale dell'ordine continuasse nell'uf- portnnefacollà pel suo generale; ed il Pa-
fizio, anche se avanti il capitolo vacasse pa con rescritto della s. Penilenzieria dei
il ministro generale. BenedettoXIII eres- io maggio 1784, le concesse la facoltà di
se in nuova provincia di s.
Polonia la poter ila se sola fare capitoli generali, ed
Gioacchino padre della B. Vergine, col in essi eleggersi il proprio e particolare
breve Admonetilo.'!, de'2 gennaio 726,
1 1 generale e gli altri rispettivi superiori, e
Bull. Boni. t. 12, p. 64; altra ne eresse da quella continuò a fare. JVeli84o mo-
conio conventi negli siali di casa d'Ali* rì il p. generale, e il procuratore genera-
Siria, col breve Sacrosancti apostolalus, le della stessa congregazione di Spagna
de'i4 agosto 727, Bull, cit., p. 246. Di
1 R.mo Giovanni della Visitazione do-
p.
più col breve Alias, de'3o settembre, lo- mandò a Gregorio XVI il da farsi in cir-
co cit., p. 256, concesse la facoltà di eri- costanze che la congregazione ili Spagna
gere un'altra provincia co'conventi d'I- non contava che il convento di s. Carlo di
parti.ClementeXIll col bre-
talia e d'altro Roma, e la Spagna era in tumulto, oppri-
ve Pastoralis officii, degli 1 1 settembre mendosi i religiosi di tutti gli ordini con
1 73o, Bull. 1. 1 3, p. 34, confermò gli sta- persecuzione e anarchia che pose a soq-
tuti e decreti fitti nel capitolo e defini- quadro cogli altri religiosi anche i trinita-
torio generale; ed altrettanto fece col bre- ri scalzi spagnuoli, molti de' quali supe-
ve In supremo, de' io dicembre 1 733, rati gravi pericoli poterono fuggire in Ro-
Bull, cit., p. 368. e nel qualesono ripor- ma e stabilirsi in detto convento, l'unico
tati. Col breve Inter rcligiosorum,<ìe'2 loro restato, dedicandosi a gloria di Dio
ngosto 1738, Bull. 1. 14, p. 253, Clemen- e bene delle anime , nella redenzione di
te XII confermò e pubblicò le costituzio- esse dalla schiavitù del demonio, scopo
ni de'trinitati scalzi della congregazione principale del loro istituto. Pertanto Pa-
diSpagna.ClementeXIll coll'autorilàdel pa Gregorio XVI, con rescritto della con-
breve Nuper prò parte, de'3 settembre gregazione de' vescovi e regolari de*23 a-
1761, Bull. Boni. cont. t. 2, p. 1 96: De- pi ile ili detto anno, nominò commissario
cretum quo reforma liones , nonnullo- apostolico l'encomialo p. procuratore ge-
rum capitum constitutionis approban- nerale, con facoltà di nominare altri su-
tur, apostolicae auc tori tate confirma- periori senza capitolo. Passato a miglior
tur et rohatur. Indi col breve Sacrosan- vita il commissario apostolico, il regnan-
cti,(ie' 10 dicembre 1761, Bull. cit.,p.2i 3: Papa Pio IX nominò l'attuale
te colle me-
T II I TR I 3.5
desiine facoltà di generate. La congrega- ce rossa e turchina, della forma detta pia •

zione de'lrinitari scalzi d'Italia possiede na ocortata; incedono scalzi, usando san-
diverse chiese e con venti, come in Napo- dali, né portano il cappello. Quando e-
li,Rocca Guglielma, Arpino ( Livorno, Pa- scono di casa o vanno in coro assumono
lestrina , Rocca di Papa nella diocesi di la cappa o mantello che giunge siuo alle

Frascati, s. Oreste nell'abbazia delle Tre ginocchia, con cappuccio, di panno gros-
Fontane, ed in Terracina con quella ma- so nero, che prima era di color tanè, e
gnifica chiesa che descrissi in tale artico- nella parte sinistra vi è attaccala altra cro-
lo. In Roma hanno i conventi e le chie- ce come Cingono la tonaca
la descritta.

se di s. Maria delle Fornaci, di s. Griso- con cintura usando la lana sul-


di cuoio,
gono in Trastevere, e di s. Marta. Tutti la nuda carne. Ne riportano la figura con

i religiosi di questa congregazione sono un cenno il p. Conanni, Catalogo degli


italiani. Ha quest'ordine prodotto molti ordini religiosi, 1. 1, p. 89; ed il Cappa-
religiosi d'eminenti virtù, santità di vita roni con figura colorata, nella Raccolta
e dottrina, de'quali il p. Diego della Ma- degli ordini religiosi che esistono in Ro-
dre di Dio descrisse le vite nelle Crona- ma. In questa città i trinitari scalzi spa-
che della congregazione, in cui si fa men- gnuoli e italiani possiedono le 4 chiese e
zione de' suoi scrittori. Il p. Raffaele di conventi che vado a descrivere, dimoran-
s. Giovanni ministro generale pubblicò do commissario apostolico de'trinitaii
il

un trattato sull'elezione canonica, e mol- scalzi spagnuoli, R.mo p. Giuseppe della


te altre opere. Tra quelli che fiorirono in ss. Trinità, nel convento dis. Carlo alle

santità di vita, oltre il fondatore, ricor- Quattro Fontani-; ed il ministro genera-


derò il Michele de' Santi il .)spagnuo-
b. le de'trinitaii scalzi della congregazione

lo, le cui virtù in grado eroico approvò Be- d'Italia, che ora è il R. m » p. Antonio del-
nedetto XIV ed miracoli riconohbe Pio
i la Madre di Dio, nel convento di s. Gri-
VI che lo fece solennemente beatificare: sogono,e così il procuratore generale, che
ora pe'miracoli da Dio operati a sua in- di presente è il R.mo p. Andrea di s. A -

tercessione, già approvati dalla s. congre- gnese. Dell'ordine trattò ancora il p. He-
gazione de'riti, procede alla sua cano-
si iyol, nella Storia degli ordini religio-
nizzazione^ seconda del decreto della me- si, t. 47 De' religiosi trinitari
2, cap. :

desima dell'i settembre 84 1 ? confer-


i 1 scalzi di Spagna; ed il p. Annibali da
mato da Gregorio XVI. Altri illustri tri- Latera, Compendio degli ordini regola-
nitari scalzi furono il p. Giovanni dis. Giu- ri esistenti, t. r,cap. 34'- Di varie, rifar
seppe; il p. Tommaso della Vergine Ma- ine dell'ordine de' trinitari. Lo stemma
ria, le vite de'quali descrisse il gesuita p. dell'ordine formasi d'un campo bianco,
Alfonso Andrada, e di cui fu introdotta colla suddetta croce rosso-turchina, e lo
la causa per la beatificazione. Il p. Giro- scudo ha per cimiero la corona reale di
lamo Fantini lucchese, già confessore di Spagna. Si può leggere Summariuni :

Pio VI in Roma, per tale fu preso nuo- Indulge ntiarurn a Summit Pontijicibus
vamente da quel Papa quando fu depor- coneessarum Confratcrnitatibus ereclis
tato a Siena, alla Certosa di Firenze, ed et inst*tutis ab ordine ss. Trinitatis Re-
a Valenza, e lo assistè indefessamente fi- demptionis captivorum Divina rivclatio-
no alla morte, come narrai nella biogra- ne j nudato a ss.Ioanne deMatha etFcli-
fia di Pio VI. L'abito de'lrinitari scal- cede Valo'iS) Romaei8o3. In quest'opu-
zi consiste in una tonaca con maniche di scolo vi è la benedizione dello Scapolare,
panno grosso bianco, in simile cappuccio quelladel Trisagio e il modo di recitarlo,

tondo e angusto, e lo scapolare su cui e l'indulgenza per la novena della ss. Tri-
corrispondente al petto è cucila una cro- nità, e tutte le altre indulgenze accennale.
3i6 TRI TR I

Chiesa dis. Carlo alle Quattro Fon- guente,esprimentela ss. Vergine con Ge-
tane. Nel rione Monti, per la Strada Pi* sù Cristo, è del Romanelli. Di là dall'al-

e adiacente al quadrivio delle Quattro tare maggiore ili. "quadro è del nomina-
Fontane (P.), cioè nell'angolo meridio- lo Cerriui; finalmente il ss. Crocefisso coi
nale, sul Monte Quirinale. La fabbrica- santi nell' ultima cappella è di Giusep-

rono i trinitari scalzi spaglinoli nel 1 638, pe Milanese. Questa è la descrizione che
sopra la sum mentovata antecedente, con- dei quadri degli altari fanno descritto- i

tribuendovi generosamente il cardinal ri delle chiese di Roma. E però di fatto

Francesco Barberini nipote d* Urbano che l'altare laterale al maggiore ha per


Vili. Ne fu architetto il bizzarro cav. Bor- quadro l'effigie del b. Gio. Battista fon-
a
1omini comasco, e si vuole che fosse la i . datore della riforma, e nel medesimo al-

fabbrica colla quale cominciò ad acqui- tare venera un' immagine di Gesù
vi si

stare rinomanza. Egli die saggio di mira- Nazareno mollo miracolosa, con bella cor-
bile ingegno e di fino intendimento, poi- nice intorno. Nell'altare di contro il qua-
cbè in luogo così ristretto e angusto, on- droespriitte MicheledeSau-
l'effigie del b.

de volgarmente dicesi s. Carlino seppe , tis dipinto dalia de Augelis, nell'atto che

abilmente distribuire un' abitazione beu cambia il suo cuore con quello del Sal-
decorata, con tante comodità e bellissi- vatore: solto a tale quadro vi è l'imma-
mo cortile, ed una chiesa con tanta va- gine del Cuore di Maria molto miracolo-
ghezza, leggiadria e distribuzione di alta- sa, con cornice eguale a quella di Gesù Na-
ri, di ripieghi e curiosità , così bene or- zareno , anch'essa colorita dalla lodata
nata, ricca e luminosa, oltre il lodato sot- pittrice. Vie il monumento sepolcrale del
terraneo, per cui è considerala comune- cardinal Deno/T, da Giovanni III redi Po-
mente un miracolo dell'arte. Ma il seve- lonia inviato a Innocenzo XI per la libe-
ro e strano Milizia, Le vite de più cele» razione di Vienna. Nella libreria del con-
bri architetti, ne die Quest'opposto giu- tiguo convento è il bel quadro d'Orazio
dizio.» maggiore del Lion omini
Il delirio Burgianui, rappresentante s. Carioche a-
è la chiesa di s. Carlino alle Quattro Fon- dora la ss. Trinità, che già stava nell'al-
tane. Tanti retti, concavi e convessi, con tare maggiore, come avverte il Venuti.
tante colonne sopra colonne di diversa sa- OsservaCaucellieri nella Descrizione del-
goma , e finestre e nicchie e sculture io la basilica Vaticana, che 1' area della
sìpocafacciatina, son cose che fan pietà". chiesa econveuto, secondo le misure pre-
Tanto il prospetto esterno della chiesa se, hanno la slessa circonferenza d' uno
che del convento, lo riprodusse il Venu- de'4 gran piloni che sostengono la cupo-
ti nella Roma moderna a p. 1 58. L'inter- la Vaticana. Oltre la festa del santo tito"-

no è dittico, come ancora ovale è la cupo- lare s. Carlo a'4 novembre, vi si celebra
la. Il quadro dell'altare maggiore è una solennemeule quella di Gesù Nazareno,
bell'opera di Pietro Mignard detto il Ro- a'->. 3 ottobre, per la di vota immagine che
mano, e rappresenta la ss. Trinità, il car- ivi si venera. E una gloria di quest'ordi-
dinal s. Carlo Borromeo, con altri santi: ne l'avere propagato in lutto il cristiane-
questo stesso pittore dipinse pure l'Ali- simo la divozione, lo scapolare e
la no-
nunziazione della Vergine sulla porta, la vena dell'adorabile Gesù Nazareno: ecco-
quale pittura fu poi coperta o restò di- ne la breve notizia che ricavo dalla sua
sfatta nel 1 855 per l'orchestra fissa e per- Novena. Una divola immagine di Gesù
manente costruita con disegni del cav. Fi- Nazareno, vestito di tunica rossa, col ca-
lippo Martinucci. Lai. "cappella a sinistra po coronato di spine e colle mani legale
ha un quadro dipinto da Gio. Domenico da una corda, era nella chiesa della for-
Cei riui perugino.Quello della cappella se- tezza o castello di Mumora in Africa o
TRI T II I 3( 7
S. Michele oltre mare. S'ignora 'quando vi alla santa effigie di Gesù Nazareno Po-
foxse portata, ma rappresenta grande an- maggio della profonda e universale ve-
tichità, e da molti anni trovavasi esposta nerazione , aumentata e confermata da
alh pubblica venerazione de' fedeli. Nel strepitosi e stupendi miracoli operati dal-
1 68 entrati mori nel regno di Fez, ed
i i la divina misericordia, con innumerabi-
espugnata Memora, fecero sacrilegamen- li conversioni. Tosto i trinitari di (fusero
te schiave tutte le ss. Immagini di detta dappertutto la divozione alla gloriosa im-
chiesa, e per impulso di furore diabolico magine di Gesù Nazareno, nostro tenero
l'oltraggiarono vituperosamente,indi per conforto nelle afflizioni, ed oggetto di ge-
maggior dileggio le portarono come tro- nerale fiducia ne'travagli in questo mise-
feialla corte di Mequinez, restando de- ro terreno e temporaneo nostro albergo,
solati e piangenti di dolore cristiani a cui
i nell'invocarne il possente e divino patro-
le aveano predate, che fatti schiavi era- cinio, e nel praticare il pio esercizio del-
no afflitti spettatori delle derisioni e mot- la novena per la festa e nelle tribolazio-
teggi di cui etano segno la venerabile ef- ni e bisogni. Di presente ancora la vene-
figie di Gesù Nazareno, e quelle della B. rabile immagine riscattata mori è
da'
Vergine e de'santi. Pervenuta l'infausta nella chiesa in cui fu portata a Madrid,
notizia dell'accaduto in cognizione de're- già delconventode'trinitari scalzi, ed ora
Jigiosi trinitari scalzi, dedicati alla re- delle monache agostiniane. Tra le altre
denzione degli schiavi, animati da fer- ss. Immagini e simulacri di Gesù Nazare-
voroso zelo si portarono nel barbaro re- no, che in Roma principalmente sono te-
gno, senza curare il pericolo al quale si nero e fiducioso oggetto della generale
esponevano. Piacque a Dio di consolarli, divozione, merita chequi in particolare
secondando col suo potente aiuto nel 1682 ricordi e di votamente celebri l'antica ve-
e con felice successo, travagli e le perse-
i nerabilissima immagine di statua in pie-
cuzioni patite da'religiosi, onde poterono no rilievo delle monache del ss. Bambino
ricuperare e riscattare 221 schiavi cri- Gesù {V.) di Roma stessa (le quali gran-
stiani, e 16 ss. Immagini, tra le quali la demente fioriscono, ed hanno oltre l'e-
più distinta di Gesù Nazareno, che in se- ducandato, a peculiare istituto l'istruire
gno d' essere stala trattenuta tra'mori e e ben disporre le fanciulle a ricevere san-
di averla ripresa da essi nel generale ri- tamente lai." comunione, e di dare an-
scatto, porla sul pelto lo scapolare de' Ivi' nuali mute di profittevoli esercizi spiri-
nitari, ossia abitino bianco colla croce ce- tuali a oneste e civili zitelle e donne; e
leste e rossa, ch'è la particolare insegna pel loro mirabile incremento, ora stanno
degli schiavi redenti e dell'ordine Trini- ampliando la fabbrica del monastero di
tario.La veneranda immagine di Gesù nuovo braccio) e esistente nella loro chie-
Nazareno fu portata in Madrid capitale sa omonima, la quale ad essa pervenne
della Spagna a modo di religioso trion- in un modo portentoso e singolare, e fu
fo, e con divota solenuissima processione d'allora in poi sempre inesausto fonte di
fu collocata nella chiesa dell'ordine, tra grazie a chi con viva fede vi ricorre, on-
la generale compunzione dell'innumera- de ne dispensano gli Scapolari e l'adora-
bile popolo d'ogni grado accorso; le al- bile effigie. Siccome questa si venerava
tre ss. Immagini venendo poi donate a privatamente in una delle cappelle inter-
diversi principi esovrani che vivamente le ne del monastero, e soltanto esponevasi
bramavano. La chiesa divenne tosto un solennemente nell'altare maggiore della
santuario, a cui con sagri pellegrinaggi si propinqua chiesa per la sua festa e otta-
recarono da tutta la Spagna, da ogni par- va, quindi ad appagare la pubblica divo-
te e sino dall'Indie orientali, a prestare zione, con lodevole e applaudito divisa-
3i8 TRI T 8 I

mento, fu dall'ottime religiose nel 856, 1 cornice dorata e contornata di malachi-


pel suo maggior cullo, glorificazione ed te racchiude il disco composto di diaspri

ossequio, collocala decorosamente in mo- e altre pietre preziose. Su questo decoro-


do stabile in tale chiesa, dentro cioè mio- samente sedente come in suo trono trion-
•va elegantissima cappella, appositamen- fa l'effigie miracolosa, commovente e pie-
te edificata iu forma di nobilissimo ta- tosa deli' Ecce Homo, per la quale fu eret-
bernacolo, ricavato in un vano a destra ta la sagra edicola. L'altare sottoposto ha
presso l'ingresso della chiesa, sotto la can- il paliotto pure d'alabastro d'Egitto con
toria, e chiusa con bussole di noce con simmetrici sfondi da cui spicca il verde
cristalli. Generosamente vi contribuì la plasma, e nel mezzo sopra disco di fior di

pia munificenza dell'amorevole loro pro- persico risplende una croce di metallo do-
tettore il cardinale Mario Matlei vesco- ralo innestata di malachite e diaspri. 11

vo di Porto e s. Ruflina, sotto-decano resto dell'edifizio è formalo da ordini di


del sagro collegio, arciprete Vaticano e parastate cave disposte ad angoli salien-
prefetto di Segnatura, il cui stemma fu ti e rientranti, vestite d'intrecci d'acan-

dipinto sull'interna lunetta della porla, to o candelliere a stucchi dorali. Su que-


a memoria perenne, poiché all'idee del- sti incurvansi e posano 4 ardii soste-
l' eseguito fornì i rispondenti preziosis- nenti una cupola a vela, nel cui centro
simi oggetti che compongono il teinpiet- s' apre un occhio circondato al di den-
to,e sovvenne di considerevole somma di tro di balaustra e coretto per le mona-
denaro pel suo compimento. L' interno che. Le volte degli archi e della vela so-
di questo leggiadro monumento è ricco no lavorati a stucchi dorali e fascie di
di stucchi dorati, di dipinti e pietre pre- greca doppia, e sparsi d'aligeri e serafini
ziose variatissime; e nel suo maestoso com- celesti composti a umile adorazione,e por-
plesso desta riverenza, per la proporzione tanti gli emblemi dellaPassione.Sui 4 pen-
e armonia delle parli, e presenta in com- nacchi della vela stanno effigiati a tempera
pendio la gravità e lo splendore del cul- i profeti Ezechiele , Daniele, Geremia e
lo cattolico, non meno come iu Roma fio- Isaia. Nel fondo delle due suddette brac-
riscono l'arti belle delle quali è sempre cia meno prolungate, si vedono dipinti a
madre e maestra. La sua forma è di cro- olio in due grandi riquadri la Cattura e
ce greca, però colle braccia latitudinali laFlagellazione del Redentore, saggio dei
meno prolungate per mancanza d'altro maturi studi e squisito ingegno del giova-
spazio. Il tabernacolo è in foggia di nic- ne romano Francesco Grandi, eziandio
chione giralo in semicerchio, la di cui se- autore d'ogni altro dipinto della cappella.
micuba sostengono 4 colonne corintie iso- In ciascun lato delle due braccia longi-
late d'alabastro egiziano fiaccolate a spi- tudinali è una nicchia, in volticella di con-
ra. Nella cavità rispondono ad esse 4 P** chiglia a costole dorate, e deutroesse sono
laslri dello slesso marmo a capitelli e ba- i simulacri de'4 Evangelisti modellati dal
si dorate, a'quali si frammettono pareti valente giovane cenlese Stefano Gattelli,
formate da'marmidi verde antico, di pao- artista di bellissime speranze. Sotto agli
nazzelto, di sette base, di giallo antico, tut- ordini di parastate ricingono in giro tut-
ti disposti mirabilmente. Il grado dell'al- to 1'edifìzio una fascia di greca doppia; lo
tare pe'candellieri è abbellito da a5 cir- stilobate che infinge perfettamente le di-
coli di metallo dorato framezzali d'inta- verse specie di vari marmi e I' armonia
gli d'oro e riempiuti di malachite, diaspri delle loro combinazioni; e stremamente
rossi, lapislazzuli, astracani, ametiste. Nel la base è di marmo bianco sopra zocco-
iuo mezzo si alza un piedistallo di fior di lo delvero porto venere. Finalmente il
pertico e giallo antico, sulla cui faccia una pavimento, che nella parte mediana ri-
TRI TRI 3kj
balte Io scomparii menlo della vela, lut- giorno il sacerdote si recò con alcuni gio-
to è di elettissimi marmi, come il gial- vani suoi allievi nello spirito a prendere
lo antico, il porta santa, la breccia co- innocente sollievo fuori di porla Caval-
rallina, f africano verde, il fior di per- leggieri, ed ivi posti a sedere su d'un rial-

sico, il cipollino, il paonazzelto. Archi- to fecero di vota conferenza; piacque il pio


tetto eticomiatissimo e generoso di ope- esercizio a'giovani, che bramarono ritor-
ra sì vitruviana e divola, gaia e ornalis- narvi e rinnovare l'utile divertimento, ed
sima è il prof, conte Virginio Vespigna- il loro numerosi aumentò. L'umileeope-
ni, dal cui fecondo genio e attitudine in roso sacerdote impiegandosi voloutieri al
esprimere i rapporti degli occhi col cuo- vantaggio spirituale di que' giovani , fu
re, della pietà coldecoro degli altari e dei presoda timore che in quella pratica ci
templi, die più. saggi, d'uno de'quali dis- mettesse dell'amor proprio, e perciò non
si parole d'ammirazione, parlando della piacesse a Dio. Per essere sicuro della di-
prodigiosa immagine della Madonna del- vina volontà, ricorse alle orazioni dell'en-
l'Archetto del Palazzo Muti Papazzur- comiala donzella da lui pure diretta, e
ri(V.). 11 Giornale di Roma del i856 l'esemplare penitente l'ubbidì, quindi lo
a p. 63o, e 1* Eptacordo pure di Roma persuase a proseguir l'opera cominciata,
4 del medesimo auno,meglio e più
nel n.°i promettendogli la divina assistenza. Ani-
degnamente descrissero quanto qui in mato Faraldi dalla risposta, a maggior
breve ho riferito. Inoltre artisticamente cautela ne domandò il beneplacitodel ce-
e coscienziosamente illustrò e descrisse la lebre cardinal Gaspare Carpegna vicario
cappella, il eh. Francesco Gasparoni ar- di Roma; nondimeno due giovani furono
chitetto, colla bella Descrizione della cagione che l'opera fosse sul punto d'es-
nuova cappella intitolata a Gesù Na- sere abbandonata, e colla loro uscita dal-
zareno nella chiesa del Bambin Gesu t l'unione ritornò la pace. Allora la com-
Roma tipografia del Vero Amico del Po- pagnia de'giovani cominciò a formare iu

polo 8 56. L'encomialo cardinal Matlei


1 detto rialto alcuni gradini per comodo
con solenne rito la bencdi a'27 aprile in dell'adunanza, alla cui costruzione l'af-
onore dell'augusto Gesù Nazareno, e fittuario del terreno condiscese cortese-
d'allora in poi venne esposta al pubbli- mente; non così fece il procuratore della
co cullo. ragguardevole padrona del fondo, minac-
Chiesa di s. Maria dille Grazie det- ciando il sacerdote e i suoi allievi di di-
ta delle Fornaci. Nel rione Borgo e fuori sfare tutto. In questo la Villa scrisse pre-
della Porta Cavallcggicri (f.) prese il }
ghiera alla dama, la quale condiscese pie-
nome delle Fornaci dalla porta omoni- namente alle brame del sacerdote, onde
ina,di cui riparlai uel voi. LI V,p. 170, che potè continuare le sue costruzioni tran-
all'una e all'alila lo diedero le propinque quillamente, vi aggiunse un piccolo pog«
fornaci e fabbriche di mal Ioni, tegole, va- gio per ragionare e una ccllella di ritiro
si e altri materiali di argilla e creta cot- per asciugarsi dal sudore ne'giorni di cal-
ta, ed il Monte della Creta. Il Bombelli do. Indi volendo decorare il luogo con
nella Raccolta dell' Immagini della B. l'immagine della R. Vergine per onorar-
Vergine Maria, t. 4, p« 29: La Madon- • la con pii esercizi, la fece dipingere su te-
na delle Fornaci, descrive come segue la da Egidio Alet fiammingo, che la rap-
l'origiue della chiesa. Giuseppe Faraldi presentò iu atteggiamento umile e di vo-
di s. Severina in Calabria, piissimo sacer- to, tenendo iu seno il diviu Bambino in

dote, e Anna Maria Villa, nobile donzel- atto di benedir colla destra e sostenendo
la romana, verso ili 683 fiorivano in Ro- il globo colla sinistra. Fu chiamata s. Ma-
ma per la pratica di specchiata pietà. Un ria interceditrice di grazie, ma poi il voi-
32o TR I TRI
go dalla località in cui si venera la disse Mattai, perchè avesse culto, mentre eran-
Madonna delle Fornaci. La pittura es- si chiuse le porte di Roma dalla parte di

sendo riuscita con lode e muovente a di- ponente pel contagio. Cessato il timore di
vozione,appena fu esposta al pubblico fu questo, fu riportala nell'antico luogo da
circondata di adoratori, i quali riceven- Dio destinatole, ad onta di tante contrad-

done benefizi, accorrevano a ringraziar- dizioni. Il trasferimento della s. Immagi-


vi la Regina del cielo e ad implorare il ne e il principio del suo culto con qual-
suo patrocinio; così verificandosi quanto che differenza di particolari, lo narra an-
avea predetto la serva di Dio Villa. Per- che il Piazza nel suo Cherosilogio a p.
ciò convenne alzare un grosso muro per i i4 ei 20; ma se alcune circostanze sem-
sostenere il terreno cretoso del rialto. A brano relative alla Madonna delle For-
questa spesa supplì l'impensata limosina naci, in fatto è una s. Immagine affatto
di100 doppie di Francesco li duca di Mo- diversa. Tuttavia perchè non ingerisca in

dena, in riconoscenza di favore ottenuto. alcuno errore e confusione, ne farò cen-


Tra le altre offerte si vide presentare il no. Secondo il suo racconto la s. Imma-
Faraidi una cassetta per ricevervi le li- gine fu esposta nel silo delle Fornaci dal
mosine con uno scudo dentro, e per de- sacerdote Giovanni (Stanchi) della Cro-
licatezza ottenne dal cardinal vicario de- ce d' A rezzo,e che nel 1 6^5 già era in gran
putali per aprirla e per amministrarle, a venerazione e si diceva Nostra Signora
motivo die molte se ne fecero.Mentre pro- de' Miracoli, e che nel pericolo della pe-
seguivasr il lavoro, il capitolo Vaticano stilenza venne trasportata in S.Venanzio,
vietò d'andare innanzi e l'adunanza, co- residenza della nobile congregazione de-
me luogo di sua giurisdizione. Addolora- gli operai della Divina Pietà, e indi tra-
to ilsacerdote cominciò a condurre gio- i sferita nella chiesa di s. Galla, ove anco-
vani a s. Croce in Gerusalemme, e ricor- ra venerava nel 1708 in che fu pub-
si

sealle preghiere della Villa, hi quale con- blicato il libro. Di tal congregazione ce-
sigliò di fare un memoriale a Innocenzo lebra 1' esemplare e zelante aretino per
XI, ed il cardinal Carpegna, col consenso fondatore, approvata nel 1680 da Inno-
del capitolo Vaticano, rescrisse la conti- cenzo XI e confermata nel 1 686 col titolo
nuazione de'lavori e della pia unione. In- di Operai della Divina Pietà. Di questo
tanto neh 683 si l'orinò una chiesuola di benemerito istituto tuttora fiorente par-
legno, dedicandola alla Madonna delle lai LV, p. 5. In ulteriore prova
nel voi. 1

Grazie, ma per l'acquisto del fondo, i pro- che (ale s. Immagine è interamente di-
prietari pretendevano nullo l'operato co- versa da quella della Madonna delle For-
me fidecommisso. Ferole limusine arri- naci, nella zecca pontificia si conserva il

vando a più di scudi 100 mensili, oltre conio della medaglia coniata per l'erezio-
la copia della cera e l'abbondanza dell'o- ne della chiesa , che vi è espressa colla
lio, si potè nel 1691 comprare il fondo, facciata e l'epigrafe: IiinocentioAIfPotit.
derogando al fidecommisso Alessandro Max. A. V: Gasp. Card. De. Carpi ne a
\ I II, e (j nindi anche cominciare una chie- Urb, Nel rovescio è quest'iscrizione: Ae-
sa di materiale. La nuova fabbrica fu e- dis s. Mariac Deum nobis exorantispìo*
retta con disegno del celebre Andrea Poz- rum elemosinis fundamenta jacta vele-
zi gesuita, e si fecero le suppellettili sa- ricoinpre/unsoSicclloeura Joseph i /'"a-
gre. Sopraggiunta la peste, la s. Imma- raldi in Figulinis Va tioanisfampridem
gine fu trasferita prima nella chiesa di s. constructo an. mdcxciv quo classìs Ilo-
\ enaitiio de'camerinesi, poi in quella di ninna faederatis ad Cidi expugnatio?
Tur degli Specchi, quindi nella cappella min. subsidio adivit. Quanto al IJombel-
della Divina Pietà uel palazzo del duca li egli prosegue la narrativa con dire, che
TRI TRI 32t
la serva di Dio Villa virtuosamente mo- il laterale a destra colla Natività di Ge-
rì e fu sepolta nel sepolcro gentilizio nel- sù, è di Nicolò Bicciolini: quello a sini-
la chiesa del Gesù innanzi alla cappella stra colla Fuga in Egitto, l'espresse Pie-
della ss. Trinità; e che il Faraldi deside- tro Bianchi; le lunette sono di Marco Be-
rando morire all'ospedale, per una disgra- nefial,ele pitture della cupoletta le fece
zia fu portato in quello della Consolazio- Pietro de Pietri. Nel convento era il colle-
ne ove piamente rese l'anima a Dio. In- gio di s. Maria delleGrazie della delleFor-
di ri ferisce, che nel pontificalo eli Clemen- naci, per le missioni apostoliche già adi-
te XI, dopo la conquista fatta sui turchi date a'trinitari scalzi del riscatto riforma-
da'cristiitiii di Belgrado e TemesAVar, il ti.Mentre quest'ordine vieppiù prospe-
Papa donò la chiesa a' religiosi trinitari rando si propagava nella Spagna, in Por-
scalzi spaglinoli , i quali col zelo loro la togallo,^ Italia e in molti altri regni d'Eu-
resero più decorosa e fornirono magnifi- ropa, come nell'Austria, Ungheria, Boe-
camente dell'occorrente; i quali religiosi mia, Transilvania, Polonia, Lituania , il

dipoi la concessero a'trinitari scalzi della procuratore generale espose a Clemente


provincia d'Italia, che ne imitarono l'e- XI di essere desiderio di tutto l'ordine
sempio, custodendola con proprietà ede- d'avere in Roma un collegio per educar-
cenza. Dice pure che tra gli altri benefit- vi i migliori giovani di tutte le provincie,
tori della chiesa si distinse la nobile casa per renderli più adalti alle sagre missioni,
Passerini, la quale colla spesa di più mi- ed intenti alla grand'opera della reden-
gliaia di scudi fece costruire la sontuosa zione degli schiavi, ed essere opportuna
cappella isolata che forma l'altare mag- al fine proposto la chiesa di s. Maria delle
giore,con tulli marmi fini, e in mezzo sul- Grazie detta delle Fornaci con tutti i suoi
1altare si venera la miracolosa immagi- beni e dipendenze. Il Papa considerando
ne della Madonna delle Fornaci. Quest'o- che questa cessione poteva esser utile al-
pera fu cominciata nell'aprile i 724 e ter- la Chiesa, poiché i religiosi presterebbe-
minata a'3o ottobre 726;DenedelloXIII 1 ro un aiuto spirituale alle famiglie, che
ne cousagrò l'altare, concedendo indul- tengono domicilio nelle vigne vicine, e
genza plenaria a quelli che lo a vesserò vi- perchè da questo luogo uscirebbero mis-
sitato. I descrittori delle chiese di Homa sionari istruiti, condiscese alla richiesta, e
riferiscono, che i trinitari scalzi spaglino- volle formare nel medesimo un collegio
li rinnovarono con disegno di France-
la o seminario apostolico come quelli dei
,

sco Multò, ed il suo interno è adorno di francescani di s. Pietro Molitorio e di s.


pitture, e fabbricarono il contiguo con- Bartolomeo all'Isola, e sotlo la dipenden-
vento. Le statue deli. "altare a destra, sa- za della s. congregazione di propaganda
gro a s. Gio. Nepomuceno, sono di stuc- fide. Pertanto Clemente XI col breve
co e lavorate da Gio. Battista Maini; le Ecclesia? Catholicae, dell' 8 novembre
pitture ne'lati l'esegui Francesco Scara- 1720, Bull. Pont, de Propaganda fi-
a
muccia. La 2. cappella ha il quadro col- de, t. 2, p. 8, eresse in collegio delle mis-
la ss. Trinità e i santi dell'ordine Trinita- sioni il convento diMaria delle Forna-
s.

rio, pittura del napoletano Onofrio Avel- ci ,


per la conservazione e propagazione
lino. Nella 3." Francesco Fusi colorì s. della fede cattolica; colle condizioni e con-
Giovanni deMalha fondatore dell'ordine. venzioni che si leggono nel medesimo, per
La volta dell'altare maggiore la dipinse la fabbrica eziandio della chiesa e del col-
lo stesso Fusi. Hi. "altare a sinistra orna- legio^ del compenso da darsi a d. Ange-
to di marmi, l'eresse il cav. Gio. Bernar- lo Finita sabinese, che da 24 anni custo-
dino Puntici, e contiene il quadro di Giu- diva la chiesa con lode. Indi Innocenzo
seppe Chiari esprimente la s. Famiglia; XI li col breve Ad pastoralis, de'4 ag°*
322 TR I TU I

stoi 72 i , Bull, cit., p. 46, die le regolo a antica in musaico della Madonna del Car-
questo seminariodi missioni a-
(collegio e mine, onore della quale carmelitani
in i

postoliche, quali in esso sono espresse. Do- nel i543 istituirono una confraternita,
po 6 anni dovei aprirsi il collegio, ed era sotto il titolo del ss. Sagramenlo, rinno-
n
questa la condizione apposta da Cle-
1
.'
vando la precedente denominata s. Ma-
mente X 1 a ll'atto della cessione della chie- ria Mater Dei guardiani della quale
, 1

sa e casa; ma passarono 18 anni prima ottennero dal capitolo Vaticano, che a'7
che si aprisse il collegio, per proroga ot- ottobre 1662 fosse coronata con corona
tenuta da'religiosi, alla quale servi di ra- d'oro, in uno al divin Figlio, che in allo
gione la mancanza di mezzi dopo la spesa di benedire è tenuto tra lesue braccia. Di
scudi 1 2,000. Dipoi Clemente XIII col
fli quest'immagine trattò il Bombelli, Rac-
breve Injuncli nobi.i , de' 17 settembre colta delle Immagini della B. t'ergi-
1 759, Bull. Pont, de propaganda fide, ne, l. 4> p. 1 3 ed
, p. Giacomo Gabriele
il

t.
4iP» 2 eBull. Roin. cont. t. i,p. 2 32:
1
t
Povillard carmelitano ci die la Breve no-
Approbatio decreti congrega tionis pro- tizia dell'antica e divota immagine del-
pa gandae/idei\nec non resolutionis ca- la delle Grazie, che si venera nell'an-
pituli generalis ordìni s fratrum excal- tichissima chiesa di s. Grisogono in
ceatorum ss. Trinilalis redemplionis Trastevere da' pp. carmelitani. Inoltre
captivorum,(/uocollegiuni romanum de il p. Povillard lasciò mss. le descrizioni
propagandajideB M. Virginis ad For- . delle chiese di s. Grisogono, di s. Maria
naces prope, et extra nwenia Urbis ag- in Traspontina, della Monte Madonna di
gregalur familìae Matrìs Redernptoris Sauto, ede'ss.Silvestroe Martino a'Mon-
extra Ilispaniam. Soppresso il collegio ti, appartenenti al suo tempo al proprio

ne'primi anni del corrente secolo, per l'in- ordine. Per la festa della Madonna del
vasione francese, tornò in vita e fu ripri- Carmine,chesi celebra in s.Grisogono nel-
stinato nel pontificato di Leone XII; ma la domenica fra l'8.", ha luogo la solenne
da qualche anno ne cessò l'esistenza, re- processione che fa il sodalizio nella seguen-
stando semplicemeuteconventOjSenza cu- te domenica. Narrai nel voi. LXVII,p.
ra di missioni apostoliche. Dopo la cadu- 190, che avendo il Papa Pio IX nel 184 7
ta d' digerì (F.) conquistato da Carlo X concesso la chiesa e convento di s. Gri-
re di Francia , e le relative convenzioni sogono «'trinitari scalzi, trasferì i carme-
degli stati Barbareschi di Tripoli tuli Tu • titani calza ti, che ivi dimoravano,nella ca-
nisi (/"'.), per la soppressione della pira- sa e chiesa di s. Nicola a'Cesarini, già de'
teria e degli Schiavi (F.), cessò l'ogget- Somaschi, a'quali secondo il disposto di
to principale della fondazione di questo Gregorio XVI avea datola chiesa e mo-
collegio. mon-
nasterode'ss. Alessioe Bonifacio sul
Chiesa di s. Grisogono, titolo cardi- te Aventino. Si legge a p. 264 dell' Os-

nalizio con parrocchia. Avendo in tale servatore Romano del i85o, come tri- i

articolodescriltola chiesa e basilica situa- nitari scalzi festeggiarono nella basilica di


ta nel rione di Trastevere, presso la via s.Grisogono martire il felice ritorno in
Lungarina, contigua alla (piale fu il Pa- Roma di Pio IX, in occasione della festa
lazzo apostolico di s. Grisogono (V.), della ss. Trinità, che celebrarono con pre-
poi abitazione de* cardinali titolari, con cedente solenne triduo. Riferisce il n.° 34
convento abitato per ultimo da'carmeli- del Giornale di Roma del i854, che i

laui calzati, per concessione del 1 484 d'In- trinitari scalzi del riscatto 1' 8 febbraio
nocenzo Vili, aggiungerò alcune altre no- celebrarono con solenne pompa nella loro
zioni relative al suo attuale sluto. In que- chiesa di s. Grisogono la festa del loro fon-
sta magnifica chiesa si onora l'immagine datore s. Giovanni deMutba,e che ilear-
TR I T I 3a3
dinalGioacchino Pecci arcivescovo vesco- lica, 1.' serie, t. 7, egregiamente ragionò
vo di Perugia, che nel giorno precedente con interessante e morale narrativa: La
a vea preso possesso del titolo presbiterale, redenzione delle Morette per opera del
pontificò primi vesperi e la messa solen-
i sacerdote Nicola Olivieri, in 3 articoli:
ne cantata con iscelta musica. Grande fu i.° Cattività e liberazione. 2." Educa'

il concorso del popolo, poiché non vi a- zione efrutti. 3.° Favori e perpetuità.^ el
vea veduto più cardinal titolale dopo i.° articolo parla de'negretli collocati gra-
il cardinal Filippo M." Pirelli morto nel tuitamente dall'amoroso e benefico Oli-
1771. Nel voi. LX11, p.i53, dopo aver vieri nel monastero di Subiaco, e ne' se-

celebrato nell'ai ticolo Schiavo l'abolizio- minari di Lucca, Perugia, Jesi, Cesena,
ne della schiavilo, riprovato il crudeli; e Gubbio e altrove, sebbene essi sieno po-
infame liaftico de'negri, non che riferite chi in paragone delle zitelle more dalla
le benemerenze dell'ordine Trinitario e sua induslre e sovr' umana carità prov-
quelle degli alili ordini religiosi nel riscat- viste in Francia e in Italia presso a un
to degli schiavi, raccontai che tuttavolta centinaio di monasteri. Che tale redeu-
1 iniquo commercio della carne umana tore di lauti miserabili avea paternamen-
sussiste in diverse regioni, come in diver- te estesa opera sua insigne e laboriosa
I'

si stali d'America e crudelmente, per un anche a favore de'giovanelti mori, dopo


oltraggioso e sordido lucro, a fronte della il prospero esperimento fitto con uno di

solenne condanna pronunziata da Grego- essi nel celebre collegio Urbano di pro-
rio XVI,allorquando alto alzando la voce paganda, che idoneamente istruito e or-
riprovò la tratta de'negri, ne dichiarò in- dinato sacerdote, fu spedito tra'suoi na-
giusta la schiavitù, e l'obbligo che corre zionali nella Guinea, ove ora spande fe-

ad ogni cattolico di considerarla come a- condi sudori e raccoglie messi pel granaio
bolita. E che perciò nel 1 852 erasi stabi- del celeste Padre. Contribuirono all'insi-

lita in Nimes l'opera del riscatto, da un gne, intrapresa dell'Olivieri, oltre la più
sacerdotefrancese, per trarre dalla schia- e generosa carità de* fedeli sovventori e
vitù, massimede'lurchi e persiani, le don- ricevitori de' moretti e delle morette, as-
ne e giovanetti neri e farli cristiani; di
i sumendone col gratuito mantenimento la

più istituito il vicariato apostolico del- cristiana e civile educazione, eziandio 3


V Africa centrale. Principalmente poi ra- illustri piemontesi, il conte Solaro della
gionai dell' opera ingegnosa e caritatevo- Margherita ministro di Carlo Alberto re
le per eccellenza, anteriormente istituita di Sardegna, l'ambasciatore di questi a
sotto i possenti auspico dell'Immacolata Parigi marchese Brignole Sale, e il con-
Concezione, dal genovese sacerdote Nico- sole sardo al Cairo cav. Paolo Cerniti ;
lò Gio. Battista Olivieri, il quale colle sue non che la degna coadiulrice di tanta im-
abbondanti questue intraprese con un ze- presa, cioè la virtuosa e vecchia servente
lo nuovo d'apostolico eroismo lunghi, pe- dell'Olivieri, compagna pure in alcuni de'
nosi e frequenti viaggi nell'Egitto pel ri- faticosi viaggi suoi,e per di lui indisposizio-

scatto delle povere fanciulle nere, quindi ne due volte gl'intrapresesoletta, di videu-
da lui affidate ne'mOfl atteri e altre case do,siccome piena essa pure di spirito apo-
pie per farle educare cristiane, e ne re- stolico, con lui le materne cui e per le mo-
gistrai ivi e altrove molti esempi, anche rette risca Itale da obbrobriosa e tirannica
colla speranza che tali morette potran- schiavitù, e da'più brutali trattamenti,
no riuscire a qualche stabilimento reli- i di cui particolari non si possono legge-
gioso nell'Africa, e contribuire alla pro- re senza intenerirsi di compassione, con
pagazione della fede di Cristo. Ma diflu- sensi di venerazione verso il portentoso
sameute e da pari sua la Civiltà calto- sacerdote.Egli riscatta dalla doppia schia-
Zìi TR I TR I

vili» quanti sia possibile di qne'miseri e furono religiose famiglie, che non paghe
misere, per ridonarti alla duplice libertà d' ospitare e provvedere parecchie delle

di uomini e di donne, e quel che più im- morette, con caritatevole industria som-
porla li rende buoni cristiani, come ri- ministrarono vistose somme di denaro
levasi dalle Relazioni ch'egli va pubbli- pelsempre nuovo incremento de'riscatti.
cando. Si rende ragione perchè l'abbate In una parola l'operasi può dire racco-

Olivieri non mai affida le morette a par- mandata alla divina provvidenza e alla
ticolarie private famiglie, ma sempre alle pietà de'fedeli, e verrebbe senza [allo a
religiose, preferendo l'acquisto delle mo- mancare ove questa di continuo non lar-

iette a'moretti, sebbene questi si vendo- glieggiasse;chcle spese a condurla innanzi


no a minor prezzo. Nel 2.° articolo la Ci- e dilatarla sono assai considerevoli. Osmi
o
viltà callolica fa rilevare, come l'ab. O- moretta costa nell'atto della redenzione
li ne'monasteri le morette da
vieri colloca quasi 5oo lire, indi bisogna vestirle, nu-
lui comprate, ricevute dalle religiose con trirle, trasportarle per forse 2000 miglia
festa, e con fervida ed esemplare carità di viaggi marittimi e terrestri; sicché cia-
le istruiscono al ben essere del corpo, alla scuna redenta viene a costare circa un mi-
coltura della niente e alla conversione a gliaio di lire, pria che venga collocala ne'
Cristo, facendole degne del salutare la va- monasteri. Il regnante Papa Pio IX aven-
erò e degli altri sagramenti; corrisposte da do grandemente a cuore l'opera della re-

meravigliose disposizioni e mirabile intel- denzionedelle morette, più volleammise


ligenza, da contentezza e riconoscenza, al bacio del piede il buon sacerdote col-
riuscendo e divenendo fervorose cattoli- la sua fantesca, degnandosi di sentire di
che. Tutto risulta da parecchie lettere loro bocca le particolarità più notevoli
scritte dalle superiore de'monasteri, che dell'ardue fatiche, lodandone a un tem-
riceverono le avventurale morette, le cui po e infocolandone lo zelo, porgendo lo-
lettere riempiono l'ammodi spirituale le- ro benigni consigli, regalandoli di meda-
tizia. Finalmente nel 3.° articolo rimar- glie benedette da appendere al collo de'

ca la Civiltà cattolica l'impresa dell'O- redenti, e largheggiando di sussidii pecu-


livieri, considerandola nell'innocenza de' niarinon meno che di spirituali favori.
mezzi e nella santità dello scopo in com- Dappoiché oltre ad una speciale benedi-
prare ne' pubblici mercati tanti infelici zione impartita nel 1 8^2 a quanti ebbe-
per donar loro la libertà e metterli sulla ro o avranno parte all'opera pia favoreg-
regia via del paradiso, e ne'manifesti se- giandola, aiutandola o in qualsiasi ma-
gni della prolezione celeste che mirabil- niera beneficandola, si compiacque nel
mente vi coopera, per cui dichiara che 1 853 di concedere a tutti i benefattori di
la redenzione delle morette è una di quel- essa l'indulgenza plenaria o remissione de'

le opere le quali la sola religione di Cri- peccali in punto di morte. Malgrado i ra-
sto sa ispirare e condurre a compimento, pidi progressi della santa impresa, molti
ne'inolleplici e singolari modi che narra. die suoi fautori trepidavano perla durata;
Imperocché i buoni cattolici incoraggia- l'età senile dell'Olivieri, l'affranta sua co -

rono in lutili modi l'intrapresa dell'Oli- stitnzione faceva ragionevolmente teme-


vieri;* gareggiarono a soccorrere il suo in- re che, venuto meno il fondatore, rovi-
stancabilzelo, vescovi, canonici, parrochi, nasse seco l'opera sua; ood'egli a chi ti-

comunità religiose e pii fedeli, il cui lun- mido dell'avvenire esponeva tali ridessi,

go catalogo per già Iìsmiuo animo pubbli- con fiducia rispondeva: la patrona ss. Ver-
ca quali benefattori il sacerdote nelle sue gine Immacolata ci penserà. E questa in
annue Relazioni .stilli progressi del ri- premio dell'illimitata confidenza dell'Oli-
scatto delle fanciulle more t stampate. Vi vieri, provvide in modo meraviglioso non
TRI T R I 325
solo alla perpetuità, ma all'incremento pe- inutile Io sperare. Esultarono a tal pro-
renne della sublime impresa, allorquan- posta pp. deputali, né vi ebbe chi con
i

do nel i 853 l'ordine de' trinitari scalzi vi parole e con cenni non mostrasse aper-
si associò di buon grado e ne tolse sopra tamente ili approvarla. Nondimeno, per-
di se la continuazione. Ciò avvenne nel chè il voto avesse quella libertà che l'im-
ripensare un buon religioso dell'ordine, portanza dell' argomento richiedeva, fu
alle visioni al mede-
che dierouo origine messa a squittiti io segreto la proposizio-
simo e che narrai parlando de' Trinitari ne del p. Andrea, e questa senza fallire nep-
calzati dell?ordine primitivo', e credè di pure un solo suffragio, venne a pieni voti
spiegare iti essa un significalo a cui per confermata. Allora confortato lo stesso re-

l'addietro non erasi posto mente. Del qua- ligioso dell'esito favorevole del suo paria-
le argomento conferendone col suo supe- re,supplicò i padri che, a compimento de'
riore gli disse Fin qui figli di s. Gio-
: i suoi desiderii, piacesse loro di nominarlo
vanni de ftlatba riscattarono bianchi i cri- coadiutore dell'Oli vierinl che ottenne pu-
stiani figurali nello schiavo bianco sopra re con pienezza di voli ed e»ullanza uni-
cui stendea la destra l'Aliselo del Sìriio- versale. Tali co>e avvenivano nel capitolo
re; ora poi che per divina provvidenza è generale de'trinilari scalzi in s. Grisogo-
cessata la rapina turchesca e la schiavitù no, quando nello stesso tempo o poco pri-
de'bianthi, non sarebbe egli da adempie- ma, ma certo senza saputa de' medesimi,
re I altra parte della mistica apparizione, il Papa l'io X ordinava al cardinal Della
I

applicandosi 1' ordine nostro al riscatto Geuga prefetto della s. congregazione de'
de'negri infedeli rappresentali dal mau- vescovi e regolari di far conoscete a'pp«
ro che slavagli a sinistra ? Queste paiole congregati in s. Giisogono: Esseresuo de-
non fecero dapprima gran senso nel sti- siderio che l'opera della redenzione delie
pe iore cui erano comunica te e quasi non morette venisse aggregata all'ordine Ti i-

vi rispose; tornandovi pei ò sopra col pen- nilario, allineile pigliasse maggior incre-
siero gli sembrarono piene di giusto ac- mento e ottenesse la durazione de'secoli.
corgimento degnissime dello scopo del
, Chi può dire la dolce meraviglia che pro-
suo istituto, e capaci di l'infocarne lo zelo varono i buoni religiosi, l'illustre porpo-
a nuove magnanime intraprese. Dopo al- rato e lo stesso Pontefice all'intendere che
cuni mesi, nella primavera del 853 con- i lo Spinto del Signore avea indotto il ca-
gregossi in Roma in questo convento di pitolo a sancire con solenne decreto ciò
s. Giisogono il capitolo generale dell'or- slesso che ispirava al suo Vicario in terra,
dine a trattare, secondo l'uso, de'bisogui organo de'dmni voleri, e padre comune
della religione eprovvedervi con opportu- e amoroso di tulli gl'infelici ? La fausta
ni decreti. E già era sullo spirare il tempo notizia corse ben presto all'Olivieri, elle
stabilito dalla regola de'comizi, quando il n'ebbe indicibile conforto,e stampata po-
p. Andrea di s. Agnese, ora procuratore scia ne' giornali, rassicurò benemeriti i

generale, quegli appunto che avea fallo fautori deila santa opera, i quali conobbe-
la considerazione riferita, introdusse il ra- ro più chiaramente la proiezione tolta-
gionamento intorno all'eccellenza dell'o- ne dalla divina provvidenza e l' efficacia
pera del prete Olivieri, facendo vedere del patrocinio diMaria senza macchia con-
con peculiare unzione quanto importasse cetta. Il p. Andrea di s. Agnese unissi to-
al princi patissimo scopo deH'islituto,al be- sto all'Olivieri e fece già con esso lui un
ne de'corpi e delle anime di tanti schiavi, viaggio in Egitto , il quale riuscì ad un
e alla gloria di Dio l'aggregarla all'ordi- tempo e disastrosissimo e lucrosissimo so-
ne de'lrinitari, e procurarle per tal guisa pra quanti eranseue prima percorsi allo
quella perenni là che ad un sol uomo era stesso inlento. Or dunque la durala del-
»«6 TRI TI I

l'opera col favore di Dio è assicurata, né sburgo 7 al Buon Pastore; |3 poi le ho


polea l'Oli vieri augurarti più degni com- condotte a Monaco in Baviera, le quali eb-
pagni e continuatori clie i discepoli de'ss. bero l'onore d'essere in breve tempo vi-
Giovanni de Matlia e Felice de Valois, sitate due volte da sua maestà la regina,
i quali oltre al corredo delle tante virtù che sebbene protestante, diede segui di
proprie de'religiosi, vi arrecano la grazia grande esultanza in vedere quelle pove-
speciale di loro vocazione. Considerando re creature, dalle quali non poteva slac-
poi la Civiltà cattolica, che l'opera ha carsi,essendone rimasta molto commossa.
bisogno d' ulteriore dilatamento, per le Né deve recar meraviglia che sua mae-
savie e previdenti ragioni che esprime, stà siasi di tanto degnata, perchè, cotne
opina che utile provvedimento sarebbe il mi fu detto, va pur anco a visitare gli am-
fondare qua e colà appositi collegi di di- malati ne'pubblici ospedali, ed assiste alle
verso sesso, da affidar» a comunità reli- funzioni di chiesa quando sua maestà il

giose dedicate all'istruzione. Conclude: re v'interviene pubblicamente. E qui deb-


» Il senno e l'esperienza dell'ordine illu- bi)pure far onorevole menzione del re-
stre che tolse a promuovere l'opera santa, gio cappellanoil rev. cavaliere d/Muller,

e medio più la tutela celeste sotto cui essa che non la perdona né a slenti né a fa-
è collocata, perfezioneranno V impresa e tiche affine di raccogliere elemosine per
condurranla a compimento. ... Dopoché il vieppiù far progredire la santa impresa.
Pastore de' Pastori non solo mostrossi a Due morette sono collocate nel convento
molti argomenti assai benigno verso l'o- delle salesiane di Pinerolo, 84 negli slati
pera, ma volendo provvedere alla sua du- di sua maestà l'imperatore d'Austria, 6
razione degnavasi confortare ad incari- cioè nella casa dell' orsoliue a K'agen-
carsene un ordine religioso il più oppor- ftirth nella Carinlia, 38 nel Lombardo-
tuno all'uopo, nell'atto stesso che detto Veneto, e 4° h' a 'I Titolo italico e il te-
ordine ragunalo in capitolo generale nel desco. E poiché parlo del Tirolo, per da-
convento di s. Grisogono sanciva per de- re gloria a Dio e a confusione di tante città
creto, senza saperlo, il consiglio e il de- della nostro Italia, debbo confessare che,
siderio del Vicario di Cristo." I rispelta- da che giro l'Italia, la Francia e qualche
bili compilatori della Civiltà cattolica poco la Germania, non ho mai trovato
riceverono dal sottoscritto la seguente let- popoli così buoni, così religiosi e pieni di
a
tera che pubblicarono nella 2. serie, t. 1 i, viva fede come i tirolesi. Ma di questo,
p.703. » Qualora amassero far cenno nel Dio piacendo, farò onorevole ricordanza
loro periodico delle morelle riscattale nel nella nuova relazione che pubblicherò, in
passato mese di novembre e neh' aprile cui dirò del rispetto che hanno que' po-
dell'anno corrente, sappiano che in que- poli verso de'sacerdoti, e che le locande
stidue ultimi viaggi se ne sono riscattate e le osterie di quella terra benedetta so-
l6j sicché le morette finora riscattate
I no per così dire lauti oratorii, perchè ivi
ascendono a 43 comprendendo il detlo i , si recita da'passeggieri la 3." partedel Ro-
numero 11 maschi e lattanti. In queste i sario, e si fauno preci avanti di mettersi
ultime 6 sono comprese 6 madri co'lo-
1 1 a tavola; ci sono immagini del Crocefisso
10 bambini e bambine, l'una delle quali, in ogni stanza, e perfino l'acqua benedetta
anzi poti ei dir» : due, d'anni 1 (> circa, sem- per farsi il santo seguo della croce appe-
brava che fossero state educate in qual na si entra in casa. E con ciò faccio fine.
che monastero, tanto erano prudenti, ri- Ora debbo recarmi nel regno di Napoli
spettose e docili. Delle stesse 1 1 6, sonosta- percollocarvi 3 morelle che ancora mi ri-
te collocate 8 in diversi monasteri dello mangono. Di colà probabilmente passerò
stalo pontificio, ove ne souogià 4*» a Stia- colla mia serva, e il rev. p. Andrea, mio
TR I T | I 32 7
amatissimo compagno, in Egitto, per ve reformatorum discalceatusss. Trini ta-
dere se si potranno fare nuovi acquisti che tis redemptionis captivorum in Gallia.

mi sono oh quanto preziosi Raccoman- ! Devesi il merito della riforma de' trini-
dino per carità me e tutte le povere mo- tari scalzi della di Fran-
congregazione
rette a Maria ss. Immacolata, e ini cre- cia al zelo del Girolamo Halies
veri. p.

dano sempre re. Roma 29 agosto 18 55. del ss. Sagra mento. Nato in Bretagna
Prete Nicolo Gio. Rat. Olivieri". La Ci' e conosciute le vanità del secolo, di 33
viltà cattolica nel t. 8, p. 83 die contez- anni entrò nell' ordine de' Trinitari cal-
za con giusti encomii delle Letture istrut- zati dell' ordine primitivo {F.) e pre- t

tive per le fanciulle more fatte cristia- se l'abito nel tempo in cui falicavansi in
ne, compilate da Vincenzo M* Miche t- Francia per formare i Trinitari rifar*
toni prete dell'oratorio ripano, Ripa- mati{F.)i\eì\a prima riforma dell'ordine,
transone 1 853-54- Inoltre (tubiamo pu- ed egli non poco contribuì ad introdurla in
re l'interessante libro: Il riscatto de' ne.' alcuni conventi; poiché due anni dopo la

gri considerato all'occasione che il rm.° sua professione fu mandato a Roma in

p. d. Antonio A'liscimi abbate del mo- qualità di procuratore generale, per solle-
nastero di s. Pietro in Gubbio, il (Vi sa- citarne la conferma pressoClemente Vili,
gro al padre de' monaci camaldolesi dal quale nel 160 ottenne il breve con Olii
1

compiva il sagro rito del primo sagra- approvò la riforma colla mitigazione della
mento sul giovinetto negro Dati impo- regola, e fu dal medesimo Papa eletto per
nendogli il nome di Romualdo, Parole l.° visitatore, acciocché maggiormente la

di d. Eusebio Reali canonico regolare dilatasse. Sciolse egli allora il freno al suo
Laterancnse, Gubbio 855. 1 zelo, e non solamente si nlfalicò in rifor-

Chiesa di s. Marta presso la basilica mare molli conventi di Francia, che s'e-

Vaticana e contigua a\ Se min a rio fa tira- rano abbandonati al rilassamento, ma ne


no (P.)- Leone XII die all'ordine de'tri- fondòancorade'nuovi. Rimandato in Ro-
nilari scalzi della congregazione d' Ita- ma collo slesso carattere di procuratore
lia la chiesa di s. Marta filiale della ba- generale, ivi fondò nel 1619 il conven-
silica Vaticatta , della quale parlai ne' to e la chiesa di s. Dionisio l'Areopagita
voi. XXII I,p. 74.XLI, p. 266,e nel i845 (in vicinanza de' quali edilìzi pochi anni
la restaurarono. Eretta neh 537 l' a ^*°" dopo i trinitari scalzi spagnuoli eressero
Io III con contiguo ospedale per la Fa- la chiesa e convento di s. Carlo), ed ot-
miglia pontificia, e ristorata da altri Pa- tenne da Paolo V la separazione de'con-
pi, il quadro dell' altare maggiore è un venti riformati da quelli dell'antica osser-
buon dipinto del Baglioni, esprimente la vanza, facendoli erigere in due prov'm-
santa titolare^ per disopra nella volta so- cie che doveano essere governate da un
no pitture di Sebastiano Strada. Il s. Già vicario generale. Quantunque i felici pro-
corno collocato nel r.° altare a dritta fu co- gressi di questa riforma dovessero appa-
lorilo da Lanfianchi, così la s. Orsola nel gare lo zelo del ven. p. Girolamo del ss.
seguenle.ll Crocefissodi mezzo rilievo che Sagramento, volle egli nondimeno pro-
vedesi nel 3.°, è pregevole lavoro d'Ales- muoverla anche di vantaggio; poiché con-
sandro Algardi. Dall'altra parte il s. Gi- siderando, che quantunque si praticasse-
rolamo è lodato dipinto di Muziani,o di ro molte austerità e mortificazioni nelle
Daniello da Volterra, ed ils. Antonio ch'è due provincie della sua riforma, nondi-
sull'ahare è di Biagio Puccini romano o meno avendo i religiosi della regola pri-
lucchese. mitiva dell'ordine molto deviato, volle c-
TRINITARI RIFORMATI SCALZI gli introdurre anche una nuova riforma,
DEL RISCATTO Di FRANCIA. Orcio da' professori della quale (osse la regola
328 T R I Tli I

esattamente osservata. Conferì questo suo ciò non accordavagli altra giurisdizione
disegno al cardinalBandini protettore del- sugli scalzi,che quella di visitare personal-
l'ordine, ed egli propose la riforma a Gre- mente i loro conventi, quando però non
gorio XV, il quale l'approvò con breve dei volesse deputare a visitarli un religioso
4 agosto 1622, autorizzando il servo di della stessa rifórma. Essendovi i religiosi
Dio a promuoverla. D'allora in poi egli spagnuolijche aveano stabilito somiglian-
non pensò che a mandare ad eftettoquau- te riforma, il p. Girolamo si portò a Ma-
to erasi proposto, e volendone egli stesso drid per apprendere tulle le pratiche au-
dar l'esempio a'suoi fiali, professò la. re- stere della regolare osservanza e delle vir-
gola primitiva con alcuni altri religiosi nel tù, esercitale dagli scalzi di Spagna, a fi-

convento di s. Dionisio di Roma, che fu ne di servir poi d' esempio a'suoi frati.
.° Nella sua dimora dii
il 1 della nuova riforma. Persuase poi i 1 mesi nella capita-
religiosid'Aix in Provenza e di Caslel- le della Spagna, esercitò le pratiche più
Briant in Bretagna a far lo stesso, ed ag- austere,sebbene di 60 auni,e per la grande
giunse all'osservanza della primitiva re- stima che si procacciò, la regina Elisabet-
gola l'asprezza dell'abito e la nudità de' ta e i grandi della corte vollero conoscer-
piedi, aftinché i religiosi di questa rifor- lo. Tornalo iti Francia fu trafitto da dolo-
ma potessero menare una vita penitente re in sentire rapiti dalla peste i suoi religio-
e conforme alla santità del loro stato. Sic- si d'Aix, tranne un converso, vittime di
come però l'introdursi delle riforme suole loro carità verso gli appestati. Rinnovò
sempre aver degli ostacoli, e comune il quella famiglia co'religiosi fatti venire da
nemico dell'umau genere tenere ogni via Roma e da Caslel-Briant, ed essendone
per impedirne progressi, il p. Girolamo
i stato eletto ministro, formò eccellenti no-
a fine di prevenire tutte le difficoltà che vizi, i quali colla loro edificante condotta
fossero potute insorgere ne domandò la fecero terminare la persecuzione per ope*
conferma a Urbano Vili, il quale col bre- ra del ministro generale nuovamente in-
ve Alias a nobtSy de'28 febbraio i63i, sorta. Ristabilito convento d'Aix, intro-
il

Bull. Iìom. t. 6, par. 1, p. 257, eresse la dotta la riforma in Avignone,che poi fu co-
riforma in congregazione e provincia se- stretto a lasciare il convento in un a quel-
parata dall'altre, quando vi fosse un nu- lo diCastel-Driantjil p. Girolamo si restituì
mero sulliciente di conventi. Volle egli a Roma rieletto ministro di s. Diouisio,nel
stesso portare il breve Francia per far-
in cui convento, perseverando nell'esercizio
lo accettare, ma trovò tanta ripugnanza morì san-
di sue austerità e mortificazioni,
nel ministro generale dell'ordine e ne 're- tamente a'3o gennaio 1637 d'anni 80 e
ligiosi delle due provincie, ch'erano state fu sepolto nella chiesa. Dopo qualche tem-
in avanti riformale, che gli convenne ti- po essendosi aperta la sepoltura, fu tro-
sar gran coraggio per superarne le diffi- vato incorrotto e tramandando sangue dal
coltà , onde pervenire al conseguimento naso. suoi religiosi animati dal zelo che
I

del suo fine: alle opposizioni si aggiunse- aveano ammirato in lui, dilatarono la ri-
ro l'imposture e le calunnie, colle quali forma colla fondazione di più conventi in
egli ed isuoifurono gravati. Sofferti
frati Francia e in Italia. In seguito ne abban-
itravagli con virtuosa pazienza, finalmen- donarono alcuni, restando loro quelli di
te trionfò sui nemici della propria rifor- s. Dionisio in Roma, d'Aix, di Seyne, del
ma. breve d'erezione fu registralo ne'
Il monte s. Quirico presso Brignole, della
parlamenti di Parigi e d'Aix, e la s. Se- Palude di Marsiglia, di Brignole, di Lue
de impose perpetuo silenzioalle pai li, par- e di Marsiglia. Aveano ancora que'di Li-
ticolarmente al ministro generale princi- vorno, di Torino e di Falcone, ma furo-
pale oppositore, mentre il breve pontifi- no eretti in provincia uel 1705 da Cle-
TR I TRI 3? 9
menle XI e soggettati al ministro gene- gigli gialli. Lo scudo avea percimierola
rale degli scalzi. Lo stesso Clemente XI corona realedi Francia. Scrissero di. que-
col breve Redemptoris , de' i 3 agosto sto ordineil p. Alfonso d Andro da gesui-

1703, Bull. Rom. 1. 10, p. 54*. Confer- ta; il p. Agostino Macedo, nella Vita di
mali tur quaedam capitala, prò bono re- s. Eelice, di
Valoisj il cardinal de Lu-
gimine ordìnìs ss. Trinitatis captivorum ca, nel Religiosopratico] il p. Hel yot
congregationis Gallicanae.Neì 670 so- 1 Storia degli ordini religiosi, t. 2, cap.
lamente aveano avuto il numero de'con- 48 Della congregazione de* religiosi
:

venti prescritto da Urbano Vili col bre- Trinitari di Francia; e il p. Annibali


ve che l'eresse in provincia separata, e nel- da Latera, Compendio della storia de-

lo stesso anno tennero formalmente il 1 t. i,cap. 34. La ri-
gli ordini regolari,
capitolo della riforma in presenza del car- voluzione francese degli ultimi anni del
dinal Grimaldi arcivescovo d'Aix, che ne trascorso secolo soppresse anche questa
avea ricevuta commissione da Clemente congregazione, e la chiesa e convento di
X. Già Alessandro VII col Expo-
breve s. Dionisio di Roma nel 181 5 Pio V 1 1 la

ni nobis, de* 1 5 aprile 1 662, Bull. Rom. diede al Conservatorio e monastero di


t. 6, par. 5, p. 2 1 1: Proibilio fransi tus Maria ss. in s. Dionigio alle Quattro

fratrum dìscalce ator uni congregatio- Fontane (V.).


nisGallicanae ordìnìs ss. Trinitatis re~ TRINITARI DEL TERZ'ORDINE,
dcmptionis captivorum ad calccatos Ordo Terlius ss. Trinitatis redemptio-
vel discalceatos congregationis Hispa- nis captivorum. Riferisce il p.Helyot, nel-
niac, cum
praecepto, ut qui huc usquc laStoria degli ordini religiosi, t. 2, cap.
transierunt remittantur. Essendo pro- 5o Del Terz'ordine della ss. Trinità
:

tettore di tutto l'ordine Trinitario il car- e redenzione d.'gli schiavi, che eranvi
dinal Gio. Costanzo Caracciolo, Clemen- anticamente nell' ordine de' Trinitari
te XIV col breve Ex debito, de'i 3 ago- (J7!) delle persone, diesi ascrivevano ad
stoi 771, Bull. Rom. cont. t. 4? p. 362: esso in qualità di oblati, del cui nume-
Ifnio et incorpor alio domus s. Diony- ro pretendesi essere stato Berengario si-

sii de Urbe, ej usq uè provinciae, ordini, gnore d' Anguillara, uno de' primi ba-
ac abati generali canonicorum regu- roni di Catalogna, ed Anglina sua mo-
lariiim ss. Trinitatis et captivorum cu- glie, che nel 1200 fondarono un ospeda-
jus alumni in albo canonicorum regu- le da loro dato a'religiosi dell'ordine.Que-

larium cum omnibus privilegiis. j'uri- sti oblati forse sono stati quelli che in pro-

bus, et indultis adscribuntur. Vennero cesso di tempo dierono luogo allo stabi-
governati questi trinitari scalzi da un vica- limento del terz'ordine della ss. Trinità.
rio generale, ed aveano quasi le medesime Nelle persone illustri de'terziari trinita-

osservanze de' trinitari scalzi di Spagna, ri noverano


si due re di Francia Fi-
i

a'quali molto conformavano nell'abito,


si lippo II Augusto, e s. Luigi IX, il quale
altro divario non passando tra quello de' dicesi che andava vestito di cappa rego-
francesi e quello degli spagnuoii, se non lare in coro co' religiosi. Fu altresì ter-

che i primi vestivano tutti di bianco co- ziario Alfonso Vili re di Castiglia e di
me fu ordinato nella prima fondazione Leon, e lo furono ancora molte altre per-
dell' ordine trinitario, e lo riferisce il p. sone per santità di vita o per di-
illustri

Bouanni che ne riporta la figura a p. go gnità.Però lo stesso p. Helyot dubita, che


del Catalogo degli ordini religiosi, 1. 1 sia avvenuto al terz'ordine de' trinitari

Aveano per stemma una croce di panno quanto si verificò ne' terzi ordini d'altri
rossa e turchino in campo bianco, attor- regolari, i quali si fecero gloria di porre
niata da un fregio azzurro, ornato da 8 tra il numero de' terziari persone morte
vol. txxx. 22
33o TB I TR I

qualche secolo prima dell'istituzione.Ben- vi a s. Francesca a Capo le Case, ed


sì è mollo probabile, che il terz'ordine ile' a s. Carlo alle Quattro Fontane (delle
trinitari non sia stato stabilito che sot- quali chiese parlai ne' precedenti artico-
to gli anspicii del p. Bernardo Domenici, li), dice che s. Giovanni deMatba fonda-
ministro generale de' trinitari verso il tore dell'ordine de'trinitari, con autori-
i584, poiché in quell'anno egli appro- tà d'Innocenzo III che l'avea approvalo

vò, confermò e permise che si stampas- nel i 198, eresse una confraternita, a cui
sero le Regole e statuti de*fratelli e del- comunicò tutte le grazie, privilegi e pre-
le sorelle del lerz ordine della ss. Tri- rogati ve dell'ordine, acciocché come par-
nità, quantunque però nella sua appro- tecipi dell'opera lo fossero anco del pre-
vazione, ch'è posta in fine della regola, mio; col cui concorso caritatevole eransi
dica fondarsi questo terz'ordine in virtù fatti innumerabili riscatti di poveri schia-
delle bolle de'Papi ; ma soggiunge il p. vi, de' quali molti senza di questi aiuti
Helyot, sarebbe nondimeno assai difficile avrebbero rinegata la fede. Aggiunge,che
il riprodurne una, che propriamente di moltissime sono le indulgenze concesse
esso trattasse. E vero che trovansi pon- alla confraternita, le quali sono descrit-
tificie bolle in favore dello scapolare del- te nel suo sommario stampato e ricono-
la ss. Trinità, ma non può negarsi, che sciuto dalla s. congregazione dell'indul-
questa confraternita sia diversa dal ter- genze nel 1679. Che il solo ministro ge-
z'ordine, come chiaramente si deduce dal- nerale può erigere e aggregare per tutto
le regoledel terz'ordine stesso e di questa il mondo le confraternite di cui si fa so-
confraternita, che furono per la 2/ volta lennemente la comunicazione de' beni e
stampate separatamente, e nello stesso suftragi ne'giorni della festa di s. Cateri-
tempo a Rouen nel 1670 con licenza de' na e di s. Agnese, del mercoledì delle Ce-
superiori dell' ordine. Quanto alla con- neri e del giovedì santo, e della ss. Tri-
fraternita trovo nel Bull. Rom. t. 7, p. nità. Tornando a'terziari de'trinitari, il

2 io, il breve Ex injuncto, degli 1 1 feb- loro abito consisteva in una veste bian-
braio 1673 di Clemente X: Confirman- ca e nello scapolare su cui era una croce
tur indulgentiae a Paulo F concessae rossa e turchina; però in alcuni paesi non
Archiconfraternitatibus sub invocatio- eravi I' uso di portarlo pubblicamente,
ne ss. Trinitatis redemptionis captivo- ma sotto gli abiti secolari. Facevano un an-
rum, irritantur nonnullae , et addun- no di noviziato, compiuto il quale veniva
tur aliae, et quae sint. Di più e del me- loro fatta un'esortazione sull'osservanza
desimo Clemente X, il breve Alias nos, della regola, finita la quale, avendo il su-
de'3 giugno 1673, Bull. cit. p. 221: Ex- periore benedetto gli abiti, quelli che fa-
tensio, et declaratio brevis circa Con- cevano professione, ad alta voce recita-
fraternitates sub invocationc ss. Trini- vano la seguente formola. » Io frate N.
tatis redemptionis captivorum crectas, confidando nella ss. Trinità, prometto al-
et erigenda>-s, et alia nuper emanata,ad la ss. Vergine Maria, a'ss. Giovanni e Fe-
Confralernitates a ministro genera li, et lice, ed a voi mio padre, con pura, sin-
procura tori genera li congrega tionisHi- cera e retta intenzione, deliberatamente
spaniae. fratrum discalceatorum ditti e fermamente di osservare i comanda-
ordinis erectas, et erigendas cum omni- menti diDio, d'emendare miei costumi, i

bus clausolis, concessionibus, et decretis procurando di amare in avvenire, più


expressis in dicti brevi. Il contempora- che non ho fatto pel passato, Iddio e il
neo Piazza, nell' Eusevologio Romano, prossimo mio, disprezzando piaceri del i

trai. 7,cap. 29 Della confraternita


: del- mondo, spogliandomi d' ogni mondano
la ss. Trinità del riscatto degli schia- affetto, slaccandomi dal mio amor prò-
TRI T II I 33
prio, rinunziando per sempre al demonio ragona e da Sancio VII re di Na varrà.
e alla carne per potere avvantaggiare gli Non solamente questi principi contribui-
interessi della mia salute, e procurare an- rono alla fondazione di molti conventi ne'
cora quella del mio prossimo, colla grazia loro stali, ma furono d'impulso a molti
del nostro Signore, e partecipare come as- signori a seguirne l'esempio. Pietro 11 era
sociato de' privilegi, prerogative, grazie e in Barcellona quando vi si recò a osse-
indulgenze dell'ordine della ss.Trimtà per quiarlo il santo, e gli fece fabbricare il

la redenzione degli schiavi, ricercandone convento d'Aytona nella diocesi di Leri-


J'avanzamentOjl'onore e il bene, con ogni da, di poi dotato di copiose rendile da
fedeltà per maggior gloria del Padre, del Pietro di Belluys dell'illustre famiglia de'
Figliuolo e dello SpiriloSanto. Così sia." Moncada. Predicando il saulo la di vi uà pa-
In Parigi dopo metà del secolo XVII
la una impressione fece negli spa-
rola, tale
si eresse una comunità di fanciulle seco- gnauli che molli contribuirono con limo-
lari, le quali viveano secondo la regola sino al riscatto degli schiavi e altri ite ab-
dell'ordine trinitario, ecliiamate le Suo- bracciarono l'istituto. Alcune pie donne,
re della ss. Trinità. Il loro abito somi- vedendo impedito al loro sesso di portar-
gliava a quello de'religiosi, e invece del si colla persona al riscatto degli schiavi,
mantello portavano sulla veste bianca domandarono d'essere associate all'ordi-
una soltana aperta nel davanti. In luogo ne, per potere almeno colle orazioni con-
del soggolo usavano una specie di gor- correre all' adempimento de' loro santi
giera, di cui ambo
parti che scendeva-le desiderii. Vestirono l'abito dell' ordine,
no davanti terminavano in punta, e sot- che presero dalle mani del santo fonda-
to il velo nero portavano la cnllia bianca, tore, e si ritirarono nel monastero da lui
e pendente dal collo una medaglia d'ar- per loro fabbricato in un romitaggio pres-
gento triangolata. Insegnavano a legge- so Aytona, in una Ione detta Aringa via,
re, scrivere e lavorare alle povere fan- che loro donò nel lo stesso 20 il nomina- 1 1

ciulle. Dissi a Trinità ss., che nel 16^9 to belluys. Per allora non s'impegnarono
in Francia per l'educazione delle orfane con voli, non essendo che una congrega-
furono istituite le Figlie della ss. Tri- zione di divole donne, cui conveniva solo
nila creata, delle religiose della con- il nome d'oblateo secondo l'uso di Spa-
gregazione di Giuseppe. Le monache
s. gna di beate. Nel 12 36 il monastero, de-
trinitarie del 3.° ordine presentemente dica loallaMadouua degli Angeli, si riem-
hanno 3 monasteri nelle vicinante di Mar- pì di vere religiose sotto la direzione del-
uno in Subiaco, ed altro vicino in
siglia, l'infanta d. Costanza figlia del re Pietro
Cappadocia borgo del regno di Napoli. Il e sorella di Giacomo I. Il Nicola, 6.° p.
TRINITARIE DELLA REDENZIO- ministro generale dell'ordine, fece tran-
NE DEGLI SCHIAVI, Moniales ordi- sazione con questa principessa, e per i-

ìds ss. Trinitatis redemptiouis captivo- strutnento convenuto tra loro, col con-
rum. Istituito da s. Giovanni de Maiha senso del provinciale di Catalogna e di
nel 1
1
98 l'ordine de' Trinitari della re- Aragona, egli cede alle religiose la casa
denzione degli schiavi (P .), si recò nel- con tutte le terre e rendite a lei appar-
la Spagna, ove un grandissimo numero tenenti, colla facoltà d'amministrare da
di cristiaui gemevano schiavi de'mori in- loro medesime il temporale, riservandosi
vasori, e vi munito di
giunse nel 1201 lo spirituale e la visita de'monasteri alla
lettere commendatiziePapa Innocen- di giurisdizione de' superiori dell'ordine ;

zo III pe'principi cattolici, onde fu cor- colla coudizione inoltre, che il 3.° di loro

tesemente ricevuto da Alfonso IX re di entrate, conforme alla regola de'trinit.i-

Cusliglia e di Leon, da Pietro II re d'A- ri, fosse impiegalo nei riscatto degli sebi*
33a T R I TRI
vi; venendo le religiose collo stesso atto Dio dedicate, t. 2, p.96; ed il Capparo-
dispensate da molte austerità della rego- ni che lo riprodusse con figure colorate,
la. Fu quindi la principessa d' Aragona nella Raccolta degli ordini religiosi a
a
la irreligiosa delle trinitarie, e lai. ab- delle vergini a Dio dedicate. Trattano
badessa o superiora di questo monaste- ancora delle trinilarie,ilp.He!yot,iS7w-/Vf
ro. Era ella stata moglie di Guglielmo di degli ordini religiosi, t. 2,cap. 49: Del'
Moncada visconte di Bearn e siniscalco le religiose trinitarie;^ il suo compen-

d'Aragona, che morto nella presa di Ma- diatole p. Annibali da Lalera nel Com-
iorca, nella sua vedovanza erasi intera- pendio degli ordini regolari, cap. 35:
mente dedicata a Dio in quest'ordine, a Delle religiose trinitarie dell'antica os-
cui fondò nel 23 un monastero in Ma-
1 i servanza. Esistono presentemente nella
iorca, dotandolo di molti beni ch'erano Spagna 1 1 monasteri di monache trini-
toccati in sorte al marito per la conqui- tarie dell'antica osservanza; in Francia
sta dell'isola falladal fratello Giacomo I. e in Algeri48 monasteri, senza però che
Accrebbe pure l'entrate di quello d'Avin- quest'ultime monache facciano voti so- i

dopo essere vissuta santa-


gavia, in cui lenni, vietati dalle leggi francesi. In Por-
mente per alcuni anni, mori neli2 52, e togallo vi sono due monasteri, uno de'
il suo corpo fu deposto in sontuoso avello quali nella capitale Lisbona. Di altre re-
nella cappella della Madonna del Reme- ligiose trinitarie parlai nel precedente ar-
dio, decoralo da molte figure esprimenti ticolo, e delle scalze nel seguente.
religiose dell' ordine, alcune delle quali T R » IT A RIE SCALZE DELLA RE-
I

con baltei e spada al fianco, ed altre a DENZIONE DEGLI SCHIAVI, Mania-


cavallo cogli stendardi in mano. Anche les discalceatae ordinis ss. Trinitatis
altre signore di sangue reale illustrarono redemplionis caplivorwn. Verso il 61 1

l'ordine, con vestire I' abito delle trini- Francesca di Rumerò figlia di Giuliano
tarie nel monastero d' Avingavia, Ira le luogotenente generale dell'armi di Filip-
quali d. Sancia d'Aragona sorella di d. Co- po III re di Fiandra e vedova
Spagna in
sta uza, che morì nel 2 54 i ; e l'infanta d. d'Alfonso d'Avalos e di Gusiuan, volen-
Maria figlia di Giacomo I fu abbadessa do fondare liti monastero di religiose scal-
del monastero di Cannes nella diocesi di ze dell'ordine di s. Agostino, da Toledo
l'erpignano,e fu tumulata in quella chie- fece venire a Madrid 3 religiose di quel-
sa nel 3oy, monastero fondalo nel 248
1 1 l'ordine, ed avendo radunato un nume-
da Pietro Tarojas vescovo di Perpigna- ro ili nobili fanciulle, sufficiente a forma-
110. Quello di Avingavia fu abitalo dalle re una comunità, si ritirò con esse in al-
religiose sino al 1 7?.c), in cui non essen- cune case a lei appartenenti nella via de
dovi rimasta che una monaca corista col- Cantami nas, ove volle fondare suo mo- il

la conversa, fu ceduto a' frati trinitari. nastero. Intanto che si dovea stabilire la
Le monache fiorirono anche in altri loro clausura e l'erezione della chiesa, le re-
monasteri, consistendo il loro ahito in ve- ligiose reca vansi nella vicina chiesa dei
ste e scapolare bianco, sul secondo essen- Trinitari scalzi di Spagna (/*.) per a-
dovi cucila la croce parte rossa e parte tur- scollare la messa e ricevere i «agra «en-
china, assumendo uua lunga cappa nera ti, affidandosi alla direzione ilei b. Ciò.
in coro, su di cui nella parte sinistra è Battista della Concezione, istitutore di
<in ila allra simile croce, il capo velan- quella riforma. Quindi prendendo affet-
dolo con panni bianco e nero, come rile- to all'istituto de'lrinitari scalzi, la fonda-
vasi dalla figura esprosa n^l descrivere trice e le fanciulle di sua comunità, ab-
le trinitarie dal p. nonanni nel Catalogo bandonalo il disegno di rendersi agosti-
degli ordini religiosi e delle vergini a niane scalze, domandai 0110 ai b. G10. bai-
T Iti 1 TRI 333
tisla premurosamente d'essere aggregate cesse alle monache di potere scegliere fra
al suo ordine, ed egli ve le ammise con a- loro In superiora. Radunatesi senza sapu-
bito di ubiate. Indi alle replicate istanze ta della fondatrice, a pieni voti elessero
dalle medesime fatte ond'éssere perfetta- a superiora la veti. m. Agnese della Con-
mente soggette a'triuitari scalzi riforma- cezione. Vedendosi la Rumerò privata del
li, e di seguimela regola eie ooslituziu- governo, rinunziò alla qualità di fonda-
rli, i religiosi vi si opposero e anzi prete- trice e nello stesso tempo si astemie dal
sero obbligarle a spogliarsi dell'abito ri- somministrare l'occorrente alle religiose;
cevulo; e poiché il b. Gio. Battista indi' indi tentò di distruggere il monastero, ri-

nava a contentare le religiose, fu allori- correndo a Roma perchè fosse annullata


tan. ito da Madrid e mandato nell'Alida- la professione religiosa. Invece le mona-
lusia. La Rumerò e le sue compagne ve- che rinnovarono 1619, ed eles-i voli nel

dendo che i trinitari scalzi erano fermi sero nuovamente persuperiora la veu. in.
in ricusare di prenderle sotto la loro giù- Agnese, la quale è tenuta per istitutrice
risdizione, ricorsero al cardinal Bernardo delle trinitarie scalze. Il cardinal Zappa-
Sandoval arcivescovo di Toledo, che a- ta amininiitratoie dell' arcivescovato di
vendo loro permesso di vivere giusta le Toledo,avendo lollodallecostituzioui dei
costumanze e regole delle monache Tri- trinitari scalzi ciò che non era confacen-

niltir'u(l .), colle regole e riforma de'lri- te al sesso femminile, ne compilò delle

nilari scalzi, e di vestire il loro abito, es- particolari per queste religiose, ed a loro
se lo ripresero a'9 novembre 161 1 eco- ledie nel 1627 venendo approvale da,

iniuciaiono l'anno di noviziato. Ma la fon- Urbano Vili nel 634- Le religiose in Ino-
1

datrice Romero, che malgrado le opposi- go della Rumerò trovarono ultra fonda-
zioni de'lrinilari scalzi avea proseguito a trice in Maria de Villena vedova di d.
portarne l'abito ed a praticar le loro os- Sancio della Cerda, che loro lasciò per te-
sei vanze, poi mutato pensiero fu la 1." stamento neh 63 1 considerabili somme,
a deporlo e con molto vigore procurò di In sostanza la regola che le trinitarie scal-
persuadere le compagne a seguirne l'è- M poi seguirono, fu quella assegnala coti
sempio; esse però persisterono nell intra- miglior forma neli63i a trinitari scali!
presa risoluzione con ferma costanza. Fi- spaglinoli. Vestivano queste religiose co-
italmente la fondatrice e i religiosi vi ac- me i religiosa , cioè tonaca e scapolare
consentirono, e compilo l'anno di proba- bianco con cappa color bigio scuro fino a
zione, fecero tulle, a riserva della londa- mezze gambe, l'una e l'altra segnala col-
trice, i loro voti solenni, e si soggettarono la croce rossa e turchina. In capo porta-
aM a rei vescovo di Toledo. La Romero le vano velo bianco e sovrapposto alito ne-
prov vedeva di tutto il bisognevole, ma 10; incedevano scalze, cuoprendo i piedi
pretendendo che alla qualifica di fonda- con sandali di canape. Ne riporta le noti-
trice andasse congiunta quella di supe- ziee la figura il p. \jonar\ri\, Catalogo de-
riora, vi esercitava l'uffizio con autorità, gli ordini religiosi e (Ielle vergini a Dio
assoluta, accettando le fanciulle che si dedicate, t. 2, p.97; riprodotte con figu-
piesentavatiOjSenza ricercarne il consenso ra colorata del Capparoni, Raccolta de-
della comunità, contro gli statuti dell'or- gli'.ordi/u religiosi e delle vergi/a a Dio
dine. Inoltre obbligava le religiose ad u- dedicale. JNeh65t il cardinal Baldassa-
rre dalla clausura, e le allontanava dal- re Sandoval arcivescovo di Toledo dal
le loro osservanze; e tutto questo indus- monastero di Madrid cavò cinque trim-
se le religiose a ricorrere all'arcivescovo laiie scalze per fondare un altro mona-
di Toledo il cardinal Bernardo Sando vai, stero nella slessa città, istituito da d. Bea-
li quale per ovviare a tuli diaordiui cou- trice de Silva u per le carmelitane, e do-
286077
334 Tu [ TRI
pò averle istruite nell'osservanze regola- ciliae sacrae, t. r, p. 432, riporta i se-
ri, tornarono al proprio monastero nel guenti vescovi della Ecelesiae Triocali-
i655. Le trinitarie scalze ebbero altri tanae. lli.° Triocali tanus episcopus fu
monasteri, come in Lima del Perù. In- s. Pellegrino, fiorito nell'anno90 di no-
nocenzo XI col breve Sacrosancti Apo» stra era, che vuoisi inviato da s. Pietro
stolatus, de' 22 febbraio685, Bull. Rom. 1 in Sicilia. Non si trovano altri sino a Pie-

t. 8, p. Confirmanlur
354'. Constitutio- tro del 598,8 cui Papas. Gregorio I com-
ries Monialium Reco lite tarimi ordinis mise la visita della chiesa di Girgenti.
ss. Irinitalis Redemptionis captivorum Massimo nel 649 sottoscrisse il sinodoLa-
in Hispania. Vi sono riportate le costi- teranense di s. Martino I. Gregorio nel
tuzioni medesime in italiano, e vi si ricor- 680 fu al VI concilio di Costantinopoli.
da la costituzione emanata da Alessandro Giovanni nel 787 intervenne al concilio
VII per le monache Trinitarie. Scrisse di Niceail, dopo il quale per l'invasione

di loro il p. Helyot, Storia degli ordini saracena Triocala cessò d'avpre il vesco-
religiosi, cap. 49: Delle religiose trini- vo, si formò il priorato di s. Giorgio di
tarie scalzej compendiato dal p. Anni- Trocalis e fu unito all' Archimandrita
bali da Latera, Compendio degli ordini di Messina.
regolari, t. 1, cap. 35: Delle religiose TlilODIO, Triodium. Libro ecclesia-
trinitarie scalze. Attualmente le mona- stico usato nella chiesa greca, che viene
che trinitarie scalze di questa congrega- ad essere come una parte del breviario
zioue hanno soltanto ricordati monaste- i latino; mentre comprende l'uffizio d'una
ri di Madrid e di Lima. parte dell'anno, cioè dalla domenica di
TRIOCALA. Città vescovile di Sicilia, seltuagesima,chiamata domenica del Pub-
ora borgo denominatoC#/rttoZ>e//oto,che blicano e del Fariseo, fino al sabato san-
in parie ne occupa il sito, nella provincia to.! greci hanno degl'i nni,o canoni com 'es-
di Girgenti,da cui è distante 1 1 leghe, ca- si li chiamano, per le fesle di Gesù Cri-
poluogo di cantone presso la riva destra sto, della B. Vergine e de'Santi. Ora que-
del fiume Crimiscis, ora chiamato Cala- sli inni canoni sono divisi nelle strofe cui
tabellota , iu vicinanza del quale Timo- danno il nome di ode, e la maggior par-
Jeone alla testa di 6000 siracusani tagliò te si recita in tempo deH'uflizio contenu-

ti pezzi un'armata di 70,000 cartagine- to nel Triodio, e che si trovano per con-
si. Triocala, antichissima e celebre città, seguenza iti questo libro, e sono compo-
è riuomata per le dolci sue acque, per la sti di tre sole odi o strofe, ond'è che chia-

feracità del suo territorio, massime in vi- mano il libro Triodion, quasi dicessero
no e olio, ed inaccessibile per le sue rupi, il libro che contiene gì' inni di tre odi.
non che per la guerra degli schiavi roma- Gli altri cantici, che i greci recitano nel
ni che vi si o5 anni avanti
rifugiarono, 1 loro uffizio, sono composti di 9 odi. Alcu-
la nostra era. Ruggero normanno conte ni hanno credulo non esser l'inno com-
di Sicilia vi riportòuna vittoria sopra i posto di tre odi quello che chiamasi Trio-
saraceui, quali avendo rovinala Trioca-
i dio, ma errarono come può vedersi Del-
la, circa 1000 passi distante surse Cala- l'Eucologio de' greci, quali chiamano i

tabellola. La tradizione dice che si no dal Diudion gl'inni che hanno due strofe, e
tempo degli Apostoli in Triocala fu sta- Tilradion quelli che ne hanno quattro.
bilita la sede vescovile, e Rocco l'ini, Si-

FINE DEL VOLUME OTTANTESIMO.


BX 841 .M67 1840
SNCR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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